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Molinari e Socj. + + + + + A + FELICE CAMERONI + + A + FERDINANDO FONTANA + + + + +Allora non si usavano ancora i _treni-omnibus_. + +Quattro becchini o quattro conoscenti andavano bravamente sotto la bara +e via se la portavano al cimitero. + +Non di rado, i latori di voi — per modo di dire — di voi +presente-passato, erano precisamente quegli amici o parenti che vi +avevano rotto le scatole al punto da ridurvi fra quelle assi e dicevano +di portarvi con piacere per consolarsi del dolore di avervi ammazzato. + +Con ciò non si vuol fare alcuna maligna allusione a coloro che quella +mattina portavano o accompagnavano un cataletto al più lontano dei +carnaj suburbani. — Non osiamo scrivere: _all’ultima dimora_, dopochè +la stoltezza umana, non contenta abbastanza di tormentare certuni +quando sono vivi, non vuol lasciarli tranquilli neanche quando sono +morti. Stoltezza tanto di buona fede, che piuttosto di non trasportare +qualche osso, se non ne trova, supplisce con surrogati.... e, in un +caso disperato, è certo che ne fabbricherebbe apposta! + +Il dolore di quegli amici e parenti era proprio sincero. Al defunto +avranno forse goduto più d’un pranzo, n’avranno sempre parlato bene +il meno possibile, ne avranno corteggiato la moglie, avranno giocato +dei tiri alla sua borsa — questo che cosa significa? — ma egli era +stato tanto buono — tutti ora n’erano persuasi — e la di lui fine tanto +miseranda e acerba — aveva venticinque anni! — che nessuno, per quanto +apatista, poteva non sentire compassione. Alcune guance, specialmente +di donne, erano rigate di lagrime.... ed erano lagrime sincere.... +perchè il morto non aveva dato ordine di pagarle.... e i superstiti +meno ancora. + +Entrato il convoglio nel camposanto, si diresse verso la fossa +assegnata al nuovo ospite e intorno a quella si dispose in cerchio, +attendendo. Si sapeva che un amico doveva leggere alcune parole. + +Infatti un giovinotto sui trent’anni levò un foglio, tossì, diede +un’occhiata in giro, compose il volto a gravità dottorale e finalmente +cominciò: + + «Aveva ragione Leopardi, il quale scrisse: + + «Amore e Morte + . . . . . . . . . . . . . . . . . . + «Cose quaggiù sì belle + «Altre il mondo non ha, non han le stelle, + + «ma doveva aggiungere che, quando si perde il primo di questi beni, + l’altro è l’unica speme che ci resta.... e che l’affrontarla è pur + una gioja sovrumana.... + + «Colla morte soltanto ci è dato salvarci dal dolore! + + «Ma chi ci avrebbe detto solo domenica scorsa, quando, ricco di + salute e di forza, tripudiava con noi ad agape fraterna, che oggi + avremmo dovuto riunirci intorno alla sua tomba per dargli l’estremo + _vale_? + + «Chi ci avrebbe detto, quando egli ne parlava commosso delle sue + domestiche gioje....» + +Qui l’oratore — se volete dar tal nome a chi leggeva con coraggio non +invidiabile uno dei soliti stravecchi esercizj di retorica — alzato lo +sguardo a caso, mentre prendeva fiato, s’interruppe repentinamente.... +e additò nella direzione dell’uscita del cimitero, dove erano apparse +due ombre negre. Tutti guardarono ed ebbero un moto di sorpresa e di +repulsione. + +L’oratore, allora, con voce bassa e severa, mormorò: + +— Sarebbe un profanare questo sepolcro il permettere che quelle due +sciagurate avessero ad unirsi a noi per ascoltare l’espressione del +nostro dolore.... Andiamo.... e che Dio.... — + +Egli s’interruppe per interrogare i visi degli astanti, e vedendoli +tutti addolorati ripetè con forza e sensibile reticenza: + +— .... Che Dio abbia di loro pietà.... se pur la meritano. — + +E i convenuti si sciolsero silenziosamente, le teste chine, +disperdendosi fra le croci ed evitando — taluni non senza affettazione +— di incontrarsi colle due donne che con la loro comparsa inattesa +avevano disturbato la mesta cerimonia. + + + + +Una vecchia lettera, che fa parte dei documenti da noi raccolti prima +di accingerci a questo lavoro, contiene informazioni sur uno dei +personaggi principali del racconto — informazioni che noi crediamo +dover nostro di dare in tutta la loro crudezza per risparmiare a +certi benevoli la fatica d’accusarci della malsana, prava compiacenza +d’inventar caratteri ultraperversi. + +Grazie a quel Dio che ci ha creati, della perversità ve n’è quassù fin +che se ne vuole, e non c’è proprio alcuna possibilità d’inventare nè +più nè peggio di quello che già esiste. + +Queste informazioni dovevano servire — pare — per qualcuno che aveva +delle idee oneste, ossia conjugali — se su Maddalena o sulla di lei +figlia, non sappiamo, la lettera non portando data — e chi le diede era +certamente ben informato. + +Crediamo fosse anche un galantuomo.... ma su tal punto penserete quel +che vorrete. + +Copiamo: + + «Leggi adunque bene! + + «Maddalena è una di quelle disgraziate creature che non si + dovrebbero mai conoscere, anzi neppur potere sospettare possibili. + Il solo sapere che simili esseri non sono una finzione da + romanziere, ma esistono realmente ed agiscono.... è una corruzione + del nostro spirito e del nostro cuore, perchè, alla fede nel bene, + sostituisce il dubbio terribile che quaggiù vi siano solo gradi + maggiori o minori di depravazione — più o meno abilmente mascherati + — e che il bello morale assoluto sia una pura fola. + + «Quando si è conosciuta una Maddalena, tu potrai incontrare + anche una vergine angelica.... garantita e ti verrà egualmente + il sospetto che quell’involucro celestiale racchiuda un’anima di + fango. Concederai che quell’anima non ha ancora agito secondo la + sua natura, ma dirai subito che gli è soltanto perchè sinora è + sempre stata nell’impossibilità d’agire.... e che del resto aspira + unicamente e con tutto l’ardore a quell’istante in cui potrà agire + liberamente. + + «Insomma, quando si è conosciuta una Maddalena.... la donna — nel + consolante significato che noi avevamo sempre dato a tale parola, + perchè va unito a quegli esseri che portano i soavi nomi di madre, + di sposa, di figlia — non esiste più.... esiste soltanto una + spaventevole macchina, la quale stritola tutto che di umano ha la + sventura di toccarla. Allora tu non vorresti più essere nè figlio, + nè marito, nè padre — perchè Maddalena è il MALE. Il male cinico, + audace, insultante, aggressivo, perchè non solo vuol essere.... + non solo vuol parer tale, ma aggiunge la sfida a tutto ciò che è + BENE.... come a dire: io ho il coraggio di essere quello che sono, + perchè è così che si deve essere, e tu, sedicente virtù, non sei + che ipocrisia o imbecillità. + + * * * + +Sì, Maddalena fu il male, ma avrebbe forse potuto anche essere il bene, +se nel punto più importante, e quasi sempre decisivo nell’esistenza +d’una donna, ella non avesse ricevuto una di quelle lezioni che +sconvolgono mente, cuore e sangue, e vi trasformano un individuo di +punto in bianco. + +Diciamo questo, col solito _forse_, più per tentar di spiegare che +per rendere simpatico il personaggio, nonostante i suoi torti.... +lasciando che le lettrici la giudichino come meglio credono — a voce — +per confessare poi fra sè stesse, se nella tale e tal’altra circostanza +avrebbero agito in modo diverso o egualmente o peggio. + + * * * + +Se la morte di Cesare fu preceduta e quindi, come dissero, +preannunziata da stranissimi fenomeni — la nascita di Maddalena fu +accompagnata da un incidente che fornì materia a dir molti spropositi +alle varie donnicciattole che, raccolte nella cucina, una sera di +gennajo, attendevano ansiosamente quel primo vagito, il quale doveva +annunziare l’arrivo, nel mondo, del Messia di casa Papetti. — Fra +parentesi diremo che quel Messia, per essere il benvenuto, doveva +essere una femmina. Così volevano mamma e papà, e guai a lui se si +fosse presentato colla solita sconvenienza che si nota nei maschi. + +Or bene, nel punto stesso in cui papà Ildebrando, spalancato con furia +l’uscio della cucina comparve gridando gongolante e lagrimante: + +— È una fiiiglia!... è una fii.... — proprio allora, con gran fracasso, +volò in frantumi un vetro della finestra, sfondato da un grosso gatto +nero che cadde sulla tavola apparecchiata pel desinare. + +Ma siccome, precipitando, aveva rovesciato bottiglie e bicchieri.... +scoppiò un gridò generale acutissimo di spavento e di furore, e tutte +le mani si congiunsero in un: Santa Madonna! — Il gattone allora, +esterrefatto per la sua stessa caduta, alla vista di un paese nuovo, +di tante ignote femmine e di quell’uomo che già alzava minaccioso un +bastone.... piroettò roteando i giallissimi occhi, cercando anelante +una via di scampo — ma non vedendone alcuna, perchè già tutti gli +si serravano addosso, da vero gatto spiccò un salto trasvolando una +spanna sopra la cervice del signor Papetti, la di cui legnata, non più +trattenibile ormai, rovinò sulla tavola con immenso frastuono di piatti +e di bicchieri infrangentisi contro il suolo.... e, quel che portò al +colmo il terrore degli astanti, colla rottura dell’ampolla dell’olio e +della saliera, il cui contenuto si sparse tutto sulla tovaglia. + +Pur troppo il disastro fu completo, e noi rinunciamo a descrivere +la scena di desolazione che susseguì, a riferire le bestialità che +proruppero da quelle bocche. + +Vi basti sapere fra le altre lepidezze che il gatto nero «era +certamente venuto dall’inferno per portar l’anima alla neonata, e che +l’olio e il sale versati erano il più certo segno che grandi sventure +attendevano casa Papetti.» + +Si giuocarono naturalmente molti biglietti al lotto, che dovevano +guadagnare immancabilmente.... e infatti non colpirono nemmeno un ambo. + +Del gatto nero non si ebbero più notizie. + + * * * + +Ildebrando Papetti era un impiegato di Dogana che dal governo percepiva +un onorario molto modesto, ma che sapeva aiutarsi. Certi mercanti +della piazza, che lo trovavano compiacente nelle dichiarazioni delle +merci da daziarsi, gli dimostravano la loro gratitudine con strette di +mano che gli facevano un piacere infinito. La malignità non cerchi più +sottintesi di quelli che vi sono. Del resto, prima vi fu da pensare +ai viziucci della gioventù — dopo, a prender moglie — in seguito, a +mantenerla bene — più tardi, ai nascituri — dunque! + +A quarant’anni sposò Caterina, la figlia della portinaja, che ne aveva +trenta. + +Bella coppia! + +Egli alto, secco, già curvo, già grigio, avvizzito, affumicato +dall’eterna pipa di porcellana, colle occhiaje muffite — sempre +strozzato da un fazzoletto bianco a sestupla pressione — senza +occhiali, tuttavia. + +Ella di media statura — quasi — grassoccia, linfatica, col volto di +un roseo incerto, giornaliero, che ad un conoscitore avrebbe dato +da pensare, coi capelli biondi di una rarità incontestabile, con due +pupille che vi parevano bianche e con un seno.... molto morale — alla +qual moralità di solito si preferisce la turgida immoralità. + +Ma era buona e cretina come dovrebbero essere tutte le donne destinate +alla parte di massaja. + +Dire le sue orazioni, andare a messa, predica e benedizione, ai tridui, +alle novene ai mesi di Maria, osservare le feste di precetto, dire la +sua terza parte del Rosario quando occorreva o.... per passar la sera, +non sapere che cosa è un libro, meno il _Manuale di Filotea_ o altro +della stessa forza, non avere un’idea di ciò che è spirito, aver orrore +della parola capriccio, tener in bell’ordine la casa, essere sempre +pulita, ma vestita come una lavandaja vecchia, fare il suo dovere +conjugale, applicare bene mignatte, polentine e.... altre consolazioni +— insomma, un ideale! + +E per questo si amavano, perchè innanzi tutto egli era un uomo +dell’ordine, ossia di quell’ordine che aveva trovato fatto venendo al +mondo. + +Questo amore tuttavia, benchè si conoscessero già da cinque anni, +quando si sposarono, chi sa se sarebbe mai nato senza un certo +avvenimento che stiamo per sapere. + +V’era una gran stima reciproca — egli ammirava, anzi, il di lei amore +al lucido — ed ella il di lui vivere regolato come il suo orologio e +specialmente i costumi morigerati. + +In cinque anni egli non aveva ricevuto nè una lettera nè una donna. + +Ma siccome ella pareva non avesse mai avuto tempo di pensare all’amore +— ed egli vi aveva forse rinunciato — e fors’anche a motivo dell’abisso +fra le due posizioni — il fatto sta che con tutta la stima e tutta la +facilità di vedersi e parlarsi — egli, più che «buon giorno» o «buona +sera», oppure «che tempaccio!», o «bello quel merlo!», non aveva mai +detto. + +Una mattina Ildebrando, uscendo di casa, vede sotto il portico Caterina +che piange disperatamente, attorniata da alcune portinaje e serventi +della vicinanza, le quali fanno del loro meglio per consolarla. + +— Perchè piange, signora Caterina? — fa egli appressatosi. + +Ma siccome Caterina singhiozza senza poter parlare, una donna dice: + +— Piange perchè le è morta la mamma stanotte.... sicuro, poverina. + +— Oh! — ma se stava benissimo jeri sera! + +— Mah! un colpo.... + +— Oh!... questo mi fa proprio dispiacere.... Basta! si faccia +coraggio.... e pensi che, giù, un po più presto.... un po più lardi.... +pur troppo! — e Ildebrando se ne va brontolando e scrollando capo e +spalle. + +Per tre giorni il nostro impiegato è preoccupato, concentrato, +accigliato — tanto, che i colleghi gli domandano se medita un delitto. + +— Forse.... se lo posso! — risponde con sorriso sinistro. + +I colleghi non vi badano e dicono: + +— Bene.... se mai ha bisogno di qualche ajuto.... + +— Non dubitino, signori..., basto io. — + +Il suo accento è beffardo — gli amici si guardano e se ne vanno, +formando dei dubbj sullo stato di quel cervello. + +Ma niente paura. Ildebrando si presenta il quarto giorno col volto +rischiarato, sereno, anzi ilare, il che è fenomenale in lui. + +Gli è che un’ora prima, entrato dalla Caterina, le ha detto tutto a un +fiato, passando dal Lei al Voi: + +— Caterina, voi ora non potete più da sola continuare a fare la +portinaja. È una grama vita.... e non resistereste, perchè, se siete +giovane ancora, non siete niente affatto robusta.... e mi farebbe +male se vi vedessi soffrire. — Vi propongo una cosa. Voi siete sola al +mondo.... e solo sono io.... Se non vi spiace.... andiamo! venite su +con me al terzo piano. + +— A servir Lei? — ha fatto Caterina, sorpresa, con uno sguardo e un +accento pieni di riconoscenza. + +— A servir me!? Ma vi pare che io potrei proporvi una cosa simile? Che +direbbe il mondo? + +— Ma dunque? — e il di lei viso esprimeva un’ansia estrema. + +— Ma dunque, voi siete una buona donna.... sì.... volevo dire una brava +ragazza. Se avete la stessa opinione di me.... sposatemi ed è bell’e +finita. + +— Oh! signor Papetti!... — ha esclamato la poveretta tutta lagrimosa, +colla mente quasi fuor di questo mondo a quel colpo fulmineo di +fortuna, dopo tanta sventura. + +— Non ditemi più Papetti, ditemi il mio nome.... Sicchè quale risposta +mi date?... Fate presto, perchè è tardi, e coll’ufficio non si +scherza.... Sicchè.... sì? + +— Oh! signor Ildebrando.... io sarò la sua serva.... + +— Che serva d’Egitto!... mia moglie...! Su.... su.... che diavolo fate? +inginocchiarvi? — e, commosso anche lui, ha detto in fretta: — la cosa +resti fra noi, per ora; penserò io a tutto.... voi non dovete neanche +muovervi. Per domani vi sarà una portinaja nuova. + +— Come! Di già provveduto? + +— E volevate forse che vi lasciassi qui un giorno solo ancora? + +— Ah!... + +— Addio! — + +Tre mesi dopo Ildebrando conduceva al suo domicilio la sposa, e siccome +egli era un po.... brillo, trovò naturale, aprendo l’uscio, di dire a +Caterina: + +— Questa è la casa.... ora bisogna mettervi dei figli. — + +Ma i figli si fecero aspettare.... cinque anni. + +Dirvi che lei era sospirosa, e lui di pessimo umore, vedendo scorrere +tanto tempo inutilmente, è dir poco. + +— Ma sono io.... o sei tu? — grugniva egli di tanto in tanto. + +— Tutti e due — mormorava Caterina sommessamente, poi con +rassegnazione! — È il Signore che vuol così.... + +— Il Signore! — gridava allora Ildebrando picchiando col pugno sul +tavolo, ma non finiva, perchè essa impallidiva sempre orribilmente alle +bestemmie. + +Ma chi faceva montare in bizza il povero Papetti, al punto, certi +giorni, da perderne l’appetito e diventare verdognolo, era il suo +capo-ufficio, il quale quando era di buon umore si degnava chiedergli +notizie «della sua numerosa prole, se studiavano, se ora lasciava +finalmente riposare quella povera donna....» insomma, una canzonatura +non più finita. + +Ma gli è che quando Ildebrando aveva preso moglie, aveva promesso mari +e monti in fatto di paternità, e invece.... + +— Vede.... — gli disse un giorno il suddetto capo-ufficio — se avesse +studiato, da ragazzo, la grammatica, queste cose non Le succederebbero. + +— Come dice?... + +— Ma sì.... nominativo come è, non sa essere dativo abbastanza da poter +diventar genitivo; così merita l’accusativo d’essere all’ablativo, e si +vede ch’Ella non era vocativo pel matrimonio. + +— Grazia! grazia! — gridò l’infelice che, come avrete capito, non era +certo un uomo di spirito, e fuggì più curvo del solito come oppresso +del ridicolo che si rovesciava su lui. + +Ma quando una certa mattina d’aprile, mentre Ildebrando stava calzando +gli stivali, udì un grido di gioja che veniva dalla camera attigua — e +domandato burbero: «Che cosa c’è?» Sentì rispondere: «Ci sono!» e seppe +subito cosa voleva dire quel _ci sono_ — non potè a meno di esclamare +pensando al suo capo-ufficio: Son vendicato! — E non appena lo vide, +gli disse, ma lentamente, con tutta l’ironia che gli riuscì di trovare, +assaporando a centellini la sua vendetta: + +— Sa.... sa.... mia moglie vuol farmene una delle sue.... Pare che +saranno due. Pazienza! — + +E non mancò di ripeterglielo.... tutti i giorni! per quel tal numero di +mesi. + +Il capo-ufficio se la pigliò in pace e attese l’istante della rivincita +che non mancò. + +Quando Papetti venne ad annunziare che gli era nata una figlia, il +capo-ufficio gli disse con accento di scherno schiacciante: + +— Pœuh!... anche quella è nata in sbaglio.... + +— Come, in sbaglio?! + +— O sarà.... merce di contrabbando.... — non c’era cattiveria; bisogna +ricordarsi che parlava un doganiere. + +— Come, contrabbando?! + +— La sfido.... ad averne un’altra. + +— E io accetto! + +— Vedremo! — + +Il capo-ufficio fu profeta — non si vide più niente — ma non se ne +parlò altro. Il gioco era già stato abbastanza lungo, e, diciamolo +pure, d’una gajezza lagrimevole. + + + + +Un buon osservatore, che avesse potuto seguire Maddalena, passo per +passo, ne’ suoi primi anni, avrebbe scrollato il capo e detto per lo +meno: Non ci capisco nulla! + +Non che ella fosse, come si dice dei bimbi, «cattiva» — tutt’altro — ma +era qualche cosa di peggio — non era, non fu mai una bambina. + +Guardate quale anomalia. + +Nei primi sette mesi succhiò da sola tanto latte che avrebbe bastato +benissimo per due. Fortunatamente la balia ne aveva per quattro. + +Succhiare e poi.... succhiare — pochissimo dormire — un dimenarsi +senza posa — una grande insofferenza delle fasce ed una maggiore +dell’oscurità. Luce, aria! — Tollerava solo e per pochi istanti ancora +le braccia della balia. + +D’essere presa da altra gente nè baciucchiata, non voleva saperne. +Rotolarsi sull’erba, nella polvere e, a preferenza, nel fango, ecco i +suoi gusti. + +Nell’ottavo mese dimostrò, con sorpresa di tutti, una certa ripugnanza +al capezzolo. Nel susseguente s’era già svezzata da sè. Di dieci mesi +passeggiava, e una magnifica foresta nera le copriva la testolina. + +Ad un’età in cui i bimbi non si sa quasi neanche che esistano, ella +era la meraviglia della corte, che le diede ben presto il soprannome di +_tosa di bronzo_. + +E lo meritava. Chi aveva mai avuto occasione di notare ch’ella +soffrisse o godesse? Chi aveva mai veduto una sua lacrima o un suo +sorriso? + +Seria, con movimenti ricisi e sicuri — non desiderava, voleva — non +chiedeva, prendeva — occorrendo, strappava — il suo capriccio era il +suo diritto. Al di lei cospetto, i bimbi più deboli sentivan paura — +i più forti, rispetto o stupore — e i grandi, si lasciavan soverchiare +per divertimento. + +La Caterina avendo sofferto una lunga malattia in quel tempo, fu forza +lasciar Maddalena presso la balia fin verso i due anni. + +Quando la madre potè finalmente farsela portare in città, fu deciso +che lo stesso giorno dell’arrivo della balia sarebbe anche quello della +di lei partenza. Si temeva che se si lasciavano prendere alla Lena le +abitudini cittadine nelle braccia della balia, venendo poi quel giorno +in cui si dovrebbe pur separarle, la Lena non avesse a far il diavolo e +a costar noje e insonnie infinite. + +Qual vano timore! La povera donna piangeva staccandosi dalla sua +Maddalena, e la sua Maddalena, infastidita, le volgeva le spalle per +occuparsi d’un cagnolino che faceva una gran festa ai suoi dolci. + + +Chi sa che cosa c’era in quel cervellino! Si può dire che fino ai +quindici anni visse come una lumaca, indifferente per tutto quanto +l’attorniava, per tutto quello che interessava gli altri, cominciando +dal giocare e dai giocatoli, non curante persino di sè stessa, ad un +punto che sembrava nata senza vanità! + +Obbediva come una macchina ai genitori, riceveva le loro carezze, ma +non le ricambiava che richiesta, asciutta, fredda.... per liberarsi +d’una noja. + +Una cosa da morir dal ridere.... quel soldo di cacio si dava alla +solitudine e alla meditazione. + +Quando cominciò a frequentare la scuola, in quella gran festa +dell’infanzia che è appunto la scuola, avrebbe forse potuto aprirsi +il calice di quell’anima, ma una circostanza impedì che alcun raggio +d’amore vi cadesse sopra, e così restò sempre chiuso. + +Pertanto non potè mai gustare alcuna di quelle gioje, non potè mai +sentirsi trasportata da alcuno di quegli entusiasmi infantili che +amicano una piccola creatura all’umanità e ne foggiano a poco a poco un +essere sociale. + +Per Maddalena volevasi una scuola con una maggioranza di ragazzine +della di lei condizione, all’incirca. + +Là, non essendovi quelle disuguaglianze che tanto fanno soffrire i +bambini, avrebbe trovato sorrisi, amicizie, trasporti, ed ella si +sarebbe forse, o almeno in buona parte, trasformata. + +L’importante è dare o cambiare l’intonazione ad un carattere — il tempo +fa poi il resto. + +Invece i genitori, che ne volevano fare una damina, la misero in una +scuola nella quale non v’erano appunto che damine in erba. — «Così — +dicevano — prenderà subito le maniere della migliore società e avrà +delle amiche le quali le faranno onore e potranno anche giovarle col +tempo.» + +Giustissimo! ma allora bisognava mandarla vestita con eleganza, +all’ultima moda, e farla accompagnare dal servitore o dal maggiordomo. +Invece la mandavano vestita con una economia ridicola, di stoffe +che sapevano di rigattiere un miglio lontano e in cui si vedeva, ad +occhio nudo, la lotta accanita dell’ingegnosità materna contro i colpi +del tempo, e contro la crescente pressione delle membra in continuo +sviluppo. + +Permettevano che l’accompagnasse una donna senza sciallo, senza +cappellino, la quale pareva una serva, aveva i tradizionali movimenti +della portinaia frettolosa e curiosa, e che Maddalena — orrore! — +confessava essere sua madre. + +Ma era una mamma quella? Tutt’al più era una stonatura nel genere madri. + +Maddalena produsse proprio lo stesso effetto che un cane in chiesa, +in quella scuola, e come un cane fu trattata — ma stavolta il cane non +guaì, nè si raccomandò alle gambe. + +I bambini, di solito, quando si trovano esposti al dileggio e alle +busse dei compagni prepotenti, perchè ricchi o nobili, o hanno forze +per vendicarsi, e allora.... guai ai dileggiatori, guai ai maneschi — o +sono troppo deboli per reagire, e allora si rassegnano alla loro sorte +e cercano ogni mezzo per renderla meno dura.... + +Si fanno quindi umilissimi servitori delle loro Eccellenzine. Se ne +ricevono un calcio od uno schiaffo, frenano una lagrima e trovano un +sorriso — se sentono una bestialità, e ne sentono molte, gridano: +«Oh, bello!» — se vedono una crudeltà, ridono a crepapelle, e così +via, sinchè a furia di umiliazioni, di strisciamenti, di adulazioni, +di leccature.... riesce loro di ingraziarsi qualcuno di quei piccoli +semidei, sotto l’egida dei quali possono poi restare impunemente anche +cogli altri, che li tollerano per lo meno fino al giorno degli esami. +S’intende che l’indomani di quel giorno, so loro avviene d’incontrarli, +non li ravvisano più. + +Maddalena non era nè un lupo nè un agnello, ma provò che, se avessero +voluto, per caso, farne un agnello, avrebbero trovato il lupo. + +Quando — e fu subito — si vide noncurata e derisa da tutte quelle dame +in sessantaquattresimo, quando sentì il coro di scherni e di motti su +quella «portinaja di sua madre,» le guardò di traverso — niente altro +— e fece chiaramente intendere col suo contegno che voleva essere +un’estranea per tutte, evitare qualunque contatto. + +Questo, sulle prime, non garbò alle signorine, che volevano, non già +una ribelle, bensì una schiava, un zimbello — ma uno schiaffo sonoro +che Maddalena lasciò andare sulla guancia d’una tristerella più zanzara +delle altre, la quale un giorno le aveva detto: «Tu.... puliscimi le +scarpe», levò a tutte la voglia di divertirsi, visto che le spese non +toccavano a lei, e la lasciarono sola. + +Si limitarono, a motivo della di lei taciturnità assoluta, a chiamarla +— fra loro, s’intende — la _dentistretti_. Era tutto quello che il loro +odio poteva osare.... a rispettosa distanza. + +Così Maddalena, della sua inferiorità s’era fatta uno sgabello di +superiorità, e le guardava tutte d’alto in basso. + +Tale posizione fattasi da sè stessa non contribuì certo a guadagnarle +i favori della signora direttrice, in coda alla quale venivano ostili +del pari, naturalmente, le maestre e i professori. Unico il catechista +cessò d’esserle avverso, ma solo l’ultimo anno, quando Maddalena, +benchè di bassa estrazione, aveva già qualche cosa di appetibile che le +altre non avevano. + +Di premj non gliene diedero mai uno. Ed era forse quella che ne +meritava di più, perchè mostrava un ingegno pronto e vivace. Sembrava +che per lei le difficoltà non esistessero. Ma siccome le sue risposte +erano secche, buttate là senza grazia, non le fruttavano alcuna lode. +Anzi, si diceva: «Non è che un pappagallo.» Come mai avrebbe potuto +essere morbida, graziosa, sapendosi a tutti in uggia, e avendo in uggia +tutti? + +Finalmente spuntò il giorno degli ultimi esami. Maddalena, preso e +arrotolato senza molto riguardo il suo «attestato», uscì da quelle +aule senza salutare alcuno, e dicendo fra sè, all’indirizzo di tutti: +«Speriamo di non incontrarci altro.» + +Aveva quattordici anni e mezzo, non aveva un’amica al mondo, non +sentiva alcun desiderio di trovarla, odiava le sue coetanee, non +aspirava a nulla, noncurante di tutto, sempre fredda — un’anima vuota. + +I genitori avevano una mezza velleità di farle continuare gli studj, +onde avesse a riuscire una istitutrice buona per l’alta società, ma +siccome Maddalena fece capire che non vi aveva alcuna disposizione: +«Già — dissero — è meglio che diventi una brava donna di casa; maestre +ce n’è d’avanzo lo stesso.» + +E per qualche tempo _parve_, infatti, fosse una di quelle fanciulle che +vengono cresciute in casa precisamente a prepararsi al matrimonio.... +sul serio. Attendere alla casa, cucire, ricamare: ecco la sua vita — +seguire la madre alla chiesa, ecco l’unica sua distrazione. + +Non pareva nemmeno accorgersi che vi fosse un mondo — e, come da +bambina, la sua più grande compiacenza stava nella solitudine e nella +meditazione. Strana cosa, non leggeva — si sarebbe detto avesse un +mondo in sè, il quale assorbisse tutta la di lei attenzione, non +lasciandole pensiero d’altro, neppure della sua bellezza.... che non +poteva non vedere. — Crediamo fosse ancora perfettamente innocente, +ossia ignorante, ma il suo cervello doveva lavorare.... perchè quando +veniva qualche uomo in casa, ella non cercava più la solitudine — e se +era nell’altra camera, ne usciva e stava a guardare quegli uomini. + +In quei momenti ella era, per verità, tutta composta, il suo volto era +impassibile, non parlava, o rispondeva, a stento, puri monosillabi — ma +il di lei sguardo, benchè freddo, vitreo, era fisso, inquisitoriale. + +Ma chi si occupa dello sguardo d’una ragazza? + +L’importante era che Maddalena fosse una perfetta donna di casa — +e a diciassette anni la era, e la più raccomandabile per quanti la +conoscevano — quando in casa Papetti, nella casa della pace, della +calma, del lavoro e della religione, avvenne una rivoluzione, che ebbe +gravissime conseguenze — non solo — ma provò anche come dove si vede +cenere, talvolta non v’è soltanto della cenere. + +Da qualche mese era avvenuto in Maddalena un tal mutamento, che i suoi +genitori non avevano potuto a meno di avvedersene. + +Sul volto, per lo innanzi così sereno e fresco, erano comparse le prime +occhiaje, ed ogni giorno si facevano più fosche. Tre rughe verticali, +tre solchi, che ogni dì s’approfondivano sempre più, erano venute +a deturpare la levigata fronte fra le sopracciglia. V’erano delle +stranezze nel suo contegno, e le nuove sue abitudini, proprio poco +belle per una fanciulla che aveva sempre vissuto con una regolarità +e una frugalità veramente esemplari, impensierivano molto i poveri +Papetti. + +V’eran dei giorni in cui non toccava cibo...., in altri, invece, veniva +presa da una voracità straordinaria. + +Essa, che aveva sempre mostrato ripugnanza per le bevande un grado più +spiritose dell’acqua, e, in genere, per i sapori forti, ora ricercava +avidamente vino, caffè tostato, liquori, agrumi.... E si fosse fermata +là!.... ma corrotto, eccitato alla frenesia il senso del gusto, ella +aveva ricorso al sale e a certe droghe, che dovevano bruciarle le +viscere e il sangue. + +V’era poi il gran guajo che l’uso palese — già soverchio per una +giovinetta, e veniva molto biasimato, combattuto, impedito in tutti +i modi possibili dai genitori — era un’inezia in confronto dell’abuso +secreto di quelle sostanze corrosive o incendiarie. + +V’erano giorni in cui si mostrava in preda ad una irrequietezza +irrefrenabile, e allora le sue pupille sfavillavano, dalle labbra +accese sgorgava la parola rapida, impetuosa, or stridente, or +squillante, e allora.... che vivacità di movimenti, che smania di +lavorare, di uscire, di correre....! — e ve n’erano altri che ella +passava sdrajata sur un’ottomana o girando per le stanze lentamente, +languida, accasciata come una convalescente, ed il suo occhio non aveva +che una luce smorta, immota, ed il labbro scolorato, aperto, pendente, +non dava nota. Dimagrava a vista — le sue carni scottavano.... Che +cos’aveva? + +Una persona sola avrebbe potuto dirlo, Brigida, la fantesca — ma quella +non fiatò. Anche senza il divieto di Maddalena non avrebbe parlato; +temeva di compromettersi e di venir cacciata. + +La madre interrogò la figlia con tutta quella cautela che le pareva +occorrere, ma senza alcun risultato. — «Non ho nulla, sto benissimo.» +— «Mi fai ridere.... che cosa devo avere?» — «No, neanche questo.» +— Ecco le risposte di Maddalena; ma siccome, nonostante le di lei +assicurazioni, il peggioramento continuava, si fece venire il medico, +il quale disse.... tutto quello che poteva e doveva dire, ossia che era +tempo di darle marito. + +— Come.... così giovine!? — esclamò Caterina. + +— Mah! per certe donne è troppo presto a venti e per altre è già tardi +a quindici...; m’intendono? + +— E dove andremo a pescarlo noi il marito, se non viene? — brontolavano +i Papetti, udita tale ricetta, e da quel momento si fecero pensierosi e +tristi, fantasticando a due sul da farsi per riuscire a trovare questo +benedetto marito, che solo poteva spegnere il fuoco consumatore. + +Ma la cosa non era delle più facili. + +Nel mentre essi volevano con tutta l’anima la felicità della figlia, +avevano al solito le grandi pretensioni e tutte le paure delle piccole +borse. Maddalena aveva nientemeno che diecimila lire di dote — messe +insieme soldo a soldo — dunque volevasi non un rompicollo, bensì un +galantuomo posato, con qualche cosa di suo.... se al sole, tanto meglio +— con un buon impiego e relativa pensione in prospettiva per la vedova. + +E lì ufficiarono parenti e amici perchè avessero a battere la campagna, +oltre la città, a fin di scavare il suddetto galantuomo — ma ogni +ricerca fu vana. + +— Tanta roba si vuole per diecimila lire? — rispondevano le designate +supposte vittime — troppo onore! + +— Ma veda almeno la ragazza.... quando l’avrà veduta.... vedrà +che merita tutto. Proprio la migliore delle figlie, piena di timor +di Dio... non come tante altre, che.... una lavoratrice poi! E la +famiglia!! ma la fami........ + +— Sì sì, tutto quello che si vuole, ma diecimila lire sono proprio +poche — e i parenti e gli amici tornavano mortificati come i bravi di +Don Rodrigo, ossia come segugi che, ecc., ecc., co’ musi bassi e con le +code ciondoloni. + +Ma se talvolta più si cerca e meno si trova, tal altra, quando meno ce +l’aspettiamo, la fortuna ci favorisce spontanea. + +Una bella sera, mentre il padre sventurato si trovava al solito +_cafferino_ a centellinare il non meno solito _agro caldo_ del vecchio +impiegato di tutti i tempi, un tale, di cui il dilettevole gioco del +dominò aveva procurato la conoscenza a Papetti, venne fuori con delle +querimonie sull’esistenza di quell’uomo che è condannato a vivere senza +famiglia, solo come un cane, ecc., ecc. + +Come ben si può imaginare, il nostro genitore prese la palla al balzo e +disse subito: + +— E perchè non prende moglie? + +— Eh! perchè sono vecchio! + +— Vecchio lei? ma so ben che mi scherza! + +— Sicuro che son vecchio.... sono vedovo ed ho quarant’anni.... + +— Proprio la bella età per.... sicuro! + +— Ah! certo.... che.... non dico.... ma già le fanciulle voglion +qualche cosa di meglio. + +Il nostro impiegato, anzi _ex_, perchè da due anni circa era stato +giubilato con paga intera, il nostro Ildebrando dunque lasciò cadere il +discorso.... ma era una furberia — e l’indomani sera comparve al caffè +un po’ più tardi dell’usato in compagnia di Maddalena. Era la prima +volta che egli conduceva colà sua figlia. + +L’amico c’era.... e capisse o non capisse l’intenzione.... trovò la +ragazza di suo gusto, e lo disse al padre, che allora ricondusse più +volte Maddalena. Dopo qualche giorno di occhiate, di mezze parole, +di quarti di sospiri, la chiese in isposa, e ottenne un consenso +entusiastico dai genitori e il più secco e sarcastico dei no da +Maddalena. + +Il povero aspirante mise la coda fra le gambe e fuggì come un cane +sorpreso da una doccia bollente, cambiò caffè, quartiere.... non lo si +vide più. + +— Ma come si fa a lasciarsi scappare un partito simile? — gridavano +tutto affannosi e lagrimosi i buoni Papetti, colle mani giunte, +picchiandosi sulle ginocchia e gli occhi rivolti al cielo. — Figurarsi, +il maggiordomo, l’uomo di confidenza del Principe di Moka che gli dava +tutto quel che voleva e anche quello che egli, il Principe, non sapeva +di dargli. Un uomo ancor fresco, ben conservato, vedovo sì, ma senza +figli, che aveva giù messo da parte, che continuava a metterne, e che +alla morte del Principe.... chi sa!.... + +— Non seccatemi altro! — interruppe a un tratto Maddalena, la quale +aveva ascoltato fin là fredda, impassibile al solito, ma con un +aggrottamento di ciglia e un agitar di piedino che volevano certo +significar qualche cosa. + +E levatasi, mosse con maestà da mima verso la sua camera. + +Era la prima volta che la figlia osava assumere un’aria rivoltosa e, +quel che è peggio, autocratica! + +I genitori, il primo momento, percossi, ma tuttavia non credendo alle +proprie orecchie, corsero dietro la ribelle gridando: + +— Ma Lena... figlia mia... cosa dici? + +— Niente! — ribattè seccò Maddalena, facendo fronte-indietro sulla +soglia — dico soltanto che se non mi lasciate stare, io me ne +vado! — + +Ed entrata allora nella camera, vi si rinchiuse a chiave. + +Maddalena s’era rivelata improvvisamente quella che era. + +I poveri Papetti si guardarono raccapricciando, sbalorditi, poi +piansero, strillarono.... e poi.... e poi tacquero, si rassegnarono, e +da quel giorno furono gli umilissimi servi della figlia...., la quale +s’era fatta per sorpresa indipendente e signora, insegnando come si +fanno i colpi di Stato. + +E siccome tutto ciò è poco chiaro, andiamo a far un po’ di luce. + + + + +Come certi negozj, che verso strada sembrano servir per un traffico e +poi nel retrobottega servono per.... tutt’altro — così vi sono delle +fanciulle, che apparentemente hanno una condotta irreprensibile, +proprio secondo tutte le regole adottate, e poi hanno un.... +retro-bottega. + +Nel mentre, stando a quel che si vede, una di tali fanciulle conduce +un’esistenza monotona, insignificante, precisamente puerile — in +cui non trovate che innocenti sollazzi, confetti, fiori, in cui la +più grande emozione sembra quella d’una vestina nuova e di quattro +salti con accompagnamento di frittelle — ella ha, o, per meglio dire, +si procura, se lo vuole, se lo può appena, una.... retro-vita, la +quale, per poco che la fanciulla sia prudente, si sottrae a qualunque +sindacato. + +Non entreremo in particolari per ragioni facili ad indovinarsi ed anche +per non sembrar posseduti dalla smania di generalizzare. Ci occuperemo +solo del caso speciale di Maddalena, e ancora, non senza aver premesso +che, se i particolari appunto della retro-vita delle ragazze in +discorso fossero conosciuti o, se più vi garba, se si volesse farne +materia di studio, se ne trarrebbero delle deduzioni che influirebbero +a modificare di molto l’educazione della donna — per cui essa +crescerebbe più sinceramente ingenua, mentre l’ingenuità or non copre +che la così detta malizia, alla quale i bambini e gli sciocchi danno +tanta importanza — per cui essa sdegnerebbe mentire, mentre ora che vi +è forzata.... trova precisamente, in un apparato di menzogne, il mezzo +di far la sua volontà — beffandosi di tutti — per cui, infine, vivrebbe +più serena e tranquilla, mentre ora è in preda a malsane curiosità ed a +fantasticherie.... poco azzurre.... per non dir altro. + +V’è una famosa scienza che vien ritenuta pericolosa, dannosa per +le ragazze — ma è pericolosa, dannosa, solo ora, perchè se ne fa un +mistero altissimo. + +Invece di costringere la donna a scoprirne da sè gli arcani.... +insegnatele voi stessi quella scienza, con linguaggio aridamente +scientifico, all’aprirsi della sua mente, e vedrete che non le farà nè +freddo nè caldo.... precisamente come l’abbicì. + +E allora forse non vi saranno più tante fantasie sregolate, sfrenate — +non vi saranno più tante morenti d’etisia. Ma lasciamo le fanciulle in +generale e veniamo a Maddalena. + +La casa, o, per esser più esatti, il casamento in cui abitavano i +Papetti, aveva due cortili. + +Il primo era piccolo ma civile, come si conveniva alla parte di +fabbricato prospiciente la via; il secondo, invece, si poteva quasi +chiamare una corte rustica. L’esservi una stalla e un pollajo gliene +davano, se non altro, l’odore, e il suolo ineguale e tutto mal +ciottolato, senza un pensiero al mondo dei poveri bipedi, che avrebbero +dovuto arrischiarvisi, diceva chiaro che si era pensato solo ai +quadrupedi. + +Nell’androne, che dal primo metteva nel secondo cortile, v’erano due +aperture, una a destra, l’altra a manca, che lasciavan veder le scale +al servizio della parte posteriore del casamento, il quale aveva anche +due ale. + +L’ala sinistra, come il corpo, aveva tre piani oltre il terreno — +mentre la diritta era a un sol piano, che non si poteva dir terreno, ma +che era molto basso. + +Quell’ala doveva essere una qualche precauzione di un antico +proprietario, marito molto geloso de’ suoi diritti. + +Dal fabbricato si vedeva un gran giardino al di là del muro, che +correva fra le punte delle ale. + +La scala a sinistra, che saliva a chiocciola, serviva la parte alta — +corpo e ala —; la scaletta a destra, di soli quindici gradini, saliva +diritta all’uscio dell’unico e microscopico appartamento che si trovava +nell’ala rispettiva. + +I Papetti abitavano nell’ala a sinistra, ma non più al terzo piano — da +qualche tempo, cominciando a pesar gli anni, eran discesi al secondo. + + * * * + +Un anno e mezzo circa prima che Maddalena facesse quella bella scena +alla quale assistemmo, era venuta ad occupare l’appartamentino dell’ala +destra una donnina tutta sola...., ossia con una cameriera a doppio +uso. + +Era costei una sedicente vedova. Poteva anche essere vedova realmente, +ma siccome il marito pareva essere sempre stato morto, così il +«sedicente» sta bene. + +La mattina le avreste dato trentacinque anni — dopo le due pomeridiane +non più di trenta — e la sera anche venticinque. Di notte, all’oscuro +poi.... ma questo non lo sappiamo. + +Era bellina, il che vuol dire anche bruttina — ma era simpatica. + +Una personcina delicata, che non porgeva esuberanze, ma non aveva +neanche deficienze — capelli neri, carnagione brunetta — e in tutta +lei, ma specialmente nello sguardo, modestamente provocante, e nel +sorriso misterioso continuo a fior di labbro.... un certo non so che, +per cui una donna sembra dir tacendo: «Io so che ci sono, e quando +voglio, qualcuno se n’accorge.» + +Del resto, per la maldicenza non v’era niente da dire sul di lei +conto. Riceveva pochissimo, nelle ore d’etichetta, e tutte persone +_comme-il-faut_. Erano alcuni eleganti attempati.... _amici del +suo povero marito_, e alcune signore, che apparentemente dovevano +appartenere anche esse alla categoria delle vedove sedicenti e +seducenti. + +Tutta gente ben vestita, che andava e veniva senza far chiasso e senza +dar nell’occhio. Una cosa sola si sarebbe potuto notare, ed è che delle +visite mascoline non era mai accaduto che una s’incontrasse da lei con +un’altra.... ma per notar questo, bisognava essere ben cattivi. + +La sera ella non riceveva alcuno, tranne un giovinotto — ma era un suo +_fratello_. + +Tutto questo, che è pochissimo e insignificante, lo si sapeva dalla +portinaja, che lo teneva dalla domestica della vedova in discorso. + +Teneva anche che era buona buona ed aveva nome Severina. + +Un freddurista dirà che è un bel nome per una signora.... e punto +scoraggiante per gli audaci. Severa sì.... ma al diminutivo.... +Lasciatelo dire. + + * * * + +Nei primi cinque mesi la signora Severina parve aliena dallo stringer +relazione con un inquilino. O amava la solitudine, o doveva aver delle +ragioni per conservarsi perfettamente libera, cosa difficile quando si +hanno delle conoscenze nella stessa casa in cui si abita. Doveva anche +essere, a giudizio dei vicini, una donna tutta sacra alla memoria del +marito, perchè di carnevale non era uscita nemmeno una sera e perchè +nessuno sembrava gradirle, mentre si sapeva che v’erano dei signori.... +ma proprio signori, i quali se ne occupavano moltissimo. + +Lettere non ne mancavano, la portinaja era stata importunata.... +le lettere erano state consegnate — ma una faccia nuova in tutto +quel tempo non s’era ancor vista passare. Si era ardito persino +di corrompere la cameriera, ma essa.... aveva accettato le mancie, +ridendo, e non solo non aveva mai riportato una risposta favorevole.... +ma neanche una sfavorevole. + +— Sono matti tutti! — diceva la cameriera alla portinaja — la mia +signora non può pensare ad alcuno. — + +I vicini, specialmente qualche giovinotto, incontrando Severina, la +salutavano per tentar di ottenere un ricambio, che potesse servire di +primo gradino alla solita scala — ma fatica gettata — ella non vedeva +mai. + +V’era tuttavia un’eccezione. + +Maddalena, che s’era imbattuta qualche volta in Severina o nell’uscire +o nel rientrare, aveva veduto sul suo volto un dolcissimo sorriso di +simpatia, che era proprio tutto per lei Maddalena — ma essa era sempre +seria e non aveva mostrato di accorgersi di quel sorriso. La sua +selvatichezza non era ancora stata vinta da alcuno. + +Un giorno però Maddalena, dopo che Severina le fu passata a +fianco, guardandola colla solita espressione, non potè a meno di +rivolgersi ad osservare quella elegantissima figurina, dalle movenze +vagamente ondulanti, la quale andava lasciando dietro sè un profumo +delicatissimo, strano, senza nome, così penetrante, che pareva scendere +al cuore. + +Tale almeno fu l’effetto che produsse in Maddalena, per la quale era +una novità. Per la prima volta ella si era soffermata pensando a quella +signora, e aperte le labbra aspirò l’aria tutta odorante per esalarla +quindi in un sospiro. + +Si sarebbe detto che v’era magìa. + +Maddalena, che non aveva mai desiderato un’amica, da quel momento +sentissi attratta verso Severina....; e il miracolo era stato fatto da +un semplice profumo! + +Maddalena non avrebbe potuto dirne allora la ragione — ma la ragione vi +era. Ella sdorava già la pubertà.... e quel profumo, penetrando in lei, +vi aveva vellicato per la prima volta il recondito senso della voluttà. + +Salita, ritiratasi nella sua camera, aperse la finestra, e appoggiatasi +col fianco al parapetto, là stette tutta mesta guardando quel cortile, +quel giardino, quelle mura.... Tutto era deserto, tutte le finestre +chiuse, lo spazio era inondato da una luce pallida e fredda; non +giungeva altro romore che quello lontano alternato di un martellar di +scalpelli nella via. + +Per la prima volta, guardatasi attorno, sentì uggiosa, pesante quella +solitudine, che ella stessa aveva pur voluta fino a quel giorno — per +la prima volta sentì un bisogno di respirare a pieni polmoni, e una +forza nuovissima trascinarla al romore, alla folla, al mondo, alla vita +— per la prima volta le venne in mente di mirarsi nello specchio.... +ma, corsavi, fece una smorfia, perchè si vide pallida e quasi brutta. — +Però, fermatasi alquanto, toccati i capelli, aperto un tantino l’abito, +lì sotto il mento, fatto il confronto fra sè e Severina, provandosi +a sorridere, finì a sorridere davvero. Aveva trovato che se anche +Severina fosse stata mal pettinata e peggio vestita come lei, sarebbe +stata forse più brutta di lei.... quindi passando al viceversa.... +sperò poterla superare. Ma come fare, con chi consigliarsi, ella che +non conosceva alcuno? Dire ai genitori: — D’or innanzi, voglio farmi +bella, divertirmi, vivere — le pareva una enormità. + +A chi ricorrere dunque per ajuto a fine di raggiungere il suo scopo +per altra via? Un mezzo solo v’era, fare la conoscenza di Severina, +che certo doveva essere una maestra eccellente, e l’avrebbe istrutta +in tutto, e fors’anche avviata nel principio di quel labirinto +intricatissimo che le pareva, ed è infatti, la vita. + +Ma come riuscire a far la relazione di Severina? Offrirsi? Pregare? +Questo ripugnava al di lei orgoglio.... tanto più che fra le +possibilità v’era anche quella di un rifiuto. + +Non restava che attendere dal caso una occasione favorevole per +avvicinare la signora e afferrare tale occasione. + +Ma per quanto Maddalena spiasse, l’occasione non si presentava. +Severina restava invisibile, pareva non uscisse più. La fanciulla +si cuoceva d’impazienza, e casa sua le diveniva ogni giorno più +antipatica. Ma finalmente quel benedetto tempo, che se, tutto toglie, +apporta anche tutto, permise alle sue speranze di rianimarsi. + +Spuntato aprile, le vetriata dall’appartamento di Severina si schiusero +ai soavi zeffiri, alla gaja luce della primavera — e la desiderata +signora cominciò a far delle apparizioni sul suo terrazzino. + +Maddalena allora cominciò dal canto suo, a passare, lavorando, alla +finestra tutto il tempo di cui poteva disporre. + +Non occorre dire che ogni qual volta Severina si lasciava vedere, +Maddalena smetteva di lavorare e si sporgeva fuor della finestra per +attirare la di lei attenzione.... ma questo pareva difficile. + +Tuttavia, or col tossire, or col cantare, or col muovere la sedia +o il tavolino.... fece tanto che un giorno Severina alzò gli occhi +al secondo piano, e siccome la fanciulla scorse sul di lei volto il +medesimo dolce sorriso, così sorrise anch’essa subito, chinando il +capo. + +Da quel dì Severina prese l’abitudine di guardar, al secondo piano, +quella ragazza, che lavorava sempre, e il di lei viso esprimeva, oltre +che simpatia, compassione. Si salutavano sempre, tuttavia per qualche +settimana le cose non progredirono. + +Ma poi una specie d’occasione non tardò a presentarsi, e Maddalena non +se la lasciò sfuggire. + +Affacciandosi alla finestra, vide una novità sul terrazzino della +signora. + +Un giardiniere vi stava disponendo con arte del vasi di fiori, che due +facchini scaricavano nel cortile da un carro e portavano su. + +Erano fiori delle specie più vaghe e più fragranti. + +Maddalena, anche per l’attrazione simpatica che v’è sempre fra la +giovinezza e i fiori, ma, innanzi altro, per tentare Severina, si mise +a batter le mani in atto di gioja e maraviglia, cosicchè la signora +levò lo sguardo e sorrise a Maddalena, la quale le fece un bell’inchino +sporgendosi tutta come se volesse osservare più da vicino, odorare +quasi l’olezzante famiglia. + +Severina, o indovinasse finalmente il desìo che cuoceva la fanciulla — +o avendo ella stessa la medesima brama, vedesse opportuno il momento +per iniziare conoscenza meno superficiale — il fatto è che, spiccata +una bella rosa, la offrì, col gesto, a Maddalena. + +Quella arrossì di piacere, e rispose con altro gesto che voleva dire: +«Gradisco ma non so come pigliarla.» + +Allora Severina non esitò più e le fe’ cenno che andasse da lei. + +Maddalena non se lo fece ripetere, e detto alla madre, per aver +un pretesto di scendere: — Vado a prender un po’ d’acqua, — giù a +precipizio per la scala, su per quell’altra, da Severina. + +La signora l’attendeva sull’uscio e raccolse con un: «Brava!» e con un +bel bacio in fronte. + + * * * + +— Ma, Maddalena.... dove sei? — fe’ Caterina alla finestra, cinque +minuti dopo, non vedendo tornar la figlia. + +— Sono qui! — rispose Maddalena comparendo sul terrazzino, unita a +Severina, che con un braccio le cingeva il fianco. + +— Permette? — disse Severina alla madre della fanciulla. + +— Ah! ma guarda.... guarda un po’ quella sfacciatella....! — esclamò +Caterina tutta sorpresa, ma non senza piacere. + +— Non la sgridi, la prego — continuò la signora — sono stata io.... + +— Ah! non dico.... anzi.... obbligata.... ma doveva chiedermi il +permesso.... + +— Me la lascia un momento ancora? + +— Ella è ben buona, sa!... se non è capace di dir due parole in croce! +Basta.... faccia lei! + +— Grazie. — + +Maddalena rientrò in casa, mezz’ora dopo, tutta infiorata e con una +sacchettina che «la signora le aveva data espressamente per la mamma.» + +Quando Caterina sentì queste parole, le vennero le lagrime, e a +Maddalena, che, dopo averle cantate le lodi della signora, le domandò +se l’avrebbe lasciata ancora andare da lei, rispose tutta felice: + +— Ma sì.... va.... è una signora come si deve, e non ti può che far +bene. — + +Come sono mai certi genitori e specialmente certe madri...., purchè i +loro figli ricevano gentilezze in una casa, non badano più che tanto +se convenga, poi, sotto _tutti_ i rapporti, lasciarli andare in quella +casa. E su questo proposito, senza che aggiungiamo altro noi, quelli e +quelle che non sono più ragazzi, informino. + +Se il primo giorno Maddalena si fermò mezz’ora dà Severina — il secondo +vi passò un’ora, il terzo una mezza di più.... e ben presto la durata +media delle sue visite fu di due ore. + +L’effetto di quelle visite fu tale — in Maddalena avvenne in breve +tempo una trasformazione così grande, che i Papetti ne furono +maravigliatissimi. + +Come.... la loro Lena, che pareva esser nata selvaggia.... in pochi +giorni s’era civilizzata (_sic_)? — Come, quella Lena, che non parlava +mai ed aveva un contegno da monaca.... si degnava d’esser gaja, si +degnava di conversare affabilmente coi propri genitori? — quella Lena, +che fin allora s’era sempre pettinata come una vecchia beghina, i +capelli scendenti a guisa di cortina, tanto da nascondere per metà le +sopracciglia, che parevano incollati sulle tempie e sapevan di sego, +ora non si presentava che acconciata con leggiadrìa, emanando un olezzo +gratissimo esotico? — quella Lena, infine, che aveva sempre portato +l’abito meschino d’una.... _stellina_, nè mai pareva aver pensato a +mutar foggia e stoffa, ora si abbigliava, studiava il figurino della +moda, ne seguiva i consigli? + +Davvero che la metamorfosi era sorprendente — e i Papetti ne +gongolavano e appagavano, incoraggiavano anzi le fantasie, per quanto +costose, di Maddalena, che la rendevano bella, bella come essi non +avevano mai supposto potesse divenire — stella fulgente!... diceva +papà — pensando che in tal modo le sarebbe più facile di destare il +capriccio in qualche gran signore, che, s’intende, la sposerebbe. + +E a quelli che si maravigliavano, a ragione, di tanta e improvvisa +novità, dicevano: + +— Prima andava bene come andava, perchè le ragazze devono venir su +modeste, senza tante idee inutili — ora è giunto il suo tempo.... +faccia anche lei quello che richiede la sua età.... la sua posizione. + +Secondo il loro convincimento, Maddalena aveva una _posizione_! + + + + +Se il trovarsi in certi ambienti è sempre pericoloso per qualsiasi età, +è perniciosissimo, indubbiamente, per un’età giovanissima. + +Apprendendo la scienza della vita a grado a grado, non si muterà +natura, se la natura ha certe propensioni decise, ma si potrà imparare +ad evitare la sfrenatezza siccome anti-igienica e nociva nell’opinione +pubblica; si potrà imparare a conservare la _forma_, non foss’altro, +per rispetto di sè stessi.... — parliamo di chi ci tiene al rispetto +di sè stessi. — Ma apprendendo tutto in un sol colpo, a sedici anni, +si corre un gran rischio di perdere la testa — o, per lo meno, di +guastarsela in modo che, dopo, la è questione semplicemente d’occasione +— per cominciare — e in seguito si fa della vita un’occasione sola. + +Sedici anni.... proprio l’epoca climaterica, in cui il sangue +ricchissimo comincia a far sentire la sua possanza scagliandosi a +ondate sul cuore o sul cervello — in cui il sistema nervoso comincia +a tiranneggiare il corpo, a ridersi dei nostri principj, della nostra +educazione, se abbiamo ricevuto quella che si chiama buona, e a +uccidere quella volontà che dovrebbe essere il frutto delle nostre +convinzioni, facendone sorgere altra.... certamente più naturale, ma +forse poco parente della signora Morale, che conoscerete probabilmente +come la conoscono i moralisti.... di vista. + +Non sappiamo se il lettore alle parole: _certi ambienti_ avrà detto: +«Non capisco.» Si ricordi del come gli abbiamo presentato Severina. Se +non ha capito primo, capisce adesso? — No. — Bravo; allora vada avanti +e capirà. + +L’appartamentino di Severina si sarebbe potuto definire il nido della +voluttà — perchè tutto, dalle combinazioni dei colori delle tappezzerie +e delle cortine, dalla morbidezza delle stoffe alla varia luce che +in un certo gabinetto non pareva più luce, al profumo indefinibile e +snervante — quel tal profumo — che impregnava l’atmosfera, dalle caste +arditezze dei quadri mitologici agli intrecciamenti e alle contorsioni +spasmodiche di bronzi rivali o copie dell’arte antica.... tutto era +blandizie pei sensi. E all’anima sembrava che da ogni mobile, da ogni +tela, da ogni bronzo uscisse una voce sommessa, insinuante, misteriosa, +che diceva....: Ama. — + +Non si poteva restar seduti impunemente in quella penombra....; era +una malìa; la ragione s’oscurava, gli occhi si chiudevano.... era +necessario balzar in piedi, fuggire. + +Ma si potevo volere? — si voleva potere? Il sorriso di Severina sarebbe +qui una buona risposta. + + * * * + +Noi siamo figli dei nostri padri e delle nostre madri — pare +impossibile, non è vero? — e talora in fatto di padri.... abbiamo +del lusso — ma realmente noi siamo figli di chi sa impadronirsi e +dirigere l’anima nostra. Qualche volta siamo figli di nostro padre o +di nostra madre e anche d’ambedue, quando essi, avendo la coscienza +e l’amore della loro missione, s’impadroniscono appunto dell’anima +nostra, e, gelosissimi del loro potere, non permettono mai ad alcuno di +condividerlo — e allora, o bene o male, riesciamo moralmente l’imagine +o dell’autore o dell’autrice o quella fusa d’entrambi ripetuta. Ma +è raro, perchè, generalmente, tenerezza per la missione educatrice — +che comincia un po’ prima e va un po’ più in là del mandare a scuola — +non c’è strabbondanza. — E allora riesciamo figli o della cameriera o +del vicino di casa, o del primo amico o di qualche prete — e se non di +qualcuno fra questa gente, certo del primo o della prima amante. + +Avviene anche a certi individui privilegiati, i quali si trovano +moralmente abbandonati, o quasi, a sè stessi; che, senza saperlo, si +sottraggono a qualunque influenza.... e riescono invece figli del loro +tempo. Se in quel tempo poi v’è crisi nelle idee del secolo, possono +riescire persino uomini di spirito — ma se non c’è crisi, non possono +diventare che uomini spiritosi. + +Quando le idee nuove danno battaglia campale alle idee vecchie, chi si +batte pel trionfo delle prime è un uomo di spirito. + +Quando battaglia, per lo meno visibile, non c’è; ma si sa beffarsi +delle idee correnti, che si riconoscono false e ridicole, si è uomini +spiritosi. + +Chi è figlio solo di suo padre e di sua madre non sarà mai un uomo +di spirito e neppure un uomo spiritoso, perchè i padri e le madri, in +genere, amano fabbricare dei.... cretini. + +In questo, per essi, sta la vera propagazione della razza umana e.... +per Dio!... le scuole li secondano bene e compiono l’opra. + + * * * + +Siccome Ildebrando e Caterina non avevano saputo veder altro in +Maddalena che una macchinetta di carne, cui basta impinzare di +cibo, coprire e mandare a scuola — e non avevano mai pur sospettato +la possibilità, il dovere di una cura dell’anima; così avvenne che +Maddalena dovette riescir figlia di Severina, la quale non vi mise, del +resto, alcun proposito di corruzione. + +A lei bastò d’essere Severina. + +Per la mancanza d’altri principj e di esperienza da opporre a quella +scuola, per la sua natura e per l’età, Maddalena era già terreno ben +preparato per certa coltivazione. — Restava solo da lasciarvi cadere la +semente. + +Fin dal primo giorno Severina aveva parlato a Maddalena come si parla +ad una donna già donna — con una perfetta indifferenza di soggetti, +come si discorre della pioggia e del bel tempo. Dai particolari della +_toilette_ a quelli della più intima igiene — capitolo speciale — dai +commenti liberissimi sui fatti diversi riportati dai giornali alle +discussioni sulle passioni descritte nei romanzi, aggiunte le chiose +sulle situazioni più.... interessanti — tutto aveva il colorito d’una +realtà così semplice che Maddalena non poteva a meno di sorridere, +prendendovi un piacere infinito. Ella si diceva che sino a quel tempo +era stata così chiusa in sè stessa, solo forse perchè non aveva mai +sentito parlare. Quello di Severina soltanto le pareva un parlare. + +Da Severina seppe che il cuore d’una donna è un valore nominale +inutile, spesso dannoso a lei — che il valore reale corrente, e il solo +quindi che le dà valore e le torna utile, è la sua _toilette_. + +Una bella donna con un bel cuore, ma senza una bella _toilette_, è +nulla in confronto d’una donna anche bruttina ma molto elegante. + +Da Severina seppe che gli uomini, in genere, colle donne, o fanno il +tiranno o fanno l’imbecille. Fanno il tiranno con quelle poverine tutto +cuore, senza fiele, che, cresciute per il sacramento, non conoscono +che la sommissione, il lavoro e la rassegnazione — fanno l’imbecille +colle furbe, che hanno il talento della pelatura, amano l’ozio, la vita +gaudente.... e mettono alla porta chi vien fuori di tempo, solo perchè +ne ha il diritto.... o, per lo meno, crede d’averlo. + +Da Severina seppe che gli uomini, sempre in genere, cercano nella +donna un talento solo: _l’arte di_.... — scusate, ma non ricordiamo la +parola. + +A farla breve, in poco tempo Maddalena ricevette tante lezioni da +potersi dir maestra.... se non altro, in teoria. Le mancava la pratica, +ma sulle prime pareva non curarsene. + +Anzi affettava un tal disprezzo per l’uomo, che, alla sua età, faceva +ridere. Mentre le altre fanciulle, a seconda del grado maggiore o +minore di modestia o di ipocrisia, sol che vedano un uomo simpatico, +gli piantano in faccia due avidi occhi o gli lasciano andare, così di +traverso, quella timida occhiatina che dice tante cose; Maddalena non +si degnava di guardar alcuno, qualunque fosse l’eleganza o la bellezza +di chi passava. Li vedeva, s’intende, ma il suo sguardo sembrava fisso, +diritto, sur un punto invisibile, che non aveva nulla d’umano. + +E come andava! Marciava. + +Impettita, la bocca sdegnosa, con passo fiero, piuttosto lungo, sempre +eguale, non curante i miseri mortali che incontrava, lasciando cader +solo uno: _stupido!_ se alcuno, per caso, abbagliato dalla di lei +bellezza, osava fermarsi, susurrando una frase d’ammirazione. + +Ah! sì, Maddalena s’era veramente fatta bellissima in pochi mesi, +dacchè aveva apprese e praticate tutte le arti, diremo così, cosmetiche +di Severina, non esclusa quella tanto vantaggiosa per la bellezza, +che consiste nel dare ad una buona mensa la debita importanza. E il +risultato si vedeva. Tutto quello che doveva spiccare.... spiccava — +e il suo catechista, se l’avesse riveduta allora, con quanto fervore +avrebbe esclamato: _Oh! virgo potens! — Oh! causa nostræ letitiæ! — Oh! +vas insigne devotionis! — Janua cœli!_ + + * * * + +Un giorno Severina, la quale aveva notato la specie di sprezzo di cui +Maddalena sembrava onorare gli uomini, sprezzo che faceva contrasto con +tutte le varie curiosità onde la giovinetta era presa — le disse: + +— Non sprezzar tanto, mia cara.... non crederti superiore alle altre +donne, perchè tu pure, come le altre donne, hai un cuore, e sei di +carne. Sta certa che verrà anche per te il momento di perdere la testa. + +— Oh! io non m’innamorerò mai. + +— Perchè?.... + +— Perchè non posso desiderare alcun uomo, se il mondo è come lo dipingi +tu.... Prima di conoscerti, alle volte fantasticavo.... ti dico la +verità.... è tanto naturale.... — ma ora che, grazie a te, so cosa è il +mondo.... + +— Che bambina!.... E se trovassi un’eccezione fra questi uomini? + +— Un’eccezione? + +— Un uomo può essere il più sciocco o il più malvagio degli uomini.... +ma quando una donna lo trova bello.... egli diventa il migliore degli +uomini. Le donne credono di amare un uomo per le sue qualità.... come, +del resto, anche gli uomini credono di amare una donna per i suoi +pregi morali. Non è vero. Si ama quell’uomo o quella donna perchè i +suoi lineamenti, e spesso anche solo le altre sue forme, rispondono +a quel sentimento del bello che è in noi, e vive ed è in continua +agitazione, senza che noi vi riflettiamo, ricercando avidamente delle +soddisfazioni. Un artista mi diceva che è il sentimento estetico.... Io +non lo credo. Quando penso a quello che sento io, credo invece sia il +sentimento del sesso.... Infatti, incontrando una bella donna, io dico +solo: «Ecco una bella donna» — è la sensazione purissima dell’occhio +che vede un complesso armonico di linee.... Ma quando io incontro un +bell’uomo, ossia quell’uomo che, secondo la mia natura, è bello, io +sento una commozione, alla quale ti giuro che l’Accademia delle Belle +Arti è affatto estranea. + +— Tu senti una commozione? Dammene una idea.... + +— Non posso.... non capiresti. La stessa tua domanda mi mostra lo stato +dell’anima tua. Essa desidera, essa attende.... ma egli non viene. Tu +non sai chi egli sia, nè dove possa trovarsi. Forse verrà domani.... +forse fra un anno.... fra dieci.... venti.... forse non verrà mai. + +— Ah! non dirlo.... + +— Vedi.... come ti sei tradita! Il tuo disprezzo per gli uomini è il +disprezzo di certi giovinetti per le donne. Non potendo ancora sentire, +non possono comprendere quello che sentono gli altri, e per ciò solo +credonsi invulnerabili e compassionano o deridono chi cade. Ma viene +anche per essi il giorno terribile.... E se non viene.... tanto peggio! +Allora, che vita miserabile! — Dunque ora siamo intese, e quando verrà, +dimmelo. + +— Io lo cerco nella folla e non lo trovo. + +— È un errore il cercare. Alla tua età si ha un ideale che non si +saprebbe forse nemmeno dire come sia fatto.... È un po’ di tutti.... +e non è niente di nessuno.... È.... è.... quando verrà, tu dirai: +«Eccolo.... è lui!» — e ti parrà d’averlo sempre conosciuto. — + +Severina aveva ragione, e Maddalena desiderava ardentemente di poter +esclamare qualche giorno, magari presto.... «Eccolo, è lui!» — ma non +sperava molto. Intanto continuava a marciare sprezzante: dicendo fra +sè: «Possibile che fra tanta gente non vi sia quello che voglio io?» + +Erano le quattro di sera di una tiepida giornata di novembre, e le +nostre amiche uscivano dalla cancellata dei giardini, quando Severina +sentendo sul suo una leggiera pressione del braccio di Maddalena, +domandò: + +— Che cosa c’è? + +— È strana! sai che quasi quasi direi.... — Maddalena non potè +finire. Un giovine signore, incontrandole in quel punto, s’era fermato +salutando rispettosamente la fanciulla e prendendo la mano di Severina. + +— La signora Maddalena mia vicina ed amica — fe’ Severina, presentando +— mio fratello.... — + +Il fratello disse poche parole, poi risalutò e si allontanò. + +A Maddalena erano parse insignificanti le frasi che Severina e quel +signore avevano scambiate. Severina non vide che quel signore aveva +guardato più volte a lungo negli occhi di Maddalena — nè che questa +aveva sopportate con sufficiente fermezza quelle occhiate, e aveva +sorriso all’ultima che egli, staccandosi, avevale lanciata. + +— Ti piace mio fratello? — fe’ scherzando Severina, non appena fu sola +coll’amica. + +— Visto che è tuo fratello, ti dirò che mi piace! — rispose Maddalena, +ridendo. + +Severina non seppe resistere, e ne disse tutto il bene che ne pensava — +e non era poco. + +— Non l’ho mai veduto da te.... — notò Maddalena. + +— Non viene quasi mai.... e quelle poche volte che viene.... è di sera. + +— Ah! — + +Qui dobbiamo avvertire che se pareva esistere, ed esisteva anche, +grande intimità fra le due amiche, v’era però una specie di +regolamento.... di etichetta, diremo, che Severina non aveva imposto, +ma che la finezza di Maddalena aveva compreso sin dal principio, +regolamento ch’ella si sarebbe ben guardata dall’infrangere, e +l’osservanza del quale ella capiva essere forse la condizione +principale della loro amicizia. L’una aveva saputo farsi intendere, +parlando sulle generali — e l’altra aveva inteso bene. + +Ella sapeva che Severina riceveva solo in certe ore — e in quelle ore +non aveva mai trovato nessuno da lei. Sapeva che Severina non voleva +far visita ad alcuno per non riceverne. — Aveva fatto un’eccezione per +lei, Maddalena — e basta. + +In questo, Severina era stata molto morale — o molto prudente, per +ragioni d’interesse tutto suo? + +Sul punto di lasciarsi, quello stesso giorno, Severina, ricordando +certe parole di Maddalena, domandò: + +— E che cosa volevi poi dire, poco fa? + +— Quando? + +— Ma sì.... quando hai esclamato, mi pare: «È strana.... quasi quasi +direi....» + +— Ah! aspetta.... — fe’ Maddalena con sforzo per raccapezzare.... — +ma.... non mi ricordo proprio più. + +— Bè! me lo dirai un’altra volta. Addio. — + +Maddalena aveva mentito. Se ne ricordava benissimo — ma se prima +avrebbe parlato e volentieri, ora non voleva più parlare. Forse col +tempo, se.... + +Gli è che, prima, avendolo per un ignoto qualunque che passava ignoto a +lei e alla compagna, coll’esclamare: _Eccolo, è lui!_ non avrebbe fatto +che esprimere un’impressione nuovissima per lei — egli sarebbe tosto +scomparso per sempre e l’impressione si sarebbe cancellata, lasciando +tutt’al più un lieve rammarico di brevissima durata.... — ma ora, come +esprimere quell’impressione alla sorella di suo fratello? + +E se Severina parlasse? E se il fratello dicesse per caso, ridendo, +d’aver pensato in veder lei, Maddalena, per la prima volta: _Eccola, +non è lei!_ — quale disfatta pel suo amor proprio, quale punizione del +dispregio ch’ella aveva sin allora affettato per gli altri uomini! + +Il primo da lei desiderato, che.... la rifiutava! + +— No, no, tacere e attendere. Nello stesso modo che con un po’ di +pazienza — si diceva — sono riescita a conoscere Severina — con un +altro poco riescirò a conoscere suo fratello.... e ciò non mancherà, se +l’impressione che io ho prodotta in lui è simile a quella ch’egli ha +prodotto in me.... Dovrà essere precisamente lui quello a cui io sarò +indifferente, quando tutti si fermano quasi estatici a mirarmi al mio +passare? — + +Guardossi nello specchio, provò il sorriso col quale lo avrebbe +salutato, incontrandolo la seconda volta — e allora sperò. + +La notte tuttavia non fu senz’ansie. + +Quando avrebbe potuto rivederlo? e che sarebbe avvenuto poi?.... e.... +e.... tutti quegli e che crea il sogno nella veglia, in cui si scorge +da lungi una realtà possibile e si hanno ancora tutte le incertezze, +per non dire i timori che non si tratti appunto che d’un sogno. + + * * * + +L’impressione poteva essere effimera, poteva aver fatto nascere un puro +capriccio, ma era stata forte da ambe le parti. Chi poteva muoversi — +l’uomo — cercò tosto chi non poteva muoversi, la donna, alla quale, per +molte ragioni, non era permesso far un sol passo per cercare. + +Ecco, come, l’indomani mattina, Maddalena uscendo con Brigida, la +domestica, per la provvista giornaliera, s’imbattè nel giovine signore. +— Ma l’incontro fu per lei così improvviso, ch’essa non ebbe tempo +neppur di pensare a fargli quel tal sorriso studiato il giorno prima. +Scossa, confusa, chinò il volto tutto di bragia e passò. E fu il +miglior saluto. + +Si rividero così una, due, quattro mattine di seguito.... ma, preparata +allora, ella potè rispondere al di lui saluto con una grazia e con un +sorriso, che dovevano scompigliare quel favorito fra i mortali. + +Maddalena, dopo aver incontrato tre volte il giovine signore, +s’aspettava che, da un momento all’altro, Severina avesse a dirle: +— Sai, mio fratello ti ama e mi ha incaricata di esaminare il tuo +cuore. — Ma vedendo che Severina non solo non toccava quel tasto, ma +non si lasciava sfuggire alcuna allusione, per quanto lontana, ad +una possibilità di simpatia fra i due giovani — il quarto dì perdè +la pazienza e volle esplorare il terreno. Come un bravo esploratore, +cominciò tuttavia molto guardinga — tanto temeva ancora: + +— Questa mattina ho incontrato tuo fratello. + +— Ah! sì? — fe’ Severina con indifferenza. + +— È la quarta volta che lo incontro.... + +— Come!? Da quando? — esclamò Severina, che non potè frenare un moto di +sorpresa, e nel cui sguardo Maddalena vide con stupore qualche cosa di +feroce che la colpì e la rese ancor più cauta. + +— Almeno mi pare che sia lui, tuttavia posso ingannarmi.... — poi, dopo +un momento di silenzio: — Ha moglie tuo fratello? + +— Non l’ha e non la prende! — disse seccamente Severina lanciandole una +occhiata sospettosa e scrutatrice. + +— Fa bene! — fu pronta a dir bravamente alto Maddalena, continuando +poscia fra sè: «Ho capito. Egli sarà ricco e si avrà paura che sposi +una ragazza povera o quasi. Prudenza allora, e lavoriamo sotto acqua. +Chi sa che un giorno io non venga a dirti: Severina, gioisci con me; +tuo fratello mi sposa. — Se ciò avverrà, come io farò di tutto perchè +avvenga, t’assicuro che te l’annuncerò con tutto il giubilo che si deve +avere quando si finge dar per lietissima una notizia che si sa dover +tornar molto dolorosa.» + +— Io farò di tutto perchè avvenga — aveva detto Maddalena, e cominciò +subito l’indomani a far qualche cosa, col dare al suo sguardo +un’espressione che era un invito. + +Brigida aveva ricevuto inoltre delle istruzioni — e quando il giovine +signore si avvicinò, la fantesca scomparve nella bottega del droghiere. + +Questo gioco, ripetuto il giorno successivo, fece capire al giovine che +non si trattava di caso e ch’egli poteva ardire. Onde ardì subito. + +All’incontrar la giovinetta sola, vedendone lo sguardo più che mai +incoraggiante, si fermò, e salutandola come si saluta una duchessa: + +— Buon giorno, signorina.... Vorrebbe lasciarsi salutare! + +— Troppo gentile — (pausa, in cui si guardavano sorridenti, egli +incerto, ella provocando tutto) poi: — Va da sua sorella? — + +Il giovine non potè a meno d’arrossire, e balbettò: + +— Da....? ah! sicuro.... da mia sorella.... A proposito, non ho mai +avuto il piacere di incontrarla da Severina. + +— Non vado mai da lei la sera. + +— Ed Ella sa che io vi vado di sera? + +— Sì, me l’ha detto sua sorella. + +— Allora v’andrò di giorno. + +— Non glielo consiglio.... Non credo che sua sorella sentirebbe un gran +piacere se ci vedesse incontrarci. + +— Come fa a saperlo? + +— L’ho capito. + +— Ed Ella è indifferente a questo? + +— A.... cosa? + +— Alla contrarietà che Severina mostrerebbe, secondo Lei, se sapesse +che ci siamo riveduti.... + +— Ma.... — e fingeva incertezza guardando il suolo. + +— Dica pure.... + +— Non.... so.... — e continuava il gioco. + +— Allora glielo dirò in altro modo. Se mia sorella fosse contenta che +io La incontrassi.... Ella cosa ne penserebbe? + +— Non.... so.... — ma stavolta lo sguardo si levò timidamente, amoroso, +sul volto del giovine, quasi a supplicarlo di non crederle. + +— Pensandovi qualche tempo.... potrebbe riescire a saperlo? + +— E.... poi? — Ella si guardava d’intorno quasi smarrita. + +— E poi.... vedremo. Intanto non dica niente — se crede — del nostro +incontro a Severina. La mia famiglia ha una gran paura che io pensi a +maritarmi.... gliene dirò poi le ragioni. Del resto, io sono padrone di +me stesso.... Ma forse, per una prima volta, ho già abusato della sua +bontà.... Se è così.... creda.... glielo dico sinceramente.... creda +che io bramo solo di abusarne al massimo grado. — + +E con questo scherzo, ridendo, si lasciarono. + +Si rividero.... si parlarono..., molto si parlarono, per ripetersi che +si amavano. + +Vediamo un po’ addentro in questo amore.... Vi sono tante specie +d’amore! + +Non v’è forse anche l’amore senz’amore? + + + + +Chi era, innanzi tutto, il giovine signore, per il quale Maddalena +aveva provato i primi palpiti? + +Vi sono dei giovinotti che fanno la bella vita, ossia odiano ogni +lavoro, vestono bene, mangiano meglio, si vedono dappertutto dove +c’è qualche cosa da godere, che sulle labbra hanno sempre il sorriso +dell’uomo felice, fra le labbra uno zigaro di contrabbando, cui non +mancano mai venticinque centesimi per il _vermouth_ o per l’_absinthe_ +— e che non hanno rendite accertate. Per lo meno, nessuno le conosce. + +Infatti, sostanza propria non ne hanno mai avuto, meno qualcuno che ha, +o si dice abbia consumato, qualche migliajo di lire slanciandosi nel +mondo. + +Sia come si vuole, la loro fortuna è ora composta soltanto di debiti, +ma a guisa dei grandi Stati, a cui essi commettono la spiritosità di +paragonarsi, tali debiti sono per essi una fonte di credito. + +La loro ricetta per pagare i debiti è la solita: i vecchi non pagarli. +— i nuovi farli diventar vecchi. + +Hanno delle amanti di tutti i generi, specialmente del peggiore.... +che non è il meno abbondante — e nel numero si trovano anche delle +donnine a modo, la cui onestà ha avuto un istante di.... sonnolenza, +come si trovano delle donne che non aspettano più i cinquanta, ma che +li hanno dimenticati. La vecchiaja deve pur esser consolata, se si vuol +guadagnare.... il cielo. + +Non sono precisamente lenoni o cinedi, o mantenuti o buffoni.... nel +senso medioevale.... sono un _consommé_ di tutto questo. + +Anche la parola _parassiti_ è un po’ troppo bassa per qualificarli.... +perchè sono piuttosto _invitati_ che mendicanti. Diremo: son gente +che _san fare_! San fare colle donne, le quali hanno sempre un +estremo bisogno di ridere, e talvolta — _en petit comité_ — anche di +sghignazzare. + +San fare cogli amici ricchi — non apprezzano che la società degli amici +possidenti.... molto possidenti — i quali, annojati o sciocchi, hanno +bisogno assoluto e continuo di qualche bello spirito che li distragga, +si lasci burlare, li burli, li presenti ad una ballerina o ad una.... +signora, e partecipi ai loro olimpici sacrifizj notturni. + +I meno abili, al tempo del bagni e delle villeggiature, restano in +città — i più abili partono e non di rado tornano in fondi. + +Non hanno ricevuto quel che si dice una educazione — ma sul bigliardo, +al tavolo da gioco, in stalla e nei gabinetti di Venere hanno imparato +tanto, che più di una celebrità scientifica o letteraria, appetto di +loro, farebbe la figura di un imbecille o d’un uomo dell’altro mondo. + +Non pochi sarebbero imbrogliati a scrivere una lettera al sarto.... ma +è certo che a una prima rappresentazione d’un’opera, d’una commedia +o d’un ballo, la loro sentenza è irrevocabile. Per il ballo, vada; è +questione di piedi. + +Questo è quello che si vede di tal sorta di gente, dai diciotto ai +trentacinque anni circa. Dopo, chi muore logorato dagli eccessi — chi +s’imbarca sul mar conjugale con una invidiabile indifferenza per le +avarìe che la nave ha già sofferte.... e potrà soffrire in seguito +— chi vivacchia il più onestamente.... che può, sul gioco — chi si +fa mentore di qualche rampollo, per sorreggerlo nei primi passi sul +sentiero.... della gloria e della virtù — chi si fa.... sensale di +connubj più o meno legali — e chi va in galera.... o meriterebbe +d’andarvi. + +I più onesti, i più indipendenti diventano letterati, ossia scrivono +tutti i giorni una lettera a qualche vecchio amico — a qualche noto +negoziante — nelle quali lettere si è sicuri di trovar sempre le +seguenti parole: _Caduto assoluta miseria — supplico filantropia +— qualunque tenue elemosina — eterna riconoscenza — lasci risposta +portinajo_. + + * * * + +Giulio Bindi non era ancor uno di quegli individui di cui ci siamo or +ora occupati, ma aveva tutte le buone disposizioni e batteva proprio la +via giusta per divenirlo. + +Ma dobbiamo anche dire che, nato in altra famiglia, egli sarebbe +probabilmente cresciuto qualche cosa di meglio. + +Suo padre era un fiacchissimo uomo, con un carattere ancor più +debole. In gioventù era stato sempre schiavo degli amici; quando gli +diedero moglie — per strapparlo dalle unghie d’una sgualdrinella, +che, fingendo filare del sentimento, non faceva che pulirlo e poi +ripulirlo indefessamente — egli, che era abituato a vivere da schiavo, +fu spaventato della responsabilità assuntasi; il bastone del comando +in casa sua gli sembrò d’un peso insostenibile e scambiò le parti, +prendendo volontariamente quella dell’obbedire. Meno male se la moglie +fosse stata una donna di buon senso, energica, risoluta, ma essa non +era che buona.... Sapeva mangiare, si lasciava vestire, e pel resto +si rimetteva a quanto faceva una vecchia cameriera, la quale l’aveva +veduta nascere e l’aveva seguita nel matrimonio. Per fortuna quella +valeva qualche cosa ed era onesta, se no, povera casa! + +Nasce Giulio. Che cosa volete riesca con un padre il quale non sa cosa +sia volontà, e con una madre la quale dice sempre di sì — gente che +ignora cosa deve essere realmente la vita, e non ha altre idee del +mondo se non queste: che vi sono delle botteghe in cui si compera il +cibo — dei mercanti che vendono gli abiti — e che d’autunno si va in +campagna, perchè c’è l’aria fina? + +Lasciate fare a lui! A tre anni strilla tutto il santo giorno, rompe +tutto — a quattro, prova che la favella è stata data all’uomo per dir +insolenze. Comanda a bacchetta tutte le più strambe enormità.... Se +qualcuno s’avvisasse di resistergli..... come Luigi XIV imporrebbe +il suo capriccio collo scudiscio — a otto anni fuma, a dieci vien +sfrattato dalla scuola per scandalo. + +Lo fanno studiare privatamente, perchè finisca d’imparare.... niente +— a quindici anni va.... dapertutto.... — A sedici ha già quattromila +lire di debiti. + +Padre e madre, come imbecilliti dallo spavento, lasciano fare...., essi +capiscono ch’egli rovinerà la casa, ma come resistere? Essi non pensano +che a lagnarsi col terzo e col quarto, ma non sanno fermare il già +terribile dissoluto. + +Uno zio interviene — cerca far capire la ragione, mettendogli +sott’occhi tutte le conseguenze disastrose e non lontane, perchè la +famiglia è semplicemente e modestamente agiata. + +Miracolo insperato.... riesce a persuadergli di mutar sistema. + +Sì, Giulio si pente, Giulio si impiegherà — e sarà presto un uomo come +si deve.... Se, finora, è stato il dolor di capo di casa sua.... si sa +bene.... gioventù.... quella benedetta gioventù! + +Ecco Giulio impiegato.... chi sa, chi sa un giorno cosa diventerà?! + +Che cosa? aspettate sei mesi. Egli ed un amico hanno fatto la +conoscenza di due mime.... che, per una certa mimica..., siamo intesi! +— Ma ci vuol molto denaro per scritturarle.... e, denaro, nè l’uno nè +l’altro ne hanno. Perdersi d’animo per questo?.... Diavolo....! si fa +una cambiale falsa! + +La cosa viene scoperta — fulmine in casa Bindi — chi corre di qua, chi +corre di là per vedere, per sentire, per rimediare, per assopire.... e, +si intende, per pagare. + +Giulio è consigliato di dar le sue dimissioni, ed eccolo a spasso tutto +il giorno come un virtuoso senza scrittura. + +Il padre e la madre non fanno che piangere, non mangiano più.... e in +breve se ne vanno all’altro mondo. + +Giulio non perde il tempo a piangere.... fa i conti. — Vendendo tutto, +gli restano ancor cinquantamila lire.... + +A ventitrè anni ne ha già mangiate quaranta in buona compagnia.... e +comincia a domandarsi se non gli converrebbe sposar Severina. + +Egli ha conosciuto, due anni prima, Severina ai bagni e le ha ispirato +una forte passione — passione tutta sensuale, se volete, ma quel che è +certo è che Severina va matta per Giulio, tanto, che non solo non gli +ha mai chiesto niente, ma lo colma continuamente di doni di valore, +ch’egli ricambia.... con dei mazzolini di fiori. + +Giulio non ama Severina, ma l’accetta, primo, perchè come donna non è +da disprezzarsi — secondo, perchè egli sa che ella non avrà il cuore di +lasciarlo esposto.... alle intemperie, quando saranno sfumate anche le +ultime diecimila lire. + +Come si spiega il pazzo furore di Severina per Giulio? Ecco: in amore, +prima di tutto, è difficile spiegare qualche cosa — ma in questo caso +si spiega col dire che Giulio era l’ideale d’una fantasia!.... + +Se scriviamo la parola, gridate all’immoralità. + +Giulio era un bel giovine — non una perfezione, via....; per esempio, +le estremità lasciavano a desiderare — ma aveva nel viso un’espressione +così originale che a certe donne dava il capogiro. + +Quando egli guardava con intenzione una pecorella desiata, si pensava +all’Arcangelo Gabriele che, sorridente come un Satiro, le dicesse, non +col labbro, col solo sguardo: — Non è peccato, veh! — + +Uno stimolo.... ed insieme un conforto. + +Ecco quel che aveva sedotto Maddalena. + +Cosa singolare, ella fu iniziata alla vita da un profumo e da un +sorriso. + +Il profumo di Severina le aveva aperto l’animo alla voluttà — il +sorriso di Giulio gliene aveva dato la sete — e si sa cos’è la sete.... +quando non si può bere. + + * * * + +Una donna può aver sortito la natura più ardente e saper imbrigliare, +se non la propria fantasia, per lo meno i suoi desiderj tanto da poter +attendere, senza soffrire, che spunti il giorno delle nozze legali — le +sole che le insegnarono essere riconosciute dalla società. + +Ma per aver siffatta forza d’animo, per mantenersi sempre presente a +sè stessa in modo da deludere ogni insidia, in modo da rendersi sorda +alle grida del suo sangue, è necessario che, nella sua educazione, +vi sia stato qualche cosa che l’abbia messa presto in guardia contro +i così detti pericoli. È necessario quindi che le abbiano insegnato +quel pudore che in natura non esiste; che, nelle prime letture, vi sia +stata una direzione; che non abbia fatto le seconde letture; che abbia +avuto la scuola del buon esempio; o che, avendo avuto per caso l’altra +scuola, quei mali esempj abbiano partorito tali funeste conseguenze da +spaventarla e da consigliarle l’apatia siccome la miglior ricetta per +vivere tranquilla. + +Ma quando una donna cresce senza che le insegnino nulla — senza veder +nulla — senza aver appreso niente alla scuola del mondo, formandosi da +sè stessa sola il proprio carattere, è molto probabile, diremmo certo, +che se non la salvano gli altri, da sè stessa non sappia salvarsi dalle +prime seduzioni, e che ella affretti anzi la sua caduta — perchè il +suo carattere morale non è che il suo temperamento fisico, l’unico +consigliere ch’ella conosca.... senza conoscerlo. + +Ed è quello che sarebbe avvenuto a Maddalena, solo che avesse +conosciuto Giulio prima d’aver ricevuto le lezioni di Severina, la +quale, facendo un po’ di fisiologia dell’amore, le aveva insegnato +delle cose che per una fanciulla potevano essere utili. — In genere +— le aveva detto fra le altre — una ragazza che ha un amante e +vuol sposarlo, non deve amarlo che platonicamente. L’uomo essendo +cacciatore.... va in giro fiutando per cercare la sua selvaggina, +che è la donna. Se la selvaggina pone una condizione al lasciarsi +pigliare.... può essere che l’uomo non sappia resistere allo stimolo +dell’appetito, e per poter mangiare.... accetti la condizione — ossia +sposi. + +Se la selvaggina invece, sedotta dalle lusinghe del bel cacciatore, +trascura di porre la condizione e non vola via, vien presa, +cucinata.... e divorata. + +La condizione della donna nella nostra società è tale che noi dobbiamo +dare — nel fare il primo passo — la maggior importanza a quello che +per noi realmente non ne ha — o se ne ha una.... è negativa — perchè +ponendo sempre quella condizione, molti uccellini dal becco gentile +vedono, con grande dolore, un cacciatore dopo l’altro prendere la fuga +e restano là sempre sul ramo, essi che, poverini, si farebbero pigliare +tanto volontieri.... finchè.... sfiancati dall’ambascia, sfiatati e +spiumati.... cadono e spirano. + +Questo dico — diceva Severina — quando si vuole il matrimonio che nella +nostra società assicura la considerazione.... e il pane, anche se si è +brutte o si ha perduto la profittevole gioventù. + +Quando si è disposte a farne a meno del matrimonio, e si ha il coraggio +di andar incontro a tutte le incertezze e a tutti i rischi.... allora è +un altro pajo di maniche. + +Ma allora bisogna anche prendere, e presto, l’offensiva contro gli +uomini. + +Severina non credette dover spiegare a Maddalena che cosa fosse +quest’offensiva. + +Maddalena voleva il matrimonio — non solo perchè sua madre aveva +sposato suo padre, ma perchè essendo fortemente innamorata di Giulio, +non voleva correre il rischio di perderlo col non porre l’accennata +condizione. + +Ma Giulio non accettava. Non poteva — diceva egli. — Uno zio molto +ricco l’aveva minacciato di privarlo dell’eredità se mai avesse a +prender moglie senza il suo permesso, perchè la moglie voleva dargliela +lui. + +Lo zio ricco c’era infatti, ma guai a Giulio, se dopo l’affare della +cambiale avesse osato pur di salutarlo! + +Ora Giulio — diceva lui — non voleva sposare altra donna che Maddalena, +ma bisognava aspettare che lo zio facesse il suo dovere di zio, ossia +prendesse un biglietto d’andata.... senza ritorno — ma intanto potevano +amarsi!! + +— Sì, amiamoci platonicamente — diceva Maddalena — cosa che accomodava +pochissimo a Giulio, il quale per la fanciulla aveva un forte +capriccio, reso anche più acuto dalla certezza assoluta d’esserne il +primo amante — ma non comprendeva l’amor platonico e non voleva, nelle +sue circostanze, nemmen fermarsi sulla parola matrimonio, visto che per +la moglie occorreva un bell’appartamento, una buona tavola, un morbido +letto, abiti, cappellini, divertimenti.... tutta roba che costa, +e visto che non conveniva rinunciare a Severina, ossia al proprio +benessere futuro. + + * * * + +Amiamoci platonicamente.... + +Ma era platonismo quello? + +Sì, se platonismo vuol dire.... vuol dire.... allora era platonismo +per loro come lo è per molti amanti, come lo era per quella tal mamma +che diceva: — Nè per.... nè per.... la mamma non sgrida mica.... basta +che.... — + +A noi pare una ipocrisia, una transazione peggiore del così detto male. + +L’amore, nascendo per mezzo dei sensi ed essendo continuamente servito +dai sensi, non può conservarsi perfettamente spirituale. Eliminala +la perfezione, siamo ridotti al più o al meno materiale a seconda +degli individui — e per quanto riguarda la sua sfera d’azione, alle +circostanze, alle paure.... ed anche agli interessi. + +Or, quando in amore non può esservi il più completo abbandono +dell’anima e della materia avvampanti d’una sola fiamma — e si cerca +un _modus vivendi_ — l’amore perde affatto il suo carattere sacro e +diventa una.... mostruosità. + +Ah! perchè mai, a questo punto, non possiamo scrivere latino?! + +Maddalena poteva ancor presentarsi come _Rosiera_, ma il suo spirito +s’era corrotto e il suo fisico ne risentiva guasti orribili. — E +amava da pochi mesi soltanto! — Ma poteva ella, a lungo andare, +uscire vittoriosa da tale lotta? — Noi abbiamo veduto quali fenomeni +si manifestassero in lei — che cosa ne pensasse il medico — che +facessero i genitori — e infine la ribellione di Maddalena che, quando +l’amorosa febbre fu giunta al parossismo, non volle più saperne di +subordinazione, di convenienze domestiche. + +Era pronta a tutto. + +E glielo disse a Giulio, l’indomani — dopo avergli narrato la scena +avuta in casa. + +— Guarda, Giulio.... io spero che non avrò altre noje di questo +genere, ma se mai tornassero ad importunarmi per farmi sposare +quell’imbecille.... o chiunque altro...., io ho già deciso.... io +lascio famiglia e tutto e vengo con te.... E allora avvenga che +vuole.... Io sento che non posso essere d’altri che tua! — + +Queste parole, che avrebbero trasportato in cielo un vero amante, +diedero un colpo mortale al capriccio di Giulio — lo spaventarono tanto +che, a sua volta, decise subito in quello stesso istante di troncare +ogni rapporto con Maddalena. + +Ispirare una passione, anche furiosa, lo lusingava, purchè però +questo non avesse mai a frastornare i suoi piani. Se Maddalena, come +qualche altra di sua conoscenza, si fosse rassegnata, pur con grave +suo sacrifizio, a prender marito, serbando viva la sua passione per +lui Giulio.... ah! allora sì.... anzi quello era il da farsi, perchè +il loro amore sarebbe entrato in una fase novella, nella quale i voti +ardentissimi avrebbero trovata larga soddisfazione — ma, Maddalena, che +rifiuta un partito conveniente ed è risoluta a rifiutarne quanti altri +possono presentarsi, non solo, ma ad abbandonare la casa paterna per +gettarsi nelle sue braccia.... per sempre!.... ah! questa prospettiva è +spaventevole. — + +Perdere Severina?.... Ah! non fia mai! Bisognerebbe essere pazzi. E un +Giulio commetter pazzie? Ma siete matti? + +In quel momento, tuttavia, ringraziò con effusione la generosa +fanciulla.... le disse che il di lei sacrifizio lo commoveva fin nelle +viscere — pianse con lei.... sul crudele destino che li perseguitava, +le giurò eterna fede, e la abbracciò e baciò con tale trasporto, che la +povera radazza, sentendosi suggere dalle labbra e la vista e la vita, +non avrebbe certo ricordato le utili teorie di Severina.... se egli +in quel punto, temendo una _buona fortuna_ come la più grande delle +sventure, non si fosse imposto un assoluto rispetto.... + +Maddalena partì compresa d’immensa gioja.... e l’ultima sua occhiata, +l’ultima sua stretta di mano dissero a Giulio la di lei profonda +riconoscenza. + +Egli l’aveva risparmiata, quale maggior prova d’amore? + +Il giorno successivo, Giulio s’appostò in modo da non essere veduto da +Maddalena; quando, secondo il solito, ella separossi dalla Brigida, la +lasciò continuar sola il suo cammino, e raggiunse invece la domestica +consegnandole un biglietto per la giovinetta. Quindi s’allontanò. + +Egli non aveva altro a fare. _Era libero!_ + +Maddalena errava tutta mesta e inquieta nella via in cui avveniva +regolarmente il suo incontro con Giulio, soffermandosi davanti a questa +e a quella vetrina, dando ad intervalli rapide occhiate or in questa, +or in quella direzione, per veder s’egli giungesse; per la prima volta +Giulio non era il primo al convegno — quando con sua sorpresa sentì la +voce di Brigida dirle sommesso: + +— Prenda....; una lettera per lei. + +— Una lettera di chi? + +— Di lui. + +— Oh! Dio! — e Maddalena, come colta da un triste presentimento, +impallidì; poi: — Chi te l’ha data? + +— Ma lui! + +— Ma perchè? + +— Cosa vuole che ne sappia io? + +— Aspetta — ed entrata in una porticina, aperse e lesse: + + «Mia carissima, + + «Perdonami se jeri non ti ho detto che ragioni d’interessi mi + obbligano ad assentarmi per qualche tempo.... ma davvero, in quel + momento di tanta espansione, io non avevo il coraggio di avvelenare + la tua purissima gioja con una sgradevole notizia. + + «Puoi imaginare se io non farò di tutto per abbreviare la mia + assenza! + + «Quando sarò di ritorno...., credo fra un mese, sarà mia premura + d’incontrarti. + + «Ricordati di me. + + «_Tuo affez._ G.» + +Afflittissima, e tuttavia senza ombra ancora di diffidenza nè di +sospetto, tornò a casa. Ma, allora, letto, riletto quel foglio, +meditando a lungo su ogni frase, per quella temenza che prende +sempre chi ama, si turbò. Studiando l’atteggiarsi delle parole, per +indovinare, le parve di trovare troppa regolarità. + +Giulio non poteva sentire alcun dispiacere scrivendo quelle linee.... +era freddo. E poi era un esprimersi da uomo innamorato quello? _Quando_ +sarò di ritorno.... _credo_ fra un mese.... Quando? Credo? E per +un mese egli la lasciava senza nuove — e non ne desiderava di lei? +_Ricordati_ di me...? Ed egli? E dove andava? Ragioni d’interesse? La +sua mente si perdeva.... Ella ebbe paura e pianse. + +Ma quel pianto non poteva essere lungo. Quasi subito si rivide, il +giorno prima, in compagnia di Giulio, che la rendeva pazzo di felicità +— e a quella visione incantevole, ogni timore sgombrò. + +Era allora la fine d’aprile. Attese con pazienza, con quanto dolorosa +pazienza lo dican gli innamorati, che passasse quel benedetto mese. + +Ma quando fu scorso.... e uno, due.... dieci altri giorni si +successero, senza ch’egli comparisse.... allora ella non ebbe più la +forza di reggere al tormento, che ogni giorno si faceva sempre più +atroce.... e andò a casa di lui. + +— Il signor Giulio Bindi è tornato? — chiese alla portinaja. + +— Dice? + +— Il signor Giulio Bindi. + +— Non lo conosco. + +— Ma se abita qui! + +— Qui non abita nessuno.... nè lui.... nè altri. — + +A tali parole per lei insensate, Maddalena cominciando a credere di +parlare con una demente, disse: + +— Ma come!... non si ricorda più d’avermi veduta molte volte passare in +compagnia del signor Giulio Bindi? + +— Oh! Sarà benissimo! — e la portinaja ebbe uno strano indecifrabil +sorriso — ne passan molte qui in compagnia.... ma qui non si domanda il +nome di alcuno. + +— Ah! Dio.... Permetta che sieda.... perchè io mi sento male. — + +Maddalena aveva la fronte coperta di freddo sudore, e si sentiva +infatti svenire.... + +Dopo essere stata un momento seduta, appoggiata alla spalliera, muta, +il capo chino, gli occhi velati, respirando con affanno.... ripreso +coraggio, fissando quella donna, esclamò: + +— Ma allora...?! + +— Ma allora — fe’ ruvidamente colei impazientata a siffatta scena, che +le pareva incomprensibile — allora questa è una... + +— Ah! — stridette Maddalena raccapricciando, e balzata in piedi, colle +mani nei capelli, fuggì.... + +— Quante sciocchezze! — borbottò la portinaia sedendo e ripigliando la +sua calza. + + * * * + +Quando Maddalena fu nella via, avvedutasi che tre o quattro persone +s’erano fermate di botto osservandola con curiosità, diventò rossa. Con +uno sforzo pensò a darsi un contegno più dicevole per una giovinetta, +e tornò a casa — ma tremava tutta, i suoi denti battevano e le labbra +erano bianche. I singulti le straziavan la gola, e la sua mente +sconvolta così s’agitava: + +— La sua casa!.... la sua _casa_!.... e io non avevo capito niente? Ma +come capire, se io non sapevo niente? Ah! Giulio, tu mi tradisci..... +ma se mi tradisci..... guai!.... Un mese.... ragioni d’interessi.... +Bugiardo!.... Ah! se ti trovo.... Se.... E ora dov’è? Come potrò +rintracciarlo? Come?.... Come.... ah! sì.... sì.... già.... che me ne +importa poi a me della sua famiglia.... di tutti i motivi che possono +aver la sua famiglia e lui.... e tutto il mondo!?... Sì, andrò da sua +sorella.... e.... e per Dio! che allora saprò dove si può andarlo a +cercare! — + +Alla certezza che fra poco avrebbe saputo tutto, si fece un po’ più +calma. Ma come sbattevano ancora quelle palpebre! + +Senza por un minuto in mezzo, giunta a casa, salì immediatamente da +Severina e tirò il cordone del campanello. + +Ma in luogo di vedersi schiudere al solito, udì un leggiero sfregamento +nell’uscio, e tosto, all’aperta spia, le apparvero gli occhi inquieti +della domestica. + +— C’è Severina? + +— Sì.... ma c’è gente.... — rispose quella a bassa voce e con aria +misteriosa. + +— Allora tornerò. Ho bisogno di parlarle. + +— Torni, sì.... ma domani.... e... più tardi. + +— Va bene. — + +La spia si chiuse, e Maddalena scese sospirando. Bisognava attendere +ventiquattro ore. + +Fu bene per tutti che Severina in quel momento avesse gente — se no, +alle rivelazioni di Maddalena, chi sa quali scene sarebbero seguite! +Allora non vi sarebbe stato certo un incidente che, se mise alla prova +la bontà del cervello di Maddalena.... fu anche la medicina che la +guarì per sempre del suo amore. + + * * * + +La giornata fu tanto lunga e uggiosa per Maddalena, che ella non +aspettò la notte per coricarsi. Il crepuscolo cominciava appena +quand’ella chiuse, contro il solito, le imposte, e si pose a letto. Le +pareva che, circondandosi di tenebre, non solo i suoi occhi, ma anche +la mente, potessero cessare di vedere — e riposare. Ma s’ingannava. + +Le giovanissime e robuste membra avrebbero avuto piuttosto bisogno +d’una eccessiva fatica fisica per poter esser fiaccate e ridotte in +balìa del sonno. + +Nella pienezza delle forze, dopo tante commozioni, in un simile stato +d’esasperazione, credere che fra le coltri, nell’oscurità, in una calda +sera di giugno, il travaglio dell’anima e dei sensi potesse scemare, +era un errore, di cui ella dovè ben presto sentire gli effetti. + +Allora il cervello s’accese, e se prima aveva solo sospettato, temuto +il tradimento.... allora Maddalena, senza alcun sforzo, se ne fece una +realtà con colori tali che le tolsero ogni lume di ragione. + +Avvoltata nel lenzuolo, s’agitava sul letto, inconscia di sè, +abbandonandosi a tutte le stravaganze che, in quello stato morboso, +divenuta preda di sè stessa, la passione le imponeva. Era un delirio. + +Or inveiva contro Giulio, caricandolo d’improperj — or gli rivolgeva +dimande, e poi, come se avesse avuto risposta, gli replicava +furiosa.... e il dialogo continuava fra il suo labbro e la sua +mente.... + +Piangeva.... narrava le sue torture.... supplicava e.... s’adirava di +nuovo.... ma tosto — le era forse stata detta una parola, una menzogna +pietosa.... perdonava, gli rivolgeva i più teneri accenti — il sereno +era tornato, rideva, si confessava pazza.... chiedeva scusa. — Seguiva +un lungo silenzio, pareva assopito. Ma quindi si ridestava in un nuovo +accesso di furore....; il tradimento era provato....! + +«Sei andato con lei....! Chi è? Voglio saperlo! Voglio ucciderla.... e +te pure ucciderò.... ma.... dilaniarti voglio!» + +Il farneticamento durò più ore.... poi il sonno tanto invocato, e +invano, al coricarsi, la colpì fulmineo. + +Batteva il tocco dopo mezzanotte quando si svegliò. Si sentiva alquanto +ristorata — la mente era un po’ confusa, ma calma. Ricordava il patito +trambusto, ma con indifferenza....; l’esaurimento di forze la rendeva +insensibile al dolore. Aveva solo una sete ardente — accese il lume e +bevè. + +Poi, coll’occhio semichiuso, affaticato, stette qualche tempo +appoggiata alla spalliera, immobile, senza pensiero.... + +A un tratto le parve di sentirsi male, d’essere oppressa dal caldo, di +non poter più respirare. + +Lentamente lasciossi scorrere giù dal letto, e vacillante mosse alla +finestra ad aprirne le vetriate. Sedutasi quindi là, respirò avidamente +per procurarsi qualche sollievo, ma non ne ottenne, chè non spirava un +filo d’aria. + +Ai primi di giugno, la temperatura era già torrida. Da un mese e +più non cadeva una stilla di pioggia. Fra la notte e il giorno unica +differenza era l’assenza del sole. La stagione quell’anno era troppo +bella, e gli uomini invocavano fulmini e tempeste che li liberassero da +tanto felice primavera. + +Dopo un quarto d’ora d’inutile attendere, Maddalena, non provando alcun +refrigerio, stava per tornarsene a letto, quando udì chiudersi forte lo +sportello della porta di casa. Ciò non la interessava punto, ma quando +vi si aggiunse un rumor di passi nell’androne, vi prestò attenzione. +Chi poteva venir a casa a quell’ora? Non era nelle abitudini di alcuno +degli inquilini. Severina forse?... Ma il passo era d’uomo.... Il +rumore cessò.... L’uomo saliva. Maddalena continuò a porger orecchio, e +ben presto la sua piccola curiosità fu appagata. + +Le imposte di una finestra furono schiuse, e una voce maschile, che +veniva dalla camera di Severina, disse: «Ma qui si soffoca!» Maddalena, +al suono di quella voce, balzò in piedi, col sangue rimescolato.... +e stette un momento, prestando sempre orecchio, tutta ansante, colle +occhiaje spalancate. Era.... non era.... non poteva credere.... +attendeva qualche altra parola per avere una certezza qualunque. + +E l’ebbe subito. Un _No_ alto, sonoro, squillò, e vi tenne dietro un +argentino riso di donna. + +Maddalena mandò un gemito. V’era la peggiore, la più temuta delle +certezze. Era lui! Allora, sconvolta, quasi demente, corse a soffiare +sul lume, poi, a piedi nudi, brancolando nel bujo, riuscì di nuovo alla +finestra, e con cautela, per non essere udita, ne socchiuse le gelosie +tanto da poter vedere senza essere veduta. + +Sulle prime le fu impossibile distinguere bene, perchè la notte era +chiara, e nella camera il lume era collocato in modo che dalla finestra +di Maddalena non si vedeva d’illuminato che una piccola parte del +pavimento presso il terrazzino. + +Ma presto la scena mutò, ossia divenne più ampia e meglio visibile...., +troppo. + +Giulio, che era seduto, celato dal fogliame del terrazzino, si alzò e +mosse per entrare nella camera, ma si fermò nel vano della finestra. +Parlava con qualcuno, ma non si udiva nulla. + +Prese quindi il lume, ch’era sur un mobile a lui vicinissimo, e +s’avanzò lentamente verso il fondo della camera. Posò il lume sur +un tavolino da notte, e si trasse in disparte facendosi invisibile a +Maddalena. + +Allora la camera si rischiarò tutta, e la fanciulla vide il letto, +e sovr’esso, in posa languida, colle mani che s’intrecciavano sulla +fronte, il seno ignudo, Severina. + +I suoi occhi parevano chiusi.... parlava a spizzico.... e sbadigliava +di tanto in tanto.... sorridendo deliziosamente. + +A un tratto si scosse da quella specie di torpore, certamente +artificiale, e coll’indice accennò alla finestra, ordinando alcunchè. + +Ma, siccome non veniva obbedita, fe’ un celere movimento ed era per +balzar dal letto — ma trattenuta — parve — da una parola o da un gesto, +si mise nuovamente a giacere nella posa primiera. + +Maddalena vide allora ricomparire Giulio alla finestra e, preso il +cordone, farne calare la tenda.... + +Furibonda a tale atto, fu sul punto di gridare.... — ella voleva +sapere, tutto sapere, avesse anche dovuto perdere la vita in quell’ora +— ma la _speranza_ (!) di non essere delusa del tutto, che ancor +restasse qualche spiraglio, le diè la forza di frenarsi. + +Non _sperò_ indarno; chè se la tenda dapprima scese tutta fino al +suolo, un leggier cigolío disse subito che si voleva lasciare un vano +in alto per non togliere affatto la possibilità di ventilazione alla +camera. + +Maddalena ebbe quindi la triste consolazione di rivedere la camera fra +un interstizio di circa una spanna. + +Ma di visibile ora non v’era che la parte superiore del letto, poco più +del guanciale. — Tuttavia a Maddalena bastava. + +Essa, dopo qualche minuto, vide Severina con gesto vezzoso chiamare a +sè Giulio, come se desiderasse qualche cosa — e poscia, dovendo aver +ricevuto un diniego, mettersi a finger di frignare, agitando la mano. + +Allora Giulio s’avvicinò al letto e porse a Severina il suo sigaro +acceso. + +Quella, non più frignante, soddisfatta, si mise a fumare +beatissimamente. + +Indi Giulio sturò una bottiglia e versò del vino color ambra in due +calici, offrendone uno a Severina. + +Ella si levò reggendosi sul gomito, preso il calice, vi posò le labbra +e libò lentissimamente, guardando _lui_. + +Gli rese poi il cristallo, e, come affaticata, si lasciò cadere il capo +sul guanciale, coll’occhio semispento sempre in lui, e col sorriso di +chi muore vedendo aprirsi il cielo. + +Egli si curvò a baciarla, e si rizzò quindi facendo colla mano: — +Aspetta. + +Maddalena, per quanto si tenesse aggrappata con una mano alla ringhiera +colla disperazione del naufrago, non poteva più sostenersi. L’altra +mano, che teneva socchiuse e a un tempo unite le gelosie, era in tal +convulsione che le imposte, come per vento, s’agitavano. + +E.... un’ora ebbe il coraggio di restar là.... tremante di odio.... +grondante di sudore, or gelido, or cocente — ma quando in quella +camera, ad un tratto, si spense ogni luce.... anche le sue forze si +spensero e cadde inginocchioni come tramortita. + +— Maddalena! — gridò la madre dalla stanza attigua, destatasi di +soprassalto al rumore che la figlia nel cadere aveva fatto, rovesciando +la sedia e urtando nella vetriata. + +La fanciulla con un sforzo eroico ricuperò in un lampo gli spiriti, e +potè persino dire con calma: + +— Che vuoi, mamma? + +— Ma cosa fai? + +— Nulla, m’era caduto il libro e sono andata giù a raccoglierlo. + +— Ma ti pajon queste le ore da leggere? + +— Ecco, ho finito. — + +Allora si mosse, si buttò sul letto di traverso e vide farsi +giorno, senza che dagli occhi accesi potesse spremersi una lagrima, +straziandosi il seno colle unghie per impedirsi di urlare. + +Quando il primo raggio di sole entrò a dirle che poteva alzarsi.... +guardossi le mani.... erano sanguinolenti.... guardossi nello +specchio.... si metteva orrore — era una furia. — Fece per scender dal +letto.... non potè.... era tutta attrappita e indolenzita. + +Si cacciò fra le coltri, ove la stanchezza e la luce del dì riuscirono +ad assopirla. + + * * * + +Quando risvegliossi, era mezzogiorno e più. + +Sulle prime guardossi intorno smemorata, ma quando il suo occhio +posossi sulla finestra ancor aperta.... allora le si presentò alla +mente tutta la terribile notte, rivide l’odioso quadro, e balzò dal +letto coll’impeto d’una fiera.... + +Quello doveva essere il giorno della vendetta.... quale, poi, ella non +sapeva... ella sapeva solo che voleva vendicarsi — e di entrambi! + +Ma prima, di Giulio...; vederlo, fingere di ignorare, trangugiarsi +tutte le di lui menzogne.... e poi.... e poi.... oh! l’ira l’avrebbe +ben ispirata! — Dopo.... avrebbe pensato a Severina. + +Si vestì per uscire.... ponendo una cura speciale in ogni minuzia +della sua _toilette_. Voleva essere bellissima.... onde Giulio avesse a +sentire tutta la perdita ch’egli faceva in quel giorno.... sciocco! + +Stava abbottonandosi i guanti quando fe’ capolino nella camera +la madre, curva, gelatinosa, che vedendo la figlia vestita fe’ le +meraviglie. + +— Come!.... ti credeva ancora a letto io.... Sono venuta qua tre volte, +ma dormivi sempre, ed io ti ho lasciata stare. Vedi cosa vuol dire +legger troppo! Vai fuori? + +— Sì. + +— Non fai colazione? + +— No. + +— Vuoi che te la prepari? + +— No. + +— Vai, senza neanche salutarmi? + +— Sì.... addio. + +— Sei sempre in collera per l’affar del matrimonio....? Oh! che +tosa.... — + +Maddalena era già sul pianerottolo e non udiva più. + +Quando fu abbasso, si fermò, domandandosi dove andava. Ella aveva +pensato a tutto fuorchè a questo. Fortunatamente ricordò che Giulio +frequentava due dei principali caffè. Là qualcuno avrebbe saputo +indicargli il domicilio di lui. + +E si avviava, quando s’imbattè nella fantesca di Severina, che veniva +dalla strada. + +— Spero che non sarà salita dalla signora — disse quella. + +— Perchè? — fe’ Maddalena, fermandosi punta da sospetto. + +— Perchè non avrebbe potuto riceverla. C’è gente anche oggi. + +— Ah! — e suo malgrado la fanciulla arrossì per tosto impallidire. — È +quel giovinotto che è venuto da lei jeri sera tardi? + +— Come lo sa? — e la fantesca la guardava sorpresa. + +— Diavolo.... non vi sono segreti fra me e Severina.... Anzi.... prima +di uscire voglio salire a salutarli. + +— Ma.... + +— Ma che cosa? Lo conosco molto io quel giovine. + +— E se la mia signora mi sgrida? + +— Non temere.... Mi credi forse capace di commettere un’indiscrezione? + +— Faccia lei. — + +Salirono, la domestica aperse, e Maddalena si precipitò nell’anticamera. + +— Dove sono? + +— Là.... + +— Bene. — + +Maddalena, coll’occhio sfavillante d’ira e di gioja a un tempo, +spalancò l’uscio indicatole dalla servente, e si presentò sulla soglia, +colle braccia incrociate sul seno, squadrando Severina e Giulio che +stavano a un tavolino facendo colazione. + +— Ma bravi! — esclamò essa. + +Giulio si turbò.... ma subito si ricompose. + +Quanto a Severina, dopo un primo moto di sorpresa, represse la noja che +le cagionava quella visita intempestiva, e disse cortese: + +— Avanti.... avanti. Che buon vento? — + +Maddalena s’avanzò fino al tavolino. Una convulsione, che si sforzava +invano di padroneggiare, le agitava le membra. L’ira e il dolore erano +così intensi che voleva prorompere e non poteva disserrar le labbra. + +S’appoggiò coi pugni alla mensa.... e guardò per qualche istante or +l’una, or l’altro. + +Giulio non diceva parola, e a capo chino attendeva rassegnato la +burrasca. + +Severina, che non capiva nulla, disse freddamente: + +— Ma di’ un po’, Maddalena, si potrebbe sapere....? — + +La fanciulla allora ruppe in uno scroscio di riso così stridulo, così +spasmodico che pareva pazza.... e fe’, con accento che a Giulio mise i +brividi: + +— Che bravi commedianti siete voi.... per darla ad intendere al +mondo!.... Suo fratello! Ah! ah! ah!.... tuo fratello! — + +Severina guardò attonita Giulio, il quale fece un movimento per +alzarsi — ma Maddalena gli afferrò il braccio e lo forzò a star seduto, +gridandogli furente: + +— Se ti muovi.... se dici una parola.... ti schiaffeggio, sai! brutta +faccia smorta!.... — + +E allora, vedendoli ambedue allibbiti e tremanti, sentì come un +disdegno supremo di dir altro a simil gente. + +Guardò per l’ultima volta Giulio, concentrando in quell’ultima tutta la +nausea, tutto il disprezzo, quindi volte le spalle ai due, lentamente, +dignitosa, grande.... uscì. + +Era guarita. + + * * * + +Due mesi dopo, il signor Paolo Minelli, detto _Minella Bellabarba_, +notissimo e grosso merciajo, memore della felicità goduta colla prima +moglie, di cui piangeva da dieci mesi la «_Ahi! immatura perdita_» — +per regalarsi, cosa di suo pieno diritto, di nuova felicità, sposava, +a cinquant’anni, ornato di precoce e perfetta calvizie, la signora +Maddalena Papetti.... + +Precisamente così. + + + + +Abbiamo detto che Maddalena, dopo quel piccolo e innocuo sfogo in +casa di Severina, ne partì guarita. Il disprezzo aveva ucciso in lei +amore e dolore.... Uscendo da quelle camere le pareva di non aver mai +conosciuto nè Giulio, nè Severina. Felice natura! Buona stoffa! + +Qualche altra ragazza avrebbe pensato al suicidio — ed ella, non eran +scorsi otto giorni che cominciava a ringrassare.... non poteva più +vedere il caffè tostato, odiava il sale e gli agrumi, e quanto alle +bibite spiritose, si limitava già ad un uso ragionevole. + +Aveva tutto obliato, tanto che una sera li incontrò per via e non sentì +al cuore la più lieve puntura, nè al cervello la più piccola onda di +freddo o di caldo. + +E quando lesse sur un cartellino alla porta che l’appartamento, di +Severina era da affittarsi «_anche al presente_,» ebbe un sorriso di +compiacimento. — E quando, pochi giorni dopo, Severina traslocò, non +volle nemmeno fermarsi in casa, e per poter star fuori tutto il dì, +trascinò i Papetti ad una scampagnata, in cui finalmente fu fatta la +pace, per sempre, fra le potenze, senza umiliazioni da nessuna parte, +ma con abbracci e inaffiamenti analoghi. + +La sera stavano sotto tutti e tre. + + * * * + +A diciassette anni, però, non si caccia un amore senza sostituirvi un +nuovo amore o qualcos’altro. Quelle che vanno al Conservatorio, per +esempio, possono ingolfarsi nell’arte.... che permette poi molti altri +surrogati — ma Maddalena che non andava al Conservatorio? + +E sentiva un vuoto, un malessere, una impazienza, una noja, una smania +senza scopo.... avrebbe voluto non vedersi più in quella città.... +cambiar aria.... fare un’altra vita.... + +Fu allora che si pentì d’aver perduto volontariamente l’occasione +di maritarsi. Oh! il suo sacrificio aveva proprio avuto una bella +ricompensa! Se quel maggiordomo si fosse presentato di nuovo.... ella +l’avrebbe accolto a braccia aperte. Ma ora tutto era guastato, ed il +suo orgoglio non le permetteva certamente di mandargli a dire che aveva +mutato pensiero. + +Allora disse: — Il primo che mi capita, foss’anche lo spazzacamino, +purchè possa mantenermi, lo sposo. Lodevole risoluzione.... e +tutt’altro che rara. E si può anche aggiungere che, sapendosi di una +donna che è giunta a tal grado di.... filosofia...., è quasi lecito +dire che cosa sarà un giorno. + +Quando si è in simili disposizioni e si è belle ragazze non si ha che +a fare un po’ la civetta e.... lo spazzacamino, con un briciolo di +pazienza, si trova. + +E lo trovò anche Maddalena, e più presto di quanto sperava. + +Il signor Paolo Minelli.... + +Un momento.... omettevamo di menzionare un incidente.... +insignificante, per verità, in sè stesso, ma che per una certa +relazione che ha col resto del racconto, non vuol essere taciuto. + + * * * + +I signori Soranzi, proprietarj della casa in cui abitavano i Papetti, +avevano un figlio — unico — che si chiamava Oreste, e «faceva» +l’ultimo anno di legge all’università. Venuto a passare in famiglia +le feste di dicembre, gli avvenne, la mattina del giorno di Natale, +d’incontrare Maddalena che, colla madre, tornava dall’aver ascoltato le +indispensabili tre messe. + +Vederla, restar stupefatto e invaghirsene fu una cosa sola. Durante gli +studj universitari, egli aveva perduto di vista Maddalena, che prima, +d’altronde, e per la troppa giovinezza e per il suo modo di vestirsi e +di acconciarsi, non attirava certo lo sguardo. + +Ma rivederla ora nel fiore de’ suoi vezzi, colla fisonomia animata dal +primo amore di cui gustava, solo da un mese, il primo miele, ricordarsi +d’un.... bruco e trovare una splendida farfalla.... come non restarne +colpito? + +L’effetto del colpo si vide subito. Ogni festa egli salutava +l’università e veniva a bearsi un momento gli sguardi nella bella +fanciulla. + +Egli salutava — ella chinava il capo per quella deferenza convenzionale +che ha l’inquilino pel padrone di casa, e tutto finiva lì. + +Era meno di niente, ma bastava a lui per riscaldarsi sempre più. È quel +che avviene a ventiquattro anni. + +Voleva parlarle.... voleva farsi meglio capire da lei — ma come fare? +Ella era sempre accompagnata. + +Finalmente una domenica — di marzo — essendo per caso sul balcone, vide +Maddalena uscire.... sola. Non era scorso un minuto ch’egli si trovava +al fianco della fanciulla, tutto ansante, e stava già per levarsi il +cappello e dirigerle la parola.... ma ella a quell’atto finse di non +riconoscerlo, si fece rossa di dispetto — egli credette di pudore — +calò il velo, e affrettando il passo verso una chiesa poco lontana, vi +entrò.... + +Oreste avrebbe fatto molto bene se l’avesse seguita, perchè avrebbe +scoperto che facendo le viste di andar in chiesa a prender lezioni di +dottrina cristiana, Maddalena entrava dalla porta maggiore.... usciva +tosto dalla porticina di dietro, e di là si recava alla casa di Giulio +— e tale scoperta l’avrebbe guarito perfettamente. + +Invece egli si fermò per paura di far paura alla timida cervetta.... e +se ne tornò a casa più innamorato di prima. — «Oh! io sono stanco di +far questa vita — diceva fra sè — _adesso_ prendo la laurea e poi la +sposo. È povera.... ma sono ricco io, e basta.» — + +Le cose fino al giugno andarono avanti così, anzi peggio, perchè +Maddalena non ebbe più occasioni di andar in chiesa all’ora della +dottrina cristiana. + +Ma in giugno, verso la metà, mancando poche settimane a finire il +corso, Oreste pensò che era tempo di fare il primo passo. E scritta una +bella lettera di dichiarazione, la consegnò alla portinaia, perchè la +facesse tenere in gran segreto a Maddalena. Quindi partì. + +La risposta era desiderata per la prima domenica. + +La lettera fu consegnata, e Maddalena, per quanto potesse desiderare un +buon partito, fu ben sorpresa di vedere che aspirava a lei nientemeno +che il figlio del padrone di casa. Da quella brava fanciulla che era, e +anche per far presto — avendone abbastanza di quanto aveva passato con +Giulio — diede la lettera ai genitori, i quali strabiliarono e piansero +di contentezza. + +Ma la gioja.... ahimè! fu breve. + +Il padre Papetti, presentatosi al padre Soranzi e mostratagli la +lettera del figlio dicendogli «che era venuto per prendere i debiti +concerti fra genitori, come è uso in simili casi» — ebbe la sgradita +sorpresa di vedersi stracciar la lettera sul muso e di sentirsi dire: + +— Mio figlio è matto.... Vi rimedierò io.... Spero che, dal canto loro, +la cosa non avrà seguito.... altrimenti dovrò pregarli di andarsene da +casa mia. — + +Papetti, esterrefatto, colpito da paralisi, non fu capace di dire più +di «Sissignore....» e non si riebbe che quando, restato solo, comprese +che si doveva uscire. + +Il padre Soranzi partì e tornò dopo due giorni — il figlio sospese le +sue gite festive — e non se ne parlò più. + +Il padre Papetti disse in casa con calma e dignità che non avevano +potuto intendersi sul capitolo interesse e che quindi non bisognava +pensarvi altro. — «Del resto.... meglio! — aggiunse — il signorino è +troppo giovane per essere un buon marito; per Maddalena ci vuole un +uomo posato. E lo troverai.... sta pur sicura!» + +Papetti — chi l’avrebbe mai detto? — fu profeta. + + * * * + +Il signor Paolo Minelli — detto _Minella Bellabarba_ — stava di casa +ed aveva anche, da venti anni, il negozio, precisamente di fronte +all’abitazione di Maddalena.... quindi aveva veduto nascere, come +si dice, la fanciulla. Più tardi ne aveva ammirato la serietà e la +gravità, e diceva sempre a sua moglie: «Se io avessi una figlia, vorrei +che fosse come quella ragazza lì.» + +Ma la figlia non venne mai — anzi, anche la moglie, forse perchè si +vedeva inutile, pensò bene d’andarsene anche lei. + +Rimasto vedovo, dopo qualche tempo sentì che quel gran dolore che +aveva messo sul cartellone funerale non lo opprimeva più.... Egli +voleva ancora essere addolorato per sempre, e quindi sospirava, parlava +continuamente della morta, ne vantava le virtù: — «Una donna come +quella!» — ma in sostanza, più che pensare alla trapassata, sentiva +delle aspirazioni verso le presenti. + +Maddalena aveva allora compiuto la sua metamorfosi, e il nostro buon +Minelli non potè a meno di restar colpito da quella trasformazione, +per cui, conservandosi sempre quella ragazza costumata, seria, grave, +ecc., aveva acquistato anche le qualità più appetibili. Quella era +la perfezione, perchè ve n’era per il morale e anche per il fisico, e +Minella voleva appunto che le due cose non andassero disgiunte. + +Cominciò dal formar dei desiderj e, ai sospiri per la defunta, mesceva +quelli per la viva. + +A cinquant’anni gli occorreva una ragazza soda. Nulla di meglio di +Maddalena, ch’era soda di carattere — e di carni. + +Ma come aver l’animo di farsi innanzi? + +Egli la conosceva....; in addietro, per molto tempo le aveva dato anche +del _tu_ — ma da qualche anno si stava sul _lei_.... Questo non voleva +dir niente, ma egli si sentivo in soggezione. Se non avesse saputo — +il Papetti non aveva potuto a meno di sfogarsi con qualcuno e la cosa +s’era propalata — se non avesse dunque saputo del rifiuto dato da +Maddalena a quell’altro, avrebbe avuto un coraggio da Don Giovanni.... +ma così, sebbene si ritenesse ancora.... con poche ragioni, un +bell’uomo — tuttavia non poteva nascondersi che cinquanta e diciassette +anni, nel matrimonio, stanno male insieme. Si possono tutt’al più +giocare al lotto. + +Ma ogni qualvolta egli la vedeva, la tentazione diveniva sempre più +forte.... finchè una notte dovette prendere il partito di commettere la +corbelleria.... ossia di tentar di commetterla. Avrebbe rifiutato anche +lui....; pazienza! Se non altro sarebbe uscito d’incertezza.... e gli +sarebbe sempre restata la consolazione della volpe. + +Maddalena, dacchè s’occupava tanto della sua _toilette_, andava +spesso nel negozio Minelli — per cui il nostro innamorato ebbe presto +l’occasione di parlare. + +Per attaccar discorso, cominciò dal dirle che gli pareva, da qualche +tempo, di non vederla più con quella sua amica. + +Maddalena rispose che aveva capito non esser quella un’amica per lei. + +Allora Minelli, felicemente ispirato, disse che aveva ragione, perchè +una ragazza bella, buona, onesta, laboriosa come lei... insomma, +questo.... insomma, quell’altro.... conchiudendo con una frase che +doveva servir di addentellato — «Beato chi sposerà una donnina cara +come lei!» — + +Ah! Minelli in quell’istante aveva proprio l’occhio del pesce morto.... +il che, con quella stortatura di collo, con quella gran barba nera +e quei riflessi di luce sull’eburneo cranio, formavo un complesso +abbastanza comico. + +Maddalena capì che c’era qualche cosa, disse fra sè: — Il mio uomo è +forse qui! — e lasciandogli allora piovere lentamente negli occhi uno +sguardo languido, affettuoso, disse solo: + +— Crede? + +— Ah! sì.... ma bisogna anche aver un coraggio da leone per osar di +aspirare alla sua mano. + +— Perchè? — fe’ essa mostrando grande sorpresa. + +— Dico così, perchè so che ella ha già rifiutato un buon partito. + +— Non mi piaceva.... ed io ho avuto un po’ paura. — + +Con che grazia disse questo. Pareva umiliata del suo stesso rifiuto. + +Minelli allora, lisciandosi la lunga barba e facendosi pettoruto +per mettersi tutto in rilievo — ma balbettando — sentiva avvicinarsi +l’istante fatale della sentenza: + +— Chi sa.... chi sa che cosa Ella desidera!... Chi sa quali +pretensioni.... giustissime del resto.... + +— Io?.... oh! signor Iddio! — Quanta umiltà in quella scrollatina di +testa e nello sguardo dolcissimo. Come a dire: «Sono gli altri che +devono degnarsi di me.... non io degli altri.» + +Il povero uomo sentissi conturbato da capo a piedi.... tanto che ella +fece un grazioso inchino accompagnato da un «Riverisco,» ed uscì, senza +che egli potesse più dir una parola. + +Maddalena passò tre giorni di fila davanti a quella bottega senza +entrarvi, ma ricercando evidentemente collo sguardo il Minelli, che +accorreva subito sulla soglia a salutarla.... Ella, che s’era fermata +_per caso_ davanti alla vetrina, rispondeva _arrossendo_. + +Il quarto giorno, Maddalena tornando a casa, verso le cinque, notato +dall’opposto marciapiedi che Minelli era solo in bottega, attraversò la +via ed entrò. + +— Vede.... pover uomo? — esclamò sospiroso il merciajo — qui solo come +un cane. Mentre tanti hanno moglie e non sanno che farne.... io.... + +— E perchè non la prende? + +— Perchè amo una donna sola.... e non so come dirglielo. + +— È così difficile? + +— Ah! sì.... è troppo bella! — + +Maddalena sembrò non capire nemmeno che si potesse trattar di lei — +disse solo sorridente e buona: + +— E allora.... se non glielo dice.... non lo saprà mai. — + +Poi tacque e arrossì sotto il di lui sguardo luccicante. + +Egli, dopo un istante d’imbarazzo..... si fece cuore. — Chinatosi, le +prese una mano, che stette qualche tempo a contemplare in estasi.... +poi si levò lentamente un anello dal mignolo e glielo posò sulla rosea +estremità dell’anulare.... e, respirando con affanno, mormorò: + +— Ecco.... gliel’ho detto.... Ora attendo la risposta. — + +Ella tacque alquanto, meditabonda, mesta.... poscia con voce commossa +e con due lagrime — due perle! diceva Minelli quella sera all’osteria — +disse con espressione di riconoscenza: + +— Grazie. — + +Indi uscì.... portando con sè l’anello. + +Minelli era solo, ma gridò come fosse sur un palcoscenico: «Oh! gioja!» + +Un’ora dopo, egli faceva la sua prima visita ai Papetti — e, come s’è +visto, fu un matrimonio a vapore. + +— Per noi già non occorrono nè informazioni, nè lo studio del caratteri +— diceva Minelli. — Ci siamo sempre conosciuti! — + +Il mattino susseguente la domanda del merciajo, Papetti volle proprio +incontrar Soranzi padre e dirglielo: + +— Sa poi.... mia figlia sposa nientemeno che il signor Minelli. + +— Perchè niente più? — ribattè l’altro, ironico. + +— Oh! è abbastanza. + +— Chi si contenta, gode. Piacere tanto! — e, salutatolo coll’indice, se +ne andò. + +— Che rabbia che ha! — disse Papetti fra sè con una buona fregatina. + + + + +Quando un uomo prende una donna come moglie, l’ultima cosa di cui si +preoccupa — quando pur se ne preoccupa — è l’opinione vera che questa +donna abbia di lui e perchè ella acconsenta a sposarlo. + +Gli basta d’essere sposato, e include nel fatto che ella nutra la +«grande stima» e «l’ardente amore per lui». — Ora, quando un uomo +si trova nelle condizioni che devono piuttosto alienare da lui, che +avvicinargli una bella fanciulla, come mai non si spaventa all’udire +che essa acconsente a divenir sua.... tutta sua? E invece se ne +rallegra.... e crede che gli altri se ne rallegrino con lui sul serio!? + +È vero che ve n’è anche di quelli, i quali, quando si sono messi in +mente di sposare quella tal donna, la vogliono a qualunque costo.... +e la sposano persino sapendo che ella non sa proprio cosa farsene di +loro — anzi forse appunto per questo — come se il possedere un corpo +inanimato o animato da spiriti ostili e disposto necessariamente alla +vendetta, fosse cosa invidiabile. — E voi cosa volete farci? + + +Così noi sappiamo che il signor Minelli condusse a casa la sua sposina, +convinto di due cose: — ch’egli era il di lei primo amore e che ella +era fior di roba. + +E Maddalena seppe tanto bene inebbriarlo, stordirlo colla bellezza, +colle sue carezze, e colle arti apprese alla scuola di Giulio, che egli +vi perdette la testa. Avrebbe dovuto sospettare qualche cosa.... non è +vero... a tanta scienza....? ma egli non poteva sospettare; egli diceva +semplicemente: — «Questa è una donna!.... altro che la mia prima!» — +E siccome non s’era mai trovato a simile festa, — l’abbiamo detto, — +perdette la testa. + +Qui bisogna sapere ch’egli in origine era un povero garzone di negozio, +al quale si poteva predire anche.... nessun avvenire. La fortuna volle +che a sua madre venisse in mente di farlo entrare in uno dei così detti +_oratorj_. — Sono congregazioni di gente di tutte le età e condizioni, +la quale i giorni festivi si diverte, prima di pranzo, in una cappella, +per quattro o cinque ore, ascoltando delle messe, delle prediche, +cantando a squarciagola dei _Magnificat_, dei _Maria Mater Gratiæ_, +ecc. — e dopo pranzo, in un giardino.... non troppo all’inglese, +giocando ai birilli e alle pallottole — con finale purificazione +serale, dei maggiori, all’osteria. + +All’oratorio un sacerdote prese a voler bene al nostro Minelli, per la +di lui dolcezza e ingenuità, coprendolo della sua protezione e, venuto +il tempo, gli trovò anche la moglie. + +Era una fanciulla di trent’anni, discretamente tarlata, se non nella +virtù, nel fisico, ma che portava una ventina di mille lire nel +grembiale. + +Dormiva poco, mangiava meno, scopava molto ed era tanto economa da +far dire che le mancava persino il cuore di mirarsi nello specchio per +paura di sciuparlo. Senza idee al di là della calza, un ghiaccio per +quello che di solito infiamma le donne — e infine religiosa. + +Questo non occorreva nemmen dirlo. + +Ebbene, un simile matrimonio passò venti anni sereni e tranquilli, +in cui se non si contribuì alla propagazione della specie, si misero +insieme onestamente altre centomila lire, cosicchè quando Minelli +prese la seconda moglie, era padrone di centoventimila lire, oltre +l’avviamento del negozio, che ogni anno prosperava sempre più. + +Sposare Maddalena, e mutarsi il vento e tutto andare a precipizio fu +una cosa sola. + + * * * + +Con quali idee era entrata Maddalena nel matrimonio? Con nessuna e +con tutte. Avrebbe veduto e, a seconda delle circostanze, si sarebbe +regolata. + +L’importante per lei era maritarsi.... per le ragioni che conosciamo. + +Il marito era ricce.... «Tanto meglio! — si disse — godremo la vita. +Ormai già non mi resta a far altro a questo mondo.» + +E si accinse a godere colla smania con cui vediamo sulla scena un +affamato gettarsi sur un pasticcio. + +Di simpatia, d’amore, di stima, di intime compiacenze della vita di +famiglia — non era a discorrersi neanche per baja. + +Se avesse potuto sposar Giulio quando la sua fede in sè e in lui era +intiera, l’amore le avrebbe dato quei principj, quelle convinzioni che +occorrono per una donna di famiglia — perchè una donna innamorata è +capace di tutto e, non persino, ma principalmente d’essere onesta. + +Ma l’amore essendole stato strappato dal seno, di sorpresa, con tanta +violenza, ella rimase come.... senza un viscere, eppur viva. + +Ella non fu più una donna. Coll’amore aveva perduto ogni senso morale, +ciò che si chiama cuore — e, quel ch’è peggio, senza alcuna speranza di +riacquistare nè l’uno nè l’altro. + +Dunque: marito ricco e godere. + +E per disgrazia, Minelli, invece di frenarla, si associò a lei a +lavorare per la comune rovina. Egli, che durante tutta la sua vita non +aveva dato prove che d’energia e di buon senso — trasportato dalla +sua folle passione, non diede, dopo le seconde nozze, che prove dì +debolezza e di stoltezza. + +Nonchè rifiutare.... offriva. — Anche le cose a cui Maddalena sarebbe +stata indifferente, quasi quasi venivano da lui imposte. + +«Oggi faremo» — «domani andremo» — «ecco cosa t’ho comperato....» e +così via. + +Non v’era da desiderare. Era già fatto. + +Niente di meglio per Maddalena. Abiti, giojelli a profusione, gite di +piacere, teatri, cene, pranzi, e tutto senza posa al punto che doveva +essere un faticare piuttosto che un godere. + +La casa, che durante il primo matrimonio era arredata con una +semplicità quasi campagnuola — vi si vedeva il puro indispensabile e +tutta roba di gusto più che tramontato — ora pareva un _bazar_. E il +cambiar il vecchio in nuovo aveva costato quindicimila lire. + +Il ragioniere del signor Minelli vedeva con spavento questo scialacquo +crescente, e arrischiava talora una timida osservazione.... Minelli +ascoltava, gonfiava le gote, poi si passava una mano sulla fronte.... +e le cose continuavano sempre sullo stesso piede — il che vuol dire +sempre in peggio, perchè le rendite non aumentavano e non si faceva che +consumar capitale. + +Il ragioniere, vedendo l’inutilità delle sue premure, tacque, +lusingandosi che, quando alla chiusura del bilancio sarebbe risultato +il guasto profondo fatto da tante follie nella situazione della casa, +il signor Minelli avrebbe fatto senno. + +Ma s’ingannò. Minelli vide, fu malcontento, disse che bisognava fare, +che bisognava dire, che sperava anni migliori pel seguito.... ma che +quanto alle spese di casa era difficile ridurle.... Però avrebbe fatto +il possibile. Si capisce subito che non fece niente. La solita storia. +Non v’è alcuno di quelli che si rovinano, che non lo sappiano di +rovinarsi, eppure nessuno sa fermarsi a tempo e salvarsi. In che cosa +mai sperano? + +Un fatto che avrebbe dovuto avere le più benefiche conseguenze per casa +Minelli, fu invece una cagione di nuove spese, e nulla più. Vogliamo +parlare del giorno in cui Maddalena mise alla luce una figlia. + +Allora si vide alcun che di stranissimo in quella casa. Si festeggiò +la nascita con un ricevimento, in cui, fra confetti e vini di lusso, si +consumò in poche ore un capitale, si fecero brindisi innumerevoli alla +neonata, alla puerpera, vi furono dei versi sulle gioje della famiglia, +vi furono complimenti, abbracciamenti e baciucchiamenti senza fine per +il papà, per l’avventurata mamma, che il cielo aveva benedetti subito +regolarmente.... e poi, buona notte! l’indomani si mise la bambina +sulle braccia della nutrice, che partì, e non si parlò più di figlia nè +di gioje della famiglia, come se nulla fosse nato....! + +Le varietà del genere _madre_ sono infinite. + +Accenneremo solo delle seguenti: + +Vi sono delle madri-nate che amerebbero i proprj figli anche se il +padre fosse la creatura più odiosa, anche se egli si fosse sottratto +colla fuga a qualsiasi responsabilità. — Vi sono delle donne che amano +i figli, perchè amano il marito — altre che si rassegnano a mantenerli, +perchè non si è potuto non averli e li educano perchè un giorno «ne +porteranno in casa» — altre infine che odiano la loro prole. Queste +ultime non sono donne, sono.... cimici. + +Maddalena fu estremamente seccata quando sentì d’essere madre. «Perchè +avere dei figli?» si diceva. Nelle disposizioni in cui aveva preso +marito, e tutta simulazione e affettazione nelle sue tenerezze per +quell’uomo, del quale una sola cosa le premeva — «che spendesse per +lei» — ella non vedeva a cosa potessero servire dei figli. + +L’istinto materno aveva forse esistito in lei, ma in tal caso era +stato ucciso in germe insieme all’amore per Giulio. Così ella era madre +come un bruto qualunque, anzi peggio, perchè aveva generato contro la +sua volontà. Questo non lo disse per convenienza, ma lo fece capire +quando dichiarò al marito che «non ne voleva più.» Ella voleva essere +libera. Ecco perchè, battezzata la figlia, la mandò alla campagna e ben +lontano. + +Il marito diceva qualche volta: «Andiamo a trovare la nostra Silvia» +— «Sì.... andremo», rispondeva Maddalena, ma non si andava mai. Non +è a credere però che proprio nessuno pensasse alla povera Silvia. Oh! +ci pensavano i Papetti, che di tanto in tanto montavano in diligenza +e facevano le loro brave quaranta miglia per andar ad abbracciare la +bambina.... + +Ritornavano poi a dire cose meravigliose della sua bellezza e del suo +spirito.... ma non sgelavano nulla. Padre e madre avevano ben altro a +fare, come stiamo per vedere. + + * * * + +Si può farne a meno dell’amore, nella vita, quando si hanno delle +ragioni per non volerne sapere, ma non si può trovare bella e neanche +sopportabile la propria casa se l’amore non vi regna. + +Maddalena s’annojò tanto della casa conjugale negli ultimi mesi della +gestazione, che si propose, non appena avesse riacquistata la primiera +libertà di movimenti, di stare in casa il meno possibile. + +E tenne, e la prima cosa che volle, tosto che potè uscire, fu non +pranzar più a domicilio. — Il marito sulle prime non ne voleva sapere, +poi cedette a malincuore, infine si abituò al nuovo genere di vita e fu +contento come di tutto il resto. + +Questa innovazione malaugurata ebbe le più funeste conseguenze. + +Primo, la casa da quel momento fu casa.... di nome. Non v’era attaccato +più niente. Casa volle dire solo: luogo dove si sta a dormire. + +Secondo, il marito, che già nei primi mesi della seconda unione aveva +perduto alquanto della sua diligenza e attività — quando si prese +l’abitudine di pranzar fuori, a poco a poco finì col trascurar del +tutto i suoi interessi, perchè da principio si stava all’osteria un +pajo d’ore, e poi si arrivò a passarvi tutta la sera e quindi anche +parte della notte. Si giunse al punto che il tempo bastava appena per +smaltire a letto e per riempirsi di nuovo. + +Un’abitudine poi ne genera delle altre, e, colle molte amicizie di +buontemponi che la vita all’osteria procurò a Minelli, egli prese +insensibilmente anche l’abitudine ai liquori e specialmente al +terribile _absinthe_. + +Dopo pochi mesi di tal disordinare, non si riconosceva più in Minelli +l’uomo una volta robusto e pieno di vitalità. Già era cominciata +quell’incuria di sè stesso così propria della gente dedita al bere. +La barba incolta e brizzolata, gli abiti sempre gualciti, scuciti, +unti....; non si vedeva mai quando eran nuovi. Gli occhi imbambolati, +la persona accasciata, incapace di celeri movimenti. Solo quando aveva +trangugiato una dozzina di bicchierini di quelle infernali bevande.... +aveva dei sussulti galvanici. Egli pareva rianimarsi allora, ma tosto +cascava addormentato col volto di tutti i colori. Risvegliatosi, +ricominciava per riaver qualche spirito.... e tosto ricadere. + +— Perchè bevi così, Minelli? — gli diceva alle volte qualche amico, +dolente di vederlo compiere un lento suicidio. + +— Bevo.... per mettermi in forza.... e per dimenticare. + +— Che cosa dimenticare? i tuoi affari vanno a gonfie vele, tua moglie +ti vuol bene. + +— Sì, è vero, ma ho bisogno di dimenticare.... capisci....? Bisogna +essere qui.... qui nel cuore! — + +Nessuno ci capiva nulla, per cui si cominciò a dire che il povero +Minelli andava impazzando. + +Che cosa mai aveva bisogno di dimenticare? + +Eh! aveva bisogno di dimenticare la sua miseria fisica e morale, non +voleva vedere il dissesto de’ suoi affari, non voleva vedere la sua +imbecillità. + +Egli voleva vedere una cosa sola.... sua moglie.... e sempre più +cresceva la sua passione per lei, perchè ella diveniva sempre più +magnifica. La vita dell’osteria le si confaceva! + +La chiamavan già la «Minella dalle belle spalle.» + +Aveva il volto freschissimo della prima gioventù e l’opulenza di +forme dei trent’anni. Era una di quelle bellezze che quando passano vi +strappano una bestemmia. + +E Maddalena, colla sua influenza, avrebbe potuto salvare Minelli. +Perchè non lo fece? + +Un giorno il padre e la madre le dissero: + +— Guarda che tuo marito beve troppo.... lo dicono tutti. + +— È un’esagerazione.... — rispose. + +— Guarda che gli farà male.... + +— Ma che! + +— Ma sì, quando si bevono tanti liquori, si muore abbruciati.... Bel +gusto sarebbe per te restar vedova così giovine. — + +A queste parole ella ebbe un sorriso sinistro.... e scrollò le spalle. + +Nero abisso in cui non vogliamo nemmeno lasciar cadere uno sguardo. + + * * * + +Intanto il tarlo continuava il suo lavoro nella fortuna del merciajo. + +La voce della sua negligenza, del suo dilapidare s’era sparsa — e, +nonostante gli sforzi del suo ragioniere, l’avviamento della sua +bottega ne soffriva. Tutti prima erano abituati a vedere il Minelli, +ed ora il Minelli non c’era mai o quasi — e quando c’era, pareva +stupido. Gli avventori si stancavano. Ad aggravare il male, s’aggiunse +una nuova piaga.... i giovani di negozio cominciarono a fare quel tal +mestiere.... cosicchè spesso avveniva che certi _articoli_, i quali non +erano mai stati venduti, non si trovassero più. Perchè? Ma come? Chi +è stato? Il ragioniere sbuffava, sgridava.... ma l’occhio e il braccio +del padrone mancavano e non c’era rimedio possibile. + + * * * + +E che faceva Maddalena? + +Un primo amore da ridere aveva fatto di lei una moglie, e quindi una +madre per ridere. Che le restava a fare? — Ridere. — Qual miglior modo +di divertirsi, che studiare quel mondo per lei affatto nuovo in cui +s’era trovata sbalestrata, quasi d’improvviso? + +Quanto gliene aveva detto Severina era poco in confronto della vasta +scienza, e l’aveva messa in viva curiosità di imparare il resto. +D’altronde, avesse anche Severina potuto dirle tutto, altro è viaggiare +sui volumi dei viaggiatori, e altro è viaggiare colle proprie gambe.... +toccare e vedere. + +In poco tempo ne toccò e ne vide tante che il suo cervello ne fu +profondamente guasto. Vi sono degli individui che passano in mezzo a +tutte le immondezze e ai delitti senza soffrirne altro che un po’ di +noja alla vista e all’olfatto — vi son altri invece cui l’immondezza +e il delitto seducono, e non hanno ancor finito di vedere che già +sono immondezza essi medesimi o rei. — Altri infine si divertono e +imparano.... pel momento.... salvo poi il far più o meno loro pro di +quanto hanno appreso — a norma delle circostanze. + +Maddalena era di questi ultimi. + +Vedere, pigliar un gusto matto a studiare, a scoprire — e tener a mente. + +E davvero aveva ragione di pigliarsi gusto. Nella sua posizione e colle +numerose amicizie d’ambo i sessi, di cui il matrimonio e la vita nuova +l’avevano circondata, ella poteva veder chiaro in tutto questo amalgama +stranissimo che si chiama «Società,» niuna classe esclusa. + +L’osteria è una specie di lavatojo, in cui si mettono in evidenza tutte +le macchie della città e della provincia. + +Non si smacchia mai nulla, è vero — ma in compenso, si scopron delle +macchie anche dove non ve ne sono. + +Minelli aveva cominciato dall’esser solo colla moglie all’osteria, +poi vi si era aggiunto qualche amico, poi gli amici degli amici, in +modo che in poche settimane la sala o il _berceau_, sotto il quale, a +seconda del tempo, si pranzava, bastava appena per «Minelli e compagnia +bella.» + +Fino alla frutta, di solito, tanto più se v’era qualche faccia nuova, +si conservava la bussola, si discorreva di cose di famiglia, di affari, +di politica, specialmente estera, perchè più facile, ecc., ecc., — poi, +a poco a poco, colle libazioni, il termometro saliva e veniva il resto, +il vero condimento del pranzo, la più gradita droga, il coronamento +dell’edificio, venivano cioè i discorsi lubrici. + +Si cominciava dai doppj sensi, poi si passava ai sensi semplicissimi, +e quindi si mettevano sul tappeto la vita materiale conjugale e le +questioni analoghe in tutta la loro crudezza. + +L’imprudenza dell’uno provocava l’accusa o le giustificazioni +dell’altro. Si udivano certi rimproveri che avrebbero fatto +arrossire.... un frate.... forse.... Si davano dei consigli che +avrebbero ispirato ad un legislatore, delle aggiunte al codice penale. +Si facevano dei paralleli.... a cui la storia era affatto estranea, ma +che commovevano — v’erano delle liriche ad un dio che nell’antichità si +vedeva da per tutto, e che ora si tien celato per render più saporito +il suo regno.... perchè egli impera sempre.... Oh! sì — v’era..... +v’era insomma la morale come veramente la intende il mondo. + +Un marito, mostrando sua moglie, diceva: Ecco il mio _sacramento_ — +una moglie, parlando del marito assente, diceva: Oggi non c’è il mio +_matri_...., cercate fra i _moccoli_ la finale.... quanto a noi non la +scriviamo. L’amor conjugale si assicurava non esser possibile perchè +_è sempre quella minestra_. I figli, un imbarazzo che fanno diventar +brutta la donna e tolgono gli agi alla casa, anzi, precisamente che +impediscono di berne un bicchier di più. + +Le mogli devono essere tanti mobili. I mariti sono copertoni, +ecc. Poi venivano le storielle dei barcajuoli, dei curati, dei +frati, delle monache, e si discorreva dei _porti di mare_ e delle +_famiglie-alberghi_, dove non si arriva mai tardi e si alloggia sempre +bene. Il tutto accompagnato da commenti, discussioni, miglioramenti di +testo.... + +V’erano dei momenti in cui si credeva di essere proprio.... in questo +mondo. + +E la società non era cattiva, vedete. + +Era quella che si trova.... da per tutto. + +V’era Minelli, dunque, e altri merciaj. V’eran dei commissionarj, v’era +un parrucchiere _de la haute_, come diceva lui — un calzolajo del gran +_chic_.... per sua sventura, assicurava — un sarto molto ganimede +e ballante a cinquant’anni — v’eran degli impiegati senz’ordine e +con meno concetto, ecc., ecc., e v’erano, s’intende, le rispettive +consorti. + +Nei giorni festivi, poi, la società era numerosissima. Venivan parenti +ed altri amici, fra i quali delle vecchie zitelle che non capivan mai +niente, e parlavan del loro gatto — delle vecchie vedove, e anche delle +maritate, che si facevan capire senza fatica — dei fanciulli d’ambo +i sessi, delle ragazze sboccianti, e delle ragazze già sbocciate alla +ricerca.... delle api. + +V’eran dei giovani di primo, secondo e terzo pelo, che cercavano e +trovavano anche dei sollievi alle pene d’ogni età. + +Prudenza non ve n’era mai troppa, ma quando i bambini morti di sonno +s’abbandonavano sulla tavola, e le sboccianti insieme a piccoli +tulipani di dodici, tredici anni vagavano fra le ombre a coglier +lucciole, e le sbocciate romanticamente passeggiavano in un vialetto +dove trovavan sempre qualche furtiva stretta.... di mano — allora nel +grosso della compagnia composta di gente spregiudicata, o, come dicasi, +«di mondo....» si alzava la gran cateratta e si dava la fuga alle +acque.... Ah! ah! che orgia spirituale! + +Quanti argomenti saltavano in scena che di solito sono roba da medici +e da confessori! — quante confidenze in un orecchio.... che tutti +udivano! — quante proposte a bruciapelo accolte con schiaffi.... +corretti da sorrisi. — E le vecchie e grasse comari, crivelli disusati, +avvinazzate, colle labbra grosse e nere pel bere, le guance pavonazze, +come se la godevano, come si scompisciavano dalle risa, asciugandosi +poi le lagrime della consolazione! Quanti altarini non si scoprivano! +— E il marito della tale era innamorato della fantesca, alla quale +portava il caffè la mattina, mentre era ancora a letto. — E la moglie +del tale aveva.... non occorre dir cosa.... — E il lusso di questa +costava tanto e tanto. — E quella buona massaja che aveva fatto la +fortuna di suo marito.... colla sola e dolce fatica di qualche sospiro! +— E quei due marito e moglie, che erano sempre in tre, al teatro, al +caffè, all’albergo.... a spese non del marito! — E quella bella signora +che si vedeva sempre così e colà, e che facendosi condurre al caffè dal +suo favorito, per non farlo sfigurare al momento di pagare, gli faceva +passare di sotto il tavolino il suo portamonete! — Un mercante diceva +delle raccomandazioni di certe signore, le quali non vogliono che il +marito veda tutto il conto: «Soltanto questo e questo e questo, gli +faccia vedere.... il resto lo pagherò poi io!! — Ih! ih! ih! faceva il +coro. — + +Ma e la bella moglie di quel tal impiegato che lasciava i suoi ritratti +presso varie _buone conoscenze_, le quali, si incaricavano di far +nascere la ricerca dell’originale! — E non è la sola!.... gridava +taluno — io ho visto degli _album_! — Oh! bello! Oh! bello! — rigridava +il coro. + +E naturalmente v’era gran varietà di soggetti. Non si limitavano alle +cose.... allegre. V’erano anche le tristi. Si parlava degli odj di +questa e di quella famiglia — del tal tentativo d’avvelenamento — di +certe enormezze incomprensibili — di usure inaudite — di ruberie a man +salva — di crudeltà consumate fra le mure domestiche — di infamie senza +nome — di mariti che trascurano e peggio moglie e figli, e si fanno +rovinare di borsa e di salute fuori di casa — di mogli che.... fanno +altrettanto.... + +Ma alfine bisognava pur muoversi e andarsene a casa. Bello spettacolo +quella marcia notturna! Pareva la ritirata da Mosca. Andavano a due, a +tre, a quattro, a uno.... Chi barcollava, chi s’appoggiava al muro, chi +correva, chi cantava.... tutto. — Chi urlava, chi bestemmiava.... Or +non si trovava più questo.... or non si vedeva più quella. Le ragazze +erano sempre davanti, molto davanti.... e mezzo stordite da un po’ di +vino e dalla veglia ascoltavan commosse le prime dolcezze e facevano +imprudentemente le prime concessioni. + +Qualche moglie aveva suo marito indietro.... e intanto difendevasi +da qualche conquistatore.... ma difendevasi male.... e qualche volta, +nell’addio, v’era anche una non sempre tacita promessa. + +Passando vicino a qualche coppia si udivano dei rimproveri.... e +guardandoli in faccia non si poteva dire avessero delle ragioni legali +per farsene. + +Intanto la sparpagliata comitiva andava.... andava. + +Chi entrava di qua, chi prendeva di là.... finchè restavano soli tre o +quattro molto cotti... che noi non seguiremo certo. + +E le cose finivano forse là? + +L’indomani cominciava la cronaca della notte. Un marito aveva battuto +la moglie — una moglie aveva battuto il marito — un marito aveva +costretta la moglie a fare, in camicia, il maneggio del fucile — un +fanciullo s’era rotto la testa — un giovinetto aveva sbagliato di piano +— .... un altro, di uscio, in casa propria — i tali erano così poco +ubbriachi che, dopo molte vicende notturne, ora erano tutti a letto +ammalati.... + +A lungo andare, in una compagnia come quella, raccogliticcia, senza +scelta, messa insieme proprio a casaccio, non potevan non nascere +intrighi, imbrogli d’ogni genere e se di quel che avvenne non si può +parlare per non mormorare del prossimo, si può dire però che vi furono +scene di gelosia — che vi furono ire di genitori.... Mariti e parenti +ingenui, i quali lasciavan ber smoderatamente mogli e fanciulle.... +come se il vino potesse produrre nella donna effetti differenti da +quelli che produce nell’uomo! + +Il solo che non diceva mai niente nè di nè a sua moglie era il buon +Minelli, il quale anzi la incoraggiava a bere, perchè quando ella aveva +il viso acceso e gli occhi, grazie a Bacco, più brillanti — gli occhi +di lui del pari alterati dal vino la trovavano ancor più affascinante. + +Forse Minelli avrebbe rinunciato a compiacenze di tal genere, se il +liquido avesse fatto commettere delle sciocchezze a Maddalena, ma ella +era sempre la «tosa di bronzo» — non obbediva al vino, lo dominava. +Tanto è vero che in sei mesi, neppure la più piccola imprudenza si +poteva rimproverarle. + +Ella si teneva sempre vicina al marito, sorrideva e rideva alle +licenze poetiche di tutti.... ma anche sollecitata non apportava il +suo contingente. Non era in pubblico ch’ella amava prodursi. Oh! nella +conversazione intima con qualche amica, era un altro pajo di maniche. + +Allora ella diceva delle cose gustosissime. + +Ma all’osteria, fra i fumi del vino e dello zigaro, quando si era +perduta ogni misura, esporsi come gli altri le pareva triviale. +L’immoralità le piaceva, ma piccante, di buon gusto, fina insomma. +L’allieva di Severina non poteva essere che così. + +Avvicinandosi l’inverno, Maddalena pensava seriamente a quello che +farebbe in carnevale. Nel carnevale precedente non aveva potuto +ballare, a motivo della gravidanza — ma si ricordava d’aver giurato +allora a sè stessa di compensarsene ad usura nel prossimo inverno. Però +il mendicare inviti o il ballare nei teatri non le garbava punto. + +Una cosa che le avrebbe molto piaciuto sarebbe stato il dar delle feste +in casa sua — ma l’angustia relativa dell’appartamento non permetteva +di pensarvi. Ed ella voleva divertirsi, ballare, e godere uno splendido +carnevale, senza noje, proprio colla perfetta libertà di cui avrebbe +fruito in casa. Come fare? — Subito fatto. + +Una sera Minelli — suggeritrice la moglie — disse che la compagnia era +tanto buona che sarebbe stato un vero peccato il lasciarla disperdersi +nell’inverno. + +Gli pareva che, essendo tanto numerosa, si potesse benissimo costituire +in Società per dare delle feste da ballo a sè stessa dal primo dicembre +alla fine del carnevale. + +Maddalena aveva pensato e suggerito bene. Il progetto di Minelli fu +ricevuto con acclamazioni generali. + +Otto giorni dopo la Società era costituita e lo statuto, steso da +un socio pratico di simili faccende, approvato e firmato. Minelli fu +eletto, per riconoscenza, presidente; la Società, in omaggio al gentil +sesso, fu denominata: _Delle belle donne_, e il primo dicembre si +apersero le sale, con tripudio generale. + + + + +Si ballava tre volte la settimana alla _Società delle belle donne_. Il +martedì e il giovedì, la veglia non si protraeva però oltre il tocco. +Il sabato solo, la festa durava fino all’alba vegnente. + +Maddalena nelle prime feste si abbandonò con tutta la foga della sua +gioventù e robustezza in preda alla molteplice voluttà di turbinare +fra due braccia d’uomo a suon d’orchestra. Nuova voluttà per lei, +chè da quando aveva lasciato la scuola non aveva più mosso piede. +Era instancabile e stancava tutti. Eppure non era più pesante di una +piuma.... quando danzava. + +Ma in capo a qualche settimana parve annoiarsi di quel trottolare. Non +aveva affatto estinto quella smania nel sangue di un moto continuo +e vertiginoso, ma siccome, man mano la stagione inoltrava, le feste +si facevan sempre più affollate, si finiva a ballare tutt’al più due +minuti ogni mezz’ora e a passar il resto in processione attraverso le +sale, sospirando, talora invano, altri due minuti — il che per lei era +ultra nojoso. Non avendo delle ragioni particolari per ballare ad ogni +costo, preferiva ritirarsi, con qualche amica, nel salotto giallo, +riservato appunto alla conversazione delle signore, e che Maddalena +chiamava la sua oasi. Infatti, essendo l’ultima delle sale sociali +ed avendo l’ingresso difeso da una spessa portiera, vi si godeva una +frescura, una quiete, un silenzio ch’erano un vero ristoro per chi +veniva dalle torride sale in cui ferveva la danza. + +Là su quelle poltroncine presso quel tenue fuoco che scoppiettava +nel caminetto, coll’accompagnamento della sordina del gas, nasceva +spontanea la conversazione e si sentiva il bisogno delle confidenze. + +Ma è difficile che alle signore, tanto più se belle, venga fatto di +restar sole.... Oltrechè la donna ha.... non sappiamo cos’ha.... ma +qualche cosa ha certo che attira l’uomo sulle sue orme, quel ritrarsi +così in disparte non poteva non destare sospetti e curiosità nei +signori uomini, che invasero ben presto il salotto giallo. Sulle +prime quelle signore n’ebbero stizza, ma dopo ci pigliarono diletto. +La conversazione di molte gentili persone dei due sessi, che avevano +a pensar solo a darsi buon tempo, se non era più intima, diveniva +certamente più animata ed arguta. + +Nel salotto giallo si formavano dei gruppi e si scherzava amabilmente. +V’era un gruppo però che la vinceva sugli altri per numero e brio — +quello della presidentessa. Ella aveva saputo attorniarsi delle donne +più sapienti e degli uomini più scettici e più caustici. + +All’intorno, come spettatori, v’era una schiera di giovinetti del +primo corso di galanteria, i quali non dicevano niente per rispetto +ai maestri, e che, con quei loro colli torti per l’attenzione e lo +stupore, e con quei visi imberbi senz’altra espressione fuor quella +delle cravattine bianche, facevan l’effetto delle foglie incurate che +circondano un mazzo di fiori. + +Quanti frizzi! quanti razzi! quante scoperte filosofiche e anche +geografiche! + +Ma ad alta voce si diceva quel che si può dire in una festa da ballo ad +alta voce. Quel che si usa dire a bassa voce non lo si diceva che dopo +cena, il sabato, fra quei quattro o cinque signori e signore dei più +matricolati.... nessun marito presente. Allora si diceva l’indicibile +con una grazia, un sapore, un buon gusto, che avrebbero deliziato +Fiammetta.... Quello era il campo d’azione di Maddalena.... ma noi non +possiamo, sgraziatamente, entrar in particolari, perchè erano tutta +gente discreta e non divulgavan nulla, nemmeno una parola! + + * * * + +Si dice: _per ballare_, ma realmente le Società che si costituiscono +per ballare, si costituiscono _per amare_. + +Non sofistichiamo sulla parola, che è molto elastica, e può significare +tutto quello che si vuole, e conveniamo che non può essere che +così. Come, infatti, supporre che gente bella, giovane, ardente, di +vario sesso, se ne stia insieme di frequente, per molte ore, volando +abbracciata, mangiando, bevendo, ridendo, discorrendo, in un’atmosfera +torrida, profumata.... godendo di tutte le voluttà dei cinque sensi, +— senza che l’anima prenda un po’ parte alle ebbrezze del corpo? Ora, +quando l’anima, ossia questo complesso di fantasia e di cuore, viene +riscaldata dalle fiammelle che si svolgono dagli spiriti accesi della +materia.... la prima cosa che fa: è _amare_. Preghiamo nuovamente di +non sofisticare. + +Noi abbiamo tanto buona opinione della umanità, da assicurare che +riunendo a caso uomini e donne che non si sono mai veduti, e facendoli +mangiare, bere e ballare, dopo un’ora — qualche coppia anche più presto +— parleranno d’amore, e quindi.... Dunque è naturale che lo stesso +avvenisse nella _Società delle belle donne_ e con minore difficoltà, +perchè, meno un certo numero di socj nuovi, tutti i membri si +conoscevano, come sappiamo, da tempo — e perchè, qualche vincolo più o +meno poetico già esisteva o era desiato. + +Il romanzo di alcune giovinette continuò colla speranza del _buon_ +scioglimento, ossia conclusione — cominciò quello di altre — alcune +signore ancor oscillanti si decisero — altre che s’erano già decise +prima, mutarono avviso — questo non vuol dir che si pentirono! — altre, +invece, replicando una volta ancora la prova del fuoco, ne uscirono +illese, colla coscienza tranquilla, ma sospirose. Quanto a Maddalena, +lo si sapeva che non era una donna facile, ma non si credeva poi +che fosse una virtù di ferro, come mostrò di essere in mezzo a tante +seduzioni. I giovani più abili e fortunati in fatto di galanteria, +tentarono l’assalto.... e furono tutti sconfitti da’ suoi sorrisi +beffardi. + +Nè le adulazioni, nè i sospiri, nè le offerte.... di un’anima! ecc...., +nulla le fece impressione. Tanti bellissimi giovani.... e nessuno fu +tanto avventurato da farle ripetere quelle famose parole: «Eccolo.... è +lui!» + +Tale inqualificabile indifferenza sorprendeva i respinti, i quali, +pratici nel fare i conti sulle esigenze del sangue delle donne e sulle +solvibilità dei mariti, trovavano che ella avrebbe dovuto essere molto +esigente, perchè v’era poca solvibilità — ma era forza accontentarsi di +sorprendersi. + +Se però Maddalena si mostrava indifferente per tutti i suddetti, non +mancava di divertirsi a suo modo. Il suo modo era quello di farsi +fare la corte dai giovinetti.... Ella godeva mezzo mondo vedendo i +loro ansiosi sguardi frugarla da per tutto, godeva destando sfrenati +desiderj, ch’ella incoraggiava con occhiate magnetiche e con parole +equivoche.... per poi.... udita una timida dichiarazione, liberarsi +con uno scoppio di riso.... o con un consiglio materno, che li faceva +diventar rossi rossi, sudare, fuggire. + +Ma nessuno sapeva nulla di nessuno, perchè nessuno aveva.... alcun che +di buono a dire — e così Maddalena, alla sua età, passava per una donna +superiore, e Minelli pel marito più invidiabile. + +Ed ella stessa si credeva invulnerabile, perchè insensibile, ed era +certa di poter continuare sempre a burlarsi degli uomini e a ridere +delle debolezze delle donne. + +Ma invulnerabile ed insensibile non voglion dire inaccessibile! + +Maddalena faceva i conti senza l’imprevedibile e specialmente senza sè +stessa. + +Questo parrà strano, ma se fosse così, lo si vedrà. + + * * * + +Una sera, dopo i primi valzer, in quel momento di confusione che nasce +in una sala da ballo allo svanir dell’ultima battuta, Maddalena sentì +toccarsi il braccio. Era un’amica che, con una delle solite smorfie: + +— _Chérie_ — le disse — c’è qui il signor Soranzi, che desidera tanto +l’onore di conoscerti. + +— Oh! l’onore è mio.... — rispose con accento di sorpresa +Maddalena, rivolgendosi e squadrando il giovine che s’inchinava +muto e arrossente.... Quando egli rilevò la fronte, e i loro occhi +s’incontrarono, un sorriso benevolo, quale di rado ella ne aveva per +gli uomini, le spuntò, e naturale, quasi affettuosa, continuò: + +— Non siamo conoscenze nuove.... mi pare. + +— Allora io sono perfettamente inutile qui — disse l’amica, ridendo — +ma.... mi raccomando! — e senz’attender altro li lasciò. + +— Perchè vi siete fatto presentare....? — fe’ Maddalena, posando la +mano sul di lui braccio e segnandogli con un gesto grazioso la via da +tenersi. + +— Era incerto sull’accoglienza che avreste potuto farmi. + +— Che cosa temevate.... da una povera donna? + +— Temeva che, a motivo di un certo incidente della mia vita.... mi +aveste mal giudicato e quindi tenuto il broncio. + +— Oh!.... che idea! + +— Se vi foste ritenuta offesa, però, n’avreste avuto tutte le +ragioni.... benchè io possa pienamente giustificarmi. + +— Perchè doveva offendermi? + +— Ma.... scusate — fece Oreste con sorriso stentato — quale effetto +produsse in voi....? + +— Nessuno.... Cosa volevate mai che sentissi? Mi arriva una lettera +inattesa.... in cui un signore, che, sotto tutti i rapporti, io era ben +lontana dall’imaginare potesse occuparsi di me, mi dice che.... + +— Che vi ama! + +— Sì.... al tempo imperfetto.... adesso è imperfetto.... già! Sss.... +ora parlo io.... Ecco la mia oasi, sediamo qui, se non vi spiace. Ma +forse voi avete degli _impegni_, chi sa quante signore vi aspettano con +impazienza.... + +— Nessuna m’aspetta, perchè io sono venuto solo per voi.... + +— Ah! ah! ah! + +— Non credete? + +— Credo.... credo.... Torniamo al nostro discorso.... Che vi diceva? +ah! dunque.... ricevo una lettera inattesa....; mio padre la prende e +va per sapere se quello che c’è scritto sta bene — gli rispondono che +sta male.... Cosa volete mai che pensi io?.... penso che chi ha scritto +è stato un po’.... troppo giovine.... e buona notte! Tutto è avvenuto +così telegraficamente che non ha lasciato traccia.... Davvero, m’è +parso un gioco di prestigio. Eccolo qua.... marcia, sparisci.... non +c’è più! ah! ah! + +— Nemmeno una punta di rammarico....? + +— Ora non posso dirvi nè sì nè no. Se vi dico che la punta c’era.... +faccio torto a mio marito.... se vi dico che non c’era.... vi +dispiace.... vedete quindi.... — + +Il giovine stette qualche momento sopra pensiero e mesto, poi mormorò: + +— Pensare che per pochi mesi soltanto vi ho perduta per sempre! + +— Non capisco.... ma forse è meglio.... e a che gioverebbe poi +capire?.... Ritorniamo in sala? + +— No, lasciatemi dirvi solo questo..... Ho bisogno d’essere +perfettamente giustificato ai vostri occhi..... Via, siate buona, +vi chiedo così poco! — Quando io vi scrissi quella lettera.... +credetelo.... io vi amava perdutamente.... È inutile che io vi +riferisca la scena violenta che ebbi con mio padre... potete +imaginarvela... Dovetti cedere! E come non cedere, quando egli minacciò +di rinnegarmi piuttosto che riconoscervi per mia moglie? + +— Ah! è lusinghiero per me! — disse gajamente Maddalena. + +— Non dovete offendervene.... ogni padre ha le sue idee fisse e non +crede alla bontà delle idee dei figli, i quali, secondo i genitori, +mancano sempre d’esperienza quando vogliono agire per impulso di cuore. +— Il suo rifiuto, del resto, non implicava una opinione sfavorevole a +vostro riguardo. + +— Voglio ben crederlo. + +— Ah! sì, credetelo.... tanto è vero.... ma questo ve lo dirò dopo. +— M’era proibito di allontanarmi dall’università.... ero angustiato +dagli studj.... non potei fare alcun passo verso di voi. D’altronde, +dopo quel colpo di testa che doveva parervi ben ridicolo, come avere il +coraggio di farsi vedere? — Erano scorsi pochi giorni, quando mio padre +mi diede la notizia del vostro prossimo matrimonio.... Non vi dico che +ho pianto.... perchè ridereste.... — + +La voce d’Oreste, già tremolante, si spense, ed egli chinò il capo +vergognando della sua debolezza. Il suo racconto era stato detto con +un accento così ingenuo e sincero, che Maddalena quasi per sorpresa +ne era stata interessata, e quando lo vide come avvilito, gli disse +cordialmente, per toglierlo d’imbarazzo: + +— E come mai non vi ho più veduto in tutto questo tempo? + +— Se non aveste preso marito, io, finiti gli studj, avrei fatto tutti +gli sforzi per piegare la volontà di mio padre. E vi sarei riuscito. +Avevo il mio progetto e buono! Anche un figlio può minacciare.... basta +la minaccia di perdersi! Ma quando seppi che vi maritavate... ricevetti +tal colpo che durai fatica a rimettermi un po’ d’ordine nel cervello. +Senza l’incubo dell’ultima prova all’università.... che per me voleva +dire onore o ridicolo eterno.... non so che avrei fatto! Potete pensare +se, finiti gli studj, pensassi pure a toccare questa città.... Viaggiai +qualche mese. Quindi, allorchè bisognò pensare al ritorno, tremando +all’idea di rivedervi dalle mie finestre, felice con un altro, e di +essere un oggetto di derisione per voi.... + +— Via.... + +— Scrissi a mio padre che desideravo si traslocasse.... + +— Ah! ecco il perchè.... + +— Sì.... abbiamo una casa presso la stazione, siamo andati ad abitar +là. Ma allora, quando tornai, sentii subito che non bastava.... era +ancor troppo vicino a voi.... e dissi che voleva passar l’inverno in +campagna. I miei genitori mi seguirono.... essi comprendevano molto +bene lo stato dell’animo mio. Dopo l’inverno, venne la primavera.... +seguì l’estate.... e nessuno pensava a ritornare, quando una sventura +ci obbligò a lasciar la campagna. Mio padre, che soffriva, già da +qualche anno, d’oftalmia, per un aggravamento improvviso, correva +pericolo di restar cieco.... Si tornò quindi in città per aver a nostra +disposizione i migliori professori.... Ma tutte le cure possibili +giovarono a nulla.... + +— Cieco? + +— Non precisamente, ma la sua vista è affievolita in modo che non può +occuparsi di niente. Ora, tutti gli interessi di casa sono affidati +a me. Quel che volevo dirvi poc’anzi è questo: Ora che mio padre è +ridotto in così triste stato.... è un altro uomo. Mentre, prima, mi +ha sempre distolto da ogni idea conjugale, ora egli vorrebbe che io +prendessi moglie, perchè sente che il chiasso e le carezze dei bambini +sarebbero per lui un immenso conforto. Non è egli vero che se voi oggi +foste ancora libera, io potrei farvi mia ed appagare il vivo desiderio +di mio padre? + +— Ma egli m’ha rifiutata una volta per ragioni d’interesse.... e mi +rifiuterebbe ancora. + +— Non v’ho detto ch’è un altro uomo adesso? Basti dirvi che un giorno +in cui mi pregava appunto di prender moglie, avendogli io risposto: — +Perchè non me l’hai lasciata prendere allora.... Saremmo tutti felici! +— Ma! sospirò.... allora non prevedeva.... e poi era così persuaso che +il tuo amore fosse un puro capriccio giovanile, che ho voluto salvarti +da un tardo pentimento. — E se adesso potessi ancora sposarla? — È un +discorso inutile questo.... ma se tu trovi una brava ragazza.... sia +anche senza un soldo.... purchè piaccia a te, sposala! — Non vi pare, +Maddalena, che questo sia parlar chiaro? + +— Sì — fe’ Maddalena ridendo — ma, come dice vostro padre, adesso sono +discorsi inutili. — Ora ditemi un po’, come mai vi trovate su questa +festa? + +— Il marito della signora che mi ha presentato è mio amico. L’altra +sera discorrendosi, al caffè, del carnevale, mi ha invitato ad +_onorare_ queste feste!.... — Ci sono belle donne?.... ho domandato +ridendo. — Diavolo, è la _Società delle belle donne_! Abbiamo.... mia +moglie.... abbiamo la signora Minelli.... — Non bastava sapere che +v’eravate voi....? + +— Non era una ragione. + +— Ma diventò una ragione quando mi disse che dopo il vostro +matrimonio eravate divenuta ancor più bella. Siccome questo mi pareva +impossibile.... ho voluto accertarmene. + +— Ah! ah! non vi domando se è vero. + +— Perchè lo sapete.... Sentite, Maddalena! + +— Sss! — ecco mio marito. — Paolo.... — continuò rivolta a lui che +entrava, facendogli cenno d’avvicinarsi. + +Minelli andò a lei lentamente.... e Oreste lo guardava con dolorosa +sorpresa — non lo raffigurava più. + +Le lunghe, troppo frequenti veglie e i nuovi disordini del carnevale +avevano dato un forte crollo al disgraziato. Sembrava un cencio. Curvo, +cascante, la faccia angolosa, la pelle giallastra con certi tocchi +verdi che dovevan far fremere una donna. Le orecchie senza sangue, +parevano essere state staccate e poscia male appiccicate. + +Era cosa miseranda veder quell’ombra d’uomo, balbuziente, coll’aria +imbecillita, venir offrirsi al confronto, colla balda e aitante +consorte. + +— Ho il piacere di presentarti il signor Oreste Soranzi.... — fe’ +Maddalena. + +— Ah! piacere.... — biascicò Paolo, con un inchino sur un fianco. + +— Lo conoscerai.... È il padrone della casa in cui ha sempre abitato la +mia famiglia.... + +— Ah! vedo.... infatti, adesso mi ricordo. Ma.... è un pezzo che non lo +vedo.... Oh! se è un pezzo.... Sicuro.... ma che bel giovinotto s’è.... +s’è fatto. + +— Mi diceva che il suo povero papà ha quasi perduta la vista. + +— Ohi mi rincresce.... proprio. Che lo saluti tanto il papà.... e +anche la mamma.... Oh! venivano sempre in negozio.... E si balla.... si +balla? Bravo.... Bravo.... a ben ri.... rivederla. — E cacciatasi una +mano in una tasca delle falde.... lentamente s’allontanò. + +Quando Minelli fu uscito, Oreste guardò fisso, con intenzione, +Maddalena, la quale sorrise. + +— Ho paura che.... — cominciò egli, ma fermandosi tosto già pentito. + +— Di che cosa? + +— Ve lo dirò un giorno.... se ve lo dirò....; ora è troppo presto. + +— Va bene.... sentiremo anche questa.... + +— Signora Minelli — entrò a dire una voce da basso profondo — vuol +favorirmi per la quadriglia....? è promessa, se se ne ricorda.... + +— Scusi, signor Soranzi, la quadriglia mi chiama.... Eccomi, signor +Tabarini.... — + + * * * + +Quella sera — martedì — la festa fu breve, e Soranzi non potè dir altro +a Maddalena. Contro il solito, essa ballò sempre. + + * * * + + _Pensieri notturni di Maddalena + dopo quel primo incontro._ + +Cosa voleva dire Soranzi colle parole: «Ho paura che....?» Che non +mi crede felice o che presto dovrò restar vedova? Forse una cosa e +l’altra.... Sarebbe un secondo marito conveniente Soranzi.... Ma lo +sposerei io? — È ricco, ha modi da gentiluomo, è simpatico, n’ho sempre +sentito dire un gran bene fin dall’infanzia.... ma non mi seduce.... +Diciamo però la verità.... chi mai potrebbe adesso farmi perdere il +cervello....? Se Giulio fosse stato Soranzi o se Soranzi fosse Giulio, +quale felicità.... Maledetto Giulio.... + + * * * + + _Pensieri come sopra di Soranzi._ + +Un pensiero solo espresso da una parola sola ripetuta e vegliando e +dormendo male: _Maddalena!_ + + * * * + +Soranzi non mancava mai ai festini della Società, e tutti dovettero +accorgersi che egli vi veniva per l’unico scopo di trovarsi con +Maddalena. + +I giovinotti e i giovinetti noncurati, allora cominciarono a guardar +in cagnesco quel signore che non conoscevano, il quale aveva avuto +semplicemente a mostrarsi per assorbire tutta l’attenzione di Maddalena +e — quel che era orribile a pensarci — fors’anche le di lei simpatie +— perchè le loro sedute a due erano d’una frequenza e d’una lunghezza +tali da permettere di sospettarlo. — Dunque egli aveva dello spirito? +— Però, pensavano che le cose non potevano essere _serie_.... perchè +nessun atto, nessun detto meno che conveniente non era mai stato +notato, neanche dai più indiscreti. — E tuttavia che si dicevano di +così interessante da poter trovar piacere a star insieme tanto a lungo? +— E quel Minelli che non ci trovava niente di male! + +Maddalena, non solo non si curava di quello che si diceva e che non +ignorava, perchè o la gelosia dell’uno o la malignità dell’altro glielo +avevan lasciato capire — ma pareva facesse a bella posta di tutto per +inasprire peggio e gelosi e maligni. + +Tuttavia Soranzi non progrediva di un punto nella conquista di +Maddalena. Ella lo lasciava discorrere di tutto, anche dell’amore in +generale, ma quando egli toccava quel tal tasto.... ella faceva deviare +il discorso. S’egli insisteva, ella scherzava — e una volta ch’ella +volle lasciarsi costringere ad udire una dichiarazione formale, rispose +seriamente una parola sola e glaciale: — Impossibile! + +— Ebbene! — fe’ egli esasperato. — Sia pure impossibile...! Io vi amerò +egualmente, perchè non posso vivere che a questa condizione. Avete +capito? — + +Ella non disse nulla, gli lanciò un’occhiata fra lo spaventato e il +giojoso, che dovette lasciargli intravedere un lembo di cielo.... e non +si lasciò più avvicinare per tutta la sera. + + +Coricandosi poi e pensando a quella escandescenza, Maddalena rideva +mormorando fra sè: — Se io resto vedova stasera.... Soranzi mi sposa +domani! — + +Un sospiro del marito giù assonnato attrasse il di lei sguardo su di +lui. Allora ebbe un moto di nausea e d’odio, e mormorò ancora: — È una +posizione pagata a caro prezzo la mia.... Se.... il Signore volesse +ricordarsi di me.... non sarebbe tempo? — + +Frattanto finiamo d’avviluppare Soranzi.... perchè si sposa una +fanciulla, si può corteggiarla maritata.... ma si può non volerla +vedova.... Ora con Maddalena non si scherza più! + + * * * + +Soranzi non le fece più alcuna dichiarazione, temendo guastare. Egli +si teneva certo, del resto, che un giorno o l’altro ella gli avrebbe +corrisposto. Questione di tempo. Una donna come Maddalena non poteva +non amare. Si vedeva che affettava indifferenza, che cercava nelle +distrazioni mondane il mezzo di stordirsi, e rideva perchè troppo fiera +per far la vittima, per mostrarsi crudelmente disillusa, disgustata +di quel matrimonio contratto per inesperienza. — Ma un giorno doveva +venire, in cui la sua pazienza sarebbe esaurita, in cui il suo cuore +sentirebbe prepotente, invincibile il bisogno d’amare e d’essere amata. +Allora egli sarebbe là.... e la salverebbe. Sì, perchè al suo amore, +Soranzi annetteva anche una missione morale. Gli pareva che dandosi +ad un altro ella cadrebbe nel fango — mentre, affidandosi a lui, ella +sarebbe salva! — È la morale degli uomini innamorati sul serio.... e +anche di quegli altri. + + + + +Avvicinandosi la fine del carnevale, a qualche membro della _Società +delle belle donne_, che faceva parte anche di un’altra Società danzante +detta _Dei brutti uomini_ — tanto per poter gettar sei notti per +settimana in luogo di tre _sole_ — venne in mente di proporre che +le due Società avessero a fondersi, per dare unite, nella settimana +grassa, una festa da ballo _monstre_. + +Le due Società rivaleggiavano quell’inverno a chi dava le più splendide +feste. + +Se i membri dell’una si ritenevano, in buona fede, il fiore dei +ballerini della borghesia — i membri dell’altra si proclamavano la +_crème del bon ton_. + +Riconoscendosi degne l’una dell’altra, la proposta fu accolta con +entusiasmo da ambe le parti, e venne fissato il mercoledì grasso per +la festa della fusione o dei _fusi_ o dei _confusi_, come dissero i +soliti spiritosi — festa che fu, secondo le previsioni, affollatissima, +elegantissima, ecc., ecc. + +Noi ne faremmo la descrizione, se non l’avesse già fatta allora, +subito, l’indomani, un compiacente e riconoscente cronista, il quale +pagò la sua porzione.... sproporzionata di _buffet_, col mettere +nel suo foglio l’iniziale del nome di tutte le belle donne...., +enormità che ebbe per conseguenza una scissura terribile fra le belle +e le brutte — con qual delizia dei mariti o in qualsiasi altro modo +congiunti, lo dicano quelli che hanno provato le strida dell’orgoglio +d’una bella offesa o le atrabiliari, cavernose, tragiche declamazioni +d’una brutta conculcata! + +Ma nè festa nè scissura ci interessano punto. Quel che ci preme è +seguir Maddalena, ossia avvicinarci a lei. + +È una sera che segnerà una gran data nella vita sua e di altri — non si +può perderla di vista un solo istante. + +Eccola nel solito salotto giallo, attorniata dalla sua corte maschile +che pende dalle di lei labbra. — Ella ha già dichiarato che non +ballerà, perchè s’è fatta male a un piede, l’ultima festa — e perciò +s’è messo un abito di velluto nero. + +Ah! quell’abito di velluto nero.... ossia.... Insomma, il tutto insieme +di Maddalena quella sera.... fece un gran male! + +Era proprio la _toilette_ che più conveniva al suo genere di bellezza +e che ne faceva spiccare tutte le rare qualità, come non mai in alcuna +delle feste precedenti — anche perchè era la prima volta ch’ella veniva +scollata.... fino a quel _punto_. + +Era il non _plus-ultra_ dell’arte di offrire e dì celare quei +tesori.... che in questo mondo fanno sprecare tanti tesori... + +Su quel seno alabastrino, d’una freschezza che faceva pensare ad una +neve rosea, la luce, piovendo dalle lumiere, giocava per mostrare delle +trasparenze azzurrine. I suoi capelli avevano delle fosforescenze che +parevan dire: — Baciate qui!.... — e tutta lei un profumo che faceva +piegar le ginocchia. + +Gli uomini, guardandola, strabuzzavano e mandavano dei sospiri, +mormorando: — Ci vuol pazienza! — e le donne, facendo dei confronti fra +loro e lei, sorridevano del sorriso stereotipo delle feste da ballo — +e se alcuno vantava le bellezze di lei, il miele che usciva dalle loro +labbra, era sempre miele.... ma pareva avesse un po’ sofferto. + + * * * + +Chi soffriva più di tutti a quella vista era Oreste, che, appoggiato +al caminetto, contemplava, pallido per l’emozione, Maddalena, la quale +sembrava non l’avesse ancora veduto. Egli attendeva con intollerabile +pazienza che la festa cominciasse, per poter avvicinarsi a lei. Non +voleva confondersi nella folla di quegli adoratori.... perchè, quella +sera, l’impressione di tanta beltà, sotto un aspetto nuovo, era +stata così forte, ch’egli vaneggiava fra sè.... e voleva rinnovare +l’attacco.... minacciandola di uccidersi se ella perdurasse a non aver +pietà di lui. — + +— Ma andatevene una volta! — gridava egli mentalmente a tutta +quella gente — andatevene, se non volete che io commetta qualche +eccesso....! — + +Finalmente egli fu esaudito.... Giungeva la prima onda di lontane +armonie. Una _polka_ apriva la festa. + +I cortigiani s’inchinarono a Maddalena per correre sul campo di +battaglia, ed ella restò sola fra due giovinetti di mezzo pelo. + +Allora, guardato l’uno e poi guardato l’altro, sbadigliò. + +— Oh! — fece, dopo, mostrando avvedersi proprio in quel punto della +presenza di Soranzi, e sorridendogli con un lieve moto d’invito. — Egli +comprese e mosse verso di lei.... — I due giovinetti compresero del +pari e mossero verso l’uscita, maledicendo all’importuno. + +— Proprio adesso — dicevano — che si poteva.... nossignori!.... — + +Oreste sedè a fianco di Maddalena, e, prendendole la mano, mormorò con +voce tremante: + +— Finalmente!.... — + +Ella lo guardò seria, poi distolse gli occhi da lui e stette pensosa. + +Pareva turbata. + +Era il caldo più sensibile del solito? era il suo stesso profumo.... +sempre quel profumo? era l’effetto d’una musica eccitante udita da +lungi, in quel silenzio? era un subitaneo moto del sangue ardente, che +si faceva giuoco dei di lei propositi.... o era abilità? + +Probabilmente pensava solo a quello che voleva dire e udire, e perciò +dimenticava sempre la sua mano in quella di lui. + +Ma quando una più forte pressione la fece accorta di tale dimenticanza, +si riscosse, parve sorpresa di quell’istante d’abbandono, tornò la +Maddalena delle altre sere, ritirò la mano, e, ridendo, disse: + +— Alle volte non si sa proprio quello che si fa.... + +— Ecco, vi siete già pentita di avermi reso, un momento, felice. + +— Come! eravate felice? + +— Non vi amo io forse....? E quando si ama, non si è felici per uno +sguardo, per una stretta di mano? + +— Siete poco esigente. + +— Non mi permettete di più. + +— Che cosa volete mai....? No.... basta! non voglio che parliate. + +— Ma no.... sentite. + +— Se dite una sola parola, me ne vado. + +— Ed io voglio che m’ascoltiate! — egli le aveva afferrato un braccio, +ma non era necessario. Ella aveva allora finito di convincersi che non +era un semplice capriccio l’amore confessato da Oreste; e quella sera +sentiva, per lo meno, la curiosità di un linguaggio ispirato dalla +passione. + +— Ascolto.... — disse freddamente, fingendosi offesa da quella violenza +a cui ella pareva assoggettarsi per pura prudenza; e ascoltò cogli +occhi al suolo, immota. + +— Sentite, Maddalena, io sono stanco di vivere a questo modo. Voi +dite che non potete amare.... vi fate beffe di tutti, ridete vedendo +quali sentimenti ispirate.... è verissimo; ma io non credo che voi non +possiate amare. + +— Amo mio marito.... — disse seccamente Maddalena. + +— No....! — + +Si guardarono, egli cogli occhi lampeggianti.... ella peggio che +sdegnata, sdegnosa. Dopo una breve pausa, in cui Oreste mise alla +tortura il cervello per trovare la maniera di animare quella statua, +ripigliò: + +— Voi non amate nessuno ancora.... tutti lo sanno; ma questo è solo +perchè non credete ad alcuno. Quando troverete uno che sappia.... che +possa convincervi della veracità della sua passione, voi lo amerete! +Ebbene.... che cosa volete che si faccia per convincervi?.... andiamo! +qual prova pretendete da me? + +— Io non pretendo niente. + +— Guardate, Maddalena, che qualche giorno voi mi ridurrete alla +disperazione! — ma tosto calmandosi con uno sforzo, supplicò: + +— Via, siate buona.... ditemi.... che cosa devo fare per meritare il +vostro amore.... Voi diffidate.... voi temete che, appagato ciò che si +chiama capriccio.... io non v’abbandoni! Come mi giudicate male....! +Guardate se non è vero.... Volete lasciare vostro marito....? volete +che partiamo....? Dettate le vostre condizioni.... Tutto io accetterò +ciecamente.... Ma non fatemi soffrire di più! + +— Amo mio marito. + +— Amate vostro marito.... e m’ascoltate!? — gridò Oreste quasi fuori di +sè.... + +— M’avete trattenuta. + +— Maddalena.... voi non avete cuore.... + +— Io non avrei cuore.... se vi amassi. + +— Ma perchè.... perchè? + +— Perchè il mio amore vi sarebbe fatale. + +— E sia fatale!... mi faccia morire! morirò almeno per avervi +posseduta.... non perchè forzato a rinunciare a voi! + +— Addio. — Ella s’alzava. + +— No.... non voglio. — Oreste la tratteneva di nuovo. + +— Md voi mi compromettete!... guardate! — + +Qualcuno era dietro la portiera, la quale oscillava. + +Maddalena si diede subito un contegno, fingendo abbottonarsi i guanti. +Intanto Oreste mormorava: — Perdono! — ed ella rispondeva affettuosa e +sorridente: — Siate savio adesso! — + +Qualcuno era entrato, e quando Maddalena, al fruscìo de’ passi sul +tappeto, alzò lo sguardo, trasalì suo malgrado.... + +Ritto, appoggiato al caminetto, riconobbe Giulio. — Giulio di fronte a +lei, che la mirava sogghignando. + +Oreste s’accorse del moto di Maddalena, e guardò a sua volta +quell’individuo. + +— Ah! vedo — fece egli piano a Maddalena — lo conoscete? + +— Io.... no.... cioè, non ho alcun rapporto con lui, ma lo conosco di +vista. + +— L’avete veduto forse presso quella vostra amica Severina.... + +— Appunto. + +— Lo credevate anche voi suo fratello? + +— Sì.... sicuro.... come mai avrei potuto dubitarne....? Ma perchè mi +fate questa domanda? + +— Perchè.... ora è suo marito. + +— Ah! sì....? — e Maddalena pensò con rammarico alla sua vendetta non +riuscita. + +— Sì.... ma.... + +— Ma cosa? + +— Ma la maldicenza vuole ch’egli abbia fatto un matrimonio di +speculazione.... tutto quello che si può dire di speculazione.... nel +senso spregevole. Capite? + +— Non è difficile. + +— Voi ne dovreste saper qualche cosa. + +— Io ho avuto solo una brevissima relazione con Severina. Ai miei +parenti non piaceva che la frequentassi; dicevano che non era +un’amicizia conveniente.... non so poi perchè. + +— E voi che pensate di quella donna? + +— Era una donna gentile. + +— Ma la vostra opinione quanto a carattere? + +— Non saprei.... La sola impressione che io ne ho conservata è quella +delle sue gentilezze.... ma, come v’ho detto, l’ho conosciuta così +poco. + +— Non avete domandato ai vostri genitori la ragione della loro +contrarietà? + +— Sì.... M’hanno detto che una donna, la quale non ha occupazione di +sorta e ama il lusso, non è una buona amicizia. + +— E dopo il vostro matrimonio non l’avete più veduta? + +— No.... Ma si potrebbe sapere perchè v’interessate tanto per....? + +— Ve lo dirò un giorno....! — fe’ Oreste coll’accento di chi ha provato +una bella soddisfazione. + +— Ecco un’altra cosa che mi direte un giorno.... Io voglio sperare che +ne verrà una terza e poi una quarta.... + +— Certo. + +— Quando? + +— Un giorno. + +— Brutto cattivo.... Oh! egli s’è seduto.... Allontanatevi un momento. +Forse si ferma semplicemente perchè sospetta.... Quando sarete uscito, +s’allontanerà. Del resto, a minuti vi sarà il riposo.... ed è meglio +che non ci trovino ancor insieme. + +— Vi obbedisco.... — + +E Oreste, che s’era alzato, s’inchinò ed uscì. + + * * * + +Maddalena, al moversi di Oreste, lanciò un’occhiata alla sfuggita a +Giulio per scoprire sul suo volto se v’era o no qualche sospetto. — +Quale non fu la sua ira nel vedervi, e ancor più beffardo, il sogghigno +di prima! + +Offesa, volle respingere l’insulto coll’insulto, e al sogghigno oppose +un’espressione di sprezzo, con cui le pareva di doverlo annientare. + +Fu un’imprudenza. + +Giulio non capì l’espressione, vide solo uno sguardo insistente, +e pensando che Maddalena avesse allontanato Oreste per far posto a +lui.... con fatuo sorriso e con una cert’aria di degnazione mosse verso +lei.... ma fu un tantino sorpreso quando la vide alzarsi tutta seria e +avviarsi verso l’uscio.... + +— Maddalena.... — pregò egli allora — Maddalena! + +— Maddalena?.... — fece ella rivolgendosi rapidamente come punta da uno +spino, guardandolo fredda e severa. + +— Sì, Maddalena! — rispose egli insinuante, — che ha troppo spirito per +non perdonare un peccato veniale di gioventù. + +— Mi direste questo davanti a vostra moglie? + +— Oh! mia moglie!... — L’ebete, triviale sorriso di Giulio nel dir +questo, sarebbe stato una rivelazione per Maddalena, quand’anche ella +avesse ignorato la abbiettezza di quei due esseri. + +Ella guardò quell’uomo che aveva tanto amato, e pensò: — Se mai io +non avessi scoperto ed egli mi avesse sposata, chi sa cosa m’avrebbe +proposto.... o imposto, un giorno! — + +— Facciamo la pace adunque?.... — e così dicendo, tutto mellifluo +s’avanzò d’un passo, stendendole la destra. + +Maddalena si ritrasse di due, il suo volto esprimeva ribrezzo — e disse +vibrata: + +— Vi proibisco non solo di avvicinarmi, ma anche di lasciar capire in +alcun modo, sulla festa, che voi mi conoscete.... altrimenti, guai! + +— Guai.... che cosa? — fe’ una voce alle di lei spalle. + +Era Oreste che rientrava e che si fermò sorpreso, incerto, a guardar +l’uno e l’altra. + +Cattiva consigliera fu l’ira a Maddalena in quel punto. Ella non seppe +trattenersi, e rivolgendosi a Oreste, gli disse piano con vivacità: + +— Ve lo raccomando! + +— Ah! — esclamò Oreste, e guardò Giulio con espressione derisoria. + +Giulio si fe’ smorto, e volendo punire Maddalena del suo scherno — +disse umilmente, con sorriso maligno: + +— Signora.... se Ella vuol aver la gentilezza di ricordarsene.... noi +siamo due vecchie conoscenze.... due buoni amici.... — + +Maddalena tremò.... Che stava per avvenire? — Oreste la interrogava +collo sguardo, in attesa d’una parola, d’un cenno, per farla finita +con quel villano. Ella sentiva che il cuore di lui batteva con estrema +violenza, e questo accresceva il di lei timore. + +— Non se ne ricorda proprio più? — continuò Giulio col medesimo sorriso. + +Maddalena si strinse al braccio di Oreste, quasi implorando ajuto. + +— Pare di no!.... — proruppe Oreste con accento provocante. + +— È forse Lei che glielo vieta? — domandò Giulio sempre nel medesimo +tuono. + +— Oh! oh! mi pare che basti la signora — ribattè Oreste con uno scoppio +di riso. + +Giulio si morse le labbra, e preso un atteggiamento da bravo, disse: + +— Scusi.... vorrebbe favorire un minuto? + +— Due, se crede. + +— Per carità.... prudenza! — supplicò Maddalena. + +— Non temete.... si tratta di voi.... e non vi saranno certamente +scandali.... — + +Maddalena li seguì collo sguardo tutta tremante.... Non temeva più per +sè, dopo le parole di Oreste. + +In quel momento il suo cuore aveva un primo palpito — temeva per +lui.... e la folla dei suoi adoratori che, finita la _polka_, +allora tornava presso di lei, la trovò poco disposta alla ciarla e +straordinariamente grave. + + * * * + +Se il lettore crede che Giulio volesse sfidare Oreste, si sbaglia. +Egli voleva anzi comporre quel principio di litigio e dando una +lezione a Maddalena, e all’amico, togliere, anche per l’avvenire, ogni +possibilità di nuovi screzj con lui — perchè egli amava la sua pace. + +Aveva preso per un istante l’aria da Rodomonte, perchè v’era presente +una donna, ma non ci teneva affatto a passare per un accattabrighe. — +Perciò bisognava commettere una bassezza, ma a lui non pareva tale, +e d’altronde non era quello che potesse imbarazzarlo. Non sì tosto +fu uscito dal salotto giallo, che la sua fierezza rientrò — ed egli +prese invece un’aria fra il filosofo, o uomo di mondo, e il protettore, +che sta per dare una lezione di _savoir vivre_ a un povero ingenuo. — +Cacciò i pollici nelle taschine del corpetto, lasciando fuori le altre +tre dita a battere il tamburo, e cominciò: + +— Senta.... può essere una soddisfazione per la vanità d’una signora +il far nascere una contesa fra due galantuomini.... (Ad Oreste, questa +imparzialità, questa indistinzione, suonò poco gradevole).... ma +quanto a me, dichiaro che.... pel rispetto dovuto alla vita umana.... +per risparmiare a mia moglie il dolore di restar vedova, e ai di lei +genitori quello di perdere un figlio.... — Ella è il signor Soranzi.... +non è vero? Ella non si ricorderà di me, ma io mi ricordo di Lei.... +— Dunque, per tornare al nostro discorso.... sediamo qui, se non Le +spiace, così non saremo disturbati.... — erano nella sala da giuoco +ancor vuota. — Per continuare, diceva, La prego di ascoltarmi con +perfetta calma. Quanto Le dirò non Le andrà molto a sangue.... oh! lo +so!.... il togliere le illusioni sur una donna che.... per la quale ci +interessiamo.... torna assai disaggradevole.... ma.... ma noi dobbiamo +pensare che siamo in questo mondo.... e che v’è una sorpresa ad ogni +piè sospinto. Però.... creda a me.... che forse ho vissuto più di +Lei.... ho mangiato un patrimonio! — creda, dico, che il meglio che +si può fare è di viver sempre nel disinganno proprio, e senza alcuna +illusione sulle donne. Allora le donne si possono gustare per quel che +sono e non per quello che noi sogniamo che siano.... e che non possono +essere.... almeno, in genere, mi risulta questo.... + +— Ma.... — interruppe Oreste, che, durante tal preambolo, era passato +dalla sorpresa alla noja, e infine all’apprensione — si direbbe che +Ella creda a un rapporto qualunque fra me e quella signora.... Io Le +posso giurare.... + +— Ah! io non ho detto niente.... nè Ella ha alcun dovere di coscienza +di giurare.... che diavolo! Ella ha voluto intervenire a difendere la +signora per generosità, per spirito di cavalleria.... sta benissimo. Ma +Le pare che vi possa essere difesa dove non c’è offesa? + +— Ma Ella ha ben veduto che la signora s’è risentita.... + +— Ah! sì.... nol nego.... Una signora si risente sempre se le dicono in +pubblico quel che non vuol sentire.... ma che si può dirle.... + +— Come?! Ella persiste.... + +— Se Ella prende questo tuono.... io non posso più continuare. Valeva +proprio la pena che io facessi quasi una prefazione, per vedere poi che +Ella non vuol comprendere, e crede più a chi La inganna che non a me, +il quale sto per dirle la verità, affine di risparmiare ad ambedue dei +dispiaceri inutili.... pronto, se occorre, a provarla tale verità! + +— Parli pure — mormorò Oreste con voce sorda, domandandosi con paura +che cosa mai potrebbe uscire da quelle labbra. + +— Io ho detto alla signora Maddalena che io la conosco.... ed è vero. +Io la conosco così poco, che è stata mia amante. + +— Ah! — gemette Oreste. + +— Glielo giuro, e, se ne dubita, venga da mia moglie, la quale Le +narrerà d’una certa scena che Maddalena le fece quando io, che avevo +già degli obblighi con Severina, non potendo più lusingare quella +ragazza, la quale mi perseguitava col suo amore, non mi lasciai più +vedere da lei. Si imaginò d’aver ricevuto chi sa qual torto dalla +povera Severina, e le fece una scena ridicola, perchè avesse a romperla +con me. Per fortuna, Severina è una donna di buon senso e capì subito +che era la gelosia d’un amore non corrisposto.... + +— E questi rapporti che Ella ha avuti con Maddalena? — disse con sforzo +Oreste, provandosi a sorridere.... + +— Oh! sa bene.... — e Giulio, appressate le labbra all’orecchio di +Soranzi, vi versò certe confidenze che, come veleno, cagionarono un +dolore atrocissimo al povero giovine. + +Se ne avvide Giulio, e mascherando la sua compiacenza, chè era +appunto l’effetto ch’egli voleva ottenere, sotto una espressione +d’interessamento pietoso: + +— Ella divien smorto.... Non aveva dunque torto io di dirle che Ella +aveva qualche cosa, qui, per quella donna? Tanto meglio! Ella ora ha +aperti gli occhi e si saprà regolare. Quel che mi premeva, era che Ella +fosse persuaso che io non sono un villano, e che fra noi non ci può +essere alcun motivo d’attrito. Ho tanto piacere di averla conosciuto. A +rivederci. — + +E se ne andò lasciando Oreste fremente di rabbia e con un’acutissima +fitta sotto il cuore, che gli rendeva oltremodo penoso il respirare. + +Quale doloroso destarsi! + +Aver sognato una perfezione morale rispondente alla perfezione fisica, +e trovare una.... civetta volgare, con un _passato_ per sopramercato! + +Altro che vittima! — E come sapeva mentire! Ella la rivale disgraziata +di Severina, l’amante respinta di Giulio.... solo pochi istanti prima, +osava asserire che conosceva Giulio di vista! e che aveva trascurato +l’amicizia di Severina per ordine superiore.... + +E se della di lei giovinezza veniva a conoscere ora quel mistero. — +ed era il solo, poi? — chi sa quali misteri celava la sua esistenza +conjugale.... con tale marito.... + +«Amo mio marito....» — diceva — ma questo doveva esser vero come il +«conosco Giulio di vista!» + +Restava pura e semplice la bellezza.... ma, con un’anima così nera, era +una bellezza orribile. Era deciso.... bisognava fuggire Maddalena. + +E pronunciando il sì della decisione, s’alzò e uscì avviandosi +verso la guardaroba, ma quando fu sul limitare di quella si fermò +titubante. — + +— Ricomincia la musica, — pensò — Maddalena sarà sola e mi aspetterà. +Partire colla ferma risoluzione di non vederla più.... sta bene, ma +non prendermi proprio alcuna soddisfazione, nemmeno quella di vederla +arrossire.... è un po’ da collegiale che fugge. Si direbbe che ho paura +di lei!.... Ella mi ha ingannato; io devo punirla.... Con dignità, +sia.... ma punirla. — + +Attraversò di nuovo le sale ed entrò nel noto salotto. + +Tanta ira bolliva nel suo petto.... e non appena la rivide.... sentì +svanire tutti i suoi propositi. Maledetta quella beltà! Maledetto quel +seno!.... Ed era possibile che un involucro tanto affascinante fosse +animato da uno spirito infernale? + +— Facciamo l’ultima prova! — si disse. + +Maddalena guardò Oreste che s’avanzava e fu colpita dal di lui pallore, +ma ella non poteva rivolgergli alcuna domanda, perchè non era sola. + +Egli sedette vicino a lei, dicendo: + +— Buona sera, signore! + +— Buona sera! — risposero le signore, che erano tre, Maddalena e due +vecchie derelitte e non rassegnate; oh! lo si vedeva.... + +Maddalena, ansiosa di sapere che cosa fosse avvenuto, disse: + +— Signor Soranzi, volete favorirmi....? è tutta sera che non vedo mio +marito. + +— Ai vostri comandi, signora — fece egli serio alzandosi. + +Le due vecchie guardaronsi fra loro ammiccando, ed avevan ragione. Il +pretesto di Maddalena poteva esser migliore, ma ella aveva fretta. + +Usciti: + +— Dunque....? — fe’ Maddalena. + +— Dunque, niente. + +— Come, niente?.... Andiamo, voglio sapere. + +— E io vorrei non saper nulla. + +— Che cosa dite? + +— Dico che se in questo momento potessi perdere la memoria, sarei un +uomo felice.... e così.... — + +Egli chinò il capo melanconicamente. + +— Insomma.... ho detto che voglio sapere — continuò Maddalena con +vivacità. + +— Ma che cosa volete sapere? — rispose Oreste animandosi. — Che è un +vigliacco? Sì, è vero, è un vigliacco, è tutto quello di odioso che +potete imaginare.... ma, e allora perchè gli avete creduto....? perchè +vi siete affidata a lui? perchè avete sperato qualche cosa da lui? +dite! — Ma perchè mai vi parlo io di cose che sapete meglio di me!? +Quel che è stato è stato, e non può cancellarsi. Tuttavia, non temete +di nulla. Il vostro segreto sarà da me custodito come se si trattasse +dell’onore di mia madre. Non ho alcun diritto di esercitare un +sindacato qualsiasi sulla vostra giovinezza.... Però.... avrei voluto +trovare in voi una donna... + +— Dite pure.... una donna onesta? La sono sempre stata.... la sarò +ancora.... sapete! — esclamò Maddalena, ironica, fermandosi. Alle prime +parole di Oreste, vedendosi scoperta, s’era sentita le fiamme al viso, +ma ella aveva subito riacquistato il suo sangue freddo, e, all’attacco +inatteso, rispondeva attaccando, a sua volta, con impeto.... + +— Se io potessi agire senza scandalo ve ne convincerei.... Ma e poi.... +che dico io?.... credete quello che volete.... Perchè devo convincervi +io di qualche cosa?.... Chi siete voi?.... un ragazzo! — + +Oreste la guardò stupefatto, ma dovette abbassare gli occhi, suo +malgrado, soggiogato. D’altronde, quell’ira gli piaceva, quel sentirsi +investito da una donna era una voluttà nuova.... e consolante, perchè +gli pareva che ella stesse per provargli la sua innocenza. Ma ella +voleva provargli tutt’altro. + +— Sì, un ragazzo! e ve lo provo! — continuò, meno veemente, vedendolo +intimidito, ma tuttavia vivacissima. — Voi vi fate presentare e mi fate +la corte.... volete ch’io manchi a’ miei doveri.... volete rapirmi!.... +e perchè, un imbecille, che non conoscete, e che avete, nel medesimo +tempo, delle ragioni per disprezzare, viene a dirvi chi sa quali +infamie sul conto mio, voi, senza menomamente riflettere, senza neppur +farmi l’onore di dubitare un solo istante della verità di tali infamie, +venite ad insultarmi e a dirmi.... con qual diritto poi, sarei curiosa +di saperlo: — Voi non siete una donna onesta.... — Ah! io dovevo +lasciarmi sedurre, dovevo lasciarmi rapire da voi per essere una donna +onesta! Ragazzo! Ragazzo! Per voi io sono una donna onesta....! quanto +al _rimanente_, non siete voi che dovete darvene pensiero. — + +Seguì un istante di silenzio — ella tremava per la concitazione — egli +gioiva. + +Maddalena parve raccogliersi, e, poscia, ripigliò con più calma e con +una certa gravità. + +— Vi hanno detto che ho commesso una leggiera imprudenza giovanile.... +badiamo bene, _leggiera_! È verissimo.... sì, sono stata imprudente, +perchè ero inesperta. La colpa quindi di chi è?.... de’ miei genitori, +e specialmente di mia madre.... buona donna, sì.... ma, madre.... +per ridere. Basta forse generare, dar cibo, vestito, ricovero.... per +poter esser madre? Madre per il corpo forse....; ma, e all’anima chi +ci deve pensare?.... basta darne l’incarico al confessore? Ma questo +è precisamente quello che non si deve fare, perchè è assurdo, enorme! +— Alle corte.... mia madre ha ella mai pensato ch’io avessi un cuore +e un cervello? — ha ella mai veduto che io diventava una giovinetta? +— ignorava ella che cosa si agita, qui dentro, nelle fanciulle? — ha +ella temuto un solo istante che mi si potessero tendere insidie? — mi +ha ella mai detto che cosa è il mondo? — Ma, Dio mio! se fossi anche +caduta nel fango.... io sarei perfettamente innocente! Ma non sono +caduta! — Che coso ho a rimproverarmi infine?.... Ho a rimproverarmi +d’aver amato, all’età in cui non si può far altro che amare.... +perchè tutto, in noi e fuori di noi, non parla che d’amore.... — ho a +rimproverarmi d’aver creduto, per un momento, alle lusinghe del primo +essere che riuscì a interessarmi. E questo cosa vuol dire? L’ho amato +ed ora l’odio.... Non vi pare che l’odio cancelli tanto bene l’amore, +da rifare persino la verginità di un’anima? — E voi siete crudele +al punto da farmi un delitto di una imprudenza giovanile, e perchè? +perchè sono viva.... e mi fate la corte! — Se io, allora, quando +scopersi il tradimento, mi fossi uccisa o fossi morta di crepacuore.... +oh! allora vi sareste unito agli altri e mi avreste compassionata, +avreste maledetto a lui!.... Ma non sono morta.... e quindi io sono +una donna colpevole e spregevole, ed egli è un giovinotto galante +da invidiarsi, perchè sa far bene il suo mestiere. — Vi giuro però, +che se, una certa notte di torture indescrivibili, non sono morta, o +per lo meno impazzita, la prima a esserne maravigliata, l’indomani, +fui io medesima. Ma allora, rientrata in me, dovetti ridere di me e +degli altri. Soffrire?.... A che serviva?.... Voi direte scherzando: +— Che donna forte!... — Sia pure. Non è una fortuna per una donna +l’aver sentito una superiorità morale non comune? Non ci foss’altro +vantaggio.... v’è quello di poter ridere di tutto. — + +Qui Maddalena, prendendo un tono leggiermente derisorio: + +— E ora che v’ho detto tante belle verità.... che cosa mi farete +l’onore di pensare di me?.... Sentite.... se siete di coscienza tanto +inesorabile per noi povere donne.... accettate un buon consiglio.... +rinunciate fin d’ora a qualsiasi donna.... a meno che non possiate +seguirla, passo per passo, dal giorno in cui schiude gli occhi fino +a quello in cui la sposerete.... e ancora!.... Leggerete voi nel suo +pensiero?.... Credetemi.... donne che non abbiano commesso imprudenze +ne troverete....; chi sa com’erano tenute d’occhio! — Ma donne che +non abbiano sognate imprudenze, dormendo.... e non dormendo, non +ne troverete una! Ed è naturale. Se voi, a sedici anni, ispirato +dai poeti, avete chiesto forse in ginocchio un bacio alla vostra +servetta.... perchè non volete che una fanciulla non pensi al marito? +Volete permetterle almeno di occuparsi del destino della sua vita, +che sta tutto nella parola: Marito? E marito che cosa vuol dire? — +Uomo. — + +Si tacque, e si continuò a passeggiare in su e in giù, per la stessa +sala, non curando, non vedendo neppure quelli che passavano, i quali +invece vedevano e non erano indifferenti. + +Ella attendeva la prima parola di lui.... ed egli non la trovava. + +Impazientita, Maddalena uscì, infine, a dire: + +— E così? + +— E così, Maddalena, io non so che dire. So soltanto che ho il caos nel +cervello e un male indicibile al cuore. + +— Allora.... — fe’ ella, scattando, severa, imperiosa — addio.... +andatevene, e che io non vi veda mai più! — + +Oreste non s’era ancora riavuto dalla prima sorpresa, che Maddalena era +già molto lontana. + +— Sciocco.... imbecille mille volte ch’io sono! — e si batteva la +fronte — è un’ora.... un’ora! che mi parla, per farmi capire che mi +ama.... ed io.... io faccio l’austero, il pedante, senza dirle una +buona parola.... a lei, che merita tutto! Che fuoco! Che franchezza! +Che sentimento! — Ah! rimediamo.... rimediamo subito....; io non +voglio.... non posso perderla. — + +Se egli avesse saputo che Maddalena non aveva voluto che provarlo con +quell’_andatevene_.... scandagliare, sapere se e qual effetto realmente +aveva avuto il malaugurato incidente! + +Ella ebbe dunque un sorriso di trionfo quando lo vide comparire +nel salone e cercarla collo sguardo. Ora era sicura.... egli non le +sfuggiva. + +Allora Maddalena gli si mostrò, ed egli andava verso di lei, con aria +umile e pentita.... ma ad un tratto si fermò sorpreso ed esitante. +Maddalena seguì la direzione del di lui sguardo, e non fu meno sorpresa +di Oreste. + +Sulla soglia dell’ingresso di destra stava il padre Papetti. + +Papetti cercava di sua figlia, ma era tanto stordito dal rumore della +festa, dallo spettacolo per lui nuovo, dal caldo del gas, e da una +bottiglia testè vuotata, che non ci vedeva quasi più — e anche quel +poco come attraverso un velo grigio. + +Per sua fortuna, Maddalena, punta dalla curiosità di sapere come mai +egli si trovasse là, andò tosto a lui. + +— Tu papà.... ad una festa da ballo? — fe’ ella piantandogli davanti +come trasecolata. + +— Ah! brava, cercava appunto di te.... ma qui come si fa?... Conducimi +in qualche angolo, ove si possa dir due parole.... qui nè ci vedo nè ci +sento. + +— Che cosa vuoi dirmi di bello e di nuovo? C’è forse qualcuno che +aspira all’onore della mia mano? + +— È proprio il momento di scherzare.... È vero che tu non sai.... + +— Ma son cose serie? + +— Pur troppo. + +— Oh! — ella non credeva affatto. — Allora vieni qua nel salotto.... Ti +piace il giallo? + +— Che domanda!.... Benedetta gente che c’è al mondo — brontolava egli +mentre si attraversavano diverse sale, facendo strabiliare Maddalena +— ecco.... ecco! Si hanno chi sa quali dispiaceri...., chi sa quali +disgrazie ci minacciano.... e là si ride, si scherza, si balla? Ma come +si fa? domando io.... come si può mettere la maschera dell’allegria sul +volto.... mentre nell’anima ci dovrebbe essere la disperazione....? + +— Disperazione?.... ah! eccoci qui.... e mi spiegherai.... — fece +Maddalena lasciandosi cadere sur un divano. + +— Sissignora, ti spiegherò.... Dunque sappi, prima di tutto, che mi +si è teso un tranello.... Tuo marito credeva che col farmi bere.... io +avrei cantato.... ma io non canto mai! Ci vuol altro! + +— Scusa.... non capisco... mio marito? + +— Sì.... tuo marito, che non avendo potuto indurmi a commettere una +corbelleria a mente fredda, perchè di giorno — ha creduto che ne avrei +commessa senza difficoltà un’altra, dopo qualche bicchiere di Cipro, +perchè di sera, fra i tripudj e le danze.... Ci vuol altro alla mia +età! + +— Scusa.... non capisco ancora.... mio marito....? + +— Ma non sai cosa mi ha proposto? Mi ha proposto di consegnargli la +tua dote.... e se no, di prestar una garanzia equivalente, perchè ha un +bisogno straordinario. In poche parole.... è rovinato.... + +— Mio marito rovinato?.... ma tu.... + +— No.... no.... è la pura verità. + +— Ma se fosse rovinato, io lo dovrei ben sapere.... + +— Che cosa vuoi mai sapere tu?.... Stai in negozio tu? sei al corrente +dei suoi affari tu? Ti dice forse qualche cosa lui? + +— No. Ma appunto perchè non so niente e non mi dice niente.... devo +pensare che tu t’inganni. Un marito rovinato nè può divertirsi nè può +spendere per sua moglie come fa il mio. + +— Ah! ah! ma, cara mia.... quando un uomo non sa far altro che bere.... +non sa più nemmeno quel che si fa. Paolo ha perduta la testa.... Me +l’ha detto anche Cavallazzi, il mercante sull’angolo, che è di là.... +Vuoi parlargli? + +— No.... grazie. + +— E per colmare la misura.... mi assicurano.... che Paolo è andato.... +che non c’è più speranza. Il dottore Moscatelli, che ho trovato +stasera al caffè, mi dice di non metterti in apprensione, ma però di +raccomandarti molta prudenza. Capisci? Per me già, mi dividerei di +letto. Quando gli ho domandato: — Ma, insomma, dottore, temete proprio +ch’egli possa morir presto....? — Sono certo che non vivrà a lungo — +mi ha risposto. — E vuoi che io arrischi, foss’anche un soldo del tuo, +quando le cose sono a tal punto? Se egli muore rovinato, non ti resta +che tornar in casa, già.... e allora la tua dote non sarà forse tanto +zucchero per te? — Aaah! non me la sarei proprio imaginata! — Ma siamo +intesi. Ora io me ne vado, perchè è capace di tornare all’assalto, e +mi rincrescerebbe dar una mortificazione al marito di mia figlia. Chi +l’avrebbe mai detto, eh? Pareva il bue d’oro! Mi rincresce per te.... +mah! finchè c’è tuo padre.... non temere!.... Buona notte. + +— Buona notte.... — mormorò Maddalena macchinalmente. + +Ella pensavo a Soranzi. Rivelazioni così inaspettate l’avevano molto +turbata. Ella doveva pensare a’ casi suoi. Fra poco sarebbe vedova +e povera. Il tornar in casa non le sorrideva certo! Dunque.... +dunque non restava che premunirsi contro la sventura. In qual modo? +Coll’assicurarsi un secondo marito.... Ora, di tutti gli uomini che la +corteggiavano, chi permetteva la speranza di poterlo divenire? — Uno +solo, Soranzi. — Ma quella era l’ultima festa.... quando lo rivedrebbe? +E anche rivedendolo, le di lui disposizioni sarebbero.... quali? +Una nuova conoscenza.... un ostacolo in famiglia.... insomma, non si +sa mai.... un giovane fa tanto presto a distrarsi! Dunque, per non +arrischiare di perderlo, bisognava incatenarlo e subito. — Subito....? +Con qual mezzo.... con qual catena? Ah! la catena c’era.... ma.... + +Un diavolo, almeno uno, ci deve essere.... per ajutare le donne belle. + + + + +Giulio non s’era contentato di abbeverare di fiele il Soranzi, ma +certo ormai che v’era qualche cosa fra quei due, era andato a contare +il tutto a Severina e quindi anche a un crocchio di _brutti uomini_. +Mezz’ora dopo tutta la festa sapeva che la _Minella_ e il Soranzi se +la intendevano.... cosa del resto naturale in chi da fanciulla, ecc., +ecc. — Una donna che ha conosciuto un Giulio, — dicevano alcuni in +faccia a Giulio stesso, il quale ne godeva tutto — che cosa può mai +essere? — + +Maddalena capì esservi alcun che di mutato nell’opinione pubblica a +di lei riguardo, perchè tutti la guardavano con evidente curiosità — +ma.... poteva anche essere a motivo della sua _toilette_. + +Chi invece sapeva tutto e n’era dolentissimo, perchè una parola venuta +all’orecchio del marito poteva aver delle conseguenze gravissime, era +Oreste, che aveva ricevuto delle congratulazioni, quali misteriose e +quali niente affatto.... + +Non essendo, per caso, fatuo, nè vano, le avea respinte.... con tutta +la gentilezza e l’umiltà che si richiedevano — ma contenendosi a +fatica. + +— Ecco — si diceva — fra me e quella donna v’è niente, e io pel +mondo sono suo amante. — A tale ingiustizia, le parole di Giulio gli +diventavano menzogne, e la sua tenerezza per lei si accresceva. Avrebbe +voluto avvicinarla, ma n’era trattenuto dagli occhi di tutta quella +società che egli sentiva rivolti sopra sè stesso. Per far qualche cosa, +entrò nella sala da gioco. + +Maddalena, che da più d’un’ora non lo vedeva, dopo aver girato per +le sale con aria indifferente, ma cercandolo, si decise a domandar a +qualcuno se avesse visto, per caso, il signor Soranzi. + +L’interrogato era una bella barba bianca, tutto compito e punto +pettegolo — per cui, benchè conoscesse la cronaca della serata, rispose +con perfetto ossequio: + +— Se lo desidera, sta giocando al bigliardo. Vuol che glielo vada a +prendere? + +— No.... basterebbe ch’ella gli dicesse che mio padre ha dovuto +partire. Mi fa questa finezza? + +— S’imagini! — + +Soranzi comprese il sottinteso, in due colpi perdette la partita e +corse da Maddalena. + +— Finalmente! — fe’ ella mostrando una gran gioja nel rivederlo e +porgendogli la mano — credeva che foste proprio in collera per alcune +parole inconsiderate che mi sono sfuggite in un momento di vivacità.... + +— No.... anzi, quelle vostre parole mi hanno reso felice.... + +— Felice? + +— Sì.... il perchè di questo ve lo dirò.... + +— Un giorno; non è così? + +— Appunto. Ho un’altra cosa importante da dirvi, ma quella ve la +dirò subito. Sappiate che Giulio e sua moglie devono essere stati ben +imprudenti e ben cattivi.... perchè stasera si dice quello che prima +non si è mai osato forse di pensare. + +— Cioè? + +— Cioè, che.... io.... che noi, insomma, ci amiamo. + +— È tutto qui? — domandò Maddalena senza nemmeno aggrottare le ciglia, +anzi sorridendogli adorabilmente. + +— Come! se è tutto qui? — esclamò Oreste maravigliando. — Cosa volete +che si dica di più? + +— Eh! lasciate un po’ che dicano! — continuò ella. — Ma ecco l’ora di +cena.... Volete essere mio cavaliere servente? + +— Ma come! non temete? + +— Che cosa? Ah! ah! Ma se dicono già di peggio.... — A proposito.... di +peggio o.... di meglio? + +— Voi che ne pensate? + +— Io....? — mormorò Maddalena con civetteria, e appoggiatasi a lui, con +passo molle, l’occhio raggiante sempre fisso in volto ad Oreste, che +non ci capiva più nulla, attraversò tutte le sale, fino al _buffet_, +ove ella lo fece sedere ad un tavolino che bastava appena per due +persone. + +— Vedete se ho paura? — disse Maddalena. — Mi fanno la guerra.... +l’accetto. + +— Ma vostro marito?.... + +— Quando verrà gli faremo un po’ di posto. — + +Cenarono e risero.... Ella gustò diversi calici di Frontignano — aveva +il capriccio del Frontignano, quella sera — egli non bevette che acqua +— ma quando s’alzarono l’ebbro era lui, ebbro dello spirito, delle +carissime imprudenze di lei, delle occhiate che gli parevan piene di +promesse. + +— Vedremo come finirà, — pensava — ma come può finire.... se, fra +qualche ora, i lumi si spegneranno e non so quando potrò rivederla? + +Ma a che cosa pensate....? — disse Maddalena — datemi il braccio. + +— Pensava se e quando potrò rivedervi. + +— Ah!.... — ed ella chinò il capo. + +— Adesso potrei domandar io a che cosa pensate voi? + +— Pensava.... oh! Dio! ma sentite....! che può mai essere accaduto....! +Andate a vedere, vi prego.... v’aspetto qui. + + * * * + +Tutto a un tratto era nato un gran trambusto. Chi correva di qua, chi +correva di là. Chi gridava per sapere, chi, temendo vi fosse una rissa, +gridava per trattenere le signore curiose. Dalla _salle-à-fumer_, +in cui non si poteva più entrare, tanta era la folla, uscivano +vociferazioni d’ogni genere: — Indietro! — Non soffochino! — Non sarà +niente! — È morto! — Ci vuol il prete! — No, è vivo....! ecco, si +muove! — Portiamolo via! + +— Silenzio! — gridò finalmente una voce stentorea. Era la voce di un +medico. + +— Lei, signor Alessandri, — continuò — lo faccia portar qui sopra, in +casa sua, e mettere a letto. Allora si potrà far qualche cosa! Qui è +impossibile. + +— Benissimo.... Largo, signori! — + +Si vide allora la gente rifluire e lasciar il passo a due soci, che +spingevano una gran poltrona verso la guardaroba.... + +In quella poltrona stava adagiato un uomo, che parava un cadavere. + + * * * + +— Ma che c’è? — domandava intanto Maddalena a quelli che le passavan +vicino. + +— Non so, signora, non so davvero — rispondevano guardandola con +compassione; — oppure: — Niente, niente! cose da nulla! — e via. + +— Ah! finalmente saprò da voi che cosa è avvenuto! — fece ella, vedendo +venire Oreste tutto turbato e dolente. + +— Non ve l’hanno ancor detto? + +— Ma se nessuno sa niente! + +— È perchè voglion risparmiarvi un dispiacere.... + +— Un dispiacere? — e davanti all’ignoto ella non potè a meno +d’impallidire. — Mio marito.... mio padre, forse? + +— Vi prego.... non mettetevi in apprensione. È una cosa che passerà.... +Vostro marito ha.... eh! insomma, non è un delitto poi!.... ha bevuto, +pare, un po’ troppo.... e ora.... + +— Ah! tacete! — fe’ ella con moto di schifo, volgendo altrove il viso. + +— Ve l’avrei taciuto.... ma era mio dovere tranquillarvi.... + +— Grazie.... E ora dov’è? Voglio sperare che non me lo porteranno a +casa in quello stato....! + +— No.... no; è già provveduto. Il cassiere della Società, che abita qui +al secondo piano, l’ha ritirato in casa sua. Egli non tornerà quindi +presso di voi che quando sarà fuori di pericolo.... + +— V’è pericolo....? — e lo sguardo di Maddalena, in dir questo, parve +strano ad Oreste. + +— No.... sapete bene.... + +— Sì.... è vero, non capiva. — E io che cosa faccio adesso.... qui +sulla festa, quando tutti sanno che mio marito.... il presidente....? +Ah! povera donna ch’io sono!.... Che bella felicità la mia, non è +vero? — e ella rideva stridendo. — Vedete.... vedete la gente come +mi guarda....! Ah! io non posso più vedermi qui.... Venite....? +M’accompagnate? + +— Andiamo. + +— Grazie.... Ah! ricordatevi di levare le chiavi dal soprabito di mio +marito....; quasi quasi non ci pensava. — + +In quel momento si attaccava un galoppo — e nessuno si avvide della +partenza della nostra coppia.... anche perchè seppe partir bene. + +Quando si venne a sapere che la _Minella_ era andata via, ossia a casa +con Soranzi.... + +— Povera donna, — dissero i più. Qualcuno sogghignò; e Giulio disse +adirittura: — La poesia di Soranzi la consolerà adesso della prosa di +poco fa del marito. — + + * * * + +— Possiamo andare a piedi, — disse Maddalena, sulla soglia del portone, +guardando il cielo — la notte è così serena e così tiepida! + +— Badate a quello che fate....; la vostra salute potrebbe correre un +serio pericolo, uscendo da un ambiente tanto caldo. + +— Oh! sono ben coperta....; del resto, — aggiunse con amaro sorriso — +cosa importa che io viva o muoja....? + +— Non parlate così, Maddalena.... — intanto andavano — sapete pure +che v’è qualcuno, il quale vive per voi, e sarebbe ben felice se +voi voleste viver per lui. — Ma è forse questo che poco v’importa, e +perciò.... — + +Egli tacque, per una forte pressione del braccio di Maddalena sul suo — +e la guardò. + +Ella si era sospesa, per così dire, a quel braccio, intrecciando +le mani — e lasciava trascinare la persona stanca. Il di lei capo, +piegato verso il suo cavaliere, a gradi insensibili finì a reclinarsi +sulla spalla di lui. Non parlava.... solo ad intervalli le sfuggiva +un sospiro. Egli rispettava quel mesto silenzio, temendo che qualunque +parola di conforto, in tale stato dell’anima, potesse sembrarle volgare +e indisporla. + +Giunsero così all’angolo della via ove era l’abitazione di Maddalena. + +— Dove siamo? — esclamò ella, come svegliandosi di soprassalto. + +— Qui.... presso casa vostra, — rispose egli dolcemente. + +— Casa mia?.... — fece Maddalena fermandosi — e un gran sgomento le +si leggeva in viso. — Ma io ho paura.... di casa mia! Come troverei +riposo.... ora? Qual notte sarà questa per me? E se pur potessi +dormire, sono io certa che non mi risveglierà.... Ah! quale orrore! + +— Calmatevi, cara Maddalena.... sentiamo.... che volete fare fino +all’alba....? comandate. + +— Mio Dio.... io non so.... qualunque cosa, purchè io non mi trovi in +quelle stanze spaventose. — + +Seguì un lungo silenzio. Il cuore batteva a Oreste con tal violenza +che pareva volesse aprirsi una strada, e sentiva al cervello come una +fiumana di sangue che lo accecava. + +Capiva che era il momento di ardire, e temeva di rovinar tutto con una +parola mal detta. + +Ma non vi fu pericolo di rovinare nulla. Maddalena, che guardava verso +una piazzetta poco lontana, disse ad un tratto: + +— Che cosa sono quei due lumi rossi....? + +— Sono i fanali di un _brougham_. + +— Ah! — fe’ ella pensosa, mordendosi un labbro. + +Oreste tremava come una foglia e sentiva le gambe piegarsi....; +ardì.... provossi a fare, come in isbaglio, un passo verso la +piazzetta, e non trovando resistenza.... continuò. + +Ella era più leggera di prima. + +Quando furono a dieci passi da quella carrozza, egli fece per parlare, +ma non potè articolare un solo accento.... + +Allora s’ajutò con un gesto, un punto d’interrogazione, e le additò la +carrozza. + +Ella non ebbe nè un moto nè una parola. + +— Dove andiamo? — fe’ egli con voce soffocata. + +— _Dove volete_.... — rispose ella fiocamente. + +Oreste fu abbarbagliato, come per lampo improvviso, e vacillò.... + +— Ma.... — balbettò egli — io non vorrei che voi.... agiste.... in un +momento di.... disperazione.... + +— Io.... — rispose Maddalena, aprendo le braccia con un moto spasmodico +di tutte le membra, parevo la Madonna dei sette dolori — io non ho più +forze.... non posso più resistere.... — e singhiozzante appoggiossi a +lui come cadendo. + +Egli la sorresse, e mormorò: + +— Tu sei un angelo! — e aperse lo sportello. + + * * * + +È uso di dir ad una donna: «Tu sei un angelo», quando la vediamo +cadere dal cielo della mor....ale sul paradiso terrestre dell’amore.... +_nostro_....; s’intende. + + * * * + +Il primo lunedì di quaresima si leggeva in un giornale: + +«Ieri abbiamo detto che il signor P. M. era scomparso, lasciando una +lettera, in cui manifestava la risoluzione di suicidarsi. Pur troppo, +egli ha mandato ad effetto il suo tristo divisamento. Il cadavere +del P. M. è stato rinvenuto stamane da alcuni contadini presso il +Manicomio, entro una roggia. Nel prossimo campo si sono trovati un +mantello e una bottiglia di _rhum_ quasi vuota. Si capisce che lo +sventurato ha cercato nel liquore quel coraggio che gli mancava. — +Pregati dai parenti, non ci occuperemo dei motivi che spinsero il +disgraziato al disperato passo.» + + +Il P. M. era Paolo Minelli. + + + + +LA CATASTROFE. + + +Mercoledì grasso, ore 11 antimeridiane. + +Minelli solo sta facendo colazione.... La signora è ancora nella sua +camera. + +Compare il ragioniere tutto serio. + +RAG. (_grave_) Buon giorno. + +MIN. (_non senza inquietudine_) Buon giorno. + +RAG. Signor Minelli.... io vengo a darle le mie dimissioni. + +MIN. (_in piedi_) Cosa dice? + +RAG. Sì, le mie dimissioni.... perchè il decoro, la delicatezza, tutte, +insomma, le ragioni di un uomo d’onore m’impongono di ritirarmi da +un’amministrazione che va a male. + +MIN. (_sedendo — con mal umore_) Va a male.... va a male.... + +RAG. Vedendo che le mie rimostranze non La persuadevano molto.... +vedendo che si continuava sempre col medesimo andazzo.... io ho preso +l’unica risoluzione che doveva prendere. Non voglio che, un giorno, si +dica che io L’ho rovinato.... mentre ho fatto di tutto per salvarlo.... +Eccole lo stato della sua casa.... Sono otto giorni che non prendo +quasi alcun riposo per far più presto.... perchè ho fretta d’andarmene. + +MIN. (_tutto mortificato_) Ah! ha fretta.... (_prende ed esamina +lo stato, senza batter ciglio, poi con voce semispenta_) E.... è +esatto?.... + +RAG. Pur troppo! + +MIN. E.... non c’è più speranza di rifarsi? + +RAG. Se si va avanti così.... nessuna speranza! — se, invece, si ha +il coraggio d’una riforma radicale.... sarei per garantire che si +tornerebbe alla floridezza primiera. + +MIN. (_respirando_) Pazienza.... quando mi parla così.... + +RAG. (_lieto_) Ho un progetto! Se Ella lo approva e lo mette a +esecuzione.... fra tre anni, forse prima. Ella può essere ancora il +Minelli d’una volta.... + +MIN. (_battendogli sulla spalla_) Bravo.... ragioniere.... Bravo! +Sentiamo, sentiamo. + +RAG. Un momento.... Prima di pensare a progetti.... bisogna trovar +diecimila lire per far fronte alle scadenze di questo mese.... + +MIN. (_già scoraggiato_) Diecimila lire.... Dove vuol che le trovi io? + +RAG. Sua moglie ha una dote....; se la faccia consegnare — (_ad una +smorfia di Minelli)_. Non si tratta di consumargliela.... si tratta +semplicemente di servirsene per salvare la situazione.... È un +interesse della moglie come del marito. + +MIN. Mi rincresce.... Se vi fosse un altro mezzo.... + +RAG. Impossibile.... Non si può già ricorrere agli strozzini.... senza +rovinarsi ancor più presto. + +MIN. (_con sforzo_) Bene.... adesso vado da mio suocero e mi faccio +dare le diecimila lire.... Ella vada pure ad aspettarmi in negozio..... + + +II. + +Mezz’ora dopo in casa Papetti. + +MIN. Caro papà.... buon dì. + +PAP. To.... To...., che vuol dire a quest’ora? + +MIN. Vuol dire che ho bisogno d’un favore. + +PAP. Ma parla subito...., che cosa vuoi?.... sono qui tutto per te! + +MIN. Ecco.... si tratterebbe.... anzi si tratta, mi hanno proposto una +operazione eccellente.... ma siccome, in questo momento non ho tutta +la somma che occorre.... sarei costretto a lasciarmela sfuggire.... Se +invece potessi compire la somma.... allora io sarei certo di fare un +bel guadagno. + +PAP. (_con difficoltà_) E.... che somma occorrerebbe? + +MIN. Oh! solo diecimila lire.... + +PAP. Bagattelle!.... e dove vuoi che vada a prenderle io? + +MIN. Subito fatto.... tu.... Un momento; prima voglio ricordarti una +cosa. Quando io ti ho chiesto la mano di Maddalena, e che si è parlato +d’interessi, io cosa t’ho detto?.... Si goda.... — ho detto — allora ci +davamo del Lei.... Si goda pure, in pace, gli interessi delle diecimila +lire ch’Ella mi offre in dote....; a me basta la sua Maddalena.... È +inutile far contratti... Denaro non ne ho bisogno.... Parenti non ne +ho...., dunque.... quel ch’è mio è suo e nessuno glielo può togliere. + +PAP. (_che ha capito l’antifona, comincia a far il muso lungo_) + +MIN. Ho io mai pensato a farmi consegnar la dote di Maddalena?.... +No. — Ma adesso mi è necessaria.... e vengo a chiedertela.... Del +resto, non temere.... Quel che t’ho detto allora, te lo mantengo — gli +interessi li godrai sempre tu! + +PAP. (_freddo_) Senti.... io i denari non li ho.... cioè.... li ho, +ma non sono in contanti. Io ho impiegato quella somma in tanta rendita +dello Stato. + +MIN. Oh! non importa.... venderemo la rendita.... + +PAP. Dimmi un po’.... che operazione è.... che vuoi fare....? Non +avertene a male.... sai.... capisci bene.... un padre.... Vedi.... se +tu m’avesti detto allora....: — Voglio la rendita — figurati.... te +l’aveva offerta io! ma venir proprio adesso.... che cosa vuoi....; avrò +torto.... sarà una paura sciocca la mia.... ma abbi pazienza. + +MIN. (_contenendosi_) Dunque non me la dai.... + +PAP. Abbi pazienza.... ti ripeto...... non posso. + +MIN. (_contenendosi_) Senti.... sono venuto a chiedere un favore.... +ma.... in fine dei conti, quelle diecimila lire mi appartengono...., +sono roba mia. + +PAP. (_convinto_) Scusa, caro.... sono roba di Maddalena! + +MIN. Accettato! E se Maddalena ti dicesse: — Dagliele pure? — + +PAP. Risponderei....: alla nostra morte, avrà quello e anche il +resto.... ma ora, no. + +MIN. Ma e se per cagion tua.... io dovessi lasciarmi sfuggire +quell’operazione....? + +PAP. (_adulandolo_) Eh! un negoziante come te.... ha credito fin che +ne vuole.... e non saranno proprio quelle povere diecimila lire che gli +faranno caldo piuttosto che freddo. + +MIN. (_alterandosi_) Questa poi non me l’aspettava. + +PAP. (_freddo_) E neanch’io. + +MIN. Ma per Bacco!.... + +PAP. Che cosa? + +MIN. (_mutando pensiero_) Niente.... + +PAP. Bravo.... + +MIN. Ne farò a meno.... e così vedrai che hai avuto torto di diffidar +di me. + +PAP. (_con espansione_) E io non desidero di meglio, anima mia!.... + + +III. + +Nel negozio Minelli, dialogo a bassa voce. + +RAG. (_sentito l’insuccesso di Minelli_) Diavolo.... diavolo!.... +(_pensa_) E dica un po’.... se si potesse ottenere dal signor Papetti +che prestasse il suo _avallo_ sur una cambiale?.... Che ne dice?.... +Chi sa.... Alle volte, si hanno delle difficoltà a metter fuori il +denaro.... e si mette fuori invece, per far un favore, la propria +firma. A noi servirebbe egualmente, perchè io ho un amico il quale ha +la più grande fiducia in me.... e mi sconterebbe certamente.... + +MIN. E sconti senza l’avallo.... allora! + +RAG. Ah! no.... Ella mi capisce.... io voglio essere perfettamente +tranquillo.... + +MIN. (_rassegnato_) Bene.... gliene parlerò. + +RAG. Ma.... badi.... bisogna far in modo da non metterlo in sospetto. + +MIN. Lasci fare a me.... Per stasera lo invito alla nostra festa.... +e lo faccio bere un pochino.... Siccome è molto espansivo, quando ha +bevuto...., otterrò da lui tutto quello che voglio.... Mi prepari la +cambiale intanto. + + . . . . . . . + +Il nessun successo della povera astuzia di Minelli con Papetti s’è +visto e sarebbe stato prevedibile per tutt’altri che per quell’uomo +scervellato. + +Invece a lui parve tanto impossibile di non esser riuscito, se ne +addolorò, si indispettì talmente contro sè stesso, che, per poter +non pensare alla propria disfatta.... per poter dimenticare, fino +al domani, quelle diecimila lire.... vuotò la bottiglia del Cipro. +Ma non bastò, anzi fu peggio.... perchè, cominciata l’ebbrezza, +quelle maledette cifre, presa forma umana, si misero a ballonzargli +e sgambettargli negli atteggiamenti più grotteschi, nella mente +trasognata — or irridendolo coi più strani sberleffi, or minacciandolo +coi pugni e coi denti.... Non sapendo più come salvarsi.... si fece +portare una bottiglia di Erlauer.... poi, un’altro ancora. + +Allora le cifre scomparvero — tutto dintorno a lui diventò bujo +— gli parve d’essere sul tetto d’una casa, nelle acque d’un fiume +straripato.... E il terribile elemento saliva.... saliva.... e il vento +muggiva, e la pioggia scrosciava.... e nessuno veniva a salvarlo.... +e l’acqua gli lambiva già i piedi.... Allora sentì un guizzo di freddo +per tutta la persona, volle alzarsi.... e sconciamente stramazzò. + + +IV. + +Giovedì grasso, ore 9 antimeridiane. + +Minelli si sveglia e chiama, senza aprir gli occhi. + +— Lena..... Lena.... — nessuno risponde — dormi ancora?.... Ma.... — si +leva a sedere, si stropiccia gli occhi, si guarda d’intorno.... Non è +la sua camera.... non è la sua casa.... si ricorda. + +— Pover uomo! — balbuzia — pover uomo! Chi sa cosa avrà detto +Maddalena.... Chi sa! — + +Poi pensando ai casi suoi: + +— Quella è l’ultima.... ah! sì.... è tempo di finirla....; or vado a +casa.... e da questo momento.... vita nuova! — + +Forte della buona risoluzione, si sente bene e sarebbe quasi felice.... +se non fosse il pensiero martellante delle diecimila lire e dei +rimproveri che lo attendono al domicilio conjugale. + +— Ma passerà anche questa! — dice e si alza. Dà la mancia al servo del +cassiere della Società, e gli lascia tante scuse con tante cose pel +padrone e la promessa d’una visita, dopo pranzo. + +Torna a casa, ma trova chiuso. La fantesca è uscita ed egli non ha le +chiavi. Scende e entra in negozio, il che, a quell’ora, maraviglia i +garzoni. Parla col ragioniere, gli dice del secondo fiasco toccato con +Papetti e finisce coll’esclamare: — Cosa facciamo adesso? + +— Ci penserò! — risponde il ragioniere, che ha già pensato, con un +accento che fa sperare ancora una speranza. + +— Bene.... io sono nelle sue mani. Ah! ecco la domestica che +ritorna....; vado a vedere se mia moglie s’è svegliata. Ella venga +pure, verso mezzogiorno. + + * * * + +Mezzodì. + +Minelli entra nel salotto, in cui v’è già il ragioniere ad aspettarlo. + +Il povero marito non è gajo. La moglie era di pessimo umore, e alle sue +scuse e spiegazioni non ha risposto che un: — Taci, taci. — Quanto alla +conferenze, l’ha accettata con un annojatissimo: — Sì, sì. — + +MIN. Favorisca aspettare un momento.... Mia moglie sta vestendosi. + +RAG. L’ha prevenuta? + +MIN. Sì.... le ho detto a un dipresso.... + +RAG. E cosa ha risposto?.... è bene ch’io sappia in quali +disposizioni.... + +MIN. Eccola.... — entra Maddalena e saluta freddamente. Siedono. + +RAG. Signora Minelli.... mi rincresce di averla forse disturbata, ma +era necessario. Dovendo presentare la situazione finanziaria del signor +Minelli.... ho desiderato che Ella pure ne prendesse conoscenza.... +sia perchè si tratta di cosa che deve starle molto a cuore.... sia +perchè, occorrendo poscia adottar dei provvedimenti pel seguito, e la +di lei cooperazione potendo essere assai utile.... è bene ch’Ella sia +perfettamente informata di tutto. — + +Maddalena corruga la fronte — non ha capito niente, cioè ha capito che +è un brutto preambolo. + +RAG. (_con solennità_) Ecco adunque lo stato, in poche cifre tonde. La +dimostrazione l’avrà poi se la desidererà: + +L’ATTIVO è composto, in gran parte, delle spese sostenute in questi +ultimi ventun mesi. + + Per ammobiliare l’appartamento L. 15,000 + Per le gioje della signora » 9,000 + Fatture saldate per conto della signora » 14,000 + Simili per conto del signore » 4,000 + Spese di famiglia » 25,000 + Mobili di negozio » 10,000 + Crediti diversi » 23,000 + Merci esistenti » 40,000 + ——————————— + Totale L. 140,000 + +PASSIVO: + + Scadenze di marzo L. 10,000 + » di aprile » 4,000 + » di maggio » 6,000 + —————————— + Totale L. 20,000 + +Se vi siano altre fatture da pagare per loro conto non so. + +La posizione non è disperata, ma bisogna mutar sistema per salvarla. I +provvedimenti da prendersi sono varj: + +I. Depurazione del personale. — La rendita di questi ventun mesi basta +appena alle spese di negozio e alle sottrazioni fatte da qualcuno, che +si dovrà licenziare. I colpevoli restarono al coperto per molto tempo, +ma finalmente si tradirono in questo carnevale, colle loro pazze spese. + +II. Vigilanza continua del signor Minelli. + +III. Bisogna tornare alla cifra normale di L. 80,000 circa, pel conto +merci generali, tanto richiedendo l’importanza del negozio. + +IV. Estinguere le passività. + +Le diecimila lire scadenti in aprile e in maggio verranno colle +vendite. Le merci che arriveranno in sostituzione non saranno pagabili +che in novembre e in dicembre. + +In giornata, urge trovare le diecimila lire di marzo. Sono +indispensabili, una condizione _sine qua non_ dell’assestamento +degli affari. Si sarebbe potuto provvedervi facilmente se il signor +Papetti fosse stato più arrendevole....; così, non resta a nostra +disposizione che un mezzo solo.... lecito e non rovinoso. La signora +vorrà permettere che si diano in pegno le sue gioje.... (moto di +spiacevole sorpresa della moglie — e anche del marito) per qualche +tempo. M’incarico io di cavarne almeno L. 7000....; per le altre 3000, +supplirò io coi miei piccoli risparmj.... — + +Minelli, con ammirazione, rasserenandosi, alla moglie: — Ma vedi.... +vedi che uomo! E se si presta lui, che cosa non dobbiamo far noi?! + +— Rimane a prendersi un ultimo provvedimento, dal quale io mi +riprometto vantaggi grandissimi, più che da ogni altra misura (fissa +sorridendo, Maddalena), ed è questo: La signora dovrebbe compiacersi di +passare almeno sei ore al giorno, al banco del negozio.... + +MIN. (_incerto_) Come....? + +MADD. (_sdegnosa_) Io?.... + +RAG. Scusi, signora,... io ho pensato che la di Lei presenza in bottega +contribuirebbe a ristabilire la disciplina nel personale — ed essendo +anche un bellissimo e nuovo ornamento del negozio, contribuirebbe, +altresì, a richiamare gli avventori disgustati, non solo, ma a farne +accorrere di nuovi. Qual più bella soddisfazione per la signora +che quella di poter dire un giorno: — Ecco, Casa Minelli è risorta +all’antico splendore.... e questo è tutto opera mia!?.... — + +La cosa può sembrarle forse un po’ nojosa al momento.... ma ci si +abitua presto, e col tempo diventa un divertimento. Si tratta poi di +così poche ore.... che si può fare un piccolo sacrificio.... Già, senza +mortificazioni non si può aspirare neanche al paradiso.... + +MADD. (_insensibile ai sorrisi, alle delicatezze, alle adulazioni e +agli scherzi del ragioniere — con stizza mal dissimulata_) Io non +discuto le proposte del signor ragioniere, anzi dico anch’io che +sono buone.... e quindi farò anch’io tutto quello che potrò, perchè è +troppo giusto. Le mie gioje sono a sua disposizione.... fin da questo +momento.... Vuole anche i miei abiti....? + +RAG. (_grave_) Signora.... Ella mi offende.... si direbbe quasi che +io.... + +MIN. (_spaventato, supplice_) Per carità, Maddalena!.... signor +ragioniere!.... + +MADD. Se ho esagerato.... è stato involontariamente.... mi perdoni.... +ma non avevo proprio l’intenzione di offenderla.... Dunque.... farò +il mio dovere.... Ma ch’io scenda in negozio.... questo è proprio +impossibile.... Che vuole.... che io me ne stia là, come una civetta +per attirar la gente? So che si usa, ma a me ripugna.... + +MIN. Bene, bene! lasciamo questo punto. Io devo già ringraziare +Maddalena del sacrificio ch’è disposta a fare. Sta pur certa che le +gioje torneranno a casa il più presto possibile. Quanto a richiamar gli +avventori, ci penserò io.... anche senza esporre mia moglie.... + +RAG. Signora, io spero che Ella non mi terrà il broncio.... + +MADD. Le pare? Io devo anzi ringraziarla per tutte le sue premure.... +Posso andarmene adesso? + +MIN. Fa pure, cara...., e noi scendiamo.... (_mentre si levano, si ode +la voce della fantesca domandare dal di fuori_) — È permesso? + +MIN. Avanti. + +FANT. (_aprendo_) V’è qui un giovane, che desidera parlare colla +signora. + +MADD. Con me? + +MIN. Sarà qualche operajo....; fallo pure venire innanzi. + +FANT. (_introduce un cameriere d’albergo e si ritira_) + +MADD. (_vedendo il cameriere, impallidisce come un cadavere_) + +CAM. (_s’inchina, poi tutto grazioso a Maddalena:_) Sono molto contento +d’averla trovata in casa.... Dica.... Avrebbe mai, per accidente, +smarrito il suo ventaglio, stanotte? + +MADD. (_non ancora riavutasi_) Io?.... + +MIN. (_al cameriere_) Scusi.... Lei chi è?.... + +MADD. (_tenta far comprendere al cameriere, cogli occhi, i quali pare +voglian schizzar dalle orbite, che non deve parlare — ma quello non +vede_) + +CAM. Io sono un cameriere del _Restaurant Bouquet_. Siccome abbiamo +trovato un ventaglio nel gabinetto in cui la signora.... (_guarda in +viso a Maddalena, e vedendone la terribile espressione, s’interrompe +tutto confuso_) + +MIN. (_sorpreso per quel silenzio subitaneo, dopo tal principio, +vedendo il turbamento del cameriere e di Maddalena_) E così....? +finisci.... (_poi al ragioniere, che, per delicatezza, vorrebbe +andarsene_) Si fermi pure.... + +CAM. (_con sforzo_) Probabilmente m’hanno mal diretto.... + +MIN. (_colpito da sospetto a Maddalena studiandola_) Dov’è il ventaglio +che avevi ieri sera?.... + +MADD. (_sconcertata, non trova parole, dice col gesto che non sa_) + +MIN. (_scoppiando_) Ah! ma dunque è vero!.... (_al cameriere, +imperioso_) Finisci quello che avevi incominciato....; guardami bene in +faccia! + +CAM. (_asciugandosi la fronte, balbetta_) Siccome.... si è trovato un +ventaglio.... + +MIN. In un gabinetto! + +CAM. Sì, signore. + +MIN. Che la signora vi ha lasciato.... stanotte. + +MADD. (_rompendo in pianto, grida_) Ma non è vero!.... questa è +un’infamia!.... + +CAM. (_dice fra sè_) Apriti terra! + +MIN. (_lancia alla moglie un’occhiata fulminante, quindi al cameriere_) +Dammi quel ventaglio.... + +CAM. (_la cui mano, involontariamente, s’era mossa nella direzione +d’una tasca, preso da pietà per Maddalena, dice:_) Non l’ho.... + +MIN. (_frenandosi a stento_) Ah! non l’hai?.... + +CAM. (_con sicurezza_) No.... è all’albergo.... + +MIN. (_coi denti serrati, facendo un passo_) Ah! all’albergo?.... + +CAM. (_indietreggiando_) Sì, signore. + +MIN. Bene! verremo all’albergo.... E ora dimmi un po’...., come mai t’è +venuto in mente di venir.... precisamente qua?.... (_moto disperato di +Maddalena_) Zitta tu!.... se parli.... io.... + +MADD. (_che ha preso una risoluzione, con subitanea energia_) Ma, +insomma.... è una vera indecenza.... questa, che si vada in una +casa.... e che.... + +MIN. (_interrompendola_) T’ho detto di non parlare!.... (_freddo_) Non +è un’indecenza.... è onestà.... e siccome questa onestà dà una traccia +di qualche cosa.... appunto d’indecente.... così io voglio saper +tutto.... e lo saprò. + +MADD. (_sedendo, disdegnosa_) Va benissimo. + +MIN. (_al cameriere_) Dimmi, adunque, come t’è venuto in mente.... + +CAM. Ecco, se si fosse trattato d’un ventaglio qualunque, non ce +ne saremmo curati.... ma trattandosi d’un ventaglio di valore.... +capisce.... Allora io, che aveva veduto il cocchiere del _brougham_.... +(_esita_) + +MIN. (_fremente_).... in cui la signora era venuta.... + +CAM. .... questo non so.... sapeva solo che aveva condotto gente.... +quindi sono andato da lui.... + +MIN. (_tremante d’impazienza_) E t’ha detto? + +CAM. (_esitante_) E.... m’ha detto.... che s’era...., ossia che gli +pareva d’essersi fermato davanti a questa casa.... + +MIN. (_colla vista oscurata_) E allora? + +CAM. Allora.... ho interrogato il portinajo.... e m’ha detto che, +della casa, la signora Minelli, per quanto egli ne sapeva, era l’unica +signora che la scorsa notte fosse uscita.... con suo marito. O il +cocchiere era ubbriaco.... o il portinajo era mal informato.... + +MIN. (_con riso spaventevole_) Sicuro.... dev’essere così.... +(_fregandosi le mani e guardando Maddalena_) Ora, adunque, andremo +all’albergo a prendere il ventaglio.... e se non ci sarà.... se ne +vedranno delle belline.... va bene?.... + +CAM. (_stanco, volendo uscirne, senz’altri rischi nè noje_) Senta.... +poichè devo darglielo.... o prima o poi.... tanto fa che glielo dia +adesso....; dopo tutto, non sono cose che mi riguardano.... (_gli dà un +involtino. Maddalena non sembra accorgersi di quanto avviene; pensa_) + +MIN. (_frenando un grido di furore al riconoscere il ventaglio, con +orgasmo al cameriere_) Bravo.... così si fa.... a te.... per il tuo +incomodo.... prendi (_gli dà cinque lire; aggiungendo con intenzione +minacciosa_), e se sarai discreto.... farai una buona azione.... +capisci?.... + +CAM. Non dubiti.... grazie.... Riverisco (_s’inchina ed esce_). + +RAG. (_contristato_) Permetta che me ne vada anch’io?.... + +MIN. No.... si fermi.... si fermi...., perchè questa donna sa +mentire.... e può essere che io abbia bisogno di testimonj.... + +MADD. (_alzandosi, fredda al ragioniere_) Ha sentito?.... mio marito +m’insulta.... Ora io non voglio più restare in questa casa.... (_muove +per uscire_) + +MIN. (_vietandole il passo, furente_) Non si parte.... +(_respingendola_) Non si parte.... per Dio! + +MADD. (_al ragioniere, con riso forzato_) Ma sa che questa è nuova.... +(_siede_) + +MIN. (_la guarda torvamente, poi suona il campanello; entra la +fantesca_) A che ora è venuta a casa mia moglie.... stamattina? + +FANT. (_incerta_) Alle.... + +MADD. (_pronta_) Alla una! + +MIN. (_contenendosi, ripete con flemma_) A che ora è venuta a casa mia +moglie? + +FANT. (_che ha capito_) L’ha già detto la signora.... alla una. + +MIN. (_urlando_) Tu menti.... tutti mentite! ma.... la saprò ben io.... +per l’inferno.... la verità.... Quel cocchiere.... è ancora vivo!.... +(_battendo un gran colpo sul tavolo_) lo troverò....! + +FANT. (_spaventata si ritira_) + +MADD. (_a quelle parole, si perde d’animo, supplice_) Ma Dio! un po’ di +pietà! + +MIN. (_stravolto_) Con chi sei andata a quel _Restaurant_.... con chi? + +MADD. (_mancando_) Ma io non sono andata in alcun Restaurant. + +MIN. A che ora sei partita dalla festa....? + +MADD. Che so io.... alla una. + +MIN. Sola.... no già!.... con chi adunque? + +MADD. Con una persona.... che conosci anche tu.... e che io stessa ho +pregata d’accompagnarmi. + +MIN. E.... chi è.... questa persona....? + +MADD. È il signor Soranzi.... + +MIN. E.... siete venuti a casa.... subito? + +MADD. .... Subito.... + +MIN. A piedi? + +MADD. A piedi.... + +MIN. (_al ragioniere_) Ella ha sentito.... (_a Maddalena_) Ora.... io +esco.... e se io saprò.... che hai mentito.... guai.... guai a te! E se +poi il ventaglio sarà stato smarrito.... supponiamo.... sulla festa.... +resterà a scoprire qual è la signora che l’ha trovato.... e riusciremo +a sapere anche questo.... va bene? (_al ragioniere_) Ella intanto +mi faccia il favore di rimanere.... e le impedisca di parlare con +chicchessia e di fare un sol passo.... Siamo intesi! (_esce_) + +MADD. (_vedendosi sola col ragioniere, riprende coraggio, e fingendosi +oppressa, con voce flebile_) Scusi, signore.... se mi ritiro nella mia +camera.... ma io ho troppo bisogno di piangere.... + +RAG. Mi faccia la grazia di restar qui. Ella ha udito le +raccomandazioni.... + +MADD. (_piangendo_) Ma sono in casa mia, infine....! Mi segua, se +vuole.... mi lasci andare nella mia camera.... + +RAG. (_con pietà_) Mi dica.... Ella è proprio innocente....? + +MADD. .... Creda.... io sono una povera vittima del destino, che mi +perseguita.... ma io non so proprio nulla di nulla! mi crede? + +RAG. Ma.... per me.... si figuri.... + +MADD. .... Dunque.... sia buono.... guardi.... mi lasci almeno +rinfrescarmi il volto.... devo avere gli occhi ben rossi.... + +RAG. Bene.... faccia presto.... perchè io non voglio aver noje.... + +MADD. (_dolcissima_) Un minuto solo.... (_esce_) + +Il ragioniere resta solo, facendo delle considerazioni morali sul +matrimonio, e rallegrandosi di essersi conservato celibe; tutt’a +un tratto balza in piedi esterrefatto, ha udito un rumore di chiavi +giranti nelle toppe; corre ad un uscio, — chiuso — corre all’altro, — +chiuso anch’esso. — Ah! balordo ch’io sono.... — esclama — doveva ben +pensare che una donna....! e adesso quell’altro tornerà.... ed io.... +Ah! bah! — corre alla finestra, apre, e grida: — Portinajo! Portinajo! + +Eh? — fa il portinajo sull’uscio del suo stambugio.... + +— Vieni su.... subito.... + +— Subito.... + +— Ma dov’è? — domanda forte il portinajo, salito, girando per le camere. + +— Qui.... qui! — grida il ragioniere — apri.... + +— Ecco.... ma come mai.... + +Fuori di sè. — Niente.... di’ al signor Minelli che io non sono nè +un gendarme nè un aguzzino.... e tanto meno poi un prigioniere.... Il +resto glielo scriverò io....! + +— Va benone! — fa il portinajo, che non capisce niente, vedendolo +fuggire a precipizio. — Il marito se ne va, la moglie se ne va, la +serva se ne va.... e questi, non appena può andare, scappa.... Così, +chiudiamo e andiamocene anche noi. — + + * * * + +Sono scorse due ore. Minelli torna. Ha cercato di tutti quelli che +potevano fornire qualche schiarimento e ha parlato con tutti.... col +cocchiere, col portinajo di casa Soranzi, coi servitori della Società, +ha voluto rivedere il cameriere del _Restaurant_. + +Non v’è una dissonanza. Tutto concorre ad accertare in modo ormai +incontrastabile la temuta verità. Ebbene, egli non è più furente.... +è di ghiaccio. — Egli non ha da far altro che strozzare Maddalena.... +e la strozzerà; e dopo andrà a consegnarsi alla giustizia. — Questo è +così semplice, che egli è tranquillo. — Si è sempre tranquilli quando +si compie il proprio dovere. + +Il portinajo, vedendo passare il signor Minelli: — Signor Minelli, ha +detto il di lei ragioniere che non è nè un gendarme, nè un aguzzino.... +e tanto meno poi un prigioniere. Quindi se n’è andato. + +MIN. (_accendendosi_) E dove è andato? + +PORT. Io non saprei.... Ah! prenda la chiave....; non v’è nessuno in +casa. + +MIN. (_afferrandolo per un braccio, come pazzo_) Cosa dici! non c’è +nessuno?.... + +PORT. (_liberandosi_) Se non crede.... vada a vedere. — Che cos’ha?.... +Si sente male? + +MIN. (_atterrato, cupo_) No.... grazie. — + +Sale lentamente, curvo, barcollante, apre, entra, passa di camera in +camera, con tal circospezione, che si direbbe tema di trovar alcuno. +Giunge alla camera da letto.... vorrebbe.... si pente.... si decide.... +spinge l’uscio. + +— Ah! — grida gemendo — Son rovinato! — + +Al primo sguardo, egli ha tutta compresa la sua disgrazia. + +Non gli resta nemmeno il conforto della vendetta. + +Corre al forziere aperto.... Pur troppo è vero.... L’unico valore che +vi si trovava, lo scrignetto dei giojelli, è sparito. + +Sur un tavolino v’è un biglietto scritto colla matita in modo quasi +inintelligibile, tanta era la furia di chi lo vergò. + +Ecco quel che vi legge Minelli coll’occhio semispento: + + «Non cercare di me.... non mi troveresti. Addio per sempre. + + «MADDALENA.» + +Minelli alza gli occhi e i pugni al cielo.... La sua maledizione non si +ode.... ma deve essere orrenda! + +Poi biascica sordamente: + +— Ah!.... non cercare di te?... addio per sempre?.... Voglio +trovarti.... voglio.... capisci? — + +Vuol muoversi, per uscire, ma le gambe non lo reggono.... tutto è +distrutto in lui e cade inginocchioni. Egli vuol rialzarsi.... e non +può.... Si rode i pugni per la rabbia, si percuote il petto, la fronte, +si strascina sulle ginocchia.... ma ogni sforzo è vano. + +Il portinajo, che s’era impensierito pei modi strani di Minelli, sale +dopo mezz’ora e lo trova immobile, accosciato, cogli occhi sbarrati, +fissi al suolo, colla bocca intrisa di una spuma verdognola e +sanguigna. + +— Lo diceva io che ci doveva essere qualche cosa — borbotta il +portinajo, e lo solleva e lo mette a giacere sul letto, e gli domanda +che cosa ha, che desidera.... + +— Nulla — mormora Minelli estenuato — lasciami dormire; va pure. + +— Vuol che dorma qui nella camera vicina, stanotte? + +— No, no, adesso mi è passato.... grazie. + +— E l’uscio che è aperto....? + +— Lascia pure aperto... non c’è pericolo.... chiuderò io.... Il negozio +non sarà aperto.... m’imagino.... + +— Eh! già.... è giovedì grasso.... + +— Giovedì grasso.... — sospira Minelli. — Va pure.... addio. — + + * * * + +Quando il mattino susseguente, il portinajo salì per veder come stava +il signor Minelli, non lo trovò più. + +Sul tavolo, nel salotto, v’era un piego suggellato diretto al +ragioniere. + + + + + _Lettera di Minelli al suo ragioniere._ + + Caro amico, + + Permetta che, in questi ultimi momenti, riconosca quanto Ella ha + fatto o tentato di fare per me, col chiamarla amico. Se io Le + avessi dato retta, sarei certamente felice e degno della stima + generale.... così sono un povero miserabile. + + Non lo sarò tuttavia che per poche ore. + + Cosa vuol che ne faccia io, adesso, della mia vita? + + Si può vivere soli, coll’anima esulcerata; impotenti a tutto, colla + mente che non sa obliare.... sapendo che _ella_ è viva, che mi + disonora, che mi deride.... perchè le è riescito di ingannarmi e di + derubarmi?! + + D’altronde sono rovinato, caro ragioniere, e non saprei come + rialzarmi, perchè io non sono più capace di lavorare.... lo sento. + + E poi, ho sempre veduto che quando si comincia a rotolar giù, non + si può proprio più fermarsi. + + Dunque arrischierei di perdere quel poco che ancor mi resta, mentre + è mio dovere sacrosanto di salvarlo per mia figlia? + + No.... no.... ne ho già troppe sulla coscienza, e almeno questa + voglio risparmiarmela. + + Povera Silvia!.... non l’ho mai riveduta.... + + Questo è forse il più grave mio torto.... e non ho scuse.... Non + posso a meno di piangere pensando a quella meschina.... + + Desidero che Ella, signor ragioniere, sia il tutore di mia figlia + — e se Ella accetta, io dico, anzi: _voglio_, affinchè Ella possa + venir più facilmente nominato dal Tribunale. + + Forse ci sono molte altre cose che sarebbe necessario dire.... ma + or non saprei.... ah! _È mia assoluta volontà_ che quanto potrà + essere salvato dal naufragio della mia fortuna, venga investito + in rendita pubblica e intestato a mia figlia. Tutto in rendita, + ad eccezione di poche lire 3000, tremila, che io La prego, signor + ragioniere, di accettare come un lieve segno della mia gratitudine + pei servigi che Ella mi ha resi. + + Non ho proprio altro ad aggiungere. + + Parli qualche volta di me alla Silvia, quando potrà capire.... e la + baci per me. + + Addio. + + PAOLO MINELLI. + + _PS._ Favorisca far consegnare le unite due lettere — e faccia + dir una parola ai giornali, onde non si occupino di me.... se pur + possono defraudare, in via d’eccezione, una volta la curiosità + dei loro lettori. Non è tanto per me che desidero questo, quanto + per mia figlia, che un giorno saprà leggere.... e vorrà sapere... + Addio, addio. + + * * * + + _Lettera al padre di mia moglie._ + + Voleva quasi quasi partire, senza neanche salutarti — ma siccome, + sebbene involontariamente, sei stato la cagione principale di tutto + quello che è avvenuto — perchè se non mi avessi rifiutato quanto + mi _devi_, nulla sarebbe avvenuto.... così voglio salutarti.... e + ringraziarti. + + L’ho qui.... qui alla gola.... veh! — e non mi passa.... e se io + ascoltassi solo la mia rabbia.... + + Ma, per Dio! vengo a domandarti la mano di tua figlia.... e non + ti chiedo un soldo — la adoro tua figlia, la tratto come una + principessa, non so cosa farei per vederla sempre sorridere di + soddisfazione.... procuro ad un padre una rara consolazione e la + più grande, quella di veder felice sua figlia.... ed ecco il bel + compenso che trovo! + + Un giorno, quando per un concorso di circostanze, e anche per mia + colpa — sì, non lo nego! — mi trovo in bisogno e mi rivolgo al + padre di mia moglie.... egli mi lascerebbe morire piuttosto che + ajutarmi! Mi nega il _prestito_ di diecimila lire che mi deve.... + me lo nega a me, che ho speso quattro, cinque volte tanto in pochi + mesi per far star allegra sua figlia! È dura, sai?! È proprio una + cosa che grida vendetta in cielo! + + E sua figlia, tanto per fare ancor qualche cosa di meglio di suo + padre, mi tradisce, mi deruba.... e fugge! + + Ma me la sono meritata! + + Cosa mi è mai venuto in mente, dopo essere stato felice venti anni + — cosa straordinaria — con una donna, di prendere moglie per la + seconda volta.... per avere una donna bella?! — Prendila, Paolo, la + donna bella.... prendila! — ecco il bel frutto. + + Ma chi poteva imaginarselo? chi? + + E pazienza ancora, se le avessi fatto imporre di sposarmi....! + Ma ha avuto tutta la libertà d’agire come sentiva! Perchè non + rispondermi francamente un _no_? Imbecille ch’io fui!.... Credetti + che il suo fosse un _sì_ d’amore.... ed invece, non era che una + furberia per poter venire a godersi il mio denaro! + + Ed io.... mi sono rovinato per questa donna! + + Basta.... io adesso me ne vado all’altro mondo, e spero che tu non + starai molto a seguirmi. + + Intanto godi.... godi le tue, ossia le mie diecimila lire! — e + quanto a tua figlia, ora trionfi pure.... ma la mia maledizione la + perseguiterà per tutta la vita.... e qualche giorno giustizia sarà + fatta! + + _Il marito di tua figlia._ + + * * * + + _Lettera di Oreste ai suoi parenti._ + + Miei cari, + + Spero che v’avranno subito consegnato jeri il biglietto, in cui vi + diceva che io doveva assentarmi per una partita di piacere. + + Mi sono assentato.... ma per ben altro motivo. Non ve l’ho detto + jeri, perchè, a dirvi tutto, ci voleva tempo, e urgeva partire + senza il menomo indugio. Il più importante era che foste tranquilli + a mio riguardo. + + Eccovi ora la verità. + + Una donna mi aveva inspirato una profonda passione e la ricambiava. + + Jeri, il marito, messo da qualcuno in sospetto di tale mistero, + interrogò la moglie, che, naturalmente, negò, chiedendo le prove, + per guadagnar tempo. — Vado a procurarmele, disse il marito + furente, e se sarà vero, io ti ucciderò. — Non appena il marito + fu uscito, la moglie — doveva forse aspettare che ritornasse + con quelle prove, che pur troppo si potevano ottenere? — corse + dalla persona, presso la quale soltanto poteva trovare rifugio e + difesa.... venne da me. Era alla disperazione! Se l’aveste veduta, + avrebbe mosso a compassione una tigre.... + + Prego mio padre e la mia buona madre di non esser troppo severi. + + So anch’io.... come lo sa _Lei_, che legge mentre vi scrivo.... + tutto quello che si può dire. Ma non discutete, per carità, la + ragione o il torto d’una passione! Ditemi solo se un uomo che + si trovava nella mia posizione ha fatto o no il suo dovere, + accogliendo questa povera donna, che tutto aveva prima arrischiato + ed ora ha tutto perduto per lui! — Su questo solo punto siate + giusti.... il resto lo abbandono all’indulgenza di gente di cuore, + la quale sa che cos’è vita, che cos’è giovinezza. + + Mia madre sarà addoloratissima nel leggere queste righe, lo so....; + crederà che io abbia smarrito quei sentimenti d’onestà che ella mi + ha sempre inspirati.... No, io non sono stato che amante. + + D’altronde, v’era qualche cosa di predestinato.... era scritto che + presto o tardi le nostre sorti dovessero confondersi in una sola, + che sarà fonte perenne di comune felicità. Lo sento.... e sono + certo che non è un’illusione. + + Siamo a X.... al confine. + + Scrivetemi subito per tranquillarmi. + + Il nostro ritorno dipende dagli avvenimenti. + + In caso di separazione legale, torneremo presto.... Nel caso + contrario, verrò a vedervi il più sovente possibile. + + Sono felice.... ma solo per metà, lontano da voi, lo sapete. + + _Vostro aff._ ORESTE. + + * * * + + _Risposta dei parenti._ + + Oreste, + + Tu ci hai arrecato il più profondo dolore! + + Tu non vuoi che si discuta la ragione o il torto della passione + — ma un _uomo_ non deve ridursi fino al punto da mettersi + volontariamente al livello dei bruti, pei quali non v’è ragione nè + torto. + + Quando, al primo riveder quella donna, tu sentisti ridestarsi + l’antico affetto — dovevi fuggirla. Era già moglie. + + Il sacrifizio allora sarebbe stato ben lieve, credilo! + + Non hai avuto quella meschinissima forza.... e or vedi le + conseguenze orribili della tua debolezza! + + Al solo pensarvi v’è da raccapricciare.... + + Quel marito s’è ucciso!.... ucciso per causa vostra. + + La donna che tu ami è l’oggetto della esecrazione generale in + questo momento. + + Essa non aveva alcuna ragione di mancare alla fede giurata.... dopo + un anno e mezzo di matrimonio! + + L’opinione pubblica è meno severa per te.... ma, per la gente ben + pensante, tu sei responsabile quanto colei, di quell’omicidio, + perchè siete voi due che l’avete commesso.... Negalo un po’ se hai + tanto coraggio! + + Leggi, leggi la lettera che lo sventurato ti ha scritto sul punto + di morire, e poscia abbi ancora stima di lei.... di te.... se lo + puoi! + + E ora che farai?.... Sposerai tu quella donna? La tua passione ti + trascinerà anche a questo? Sarai tanto cieco da non veder che v’è + un cadavere fra voi....? + + E quando l’avrai sposata, sarà essa veramente tua? E un giorno non + sarai forse trascinato ad imitare l’esempio del primo marito? + + Basta.... fa quel che vuoi. Noi ti abbandoniamo a te stesso. + + Io ti dico solo che in questi giorni io devo benedire la sventura + che m’ha quasi affatto privato della vista.... perchè così io sono + certo di non veder quella donna, se mai osasse venir in questa + casa....; ma non l’oserà, perchè nessuno oserà condurvela. + + Tuo padre ha dettato + + Tua madre ha scritto — e + aggiunge che stima troppo suo figlio per poter supporre, un solo + istante, che egli le mancherà di rispetto. + + * * * + + _Lettera di Minelli a Oreste Soranzi._ + + Signore, + + Come vede, io mi ritiro. A Lei piace mia moglie.... ed io gliela + cedo. Ma cosa vuole di più?! + + Sia certo che Le faccio un bel regalo. + + Ella la conosce per una bella donna, ma forse non sa che è anche + una buona donna. In tal caso, se ne persuaderà in seguito.... + + Poi, ha altre belle qualità: sa mangiar bene, bever meglio, veste + con un gusto eccellente. A ballare, l’ha vista.... anzi l’ha fatta + anche ballare.... Per spirito non ha l’uguale. Nè questo è tutto. + Ha un cuor d’oro. Basta dire che ha avuto una figlia e che non + ha ancor avuto tempo di vederla.... ma è sempre tanto occupata, + poverina! + + Io le ho scoperte, un po’ tardi, tutte queste perfezioni.... ma io + sono un imbecille. + + Credo che Ella sarà molto felice con Maddalena, perchè è una donna + che sa fare. + + Se mai, per caso, un giorno si stancherà, non Le darà alcun + disturbo, prenderà il bello e il buono e se ne andrà.... + + Ha agito così con me, ed io voglio sperare che non La tratterà meno + bene di me. + + Saluti tanto la mia vedova, e mi creda niente affatto suo + devotissimo + + PAOLO MINELLI. + + * * * + + _Lettera di Oreste a Maddalena._ + + Maddalena, + + Il nostro amore riceve un colpo mortale! + + _Egli_ si è ucciso! + + Senza saperlo, ha scelto la più tremenda delle vendette. + + Egli vivo, ci univa — morto in tal modo, ci disunisce per sempre! + + Qual vita, infatti, sarebbe la nostra, se ci ostinassimo a + volere una felicità impossibile? — Il suo fantasma sarebbe + sempre con noi.... le nostre famiglie ci respingerebbero, tutti + ci segnerebbero a dito, dicendo: — Ecco coloro che hanno ucciso + quell’infelice.... vedete gli sposi assassini! — E noi stessi + potremmo sopportare la vista di noi? + + Che abbiamo mai fatto! + + Ora, non ci resta che piangere, tornare nel seno delle nostre + famiglie, espiare con una vita onesta un errore giovanile — e non + vederci mai più. + + A te, Maddalena, più avventurata di me, perdendo le gioje + dell’amore, rimangono ancora le gioje sublimi della madre. + + La tua bambina sarà la tua delizia e il tuo conforto. + + Rinunciando ad amarci e a vederci, noi non potremo certo obliare i + sogni passati.... La memoria di questo amore sarà una religione! + + Addio. Addio! + + ORESTE. + + _PS._ Le vicende della vita sono varie.... Se mai ti tornassero + avverse.... ricordati di me. Ho voluto, dovuto dirti questo per + togliermi dall’animo un peso opprimente. + + Parto senza vederti.... il perchè lo comprendi. + + * * * + + _Risposta di Maddalena._ + + Oreste, + + Hai ragione. — Addio per sempre. — Grazie. — Non ho, nè avrò mai + bisogno di nulla.... Saprò lavorare. + + Sei un gentiluomo — dunque, tutto è sepolto, _tutto_! + + MADDALENA. + + * * * + +Quella sera, il padre e la madre di Oreste stavano seduti sur un +divano, nella sala da pranzo, silenziosi e mesti. Vedevano che la mensa +era servita, ma non potevano muoversi. + +A un tratto si scossero.... — era una scampanellata.... + +Pochi secondi dopo, l’uscio si aperse e comparve Oreste, fermandosi +sulla soglia, umile, abbattuto, esitante.... + +— Ah! è lui — gridò la madre giubilante, correndo ad abbracciarlo. + +Il cieco padre ebbe un tremito, ma non fe’ motto. + +— Sei solo?.... — mormorò la madre all’orecchio del figlio. + +— Solo. + +— È finita? + +— Finita. + +— Vieni!.... — Eugenio — fece verso il marito, conducendo a lui Oreste +per mano — consola questo povero ragazzo.... che ha mancato.... ma che +è pentito.... e soffre. — + +Il cieco porse una mano, che fu presa e coperta di baci — quindi +respirando largamente e alzandosi, disse: + +— E ora che siamo ancora in tre.... pranziamo.... Oreste, adesso se +potessi vederci.... non sarebbe proprio male! — + + . . . . . . . + +In casa Soranzi non si parlò più di Maddalena, come se neanche +esistesse. + +Un anno circa dopo la catastrofe, Oreste era avvocato e sposava la +figlia di un alto magistrato, buona, timida, graziosa creatura, sulla +quale la madre di Oreste aveva da un pezzo posto gli occhi, e di cui +diceva: — Per quella, garantisco. — + +Oreste fu conquistato dalla soavità della giovinetta — e quando la +madre gliela propose, non seppe dir di no. + + + + +Quando Maddalena lesse il biglietto di Soranzi, per quanto fosse +corazzata e tutt’altro che tenera del marito, non potè a meno di +fremere. Una morte naturale.... pazienza! Era una disgrazia, e +oltrechè inevitabile, preveduta vicinissima, e al punto a cui eran +giunte le cose.... non avrebbe messo nessuno alla disperazione — ma +quell’uccidersi!.... + +Tal senso di terrore tuttavia fu breve e lieve — seguirono intensi +e lunghi invece il dispetto della perduta fortuna e le ansiose +apprensioni per l’avvenire.... Che sarebbe di lei?.... + +Più ci pensava e più le pareva che la delicatezza di sentire di Oreste +fosse esagerata. + +Che relazione aveva l’avvenire col passato? l’ombra.... un’ombra!.... +del defunto colle gioje reali dei vivi?.... perchè temere l’opinione +pubblica.... la quale si sa che cos’è e della quale si fa tutto quel +che si vuole? — fisime, ubbíe! — Ci fu un momento in cui balzò in piedi +per corrergli dietro, afferrarlo per un braccio e dirgli: — Fermati, +fanciullo.... e lascia fare a me! — ma siedè tosto. + +Raggiungerlo.... in casa, forse? — affrontare.... chi sa.... fosse un +oltraggio? — Scrivergli, supplicarlo, minacciarlo di darsi morte? + +Non essendovi amore, l’orgoglio ne la dissuadeva. + +D’altronde, a che poteva servire un espediente.... per quanto +drammatico, con un figlio che sapeva tanto subordinato ai parenti? + +Si trovava nelle di lei braccia.... ed era fuggito!.... + +Dunque che sperare mai ora? Ah! non bisognava pensarvi più. + +Bisognava pensare piuttosto a provvedere altrimenti per l’avvenire. + +Dopo un’ora di meditazione, il suo programma era fissato. + +Prima di tutto era necessario ripresentarsi in società colla ragione +da parte sua. Ella era la vittima! Chi osava sostenere che ella era il +carnefice? + +E poteva provar tutto in propria difesa, mentre nessuno poteva provar +nulla contro di lei. + +Cominciò dal partire per recarsi, la furba, in altro luogo, donde potè +scrivere: + + Cari genitori, + + Sono presso mia figlia. + + Ho saputo della triste fine di quel povero uomo.... Io lo + compiango. + + Se la gelosia non lo avesse accecato, non avrebbe, senza alcuna + cagione, dato corpo a delle ombre — io non mi sarei spaventata.... + e la mia assoluta innocenza sarebbe stata luminosamente provata.... + me ne appello al signor ragioniere! — Così invece.... basta, + non ci pensiamo, perchè non v’è più rimedio. Sono immersa in una + profonda tristezza. Mamma, vieni a trovarmi. Io non ritornerò che + fra qualche mese in casa vostra, se mi vorrete. S’intende che a + Pasqua lasceremo casa Soranzi, perchè non voglio abitare vicino a + quell’altra casa, che mi ricorderebbe tante sventure. + + Non so che cosa dica la gente. Dite pure al signor ragioniere che + faccio assegnamento sulla sua prudenza e sul suo buon cuore, onde + dichiari null’altro che la pura verità, senza entrare in alcun + particolare ozioso, che potrebbe far torto alla memoria di mio + marito. + + La gente deve sapere solo che in séguito ad un diverbio fra me e + il povero Paolo, per ragioni d’interessi, io, d’accordo con voi, + sono venuta a passare qualche giorno presso mia figlia, per lasciar + campo al sereno di tornare.... e ch’egli, uomo debole, senza fibra, + ormai vedendosi dissestato, si è ucciso, mentre si poteva ancora, + col tempo, lavorando, rimediare a tutto. + + Non so se mio marito abbia lasciato delle disposizioni.... Ad ogni + modo, dite al signor ragioniere che io non voglio nulla per me. + Tutto per mia figlia.... per la mia Silvia, che è tanto bella.... + oh! se è bella! + + Mamma, vieni subito, e fa di condur con te anche il signor + ragioniere.... Al quale devo fare mille scuse, e col quale voglio + intendermi per molte e molte cose. + + _Vostra affezionatissima figlia_ + MADDALENA. + + _PS_. Vi prego di deporre una corona sulla tomba del mio povero + Paolo. + + * * * + +I Papetti, ricevendo questa lettera, cominciarono a respirar meglio. +Quell’altra di Minelli li aveva costernati, avviliti al punto che +non osavan più uscir di casa.... tanto loro pareva che tutta la +gente avesse a segnarli a dito e chieder loro conto del sangue d’un +innocente. + +Figurarsi che balsamo lo scritto della figlia! Tutta la verità era +ora chiara, lampante — ed era proprio quella verità che si voleva. +Maddalena, pura come un angelo — Minelli, un uomo disperato e ubbriaco. + +Già l’avevano sempre detto che beveva troppo, che doveva finir male! + +La madre raggiunse la figlia conducendo con sè il degno ragioniere, +il quale non aveva, per caso, ancor da rimproverarsi alcun torto verso +Maddalena. + +Uomo prudente e di cuore infatti. + +Non appena letto il testamento di Minelli, egli l’aveva abbruciato +— perchè dubitando da lungo tempo del cervello del suicida, e non +trovando provata l’infrazione del regolamento conjugale, o, per lo +meno, provata la gravità — non si era creduto in diritto e, tanto meno, +in dovere di assumersi alcuna responsabilità, nè in faccia agli uomini, +nè in faccia alla sua coscienza. + +Aveva dunque detto: — Il tribunale provveda. — + +Quando poi ebbe parlato con Maddalena, si felicitò con sè stesso della +sua prudenza. La bella donna ebbe per lui tante gentilezze, tante +graziose parole, seppe tanto bene dargli ad intendere tutto quello che +volle, che egli tornò in città disposto a dichiarare che la signora +Minelli era una santa. + +Il padre Soranzi aveva scritto che Maddalena era l’oggetto della +esecrazione generale, — ma l’esecrazione generale non v’era che nella +sua coscienza rivoltata. Innanzi tutto, mancavano assolutamente gli +elementi per poter esecrare. Quel giornale aveva detto di non voler +parlare, ma.... non sapeva niente. Il ragioniere, Soranzi e Papetti non +avevan fiatato, ciascuno per le sue buone ragioni — per cui la città, +che usciva tutta arrembata, intorpidita, sonnacchiosa, infreddata, +aveva ben altro a fare che interessarsi per due iniziali trovate morte +in un giornale — senz’alcun particolare. + +Si, i conoscenti fantasticarono.... ma le dichiarazioni del ragioniere +e dei Papetti non lasciarono neppur subodorare la verità vera. Il +dissesto finanziario era proprio l’unica causa impellente al suicidio. + +Il giorno di Pasqua, al corso, la gente ammirava una signora di +maravigliosa bellezza, alla quale un _lutto intiero_ del miglior +gusto dava un risalto e un carattere fantastico — che sola, severa, +imponente, marciava, senza vedere alcuno. + +— Guarda la bella Minelli! — dicevano i conoscenti, e trovavano che +anche la vedovanza a lei faceva bene. + +Che floridezza di carnagione! + + * * * + +Il ragioniere era stato, come si poteva prevedere, nominato tutore +della figlia di Minelli. + +La liquidazione della sostanza produsse in cifra tondo L. 40,000, che +furono investite in rendita intestata a _Silvia Maria Caterina Minelli +del fu Paolo, minorenne_. + +S’intende che l’assegno accordato alla vedova pel suo mantenimento — +finchè ella non passasse ad altre nozze — doveva venir prelevato dai +frutti del suddetto capitale. Maddalena trovò che non v’era da star +allegri. Quella era la miseria.... per lei. + +_Nulla per me, tutto per mia figlia_, aveva ella scritto — ma quando +si è Maddalena, sono cose che si scrivono, per un secondo fine. Nella +sua ignoranza assoluta in materia di affari e di codice, ella sperava +ben altro. La circostanza di tale trattamento omeopatico, la forzò a +modificare sensibilmente il suo programma.... + +Bisognava rinunciare alla caccia d’un marito ricco, perchè +probabilmente lunga, faticosa, dispendiosa — oltrechè d’incertissimo +successo — fare invece la caccia alla borsa.... il trovare una +_posizione_, essendo molto più agevole e breve — il che urgeva. + +Ma perciò, occorrendo una perfetta libertà di movimenti, uscì di casa +e andò a far la signora sola, sul corso più frequentato dal denaro e +dalla lussuria, in un bell’appartamentino ammobiliato negli ammezzati, +pel riflesso che il vivere.... quasi in istrada, le permetteva di +offrirsi continuamente in tutti gli abbigliamenti più originali ed +eleganti e in tutte le pose più seducenti. + +Annodò l’amicizia colle donnine più.... coraggiose, che aveva +conosciute negli ultimi mesi e che tenevano corte galante — e cominciò +a _ricevere_. + +Erano geniali ritrovi, in cui si faceva della musica e del tè, per aver +una ragione di far della diplomazia amorosa. + +Si poteva dire tutto quello che occorreva per, poscia, poter fare. + +Le dichiarazioni e le proposte non mancarono a Maddalena, ma ella +— senza disgustare alcuno, ben inteso; non si sa mai! — rispondeva +sempre che non le era permesso di prenderle nella considerazione che +meritavano — a motivo del lutto. + +Realmente le pareva di meritar meglio. Tutti i giorni ne entra _uno_, +dicono, in città.... poteva arrivare anche quello che ci voleva per +lei. + +Arrivò.... + +Maddalena credette aver fatto un gran colpo.... e invece non fu che un +colpo di gran cassa.... vuota. + +Era un agente di cambio esotico, che pareva il Re di denari, ma che, i +denari, li faceva scappare. Non aveva la fortuna propizia.... ossia, +qualche volta essa gli sorrideva, ma egli, allora, si mostrava tanto +indiscreto, che era costretta a fargli subito il broncio. Egli aveva +visitate le primarie Borse, e, partendo, le aveva lasciate tutte molto +afflitte, perchè molto piagate. Cosa straordinaria, la cagione della +piaga era sempre un _cerotto_. + +Quando conobbe Maddalena, era in un momento di vena; — in una sola +liquidazione aveva guadagnato cinquantamila lire. Per due mesi, +Maddalena menò l’esistenza più fastosa — era la donna più invidiata.... +anche da qualche donna onesta — ma una sera, in cui egli lasciandola in +teatro con un’amica, la salutò dicendole: — Vado un momento al _club_, +poi ci rivedremo; — ella, tornata a casa, — come Minelli buon’anima! — +non trovò più le sue gioje e trovò un biglietto che diceva: + + Mia cara, + + «Ho perduto e devo andarmene. — Perdona se riprendo qualcuno + de’ miei doni. Tu mi ami troppo per non voler permettermi di + partire.... ed io ti giuro imperitura riconoscenza.» + +Maddalena urlò, cacciò la cameriera, ruppe uno specchio, due bottiglie, +non potè mangiare per tre giorni.... e poi, ebbe pietà di sè stessa e +di un nuovo aspirante.... un nuovo molto vecchio, venerabile però.... +per ricchezza, il quale aveva due soli culti, quello della lunga ed +argentea sua barba, e...., l’altro non occor dirlo. + +Per rispetto alla sua età, tuttavia, egli si accontentava delle cure +filiali. + +Quelle di Maddalena riempirono nuovamente lo scrignetto, ed ella +potè sognare di trovare un giorno un codicillo a di lei favore sul +testamento del vegliardo, che le giurava eterna fede.... forse perchè +aveva già un piede nell’eternità. + +Ma un giorno le vennero a dire che il veglio era morto sotto un colpo +apopletico, e che il testamento non aveva il codicillo. + +Due anni di tenerezze filiali proprio sciupati! + +Allora.... allora cominciò per lei un’esistenza d’un certo genere, +in cui noi non possiamo seguirla. Sarebbe anche nojoso. Le posizioni +furono molte e varie.... e ricorderemo a tal proposito certi versi, +che un insolente ex-cuoco arricchito le dedicò, senza arrossire +dell’irriverenza che commetteva contro il Poeta: + + . . . . . . . . . . . + Le procellose e trepide + Gioje di gran disegni, + L’ansie d’un cor che docile + Fervente è pei sostegni + E i giunge e tien quel premio + Che diè Follia a sperar. + (_s’intende la Follia degli sciocchi_) + Tutto provò: la gloria + Di far sentir gli artigli... + Le fughe.... la baldoria.... + La reggia.... no! — ma figli (_di famiglia_) + Molti sì, che in polvere + Per lei i padri mandar.... + +Continua, ma basta.... non è vero? + +Chi conobbe Maddalena nel fortunoso periodo che corre fra i ventidue +e i trent’anni, dice che a poco a poco, della donna, perdette sin +la vernice, e finì ad essere la più spudorata e la più cinica delle +creature. + +Noi supponiamo che, in uno di quegli anni, debba essere stata scritta +quella tal lettera, la quale conteneva tante buone informazioni +di Maddalena — e probabilmente da qualcuno che — chi sa come fu +spennacchiato, deriso, mistificato! — non potendo più salvare sè +stesso, voleva salvare qualche amico. + +Era diventata uno di quei cavallacci del piacere che si trovano in +tutti i festini, in tutti i bagordi, e che la gioventù corre sempre a +cercare, perchè hanno il diavolo nel sangue, perchè saltano, urlano, +strillano, trangugiano, tracannano per notti intiere alla fila.... +dicendo e facendo.... quello che l’indomani, gli stessi ubbriachi +commilitoni della notte, svegliandosi, non vogliono nemmen ricordarsi. + +I genitori, sulle prime, scandalizzati, avevano protestato — +inutilmente — poi si erano rassegnati, dietro il riflesso che in fin +dei conti ella era libera.... Finirono quindi ad accettare i di lei +inviti a pranzo, anche quando v’erano i suoi protettori, e può essere +che l’indigestione non sia stata estranea alla loro morte.... Caterina +però finì come aveva sempre vissuto, da buona cristiana, con tutti i +conforti della religione. + +Per dare un’idea..... debole, già! di ciò che era diventata Maddalena, +citeremo alcune delle frasi che di lei ci furono riferite.... e che non +sentono l’ubbriachezza. Sentono certo un bel disprezzo per gli altri e +anche per sè.... ma vi si trova qua e là in mezzo alle facezie, quello +che noi cerchiamo avidamente da per tutto: _la verità_.... + +Si dirà: euh! la verità che viene da una simile bocca....! + +Maledite pur la bocca — ma benedite la verità, e benedite anche il +vino, se esso l’ha fatta sgorgare. + +Ma leggete e accettate.... quel che vi conviene: + +— La paura è la virtù di molte donne. Col pensiero, chi sa quanti +desiderj, colla bocca, chi sa quanti sospiri che volano chi sa per +dove, chi sa quanti abbracci legali che illudono, per un istante, una +mente già _occupata_. + +Le giovinette, che scrivono lettere amorose, hanno sempre la frase +sacramentale: «Ti giuro che ti sarò fedele fino all’ara.» Esse giurano +il vero: _fino_. — Siamo belle noi altre donne! _Prima_ ci diciamo +offese, se non ci rispettano; _dopo_, è il rispettarci che diventa non +solo offesa, delitto. + +Un uomo che non può più correre, non deve permettersi nuovi amori....; +se ne stia ai vecchi — gli verrà tenuto conto, se non altro, dei +servigi prestati. — Una moglie che vede suo marito ubbriaco, ne ha +tanta nausea che comincia subito ad amar un altro, anche quando non sa +chi possa essere.... se poi lo sa!.... — Di riscontro essa fa bere il +suo amante, e se lo vede ebbro.... ride.... — Una moglie che tollera un +marito che beve.... o beve anch’essa.... o ha bisogno ch’egli beva.... +— Una donna onesta può essere indifferente a che non le si faccia +attenzione, perchè si sa che è inaccessibile, ma può anche soffrire. Se +soffre, è certo che accetterà una medicina. — Se una donna è giovane, +abbracciatela solo quando, cogli occhi, ve ne dà il permesso. Se ha +passati i quaranta, se è dopo pranzo e se nessuno vede, abbracciatela +senz’altro. + +Nulla di più vero che: _errando s’impara_. — S’impara a errare sempre +meglio. + +Un discorso che le mogli infedeli amano — ahi! troppo! — fare ai loro +amanti, è quello dei rimorsi da cui sono amareggiate. V’è un altro +discorso, ed è quello delle qualità, delle virtù dei loro mariti. + +Se una moglie ama davvero il suo amante, ciò che è abbastanza raro, +è già disposta ad uccidere il marito. — Gli uomini hanno il torto +di voler spiegare troppo e troppe cose alle donne, come se esse non +capissero niente.... ed esse sanno già tutto. — Noi donne capiamo, +forse non molto, di tutto quello che interessa gli uomini, ma per noi +ci vuol così poco.... _ossia_.... + +Un marito non deve mai parlare dei suoi diritti.... corre gran rischio +di subire dei rovesci. — Una donna è sempre onesta, dove arriva per la +prima volta. + +Riabilitare.... se vuol dire rendere abile di nuovo.... è l’illusione +degli imbecilli. Quando si danno dei casi che farebbero credere alla +riabilitazione.... state pur certi che quella donna era molto stanca. +Del resto, una donna si può riabilitare molte volte. + +Essendo donna, non credo a quello che mi dicono le donne, neanche +quando mi parlano male di sè stesse. — I mariti che dicono: «A noi non +ce la fanno....» fanno ridere.... Ma se è già fatto! + +Noi donne non ci divertiamo mai tanto quanto allora che dobbiamo punire +un uomo della sua presunzione o delle sue villanie. È vero che non +abbiamo a nostra disposizione che un mezzo unico di vendetta.... ma ce +ne accontentiamo. + +Un uomo ricco può essere un asino, ma è un asino ricco. D’altronde +è un asino a cui tutti accordano dell’ingegno. E se prendete un uomo +d’ingegno, ma povero, non è forse tenuto per più asino dell’altro? + +E poi, un asino è ciò che conviene meglio ad una donna, perchè si può +farne quello che si vuole....; quando ha la sua biada, non cerca altro. +— L’uomo molto barbuto è il più docile colla donna. E quando vorrebbe +mostrarsi un po’ restío, la donna non ha che accarezzargli la barba.... +ed egli va. + +L’amore è una bellissima cosa in un bell’appartamento, ben serviti e +ben nutriti. + +A stomaco vuoto, non v’è amore possibile — e due amanti, che sarebbero +pronti a morir l’uno per l’altro, se fossero affamati e trovassero un +tozzo di pane.... se lo contenderebbero a pugni. — Una scena del teatro +è che una moglie, la quale pericola, si salvi al comparire della sua +bambina — una scena della vita è che essa mandi la bambina a dormire o +a spasso colla fantesca.... quando non l’abbia già fatto. + +Se invece d’una sola bambina, gli autori si servissero.... di dodici +figli, per esempio.... qual scena commovente!.... Ella griderebbe +allora: — Venite.... correte.... tutti sul mio cuore, o miei dodici +figli, e salvatemi! — Si potrebbe chiamare la _scena delle canne +dell’organo_. È vero che con dodici figli non si dovrebbero correre più +perigli.... a meno che non fossero sei coppie di gemelli di produzione +annuale. + +Una donna dice a _lui_ piangendo: — Ma perchè mai volete perdermi? — Ma +no.... cara.... anzi, io voglio trovarvi. — + + * * * + +V’è della gente che m’ha rimproverata perchè io, dopo aver lasciato per +tre anni la mia Silvia presso i miei parenti, quando essi morirono, la +misi in collegio, invece di prenderla con me.... Cosa volete che faccia +con me.... o, cosa volete che io me ne faccia, colla vita che conduco? +— Vi sono delle madri che, per economia, tengono le loro figlie con +sè.... ma questo non vuol sempre dire che diano loro buon esempio.... +e quanti siete qui, ne sapete qualche cosa.... E poi, già, io non +sono nata _madre_.... quindi non è colpa mia se io non sento niente di +quello che le altre dicono di sentire, o sentono anche realmente, pei +loro figli. Io ragiono forse troppo.... ma si divien madre tanto per +un.... nonnulla!.... e quando meno vi si pensa o lo si desidera. Chi +non è madre, materialmente.... cominciando da qualunque bestia? + +Quanto all’esserlo moralmente.... con tutto quello che ci vorrebbe.... +mi pare un po’ difficile. + +È una cosa curiosa e divertente il ragionare su tutto quello che si +dice e si scrive sulla maternità e sulla paternità, sui padri e sulle +madri. A sentirli, si direbbe che, perchè si è guadagnato.... per +il proprio piacere, il nome di padre e di madre, si sia diventati +qualche cosa di sacro e di santo.... si direbbe che vi sia alcun che +di generalmente sentito e scrupolosamente praticato, giusta tutte le +esigenze di un sentimento reale e della virtù. Ora, si può dire che, +preso il complesso delle famiglie, v’è un po’ pochino di buono, e +mi si può credere, tanto più che io non ho a lodarmi nè di casa mia, +nè del mio matrimonio, nè del mio me.... oh! io sono sincera più che +obbligante, anche con me stessa. + +Dunque, vedete che c’è di serio nella parola _paternità_! + +Gli uomini, fino al giorno in cui prendono moglie — e quanti non la +prendono mai! — seminano tanta paternità, da coprir di bipedi il globo +in ben pochi anni — eppure non si danno alcun pensiero delle loro.... +inutili _azioni_. Non si danno pensiero nemmeno delle azioni utili, +perchè, ciò che riesce a incarnarsi, i loro figli effettivi, vivono +sotto altri nomi e sotto altri tetti, compreso quello dell’ospedale. — +Oh! un bel giorno prendono moglie e, allora, cominciano tutte le smanie +paterne.... quando cominciano. Per molti non cominciano mai, per molti +durano poco.... il tempo in cui i bambini sono un balocco! e quindi si +mutano in indifferenza, in noja, e anche in odio. E lo stesso avviene +nelle donne.... + +Ma anche quando v’è la famiglia, la maternità e la paternità sono forse +prese sul serio? Vi sono dei matrimonj che vogliono aspettare qualche +anno ad aver figli, per poter godere un po’ la gioventù....; dopo +poi si vedrà. Ve ne sono altri in cui si vuol avere un figlio.... o +due.... o tre.... o quattro.... a scadenza fissa di due, tre anni.... +secondo! e poi basterà. Basterà, a meno che il dio Bacco non disponga +altrimenti.... Quanta gente non deve la vita.... a un bicchiere di vino +di più. Vi sono invece moltissime unioni, in cui la natura non vien +mai delusa.... e allora, nasce una nidiata di figli, pei quali non v’è +nè un cencio, nè un tozzo di pane sicuro. Bell’amor paterno e materno +davvero! — Si parla di maternità e di paternità, e vi sono matrimonj +di etici, di storpj, di nani, di gobbi, di gozzuti, di scrofolosi! — +Paternità e maternità.... e la maggior parte dei padri e delle madri +non hanno alcuna idea di alcuno dei loro doveri.... non hanno nemmeno +un’idea di ciò che è igiene. Quanti matrimonj, i quali non sono che +fabbriche di miasmi! + +Gli uomini prendono moglie dicendo fra sè: — Ai bambini che verranno, +penserà la loro mamma.... — Le fanciulle hanno smesso la bambola per +imparare.... a ballare, a farsi più belle o meno brutte, e a cogliere +un marito — talvolta smettono la bambola la vigilia quasi del loro +matrimonio. + +Oh! ne sapranno tanto, quando avranno dei figli! — Non hanno ancor +imparato a capire tutto quello che c’è di falso nella educazione che +hanno ricevuta.... e dovranno accingersi ad educare i loro bambini! +È vero che si fa presto a dir quattro orazioni, a andare a messa e +a confessarsi — ecco anzi mezza educazione — quanto al resto, per +una metà, se ne incarica la fantesca, e per l’altra il maestro o la +maestra.... + +Madri, padri, non hanno un’idea di medicina, e se i loro bambini cadono +malati, è quasi sempre seriamente, perchè nessuno ha saputo capire +i primi sintomi del male. Se muojono poi, sono strida e maledizioni +contro il medico e contro la cosidetta Provvidenza! — Che studio +infinito sarebbe quello delle varietà delle madri? Guardate, soltanto +nella casa in cui io abito, vi sarà una ventina di madri. Quanta +differenza fra l’una e l’altra, siano buone, siano cattive! + +Innanzi tutto, cosa strana, la madre migliore è una matrigna, ma quella +è nata per amare tutto il genere umano, i cani, i gatti, le galline, +le tortore, i fiori.... tutto l’universo. — V’è una madre che si fa +dar del _Lei_ dai figli, e li tiene in un’estrema soggezione. Ha due +ragazze, già grandi.... ebbene, quando va a passeggio se le manda +davanti.... ma non unite, no, bensì l’una dopo l’altra....; pare un +tiro a due.... tirolese.... che so io! — Quando v’è la mamma in quella +casa, guaj a chi parla, guaj al figlio che ha un’opinione! È una madre? +— Ve n’è un’altra che non può veder le figlie, perchè diventano grandi, +più belle di lei, e le impediscono di.... _brillare_, come pel passato. +— Una terza ha rubato l’amante ad una figlia, che n’è morta — avrebbe +fatto altrettanto con una seconda figlia, se quella non fosse fuggita +coll’amante, per finire poi.... come finì. — Ve n’è una quarta che non +può star in casa sua un momento.... tutto il santo giorno è di qua o +di là da un vicino o dall’altro, colla cigaretta in bocca — in casa, +intanto, tutto va come Dio vuole. — In un’altra casa, invece, la mamma +dice sempre ai figli: — Andate, andate dove volete, ma lasciatemi in +pace, qui mi seccate! — V’è la madre del terrore.... I suoi figli sono +tanti cenci lavati, non possono nè mangiare nè svilupparsi, tale è lo +spavento che essa incute loro. Non apre bocca che per bestemmiare e +minacciare, non muove mano che per percuotere. — A uscio a uscio con +me, abita una donna, che è veramente incomprensibile.... un fenomeno. +Era la maggiore di otto fratelli e sorelle. Restati orfani, ella, +a quindici anni, prese la direzione della casa, allevò, educò — e +benissimo — quei sette fanciulli, con un amore, con un’abnegazione +proprio commoventi.... A venti anni non aveva ancor veduto un teatro. +Un signore, a tale miracolo di fanciulla, se ne innamora e la sposa.... +Bene! lo credereste? la più amorosa delle sorelle è una cattiva +madre.... odia i suoi figli — ne ha otto — ed è diventata stolta al +punto da pretendere che, bambini come sono, non abbiano a bere più +di tre volte al giorno. Questo vi dà un’idea del resto. — Oh! sì.... +v’è la madre buona, premurosa, dolce.... ma è tanto stucchevole, +col suo cinguettamento eterno, coi suoi pettegolezzi, che non si può +tollerarla.... e con lei i figli maschi e femmine, degni allievi di +tanta maestra. + +Questa ama i figli belli ed odia quei brutti.... e son tutti suoi! +— quella idolatra i suoi figli, darebbe il sangue per loro, ma è la +loro schiava, e quindi, siccome i fanciulli non hanno senso comune, +imaginate che cosa potranno diventare! — Un’altra ama i figli, sì.... +ma insegna loro a sprezzare e a deridere il padre. — Un bel genere è +un certo donnone che abita all’ultimo piano. È vedova ed ha quattro +figlie, la minore di dodici, la maggiore di vent’anni. In quella +casa, pur che si porti da mangiare e da bere, non si bada tanto pel +sottile.... Venga chi vuole.... basta che sia gente allegra e generosa. +— Anche il cappellajo e la cappellaja, per godersela, non ischerzano! +Di carnevale, hanno il coraggio di andare ai veglioni dei peggiori +teatri, con tutta la brigata.... dieci figli! Là si fanno dare un +palchetto con camerino in terza o quarta fila, e _allons!_ si mangia +e si beve fino alla mattina. Fra i figli, vi sono due ragazze.... +belline anche, l’una di tredici, l’altra di quattordici.... ebbene, le +trovate vaganti, sole pei corritoj, a udire, a vedere tutto quello che +si può udire e vedere, specialmente dopo una cena, in simili luoghi +— e chiunque vuole, fosse anche ubbriaco, le bacia, le accarezza, +le trascina, le fa ballare. Non avranno ancor perduto niente, non +so.... ma davvero che se fossi un uomo, non mi desterebbero più alcun +desiderio. — Vedete quante donne che si chiamano madri!? — Ed io, per +non essere migliore delle altre.... amo mia figlia, perchè è tanto +bella che non posso non amarla.... e nello stesso tempo la odio.... +perchè dico: — Va là che un giorno sarai anche tu come noi altre!.... — +E ciò vuol dire che siamo tutti tanti bei matti.... perchè vogliamo il +bene.... e non sappiamo fare che il male.... cioè.... sì, insomma, non +siamo angeli già!.... — + + . . . . . . . + +Maddalena che faceva della morale!!! + +E quanti ce ne sono che ne fanno.... e non valgono meglio di lei. + + + + +Il dire che la vita del piacere avvizzisce il cuore e ci rende più +egoisti di quel che siamo, è dire una verità nojosa — il dire che il +piacere porta di frequente con sè tremende punizioni delle gioje che ci +procura, come se tali gioje fossero delitti, è dire una verità nojosa e +odiosa, perchè non bisogna mai disturbare la gente che si diverte. + +Verso i trent’anni, Maddalena fu colta da malore così fiero e +così lungo, da far temere non fosse indomabile. Tuttavia, guarì — +relativamente, s’intende — perchè quando il sangue è guasto da certi +principj malefici, vera vita non si può più godere. + +Ma, pazienza ancora, il guarire relativamente! V’era un guajo ben +più grave per lei.... la sua bellezza era sparita, non solo, ma anche +la sua carnagione, l’occhio.... tutto in lei s’era tanto alterato da +ispirare paragoni poco poetici. + +Nè basta. La sua pinguedine, in dieci anni, era cresciuta +sproporzionatamente — nondimeno la sapiente scelta delle stoffe e +dei colori, l’abilissimo taglio delle vesti, la pressione spietata +del busto lasciavano ancor supporre la statua.... statua fatta +senza risparmio, ma marmo, con linee non inartistiche. E poi, c’era +quel volto così pieno di vita e quegli occhi così rifulgenti che +passava anche ciò che non poteva passare. Ma quando il suo sangue fu +avvelenato, tutto diventò così floscio e cascante da potersi chiamare +una donna.... spostata e squilibrata — il che, unito all’avvilimento da +cui fu compresa a tanta degradazione fisica, tolse anche al suo incesso +quella maestà che prima, come sappiamo, imponeva. + +Allora, di adoratori.... non se ne vide più uno — le amiche giovani e +belle la sfuggirono — ed ella restò sola.... ossia colla società di +qualche veterana della stessa milizia, a cui unico conforto era il +ricordare le fatte campagne. + +Sulle prime Maddalena non si diede per vinta.... e mise in opera tutti +i secreti miracolosi che l’arte e la ciarlataneria le offrivano, per +ricuperare la primiera freschezza e vigorìa — ma ahimè! se volle parere +ancor qualche cosa.... da lontano, dovette ricorrere ad empiastri e +vernici d’ogni genere.... che non fecero tornare gli adoratori. + +Allora, siccome la volpe era troppo vecchia e troppo bisognosa, per +perdere le sue abitudini.... così, volendo continuare a tender reti +agli imbecilli, dovette prendere delle precauzioni, per non spaventare +nessuno, e accontentarsi della parte d’_avventura di carnevale_ per +i provinciali e per i gaglioffi, che chiamano avventura — in luogo di +sventura! — un dominó il quale vi mangia una cena e può rubarvi borsa e +orologio, oltre il lasciarvi qualche _souvenir_. + +Ma, quel primo carnevale avendo reso poco, ella si trovò davanti la +terribile prospettiva di una fila di anni più magri della più magra +quaresima. + +Il suo regno era finito! + +E, quel che era desolante, mentre i re e le regine spodestate non +patiscono l’asciutto, perchè, da brave formiche, anzi formiconi, +nell’estate del potere, hanno messo in serbo abbondanti provvisioni per +l’inverno dell’impotenza, Maddalena si trovava pressochè miserabile. + +Spensierata, ella aveva sempre creduto ad un’estate eterna, e aveva +sempre pazzamente gettato a due mani ciò che riceveva con una sola. +Ora, dopo più d’un anno di malattia e d’abbandono, non le restava +che qualche mlgliajo di lire, avanzo dell’eredità paterna, e il lusso +ammassato in dieci anni.... il che, trattandosi di dover vendere, era +proprio poco, ed entro alcuni anni, anche facendo economia — cosa molto +dolorosa! — sarebbe tutto sfumato. + +Allora.... allora le venne in mente sua figlia, che aveva, per +tanto tempo, trascurata, e trovò che conveniva prenderla con sè e +affezionarsela, perchè così, la figlia non avrebbe mai abbandonato sua +madre. + +Silvia, benchè, per varj anni — dopo la morte del nonno e della nonna +— avesse veduto ben di rado sua madre, pure l’amava molto — era così +bella la mamma! — Quei pochi nonnulla e confetti che ne riceveva, di +tanto in tanto, le parevano il _non plus ultra_ dell’affezione materna, +anche perchè, il ragioniere e le maestre, presi da pietà per la +quasi derelitta fanciulla, non volendo farla nè infelice, nè cattiva, +fomentavano in lei la tenerezza filiale e le magnificavano la bontà e +l’amore della madre. Così la ragazza, amando, cresceva felice e buona. + +Imaginarsi la gioja di Silvia quando Maddalena la levò dal collegio, e +come corrispose espansiva, ingenua, alle di lei interessate premure! +Si sarebbe detto, tanta era la sua affettuosità, che ella sentisse +essere quello l’unico modo di compensarla della bellezza perduta — +e forse era così. — Poche madri potevano vantarsi d’aver una figlia +tanto cara, e Maddalena per qualche anno visse tranquilla, senza +preoccupazioni per l’avvenire, ma quando Silvia fu giunta ai quindici +anni e, già vistosetta, cominciarono i complimenti, le occhiate, gli +augurj, le apprensioni di Maddalena si ridestarono più vive che mai.... +Se sua figlia si maritasse, che sarebbe di lei?.... Supposto anche che, +per bontà, volesse continuare a pagare un certo assegno a sua madre, +sarebbe pur sempre una meschinità. + +E le condizioni economiche di tal matrimonio, ora d’importanza +imprevedibile, lo permetterebbero poi? — il marito non si +opporrebbe?... insomma, tutte le paure anche irragionevoli, +ingiustificabili.... appunto perchè paure. + +Ah! bisognava a qualunque costo far in modo che sua figlia non avesse +mai a separarsi da lei.... o, per lo meno, che non avesse a separarsi +senza che, prima, a lei Maddalena, fosse già assicurato un congruo +trattamento per tutta la vita, e senza lesinerie, perchè ella era +abituata bene, e non poteva assolutamente cominciare adesso a vivere +come una pitocca.... + +Ed esaminando attentamente, come farebbe un perito, quasi a valutarle, +tutte le varie perfezioni di quel vaghissimo fiore, ella diceva fra sè: + +— Ma può un uomo negare qualche cosa alla madre di tanta figlia? — + +Allora cominciò l’educazione, la vera educazione di Silvia, e la +materia del primo corso fu, nell’intenzione di Maddalena, lo studio del +modo di premunirsi contro l’amore. + +Mise in avvertenza la figlia contro quegli insulsi complimenti ed +augurj, parole d’uso, spiccioli convenzionali della conversazione, che +si fanno a tutte e che, a spremerli, non c’è una stilla di sugo. — Le +disse che il matrimonio era forse un male necessario o presto o tardi, +ma sempre un male, e che quindi era bene non pensarci. — Lasciasse +fare a lei, che era sua madre, la quale saprebbe guidarla sempre bene +onde non avesse mai a trovarsi infelice. — Coperse di ridicolo tutti +gli uomini in genere — e figurarsi se quella lingua non vi riuscì a +meraviglia! — glieli dipinse tutti come ipocriti, sciocchi, venali.... +Povera Silvia, se mai le avvenisse di credere a qualcuno.... povera +dote! — e batteva su quella dote, unico scopo di tanti tristi. — Ah! se +si presentasse quel tale che _andasse bene_.... sarebbe ella la prima a +raccomandarglielo.... ma dopo un lungo studio, dopo.... dopo.... e dopo +tante precauzioni che non finivano più. + +Pochi mesi di tal scuola premunirono Silvia contro tutte le seduzioni +della giovinezza. + +Era la più indifferente ragazza di questo mondo per quanto, +d’ordinario, occupa la fantasia delle ragazze — e poco le mancava a +compiere i bellissimi sedici anni.... quando, un incidente qualunque +venne a dar principio ad avvenimenti molto deplorevoli, in cui la +fanciulla fu travolta, e rappresentò una parte.... che sarà giudicata, +che fu anche odiosa.... ma che alla gente fornita di ragione, +spassionata, farà dire: — Non poteva essere altrimenti. — + + + + +Quando Maddalena aveva pensato a levare Silvia dal collegio, aveva +veduto la necessità di cambiar, prima, d’abitazione. In quella in cui +si trovava, da quattro anni, era troppo conosciuta e v’erano troppe +conoscenze di genere equivoco! Continuando ad abitar ivi, era a temersi +che la figlia, o presto o tardi, venisse a sapere cos’era sua madre, +e che certi vicini poco scrupolosi, o col mal esempio d’una esistenza +tutt’altro che misteriosa, quando avrebbe avuto bisogno di tutto +il mistero, o, con peggio, avessero poi a corromperla — cose molto +probabili in quella casa. + +La abbandonò quindi e se ne andò ad abitare, dove nessuno la conosceva, +dove non conosceva alcuno, ma sapendo di entrare in una casa, come si +dice, assai pulita. + +Tali delicatezze non devono destare meraviglia. Tutti possono aver +visto donne cadute tanto basso, da non esservi modo di cadere più giù +— ed essere così tenere dell’onestà delle loro figlie, da far quello +che molte buone madri non sanno nemmen pensare, per rimovere dai loro +giovani anni fin l’ombra d’un pericolo, smaniose di farne tutto ciò che +si può imaginare di virtuoso e con maggior probabilità di riuscita che +non il comune delle madri, perchè sapendone _di più_, possono essere +più avvedute, più caute, e certo più saggie consigliere. + +Maddalena aveva, senza dubbio, le migliori intenzioni circa +l’educazione di Silvia — ma le ansie d’un egoismo sfrenato guastarono +poi tutto, come abbiamo veduto e come, pur troppo, vedremo. + +Il quartiere, la casa furono così abilmente scelti — e il nuovo +contegno di Maddalena così prudente, che ella conseguì il suo intento: +di passare, cioè, per una donna onesta. + +La signora Maddalena fu, pei pochi vicini, una vedova agiata «oh! una +buona donna,» che aveva una bella figliuola, «quieta e buona come un +angelo». + +Cosa naturale, e anche per salvarsi dalla noja opprimente di una vita +isolata, monotona, senza movimento, Maddalena fece conoscenza a poco a +poco di alcuni vicini, e, fra gli altri, di una eccellente vecchia, la +signora Mantovani, vedova come lei, che viveva sola colla fantesca. + +La signora Mantovani aveva una figlia, Eugenia, maritata, che veniva a +trovarla tutti i giorni, e, colla quale, Maddalena e Silvia strinsero +in breve una buona amicizia. Tale amicizia divenne, anzi, intima con +Maddalena, quando, per una certa storia, affatto estranea al nostro +racconto, Eugenia ebbe bisogno d’una confidente sicura, alla quale dare +incarichi molto delicati. + +Silvia non aveva ancora sedici anni quando la suddetta storia si fece +molto seria, complicatissima, — era allo stato di partita in quattro, +con un quinto che voleva entrarvi per forza e minacciava di scompigliar +tutto — ed Eugenia si trovò nella necessitò di recarsi ad un veglione, +per vedere, per sapere, per rimediare, per calmare, per consigliarsi, +per accordarsi.... tutte cose molto urgenti e impossibili a farsi in +casa. Eugenia, naturalmente, supplicò Maddalena che l’accompagnasse, +perchè, andando in teatro, sola col marito, non potrebbe essere libera +un minuto — ed allora tanto valeva restar a casa. — D’altre amiche non +si fidava. + +Maddalena disse: + +— Ma.... e dove metto mia figlia? non posso lasciarla sola in +casa. — + +Ed Eugenia rispose: + +— Pregheremo la mamma di tenerla presso di sè per una notte. È così +buona e vuol tanto bene alla Silvia che non dirò di no. — + +Infatti, la signora Mantovani, all’oscuro di tutto, acconsentì col +massimo piacere «per permettere alla cara signora Maddalena di passare +almeno una sera allegra nel carnevale.» + +Il marito di Eugenia ringraziò vivamente Maddalena d’aver accettato +l’invito di sua moglie. — Un torrione vostro pari — aggiunse — potrà +supplire il povero marito, che non sarà costretto a far il cavaliere +servente alla consorte.... cosa che non si usa. — + +Maddalena supplì infatti, e le due signore, in dominò, non fecero che +girare per la festa, sole e non sospette per alcuno. Così Eugenia potè +vedere, sapere, rimediare, calmare, consigliarsi ed accordarsi. + +L’accordo principale era per le tre, quando, finite le cene, vi sarebbe +stata tal confusione, da permettere anche le sparizioni inosservate. + +Alle tre, Maddalena e l’amica, uscite dal loro camerino, andavano pel +loro destino, ossia pel destino di Eugenia, quando s’imbatterono in +un signore, al veder il quale, Maddalena emise un leggier grido di +sorpresa, e fermossi, dicendogli in falsetto: + +— Sei tu o non sei tu? + +— Pare che sia io.... — rispose il signore ridendo. + +— Proprio tu, Soranzi? + +— Soranzi. + +— Che bell’uomo ti sei fatto! + +— Se non avessi moglie, ti direi qual è il dovere d’una donna che trova +bello un uomo. + +— Sei fedele? + +— Ecco una domanda, a cui una donna sola può rispondere.... + +— Perchè....? + +— Perchè tanto il sì, quanto il no, in un uomo sono ridicoli.... + +— E in una donna....? + +— In una donna.... il sì è un poema angelico.... il no.... un dramma. + +— Io vado — disse Eugenia all’orecchio della compagna — altrimenti +l’ora passa. Tu resta pure col signore, se t’interessa. + +— Quasi quasi.... per ingannare il tempo. + +— Bene, fra mezz’ora, vieni a prendermi, fila terza, numero cinque, a +destra. + +— Siamo intese.... sii felice. — + +Eugenia s’allontanò. + +— È qui tua moglie....? — disse Maddalena a Soranzi. + +— Passò quel tempo, per lei — + +— Allora dammi il braccio, se non hai paura delle male lingue, e +andiamo nel tuo palco. Non posso girare, senza comprometter la mia +amica, che è affidata a me. + +— Si vede che è ben affidata! + +— Che vuoi.... io non so resistere alle lagrime degli infelici. + +— Ecco il mio camerino.... + +— No.... no, non entro.... vedo là un signore.... + +— Non temere.... è l’avvocato Bussola.... che la perde sempre. + +— Che cosa....? + +— La bussola.... È celebre per le sbornie che guadagna, in compenso +delle cause che perde. Come vedi, è in uno stato che lo renderà molto +prudente, qualunque cosa qui possa avvenire. + +— Ah! non avverrà niente.... — e ciò dicendo, Maddalena entrò. + +— Bevi? + +— Bevo. + +Soranzi sturò una bottiglia di _Champagne_. + +— È un pezzo che non vai al _Restaurant Bouquet_? — fe’ Maddalena +lentamente, come soprapensiero, senza guardarlo. + +Egli, che stava per mescerle, si fermò, esaminando, sorpreso, quel +dominò. + +— Versa pure, sai,... + +— Chi sei tu? + +— Io sono una che era molto vicina a te.... una volta.... quando tu +andasti al _Restaurant Bouquet_ con una signora.... + +— Siccome non ci ero mai andato prima di quella volta, e non vi sono +più andato dopo.... e quella volta, io non ho veduto nessuna donna.... + +— Eppure.... + +— Sentiamo un po’.... Quando è stato? + +— Precisamente quattor.... no.... quindici anni fa.... + +— Dimmi chi sei! + +— Te lo dirò.... _un giorno_. + +— Ah! sei Maddalena! — gridò Soranzi giojoso e non senza commozione. + +— Chi sa! — disse ella, con voce naturale. + +— Leva.... leva quella maschera.... che io ti possa rivedere.... + +— No.... se la levo.... tu fuggi. + +— Perchè? + +— Perchè sono brutta.... d’una bruttezza.... classica. + +— Non ti credo. + +— Non credi a Maddalena, tu? a Maddalena, che direbbe la sua anche a +Gesù Cristo? — Eh! sono rovinata, caro mio.... tanto.... che mi sono +lasciata andare.... senti come sono floscia.... Per tutto il resto.... +ti basti il dire che fiuto tabacco. + +— Non importa! levati.... + +— In una festa, no.... sarebbe una apparizione troppo orribile per te, +che mi hai conosciuta bella! + +— E.... che cosa hai fatto, tutti questi anni? + +— Non lo sai?! + +— No.... come vuoi ch’io sappia?.... + +— Pare impossibile.... Ho fatto un po’ di tutto.... non per salvare +l’anima.... per perderla. Adesso.... che non posso più far niente, +tanto di ricuperarla.... faccio la donna onesta.... faccio la mamma, +ecco! + +— Ah! è vero.... tu avevi una figlia.... che ora deve essere quasi una +donna.... È bella? + +— Un sole.... Eh! è il mio dolor di capo. + +— Per qual ragione? + +— Oh! bella!.... per la ragione che è, si può dir, da marito.... e +se me la tolgono, mi tolgono anche il pane, perchè ora viviamo in due +col frutto della sua dote.... — A meno che — stridette, dopo una breve +pausa — non le capiti un marito generoso, il quale faccia star bene +anche la madre.... cosa molto difficile. + +— Come l’hai educata? + +— Oh! bene.... meglio di sua madre, certo. + +— Vuoi lasciarmela conoscere?.... Chi sa che non glielo trovi io il +marito.... generoso. + +— Se tu fossi tanto bravo.... io ti benedirei! + +— Lascia far a me.... Per la Maddalena della mia giovinezza, io farò +questo e altro. + +— Bene, Soranzi! tu almeno hai un cuore.... Ah! addio.... devo andare. + +— Dammi il tuo indirizzo. + +— Ahi sì.... Vieni in via.... numero 7, primo piano. + +— Domani.... cioè, oggi alle quattro, io sarò da te. + +— Grazie.... ah! se tu non mi avessi scritto quella brutta lettera.... +quanto saremmo stati felici.... e io quanto sarei migliore! + +— La tua risposta però fu ben orgogliosa. A proposito, hai poi lavorato? + +— Io?.... altro che lavorato! ah! ah! ah! — e ridendo sgangheratamente, +Maddalena fuggì in cerca dell’amica. + + + + +Arrivati a questo punto, noi non possiamo più narrare, descrivere, +occupandoci di _tutti_ i particolari. Dobbiamo accontentarci di prender +delle note più o meno aride, a seconda delle situazioni...., sperando +che bastino. + + * * * + +L’indomani del veglione — congedandosi da Maddalena, dopo la prima +visita — non presente la figlia. + +OR. Lo sposo glielo troveremo.... non ti nascondo però che lo sposo +vorrei esser io. + +MADD. E io te la darei con entusiasmo, se tu non avessi moglie. + +OR. Ahi! tasto doloroso.... A rivederci. — + +Soranzi, partendo, dice ch’egli è pazzo, ch’egli non deve lasciarsi, +come un giovinetto, inebriare dalla bellezza di quella fanciulla, +al punto d’aver il convulso...., si dice che egli ha quarant’anni, +che ha moglie.... che.... che...., insomma, tutto quello che un uomo +onesto può dirsi, per cancellare una impressione più profonda del +bisognevole e irragionevole — perchè la ragione deve permettere solo +ciò che i contratti sociali danno per lecito. — Ma se la ragione +propone, il fisico dispone. — Soranzi torna a casa; appunto perchè non +vuol esserlo, è preoccupato; il suo appartamento, per la prima volta, +gli par tetro, una spelonca — e anche il dolce sorriso di sua moglie, +per la prima volta, lo muove a ira. Non parla che per rispondere +brevemente, con cortesia stentata.... esce, vaga, rientra, si rinchiude +per lavorare....; è inutile!.... L’imagine di quella vergine di sedici +anni lo perseguita, s’è ficcata nella sua mente.... non vuol uscirne +più. Ah! gli acerbi e già maturi vezzi.... Ah! quelle mani fatte da +Amore per l’amore.... quelle babbuccie, entro le quali si troverebbe +appena tanto da potervi imprimere un bacio.... e i ricciolini.... +d’aria di quella nuca, e la freschezza di quel viso, e la lanuggine +impercettibile di quelle guance fatte per smorzar i baci, e gli occhi +grigi erranti che pajono ansiosi.... e non lo sono ansiosi, perchè il +sorriso è puro, è il sorriso della donna che ignora. Lo si capisce, +dai suoi entusiasmi, che non sa niente....; tutto per lei è bello, +nuovo, sorprendente. — E tuttavia, qualche cosa vi deve essere che si +muove in lei....., ella deve udire come un susurrío interno, sia pure +indistinto, ma che a volte la turba.... + +E Soranzi ricordava che, a qualche sua occhiata ardente, le di lei +palpebre avevano avuto un tremito, e che mentre egli parlava, ella +ascoltava, come meditabonda, coll’occhio che pareva bere, e che, senza +ch’ella lo sapesse, la di lei lingua errava lambendo il labbro. + +Brividi e vampe.... Silvia! Silvia! + + * * * + +Sono trascorsi quindici giorni dall’incontro di Maddalena con Oreste, +al veglione — e in casa Soranzi si vive già d’una vita nuova.... ma +d’una vita che toglie il respiro. + +La moglie e la servitù, che per tanti anni vissero in un ambiente di +perfetta pace, di dolcezza tale che avrebbe ammansato l’essere più +insocievole.... ora non sanno più in che mondo si trovano. + +Soranzi sta fuori gran parte del giorno, il resto lo passa rinchiuso +nel suo studio. Ben di rado si lascia vedere o fa udire la sua voce, ma +anche quel poco è di troppo. + +Egli è irascibile, impetuoso — in tutti i suoi moti, in tutti i suoi +detti v’è alcun che di così secco, di così nervoso e, a volte, di +così feroce, perfino.... che davvero fa paura. I servi, alle sue +scampanellate, accorrono, ascoltano, si inchinano, s’affrettano ad +obbedire.... Qualunque cosa ordinasse, non replicherebbero sillaba.... +— e pensare che, un tempo, si parlava fra padrone e servitori come da +amico ad amici, e si discorreva tranquillamente sul da farsi e il non +da farsi. + +_Quando_ pranza in casa, non dice una parola. + +Un giorno, la moglie gli ha detto, colla sua maggior soavità: + +— Che cos’hai, Oreste? + +— Nulla ho. Lasciami stare. — + +Un cognato, dietro le preghiere della sorella, gli ha domandato, un +altro giorno, ridendo: + +— Vedo che sei arrabbiato...., hai forse giocato alla Borsa? + +— Che! — e girando sui tacchi, l’ha piantato là come un matto. + +Tutti sono certi che egli ha un dispiacere, che non vuole, non può +confidare ad alcuno.... + +— Un po’ di pazienza.... tutto passerà. — + +Pare che non abbian avuto torto. + +Un giorno, Soranzi, da un’ora all’altra, è tornato quel di prima. +Esultanza generale. Come mai questo? + +Rovistando fra le sue carte, gli è venuta fra le mani una lettera di +suo padre — e gli son venute sott’occhio queste parole: + +«Quando, al primo riveder quella donna, tu sentisti ridestarsi l’antico +affetto — dovevi fuggirla. Era già moglie. Il sacrificio, allora, +sarebbe stato ben lieve, credilo!» + +«Non hai avuto quella meschinissima forza.... e or vedi le conseguenze +orribili della tua debolezza!» + +Legge tutta la lettera.... la rilegge. Povero padre! povera madre!.... +se esistessero ancora, egli forse, mirando quei volti mesti, si +sentirebbe meno debole.... S’immerge in una profonda meditazione. +Tenta, vuole ragionare. + +Da una parte.... sua moglie così buona — la sua posizione sociale — +il suo passato onorevole e un avvenire splendido, perchè egli è uno +degli uomini più stimati ed è già designato ai più alti ufficj.... +— dall’altra parte, una giovinetta, la quale viene a togliergli, a +rovinare tutto.... con che? perchè? + +Si apre l’uscio ed entra il suocero, vegliardo veramente venerando, +per vita operosa, intemerata e per alto sentire. A tale apparizione, +Oreste sente un non so che di refrigerante nell’anima; gli pare che +un genio benefico venga ad additargli la via della salvezza. Ma sì! +basta rinchiudersi nel seno della famiglia, non pensare più a nulla, +lavorare, non permettere che alcuna distrazione.... + +E gli va incontro affettuoso, riconoscente — eccolo di buon umore, +cortese, affabile, espansivo. + +Sua moglie è felice a tal cambiamento subitaneo — aspettato, del resto! +dice: — La gioja è tornata in casa Soranzi e, speriamo, per sempre. + +— Che cosa mi dicevi tu? — è il padre che parla colla figlia — Oreste +mi pare sempre il migliore dei mariti. + +— È vero!... non so.... qualche cosa l’avrà disturbato. Ma poteva ben +dirmi.... + +— Eh! le donne vogliono saper tutto.... Lasciate passare, quando vedete +nubi fosche.... se no, andrete a rischio di far delle burrasche con.... +niente. + + * * * + +È scorsa un’altra settimana. Tutti i giorni è stata una lotta +fierissima. + +A certa ora, egli udiva sempre quella cara voce infantile.... gli +pareva sempre di accarezzare quella manina, di provocare quegli +scoppietti di riso, di sentir quell’alito fresco, odoroso. + +Era una tortura.... ma egli non si muoveva — l’ora passava — aveva +vinto. + +Dopo otto vittorie, gli pare che il vincere costi meno, e che forse, in +breve, egli sarà perfettamente libero da quell’incubo ad ora fissa. + +A tale scoperta, egli diventa ilare, respira a pieni polmoni — e va ad +abbracciar la moglie. + +Dopo pranzo, ella e lui stanno presso il caminetto sorbendo il caffè — +egli racconta una gaja storiella. + +— Una lettera pel signor avvocato.... — fa la cameriera entrando. + +— _Particolare:_ — legge Soranzi. La scrittura non gli è ignota, ma non +ricorda di chi possa essere.... Apre, impallidisce. + + «Soranzi, + + «Tu non sei un uomo onesto. Tu m’hai stregato la figlia.... e + adesso non ti lasci più vedere? + + «Ella soffre, non prende cibo, dimagra. + + «Non parla!.... ma l’occhio di una madre sa indovinare.... + + «Sarà una bella gloria per te, quando me la porteranno via! + + «M.» + +— Il mio cappello.... il mio soprabito — comanda Oreste, vibrato, +balzando in piedi. + +— Dove vai? — domanda la moglie. + +— Dove mi chiama un affare urgente. + +— Ma è qualche cosa di ben grave, di ben dispiacente! sei tutto +alterato..... + +— Tu sei pazza. + +— No, Oreste, non dir così.... sai pure.... se hai qualche dolore, +confidati con me. + +— Non ho niente.... + +— Ma.... + +— Hai capito che non ho niente!? — grida Oreste, stralunando. + +— Dio mio.... con te non si può più parlare! — geme la poverina, +rompendo in lagrime. + +— Eh! il miglior modo di parlare per una moglie, è tacere! + +— Ma tu adunque vuoi che io muoja.... + +— Io? + +— Ma sì!.... perchè se continua così, come si può vivere? + +— Ebbene.... se.... se non si può vivere, così, con me.... regolati +come credi. + +— Ah! no, Oreste! — e la moglie si aggrappa a lui disperata — no, +Oreste, senti.... senti per pietà. + +— Lasciami.... lasciami.... — e respingendola con forza, sicchè ella +cade inginocchioni, strappa dalle mani della cameriera quanto essa gli +reca e fogge. + +La cameriera rialza la signora semisvenuta, la adagia in una poltrona e +le spruzza il viso con acqua. La signora ricupera gli spiriti. + +— Desidera qualche cosa, signora padrona? + +— No.... aspetta.... — + +Dopo una lunga pausa. + +— Di’ al Giovanni che vada a pregar mio padre di venir.... da me, +stasera. Quanto a te.... non una parola con nessuno! + + + + +Vediamo un po’ che cosa abbia fatto Maddalena, dopo il veglione, perchè +quel suo biglietto a Soranzi è abbastanza strano. + +In omaggio al vero, riconosciamo che ella ha accettato la prima visita +di Oreste senza alcun secondo fine biasimevole. L’unico suo fine +era precisamente quello di valersi di Soranzi come di un sensale di +matrimoni incaricato di trovare il «marito generoso». + +Ella è ben lieta che Soranzi trovi bella e buona sua figlia — questo +vuol dire che s’interesserà, con ardore, per collocarla bene. + +Ma la frequenza — quattro di fila — la lunghezza delle di lui visite +le pajon soverchie per un mediatore, oltrechè «compromettenti» — +e il suo genere di conversazione un po’ troppo poetico. Maddalena +s’impensierisce seriamente, tanto più che vedendo la figlia tutt’altro +che indifferente alle premure di lui — premure, delle quali non sa come +combattere l’influenza sul di lei animo, dopo averle presentato Soranzi +come «un distintissimo signore, suo amico d’infanzia e tanto amico +anche del povero papà....» + +Il combatterla ora sarebbe pericoloso. Maddalena che è donna, le sa +queste cose. + +Bisognava prevenirla, indisporla contro di lui. Si potrebbe, è vero, +con una parola sola, demolire Soranzi; basterebbe dire: — Guarda che +egli è ammogliato — ma allora, Soranzi trovando subitanea freddezza, +s’indispettirebbe, vorrebbe saperne la ragione.... e se ne andrebbe per +sempre — il che è da evitarsi, perchè Maddalena, ora che ha riafferrato +Soranzi, non vuol più lasciarselo sfuggire. In un caso estremo, ella +potrebbe ricorrere a lui, senza umiliazione. + +Invece, farà così: interrogherà cautamente Soranzi.... e _se mai_.... +ella lo farà ragionare, e, toccandogli le corde del dovere, dell’onore, +ecc., ecc., lo indurrà a diradare le sue visite.... pur non ritirando +la sua protezione. + +Quando non lo vedrà più, o ben di rado, Silvia non vi penserà altro. + + * * * + +Partendo dopo la sua quinta visita, Soranzi dice a Maddalena: + +— Spero bene che non le avrai detto che io ho moglie. + +— Perchè? + +— Il perchè te lo dirò.... _un giorno_. + +— Ah! ah!.... e se glielo avessi già detto? + +— Disdici. + +— Ohe! Soranzi.... avresti per caso delle malinconie pel capo?.... Se +così fosse.... io dovrei rinunciare all’onore.... + +— Se tu sapessi....! + +— Che cosa? + +— Senti, Maddalena.... io sono sempre stato, dopo _quel_ tempo....... +l’uomo il più freddo. Mi credevo morto alle passioni. Ebbene.... ora mi +vedi ridotto come un fanciullo, incapace di ragionare.... disperato.... +quasi al punto di domandarmi che ne farò della mia vita. + +— Senti, Soranzi.... da quella brava donna che sono.... ti dirò: non +venir più.... Ma pensa che hai moglie! + +— Ah! non parlarmene.... Ma non sai che da due giorni, vaneggio.... +che io odio mia moglie.... tanto che, mi pare che per Silvia.... io +sacrificherei.... + +— Va.... va.... tu bestemmi. + + * * * + +_Tu bestemmi_ — ma, non appena Soranzi è partito, Maddalena si sdraja, +nella sua poltrona, pensando alla fatta scoperta. «Soranzi odia sua +moglie, e per Silvia è pronto a tutto». + +Sì.... e Maddalena non può ingannarsi....; nel tremore della voce, +delle mani, nel balenìo degli sguardi, ella ha indovinato la passione +vera, possente, quella passione che non conosce ostacoli, e siccome +Soranzi è uomo d’onore — anche i ribaldi hanno bisogno dell’_onore_.... +degli altri — così tal passione non è a disdegnarsi. + +Se Soranzi non ama sua moglie, potrebbe.... separarsene. — Se ama +Silvia, potrebbe divenirne l’amico, il protettore. — La colpa, dopo +tutto, dice Maddalena, è della Legge. L’uomo è lo schiavo delle +passioni.... e la legge vuol incatenare le passioni, il che significa +incatenar torrenti.... Tanto peggio per la Legge. + +Se Soranzi farà _questo_, è certo che io mi troverò al coperto per +sempre. Quanto a Silvia.... ella sarà ben grata a sua madre.... Maggior +felicità potrebbe forse darle altro uomo.... se ella amasse Soranzi? — +Restano la società e la moglie....; ma la società è composta di tanti +individui, di cui ognuno farà molto bene pensando ai casi suoi.... del +resto, padroni! Non renderanno perciò meno felici Soranzi e Silvia, e +non torceranno un capello a me. — Quanto alla moglie, poi, se non sa +farsi amare.... io non so proprio cosa farci! + + * * * + +Aggiustati, così, i conti colla propria coscienza, Maddalena si accinse +all’opera.... Opera facile — non c’era che da secondare tacitamente, +mantenendo tuttavia, per decoro, una certa vigilanza che, mentre non +doveva nuocere all’_essenza_, doveva rendere impossibile la _forma_.... +finchè, Soranzi scoppiando, non si sarebbe dato, piedi e mani legati, a +Maddalena. + +Naturalmente, occorreva qualche incoraggiamento indiretto, onde le +impressioni si disegnassero più presto e meglio nel cuore di Silvia. +Questo ella ottenne con dei brevi soliloqui fatti, quasi non avvertisse +la presenza della figlia. + +Un giorno, per esempio, esclamava: + +— Che bontà quel caro Soranzi, che ingegno, che spirito, che +distinzione! — + +Un altro: + +— Quello è proprio l’uomo che _andrebbe bene_ per Silvia. Io non darò +mai consigli a mia figlia.... perchè il cuore è libero.... ma se mia +figlia me ne chiedesse.... — + +Un altro ancora: + +— Quanti anni può avere Soranzi?.... Quaranta, mi pare.... Non se +gliene darebbero trentacinque.... proprio, la bella età dell’uomo.... +di cui una donna può fidarsi.... — + +Una sera poi le disse: + +— Mi pare che Soranzi non ti guardi di malocchio.... eh! briccona! — e +tu?.... Ah! non vuoi rispondere.... diventi rossa!.... Basta.... fate +voi. — + + * * * + +Una fanciulla, che è già ben disposta a favore d’un uomo che la +corteggia.... non ha bisogno di molta esca per accendersi — se poi +vede che la madre è fanatica per quell’uomo.... non ha più difese +di sorta.... e non cerca difesa.... come non ha alcun turbamento di +coscienza, perchè ella sa già d’aver una complice. + +La coscienza dei figli, quasi sempre, non è che la coscienza delle +madri. + +Era un piacere intenso ma tutto intellettuale quello che provava Silvia +durante le prime visite di Soranzi. Ben arrivato quel bel signore +che veniva a rompere la monotonia della sua esistenza. E poichè egli +aveva facondia, esperienza della vita, l’abilità dell’uomo di mondo +ed il fuoco dell’innamorato, non poteva che sedurre la mente della +giovinetta, nell’età in cui, sebbene inconsciamente, si è tanto avidi +di impressioni nuove e di emozioni. + +Il cuore non aveva ancor palpitato, ma palpitò subito.... quando +Maddalena cominciò a delirare per Oreste.... Ella non si diceva che +era l’amante di Soranzi.... ma lo amava.... — non si diceva che egli +l’amava, ma sentivo d’essere, per lui, l’oggetto d’un culto. Non +v’erano dichiarazioni, perchè non ve ne potevano essere, ma gli occhi +di lui avevano tal eloquenza, che ella, or arrossiva, or si faceva +smorta e, lui partito, restava lunghe ore pensosa. + +Quando Maddalena vide che Soranzi, accortosi della muta corrispondenza +di Silvia, si faceva.... poco prudente, pensò che era tempo di +richiamarlo al dovere, _in modo_ che egli, trovandosi al muro, avesse a +prendere una decisione. + +— Insomma, Soranzi, come la facciamo qui? — gli disse, — Per Bacco, +abbi un po’ di coscienza.... Io ho paura che tu mi faccia innamorare +la figlia.... e poi.... cosa succederà? Io t’ho già fatto capire.... ma +vedo che tu vai avanti per la tua strada.... e io ti dico: fermati! + +— Fermarmi? non veder più Silvia? ma ti pare possibile? Ma piuttosto.... + +— Taci.... + +— No.... piuttosto.... mi divido da mia moglie. + +— Ma tu sei pazzo. + +— E allora cosa vuoi ch’io faccia? Io sento che se continua così, +finirò ad uccidermi.... Ma.... bada bene che in tal caso.... Silvia non +sarà d’altri! — + +Maddalena, a queste parole, diè un passo indietro e stette come +atterrita — mentre, nel suo interno, gioiva. + +Per alcuni minuti sembrò che non potesse trovar verbo, tanta era +la sua commozione — poi disse, smozzicando, con accento di dolorosa +rassegnazione: + +— Tu vuoi rovinarmi.... Ebbene.... fa pure.... Noi, già, siamo due +povere donne senza difesa. + +— Io voglio render felice la Silvia, contenta te per sempre! — fe’ con +slancio Soranzi, il quale, finalmente, vedeva rimossi gli ostacoli, +vicino il compimento de’ suoi ardenti voti; e, strettale con forza la +mano, uscì precipitosamente giubilante. + +Maddalena, rientrando, abbracciò strettamente Silvia, baciandola e +ribaciandola. Silvia la guardò maravigliata, sorridendo, e le disse: + +— Che cos’hai? + +— Nulla.... so io! + + * * * + +L’indomani, si attendeva Soranzi — non sapremmo dire chi lo desiderasse +di più — ma non venne. Pranzarono più tardi del solito e male. — Non +capisco.... non capisco: — borbottava, di tanto in tanto, Maddalena. + +Il giorno seguente, l’attesero ancora.... e ancora mancò. Neppure il +terzo dì, comparve, nè il quarto, nè il settimo. Maddalena sbuffava, ed +il suo occhio aveva dei lampi sinistri. + +Silvia non parlava, ma ogni giorno diveniva sempre più mesta, nè +toccava quasi cibo. + +Maddalena la guardava e cominciava a sentire dei rimorsi. — Se Soranzi +non tornasse più.... e la figlia morisse di passione.... Uccisa da sua +madre!.... No.... no! — Ella non pativa più scrupoli d’alcun genere.... +ma, efferata non era ancora.... per lo meno, fino a tal punto. + +D’altronde, la figlia, dopo che il mondo l’aveva abbandonata, era +divenuta una necessità morale per lei. Non v’era merito, ma era così. + +La mattina dopo, uscì, e recatasi a casa Soranzi, domandò al portinaio +se il signor avvocato fosse assente o ammalato. + +— Nè assente, nè ammalato — fu la risposta. + +— Non capisco.... non capisco — ripeteva fra sè Maddalena, tornando a +casa. — Che fare? + +Madre e figlia lavorarono silenziose, sospirando. Verso le quattro, +Silvia s’alzò e disse con voce velata: + +— Scusa, mamma.... io vado a letto. + +— Perchè, Silvia? + +— Perchè.... non so.... mi sento male. + +— È debolezza, sono otto giorni che digiuni, si può dire. Prendi +qualche cosa.... + +— Impossibile.... credi. + +— Bene.... va pure.... io esco un momento.... Non temere, torno subito, +spero portarti a casa una buona medicina. + +— Quale? + +— So io.... — + +Fu allora che scrisse e portò quel biglietto, che mise sossopra casa +Soranzi e richiamò Oreste presso Maddalena. + + * * * + +Quando Maddalena, alle sei e mezzo, sentì quella scampanellata, balzò +in piedi, con un ruggito di gioja. + +— Ah! sei tu.... finalmente! — fece, aprendo con furia — ci voleva +proprio che morisse! + +— Perdona.... se tu sapessi.... Dov’è? + +— Qui a letto. + +— Ah!.... — + +Silvia giaceva assopita. + +Cogli occhi chiusi, col nuovo pallore delle guance smunte, ancor rigate +di pianto, aveva qualche cosa d’etereo, che destò in Oreste la più +profonda pietà. + +Allora egli sentì che quella creatura lo distaccava da tutto il mondo. + +— Vedi? — gli disse Maddalena. Poscia si mise ad accarezzare la fronte +della figlia e chiamò dolce, dolce: + +— Silvia.... Silvia. + +— Che vuoi?.... — sospirò quella, aprendo gli occhi, poi, visto lui: — +Ah! — e il suo volto si suffuse di subito rossore. + +— Sei guarita, _adesso_?.... — continuò la madre sorridendo. + +— Sì.... — fe’ Silvia, guardando lui con riconoscenza. + +— Allora, prenderai qualche cosa.... e anch’io con te, — perchè devi +sapere — aggiunse voltasi a Soranzi — che, in questa casa, sono otto +giorni che non si mangia più o quasi. — + +Maddalena uscita — Oreste non potè più frenarsi.... curvossi e depose +un ardente bacio.... il primo bacio, sulle labbra della fanciulla, che +ebbe un brivido e chiuse gli occhi. + +— Tuo.... tuo per sempre! — le susurrò Oreste con passione — poi si +tolse di là...., sentiva offuscarsi la ragione, ed ebbro, vacillante, +raggiunse Maddalena. + +— Sai la bella novità?.... — disse Maddalena alla figlia, quando +rientrò nella di lei camera, con un tavolino, su cui era pronta una +refezione — dopo domani, partiremo per la campagna. Soranzi ci invita a +passarvi la primavera, in una villina, che mi dice essere un _bijou_. + +Silvia giunse le mani e levò gli occhi al cielo.... + +Ma non pregava perchè.... era esaudita. + + + + +Rientrando in casa, Soranzi, quella sera, trovò Giovanni in anticamera +che lo attendeva e che gli porse una lettera, dicendogli gravemente: + +— La sua signora non c’è; è uscita col suo signor padre.... lasciandomi +questo biglietto da consegnarle, immediatamente, al di Lei ritorno. + +— Va bene — disse secco Soranzi, dirigendosi verso lo studio, in cui si +rinchiuse al solito. + +Quindi, aperse e lesse: + + «Caro genero, + + «Se hai dei dolori morali, perchè vuoi che abbia a soffrire la mia + povera Costanza, la quale non ti ha mai cagionato il benchè menomo + dispiacere in quattordici anni di unione? + + «Le hai detto di _regolarsi come crede_....? + + «Spiegati. + + «È interesse di tutti, anche tuo, che simili scene disgustose — + senza ragione apparente! — non abbiano a rinnovarsi — e certamente + si devono poter evitare. + + «_Tuo suocero_.» + + _Risposta di Oreste._ + + «Carissimo, + + «Sì, mi spiegherò. + + «E mi sarei spiegato con mia moglie questa sera stessa, anche + non invitato, perchè non ne potevo più e perchè.... mi ripugna + la odiosa e ridicola commedia del marito che _fa_ l’uomo rigido, + l’uomo dei principi, l’uomo morale, il cascante colla moglie, alla + luce del giorno — mentre tiene una o più amanti nelle tenebre. + + «No, io disdegno ogni finzione, ogni ipocrisia — ed ho il coraggio + di dire: Ieri io era un buon marito — oggi non lo sono più! + + «Tu dirai che io sono un uomo disonesto, perchè calpesto i miei + doveri, perchè dimentico i miei giuramenti, perchè rendo infelice + la tua buonissima figlia — ed io ti do ragione. Ragione, perchè sei + padre, perchè realmente è una enormità.... ma ti dico: + + «Se tu sei da tanto da strapparmi questa passione dal cuore, se + tu sei da tanto da rimettervi il primiero affetto che nutrivo per + Costanza.... avanti! + + «Riesci e io ti benedirò. + + «Ma, hai capito — non di consigli ho bisogno, ma di tanaglie.... + Dio, io non ci vedo più. + + «Scusa, mio caro, se io ti scrivo in questo modo, se io ferisco + così crudelmente il tuo amore di padre.... ma credilo, io mi sento + proprio impazzire.... + + «E io l’amo sempre, vedi, tua figlia — ed è questo che rende più + orribile ancora la mia posizione, più intollerabile l’esistenza, + perchè io non posso pensare a quell’angelo, senza odio di me + stesso — non posso, senza disprezzarmi, ricordare che io sono + stato villano, inumano con lei.... — ma la sua presenza è la + condanna della mia passione, ed io devo fuggire per non veder più + quell’eterno, vivente rimprovero. + + «Tu, l’uomo onestissimo, che, in tutta la tua esistenza, non + hai mai avuto un istante d’esitazione nel compiere il tuo dovere + — non solo non comprenderai, ma anche riuscendo a comprendere, + rifiuterai d’ammettere che un uomo della mia età, e del carattere + che tu conosci, possa calpestare improvvisamente tutto, per seguire + una.... gonnella! + + «Gli è perchè tu non sai in qual modo io sono arrivato a questo + punto. + + «Io so che, quando l’anima tua si aperse al primo amore, tu avesti + anche la più ampia soddisfazione che il cuore umano possa bramare. + + «_La_ amasti.... e _la_ ottenesti! + + «Il tuo cuore si conservò puro, così, la tua mente conservò tutte + le sue illusioni, il sangue una perfetta calma — e vivendo della + vita che era il sogno della tua giovinezza, tu potesti non vedere e + non curare i pericoli di cui è sempre irta l’esistenza di tutti.... + — ma io?! + + «Io potei, a mala pena, sognare, qualche istante, questa vita + del cuore, che è indispensabile agli uomini, uomini come noi, + s’intende, incorrotti. — Sognare, dico, perchè la donna, per la + quale mi struggevo, dapprima mi fu rapita — e quando, incontratala + una seconda volta, avrei potuto possederla.... mi fu tolta, ancora, + da una tremenda sventura. + + «Non chiedermene di più, perchè, ne soffro troppo.... soffro, + perchè penso che se allora i miei voti fossero stati appagati, + io non sarei ridotto a questo punto — soffro, perchè quella + donna, delusa, allora, al par di me, ora è diventata un oggetto + spregevole, mentre, a me unita, sarebbe ancor una donna onesta — + soffro, perchè non posso risparmiare Costanza! + + «Tu dirai: ma adunque, perchè sposasti mia figlia? + + «Ti rispondo: — Ero in uno stato di prostrazione morale — il mio + cuore non batteva più — mi sentivo profondamente, amareggiato e + disgustato di tutto — vedevo, innanzi a me, una lunga vita morta. + + «Tua figlia mi apparve come un angelo di consolazione, come una + suora di carità, che avrebbe potuto, col balsamo della sua anima + soave, guarire l’anima mia. + + «Guarii sì.... ma non vissi. + + «Tuttavia, non fui egoista.... Commosso all’affetto che tua figlia + portava a quest’uomo freddo, insensibile, mi forzai, per non + renderla infelice, ad aver, almeno, l’apparenza d’un altro uomo. Fu + uno sforzo che mi costò.... e guaj per ambedue se mia moglie non + fosse stata Costanza.... ma ella esigeva così poco.... Le bastò + ch’io mi mostrassi _amabile_. + + «A te.... non fui onesto? + + «E credo che se la nostra unione fosse stata benedetta.... forse + il mio cuore si sarebbe sgelato davvero e tutto — ma, nemmeno un + figlio venne a rallegrare la nostra casa e tanti anni scorsero in + un’atmosfera di tiepida cortesia. + + «Si nasce per questo?! + + «Ah! no — e io lo sentivo tanto che volli essere quello che non + ero.... — volli essere ambizioso, volli fare l’uomo pubblico con + tutte le sue piccole vanità, le sue passioncelle, e vi misi il + maggior ardore. — Si trattava di riempire tutto il tempo che io + doveva, per forza, starmene sulla terra! — Riuscii. + + «Mi credeva sicuro del fatto mio, quando.... bastò una visione a + distruggere tutto e ad attirarmi, colle sue irresistibili lusinghe, + in un mare di fuoco. + + «Ora vi sono — brucia il mio sangue, brucia l’anima mia.... dovrò + starvi finchè non sarò consunto. + + «E non credere che io non abbia lottato.... — ma è stato inutile. + Natura non si delude impunemente. Il mio cuore e il mio sangue + essendo stati violentati per tanti anni — le potenze misteriose, + nell’inerzia si sono moltiplicate, agglomerate, fatte giganti.... — + ora, esse voglion battaglia.... + + «Non rileggo.... a che varrebbe d’altronde? + + «Sono come istupidito. + + «L’uomo che ha vissuto, comprenda questa immensa miseria umana e + consigli mitezza al padre offeso. Ma se il magistrato deve cercar + pena condegna.... pensi che chi pare carnefice.... è forse solo una + vittima. + + «Del resto, mi sottometterò a tutto. + + «_Tuo genero_.» + +Lo suocero rispose: + + «L’uomo ha compreso. — Il padre non può essere più severo della + figlia. + + «Ammira questa donna, che, colpita nel più profondo del cuore.... + trova ancor modo di sorridere — ben mestamente.... è vero! + — dicendo: — Io vedo nell’anima sua e compassiono. È vittima + d’un’illusione. Guarirà. Aspetterò rassegnata sinchè egli torni a + me — perchè egli tornerà! — + + «Noi partiamo per la campagna, ove resteremo finchè.... + + «Ti regolerai in modo che nulla trapeli di questo momentaneo + dissapore. + + «Dico momentaneo, perchè, tutto ben ponderato, credo che mia figlia + finirà coll’aver ragione.... Purchè non finisca, prima, di....» + + + + +Era il crepuscolo d’una sera d’aprile. + +Nel cielo purissimo, uscivan le prime stelle. Respirando quell’aria +tiepida e olezzante, i giovani sentivansi agitati da strani sussulti, +e.... gli altri ricordavan, melanconicamente, il tempo trapassato delle +vibrazioni simpatiche. + +Nella graziosa villina che, da alcuni giorni, un signore aveva presa +in affitto, sulla sfonda del piccolo lago di V...., regnava un perfetto +silenzio. + +Ma non era deserta. + +In giardino, seduto, presso la vetriata semiaperta, un uomo tremava +convulsamente e guardava smarrito il cielo con occhi lagrimosi. + +A pochi passi da lui, nella sala, giaceva una giovinetta svenuta. + +Ad una finestra del secondo piano si vedeva del fumo e una massa bruna. + +Aveva forme di donna. + +Quella.... donna fumava tranquillamente la sua _cigarette_. + + . . . . . . . + +Tutto ciò è orribilmente immorale — ma noi saremmo molto lieti, +se, in tutti i casi in cui i genitori vendono le loro figlie.... la +paura della fame fosse, da una parte, l’incentivo al delitto.... e +dall’altra, vi fosse la passione vera. + +Ma, come sa chi ha viaggiato attraverso questo gran mondezzajo di carne +umana — in genere, non si vende che per ingordigia o per assicurarsi la +poltronaggine. — Quel lavoro costa tanta fatica e rende così poco; e i +bisogni sono tanti! — + +Vi sono poi le vendite legali, ossia per contratto.... di nozze — +ma quelle sono vendite sacre.... e la moralità pubblica, che vede +_rispettate_ le convenienze sociali, s’inchina.... «Mah! là.... col +matrimonio si fa la famiglia!» Si è venduto.... è vero — in quella +casa potranno esservi torture, lagrime, odj, mostruosità, ribellioni, +tradimenti, crimini.... ma sulla casa sta scritto: — _Famiglia_. — E ci +dite poco voi?! + +Dopo tutto, consoliamoci, pensando che nè la morale, nè i romanzi non +impediranno mai a nessuno di sentirsi il capriccio di comperare. E +quando uno compera, trova sempre chi vende. E guaj se l’_industria_ e +il _commercio_ rovinassero! Povero mondo.... allora! + + . . . . . . . + +La fiducia espressa da Costanza nel ravvedimento del marito sarà parsa +più che arrischiata. Che essendo perfettamente onesta, ella non potesse +credere alla serietà di quel deviamento, sta bene — ma che avesse +a promettersi il ritorno del colpevole emendato, ecco quello di cui +sarebbe difficile capacitarsi, quando non si pensasse che la gente tre +volte buona è sempre.... maravigliosa. + +Una moglie buona, soltanto due volte, doveva piuttosto temere che, +preso il volo e il gusto alla vita indipendente, non avesse, secondo +ogni probabilità, a preferire il cambiare d’oggetti al ritornare sotto +il tetto conjugale. + +Ebbene, invece, le parole di Costanza furono profetiche. + +V’è una chimica anche in amore e, guai se gli elementi non hanno +proprietà che possano combinarsi. Pensate alle migliaja di matrimonj +fatti a furor di cervelli, e.... sciolti l’indomani o quasi, con egual +furore — o peggio che sciolti. + +La mente ricorre, involontariamente, a certe esaltazioni al trono fatte +a furor di popolo in.... amore — coll’immediato correttivo di quattro +pugnalate, visto che l’esaltato di jeri era d’ostacolo alla nuova +esaltazione del domani. + +Eppure il furor di jeri era sincero! Almeno.... + +Ma, veniamo ad Oreste, il quale, quando scrisse quella bella lettera +al suocero, avrebbe dato certamente del pazzo a chi gli avesse detto +che egli era vittima di null’altro che d’una illusione prodotta da una +straordinaria effervescenza del sangue, e che ne sarebbe presto stato +persuaso da sè stesso. + +Non bastava che il fuoco acceso fosse furioso — eran necessarj anche +gli alimenti per mantenerne la violenza — e, invece, difettarono, +mentre sopravennero in copia materie, le quali non potevan che +spegnerlo. + +La convivenza di quel tre esseri era un assurdo. Se Soranzi non lo +sentì _prima_, lo sentì _dopo_. + +Noi possiamo valerci di qualunque mezzo per arrivare al possesso d’una +donna.... purchè quel mezzo resti poscia invisibile. Ora, Maddalena +sarebbe sempre presente!.... Maddalena, che non avendo più bisogno +di fingere nè con l’uno nè coll’altra, si esprimeva col suo cinismo +abituale. Ma questo era intollerabile, oltrechè disonorevole pel suo +stesso sentimento — questo sfigurava persino la Silvia, la quale non +ci aveva colpa, ma non poteva impedire che l’aureola infernale, da cui, +agli occhi di Soranzi, appariva cinta la testa di Maddalena, lasciasse +cadere su di lei una luce uggiosa, a dir poco. + +Un altro acerrimo nemico di quell’amore era il valore intrinseco di +Oreste, di fronte al non valore di Silvia. Oreste vide subito che +quella fanciulla era niente altro che bella. Forse per l’estrema +giovinezza, o per l’insufficiente educazione, o per l’ignoranza della +vita — come essere sociale era zero. Tutto quello ch’essa poteva fare +per lui, pel suo amore, era.... abbracciarlo. Era molto, ma troppo poco +per un uomo del carattere, dell’educazione e dell’età di Soranzi. + +Bella bambina.... ma bambina. + +Si poteva educarla — ma corrisponderebbe poi alle cure? — La educherò +io, — si disse per un momento, ma ne comprese tosto l’impossibilità. + +Forzato a tener celata al mondo la sua conquista, come educare.... +quando l’educazione vera sta nel viaggiare attraverso la vita degli +altri? + +Come educare.... quando quella madre distruggerebbe sempre l’effetto +delle sue serie ed oneste parole? + +Ed egli continuerebbe dunque a vivere così, — per finire fra quelle due +donne, spregiato e spregevole a’ suoi stessi occhi? + +A peggiorare ancora la situazione s’aggiunse, dopo un mese, il timore +per Oreste che l’amore di Silvia non fosse che una fiamma prodotta +dall’età e dall’occasione.... e per conseguenza il pensiero che +qualunque altro uomo «presentabile» messole al fianco dalla madre le +avrebbe fatto la medesima impressione. In ciò non s’ingannava, come si +è potuto agevolmente indovinare. + +L’animo di lei, infatti, non aveva alcuna di quelle manifestazioni +dinotanti la miracolosa metamorfosi, che è la prima opera del primo +amore. + +Un incidente imprevedibile venne poi a dare l’ultimo colpo all’affetto +già incertissimo di Oreste e a fargli prendere la risoluzione di +troncare per sempre ogni rapporto con quelle due donne. Un giorno, +Maddalena, per cui la temperanza non era forse la virtù principale.... +passati oltre il solito certi limiti, già tutt’altro che limitati, non +sapendo più bene quello che si dicesse, mise fuori dei progetti e si +permise delle sollecitazioni, che fecero balenare alla mente di Oreste +il sospetto che egli fosse stato la vittima della congiura di due +furbe matricolate.... S’ingannava.... ma il sospetto v’era — e siccome, +quanto più un sospetto è irragionevole, tanto più facilmente diventa +in breve una certezza, da cui non si riesce a liberarsi, egli fuggì da +quella casa, che da tal momento diventava un inferno. + +Una mattina non lo trovarono più. Aveva lasciato un biglietto, in cui +diceva che i suoi affari rendevano necessaria per alcuni giorni la sua +presenza in città — intanto non si movessero dalla villa.... + +— Ha fatto bene — disse Maddalena — questo terzetto cominciava ad +annoiarmi. Un po’ d’intermezzo non fa mai male. — + +Otto giorni dopo, quando lor pareva che l’intermezzo si prolungasse di +soverchio, giunse alla villa un vecchio signore di venerando aspetto, +il quale chiese di parlare colla signora Maddalena, da solo a sola. + +Quando ella sentì dal suocero di Soranzi — chè era lui — che bisognava +rinunciare a rivedere Oreste, per le tali e tali ragioni, montò su +tutte le furie. Un altro individuo avrebbe preso il suo cappello +e battuto in ritirata, per paura di qualche brutto servizio. Ma il +suocero era tetragono e troppo interessato, d’altronde, al miglior +scioglimento di quella commedia, per lasciarsi intimorire. Alla prima +sosta che Maddalena fece per prender fiato, disse con flemma due +paroline, che le tolsero la voglia di continuare sul medesimo tuono, +e, quando la vide più trattabile, seppe farle comprendere che il +miglior partito — anche perchè il più utile — era per lei quello di +rassegnarsi.... sotto date condizioni. + +Maddalena, vedendo che non v’erano più speranze, pensò solo a far +pagar cara la sua _rassegnazione_ — e crediamo che Soranzi abbia dovuto +ricordarsene per un bel pezzo! + + . . . . . . . + +Dopo, la madre si trovò sulle braccia la figlia abbandonata, alla quale +bisognava pur rivelar tutto. + +Come fare? La ragazza era ancora nel primo sogno d’amore, e il +destarla, per sorpresa, poteva essere pericoloso. Ora, Maddalena, che +aveva fatto il primo passo nella via della speculazione — e a lei era +costato pochissimo anche quello — non voleva, per niun conto, che il +dolore avesse, non che ad avvizzirne, pur a sfiorarne la bellezza. + +Non v’era che un mezzo solo — rendere ridicolo e odioso Soranzi agli +occhi di Silvia — e se ne valse, e si può agevolmente imaginare s’ella +trovasse le parole acconce. + +Contemporaneamente — per non distruggere, senza edificare — la erudiva +nella scienza della vita, nella _sua_ scienza, e con tale accanimento, +che l’anima della povera fanciulla, in breve, non ebbe più alcun +pudore.... e cominciò a sogghignare, come sua madre. + +Se Soranzi, per caso, fosse ritornato, a tanto mutamento avrebbe +creduto di sognare o d’aver sognato prima. + +Il guasto era talmente profondo, che quando Maddalena le rivelò che +Soranzi era ammogliato, esclamò: — Tanto meglio, così sarò più libera! +— e quando, a certi sintomi, essendosi compreso che madre natura +non s’era data alcun pensiero delle convenienze e aveva fatto il suo +dovere, nacque la discussione se fosse da preferirsi l’_arrischiare_ +o il _sopprimere_.... si decise di comune accordo che, tutto ben +considerato, era meglio.... + +Fortunatamente la Natura medesima parve preoccuparsi della questione di +moralità, e ribellandosi.... a sè stessa.... dimostrò l’inutilità, pur +di tentar un delitto che avrebbe potuto costar molto caro agli stessi +rei! + +Fuggiamo, fuggiamo da queste madri.... per ridere, che davvero +farebbero piangere, se gli occhi, troppo abituati allo spettacolo +di una folla di vergini che, in un batter di ciglio, qualunque sia +l’educazione ricevuta, diventan cortigiane.... potessero ancor sentirsi +offesi. + + . . . . . . . + +Agitiamo l’incensiere, purifichiamo, profumiamo. + +Era scorso un mese all’incirca dal giorno in cui il suocero, compiuta +la sua missione, era tornato presso la figlia, in campagna. + +Una sera, verso le undici, Soranzi stava scrivendo al suocero. Non +aveva ancor avuto il coraggio di scrivere a Costanza, ma, all’indirizzo +del primo erano già partite trenta lettere, che finivano tutte colle +parole «lavoro e spero». + +La penna aveva vergate, per la trentunesima volta, quelle parole, +e v’aggiungeva queste altre «comincio a star male,» quando l’uscio +s’aperse e una bianca visione apparve sulla soglia.... Soranzi, +al lieve rumore, alzò lo sguardo e trasalì di gioja.... ma non si +levò....; attendeva tremante la prima parola per sapere se gli era +concesso gettarsi a’ suoi piedi per adorarla. + +Ella mosse verso lui lentamente — e non tremava meno. + +— È l’ora del tè.... — balbettò, quando gli fu vicina, con un filo di +voce. Era l’emozione del perdono che ella accordava. + +Soranzi non potè proferir accento, tanto la sentì grande. + +S’alzò — ella gli porse la mano, e, silenziosi ambedue, uscirono.... e +s’avviarono verso una nota portiera. + +— Come....? — mormorò Soranzi fremente di voluttà. + +— Il tè è servito qui.... stasera. — + +Ella rimosse la portiera ed entrarono. + +Le finestre erano aperte; dal giardino venivano onde d’effluvj. + +Lontan lontano, gemeva una romanza. + +— Che aria pura.... sana.... _questa!_ — esclamò Soranzi, giungendo le +mani. + +— Respiriamola sempre?.... + +— Oh! sempre.... — + +Assicurano che non si possa dire: «nè mai nè sempre,» ma Soranzi potè +sempre dire di non essersi illuso quella sera. + +Ci hanno riferito che Costanza, qualche mese dopo, benedisse quella +momentanea sospensione di vita conjugale, perchè, quando fu ripresa, si +potè ottener quello che prima s’era aspettato tanti anni invano.... Il +nonno lo chiamò il figlio della riconciliazione. + +Se c’è qualche matrimonio infruttifero e se l’esperienza invoglia.... + +Ma, se i mariti si rassegneranno, non crediamo che le mogli avranno il +coraggio di ripeterla. È un’esperienza troppo fisico-chimica. + + + + +LA FIGLIA DI SUA MADRE. + +_Storia semplice._ + + +I. + +MADD. Oh! ecco qui il nostro caro signor ragioniere. Come va, eh? va +bene? + +RAG. (_che, sia detto di passaggio, è molto invecchiato_) Bene.... +Grazie. + +MADD. Proprio l’uomo della precisione.... Scommetto che, colla solita +puntualità, Ella mi porta gli interessi del semestre. + +RAG. Appunto.... Anzi, come era mio dovere, io sono già venuto il due +luglio.... ma Loro erano in campagna.... + +MADD. Ah! sicuro.... eravamo proprio in campagna.... Cosa vuole.... la +mia Silvia, in aprile, si sentiva poco bene.... Sa! benedette ragazze, +viene quel tal tempo nella vita.... + +SILVIA (_arrossendo, con fatica_). Mamma.... + +MADD. Eh! che cosa c’è di male!? + +RAG. E dove sono andate.... se è lecito? + +MADD. Oh!.... abbiamo girato.... + +RAG. E adesso sta bene la signora Silvia? + +MADD. Adesso sta benissimo.... Ma, perchè la tratta da signora.... Ella +è sempre il suo tutore.... e per Lei, la Silvia deve essere sempre una +bambina.... è vero che Ella è un tutore che fa il prezioso....; non La +si vede mai! + +RAG. Cosa vuole.... gli affari!.... creda, un minuto che è un minuto +non l’ho mai a mia disposizione. Che bella giovane s’è fatta sta +Silvia! Quasi quasi.... si può prepararle la schirpa.... perchè da un +momento all’altro, già.... + +MADD. Ah! per carità.... non me ne parli! Quando io penso che verrà +quel giorno.... (_sospira due volte_) + +RAG. Capisco che alla mamma possa rincrescere.... ma già.... è +il destino delle ragazze.... E pare che la mamma non abbia fatto +diversamente, eh! eh! eh! + +MADD. Senta.... non dico: pur troppo — perchè, altrimenti, non avrei la +mia Silvia, ma, del resto.... + +RAG. Via, non stia a dir male del matrimonio che, dopo tutto.... + +MADD. Io dir male del matrimonio a mia figlia....? Tutt’altro.... tanto +è vero che.... ma acqua in bocca pel momento. + +RAG. Come.... come.... c’è qualche novità? + +MADD. C’è.... e non c’è.... A dir il vero, non sappiamo nemmen noi che +cosa pensare. Ma.... aspetti che ora mi vien un’idea.... Ma sicuro! +Ella è proprio arrivato a proposito per rendermi un grande favore.... +se vuole.... + +RAG. Dica, dica. + +MADD. Anzi, Ella deve volere, perchè essendo tutore, ne ha, dirò così, +un obbligo sacro di coscienza.... Ma veniamo al concreto.... Sappia +adunque che c’è un giovinetto.... guardi guardi la Silvia come diventa +rossa.... come scappa!.... ah! ah! + +RAG. Non scapperà sempre! + +MADD. Dunque, c’è un giovinotto che abbiamo conosciuto giorni sono in +_wagon_, tornando dalla campagna. S’è scambiato qualche parola.... ma +sa.... proprio indifferente, come si usa fra viaggiatori. — Ebbene.... +cosa vuole! pare che la Silvia gli abbia fatto colpo.... Da quel giorno +si è messo a passeggiare per questa via, guardando sempre le nostre +finestre.... e non siamo mai uscite una volta, senza incontrarlo. +Per alcuni giorni, si è limitato a salutarci — fra parentesi, saluta +molto bene — dopo, ha domandato alla portinaia che gente siamo.... ed, +infine, jeri ha lasciato il suo biglietto di visita, con una riga, in +cui ci prega di fargli l’onore di riceverlo stasera.... Cosa ne dice? + +RAG. Che persona è? + +MADD. Il giovine è di bell’aspetto.... veste signorilmente, e pare una +persona educatissima.... ma Lei, signor ragioniere, sa che le apparenze +ingannano, ed il favore che io vorrei da Lei, sarebbe precisamente +questo.... che mi sapesse dire, cioè, che cosa vi sia di solido sotto +tali apparenze.... quindi come stiamo a denari.... a carattere.... e a +famiglia.... ah! la famiglia, sopratutto.... + +RAG. Eh! s’intende.... + +MADD. E poi già Lei è un uomo di polso, e non occorre dirle cosa ci +vuole. + +RAG. E il suo giovinotto si chiama? + +MADD. Si chiama Augusto Livi, e abita in casa Farinelli. + +RAG. Basta così.... lasci fare a me. Ella intanto lo interroghi. Noi, +poi, facendo il confronto di quanto avrò saputo io con quanto avrà +detto lui, vedremo se il giovine è sincero.... + +MADD. Benissimo.... E quando crede di potermi favorire? + +RAG. Oh! Dio.... fra un pajo di giorni. Se la famiglia è assolutamente +buona, si fa prestissimo a saperlo. Gli è quando le informazioni sono +vaghe, incerte.... che comincia il difficile.... + +MADD. Speriamo sia buona! + +RAG. Speriamo....; a rivederci. + +MADD. A rivederci.... Silvia....! adesso puoi venire.... Saluta il +signor ragioniere. + +RAG. Mille augurii, cara Silvietta. + +MADD. Oh! è un po’ troppo presto ancora. + +RAG. Eh! il cuore mi predice bene. Nuovamente. + +MADD. Nuovamente — e grazie intanto. Quando tornerà, poi, se avrà del +buono.... ne beveremo una bottiglia.... mah! + +RAG. Ne beveremo due. + +Ne bevettero tre! + + +II. + +Le informazioni non possono essere migliori.... e, quel che è proprio +consolante, al cuore d’una madre.... d’una sposa, consonano con tutto +quanto Augusto ha detto dell’esser suo e della propria famiglia. + +— Egli è figlio unico di madre vedova, colla quale vive. Sono venuti +dalla città di X.... in questa, da soli tre anni, dopo la morte del +rispettivo padre e marito. La sostanza è di quattrocentomila lire e +vi sono molte speranze tutt’altro che incerte. Madre e figlio vivono +come due colombi e non hanno relazioni di sorta, all’infuori del loro +banchiere e del padrone di casa. Solo, di tanto in tanto, arriva dalla +provincia qualche parente per vederli e tosto ripartire. + +Il giovine, benchè ricco, non ama l’ozio.... è impiegato, come +dilettante di commercio, presso il suo banchiere.... e un uomo occupato +è sempre miglior marito d’un altro che fa il vagabondo. + +Insomma, è un partito d’oro. + +Nulla di più onesto, poi, di più leale, di più ingenuo di Augusto. + +— Ah! è il mio ideale.... — esclama Maddalena, a queste ultime parole +— perchè, per la mia Silvia, abbiamo appunto bisogno di un giovine +onesto, leale e sopratutto ingenuo! — + +Quel caro signor ragioniere non trova che dell’entusiasmo materno, +nel tuono con cui Maddalena proferisce tal frase e nello sguardo che +l’accompagna rivolto alla figlia. + +Noi possiamo aggiungere che Augusto, a ventitrè anni, ne sapeva di +questo mondo, quanto voi ne sapete di quell’altro. A mantenerlo in tale +ignoranza, aveva contribuito massimamente sua madre che, paurosa di +tutto, gelosa di tutti, se l’era sempre tenuto cucito alla gonnella. +Gli aveva fatto dare una buona educazione, ma in casa — e non gli aveva +mai permesso un’amicizia. + +Egli era già il di lei cavaliere, vivente il marito — figurarsi poi, +dopo. Parevano madre e figlio.... Siamesi. + +Questo metodo d’allevamento sarà buono.... ma pei bachi. + +D’una delicatezza femminea, nel modo di vivere, di vestire, +d’esprimersi.... preferiva i canditi al _beef-steak_, le foggie +suggerite dalla caricatura alle comode indicate dal buon senso, non +parlava, pispissava sulla _punta_ delle labbra.... e le sue dita +parevano sempre occupate in lavori al _crochet_. + +D’una sensibilità tanto spinta che era morbosa; alla vista del +più indifferente maluccio, al racconto della più lieve disgrazia, +minacciava deliquio. + +Aveva molte idee umanitarie, fra cui due principali, anzi maniache: +— il ricovero pei cavalli invalidi — e il _paletôt_ pei cani +nell’inverno. + +Pareva non si fosse mai accorto che ci fossero donne a questo mondo. + +La prima volta che se ne accorse fu quando, nel ritornare in città, +dopo aver fatto visita ad uno zio convalescente, si trovò vicino a +Silvia, in _wagon_ — e al buon ragazzo non venne altra idea che quella +di sposarla, come se tutte le donne si potessero sposare. + +Cioè, un ladro può sposare una ladra, un ladro può sposare il suo +femminile.... ma non incrociamo san Luigi con Messalina.... e via +discorrendo, come diceva quel tale. + +La madre di Augusto disse subito di sì. + +Poichè a quel benedetto sangue non si era potuto impedire di bollire, +meglio il matrimonio che esporre, con un divieto, il figlio alle tristi +influenze della vita mondana. + +Semplice, oca ella stessa, non capì niente nè di Maddalena nè della +figlia, anzi, Silvia le sembrò un capolavoro di ingenuità! + +Avvicinandosi il giorno delle nozze, Silvia disse a Maddalena: + +— Ma di’ un po’, mamma.... vuoi dirgli proprio _nulla_? + +— Di che cosa? + +— Ma sai bene, _siamo state in campagna_. + +— Oh! oh! Non ci pensare tu adesso a queste cose.... Provvederemo +a suo tempo. È tanto ingenuo che sarebbe un vero peccato togliergli +un’illusione.... Perchè i bambini credono al _Bambino_? Perchè non +sanno che non c’è. E non sono felicissimi egualmente? — + +Si fecero le nozze.... e Maddalena volle accompagnare la figlia nel +viaggio, perchè il dolore del distacco le era intollerabile. + +Egli bevette il dolore, bevette molto a pranzo — _uno_ dei +provvedimenti, questo — e bevette.... + +E infinito è il numero dei.... bevitori. Ed è col far bere che tante +donne.... mangiano. + + +III. + +Augusto è il più felice dei mariti. Quando egli dice: «mia moglie,» +gli si inumidiscono gli occhi, — egli canta incessantemente le lodi di +lei...., pare che al mondo vi sia una moglie unica, la sua.... insomma, +è una vera noja. + +La prima donna ch’egli ha potuto avvicinare, l’ha amata, l’ha avuta — +egli ha tutte le illusioni — ecco perchè è felice. + +Quanto a Silvia, un po’ per indole, un po’ a cagione del noto +assaggio, proclive al genere forte, sulle prime s’è divertita con +quell’uomo-donna.... ma se n’è ben presto infastidita. + +Quando sono sul declinare, le donne s’interessano per gli uomini +ingenui — ma nell’età in cui esse sono ancora angeli, non amano che i +demoni. + +Fra Silvia e sua madre si fanno le più grasse risate alle sublimi +bambinate che l’amore inspira al povero fanciullo — si coprono di +ludibrio le sue _poesie_.... + +Quand’egli è in casa, si frenano a stento gli sbadigli, ma si finge +tuttavia di amarlo, di adorarlo, lo si chiama coi più teneri nomi, non +esclusi i francesi: _petit chat — chou — bibi_ e _titi_.... il che per +lui è miele profumato. + +Siccome Silvia dice che un uomo come lui, il quale _batte_ il +commercio, deve avere delle relazioni, deve ricevere.... egli si tira +in casa i compagni di studio e i loro amici. Silvia, dal canto suo, +invita le signore Mantovani, i loro congiunti e le loro conoscenze. +Ecco fatta la vera famiglia-società. + +In breve tempo, la casa è un porto di mare, in cui si viene e si va, +in cui ognuno fa il piacer suo. Si balla tutte le sere e qualche volta +anche di giorno, si gioca, si fanno dei graziosi proverbi misti, nei +quali i versi non sono martelliani e la prosa è scorrevolissima. + +Augusto, il semplice, si diverte come un matto a tutto quello che +vede e sente o che sua moglie gli racconta. — Egli si diverte tanto +più schiettamente, perchè Silvia, svelando le magagne o schernendo il +ridicolo degli altri, non trascura di parlare de’ suoi principj, del +suo buon senso. — Così giovane, ella è d’una austerità tale — dice lei +— che guaj se alcuno....! — + +La madre di Augusto, a poco a poco, ha aperto gli occhi; impensierita +a tanto sperpero, scandalezzata a quella folle esistenza, vorrebbe coi +consigli e coi sermoni.... ristaurare l’ordine, le modeste abitudini, +ecc., ma, fiato gettato.... Augusto, che non s’è mai divertito, un’ora +sola, in vita sua, prima del matrimonio, ci piglia troppo gusto alle +attuali pazzie, per far buon viso alle prediche, che egli trova anche +ingiustissime, perchè «alla fin fine, non si fa niente di male.» + +Sua madre non vuol darsi per vinta, vuol perseverare nel +moralizzare.... ed egli cessa di vedere sua madre. + +Egli è diventato figlio di sua moglie. + +Dopo otto mesi di matrimonio, Silvia non ha ancor forato il contratto +nuziale, ma, penetrata nei misteri della vita delle amiche, comincia a +guardar sul pomo.... + +Talvolta, assorta nella contemplazione dei colori di quelle mele, +fantastica anche sui varj sapori. + +È certo che una giusta maturanza sarebbe la preferibile. — Ma, una +maturanza anche un po’ passata ha pure i suoi pregi.... ai quali, +una curiosità non ancor soddisfatta, dà un valore maggior del +reale. — E la frutta che, a rigore, sarebbe acerbetta.... è forse da +disprezzarsi?.... È così stuzzicante! + +— Sì, tutto va bene, ma si arrischia troppo. C’è la posizione di +mezzo! Andiamo avanti così.... prima di decidere, bisogna rifletter +seriamente. — + +I due migliori amici di Augusto — gli altri ne hanno uno, egli due, ne +ha di migliori! — sono suoi compagni di studio, Orlando e Diodato, e +la loro amicizia è diventata un’abnegazione, un completo sacrificio, +dacchè egli li ha introdotti presso sua moglie. + +I due migliori sanno più degli altri far ridere la vaga Silvia, che, +pertanto, li preferisce. Ambedue la corteggiano, ma siccome, quando c’è +l’uno, c’è anche l’altro, così, a guisa d’una pariglia, corrono sempre +insieme; nessuno può oltrepassar l’altro.... Ma, uniti, non possono +arrivare, e questo fa sì che si conservano sempre amici. + +Viene la stagione dei bagni, e Diodato può partire con Augusto, colla +signora e con altri. — Orlando, invece, trattenuto dall’impiego, non +può muoversi. Orlando capisce tanto l’importanza di quelle bagnature +che lavora sott’acqua per far trattenere Diodato e accordare a lui, +Orlando, il permesso di partire. Ma Diodato, che è buon intenditore, fa +l’ammalato, per cui è forza lasciar andar lui pel primo. + +Orlando si rassegna a malincuore, e spera nella virtù di Silvia. + +Speranza fallace.... due settimane dopo un bollettino sanitario privato +gli porta una cruda notizia.... + +V’è stato un naufragio....; eppure il cielo era sereno, non soffiava +vento ed il mare era calmissimo. + +Il bollettino cominciava così: + +«Augusto è imperatore....» + + +IV. + +— Non mi resta che soppiantarlo, al ritorno — sospira Orlando. + +Ma, al ritorno, non gli resta che pulirsi la bocca. Silvia è una virtù +di macigno. + +È diventata una donna seria, sdegna quasi ridere e, quando c’è Diodato, +sdegna anche parlare. + +Orlando, che non sa se capisca troppo.... oppure niente affatto, dice a +Silvia: + +— Diodato L’ha forse offesa qualche volta.... per caso? + +— No, perchè? + +— Ma, non gli parla mai.... + +— Le dirò...., alle volte ha uno spirito che per gli orecchi di una +signora non è il più gradito. + +— Vedo — fa Orlando tutt’altro che persuaso. + +Un altro giorno, tenta far parlare Diodato con delle mezze allusioni +maliziose. + +— Spiegati meglio — dice quello — perchè, davvero, io non capisco dove +vuoi andare a finire. + +— Volevo farti capire che so una cosa, che con tutta la nostra +amicizia, tu non mi dici.... Tu sei l’amante della signora Silvia. + +— Io? — fa Diodato cadendo dalle nuvole. + +— Almeno tutti lo credono. + +— Sono il suo amante quanto.... te.... Ma dico.... se tu mi tasti, +così, per sapere se io posso essere tuo rivale.... non darti alcun +pensiero di me.... Avanti, avanti pure. Libero è il campo.... almeno io +lo credo. — + +Una sera, Augusto dice ad Orlando: + +— Vuoi venire ad accompagnarmi domani qui fuori qualche miglio? Vado a +vedere un villino che m’hanno proposto. Doveva venire anche Silvia, ma +si sente poco bene e non vorrei che.... — + +Orlando guarda Silvia, e gli pare che stia meglio di lui, che sta +benissimo. + +— Viene forse anche Diodato? — domanda. + +— Gliel’ho detto, ma non può. + +— Mi rincresce che vai solo.... perchè, neppur io posso muovermi. + +— Ho capito! — + +Orlando, si dice che stavolta ha scoperto decisamente il mistero.... e +l’indifferenza di Silvia e di Diodato gli pare ancor più studiata del +solito. + +L’indomani mattina, Orlando va a casa di Diodato, il quale non mostra +alcun piacere per tale visita. + +— Vieni con me a far una bella passeggiata? + +— No, grazie, ho un impegno. + +— Vedo.... allora andrò solo. + +— Buon divertimento. + +— Altrettanto. — + +Orlando va a casa di Silvia. È mezzogiorno. + +Silvia sta per uscire, e mal dissimula la noja che prova nel vedere +quel signore. + +— Scusi — comincia Orlando, giojoso in cuore perchè certissimo d’essere +giunto in tempo per impedire un abboccamento — scusi, non avrebbero +trovato per caso il mio portafogli? + +— No.... + +— Oh! diavolo.... credevo proprio d’averlo smarrito qui jeri sera. + +— Mi rincresce. + +— Anche a me.... non tanto pel denaro, sa bene.... quanto perchè è un +regalo. — Esce? + +— Sì.... + +— E dove va di bello, se è lecito? + +— Vado da.... mia madre. + +— Oh! bene.... se mi permette, La accompagnerò.... è appunto qualche +tempo che non ho il piacere di vederla. — + +Se Orlando sapesse cosa vuol dire l’occhiata che gli dà Silvia! + +— Mi rincresce — risponde la signora — che Ella si incomodi, tanto più +che io farò un giro lungo.... Devo prendere dei guanti.... e qualche +cos’altro. + +— Niente di meglio.... Io sono appunto disoccupato.... farò il giro +anch’io e compereremo insieme.... + +— Oh! Dio.... che.... + +— Vuol dire che nojoso?... + +— No.... volevo dire che dolore a questa gamba.... l’aveva anche jeri, +ma credeva se ne fosse andato.... Era proprio destino che oggi non +dovessi uscire.... + +— Allora — continua spietatamente Orlando — rimarrò a tenerle +compagnia. — + +Silvia gli lancia un’altra occhiata velenosa, dicendo, non senza un +lieve tremito: + +— Le sono molto obbligata.... ma La prevengo che si annojerà assai con +me, perchè oggi è una cattiva giornata. + +— Povera donna.... + +— Permette che legga? + +— Ma s’imagini.... Anzi.... leggerò anch’io. + +— Quest’uomo vuol farmi morire! — pensa Silvia, la quale si mette a +leggere e non dice più una parola. + +Egli fa altrettanto. Ha deciso di non muoversi, finchè non venga +qualche visita, a cui dirà in faccia a Silvia che la signora per quel +giorno non può uscire. + +Passa circa un’ora. + +Scampanellata. + +Silvia trasalisce suo malgrado. Orlando fiuta. + +Compare la cameriera, che dice con sorriso misterioso: + +— C’è qui quella signora....! + +— Quale?.... Ah! vedo.... pregala di accomodarsi nel mio gabinetto.... +Tu va pure in chiesa, se vuoi.... Signor Orlando, permette che mi +trattenga un momento con quella signora?.... + +— Anzi.... io La aspetterò. + +— Grazie — e Silvia esce esasperata, invocando un fulmine +sull’indiscreto. + +Orlando, rimasto solo, non credendo niente affatto che sia venuta una +signora, vuol sapere chi è. — Ce ne fosse un altro? — pensa. Apre pian +piano l’uscio che mette in anticamera e tende l’orecchio. + +Non s’ingannava, si ode un dialogo bissessuale concitato dal gabinetto, +ma non si può capire. Allora, in punta di piedi, va presso quell’uscio +e origlia. + +Felice Orlando! finalmente viene a sapere chi sia Orlando. + +La voce di SILVIA (_fremente_) — È un’ora che è qui quell’imbecille! +Se tu sapessi quel che ho fatto per levarmelo da’ piedi.... ma non c’è +stato verso. Pare inchiodato. Si direbbe quasi ch’egli sappia qualche +cosa. + +La voce di DIODATO, la quale solletica gradevolmente il nostro Orlando. +— Impossibile. + +SILV. Mi rincresce per te...., povero angelo! + +DIOD. Una giornata così propizia.... e perderla! + +SILV. Cosa vuoi farci.... abbi pazienza.... ci vedremo domani alle tre. + +DIOD. Bene.... ricordati di prendere una carrozza.... L’altro giorno, +sei stata troppo imprudente. + +SILV. È vero.... non lo farò più. + +DIOD. Addio.... cara. + +SILV. Ad.... dio.... no, no.... va.... domani. + +DIOD. Dove mi spingi? + +SILV. Ti faccio scendere per la scaletta. Non si sa mai.... — + + . . . . . . . + +Quando Silvia rientra nella sala, trova Orlando che sonnecchia. + +— Buona notte.... — gli grida tutta gaja. + +— Oh! scusi!.... Che ora è? + +— Per bacco.... è tardi.... devo per forza levarle il disturbo.... + +— Cosa dice mai.... + +— Al piacere di rivederla. + +— Aggiunga: Presto.... + + . . . . . . . + +— Troppo compita! — + + . . . . . . . + +Tornando a casa, Augusto trova dal portinajo questo biglietto. + + «Caro amico, + + «Stasera alle dieci, ti aspetto al solito caffè, devo chiederti un + gran favore. + + «Tuo affezionatissimo + «ORLANDO.» + +La sera alle dieci. + +Augusto, entrando nel caffè. — Non potevi venire a casa mia a chiedermi +il gran favore? + +ORL. Gli è perchè, invece di chiederlo.... devo.... Un momento...., +prima è necessario che tu stesso mi consigli cosa devo fare.... perchè +io non voglio rimorsi. + +AUG. (_ridendo_) Rimorsi? + +ORL. Senti.... dimmi un po’.... Se tu avessi un carissimo amico +innamorato alla follìa di una donna e degno di essere da lei riamato, +e venissi a scoprire che mentre ella finge di amar lui, ne ama un +altro.... tu che cosa faresti, quando tu fossi il solo a possedere tale +secreto?.... + +AUG. (_pensoso ma senza sospetto_) Scusa.... si tratta di qualche +nostro amico? + +ORL. Supponi.... + +AUG. Non ti domando nemmeno chi è.... perchè sono cose delicate.... +Dimmi piuttosto: quella donna è sua moglie?.... + +ORL. Ma.... questo non importa, quando si ama, o moglie o no.... + +AUG. (_serio_) È vero. Ebbene, in tal caso.... io, da vero amico, +direi a quel marito.... guarda che tua moglie t’inganna.... ma gliene +darei, in pari tempo, la prova. Altrimenti sarebbe inutile e sciocco il +parlare. + +ORL. Ti ringrazio del consiglio e lo seguirò. Era il favore che +m’occorreva. — + + +V. + +Augusto, tornando a casa, pensa alle parole di Orlando: + +— Chi sa che razza di donna è.... perchè se egli è degno del suo +amore, e invece...., allora bisogna dire.... Eh! è una disgrazia come +un’altra. Basta.... chi ci ha da fare, vi pensi.... e noi andiamo +subito a casa...., se no, la Silvia non può prender sonno.... Cara +Silvia.... — + +La cara Silvia, invece, caso straordinario, dorme digià.... o finge +dormire. + +Egli si corica con tutti i riguardi per non svegliarla — poi, sta +un’ora a contemplarla amorosamente, mormorando: — Come è bella! Chi +sa qual sogno poetico ella gode in questo momento. Come sorride! Mi +ami....? mi amerai sempre? Non farai come quelle altre che fingono +d’amare.... e poi....? No.... tu non puoi ingannare chi è degno +del tuo amore.... Infatti.... se si tradisce chi merita amore.... +che cosa si farà ad un marito che si rende odioso.... ad un marito +scellerato....? — + + . . . . . . . + +L’indomani, Orlando, Augusto e Diodato lavorano alla banca. Verso le +due pomeridiane, Diodato, con un pretesto qualunque, se ne va. + +Orlando si avvicina lentamente ad Augusto e gli dice: + +— E tu non vai? + +— Dove? + +— Non segui Diodato? + +— Perchè? + +— Hai presente quello che t’ho detto ieri sera....? + +— Sì. + +— Ebbene, questo tradimento mi fa tanto orrore che io non posso tacere. + +— E tu parla.... + +— Ma dunque, non capisci ancora....? + +— Capire.... che cosa? — il povero ragazzo si fa smorto e guarda +l’amico con occhi smarriti. + +— Hai del coraggio.... coraggio morale? + +— Credo.... + +— Ebbene, va all’abitazione di Diodato, appóstati in modo da non essere +veduto da alcuno....; alle ore tre arriverà una carrozza.... ne uscirà +una donna.... + +— E quella donna....? — balbetta Augusto, con voce fioca. + +— Va, non perder tempo.... t’ho già detto troppo. — + + +Alle tre, una carrozza si fermava davanti all’abitazione di Diodato. +Pochi minuti dopo, la gente s’affollava alla porta di quella casa +intorno al cadavere d’un giovine signore, che s’era precipitato da una +finestra, al terzo piano. + +Caso stranissimo, inesplicabile — pel momento — quell’appartamento +era vuoto, la sala era tutta sossopra, sedie rovesciate, porcellane +infrante — si vedevano delle gocce di sangue sul tappeto, l’uscio della +sola camera che avesse la finestra aperta, sulla via, era chiuso e la +chiave non si trovava. Nessun inquilino aveva udito niente — e la casa +non aveva portinajo. + + +Il giorno susseguente, un giovine si presentava al questore per fare +una deposizione importante. + +Era Diodato e aveva una mano fasciata. + +«Egli aveva dovuto usare della forza e rinchiudere quell’energumeno in +una camera per salvare una povera donna.» + + +Quando Maddalena seppe da Silvia quel che era avvenuto, esclamò: + +— Tu sei una stupida,... e lui.... e lui....! Val proprio la pena +d’ammazzarsi per così poco.... Per fortuna, gli altri hanno più buon +senso, se no.... povero mondo.... e povere donne! — + + +Le due femmine, messo insieme il bello e il buono, partirono alla +volta di Babilonia, per ingrossarvi la «grande armata» delle donne che +ridono. + +«Una donna è sempre onesta dove arriva per la prima volta.» — Era un +aforismo di Maddalena. Quando poi questa donna sa fare la madre nobile +ed ha con sè una figlia tanto valente.... + +Del resto, noi non ne sappiamo altro. + + +La misera madre d’Augusto perdette la ragione — ma la sua è una pazzia +dolce. Sorride sempre e canticchia spesso: + + «Bella figlia dell’amore.» + +Era il motivo favorito di Augusto. + + +Giulio e Severina, abbandonati gli affari, si sono ritirati in un +villaggio appiè delle Alpi. + +Sembrano due barche di adipe. Cosa vuol dire il cuor contento! È +vero che sono molto ricchi. Cominciata, sapete come, tale fortuna, +s’ingrossò poi col gioco. Satolli, ora, provano che la farina del +diavolo va.... in polenta. Sicuro; essi si divertono a far la parte +della Provvidenza, nel villaggio. — Giulio è fabbriciere, predica +il lavoro, la religione, la morale, e dice sempre: — Vedete me e mia +moglie? eravamo due poveri Giobbi, ma ora, _col sudore della nostra +fronte_, siamo quel che siamo. Imitate, ragazzi miei, imitate, e Dio +benedirà i vostri sforzi come ha benedetto i nostri. — + + + FINE. + +_PS._ Volevamo lasciarla nella penna, ma è così.... comica, che la +lasceremo, invece, uscire: + +_Quell_’individuo che aveva cominciato a recitare _quello_ sproloquio +funebre, nel cimitero, sulla tomba di Livi, era.... _quell’imbecille_! + +A proposito.... se date dell’imbecille a uno che lo merita sul serio, +potete star certi che se ne vendicherà sanguinosamente. + + + + +_Altri Romanzi dello stesso Autore:_ + +UN AMORE A FONDO PERSO. Un volume. + +EVELINA O IL PRIMO ROMANZO D’UNA MOGLIE. Un volume. + + * * * + +PASSIONE MALEDETTA. Un volume elegante di 470 pagine — Edizione Brigola. + + Salutato, al suo apparire, con entusiasmo, da una parte — + fischiato, vilipeso, calunniato, dall’altra — questo romanzo ha + avuto un successo di scandalo, al quale l’Autore non mirava certo. + + Esprimere passioni, idee, aspirazioni dell’epoca nostra e della + nostra società, con tutti i colori della realtà — senza palliativi, + senza menzogne — ecco il suo unico scopo, ch’egli avrebbe + conseguito, se, come dichiararono i suoi stessi avversarj, la + _Passione Maledetta è primissima ed audacissima espressione del + realismo_. + + L’Autore non si difende, _qualunque_ sia stato il sistema + d’attacco, essendo convinto che, per chi sa leggere, il suo libro + si difende da sè. + + Dichiara solo altamente — ma, soltanto, alla gente di buona fede + — che, ben lungi dall’essere immorale, contiene molte e preziose + moralità — e qualche critico _onestissimo_ lo provò ad esuberanza. + + Circa la questione poi se la prima giovinezza possa o no leggere + questo romanzo, l’Autore è d’avviso che non debba leggere nè questo + nè alcun altro romanzo. + + Ogni cosa a suo tempo, cominciando dal coltello, che i bambini non + devono nemmeno toccare. + +Sì vende in Milano dalle librerie Brigola — Galli e Omodei — Fratelli +Dumolard — presso l’Agenzia del Giornale _Il Sole_, e, fuori, dai +principali libraj + + _al prezzo di L. 4._ + + + + + +Nota del Trascrittore + +Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo +senza annotazione minimi errori tipografici. + + + +*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 77018 *** diff --git a/77018-h/77018-h.htm b/77018-h/77018-h.htm new file mode 100644 index 0000000..8de43ba --- /dev/null +++ b/77018-h/77018-h.htm @@ -0,0 +1,17922 @@ +<!DOCTYPE html> +<html lang="it"> +<head> + <meta charset="UTF-8"> + <meta name="viewport" content="width=device-width, initial-scale=1"> + <title>Madri.... per ridere | Project Gutenberg</title> + <link rel="icon" href="images/cover.jpg" type="image/x-cover"> + <style> +body {margin-left: 10%; margin-right: 10%;} + +p {margin-top: .5em; margin-bottom: 0em; line-height: 1.2; text-align: justify;} +.blockquote {margin: 1em 5%; font-size: 95%;} +.blockend {margin: 2em 10%;} +p.indl {text-align: left; margin-left: 5%;} +p.indr {text-align: right; margin-right: 5%;} +.center {text-align: center; text-indent: 0;} + +div.booktitle {page-break-before: always; padding: 3em;} +div.titlepage {text-align: center; margin: 0 5%; padding: 2em 0; page-break-before: always; page-break-after: always;} +div.titlepage p {text-align: inherit;} +div.verso {text-align: center; padding-top: 2em; font-size: 95%; margin: 0 10%;} +div.verso p {text-align: inherit;} +div.dedica {page-break-before: always; text-align: center; font-size: 120%; padding-top: 3em; padding-bottom: 3em;} +div.dedica p {text-align: inherit;} +div.chapter {page-break-before: always; padding-top: 3em;} +div.chapter h2 {page-break-before: avoid;} + +div.opere {margin: 2em 7.5%; page-break-before: always; font-size: 95%;} + +h1,h2,h3 {text-align: center; 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PER RIDERE +</h1> +</div> + +<hr class="silver"> + +<div class="titlepage"> +<p class="x-large"> +CESARE TRONCONI +</p> + +<p class="pad2 main-t"> +MADRI.... PER RIDERE +</p> + +<p class="pad2"> +ROMANZO +</p> + +<p class="pad4"> +<span class="large">MILANO</span><br> +<span class="small">GALLI E OMODEI, EDITORI-LIBRAJ<br> +Galleria Vittorio Emanuele, 17 e 77.</span><br> +—<br> +<span class="small">1877.</span> +</p> +</div> + +<div class="verso"> +<hr class="mid"> +<p> +PROPRIETÀ LETTERARIA +</p> + +<p> +Stab. tip. Molinari e Socj. +</p> +<hr class="mid"> +</div> + +<div class="dedica"> +<p> +A +</p> + +<p> +FELICE CAMERONI +</p> + +<p> +A +</p> + +<p> +FERDINANDO FONTANA +</p> +</div> + +<hr class="silver"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_1">[1]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Allora non si usavano ancora i <i>treni-omnibus</i>. +</p> + +<p> +Quattro becchini o quattro conoscenti andavano +bravamente sotto la bara e via se +la portavano al cimitero. +</p> + +<p> +Non di rado, i latori di voi — per modo +di dire — di voi presente-passato, erano +precisamente quegli amici o parenti che vi +avevano rotto le scatole al punto da ridurvi +fra quelle assi e dicevano di portarvi con +piacere per consolarsi del dolore di avervi +ammazzato. +</p> + +<p> +Con ciò non si vuol fare alcuna maligna +allusione a coloro che quella mattina portavano +<span class="pagenum" id="Page_2">[2]</span> +o accompagnavano un cataletto al +più lontano dei carnaj suburbani. — Non +osiamo scrivere: <i>all’ultima dimora</i>, dopochè +la stoltezza umana, non contenta abbastanza +di tormentare certuni quando sono vivi, non +vuol lasciarli tranquilli neanche quando +sono morti. Stoltezza tanto di buona fede, +che piuttosto di non trasportare qualche +osso, se non ne trova, supplisce con surrogati.... +e, in un caso disperato, è certo che +ne fabbricherebbe apposta! +</p> + +<p> +Il dolore di quegli amici e parenti era +proprio sincero. Al defunto avranno forse +goduto più d’un pranzo, n’avranno sempre +parlato bene il meno possibile, ne +avranno corteggiato la moglie, avranno giocato +dei tiri alla sua borsa — questo che +cosa significa? — ma egli era stato tanto +buono — tutti ora n’erano persuasi — e la +di lui fine tanto miseranda e acerba — aveva +venticinque anni! — che nessuno, per +quanto apatista, poteva non sentire compassione. +<span class="pagenum" id="Page_3">[3]</span> +Alcune guance, specialmente di donne, +erano rigate di lagrime.... ed erano lagrime +sincere.... perchè il morto non aveva dato +ordine di pagarle.... e i superstiti meno ancora. +</p> + +<p> +Entrato il convoglio nel camposanto, si +diresse verso la fossa assegnata al nuovo +ospite e intorno a quella si dispose in cerchio, +attendendo. Si sapeva che un amico +doveva leggere alcune parole. +</p> + +<p> +Infatti un giovinotto sui trent’anni levò +un foglio, tossì, diede un’occhiata in giro, +compose il volto a gravità dottorale e finalmente +cominciò: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Aveva ragione Leopardi, il quale scrisse: +</p> + +<div class="poem"><div class="stanza"> +<p class="i12"> «Amore e Morte</p> +<p class="i01 dotted">. . . . . . . . . . . . . . . . . .</p> +<p class="i01">«Cose quaggiù sì belle</p> +<p class="i01">«Altre il mondo non ha, non han le stelle,</p> +</div></div> + +<p> +«ma doveva aggiungere che, quando si +perde il primo di questi beni, l’altro è +<span class="pagenum" id="Page_4">[4]</span> +l’unica speme che ci resta.... e che l’affrontarla +è pur una gioja sovrumana.... +</p> + +<p> +«Colla morte soltanto ci è dato salvarci +dal dolore! +</p> + +<p> +«Ma chi ci avrebbe detto solo domenica +scorsa, quando, ricco di salute +e di forza, tripudiava con noi ad agape +fraterna, che oggi avremmo dovuto riunirci +intorno alla sua tomba per dargli +l’estremo <i>vale</i>? +</p> + +<p> +«Chi ci avrebbe detto, quando egli ne +parlava commosso delle sue domestiche +gioje....» +</p> +</div> + +<p> +Qui l’oratore — se volete dar tal nome +a chi leggeva con coraggio non invidiabile +uno dei soliti stravecchi esercizj di +retorica — alzato lo sguardo a caso, mentre +prendeva fiato, s’interruppe repentinamente.... +e additò nella direzione dell’uscita +del cimitero, dove erano apparse +due ombre negre. Tutti guardarono ed +<span class="pagenum" id="Page_5">[5]</span> +ebbero un moto di sorpresa e di repulsione. +</p> + +<p> +L’oratore, allora, con voce bassa e severa, +mormorò: +</p> + +<p> +— Sarebbe un profanare questo sepolcro +il permettere che quelle due sciagurate avessero +ad unirsi a noi per ascoltare l’espressione +del nostro dolore.... Andiamo.... e che +Dio.... — +</p> + +<p> +Egli s’interruppe per interrogare i visi +degli astanti, e vedendoli tutti addolorati +ripetè con forza e sensibile reticenza: +</p> + +<p> +— .... Che Dio abbia di loro pietà.... se pur +la meritano. — +</p> + +<p> +E i convenuti si sciolsero silenziosamente, +le teste chine, disperdendosi fra le croci +ed evitando — taluni non senza affettazione — di +incontrarsi colle due donne che con +la loro comparsa inattesa avevano disturbato +la mesta cerimonia. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_7">[7]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Una vecchia lettera, che fa parte dei documenti +da noi raccolti prima di accingerci +a questo lavoro, contiene informazioni sur +uno dei personaggi principali del racconto — informazioni +che noi crediamo dover nostro +di dare in tutta la loro crudezza per +risparmiare a certi benevoli la fatica d’accusarci +della malsana, prava compiacenza +d’inventar caratteri ultraperversi. +</p> + +<p> +Grazie a quel Dio che ci ha creati, della +perversità ve n’è quassù fin che se ne vuole, +e non c’è proprio alcuna possibilità d’inventare +nè più nè peggio di quello che già +esiste. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_8">[8]</span> +</p> + +<p> +Queste informazioni dovevano servire — pare — per +qualcuno che aveva delle idee +oneste, ossia conjugali — se su Maddalena +o sulla di lei figlia, non sappiamo, la lettera +non portando data — e chi le diede era +certamente ben informato. +</p> + +<p> +Crediamo fosse anche un galantuomo.... +ma su tal punto penserete quel che vorrete. +</p> + +<p> +Copiamo: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Leggi adunque bene! +</p> + +<p> +«Maddalena è una di quelle disgraziate +creature che non si dovrebbero mai conoscere, +anzi neppur potere sospettare +possibili. Il solo sapere che simili esseri +non sono una finzione da romanziere, ma +esistono realmente ed agiscono.... è una +corruzione del nostro spirito e del nostro +cuore, perchè, alla fede nel bene, sostituisce +il dubbio terribile che quaggiù vi +siano solo gradi maggiori o minori di +depravazione — più o meno abilmente mascherati — e +<span class="pagenum" id="Page_9">[9]</span> +che il bello morale assoluto +sia una pura fola. +</p> + +<p> +«Quando si è conosciuta una Maddalena, +tu potrai incontrare anche una vergine +angelica.... garantita e ti verrà egualmente +il sospetto che quell’involucro celestiale +racchiuda un’anima di fango. Concederai +che quell’anima non ha ancora agito secondo +la sua natura, ma dirai subito che +gli è soltanto perchè sinora è sempre +stata nell’impossibilità d’agire.... e che +del resto aspira unicamente e con tutto +l’ardore a quell’istante in cui potrà agire +liberamente. +</p> + +<p> +«Insomma, quando si è conosciuta una +Maddalena.... la donna — nel consolante +significato che noi avevamo sempre dato +a tale parola, perchè va unito a quegli +esseri che portano i soavi nomi di madre, +di sposa, di figlia — non esiste più.... +esiste soltanto una spaventevole macchina, +la quale stritola tutto che di umano +<span class="pagenum" id="Page_10">[10]</span> +ha la sventura di toccarla. Allora tu non +vorresti più essere nè figlio, nè marito, +nè padre — perchè Maddalena è il MALE. +Il male cinico, audace, insultante, aggressivo, +perchè non solo vuol essere.... +non solo vuol parer tale, ma aggiunge la +sfida a tutto ciò che è BENE.... come a +dire: io ho il coraggio di essere quello +che sono, perchè è così che si deve essere, +e tu, sedicente virtù, non sei che ipocrisia +o imbecillità. +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Sì, Maddalena fu il male, ma avrebbe +forse potuto anche essere il bene, se nel +punto più importante, e quasi sempre decisivo +nell’esistenza d’una donna, ella non +avesse ricevuto una di quelle lezioni che +sconvolgono mente, cuore e sangue, e vi +trasformano un individuo di punto in bianco. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_11">[11]</span> +</p> + +<p> +Diciamo questo, col solito <i>forse</i>, più per +tentar di spiegare che per rendere simpatico +il personaggio, nonostante i suoi torti.... lasciando +che le lettrici la giudichino come +meglio credono — a voce — per confessare +poi fra sè stesse, se nella tale e tal’altra +circostanza avrebbero agito in modo diverso +o egualmente o peggio. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Se la morte di Cesare fu preceduta e quindi, +come dissero, preannunziata da stranissimi +fenomeni — la nascita di Maddalena fu accompagnata +da un incidente che fornì materia +a dir molti spropositi alle varie donnicciattole +che, raccolte nella cucina, una +sera di gennajo, attendevano ansiosamente +quel primo vagito, il quale doveva annunziare +l’arrivo, nel mondo, del Messia di +casa Papetti. — Fra parentesi diremo che +quel Messia, per essere il benvenuto, doveva +<span class="pagenum" id="Page_12">[12]</span> +essere una femmina. Così volevano +mamma e papà, e guai a lui se si fosse +presentato colla solita sconvenienza che si +nota nei maschi. +</p> + +<p> +Or bene, nel punto stesso in cui papà Ildebrando, +spalancato con furia l’uscio della +cucina comparve gridando gongolante e lagrimante: +</p> + +<p> +— È una fiiiglia!... è una fii.... — proprio +allora, con gran fracasso, volò in frantumi +un vetro della finestra, sfondato da un grosso +gatto nero che cadde sulla tavola apparecchiata +pel desinare. +</p> + +<p> +Ma siccome, precipitando, aveva rovesciato +bottiglie e bicchieri.... scoppiò un gridò generale +acutissimo di spavento e di furore, +e tutte le mani si congiunsero in un: Santa +Madonna! — Il gattone allora, esterrefatto +per la sua stessa caduta, alla vista di un +paese nuovo, di tante ignote femmine e di +quell’uomo che già alzava minaccioso un +bastone.... piroettò roteando i giallissimi +<span class="pagenum" id="Page_13">[13]</span> +occhi, cercando anelante una via di scampo — ma +non vedendone alcuna, perchè già +tutti gli si serravano addosso, da vero gatto +spiccò un salto trasvolando una spanna sopra +la cervice del signor Papetti, la di cui +legnata, non più trattenibile ormai, rovinò +sulla tavola con immenso frastuono di piatti +e di bicchieri infrangentisi contro il suolo.... +e, quel che portò al colmo il terrore degli +astanti, colla rottura dell’ampolla dell’olio +e della saliera, il cui contenuto si sparse +tutto sulla tovaglia. +</p> + +<p> +Pur troppo il disastro fu completo, e noi +rinunciamo a descrivere la scena di desolazione +che susseguì, a riferire le bestialità +che proruppero da quelle bocche. +</p> + +<p> +Vi basti sapere fra le altre lepidezze che +il gatto nero «era certamente venuto dall’inferno +per portar l’anima alla neonata, e +che l’olio e il sale versati erano il più certo +segno che grandi sventure attendevano casa +Papetti.» +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_14">[14]</span> +</p> + +<p> +Si giuocarono naturalmente molti biglietti +al lotto, che dovevano guadagnare immancabilmente.... +e infatti non colpirono nemmeno +un ambo. +</p> + +<p> +Del gatto nero non si ebbero più notizie. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Ildebrando Papetti era un impiegato di +Dogana che dal governo percepiva un onorario +molto modesto, ma che sapeva aiutarsi. +Certi mercanti della piazza, che lo trovavano +compiacente nelle dichiarazioni delle +merci da daziarsi, gli dimostravano la loro +gratitudine con strette di mano che gli facevano +un piacere infinito. La malignità non +cerchi più sottintesi di quelli che vi sono. +Del resto, prima vi fu da pensare ai viziucci +della gioventù — dopo, a prender moglie — in +seguito, a mantenerla bene — più tardi, +ai nascituri — dunque! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_15">[15]</span> +</p> + +<p> +A quarant’anni sposò Caterina, la figlia +della portinaja, che ne aveva trenta. +</p> + +<p> +Bella coppia! +</p> + +<p> +Egli alto, secco, già curvo, già grigio, avvizzito, +affumicato dall’eterna pipa di porcellana, +colle occhiaje muffite — sempre +strozzato da un fazzoletto bianco a sestupla +pressione — senza occhiali, tuttavia. +</p> + +<p> +Ella di media statura — quasi — grassoccia, +linfatica, col volto di un roseo incerto, +giornaliero, che ad un conoscitore avrebbe +dato da pensare, coi capelli biondi di una +rarità incontestabile, con due pupille che vi +parevano bianche e con un seno.... molto +morale — alla qual moralità di solito si preferisce +la turgida immoralità. +</p> + +<p> +Ma era buona e cretina come dovrebbero +essere tutte le donne destinate alla parte di +massaja. +</p> + +<p> +Dire le sue orazioni, andare a messa, predica +e benedizione, ai tridui, alle novene +ai mesi di Maria, osservare le feste di precetto, +<span class="pagenum" id="Page_16">[16]</span> +dire la sua terza parte del Rosario +quando occorreva o.... per passar la sera, +non sapere che cosa è un libro, meno il +<i>Manuale di Filotea</i> o altro della stessa forza, +non avere un’idea di ciò che è spirito, +aver orrore della parola capriccio, tener in +bell’ordine la casa, essere sempre pulita, ma +vestita come una lavandaja vecchia, fare il +suo dovere conjugale, applicare bene mignatte, +polentine e.... altre consolazioni — insomma, +un ideale! +</p> + +<p> +E per questo si amavano, perchè innanzi +tutto egli era un uomo dell’ordine, +ossia di quell’ordine che aveva trovato fatto +venendo al mondo. +</p> + +<p> +Questo amore tuttavia, benchè si conoscessero +già da cinque anni, quando si sposarono, +chi sa se sarebbe mai nato senza +un certo avvenimento che stiamo per sapere. +</p> + +<p> +V’era una gran stima reciproca — egli +ammirava, anzi, il di lei amore al lucido — ed +ella il di lui vivere regolato come il suo +<span class="pagenum" id="Page_17">[17]</span> +orologio e specialmente i costumi morigerati. +</p> + +<p> +In cinque anni egli non aveva ricevuto +nè una lettera nè una donna. +</p> + +<p> +Ma siccome ella pareva non avesse mai +avuto tempo di pensare all’amore — ed egli +vi aveva forse rinunciato — e fors’anche a +motivo dell’abisso fra le due posizioni — il +fatto sta che con tutta la stima e tutta la +facilità di vedersi e parlarsi — egli, più che +«buon giorno» o «buona sera», oppure +«che tempaccio!», o «bello quel merlo!», +non aveva mai detto. +</p> + +<p> +Una mattina Ildebrando, uscendo di casa, +vede sotto il portico Caterina che piange +disperatamente, attorniata da alcune portinaje +e serventi della vicinanza, le quali +fanno del loro meglio per consolarla. +</p> + +<p> +— Perchè piange, signora Caterina? — fa +egli appressatosi. +</p> + +<p> +Ma siccome Caterina singhiozza senza +poter parlare, una donna dice: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_18">[18]</span> +</p> + +<p> +— Piange perchè le è morta la mamma +stanotte.... sicuro, poverina. +</p> + +<p> +— Oh! — ma se stava benissimo jeri +sera! +</p> + +<p> +— Mah! un colpo.... +</p> + +<p> +— Oh!... questo mi fa proprio dispiacere.... +Basta! si faccia coraggio.... e pensi +che, giù, un po più presto.... un po più +lardi.... pur troppo! — e Ildebrando se +ne va brontolando e scrollando capo e +spalle. +</p> + +<p> +Per tre giorni il nostro impiegato è preoccupato, +concentrato, accigliato — tanto, +che i colleghi gli domandano se medita un +delitto. +</p> + +<p> +— Forse.... se lo posso! — risponde con +sorriso sinistro. +</p> + +<p> +I colleghi non vi badano e dicono: +</p> + +<p> +— Bene.... se mai ha bisogno di qualche +ajuto.... +</p> + +<p> +— Non dubitino, signori..., basto io. — +</p> + +<p> +Il suo accento è beffardo — gli amici si +<span class="pagenum" id="Page_19">[19]</span> +guardano e se ne vanno, formando dei dubbj +sullo stato di quel cervello. +</p> + +<p> +Ma niente paura. Ildebrando si presenta +il quarto giorno col volto rischiarato, sereno, +anzi ilare, il che è fenomenale +in lui. +</p> + +<p> +Gli è che un’ora prima, entrato dalla Caterina, +le ha detto tutto a un fiato, passando +dal Lei al Voi: +</p> + +<p> +— Caterina, voi ora non potete più da sola +continuare a fare la portinaja. È una grama +vita.... e non resistereste, perchè, se siete +giovane ancora, non siete niente affatto robusta.... +e mi farebbe male se vi vedessi +soffrire. — Vi propongo una cosa. Voi siete +sola al mondo.... e solo sono io.... Se non vi +spiace.... andiamo! venite su con me al +terzo piano. +</p> + +<p> +— A servir Lei? — ha fatto Caterina, sorpresa, +con uno sguardo e un accento pieni +di riconoscenza. +</p> + +<p> +— A servir me!? Ma vi pare che io potrei +<span class="pagenum" id="Page_20">[20]</span> +proporvi una cosa simile? Che direbbe il +mondo? +</p> + +<p> +— Ma dunque? — e il di lei viso esprimeva +un’ansia estrema. +</p> + +<p> +— Ma dunque, voi siete una buona donna.... +sì.... volevo dire una brava ragazza. +Se avete la stessa opinione di me.... sposatemi +ed è bell’e finita. +</p> + +<p> +— Oh! signor Papetti!... — ha esclamato +la poveretta tutta lagrimosa, colla mente +quasi fuor di questo mondo a quel colpo +fulmineo di fortuna, dopo tanta sventura. +</p> + +<p> +— Non ditemi più Papetti, ditemi il mio +nome.... Sicchè quale risposta mi date?... +Fate presto, perchè è tardi, e coll’ufficio non +si scherza.... Sicchè.... sì? +</p> + +<p> +— Oh! signor Ildebrando.... io sarò la sua +serva.... +</p> + +<p> +— Che serva d’Egitto!... mia moglie...! +Su.... su.... che diavolo fate? inginocchiarvi? — e, +commosso anche lui, ha detto +in fretta: — la cosa resti fra noi, per ora; +<span class="pagenum" id="Page_21">[21]</span> +penserò io a tutto.... voi non dovete neanche +muovervi. Per domani vi sarà una portinaja +nuova. +</p> + +<p> +— Come! Di già provveduto? +</p> + +<p> +— E volevate forse che vi lasciassi qui +un giorno solo ancora? +</p> + +<p> +— Ah!... +</p> + +<p> +— Addio! — +</p> + +<p> +Tre mesi dopo Ildebrando conduceva al +suo domicilio la sposa, e siccome egli +era un po.... brillo, trovò naturale, aprendo +l’uscio, di dire a Caterina: +</p> + +<p> +— Questa è la casa.... ora bisogna mettervi +dei figli. — +</p> + +<p> +Ma i figli si fecero aspettare.... cinque +anni. +</p> + +<p> +Dirvi che lei era sospirosa, e lui di pessimo +umore, vedendo scorrere tanto tempo +inutilmente, è dir poco. +</p> + +<p> +— Ma sono io.... o sei tu? — grugniva egli +di tanto in tanto. +</p> + +<p> +— Tutti e due — mormorava Caterina +<span class="pagenum" id="Page_22">[22]</span> +sommessamente, poi con rassegnazione! — È +il Signore che vuol così.... +</p> + +<p> +— Il Signore! — gridava allora Ildebrando +picchiando col pugno sul tavolo, ma non +finiva, perchè essa impallidiva sempre orribilmente +alle bestemmie. +</p> + +<p> +Ma chi faceva montare in bizza il povero +Papetti, al punto, certi giorni, da perderne +l’appetito e diventare verdognolo, era il suo +capo-ufficio, il quale quando era di buon +umore si degnava chiedergli notizie «della +sua numerosa prole, se studiavano, se ora +lasciava finalmente riposare quella povera +donna....» insomma, una canzonatura non +più finita. +</p> + +<p> +Ma gli è che quando Ildebrando aveva +preso moglie, aveva promesso mari e monti +in fatto di paternità, e invece.... +</p> + +<p> +— Vede.... — gli disse un giorno il suddetto +capo-ufficio — se avesse studiato, da +ragazzo, la grammatica, queste cose non Le +succederebbero. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_23">[23]</span> +</p> + +<p> +— Come dice?... +</p> + +<p> +— Ma sì.... nominativo come è, non sa +essere dativo abbastanza da poter diventar +genitivo; così merita l’accusativo d’essere +all’ablativo, e si vede ch’Ella non era vocativo +pel matrimonio. +</p> + +<p> +— Grazia! grazia! — gridò l’infelice che, +come avrete capito, non era certo un uomo +di spirito, e fuggì più curvo del solito +come oppresso del ridicolo che si rovesciava +su lui. +</p> + +<p> +Ma quando una certa mattina d’aprile, +mentre Ildebrando stava calzando gli stivali, +udì un grido di gioja che veniva dalla camera +attigua — e domandato burbero: «Che +cosa c’è?» Sentì rispondere: «Ci sono!» +e seppe subito cosa voleva dire quel <i>ci sono</i> — non +potè a meno di esclamare pensando +al suo capo-ufficio: Son vendicato! — E non +appena lo vide, gli disse, ma lentamente, +con tutta l’ironia che gli riuscì di trovare, +assaporando a centellini la sua vendetta: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_24">[24]</span> +</p> + +<p> +— Sa.... sa.... mia moglie vuol farmene +una delle sue.... Pare che saranno due. Pazienza! — +</p> + +<p> +E non mancò di ripeterglielo.... tutti i +giorni! per quel tal numero di mesi. +</p> + +<p> +Il capo-ufficio se la pigliò in pace e attese +l’istante della rivincita che non +mancò. +</p> + +<p> +Quando Papetti venne ad annunziare che +gli era nata una figlia, il capo-ufficio gli +disse con accento di scherno schiacciante: +</p> + +<p> +— Pœuh!... anche quella è nata in sbaglio.... +</p> + +<p> +— Come, in sbaglio?! +</p> + +<p> +— O sarà.... merce di contrabbando.... — non +c’era cattiveria; bisogna ricordarsi che +parlava un doganiere. +</p> + +<p> +— Come, contrabbando?! +</p> + +<p> +— La sfido.... ad averne un’altra. +</p> + +<p> +— E io accetto! +</p> + +<p> +— Vedremo! — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_25">[25]</span> +</p> + +<p> +Il capo-ufficio fu profeta — non si vide +più niente — ma non se ne parlò altro. Il +gioco era già stato abbastanza lungo, e, +diciamolo pure, d’una gajezza lagrimevole. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_27">[27]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Un buon osservatore, che avesse potuto +seguire Maddalena, passo per passo, ne’ suoi +primi anni, avrebbe scrollato il capo e detto +per lo meno: Non ci capisco nulla! +</p> + +<p> +Non che ella fosse, come si dice dei +bimbi, «cattiva» — tutt’altro — ma era +qualche cosa di peggio — non era, non fu +mai una bambina. +</p> + +<p> +Guardate quale anomalia. +</p> + +<p> +Nei primi sette mesi succhiò da sola tanto +latte che avrebbe bastato benissimo per +due. Fortunatamente la balia ne aveva per +quattro. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_28">[28]</span> +</p> + +<p> +Succhiare e poi.... succhiare — pochissimo +dormire — un dimenarsi senza posa — una +grande insofferenza delle fasce ed una maggiore +dell’oscurità. Luce, aria! — Tollerava +solo e per pochi istanti ancora le braccia +della balia. +</p> + +<p> +D’essere presa da altra gente nè baciucchiata, +non voleva saperne. Rotolarsi sull’erba, +nella polvere e, a preferenza, nel +fango, ecco i suoi gusti. +</p> + +<p> +Nell’ottavo mese dimostrò, con sorpresa +di tutti, una certa ripugnanza al capezzolo. +Nel susseguente s’era già svezzata da sè. +Di dieci mesi passeggiava, e una magnifica +foresta nera le copriva la testolina. +</p> + +<p> +Ad un’età in cui i bimbi non si sa quasi +neanche che esistano, ella era la meraviglia +della corte, che le diede ben presto il soprannome +di <i>tosa di bronzo</i>. +</p> + +<p> +E lo meritava. Chi aveva mai avuto occasione +di notare ch’ella soffrisse o godesse? +Chi aveva mai veduto una sua lacrima o +un suo sorriso? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_29">[29]</span> +</p> + +<p> +Seria, con movimenti ricisi e sicuri — non +desiderava, voleva — non chiedeva, +prendeva — occorrendo, strappava — il suo +capriccio era il suo diritto. Al di lei cospetto, +i bimbi più deboli sentivan paura — i +più forti, rispetto o stupore — e i grandi, +si lasciavan soverchiare per divertimento. +</p> + +<p> +La Caterina avendo sofferto una lunga +malattia in quel tempo, fu forza lasciar +Maddalena presso la balia fin verso i due +anni. +</p> + +<p> +Quando la madre potè finalmente farsela +portare in città, fu deciso che lo stesso +giorno dell’arrivo della balia sarebbe anche +quello della di lei partenza. Si temeva che se +si lasciavano prendere alla Lena le abitudini +cittadine nelle braccia della balia, venendo +poi quel giorno in cui si dovrebbe +pur separarle, la Lena non avesse a far +il diavolo e a costar noje e insonnie infinite. +</p> + +<p> +Qual vano timore! La povera donna piangeva +<span class="pagenum" id="Page_30">[30]</span> +staccandosi dalla sua Maddalena, e la +sua Maddalena, infastidita, le volgeva le +spalle per occuparsi d’un cagnolino che +faceva una gran festa ai suoi dolci. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Chi sa che cosa c’era in quel cervellino! +Si può dire che fino ai quindici anni visse +come una lumaca, indifferente per tutto +quanto l’attorniava, per tutto quello che +interessava gli altri, cominciando dal giocare +e dai giocatoli, non curante persino +di sè stessa, ad un punto che sembrava +nata senza vanità! +</p> + +<p> +Obbediva come una macchina ai genitori, +riceveva le loro carezze, ma non le ricambiava +che richiesta, asciutta, fredda.... per +liberarsi d’una noja. +</p> + +<p> +Una cosa da morir dal ridere.... quel +soldo di cacio si dava alla solitudine e +alla meditazione. +</p> + +<p> +Quando cominciò a frequentare la scuola, +<span class="pagenum" id="Page_31">[31]</span> +in quella gran festa dell’infanzia che è appunto +la scuola, avrebbe forse potuto +aprirsi il calice di quell’anima, ma una +circostanza impedì che alcun raggio d’amore +vi cadesse sopra, e così restò sempre +chiuso. +</p> + +<p> +Pertanto non potè mai gustare alcuna di +quelle gioje, non potè mai sentirsi trasportata +da alcuno di quegli entusiasmi infantili +che amicano una piccola creatura all’umanità +e ne foggiano a poco a poco un +essere sociale. +</p> + +<p> +Per Maddalena volevasi una scuola con +una maggioranza di ragazzine della di lei +condizione, all’incirca. +</p> + +<p> +Là, non essendovi quelle disuguaglianze +che tanto fanno soffrire i bambini, avrebbe +trovato sorrisi, amicizie, trasporti, ed ella +si sarebbe forse, o almeno in buona parte, +trasformata. +</p> + +<p> +L’importante è dare o cambiare l’intonazione +ad un carattere — il tempo fa poi il +resto. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_32">[32]</span> +</p> + +<p> +Invece i genitori, che ne volevano fare una +damina, la misero in una scuola nella quale +non v’erano appunto che damine in erba. — «Così — dicevano — prenderà +subito +le maniere della migliore società e avrà +delle amiche le quali le faranno onore e +potranno anche giovarle col tempo.» +</p> + +<p> +Giustissimo! ma allora bisognava mandarla +vestita con eleganza, all’ultima moda, +e farla accompagnare dal servitore o dal +maggiordomo. Invece la mandavano vestita +con una economia ridicola, di stoffe +che sapevano di rigattiere un miglio lontano +e in cui si vedeva, ad occhio nudo, la +lotta accanita dell’ingegnosità materna contro +i colpi del tempo, e contro la crescente +pressione delle membra in continuo sviluppo. +</p> + +<p> +Permettevano che l’accompagnasse una +donna senza sciallo, senza cappellino, la +quale pareva una serva, aveva i tradizionali +movimenti della portinaia frettolosa e curiosa, +<span class="pagenum" id="Page_33">[33]</span> +e che Maddalena — orrore! — confessava +essere sua madre. +</p> + +<p> +Ma era una mamma quella? Tutt’al più +era una stonatura nel genere madri. +</p> + +<p> +Maddalena produsse proprio lo stesso +effetto che un cane in chiesa, in quella +scuola, e come un cane fu trattata — ma +stavolta il cane non guaì, nè si raccomandò +alle gambe. +</p> + +<p> +I bambini, di solito, quando si trovano +esposti al dileggio e alle busse dei compagni +prepotenti, perchè ricchi o nobili, o +hanno forze per vendicarsi, e allora.... guai +ai dileggiatori, guai ai maneschi — o sono +troppo deboli per reagire, e allora si rassegnano +alla loro sorte e cercano ogni mezzo +per renderla meno dura.... +</p> + +<p> +Si fanno quindi umilissimi servitori delle +loro Eccellenzine. Se ne ricevono un calcio +od uno schiaffo, frenano una lagrima e +trovano un sorriso — se sentono una bestialità, +e ne sentono molte, gridano: «Oh, +<span class="pagenum" id="Page_34">[34]</span> +bello!» — se vedono una crudeltà, ridono +a crepapelle, e così via, sinchè a furia di +umiliazioni, di strisciamenti, di adulazioni, +di leccature.... riesce loro di ingraziarsi +qualcuno di quei piccoli semidei, sotto l’egida +dei quali possono poi restare impunemente +anche cogli altri, che li tollerano +per lo meno fino al giorno degli esami. +S’intende che l’indomani di quel giorno, +so loro avviene d’incontrarli, non li ravvisano +più. +</p> + +<p> +Maddalena non era nè un lupo nè un +agnello, ma provò che, se avessero voluto, +per caso, farne un agnello, avrebbero trovato +il lupo. +</p> + +<p> + Quando — e fu subito — si vide noncurata +e derisa da tutte quelle dame in sessantaquattresimo, +quando sentì il coro di +scherni e di motti su quella «portinaja di +sua madre,» le guardò di traverso — niente +altro — e fece chiaramente intendere +col suo contegno che voleva essere un’estranea +<span class="pagenum" id="Page_35">[35]</span> +per tutte, evitare qualunque contatto. +</p> + +<p> +Questo, sulle prime, non garbò alle signorine, +che volevano, non già una ribelle, +bensì una schiava, un zimbello — ma uno +schiaffo sonoro che Maddalena lasciò andare +sulla guancia d’una tristerella più +zanzara delle altre, la quale un giorno le +aveva detto: «Tu.... puliscimi le scarpe», +levò a tutte la voglia di divertirsi, visto che +le spese non toccavano a lei, e la lasciarono +sola. +</p> + +<p> +Si limitarono, a motivo della di lei taciturnità +assoluta, a chiamarla — fra loro, +s’intende — la <i>dentistretti</i>. Era tutto quello +che il loro odio poteva osare.... a rispettosa +distanza. +</p> + +<p> +Così Maddalena, della sua inferiorità +s’era fatta uno sgabello di superiorità, e le +guardava tutte d’alto in basso. +</p> + +<p> +Tale posizione fattasi da sè stessa non +contribuì certo a guadagnarle i favori della +<span class="pagenum" id="Page_36">[36]</span> +signora direttrice, in coda alla quale venivano +ostili del pari, naturalmente, le maestre +e i professori. Unico il catechista +cessò d’esserle avverso, ma solo l’ultimo +anno, quando Maddalena, benchè di bassa +estrazione, aveva già qualche cosa di appetibile +che le altre non avevano. +</p> + +<p> +Di premj non gliene diedero mai uno. Ed +era forse quella che ne meritava di più, +perchè mostrava un ingegno pronto e vivace. +Sembrava che per lei le difficoltà non +esistessero. Ma siccome le sue risposte +erano secche, buttate là senza grazia, +non le fruttavano alcuna lode. Anzi, si diceva: +«Non è che un pappagallo.» Come +mai avrebbe potuto essere morbida, graziosa, +sapendosi a tutti in uggia, e avendo +in uggia tutti? +</p> + +<p> +Finalmente spuntò il giorno degli ultimi +esami. Maddalena, preso e arrotolato senza +molto riguardo il suo «attestato», uscì da +quelle aule senza salutare alcuno, e dicendo +<span class="pagenum" id="Page_37">[37]</span> +fra sè, all’indirizzo di tutti: «Speriamo +di non incontrarci altro.» +</p> + +<p> +Aveva quattordici anni e mezzo, non +aveva un’amica al mondo, non sentiva alcun +desiderio di trovarla, odiava le sue +coetanee, non aspirava a nulla, noncurante +di tutto, sempre fredda — un’anima vuota. +</p> + +<p> +I genitori avevano una mezza velleità di +farle continuare gli studj, onde avesse a +riuscire una istitutrice buona per l’alta società, +ma siccome Maddalena fece capire +che non vi aveva alcuna disposizione: +«Già — dissero — è meglio che diventi una +brava donna di casa; maestre ce n’è d’avanzo +lo stesso.» +</p> + +<p> +E per qualche tempo <i>parve</i>, infatti, fosse +una di quelle fanciulle che vengono cresciute +in casa precisamente a prepararsi al +matrimonio.... sul serio. Attendere alla casa, +cucire, ricamare: ecco la sua vita — seguire +la madre alla chiesa, ecco l’unica sua +distrazione. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_38">[38]</span> +</p> + +<p> +Non pareva nemmeno accorgersi che vi +fosse un mondo — e, come da bambina, la +sua più grande compiacenza stava nella solitudine +e nella meditazione. Strana cosa, +non leggeva — si sarebbe detto avesse un +mondo in sè, il quale assorbisse tutta la +di lei attenzione, non lasciandole pensiero +d’altro, neppure della sua bellezza.... che +non poteva non vedere. — Crediamo fosse +ancora perfettamente innocente, ossia ignorante, +ma il suo cervello doveva lavorare.... +perchè quando veniva qualche uomo in casa, +ella non cercava più la solitudine — e se +era nell’altra camera, ne usciva e stava a +guardare quegli uomini. +</p> + +<p> +In quei momenti ella era, per verità, tutta +composta, il suo volto era impassibile, non +parlava, o rispondeva, a stento, puri monosillabi — ma +il di lei sguardo, benchè freddo, +vitreo, era fisso, inquisitoriale. +</p> + +<p> +Ma chi si occupa dello sguardo d’una ragazza? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_39">[39]</span> +</p> + +<p> +L’importante era che Maddalena fosse una +perfetta donna di casa — e a diciassette anni +la era, e la più raccomandabile per quanti +la conoscevano — quando in casa Papetti, +nella casa della pace, della calma, del lavoro +e della religione, avvenne una rivoluzione, +che ebbe gravissime conseguenze — non +solo — ma provò anche come dove si +vede cenere, talvolta non v’è soltanto della +cenere. +</p> + +<p> +Da qualche mese era avvenuto in Maddalena +un tal mutamento, che i suoi genitori +non avevano potuto a meno di avvedersene. +</p> + +<p> +Sul volto, per lo innanzi così sereno e +fresco, erano comparse le prime occhiaje, ed +ogni giorno si facevano più fosche. Tre rughe +verticali, tre solchi, che ogni dì s’approfondivano +sempre più, erano venute a +deturpare la levigata fronte fra le sopracciglia. +V’erano delle stranezze nel suo contegno, +e le nuove sue abitudini, proprio +<span class="pagenum" id="Page_40">[40]</span> +poco belle per una fanciulla che aveva sempre +vissuto con una regolarità e una frugalità +veramente esemplari, impensierivano +molto i poveri Papetti. +</p> + +<p> +V’eran dei giorni in cui non toccava +cibo...., in altri, invece, veniva presa da una +voracità straordinaria. +</p> + +<p> +Essa, che aveva sempre mostrato ripugnanza +per le bevande un grado più spiritose +dell’acqua, e, in genere, per i sapori +forti, ora ricercava avidamente vino, caffè +tostato, liquori, agrumi.... E si fosse fermata +là!.... ma corrotto, eccitato alla frenesia +il senso del gusto, ella aveva ricorso +al sale e a certe droghe, che dovevano bruciarle +le viscere e il sangue. +</p> + +<p> +V’era poi il gran guajo che l’uso palese — già +soverchio per una giovinetta, e veniva +molto biasimato, combattuto, impedito +in tutti i modi possibili dai genitori — era +un’inezia in confronto dell’abuso secreto +di quelle sostanze corrosive o incendiarie. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_41">[41]</span> +</p> + +<p> +V’erano giorni in cui si mostrava in +preda ad una irrequietezza irrefrenabile, e +allora le sue pupille sfavillavano, dalle +labbra accese sgorgava la parola rapida, +impetuosa, or stridente, or squillante, e allora.... +che vivacità di movimenti, che smania +di lavorare, di uscire, di correre....! — e +ve n’erano altri che ella passava sdrajata +sur un’ottomana o girando per le stanze +lentamente, languida, accasciata come una +convalescente, ed il suo occhio non aveva +che una luce smorta, immota, ed il labbro +scolorato, aperto, pendente, non dava +nota. Dimagrava a vista — le sue carni +scottavano.... Che cos’aveva? +</p> + +<p> +Una persona sola avrebbe potuto dirlo, +Brigida, la fantesca — ma quella non fiatò. +Anche senza il divieto di Maddalena non +avrebbe parlato; temeva di compromettersi +e di venir cacciata. +</p> + +<p> +La madre interrogò la figlia con tutta +quella cautela che le pareva occorrere, ma +<span class="pagenum" id="Page_42">[42]</span> +senza alcun risultato. — «Non ho nulla, +sto benissimo.» — «Mi fai ridere.... che +cosa devo avere?» — «No, neanche questo.» — Ecco +le risposte di Maddalena; ma +siccome, nonostante le di lei assicurazioni, +il peggioramento continuava, si fece venire +il medico, il quale disse.... tutto quello che +poteva e doveva dire, ossia che era tempo +di darle marito. +</p> + +<p> +— Come.... così giovine!? — esclamò Caterina. +</p> + +<p> +— Mah! per certe donne è troppo presto +a venti e per altre è già tardi a quindici...; +m’intendono? +</p> + +<p> +— E dove andremo a pescarlo noi il marito, +se non viene? — brontolavano i Papetti, +udita tale ricetta, e da quel momento +si fecero pensierosi e tristi, fantasticando +a due sul da farsi per riuscire +a trovare questo benedetto marito, che +solo poteva spegnere il fuoco consumatore. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_43">[43]</span> +</p> + +<p> +Ma la cosa non era delle più facili. +</p> + +<p> +Nel mentre essi volevano con tutta l’anima +la felicità della figlia, avevano al solito +le grandi pretensioni e tutte le paure +delle piccole borse. Maddalena aveva nientemeno +che diecimila lire di dote — messe +insieme soldo a soldo — dunque volevasi +non un rompicollo, bensì un galantuomo +posato, con qualche cosa di suo.... se al +sole, tanto meglio — con un buon impiego +e relativa pensione in prospettiva per la +vedova. +</p> + +<p> +E lì ufficiarono parenti e amici perchè +avessero a battere la campagna, oltre la +città, a fin di scavare il suddetto galantuomo — ma +ogni ricerca fu vana. +</p> + +<p> +— Tanta roba si vuole per diecimila lire? — rispondevano +le designate supposte vittime — troppo +onore! +</p> + +<p> +— Ma veda almeno la ragazza.... quando +l’avrà veduta.... vedrà che merita tutto. Proprio +la migliore delle figlie, piena di timor +<span class="pagenum" id="Page_44">[44]</span> +di Dio... non come tante altre, che.... una +lavoratrice poi! E la famiglia!! ma la fami........ +</p> + +<p> +— Sì sì, tutto quello che si vuole, ma +diecimila lire sono proprio poche — e i parenti +e gli amici tornavano mortificati come +i bravi di Don Rodrigo, ossia come segugi +che, ecc., ecc., co’ musi bassi e con le code +ciondoloni. +</p> + +<p> +Ma se talvolta più si cerca e meno si +trova, tal altra, quando meno ce l’aspettiamo, +la fortuna ci favorisce spontanea. +</p> + +<p> +Una bella sera, mentre il padre sventurato +si trovava al solito <i>cafferino</i> a centellinare +il non meno solito <i>agro caldo</i> del vecchio +impiegato di tutti i tempi, un tale, di +cui il dilettevole gioco del dominò aveva +procurato la conoscenza a Papetti, venne +fuori con delle querimonie sull’esistenza di +quell’uomo che è condannato a vivere senza +famiglia, solo come un cane, ecc., ecc. +</p> + +<p> +Come ben si può imaginare, il nostro +<span class="pagenum" id="Page_45">[45]</span> +genitore prese la palla al balzo e disse +subito: +</p> + +<p> +— E perchè non prende moglie? +</p> + +<p> +— Eh! perchè sono vecchio! +</p> + +<p> +— Vecchio lei? ma so ben che mi scherza! +</p> + +<p> +— Sicuro che son vecchio.... sono vedovo +ed ho quarant’anni.... +</p> + +<p> +— Proprio la bella età per.... sicuro! +</p> + +<p> +— Ah! certo.... che.... non dico.... ma già +le fanciulle voglion qualche cosa di meglio. +</p> + +<p> +Il nostro impiegato, anzi <i>ex</i>, perchè da +due anni circa era stato giubilato con paga +intera, il nostro Ildebrando dunque lasciò +cadere il discorso.... ma era una furberia — e +l’indomani sera comparve al caffè un +po’ più tardi dell’usato in compagnia di +Maddalena. Era la prima volta che egli +conduceva colà sua figlia. +</p> + +<p> +L’amico c’era.... e capisse o non capisse +l’intenzione.... trovò la ragazza di suo gusto, +e lo disse al padre, che allora ricondusse +più volte Maddalena. Dopo qualche +<span class="pagenum" id="Page_46">[46]</span> +giorno di occhiate, di mezze parole, di +quarti di sospiri, la chiese in isposa, e ottenne +un consenso entusiastico dai genitori +e il più secco e sarcastico dei no da +Maddalena. +</p> + +<p> +Il povero aspirante mise la coda fra le +gambe e fuggì come un cane sorpreso da +una doccia bollente, cambiò caffè, quartiere.... +non lo si vide più. +</p> + +<p> +— Ma come si fa a lasciarsi scappare un +partito simile? — gridavano tutto affannosi +e lagrimosi i buoni Papetti, colle mani +giunte, picchiandosi sulle ginocchia e gli +occhi rivolti al cielo. — Figurarsi, il maggiordomo, +l’uomo di confidenza del Principe +di Moka che gli dava tutto quel che voleva e +anche quello che egli, il Principe, non sapeva +di dargli. Un uomo ancor fresco, ben conservato, +vedovo sì, ma senza figli, che aveva +giù messo da parte, che continuava a metterne, +e che alla morte del Principe.... +chi sa!.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_47">[47]</span> +</p> + +<p> +— Non seccatemi altro! — interruppe a +un tratto Maddalena, la quale aveva ascoltato +fin là fredda, impassibile al solito, ma +con un aggrottamento di ciglia e un agitar +di piedino che volevano certo significar +qualche cosa. +</p> + +<p> +E levatasi, mosse con maestà da mima +verso la sua camera. +</p> + +<p> +Era la prima volta che la figlia osava +assumere un’aria rivoltosa e, quel che è +peggio, autocratica! +</p> + +<p> +I genitori, il primo momento, percossi, +ma tuttavia non credendo alle proprie orecchie, +corsero dietro la ribelle gridando: +</p> + +<p> +— Ma Lena... figlia mia... cosa dici? +</p> + +<p> +— Niente! — ribattè seccò Maddalena, +facendo fronte-indietro sulla soglia — dico +soltanto che se non mi lasciate stare, io +me ne vado! — +</p> + +<p> +Ed entrata allora nella camera, vi si rinchiuse +a chiave. +</p> + +<p> +Maddalena s’era rivelata improvvisamente +quella che era. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_48">[48]</span> +</p> + +<p> +I poveri Papetti si guardarono raccapricciando, +sbalorditi, poi piansero, strillarono.... +e poi.... e poi tacquero, si rassegnarono, e +da quel giorno furono gli umilissimi servi +della figlia...., la quale s’era fatta per sorpresa +indipendente e signora, insegnando +come si fanno i colpi di Stato. +</p> + +<p> +E siccome tutto ciò è poco chiaro, andiamo +a far un po’ di luce. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_49">[49]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Come certi negozj, che verso strada sembrano +servir per un traffico e poi nel retrobottega +servono per.... tutt’altro — così vi +sono delle fanciulle, che apparentemente +hanno una condotta irreprensibile, proprio +secondo tutte le regole adottate, e poi hanno +un.... retro-bottega. +</p> + +<p> +Nel mentre, stando a quel che si vede, +una di tali fanciulle conduce un’esistenza +monotona, insignificante, precisamente +puerile — in cui non trovate che innocenti +sollazzi, confetti, fiori, in cui la più grande +emozione sembra quella d’una vestina +nuova e di quattro salti con accompagnamento +<span class="pagenum" id="Page_50">[50]</span> +di frittelle — ella ha, o, per meglio +dire, si procura, se lo vuole, se lo può appena, +una.... retro-vita, la quale, per poco +che la fanciulla sia prudente, si sottrae a +qualunque sindacato. +</p> + +<p> +Non entreremo in particolari per ragioni +facili ad indovinarsi ed anche per non sembrar +posseduti dalla smania di generalizzare. +Ci occuperemo solo del caso speciale +di Maddalena, e ancora, non senza aver premesso +che, se i particolari appunto della +retro-vita delle ragazze in discorso fossero +conosciuti o, se più vi garba, se si volesse +farne materia di studio, se ne trarrebbero +delle deduzioni che influirebbero a modificare +di molto l’educazione della donna — per +cui essa crescerebbe più sinceramente +ingenua, mentre l’ingenuità or non copre +che la così detta malizia, alla quale i bambini +e gli sciocchi danno tanta importanza — per +cui essa sdegnerebbe mentire, mentre +ora che vi è forzata.... trova precisamente, +<span class="pagenum" id="Page_51">[51]</span> +in un apparato di menzogne, il mezzo +di far la sua volontà — beffandosi di tutti — per +cui, infine, vivrebbe più serena e +tranquilla, mentre ora è in preda a malsane +curiosità ed a fantasticherie.... poco +azzurre.... per non dir altro. +</p> + +<p> +V’è una famosa scienza che vien ritenuta +pericolosa, dannosa per le ragazze — ma +è pericolosa, dannosa, solo ora, perchè +se ne fa un mistero altissimo. +</p> + +<p> +Invece di costringere la donna a scoprirne +da sè gli arcani.... insegnatele voi +stessi quella scienza, con linguaggio aridamente +scientifico, all’aprirsi della sua +mente, e vedrete che non le farà nè freddo +nè caldo.... precisamente come l’abbicì. +</p> + +<p> +E allora forse non vi saranno più tante +fantasie sregolate, sfrenate — non vi saranno +più tante morenti d’etisia. Ma lasciamo +le fanciulle in generale e veniamo +a Maddalena. +</p> + +<p> +La casa, o, per esser più esatti, il casamento +<span class="pagenum" id="Page_52">[52]</span> +in cui abitavano i Papetti, aveva due +cortili. +</p> + +<p> +Il primo era piccolo ma civile, come si +conveniva alla parte di fabbricato prospiciente +la via; il secondo, invece, si poteva +quasi chiamare una corte rustica. L’esservi +una stalla e un pollajo gliene davano, se +non altro, l’odore, e il suolo ineguale e tutto +mal ciottolato, senza un pensiero al mondo +dei poveri bipedi, che avrebbero dovuto +arrischiarvisi, diceva chiaro che si era +pensato solo ai quadrupedi. +</p> + +<p> +Nell’androne, che dal primo metteva nel +secondo cortile, v’erano due aperture, una +a destra, l’altra a manca, che lasciavan +veder le scale al servizio della parte posteriore +del casamento, il quale aveva +anche due ale. +</p> + +<p> +L’ala sinistra, come il corpo, aveva tre +piani oltre il terreno — mentre la diritta +era a un sol piano, che non si poteva dir +terreno, ma che era molto basso. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_53">[53]</span> +</p> + +<p> +Quell’ala doveva essere una qualche precauzione +di un antico proprietario, marito +molto geloso de’ suoi diritti. +</p> + +<p> +Dal fabbricato si vedeva un gran giardino +al di là del muro, che correva fra le punte +delle ale. +</p> + +<p> +La scala a sinistra, che saliva a chiocciola, +serviva la parte alta — corpo e ala —; la +scaletta a destra, di soli quindici gradini, +saliva diritta all’uscio dell’unico e microscopico +appartamento che si trovava nell’ala +rispettiva. +</p> + +<p> +I Papetti abitavano nell’ala a sinistra, +ma non più al terzo piano — da qualche +tempo, cominciando a pesar gli anni, eran +discesi al secondo. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Un anno e mezzo circa prima che Maddalena +facesse quella bella scena alla quale +assistemmo, era venuta ad occupare l’appartamentino +<span class="pagenum" id="Page_54">[54]</span> +dell’ala destra una donnina +tutta sola...., ossia con una cameriera a +doppio uso. +</p> + +<p> +Era costei una sedicente vedova. Poteva +anche essere vedova realmente, ma siccome +il marito pareva essere sempre stato +morto, così il «sedicente» sta bene. +</p> + +<p> +La mattina le avreste dato trentacinque +anni — dopo le due pomeridiane non più +di trenta — e la sera anche venticinque. Di +notte, all’oscuro poi.... ma questo non lo +sappiamo. +</p> + +<p> +Era bellina, il che vuol dire anche bruttina — ma +era simpatica. +</p> + +<p> +Una personcina delicata, che non porgeva +esuberanze, ma non aveva neanche deficienze — capelli +neri, carnagione brunetta — e +in tutta lei, ma specialmente nello +sguardo, modestamente provocante, e nel +sorriso misterioso continuo a fior di labbro.... +un certo non so che, per cui una +donna sembra dir tacendo: «Io so che ci +<span class="pagenum" id="Page_55">[55]</span> +sono, e quando voglio, qualcuno se n’accorge.» +</p> + +<p> +Del resto, per la maldicenza non v’era +niente da dire sul di lei conto. Riceveva +pochissimo, nelle ore d’etichetta, e tutte +persone <i>comme-il-faut</i>. Erano alcuni eleganti +attempati.... <i>amici del suo povero marito</i>, +e alcune signore, che apparentemente +dovevano appartenere anche esse alla categoria +delle vedove sedicenti e seducenti. +</p> + +<p> +Tutta gente ben vestita, che andava e +veniva senza far chiasso e senza dar nell’occhio. +Una cosa sola si sarebbe potuto +notare, ed è che delle visite mascoline non +era mai accaduto che una s’incontrasse da +lei con un’altra.... ma per notar questo, +bisognava essere ben cattivi. +</p> + +<p> +La sera ella non riceveva alcuno, tranne +un giovinotto — ma era un suo <i>fratello</i>. +</p> + +<p> +Tutto questo, che è pochissimo e insignificante, +lo si sapeva dalla portinaja, che lo +teneva dalla domestica della vedova in discorso. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_56">[56]</span> +</p> + +<p> +Teneva anche che era buona buona ed +aveva nome Severina. +</p> + +<p> +Un freddurista dirà che è un bel nome +per una signora.... e punto scoraggiante +per gli audaci. Severa sì.... ma al diminutivo.... +Lasciatelo dire. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Nei primi cinque mesi la signora Severina +parve aliena dallo stringer relazione +con un inquilino. O amava la solitudine, o +doveva aver delle ragioni per conservarsi +perfettamente libera, cosa difficile quando +si hanno delle conoscenze nella stessa casa +in cui si abita. Doveva anche essere, a giudizio +dei vicini, una donna tutta sacra alla +memoria del marito, perchè di carnevale +non era uscita nemmeno una sera e perchè +nessuno sembrava gradirle, mentre si sapeva +che v’erano dei signori.... ma proprio +signori, i quali se ne occupavano moltissimo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_57">[57]</span> +</p> + +<p> +Lettere non ne mancavano, la portinaja +era stata importunata.... le lettere erano +state consegnate — ma una faccia nuova +in tutto quel tempo non s’era ancor vista +passare. Si era ardito persino di corrompere +la cameriera, ma essa.... aveva accettato +le mancie, ridendo, e non solo non +aveva mai riportato una risposta favorevole.... +ma neanche una sfavorevole. +</p> + +<p> +— Sono matti tutti! — diceva la cameriera +alla portinaja — la mia signora non +può pensare ad alcuno. — +</p> + +<p> +I vicini, specialmente qualche giovinotto, +incontrando Severina, la salutavano per +tentar di ottenere un ricambio, che potesse +servire di primo gradino alla solita scala — ma +fatica gettata — ella non vedeva mai. +</p> + +<p> +V’era tuttavia un’eccezione. +</p> + +<p> +Maddalena, che s’era imbattuta qualche +volta in Severina o nell’uscire o nel rientrare, +aveva veduto sul suo volto un dolcissimo +sorriso di simpatia, che era proprio +<span class="pagenum" id="Page_58">[58]</span> +tutto per lei Maddalena — ma essa era +sempre seria e non aveva mostrato di accorgersi +di quel sorriso. La sua selvatichezza +non era ancora stata vinta da alcuno. +</p> + +<p> +Un giorno però Maddalena, dopo che Severina +le fu passata a fianco, guardandola +colla solita espressione, non potè a meno +di rivolgersi ad osservare quella elegantissima +figurina, dalle movenze vagamente +ondulanti, la quale andava lasciando dietro +sè un profumo delicatissimo, strano, senza +nome, così penetrante, che pareva scendere +al cuore. +</p> + +<p> +Tale almeno fu l’effetto che produsse in +Maddalena, per la quale era una novità. +Per la prima volta ella si era soffermata +pensando a quella signora, e aperte le labbra +aspirò l’aria tutta odorante per esalarla +quindi in un sospiro. +</p> + +<p> +Si sarebbe detto che v’era magìa. +</p> + +<p> +Maddalena, che non aveva mai desiderato +<span class="pagenum" id="Page_59">[59]</span> +un’amica, da quel momento sentissi attratta +verso Severina....; e il miracolo era +stato fatto da un semplice profumo! +</p> + +<p> +Maddalena non avrebbe potuto dirne allora +la ragione — ma la ragione vi era. +Ella sdorava già la pubertà.... e quel profumo, +penetrando in lei, vi aveva vellicato +per la prima volta il recondito senso della +voluttà. +</p> + +<p> +Salita, ritiratasi nella sua camera, aperse +la finestra, e appoggiatasi col fianco al parapetto, +là stette tutta mesta guardando +quel cortile, quel giardino, quelle mura.... +Tutto era deserto, tutte le finestre chiuse, +lo spazio era inondato da una luce pallida +e fredda; non giungeva altro romore che +quello lontano alternato di un martellar di +scalpelli nella via. +</p> + +<p> +Per la prima volta, guardatasi attorno, +sentì uggiosa, pesante quella solitudine, che +ella stessa aveva pur voluta fino a quel +giorno — per la prima volta sentì un bisogno +<span class="pagenum" id="Page_60">[60]</span> +di respirare a pieni polmoni, e una +forza nuovissima trascinarla al romore, +alla folla, al mondo, alla vita — per la +prima volta le venne in mente di mirarsi +nello specchio.... ma, corsavi, fece una +smorfia, perchè si vide pallida e quasi +brutta. — Però, fermatasi alquanto, toccati +i capelli, aperto un tantino l’abito, lì sotto +il mento, fatto il confronto fra sè e Severina, +provandosi a sorridere, finì a sorridere davvero. +Aveva trovato che se anche Severina +fosse stata mal pettinata e peggio vestita +come lei, sarebbe stata forse più brutta di +lei.... quindi passando al viceversa.... sperò +poterla superare. Ma come fare, con chi +consigliarsi, ella che non conosceva alcuno? +Dire ai genitori: — D’or innanzi, voglio +farmi bella, divertirmi, vivere — le +pareva una enormità. +</p> + +<p> +A chi ricorrere dunque per ajuto a fine +di raggiungere il suo scopo per altra via? +Un mezzo solo v’era, fare la conoscenza di +<span class="pagenum" id="Page_61">[61]</span> +Severina, che certo doveva essere una maestra +eccellente, e l’avrebbe istrutta in tutto, +e fors’anche avviata nel principio di quel +labirinto intricatissimo che le pareva, ed è +infatti, la vita. +</p> + +<p> +Ma come riuscire a far la relazione di +Severina? Offrirsi? Pregare? Questo ripugnava +al di lei orgoglio.... tanto più che +fra le possibilità v’era anche quella di un +rifiuto. +</p> + +<p> +Non restava che attendere dal caso una +occasione favorevole per avvicinare la signora +e afferrare tale occasione. +</p> + +<p> +Ma per quanto Maddalena spiasse, l’occasione +non si presentava. Severina restava +invisibile, pareva non uscisse più. La fanciulla +si cuoceva d’impazienza, e casa sua +le diveniva ogni giorno più antipatica. Ma +finalmente quel benedetto tempo, che se, +tutto toglie, apporta anche tutto, permise +alle sue speranze di rianimarsi. +</p> + +<p> +Spuntato aprile, le vetriata dall’appartamento +<span class="pagenum" id="Page_62">[62]</span> +di Severina si schiusero ai soavi +zeffiri, alla gaja luce della primavera — e +la desiderata signora cominciò a far delle +apparizioni sul suo terrazzino. +</p> + +<p> +Maddalena allora cominciò dal canto suo, +a passare, lavorando, alla finestra tutto il +tempo di cui poteva disporre. +</p> + +<p> +Non occorre dire che ogni qual volta Severina +si lasciava vedere, Maddalena smetteva +di lavorare e si sporgeva fuor della +finestra per attirare la di lei attenzione.... +ma questo pareva difficile. +</p> + +<p> +Tuttavia, or col tossire, or col cantare, or +col muovere la sedia o il tavolino.... fece +tanto che un giorno Severina alzò gli occhi +al secondo piano, e siccome la fanciulla +scorse sul di lei volto il medesimo dolce +sorriso, così sorrise anch’essa subito, chinando +il capo. +</p> + +<p> +Da quel dì Severina prese l’abitudine di +guardar, al secondo piano, quella ragazza, +che lavorava sempre, e il di lei viso esprimeva, +<span class="pagenum" id="Page_63">[63]</span> +oltre che simpatia, compassione. Si +salutavano sempre, tuttavia per qualche +settimana le cose non progredirono. +</p> + +<p> +Ma poi una specie d’occasione non tardò +a presentarsi, e Maddalena non se la lasciò +sfuggire. +</p> + +<p> +Affacciandosi alla finestra, vide una novità +sul terrazzino della signora. +</p> + +<p> +Un giardiniere vi stava disponendo con +arte del vasi di fiori, che due facchini scaricavano +nel cortile da un carro e portavano +su. +</p> + +<p> +Erano fiori delle specie più vaghe e più +fragranti. +</p> + +<p> +Maddalena, anche per l’attrazione simpatica +che v’è sempre fra la giovinezza e i +fiori, ma, innanzi altro, per tentare Severina, +si mise a batter le mani in atto di +gioja e maraviglia, cosicchè la signora levò +lo sguardo e sorrise a Maddalena, la quale +le fece un bell’inchino sporgendosi tutta +come se volesse osservare più da vicino, +odorare quasi l’olezzante famiglia. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_64">[64]</span> +</p> + +<p> +Severina, o indovinasse finalmente il desìo +che cuoceva la fanciulla — o avendo +ella stessa la medesima brama, vedesse +opportuno il momento per iniziare conoscenza +meno superficiale — il fatto è che, +spiccata una bella rosa, la offrì, col gesto, +a Maddalena. +</p> + +<p> +Quella arrossì di piacere, e rispose con +altro gesto che voleva dire: «Gradisco +ma non so come pigliarla.» +</p> + +<p> +Allora Severina non esitò più e le fe’ +cenno che andasse da lei. +</p> + +<p> +Maddalena non se lo fece ripetere, e detto +alla madre, per aver un pretesto di scendere: — Vado +a prender un po’ d’acqua, — giù +a precipizio per la scala, su per quell’altra, +da Severina. +</p> + +<p> +La signora l’attendeva sull’uscio e raccolse +con un: «Brava!» e con un bel bacio +in fronte. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_65">[65]</span> +</p> + +<p> +— Ma, Maddalena.... dove sei? — fe’ Caterina +alla finestra, cinque minuti dopo, non +vedendo tornar la figlia. +</p> + +<p> +— Sono qui! — rispose Maddalena comparendo +sul terrazzino, unita a Severina, +che con un braccio le cingeva il fianco. +</p> + +<p> +— Permette? — disse Severina alla madre +della fanciulla. +</p> + +<p> +— Ah! ma guarda.... guarda un po’ quella +sfacciatella....! — esclamò Caterina tutta +sorpresa, ma non senza piacere. +</p> + +<p> +— Non la sgridi, la prego — continuò la +signora — sono stata io.... +</p> + +<p> +— Ah! non dico.... anzi.... obbligata.... +ma doveva chiedermi il permesso.... +</p> + +<p> +— Me la lascia un momento ancora? +</p> + +<p> +— Ella è ben buona, sa!... se non è capace +di dir due parole in croce! Basta.... +faccia lei! +</p> + +<p> +— Grazie. — +</p> + +<p> +Maddalena rientrò in casa, mezz’ora dopo, +tutta infiorata e con una sacchettina che +<span class="pagenum" id="Page_66">[66]</span> +«la signora le aveva data espressamente +per la mamma.» +</p> + +<p> +Quando Caterina sentì queste parole, le +vennero le lagrime, e a Maddalena, che, dopo +averle cantate le lodi della signora, le domandò +se l’avrebbe lasciata ancora andare +da lei, rispose tutta felice: +</p> + +<p> +— Ma sì.... va.... è una signora come si +deve, e non ti può che far bene. — +</p> + +<p> +Come sono mai certi genitori e specialmente +certe madri...., purchè i loro figli ricevano +gentilezze in una casa, non badano +più che tanto se convenga, poi, sotto <i>tutti</i> +i rapporti, lasciarli andare in quella casa. +E su questo proposito, senza che aggiungiamo +altro noi, quelli e quelle che non +sono più ragazzi, informino. +</p> + +<p> +Se il primo giorno Maddalena si fermò +mezz’ora dà Severina — il secondo vi passò +un’ora, il terzo una mezza di più.... e ben +presto la durata media delle sue visite fu +di due ore. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_67">[67]</span> +</p> + +<p> +L’effetto di quelle visite fu tale — in Maddalena +avvenne in breve tempo una trasformazione +così grande, che i Papetti ne +furono maravigliatissimi. +</p> + +<p> +Come.... la loro Lena, che pareva esser +nata selvaggia.... in pochi giorni s’era civilizzata +(<i>sic</i>)? — Come, quella Lena, che non +parlava mai ed aveva un contegno da monaca.... +si degnava d’esser gaja, si degnava +di conversare affabilmente coi propri genitori? — quella +Lena, che fin allora s’era +sempre pettinata come una vecchia beghina, +i capelli scendenti a guisa di cortina, +tanto da nascondere per metà le sopracciglia, +che parevano incollati sulle +tempie e sapevan di sego, ora non si presentava +che acconciata con leggiadrìa, emanando +un olezzo gratissimo esotico? — quella +Lena, infine, che aveva sempre portato +l’abito meschino d’una.... <i>stellina</i>, nè +mai pareva aver pensato a mutar foggia e +stoffa, ora si abbigliava, studiava il figurino +della moda, ne seguiva i consigli? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_68">[68]</span> +</p> + +<p> +Davvero che la metamorfosi era sorprendente — e +i Papetti ne gongolavano e appagavano, +incoraggiavano anzi le fantasie, +per quanto costose, di Maddalena, che la +rendevano bella, bella come essi non avevano +mai supposto potesse divenire — stella +fulgente!... diceva papà — pensando +che in tal modo le sarebbe più facile di +destare il capriccio in qualche gran signore, +che, s’intende, la sposerebbe. +</p> + +<p> +E a quelli che si maravigliavano, a ragione, +di tanta e improvvisa novità, dicevano: +</p> + +<p> +— Prima andava bene come andava, perchè +le ragazze devono venir su modeste, +senza tante idee inutili — ora è giunto il +suo tempo.... faccia anche lei quello che +richiede la sua età.... la sua posizione. +</p> + +<p> +Secondo il loro convincimento, Maddalena +aveva una <i>posizione</i>! +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_69">[69]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Se il trovarsi in certi ambienti è sempre +pericoloso per qualsiasi età, è perniciosissimo, +indubbiamente, per un’età giovanissima. +</p> + +<p> +Apprendendo la scienza della vita a grado +a grado, non si muterà natura, se la natura +ha certe propensioni decise, ma si potrà +imparare ad evitare la sfrenatezza siccome +anti-igienica e nociva nell’opinione +pubblica; si potrà imparare a conservare +la <i>forma</i>, non foss’altro, per rispetto di sè +stessi.... — parliamo di chi ci tiene al rispetto +di sè stessi. — Ma apprendendo +tutto in un sol colpo, a sedici anni, si +<span class="pagenum" id="Page_70">[70]</span> +corre un gran rischio di perdere la testa — o, +per lo meno, di guastarsela in modo che, +dopo, la è questione semplicemente d’occasione — per +cominciare — e in seguito si +fa della vita un’occasione sola. +</p> + +<p> +Sedici anni.... proprio l’epoca climaterica, +in cui il sangue ricchissimo comincia a +far sentire la sua possanza scagliandosi a +ondate sul cuore o sul cervello — in cui il +sistema nervoso comincia a tiranneggiare +il corpo, a ridersi dei nostri principj, della +nostra educazione, se abbiamo ricevuto +quella che si chiama buona, e a uccidere +quella volontà che dovrebbe essere il frutto +delle nostre convinzioni, facendone sorgere +altra.... certamente più naturale, ma forse +poco parente della signora Morale, che conoscerete +probabilmente come la conoscono +i moralisti.... di vista. +</p> + +<p> +Non sappiamo se il lettore alle parole: +<i>certi ambienti</i> avrà detto: «Non capisco.» +Si ricordi del come gli abbiamo presentato +<span class="pagenum" id="Page_71">[71]</span> +Severina. Se non ha capito primo, capisce +adesso? — No. — Bravo; allora vada avanti +e capirà. +</p> + +<p> +L’appartamentino di Severina si sarebbe +potuto definire il nido della voluttà — perchè +tutto, dalle combinazioni dei colori +delle tappezzerie e delle cortine, dalla morbidezza +delle stoffe alla varia luce che in +un certo gabinetto non pareva più luce, al +profumo indefinibile e snervante — quel tal +profumo — che impregnava l’atmosfera, +dalle caste arditezze dei quadri mitologici +agli intrecciamenti e alle contorsioni spasmodiche +di bronzi rivali o copie dell’arte +antica.... tutto era blandizie pei sensi. E all’anima +sembrava che da ogni mobile, da +ogni tela, da ogni bronzo uscisse una voce +sommessa, insinuante, misteriosa, che diceva....: +Ama. — +</p> + +<p> +Non si poteva restar seduti impunemente +in quella penombra....; era una malìa; la +ragione s’oscurava, gli occhi si chiudevano.... +<span class="pagenum" id="Page_72">[72]</span> +era necessario balzar in piedi, fuggire. +</p> + +<p> +Ma si potevo volere? — si voleva potere? Il +sorriso di Severina sarebbe qui una buona +risposta. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Noi siamo figli dei nostri padri e delle +nostre madri — pare impossibile, non è +vero? — e talora in fatto di padri.... abbiamo +del lusso — ma realmente noi siamo +figli di chi sa impadronirsi e dirigere l’anima +nostra. Qualche volta siamo figli di nostro +padre o di nostra madre e anche d’ambedue, +quando essi, avendo la coscienza e l’amore +della loro missione, s’impadroniscono +appunto dell’anima nostra, e, gelosissimi +del loro potere, non permettono mai ad alcuno +di condividerlo — e allora, o bene o +male, riesciamo moralmente l’imagine o +dell’autore o dell’autrice o quella fusa d’entrambi +<span class="pagenum" id="Page_73">[73]</span> +ripetuta. Ma è raro, perchè, generalmente, +tenerezza per la missione educatrice — che +comincia un po’ prima e va un po’ più +in là del mandare a scuola — non c’è strabbondanza. — E +allora riesciamo figli o +della cameriera o del vicino di casa, o del +primo amico o di qualche prete — e se +non di qualcuno fra questa gente, certo del +primo o della prima amante. +</p> + +<p> +Avviene anche a certi individui privilegiati, +i quali si trovano moralmente abbandonati, +o quasi, a sè stessi; che, senza saperlo, +si sottraggono a qualunque influenza.... +e riescono invece figli del loro tempo. +Se in quel tempo poi v’è crisi nelle idee del +secolo, possono riescire persino uomini di +spirito — ma se non c’è crisi, non possono +diventare che uomini spiritosi. +</p> + +<p> +Quando le idee nuove danno battaglia +campale alle idee vecchie, chi si batte pel +trionfo delle prime è un uomo di spirito. +</p> + +<p> +Quando battaglia, per lo meno visibile, +<span class="pagenum" id="Page_74">[74]</span> +non c’è; ma si sa beffarsi delle idee correnti, +che si riconoscono false e ridicole, si +è uomini spiritosi. +</p> + +<p> +Chi è figlio solo di suo padre e di sua +madre non sarà mai un uomo di spirito e +neppure un uomo spiritoso, perchè i padri +e le madri, in genere, amano fabbricare +dei.... cretini. +</p> + +<p> +In questo, per essi, sta la vera propagazione +della razza umana e.... per Dio!... le +scuole li secondano bene e compiono +l’opra. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Siccome Ildebrando e Caterina non avevano +saputo veder altro in Maddalena che +una macchinetta di carne, cui basta impinzare +di cibo, coprire e mandare a scuola — e +non avevano mai pur sospettato la possibilità, +il dovere di una cura dell’anima; +così avvenne che Maddalena dovette riescir +<span class="pagenum" id="Page_75">[75]</span> +figlia di Severina, la quale non vi +mise, del resto, alcun proposito di corruzione. +</p> + +<p> +A lei bastò d’essere Severina. +</p> + +<p> +Per la mancanza d’altri principj e di +esperienza da opporre a quella scuola, per +la sua natura e per l’età, Maddalena era +già terreno ben preparato per certa coltivazione. — Restava +solo da lasciarvi cadere +la semente. +</p> + +<p> +Fin dal primo giorno Severina aveva parlato +a Maddalena come si parla ad una +donna già donna — con una perfetta indifferenza +di soggetti, come si discorre della +pioggia e del bel tempo. Dai particolari della +<i>toilette</i> a quelli della più intima igiene — capitolo +speciale — dai commenti liberissimi +sui fatti diversi riportati dai giornali +alle discussioni sulle passioni descritte nei +romanzi, aggiunte le chiose sulle situazioni +più.... interessanti — tutto aveva il colorito +d’una realtà così semplice che Maddalena +<span class="pagenum" id="Page_76">[76]</span> +non poteva a meno di sorridere, prendendovi +un piacere infinito. Ella si diceva che +sino a quel tempo era stata così chiusa in +sè stessa, solo forse perchè non aveva mai +sentito parlare. Quello di Severina soltanto +le pareva un parlare. +</p> + +<p> +Da Severina seppe che il cuore d’una +donna è un valore nominale inutile, spesso +dannoso a lei — che il valore reale corrente, +e il solo quindi che le dà valore e le torna +utile, è la sua <i>toilette</i>. +</p> + +<p> +Una bella donna con un bel cuore, ma +senza una bella <i>toilette</i>, è nulla in confronto +d’una donna anche bruttina ma +molto elegante. +</p> + +<p> +Da Severina seppe che gli uomini, in genere, +colle donne, o fanno il tiranno o fanno +l’imbecille. Fanno il tiranno con quelle +poverine tutto cuore, senza fiele, che, cresciute +per il sacramento, non conoscono +che la sommissione, il lavoro e la rassegnazione — fanno +l’imbecille colle furbe, che +<span class="pagenum" id="Page_77">[77]</span> +hanno il talento della pelatura, amano l’ozio, +la vita gaudente.... e mettono alla porta chi +vien fuori di tempo, solo perchè ne ha il diritto.... +o, per lo meno, crede d’averlo. +</p> + +<p> +Da Severina seppe che gli uomini, sempre +in genere, cercano nella donna un talento +solo: <i>l’arte di</i>.... — scusate, ma non +ricordiamo la parola. +</p> + +<p> +A farla breve, in poco tempo Maddalena +ricevette tante lezioni da potersi dir maestra.... +se non altro, in teoria. Le mancava +la pratica, ma sulle prime pareva non curarsene. +</p> + +<p> +Anzi affettava un tal disprezzo per l’uomo, +che, alla sua età, faceva ridere. Mentre le +altre fanciulle, a seconda del grado maggiore +o minore di modestia o di ipocrisia, +sol che vedano un uomo simpatico, gli piantano +in faccia due avidi occhi o gli lasciano +andare, così di traverso, quella timida occhiatina +che dice tante cose; Maddalena non +si degnava di guardar alcuno, qualunque +<span class="pagenum" id="Page_78">[78]</span> +fosse l’eleganza o la bellezza di chi passava. +Li vedeva, s’intende, ma il suo sguardo sembrava +fisso, diritto, sur un punto invisibile, +che non aveva nulla d’umano. +</p> + +<p> +E come andava! Marciava. +</p> + +<p> +Impettita, la bocca sdegnosa, con passo +fiero, piuttosto lungo, sempre eguale, non +curante i miseri mortali che incontrava, +lasciando cader solo uno: <i>stupido!</i> se alcuno, +per caso, abbagliato dalla di lei bellezza, +osava fermarsi, susurrando una frase +d’ammirazione. +</p> + +<p> +Ah! sì, Maddalena s’era veramente fatta +bellissima in pochi mesi, dacchè aveva apprese +e praticate tutte le arti, diremo così, +cosmetiche di Severina, non esclusa quella +tanto vantaggiosa per la bellezza, che consiste +nel dare ad una buona mensa la debita +importanza. E il risultato si vedeva. +Tutto quello che doveva spiccare.... spiccava — e +il suo catechista, se l’avesse riveduta +allora, con quanto fervore avrebbe +<span class="pagenum" id="Page_79">[79]</span> +esclamato: <i>Oh! virgo potens! — Oh! causa +nostræ letitiæ! — Oh! vas insigne devotionis! — Janua +cœli!</i> +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Un giorno Severina, la quale aveva notato +la specie di sprezzo di cui Maddalena +sembrava onorare gli uomini, sprezzo che +faceva contrasto con tutte le varie curiosità +onde la giovinetta era presa — le disse: +</p> + +<p> +— Non sprezzar tanto, mia cara.... non +crederti superiore alle altre donne, perchè +tu pure, come le altre donne, hai un cuore, +e sei di carne. Sta certa che verrà anche +per te il momento di perdere la testa. +</p> + +<p> +— Oh! io non m’innamorerò mai. +</p> + +<p> +— Perchè?.... +</p> + +<p> +— Perchè non posso desiderare alcun +uomo, se il mondo è come lo dipingi tu.... +Prima di conoscerti, alle volte fantasticavo.... +ti dico la verità.... è tanto naturale.... — ma +<span class="pagenum" id="Page_80">[80]</span> +ora che, grazie a te, so cosa è il +mondo.... +</p> + +<p> +— Che bambina!.... E se trovassi un’eccezione +fra questi uomini? +</p> + +<p> +— Un’eccezione? +</p> + +<p> +— Un uomo può essere il più sciocco o +il più malvagio degli uomini.... ma quando +una donna lo trova bello.... egli diventa il +migliore degli uomini. Le donne credono di +amare un uomo per le sue qualità.... come, +del resto, anche gli uomini credono di amare +una donna per i suoi pregi morali. Non è +vero. Si ama quell’uomo o quella donna +perchè i suoi lineamenti, e spesso anche solo +le altre sue forme, rispondono a quel sentimento +del bello che è in noi, e vive ed è in +continua agitazione, senza che noi vi riflettiamo, +ricercando avidamente delle soddisfazioni. +Un artista mi diceva che è il sentimento +estetico.... Io non lo credo. Quando +penso a quello che sento io, credo invece +sia il sentimento del sesso.... Infatti, incontrando +<span class="pagenum" id="Page_81">[81]</span> +una bella donna, io dico solo: «Ecco +una bella donna» — è la sensazione purissima +dell’occhio che vede un complesso +armonico di linee.... Ma quando io incontro +un bell’uomo, ossia quell’uomo che, secondo +la mia natura, è bello, io sento una +commozione, alla quale ti giuro che l’Accademia +delle Belle Arti è affatto estranea. +</p> + +<p> +— Tu senti una commozione? Dammene +una idea.... +</p> + +<p> +— Non posso.... non capiresti. La stessa +tua domanda mi mostra lo stato dell’anima +tua. Essa desidera, essa attende.... ma egli +non viene. Tu non sai chi egli sia, nè dove +possa trovarsi. Forse verrà domani.... forse +fra un anno.... fra dieci.... venti.... forse +non verrà mai. +</p> + +<p> +— Ah! non dirlo.... +</p> + +<p> +— Vedi.... come ti sei tradita! Il tuo disprezzo +per gli uomini è il disprezzo di +certi giovinetti per le donne. Non potendo +ancora sentire, non possono comprendere +<span class="pagenum" id="Page_82">[82]</span> +quello che sentono gli altri, e per ciò solo +credonsi invulnerabili e compassionano o +deridono chi cade. Ma viene anche per essi +il giorno terribile.... E se non viene.... tanto +peggio! Allora, che vita miserabile! — Dunque +ora siamo intese, e quando verrà, dimmelo. +</p> + +<p> +— Io lo cerco nella folla e non lo trovo. +</p> + +<p> +— È un errore il cercare. Alla tua età si +ha un ideale che non si saprebbe forse +nemmeno dire come sia fatto.... È un po’ +di tutti.... e non è niente di nessuno.... È.... +è.... quando verrà, tu dirai: «Eccolo.... è +lui!» — e ti parrà d’averlo sempre conosciuto. — +</p> + +<p> +Severina aveva ragione, e Maddalena desiderava +ardentemente di poter esclamare +qualche giorno, magari presto.... «Eccolo, +è lui!» — ma non sperava molto. Intanto +continuava a marciare sprezzante: dicendo +fra sè: «Possibile che fra tanta gente non +vi sia quello che voglio io?» +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_83">[83]</span> +</p> + +<p> +Erano le quattro di sera di una tiepida +giornata di novembre, e le nostre amiche +uscivano dalla cancellata dei giardini, +quando Severina sentendo sul suo una leggiera +pressione del braccio di Maddalena, +domandò: +</p> + +<p> +— Che cosa c’è? +</p> + +<p> +— È strana! sai che quasi quasi direi.... — Maddalena +non potè finire. Un giovine +signore, incontrandole in quel punto, s’era +fermato salutando rispettosamente la fanciulla +e prendendo la mano di Severina. +</p> + +<p> +— La signora Maddalena mia vicina ed +amica — fe’ Severina, presentando — mio +fratello.... — +</p> + +<p> +Il fratello disse poche parole, poi risalutò +e si allontanò. +</p> + +<p> +A Maddalena erano parse insignificanti le +frasi che Severina e quel signore avevano +scambiate. Severina non vide che quel signore +aveva guardato più volte a lungo +negli occhi di Maddalena — nè che questa +<span class="pagenum" id="Page_84">[84]</span> +aveva sopportate con sufficiente fermezza +quelle occhiate, e aveva sorriso all’ultima +che egli, staccandosi, avevale lanciata. +</p> + +<p> +— Ti piace mio fratello? — fe’ scherzando +Severina, non appena fu sola coll’amica. +</p> + +<p> +— Visto che è tuo fratello, ti dirò che mi +piace! — rispose Maddalena, ridendo. +</p> + +<p> +Severina non seppe resistere, e ne disse +tutto il bene che ne pensava — e non era +poco. +</p> + +<p> +— Non l’ho mai veduto da te.... — notò +Maddalena. +</p> + +<p> +— Non viene quasi mai.... e quelle poche +volte che viene.... è di sera. +</p> + +<p> +— Ah! — +</p> + +<p> +Qui dobbiamo avvertire che se pareva +esistere, ed esisteva anche, grande intimità +fra le due amiche, v’era però una specie +di regolamento.... di etichetta, diremo, che +Severina non aveva imposto, ma che la +finezza di Maddalena aveva compreso sin +dal principio, regolamento ch’ella si sarebbe +<span class="pagenum" id="Page_85">[85]</span> +ben guardata dall’infrangere, e l’osservanza +del quale ella capiva essere forse +la condizione principale della loro amicizia. +L’una aveva saputo farsi intendere, +parlando sulle generali — e l’altra aveva +inteso bene. +</p> + +<p> +Ella sapeva che Severina riceveva solo in +certe ore — e in quelle ore non aveva mai +trovato nessuno da lei. Sapeva che Severina +non voleva far visita ad alcuno per non riceverne. — Aveva +fatto un’eccezione per lei, +Maddalena — e basta. +</p> + +<p> +In questo, Severina era stata molto morale — o +molto prudente, per ragioni d’interesse +tutto suo? +</p> + +<p> +Sul punto di lasciarsi, quello stesso giorno, +Severina, ricordando certe parole di +Maddalena, domandò: +</p> + +<p> +— E che cosa volevi poi dire, poco fa? +</p> + +<p> +— Quando? +</p> + +<p> +— Ma sì.... quando hai esclamato, mi +pare: «È strana.... quasi quasi direi....» +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_86">[86]</span> +</p> + +<p> +— Ah! aspetta.... — fe’ Maddalena con +sforzo per raccapezzare.... — ma.... non mi +ricordo proprio più. +</p> + +<p> +— Bè! me lo dirai un’altra volta. Addio. — +</p> + +<p> +Maddalena aveva mentito. Se ne ricordava +benissimo — ma se prima avrebbe +parlato e volentieri, ora non voleva più +parlare. Forse col tempo, se.... +</p> + +<p> +Gli è che, prima, avendolo per un ignoto +qualunque che passava ignoto a lei e alla +compagna, coll’esclamare: <i>Eccolo, è lui!</i> +non avrebbe fatto che esprimere un’impressione +nuovissima per lei — egli sarebbe +tosto scomparso per sempre e l’impressione +si sarebbe cancellata, lasciando +tutt’al più un lieve rammarico di brevissima +durata.... — ma ora, come esprimere +quell’impressione alla sorella di suo fratello? +</p> + +<p> +E se Severina parlasse? E se il fratello +dicesse per caso, ridendo, d’aver pensato +in veder lei, Maddalena, per la prima +<span class="pagenum" id="Page_87">[87]</span> +volta: <i>Eccola, non è lei!</i> — quale disfatta pel +suo amor proprio, quale punizione del dispregio +ch’ella aveva sin allora affettato per +gli altri uomini! +</p> + +<p> +Il primo da lei desiderato, che.... la rifiutava! +</p> + +<p> +— No, no, tacere e attendere. Nello stesso +modo che con un po’ di pazienza — si diceva — sono +riescita a conoscere Severina — con +un altro poco riescirò a conoscere suo fratello.... +e ciò non mancherà, se l’impressione +che io ho prodotta in lui è simile a +quella ch’egli ha prodotto in me.... Dovrà +essere precisamente lui quello a cui io sarò +indifferente, quando tutti si fermano quasi +estatici a mirarmi al mio passare? — +</p> + +<p> +Guardossi nello specchio, provò il sorriso +col quale lo avrebbe salutato, incontrandolo +la seconda volta — e allora sperò. +</p> + +<p> +La notte tuttavia non fu senz’ansie. +</p> + +<p> +Quando avrebbe potuto rivederlo? e che +sarebbe avvenuto poi?.... e.... e.... tutti quegli +<span class="pagenum" id="Page_88">[88]</span> +e che crea il sogno nella veglia, in cui +si scorge da lungi una realtà possibile e si +hanno ancora tutte le incertezze, per non +dire i timori che non si tratti appunto che +d’un sogno. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +L’impressione poteva essere effimera, poteva +aver fatto nascere un puro capriccio, +ma era stata forte da ambe le parti. Chi +poteva muoversi — l’uomo — cercò tosto +chi non poteva muoversi, la donna, alla +quale, per molte ragioni, non era permesso +far un sol passo per cercare. +</p> + +<p> +Ecco, come, l’indomani mattina, Maddalena +uscendo con Brigida, la domestica, per +la provvista giornaliera, s’imbattè nel giovine +signore. — Ma l’incontro fu per lei +così improvviso, ch’essa non ebbe tempo +neppur di pensare a fargli quel tal sorriso +studiato il giorno prima. Scossa, confusa, +<span class="pagenum" id="Page_89">[89]</span> +chinò il volto tutto di bragia e passò. E fu +il miglior saluto. +</p> + +<p> +Si rividero così una, due, quattro mattine +di seguito.... ma, preparata allora, ella +potè rispondere al di lui saluto con una +grazia e con un sorriso, che dovevano scompigliare +quel favorito fra i mortali. +</p> + +<p> +Maddalena, dopo aver incontrato tre volte +il giovine signore, s’aspettava che, da un +momento all’altro, Severina avesse a dirle: — Sai, +mio fratello ti ama e mi ha incaricata +di esaminare il tuo cuore. — Ma vedendo +che Severina non solo non toccava +quel tasto, ma non si lasciava sfuggire alcuna +allusione, per quanto lontana, ad una +possibilità di simpatia fra i due giovani — il +quarto dì perdè la pazienza e volle esplorare +il terreno. Come un bravo esploratore, +cominciò tuttavia molto guardinga — tanto +temeva ancora: +</p> + +<p> +— Questa mattina ho incontrato tuo fratello. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_90">[90]</span> +</p> + +<p> +— Ah! sì? — fe’ Severina con indifferenza. +</p> + +<p> +— È la quarta volta che lo incontro.... +</p> + +<p> +— Come!? Da quando? — esclamò Severina, +che non potè frenare un moto di +sorpresa, e nel cui sguardo Maddalena vide +con stupore qualche cosa di feroce che la +colpì e la rese ancor più cauta. +</p> + +<p> +— Almeno mi pare che sia lui, tuttavia +posso ingannarmi.... — poi, dopo un momento +di silenzio: — Ha moglie tuo fratello? +</p> + +<p> +— Non l’ha e non la prende! — disse +seccamente Severina lanciandole una occhiata +sospettosa e scrutatrice. +</p> + +<p> +— Fa bene! — fu pronta a dir bravamente +alto Maddalena, continuando poscia +fra sè: «Ho capito. Egli sarà ricco e +si avrà paura che sposi una ragazza povera +o quasi. Prudenza allora, e lavoriamo sotto +acqua. Chi sa che un giorno io non venga a +dirti: Severina, gioisci con me; tuo fratello +mi sposa. — Se ciò avverrà, come io farò +<span class="pagenum" id="Page_91">[91]</span> +di tutto perchè avvenga, t’assicuro che te +l’annuncerò con tutto il giubilo che si deve +avere quando si finge dar per lietissima +una notizia che si sa dover tornar molto +dolorosa.» +</p> + +<p> +— Io farò di tutto perchè avvenga — aveva +detto Maddalena, e cominciò subito l’indomani +a far qualche cosa, col dare al +suo sguardo un’espressione che era un +invito. +</p> + +<p> +Brigida aveva ricevuto inoltre delle istruzioni — e +quando il giovine signore si avvicinò, +la fantesca scomparve nella bottega +del droghiere. +</p> + +<p> +Questo gioco, ripetuto il giorno successivo, +fece capire al giovine che non si trattava +di caso e ch’egli poteva ardire. Onde +ardì subito. +</p> + +<p> +All’incontrar la giovinetta sola, vedendone +lo sguardo più che mai incoraggiante, si +fermò, e salutandola come si saluta una +duchessa: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_92">[92]</span> +</p> + +<p> +— Buon giorno, signorina.... Vorrebbe lasciarsi +salutare! +</p> + +<p> +— Troppo gentile — (pausa, in cui si +guardavano sorridenti, egli incerto, ella provocando +tutto) poi: — Va da sua sorella? — +</p> + +<p> +Il giovine non potè a meno d’arrossire, +e balbettò: +</p> + +<p> +— Da....? ah! sicuro.... da mia sorella.... +A proposito, non ho mai avuto il piacere +di incontrarla da Severina. +</p> + +<p> +— Non vado mai da lei la sera. +</p> + +<p> +— Ed Ella sa che io vi vado di sera? +</p> + +<p> +— Sì, me l’ha detto sua sorella. +</p> + +<p> +— Allora v’andrò di giorno. +</p> + +<p> +— Non glielo consiglio.... Non credo che +sua sorella sentirebbe un gran piacere se +ci vedesse incontrarci. +</p> + +<p> +— Come fa a saperlo? +</p> + +<p> +— L’ho capito. +</p> + +<p> +— Ed Ella è indifferente a questo? +</p> + +<p> +— A.... cosa? +</p> + +<p> +— Alla contrarietà che Severina mostrerebbe, +<span class="pagenum" id="Page_93">[93]</span> +secondo Lei, se sapesse che ci siamo +riveduti.... +</p> + +<p> +— Ma.... — e fingeva incertezza guardando +il suolo. +</p> + +<p> +— Dica pure.... +</p> + +<p> +— Non.... so.... — e continuava il gioco. +</p> + +<p> +— Allora glielo dirò in altro modo. Se +mia sorella fosse contenta che io La incontrassi.... +Ella cosa ne penserebbe? +</p> + +<p> +— Non.... so.... — ma stavolta lo sguardo +si levò timidamente, amoroso, sul volto del +giovine, quasi a supplicarlo di non crederle. +</p> + +<p> +— Pensandovi qualche tempo.... potrebbe +riescire a saperlo? +</p> + +<p> +— E.... poi? — Ella si guardava d’intorno +quasi smarrita. +</p> + +<p> +— E poi.... vedremo. Intanto non dica +niente — se crede — del nostro incontro +a Severina. La mia famiglia ha una gran +paura che io pensi a maritarmi.... gliene +dirò poi le ragioni. Del resto, io sono padrone +<span class="pagenum" id="Page_94">[94]</span> +di me stesso.... Ma forse, per una +prima volta, ho già abusato della sua +bontà.... Se è così.... creda.... glielo dico +sinceramente.... creda che io bramo solo +di abusarne al massimo grado. — +</p> + +<p> +E con questo scherzo, ridendo, si lasciarono. +</p> + +<p> +Si rividero.... si parlarono..., molto si +parlarono, per ripetersi che si amavano. +</p> + +<p> +Vediamo un po’ addentro in questo amore.... +Vi sono tante specie d’amore! +</p> + +<p> +Non v’è forse anche l’amore senz’amore? +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_95">[95]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Chi era, innanzi tutto, il giovine signore, +per il quale Maddalena aveva provato i +primi palpiti? +</p> + +<p> +Vi sono dei giovinotti che fanno la bella +vita, ossia odiano ogni lavoro, vestono bene, +mangiano meglio, si vedono dappertutto +dove c’è qualche cosa da godere, che sulle +labbra hanno sempre il sorriso dell’uomo +felice, fra le labbra uno zigaro di contrabbando, +cui non mancano mai venticinque +centesimi per il <i>vermouth</i> o per l’<i>absinthe</i> — e +che non hanno rendite accertate. Per lo +meno, nessuno le conosce. +</p> + +<p> +Infatti, sostanza propria non ne hanno +<span class="pagenum" id="Page_96">[96]</span> +mai avuto, meno qualcuno che ha, o si dice +abbia consumato, qualche migliajo di lire +slanciandosi nel mondo. +</p> + +<p> +Sia come si vuole, la loro fortuna è ora +composta soltanto di debiti, ma a guisa +dei grandi Stati, a cui essi commettono la +spiritosità di paragonarsi, tali debiti sono +per essi una fonte di credito. +</p> + +<p> +La loro ricetta per pagare i debiti è la +solita: i vecchi non pagarli. — i nuovi farli +diventar vecchi. +</p> + +<p> +Hanno delle amanti di tutti i generi, +specialmente del peggiore.... che non è il +meno abbondante — e nel numero si trovano +anche delle donnine a modo, la cui +onestà ha avuto un istante di.... sonnolenza, +come si trovano delle donne che non +aspettano più i cinquanta, ma che li hanno +dimenticati. La vecchiaja deve pur esser +consolata, se si vuol guadagnare.... il +cielo. +</p> + +<p> +Non sono precisamente lenoni o cinedi, +<span class="pagenum" id="Page_97">[97]</span> +o mantenuti o buffoni.... nel senso medioevale.... sono +un <i>consommé</i> di tutto questo. +</p> + +<p> +Anche la parola <i>parassiti</i> è un po’ troppo +bassa per qualificarli.... perchè sono piuttosto +<i>invitati</i> che mendicanti. Diremo: son +gente che <i>san fare</i>! San fare colle donne, +le quali hanno sempre un estremo bisogno +di ridere, e talvolta — <i>en petit comité</i> — anche +di sghignazzare. +</p> + +<p> +San fare cogli amici ricchi — non apprezzano +che la società degli amici possidenti.... +molto possidenti — i quali, annojati +o sciocchi, hanno bisogno assoluto e +continuo di qualche bello spirito che li distragga, +si lasci burlare, li burli, li presenti +ad una ballerina o ad una.... signora, +e partecipi ai loro olimpici sacrifizj notturni. +</p> + +<p> +I meno abili, al tempo del bagni e delle +villeggiature, restano in città — i più abili +partono e non di rado tornano in fondi. +</p> + +<p> +Non hanno ricevuto quel che si dice una +<span class="pagenum" id="Page_98">[98]</span> +educazione — ma sul bigliardo, al tavolo +da gioco, in stalla e nei gabinetti di Venere +hanno imparato tanto, che più di una celebrità +scientifica o letteraria, appetto di loro, +farebbe la figura di un imbecille o d’un +uomo dell’altro mondo. +</p> + +<p> +Non pochi sarebbero imbrogliati a scrivere +una lettera al sarto.... ma è certo che +a una prima rappresentazione d’un’opera, +d’una commedia o d’un ballo, la loro sentenza +è irrevocabile. Per il ballo, vada; è +questione di piedi. +</p> + +<p> +Questo è quello che si vede di tal sorta +di gente, dai diciotto ai trentacinque anni +circa. Dopo, chi muore logorato dagli eccessi — chi +s’imbarca sul mar conjugale +con una invidiabile indifferenza per le avarìe +che la nave ha già sofferte.... e potrà +soffrire in seguito — chi vivacchia il più +onestamente.... che può, sul gioco — chi si +fa mentore di qualche rampollo, per sorreggerlo +nei primi passi sul sentiero.... della +<span class="pagenum" id="Page_99">[99]</span> +gloria e della virtù — chi si fa.... sensale di +connubj più o meno legali — e chi va in +galera.... o meriterebbe d’andarvi. +</p> + +<p> +I più onesti, i più indipendenti diventano +letterati, ossia scrivono tutti i giorni una +lettera a qualche vecchio amico — a qualche +noto negoziante — nelle quali lettere si è +sicuri di trovar sempre le seguenti parole: +<i>Caduto assoluta miseria — supplico filantropia — qualunque +tenue elemosina — eterna +riconoscenza — lasci risposta portinajo</i>. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Giulio Bindi non era ancor uno di quegli +individui di cui ci siamo or ora occupati, +ma aveva tutte le buone disposizioni e batteva +proprio la via giusta per divenirlo. +</p> + +<p> +Ma dobbiamo anche dire che, nato in altra +famiglia, egli sarebbe probabilmente +cresciuto qualche cosa di meglio. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_100">[100]</span> +</p> + +<p> +Suo padre era un fiacchissimo uomo, +con un carattere ancor più debole. In +gioventù era stato sempre schiavo degli +amici; quando gli diedero moglie — per +strapparlo dalle unghie d’una sgualdrinella, +che, fingendo filare del sentimento, non faceva +che pulirlo e poi ripulirlo indefessamente — egli, +che era abituato a vivere da +schiavo, fu spaventato della responsabilità +assuntasi; il bastone del comando in casa +sua gli sembrò d’un peso insostenibile e +scambiò le parti, prendendo volontariamente +quella dell’obbedire. Meno male se +la moglie fosse stata una donna di buon +senso, energica, risoluta, ma essa non era +che buona.... Sapeva mangiare, si lasciava +vestire, e pel resto si rimetteva a quanto +faceva una vecchia cameriera, la quale l’aveva +veduta nascere e l’aveva seguita nel +matrimonio. Per fortuna quella valeva qualche +cosa ed era onesta, se no, povera casa! +</p> + +<p> +Nasce Giulio. Che cosa volete riesca con +<span class="pagenum" id="Page_101">[101]</span> +un padre il quale non sa cosa sia volontà, +e con una madre la quale dice sempre di +sì — gente che ignora cosa deve essere +realmente la vita, e non ha altre idee del +mondo se non queste: che vi sono delle +botteghe in cui si compera il cibo — dei +mercanti che vendono gli abiti — e che +d’autunno si va in campagna, perchè c’è +l’aria fina? +</p> + +<p> +Lasciate fare a lui! A tre anni strilla tutto +il santo giorno, rompe tutto — a quattro, +prova che la favella è stata data all’uomo +per dir insolenze. Comanda a bacchetta +tutte le più strambe enormità.... Se qualcuno +s’avvisasse di resistergli..... come +Luigi XIV imporrebbe il suo capriccio collo +scudiscio — a otto anni fuma, a dieci vien +sfrattato dalla scuola per scandalo. +</p> + +<p> +Lo fanno studiare privatamente, perchè +finisca d’imparare.... niente — a quindici +anni va.... dapertutto.... — A sedici ha già +quattromila lire di debiti. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_102">[102]</span> +</p> + +<p> +Padre e madre, come imbecilliti dallo +spavento, lasciano fare...., essi capiscono +ch’egli rovinerà la casa, ma come resistere? +Essi non pensano che a lagnarsi col +terzo e col quarto, ma non sanno fermare +il già terribile dissoluto. +</p> + +<p> +Uno zio interviene — cerca far capire la +ragione, mettendogli sott’occhi tutte le conseguenze +disastrose e non lontane, perchè +la famiglia è semplicemente e modestamente +agiata. +</p> + +<p> +Miracolo insperato.... riesce a persuadergli +di mutar sistema. +</p> + +<p> +Sì, Giulio si pente, Giulio si impiegherà — e +sarà presto un uomo come si deve.... +Se, finora, è stato il dolor di capo di casa +sua.... si sa bene.... gioventù.... quella benedetta +gioventù! +</p> + +<p> +Ecco Giulio impiegato.... chi sa, chi sa +un giorno cosa diventerà?! +</p> + +<p> +Che cosa? aspettate sei mesi. Egli ed un +amico hanno fatto la conoscenza di due mime.... +<span class="pagenum" id="Page_103">[103]</span> +che, per una certa mimica..., siamo +intesi! — Ma ci vuol molto denaro per +scritturarle.... e, denaro, nè l’uno nè l’altro +ne hanno. Perdersi d’animo per questo?.... +Diavolo....! si fa una cambiale falsa! +</p> + +<p> +La cosa viene scoperta — fulmine in casa +Bindi — chi corre di qua, chi corre di là +per vedere, per sentire, per rimediare, per +assopire.... e, si intende, per pagare. +</p> + +<p> +Giulio è consigliato di dar le sue dimissioni, +ed eccolo a spasso tutto il giorno +come un virtuoso senza scrittura. +</p> + +<p> +Il padre e la madre non fanno che piangere, +non mangiano più.... e in breve se ne +vanno all’altro mondo. +</p> + +<p> +Giulio non perde il tempo a piangere.... +fa i conti. — Vendendo tutto, gli restano +ancor cinquantamila lire.... +</p> + +<p> +A ventitrè anni ne ha già mangiate quaranta +in buona compagnia.... e comincia a +domandarsi se non gli converrebbe sposar +Severina. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_104">[104]</span> +</p> + +<p> +Egli ha conosciuto, due anni prima, Severina +ai bagni e le ha ispirato una forte passione — passione +tutta sensuale, se volete, +ma quel che è certo è che Severina va +matta per Giulio, tanto, che non solo non +gli ha mai chiesto niente, ma lo colma continuamente +di doni di valore, ch’egli ricambia.... +con dei mazzolini di fiori. +</p> + +<p> +Giulio non ama Severina, ma l’accetta, +primo, perchè come donna non è da disprezzarsi — secondo, +perchè egli sa che +ella non avrà il cuore di lasciarlo esposto.... +alle intemperie, quando saranno sfumate +anche le ultime diecimila lire. +</p> + +<p> +Come si spiega il pazzo furore di Severina +per Giulio? Ecco: in amore, prima di +tutto, è difficile spiegare qualche cosa — ma +in questo caso si spiega col dire che +Giulio era l’ideale d’una fantasia!.... +</p> + +<p> +Se scriviamo la parola, gridate all’immoralità. +</p> + +<p> +Giulio era un bel giovine — non una +<span class="pagenum" id="Page_105">[105]</span> +perfezione, via....; per esempio, le estremità +lasciavano a desiderare — ma aveva nel +viso un’espressione così originale che a +certe donne dava il capogiro. +</p> + +<p> +Quando egli guardava con intenzione una +pecorella desiata, si pensava all’Arcangelo +Gabriele che, sorridente come un Satiro, le +dicesse, non col labbro, col solo sguardo: — Non +è peccato, veh! — +</p> + +<p> +Uno stimolo.... ed insieme un conforto. +</p> + +<p> +Ecco quel che aveva sedotto Maddalena. +</p> + +<p> +Cosa singolare, ella fu iniziata alla vita +da un profumo e da un sorriso. +</p> + +<p> +Il profumo di Severina le aveva aperto +l’animo alla voluttà — il sorriso di Giulio +gliene aveva dato la sete — e si sa cos’è +la sete.... quando non si può bere. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Una donna può aver sortito la natura più +ardente e saper imbrigliare, se non la propria +<span class="pagenum" id="Page_106">[106]</span> +fantasia, per lo meno i suoi desiderj +tanto da poter attendere, senza soffrire, che +spunti il giorno delle nozze legali — le sole +che le insegnarono essere riconosciute dalla +società. +</p> + +<p> +Ma per aver siffatta forza d’animo, per +mantenersi sempre presente a sè stessa in +modo da deludere ogni insidia, in modo da +rendersi sorda alle grida del suo sangue, è +necessario che, nella sua educazione, vi sia +stato qualche cosa che l’abbia messa presto +in guardia contro i così detti pericoli. +È necessario quindi che le abbiano insegnato +quel pudore che in natura non esiste; +che, nelle prime letture, vi sia stata una +direzione; che non abbia fatto le seconde +letture; che abbia avuto la scuola del buon +esempio; o che, avendo avuto per caso l’altra +scuola, quei mali esempj abbiano partorito +tali funeste conseguenze da spaventarla +e da consigliarle l’apatia siccome la +miglior ricetta per vivere tranquilla. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_107">[107]</span> +</p> + +<p> +Ma quando una donna cresce senza che +le insegnino nulla — senza veder nulla — senza +aver appreso niente alla scuola del +mondo, formandosi da sè stessa sola il +proprio carattere, è molto probabile, diremmo +certo, che se non la salvano gli altri, +da sè stessa non sappia salvarsi dalle +prime seduzioni, e che ella affretti anzi la +sua caduta — perchè il suo carattere morale +non è che il suo temperamento fisico, +l’unico consigliere ch’ella conosca.... senza +conoscerlo. +</p> + +<p> +Ed è quello che sarebbe avvenuto a Maddalena, +solo che avesse conosciuto Giulio +prima d’aver ricevuto le lezioni di Severina, +la quale, facendo un po’ di fisiologia dell’amore, +le aveva insegnato delle cose che +per una fanciulla potevano essere utili. — In +genere — le aveva detto fra le altre — una +ragazza che ha un amante e vuol sposarlo, +non deve amarlo che platonicamente. +L’uomo essendo cacciatore.... va in giro +<span class="pagenum" id="Page_108">[108]</span> +fiutando per cercare la sua selvaggina, che +è la donna. Se la selvaggina pone una condizione +al lasciarsi pigliare.... può essere +che l’uomo non sappia resistere allo stimolo +dell’appetito, e per poter mangiare.... +accetti la condizione — ossia sposi. +</p> + +<p> +Se la selvaggina invece, sedotta dalle lusinghe +del bel cacciatore, trascura di porre +la condizione e non vola via, vien presa, +cucinata.... e divorata. +</p> + +<p> +La condizione della donna nella nostra +società è tale che noi dobbiamo dare — nel +fare il primo passo — la maggior importanza +a quello che per noi realmente +non ne ha — o se ne ha una.... è negativa — perchè +ponendo sempre quella condizione, +molti uccellini dal becco gentile +vedono, con grande dolore, un cacciatore +dopo l’altro prendere la fuga e restano là +sempre sul ramo, essi che, poverini, si farebbero +pigliare tanto volontieri.... finchè.... +sfiancati dall’ambascia, sfiatati e spiumati.... +cadono e spirano. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_109">[109]</span> +</p> + +<p> +Questo dico — diceva Severina — quando +si vuole il matrimonio che nella nostra società +assicura la considerazione.... e il pane, +anche se si è brutte o si ha perduto la +profittevole gioventù. +</p> + +<p> +Quando si è disposte a farne a meno del +matrimonio, e si ha il coraggio di andar +incontro a tutte le incertezze e a tutti i +rischi.... allora è un altro pajo di maniche. +</p> + +<p> +Ma allora bisogna anche prendere, e presto, +l’offensiva contro gli uomini. +</p> + +<p> +Severina non credette dover spiegare a +Maddalena che cosa fosse quest’offensiva. +</p> + +<p> +Maddalena voleva il matrimonio — non +solo perchè sua madre aveva sposato suo +padre, ma perchè essendo fortemente innamorata +di Giulio, non voleva correre il rischio +di perderlo col non porre l’accennata +condizione. +</p> + +<p> +Ma Giulio non accettava. Non poteva — diceva +egli. — Uno zio molto ricco l’aveva +minacciato di privarlo dell’eredità se mai +<span class="pagenum" id="Page_110">[110]</span> +avesse a prender moglie senza il suo permesso, +perchè la moglie voleva dargliela +lui. +</p> + +<p> +Lo zio ricco c’era infatti, ma guai a Giulio, +se dopo l’affare della cambiale avesse +osato pur di salutarlo! +</p> + +<p> +Ora Giulio — diceva lui — non voleva sposare +altra donna che Maddalena, ma bisognava +aspettare che lo zio facesse il suo +dovere di zio, ossia prendesse un biglietto +d’andata.... senza ritorno — ma intanto potevano +amarsi!! +</p> + +<p> +— Sì, amiamoci platonicamente — diceva +Maddalena — cosa che accomodava pochissimo +a Giulio, il quale per la fanciulla +aveva un forte capriccio, reso anche più +acuto dalla certezza assoluta d’esserne il +primo amante — ma non comprendeva l’amor +platonico e non voleva, nelle sue circostanze, +nemmen fermarsi sulla parola +matrimonio, visto che per la moglie occorreva +un bell’appartamento, una buona tavola, +<span class="pagenum" id="Page_111">[111]</span> +un morbido letto, abiti, cappellini, +divertimenti.... tutta roba che costa, e visto +che non conveniva rinunciare a Severina, +ossia al proprio benessere futuro. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Amiamoci platonicamente.... +</p> + +<p> +Ma era platonismo quello? +</p> + +<p> +Sì, se platonismo vuol dire.... vuol dire.... +allora era platonismo per loro come lo è +per molti amanti, come lo era per quella +tal mamma che diceva: — Nè per.... nè +per.... la mamma non sgrida mica.... basta +che.... — +</p> + +<p> +A noi pare una ipocrisia, una transazione +peggiore del così detto male. +</p> + +<p> +L’amore, nascendo per mezzo dei sensi ed +essendo continuamente servito dai sensi, +non può conservarsi perfettamente spirituale. +Eliminala la perfezione, siamo ridotti +al più o al meno materiale a seconda degli +<span class="pagenum" id="Page_112">[112]</span> +individui — e per quanto riguarda la sua +sfera d’azione, alle circostanze, alle paure.... +ed anche agli interessi. +</p> + +<p> +Or, quando in amore non può esservi il +più completo abbandono dell’anima e della +materia avvampanti d’una sola fiamma — e +si cerca un <i>modus vivendi</i> — l’amore +perde affatto il suo carattere sacro e diventa +una.... mostruosità. +</p> + +<p> +Ah! perchè mai, a questo punto, non possiamo +scrivere latino?! +</p> + +<p> +Maddalena poteva ancor presentarsi come +<i>Rosiera</i>, ma il suo spirito s’era corrotto e +il suo fisico ne risentiva guasti orribili. — E +amava da pochi mesi soltanto! — Ma poteva +ella, a lungo andare, uscire vittoriosa +da tale lotta? — Noi abbiamo veduto quali +fenomeni si manifestassero in lei — che cosa +ne pensasse il medico — che facessero i +genitori — e infine la ribellione di Maddalena +che, quando l’amorosa febbre fu +giunta al parossismo, non volle più saperne +<span class="pagenum" id="Page_113">[113]</span> +di subordinazione, di convenienze domestiche. +</p> + +<p> +Era pronta a tutto. +</p> + +<p> +E glielo disse a Giulio, l’indomani — dopo +avergli narrato la scena avuta in casa. +</p> + +<p> +— Guarda, Giulio.... io spero che non avrò +altre noje di questo genere, ma se mai tornassero +ad importunarmi per farmi sposare +quell’imbecille.... o chiunque altro...., +io ho già deciso.... io lascio famiglia e tutto +e vengo con te.... E allora avvenga che +vuole.... Io sento che non posso essere d’altri +che tua! — +</p> + +<p> +Queste parole, che avrebbero trasportato +in cielo un vero amante, diedero un colpo +mortale al capriccio di Giulio — lo spaventarono +tanto che, a sua volta, decise subito +in quello stesso istante di troncare ogni +rapporto con Maddalena. +</p> + +<p> +Ispirare una passione, anche furiosa, lo +lusingava, purchè però questo non avesse +mai a frastornare i suoi piani. Se Maddalena, +<span class="pagenum" id="Page_114">[114]</span> +come qualche altra di sua conoscenza, +si fosse rassegnata, pur con grave suo sacrifizio, +a prender marito, serbando viva la +sua passione per lui Giulio.... ah! allora +sì.... anzi quello era il da farsi, perchè il +loro amore sarebbe entrato in una fase novella, +nella quale i voti ardentissimi avrebbero +trovata larga soddisfazione — ma, +Maddalena, che rifiuta un partito conveniente +ed è risoluta a rifiutarne quanti altri +possono presentarsi, non solo, ma ad +abbandonare la casa paterna per gettarsi +nelle sue braccia.... per sempre!.... ah! +questa prospettiva è spaventevole. — +</p> + +<p> +Perdere Severina?.... Ah! non fia mai! +Bisognerebbe essere pazzi. E un Giulio commetter +pazzie? Ma siete matti? +</p> + +<p> +In quel momento, tuttavia, ringraziò con +effusione la generosa fanciulla.... le disse +che il di lei sacrifizio lo commoveva fin +nelle viscere — pianse con lei.... sul crudele +destino che li perseguitava, le giurò +<span class="pagenum" id="Page_115">[115]</span> +eterna fede, e la abbracciò e baciò con tale +trasporto, che la povera radazza, sentendosi +suggere dalle labbra e la vista e la vita, +non avrebbe certo ricordato le utili teorie di +Severina.... se egli in quel punto, temendo +una <i>buona fortuna</i> come la più grande +delle sventure, non si fosse imposto un assoluto +rispetto.... +</p> + +<p> +Maddalena partì compresa d’immensa gioja.... +e l’ultima sua occhiata, l’ultima sua +stretta di mano dissero a Giulio la di lei +profonda riconoscenza. +</p> + +<p> +Egli l’aveva risparmiata, quale maggior +prova d’amore? +</p> + +<p> +Il giorno successivo, Giulio s’appostò +in modo da non essere veduto da Maddalena; +quando, secondo il solito, ella separossi +dalla Brigida, la lasciò continuar sola +il suo cammino, e raggiunse invece la domestica +consegnandole un biglietto per la +giovinetta. Quindi s’allontanò. +</p> + +<p> +Egli non aveva altro a fare. <i>Era libero!</i> +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_116">[116]</span> +</p> + +<p> +Maddalena errava tutta mesta e inquieta +nella via in cui avveniva regolarmente il +suo incontro con Giulio, soffermandosi davanti +a questa e a quella vetrina, dando ad +intervalli rapide occhiate or in questa, or in +quella direzione, per veder s’egli giungesse; +per la prima volta Giulio non era +il primo al convegno — quando con sua +sorpresa sentì la voce di Brigida dirle sommesso: +</p> + +<p> +— Prenda....; una lettera per lei. +</p> + +<p> +— Una lettera di chi? +</p> + +<p> +— Di lui. +</p> + +<p> +— Oh! Dio! — e Maddalena, come colta +da un triste presentimento, impallidì; poi: — Chi +te l’ha data? +</p> + +<p> +— Ma lui! +</p> + +<p> +— Ma perchè? +</p> + +<p> +— Cosa vuole che ne sappia io? +</p> + +<p> +— Aspetta — ed entrata in una porticina, +aperse e lesse: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_117">[117]</span> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Mia carissima, +</p> + +<p> +«Perdonami se jeri non ti ho detto che +ragioni d’interessi mi obbligano ad assentarmi +per qualche tempo.... ma davvero, in +quel momento di tanta espansione, io non +avevo il coraggio di avvelenare la tua purissima +gioja con una sgradevole notizia. +</p> + +<p> +«Puoi imaginare se io non farò di tutto +per abbreviare la mia assenza! +</p> + +<p> +«Quando sarò di ritorno...., credo fra un +mese, sarà mia premura d’incontrarti. +</p> + +<p> +«Ricordati di me. +</p> + +<p class="indr"> +«<i>Tuo affez.</i> G.» +</p> +</div> + +<p> +Afflittissima, e tuttavia senza ombra ancora +di diffidenza nè di sospetto, tornò a +casa. Ma, allora, letto, riletto quel foglio, +meditando a lungo su ogni frase, per quella +temenza che prende sempre chi ama, si +turbò. Studiando l’atteggiarsi delle parole, +per indovinare, le parve di trovare troppa +regolarità. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_118">[118]</span> +</p> + +<p> +Giulio non poteva sentire alcun dispiacere +scrivendo quelle linee.... era freddo. E poi +era un esprimersi da uomo innamorato +quello? <i>Quando</i> sarò di ritorno.... <i>credo</i> fra +un mese.... Quando? Credo? E per un mese +egli la lasciava senza nuove — e non ne +desiderava di lei? <i>Ricordati</i> di me...? Ed egli? +E dove andava? Ragioni d’interesse? La +sua mente si perdeva.... Ella ebbe paura e +pianse. +</p> + +<p> +Ma quel pianto non poteva essere lungo. +Quasi subito si rivide, il giorno prima, in +compagnia di Giulio, che la rendeva pazzo +di felicità — e a quella visione incantevole, +ogni timore sgombrò. +</p> + +<p> +Era allora la fine d’aprile. Attese con pazienza, +con quanto dolorosa pazienza lo +dican gli innamorati, che passasse quel +benedetto mese. +</p> + +<p> +Ma quando fu scorso.... e uno, due.... +dieci altri giorni si successero, senza ch’egli +comparisse.... allora ella non ebbe più la +<span class="pagenum" id="Page_119">[119]</span> +forza di reggere al tormento, che ogni +giorno si faceva sempre più atroce.... e andò +a casa di lui. +</p> + +<p> +— Il signor Giulio Bindi è tornato? — chiese +alla portinaja. +</p> + +<p> +— Dice? +</p> + +<p> +— Il signor Giulio Bindi. +</p> + +<p> +— Non lo conosco. +</p> + +<p> +— Ma se abita qui! +</p> + +<p> +— Qui non abita nessuno.... nè lui.... nè +altri. — +</p> + +<p> +A tali parole per lei insensate, Maddalena +cominciando a credere di parlare con una +demente, disse: +</p> + +<p> +— Ma come!... non si ricorda più d’avermi +veduta molte volte passare in compagnia +del signor Giulio Bindi? +</p> + +<p> +— Oh! Sarà benissimo! — e la portinaja +ebbe uno strano indecifrabil sorriso — ne +passan molte qui in compagnia.... ma qui +non si domanda il nome di alcuno. +</p> + +<p> +— Ah! Dio.... Permetta che sieda.... perchè +io mi sento male. — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_120">[120]</span> +</p> + +<p> +Maddalena aveva la fronte coperta di +freddo sudore, e si sentiva infatti svenire.... +</p> + +<p> +Dopo essere stata un momento seduta, +appoggiata alla spalliera, muta, il capo +chino, gli occhi velati, respirando con affanno.... +ripreso coraggio, fissando quella +donna, esclamò: +</p> + +<p> +— Ma allora...?! +</p> + +<p> +— Ma allora — fe’ ruvidamente colei impazientata +a siffatta scena, che le pareva +incomprensibile — allora questa è una... +</p> + +<p> +— Ah! — stridette Maddalena raccapricciando, +e balzata in piedi, colle mani nei +capelli, fuggì.... +</p> + +<p> +— Quante sciocchezze! — borbottò la portinaia +sedendo e ripigliando la sua calza. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Quando Maddalena fu nella via, avvedutasi +che tre o quattro persone s’erano fermate +<span class="pagenum" id="Page_121">[121]</span> +di botto osservandola con curiosità, +diventò rossa. Con uno sforzo pensò a darsi +un contegno più dicevole per una giovinetta, +e tornò a casa — ma tremava tutta, i suoi +denti battevano e le labbra erano bianche. +I singulti le straziavan la gola, e la sua +mente sconvolta così s’agitava: +</p> + +<p> +— La sua casa!.... la sua <i>casa</i>!.... e io non +avevo capito niente? Ma come capire, se io +non sapevo niente? Ah! Giulio, tu mi tradisci..... +ma se mi tradisci..... guai!.... Un +mese.... ragioni d’interessi.... Bugiardo!.... +Ah! se ti trovo.... Se.... E ora dov’è? Come +potrò rintracciarlo? Come?.... Come.... ah! +sì.... sì.... già.... che me ne importa poi a +me della sua famiglia.... di tutti i motivi +che possono aver la sua famiglia e lui.... e +tutto il mondo!?... Sì, andrò da sua sorella.... +e.... e per Dio! che allora saprò +dove si può andarlo a cercare! — +</p> + +<p> +Alla certezza che fra poco avrebbe saputo +tutto, si fece un po’ più calma. Ma come +sbattevano ancora quelle palpebre! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_122">[122]</span> +</p> + +<p> +Senza por un minuto in mezzo, giunta a +casa, salì immediatamente da Severina e +tirò il cordone del campanello. +</p> + +<p> +Ma in luogo di vedersi schiudere al solito, +udì un leggiero sfregamento nell’uscio, e +tosto, all’aperta spia, le apparvero gli occhi +inquieti della domestica. +</p> + +<p> +— C’è Severina? +</p> + +<p> +— Sì.... ma c’è gente.... — rispose quella +a bassa voce e con aria misteriosa. +</p> + +<p> +— Allora tornerò. Ho bisogno di parlarle. +</p> + +<p> +— Torni, sì.... ma domani.... e... più +tardi. +</p> + +<p> +— Va bene. — +</p> + +<p> +La spia si chiuse, e Maddalena scese sospirando. +Bisognava attendere ventiquattro +ore. +</p> + +<p> +Fu bene per tutti che Severina in quel +momento avesse gente — se no, alle rivelazioni +di Maddalena, chi sa quali scene +sarebbero seguite! Allora non vi sarebbe +<span class="pagenum" id="Page_123">[123]</span> +stato certo un incidente che, se mise alla +prova la bontà del cervello di Maddalena.... +fu anche la medicina che la guarì per sempre +del suo amore. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +La giornata fu tanto lunga e uggiosa per +Maddalena, che ella non aspettò la notte +per coricarsi. Il crepuscolo cominciava appena +quand’ella chiuse, contro il solito, le +imposte, e si pose a letto. Le pareva che, +circondandosi di tenebre, non solo i suoi +occhi, ma anche la mente, potessero cessare +di vedere — e riposare. Ma s’ingannava. +</p> + +<p> +Le giovanissime e robuste membra avrebbero +avuto piuttosto bisogno d’una eccessiva +fatica fisica per poter esser fiaccate e +ridotte in balìa del sonno. +</p> + +<p> +Nella pienezza delle forze, dopo tante +commozioni, in un simile stato d’esasperazione, +credere che fra le coltri, nell’oscurità, +<span class="pagenum" id="Page_124">[124]</span> +in una calda sera di giugno, il travaglio +dell’anima e dei sensi potesse scemare, +era un errore, di cui ella dovè ben presto +sentire gli effetti. +</p> + +<p> +Allora il cervello s’accese, e se prima +aveva solo sospettato, temuto il tradimento.... +allora Maddalena, senza alcun sforzo, se +ne fece una realtà con colori tali che le tolsero +ogni lume di ragione. +</p> + +<p> +Avvoltata nel lenzuolo, s’agitava sul letto, +inconscia di sè, abbandonandosi a tutte le +stravaganze che, in quello stato morboso, +divenuta preda di sè stessa, la passione le +imponeva. Era un delirio. +</p> + +<p> +Or inveiva contro Giulio, caricandolo d’improperj — or +gli rivolgeva dimande, e poi, +come se avesse avuto risposta, gli replicava +furiosa.... e il dialogo continuava fra il suo +labbro e la sua mente.... +</p> + +<p> +Piangeva.... narrava le sue torture.... supplicava +e.... s’adirava di nuovo.... ma tosto — le +era forse stata detta una parola, una menzogna +<span class="pagenum" id="Page_125">[125]</span> +pietosa.... perdonava, gli rivolgeva i +più teneri accenti — il sereno era tornato, +rideva, si confessava pazza.... chiedeva +scusa. — Seguiva un lungo silenzio, pareva +assopito. Ma quindi si ridestava in un +nuovo accesso di furore....; il tradimento +era provato....! +</p> + +<p> +«Sei andato con lei....! Chi è? Voglio saperlo! +Voglio ucciderla.... e te pure ucciderò.... +ma.... dilaniarti voglio!» +</p> + +<p> +Il farneticamento durò più ore.... poi il +sonno tanto invocato, e invano, al coricarsi, +la colpì fulmineo. +</p> + +<p> +Batteva il tocco dopo mezzanotte quando +si svegliò. Si sentiva alquanto ristorata — la +mente era un po’ confusa, ma calma. Ricordava +il patito trambusto, ma con indifferenza....; +l’esaurimento di forze la rendeva +insensibile al dolore. Aveva solo una sete +ardente — accese il lume e bevè. +</p> + +<p> +Poi, coll’occhio semichiuso, affaticato, +stette qualche tempo appoggiata alla spalliera, +immobile, senza pensiero.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_126">[126]</span> +</p> + +<p> +A un tratto le parve di sentirsi male, d’essere +oppressa dal caldo, di non poter più +respirare. +</p> + +<p> +Lentamente lasciossi scorrere giù dal letto, +e vacillante mosse alla finestra ad aprirne +le vetriate. Sedutasi quindi là, respirò avidamente +per procurarsi qualche sollievo, +ma non ne ottenne, chè non spirava un filo +d’aria. +</p> + +<p> +Ai primi di giugno, la temperatura era +già torrida. Da un mese e più non cadeva +una stilla di pioggia. Fra la notte e il giorno +unica differenza era l’assenza del sole. La +stagione quell’anno era troppo bella, e gli +uomini invocavano fulmini e tempeste che +li liberassero da tanto felice primavera. +</p> + +<p> +Dopo un quarto d’ora d’inutile attendere, +Maddalena, non provando alcun refrigerio, +stava per tornarsene a letto, quando udì +chiudersi forte lo sportello della porta di +casa. Ciò non la interessava punto, ma +quando vi si aggiunse un rumor di passi +<span class="pagenum" id="Page_127">[127]</span> +nell’androne, vi prestò attenzione. Chi poteva +venir a casa a quell’ora? Non era nelle +abitudini di alcuno degli inquilini. Severina +forse?... Ma il passo era d’uomo.... Il rumore +cessò.... L’uomo saliva. Maddalena +continuò a porger orecchio, e ben presto la +sua piccola curiosità fu appagata. +</p> + +<p> +Le imposte di una finestra furono schiuse, +e una voce maschile, che veniva dalla camera +di Severina, disse: «Ma qui si soffoca!» +Maddalena, al suono di quella voce, balzò +in piedi, col sangue rimescolato.... e stette +un momento, prestando sempre orecchio, +tutta ansante, colle occhiaje spalancate. +Era.... non era.... non poteva credere.... attendeva +qualche altra parola per avere una +certezza qualunque. +</p> + +<p> +E l’ebbe subito. Un <i>No</i> alto, sonoro, +squillò, e vi tenne dietro un argentino riso +di donna. +</p> + +<p> +Maddalena mandò un gemito. V’era la peggiore, +la più temuta delle certezze. Era lui! +<span class="pagenum" id="Page_128">[128]</span> +Allora, sconvolta, quasi demente, corse a +soffiare sul lume, poi, a piedi nudi, brancolando +nel bujo, riuscì di nuovo alla finestra, +e con cautela, per non essere udita, ne socchiuse +le gelosie tanto da poter vedere senza +essere veduta. +</p> + +<p> +Sulle prime le fu impossibile distinguere +bene, perchè la notte era chiara, e nella +camera il lume era collocato in modo che +dalla finestra di Maddalena non si vedeva +d’illuminato che una piccola parte del pavimento +presso il terrazzino. +</p> + +<p> +Ma presto la scena mutò, ossia divenne +più ampia e meglio visibile...., troppo. +</p> + +<p> +Giulio, che era seduto, celato dal fogliame +del terrazzino, si alzò e mosse per entrare +nella camera, ma si fermò nel vano della +finestra. Parlava con qualcuno, ma non si +udiva nulla. +</p> + +<p> +Prese quindi il lume, ch’era sur un mobile +a lui vicinissimo, e s’avanzò lentamente +verso il fondo della camera. Posò il +<span class="pagenum" id="Page_129">[129]</span> +lume sur un tavolino da notte, e si trasse +in disparte facendosi invisibile a Maddalena. +</p> + +<p> +Allora la camera si rischiarò tutta, e la +fanciulla vide il letto, e sovr’esso, in posa +languida, colle mani che s’intrecciavano +sulla fronte, il seno ignudo, Severina. +</p> + +<p> +I suoi occhi parevano chiusi.... parlava a +spizzico.... e sbadigliava di tanto in tanto.... +sorridendo deliziosamente. +</p> + +<p> +A un tratto si scosse da quella specie di +torpore, certamente artificiale, e coll’indice +accennò alla finestra, ordinando alcunchè. +</p> + +<p> +Ma, siccome non veniva obbedita, fe’ un +celere movimento ed era per balzar dal +letto — ma trattenuta — parve — da una +parola o da un gesto, si mise nuovamente +a giacere nella posa primiera. +</p> + +<p> +Maddalena vide allora ricomparire Giulio +alla finestra e, preso il cordone, farne calare +la tenda.... +</p> + +<p> +Furibonda a tale atto, fu sul punto di +<span class="pagenum" id="Page_130">[130]</span> +gridare.... — ella voleva sapere, tutto sapere, +avesse anche dovuto perdere la vita in +quell’ora — ma la <i>speranza</i> (!) di non essere +delusa del tutto, che ancor restasse qualche +spiraglio, le diè la forza di frenarsi. +</p> + +<p> +Non <i>sperò</i> indarno; chè se la tenda dapprima +scese tutta fino al suolo, un leggier +cigolío disse subito che si voleva lasciare +un vano in alto per non togliere affatto la +possibilità di ventilazione alla camera. +</p> + +<p> +Maddalena ebbe quindi la triste consolazione +di rivedere la camera fra un interstizio +di circa una spanna. +</p> + +<p> +Ma di visibile ora non v’era che la parte +superiore del letto, poco più del guanciale. — Tuttavia +a Maddalena bastava. +</p> + +<p> +Essa, dopo qualche minuto, vide Severina +con gesto vezzoso chiamare a sè Giulio, +come se desiderasse qualche cosa — e poscia, +dovendo aver ricevuto un diniego, +mettersi a finger di frignare, agitando la +mano. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_131">[131]</span> +</p> + +<p> +Allora Giulio s’avvicinò al letto e porse +a Severina il suo sigaro acceso. +</p> + +<p> +Quella, non più frignante, soddisfatta, si +mise a fumare beatissimamente. +</p> + +<p> +Indi Giulio sturò una bottiglia e versò +del vino color ambra in due calici, offrendone +uno a Severina. +</p> + +<p> +Ella si levò reggendosi sul gomito, preso +il calice, vi posò le labbra e libò lentissimamente, +guardando <i>lui</i>. +</p> + +<p> +Gli rese poi il cristallo, e, come affaticata, +si lasciò cadere il capo sul guanciale, coll’occhio +semispento sempre in lui, e col +sorriso di chi muore vedendo aprirsi il +cielo. +</p> + +<p> +Egli si curvò a baciarla, e si rizzò quindi +facendo colla mano: — Aspetta. +</p> + +<p> +Maddalena, per quanto si tenesse aggrappata +con una mano alla ringhiera colla disperazione +del naufrago, non poteva più +sostenersi. L’altra mano, che teneva socchiuse +e a un tempo unite le gelosie, era +<span class="pagenum" id="Page_132">[132]</span> +in tal convulsione che le imposte, come per +vento, s’agitavano. +</p> + +<p> +E.... un’ora ebbe il coraggio di restar +là.... tremante di odio.... grondante di sudore, +or gelido, or cocente — ma quando in +quella camera, ad un tratto, si spense ogni +luce.... anche le sue forze si spensero e +cadde inginocchioni come tramortita. +</p> + +<p> +— Maddalena! — gridò la madre dalla +stanza attigua, destatasi di soprassalto al +rumore che la figlia nel cadere aveva fatto, +rovesciando la sedia e urtando nella vetriata. +</p> + +<p> +La fanciulla con un sforzo eroico ricuperò +in un lampo gli spiriti, e potè persino +dire con calma: +</p> + +<p> +— Che vuoi, mamma? +</p> + +<p> +— Ma cosa fai? +</p> + +<p> +— Nulla, m’era caduto il libro e sono andata +giù a raccoglierlo. +</p> + +<p> +— Ma ti pajon queste le ore da leggere? +</p> + +<p> +— Ecco, ho finito. — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_133">[133]</span> +</p> + +<p> +Allora si mosse, si buttò sul letto di traverso +e vide farsi giorno, senza che dagli +occhi accesi potesse spremersi una lagrima, +straziandosi il seno colle unghie per impedirsi +di urlare. +</p> + +<p> +Quando il primo raggio di sole entrò a +dirle che poteva alzarsi.... guardossi le +mani.... erano sanguinolenti.... guardossi +nello specchio.... si metteva orrore — era +una furia. — Fece per scender dal letto.... +non potè.... era tutta attrappita e indolenzita. +</p> + +<p> +Si cacciò fra le coltri, ove la stanchezza +e la luce del dì riuscirono ad assopirla. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Quando risvegliossi, era mezzogiorno +e più. +</p> + +<p> +Sulle prime guardossi intorno smemorata, +ma quando il suo occhio posossi sulla finestra +ancor aperta.... allora le si presentò +<span class="pagenum" id="Page_134">[134]</span> +alla mente tutta la terribile notte, rivide l’odioso +quadro, e balzò dal letto coll’impeto +d’una fiera.... +</p> + +<p> +Quello doveva essere il giorno della vendetta.... +quale, poi, ella non sapeva... ella +sapeva solo che voleva vendicarsi — e di +entrambi! +</p> + +<p> +Ma prima, di Giulio...; vederlo, fingere di +ignorare, trangugiarsi tutte le di lui menzogne.... +e poi.... e poi.... oh! l’ira l’avrebbe +ben ispirata! — Dopo.... avrebbe pensato a +Severina. +</p> + +<p> +Si vestì per uscire.... ponendo una cura +speciale in ogni minuzia della sua <i>toilette</i>. +Voleva essere bellissima.... onde Giulio +avesse a sentire tutta la perdita ch’egli faceva +in quel giorno.... sciocco! +</p> + +<p> +Stava abbottonandosi i guanti quando fe’ +capolino nella camera la madre, curva, gelatinosa, +che vedendo la figlia vestita fe’ le +meraviglie. +</p> + +<p> +— Come!.... ti credeva ancora a letto io.... +<span class="pagenum" id="Page_135">[135]</span> +Sono venuta qua tre volte, ma dormivi sempre, +ed io ti ho lasciata stare. Vedi cosa +vuol dire legger troppo! Vai fuori? +</p> + +<p> +— Sì. +</p> + +<p> +— Non fai colazione? +</p> + +<p> +— No. +</p> + +<p> +— Vuoi che te la prepari? +</p> + +<p> +— No. +</p> + +<p> +— Vai, senza neanche salutarmi? +</p> + +<p> +— Sì.... addio. +</p> + +<p> +— Sei sempre in collera per l’affar del +matrimonio....? Oh! che tosa.... — +</p> + +<p> +Maddalena era già sul pianerottolo e non +udiva più. +</p> + +<p> +Quando fu abbasso, si fermò, domandandosi +dove andava. Ella aveva pensato a tutto +fuorchè a questo. Fortunatamente ricordò +che Giulio frequentava due dei principali +caffè. Là qualcuno avrebbe saputo indicargli +il domicilio di lui. +</p> + +<p> +E si avviava, quando s’imbattè nella fantesca +di Severina, che veniva dalla strada. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_136">[136]</span> +</p> + +<p> +— Spero che non sarà salita dalla signora — disse +quella. +</p> + +<p> +— Perchè? — fe’ Maddalena, fermandosi +punta da sospetto. +</p> + +<p> +— Perchè non avrebbe potuto riceverla. +C’è gente anche oggi. +</p> + +<p> +— Ah! — e suo malgrado la fanciulla arrossì +per tosto impallidire. — È quel giovinotto +che è venuto da lei jeri sera tardi? +</p> + +<p> +— Come lo sa? — e la fantesca la guardava +sorpresa. +</p> + +<p> +— Diavolo.... non vi sono segreti fra me +e Severina.... Anzi.... prima di uscire voglio +salire a salutarli. +</p> + +<p> +— Ma.... +</p> + +<p> +— Ma che cosa? Lo conosco molto io quel +giovine. +</p> + +<p> +— E se la mia signora mi sgrida? +</p> + +<p> +— Non temere.... Mi credi forse capace di +commettere un’indiscrezione? +</p> + +<p> +— Faccia lei. — +</p> + +<p> +Salirono, la domestica aperse, e Maddalena +si precipitò nell’anticamera. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_137">[137]</span> +</p> + +<p> +— Dove sono? +</p> + +<p> +— Là.... +</p> + +<p> +— Bene. — +</p> + +<p> +Maddalena, coll’occhio sfavillante d’ira e +di gioja a un tempo, spalancò l’uscio indicatole +dalla servente, e si presentò sulla +soglia, colle braccia incrociate sul seno, +squadrando Severina e Giulio che stavano +a un tavolino facendo colazione. +</p> + +<p> +— Ma bravi! — esclamò essa. +</p> + +<p> +Giulio si turbò.... ma subito si ricompose. +</p> + +<p> +Quanto a Severina, dopo un primo moto +di sorpresa, represse la noja che le cagionava +quella visita intempestiva, e disse +cortese: +</p> + +<p> +— Avanti.... avanti. Che buon vento? — +</p> + +<p> +Maddalena s’avanzò fino al tavolino. Una +convulsione, che si sforzava invano di padroneggiare, +le agitava le membra. L’ira e +il dolore erano così intensi che voleva prorompere +e non poteva disserrar le labbra. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_138">[138]</span> +</p> + +<p> +S’appoggiò coi pugni alla mensa.... e +guardò per qualche istante or l’una, or +l’altro. +</p> + +<p> +Giulio non diceva parola, e a capo chino +attendeva rassegnato la burrasca. +</p> + +<p> +Severina, che non capiva nulla, disse freddamente: +</p> + +<p> +— Ma di’ un po’, Maddalena, si potrebbe +sapere....? — +</p> + +<p> +La fanciulla allora ruppe in uno scroscio +di riso così stridulo, così spasmodico che +pareva pazza.... e fe’, con accento che a +Giulio mise i brividi: +</p> + +<p> +— Che bravi commedianti siete voi.... per +darla ad intendere al mondo!.... Suo fratello! +Ah! ah! ah!.... tuo fratello! — +</p> + +<p> +Severina guardò attonita Giulio, il quale +fece un movimento per alzarsi — ma Maddalena +gli afferrò il braccio e lo forzò a +star seduto, gridandogli furente: +</p> + +<p> +— Se ti muovi.... se dici una parola.... ti +schiaffeggio, sai! brutta faccia smorta!.... — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_139">[139]</span> +</p> + +<p> +E allora, vedendoli ambedue allibbiti e tremanti, +sentì come un disdegno supremo di +dir altro a simil gente. +</p> + +<p> +Guardò per l’ultima volta Giulio, concentrando +in quell’ultima tutta la nausea, tutto +il disprezzo, quindi volte le spalle ai due, +lentamente, dignitosa, grande.... uscì. +</p> + +<p> +Era guarita. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Due mesi dopo, il signor Paolo Minelli, +detto <i>Minella Bellabarba</i>, notissimo e grosso +merciajo, memore della felicità goduta +colla prima moglie, di cui piangeva da dieci +mesi la «<i>Ahi! immatura perdita</i>» — per +regalarsi, cosa di suo pieno diritto, di nuova +felicità, sposava, a cinquant’anni, ornato di +precoce e perfetta calvizie, la signora Maddalena +Papetti.... +</p> + +<p> +Precisamente così. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_141">[141]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Abbiamo detto che Maddalena, dopo quel +piccolo e innocuo sfogo in casa di Severina, +ne partì guarita. Il disprezzo aveva +ucciso in lei amore e dolore.... Uscendo da +quelle camere le pareva di non aver mai +conosciuto nè Giulio, nè Severina. Felice +natura! Buona stoffa! +</p> + +<p> +Qualche altra ragazza avrebbe pensato al +suicidio — ed ella, non eran scorsi otto +giorni che cominciava a ringrassare.... non +poteva più vedere il caffè tostato, odiava il +sale e gli agrumi, e quanto alle bibite spiritose, +si limitava già ad un uso ragionevole. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_142">[142]</span> +</p> + +<p> +Aveva tutto obliato, tanto che una sera +li incontrò per via e non sentì al cuore la +più lieve puntura, nè al cervello la più piccola +onda di freddo o di caldo. +</p> + +<p> +E quando lesse sur un cartellino alla +porta che l’appartamento, di Severina era +da affittarsi «<i>anche al presente</i>,» ebbe un +sorriso di compiacimento. — E quando, +pochi giorni dopo, Severina traslocò, non +volle nemmeno fermarsi in casa, e per poter +star fuori tutto il dì, trascinò i Papetti +ad una scampagnata, in cui finalmente fu +fatta la pace, per sempre, fra le potenze, +senza umiliazioni da nessuna parte, ma +con abbracci e inaffiamenti analoghi. +</p> + +<p> +La sera stavano sotto tutti e tre. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +A diciassette anni, però, non si caccia un +amore senza sostituirvi un nuovo amore o +qualcos’altro. Quelle che vanno al Conservatorio, +<span class="pagenum" id="Page_143">[143]</span> +per esempio, possono ingolfarsi nell’arte.... +che permette poi molti altri surrogati — ma +Maddalena che non andava al +Conservatorio? +</p> + +<p> +E sentiva un vuoto, un malessere, una +impazienza, una noja, una smania senza +scopo.... avrebbe voluto non vedersi più in +quella città.... cambiar aria.... fare un’altra +vita.... +</p> + +<p> +Fu allora che si pentì d’aver perduto volontariamente +l’occasione di maritarsi. Oh! +il suo sacrificio aveva proprio avuto una +bella ricompensa! Se quel maggiordomo si +fosse presentato di nuovo.... ella l’avrebbe +accolto a braccia aperte. Ma ora tutto era +guastato, ed il suo orgoglio non le permetteva +certamente di mandargli a dire che +aveva mutato pensiero. +</p> + +<p> +Allora disse: — Il primo che mi capita, foss’anche +lo spazzacamino, purchè possa mantenermi, +lo sposo. Lodevole risoluzione.... +e tutt’altro che rara. E si può anche aggiungere +<span class="pagenum" id="Page_144">[144]</span> +che, sapendosi di una donna che +è giunta a tal grado di.... filosofia...., è quasi +lecito dire che cosa sarà un giorno. +</p> + +<p> +Quando si è in simili disposizioni e si è +belle ragazze non si ha che a fare un po’ +la civetta e.... lo spazzacamino, con un briciolo +di pazienza, si trova. +</p> + +<p> +E lo trovò anche Maddalena, e più presto +di quanto sperava. +</p> + +<p> +Il signor Paolo Minelli.... +</p> + +<p> +Un momento.... omettevamo di menzionare +un incidente.... insignificante, per verità, +in sè stesso, ma che per una certa relazione +che ha col resto del racconto, non +vuol essere taciuto. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +I signori Soranzi, proprietarj della casa +in cui abitavano i Papetti, avevano un figlio — unico — che +si chiamava Oreste, e +«faceva» l’ultimo anno di legge all’università. +<span class="pagenum" id="Page_145">[145]</span> +Venuto a passare in famiglia le feste +di dicembre, gli avvenne, la mattina del +giorno di Natale, d’incontrare Maddalena +che, colla madre, tornava dall’aver ascoltato +le indispensabili tre messe. +</p> + +<p> +Vederla, restar stupefatto e invaghirsene +fu una cosa sola. Durante gli studj universitari, +egli aveva perduto di vista Maddalena, +che prima, d’altronde, e per la troppa +giovinezza e per il suo modo di vestirsi +e di acconciarsi, non attirava certo lo +sguardo. +</p> + +<p> +Ma rivederla ora nel fiore de’ suoi vezzi, +colla fisonomia animata dal primo amore +di cui gustava, solo da un mese, il primo +miele, ricordarsi d’un.... bruco e trovare +una splendida farfalla.... come non restarne +colpito? +</p> + +<p> +L’effetto del colpo si vide subito. Ogni +festa egli salutava l’università e veniva a +bearsi un momento gli sguardi nella bella +fanciulla. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_146">[146]</span> +</p> + +<p> +Egli salutava — ella chinava il capo per +quella deferenza convenzionale che ha l’inquilino +pel padrone di casa, e tutto finiva +lì. +</p> + +<p> +Era meno di niente, ma bastava a lui per +riscaldarsi sempre più. È quel che avviene +a ventiquattro anni. +</p> + +<p> +Voleva parlarle.... voleva farsi meglio capire +da lei — ma come fare? Ella era sempre +accompagnata. +</p> + +<p> +Finalmente una domenica — di marzo — essendo +per caso sul balcone, vide Maddalena +uscire.... sola. Non era scorso un +minuto ch’egli si trovava al fianco della +fanciulla, tutto ansante, e stava già per +levarsi il cappello e dirigerle la parola.... +ma ella a quell’atto finse di non riconoscerlo, +si fece rossa di dispetto — egli credette +di pudore — calò il velo, e affrettando +il passo verso una chiesa poco lontana, vi +entrò.... +</p> + +<p> +Oreste avrebbe fatto molto bene se l’avesse +<span class="pagenum" id="Page_147">[147]</span> +seguita, perchè avrebbe scoperto che facendo +le viste di andar in chiesa a prender lezioni +di dottrina cristiana, Maddalena entrava +dalla porta maggiore.... usciva tosto dalla +porticina di dietro, e di là si recava alla +casa di Giulio — e tale scoperta l’avrebbe +guarito perfettamente. +</p> + +<p> +Invece egli si fermò per paura di far paura +alla timida cervetta.... e se ne tornò a casa +più innamorato di prima. — «Oh! io sono +stanco di far questa vita — diceva fra sè — <i>adesso</i> +prendo la laurea e poi la sposo. È +povera.... ma sono ricco io, e basta.» — +</p> + +<p> +Le cose fino al giugno andarono avanti +così, anzi peggio, perchè Maddalena non +ebbe più occasioni di andar in chiesa all’ora +della dottrina cristiana. +</p> + +<p> +Ma in giugno, verso la metà, mancando +poche settimane a finire il corso, Oreste +pensò che era tempo di fare il primo passo. +E scritta una bella lettera di dichiarazione, +la consegnò alla portinaia, perchè la facesse +<span class="pagenum" id="Page_148">[148]</span> +tenere in gran segreto a Maddalena. Quindi +partì. +</p> + +<p> +La risposta era desiderata per la prima +domenica. +</p> + +<p> +La lettera fu consegnata, e Maddalena, +per quanto potesse desiderare un buon partito, +fu ben sorpresa di vedere che aspirava +a lei nientemeno che il figlio del padrone +di casa. Da quella brava fanciulla che era, +e anche per far presto — avendone abbastanza +di quanto aveva passato con Giulio — diede +la lettera ai genitori, i quali strabiliarono +e piansero di contentezza. +</p> + +<p> +Ma la gioja.... ahimè! fu breve. +</p> + +<p> +Il padre Papetti, presentatosi al padre Soranzi +e mostratagli la lettera del figlio dicendogli +«che era venuto per prendere i +debiti concerti fra genitori, come è uso in +simili casi» — ebbe la sgradita sorpresa +di vedersi stracciar la lettera sul muso e +di sentirsi dire: +</p> + +<p> +— Mio figlio è matto.... Vi rimedierò io.... +<span class="pagenum" id="Page_149">[149]</span> +Spero che, dal canto loro, la cosa non avrà +seguito.... altrimenti dovrò pregarli di andarsene +da casa mia. — +</p> + +<p> +Papetti, esterrefatto, colpito da paralisi, non +fu capace di dire più di «Sissignore....» e +non si riebbe che quando, restato solo, comprese +che si doveva uscire. +</p> + +<p> +Il padre Soranzi partì e tornò dopo due +giorni — il figlio sospese le sue gite festive — e +non se ne parlò più. +</p> + +<p> +Il padre Papetti disse in casa con calma +e dignità che non avevano potuto intendersi +sul capitolo interesse e che quindi non bisognava +pensarvi altro. — «Del resto.... +meglio! — aggiunse — il signorino è troppo +giovane per essere un buon marito; per +Maddalena ci vuole un uomo posato. E lo +troverai.... sta pur sicura!» +</p> + +<p> +Papetti — chi l’avrebbe mai detto? — fu +profeta. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_150">[150]</span> +</p> + +<p> +Il signor Paolo Minelli — detto <i>Minella +Bellabarba</i> — stava di casa ed aveva anche, +da venti anni, il negozio, precisamente +di fronte all’abitazione di Maddalena.... +quindi aveva veduto nascere, come si dice, +la fanciulla. Più tardi ne aveva ammirato +la serietà e la gravità, e diceva sempre a sua +moglie: «Se io avessi una figlia, vorrei che +fosse come quella ragazza lì.» +</p> + +<p> +Ma la figlia non venne mai — anzi, anche +la moglie, forse perchè si vedeva inutile, +pensò bene d’andarsene anche lei. +</p> + +<p> +Rimasto vedovo, dopo qualche tempo +sentì che quel gran dolore che aveva messo +sul cartellone funerale non lo opprimeva +più.... Egli voleva ancora essere addolorato +per sempre, e quindi sospirava, parlava +continuamente della morta, ne vantava le +virtù: — «Una donna come quella!» — ma +in sostanza, più che pensare alla trapassata, +sentiva delle aspirazioni verso le +presenti. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_151">[151]</span> +</p> + +<p> +Maddalena aveva allora compiuto la sua +metamorfosi, e il nostro buon Minelli non +potè a meno di restar colpito da quella trasformazione, +per cui, conservandosi sempre +quella ragazza costumata, seria, grave, ecc., +aveva acquistato anche le qualità più appetibili. +Quella era la perfezione, perchè ve +n’era per il morale e anche per il fisico, e +Minella voleva appunto che le due cose non +andassero disgiunte. +</p> + +<p> +Cominciò dal formar dei desiderj e, ai +sospiri per la defunta, mesceva quelli per la +viva. +</p> + +<p> +A cinquant’anni gli occorreva una ragazza +soda. Nulla di meglio di Maddalena, +ch’era soda di carattere — e di carni. +</p> + +<p> +Ma come aver l’animo di farsi innanzi? +</p> + +<p> +Egli la conosceva....; in addietro, per molto +tempo le aveva dato anche del <i>tu</i> — ma da +qualche anno si stava sul <i>lei</i>.... Questo non +voleva dir niente, ma egli si sentivo in soggezione. +Se non avesse saputo — il Papetti +<span class="pagenum" id="Page_152">[152]</span> +non aveva potuto a meno di sfogarsi con +qualcuno e la cosa s’era propalata — se +non avesse dunque saputo del rifiuto dato +da Maddalena a quell’altro, avrebbe avuto +un coraggio da Don Giovanni.... ma così, +sebbene si ritenesse ancora.... con poche +ragioni, un bell’uomo — tuttavia non poteva +nascondersi che cinquanta e diciassette anni, +nel matrimonio, stanno male insieme. Si +possono tutt’al più giocare al lotto. +</p> + +<p> +Ma ogni qualvolta egli la vedeva, la tentazione +diveniva sempre più forte.... finchè +una notte dovette prendere il partito di +commettere la corbelleria.... ossia di tentar +di commetterla. Avrebbe rifiutato anche +lui....; pazienza! Se non altro sarebbe +uscito d’incertezza.... e gli sarebbe sempre +restata la consolazione della volpe. +</p> + +<p> +Maddalena, dacchè s’occupava tanto della +sua <i>toilette</i>, andava spesso nel negozio Minelli — per +cui il nostro innamorato ebbe +presto l’occasione di parlare. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_153">[153]</span> +</p> + +<p> +Per attaccar discorso, cominciò dal dirle +che gli pareva, da qualche tempo, di non +vederla più con quella sua amica. +</p> + +<p> +Maddalena rispose che aveva capito non +esser quella un’amica per lei. +</p> + +<p> +Allora Minelli, felicemente ispirato, disse +che aveva ragione, perchè una ragazza bella, +buona, onesta, laboriosa come lei... insomma, +questo.... insomma, quell’altro.... +conchiudendo con una frase che doveva +servir di addentellato — «Beato chi sposerà +una donnina cara come lei!» — +</p> + +<p> +Ah! Minelli in quell’istante aveva proprio +l’occhio del pesce morto.... il che, con quella +stortatura di collo, con quella gran barba nera +e quei riflessi di luce sull’eburneo cranio, +formavo un complesso abbastanza comico. +</p> + +<p> +Maddalena capì che c’era qualche cosa, +disse fra sè: — Il mio uomo è forse qui! — e +lasciandogli allora piovere lentamente negli +occhi uno sguardo languido, affettuoso, +disse solo: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_154">[154]</span> +</p> + +<p> +— Crede? +</p> + +<p> +— Ah! sì.... ma bisogna anche aver un +coraggio da leone per osar di aspirare alla +sua mano. +</p> + +<p> +— Perchè? — fe’ essa mostrando grande +sorpresa. +</p> + +<p> +— Dico così, perchè so che ella ha già +rifiutato un buon partito. +</p> + +<p> +— Non mi piaceva.... ed io ho avuto un +po’ paura. — +</p> + +<p> +Con che grazia disse questo. Pareva umiliata +del suo stesso rifiuto. +</p> + +<p> +Minelli allora, lisciandosi la lunga barba +e facendosi pettoruto per mettersi tutto in +rilievo — ma balbettando — sentiva avvicinarsi +l’istante fatale della sentenza: +</p> + +<p> +— Chi sa.... chi sa che cosa Ella desidera!... +Chi sa quali pretensioni.... giustissime +del resto.... +</p> + +<p> +— Io?.... oh! signor Iddio! — Quanta +umiltà in quella scrollatina di testa e nello +sguardo dolcissimo. Come a dire: «Sono +<span class="pagenum" id="Page_155">[155]</span> +gli altri che devono degnarsi di me.... non +io degli altri.» +</p> + +<p> +Il povero uomo sentissi conturbato da +capo a piedi.... tanto che ella fece un grazioso +inchino accompagnato da un «Riverisco,» +ed uscì, senza che egli potesse più +dir una parola. +</p> + +<p> +Maddalena passò tre giorni di fila davanti +a quella bottega senza entrarvi, ma ricercando +evidentemente collo sguardo il Minelli, +che accorreva subito sulla soglia a +salutarla.... Ella, che s’era fermata <i>per caso</i> +davanti alla vetrina, rispondeva <i>arrossendo</i>. +</p> + +<p> +Il quarto giorno, Maddalena tornando a +casa, verso le cinque, notato dall’opposto +marciapiedi che Minelli era solo in bottega, +attraversò la via ed entrò. +</p> + +<p> +— Vede.... pover uomo? — esclamò sospiroso +il merciajo — qui solo come un +cane. Mentre tanti hanno moglie e non +sanno che farne.... io.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_156">[156]</span> +</p> + +<p> +— E perchè non la prende? +</p> + +<p> +— Perchè amo una donna sola.... e non +so come dirglielo. +</p> + +<p> +— È così difficile? +</p> + +<p> +— Ah! sì.... è troppo bella! — +</p> + +<p> +Maddalena sembrò non capire nemmeno +che si potesse trattar di lei — disse solo +sorridente e buona: +</p> + +<p> +— E allora.... se non glielo dice.... non lo +saprà mai. — +</p> + +<p> +Poi tacque e arrossì sotto il di lui sguardo +luccicante. +</p> + +<p> +Egli, dopo un istante d’imbarazzo..... si +fece cuore. — Chinatosi, le prese una mano, +che stette qualche tempo a contemplare in +estasi.... poi si levò lentamente un anello +dal mignolo e glielo posò sulla rosea estremità +dell’anulare.... e, respirando con affanno, +mormorò: +</p> + +<p> +— Ecco.... gliel’ho detto.... Ora attendo la +risposta. — +</p> + +<p> +Ella tacque alquanto, meditabonda, mesta.... +<span class="pagenum" id="Page_157">[157]</span> +poscia con voce commossa e con due +lagrime — due perle! diceva Minelli quella +sera all’osteria — disse con espressione di +riconoscenza: +</p> + +<p> +— Grazie. — +</p> + +<p> +Indi uscì.... portando con sè l’anello. +</p> + +<p> +Minelli era solo, ma gridò come fosse sur +un palcoscenico: «Oh! gioja!» +</p> + +<p> +Un’ora dopo, egli faceva la sua prima visita +ai Papetti — e, come s’è visto, fu un +matrimonio a vapore. +</p> + +<p> +— Per noi già non occorrono nè informazioni, +nè lo studio del caratteri — diceva +Minelli. — Ci siamo sempre conosciuti! — +</p> + +<p> +Il mattino susseguente la domanda del +merciajo, Papetti volle proprio incontrar +Soranzi padre e dirglielo: +</p> + +<p> +— Sa poi.... mia figlia sposa nientemeno +che il signor Minelli. +</p> + +<p> +— Perchè niente più? — ribattè l’altro, +ironico. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_158">[158]</span> +</p> + +<p> +— Oh! è abbastanza. +</p> + +<p> +— Chi si contenta, gode. Piacere tanto! — e, +salutatolo coll’indice, se ne andò. +</p> + +<p> +— Che rabbia che ha! — disse Papetti fra +sè con una buona fregatina. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_159">[159]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Quando un uomo prende una donna come +moglie, l’ultima cosa di cui si preoccupa — quando +pur se ne preoccupa — è l’opinione +vera che questa donna abbia di lui e perchè +ella acconsenta a sposarlo. +</p> + +<p> +Gli basta d’essere sposato, e include nel +fatto che ella nutra la «grande stima» e +«l’ardente amore per lui». — Ora, quando +un uomo si trova nelle condizioni che devono +piuttosto alienare da lui, che avvicinargli +una bella fanciulla, come mai non si +spaventa all’udire che essa acconsente a +divenir sua.... tutta sua? E invece se ne +<span class="pagenum" id="Page_160">[160]</span> +rallegra.... e crede che gli altri se ne rallegrino +con lui sul serio!? +</p> + +<p> +È vero che ve n’è anche di quelli, i quali, +quando si sono messi in mente di sposare +quella tal donna, la vogliono a qualunque +costo.... e la sposano persino sapendo che +ella non sa proprio cosa farsene di loro — anzi +forse appunto per questo — come se +il possedere un corpo inanimato o animato +da spiriti ostili e disposto necessariamente +alla vendetta, fosse cosa invidiabile. — E +voi cosa volete farci? +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Così noi sappiamo che il signor Minelli +condusse a casa la sua sposina, convinto +di due cose: — ch’egli era il di lei primo +amore e che ella era fior di roba. +</p> + +<p> +E Maddalena seppe tanto bene inebbriarlo, +stordirlo colla bellezza, colle sue carezze, e +colle arti apprese alla scuola di Giulio, che +egli vi perdette la testa. Avrebbe dovuto +sospettare qualche cosa.... non è vero... a +<span class="pagenum" id="Page_161">[161]</span> +tanta scienza....? ma egli non poteva sospettare; +egli diceva semplicemente: — «Questa +è una donna!.... altro che la mia prima!» — E +siccome non s’era mai trovato a simile +festa, — l’abbiamo detto, — perdette la +testa. +</p> + +<p> +Qui bisogna sapere ch’egli in origine era +un povero garzone di negozio, al quale si +poteva predire anche.... nessun avvenire. La +fortuna volle che a sua madre venisse in +mente di farlo entrare in uno dei così detti +<i>oratorj</i>. — Sono congregazioni di gente di +tutte le età e condizioni, la quale i giorni +festivi si diverte, prima di pranzo, in una +cappella, per quattro o cinque ore, ascoltando +delle messe, delle prediche, cantando +a squarciagola dei <i>Magnificat</i>, dei <i>Maria +Mater Gratiæ</i>, ecc. — e dopo pranzo, in un +giardino.... non troppo all’inglese, giocando +ai birilli e alle pallottole — con finale purificazione +serale, dei maggiori, all’osteria. +</p> + +<p> +All’oratorio un sacerdote prese a voler +<span class="pagenum" id="Page_162">[162]</span> +bene al nostro Minelli, per la di lui dolcezza +e ingenuità, coprendolo della sua protezione +e, venuto il tempo, gli trovò anche la +moglie. +</p> + +<p> +Era una fanciulla di trent’anni, discretamente +tarlata, se non nella virtù, nel fisico, +ma che portava una ventina di mille lire +nel grembiale. +</p> + +<p> +Dormiva poco, mangiava meno, scopava +molto ed era tanto economa da far dire +che le mancava persino il cuore di mirarsi +nello specchio per paura di sciuparlo. Senza +idee al di là della calza, un ghiaccio per +quello che di solito infiamma le donne — e +infine religiosa. +</p> + +<p> +Questo non occorreva nemmen dirlo. +</p> + +<p> +Ebbene, un simile matrimonio passò venti +anni sereni e tranquilli, in cui se non si +contribuì alla propagazione della specie, si +misero insieme onestamente altre centomila +lire, cosicchè quando Minelli prese la +seconda moglie, era padrone di centoventimila +<span class="pagenum" id="Page_163">[163]</span> +lire, oltre l’avviamento del negozio, che +ogni anno prosperava sempre più. +</p> + +<p> +Sposare Maddalena, e mutarsi il vento e +tutto andare a precipizio fu una cosa sola. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Con quali idee era entrata Maddalena nel +matrimonio? Con nessuna e con tutte. +Avrebbe veduto e, a seconda delle circostanze, +si sarebbe regolata. +</p> + +<p> +L’importante per lei era maritarsi.... per +le ragioni che conosciamo. +</p> + +<p> +Il marito era ricce.... «Tanto meglio! — si +disse — godremo la vita. Ormai già non +mi resta a far altro a questo mondo.» +</p> + +<p> +E si accinse a godere colla smania con +cui vediamo sulla scena un affamato gettarsi +sur un pasticcio. +</p> + +<p> +Di simpatia, d’amore, di stima, di intime +compiacenze della vita di famiglia — non +era a discorrersi neanche per baja. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_164">[164]</span> +</p> + +<p> +Se avesse potuto sposar Giulio quando +la sua fede in sè e in lui era intiera, l’amore +le avrebbe dato quei principj, quelle +convinzioni che occorrono per una donna di +famiglia — perchè una donna innamorata +è capace di tutto e, non persino, ma principalmente +d’essere onesta. +</p> + +<p> +Ma l’amore essendole stato strappato dal +seno, di sorpresa, con tanta violenza, ella +rimase come.... senza un viscere, eppur +viva. +</p> + +<p> +Ella non fu più una donna. Coll’amore +aveva perduto ogni senso morale, ciò che +si chiama cuore — e, quel ch’è peggio, senza +alcuna speranza di riacquistare nè l’uno nè +l’altro. +</p> + +<p> +Dunque: marito ricco e godere. +</p> + +<p> +E per disgrazia, Minelli, invece di frenarla, +si associò a lei a lavorare per la comune +rovina. Egli, che durante tutta la sua vita +non aveva dato prove che d’energia e di +buon senso — trasportato dalla sua folle +<span class="pagenum" id="Page_165">[165]</span> +passione, non diede, dopo le seconde nozze, +che prove dì debolezza e di stoltezza. +</p> + +<p> +Nonchè rifiutare.... offriva. — Anche le +cose a cui Maddalena sarebbe stata indifferente, +quasi quasi venivano da lui imposte. +</p> + +<p> +«Oggi faremo» — «domani andremo» — «ecco +cosa t’ho comperato....» e così via. +</p> + +<p> +Non v’era da desiderare. Era già fatto. +</p> + +<p> +Niente di meglio per Maddalena. Abiti, +giojelli a profusione, gite di piacere, teatri, +cene, pranzi, e tutto senza posa al punto +che doveva essere un faticare piuttosto che +un godere. +</p> + +<p> +La casa, che durante il primo matrimonio +era arredata con una semplicità quasi +campagnuola — vi si vedeva il puro indispensabile +e tutta roba di gusto più che +tramontato — ora pareva un <i>bazar</i>. E il +cambiar il vecchio in nuovo aveva costato +quindicimila lire. +</p> + +<p> +Il ragioniere del signor Minelli vedeva +con spavento questo scialacquo crescente, e +<span class="pagenum" id="Page_166">[166]</span> +arrischiava talora una timida osservazione.... +Minelli ascoltava, gonfiava le gote, +poi si passava una mano sulla fronte.... e +le cose continuavano sempre sullo stesso +piede — il che vuol dire sempre in peggio, +perchè le rendite non aumentavano e non +si faceva che consumar capitale. +</p> + +<p> +Il ragioniere, vedendo l’inutilità delle sue +premure, tacque, lusingandosi che, quando +alla chiusura del bilancio sarebbe risultato +il guasto profondo fatto da tante follie nella +situazione della casa, il signor Minelli +avrebbe fatto senno. +</p> + +<p> +Ma s’ingannò. Minelli vide, fu malcontento, +disse che bisognava fare, che bisognava +dire, che sperava anni migliori pel +seguito.... ma che quanto alle spese di casa +era difficile ridurle.... Però avrebbe fatto il +possibile. Si capisce subito che non fece +niente. La solita storia. Non v’è alcuno di +quelli che si rovinano, che non lo sappiano +di rovinarsi, eppure nessuno sa fermarsi a +<span class="pagenum" id="Page_167">[167]</span> +tempo e salvarsi. In che cosa mai sperano? +</p> + +<p> +Un fatto che avrebbe dovuto avere le +più benefiche conseguenze per casa Minelli, +fu invece una cagione di nuove +spese, e nulla più. Vogliamo parlare del +giorno in cui Maddalena mise alla luce +una figlia. +</p> + +<p> +Allora si vide alcun che di stranissimo +in quella casa. Si festeggiò la nascita con +un ricevimento, in cui, fra confetti e vini +di lusso, si consumò in poche ore un capitale, +si fecero brindisi innumerevoli alla +neonata, alla puerpera, vi furono dei versi +sulle gioje della famiglia, vi furono complimenti, +abbracciamenti e baciucchiamenti +senza fine per il papà, per l’avventurata +mamma, che il cielo aveva benedetti subito +regolarmente.... e poi, buona notte! l’indomani +si mise la bambina sulle braccia +della nutrice, che partì, e non si parlò più +di figlia nè di gioje della famiglia, come se +nulla fosse nato....! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_168">[168]</span> +</p> + +<p> +Le varietà del genere <i>madre</i> sono infinite. +</p> + +<p> +Accenneremo solo delle seguenti: +</p> + +<p> +Vi sono delle madri-nate che amerebbero +i proprj figli anche se il padre fosse la +creatura più odiosa, anche se egli si fosse +sottratto colla fuga a qualsiasi responsabilità. — Vi +sono delle donne che amano i +figli, perchè amano il marito — altre che si +rassegnano a mantenerli, perchè non si è +potuto non averli e li educano perchè un +giorno «ne porteranno in casa» — altre +infine che odiano la loro prole. Queste ultime +non sono donne, sono.... cimici. +</p> + +<p> +Maddalena fu estremamente seccata quando +sentì d’essere madre. «Perchè avere +dei figli?» si diceva. Nelle disposizioni in +cui aveva preso marito, e tutta simulazione +e affettazione nelle sue tenerezze per quell’uomo, +del quale una sola cosa le premeva — «che +spendesse per lei» — ella non vedeva +a cosa potessero servire dei figli. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_169">[169]</span> +</p> + +<p> +L’istinto materno aveva forse esistito in +lei, ma in tal caso era stato ucciso in +germe insieme all’amore per Giulio. Così +ella era madre come un bruto qualunque, +anzi peggio, perchè aveva generato contro +la sua volontà. Questo non lo disse per +convenienza, ma lo fece capire quando dichiarò +al marito che «non ne voleva più.» +Ella voleva essere libera. Ecco perchè, battezzata +la figlia, la mandò alla campagna e +ben lontano. +</p> + +<p> +Il marito diceva qualche volta: «Andiamo +a trovare la nostra Silvia» — «Sì.... andremo», +rispondeva Maddalena, ma non si +andava mai. Non è a credere però che proprio +nessuno pensasse alla povera Silvia. +Oh! ci pensavano i Papetti, che di tanto +in tanto montavano in diligenza e facevano +le loro brave quaranta miglia per andar ad +abbracciare la bambina.... +</p> + +<p> +Ritornavano poi a dire cose meravigliose +della sua bellezza e del suo spirito.... ma +<span class="pagenum" id="Page_170">[170]</span> +non sgelavano nulla. Padre e madre avevano +ben altro a fare, come stiamo per +vedere. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Si può farne a meno dell’amore, nella +vita, quando si hanno delle ragioni per +non volerne sapere, ma non si può trovare +bella e neanche sopportabile la propria +casa se l’amore non vi regna. +</p> + +<p> +Maddalena s’annojò tanto della casa conjugale +negli ultimi mesi della gestazione, +che si propose, non appena avesse riacquistata +la primiera libertà di movimenti, di +stare in casa il meno possibile. +</p> + +<p> +E tenne, e la prima cosa che volle, tosto +che potè uscire, fu non pranzar più a domicilio. — Il +marito sulle prime non ne +voleva sapere, poi cedette a malincuore, +infine si abituò al nuovo genere di vita e +fu contento come di tutto il resto. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_171">[171]</span> +</p> + +<p> +Questa innovazione malaugurata ebbe le +più funeste conseguenze. +</p> + +<p> +Primo, la casa da quel momento fu casa.... +di nome. Non v’era attaccato più +niente. Casa volle dire solo: luogo dove si +sta a dormire. +</p> + +<p> +Secondo, il marito, che già nei primi mesi +della seconda unione aveva perduto alquanto +della sua diligenza e attività — quando +si prese l’abitudine di pranzar fuori, +a poco a poco finì col trascurar del tutto i +suoi interessi, perchè da principio si stava +all’osteria un pajo d’ore, e poi si arrivò a +passarvi tutta la sera e quindi anche parte +della notte. Si giunse al punto che il tempo +bastava appena per smaltire a letto e per +riempirsi di nuovo. +</p> + +<p> +Un’abitudine poi ne genera delle altre, e, +colle molte amicizie di buontemponi che la +vita all’osteria procurò a Minelli, egli prese +insensibilmente anche l’abitudine ai liquori +e specialmente al terribile <i>absinthe</i>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_172">[172]</span> +</p> + +<p> +Dopo pochi mesi di tal disordinare, non +si riconosceva più in Minelli l’uomo una +volta robusto e pieno di vitalità. Già era +cominciata quell’incuria di sè stesso così +propria della gente dedita al bere. La barba +incolta e brizzolata, gli abiti sempre gualciti, +scuciti, unti....; non si vedeva mai +quando eran nuovi. Gli occhi imbambolati, +la persona accasciata, incapace di celeri +movimenti. Solo quando aveva trangugiato +una dozzina di bicchierini di quelle infernali +bevande.... aveva dei sussulti galvanici. +Egli pareva rianimarsi allora, ma tosto +cascava addormentato col volto di tutti +i colori. Risvegliatosi, ricominciava per +riaver qualche spirito.... e tosto ricadere. +</p> + +<p> +— Perchè bevi così, Minelli? — gli diceva +alle volte qualche amico, dolente di vederlo +compiere un lento suicidio. +</p> + +<p> +— Bevo.... per mettermi in forza.... e per +dimenticare. +</p> + +<p> +— Che cosa dimenticare? i tuoi affari +<span class="pagenum" id="Page_173">[173]</span> +vanno a gonfie vele, tua moglie ti vuol +bene. +</p> + +<p> +— Sì, è vero, ma ho bisogno di dimenticare.... +capisci....? Bisogna essere qui.... qui +nel cuore! — +</p> + +<p> +Nessuno ci capiva nulla, per cui si cominciò +a dire che il povero Minelli andava +impazzando. +</p> + +<p> +Che cosa mai aveva bisogno di dimenticare? +</p> + +<p> +Eh! aveva bisogno di dimenticare la sua +miseria fisica e morale, non voleva vedere +il dissesto de’ suoi affari, non voleva vedere +la sua imbecillità. +</p> + +<p> +Egli voleva vedere una cosa sola.... sua +moglie.... e sempre più cresceva la sua +passione per lei, perchè ella diveniva sempre +più magnifica. La vita dell’osteria le si +confaceva! +</p> + +<p> +La chiamavan già la «Minella dalle belle +spalle.» +</p> + +<p> +Aveva il volto freschissimo della prima +<span class="pagenum" id="Page_174">[174]</span> +gioventù e l’opulenza di forme dei trent’anni. +Era una di quelle bellezze che +quando passano vi strappano una bestemmia. +</p> + +<p> +E Maddalena, colla sua influenza, avrebbe +potuto salvare Minelli. Perchè non lo fece? +</p> + +<p> +Un giorno il padre e la madre le dissero: +</p> + +<p> +— Guarda che tuo marito beve troppo.... +lo dicono tutti. +</p> + +<p> +— È un’esagerazione.... — rispose. +</p> + +<p> +— Guarda che gli farà male.... +</p> + +<p> +— Ma che! +</p> + +<p> +— Ma sì, quando si bevono tanti liquori, +si muore abbruciati.... Bel gusto sarebbe +per te restar vedova così giovine. — +</p> + +<p> +A queste parole ella ebbe un sorriso sinistro.... +e scrollò le spalle. +</p> + +<p> +Nero abisso in cui non vogliamo nemmeno +lasciar cadere uno sguardo. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_175">[175]</span> +</p> + +<p> +Intanto il tarlo continuava il suo lavoro +nella fortuna del merciajo. +</p> + +<p> +La voce della sua negligenza, del suo dilapidare +s’era sparsa — e, nonostante gli +sforzi del suo ragioniere, l’avviamento della +sua bottega ne soffriva. Tutti prima erano +abituati a vedere il Minelli, ed ora il Minelli +non c’era mai o quasi — e quando +c’era, pareva stupido. Gli avventori si stancavano. +Ad aggravare il male, s’aggiunse +una nuova piaga.... i giovani di negozio +cominciarono a fare quel tal mestiere.... +cosicchè spesso avveniva che certi <i>articoli</i>, +i quali non erano mai stati venduti, non +si trovassero più. Perchè? Ma come? Chi è +stato? Il ragioniere sbuffava, sgridava.... +ma l’occhio e il braccio del padrone mancavano +e non c’era rimedio possibile. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_176">[176]</span> +</p> + +<p> +E che faceva Maddalena? +</p> + +<p> +Un primo amore da ridere aveva fatto di +lei una moglie, e quindi una madre per ridere. +Che le restava a fare? — Ridere. — Qual +miglior modo di divertirsi, che studiare +quel mondo per lei affatto nuovo in +cui s’era trovata sbalestrata, quasi d’improvviso? +</p> + +<p> +Quanto gliene aveva detto Severina era +poco in confronto della vasta scienza, e l’aveva +messa in viva curiosità di imparare il +resto. D’altronde, avesse anche Severina potuto +dirle tutto, altro è viaggiare sui volumi +dei viaggiatori, e altro è viaggiare +colle proprie gambe.... toccare e vedere. +</p> + +<p> +In poco tempo ne toccò e ne vide tante +che il suo cervello ne fu profondamente +guasto. Vi sono degli individui che passano +in mezzo a tutte le immondezze e ai +delitti senza soffrirne altro che un po’ di +noja alla vista e all’olfatto — vi son altri +invece cui l’immondezza e il delitto seducono, +<span class="pagenum" id="Page_177">[177]</span> +e non hanno ancor finito di vedere +che già sono immondezza essi medesimi o +rei. — Altri infine si divertono e imparano.... +pel momento.... salvo poi il far più +o meno loro pro di quanto hanno appreso — a +norma delle circostanze. +</p> + +<p> +Maddalena era di questi ultimi. +</p> + +<p> +Vedere, pigliar un gusto matto a studiare, +a scoprire — e tener a mente. +</p> + +<p> +E davvero aveva ragione di pigliarsi gusto. +Nella sua posizione e colle numerose +amicizie d’ambo i sessi, di cui il matrimonio +e la vita nuova l’avevano circondata, +ella poteva veder chiaro in tutto questo +amalgama stranissimo che si chiama «Società,» +niuna classe esclusa. +</p> + +<p> +L’osteria è una specie di lavatojo, in cui +si mettono in evidenza tutte le macchie +della città e della provincia. +</p> + +<p> +Non si smacchia mai nulla, è vero — ma +in compenso, si scopron delle macchie +anche dove non ve ne sono. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_178">[178]</span> +</p> + +<p> +Minelli aveva cominciato dall’esser solo +colla moglie all’osteria, poi vi si era aggiunto +qualche amico, poi gli amici degli +amici, in modo che in poche settimane la +sala o il <i>berceau</i>, sotto il quale, a seconda +del tempo, si pranzava, bastava appena per +«Minelli e compagnia bella.» +</p> + +<p> +Fino alla frutta, di solito, tanto più se +v’era qualche faccia nuova, si conservava +la bussola, si discorreva di cose di famiglia, +di affari, di politica, specialmente +estera, perchè più facile, ecc., ecc., — poi, +a poco a poco, colle libazioni, il termometro +saliva e veniva il resto, il vero condimento +del pranzo, la più gradita droga, il +coronamento dell’edificio, venivano cioè i +discorsi lubrici. +</p> + +<p> +Si cominciava dai doppj sensi, poi si +passava ai sensi semplicissimi, e quindi si +mettevano sul tappeto la vita materiale +conjugale e le questioni analoghe in tutta +la loro crudezza. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_179">[179]</span> +</p> + +<p> +L’imprudenza dell’uno provocava l’accusa +o le giustificazioni dell’altro. Si udivano +certi rimproveri che avrebbero fatto arrossire.... +un frate.... forse.... Si davano dei +consigli che avrebbero ispirato ad un legislatore, +delle aggiunte al codice penale. Si +facevano dei paralleli.... a cui la storia era +affatto estranea, ma che commovevano — v’erano +delle liriche ad un dio che nell’antichità +si vedeva da per tutto, e che ora si +tien celato per render più saporito il suo +regno.... perchè egli impera sempre.... Oh! +sì — v’era..... v’era insomma la morale +come veramente la intende il mondo. +</p> + +<p> +Un marito, mostrando sua moglie, diceva: +Ecco il mio <i>sacramento</i> — una moglie, parlando +del marito assente, diceva: Oggi non +c’è il mio <i>matri</i>...., cercate fra i <i>moccoli</i> la +finale.... quanto a noi non la scriviamo. +L’amor conjugale si assicurava non esser +possibile perchè <i>è sempre quella minestra</i>. +I figli, un imbarazzo che fanno diventar +<span class="pagenum" id="Page_180">[180]</span> +brutta la donna e tolgono gli agi alla casa, +anzi, precisamente che impediscono di +berne un bicchier di più. +</p> + +<p> +Le mogli devono essere tanti mobili. I +mariti sono copertoni, ecc. Poi venivano le +storielle dei barcajuoli, dei curati, dei frati, +delle monache, e si discorreva dei <i>porti di +mare</i> e delle <i>famiglie-alberghi</i>, dove non si +arriva mai tardi e si alloggia sempre bene. +Il tutto accompagnato da commenti, discussioni, +miglioramenti di testo.... +</p> + +<p> +V’erano dei momenti in cui si credeva di +essere proprio.... in questo mondo. +</p> + +<p> +E la società non era cattiva, vedete. +</p> + +<p> +Era quella che si trova.... da per tutto. +</p> + +<p> +V’era Minelli, dunque, e altri merciaj. +V’eran dei commissionarj, v’era un parrucchiere +<i>de la haute</i>, come diceva lui — un +calzolajo del gran <i>chic</i>.... per sua sventura, +assicurava — un sarto molto ganimede e +ballante a cinquant’anni — v’eran degli +impiegati senz’ordine e con meno concetto, +<span class="pagenum" id="Page_181">[181]</span> +ecc., ecc., e v’erano, s’intende, le rispettive +consorti. +</p> + +<p> +Nei giorni festivi, poi, la società era numerosissima. +Venivan parenti ed altri amici, +fra i quali delle vecchie zitelle che non capivan +mai niente, e parlavan del loro gatto — delle +vecchie vedove, e anche delle maritate, +che si facevan capire senza fatica — dei +fanciulli d’ambo i sessi, delle ragazze +sboccianti, e delle ragazze già sbocciate +alla ricerca.... delle api. +</p> + +<p> +V’eran dei giovani di primo, secondo e +terzo pelo, che cercavano e trovavano anche +dei sollievi alle pene d’ogni età. +</p> + +<p> +Prudenza non ve n’era mai troppa, ma +quando i bambini morti di sonno s’abbandonavano +sulla tavola, e le sboccianti insieme +a piccoli tulipani di dodici, tredici +anni vagavano fra le ombre a coglier lucciole, +e le sbocciate romanticamente passeggiavano +in un vialetto dove trovavan +sempre qualche furtiva stretta.... di mano — allora +<span class="pagenum" id="Page_182">[182]</span> +nel grosso della compagnia composta +di gente spregiudicata, o, come dicasi, +«di mondo....» si alzava la gran cateratta +e si dava la fuga alle acque.... Ah! ah! che +orgia spirituale! +</p> + +<p> +Quanti argomenti saltavano in scena che +di solito sono roba da medici e da confessori! — quante +confidenze in un orecchio.... +che tutti udivano! — quante proposte a +bruciapelo accolte con schiaffi.... corretti +da sorrisi. — E le vecchie e grasse comari, +crivelli disusati, avvinazzate, colle labbra +grosse e nere pel bere, le guance pavonazze, +come se la godevano, come si scompisciavano +dalle risa, asciugandosi poi le +lagrime della consolazione! Quanti altarini +non si scoprivano! — E il marito della tale +era innamorato della fantesca, alla quale +portava il caffè la mattina, mentre era ancora +a letto. — E la moglie del tale aveva.... +non occorre dir cosa.... — E il lusso di +questa costava tanto e tanto. — E quella +<span class="pagenum" id="Page_183">[183]</span> +buona massaja che aveva fatto la fortuna +di suo marito.... colla sola e dolce fatica +di qualche sospiro! — E quei due marito +e moglie, che erano sempre in tre, al +teatro, al caffè, all’albergo.... a spese non +del marito! — E quella bella signora che si +vedeva sempre così e colà, e che facendosi +condurre al caffè dal suo favorito, per non +farlo sfigurare al momento di pagare, gli +faceva passare di sotto il tavolino il suo +portamonete! — Un mercante diceva delle +raccomandazioni di certe signore, le quali +non vogliono che il marito veda tutto il +conto: «Soltanto questo e questo e +questo, gli faccia vedere.... il resto lo pagherò +poi io!! — Ih! ih! ih! faceva il +coro. — +</p> + +<p> +Ma e la bella moglie di quel tal impiegato +che lasciava i suoi ritratti presso varie +<i>buone conoscenze</i>, le quali, si incaricavano +di far nascere la ricerca dell’originale! — E +non è la sola!.... gridava taluno — io ho +<span class="pagenum" id="Page_184">[184]</span> +visto degli <i>album</i>! — Oh! bello! Oh! bello! — rigridava +il coro. +</p> + +<p> +E naturalmente v’era gran varietà di soggetti. +Non si limitavano alle cose.... allegre. +V’erano anche le tristi. Si parlava degli odj +di questa e di quella famiglia — del tal tentativo +d’avvelenamento — di certe enormezze +incomprensibili — di usure inaudite — di +ruberie a man salva — di crudeltà consumate +fra le mure domestiche — di infamie +senza nome — di mariti che trascurano +e peggio moglie e figli, e si fanno rovinare +di borsa e di salute fuori di casa — di mogli +che.... fanno altrettanto.... +</p> + +<p> +Ma alfine bisognava pur muoversi e andarsene +a casa. Bello spettacolo quella +marcia notturna! Pareva la ritirata da Mosca. +Andavano a due, a tre, a quattro, a +uno.... Chi barcollava, chi s’appoggiava al +muro, chi correva, chi cantava.... tutto. — Chi +urlava, chi bestemmiava.... Or non si +trovava più questo.... or non si vedeva più +<span class="pagenum" id="Page_185">[185]</span> +quella. Le ragazze erano sempre davanti, +molto davanti.... e mezzo stordite da un po’ +di vino e dalla veglia ascoltavan commosse +le prime dolcezze e facevano imprudentemente +le prime concessioni. +</p> + +<p> +Qualche moglie aveva suo marito indietro.... +e intanto difendevasi da qualche conquistatore.... +ma difendevasi male.... e qualche +volta, nell’addio, v’era anche una non +sempre tacita promessa. +</p> + +<p> +Passando vicino a qualche coppia si udivano +dei rimproveri.... e guardandoli in faccia +non si poteva dire avessero delle ragioni +legali per farsene. +</p> + +<p> +Intanto la sparpagliata comitiva andava.... +andava. +</p> + +<p> +Chi entrava di qua, chi prendeva di là.... +finchè restavano soli tre o quattro molto +cotti... che noi non seguiremo certo. +</p> + +<p> +E le cose finivano forse là? +</p> + +<p> +L’indomani cominciava la cronaca della +notte. Un marito aveva battuto la moglie — una +<span class="pagenum" id="Page_186">[186]</span> +moglie aveva battuto il marito — un +marito aveva costretta la moglie a fare, in +camicia, il maneggio del fucile — un fanciullo +s’era rotto la testa — un giovinetto +aveva sbagliato di piano — .... un +altro, di uscio, in casa propria — i tali +erano così poco ubbriachi che, dopo molte +vicende notturne, ora erano tutti a letto +ammalati.... +</p> + +<p> +A lungo andare, in una compagnia come +quella, raccogliticcia, senza scelta, messa insieme +proprio a casaccio, non potevan non +nascere intrighi, imbrogli d’ogni genere e se +di quel che avvenne non si può parlare +per non mormorare del prossimo, si può +dire però che vi furono scene di gelosia — che +vi furono ire di genitori.... Mariti e parenti +ingenui, i quali lasciavan ber smoderatamente +mogli e fanciulle.... come se il +vino potesse produrre nella donna effetti +differenti da quelli che produce nell’uomo! +</p> + +<p> +Il solo che non diceva mai niente nè di +<span class="pagenum" id="Page_187">[187]</span> +nè a sua moglie era il buon Minelli, il +quale anzi la incoraggiava a bere, perchè +quando ella aveva il viso acceso e gli occhi, +grazie a Bacco, più brillanti — gli occhi di +lui del pari alterati dal vino la trovavano +ancor più affascinante. +</p> + +<p> +Forse Minelli avrebbe rinunciato a compiacenze +di tal genere, se il liquido avesse +fatto commettere delle sciocchezze a Maddalena, +ma ella era sempre la «tosa di +bronzo» — non obbediva al vino, lo dominava. +Tanto è vero che in sei mesi, neppure +la più piccola imprudenza si poteva +rimproverarle. +</p> + +<p> +Ella si teneva sempre vicina al marito, +sorrideva e rideva alle licenze poetiche di +tutti.... ma anche sollecitata non apportava +il suo contingente. Non era in pubblico +ch’ella amava prodursi. Oh! nella conversazione +intima con qualche amica, era un +altro pajo di maniche. +</p> + +<p> +Allora ella diceva delle cose gustosissime. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_188">[188]</span> +</p> + +<p> +Ma all’osteria, fra i fumi del vino e dello +zigaro, quando si era perduta ogni misura, +esporsi come gli altri le pareva triviale. +L’immoralità le piaceva, ma piccante, di +buon gusto, fina insomma. L’allieva di Severina +non poteva essere che così. +</p> + +<p> +Avvicinandosi l’inverno, Maddalena pensava +seriamente a quello che farebbe in +carnevale. Nel carnevale precedente non +aveva potuto ballare, a motivo della gravidanza — ma +si ricordava d’aver giurato allora +a sè stessa di compensarsene ad usura +nel prossimo inverno. Però il mendicare +inviti o il ballare nei teatri non le garbava +punto. +</p> + +<p> +Una cosa che le avrebbe molto piaciuto +sarebbe stato il dar delle feste in casa sua — ma +l’angustia relativa dell’appartamento +non permetteva di pensarvi. Ed ella voleva +divertirsi, ballare, e godere uno splendido +carnevale, senza noje, proprio colla perfetta +libertà di cui avrebbe fruito in casa. Come +fare? — Subito fatto. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_189">[189]</span> +</p> + +<p> +Una sera Minelli — suggeritrice la moglie — disse +che la compagnia era tanto +buona che sarebbe stato un vero peccato il +lasciarla disperdersi nell’inverno. +</p> + +<p> +Gli pareva che, essendo tanto numerosa, +si potesse benissimo costituire in Società +per dare delle feste da ballo a sè stessa +dal primo dicembre alla fine del carnevale. +</p> + +<p> +Maddalena aveva pensato e suggerito +bene. Il progetto di Minelli fu ricevuto con +acclamazioni generali. +</p> + +<p> +Otto giorni dopo la Società era costituita +e lo statuto, steso da un socio pratico di +simili faccende, approvato e firmato. Minelli +fu eletto, per riconoscenza, presidente; la +Società, in omaggio al gentil sesso, fu denominata: +<i>Delle belle donne</i>, e il primo dicembre +si apersero le sale, con tripudio +generale. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_191">[191]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Si ballava tre volte la settimana alla <i>Società +delle belle donne</i>. Il martedì e il giovedì, +la veglia non si protraeva però oltre +il tocco. Il sabato solo, la festa durava +fino all’alba vegnente. +</p> + +<p> +Maddalena nelle prime feste si abbandonò +con tutta la foga della sua gioventù e robustezza +in preda alla molteplice voluttà di +turbinare fra due braccia d’uomo a suon +d’orchestra. Nuova voluttà per lei, chè da +quando aveva lasciato la scuola non aveva +più mosso piede. Era instancabile e stancava +tutti. Eppure non era più pesante di +una piuma.... quando danzava. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_192">[192]</span> +</p> + +<p> +Ma in capo a qualche settimana parve +annoiarsi di quel trottolare. Non aveva affatto +estinto quella smania nel sangue di +un moto continuo e vertiginoso, ma siccome, +man mano la stagione inoltrava, le +feste si facevan sempre più affollate, si finiva +a ballare tutt’al più due minuti ogni +mezz’ora e a passar il resto in processione +attraverso le sale, sospirando, talora invano, +altri due minuti — il che per lei era ultra +nojoso. Non avendo delle ragioni particolari +per ballare ad ogni costo, preferiva ritirarsi, +con qualche amica, nel salotto giallo, +riservato appunto alla conversazione delle +signore, e che Maddalena chiamava la sua +oasi. Infatti, essendo l’ultima delle sale sociali +ed avendo l’ingresso difeso da una +spessa portiera, vi si godeva una frescura, +una quiete, un silenzio ch’erano un vero +ristoro per chi veniva dalle torride sale in +cui ferveva la danza. +</p> + +<p> +Là su quelle poltroncine presso quel +<span class="pagenum" id="Page_193">[193]</span> +tenue fuoco che scoppiettava nel caminetto, +coll’accompagnamento della sordina del gas, +nasceva spontanea la conversazione e si +sentiva il bisogno delle confidenze. +</p> + +<p> +Ma è difficile che alle signore, tanto più +se belle, venga fatto di restar sole.... Oltrechè +la donna ha.... non sappiamo cos’ha.... +ma qualche cosa ha certo che attira l’uomo +sulle sue orme, quel ritrarsi così in disparte +non poteva non destare sospetti e +curiosità nei signori uomini, che invasero +ben presto il salotto giallo. Sulle prime +quelle signore n’ebbero stizza, ma dopo ci +pigliarono diletto. La conversazione di molte +gentili persone dei due sessi, che avevano +a pensar solo a darsi buon tempo, se non +era più intima, diveniva certamente più animata +ed arguta. +</p> + +<p> +Nel salotto giallo si formavano dei gruppi +e si scherzava amabilmente. V’era un gruppo +però che la vinceva sugli altri per numero +e brio — quello della presidentessa. Ella +<span class="pagenum" id="Page_194">[194]</span> +aveva saputo attorniarsi delle donne più +sapienti e degli uomini più scettici e più +caustici. +</p> + +<p> +All’intorno, come spettatori, v’era una +schiera di giovinetti del primo corso di +galanteria, i quali non dicevano niente +per rispetto ai maestri, e che, con quei loro +colli torti per l’attenzione e lo stupore, e +con quei visi imberbi senz’altra espressione +fuor quella delle cravattine bianche, +facevan l’effetto delle foglie incurate che +circondano un mazzo di fiori. +</p> + +<p> +Quanti frizzi! quanti razzi! quante scoperte +filosofiche e anche geografiche! +</p> + +<p> +Ma ad alta voce si diceva quel che si può +dire in una festa da ballo ad alta voce. +Quel che si usa dire a bassa voce non lo +si diceva che dopo cena, il sabato, fra +quei quattro o cinque signori e signore dei +più matricolati.... nessun marito presente. +Allora si diceva l’indicibile con una grazia, +un sapore, un buon gusto, che avrebbero +<span class="pagenum" id="Page_195">[195]</span> +deliziato Fiammetta.... Quello era il campo +d’azione di Maddalena.... ma noi non possiamo, +sgraziatamente, entrar in particolari, +perchè erano tutta gente discreta e non divulgavan +nulla, nemmeno una parola! +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Si dice: <i>per ballare</i>, ma realmente le Società +che si costituiscono per ballare, si +costituiscono <i>per amare</i>. +</p> + +<p> +Non sofistichiamo sulla parola, che è +molto elastica, e può significare tutto quello +che si vuole, e conveniamo che non può +essere che così. Come, infatti, supporre che +gente bella, giovane, ardente, di vario sesso, +se ne stia insieme di frequente, per molte +ore, volando abbracciata, mangiando, bevendo, +ridendo, discorrendo, in un’atmosfera +torrida, profumata.... godendo di tutte +le voluttà dei cinque sensi, — senza che +l’anima prenda un po’ parte alle ebbrezze +<span class="pagenum" id="Page_196">[196]</span> +del corpo? Ora, quando l’anima, ossia questo +complesso di fantasia e di cuore, viene +riscaldata dalle fiammelle che si svolgono +dagli spiriti accesi della materia.... la prima +cosa che fa: è <i>amare</i>. Preghiamo nuovamente +di non sofisticare. +</p> + +<p> +Noi abbiamo tanto buona opinione della +umanità, da assicurare che riunendo a caso +uomini e donne che non si sono mai veduti, +e facendoli mangiare, bere e ballare, +dopo un’ora — qualche coppia anche più presto — parleranno +d’amore, e quindi.... Dunque +è naturale che lo stesso avvenisse nella +<i>Società delle belle donne</i> e con minore difficoltà, +perchè, meno un certo numero di +socj nuovi, tutti i membri si conoscevano, +come sappiamo, da tempo — e perchè, qualche +vincolo più o meno poetico già esisteva +o era desiato. +</p> + +<p> +Il romanzo di alcune giovinette continuò +colla speranza del <i>buon</i> scioglimento, ossia +conclusione — cominciò quello di altre — alcune +<span class="pagenum" id="Page_197">[197]</span> +signore ancor oscillanti si decisero — altre +che s’erano già decise prima, mutarono +avviso — questo non vuol dir che si +pentirono! — altre, invece, replicando una +volta ancora la prova del fuoco, ne uscirono +illese, colla coscienza tranquilla, +ma sospirose. Quanto a Maddalena, lo si +sapeva che non era una donna facile, ma +non si credeva poi che fosse una virtù di +ferro, come mostrò di essere in mezzo a +tante seduzioni. I giovani più abili e fortunati +in fatto di galanteria, tentarono l’assalto.... +e furono tutti sconfitti da’ suoi sorrisi +beffardi. +</p> + +<p> +Nè le adulazioni, nè i sospiri, nè le offerte.... +di un’anima! ecc...., nulla le fece +impressione. Tanti bellissimi giovani.... e +nessuno fu tanto avventurato da farle ripetere +quelle famose parole: «Eccolo.... è +lui!» +</p> + +<p> +Tale inqualificabile indifferenza sorprendeva +i respinti, i quali, pratici nel fare i +<span class="pagenum" id="Page_198">[198]</span> +conti sulle esigenze del sangue delle donne +e sulle solvibilità dei mariti, trovavano che +ella avrebbe dovuto essere molto esigente, +perchè v’era poca solvibilità — ma era +forza accontentarsi di sorprendersi. +</p> + +<p> +Se però Maddalena si mostrava indifferente +per tutti i suddetti, non mancava di +divertirsi a suo modo. Il suo modo era +quello di farsi fare la corte dai giovinetti.... +Ella godeva mezzo mondo vedendo i loro +ansiosi sguardi frugarla da per tutto, godeva +destando sfrenati desiderj, ch’ella incoraggiava +con occhiate magnetiche e con parole +equivoche.... per poi.... udita una timida +dichiarazione, liberarsi con uno scoppio di +riso.... o con un consiglio materno, che li +faceva diventar rossi rossi, sudare, fuggire. +</p> + +<p> +Ma nessuno sapeva nulla di nessuno, perchè +nessuno aveva.... alcun che di buono a +dire — e così Maddalena, alla sua età, passava +per una donna superiore, e Minelli +pel marito più invidiabile. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_199">[199]</span> +</p> + +<p> +Ed ella stessa si credeva invulnerabile, +perchè insensibile, ed era certa di poter +continuare sempre a burlarsi degli uomini +e a ridere delle debolezze delle donne. +</p> + +<p> +Ma invulnerabile ed insensibile non voglion +dire inaccessibile! +</p> + +<p> +Maddalena faceva i conti senza l’imprevedibile +e specialmente senza sè stessa. +</p> + +<p> +Questo parrà strano, ma se fosse così, lo +si vedrà. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Una sera, dopo i primi valzer, in quel +momento di confusione che nasce in una +sala da ballo allo svanir dell’ultima battuta, +Maddalena sentì toccarsi il braccio. +Era un’amica che, con una delle solite +smorfie: +</p> + +<p> +— <i>Chérie</i> — le disse — c’è qui il signor +Soranzi, che desidera tanto l’onore di conoscerti. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_200">[200]</span> +</p> + +<p> +— Oh! l’onore è mio.... — rispose con +accento di sorpresa Maddalena, rivolgendosi +e squadrando il giovine che s’inchinava +muto e arrossente.... Quando egli rilevò +la fronte, e i loro occhi s’incontrarono, +un sorriso benevolo, quale di rado ella ne +aveva per gli uomini, le spuntò, e naturale, +quasi affettuosa, continuò: +</p> + +<p> +— Non siamo conoscenze nuove.... mi +pare. +</p> + +<p> +— Allora io sono perfettamente inutile qui — disse +l’amica, ridendo — ma.... mi raccomando! — e +senz’attender altro li lasciò. +</p> + +<p> +— Perchè vi siete fatto presentare....? — fe’ +Maddalena, posando la mano sul di lui +braccio e segnandogli con un gesto grazioso +la via da tenersi. +</p> + +<p> +— Era incerto sull’accoglienza che avreste +potuto farmi. +</p> + +<p> +— Che cosa temevate.... da una povera +donna? +</p> + +<p> +— Temeva che, a motivo di un certo incidente +<span class="pagenum" id="Page_201">[201]</span> +della mia vita.... mi aveste mal giudicato +e quindi tenuto il broncio. +</p> + +<p> +— Oh!.... che idea! +</p> + +<p> +— Se vi foste ritenuta offesa, però, n’avreste +avuto tutte le ragioni.... benchè io possa +pienamente giustificarmi. +</p> + +<p> +— Perchè doveva offendermi? +</p> + +<p> +— Ma.... scusate — fece Oreste con sorriso +stentato — quale effetto produsse in +voi....? +</p> + +<p> +— Nessuno.... Cosa volevate mai che sentissi? +Mi arriva una lettera inattesa.... in +cui un signore, che, sotto tutti i rapporti, io +era ben lontana dall’imaginare potesse occuparsi +di me, mi dice che.... +</p> + +<p> +— Che vi ama! +</p> + +<p> +— Sì.... al tempo imperfetto.... adesso è +imperfetto.... già! Sss.... ora parlo io.... +Ecco la mia oasi, sediamo qui, se non vi +spiace. Ma forse voi avete degli <i>impegni</i>, +chi sa quante signore vi aspettano con impazienza.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_202">[202]</span> +</p> + +<p> +— Nessuna m’aspetta, perchè io sono venuto +solo per voi.... +</p> + +<p> +— Ah! ah! ah! +</p> + +<p> +— Non credete? +</p> + +<p> +— Credo.... credo.... Torniamo al nostro +discorso.... Che vi diceva? ah! dunque.... +ricevo una lettera inattesa....; mio padre la +prende e va per sapere se quello che c’è +scritto sta bene — gli rispondono che sta +male.... Cosa volete mai che pensi io?.... +penso che chi ha scritto è stato un po’.... +troppo giovine.... e buona notte! Tutto è +avvenuto così telegraficamente che non ha +lasciato traccia.... Davvero, m’è parso un +gioco di prestigio. Eccolo qua.... marcia, +sparisci.... non c’è più! ah! ah! +</p> + +<p> +— Nemmeno una punta di rammarico....? +</p> + +<p> +— Ora non posso dirvi nè sì nè no. Se +vi dico che la punta c’era.... faccio torto a +mio marito.... se vi dico che non c’era.... +vi dispiace.... vedete quindi.... — +</p> + +<p> +Il giovine stette qualche momento sopra +pensiero e mesto, poi mormorò: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_203">[203]</span> +</p> + +<p> +— Pensare che per pochi mesi soltanto +vi ho perduta per sempre! +</p> + +<p> +— Non capisco.... ma forse è meglio.... e +a che gioverebbe poi capire?.... Ritorniamo +in sala? +</p> + +<p> +— No, lasciatemi dirvi solo questo..... +Ho bisogno d’essere perfettamente giustificato +ai vostri occhi..... Via, siate +buona, vi chiedo così poco! — Quando io +vi scrissi quella lettera.... credetelo.... io vi +amava perdutamente.... È inutile che io vi +riferisca la scena violenta che ebbi con +mio padre... potete imaginarvela... Dovetti +cedere! E come non cedere, quando egli +minacciò di rinnegarmi piuttosto che riconoscervi +per mia moglie? +</p> + +<p> +— Ah! è lusinghiero per me! — disse +gajamente Maddalena. +</p> + +<p> +— Non dovete offendervene.... ogni padre +ha le sue idee fisse e non crede alla bontà +delle idee dei figli, i quali, secondo i genitori, +mancano sempre d’esperienza quando +<span class="pagenum" id="Page_204">[204]</span> +vogliono agire per impulso di cuore. — Il +suo rifiuto, del resto, non implicava una +opinione sfavorevole a vostro riguardo. +</p> + +<p> +— Voglio ben crederlo. +</p> + +<p> +— Ah! sì, credetelo.... tanto è vero.... ma +questo ve lo dirò dopo. — M’era proibito di +allontanarmi dall’università.... ero angustiato +dagli studj.... non potei fare alcun +passo verso di voi. D’altronde, dopo quel +colpo di testa che doveva parervi ben ridicolo, +come avere il coraggio di farsi vedere? — Erano +scorsi pochi giorni, quando mio +padre mi diede la notizia del vostro prossimo +matrimonio.... Non vi dico che ho +pianto.... perchè ridereste.... — +</p> + +<p> +La voce d’Oreste, già tremolante, si spense, +ed egli chinò il capo vergognando della +sua debolezza. Il suo racconto era stato +detto con un accento così ingenuo e sincero, +che Maddalena quasi per sorpresa ne +era stata interessata, e quando lo vide come +avvilito, gli disse cordialmente, per toglierlo +d’imbarazzo: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_205">[205]</span> +</p> + +<p> +— E come mai non vi ho più veduto in +tutto questo tempo? +</p> + +<p> +— Se non aveste preso marito, io, finiti +gli studj, avrei fatto tutti gli sforzi per piegare +la volontà di mio padre. E vi sarei +riuscito. Avevo il mio progetto e buono! +Anche un figlio può minacciare.... basta la +minaccia di perdersi! Ma quando seppi che +vi maritavate... ricevetti tal colpo che durai +fatica a rimettermi un po’ d’ordine nel +cervello. Senza l’incubo dell’ultima prova +all’università.... che per me voleva dire +onore o ridicolo eterno.... non so che avrei +fatto! Potete pensare se, finiti gli studj, pensassi +pure a toccare questa città.... Viaggiai +qualche mese. Quindi, allorchè bisognò pensare +al ritorno, tremando all’idea di rivedervi +dalle mie finestre, felice con un altro, e di +essere un oggetto di derisione per voi.... +</p> + +<p> +— Via.... +</p> + +<p> +— Scrissi a mio padre che desideravo si +traslocasse.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_206">[206]</span> +</p> + +<p> +— Ah! ecco il perchè.... +</p> + +<p> +— Sì.... abbiamo una casa presso la stazione, +siamo andati ad abitar là. Ma allora, +quando tornai, sentii subito che non bastava.... +era ancor troppo vicino a voi.... e +dissi che voleva passar l’inverno in campagna. +I miei genitori mi seguirono.... essi +comprendevano molto bene lo stato dell’animo +mio. Dopo l’inverno, venne la primavera.... +seguì l’estate.... e nessuno pensava +a ritornare, quando una sventura ci obbligò +a lasciar la campagna. Mio padre, che +soffriva, già da qualche anno, d’oftalmia, +per un aggravamento improvviso, correva +pericolo di restar cieco.... Si tornò quindi +in città per aver a nostra disposizione i +migliori professori.... Ma tutte le cure possibili +giovarono a nulla.... +</p> + +<p> +— Cieco? +</p> + +<p> +— Non precisamente, ma la sua vista è +affievolita in modo che non può occuparsi +di niente. Ora, tutti gli interessi di casa +<span class="pagenum" id="Page_207">[207]</span> +sono affidati a me. Quel che volevo dirvi +poc’anzi è questo: Ora che mio padre è +ridotto in così triste stato.... è un altro +uomo. Mentre, prima, mi ha sempre distolto +da ogni idea conjugale, ora egli vorrebbe +che io prendessi moglie, perchè sente che +il chiasso e le carezze dei bambini sarebbero +per lui un immenso conforto. Non è +egli vero che se voi oggi foste ancora libera, +io potrei farvi mia ed appagare il vivo +desiderio di mio padre? +</p> + +<p> +— Ma egli m’ha rifiutata una volta per +ragioni d’interesse.... e mi rifiuterebbe ancora. +</p> + +<p> +— Non v’ho detto ch’è un altro uomo +adesso? Basti dirvi che un giorno in cui +mi pregava appunto di prender moglie, +avendogli io risposto: — Perchè non me +l’hai lasciata prendere allora.... Saremmo +tutti felici! — Ma! sospirò.... allora non +prevedeva.... e poi era così persuaso che +il tuo amore fosse un puro capriccio giovanile, +<span class="pagenum" id="Page_208">[208]</span> +che ho voluto salvarti da un tardo +pentimento. — E se adesso potessi ancora +sposarla? — È un discorso inutile questo.... +ma se tu trovi una brava ragazza.... sia +anche senza un soldo.... purchè piaccia a +te, sposala! — Non vi pare, Maddalena, che +questo sia parlar chiaro? +</p> + +<p> +— Sì — fe’ Maddalena ridendo — ma, +come dice vostro padre, adesso sono discorsi +inutili. — Ora ditemi un po’, come +mai vi trovate su questa festa? +</p> + +<p> +— Il marito della signora che mi ha +presentato è mio amico. L’altra sera discorrendosi, +al caffè, del carnevale, mi ha +invitato ad <i>onorare</i> queste feste!.... — Ci +sono belle donne?.... ho domandato ridendo. — Diavolo, +è la <i>Società delle belle +donne</i>! Abbiamo.... mia moglie.... abbiamo +la signora Minelli.... — Non bastava sapere +che v’eravate voi....? +</p> + +<p> +— Non era una ragione. +</p> + +<p> +— Ma diventò una ragione quando mi +<span class="pagenum" id="Page_209">[209]</span> +disse che dopo il vostro matrimonio eravate +divenuta ancor più bella. Siccome questo +mi pareva impossibile.... ho voluto accertarmene. +</p> + +<p> +— Ah! ah! non vi domando se è vero. +</p> + +<p> +— Perchè lo sapete.... Sentite, Maddalena! +</p> + +<p> +— Sss! — ecco mio marito. — Paolo.... — continuò +rivolta a lui che entrava, facendogli +cenno d’avvicinarsi. +</p> + +<p> +Minelli andò a lei lentamente.... e Oreste +lo guardava con dolorosa sorpresa — non +lo raffigurava più. +</p> + +<p> +Le lunghe, troppo frequenti veglie e i +nuovi disordini del carnevale avevano dato +un forte crollo al disgraziato. Sembrava +un cencio. Curvo, cascante, la faccia angolosa, +la pelle giallastra con certi tocchi +verdi che dovevan far fremere una donna. +Le orecchie senza sangue, parevano essere +state staccate e poscia male appiccicate. +</p> + +<p> +Era cosa miseranda veder quell’ombra +d’uomo, balbuziente, coll’aria imbecillita, +<span class="pagenum" id="Page_210">[210]</span> +venir offrirsi al confronto, colla balda e +aitante consorte. +</p> + +<p> +— Ho il piacere di presentarti il signor +Oreste Soranzi.... — fe’ Maddalena. +</p> + +<p> +— Ah! piacere.... — biascicò Paolo, con +un inchino sur un fianco. +</p> + +<p> +— Lo conoscerai.... È il padrone della +casa in cui ha sempre abitato la mia famiglia.... +</p> + +<p> +— Ah! vedo.... infatti, adesso mi ricordo. +Ma.... è un pezzo che non lo vedo.... Oh! +se è un pezzo.... Sicuro.... ma che bel giovinotto +s’è.... s’è fatto. +</p> + +<p> +— Mi diceva che il suo povero papà ha +quasi perduta la vista. +</p> + +<p> +— Ohi mi rincresce.... proprio. Che lo +saluti tanto il papà.... e anche la mamma.... +Oh! venivano sempre in negozio.... E si +balla.... si balla? Bravo.... Bravo.... a ben +ri.... rivederla. — E cacciatasi una mano in +una tasca delle falde.... lentamente s’allontanò. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_211">[211]</span> +</p> + +<p> +Quando Minelli fu uscito, Oreste guardò +fisso, con intenzione, Maddalena, la quale +sorrise. +</p> + +<p> +— Ho paura che.... — cominciò egli, ma +fermandosi tosto già pentito. +</p> + +<p> +— Di che cosa? +</p> + +<p> +— Ve lo dirò un giorno.... se ve lo dirò....; +ora è troppo presto. +</p> + +<p> +— Va bene.... sentiremo anche questa.... +</p> + +<p> +— Signora Minelli — entrò a dire una +voce da basso profondo — vuol favorirmi +per la quadriglia....? è promessa, se se ne +ricorda.... +</p> + +<p> +— Scusi, signor Soranzi, la quadriglia mi +chiama.... Eccomi, signor Tabarini.... — +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Quella sera — martedì — la festa fu breve, +e Soranzi non potè dir altro a Maddalena. +Contro il solito, essa ballò sempre. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_212">[212]</span> +</p> + +<p class="center"> +<i>Pensieri notturni di Maddalena +dopo quel primo incontro.</i> +</p> + +<p> +Cosa voleva dire Soranzi colle parole: «Ho +paura che....?» Che non mi crede felice o che +presto dovrò restar vedova? Forse una cosa +e l’altra.... Sarebbe un secondo marito conveniente +Soranzi.... Ma lo sposerei io? — È +ricco, ha modi da gentiluomo, è simpatico, +n’ho sempre sentito dire un gran bene fin +dall’infanzia.... ma non mi seduce.... Diciamo +però la verità.... chi mai potrebbe +adesso farmi perdere il cervello....? Se Giulio +fosse stato Soranzi o se Soranzi fosse +Giulio, quale felicità.... Maledetto Giulio.... +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_213">[213]</span> +</p> + +<p class="center"> +<i>Pensieri come sopra di Soranzi.</i> +</p> + +<p> +Un pensiero solo espresso da una parola +sola ripetuta e vegliando e dormendo male: +<i>Maddalena!</i> +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Soranzi non mancava mai ai festini della +Società, e tutti dovettero accorgersi che egli +vi veniva per l’unico scopo di trovarsi con +Maddalena. +</p> + +<p> +I giovinotti e i giovinetti noncurati, allora +cominciarono a guardar in cagnesco quel +signore che non conoscevano, il quale aveva +avuto semplicemente a mostrarsi per assorbire +tutta l’attenzione di Maddalena e — quel +che era orribile a pensarci — fors’anche +le di lei simpatie — perchè le loro sedute a +due erano d’una frequenza e d’una lunghezza +<span class="pagenum" id="Page_214">[214]</span> +tali da permettere di sospettarlo. — Dunque +egli aveva dello spirito? — Però, +pensavano che le cose non potevano essere +<i>serie</i>.... perchè nessun atto, nessun detto +meno che conveniente non era mai stato +notato, neanche dai più indiscreti. — E tuttavia +che si dicevano di così interessante +da poter trovar piacere a star insieme tanto +a lungo? — E quel Minelli che non ci trovava +niente di male! +</p> + +<p> +Maddalena, non solo non si curava di +quello che si diceva e che non ignorava, +perchè o la gelosia dell’uno o la malignità +dell’altro glielo avevan lasciato capire — ma +pareva facesse a bella posta di tutto +per inasprire peggio e gelosi e maligni. +</p> + +<p> +Tuttavia Soranzi non progrediva di un +punto nella conquista di Maddalena. Ella +lo lasciava discorrere di tutto, anche dell’amore +in generale, ma quando egli toccava +quel tal tasto.... ella faceva deviare il +discorso. S’egli insisteva, ella scherzava — e +<span class="pagenum" id="Page_215">[215]</span> +una volta ch’ella volle lasciarsi costringere +ad udire una dichiarazione formale, +rispose seriamente una parola sola e glaciale: — Impossibile! +</p> + +<p> +— Ebbene! — fe’ egli esasperato. — Sia +pure impossibile...! Io vi amerò egualmente, +perchè non posso vivere che a +questa condizione. Avete capito? — +</p> + +<p> +Ella non disse nulla, gli lanciò un’occhiata +fra lo spaventato e il giojoso, che +dovette lasciargli intravedere un lembo di +cielo.... e non si lasciò più avvicinare per +tutta la sera. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Coricandosi poi e pensando a quella +escandescenza, Maddalena rideva mormorando +fra sè: — Se io resto vedova stasera.... +Soranzi mi sposa domani! — +</p> + +<p> +Un sospiro del marito giù assonnato attrasse +il di lei sguardo su di lui. Allora +ebbe un moto di nausea e d’odio, e mormorò +ancora: — È una posizione pagata a +<span class="pagenum" id="Page_216">[216]</span> +caro prezzo la mia.... Se.... il Signore volesse +ricordarsi di me.... non sarebbe +tempo? — +</p> + +<p> +Frattanto finiamo d’avviluppare Soranzi.... +perchè si sposa una fanciulla, si può corteggiarla +maritata.... ma si può non volerla +vedova.... Ora con Maddalena non si scherza +più! +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Soranzi non le fece più alcuna dichiarazione, +temendo guastare. Egli si teneva +certo, del resto, che un giorno o l’altro ella +gli avrebbe corrisposto. Questione di tempo. +Una donna come Maddalena non poteva +non amare. Si vedeva che affettava indifferenza, +che cercava nelle distrazioni mondane +il mezzo di stordirsi, e rideva perchè +troppo fiera per far la vittima, per mostrarsi +crudelmente disillusa, disgustata di +quel matrimonio contratto per inesperienza. — Ma +<span class="pagenum" id="Page_217">[217]</span> +un giorno doveva venire, in cui la +sua pazienza sarebbe esaurita, in cui il suo +cuore sentirebbe prepotente, invincibile il +bisogno d’amare e d’essere amata. Allora +egli sarebbe là.... e la salverebbe. Sì, perchè +al suo amore, Soranzi annetteva anche +una missione morale. Gli pareva che dandosi +ad un altro ella cadrebbe nel fango — mentre, +affidandosi a lui, ella sarebbe salva! — È +la morale degli uomini innamorati sul +serio.... e anche di quegli altri. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_219">[219]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Avvicinandosi la fine del carnevale, a +qualche membro della <i>Società delle belle +donne</i>, che faceva parte anche di un’altra +Società danzante detta <i>Dei brutti uomini</i> — tanto +per poter gettar sei notti per settimana +in luogo di tre <i>sole</i> — venne in mente +di proporre che le due Società avessero a +fondersi, per dare unite, nella settimana +grassa, una festa da ballo <i>monstre</i>. +</p> + +<p> +Le due Società rivaleggiavano quell’inverno +a chi dava le più splendide feste. +</p> + +<p> +Se i membri dell’una si ritenevano, in +buona fede, il fiore dei ballerini della borghesia — i +<span class="pagenum" id="Page_220">[220]</span> +membri dell’altra si proclamavano +la <i>crème del bon ton</i>. +</p> + +<p> +Riconoscendosi degne l’una dell’altra, la +proposta fu accolta con entusiasmo da +ambe le parti, e venne fissato il mercoledì +grasso per la festa della fusione o dei <i>fusi</i> +o dei <i>confusi</i>, come dissero i soliti spiritosi — festa +che fu, secondo le previsioni, affollatissima, +elegantissima, ecc., ecc. +</p> + +<p> +Noi ne faremmo la descrizione, se non +l’avesse già fatta allora, subito, l’indomani, +un compiacente e riconoscente cronista, il +quale pagò la sua porzione.... sproporzionata +di <i>buffet</i>, col mettere nel suo foglio +l’iniziale del nome di tutte le belle donne...., +enormità che ebbe per conseguenza una +scissura terribile fra le belle e le brutte — con +qual delizia dei mariti o in qualsiasi +altro modo congiunti, lo dicano quelli che +hanno provato le strida dell’orgoglio d’una +bella offesa o le atrabiliari, cavernose, tragiche +declamazioni d’una brutta conculcata! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_221">[221]</span> +</p> + +<p> +Ma nè festa nè scissura ci interessano +punto. Quel che ci preme è seguir Maddalena, +ossia avvicinarci a lei. +</p> + +<p> +È una sera che segnerà una gran data +nella vita sua e di altri — non si può perderla +di vista un solo istante. +</p> + +<p> +Eccola nel solito salotto giallo, attorniata +dalla sua corte maschile che pende dalle +di lei labbra. — Ella ha già dichiarato che +non ballerà, perchè s’è fatta male a un +piede, l’ultima festa — e perciò s’è messo +un abito di velluto nero. +</p> + +<p> +Ah! quell’abito di velluto nero.... ossia.... +Insomma, il tutto insieme di Maddalena +quella sera.... fece un gran male! +</p> + +<p> +Era proprio la <i>toilette</i> che più conveniva +al suo genere di bellezza e che ne faceva +spiccare tutte le rare qualità, come non +mai in alcuna delle feste precedenti — anche +perchè era la prima volta ch’ella veniva +scollata.... fino a quel <i>punto</i>. +</p> + +<p> +Era il non <i>plus-ultra</i> dell’arte di offrire +<span class="pagenum" id="Page_222">[222]</span> +e dì celare quei tesori.... che in questo +mondo fanno sprecare tanti tesori... +</p> + +<p> +Su quel seno alabastrino, d’una freschezza +che faceva pensare ad una neve rosea, la +luce, piovendo dalle lumiere, giocava per +mostrare delle trasparenze azzurrine. I suoi +capelli avevano delle fosforescenze che parevan +dire: — Baciate qui!.... — e tutta lei +un profumo che faceva piegar le ginocchia. +</p> + +<p> +Gli uomini, guardandola, strabuzzavano e +mandavano dei sospiri, mormorando: — Ci +vuol pazienza! — e le donne, facendo dei +confronti fra loro e lei, sorridevano del +sorriso stereotipo delle feste da ballo — e +se alcuno vantava le bellezze di lei, il miele +che usciva dalle loro labbra, era sempre +miele.... ma pareva avesse un po’ sofferto. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Chi soffriva più di tutti a quella vista +era Oreste, che, appoggiato al caminetto, +<span class="pagenum" id="Page_223">[223]</span> +contemplava, pallido per l’emozione, Maddalena, +la quale sembrava non l’avesse ancora +veduto. Egli attendeva con intollerabile +pazienza che la festa cominciasse, per +poter avvicinarsi a lei. Non voleva confondersi +nella folla di quegli adoratori.... perchè, +quella sera, l’impressione di tanta +beltà, sotto un aspetto nuovo, era stata così +forte, ch’egli vaneggiava fra sè.... e voleva +rinnovare l’attacco.... minacciandola di uccidersi +se ella perdurasse a non aver pietà +di lui. — +</p> + +<p> +— Ma andatevene una volta! — gridava +egli mentalmente a tutta quella gente — andatevene, +se non volete che io commetta +qualche eccesso....! — +</p> + +<p> +Finalmente egli fu esaudito.... Giungeva +la prima onda di lontane armonie. Una +<i>polka</i> apriva la festa. +</p> + +<p> +I cortigiani s’inchinarono a Maddalena +per correre sul campo di battaglia, ed ella +restò sola fra due giovinetti di mezzo pelo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_224">[224]</span> +</p> + +<p> +Allora, guardato l’uno e poi guardato +l’altro, sbadigliò. +</p> + +<p> +— Oh! — fece, dopo, mostrando avvedersi +proprio in quel punto della presenza +di Soranzi, e sorridendogli con un lieve +moto d’invito. — Egli comprese e mosse +verso di lei.... — I due giovinetti compresero +del pari e mossero verso l’uscita, maledicendo +all’importuno. +</p> + +<p> +— Proprio adesso — dicevano — che si +poteva.... nossignori!.... — +</p> + +<p> +Oreste sedè a fianco di Maddalena, e, +prendendole la mano, mormorò con voce +tremante: +</p> + +<p> +— Finalmente!.... — +</p> + +<p> +Ella lo guardò seria, poi distolse gli occhi +da lui e stette pensosa. +</p> + +<p> +Pareva turbata. +</p> + +<p> +Era il caldo più sensibile del solito? era +il suo stesso profumo.... sempre quel profumo? +era l’effetto d’una musica eccitante +udita da lungi, in quel silenzio? era +<span class="pagenum" id="Page_225">[225]</span> +un subitaneo moto del sangue ardente, che +si faceva giuoco dei di lei propositi.... o era +abilità? +</p> + +<p> +Probabilmente pensava solo a quello che +voleva dire e udire, e perciò dimenticava +sempre la sua mano in quella di lui. +</p> + +<p> +Ma quando una più forte pressione la +fece accorta di tale dimenticanza, si riscosse, +parve sorpresa di quell’istante +d’abbandono, tornò la Maddalena delle +altre sere, ritirò la mano, e, ridendo, +disse: +</p> + +<p> +— Alle volte non si sa proprio quello che +si fa.... +</p> + +<p> +— Ecco, vi siete già pentita di avermi +reso, un momento, felice. +</p> + +<p> +— Come! eravate felice? +</p> + +<p> +— Non vi amo io forse....? E quando si +ama, non si è felici per uno sguardo, per +una stretta di mano? +</p> + +<p> +— Siete poco esigente. +</p> + +<p> +— Non mi permettete di più. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_226">[226]</span> +</p> + +<p> +— Che cosa volete mai....? No.... basta! +non voglio che parliate. +</p> + +<p> +— Ma no.... sentite. +</p> + +<p> +— Se dite una sola parola, me ne vado. +</p> + +<p> +— Ed io voglio che m’ascoltiate! — egli +le aveva afferrato un braccio, ma non era +necessario. Ella aveva allora finito di convincersi +che non era un semplice capriccio +l’amore confessato da Oreste; e quella +sera sentiva, per lo meno, la curiosità di +un linguaggio ispirato dalla passione. +</p> + +<p> +— Ascolto.... — disse freddamente, fingendosi +offesa da quella violenza a cui ella +pareva assoggettarsi per pura prudenza; +e ascoltò cogli occhi al suolo, immota. +</p> + +<p> +— Sentite, Maddalena, io sono stanco di +vivere a questo modo. Voi dite che non potete +amare.... vi fate beffe di tutti, ridete +vedendo quali sentimenti ispirate.... è verissimo; +ma io non credo che voi non +possiate amare. +</p> + +<p> +— Amo mio marito.... — disse seccamente +Maddalena. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_227">[227]</span> +</p> + +<p> +— No....! — +</p> + +<p> +Si guardarono, egli cogli occhi lampeggianti.... +ella peggio che sdegnata, sdegnosa. +Dopo una breve pausa, in cui Oreste mise +alla tortura il cervello per trovare la maniera +di animare quella statua, ripigliò: +</p> + +<p> +— Voi non amate nessuno ancora.... tutti +lo sanno; ma questo è solo perchè non +credete ad alcuno. Quando troverete uno +che sappia.... che possa convincervi della +veracità della sua passione, voi lo amerete! +Ebbene.... che cosa volete che si faccia per +convincervi?.... andiamo! qual prova pretendete +da me? +</p> + +<p> +— Io non pretendo niente. +</p> + +<p> +— Guardate, Maddalena, che qualche giorno +voi mi ridurrete alla disperazione! — ma +tosto calmandosi con uno sforzo, supplicò: +</p> + +<p> +— Via, siate buona.... ditemi.... che cosa +devo fare per meritare il vostro amore.... +Voi diffidate.... voi temete che, appagato ciò +<span class="pagenum" id="Page_228">[228]</span> +che si chiama capriccio.... io non v’abbandoni! +Come mi giudicate male....! Guardate +se non è vero.... Volete lasciare vostro +marito....? volete che partiamo....? Dettate +le vostre condizioni.... Tutto io accetterò +ciecamente.... Ma non fatemi soffrire di +più! +</p> + +<p> +— Amo mio marito. +</p> + +<p> +— Amate vostro marito.... e m’ascoltate!? — gridò +Oreste quasi fuori di sè.... +</p> + +<p> +— M’avete trattenuta. +</p> + +<p> +— Maddalena.... voi non avete cuore.... +</p> + +<p> +— Io non avrei cuore.... se vi amassi. +</p> + +<p> +— Ma perchè.... perchè? +</p> + +<p> +— Perchè il mio amore vi sarebbe fatale. +</p> + +<p> +— E sia fatale!... mi faccia morire! morirò +almeno per avervi posseduta.... non +perchè forzato a rinunciare a voi! +</p> + +<p> +— Addio. — Ella s’alzava. +</p> + +<p> +— No.... non voglio. — Oreste la tratteneva +di nuovo. +</p> + +<p> +— Md voi mi compromettete!... guardate! — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_229">[229]</span> +</p> + +<p> +Qualcuno era dietro la portiera, la quale +oscillava. +</p> + +<p> +Maddalena si diede subito un contegno, +fingendo abbottonarsi i guanti. Intanto Oreste +mormorava: — Perdono! — ed ella rispondeva +affettuosa e sorridente: — Siate +savio adesso! — +</p> + +<p> +Qualcuno era entrato, e quando Maddalena, +al fruscìo de’ passi sul tappeto, alzò lo +sguardo, trasalì suo malgrado.... +</p> + +<p> +Ritto, appoggiato al caminetto, riconobbe +Giulio. — Giulio di fronte a lei, che la mirava +sogghignando. +</p> + +<p> +Oreste s’accorse del moto di Maddalena, e +guardò a sua volta quell’individuo. +</p> + +<p> +— Ah! vedo — fece egli piano a Maddalena — lo +conoscete? +</p> + +<p> +— Io.... no.... cioè, non ho alcun rapporto +con lui, ma lo conosco di vista. +</p> + +<p> +— L’avete veduto forse presso quella +vostra amica Severina.... +</p> + +<p> +— Appunto. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_230">[230]</span> +</p> + +<p> +— Lo credevate anche voi suo fratello? +</p> + +<p> +— Sì.... sicuro.... come mai avrei potuto +dubitarne....? Ma perchè mi fate questa domanda? +</p> + +<p> +— Perchè.... ora è suo marito. +</p> + +<p> +— Ah! sì....? — e Maddalena pensò con +rammarico alla sua vendetta non riuscita. +</p> + +<p> +— Sì.... ma.... +</p> + +<p> +— Ma cosa? +</p> + +<p> +— Ma la maldicenza vuole ch’egli abbia +fatto un matrimonio di speculazione.... tutto +quello che si può dire di speculazione.... +nel senso spregevole. Capite? +</p> + +<p> +— Non è difficile. +</p> + +<p> +— Voi ne dovreste saper qualche cosa. +</p> + +<p> +— Io ho avuto solo una brevissima relazione +con Severina. Ai miei parenti non +piaceva che la frequentassi; dicevano che +non era un’amicizia conveniente.... non so +poi perchè. +</p> + +<p> +— E voi che pensate di quella donna? +</p> + +<p> +— Era una donna gentile. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_231">[231]</span> +</p> + +<p> +— Ma la vostra opinione quanto a carattere? +</p> + +<p> +— Non saprei.... La sola impressione che +io ne ho conservata è quella delle sue gentilezze.... +ma, come v’ho detto, l’ho conosciuta +così poco. +</p> + +<p> +— Non avete domandato ai vostri genitori +la ragione della loro contrarietà? +</p> + +<p> +— Sì.... M’hanno detto che una donna, la +quale non ha occupazione di sorta e ama +il lusso, non è una buona amicizia. +</p> + +<p> +— E dopo il vostro matrimonio non l’avete +più veduta? +</p> + +<p> +— No.... Ma si potrebbe sapere perchè +v’interessate tanto per....? +</p> + +<p> +— Ve lo dirò un giorno....! — fe’ Oreste +coll’accento di chi ha provato una bella +soddisfazione. +</p> + +<p> +— Ecco un’altra cosa che mi direte un +giorno.... Io voglio sperare che ne verrà una +terza e poi una quarta.... +</p> + +<p> +— Certo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_232">[232]</span> +</p> + +<p> +— Quando? +</p> + +<p> +— Un giorno. +</p> + +<p> +— Brutto cattivo.... Oh! egli s’è seduto.... +Allontanatevi un momento. Forse si ferma +semplicemente perchè sospetta.... Quando +sarete uscito, s’allontanerà. Del resto, a minuti +vi sarà il riposo.... ed è meglio che +non ci trovino ancor insieme. +</p> + +<p> +— Vi obbedisco.... — +</p> + +<p> +E Oreste, che s’era alzato, s’inchinò ed +uscì. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Maddalena, al moversi di Oreste, lanciò +un’occhiata alla sfuggita a Giulio per scoprire +sul suo volto se v’era o no qualche +sospetto. — Quale non fu la sua ira nel vedervi, +e ancor più beffardo, il sogghigno di +prima! +</p> + +<p> +Offesa, volle respingere l’insulto coll’insulto, +e al sogghigno oppose un’espressione +<span class="pagenum" id="Page_233">[233]</span> +di sprezzo, con cui le pareva di doverlo +annientare. +</p> + +<p> +Fu un’imprudenza. +</p> + +<p> +Giulio non capì l’espressione, vide solo +uno sguardo insistente, e pensando che +Maddalena avesse allontanato Oreste per +far posto a lui.... con fatuo sorriso e con +una cert’aria di degnazione mosse verso +lei.... ma fu un tantino sorpreso quando la +vide alzarsi tutta seria e avviarsi verso +l’uscio.... +</p> + +<p> +— Maddalena.... — pregò egli allora — Maddalena! +</p> + +<p> +— Maddalena?.... — fece ella rivolgendosi +rapidamente come punta da uno spino, +guardandolo fredda e severa. +</p> + +<p> +— Sì, Maddalena! — rispose egli insinuante, — che +ha troppo spirito per non +perdonare un peccato veniale di gioventù. +</p> + +<p> +— Mi direste questo davanti a vostra +moglie? +</p> + +<p> +— Oh! mia moglie!... — L’ebete, triviale +<span class="pagenum" id="Page_234">[234]</span> +sorriso di Giulio nel dir questo, sarebbe +stato una rivelazione per Maddalena, quand’anche +ella avesse ignorato la abbiettezza +di quei due esseri. +</p> + +<p> +Ella guardò quell’uomo che aveva tanto +amato, e pensò: — Se mai io non avessi +scoperto ed egli mi avesse sposata, chi sa +cosa m’avrebbe proposto.... o imposto, un +giorno! — +</p> + +<p> +— Facciamo la pace adunque?.... — e +così dicendo, tutto mellifluo s’avanzò d’un +passo, stendendole la destra. +</p> + +<p> +Maddalena si ritrasse di due, il suo volto +esprimeva ribrezzo — e disse vibrata: +</p> + +<p> +— Vi proibisco non solo di avvicinarmi, +ma anche di lasciar capire in alcun modo, +sulla festa, che voi mi conoscete.... altrimenti, +guai! +</p> + +<p> +— Guai.... che cosa? — fe’ una voce alle +di lei spalle. +</p> + +<p> +Era Oreste che rientrava e che si fermò +sorpreso, incerto, a guardar l’uno e l’altra. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_235">[235]</span> +</p> + +<p> +Cattiva consigliera fu l’ira a Maddalena +in quel punto. Ella non seppe trattenersi, e +rivolgendosi a Oreste, gli disse piano con +vivacità: +</p> + +<p> +— Ve lo raccomando! +</p> + +<p> +— Ah! — esclamò Oreste, e guardò Giulio +con espressione derisoria. +</p> + +<p> +Giulio si fe’ smorto, e volendo punire +Maddalena del suo scherno — disse umilmente, +con sorriso maligno: +</p> + +<p> +— Signora.... se Ella vuol aver la gentilezza +di ricordarsene.... noi siamo due +vecchie conoscenze.... due buoni amici.... — +</p> + +<p> +Maddalena tremò.... Che stava per avvenire? — Oreste +la interrogava collo +sguardo, in attesa d’una parola, d’un +cenno, per farla finita con quel villano. +Ella sentiva che il cuore di lui batteva con +estrema violenza, e questo accresceva il di +lei timore. +</p> + +<p> +— Non se ne ricorda proprio più? — continuò +Giulio col medesimo sorriso. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_236">[236]</span> +</p> + +<p> +Maddalena si strinse al braccio di Oreste, +quasi implorando ajuto. +</p> + +<p> +— Pare di no!.... — proruppe Oreste con +accento provocante. +</p> + +<p> +— È forse Lei che glielo vieta? — domandò +Giulio sempre nel medesimo tuono. +</p> + +<p> +— Oh! oh! mi pare che basti la signora — ribattè +Oreste con uno scoppio di riso. +</p> + +<p> +Giulio si morse le labbra, e preso un atteggiamento +da bravo, disse: +</p> + +<p> +— Scusi.... vorrebbe favorire un minuto? +</p> + +<p> +— Due, se crede. +</p> + +<p> +— Per carità.... prudenza! — supplicò +Maddalena. +</p> + +<p> +— Non temete.... si tratta di voi.... e non +vi saranno certamente scandali.... — +</p> + +<p> +Maddalena li seguì collo sguardo tutta +tremante.... Non temeva più per sè, dopo +le parole di Oreste. +</p> + +<p> +In quel momento il suo cuore aveva un +primo palpito — temeva per lui.... e la +folla dei suoi adoratori che, finita la <i>polka</i>, +<span class="pagenum" id="Page_237">[237]</span> +allora tornava presso di lei, la trovò poco +disposta alla ciarla e straordinariamente +grave. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Se il lettore crede che Giulio volesse sfidare +Oreste, si sbaglia. Egli voleva anzi +comporre quel principio di litigio e dando +una lezione a Maddalena, e all’amico, togliere, +anche per l’avvenire, ogni possibilità +di nuovi screzj con lui — perchè egli +amava la sua pace. +</p> + +<p> +Aveva preso per un istante l’aria da Rodomonte, +perchè v’era presente una donna, +ma non ci teneva affatto a passare per un +accattabrighe. — Perciò bisognava commettere +una bassezza, ma a lui non pareva +tale, e d’altronde non era quello che +potesse imbarazzarlo. Non sì tosto fu uscito +dal salotto giallo, che la sua fierezza rientrò — ed +egli prese invece un’aria fra il +<span class="pagenum" id="Page_238">[238]</span> +filosofo, o uomo di mondo, e il protettore, +che sta per dare una lezione di <i>savoir vivre</i> +a un povero ingenuo. — Cacciò i pollici +nelle taschine del corpetto, lasciando +fuori le altre tre dita a battere il tamburo, +e cominciò: +</p> + +<p> +— Senta.... può essere una soddisfazione +per la vanità d’una signora il far nascere +una contesa fra due galantuomini.... (Ad +Oreste, questa imparzialità, questa indistinzione, +suonò poco gradevole).... ma +quanto a me, dichiaro che.... pel rispetto dovuto +alla vita umana.... per risparmiare a +mia moglie il dolore di restar vedova, e +ai di lei genitori quello di perdere un figlio.... — Ella +è il signor Soranzi.... non è +vero? Ella non si ricorderà di me, ma io +mi ricordo di Lei.... — Dunque, per tornare +al nostro discorso.... sediamo qui, se non +Le spiace, così non saremo disturbati.... — erano +nella sala da giuoco ancor vuota. — Per +continuare, diceva, La prego di ascoltarmi +<span class="pagenum" id="Page_239">[239]</span> +con perfetta calma. Quanto Le dirò +non Le andrà molto a sangue.... oh! lo so!.... +il togliere le illusioni sur una donna che.... +per la quale ci interessiamo.... torna assai +disaggradevole.... ma.... ma noi dobbiamo +pensare che siamo in questo mondo.... e +che v’è una sorpresa ad ogni piè sospinto. +Però.... creda a me.... che forse ho vissuto +più di Lei.... ho mangiato un patrimonio! — creda, +dico, che il meglio che si +può fare è di viver sempre nel disinganno +proprio, e senza alcuna illusione sulle +donne. Allora le donne si possono gustare +per quel che sono e non per quello che +noi sogniamo che siano.... e che non possono +essere.... almeno, in genere, mi risulta +questo.... +</p> + +<p> +— Ma.... — interruppe Oreste, che, durante +tal preambolo, era passato dalla sorpresa +alla noja, e infine all’apprensione — si direbbe +che Ella creda a un rapporto qualunque +fra me e quella signora.... Io Le +posso giurare.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_240">[240]</span> +</p> + +<p> +— Ah! io non ho detto niente.... nè Ella +ha alcun dovere di coscienza di giurare.... +che diavolo! Ella ha voluto intervenire +a difendere la signora per generosità, per +spirito di cavalleria.... sta benissimo. Ma +Le pare che vi possa essere difesa dove +non c’è offesa? +</p> + +<p> +— Ma Ella ha ben veduto che la signora +s’è risentita.... +</p> + +<p> +— Ah! sì.... nol nego.... Una signora si +risente sempre se le dicono in pubblico +quel che non vuol sentire.... ma che si può +dirle.... +</p> + +<p> +— Come?! Ella persiste.... +</p> + +<p> +— Se Ella prende questo tuono.... io non +posso più continuare. Valeva proprio la +pena che io facessi quasi una prefazione, +per vedere poi che Ella non vuol comprendere, +e crede più a chi La inganna che +non a me, il quale sto per dirle la verità, +affine di risparmiare ad ambedue dei dispiaceri +inutili.... pronto, se occorre, a provarla +tale verità! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_241">[241]</span> +</p> + +<p> +— Parli pure — mormorò Oreste con +voce sorda, domandandosi con paura +che cosa mai potrebbe uscire da quelle +labbra. +</p> + +<p> +— Io ho detto alla signora Maddalena +che io la conosco.... ed è vero. Io la conosco +così poco, che è stata mia amante. +</p> + +<p> +— Ah! — gemette Oreste. +</p> + +<p> +— Glielo giuro, e, se ne dubita, venga +da mia moglie, la quale Le narrerà d’una +certa scena che Maddalena le fece quando +io, che avevo già degli obblighi con Severina, +non potendo più lusingare quella ragazza, +la quale mi perseguitava col suo +amore, non mi lasciai più vedere da lei. Si +imaginò d’aver ricevuto chi sa qual torto +dalla povera Severina, e le fece una scena +ridicola, perchè avesse a romperla con +me. Per fortuna, Severina è una donna di +buon senso e capì subito che era la gelosia +d’un amore non corrisposto.... +</p> + +<p> +— E questi rapporti che Ella ha avuti +<span class="pagenum" id="Page_242">[242]</span> +con Maddalena? — disse con sforzo Oreste, +provandosi a sorridere.... +</p> + +<p> +— Oh! sa bene.... — e Giulio, appressate +le labbra all’orecchio di Soranzi, vi versò +certe confidenze che, come veleno, cagionarono +un dolore atrocissimo al povero giovine. +</p> + +<p> +Se ne avvide Giulio, e mascherando la +sua compiacenza, chè era appunto l’effetto +ch’egli voleva ottenere, sotto una espressione +d’interessamento pietoso: +</p> + +<p> +— Ella divien smorto.... Non aveva dunque +torto io di dirle che Ella aveva qualche +cosa, qui, per quella donna? Tanto meglio! +Ella ora ha aperti gli occhi e si saprà regolare. +Quel che mi premeva, era che Ella +fosse persuaso che io non sono un villano, +e che fra noi non ci può essere alcun motivo +d’attrito. Ho tanto piacere di averla +conosciuto. A rivederci. — +</p> + +<p> +E se ne andò lasciando Oreste fremente +di rabbia e con un’acutissima fitta sotto il +<span class="pagenum" id="Page_243">[243]</span> +cuore, che gli rendeva oltremodo penoso il +respirare. +</p> + +<p> +Quale doloroso destarsi! +</p> + +<p> +Aver sognato una perfezione morale rispondente +alla perfezione fisica, e trovare +una.... civetta volgare, con un <i>passato</i> per +sopramercato! +</p> + +<p> +Altro che vittima! — E come sapeva mentire! +Ella la rivale disgraziata di Severina, +l’amante respinta di Giulio.... solo pochi +istanti prima, osava asserire che conosceva +Giulio di vista! e che aveva trascurato l’amicizia +di Severina per ordine superiore.... +</p> + +<p> +E se della di lei giovinezza veniva a conoscere +ora quel mistero. — ed era il solo, +poi? — chi sa quali misteri celava la sua +esistenza conjugale.... con tale marito.... +</p> + +<p> +«Amo mio marito....» — diceva — ma +questo doveva esser vero come il «conosco +Giulio di vista!» +</p> + +<p> +Restava pura e semplice la bellezza.... +ma, con un’anima così nera, era una bellezza +<span class="pagenum" id="Page_244">[244]</span> +orribile. Era deciso.... bisognava fuggire +Maddalena. +</p> + +<p> +E pronunciando il sì della decisione, s’alzò +e uscì avviandosi verso la guardaroba, +ma quando fu sul limitare di quella si +fermò titubante. — +</p> + +<p> +— Ricomincia la musica, — pensò — Maddalena +sarà sola e mi aspetterà. Partire +colla ferma risoluzione di non vederla +più.... sta bene, ma non prendermi proprio +alcuna soddisfazione, nemmeno quella di +vederla arrossire.... è un po’ da collegiale +che fugge. Si direbbe che ho paura di lei!.... +Ella mi ha ingannato; io devo punirla.... +Con dignità, sia.... ma punirla. — +</p> + +<p> +Attraversò di nuovo le sale ed entrò nel +noto salotto. +</p> + +<p> +Tanta ira bolliva nel suo petto.... e non +appena la rivide.... sentì svanire tutti i suoi +propositi. Maledetta quella beltà! Maledetto +quel seno!.... Ed era possibile che un involucro +tanto affascinante fosse animato da +uno spirito infernale? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_245">[245]</span> +</p> + +<p> +— Facciamo l’ultima prova! — si disse. +</p> + +<p> +Maddalena guardò Oreste che s’avanzava e +fu colpita dal di lui pallore, ma ella non +poteva rivolgergli alcuna domanda, perchè +non era sola. +</p> + +<p> +Egli sedette vicino a lei, dicendo: +</p> + +<p> +— Buona sera, signore! +</p> + +<p> +— Buona sera! — risposero le signore, che +erano tre, Maddalena e due vecchie derelitte +e non rassegnate; oh! lo si vedeva.... +</p> + +<p> +Maddalena, ansiosa di sapere che cosa +fosse avvenuto, disse: +</p> + +<p> +— Signor Soranzi, volete favorirmi....? è +tutta sera che non vedo mio marito. +</p> + +<p> +— Ai vostri comandi, signora — fece egli +serio alzandosi. +</p> + +<p> +Le due vecchie guardaronsi fra loro ammiccando, +ed avevan ragione. Il pretesto +di Maddalena poteva esser migliore, ma +ella aveva fretta. +</p> + +<p> +Usciti: +</p> + +<p> +— Dunque....? — fe’ Maddalena. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_246">[246]</span> +</p> + +<p> +— Dunque, niente. +</p> + +<p> +— Come, niente?.... Andiamo, voglio sapere. +</p> + +<p> +— E io vorrei non saper nulla. +</p> + +<p> +— Che cosa dite? +</p> + +<p> +— Dico che se in questo momento potessi +perdere la memoria, sarei un uomo +felice.... e così.... — +</p> + +<p> +Egli chinò il capo melanconicamente. +</p> + +<p> +— Insomma.... ho detto che voglio sapere — continuò +Maddalena con vivacità. +</p> + +<p> +— Ma che cosa volete sapere? — rispose +Oreste animandosi. — Che è un vigliacco? +Sì, è vero, è un vigliacco, è tutto quello di +odioso che potete imaginare.... ma, e allora +perchè gli avete creduto....? perchè vi +siete affidata a lui? perchè avete sperato +qualche cosa da lui? dite! — Ma perchè +mai vi parlo io di cose che sapete meglio +di me!? Quel che è stato è stato, e non può +cancellarsi. Tuttavia, non temete di nulla. +Il vostro segreto sarà da me custodito come +<span class="pagenum" id="Page_247">[247]</span> +se si trattasse dell’onore di mia madre. +Non ho alcun diritto di esercitare un sindacato +qualsiasi sulla vostra giovinezza.... +Però.... avrei voluto trovare in voi una +donna... +</p> + +<p> +— Dite pure.... una donna onesta? La +sono sempre stata.... la sarò ancora.... sapete! — esclamò +Maddalena, ironica, fermandosi. +Alle prime parole di Oreste, vedendosi +scoperta, s’era sentita le fiamme al viso, +ma ella aveva subito riacquistato il suo +sangue freddo, e, all’attacco inatteso, rispondeva +attaccando, a sua volta, con impeto.... +</p> + +<p> +— Se io potessi agire senza scandalo ve +ne convincerei.... Ma e poi.... che dico io?.... +credete quello che volete.... Perchè devo +convincervi io di qualche cosa?.... Chi siete +voi?.... un ragazzo! — +</p> + +<p> +Oreste la guardò stupefatto, ma dovette +abbassare gli occhi, suo malgrado, soggiogato. +D’altronde, quell’ira gli piaceva, quel +sentirsi investito da una donna era una +<span class="pagenum" id="Page_248">[248]</span> +voluttà nuova.... e consolante, perchè gli +pareva che ella stesse per provargli la sua +innocenza. Ma ella voleva provargli tutt’altro. +</p> + +<p> +— Sì, un ragazzo! e ve lo provo! — continuò, +meno veemente, vedendolo intimidito, +ma tuttavia vivacissima. — Voi vi fate presentare +e mi fate la corte.... volete ch’io +manchi a’ miei doveri.... volete rapirmi!.... +e perchè, un imbecille, che non conoscete, e +che avete, nel medesimo tempo, delle ragioni +per disprezzare, viene a dirvi chi sa quali +infamie sul conto mio, voi, senza menomamente +riflettere, senza neppur farmi l’onore +di dubitare un solo istante della verità +di tali infamie, venite ad insultarmi e +a dirmi.... con qual diritto poi, sarei curiosa +di saperlo: — Voi non siete una donna +onesta.... — Ah! io dovevo lasciarmi sedurre, +dovevo lasciarmi rapire da voi per essere +una donna onesta! Ragazzo! Ragazzo! Per +voi io sono una donna onesta....! quanto al +<span class="pagenum" id="Page_249">[249]</span> +<i>rimanente</i>, non siete voi che dovete darvene +pensiero. — +</p> + +<p> +Seguì un istante di silenzio — ella tremava +per la concitazione — egli gioiva. +</p> + +<p> +Maddalena parve raccogliersi, e, poscia, +ripigliò con più calma e con una certa gravità. +</p> + +<p> +— Vi hanno detto che ho commesso una +leggiera imprudenza giovanile.... badiamo +bene, <i>leggiera</i>! È verissimo.... sì, sono stata +imprudente, perchè ero inesperta. La colpa +quindi di chi è?.... de’ miei genitori, e specialmente +di mia madre.... buona donna, +sì.... ma, madre.... per ridere. Basta forse +generare, dar cibo, vestito, ricovero.... per +poter esser madre? Madre per il corpo +forse....; ma, e all’anima chi ci deve pensare?.... +basta darne l’incarico al confessore? +Ma questo è precisamente quello che +non si deve fare, perchè è assurdo, enorme! — Alle +corte.... mia madre ha ella mai pensato +ch’io avessi un cuore e un cervello? — ha +<span class="pagenum" id="Page_250">[250]</span> +ella mai veduto che io diventava una +giovinetta? — ignorava ella che cosa si +agita, qui dentro, nelle fanciulle? — ha ella +temuto un solo istante che mi si potessero +tendere insidie? — mi ha ella mai detto che +cosa è il mondo? — Ma, Dio mio! se fossi +anche caduta nel fango.... io sarei perfettamente +innocente! Ma non sono caduta! — Che +coso ho a rimproverarmi infine?.... Ho +a rimproverarmi d’aver amato, all’età in +cui non si può far altro che amare.... perchè +tutto, in noi e fuori di noi, non parla +che d’amore.... — ho a rimproverarmi d’aver +creduto, per un momento, alle lusinghe del +primo essere che riuscì a interessarmi. E +questo cosa vuol dire? L’ho amato ed ora +l’odio.... Non vi pare che l’odio cancelli +tanto bene l’amore, da rifare persino la +verginità di un’anima? — E voi siete crudele +al punto da farmi un delitto di una +imprudenza giovanile, e perchè? perchè sono +viva.... e mi fate la corte! — Se io, allora, +<span class="pagenum" id="Page_251">[251]</span> +quando scopersi il tradimento, mi fossi uccisa +o fossi morta di crepacuore.... oh! allora +vi sareste unito agli altri e mi avreste +compassionata, avreste maledetto a lui!.... +Ma non sono morta.... e quindi io sono +una donna colpevole e spregevole, ed egli è +un giovinotto galante da invidiarsi, perchè +sa far bene il suo mestiere. — Vi giuro +però, che se, una certa notte di torture indescrivibili, +non sono morta, o per lo meno +impazzita, la prima a esserne maravigliata, +l’indomani, fui io medesima. Ma allora, +rientrata in me, dovetti ridere di me e degli +altri. Soffrire?.... A che serviva?.... Voi direte +scherzando: — Che donna forte!... — Sia +pure. Non è una fortuna per una donna +l’aver sentito una superiorità morale non +comune? Non ci foss’altro vantaggio.... v’è +quello di poter ridere di tutto. — +</p> + +<p> +Qui Maddalena, prendendo un tono leggiermente +derisorio: +</p> + +<p> +— E ora che v’ho detto tante belle verità.... +<span class="pagenum" id="Page_252">[252]</span> +che cosa mi farete l’onore di pensare di +me?.... Sentite.... se siete di coscienza tanto +inesorabile per noi povere donne.... accettate +un buon consiglio.... rinunciate fin +d’ora a qualsiasi donna.... a meno che non +possiate seguirla, passo per passo, dal +giorno in cui schiude gli occhi fino a +quello in cui la sposerete.... e ancora!.... +Leggerete voi nel suo pensiero?.... Credetemi.... +donne che non abbiano commesso +imprudenze ne troverete....; chi sa com’erano +tenute d’occhio! — Ma donne che +non abbiano sognate imprudenze, dormendo.... +e non dormendo, non ne troverete +una! Ed è naturale. Se voi, a sedici anni, +ispirato dai poeti, avete chiesto forse in +ginocchio un bacio alla vostra servetta.... +perchè non volete che una fanciulla non +pensi al marito? Volete permetterle almeno +di occuparsi del destino della sua vita, che +sta tutto nella parola: Marito? E marito +che cosa vuol dire? — Uomo. — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_253">[253]</span> +</p> + +<p> +Si tacque, e si continuò a passeggiare in +su e in giù, per la stessa sala, non curando, +non vedendo neppure quelli che passavano, +i quali invece vedevano e non erano +indifferenti. +</p> + +<p> +Ella attendeva la prima parola di lui.... +ed egli non la trovava. +</p> + +<p> +Impazientita, Maddalena uscì, infine, a +dire: +</p> + +<p> +— E così? +</p> + +<p> +— E così, Maddalena, io non so che dire. +So soltanto che ho il caos nel cervello e +un male indicibile al cuore. +</p> + +<p> +— Allora.... — fe’ ella, scattando, severa, +imperiosa — addio.... andatevene, e che io +non vi veda mai più! — +</p> + +<p> +Oreste non s’era ancora riavuto dalla +prima sorpresa, che Maddalena era già +molto lontana. +</p> + +<p> +— Sciocco.... imbecille mille volte ch’io +sono! — e si batteva la fronte — è un’ora.... +un’ora! che mi parla, per farmi capire che +<span class="pagenum" id="Page_254">[254]</span> +mi ama.... ed io.... io faccio l’austero, il +pedante, senza dirle una buona parola.... a +lei, che merita tutto! Che fuoco! Che franchezza! +Che sentimento! — Ah! rimediamo.... +rimediamo subito....; io non voglio.... +non posso perderla. — +</p> + +<p> +Se egli avesse saputo che Maddalena non +aveva voluto che provarlo con quell’<i>andatevene</i>.... +scandagliare, sapere se e qual effetto +realmente aveva avuto il malaugurato +incidente! +</p> + +<p> +Ella ebbe dunque un sorriso di trionfo +quando lo vide comparire nel salone e cercarla +collo sguardo. Ora era sicura.... egli +non le sfuggiva. +</p> + +<p> +Allora Maddalena gli si mostrò, ed egli +andava verso di lei, con aria umile e pentita.... +ma ad un tratto si fermò sorpreso +ed esitante. Maddalena seguì la direzione +del di lui sguardo, e non fu meno sorpresa +di Oreste. +</p> + +<p> +Sulla soglia dell’ingresso di destra stava +il padre Papetti. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_255">[255]</span> +</p> + +<p> +Papetti cercava di sua figlia, ma era tanto +stordito dal rumore della festa, dallo spettacolo +per lui nuovo, dal caldo del gas, e +da una bottiglia testè vuotata, che non ci +vedeva quasi più — e anche quel poco +come attraverso un velo grigio. +</p> + +<p> +Per sua fortuna, Maddalena, punta dalla +curiosità di sapere come mai egli si trovasse +là, andò tosto a lui. +</p> + +<p> +— Tu papà.... ad una festa da ballo? — fe’ +ella piantandogli davanti come trasecolata. +</p> + +<p> +— Ah! brava, cercava appunto di te.... +ma qui come si fa?... Conducimi in qualche +angolo, ove si possa dir due parole.... +qui nè ci vedo nè ci sento. +</p> + +<p> +— Che cosa vuoi dirmi di bello e di +nuovo? C’è forse qualcuno che aspira +all’onore della mia mano? +</p> + +<p> +— È proprio il momento di scherzare.... +È vero che tu non sai.... +</p> + +<p> +— Ma son cose serie? +</p> + +<p> +— Pur troppo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_256">[256]</span> +</p> + +<p> +— Oh! — ella non credeva affatto. — Allora +vieni qua nel salotto.... Ti piace il +giallo? +</p> + +<p> +— Che domanda!.... Benedetta gente che +c’è al mondo — brontolava egli mentre si +attraversavano diverse sale, facendo strabiliare +Maddalena — ecco.... ecco! Si hanno +chi sa quali dispiaceri...., chi sa quali disgrazie +ci minacciano.... e là si ride, si scherza, +si balla? Ma come si fa? domando io.... +come si può mettere la maschera dell’allegria +sul volto.... mentre nell’anima ci dovrebbe +essere la disperazione....? +</p> + +<p> +— Disperazione?.... ah! eccoci qui.... e mi +spiegherai.... — fece Maddalena lasciandosi +cadere sur un divano. +</p> + +<p> +— Sissignora, ti spiegherò.... Dunque +sappi, prima di tutto, che mi si è teso un +tranello.... Tuo marito credeva che col farmi +bere.... io avrei cantato.... ma io non canto +mai! Ci vuol altro! +</p> + +<p> +— Scusa.... non capisco... mio marito? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_257">[257]</span> +</p> + +<p> +— Sì.... tuo marito, che non avendo potuto +indurmi a commettere una corbelleria +a mente fredda, perchè di giorno — ha +creduto che ne avrei commessa senza difficoltà +un’altra, dopo qualche bicchiere di +Cipro, perchè di sera, fra i tripudj e le +danze.... Ci vuol altro alla mia età! +</p> + +<p> +— Scusa.... non capisco ancora.... mio +marito....? +</p> + +<p> +— Ma non sai cosa mi ha proposto? Mi +ha proposto di consegnargli la tua dote.... e +se no, di prestar una garanzia equivalente, +perchè ha un bisogno straordinario. In poche +parole.... è rovinato.... +</p> + +<p> +— Mio marito rovinato?.... ma tu.... +</p> + +<p> +— No.... no.... è la pura verità. +</p> + +<p> +— Ma se fosse rovinato, io lo dovrei ben +sapere.... +</p> + +<p> +— Che cosa vuoi mai sapere tu?.... Stai +in negozio tu? sei al corrente dei suoi affari +tu? Ti dice forse qualche cosa lui? +</p> + +<p> +— No. Ma appunto perchè non so niente +<span class="pagenum" id="Page_258">[258]</span> +e non mi dice niente.... devo pensare che +tu t’inganni. Un marito rovinato nè può divertirsi +nè può spendere per sua moglie +come fa il mio. +</p> + +<p> +— Ah! ah! ma, cara mia.... quando un +uomo non sa far altro che bere.... non sa +più nemmeno quel che si fa. Paolo ha perduta +la testa.... Me l’ha detto anche Cavallazzi, +il mercante sull’angolo, che è di là.... +Vuoi parlargli? +</p> + +<p> +— No.... grazie. +</p> + +<p> +— E per colmare la misura.... mi assicurano.... +che Paolo è andato.... che non +c’è più speranza. Il dottore Moscatelli, che +ho trovato stasera al caffè, mi dice di non +metterti in apprensione, ma però di raccomandarti +molta prudenza. Capisci? Per me +già, mi dividerei di letto. Quando gli ho domandato: — Ma, +insomma, dottore, temete +proprio ch’egli possa morir presto....? — Sono +certo che non vivrà a lungo — mi ha risposto. — E +vuoi che io arrischi, foss’anche un +<span class="pagenum" id="Page_259">[259]</span> +soldo del tuo, quando le cose sono a tal +punto? Se egli muore rovinato, non ti resta +che tornar in casa, già.... e allora la tua dote +non sarà forse tanto zucchero per te? — Aaah! +non me la sarei proprio imaginata! — Ma +siamo intesi. Ora io me ne vado, +perchè è capace di tornare all’assalto, e mi +rincrescerebbe dar una mortificazione al +marito di mia figlia. Chi l’avrebbe mai +detto, eh? Pareva il bue d’oro! Mi rincresce +per te.... mah! finchè c’è tuo padre.... +non temere!.... Buona notte. +</p> + +<p> +— Buona notte.... — mormorò Maddalena +macchinalmente. +</p> + +<p> +Ella pensavo a Soranzi. Rivelazioni così +inaspettate l’avevano molto turbata. Ella +doveva pensare a’ casi suoi. Fra poco sarebbe +vedova e povera. Il tornar in casa +non le sorrideva certo! Dunque.... dunque +non restava che premunirsi contro la sventura. +In qual modo? Coll’assicurarsi un +secondo marito.... Ora, di tutti gli uomini +<span class="pagenum" id="Page_260">[260]</span> +che la corteggiavano, chi permetteva la speranza +di poterlo divenire? — Uno solo, Soranzi. — Ma +quella era l’ultima festa.... +quando lo rivedrebbe? E anche rivedendolo, +le di lui disposizioni sarebbero.... quali? +Una nuova conoscenza.... un ostacolo in +famiglia.... insomma, non si sa mai.... un +giovane fa tanto presto a distrarsi! Dunque, +per non arrischiare di perderlo, bisognava +incatenarlo e subito. — Subito....? Con qual +mezzo.... con qual catena? Ah! la catena +c’era.... ma.... +</p> + +<p> +Un diavolo, almeno uno, ci deve essere.... +per ajutare le donne belle. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_261">[261]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Giulio non s’era contentato di abbeverare +di fiele il Soranzi, ma certo ormai che +v’era qualche cosa fra quei due, era andato +a contare il tutto a Severina e quindi anche +a un crocchio di <i>brutti uomini</i>. Mezz’ora +dopo tutta la festa sapeva che la <i>Minella</i> e il +Soranzi se la intendevano.... cosa del resto +naturale in chi da fanciulla, ecc., ecc. — Una +donna che ha conosciuto un Giulio, — dicevano +alcuni in faccia a Giulio stesso, il +quale ne godeva tutto — che cosa può mai +essere? — +</p> + +<p> +Maddalena capì esservi alcun che di +mutato nell’opinione pubblica a di lei riguardo, +<span class="pagenum" id="Page_262">[262]</span> +perchè tutti la guardavano con +evidente curiosità — ma.... poteva anche +essere a motivo della sua <i>toilette</i>. +</p> + +<p> +Chi invece sapeva tutto e n’era dolentissimo, +perchè una parola venuta all’orecchio +del marito poteva aver delle conseguenze +gravissime, era Oreste, che aveva ricevuto +delle congratulazioni, quali misteriose e +quali niente affatto.... +</p> + +<p> +Non essendo, per caso, fatuo, nè vano, le +avea respinte.... con tutta la gentilezza e +l’umiltà che si richiedevano — ma contenendosi +a fatica. +</p> + +<p> +— Ecco — si diceva — fra me e quella +donna v’è niente, e io pel mondo sono +suo amante. — A tale ingiustizia, le parole +di Giulio gli diventavano menzogne, e la sua +tenerezza per lei si accresceva. Avrebbe voluto +avvicinarla, ma n’era trattenuto dagli +occhi di tutta quella società che egli sentiva +rivolti sopra sè stesso. Per far qualche +cosa, entrò nella sala da gioco. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_263">[263]</span> +</p> + +<p> +Maddalena, che da più d’un’ora non lo +vedeva, dopo aver girato per le sale con +aria indifferente, ma cercandolo, si decise a +domandar a qualcuno se avesse visto, per +caso, il signor Soranzi. +</p> + +<p> +L’interrogato era una bella barba bianca, +tutto compito e punto pettegolo — per cui, +benchè conoscesse la cronaca della serata, +rispose con perfetto ossequio: +</p> + +<p> +— Se lo desidera, sta giocando al bigliardo. +Vuol che glielo vada a prendere? +</p> + +<p> +— No.... basterebbe ch’ella gli dicesse +che mio padre ha dovuto partire. Mi fa +questa finezza? +</p> + +<p> +— S’imagini! — +</p> + +<p> +Soranzi comprese il sottinteso, in due +colpi perdette la partita e corse da Maddalena. +</p> + +<p> +— Finalmente! — fe’ ella mostrando una +gran gioja nel rivederlo e porgendogli la +mano — credeva che foste proprio in collera +per alcune parole inconsiderate che +<span class="pagenum" id="Page_264">[264]</span> +mi sono sfuggite in un momento di vivacità.... +</p> + +<p> +— No.... anzi, quelle vostre parole mi +hanno reso felice.... +</p> + +<p> +— Felice? +</p> + +<p> +— Sì.... il perchè di questo ve lo dirò.... +</p> + +<p> +— Un giorno; non è così? +</p> + +<p> +— Appunto. Ho un’altra cosa importante +da dirvi, ma quella ve la dirò subito. Sappiate +che Giulio e sua moglie devono essere +stati ben imprudenti e ben cattivi.... +perchè stasera si dice quello che prima +non si è mai osato forse di pensare. +</p> + +<p> +— Cioè? +</p> + +<p> +— Cioè, che.... io.... che noi, insomma, ci +amiamo. +</p> + +<p> +— È tutto qui? — domandò Maddalena +senza nemmeno aggrottare le ciglia, anzi +sorridendogli adorabilmente. +</p> + +<p> +— Come! se è tutto qui? — esclamò Oreste +maravigliando. — Cosa volete che si +dica di più? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_265">[265]</span> +</p> + +<p> +— Eh! lasciate un po’ che dicano! — continuò +ella. — Ma ecco l’ora di cena.... +Volete essere mio cavaliere servente? +</p> + +<p> +— Ma come! non temete? +</p> + +<p> +— Che cosa? Ah! ah! Ma se dicono già +di peggio.... — A proposito.... di peggio o.... +di meglio? +</p> + +<p> +— Voi che ne pensate? +</p> + +<p> +— Io....? — mormorò Maddalena con civetteria, +e appoggiatasi a lui, con passo +molle, l’occhio raggiante sempre fisso in +volto ad Oreste, che non ci capiva più nulla, +attraversò tutte le sale, fino al <i>buffet</i>, ove +ella lo fece sedere ad un tavolino che bastava +appena per due persone. +</p> + +<p> +— Vedete se ho paura? — disse Maddalena. — Mi +fanno la guerra.... l’accetto. +</p> + +<p> +— Ma vostro marito?.... +</p> + +<p> +— Quando verrà gli faremo un po’ di posto. — +</p> + +<p> +Cenarono e risero.... Ella gustò diversi +calici di Frontignano — aveva il capriccio +<span class="pagenum" id="Page_266">[266]</span> +del Frontignano, quella sera — egli non bevette +che acqua — ma quando s’alzarono +l’ebbro era lui, ebbro dello spirito, delle +carissime imprudenze di lei, delle occhiate +che gli parevan piene di promesse. +</p> + +<p> +— Vedremo come finirà, — pensava — ma +come può finire.... se, fra qualche ora, i +lumi si spegneranno e non so quando potrò +rivederla? +</p> + +<p> +Ma a che cosa pensate....? — disse +Maddalena — datemi il braccio. +</p> + +<p> +— Pensava se e quando potrò rivedervi. +</p> + +<p> +— Ah!.... — ed ella chinò il capo. +</p> + +<p> +— Adesso potrei domandar io a che cosa +pensate voi? +</p> + +<p> +— Pensava.... oh! Dio! ma sentite....! che +può mai essere accaduto....! Andate a vedere, +vi prego.... v’aspetto qui. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_267">[267]</span> +</p> + +<p> +Tutto a un tratto era nato un gran trambusto. +Chi correva di qua, chi correva di +là. Chi gridava per sapere, chi, temendo vi +fosse una rissa, gridava per trattenere le +signore curiose. Dalla <i>salle-à-fumer</i>, in cui +non si poteva più entrare, tanta era la folla, +uscivano vociferazioni d’ogni genere: — Indietro! — Non +soffochino! — Non sarà +niente! — È morto! — Ci vuol il prete! — No, +è vivo....! ecco, si muove! — Portiamolo +via! +</p> + +<p> +— Silenzio! — gridò finalmente una +voce stentorea. Era la voce di un medico. +</p> + +<p> +— Lei, signor Alessandri, — continuò — lo +faccia portar qui sopra, in casa sua, e +mettere a letto. Allora si potrà far qualche +cosa! Qui è impossibile. +</p> + +<p> +— Benissimo.... Largo, signori! — +</p> + +<p> +Si vide allora la gente rifluire e lasciar +il passo a due soci, che spingevano una +gran poltrona verso la guardaroba.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_268">[268]</span> +</p> + +<p> +In quella poltrona stava adagiato un +uomo, che parava un cadavere. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +— Ma che c’è? — domandava intanto +Maddalena a quelli che le passavan vicino. +</p> + +<p> +— Non so, signora, non so davvero — rispondevano +guardandola con compassione; — oppure: — Niente, +niente! cose da +nulla! — e via. +</p> + +<p> +— Ah! finalmente saprò da voi che cosa +è avvenuto! — fece ella, vedendo venire +Oreste tutto turbato e dolente. +</p> + +<p> +— Non ve l’hanno ancor detto? +</p> + +<p> +— Ma se nessuno sa niente! +</p> + +<p> +— È perchè voglion risparmiarvi un dispiacere.... +</p> + +<p> +— Un dispiacere? — e davanti all’ignoto +ella non potè a meno d’impallidire. — Mio +marito.... mio padre, forse? +</p> + +<p> +— Vi prego.... non mettetevi in apprensione. +<span class="pagenum" id="Page_269">[269]</span> +È una cosa che passerà.... Vostro +marito ha.... eh! insomma, non è un delitto +poi!.... ha bevuto, pare, un po’ troppo.... e +ora.... +</p> + +<p> +— Ah! tacete! — fe’ ella con moto di +schifo, volgendo altrove il viso. +</p> + +<p> +— Ve l’avrei taciuto.... ma era mio dovere +tranquillarvi.... +</p> + +<p> +— Grazie.... E ora dov’è? Voglio sperare +che non me lo porteranno a casa in quello +stato....! +</p> + +<p> +— No.... no; è già provveduto. Il cassiere +della Società, che abita qui al secondo +piano, l’ha ritirato in casa sua. Egli non +tornerà quindi presso di voi che quando +sarà fuori di pericolo.... +</p> + +<p> +— V’è pericolo....? — e lo sguardo di +Maddalena, in dir questo, parve strano ad +Oreste. +</p> + +<p> +— No.... sapete bene.... +</p> + +<p> +— Sì.... è vero, non capiva. — E io che +cosa faccio adesso.... qui sulla festa, quando +<span class="pagenum" id="Page_270">[270]</span> +tutti sanno che mio marito.... il presidente....? +Ah! povera donna ch’io sono!.... Che +bella felicità la mia, non è vero? — e ella +rideva stridendo. — Vedete.... vedete la gente +come mi guarda....! Ah! io non posso più +vedermi qui.... Venite....? M’accompagnate? +</p> + +<p> +— Andiamo. +</p> + +<p> +— Grazie.... Ah! ricordatevi di levare le +chiavi dal soprabito di mio marito....; quasi +quasi non ci pensava. — +</p> + +<p> +In quel momento si attaccava un galoppo — e +nessuno si avvide della partenza della +nostra coppia.... anche perchè seppe partir +bene. +</p> + +<p> +Quando si venne a sapere che la <i>Minella</i> +era andata via, ossia a casa con Soranzi.... +</p> + +<p> +— Povera donna, — dissero i più. Qualcuno +sogghignò; e Giulio disse adirittura: — La +poesia di Soranzi la consolerà +adesso della prosa di poco fa del marito. — +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_271">[271]</span> +</p> + +<p> +— Possiamo andare a piedi, — disse Maddalena, +sulla soglia del portone, guardando +il cielo — la notte è così serena e così tiepida! +</p> + +<p> +— Badate a quello che fate....; la vostra +salute potrebbe correre un serio pericolo, +uscendo da un ambiente tanto caldo. +</p> + +<p> +— Oh! sono ben coperta....; del resto, — aggiunse +con amaro sorriso — cosa importa +che io viva o muoja....? +</p> + +<p> +— Non parlate così, Maddalena.... — intanto +andavano — sapete pure che v’è +qualcuno, il quale vive per voi, e sarebbe +ben felice se voi voleste viver per lui. — Ma +è forse questo che poco v’importa, e +perciò.... — +</p> + +<p> +Egli tacque, per una forte pressione del +braccio di Maddalena sul suo — e la +guardò. +</p> + +<p> +Ella si era sospesa, per così dire, a quel +braccio, intrecciando le mani — e lasciava +trascinare la persona stanca. Il di lei capo, +<span class="pagenum" id="Page_272">[272]</span> +piegato verso il suo cavaliere, a gradi insensibili +finì a reclinarsi sulla spalla di +lui. Non parlava.... solo ad intervalli le +sfuggiva un sospiro. Egli rispettava quel +mesto silenzio, temendo che qualunque parola +di conforto, in tale stato dell’anima, +potesse sembrarle volgare e indisporla. +</p> + +<p> +Giunsero così all’angolo della via ove era +l’abitazione di Maddalena. +</p> + +<p> +— Dove siamo? — esclamò ella, come +svegliandosi di soprassalto. +</p> + +<p> +— Qui.... presso casa vostra, — rispose +egli dolcemente. +</p> + +<p> +— Casa mia?.... — fece Maddalena fermandosi — e +un gran sgomento le si leggeva +in viso. — Ma io ho paura.... di casa +mia! Come troverei riposo.... ora? Qual +notte sarà questa per me? E se pur potessi +dormire, sono io certa che non mi risveglierà.... +Ah! quale orrore! +</p> + +<p> +— Calmatevi, cara Maddalena.... sentiamo.... +che volete fare fino all’alba....? comandate. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_273">[273]</span> +</p> + +<p> +— Mio Dio.... io non so.... qualunque cosa, +purchè io non mi trovi in quelle stanze +spaventose. — +</p> + +<p> +Seguì un lungo silenzio. Il cuore batteva +a Oreste con tal violenza che pareva volesse +aprirsi una strada, e sentiva al cervello +come una fiumana di sangue che lo +accecava. +</p> + +<p> +Capiva che era il momento di ardire, e +temeva di rovinar tutto con una parola +mal detta. +</p> + +<p> +Ma non vi fu pericolo di rovinare nulla. +Maddalena, che guardava verso una piazzetta +poco lontana, disse ad un tratto: +</p> + +<p> +— Che cosa sono quei due lumi rossi....? +</p> + +<p> +— Sono i fanali di un <i>brougham</i>. +</p> + +<p> +— Ah! — fe’ ella pensosa, mordendosi un +labbro. +</p> + +<p> +Oreste tremava come una foglia e sentiva +le gambe piegarsi....; ardì.... provossi a fare, +come in isbaglio, un passo verso la piazzetta, +e non trovando resistenza.... continuò. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_274">[274]</span> +</p> + +<p> +Ella era più leggera di prima. +</p> + +<p> +Quando furono a dieci passi da quella +carrozza, egli fece per parlare, ma non potè +articolare un solo accento.... +</p> + +<p> +Allora s’ajutò con un gesto, un punto +d’interrogazione, e le additò la carrozza. +</p> + +<p> +Ella non ebbe nè un moto nè una parola. +</p> + +<p> +— Dove andiamo? — fe’ egli con voce soffocata. +</p> + +<p> +— <i>Dove volete</i>.... — rispose ella fiocamente. +</p> + +<p> +Oreste fu abbarbagliato, come per lampo +improvviso, e vacillò.... +</p> + +<p> +— Ma.... — balbettò egli — io non vorrei +che voi.... agiste.... in un momento di.... disperazione.... +</p> + +<p> +— Io.... — rispose Maddalena, aprendo +le braccia con un moto spasmodico di tutte +le membra, parevo la Madonna dei sette +dolori — io non ho più forze.... non posso +più resistere.... — e singhiozzante appoggiossi +a lui come cadendo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_275">[275]</span> +</p> + +<p> +Egli la sorresse, e mormorò: +</p> + +<p> +— Tu sei un angelo! — e aperse lo sportello. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +È uso di dir ad una donna: «Tu sei un +angelo», quando la vediamo cadere dal cielo +della mor....ale sul paradiso terrestre dell’amore.... +<i>nostro</i>....; s’intende. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Il primo lunedì di quaresima si leggeva +in un giornale: +</p> + +<p> +«Ieri abbiamo detto che il signor P. M. +era scomparso, lasciando una lettera, in +cui manifestava la risoluzione di suicidarsi. +Pur troppo, egli ha mandato ad effetto +il suo tristo divisamento. Il cadavere +del P. M. è stato rinvenuto stamane da +alcuni contadini presso il Manicomio, entro +<span class="pagenum" id="Page_276">[276]</span> +una roggia. Nel prossimo campo si +sono trovati un mantello e una bottiglia +di <i>rhum</i> quasi vuota. Si capisce che lo +sventurato ha cercato nel liquore quel +coraggio che gli mancava. — Pregati dai +parenti, non ci occuperemo dei motivi che +spinsero il disgraziato al disperato passo.» +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Il P. M. era Paolo Minelli. +</p> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum" id="Page_277">[277]</span> +</p> + +<h2 id="catastrofe">LA CATASTROFE.</h2> +</div> + +<p> +Mercoledì grasso, ore 11 antimeridiane. +</p> + +<p> +Minelli solo sta facendo colazione.... La +signora è ancora nella sua camera. +</p> + +<p> +Compare il ragioniere tutto serio. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>grave</i>) Buon giorno. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>non senza inquietudine</i>) Buon giorno. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Signor Minelli.... io vengo a darle +le mie dimissioni. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>in piedi</i>) Cosa dice? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Sì, le mie dimissioni.... perchè il +decoro, la delicatezza, tutte, insomma, le +<span class="pagenum" id="Page_278">[278]</span> +ragioni di un uomo d’onore m’impongono +di ritirarmi da un’amministrazione che va +a male. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>sedendo — con mal umore</i>) Va a +male.... va a male.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Vedendo che le mie rimostranze non +La persuadevano molto.... vedendo che si +continuava sempre col medesimo andazzo.... +io ho preso l’unica risoluzione che doveva +prendere. Non voglio che, un giorno, si dica +che io L’ho rovinato.... mentre ho fatto di +tutto per salvarlo.... Eccole lo stato della +sua casa.... Sono otto giorni che non prendo +quasi alcun riposo per far più presto.... +perchè ho fretta d’andarmene. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>tutto mortificato</i>) Ah! ha fretta.... +(<i>prende ed esamina lo stato, senza batter +ciglio, poi con voce semispenta</i>) E.... è +esatto?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Pur troppo! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> E.... non c’è più speranza di rifarsi? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Se si va avanti così.... nessuna speranza! — se, +<span class="pagenum" id="Page_279">[279]</span> +invece, si ha il coraggio d’una +riforma radicale.... sarei per garantire che +si tornerebbe alla floridezza primiera. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>respirando</i>) Pazienza.... quando mi +parla così.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>lieto</i>) Ho un progetto! Se Ella lo +approva e lo mette a esecuzione.... fra tre +anni, forse prima. Ella può essere ancora +il Minelli d’una volta.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>battendogli sulla spalla</i>) Bravo.... +ragioniere.... Bravo! Sentiamo, sentiamo. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Un momento.... Prima di pensare a +progetti.... bisogna trovar diecimila lire per +far fronte alle scadenze di questo mese.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>già scoraggiato</i>) Diecimila lire.... +Dove vuol che le trovi io? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Sua moglie ha una dote....; se la +faccia consegnare — (<i>ad una smorfia di +Minelli)</i>. Non si tratta di consumargliela.... +si tratta semplicemente di servirsene per +salvare la situazione.... È un interesse della +moglie come del marito. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_280">[280]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Mi rincresce.... Se vi fosse un altro +mezzo.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Impossibile.... Non si può già ricorrere +agli strozzini.... senza rovinarsi ancor +più presto. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>con sforzo</i>) Bene.... adesso vado da +mio suocero e mi faccio dare le diecimila +lire.... Ella vada pure ad aspettarmi in negozio..... +</p> + +<h3>II.</h3> + +<p> +Mezz’ora dopo in casa Papetti. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Caro papà.... buon dì. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> To.... To...., che vuol dire a quest’ora? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Vuol dire che ho bisogno d’un favore. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> Ma parla subito...., che cosa vuoi?.... +sono qui tutto per te! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_281">[281]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Ecco.... si tratterebbe.... anzi si tratta, +mi hanno proposto una operazione eccellente.... +ma siccome, in questo momento +non ho tutta la somma che occorre.... sarei +costretto a lasciarmela sfuggire.... Se +invece potessi compire la somma.... allora +io sarei certo di fare un bel guadagno. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> (<i>con difficoltà</i>) E.... che somma occorrerebbe? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Oh! solo diecimila lire.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> Bagattelle!.... e dove vuoi che vada +a prenderle io? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Subito fatto.... tu.... Un momento; +prima voglio ricordarti una cosa. Quando +io ti ho chiesto la mano di Maddalena, e +che si è parlato d’interessi, io cosa t’ho +detto?.... Si goda.... — ho detto — allora ci +davamo del Lei.... Si goda pure, in pace, gli +interessi delle diecimila lire ch’Ella mi offre +in dote....; a me basta la sua Maddalena.... +È inutile far contratti... Denaro non +ne ho bisogno.... Parenti non ne ho...., dunque.... +<span class="pagenum" id="Page_282">[282]</span> +quel ch’è mio è suo e nessuno glielo +può togliere. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> (<i>che ha capito l’antifona, comincia a +far il muso lungo</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Ho io mai pensato a farmi consegnar +la dote di Maddalena?.... No. — Ma +adesso mi è necessaria.... e vengo a chiedertela.... +Del resto, non temere.... Quel che +t’ho detto allora, te lo mantengo — gli interessi +li godrai sempre tu! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> (<i>freddo</i>) Senti.... io i denari non li +ho.... cioè.... li ho, ma non sono in contanti. +Io ho impiegato quella somma in +tanta rendita dello Stato. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Oh! non importa.... venderemo la +rendita.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> Dimmi un po’.... che operazione è.... +che vuoi fare....? Non avertene a male.... +sai.... capisci bene.... un padre.... Vedi.... se +tu m’avesti detto allora....: — Voglio la rendita — figurati.... +te l’aveva offerta io! ma +venir proprio adesso.... che cosa vuoi....; +<span class="pagenum" id="Page_283">[283]</span> +avrò torto.... sarà una paura sciocca la +mia.... ma abbi pazienza. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>contenendosi</i>) Dunque non me la +dai.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> Abbi pazienza.... ti ripeto...... non +posso. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>contenendosi</i>) Senti.... sono venuto +a chiedere un favore.... ma.... in fine dei +conti, quelle diecimila lire mi appartengono...., +sono roba mia. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> (<i>convinto</i>) Scusa, caro.... sono roba +di Maddalena! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Accettato! E se Maddalena ti dicesse: — Dagliele +pure? — +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> Risponderei....: alla nostra morte, +avrà quello e anche il resto.... ma ora, no. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Ma e se per cagion tua.... io dovessi +lasciarmi sfuggire quell’operazione....? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> (<i>adulandolo</i>) Eh! un negoziante come +te.... ha credito fin che ne vuole.... e non +saranno proprio quelle povere diecimila lire +che gli faranno caldo piuttosto che freddo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_284">[284]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>alterandosi</i>) Questa poi non me l’aspettava. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> (<i>freddo</i>) E neanch’io. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Ma per Bacco!.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> Che cosa? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>mutando pensiero</i>) Niente.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> Bravo.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Ne farò a meno.... e così vedrai che +hai avuto torto di diffidar di me. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Pap.</span> (<i>con espansione</i>) E io non desidero +di meglio, anima mia!.... +</p> + +<h3>III.</h3> + +<p> +Nel negozio Minelli, dialogo a bassa voce. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>sentito l’insuccesso di Minelli</i>) Diavolo.... +diavolo!.... (<i>pensa</i>) E dica un po’.... +se si potesse ottenere dal signor Papetti +che prestasse il suo <i>avallo</i> sur una cambiale?.... +Che ne dice?.... Chi sa.... Alle volte, +si hanno delle difficoltà a metter fuori il +<span class="pagenum" id="Page_285">[285]</span> +denaro.... e si mette fuori invece, per far +un favore, la propria firma. A noi servirebbe +egualmente, perchè io ho un amico il quale +ha la più grande fiducia in me.... e mi sconterebbe +certamente.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> E sconti senza l’avallo.... allora! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Ah! no.... Ella mi capisce.... io voglio +essere perfettamente tranquillo.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>rassegnato</i>) Bene.... gliene parlerò. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Ma.... badi.... bisogna far in modo +da non metterlo in sospetto. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Lasci fare a me.... Per stasera lo +invito alla nostra festa.... e lo faccio bere +un pochino.... Siccome è molto espansivo, +quando ha bevuto...., otterrò da lui tutto +quello che voglio.... Mi prepari la cambiale +intanto. +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +Il nessun successo della povera astuzia +di Minelli con Papetti s’è visto e sarebbe +stato prevedibile per tutt’altri che per quell’uomo +scervellato. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_286">[286]</span> +</p> + +<p> +Invece a lui parve tanto impossibile di +non esser riuscito, se ne addolorò, si indispettì +talmente contro sè stesso, che, per +poter non pensare alla propria disfatta.... +per poter dimenticare, fino al domani, quelle +diecimila lire.... vuotò la bottiglia del Cipro. +Ma non bastò, anzi fu peggio.... perchè, +cominciata l’ebbrezza, quelle maledette +cifre, presa forma umana, si misero a ballonzargli +e sgambettargli negli atteggiamenti +più grotteschi, nella mente trasognata — or +irridendolo coi più strani sberleffi, or +minacciandolo coi pugni e coi denti.... Non +sapendo più come salvarsi.... si fece portare +una bottiglia di Erlauer.... poi, un’altro +ancora. +</p> + +<p> +Allora le cifre scomparvero — tutto dintorno +a lui diventò bujo — gli parve d’essere +sul tetto d’una casa, nelle acque d’un +fiume straripato.... E il terribile elemento +saliva.... saliva.... e il vento muggiva, e la +pioggia scrosciava.... e nessuno veniva a +<span class="pagenum" id="Page_287">[287]</span> +salvarlo.... e l’acqua gli lambiva già i piedi.... +Allora sentì un guizzo di freddo per +tutta la persona, volle alzarsi.... e sconciamente +stramazzò. +</p> + +<h3>IV.</h3> + +<p> +Giovedì grasso, ore 9 antimeridiane. +</p> + +<p> +Minelli si sveglia e chiama, senza aprir +gli occhi. +</p> + +<p> +— Lena..... Lena.... — nessuno risponde — dormi +ancora?.... Ma.... — si leva a sedere, +si stropiccia gli occhi, si guarda d’intorno.... +Non è la sua camera.... non è la sua +casa.... si ricorda. +</p> + +<p> +— Pover uomo! — balbuzia — pover uomo! +Chi sa cosa avrà detto Maddalena.... Chi +sa! — +</p> + +<p> +Poi pensando ai casi suoi: +</p> + +<p> +— Quella è l’ultima.... ah! sì.... è tempo +di finirla....; or vado a casa.... e da questo +momento.... vita nuova! — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_288">[288]</span> +</p> + +<p> +Forte della buona risoluzione, si sente +bene e sarebbe quasi felice.... se non fosse +il pensiero martellante delle diecimila lire +e dei rimproveri che lo attendono al domicilio +conjugale. +</p> + +<p> +— Ma passerà anche questa! — dice e si +alza. Dà la mancia al servo del cassiere +della Società, e gli lascia tante scuse con +tante cose pel padrone e la promessa d’una +visita, dopo pranzo. +</p> + +<p> +Torna a casa, ma trova chiuso. La fantesca +è uscita ed egli non ha le chiavi. +Scende e entra in negozio, il che, a quell’ora, +maraviglia i garzoni. Parla col ragioniere, +gli dice del secondo fiasco toccato +con Papetti e finisce coll’esclamare: — Cosa +facciamo adesso? +</p> + +<p> +— Ci penserò! — risponde il ragioniere, +che ha già pensato, con un accento che fa +sperare ancora una speranza. +</p> + +<p> +— Bene.... io sono nelle sue mani. Ah! +ecco la domestica che ritorna....; vado a vedere +<span class="pagenum" id="Page_289">[289]</span> +se mia moglie s’è svegliata. Ella venga +pure, verso mezzogiorno. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Mezzodì. +</p> + +<p> +Minelli entra nel salotto, in cui v’è già +il ragioniere ad aspettarlo. +</p> + +<p> +Il povero marito non è gajo. La moglie +era di pessimo umore, e alle sue +scuse e spiegazioni non ha risposto che +un: — Taci, taci. — Quanto alla conferenze, +l’ha accettata con un annojatissimo: — Sì, +sì. — +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Favorisca aspettare un momento.... +Mia moglie sta vestendosi. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> L’ha prevenuta? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Sì.... le ho detto a un dipresso.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> E cosa ha risposto?.... è bene ch’io +sappia in quali disposizioni.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_290">[290]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Eccola.... — entra Maddalena e saluta +freddamente. Siedono. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Signora Minelli.... mi rincresce di +averla forse disturbata, ma era necessario. +Dovendo presentare la situazione finanziaria +del signor Minelli.... ho desiderato che +Ella pure ne prendesse conoscenza.... sia +perchè si tratta di cosa che deve starle +molto a cuore.... sia perchè, occorrendo poscia +adottar dei provvedimenti pel seguito, +e la di lei cooperazione potendo essere assai +utile.... è bene ch’Ella sia perfettamente +informata di tutto. — +</p> + +<p> +Maddalena corruga la fronte — non ha +capito niente, cioè ha capito che è un brutto +preambolo. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>con solennità</i>) Ecco adunque lo +stato, in poche cifre tonde. La dimostrazione +l’avrà poi se la desidererà: +</p> + +<p> +L’<span class="smcap lowercase">ATTIVO</span> è composto, in gran parte, delle +spese sostenute in questi ultimi ventun +mesi. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_291">[291]</span> +</p> + +<table class="gener"> + <tr> + <td>Per ammobiliare l’appartamento</td> <td class="center">L.</td> <td class="num">15,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Per le gioje della signora</td> <td class="center">»</td> <td class="num">9,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Fatture saldate per conto della signora</td> <td class="center">»</td> <td class="num">14,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Simili per conto del signore</td> <td class="center">»</td> <td class="num">4,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Spese di famiglia</td> <td class="center">»</td> <td class="num">25,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Mobili di negozio</td> <td class="center">»</td> <td class="num">10,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Crediti diversi</td> <td class="center">»</td> <td class="num">23,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Merci esistenti</td> <td class="center">»</td> <td class="num">40,000</td> + </tr> + <tr> + <td class="rg">Totale</td> <td class="center">L.</td> <td class="num bbt">140,000</td> + </tr> +</table> + +<p> +<span class="smcap">Passivo</span>: +</p> + +<table class="gener"> + <tr> + <td>Scadenze di marzo</td> <td class="center">L.</td> <td class="num">10,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Scadenze di aprile</td> <td class="center">»</td> <td class="num">4,000</td> + </tr> + <tr> + <td>Scadenze di maggio</td> <td class="center">»</td> <td class="num">6,000</td> + </tr> + <tr> + <td class="rg">Totale</td> <td class="center">L.</td> <td class="num bbt">20,000</td> + </tr> +</table> + +<p> +Se vi siano altre fatture da pagare per +loro conto non so. +</p> + +<p> +La posizione non è disperata, ma bisogna +mutar sistema per salvarla. I provvedimenti +da prendersi sono varj: +</p> + +<p> +I. Depurazione del personale. — La rendita +<span class="pagenum" id="Page_292">[292]</span> +di questi ventun mesi basta appena alle +spese di negozio e alle sottrazioni fatte da +qualcuno, che si dovrà licenziare. I colpevoli +restarono al coperto per molto tempo, +ma finalmente si tradirono in questo carnevale, +colle loro pazze spese. +</p> + +<p> +II. Vigilanza continua del signor Minelli. +</p> + +<p> +III. Bisogna tornare alla cifra normale +di L. 80,000 circa, pel conto merci generali, +tanto richiedendo l’importanza del negozio. +</p> + +<p> +IV. Estinguere le passività. +</p> + +<p> +Le diecimila lire scadenti in aprile e in +maggio verranno colle vendite. Le merci +che arriveranno in sostituzione non saranno +pagabili che in novembre e in dicembre. +</p> + +<p> +In giornata, urge trovare le diecimila lire +di marzo. Sono indispensabili, una condizione +<i>sine qua non</i> dell’assestamento degli +affari. Si sarebbe potuto provvedervi facilmente +se il signor Papetti fosse stato più +<span class="pagenum" id="Page_293">[293]</span> +arrendevole....; così, non resta a nostra disposizione +che un mezzo solo.... lecito e +non rovinoso. La signora vorrà permettere +che si diano in pegno le sue gioje.... (moto +di spiacevole sorpresa della moglie — e anche +del marito) per qualche tempo. M’incarico +io di cavarne almeno L. 7000....; per le +altre 3000, supplirò io coi miei piccoli risparmj.... — +</p> + +<p> +Minelli, con ammirazione, rasserenandosi, +alla moglie: — Ma vedi.... vedi che +uomo! E se si presta lui, che cosa non dobbiamo +far noi?! +</p> + +<p> +— Rimane a prendersi un ultimo provvedimento, +dal quale io mi riprometto vantaggi +grandissimi, più che da ogni altra misura +(fissa sorridendo, Maddalena), ed è questo: +La signora dovrebbe compiacersi di passare +almeno sei ore al giorno, al banco del +negozio.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>incerto</i>) Come....? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>sdegnosa</i>) Io?.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_294">[294]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Scusi, signora,... io ho pensato che +la di Lei presenza in bottega contribuirebbe +a ristabilire la disciplina nel personale — ed +essendo anche un bellissimo e nuovo +ornamento del negozio, contribuirebbe, altresì, +a richiamare gli avventori disgustati, +non solo, ma a farne accorrere di nuovi. +Qual più bella soddisfazione per la signora +che quella di poter dire un giorno: — Ecco, +Casa Minelli è risorta all’antico splendore.... +e questo è tutto opera mia!?.... — +</p> + +<p> +La cosa può sembrarle forse un po’ nojosa +al momento.... ma ci si abitua presto, +e col tempo diventa un divertimento. Si +tratta poi di così poche ore.... che si può +fare un piccolo sacrificio.... Già, senza mortificazioni +non si può aspirare neanche al +paradiso.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>insensibile ai sorrisi, alle delicatezze, +alle adulazioni e agli scherzi del ragioniere — con +stizza mal dissimulata</i>) Io non +discuto le proposte del signor ragioniere, +<span class="pagenum" id="Page_295">[295]</span> +anzi dico anch’io che sono buone.... e quindi +farò anch’io tutto quello che potrò, perchè +è troppo giusto. Le mie gioje sono a sua +disposizione.... fin da questo momento.... +Vuole anche i miei abiti....? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>grave</i>) Signora.... Ella mi offende.... +si direbbe quasi che io.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>spaventato, supplice</i>) Per carità, Maddalena!.... +signor ragioniere!.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Se ho esagerato.... è stato involontariamente.... +mi perdoni.... ma non avevo +proprio l’intenzione di offenderla.... Dunque.... +farò il mio dovere.... Ma ch’io scenda +in negozio.... questo è proprio impossibile.... +Che vuole.... che io me ne stia là, come una +civetta per attirar la gente? So che si usa, +ma a me ripugna.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Bene, bene! lasciamo questo punto. +Io devo già ringraziare Maddalena del sacrificio +ch’è disposta a fare. Sta pur certa +che le gioje torneranno a casa il più presto +possibile. Quanto a richiamar gli avventori, +<span class="pagenum" id="Page_296">[296]</span> +ci penserò io.... anche senza esporre +mia moglie.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Signora, io spero che Ella non mi +terrà il broncio.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Le pare? Io devo anzi ringraziarla +per tutte le sue premure.... Posso andarmene +adesso? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Fa pure, cara...., e noi scendiamo.... +(<i>mentre si levano, si ode la voce della fantesca +domandare dal di fuori</i>) — È permesso? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Avanti. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Fant.</span> (<i>aprendo</i>) V’è qui un giovane, che +desidera parlare colla signora. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Con me? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Sarà qualche operajo....; fallo pure +venire innanzi. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Fant.</span> (<i>introduce un cameriere d’albergo e +si ritira</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>vedendo il cameriere, impallidisce +come un cadavere</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>s’inchina, poi tutto grazioso a Maddalena:</i>) +<span class="pagenum" id="Page_297">[297]</span> +Sono molto contento d’averla trovata +in casa.... Dica.... Avrebbe mai, per accidente, +smarrito il suo ventaglio, stanotte? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>non ancora riavutasi</i>) Io?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>al cameriere</i>) Scusi.... Lei chi è?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>tenta far comprendere al cameriere, +cogli occhi, i quali pare voglian schizzar +dalle orbite, che non deve parlare — ma +quello non vede</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> Io sono un cameriere del <i>Restaurant +Bouquet</i>. Siccome abbiamo trovato un +ventaglio nel gabinetto in cui la signora.... +(<i>guarda in viso a Maddalena, e vedendone +la terribile espressione, s’interrompe tutto +confuso</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>sorpreso per quel silenzio subitaneo, +dopo tal principio, vedendo il turbamento +del cameriere e di Maddalena</i>) E così....? +finisci.... (<i>poi al ragioniere, che, per delicatezza, +vorrebbe andarsene</i>) Si fermi pure.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>con sforzo</i>) Probabilmente m’hanno +mal diretto.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_298">[298]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>colpito da sospetto a Maddalena +studiandola</i>) Dov’è il ventaglio che avevi +ieri sera?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>sconcertata, non trova parole, dice +col gesto che non sa</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>scoppiando</i>) Ah! ma dunque è vero!.... +(<i>al cameriere, imperioso</i>) Finisci quello che +avevi incominciato....; guardami bene in +faccia! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>asciugandosi la fronte, balbetta</i>) Siccome.... +si è trovato un ventaglio.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> In un gabinetto! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> Sì, signore. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Che la signora vi ha lasciato.... stanotte. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>rompendo in pianto, grida</i>) Ma +non è vero!.... questa è un’infamia!.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>dice fra sè</i>) Apriti terra! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>lancia alla moglie un’occhiata fulminante, +quindi al cameriere</i>) Dammi quel +ventaglio.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>la cui mano, involontariamente, s’era +<span class="pagenum" id="Page_299">[299]</span> +mossa nella direzione d’una tasca, preso da +pietà per Maddalena, dice:</i>) Non l’ho.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>frenandosi a stento</i>) Ah! non l’hai?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>con sicurezza</i>) No.... è all’albergo.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>coi denti serrati, facendo un passo</i>) +Ah! all’albergo?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>indietreggiando</i>) Sì, signore. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Bene! verremo all’albergo.... E ora +dimmi un po’...., come mai t’è venuto in +mente di venir.... precisamente qua?.... +(<i>moto disperato di Maddalena</i>) Zitta tu!.... +se parli.... io.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>che ha preso una risoluzione, con +subitanea energia</i>) Ma, insomma.... è una +vera indecenza.... questa, che si vada in +una casa.... e che.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>interrompendola</i>) T’ho detto di non +parlare!.... (<i>freddo</i>) Non è un’indecenza.... +è onestà.... e siccome questa onestà dà una +traccia di qualche cosa.... appunto d’indecente.... +così io voglio saper tutto.... e lo +saprò. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_300">[300]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>sedendo, disdegnosa</i>) Va benissimo. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>al cameriere</i>) Dimmi, adunque, come +t’è venuto in mente.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> Ecco, se si fosse trattato d’un ventaglio +qualunque, non ce ne saremmo curati.... +ma trattandosi d’un ventaglio di valore.... +capisce.... Allora io, che aveva veduto +il cocchiere del <i>brougham</i>.... (<i>esita</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>fremente</i>).... in cui la signora era +venuta.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> .... questo non so.... sapeva solo che +aveva condotto gente.... quindi sono andato +da lui.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>tremante d’impazienza</i>) E t’ha detto? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>esitante</i>) E.... m’ha detto.... che +s’era...., ossia che gli pareva d’essersi fermato +davanti a questa casa.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>colla vista oscurata</i>) E allora? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> Allora.... ho interrogato il portinajo.... +e m’ha detto che, della casa, la signora +Minelli, per quanto egli ne sapeva, era l’unica +signora che la scorsa notte fosse +<span class="pagenum" id="Page_301">[301]</span> +uscita.... con suo marito. O il cocchiere era +ubbriaco.... o il portinajo era mal informato.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>con riso spaventevole</i>) Sicuro.... dev’essere +così.... (<i>fregandosi le mani e guardando +Maddalena</i>) Ora, adunque, andremo +all’albergo a prendere il ventaglio.... e se +non ci sarà.... se ne vedranno delle belline.... +va bene?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> (<i>stanco, volendo uscirne, senz’altri rischi +nè noje</i>) Senta.... poichè devo darglielo.... +o prima o poi.... tanto fa che glielo dia +adesso....; dopo tutto, non sono cose che mi +riguardano.... (<i>gli dà un involtino. Maddalena +non sembra accorgersi di quanto avviene; +pensa</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>frenando un grido di furore al riconoscere +il ventaglio, con orgasmo al cameriere</i>) +Bravo.... così si fa.... a te.... per il +tuo incomodo.... prendi (<i>gli dà cinque lire; +aggiungendo con intenzione minacciosa</i>), e +se sarai discreto.... farai una buona azione.... +capisci?.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_302">[302]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Cam.</span> Non dubiti.... grazie.... Riverisco +(<i>s’inchina ed esce</i>). +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>contristato</i>) Permetta che me ne +vada anch’io?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> No.... si fermi.... si fermi...., perchè +questa donna sa mentire.... e può essere +che io abbia bisogno di testimonj.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>alzandosi, fredda al ragioniere</i>) Ha +sentito?.... mio marito m’insulta.... Ora io +non voglio più restare in questa casa.... +(<i>muove per uscire</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>vietandole il passo, furente</i>) Non si +parte.... (<i>respingendola</i>) Non si parte.... per +Dio! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>al ragioniere, con riso forzato</i>) Ma +sa che questa è nuova.... (<i>siede</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>la guarda torvamente, poi suona +il campanello; entra la fantesca</i>) A che +ora è venuta a casa mia moglie.... stamattina? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Fant.</span> (<i>incerta</i>) Alle.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>pronta</i>) Alla una! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_303">[303]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>contenendosi, ripete con flemma</i>) A +che ora è venuta a casa mia moglie? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Fant.</span> (<i>che ha capito</i>) L’ha già detto la signora.... +alla una. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>urlando</i>) Tu menti.... tutti mentite! +ma.... la saprò ben io.... per l’inferno.... la +verità.... Quel cocchiere.... è ancora vivo!.... +(<i>battendo un gran colpo sul tavolo</i>) lo troverò....! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Fant.</span> (<i>spaventata si ritira</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>a quelle parole, si perde d’animo, +supplice</i>) Ma Dio! un po’ di pietà! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>stravolto</i>) Con chi sei andata a quel +<i>Restaurant</i>.... con chi? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>mancando</i>) Ma io non sono andata +in alcun Restaurant. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> A che ora sei partita dalla festa....? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Che so io.... alla una. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> Sola.... no già!.... con chi adunque? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Con una persona.... che conosci +anche tu.... e che io stessa ho pregata d’accompagnarmi. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_304">[304]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> E.... chi è.... questa persona....? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> È il signor Soranzi.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> E.... siete venuti a casa.... subito? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> .... Subito.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> A piedi? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> A piedi.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>al ragioniere</i>) Ella ha sentito.... (<i>a +Maddalena</i>) Ora.... io esco.... e se io saprò.... +che hai mentito.... guai.... guai a te! E se +poi il ventaglio sarà stato smarrito.... supponiamo.... +sulla festa.... resterà a scoprire +qual è la signora che l’ha trovato.... e riusciremo +a sapere anche questo.... va bene? +(<i>al ragioniere</i>) Ella intanto mi faccia il favore +di rimanere.... e le impedisca di parlare +con chicchessia e di fare un sol passo.... +Siamo intesi! (<i>esce</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>vedendosi sola col ragioniere, riprende +coraggio, e fingendosi oppressa, con +voce flebile</i>) Scusi, signore.... se mi ritiro +nella mia camera.... ma io ho troppo bisogno +di piangere.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_305">[305]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Mi faccia la grazia di restar qui. +Ella ha udito le raccomandazioni.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>piangendo</i>) Ma sono in casa mia, +infine....! Mi segua, se vuole.... mi lasci +andare nella mia camera.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>con pietà</i>) Mi dica.... Ella è proprio +innocente....? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> .... Creda.... io sono una povera vittima +del destino, che mi perseguita.... ma +io non so proprio nulla di nulla! mi crede? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Ma.... per me.... si figuri.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> .... Dunque.... sia buono.... guardi.... +mi lasci almeno rinfrescarmi il volto.... devo +avere gli occhi ben rossi.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Bene.... faccia presto.... perchè io +non voglio aver noje.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> (<i>dolcissima</i>) Un minuto solo.... (<i>esce</i>) +</p> + +<p> +Il ragioniere resta solo, facendo delle considerazioni +morali sul matrimonio, e rallegrandosi +di essersi conservato celibe; tutt’a +un tratto balza in piedi esterrefatto, ha +udito un rumore di chiavi giranti nelle +<span class="pagenum" id="Page_306">[306]</span> +toppe; corre ad un uscio, — chiuso — corre +all’altro, — chiuso anch’esso. — Ah! balordo +ch’io sono.... — esclama — doveva ben pensare +che una donna....! e adesso quell’altro +tornerà.... ed io.... Ah! bah! — corre alla finestra, +apre, e grida: — Portinajo! Portinajo! +</p> + +<p> +Eh? — fa il portinajo sull’uscio del suo +stambugio.... +</p> + +<p> +— Vieni su.... subito.... +</p> + +<p> +— Subito.... +</p> + +<p> +— Ma dov’è? — domanda forte il portinajo, +salito, girando per le camere. +</p> + +<p> +— Qui.... qui! — grida il ragioniere — apri.... +</p> + +<p> +— Ecco.... ma come mai.... +</p> + +<p> +Fuori di sè. — Niente.... di’ al signor Minelli +che io non sono nè un gendarme nè +un aguzzino.... e tanto meno poi un prigioniere.... +Il resto glielo scriverò io....! +</p> + +<p> +— Va benone! — fa il portinajo, che non +capisce niente, vedendolo fuggire a precipizio. — Il +marito se ne va, la moglie se ne +<span class="pagenum" id="Page_307">[307]</span> +va, la serva se ne va.... e questi, non appena +può andare, scappa.... Così, chiudiamo +e andiamocene anche noi. — +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Sono scorse due ore. Minelli torna. Ha +cercato di tutti quelli che potevano fornire +qualche schiarimento e ha parlato con tutti.... +col cocchiere, col portinajo di casa Soranzi, +coi servitori della Società, ha voluto +rivedere il cameriere del <i>Restaurant</i>. +</p> + +<p> +Non v’è una dissonanza. Tutto concorre +ad accertare in modo ormai incontrastabile +la temuta verità. Ebbene, egli non è più furente.... +è di ghiaccio. — Egli non ha da +far altro che strozzare Maddalena.... e la +strozzerà; e dopo andrà a consegnarsi +alla giustizia. — Questo è così semplice, +che egli è tranquillo. — Si è sempre tranquilli +quando si compie il proprio dovere. +</p> + +<p> +Il portinajo, vedendo passare il signor Minelli: — Signor +<span class="pagenum" id="Page_308">[308]</span> +Minelli, ha detto il di lei ragioniere +che non è nè un gendarme, nè un +aguzzino.... e tanto meno poi un prigioniere. +Quindi se n’è andato. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>accendendosi</i>) E dove è andato? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Port.</span> Io non saprei.... Ah! prenda la +chiave....; non v’è nessuno in casa. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>afferrandolo per un braccio, come +pazzo</i>) Cosa dici! non c’è nessuno?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Port.</span> (<i>liberandosi</i>) Se non crede.... vada +a vedere. — Che cos’ha?.... Si sente male? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Min.</span> (<i>atterrato, cupo</i>) No.... grazie. — +</p> + +<p> +Sale lentamente, curvo, barcollante, apre, +entra, passa di camera in camera, con tal +circospezione, che si direbbe tema di trovar +alcuno. Giunge alla camera da letto.... +vorrebbe.... si pente.... si decide.... spinge +l’uscio. +</p> + +<p> +— Ah! — grida gemendo — Son rovinato! — +</p> + +<p> +Al primo sguardo, egli ha tutta compresa +la sua disgrazia. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_309">[309]</span> +</p> + +<p> +Non gli resta nemmeno il conforto della +vendetta. +</p> + +<p> +Corre al forziere aperto.... Pur troppo è +vero.... L’unico valore che vi si trovava, lo +scrignetto dei giojelli, è sparito. +</p> + +<p> +Sur un tavolino v’è un biglietto scritto +colla matita in modo quasi inintelligibile, +tanta era la furia di chi lo vergò. +</p> + +<p> +Ecco quel che vi legge Minelli coll’occhio +semispento: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Non cercare di me.... non mi troveresti. +Addio per sempre. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Maddalena</span>.» +</p> +</div> + +<p> +Minelli alza gli occhi e i pugni al cielo.... +La sua maledizione non si ode.... ma deve +essere orrenda! +</p> + +<p> +Poi biascica sordamente: +</p> + +<p> +— Ah!.... non cercare di te?... addio per +sempre?.... Voglio trovarti.... voglio.... capisci? — +</p> + +<p> +Vuol muoversi, per uscire, ma le gambe +<span class="pagenum" id="Page_310">[310]</span> +non lo reggono.... tutto è distrutto in lui e +cade inginocchioni. Egli vuol rialzarsi.... +e non può.... Si rode i pugni per la rabbia, +si percuote il petto, la fronte, si strascina +sulle ginocchia.... ma ogni sforzo è vano. +</p> + +<p> +Il portinajo, che s’era impensierito pei +modi strani di Minelli, sale dopo mezz’ora +e lo trova immobile, accosciato, cogli occhi +sbarrati, fissi al suolo, colla bocca +intrisa di una spuma verdognola e sanguigna. +</p> + +<p> +— Lo diceva io che ci doveva essere +qualche cosa — borbotta il portinajo, e lo +solleva e lo mette a giacere sul letto, e gli +domanda che cosa ha, che desidera.... +</p> + +<p> +— Nulla — mormora Minelli estenuato — lasciami +dormire; va pure. +</p> + +<p> +— Vuol che dorma qui nella camera vicina, +stanotte? +</p> + +<p> +— No, no, adesso mi è passato.... grazie. +</p> + +<p> +— E l’uscio che è aperto....? +</p> + +<p> +— Lascia pure aperto... non c’è pericolo.... +<span class="pagenum" id="Page_311">[311]</span> +chiuderò io.... Il negozio non sarà +aperto.... m’imagino.... +</p> + +<p> +— Eh! già.... è giovedì grasso.... +</p> + +<p> +— Giovedì grasso.... — sospira Minelli. — Va +pure.... addio. — +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Quando il mattino susseguente, il portinajo +salì per veder come stava il signor +Minelli, non lo trovò più. +</p> + +<p> +Sul tavolo, nel salotto, v’era un piego +suggellato diretto al ragioniere. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_313">[313]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p class="center"> +<i>Lettera di Minelli al suo ragioniere.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Caro amico, +</p> + +<p> +Permetta che, in questi ultimi momenti, +riconosca quanto Ella ha fatto o tentato di +fare per me, col chiamarla amico. Se io Le +avessi dato retta, sarei certamente felice e +degno della stima generale.... così sono un +povero miserabile. +</p> + +<p> +Non lo sarò tuttavia che per poche ore. +</p> + +<p> +Cosa vuol che ne faccia io, adesso, della +mia vita? +</p> + +<p> +Si può vivere soli, coll’anima esulcerata; +impotenti a tutto, colla mente che non sa +<span class="pagenum" id="Page_314">[314]</span> +obliare.... sapendo che <i>ella</i> è viva, che mi +disonora, che mi deride.... perchè le è riescito +di ingannarmi e di derubarmi?! +</p> + +<p> +D’altronde sono rovinato, caro ragioniere, +e non saprei come rialzarmi, perchè io non +sono più capace di lavorare.... lo sento. +</p> + +<p> +E poi, ho sempre veduto che quando si +comincia a rotolar giù, non si può proprio +più fermarsi. +</p> + +<p> +Dunque arrischierei di perdere quel poco +che ancor mi resta, mentre è mio dovere +sacrosanto di salvarlo per mia figlia? +</p> + +<p> +No.... no.... ne ho già troppe sulla coscienza, +e almeno questa voglio risparmiarmela. +</p> + +<p> +Povera Silvia!.... non l’ho mai riveduta.... +</p> + +<p> +Questo è forse il più grave mio torto.... e +non ho scuse.... Non posso a meno di piangere +pensando a quella meschina.... +</p> + +<p> +Desidero che Ella, signor ragioniere, +sia il tutore di mia figlia — e se Ella accetta, +io dico, anzi: <i>voglio</i>, affinchè Ella +<span class="pagenum" id="Page_315">[315]</span> +possa venir più facilmente nominato dal +Tribunale. +</p> + +<p> +Forse ci sono molte altre cose che sarebbe +necessario dire.... ma or non saprei.... +ah! <i>È mia assoluta volontà</i> che quanto potrà +essere salvato dal naufragio della mia +fortuna, venga investito in rendita pubblica +e intestato a mia figlia. Tutto in rendita, +ad eccezione di poche lire 3000, tremila, che +io La prego, signor ragioniere, di accettare +come un lieve segno della mia gratitudine +pei servigi che Ella mi ha resi. +</p> + +<p> +Non ho proprio altro ad aggiungere. +</p> + +<p> +Parli qualche volta di me alla Silvia, +quando potrà capire.... e la baci per me. +</p> + +<p> +Addio. +</p> + +<p class="indr"> +<span class="smcap">Paolo Minelli.</span> +</p> + +<p> +<i>PS.</i> Favorisca far consegnare le unite +due lettere — e faccia dir una parola ai +giornali, onde non si occupino di me.... se +pur possono defraudare, in via d’eccezione, +<span class="pagenum" id="Page_316">[316]</span> +una volta la curiosità dei loro lettori. Non +è tanto per me che desidero questo, quanto +per mia figlia, che un giorno saprà leggere.... +e vorrà sapere... Addio, addio. +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p class="center"> +<i>Lettera al padre di mia moglie.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +Voleva quasi quasi partire, senza neanche +salutarti — ma siccome, sebbene involontariamente, +sei stato la cagione principale +di tutto quello che è avvenuto — perchè se +non mi avessi rifiutato quanto mi <i>devi</i>, +nulla sarebbe avvenuto.... così voglio salutarti.... +e ringraziarti. +</p> + +<p> +L’ho qui.... qui alla gola.... veh! — e non +mi passa.... e se io ascoltassi solo la mia +rabbia.... +</p> + +<p> +Ma, per Dio! vengo a domandarti la mano +<span class="pagenum" id="Page_317">[317]</span> +di tua figlia.... e non ti chiedo un soldo — la +adoro tua figlia, la tratto come una principessa, +non so cosa farei per vederla sempre +sorridere di soddisfazione.... procuro ad +un padre una rara consolazione e la più +grande, quella di veder felice sua figlia.... +ed ecco il bel compenso che trovo! +</p> + +<p> +Un giorno, quando per un concorso di +circostanze, e anche per mia colpa — sì, +non lo nego! — mi trovo in bisogno e mi +rivolgo al padre di mia moglie.... egli mi +lascerebbe morire piuttosto che ajutarmi! +Mi nega il <i>prestito</i> di diecimila lire che mi +deve.... me lo nega a me, che ho speso quattro, +cinque volte tanto in pochi mesi per +far star allegra sua figlia! È dura, sai?! È +proprio una cosa che grida vendetta in +cielo! +</p> + +<p> +E sua figlia, tanto per fare ancor qualche +cosa di meglio di suo padre, mi tradisce, +mi deruba.... e fugge! +</p> + +<p> +Ma me la sono meritata! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_318">[318]</span> +</p> + +<p> +Cosa mi è mai venuto in mente, dopo essere +stato felice venti anni — cosa straordinaria — con +una donna, di prendere moglie +per la seconda volta.... per avere una +donna bella?! — Prendila, Paolo, la donna +bella.... prendila! — ecco il bel frutto. +</p> + +<p> +Ma chi poteva imaginarselo? chi? +</p> + +<p> +E pazienza ancora, se le avessi fatto imporre +di sposarmi....! Ma ha avuto tutta la +libertà d’agire come sentiva! Perchè non +rispondermi francamente un <i>no</i>? Imbecille +ch’io fui!.... Credetti che il suo fosse un <i>sì</i> +d’amore.... ed invece, non era che una furberia +per poter venire a godersi il mio denaro! +</p> + +<p> +Ed io.... mi sono rovinato per questa +donna! +</p> + +<p> +Basta.... io adesso me ne vado all’altro +mondo, e spero che tu non starai molto a +seguirmi. +</p> + +<p> +Intanto godi.... godi le tue, ossia le mie +diecimila lire! — e quanto a tua figlia, ora +<span class="pagenum" id="Page_319">[319]</span> +trionfi pure.... ma la mia maledizione la +perseguiterà per tutta la vita.... e qualche +giorno giustizia sarà fatta! +</p> + +<p class="indr"> +<i>Il marito di tua figlia.</i> +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p class="center"> +<i>Lettera di Oreste ai suoi parenti.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Miei cari, +</p> + +<p> +Spero che v’avranno subito consegnato +jeri il biglietto, in cui vi diceva che io doveva +assentarmi per una partita di piacere. +</p> + +<p> +Mi sono assentato.... ma per ben altro +motivo. Non ve l’ho detto jeri, perchè, a +dirvi tutto, ci voleva tempo, e urgeva partire +senza il menomo indugio. Il più importante +era che foste tranquilli a mio riguardo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_320">[320]</span> +</p> + +<p> +Eccovi ora la verità. +</p> + +<p> +Una donna mi aveva inspirato una profonda +passione e la ricambiava. +</p> + +<p> +Jeri, il marito, messo da qualcuno in sospetto +di tale mistero, interrogò la moglie, +che, naturalmente, negò, chiedendo le prove, +per guadagnar tempo. — Vado a procurarmele, +disse il marito furente, e se sarà +vero, io ti ucciderò. — Non appena il marito +fu uscito, la moglie — doveva forse +aspettare che ritornasse con quelle prove, +che pur troppo si potevano ottenere? — corse +dalla persona, presso la quale soltanto +poteva trovare rifugio e difesa.... +venne da me. Era alla disperazione! Se l’aveste +veduta, avrebbe mosso a compassione +una tigre.... +</p> + +<p> +Prego mio padre e la mia buona madre +di non esser troppo severi. +</p> + +<p> +So anch’io.... come lo sa <i>Lei</i>, che legge +mentre vi scrivo.... tutto quello che si può +dire. Ma non discutete, per carità, la ragione +<span class="pagenum" id="Page_321">[321]</span> +o il torto d’una passione! Ditemi solo se +un uomo che si trovava nella mia posizione +ha fatto o no il suo dovere, accogliendo +questa povera donna, che tutto +aveva prima arrischiato ed ora ha tutto +perduto per lui! — Su questo solo punto +siate giusti.... il resto lo abbandono all’indulgenza +di gente di cuore, la quale sa che +cos’è vita, che cos’è giovinezza. +</p> + +<p> +Mia madre sarà addoloratissima nel leggere +queste righe, lo so....; crederà che io +abbia smarrito quei sentimenti d’onestà che +ella mi ha sempre inspirati.... No, io non +sono stato che amante. +</p> + +<p> +D’altronde, v’era qualche cosa di predestinato.... +era scritto che presto o tardi le +nostre sorti dovessero confondersi in una +sola, che sarà fonte perenne di comune felicità. +Lo sento.... e sono certo che non è +un’illusione. +</p> + +<p> +Siamo a X.... al confine. +</p> + +<p> +Scrivetemi subito per tranquillarmi. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_322">[322]</span> +</p> + +<p> +Il nostro ritorno dipende dagli avvenimenti. +</p> + +<p> +In caso di separazione legale, torneremo +presto.... Nel caso contrario, verrò a vedervi +il più sovente possibile. +</p> + +<p> +Sono felice.... ma solo per metà, lontano +da voi, lo sapete. +</p> + +<p class="indr"> +<i>Vostro aff.</i> <span class="smcap">Oreste</span>. +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p class="center"> +<i>Risposta dei parenti.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Oreste, +</p> + +<p> +Tu ci hai arrecato il più profondo dolore! +</p> + +<p> +Tu non vuoi che si discuta la ragione o +il torto della passione — ma un <i>uomo</i> non +deve ridursi fino al punto da mettersi volontariamente +al livello dei bruti, pei quali +non v’è ragione nè torto. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_323">[323]</span> +</p> + +<p> +Quando, al primo riveder quella donna, +tu sentisti ridestarsi l’antico affetto — dovevi +fuggirla. Era già moglie. +</p> + +<p> +Il sacrifizio allora sarebbe stato ben lieve, +credilo! +</p> + +<p> +Non hai avuto quella meschinissima forza.... +e or vedi le conseguenze orribili della +tua debolezza! +</p> + +<p> +Al solo pensarvi v’è da raccapricciare.... +</p> + +<p> +Quel marito s’è ucciso!.... ucciso per +causa vostra. +</p> + +<p> +La donna che tu ami è l’oggetto della +esecrazione generale in questo momento. +</p> + +<p> +Essa non aveva alcuna ragione di mancare +alla fede giurata.... dopo un anno e +mezzo di matrimonio! +</p> + +<p> +L’opinione pubblica è meno severa per +te.... ma, per la gente ben pensante, tu sei +responsabile quanto colei, di quell’omicidio, +perchè siete voi due che l’avete commesso.... +Negalo un po’ se hai tanto coraggio! +</p> + +<p> +Leggi, leggi la lettera che lo sventurato +<span class="pagenum" id="Page_324">[324]</span> +ti ha scritto sul punto di morire, e poscia +abbi ancora stima di lei.... di te.... se lo +puoi! +</p> + +<p> +E ora che farai?.... Sposerai tu quella +donna? La tua passione ti trascinerà anche +a questo? Sarai tanto cieco da non veder +che v’è un cadavere fra voi....? +</p> + +<p> +E quando l’avrai sposata, sarà essa veramente +tua? E un giorno non sarai forse +trascinato ad imitare l’esempio del primo +marito? +</p> + +<p> +Basta.... fa quel che vuoi. Noi ti abbandoniamo +a te stesso. +</p> + +<p> +Io ti dico solo che in questi giorni io +devo benedire la sventura che m’ha quasi +affatto privato della vista.... perchè così io +sono certo di non veder quella donna, se +mai osasse venir in questa casa....; ma +non l’oserà, perchè nessuno oserà condurvela. +</p> + +<p class="indr"> +Tuo padre ha dettato +</p> + +<p class="indr"> +Tua madre ha scritto — e +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_325">[325]</span> +aggiunge che stima troppo suo figlio per +poter supporre, un solo istante, che egli le +mancherà di rispetto. +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p class="center"> +<i>Lettera di Minelli a Oreste Soranzi.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Signore, +</p> + +<p> +Come vede, io mi ritiro. A Lei piace mia +moglie.... ed io gliela cedo. Ma cosa vuole +di più?! +</p> + +<p> +Sia certo che Le faccio un bel regalo. +</p> + +<p> +Ella la conosce per una bella donna, ma +forse non sa che è anche una buona donna. +In tal caso, se ne persuaderà in seguito.... +</p> + +<p> +Poi, ha altre belle qualità: sa mangiar +bene, bever meglio, veste con un gusto eccellente. +A ballare, l’ha vista.... anzi l’ha +fatta anche ballare.... Per spirito non ha l’uguale. +<span class="pagenum" id="Page_326">[326]</span> +Nè questo è tutto. Ha un cuor d’oro. +Basta dire che ha avuto una figlia e che +non ha ancor avuto tempo di vederla.... ma +è sempre tanto occupata, poverina! +</p> + +<p> +Io le ho scoperte, un po’ tardi, tutte +queste perfezioni.... ma io sono un imbecille. +</p> + +<p> +Credo che Ella sarà molto felice con +Maddalena, perchè è una donna che sa +fare. +</p> + +<p> + Se mai, per caso, un giorno si stancherà, +non Le darà alcun disturbo, prenderà il +bello e il buono e se ne andrà.... +</p> + +<p> +Ha agito così con me, ed io voglio sperare +che non La tratterà meno bene di me. +</p> + +<p> +Saluti tanto la mia vedova, e mi creda +niente affatto suo devotissimo +</p> + +<p class="indr"> +<span class="smcap">Paolo Minelli.</span> +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_327">[327]</span> +</p> + +<p class="center"> +<i>Lettera di Oreste a Maddalena.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Maddalena, +</p> + +<p> +Il nostro amore riceve un colpo mortale! +</p> + +<p> +<i>Egli</i> si è ucciso! +</p> + +<p> +Senza saperlo, ha scelto la più tremenda +delle vendette. +</p> + +<p> +Egli vivo, ci univa — morto in tal modo, +ci disunisce per sempre! +</p> + +<p> +Qual vita, infatti, sarebbe la nostra, se ci +ostinassimo a volere una felicità impossibile? — Il +suo fantasma sarebbe sempre +con noi.... le nostre famiglie ci respingerebbero, +tutti ci segnerebbero a dito, dicendo: — Ecco +coloro che hanno ucciso +quell’infelice.... vedete gli sposi assassini! — E +noi stessi potremmo sopportare la vista +di noi? +</p> + +<p> +Che abbiamo mai fatto! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_328">[328]</span> +</p> + +<p> +Ora, non ci resta che piangere, tornare +nel seno delle nostre famiglie, espiare con +una vita onesta un errore giovanile — e non +vederci mai più. +</p> + +<p> +A te, Maddalena, più avventurata di me, +perdendo le gioje dell’amore, rimangono +ancora le gioje sublimi della madre. +</p> + +<p> +La tua bambina sarà la tua delizia e il +tuo conforto. +</p> + +<p> +Rinunciando ad amarci e a vederci, noi +non potremo certo obliare i sogni passati.... +La memoria di questo amore sarà una religione! +</p> + +<p class="indl"> +Addio. Addio! +</p> + +<p class="indr"> +<span class="smcap">Oreste.</span> +</p> + +<p> +<i>PS.</i> Le vicende della vita sono varie.... +Se mai ti tornassero avverse.... ricordati di +me. Ho voluto, dovuto dirti questo per togliermi +dall’animo un peso opprimente. +</p> + +<p> +Parto senza vederti.... il perchè lo comprendi. +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_329">[329]</span> +</p> + +<p class="center"> +<i>Risposta di Maddalena.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Oreste, +</p> + +<p> +Hai ragione. — Addio per sempre. — Grazie. — Non +ho, nè avrò mai bisogno +di nulla.... Saprò lavorare. +</p> + +<p> +Sei un gentiluomo — dunque, tutto è sepolto, +<i>tutto</i>! +</p> + +<p class="indr"> +<span class="smcap">Maddalena.</span> +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Quella sera, il padre e la madre di Oreste +stavano seduti sur un divano, nella sala da +pranzo, silenziosi e mesti. Vedevano che la +mensa era servita, ma non potevano muoversi. +</p> + +<p> +A un tratto si scossero.... — era una +scampanellata.... +</p> + +<p> +Pochi secondi dopo, l’uscio si aperse e +<span class="pagenum" id="Page_330">[330]</span> +comparve Oreste, fermandosi sulla soglia, +umile, abbattuto, esitante.... +</p> + +<p> +— Ah! è lui — gridò la madre giubilante, +correndo ad abbracciarlo. +</p> + +<p> +Il cieco padre ebbe un tremito, ma non +fe’ motto. +</p> + +<p> +— Sei solo?.... — mormorò la madre all’orecchio +del figlio. +</p> + +<p> +— Solo. +</p> + +<p> +— È finita? +</p> + +<p> +— Finita. +</p> + +<p> +— Vieni!.... — Eugenio — fece verso il marito, +conducendo a lui Oreste per mano — consola +questo povero ragazzo.... che ha +mancato.... ma che è pentito.... e soffre. — +</p> + +<p> +Il cieco porse una mano, che fu presa e +coperta di baci — quindi respirando largamente +e alzandosi, disse: +</p> + +<p> +— E ora che siamo ancora in tre.... pranziamo.... +Oreste, adesso se potessi vederci.... +non sarebbe proprio male! — +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_331">[331]</span> +</p> + +<p> +In casa Soranzi non si parlò più di Maddalena, +come se neanche esistesse. +</p> + +<p> +Un anno circa dopo la catastrofe, Oreste +era avvocato e sposava la figlia di un alto +magistrato, buona, timida, graziosa creatura, +sulla quale la madre di Oreste aveva +da un pezzo posto gli occhi, e di cui diceva: — Per +quella, garantisco. — +</p> + +<p> +Oreste fu conquistato dalla soavità della +giovinetta — e quando la madre gliela propose, +non seppe dir di no. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_333">[333]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Quando Maddalena lesse il biglietto di +Soranzi, per quanto fosse corazzata e tutt’altro +che tenera del marito, non potè a +meno di fremere. Una morte naturale.... +pazienza! Era una disgrazia, e oltrechè inevitabile, +preveduta vicinissima, e al punto +a cui eran giunte le cose.... non avrebbe +messo nessuno alla disperazione — ma +quell’uccidersi!.... +</p> + +<p> +Tal senso di terrore tuttavia fu breve e +lieve — seguirono intensi e lunghi invece +il dispetto della perduta fortuna e le ansiose +apprensioni per l’avvenire.... Che sarebbe +di lei?.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_334">[334]</span> +</p> + +<p> +Più ci pensava e più le pareva che la +delicatezza di sentire di Oreste fosse esagerata. +</p> + +<p> +Che relazione aveva l’avvenire col passato? +l’ombra.... un’ombra!.... del defunto +colle gioje reali dei vivi?.... perchè temere +l’opinione pubblica.... la quale si sa che +cos’è e della quale si fa tutto quel che si +vuole? — fisime, ubbíe! — Ci fu un momento +in cui balzò in piedi per corrergli +dietro, afferrarlo per un braccio e dirgli: — Fermati, +fanciullo.... e lascia fare a me! — ma +siedè tosto. +</p> + +<p> +Raggiungerlo.... in casa, forse? — affrontare.... +chi sa.... fosse un oltraggio? — Scrivergli, +supplicarlo, minacciarlo di darsi +morte? +</p> + +<p> +Non essendovi amore, l’orgoglio ne la +dissuadeva. +</p> + +<p> +D’altronde, a che poteva servire un espediente.... +per quanto drammatico, con un figlio +che sapeva tanto subordinato ai parenti? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_335">[335]</span> +</p> + +<p> +Si trovava nelle di lei braccia.... ed era +fuggito!.... +</p> + +<p> +Dunque che sperare mai ora? Ah! non +bisognava pensarvi più. +</p> + +<p> +Bisognava pensare piuttosto a provvedere +altrimenti per l’avvenire. +</p> + +<p> +Dopo un’ora di meditazione, il suo programma +era fissato. +</p> + +<p> +Prima di tutto era necessario ripresentarsi +in società colla ragione da parte sua. +Ella era la vittima! Chi osava sostenere +che ella era il carnefice? +</p> + +<p> +E poteva provar tutto in propria difesa, +mentre nessuno poteva provar nulla contro +di lei. +</p> + +<p> +Cominciò dal partire per recarsi, la furba, +in altro luogo, donde potè scrivere: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Cari genitori, +</p> + +<p> +Sono presso mia figlia. +</p> + +<p> +Ho saputo della triste fine di quel povero +uomo.... Io lo compiango. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_336">[336]</span> +</p> + +<p> +Se la gelosia non lo avesse accecato, non +avrebbe, senza alcuna cagione, dato corpo +a delle ombre — io non mi sarei spaventata.... +e la mia assoluta innocenza sarebbe +stata luminosamente provata.... me ne appello +al signor ragioniere! — Così invece.... +basta, non ci pensiamo, perchè non v’è più +rimedio. Sono immersa in una profonda +tristezza. Mamma, vieni a trovarmi. Io non +ritornerò che fra qualche mese in casa vostra, +se mi vorrete. S’intende che a Pasqua +lasceremo casa Soranzi, perchè non voglio +abitare vicino a quell’altra casa, che mi ricorderebbe +tante sventure. +</p> + +<p> +Non so che cosa dica la gente. Dite pure +al signor ragioniere che faccio assegnamento +sulla sua prudenza e sul suo buon +cuore, onde dichiari null’altro che la pura +verità, senza entrare in alcun particolare +ozioso, che potrebbe far torto alla memoria +di mio marito. +</p> + +<p> +La gente deve sapere solo che in séguito +<span class="pagenum" id="Page_337">[337]</span> +ad un diverbio fra me e il povero Paolo, +per ragioni d’interessi, io, d’accordo con +voi, sono venuta a passare qualche giorno +presso mia figlia, per lasciar campo al +sereno di tornare.... e ch’egli, uomo debole, +senza fibra, ormai vedendosi dissestato, +si è ucciso, mentre si poteva +ancora, col tempo, lavorando, rimediare a +tutto. +</p> + +<p> +Non so se mio marito abbia lasciato delle +disposizioni.... Ad ogni modo, dite al signor +ragioniere che io non voglio nulla per me. +Tutto per mia figlia.... per la mia Silvia, +che è tanto bella.... oh! se è bella! +</p> + +<p> +Mamma, vieni subito, e fa di condur con +te anche il signor ragioniere.... Al quale +devo fare mille scuse, e col quale voglio +intendermi per molte e molte cose. +</p> + +<p class="indr"> +<i>Vostra affezionatissima figlia</i><br> +<span class="smcap">Maddalena</span>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_338">[338]</span> +</p> + +<p> +<i>PS</i>. Vi prego di deporre una corona sulla +tomba del mio povero Paolo. +</p> +</div> + +<hr class="tiny"> + +<p> +I Papetti, ricevendo questa lettera, cominciarono +a respirar meglio. Quell’altra di +Minelli li aveva costernati, avviliti al punto +che non osavan più uscir di casa.... tanto +loro pareva che tutta la gente avesse a segnarli +a dito e chieder loro conto del sangue +d’un innocente. +</p> + +<p> +Figurarsi che balsamo lo scritto della figlia! +Tutta la verità era ora chiara, lampante — ed +era proprio quella verità che +si voleva. Maddalena, pura come un angelo — Minelli, +un uomo disperato e ubbriaco. +</p> + +<p> +Già l’avevano sempre detto che beveva +troppo, che doveva finir male! +</p> + +<p> +La madre raggiunse la figlia conducendo +con sè il degno ragioniere, il quale non +<span class="pagenum" id="Page_339">[339]</span> +aveva, per caso, ancor da rimproverarsi alcun +torto verso Maddalena. +</p> + +<p> +Uomo prudente e di cuore infatti. +</p> + +<p> +Non appena letto il testamento di Minelli, +egli l’aveva abbruciato — perchè dubitando +da lungo tempo del cervello del suicida, e +non trovando provata l’infrazione del regolamento +conjugale, o, per lo meno, provata +la gravità — non si era creduto in diritto +e, tanto meno, in dovere di assumersi alcuna +responsabilità, nè in faccia agli uomini, +nè in faccia alla sua coscienza. +</p> + +<p> +Aveva dunque detto: — Il tribunale provveda. — +</p> + +<p> +Quando poi ebbe parlato con Maddalena, +si felicitò con sè stesso della sua prudenza. +La bella donna ebbe per lui tante gentilezze, +tante graziose parole, seppe tanto +bene dargli ad intendere tutto quello che +volle, che egli tornò in città disposto a dichiarare +che la signora Minelli era una +santa. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_340">[340]</span> +</p> + +<p> +Il padre Soranzi aveva scritto che Maddalena +era l’oggetto della esecrazione generale, — ma +l’esecrazione generale non +v’era che nella sua coscienza rivoltata. +Innanzi tutto, mancavano assolutamente +gli elementi per poter esecrare. Quel +giornale aveva detto di non voler parlare, +ma.... non sapeva niente. Il ragioniere, +Soranzi e Papetti non avevan fiatato, ciascuno +per le sue buone ragioni — per cui +la città, che usciva tutta arrembata, intorpidita, +sonnacchiosa, infreddata, aveva ben +altro a fare che interessarsi per due iniziali +trovate morte in un giornale — senz’alcun +particolare. +</p> + +<p> +Si, i conoscenti fantasticarono.... ma le +dichiarazioni del ragioniere e dei Papetti +non lasciarono neppur subodorare la verità +vera. Il dissesto finanziario era proprio +l’unica causa impellente al suicidio. +</p> + +<p> +Il giorno di Pasqua, al corso, la gente +ammirava una signora di maravigliosa bellezza, +<span class="pagenum" id="Page_341">[341]</span> +alla quale un <i>lutto intiero</i> del miglior +gusto dava un risalto e un carattere fantastico — che +sola, severa, imponente, marciava, +senza vedere alcuno. +</p> + +<p> +— Guarda la bella Minelli! — dicevano i +conoscenti, e trovavano che anche la vedovanza +a lei faceva bene. +</p> + +<p> +Che floridezza di carnagione! +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Il ragioniere era stato, come si poteva +prevedere, nominato tutore della figlia di +Minelli. +</p> + +<p> +La liquidazione della sostanza produsse +in cifra tondo L. 40,000, che furono investite +in rendita intestata a <i>Silvia Maria +Caterina Minelli del fu Paolo, minorenne</i>. +</p> + +<p> +S’intende che l’assegno accordato alla vedova +pel suo mantenimento — finchè ella +non passasse ad altre nozze — doveva +<span class="pagenum" id="Page_342">[342]</span> +venir prelevato dai frutti del suddetto +capitale. Maddalena trovò che non v’era +da star allegri. Quella era la miseria.... +per lei. +</p> + +<p> +<i>Nulla per me, tutto per mia figlia</i>, aveva +ella scritto — ma quando si è Maddalena, +sono cose che si scrivono, per un secondo +fine. Nella sua ignoranza assoluta in materia +di affari e di codice, ella sperava ben +altro. La circostanza di tale trattamento +omeopatico, la forzò a modificare sensibilmente +il suo programma.... +</p> + +<p> +Bisognava rinunciare alla caccia d’un marito +ricco, perchè probabilmente lunga, faticosa, +dispendiosa — oltrechè d’incertissimo +successo — fare invece la caccia alla borsa.... +il trovare una <i>posizione</i>, essendo molto più +agevole e breve — il che urgeva. +</p> + +<p> +Ma perciò, occorrendo una perfetta libertà +di movimenti, uscì di casa e andò a +far la signora sola, sul corso più frequentato +dal denaro e dalla lussuria, in un bell’appartamentino +<span class="pagenum" id="Page_343">[343]</span> +ammobiliato negli ammezzati, +pel riflesso che il vivere.... quasi +in istrada, le permetteva di offrirsi continuamente +in tutti gli abbigliamenti più originali +ed eleganti e in tutte le pose più seducenti. +</p> + +<p> +Annodò l’amicizia colle donnine più.... +coraggiose, che aveva conosciute negli ultimi +mesi e che tenevano corte galante — e +cominciò a <i>ricevere</i>. +</p> + +<p> +Erano geniali ritrovi, in cui si faceva della +musica e del tè, per aver una ragione di +far della diplomazia amorosa. +</p> + +<p> +Si poteva dire tutto quello che occorreva +per, poscia, poter fare. +</p> + +<p> +Le dichiarazioni e le proposte non mancarono +a Maddalena, ma ella — senza disgustare +alcuno, ben inteso; non si sa mai! — rispondeva +sempre che non le era permesso +di prenderle nella considerazione +che meritavano — a motivo del lutto. +</p> + +<p> +Realmente le pareva di meritar meglio. +<span class="pagenum" id="Page_344">[344]</span> +Tutti i giorni ne entra <i>uno</i>, dicono, in +città.... poteva arrivare anche quello che ci +voleva per lei. +</p> + +<p> +Arrivò.... +</p> + +<p> +Maddalena credette aver fatto un gran +colpo.... e invece non fu che un colpo di +gran cassa.... vuota. +</p> + +<p> +Era un agente di cambio esotico, che pareva +il Re di denari, ma che, i denari, li +faceva scappare. Non aveva la fortuna propizia.... +ossia, qualche volta essa gli sorrideva, +ma egli, allora, si mostrava tanto indiscreto, +che era costretta a fargli subito il +broncio. Egli aveva visitate le primarie Borse, +e, partendo, le aveva lasciate tutte molto +afflitte, perchè molto piagate. Cosa straordinaria, +la cagione della piaga era sempre +un <i>cerotto</i>. +</p> + +<p> +Quando conobbe Maddalena, era in un +momento di vena; — in una sola liquidazione +aveva guadagnato cinquantamila lire. +Per due mesi, Maddalena menò l’esistenza +<span class="pagenum" id="Page_345">[345]</span> +più fastosa — era la donna più invidiata.... +anche da qualche donna onesta — ma una +sera, in cui egli lasciandola in teatro con +un’amica, la salutò dicendole: — Vado un +momento al <i>club</i>, poi ci rivedremo; — ella, +tornata a casa, — come Minelli buon’anima! — non +trovò più le sue gioje e trovò un +biglietto che diceva: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +Mia cara, +</p> + +<p> +«Ho perduto e devo andarmene. — Perdona +se riprendo qualcuno de’ miei doni. +Tu mi ami troppo per non voler permettermi +di partire.... ed io ti giuro imperitura +riconoscenza.» +</p> +</div> + +<p> +Maddalena urlò, cacciò la cameriera, +ruppe uno specchio, due bottiglie, non +potè mangiare per tre giorni.... e poi, +ebbe pietà di sè stessa e di un nuovo +aspirante.... un nuovo molto vecchio, venerabile +però.... per ricchezza, il quale +aveva due soli culti, quello della lunga +<span class="pagenum" id="Page_346">[346]</span> +ed argentea sua barba, e...., l’altro non occor +dirlo. +</p> + +<p> +Per rispetto alla sua età, tuttavia, egli si +accontentava delle cure filiali. +</p> + +<p> +Quelle di Maddalena riempirono nuovamente +lo scrignetto, ed ella potè sognare di +trovare un giorno un codicillo a di lei favore +sul testamento del vegliardo, che le +giurava eterna fede.... forse perchè aveva +già un piede nell’eternità. +</p> + +<p> +Ma un giorno le vennero a dire che il +veglio era morto sotto un colpo apopletico, +e che il testamento non aveva il codicillo. +</p> + +<p> +Due anni di tenerezze filiali proprio sciupati! +</p> + +<p> +Allora.... allora cominciò per lei un’esistenza +d’un certo genere, in cui noi +non possiamo seguirla. Sarebbe anche +nojoso. Le posizioni furono molte e varie.... +e ricorderemo a tal proposito certi +versi, che un insolente ex-cuoco arricchito +le dedicò, senza arrossire dell’irriverenza +<span class="pagenum" id="Page_347">[347]</span> +che commetteva contro il +Poeta: +</p> + +<div class="poem"><div class="stanza"> +<p class="i01 dotted">. . . . . . . . . . .</p> +<p class="i01">Le procellose e trepide</p> +<p class="i01">Gioje di gran disegni,</p> +<p class="i01">L’ansie d’un cor che docile</p> +<p class="i01">Fervente è pei sostegni</p> +<p class="i01">E i giunge e tien quel premio</p> +<p class="i01">Che diè Follia a sperar.</p> +<p class="i02"> (<i>s’intende la Follia degli sciocchi</i>)</p> +<p class="i01">Tutto provò: la gloria</p> +<p class="i01">Di far sentir gli artigli...</p> +<p class="i01">Le fughe.... la baldoria....</p> +<p class="i01">La reggia.... no! — ma figli (<i>di famiglia</i>)</p> +<p class="i01">Molti sì, che in polvere</p> +<p class="i01">Per lei i padri mandar....</p> +</div></div> + +<p> +Continua, ma basta.... non è vero? +</p> + +<p> +Chi conobbe Maddalena nel fortunoso +periodo che corre fra i ventidue e i +trent’anni, dice che a poco a poco, della +donna, perdette sin la vernice, e finì ad +<span class="pagenum" id="Page_348">[348]</span> +essere la più spudorata e la più cinica +delle creature. +</p> + +<p> +Noi supponiamo che, in uno di quegli anni, +debba essere stata scritta quella tal lettera, +la quale conteneva tante buone informazioni +di Maddalena — e probabilmente da +qualcuno che — chi sa come fu spennacchiato, +deriso, mistificato! — non potendo +più salvare sè stesso, voleva salvare qualche +amico. +</p> + +<p> +Era diventata uno di quei cavallacci del +piacere che si trovano in tutti i festini, in +tutti i bagordi, e che la gioventù corre sempre +a cercare, perchè hanno il diavolo nel +sangue, perchè saltano, urlano, strillano, +trangugiano, tracannano per notti intiere +alla fila.... dicendo e facendo.... quello che +l’indomani, gli stessi ubbriachi commilitoni +della notte, svegliandosi, non vogliono nemmen +ricordarsi. +</p> + +<p> +I genitori, sulle prime, scandalizzati, avevano +protestato — inutilmente — poi si +<span class="pagenum" id="Page_349">[349]</span> +erano rassegnati, dietro il riflesso che in +fin dei conti ella era libera.... Finirono +quindi ad accettare i di lei inviti a pranzo, +anche quando v’erano i suoi protettori, e +può essere che l’indigestione non sia stata +estranea alla loro morte.... Caterina però +finì come aveva sempre vissuto, da buona +cristiana, con tutti i conforti della religione. +</p> + +<p> +Per dare un’idea..... debole, già! di ciò +che era diventata Maddalena, citeremo alcune +delle frasi che di lei ci furono riferite.... +e che non sentono l’ubbriachezza. +Sentono certo un bel disprezzo per gli altri +e anche per sè.... ma vi si trova qua e là +in mezzo alle facezie, quello che noi cerchiamo +avidamente da per tutto: <i>la verità</i>.... +</p> + +<p> +Si dirà: euh! la verità che viene da una +simile bocca....! +</p> + +<p> +Maledite pur la bocca — ma benedite la +verità, e benedite anche il vino, se esso l’ha +fatta sgorgare. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_350">[350]</span> +</p> + +<p> +Ma leggete e accettate.... quel che vi conviene: +</p> + +<p> +— La paura è la virtù di molte donne. +Col pensiero, chi sa quanti desiderj, colla +bocca, chi sa quanti sospiri che volano chi +sa per dove, chi sa quanti abbracci legali +che illudono, per un istante, una mente già +<i>occupata</i>. +</p> + +<p> +Le giovinette, che scrivono lettere amorose, +hanno sempre la frase sacramentale: +«Ti giuro che ti sarò fedele fino all’ara.» +Esse giurano il vero: <i>fino</i>. — Siamo belle +noi altre donne! <i>Prima</i> ci diciamo offese, +se non ci rispettano; <i>dopo</i>, è il rispettarci +che diventa non solo offesa, delitto. +</p> + +<p> +Un uomo che non può più correre, +non deve permettersi nuovi amori....; se ne +stia ai vecchi — gli verrà tenuto conto, se +non altro, dei servigi prestati. — Una moglie +che vede suo marito ubbriaco, ne ha +tanta nausea che comincia subito ad amar +un altro, anche quando non sa chi possa +<span class="pagenum" id="Page_351">[351]</span> +essere.... se poi lo sa!.... — Di riscontro +essa fa bere il suo amante, e se lo vede +ebbro.... ride.... — Una moglie che tollera +un marito che beve.... o beve anch’essa.... o +ha bisogno ch’egli beva.... — Una donna +onesta può essere indifferente a che non le +si faccia attenzione, perchè si sa che è +inaccessibile, ma può anche soffrire. Se +soffre, è certo che accetterà una medicina. — Se +una donna è giovane, abbracciatela +solo quando, cogli occhi, ve ne dà il permesso. +Se ha passati i quaranta, se è dopo +pranzo e se nessuno vede, abbracciatela +senz’altro. +</p> + +<p> +Nulla di più vero che: <i>errando s’impara</i>. — S’impara +a errare sempre meglio. +</p> + +<p> +Un discorso che le mogli infedeli amano — ahi! +troppo! — fare ai loro amanti, è +quello dei rimorsi da cui sono amareggiate. +V’è un altro discorso, ed è quello delle qualità, +delle virtù dei loro mariti. +</p> + +<p> +Se una moglie ama davvero il suo amante, +<span class="pagenum" id="Page_352">[352]</span> +ciò che è abbastanza raro, è già disposta +ad uccidere il marito. — Gli uomini hanno +il torto di voler spiegare troppo e troppe +cose alle donne, come se esse non capissero +niente.... ed esse sanno già tutto. — Noi +donne capiamo, forse non molto, di +tutto quello che interessa gli uomini, ma +per noi ci vuol così poco.... <i>ossia</i>.... +</p> + +<p> +Un marito non deve mai parlare dei suoi +diritti.... corre gran rischio di subire dei +rovesci. — Una donna è sempre onesta, dove +arriva per la prima volta. +</p> + +<p> +Riabilitare.... se vuol dire rendere abile +di nuovo.... è l’illusione degli imbecilli. +Quando si danno dei casi che farebbero +credere alla riabilitazione.... state pur certi +che quella donna era molto stanca. Del resto, +una donna si può riabilitare molte +volte. +</p> + +<p> +Essendo donna, non credo a quello che +mi dicono le donne, neanche quando mi +parlano male di sè stesse. — I mariti che +<span class="pagenum" id="Page_353">[353]</span> +dicono: «A noi non ce la fanno....» fanno +ridere.... Ma se è già fatto! +</p> + +<p> +Noi donne non ci divertiamo mai tanto +quanto allora che dobbiamo punire un +uomo della sua presunzione o delle sue +villanie. È vero che non abbiamo a nostra +disposizione che un mezzo unico di vendetta.... +ma ce ne accontentiamo. +</p> + +<p> +Un uomo ricco può essere un asino, ma +è un asino ricco. D’altronde è un asino a +cui tutti accordano dell’ingegno. E se prendete +un uomo d’ingegno, ma povero, non è +forse tenuto per più asino dell’altro? +</p> + +<p> +E poi, un asino è ciò che conviene meglio +ad una donna, perchè si può farne quello +che si vuole....; quando ha la sua biada, +non cerca altro. — L’uomo molto barbuto +è il più docile colla donna. E quando vorrebbe +mostrarsi un po’ restío, la donna +non ha che accarezzargli la barba.... ed +egli va. +</p> + +<p> +L’amore è una bellissima cosa in un +<span class="pagenum" id="Page_354">[354]</span> +bell’appartamento, ben serviti e ben nutriti. +</p> + +<p> +A stomaco vuoto, non v’è amore possibile — e +due amanti, che sarebbero pronti a +morir l’uno per l’altro, se fossero affamati +e trovassero un tozzo di pane.... se lo contenderebbero +a pugni. — Una scena del +teatro è che una moglie, la quale pericola, +si salvi al comparire della sua bambina — una +scena della vita è che essa mandi la +bambina a dormire o a spasso colla fantesca.... +quando non l’abbia già fatto. +</p> + +<p> +Se invece d’una sola bambina, gli autori +si servissero.... di dodici figli, per +esempio.... qual scena commovente!.... Ella +griderebbe allora: — Venite.... correte.... +tutti sul mio cuore, o miei dodici figli, +e salvatemi! — Si potrebbe chiamare la +<i>scena delle canne dell’organo</i>. È vero che +con dodici figli non si dovrebbero correre +più perigli.... a meno che non fossero sei +coppie di gemelli di produzione annuale. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_355">[355]</span> +</p> + +<p> +Una donna dice a <i>lui</i> piangendo: — Ma +perchè mai volete perdermi? — Ma no.... +cara.... anzi, io voglio trovarvi. — +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +V’è della gente che m’ha rimproverata +perchè io, dopo aver lasciato per tre anni +la mia Silvia presso i miei parenti, quando +essi morirono, la misi in collegio, invece +di prenderla con me.... Cosa volete che faccia +con me.... o, cosa volete che io me ne +faccia, colla vita che conduco? — Vi sono +delle madri che, per economia, tengono le +loro figlie con sè.... ma questo non vuol +sempre dire che diano loro buon esempio.... +e quanti siete qui, ne sapete qualche cosa.... +E poi, già, io non sono nata <i>madre</i>.... +quindi non è colpa mia se io non sento +niente di quello che le altre dicono di sentire, +o sentono anche realmente, pei loro figli. +Io ragiono forse troppo.... ma si divien +<span class="pagenum" id="Page_356">[356]</span> +madre tanto per un.... nonnulla!.... e quando +meno vi si pensa o lo si desidera. Chi non +è madre, materialmente.... cominciando da +qualunque bestia? +</p> + +<p> +Quanto all’esserlo moralmente.... con tutto +quello che ci vorrebbe.... mi pare un po’ +difficile. +</p> + +<p> +È una cosa curiosa e divertente il ragionare +su tutto quello che si dice e si scrive +sulla maternità e sulla paternità, sui padri +e sulle madri. A sentirli, si direbbe che, +perchè si è guadagnato.... per il proprio +piacere, il nome di padre e di madre, si sia +diventati qualche cosa di sacro e di santo.... +si direbbe che vi sia alcun che di generalmente +sentito e scrupolosamente praticato, +giusta tutte le esigenze di un sentimento +reale e della virtù. Ora, si può dire +che, preso il complesso delle famiglie, v’è +un po’ pochino di buono, e mi si può credere, +tanto più che io non ho a lodarmi nè +di casa mia, nè del mio matrimonio, nè del +<span class="pagenum" id="Page_357">[357]</span> +mio me.... oh! io sono sincera più che obbligante, +anche con me stessa. +</p> + +<p> +Dunque, vedete che c’è di serio nella parola +<i>paternità</i>! +</p> + +<p> +Gli uomini, fino al giorno in cui prendono +moglie — e quanti non la prendono mai! — seminano +tanta paternità, da coprir di +bipedi il globo in ben pochi anni — eppure +non si danno alcun pensiero delle loro.... +inutili <i>azioni</i>. Non si danno pensiero nemmeno +delle azioni utili, perchè, ciò che riesce +a incarnarsi, i loro figli effettivi, vivono +sotto altri nomi e sotto altri tetti, compreso +quello dell’ospedale. — Oh! un bel giorno +prendono moglie e, allora, cominciano tutte +le smanie paterne.... quando cominciano. +Per molti non cominciano mai, per molti +durano poco.... il tempo in cui i bambini +sono un balocco! e quindi si mutano in +indifferenza, in noja, e anche in odio. E lo +stesso avviene nelle donne.... +</p> + +<p> +Ma anche quando v’è la famiglia, la maternità +<span class="pagenum" id="Page_358">[358]</span> +e la paternità sono forse prese sul +serio? Vi sono dei matrimonj che vogliono +aspettare qualche anno ad aver figli, per +poter godere un po’ la gioventù....; dopo poi +si vedrà. Ve ne sono altri in cui si vuol +avere un figlio.... o due.... o tre.... o quattro.... +a scadenza fissa di due, tre anni.... +secondo! e poi basterà. Basterà, a meno +che il dio Bacco non disponga altrimenti.... +Quanta gente non deve la vita.... a un +bicchiere di vino di più. Vi sono invece +moltissime unioni, in cui la natura non +vien mai delusa.... e allora, nasce una nidiata +di figli, pei quali non v’è nè un cencio, +nè un tozzo di pane sicuro. Bell’amor +paterno e materno davvero! — Si parla di +maternità e di paternità, e vi sono matrimonj +di etici, di storpj, di nani, di gobbi, +di gozzuti, di scrofolosi! — Paternità e maternità.... +e la maggior parte dei padri e +delle madri non hanno alcuna idea di alcuno +dei loro doveri.... non hanno nemmeno +<span class="pagenum" id="Page_359">[359]</span> +un’idea di ciò che è igiene. Quanti +matrimonj, i quali non sono che fabbriche +di miasmi! +</p> + +<p> +Gli uomini prendono moglie dicendo fra +sè: — Ai bambini che verranno, penserà la +loro mamma.... — Le fanciulle hanno smesso +la bambola per imparare.... a ballare, a +farsi più belle o meno brutte, e a cogliere +un marito — talvolta smettono la bambola +la vigilia quasi del loro matrimonio. +</p> + +<p> +Oh! ne sapranno tanto, quando avranno +dei figli! — Non hanno ancor imparato a +capire tutto quello che c’è di falso nella educazione +che hanno ricevuta.... e dovranno +accingersi ad educare i loro bambini! È +vero che si fa presto a dir quattro orazioni, +a andare a messa e a confessarsi — ecco +anzi mezza educazione — quanto al resto, +per una metà, se ne incarica la fantesca, e +per l’altra il maestro o la maestra.... +</p> + +<p> +Madri, padri, non hanno un’idea di medicina, +e se i loro bambini cadono malati, è +<span class="pagenum" id="Page_360">[360]</span> +quasi sempre seriamente, perchè nessuno +ha saputo capire i primi sintomi del male. +Se muojono poi, sono strida e maledizioni +contro il medico e contro la cosidetta Provvidenza! — Che +studio infinito sarebbe +quello delle varietà delle madri? Guardate, +soltanto nella casa in cui io abito, vi sarà +una ventina di madri. Quanta differenza fra +l’una e l’altra, siano buone, siano cattive! +</p> + +<p> +Innanzi tutto, cosa strana, la madre migliore +è una matrigna, ma quella è nata +per amare tutto il genere umano, i cani, i +gatti, le galline, le tortore, i fiori.... tutto +l’universo. — V’è una madre che si fa dar +del <i>Lei</i> dai figli, e li tiene in un’estrema +soggezione. Ha due ragazze, già grandi.... +ebbene, quando va a passeggio se le manda +davanti.... ma non unite, no, bensì l’una dopo +l’altra....; pare un tiro a due.... tirolese.... +che so io! — Quando v’è la mamma in +quella casa, guaj a chi parla, guaj al figlio +che ha un’opinione! È una madre? — Ve +<span class="pagenum" id="Page_361">[361]</span> +n’è un’altra che non può veder le figlie, perchè +diventano grandi, più belle di lei, e le +impediscono di.... <i>brillare</i>, come pel passato. — Una +terza ha rubato l’amante ad +una figlia, che n’è morta — avrebbe fatto +altrettanto con una seconda figlia, se quella +non fosse fuggita coll’amante, per finire +poi.... come finì. — Ve n’è una quarta che +non può star in casa sua un momento.... +tutto il santo giorno è di qua o di là da +un vicino o dall’altro, colla cigaretta in +bocca — in casa, intanto, tutto va come Dio +vuole. — In un’altra casa, invece, la mamma +dice sempre ai figli: — Andate, andate dove +volete, ma lasciatemi in pace, qui mi seccate! — V’è +la madre del terrore.... I suoi +figli sono tanti cenci lavati, non possono nè +mangiare nè svilupparsi, tale è lo spavento +che essa incute loro. Non apre bocca che +per bestemmiare e minacciare, non muove +mano che per percuotere. — A uscio a uscio +con me, abita una donna, che è veramente +<span class="pagenum" id="Page_362">[362]</span> +incomprensibile.... un fenomeno. Era la +maggiore di otto fratelli e sorelle. Restati +orfani, ella, a quindici anni, prese la direzione +della casa, allevò, educò — e benissimo — quei +sette fanciulli, con un amore, +con un’abnegazione proprio commoventi.... +A venti anni non aveva ancor veduto un +teatro. Un signore, a tale miracolo di fanciulla, +se ne innamora e la sposa.... Bene! lo +credereste? la più amorosa delle sorelle è +una cattiva madre.... odia i suoi figli — ne ha +otto — ed è diventata stolta al punto da +pretendere che, bambini come sono, non +abbiano a bere più di tre volte al giorno. +Questo vi dà un’idea del resto. — Oh! sì.... +v’è la madre buona, premurosa, dolce.... +ma è tanto stucchevole, col suo cinguettamento +eterno, coi suoi pettegolezzi, che non +si può tollerarla.... e con lei i figli maschi +e femmine, degni allievi di tanta maestra. +</p> + +<p> +Questa ama i figli belli ed odia quei brutti.... +e son tutti suoi! — quella idolatra i +<span class="pagenum" id="Page_363">[363]</span> +suoi figli, darebbe il sangue per loro, ma è +la loro schiava, e quindi, siccome i fanciulli +non hanno senso comune, imaginate che +cosa potranno diventare! — Un’altra ama i +figli, sì.... ma insegna loro a sprezzare e a +deridere il padre. — Un bel genere è un +certo donnone che abita all’ultimo piano. È +vedova ed ha quattro figlie, la minore di +dodici, la maggiore di vent’anni. In quella +casa, pur che si porti da mangiare e da +bere, non si bada tanto pel sottile.... Venga +chi vuole.... basta che sia gente allegra e +generosa. — Anche il cappellajo e la cappellaja, +per godersela, non ischerzano! Di carnevale, +hanno il coraggio di andare ai veglioni +dei peggiori teatri, con tutta la brigata.... +dieci figli! Là si fanno dare un palchetto +con camerino in terza o quarta fila, e <i>allons!</i> +si mangia e si beve fino alla mattina. +Fra i figli, vi sono due ragazze.... belline +anche, l’una di tredici, l’altra di quattordici.... +ebbene, le trovate vaganti, sole pei +<span class="pagenum" id="Page_364">[364]</span> +corritoj, a udire, a vedere tutto quello che +si può udire e vedere, specialmente dopo una +cena, in simili luoghi — e chiunque vuole, +fosse anche ubbriaco, le bacia, le accarezza, +le trascina, le fa ballare. Non avranno ancor +perduto niente, non so.... ma davvero +che se fossi un uomo, non mi desterebbero +più alcun desiderio. — Vedete quante donne +che si chiamano madri!? — Ed io, per non +essere migliore delle altre.... amo mia figlia, +perchè è tanto bella che non posso non +amarla.... e nello stesso tempo la odio.... +perchè dico: — Va là che un giorno sarai +anche tu come noi altre!.... — E ciò vuol +dire che siamo tutti tanti bei matti.... perchè +vogliamo il bene.... e non sappiamo +fare che il male.... cioè.... sì, insomma, non +siamo angeli già!.... — +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +Maddalena che faceva della morale!!! +</p> + +<p> +E quanti ce ne sono che ne fanno.... e +non valgono meglio di lei. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_365">[365]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Il dire che la vita del piacere avvizzisce +il cuore e ci rende più egoisti di quel che +siamo, è dire una verità nojosa — il dire +che il piacere porta di frequente con sè +tremende punizioni delle gioje che ci procura, +come se tali gioje fossero delitti, è +dire una verità nojosa e odiosa, perchè non +bisogna mai disturbare la gente che si diverte. +</p> + +<p> +Verso i trent’anni, Maddalena fu colta da +malore così fiero e così lungo, da far temere +non fosse indomabile. Tuttavia, guarì — relativamente, +s’intende — perchè quando +<span class="pagenum" id="Page_366">[366]</span> +il sangue è guasto da certi principj malefici, +vera vita non si può più godere. +</p> + +<p> +Ma, pazienza ancora, il guarire relativamente! +V’era un guajo ben più grave per +lei.... la sua bellezza era sparita, non +solo, ma anche la sua carnagione, l’occhio.... +tutto in lei s’era tanto alterato da +ispirare paragoni poco poetici. +</p> + +<p> +Nè basta. La sua pinguedine, in dieci +anni, era cresciuta sproporzionatamente — nondimeno +la sapiente scelta delle stoffe e +dei colori, l’abilissimo taglio delle vesti, la +pressione spietata del busto lasciavano ancor +supporre la statua.... statua fatta senza +risparmio, ma marmo, con linee non +inartistiche. E poi, c’era quel volto così +pieno di vita e quegli occhi così rifulgenti +che passava anche ciò che non poteva passare. +Ma quando il suo sangue fu avvelenato, +tutto diventò così floscio e cascante +da potersi chiamare una donna.... spostata +e squilibrata — il che, unito all’avvilimento +<span class="pagenum" id="Page_367">[367]</span> +da cui fu compresa a tanta degradazione fisica, +tolse anche al suo incesso quella maestà +che prima, come sappiamo, imponeva. +</p> + +<p> +Allora, di adoratori.... non se ne vide più +uno — le amiche giovani e belle la sfuggirono — ed +ella restò sola.... ossia colla +società di qualche veterana della stessa +milizia, a cui unico conforto era il ricordare +le fatte campagne. +</p> + +<p> +Sulle prime Maddalena non si diede per +vinta.... e mise in opera tutti i secreti miracolosi +che l’arte e la ciarlataneria le offrivano, +per ricuperare la primiera freschezza +e vigorìa — ma ahimè! se volle +parere ancor qualche cosa.... da lontano, +dovette ricorrere ad empiastri e vernici +d’ogni genere.... che non fecero tornare gli +adoratori. +</p> + +<p> +Allora, siccome la volpe era troppo vecchia +e troppo bisognosa, per perdere le sue +abitudini.... così, volendo continuare a tender +reti agli imbecilli, dovette prendere +<span class="pagenum" id="Page_368">[368]</span> +delle precauzioni, per non spaventare nessuno, +e accontentarsi della parte d’<i>avventura +di carnevale</i> per i provinciali e per i +gaglioffi, che chiamano avventura — in +luogo di sventura! — un dominó il quale +vi mangia una cena e può rubarvi borsa e +orologio, oltre il lasciarvi qualche <i>souvenir</i>. +</p> + +<p> +Ma, quel primo carnevale avendo reso +poco, ella si trovò davanti la terribile prospettiva +di una fila di anni più magri della +più magra quaresima. +</p> + +<p> +Il suo regno era finito! +</p> + +<p> +E, quel che era desolante, mentre i re e +le regine spodestate non patiscono l’asciutto, +perchè, da brave formiche, anzi formiconi, +nell’estate del potere, hanno messo in serbo +abbondanti provvisioni per l’inverno dell’impotenza, +Maddalena si trovava pressochè +miserabile. +</p> + +<p> +Spensierata, ella aveva sempre creduto ad +un’estate eterna, e aveva sempre pazzamente +gettato a due mani ciò che riceveva con una +<span class="pagenum" id="Page_369">[369]</span> +sola. Ora, dopo più d’un anno di malattia e +d’abbandono, non le restava che qualche +mlgliajo di lire, avanzo dell’eredità paterna, +e il lusso ammassato in dieci anni.... il +che, trattandosi di dover vendere, era proprio +poco, ed entro alcuni anni, anche facendo +economia — cosa molto dolorosa! — sarebbe +tutto sfumato. +</p> + +<p> +Allora.... allora le venne in mente sua +figlia, che aveva, per tanto tempo, trascurata, +e trovò che conveniva prenderla con sè e +affezionarsela, perchè così, la figlia non +avrebbe mai abbandonato sua madre. +</p> + +<p> +Silvia, benchè, per varj anni — dopo la +morte del nonno e della nonna — avesse +veduto ben di rado sua madre, pure l’amava +molto — era così bella la mamma! — Quei +pochi nonnulla e confetti che ne +riceveva, di tanto in tanto, le parevano il +<i>non plus ultra</i> dell’affezione materna, anche +perchè, il ragioniere e le maestre, presi +da pietà per la quasi derelitta fanciulla, non +<span class="pagenum" id="Page_370">[370]</span> +volendo farla nè infelice, nè cattiva, fomentavano +in lei la tenerezza filiale e le magnificavano +la bontà e l’amore della madre. +Così la ragazza, amando, cresceva felice e +buona. +</p> + +<p> +Imaginarsi la gioja di Silvia quando Maddalena +la levò dal collegio, e come corrispose +espansiva, ingenua, alle di lei interessate +premure! Si sarebbe detto, tanta +era la sua affettuosità, che ella sentisse +essere quello l’unico modo di compensarla +della bellezza perduta — e forse era così. — Poche +madri potevano vantarsi d’aver una +figlia tanto cara, e Maddalena per qualche +anno visse tranquilla, senza preoccupazioni +per l’avvenire, ma quando Silvia fu giunta +ai quindici anni e, già vistosetta, cominciarono +i complimenti, le occhiate, gli augurj, +le apprensioni di Maddalena si ridestarono +più vive che mai.... Se sua figlia si +maritasse, che sarebbe di lei?.... Supposto +anche che, per bontà, volesse continuare a +<span class="pagenum" id="Page_371">[371]</span> +pagare un certo assegno a sua madre, sarebbe +pur sempre una meschinità. +</p> + +<p> +E le condizioni economiche di tal matrimonio, +ora d’importanza imprevedibile, +lo permetterebbero poi? — il marito non si +opporrebbe?... insomma, tutte le paure anche +irragionevoli, ingiustificabili.... appunto +perchè paure. +</p> + +<p> +Ah! bisognava a qualunque costo far in +modo che sua figlia non avesse mai a separarsi +da lei.... o, per lo meno, che non +avesse a separarsi senza che, prima, a lei +Maddalena, fosse già assicurato un congruo +trattamento per tutta la vita, e senza +lesinerie, perchè ella era abituata bene, e +non poteva assolutamente cominciare adesso +a vivere come una pitocca.... +</p> + +<p> +Ed esaminando attentamente, come farebbe +un perito, quasi a valutarle, tutte le +varie perfezioni di quel vaghissimo fiore, +ella diceva fra sè: +</p> + +<p> +— Ma può un uomo negare qualche cosa +alla madre di tanta figlia? — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_372">[372]</span> +</p> + +<p> +Allora cominciò l’educazione, la vera +educazione di Silvia, e la materia del primo +corso fu, nell’intenzione di Maddalena, lo +studio del modo di premunirsi contro l’amore. +</p> + +<p> +Mise in avvertenza la figlia contro quegli +insulsi complimenti ed augurj, parole d’uso, +spiccioli convenzionali della conversazione, +che si fanno a tutte e che, a spremerli, +non c’è una stilla di sugo. — Le disse che +il matrimonio era forse un male necessario +o presto o tardi, ma sempre un male, e +che quindi era bene non pensarci. — Lasciasse +fare a lei, che era sua madre, la +quale saprebbe guidarla sempre bene onde +non avesse mai a trovarsi infelice. — Coperse +di ridicolo tutti gli uomini in genere — e +figurarsi se quella lingua non vi riuscì +a meraviglia! — glieli dipinse tutti come +ipocriti, sciocchi, venali.... Povera Silvia, se +mai le avvenisse di credere a qualcuno.... +povera dote! — e batteva su quella dote, +<span class="pagenum" id="Page_373">[373]</span> +unico scopo di tanti tristi. — Ah! se si +presentasse quel tale che <i>andasse bene</i>.... +sarebbe ella la prima a raccomandarglielo.... +ma dopo un lungo studio, dopo.... dopo.... +e dopo tante precauzioni che non finivano +più. +</p> + +<p> +Pochi mesi di tal scuola premunirono +Silvia contro tutte le seduzioni della giovinezza. +</p> + +<p> +Era la più indifferente ragazza di questo +mondo per quanto, d’ordinario, occupa la +fantasia delle ragazze — e poco le mancava +a compiere i bellissimi sedici anni.... +quando, un incidente qualunque venne a dar +principio ad avvenimenti molto deplorevoli, +in cui la fanciulla fu travolta, e rappresentò +una parte.... che sarà giudicata, che +fu anche odiosa.... ma che alla gente fornita +di ragione, spassionata, farà dire: — Non +poteva essere altrimenti. — +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_375">[375]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Quando Maddalena aveva pensato a levare +Silvia dal collegio, aveva veduto la +necessità di cambiar, prima, d’abitazione. +In quella in cui si trovava, da quattro anni, +era troppo conosciuta e v’erano troppe conoscenze +di genere equivoco! Continuando +ad abitar ivi, era a temersi che la figlia, o +presto o tardi, venisse a sapere cos’era sua +madre, e che certi vicini poco scrupolosi, +o col mal esempio d’una esistenza tutt’altro +che misteriosa, quando avrebbe avuto +bisogno di tutto il mistero, o, con peggio, +avessero poi a corromperla — cose molto +probabili in quella casa. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_376">[376]</span> +</p> + +<p> +La abbandonò quindi e se ne andò ad +abitare, dove nessuno la conosceva, dove +non conosceva alcuno, ma sapendo di entrare +in una casa, come si dice, assai +pulita. +</p> + +<p> +Tali delicatezze non devono destare meraviglia. +Tutti possono aver visto donne +cadute tanto basso, da non esservi modo di +cadere più giù — ed essere così tenere dell’onestà +delle loro figlie, da far quello che +molte buone madri non sanno nemmen +pensare, per rimovere dai loro giovani anni +fin l’ombra d’un pericolo, smaniose di farne +tutto ciò che si può imaginare di virtuoso +e con maggior probabilità di riuscita che +non il comune delle madri, perchè sapendone +<i>di più</i>, possono essere più avvedute, +più caute, e certo più saggie consigliere. +</p> + +<p> +Maddalena aveva, senza dubbio, le migliori +intenzioni circa l’educazione di Silvia — ma +le ansie d’un egoismo sfrenato +<span class="pagenum" id="Page_377">[377]</span> +guastarono poi tutto, come abbiamo veduto +e come, pur troppo, vedremo. +</p> + +<p> +Il quartiere, la casa furono così abilmente +scelti — e il nuovo contegno di +Maddalena così prudente, che ella conseguì +il suo intento: di passare, cioè, per una +donna onesta. +</p> + +<p> +La signora Maddalena fu, pei pochi vicini, +una vedova agiata «oh! una buona donna,» +che aveva una bella figliuola, «quieta e +buona come un angelo». +</p> + +<p> +Cosa naturale, e anche per salvarsi dalla +noja opprimente di una vita isolata, monotona, +senza movimento, Maddalena fece conoscenza +a poco a poco di alcuni vicini, e, +fra gli altri, di una eccellente vecchia, la +signora Mantovani, vedova come lei, che +viveva sola colla fantesca. +</p> + +<p> +La signora Mantovani aveva una figlia, +Eugenia, maritata, che veniva a trovarla +tutti i giorni, e, colla quale, Maddalena e Silvia +strinsero in breve una buona amicizia. +<span class="pagenum" id="Page_378">[378]</span> +Tale amicizia divenne, anzi, intima con +Maddalena, quando, per una certa storia, +affatto estranea al nostro racconto, Eugenia +ebbe bisogno d’una confidente sicura, alla +quale dare incarichi molto delicati. +</p> + +<p> +Silvia non aveva ancora sedici anni +quando la suddetta storia si fece molto seria, +complicatissima, — era allo stato di +partita in quattro, con un quinto che voleva +entrarvi per forza e minacciava di scompigliar +tutto — ed Eugenia si trovò nella +necessitò di recarsi ad un veglione, per +vedere, per sapere, per rimediare, per calmare, +per consigliarsi, per accordarsi.... +tutte cose molto urgenti e impossibili a +farsi in casa. Eugenia, naturalmente, supplicò +Maddalena che l’accompagnasse, perchè, +andando in teatro, sola col marito, non +potrebbe essere libera un minuto — ed allora +tanto valeva restar a casa. — D’altre +amiche non si fidava. +</p> + +<p> +Maddalena disse: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_379">[379]</span> +</p> + +<p> +— Ma.... e dove metto mia figlia? non +posso lasciarla sola in casa. — +</p> + +<p> +Ed Eugenia rispose: +</p> + +<p> +— Pregheremo la mamma di tenerla +presso di sè per una notte. È così buona e +vuol tanto bene alla Silvia che non dirò +di no. — +</p> + +<p> +Infatti, la signora Mantovani, all’oscuro di +tutto, acconsentì col massimo piacere «per +permettere alla cara signora Maddalena di +passare almeno una sera allegra nel carnevale.» +</p> + +<p> +Il marito di Eugenia ringraziò vivamente +Maddalena d’aver accettato l’invito di sua +moglie. — Un torrione vostro pari — aggiunse — potrà +supplire il povero marito, +che non sarà costretto a far il cavaliere +servente alla consorte.... cosa che non si +usa. — +</p> + +<p> +Maddalena supplì infatti, e le due signore, +in dominò, non fecero che girare per la +festa, sole e non sospette per alcuno. Così +<span class="pagenum" id="Page_380">[380]</span> +Eugenia potè vedere, sapere, rimediare, +calmare, consigliarsi ed accordarsi. +</p> + +<p> +L’accordo principale era per le tre, quando, +finite le cene, vi sarebbe stata tal confusione, +da permettere anche le sparizioni +inosservate. +</p> + +<p> +Alle tre, Maddalena e l’amica, uscite dal +loro camerino, andavano pel loro destino, +ossia pel destino di Eugenia, quando s’imbatterono +in un signore, al veder il quale, +Maddalena emise un leggier grido di sorpresa, +e fermossi, dicendogli in falsetto: +</p> + +<p> +— Sei tu o non sei tu? +</p> + +<p> +— Pare che sia io.... — rispose il signore +ridendo. +</p> + +<p> +— Proprio tu, Soranzi? +</p> + +<p> +— Soranzi. +</p> + +<p> +— Che bell’uomo ti sei fatto! +</p> + +<p> +— Se non avessi moglie, ti direi qual è il +dovere d’una donna che trova bello un +uomo. +</p> + +<p> +— Sei fedele? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_381">[381]</span> +</p> + +<p> +— Ecco una domanda, a cui una donna +sola può rispondere.... +</p> + +<p> +— Perchè....? +</p> + +<p> +— Perchè tanto il sì, quanto il no, in un +uomo sono ridicoli.... +</p> + +<p> +— E in una donna....? +</p> + +<p> +— In una donna.... il sì è un poema angelico.... +il no.... un dramma. +</p> + +<p> +— Io vado — disse Eugenia all’orecchio +della compagna — altrimenti l’ora +passa. Tu resta pure col signore, se t’interessa. +</p> + +<p> +— Quasi quasi.... per ingannare il tempo. +</p> + +<p> +— Bene, fra mezz’ora, vieni a prendermi, +fila terza, numero cinque, a destra. +</p> + +<p> +— Siamo intese.... sii felice. — +</p> + +<p> +Eugenia s’allontanò. +</p> + +<p> +— È qui tua moglie....? — disse Maddalena +a Soranzi. +</p> + +<p> +— Passò quel tempo, per lei — +</p> + +<p> +— Allora dammi il braccio, se non hai +paura delle male lingue, e andiamo nel tuo +<span class="pagenum" id="Page_382">[382]</span> +palco. Non posso girare, senza comprometter +la mia amica, che è affidata a me. +</p> + +<p> +— Si vede che è ben affidata! +</p> + +<p> +— Che vuoi.... io non so resistere alle lagrime +degli infelici. +</p> + +<p> +— Ecco il mio camerino.... +</p> + +<p> +— No.... no, non entro.... vedo là un signore.... +</p> + +<p> +— Non temere.... è l’avvocato Bussola.... +che la perde sempre. +</p> + +<p> +— Che cosa....? +</p> + +<p> +— La bussola.... È celebre per le sbornie +che guadagna, in compenso delle cause che +perde. Come vedi, è in uno stato che lo +renderà molto prudente, qualunque cosa +qui possa avvenire. +</p> + +<p> +— Ah! non avverrà niente.... — e ciò dicendo, +Maddalena entrò. +</p> + +<p> +— Bevi? +</p> + +<p> +— Bevo. +</p> + +<p> +Soranzi sturò una bottiglia di <i>Champagne</i>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_383">[383]</span> +</p> + +<p> +— È un pezzo che non vai al <i>Restaurant +Bouquet</i>? — fe’ Maddalena lentamente, come +soprapensiero, senza guardarlo. +</p> + +<p> +Egli, che stava per mescerle, si fermò, +esaminando, sorpreso, quel dominò. +</p> + +<p> +— Versa pure, sai,... +</p> + +<p> +— Chi sei tu? +</p> + +<p> +— Io sono una che era molto vicina a +te.... una volta.... quando tu andasti al <i>Restaurant +Bouquet</i> con una signora.... +</p> + +<p> +— Siccome non ci ero mai andato prima +di quella volta, e non vi sono più andato +dopo.... e quella volta, io non ho veduto +nessuna donna.... +</p> + +<p> +— Eppure.... +</p> + +<p> +— Sentiamo un po’.... Quando è stato? +</p> + +<p> +— Precisamente quattor.... no.... quindici +anni fa.... +</p> + +<p> +— Dimmi chi sei! +</p> + +<p> +— Te lo dirò.... <i>un giorno</i>. +</p> + +<p> +— Ah! sei Maddalena! — gridò Soranzi +giojoso e non senza commozione. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_384">[384]</span> +</p> + +<p> +— Chi sa! — disse ella, con voce naturale. +</p> + +<p> +— Leva.... leva quella maschera.... che io +ti possa rivedere.... +</p> + +<p> +— No.... se la levo.... tu fuggi. +</p> + +<p> +— Perchè? +</p> + +<p> +— Perchè sono brutta.... d’una bruttezza.... +classica. +</p> + +<p> +— Non ti credo. +</p> + +<p> +— Non credi a Maddalena, tu? a Maddalena, +che direbbe la sua anche a +Gesù Cristo? — Eh! sono rovinata, caro +mio.... tanto.... che mi sono lasciata andare.... +senti come sono floscia.... Per tutto +il resto.... ti basti il dire che fiuto tabacco. +</p> + +<p> +— Non importa! levati.... +</p> + +<p> +— In una festa, no.... sarebbe una apparizione +troppo orribile per te, che mi hai +conosciuta bella! +</p> + +<p> +— E.... che cosa hai fatto, tutti questi +anni? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_385">[385]</span> +</p> + +<p> +— Non lo sai?! +</p> + +<p> +— No.... come vuoi ch’io sappia?.... +</p> + +<p> +— Pare impossibile.... Ho fatto un po’ di +tutto.... non per salvare l’anima.... per +perderla. Adesso.... che non posso più +far niente, tanto di ricuperarla.... faccio +la donna onesta.... faccio la mamma, +ecco! +</p> + +<p> +— Ah! è vero.... tu avevi una figlia.... che +ora deve essere quasi una donna.... È +bella? +</p> + +<p> +— Un sole.... Eh! è il mio dolor di +capo. +</p> + +<p> +— Per qual ragione? +</p> + +<p> +— Oh! bella!.... per la ragione che è, si +può dir, da marito.... e se me la tolgono, +mi tolgono anche il pane, perchè ora viviamo +in due col frutto della sua dote.... — A +meno che — stridette, dopo una breve +pausa — non le capiti un marito generoso, +il quale faccia star bene anche la madre.... +cosa molto difficile. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_386">[386]</span> +</p> + +<p> +— Come l’hai educata? +</p> + +<p> +— Oh! bene.... meglio di sua madre, +certo. +</p> + +<p> +— Vuoi lasciarmela conoscere?.... Chi sa +che non glielo trovi io il marito.... generoso. +</p> + +<p> +— Se tu fossi tanto bravo.... io ti benedirei! +</p> + +<p> +— Lascia far a me.... Per la Maddalena +della mia giovinezza, io farò questo e +altro. +</p> + +<p> +— Bene, Soranzi! tu almeno hai un cuore.... +Ah! addio.... devo andare. +</p> + +<p> +— Dammi il tuo indirizzo. +</p> + +<p> +— Ahi sì.... Vieni in via.... numero 7, primo +piano. +</p> + +<p> +— Domani.... cioè, oggi alle quattro, io +sarò da te. +</p> + +<p> +— Grazie.... ah! se tu non mi avessi +scritto quella brutta lettera.... quanto +saremmo stati felici.... e io quanto sarei +migliore! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_387">[387]</span> +</p> + +<p> +— La tua risposta però fu ben orgogliosa. +A proposito, hai poi lavorato? +</p> + +<p> +— Io?.... altro che lavorato! ah! ah! ah! — e +ridendo sgangheratamente, Maddalena +fuggì in cerca dell’amica. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_389">[389]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Arrivati a questo punto, noi non possiamo +più narrare, descrivere, occupandoci +di <i>tutti</i> i particolari. Dobbiamo accontentarci +di prender delle note più o meno +aride, a seconda delle situazioni...., sperando +che bastino. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +L’indomani del veglione — congedandosi +da Maddalena, dopo la prima visita — non +presente la figlia. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Or.</span> Lo sposo glielo troveremo.... non ti +nascondo però che lo sposo vorrei esser io. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_390">[390]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> E io te la darei con entusiasmo, +se tu non avessi moglie. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Or.</span> Ahi! tasto doloroso.... A rivederci. — +</p> + +<p> +Soranzi, partendo, dice ch’egli è pazzo, +ch’egli non deve lasciarsi, come un giovinetto, +inebriare dalla bellezza di quella +fanciulla, al punto d’aver il convulso...., si +dice che egli ha quarant’anni, che ha moglie.... +che.... che...., insomma, tutto quello +che un uomo onesto può dirsi, per cancellare +una impressione più profonda del +bisognevole e irragionevole — perchè la ragione +deve permettere solo ciò che i contratti +sociali danno per lecito. — Ma se la +ragione propone, il fisico dispone. — Soranzi +torna a casa; appunto perchè non +vuol esserlo, è preoccupato; il suo appartamento, +per la prima volta, gli par tetro, +una spelonca — e anche il dolce sorriso di +sua moglie, per la prima volta, lo muove a +ira. Non parla che per rispondere brevemente, +con cortesia stentata.... esce, vaga, +<span class="pagenum" id="Page_391">[391]</span> +rientra, si rinchiude per lavorare....; è inutile!.... +L’imagine di quella vergine di sedici +anni lo perseguita, s’è ficcata nella sua +mente.... non vuol uscirne più. Ah! gli +acerbi e già maturi vezzi.... Ah! quelle +mani fatte da Amore per l’amore.... quelle +babbuccie, entro le quali si troverebbe appena +tanto da potervi imprimere un bacio.... +e i ricciolini.... d’aria di quella nuca, e la +freschezza di quel viso, e la lanuggine +impercettibile di quelle guance fatte per +smorzar i baci, e gli occhi grigi erranti che +pajono ansiosi.... e non lo sono ansiosi, +perchè il sorriso è puro, è il sorriso della +donna che ignora. Lo si capisce, dai suoi +entusiasmi, che non sa niente....; tutto per +lei è bello, nuovo, sorprendente. — E tuttavia, +qualche cosa vi deve essere che si +muove in lei....., ella deve udire come un +susurrío interno, sia pure indistinto, ma +che a volte la turba.... +</p> + +<p> +E Soranzi ricordava che, a qualche sua +<span class="pagenum" id="Page_392">[392]</span> +occhiata ardente, le di lei palpebre avevano +avuto un tremito, e che mentre egli parlava, +ella ascoltava, come meditabonda, coll’occhio +che pareva bere, e che, senza ch’ella lo +sapesse, la di lei lingua errava lambendo +il labbro. +</p> + +<p> +Brividi e vampe.... Silvia! Silvia! +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Sono trascorsi quindici giorni dall’incontro +di Maddalena con Oreste, al veglione — e +in casa Soranzi si vive già d’una vita +nuova.... ma d’una vita che toglie il respiro. +</p> + +<p> +La moglie e la servitù, che per tanti anni +vissero in un ambiente di perfetta pace, di +dolcezza tale che avrebbe ammansato l’essere +più insocievole.... ora non sanno più +in che mondo si trovano. +</p> + +<p> +Soranzi sta fuori gran parte del giorno, +il resto lo passa rinchiuso nel suo studio. +<span class="pagenum" id="Page_393">[393]</span> +Ben di rado si lascia vedere o fa udire +la sua voce, ma anche quel poco è di +troppo. +</p> + +<p> +Egli è irascibile, impetuoso — in tutti i +suoi moti, in tutti i suoi detti v’è alcun che +di così secco, di così nervoso e, a volte, di +così feroce, perfino.... che davvero fa paura. +I servi, alle sue scampanellate, accorrono, +ascoltano, si inchinano, s’affrettano ad obbedire.... +Qualunque cosa ordinasse, non +replicherebbero sillaba.... — e pensare che, +un tempo, si parlava fra padrone e servitori +come da amico ad amici, e si discorreva +tranquillamente sul da farsi e il non da +farsi. +</p> + +<p> +<i>Quando</i> pranza in casa, non dice una +parola. +</p> + +<p> +Un giorno, la moglie gli ha detto, colla +sua maggior soavità: +</p> + +<p> +— Che cos’hai, Oreste? +</p> + +<p> +— Nulla ho. Lasciami stare. — +</p> + +<p> +Un cognato, dietro le preghiere della sorella, +<span class="pagenum" id="Page_394">[394]</span> +gli ha domandato, un altro giorno, +ridendo: +</p> + +<p> +— Vedo che sei arrabbiato...., hai forse +giocato alla Borsa? +</p> + +<p> +— Che! — e girando sui tacchi, l’ha piantato +là come un matto. +</p> + +<p> +Tutti sono certi che egli ha un dispiacere, +che non vuole, non può confidare ad +alcuno.... +</p> + +<p> +— Un po’ di pazienza.... tutto passerà. — +</p> + +<p> +Pare che non abbian avuto torto. +</p> + +<p> +Un giorno, Soranzi, da un’ora all’altra, è +tornato quel di prima. Esultanza generale. +Come mai questo? +</p> + +<p> +Rovistando fra le sue carte, gli è venuta +fra le mani una lettera di suo padre — e +gli son venute sott’occhio queste parole: +</p> + +<p> +«Quando, al primo riveder quella donna, +tu sentisti ridestarsi l’antico affetto — dovevi +fuggirla. Era già moglie. Il sacrificio, +allora, sarebbe stato ben lieve, credilo!» +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_395">[395]</span> +</p> + +<p> +«Non hai avuto quella meschinissima +forza.... e or vedi le conseguenze orribili +della tua debolezza!» +</p> + +<p> +Legge tutta la lettera.... la rilegge. Povero +padre! povera madre!.... se esistessero +ancora, egli forse, mirando quei volti mesti, +si sentirebbe meno debole.... S’immerge in +una profonda meditazione. Tenta, vuole ragionare. +</p> + +<p> +Da una parte.... sua moglie così buona — la +sua posizione sociale — il suo passato +onorevole e un avvenire splendido, +perchè egli è uno degli uomini più stimati +ed è già designato ai più alti ufficj.... — dall’altra +parte, una giovinetta, la quale +viene a togliergli, a rovinare tutto.... con +che? perchè? +</p> + +<p> +Si apre l’uscio ed entra il suocero, vegliardo +veramente venerando, per vita operosa, +intemerata e per alto sentire. A tale +apparizione, Oreste sente un non so che di +refrigerante nell’anima; gli pare che un +<span class="pagenum" id="Page_396">[396]</span> +genio benefico venga ad additargli la via +della salvezza. Ma sì! basta rinchiudersi +nel seno della famiglia, non pensare più a +nulla, lavorare, non permettere che alcuna +distrazione.... +</p> + +<p> +E gli va incontro affettuoso, riconoscente — eccolo +di buon umore, cortese, +affabile, espansivo. +</p> + +<p> +Sua moglie è felice a tal cambiamento +subitaneo — aspettato, del resto! dice: — La +gioja è tornata in casa Soranzi e, speriamo, +per sempre. +</p> + +<p> +— Che cosa mi dicevi tu? — è il padre +che parla colla figlia — Oreste mi pare +sempre il migliore dei mariti. +</p> + +<p> +— È vero!... non so.... qualche cosa l’avrà +disturbato. Ma poteva ben dirmi.... +</p> + +<p> +— Eh! le donne vogliono saper tutto.... +Lasciate passare, quando vedete nubi fosche.... +se no, andrete a rischio di far delle +burrasche con.... niente. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_397">[397]</span> +</p> + +<p> +È scorsa un’altra settimana. Tutti i giorni +è stata una lotta fierissima. +</p> + +<p> +A certa ora, egli udiva sempre quella +cara voce infantile.... gli pareva sempre di +accarezzare quella manina, di provocare +quegli scoppietti di riso, di sentir quell’alito +fresco, odoroso. +</p> + +<p> +Era una tortura.... ma egli non si muoveva — l’ora +passava — aveva vinto. +</p> + +<p> +Dopo otto vittorie, gli pare che il vincere +costi meno, e che forse, in breve, +egli sarà perfettamente libero da quell’incubo +ad ora fissa. +</p> + +<p> +A tale scoperta, egli diventa ilare, respira +a pieni polmoni — e va ad abbracciar la +moglie. +</p> + +<p> +Dopo pranzo, ella e lui stanno presso il +caminetto sorbendo il caffè — egli racconta +una gaja storiella. +</p> + +<p> +— Una lettera pel signor avvocato.... — fa +la cameriera entrando. +</p> + +<p> +— <i>Particolare:</i> — legge Soranzi. La scrittura +<span class="pagenum" id="Page_398">[398]</span> +non gli è ignota, ma non ricorda di +chi possa essere.... Apre, impallidisce. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Soranzi, +</p> + +<p> +«Tu non sei un uomo onesto. Tu m’hai +stregato la figlia.... e adesso non ti lasci +più vedere? +</p> + +<p> +«Ella soffre, non prende cibo, dimagra. +</p> + +<p> +«Non parla!.... ma l’occhio di una madre +sa indovinare.... +</p> + +<p> +«Sarà una bella gloria per te, quando +me la porteranno via! +</p> + +<p class="indr"> +«M.» +</p> +</div> + +<p> +— Il mio cappello.... il mio soprabito — comanda +Oreste, vibrato, balzando in piedi. +</p> + +<p> +— Dove vai? — domanda la moglie. +</p> + +<p> +— Dove mi chiama un affare urgente. +</p> + +<p> +— Ma è qualche cosa di ben grave, di ben +dispiacente! sei tutto alterato..... +</p> + +<p> +— Tu sei pazza. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_399">[399]</span> +</p> + +<p> +— No, Oreste, non dir così.... sai pure.... se +hai qualche dolore, confidati con me. +</p> + +<p> +— Non ho niente.... +</p> + +<p> +— Ma.... +</p> + +<p> +— Hai capito che non ho niente!? — grida +Oreste, stralunando. +</p> + +<p> +— Dio mio.... con te non si può più parlare! — geme +la poverina, rompendo in lagrime. +</p> + +<p> +— Eh! il miglior modo di parlare per una +moglie, è tacere! +</p> + +<p> +— Ma tu adunque vuoi che io muoja.... +</p> + +<p> +— Io? +</p> + +<p> +— Ma sì!.... perchè se continua così, come +si può vivere? +</p> + +<p> +— Ebbene.... se.... se non si può vivere, +così, con me.... regolati come credi. +</p> + +<p> +— Ah! no, Oreste! — e la moglie si aggrappa +a lui disperata — no, Oreste, senti.... +senti per pietà. +</p> + +<p> +— Lasciami.... lasciami.... — e respingendola +con forza, sicchè ella cade inginocchioni, +<span class="pagenum" id="Page_400">[400]</span> +strappa dalle mani della cameriera +quanto essa gli reca e fogge. +</p> + +<p> +La cameriera rialza la signora semisvenuta, +la adagia in una poltrona e le spruzza +il viso con acqua. La signora ricupera gli +spiriti. +</p> + +<p> +— Desidera qualche cosa, signora padrona? +</p> + +<p> +— No.... aspetta.... — +</p> + +<p> +Dopo una lunga pausa. +</p> + +<p> +— Di’ al Giovanni che vada a pregar mio +padre di venir.... da me, stasera. Quanto a +te.... non una parola con nessuno! +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_401">[401]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Vediamo un po’ che cosa abbia fatto Maddalena, +dopo il veglione, perchè quel suo +biglietto a Soranzi è abbastanza strano. +</p> + +<p> +In omaggio al vero, riconosciamo che +ella ha accettato la prima visita di Oreste +senza alcun secondo fine biasimevole. L’unico +suo fine era precisamente quello di +valersi di Soranzi come di un sensale di +matrimoni incaricato di trovare il «marito +generoso». +</p> + +<p> +Ella è ben lieta che Soranzi trovi bella e +buona sua figlia — questo vuol dire che +s’interesserà, con ardore, per collocarla +bene. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_402">[402]</span> +</p> + +<p> +Ma la frequenza — quattro di fila — la +lunghezza delle di lui visite le pajon soverchie +per un mediatore, oltrechè «compromettenti» — e +il suo genere di conversazione +un po’ troppo poetico. Maddalena +s’impensierisce seriamente, tanto più che +vedendo la figlia tutt’altro che indifferente +alle premure di lui — premure, delle quali +non sa come combattere l’influenza sul di +lei animo, dopo averle presentato Soranzi +come «un distintissimo signore, suo amico +d’infanzia e tanto amico anche del povero +papà....» +</p> + +<p> +Il combatterla ora sarebbe pericoloso. Maddalena +che è donna, le sa queste cose. +</p> + +<p> +Bisognava prevenirla, indisporla contro +di lui. Si potrebbe, è vero, con una parola +sola, demolire Soranzi; basterebbe dire: — Guarda +che egli è ammogliato — ma allora, +Soranzi trovando subitanea freddezza, +s’indispettirebbe, vorrebbe saperne la ragione.... +e se ne andrebbe per sempre — il +<span class="pagenum" id="Page_403">[403]</span> +che è da evitarsi, perchè Maddalena, ora +che ha riafferrato Soranzi, non vuol più lasciarselo +sfuggire. In un caso estremo, ella +potrebbe ricorrere a lui, senza umiliazione. +</p> + +<p> +Invece, farà così: interrogherà cautamente +Soranzi.... e <i>se mai</i>.... ella lo farà ragionare, +e, toccandogli le corde del dovere, +dell’onore, ecc., ecc., lo indurrà a diradare +le sue visite.... pur non ritirando la sua +protezione. +</p> + +<p> +Quando non lo vedrà più, o ben di rado, +Silvia non vi penserà altro. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Partendo dopo la sua quinta visita, Soranzi +dice a Maddalena: +</p> + +<p> +— Spero bene che non le avrai detto che +io ho moglie. +</p> + +<p> +— Perchè? +</p> + +<p> +— Il perchè te lo dirò.... <i>un giorno</i>. +</p> + +<p> +— Ah! ah!.... e se glielo avessi già detto? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_404">[404]</span> +</p> + +<p> +— Disdici. +</p> + +<p> +— Ohe! Soranzi.... avresti per caso delle +malinconie pel capo?.... Se così fosse.... io +dovrei rinunciare all’onore.... +</p> + +<p> +— Se tu sapessi....! +</p> + +<p> +— Che cosa? +</p> + +<p> +— Senti, Maddalena.... io sono sempre +stato, dopo <i>quel</i> tempo....... l’uomo il più +freddo. Mi credevo morto alle passioni. Ebbene.... +ora mi vedi ridotto come un fanciullo, +incapace di ragionare.... disperato.... +quasi al punto di domandarmi che ne farò +della mia vita. +</p> + +<p> +— Senti, Soranzi.... da quella brava donna +che sono.... ti dirò: non venir più.... Ma +pensa che hai moglie! +</p> + +<p> +— Ah! non parlarmene.... Ma non sai che +da due giorni, vaneggio.... che io odio mia +moglie.... tanto che, mi pare che per Silvia.... +io sacrificherei.... +</p> + +<p> +— Va.... va.... tu bestemmi. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_405">[405]</span> +</p> + +<p> +<i>Tu bestemmi</i> — ma, non appena Soranzi +è partito, Maddalena si sdraja, nella sua poltrona, +pensando alla fatta scoperta. «Soranzi +odia sua moglie, e per Silvia è pronto +a tutto». +</p> + +<p> +Sì.... e Maddalena non può ingannarsi....; +nel tremore della voce, delle mani, nel balenìo +degli sguardi, ella ha indovinato la +passione vera, possente, quella passione +che non conosce ostacoli, e siccome Soranzi +è uomo d’onore — anche i ribaldi +hanno bisogno dell’<i>onore</i>.... degli altri — così +tal passione non è a disdegnarsi. +</p> + +<p> +Se Soranzi non ama sua moglie, potrebbe.... +separarsene. — Se ama Silvia, potrebbe +divenirne l’amico, il protettore. — La colpa, +dopo tutto, dice Maddalena, è della Legge. +L’uomo è lo schiavo delle passioni.... e la +legge vuol incatenare le passioni, il che +significa incatenar torrenti.... Tanto peggio +per la Legge. +</p> + +<p> +Se Soranzi farà <i>questo</i>, è certo che io mi +<span class="pagenum" id="Page_406">[406]</span> +troverò al coperto per sempre. Quanto a +Silvia.... ella sarà ben grata a sua madre.... +Maggior felicità potrebbe forse darle altro +uomo.... se ella amasse Soranzi? — Restano +la società e la moglie....; ma la società è +composta di tanti individui, di cui ognuno +farà molto bene pensando ai casi suoi.... +del resto, padroni! Non renderanno perciò +meno felici Soranzi e Silvia, e non torceranno +un capello a me. — Quanto alla +moglie, poi, se non sa farsi amare.... io non +so proprio cosa farci! +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Aggiustati, così, i conti colla propria coscienza, +Maddalena si accinse all’opera.... +Opera facile — non c’era che da secondare +tacitamente, mantenendo tuttavia, per decoro, +una certa vigilanza che, mentre non +doveva nuocere all’<i>essenza</i>, doveva rendere +impossibile la <i>forma</i>.... finchè, Soranzi scoppiando, +<span class="pagenum" id="Page_407">[407]</span> +non si sarebbe dato, piedi e mani +legati, a Maddalena. +</p> + +<p> +Naturalmente, occorreva qualche incoraggiamento +indiretto, onde le impressioni +si disegnassero più presto e meglio nel +cuore di Silvia. Questo ella ottenne con dei +brevi soliloqui fatti, quasi non avvertisse +la presenza della figlia. +</p> + +<p> +Un giorno, per esempio, esclamava: +</p> + +<p> +— Che bontà quel caro Soranzi, che ingegno, +che spirito, che distinzione! — +</p> + +<p> +Un altro: +</p> + +<p> +— Quello è proprio l’uomo che <i>andrebbe +bene</i> per Silvia. Io non darò mai consigli a +mia figlia.... perchè il cuore è libero.... ma +se mia figlia me ne chiedesse.... — +</p> + +<p> +Un altro ancora: +</p> + +<p> +— Quanti anni può avere Soranzi?.... Quaranta, +mi pare.... Non se gliene darebbero +trentacinque.... proprio, la bella età dell’uomo.... +di cui una donna può fidarsi.... — +</p> + +<p> +Una sera poi le disse: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_408">[408]</span> +</p> + +<p> +— Mi pare che Soranzi non ti guardi di +malocchio.... eh! briccona! — e tu?.... Ah! +non vuoi rispondere.... diventi rossa!.... +Basta.... fate voi. — +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Una fanciulla, che è già ben disposta a +favore d’un uomo che la corteggia.... non +ha bisogno di molta esca per accendersi — se +poi vede che la madre è fanatica per +quell’uomo.... non ha più difese di sorta.... +e non cerca difesa.... come non ha alcun +turbamento di coscienza, perchè ella sa già +d’aver una complice. +</p> + +<p> +La coscienza dei figli, quasi sempre, non +è che la coscienza delle madri. +</p> + +<p> +Era un piacere intenso ma tutto intellettuale +quello che provava Silvia durante le +prime visite di Soranzi. Ben arrivato quel +bel signore che veniva a rompere la monotonia +della sua esistenza. E poichè egli +<span class="pagenum" id="Page_409">[409]</span> +aveva facondia, esperienza della vita, l’abilità +dell’uomo di mondo ed il fuoco dell’innamorato, +non poteva che sedurre la mente +della giovinetta, nell’età in cui, sebbene +inconsciamente, si è tanto avidi di impressioni +nuove e di emozioni. +</p> + +<p> +Il cuore non aveva ancor palpitato, ma +palpitò subito.... quando Maddalena cominciò +a delirare per Oreste.... Ella non si diceva +che era l’amante di Soranzi.... ma lo +amava.... — non si diceva che egli l’amava, +ma sentivo d’essere, per lui, l’oggetto d’un +culto. Non v’erano dichiarazioni, perchè non +ve ne potevano essere, ma gli occhi di lui +avevano tal eloquenza, che ella, or arrossiva, +or si faceva smorta e, lui partito, restava +lunghe ore pensosa. +</p> + +<p> +Quando Maddalena vide che Soranzi, accortosi +della muta corrispondenza di Silvia, +si faceva.... poco prudente, pensò che +era tempo di richiamarlo al dovere, <i>in modo</i> +che egli, trovandosi al muro, avesse a prendere +una decisione. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_410">[410]</span> +</p> + +<p> +— Insomma, Soranzi, come la facciamo +qui? — gli disse, — Per Bacco, abbi un po’ +di coscienza.... Io ho paura che tu mi faccia +innamorare la figlia.... e poi.... cosa +succederà? Io t’ho già fatto capire.... ma +vedo che tu vai avanti per la tua strada.... +e io ti dico: fermati! +</p> + +<p> +— Fermarmi? non veder più Silvia? ma +ti pare possibile? Ma piuttosto.... +</p> + +<p> +— Taci.... +</p> + +<p> +— No.... piuttosto.... mi divido da mia +moglie. +</p> + +<p> +— Ma tu sei pazzo. +</p> + +<p> +— E allora cosa vuoi ch’io faccia? Io +sento che se continua così, finirò ad uccidermi.... +Ma.... bada bene che in tal caso.... +Silvia non sarà d’altri! — +</p> + +<p> +Maddalena, a queste parole, diè un passo +indietro e stette come atterrita — mentre, +nel suo interno, gioiva. +</p> + +<p> +Per alcuni minuti sembrò che non potesse +trovar verbo, tanta era la sua commozione — poi +<span class="pagenum" id="Page_411">[411]</span> +disse, smozzicando, con accento +di dolorosa rassegnazione: +</p> + +<p> +— Tu vuoi rovinarmi.... Ebbene.... fa pure.... +Noi, già, siamo due povere donne +senza difesa. +</p> + +<p> +— Io voglio render felice la Silvia, contenta +te per sempre! — fe’ con slancio Soranzi, +il quale, finalmente, vedeva rimossi +gli ostacoli, vicino il compimento de’ suoi +ardenti voti; e, strettale con forza la mano, +uscì precipitosamente giubilante. +</p> + +<p> +Maddalena, rientrando, abbracciò strettamente +Silvia, baciandola e ribaciandola. +Silvia la guardò maravigliata, sorridendo, +e le disse: +</p> + +<p> +— Che cos’hai? +</p> + +<p> +— Nulla.... so io! +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +L’indomani, si attendeva Soranzi — non +sapremmo dire chi lo desiderasse di più — ma +<span class="pagenum" id="Page_412">[412]</span> +non venne. Pranzarono più tardi del +solito e male. — Non capisco.... non capisco: — borbottava, +di tanto in tanto, Maddalena. +</p> + +<p> +Il giorno seguente, l’attesero ancora.... e +ancora mancò. Neppure il terzo dì, comparve, +nè il quarto, nè il settimo. Maddalena +sbuffava, ed il suo occhio aveva dei +lampi sinistri. +</p> + +<p> +Silvia non parlava, ma ogni giorno diveniva +sempre più mesta, nè toccava quasi +cibo. +</p> + +<p> +Maddalena la guardava e cominciava a +sentire dei rimorsi. — Se Soranzi non tornasse +più.... e la figlia morisse di passione.... +Uccisa da sua madre!.... No.... no! — Ella +non pativa più scrupoli d’alcun genere.... +ma, efferata non era ancora.... per +lo meno, fino a tal punto. +</p> + +<p> +D’altronde, la figlia, dopo che il mondo +l’aveva abbandonata, era divenuta una necessità +morale per lei. Non v’era merito, +ma era così. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_413">[413]</span> +</p> + +<p> +La mattina dopo, uscì, e recatasi a casa +Soranzi, domandò al portinaio se il signor +avvocato fosse assente o ammalato. +</p> + +<p> +— Nè assente, nè ammalato — fu la risposta. +</p> + +<p> +— Non capisco.... non capisco — ripeteva +fra sè Maddalena, tornando a casa. — Che +fare? +</p> + +<p> +Madre e figlia lavorarono silenziose, sospirando. +Verso le quattro, Silvia s’alzò e +disse con voce velata: +</p> + +<p> +— Scusa, mamma.... io vado a letto. +</p> + +<p> +— Perchè, Silvia? +</p> + +<p> +— Perchè.... non so.... mi sento male. +</p> + +<p> +— È debolezza, sono otto giorni che digiuni, +si può dire. Prendi qualche cosa.... +</p> + +<p> +— Impossibile.... credi. +</p> + +<p> +— Bene.... va pure.... io esco un momento.... +Non temere, torno subito, spero +portarti a casa una buona medicina. +</p> + +<p> +— Quale? +</p> + +<p> +— So io.... — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_414">[414]</span> +</p> + +<p> +Fu allora che scrisse e portò quel biglietto, +che mise sossopra casa Soranzi e +richiamò Oreste presso Maddalena. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +Quando Maddalena, alle sei e mezzo, sentì +quella scampanellata, balzò in piedi, con +un ruggito di gioja. +</p> + +<p> +— Ah! sei tu.... finalmente! — fece, aprendo +con furia — ci voleva proprio che morisse! +</p> + +<p> +— Perdona.... se tu sapessi.... Dov’è? +</p> + +<p> +— Qui a letto. +</p> + +<p> +— Ah!.... — +</p> + +<p> +Silvia giaceva assopita. +</p> + +<p> +Cogli occhi chiusi, col nuovo pallore delle +guance smunte, ancor rigate di pianto, +aveva qualche cosa d’etereo, che destò in +Oreste la più profonda pietà. +</p> + +<p> +Allora egli sentì che quella creatura lo +distaccava da tutto il mondo. +</p> + +<p> +— Vedi? — gli disse Maddalena. Poscia +<span class="pagenum" id="Page_415">[415]</span> +si mise ad accarezzare la fronte della figlia +e chiamò dolce, dolce: +</p> + +<p> +— Silvia.... Silvia. +</p> + +<p> +— Che vuoi?.... — sospirò quella, aprendo +gli occhi, poi, visto lui: — Ah! — e il suo +volto si suffuse di subito rossore. +</p> + +<p> +— Sei guarita, <i>adesso</i>?.... — continuò la +madre sorridendo. +</p> + +<p> +— Sì.... — fe’ Silvia, guardando lui con +riconoscenza. +</p> + +<p> +— Allora, prenderai qualche cosa.... e anch’io +con te, — perchè devi sapere — aggiunse +voltasi a Soranzi — che, in questa +casa, sono otto giorni che non si mangia +più o quasi. — +</p> + +<p> +Maddalena uscita — Oreste non potè più +frenarsi.... curvossi e depose un ardente +bacio.... il primo bacio, sulle labbra della +fanciulla, che ebbe un brivido e chiuse gli +occhi. +</p> + +<p> +— Tuo.... tuo per sempre! — le susurrò +Oreste con passione — poi si tolse di là...., +<span class="pagenum" id="Page_416">[416]</span> +sentiva offuscarsi la ragione, ed ebbro, vacillante, +raggiunse Maddalena. +</p> + +<p> +— Sai la bella novità?.... — disse Maddalena +alla figlia, quando rientrò nella di lei +camera, con un tavolino, su cui era pronta +una refezione — dopo domani, partiremo +per la campagna. Soranzi ci invita a passarvi +la primavera, in una villina, che mi +dice essere un <i>bijou</i>. +</p> + +<p> +Silvia giunse le mani e levò gli occhi al +cielo.... +</p> + +<p> +Ma non pregava perchè.... era esaudita. +</p> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_417">[417]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Rientrando in casa, Soranzi, quella sera, +trovò Giovanni in anticamera che lo attendeva +e che gli porse una lettera, dicendogli +gravemente: +</p> + +<p> +— La sua signora non c’è; è uscita col +suo signor padre.... lasciandomi questo biglietto +da consegnarle, immediatamente, al +di Lei ritorno. +</p> + +<p> +— Va bene — disse secco Soranzi, dirigendosi +verso lo studio, in cui si rinchiuse +al solito. +</p> + +<p> +Quindi, aperse e lesse: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_418">[418]</span> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Caro genero, +</p> + +<p> +«Se hai dei dolori morali, perchè vuoi +che abbia a soffrire la mia povera Costanza, +la quale non ti ha mai cagionato +il benchè menomo dispiacere in quattordici +anni di unione? +</p> + +<p> +«Le hai detto di <i>regolarsi come crede</i>....? +</p> + +<p> +«Spiegati. +</p> + +<p> +«È interesse di tutti, anche tuo, che simili +scene disgustose — senza ragione +apparente! — non abbiano a rinnovarsi — e +certamente si devono poter evitare. +</p> + +<p class="indr"> +«<i>Tuo suocero</i>.» +</p> +</div> + +<p class="center"> +<i>Risposta di Oreste.</i> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Carissimo, +</p> + +<p> +«Sì, mi spiegherò. +</p> + +<p> +«E mi sarei spiegato con mia moglie +questa sera stessa, anche non invitato, +perchè non ne potevo più e perchè.... mi +<span class="pagenum" id="Page_419">[419]</span> +ripugna la odiosa e ridicola commedia +del marito che <i>fa</i> l’uomo rigido, l’uomo +dei principi, l’uomo morale, il cascante +colla moglie, alla luce del giorno — mentre +tiene una o più amanti nelle tenebre. +</p> + +<p> +«No, io disdegno ogni finzione, ogni ipocrisia — ed +ho il coraggio di dire: Ieri +io era un buon marito — oggi non lo +sono più! +</p> + +<p> +«Tu dirai che io sono un uomo disonesto, +perchè calpesto i miei doveri, perchè +dimentico i miei giuramenti, perchè rendo +infelice la tua buonissima figlia — ed io +ti do ragione. Ragione, perchè sei padre, +perchè realmente è una enormità.... ma +ti dico: +</p> + +<p> +«Se tu sei da tanto da strapparmi questa +passione dal cuore, se tu sei da tanto +da rimettervi il primiero affetto che nutrivo +per Costanza.... avanti! +</p> + +<p> +«Riesci e io ti benedirò. +</p> + +<p> +«Ma, hai capito — non di consigli ho +<span class="pagenum" id="Page_420">[420]</span> +bisogno, ma di tanaglie.... Dio, io non ci +vedo più. +</p> + +<p> +«Scusa, mio caro, se io ti scrivo in questo +modo, se io ferisco così crudelmente +il tuo amore di padre.... ma credilo, io +mi sento proprio impazzire.... +</p> + +<p> +«E io l’amo sempre, vedi, tua figlia — ed +è questo che rende più orribile ancora +la mia posizione, più intollerabile l’esistenza, +perchè io non posso pensare a +quell’angelo, senza odio di me stesso — non +posso, senza disprezzarmi, ricordare +che io sono stato villano, inumano con +lei.... — ma la sua presenza è la condanna +della mia passione, ed io devo fuggire +per non veder più quell’eterno, vivente +rimprovero. +</p> + +<p> +«Tu, l’uomo onestissimo, che, in tutta la +tua esistenza, non hai mai avuto un istante +d’esitazione nel compiere il tuo dovere — non +solo non comprenderai, ma anche +riuscendo a comprendere, rifiuterai d’ammettere +<span class="pagenum" id="Page_421">[421]</span> +che un uomo della mia età, e del +carattere che tu conosci, possa calpestare +improvvisamente tutto, per seguire una.... +gonnella! +</p> + +<p> +«Gli è perchè tu non sai in qual modo +io sono arrivato a questo punto. +</p> + +<p> +«Io so che, quando l’anima tua si aperse +al primo amore, tu avesti anche la più +ampia soddisfazione che il cuore umano +possa bramare. +</p> + +<p> +«<i>La</i> amasti.... e <i>la</i> ottenesti! +</p> + +<p> +«Il tuo cuore si conservò puro, così, la +tua mente conservò tutte le sue illusioni, +il sangue una perfetta calma — e vivendo +della vita che era il sogno della tua giovinezza, +tu potesti non vedere e non curare +i pericoli di cui è sempre irta l’esistenza +di tutti.... — ma io?! +</p> + +<p> +«Io potei, a mala pena, sognare, qualche +istante, questa vita del cuore, che è indispensabile +agli uomini, uomini come noi, s’intende, +incorrotti. — Sognare, dico, perchè +<span class="pagenum" id="Page_422">[422]</span> +la donna, per la quale mi struggevo, dapprima +mi fu rapita — e quando, incontratala +una seconda volta, avrei potuto +possederla.... mi fu tolta, ancora, da una +tremenda sventura. +</p> + +<p> +«Non chiedermene di più, perchè, ne soffro +troppo.... soffro, perchè penso che se allora +i miei voti fossero stati appagati, io non +sarei ridotto a questo punto — soffro, perchè +quella donna, delusa, allora, al par di +me, ora è diventata un oggetto spregevole, +mentre, a me unita, sarebbe ancor una +donna onesta — soffro, perchè non posso +risparmiare Costanza! +</p> + +<p> +«Tu dirai: ma adunque, perchè sposasti +mia figlia? +</p> + +<p> +«Ti rispondo: — Ero in uno stato di prostrazione +morale — il mio cuore non batteva +più — mi sentivo profondamente, +amareggiato e disgustato di tutto — vedevo, +innanzi a me, una lunga vita morta. +</p> + +<p> +«Tua figlia mi apparve come un angelo +<span class="pagenum" id="Page_423">[423]</span> +di consolazione, come una suora di carità, +che avrebbe potuto, col balsamo della +sua anima soave, guarire l’anima mia. +</p> + +<p> +«Guarii sì.... ma non vissi. +</p> + +<p> +«Tuttavia, non fui egoista.... Commosso +all’affetto che tua figlia portava a quest’uomo +freddo, insensibile, mi forzai, per +non renderla infelice, ad aver, almeno, l’apparenza +d’un altro uomo. Fu uno sforzo +che mi costò.... e guaj per ambedue se mia +moglie non fosse stata Costanza.... ma +ella esigeva così poco.... Le bastò ch’io mi +mostrassi <i>amabile</i>. +</p> + +<p> +«A te.... non fui onesto? +</p> + +<p> +«E credo che se la nostra unione fosse +stata benedetta.... forse il mio cuore si +sarebbe sgelato davvero e tutto — ma, +nemmeno un figlio venne a rallegrare la +nostra casa e tanti anni scorsero in un’atmosfera +di tiepida cortesia. +</p> + +<p> +«Si nasce per questo?! +</p> + +<p> +«Ah! no — e io lo sentivo tanto che volli +<span class="pagenum" id="Page_424">[424]</span> +essere quello che non ero.... — volli essere +ambizioso, volli fare l’uomo pubblico +con tutte le sue piccole vanità, le sue +passioncelle, e vi misi il maggior ardore. — Si +trattava di riempire tutto il tempo +che io doveva, per forza, starmene sulla +terra! — Riuscii. +</p> + +<p> +«Mi credeva sicuro del fatto mio, quando.... +bastò una visione a distruggere tutto e +ad attirarmi, colle sue irresistibili lusinghe, +in un mare di fuoco. +</p> + +<p> +«Ora vi sono — brucia il mio sangue, +brucia l’anima mia.... dovrò starvi finchè +non sarò consunto. +</p> + +<p> +«E non credere che io non abbia lottato.... — ma +è stato inutile. Natura non si delude +impunemente. Il mio cuore e il mio +sangue essendo stati violentati per tanti +anni — le potenze misteriose, nell’inerzia +si sono moltiplicate, agglomerate, fatte +giganti.... — ora, esse voglion battaglia.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_425">[425]</span> +</p> + +<p> +«Non rileggo.... a che varrebbe d’altronde? +</p> + +<p> +«Sono come istupidito. +</p> + +<p> +«L’uomo che ha vissuto, comprenda questa +immensa miseria umana e consigli +mitezza al padre offeso. Ma se il magistrato +deve cercar pena condegna.... pensi +che chi pare carnefice.... è forse solo una +vittima. +</p> + +<p> +«Del resto, mi sottometterò a tutto. +</p> + +<p class="indr"> +«<i>Tuo genero</i>.» +</p> +</div> + +<p> +Lo suocero rispose: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«L’uomo ha compreso. — Il padre non +può essere più severo della figlia. +</p> + +<p> +«Ammira questa donna, che, colpita nel +più profondo del cuore.... trova ancor +modo di sorridere — ben mestamente.... +è vero! — dicendo: — Io vedo nell’anima +sua e compassiono. È vittima d’un’illusione. +Guarirà. Aspetterò rassegnata sinchè +<span class="pagenum" id="Page_426">[426]</span> +egli torni a me — perchè egli tornerà! — +</p> + +<p> +«Noi partiamo per la campagna, ove resteremo +finchè.... +</p> + +<p> +«Ti regolerai in modo che nulla trapeli +di questo momentaneo dissapore. +</p> + +<p> +«Dico momentaneo, perchè, tutto ben +ponderato, credo che mia figlia finirà coll’aver +ragione.... Purchè non finisca, prima, di....» +</p> +</div> + +<hr class="minor"> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_427">[427]</span></p> + +<hr class="capit"> +</div> + +<p> +Era il crepuscolo d’una sera d’aprile. +</p> + +<p> +Nel cielo purissimo, uscivan le prime +stelle. Respirando quell’aria tiepida e olezzante, +i giovani sentivansi agitati da strani +sussulti, e.... gli altri ricordavan, melanconicamente, +il tempo trapassato delle vibrazioni +simpatiche. +</p> + +<p> +Nella graziosa villina che, da alcuni giorni, +un signore aveva presa in affitto, sulla +sfonda del piccolo lago di V...., regnava un +perfetto silenzio. +</p> + +<p> +Ma non era deserta. +</p> + +<p> +In giardino, seduto, presso la vetriata semiaperta, +un uomo tremava convulsamente +<span class="pagenum" id="Page_428">[428]</span> +e guardava smarrito il cielo con occhi lagrimosi. +</p> + +<p> +A pochi passi da lui, nella sala, giaceva +una giovinetta svenuta. +</p> + +<p> +Ad una finestra del secondo piano si vedeva +del fumo e una massa bruna. +</p> + +<p> +Aveva forme di donna. +</p> + +<p> +Quella.... donna fumava tranquillamente +la sua <i>cigarette</i>. +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +Tutto ciò è orribilmente immorale — ma +noi saremmo molto lieti, se, in tutti i casi +in cui i genitori vendono le loro figlie.... la +paura della fame fosse, da una parte, l’incentivo +al delitto.... e dall’altra, vi fosse la +passione vera. +</p> + +<p> +Ma, come sa chi ha viaggiato attraverso +questo gran mondezzajo di carne umana — in +genere, non si vende che per ingordigia +o per assicurarsi la poltronaggine. — Quel +lavoro costa tanta fatica e rende così +poco; e i bisogni sono tanti! — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_429">[429]</span> +</p> + +<p> +Vi sono poi le vendite legali, ossia per +contratto.... di nozze — ma quelle sono +vendite sacre.... e la moralità pubblica, che +vede <i>rispettate</i> le convenienze sociali, s’inchina.... +«Mah! là.... col matrimonio si fa +la famiglia!» Si è venduto.... è vero — in +quella casa potranno esservi torture, lagrime, +odj, mostruosità, ribellioni, tradimenti, +crimini.... ma sulla casa sta scritto: — <i>Famiglia</i>. — E +ci dite poco voi?! +</p> + +<p> +Dopo tutto, consoliamoci, pensando che +nè la morale, nè i romanzi non impediranno +mai a nessuno di sentirsi il capriccio di +comperare. E quando uno compera, trova +sempre chi vende. E guaj se l’<i>industria</i> e +il <i>commercio</i> rovinassero! Povero mondo.... +allora! +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +La fiducia espressa da Costanza nel ravvedimento +del marito sarà parsa più che arrischiata. +Che essendo perfettamente onesta, +ella non potesse credere alla serietà di quel +<span class="pagenum" id="Page_430">[430]</span> +deviamento, sta bene — ma che avesse a promettersi +il ritorno del colpevole emendato, +ecco quello di cui sarebbe difficile capacitarsi, +quando non si pensasse che la gente +tre volte buona è sempre.... maravigliosa. +</p> + +<p> +Una moglie buona, soltanto due volte, doveva +piuttosto temere che, preso il volo e +il gusto alla vita indipendente, non avesse, +secondo ogni probabilità, a preferire il cambiare +d’oggetti al ritornare sotto il tetto conjugale. +</p> + +<p> +Ebbene, invece, le parole di Costanza furono +profetiche. +</p> + +<p> +V’è una chimica anche in amore e, guai +se gli elementi non hanno proprietà che +possano combinarsi. Pensate alle migliaja +di matrimonj fatti a furor di cervelli, e.... +sciolti l’indomani o quasi, con egual furore — o +peggio che sciolti. +</p> + +<p> +La mente ricorre, involontariamente, a +certe esaltazioni al trono fatte a furor di +popolo in.... amore — coll’immediato correttivo +<span class="pagenum" id="Page_431">[431]</span> +di quattro pugnalate, visto che l’esaltato +di jeri era d’ostacolo alla nuova +esaltazione del domani. +</p> + +<p> +Eppure il furor di jeri era sincero! Almeno.... +</p> + +<p> +Ma, veniamo ad Oreste, il quale, quando +scrisse quella bella lettera al suocero, +avrebbe dato certamente del pazzo a chi +gli avesse detto che egli era vittima di null’altro +che d’una illusione prodotta da una +straordinaria effervescenza del sangue, e +che ne sarebbe presto stato persuaso da sè +stesso. +</p> + +<p> +Non bastava che il fuoco acceso fosse furioso — eran +necessarj anche gli alimenti +per mantenerne la violenza — e, invece, difettarono, +mentre sopravennero in copia +materie, le quali non potevan che spegnerlo. +</p> + +<p> +La convivenza di quel tre esseri era un +assurdo. Se Soranzi non lo sentì <i>prima</i>, +lo sentì <i>dopo</i>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_432">[432]</span> +</p> + +<p> +Noi possiamo valerci di qualunque mezzo +per arrivare al possesso d’una donna.... +purchè quel mezzo resti poscia invisibile. +Ora, Maddalena sarebbe sempre presente!.... +Maddalena, che non avendo più bisogno di +fingere nè con l’uno nè coll’altra, si esprimeva +col suo cinismo abituale. Ma questo +era intollerabile, oltrechè disonorevole pel +suo stesso sentimento — questo sfigurava +persino la Silvia, la quale non ci aveva +colpa, ma non poteva impedire che l’aureola +infernale, da cui, agli occhi di Soranzi, +appariva cinta la testa di Maddalena, lasciasse +cadere su di lei una luce uggiosa, +a dir poco. +</p> + +<p> +Un altro acerrimo nemico di quell’amore +era il valore intrinseco di Oreste, di fronte +al non valore di Silvia. Oreste vide subito +che quella fanciulla era niente altro che +bella. Forse per l’estrema giovinezza, o per +l’insufficiente educazione, o per l’ignoranza +della vita — come essere sociale era zero. +<span class="pagenum" id="Page_433">[433]</span> +Tutto quello ch’essa poteva fare per lui, pel +suo amore, era.... abbracciarlo. Era molto, +ma troppo poco per un uomo del carattere, +dell’educazione e dell’età di Soranzi. +</p> + +<p> +Bella bambina.... ma bambina. +</p> + +<p> +Si poteva educarla — ma corrisponderebbe +poi alle cure? — La educherò io, — si +disse per un momento, ma ne comprese +tosto l’impossibilità. +</p> + +<p> +Forzato a tener celata al mondo la sua +conquista, come educare.... quando l’educazione +vera sta nel viaggiare attraverso la +vita degli altri? +</p> + +<p> +Come educare.... quando quella madre +distruggerebbe sempre l’effetto delle sue +serie ed oneste parole? +</p> + +<p> +Ed egli continuerebbe dunque a vivere +così, — per finire fra quelle due donne, +spregiato e spregevole a’ suoi stessi occhi? +</p> + +<p> +A peggiorare ancora la situazione s’aggiunse, +dopo un mese, il timore per Oreste +che l’amore di Silvia non fosse che una +<span class="pagenum" id="Page_434">[434]</span> +fiamma prodotta dall’età e dall’occasione.... +e per conseguenza il pensiero che qualunque +altro uomo «presentabile» messole +al fianco dalla madre le avrebbe fatto la +medesima impressione. In ciò non s’ingannava, +come si è potuto agevolmente indovinare. +</p> + +<p> +L’animo di lei, infatti, non aveva alcuna +di quelle manifestazioni dinotanti la miracolosa +metamorfosi, che è la prima opera +del primo amore. +</p> + +<p> +Un incidente imprevedibile venne poi a +dare l’ultimo colpo all’affetto già incertissimo +di Oreste e a fargli prendere la risoluzione +di troncare per sempre ogni rapporto +con quelle due donne. Un giorno, +Maddalena, per cui la temperanza non era +forse la virtù principale.... passati oltre il +solito certi limiti, già tutt’altro che limitati, +non sapendo più bene quello che si +dicesse, mise fuori dei progetti e si permise +delle sollecitazioni, che fecero balenare alla +<span class="pagenum" id="Page_435">[435]</span> +mente di Oreste il sospetto che egli fosse +stato la vittima della congiura di due furbe +matricolate.... S’ingannava.... ma il sospetto +v’era — e siccome, quanto più un sospetto +è irragionevole, tanto più facilmente +diventa in breve una certezza, da cui non +si riesce a liberarsi, egli fuggì da quella +casa, che da tal momento diventava un +inferno. +</p> + +<p> +Una mattina non lo trovarono più. Aveva +lasciato un biglietto, in cui diceva che i suoi +affari rendevano necessaria per alcuni giorni +la sua presenza in città — intanto non si +movessero dalla villa.... +</p> + +<p> +— Ha fatto bene — disse Maddalena — questo +terzetto cominciava ad annoiarmi. +Un po’ d’intermezzo non fa mai male. — +</p> + +<p> +Otto giorni dopo, quando lor pareva che +l’intermezzo si prolungasse di soverchio, +giunse alla villa un vecchio signore di venerando +aspetto, il quale chiese di parlare +colla signora Maddalena, da solo a sola. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_436">[436]</span> +</p> + +<p> +Quando ella sentì dal suocero di Soranzi — chè +era lui — che bisognava rinunciare +a rivedere Oreste, per le tali e tali +ragioni, montò su tutte le furie. Un altro +individuo avrebbe preso il suo cappello e +battuto in ritirata, per paura di qualche +brutto servizio. Ma il suocero era tetragono +e troppo interessato, d’altronde, al miglior +scioglimento di quella commedia, per lasciarsi +intimorire. Alla prima sosta che +Maddalena fece per prender fiato, disse con +flemma due paroline, che le tolsero la voglia +di continuare sul medesimo tuono, e, +quando la vide più trattabile, seppe farle +comprendere che il miglior partito — anche +perchè il più utile — era per lei quello di +rassegnarsi.... sotto date condizioni. +</p> + +<p> +Maddalena, vedendo che non v’erano più +speranze, pensò solo a far pagar cara la sua +<i>rassegnazione</i> — e crediamo che Soranzi abbia +dovuto ricordarsene per un bel pezzo! +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_437">[437]</span> +</p> + +<p> +Dopo, la madre si trovò sulle braccia la +figlia abbandonata, alla quale bisognava +pur rivelar tutto. +</p> + +<p> +Come fare? La ragazza era ancora nel +primo sogno d’amore, e il destarla, per sorpresa, +poteva essere pericoloso. Ora, Maddalena, +che aveva fatto il primo passo nella +via della speculazione — e a lei era costato +pochissimo anche quello — non voleva, per +niun conto, che il dolore avesse, non che +ad avvizzirne, pur a sfiorarne la bellezza. +</p> + +<p> +Non v’era che un mezzo solo — rendere +ridicolo e odioso Soranzi agli occhi di Silvia — e +se ne valse, e si può agevolmente +imaginare s’ella trovasse le parole acconce. +</p> + +<p> +Contemporaneamente — per non distruggere, +senza edificare — la erudiva nella +scienza della vita, nella <i>sua</i> scienza, e con +tale accanimento, che l’anima della povera +fanciulla, in breve, non ebbe più alcun +pudore.... e cominciò a sogghignare, come +sua madre. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_438">[438]</span> +</p> + +<p> +Se Soranzi, per caso, fosse ritornato, a +tanto mutamento avrebbe creduto di sognare +o d’aver sognato prima. +</p> + +<p> +Il guasto era talmente profondo, che +quando Maddalena le rivelò che Soranzi +era ammogliato, esclamò: — Tanto meglio, +così sarò più libera! — e quando, a certi +sintomi, essendosi compreso che madre +natura non s’era data alcun pensiero delle +convenienze e aveva fatto il suo dovere, +nacque la discussione se fosse da preferirsi +l’<i>arrischiare</i> o il <i>sopprimere</i>.... si decise di +comune accordo che, tutto ben considerato, +era meglio.... +</p> + +<p> +Fortunatamente la Natura medesima parve +preoccuparsi della questione di moralità, +e ribellandosi.... a sè stessa.... dimostrò l’inutilità, +pur di tentar un delitto che avrebbe +potuto costar molto caro agli stessi rei! +</p> + +<p> +Fuggiamo, fuggiamo da queste madri.... +per ridere, che davvero farebbero piangere, +se gli occhi, troppo abituati allo spettacolo +<span class="pagenum" id="Page_439">[439]</span> +di una folla di vergini che, in un batter di +ciglio, qualunque sia l’educazione ricevuta, +diventan cortigiane.... potessero ancor sentirsi +offesi. +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +Agitiamo l’incensiere, purifichiamo, profumiamo. +</p> + +<p> +Era scorso un mese all’incirca dal giorno +in cui il suocero, compiuta la sua missione, +era tornato presso la figlia, in campagna. +</p> + +<p> +Una sera, verso le undici, Soranzi stava +scrivendo al suocero. Non aveva ancor +avuto il coraggio di scrivere a Costanza, +ma, all’indirizzo del primo erano già partite +trenta lettere, che finivano tutte colle +parole «lavoro e spero». +</p> + +<p> +La penna aveva vergate, per la trentunesima +volta, quelle parole, e v’aggiungeva +queste altre «comincio a star male,» +quando l’uscio s’aperse e una bianca visione +apparve sulla soglia.... Soranzi, al +<span class="pagenum" id="Page_440">[440]</span> +lieve rumore, alzò lo sguardo e trasalì di +gioja.... ma non si levò....; attendeva tremante +la prima parola per sapere se gli +era concesso gettarsi a’ suoi piedi per adorarla. +</p> + +<p> +Ella mosse verso lui lentamente — e non +tremava meno. +</p> + +<p> +— È l’ora del tè.... — balbettò, quando +gli fu vicina, con un filo di voce. Era +l’emozione del perdono che ella accordava. +</p> + +<p> +Soranzi non potè proferir accento, tanto +la sentì grande. +</p> + +<p> +S’alzò — ella gli porse la mano, e, silenziosi +ambedue, uscirono.... e s’avviarono +verso una nota portiera. +</p> + +<p> +— Come....? — mormorò Soranzi fremente +di voluttà. +</p> + +<p> +— Il tè è servito qui.... stasera. — +</p> + +<p> +Ella rimosse la portiera ed entrarono. +</p> + +<p> +Le finestre erano aperte; dal giardino venivano +onde d’effluvj. +</p> + +<p> +Lontan lontano, gemeva una romanza. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_441">[441]</span> +</p> + +<p> +— Che aria pura.... sana.... <i>questa!</i> — esclamò +Soranzi, giungendo le mani. +</p> + +<p> +— Respiriamola sempre?.... +</p> + +<p> +— Oh! sempre.... — +</p> + +<p> +Assicurano che non si possa dire: «nè +mai nè sempre,» ma Soranzi potè sempre +dire di non essersi illuso quella sera. +</p> + +<p> +Ci hanno riferito che Costanza, qualche +mese dopo, benedisse quella momentanea +sospensione di vita conjugale, perchè, quando +fu ripresa, si potè ottener quello che +prima s’era aspettato tanti anni invano.... +Il nonno lo chiamò il figlio della riconciliazione. +</p> + +<p> +Se c’è qualche matrimonio infruttifero e +se l’esperienza invoglia.... +</p> + +<p> +Ma, se i mariti si rassegneranno, non crediamo +che le mogli avranno il coraggio di +ripeterla. È un’esperienza troppo fisico-chimica. +</p> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum" id="Page_443">[443]</span> +</p> + +<h2 id="figlia">LA FIGLIA DI SUA MADRE. +<span class="smaller"><i>Storia semplice.</i></span></h2> +</div> + +<h3>I.</h3> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Oh! ecco qui il nostro caro signor +ragioniere. Come va, eh? va bene? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> (<i>che, sia detto di passaggio, è molto +invecchiato</i>) Bene.... Grazie. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Proprio l’uomo della precisione.... +Scommetto che, colla solita puntualità, Ella +mi porta gli interessi del semestre. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Appunto.... Anzi, come era mio dovere, +io sono già venuto il due luglio.... ma +Loro erano in campagna.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_444">[444]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Ah! sicuro.... eravamo proprio in +campagna.... Cosa vuole.... la mia Silvia, +in aprile, si sentiva poco bene.... Sa! benedette +ragazze, viene quel tal tempo nella +vita.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Silvia</span> (<i>arrossendo, con fatica</i>). Mamma.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Eh! che cosa c’è di male!? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> E dove sono andate.... se è lecito? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Oh!.... abbiamo girato.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> E adesso sta bene la signora Silvia? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Adesso sta benissimo.... Ma, perchè +la tratta da signora.... Ella è sempre +il suo tutore.... e per Lei, la Silvia deve essere +sempre una bambina.... è vero che +Ella è un tutore che fa il prezioso....; non +La si vede mai! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Cosa vuole.... gli affari!.... creda, un +minuto che è un minuto non l’ho mai a +mia disposizione. Che bella giovane s’è fatta +sta Silvia! Quasi quasi.... si può prepararle +la schirpa.... perchè da un momento all’altro, +già.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_445">[445]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Ah! per carità.... non me ne parli! +Quando io penso che verrà quel giorno.... +(<i>sospira due volte</i>) +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Capisco che alla mamma possa rincrescere.... +ma già.... è il destino delle ragazze.... +E pare che la mamma non abbia +fatto diversamente, eh! eh! eh! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Senta.... non dico: pur troppo — perchè, +altrimenti, non avrei la mia Silvia, +ma, del resto.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Via, non stia a dir male del matrimonio +che, dopo tutto.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Io dir male del matrimonio a mia +figlia....? Tutt’altro.... tanto è vero che.... +ma acqua in bocca pel momento. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Come.... come.... c’è qualche novità? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> C’è.... e non c’è.... A dir il vero, +non sappiamo nemmen noi che cosa pensare. +Ma.... aspetti che ora mi vien un’idea.... Ma +sicuro! Ella è proprio arrivato a proposito +per rendermi un grande favore.... se vuole.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Dica, dica. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_446">[446]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Anzi, Ella deve volere, perchè essendo +tutore, ne ha, dirò così, un obbligo +sacro di coscienza.... Ma veniamo al concreto.... +Sappia adunque che c’è un giovinetto.... +guardi guardi la Silvia come diventa +rossa.... come scappa!.... ah! ah! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Non scapperà sempre! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Dunque, c’è un giovinotto che abbiamo +conosciuto giorni sono in <i>wagon</i>, +tornando dalla campagna. S’è scambiato +qualche parola.... ma sa.... proprio indifferente, +come si usa fra viaggiatori. — Ebbene.... +cosa vuole! pare che la Silvia gli +abbia fatto colpo.... Da quel giorno si è +messo a passeggiare per questa via, guardando +sempre le nostre finestre.... e non +siamo mai uscite una volta, senza incontrarlo. +Per alcuni giorni, si è limitato a salutarci — fra +parentesi, saluta molto bene — dopo, +ha domandato alla portinaia che +gente siamo.... ed, infine, jeri ha lasciato il +suo biglietto di visita, con una riga, in cui +<span class="pagenum" id="Page_447">[447]</span> +ci prega di fargli l’onore di riceverlo stasera.... +Cosa ne dice? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Che persona è? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Il giovine è di bell’aspetto.... veste +signorilmente, e pare una persona educatissima.... +ma Lei, signor ragioniere, sa che +le apparenze ingannano, ed il favore che io +vorrei da Lei, sarebbe precisamente questo.... +che mi sapesse dire, cioè, che cosa vi +sia di solido sotto tali apparenze.... quindi +come stiamo a denari.... a carattere.... e a +famiglia.... ah! la famiglia, sopratutto.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Eh! s’intende.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> E poi già Lei è un uomo di polso, +e non occorre dirle cosa ci vuole. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> E il suo giovinotto si chiama? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Si chiama Augusto Livi, e abita in +casa Farinelli. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Basta così.... lasci fare a me. Ella +intanto lo interroghi. Noi, poi, facendo il +confronto di quanto avrò saputo io con +quanto avrà detto lui, vedremo se il giovine +è sincero.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_448">[448]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Benissimo.... E quando crede di +potermi favorire? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Oh! Dio.... fra un pajo di giorni. Se +la famiglia è assolutamente buona, si fa +prestissimo a saperlo. Gli è quando le informazioni +sono vaghe, incerte.... che comincia +il difficile.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Speriamo sia buona! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Speriamo....; a rivederci. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> A rivederci.... Silvia....! adesso +puoi venire.... Saluta il signor ragioniere. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Mille augurii, cara Silvietta. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Oh! è un po’ troppo presto ancora. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Eh! il cuore mi predice bene. Nuovamente. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Madd.</span> Nuovamente — e grazie intanto. +Quando tornerà, poi, se avrà del buono.... +ne beveremo una bottiglia.... mah! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Rag.</span> Ne beveremo due. +</p> + +<p> +Ne bevettero tre! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_449">[449]</span> +</p> + +<h3>II.</h3> + +<p> +Le informazioni non possono essere migliori.... +e, quel che è proprio consolante, +al cuore d’una madre.... d’una sposa, consonano +con tutto quanto Augusto ha detto +dell’esser suo e della propria famiglia. +</p> + +<p> +— Egli è figlio unico di madre vedova, +colla quale vive. Sono venuti dalla città di +X.... in questa, da soli tre anni, dopo la +morte del rispettivo padre e marito. La sostanza +è di quattrocentomila lire e vi sono +molte speranze tutt’altro che incerte. Madre +e figlio vivono come due colombi e non +hanno relazioni di sorta, all’infuori del loro +banchiere e del padrone di casa. Solo, di +tanto in tanto, arriva dalla provincia qualche +parente per vederli e tosto ripartire. +</p> + +<p> +Il giovine, benchè ricco, non ama l’ozio.... +è impiegato, come dilettante di commercio, +presso il suo banchiere.... e un uomo occupato +<span class="pagenum" id="Page_450">[450]</span> +è sempre miglior marito d’un altro +che fa il vagabondo. +</p> + +<p> +Insomma, è un partito d’oro. +</p> + +<p> +Nulla di più onesto, poi, di più leale, di +più ingenuo di Augusto. +</p> + +<p> +— Ah! è il mio ideale.... — esclama Maddalena, +a queste ultime parole — perchè, +per la mia Silvia, abbiamo appunto bisogno +di un giovine onesto, leale e sopratutto +ingenuo! — +</p> + +<p> +Quel caro signor ragioniere non trova che +dell’entusiasmo materno, nel tuono con cui +Maddalena proferisce tal frase e nello +sguardo che l’accompagna rivolto alla figlia. +</p> + +<p> +Noi possiamo aggiungere che Augusto, a +ventitrè anni, ne sapeva di questo mondo, +quanto voi ne sapete di quell’altro. A mantenerlo +in tale ignoranza, aveva contribuito +massimamente sua madre che, paurosa di +tutto, gelosa di tutti, se l’era sempre tenuto +cucito alla gonnella. Gli aveva fatto dare +<span class="pagenum" id="Page_451">[451]</span> +una buona educazione, ma in casa — e non +gli aveva mai permesso un’amicizia. +</p> + +<p> +Egli era già il di lei cavaliere, vivente il +marito — figurarsi poi, dopo. Parevano madre +e figlio.... Siamesi. +</p> + +<p> +Questo metodo d’allevamento sarà buono.... +ma pei bachi. +</p> + +<p> +D’una delicatezza femminea, nel modo di +vivere, di vestire, d’esprimersi.... preferiva +i canditi al <i>beef-steak</i>, le foggie suggerite +dalla caricatura alle comode indicate dal +buon senso, non parlava, pispissava sulla +<i>punta</i> delle labbra.... e le sue dita parevano +sempre occupate in lavori al <i>crochet</i>. +</p> + +<p> +D’una sensibilità tanto spinta che era morbosa; +alla vista del più indifferente maluccio, +al racconto della più lieve disgrazia, +minacciava deliquio. +</p> + +<p> +Aveva molte idee umanitarie, fra cui +due principali, anzi maniache: — il ricovero +pei cavalli invalidi — e il <i>paletôt</i> pei +cani nell’inverno. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_452">[452]</span> +</p> + +<p> +Pareva non si fosse mai accorto che ci +fossero donne a questo mondo. +</p> + +<p> +La prima volta che se ne accorse fu +quando, nel ritornare in città, dopo aver +fatto visita ad uno zio convalescente, si +trovò vicino a Silvia, in <i>wagon</i> — e al buon +ragazzo non venne altra idea che quella di +sposarla, come se tutte le donne si potessero +sposare. +</p> + +<p> +Cioè, un ladro può sposare una ladra, un +ladro può sposare il suo femminile.... ma +non incrociamo san Luigi con Messalina.... +e via discorrendo, come diceva quel tale. +</p> + +<p> +La madre di Augusto disse subito di sì. +</p> + +<p> +Poichè a quel benedetto sangue non si +era potuto impedire di bollire, meglio il +matrimonio che esporre, con un divieto, il +figlio alle tristi influenze della vita mondana. +</p> + +<p> +Semplice, oca ella stessa, non capì niente +nè di Maddalena nè della figlia, anzi, Silvia +le sembrò un capolavoro di ingenuità! +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_453">[453]</span> +</p> + +<p> +Avvicinandosi il giorno delle nozze, Silvia +disse a Maddalena: +</p> + +<p> +— Ma di’ un po’, mamma.... vuoi dirgli +proprio <i>nulla</i>? +</p> + +<p> +— Di che cosa? +</p> + +<p> +— Ma sai bene, <i>siamo state in campagna</i>. +</p> + +<p> +— Oh! oh! Non ci pensare tu adesso a +queste cose.... Provvederemo a suo tempo. +È tanto ingenuo che sarebbe un vero peccato +togliergli un’illusione.... Perchè i bambini +credono al <i>Bambino</i>? Perchè non sanno +che non c’è. E non sono felicissimi egualmente? — +</p> + +<p> +Si fecero le nozze.... e Maddalena volle +accompagnare la figlia nel viaggio, perchè +il dolore del distacco le era intollerabile. +</p> + +<p> +Egli bevette il dolore, bevette molto a +pranzo — <i>uno</i> dei provvedimenti, questo — e +bevette.... +</p> + +<p> +E infinito è il numero dei.... bevitori. Ed +è col far bere che tante donne.... mangiano. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_454">[454]</span> +</p> + +<h3>III.</h3> + +<p> +Augusto è il più felice dei mariti. Quando +egli dice: «mia moglie,» gli si inumidiscono +gli occhi, — egli canta incessantemente +le lodi di lei...., pare che al mondo +vi sia una moglie unica, la sua.... insomma, +è una vera noja. +</p> + +<p> +La prima donna ch’egli ha potuto avvicinare, +l’ha amata, l’ha avuta — egli ha tutte +le illusioni — ecco perchè è felice. +</p> + +<p> +Quanto a Silvia, un po’ per indole, un po’ +a cagione del noto assaggio, proclive al +genere forte, sulle prime s’è divertita con +quell’uomo-donna.... ma se n’è ben presto +infastidita. +</p> + +<p> +Quando sono sul declinare, le donne +s’interessano per gli uomini ingenui — ma +nell’età in cui esse sono ancora angeli, non +amano che i demoni. +</p> + +<p> +Fra Silvia e sua madre si fanno le più +<span class="pagenum" id="Page_455">[455]</span> +grasse risate alle sublimi bambinate che +l’amore inspira al povero fanciullo — si +coprono di ludibrio le sue <i>poesie</i>.... +</p> + +<p> +Quand’egli è in casa, si frenano a stento +gli sbadigli, ma si finge tuttavia di amarlo, +di adorarlo, lo si chiama coi più teneri +nomi, non esclusi i francesi: <i>petit chat — chou — bibi</i> +e <i>titi</i>.... il che per lui è miele +profumato. +</p> + +<p> +Siccome Silvia dice che un uomo come +lui, il quale <i>batte</i> il commercio, deve avere +delle relazioni, deve ricevere.... egli si tira +in casa i compagni di studio e i loro amici. +Silvia, dal canto suo, invita le signore Mantovani, +i loro congiunti e le loro conoscenze. +Ecco fatta la vera famiglia-società. +</p> + +<p> +In breve tempo, la casa è un porto di +mare, in cui si viene e si va, in cui ognuno +fa il piacer suo. Si balla tutte le sere e +qualche volta anche di giorno, si gioca, si +fanno dei graziosi proverbi misti, nei quali +i versi non sono martelliani e la prosa è +scorrevolissima. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_456">[456]</span> +</p> + +<p> +Augusto, il semplice, si diverte come un +matto a tutto quello che vede e sente o che +sua moglie gli racconta. — Egli si diverte +tanto più schiettamente, perchè Silvia, svelando +le magagne o schernendo il ridicolo +degli altri, non trascura di parlare de’ suoi +principj, del suo buon senso. — Così giovane, +ella è d’una austerità tale — dice lei — che +guaj se alcuno....! — +</p> + +<p> +La madre di Augusto, a poco a poco, ha +aperto gli occhi; impensierita a tanto sperpero, +scandalezzata a quella folle esistenza, +vorrebbe coi consigli e coi sermoni.... ristaurare +l’ordine, le modeste abitudini, ecc., +ma, fiato gettato.... Augusto, che non s’è +mai divertito, un’ora sola, in vita sua, +prima del matrimonio, ci piglia troppo +gusto alle attuali pazzie, per far buon viso +alle prediche, che egli trova anche ingiustissime, +perchè «alla fin fine, non si fa +niente di male.» +</p> + +<p> +Sua madre non vuol darsi per vinta, vuol +<span class="pagenum" id="Page_457">[457]</span> +perseverare nel moralizzare.... ed egli cessa +di vedere sua madre. +</p> + +<p> +Egli è diventato figlio di sua moglie. +</p> + +<p> +Dopo otto mesi di matrimonio, Silvia non +ha ancor forato il contratto nuziale, ma, +penetrata nei misteri della vita delle amiche, +comincia a guardar sul pomo.... +</p> + +<p> +Talvolta, assorta nella contemplazione dei +colori di quelle mele, fantastica anche sui +varj sapori. +</p> + +<p> +È certo che una giusta maturanza sarebbe +la preferibile. — Ma, una maturanza +anche un po’ passata ha pure i suoi pregi.... +ai quali, una curiosità non ancor soddisfatta, +dà un valore maggior del reale. — E +la frutta che, a rigore, sarebbe acerbetta.... +è forse da disprezzarsi?.... È così stuzzicante! +</p> + +<p> +— Sì, tutto va bene, ma si arrischia +troppo. C’è la posizione di mezzo! Andiamo +avanti così.... prima di decidere, bisogna +rifletter seriamente. — +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_458">[458]</span> +</p> + +<p> +I due migliori amici di Augusto — gli +altri ne hanno uno, egli due, ne ha di migliori! — sono +suoi compagni di studio, +Orlando e Diodato, e la loro amicizia è diventata +un’abnegazione, un completo sacrificio, +dacchè egli li ha introdotti presso sua +moglie. +</p> + +<p> +I due migliori sanno più degli altri far +ridere la vaga Silvia, che, pertanto, li preferisce. +Ambedue la corteggiano, ma siccome, +quando c’è l’uno, c’è anche l’altro, così, +a guisa d’una pariglia, corrono sempre insieme; +nessuno può oltrepassar l’altro.... +Ma, uniti, non possono arrivare, e questo fa +sì che si conservano sempre amici. +</p> + +<p> +Viene la stagione dei bagni, e Diodato può +partire con Augusto, colla signora e con +altri. — Orlando, invece, trattenuto dall’impiego, +non può muoversi. Orlando capisce +tanto l’importanza di quelle bagnature che +lavora sott’acqua per far trattenere Diodato +e accordare a lui, Orlando, il permesso di +<span class="pagenum" id="Page_459">[459]</span> +partire. Ma Diodato, che è buon intenditore, +fa l’ammalato, per cui è forza lasciar andar +lui pel primo. +</p> + +<p> +Orlando si rassegna a malincuore, e +spera nella virtù di Silvia. +</p> + +<p> +Speranza fallace.... due settimane dopo +un bollettino sanitario privato gli porta una +cruda notizia.... +</p> + +<p> +V’è stato un naufragio....; eppure il cielo +era sereno, non soffiava vento ed il mare +era calmissimo. +</p> + +<p> +Il bollettino cominciava così: +</p> + +<p> +«Augusto è imperatore....» +</p> + +<h3>IV.</h3> + +<p> +— Non mi resta che soppiantarlo, al ritorno — sospira +Orlando. +</p> + +<p> +Ma, al ritorno, non gli resta che pulirsi +la bocca. Silvia è una virtù di macigno. +</p> + +<p> +È diventata una donna seria, sdegna +quasi ridere e, quando c’è Diodato, sdegna +anche parlare. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_460">[460]</span> +</p> + +<p> +Orlando, che non sa se capisca troppo.... +oppure niente affatto, dice a Silvia: +</p> + +<p> +— Diodato L’ha forse offesa qualche volta.... +per caso? +</p> + +<p> +— No, perchè? +</p> + +<p> +— Ma, non gli parla mai.... +</p> + +<p> +— Le dirò...., alle volte ha uno spirito +che per gli orecchi di una signora non è +il più gradito. +</p> + +<p> +— Vedo — fa Orlando tutt’altro che persuaso. +</p> + +<p> +Un altro giorno, tenta far parlare Diodato +con delle mezze allusioni maliziose. +</p> + +<p> +— Spiegati meglio — dice quello — perchè, +davvero, io non capisco dove vuoi +andare a finire. +</p> + +<p> +— Volevo farti capire che so una cosa, +che con tutta la nostra amicizia, tu non +mi dici.... Tu sei l’amante della signora +Silvia. +</p> + +<p> +— Io? — fa Diodato cadendo dalle nuvole. +</p> + +<p> +— Almeno tutti lo credono. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_461">[461]</span> +</p> + +<p> +— Sono il suo amante quanto.... te.... Ma +dico.... se tu mi tasti, così, per sapere se +io posso essere tuo rivale.... non darti alcun +pensiero di me.... Avanti, avanti pure. +Libero è il campo.... almeno io lo credo. — +</p> + +<p> +Una sera, Augusto dice ad Orlando: +</p> + +<p> +— Vuoi venire ad accompagnarmi domani +qui fuori qualche miglio? Vado a vedere +un villino che m’hanno proposto. Doveva +venire anche Silvia, ma si sente poco bene +e non vorrei che.... — +</p> + +<p> +Orlando guarda Silvia, e gli pare che stia +meglio di lui, che sta benissimo. +</p> + +<p> +— Viene forse anche Diodato? — domanda. +</p> + +<p> +— Gliel’ho detto, ma non può. +</p> + +<p> +— Mi rincresce che vai solo.... perchè, +neppur io posso muovermi. +</p> + +<p> +— Ho capito! — +</p> + +<p> +Orlando, si dice che stavolta ha scoperto +decisamente il mistero.... e l’indifferenza di +Silvia e di Diodato gli pare ancor più studiata +del solito. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_462">[462]</span> +</p> + +<p> +L’indomani mattina, Orlando va a casa +di Diodato, il quale non mostra alcun piacere +per tale visita. +</p> + +<p> +— Vieni con me a far una bella passeggiata? +</p> + +<p> +— No, grazie, ho un impegno. +</p> + +<p> +— Vedo.... allora andrò solo. +</p> + +<p> +— Buon divertimento. +</p> + +<p> +— Altrettanto. — +</p> + +<p> +Orlando va a casa di Silvia. È mezzogiorno. +</p> + +<p> +Silvia sta per uscire, e mal dissimula la +noja che prova nel vedere quel signore. +</p> + +<p> +— Scusi — comincia Orlando, giojoso in +cuore perchè certissimo d’essere giunto in +tempo per impedire un abboccamento — scusi, +non avrebbero trovato per caso il +mio portafogli? +</p> + +<p> +— No.... +</p> + +<p> +— Oh! diavolo.... credevo proprio d’averlo +smarrito qui jeri sera. +</p> + +<p> +— Mi rincresce. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_463">[463]</span> +</p> + +<p> +— Anche a me.... non tanto pel denaro, +sa bene.... quanto perchè è un regalo. — Esce? +</p> + +<p> +— Sì.... +</p> + +<p> +— E dove va di bello, se è lecito? +</p> + +<p> +— Vado da.... mia madre. +</p> + +<p> +— Oh! bene.... se mi permette, La accompagnerò.... +è appunto qualche tempo che +non ho il piacere di vederla. — +</p> + +<p> +Se Orlando sapesse cosa vuol dire l’occhiata +che gli dà Silvia! +</p> + +<p> +— Mi rincresce — risponde la signora — che +Ella si incomodi, tanto più che io farò +un giro lungo.... Devo prendere dei guanti.... +e qualche cos’altro. +</p> + +<p> +— Niente di meglio.... Io sono appunto +disoccupato.... farò il giro anch’io e compereremo +insieme.... +</p> + +<p> +— Oh! Dio.... che.... +</p> + +<p> +— Vuol dire che nojoso?... +</p> + +<p> +— No.... volevo dire che dolore a questa +gamba.... l’aveva anche jeri, ma credeva se +<span class="pagenum" id="Page_464">[464]</span> +ne fosse andato.... Era proprio destino che +oggi non dovessi uscire.... +</p> + +<p> +— Allora — continua spietatamente Orlando — rimarrò +a tenerle compagnia. — +</p> + +<p> +Silvia gli lancia un’altra occhiata velenosa, +dicendo, non senza un lieve tremito: +</p> + +<p> +— Le sono molto obbligata.... ma La prevengo +che si annojerà assai con me, perchè +oggi è una cattiva giornata. +</p> + +<p> +— Povera donna.... +</p> + +<p> +— Permette che legga? +</p> + +<p> +— Ma s’imagini.... Anzi.... leggerò anch’io. +</p> + +<p> +— Quest’uomo vuol farmi morire! — pensa +Silvia, la quale si mette a leggere e +non dice più una parola. +</p> + +<p> +Egli fa altrettanto. Ha deciso di non muoversi, +finchè non venga qualche visita, a cui +dirà in faccia a Silvia che la signora per +quel giorno non può uscire. +</p> + +<p> +Passa circa un’ora. +</p> + +<p> +Scampanellata. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_465">[465]</span> +</p> + +<p> +Silvia trasalisce suo malgrado. Orlando +fiuta. +</p> + +<p> +Compare la cameriera, che dice con sorriso +misterioso: +</p> + +<p> +— C’è qui quella signora....! +</p> + +<p> +— Quale?.... Ah! vedo.... pregala di accomodarsi +nel mio gabinetto.... Tu va pure +in chiesa, se vuoi.... Signor Orlando, permette +che mi trattenga un momento con +quella signora?.... +</p> + +<p> +— Anzi.... io La aspetterò. +</p> + +<p> +— Grazie — e Silvia esce esasperata, invocando +un fulmine sull’indiscreto. +</p> + +<p> +Orlando, rimasto solo, non credendo niente +affatto che sia venuta una signora, vuol +sapere chi è. — Ce ne fosse un altro? — pensa. +Apre pian piano l’uscio che mette +in anticamera e tende l’orecchio. +</p> + +<p> +Non s’ingannava, si ode un dialogo bissessuale +concitato dal gabinetto, ma non +si può capire. Allora, in punta di piedi, +va presso quell’uscio e origlia. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_466">[466]</span> +</p> + +<p> +Felice Orlando! finalmente viene a sapere +chi sia Orlando. +</p> + +<p> +La voce di <span class="smcap">Silvia</span> (<i>fremente</i>) — È un’ora +che è qui quell’imbecille! Se tu sapessi +quel che ho fatto per levarmelo da’ piedi.... +ma non c’è stato verso. Pare inchiodato. +Si direbbe quasi ch’egli sappia qualche +cosa. +</p> + +<p> +La voce di <span class="smcap">Diodato</span>, la quale solletica +gradevolmente il nostro Orlando. — Impossibile. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Silv.</span> Mi rincresce per te...., povero angelo! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Diod.</span> Una giornata così propizia.... e +perderla! +</p> + +<p> +<span class="smcap">Silv.</span> Cosa vuoi farci.... abbi pazienza.... +ci vedremo domani alle tre. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Diod.</span> Bene.... ricordati di prendere una +carrozza.... L’altro giorno, sei stata troppo +imprudente. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Silv.</span> È vero.... non lo farò più. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Diod.</span> Addio.... cara. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_467">[467]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Silv.</span> Ad.... dio.... no, no.... va.... domani. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Diod.</span> Dove mi spingi? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Silv.</span> Ti faccio scendere per la scaletta. +Non si sa mai.... — +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +Quando Silvia rientra nella sala, trova +Orlando che sonnecchia. +</p> + +<p> +— Buona notte.... — gli grida tutta gaja. +</p> + +<p> +— Oh! scusi!.... Che ora è? +</p> + +<p> +— Per bacco.... è tardi.... devo per forza +levarle il disturbo.... +</p> + +<p> +— Cosa dice mai.... +</p> + +<p> +— Al piacere di rivederla. +</p> + +<p> +— Aggiunga: Presto.... +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +— Troppo compita! — +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +Tornando a casa, Augusto trova dal portinajo +questo biglietto. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Caro amico, +</p> + +<p> +«Stasera alle dieci, ti aspetto al solito +<span class="pagenum" id="Page_468">[468]</span> +caffè, devo chiederti un gran favore. +</p> + +<p class="indr"> +«Tuo affezionatissimo<br> +«<span class="smcap">Orlando</span>.» +</p> +</div> + +<p> +La sera alle dieci. +</p> + +<p> +Augusto, entrando nel caffè. — Non potevi +venire a casa mia a chiedermi il gran +favore? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Orl.</span> Gli è perchè, invece di chiederlo.... +devo.... Un momento...., prima è necessario +che tu stesso mi consigli cosa devo +fare.... perchè io non voglio rimorsi. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Aug.</span> (<i>ridendo</i>) Rimorsi? +</p> + +<p> +<span class="smcap">Orl.</span> Senti.... dimmi un po’.... Se tu avessi +un carissimo amico innamorato alla follìa +di una donna e degno di essere da lei riamato, +e venissi a scoprire che mentre ella +finge di amar lui, ne ama un altro.... tu +che cosa faresti, quando tu fossi il solo a +possedere tale secreto?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Aug.</span> (<i>pensoso ma senza sospetto</i>) Scusa.... +si tratta di qualche nostro amico? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_469">[469]</span> +</p> + +<p> +<span class="smcap">Orl.</span> Supponi.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Aug.</span> Non ti domando nemmeno chi è.... +perchè sono cose delicate.... Dimmi piuttosto: +quella donna è sua moglie?.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Orl.</span> Ma.... questo non importa, quando +si ama, o moglie o no.... +</p> + +<p> +<span class="smcap">Aug.</span> (<i>serio</i>) È vero. Ebbene, in tal caso.... +io, da vero amico, direi a quel marito.... +guarda che tua moglie t’inganna.... ma +gliene darei, in pari tempo, la prova. Altrimenti +sarebbe inutile e sciocco il parlare. +</p> + +<p> +<span class="smcap">Orl.</span> Ti ringrazio del consiglio e lo seguirò. +Era il favore che m’occorreva. — +</p> + +<h3>V.</h3> + +<p> +Augusto, tornando a casa, pensa alle parole +di Orlando: +</p> + +<p> +— Chi sa che razza di donna è.... perchè +se egli è degno del suo amore, e invece...., +allora bisogna dire.... Eh! è una disgrazia +<span class="pagenum" id="Page_470">[470]</span> +come un’altra. Basta.... chi ci ha da fare, +vi pensi.... e noi andiamo subito a casa...., +se no, la Silvia non può prender sonno.... +Cara Silvia.... — +</p> + +<p> +La cara Silvia, invece, caso straordinario, +dorme digià.... o finge dormire. +</p> + +<p> +Egli si corica con tutti i riguardi per non +svegliarla — poi, sta un’ora a contemplarla +amorosamente, mormorando: — Come è +bella! Chi sa qual sogno poetico ella gode in +questo momento. Come sorride! Mi ami....? +mi amerai sempre? Non farai come quelle +altre che fingono d’amare.... e poi....? No.... +tu non puoi ingannare chi è degno del tuo +amore.... Infatti.... se si tradisce chi merita +amore.... che cosa si farà ad un marito che +si rende odioso.... ad un marito scellerato....? — +</p> + +<p class="dots">················</p> + +<p> +L’indomani, Orlando, Augusto e Diodato +lavorano alla banca. Verso le due pomeridiane, +Diodato, con un pretesto qualunque, +se ne va. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_471">[471]</span> +</p> + +<p> +Orlando si avvicina lentamente ad Augusto +e gli dice: +</p> + +<p> +— E tu non vai? +</p> + +<p> +— Dove? +</p> + +<p> +— Non segui Diodato? +</p> + +<p> +— Perchè? +</p> + +<p> +— Hai presente quello che t’ho detto ieri +sera....? +</p> + +<p> +— Sì. +</p> + +<p> +— Ebbene, questo tradimento mi fa tanto +orrore che io non posso tacere. +</p> + +<p> +— E tu parla.... +</p> + +<p> +— Ma dunque, non capisci ancora....? +</p> + +<p> +— Capire.... che cosa? — il povero ragazzo +si fa smorto e guarda l’amico con +occhi smarriti. +</p> + +<p> +— Hai del coraggio.... coraggio morale? +</p> + +<p> +— Credo.... +</p> + +<p> +— Ebbene, va all’abitazione di Diodato, +appóstati in modo da non essere veduto da +alcuno....; alle ore tre arriverà una carrozza.... +ne uscirà una donna.... +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_472">[472]</span> +</p> + +<p> +— E quella donna....? — balbetta Augusto, +con voce fioca. +</p> + +<p> +— Va, non perder tempo.... t’ho già detto +troppo. — +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Alle tre, una carrozza si fermava davanti +all’abitazione di Diodato. Pochi minuti dopo, +la gente s’affollava alla porta di quella casa +intorno al cadavere d’un giovine signore, che +s’era precipitato da una finestra, al terzo +piano. +</p> + +<p> +Caso stranissimo, inesplicabile — pel momento — quell’appartamento +era vuoto, la +sala era tutta sossopra, sedie rovesciate, +porcellane infrante — si vedevano delle gocce +di sangue sul tappeto, l’uscio della sola camera +che avesse la finestra aperta, sulla via, +era chiuso e la chiave non si trovava. Nessun +inquilino aveva udito niente — e la casa +non aveva portinajo. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Il giorno susseguente, un giovine si presentava +<span class="pagenum" id="Page_473">[473]</span> +al questore per fare una deposizione +importante. +</p> + +<p> +Era Diodato e aveva una mano fasciata. +</p> + +<p> +«Egli aveva dovuto usare della forza e +rinchiudere quell’energumeno in una camera +per salvare una povera donna.» +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Quando Maddalena seppe da Silvia quel +che era avvenuto, esclamò: +</p> + +<p> +— Tu sei una stupida,... e lui.... e lui....! +Val proprio la pena d’ammazzarsi per così +poco.... Per fortuna, gli altri hanno più buon +senso, se no.... povero mondo.... e povere +donne! — +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Le due femmine, messo insieme il bello +e il buono, partirono alla volta di Babilonia, +per ingrossarvi la «grande armata» +delle donne che ridono. +</p> + +<p> +«Una donna è sempre onesta dove arriva +per la prima volta.» — Era un aforismo +di Maddalena. Quando poi questa donna sa +<span class="pagenum" id="Page_474">[474]</span> +fare la madre nobile ed ha con sè una figlia +tanto valente.... +</p> + +<p> +Del resto, noi non ne sappiamo altro. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +La misera madre d’Augusto perdette la +ragione — ma la sua è una pazzia dolce. +Sorride sempre e canticchia spesso: +</p> + +<div class="poem"><div class="stanza"> +<p class="i01">«Bella figlia dell’amore.»</p> +</div></div> + +<p> +Era il motivo favorito di Augusto. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Giulio e Severina, abbandonati gli affari, +si sono ritirati in un villaggio appiè delle +Alpi. +</p> + +<p> +Sembrano due barche di adipe. Cosa vuol +dire il cuor contento! È vero che sono +molto ricchi. Cominciata, sapete come, tale +fortuna, s’ingrossò poi col gioco. Satolli, +ora, provano che la farina del diavolo va.... +in polenta. Sicuro; essi si divertono a far +la parte della Provvidenza, nel villaggio. — Giulio +è fabbriciere, predica il lavoro, la +<span class="pagenum" id="Page_475">[475]</span> +religione, la morale, e dice sempre: — Vedete +me e mia moglie? eravamo due poveri +Giobbi, ma ora, <i>col sudore della nostra +fronte</i>, siamo quel che siamo. Imitate, ragazzi +miei, imitate, e Dio benedirà i vostri +sforzi come ha benedetto i nostri. — +</p> + +<p class="pad2 center large"> +FINE. +</p> + +<div class="blockend"> +<p> +<i>PS.</i> Volevamo lasciarla nella penna, ma +è così.... comica, che la lasceremo, invece, +uscire: +</p> + +<p> +<i>Quell</i>’individuo che aveva cominciato a +recitare <i>quello</i> sproloquio funebre, nel cimitero, +sulla tomba di Livi, era.... <i>quell’imbecille</i>! +</p> + +<p> +A proposito.... se date dell’imbecille a uno +che lo merita sul serio, potete star certi che +se ne vendicherà sanguinosamente. +</p> +</div> + +<hr class="silver"> + +<div class="opere"> +<p class="center large"> +<i>Altri Romanzi dello stesso Autore:</i> +</p> + +<p class="pad2"> +UN AMORE A FONDO PERSO. Un volume. +</p> + +<p> +EVELINA O IL PRIMO ROMANZO D’UNA MOGLIE. Un volume. +</p> + +<hr class="tiny"> + +<p> +PASSIONE MALEDETTA. Un volume elegante di 470 pagine — Edizione Brigola. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +Salutato, al suo apparire, con entusiasmo, da una parte — fischiato, +vilipeso, calunniato, dall’altra — questo romanzo ha avuto un successo +di scandalo, al quale l’Autore non mirava certo. +</p> + +<p> +Esprimere passioni, idee, aspirazioni dell’epoca nostra e della +nostra società, con tutti i colori della realtà — senza palliativi, senza +menzogne — ecco il suo unico scopo, ch’egli avrebbe conseguito, se, +come dichiararono i suoi stessi avversarj, la <i>Passione Maledetta è +primissima ed audacissima espressione del realismo</i>. +</p> + +<p> +L’Autore non si difende, <i>qualunque</i> sia stato il sistema d’attacco, +essendo convinto che, per chi sa leggere, il suo libro si difende da sè. +</p> + +<p> +Dichiara solo altamente — ma, soltanto, alla gente di buona fede — che, +ben lungi dall’essere immorale, contiene molte e preziose moralità — e +qualche critico <i>onestissimo</i> lo provò ad esuberanza. +</p> + +<p> +Circa la questione poi se la prima giovinezza possa o no leggere +questo romanzo, l’Autore è d’avviso che non debba leggere nè questo +nè alcun altro romanzo. +</p> + +<p> +Ogni cosa a suo tempo, cominciando dal coltello, che i bambini +non devono nemmeno toccare. +</p> +</div> + +<p> +Sì vende in Milano dalle librerie Brigola — Galli +e Omodei — Fratelli Dumolard — presso +l’Agenzia del Giornale <i>Il Sole</i>, e, fuori, dai principali +libraj +</p> + +<p class="center"> +<i>al prezzo di L. 4.</i> +</p> +</div> + +<div class="tnote"> +<p class="tntitle"> +Nota del Trascrittore +</p> + +<p> +Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione +minimi errori tipografici. +</p> + +<p> +Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio. +</p> +</div> + +<div style='text-align:center'>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 77018 ***</div> +</body> +</html> + diff --git a/77018-h/images/cover.jpg b/77018-h/images/cover.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..bac557d --- /dev/null +++ b/77018-h/images/cover.jpg diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt new file mode 100644 index 0000000..b5dba15 --- /dev/null +++ b/LICENSE.txt @@ -0,0 +1,11 @@ +This book, including all associated images, markup, improvements, +metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be +in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES. + +Procedures for determining public domain status are described in +the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org. + +No investigation has been made concerning possible copyrights in +jurisdictions other than the United States. 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