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+ Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 15, di J.C.L. Simondo Sismondi
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+The Project Gutenberg EBook of Storia delle repubbliche italiane dei
+secoli di mezzo, v. 15 (of 16), by J. C. L. Simondo Sismondi
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
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+Title: Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 15 (of 16)
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+Author: J. C. L. Simondo Sismondi
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+Release Date: December 5, 2013 [EBook #44364]
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+Language: Italian
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+Character set encoding: UTF-8
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+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK STORIA DELLE REPUBBLICHE ***
+
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+
+Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Barbara
+Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
+http://www.pgdp.net (This file was produced from images
+generously made available by The Internet Archive)
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+
+
+
+
+</pre>
+
+
+<div class="titlepage">
+<h1>
+<span class="g">STORIA</span><br />
+<span class="x-small">DELLE</span><br />
+<span class="small">REPUBBLICHE ITALIANE</span><br />
+<span class="xx-small">DEI</span><br />
+<span class="x-small g">SECOLI DI MEZZO</span>
+</h1>
+<p class="small">
+DI
+</p>
+
+<p>
+J. C. L. SIMONDO SISMONDI
+</p>
+
+<p>
+<span class="smcap small">delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,<br />
+dei Georgofili, di Ginevra ec.</span>
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>Traduzione dal francese.</i>
+</p>
+
+<hr class="minor pad2" />
+<p class="large">
+<i>TOMO XV.</i>
+</p>
+<hr class="minor" />
+
+<p class="pad4">
+<span class="g">ITALIA</span><br />
+<span class="small">1819.</span>
+</p>
+</div>
+
+<div class="somm">
+<hr />
+<p class="center x-large"><a href="#indice" id="indfront">INDICE</a></p>
+<hr />
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_3"></a>[3]</span>
+</p>
+
+<p class="center">
+<span class="xx-large g">STORIA</span><br /><br />
+DELLE<br /><br />
+<span class="x-large">REPUBBLICHE ITALIANE</span>
+</p>
+
+<hr class="tiny" />
+
+<h2 class="pad2">
+CAPITOLO CXIV.
+</h2>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+<i>Elezione e papato d'Adriano VI; sconfitta
+de' Francesi alla Bicocca; convenzione
+di Cremona, in forza della
+quale sgombrano l'Italia; i Veneziani
+si staccano dalla Francia; ingresso
+di Bonnivet in Lombardia; morte di
+Adriano VI.</i>
+</p>
+
+<p class="center">
+1521 = 1523.
+</p>
+</div>
+
+<p>
+La guerra riaccesa in Italia dalla
+inconsiderata ambizione di Leon X doveva,
+a seconda de' suoi risultamenti,
+decidere se gl'Italiani rimarrebbero una
+nazione indipendente, o se caderebbero
+sotto il giogo di quegli stranieri ch'essi
+chiamavano barbari. Non trattavasi al
+presente della divisione di alcune province
+tra potentati che potevansi risguardare
+<span class="pagenum"><a id="Page_4"></a>[4]</span>
+come compatriotti, ma della intera
+nazione e della sua medesima esistenza.
+Nè i più grandi interessi della patria loro
+trattavansi oramai tra gl'Italiani; chè tutte
+le potenze d'Europa si occupavano della
+futura sua sorte; e le cagioni degli avvenimenti
+che cambiavano i destini dell'Italia
+dovevano cercarsi in lontani paesi.
+</p>
+
+<p>
+Poichè potenze così formidabili quali
+erano le monarchie di Francia, di Spagna,
+di Germania, d'Inghilterra erano
+entrate in campo, le piccole sovranità d'Italia
+sentirono la comparativa loro debolezza,
+la quale era smisuratamente cresciuta
+a cagione delle ruinose guerre che
+da oltre venticinque anni desolavano questa
+infelice contrada. Avevano tali guerre
+consumate tutte le sue ricchezze, e distrutti
+i mezzi di riproduzione in un
+paese in addietro il più fertile, in allora
+il più sgraziato dell'Europa: onde
+Venezia, Firenze, Siena e Lucca che
+conservavano tuttavia il nome di repubbliche;
+i duchi di Milano, di Savoja,
+di Ferrara, ed i marchesi di Mantova e
+di Monferrato che si chiamavano ancora
+sovrani, aspettavano tremanti che la loro
+sorte fosse decisa dalla politica, dai trattati,
+o dalle armi degli oltremontani.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_5"></a>[5]</span>
+Soltanto la sede pontificia si era innalzata
+in tempo del decadimento degli
+altri stati italiani. Le conquiste di Alessandro
+VI, di Giulio II e di Leon X avevano
+assoggettate ai pontefici province
+effettivamente indipendenti, sebbene di
+nome riconoscessero la supremazia della
+santa sede. Quando in appresso si trovarono
+aggiunte allo stato della Chiesa
+Parma, Piacenza, Modena e Reggio;
+quando in pari tempo il capo di questa
+Chiesa signoreggiava come assoluto padrone
+la repubblica fiorentina, i suoi
+stati sorpassarono di lunga mano in estensione,
+in popolazione ed in ricchezze quelli
+de' più potenti principi che l'Italia avesse
+veduto innalzarsi dal principio del
+<i>medio ævo</i>. I re di Napoli, i duchi di
+Milano, o la repubblica di Venezia, non
+avevano mai disposto di tante forze, principalmente
+quando si pongano in conto
+le grandissime entrate, che la camera
+apostolica sapeva ritrarre dalla superstizione
+de' popoli degli altri stati della
+Cristianità.
+</p>
+
+<p>
+Se Leon X alla profonda dissimulazione
+che lo faceva risguardare come un
+grande politico non avesse associata la
+prodigalità di principe nuovo e la inconsideratezza
+di un uomo dedito ai piaceri,
+<span class="pagenum"><a id="Page_6"></a>[6]</span>
+avrebbe facilmente potuto mantenere
+l'equilibrio tra le due potenze che si
+contendevano l'Europa; avrebbe fatta rispettare
+non solo la neutralità de' proprj
+stati, ma ancora di quegli altri che volontariamente
+si fossero posti sotto la sua
+protezione; e tutti i popoli d'Italia si sarebbero
+procacciato a gara questo vantaggio.
+I diversi avvenimenti d'una lunga
+contesa che doveva durare quanto il regno
+di Carlo V, gli avrebbero somministrate
+molte opportunità per rialzare l'indipendenza
+nazionale: egli non avrebbe avuto
+bisogno per essere veramente grande,
+che del sincero desiderio di voler il bene
+de' suoi compatriotti, inspirando loro fiducia
+nella sua buona fede. Ma Leon X
+per una giovanile ambizione, che non
+appoggiavasi a verun piano ben ragionato,
+e non era sostenuta da veruna idea
+che portasse l'impronto della vera grandezza,
+cooperò all'annientamento della
+libertà italiana, mentre lo scandaloso traffico
+delle indulgenze, cui si appigliò per
+supplire alle smoderate spese, scosse il
+trono pontificio, e staccò metà del Cristianesimo
+dall'ubbidienza fin allora renduta
+a' suoi predecessori.
+</p>
+
+<p>
+In tempo del suo regno e precisamente
+nel 1517, avea in Germania cominciato
+<span class="pagenum"><a id="Page_7"></a>[7]</span>
+la riforma colle prediche di Lutero. Ma
+sebbene questo coraggioso novatore fosse
+di già passato dall'attacco contro le indulgenze
+a dubitare dell'autorità del
+papa, a sovvertire tutta la disciplina ecclesiastica,
+e finalmente alle controversie
+intorno al medesimo domma, non aveva
+per anco tentato verun cambiamento nella
+esteriore forma del culto; i suoi settatori
+non formavano una nuova Chiesa, e non
+potevasi ancora fondatamente giudicare
+intorno alla estensione del pericolo che
+minacciava da questo canto la corte di
+Roma. Vero è che universale era il fermento
+di tutta la Germania. Presso i popoli
+settentrionali la religione associavasi
+agli affetti del cuore; si univa intimamente
+a tutto l'uomo; veniva esaminata
+dalla sua ragione, riscaldata dal suo amore,
+ed ammessa per norma delle sue
+azioni. Diversamente disposta rispetto alle
+idee religiose era la nazione italiana, la
+quale dopo avere ammesso l'intero sistema
+dei dommi della Chiesa, li riguardava
+come non soggetti ad ulteriore disamina,
+e mostrava il suo rispetto per la
+fede col non prendersene verun pensiero.
+Gli uomini di perduti costumi, siccome
+i più costumati, i più filosofi,
+come i più superstiziosi, non muovevano
+<span class="pagenum"><a id="Page_8"></a>[8]</span>
+mai dubbj intorno al complesso delle dottrine
+della Chiesa; ma d'altra parte pochissima
+cura si prendevano delle cose
+della fede, che non eccitava verun affetto
+nel loro cuore, e niente influiva
+sulle azioni della loro vita. La religione
+segregata affatto dal raziocinio, dalla sensibilità,
+dalla morale, dalla condotta, altro
+omai non era che un'abitudine dello
+spirito, che ordinava certe pratiche, e
+proscriveva certi pensieri.
+</p>
+
+<p>
+In fatti la riforma eccitò in Italia alquanto
+di maraviglia e d'inquietudine,
+ma niuna curiosità. Erano gl'Italiani accostumati
+a resistere al papa, a fargli la
+guerra, a sprezzare le sue scomuniche;
+sapevasi da molto tempo, che corrottissimi
+erano i costumi della sua corte,
+perfida la politica, e che le più odiose
+passioni potevano celarsi sotto il manto
+della religione. Il rimanente del clero
+non godeva in Italia le immunità e le
+ricchezze del clero della Germania: pure
+si era veduto commettere infami azioni;
+e perchè queste più non erano cagione
+di scandalo, l'accusa diretta contro di
+lui più non eccitava la sorpresa della novità.
+Coloro che volevano riformare la
+disciplina passavano per entusiasti, che
+si adiravano contro il corso ordinario
+<span class="pagenum"><a id="Page_9"></a>[9]</span>
+delle cose del mondo; coloro, che attaccavano
+la dottrina, passavano per insensati
+che sconvolgevano i fondamenti delle
+opinioni; imperciocchè quelle basi medesime
+che il pregiudizio ha stabilite, e
+che sottrae ad ogni esame, non sembrano
+agli uomini meno solide di quelle
+fondate dalla ragione. Mentre che nuove
+dottrine fermentavano in tutta l'Europa,
+verun Italiano non muoveva dubbj intorno
+a ciò che gli era stato dato a credere,
+e passò ancora lungo tempo prima
+che qualche opinione luterana valicasse
+le Alpi.
+</p>
+
+<p>
+Lo stesso Leon X morì prima d'essersi
+formato una giusta idea del pericolo
+ond'era minacciata la Chiesa romana per
+la sollevazione degli spiriti in Germania;
+ma la morte lo sottrasse altresì a difficoltà,
+di cui avrebbe assai più presto
+sentito il peso; ed erano quelle stesse che
+si era procacciate colle sue inconsiderate
+prodigalità. Non solo egli aveva dissipato
+il ragguardevole tesoro adunato da Giulio
+II, ed impegnate tutte le gioje e tutti
+gli effetti preziosi di san Pietro; ma aveva
+inoltre contratto un grosso debito, e venduti
+tanti nuovi impieghi che i soli loro
+salarj avevano accresciute di quaranta
+<span class="pagenum"><a id="Page_10"></a>[10]</span>
+mila ducati le annue spese delle Chiesa<a class="tag" id="tag1" href="#note1">[1]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Leon X sarebbesi trovato in grandissime
+difficoltà, dovendo continuare, senza
+avere danaro, la guerra da lui cominciata
+in Lombardia; ma i luogotenenti
+che lasciava morendo in sua vece, trovaronsi
+in una situazione ancora più difficile
+che la sua. I cardinali di Sion e
+de' Medici che avevano fin allora sostenuto
+il peso degli affari, si affrettarono
+di abbandonare l'armata, per passare a
+Roma onde assistere al conclave. Carlo V
+trovavasi abbastanza occupato dalla guerra
+che gli facevano i Francesi ne' Paesi
+Bassi; la Castiglia si era ribellata, ed i
+regni di Valenza e di Majorica erano
+desolati dalla guerra mossa ai nobili dalle
+comunità, talchè tutte le forze della Spagna
+venivano consumate da queste intestine
+discordie. La piccola armata che
+l'imperatore teneva in Lombardia non
+era pagata; essendosi fin allora fatta la
+guerra coi soli tesori della Chiesa; ed
+essendo questi mancati tutt'ad un tratto,
+Prospero Colonna ed il marchese di Pescara
+furono costretti di licenziare tutti
+i Tedeschi e tutti gli Svizzeri che tenevano
+<span class="pagenum"><a id="Page_11"></a>[11]</span>
+al loro soldo, ad eccezione di
+mille cinquecento uomini. Nello stesso
+tempo gli ausiliari fiorentini che non erano
+chiamati in questa guerra da un immediato
+interesse, e che ignoravano perfino
+se sarebbero o no gli alleati del
+futuro pontefice, tornarono in Toscana<a class="tag" id="tag2" href="#note2">[2]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Se dal canto suo il signore di Lautrec
+non fosse stato abbandonato a cagione
+della scandalosa negligenza di Francesco I,
+che d'altro non prendevasi pensiero che
+de' suoi piaceri e delle sue galanterie, e
+che non gli mandava danaro per pagare
+le truppe, avrebbe potuto facilmente ricuperare
+Milano e tutte le piazze che
+aveva perdute. Aveva ancora guarnigione
+ne' castelli di Milano, di Novara, di
+Trezzo e di Pizzighettone; comandava in
+Cremona, in Genova, in Alessandria, in
+Arona, ed in tutto il Lago Maggiore;
+ma senza danaro non poteva adunare fanteria.
+Poco conto poteva fare de' suoi uomini
+d'armi scoraggiati; e quando tentò
+di sorprendere la città di Parma, ove
+comandava lo storico Guicciardini, fu
+<span class="pagenum"><a id="Page_12"></a>[12]</span>
+respinto dalle sole compagnie della milizia<a class="tag" id="tag3" href="#note3">[3]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Intanto scoppiavano in ogni parte degli
+stati della Chiesa ammutinamenti o
+rivoluzioni. I piccoli principi, che Leon X
+aveva spogliati della loro sovranità, invocavano
+l'ajuto de' loro partigiani per riavere
+lo stato de' loro padri. Il duca di
+Urbino erasi collegato coi due fratelli
+Baglioni, ed avevano, a spese comuni,
+adunati in Ferrara dugento uomini d'armi,
+trecento cavaleggieri e tre mila fanti.
+Con questa piccola armata attraversarono
+senz'ostacolo la Romagna. Il duca d'Urbino
+fu ricevuto con entusiasmo dagli antichi
+suoi sudditi, e ricuperò senza sguainare
+la spada il ducato d'Urbino, mentre che
+il contado di Montefeltro, da Leon X
+ceduto ai Fiorentini, fu difeso dalle loro
+guarnigioni. Orazio e Malatesta, figliuoli
+di Giampaolo Baglioni, si presentarono
+ancor essi alle porte di Perugia. Vitello
+Vitelli, che ne aveva il comando, fece una
+breve resistenza; perciocchè essendo stato
+leggiermente ferito in un piede, colse
+avidamente questo pretesto per farsi portare
+<span class="pagenum"><a id="Page_13"></a>[13]</span>
+a Città di Castello sua patria, siccome
+colui che copertamente desiderava
+che i feudatarj della Chiesa ricuperassero
+l'antica indipendenza. Subito dopo la di
+lui partenza Siena capitolò, ed aprì le
+porte ai figli di Baglioni il 5 gennajo del
+1522. In pari tempo Sigismondo di Varano
+scacciava da Camerino Giammaria
+della stessa famiglia, cui Leone X aveva
+dato il titolo di duca di quel piccolo stato,
+e vi si stabiliva in sua vece<a class="tag" id="tag4" href="#note4">[4]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Gli emigrati di Todi vennero ricondotti
+in quella città a mano armata da
+Camillo Orsini. Il duca d'Urbino dopo
+di essersi occupato pochi giorni a ristabilire
+la propria autorità ne' suoi stati,
+volle altresì riporre in Siena i figli di
+Pandolfo Petrucci; ma fu respinto dall'attività
+in particolare de' Fiorentini,
+affezionati al cardinale de' Medici<a class="tag" id="tag5" href="#note5">[5]</a>.
+Nè forse questi non avrebbero schivata
+una rivoluzione nella loro patria se all'istante
+della morte di Leon X non avessero
+ordinato l'arresto nel palazzo pubblico
+<span class="pagenum"><a id="Page_14"></a>[14]</span>
+a tutti i cittadini più conosciuti pel
+loro attaccamento alla libertà<a class="tag" id="tag6" href="#note6">[6]</a>. Sigismondo
+Malatesta, figliuolo di Pandolfo,
+venne introdotto in Rimini dagli antichi
+partigiani di sua famiglia, e per poco
+tempo ricuperò una sovranità, di cui suo
+padre era stato privato vent'anni prima
+da Cesare Borgia<a class="tag" id="tag7" href="#note7">[7]</a>. Finalmente quello
+che più aveva sofferto dalla nimicizia,
+quello che più d'ogni altro doveva temere
+le ultime prosperità di Leone, Alfonso,
+duca di Ferrara, si affrettò di ricuperare
+tutto quanto aveva perduto. Era costui
+colpevole agli occhi del papa per avere
+pochi mesi prima impedita la conquista
+di Parma con un'ardita diversione. Perciò
+dopo i primi felici avvenimenti dell'armata
+di Prospero Colonna, una seconda
+armata pontificia era venuta ad
+attaccare Finale e san Felice, ed aveva in
+appresso occupato il Bondeno e saccheggiato;
+mentre che dalla banda della Romagna,
+gli agenti della Chiesa s'impadronivano
+di Lugo, di Bagnacavallo, di
+Cento e della Pieve; mentre i Fiorentini
+acquistavano la Garfagnana, e Francesco
+<span class="pagenum"><a id="Page_15"></a>[15]</span>
+Guicciardini entrava nel Frignano colle
+truppe modenesi. Alfonso, minacciato
+d'assedio nella sua stessa capitale, apparecchiavasi
+a vendere a carissimo prezzo
+la propria vita quand'ebbe la notizia
+della morte di Leone. Nell'entusiasmo
+della sua gioja fece coniare una moneta
+d'argento, nella quale vedevasi un pastore
+che strappava dalla bocca d'un leone
+un agnello, con questa leggenda presa
+dal libro dei re: <i>de ore leonis</i>. Egli in
+pochi giorni ricuperò il Bondeno, Finale,
+san Felice, il Frignano, la Garfagnana,
+Lugo, Bagnacavallo, e soltanto fu perdente
+sotto al Bondeno valorosamente difeso
+dai Bolognesi<a class="tag" id="tag8" href="#note8">[8]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Frattanto i cardinali, moltiplicati dalle
+promozioni di Leon X, erano entrati in
+conclave il 16 di novembre. Sapevasi essere
+divisi tra il partito imperiale ed il partito
+francese. L'ultimo avrebbe voluto portare
+sul trono pontificio il cardinale di Volterra,
+fratello di Piero Soderini, il quale era
+stato perpetuo gonfaloniere; e questi era
+il rivale più temuto da Giulio de' Medici,
+che rimasto alla testa delle creature di
+<span class="pagenum"><a id="Page_16"></a>[16]</span>
+suo cugino poteva disporre di sedici suffragi,
+cioè più di un terzo e meno della
+metà; perciocchè questa volta il conclave
+conteneva quaranta cardinali; e Giulio
+senz'essere abbastanza forte per farsi
+nominare, lo era bastantemente per l'esclusione
+d'ogni altro<a class="tag" id="tag9" href="#note9">[9]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il cardinale de' Medici aveva sperato
+di essere secondato da tutto il partito imperiale.
+Era stato il principale ed il più
+esperto ministro di suo cugino Leon X;
+anzi quello che lo aveva persuaso a fare
+alleanza coll'imperatore; i successi della
+guerra di Lombardia venivano in gran
+parte attribuiti ai suoi consiglj ed alla sua
+abilità; ed egli solo poteva aggiugnere alla
+potenza della Chiesa quella della repubblica
+fiorentina di cui era capo. Ma Giulio
+aveva nel sacro collegio e nel partito dell'impero
+un rivale, come lui militare
+prima di essere prelato, giovane come
+lui, e non meno di lui ambizioso; questi
+era Pompeo Colonna, il quale piuttosto
+che favorire il Medici parve apparecchiato
+a darsi al partito francese. Di già costui
+rappresentava ai suoi colleghi la vergogna
+di portare un bastardo sulla santa
+<span class="pagenum"><a id="Page_17"></a>[17]</span>
+sede; poichè Giuliano, fratello del <i>magnifico</i>,
+non era mai stato marito d'Antonia
+del Cittadino, dalla quale era nato
+Giulio il 26 maggio del 1478. Ricordava
+le crudeltà commesse da Leon X dopo
+scoperta la supposta congiura di Petrucci,
+e faceva sentire il pericolo di perpetuare
+la dignità pontificia nella stessa
+famiglia<a class="tag" id="tag10" href="#note10">[10]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Mentre i cardinali andavano opponendo
+l'intrigo all'intrigo, ogni mattina, come
+è l'usanza dei conclavi, procedevano ai
+voti intorno a qualche nuovo soggetto
+che loro si proponeva. Uno di loro, il
+giorno 9 di febbrajo, nominò il cardinale
+Adriano Florent, vescovo di Tortosa,
+Fiammingo, il quale era stato precettore
+di Carlo V, e che l'imperatore
+aveva ultimamente nominato governatore
+di Castiglia. Adriano nato in Utrecht il 7
+maggio del 1458 da padre fabbricatore di
+tappeti o di birra, non era mai venuto
+in Italia, e non sapeva la lingua italiana,
+non conosceva verun cardinale, aveva
+mostrato poco ingegno nell'amministrazione
+affidatagli dal suo illustre alunno,
+<span class="pagenum"><a id="Page_18"></a>[18]</span>
+e pareva esservi così poca apparenza per
+la sua elezione, che tutto lo squadrone
+del Medici (così veniva chiamato il suo
+partito) senza volerlo gli diede il suo
+voto. Il cardinale di san Sisto prese da
+ciò motivo per encomiarlo lungamente,
+e perchè i cardinali desideravano d'uscire
+di prigione, gli diedero i loro suffragi
+quasi senza riflettere, e lo nominarono
+così inconsideratamente, che non
+potendo in appresso giustificare innanzi
+a sè medesimi o agli altri la loro imprudenza,
+l'attribuirono a subita inspirazione
+dello Spirito Santo<a class="tag" id="tag11" href="#note11">[11]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Non fu che in sul declinare d'agosto che
+il nuovo pontefice, il quale prese il nome
+d'Adriano VI, arrivò in Italia per prendere
+possesso della tiara. Ne' primi nove
+mesi dell'anno la Chiesa fu amministrata
+a nome del sacro collegio de' cardinali
+da una signoria somigliante assai a quella
+delle antiche repubbliche toscane. Tiravansi
+<span class="pagenum"><a id="Page_19"></a>[19]</span>
+a sorte ogni mese tre priori tra i
+membri del sacro collegio, i quali formavano
+il governo. Ma questi prelati mal
+d'accordo fra di loro, ed ogni mese mutando
+sistema, non erano in istato di difendere
+il potere papale. Ad altro non
+pensarono che a guadagnare tempo ed a
+mantenere un'apparente pace, pel quale
+oggetto conchiusero un armistizio col duca
+d'Urbino, che pose fine alle rivoluzioni
+dell'Umbria<a class="tag" id="tag12" href="#note12">[12]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il cardinale de' Medici, umiliato dalla
+esclusione dal pontificato, e credendosi tradito
+dal partito imperiale, tornò per mare
+a Firenze, ove temeva di trovare compromessa
+la sua autorità; fece il suo ingresso
+il 21 di gennajo del 1522, portando
+il corrotto di suo cugino, e cogli
+indizj in fronte della tristezza e del sospetto<a class="tag" id="tag13" href="#note13">[13]</a>.
+In fatti i repubblicani di Firenze
+credevano giunto l'istante di ricuperare
+la libertà della loro patria; il signore
+di Lescuns loro prometteva l'appoggio
+del re di Francia; le sue truppe
+dovevano entrare in Toscana per la via
+della riviera di Genova, nello stesso tempo
+<span class="pagenum"><a id="Page_20"></a>[20]</span>
+che Renzo di Ceri vi giugnerebbe dalla
+banda di Siena. Il duca d'Urbino ed i
+Baglioni favorivano caldamente un progetto
+che doveva vendicarli dei Medici.
+In Firenze queste pratiche erano dirette
+da Giambattista Soderini, nipote del cardinale
+di Volterra, e del gonfaloniere
+perpetuo. Ingrossava il suo partito la società
+de' poeti e de' filosofi, che diede
+tanta celebrità agli Orti Rucellai, nei
+quali si adunava. Vi si contavano Luigi
+Alamanni, Zanobio Buondelmonti, Cosimo
+Rucellai, Alessandro de' Pazzi, Francesco
+e Jacopo Diaceto, e per ultimo
+Niccolò Macchiavelli che loro dedicò
+i suoi Discorsi sopra Tito Livio, e la
+sua arte della guerra. Educati ne' medesimi
+principj desideravano tutti la libertà
+di Firenze, ma non avevano verun
+odio personale contro il cardinale de'
+Medici, anzi accordavano che di tutta la
+sua famiglia era quello che si era più dolcemente
+e cittadinescamente comportato
+nella sua amministrazione, onde preferivano
+di ricuperare i loro diritti con un
+compromesso piuttosto che di strapparglieli
+colla forza<a class="tag" id="tag14" href="#note14">[14]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il cardinale de' Medici che conosceva
+<span class="pagenum"><a id="Page_21"></a>[21]</span>
+la propria debolezza, e la necessità di
+accarezzare i suoi avversarj, convenne
+che il supremo potere male s'accordava
+colle sue funzioni ecclesiastiche, e colla
+carriera che gli era aperta alla corte di
+Roma, dando voce d'essere apparecchiato
+a rinunciarlo. I giovani patrizj degli Orti
+Rucellai diedero facilmente fede alle speranze
+che loro dava il cardinale, ed invece
+d'agire contro di lui, si ristrinsero a
+meditare intorno alla migliore costituzione
+da darsi alla repubblica all'atto che si
+rinnoverebbe; fu questo l'argomento di
+tre opere politiche del Macchiavelli, di
+Zanobio Buondelmonti, e di Alessandro
+de' Pazzi, tutte dedicate al cardinale de'
+Medici<a class="tag" id="tag15" href="#note15">[15]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Frattanto il signore de Lescuns, troppo
+occupato in Lombardia, e lasciato dal re
+di Francia senza danaro, aveva abbandonato
+il progetto d'entrare in Toscana
+per lo stato di Genova. Renzo di Ceri
+si era ostinato nell'assedio del piccolo castello
+di Turrita nello stato di Siena, e
+non passò mai oltre. Il partito francese,
+ch'era quello della libertà, andava declinando
+in tutta l'Italia, onde il cardinale
+<span class="pagenum"><a id="Page_22"></a>[22]</span>
+de' Medici credette giunto il momento
+favorevole di trarre d'inganno coloro che
+avevano potuto lusingarsi ch'egli renderebbe
+alla sua patria la libertà. Fu arrestato
+un corriere francese mandato a
+Renzo di Ceri, dal quale il cardinale si
+procurò con un sacrilegio la manifestazione
+del suo segreto, mandandogli in prigione
+invece del confessore da lui domandato,
+una spia della polizia vestita
+da prete. E per tal modo venne in cognizione
+della corrispondenza di Giacomo
+di Diaceto con Renzo di Ceri. Giacomo,
+posto in prigione il 22 di maggio,
+e minacciato di tortura, confessò quello
+che ancora non si sapeva, d'avere voluto
+assassinare il cardinale perchè avesse ingannato
+i repubblicani con fallaci speranze.
+L'interrogatorio del prevenuto essendo
+stato differito di ventiquattr'ore, i
+di lui amici, Luigi Alamanni il poeta,
+e Zanobio Buondelmonti ebbero il tempo
+di salvarsi; ma un altro Luigi Alamanni
+subì l'ultimo supplicio con Jacopo di Diaceto
+il giorno 7 di luglio. I figli di Paolo
+Antonio Soderini dovettero fuggire, ed
+i loro beni furono sequestrati; mentre il
+loro zio, Pietro Soderini, ch'era stato
+gonfaloniere perpetuo, moriva in Roma
+il 14 di giugno, lasciando eterno desiderio
+<span class="pagenum"><a id="Page_23"></a>[23]</span>
+di sè presso tutte le persone dabbene<a class="tag" id="tag16" href="#note16">[16]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le rivoluzioni degli stati della Chiesa
+e della Toscana erano opera degl'Italiani,
+ma l'influenza loro era limitatissima; per
+lo contrario quelle della Lombardia erano
+opera degli oltremontani, e da queste
+dipendevano non solo la futura sorte dell'Italia,
+ma ancora quella dell'Europa.
+Francesco I colla sua inconsiderata prodigalità
+aveva lasciato che si perdesse nel
+precedente anno lo stato di Milano, mentre
+il suo cancelliere Duprat aveva con
+nuove imposizioni, con intollerabili estorsioni
+e colla vendita de' beni della corona,
+raccolto assai più danaro che non sarebbe
+abbisognato per mantenere la più formidabile
+armata. Francesco tutt'inteso a'
+suoi amoreggiamenti ed alle feste che
+dava alle sue amiche, dissipava il danaro
+strappato a' suoi popoli, o lasciava che
+sua madre ne disponesse, compromettendo
+l'onore nazionale colle sconfitte delle sue
+armate, e col mancare a tutte le convenzioni
+fatte co' suoi alleati. Vantavasi
+<span class="pagenum"><a id="Page_24"></a>[24]</span>
+d'essere il primo re di Francia, che si
+fosse liberato dalla tutela de' suoi familiari,
+perchè disponeva solo, ed a voglia
+sua di tutti gli scrigni de' suoi sudditi,
+mentre che prima di lui le domestiche
+spese de' suoi predecessori erano a carico
+de' beni della corona, ch'essi non
+si facevano lecito d'impegnare, concorrendo
+liberamente alle spese della guerra
+i tre ordini dello stato. Ma il vescovo di
+Beucaire non dubitò di dire che Francesco
+cambiò la libertà francese in una
+miserabile schiavitù; e le sciagure provocate
+sul di lui regno mostrano abbastanza
+che colla libertà de' suoi sudditi
+sagrificò pure la personale sua gloria ai
+suoi capriccj<a class="tag" id="tag17" href="#note17">[17]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La gloria nazionale era stata pure sagrificata
+in altra maniera da lui e da' suoi
+predecessori all'ingrandimento della sua
+autorità o di quella de' gentiluomini. Era
+stato severamente vietato l'uso delle armi
+al terzo stato, onde tenerlo in una
+assoluta dipendenza dai suoi padroni: erasi
+con ciò renduto vile ed incapace di servire
+nelle armate, di modo che era cosa
+<span class="pagenum"><a id="Page_25"></a>[25]</span>
+maravigliosa il vedere una delle più valorose
+nazioni dell'Europa ridotta a non
+avere fanteria nazionale. I suoi re erano
+forzati di ricorrere agli Svizzeri per tutte
+le loro guerre, perchè, ad eccezione degli
+uomini d'armi tutti presi tra la nobiltà,
+la Francia non aveva soldati. La Svizzera,
+che non contava l'ottava parte della popolazione
+della Francia, le somministrava i
+suoi battaglioni; ma per ottenerli, bisognava
+che i Francesi si ponessero in balìa della venalità,
+dell'orgoglio, dell'incostanza di que'
+montanari, renduti arroganti dal vedersi accarezzati
+da tutti i sovrani. Francesco I, che
+di fresco aveva perduto Milano per la loro
+mala fede, fu ridotto a mercanteggiare separatamente
+con ogni cantone, e profondere
+doni tra i loro magistrati, a promettere pensioni
+agli uomini che avevano fra loro maggiore
+riputazione, e ad inghiottire senza
+lagnarsene la loro arroganza. A questo prezzo
+Renato, bastardo di Savoja, gran maestro
+di Francia, e Galeazzo di Sanseverino,
+grande scudiere, persuasero nella primavera
+del 1522 circa due mila Svizzeri
+a passare il san Bernardo ed il san Gottardo
+per iscendere in Italia<a class="tag" id="tag18" href="#note18">[18]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_26"></a>[26]</span>
+</p>
+
+<p>
+Dal canto suo il Lautrec adunò la cavalleria
+francese dispersa nella pianura
+lombarda; la riunì presso Cremona all'armata
+veneziana comandata da Andrea
+Gritti e da Teodoro Trivulzio; poi andò
+ad unirsi agli Svizzeri, ed il primo giorno
+di marzo passò l'Adda per venire ad
+accamparsi con tutta la sua armata due
+sole miglia lontano da Milano<a class="tag" id="tag19" href="#note19">[19]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Prospero Colonna difendeva questa città
+con Alfonso d'Avalos, marchese di Pescara.
+Il cancelliere del ducato, Girolamo
+Moroni, vi teneva la rappresentanza del
+suo signore, che per anco non aveva potuto
+fare il suo ingresso nella capitale.
+Esortava i Milanesi a conservare la loro
+indipendenza; loro mostrava i pericoli
+delle vendette de' Francesi; e per aggiugnere
+inoltre un sentimento religioso all'amore
+della patria, aveva persuaso un
+eloquente monaco dell'ordine di sant'Agostino,
+Andrea Barbato, a riscaldare lo
+zelo de' Milanesi con una serie di sermoni
+contro i barbari<a class="tag" id="tag20" href="#note20">[20]</a>. Con tale pratica
+<span class="pagenum"><a id="Page_27"></a>[27]</span>
+ottenne il Moroni dai suoi compatriotti
+volontarie contribuzioni abbastanza
+copiose per assoldare dieci mila Tedeschi.
+Girolamo Adorno, e Giorgio Frundsberg
+ne condussero cinque mila con tanta
+rapidità a traverso alla Valtellina ed al
+Bergamasco, che entrarono in Milano
+prima che arrivassero i Francesi; gli altri
+vi furono condotti alquanto più tardi
+dallo stesso Francesco Sforza<a class="tag" id="tag21" href="#note21">[21]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dall'altra parte l'armata francese aveva
+ancor essa ricevuto un inaspettato rinforzo,
+essendo stata raggiunta da Giovanni
+de' Medici, che le condusse a Cassano
+tre mila pedoni e dugento cavalli.
+Queste truppe avevano bandiere nere in
+segno di corrotto per la morte di papa
+Leon X, ond'ebbero poi il nome di
+Bande Nere; nome che in appresso esse
+rendettero famoso rivendicando la gloria
+della fanteria italiana. Queste Bande avevano
+fino a tale epoca combattuto nell'armata
+della lega; ma trovandosi Giovanni
+de' Medici in libertà per la morte di
+Leon X, le aveva condotte ai servigj della
+Francia, che gli aveva offerte migliori
+<span class="pagenum"><a id="Page_28"></a>[28]</span>
+condizioni<a class="tag" id="tag22" href="#note22">[22]</a>. Circa lo stesso tempo, un
+colpo di colombrina, che alcuni pretesero
+essere stato diretto dallo stesso Prospero
+Colonna, uccise Marcantonio Colonna,
+suo nipote, che serviva nell'armata francese,
+e Camillo, figliuolo del maresciallo
+Gian Giacopo Trivulzio. Il cadavere del
+primo fu mandato in Milano allo zio,
+che fu estremamente afflitto per avere veduto
+cadere tra le file nemiche un nipote
+che grandemente amava<a class="tag" id="tag23" href="#note23">[23]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Prospero Colonna ed il Pescara avevano
+approfittato della lentezza de' Francesi
+per riparare tutte le fortificazioni di
+Milano, e per circondare il castello con
+una circonvallazione, che non permettesse
+a Lautrec di soccorrere la guarnigione
+assediata. Questi, prevenuto ne' suoi progetti,
+non aveva avuto che il debole compenso
+della presa di Novara; in appresso
+aveva attaccato Pavia, difesa dal marchese
+di Mantova; ma fu forzato ad abbandonarne
+l'assedio, vedendo avvicinarsi
+coll'armata imperiale Prospero Colonna.
+Finalmente erasi diretto per la via di
+Landriano alla volta di Monza, onde accostarsi
+<span class="pagenum"><a id="Page_29"></a>[29]</span>
+ad Arona, ove sapeva trovarsi il
+danaro mandatogli dalla Francia per pagare
+le sue truppe<a class="tag" id="tag24" href="#note24">[24]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sapevano gli Svizzeri che il danaro
+destinato pel loro soldo era stato condotto
+ad Arona, sul lago Maggiore, e che
+Anchise Visconti, che occupava Busto con
+un corpo di truppe milanesi, impediva
+al convoglio di venire fino all'armata.
+Perciò facevano calde istanze al Lautrec
+di forzare il passo fino al lago Maggiore
+onde far loro avere il danaro, mentre
+Andrea Gritti, generale de' Veneziani,
+protestava dal canto suo che non si allontanerebbe
+cotanto dai confini della sua
+repubblica, e che, se gli Svizzeri prendevano
+la strada del lago Maggiore, egli prenderebbe
+quella di Verona<a class="tag" id="tag25" href="#note25">[25]</a>. Desiderava
+il Lautrec di calmare l'impazienza degli
+Svizzeri: ma l'armata imperiale soffriva
+ancora più che la sua per mancamento
+di danaro e di vittovaglie; e di già intere
+compagnie di disertori avevano abbandonate
+le insegne del Colonna per
+<span class="pagenum"><a id="Page_30"></a>[30]</span>
+porsi sotto quelle di Lautrec; onde questi
+sperava, tenendo la campagna ancora
+qualche tempo, di disperdere l'armata
+nemica<a class="tag" id="tag26" href="#note26">[26]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma gli Svizzeri, entrando in campagna,
+si erano ripromessi più rapidi successi,
+ed il saccheggio delle più ricche città
+della Lombardia. Di più terre da loro attaccate,
+la sola città di Novara era venuta
+in loro potere, ed era stata da loro
+barbaramente saccheggiata. Avevano sofferto
+assai sotto Pavia, ove continue piogge
+avevano impedita la condotta delle vittovaglie.
+Mostravansi annojati d'una guerra di
+posizioni e di marcie, ed accostumati come
+erano a far tutto cedere ai loro capriccj,
+si adunarono intorno alla tenda di Lautrec
+per domandare con altissime grida
+o la battaglia o il loro congedo<a class="tag" id="tag27" href="#note27">[27]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Lautrec e tutti i generali francesi
+impiegarono inutilmente il loro credito
+presso gli Svizzeri, per persuaderli a confidare
+ne' loro capi, ad approfittare dei
+<span class="pagenum"><a id="Page_31"></a>[31]</span>
+patimenti del nemico, ad aspettare se
+non altro pochissimi giorni, ne' quali il
+generale francese, con un nuovo movimento,
+forzerebbe Prospero Colonna a
+mutare posizione: tutto fu inutile, e gli
+Svizzeri risposero a tutti i ragionamenti
+degli ufficiali dell'armata con una sola
+voce: <i>domani, o il congedo, o la battaglia</i><a class="tag" id="tag28" href="#note28">[28]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lautrec, prima di cedere, incaricò Crequì,
+signore di Pontdormì, di andare a
+riconoscere il nemico con quattrocento
+uomini d'armi e sei mila Svizzeri. Prospero
+Colonna si era accampato alla Bicocca,
+casa di campagna di un signore
+milanese, lontana tre in quattro miglia da
+Milano. Una strada, più bassa de' fondi
+laterali, gli teneva luogo di fossa; ed egli
+ne aveva coperti gli orli con artiglieria
+e con archibugeri; a destra ed a manca
+il suo campo era chiuso da due canali
+d'acqua corrente destinata all'irrigazione;
+ed a non molta distanza dietro al campo
+uno de' canali era attraversato da un ponte
+di pietra. Crequì, dopo avere esaminata
+questa posizione, riferì al generale francese
+<span class="pagenum"><a id="Page_32"></a>[32]</span>
+che riuscirebbe difficilissimo il forzarla;
+onde il consiglio di guerra tentò
+nuovamente di persuadere gli Svizzeri a
+rinunciare ad una battaglia che doveva
+avere un'infelice riuscita. Risposero questi,
+che attaccherebbero di fronte la linea
+del nemico e che colle loro picche
+e colle alabarde s'impadronirebbero di
+quelle batterie credute tanto formidabili.
+Dichiararono in pari tempo che
+domani si metterebbero in cammino per
+tornare nei loro paese ove non fossero
+condotti alla battaglia. Il solo Pietro Navarro
+propose di far morire i più sediziosi e
+di ridurre così gli altri all'ubbidienza; ma
+gli altri generali e lo stesso Lautrec, che
+conoscevano gli Svizzeri, e che si sentivano
+assolutamente tra le loro mani, preferirono
+la dubbiosa sorte d'una battaglia
+alla certezza d'una sconfitta, necessaria
+conseguenza della partenza di tutta la
+loro fanteria; e sebbene vivamente sentissero
+l'imprudenza che stavano per commettere,
+nondimeno ordinarono alle loro
+truppe di apparecchiarsi per combattere
+nel susseguente giorno<a class="tag" id="tag29" href="#note29">[29]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_33"></a>[33]</span>
+</p>
+
+<p>
+In fatti il Lautrec sortì da Monza la
+mattina del 29 aprile, giorno di <i>Quasimodo</i>,
+e marciò alla volta della Bicocca.
+A seconda della loro domanda aveva incaricati
+otto mila Svizzeri del principale
+attacco sulla fronte del nemico; Montmorencì
+col conte di Montforte, i signori
+di Miolans, di Granville, d'Auchì, di
+Launai e molti altri marciavano a piedi
+alla loro testa. Giovanni de' Medici aveva
+avuto ordine di celare il loro avanzamento,
+tenendo occupato il nemico colle
+evoluzioni della sua cavalleria e della sua
+fanteria leggiere. Lescuns, maresciallo di
+Foix, con trecento lance ed una parte
+dell'infanteria doveva girare intorno alla
+sinistra dell'armata imperiale, passare il
+ponte di pietra ch'era stato riconosciuto,
+e piombare alle spalle di Prospero Colonna,
+ove stava di guardia Francesco Sforza colle
+milizie milanesi uscite di città, per prender
+parte nella battaglia; il Lautrec col
+restante della cavalleria e della fanteria
+francese doveva piegare a destra; e per
+penetrare nel campo nemico aveva fatto
+prendere ai suoi soldati la croce rossa,
+che portavano gl'Imperiali, invece della
+bianca che portavano i Francesi; poichè
+non si costumavano ancora gli uniformi.
+L'armata veneziana formava la retroguardia
+<span class="pagenum"><a id="Page_34"></a>[34]</span>
+e non era chiamata a prendere immediatamente
+parte nella battaglia<a class="tag" id="tag30" href="#note30">[30]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I varj corpi dell'armata francese, non
+avendo un eguale spazio da percorrere,
+non potevano giugnere alla rispettiva posizione
+nello stesso tempo: onde il Montmorencì,
+giunto a poca distanza dagl'imperiali,
+ordinò agli Svizzeri di trattenersi
+per dare tempo al maresciallo di Foix di
+fare il giro che gli era stato ordinato.
+Ma gli Svizzeri, pieni di disprezzo pei
+loro nemici, e volendo avere soli l'onore
+della vittoria, mai non vollero ubbidire,
+continuando ad avanzarsi di fronte al
+nemico, ove trovavansi Giorgio di Frundsberg
+colla fanteria tedesca ed il marchese
+di Pescara colla fanteria spagnuola.
+Questi aveva insegnato ai suoi fucilieri
+a fare un continuo fuoco, loro facendo
+ricaricare il fucile stando in ginocchio,
+mentre che la linea di dietro tirava. L'attacco
+degli Svizzeri fu ricevuto con un
+fuoco così sostenuto, tanto dei fucilieri,
+che delle batterie, ch'erano caduti
+<span class="pagenum"><a id="Page_35"></a>[35]</span>
+morti più di mille Svizzeri prima ch'essi
+giugnessero alla strada bassa, la quale fu da
+loro trovata assai più profonda che non credevano,
+conciossiachè, scesi nella medesima,
+potevano a stento colla punta delle loro
+picche ferire i landsknecht che ne custodivano
+gli orli. Ventidue de' loro capitani
+e più di tre mila soldati furono uccisi
+in questo sciagurato attacco, senza quasi
+potere offendere il nemico. All'ultimo si
+ritirarono in buon ordine, riconducendo
+i quattordici pezzi d'artiglieria che loro
+erano stati dati; ma disprezzando anche in
+sul finire del combattimento, siccome avevano
+fatto in principio, gli ordini dei loro
+capi, non vollero trattenersi in faccia al
+campo di battaglia in aspetto minaccioso
+per assecondare gli attacchi del maresciallo
+di Foix e di Lautrec, che non erano giunti
+a portata del nemico che quando gli Svizzeri
+si erano di già ritirati<a class="tag" id="tag31" href="#note31">[31]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Maresciallo di Foix, che gl'imperiali
+avevano veduto avanzare sulla loro sinistra,
+e che sospettavano aver presa la
+<span class="pagenum"><a id="Page_36"></a>[36]</span>
+strada di Milano, era finalmente giunto al
+ponte di pietra che attraversava il canale;
+era entrato nella posizione di Prospero
+Colonna, aveva rovesciati i Milanesi di
+Francesco Sforza ed avrebbe guadagnata
+la battaglia se fosse stato seguito dalla
+sua fanteria, o se gli Svizzeri, rinnovando
+il loro attacco, avessero impedito a Prospero
+Colonna di condurre tutti i suoi
+landsknecht ed i fanti spagnuoli contro
+di lui. Il Lautrec, dopo d'avere posti in
+fuga sulla diritta i cavalli di Girolamo
+Adorno, calcolava che i suoi cavalieri
+entrerebbero assieme con loro nel campo
+nemico, ove li farebbe ricevere la croce
+rossa che portavano; ma Prospero Colonna,
+di ciò prevenuto, aveva ordinato ai
+suoi soldati di porsi in sul capo una frasca;
+sicchè, riconoscendo i nemici, gli
+fu facile di tenerli fuori de' suoi alloggiamenti<a class="tag" id="tag32" href="#note32">[32]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I tre corpi dell'armata francese essendo
+stati tutti respinti, questa ritirossi
+in buon ordine, coperta dalle bande nere
+di Giovanni de' Medici, e protetta dall'armata
+veneziana, che non aveva combattuto.
+Il Pescara voleva inseguirla, ma Prospero
+<span class="pagenum"><a id="Page_37"></a>[37]</span>
+Colonna vi si ricusò perentoriamente,
+perchè un movimento sedizioso tra
+i suoi landsknecht che in premio dell'ottenuta
+vittoria domandavano doppia paga,
+poteva rendere per lui pericolosa una
+nuova azione. Gli Svizzeri lo liberarono
+bentosto da ogni timore, essendosi ritirati
+a Monza con tutta la loro artiglieria
+ed i loro equipaggi. All'indomani Lautrec
+avviossi verso Trezzo e passò l'Adda;
+colà più non gli fu possibile di trattenere
+gli Svizzeri al tutto determinati
+di tornare ne' loro paesi. Dopo averli
+inutilmente eccitati a rimanere, affidò a
+suo fratello Lescuns, maresciallo di Foix,
+il comando degli uomini d'armi francesi, e
+la difesa delle terre che la Francia possedeva
+ancora in Lombardia; si congedò da
+Andrea Gritti, che coll'armata veneziana
+prese a coprire i confini della repubblica;
+e, fermo nella risoluzione di volersi
+personalmente giustificare innanzi al re,
+accompagnò gli Svizzeri, che rientravano
+ne' loro paesi attraversando il territorio
+bergamasco, e passò alla corte di Francia<a class="tag" id="tag33" href="#note33">[33]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_38"></a>[38]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il Lautrec era fratello di madama di
+Chateaubriand, amante del re; e questa era
+la cagione della grandezza di lui, e di quella
+di Lescuns e di Lesparre di lui fratelli, uno
+dei quali perdette il Milanese e l'altro la
+Navarra. Pure Francesco I rimproverò al
+maresciallo di Lautrec le sue perdite. Rispose
+questi d'avere prevenuta S. M. che
+non potrebbe difendere il Milanese senza
+danaro; che gli uomini d'armi avevano
+servito diciotto mesi senza soldo; che gli
+Svizzeri non gli avevano imposta la legge,
+e non l'avevano finalmente costretto a
+combattere alla Bicocca che per non essere
+stati pagati. Francesco I maravigliando
+dimandò cosa fosse accaduto dei quattrocento
+mila scudi che gli aveva mandati.
+Confessò Semblanzai d'avere avuto ordine
+di mandarli, ma di esserne stato in
+seguito impedito da Luigia di Savoja,
+madre del re, che aveva il titolo di reggente
+di Francia. Questa, gelosa di Lautrec,
+e volendo che andasse a male la
+di lui spedizione, si era fatto dare quel
+danaro che diceva a sè dovuto. L'onore
+della madre del re veniva compromesso
+dalla pubblica processura di Semblanzai.
+Il cancelliere di Francia Duprat, per salvare
+<span class="pagenum"><a id="Page_39"></a>[39]</span>
+la madre del re e per perdere il sovraintendente,
+suo nemico, lo fece giudicare
+da alcuni commissarj, e strascinare
+al supplicio in età di sessantadue anni pel
+solo delitto d'avere ubbidito alla madre
+del re, che nè pure fu interpellata in
+questa causa<a class="tag" id="tag34" href="#note34">[34]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il maresciallo di Foix Lescuns non difese
+lungamente ciò che ancora possedevano i
+Francesi in Lombardia. Sei compagnie di
+uomini d'armi, che aveva posti in Lodi
+sotto gli ordini di Federico da Bozzolo e
+di Bonneval, vi si lasciarono sorprendere
+e far prigionieri, mentre che la città venne
+saccheggiata dagl'imperiali<a class="tag" id="tag35" href="#note35">[35]</a>. Pizzighettone,
+che poteva lungamente resistere e
+che tenevasi tra le migliori fortezze d'Italia,
+capitolò alle prime minacce fattegli
+dal marchese di Pescara. Finalmente in
+Cremona, dove si era ritirato il maresciallo
+di Foix, sollevaronsi le truppe di
+Giovanni de' Medici chiedendo il loro
+soldo, drizzarono la loro artiglieria contro
+i Francesi, e minacciarono di consegnare
+<span class="pagenum"><a id="Page_40"></a>[40]</span>
+agl'Imperiali una porta della
+città. Lescuns cercò di soddisfarle, prendendo
+a prestito il vasellame di tutti i
+suoi amici e distribuendolo ai soldati; ma
+sentì l'impossibilità di sostenersi più lungamente
+in Italia, e propose a Prospero
+Colonna una capitolazione che fu subito
+accettata. Convenne di evacuare non solo
+Cremona, ma tutta la Lombardia, ad eccezione
+dei tre castelli di Novara, Milano
+e Cremona, se prima che passassero
+quaranta giorni una nuova armata francese
+non forzava il passaggio del Po, o
+non occupava una delle grandi città di
+Lombardia. Fino allo spirare del termine
+stabilito dalla capitolazione, che fu sottoscritta
+il 26 di maggio, le ostilità dovevano
+cessare intorno a Cremona, dovevano essere
+somministrate le vittovaglie all'armata
+francese. Ma perchè passarono i quaranta
+giorni senza che il re potesse mandare soccorsi
+al maresciallo di Foix, questi evacuò
+la Lombardia, ad eccezione dei tre castelli
+eccepiti dalla capitolazione, e ricondusse
+la sua armata in Francia<a class="tag" id="tag36" href="#note36">[36]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_41"></a>[41]</span>
+</p>
+
+<p>
+Uno de' motivi che determinarono Prospero
+Colonna ad accordare ai Francesi
+la capitolazione di Cremona, fu il desiderio
+di trovarsi in libertà per attaccare
+Genova. Finchè i Francesi avevano in
+mano quella città, egli non risguardava
+come sicura la conquista della Lombardia.
+Vero è che la dolcezza di Ottaviano
+Fregoso, luogotenente del re, aveva accostumati
+i cittadini ad un giogo straniero,
+di modo che Antoniotto e Girolamo
+Adorno, che seguivano il campo
+imperiale e che si lusingavano di sollevare
+la loro fazione colla promessa di tornare
+alla repubblica l'antica libertà, non cagionarono,
+avvicinandosi a Genova, verun
+movimento negli abitanti. Pure i generali
+imperiali, senza perdere un solo
+istante, avevano approfittato della capitolazione
+di Cremona. Prospero Colonna
+era entrato coi landsknecht nella Valle
+di Bisagno, ed il marchese di Pescara
+in quella della Polsevera. Non trovavansi
+in Genova che due mila soldati, cui era
+venuto ad aggiugnersi da Marsiglia Pietro
+Navarro, e perchè i Genovesi non volevano
+nè sollevarsi contro Ottaviano Fregoso,
+nè armarsi per difenderne l'autorità,
+ogni resistenza pareva impossibile.
+Dodici ufficiali della balìa furono incaricati
+<span class="pagenum"><a id="Page_42"></a>[42]</span>
+di trattare una capitolazione. Ma nel
+tempo che questi trattavano, e che la
+promessa della sospensione delle ostilità
+rendeva le guardie più negligenti, alcuni
+soldati spagnuoli si avvidero che una
+breccia delle mura non era difesa; essi
+se ne impadronirono e vi chiamarono i
+loro commilitoni. Per tal modo l'accidente
+diede Genova in mano ai nemici
+il 30 di maggio, senza che i generali ne
+avessero ordinato l'assalto. La città fu presa,
+e gli abitanti, che non avevano voluto
+difendersi, furono saccheggiati, senza distinzione
+di partito, con estrema barbarie.
+Pietro Navarro ed Ottaviano Fregoso
+rimasero prigionieri, e molti altri ufficiali
+fuggirono per mare. Quella città, in altri
+tempi la più commerciante e la più ricca
+dell'Italia, fu ruinata e ridotta ad una
+assoluta dipendenza dagli stranieri; ma
+nello stesso tempo riconobbe per doge
+Antoniotto Adorno<a class="tag" id="tag37" href="#note37">[37]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_43"></a>[43]</span>
+</p>
+
+<p>
+Francesco I, per soccorrere Cremona
+o Genova, aveva bensì fatte passare le
+Alpi al duca Claudio di Longueville con
+quattrocento uomini d'armi e sei mila
+fanti; ma questi, arrivato a Villanuova di
+Asti, ebbe la notizia dell'occupazione di
+Genova, e non trovandosi abbastanza forte
+per dare battaglia all'armata imperiale, o
+per istornare la convenzione di Cremona,
+ebbe ordine dal re di ritirarsi; ed i
+Francesi abbandonarono per quest'anno
+ogni loro progetto sull'Italia, tanto più che
+dovevano difendersi contro l'aggressione
+inaspettata d'Enrico VIII, che il 29 di
+maggio aveva dichiarata la guerra alla
+Francia, facendo in pari tempo sbarcare
+a Calais il conte di Surrei con sedici
+mila uomini, per secondare l'armata di
+Carlo V in Fiandra<a class="tag" id="tag38" href="#note38">[38]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La cacciata de' Francesi non apportò
+verun sollievo ai popoli d'Italia oppressi
+dalla guerra. L'armata di Prospero Colonna
+non riceveva verun sussidio nè da
+Carlo V, nè dal regno di Napoli: ed i
+soldati tedeschi e spagnuoli vivevano a
+discrezione nel Milanese. Ogni giorno i
+generali angustiavano le città con inaudite
+<span class="pagenum"><a id="Page_44"></a>[44]</span>
+contribuzioni o con prestiti forzati; il
+più piccolo ufficiale, posto con un distaccamento
+in un villaggio, credevasi autorizzato
+ad inventare una nuova tassa;
+tutto si riportava alla decisione della violenza
+militare, e l'ubbidienza si cimentava
+con crudeli supplicj dettati dal capriccio
+de' soldati spagnuoli<a class="tag" id="tag39" href="#note39">[39]</a>. Omai il
+Milanese era così ruinato che più alimentare
+non poteva le truppe necessarie alla
+sua difesa. Il marchese di Pescara le acquartierò
+negli stati della Chiesa, loro permettendo
+di vivervi a discrezione, malgrado la
+stretta alleanza dei papa coll'imperatore.
+Carlo di Lannoi, nuovo vicerè di Napoli,
+di concerto con don Giovanni Manuel,
+ambasciatore dell'imperatore a Roma,
+tassò nello stesso tempo gli stati indipendenti
+dell'Italia, per far loro mantenere
+l'armata imperiale. Obbligarono il ducato
+di Milano a pagar loro venti mila ducati
+al mese, Firenze quindici mila, Genova
+otto mila, Siena cinque mila, e Lucca
+quattro mila. Dovettero pure pagare una
+contribuzione i marchesi di Monferrato
+e di Saluzzo: e, malgrado le loro rimostranze,
+tutti questi stati sovrani dovettero
+<span class="pagenum"><a id="Page_45"></a>[45]</span>
+assoggettarsi agli ordini che loro davano
+subalterni ministri<a class="tag" id="tag40" href="#note40">[40]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lusingavansi gl'Italiani che giugnendo
+Adriano VI a Roma, arrecherebbe qualche
+sollievo alle loro miserie; ma il nuovo
+papa erasi di già trattenuto sei mesi
+in Ispagna dopo ricevuta la notizia della
+sua elezione, e non apparecchiavasi ancora
+alla partenza: e ciò che in ultimo
+lo persuase a porsi in viaggio, fu precisamente
+la circostanza cui fin allora
+erasi attribuito ogni suo ritardo. Sapevasi
+che Carlo V, che ancora trovavasi
+in Fiandra, annunciava di voler passare
+in Ispagna, e credevasi che Adriano, che
+era stato suo precettore, indi suo ministro,
+volesse conferire con lui prima di venire
+in Italia a prendere le redini della propria
+sovranità. Ma Adriano aveva fermamente
+stabilito d'agire qual comune padre
+de' fedeli, ed egli si era intimamente
+persuaso che il suo dovere lo chiamava
+prima di tutto a ristabilire la pace nella
+Cristianità, e che doveva far tacere la
+sua parzialità per Carlo V, se voleva che
+Francesco I l'accettasse per mediatore.
+Aveva scritto a quest'ultimo, a Luigia di
+Savoja di lui madre, alla duchessa d'Alenzon
+<span class="pagenum"><a id="Page_46"></a>[46]</span>
+di lui sorella<a class="tag" id="tag41" href="#note41">[41]</a>, per incoraggiarli ad
+adottare sentimenti di pace, promettendo
+loro la sua benevolenza. Stimò che
+aspettando Carlo V a Barcellona, siccome
+quegli gliene faceva istanza, avrebbe
+rendute sospette le sue parole; e quando
+seppe che Carlo, dopo avere fatta una
+visita ad Enrico VIII per tenerlo costante
+nella sua alleanza, era sbarcato a Villaviciosa,
+nelle Asturie, si affrettò di partire
+il 4 di agosto dalle coste della Spagna;
+e dopo avere dato fondo a Genova,
+indi a Livorno, fece il suo ingresso in
+Roma il giorno 29 dello stesso mese<a class="tag" id="tag42" href="#note42">[42]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Adriano VI aveva le virtù ed il sapere
+di un monaco, ed andava debitore della
+sua celebrità e della sua grandezza ai sorprendenti
+progressi che aveva fatti nello
+studio della teologia e della filosofia scolastica.
+Era di buona fede, zelante, temperato,
+umile, nemico del fasto, della
+simonia e della corruzione della corte di
+Roma. Ma bentosto agli occhi de' Romani
+parve un barbaro, straniero affatto
+<span class="pagenum"><a id="Page_47"></a>[47]</span>
+alle loro arti, ai loro costumi, alla loro
+politica, siccome al loro linguaggio. Leone
+X aveva raccolti nella sua corte i principali
+poeti del secolo; Adriano, invece
+di accordar loro il suo favore, li risguardava
+quali profani imitatori de' gentili,
+che macchiavano il Cristianesimo. Quando
+gli fu mostrato il Laocoonte del Belvedere,
+siccome il più bel monumento
+delle antiche arti, ne torse gli occhi con
+orrore, gridando «questi sono idoli dei
+pagani!» Cominciavasi a temere, che,
+come narrasi di san Gregorio, ordinasse
+un giorno di far calce per il tempio di
+san Pietro con tutte quelle statue, ultimo
+monumento della gloria e della grandezza
+romana<a class="tag" id="tag43" href="#note43">[43]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le eresie di Lutero offendevano assai
+più Adriano VI che il suo predecessore,
+perchè attaccavano quella filosofia scolastica,
+ch'egli risguardava come la prima
+scienza; ma d'altra parte aveva le
+stesse opinioni del riformatore intorno alla
+corruzione della disciplina; voleva seriamente
+mettere mano alla riforma degli
+scandali che avevano sollevata la Germania;
+ed i suoi pii disegni, forse più
+<span class="pagenum"><a id="Page_48"></a>[48]</span>
+che la sua barbarie, facevano tremare i Romani
+che vivevano col prodotto degli abusi
+della corte di Roma. Oltre a ciò, per
+terminare di renderlo del tutto esoso al
+popolo, due calamità resero celebre l'epoca
+della di lui venuta in Italia: da un
+canto la peste manifestossi in Roma, di
+dove passò anche a Firenze; ed Adriano,
+risguardando tutte le precauzioni sanitarie,
+ed i lazzeretti come superstizioni italiane,
+sospese le rigorose discipline, che
+vietavano ogni comunicazione cogli appestati,
+e contribuì in tal modo a dilatare
+il contagio<a class="tag" id="tag44" href="#note44">[44]</a>: d'altra parte nella
+stessa epoca fu da Solimano presa l'isola
+di Rodi al gran maestro Villiers de Lille
+Adam, dopo un memorando assedio, nel
+quale i cavalieri di Malta mostrarono
+estremo valore, mentre che l'imperatore,
+il re di Francia ed il papa, non
+pensavano a soccorrerli. Solimano fece
+il suo trionfale ingresso in Rodi lo stesso
+giorno di Natale del 1522, e così ebbe
+fine questo calamitoso anno per la Cristianità<a class="tag" id="tag45" href="#note45">[45]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_49"></a>[49]</span>
+</p>
+
+<p>
+Frattanto Adriano VI cercava di restituire
+la pace agli stati della Chiesa:
+non trovò ostacolo a scacciare da Rimini
+Sigismondo Malatesta; perciocchè i popoli,
+che da principio lo avevano accolto
+con entusiasmo, non avevano tardato ad
+accorgersi che questo piccolo principe
+non rendeva loro i vantaggi de' passati
+tempi, che avevano sperato di ricuperare
+con lui. I sudditi dei duchi di Ferrara e
+d'Urbino nutrivano affatto opposti sentimenti;
+essi conservavano un reale affetto
+verso le case d'Este e della Rovere, e
+quest'affetto regolò la condotta d'Adriano
+VI. Egli accordò al duca d'Urbino l'assoluzione
+da tutte le censure incorse sotto
+i due precedenti pontificati, e gli diede
+una nuova investitura de' suoi stati; ma
+lasciò il contado di Montefeltro ai Fiorentini,
+ai quali questo feudo era stato ceduto
+in pagamento dei debiti della Camera
+apostolica<a class="tag" id="tag46" href="#note46">[46]</a>. Accordò pure al duca Alfonso
+d'Este una nuova investitura del
+ducato di Ferrara, cui aggiunse i castelli
+di san Felice e di Finale in Romagna:
+<span class="pagenum"><a id="Page_50"></a>[50]</span>
+gli avrebbe egualmente rendute Modena e
+Reggio, la restituzione delle quali al
+duca era stata effettivamente promessa da
+Carlo V con un trattato firmato a Ferrara
+il 29 novembre del 1522; ma i ministri
+ed i cortigiani di Adriano, che risguardavano
+quest'atto di giustizia come una
+prova di debolezza o d'imbecillità, riuscirono
+ad impedirgli di rinunciare così
+alle conquiste de' suoi predecessori<a class="tag" id="tag47" href="#note47">[47]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Adriano VI, appena giunto a Roma,
+aveva scelto per suo principale ministro
+e confidente il cardinale di Volterra Soderini:
+desideroso com'egli era di riconciliare
+l'imperatore col re di Francia,
+aveva trovato nel Soderini, segreto partigiano
+della Francia, un linguaggio di
+moderazione e d'imparzialità, il quale gli
+si confaceva. Aveva ricusato di dare verun
+soccorso alla lega formata dal suo
+predecessore, e le sue offerte di mediazione
+erano state considerate come parziali
+per la Francia, a segno d'irritare
+assai don Giovanni Manuel, ambasciatore
+dell'impero<a class="tag" id="tag48" href="#note48">[48]</a>. Ma Francesco I, che
+<span class="pagenum"><a id="Page_51"></a>[51]</span>
+aveva accolte con grandissima deferenza
+tutte le proposizioni del papa, e che sempre
+aveva protestato di non desiderare
+che la pace, credeva impegnato il suo
+onore a non rinunciare al ducato di Milano.
+Perciò ne chiedeva la restituzione
+come principale condizione del trattato,
+e questa condizione non poteva in verun
+modo piacere a Carlo V; il quale, dopo tale
+conquista avendo acquietate le turbolenze
+della Castiglia e rinnovata l'alleanza coll'Inghilterra,
+era più a portata di difendere
+questo ducato, che non lo era stato di
+conquistarlo. L'ostinazione di Francesco I
+a domandare una restituzione che non
+poteva ottenere, persuase il papa che
+Francesco non desiderava sinceramente
+la pace. Nel mese di febbrajo<a class="tag" id="tag49" href="#note49">[49]</a> Adriano
+cominciò a minacciare scomuniche e
+censure ecclesiastiche contro que' principi
+che ricusassero di accettare ragionevoli
+condizioni di pace. In tale stato
+di cose il duca di Sessa intercettò alcune
+lettere del cardinale Soderini a suo nipote,
+il vescovo di Saintes, colle quali esortava
+Francesco I ad attaccare la Sicilia, ove
+un partito sarebbesi dichiarato per lui.
+<span class="pagenum"><a id="Page_52"></a>[52]</span>
+Tre grandi ufficiali di quest'isola vennero
+squartati a cagione delle loro intelligenze
+coi Francesi. Il papa, irritato che il suo
+proprio ministro, esortandolo alla pace,
+cercasse celatamente di accendere la guerra,
+fece arrestare e trarre in giudizio il
+Soderini, ed anche prima che fosse condannato
+ordinò la confisca de' suoi beni,
+ch'erano moltissimi, e nello stesso tempo
+abbracciò il partito dell'imperatore<a class="tag" id="tag50" href="#note50">[50]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le armi di Carlo V erano in Italia
+onnipotenti. La capitolazione di Cremona
+e la presa di Genova avevano poste in
+sua mano tutte le grandi città; ed i castelli,
+ne' quali i Francesi avevano lasciato guarnigione,
+cadevano uno dopo l'altro. Quello
+di Milano erasi renduto il 14 d'aprile,
+ed il duca Francesco Sforza ne aveva
+fatto prendere il possesso dai generali
+imperiali il 24 dello stesso mese<a class="tag" id="tag51" href="#note51">[51]</a>. Francesco
+I annunciava di nuovo grandiosi
+apparecchj per riconquistare il Milanese;
+ma alle sue parole non rispondevano gli
+<span class="pagenum"><a id="Page_53"></a>[53]</span>
+effetti; e siccome era continuamente occupato
+de' suoi piaceri, e sempre prodigo
+de' tesori dello stato per le sue feste
+e per i suoi amori, poteva credersi che
+mai non sarebbe in istato di ricuperare
+ciò che aveva perduto. Altro alleato più
+non gli restava che la repubblica di Venezia,
+la quale credevasi bensì obbligata
+a difendere il possedimento dei Milanese,
+ma non già a riconquistarlo per lui, dopo
+ch'egli avealo perduto. Venezia era tuttavia,
+in faccia all'imperatore, sotto la protezione
+della tregua che aveva terminata la
+guerra della lega di Cambrai. Finchè Carlo
+V avea dovuto lottare contro le ribellioni
+de' suoi sudditi e contro formidabili esterni
+nemici, aveva cercato di non accrescere
+il numero degli ultimi, ed acconsentito
+a non risguardare i Veneziani come in
+guerra con lui, malgrado i soccorsi che
+si erano obbligati di dare alla Francia.
+Ma quando cominciò a sentirsi più potente,
+parlò con un tuono più orgoglioso,
+e dichiarò di non volere più lungamente
+soffrire che uno stato quasi chiuso da ogni
+banda tra i suoi, godesse di tutti i vantaggi
+della pace, nel mentre che desso stato si
+manteneva per lui continuamente ostile<a class="tag" id="tag52" href="#note52">[52]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_54"></a>[54]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il papa, di concerto coll'imperatore,
+esortava tutte le potenze d'Italia a collegarsi
+per la difesa comune, volendo che
+reciprocamente si guarentissero gli attuali
+possedimenti. Dava inoltre per motivo di
+quest'alleanza il desiderio di mettere l'Italia
+in istato di difesa contro Solimano,
+imperatore dei Turchi, la di cui ambizione,
+riscaldata da nuove conquiste, facevasi
+sempre più minacciosa: ma i Veneziani,
+che conoscevano l'ordinaria sorte
+delle leghe formate dalla Chiesa, e che
+si applaudivano d'essere in pace col sultano,
+non volevano essere strascinati dal
+papa in guerra con quel formidabile vicino,
+a rischio d'essere poi abbandonati
+da tutti i loro alleati. Questo timore ed
+il rincrescimento di rinunciare all'alleanza
+della Francia, alla quale avevano fatti
+così grandi sagrificj, li tennero lungamente
+dubbiosi. La negoziazione si prolungò nove
+mesi, ne' quali fecero vani sforzi per
+sapere se Francesco I era finalmente disposto
+ad assecondarli potentemente, o se
+dovevano abbandonare un principe che
+abbandonava sè stesso. Il vescovo di Bayeux
+e Federico da Bozzolo furono mandati
+a Venezia dal re di Francia per attraversare
+una negoziazione di cui temeva
+i risultamenti; ma le magnifiche
+<span class="pagenum"><a id="Page_55"></a>[55]</span>
+loro promesse, così spesso smentite dalla
+esperienza, più non ispiravano confidenza.
+Dall'altro canto Girolamo Adorno, ambasciatore
+di Carlo V, morto prima di
+avere condotta a fine la negoziazione di
+cui era incaricato, venne rimpiazzato da
+Marino Caraccioli, protonotaro apostolico.
+Finalmente dopo lunghi contrasti,
+duranti i quali era pure morto il doge
+Antonio Grimani, cui era succeduto Andrea
+Gritti, fu sottoscritto, in sul finire
+di luglio, il trattato d'alleanza tra l'imperatore,
+suo fratello l'arciduca Ferdinando,
+Francesco Sforza, duca di Milano,
+e la repubblica di Venezia<a class="tag" id="tag53" href="#note53">[53]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le potenze contraenti si guarentivano
+reciprocamente i loro stati d'Italia, ma
+soltanto contro i principi cristiani; perchè
+la repubblica di Venezia, ferma nella
+presa risoluzione di non lasciarsi strascinare
+in veruna guerra contro i Turchi,
+ricusò perentoriamente di promettere la
+garanzia del regno di Napoli contro di
+loro. Il reciproco soccorso promesso dall'imperatore
+a nome del duca di Milano,
+e dai Veneziani, era di seicento uomini
+<span class="pagenum"><a id="Page_56"></a>[56]</span>
+d'armi, seicento cavaleggieri e sei mila
+pedoni. Inoltre il senato si obbligava a
+somministrare, in caso di bisogno, venticinque
+galere per la difesa del regno di
+Napoli. Ferdinando, fratello dell'imperatore,
+pienamente rinunciava per la somma
+di dugento mila ducati, che la repubblica
+obbligavasi a pagargli nel termine
+di otto anni, a tutte le pretese dell'arciduca
+d'Austria e dell'impero sullo stato
+veneziano<a class="tag" id="tag54" href="#note54">[54]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questo trattato, che, staccando i Veneziani
+dalla Francia, gli obbligava alla
+difesa de' suoi nemici, sembrava che dovesse
+rimuovere Francesco I da ogni nuovo
+tentativo sulla Lombardia, ove più non
+doveva trovare alleati. Pure il trattato non
+era appena sottoscritto, che si seppe che il
+re di Francia adunava nella Svizzera, a'
+piè dei Pirenei ed ai confini dell'Italia,
+una numerosa fanteria, e sembrava apparecchiato
+a dare esecuzione alle minacce
+che andava da gran tempo facendo.
+A tale notizia Adriano VI credette
+di dovere abbandonare le parti di pacificatore
+<span class="pagenum"><a id="Page_57"></a>[57]</span>
+cui fin allora erasi conservato fedele.
+L'Italia era in pace, sebbene continuamente
+divorata dall'armata imperiale,
+ed omai seguiva una sola bandiera;
+ma l'invasione di Francesco I vi riconduceva
+la guerra. Il papa giudicò che
+non si scosterebbe dal carattere di comun
+padre de' fedeli guarantendo lo stato attuale,
+e respingendo di concerto con tutti
+gli altri Italiani una straniera invasione:
+per ciò il 3 di agosto sottoscrisse in Roma
+col vicerè di Napoli una confederazione
+che si andava da lungo tempo trattando,
+colla quale il papa, l'imperatore, il re
+d'Inghilterra, l'arciduca d'Austria, il duca
+di Milano, il cardinale de' Medici a nome
+de' Fiorentini, i Genovesi, i Sienesi,
+i Lucchesi, obbligavansi a provvedere in
+comune alla difesa dell'Italia. Tra questi
+confederati, gli uni doveano somministrare
+l'artiglieria e le munizioni, altri il danaro,
+altri i soldati. La nomina del generalissimo
+spettava al papa ed all'imperatore; ed
+in quest'occasione l'imperatore affidò il
+comando di tutte le forze dell'Italia a
+Prospero Colonna. Ferdinando d'Avalos,
+marchese di Pescara, che nella precedente
+campagna aveva con lui diviso il
+comando, geloso dei favori che l'imperatore
+accordava al suo vecchio collega,
+<span class="pagenum"><a id="Page_58"></a>[58]</span>
+con cui erasi disgustato, aveva rinunciato
+alla carica di comandante della
+fanteria spagnuola, ed erasi recato a Valladolid,
+alla corte di Carlo V, per fare
+le sue lagnanze<a class="tag" id="tag55" href="#note55">[55]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le ostilità erano in sul punto di ricominciare,
+ma furono precedute dall'esplosione
+di due cospirazioni, che scoppiarono
+contemporaneamente in due opposte
+parti. Tra i cortigiani di Francesco
+Sforza, duca di Milano, trovavasi Bonifacio
+Visconti, suo ciambellano, che nudriva
+un segreto odio contro di lui e contro
+il Moroni, a motivo dell'assassinio di
+Ettore Visconti, suo parente, ch'egli credeva
+giustiziato per ordine loro, e perchè
+da loro era stato spogliato della prefettura
+di Val di Sesia. Il 25 di agosto,
+mentre tornava col duca da Monza a Milano,
+aveva questi ordinato ai dugento cavalli
+della sua guardia di tenersi a qualche
+distanza da lui per non incomodarlo colla
+polvere che facevano sollevare. Il duca
+<span class="pagenum"><a id="Page_59"></a>[59]</span>
+cavalcava una mula, e trovavasi lontano
+da tutta la sua gente, quando Bonifacio
+Visconti, che aveva un gagliardissimo cavallo
+turco, corse a briglia sciolta verso
+di lui in atto di ricevere qualche ordine;
+ma, fattosegli vicino, gli diede un colpo di
+pugnale in sul capo. L'impazienza del
+cavallo turco, e la paura della mula del
+duca, fecero strisciare il colpo, e lo Sforza
+non rimase che leggermente ferito in una
+spalla. Il Visconti, spronando il suo cavallo,
+fuggì con tanta rapidità, che invano
+fu inseguito dalla cavalleria del
+duca, e potè porsi in sicuro prima in
+Piemonte, poscia in Francia. All'istante
+Galeazzo Birago, Milanese del partito
+francese, avuto avviso della cospirazione,
+e non dubitando della morte del duca,
+s'impadronì di Valenza in sul Po e
+della sua cittadella, per aprire ai Francesi
+questa porta della Lombardia; ma non
+arrivarono i soccorsi di Francia che gli
+erano stati promessi; ed Antonio de Leyva,
+che aveva il comando di Pavia, venne subito
+co' suoi Spagnuoli ad assediare Valenza,
+che fu presa dopo due giorni,
+senza che questa cospirazione avesse altri
+risultamenti, che di far trarre alla
+tortura, indi al supplicio molti gentiluomini
+<span class="pagenum"><a id="Page_60"></a>[60]</span>
+milanesi sospetti di avervi avuto
+parte<a class="tag" id="tag56" href="#note56">[56]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il ritardo dei soccorsi francesi, aspettati
+dal Birago, procedeva in parte dalla
+cospirazione del contestabile di Borbone.
+Francesco I, dopo di avere respinti gli
+Inglesi ed i Fiamminghi in Picardia,
+aveva posta ogni sua cura nel formare
+una potente armata per riconquistare il
+ducato di Milano. Aveva caricate tutte
+le città e tutte le province d'inaudite imposte,
+e pressochè intollerabili; aveva
+domandate decime al clero, impegnate
+le sue entrate ai mercanti lionesi per
+procurarsi danaro contante; e con tali
+modi aveva infatti ragunato un sufficiente
+tesoro per supplire ai bisogni della più
+dispendiosa campagna. Scontento di tutti
+coloro che fin allora avevano comandate
+le sue armate, volle condurre egli medesimo
+le sue truppe in Italia, e tali
+erano i suoi apparecchj, che gli presagivano
+un buon successo. Aveva adunate
+mille ottocento lance, sei mila Svizzeri,
+due mila Valesani, due mila Grigioni,
+sei mila Landsknecht, tre mila
+<span class="pagenum"><a id="Page_61"></a>[61]</span>
+Italiani e dodici mila avventurieri francesi,
+che finalmente si era determinato
+di chiamare al mestiere delle armi, dopo
+avere sperimentato quanto gli fosse riuscita
+fatale la sua confidenza nelle truppe
+straniere<a class="tag" id="tag57" href="#note57">[57]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quest'armata erasi di già riunita tra
+Lione e le montagne del Delfinato, quando
+Francesco I ebbe i primi indizj del
+tradimento che meditava contro di lui il
+contestabile di Borbone. Carlo III, conte
+di Montpensieri e duca di Borbone, era
+il più ricco ed il più rispettato di tutti
+i principi del sangue; era capo del ramo
+di Borbone-Montpensieri, che, nel suo
+diritto alla corona, avrebbe preceduti i
+Borboni-Vendomi, avi d'Enrico IV. A
+grande valore ed a molte belle qualità
+univa un orgoglio irascibile, una smisurata
+ambizione, ed una prodigalità senza
+limiti che gli aveva fatti contrarre enormi
+debiti. Due anni prima aveva risentita con
+indignazione l'ingiustizia che pretendeva
+essergli stata fatta da Francesco I nelle
+<span class="pagenum"><a id="Page_62"></a>[62]</span>
+guerre di Fiandra, quando questi aveva
+data al duca d'Alenzon, suo cognato,
+piuttosto che a lui, contestabile di Francia,
+il comando della sua vanguardia<a class="tag" id="tag58" href="#note58">[58]</a>.
+Ma ciò che aveva spinto all'estremo il
+suo risentimento era il processo che gli
+aveva intentato innanzi al parlamento di
+Parigi Luigia di Savoja, madre del re,
+per riclamare da lui una parte dell'eredità
+di sua moglie, morta da poco tempo.
+Credeva non potere sperare giustizia dai
+tribunali in questa sua lite colla reggente,
+e risguardava questo processo come una
+prova della gelosia di Francesco I, che
+voleva ruinare la sua fortuna per poterlo
+più facilmente opprimere<a class="tag" id="tag59" href="#note59">[59]</a>.
+</p>
+
+<p>
+In Francia ed in altre monarchie feudali
+eransi frequentemente veduti i grandi signori
+ed i principi del sangue cospirare
+contro il capo dello stato, e non solo
+cercare di limitarne l'autorità, ma di
+precipitarlo dal trono, e di levargli la
+vita. Pure era riservato al Borbone di cospirare,
+non solo contro il suo re, ma
+altresì contro la sua patria; di volere distruggere
+<span class="pagenum"><a id="Page_63"></a>[63]</span>
+l'indipendenza nazionale, e la
+stessa esistenza del nome francese; di
+adoperarsi perchè la nazione francese, cui
+aveva l'onore di appartenere, fosse divisa
+tra gli stranieri, di lei ereditarj nemici. Il
+Borbone erasi venduto ad Adriano di Buren,
+deputato dell'imperatore, ed a Russel,
+deputato d'Enrico VIII. Col danaro
+da loro ricevuto erasi obbligato ad assoldare
+dodici mila uomini, e ad attaccare
+alla loro testa la Borgogna, tostocchè
+Francesco I avrebbe colla sua armata
+valicate le Alpi. In premio di questo tradimento
+la Provenza doveva essere per lui
+eretta in regno; egli dovea sposare Eleonora,
+sorella dell'imperatore Carlo V, e
+vedova d'Emanuele, re di Portogallo: tutto
+il restante della Francia doveva essere
+diviso tra l'imperatore ed il re d'Inghilterra;
+ed il nome di Francese doveva
+essere cancellato dai nomi delle nazioni<a class="tag" id="tag60" href="#note60">[60]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_64"></a>[64]</span>
+</p>
+
+<p>
+Avendo alcuni indizj eccitati i sospetti
+del governo, Boisì, fratello di La Palisse,
+San Valorì, direttore generale delle poste,
+ed il vescovo d'Autun, tutti complici
+della cospirazione del Borbone, furono
+arrestati. Francesco I andò a Moulins
+a visitare il duca di Borbone, che fingeva
+d'essere ammalato; gli comunicò i sospetti
+che si erano formati contro di lui, ma
+soggiunse che veruna prova non potrebbe
+parergli bastante a convincere suo cugino
+di così enorme delitto; e dichiarò che più
+non dubiterebbe della sua innocenza, se
+Borbone gliene dava la sua parola d'onore,
+e si obbligava nello stesso tempo
+a seguirlo in Italia. Il Borbone prese
+la mano del re con apparente trasporto
+di riconoscenza; gli protestò d'essere accusato
+a torto; domandò perdono della
+inconsideratezza de' suoi discorsi, che
+senza dubbio avevano dato motivo di
+calunniarlo, e giurò che, infermo come
+egli era, voleva farsi portare in lettiga
+dietro l'armata reale. In fatti questa lettiga
+seguì due giorni il re; ma non era
+destinata che ad ingannarlo. Borbone era
+partito la stessa notte da Moulins, e, fuggendo
+a precipizio, era giunto a Besanzon,
+fortezza in allora dell'imperatore, dove
+<span class="pagenum"><a id="Page_65"></a>[65]</span>
+aveva ordinato ai gentiluomini associati
+agl'infami suoi progetti di raggiugnerlo<a class="tag" id="tag61" href="#note61">[61]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Grande era il numero di coloro che
+avevano congiurato contro la patria, e
+molti appartenevano alle più illustri famiglie.
+Vi si annoveravano Filiberto di Chalons,
+principe d'Orange, destinato come il
+Borbone a figurare nelle calamità dell'Italia;
+Pomperano, Le Pelloux, Lurcì, Montbardone,
+Lalliere, Aymar di Prie, Hennuyer
+della Mothe, che si erano renduti
+gloriosi nelle precedenti guerre; e Francesco
+I stendeva i suoi sospetti, e non
+senza ragione, sul duca di Vendome e su
+tutta la casa di Borbone: quindi pensò
+di non potere in tale istante allontanarsi
+dal suo regno senza pericolo<a class="tag" id="tag62" href="#note62">[62]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dall'altro canto egli non voleva lasciar
+d'approfittare della più bella armata che
+avesse mai adunata. Sgraziatamente ne
+affidò il comando a Guglielmo di Gouffier,
+più noto sotto il nome di ammiraglio
+Bonnivet, il più amabile tra i suoi
+cortigiani, quegli che più d'ogni altro
+<span class="pagenum"><a id="Page_66"></a>[66]</span>
+sapeva adulare e piacere al suo padrone;
+ma quegli altresì ch'era men d'ogni altro
+capace di condurre un'armata, e che
+non aveva imparato ciò che saper deve
+un generale<a class="tag" id="tag63" href="#note63">[63]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Prospero Colonna, che, come generalissimo
+della lega, trovavasi incaricato
+della difesa dell'Italia, giaceva a quest'epoca
+abbattuto da lunga malattia, che non
+gli aveva soltanto indebolito il corpo ma
+ancora lo spirito. Erasi dato a credere
+di non aver a temere un'invasione francese,
+ed aveva licenziata parte della sua
+truppa; non aveva riparate le fortificazioni
+di Milano; per l'abituale negligenza
+dell'imperatore trovavasi senza danaro;
+e quando seppe, in principio di settembre,
+che i Francesi passavano le Alpi,
+sentì tutto il pericolo della sua posizione.
+Ad ogni modo egli sperava tuttavia
+di potere difendere contro l'armata
+francese il passaggio del Ticino;
+mentre che Antonio di Leyva, abbandonando
+tutto il paese posto al di là di
+questo fiume, erasi ritirato a Pavia colla
+<span class="pagenum"><a id="Page_67"></a>[67]</span>
+fanteria spagnuola, e che la difesa del
+Cremonese restava affidata ad una guarnigione
+di mille fanti<a class="tag" id="tag64" href="#note64">[64]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I Veneziani, per soddisfare agli obblighi
+contratti coll'imperatore, avevano
+tolto il comando delle loro truppe
+a Teodoro Trivulzio, zelante partigiano
+della Francia, e datolo a Francesco
+Maria della Rovere, duca d'Urbino. Il
+senato non poteva scegliere altro generale
+che nel modo di fare la guerra meglio
+accordare si potesse colla sua prudente
+politica: pareva che verun altro scopo
+non si proponesse nel comando delle armate,
+che quello di evitare ogni battaglia,
+ogni pericolo; e quando Prospero Colonna
+lo affrettò ad occupare Lodi, ad
+avanzarsi sulle sponde dell'Adda, o a
+passare questo fiume per proteggere Milano,
+egli vi si ricusò costantemente per
+tema d'incontrare i nemici<a class="tag" id="tag65" href="#note65">[65]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Era stato da Adriano VI nominato
+gonfaloniere della Chiesa il marchese di
+Mantova, il quale aveva allestita un'armata
+in riva al Po; ma questi ancora
+era egualmente disposto a non passare
+<span class="pagenum"><a id="Page_68"></a>[68]</span>
+Parma, per non compromettersi; onde
+non dava a Prospero Colonna alcuno effettivo
+soccorso. Giovanni de' Medici, comandante
+delle Bande nere, che suo
+cugino il cardinale Giulio aveva persuaso
+a lasciare il servizio della Francia per
+ritornare di nuovo a quello dell'imperatore,
+non aveva adottata così timida maniera
+di guerreggiare, ma le sue forze
+erano poco considerabili. Finalmente la
+barriera del Ticino, sulla quale principalmente
+confidava Prospero Colonna,
+per una straordinaria siccità, che aveva
+diminuite assai le acque del fiume, non
+presentava la consueta difficoltà al nemico.
+Questo vecchio generale, sebbene
+infermo, erasi fatto portare in lettiga in
+faccia a Vigevano, dove si era accampato
+Bonnivet. Bentosto trovandosi colà sotto
+il cannone del nemico, e vedendo che
+non solo la cavalleria francese, ma ancora
+i pedoni potrebbero guadare il Ticino,
+ne abbandonò le sponde, e ripiegò
+verso Milano senza avere perduto un
+solo uomo<a class="tag" id="tag66" href="#note66">[66]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_69"></a>[69]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il 14 di settembre del 1523, nello stesso
+giorno in cui l'armata di Bonnivet passò
+il Ticino per cominciare una decisiva
+campagna, un impreveduto avvenimento
+cambiò un'altra volta la bilancia delle
+parti, e gettò il disordine nella lega
+che aveva preso a difendere l'Italia contro
+i Francesi. Papa Adriano VI aveva
+celebrata la Messa il giorno 4 d'agosto
+sul monte Esquilino, ove festeggiavasi un
+miracolo della Vergine, e lo stesso giorno
+aveva con grande cerimonia pubblicata la
+lega conchiusa coll'imperatore. Affaticato
+da queste funzioni, rendute più penose
+da un eccessivo caldo, si era ritirato per
+desinare alla villa Mellini: colà lo assalì
+una leggiere febbre, ch'egli non credette
+in verun modo pericolosa; nè i suoi medici
+lo prevennero che corresse alcun rischio.
+Pure il suo male andava peggiorando,
+senza che veruna delle persone che lo
+assistevano paressero accorgersene; ed egli
+morì il 14 di settembre, quasi senza aver
+avuto il tempo di apparecchiarvisi<a class="tag" id="tag67" href="#note67">[67]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_70"></a>[70]</span>
+</p>
+
+<p>
+Appunto in tale epoca cominciava la
+guerra, nella quale Adriano aveva impegnata
+la Chiesa; gl'Italiani sapevano di
+già per esperienza tutto quanto avrebbero
+a soffrire dall'invasione di un'armata barbara,
+e temer potevano con ragione di essere,
+a cagione della morte del pontefice,
+del burrascoso conclave che pareva promettere
+l'animosità de' contrarj partiti
+abbandonati quasi senza difesa ai Francesi
+da loro provocati. Tuttavia agli occhi
+de' Romani non eravi calamità che potesse
+pareggiare quella d'avere alla testa
+del loro governo un papa barbaro, che
+non sapeva il loro linguaggio; che aborriva
+la poesia e le arti, cui essi dovevano quasi
+tutta la presente loro gloria; un papa
+che colla sua avarizia aveva ruinate tutte
+le famiglie arricchite sotto i precedenti
+pontificati; che aveva confiscati tutti gli
+ufficj venduti dai suoi predecessori; che
+mai non accordava una grazia, e che
+pareva essersi fatto un dovere di rimandare
+malcontenti tutti quelli che a lui
+si presentavano. Perciò la notizia della
+sua morte risvegliò in Roma un generale
+tripudio; ed all'indomani fu trovata
+la porta del suo medico, Giovanni Antracino,
+ornata di festoni di fiori con
+<span class="pagenum"><a id="Page_71"></a>[71]</span>
+questa iscrizione: Il senato ed il popolo
+romano al liberatore della patria<a class="tag" id="tag68" href="#note68">[68]</a>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_72"></a>[72]</span>
+</p>
+
+<h2>
+CAPITOLO CXV.
+</h2>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+<i>Elezione di Clemente VII. Disastrosa
+campagna de' Francesi in Italia sotto
+l'ammiraglio Bonnivet; campagna ancora
+più infelice di Francesco I, che
+viene fatto prigioniero nella battaglia
+di Pavia.</i>
+</p>
+
+<p class="center">
+1523 = 1525.
+</p>
+</div>
+
+<p>
+La gioja manifestata dai Romani per
+la morte di Adriano VI non deve inappellabilmente
+fissare la nostra opinione
+intorno al carattere ed alla politica d'un
+pontefice, contro il quale avevano le più
+gagliarde prevenzioni nazionali. Adriano
+non visse che un anno fra di loro, e
+sopra un così breve regno difficile cosa
+sarebbe il portare giudizio intorno alle
+sue opinioni ed a' suoi progetti. Da lungo
+tempo non erasi veduto sulla cattedra
+di san Pietro un papa di più buona fede;
+ma questa lealtà non era, per vero dire,
+troppo utile alla Chiesa, o allo stato da
+lui governati; questa lo rendeva più intollerante
+de' suoi predecessori intorno a
+tuttociò che spettava alla fede; lo dava
+quasi del tutto in balìa agl'intrighi de'
+<span class="pagenum"><a id="Page_73"></a>[73]</span>
+suoi consiglieri negli affari di stato, che
+egli confessava di non conoscere. Pure i
+torti che gli venivano più severamente
+rinfacciati, dipendevano dalle circostanze
+e dallo stato di spossamento in cui Leon X
+aveva lasciate, morendo, le finanze della
+Chiesa.
+</p>
+
+<p>
+Più istrutto che il suo predecessore
+intorno all'importanza delle nuove opinioni
+che si diffondevano in Germania,
+il 25 di novembre del 1522 aveva addirizzato
+alla dieta dell'impero, adunata
+a Norimberga, un breve, con cui severamente
+condannava le opinioni di Lutero,
+e richiamava contro quest'eretico
+e contro i suoi seguaci l'applicazione
+delle più rigorose pene. Ma in pari tempo
+candidamente confessava la corruzione
+della corte romana, e prometteva d'occuparsi
+intorno alla riforma de' di lei
+numerosi abusi, chiedendo intorno a questa
+necessaria riforma i consiglj della
+dieta. Fu questa domanda, che persuase
+i principi secolari della Germania a pubblicare
+quella lista, famosa nella storia
+della riforma, dei cento gravami contro
+la corte di Roma, lista che appoggiava
+le principali accuse de' luterani, e che
+mostrava quanto tutti gli spiriti erano
+<span class="pagenum"><a id="Page_74"></a>[74]</span>
+nelle parti settentrionali disposti ad abbracciare
+le nuove opinioni<a class="tag" id="tag69" href="#note69">[69]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il religioso zelo d'Adriano gli aveva
+fatto adottare tutti i pregiudizj e tutti gli
+odj degli Spagnuoli contro i Giudei ed
+i Mori convertiti, numerosa classe d'uomini,
+che chiamavansi <i>Marrani</i>, e che
+si sospettavano sempre segretamente affezionati
+al culto che avevano dovuto abbandonare
+per forza; questi erano venuti
+in grosso numero a Roma con tutte le
+loro ricchezze, per sottrarsi all'inquisizione
+di Spagna. Adriano VI, quando
+morì, stava contro di loro apparecchiando
+i più severi editti; egli voleva altresì assoggettare
+a nuove e più rigorose pene i
+bestemmiatori ed i simoniaci; gli pareva
+che questa parte della legislazione appartenesse
+più strettamente a' suoi favoriti
+studj della teologia; per altri rispetti non
+aveva volontà sua propria intorno ai pubblici
+affari, e conosceva di non intenderli
+bene<a class="tag" id="tag70" href="#note70">[70]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_75"></a>[75]</span>
+</p>
+
+<p>
+Per altro Adriano non aveva confidenza
+nel collegio de' cardinali; sembravagli che
+per la scandalosa loro condotta i membri
+del sacro collegio dovessero essere il primo
+oggetto della riforma che meditava; ma
+perchè sentivasi costretto d'abbandonarsi a
+coloro che conosceva più di lui illuminati,
+sceglieva un ristretto numero di confidenti
+e di ministri, ai quali affidava un'eccessiva
+autorità. Poco dopo diffidava di loro,
+e gli spogliava d'ogni potere; in tal
+guisa offendeva i cardinali ed i principali
+signori di Roma; rendeva la propria autorità
+vacillante; e non si guadagnava
+nemmeno il cuore di coloro, cui momentaneamente
+accordava il suo troppo
+precario favore.
+</p>
+
+<p>
+Il primo d'ottobre del 1523, entrarono in
+conclave trentasei cardinali per iscegliere
+un successore ad Adriano VI. Appena chiuso
+il conclave si videro collocarsi quasi tutti
+i cardinali sotto la direzione di due capi,
+che, gelosi l'uno dell'altro, si davano a
+vicenda l'esclusione, e tennero cinquanta
+giorni diviso il sacro collegio. Da un canto
+Pompeo Colonna, potente presso Carlo V
+in ragione dell'irremovibile attaccamento
+della sua famiglia alla causa imperiale,
+veniva riconosciuto come capo dai vecchi
+cardinali creati ai tempi di Giulio II, o
+<span class="pagenum"><a id="Page_76"></a>[76]</span>
+prima; dall'altro canto Giulio de' Medici
+disponeva di sedici suffragj tra i cardinali
+ch'erano stati creati sotto suo cugino
+Leon X. Rispetto a Wolsey, cardinale
+di York, che, dirigendo la politica dell'Inghilterra,
+aveva quasi sempre mirato
+a guadagnarsi i suffragj per una prossima
+elezione, e che aveva prima ottenuta la
+promessa di tutto il favore di Francesco
+I, poi di Carlo V, era al presente
+dimenticato dai due monarchi, e scartato
+da tutti i partiti. Altronde, dopo il malcontento
+cagionato dall'elezione d'Adriano
+VI, più non si sarebbe pensato a dare
+la tiara ad un oltremontano<a class="tag" id="tag71" href="#note71">[71]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La decisa opposizione del Colonna e
+della sua fazione, avendo impedita l'elezione
+del cardinale de' Medici, il quale
+per altro fin dal principio aveva avuti
+ventun voti, molti altri cardinali si misero
+successivamente in rango per essere
+nominati, come Fieschi, Farnese, Monti,
+Grassi, Soderini e Carvajale; essi reciprocamente
+cercavano d'acquistar voti senza
+per altro esporsi al rimprovero di simonia,
+e l'espediente, che loro sembrava
+più convenientemente tranquillizzare le
+<span class="pagenum"><a id="Page_77"></a>[77]</span>
+loro coscienze, era quello delle scommesse.
+Così i partigiani del Medici offrivano a
+tutti i cardinali del contrario partito di
+scommettere dodici mila ducati contro
+cento che il Medici non sarebbe papa;
+i partigiani del Soderini ne offrivano ancor
+essi dieci mila; e quest'ultimi avevano
+favorevole tutto il partito francese<a class="tag" id="tag72" href="#note72">[72]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questa lotta tra le due fazioni si andava
+prolungando con sì poca apparenza
+di conciliazione, che si cominciava a temere,
+che le due parti non si appigliassero
+a qualche pretesto per uscire dal
+conclave, formare due assemblee, ed eleggere
+due papi ad un tratto. Perciò i due
+capi rendevansi egualmente odiosi al popolo.
+Accusavansi il moderno Giulio ed
+il moderno Pompeo di volere colle loro
+discordie ruinare Roma un'altra volta.
+Un orribile fetore, che si era sparso nel
+conclave, ne rendeva insoffribile il soggiorno:
+i cardinali cadevano infermi, e
+soprattutto i più vecchi non potevano
+lungamente sostenere una così penosa reclusione.
+Il cardinale di Clermont propose
+Franciotto Orsini, ed il Medici finse di
+volergli dare i suffragj di tutta la sua fazione,
+<span class="pagenum"><a id="Page_78"></a>[78]</span>
+che, uniti a quelli della Francia,
+avrebbero decisa l'elezione. Temette allora
+il Colonna di vedere il supremo pontificato
+passare in una casa ereditaria nemica
+della sua; sentì la necessità di cedere,
+e, recandosi presso il cardinale de'
+Medici, gli offrì di farlo papa, purchè
+Giulio desse garanzie della sua riconoscenza<a class="tag" id="tag73" href="#note73">[73]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le proposizioni del Colonna furono
+tutte accettate; domandava che il Medici
+si riconciliasse col cardinale Soderini, e
+gli restituisse tutti i suoi beni; che perdonasse
+egualmente a tutti coloro che
+avevano operato contro di lui; che cedesse
+al Colonna l'ufficio di vicecancelliere
+della Chiesa col magnifico palazzo
+che occupava, fabbricato da Raffaele
+Riario. A tali condizioni Giulio fu la
+stessa notte adorato da quasi tutti i cardinali,
+ed all'indomani, il 18 di novembre,
+anniversario del giorno in cui due anni
+prima era entrato vittorioso in Milano,
+fu proclamato sotto il nome di Clemente
+VII. Era questo nome destinato a convalidare
+<span class="pagenum"><a id="Page_79"></a>[79]</span>
+la promessa che aveva data di
+perdonare a Pompeo Colonna, al Soderini
+ed a tutti i suoi nemici. A fronte
+dell'apparente unanimità de' voti, questa
+elezione dispiacque in modo ai vecchi
+cardinali, che ai sostenuti patimenti del
+conclave aggiugnendosi questo rammarico,
+in pochi giorni morirono Soderini,
+Grassi, Fieschi e Carvajale<a class="tag" id="tag74" href="#note74">[74]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Pochi pontefici erano giunti al trono
+pontificio con una più alta riputazione di
+Clemente VII: egli si era guadagnato
+l'amore de' Fiorentini, che governava
+da più anni con una quasi assoluta autorità,
+ed aggiugneva in tal modo alle
+forze della Chiesa quelle di questa repubblica
+ancora ricca e temuta malgrado
+il suo decadimento. Sapevasi ch'era stato
+il ministro principale di Leon X in tempo
+del suo pontificato, ed a lui s'ascrivevano
+tutte le più gloriose cose fatte da
+suo cugino, senza temere di trovare in
+lui i medesimi difetti. Non veniva accusato
+nè di amore disordinato per i piaceri,
+<span class="pagenum"><a id="Page_80"></a>[80]</span>
+nè di prodigalità, nè di vana pompa,
+ed erano conosciute la sua applicazione
+ed attitudine al lavoro; perciò la
+sua elezione fu celebrata con trasporti
+di giubbilo, e dai letterati, che da lui
+speravano i medesimi beneficj ond'erano
+stati colmati da Leon X, e dal popolo<a class="tag" id="tag75" href="#note75">[75]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il ristabilimento della pace negli stati
+della Chiesa fu il primo oggetto delle
+cure di Clemente VII. Alfonso, duca di
+Ferrara, aveva approfittato della morte di
+Adriano per riprendere Reggio e Rubbiera,
+dove lo aveva chiamato l'amore
+dei popoli; ed era entrato nella prima
+città il 29 di settembre. Due giorni prima
+erasi presentato ancora a Modena, ma la
+fermezza del Guicciardini, che n'era governatore,
+e l'attaccamento del popolo
+al dominio della Chiesa, gli avevano impedito
+d'impadronirsi di questa città. Tuttavolta
+il Guicciardini non aveva che
+pochi soldati, ed Alfonso si apparecchiava
+ad un secondo tentativo, quand'ebbe
+l'avviso dell'elezione di Clemente VII, la
+quale gli fece rinunciare a' suoi progetti.
+Così alcune turbolenze eccitate in Romagna
+da Giovanni di Sassatello a nome del
+<span class="pagenum"><a id="Page_81"></a>[81]</span>
+partito guelfo, ma col segreto appoggio
+de' Francesi, si acquietarono al solo nome
+del Medici<a class="tag" id="tag76" href="#note76">[76]</a><a class="tag" id="tag77" href="#note77">[77]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il governo di Firenze richiamò in seguito
+le cure del nuovo pontefice; era questa città
+tenuta da' partigiani del Medici in uno stato
+di abietta ubbidienza; e questi ne avevano
+dato prova in occasione dell'elezione di Clemente
+VII. Un riputato cittadino di sessantatre
+anni, il quale nella prossima estrazione
+dovea essere gonfaloniere di giustizia,
+Pietro Orlandini, aveva scommesso che il
+Medici non sarebbe papa. Quando gli fu
+chiesto il pagamento della scommessa,
+egli esclamò che l'elezione non aveva
+potuto essere canonica. Per questa sola
+parola, che sembrava manifestare mancanza
+di rispetto verso la casa de' Medici,
+gli otto della balìa lo fecero arrestare
+<span class="pagenum"><a id="Page_82"></a>[82]</span>
+il giorno 24 di novembre, e due
+ore dopo decapitare<a class="tag" id="tag78" href="#note78">[78]</a>.
+</p>
+
+<p>
+A Clemente VII spiacque quest'esecuzione,
+che doveva rendere odiosa la
+di lui autorità. In qualche maniera più
+non esisteva la famiglia de' Medici; egli
+stesso era stato legittimato, e consideravasi
+ancora come rappresentante Cosimo
+padre della patria, suo avo; ma dopo di
+lui più non restavano che due bastardi,
+Ippolito inallora di sedici anni, figliuolo
+naturale di Giuliano, duca di Nemours,
+il terzo de' figliuoli del magnifico Lorenzo,
+ed Alessandro, figliuolo naturale di Lorenzo,
+duca d'Urbino, figliuolo di Pietro,
+figlio primogenito del magnifico. Alessandro
+era nato da una schiava nel 1512,
+e la paternità di Lorenzo era per lo meno
+incerta. Non pertanto Clemente VII gli
+fece ottenere un ducato nel regno di Napoli,
+e dichiarare abile ad esercitare tutte
+le cariche della repubblica. Mandò questi
+due giovanetti a Firenze, Ippolito il giorno
+30 luglio del 1524, ed Alessandro il
+<span class="pagenum"><a id="Page_83"></a>[83]</span>
+19 giugno del 1525. Il primo fu fino da
+principio risguardato come capo dello
+stato, ed ebbe il titolo di <i>magnifico</i>. I
+suoi concittadini conservavano per lui
+l'amore che avevano avuto pel duca di
+Nemours, di lui padre, mentre Alessandro
+aveva ereditato l'odio eccitato tra i Fiorentini
+dall'arroganza di suo padre Lorenzo.
+Ad ogni modo nè l'uno, nè l'altro
+era ancora capace di governare lo
+stato, onde Clemente mandò a Firenze,
+col titolo di legato, Silvio Passerini, cardinale
+di Cortona, che fece il suo ingresso
+l'undici maggio del 1524, ed andò
+a prendere alloggio nel palazzo de' Medici,
+amministrando la repubblica con
+tutta l'autorità usurpata dai Medici dopo
+la loro tornata<a class="tag" id="tag79" href="#note79">[79]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma Clemente VII cominciava a governare
+la Chiesa in difficilissime circostanze,
+in cui la sorte di tutta l'Italia
+pareva attaccata alla sorte delle battaglie
+che avrebbero luogo nelle pianure della
+Lombardia. L'ammiraglio Bonnivet con
+quattro mila cavalli e trenta mila fanti
+aveva passato il Ticino, e cominciate le
+<span class="pagenum"><a id="Page_84"></a>[84]</span>
+ostilità il 14 di settembre, nel qual giorno
+era morto papa Adriano VI. Ne' due
+mesi che passarono fino all'elezione del
+suo successore, Bonnivet avrebbe potuto
+agevolmente ricuperare il Milanese e cacciare
+gl'imperiali da tutta la Lombardia,
+ma in quello spazio di tempo fece in
+cambio conoscere la sua incapacità, e
+calmò il terrore che aveva prima eccitato.
+</p>
+
+<p>
+Prospero Colonna era stato sorpreso,
+le sue forze non erano in verun modo
+proporzionate all'estensione del paese che
+doveva difendere, o ai mezzi del suo
+nemico; e quando si vide forzato ad abbandonare
+le rive del Ticino, ed a ripiegare
+sopra Milano, suppose che non
+potrebbe mantenersi in questa città. Infatti
+tutto ciò che potevano promettere
+gl'ingegneri era di ridurre la città in
+tre giorni a non essere esposta ad un
+colpo di mano, facendo intorno alle sue
+mura lavorare tutti gli zappatori che si
+potrebbero porre a loro disposizione;
+mentre che a Bonnivet non abbisognava
+che una mezza giornata per presentarsi
+sotto le mura, e non era credibile che
+egli trascurasse d'approfittare d'un tempo
+così prezioso<a class="tag" id="tag80" href="#note80">[80]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_85"></a>[85]</span>
+</p>
+
+<p>
+Pure Prospero fece inallora lavorare
+intorno alle fortificazioni come se fosse
+stato sicuro d'avere il tempo di ridurre
+il lavoro a fine; e Bonnivet per lo contrario,
+temendo di meritarsi i rimproveri
+d'inconsideratezza e di precipitazione fatti
+agli altri generali francesi, si trattenne
+tre giorni senza verun motivo sulle sponde
+del Ticino. Sperava che Prospero Colonna
+evacuerebbe spontaneamente la capitale,
+dalla quale egli allora potrebbe
+tirare immensi mezzi per la guerra,
+quando invece l'avrebbe esposta al saccheggio
+cercando di attaccarvi il nemico<a class="tag" id="tag81" href="#note81">[81]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quando Bonnivet seppe che Prospero
+Colonna, in cambio di ritirarsi, si fortificava
+in Milano, venne ad accamparsi a
+san Cristoforo, presso alle mura della
+città, tra le porte Ticinese e Romana, in
+un luogo renduto forte dai canali; di là
+mandò distaccamenti di cavalleria per il
+paese onde intercettare le vittovaglie, lusingandosi
+<span class="pagenum"><a id="Page_86"></a>[86]</span>
+di forzare in tal modo il Colonna
+ad uscire da una città nella quale
+troverebbesi tra poco esposto a grandi
+privazioni<a class="tag" id="tag82" href="#note82">[82]</a>. Bajardo e Federico da Bozzolo
+occuparono Lodi il 20 di settembre,
+e vittovagliarono il castello di Cremona,
+sperando di potere per mezzo
+del castello occupare ancora la città;
+ma sebbene conducessero trecento lance
+ed otto mila fanti, non ottennero l'intento
+loro<a class="tag" id="tag83" href="#note83">[83]</a>. In appresso si avanzarono
+verso Caravaggio e Monza, per
+togliere ai Milanesi le vittovaglie dei
+monti di Brianza. Prospero Colonna, sopraffatto
+da una malattia che doveva
+bentosto condurlo al sepolcro, facevasi
+rappresentare dal duca di Termes e da
+Alarcone, comandante della fanteria spagnuola.
+Aveva colla sua attività adunati
+in Milano ottocento uomini d'armi, ottocento
+cavaleggieri, quattro mila fanti
+spagnuoli, sei mila cinquecento tedeschi
+e tre mila italiani. Faceva avanzare il
+marchese di Mantova al mezzogiorno del
+<span class="pagenum"><a id="Page_87"></a>[87]</span>
+Po dalla banda di Pavia; aspettava ogni
+giorno nuovi rinforzi dalla Germania e
+dal regno di Napoli; e di già intercettava
+ai Francesi i viveri ch'essi avevano
+creduto di tirare dalla Lomellina<a class="tag" id="tag84" href="#note84">[84]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Erasi Bonnivet dato vanto di non imitare
+l'impeto e l'imprudenza degli altri
+capitani francesi, ma di fare la
+guerra agl'Italiani colle precauzioni italiane:
+pure così perdeva i vantaggi proprj
+della sua nazione senza poter acquistare
+quelli d'un'altra. Ogni picciola scaramuccia
+gli costava alcuni soldati, ed ognuna
+di tali perdite scoraggiava le sue truppe
+ed accresceva l'ardire dei nemici. I frequenti
+rovesci provati da' suoi distaccamenti
+lo forzarono all'ultimo a non far
+venire i suoi convoglj che con grosse
+scorte, a non ispedire a foraggiare che
+numerosi distaccamenti, ed a richiamare
+i corpi d'armata che chiudevano ai Milanesi
+le strade del monte di Brianza,
+facendo accampare tutte le sue truppe
+tra Marignano ed Abbiategrasso<a class="tag" id="tag85" href="#note85">[85]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_88"></a>[88]</span>
+</p>
+
+<p>
+La lentezza di Bonnivet aveva dato
+tempo agli alleati di adunare tutte le
+loro armate. Oltre le truppe spagnuole
+e tedesche che Prospero Colonna aveva
+in Milano, e quelle che Antonio di
+Leyva teneva sotto i suoi ordini a Pavia,
+il vicerè di Napoli, Carlo di Lannoy,
+si avvicinava col marchese di Pescara,
+il quale aveva ripigliato il comando
+della fanteria spagnuola. Il marchese
+di Mantova, a richiesta di Prospero
+Colonna, si era avanzato fino a Pavia
+coll'armata della Chiesa, il Vitelli, che
+comandava tre mila fanti al soldo de' Fiorentini,
+copriva la strada di Genova, ed
+il duca d'Urbino coll'armata veneziana era
+giunto in riva all'Adda. Malgrado il loro
+avvicinamento Bonnivet si era ostinato a
+mantenere la sua posizione sotto Milano,
+per tenere dietro ad una trama ordita
+da alcuni soldati di Giovanni de' Medici,
+che promettevano di dargli una porta
+della città; ma quando seppe che questi
+erano stati scoperti e condannati alla pena
+di morte, fece proporre a Prospero Colonna
+un armistizio fino al mese di maggio,
+obbligandosi a cedere tutte le conquiste
+fatte oltre il Ticino. Ma i generali
+<span class="pagenum"><a id="Page_89"></a>[89]</span>
+imperiali non volevano accettarla che a
+condizione che fosse evacuata tutta la Lombardia;
+e Bonnivet, senz'avere ottenuta una
+sospensione d'armi, fu costretto da abbondanti
+nevi a ritirarsi. Il 27 di novembre
+portò tutta la sua armata tra il Ticinello
+ed il Ticino ad Abbiategrasso ed a Rosate;
+e malgrado le istanze de' soldati, Prospero
+Colonna, fedele all'invariabile suo
+sistema di non fidare mai all'accidente ciò
+che ottenere poteva dall'ordinario corso
+delle cose, lasciò che tranquillamente si
+ritirasse<a class="tag" id="tag86" href="#note86">[86]</a>.
+</p>
+
+<p>
+A dir vero quest'era l'ultima prova
+che Prospero faceva della particolare sua
+tattica. Questo grande generale, che dava
+a vedere d'aver preso per modello Fabio
+Cunctatore, operò in certo qual modo una
+rivoluzione nell'arte della guerra. Fu egli
+il primo ad insegnare con quale arte,
+scegliendo le posizioni, ed eseguendo
+movimenti ben calcolati, un generale debole,
+o che diffida delle sue truppe, può
+stancheggiare l'attività de' suoi nemici,
+<span class="pagenum"><a id="Page_90"></a>[90]</span>
+ammorzarne l'impeto e dissiparne le forze,
+senza lasciar loro il conforto di dare
+una sola battaglia. Ne' tempi in cui visse
+i suoi talenti erano appunto quelli che
+si richiedevano dal suo partito per ammorzare
+l'impeto de' Francesi, o rendere
+inutile il cieco valore degli Svizzeri. Fu
+egli il primo a difendere senza venire a
+giornata un paese che da trent'anni era
+sempre stato o guadagnato, o perduto in
+una sola battaglia. Pure in quest'epoca
+stessa veniva già da otto mesi divorato
+dalla malattia che lo portava al sepolcro.
+La gelosia che fin allora aveva sentita
+contro Carlo di Lannoy, vicerè di Napoli,
+dovette dar luogo all'eccesso del dolore.
+Chiamò egli stesso a Milano questo ministro
+dell'imperatore; ma il Lannoy non
+volle che i moribondi occhi del suo rivale
+vedessero il successore che tanto avevano
+temuto. Si avanzò lentamente, onde
+entrare in Milano col marchese di Pescara
+solamente quando Prospero Colonna
+agonizzante avesse perduti i sentimenti.
+Questo grand'uomo morì il 30 dicembre
+del 1523<a class="tag" id="tag87" href="#note87">[87]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_91"></a>[91]</span>
+</p>
+
+<p>
+Bonnivet, avendo presi i suoi quartieri
+d'inverno, licenziò la fanteria francese
+levata nella Linguadocca e nel Delfinato,
+siccome quella che conosceva poco utile
+sebbene fosse molto dispendiosa. Calcolava
+d'avere in vece un corpo di fanteria
+svizzera, che faceva assoldare per
+l'imminente primavera. In pari tempo,
+per aprirsi una più facile comunicazione
+coi Cantoni, incaricò Renzo di Ceri di
+attaccare Arona sul lago Maggiore, dandogli
+per tale impresa sette mila fanti
+italiani. Ma Anchise Visconti, che difendeva
+questa fortezza con una guarnigione
+milanese, gli oppose una così ostinata
+resistenza, che Renzo di Ceri si vide
+costretto a levare l'assedio dopo avere
+battuta la fortezza trenta giorni, lanciandovi
+sei mila palle<a class="tag" id="tag88" href="#note88">[88]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Era altresì giunto in Milano il contestabile
+di Borbone con un rinforzo di
+sei mila Landsknecht. L'imperatore, che
+voleva protrarre il matrimonio del Borbone
+con Eleonora di Portogallo, e che
+cercava pretesti perchè non avesse effetto,
+<span class="pagenum"><a id="Page_92"></a>[92]</span>
+invece di permettere al contestabile di
+venire in Ispagna, gli aveva dato il supremo
+comando dell'armata d'Italia, incaricando
+il Pescara del comando della
+fanteria spagnuola, ed il Lannoy dell'amministrazione
+civile. Dal canto suo il
+duca d'Urbino aveva avuto ordine dal
+senato di Venezia di passare l'Adda, e
+di raggiugnere a Milano l'armata imperiale:
+onde era questa diventata più numerosa
+assai di quella di Bonnivet; ma era
+in preda al disastro che mai non abbandonava
+le armate dell'Austria; conciossiachè
+Carlo V non le mandava danaro. I
+soldi erano da molto tempo arretrati; i
+soldati saccheggiavano gli abitanti che
+loro davano l'alloggio; ed i varj stati
+dell'Italia venivano angariati dai generali,
+che da loro pretendevano enormi
+contribuzioni per supplire alle spese della
+guerra<a class="tag" id="tag89" href="#note89">[89]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'armata imperiale, a motivo de' prosperi
+risultamenti della precedente campagna,
+era piena di confidenza; scoraggiata
+per lo contrario era quella de' Francesi;
+e que' medesimi capitani, che fin allora
+erano stati i favoriti della fortuna, cominciavano
+<span class="pagenum"><a id="Page_93"></a>[93]</span>
+a provarla contraria. Il cavaliere
+Bajardo era stato incaricato di difendere
+Robecco coi signori di Mezieres e di
+San-Mesmes con dugento uomini d'armi,
+quattrocento cavaleggieri, e la fanteria
+del signore di Lorges: ma egli vi si
+lasciò sorprendere una notte del mese di
+febbrajo dal Pescara e da Giovanni de'
+Medici. Tre mila Spagnuoli, che per riconoscersi
+portavano sopra le armi una
+camicia bianca, cinsero da ogni banda
+la borgata, ed attaccarono i Francesi
+mentre dormivano; questi, quasi senza
+difendersi, furono in gran parte uccisi
+e fatti prigionieri; furono presi quasi tutti
+i loro cavalli; e Bajardo stesso si salvò
+a stento combattendo<a class="tag" id="tag90" href="#note90">[90]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Bonnivet aspettava in primavera potenti
+soccorsi che gli dovevan giugnere dalla
+Svizzera. Egli aveva bruciato il borgo di
+Rosate per riunire tutte le sue truppe in
+Abbiategrasso; ed avendo il Ticino alle
+spalle, poteva tirare dal paese coperto da
+quel fiume abbondanti provvigioni, che
+dovevano porlo in istato d'aspettare tranquillamente
+<span class="pagenum"><a id="Page_94"></a>[94]</span>
+nel suo campo fortificato la
+nuova stagione. Attaccandolo in tale posizione
+i nemici non potevano lusingarsi
+di felice riuscita; ma il marchese di
+Pescara propose l'ardito movimento di
+portare l'armata imperiale al di là del
+Ticino per porre Bonnivet tra quest'armata
+e Milano. Calcolò che i Francesi
+scoraggiati non oserebbero d'attaccare la
+capitale della Lombardia; ad ogni modo
+vi mandò il duca Francesco Sforza e
+Giovanni de' Medici con sei mila uomini;
+ed il 2 di marzo l'armata imperiale
+passò sopra tre ponti il Ticino, e venne
+ad accamparsi a Gambalò<a class="tag" id="tag91" href="#note91">[91]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Temendo il Bonnivet d'essere circondato,
+e di perdere ogni comunicazione col
+Piemonte, di dove riceveva le vittovaglie,
+passò ancor esso il Ticino, dopo avere lasciata
+una grossa guarnigione ad Abbiategrasso,
+e venne ad accamparsi a Vigevano
+sulla diritta del fiume. Intanto il duca d'Urbino
+avea attaccato e preso d'assalto Garlasco,
+terra assai forte tra l'armata imperiale e
+Pavia, che trovavasi occupata da' Francesi;
+<span class="pagenum"><a id="Page_95"></a>[95]</span>
+questi in ogni scaramuccia avevano perduti
+molti soldati e cavalli, onde Bonnivet,
+piuttosto che vedere così consumarsi
+la sua armata, presentò, sebbene
+più debole, due giorni di seguito la
+battaglia agl'imperiali. Ma Lannoy ed il
+contestabile di Borbone avevano determinato
+di non esporre all'incertezza di
+una battaglia generale i vantaggi che loro
+non potevano venir meno, preferendo di
+sorprendere alla spicciolata le posizioni
+del nemico. Attaccarono successivamente
+ed occuparono san Giorgio e Sartirana;
+persuasero la città di Vercelli a dichiararsi
+per loro; e prendendo una vantaggiosa
+posizione all'Arco di Mario, tra
+Vercelli e Novara, di già si lusingavano
+di costringere Bonnivet, che si era
+chiuso in Novara, a capitolare<a class="tag" id="tag92" href="#note92">[92]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma il generale francese aveva avviso
+che da ogni banda si avanzavano truppe
+in suo soccorso. Claudio di Longueville,
+duca di Rothelin, gli conduceva pel monte
+Ginevra quattrocento uomini d'armi, i
+quali erano di già arrivati a Susa. Attraversando
+<span class="pagenum"><a id="Page_96"></a>[96]</span>
+il san Bernardo erano giunti
+a Gattinara, al di là della Sesia, dieci
+mila Svizzeri; e cinque mila Grigioni,
+assoldati nel loro paese da Renzo di Ceri,
+erano entrati nel Bergamasco, e stavano
+per unirsi a Federico da Bozzolo, che gli
+aspettava a Lodi con un grosso corpo di
+fanteria italiana. Ma Giovanni de' Medici
+si affrettò di passare nel territorio di Bergamo
+con dugento cavalli e quattro mila
+fanti, ed unitovisi ad alcune truppe veneziane,
+chiuse la strada ai Grigioni; indi
+attaccandoli ogni giorno colla cavalleria
+o coll'infanteria leggiere, loro intercettando
+i convoglj, sorprendendo i loro distaccamenti,
+gli stancheggiò in maniera,
+che dopo tre giorni li forzò a ritirarsi ne'
+loro paesi<a class="tag" id="tag93" href="#note93">[93]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dopo aver fatti ritirare i Grigioni,
+Giovanni de' Medici prese Caravaggio, e
+ravvicinatosi al Ticino ruppe a colpi di
+cannone il ponte di Boffalora, che serviva
+di comunicazione tra il quartiere
+generale di Bonnivet a Novara ed Abbiategrasso
+<span class="pagenum"><a id="Page_97"></a>[97]</span>
+dove teneva molti magazzini.
+Il duca Francesco Sforza risolse di sforzare
+il napolitano Caraccioli che comandava
+mille fanti in Abbiategrasso; onde
+andò a raggiugnere Giovanni de' Medici
+sotto le mura di questa piazza colla milizia
+milanese, e dopo un vivo cannonamento
+la prese d'assalto. Vero è che
+i Milanesi pagarono assai caro questo vantaggio.
+La lunga dimora dell'armata francese
+in quella terra, i patimenti, la miseria,
+la sudiceria vi avevan generata la
+peste. I soldati saccheggiando Abbiategrasso
+contrassero essi medesimi il contagio;
+lo portarono a Milano col loro
+bottino, e questo flagello rapì in quella
+estate cinquanta mila abitanti alla capitale
+della Lombardia<a class="tag" id="tag94" href="#note94">[94]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Intanto Bonnivet, sempre più chiuso nel
+suo campo, ogni giorno perdendo qualche
+posto avanzato, più non potendo tirare
+vittovaglie dal Piemonte, e più non
+ritrovandone nelle ruinate vicinanze di
+Novara, vedeva consumarsi continuamente
+la sua armata per la malattia e per la
+<span class="pagenum"><a id="Page_98"></a>[98]</span>
+diserzione. Non solo i mercenarj che formavano
+la sua fanteria, ma gli stessi uomini
+d'armi, tutti appartenenti alla nobiltà
+francese, lo abbandonavano ogni giorno,
+dopo d'avere perduti i loro cavalli per
+mancanza di foraggi, ed avere lottato
+otto mesi contro le malattie e contro la
+fame. Dieci mila Svizzeri, che avevano
+valicato il san Bernardo, erano finalmente
+arrivati a Gattinara nella Valsesia;
+ma questi pensavano piuttosto a liberare
+i loro compatriotti del campo di Bonnivet,
+che a ricominciare una campagna
+che loro sperar non lasciava troppo prosperi
+avvenimenti. Malgrado le istanze
+di Bonnivet, non vollero passare la Sesia
+ingrossata da continue piogge; e ricusando
+di recarsi al suo campo, lo costrinsero
+a raggiugnerli dove si trovavano<a class="tag" id="tag95" href="#note95">[95]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Partì dunque Bonnivet da Novara una
+notte in sul cominciare di maggio, onde
+nascondere la sua ritirata ai nemici, e
+prese la strada di Romagnano, terra
+quasi in faccia di Gattinara. Sebbene
+il marchese di Pescara fosse avvisato della
+di lui partenza, ed avesse progettato
+<span class="pagenum"><a id="Page_99"></a>[99]</span>
+di prevenirlo, prendendo una più breve
+via di cui era padrone, l'armata francese
+arrivò a Romagnano alcune ore prima
+dei nemici, ed ebbe tempo di gettare
+un ponte sulla Sesia. Gli Spagnuoli, che
+l'avevano inseguito troppo precipitosamente,
+e che, respinti in alcune scaramucce,
+avevano prese pericolose posizioni,
+sarebbero stati facilmente sconfitti,
+se Bonnivet avesse potuto ridurre gli
+Svizzeri, arrivati presso Gattinara, a
+passare essi medesimi la Sesia ed a piombare
+con lui sopra i nemici che lo avevano
+inseguito: ma invano egli ne fece loro
+calde istanze; e quando vide di non poterli
+persuadere a ricominciare la guerra,
+passò nella stessa notte la Sesia con tutta
+la sua armata, per unirsi a loro<a class="tag" id="tag96" href="#note96">[96]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Fin qui la ritirata di Bonnivet erasi
+eseguita abbastanza felicemente, sebbene
+egli avesse lasciati sette cannoni sulla riva
+sinistra della Sesia. Aveva trovate le truppe
+fresche degli Svizzeri, le quali avevano
+ricevuto in mezzo alle loro schiere i suoi
+equipaggi e le sue truppe affaticate, ed
+<span class="pagenum"><a id="Page_100"></a>[100]</span>
+allo spuntare del giorno prendeva con
+loro il cammino d'Ivrea per tornare in
+Francia pel Basso Valese. Aveva collocata
+sulla riva del fiume una batteria per impedire
+agl'imperiali di passarlo, e ne
+aveva affidata la guardia a due battaglioni
+di Corsi e di Provenzali. Ma il marchese
+di Pescara ed il duca di Borbone, avendo
+trovato un luogo guadabile, cominciarono
+ancor essi a passare la Sesia; onde i Corsi
+spaventati abbandonarono i loro cannoni.
+Bonnivet per ricuperarli condusse egli
+medesimo un corpo di cavalleria col signore
+di Vandenesse, fratello di La Palisse.
+Bonnivet, ferito da una palla nel braccio
+sinistro, dovette ritirarsi dalla zuffa, e
+Vandenesse, ferito più gravemente in una
+spalla, morì dopo tre giorni<a class="tag" id="tag97" href="#note97">[97]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Bonnivet, trovandosi incapace di supplire
+più a lungo alle funzioni di comandante,
+affidò la condotta dell'armata al
+cavaliere Bajardo, il quale si pose coi
+suoi uomini d'armi nell'ultima linea,
+onde coprire la ritirata della fanteria.
+Aveva appena presa questa posizione che
+<span class="pagenum"><a id="Page_101"></a>[101]</span>
+vedendosi stringere dagli archibugeri spagnuoli,
+li caricò colla sua cavalleria per
+respingerli. «Ma, come Dio volle, fu
+tirato un colpo d'archibugio, la di
+cui pietra venne a ferirlo a traverso
+alle reni, e gli ruppe tutto il grosso
+osso della schiena. Quando sentì il
+colpo, si fece a gridare, <i>Gesù</i>! Poi
+soggiunse: <i>Ah! mio Dio, io sono morto</i>!
+Prese la sua spada per l'impugnatura,
+e baciò l'elsa come segno della croce,
+dicendo ad alta voce, <i>miserere
+mei Domine!</i><a class="tag" id="tag98" href="#note98">[98]</a>»
+</p>
+
+<p>
+«Frattanto Bajardo si fece levare da
+cavallo dal suo maestro di casa, che
+mai non l'abbandonò, e si fece porre
+a piè d'un albero col viso rivolto verso
+il nemico, ove il duca di Borbone, che
+inseguiva il nostro campo, venne a trovarlo,
+e disse al detto Bajardo che sentiva
+molta compassione di lui, vedendolo
+in quello stato per essere così virtuoso
+cavaliere. Cui il capitano Bajardo
+rispose, signore, voi non dovete compiangere
+me che muojo da uomo onorato,
+ma bensì io compiango voi, vedendovi
+servire contro il vostro principe,
+<span class="pagenum"><a id="Page_102"></a>[102]</span>
+la vostra patria, il vostro giuramento.
+E poco dopo il detto Bajardo
+spirò, e fu rilasciato un salvacondotto
+al di lui maestro di casa per portare il
+di lui corpo nel Delfinato, dove aveva
+avuti i natali<a class="tag" id="tag99" href="#note99">[99]</a>.»
+</p>
+
+<p>
+Gl'imperiali continuarono ad inseguire
+l'armata che si ritirava; ma l'ultimo
+corpo svizzero, più soffrire non potendo
+tanta molestia, si gettò su di loro con
+tanto furore a piena corsa, che li ruppe
+e li pese in fuga. Questo corpo di
+quattrocento uomini, che si era troppo
+slontanato dal corpo d'armata, fu in appresso,
+a dir vero, avviluppato ed interamente
+distrutto; ma la sua ostinata
+resistenza, ed il ritardo dell'artiglieria
+imperiale, diedero tempo a Bonnivet di
+eseguire la sua ritirata sopra Ivrea, ove
+i nemici cessarono d'inseguirlo. Lasciò
+ancora nella valle d'Aosta, nel forte di
+Bar, venti cannoni, disperando di poterli
+condurre a traverso al san Bernardo,
+e ricondusse pel Valese la sua armata in
+Francia<a class="tag" id="tag100" href="#note100">[100]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_103"></a>[103]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il duca di Longueville, sentendo a Susa
+che Bonnivet si era ritirato, riprese il
+cammino del monte Ginevra senza avere
+veduto il nemico. Novara si arrese a
+Giovanni de' Medici: Boisì e Giulio di
+Sanseverino, che comandavano in Alessandria,
+consegnarono questa città al marchese
+di Pescara, e Federico da Bozzolo
+abbandonò Lodi al duca d'Urbino. In
+poche settimane più non rimase un solo
+francese in Italia; anzi al contrario Bozzolo
+e Sanseverino avevano condotti
+nella Provenza e nel Delfinato circa cinque
+mila Italiani al soldo della Francia<a class="tag" id="tag101" href="#note101">[101]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'Italia era omai liberata dall'invasione
+francese, ed erasi ottenuto lo scopo delle
+due leghe contratte dall'imperatore sia coi
+Veneziani, sia col papa e coi piccoli
+stati d'Italia. Tutti gl'Italiani, oppressi
+dalle spese e dagli sforzi di una ruinosa
+guerra, altro omai non bramavano che la
+<span class="pagenum"><a id="Page_104"></a>[104]</span>
+pace; il papa lusingavasi di far guarentire
+lo stato attuale dell'Italia dal re
+d'Inghilterra che aveva contribuito alla
+vittoria, e dagli Svizzeri che coprivano
+i confini, e che in addietro si erano così
+vivamente adoperati per l'indipendenza
+della Lombardia. Clemente VII ordinava
+al suo nunzio in Inghilterra d'invocare
+i buoni ufficj d'Enrico VIII, per porre
+un termine all'arroganza ed alle vessazioni
+de' ministri dell'imperatore in Italia,
+per far rispettare la santa sede, cessare
+le contribuzioni straordinarie ricevute ogni
+mese dai Fiorentini, ristabilire il duca di
+Milano in un'assoluta indipendenza, e
+far godere ai Veneziani i vantaggi che
+si erano riservati in forza del loro trattato.
+Insomma trattavasi di far vedere se l'Italia
+aveva combattuto per iscuotere un
+giogo straniero, o soltanto per mutare
+il padrone; e dal tuono della lettera del
+datario apostolico scorgevasi che Clemente
+VII si era di già accorto che i frutti
+della vittoria non erano gran fatto meno
+amari di quelli della guerra<a class="tag" id="tag102" href="#note102">[102]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_105"></a>[105]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma i generali, che avevano trionfato
+in Italia, desideravano che la guerra
+producesse nuove guerre. Niun pensiero
+prendevansi della felicità degli stati che
+pretendevano difendere; bramavano di
+continuare il loro mestiere, di farsi nome
+con nuove imprese, e di trovare altre
+occasioni di esercitare un assoluto potere
+sulle fortune e sulla vita degli uomini.
+Il contestabile di Borbone prendeva maggiore
+interesse che gli altri per la continuazione
+della guerra. Scriveva all'imperatore
+ed al re d'Inghilterra essere giunto
+l'istante di superare i confini della
+Francia, di vendicarsi dei loro nemici,
+e di precipitare dal trono Francesco I.
+Diceva che al nome di Borbone si solleverebbero
+i suoi antichi vassalli, e verrebbero
+spontaneamente a collocarsi sotto
+le insegne straniere. Ignorava costui che
+il solo delitto d'avere chiamati gli stranieri
+nella sua patria, cambiava in odio
+ed in disprezzo tutto l'affetto che i Francesi
+avevano potuto avere per lui<a class="tag" id="tag103" href="#note103">[103]</a>.
+<span class="pagenum"><a id="Page_106"></a>[106]</span>
+Carlo V ed Enrico VIII credettero imprudentemente
+alle di lui parole; il primo
+ordinò alla sua armata di penetrare nella
+Provenza; l'altro gli mandò soccorsi, e
+promise in pari tempo di attaccare le
+province settentrionali della Francia.
+</p>
+
+<p>
+Fu nel mese di luglio che il contestabile
+di Borbone ed il marchese di Pescara
+passarono il Varo per entrare nella
+Provenza con sette mila landsknecht, sei
+mila fanti spagnuoli, due mila Italiani, e
+sei cento cavaleggieri: il vicerè Lannoy
+aveva promesso di seguirli a poca distanza
+con mille uomini d'armi. Ugo di Moncade
+con sedici galere costeggiava la Provenza
+per proteggere l'armata e trasportare l'artiglieria:
+ma Andrea Doria, che aveva il
+comando di una flotta francese più forte,
+prese una di queste galere e fece prigioniere
+il principe d'Orange; ne forzò tre
+altre a rompere sulla costa, le quali il Pescara
+fece bruciare perchè non venissero
+in mano del nemico; e costrinse il Moncade,
+dopo avere sbarcata la sua artiglieria
+ad Aix, a chiudersi nel porto di
+Monaco<a class="tag" id="tag104" href="#note104">[104]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_107"></a>[107]</span>
+</p>
+
+<p>
+Voleva il Borbone approfittare della
+sorpresa del re di Francia e dello spossamento
+cui era stata ridotta la sua armata
+nell'ultima campagna, per portarsi
+subito sopra Avignone o sopra Lione.
+Calcolava che nello stesso tempo un'armata
+spagnuola penetrerebbe nella Guienna,
+una inglese nella Picardia, e forse una
+tedesca nella Borgogna. Ma Carlo V ed
+Enrico VIII non si curavano di soddisfare
+per questo rispetto le promesse che gli
+avevano fatte; ed il marchese di Pescara,
+non volendo compromettere la sua armata
+conducendola nel cuore del regno,
+si ostinò perentoriamente a volere ristringere
+le sue operazioni all'assedio di Marsiglia<a class="tag" id="tag105" href="#note105">[105]</a>.
+</p>
+
+<p>
+A Filippo di Brion, conte di Chabot,
+era stata dal re affidata la difesa di Marsiglia,
+cui venne bentosto giù pel Rodano
+ad unirsi Renzo di Ceri coi cinque mila
+Italiani che avevano seguito Bonnivet
+nella sua ritirata. Tra costoro trovavansi
+molti gentiluomini, costretti dalle rivoluzioni
+d'Italia ad esiliarsi per sempre dalla
+loro patria. Tra gli altri vi si vedevano
+<span class="pagenum"><a id="Page_108"></a>[108]</span>
+alcuni emigrati pisani, determinati a non
+voler più soggiacere al giogo de' Fiorentini,
+e che, per la valorosa difesa che
+fecero in Marsiglia, acquistarono il diritto
+di cittadinanza francese, e vi si stabilirono
+colle loro famiglie. L'assedio fu
+infatti sostenuto colle più luminose prove
+di valore. L'artiglieria imperiale aveva
+aperte nelle mura larghissime brecce; ma
+il Pescara, dopo aver fatte riconoscere le
+disposizioni degli assediati, ricusò di dare
+l'assalto. Sapeva che Francesco I, accompagnato
+da La Palisse, erasi avanzato fino
+ad Avignone; che aveva colà ragunata
+una formidabile artiglieria, otto mila
+cavalli, quattordici mila Svizzeri, sei
+mila landsknecht, e dieci mila tra Francesi
+ed Italiani.
+</p>
+
+<p>
+Sia che l'armata del Pescara venisse respinta
+in un assalto, sia che prendesse la
+città dopo avere perduta molta gente
+nell'attacco, correva pericolo di essere
+soverchiata da forze tanto superiori. Dichiarò
+adunque in un consiglio di guerra,
+che il solo partito da prendersi era quello
+di una subita ritirata. E la necessità di
+questo consiglio parve ancora più urgente,
+quando seppesi nel campo imperiale,
+che Francesco I, dopo di avere passato
+il Rodano, aveva spinta la sua vanguardia
+<span class="pagenum"><a id="Page_109"></a>[109]</span>
+fino a Salon di Crau posta a metà strada
+tra Avignone e Marsiglia. Il Borbone
+s'arrese alla superiore esperienza del
+suo collega; fu imbarcata la grossa artiglieria;
+ma perchè il mare non era libero,
+si spezzò la maggior parte de' cannoni,
+e si caricò il bronzo sui muli, onde
+fonderli nuovamente giunti che fossero in
+Italia; ed alla fine di settembre l'assedio
+di Marsiglia, che mantennesi quaranta
+giorni, fu levato dall'armata imperiale,
+che s'avviò a marcie forzate alla volta
+di Nizza<a class="tag" id="tag106" href="#note106">[106]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Non pertanto i marescialli di Chabannes
+e di Montmorencì avevano raggiunta
+la coda dell'armata che ritiravasi con
+tanta celerità, e che, carica d'un immenso
+equipaggio, entrava in un povero paese,
+deserto ed alpestre, ove soffrì infinitamente.
+Il Pescara potè lodarsi di questa
+ritirata, siccome della sua più bella impresa
+militare, poichè salvò da un imminente
+pericolo la sua armata e più di
+dodici mila bestie da soma; ma i capi
+<span class="pagenum"><a id="Page_110"></a>[110]</span>
+che lo inseguivano hanno pure potuto
+darsi il vanto d'avere più d'una volta
+cambiata questa ritirata in una vera fuga,
+e d'avere arricchiti i loro soldati con una
+immensa preda. Il Pescara continuò a
+ritirarsi per Nizza, Albenga e Finale, e
+finalmente fece in un solo giorno la strada
+da Alba a Voghera, la quale è lunga ben
+quaranta miglia. Il vicerè Lannoy lo
+aspettava a Pavia, ove i generali imperiali
+erano impazienti di tenere un consiglio
+di guerra intorno ai mezzi di difendere
+la Lombardia<a class="tag" id="tag107" href="#note107">[107]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Infatti lo stesso giorno in cui il Pescara,
+uscendo dalle montagne della Liguria,
+era giunto ad Alba, Francesco I
+aveva fatto il suo ingresso in Vercelli.
+Invece di tener dietro all'armata imperiale
+sulla strada da lei tenuta, Francesco
+aveva sperato di ottenere più luminosi
+successi prevenendola in Italia. Egli
+aveva per difesa della Francia adunata
+una così potente armata, che parvegli
+capace delle più grandi conquiste. Vedeva
+<span class="pagenum"><a id="Page_111"></a>[111]</span>
+come Carlo ed Enrico non erano in istato
+di attaccarlo nè in Picardia, nè nella
+Guienna, e supponeva che l'armata che
+aveva eseguita una così faticosa ritirata
+a traverso alle montagne della Liguria,
+mal potrebbe contro di lui difendere la
+Lombardia. Si dice che questo progetto
+fu concepito dal solo re; che La Tremouille,
+Lescuns, d'Aubigni e Chabannes
+tentarono ogni via perchè non avesse effetto,
+mentre Bonnivet, La Barre, Chabot
+e San-Marsault lo incoraggiavano ad
+eseguirlo: ma che Francesco I, fermo nel
+suo pensamento, non volle aspettare sua
+madre, per la quale aveva sempre mostrata
+tanta deferenza, e che le aveva
+chiesta la grazia di abboccarsi con lei prima
+di partire. Qualunque si fosse l'autore di
+questo progetto, non deve essere giudicato
+dalla riuscita; poichè, se la campagna fosse
+stata condotta con intelligenza eguale all'ardore
+con cui venne cominciata, sarebbe
+stata probabilmente coronata da
+felice riuscita<a class="tag" id="tag108" href="#note108">[108]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_112"></a>[112]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma e Francesco I ed il suo favorito
+Bonnivet avevano il valore del soldato,
+non i talenti del generale: invece di regolarsi
+a seconda delle sole presenti circostanze,
+pareva che ad altro non pensassero
+che a correggere gli errori ne' quali
+erano precedentemente caduti; e perchè
+le circostanze più non erano le medesime,
+ciò che evitavano come un errore, spesso sarebbe
+stato loro di sommo vantaggio. Bonnivet
+non aveva pensato che a precauzionarsi
+contro la precipitazione e la temerità
+francese, e con dilungamenti inopportuni
+aveva perduta l'occasione di conquistare
+il Milanese. Dal canto suo Francesco I
+voleva correggere gli errori di Bonnivet
+tenendo una condotta affatto diversa.
+Prima di tutto volle occupare Milano,
+indi Pavia; ed invece avrebbe dovuto
+distruggere l'armata fuggitiva, che, scoraggiata
+da così lunga ritirata, non gli
+avrebbe potuto tener testa, s'egli non
+le avesse dato riposo.
+</p>
+
+<p>
+Le prime operazioni del re erano state
+ben dirette. Il signore di Lannoi evacuando
+Asti prima del di lui arrivo, aveva
+lasciati due mila uomini in Alessandria,
+sperando che l'armata francese si tratterrebbe
+ad assediarla; ma Francesco I
+voleva avanti tutto occupare Milano, persuaso
+<span class="pagenum"><a id="Page_113"></a>[113]</span>
+che le piazze che lasciavasi alle
+spalle s'arrenderebbero in appresso. La
+peste, che tutta la state aveva infierito in
+Milano, e fatte perire cinquanta mila
+persone, aveva costretto Francesco Sforza
+ed il suo cancelliere Moroni ad abbandonarla.
+Questi, malgrado le istanze del
+Pescara, ricusarono di rientrarvi per sostenere
+un assedio, e per lo contrario
+autorizzarono i cittadini a sottomettersi
+ai Francesi; onde il Pescara, che più non
+trovava ne' Milanesi, avviliti da tante
+calamità, nè zelo per la loro indipendenza;
+nè soccorsi pecuniarj, nè braccia pel lavoro,
+credette prudente consiglio di non
+tenere la sua armata in una città infetta
+di peste, che poteva diventare il suo sepolcro;
+perciò diede ordine di evacuarla,
+ed il 26 ottobre del 1524 le ultime truppe
+imperiali, comandate da Alarcone, uscirono
+per la porta Romana, mentre che
+le francesi vi entravano per le porte Ticinese
+e Vercellina. Il 30 ottobre vi fu
+mandato la Tremouille per assumere il
+comando come luogotenente del re: aveva
+con lui il conte di San-Paul, il signore
+di Vaudemont, il maresciallo di Foix e
+Teodoro Trivulzio. Settecento fanti spagnuoli
+formavano la guarnigione del
+<span class="pagenum"><a id="Page_114"></a>[114]</span>
+castello abbondantemente approvigionato<a class="tag" id="tag109" href="#note109">[109]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il disordine in cui trovavasi l'armata
+imperiale, lo scoraggiamento de' soldati
+che da oltre un mese ritiravansi a marcie
+forzate innanzi al nemico; la mal intelligenza
+che supponevasi tra i generali;
+l'impossibilità in cui si erano trovati
+di difendere Milano; tutto faceva
+conoscere che dovevansi inseguire caldamente
+senza lasciarli respirare. Il marchese
+di Pescara, uscendo di Milano,
+erasi ritirato a Lodi; ma sapevasi che la
+maggior parte de' di lui soldati, oppressi
+dalla fatica, e non sentendosi abbastanza
+forti per difendersi, avevano gettate le
+armi; che quasi tutta la cavalleria era
+smontata, avendo perduti i cavalli nelle
+lunghe marcie sulle montagne; che Lodi
+non poteva resistere più di Milano; e
+che, potendo i Francesi passare l'Adda
+prima degl'imperiali, l'armata degli
+ultimi non poteva a meno di non
+<span class="pagenum"><a id="Page_115"></a>[115]</span>
+essere tagliata fuori e distrutta, o fatta
+prigioniera. Sgraziatamente avevano persuaso
+a Francesco I che una guerra reale,
+una guerra in cui egli comandava personalmente
+le armate, non doveva trattarsi
+colle comuni regole della tattica, e
+che avanti tutto dovevasi osservare ciò
+che richiedeva l'onore della corona. Quest'onore,
+gli si diceva, non permetteva
+ch'egli entrasse in Milano finchè la fortezza
+era nelle mani de' nemici; che si
+lasciassero alle spalle piazze non sottomesse;
+e per ultimo che si perdonasse
+a coloro che in una terra mal fortificata
+avevano l'insolenza di resistergli<a class="tag" id="tag110" href="#note110">[110]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'ammiraglio Bonnivet era colui che
+più d'ogni altro intratteneva il re di
+questa fallace gloria; e fa pure lo stesso
+Bonnivet che lo persuase a richiamare
+le truppe di già in cammino alla
+volta di Lodi, per far loro prendere la
+strada di Pavia, non convenendo alla
+dignità del re di Francia di andare in
+traccia di nemici lontani, quando altri ne
+<span class="pagenum"><a id="Page_116"></a>[116]</span>
+aveva più vicini<a class="tag" id="tag111" href="#note111">[111]</a>. I generali imperiali
+in questa loro disfatta si erano separati.
+Antonio di Leiva erasi incaricato di difendere
+Pavia con cinque mila Tedeschi,
+cinquecento Spagnuoli, e due compagnie
+di cavalleria comandate da Garzia Manrique.
+Il marchese di Pescara trovavasi
+in Lodi col rimanente della fanteria spagnuola,
+intenzionato di continuare la sua
+ritirata: ma quando vide che i Francesi
+lo lasciavano respirare, pensò di afforzarvisi.
+Il Lannoi passò l'Adda e si
+accampò in Soncino colla cavalleria;
+mentre il Borbone recossi precipitosamente
+in Germania, onde ottenere dall'arciduca
+Ferdinando potenti soccorsi, senza i quali
+l'Italia era irremissibilmente perduta per
+la casa d'Austria. Francesco Sforza ed
+il cancelliere Moroni si chiusero in Pizzighettone,
+e poco dopo in Cremona<a class="tag" id="tag112" href="#note112">[112]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Francesco I aveva in allora sotto i suoi
+ordini due mila lance, otto mila fanti
+tedeschi, sei mila Svizzeri, sei mila avventurieri
+in gran parte francesi, e quattro
+<span class="pagenum"><a id="Page_117"></a>[117]</span>
+mila Italiani. Con questa formidabile armata
+andò il 28 ottobre ad accamparsi
+a san Lanfranco presso le mura di Pavia,
+facendo dall'altra parte del Ticino occupare
+il sobborgo di sant'Antonio dal signore
+di Montmorencì. Siccome per prendere
+questa posizione bisognava impadronirsi
+di un ponte sul fiume, protetto da
+una torre, fece appiccare coloro che la
+custodivano per avere ardito di resistere
+ad un re di Francia<a class="tag" id="tag113" href="#note113">[113]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il re fece subito porre allo scoperto una
+batteria in faccia alle mura, e tentò per due
+giorni di seguito di praticarvi una breccia.
+Ma dietro la breccia, ch'egli effettivamente
+aprì nella muraglia esterna, trovò larghe
+e profonde trincee, ben fiancheggiate,
+e le case con feritoje occupate dagli archibugeri.
+Dopo avere perduti molti buoni
+ufficiali nell'assalto che fece dare, conobbe
+che contro una guarnigione così
+numerosa, comandata da così esperimentato
+capitano qual era Antonio di Leiva,
+si doveva procedere a regolare assedio.
+Cominciò dunque ad aprire delle trincee
+per collocare i cannoni in batteria, coprendo
+i suoi fianchi con cavalli di frisa.
+In pari tempo fece cavare delle mine nelle
+<span class="pagenum"><a id="Page_118"></a>[118]</span>
+quali bisognava disputarsi il terreno palmo
+a palmo. Cercò pure col consiglio dei
+suoi ingegneri di svolgere uno de' due
+rami del Ticino, per lasciare a secco le
+mura a piè delle quali scorreva: infatti
+questo fiume, due miglia al disopra di
+Pavia, dividesi in due rami, uno de' quali
+bagna le mura della città, l'altro, chiamato
+il Gravellone, se ne scosta un buon
+miglio e si riunisce di nuovo al primo,
+avanti di mettere foce in Po. Trattavasi
+di far passare nel Gravellone tutta la massa
+delle acque. Ma in quasi tutte le circostanze
+l'impeto delle acque non rispettò
+i lavori degl'ingegneri militari. Abbondanti
+piogge distrussero in poche ore
+l'opera di molte settimane; l'assedio aveva
+di già assorbito un tempo prezioso,
+e consumato molto danaro e molta gente,
+senza che l'armata francese avesse ottenuto
+verun vantaggio<a class="tag" id="tag114" href="#note114">[114]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Mentre che l'assedio di Pavia avanzava
+con estrema lentezza, facevano maggior
+danno all'imperatore le negoziazioni che
+<span class="pagenum"><a id="Page_119"></a>[119]</span>
+non le armi francesi. Il cardinale Wolsei
+cercava segretamente di alienare Enrico
+VIII, suo padrone, dall'alleanza, cui egli
+stesso avevalo più degli altri consigliato.
+Il papa Clemente VII protestava di non
+volere, come padre comune de' fedeli,
+soccorrere un monarca contro l'altro.
+Erasi rifiutato di rinnovare la federazione
+sottoscritta dal suo predecessore, e dopo
+la ritirata dell'ammiraglio Bonnivet nel
+precedente anno, si era considerato come
+straniero in una guerra continuata dalla
+sola ambizione di Carlo V. I Veneziani
+sospiravano dietro l'antica loro alleanza
+colla Francia, ed aspettavano consiglio
+dagli avvenimenti; tutti avevano osservato
+con estrema diffidenza, che l'imperatore,
+non contento di disporre a voglia sua dello
+stato di Milano come se fosse cosa sua, aveva
+pretestati i più frivoli motivi per non
+accordarne l'investitura a Francesco Sforza.
+Ma quando il papa ebbe certa notizia
+che l'armata imperiale, incapace di resistere
+ai Francesi, non faceva verun
+movimento per liberare Pavia dall'assedio,
+al malcontento che gli aveva dato
+Carlo V si aggiunse il timore d'irritare
+Francesco I. Egli non volle essere più
+oltre creduto nemico di un principe contro
+il quale niuna armata ardiva mantenersi
+<span class="pagenum"><a id="Page_120"></a>[120]</span>
+in campagna, e mandò Giovanni
+Matteo Giberti, vescovo di Verona e
+datario apostolico, a trattare coi Francesi<a class="tag" id="tag115" href="#note115">[115]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Presentavasi il Giberti come mediatore
+ed aveva perciò visitati a Soncino il vicerè
+e gli altri capitani imperiali, portando
+loro parole di pace; ma questi, incoraggiati
+dalla resistenza di Pavia, gli avevano
+risposto che non tratterebbero con Francesco
+I, finchè questi conservasse un palmo
+di terra nel ducato di Milano. Quando
+in appresso il Giberti arrivò presso il re di
+Francia, questi che dalla lentezza del
+fuoco degli assediati supponeva che cominciassero
+a mancare di munizioni, gli
+rispose che una fiorente armata qual era
+la sua, non era destinata alla sola conquista
+di Milano e di Genova, ma che
+lusingavasi di ricuperare anche il regno
+di Napoli<a class="tag" id="tag116" href="#note116">[116]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_121"></a>[121]</span>
+</p>
+
+<p>
+Dopo questi esperimenti di generali
+negoziazioni, il vescovo di Verona si
+fece a parlare della riconciliazione del
+suo padrone colla Francia. Il re altro
+non gli chiedeva che una semplice neutralità;
+ed infatti Clemente VII obbligossi
+in nome proprio ed a nome dei
+Fiorentini, a non dare veruna nè segreta
+nè palese assistenza ai nemici del
+re. Dal canto suo Francesco prometteva
+la sua protezione al papa ed ai Fiorentini,
+e si obbligava a mantenere in Firenze
+l'autorità de' Medici. Nello stesso
+tempo, ed alle stesse condizioni Clemente
+VII trattò per i Veneziani, e la negoziazione
+da lui intavolata venne confermata
+dal senato di Venezia in principio
+di gennajo del 1525. Ambidue provavano
+i medesimi timori sia che i Francesi o
+gl'Imperiali fossero vittoriosi; ambidue desideravano
+ardentemente una pace, finchè
+le forze loro erano press'a poco eguali;
+ambidue avrebbero voluto impedire alle
+potenze belligeranti di venire ad un fatto
+decisivo. Ma il debole carattere di Clemente
+VII, la sua avarizia, la sua irrisoluzione,
+lo ritrassero dal seguire i consigli
+che gli davano i suoi più saggi ministri,
+cioè di far avanzare una formidabile
+armata sul Po, di riunirla a quella
+<span class="pagenum"><a id="Page_122"></a>[122]</span>
+de' Veneziani, rendendo così rispettabile
+la neutralità de' due più potenti stati
+d'Italia, invece di lasciarla in balìa del
+vincitore<a class="tag" id="tag117" href="#note117">[117]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il mezzo che Clemente VII riputò più
+conveniente per affrettare le negoziazioni
+di una pace generale, fu quello di tenere
+inquieti i generali imperiali rispetto
+al regno di Napoli. Pare adunque, che consigliasse
+da principio a Francesco la spedizione
+del duca d'Albanì nel mezzogiorno
+d'Italia, dal che però cercò in appresso
+di dissuaderlo. Francesco I, che vedeva
+l'impossibilità di spingere vivamente l'assedio
+di Pavia durante la cattiva stagione,
+e che di mal animo teneva oziosa una
+così numerosa armata, aveva date a Giovanni
+Stuard, duca d'Albanì, dugento
+lance, seicento cavaleggieri ed otto mila
+pedoni, perchè s'incamminasse alla volta
+di Napoli<a class="tag" id="tag118" href="#note118">[118]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_123"></a>[123]</span>
+</p>
+
+<p>
+Tosto che la fazione francese nel regno
+di Napoli ebbe sentore della mossa del
+duca d'Albanì, cominciò subito a sollevarsi;
+i baroni angiovini, la città dell'Aquila
+e tutti gli Abruzzi, sembravano
+apparecchiati a tentare una rivoluzione.
+Il consiglio di Napoli scrisse al signore
+di Lannoy, che, se non voleva perdere
+il regno affidatogli, doveva sollecitamente
+ricondurvi l'armata imperiale per
+respingere l'invasione straniera, e contenere
+i malcontenti. Infatti il vicerè, spaventato
+da questi avvisi, voleva accorrere
+alla difesa del suo territorio; ma vi si
+oppose il marchese di Pescara onde non
+s'indebolisse l'armata di Lombardia. Egli
+dimostrò che conveniva difendere Napoli
+e Pavia, conciossiachè un solo vantaggio
+avuto sopra Francesco I bastava per richiamare
+il duca d'Albanì anche vittorioso,
+mentre invece, ove pure il duca
+rimanesse perdente nel regno di Napoli,
+i di lui rovesci non potrebbero por fine
+alla guerra di Lombardia. Si prese quindi
+il partito di mandare a Napoli il
+duca di Traietto con ordine di levare
+contribuzioni nel paese, e di provvedere
+<span class="pagenum"><a id="Page_124"></a>[124]</span>
+nel miglior modo che potrebbe alla difesa
+del regno colle sole milizie nazionali,
+mentre che si terrebbero in Lombardia
+tutte le forze imperiali<a class="tag" id="tag119" href="#note119">[119]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'assedio di Pavia procedeva poco vigorosamente,
+perchè i Francesi cominciavano
+a mancare di munizioni: dall'altro
+canto il duca d'Albanì attraversava l'Italia
+con estrema lentezza, accrescendo
+così fede all'universale opinione, che
+piuttosto cercasse d'intimorire gl'Imperiali,
+che di fare realmente la conquista
+del regno. Pure la sua marcia serviva
+ai Francesi per formare nuove alleanze,
+facendo dichiarare per loro i deboli stati,
+che il solo timore aveva strascinati nella
+lega dell'imperatore. Alfonso d'Este, duca
+di Ferrara, domandò di essere nuovamente
+ricevuto sotto la protezione francese, e
+la comperò con un sussidio di settanta
+mila fiorini, venti mila de' quali vennero
+pagati in munizioni d'artiglieria. Giovanni
+de' Medici, il celebre comandante delle
+bande nere, venne incaricato di condurre
+<span class="pagenum"><a id="Page_125"></a>[125]</span>
+a Pavia queste munizioni; egli aveva di
+fresco mutato nuovamente partito, lagnandosi
+d'essere stato dagl'Imperiali trascurato
+nella precedente campagna, ed era giunto
+al campo francese il 4 di dicembre colla
+formidabile sua truppa. Il duca d'Albanì
+penetrava in Toscana per la via della
+Garfagnana. In principio di gennajo gli
+si unì Renzo di Ceri con tre mila fanti
+italiani sbarcati da una flotta francese.
+Lucca gli pagò dodici mila ducati e gli
+diede alcuni cannoni. Firenze lo accolse
+come generale di una potenza amica;
+Siena non solo acquistò la protezione
+della Francia con una contribuzione, ma
+dovette acconsentire al richiamo del figlio
+di Pandolfo Petrucci, nelle di cui mani
+Clemente VII desiderava di vedere riposto
+il governo di quella città. Finalmente
+il papa, quando l'Albanì fu vicino
+a Roma, pubblicò il trattato di neutralità
+conchiuso colla Francia, e fin allora
+tenuto segreto<a class="tag" id="tag120" href="#note120">[120]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_126"></a>[126]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma sebbene il duca d'Albanì fosse
+entrato nello stato di Roma, e che assoldasse
+nuovi fanti nelle terre degli Orsini,
+mentre che dal canto loro i Colonna
+ne assoldavano altri a Marino per difendere
+il regno di Napoli, gli occhi di tutta
+l'Europa non erano volti a questi avvenimenti,
+ma soltanto a ciò che accadeva
+in Lombardia. Il Borbone era colà tornato
+verso la metà di gennajo, conducendo
+dalla Germania cinquecento cavalli borgognoni
+e sei mila fanti che gli erano stati
+dati dall'arciduca Ferdinando, con un corpo
+di quasi altrettanti volontarj assoldati
+dalle città imperiali e dalla nobiltà immediata.
+Marco Sittich d'Embs e Niccolò,
+conte di Salm, comandavano i primi,
+Giorgio Frundsberg gli altri. I Veneziani,
+che non eransi obbligati che ad una perfetta
+neutralità, loro accordarono il libero
+passaggio<a class="tag" id="tag121" href="#note121">[121]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dopo avere ricevuto questo rinforzo,
+l'armata imperiale si trovò superiore a
+quella di Francia, ma mancava assolutamente
+<span class="pagenum"><a id="Page_127"></a>[127]</span>
+di danaro; Carlo V, seguendo
+la sua pratica, non ne mandava nè
+dalla Spagna, nè dalla Fiandra: non
+poteva somministrarne il regno di Napoli
+chiamato a difendere sè medesimo;
+il ducato di Milano, che fin allora
+aveva mantenuto l'armata, oltre l'essere
+interamente ruinato, era in gran parte
+occupato da' Francesi; e gli stati indipendenti
+d'Italia non pagavano più le
+contribuzioni loro precedentemente estorte
+a viva forza. In Pavia Antonio di Leiva
+non aveva più polvere, mancava di vino
+e d'ogni altra vittovaglia, ad eccezione
+del pane. I soldati, anche prima che cominciasse
+l'assedio, non ricevevano da
+lungo tempo il loro soldo, e di già cominciavano
+a domandarlo con minacciose
+grida, onde Leiva temeva che non dessero
+la città ai nemici. Prese perciò tutti
+gli argenti delle chiese, e ne coniò una
+nuova moneta che loro distribuì; il Pescara
+trovò il modo di fargli passare tre
+mila ducati, la quale piccola somma servì
+a far credere agli assediati che il danaro
+pel loro soldo si trovava nel campo
+imperiale; ma ch'era quasi impossibile
+il farlo giugner loro a traverso alle linee
+degli assedianti. Finalmente il comandante
+de' Tedeschi, il conte Eitel Federico di
+<span class="pagenum"><a id="Page_128"></a>[128]</span>
+Zollern, il di cui nome viene dal Giovio
+travisato sotto quello d'Azornio, avendo
+eccitata la diffidenza di Antonio di
+Leiva, fu da lui avvelenato in un pranzo<a class="tag" id="tag122" href="#note122">[122]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il marchese di Pescara, Lannoy, e Borbone,
+sentivano ancora più vivamente il
+bisogno del danaro per l'armata con cui
+pensavano di far levare l'assedio di Pavia.
+Non solo era dovuto il soldo a tutte
+le loro truppe da molti mesi, ma non ne
+avevano abbastanza per far trasportare
+l'artiglieria, per provvedere alcune vittovaglie,
+nell'istante in cui, volendo trar
+fuori le truppe da' quartieri d'inverno,
+più non sarebbero alimentate dagli
+abitanti. Però i generali imperiali sentivano
+la necessità di attaccare il campo
+francese prima che il re ricevesse le
+nuove truppe che faceva levare nella
+Svizzera, in Italia ed in Francia, prima
+che la miseria inducesse gli assediati a
+capitolare, e prima che per mancanza
+<span class="pagenum"><a id="Page_129"></a>[129]</span>
+di pagamento le loro truppe si disperdessero<a class="tag" id="tag123" href="#note123">[123]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il marchese di Pescara cercò di calmare
+i soldati, i quali avevano dichiarato
+che non uscirebbero da' quartieri d'inverno
+finchè non sarebbero loro pagati i
+mesi arretrati. Cominciò col risvegliare
+il naturale orgoglio degli Spagnuoli, il loro
+odio verso i Francesi e la loro cupidigia,
+promettendo loro le ricche spoglie dell'armata
+reale. Dopo avere ottenuta la loro
+promessa di servire ancora un intero mese
+senza soldo, adducendo il loro esempio
+si volse ai Tedeschi, e gli esortò a mostrare
+la medesima generosità in una causa
+in cui erano più particolarmente interessati,
+poichè trattavasi di liberare i loro
+compatriotti assediati in Pavia. Giorgio
+Frundsberg, il di cui figliuolo Gaspare
+era chiuso in Pavia con Antonio di Leiva,
+fece con tutto il suo zelo e con tutto il suo
+credito valere questo motivo presso i suoi
+compatriotti, e fece in modo che ottenne
+da loro la medesima promessa che il Pescara
+aveva ottenuto dagli Spagnuoli. Solo
+<span class="pagenum"><a id="Page_130"></a>[130]</span>
+restavano a persuadersi gli uomini d'armi
+ch'erano a Soncino con Carlo di Lannoy,
+i quali si mostravano meno docili degli altri.
+Il loro orgoglio era umiliato, perchè
+non avevano avuto occasione di mostrare il
+proprio valore nelle precedenti campagne.
+Il Pescara aveva riposta tutta la sua fiducia
+nella fanteria, ed in particolar modo ne'
+fucilieri ed archibugieri spagnuoli da lui
+formati; e gli uomini d'armi, lasciati oziosi,
+erano non infrequentemente l'oggetto della
+derisione de' pedoni. Per persuaderli a
+marciare, d'uopo fu che il Pescara e gli
+altri capi dividessero tra gli uomini d'armi
+il privato loro danaro. Egli finalmente
+ottenne in tal modo che raggiugnessero
+il restante dell'armata; e il 25 di gennajo
+si pose in cammino da Lodi per
+Marignano<a class="tag" id="tag124" href="#note124">[124]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il re, avvisato della marcia dell'armata
+imperiale, suppose dapprima che fosse
+intenzionata di occupare Milano, ma
+quando seppe che, partendo da Marignano,
+aveva piegato a sinistra lungo il Lambro
+per avvicinarsi a Pavia, richiamò da Milano
+<span class="pagenum"><a id="Page_131"></a>[131]</span>
+all'armata La Tremouille e Lescuns,
+ed adunò un consiglio di guerra per risolvere
+intorno al partito da prendersi.
+Tutti i più vecchi generali, La Palisse,
+Galeazzo di Sanseverino, La Tremouille,
+Teodoro Trivulzio, il duca di Suffolck
+della Rosa Bianca, ed il bastardo Renato
+di Savoja, si sforzavano di far sentire
+al re che la peggiore situazione era quella
+di aspettare d'essere attaccato nel proprio
+campo, tra una città assediata, ove trovavasi
+una grossa guarnigione, ed un'armata
+più numerosa della sua; che non doveva
+tardare a levare l'assedio di Pavia, portando
+l'armata tra questa città e Milano
+a Binasco o alla Certosa; che il paese,
+tutto intersecato di canali, offriva molti
+vantaggiosi accampamenti, e ch'era facile
+lo sceglierne uno, in cui la sua armata
+tutt'adunata non potrebb'essere attaccata
+senza un eccesso di temerità; che gl'imperiali,
+senza danaro e senza viveri, non
+potrebbero lungamente tenersi in campagna,
+e che l'imbarazzo loro verrebbe
+accresciuto col ricevere nel proprio campo
+la guarnigione di Pavia, cui si era fatto
+credere che il soldo fosse in pronto, e la
+quale, non ricevendo danaro dopo tante
+privazioni, ecciterebbe facilmente una
+sollevazione in mezzo a truppe tutte egualmente
+<span class="pagenum"><a id="Page_132"></a>[132]</span>
+malcontente; che bastava guadagnare
+tempo per ottenere tutti i frutti della
+più compiuta vittoria; e che, se la disperazione
+riduceva il Pescara a cercare la
+battaglia, la più comune prudenza insegnava
+al re a schivare ciò che il suo
+nemico desiderava<a class="tag" id="tag125" href="#note125">[125]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma Francesco I non ascoltava che Bonnivet,
+perchè questi lo intratteneva sempre
+della sua gloria. Indegna cosa sarebbe,
+questi gli diceva, della maestà di
+un re di Francia di lasciarsi dagli stessi
+nemici svolgere dai suoi disegni, di rinculare
+quand'essi avanzavano, e di abbandonare
+un'impresa che si era impegnato
+di condurre a fine in faccia a tutta l'Europa.
+Che i generali ordinarj potevano
+lasciarsi guidare da queste comuni considerazioni
+di prudenza o di tattica militare;
+ma che, trovandosi compromessa
+la maestà reale, l'onore della corona doveva
+essere la prima base dell'arte della
+guerra. Dietro una così fallace opinione
+dell'onore e del dovere di un re, Francesco
+I risolse di continuare l'assedio di
+<span class="pagenum"><a id="Page_133"></a>[133]</span>
+Pavia in presenza del nemico, contro il
+parere de' suoi più sperimentati generali,
+e contro le istanze del papa<a class="tag" id="tag126" href="#note126">[126]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Francesco I ristrinse il suo accampamento,
+e ne guarnì i trinceramenti con
+una formidabile artiglieria, credendo in tal
+modo essersi posto in sicuro contro ogni
+attacco. Quando era cominciato l'assedio
+aveva divisa la sua armata in tre campi. Il
+primo a san Lanfranco, dove comandava
+in persona, era posto in su la sinistra del
+Ticino, dalla banda in cui giugne a' piedi
+delle mura della città; il secondo, in cui
+comandava La Palisse, era egualmente
+sulla sinistra del Ticino, ma sotto alla
+città; il terzo sotto gli ordini di Montmorencì
+era in su la destra del Ticino
+nell'isola che forma col Gravellone. Francesco
+I, avvicinandosi gl'imperiali, abbandonò
+il suo campo di san Lanfranco,
+e si unì a La Palisse, chiamandovi ancora
+il Montmorencì, e non lasciando nell'isola
+che un piccolo corpo di truppe
+sotto gli ordini del signore di Clermont.
+<span class="pagenum"><a id="Page_134"></a>[134]</span>
+Per tal modo tutte le sue forze si trovarono
+riunite in un solo campo al levante
+della città, in riva al Ticino, e
+sulla strada che tenevano i nemici. Era
+questo campo fortificato in faccia, verso
+Lodi, da un parapetto e da una fossa
+che stendevasi fino al fiume, a destra dal
+Ticino, ed a sinistra dal muro di un
+vasto parco, che circondava la casa di
+caccia dei duchi di Milano a Mirabello.
+Il re fece in tre luoghi atterrare questo
+muro, onde formare altrettante porte, per
+le quali poteva entrare nel parco; il rimanente
+del muro serviva di difesa al
+suo campo, e chiudeva ai nemici la via
+della città<a class="tag" id="tag127" href="#note127">[127]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Pescara, cui Borbone e Lannoy, tratti
+dall'irresistibile sentimento della superiorità
+de' di lui talenti, avevano abbandonata
+la direzione dell'attacco andava frattanto
+avvicinandosi, ma lentamente e con precauzione,
+all'armata reale. Aveva trovato
+in sul passaggio del Lambro il castello di
+sant'Angelo difeso da Pirro da Bozzolo,
+<span class="pagenum"><a id="Page_135"></a>[135]</span>
+fratello di Federico, con dugento cavalli
+ed ottocento fanti. Sebbene questo posto
+fosse fortissimo, e che il re, che lo aveva
+fatto di fresco riconoscere, si tenesse sicuro
+che resisterebbe lungamente, il Pescara
+lo prese in un giorno, essendo entrato
+egli stesso il secondo per la breccia
+nella piazza, colla temerità di un granatiere,
+piuttosto che colla prudenza di
+un generale<a class="tag" id="tag128" href="#note128">[128]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Circa lo stesso tempo altre perdite indebolirono
+successivamente l'armata del
+re. Egli aveva ordinato al marchese di
+Saluzzo di condurgli sollecitamente da
+Savona, dov'egli trovavasi, quattro mila
+Italiani precedentemente destinati contro
+Genova. Questi, attraversando senza precauzione
+l'Alessandrino, furono sorpresi
+nel passare la Bormida da Gaspare Maino,
+comandante delle truppe dello Sforza, ed
+interamente disfatti o fatti prigionieri<a class="tag" id="tag129" href="#note129">[129]</a>.
+<span class="pagenum"><a id="Page_136"></a>[136]</span>
+Gian Luigi Palavicino con un corpo ancora
+più numeroso lasciossi sorprendere
+il 18 di febbrajo a Casal maggiore, di
+dove avanzavasi per attaccare Cremona,
+e fu pure fatto prigioniere<a class="tag" id="tag130" href="#note130">[130]</a>. Finalmente
+Giovan Giacomo Medici, milanese,
+il quale non apparteneva alla famiglia
+fiorentina dello stesso nome, riuscì con
+uno stratagemma a privare il re dell'assistenza
+di sei mila Grigioni, che servivano
+nel di lui campo. Costui sorprese la città ed
+il castello di Chiavenna all'estremità del
+lago di Como<a class="tag" id="tag131" href="#note131">[131]</a>, e con tale inaspettato
+attacco spaventò talmente la lega grigia,
+che dessa ordinò a tutti i Grigioni che trovavansi
+nell'armata del re di accorrere in
+difesa della loro patria; e questi furono
+accompagnati da alcuni battaglioni svizzeri,
+i quali dichiaravano che il loro
+più pressante dovere era quello di soccorrere
+i loro confederati<a class="tag" id="tag132" href="#note132">[132]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_137"></a>[137]</span>
+</p>
+
+<p>
+L'armata imperiale andava sempre più
+accostandosi a Pavia. Il primo di febbrajo
+era venuta ad accamparsi a Vistarino;
+il 3 dello stesso mese si stabilì nei prati di
+santa Giustina, due miglia e mezzo distante
+dalla città, e ad un solo miglio
+da' corpi avanzati dell'armata francese.
+Le due armate trovaronsi in allora così
+vicine, che potevano cannonarsi senz'uscire
+da' loro campi. Un fiumicello, detto
+la Vernacula, li separava, e perchè era
+profondo ed aveva le rive alquanto alte
+serviva egualmente di difesa agli uni ed
+agli altri. Ma il Pescara non si era tanto avvicinato
+che per venire a battaglia, onde
+andava studiando le posizioni de' Francesi;
+si avanzava frequentemente sotto il loro
+fuoco per meglio conoscerle, e per sapere
+a quale corpo particolare era affidata
+cadauna parte del campo. Per tal modo
+aveva conosciuto che sarebbe quasi impossibile
+di sforzare i Francesi ne' loro
+trinceramenti; perciò gli andava stancheggiando
+con continue scaramucce di giorno
+e di notte, e lusingavasi che alcuna di
+quelle parziali zuffe potrebbe cambiarsi
+in generale battaglia. Infatti più d'una
+volta le due armate si mossero interamente
+per un accidentale attacco. Un
+branco di montoni, preteso da ambo le
+<span class="pagenum"><a id="Page_138"></a>[138]</span>
+parti, fu in sul punto di cagionare una
+battaglia generale; pure dopo che Lannoy
+e Borbone, che Bonnivet e lo stesso Francesco
+I furono entrati nella mischia, le
+due armate si ritirarono nel proprio campo
+press'a poco con eguale danno<a class="tag" id="tag133" href="#note133">[133]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma il più delle volte gli attacchi del
+Pescara avevano più felici risultati: egli
+sorprese consecutivamente i Landsknecht
+della banda nera comandati dal duca di
+Suffolck, indi gl'Italiani della banda nera
+di Giovanni de' Medici. Questi per vendicarsi
+tirò in un'imboscata una sortita
+della guarnigione di Pavia; ma mentre,
+dopo averle uccisa molta gente, stava
+indicando a Bonnivet il campo di battaglia,
+e gli andava spiegando le sue disposizioni,
+fu il 20 di febbrajo ferito in
+una coscia così dolorosamente da una
+palla, che fu costretto d'abbandonare
+l'armata, facendosi trasportare a Piacenza
+per esservi medicato<a class="tag" id="tag134" href="#note134">[134]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_139"></a>[139]</span>
+</p>
+
+<p>
+In mezzo al ricinto, le di cui gagliarde
+muraglie coprivano uno de' fianchi del
+campo francese, era fabbricato il palazzo
+di Mirabello, antica casa di caccia dei
+duchi di Milano. Il re vi aveva mandato,
+come in luogo più lontano da' pericoli,
+i suoi ministri ed ufficiali che seguivano
+il campo senz'essere addetti alla milizia,
+come pure Aleandro, legato del papa.
+Varj mercanti e magazzinieri avevano nello
+stesso luogo aperta una specie di fiera,
+e vi erano protetti dagli uomini d'armi
+della retroguardia. Disperando il Pescara
+di forzare i trinceramenti del campo francese,
+formò il progetto di penetrare nel
+parco e di avanzarsi sopra Mirabello. Se
+ciò gli riusciva, contava in appresso di
+circondare l'armata francese dalla parte
+sinistra, e di aprirsi una comunicazione
+colla guarnigione di Pavia. Se il re voleva
+vietargliene il passaggio, era forzato
+di rinunciare al vantaggio de' suoi trinceramenti
+per dargli battaglia nel parco.
+Però affinchè l'affare si rendesse generale,
+bisognava per altro che il Pescara facesse
+entrare la sua armata nel parco prima
+che i Francesi avessero sentore del suo
+progetto, altrimenti ne avrebbero difese
+le muraglie collo stesso vantaggio con cui
+difendevano i loro trinceramenti. Incaricò
+<span class="pagenum"><a id="Page_140"></a>[140]</span>
+adunque lo spagnuolo Salsede di fare
+nella notte che precedeva il 25 di febbrajo
+una breccia nelle mura del parco,
+non già coll'artiglieria, onde non levare
+a rumore tutto il campo nemico, ma col
+montone e cogli zappatori, facendo nello
+stesso tempo eseguire altri attacchi in
+diversi luoghi per traviare l'attenzione,
+e soffocare il fracasso; indi avvertì Antonio
+di Leiva di tentare una sortita ad
+un convenuto segnale<a class="tag" id="tag135" href="#note135">[135]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Soltanto a due ore prima di giorno si
+trovò la breccia aperta nella muraglia
+del parco. Il Pescara, che aveva fatta indossare
+a tutti i suoi soldati una camicia
+bianca sopra le armi, onde si riconoscessero
+nell'oscurità, fece da prima
+entrare nel parco Alfonso d'Avalos, marchese
+del Guasto, suo cugino, con sei
+mila fanti tedeschi, spagnuoli ed italiani,
+e tre squadroni di cavalleria, ordinandogli
+di portarsi direttamente sopra Mirabello.
+Lo stesso Pescara gli tenne dietro con
+un secondo corpo d'armata composto di
+<span class="pagenum"><a id="Page_141"></a>[141]</span>
+fanteria spagnuola. Il Lannoy ed il contestabile
+di Borbone conducevano il terzo
+ed il quarto corpo, tutto formato di Tedeschi.
+Gl'imperiali erano di già entrati
+nel parco, senza che i Francesi si fossero
+accorti del loro disegno. Ma finalmente
+questi si erano mossi e posti in ordine
+di battaglia, onde gl'imperiali, per portarsi
+a Mirabello, dovevano passare sotto
+il fuoco dell'artiglieria francese, diretta da
+Giacomo Galliot, siniscalco d'Armagnacco.
+Siccome gl'imperiali correvano per
+sottrarsi più presto alle continue scariche,
+il re credette che fuggissero, ed uscì dalle
+sue linee per caricarli. Fidavasi nella superiorità
+della sua cavalleria in una pianura
+accomodata alle grandi evoluzioni;
+ma con tale movimento venne a cuoprire
+la sua artiglieria, la forzò a sospendere
+il fuoco, e trovò la cavalleria nemica
+frammischiata agli archibugeri spagnuoli,
+le di cui scariche atterrarono
+bentosto non pochi de' suoi più valorosi
+cavalieri<a class="tag" id="tag136" href="#note136">[136]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quando il Pescara vide attaccata la
+battaglia, fece richiamare il marchese del
+<span class="pagenum"><a id="Page_142"></a>[142]</span>
+Guasto; ma questi, sentendo il cannone,
+aveva prevenuti i suoi ordini e di già si
+trovava in linea. L'armata imperiale poteva
+in allora contare sedici mila tra fanti
+spagnuoli e tedeschi, mille italiani e mille
+quattrocento cavalli. Francesco I credeva
+di avere nella sua mille trecento lance, e
+venticinque mila fanti; ma era ingannato
+da' suoi capitani e dagl'ispettori alle reviste,
+i quali gli facevano pagare il soldo
+di moltissimi soldati che più non esistevano,
+o che mai non avevano esistito<a class="tag" id="tag137" href="#note137">[137]</a>.
+Francesco I affidò a Bussì d'Amboise
+la custodia del suo campo e la sua difesa
+contro le sortite d'Antonio di Leiva;
+oppose i suoi Svizzeri ai Tedeschi, ed
+i suoi Landsknecht delle bande nere agli
+Spagnuoli. Nel cominciamento della battaglia
+Philippe di Chabot e Federico da Bozzolo
+presero cinque cannoni agli Spagnuoli,
+e la banda nera de' Landsknecht
+respinse fino nella Vernacula un corpo
+di cavalleria leggiere: ma questi medesimi
+vantaggiosi avvenimenti tornarono in
+danno de' Francesi; perciocchè gli uomini
+d'armi, credendo vinta la battaglia, slanciaronsi
+<span class="pagenum"><a id="Page_143"></a>[143]</span>
+disordinatamente addosso ai nemici,
+sguarnirono i fianchi degli Svizzeri
+e de' Landsknecht, che dovevano proteggere,
+e fecero cessare affatto il fuoco dell'artiglieria
+francese, nella quale stava la
+vera superiorità di Francesco I<a class="tag" id="tag138" href="#note138">[138]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Terribile fu questa carica degli uomini
+d'armi: giammai nelle guerre d'Italia
+non erasi combattuto con maggiore accanimento;
+nè mai infatti non furono
+attaccati alla sorte d'una sola battaglia
+più grandi destini. Si fu in quest'urto
+che Ferdinando Castriotto, marchese di
+sant'Angelo, ultimo discendente di Scanderbeg,
+fu ucciso, per quanto si disse,
+dallo stesso Francesco I. Gli uomini d'armi
+borgognoni, giunti di fresco dalla Germania
+col contestabile di Borbone furono
+posti in fuga; e già parevano dover
+presto cedere anche gli squadroni di
+Lannoy e di Borbone, allorchè ottocento
+fucilieri spagnuoli diretti dal Pescara si
+sparsero sui fianchi degli uomini d'armi
+francesi, ed uccisero tanti cavalieri che
+gli altri dovettero separarsi. Quando gli
+<span class="pagenum"><a id="Page_144"></a>[144]</span>
+uomini d'armi tornavano poi ad unirsi
+per dar addosso ai fucilieri, questi disperdevansi
+egualmente, e colla loro agilità
+si sottraevano sempre ad un nemico
+che non cessavano di molestare. Frattanto
+il marchese del Vasto, approfittando
+del disordine della cavalleria francese,
+aveva attaccata l'ala destra composta
+di Svizzeri comandati da Montmorencì.
+Questi non sostennero l'antica loro riputazione,
+malgrado gli sforzi del Montmorencì
+e del maresciallo di Fleuranges,
+che furono ambidue fatti prigionieri; essi
+vilmente fuggirono. Giovanni di Diesbach,
+il primo de' loro capitani, piuttosto che
+partecipare al loro disonore, non avendo
+potuto trattenerli, si gettò a corpo
+perduto fra i nemici e si fece uccidere.
+I Landsknecht della banda nera resistettero
+soli da questo lato all'attacco degl'imperiali;
+ma, chiusi da un accorto movimento
+di Frundsberg in mezzo a tre battaglioni,
+furono quasi tutti uccisi. Colà
+perirono con Longman d'Ausburgo, loro
+comandante, Riccardo di Suffolck della
+Rosa Bianca, pretendente al trono d'Inghilterra,
+Francesco di Lorena, fratello
+del duca regnante, Wirtemberg di Lauffen,
+e Teodorico di Schomberg, fratello
+del primo segretario di Clemente VII.
+<span class="pagenum"><a id="Page_145"></a>[145]</span>
+La Palisse scavalcato, e di già fatto prigioniere,
+fu ucciso da un soldato spagnuolo;
+La Tremouille cadde morto presso
+al re per un colpo d'archibugio; Galeazzo
+di Sanseverino, grande scudiere, che
+cercava di trattenere i fuggitivi, fu pure
+ucciso in sugli occhi del re. L'ammiraglio
+Bonnivet, dopo aver inutilmente tentato di
+riordinare gli Svizzeri, e non volendo
+sopravvivere ad una sconfitta di cui sentivasi
+colpevole, corse a visiera alzata ove
+i nemici erano più fitti, e cadde ferito
+da più colpi di spada nel volto. Il re,
+avendo di già perduta la maggior parte
+de' suoi commilitoni, si andava valorosamente
+difendendo colla sua spada; ma
+mentre spingeva il suo cavallo verso il
+ponte della Vernacula, questo cavallo,
+ferito in più luoghi, cadde presso Diego
+Abila e Giovanni d'Urbieta, che senza
+conoscere Francesco vollero farlo prigioniero.
+La Mothe Hennuyer, che lo riconobbe
+sebbene ferito nel viso, gli propose
+di arrendersi al duca di Borbone;
+ma Francesco domandò il vicerè signore
+di Lannoy, ed a lui solo acconsentì di
+consegnare la spada<a class="tag" id="tag139" href="#note139">[139]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_146"></a>[146]</span>
+</p>
+
+<p>
+Poichè i Francesi intesero la prigionia
+del re, più non fecero resistenza, e più non
+cercarono che di salvare la propria vita; ma
+i vincitori si mostrarono senza pietà, ed
+in particolare quelli della guarnigione di
+Pavia, che non ebbero parte nella battaglia
+che quando i nemici erano in fuga,
+uccidendo barbaramente coloro che i loro
+commilitoni avevano vinti. Molti Svizzeri,
+per sottrarsi al furore degli Imperiali,
+gettaronsi nel Ticino, in cui, non sapendo
+la maggior parte nuotare, miseramente
+perirono. Bussì d'Amboise ricondusse sul
+campo di battaglia la truppa che gli era
+stata data per la guardia del campo, ma
+fu dispersa da' Tedeschi di Frundsberg,
+ed egli medesimo ucciso. Contaronsi tra
+i morti Giacomo di Chabanes, Lescuns,
+maresciallo di Foix, Aubignì, il conte
+di Tonnerre, una ventina de' più grandi
+signori di Francia, e circa otto mila soldati.
+Trovavansi tra i prigionieri il re
+di Navarra, il bastardo di Savoja, Anna
+<span class="pagenum"><a id="Page_147"></a>[147]</span>
+di Montmorencì, Francesco di Borbone,
+conte di san Paolo, Filippo di Chabot,
+Laval, Chandieu, Ambricourt, Fleuranges,
+Federico da Bozzolo, due Visconti, e
+moltissimi altri signori. Gl'imperiali non
+avevano perduti che settecento uomini<a class="tag" id="tag140" href="#note140">[140]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il duca d'Alenson, cognato del re,
+che aveva il comando della retroguardia,
+abbandonò i suoi equipaggi, e si ritirò
+nel Piemonte con una celerità che fece
+grandissimo torto alla sua riputazione,
+onde egli morì bentosto accorato di dolore
+e di vergogna. Il conte di Clermont, che
+comandava nell'isola del Ticino, passò
+il Gravellone, si fece tagliare i ponti alle
+spalle, e ritirossi in buon ordine. Teodoro
+Trivulzio, alla prima notizia dell'infelice
+fine della battaglia, evacuò immediatamente
+Milano, e ritirossi per il lago
+Maggiore senz'essere inquietato da' nemici.
+Prima che terminasse il giorno in
+cui si diede la battaglia, i Francesi marciavano
+già da tutte le parti per uscire dal
+<span class="pagenum"><a id="Page_148"></a>[148]</span>
+ducato di Milano, senza che gl'imperiali
+pensassero ad inseguirli. Questi adunavano
+il ricchissimo bottino che fu per
+loro il frutto della vittoria, e pensavano
+a porre in luogo sicuro il loro prigioniere,
+che deposero sotto una stretta guardia
+nel castello di Pizzighettone, prodigandogli
+per altro la testimonianza del loro rispetto
+e della loro compassione<a class="tag" id="tag141" href="#note141">[141]</a>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_149"></a>[149]</span>
+</p>
+
+<h2>
+CAPITOLO CXVI.
+</h2>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+<i>Inquietudine e pericoli delle potenze d'Italia;
+progetto di una lega fra di loro
+per difesa della propria indipendenza;
+vi si associa il Pescara, poi li tradisce,
+e spoglia de' suoi stati il duca
+di Milano. — Francesco I ricupera la
+libertà in conseguenza del trattato di
+Madrid.</i>
+</p>
+
+<p class="center">
+1525 = 1526.
+</p>
+</div>
+
+<p>
+La battaglia di Pavia e la prigionia di
+Francesco I atterrirono le potenze italiane.
+Fin allora avevano queste creduto di contare
+qualche cosa di per sè, e di potere
+farsi rispettare o temere, senza aver
+bisogno di nulla esporre nel terribile
+giuoco della guerra. Fidando nella loro
+politica abilità e nell'antica loro riputazione,
+si erano persuase che i due
+principi rivali s'indebolirebbero vicendevolmente
+in una lunga guerra, e
+che giugnerebbe l'istante in cui esse
+si porrebbero tra di loro colle proprie
+forze ancora intere, e gli obbligherebbero
+ad evacuare l'Italia. Tutt'ad un tratto
+s'accorsero, per la sconfitta di Francesco I,
+<span class="pagenum"><a id="Page_150"></a>[150]</span>
+che si trovavano in balìa del vincitore, e che
+il di lui spossamento medesimo, gl'infiniti
+debiti ond'era caricato, il disordine delle
+di lui finanze e l'indisciplina delle di lui
+truppe che chiedevano invano i soldi arretrati,
+non facevano che accrescere il loro
+pericolo. Esse si trovarono disarmate, con
+ai loro confini una numerosa armata,
+vittoriosa, affamata, e che non aveva
+che troppo contratta l'abitudine di conculcare
+tutti i diritti delle genti, e di
+non avere rispetto alcuno nè per i nemici
+nè per gli amici.
+</p>
+
+<p>
+I più vicini al pericolo erano i Veneziani;
+ma non per questo i più esposti,
+perchè erano i soli che in Italia avessero
+tenuta in piedi un'armata ben pagata, ben
+disciplinata ed in istato di farsi rispettare.
+Avevano mille uomini d'armi, seicento cavaleggieri
+e dieci mila fanti<a class="tag" id="tag142" href="#note142">[142]</a>. Vero è
+che la timida politica del senato, non
+meno che il carattere del suo generale
+il duca d'Urbino, teneva sempre quest'armata
+lontana dalle battaglie. A qualunque
+partito fosse associato, il duca
+non faceva che marciare e prendere nuove
+posizioni, ma non giugneva mai al tempo
+della battaglia.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_151"></a>[151]</span>
+</p>
+
+<p>
+Dopo terminate le guerre eccitate dalla
+lega di Cambrai, i Veneziani, spossati
+dalle spese enormi che avevano sostenute
+per difendersi, dalla ruina delle loro più
+industri e fertili province, dalla nuova direzione
+che le scoperte de' Portoghesi
+avevano fatto prendere al commercio, e
+dalla diminuzione delle pubbliche entrate
+cagionata da questi diversi motivi, sforzavansi
+di riparare in silenzio alle loro
+perdite; evitavano di compromettersi, per
+non dare la misura delle loro forze; e si
+coprivano sotto il manto dell'antica riputazione.
+Per altro un segreto disordine
+aveva viziate le più nobili parti dello stato.
+In tempo della passata disastrosa guerra,
+il senato per far danaro aveva dovuto
+vendere le magistrature, i governi delle
+città, gl'impieghi di giudicatura e la nobiltà
+che dava il diritto di entrare nel
+sovrano consiglio. Per tali pratiche il potere
+erasi trovato spesse volte affidato a mani
+indegne di esercitarlo. Molti privilegj commerciali,
+monopolj, esenzioni di tasse
+avevano avuta la medesima origine, ed
+il commercio e le finanze dello stato ne
+provavano i funesti effetti. I Veneziani
+cercavano di non essere in vista, di non
+essere nominati, di non parere attivi in
+verun affare, perchè effettivamente lo
+<span class="pagenum"><a id="Page_152"></a>[152]</span>
+stato loro altro non era omai che l'ombra
+dell'antica potenza, onde temevano di
+venire ad una singolare lotta nella quale
+il loro avversario avrebbe sentito che non
+combatteva che con una fantasma senza
+corpo.
+</p>
+
+<p>
+Secondo in potenza dopo i Veneziani
+era lo stato della chiesa, il quale poteva
+egualmente considerarsi come una repubblica;
+ed inoltre ravvisavansi diversi esterni
+rapporti di forma tra l'un governo e
+l'altro. A Venezia un doge elettivo presiedeva
+ad un collegio di nobili, siccome
+a Roma un pontefice elettivo presiedeva
+ad un collegio di preti. Nell'uno e nell'altro
+stato la suprema potenza veniva rappresentata
+da un monarca a vita; era nell'uno
+e nell'altro limitata da un'aristocrazia,
+senza che il popolo avesse la più piccola
+parte nell'uno o nell'altro governo.
+</p>
+
+<p>
+Ma l'aristocrazia veneziana era composta
+di uomini che, consacratisi dalla
+loro fanciullezza a' pubblici affari, facevano
+del governo lo studio della loro
+vita, e non potevano sperare di guadagnare
+la stima de' loro compatriotti,
+e di ottenere i loro suffragj nelle elezioni,
+che in ragione dei talenti che
+mostravano nella carriera degl'impieghi.
+Per lo contrario lo stato della chiesa
+<span class="pagenum"><a id="Page_153"></a>[153]</span>
+veniva governato da uomini essenzialmente
+e costantemente inesperti degli affari che
+dovevano decidere. Non era già per abuso
+o a caso che il papa ed i cardinali ignoravano
+affatto l'arte della guerra, dell'amministrazione
+civile e della politica;
+anzi era soltanto per abuso che talvolta si
+trovavano in istato di soddisfare alle loro
+funzioni. Quanto più santamente avevano
+corsa la carriera della loro professione,
+quanto più dovevano la loro elevazione
+alle sole virtù del loro stato, tanto più per
+dovere e per coscienza dovevano tenersi
+lontani dagl'interessi mondani. La monarchia
+elettiva e costituzionale della
+chiesa è probabilmente l'unico stato al
+mondo, in cui l'essenziale condizione dell'elegibilità
+pel primo magistrato, sia quella
+di essersi in tutta la sua vita tenuto affatto
+lontano dalle funzioni cui viene chiamato
+ad assumere.
+</p>
+
+<p>
+Perciò il governo di Venezia, nel lungo
+corso di quattordici secoli, s'illustrò colla
+sua prudenza; ed il governo della chiesa,
+in un periodo poco meno lungo, diede
+continue prove d'inesperienza e d'incapacità.
+Molti papi, molti cardinali mostrarono
+sommi talenti nella politica esterna,
+nell'arte delle negoziazioni e degli
+intrighi, in cui più d'una volta avevano
+<span class="pagenum"><a id="Page_154"></a>[154]</span>
+avuta occasione d'istruirsi ne' capitoli dei
+conventi. A quest'abilità la chiesa andò
+debitrice delle sue conquiste e del suo
+progressivo ingrandimento. Ma forse non
+si trovò un solo papa che fosse buon
+amministratore, un solo che prosperar
+facesse l'agricoltura, l'industria, il commercio,
+la popolazione negli stati da lui
+dipendenti, un solo che vi stabilisse savie
+leggi, o vi mantenesse una buona
+giustizia. Perciò di mano in mano che
+un nuovo stato veniva sottomesso al dominio
+della chiesa, svanivano tutte le
+prerogative che l'avevano fin allora distinto,
+desso cessava in certo qual modo di
+esistere per l'Italia, conciossiachè perdeva
+la propria indipendenza, e non pertanto
+nulla aggiugneva alla potenza dei papi.
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII, che allora regnava, sentiva
+più che veruno de' suoi predecessori
+la propria debolezza, la propria impotenza.
+Egli ne poteva incolpare in parte ciò ch'era
+stato fatto prima del suo pontificato, ed
+in parte i suoi proprj difetti. Le insensate
+prodigalità di Leon X avevano anticipatamente
+dissipate tutte le entrate della
+chiesa. Leone s'era valso de' suoi capitali e
+delle sue entrate come colui che non aveva
+nè famiglia, nè successori; non aveva
+pensato che al presente; erasi compiaciuto
+<span class="pagenum"><a id="Page_155"></a>[155]</span>
+nell'accarezzare progetti giganteschi, senza
+tenersi i modi di eseguirli; ed era morto
+opportunamente nel momento in cui aveva
+terminato di consumare gli ultimi suoi
+mezzi.
+</p>
+
+<p>
+Adriano VI non aveva, in tempo della
+sua breve amministrazione, arrecato verun
+riparo ai disordini del predecessore, e Clemente
+VII le cui province erano ruinate
+e il tesoro esausto, trovavasi in su le spalle
+una dispendiosa guerra. Cercò di apportare
+qualche rimedio a tanto disordine
+con una talvolta sordida economia, piuttosto
+che con una buona amministrazione.
+Non corresse gli abusi, non impedì i
+rubamenti, non soppresse i monopolj;
+ma sottrasse tutto il danaro destinato ai
+pubblici lavori, abolì le pensioni, ristrinse
+gli assegnamenti de' funzionarj dello stato,
+il numero de' soldati ed il loro soldo.
+Ridusse questo a così piccola cosa, che
+gli uomini d'armi non potevano alimentare
+i loro cavalli, erano ridotti a miserissimo
+stato, e tutti coloro che servivano
+il papa erano apparecchiati ad abbandonarlo
+tosto che loro si presenterebbe un
+altro padrone. Spesso quell'avarizia onde
+i sovrani vengono accusati dai loro cortigiani,
+forma la felicità de' popoli; ma
+quella di Clemente VII era la ripugnanza
+<span class="pagenum"><a id="Page_156"></a>[156]</span>
+di un usurajo a privarsi di uno scudo,
+non il prudente calcolo di un padre di
+famiglia. I preti erano stati aggravati da
+insolite decime; erano state soppresse le
+mercedi de' professori delle arti liberali,
+e chiuse le borse de' collegj per i poveri
+scolari. Il prezzo del frumento e del pane
+era stato tre volte aumentato, non a motivo
+del cattivo raccolto, ma per accrescere
+i profitti della camera apostolica, che
+ne appaltava il monopolio. Erano state
+atterrate molte case sotto lo specioso pretesto
+di abbellire le strade di Roma; ma
+invece d'indennizzare i proprietarj di quelle,
+il papa gli aveva lasciati esposti all'insolenza,
+ai capricci, alle ruberie degl'ispettori
+di que' lavori<a class="tag" id="tag143" href="#note143">[143]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII era accusato come il
+solo autore de' patimenti del popolo, e non
+pertanto questi erano in gran parte dipendenti
+dalle prodigalità di Leon X; ma gli
+uomini non erano abbastanza giusti per risalire
+alle cause del disordine: benedivano
+la memoria di un papa che aveva
+goduto e fatto godere dissipando le pubbliche
+finanze, e detestavano il successore
+che voleva con poca accortezza riparare
+<span class="pagenum"><a id="Page_157"></a>[157]</span>
+un male non fatto da lui. Pochi papi
+erano stati odiati tanto dal popolo quanto
+Clemente VII; egli fu tanto più severamente
+giudicato, che maggiori erano
+state le speranze che si erano concepite
+della bontà del suo governo. La sua
+prudenza, che gli aveva procurata l'universale
+considerazione, non parve in
+pratica che astuzia e raffinamento; e
+inutile gli si rese la sua conoscenza del
+mondo e degli affari, perchè mancavano
+al suo carattere decisione per appigliarsi
+ad una risoluzione, e fermezza per mantenerla.
+</p>
+
+<p>
+La repubblica fiorentina, che altro più
+non era che una provincia sottomessa
+alla casa de' Medici, parve da principio
+affezionarsi al governo di Clemente VII,
+a cagione del vantaggioso confronto con
+quello di Lorenzo, duca d'Urbino, che lo
+aveva preceduto; ma bentosto i difetti di
+Clemente si erano renduti più sensibili, e
+le di lui buone qualità erano scomparse: la
+memoria dell'antica libertà, quella dell'amministrazione
+del Savonarola e di Pietro
+Soderini si andavano ravvivando nel cuore
+dei Fiorentini, ed i cittadini, senza poter
+prevedere gli avvenimenti, senza rendersi
+conto di ciò che desideravano, si andavano
+rallegrando di tutti gl'imbarazzi,
+<span class="pagenum"><a id="Page_158"></a>[158]</span>
+di tutte le calamità che opprimevano il
+capo dello stato, sperando di vedere alla
+fine scossa la di lui autorità<a class="tag" id="tag144" href="#note144">[144]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I Veneziani ed il papa deploravano
+egualmente la propria sventura d'avere
+affidate le loro speranze, e tutte le
+eventualità d'indipendenza per l'Italia,
+non ad una nazione, ma ad un uomo;
+di modo che la contraria fortuna di quest'individuo
+decideva della loro esistenza,
+e, sto per dire, di quella dell'Europa.
+Infatti non era stata battuta a Pavia la
+nazione francese, ma il re; se Francesco
+I non fosse caduto prigioniere, o se,
+venuto in mano ai nemici, non fosse stato
+risguardato come comprendente in sè
+solo tutto lo stato, la sconfitta di Pavia
+non avrebbe avuta cosa alcuna che la
+diversificasse da tant'altre battaglie guadagnate
+o perdute, nel corso de' trent'anni
+precedenti, senza che decidessero in verun
+modo della sorte degl'imperj. Era stata
+sconfitta un'armata di circa ventimila
+uomini, e la perdita, stando ai più
+alti calcoli, ammontava ad otto mila;
+ma questi, ad eccezione di mille, o
+mille dugento uomini d'armi, non erano
+<span class="pagenum"><a id="Page_159"></a>[159]</span>
+Francesi; erano per lo più Svizzeri, Italiani
+o della Bassa Germania. Eransi
+perduti ricchi equipaggi, e bellissime artiglierie;
+ma la Francia non era in verun
+modo esausta, i suoi confini non
+erano violati, ed erano ovunque coperti
+dalle naturali loro fortificazioni o da quelle
+innalzate dall'arte.
+</p>
+
+<p>
+Non vi può essere sicurezza per una
+monarchia militare, quando non vi si
+riconosca come principio fondamentale,
+che un re cessa d'essere re nell'istante
+che vien fatto prigioniere; che il suo potere
+passa legittimamente nelle mani del
+suo successore, e che il nemico non tiene
+in cattività un sovrano, ma soltanto un
+uomo di elevato rango, la di cui taglia
+non dev'essere mai pagata col sagrificio
+degl'interessi della nazione. Se Francesco
+I si fosse affrettato d'invocare questo
+principio; se avesse riconosciuto che la
+sovrana autorità risiedeva sempre in Francia,
+e non nella sua persona; se, assoggettandosi
+alla sua prigionia, non si
+fosse mostrato premuroso d'uscirne o di
+fare la pace; Carlo V in vista di questa
+non curanza sarebbesi fatto premura di
+trattare con lui, gli avrebbe accordate
+più vantaggiose condizioni, e Francesco,
+ricuperando forse più presto la sua libertà,
+<span class="pagenum"><a id="Page_160"></a>[160]</span>
+sarebbe risalito sul trono senza dover
+poscia arrossire di aver violato i suoi giuramenti.
+</p>
+
+<p>
+Non era dunque vero che <i>tutto fosse
+perduto, salvo l'onore</i>, come Francesco
+I scriveva a sua madre, Luigia di
+Savoja; il solo monarca era perduto, e
+la monarchia non era altrimenti in pericolo,
+che per risguardo di lui. I soldati
+che avevano ottenuta la vittoria di Pavia,
+sebbene arricchiti da un immenso bottino,
+non volevano rinunciare ai loro soldi
+arretrati; anzi li chiedevano più risolutamente
+che mai, protestando che non
+tornerebbero in campagna finchè non
+ricevessero tutti i loro arretrati. In quest'intervallo
+moltissimi di loro andavano
+ogni giorno disertando per depositare la
+loro preda in seno alle proprie famiglie;
+gli altri, consumando in continue
+feste e stravizj quanto avevano guadagnato,
+disprezzavano ogni militare disciplina.
+Giammai l'armata imperiale era
+stata meno subordinata ai suoi generali,
+giammai era stato più difficile
+di farla tener dietro ai vantaggi che
+di già aveva ottenuti. La guarnigione
+di Pavia erasi portata all'eccesso d'impadronirsi
+de' cannoni della piazza, di
+fortificarvisi, e di dichiarare che più non
+<span class="pagenum"><a id="Page_161"></a>[161]</span>
+ubbidirebbe ai suoi ufficiali finchè non
+fosse pagata; il rimanente dell'armata
+pareva disposto a seguire quest'esempio,
+ed ogni giorno scoppiavano parziali ammutinamenti<a class="tag" id="tag145" href="#note145">[145]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La penuria dell'imperatore, il quale
+possedeva la Spagna, i Paesi Bassi, l'America
+e gran parte dell'Italia, che inoltre
+disponeva a voglia sua delle forze e
+delle entrate di suo fratello, l'arciduca
+d'Austria, e degli stati dell'impero, è un
+fenomeno che non può spiegarsi che pei
+disordini della sua amministrazione. Senza
+dubbio tra le province suddite molte
+godevano grandi privilegj, e spesso gli
+ricusavano i tesori ch'egli dissipava con
+mano così prodiga. In tempo della spedizione
+di Francia, le cortes di Castiglia
+gli avevano rifiutata una sovvenzione
+straordinaria di quattrocento mila ducati,
+ch'egli aveva loro domandata; ma le
+ordinarie entrate de' paesi i più ricchi,
+i più industriosi dell'Europa, avrebbero
+dovuto bastare per sostenere le spese di
+una guerra trattata con così piccole armate,
+quali erano le sue. I re di Castiglia,
+<span class="pagenum"><a id="Page_162"></a>[162]</span>
+di Arragona, di Granata, di Navarra,
+di Sicilia, di Napoli; i sovrani
+de' Paesi Bassi e quelli dell'Austria, avevano
+tutti in diverse circostanze mantenute
+armate egualmente numerose, e sostenute
+spese tanto considerabili quanto quelle
+ond'era caricato l'imperatore, sovrano
+di tutti questi diversi stati. Altronde fra
+questi stati molti non avevano costituzione,
+nè assemblea rappresentativa; ed
+il regno di Napoli e il ducato di Milano
+dovevano assoggettarsi a tutti i carichi
+che il vicerè o il duca Sforza loro imponevano
+per conto dell'imperatore; e
+così la maggior parte de' più piccoli stati,
+sebbene indipendenti di nome, non potevano
+rifiutarsi di pagare continue contribuzioni
+di guerra. Ma in tutte le province
+sulle quali stendevasi l'autorità di
+Carlo V, si vedeva stabilire un sistema
+distruttore di ogni economia politica. I
+monopolj si moltiplicavano, la giustizia
+era subordinata ad un'autorità arbitraria
+e capricciosa; il commercio vincolato,
+le proprietà incatenate dai fedecommessi,
+l'ozio risguardato come onorevole, l'industria
+come una macchia; e gli stati,
+poc'anzi più floridi, trovavansi in breve
+ridotti all'ultima miseria.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_163"></a>[163]</span>
+I generali imperiali sentivano l'impossibilità
+di condurre in Francia un'armata
+insubordinata; diedero quindi alla
+reggente ed a' suoi consiglieri tutto il
+tempo di provvedere alla difesa del regno,
+di cercare l'alleanza dell'Inghilterra,
+di assicurarsi degli Svizzeri, e di concertarsi
+cogli stati d'Italia; ma Francesco
+I non supponeva nè pure che si potesse
+resistere al nemico, dov'egli non
+si trovava; e dopo la sua prigionia egli
+risguardava la Francia come assolutamente
+perduta; di già internamente rinunciava
+a tutti i suoi progetti sull'Italia,
+e non riponeva le sue speranze di terminare
+la guerra che nella lealtà e nella
+generosità del suo vincitore. Perciò affrettossi
+di accordare al commendatore
+Pennalosa, che portava in Ispagna all'imperatore
+la relazione della battaglia di
+Pavia, un passaporto per attraversare la
+Francia, onde più sicuramente e più
+presto arrivasse a quella corte; lo stesso
+motivo gli fece in appresso dare orecchio
+alle proposizioni del signore di Lannoy,
+che voleva condurlo in Ispagna, promettendogli
+che al primo abboccarsi con
+Carlo V terminerebbero le sue pene<a class="tag" id="tag146" href="#note146">[146]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_164"></a>[164]</span>
+</p>
+
+<p>
+L'armata che il duca d'Albanì aveva
+condotta verso il mezzogiorno dell'Italia,
+era tuttavia intatta, e non aveva passati
+i confini del regno, quando il duca ricevette,
+presso Velletri, la notizia della
+battaglia di Pavia e della prigionia del
+re. Risolse all'istante di ritirarsi verso
+Bracciano, onde porre la sua armata in
+luogo sicuro, ne' feudi, ed in mezzo alle
+fortezze degli Orsini affezionati alla Francia.
+Ma i Colonna, che apertamente si
+mostravano partigiani dell'imperatore, attaccarono
+un corpo di truppe italiane
+che andava a raggiugnere il duca d'Albanì
+in vicinanze delle Tre Fontane, a
+non molta distanza da Roma; lo inseguirono
+fino entro Roma, ed uccisero i soldati
+degli Orsini nel Campo di Fiore,
+facendo in tal modo sentire al papa quanto
+la sua autorità fosse poco rispettata, e
+come la sua stessa persona poteva, quando
+che fosse, facilmente cadere nelle mani
+dell'uno o dell'altro partito. Frattanto
+il duca d'Albanì continuò la sua ritirata
+verso Bracciano, senza provare altri danni,
+e la sua armata conservavasi sempre in
+istato di farsi temere<a class="tag" id="tag147" href="#note147">[147]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_165"></a>[165]</span>
+</p>
+
+<p>
+In mezzo al turbamento che dava a
+Clemente VII il disastro di Francesco I,
+ed il sapere caduta in mano degl'imperiali
+nel campo francese la sua corrispondenza
+con quel re, la quale mostrava
+apertamente la sua parzialità per il medesimo<a class="tag" id="tag148" href="#note148">[148]</a>,
+le minacce de' generali imperiali
+e le loro esorbitanti inchieste di sussidj
+per l'armata, finalmente l'audacia dei
+Colonna, il papa ripigliò un poco di coraggio
+quando i Veneziani, che sentivano
+egualmente i loro pericoli, gli proposero
+di collegarsi per la comune sicurezza; di
+farvi entrare il duca di Ferrara, i di cui
+stati facevano che quelli della chiesa comunicassero
+direttamente con quelli della
+repubblica; di prendere in comune al
+loro soldo dieci mila Svizzeri, e d'invitare
+la reggente di Francia ad aggiugnere
+alla loro armata il duca d'Albanì, e le
+quattrocento lance che il duca d'Alenson
+aveva ricondotte da Pavia. Gli rappresentavano
+i Veneziani, che i generali imperiali,
+non meno poveri che prima della
+<span class="pagenum"><a id="Page_166"></a>[166]</span>
+battaglia, e sprovveduti d'artiglieria di
+munizioni e di carriaggi, non potevano
+essere gran fatto formidabili, se le potenze
+d'Italia si mettevano subito in situazione
+di opporre loro una valida resistenza;
+che se per lo contrario si dava loro
+tempo, i più deboli potentati farebbero
+la pace pagando contribuzioni, e somministrando
+col danaro italiano il mezzo
+di soggiogare l'Italia<a class="tag" id="tag149" href="#note149">[149]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma mentre il papa dava orecchio a
+queste proposizioni, e che di già occupavasi
+di far entrare nella stessa lega il
+re d'Inghilterra, ch'egli conosceva geloso
+di Carlo V<a class="tag" id="tag150" href="#note150">[150]</a>, Niccolò di Schomberg,
+suo segretario e consigliere, che aveva
+mandato in Ispagna, tornò presso di lui
+con proposizioni del vicerè di Napoli.
+I generali imperiali, che volevano cavare
+danaro da Clemente VII e da' Fiorentini,
+avevano poste le loro truppe ai quartieri
+d'inverno negli stati di Parma e di
+Piacenza, abbandonando que' vassalli della
+<span class="pagenum"><a id="Page_167"></a>[167]</span>
+Chiesa a tutte le vessazioni d'una sfrenata
+soldatesca. Mentre che i deputati di
+Piacenza imploravano la protezione del
+papa, il vicerè offriva la sua alleanza
+e la garanzia dell'imperatore per la casa
+de' Medici contro una somma di danaro.
+Clemente VII, sempre irresoluto, sempre
+privo di vigore, accettò queste proposizioni
+che lo liberavano da una difficoltà
+presente, e sospendevano il pericolo. Il
+1.º di aprile segnò in Roma, senza l'intervento
+de' Veneziani, un'alleanza tra
+l'imperatore ed il duca di Milano da una
+parte, e la Chiesa ed i Fiorentini dall'altra,
+per la quale i Fiorentini dovevano
+pagare cento mila ducati ai generali
+dell'imperatore, ed altrettanti il papa,
+ma quest'ultimo soltanto dopo che sarebbe
+rimesso in possesso di Reggio e di
+Rubbiera, che il duca di Ferrara aveva
+rioccupate in tempo dell'interregno<a class="tag" id="tag151" href="#note151">[151]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Tostocchè il papa si fu ricomperato a
+prezzo d'oro, la predizione de' Veneziani
+si trovò giustificata. I generali imperiali,
+<span class="pagenum"><a id="Page_168"></a>[168]</span>
+più non temendo gl'Italiani riuniti, pretesero
+da cadauno stato spaventose contribuzioni
+per pagare la loro armata.
+Domandarono cinquanta mila ducati al
+duca di Ferrara, quindici mila al marchese
+di Monferrato, dieci mila ai Lucchesi,
+quindici mila ai Sienesi, ma in
+cambio autorizzavano questi ultimi a scuotere
+la tirannide del monte de' Nove e
+della famiglia Petrucci: mentre ancora
+numeravasi il danaro, Girolamo Severini,
+uno de' capi del partito della libertà,
+ch'era stato mandato ambasciatore presso
+il vicerè, uccise Alessandro Bichi, capo
+dell'ordine de' Nove, che il papa aveva
+indicato per presiedere al governo<a class="tag" id="tag152" href="#note152">[152]</a>.
+Verso lo stesso tempo arrivarono per mano
+dei banchieri genovesi ai generali imperiali
+dugento mila ducati da lungo tempo
+promessi; e l'armata fu pagata, perchè
+tuttociò che mancava per saldare gli arretrati
+venne somministrato dal duca di
+Milano<a class="tag" id="tag153" href="#note153">[153]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_169"></a>[169]</span>
+</p>
+
+<p>
+Tostocchè le truppe furono pagate, i
+generali imperiali cercarono di riandare i
+contratti, in forza de' quali avevano ottenuto
+il danaro. Riclamarono da' Fiorentini
+venticinque mila fiorini oltre i
+promessi. Invece di ritirare le loro guarnigioni
+dallo stato della Chiesa, spedirono
+altri soldati nel Piacentino per vivere a
+discrezione presso gli abitanti; avevano
+prese contraddittorie obbligazioni col papa
+e coi duchi di Ferrara e di Milano.
+Avevano promesso al primo la restituzione
+di Reggio e di Rubbiera, di cui
+avevano guarentito il possedimento al
+secondo; e dopo avere con quest'esca
+tratto Clemente VII ad alienarsi un principe,
+la cui alleanza poteva riuscirgli vantaggiosissima
+a motivo della posizione dei
+di lui stati, della di lui ricchezza e della
+di lui potente artiglieria, ricusarono poi di
+sagrificarglielo. Avevano pure promesso al
+papa, che in avvenire il ducato di Milano
+consumerebbe il sale delle saline
+di Cervia; ma in seguito ricusarono d'accordare
+questa specie di gabella nel ducato
+di Milano agli intraprenditori delle
+saline della Chiesa. Frattanto, dopo avere
+dichiarato che l'imperatore ricusava di
+approvare questi due articoli, non vollero
+restituire al papa il danaro che aveva
+<span class="pagenum"><a id="Page_170"></a>[170]</span>
+loro pagato in corrispettivo di tali vantaggi<a class="tag" id="tag154" href="#note154">[154]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nè Carlo V mostravasi di migliore
+buona fede, nè dopo la vittoria mostravasi
+più moderato de' suoi generali. Vero
+è che nel primo istante in cui ricevette
+il 10 di marzo a Madrid la notizia della
+battaglia di Pavia ed una lettera scritta
+di proprio pugno da Francesco I, vietò
+con ipocrita umiltà di festeggiare un così
+straordinario avvenimento con tripudj e
+con fuochi di gioja, dichiarando che
+questi segni d'allegrezza dovevano riservarsi
+per le vittorie contro gl'infedeli.
+Nello stesso tempo aveva manifestato il
+suo ardente desiderio di ristabilire la pace
+nella Cristianità, ed aveva protestato,
+che ciò che più lo lusingava in questa
+vittoria accordatagli era la certezza di
+fare bentosto cessare lo spargimento del
+sangue cristiano<a class="tag" id="tag155" href="#note155">[155]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_171"></a>[171]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma d'altra parte le proposizioni che
+Carlo V fece fare da Buren, signore di
+Roeux a Francesco I, mentre che questi
+era tuttavia tenuto in Pizzighettone, mostravano
+l'assoluta mancanza di generosità,
+di compassione o di moderazione
+pel suo rivale. Domandava non solo la
+rinuncia di tutte le pretese del re sull'Italia
+e su la Fiandra, ma inoltre la
+cessione della Borgogna alla casa d'Austria,
+e quella della Provenza e del Delfinato
+al duca di Borbone, per farne, coi feudi
+che di già aveva, un regno indipendente.
+Per quanto Francesco I fosse ansioso di
+uscire di prigionia, rispose di essere contento
+di rimanervi finchè vivesse, piuttosto
+che acconsentire allo smembramento della
+Francia<a class="tag" id="tag156" href="#note156">[156]</a>.
+</p>
+
+<p>
+In pari tempo Carlo V cessò di mostrare
+al cardinale di Wolsey i riguardi
+che gli aveva fin allora usati. E per
+tal modo si alienò quest'orgoglioso ecclesiastico,
+che non tardò ad accrescere
+in Enrico VIII una gelosia, che la grandezza
+di Carlo V aveva di già fatta nascere
+nel di lui animo. Dall'altro canto i generali
+imperiali insistevano presso i Veneziani
+<span class="pagenum"><a id="Page_172"></a>[172]</span>
+per avere da loro cento mila ducati
+in compenso de' sussidj cui si erano
+obbligati per la difesa del ducato di Milano,
+e che non avevano pagati nella
+precedente guerra. I Veneziani ne avevano
+offerti ottanta mila; ma perchè l'offerta
+loro non fu accettata, ed ebbero
+più sicuri indizj del malcontento del re
+d'Inghilterra, si troncò la negoziazione,
+e le due parti rimasero in libertà<a class="tag" id="tag157" href="#note157">[157]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quando il duca d'Albanì conobbe il
+trattato di Clemente VII coll'imperatore,
+giudicò inutile il trattenersi più lungamente
+negli stati della Chiesa. Coll'assenso
+del vicerè si fece prestare le galere
+del papa, e vi si imbarcò per passare
+in Francia con Renzo di Ceri, coll'artiglieria
+che si era fatta dare da' Sienesi e
+dai Lucchesi, con quattrocento cavalli, mille
+Landsknecht e pochi Italiani, essendosi
+sbandato il restante della sua armata<a class="tag" id="tag158" href="#note158">[158]</a>.
+Ma nello stesso tempo erasi pure indebolita
+assai l'armata del marchese di Pescara.
+A misura che questi aveva pagati
+i Landsknecht, gli aveva quasi tutti licenziati;
+<span class="pagenum"><a id="Page_173"></a>[173]</span>
+e perchè in Italia più non aveva
+nemici da combattere, e non si sentiva
+abbastanza forte per tentare un'invasione
+in Francia, aveva voluto sollevare
+il tesoro imperiale da uno, quanto
+esorbitante, altrettanto inutile dispendio<a class="tag" id="tag159" href="#note159">[159]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Frattanto tutta l'Italia fermentava; l'armata
+imperiale sì sbandava, e forse avvicinavasi
+l'istante in cui un vigoroso
+sforzo de' partigiani della Francia poteva
+mettere Francesco I in libertà. Ma il
+vicerè di Napoli, signore di Lannoi, che
+aveva saputo acquistarsi la confidenza
+di Francesco, voleva approfittarne per
+condurlo in Ispagna, sperando di attribuirsi
+in tal maniera l'onore principale
+della vittoria di Pavia. Fece sentire
+al re che le esorbitanti condizioni presentategli
+da Adriano di Buren erano state
+concertate per accontentare il contestabile
+di Borbone; ma che se Francesco poteva direttamente
+trattare coll'Imperatore lontano
+dal suo proprio suddito ribelle, troverebbe
+in Carlo quella stessa generosità, ch'egli
+medesimo avrebbegli mostrata, se Carlo
+si fosse trovato nella presente sua condizione.
+Accrebbe così il di lui desiderio
+<span class="pagenum"><a id="Page_174"></a>[174]</span>
+d'avere un abboccamento coll'imperatore,
+e lo persuase a tenere il progetto affatto
+segreto. Il Lannoi ottenne il consentimento
+de' suoi due colleghi, perchè Francesco
+I fosse tradotto a Napoli; e a questo
+fine Francesco medesimo somministrò sei
+galere francesi per trasportarvelo. Il 7
+di giugno Lannoi s'imbarcò col re a
+Porto Fino presso di Genova, ed otto
+giorni dopo lo sbarcò a Roses sulle coste
+della Catalogna, senza che il contestabile
+di Borbone ed il marchese di Pescara
+avessero nemmeno sospettato che
+si volesse sottrarre alla loro dipendenza
+il prigioniere, che agli occhi stessi
+dell'armata era il pegno delle sperate
+ricompense<a class="tag" id="tag160" href="#note160">[160]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quando gli stati d'Italia seppero che
+Francesco I era stato condotto in Ispagna,
+e che aveva egli stesso desiderato di andarvi,
+ben conobbero che nuovi pericoli
+minacciavano la loro indipendenza. Il re
+di Francia, con tanta premura di recarsi
+presso il suo rivale, mostrava l'estremo
+suo desiderio di trattare con lui. Bentosto
+<span class="pagenum"><a id="Page_175"></a>[175]</span>
+si seppe quali condizioni aveva fatte proporre
+a Carlo V dal signore di Buren.
+Offriva di sposare la regina di Portogallo, sorella
+dell'imperatore, accontentandosi
+per dote de' diritti che Carlo V poteva
+avere sopra la Borgogna. Voleva in contraccambio
+dare la propria sua sorella, la
+duchessa d'Alenson, a Carlo, e con questa
+tutti i suoi diritti sul regno di Napoli e sul
+ducato di Milano. Dicevasi apparecchiato
+a pagare al re d'Inghilterra enormi somme
+per farlo rinunciare alle proprie pretese,
+ed a Carlo, per sua taglia, la stessa somma
+che aveva pagata il re Giovanni prigioniere
+degl'Inglesi; finalmente offriva di
+far accompagnare l'imperatore da una
+flotta e da una possente armata francese,
+allorchè questi andrebbe a Roma a prendere
+la corona dell'impero; ciò che in
+altri termini tornava lo stesso che promettergli
+d'ajutarlo ad assicurarsi la sovranità
+d'Italia<a class="tag" id="tag161" href="#note161">[161]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Non eravi un solo principe in Italia,
+il quale, dopo avere provata l'insolenza
+e le vessazioni de' ministri imperiali, potesse
+contemplare senza terrore il giogo
+<span class="pagenum"><a id="Page_176"></a>[176]</span>
+sotto cui stava per cadere la comune
+patria. Giunto era l'istante di fare un
+estremo sforzo per l'indipendenza italiana,
+che più non potrebbesi salvare quando i
+due monarchi avessero riunite a di lei danno
+le loro forze. Ma prima che il re di
+Francia avesse trattato, pareva facil cosa
+il far sentire a lui, alla reggente, ed ai
+principi che con lei governavano, che
+tornava meglio impiegare tutti i tesori
+del regno per liberare il re colla forza
+delle armi, di concerto con tutti gli stati
+d'Italia, gli Svizzeri ed il re d'Inghilterra,
+che prodigare quei medesimi tesori a
+titolo di taglia al più costante nemico
+della Francia, e somministrargli così i
+mezzi d'incatenarli tutti quanti. Il papa e
+la repubblica di Venezia, a nome di tutti
+gli stati italiani, invitarono adunque la reggente
+a mostrare fermezza ai negoziatori
+di Carlo V, ed a rifiutare ogni vergognosa
+condizione, accertandola che in
+breve l'unione di tutta l'Europa basterebbe
+forse, senza venire all'esperimento
+delle armi, per costringere Carlo V a porre
+il di lui figlio in libertà, purchè dal
+canto suo ella volesse riconoscere e garantire
+la libertà dell'Italia<a class="tag" id="tag162" href="#note162">[162]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_177"></a>[177]</span>
+</p>
+
+<p>
+Effettivamente non era la libertà dei
+soli stati che dicevansi tuttavia indipendenti,
+ma quella di tutta l'Italia che i
+ministri di Clemente VII, di concerto col
+senato di Venezia, lusingavansi di far riconoscere.
+Tutta l'Italia abborriva egualmente
+il giogo di coloro che chiamava barbari;
+tutta l'Italia sentivasi oramai legata
+da un medesimo interesse, e pareva disposta
+a fare unanimi sforzi per la propria
+indipendenza. Francesco II Sforza, a nome
+del quale era stato conquistato il ducato
+di Milano, non aveva altro raccolto dal
+sovrano potere che il triste privilegio
+d'ascoltare il primo le lagnanze de' suoi
+popoli, al quali egli non poteva in verun
+modo apportare rimedio. Gli sgraziati
+Lombardi, abbandonati a tutta la licenza
+militare, dovevano a vicenda pagare enormi
+contribuzioni, e ricevere a discrezione
+nelle proprie case i soldati spagnuoli, il
+di cui carattere avaro, dissimulato, orgoglioso,
+era loro in particolar modo antipatico.
+Ricorrevano al loro duca, di cui
+avevano così ardentemente desiderato il
+ritorno; ma questi, ben lungi dall'esercitare
+<span class="pagenum"><a id="Page_178"></a>[178]</span>
+l'autorità di un sovrano, era il
+primo schiavo de' ministri e de' generali
+dell'imperatore<a class="tag" id="tag163" href="#note163">[163]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sapeva Francesco Sforza che l'imperatore,
+non abbastanza pago di averlo
+ridotto al rango di semplice governatore
+di provincia, aveva più volte posto
+in deliberazione, se non dovesse levargli
+il ducato di Milano per farne un dono a
+suo fratello, l'arciduca Ferdinando d'Austria,
+il quale desiderava di unire questo
+stato ai suoi possedimenti di Germania. Sapeva
+che questo progetto era senza dubbio
+in cagione dell'affettata dilazione che apportavasi
+nella corte di Madrid alla spedizione
+dell'investitura del suo ducato; e perchè
+trovavasi di già infermiccio, e non aveva
+figliuoli, sembrava che, se l'imperatore
+permettevagli di regnare, egli era soltanto
+perchè sperava di raccogliere in breve,
+dopo la sua morte, l'eredità. Quindi tosto
+che il duca di Milano ed il suo confidente
+e principale ministro, il cancelliere
+Moroni, si furono assicurati che la
+reggente rinuncierebbe a nome di suo
+figliuolo alle sue pretese sulla Lombardia,
+<span class="pagenum"><a id="Page_179"></a>[179]</span>
+che riconoscerebbe la casa Sforza, e si
+obbligherebbe a mantenerla nella sua sovranità,
+il duca entrò nella lega italiana,
+ed il suo cancelliere ne diventò uno dei
+più caldi promotori<a class="tag" id="tag164" href="#note164">[164]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Infatti fu Girolamo Moroni che s'incaricò
+di una difficile e dilicata negoziazione,
+che doveva guadagnare alla
+lega italiana un possente difensore. Egli
+era stato testimonio dell'indignazione con
+cui il contestabile di Borbone ed il marchese
+di Pescara avevano ricevuta la notizia
+della soperchieria di Lannoi; egli
+conosceva la loro gelosia verso questo
+favorito ministro di Carlo V, e gli aveva
+uditi accusare con impeto il loro padrone
+d'ingratitudine e d'ingiustizia. Il Borbone
+si era affrettato di andare in Ispagna
+per contrastare al vicerè il merito
+della vittoria, che pareva volersi attribuire<a class="tag" id="tag165" href="#note165">[165]</a>,
+ed il Pescara era rimasto solo in
+Italia, incaricato del supremo comando.
+Sebbene avesse questi adottati i costumi
+<span class="pagenum"><a id="Page_180"></a>[180]</span>
+ed i pregiudizj spagnuoli, che quasi sempre
+parlasse castigliano, e si dolesse frequentemente
+di non essere nato in Castiglia,
+il Pescara era Italiano. La sua
+famiglia, quella degli d'Avalos, erasi stabilita
+nel regno di Napoli da quasi un secolo;
+perciò il Moroni suppose che avesse
+conservati i sentimenti d'un Italiano, il
+desiderio di vedere la sua patria indipendente,
+e che tale desiderio si risveglierebbe
+in lui, se al risentimento,
+che di già provava, vi si aggiugnesse
+un'offerta così luminosa da superare
+d'assai tutte le sue più ambiziose speranze<a class="tag" id="tag166" href="#note166">[166]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Moroni, dopo avere incoraggiato il
+Pescara ad esalare tutta la sua indignazione
+contro l'imperatore, gli fece travedere
+che non dipendeva che da lui di
+dare compimento al voto, da tanto tempo
+formato da tutta l'Italia, di cacciare tutti
+i barbari dalla penisola; e che, in ricompensa
+della sua cooperazione, il papa
+ed i Veneziani erano pronti ad unirsi per
+porre sul suo capo la corona di Napoli.
+Il Pescara era violentemente irritato,
+<span class="pagenum"><a id="Page_181"></a>[181]</span>
+smisurata era la sua ambizione, il suo
+carattere artificioso e non facilmente accessibile
+agli scrupoli: egli accolse con
+ardore le proposizioni del Moroni, o perchè
+si abbandonasse alla speranza che
+gli si presentava, o perchè avesse di già
+in animo di farsi un merito presso l'imperatore
+col tradire i suoi socj. Chiese
+schiarimenti intorno alla trama in cui
+volevasi farlo entrare, ed il Moroni, con
+una confidenza contro la quale Giovan
+Matteo Ghiberti, datario apostolico, l'aveva
+invano posto in guardia, comunicò al
+Pescara tutti i progetti de' congiurati<a class="tag" id="tag167" href="#note167">[167]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'armata imperiale, che occupava la
+Lombardia, era pochissimo numerosa; tutti
+i Tedeschi erano stati licenziati; degli
+Spagnuoli molti si erano dispersi per
+porre in luogo sicuro la preda fatta nell'ultima
+campagna; altri avevano seguito
+in Ispagna il vicerè, ed altri vi
+avevano accompagnato il contestabile di
+Borbone. Altre truppe non restavano in
+Italia che quelle d'infanteria spagnuola
+comandate da Antonio di Leiva, e pochi
+fanti italiani. Il marchese di Pescara, supremo
+<span class="pagenum"><a id="Page_182"></a>[182]</span>
+comandante dell'armata imperiale,
+poteva facilmente acquartierarla, in modo
+che riuscisse facile il sorprendere separatamente
+tutti que' soldati di cui crederebbe
+di non potersi fidare, e disarmarli
+o disfarsi di loro. Quando avrebbe esclusi
+così gli stranieri dalla penisola, dovevano
+bastare le forze d'Italia per chiuder loro
+per sempre le porte: pure non si sarebbero
+adoperate queste sole, perchè la Francia
+e l'Inghilterra si dichiaravano garanti
+della di lei indipendenza, e la Svizzera
+aveva promessi i suoi soldati per difenderla<a class="tag" id="tag168" href="#note168">[168]</a>.
+</p>
+
+<p>
+A questi progetti il Pescara oppose
+alcuni scrupoli, mostrandosi desideroso
+di vederli dissipati. Come feudatario del
+regno di Napoli, riconosceva, diss'egli,
+che il papa era il supremo suo signore, e
+che l'imperatore non era che il suo signore
+diretto; tuttavolta bramava d'essere
+assicurato dall'autorità de' canonisti e de'
+giureconsulti, se gli ordini di chi aveva
+la suprema signoria bastavano a dispensarlo
+dall'ubbidienza al signore diretto;
+<span class="pagenum"><a id="Page_183"></a>[183]</span>
+e se il papa lo poteva sciogliere da un
+giuramento militare, come da un ordinario
+giuramento di vassallaggio; per ultimo
+se il suo onore sarebbe in salvo,
+ed in riposo la sua coscienza, quando
+avesse preso parte alla trama che gli
+veniva proposta contro il suo padrone.
+Per avere tali schiarimenti spedì a Roma
+il genovese Domenico Sauli, uno de' più
+caldi partigiani dell'indipendenza italiana,
+incaricandolo di abboccarsi col papa e col
+suo datario. La corte di Roma sapeva con
+quanta facilità poteva dissipare gli scrupoli
+del Pescara; ma stava ancora dubbiosa
+sul conto della di lui buona fede; onde
+gli mandò il romano Menteboni, uno
+de' confidenti del Datario, per iscandagliarlo
+ancora, mentre il cardinale Accolti
+ed il giureconsulto Angelo Cesi
+scrivevano a nome del papa dei trattati
+per tranquillizzare la coscienza del generale<a class="tag" id="tag169" href="#note169">[169]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nello stesso tempo gli agenti della corte
+di Roma lavoravano in ogni parte per
+dare esecuzione ad un progetto così bene
+concertato. Enrico VIII, re d'Inghilterra,
+<span class="pagenum"><a id="Page_184"></a>[184]</span>
+aveva fatte a Carlo V le più esorbitanti
+domande dopo la battaglia di Pavia: egli
+ne voleva per sè quasi tutti i frutti, e
+chiedeva che gli si dessero la maggior
+parte delle province di quella Francia
+di cui i suoi predecessori, dopo Enrico
+V, chiamavansi re. Queste esagerate
+domande non si facevano da Enrico
+VIII, che per ottenere un rifiuto dall'imperatore,
+e aver così un pretesto
+di corrucciarsi con lui<a class="tag" id="tag170" href="#note170">[170]</a>. In fatti egli
+aveva di già accolte le proposizioni della
+corte di Roma, che voleva ravvicinarlo alla
+Francia, e renderlo favorevole alla
+indipendenza italiana; egli era entrato
+ne' progetti comunicatigli da Girolamo
+Ghinucci, auditore apostolico, e nunzio
+alla sua corte: aveva mandato a
+Roma il vescovo di Bath ed il cavaliere
+di Casale, per trattare col papa; onde i
+confederati tenevansi sicuri del di lui
+appoggio<a class="tag" id="tag171" href="#note171">[171]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il vescovo di Veruli, Ennio Filonardo,
+nunzio del papa nella Svizzera, fino dall'undici
+giugno, ma più apertamente il
+<span class="pagenum"><a id="Page_185"></a>[185]</span>
+primo di luglio, fu incaricato di scandagliare
+la dieta elvetica, ed ogni cantone
+in particolare intorno all'universale
+desiderio degl'Italiani di armarsi per la
+propria indipendenza; di far sentire agli
+Svizzeri in quale pericolo si troverebbero
+essi medesimi, se la casa d'Austria,
+venendo a stabilirsi in Lombardia, circondasse
+quasi da ogni lato i loro confini;
+di esortarli a non perdere l'occasione
+di riparare il loro onore militare,
+crudelmente compromesso dalla cattiva
+condotta delle loro truppe nelle quattro
+ultime campagne; finalmente di porsi in
+istato, di potere, quando ne avrebbe l'ordine,
+far entrare otto o dieci mila Svizzeri
+in Lombardia, col patto di portarsi,
+ove il bisogno lo richiedesse, anche nel
+regno di Napoli<a class="tag" id="tag172" href="#note172">[172]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Finalmente Luigia di Savoja, reggente
+di Francia, fece dichiarare a Venezia,
+il 24 di giugno, per bocca di Lorenzo
+Toscano, suo inviato segreto, che riconosceva
+Francesco Sforza come duca di
+Milano; che somministrerebbe all'Italia
+possenti ajuti, ove questa si determinasse
+<span class="pagenum"><a id="Page_186"></a>[186]</span>
+a scuotere il giogo; e che pagherebbe
+agli alleati, come sussidio, quaranta mila
+scudi al mese fin che durerebbe la guerra.
+A fine di proseguire queste negoziazioni,
+ella mandò ambasciatore a Venezia
+il conte Luigi di Canossa, vescovo
+di Bayeux, uno de' più destri diplomatici
+fra gl'Italiani ch'erano allora ai servigj
+della Francia, e presso la santa sede,
+Alberto Pio, conte di Carpi, fratello
+del conte di Canossa. Nè l'uno nè l'altro
+di questi negoziatori erano muniti
+di pieni poteri onde conchiudere, e per
+più settimane minuziose difficoltà impedirono
+la soscrizione degli articoli convenuti.
+Sigismondo Sanzio, segretario del
+conte di Carpi, fu spedito in poste a
+Parigi con tutti i trattati, onde farli approvare
+dalla corte; ma Sanzio venne
+assassinato da alcuni ladri, mentre, attraversando
+il territorio di Brescia, si
+dirigeva per la Svizzera alla volta della
+Francia. Non ricevendo da lui nessuna
+notizia, la corte di Roma credette alcun
+tempo che gli Spagnuoli, fattolo arrestare,
+non si fossero impadroniti di tutta la sua
+corrispondenza, e ne fu altamente atterrita;
+ciò per altro non era la sola
+causa de' suoi timori. Il Ghiberti temeva
+molto più ancora di essere tradito dalla
+<span class="pagenum"><a id="Page_187"></a>[187]</span>
+reggente; rincrescevagli oltremodo che le
+fosse stato confidato il segreto della cooperazione
+del Pescara, e pensava che
+questa madre, impaziente di ridonare la
+libertà a suo figliuolo, facilmente potrebbe
+minacciare gli Spagnuoli di una insurrezione
+generale dell'Italia, far loro conoscere
+quanto vicino fosse il momento dell'esplosione,
+ed ottenere da loro, in vista
+di cotale imminente pericolo, che
+suo figliuolo, il quale era già apparecchiato
+di far loro grandissimi sagrifizj,
+venisse riposto in libertà sotto moderate
+condizioni<a class="tag" id="tag173" href="#note173">[173]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sembra cosa fuori di dubbio che questo
+timore del Ghiberti si verificasse. La
+duchessa d'Alenson, sorella di Francesco
+I erasi recata in Ispagna per negoziare
+un trattato di pace, una delle cui
+basi doveva essere il suo proprio matrimonio
+con Carlo V, e quello di Francesco
+I con Eleonora di Portogallo. È probabilissimo
+che a fine di meglio riuscire,
+la duchessa non temette di compromettere
+il segreto delle potenze italiane; almeno
+<span class="pagenum"><a id="Page_188"></a>[188]</span>
+seppesi in Roma, verso la metà
+di settembre, che Carlo V aveva avuto
+avviso delle offerte fatte al marchese di
+Pescara, come pure di tutte le particolarità
+della negoziazione intavolata colla Francia.
+La corte di Roma sospettava successivamente
+tutti i suoi alleati, e tutti
+forse potevano a buon diritto esserle sospetti:
+aveva sentito a dire che il Moroni
+ed il Pescara non aveano mostrato
+d'entrare nella cospirazione, se non per
+mettere a prova i principi italiani; ma
+la corte di Roma comprendeva assai bene
+che il Pescara, onde conservarsi la confidenza
+dell'imperatore, e condurre a buon
+fine i suoi progetti, era stato egli medesimo
+costretto di dare alla sua corte quegli
+avvisi, che altri pure nel medesimo
+tempo le davano; e finchè tali avvisi
+erano confusi, finchè non erano seguiti
+da niuna misura di precauzione, si potevano
+assai bene conciliare colla condotta
+d'un cospiratore. La condotta tenuta
+dalla Francia era molto più sospetta;
+e il datario, in parecchie lettere dirette
+al vescovo di Bayeux, ne manifestò vivissimo
+risentimento<a class="tag" id="tag174" href="#note174">[174]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_189"></a>[189]</span>
+</p>
+
+<p>
+Egli è impossibile di sapere se il Pescara
+siasi da principio impegnato di buona
+fede nella cospirazione italiana, oppure
+se, come lo asserì poscia egli medesimo,
+non vi entrasse che per isvelarla all'imperatore.
+Diversi avvenimenti, occorsi durante
+la negoziazione, furono causa forse
+che cangiasse divisamento; egli prese
+gran parte all'agitazione cagionata dalla
+repentina sparizione di Sigismondo Sanzio,
+e potè credere alcun tempo che le
+sue carte fossero venute alle mani di
+Antonio de Leiva; ebbe contezza dell'andata
+della duchessa d'Alenson a Madrid,
+e dei progetti della Francia: oltre
+a ciò fu avvisato forse delle prime
+rivelazioni fatte dalla duchessa, ed approfittò,
+per passare dalle parti di cospiratore
+a quelle di spia, delle confuse e
+mal certe informazioni, che, per sua
+propria sicurezza, aveva di già date all'imperatore.
+Finalmente circa alla medesima
+epoca Francesco Sforza infermò
+gravemente; e nel mentre che gli stati
+italiani chiedevano alla Francia di riporre
+in libertà Massimiliano, fratello di Francesco,
+e di assicurargli il possedimento
+del ducato di Milano, che voleano guarentire
+alla casa Sforza, il Pescara si lusingò
+forse d'ottenere egli medesimo dall'imperatore,
+<span class="pagenum"><a id="Page_190"></a>[190]</span>
+in guiderdone di un eminente
+servigio, questa sovranità, che la morte
+allora toglieva al presente possessore. Egli
+è certo almeno che giunse a tanta bassezza,
+di eccitare alla ribellione, per poscia
+tradirli, coloro stessi che offrivano
+d'esporre gli averi e la persona per servirlo.
+Dopo avere comunicato all'imperatore,
+per mezzo del suo segretario Giovanbattista
+Castaldi, il segreto della congiura,
+egli continuò le sue conferenze
+col Moroni, coi ministri del papa e
+de' Veneziani, onde impegnare ciascuno
+de' socj a compromettersi separatamente<a class="tag" id="tag175" href="#note175">[175]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Francesco II Sforza ricevette frattanto,
+nel mese d'agosto, l'investitura del ducato
+di Milano, spedita da Carlo V; ma
+vincolata ad onerosissime condizioni. Egli
+doveva versare nel primo anno cento
+mila ducati alla camera imperiale, ed obbligarsi
+a pagarne altri cinquecento mila
+a termini più lontani; oltre a che doveva
+costringere d'ora innanzi tutto il Milanese
+a provvedersi di sale alle saline
+<span class="pagenum"><a id="Page_191"></a>[191]</span>
+dell'arciduca Ferdinando d'Austria, e ciò
+era un abbandonare a questo principe straniero
+la gabella più importante degli stati
+di Milano<a class="tag" id="tag176" href="#note176">[176]</a>. Francesco Sforza accettò
+questa investitura, e oltre alle somme
+enormi ch'egli aveva già consegnate ai
+generali imperiali, pagò ancora cinquanta
+mila ducati a conto di quella che gli era
+recentemente domandata; ma la sua malattia,
+che peggiorò molto in breve tempo,
+e manifestavasi con sintomi tali che
+davano assai da temere, ritardò tutte
+le misure degli alleati. Alla morte di
+Francesco Sforza, la quale era da tutti
+creduta imminente, il di lui feudo doveva
+cadere all'imperatore. Il Pescara
+mostrò ai congiurati, che, in vista di
+cotale avvenimento, egli non si potea
+dispensare dal raccorre le guarnigioni
+spagnuole sparse in Lombardia, e dal
+chiamarvi inoltre due mila landsknecht;
+per cui era forza d'abbandonare il pensiero
+di opprimere a un tratto l'armata
+imperiale. Il Moroni, cui erasi cercato di
+rendere sospetto il Pescara, aveva fino allora
+risposto, ch'egli sarebbe stato sempre
+padrone di arrestarlo nel castello di
+<span class="pagenum"><a id="Page_192"></a>[192]</span>
+Milano con tutti i capitani imperiali, ove
+quel generale avesse voluto abbandonare
+la causa italiana<a class="tag" id="tag177" href="#note177">[177]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Un altro avvenimento ancora teneva
+sospesi i congiurati; seppesi bentosto che
+Francesco I, cruciato oltremodo di non
+avere potuto nel corso di due mesi ottenere
+un abboccamento con Carlo V, era
+caduto gravemente ammalato nel castello
+di Madrid, e pareva, anche a dire dei medici,
+non dovere ormai vivere che pochi
+giorni. La di lui morte avrebbe privato
+a un tratto Carlo V di tutti i vantaggi
+ch'egli avea creduto ritrarre dalla
+battaglia di Pavia; perciò l'imperatore,
+temendo per la vita del suo prigioniero,
+erasi affrettato di visitarlo, aveagli dato le
+più lusinghiere speranze, e s'era mostrato
+vicinissimo a riconciliarsi con lui. Da un
+momento all'altro un trattato di pace
+poteva essere sottoscritto fra questi due
+monarchi, e desso avrebbe rotte tutte le
+precauzioni della lega, ponendo, per
+quanto era da supporsi, l'Italia nell'assoluta
+dipendenza dell'imperatore<a class="tag" id="tag178" href="#note178">[178]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_193"></a>[193]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma i due ammalati, della vita de' quali
+omai disperavano tutti, risanarono; ed il
+Pescara fu assalito dalla malattia che dovea
+prima di due mesi strascinarlo al sepolcro.
+Egli però non volle aspettare più
+tardi a levarsi la maschera dal volto; la
+sua lentezza e la sua apparente irresoluzione
+aveano di già inquietato non poco
+gli alleati italiani<a class="tag" id="tag179" href="#note179">[179]</a>. Dal canto loro gli
+ufficiali spagnuoli s'erano accorti delle
+pratiche che si andavano maneggiando
+intorno a loro; e Antonio di Leyva aveva
+pubblicamente minacciato di fare uccidere
+il Moroni, che i suoi compatriotti
+odiavano a morte<a class="tag" id="tag180" href="#note180">[180]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il 14 d'ottobre, il marchese di Pescara,
+che sentivasi già oppresso da grave
+malattia, invitò il cancelliere Moroni a
+venirlo a trovare nel castello di Novara,
+dove risiedeva. Il Moroni, tenuto da
+tutti pel più astuto, pel più diffidente,
+pel più doppio degli Italiani, non istimava
+il marchese, ed avealo più volte
+<span class="pagenum"><a id="Page_194"></a>[194]</span>
+rappresentato come il più perfido e crudele
+fra gli uomini: diceva che qualora
+avesse dovuto arrestarlo, avrebbe approfittato
+dell'istante in cui questo generale
+visitava il duca ammalato nel castello di
+Milano; pure si lasciò prendere egli medesimo
+in simigliante insidia. Venne al
+marchese, che giaceva ammalato nel castello
+di Novara; entrò di bel nuovo in
+tutte le particolarità del suo progetto per
+disperdere i soldati spagnuoli, sorprenderli,
+svaligiarli o assassinarli. Il Pescara, che
+lo interpellava, aveva fatto nascondere
+Antonio di Leyva dietro una tappezzeria,
+onde potesse udire la loro conversazione.
+Quando il Moroni uscì dalla stanza, fu
+arrestato e condotto nel castello di Pavia,
+ove si recò in breve anche il Pescara
+per interrogarlo come giudice intorno ad
+una cospirazione, nella quale era fino
+allora egli medesimo entrato come complice<a class="tag" id="tag181" href="#note181">[181]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_195"></a>[195]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il Pescara, coll'arrestare il Moroni e
+col cominciare con pubblicità il di lui
+processo, aveva soprattutto in vista di
+compromettere il duca di Milano, e di
+somministrare occasione all'imperatore di
+dichiararlo scaduto dal suo feudo. Egli
+aveva di già guarnigione in Lodi ed in
+Pavia; ma, onde porre in sicurezza l'armata
+ch'egli comandava, chiese ancora
+al duca la consegna di Cremona, di Trezzo,
+di Lecco e di Pizzighettone. Il duca,
+gravemente ammalato, e che aveva perduto
+col suo grande cancelliere Moroni
+il più fermo appoggio del suo carattere,
+e tutta la prudenza del suo consiglio,
+cedette senza resistenza. Il Pescara, dopo
+essersi fatte consegnare queste piazze,
+dimandò ancora che gli fosse data in
+mano la fortezza di Cremona, e che il
+duca, al quale concedeva per abitazione
+la fortezza di Milano, non gl'impedisse di
+circondare la medesima con opportuni trinceramenti,
+e di cominciare tutte le fortificazioni
+necessarie a metterlo in grado di
+eseguire senza ritardo gli ordini che riceverebbe
+dall'imperatore. Francesco Sforza
+ricusò queste nuove domande, e non volle
+nè anche dare in consegna al Pescara nè
+il suo proprio segretario, Giannangelo
+Ricci, nè Poliziano, segretario del Moroni.
+<span class="pagenum"><a id="Page_196"></a>[196]</span>
+Non aveva avuto tempo di raccorre
+se non che pochi viveri nel castello di
+Milano; nulla meno vi si rinchiuse coraggiosamente
+con ottocento fanti scelti,
+e quando gli Spagnuoli cominciarono ad
+aprire le trincee per assediarlo, fece fuoco
+sopra i lavoratori<a class="tag" id="tag182" href="#note182">[182]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'occupazione del ducato di Milano
+sbigottì tutti i consiglj delle potenze d'Italia;
+le pratiche loro col Moroni erano
+palesi, ed esponevanli a tutta la vendetta
+dell'imperatore, nel tempo ch'essi non
+erano ancora apparecchiati a fargli la
+guerra. A quest'epoca il protonotaro Caraccioli,
+ambasciatore di Carlo V a Venezia,
+offriva di accettare, sotto condizione
+che la repubblica rientrasse nell'alleanza
+imperiale, gli ottanta mila ducati
+che il senato erasi mostrato disposto di
+pagare in compenso di que' sussidj che
+la repubblica medesima avrebbe dovuto
+somministrare nell'ultima guerra. Ma per
+grande che fosse il pericolo in cui trovavasi
+la repubblica di Venezia, ella non
+si potè risolvere a fabbricarsi in tal modo
+da se stessa le proprie catene, e il senato
+<span class="pagenum"><a id="Page_197"></a>[197]</span>
+ricusò di sottoscrivere, infino a tanto
+che il ducato di Milano sarebbe occupato
+dagl'Imperiali; conciossiachè, soggiugneva
+esso, era appunto per impedire
+la riunione di questo ducato agli stati di
+un altro sovrano, già padrone del regno
+di Napoli, che s'era impegnato per trent'anni
+continui in tante guerre diverse. La
+malattia del Pescara, che andava peggiorando
+ogni giorno, impedì che le ostilità
+tenessero dietro a questo rifiuto<a class="tag" id="tag183" href="#note183">[183]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nel medesimo tempo due uomini che
+aveano macchiati coi tradimenti i più
+rari talenti e un carattere che non era
+privo di nobile grandezza, conobbero a
+prova che il favore dei principi non è
+sufficiente risarcimento alla perdita della
+pubblica stima sagrificata per compiacer
+loro. Il contestabile di Borbone era giunto
+a Toledo il 14 novembre presso all'imperatore.
+Egli era stato accolto da lui
+colle maggiori dimostrazioni di stima e
+d'amicizia, ed onorato siccome quegli che
+doveva sposare la sorella del monarca ed
+ascendere un giorno sul trono; ma quanto
+erano grandi e molte le carezze che Carlo
+V prodigavagli, altrettanto era umiliante
+<span class="pagenum"><a id="Page_198"></a>[198]</span>
+il dispregio in cui i nobili castigliani
+mostravano di tenerlo. Quest'uomo,
+che aveva venduto agli stranieri il proprio
+suo re e la sua patria, non pareva loro
+potere con nessuna virtù con niuno servigio
+cancellare cotanta infamia; e quando
+Carlo V dimandò al marchese di Villena
+che volesse prestare il suo palazzo al
+contestabile, questi rispose che non poteva
+ricusar nulla al suo sovrano, ma
+che, appena partito il Borbone, egli incendierebbe
+colle sue proprie mani il
+palazzo, siccome quello che sarebbe stato
+infamato dalla presenza di un traditore<a class="tag" id="tag184" href="#note184">[184]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dall'altro canto il Pescara, che, per
+conciliarsi più sicuramente il favore di
+Carlo V, erasi avvilito a ciò che v'ha
+di più abjetto nella condotta d'una spia,
+a corrompere egli medesimo coloro che
+voleva denunciare, era divenuto bersaglio
+dell'orrore e del disprezzo di tutti
+gl'Italiani che aveva traditi. Nato nel
+casato catalano d'Avalos, già venuto nel
+regno di Napoli e domiciliatovisi con Alfonso
+I, egli aveva cominciato i suoi
+primi fatti d'armi alla battaglia di Ravenna,
+nella quale era stato fatto prigioniero.
+<span class="pagenum"><a id="Page_199"></a>[199]</span>
+D'allora in poi erasi trovato presente
+a tutte le guerre d'Italia, e benchè
+non oltrepassasse i trentasei anni,
+aveva acquistata grandissima esperienza;
+erasi distinto col suo ingegno inventore,
+la sua attività, il suo coraggio, i suoi
+stratagemmi; avea saputo rendersi caro
+all'infanteria spagnuola, cui comandò
+lungo tempo, e soleva dire che gli rincresceva
+di non essere nato piuttosto in
+Ispagna che in Italia. In quell'epoca medesima
+egli era oppresso da una malattia
+che non aveva diligentemente curata, e
+morì in Milano il 30 di novembre, nel
+mentre che Vittoria Colonna, sua moglie,
+celebre nella letteratura, era partita in
+tutta fretta da Napoli per venirlo ad assistere,
+e non aveva ancora oltrepassato
+Viterbo<a class="tag" id="tag185" href="#note185">[185]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La morte del Pescara accrebbe il coraggio
+de' Veneziani, e di tutti coloro
+che in Italia volevano assicurare coll'armi
+la propria indipendenza: supponevano
+che l'armata imperiale fosse tanto più
+<span class="pagenum"><a id="Page_200"></a>[200]</span>
+indebolita da una perdita così grande, che
+il contestabile di Borbone e il vicerè Lannoy
+erano assenti entrambi; perciò sollecitavano
+il papa di sottoscrivere, mentre
+Francesco Sforza era ancora padrone del
+castello di Milano, una lega necessaria
+per salvare l'Italia dall'assoluta schiavitù
+che la minacciava. La reggente di Francia
+prometteva di sovvenir loro cinquecento
+lance francesi e quaranta mila ducati
+al mese, i quali bastavano ad assoldare
+diecimila Svizzeri; e nel medesimo
+tempo doveva cominciare la guerra sulle
+frontiere della Spagna per impedire a
+Carlo V di mandare soccorsi in Italia.
+Enrico VIII, che verso il finire di
+agosto aveva sottoscritta colla reggente
+un'alleanza difensiva, e che aveavi messa
+per condizione ch'ella non abbandonerebbe
+nessuna provincia del regno per
+riscattare suo figliuolo, facevasi mallevadore
+delle promesse cui si obbligava il
+governo francese. Il papa e i Veneziani,
+de' quali il primo trattava anche a nome
+de' Fiorentini, ed i secondi a nome anche
+del duca di Ferrara, dovevano somministrare
+a spese comuni mille ottocento
+uomini d'armi, due mila cavaleggieri e
+venti mila fanti; la flotta veneziana,
+unita alla francese, doveva attaccare contemporaneamente
+<span class="pagenum"><a id="Page_201"></a>[201]</span>
+Genova o il regno di
+Napoli<a class="tag" id="tag186" href="#note186">[186]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma un progetto così difficile e così
+pericoloso da eseguirsi avrebbe incusso
+timore anche ad un uomo di carattere
+più fermo e deciso, che non lo era Clemente
+VII. Questi, dacchè era salito sul
+trono, avea delusa l'aspettazione di tutti
+coloro che credevano conoscerlo; e dava
+allora a divedere che se l'amministrazione
+sua era stata gloriosa durante il regno di
+suo cugino Leon X, ciò doveasi attribuire
+molto più alla fermezza e risoluzione
+di Leone, che all'abilità sua nel
+servirlo. Sempre indeciso, e pronto a disdirsi,
+sbigottito sempre dagli ostacoli quando
+s'appigliava ad una risoluzione, e dimenticandosi
+allora di tutti quelli per cui
+aveva abbandonata la risoluzione contraria,
+egli fluttuava sempre fra partiti estremi,
+lasciava passare il momento d'agire,
+e quand'era poi costretto a decidersi,
+ora si abbandonava da disperato a ciò
+che riguardava come una fatalità, ora
+cedeva alle sollecitazioni dei suoi ministri,
+<span class="pagenum"><a id="Page_202"></a>[202]</span>
+senza essere per altro persuaso di
+quelle ragioni che per avventura gli allegavano.
+Questa irrisoluzione veniva accresciuta
+ancora dalla scissione manifestatasi
+nel suo più intimo consiglio. Erano
+confidenti di Clemente VII frate Nicola
+di Schomberg, dominicano tedesco, creato
+dal papa arcivescovo di Capoa, e Giovan
+Matteo Ghiberti, che occupava la
+carica di datario apostolico; Clemente
+operava il più delle volte dietro i consiglj
+di costoro. Ma il Schomberg aveva
+abbracciato con zelo il partito dell'imperatore;
+e il Ghiberti, quantunque riponendo
+poca fiducia nella Francia, ed
+amaramente lagnandosi del difetto di discrezione
+e di fede di questa corte, voleva
+unirsi a lei per difendere l'indipendenza
+italiana; costoro non temevano di dare
+la maggiore pubblicità alle loro contese,
+e le loro alternative vittorie scemavano il
+credito del papa. Questi erasi finalmente
+risolto a sottoscrivere la lega proposta;
+tutti gli articoli erano già convenuti, ed
+era pure giunto il giorno fissato alla conclusione,
+quando sentendo egli arrivato
+a Genova il commendatore Errera con
+muove proposizioni dell'imperatore, sospese
+ogni cosa per sentirle<a class="tag" id="tag187" href="#note187">[187]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_203"></a>[203]</span>
+</p>
+
+<p>
+Questi articoli erano tali da lusingare
+Clemente, e ciò s'era procurato a bella
+posta per distorlo da un'alleanza che
+Carlo V temeva. Gli si promettevano la
+restituzione di Reggio e Rubbiera, il mantenimento
+di Francesco Sforza nel ducato
+di Milano, ed ove questi morisse senza
+eredi, la cessione del ducato medesimo
+al contestabile di Borbone, che Clemente
+VII aveva imprudentemente proposto
+egli stesso, sebbene poscia si fosse di leggieri
+avveduto che questo ducato non
+sarebbe meno dipendente dall'imperatore,
+qualora venisse tra le mani del Borbone,
+di quello che lo sarebbe se governato
+fosse da un vicerè; ma presto si potè conoscere
+che questa proposizione artificiosa
+era un'insidia tesa al papa. Benchè Carlo
+V avesse avuto avviso già da due
+giorni dell'arresto del Moroni e della
+spogliazione del duca di Milano, egli
+però non ne faceva alcun cenno negli
+articoli che presentava, onde aver campo
+di potere dichiarare in seguito, che tali
+avvenimenti, venuti posteriormente alla
+<span class="pagenum"><a id="Page_204"></a>[204]</span>
+sua saputa, cambiavano lo stato degli
+affari, e che il prevaricamento del duca
+di Milano, dovendo essere dietro le leggi
+imperiali punito almeno colla morte civile,
+lasciava aperta la successione del
+duca, e piena libertà all'imperatore d'investirne
+immediatamente il duca di Borbone<a class="tag" id="tag188" href="#note188">[188]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Gli ambasciatori imperiali promettevano
+di far correggere quest'ommissione,
+e stipulare la guarenzia del ducato di
+Milano in que' termini stessi che il papa
+vorrebbe dettare; ma chiedevano due mesi
+di tempo per ricevere risposta dalla Spagna,
+e volevano che fino a quell'epoca
+Clemente VII non s'impegnasse in nessun
+modo coi loro nemici. Il papa comprese
+di leggieri non esser altro cotale dimanda
+se non che un'astuzia diretta a guadagnar
+tempo; ma dimostrò a' suoi consiglieri
+che poteva accordare senza nulla perdere
+il termine richiesto. Egli giudicava con
+molta accortezza che un trattato, da lui
+sottoscritto prima che il re di Francia
+fosse posto in libertà, non sarebbe che
+uno spauracchio di cui la reggente approfitterebbe
+<span class="pagenum"><a id="Page_205"></a>[205]</span>
+per ottenere dall'imperatore
+la libertà di suo figliuolo, e ch'ella porrebbe
+sempre fra le sue prime offerte
+l'abbandono de' suoi nuovi alleati d'Italia.
+Ma s'egli invece lasciava che la reggente
+trattasse come potrebbe coll'imperatore,
+non eravi quasi più dubbio che
+le condizioni di questi non fossero intollerabili,
+e non fossero in conseguenza
+quasi immediatamente violate. Dall'abuso
+della vittoria doveva necessariamente nascere
+una nuova guerra; e tornava assai
+più conto agl'Italiani trattare con Francesco
+impaziente di vendicarsi, anzi che
+con Francesco mercanteggiante ancora
+per la propria libertà<a class="tag" id="tag189" href="#note189">[189]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Tale era lo stato delle negoziazioni al
+principio del 1526. Carlo V poteva a sua
+scelta o, trattando con moderazione Francesco
+I, obbligarselo coi benefizj, e lasciandogli
+la Francia intatta, persuaderlo
+ad abbandonare l'Italia alle armi imperiali;
+o al contrario, accontentando gli
+stati italiani, tranquillandoli intorno ai
+suoi progetti di monarchia universale, e
+sciogliendo così la loro lega, ed assicurandosi
+dell'amicizia loro, spingere poscia
+i suoi vantaggi contro la corona di Francia
+<span class="pagenum"><a id="Page_206"></a>[206]</span>
+e spogliarla di alcune province. Ognuno
+di questi progetti era suggerito ed
+appoggiato da alcuno de' consiglieri di
+Carlo: ma egli, che per più capi somigliava
+al suo avo Massimiliano, che, siccome
+usava quest'ultimo, non misurava
+giammai i suoi progetti colle sue forze,
+e dimenticavasi che il denaro gli veniva
+meno quasi sempre nel primo mese di
+ogni campagna, s'appigliò egli solo a un
+terzo partito più gigantesco degli altri
+due: ciò era di stendere contemporaneamente
+il suo scettro sull'Italia e sulla
+Francia, di assicurarsi del ducato di Milano,
+di ridurre all'ubbidienza il papa e
+i Veneziani, chiusi entrambi allora nei
+suoi stati, e di strappare nel medesimo
+tempo di mano a Francesco I alcuna
+delle migliori province del di lui regno<a class="tag" id="tag190" href="#note190">[190]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Formato cotale divisamento, l'imperatore,
+a malgrado dell'opposizione costante
+del suo gran cancelliere Mercurio Gattinara,
+dettò al suo prigioniero il trattato
+di Madrid, che fu sottoscritto il 14 di
+gennajo del 1526. Il re, impaziente della
+sua cattività, e riguardandosi a cagione
+della violenza che gli si faceva, sciolto
+<span class="pagenum"><a id="Page_207"></a>[207]</span>
+da quegli impegni cui si obbligava, acconsentì
+a quasi tutto ciò che gli venne
+dimandato. Abbandonò all'imperatore il
+ducato di Borgogna, il contado di Charolois,
+le signorie di Noyers e di Castel-Chinone,
+il viscontado d'Ausonna e la
+terra di san Lorenzo; rinunciò alla signoria
+della Francia sui contadi di Fiandra
+e d'Artois; s'obbligò pure a rendere
+al duca di Borbone, e a tutti i ribelli
+che lo avevano seguito, le loro terre, i
+loro feudi e le signorie loro. Nel mentre
+ch'egli sagrificava in questo modo diritti
+così importanti della corona di Francia,
+abbandonava anche i suoi alleati alla cupidigia
+dell'imperatore. Prometteva di ridurre
+Enrico d'Albretto, fatto ancor egli
+prigioniere alla battaglia di Pavia, ma sottrattosi
+poscia alla cattività in grazia dell'ardimento
+del suo paggio, a rinunciare al
+nome e alle armi di re di Navarra; cedeva
+all'imperatore tutte le sue pretese
+sul regno di Napoli, il ducato di Milano,
+Genova ed Asti, e prometteva di
+somministrargli truppe di terra e di mare,
+che l'accompagnassero in Italia, quando
+andrebbe a pigliare la corona imperiale;
+con che esprimeva chiaramente che lo ajuterebbe
+a soggiogare il papa, i Veneziani,
+i Fiorentini, i duchi di Milano e di
+<span class="pagenum"><a id="Page_208"></a>[208]</span>
+Ferrara, nuovi alleati del re, che soli
+potevano, colla resistenza che avessero
+per avventura voluto opporre, far nascere
+il bisogno di un'armata imperiale in Italia
+all'istante dell'incoronazione. A guarenzia
+di questo trattato Francesco I doveva
+sposare Eleonora, regina di Portogallo,
+sorella dell'imperatore, e il Delfino
+sposare Maria, figliuola di Carlo V. Ad
+onta però di questa unione delle due famiglie,
+il re dovea consegnare come ostaggi
+all'imperatore due de' suoi figliuoli, onde
+assicurare l'osservazione del trattato, che
+egli medesimo oltre a ciò era tenuto di
+ratificare, tostocchè sarebbe libero, nella
+prima città del suo regno<a class="tag" id="tag191" href="#note191">[191]</a>.
+</p>
+
+<p>
+A tali condizioni Francesco I fu rilasciato
+in cambio de' suoi due figliuoli, il giorno
+18 marzo 1526, in una barca legata nel
+mezzo del fiume Andaye, il quale divide
+Fontarabia da Bajonna. L'Italia,
+consapevole delle clausole e dell'esecuzione
+<span class="pagenum"><a id="Page_209"></a>[209]</span>
+di questo trattato, stette tutta tremante
+in aspettazione delle prime operazioni
+del re di Francia, onde vedere se
+egli aveva in animo di osservare le sue
+promesse, e di condannarla così a perpetua
+schiavitù<a class="tag" id="tag192" href="#note192">[192]</a>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_210"></a>[210]</span>
+</p>
+
+<h2>
+CAPITOLO CXVII.
+</h2>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+<i>Lega degl'Italiani per difendere la loro
+indipendenza. Sono abbandonati dalla
+Francia, e mal serviti dal duca d'Urbino;
+crudeltà degl'Imperiali in Lombardia.
+Clemente VII sorpreso nel Vaticano
+dai Colonna è forzato di acconsentire
+ad una tregua, che poi viene
+da lui violata.</i>
+</p>
+
+<p class="center">
+1526.
+</p>
+</div>
+
+<p>
+L'Italia mai non erasi mostrata tanto
+disposta ad armarsi per la propria indipendenza
+come nell'istante in cui le fu
+noto il trattato di Madrid. L'espulsione
+dei barbari era il voto di tutti gli stati,
+di tutte le province, di tutte le condizioni:
+e di questo nome di barbari, che
+gl'Italiani davano allora ad una voce agli
+oltremontani, non eransi giammai in altri
+tempi renduti più meritevoli tutti i
+popoli che guastarono la bella Italia ne'
+trent'anni che precedettero quest'epoca.
+La civiltà aveva, a dir vero, fatti
+progressi nelle corti e nelle capitali dei
+principi oltremontani; ma la barbarie regnava
+tuttavia tra la generalità dei popoli,
+<span class="pagenum"><a id="Page_211"></a>[211]</span>
+ed in particolare nelle armate. Giammai
+tanta cupidigia, tanta crudeltà, tanta
+perfidia non eransi a gara mostrate dalle
+diverse nazioni. Giammai le città non
+erano state più frequentemente e più inumanamente
+saccheggiate; giammai i contadini
+ridotti a tale eccesso di disperazione.
+Dall'una all'altra estremità d'Italia,
+ogni provincia aveva più d'una volta
+sperimentata l'asprezza de' comandanti
+stranieri, l'insolenza e la rapacità dei
+soldati. La Sicilia, la di cui antica costituzione
+non veniva più rispettata, dacchè
+il suo monarca regnava sopra la
+metà dell'Europa, era così insofferente
+del giogo spagnuolo, che il timore de' supplicj
+non bastava a frenare i cospiratori,
+tenuti ubbidienti soltanto dalla continua
+forza che gli opprimeva. Il regno di Napoli,
+dopo avere lungo tempo sofferto il
+giogo francese, era ridotto a desiderarlo,
+dacchè i soldati spagnuoli, accantonati
+senza paga nelle loro campagne, rifacevansi
+sugl'infelici contadini delle ruberie
+dei tesorieri reali; dacchè i vicerè opprimevano
+il commercio coi monopolj, moltiplicavano
+gli asili accordati ai facinorosi,
+e non si prendevano verun pensiero della
+giustizia. Lo stato della Chiesa, ruinato
+dall'inquieto carattere di tre pontefici che
+<span class="pagenum"><a id="Page_212"></a>[212]</span>
+si erano succeduti con eguale ambizione,
+piagneva tuttavia le perfidie di Alessandro
+VI, quando Giulio II e Leon X vi
+chiamarono nuovi sciami di stranieri. La
+lunga guerra di Pisa aveva lasciata nella
+desolazione metà della Toscana; e nel
+sacco di Prato quest'industriosa contrada
+aveva imparato a conoscere l'avarizia e
+la crudeltà degli Spagnuoli. In tutta l'estensione
+degli stati veneziani non si trovava
+un piccolo distretto che non avesse
+avuto triste esperimento della brutalità
+de' Tedeschi, e che nelle guerre eccitate
+dalla lega di Cambrai non fosse stato più
+volte saccheggiato. Genova era stata di
+fresco abbandonata al sacco degli Spagnuoli
+dal marchese di Pescara. Gli stati di
+Ferrara, che sì lungo tempo aveano tentata
+l'ambizione di Giulio II e di Leone X,
+erano stati irrigati di sangue, e quelli di
+Mantova esposti ai medesimi guasti. Più
+sventurata di tutte le altre province, la
+Lombardia non aveva mai cessato d'essere
+il teatro della guerra dopo la prima
+spedizione di Carlo VIII; presa più volte
+e ripresa dai Francesi, dagli Spagnuoli,
+dai Tedeschi, dagli Svizzeri, non sapeva
+quale di questi barbari popoli dovesse
+più abborrire. Il Piemonte ed il Monferrato,
+senz'essere in guerra per proprio
+<span class="pagenum"><a id="Page_213"></a>[213]</span>
+conto, n'erano ogni anno il teatro, e gli
+sventurati loro abitanti venivano puniti
+da un partito per essere stati esposti alle
+violenze di un altro. In questo universale
+stato di patimenti, di cui nulla presagiva
+il fine, gl'Italiani, poichè non potevano
+sperar pace, invocavano almeno
+una guerra nazionale, una guerra nella
+quale combattessero e soffrissero per la
+loro libertà, per la loro indipendenza,
+per un governo scelto da loro, e non
+per passare dalle mani di un padrone
+che detestavano a quelle di un altro
+egualmente abborrito.
+</p>
+
+<p>
+Le circostanze presenti non sembravano
+meno favorevoli alla liberazione dell'Italia
+di quel che lo fosse questa generale disposizione
+degli spiriti. Lo spogliamento
+di Francesco Sforza aveva disvelata l'insaziabile
+ambizione di Carlo V e corrucciati
+tutti i sudditi di questo sventurato
+principe, allora assediato nel castello di
+Milano; e non ve n'era un solo che
+non si credesse chiamato ad impugnare
+le armi per difendere un sovrano riconosciuto
+da tutta l'Europa, ed in favore
+del quale erano stati conchiusi tanti trattati.
+In fatti universale era il fermento e
+le insurrezioni anche in Milano giornaliere,
+mentre l'armata dell'imperatore,
+<span class="pagenum"><a id="Page_214"></a>[214]</span>
+indebolita dalle diserzioni, mancante di
+munizioni, mal pagata, e per le continue
+sue vessazioni diventata l'oggetto
+dell'odio universale, lungi dal poter resistere
+ad un attacco straniero, non sembrava
+pure in istato di potersi sostenere
+contro gli abitanti del paese.
+</p>
+
+<p>
+Di quest'epoca Carlo V aveva sposata
+Isabella di Portogallo, che gli aveva recata
+in dote la prodigiosa somma di novecento
+mila ducati; vale a dire quanto
+abbisognava per mantenere un anno un'armata
+di venti mila uomini di milizia
+svizzera, che di tutte era la più dispendiosa;
+ma tale era il disordine delle finanze
+dell'imperatore, che anche in tale
+circostanza aveva trovata la maniera di
+essere senza danaro. La ribellione dei contadini
+che aveva cominciato nella Svevia,
+e che minacciava tutto l'impero, aveva
+acceso il fuoco nella Germania. La Spagna
+non si era per anco riavuta dall'ultima
+sua guerra civile, nè ancora mostravasi
+prontamente ed interamente ubbidiente
+al monarca. L'Ungheria, che
+ne' due precedenti secoli aveva presa tanta
+parte nelle cose dell'Italia, più non poteva
+abbadarvi, essendo costretta a sostenere
+sola, per la difesa della Cristianità,
+il terribile peso della guerra de'
+<span class="pagenum"><a id="Page_215"></a>[215]</span>
+Turchi; ed il giovane Lodovico II, re
+d'Ungheria e di Boemia, diede il 29 di
+agosto di questo stesso anno la fatale battaglia
+di Mohacz, in cui perì colla maggior
+parte della sua nobiltà, porgendo così
+occasione a Ferdinando, fratello di Carlo
+V, di raccogliere quelle due corone,
+ma nello stesso tempo richiamando tutta
+la sua attenzione verso i confini de' Turchi<a class="tag" id="tag193" href="#note193">[193]</a>.
+Gli altri, potentati posti in guardia
+dall'ambizione di Carlo V, vedendolo nello
+stesso tempo minacciare col trattato di
+Madrid l'Italia e la Francia, desideravano
+che gl'Italiani si rendessero indipendenti,
+ed erano disposti a soccorrerli. Il re di
+Francia rinunciava a' suoi pretesi diritti
+sul Milanese e sul regno di Napoli; ed
+il re d'Inghilterra eccitava il papa a farsi
+capo di una lega, che assicurasse colla
+libertà del suo paese quella dell'Europa.
+</p>
+
+<p>
+Ma perchè un paese possa liberarsi
+dal giogo degli stranieri, d'uopo è che i
+suoi popoli si accostumino alla milizia,
+e che i suoi capi non manchino di risolutezza:
+e queste due qualità mancavano
+<span class="pagenum"><a id="Page_216"></a>[216]</span>
+agl'Italiani. La fanteria comune levata
+nel paese era universalmente riconosciuta
+inferiore alla tedesca, alla spagnuola, alla
+svizzera. Non è perciò che non si fossero
+veduti particolari corpi, formati da buoni
+capitani, uguagliare in valore le migliori
+truppe d'Europa: Federico da Bozzolo,
+Renzo di Ceri e Giovanni de' Medici,
+avevano dato alle loro bande italiane una
+riputazione confessata da tutte le nazioni;
+ma la maggior parte de' fanti, assoldati
+mensilmente e licenziati alla fine d'ogni
+campagna non potevano pareggiarsi a
+quelle truppe scelte. Altronde il carattere
+de' soldati non indicava quello della massa
+del popolo. Le persone di mala vita, i
+vagabondi, gli assassini, erano quasi i
+soli che si lasciassero persuadere ad entrare
+nelle armate; i contadini non avevano
+veruna abitudine al servizio, ed i
+borghesi erano ancora più timidi. Quasi
+in ogni luogo i sudditi dello stato erano
+disarmati; e se qualche governo aveva
+avuto la saviezza d'arrolare e d'esercitare
+le sue milizie, mancando lo spirito
+militare nei capi, non poteva diffondersi
+nella massa del popolo. Per tal modo l'ordinanza
+de' Fiorentini, ch'era forse la milizia
+d'Italia e la meglio organizzata, era
+<span class="pagenum"><a id="Page_217"></a>[217]</span>
+diventata un continuo oggetto di ridicolo
+a cagione della sua viltà.
+</p>
+
+<p>
+Ma più che il coraggio militare alle
+truppe, mancava il coraggio di spirito
+ai governi. Quello che in addietro animava
+i consiglj della repubblica fiorentina,
+più non trovavasi in veruna parte
+d'Italia. I Veneziani erano famosi per
+conto della loro prudenza, ma il loro sistema
+riducevasi a salvare il presente a
+spese dell'avvenire, a sottrarsi con destrezza
+alle difficoltà, e ad aspettare soccorso
+dal tempo. Dopo avere lungo tempo
+fatta buona prova, doveva all'ultimo necessariamente
+produrre disastri. Clemente VII,
+la di cui profonda politica era stata lungamente
+ammirata quando era consigliere
+di Leon X, e quando credevasi ch'egli
+avesse tutto calcolato e tutto preveduto,
+mancava essenzialmente di risoluzione.
+Nè egli sapeva prendere opportunamente
+un partito, nè sostenerlo con costanza;
+scioccamente sagrificava per avarizia i
+suoi mezzi di difesa; e quand'erasi in
+tal modo dato in mano de' nemici, era
+solito d'entrare per pusillanimità in impegni
+contrarj ai suoi interessi.
+</p>
+
+<p>
+Non pertanto i Veneziani ed il papa
+erano le sole potenze che ancora conservassero
+in Italia il sentimento della loro
+<span class="pagenum"><a id="Page_218"></a>[218]</span>
+indipendenza; e loro toccava il dirigere
+l'ultimo sforzo a pro della libertà italiana.
+Essi lo sentivano, e non abbandonarono
+i progetti formati in tempo della cattività
+di Francesco I; e quando lo seppero
+tornato ne' suoi stati, si affrettarono di spedire
+a Parigi i loro ambasciatori sotto colore
+di felicitarlo, ma in sostanza per iscandagliare
+le sue disposizioni, dissuaderlo
+dall'osservanza del trattato di Madrid, e
+piuttosto consigliarlo ad entrare con loro
+in una lega, che porrebbe limiti all'ambizione
+ed alle usurpazioni dell'imperatore<a class="tag" id="tag194" href="#note194">[194]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Gli ambasciatori del papa e di Venezia
+non tardarono a conoscere le disposizioni
+del re. Lagnavasi egli altamente
+della violenza che gli si era fatta per costringerlo
+a sottoscrivere il trattato di Madrid,
+e dell'estrema durezza usata a suo
+riguardo. Andava replicando che il giuramento
+a cui era stato astretto, era meno valido
+assai e meno solenne che non quello
+della sua consacrazione, col quale erasi
+<span class="pagenum"><a id="Page_219"></a>[219]</span>
+obbligato verso i suoi sudditi a non ismembrare
+la Francia. Sua madre e sua sorella,
+madama d'Alenson, le di cui negoziazioni
+in Ispagna erano tornate vane,
+professavano i medesimi principj. I grandi,
+non meno che il popolo, sembravano
+impazienti di lavare l'affronto ricevuto
+dal loro re; ed in pari tempo i ministri
+francesi si affrettavano di dichiarare agli
+ambasciatori italiani, che, rinunciando oramai
+ad un'ambizione ch'era riuscita fatale
+alla Francia, essi più non muovevano
+pretese nè sopra Milano, nè sopra Napoli,
+e soltanto desideravano che quelle
+province non ingrandissero i possedimenti
+d'un monarca rivale, ma che l'Italia
+tutta fosse libera e scuotesse ogni giogo
+straniero<a class="tag" id="tag195" href="#note195">[195]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Queste assicurazioni sembravano proprie
+ad affrettare la conclusione della
+lega italiana, che, secondo i desiderj di
+Francesco I, trattavasi in Francia, affinchè
+gli ambasciatori inglesi vi potessero
+più facilmente intervenire: ma coloro
+che meglio penetravano nell'animo
+del re avrebbero potuto avvedersi che il
+<span class="pagenum"><a id="Page_220"></a>[220]</span>
+suo coraggio, la confidenza nella propria
+fortuna e la sua ambizione erano stati
+domati dalla sventura: che oramai non
+desiderava che la pace; che si affretterebbe
+di ricuperare a qualunque altissimo prezzo
+i figliuoli dati in ostaggio; e che, quando
+Carlo V non gli chiedesse lo smembramento
+della Francia, e rinunciasse
+a privarlo della Borgogna, Francesco
+dal canto suo non farebbe difficoltà di
+sagrificare l'indipendenza d'Italia; di
+modo che quando stringeva gl'Italiani ad
+associarsi a lui, non facevalo che per potere
+trattare egli stesso poscia con maggior suo
+vantaggio, e vendere a più caro prezzo
+l'abbandono de' suoi alleati<a class="tag" id="tag196" href="#note196">[196]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Francesco I aveva adunati a Cognacco
+i principi ed i notabili del regno; gli
+aveva consultati intorno al trattato che
+aveva sottoscritto, e ricevuta la loro
+dichiarazione, ch'egli non aveva il diritto
+di alienare la Borgogna. Gli stati
+di questa provincia avevano protestato
+contro la loro separazione dal regno; e
+Francesco, da che trovavasi in libertà, avea
+rifiutato al signore di Lannoi, vicerè di
+<span class="pagenum"><a id="Page_221"></a>[221]</span>
+Napoli, che l'aveva seguito, di ratificare
+il trattato di Madrid. Poco dopo questo rifiuto,
+il 22 di maggio del 1526, sottoscrisse
+un trattato d'alleanza con Clemente VII,
+i Veneziani e Francesco Sforza, il quale
+trattato, per essere il papa capo della
+confederazione, fu chiamato <i>la santa
+lega</i><a class="tag" id="tag197" href="#note197">[197]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lo scopo di questa lega era quello di far
+mettere in libertà i figli di Francesco I
+contro il pagamento di una taglia; di
+far restituire il ducato di Milano a Francesco
+Sforza, e la contea d'Asti colla
+sovranità abituale di Genova al re di
+Francia. Se Carlo V ricusava queste
+condizioni, i confederati, per costringerlo
+ad accettarle, obbligavansi ad unire
+in Italia a spese comuni un'armata di
+due mila cinquecento uomini d'armi,
+tre mila cavaleggieri e trenta mila fanti,
+mentre due armate francesi penetrerebbero,
+una in Lombardia e l'altra in Ispagna.
+Nello stesso tempo i confederati dovevano
+<span class="pagenum"><a id="Page_222"></a>[222]</span>
+attaccare il regno di Napoli con una
+flotta di ventotto galere veneziane e pontificie.
+Dopo averne cacciati gli Spagnuoli,
+il papa doveva disporre di questo regno
+a favore di un principe italiano, il quale
+pagherebbe al re di Francia, in tacitazione
+de' suoi diritti, un annuo canone di settantacinque
+mila fiorini<a class="tag" id="tag198" href="#note198">[198]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I confederati sentivano la necessità di
+non perdere tempo a far avanzare le
+loro truppe in soccorso dell'infelice duca
+di Milano, che, assediato nel castello della
+sua capitale, aveva dichiarato di non
+avere vittovaglie per tutto il mese di
+giugno<a class="tag" id="tag199" href="#note199">[199]</a>. Le violenze esercitate in Milano
+dalle truppe spagnuole vi avevano
+eccitata una sollevazione; ma sebbene il
+duca ne approfittasse per fare una sortita,
+non aveva trovati apparecchiati nè
+soccorsi, nè munizioni, ed era stato
+forzato a rientrare nel castello senza avere
+ottenuto verun vantaggio. Dal canto suo il
+popolaccio si era trattenuto a saccheggiare
+<span class="pagenum"><a id="Page_223"></a>[223]</span>
+la corte vecchia in cui risiedeva il tribunale
+criminale, e dato così tempo agli
+Spagnuoli di porsi sulle difese. Non pertanto
+Antonio di Leiva, che li comandava
+di concerto con Alfonso d'Avalos, marchese
+del Guasto, e cugino del Pescara,
+conoscendo il pericolo della sua situazione,
+promise ai Milanesi per calmarli,
+che farebbe uscire di città tutte le
+truppe strettamente non necessarie all'assedio
+del castello<a class="tag" id="tag200" href="#note200">[200]</a>. Intanto altri Spagnuoli
+taglieggiavano gli stati di Parma
+e di Piacenza, e la stessa autorità
+del pontefice veniva o disprezzata o attaccata
+dagli agenti dell'imperatore<a class="tag" id="tag201" href="#note201">[201]</a>.
+</p>
+
+<p>
+In fatti il papa ed i Veneziani si affrettarono,
+anche prima che si conchiudesse
+la lega, di porsi in istato di agire.
+Il duca d'Urbino, generale dei Veneziani,
+si avanzò sull'Adda con tutti i suoi uomini
+d'armi, e sei mila fanti italiani;
+Guido Rangoni, generale del papa, si
+<span class="pagenum"><a id="Page_224"></a>[224]</span>
+portò dal canto suo fino a Piacenza con
+altri sei mila fanti. Per rendere più formidabili
+queste due armate, sentivasi
+il bisogno di unirvi gli Svizzeri. L'istante
+era giunto di strignere le negoziazioni
+intavolate già da un anno coi
+cantoni dal vescovo di Veruli; ma gli
+si era così strettamente ordinato di non
+prendere verun positivo impegno, di
+non lasciar penetrare il segreto, di non
+compromettere il papa, che non potè
+far marciare gli Svizzeri colla desiderata
+prestezza. Gian Giacomo de' Medici, Milanese,
+che veniva contraddistinto col titolo
+di castellano di Musso, dal nome
+di un castello di cui si era impadronito in
+vicinanza de' Grigioni<a class="tag" id="tag202" href="#note202">[202]</a>, e che cominciava
+a farsi nome colle armi e cogl'intrighi,
+promise al papa di assoldare sei
+mila Svizzeri ad un mezzo ducato l'uno
+d'arrolamento: Ottaviano Sforza, vescovo
+di Lodi, che pretendeva pure di
+avere grandissimo credito presso i cantoni,
+promise di levarne un egual numero
+pei Veneziani: ed i confederati
+si riposarono sulle promesse di questi
+raggiratori, cui affidarono il loro danaro
+<span class="pagenum"><a id="Page_225"></a>[225]</span>
+in principio di giugno, raccomandando
+loro estrema diligenza<a class="tag" id="tag203" href="#note203">[203]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma in questo tempo il re di Francia
+era entrato in nuove negoziazioni con
+Carlo V, cui aveva offerti due milioni di
+scudi d'oro per la taglia de' suoi figliuoli,
+purchè a tale prezzo potesse conservare
+la Borgogna; minacciandolo in pari tempo
+colla lega che si stava formando contro
+di lui. Per guadagnare tempo intanto
+coi confederati, ricusava di sottoscrivere il
+trattato di Cognacco, finchè non avesse
+ricevute le ratifiche del papa e dei Veneziani;
+e con tale pretesto non pagava i
+quaranta mila scudi promessi ogni mese
+per levare gli Svizzeri, nè faceva avanzare
+le sue truppe<a class="tag" id="tag204" href="#note204">[204]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Gli alleati italiani avevano ordinato di
+cominciare le ostilità; mandavano ogni
+giorno rinforzi all'armata; Vitello Vitelli
+era giunto a quella del papa colle
+truppe fiorentine; vi si era recato ancora
+<span class="pagenum"><a id="Page_226"></a>[226]</span>
+Giovanni de' Medici, dichiarato capitano
+della fanteria italiana, mentre che
+lo storico Guicciardini era stato nominato
+luogotenente del papa in tutti gli stati
+della Chiesa, ed era partito da Roma il
+giorno 7 di giugno per recarsi all'armata
+con una quasi illimitata autorità<a class="tag" id="tag205" href="#note205">[205]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma in mezzo agli apparecchj di guerra
+si continuavano le negoziazioni. Ugo di
+Moncade, che vantavasi d'essersi formato
+alla scuola di Cesare Borgia, era stato
+mandato da Carlo V prima al re di
+Francia, poi a Milano, indi a Roma, per
+cercare di sciogliere la lega, e per trattare
+separatamente o cogl'Italiani, o coi
+Francesi. Il Moncade aveva rifiutati i
+due milioni offerti dal re in cambio della
+Borgogna. Aveva date buone speranze al
+duca di Milano; ma giudicando che questi
+non potrebbe lungamente difendersi,
+non aveva voluto far sospendere l'assedio
+del castello. Giunto presso Clemente
+VII, gli aveva press'a poco offerto
+tutto ciò che poteva desiderare per l'Italia,
+a condizione che egli ed i Veneziani
+<span class="pagenum"><a id="Page_227"></a>[227]</span>
+rinuncierebbero al trattato col re
+di Francia. Clemente per onore e per
+politica aveva risposto che oramai vi si
+era obbligato, e che più accettare non
+poteva condizioni, che in addietro aveva
+inutilmente domandate all'imperatore. Tutto
+adunque disponevasi per la guerra,
+ed i capitani imperiali, che si trovavano
+in Milano con pochissime truppe, in
+mezzo ad una popolazione ridotta a disperazione
+dai loro cattivi trattamenti,
+e tra nemici più forti, risguardavano
+omai come pericolosissima la loro situazione<a class="tag" id="tag206" href="#note206">[206]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma sgraziatamente per l'Italia e pel
+riposo d'Europa i Veneziani avevano affidato
+il comando della loro armata a
+Francesco Maria della Rovere, duca di
+Urbino; e siccome il rango di questo
+generale era di lunga mano superiore a
+quello del conte Guido Rangoni, comandante
+delle truppe pontificie, il primo
+dirigeva solo tutte le operazioni degli alleati.
+Non mancavano al duca d'Urbino
+talenti militari, nè fors'anco valore personale;
+<span class="pagenum"><a id="Page_228"></a>[228]</span>
+ma prendendo per suo modello
+Prospero Colonna, egli ne aveva esagerato
+il metodo. Egli riduceva tutta la tattica
+militare a prendere inattaccabili posizioni,
+schivando sempre di venire a battaglia,
+per quanto le sue forze fossero più numerose
+di quelle del nemico: veruna circostanza
+sembravagli tanto stringente da
+determinarlo ad un'ardita azione, ed ostinandosi
+a non volere arrischiar nulla,
+giugneva alla certezza di perdere ogni
+cosa. Egli dichiarò che non si avvicinerebbe
+ai nemici finchè non sarebbero
+arrivati alla sua armata gli Svizzeri che gli
+erano stati promessi.
+</p>
+
+<p>
+Ma questi mai non arrivavano: i due
+negoziatori, che dovevano arrolarli, non
+godevano presso quella nazione di tutta
+l'opinione che avevano millantata; altronde
+un'inopportuna economia non aveva
+lasciato che il papa vi pensasse a tempo.
+Gian Giacopo de' Medici ad altro
+quasi non pensava che a svolgere in suo
+profitto una parte del danaro che gli era
+stata affidata per quest'oggetto, e Vespasiano
+Sforza, vescovo di Lodi, uomo
+prosontuoso, che aveva menato tanto rumore
+intorno alle sue aderenze cogli Svizzeri,
+era loro appena noto<a class="tag" id="tag207" href="#note207">[207]</a>.
+<span class="pagenum"><a id="Page_229"></a>[229]</span>
+Antonio di Leiva ed il marchese del
+Guasto, conoscendo che sarebbero attaccati
+tostocchè arriverebbero gli Svizzeri,
+vollero in prevenzione assicurarsi
+dei Milanesi, comprimerli col terrore,
+e rompere il trattato ch'essi avevano
+conchiuso con loro. Avevano segretamente
+fatti entrare nuovi Spagnuoli in
+città, cui avevano fatto occupare i luoghi
+più forti: contemporaneamente tutta
+l'armata ebbe ordine d'avanzare; ed in
+allora, desiderando che si eccitasse una
+sollevazione, fecero, per avere un pretesto
+di punire il popolo, uccidere in faccia
+sua il 17 di giugno un borghese
+che aveva ommesso di salutarli, ed immediatamente
+dopo tre di lui amici, che
+essi avevano veduti compiangere la di
+lui sorte. Come lo previdero, il popolo
+diede subito mano alle armi: ma le loro
+genti distribuite nelle case provvedute di
+feritoje, e ne' luoghi forti che signoreggiavano
+le principali strade, fecero subito
+fuoco addosso alla moltitudine. Moltissimi
+Milanesi caddero uccisi senza quasi
+poter danneggiare i nemici. Però la zuffa
+<span class="pagenum"><a id="Page_230"></a>[230]</span>
+mantenevasi ancora, quando si sparse
+la notizia che il rimanente dell'armata
+si trovava già presso alle porte; onde i
+Milanesi si dispersero vinti da subito spavento.
+D'altra parte il Leiva non voleva
+abbandonare al saccheggio la capitale
+della Lombardia, che destinava ad
+essere più lentamente, più crudelmente,
+più regolarmente spogliata. Si fece una
+nuova convenzione col popolo, il quale
+acconsentì a lasciarsi disarmare, ed all'esilio
+di tutti i suoi capitani della milizia
+e di tutti suoi magistrati<a class="tag" id="tag208" href="#note208">[208]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le violenze degl'imperiali non si ristringevano
+alla sola Milano, ma si rinnovavano
+in tutte le città, in tutte le
+borgate della Lombardia, ed ovunque
+eccitavano il medesimo risentimento. Fabrizio
+Maramaldo, ufficiale calabrese, era
+stato posto a Lodi da Antonio di Leiva
+con settecento fanti italiani al soldo dell'imperatore,
+ai quali si permetteva la più sfrenata
+licenza. Lodovico Vistarini, gentiluomo
+lodigiano, che pure serviva nell'armata
+<span class="pagenum"><a id="Page_231"></a>[231]</span>
+imperiale, non potendo più lungamente sostenere
+quest'oppressione della sua patria,
+nella notte del 24 di giugno sorprese una
+piccola torre sopra un bastione di questa
+città, ove stavano soltanto sei uomini di
+guardia, che furono da lui uccisi. Padrone
+d'una pusterla, prima che niuno
+fosse ancora informato della sua intrapresa,
+uscì di città per andare incontro al duca
+d'Urbino, che aveva prevenuto del suo
+disegno. Malatesta Baglioni entrò prima
+degli altri in Lodi per questa pusterla
+con tre in quattro mila fanti veneziani,
+ed il duca d'Urbino lo seguì poche ore
+dopo. Maramaldo, sorpreso, ritirossi non
+pertanto in buon ordine nella fortezza, ove
+venne bentosto da Milano a raggiugnerlo
+con tre mila Spagnuoli il marchese del
+Guasto; ma dopo un sanguinoso combattimento
+gl'imperiali non avendo potuto
+ricuperare la città, risolvettero altresì
+di evacuare la fortezza, e ricondussero
+tutte le loro truppe a Milano<a class="tag" id="tag209" href="#note209">[209]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_232"></a>[232]</span>
+</p>
+
+<p>
+La conquista di Lodi poteva essere per la
+lega della più grande importanza; con ciò
+si assicurava il passaggio dell'Adda, era
+tolto ogni ostacolo all'unione dell'armata
+pontificia con quella di Venezia, e rotta
+la comunicazione tra Milano e Cremona,
+sicchè niente più impediva all'armata
+degli alleati di portarsi fin sotto le mura
+di Milano, dove il popolo invocava un
+liberatore, e dove lo sventurato Sforza,
+assediato nel castello, avendo consumate
+tutte le munizioni, sforzavasi non pertanto
+di tenersi fino all'arrivo degli alleati.
+Non contansi più di venti miglia
+da Lodi a Milano, ed altrettante da Lodi
+a Pavia: di modo che, essendo minacciata
+ancora questa seconda città, gl'imperiali,
+per difenderla, dovevano dividere le loro
+forze. L'armata alleata aveva più di venti
+mila fanti, una buona artiglieria, uomini
+d'armi e cavaleggieri in grosso numero,
+mentre che gl'imperiali non avevano che
+tre mila tedeschi, pochissimi cavalli, pochissime
+vittovaglie, ed erano affatto senza
+danaro<a class="tag" id="tag210" href="#note210">[210]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_233"></a>[233]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma il duca d'Urbino, alla sua esagerata
+prudenza e ad una soverchia diffidenza
+delle truppe italiane, aggiugneva
+un segreto desiderio di vedere umiliato
+Clemente VII con tutta quella famiglia
+de' Medici, la di cui nimicizia gli era stata
+tanto funesta. Egli non volle mai piegarsi
+alle calde istanze che Francesco Guicciardini
+ed i capitani della Chiesa, che lo avevano
+raggiunto il 26 di giugno, gli facevano,
+di marciare rapidamente sopra Milano.
+Sarebbe un'imperdonabile imprudenza,
+egli loro diceva, il venire a battaglia cogl'imperiali
+prima d'avere ricevuti i soccorsi
+degli Svizzeri; e tutto quanto acconsentì
+di fare per compiacerli, fu di
+accostarsi lentamente a Milano facendo
+tre o quattro miglia un giorno e consumando
+l'altro nel campo per dar tempo
+agli Svizzeri di arrivarlo. Infatti il 6 di
+luglio giunse al suo campo a san Martino,
+lontano tre miglia da Milano, un
+corpo avanzato di cinquecento Svizzeri;
+ma le sue lentezze avevano dato tempo
+al duca di Borbone di arrivare da Genova
+a Milano con circa ottocento fanti
+spagnuoli, e cento mila scudi che recava
+di Spagna per pagare le truppe<a class="tag" id="tag211" href="#note211">[211]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_234"></a>[234]</span>
+</p>
+
+<p>
+Malgrado questo rinforzo, estremamente
+pericolosa era la situazione dell'armata
+imperiale in Milano. Con meno truppe
+assai de' nemici, doveva continuare l'assedio
+del castello, contenere il popolo, in
+ogni luogo disposto a ribellarsi, e difendere
+o il troppo vasto ricinto de' sobborghi,
+o, abbandonandoli, quello della città
+che presentava infinite difficoltà. Per ciò i
+capitani della lega non dubitavano che
+l'armata imperiale non si ritirasse innanzi
+a loro. Lo stesso duca d'Urbino ebbe un
+giorno la stessa credenza, ed il 7 di luglio
+fece avanzare la sua armata fino ad
+un tiro di fucile, e fece tirare alcune
+cannonate contro le porte; ma scoraggiato
+nel trovare qualche resistenza, fece
+in principio di sera chiamare i capitani
+della Chiesa, e loro dichiarando d'avere
+ordinato alle truppe veneziane di ritirarsi,
+li consigliò di fare lo stesso se volevano
+evitare una sconfitta. I comandanti delle
+truppe della Chiesa, ed in particolare il
+Guicciardini, vivamente pregarono il duca
+a rivocare quest'ordine, non sapendo essi
+ravvisare verun pericolo nella loro posizione;
+ma il duca trattava il Guicciardini
+<span class="pagenum"><a id="Page_235"></a>[235]</span>
+con affettato disprezzo, siccome uomo
+forense che non poteva comprendere
+le operazioni militari. Egli fu inflessibile,
+e la precipitosa ritirata della sua armata,
+nel cuore della notte, ebbe quasi un'apparenza
+di fuga; e se può darsi fede alle
+notizie che ricevette la corte di Roma,
+quando il duca d'Urbino prese così pusillanime
+risoluzione, i generali imperiali
+avevano di già ordinato d'abbandonare
+Milano<a class="tag" id="tag212" href="#note212">[212]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lo stesso giorno di questa vergognosa
+ritirata, l'otto di luglio, era stato prescelto
+dagli alleati per pubblicare solennemente
+la loro confederazione a Roma,
+a Venezia ed in tutta la Francia. E la
+notizia di questa ritirata, che tenne subito
+dietro a quella dell'alleanza, fu dal popolo
+risguardata come un cattivo augurio
+per la continuazione della guerra<a class="tag" id="tag213" href="#note213">[213]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_236"></a>[236]</span>
+</p>
+
+<p>
+Pareva infatti che confermasse l'espressione
+proverbiale degl'Italiani, che le armi
+de' Veneziani e quelle della Chiesa
+non tagliavano. La diffidenza, che è cagione
+della ruina di quasi tutte le leghe,
+cominciava di già a manifestarsi in questa.
+Il re di Francia non aveva ancora
+fatto nulla, preferendo d'appoggiarsi piuttosto
+agli sforzi de' suoi confederati che ai
+proprj; e si appigliava a dispute di parole
+intorno agli articoli del trattato, onde
+protrarre la sua cooperazione. Pareva che
+il duca d'Urbino si fosse proposto soltanto
+di compromettere il papa, senza
+esporre l'armata veneziana da lui comandata;
+e Clemente VII, che lasciavasi
+ributtare da ogni difficoltà, spaventare
+da ogni pericolo e da ogni spesa, cominciava
+di già a lagnarsi amaramente
+d'essere entrato in questa guerra. Una
+piccola guarnigione spagnuola, che occupava
+Carpi, arrestava i corrieri nello stato
+di Parma e di Piacenza, e faceva poco
+sicuro quel paese. I Colonna ne' loro castelli,
+il duca di Sessa ed Ugo di Moncade
+ai confini del regno di Napoli minacciavano
+Roma e lo stato della Chiesa,
+e di già il danaro che il papa avrebbe
+dovuto apparecchiare per una lunga guerra,
+<span class="pagenum"><a id="Page_237"></a>[237]</span>
+mancava nelle prime mosse delle armate<a class="tag" id="tag214" href="#note214">[214]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma il dolore che la ritirata dell'armata
+cagionò a tutti i confederati non era in
+verun modo paragonabile a quello che
+provarono gli sventurati abitanti di Milano.
+Antonio di Leiva ed il marchese
+del Guasto li credevano abbastanza avviliti
+per non dover più nulla temere
+da loro, e se avevano ancora avuto
+qualche riguardo, qualche ombra di disciplina
+o di giustizia, vi rinunciarono
+affatto dopo quest'epoca. Essi non ricevevano
+danaro per pagare la truppa, e
+conoscevano abbastanza Carlo V per sapere
+che non dovevano da lui sperarne;
+ma Milano poteva ancora lungamente
+mantenere la loro armata, dacchè si arrogavano
+il diritto di disporre di tutte le
+ricchezze che aveva la città. Dopo avere
+diligentemente disarmati gli abitanti, di
+già ridotti a piccolo numero dall'ultima
+peste e dalla continua emigrazione, essi
+acquartierarono i loro soldati in ogni casa,
+obbligando gli abitanti a somministrar
+loro non solo i più dilicati cibi, ma tutto
+ciò che sapevano desiderare, o tutto il
+<span class="pagenum"><a id="Page_238"></a>[238]</span>
+danaro che chiedevano per soddisfare
+ai loro desiderj. Tutte le botteghe erano
+chiuse, tutte le officine senza lavoratori,
+vuoti tutti i magazzini. I proprietarj avevano
+procurato di nascondere le loro
+merci, ma i soldati frugando in ogni luogo,
+sotto pretesto di cercar armi, prendevano
+a discrezione tutto quanto trovavano. Le
+donne ed i fanciulli erano sempre esposti
+alla loro libidine; e quando uno Spagnuolo
+aveva tutto consumato, e più non
+trovava cosa che gli convenisse nella casa
+del suo ospite, lo forzava con prolungati
+tormenti a provvedere nuovamente a' suoi
+bisogni. Molti di loro tenevano il principale
+della casa sotto custodia, e legato per essere
+sicuri di trovarlo qualunque volta avessero
+qualche nuova inchiesta da fargli.
+Una severa guardia impediva, alle porte
+della città, che gli abitanti fuggissero abbandonando
+ogni loro proprietà; perciò,
+sebbene il suicidio sia sempre stato presso
+gl'Italiani rarissimo, ogni giorno si sentiva
+che qualche sciagurato erasi precipitato
+ne' pozzi o strozzato, per sottrarsi a
+così atroce tirannide<a class="tag" id="tag215" href="#note215">[215]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_239"></a>[239]</span>
+</p>
+
+<p>
+Quando giunse a Milano il duca di
+Borbone, lusingaronsi gli abitanti che
+sarebbe meno barbaro che gli altri capitani
+imperiali, in paesi, di cui dicevasi
+che Carlo V gli aveva promessa l'investitura.
+I gentiluomini milanesi gli mandarono
+una deputazione per ricordargli
+tutte le testimonianze di attaccamento date
+dalla nobiltà all'impero. Lo stesso Borbone
+n'era stato testimonio; sapeva che
+dalla mano dell'imperatore avevano ricevuto
+quel principe, al quale loro si rimproverava
+d'essere fedeli, mentre i supplicj
+che loro s'infliggevano per punirneli,
+sorpassavano in crudeltà quelli che le
+leggi riservavano ai più odiosi delinquenti<a class="tag" id="tag216" href="#note216">[216]</a>.
+Il Borbone parve compassionarli,
+scusò i suoi commilitoni a cagione della
+necessità de' tempi e dei bisogni dell'armata,
+e nello stesso tempo promise, che
+quando i Milanesi potessero dargli trenta
+mila ducati, onde saziare in parte l'avidità
+de' soldati, li farebbe uscire tutti
+di città. Invocò sul proprio capo tutte le
+vendette del cielo se mancava a questa
+promessa, ed i suoi giuramenti ottennero
+fede; ma nello stato di totale esaurimento
+in cui era caduta una così doviziosa città,
+<span class="pagenum"><a id="Page_240"></a>[240]</span>
+trenta mila ducati diventavano un'enorme
+somma. Ad ogni modo tutti cercarono
+di contribuire, privandosi delle
+ultime monete che loro rimanevano; ed il
+Borbone, quand'ebbe ricevuto il danaro,
+mancando impudentemente alla parola,
+non ritirò i soldati dalla città, nè diede
+veruna salvaguardia agli abitanti<a class="tag" id="tag217" href="#note217">[217]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lo sventurato Sforza, chiuso nel castello
+di Milano, vedeva finalmente avvicinarsi
+l'istante in cui la mancanza di
+vittovaglie lo sforzerebbe a capitolare.
+Per risparmiare le poche munizioni che
+ancora gli restavano, risolse di far sortire
+trecento di coloro che si erano con
+lui chiusi in castello e non erano capaci di
+difenderlo. Siccome gli assedianti non vi si
+opposero, questi infelici attraversarono,
+nella notte del 17 luglio, le trincee che
+li circondavano, le quali avevano così
+poca profondità, che sebbene fossero tutti
+o vecchi, o donne, o fanciulli, le passarono
+senza difficoltà. Questi fuggiaschi,
+giunti al campo di Marignano, rappresentarono
+ai generali della lega, da un
+<span class="pagenum"><a id="Page_241"></a>[241]</span>
+canto l'estremità cui era ridotto il duca
+di Milano, dall'altro la facilità di soccorrerlo,
+tenendo la medesima strada che
+essi avevano battuta<a class="tag" id="tag218" href="#note218">[218]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Erano di già arrivati al campo del duca
+d'Urbino cinque mila Svizzeri con Gian
+Giacomo de' Medici, castellano di Musso,
+e sebbene il duca volesse sempre aspettare
+le truppe della stessa nazione che
+doveva somministrare il re di Francia,
+ma che mai non giugnevano, si lasciò
+strascinare dalle importunità di tutti i suoi
+luogotenenti, e si avanzò fino a due miglia
+da Milano; soltanto impiegò quattro
+giorni in un viaggio che un pedone fa
+in tre ore, ed andò ad accamparsi il 22
+luglio tra l'abbadìa di Casaretto ed il
+Navilio. Fortissima era la posizione del
+suo campo, ma per liberare una guarnigione
+assediata trattavasi di attaccare,
+non già di difendersi. Tutti gli ufficiali
+del duca d'Urbino lo supplicavano di condurli
+alle trincee; il castellano di Musso
+e gli Svizzeri glielo chiedevano per l'onor
+loro; ma il duca differiva sempre d'uno
+<span class="pagenum"><a id="Page_242"></a>[242]</span>
+in altro giorno, e stava ancora deliberando
+il 24 di luglio, quand'ebbe avviso che
+Francesco Sforza, non avendo più viveri,
+aveva capitolato. A tale notizia il duca
+d'Urbino disse in pieno consiglio, che
+ciò lo alleggeriva d'un gran peso, poichè
+il desiderio di soccorrere un alleato
+era in procinto di strascinarlo a commettere
+un'imprudenza<a class="tag" id="tag219" href="#note219">[219]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lo Sforza aveva resistito fino all'ultima
+estremità, e quando più non poteva
+tenere che alcune ore, aveva ancora ottenuta
+dal Borbone un'onorevole capitolazione,
+tanta era l'inquietudine che
+dava a questo l'assedio del castello di
+Milano in vicinanza di un'armata più
+numerosa della sua. Lo Sforza e tutti
+coloro ch'erano stati con lui assediati,
+potevano liberamente ritirarsi ovunque
+loro piacesse; i diritti del primo vennero
+conservati nella loro integrità, ed il Borbone
+gli promise di dargli il possesso
+della città di Como, che gli fu assegnata
+per sua residenza. Ma quando vi si recò,
+<span class="pagenum"><a id="Page_243"></a>[243]</span>
+dopo aver fatto visita agli alleati nel loro
+campo, la guarnigione spagnuola di Como
+ricusò d'evacuare la città; e Francesco
+Sforza non volle porsi tra le mani degli
+imperiali. Egli tornò al campo degli alleati,
+ratificò la lega dal papa e dai Veneziani
+conchiusa in suo nome col re di Francia,
+e gli fu dato il possesso della città
+di Lodi, affinchè una piccola parte almeno
+del ducato di Milano riconoscesse
+la sua autorità<a class="tag" id="tag220" href="#note220">[220]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Gli affari della lega non procedevano
+più felicemente in Toscana, dove il papa
+aveva trovato necessario di mutare il governo
+di Siena, perchè questo piccolo
+stato essendo solo che si fosse dichiarato
+pel partito imperiale, posto tra Firenze e
+Roma, poteva servire ai nemici della casa
+de' Medici per attaccare Clemente nell'una
+o nell'altra delle suddette città. Da principio
+il papa aveva tenuta qualche pratica con
+alcuni emigrati sienesi per tentare di sorprendere
+la loro patria; ma questi movimenti
+essendo stati scoperti e puniti, aveva
+poi voluto ricondurre quegli emigrati a
+<span class="pagenum"><a id="Page_244"></a>[244]</span>
+forza aperta ne' loro focolari. Virginio Orsini,
+conte dell'Anguillara, Luigi, conte di
+Pitigliano, Gentile Baglione ed altri capitani
+furono incaricati di adunare una piccola
+armata sulle rive dell'Arbia. Questi si presentarono
+il 17 di giugno sotto le mura di
+Siena con nove pezzi d'artiglieria, mille
+dugento cavalli e più di otto mila fanti;
+ma una parte di questi erano contadini
+adunati nello stato fiorentino, che non
+erano abituati alla guerra, e mancavano
+di disciplina e di coraggio. Erasi l'armata
+imprudentemente accampata in un
+lungo sobborgo, che non aveva veruna
+uscita laterale: ed i commissarj avevano
+permesso, che i vivandieri imbarazzassero
+coi loro banchi la sola strada che loro serviva
+di sfogo, di modo che non restavano
+a questa quindici piedi di larghezza. Tanto
+disordine regnava nell'armata, ed i soldati,
+de' quali molti disertavano ogni giorno,
+mostravansi così indisciplinati e vili, che
+Clemente, non potendo ripromettersi nulla
+di buono da questa spedizione, ordinò
+di ritirare l'artiglieria e di allontanarsi.
+Quest'ordine doveva eseguirsi il 26 di
+luglio, ma il 25 a due ore dopo mezzo
+giorno quattrocento soldati usciti di Siena
+vennero ad attaccare la guardia che copriva
+l'artiglieria, composta per la maggior
+<span class="pagenum"><a id="Page_245"></a>[245]</span>
+parte di Corsi venuti col conte dell'Anguillara;
+questi si diedero subito alla
+fuga, e quando i vivandieri li videro ritirarsi
+sopra di loro, si fecero a raccogliere
+i loro effetti, ed ingombrarono talmente
+l'unica strada per cui i fuggitivi
+dovevano passare, con bestie da soma cariche
+di attrezzi e di barili, che più non
+restò luogo nè per combattere, nè per
+fuggire. La confusione accrebbe il terror
+panico: verun soldato più non ascoltò
+la voce de' capitani; pedoni, cavallieri,
+capitani e vivandieri più non formarono
+che un solo ammasso, il di cui terrore
+pareva andar crescendo a misura che si
+andavano allontanando dal pericolo. Otto
+mila uomini vennero disfatti da quattrocento
+soldati, e fuggirono per dieci miglia
+fino a Castellina, sebbene i Sienesi
+non gli avessero inseguiti più d'un miglio
+fuori della città; abbandonarono dieci
+cannoni dei Fiorentini e sette dei Perugini,
+che furono trasportati in trionfo a
+Siena con tutti i loro equipaggi: finalmente,
+giunti alla Castellina, sebbene a
+tanta distanza dai nemici, fecero chiudere
+le porte, come se fossero tuttavia esposti
+a vicino pericolo<a class="tag" id="tag221" href="#note221">[221]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_246"></a>[246]</span>
+</p>
+
+<p>
+La vergognosa sconfitta dei Fiorentini
+forse in parte giustificava la risoluzione
+del duca d'Urbino di non avere confidenza
+nella fanteria italiana, e di evitare
+ogni battaglia. Parevagli che la lega avesse
+grandi mezzi pecuniari, mentre che i disordini
+delle finanze dell'imperatore esponevano
+sempre la di lui armata a disperdersi
+per mancamento di danaro. Pure avrebbe
+ancora dovuto pensare che per incoraggiare
+i popoli, attaccarli al suo partito
+e rannodare più strettamente i vincoli
+della lega, aveva bisogno di qualche luminoso
+fatto; che uno stato, che solo si
+difende contro molti, può salvarsi temporeggiando,
+perchè qualunque lentezza
+non può in esso eccitare la diffidenza;
+ma che le leghe, sempre esposte a sciogliersi,
+hanno altrettanti più rischj contro
+di loro, quanto è maggiore il tempo
+che richiedono le loro operazioni. Ogni
+rovescio può privarle di un confederato,
+e quando fanno conoscere la diffidenza
+nelle proprie forze, risvegliano ancora in
+oltre la diffidenza de' loro sudditi.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_247"></a>[247]</span>
+Infatti i confederati avevano di già gagliarde
+ragioni per diffidare gli uni degli
+altri, ed il papa particolarmente poteva
+a buon diritto lagnarsi d'essere abbandonato
+da que' medesimi pei quali era
+entrato nel pericolo. I re di Francia e
+d'Inghilterra si erano associati alla lega
+d'Italia, ma avevano lasciato passare più
+della metà del tempo opportuno ad entrare
+in campagna senza dare verun soccorso
+agl'Italiani. La corte di Roma ed
+il senato di Venezia non potevano omai
+più dubitare che tanta negligenza non
+ascondesse qualche segreto progetto. Il vescovo
+di Bayeux, ambasciatore di Francia
+a Venezia, scrisse egli stesso il 22
+luglio al re Francesco I ed a sua madre,
+per domandare il suo richiamo, lasciando
+abbastanza chiaramente conoscere ch'egli
+credeva gl'Italiani traditi dalla corte di
+Francia, e che non voleva cooperare alla
+ruina della sua patria<a class="tag" id="tag222" href="#note222">[222]</a>. Giovan Battista
+Sanga, confidente del datario, ed
+uno de' più destri politici di Roma, fu
+mandato in Francia ed in Inghilterra, per
+far sentire a quelle due corti che il ritardo
+<span class="pagenum"><a id="Page_248"></a>[248]</span>
+loro rendeva sicura la vittoria dell'imperatore,
+per iscandagliare e scoprire le
+segrete viste di quella di Francia, e per
+offrire a Francesco I il ducato di Milano,
+qualora fosse impossibile di farlo concorrere
+alla guerra disinteressatamente; imperciocchè
+se la corte di Roma ottenere
+non poteva il suo principale oggetto di
+cacciare i barbari fuori d'Italia, crederebbe
+non pertanto d'avere guadagnato
+qualche cosa, se faceva in modo che le
+forze loro vi fossero bilanciate<a class="tag" id="tag223" href="#note223">[223]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La missione del Sanga in Francia convinse
+i confederati che il re era di buona
+fede, ma che per adesso aveva posto da
+banda ogni pensiero per rispetto all'Italia,
+e che sua madre ed i suoi consiglieri
+vivamente si opporrebbero a qualunque
+suo disegno di volervi nuovamente dominare:
+che l'inaudita lentezza de' tesorieri
+nel pagare il promesso danaro, de' generali
+per mettersi in marcia, de' marinai
+nel salpare, dipendevano dal disordinato
+gusto di Francesco I per i suoi piaceri,
+dalla sua non curanza e dall'estrema
+negligenza con cui era servito dai
+<span class="pagenum"><a id="Page_249"></a>[249]</span>
+suoi ministri. Dopo avere con vivacità parlato
+intorno agli affari, il re ne rimetteva
+sempre la decisione al suo consiglio; questi
+faceva nuovamente consultare Francesco
+rispetto ad ogni articolo; ma il re si
+trovava alla caccia, o dava qualche festa,
+e perdevansi così sempre due o tre
+giorni per ogni articolo, intorno al quale
+avrebbe dovuto bastare una mezz'ora<a class="tag" id="tag224" href="#note224">[224]</a>.
+All'ultimo il Sanga ottenne che il marchese
+di Saluzzo si mettesse in viaggio
+per entrare in Piemonte con cinquecento
+lance francesi, mentre una flotta di sedici
+galere e quattro gallioni, sotto gli
+ordini di Pietro Navarro, salperebbe dai
+porti della Provenza per unirsi a quella
+degli alleati italiani<a class="tag" id="tag225" href="#note225">[225]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lo stesso nunzio ottenne ancora meno
+in Inghilterra, ove Enrico VIII ed il
+suo favorito, il cardinale Wolsey, ricusarono
+per quest'anno di prendere veruna
+parte negli affari d'Italia, e si ristrinsero
+a vane promesse di soccorrere il
+papa nel seguente anno, qualora l'ambizione
+<span class="pagenum"><a id="Page_250"></a>[250]</span>
+dell'imperatore lo mettesse in reale
+pericolo<a class="tag" id="tag226" href="#note226">[226]</a>. Questo pericolo di già esisteva.
+Carlo V faceva armare nei porti
+della Catalogna una flotta di venticinque
+navi, destinate a ricondurre in Italia il
+signore di Lannoy, vicerè di Napoli,
+con sette in otto mila uomini di truppe
+veterane. Non poteva ancora sapersi
+con precisione nè quando il vicerè farebbe
+vela, nè dove contava di approdare
+sulle coste d'Italia. Ad ogni modo la lega,
+e particolarmente la corte del papa
+vedevano con estrema inquietudine che
+gl'imperiali avessero a loro disposizione
+i porti di Genova e quelli dello stato di
+Siena; perchè sbarcando ne' primi, mettevano
+in pericolo l'armata italiana di Lombardia,
+e scendendo ne' secondi minacciavano
+Firenze e Roma. Perciò il nunzio
+del papa e l'ambasciatore veneto affrettavano
+Pietro Navarro a mettersi in mare
+colla flotta francese, ed a unirsi alla loro,
+non solo per opporsi al passaggio del vicerè,
+ma ancora per assediare Genova
+e mutarne il governo<a class="tag" id="tag227" href="#note227">[227]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_251"></a>[251]</span>
+</p>
+
+<p>
+L'attacco di Genova, cui di già si apparecchiava
+Andrea Doria con undici
+galere pontificie, e tredici veneziane,
+non poteva riuscire senz'essere secondato
+dall'armata di terra. Il duca d'Urbino,
+che non aveva voluto attaccare gli Spagnuoli
+a Milano, poteva ancora prendere
+questo partito per ristabilire la riputazione
+della sua armata; ed il Guicciardini
+mandò presso di lui il Macchiavelli
+per persuadernelo<a class="tag" id="tag228" href="#note228">[228]</a>. L'armata del
+duca era stata ingrossata da cinque mila
+Svizzeri, ed un mese più tardi, dopo infiniti
+indugi, erano arrivati ancora quelli
+promessi dal re di Francia, di modo che ne
+contava nel suo campo tredici mila. Ogni
+pretesto sarebbegli mancato per restarsene
+inattivo; ma invece di accingersi ad un'impresa
+veramente utile, il 6 agosto prese
+ad assediare Cremona. E quest'assedio fu
+pure condotto coll'ordinaria sua lentezza
+e timidità; il duca vi si ostinò malgrado
+le rimostranze del papa e del commissario
+generale Guicciardini, ed in tale
+maniera rese la sua armata inutile alla
+<span class="pagenum"><a id="Page_252"></a>[252]</span>
+lega fino al 23 di settembre in cui Cremona
+capitolò<a class="tag" id="tag229" href="#note229">[229]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Intanto le tre flotte della lega si erano
+finalmente riunite a Livorno, ed il 29
+d'agosto Pietro Navarro assediò Genova
+dalla banda del mare. Le galere francesi
+avevano un sicuro rifugio in Savona,
+quelle del papa e de' Veneziani a Porto
+Fino; e perchè avevano ridotte sotto la
+loro ubbidienza la maggior parte delle
+due riviere, impedivano il commercio
+de' Genovesi, e facevano di già provare
+alla città grandissima penuria di vittovaglie,
+era a credersi che Genova non tarderebbe
+a capitolare, quando fosse attaccata
+ancora dall'armata di terra<a class="tag" id="tag230" href="#note230">[230]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma in tale circostanza si potè pure comprendere
+quanto sia dannoso ad una lega il
+perdere il tempo, conciossiachè resta così
+<span class="pagenum"><a id="Page_253"></a>[253]</span>
+esposta agli accidenti che possono separatamente
+sopraggiugnere all'uno o all'altro
+alleato. Il papa scoraggiato dai cattivi successi
+avuti in Toscana ed in Lombardia, e
+spaventato dai reclutamenti di soldati che
+don Ugo di Moncade ed il duca di Sessa andavano
+facendo ne' feudi dei Colonna, diede
+orecchio alle proposizioni d'accomodamento,
+che Vespasiano, figlio di Prospero Colonna,
+nel quale Clemente fidava assai,
+venne a fargli a nome di tutta la sua famiglia.
+Il ventidue agosto fu tra di loro
+sottoscritto un trattato, in forza del quale
+i Colonna si obbligavano ad evacuare
+Anagni ed a ritirare tutti i loro soldati
+nel regno di Napoli, che si riservavano
+espressamente di potere difendere contro
+qualunque potenza; il papa in contraccambio
+loro prometteva il perdono d'ogni offesa,
+e sopprimeva il monitorio pubblicato contro
+il cardinale Pompeo Colonna. Dopo
+la soscrizione di questi articoli, Clemente
+VII, che sempre pensava a moderare
+le sue spese, si affrettò di licenziare tutti
+gli uomini d'armi, e quasi tutti i pedoni
+che aveva levati per la propria difesa<a class="tag" id="tag231" href="#note231">[231]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_254"></a>[254]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma Pompeo Colonna, che nudriva contro
+il papa un implacabile odio non aveva
+fatta intavolare con lui questa negoziazione
+che per sorprenderlo più sicuramente.
+Don Ugo di Moncade, degno allievo
+di Cesare Borgia, gli aveva consigliato
+questo tradimento, assicurandolo
+che Carlo V desiderava di far perire Clemente
+VII, o per lo meno di farlo deporre
+da un concilio; e che tutto il partito
+imperiale si adoprerebbe poscia perchè la
+tiara passasse sul capo del Colonna. Il duca
+di Sessa, ambasciatore ordinario dell'imperatore,
+era allora morto a Marino: Moncade
+ne faceva le veci; era l'anima di
+tutti gl'intrighi dei Colonna, e favoreggiava
+gli adunamenti di truppe che questi
+facevano ne' loro feudi intorno al lago
+Albano<a class="tag" id="tag232" href="#note232">[232]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questi militari movimenti non erano
+rimasti affatto ignoti ai ministri del papa:
+pure non prevedevano ancora vicina veruna
+ostilità, quando la mattina del 20
+di settembre seppero, che nella precedente
+notte i Colonna avevano occupata
+la porta di san Giovanni di Laterano, che
+si erano innoltrati in que' quartieri disabitati
+<span class="pagenum"><a id="Page_255"></a>[255]</span>
+senza incontrare resistenza, e che
+finalmente erano giunti alla piazza dei
+santi Apostoli, ove trovasi il loro palazzo.
+Il cardinale Pompeo, Vespasiano, cui
+il papa aveva data tanta confidenza, ed
+Ascanio Colonna erano alla testa di sette
+in otto mila uomini armati, quasi tutti
+levati ne' loro feudi<a class="tag" id="tag233" href="#note233">[233]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Si mandarono due cardinali ai Colonna
+per sapere il motivo di questa loro
+ostile venuta in Roma, e per riclamare
+che fosse mantenuta la pace conchiusa
+un mese prima; ma i Colonna non vollero
+ascoltarli. Due altri cardinali furono
+mandati al Campidoglio per chiamare il
+popolo romano alle armi ed alla difesa
+della santa sede; ma il popolo, che dava
+colpa al papa di tutti i disordini dell'amministrazione,
+si rallegrava, in vece di
+prendere le armi, della di lui disgrazia,
+ed apriva senza diffidenza le finestre e le
+<span class="pagenum"><a id="Page_256"></a>[256]</span>
+porte delle botteghe per veder passare le
+truppe dei Colonna<a class="tag" id="tag234" href="#note234">[234]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Queste attraversarono il più popolato
+quartiere della città per giugnere a Ponte
+Sisto; poi, dal quartiere di Transtevere,
+seguirono il Borgo Vecchio fino al Vaticano.
+Clemente VII voleva aspettarli
+nel suo palazzo e sul suo trono; voleva
+sperimentare se la sua presenza imprimerebbe
+qualche rispetto, od affrontare la
+morte di cui lo minacciavano le sacrileghe
+loro grida. All'ultimo le istanze
+de' suoi cardinali lo persuasero verso il
+mezzo giorno a ritirarsi in Castel sant'Angelo,
+quando i soldati di già occupavano
+il suo palazzo ed il tempio di san
+Pietro, e trattenevansi a saccheggiare i
+suoi mobili e gli ornamenti sacri. Per lo
+spazio di tre ore la chiesa metropolitana
+della Cristianità, ed il palazzo del sommo
+pontefice furono in preda alla loro rapacità.
+In appresso i soldati si sparsero
+per le case de' cardinali e de' cortigiani;
+saccheggiarono altresì il terzo press'a
+poco di Borgo Nuovo; ma l'artiglieria
+<span class="pagenum"><a id="Page_257"></a>[257]</span>
+di Castel sant'Angelo non permise loro
+di andare più avanti<a class="tag" id="tag235" href="#note235">[235]</a>.
+</p>
+
+<p>
+A notte assai innoltrata i Colonna ritirarono
+le loro truppe cariche di preda
+verso il quartiere dove hanno i loro palazzi.
+Frattanto Clemente VII fece invitare
+don Ugo di Moncade, luogotenente
+generale dell'imperatore, e che pareva
+capo di questa spedizione, ad un colloquio
+in Castel sant'Angelo. Questi si fece
+prima dare per ostaggio due cardinali
+nipoti del papa. Egli era ben lontano dal
+credere che l'avarizia o la malversazione
+degli ufficiali pontificj fossero state
+tali, da non aver provveduto Castel sant'Angelo
+di viveri per ventiquattro ore;
+di modo che avrebbevi potuto prendere
+il papa a discrezione. Perciò si limitò a
+chiedere al papa una separata tregua di
+quattro mesi, che fu bentosto conchiusa.
+Clemente VII doveva immediatamente ritirare
+tutte le sue truppe sulla riva meridionale
+del Po, fare che Andrea Doria abbandonasse
+colle sue galere l'assedio
+di Genova, perdonare ai Colonna ed a
+tutti coloro che lo avevano offeso, e dare
+<span class="pagenum"><a id="Page_258"></a>[258]</span>
+ostaggi per l'osservanza di queste condizioni<a class="tag" id="tag236" href="#note236">[236]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Pompeo Colonna ed i suoi amici si
+disperarono, perchè il Moncade avesse
+fatto un trattato che non solo rovesciava
+le loro speranze, ma che in avvenire
+li lasciava in balìa del papa, malgrado
+tutte le guarenzie che gli si domandavano:
+ma il ministro imperiale aveva
+ottenuto il suo scopo, e la lega era
+disciolta. Il Guicciardini, trovandosi nel
+campo sotto Cremona, ricevette il 24
+settembre la notizia della tregua; il marchese
+di Saluzzo con le cinquecento lance
+francesi da tanto tempo aspettate, e così
+crudelmente ritardate, doveva giugnere
+all'indomani. Il Guicciardini offrì di fingere
+per due o tre giorni di non avere
+avute notizie da Roma, se in questo
+tempo si poteva tentare qualche importante
+fatto sopra Milano; ma trovò la consueta
+irrisoluzione e timidità nei capi cui era
+associato, onde il 7 di ottobre ricondusse
+le sue truppe a Piacenza sull'opposta riva
+<span class="pagenum"><a id="Page_259"></a>[259]</span>
+del Po<a class="tag" id="tag237" href="#note237">[237]</a>. Giovanni de' Medici non volle
+per altro seguirlo; e dichiarando d'essere
+al soldo del re di Francia, continuò a tenersi
+nel campo de' confederati con quattro
+mila fanti<a class="tag" id="tag238" href="#note238">[238]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Malgrado la partenza del contingente
+pontificio, l'armata della lega conservavasi
+sempre assai superiore di numero a
+quella degl'imperiali. Il marchese di Saluzzo
+vi aveva condotte cinquecento lance
+e quattro mila fanti; vi si contavano inoltre
+quattro mila fanti italiani di Giovan
+de' Medici, quattro mila Svizzeri, due
+mila Grigioni, e la fanteria veneziana
+che credevasi non minore di dieci mila
+uomini, sebbene molto al di sotto del
+numero che avrebbe dovuto avere; ma
+il duca d'Urbino, che ne aveva il comando,
+pareva che andasse in traccia di
+pretesti per non venire alle mani. Se si
+fosse solamente fatto vedere avanti a Genova,
+sempre bloccata, e che soffriva crudeli
+privazioni di vettovaglie, l'avrebbe
+persuasa ad arrendersi; ma in vece egli
+si trattenne nel suo campo presso Cremona
+<span class="pagenum"><a id="Page_260"></a>[260]</span>
+fino all'ultimo giorno di ottobre.
+Passò in appresso a Pioltello, ov'ebbe
+una gagliarda scaramuccia col duca di
+Borbone; e contava ancora di fortificare
+Monza, poi Marignano, e forse Abbiategrasso,
+prima d'avvicinarsi a Genova<a class="tag" id="tag239" href="#note239">[239]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma gl'imperiali non gli diedero abbastanza
+di tempo per condurre a termine
+così tardi progetti. Carlo V, a cui i confederati
+avevano denunciata la lega soltanto
+il 4 di settembre, dettandogli le
+condizioni sotto le quali avrebbe potuto
+esservi ammesso, le aveva rifiutate come
+vergognose. Continuava a far armare a
+Cartagena la flotta che doveva ricondurre
+il vicerè in Italia con sei mila fanti, e
+nello stesso tempo eccitava il fratello Ferdinando
+a mandargli soccorsi dalla Germania;
+ma perchè non gli mandava danaro,
+e Ferdinando era assai povero,
+oltrecchè la sconfitta degli Ungari a
+Mohacz apriva la Germania ai Turchi,
+questi ajuti avrebbero ancora potuto
+tardare lungamente. L'armata che
+difendeva il ducato di Milano, dopo
+avere consumato tutto il paese, sarebbe
+stata a vicenda distrutta dalla miseria,
+se lo stesso Giorgio Frundsberg, che
+<span class="pagenum"><a id="Page_261"></a>[261]</span>
+aveva condotti i Tedeschi in soccorso
+di Pavia, non avesse supplito colle private
+sue sostanze e col suo credito a ciò
+che far non poteva Carlo V. Suo figliuolo
+Gaspare trovavasi allora chiuso in Milano,
+come lo era stato nel precedente
+anno in Pavia: Giorgio Frundsberg per
+liberarlo chiamò gli antichi suoi commilitoni;
+loro promise un nuovo ricchissimo
+bottino da farsi in quelle campagne
+d'Italia, che i generali più non proteggevano
+contro veruna depredazione; richiamò
+con vivi colori alla loro memoria
+quella licenziosa vita che avevano essi
+medesimi così lietamente menata, e che
+tuttavia gustavano i loro commilitoni; e
+li persuase a seguirlo con un solo scudo
+d'arrolamento, riponendo nella loro sola
+spada ogni speranza di più generosa paga,
+e d'abbondanti provvigioni ovunque si
+recherebbero. Adunò tra Bolzano e Marrano
+tredici in quattordici mila landsknecht,
+con cinquecento cavalli che gli
+erano stati regalati dall'arciduca Ferdinando,
+sotto gli ordini del capitano Zucker;
+ed in sul cominciare di novembre
+si pose in cammino per iscendere in Italia<a class="tag" id="tag240" href="#note240">[240]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_262"></a>[262]</span>
+</p>
+
+<p>
+I Veneziani non seppero chiudere a
+Frundsberg la strada delle montagne: egli
+sboccò per Val Sabbia, Rocca d'Anfo e
+Salò, e giunse fino a Castiglione delle
+Stiviere nello stato di Mantova. Il duca
+d'Urbino, per chiudergli la via, aveva stabilito
+il suo quartiere a Vaprio sull'Adda,
+fra Trezzo e Cassano, di dove partì
+il 19 di novembre, non per attaccare i
+landsknecht, ma per istancheggiarli nella
+loro marcia con tutta la sua cavalleria
+leggiere, toglier loro le vittovaglie e far
+prigioni i soldati che si allontanavano
+dal corpo. Frundsberg pareva incerto nei
+suoi progetti, e non potevasi chiaramente
+argomentare, se voleva passare l'Adda e
+portarsi sopra Milano, o passare il Po e
+marciare alla volta di Modena e di Bologna.
+Quest'armata aveva di già sparso
+il terrore in Firenze ed in Roma, perciocchè
+si temeva, che, attirati dalle ricchezze
+di quelle capitali, i barbari che
+la componevano non andassero a saccheggiarle,
+sapendo che non troverebbero
+ostacoli. Il 24 di novembre Frundsberg
+si avvicinò a Borgo forte sul Po, ed entrò
+<span class="pagenum"><a id="Page_263"></a>[263]</span>
+in quella doviziosa campagna, circondata
+di fiumi, che chiamasi il <i>Serraglio</i>
+di Mantova. Il duca d'Urbino lo
+seguì, e Giovanni de' Medici lo stringeva
+assai da vicino col suo consueto ardore.
+Questi, sapendo che i Tedeschi erano
+scesi in Italia senza artiglieria, credevasi
+al sicuro dal loro fuoco: ma il duca di
+Ferrara aveva loro prestati quattro falconetti,
+alla seconda carica de' quali Giovanni
+de' Medici perdette una coscia. Egli fu
+quindi trasportato in Mantova, ove morì il
+30 di novembre<a class="tag" id="tag241" href="#note241">[241]</a>. Sebbene nella fresca
+età di trentanove anni, si era di già acquistata
+grandissima riputazione, ed era dagl'imperiali
+il più temuto di quanti capitani
+si trovavano nell'esercito del duca
+d'Urbino. Il suo valore, il suo impeto
+eransi comunicati a tutti i suoi soldati,
+<span class="pagenum"><a id="Page_264"></a>[264]</span>
+che per la seconda volta continuarono a
+formare un corpo separato indicato col
+nome di bande nere, perchè di nuovo
+mutarono le loro bandiere di bianche in
+nere, in segno di dolore, come avevano
+fatto la prima volta in occasione della
+morte di Leon X<a class="tag" id="tag242" href="#note242">[242]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Siccome vedevasi ogni giorno svilupparsi
+in Giovanni de' Medici la scienza
+militare, l'antiveggenza e la giustezza
+delle viste; siccome ogni giorno egli andava
+acquistando esperienza e maturità,
+gl'Italiani si lusingavano di vederlo superiore
+a tutti i generali del secolo, e
+da lui solo speravano di vedere restituite
+all'Italia l'antica gloria delle sue armi e
+la sua indipendenza. Il Macchiavelli mostravasi
+penetrato da tale speranza in una
+lettera scritta al Guicciardini il 15 marzo
+del 1525, per essere comunicata al papa.
+Avrebbe voluto che Clemente VII, invece
+di prendere parte direttamente in
+<span class="pagenum"><a id="Page_265"></a>[265]</span>
+una guerra che tanto lo esponeva, e che
+gli riusciva così fatale, ajutasse segretamente
+Giovanni de' Medici a formare
+una compagnia di ventura, in sul fare
+di quelle del quattordicesimo secolo; e
+che il Medici, seguendo questa indipendente
+carriera, non contasse che sulla guerra
+per nutrire la guerra, e lavorasse all'espulsione
+dei barbari dall'Italia, onde
+formarne per sè medesimo una potente
+monarchia. Ma il papa troppo ardito giudicò
+questo progetto, e non volle adottarlo<a class="tag" id="tag243" href="#note243">[243]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dopo la morte di Giovanni de' Medici
+il duca d'Urbino cessò di seguire e
+d'inquietare i Tedeschi. Questi passarono
+il Po il 28 di novembre, e sparsero un
+grandissimo terrore a Modena, a Bologna
+e fino in Toscana. Ma il Frundsberg,
+dopo alcuni giorni d'incertezza, cominciò
+a rimontare a piccole giornate lungo
+le rive del Po, saccheggiando i territorj
+di Modena, di Reggio, di Parma e di
+Piacenza. Il Guicciardini, che a nome
+della Chiesa comandava in queste province,
+pregava invano il duca d'Urbino
+ad accorrere in suo ajuto; questi, dopo
+averlo lusingato alcuni giorni, si fece
+<span class="pagenum"><a id="Page_266"></a>[266]</span>
+dare un ordine dal senato di Venezia di
+non passare il Po<a class="tag" id="tag244" href="#note244">[244]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Frundsberg non attaccava veruna terra
+fortificata, ma invitava il contestabile di
+Borbone a venire ad unirsi a lui tra
+Piacenza ed Alessandria; ed infatti l'ultimo
+giorno dell'anno stabilì il suo campo
+tra la Nura e la Trebbia, mentre che il Borbone
+faceva vani sforzi per trarre fuori
+di Milano la sua armata. I suoi soldati,
+cui l'imperatore doveva immensi arretrati,
+non volevano, senz'essere pagati,
+lasciare una città abbandonata a tutte le
+loro esazioni, a tutti i loro capriccj. Il
+Borbone, per cavare qualche danaro dai
+Milanesi, adoperò nuove minacce e nuovi
+supplicj; fece condannare Girolamo Moroni
+a pena capitale; ma nello stesso
+giorno destinato all'esecuzione, gli vendette
+per venti mila ducati la libertà e
+la vita. Il Moroni, che dopo quest'avvenimento
+si trattenne presso il Borbone,
+non tardò ad acquistarsi, colla destrezza
+del suo spirito, e colle estese sue cognizioni,
+presso di lui grandissimo credito,
+e di prigioniero diventò il suo più intimo
+<span class="pagenum"><a id="Page_267"></a>[267]</span>
+consigliere e l'arbitro di tutti i suoi
+movimenti<a class="tag" id="tag245" href="#note245">[245]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il papa aveva osservato, che nel trattato
+datogli il 21 di settembre in Castel
+sant'Angelo dal Moncade erano stati sagrificati
+gl'interessi dei Colonna a quelli
+dell'imperatore; egli suppose che sarebbero
+egualmente abbandonati anche in seguito.
+Sebbene avesse richiamata la sua armata
+dalla Lombardia, e la sua flotta dai
+mari di Genova in esecuzione di quella
+forzata convenzione, non differì che pochi
+giorni a manifestare la sua collera
+contro i Colonna. Aveva richiamato a
+Roma Vitello Vitelli con alcune centinaja
+di cavalli, due mila Svizzeri e tre
+mila fanti italiani<a class="tag" id="tag246" href="#note246">[246]</a>. Quand'ebbe adunata
+questa piccola armata, la mandò
+ne' feudi dei Colonna, con ordine di bruciare
+e distruggere tutti i loro villaggi.
+I ridenti colli che circondano il lago
+<span class="pagenum"><a id="Page_268"></a>[268]</span>
+d'Albano, e tutto il paese che di là stendesi
+fino ai confini dell'Abruzzo, vennero
+allora ruinati così barbaramente, che se
+ne potrebbero ravvisare le tracce anche
+al presente. Furono bruciati Marino e
+Montefortino, spianati Gallicano e Zagarolo,
+saccheggiati o distrutti altri quattordici
+villaggi, onde tutto lo stato romano
+fu inondato da una moltitudine di
+vecchi, di fanciulli e di donne, costretti
+ad accattare il pane. In pari tempo un
+monitorio privò il cardinale Colonna della
+sua dignità, e condannò tutta la sua famiglia,
+come colpevole di ribellione e di
+tradimento. Subiaco, che era il castello
+favorito di Pompeo Colonna venne trattato
+con eccessiva crudeltà; e si usò alquanto
+meno di rigore verso Ghinazzano,
+ove Prospero Colonna aveva fabbricato
+un magnifico palazzo. La fortezza di Montefortino
+e di Rocca di Papa furono le
+sole che resistessero a tutti gli attacchi
+delle truppe della Chiesa<a class="tag" id="tag247" href="#note247">[247]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nello stesso tempo la flotta di Cartagena,
+di cui erasi temuto tanto tempo
+<span class="pagenum"><a id="Page_269"></a>[269]</span>
+l'arrivo, uscì allora dal porto, col vicerè
+Lannoy, trecento cavalli, due mila cinquecento
+Tedeschi e tre in quattro mila
+Spagnuoli. Clemente VII ordinò tosto ad
+Andrea Doria di riprendere il mare colla
+flotta alleata, per disputare il passo agli
+Spagnuoli. Ma Luigi Armero, ammiraglio
+de' Veneziani, era entrato a Porto Venere
+colla metà delle sue galere: Pietro
+Navarro era stazionato avanti al promontorio
+di san Fruttuoso, che divide il seno
+di Genova da quello di Porto Fino, e non
+aveva con sè che diciassette galere, quando,
+avanti il tempo ch'egli credeva, vide
+comparire nel mese di novembre la flotta
+del vicerè composta di trentasei galere.
+Egli non lasciò d'attaccarla, chiamando
+a sè Luigi Armero; ma il mare burrascoso
+non permise a questi d'uscire dal
+porto, e sottrasse bentosto la flotta spagnuola
+agli attacchi del Navarro e di
+Andrea Doria; questa per altro perdè due
+galere, e n'ebbe altre tre così maltrattate,
+che poca speranza lasciavano di poter
+essere salvate<a class="tag" id="tag248" href="#note248">[248]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_270"></a>[270]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il vicerè andò a ripararsi dalla tempesta
+e dalla persecuzione de' suoi nemici
+nel porto di santo Stefano nello stato
+di Siena. Se colà avesse sbarcata la sua
+truppa, e presa la strada di Roma, vi
+avrebbe trovata poca resistenza, e la
+corte del papa aveva di già perduta ogni
+speranza<a class="tag" id="tag249" href="#note249">[249]</a>. Ma il Lannoy, che giugneva
+allora in Italia, non sapeva con precisione
+quale fosse lo stato degli alleati: aveva
+incontrata molta resistenza per mare, e
+poteva aspettarne un'eguale per terra; onde
+giudicò più conveniente di proseguire il
+suo viaggio alla volta di Gaeta, ove sbarcò
+le sue truppe. Colà il papa gli mandò il
+generale dei Francescani per entrare con
+lui in trattato; ed il Lannoy mostrossi
+assai inclinato a dare orecchio alle proposizioni
+del papa. Dall'altro canto Francesco
+Guicciardini negoziava a nome del
+papa col duca di Ferrara; gli offriva la
+restituzione di Modena e di Reggio contro
+il pagamento di dugento mila ducati, e
+nello stesso tempo il comando dell'esercito
+della lega; ma queste proposizioni
+si fecero troppo tardi, ed Alfonso d'Este,
+<span class="pagenum"><a id="Page_271"></a>[271]</span>
+che lungo tempo era rimasto dubbioso a
+quale delle due parti si dovesse appigliare, si
+era di fresco aggiustato coll'imperatore<a class="tag" id="tag250" href="#note250">[250]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sembrava nuovamente risplendere la
+speranza d'una pace generale: pareva che
+l'imperatore declinasse dalle sue più alte
+pretese, e gli alleati erano stanchi di vedere
+i loro sforzi seguiti da avvenimenti
+di così piccola importanza. Ma sebbene
+sembrassero d'accordo rispetto a molti
+punti, la complicazione degl'interessi e
+la lontananza de' potentati, ritardavano e
+contrariavano le negoziazioni. Mentre che
+si andavano chiedendo istruzioni a Parigi,
+a Madrid ed a Londra per un trattato
+che si negoziava in Roma, gli avvenimenti
+succedevansi con rapidità: e
+colui che aveva avuto qualche vantaggio,
+si affrettava di ritirare ciò che prima
+aveva accordato. Così passava il tempo
+senza ottenere verun risultamento, e l'anno
+1526, ch'era stato notato da tanti
+patimenti e miserie, lasciava, terminando,
+prevedere pel susseguente maggiori
+mali e disastri<a class="tag" id="tag251" href="#note251">[251]</a>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_272"></a>[272]</span>
+</p>
+
+<h2>
+CAPITOLO CXVIII.
+</h2>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+<i>Il contestabile di Borbone conduce l'armata
+imperiale verso la Toscana: Clemente
+VII, dopo avere riportato qualche
+vantaggio nel regno di Napoli, tratta
+col vicerè. Presa e sacco di Roma,
+Firenze torna in libertà.</i>
+</p>
+
+<p class="center">
+1527.
+</p>
+</div>
+
+<p>
+L'Italia, da lungo tempo abbandonata
+ai guasti delle barbare nazioni, provava
+sempre nuove più grandi calamità. I suoi
+abitanti erano di già pervenuti al più alto
+grado d'incivilimento, avevano di già ottenuta
+tutta la gloria che le lettere, le arti, le
+scienze dovevano loro ottenere, conoscevano
+omai tutti i godimenti che la vita sociale
+può promettere, e trovavansi intanto
+immersi in un abisso di miserie, che dai
+progressi fatti fin allora erano rendute
+più dolorose. Pure tutti i precedenti mali
+erano piccola cosa a canto a quelli
+che apportare doveva l'anno 1527; anno
+di vergogna per coloro che gli oppressero,
+e di desolazione per loro; anno nel quale
+i flagelli della peste, della guerra, della
+fame si combinarono per istraziarli, e nel
+<span class="pagenum"><a id="Page_273"></a>[273]</span>
+quale ognuno di loro venne aggravata
+da circostanze fin allora inaudite.
+</p>
+
+<p>
+Quasi tutte le calamità che affliggono
+gli uomini s'addolciscono prolungandosi;
+le une sono rendute sopportabili dall'abitudine;
+l'esperienza insegna a prevenire
+le altre; gli sforzi riuniti di quelli
+che governano e di quelli che sono
+governati, ristabiliscono in breve tempo
+qualche ordine, anche dove tutto sembrava
+prima confusione ed anarchia. Ma
+la guerra si rende tanto più crudele per
+lo sventurato paese che n'è il teatro,
+quanto più lungamente dura. I bisogni
+sono i medesimi, la consumazione non
+diminuisce, mentre gli approvvigionamenti
+sono esauriti, e la riproduzione cessata.
+L'esazioni del precedente anno sembrano
+un titolo per cercarne altre simili; mentre
+appunto perchè si è molto pagato, mancano
+i mezzi di pagare ancora. Nello
+spirito de' soldati l'onore delle armi si
+va sempre più separando dalle antiche
+nozioni di giustizia, di morale, di umanità.
+Coloro che uscendo dalla casa paterna
+avrebbero ancora arrossito di ogni
+non necessaria violenza, di ogni attentato
+contro la proprietà, oltre a quelli che sono
+giustificati dalle leggi della guerra, si accostumano
+dopo alcune campagne a non
+<span class="pagenum"><a id="Page_274"></a>[274]</span>
+riconoscere altra legislazione che la forza,
+a non curarsi del dolore e della miseria
+degli altri, e ad insuperbirsi della propria
+insensibilità. Spesso, senza che il cuor loro
+sia corrotto, adottano come spirito del
+loro stato lo spirito del più feroce loro
+commilitone, e l'opinione del loro corpo,
+invece di essere il sostegno della loro
+morale è un abisso nel quale vanno a
+cadere inavvertiti tutti i delitti. Allora
+essi distruggono per distruggere, maltrattano
+per godere degli altrui patimenti,
+ed il loro cuore, chiuso alla compassione,
+più non conserva alcuno di
+que' pietosi sentimenti che vi avevano
+fatti nascere gl'insegnamenti delle loro
+madri.
+</p>
+
+<p>
+A tale stato di ferocia erano in allora
+giunti i soldati che divoravano l'Italia.
+Quelli che in Milano ubbidivano al Borbone
+avevano vissuto tutto un anno a
+discrezione presso gli sventurati abitanti
+abbandonati a tutti i loro cattivi trattamenti.
+Essi li tenevano legati nelle loro
+proprie case per istrappar loro coi tormenti
+tutto ciò che poteva soddisfare a' loro capricci.
+Facevansi giuoco di disonorare in
+loro presenza le consorti e le figlie: le
+loro orecchie eransi indurite alle disperate
+grida di quegli sventurati; e quando
+<span class="pagenum"><a id="Page_275"></a>[275]</span>
+l'ospite prigioniero poteva fuggire dalle
+loro mani per precipitarsi da una finestra
+o gettarsi in un pozzo, onde mettere
+fine alla sua miseria, l'avaro castigliano
+se ne consolava, pensando che probabilmente
+non aveva più nulla da perdere,
+e prendeva un altro milanese per assoggettarlo
+ai medesimi tormenti.
+</p>
+
+<p>
+I Tedeschi che Frundsberg conduceva
+in Italia, se per anco non si erano macchiati
+colle medesime crudeltà, erano per
+lo meno usciti dalla loro patria, allettati
+dal racconto che delle medesime era stato
+loro fatto. Si erano persuasi a formare un'armata
+non pagata, soltanto a condizione
+che verrebbero abbandonati alla loro discrezione
+i ricchi abitanti delle città. Essi
+conoscevano il disordine del loro imperatore,
+e la povertà del generale; ma si erano
+loro promessi i vini e le donne d'Italia,
+e toccava alle loro avide mani il procurarsi
+di per sè il pagamento de' loro servigi.
+</p>
+
+<p>
+Pure questo soldo, che non era mai
+pagato, era loro dovuto: i mesi passavano,
+ed il debito riconosciuto dai loro
+generali si andava sempre ingrossando.
+Sapevano i soldati che mai non sarebbero
+pagati, ma non rinunciavano perciò alle
+loro pretese. Per lo contrario se ne formavano
+un diritto per iscuotere affatto
+<span class="pagenum"><a id="Page_276"></a>[276]</span>
+il giogo di ogni disciplina. Se un capitano
+più umano voleva intromettersi in
+favore di qualche sventurato abitante, il
+soldato subito gli chiedeva il soldo arretrato;
+lo domandava pure se veniva destinato
+ad un servigio faticoso o disaggradevole;
+se riceveva ordine di uscire da
+un accantonamento di sua soddisfazione.
+Colla risposta, <i>pagatemi</i>, era sicuro di far
+tacere i suoi superiori, e cominciava di
+già a rendersi non meno formidabile ai
+suoi capi che a' suoi ospiti.
+</p>
+
+<p>
+La venuta di Frundsberg faceva sperare
+ai generali imperiali di potere approfittare
+per qualche strepitoso fatto d'un'armata
+così formidabile come la loro,
+ed il proprio interesse più ancora che
+la compassione loro faceva desiderare
+di metter fine ai patimenti de' Milanesi.
+Ma gli Spagnuoli non vollero uscire da
+una città ove si erano trovati così bene,
+e domandavano ad alte grida i loro soldi
+arretrati; e volevano che i generali qualora
+non li potessero pagare cacciassero fuori
+di Milano tutti gli abitanti, che, secondo
+loro, gli affamavano, non ritenendo in città
+che le donne ed i domestici per servirli.
+Nello stesso tempo accorsero affollati alle
+chiese ed ai luoghi fin allora rispettati,
+<span class="pagenum"><a id="Page_277"></a>[277]</span>
+e li saccheggiarono<a class="tag" id="tag252" href="#note252">[252]</a>. Non vi volle
+meno di tutta l'arte del Borbone, e di
+tutto il credito d'Antonio di Leiva e del
+marchese del Guasto per far partire alla
+volta di Pavia, uno dopo l'altro, i battaglioni
+cui potevansi pagare cinque mesi
+di soldo arretrato. Le tratte sopra Genova
+che Carlo V aveva mandate, i tributi
+estorti all'Italia, le somme prese a prestito
+o esatte sul credito di tutti i generali,
+tutto fu impiegato nel pagare questi
+cinque mesi di soldo; e il 30 di gennajo
+le truppe condotte da Borbone passarono
+il Po. Ma nell'atto che intraprendevasi
+questa spedizione niente rimaneva nella
+cassa militare nè per le spese necessarie
+de' trasporti, nè per pagare le truppe di
+Frundsberg, cui si dovevano unire quelle
+di Borbone<a class="tag" id="tag253" href="#note253">[253]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quando i due corpi d'armata si furono
+uniti in riva alla Trebbia, il duca di
+Borbone trovò d'avere sotto i suoi ordini
+tredici in quattordici mila Tedeschi condotti
+da Frundsberg, cinque mila Spagnuoli,
+<span class="pagenum"><a id="Page_278"></a>[278]</span>
+due mila Italiani, cinquecento
+uomini d'armi, e circa il doppio numero
+di cavaleggieri<a class="tag" id="tag254" href="#note254">[254]</a>. La prima città
+che incontravano sulla strada era Piacenza.
+Il Borbone si trattenne in quelle vicinanze
+una ventina di giorni, forse sperando che
+gliene fossero aperte le porte dalla viltà
+delle truppe pontificie; o forse perch'era
+ancora incerto su ciò che dovesse fare.
+Frattanto stringeva Alfonso d'Este, duca
+di Ferrara, colle più calde istanze a voler
+dimostrare il suo attaccamento alla
+causa imperiale, nella quale aveva preso
+parte, somministrandogli artiglieria e danaro.
+Alfonso non temeva forse meno la
+vicinanza di così formidabile truppa amica,
+che se fosse stato in guerra coll'imperatore.
+Si sforzò dunque di persuadere
+al Borbone, che il solo partito che gli
+restava a prendere era quello di andare
+avanti, di sorprendere i suoi nemici nel
+centro della loro potenza o a Firenze o
+a Roma, e di alimentare le sue truppe
+in un paese sempre nuovo. Gli rappresentò
+che quando ancora gli riuscisse di
+prendere Piacenza, i vantaggi di questa
+conquista non sarebbero una sufficiente
+<span class="pagenum"><a id="Page_279"></a>[279]</span>
+ricompensa del danaro, della gente e
+del tempo perduto per acquistarla. Il
+Borbone sentì l'importanza di questo consiglio,
+e siccome veniva accompagnato da
+una sovvenzione somministrata dal duca
+di Ferrara, il Borbone con questo danaro
+pagò due scudi ad ogni Tedesco di Frundsberg:
+questo era il primo pagamento che
+ricevevano i Tedeschi dopo essere entrati
+in Italia<a class="tag" id="tag255" href="#note255">[255]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Borbone s'avviò alla volta di Bologna
+ma assai lentamente. La sua situazione
+era pericolosissima, perchè non
+avendo danaro per far condurre le vittovaglie,
+e pochissima cavalleria per procurarsene
+a qualche distanza, era costretto
+di distribuire la sua truppa sopra
+una vasta estensione di paese perchè potesse
+alimentarsi con quello che trovava.
+Ma il Borbone aveva che fare con
+un generale troppo lento e troppo cauto
+per temere qualche sorpresa. Il duca
+d'Urbino, dopo essersi lungamente consigliato
+<span class="pagenum"><a id="Page_280"></a>[280]</span>
+se passerebbe il Po coll'armata
+veneziana, aveva in ultimo adottato il
+bizzarro progetto di tenere continuamente
+il duca di Borbone fra due armate, che
+sempre ricuserebbero di venire a battaglia.
+L'una davanti anderebbe sempre rinculando
+di mano in mano che il Borbone avanzerebbe,
+lasciando guarnigione in tutte le
+città, presso alle quali doveva passare il
+Borbone; e quest'armata comandata dal
+marchese di Saluzzo era composta di
+Francesi, di Svizzeri e di soldati della
+Chiesa. L'altra, alle spalle, comandata
+dal duca d'Urbino, doveva essere formata
+da tutte le truppe veneziane, e tenere dietro
+agl'imperiali a trenta miglia di distanza
+per inquietarli nella loro marcia,
+tagliar loro le comunicazioni, ed impedir
+loro di ricevere rinforzi<a class="tag" id="tag256" href="#note256">[256]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Un tale progetto non era altrimenti fatto
+per mettere coraggio ai paesi minacciati dal
+Borbone, ed in particolare alla Toscana e
+allo stato del papa<a class="tag" id="tag257" href="#note257">[257]</a>. Imperciocchè l'armata
+<span class="pagenum"><a id="Page_281"></a>[281]</span>
+del marchese di Saluzzo doveva ogni
+giorno indebolirsi per le guarnigioni che
+lascerebbe nelle città, e conoscevansi abbastanza
+il duca d'Urbino ed i Veneziani,
+onde tenere per certo, che il primo non
+si allontanerebbe troppo da' confini della
+repubblica. Ma il duca d'Urbino fermo
+nel suo sistema di non venire mai a battaglia,
+per conservarsi la riputazione d'invincibile,
+non era troppo facile a persuadere.
+Altronde aspettava per sè medesimo
+qualche vantaggio dallo spavento di Clemente
+VII e de' Fiorentini; era per lui
+un mezzo di ottenere la restituzione di
+san Leo e della contea di Montefeltro; e
+pretestò una leggiere febbre che lo assalì
+il 3 di gennajo a Parma, per farsi portare
+a Casal Maggiore, indi a Gazzuolo,
+ove si trattenne fino alla metà di marzo,
+lasciando libero il campo agli imperiali<a class="tag" id="tag258" href="#note258">[258]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Mentre che il Borbone si andava lentamente
+avanzando verso Bologna, altre
+armate combattevano ne' contorni di Roma,
+e Clemente VII a seconda de' loro
+progressi regolava tali negoziazioni che
+<span class="pagenum"><a id="Page_282"></a>[282]</span>
+ammorzavano il coraggio de' suoi generali.
+Il re di Francia, che incoraggiava sempre
+il papa colle più splendide promesse, non
+s'adoperava però mai perchè giugnessero
+in tempo nè i soldati nè i sussidj da lui
+promessi. Renzo di Ceri, che si era fatto un
+illustre nome nell'armata francese colla
+difesa di Marsiglia, era giunto il primo di
+dicembre del precedente anno a Savona
+con due galere francesi, e tre giorni
+dopo era stato raggiunto dal restante della
+flotta francese, ch'erasi subito portata sotto
+Genova colle galere del papa e di Venezia
+per ricominciare il blocco di quella
+città<a class="tag" id="tag259" href="#note259">[259]</a>. Renzo era poscia giunto a Roma
+col conte di Vaudemont, cui pensavasi
+ad assicurare il regno di Napoli, facendogli
+sposare Catarina de' Medici, nipote
+del papa, ch'ebbe poi sì gran nome come
+regina di Francia<a class="tag" id="tag260" href="#note260">[260]</a>. Il conte di Vaudemont
+era fratello del duca di Lorena,
+e perchè Francesco primo rinunciava ai
+suoi diritti alla corona di Napoli, si pensava
+a far rivivere nella casa di Lorena
+<span class="pagenum"><a id="Page_283"></a>[283]</span>
+gli antichi diritti trasmessile dalla casa
+d'Angiò.
+</p>
+
+<p>
+L'arrivo di un principe francese all'armata
+destinata a far l'impresa di
+Napoli, fece supporre al papa che il re
+manterrebbe finalmente le sue promesse
+tante volte rinnovate, e che i pattuiti
+sussidj, gli Svizzeri, gli uomini d'armi
+francesi, tutto finalmente arriverebbe. Infatti
+gli si diceva, che il danaro ch'egli
+aspettava gli sarebbe a giorni portato da
+messere Martino di Bellay, signore di Langei,
+quello che ci lasciò le più accurate
+memorie francesi di quest'epoca<a class="tag" id="tag261" href="#note261">[261]</a>. A ciò
+fidandosi il papa, l'armata della Chiesa
+sotto gli ordini di Agostino Trivulzio e di
+Vitello Vitelli si adunò a Ferentino, mentre
+che il vicerè trovavasi a Cepperano
+con quella di Napoli<a class="tag" id="tag262" href="#note262">[262]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quest'ultimo aveva raccolti circa dodici
+mila uomini; ma appena la metà
+di questo numero era di truppe di linea
+venute con lui dalla Spagna; le altre
+erano milizie del regno di Napoli, delle
+quali facevasi poco conto. In sul finir
+<span class="pagenum"><a id="Page_284"></a>[284]</span>
+del precedente anno, egli le aveva condotte
+all'assedio di Frusolone, borgata
+senza mura, ma posta in una situazione
+naturalmente forte. Il Lannoi vi si lasciò
+sorprendere l'ultimo giorno di gennajo,
+e fu costretto di rientrare entro i confini
+del regno dopo avere perduta molta
+gente<a class="tag" id="tag263" href="#note263">[263]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questo vantaggio, e le istanze e le
+promesse dell'ambasciatore di Francia,
+e le speranze che dava Russel, ambasciatore
+d'Inghilterra, mossero Clemente
+VII a tentare la conquista del regno
+di Napoli. Renzo di Ceri con sei mila
+uomini doveva entrare negli Abruzzi, ravvivare
+il partito del conte di Montorio,
+ed occupare l'Aquila, che infatti gli aprì
+le porte: l'armata principale doveva portarsi
+dalla banda di san Germano sopra
+Napoli; e la flotta alleata, sotto gli ordini
+di Pietro Navarro, cui il papa fece abbandonare
+il blocco di Genova, doveva
+minacciare le coste della Campania<a class="tag" id="tag264" href="#note264">[264]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_285"></a>[285]</span>
+</p>
+
+<p>
+Queste diverse spedizioni si cominciarono
+contemporaneamente a metà di febbrajo
+con non infelice successo: il vicerè,
+poco fidandosi de' suoi mezzi di difesa,
+ritirossi a Gaeta e don Ugo di
+Moncade a Napoli. La flotta saccheggiò
+Molo di Gaeta, prese Castellamare, Stabbia,
+Torre del Greco, Sorrento, e Salerno;
+Renzo di Ceri non ebbe dal canto
+suo minori vantaggi nell'Abruzzo, ove
+occupò Siciliano e Tagliacozzo<a class="tag" id="tag265" href="#note265">[265]</a>. Se
+la guerra si fosse continuata collo stesso
+vigore con cui fu cominciata, avrebbe
+potuto avere un felice fine. Ma bastava che
+i soldati sapessero di ubbidire a prelati, perchè
+pretendessero assai più che le truppe
+degli altri potentati, e rendessero molto
+minori servigi. Niun'altra armata era tanto
+incomoda ne' paesi amici; niun'era meno
+ubbidiente ai suoi capi o meno disciplinata;
+<span class="pagenum"><a id="Page_286"></a>[286]</span>
+niuna consumava tante munizioni,
+o più facilmente saccheggiava i proprj
+convoglj; niuna era meno disposta a combattere;
+niuna rifiutavasi con maggiore
+ostinazione alla fatica ed al pericolo, nè
+aveva l'orgoglio di volere che i suoi
+capi credessero che tuttociò ch'era difficile
+fosse impossibile. Dall'altro canto
+il papa non poteva vincere nè la sua
+avarizia nè la sua irrisolutezza. Atterrito
+dalle grandi spese cui doveva supplire, lasciava
+che l'armata principale mancasse di
+vittovaglie e di danaro; ed essa per ciò nei
+primi giorni di marzo di già cominciava a
+sbandarsi. In pari tempo egli era sempre
+apparecchiato ad ascoltare le proposizioni
+di accomodamento che gli si facevano;
+onde l'imperatore ed il vicerè tenevano
+sempre alcuni loro negoziatori presso di
+lui. La flotta s'indeboliva a cagione delle
+guarnigioni che doveva lasciare nelle città
+che aveva occupate. Il cardinale Trivulzio
+ed il Vitelli, mancando di viveri e
+spaventati dall'insubordinazione dell'armata,
+si ritirarono da san Germano sopra
+Piperno; e Renzo di Ceri, abbandonato
+da una parte de' suoi soldati, lasciò
+gli Abruzzi per tornare a Roma.
+Così alla metà di marzo, la spedizione
+di Napoli che aveva avuto così prospero
+<span class="pagenum"><a id="Page_287"></a>[287]</span>
+principio, non lasciava più sperare nessun
+felice fine<a class="tag" id="tag266" href="#note266">[266]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dalla banda della Lombardia i generali
+della Chiesa erano costretti a seguire
+i piani del duca d'Urbino, sebbene in
+lui non avessero veruna fiducia. Gli Spagnuoli
+del duca di Borbone, essendosi
+ammutinati il 17 di febbrajo in occasione
+di domandare il loro soldo, uccisero il
+loro sergente maggiore (ufficiale di un
+grado assai più elevato che non lo è a' dì
+nostri), perchè cercava di calmarli. Non
+pertanto il Borbone aveva potuto ricondurli
+all'ubbidienza, facendo loro comprendere
+che non avevano altri mezzi di trovare
+danaro che quello di continuare a seguirlo.
+Il 22 di febbrajo alloggiarono a san
+Donnino, che fu da loro saccheggiato;
+ed il giorno susseguente, il marchese di
+Saluzzo, il Guicciardini e Niccolò Macchiavelli,
+inviato dai Fiorentini presso al
+secondo, si ritirarono da Parma sopra
+Modena con undici in dodici mila uomini,
+che formavano l'armata della Chiesa<a class="tag" id="tag267" href="#note267">[267]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_288"></a>[288]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il Borbone tenne dietro all'armata che
+si ritirava; e come aveva attraversato lo
+stato parmigiano senz'entrare in veruna
+città, attraversò ancora i territorj di
+Reggio e di Modena; e di già stava per
+entrare nello stato di Bologna, quando
+l'armata veneziana passò il Po il 5 di
+marzo per trovarsi alle spalle de' nemici.
+Il duca d'Urbino non raggiunse
+i suoi soldati che il giorno 18 di marzo,
+dopo avere assicurato il senato veneto
+del più felice esito. Egli appoggiavasi non
+al valore della sua armata, di cui non
+voleva fare pericoloso esperimento, ma
+bensì all'imbarazzo de' suoi avversarj.
+Infatti il 14 di marzo era scoppiata una
+nuova sedizione fra i Tedeschi dell'armata
+di Borbone. Avevano tentato di ucciderlo;
+ed egli non si era sottratto al loro
+furore che col darsi ad una pronta fuga,
+mentre essi uccidevano un suo gentiluomo,
+saccheggiavano i suoi equipaggi. Il Marchese
+del Guasto calmò i sediziosi con
+qualche danaro che fece loro dare dal
+duca di Ferrara. Tre giorni dopo Giorgio
+<span class="pagenum"><a id="Page_289"></a>[289]</span>
+Frundsberg, colpito da apoplessia,
+abbandonò l'armata<a class="tag" id="tag268" href="#note268">[268]</a>. Credevasi che i
+soldati ch'egli aveva adunati col suo
+credito, e che non vedevano effettuarsi
+le sue promesse, si disperderebbero,
+ma si mantennero fedeli ai loro stendardi<a class="tag" id="tag269" href="#note269">[269]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII trovavasi estremamente
+angustiato dalle difficoltà della sua posizione.
+Francesco I l'aveva spinto alla guerra
+colle più magnifiche promesse; ma non
+avevane attenuta una sola. Da principio
+non aveva mandate all'armata della lega
+le cinquecento lance, ed i quaranta mila
+ducati al mese, che si era obbligato di
+somministrare. Non aveva pure mandati
+i ventimila ducati di più al mese per la
+<span class="pagenum"><a id="Page_290"></a>[290]</span>
+guerra di Napoli. Il papa aveva sostenuto
+solo per tre mesi tutto il peso di
+questa guerra, ed il primo pagamento
+mensile non era ancora terminato. Il danaro,
+che sapevasi trovarsi per istrada,
+non giugneva mai, e niuna delle tante
+promesse fatte si verificava. La flotta francese,
+incaricata di secondare l'impresa di
+Napoli, non era mai portata a numero.
+Dodici galere leggieri eransi unite alla flotta
+pontificia, ma erano assai male approvvigionate
+anche queste e senza truppe da
+sbarco. Tra le grosse navi che dovevano
+raggiugnere la flotta, le une mai non abbandonarono
+le coste della Provenza, altre
+non si avanzarono oltre Savona. Eppure
+tra gli alleati del papa, non trovavasene un
+altro che meritasse maggiore confidenza.
+I soccorsi dell'Inghilterra erano troppo
+incerti e troppo tardi; pareva che i Veneziani
+non pensassero che a sè medesimi;
+ed il duca d'Urbino non voleva
+adottare veruna misura che potesse salvare
+gli stati di Roma o di Firenze. Il
+Borbone omai toccava i confini della
+Toscana. Siena era zelante pel partito
+imperiale; Firenze, stanca di soffrire il
+giogo de' Medici, desiderava una rivoluzione.
+Vero è che nel regno di Napoli
+la lega da principio aveva ottenuti
+<span class="pagenum"><a id="Page_291"></a>[291]</span>
+alcuni vantaggi; ma il papa più non
+aveva danaro per continuare una così
+disastrosa guerra, ed opponeva uno scrupolo
+di coscienza sconosciuto dai suoi
+predecessori alla proposizione fattagli più
+volte di vendere alcuni cappelli di cardinale.
+Il suo datario Ghiberti rispondeva
+il 17 di dicembre al vescovo di Bayeux,
+che, senza entrare in disamina intorno a
+ciò che vi era di vergognoso in questo
+mezzo, si era assicurato che non basterebbe,
+potendosene tutt'al più ricavare
+cento cinquanta mila ducati, che sarebbero
+bentosto consumati<a class="tag" id="tag270" href="#note270">[270]</a>.
+</p>
+
+<p>
+In tanta perplessità Clemente VII acconsentì
+all'ultimo alle proposizioni di
+accomodamento che gli aveva più volte
+fatte il vicerè; e malgrado il pericolo di
+separarsi da' suoi alleati, e di mettersi in
+balìa de' suoi nemici, il 15 marzo sottoscrisse
+con Cesare Fieramosca e Sernone,
+ministri del vicerè, una tregua di
+otto mesi, per prezzo della quale doveva
+<span class="pagenum"><a id="Page_292"></a>[292]</span>
+pagare agli imperiali sessanta mila ducati,
+destinati per l'armata del duca di Borbone;
+oltre a che dovevano essere restituite le
+conquiste fatte dalle due parti, abolite le
+censure fulminate contro i Colonna, il cardinale
+Pompeo ristabilito nella sua dignità,
+ed il vicerè doveva venire a Roma per
+meglio guarentire il papa contro l'armata
+del contestabile. Se i Veneziani ed il re
+di Francia accettavano la tregua, durante
+la quale speravasi di negoziare un trattato
+di pace, tutte le truppe tedesche
+dovevano abbandonare l'Italia; se la rifiutavano,
+queste dovevano ritirarsi solamente
+dallo stato della Chiesa<a class="tag" id="tag271" href="#note271">[271]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII abbandonato dai suoi
+alleati quando la più formidabile armata
+si avanzava contro di lui, era, non v'ha
+dubbio, in pieno diritto di provvedere
+alla sua salvezza con un parziale trattato.
+Ma sembra che nè il papa, nè il datario
+Ghiberti, suo principale consigliere, nè
+altra persona della sua corte, abbia saputo
+<span class="pagenum"><a id="Page_293"></a>[293]</span>
+apprezzare il pericolo dell'avvicinamento
+del Borbone; essendosi Clemente ridotto
+a trattare piuttosto per l'impazienza che
+gli cagionava la cattiva condotta delle
+sue truppe, e per l'imbarazzo delle sue
+finanze, che per timore degli imperiali.
+Da principio erasi in Roma dubitato che
+il Borbone non fosse per accettare la tregua
+sottoscritta dal vicerè, e seppesi poco
+dopo, che infatti l'aveva rifiutata. Pure il
+papa non volle ravvisare in questo rifiuto
+che una millanteria militare, o uno stratagemma
+per avere una maggior somma<a class="tag" id="tag272" href="#note272">[272]</a>.
+Avrebbe dovuto meglio conoscere
+la disordinata truppa con cui aveva che fare,
+composta di soldati non pagati, disubbidienti,
+indisciplinati, i quali parevano piuttosto
+condurre i loro generali che essere
+condotti da loro. Egli sapeva non meno che
+tutta l'Italia quale fosse stata pel corso di un
+anno la loro tirannia in Milano; doveva sapere
+che Giorgio Frundsberg detestava le
+superstizioni della Chiesa romana con un
+odio avvelenato dalle controversie religiose
+della Germania, e che portava in seno una
+funicella dorata, destinata, siccom'egli
+diceva, ad appiccare il papa colle sue
+<span class="pagenum"><a id="Page_294"></a>[294]</span>
+mani<a class="tag" id="tag273" href="#note273">[273]</a>; non doveva ignorare che una
+parte de' di lui soldati era stata strascinata
+sotto le di lui bandiere non meno dal
+fanatismo della riforma che dall'amore
+della licenza militare; che gli Spagnuoli,
+fatti più avidi dalle rapine loro
+permesse a Milano, aspiravano a mettere
+la mano sulle ricchezze della più commerciante
+città d'Italia, e che solevano
+giurare <i>pel glorioso sacco di Firenze</i><a class="tag" id="tag274" href="#note274">[274]</a>.
+Fu dunque improvvidissimo consiglio
+quello di disarmarsi nell'istante in
+cui fu sottoscritta la tregua e scrivere
+al cardinale Trivulzio che licenziasse la
+maggior parte de' suoi soldati; di rallegrarsi
+perchè quelli di Renzo di Ceri
+si erano dissipati spontaneamente; e di
+non ritenere per sua difesa che cento
+cavaleggieri, e circa due mila fanti delle
+bande nere formate da Giovanni de' Medici<a class="tag" id="tag275" href="#note275">[275]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_295"></a>[295]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il papa ed il vicerè avevano trattato
+di buona fede, e l'uno e l'altro soddisfecero
+alle reciproche convenzioni; ma
+il Borbone, forse non voleva, e certamente
+non poteva trattenere la sua armata.
+Dava non pertanto a credere che
+accetterebbe l'armistizio, se gli veniva
+assicurata una più ragguardevole somma
+di danaro da distribuirsi ai suoi soldati
+in pagamento di due mesi di soldo;
+e perchè a tale effetto ricominciavano
+le negoziazioni, negli ultimi otto giorni
+di marzo fece alcuni lavori intorno a
+Bologna, come se avesse voluto assediarla.
+Ma il 31 di marzo dichiarò al
+Guicciardini che non poteva più oltre
+contenere i suoi soldati, ed andò ad accamparsi
+a Ponte a Reno. Un messo
+del vicerè, che veniva ad intimargli l'ordine
+d'osservare la tregua, corse pericolo
+di essere ucciso dai Landsknecht,
+e dovette salvarsi con una pronta fuga;
+ed il marchese del Guasto, che si era
+separato dal duca di Borbone per non
+disubbidire al vicerè, ed aveva presa la
+<span class="pagenum"><a id="Page_296"></a>[296]</span>
+strada di Napoli, fu con una militare
+sentenza bandito dall'armata<a class="tag" id="tag276" href="#note276">[276]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Per altro i progetti del Borbone sembravano
+tuttavia difficilmente eseguibili:
+la primavera era assai tarda, ed era caduta
+molta neve sugli Appennini che l'armata
+imperiale doveva attraversare per
+entrare nella Toscana. Dessa trovavasi accampata
+tra Ferrara e Bologna in terreni
+fangosi e quasi affatto inondati. Per mancanza
+d'artiglierie e di munizioni non
+aveva potuto prendere veruna città, ond'era
+sempre sprovveduta di magazzini
+come di danaro, e viveva a giorno per
+giorno con quello che trovava nelle campagne.
+Attraversando un paese così sterile
+come gli Appennini, dove poteva supporre
+d'incontrare qualche resistenza,
+doveva necessariamente portare vittovaglie
+per più giorni; ed appunto per questo
+motivo il Borbone si trattenne lungo
+tempo ai confini del Bolognese e della
+Romagna, mostrando di voler prendere
+ora l'una ora l'altra strada, sempre minacciando
+e non avanzando mai<a class="tag" id="tag277" href="#note277">[277]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_297"></a>[297]</span>
+</p>
+
+<p>
+Intanto continuavano con lui le negoziazioni;
+ma queste non contribuivano che
+a rendere diffidenti il duca d'Urbino ed il
+marchese di Saluzzo, che, vedendo il
+papa tanto sollecito di abbandonarli, erano
+sempre apparecchiati a ritirarsi. Lo stesso
+vicerè si pose in cammino per avere un
+abboccamento col Borbone, ed offrirgli,
+per soddisfare al debito verso l'armata,
+oltre il danaro promesso dal papa, altre
+somme da prendersi sulle entrate di Napoli
+o sulle straordinarie contribuzioni dei
+Fiorentini, i quali, trovandosi esposti prima
+degli altri, dovevano altresì essere i
+primi a riscattarsi. Ma egli non osava
+di avventurarsi in mezzo a quella sfrenata
+soldatesca, e si fermò a Firenze per trattare
+di colà col Borbone. Dal canto suo
+il Guicciardini, luogotenente generale
+della Chiesa in tutte le province della
+Lombardia, faceva istanze al senato di
+Venezia, al duca d'Urbino ed al marchese
+di Saluzzo acciò che l'armata
+alleata tenesse dietro al Borbone; loro
+rappresentando, che, quand'anche fosse
+vero che il papa fosse intenzionato di
+trattare separatamente, era del loro interesse
+<span class="pagenum"><a id="Page_298"></a>[298]</span>
+d'impedire che non venisse oppresso;
+perciocchè quanto più grande
+sarebbe la di lui paura, tanto maggiore
+sarebbe la quantità del danaro che da lui
+tirerebbe il Borbone, danaro che poi verrebbe
+tutto impiegato contro la lega<a class="tag" id="tag278" href="#note278">[278]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Prima di avanzarsi negli Appennini,
+il Borbone ingannò i suoi nemici con
+nuove negoziazioni, e mentre che dal 15
+al 25 d'aprile egli si avanzava per Meldola,
+santa Sofia e val di Bagno, fino a
+Pieve santo Stefano in val d'Arno superiore,
+lasciò che i suoi deputati presso
+il vicerè sottoscrivessero una nuova convenzione,
+in forza della quale prometteva
+d'allontanarsi per una grossa somma di
+danaro. Dall'altro canto il Guicciardini,
+non essendo tranquillo intorno alla di lui
+equivoca condotta, aveva persuasi il marchese
+di Saluzzo ed il duca d'Urbino in
+compagnia de' quali trovavasi allora in
+Mugello, a passare ancor essi l'Appennino.
+I confini del ducato d'Urbino non
+erano lontani dall'armata imperiale, e
+questo a non dubitarne, fu il principale
+<span class="pagenum"><a id="Page_299"></a>[299]</span>
+motivo che fece risolvere il duca ad
+avanzarsi<a class="tag" id="tag279" href="#note279">[279]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma il Guicciardini non poteva riuscire
+ad ispirare al papa la medesima diffidenza;
+quanto più grande e più spaventoso
+era il pericolo, tanto più Clemente VII
+era determinato di chiudere gli occhi
+per non vederlo. Quando seppe che a
+Firenze era stata firmata una nuova convenzione,
+licenziò subito il rimanente
+delle sue bande nere, quasi che la conservazione
+di questo piccolo corpo potesse
+servire di pretesto all'armata imperiale
+per venire ad attaccarlo a Roma<a class="tag" id="tag280" href="#note280">[280]</a>.
+Nello stesso tempo rimandò per
+mare il signore di Vaudemont a Marsiglia,
+e parve dopo ciò credersi in seno
+alla più perfetta pace.
+</p>
+
+<p>
+Ciò null'ostante poco mancò che una
+impensata rivoluzione non salvasse Roma
+a spese di Firenze. Mentre che l'armata
+della lega doveva acquartierarsi all'Ancisa
+per coprire quest'ultima città, i Fiorentini,
+<span class="pagenum"><a id="Page_300"></a>[300]</span>
+non meno spaventati de' soldati
+che venivano per difenderli, che di quelli
+che venivano ad attaccarli, domandarono
+delle armi al loro governo. Questa domanda
+venne apertamente e caldamente appoggiata
+da' più riputati cittadini, quali erano
+Niccolò Capponi, Matteo Strozzi, ed il
+gonfaloniere Luigi Guicciardini, fratello
+dello storico; mentre che i partigiani dei
+Medici, sebbene conoscessero l'avversione
+de' loro concittadini pel giogo che sostenevano,
+non osavano di far palese la
+loro opposizione ad un così legittimo desiderio.
+Essi promisero che i sedici gonfalonieri,
+che avevano parte nel governo,
+distribuirebbero il 26 d'aprile le armi
+alle loro compagnie; ma perchè il popolo
+si affollava intorno al palazzo per riceverle,
+essi furono atterriti dall'ardore con cui
+quest'armi erano domandate, e non tennero
+parola<a class="tag" id="tag281" href="#note281">[281]</a>. Nello stesso tempo i tre cardinali
+che in allora si trovavano a Firenze,
+Cortona, Cibo e Ridolfi, de' quali i due
+ultimi vi erano stati mandati dal papa
+in sul finire del 1526 onde sostenere il
+credito del primo, si apparecchiavano ad
+<span class="pagenum"><a id="Page_301"></a>[301]</span>
+uscire di città col giovane Ippolito de' Medici
+per rendere visita ai generali dell'armata
+alleata, acquartierata all'Olmo, non
+lontano da Firenze: ciò bastò perchè il popolo
+supponesse, che costoro, risguardando
+i loro affari come disperati, abbandonassero
+la città. L'accidente fece nascere questo
+rumore tra un popolaccio ignorante; ma
+tutta la città era così stanca del governo
+de' Medici e di quello de' preti, ogni cittadino
+sentivasi così umiliato dalla considerazione
+che una repubblica coperta di tanta
+gloria fosse ridotta nella dipendenza di un
+fanciullo e di prelati stranieri, che ognuno
+avidamente abbracciava la speranza
+di mettere fine a questa tirannide. Quelli
+ancora che ciò non credevano, s'infingevano
+di crederlo, per far nascere l'occasione
+di scuotere il giogo. La gioventù
+accorse verso il palazzo, gridando, <i>viva
+il popolo e la libertà!</i> La guardia loro
+fece pochissima resistenza, conciossiachè
+si posero di mezzo i più assennati cittadini,
+e la persuasero a ritirarsi. Gl'insorgenti
+si presentarono alla signoria,
+capo della quale era in allora Luigi
+Guicciardini, gonfaloniere, fratello dello
+storico; la costrinsero a decretare che
+tutti coloro che i Medici avevano condannati
+per delitti di stato, verrebbero
+<span class="pagenum"><a id="Page_302"></a>[302]</span>
+ristabiliti nelle loro prerogative; che il
+governo verrebbe costituito come al tempo
+del gonfaloniere Soderini, e che i
+Medici sarebbero esiliati e dichiarati ribelli<a class="tag" id="tag282" href="#note282">[282]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I cardinali, con Ippolito de' Medici,
+avevano imprudentissimamente continuato
+il loro viaggio verso l'Olmo, sebbene
+avessero avviso di ciò che accadeva in
+Firenze. Coloro che avevano apparecchiata
+la sollevazione, alla testa de' quali
+osservavasi Pietro Salviati, che le sue
+ricchezze e le sue parentele chiamavano
+ai principali onori della città, sentivano
+la necessità di porre immediatamente una
+forte guardia alle porte, di occupare gli
+arsenali, di far dare il giuramento ai soldati,
+e di trattare colla lega per procurare
+il di lei appoggio alla repubblica; ma
+loro non fu possibile di calmare abbastanza
+la popolare effervescenza per ottenere
+attenzione ed ubbidienza; e mentre
+che il popolo era ancora ne' trasporti
+della gioja, gli altri cominciavano di già
+<span class="pagenum"><a id="Page_303"></a>[303]</span>
+a tremare per le conseguenze d'un'insurrezione,
+che non si trovavano più in
+caso di dirigere<a class="tag" id="tag283" href="#note283">[283]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Salviati ed i suoi amici avevano
+bensì ordinato che si suonasse campana
+a stormo; ma i tre cardinali erano di già
+tornati col duca d'Urbino, il marchese
+di Saluzzo e mille cinquecento fanti,
+avanti che si fossero chiuse le porte;
+questi s'incamminarono subito verso la
+piazza e cominciarono l'assedio del palazzo,
+diventato la cittadella degl'insorgenti.
+Forse Firenze non erasi mai trovata
+in più grave pericolo; imperciocchè
+se i Medici fossero stati obbligati a far
+entrare nella città l'armata alleata per
+impadronirsi della sede del governo,
+avrebbero difficilmente potuto contenere
+i soldati, sempre avidi di saccheggio,
+ed ancora più difficilmente avrebbero
+potuto in appresso opporli all'armata del
+Borbone che si avvicinava. Il Guicciardini,
+che sentiva tutto il pericolo della sua
+patria, s'interpose tra le due parti; cercò
+di atterrire gli uni e gli altri mettendo loro
+sott'occhio le conseguenze della loro ostinazione,
+e li ridusse ad un accordo in
+forza del quale gl'insorgenti abbandonarono
+<span class="pagenum"><a id="Page_304"></a>[304]</span>
+il palazzo e lo resero ai Medici,
+dopo avere in contraccambio ottenuta
+da questi un'intera amnistia, che non fu
+però perfettamente osservata<a class="tag" id="tag284" href="#note284">[284]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il duca d'Urbino prese motivo da quest'insurrezione,
+che abbastanza manifestava
+le disposizioni de' Fiorentini rispetto
+al papa, per domandare che questa repubblica
+prendesse parte in suo proprio
+nome nella lega con Venezia e colla
+Francia; di modo che più non si trovasse
+compresa nelle negoziazioni che
+Clemente VII proseguiva anche allora
+cogl'imperiali. Infatti la signoria si obbligò
+a non conchiudere verun trattato
+di pace coll'imperatore senza il consentimento
+di tutti i confederati; ed i cardinali,
+luogotenenti del papa, furono costretti
+di aderire a questo trattato che fu
+sottoscritto il 28 di aprile nel palazzo
+de' Medici<a class="tag" id="tag285" href="#note285">[285]</a>. Il duca d'Urbino non
+<span class="pagenum"><a id="Page_305"></a>[305]</span>
+approfittò meno per la lega che per sè medesimo
+della sua presenza in Firenze con
+un'armata. Egli non volle partire finchè
+non gli furono dalla repubblica restituite
+la forte piazza di san Leo, principale
+luogo della contea di Montefeltro, e la
+fortezza di Majolo. Egli le riebbe in
+qualche modo colla forza, senza pubblica
+deliberazione, e senza l'approvazione dei
+consigli, cui soli apparteneva il dare così
+fatti ordini<a class="tag" id="tag286" href="#note286">[286]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'insurrezione di Firenze aveva avuto
+principio e fine in un solo giorno; pure
+fu cagione agli alleati di gravissimo pregiudizio,
+avendo impedito alla loro armata
+di prendere posto all'Ancisa, e
+potere così più facilmente tener d'occhio
+il duca di Borbone; accrebbe la
+diffidenza del duca d'Urbino e de' Veneziani,
+i quali, vedendo come lo stato
+di Firenze era poco sicuro, temettero
+più che mai di allontanarsi dalle proprie
+province; finalmente fece loro perdere
+un tempo prezioso, di cui il Borbone
+seppe approfittare<a class="tag" id="tag287" href="#note287">[287]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_306"></a>[306]</span>
+</p>
+
+<p>
+Infatti questi partì il venti di aprile,
+dai contorni di Arezzo, alla volta di
+Roma, senza artiglieria, senza carri,
+senza munizioni; e non si lasciò trattenere
+nè dalle piogge, che in quella stagione
+furono grandissime, nè dalla mancanza
+di viveri. Ottenne a Siena, in allora
+attaccata al partito imperiale, alcuni
+soccorsi, che lo ajutarono a proseguire
+il cammino; ma non si trattenne in quello
+stato, come erasene lusingato Clemente
+VII<a class="tag" id="tag288" href="#note288">[288]</a>. Nel suo cammino saccheggiò
+Acquapendente a san Lorenzo alle Grotte;
+fu introdotto in Viterbo da alcuni emigrati
+di quella città; occupò in appresso
+Ronciglione, e finalmente arrivò il 5 di
+maggio sotto alle mura di Roma, prima
+che il papa avesse voluto persuadersi
+della sua partenza dalla Toscana<a class="tag" id="tag289" href="#note289">[289]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII aveva cercato una seconda
+volta in quegli ultimi istanti di
+mettersi in su le difese; ordinò nuove
+leve per rimpiazzare i soldati che aveva
+con tanta imprudenza licenziati; vendette
+<span class="pagenum"><a id="Page_307"></a>[307]</span>
+tre cappelli di cardinale, ma non ebbe
+neppure il tempo di riceverne il danaro.
+Domandò una contribuzione volontaria
+ai più ricchi abitanti di Roma; ma questi,
+ritenendo con avara mano effetti che
+presto dovevano perdere, non diedero
+che pochi scudi, quando trattavasi di difendere
+tutto il rimanente de' loro beni,
+l'onor loro e la vita<a class="tag" id="tag290" href="#note290">[290]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Renzo di Ceri, della casa Orsini, era
+stato incaricato dal papa della difesa di
+Roma. Quest'uomo, che in tempo della
+guerra della lega di Cambrai erasi renduto
+illustre sostenendo l'assedio di Crema,
+aveva veduto la sua riputazione scemare
+ogni giorno. In particolare Clemente VII
+faceva di lui pochissimo capitale; pure,
+per un'imbecillità che pareva strascinarlo
+alla sua ruina, egli gli accordò in tale occasione
+la più grande confidenza. Il signore
+di Bellay, che arrivò in poste da Firenze
+per avvisare il papa della marcia del
+Borbone, divise con Renzo di Ceri le
+cure di provvedere alla difesa di Roma<a class="tag" id="tag291" href="#note291">[291]</a>.
+<span class="pagenum"><a id="Page_308"></a>[308]</span>
+Per rimpiazzare gli antichi soldati, che
+tutti erano stati di fresco licenziati, arrolarono
+tra i servitori de' prelati ed
+i bottegai di Roma, una truppa senza
+coraggio e senza disciplina, ed aggiunsero
+alcune fortificazioni dalla banda di
+Borgo. Questi lavori inspirarono a Renzo
+tanta fiducia, ch'egli si figurò di potere
+opporre la più ostinata resistenza all'armata
+di Borbone; perciò scrisse al conte
+Guido Rangone, che accorreva per difendere
+Roma con cinque mila fanti ed
+un piccolo corpo d'artiglieria, che farebbe
+meglio di andare a raggiugnere
+l'armata della lega, poichè la capitale
+aveva tutt'al più bisogno di un ajuto di
+sette in ottocento archibugieri<a class="tag" id="tag292" href="#note292">[292]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questa lettera, scritta soltanto il 4 di
+maggio, non trattenne in cammino il
+Rangone, che aspirava alla gloria di liberare
+la capitale della Cristianità. Aveva
+calcolato di giugnervi prima del Borbone,
+ove questi si fosse caricato di
+un treno d'artiglieria; e che sarebbe
+<span class="pagenum"><a id="Page_309"></a>[309]</span>
+sempre in tempo di unirsi ai difensori
+della città, ove il Borbone arrivasse
+prima di lui per non avere condotti
+cannoni. Ma il 5 di maggio il Borbone
+presentossi ne' prati sotto Roma,
+e fece da un trombetta intimare la resa
+alla città. Clemente VII, che in diverse
+circostanze aveva mostrato un'eccessiva
+timidezza, e che anche ultimamente aveva
+voluto fuggire quando l'armata napolitana
+si avanzava sopra Frusolone, mostrò
+in questa circostanza un'inesplicabile fermezza.
+Rimandò il trombetta con disprezzo;
+non volle permettere di tagliare i
+ponti della città, per difendersi al di là
+del Tevere se il Borgo veniva preso;
+e per non ispargere il terrore, ordinò alle
+guardie delle porte di non permettere
+che si trasportassero fuori di Roma ricchezze
+o mercanzie<a class="tag" id="tag293" href="#note293">[293]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La mattina del 6 di maggio il Borbone
+condusse le sue truppe all'assalto
+contro le mura di Borgo tra il Gianicolo
+ed il Vaticano. Qualunque si fosse
+lo splendore che lo accompagnava,
+come generale della più potente armata
+che allora fosse in Europa, pare
+<span class="pagenum"><a id="Page_310"></a>[310]</span>
+che tutta sentisse la vergogna ed il pericolo
+della propria situazione. Principe
+del sangue e ribelle al suo re; francese
+e traditore della sua patria; cattolico e
+conducente contro il papa un'armata,
+che era nemica della religione medesima;
+cavaliere ed associato ad una banda di
+masnadieri, non poteva dissimulare a sè
+medesimo che meritava il disprezzo che gli
+avevano manifestato gli Spagnuoli, e che
+gli esprimevano tutti coloro che non lo
+temevano. Una luminosa vittoria poteva
+sola coprire tanti torti a' suoi proprj occhi
+o agli occhi degli altri; egli voleva
+ottenerla, o morire combattendo; e perchè,
+montando all'assalto, vide che i
+suoi fanti tedeschi lo seguivano freddamente,
+prese una scala, l'appoggiò egli
+stesso contro il muro per incoraggiarli
+colla propria intrepidezza; ma appena
+aveva incominciato a salire, che
+fu colpito nelle reni da una palla di
+moschetto tirata dall'alto delle mura,
+che gli passò il fianco e la coscia destra<a class="tag" id="tag294" href="#note294">[294]</a>.
+Sentì subito che il colpo era
+<span class="pagenum"><a id="Page_311"></a>[311]</span>
+mortale; pure conservò tanta presenza di
+spirito da domandare a quelli che gli
+stavano intorno di coprire il suo corpo
+col suo mantello, onde i soldati non si
+accorgessero della sua caduta; così egli
+spirò ai piedi delle mura, mentre che
+continuava l'assalto<a class="tag" id="tag295" href="#note295">[295]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La morte del Borbone non si potè
+tenere lungamente nascosta ai soldati; ma
+invece di scoraggiarli, parve eccitarli
+alla vendetta. Gli Svizzeri della guardia
+del papa avevano difese le mura valorosamente,
+ed una batteria posta sull'alto
+del colle, che prendeva di fianco gli
+assedianti, loro uccideva molta gente;
+ma una densa nebbia, che si levò dopo
+che il sole apparve sull'orizzonte, impedì
+agli artiglieri di ben dirigere i loro
+colpi. Gli Spagnuoli ne approfittarono
+onde entrare in città per alcune piccole
+case attigue alle mura; dall'altro canto
+<span class="pagenum"><a id="Page_312"></a>[312]</span>
+i Tedeschi superarono le trincee, e s'impadronirono
+del baluardo. Prima di riuscirvi
+gli assalitori avevano avuto un
+migliajo d'uomini uccisi, ma ne fecero
+orribile vendetta su quella parte della
+gioventù romana che combatteva sotto
+le insegne de' proprj caporioni, e che trovavasi
+chiusa tra gli Spagnuoli ed i Tedeschi.
+Fu uccisa tutta senza pietà, sebbene
+la maggior parte di questi giovani
+avesse gettate le armi, e domandasse la
+vita in ginocchioni<a class="tag" id="tag296" href="#note296">[296]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Durante la battaglia, Clemente VII
+stava pregando innanzi all'altare della
+sua cappella in Vaticano. Quando le grida
+de' soldati gli annunciarono la presa della
+città, fuggì dal suo palazzo in castel
+sant'Angelo pel lungo corridojo che, innalzato
+su doppia muraglia al di sopra
+delle più alte case, attraversa tutta la
+città Leonina, e dà comunicazione al
+Vaticano colla fortezza. Lo storico Paolo
+Giovio, che seguiva Clemente VII, teneva
+rialzata la di lui lunga veste perchè potesse
+più speditamente camminare, e l'aveva
+coperto col suo cappello e col suo mantello
+<span class="pagenum"><a id="Page_313"></a>[313]</span>
+violetto, per timore che il papa,
+attraversando il ponte che lo lasciava
+vedere a discoperto, non fosse riconosciuto
+pel suo rocchetto bianco, e preso
+di mira da qualche furibondo soldato.
+Da tutta la lunghezza del corritojo Clemente
+VII vedeva al di sotto di sè la
+miserabile fuga de' suoi, ed i barbari
+che inseguendoli gli assassinavano a colpi
+di picche e di alabarde. Sette in otto
+mila romani vennero uccisi in questo
+primo giorno<a class="tag" id="tag297" href="#note297">[297]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dopo essere entrato in castello, il papa
+aveva ancora tempo di fuggire pel
+ponte degli angeli che era sotto la protezione
+della sua artiglieria, di attraversare
+le strade di Roma sotto la scorta
+della sua cavalleria, e mettersi in salvo.
+La fresca memoria della sua cattività in
+Castel sant'Angelo doveva fargli sentire
+quanto quest'asilo fosse mal sicuro; ma
+lo spavento ond'era compreso non gli
+permise di passare più avanti; egli si lasciò
+chiudere coi cardinali ed i prelati del suo
+seguito in castel sant'Angelo; ove Filippo
+<span class="pagenum"><a id="Page_314"></a>[314]</span>
+Serbelloni collo spagnuolo Mendanez lo
+assediarono<a class="tag" id="tag298" href="#note298">[298]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'armata che si precipitava in Roma,
+contava in allora quaranta mila uomini.
+È bensì vero che Frundsberg non aveva
+condotti che quattordici mila landsknecht,
+ai quali si erano uniti in Lombardia sei
+mila Spagnuoli; ma vi si era in appresso
+aggiunta l'infanteria italiana del Calabrese
+Fabrizio Maramaldo, di Sciarra Colonna
+e di Luigi Gonzaga, chiamato il
+Rodomonte. Inoltre aveva quest'armata
+raccolti lungo il cammino moltissimi cavaleggieri,
+il di cui comando era stato
+dato a Filiberto di Chalons, principe
+d'Orange, ed a Ferdinando Gonzaga; erasi
+ingrossata coi disertori dell'armata della
+lega e coi soldati licenziati dal papa, coi
+banditi e coi vagabondi, erranti prima
+per tutti i paesi che aveva attraversati,
+e chiamati sotto le sue bandiere dall'allettamento
+del saccheggio<a class="tag" id="tag299" href="#note299">[299]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_315"></a>[315]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il Borgo di Roma ed il quartiere del
+Vaticano furono subito saccheggiati; ed
+in quella prima ebbrezza della vittoria
+il sacrilego furore de' soldati parve meno
+ributtante, sebbene non avesse risparmiati
+nè i conventi, nè le chiese, nè
+il palazzo del papa, nè il tempio di
+san Pietro, cattedrale del mondo cristiano.
+Ma i soldati, non contenti delle
+ricchezze di questi due quartieri, presero
+ancora d'assalto quello di Transtevere,
+e perchè i ponti non erano stati tagliati,
+trovaronsi padroni di tutta Roma, ove
+Luigi Gonzaga fu il primo ad entrare
+per ponte Sisto alla testa dell'infanteria
+italiana<a class="tag" id="tag300" href="#note300">[300]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Forse giammai nella storia dell'universo
+si troverà che una grandissima capitale
+sia stata abbandonata a più atroce abuso
+della vittoria; giammai una potente armata
+si formò di soldati più feroci, e
+più intolleranti del giogo d'ogni militare
+disciplina; nè mai il sovrano, nel di cui
+nome cotesta armata combatteva, era
+stato più indifferente alle calamità dei
+vinti. Non bastò già il lasciare in balìa
+<span class="pagenum"><a id="Page_316"></a>[316]</span>
+della rapacità de' soldati tutte affatto le
+ricchezze sacre e profane dalla pietà
+dei popoli o dalla loro industria adunate
+nella capitale del mondo cristiano,
+che ancora le persone degl'infelici abitanti
+furono abbandonate al capriccio, e
+alla brutalità di sfrenata soldatesca. Mentre
+che le donne di ogni condizione erano vittima
+dell'incontinenza de' vincitori, coloro
+che rendevansi sospetti di avere ricchezze
+nascoste, o credito presso gli altri,
+erano posti alla tortura, ed obbligati
+con prolungati tormenti a vuotare le
+borse degli amici che potevano avere in
+altri paesi. Molti prelati morirono in
+mezzo ai tormenti; molti altri, dopo essersi
+riscattati, morirono in conseguenza
+de' sofferti strapazzi, della loro afflizione,
+o del loro spavento. Furono saccheggiati
+i palazzi di tutti i cardinali senza che i
+soldati volessero distinguere i guelfi dai
+ghibellini, o accordare una salvaguardia
+a coloro ch'erano conosciutissimi pel loro
+attaccamento al partito imperiale. Soltanto
+fu ad alcuni permesso di riscattarsi col
+danaro; e perchè i mercanti avevano deposti
+i proprj effetti nelle loro case supponendo
+di porli in luogo sicuro, questi
+mercanti pagarono spesso enormi somme
+per sottrarle ai soldati. La marchesa di
+<span class="pagenum"><a id="Page_317"></a>[317]</span>
+Mantova riscattò il suo palazzo per cinquanta
+mila ducati, e si dice che suo
+figlio ne toccasse per la parte sua dieci
+mila. Il cardinale di Siena, dopo avere
+pagata la propria taglia agli Spagnuoli,
+fu fatto prigioniero da' Tedeschi, spogliato
+d'ogni avere, battuto e forzato di
+riscattare nuovamente la sua sola persona
+con cinque mila ducati. La stessa sventura
+toccò ai cardinali della Minerva e
+di Ponzetta. Nè i prelati tedeschi o spagnuoli
+furono da' loro compatriotti risparmiati
+più che gl'Italiani. Udivansi eccheggiare
+in tutte le case le grida ed i
+pianti degl'infelici esposti alla tortura;
+le piazze avanti a tutte le chiese erano
+sparse d'arredi d'altari, di reliquie e di
+tutte le cose sacre, che i soldati buttavano
+in terra dopo averne strappato l'oro
+e l'argento. I luterani tedeschi, aggiugnendo
+alla cupidigia il fanatismo religioso,
+si sforzavano di mostrare il loro
+disprezzo per le pompe della chiesa romana,
+e di profanare tuttociò che rispettavano
+que' popoli ch'essi dicevano idolatri.
+Per altro passati i primi giorni di furore,
+ne' quali essi avrebbero voluto uccidere
+tutti coloro che avevano impugnate le
+armi, i Tedeschi più non isguainarono
+la spada; anzi si addolcirono in modo,
+<span class="pagenum"><a id="Page_318"></a>[318]</span>
+che i loro prigionieri si poterono riscattare
+a bassissimo prezzo. Allora ad altro
+più non pensarono che a bevere, ad ammassare
+danaro ed a distruggere i quadri e
+le statue che loro sembravano monumenti
+d'idolatria. Ma infinitamente più avidi
+e più crudeli erano gli Spagnuoli; la
+loro sete dell'oro mai non iscemava, e
+perchè il loro cuore era affatto chiuso
+alla pietà, andavano moltiplicando i tormenti
+per costringere i loro prigionieri
+ad iscuoprire tuttociò che tenevano nascosto.
+Gl'Italiani e specialmente quelli
+dell'Abruzzo imitavano i vizj delle due
+nazioni cui si erano associati, e senza
+pareggiarli nel valore, cercavano se non
+altro di essere egualmente crudeli ed
+empj<a class="tag" id="tag301" href="#note301">[301]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il cardinale Pompeo Colonna entrò in
+Roma due giorni dopo presa la città, per
+godere dell'umiliazione di Clemente VII.
+<span class="pagenum"><a id="Page_319"></a>[319]</span>
+Fu seguito da una folla di contadini dei
+suoi feudi, che poco prima erano stati
+barbaramente saccheggiati per ordine del
+papa, e che si vendicarono saccheggiando
+tutte quelle case di Roma, ove restavano
+ancora i meno preziosi effetti che non avevano
+tentata l'avidità de' soldati. Per altro
+Pompeo fu compreso da profondo
+dolore, quando vide la miseria in cui
+aveva contribuito a precipitare la sua
+patria; aprì la sua casa a tutti coloro
+che vi si vollero rifugiare, riscattò col
+suo danaro i cardinali prigionieri senza
+distinzione di partito amico o nemico,
+e salvò la vita a tanti miserabili, che,
+avendo ogni cosa perduta, sarebbero senza
+di lui periti di fame<a class="tag" id="tag302" href="#note302">[302]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lo stesso giorno in cui l'armata imperiale
+era entrata in Roma, il conte
+Guido Rangone era giunto fino a Ponte
+Salario co' suoi cavaleggieri ed ottocento
+archibugieri. Se la città avesse resistito
+soltanto ventiquattr'ore, sarebbe arrivato
+a tempo per difenderla e per salvarla.
+Quando seppe l'accaduto si ritirò fino
+ad Otricoli per riunirvisi al restante della
+sua truppa. Il duca d'Urbino ed il marchese
+<span class="pagenum"><a id="Page_320"></a>[320]</span>
+di Saluzzo camminavano assai più
+lentamente: erano partiti soltanto il 3
+di maggio da Firenze, ed il marchese
+non arrivò ad Orvieto che il giorno 11,
+di dove fece un tentativo per cavare di
+notte il papa da castel sant'Angelo; ma
+non riuscì, perchè Federigo da Bozzolo,
+che conduceva il distaccamento, si ferì
+cadendo di cavallo. Il duca d'Urbino giunse
+ad Orvieto cinque giorni più tardi,
+perchè, in passando, volle fare una rivoluzione
+in Perugia, di dove scacciò
+Gentile Baglioni, partigiano de' Medici,
+per darne il governo ai figliuoli di quel
+Gian Paolo Baglioni che Leon X aveva
+fatto morire<a class="tag" id="tag303" href="#note303">[303]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Pretese il duca d'Urbino di non poter
+tentar nulla, perchè, avendo allora
+passata in revista la sua armata, non
+trovò che diciassette mila combattenti invece
+di trenta mila che doveva averne.
+Pure sotto qualunque altro capo quest'armata
+sarebbe bastata per iscacciare
+gl'imperiali da Roma, perciocchè i soldati
+spagnuoli e tedeschi, perduti nelle
+dissolutezze d'ogni maniera, più non ubbidivano
+alla voce de' loro capitani, e non
+<span class="pagenum"><a id="Page_321"></a>[321]</span>
+avevano verun rispetto per Filiberto di
+Chalons, principe d'Orange, ch'essi avevano
+eletto loro capo invece del contestabile
+di Borbone. Non si volevano a nessun
+patto staccare dal saccheggio per soddisfare
+a verun ufficio militare, e quando un
+falso allarme faceva chiamare al campo i
+soldati, niuno veniva a porsi sotto le bandiere<a class="tag" id="tag304" href="#note304">[304]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma il duca d'Urbino, costante nel suo
+sistema di non esporre la sua armata ad
+una battaglia, non aveva nemmeno avuto
+mai il pensiero di attaccare gl'imperiali;
+ed apertamente diceva che non penserebbe
+a farlo, se non che quando potrebbe aggiugnere
+alla sua armata sedici mila
+Svizzeri, levati con licenza de' cantoni; e
+che ne abbisognerebbero anzi ventiquattro
+mila, se in quest'intervallo di tempo
+l'armata imperiale riceveva i soccorsi
+che poteva facilmente tirare dal regno
+di Napoli<a class="tag" id="tag305" href="#note305">[305]</a>. Egli pareva non sentire
+compassione degli sgraziati Romani, e nel
+<span class="pagenum"><a id="Page_322"></a>[322]</span>
+consiglio di guerra adunato ad Orvieto,
+trattò soltanto intorno al modo di cavare
+Clemente VII da castel sant'Angelo, ov'era
+assediato. Quest'impresa, sotto la protezione
+di così numerosa armata, non sembrava
+altrimenti difficile; i Francesi ardentemente
+la desideravano per l'onore del loro re,
+ed il consiglio dei Pregadi di Venezia aveva
+dati pressanti ordini al suo generale di
+soccorrere il suo alleato. Soltanto il duca
+d'Urbino, il di cui odio e rancore contro
+la casa de' Medici andavano avidamente
+in traccia di pretesti nel suo timido sistema
+di tattica, faceva ogni momento
+nascere nuovi ostacoli. Il papa lo faceva
+invitare a venire ad accamparsi alla croce
+di Monte Mario, fortissima posizione in
+faccia a castel sant'Angelo, di dove
+avrebbe a tutte l'ore potuto facilmente
+intendersi cogli assediati per mezzo di
+segni, ma egli non volle mai passare al
+di là di Tre-Capanne. Tuttavolta il suo
+avvicinamento fece sì che Clemente VII
+ricusasse di capitolare a condizioni quasi
+già acconsentite. Allora il duca d'Urbino,
+dopo avere date agli assediati vane
+speranze, appunto come aveva praticato
+nel precedente anno col duca di Milano,
+s'allontanò da Roma il 1.º di giugno,
+<span class="pagenum"><a id="Page_323"></a>[323]</span>
+ed andò ad accamparsi a Monterosi<a class="tag" id="tag306" href="#note306">[306]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il vicerè di Napoli erasi affrettato di
+portarsi a Roma dietro gl'inviti dello
+stesso papa, che lusingavasi di avere
+da lui migliori condizioni; ma questi, accorgendosi
+che l'armata lo vedeva assai
+di mal occhio, ripartì alla volta di Napoli.
+Cammin facendo incontrò il marchese
+del Guasto, Ugo di Moncade ed
+Alarcone, che lo persuasero a tornare a
+dietro, onde conservare qualche autorità
+sopra un'armata che omai quasi sottraevasi
+all'imperatore. Tornò infatti; ma
+non gli si lasciò prendere veruna parte
+negli affari della guerra o della pace<a class="tag" id="tag307" href="#note307">[307]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La capitolazione del papa venne sottoscritta
+il 6 di giugno, press'a poco
+alle medesime condizioni rifiutate sei
+giorni prima. Egli si obbligava di pagare
+all'armata quattrocento mila ducati; cento
+mila immediatamente, cinquanta mila
+entro venti giorni, e gli altri dugento
+<span class="pagenum"><a id="Page_324"></a>[324]</span>
+cinquanta mila nel termine di due mesi.
+Fino all'intero pagamento de' primi cento
+cinquanta mila ducati, doveva restare
+prigioniero in castel sant'Angelo, unitamente
+ai tredici cardinali che lo avevano
+seguito. In appresso potrebbe recarsi a
+Napoli o a Gaeta, per aspettare colà gli
+ordini dell'imperatore. Si obbligava di
+consegnare alle truppe imperiali le città
+di Parma, Piacenza e Modena, ed a ricevere
+guarnigione ne' castelli di sant'Angelo,
+di Ostia, di Cività Castellana, e
+di Cività Vecchia. Prometteva di assolvere
+i Colonna da tutte le censure ecclesiastiche,
+e di dare ostaggi per l'osservanza
+di tutte queste condizioni. Dopo
+aver firmato questo trattato, quello stesso
+capitano Alarcone, che aveva custodito
+Francesco I in tempo della sua prigionia,
+entrò in castel sant'Angelo con tre compagnie
+spagnuole e tre tedesche, per
+prendere il papa sotto la sua guardia<a class="tag" id="tag308" href="#note308">[308]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La capitolazione fu religiosamente eseguita
+in tuttociò che spettava al papa;
+<span class="pagenum"><a id="Page_325"></a>[325]</span>
+ma il governo della Chiesa pareva disciolto
+dalla prigionia del suo capo, e le più lontane
+piazze ricusarono di ubbidirgli. Cività
+Castellana era custodita dalle truppe
+della Lega, Cività Vecchia da Andrea
+Doria che la riteneva come pegno di
+14,000 scudi di soldo a lui dovuti, Parma
+e Piacenza, detestando il governo spagnuolo,
+non vollero aprire le loro porte
+al commissario imperiale che si presentò
+per prenderne possesso. Modena, difesa
+dal conte Luigi Rangoni, fratello di Guido,
+con soli cinquecento fanti, fu attaccata
+in principio di giugno dal duca di
+Ferrara con dugento lance, sei mila fanti
+e molta artiglieria, e fu forzata a capitolare
+il 5 di giugno<a class="tag" id="tag309" href="#note309">[309]</a>. Gli stessi alleati
+del papa vollero approfittare della sua
+disgrazia; i Veneziani occuparono Ravenna
+e Cervia perdute in tempo della
+lega di Cambray, e Sigismondo Malatesta
+s'impadronì della città e della fortezza
+di Rimini, antico principato della
+sua famiglia<a class="tag" id="tag310" href="#note310">[310]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_326"></a>[326]</span>
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII non considerava la sua
+sovranità nello stato della Chiesa che
+come vitalizia, mentre che la grandezza
+ereditaria della casa de' Medici era attaccata
+all'ubbidienza de' Fiorentini. Sebbene
+non avesse nè figliuoli, nè parenti prossimi,
+era però tutto intento a perpetuare il
+potere della sua famiglia, e disposto a sagrificare
+all'orgoglio del suo nome assai più
+che Leon X, suo cugino. Ma quantunque
+volesse conservare Firenze, poca cura
+prendevasi di risparmiarla; perciocchè
+quanto preferiva il bene de' suoi eredi
+a quello della sua patria, altrettanto preferiva
+sè stesso agli eredi; onde, nelle
+guerre in cui strascinava la repubblica
+senza che questa vi avesse verun diretto
+interesse, tutte le volte che rendevasi
+necessario un prestito, o che una spesa
+straordinaria richiedeva una contribuzione
+di guerra, ne faceva sempre cadere
+il peso sui Fiorentini, i quali, avendo
+assolutamente cessato di avere un'importanza
+politica, di essere contati tra
+le potenze d'Europa, e di avere un
+diretto interesse negli avvenimenti, vedevansi
+non pertanto ruinati dall'ambizione
+della casa de' Medici. La conquista
+e la difesa del ducato d'Urbino aveva
+loro costato cinquecento mila fiorini;
+<span class="pagenum"><a id="Page_327"></a>[327]</span>
+indi al primo pericolo erano stati costretti
+di restituire al duca la fortezza di san
+Leo, e la contea di Montefeltro, che
+loro erano state date in compenso delle
+fatte sovvenzioni<a class="tag" id="tag311" href="#note311">[311]</a>. Avevano inoltre
+spesi cinquecento mila fiorini nella
+guerra intrapresa da Leon X contro la
+Francia, ne avevano pagati trecento mila
+ai capitani imperiali ed al vicerè durante
+l'amministrazione del cardinale Giulio dei
+Medici, e dopo che questo stesso Giulio
+era diventato papa, avevano dati altri sei
+cento mila fiorini per la guerra ch'egli
+faceva contro l'imperatore<a class="tag" id="tag312" href="#note312">[312]</a>. Da troppi
+mali erano simultaneamente oppressi; avevano
+perduta la libertà, e continuavano
+a portare un peso d'imposte che doveva
+schiacciare qualunque popolo che non
+fosse libero. Perciò i Fiorentini avevano
+quasi tutti lo stesso desiderio di cogliere
+il momento in cui verrebbe loro fatto
+di scuotere il giogo de' Medici.
+</p>
+
+<p>
+La presa di Roma e la prigionia del
+papa in castel sant'Angelo distruggevano
+la potenza di questa casa. I tre cardinali
+che Clemente VII teneva in Firenze
+<span class="pagenum"><a id="Page_328"></a>[328]</span>
+come amministratori della repubblica e
+tutori dei due bastardi, Ippolito ed Alessandro,
+non potevano dubitarne. Avevano
+essi ricevuta la notizia della catastrofe
+l'undici di maggio; cercarono di tenerla
+celata, spargendo contrarie voci; ma già
+da molto tempo il popolo erasi avvezzato
+a non dar loro credenza<a class="tag" id="tag313" href="#note313">[313]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Tutti i più riputati uomini della città,
+tutti coloro che discendevano da illustri
+antiche famiglie si recarono presso Silvio
+Passerini, cardinale di Cortona, nel palazzo
+de' Medici, non più in abito militare,
+come nella precedente insurrezione,
+ma col lucco e col capuccio, abito civile
+proprio de' Fiorentini che accresceva
+loro gravità, e gli domandarono
+di restituire pacificamente alla patria una
+libertà, alla quale egli più non poteva porre
+impedimento<a class="tag" id="tag314" href="#note314">[314]</a>. Vedevasi alla loro testa
+Niccolò Capponi il più zelante degli amici
+della libertà, che di già risguardavasi
+come il ristauratore del nuovo governo,
+e con lui Filippo Strozzi suo cognato,
+che aveva sposata Clarice de' Medici,
+sorella di Lorenzo II, e figliuola di Pietro.
+<span class="pagenum"><a id="Page_329"></a>[329]</span>
+Filippo Strozzi era stato da Clemente VII
+dato per ostaggio ad Ugo di Moncade
+in occasione della sua prima prigionia e
+del primo suo trattato coi Colonna; ma
+in appresso Clemente non aveva voluto
+nè dare esecuzione alle condizioni del
+trattato, nè prendersi cura del riscatto
+degli ostaggi. Vedendo il Moncade quanto
+lo Strozzi fosse sdegnato per quest'abbandono,
+lo pose spontaneamente in libertà,
+onde nuocere col di lui mezzo al potere
+pontificio in Firenze<a class="tag" id="tag315" href="#note315">[315]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Clarice de' Medici, moglie di Filippo,
+non era meno irritata dello sposo. Lagnavansi
+ambidue di Clemente, perchè avendo
+egli promesso il cappello di cardinale
+al loro figlio Pietro, ed avendolo con tale
+lusinga persuaso a vestire l'abito ecclesiastico,
+aveva ricusato poi costantemente
+di dare effetto alla sua promessa. Clarice,
+che pel sesso e per la sua parentela coi
+Medici non era esposta al risentimento
+di quel partito, non si guardava dal ricordare
+a tutti coloro che lungamente
+erano stati attaccati alla sua famiglia,
+che al presente non sagrificavano altrimenti
+pei veri Medici la libertà della loro patria,
+ma per uno de' loro sudditi di provincia,
+<span class="pagenum"><a id="Page_330"></a>[330]</span>
+il cardinale di Cortona, e per
+due bastardi Ippolito ed Alessandro<a class="tag" id="tag316" href="#note316">[316]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il cardinale di Cortona, Silvio Passerini,
+era di carattere debole ed irrisoluto;
+altronde temeva di perdere in una rivoluzione
+il suo tesoro personale, e difficilmente
+ascoltava altri consigli che quelli
+dell'avarizia. Il cardinale Niccolò Ridolfi,
+sebbene riconoscente verso la famiglia
+de' Medici, cui andava debitore della
+porpora, era non pertanto affezionato
+alla libertà, come lo era tutta la sua
+famiglia. Onofrio di Montedoglio, comandante
+la guarnigione di Firenze, che
+aveva circa tre mila uomini sotto i suoi
+ordini, era il solo che si mostrasse zelante
+per la difesa dell'autorità de' Medici.
+Bastava, diceva egli, di spargere
+un poco di danaro tra i soldati, e col
+mezzo loro sarebbesi sicuramente mantenuta
+la città ubbidiente; ma il tesoriere
+del comune si era nascosto perchè non
+si potesse forzarlo a fare una spesa pregiudicevole
+alla salute della patria; il
+cardinale Passerini non volle mettere mano
+al suo particolare peculio, ed il coraggio di
+<span class="pagenum"><a id="Page_331"></a>[331]</span>
+coloro che volevano difendersi mancando
+col danaro con cui desso coraggio doveva
+essere pagato, in breve altro partito non
+rimase a' Medici che quello di cedere<a class="tag" id="tag317" href="#note317">[317]</a>.
+Perciò il 16 di maggio si fece una convenzione
+tra i principali cittadini del partito
+repubblicano ed il cardinale di Cortona,
+quale rappresentante de' Medici. Prometteva
+questi d'uscire di Firenze coi
+due giovinetti Ippolito ed Alessandro, nel
+mentre che i Fiorentini in contraccambio
+guarentivano a' Medici il godimento di
+tutti i loro beni, ed inoltre l'esenzione
+per dieci anni da ogni contribuzione
+straordinaria. In pari tempo si convenne
+che si richiamerebbe in vigore la costituzione,
+colla quale era stata regolata la
+repubblica fino al 1512<a class="tag" id="tag318" href="#note318">[318]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Infatti il 17 di maggio i giovani Medici,
+accompagnati dal cardinale di Cortona,
+da Filippo Strozzi e da molti loro
+amici, partirono da Firenze senza strepito
+e senza violenza, e si trattennero la
+prima notte a Poggio a Cajano, magnifica
+<span class="pagenum"><a id="Page_332"></a>[332]</span>
+villa fabbricata da Cosimo de' Medici.
+Nel susseguente giorno andarono a Pisa,
+la di cui fortezza avevano promesso di
+consegnare alla signoria con quella di
+Livorno. Veramente in allora sentirono
+qualche dispiacere di un accomodamento,
+che i loro amici tacciavano di debolezza,
+e per non essere forzati ad eseguire la
+convenzione, si sottrassero a quelli che
+gli accompagnavano, e ritiraronsi a Lucca<a class="tag" id="tag319" href="#note319">[319]</a>.
+Ad ogni modo i comandanti delle
+fortezze non tardarono a consegnarle ai
+commissarj della repubblica<a class="tag" id="tag320" href="#note320">[320]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questa repubblica risorgeva dopo un
+lungo letargo. La balìa, creata da' Medici
+<span class="pagenum"><a id="Page_333"></a>[333]</span>
+nel 1512, e che sotto la loro direzione
+aveva fin allora governato lo stato, adunò
+il consiglio de' cento, e gli propose di
+ordinare il ristabilimento della costituzione
+popolare, qual era nel 1512; cosicchè
+la rivoluzione si fece ne' modi
+voluti dalle leggi, e venne sanzionata
+dalla legittima autorità; dopo ciò la balìa
+abdicò spontaneamente l'autorità che
+le era stata affidata<a class="tag" id="tag321" href="#note321">[321]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La signoria che allora sedeva, il consiglio
+de' cento, e tutti i magistrati erano
+stati nominati da' Medici, e generalmente
+si conservavano affezionati a quella famiglia.
+Ma l'intera città, desiderosa di
+rientrare nel godimento della sua libertà,
+affrettava co' suoi voti il giorno in cui
+sarebbe governata da cittadini da lei scelti.
+I più ardenti, tra i quali distinguevasi come
+loro capo Anton Francesco degli Albizzi,
+avrebbero voluto che con aperta forza
+si cacciassero fuori di palazzo Antonio
+Nori, uomo affezionatissimo a' Medici,
+e tutta la signoria. Non sarebbero queste,
+dicevano costoro, che giuste rappresaglie
+<span class="pagenum"><a id="Page_334"></a>[334]</span>
+delle violenze usate contro il perpetuo
+gonfaloniere Pietro Soderini; ma altri più
+saggi cittadini persuasero il popolo ad
+aspettare, ed in pari tempo fecero sentire
+al consiglio de' cento la necessità di
+affrettare il giorno in cui il gran consiglio
+sarebbe legittimamente adunato.
+La sala delle adunanze di questo consiglio
+era stata da' Medici destinata ad
+uso di caserma pei soldati, e bisognava
+distruggere le interne muraglie che vi
+si erano alzate. Tutta la nobile gioventù
+fiorentina (che tale nome erasi di già
+sostituito a quello più glorioso di cittadini)
+diede mano al lavoro. Ognuno
+aspirava all'onore di contribuire ad atterrare
+questo monumento della schiavitù
+della patria. La sala del supremo
+consiglio fu ripristinata e ripulita; indi
+da' preti aspersa di acqua santa, e consacrata
+con una messa solenne; sicchè
+il 21 di maggio vi si potè finalmente ragunare
+il consiglio generale, nel quale
+si contarono due mila dugento settanta
+cittadini fiorentini<a class="tag" id="tag322" href="#note322">[322]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_335"></a>[335]</span>
+</p>
+
+<p>
+In tale consiglio i liberi suffragj del
+popolo elessero gonfaloniere di giustizia
+Niccolò Capponi, il quale doveva restare
+in carica tredici mesi, e dopo questo
+termine poteva essere riconfermato. Fu
+eletta una nuova signoria per restare tre
+mesi in funzione, perchè si volle che col
+primo giugno subentrasse in luogo delle
+creature de' Medici, invece di aspettare
+fino al primo di luglio. Lo stesso gran
+consiglio elesse ancora i decemviri della
+libertà e gli otto signori della guardia;
+creò di nuovo il consiglio degli ottanta,
+destinato a mantenere l'equilibrio tra il
+governo ed il popolo. Tutti questi magistrati,
+veri rappresentanti de' loro concittadini,
+vennero installati nelle loro funzioni,
+ed il 2 di giugno una solenne
+processione di tutti i membri del governo
+e di tutto il clero, seguita dalla folla
+de' cittadini, andò in tutte le principali
+chiese a ringraziare Iddio della ricuperata
+libertà<a class="tag" id="tag323" href="#note323">[323]</a>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_337"></a>[337]</span>
+</p>
+
+<h2>
+CAPITOLO CXIX.
+</h2>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+<i>Il Lautrec conduce un'armata francese
+sotto Napoli, e lo blocca; vittoria ottenuta
+dalla sua flotta su quella degli
+Spagnuoli; malattia nel suo campo,
+sua morte, e capitolazione della sua
+armata. Andrea Doria passa al partito
+imperiale, e cambia il governo di
+Genova.</i>
+</p>
+
+<p class="center">
+1527 = 1528.
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Nel quattordicesimo secolo, mentre
+i papi tenevano la loro corte in Avignone,
+dessi erano i soli tra i potentati che non
+temessero d'avvilupparsi in perpetue guerre.
+Qualunque si fossero le disgrazie
+delle loro armate, essi non soffrivano
+nulla dalla desolazione de' loro popoli,
+dal saccheggio delle loro città, o anche
+della loro capitale; stando in Avignone,
+non si accorgevano de' patimenti intollerabili
+dell'Italia; le grida del popolo
+non giugnevano fino a loro per isforzarli
+a fare la pace; e sempre erano circondati
+da cortigiani, da ministri, da interessati
+adulatori, i quali, non potendo
+migliorare la propria fortuna che colla
+<span class="pagenum"><a id="Page_338"></a>[338]</span>
+guerra, sforzavansi di far loro credere, che
+l'onore, la religione, gl'interessi della
+fede e quelli della Chiesa richiedevano
+la continuazione delle ostilità. Ciò che
+nel quattordicesimo secolo era una particolare
+condizione della Chiesa Romana,
+in principio del sedicesimo era quella di
+tutti i monarchi della Cristianità, ad eccezione
+del solo papa. Dopo che gli stati
+eransi molto aggranditi, la guerra non
+oltrepassava mai i loro confini, e non
+metteva mai in pericolo l'esistenza de' re.
+</p>
+
+<p>
+Carlo V, in età di ventisette anni, aveva
+di già fatto prigionieri il re di Francia,
+quello di Navarra, ed il papa; pure fin
+allora mai non si era posto alla testa di
+veruna delle sue armate; egli non conosceva
+il terribile spettacolo di un campo
+di battaglia, nè la miseria o la desolazione
+di una città presa d'assalto, nè i
+prolungati tormenti de' borghesi presso i
+quali acquartierava senza pagarla un'armata.
+I suoi cortigiani si davano ogni
+cura per celare all'<i>invincibile Augusto</i>
+le particolarità che avrebbero potuto
+affliggerlo; lo andavano intrattenendo
+intorno agl'interessi della sua gloria:
+Carlo V teneva dietro a' progetti della
+sua ambizione; e quando la prodigalità
+della sua corte, o l'assurdo sistema delle
+<span class="pagenum"><a id="Page_339"></a>[339]</span>
+sue finanze facevano mancare il danaro
+necessario ai generali per terminare un'intrapresa,
+tutti facevansi un dovere di
+dissimulare le calamità d'una lontana
+provincia, o le rappresentavano quale necessaria
+conseguenza d'una magnanima
+politica. In appresso Carlo V condusse
+egli stesso le sue armate; allora sentì
+meglio la necessità della pace, e la sua
+ambizione dovette spesso piegare in faccia
+alle circostanze. Ma i di lui successori,
+Filippo II, Filippo III, Filippo IV, che
+mai non uscivano dalle solitudini dell'escuriale,
+ed erano inaccessibili agli occhi di
+tutti, sordi a tutte le lagnanze, a tutti i gemiti,
+mai non rinunciarono ai loro ambiziosi
+progetti nè per timore, nè per
+compassione. Perchè mai non videro la
+guerra, la fecero continuamente; mai
+non conobbero le calamità che cagionarono
+pel corso di un secolo, oppure non
+vollero aver pietà mai delle altrui miserie.
+Furono visti protrarre d'uno in altro
+anno il sacco delle città, i guasti delle
+campagne, pel possedimento d'una miserabile
+provincia, per una sterile prerogativa,
+per una contesa d'etichetta, o
+talvolta ancora per infingardaggine, perchè
+non sapevano prendere una risoluzione.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_340"></a>[340]</span>
+Enrico VIII, re d'Inghilterra, che nella
+stessa epoca aveva in Europa acquistata
+una così grande preponderanza, era ancora
+più che i monarchi di casa d'Austria
+lontano da' pericoli della guerra; il di
+lui popolo non ne conosceva il peso
+che per l'accrescimento delle sue spese;
+e la vanità d'Enrico VIII veniva lusingata
+dall'importanza militare che si
+era acquistata. Figuravasi, secondo il
+comune errore de' re, che, sebbene non
+si mostrasse mai alle armate, poteva non
+pertanto raccogliere gloria dalle battaglie
+vinte in suo nome, sebbene non vi
+avesse dato veruna prova nè di talento,
+nè di valore.
+</p>
+
+<p>
+Fino alla battaglia di Pavia, Francesco
+I era stato egualmente sordo alle
+lagnanze de' popoli, ed insensibile alle
+loro calamità. Gloriavasi d'avere liberati
+i re di Francia dalla tutela de' paggi
+(<i>hors de pages</i>), ossia di essersi condotto
+a seconda delle sue fantasie senza
+ascoltare le rimostranze, o senza consultare
+gl'interessi de' suoi sudditi. Egli
+non era insensibile, e la vista de' patimenti
+da lui cagionati avrebbero potuto
+commoverlo, se l'estrema sua leggerezza
+e la sua estrema inclinazione per i piaceri
+non avessero sempre distratta la sua
+<span class="pagenum"><a id="Page_341"></a>[341]</span>
+attenzione da' suoi doveri. Mentre le sue
+armate si disperdevano per non essere
+pagate; che le sue città mal provvedute e
+peggio difese venivano prese d'assalto; che
+le requisizioni de' suoi generali facevano
+che in Italia si avesse in orrore il nome
+della Francia; egli prodigalizzava alle sue
+amanti il danaro dello stato, dissipava
+in feste inutili i tesori che sarebbero
+bastati per difendere l'indipendenza e la
+gloria nazionale. Finalmente la cattività
+aveva tutt'ad un tratto manifestato a
+Francesco I, e l'esistenza della sventura, e
+i pericoli del suo regno, ed il bisogno
+che i suoi popoli avevano della pace.
+Dopo quest'epoca aveva perduta l'antica
+sua confidenza nella propria fortuna, il suo
+allegro carattere aveva sentito gli effetti
+della calamità; ed egli, obbligato a continuare
+la guerra, lo aveva fatto senza
+ardore, e sempre desiderando, sempre
+cercando una pace che gli restituisse i
+suoi figliuoli, e facesse cessare quello
+stato d'inquietudine e di timore in cui
+si trovava.
+</p>
+
+<p>
+Ma una dura esperienza può cambiare
+un carattere debole ed incostante,
+senza per altro riformarlo. Francesco I
+nella sua prosperità intraprendeva la guerra
+con leggerezza, ed in appresso la trascurava
+<span class="pagenum"><a id="Page_342"></a>[342]</span>
+per instabilità di carattere: dopo
+avere provata la disgrazia, ascoltò i consiglj
+di una timidità fin allora a lui sconosciuta;
+prima di tutto più non volle
+esporsi; e desiderando la pace, non seppe
+vedere che uno de' mezzi di ottenerla
+era quello di spingere vigorosamente la
+guerra nel momento favorevole. Egli mai
+non seppe risolversi a dare agl'Italiani
+quegli ajuti che gli avrebbero fatto infallibilmente
+trionfare; lasciò che fossero
+oppressi, prima di muoversi di buona
+fede, e le loro perdite, cagionate dalle
+sue lentezze, gli costarono assai più sangue
+e danaro che non abbisognavano due
+anni prima per ottenere le più luminose
+vittorie. Le afflizioni, abbattendo il suo
+coraggio, non distrussero il suo gusto
+per i piaceri, l'abitudine del dissipamento
+era inveterato in lui; la distrazione sembravagli
+tanto più necessaria, quanto
+maggiori erano le sue inquietudini; ed
+una continuata applicazione era per lui
+diventato un insopportabile peso. I suoi
+amori, la sua galanteria non lo occupavano
+meno che avanti la prigionia,
+e la loro influenza non gli fu dopo quest'epoca
+meno funesta<a class="tag" id="tag324" href="#note324">[324]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_343"></a>[343]</span>
+</p>
+
+<p>
+Giammai le calamità della guerra non
+avrebbero dovuto far desiderare più vivamente
+la pace ai sovrani, che dopo
+la presa di Roma. Gli è il vero che l'imperatore
+aveva fatta un'insperata conquista,
+ma l'aveva ottenuta con un'armata
+che da molto tempo egli non era più
+in istato di pagare, e che in certo modo
+non era più dipendente da' suoi ordini. I
+suoi soldati ben potevano ruinare affatto i
+suoi nemici; ma essi più non conoscevano
+i di lui ordini, nè ubbidivano ai di
+lui generali, nè gli davano veruna guarenzia
+per l'avvenire. Così Carlo V dopo
+il sacco di Roma si trovava tanto lontano
+dal compimento de' suoi progetti, quanto
+lo era prima della guerra. Dal canto
+loro gli alleati avevano sperimentato
+quanto poco dovessero fidarsi gli uni
+degli altri; avevano veduto che ognuno
+di loro cercava di rigettare sui suoi alleati
+il peso della guerra, e di sottrarsi
+all'adempimento delle più positive obbligazioni;
+avevano veduto che il loro
+<span class="pagenum"><a id="Page_344"></a>[344]</span>
+generale, il duca d'Urbino, giugneva
+sempre a tempo per essere testimonio
+delle calamità delle loro province, giammai
+per prevenirle; e ben potevano essere
+persuasi che il generale esaurimento, che
+la vicendevole diffidenza, e che lo scoraggiamento
+delle truppe, andrebbero
+ogni anno crescendo senza ch'essi potessero
+apporvi rimedio.
+</p>
+
+<p>
+La notizia della presa e del sacco di
+Roma comprese d'orrore e di spavento
+tutta l'Europa. Lo stesso Carlo V non
+volle agli occhi de' suoi sudditi rendersi
+risponsabile delle atrocità commesse in
+suo nome. Fece sospendere le feste che
+erano state ordinate in Ispagna per la
+nascita di suo figlio Filippo; ordinò preghiere
+per la libertà del papa, come se
+non fosse in sua mano l'accordarla; e
+scrisse il 2 di agosto al re d'Inghilterra
+ed a tutti gli altri sovrani, per giustificarsi
+di una violenza, che protestava essere
+stata commessa contro il suo volere<a class="tag" id="tag325" href="#note325">[325]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma d'altra parte i re di Francia e
+d'Inghilterra, partecipando ai sentimenti
+de' loro sudditi e di tutta l'Europa, sembravano
+disposti a vendicare il papa ed
+<span class="pagenum"><a id="Page_345"></a>[345]</span>
+a rendergli colla forza delle armi una
+libertà ch'egli non aveva perduta che
+per essere stato da loro abbandonato. Il
+cardinale Wolsey partì da Londra il 3 di
+luglio per venire ad abboccarsi in Amiens
+con Francesco I. Cammino facendo, ricevette
+le proposizioni che Carlo V avea
+fatte per la pace generale dopo la notizia
+degli affari d'Italia, e sebbene le
+sue proposizioni si avvicinassero alle domande
+di Francesco I, i due re non vollero
+accettarle. Il 18 di agosto sottoscrissero
+un trattato d'alleanza, il di cui scopo
+era di far rimettere in libertà il papa ed
+i due figli del re di Francia, fissando
+il prezzo del riscatto degli ultimi due a
+due milioni di scudi d'oro, lasciando la
+Borgogna a Francesco I, ed il ducato di
+Milano alla casa Sforza. Domandò Enrico
+VIII che il comando dell'armata
+francese che scenderebbe in Italia si confidasse
+al signore di Lautrec, e promise
+di pagare trentadue mila ducati al mese
+per le spese della guerra<a class="tag" id="tag326" href="#note326">[326]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_346"></a>[346]</span>
+</p>
+
+<p>
+Nello stesso tempo il cardinale Cibo invitava
+i cardinali suoi confratelli, che non
+si trovavano in potere degli Spagnuoli, a
+riunirsi a Bologna o a Parma, sebbene
+il re di Francia preferisse Avignone, per
+occuparsi della liberazione del capo della
+Chiesa, e per impedire che gli atti che
+gli si potessero strappare colla violenza
+in tempo della sua prigionia, non riuscissero
+pregiudicievoli alla Cristianità. Dopo
+qualche dubitazione il collegio de' cardinali
+si adunò a Parma, e di là cominciò a
+trattare in nome della Chiesa romana
+cogli alleati<a class="tag" id="tag327" href="#note327">[327]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La peste erasi aggiunta a tutti gli altri
+flagelli che avevano fin allora desolata
+l'Italia. L'universale miseria, il cattivo
+alimento de' poveri, i martirj dell'animo
+che si accoppiavano ai patimenti del
+corpo avevano preparato il popolo a contrarre
+la contagione. Dessa era scoppiata
+nella parte settentrionale dell'Italia, e si
+era in appresso sparsa di città in città per
+mezzo delle licenziose armate che trascuravano
+ogni pulizia, e ricusavano di assoggettarsi
+ad ogni regolamento sanitario.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_347"></a>[347]</span>
+I mali trattamenti che i Romani aveano
+sofferti dall'armata imperiale non gli avevano
+che troppo disposti a ricevere la comunicazione
+di questo flagello. Infatti non si fu
+appena la peste manifestata in Roma, che
+vi prese un carattere ancora più spaventoso
+che in tutte le altre parti d'Italia. Il marchese
+del Guasto e don Ugo di Moncade
+avevano condotte in questa città le truppe
+che stavano nel regno di Napoli; ma bentosto
+l'indisciplina de' loro soldati gli aveva
+costretti a fuggire per porre in salvo
+la propria vita. Così pure il principe
+d'Orange aveva abbandonata l'armata
+per recarsi a Siena, sotto pretesto di calmare
+i movimenti sediziosi di quella città.
+Finalmente il vicerè di Napoli, Carlo di
+Lannoy, che si era pure allontanato, morì
+in Aversa in sul declinare di settembre,
+mentre tornava a Napoli<a class="tag" id="tag328" href="#note328">[328]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I soldati, rimasti senza capi, si fecero
+più formidabili ai loro ospiti. Roma
+non era già stata esposta al sacco per
+pochi giorni, ma per più mesi; e le
+stesse estorsioni, i medesimi orrori che
+<span class="pagenum"><a id="Page_348"></a>[348]</span>
+avevano accompagnato il primo ingresso
+degl'imperiali, si andavano rinnovando
+ogni giorno. Il timore della peste
+persuase all'ultimo le truppe spagnuole
+ed italiane a spargersi per le campagne
+romane, mentre che i Tedeschi
+credevano di preservarsene vivendo in
+una continua dissolutezza. Allora gl'imperiali
+saccheggiarono Terni e Narni e
+sforzarono Spoleti a riscattarsi con una
+contribuzione, mentre che il duca d'Urbino,
+il quale colla sua armata avrebbe
+dovuto coprire questa provincia, andava
+sempre rinculando in faccia a qualunque
+corpo nemico che si avanzasse<a class="tag" id="tag329" href="#note329">[329]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il papa, chiuso in castel sant'Angelo
+con tredici cardinali, sotto la guardia di
+Alarcone, aveva di già veduta la peste
+penetrare in quella fortezza, e privarlo
+di alcuni suoi famigliari. Egli riponeva
+ogni sua speranza nella generosità di Carlo
+V, cui erasi raccomandato. Aveva
+schivato di essere tradotto a Gaeta, come
+volevano prima farlo i luogotenenti
+dell'imperatore; si sottrasse altresì di essere
+trasportato in Ispagna, siccome era
+<span class="pagenum"><a id="Page_349"></a>[349]</span>
+segreto desiderio di Carlo V. Ma intanto
+si rendeva ancora più terribile la presente
+sua condizione, di trovarsi prigioniero in
+una fortezza in cui si era introdotta la
+peste<a class="tag" id="tag330" href="#note330">[330]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Con estrema difficoltà riuscì a pagare
+pel suo riscatto i primi cento cinquanta
+mila ducati, parte de' quali gli fu prestata
+da alcuni mercanti genovesi a condizione
+di riaverli sulle decime del regno
+di Napoli, sulla vendita dei sali a Benevento,
+e su tutto ciò che il papa poteva
+ipotecare di più liquido: ma i Tedeschi
+domandavano guarenzie per le altre somme
+promesse dal pontefice, e questi stando in
+prigione, non le poteva in nessun modo trovare.
+Aveva dati per ostaggi il suo datario
+G. Matteo Ghiberti, i cardinali Trivulzio
+e Pisani, e due suoi parenti, Giacomo
+Salviati, e Lorenzo Ridolfi; uno
+padre, l'altro fratello de' cardinali dello
+stesso nome. Tre volte questi ostaggi furono
+condotti in Campo Fiore ad una
+forca loro apparecchiata dai forsennati
+Tedeschi; di già il carnefice gli aspettava;
+ma i medesimi soldati che minacciavano
+queste vittime, loro in appresso
+<span class="pagenum"><a id="Page_350"></a>[350]</span>
+accordavano un nuovo respiro, per non
+perdere il solo pegno di cui si credessero
+sicuri. Finalmente un giorno, dopo una
+lunga prigionia, questi ostaggi riuscirono
+in un lauto banchetto ad ubbriacare tutte
+le loro sentinelle, e fuggendo di notte a
+piedi e travestiti arrivarono fino al campo
+del duca d'Urbino<a class="tag" id="tag331" href="#note331">[331]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La fuga di questi ostaggi rendette i
+Tedeschi più trattabili. Il marchese del
+Guasto tornò a Roma per riordinare l'armata,
+e dando due scudi ad ogni soldato,
+cominciò a richiamarli sotto le loro bandiere:
+ma la peste e la diserzione ne avevano
+talmente scemato il numero in una sola
+stagione, che invece di quaranta mila,
+entrati in Roma col duca di Borbone,
+più non se ne trovavano che dieci mila<a class="tag" id="tag332" href="#note332">[332]</a>.
+D'altra parte don Francesco Angelio,
+generale dei Francescani, e Verrei de
+Milhaud, ciambellano di Carlo V, erano
+arrivati a Roma con piena autorità dell'imperatore
+per negoziare col papa. Avevano
+commissione di trattarlo oramai con
+<span class="pagenum"><a id="Page_351"></a>[351]</span>
+rispetto; ma di tenersi in guardia contro
+il suo risentimento e di non accordargli
+veruna confidenza<a class="tag" id="tag333" href="#note333">[333]</a>. Dopo lunghi contrasti,
+all'ultimo sottoscrissero con lui il
+31 di ottobre una nuova convenzione,
+che allargava alquanto più il tempo per
+pagare il suo riscatto. Clemente VII doveva
+essere posto in libertà dopo un
+secondo pagamento d'altri cento dodici
+mila ducati da farsi alle truppe imperiali.
+Nel corso dei tre susseguenti mesi doveva
+pagarne altri dugento trent'otto mila;
+dare in pegno molte fortezze, ed i suoi due
+nipoti, Ippolito ed Alessandro, come ostaggi;
+accordare i prodotti d'una crociata
+e d'una decima ecclesiastica in Ispagna
+all'imperatore, e finalmente obbligarsi a
+tenersi neutrale nella guerra che stava
+per iscoppiare, sia nel ducato di Milano,
+sia nel regno di Napoli<a class="tag" id="tag334" href="#note334">[334]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma assai prima che a così dure condizioni
+ricuperasse la sua libertà Clemente
+VII, era cominciata la guerra che i
+re di Francia e d'Inghilterra avevano
+determinato di portare in Italia. Il Lautrec,
+<span class="pagenum"><a id="Page_352"></a>[352]</span>
+che da Francesco I era stato di
+mal animo nominato generale della sua
+armata dietro le istanze d'Enrico VIII, e
+che con estremo rincrescimento aveva
+ancor esso accettato una commissione non
+accompagnata dal favore del suo padrone,
+partì dalla corte il 30 di giugno per recarsi
+all'armata che si andava adunando
+nell'Astigiano. Doveva questa essere composta
+di novecento uomini d'armi, di dugento
+cavaleggieri e di ventisei mila fanti,
+sei mila de' quali erano landsknecht sotto
+il conte di Vaudemont, sei mila Guasconi
+sotto il conte Pietro Navarro, quattro
+mila Francesi e dieci mila Svizzeri<a class="tag" id="tag335" href="#note335">[335]</a>.
+Ma tutti questi corpi mai non si mettevano
+a numero; le rimesse di danaro
+già procedevano lentamente, ed era facile
+lo scorgere che con questa ostentazione
+di grandi forze, Francesco I pensava
+assai più ad affrettare le negoziazioni
+intavolate colla corte di Madrid pel
+riscatto de' suoi figliuoli, che a fare grandi
+imprese. I Veneziani dal canto loro
+<span class="pagenum"><a id="Page_353"></a>[353]</span>
+avevano lasciato ridurre tanto l'armata
+di terra che di mare in così misero stato,
+che non potevasene sperare verun servigio.
+I soli Fiorentini, che ricuperando
+la loro libertà, avevano sentito risvegliarsi
+nel cuor loro tutto l'antico affetto
+per la casa di Francia, somministravano
+di buona fede all'armata della lega i
+contingenti cui si erano obbligati<a class="tag" id="tag336" href="#note336">[336]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Mentre aspettava che la sua armata si
+adunasse interamente, il Lautrec, avendo
+avviso che il conte Luigi di Lodrone levava
+contribuzioni nell'Alessandrino con
+un grosso corpo di landsknecht, lo sforzò
+nel mese d'agosto a gettarsi nel castello
+di Bosco, ove lo assediò, e dopo dieci
+giorni di vivissimi attacchi lo costrinse
+ad arrendersi a discrezione<a class="tag" id="tag337" href="#note337">[337]</a>. In pari
+tempo Andrea Doria, allora ammiraglio
+della flotta francese, uscì dal porto di
+Marsiglia con diciassette galere e ricominciò
+il blocco di Genova, che, sebbene
+più volte interrotto, aveva omai ridotta
+<span class="pagenum"><a id="Page_354"></a>[354]</span>
+quella città in estrema miseria. Egli aveva
+costrette nove galere imperiali, che portavano
+a Genova un grosso approviggionamento
+di frumento, a rifugiarsi nella
+rada di Porto Fino, ove le tenne alcun
+tempo chiuse, finchè una burrasca, allontanandolo
+dalla costa, loro diede opportunità
+di salvarsi. Pure quest'avvenimento,
+che pareva dovere assicurar Genova
+dagli attacchi del partito francese,
+produsse un effetto affatto contrario,
+perchè incoraggiò il doge Antoniotto Adorno
+a tentare la sorte della battaglia. Agostino
+Spinola, comandante della guardia,
+dopo avere ottenuto qualche vantaggio
+sulle truppe da sbarco di Andrea
+Doria a Porto Fino, fu mandato contro
+Cesare Fregoso, che staccatosi da Lautrec
+si era avanzato con un corpo d'armata
+fino a san Pier d'Arena. Incoraggiato
+dai precedenti vantaggi, lo Spinola non dubitò
+di venire a battaglia, e fu sconfitto e
+fatto prigioniero. I Genovesi, che da molto
+tempo soffrivano per la causa imperiale,
+non vollero esporsi a nuovi blocchi; la
+fazione fregoso prese in città le armi, e
+fu ingrossata da tutti coloro che desideravano
+il riposo; due deputati, Ferrari e
+Lomellini, furono mandati a Cesare Fregoso
+per offrirgli di riceverlo in città, e
+<span class="pagenum"><a id="Page_355"></a>[355]</span>
+di mettere la repubblica sotto la protezione
+della Francia, purchè egli si obbligasse
+a non fare proscrizioni, nè vendette. Lo
+stesso Antoniotto Adorno, che in principio
+del tumulto erasi ritirato nel Castelletto,
+prese parte al trattato, e promise di evacuare
+la fortezza; in tal modo si fece
+la rivoluzione ne' primi giorni d'agosto
+senza spargimento di sangue, senza disordine,
+senza violenza, mercè la moderazione
+de' capi dei due partiti ai quali il
+senato decretò in comune rendimenti di
+grazie. L'Adorno si ritirò a Milano presso
+Antonio di Leyva, ove morì pochi mesi
+dopo senza lasciare figliuoli, e Teodoro
+Trivulzio, mandato a Genova da Lautrec,
+vi fu riconosciuto come governatore e
+luogotenente generale del re<a class="tag" id="tag338" href="#note338">[338]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Intanto Lautrec stringeva d'assedio Alessandria,
+ove il conte Battista Lodrone
+aveva il comando d'una guarnigione tedesca.
+Il Lodrone sentivasi debole per la
+prigionia di suo fratello, e pel distaccamento
+<span class="pagenum"><a id="Page_356"></a>[356]</span>
+perduto a Bosco; ma Alberico da
+Barbiano, conte di Belgiojoso, gli condusse
+cinquecento uomini a traverso alle
+colline dell'Alessandrino senza che i Francesi
+se ne accorgessero, e con questi la
+città si difese finchè giunsero al campo di
+Lautrec artiglierie e munizioni da Venezia.
+Gl'imperiali non capitolarono, che
+quando diverse brecce furono aperte nelle
+mura<a class="tag" id="tag339" href="#note339">[339]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Lautrec volle da prima lasciare in
+Alessandria una guarnigione francese,
+sembrandogli questa città importantissima
+per la comunicazione della sua armata
+colla Liguria e la Francia. Ma Francesco
+Sforza riclamò contro questa violazione
+dei trattati, che segnava i primi
+passi dei Francesi in Lombardia, dovendo
+tutte le città del ducato di Milano a
+misura che venivano prese, in conformità
+dell'alleanza, essere consegnate al duca.
+I Veneziani s'interposero pel mantenimento
+del trattato, e Lautrec cedette.
+Pure non era difficile il conoscere la
+diffidenza che di già divideva i confederati:
+temevano gl'Italiani che il re non
+volesse appropriarsi il Milanese, o conservarsene
+almeno i mezzi per sagrificarlo
+<span class="pagenum"><a id="Page_357"></a>[357]</span>
+poscia onde riavere a tale prezzo i suoi
+figliuoli. Dal canto suo il Lautrec teneva
+dalla sua corte segreti ordini di non ridurre
+gli affari di Lombardia ad una pronta
+decisione, per paura che i Veneziani, più
+non avendo che temere dall'imperatore,
+non prendessero ulteriore interessamento
+nel rimanente dell'impresa<a class="tag" id="tag340" href="#note340">[340]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dopo la sommissione d'Alessandria l'armata
+di Lautrec, essendosi unita con quella
+de' Veneziani in Lombardia, si avanzò
+fino ad otto miglia da Milano. Antonio
+di Leyva, che vi comandava, non dubitando
+d'essere bentosto attaccato, e non
+avendo per difendersi bastanti forze, richiamò
+all'istante quattrocento fanti della
+guarnigione di Pavia; e questo appunto voleva
+il Lautrec, che ripiegò bruscamente
+sopra Pavia il 28 di settembre, e non
+diede tempo di rientrarvi al rinforzo che
+n'era uscito. Luigi da Barbiano, conte
+di Belgiojoso, che aveva il comando di
+quest'ultima città, sebbene non avesse
+che ottocento uomini, volle pure difendersi.
+<span class="pagenum"><a id="Page_358"></a>[358]</span>
+Il quarto giorno dopo l'attacco furono
+aperte nelle mura alcune brecce, onde
+il Belgiojoso si lasciò muovere dalle preghiere
+degli abitanti, ed offrì di capitolare;
+ma non era più tempo: la città fu presa
+d'assalto ed abbandonata al furore delle
+truppe francesi. Il nome di Pavia loro
+ricordava la prigionia del re e la distruzione
+della loro armata: ufficiali e soldati,
+tutti erano animati dallo stesso spirito
+di vendetta; e gli sventurati abitanti,
+che non avevano presa la più piccola
+parte nelle vittorie degl'imperiali furono
+trattati con un rigore che pareggiava la
+crudeltà dei Castigliani. Soltanto dopo
+otto giorni d'eccessi d'ogni genere il
+Lautrec richiamò le sue truppe alla disciplina
+e fece cessare il saccheggio<a class="tag" id="tag341" href="#note341">[341]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dopo presa Pavia i Veneziani ed il
+duca di Milano sollecitavano il Lautrec
+a terminare la conquista della Lombardia;
+gli rappresentavano che Antonio di
+Leyva era infermo, che le sue truppe
+<span class="pagenum"><a id="Page_359"></a>[359]</span>
+erano scemate assai e scoraggiate dalle
+recenti vittorie de' Francesi; ma che, se
+gli si dava tempo, il Leyva riceverebbe
+i rinforzi che per lui si levavano in
+Germania, ed allora opporrebbe un'insuperabile
+resistenza. Conveniva il Lautrec
+che questo piano di campagna sarebbe
+il più conveniente; ma egli vi
+oppose gli espressi ordini dei re di Francia
+e d'Inghilterra, i quali non avevano
+formato la sua armata che per liberare
+il papa, e proseguì il suo cammino verso
+il mezzodì dell'Italia<a class="tag" id="tag342" href="#note342">[342]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Lautrec incontrò a Piacenza gli ambasciatori
+di Alfonso d'Este, duca di
+Ferrara, e di Federico, marchese di
+Mantova, che, come vuole il destino dei
+piccoli principi, venivano ad ingrossare
+il partito più forte. Alfonso d'Este, malgrado
+gli ajuti dati di fresco al duca di
+Borbone, fu da Francesco I trattato con
+parzialità. Renata di Francia, figlia di Lodovico
+XII e cognata del re, fu promessa
+in matrimonio a suo figliuolo Ercole, portandogli
+in dote i ducati di Chartres e
+di Montargis. Il sacro collegio, adunato
+a Parma sotto la presidenza del cardinale
+<span class="pagenum"><a id="Page_360"></a>[360]</span>
+Cibo, rinnovò a nome del pontefice prigioniero
+l'investitura di Ferrara a favore
+della casa d'Este, e rinunciò ad ogni
+sua pretesa sul Modenese. Nello stesso
+tempo fu promesso il cappello di cardinale
+ad Ippolito, secondo figlio d'Alfonso,
+e questi si obbligò invece a somministrare
+all'armata della lega cent'uomini d'armi e
+sei mila scudi al mese<a class="tag" id="tag343" href="#note343">[343]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dal canto suo la repubblica di Firenze
+fu chiamata a rinnovare la sua alleanza
+colla Francia e coi Veneziani. Il gonfaloniere
+Niccolò Capponi vedeva con rincrescimento
+i suoi concittadini prendere
+parte in questa guerra. Egli avrebbe giudicato
+più prudente consiglio il tenersi
+amici i due sovrani che minacciavano
+l'Italia; e Luigi Alamanni, che aveva di
+già gran nome come poeta, e che dopo
+la congiura contro il cardinale Giulio dei
+Medici era sempre vissuto in Francia,
+pareva avere conosciuto a quella corte
+quanto la repubblica dovesse poco contare
+sulla di lei amicizia; e perciò vivamente
+esortava i suoi concittadini a collegarsi
+<span class="pagenum"><a id="Page_361"></a>[361]</span>
+con Carlo V, piuttosto che con Francesco
+I. Ma Firenze trovavasi in allora
+divisa in due partiti, dei grandi e del
+popolo; di già spargevasi il sospetto che
+i primi pensassero a richiamare i Medici,
+e si suppose che il Capponi e l'Alamanni
+non si opponessero al rinnovamento dell'alleanza
+che per segretamente favorirli.
+Tutto il partito popolare dichiarossi vivamente
+per la Francia; fu rinnovata l'alleanza,
+e le bande nere che la repubblica
+aveva da poco tempo prese al suo
+servizio, e ch'erano state portate a cinque
+mila uomini sotto gli ordini d'Orazio
+Baglioni, furono promesse al signore di
+Lautrec<a class="tag" id="tag344" href="#note344">[344]</a>. Dopo queste negoziazioni il
+rinnovamento della lega si pubblicò a
+Mantova il 7 dicembre: doveva questa
+comprendere papa Clemente VII, i re
+di Francia e d'Inghilterra, le repubbliche
+di Venezia e di Firenze, i duchi di Milano
+e di Ferrara, ed il marchese di
+Mantova<a class="tag" id="tag345" href="#note345">[345]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_362"></a>[362]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il papa veniva sempre nominato alla
+testa della santa lega destinata essenzialmente
+a fargli ricuperare la libertà. Pure
+nell'epoca press'a poco in cui si pubblicava
+questa lega in Mantova, egli ancora
+usciva dalla sua lunga prigionia di Castel
+sant'Angelo. Per ragunare il danaro
+promesso alle truppe imperiali egli era
+stato obbligato di porre in vendita sette
+cappelli di cardinale, ed altre principali
+dignità della Chiesa romana; aveva fatte
+aprire agl'imperiali le fortezze ch'erano
+tuttavia in suo potere; aveva dati nuovi
+ostaggi per guarentire il resto del suo debito;
+ed il giorno 10 di dic. era finalmente
+stato fissato per aprirgli le porte della sua
+prigione. Alarcone per sei interi mesi che
+l'ebbe in sua custodia aveva adempiuto
+al suo ufficio colla più rigorosa puntualità;
+ma l'ultimo giorno, o sia che realmente
+trascurasse la consueta vigilanza,
+o che avesse segrete istruzioni di permettere
+che il papa si sottraesse alle
+nuove domande che gli potessero essere
+fatte dall'armata, egli lo lasciò fuggire.
+Il papa presentossi il 9 di dicembre alla
+porta di castel sant'Angelo, come un
+espresso mandato dal suo proprio maestro
+di palazzo per apparecchiargli viveri ed
+alloggio; non fu riconosciuto, o le guardie
+<span class="pagenum"><a id="Page_363"></a>[363]</span>
+finsero di non riconoscerlo, ed egli
+passò liberamente coperto il capo con un
+cappello grandissimo, ed avviluppato il
+corpo in un grossolano mantello; uscì
+quindi a piedi da Roma per la porta di
+un orto, poi trovato fuori delle mura un
+cavallo spagnuolo che lo stava aspettando,
+andò tutto solo ad Orvieto dove allora
+trovavansi accampati gli alleati<a class="tag" id="tag346" href="#note346">[346]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII, abbattuto da tanti patimenti
+e da così lunga prigionia, disperando
+di miglior fortuna, e rinunciando
+a' suoi vasti progetti, cui aveva fatti fin
+allora tanti sagrificj, parve, quando giunse
+presso gli antichi suoi confederati ad Orvieto,
+non avere oramai altro desiderio
+che quello di soddisfare al trattato conchiuso
+cogl'imperiali, e di tornare la pace
+all'Italia. Supplicò gli alleati a ritirare la
+loro armata dagli stati della Chiesa, poichè
+i generali di Carlo V gli avevano promesso
+di ritirare nello stesso tempo anche
+la loro armata da Roma; e questa sventurata
+capitale, esposta sette mesi continui
+alle ruberie d'una barbara armata,
+<span class="pagenum"><a id="Page_364"></a>[364]</span>
+non poteva più a lungo sostenere così
+crudele calamità. Ma quando in principio
+del 1528 gli ambasciatori di Francia
+e d'Inghilterra si presentarono al papa e
+gli fecero calde istanze perchè si unisse
+alla loro lega, egli fu visto ritornare all'irrisoluzione,
+alle simulazioni e alla mala
+fede che avevano per lui avuto così fatali
+conseguenze, e lusingare nuovamente tutti
+i partiti<a class="tag" id="tag347" href="#note347">[347]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sebbene le ostilità si fossero ricominciate
+da alcuni mesi, solamente il 21
+gennajo del 1528 gli ambasciatori di Venezia
+e d'Inghilterra si presentarono a
+Carlo V a Burgos per riepilogare in una
+pubblica udienza le lagnanze de' loro padroni,
+per intimargli di porre in libertà
+il papa ed i reali figli di Francia,
+e per domandare in caso di rifiuto
+il loro congedo, poichè delle tante proposizioni
+di pace che si erano discusse
+nel precedente anno niuna aveva potuto
+ottenere il vicendevole aggradimento. Agli
+ambasciatori tennero dietro immediatamente
+due araldi d'armi, che a nome
+dei re di Francia e d'Inghilterra dichiararono
+<span class="pagenum"><a id="Page_365"></a>[365]</span>
+formalmente la guerra. Questo
+clamoroso apparato dato alla rottura
+delle negoziazioni irritò l'imperatore, il
+quale, sotto colore di provvedere alla sicurezza
+de' proprj ambasciatori, fece ritenere
+in distanza di trenta miglia gl'inviati
+di Francia, di Venezia e di Firenze,
+e non permise all'inviato del duca di
+Milano d'abbandonare la sua corte<a class="tag" id="tag348" href="#note348">[348]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Francesco I fece, per rappresaglia, arrestare
+l'ambasciatore dell'imperatore,
+ed ottenne con tale mezzo che fossero
+posti in libertà i suoi inviati, i quali,
+essendo tornati in Francia, gli dissero che
+l'imperatore l'aveva pubblicamente chiamato
+mancatore di parola: Francesco rispose
+il 28 di marzo a Carlo V con un cartello di
+sfida a singolare duello per provargli che
+aveva mentito accusandolo: Carlo V rispose
+il 24 di giugno accettando la disfida,
+ed offrì per campo di battaglia lo
+stesso luogo sulla sponda dell'Andaya,
+ove Francesco I era stato cambiato coi
+suoi figliuoli. Queste disfide appagarono
+l'animosità dei due principi, senza che
+<span class="pagenum"><a id="Page_366"></a>[366]</span>
+veruno di loro pensasse poi di dare effetto
+alla disfida<a class="tag" id="tag349" href="#note349">[349]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Frattanto Lautrec, quando vide perduta
+ogni speranza di pace, mosse la sua armata
+per tentare la conquista del regno
+di Napoli. Era partito il 9 di gennajo da
+Bologna, tenendo la strada della Romagna
+e della Marca per entrare negli Abruzzi;
+ed infatti passò il Tronto il 10 di febbrajo<a class="tag" id="tag350" href="#note350">[350]</a>.
+Francesco I gli aveva assegnati
+cento trenta mila scudi al mese pel mantenimento
+dell'armata; e di già aveva
+lasciato accumulare un arretrato di dugento
+mila scudi, quando, dimenticando
+che aveva fatto perdere il Milanese allo
+stesso Lautrec per non avergli somministrate
+le somme necessarie al mantenimento
+dell'armata, ridusse tutt'ad un
+tratto a sessanta mila scudi la promessa
+sovvenzione, facendolo in pari tempo
+<span class="pagenum"><a id="Page_367"></a>[367]</span>
+avvisare che non potrebbe continuarla
+più di tre mesi<a class="tag" id="tag351" href="#note351">[351]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questa notizia fu un colpo di fulmine
+pel Lautrec, che fin allora aveva fatto
+più che non erasi sperato. Tutte le città
+degli Abruzzi gli avevano aperte le porte,
+e la maggior parte, ricevendolo come
+loro liberatore, gli avevano mandate le
+loro chiavi in distanza anche di venticinque
+e di trenta miglia. I Veneziani
+gli avevano somministrato, sotto gli ordini
+di Pietro Pesaro e di Camillo Orsini,
+un'armata, la di cui cavalleria leggiere,
+levata nelle montagne dell'Epiro,
+era la migliore di quante altre allora servivano
+in Europa<a class="tag" id="tag352" href="#note352">[352]</a>. I Fiorentini, cui
+Lautrec aveva soltanto domandato danaro,
+preferirono di somministrare il loro
+contingente in uomini. Sentivano essi la
+necessità di tornare ad essere militari
+per difendere la loro indipendenza; avevano
+prese al loro servigio le bande nere
+formate quasi interamente di Toscani, e
+ne avevano affidato il comando ad Orazio,
+<span class="pagenum"><a id="Page_368"></a>[368]</span>
+figliuolo di Gian Paolo Baglioni di
+Perugia; e questa truppa di quattro mila
+uomini era annoverata tra le più valorose
+e più temute dell'armata francese<a class="tag" id="tag353" href="#note353">[353]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Se Francesco I avesse saputo approfittare
+dello zelo dei popoli, se con un solo sforzo
+avesse bastantemente provveduta la sua
+armata d'uomini e di danaro, avrebbe
+potuto nel corso d'una breve campagna
+scacciare gl'imperiali dall'Italia; ma l'armata
+di Lautrec, che stando ai ruoli mostravasi
+numerosissima, non fu mai portata
+a numero, nè vicina ad esserlo. Il Lautrec
+aveva consumato molto tempo nella Marca
+d'Ancona, aspettandovi ora gli Svizzeri,
+ora i Tedeschi, ora i Guasconi. Prima
+che uno dei corpi ch'egli doveva
+comandare avesse raggiunte le sue bandiere,
+un altro aveva di già terminato
+il tempo del suo servigio; perciò la sua
+marcia nulla aveva di quell'impeto che
+era stato il carattere distintivo de' Francesi
+nelle prime loro campagne in Italia; egli
+avanzavasi lentamente lasciando tempo ai
+suoi alleati di scoraggiarsi; e in breve il bisogno
+di danaro lo costrinse ad alienarsi colle
+sue estorsioni que' popoli che prima
+l'avevano ricevuto a braccia aperte<a class="tag" id="tag354" href="#note354">[354]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_369"></a>[369]</span>
+</p>
+
+<p>
+Sebbene il Lautrec fosse di già entrato
+nel regno di Napoli, il principe
+d'Orange potè a stento trarre fuori di
+Roma l'armata imperiale per andare a
+combatterlo. Questa sfrenata soldatesca
+non voleva rinunciare alle spoglie ed alle
+delizie che trovava ancora nella capitale
+della Cristianità. Nel corso di otto mesi
+veruna protezione era stata accordata nè
+alle persone, nè alle proprietà, e siccome
+andavano di pari passo crescendo
+l'insolenza de' militari e la miseria degli
+abitanti, i mali della vigilia erano sempre
+superati da quelli del susseguente
+giorno. Bisognava dare danaro all'armata
+per persuaderla ad ubbidire di nuovo:
+il principe d'Orange ne domandò al papa,
+che colla sua corte trattenevasi tuttavia
+in Orvieto; e questi, malgrado la
+miseria cui era ridotto, malgrado i voti
+che faceva per la causa della lega, malgrado
+il timore di offendere i Francesi,
+diede ancora quaranta mila ducati al principe
+d'Orange perchè facesse uscire da
+Roma la sua armata, la quale infatti entrò
+in campagna il 17 di febbrajo. Ma sebbene
+<span class="pagenum"><a id="Page_370"></a>[370]</span>
+i disertori fossero stati rimpiazzati dai
+malviventi che da ogni banda dell'Italia
+affrettavansi di venire a prendere parte
+nello spoglio della capitale della Cristianità,
+quest'armata, che otto mesi prima
+contava per lo meno quaranta mila uomini,
+si trovò ridotta a mille cinquecento
+cavalli, quattro mila Spagnuoli, due in
+tre mila Italiani, e cinque mila Tedeschi;
+essendo gli altri rimasti tutti vittima della
+peste<a class="tag" id="tag355" href="#note355">[355]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il principe d'Orange ed il duca del Guasto,
+avendo preso colla loro armata la strada
+della Campania, passarono in seguito le
+montagne presso Serra di Capriola e scesero
+nella Puglia, ove si accamparono presso
+le mura di Troja. Dal canto suo il Lautrec
+invece di portarsi con diligenza sopra
+Napoli, il di cui possedimento aveva
+quasi sempre decisa la sorte delle guerre
+del regno, si era trattenuto nella Puglia
+per riscuotere la gabella del transito de'
+montoni, la quale nel mese di marzo
+<span class="pagenum"><a id="Page_371"></a>[371]</span>
+produce dagli ottanta ai cento mila scudi,
+e che in allora formava la principale
+entrata della corona. Aveva fatta la rassegna
+delle sue truppe a Sanseverino,
+ed aveva contati circa trenta mila uomini
+sotto i suoi ordini; era in appresso andato
+a Luceria, ove lo aspettava Pietro
+Navarro; e finalmente le due armate
+francese ed imperiale si trovarono in vista
+l'una dell'altra. Le rive d'un ruscello,
+che scorre tra Luceria e Troja,
+vennero attaccate e difese con diverse
+belle scaramucce di cavalleria, ma con
+poco spargimento di sangue, perchè i
+fucilieri non entrarono in battaglia<a class="tag" id="tag356" href="#note356">[356]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Lautrec offrì più volte la battaglia al
+principe d'Orange ne' sette giorni che
+le due armate si tennero a vista l'una
+dell'altra; ma gl'imperiali non vollero
+accettarla. Per altro Lautrec non osò di
+attaccare i loro alloggiamenti, perchè non
+istimava la sua fanteria abbastanza ferma
+per un tale assalto; stava però tuttavia
+aspettando i quattro mila uomini delle
+bande nere al soldo de' Fiorentini, che
+conduceva Orazio Baglioni. Quando il
+<span class="pagenum"><a id="Page_372"></a>[372]</span>
+principe d'Orange ebbe avviso del loro
+avvicinamento, risguardandole ancor esso
+come le migliori truppe di fanteria che
+in allora guerreggiassero in Italia, giudicò
+conveniente di ritirarsi sopra Napoli:
+approfittò d'una densa nebbia per
+uscire dal suo campo il 21 di marzo,
+lasciandovi, per ingannare i Francesi,
+alcuni fuochi accesi; e mentre attraversava
+le gole di Crevalcuore per rientrare nella
+Campania, lasciò a Melfi ser Gianni Caraccioli,
+principe di quella città, colla sua
+compagnia d'uomini d'armi, due battaglioni
+spagnuoli e quattro battaglioni italiani,
+onde trattenere i Francesi<a class="tag" id="tag357" href="#note357">[357]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Lautrec, accortosi della fuga de' nemici,
+ed essendo entrato in Troja, ove
+trovò che avevano ancora molte vittovaglie,
+adunò un consiglio di guerra per
+deliberare intorno alle future operazioni.
+Rappresentavano Guido Rangoni, Renato
+di Vaudemont, Valerio Orsini, e quasi
+tutti i capitani, che omai niun oggetto
+poteva trattenere utilmente l'armata nella
+Puglia, ave la gabella de' montoni non
+<span class="pagenum"><a id="Page_373"></a>[373]</span>
+aveva, a cagione della guerra, prodotto
+più della metà di ciò che si sperava; che
+per lo contrario tenendo dietro da vicino
+al principe d'Orange, era facile di raggiugnere
+l'armata nemica tuttavia imbarazzata
+dal bottino fatto in Roma; che questa
+attaccata nella sua marcia sarebbe sicuramente
+distrutta, tanto più che il principe
+d'Orange, essendo apertamente disgustato
+con Ugo di Moncade, succeduto
+al Lannoy nella carica di vicerè di Napoli,
+non otterrebbe da questi verun soccorso.
+Ma Pietro Navarro, che, come il
+Lautrec, consigliava sempre diversamente
+dagli altri, e riponeva in appresso tutto
+il suo orgoglio nel sostenere acremente le
+proprie opinioni, insistette perchè l'armata
+non si lasciasse alle spalle veruna fortezza,
+ed in particolare Melfi, piazza d'armi
+di ser Gianni Caraccioli, uno de' più potenti
+e de' più valorosi baroni del partito
+imperiale. Si adottò il suo consiglio; fu
+attaccato Melfi dallo stesso Navarro colle
+bande nere e colla fanteria guascona; e
+dopo due sanguinosissimi assalti la città
+fu presa il 23 di marzo, ed il castello
+si arrese poco dopo a discrezione: i soldati
+furibondi per le perdite che avevano
+fatte, non vollero accordare quartiere;
+e ad eccezione dello stesso principe di
+<span class="pagenum"><a id="Page_374"></a>[374]</span>
+Melfi e di pochi suoi ufficiali, tutti gli
+altri prigionieri furono uccisi in numero
+di oltre tre mila, parte in città e parte
+nella rocca<a class="tag" id="tag358" href="#note358">[358]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il ritardo cagionato dall'assedio di
+Melfi ebbe le più funeste conseguenze
+per l'armata francese. Il principe d'Orange
+ebbe tempo di eseguire la sua ritirata
+sopra Napoli senza perdere un sol
+uomo; ebbe agio di calmare una sollevazione
+de' suoi soldati spagnuoli che
+gli domandavano i loro soldi arretrati,
+e di provvedere alla difesa di Napoli.
+Distribuì nella stessa città la sua armata,
+malgrado le istanze del marchese del Guasto,
+che voleva risparmiare ai suoi concittadini
+così formidabili ospiti, e farli
+accampare in una forte posizione fuori
+delle mura. Intanto il Lautrec occupava
+Barletta, Venosa, Ascoli e tutte le città
+della Puglia, tranne Manfredonia; e Gio.
+Moro, che aveva il comando della flotta
+veneziana a cagione dell'assenza dell'ammiraglio
+Pietro Lando, scorrendo colle sue
+<span class="pagenum"><a id="Page_375"></a>[375]</span>
+galere le coste della terra di Bari e della
+terra d'Otranto, aveva di già ricevuta
+la capitolazione di Monopoli e di Trani,
+ed assediava il castello di Brindisi, dopo
+avere presa la città. Tre altre città ancora
+erano state promesse ai Veneziani
+in forza delle condizioni della lega; cioè
+Otranto, Pulignano e Molo, ed in tutte
+tre i popoli manifestavano altamente il
+loro desiderio di tornare sotto il dominio
+veneto. Sgraziatamente il provveditore
+degli Stradioti, Andrea Civran, il più valoroso,
+il più attivo di tutti i capitani
+veneziani, venne colpito, nell'assedio di
+Manfredonia, da una malattia che lo condusse
+al sepolcro; subito dopo la flotta
+veneziana fu da Lautrec chiamata innanzi
+a Napoli, per secondare le operazioni
+della sua armata<a class="tag" id="tag359" href="#note359">[359]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Lautrec verso la metà d'aprile aveva
+lasciata la Puglia per accostarsi a Napoli.
+Aveva ricevute le capitolazioni di Capoa,
+di Nola, di Acerra, d'Aversa e di tutte
+le principali città di terra di Lavoro; per
+altro avanzavasi con estrema lentezza, a
+<span class="pagenum"><a id="Page_376"></a>[376]</span>
+cagione delle grandi piogge che avevano
+allagato il paese, e per la difficoltà di
+trovar vittovaglie per una così grande armata;
+conciossiachè per una imperdonabile
+negligenza egli aveva permesso che a' suoi
+soldati si unisse forse il doppio numero di
+servitori e d'operai. Finalmente il 29 d'aprile
+arrivò in faccia a Napoli, ed il primo
+di maggio si accampò sul Poggio Reale<a class="tag" id="tag360" href="#note360">[360]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Napoli era in allora riputata fortissima
+città, e le montagne lungo le quali si
+stendevano le sue fortificazioni si difendevano
+facilmente; oltrecchè al presente
+aveva entro le sue mura piuttosto un'armata
+che una guarnigione, la quale era
+tutta composta di soldati invecchiati nella
+guerra, e de' più esperti ufficiali di tutta
+l'Europa. Credevasi che la città non fosse
+sufficientemente approvvigionata; ma la
+più parte degli abitanti eransi ritirati ad
+Ischia, a Capri, e nelle altre vicine isolette,
+onde le loro provvigioni erano rimaste
+ai soldati. Lautrec, invece d'aprire
+le sue batterie contro Napoli, e di approfittare
+con un ardito attacco del naturale
+<span class="pagenum"><a id="Page_377"></a>[377]</span>
+impeto de' Francesi, che a dir vero
+egli aveva di già lasciato intiepidire, si
+propose di affamare la città con un blocco.
+Gli fu inutilmente rappresentato, che
+mai non otterrebbe di chiudere affatto
+il mare agli assediati, che non sarebbe
+meno in pericolo di mancare di vittovaglie
+la sua armata che quella de' nemici,
+e che cominciando il caldo della
+state l'aria della campagna di Napoli riuscirebbe
+fatale ai suoi soldati. Lautrec si
+faceva un punto d'onore di decidere ogni
+cosa da sè senz'abbadare agli altrui consiglj.
+Faceva così grande fondamento sui
+bisogni degli assediati, che da prima
+vietò ai suoi soldati di entrare in veruna
+scaramuccia; ma fu bentosto forzato
+di rivocare quest'ordine, affinchè
+l'ozio e la noia non facessero perdere
+alla sua gente il coraggio e la salute<a class="tag" id="tag361" href="#note361">[361]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le due armate ricominciarono dunque
+ad intrattenersi ogni giorno in piccole
+zuffe, che spesso riuscivano sanguinose
+assai perchè l'infanteria leggiere armata
+di carabine vi prendeva parte colla cavalleria,
+e gli Spagnuoli da una banda,
+<span class="pagenum"><a id="Page_378"></a>[378]</span>
+ed i Toscani delle bande nere dall'altra,
+erano assai destri fucilieri. Pure l'armata
+che difendeva Napoli, avvezza in Roma
+all'abuso della vittoria ed all'indisciplina,
+opprimeva crudelmente i Napolitani. Questi
+fuggivano dalla città qualunque volta
+potevano farlo, e si rifugiavano in Caprea,
+in Ischia, in Procida, o sul promontorio
+di Sorrento. La maggior parte
+de' fuggiaschi, credendo i Francesi sicuri
+della vittoria, o desiderando ardentemente
+di scuotere il crudel giogo degli Spagnuoli,
+passavano di là al campo di Lautrec,
+e si affrettavano di giurare fedeltà
+al re di Francia. Vincenzo Caraffa fu il
+primo a darne l'esempio, e fu bentosto
+seguito dal Caraccioli, conte di Murcone,
+da Ferdinando Pandoni, da Federico
+Gaetani e da Francesco d'Aquino. Lo stesso
+ser Gianni Caraccioli, fatto prigioniere
+a Melfi, di cui era principe, non avendo
+potuto ottenere d'essere riscattato dal
+principe d'Orange, dichiarossi pel partito
+angioino, e ricevette da Lautrec un
+comando nell'armata<a class="tag" id="tag362" href="#note362">[362]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_379"></a>[379]</span>
+</p>
+
+<p>
+Gli assediati cominciavano di già a
+provare grandi privazioni, perchè quantunque
+avessero abbondante approvvigionamento
+di granaglie, tutti i loro mulini
+erano in mano de' nemici, ed erano costretti
+di macinare essi medesimi il frumento.
+Il vino, che avevano prodigalizzato ne'
+primi giorni dell'assedio, cominciava pure
+a mancare: i landsknecht visitavano tutte
+le cantine de' privati per trovarne, e spinsero
+l'insolenza loro fino a saccheggiare
+quelle del marchese del Guasto, uno de'
+loro generali<a class="tag" id="tag363" href="#note363">[363]</a>. Dall'altro canto i Francesi
+avevano di già moltissimi ammalati
+nel loro campo; e fu per loro una grave
+perdita quella d'Orazio Baglioni, colonnello
+delle bande nere, ucciso il 22 di
+maggio in una grossa scaramuccia. Gli
+fu sostituito il conte Ugo de' Pepoli<a class="tag" id="tag364" href="#note364">[364]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sperava Lautrec che il porto di Napoli
+verrebbe interamente chiuso agli assediati
+dalle flotte francese e veneziana;
+ma Andrea Doria, ammiraglio della flotta
+francese, già da gran tempo disgustato della
+condotta che tenevano a suo riguardo i
+<span class="pagenum"><a id="Page_380"></a>[380]</span>
+generali, e di quella della corte di Francia
+verso la sua patria, non aveva voluto
+servire egli medesimo, e si faceva
+rimpiazzare da Filippino Doria, suo nipote,
+nel comando delle otto galere genovesi
+mandate all'assedio di Napoli. Dal
+canto suo Pietro Lando, ammiraglio dei
+Veneziani, non sapeva determinarsi ad
+abbandonare l'assedio del castello di Brindisi,
+e le conquiste che andava facendo
+sulle coste della Puglia per la sua repubblica;
+ad ogni modo, siccome ne aveva
+ricevuto positivi ordini in sul finire di
+maggio, gli assedianti cominciarono ad
+aspettare, e gli assediati a temere la di
+lui venuta. Don Ugo di Moncade lusingossi
+di poterlo prevenire, sorprendendo
+nel golfo di Salerno Filippino Doria, prima
+che gli si unisse la flotta veneziana:
+meditava di attaccarlo a bordo colle sue
+vecchie bande spagnuole, e d'impadronirsi
+delle sue otto galere, malgrado la
+superiorità de' marinaj genovesi nel manovrare.
+Teneva nel porto di Napoli sei
+galere, quattro fuste e due brigantini,
+sulle quali navi imbarcò mille archibugieri
+spagnuoli, il fiore dell'armata;
+andò a bordo egli stesso con quasi tutti i
+capitani, ed i più distinti ufficiali che si
+trovavano in Napoli, e si fece seguire
+<span class="pagenum"><a id="Page_381"></a>[381]</span>
+da molte barche pescarecce, che pure
+caricò di soldati. Aveva sperato di trovare
+le galere del Doria senza guarnigione;
+ma questi era stato prevenuto dei
+progetti del nemico, ed aveva avuto tempo
+di far passare sulle sue galere trecento
+archibugieri domandati a Lautrec<a class="tag" id="tag365" href="#note365">[365]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Filippino Doria, quando gl'imperiali si
+mossero per attaccarlo, incrociava nel
+golfo di Salerno, lungo la costa d'Amalfi,
+in faccia al piccola promontorio di
+Capo d'Orco. Non ricusò la battaglia;
+ma prima di farsi incontro al nemico,
+staccò tre galere sotto gli ordini di Niccola
+Lomellini, per prendere il vento a
+qualche distanza, e tornare in seguito,
+quando sarebbe attaccata la battaglia, ad
+urtare ne' fianchi ed in poppa le navi
+imperiali con tutta la forza del movimento
+acquistato.
+</p>
+
+<p>
+Il marchese del Guasto ed Ugo di
+Moncade, essendo partiti la mattina del
+<span class="pagenum"><a id="Page_382"></a>[382]</span>
+28 maggio da Posilippo, avevano voluto
+incoraggiare i loro soldati a questo genere
+di battaglia, cui non erano accostumati,
+col far loro apparecchiare un pranzo
+nell'isola di Caprea, e farli esortare nel
+medesimo luogo da un eremita spagnuolo a
+combattere valorosamente per liberare i
+molti prigionieri della loro nazione che il
+Doria teneva incatenati nelle sue galere. A
+questo ritardo l'ammiraglio genovese dovette
+il vantaggio d'essere prevenuto dell'imminente
+attacco. Più non rimanevano
+che tre ore di giorno, quando gli Spagnuoli
+scoprirono le cinque galere che Filippino
+s'era tenute. I due vascelli ammiraglj
+vennero fra di loro a battaglia;
+ma il Doria si affrettò di far fuoco
+il primo onde coprirsi col proprio fumo,
+ed uccise colla prima scarica quaranta
+uomini sul ponte della galera nemica.
+I Genovesi, accostumati al servigio
+di mare, sapevano chinarsi combattendo,
+e tenersi nascosti dietro alla pavesata;
+gli Spagnuoli invece conoscevano d'essere
+inferiori finchè non potessero venire
+all'abbordaggio, che i loro nemici evitavano.
+Essi non avevano pavesata, ed
+erano maltrattati assai dal fuoco che i
+loro avversarj facevano dall'alto degli alberi.
+Ad ogni modo due navi genovesi,
+<span class="pagenum"><a id="Page_383"></a>[383]</span>
+attaccate da tre imperiali, erano in pessimo
+stato condotte, e già stavano per arrendersi,
+quando quelle del Lomellini col
+vento in poppa tornarono a piene vele
+contro la flotta di Moncade. L'albero
+maestro del vascello montato dal Moncade,
+cadde fracassato nell'urto; Moncade
+stesso fu ferito in un braccio, e mentre
+continuava ad incoraggiare i suoi soldati
+fu ucciso dai sassi e dai fuochi d'artificio
+che si gettavano sulla sua nave dall'alto
+delle gabbie nemiche. In sul finire
+della battaglia la sua nave fu colata a
+fondo, e lo stesso accadde della galera
+montata da Cesare Fieramosca. Filippino
+Doria scelse appunto quest'istante per
+rompere le catene di tutti gli schiavi
+barbareschi che teneva sulle sue galere,
+esortandoli a meritarsi la libertà col fare
+aspra vendetta degli Spagnuoli loro crudeli
+nemici. Allora venne all'arrembaggio
+che aveva prima evitato; ed i barbareschi
+mezzo ignudi si precipitarono colla
+sciabola in mano nei vascelli spagnuoli.
+Quelli del marchese del Guasto e di
+Ascanio Colonna avevano preso fuoco,
+spezzati erano i loro remi, ed i loro
+equipaggi o ribellati o distrutti, quando
+pensarono di arrendersi. Furono prese
+anche le fuste, non essendosi salvate fuggendo
+<span class="pagenum"><a id="Page_384"></a>[384]</span>
+che due galere imperlali in pessimo
+stato. Per gastigo di questa sconfitta
+il principe d'Orange fece appiccare, appena
+arrivato, uno de' capitani di quelle
+due galere; l'altro, atterrito da quest'atto di
+crudeltà, riprese il largo e si arrese a Filippino
+Doria<a class="tag" id="tag366" href="#note366">[366]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La flotta imperiale era distrutta, ucciso
+il vicerè Moncade, cui i Mori, circondando
+il suo cadavere, chiedevano con
+feroce sorriso se pensava tuttavia di fare
+una seconda discesa sulle coste dell'Africa
+e di rinnovarvi le spaventose sue crudeltà.
+Il marchese del Guasto, Ascanio
+Colonna, Francesco Hijar, Filippo Cerbellione,
+Giovanni Caietani, e Sernone,
+erano prigionieri, e nel susseguente giorno
+lo storico Paolo Giovio, ch'era stato
+spettatore della battaglia dalle coste d'Ischia,
+andò a nome della marchesana
+del Guasto a portare ai prigionieri danaro
+e conforti sulla galera di Filippino
+Doria. Questi li mandò poi a suo zio
+<span class="pagenum"><a id="Page_385"></a>[385]</span>
+Andrea colle tre galere che aveva prese<a class="tag" id="tag367" href="#note367">[367]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Poco dopo questa vittoria, che sembrava
+accertare la buona riuscita delle
+intraprese di Lautrec, il 10 di giugno
+sopraggiunse nel golfo di Napoli con ventidue
+galere l'ammiraglio veneziano Pietro
+Lando, il quale chiuse affatto per alcun
+tempo il mare agli assediati<a class="tag" id="tag368" href="#note368">[368]</a>. Gl'imperiali
+per altro avevano ancora una ragguardevolissima
+cavalleria leggiere, mentre
+il Lautrec quasi non ne aveva; ed
+invece di assoldarne, come veniva consigliato
+di fare, acconsentì che gli uomini
+d'armi, che facevano il suo servigio,
+andassero ad acquartierarsi a Capoa,
+ad Aversa ed a Nola. Il principe d'Orange,
+rimasto solo nel comando di Napoli,
+seppe approfittare di questa inavvedutezza
+del Lautrec per istancheggiare
+con frequenti sortite gli assedianti, e
+far entrare più vittovaglie in città. La
+fanteria leggiere delle bande nere, che
+da prima aveva combattuto con molto
+<span class="pagenum"><a id="Page_386"></a>[386]</span>
+zelo in ogni scaramuccia, vedendosi costantemente
+sagrificata, per non esservi
+più i cavalli a coprirla nelle sue ritirate,
+si era disgustata di quelle zuffe sempre
+svantaggiose. Ma quanto più calde erano
+le istanze che si facevano a Lautrec perchè
+adoperasse il danaro ricevuto dalla
+Francia nell'assoldare cavalleria leggiere,
+tanto più a questo generale pareva ingiurioso
+che altri pretendesse dargli consiglj,
+e perciò si ostinava a non seguirli<a class="tag" id="tag369" href="#note369">[369]</a>. Omai
+più non accadevano intorno a Napoli scaramucce
+di qualche importanza, e tanto gli
+assediati come gli assedianti erano travagliati
+dalla fame e dalle malattie. I primi
+erano condannati a dure privazioni; in
+città si era manifestata la peste, e molti
+corpi di fanteria tedesca e di cavaleggieri
+trattavano segretamente con Lautrec
+per passare nel campo francese; nel quale
+per altro frequentissime pure erano le malattie,
+e tanto guasto avevano fatto tra i
+zappatori, che più non si potevano terminare
+le trincee; perciò il Lautrec era ridotto
+a tale stato di non avere più operaj
+per continuarne i lavori, nè soldati
+per custodirle quando fossero terminate.
+<span class="pagenum"><a id="Page_387"></a>[387]</span>
+Cotali trincee, rompendo il corso delle
+acque, erano state cagione che queste si
+spargessero per le campagne, se restassero
+stagnanti in più luoghi con grave pregiudizio
+della salubrità dell'aria. Del resto la campagna
+che circonda Napoli è sempre micidiale
+ne' calori estivi, ed oggi un'armata
+non potrebbe tenervisi ne' mesi in cui
+Lautrec vi accampò colla sua, senz'andare
+ugualmente soggetta a febbri pestilenziali.
+Il primo loro sintomo era un'enfiagione alle
+gambe che in appresso stendevasi a tutto
+il corpo, e l'infermo moriva tormentato
+da crudelissima sete. Tra le prime vittime
+di questo flagello si contarono il nunzio
+del papa presso l'armata della lega,
+Pietro Paolo Crescenzio, e Luigi Pisani,
+provveditore veneziano, morti entrambi il
+giorno 15 di giugno. In appresso non passò
+giorno che non fosse funestato dalla morte
+di qualche capo dell'armata, sebbene
+l'epidemia non giugnesse al colmo che
+il 15 di luglio<a class="tag" id="tag370" href="#note370">[370]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'imperatore ed il re di Francia, informati
+che l'assedio di Napoli non terminerebbe
+<span class="pagenum"><a id="Page_388"></a>[388]</span>
+così presto, ed eccitati dai
+loro generali a mandare soccorsi, risolsero
+ambidue di spedire nuove truppe in
+Italia. Il primo scelse per tale spedizione
+Enrico il giovane, duca di Brunswick;
+l'altro Francesco di Borbone, conte di
+San-Paolo. Doveva il Brunswick condurre
+rinforzi ad Antonio di Leyva, e poichè
+avesse ritornata la superiorità agl'imperiali
+in Lombardia, avanzarsi verso l'Italia
+meridionale per costringere il Lautrec
+a levare l'assedio di Napoli. Per lo
+contrario il San-Paolo, doveva opporsi
+al passaggio del primo, scacciare da Milano
+Antonio di Leyva, e dopo avere
+ridotti gl'imperiali a sgombrare la Lombardia,
+raggiugnere il Lautrec per terminare
+con lui la conquista del regno
+di Napoli<a class="tag" id="tag371" href="#note371">[371]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il duca di Brunswick coll'assistenza
+di Ferdinando, re d'Ungheria, fratello
+dell'imperatore, fu il primo a scendere in
+Italia. Partì da Trento il 10 di maggio
+con seicento cavalli e dieci mila fanti;
+passò l'Adige e s'avanzò fino in Lombardia,
+senza che il duca d'Urbino, generale
+de' Veneziani, gli si avvicinasse mai
+<span class="pagenum"><a id="Page_389"></a>[389]</span>
+tanto da venire a qualche scaramuccia.
+Aveva questi dichiarato al senato veneto,
+che, per quanto la sua armata potesse superare
+di numero la nemica, giammai
+la sua cavalleria sosterrebbe l'urto della
+tedesca, nè la sua fanteria quello dei
+landsknecht; onde, non deviando dalla
+consueta sua tattica, aveva difese le città
+e le fortezze, lasciando tempo agli oltremontani
+di consumare la loro furia<a class="tag" id="tag372" href="#note372">[372]</a>.
+</p>
+
+<p>
+I Tedeschi condotti dal duca di Brunswick
+avevano abbandonato il loro paese
+per la speranza d'un saccheggio somigliante
+a quello che nel precedente anno
+aveva arricchito i loro compatriotti; e
+quando trovarono le pianure della Lombardia
+ruinate da una disastrosa guerra,
+le terre desolate dalla fame e dalla peste,
+e le città contro di loro difese non
+meno dai nemici che dagli amici, non
+tardarono a disgustarsi d'un faticoso servigio,
+del quale non erano pagati. Mai
+non giugneva danaro all'armata imperiale,
+nè dalla Spagna nè dalla Germania;
+onde Antonio di Leyva, che aveva da
+<span class="pagenum"><a id="Page_390"></a>[390]</span>
+principio persuaso il duca di Brunswick
+ad assediare Lodi, vedendo che quest'assedio
+non avanzava, cercava di scoraggiarlo
+per non avere in Lombardia compagni
+nel comando o nei rubamenti. Il
+Brunswick vendicossi di questa opposizione
+con una crudeltà senza pari; egli
+non si accontentava di saccheggiare ogni
+cosa, ma faceva oltre a ciò passare
+a filo di spada tutti gli uomini che
+gli venivano tra le mani; bruciava tutte
+le case isolale, volendo che il suo passaggio
+fosse contrassegnato da una totale
+desolazione. Per giustificare tante
+atrocità, pretendeva il Brunswick che
+tutti gl'Italiani fossero ribelli all'autorità
+imperiale, e diceva d'essere venuto a distruggere
+coloro che i suoi predecessori
+non avevano saputo castigare. Il duca
+d'Urbino usò lo stesso trattamento verso i
+prigionieri tedeschi; onde il 13 di luglio
+i landsknecht si ammutinarono, e poco
+dopo il duca di Brunswick tornò per la
+strada di Como in Germania co' deboli
+avanzi di un'armata, i di cui soldati
+erano per la maggior parte disertati, o
+passati sotto le bandiere d'Antonio di
+Leyva<a class="tag" id="tag373" href="#note373">[373]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_391"></a>[391]</span>
+</p>
+
+<p>
+Questi continuava a conservare Milano
+ubbidiente col terrore. Abbandonato dall'imperatore,
+senza danaro per pagare i
+soldati, erasi impossessato di tutte le vittovaglie
+che si trovavano in città, di tutte
+quelle che giugnevano dalla campagna,
+e, fattone monopolio, le vendeva tre o
+quattro volte più dell'ordinario loro prezzo.
+I poveri, ruinati da tre anni d'estorsioni,
+ai quali erano preceduti vent'anni di guerra,
+morivano di fame per le strade, non
+potendo comperare il pane all'alto prezzo
+fissato dell'avarizia del generale; i ricchi,
+prigionieri de' soldati alloggiati presso di
+loro, erano esposti ad ogni genere d'oltraggi,
+e spesso alla tortura, qualunque
+volta tardavano a soddisfare i capriccj
+de' loro tiranni. Le sentinelle trattenevano
+alle porte tutti coloro che cercavano di
+<span class="pagenum"><a id="Page_392"></a>[392]</span>
+fuggire di città; e se a taluno riusciva di
+scalare le mura, o di uscire dalle porte
+travestito, gli si confiscavano i beni, ed
+annunciavasene la vendita con avvisi stampati
+in tutti i capi strada<a class="tag" id="tag374" href="#note374">[374]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'armata che il signore di San-Paolo
+conduceva in Lombardia per liberarla dal
+giogo degli Spagnuoli, doveva essere composta
+di cinquecento uomini d'armi, e
+di cinquecento cavaleggieri sotto il comando
+del signore di Boisì, di sei mila
+avventurieri capitanati dal signore di Lorges
+e di tre in quattro mila landsknecht
+guidati dal signore di Montejan. Ma colla
+consueta sua negligenza Francesco I lasciò
+dissipare il danaro destinato a quest'impresa;
+i corpi non furono ridotti a
+numero, non giunsero che lentamente
+ed a lunghi intervalli al luogo dell'unione,
+ed il conte di San-Paolo era tuttavia sulle
+Alpi, quand'ebbe notizia che il duca di
+Brunswick era tornato in Germania per
+mancanza di danaro<a class="tag" id="tag375" href="#note375">[375]</a>. I Francesi eransi
+<span class="pagenum"><a id="Page_393"></a>[393]</span>
+lasciati togliere per sorpresa Pavia, conquista
+del signore di Lautrec; il conte
+di San-Paolo l'attaccò di nuovo col duca
+d'Urbino, ed in sul finire della campagna
+la riebbe d'assalto<a class="tag" id="tag376" href="#note376">[376]</a>; ma trovavasi
+bastantemente occupato da Antonio di
+Leyva che gli contrastava l'acquisto delle
+città di Lombardia, onde non potesse innoltrarsi
+verso Napoli, dove il signore di
+Lautrec lo andava invano chiamando.
+</p>
+
+<p>
+Malgrado i patimenti di quest'ultimo, che
+andavano a dismisura crescendo, non potevasi
+ancora facilmente prevedere quale delle
+due armate di Lautrec o il principe d'Orange
+avrebbe dovuto soggiacere la prima alla
+peste ed alla fame ond'erano egualmente
+travagliate, quando un'importantissima diserzione,
+cagionata dalla inconsiderata politica
+di Francesco I, trasse con sè la
+ruina dell'armata francese. Andrea Doria,
+che veniva riputato il più grand'uomo
+di mare del suo secolo, e che, fino dalla
+sua gioventù trovandosi al soldo di stranieri
+potentati, aveva creato una flotta
+che non aveva ricevuta dalla sua patria,
+lagnavasi da gran tempo della gelosia e
+<span class="pagenum"><a id="Page_394"></a>[394]</span>
+degl'intrighi de' ministri del re di Francia.
+Era stato associato a Renzo di Ceri
+in una spedizione da principio destinata
+contro la Sicilia, poscia contro la Sardegna,
+la quale era andata a male a
+cagione della loro malintelligenza<a class="tag" id="tag377" href="#note377">[377]</a>. In
+tempo della spedizione del Borbone in
+Provenza aveva fatto prigioniero il principe
+d'Orange; ma la ricca taglia di
+questo prigioniero gli era stata ritenuta
+dal re; gli erano inoltre ritenuti ragguardevoli
+arretrati pel soldo delle sue galere; e
+Francesco della Rochefoucault, signore di
+Barbesieux, era stato in di lui pregiudizio
+nominato ammiraglio dei mari del Levante<a class="tag" id="tag378" href="#note378">[378]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma queste personali offese non erano
+la principale cagione che alienasse Andrea
+Doria dal partito della Francia.
+Sebbene questo grand'uomo non avesse
+quasi mai vissuto in patria, era teneramente
+attaccato alla libertà, ed alla prosperità
+<span class="pagenum"><a id="Page_395"></a>[395]</span>
+della medesima. Il sacco di Genova
+eseguito dall'armata imperiale gli aveva
+inspirata un'altissima avversione contro gli
+Spagnuoli; onde dopo tale epoca non
+volle per alcun tempo a qualsifosse prezzo
+rilasciare i prigionieri di quella nazione,
+e li faceva remare incatenati sulle sue
+galere; non cominciò a perdere forza
+nell'animo suo tanta avversione, che
+quando lo sprezzo di Francesco I pei
+privilegj de' Genovesi, per la loro capitolazione,
+ed ancora per la privata loro
+prosperità, lo chiamò a vendicare le fresche
+offese ad ogni costo, e foss'anche
+coll'ajuto di coloro medesimi che erano
+stati autori delle più antiche. Il re si ostinava
+a tenere Genova come una provincia
+del regno, non già come una repubblica
+postasi volontariamente sotto la sua
+protezione; egli risguardava tutti i privilegj
+dei popoli, i diritti dei cittadini,
+e le restrizioni della sua autorità, come
+altrettante offese fatte alla maestà reale;
+perciò si compiaceva di emettere ordini
+che umiliassero lo spirito ribelle de' Genovesi.
+A tal fine si propose di trasportare
+a Savona, per quanto poteva da lui dipendere,
+tutto il commercio di Genova.
+Accrebbe le fortificazioni di questa città,
+e volle che dipendesse immediatamente
+<span class="pagenum"><a id="Page_396"></a>[396]</span>
+dalla corona; vi traslocò la gabella del
+sale: e sebbene avesse formati questi progetti
+ne' tempi in cui Savona gli si era
+conservata fedele, e quando Genova era
+passata sotto il dominio dell'imperatore,
+non volle punto rinunciarvi allorchè
+ebbe ricuperata questa capitale. Nell'esecuzione
+di questi progetti, i Genovesi
+vedevano apertamente il totale esterminio
+della loro città; implorarono quindi l'ajuto
+dell'illustre loro concittadino, il quale promise:
+«di fare pel suo paese tutto quanto
+l'onor suo gli acconsentirebbe di fare»<a class="tag" id="tag379" href="#note379">[379]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il servizio del Doria col re di Francia
+spirava coll'ultimo giorno di giugno
+del 1528. Prima di acconsentire a
+rinnovarlo, mandò un gentiluomo alla
+corte di Francesco I per chiedergli giustizia
+tanto sulle taglie de' prigionieri e
+sugli arretrati dovutigli, che intorno ai
+privilegj della sua patria; intanto si rimase
+in Genova ozioso, ordinando a
+Filippino, suo nipote, di non usare soverchio
+rigore nel blocco di Napoli. Il Lautrec,
+avvedutosi che il Doria pensava ad
+<span class="pagenum"><a id="Page_397"></a>[397]</span>
+abbandonare l'alleanza della Francia, e
+fattone più certo dagli avvisi di Clemente
+VII, sentì il pregiudizio grandissimo
+che da ciò ne verrebbe alla sua armata.
+Spedì dunque al re Guglielmo di Bellay
+per supplicarlo a ritenere il Doria
+a suo servizio. Il Bellay, passando per
+Genova, andò a trovare il Doria che
+era suo amico; ed udite le sue inchieste,
+cercò di appoggiarle presso il re;
+ma il cancelliere Duprat impedì che il
+re le accettasse. Fu spedito a Genova
+Barbesieux per prendere il comando della
+flotta di Andrea, e impadronirsi non solo
+delle galere del re, ma ancora di quelle
+del Doria, e se gli riusciva, ancora della
+persona di lui. L'ammiraglio genovese non
+aspettò che giugnesse chi era destinato a
+rimpiazzarlo. Ritirossi colla sua flotta a
+Lerici, e dichiarò a Barbesieux, che andò
+a visitarlo: essergli noti gli ordini del
+re, ed essere non pertanto apparecchiato
+a rilasciargli le di lui galere; ma determinato
+però a ritenere le altre come una
+sua proprietà; e non solamente non essere
+per darne conto a chicchessia, ma
+per valersene anzi come meglio crederebbe<a class="tag" id="tag380" href="#note380">[380]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_398"></a>[398]</span>
+</p>
+
+<p>
+Intanto il Doria aveva intavolato un
+trattato coi prigionieri fatti da suo nipote
+sotto Napoli, ed in particolare col marchese
+del Guasto, che cercava di ridurlo ai servigj
+dell'imperatore. Per mezzo di quest'ultimo
+il Doria, il 20 di luglio, mandò in Ispagna
+un segretario incaricato di esporre le condizioni
+sotto le quali si obbligherebbe
+a servire l'imperatore con dodici galere,
+per l'annuo stipendio di sessanta mila
+ducati. Domandava che Genova fosse posta
+in libertà e dorinnanzi governarsi
+come repubblica indipendente; che le
+fossero di nuovo assoggettate Savona e
+le altre città della Liguria; che a lui
+ed a tutto il suo equipaggio l'imperatore
+condonasse le offese fatte alla sua
+corona; che per ogni spagnuolo ch'egli
+rilascerebbe gli si desse un altro uomo
+egualmente robusto e capace di remare<a class="tag" id="tag381" href="#note381">[381]</a>.
+Tutte queste condizioni furono
+all'istante accettate, e la flotta di Genova,
+che il 4 di luglio aveva abbandonata
+<span class="pagenum"><a id="Page_399"></a>[399]</span>
+la baja di Napoli, passò al servizio
+dell'imperatore<a class="tag" id="tag382" href="#note382">[382]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Giova sommamente a coloro che possono
+disporre di tutti gli onori e di tutte
+le ricompense, di far risguardare la costanza
+nell'ubbidienza militare come il
+principale dovere di un soldato, e di
+dissimulare che tutti gli obblighi essendo
+reciproci, la violazione del contratto
+per parte di colui che comanda,
+scioglie dal giuramento quegli che aveva
+promesso di ubbidire. La posterità fu
+giusta verso Andrea Doria; non vide
+nella condotta di lui che eroismo, e non
+lo accusò di mancanza di fede verso
+Francesco I. I suoi contemporanei furono
+talvolta più severi, e l'eroe genovese, che
+aveva passata la sua vita in mezzo ai soldati,
+non poteva egli stesso liberarsi da
+tutti i pregiudizj militari. Il fiorentino
+Luigi Alamanni, celebre egualmente come
+patriotto e come poeta, disse un giorno
+ad Andrea Doria: «Certo, Andrea,
+che generosa è stata l'impresa vostra;
+ma molto più generosa e più chiara
+ancora sarebbe, se non vi fosse non so
+che ombra d'intorno, che non la lascia
+interamente risplendere.» Affermò Luigi
+<span class="pagenum"><a id="Page_400"></a>[400]</span>
+allo storico Segni che Andrea a tali parole
+mosse un sospiro, e stette cheto, e poi
+con buon volto rivoltosi, disse: «Egli
+è gran fortuna d'un uomo, a chi riesca
+di adoperare un bel fatto con mezzi
+ancorchè non interamente belli. So,
+che non pure da te, ma da molti può
+darmisi carico, che, essendo sempre
+stato della parte di Francia e venuto
+in alto grado co' favori del re Francesco,
+io l'abbia ne' suoi maggiori bisogni
+lasciato, ed accostatomi ad un
+suo nemico; ma se il mondo sapesse
+quanto è grande l'amore che io ho
+avuto alla patria mia, mi scuserebbe
+se, non potendo salvarla e farla grande
+altramente, io avessi tenuto un mezzo,
+che mi avesse in qualche parte potuto
+incolpare. Non vo' già raccontare che
+il re Francesco mi riteneva i servizj e
+non mi attendeva la promessa di restituire
+Savona alla patria, perchè non
+possono queste occasioni aver forza di
+rimutar uno dall'antica fede: ma ben
+puote aver forza la certezza che io
+aveva, che il re non mai avrebbe voluto
+liberar Genova dalla sua signoria,
+nè che ella mancasse d'un suo governatore,
+nè della fortezza; le quali cose
+avendo io ottenuto felicemente col ritrarmi
+<span class="pagenum"><a id="Page_401"></a>[401]</span>
+dalla sua fede, posso ancora, a
+chi bene andrà stimando, dimostrare
+il mio fatto chiaro, senza alcun'ombra
+che gl'interrompa la luce»<a class="tag" id="tag383" href="#note383">[383]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La flotta veneziana di Pietro Lando
+era così male equipaggiata, e tanto sprovveduta
+di soldati e di buoni marinai, che
+difficilmente avrebbe potuto, dopo la partenza
+di Filippino Doria, chiudere il
+porto di Napoli alle piccole navi siciliane:
+ma d'altronde anche questa s'allontanò
+il 15 di luglio per andare a
+provvedersi di vittovaglie in Calabria, e
+non tornò che ne' primi giorni d'agosto.
+Vero è che Barbesieux era giunto il 18
+di luglio colla flotta francese; ma non
+conduceva a Lautrec che ottocento fanti,
+ed un branco di giovani gentiluomini che
+volevano fare a Napoli le prime loro campagne:
+anche il danaro che aveva per l'armata
+non era che una piccola parte delle
+somme dal re promesse a Lautrec. Pure
+avendo il Barbesieux sbarcati i suoi pochi
+soldati col danaro consegnatogli, questi
+si avanzarono fino a Nola. Ma il principe
+di Navarra, che ne aveva il comando,
+<span class="pagenum"><a id="Page_402"></a>[402]</span>
+trovandosi colà troppo debole per andare
+più avanti, mandò a chiedere un
+rinforzo a Lautrec. In fatti, quando ritornava
+al campo, dopo averlo ricevuto,
+gl'imperiali fecero una così gagliarda sortita,
+che il signore di Candalles, ed Ugone
+Pepoli, che avevano condotto il rinforzo,
+rimasero prigionieri, e furono uccisi dugento
+de' nuovi venuti. Vero è che il
+danaro arrivò al campo senz'alcuno accidente,
+ed il Pepoli fu ricevuto in cambio
+di un altro prigioniero; ma Candalles morì
+in conseguenza delle ricevute ferite<a class="tag" id="tag384" href="#note384">[384]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Fino a quest'epoca Lautrec aveva sostenuto
+il coraggio dell'armata francese
+colla fermezza del suo carattere: ma fu
+ancor esso sorpreso dalla febbre pestilenziale
+nello stesso tempo in cui Vaudemont era
+omai agonizzante. Anche sotto il peso di
+questa malattia Lautrec oppose sempre
+l'irremovibile costanza del suo carattere a
+tutti i mali che lo affliggevano. Destinò
+il danaro mandatogli dalla Francia per
+far leve in Italia di fanteria e di cavaleggieri:
+Renzo di Ceri partì per assoldarne
+nell'Abruzzo, mentre i Fiorentini
+<span class="pagenum"><a id="Page_403"></a>[403]</span>
+mandavano due mila uomini per rimpiazzare
+i soldati perduti dalle bande
+nere in questa campagna. Ma questa risoluzione
+era di già troppo tarda. Il Lautrec,
+bloccato ancor esso nel suo campo da
+quella stessa armata ch'egli aveva tenuta
+tanto tempo assediata, perdeva ogni giorno
+i saccomani, i convoglj, gli equipaggi. Le
+vittovaglie che faceva venire cadevano
+quasi sempre in mano del nemico; e
+mentre che i suoi soldati, sfiniti dalle fatiche
+e dalla malattia, mancavano ancora
+di pane, Napoli abbondava d'ogni cosa,
+e i soldati tedeschi più non pensavano
+a disertare<a class="tag" id="tag385" href="#note385">[385]</a>.
+</p>
+
+<p>
+In sul declinare di luglio la malattia che
+infestava il campo francese, vestì un carattere
+assai più spaventoso. Di venticinque
+mila uomini che vi si contavano un mese
+prima, il 2 agosto quattro mila soltanto
+erano in istato di adoperare le armi, e di
+ottocento uomini d'armi più non eranvene
+che cento. Erano ammalati Pietro Navarro,
+Vaudemont, Camillo Trivulzio, ed i due
+maestri di campo; Lautrec, che credevasi
+guarito, era ricaduto; tutti gli
+<span class="pagenum"><a id="Page_404"></a>[404]</span>
+ambasciatori, ed i personaggi distinti,
+ad eccezione del marchese di Saluzzo e
+del conte Guido Rangoni, erano ammalati.
+La fanteria soffriva nello stesso tempo
+la fame e la sete; tutte le cisterne
+erano senz'acqua, ed i soldati non potevano
+procurarsene a Poggio reale, che
+attaccando i nemici, dal che fare venivano
+sconsigliati dalla presente loro debolezza.
+L'estensione del campo era affatto
+sproporzionata al numero de' suoi difensori,
+i quali erano perciò continuamente spossati
+da quasi non interrotte fazioni. Prima di
+partire alla volta degli Abruzzi Renzo di
+Ceri aveva fatto istanza a Lautrec d'accamparsi
+altrove, o di acquartierare le sue truppe
+nelle città della Campania, facendogli
+osservare che intorno al campo le acque
+stagnavano in ogni luogo, e che l'erba
+foltissima cresceva anche nelle tende dei
+soldati; ma il Lautrec, con un'insuperabile
+ostinazione, dichiarò di essere apparecchiato
+a morire in quel luogo piuttosto
+che dare un tale trionfo ai nemici<a class="tag" id="tag386" href="#note386">[386]</a>;
+egli credeva egualmente compromesso
+il suo onore nel ristringere i suoi
+alloggiamenti, e quantunque infermo, si
+<span class="pagenum"><a id="Page_405"></a>[405]</span>
+faceva portare da un posto all'altro, per
+vedere se i suoi ordini venivano eseguiti,
+e se si mantenevano i corpi di guardia da
+lui stabiliti. Ma lungo tempo non sostenne
+tanta fatica, e morì la notte del
+15 al 16 agosto: e come la sua virtù,
+la sua costanza, erano stati fin allora il
+più solido sostegno dell'armata, così la
+sua morte distrusse ogni speranza di
+salvezza<a class="tag" id="tag387" href="#note387">[387]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Era morto ancora il conte di Vaudemont,
+onde prese il comando dell'armata
+francese il marchese di Saluzzo, il
+quale non aveva nè talenti, nè riputazione
+convenienti a tanto peso. Altronde
+le difficoltà crescevano ogni giorno, perciocchè
+Andrea Doria era giunto a Gaeta
+con dodici galere al soldo dell'imperatore,
+ed aveva costretta la flotta francese
+a prendere il largo. Maramaldo,
+Ferdinando Gonzaga ed altri capi imperiali,
+cessando di starsi chiusi in città,
+attaccavano e sorprendevano i corpi staccati
+de' Francesi a Canoa, a Nola, ad
+Aversa, tagliando quasi ogni comunicazione
+<span class="pagenum"><a id="Page_406"></a>[406]</span>
+tra l'armata e le città ancora ubbidienti
+alla Francia; onde ogni speranza
+de' Francesi era omai riposta in Renzo
+di Ceri, che in allora trovavasi all'Aquila,
+e di cui il marchese di Saluzzo
+affrettava la tornata, non più per prendere
+Napoli, ma per ritirarsi egli medesimo
+con sicurezza<a class="tag" id="tag388" href="#note388">[388]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La ritirata era omai indispensabile,
+ed il marchese di Saluzzo approfittò di
+una gagliarda pioggia, accompagnata da
+lampi e tuoni, che cadde la notte del 29
+agosto per eseguirla senza saputa dei nemici.
+Egli si pose con Guido Rangoni
+in capo alla vanguardia, affidò la battaglia
+a Pietro Navarro, mentre che Pomperani,
+Camillo Trivulzio e Negro Pelisse
+comandavano la retroguardia; lasciando
+sulle batterie i cannoni da breccia,
+ed abbandonando i più grossi bagaglj,
+l'armata partì senza che si battessero
+i tamburi o si suonassero le
+trombe: ma non si erano i Francesi scostati
+molto dal campo, quando cessò la
+pioggia, in sul fare del giorno. La cavalleria
+imperiale, avvisata della partenza
+<span class="pagenum"><a id="Page_407"></a>[407]</span>
+de' Francesi, si diede tutta in corpo ad
+inseguirli. La banda nera dei Toscani la
+ricevette con una scarica di tutta la moschetteria;
+ma perchè camminava per una
+strada stretta e chiusa, nella quale non poteva
+allargarsi, la cavalleria, facendo una
+nuova carica, riuscì a romperne le ultime
+file, ed a disordinare tutta la colonna. La
+resistenza non poteva essere lunga, perchè
+i soldati ammalati appena avevano forza
+che bastasse per alzare i loro fucili o le
+spade, e rovesciati dal primo urto, domandavano
+ed ottenevano facilmente la
+vita. Fu in questa circostanza preso Pietro
+Navarro, che sopra un picciol mulo cercava
+di fuggire per una rimota strada. Intanto
+l'avanguardia era giunta sotto Aversa;
+ma l'angusta porta che le era stata aperta
+venendo ogni tratto ingombrata, si consumarono
+tre ore prima che tutti i fuggiaschi,
+ammucchiati nella fossa, potessero
+entrare in città<a class="tag" id="tag389" href="#note389">[389]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le sventure de' Francesi non terminavano
+giugnendo in Aversa: essi rispinsero
+a dir vero l'irregolare attacco della cavalleria,
+<span class="pagenum"><a id="Page_408"></a>[408]</span>
+che gli aveva inseguiti fin sotto
+le mura di quella città; ma sopraggiunse
+il principe d'Orange coll'infanteria e coi
+cannoni dagli stessi Francesi lasciati nell'abbandonato
+campo. In breve venne
+aperta una breccia, mentre il marchese di
+Saluzzo, ferito in un ginocchio da un
+pezzo di pietra, era portato alla sua casa
+fieramente tormentato dalla ferita. Per
+colmo di sventura Capoa, la più vicina
+città per cui doveva passare l'armata
+continuando a ritirarsi, aveva aperte le
+porte a Fabrizio Maramaldo, dopo che
+vi erano stati portati la maggior parte degli
+ammalati dell'armata. Aveva il comando
+di Capoa il conte Ugo Pepoli, ma egli
+medesimo era pressochè moribondo; gli
+abitanti consigliarono la guarnigione a
+fare una sortita per provvedere la città
+di buoi e di pecore, ed approfittarono
+della lontananza di quasi tutti i soldati
+capaci di trattare le armi per ricevere
+entro le mura Fabrizio Maramaldo coi
+suoi Calabresi; questi con estrema crudeltà
+spogliarono gli ammalati ne' loro letti, e
+lo stesso Ugo de' Pepoli, morto in quell'istante,
+sul proprio feretro. Gli abitanti d'Aversa,
+informati di quest'avvenimento che
+toglieva ai Francesi ogni speranza di salute,
+supplicarono il marchese di Saluzzo a non
+<span class="pagenum"><a id="Page_409"></a>[409]</span>
+esporli agli orrori di un assalto; e questi, di
+già vinto dal dolore della sua ferita, incaricò
+il conte Rangoni di passare al campo
+nemico per capitolare<a class="tag" id="tag390" href="#note390">[390]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La capitolazione portava che il marchese
+di Saluzzo aprirebbe agl'imperiali
+la città e la fortezza; che loro lascerebbe
+l'artiglieria, le munizioni, le bandiere,
+le armi, i cavalli e gli equipaggi; ch'egli
+medesimo rimarrebbe prigioniero con
+tutti i capitani dell'armata; ma che tutti
+i soldati, tanto quelli chiusi in Aversa,
+che quelli ch'erano stati fatti in avanti
+prigionieri, sarebbero rinviati in Francia
+dopo di essersi obbligati a non servire
+per sei mesi contro l'imperatore. Il marchese
+di Saluzzo promise d'interporsi
+caldamente, perchè tutte le guarnigioni
+francesi del regno di Napoli accettassero
+la stessa capitolazione. Il solo conte Guido
+Rangoni fu dal principe d'Orange lasciato
+libero in ricompensa dell'avere egli
+negoziato questo trattato<a class="tag" id="tag391" href="#note391">[391]</a>.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_410"></a>[410]</span>
+</p>
+
+<p>
+Per tal modo una delle più belle armate
+che la Francia avesse fin allora poste in
+campagna, perì interamente, o sotto il ferro
+de' nemici, o oppressa dalla malattia, o nella
+cattività. Gli Spagnuoli con una fredda
+crudeltà chiusero i prigionieri, quasi
+tutti infermi, nelle reali scuderie della
+Maddalena. Il principe d'Orange diede
+licenza al senato di Napoli di somministrar
+loro i viveri; ma fu questa la sola
+cura che egli acconsentì di prenderne.
+Gli sciagurati, ammucchiati gli uni su
+gli altri nel fango e tra i cadaveri, perirono
+ancora più rapidamente che non
+facevano nel campo. Pochissimi rividero
+la loro patria; e le loro malattie comunicarono
+a Napoli una terribile peste,
+che continuò a devastare la città molto
+tempo ancora dopo di loro<a class="tag" id="tag392" href="#note392">[392]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Cotesta capitolazione pose fine alle
+bande nere, quasi interamente composte
+di Toscani, che, formate la prima volta
+da Giovanni de' Medici, erano riputate
+la migliore fanteria dell'Europa. Gli è il
+vero che le bande nere si erano colle
+loro crudeltà e ruberie rendute ancora
+più formidabili ai paesi in cui facevano
+la guerra, che ai loro nemici. Orazio
+<span class="pagenum"><a id="Page_411"></a>[411]</span>
+Baglioni, il capo loro dato dalla repubblica
+fiorentina, era morto sotto Napoli;
+Ugo de' Pepoli, che gli era succeduto,
+era perito in Capoa, e Giovan Battista
+Soderini e Marco del Nero, i due commissarj
+fiorentini che le accompagnavano,
+terminarono i loro miseri giorni nelle
+prigioni di Napoli. Più non rimaneva
+verun capo che prendesse cura di questo
+corpo di milizia, che aveva il primo
+fatto riverberare qualche gloria sui Fiorentini.
+Molti soldati erano prigionieri,
+altri morti, altri ammalati; il rimanente
+si disperse, e più non si riunì<a class="tag" id="tag393" href="#note393">[393]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il marchese di Saluzzo morì bentosto
+in prigione; e perchè l'afflizione si aggiunse
+all'infermità per opprimerlo, si
+credette che volontariamente si affrettasse
+colle proprie mani la morte. Pietro Navarro
+fu condotto a Napoli, in quella
+stessa fortezza ch'egli aveva presa ai
+Francesi ai tempi del gran capitano, e
+chiuso in quella stessa prigione in cui
+il re di Spagna l'aveva dimenticato per
+tre anni. Fu scritto a Madrid per sapere
+come dovesse essere trattato, Carlo V
+ordinò che fosse decapitato; ma il governatore
+<span class="pagenum"><a id="Page_412"></a>[412]</span>
+del castello, Francesco Hijar,
+compassionando quest'illustre vecchio, che
+dalla condizione di palafreniere del cardinale
+di Arragona erasi innalzato con
+tante luminose azioni, e tanti talenti a
+tanta gloria, andò egli medesimo, affinchè
+non perisse per mano del carnefice,
+a strozzarlo in prigione, o, secondo
+altri, lo fece soffocare sotto le coltri del
+suo letto<a class="tag" id="tag394" href="#note394">[394]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La capitolazione dell'armata francese
+ad Aversa non fece immediatamente cessare
+le calamità del regno di Napoli. Il
+principe d'Orange, che comandava i residui
+di quelle compagnie avvezzate all'assassinio
+ed alla crudeltà nel sacco
+di Roma, era sempre dall'imperatore
+lasciato senza danaro, e soltanto col terrore
+colle confische e coi supplicj poteva
+di nuovo riempiere il suo tesoro. I suoi
+soldati, che avevano saccheggiata Aversa
+nell'istante in cui i Francesi l'avevano
+ceduta, chiedevano tuttavia il pagamento
+di otto mesi di soldo. Altro mezzo non restava
+al principe d'Orange per soddisfarli
+che la confisca de' beni di que' signori che
+<span class="pagenum"><a id="Page_413"></a>[413]</span>
+si erano dichiarati pel partito d'Angiò:
+fece decapitare in Napoli, sulla piazza
+del mercato, Federico Cajetano, figlio
+del duca di Trajetto, Enrico Pandone,
+duca di Goviano, figlio d'una figlia di
+Ferdinando seniore, re di Napoli, ed
+altri quattro principali signori napolitani<a class="tag" id="tag395" href="#note395">[395]</a>.
+Ogni città del regno fu insanguinata
+da somiglianti esecuzioni. E dopo
+di avere in tal modo sparso il terrore
+tra i partigiani della Francia, il principe
+d'Orange si fece a trattare con loro vendendo
+loro la grazia per una somma di
+danaro proporzionata alla loro ricchezza.
+Per altro molti, piuttosto che assoggettarsi
+a così crudeli ed avidi padroni,
+preferirono di continuare la guerra, e
+per qualche tempo furono secondati dai
+Francesi e da' Veneziani. Federico Caraffa,
+il principe di Melfi ed il duca di
+Gravina, continuarono nella Puglia i loro
+guasti; ed il Romano Simone Tebaldi
+ottenne qualche vantaggio in Calabria<a class="tag" id="tag396" href="#note396">[396]</a>.
+<span class="pagenum"><a id="Page_414"></a>[414]</span>
+Ma questi fatti d'armi, piuttosto che come
+una guerra regolare, devono risguardarsi
+come il cominciamento di quello stato
+di violenza e di anarchia, che si prolungò
+nel regno di Napoli per tutto il
+tempo del dominio spagnuolo. Al governo
+avido, oppressivo, perfido e crudele
+dei vicerè deve ascriversi l'impossibilità
+che provasi anche al presente di stabilire
+un regolare andamento di giustizia, di
+polizia, di pubblica sicurezza in queste
+provincie tanto favorite dalla natura.
+</p>
+
+<p>
+Andrea Doria aveva colla sua flotta
+contribuito alla ruina dell'armata francese;
+ma tosto che la capitolazione d'Aversa
+rendette inutile il suo servigio a
+Napoli, fece vela verso Genova per raccogliervi
+il prezzo ch'egli aveva posto
+alla sua mutazione di partito, e per liberare
+la sua patria. Allora in Genova
+infieriva la peste, e Teodoro Trivulzio
+che vi comandava a nome di Francesco
+I, non avendo sotto i suoi ordini
+che una debole guarnigione, aveva inutilmente
+domandato un rinforzo di due
+mila uomini; questi non vollero entrare
+in città per timore del contagio;
+e il Trivulzio, vedendosi abbandonato,
+si ritirò nel Castelletto. Ma egli sperava
+di potere difender Genova colla flotta del
+<span class="pagenum"><a id="Page_415"></a>[415]</span>
+signore di Barbesieux, ch'entrava in allora
+nel porto con alcune compagnie francesi,
+imbarcate al campo sotto Napoli dopo
+la rotta dell'armata. Ma ciò fu invano;
+perciocchè essendosi il 12 di settembre
+presentato il Doria con tredici galere in
+faccia a Genova, il Barbesieux ritirossi
+con tutta la sua flotta nel porto di Savona.
+Il Doria non aveva che cinquecento
+uomini di sbarco: li fece di notte
+scendere sulle scialuppe, e li mandò verso
+la città sotto il comando di suo nipote
+Filippino e di Cristoforo Palavicini. I
+Genovesi, cui aveva preso cura di dare
+avviso del suo trattato coll'imperatore,
+trovarono, malgrado la peste, tanto vigore
+da prendere le armi, assecondare lo
+sbarco, respingere tutti i Francesi nel
+castello, ed occupare tutte le fortezze
+della città<a class="tag" id="tag397" href="#note397">[397]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Teodoro Trivulzio, maravigliato della
+debolezza de' nemici cui aveva in allora
+<span class="pagenum"><a id="Page_416"></a>[416]</span>
+ceduto, si volse al conte di San-Paolo,
+che aveva il comando dell'armata francese
+in Lombardia, e che aveva di fresco
+ricuperata Pavia, chiedendogli soltanto
+tre mila uomini, co' quali confidava di
+potere di nuovo sottomettere Genova al
+re di Francia. Ma il duca d'Urbino ricusò
+di prendere parte in questa spedizione;
+ed il San-Paolo da lui ritardato,
+non potè arrivare a Genova che il primo
+di ottobre con cento lance e due mila
+fanti. Era di già troppo tardi, i passaggi
+delle montagne erano custoditi, e San-Paolo
+non ottenne pure d'introdurre qualche
+rinforzo nel castello. Ritirossi dopo
+avere dato ordine al suo luogotenente
+Montejean di condurre trecento uomini
+a Savona, in rinforzo di quella guarnigione;
+ma Montejean non fu di lui più
+fortunato, e non potè penetrare fino a
+Savona. I Genovesi, condotti dal Doria,
+stringevano l'assedio di Savona e del
+Castelletto. La prima di queste piazze
+capitolò il 21 di ottobre, l'altra pochi
+giorni dopo; ed i Genovesi, per assicurare
+la loro libertà, e soddisfare la loro
+gelosia, si affrettarono di distruggere la
+fortezza del Castelletto che li signoreggiava,
+e di colmare il porto di Savona,
+<span class="pagenum"><a id="Page_417"></a>[417]</span>
+di cui avevano tanto temuta la rivalità<a class="tag" id="tag398" href="#note398">[398]</a>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_418"></a>[418]</span>
+</p>
+
+<h2>
+CAPITOLO CXX.
+</h2>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+<i>Nuove costituzioni delle repubbliche di
+Genova e di Fiorenza. L'indipendenza
+italiana viene sagrificata da Clemente
+VII, e da Francesco I ne' trattati di
+Barcellona e di Cambray. Coronazione
+di Carlo V a Bologna e servitù dell'Italia.</i>
+</p>
+
+<p class="center">
+1528 = 1530.
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Press'a poco nell'epoca in cui l'Italia
+perdeva la sua indipendenza, eransi
+vedute risorgere due delle più antiche
+sue repubbliche. Firenze e Genova, non
+si lasciando scoraggiare dalle spaventose
+calamità che opprimevano tutta la penisola,
+sforzavansi di riformare le loro
+costituzioni. La peste diminuiva la loro
+popolazione, la fame ne esauriva i mezzi,
+e la guerra minacciava ad ogni istante
+la medesima loro esistenza, quando, sottraendosi
+l'una e l'altra alla tirannide
+da cui erano state lungamente oppresse,
+cercavano di non ricadere nello stesso
+infortunio colla combinazione di nuove
+leggi. Ma nello stato di miseria cui
+trovavasi l'Italia ridotta da così lunghe
+<span class="pagenum"><a id="Page_419"></a>[419]</span>
+e disastrose guerre, non le bastavano le
+proprie forze per fissare i nuovi suoi destini
+da sè medesima; ed i piccoli stati
+ond'era composta potevano ancora meno
+guarentire co' loro proprj sforzi la loro
+esistenza e la loro indipendenza. Essi
+dovevano soggiacere o sostenersi a seconda
+della sorte de' loro alleati, piuttosto
+che della propria; e se Firenze e
+Genova ebbero diverso destino, procedette
+dall'avere una di queste seguito il partito
+imperiale, l'altra il partito francese, e
+non perchè fosse migliore la costituzione
+dell'una o dell'altra.
+</p>
+
+<p>
+Anche prima che il Doria si presentasse
+innanzi a Genova, i capi de' contrarj
+partiti, che si erano così lungamente
+e con tanto accanimento battuti,
+e che, vittime de' vicendevoli loro odj,
+trovavansi tutti ridotti in eguale servitù,
+avevano finalmente conosciuto che non
+potevano trovare salvezza che in una
+sincera riconciliazione. Avevano avute
+fra di loro alcune conferenze, alle quali
+avevano chiamati tutti coloro che avevano
+in Genova opinione di conoscere
+le leggi e gli affari dello stato. Tutti
+avevano manifestato un conforme desiderio
+di concordia, tutti eransi mostrati
+disposti a grandi sagrificj. Teodoro Trivulzio,
+<span class="pagenum"><a id="Page_420"></a>[420]</span>
+in allora luogotenente del re di
+Francia in Genova, non aveva concepito
+verun sospetto di tali adunanze; conciossiachè
+il loro apparente scopo di procurare
+una pace generale ad una città divisa in
+tanti partiti, pareva troppo legittimo.<a class="tag" id="tag399" href="#note399">[399]</a>.
+Egli aveva trovati in città dodici magistrati,
+creati nel precedente anno col titolo di riformatori,
+i quali dovevano occuparsi della
+riforma delle leggi, e della riunione delle
+diverse fazioni. Il Trivulzio aveva lasciato
+questi che si occupassero liberamente intorno
+alle funzioni della loro carica; e i
+riformatori poterono sotto il di lui governo
+maturare i loro progetti di legislazione,
+senza prendere veruna misura per
+mandarli ad effetto<a class="tag" id="tag400" href="#note400">[400]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma quando Andrea Doria, nel 1528,
+ebbe costretto Barbesieux ad uscire colla
+sua flotta dal porto di Genova, e Teodoro
+Trivulzio a rifugiarsi nella Cittadella, il
+senato adunato incaricò i riformatori di
+dare alla patria una nuova costituzione,
+ed in particolare di fare sparire radicalmente
+tutti i segni delle fazioni che l'avevano
+così lungamente lacerata<a class="tag" id="tag401" href="#note401">[401]</a>. Pure
+<span class="pagenum"><a id="Page_421"></a>[421]</span>
+il senato ignorava tuttavia se il Doria,
+ad esempio di tutti i suoi predecessori,
+non vorrebbe raccogliere per sè solo
+tutti i frutti della sua vittoria e farsi sovrano
+della sua patria. Infatti Carlo V,
+che non amava le repubbliche, ed a cui
+lo zelo a pro della libertà ricordava i freschi
+torbidi de' suoi regni di Spagna, aveva
+offerto ad Andrea Doria di riconoscerlo
+principe di Genova, e di mantenerlo nel
+possedimento di quello stato; ma questo
+grand'uomo ricusò costantemente d'innalzarsi
+con danno della sua patria; si
+ostinò a chiedere che venisse riconosciuta
+la di lei costituzione repubblicana, ed altro
+per sè non volle che la gratitudine dei
+suoi concittadini<a class="tag" id="tag402" href="#note402">[402]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Non era quasi mai per interessi loro
+proprj, per diritti, o per privilegj contesi
+tra le varie classi de' cittadini, che
+le fazioni di Genova avevano prese le
+armi. Fino dalla metà del XIV.º secolo la
+prima dignità dello stato era stata dalle
+<span class="pagenum"><a id="Page_422"></a>[422]</span>
+leggi riservata ad un plebeo ghibellino,
+e le fazioni guelfa e patrizia, eransi senza
+mormorare assoggettate a questa costante
+esclusione. Ad ogni modo l'una e l'altra
+aveva continuato ad esistere ed a prendere
+parte nelle violenti rivoluzioni dello
+stato. Ma il punto d'onore di cadaun
+cittadino trovavasi bizzarramente associato
+piuttosto ad un nome che ad un vero
+interesse, appoggiandosi le fazioni ad
+odj personali, non ad opinioni. Erano
+in Genova Guelfi e Ghibellini, nobili e
+cittadini, grandi e piccoli borghigiani,
+partigiani degli Adorni e partigiani dei
+Fregosi: ogni cittadino si era collocato
+in alcuna di queste parti, ognuno trovavasi
+gravemente offeso nelle prerogative,
+o nell'onore della propria fazione;
+fors'anche era per sè stesso indifferente
+rispetto alla cosa che doveva ferirlo,
+ma se non se ne fosse mostrato offeso,
+i suoi concittadini lo avrebbero creduto
+senz'onore e senza coraggio. Era
+dunque il più delle volte l'immaginazione,
+era un fatale pregiudizio, e non già reali
+offese, che avevano tante volte poste le
+armi in mano di questo popolo focoso,
+e precipitatolo d'una in altra rivoluzione.
+Perciò i riformatori si trovarono in dovere
+di mutare piuttosto i nomi che le
+<span class="pagenum"><a id="Page_423"></a>[423]</span>
+cose. Se potevano sopprimere i nomi
+delle antiche fazioni e quegli ancora delle
+antiche famiglie, che erano un pegno dell'attaccamento
+di ogni famiglia ad ogni
+fazione, confidavano di potere spegnere
+con que' nomi, anche quelle passioni prive
+di reale alimento, e tenute vive soltanto
+dal pregiudizio.
+</p>
+
+<p>
+In ogni tempo le potenti famiglie avevano
+in Genova avuta la costumanza di
+accrescere la potenza loro coll'adottare
+altre meno ricche famiglie, meno illustri,
+meno numerose, cui comunicavano i
+loro nomi, i loro stemmi, obbligandosi
+in pari tempo a proteggerle, e facendo
+in cambio che queste prendessero parte
+a tutte le loro liti. Le case nelle quali
+si entrava in tal guisa per adozione, si
+chiamavano <i>alberghi</i>, ed eranvi poche
+illustri famiglie che non si fossero aggrandite
+coll'unione di straniere famiglie.
+Questa costumanza apparecchiò un nuovo
+regolamento, col quale i dodici riformatori
+riformarono la repubblica<a class="tag" id="tag403" href="#note403">[403]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Prima di tutto soppressero la legge
+che assegnava le più eminenti magistrature
+a' soli cittadini dell'ordine popolare
+<span class="pagenum"><a id="Page_424"></a>[424]</span>
+ed ai Ghibellini, volendo che tutti gli
+antichi Genovesi contribuenti e proprietarj
+venissero considerati come eguali
+in diritto: e per uniformarsi alla crescente
+vanità del secolo, invece di chiamarli
+cittadini, loro diedero il nome di
+gentiluomini. Onde meglio cimentare fra
+di loro l'eguaglianza, vollero che tutti
+questi gentiluomini fossero classificati in
+un ristretto numero di case; dichiararono
+che tutte le famiglie che in allora
+tenevano in Genova sei case aperte, sarebbero
+considerate per <i>alberghi</i>, ad
+eccezione soltanto degli Adorni e dei
+Fregosi, de' quali volevano sopprimere
+i nomi, come quelli che rammentavano
+troppe guerre civili. Le famiglie, che avevano
+tali requisiti, trovaronsi in numero di
+ventotto<a class="tag" id="tag404" href="#note404">[404]</a>. Essi le obbligarono ad adottare
+tutto il rimanente de' cittadini genovesi che
+potevano partecipare agli onori dello stato;
+in maniera per altro che frammischiarono
+e confusero tutto quello ch'era prima
+<span class="pagenum"><a id="Page_425"></a>[425]</span>
+stato oggetto di distinzione; fecero entrare
+i Guelfi nelle case anticamente
+Ghibelline, e i Ghibellini in quelle dei
+Guelfi; vollero che in ogni albergo vi
+fossero e nobili e plebei, e partigiani
+degli Adorni, e partigiani de' Fregosi; in
+pari tempo risvegliarono la vanità di tutti,
+legandola al nuovo loro nome di famiglia;
+e riuscirono così felicemente, che coloro
+che la legge aveva associati insieme, cominciarono
+fino d'allora a risguardarsi
+come parenti<a class="tag" id="tag405" href="#note405">[405]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questa singolare divisione di tutta la
+repubblica in ventotto famiglie durò quarant'otto
+anni. Questa aveva fatte cessare le
+antiche divisioni; ma ne lasciò scoppiare
+delle altre tra l'antica e la nuova nobiltà,
+e tra queste due classi che governavano
+ed il popolo escluso dal governo. Per
+mettere fine a questa dissensione, che
+aveva degenerato in guerra civile, il papa,
+l'imperatore ed il re di Spagna, cui i
+Genovesi avevano deferito l'ufficio di
+mediatori, credettero di dovere distruggere
+l'opera fatta ne' tempi del Doria.
+Colla legge che pubblicarono il 17 marzo
+<span class="pagenum"><a id="Page_426"></a>[426]</span>
+del 1576, furono soppressi i nomi degli
+alberghi, e fu invitata ogni famiglia a
+riprendere l'antica sua denominazione<a class="tag" id="tag406" href="#note406">[406]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Tutti i gentiluomini genovesi ammessi
+a partecipare degli onori dello stato
+dovettero essere ammessi nel senato, nel
+quale era riposta la sovrana autorità.
+Questo senato nel 1528 fu formato di 400
+membri, che si rinnovavano a vicenda,
+e che non sedevano che un anno. Quando
+in seguito l'aristocrazia si andò ristringendo,
+si trovò più giusto e più conveniente
+di chiamare tutti ad un tempo
+in senato i gentiluomini che avevano
+diritto alla sovranità. Erano in allora ridotti
+al numero di circa 700, ed entrarono
+nel gran consiglio tutti coloro che avevano
+compiuto l'anno 22.<sup>mo</sup><a class="tag" id="tag407" href="#note407">[407]</a>.
+</p>
+
+<p>
+A questo primo senato o gran consiglio
+spettava l'elezione di un altro senato,
+composto di cento membri, che
+posteriormente fu portato a dugento, e
+che rinnovavasi tutti gli anni. Al primo
+spettava pure la nomina del doge, degli
+<span class="pagenum"><a id="Page_427"></a>[427]</span>
+otto consiglieri della signoria e degli otto
+procuratori di comune, il di cui ufficio
+durava due anni, e che formavano tra di
+loro il governo. La nuova costituzione, sopprimendo
+le distinzioni de' natali, apriva
+ad Andrea Doria la strada alla dignità
+ducale, in addietro chiusa ai gentiluomini;
+ed infatti pareva che la pubblica riconoscenza
+gliela destinasse. Ma questo generoso
+cittadino credeva cosa essenziale
+di conservare alla sua patria la protezione
+di Carlo V, continuando a servirlo
+come comandante delle sue flotte; ed
+un tale impiego era incompatibile colla
+rappresentanza della sovranità. Perciò il
+Doria ricusò la corona ducale; e soltanto
+a motivo di questo suo rifiuto le funzioni
+di doge furono ridotte a soli due
+anni, e strette le prerogative entro angusti
+confini. Il primo nominato doge fu
+Uberto Lazario Catani. Si volle che tra
+gli otto signori che formavano il suo
+più intimo consiglio, due risiedessero a
+vicenda nel palazzo ducale; e si accordò a
+tutti coloro che sarebbero in appresso
+stati dogi, il diritto di prendere posto
+nel consiglio de' procuratori del comune.
+Per ultimo si volle che cinque supremi
+censori o sindaci conservassero una certa
+quale ispezione su tutte le magistrature,
+<span class="pagenum"><a id="Page_428"></a>[428]</span>
+sull'andamento costituzionale di tutte le
+autorità, e sulle vicendevoli relazioni
+fra di loro. Andrea Doria fu il primo
+di questi sindaci; e per una eccezione
+personale si volle che egli conservasse
+a vita tale dignità, mentre i suoi colleghi
+non dovevano restare in carica che
+quattro anni<a class="tag" id="tag408" href="#note408">[408]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La costituzione di Genova, a seconda
+della nuova riforma, era puramente aristocratica.
+Stabiliva bensì l'eguaglianza,
+ma soltanto tra i nobili; limitava ad un
+numero proporzionatamente assai piccolo
+d'individui e di famiglie una sovranità
+che stendevasi non solo sopra una grandissima
+città, ma inoltre sopra le due
+Riviere e su tutta la provincia della Liguria.
+Il popolo genovese, senza influenza
+sulla casta che si era arrogato il diritto
+di governarlo, non potevasi in verun
+modo risguardare come rappresentato;
+vero è che le lunghe abitudini di una
+<span class="pagenum"><a id="Page_429"></a>[429]</span>
+democrazia, la pubblica opinione ed il
+rispetto per le antiche memorie impedirono
+all'aristocrazia genovese di rendersi
+esclusiva come quella di Venezia,
+o di Lucca. Fino alla fine della repubblica
+s'introdussero frequentemente nel
+consiglio, e con una tal quale regolarità,
+uomini nuovi, tanto della città, che delle
+due riviere<a class="tag" id="tag409" href="#note409">[409]</a>. Venivano in tal modo
+associati alle prerogative de' governanti;
+ma non si davano con ciò difensori al
+popolo. Altronde le antiche famiglie, o
+spegnevansi interamente, o producevano
+un minor numero d'individui; il circolo
+in cui si chiudevano tutti i poteri andava
+ogni giorno sempre più ristringendosi,
+e la repubblica, invecchiando, s'andava
+maggiormente allontanando da quella libertà,
+di cui conservava tuttavia il nome.
+</p>
+
+<p>
+Dal canto suo la costituzione fiorentina
+partecipava di quello spirito d'aristocrazia,
+che suole generarsi dall'orgoglio,
+e che non tarda ad introdursi in
+<span class="pagenum"><a id="Page_430"></a>[430]</span>
+quelle medesime famiglie che si sono rese
+illustri fondando la libertà. Il primo sentimento
+che diresse i Fiorentini nell'organizzazione
+dell'antica loro repubblica,
+era stato il desiderio di far concorrere
+tutte le volontà e tutte le forze, così alla
+difesa dello stato come alla sua amministrazione.
+Pure di mano in mano che
+la libertà rendeva la città più prospera,
+il commercio, le manifatture, il solo
+sentimento della sicurezza, facevano sorgere
+nella repubblica uomini nuovi, che
+dalla campagna venivano a stabilirsi in
+città, o che vi si rifugiavano dagli stati
+vicini, o finalmente che sorgevano di
+mezzo alle classi affatto povere, e la di
+cui esistenza era quasi del tutto ignota.
+Gli antichi cittadini non avevano deposta
+ogni gelosia verso coloro che venivano
+in tal modo a dividere con loro le proprie
+prerogative; ed il mantenimento degli
+esclusivi diritti alla sovranità, che gli
+uni pretendevano, e che gli altri non
+volevano ammettere, era stato cagione
+di molte dissensioni.
+</p>
+
+<p>
+Quando la repubblica venne nuovamente
+costituita nel 1527, il principio
+di limitare il diritto di cittadinanza a
+coloro che lo avevano ricevuto per eredità
+dai loro antenati fu riconosciuto da
+<span class="pagenum"><a id="Page_431"></a>[431]</span>
+tutte le parti. Non si risguardarono come
+cittadini fiorentini che coloro i quali poterono
+provare che i loro antenati erano
+stati ammessi ai tre maggiori ufficj, della
+signoria del collegio, e del buoni uomini.
+E non si tenne pur conto di quest'ammissione,
+s'era stata accordata dal
+governo de' Medici, dal 1512 al 1527,
+perchè si diceva che in questo spazio di
+tempo molti uomini nuovi avevano ottenuto
+l'ingresso al collegio col danaro,
+mentre che niuno era stato dichiarato
+abile agl'impieghi per mezzo dello scrutinio
+di una libera magistratura<a class="tag" id="tag410" href="#note410">[410]</a>.
+Per tal modo, in nome dell'aristocrazia
+e della libertà, i Fiorentini pronunciarono
+una severa esclusione contro quanti
+non appartenevano ad una classe poco
+numerosa. Effettivamente gli abitanti del
+territorio fiorentino non avevano parte
+alcuna alla sovranità, riservata ai soli
+cittadini della capitale. Tra questi ancora
+non tenevasi verun conto di coloro che
+non pagavano le imposte dirette, e che
+venivano indicati col nome di <i>non sopportanti</i>.
+Rispetto a coloro che trovavansi
+inscritti nel libro del comune, e che
+pagavano la decima, quando toccavano
+<span class="pagenum"><a id="Page_432"></a>[432]</span>
+l'età di ventiquattro anni, prima della
+quale non potevano entrare nel gran consiglio,
+dovevano provare che il nome
+del loro padre o dell'avo loro era stato
+posto nelle borse dalle quali si estraevano
+a sorte le tre supreme magistrature, ed
+in appresso dovevano essere approvati
+dalla signoria a scrutinio segreto; locchè
+loro dava il rango di <i>statuali</i> ossia di
+cittadini attivi. Tutti i cittadini erano
+finalmente divisi tra i quattordici mestieri
+inferiori, ed i sette superiori. I
+primi, ossiano le <i>arti minori</i> avevano
+avuto per parte loro il quarto degli onori
+pubblici, e le <i>arti maggiori</i> i tre quarti;
+ma questa divisione, che sembra ineguale,
+era favorevole ai mestieri inferiori. Più
+non restava che un piccolo numero di
+antichi cittadini immatricolati nelle arti
+inferiori; e se fossero stati posti allo stesso
+livello che gli altri, non avrebbero ottenuto
+quel quarto degl'impieghi che veniva
+loro accordato<a class="tag" id="tag411" href="#note411">[411]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sebbene la popolazione dello stato fiorentino
+non fosse lontana dal milione, non
+vedevansi giammai sedere nel grande consiglio
+più di due mila cinquecento cittadini;
+la quale assemblea propriamente
+<span class="pagenum"><a id="Page_433"></a>[433]</span>
+non rappresentava il rimanente della nazione,
+ma era sovrana di proprio diritto,
+piuttosto che a nome del popolo: ad ogni
+modo bastava che la suprema autorità
+venisse esercitata da un corpo così numeroso,
+per interessare l'intera nazione
+alle sue deliberazioni, e per dare ai Fiorentini
+i vantaggi di un governo popolare.
+</p>
+
+<p>
+Ma tutti i membri del gran consiglio
+non avevano egualmente cara questa popolarità.
+Vi si distinguevano due fazioni.
+Capo della prima, ossia di quella de' magnati,
+era il gonfaloniere Niccolò Capponi.
+Questi uomini renduti orgogliosi dalle
+immense loro ricchezze, dal fasto onde
+si vedevano circondati ne' loro palazzi,
+dalle eminenti cariche ottenute nella chiesa,
+dai cappelli cardinalizj, vescovadi, e
+governi di province ond'erano decorati
+i loro figli o fratelli, sdegnavano di riconoscere
+altri uomini loro eguali nella massa
+dei cittadini fiorentini, e si studiavano di
+ravvicinare la repubblica alla costituzione
+oligarchica di Venezia, in allora oggetto
+dell'universale ammirazione. Alla testa
+della fazione popolare opposta a questa
+stava Baldassare Carducci, dottore di legge,
+che aveva grandissima riputazione,
+e che, esiliato già da' Medici, aveva
+<span class="pagenum"><a id="Page_434"></a>[434]</span>
+alcun tempo risieduto in Padova, ov'era
+stato arrestato per ordine di Clemente
+VII. Malgrado la sua assai avanzata età
+il Carducci si rendeva ancora oggetto
+della pubblica attenzione, non meno
+per l'impetuosità del suo carattere, e pel
+suo odio verso il Capponi e verso tutti i
+grandi, che per i suoi talenti<a class="tag" id="tag412" href="#note412">[412]</a>. Fu un
+trionfo pel partito aristocratico lo avergli
+fatto dare l'ambasceria di Francia, che
+lo allontanava dalla sua fazione. Egli morì
+durante la sua legazione, in tempo dell'assedio
+di Firenze<a class="tag" id="tag413" href="#note413">[413]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Primeggiava nello stesso partito Dante
+di Castiglione, il quale assai più nemico
+de' Medici che dell'aristocrazia, sforzavasi
+di aprire tra di loro e la sua patria
+una così larga breccia, che in verun
+tempo non si potesse più chiudere. Un
+giorno con un branco d'uomini mascherati,
+ma ch'erano stati conosciuti sotto
+la loro maschera, egli entrò a forza nella
+Nunziata, una delle più ricche chiese di
+Firenze, e vi rovesciò co' suoi compagni
+le statue di Lorenzo, di Giuliano, di
+Leon X e di Clemente VII. Questi forsennati,
+<span class="pagenum"><a id="Page_435"></a>[435]</span>
+dopo averle spezzate con disprezzo,
+passarono a distruggere gli stemmi dei
+Medici nelle chiese di san Lorenzo, di
+san Marco e di san Gallo, edifizj eretti
+o ristaurati da quella famiglia; essi risguardavano
+questi emblemi come monumenti
+di una servitù che volevano far
+dimenticare; disprezzavano la politica di
+Niccolò Capponi, che temeva di offendere
+troppo Clemente VII; e sebbene
+fossero stati conosciuti, il governo non
+ardì di punire questa violazione dell'ordine
+pubblico<a class="tag" id="tag414" href="#note414">[414]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Niccolò Capponi era sinceramente attaccato
+alla libertà; ma la dolcezza del
+suo carattere unita a qualche debolezza,
+lo portavano ad avere de' riguardi per il
+papa, e per gli uomini ch'erano stati potenti
+sotto il governo mediceo, quali erano
+Francesco Guicciardini, Francesco Vettori
+e Matteo Strozzi: egli avrebbe voluto
+che la repubblica, scuotendo il loro
+giogo, non lasciasse di rispettarli, onde
+non provocare il loro risentimento; e
+così aveva ingrossato il suo partito con
+tutti coloro che mantenevansi segretamente
+attaccati ai Medici, o che temevano
+le vendette del popolo. Contava
+<span class="pagenum"><a id="Page_436"></a>[436]</span>
+pure tra i suoi aderenti un'altra classe
+di uomini, che non avevano veruna relazione
+co' precedenti: erano costoro gli
+antichi <i>piagnoni</i>, ossia i settatori di Girolamo
+Savonarola. Lo stesso Capponi
+era stato discepolo di quel frate, e non
+aveva interrotte l'esagerate sue pratiche
+di divozione nemmeno sotto il precedente
+governo poco favorevole ai bigotti.
+I partigiani de' Medici, che dicevansi
+<i>Palleschi</i> o <i>bigi</i>, avevano lungo
+tempo conservata la più marcata avversione
+verso i fautori del Savonarola,
+da loro detti piagnoni ed ipocriti; ma
+un interesse comune li riunì sotto le insegne
+del Capponi, e bentosto sentirono
+la segreta alleanza che suole unire gli
+uni agli altri i partigiani del dispotismo
+dell'aristocrazia e della superstizione.
+</p>
+
+<p>
+Le calamità che travagliarono Firenze il
+primo anno del governo del Capponi, contribuirono
+ad accrescere il di lui credito,
+ed a sviluppare in lui l'entusiasmo religioso.
+La peste era stata portata da Roma
+a Firenze nel 1522 da un uomo del basso
+popolo che si era sottratto alle guardie
+sanitarie. Sebbene in allora il contagio
+non si estendesse oltre alcune strade,
+che vennero cautamente separate dal rimanente
+della città, lo spavento fu in
+<span class="pagenum"><a id="Page_437"></a>[437]</span>
+tutti gli abitanti estremo, e la maggior
+parte de' ricchi cittadini si rifugiarono
+nelle loro ville o in lontani paesi. La peste,
+cessata nel caldo della state, ricomparve
+nel susseguente anno dopo alcune prediche
+che avevano riunito una grandissima
+quantità di popolo. All'ultimo ricomparve
+nel 1527 con maggiore violenza
+di prima, dopo una processione ordinata
+per rendere grazie a Dio della ricuperata
+libertà. In così lungo intervallo il
+contagio non si era mai spento del tutto,
+e ne' sei anni che si protrassero i
+suoi guasti, si calcolò che rapisse sessanta
+mila uomini a Firenze, e press'a poco
+altrettanti nel territorio<a class="tag" id="tag415" href="#note415">[415]</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'emigrazione ch'era stata nel primo
+anno grandissima, non si era rinnovata
+ne' susseguenti, perchè gli uni si erano
+accostumati al pericolo, gli altri non si
+trovavano abbastanza ricchi per sostenere
+così grave dispendio. Ma nel 1527, quando
+si vide in sul cominciare di luglio morire
+in Firenze circa dugento persone
+<span class="pagenum"><a id="Page_438"></a>[438]</span>
+al giorno, poi tre in quattrocento al
+giorno in agosto, e più di cinquecento
+in tre successivi giorni, lo spavento costrinse
+tutte le persone doviziose a fuggire
+nuovamente<a class="tag" id="tag416" href="#note416">[416]</a>. Allora si rendettero
+impossibili le adunanze de' consiglj o dei
+collegj della signoria, e tutte le risoluzioni
+rimasero ineseguite per non essere
+sanzionate da sufficiente numero di suffragj.
+Per uscire da questo stato di anarchia
+la signoria fece intimare un ordine
+di recarsi al loro luogo nel gran consiglio
+a tutti i membri del consiglio degli
+Ottanta, ed a tutti i cittadini esercenti
+una qualunque magistratura. Voleva essere
+autorizzata a poter trascurare in
+tempo della peste le ordinarie forme della
+legislazione: ma quest'adunanza non si
+formò che di novanta cittadini, i quali,
+dispersi nell'immensa sala del consiglio,
+tenevansi possibilmente il più lontano
+che potevano gli uni dagli altri per timore
+di ogni comunicazione. Varj amici
+e parenti, che dal principio della malattia
+fino al presente più non si erano trovati
+assieme, si rivedevano per la prima volta
+in questa sala, e apprendevano gli uni dagli
+altri la morte delle più care persone;
+<span class="pagenum"><a id="Page_439"></a>[439]</span>
+perciò si udivano qua e là sospiri e gemiti
+muovere da quelle quasi deserte panche.
+L'autorità domandata dal gonfaloniere
+gli fu in tale circostanza di buon
+grado accordata da quest'assemblea, ed
+in appresso la signoria, finchè durò la
+peste, amministrò la repubblica senza consultare
+i consiglj. La vigilia della festa
+dell'Assunta la malattia parve sensibilmente
+diminuita, ed era quasi affatto
+cessata il dì d'ogni Santi<a class="tag" id="tag417" href="#note417">[417]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Non era gran tempo che la peste più
+non infieriva, quando in una delle prime
+sedute del gran consiglio, il 9 febbrajo
+del 1528, Niccolò Capponi si animò in
+parlando de' gastighi di Dio e della sua
+compassione; tenne arringando quasi i
+termini medesimi adoperati già dal padre
+Savonarola in pulpito, e terminò la sua
+allocuzione gettandosi in ginocchioni ed
+implorando ad alta voce la divina misericordia.
+Il consiglio, strascinato dal
+suo esempio, replicò, stando pure in ginocchio,
+il grido di misericordia e decretò
+in appresso, dietro proposizione
+fatta dal Capponi, che Cristo sarebbe
+dichiarato perpetuo re di Firenze, e fece
+<span class="pagenum"><a id="Page_440"></a>[440]</span>
+collocare alla porta principale del palazzo
+pubblico un'iscrizione che attestava questa
+nomina. Ma que' medesimi che non
+si erano opposti al Capponi nelle sue
+estasi religiose, per timore di cadere in
+sospetto d'empietà, lo motteggiavano in
+appresso per la città come imbecille, o
+lo accusavano d'ipocrisia<a class="tag" id="tag418" href="#note418">[418]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Malgrado l'alienamento che avevano
+pel Capponi tutti gli amici più ardenti
+della libertà, il 10 giugno del 1528, egli fu
+confermato per esercitare la seconda volta
+l'ufficio di gonfaloniere, e tale elezione
+riuscì universalmente gradita al popolo,
+che trovava nel capo dello stato moderazione,
+disinteresse ed amore del ben
+pubblico<a class="tag" id="tag419" href="#note419">[419]</a>. Durante la sua amministrazione
+egli aveva cercato di riformare i
+tre più importanti rami del governo, la
+giustizia, la finanza e la guerra; ed aveva
+se non altro ottenuto di rendere più
+tollerabili diverse istituzioni assai viziose.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_441"></a>[441]</span>
+</p>
+
+<p>
+Erasi fin allora sperimentato che i
+delitti politici non erano mai in Firenze
+giudicati imparzialmente; e sebbene alternativamente
+portati al tribunale del
+podestà, della signoria, degli otto di
+balìa e del gran consiglio, le sentenze
+erano sempre state il trionfo di un partito
+sull'altro. In giugno si pubblicò una
+legge che accordava l'interposizione dell'appello
+di tutti i delitti politici e militari
+ad un nuovo tribunale detto la <i>quaranzia</i>.
+Fu composto detto tribunale di quaranta
+membri estratti a sorte per ogni caso particolare
+nel consiglio degli ottanta; e vi
+si trovò il vantaggio d'avere giudici originariamente
+nominati dal popolo, e preventivamente
+non conosciuti dai delinquenti.
+Nello stesso tempo la legge che
+stabiliva la quaranzia, assicurava la pronta
+decisione delle cause portate alla sua decisione<a class="tag" id="tag420" href="#note420">[420]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La maniera di distribuire le imposte
+era stata d'ogni tempo quasi affatto arbitraria,
+ed era forse impossibile l'evitare
+tale inconveniente in una repubblica
+mercantile, dove il maggior peso doveva
+<span class="pagenum"><a id="Page_442"></a>[442]</span>
+gravitare sul fruttato del commercio, e
+dove ogni dichiarazione del proprio stato
+di fortuna; intaccando il credito de' mercanti,
+non poteva non riuscire odiosa.
+L'imposta territoriale appoggiavasi ad un
+catastro fatto con grandissima diligenza.
+Le imposte indirette sono di loro natura
+apparentemente volontarie, e non alterano
+punto la libertà; ma l'imposta diretta
+sulle ricchezze mobiliari o sopra gli sconosciuti
+profitti del commercio era la
+più difficile a regolarsi, ed era riservata
+soltanto per gli urgenti bisogni e per le
+straordinarie sovvenzioni. Il gran consiglio,
+dopo avere ordinata la somma da
+levarsi in questo modo, sceglieva venti
+cittadini, cui dava il carico di ripartire
+la fissata somma fra tutti i contribuenti.
+Richiedeva, sotto severe pene, che l'operazione
+loro si terminasse entro un determinato
+numero di giorni, e stabiliva
+un <i>minimum</i> ed un <i>maximum</i> per ogni
+quota di contribuzione. Questi commissarj
+facevano tutti i loro lavori separatamente,
+ed in appresso rimettevano ai
+monaci di qualche convento, designato
+con pubblico decreto, il proprio ruolo
+de' contribuenti colla somma che gli era
+arbitrariamente imposta. I monaci, per
+determinare la contribuzione di un cittadino,
+<span class="pagenum"><a id="Page_443"></a>[443]</span>
+riunivano le venti proposizioni dei
+commissarj a suo riguardo, levavano preventivamente
+le sei più alte e le sei più
+basse, siccome quelle che potevano essere
+state dettate da odio o da favore,
+indi addizionavano le otto medie, e dividevano
+la somma per otto. Questi monaci
+erano obbligati con giuramento al segreto
+per tutto questo lavoro; e dopo averlo ultimato
+ne bruciavano tutti i materiali<a class="tag" id="tag421" href="#note421">[421]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Per ultimo la terza riformagione, procurata
+da questo governo alle leggi di
+Firenze, tendeva a dare alla repubblica
+abitudini più militari; e questa era, meno
+che le altre, opera del gonfaloniere. Nicolò
+Capponi, sia pel suo carattere pacifico
+e per l'età sua, o sia per economia,
+erasi opposto all'accrescimento delle
+fortificazioni di Firenze, ed aveva tentato
+d'impedire che si adottasse il dispendioso
+progetto seguito da Clemente VII
+quand'era tuttavia cardinale. Soleva frequentemente
+ripetere che una piccola armata
+non sarebbe capace di prendere
+Firenze, e che una grande non potrebbe
+tanto tempo mantenersi nella campagna
+fiorentina per intraprendere l'assedio della
+<span class="pagenum"><a id="Page_444"></a>[444]</span>
+capitale<a class="tag" id="tag422" href="#note422">[422]</a>. Ma non potè interamente resistere
+all'ardore marziale, che aveva
+allora invasa la nazione. Un corpo di
+trecento giovani, appartenenti alle principali
+famiglie, si era volontariamente
+formato per guardia del palazzo; era composto
+de' più caldi partigiani della libertà,
+cui il Capponi si rendette in breve sospetto
+a cagione de' suoi riguardi verso
+i Medici. Il gonfaloniere, ch'erasi lungamente
+opposto all'armamento del popolo
+fiorentino, finì col farne egli medesimo
+la proposizione, onde procurarsi
+un appoggio contro la guardia del palazzo.
+Tale proposizione fu riconosciuta
+come legge il 6 novembre del 1528<a class="tag" id="tag423" href="#note423">[423]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La guardia urbana doveva essere formata
+di quattro mila cittadini dell'età
+de' diciotto ai quarantacinque anni, tutti
+di famiglie che avessero diritto di sedere
+nel gran consiglio. Dividevasi questa guardia
+in sedici compagnie sotto gli ordini
+dei sedici gonfalonieri che formavano il
+collegio della signoria. Ella prestò giuramento
+di fedeltà alla repubblica in mezzo
+<span class="pagenum"><a id="Page_445"></a>[445]</span>
+ad un popolo orgoglioso di ricevere nuovamente
+le armi, e riconobbe per suo
+capo Stefano Colonna di Palestrina, che
+fu incaricato di ordinarla. La ricchezza
+de' suoi abiti e de' suoi equipaggi le inspirava
+una confidenza in sè medesima
+affatto nuova pei Fiorentini. Finalmente
+dopo la sua creazione il consiglio decise,
+contro il parere del gonfaloniere, di terminare
+le fortificazioni di Firenze; ma
+per impiegare minor numero di gente
+nel custodirle, se ne ristrinse il circuito.
+Michel Angelo Buonarotti non isdegnò
+di farne il piano, dopo avere consultati
+varj sperimentati militari; ed il
+più grande artista consacrò i suoi talenti
+alla prima delle arti, quella della
+difesa della patria<a class="tag" id="tag424" href="#note424">[424]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma mentre che la repubblica apparecchiavasi
+con tanto ardore a difendere la
+sua libertà, per una singolare circostanza
+si trovava implicata in una stessa lega
+con quel principe medesimo, ch'ella
+doveva più d'ogni altro temere. Lo scopo
+principale della sua alleanza con Francesco
+I, Enrico VIII e la repubblica di
+Venezia, era di costringere Carlo V a
+riporre in libertà Clemente VII; e non
+<span class="pagenum"><a id="Page_446"></a>[446]</span>
+pertanto Clemente VII era colui che la
+repubblica Fiorentina doveva più d'ogni
+altro temere. Fin dal principio della rivoluzione,
+nel 1527, i Fiorentini avrebbero
+potuto essere tentati di attaccarsi all'alleanza
+dell'imperatore, che in allora teneva
+prigioniere il papa loro nemico, e
+che tanto accanimento mostrava contro la
+casa de' Medici; ma essi conservavano per
+la nazione francese la più tenera affezione:
+avevano potuto fare confronto di questa nazione
+coi Tedeschi, cogli Spagnuoli, cogli
+Svizzeri, che tanto tempo avevano guerreggiato
+in Italia, e l'avevano costantemente
+trovata umana, leale e generosa. Invano
+i loro politici, Macchiavelli, Guicciardini,
+Vettori e Capponi, loro avevano rappresentato
+che non dovevano confondere
+la nazione col capo; che quanto
+questa era, generalmente parlando, valorosa
+e fedele, altrettanto il suo governo
+si faceva giuoco senza scrupolo della data
+fede, come l'avevano essi medesimi sperimentato
+nella guerra di Pisa, in quella
+della lega di Cambrai, e nelle negoziazioni
+colla Spagna. Le maniere ed i cavallereschi
+discorsi di Francesco I rendevano
+inutili tutti questi avvertimenti.
+I Fiorentini avevano in lui tutta riposta
+<span class="pagenum"><a id="Page_447"></a>[447]</span>
+la loro fiducia<a class="tag" id="tag425" href="#note425">[425]</a>; eransi essi spogliati
+del necessario per pagargli sussidj, e per
+portare a numero la di lui armata a
+Napoli, mentre ch'essi medesimi si trovavano
+oppressi dalla peste e dalla fame.
+Le loro bande nere, che gli avevano
+mandate, erano state lungo tempo il nervo
+delle di lui armate, ed erano state totalmente
+disperse trovandosi al di lui servigio.
+Quando seppero il disastro di Lautrec
+sotto Napoli, ed in appresso la rivoluzione
+di Genova, estremi erano stati il
+loro dolore e lo spavento loro. Pure risguardavano
+come cosa impossibile che un
+eroe, pel quale si erano sagrificati, gli abbandonasse:
+ma l'avvenimento fece vedere
+che Macchiavelli, Capponi ed Alamanni
+avevano conosciuto il re assai meglio che
+non avevano saputo conoscerlo i loro
+concittadini.
+</p>
+
+<p>
+Luigi Alamanni era amico di Andrea
+Doria; aveva veduto con piacere stabilirsi
+in Genova un governo libero; ed egli medesimo,
+proscritto per avere congiurato contro
+Clemente VII, allora cardinale dei
+Medici, non doveva cadere in sospetto
+di parzialità per questo pontefice. Dall'altro
+<span class="pagenum"><a id="Page_448"></a>[448]</span>
+canto Andrea Doria vivamente
+desiderava la libertà fiorentina; egli profondamente
+paventava per la sua patria
+la gelosia degli stati dispotici, e
+calcolava tutti i pericoli che correva Genova
+se sopravviveva quasi sola alle distrutte
+repubbliche dell'Italia. Fece perciò
+sentire all'Alamanni quanto poco poteva
+sperarsi che i Francesi rimanessero vittoriosi,
+quanto rischio correvano in particolare
+i Fiorentini d'essere da Francesco
+I abbandonati nelle prime trattative
+di pace; l'avvisò confidenzialmente, che
+Clemente VII consentiva a riconciliarsi
+coll'imperatore, se in compenso gli venivano
+ceduti i Fiorentini, mentre che
+Carlo V per dare il suo assenso altro
+non aspettava che di vedere se i Fiorentini
+gli farebbero qualche offerta. Luigi Alamanni
+dietro queste prime aperture venne
+spedito dalla signoria a Barcellona. Tornò
+in breve per annunciare al governo, che, se
+voleva prevenire la conclusione del trattato
+del papa, non aveva un solo istante da
+perdere; che ad ogni modo Andrea Doria,
+valendosi del favore che godeva altissimo
+presso l'imperatore, prometteva ancora
+di far guarentire la libertà e la sicurezza
+della repubblica, purchè si affrettasse di
+trattare. In tale occasione si tennero molte
+<span class="pagenum"><a id="Page_449"></a>[449]</span>
+deliberazioni e consulte segrete, tanto fra
+i membri componenti il governo, come
+cogli uomini di stato che non erano attualmente
+in carica; all'ultimo il gonfaloniere
+assoggettò cotale deliberazione alla signoria,
+ai dieci della guerra, ed a quelli
+che dicevansi la <i>pratica segreta</i>, persone
+da lui medesimo scelte per tenergli luogo
+di consiglieri. Anton Francesco Albizzi
+espose in una scrittura i vantaggi della
+riconciliazione coll'imperatore, la di cui
+lettura fu ascoltata di controgenio. Tommaso
+Soderini, rispondendogli, risvegliò
+l'antico amore de' Fiorentini verso la
+Francia, e tutti a sè trasse i suffragj;
+di modo che le trattative si ruppero,
+e lo stesso Alamanni credette essere prudente
+cosa l'allontanarsi<a class="tag" id="tag426" href="#note426">[426]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dopo la rottura del trattato di Madrid
+Francesco nulla aveva avuto più a cuore
+che di rinnovare le negoziazioni, onde
+liberare i suoi figliuoli. Si era alcun tempo
+lusingato di riuscirvi colle vittorie di
+Lautrec; ma bentosto aveva privato questo
+generale de' fondi che gli aveva promessi,
+e ruinata in tal modo la sua armata.
+La sua negligenza, i suoi dissipamenti,
+erano stati la prima cagione del
+<span class="pagenum"><a id="Page_450"></a>[450]</span>
+disastro de' Francesi sotto Napoli; e questo
+disastro terminò di scoraggiarlo interamente,
+e lo dispose ad accettare tutte
+le condizioni che potrebbero condurre ad
+una pace di cui sentiva così vivamente
+il bisogno.
+</p>
+
+<p>
+Omai altre armate non restavano al
+re in Italia, che quella di Francesco di
+Borbone, conte di San-Paolo, la quale
+era più debole assai di quello che si
+diceva, e composta di più cattive truppe
+che le precedenti: inoltre il re le mandava
+meno danaro di quello che aveva
+promesso, e perchè il Borbone era prodigo
+e negligente, s'appropriava parte
+di questo danaro, lasciando che i suoi
+subalterni rubassero il rimanente. Si
+disgustò col duca d'Urbino, che dal
+canto suo rifiutavasi ad ogni fatto alcun
+poco pericoloso. Egli non seppe nè soccorrere
+Genova, nè assediare Milano, sebbene
+Antonio di Leyva più non avesse
+che un pugno di soldati. Gli andò a
+male un attentato poco onorevole per
+sorprendere Andrea Doria nella sua casa
+di campagna<a class="tag" id="tag427" href="#note427">[427]</a>; e non seppe impedire
+<span class="pagenum"><a id="Page_451"></a>[451]</span>
+a due mila Spagnuoli, di quelli cui l'estrema
+nudità aveva fatto dare il nome
+di <i>Bisogni</i>, di passare a Milano, sebbene
+avessero preso terra a Genova,
+senza abiti, senza scarpe, senz'armi,
+senza paga e senza vittovaglie; tutte le
+sue intraprese si ristrinsero alla presa
+de' tre castelli di Serravalle, sant'Angelo
+e Mortara<a class="tag" id="tag428" href="#note428">[428]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La campagna del 1529 era di già cominciata,
+ed i Milanesi si erano trovati
+doppiamente oppressi, perchè i due mila
+<i>Bisogni</i> erano giunti a Milano in aprile, ed
+era stato forza di provvederli d'ogni cosa.
+Frequentemente costoro fermavano di bel
+mezzogiorno i cittadini nelle strade per
+farsi dare le loro vesti, scarpe, cappelli ec.;
+e quando facevasi di ciò lagnanza ad Antonio
+di Leyva, non si avevano da lui per
+tutta risposta che motteggi<a class="tag" id="tag429" href="#note429">[429]</a>. In questo
+tempo il San-Paolo aveva unita la sua
+armata a quella del duca d'Urbino ed
+a quella di Francesco Sforza; ma tutti
+tre insieme si erano trovati più deboli
+assai che non lo avevano annunziato i
+loro generali; tutti i reggimenti erano
+incompleti, non contando che la metà
+<span class="pagenum"><a id="Page_452"></a>[452]</span>
+degli uomini che avrebbero dovuto avere.
+Dopo essersi alcun tempo trattenuti in
+vicinanza di Milano per privare di vittovaglie
+quella vasta città, i tre capi
+sentirono la necessità di separarsi; e partirono
+da Marignano, i Veneziani per
+Cassano, il duca di Milano per Pavia,
+ed il conte di San-Paolo per Landriano<a class="tag" id="tag430" href="#note430">[430]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il conte di San-Paolo era giunto il sabbato
+sera, 19 giugno, a Landriano, grossa
+borgata lontana dodici miglia da Milano,
+e poco meno da Pavia. Questa viene
+attraversata da un ramo del fiume Olona,
+che d'ordinario porta pochissima acqua,
+ma che in quell'istante era così gonfio a
+cagione di una dirotta pioggia, che si trovò
+impossibile di farlo guadare all'artiglieria.
+Il San-Paolo vi si trattenne tutta la domenica,
+ed Antonio di Leyva, avutone avviso
+a Milano, risolse di sorprenderlo.
+Il lunedì mattina, 21 giugno, quando
+il generale francese aveva già fatta partire
+la sua vanguardia sotto gli ordini di
+Guido Rangoni, e faceva passare il fiume
+all'artiglieria con circa mille cinquecento
+landsknecht ed un piccolo corpo d'artiglieria,
+<span class="pagenum"><a id="Page_453"></a>[453]</span>
+che gli erano rimasti, venne all'improvviso
+attaccato da Antonio di
+Leyva, il quale, trovandosi gravemente
+preso dalla gotta, era costretto di farsi
+portare sopra una seggiola da quattro
+uomini alla battaglia. Gli uomini d'armi
+francesi fecero una valorosa resistenza;
+ma i Landsknecht si difesero
+assai debolmente, sicchè all'ultimo il
+San-Paolo fu fatto prigioniere con Giovan
+Girolamo Castiglione, Claudio Rangoni,
+Lignacco, Carbone, ed altri ragguardevoli
+personaggi. Dopo quest'ultima disfatta,
+l'armata francese si disperse, e quasi
+tutti i soldati tornarono in Francia<a class="tag" id="tag431" href="#note431">[431]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Intanto a Cambrai si andava trattando
+la pace. Fino dal mese di maggio Carlo
+V e Francesco I avevano convenuto
+di mandare in quella città, il primo sua
+zia, l'altro sua madre. La prima, Margarita
+d'Austria, già duchessa di Savoja,
+sorella del padre dell'imperatore, era
+governatrice de' Paesi bassi; la seconda,
+<span class="pagenum"><a id="Page_454"></a>[454]</span>
+Luigia di Savoja, duchessa di Angouleme,
+madre di Francesco I, aveva in
+ogni tempo esercitata grandissima influenza
+sul suo figlio, che le aveva dato il
+titolo di reggente. Queste due signore,
+pienamente informate de' segreti della
+loro corte, che avevano l'intera confidenza
+de' sovrani che rappresentavano,
+ch'erano unite in istretto nodo di parentela,
+che avevano molto spirito, abilità
+ed attitudine al maneggio degli affari,
+furono concordemente di avviso d'escludere
+dalla loro negoziazione tutte le formalità
+che tanto ritardo sogliono portare
+agli affari diplomatici. Recaronsi il 7
+di luglio a Cambrai; alloggiaronsi in due
+vicine case, tra le quali fecero praticare
+una riservata comunicazione: conferirono
+ogni giorno senza testimonj, adoperandosi
+per la pace de' due imperj con una
+costante attività e con un impenetrabile
+segreto<a class="tag" id="tag432" href="#note432">[432]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ad ogni modo era di somma importanza
+per Francesco I di presentarsi sempre
+a Carlo V come capo di una potente
+<span class="pagenum"><a id="Page_455"></a>[455]</span>
+lega, ponendo sulla bilancia tutto
+il peso de' suoi alleati d'Italia; perciò non
+lasciò mai, finchè durarono le negoziazioni,
+di dare ai suoi alleati le più costanti assicurazioni
+di difendere gl'interessi loro
+collo stesso zelo de' proprj. Promise replicatamente,
+ed ancora con giuramento,
+a Baldassare Carducci, ambasciatore di
+Firenze, ed a molti di lui concittadini, che
+mai non abbandonerebbe la repubblica,
+nè passerebbe a verun trattato senza comprendervela<a class="tag" id="tag433" href="#note433">[433]</a>.
+A ciò aggiunse positive
+proteste di essere apparecchiato a rinnovare
+la guerra, e ad entrare personalmente
+in Italia, ove ciò riuscisse necessario
+ai suoi alleati; prometteva pure di
+condurre con sè due mila quattrocento
+lance, mille cavaleggieri e ventimila fanti,
+e sollecitava i suoi alleati, i Veneziani,
+i Fiorentini, ed i duchi di Milano e di
+Ferrara, a promettergli dal canto loro
+mille cavaleggieri e venti mila fanti. Egli
+continuava queste negoziazioni con tanto
+maggior zelo, quanto meno pensava a dare
+esecuzione alle sue promesse; e cercava in
+ogni modo di accrescere la confidenza dei
+<span class="pagenum"><a id="Page_456"></a>[456]</span>
+suoi alleati nella costanza e lealtà del suo
+carattere<a class="tag" id="tag434" href="#note434">[434]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma mentre il re tentava con tali pratiche
+d'ingannare i suoi alleati, Clemente
+VII con una politica non diversa
+cercava d'ingannare lo stesso re. Voleva
+il papa vendere a caro prezzo la sua
+alleanza all'imperatore, facendosi a lui
+vedere sostenuto da tutta la potenza della
+santa lega, e mentre dava agli stati, che
+avevano prese le armi per la sua liberazione,
+manifeste prove della sua riconoscente
+fedeltà, mercanteggiava con Carlo
+V la misura del prezzo pel quale gli
+avrebbe abbandonati<a class="tag" id="tag435" href="#note435">[435]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nella santa lega Clemente VII trovavasi
+associato a stati che non odiava meno
+di Carlo V, o a dir meglio, l'opinione
+della quasi irresistibile potenza di questo
+sovrano aveva pressocchè interamente fatto
+tacere il suo rancore, mentre non sapeva
+perdonare a più deboli stati altre più
+leggieri offese. Nel tempo della sua prigionia
+avevano i Veneziani occupate Ravenna
+e Cervia, sotto colore di custodirle
+<span class="pagenum"><a id="Page_457"></a>[457]</span>
+per la santa sede; ma in seguito
+avevano rifiutato di restituirle, e per
+quante istanze loro ne facesse il papa
+direttamente, e per mezzo del re di
+Francia, unendovi anche le minacce,
+le due città continuarono ad avere guarnigione
+veneziana<a class="tag" id="tag436" href="#note436">[436]</a>. Il duca di Ferrara
+aveva a mano armata riprese le sue
+terre di Reggio, Modena e Rubbiera,
+sulle quali la santa sede non aveva altro
+diritto che quello che poteva darle la
+violenta occupazione fattane da Giulio II,
+poi da Leone X. Pure Clemente VII
+risguardava come un'usurpazione la riconquista
+fattane dalla casa d'Este; rivolgevasi
+alternativamente a tutti i sovrani,
+perchè le facessero restituire alla santa
+sede, e si maravigliava che il duca Alfonso
+fosse da loro protetto dopo avere
+ricuperati i proprj stati<a class="tag" id="tag437" href="#note437">[437]</a>. Ma i più
+odiati dal papa erano per altro i Fiorentini.
+Egli non poteva perdonar loro il
+ristabilimento della loro libertà, nè lo
+<span class="pagenum"><a id="Page_458"></a>[458]</span>
+scacciamento della sua famiglia, nè il rovesciamento
+delle sue statue, nè la persecuzione
+de' suoi partigiani; domandava
+che gli fosse restituita sua nipote Cattarina
+de' Medici, figliuola di Lorenzo duca
+d'Urbino; e malgrado l'interposizione
+della Francia, non aveva ancora potuto
+riaverla<a class="tag" id="tag438" href="#note438">[438]</a>. Perciò, dopo avere ricuperata
+la libertà. Clemente VII non aveva
+voluto con verun atto pubblico violare
+la neutralità, sebbene dichiarasse ai Francesi
+che il solo motivo che lo ritraeva
+dall'entrare apertamente nella lega, era
+lo stato di miseria e di debolezza cui
+trovavasi ridotto<a class="tag" id="tag439" href="#note439">[439]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Dal canto suo Carlo V, sebbene prendesse
+co' suoi nemici il contegno di conquistatore,
+segretamente desiderava di
+mettere fine ad una guerra che ruinava
+le sue finanze, e che, riducendo i suoi
+popoli alla disperazione, poteva alla fine
+ridondare in suo danno e grave pericolo.
+Altronde era sommamente agitato
+dai progressi della riforma in Germania,
+e da quelli de' Turchi in Ungheria.
+Egli non poteva lusingarsi che la costante
+<span class="pagenum"><a id="Page_459"></a>[459]</span>
+sua prosperità si mantenesse ancora;
+perciocchè, sebbene le sue truppe mancanti
+di danaro, di armi e di munizioni,
+e spesso mal disciplinate, avessero trionfato
+di numerose popolazioni, ricche ed
+agguerrite, in una nuova guerra potevano
+pure restar perdenti. Perciò Carlo
+desiderava di staccare dalla lega alcuni
+de' membri che la componevano, persuadendosi
+che, quando la lega fosse una
+volta rotta, gli altri individui temerebbero
+per se medesimi, e si disporrebbero
+ad abbandonare i loro alleati. Ma più
+che tutt'altro egli desiderava l'alleanza del
+papa; voleva cancellare lo scandalo della
+di lui prigionia; e dopo avergli fatto sentire
+tuttociò che poteva temere, credeva
+giunto il propizio istante di affezionarselo
+coi beneficj.
+</p>
+
+<p>
+Per giugnere al suo intento Carlo V
+accordò a Clemente VII vinto, spogliato
+e di fresco uscito di carcere, tali
+condizioni che appena Clemente avrebbe
+potuto pretendere se fosse stato costantemente
+vittorioso. La negoziazione
+cominciatasi in Roma dall'ambasciatore
+imperiale Mussetola si terminò in Ispagna
+dal nunzio del papa, Niccola di Schomberg,
+arcivescovo di Capoa; ed il trattato
+di pace e di alleanza tra l'imperatore
+<span class="pagenum"><a id="Page_460"></a>[460]</span>
+ed il papa fu sottoscritto a Barcellona
+il 20 di giugno del 1529<a class="tag" id="tag440" href="#note440">[440]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Col trattato di Barcellona Clemente
+VII prometteva a Carlo V la corona
+imperiale, che questi disponevasi a venire
+a prendere in Italia; gli accordava
+l'investitura del regno di Napoli pel solo
+tributo d'una cavalla bianca, e la licenza
+di levare contribuzioni sul clero
+de' suoi stati. Più variati assai erano gli
+obblighi di Carlo V; dessi risguardavano
+la santa sede, la casa de' Medici, ed il ducato
+di Milano. L'imperatore prometteva
+al papa di fargli restituire Ravenna e Cervia
+dai Veneziani, e Modena, Reggio e
+Rubbiera dal duca di Ferrara. La casa
+de' Medici più non era rappresentata che
+dal bastardo Alessandro, perciocchè il
+papa, sorpreso da grave malattia in principio
+del 1529, per non lasciare i suoi
+nipoti senza appoggio nel mondo, aveva
+il 10 di gennajo dato il cappello di cardinale
+ad Ippolito da lui sempre prediletto,
+e cui aveva avuto già prima intenzione
+di unire in matrimonio all'erede di
+<span class="pagenum"><a id="Page_461"></a>[461]</span>
+Vespasiano Colonna, sua pupilla<a class="tag" id="tag441" href="#note441">[441]</a>; Carlo
+V prometteva di rimettere Firenze in
+potere della casa de' Medici, e di maritare
+sua figliuola naturale Margarita con Alessandro,
+che il papa destinava al governo
+di quella repubblica; all'ultimo l'imperatore
+prometteva di rimettere alla decisione
+di un giudice non sospetto la sorte
+di Francesco Sforza e del ducato di Milano<a class="tag" id="tag442" href="#note442">[442]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La notizia del trattato di Barcellona
+portata a Cambrai, vi affrettò la conclusione
+del trattato delle Dame, che così
+fu chiamato quello che negoziavano Luigia
+di Savoja e Margarita d'Austria. Queste
+dal canto loro sottoscrissero il 5 agosto
+del 1629 la convenzione che doveva rendere
+la pace all'Europa. Ma per quanto
+fosse grande la diffidenza che aveva potuto
+eccitare la politica delle corti, l'Europa
+non era apparecchiata allo scandaloso
+<span class="pagenum"><a id="Page_462"></a>[462]</span>
+scioglimento di tutti gl'intrighi che
+per lo spazio di trent'otto anni avevano
+occupato il gabinetto di Francia. Col trattato
+di Cambrai Francesco I sagrificava
+tutti i suoi alleati, senza nemmeno raccomandarli
+alla clemenza dell'imperatore,
+cui li lasciava in balìa. Egli abbandonò
+coloro che avevano prese le armi in
+tempo della sua prigionia, che avevano
+fatto tremare gl'imperiali dopo la vittoria
+di Pavia, che lo avrebbero anche liberato
+se egli non avesse tanto affrettata la sua
+andata in Ispagna, che dopo tale epoca
+avevano costantemente per lui combattuto,
+sagrificandogli i loro tesori, i loro
+soldati, le loro province. Niente stipulò
+a favore di Firenze, la quale dietro i
+di lui eccitamenti aveva provocata la
+collera di Carlo V, e rifiutato più volte
+vantaggiose offerte di neutralità; niente
+per Venezia, che dal principio del di lui
+regno fino al presente erasi mantenuta
+fedele alleata della Francia, e verso la quale
+egli aveva recentemente assunti più formali
+impegni. Vero è che i Veneziani ed
+i Fiorentini trovavansi nominati nel trattato,
+ma soltanto per esserne esclusi con
+un'indegna soverchieria. Diceva uno degli
+articoli: «Inoltre il detto signore re cristianissimo
+procurerà che il comune di Firenze
+<span class="pagenum"><a id="Page_463"></a>[463]</span>
+si convenga coll'imperatore entro
+tre mesi da contarsi dalla data del presente
+trattato, e ciò fatto desso comune
+sarà compreso nel presente trattato, e non
+altrimenti.» Un altro articolo nominava i
+Veneziani per obbligarli ad evacuare tutte
+le piazze del regno di Napoli nel termine
+di sei settimane<a class="tag" id="tag443" href="#note443">[443]</a>. Ma le pretese intorno
+alle quali dovevano andare d'accordo,
+i sagrificj che dovevano fare, o i giudici
+delle loro liti non erano altrimenti indicati;
+onde questi alleati erano del tutto
+abbandonati all'arbitraria volontà dell'imperatore,
+ed erano, fin che questi non
+avesse loro accordata la pace, esclusi dal
+trattato.
+</p>
+
+<p>
+Parimenti il re di Francia nulla aveva
+convenuto pel duca di Milano, al quale
+aveva guarentiti gli stati col trattato dell'ultima
+alleanza; nulla pel duca di Ferrara,
+cui, come pegno d'indissolubile
+amicizia, aveva dato in matrimonio sua
+cognata, figliuola del suo predecessore;
+nulla per i baroni Romani, ed in particolare
+per gli Orsini, che, col loro attivissimo
+zelo e co' moltiplici loro servigj
+a favore della Francia, avevano posta
+<span class="pagenum"><a id="Page_464"></a>[464]</span>
+in compromesso la propria esistenza, nulla
+per i Fregosi a Genova, che fortunatamente
+trovarono maggiore riconoscenza
+presso la repubblica di Venezia, nulla
+pel partito d'Angiò in tutto il regno di
+Napoli, il quale, mosso dalla memoria d'un'antica
+fedeltà, aveva prese le armi a di
+lui favore, e trovavasi oramai respinto
+verso i patiboli; anzi Francesco si obbligò
+vergognosamente a non dare asilo
+ne' proprj stati a nessuno di coloro che
+avessero portate le armi contro Carlo V,
+privandosi in tal modo della possibilità
+di poter dare qualche soccorso a quelli,
+ch'egli aveva spinti alla loro ruina<a class="tag" id="tag444" href="#note444">[444]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quest'abbandono di tutti gli alleati
+della Francia era tanto più scandaloso
+in quanto che Carlo V nello stesso trattato
+dava un esempio tutt'affatto contrario.
+Egli non dimenticò gl'interessi
+di coloro che si erano per lui sagrificati.
+L'art. 35 ristabiliva in tutti i loro beni
+gli eredi del duca Carlo di Borbone,
+come se questi mai non avesse abbandonata
+<span class="pagenum"><a id="Page_465"></a>[465]</span>
+la Francia; i susseguenti articoli
+volevano il mantenimento o il ristabilimento
+de' diritti ed interessi del conte
+di Pont-de-Vaux, del principe d'Orange,
+della duchessa di Vandome, del conte
+di Gavre, del marchese d'Arschott, finalmente
+di tutti coloro che, pel loro zelo
+verso l'imperatore, avevano compromessi
+i loro diritti o le sostanze da loro possedute
+in Francia<a class="tag" id="tag445" href="#note445">[445]</a>. Vero è che Francesco
+non si curò di rispettare gl'impegni
+che assumeva, e tosto che riebbe i
+suoi figli, fece di nuovo sequestrare i
+beni di tutti i ribelli francesi<a class="tag" id="tag446" href="#note446">[446]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Col sagrificio de' suoi alleati, de' suoi
+impegni, del suo onore, Francesco I
+aveva ottenuto grandi modificazioni al
+trattato di Madrid: egli più non rendeva
+a Carlo V il ducato di Borgogna, il
+territorio d'Auxerre, il Maconnese, Bar
+sulla Senna, la viscontea d'Auxonne, e le
+dipendenze di San Lorenzo, siccome si
+era obbligato per ricuperare la sua libertà.
+Soltanto rinunciava a tutti i diritti
+di supremazia sopra le province della Fiandra,
+che restavano all'imperatore; come
+<span class="pagenum"><a id="Page_466"></a>[466]</span>
+pure ad ogni diritto sopra tutti gli stati
+d'Italia da' quali obbligavasi a ritirare
+le sue truppe prima che spirassero sei
+settimane. In iscambio gli venivano restituiti
+i suoi figliuoli a condizione di
+pagare due milioni di scudi, e di sposare
+Eleonora, sorella dell'imperatore,
+e regina vedova di Portogallo, siccome
+era stato convenuto nel trattato di Madrid<a class="tag" id="tag447" href="#note447">[447]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questo trattato, forse il più fatale all'onore
+della Francia di qualsiasi altro
+sottoscritto da verun monarca francese, si
+pubblicò il 5 di agosto nella chiesa di
+Cambrai. Pochi dì prima, e quando tutti
+gli articoli erano di già convenuti, Francesco
+I aveva protestato agli ambasciatori
+degli alleati, che mai non gli abbandonerebbe,
+ed aveva rifiutato ai Fiorentini
+l'assenso loro accordato dal suo
+predecessore nel 1512 di fare una pace
+parziale coll'imperatore, assenso caldamente
+<span class="pagenum"><a id="Page_467"></a>[467]</span>
+ricercato allora di bel nuovo dal
+loro ambasciatore<a class="tag" id="tag448" href="#note448">[448]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il re, che in tempo delle negoziazioni
+si era recato fino a Compiegne, andò a
+Cambrai per vedere Margarita subito
+dopo la sottoscrizione degli articoli; ma
+perchè sostenere non poteva la vista degli
+ambasciatori che aveva ingannati, ricusò
+loro udienza sotto diversi pretesti. Finalmente
+quando si vide costretto a ricevere
+Baldassare Carducci, ambasciatore dei
+Fiorentini, gli volle far credere che il
+trattato di Cambrai non fosse che uno
+stratagemma necessario per riavere i suoi
+figliuoli; protestò non essere altrimenti
+mutate le sue disposizioni, e se ad onta di
+qualsiasi impegno ch'egli avesse preso,
+essere sempre pronto ad assistere i Fiorentini,
+che incoraggiò pure a fare una
+vigorosa resistenza<a class="tag" id="tag449" href="#note449">[449]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Carlo V non aveva aspettato che si
+conchiudesse il trattato di Cambrai per
+prendere la strada d'Italia. Aveva spedito
+Andrea Doria a Barcellona per assumere
+<span class="pagenum"><a id="Page_468"></a>[468]</span>
+il comando delle sue galere; lo aveva
+onorato più che verun altro monarca
+non avesse fatto mai un cittadino; aveva
+voluto che si coprisse alla sua presenza,
+e lo aveva investito del principato di
+Melfi<a class="tag" id="tag450" href="#note450">[450]</a>, confiscato a danno di Ser Gianni
+Caraccioli. Tostocchè si fu accordato col
+papa, egli infatti recossi a Barcellona, ed
+il 29 di luglio andò a bordo della flotta
+genovese, risguardando di già come sicura
+la pace colla Francia<a class="tag" id="tag451" href="#note451">[451]</a>. Il tragitto
+fu assai penoso; ed egli non arrivò a
+Genova che il 12 di agosto, ove ricevette
+gli articoli della pace di Cambrai.
+Colà trovavasi alla testa d'un'armata
+appositamente adunata per dare esecuzione
+alla pace. Prima di lui erano giunti
+a Genova due mila Spagnuoli; conduceva
+sulla sua flotta mille cavalli e nove mila
+fanti, e doveva essere raggiunto in Lombardia
+dal capitano Felice di Virtemberga,
+che gli conduceva otto mila Landsknecht.
+Nello stesso tempo il principe
+d'Orange radunava all'Aquila il resto dell'armata
+<span class="pagenum"><a id="Page_469"></a>[469]</span>
+che aveva presa Roma e difesa
+Napoli. Vi si trovavano tre mila Tedeschi,
+in addietro arruolati sotto il contestabile
+di Borbone e sotto Giorgio
+Frundsberg, e quattro mila Italiani che
+servivano senza paga sotto il comando
+di Fabrizio Maramaldo di Calabria. Una
+piccola armata spagnuola, composta degli
+avanzi delle vecchie bande che si erano
+sottratte a quelle micidiali campagne,
+spingeva con poca apparenza di buon
+esito l'assedio di Monopoli in Puglia,
+sotto gli ordini del marchese del Guasto,
+e faceva testa ai Veneziani, che in questa
+provincia avevano ottenuti alcuni vantaggi<a class="tag" id="tag452" href="#note452">[452]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Carlo V era entrato in Italia, intenzionato
+di valersi di tutti i diritti che
+aveva acquistati colla vittoria e colla rinuncia
+di Francesco I; e per verità la di lui
+armata era abbastanza numerosa ed agguerrita
+per fargli credere agevole l'esecuzione
+de' suoi progetti. Ma gli alleati
+d'Italia, sebbene abbandonati dal
+re di Francia, non mostravansi del tutto
+<span class="pagenum"><a id="Page_470"></a>[470]</span>
+scoraggiati. I Fiorentini spedirono a Genova
+ambasciatori a Carlo; ma essi ostinatamente
+rifiutavano di trattare con Clemente
+VII. L'armata de' Veneziani non
+era per anco stata attaccata; Malatesta
+Baglioni tratteneva sotto Perugia quella
+del principe d'Orange; ed il vescovo di
+Tarbes, ambasciatore di Francia, non
+lasciava di persuadere gli alleati a fare
+resistenza, anche dopo pubblicata la pace,
+facendo loro sperare i soccorsi di una
+potente armata francese, che diceva essere
+di già in cammino<a class="tag" id="tag453" href="#note453">[453]</a>.
+</p>
+
+<p>
+D'altra parte l'urgente pericolo del fratello
+di Carlo V e di tutto l'impero stesso
+germanico richiamava a sè l'attenzione dell'imperatore.
+Solimano con un'armata, che
+facevasi ascendere a cento cinquanta mila
+uomini, aveva invaso e guastato tutto il regno
+d'Ungheria, ed il 13 di settembre aveva
+posto l'assedio a Vienna. Il tradimento
+del Visir di Solimano, o la destrezza di Ferdinando,
+costrinsero veramente il turco a
+levare l'assedio il 16 di ottobre; ma quel superbo
+monarca, ritirandosi sdegnato, minacciava
+tuttavia, ed il terrore incusso dal
+suo prossimo ritorno era proporzionato alla
+<span class="pagenum"><a id="Page_471"></a>[471]</span>
+violenza della sua collera. Altronde la
+Germania, divisa dalle dispute religiose,
+vedeva lo spirito d'indipendenza andar
+crescendo cogli avanzamenti della riforma;
+e l'imperatore sentiva il bisogno di fissarvi
+per alcun tempo la sua residenza,
+onde ristabilirvi l'autorità imperiale; finalmente
+sperimentava egli stesso quella
+penuria, che spesse volte aveva lasciata
+provare ai suoi generali. Aveva tutti esauriti
+i suoi mezzi per equipaggiare la flotta
+e trasportare la sua armata, ed in principio
+della campagna si trovava di già
+senza danaro. Non pertanto egli non aveva
+cuore di risolversi a far esercitare
+sotto i proprj occhi le orribili esazioni
+con cui Antonio di Leiva ed il principe
+d'Orange avevano tanto tempo mantenute
+le loro armate<a class="tag" id="tag454" href="#note454">[454]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Per tutti questi motivi Carlo V s'impose,
+trattando cogli stati d'Italia, una
+moderazione che non potevasi da lui sperare,
+e che infatti non si accordava col
+suo carattere. I soli ai quali non volle
+<span class="pagenum"><a id="Page_472"></a>[472]</span>
+accordare veruna indulgenza furono i
+Fiorentini, non perchè avesse qualche
+particolare motivo di odio contro di loro,
+ma perchè credeva per sè vantaggioso
+di soddisfare pienamente a Clemente VII,
+e perchè era sollecito di togliere ai popoli
+il pericoloso esempio d'uno stato
+che la libertà rendeva prospero<a class="tag" id="tag455" href="#note455">[455]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il 30 di agosto era partito da Genova
+alla volta di Piacenza, e gli ambasciatori
+fiorentini che l'avevano seguito, non
+avendo potuto ottenere pieni poteri, dei
+quali egli voleva che fossero muniti, per
+trattare col papa, non vennero ammessi
+alla sua udienza<a class="tag" id="tag456" href="#note456">[456]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Frattanto Antonio di Leiva manteneva
+viva la guerra contro il duca di Milano;
+ed il marchese di Mantova, che a prezzo
+d'oro aveva ottenuto di rientrare nell'alleanza
+dell'imperatore, era stato posto
+al comando di un'armata che doveva
+attaccare i Veneziani. Vero è che queste
+due guerre trattavansi assai mollemente.
+<span class="pagenum"><a id="Page_473"></a>[473]</span>
+Il duca di Milano ed i Veneziani, che
+egualmente cercavano di negoziare coll'imperatore,
+temevano d'inasprirlo approfittando
+de' loro vantaggi. Gli ultimi
+avevano rinunciato all'attacco di Brindisi,
+e ritirata la loro flotta a Corfù, evitando
+una battaglia. Il primo aveva lasciato
+sorprendere Pavia, che Annibale Picinardo,
+suo governatore, aveva per tradimento
+venduta ad Antonio di Leiva;
+ma sperava tuttavia di potere difendere
+Cremona e Lodi, ed ambidue si erano
+vincolati a non trattare separatamente
+l'uno dall'altro<a class="tag" id="tag457" href="#note457">[457]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Clemente VII e Carlo V erano d'accordo
+di avere un abboccamento in Bologna.
+Il primo vi si recò in sul finire
+di ottobre, per ricevere l'illustre suo
+ospite<a class="tag" id="tag458" href="#note458">[458]</a>. Carlo, dietro le calde istanze
+di Alfonso duca di Ferrara, attraversò i
+ducati di Modena e di Reggio per passare
+da Piacenza a Bologna; venne accolto
+<span class="pagenum"><a id="Page_474"></a>[474]</span>
+ai confini da Alfonso, che da lungo
+tempo negoziava per riavere la di lui grazia,
+e che, mai più non abbandonandolo
+per molti giorni, riuscì finalmente a guadagnarsi
+il di lui favore. L'imperatore
+fece il suo ingresso in Bologna il 5 di
+novembre, ed il restante dell'anno fu
+consacrato alle negoziazioni, che dovevano
+finalmente fissare la sorte dell'Italia<a class="tag" id="tag459" href="#note459">[459]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il papa non aveva cessato di proteggere
+Francesco Maria Sforza, e non
+aveva pure voluto dare orecchio ad alcune
+proposizioni che gli si erano fatte
+di stabilire la casa de' Medici a Milano
+piuttosto che a Firenze<a class="tag" id="tag460" href="#note460">[460]</a>. Ottenne per
+lo Sforza un salvacondotto, munito del
+quale questi si recò a Bologna il 22 di
+novembre. Appena giunto, l'infelice stato
+della sua salute diede subito a conoscere
+che non vivrebbe lungo tempo, e che
+Carlo V nulla arrischiava trattandolo favorevolmente,
+poichè con lui spegnevasi
+<span class="pagenum"><a id="Page_475"></a>[475]</span>
+la di lui famiglia, ed il ducato di Milano
+ricadeva all'imperatore. Dopo un mese
+di negoziazioni, delle quali il papa si
+fece mediatore, il 23 dicembre del 1529
+furono sottoscritti il trattato di pace dello
+Sforza e quello de' Veneziani<a class="tag" id="tag461" href="#note461">[461]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Francesco Sforza venne rimesso nel
+ducato di Milano, e ne ottenne l'investitura
+imperiale, o piuttosto, ottenne la
+conferma di quella che aveva già ricevuta
+molt'anni prima. Ma egli staccò da questo
+ducato la contea di Pavia, che cedette ad
+Antonio di Leiva, il quale ne doveva
+conservare la sovranità per tutto il tempo
+della sua vita. Lasciò inoltre in mano
+dell'imperatore la città di Como ed il
+castello di Milano come guarenzia dei
+pagamenti che prometteva di fargli nel
+susseguente anno. Infatti prima che quell'anno
+terminasse, prometteva di pagare
+all'imperatore quattrocento mila ducati
+per prezzo di quest'investitura; e nei
+dieci successivi anni, doveva ogni anno
+pagarne cinquanta mila, che in tutto
+<span class="pagenum"><a id="Page_476"></a>[476]</span>
+formavano la somma di novecento mila
+ducati, pel quale prezzo Carlo V gli
+vendeva il suo ristabilimento nell'eredità
+de' suoi antenati. Ma per formare così
+enorme somma in un paese sventurato,
+guastato da trent'anni di atroci guerre,
+dalla carestia e dalla peste, d'uopo era
+di aggravare la mano sui contribuenti
+con crudeli imposizioni.
+</p>
+
+<p>
+Perciò i Milanesi non trovarono sotto
+Francesco Sforza quel riposo e quella
+prosperità che da tanto tempo desideravano.
+Ne' pochi anni che ancora passarono
+sotto il di lui governo, poterono
+appena cicatrizzare le profonde piaghe
+che loro aveva fatte la guerra, e più
+volte ebbero a dolersi dell'eccessivo prezzo
+che pagavano pel ritorno del loro principe<a class="tag" id="tag462" href="#note462">[462]</a>.
+Per affezionare Francesco alla sua
+casa, Carlo V gli fece sposare sua nipote
+Cristierna, figlia del re di Danimarca, la
+quale principessa arrivò a Milano in
+aprile del 1534. Ma questo matrimonio
+inspirava poca confidenza ai principi ed
+ai popoli vicini. La salute di Francesco
+Sforza era a tale termine ridotta, che non
+<span class="pagenum"><a id="Page_477"></a>[477]</span>
+potevasi avere lusinga di vederlo godere
+una lunga vita, nè avere speranza che lasciasse
+figliuoli dopo di lui. Infatti egli
+morì il 24 ottobre del 1535, senza posterità,
+chiamando con suo testamento
+erede l'imperatore<a class="tag" id="tag463" href="#note463">[463]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Per ottenere la pace i Veneziani restituirono
+al papa le città di Ravenna e
+di Cervia, ed all'imperatore i porti sull'Adriatico
+ch'essi avevano conquistati
+nella Puglia. Essi ad ogni modo richiesero
+un assoluto perdono per tutti coloro
+che gli avevano serviti, e che tornavano
+sotto gli antichi loro sovrani. Dal canto
+loro accordarono pure il perdono ad una
+parte de' loro esiliati, e fissarono sui loro
+beni una pensione a favore di coloro cui
+non vollero permettere di tornare in patria.
+Inoltre i Veneziani promisero di
+pagare a certi termini i dugento mila
+ducati di cui andavano tuttavia debitori
+verso l'imperatore, e si obbligarono di
+aggiungerne altri cento mila come prezzo
+della pace. Fecero ricevere il duca d'Urbino,
+loro generale, sotto la protezione dell'imperatore,
+e finalmente si obbligarono
+<span class="pagenum"><a id="Page_478"></a>[478]</span>
+a guarentire i possedimenti dell'imperatore
+in Italia, e del duca di Milano, ma
+soltanto contro i principi cristiani, non
+volendo sottoscrivere verun trattato che
+potesse strascinarli in una guerra contro
+i Turchi<a class="tag" id="tag464" href="#note464">[464]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il trattato di pace di Alfonso, duca
+di Ferrara, fu assai più che non i precedenti
+difficile a conchiudersi; negli altri
+due il papa aveva fatte le parti di mediatore,
+mentre che era ostacolo egli
+medesimo alla conchiusione di questo.
+Aveva lungamente cercato d'impedire
+che Alfonso non fosse ammesso in Bologna,
+ed a stento acconsentì di accordargli
+un salvacondotto il 20 marzo del 1530.
+Dopo tale epoca Alfonso trattò i suoi affari
+personalmente; ma egli doveva difendere
+contro il papa la totalità de' suoi
+stati. Clemente VII riclamava per la santa
+sede Modena e Reggio, conquistate dai
+suoi predecessori, e Ferrara che pretendeva
+avere Alfonso perduta coll'avere egli
+fatta la guerra al papa, suo supremo signore.
+Carlo V non desiderava di rendere
+<span class="pagenum"><a id="Page_479"></a>[479]</span>
+tanto potente lo stato della Chiesa;
+egli si riprometteva assai più dell'ubbidienza
+all'impero di un duca di Ferrara,
+che di un futuro papa; e soltanto egli
+voleva aggiustare queste vertenze prima
+di abbandonare l'Italia, per non lasciare
+dietro di sè alcun seme di guerra; in
+conseguenza stimolava Alfonso di prenderlo
+arbitro di tutti i suoi interessi. Alfonso,
+che conosceva il trattato di Barcellona,
+col quale l'imperatore si era obbligato
+a far restituire alla santa sede
+Modena, Reggio e Rubbiera, aveva paura
+di acconsentirvi; Clemente VII dal canto
+suo non diffidava meno di assoggettare
+alla disamina de' giureconsulti i diritti
+totalmente immaginarj della santa sede sopra
+Modena e Reggio. Per persuaderlo,
+Carlo V segretamente gli promise, che,
+dopo l'esame de' reciproci diritti, se i
+giureconsulti decidevano a favore della
+santa sede, pubblicherebbe e farebbe
+eseguire la loro sentenza, che, se accadesse
+il contrario, la sentenza non sarebbe
+mai pubblicata, e che, spirato il termine del
+compromesso, le due parti rientrerebbero
+ne' rispettivi diritti. Dopo quest'iniqua
+convenzione, il papa ed il duca di Ferrara
+si assoggettarono all'arbitramento
+della camera imperiale con un compromesso
+<span class="pagenum"><a id="Page_480"></a>[480]</span>
+sottoscritto il 20 di marzo, e le
+terre contestate furono depositate in mano
+dell'imperatore<a class="tag" id="tag465" href="#note465">[465]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Carlo V, che tacitamente aveva ritornato
+in sua grazia Alfonso d'Este, volle
+dargliene una prima dimostrazione il 25
+di marzo, accordandogli l'investitura
+della città e della contea di Carpi, che
+aveva confiscata a pregiudizio di Alberto
+Pio in gastigo del di lui attaccamento
+alla Francia. Vero è che Alfonso pagò
+sessanta mila ducati in effettivo danaro
+per questo favore, promettendo di pagarne
+altri quaranta mila a lungo termine. I
+rispettivi diritti dell'impero, della santa
+sede e della casa d'Este furono in seguito
+discussi con molte scritture da varj giureconsulti,
+i quali conchiusero che le
+città di Modena, Reggio e Rubbiera non
+erano state altrimenti comprese nella
+donazione dell'esarcato di Ravenna, fatta
+ai pontefici da Pipino, o da Carlo Magno;
+e che perciò queste città non avevano
+mai cessato di far parte del dominio dell'impero.
+Per tal modo, piuttosto che riconoscere
+o i diritti delle popolazioni di
+<span class="pagenum"><a id="Page_481"></a>[481]</span>
+essere governate pel loro maggiore vantaggio,
+o quelli de' trattati, o quelli che
+dà il possesso, si ricorse ad un'apocrifa
+transazione di un secolo barbaro, senza
+farsi carico di sette secoli di successive
+rivoluzioni. Carlo V, trovandosi in Colonnia
+il 21 dicembre del 1530, pronunciò
+la sua arbitramentale sentenza a favore
+della casa d'Este; soltanto il papa riuscì
+ad impedirne la pubblicazione fino al 21
+aprile del 1531. Con questa si obbligava
+la santa sede a conferire al duca Alfonso
+l'investitura di Ferrara, contro il pagamento
+di cento mila ducati d'oro da farsi alla
+camera apostolica; mentre che la camera
+imperiale, la quale dal canto suo si era
+fatta lautamente pagare, accordò allo stesso
+duca l'investitura di Modena, Reggio
+e Rubbiera, come feudi dell'impero<a class="tag" id="tag466" href="#note466">[466]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il duca d'Urbino era stato presentato
+in Bologna all'imperatore ed al papa
+dagli ambasciatori veneziani, ed era stato
+egualmente ben accolto dall'uno e dall'altro<a class="tag" id="tag467" href="#note467">[467]</a>.
+Federico Gonzaga, marchese
+<span class="pagenum"><a id="Page_482"></a>[482]</span>
+di Mantova, era stato uno de' primi tra i
+piccoli potentati a fare la sua pace coll'imperatore,
+cui apparecchiava uno splendido
+ricevimento nella sua capitale, ottenendo
+in contraccambio da lui il 25 di marzo
+un diploma, col quale il marchesato di
+Mantova veniva eretto il ducato<a class="tag" id="tag468" href="#note468">[468]</a>. Il
+duca Carlo III di Savoja ed il marchese
+Bonifacio di Monferrato recaronsi pure
+personalmente a Bologna per fare la loro
+corte al monarca diventato il solo arbitro
+dell'Italia. Il primo era cognato dell'imperatore,
+essendo sua moglie Beatrice,
+siccome pure quella di Carlo V, figlia del
+re di Portogallo; ed era in pari tempo
+zio di Francesco I, perchè Luigia d'Angoleme,
+di lui madre, era sua sorella. Questo
+doppio parentado aveva senza dubbio contribuito
+a farlo rispettare dai due rivali
+monarchi in tempo delle guerre che avevano
+fino allora guastata l'Italia. I suoi stati
+avevano sofferto assai pel continuo passaggio
+delle armate, ma per altro erano sempre
+stati risguardati come neutrali: ma
+Luigia, duchessa d'Angoleme, morì nel
+susseguente anno, e Carlo III, perdendo la
+sua protettrice alla corte di Francia, credette
+più prudente consiglio di attaccarsi
+<span class="pagenum"><a id="Page_483"></a>[483]</span>
+totalmente all'imperatore cui vedeva salito
+all'apice della potenza; e questo cambiamento
+di politica trasportò ne' suoi stati
+le guerre che bentosto si riaccesero tra
+i due rivali<a class="tag" id="tag469" href="#note469">[469]</a>.
+</p>
+
+<p>
+La repubblica di Genova occupava in
+allora un altissimo grado nel favore di
+Carlo, ed il liberatore di lei Andrea Doria
+aveva ricevuto dal monarca nuove
+distinzioni. Nella Toscana due altre repubbliche,
+Siena e Lucca, conservavano
+nell'oscurità la loro indipendenza: erano
+da lungo tempo affezionate al partito
+Ghibellino, e venivano considerate quali
+feudatarie dell'impero; avevano continuamente
+somministrati sussidj alle armate
+imperiali, ed il solo favore che domandavano
+in contraccambio, era di venire
+dimenticate; effettivamente al primo
+aspetto i loro rapporti cogli altri stati
+non parvero cambiati; ma il consolidamento
+della potenza imperiale in Italia
+le faceva sempre più di mano in mano
+decadere dal rango e dall'importanza di
+stati indipendenti.
+</p>
+
+<p>
+La sola repubblica di Firenze non era
+compresa in questa pace universale: Carlo
+<span class="pagenum"><a id="Page_484"></a>[484]</span>
+V aveva promesso al papa di sagrificargliela;
+e sul di lei territorio egli andava
+ragunando tutte le armate che successivamente
+richiamava dalle diverse
+province cui rendeva la pace. Tutta questa
+gente, nudrita nel sangue e ne' delitti,
+che aveva pel corso di trent'anni spogliate
+senza pietà ed avvolte nel dolore
+tutte le contrade dell'Italia, si adunava
+adesso in Toscana. Ma Carlo V preferiva
+di non essere testimonio dello sterminio
+di quell'industre ed illuminato popolo,
+che tanto aveva contribuito ai progressi
+delle lettere, delle arti, delle scienze, e
+che in faccia sua non aveva verun demerito.
+Egli si era legate le mani col
+papa, obbligandosi a non avere pietà
+dei Fiorentini; perciò non volle trovarsi
+a portata di sentire le loro preghiere,
+quando dovrebbe ricusar loro
+ogni compassione; e questo motivo si
+aggiunse a tutti gli altri sovraccennati,
+che già lo affrettavano a prendere la strada
+della Germania.
+</p>
+
+<p>
+Carlo V si era proposto di ricevere
+in Italia le due corone della Lombardia
+e dell'impero. Secondo l'antica costumanza,
+avrebbe dovuto cingere la prima
+a Milano nella chiesa di sant'Ambrogio,
+e la seconda a Roma nella basilica di
+<span class="pagenum"><a id="Page_485"></a>[485]</span>
+san Giovanni Laterano. Ma pare che
+troppo non desiderasse di vedere queste
+due città, le quali erano state barbaramente
+trattate da' suoi generali: pretestò
+lettere di suo fratello Ferdinando, re
+d'Ungheria, che lo affrettavano a recarsi
+in Germania, ed ottenne dal papa che
+le due coronazioni si facessero in Bologna.
+Queste cerimonie ebbero dunque
+luogo, la prima il 22 di febbrajo nella
+cappella del palazzo pontificio, la seconda
+il 24 di marzo nella cattedrale di san Petronio.
+Da ottant'anni a quella parte l'Italia
+più non aveva veduto coronarsi verun imperatore,
+e questa fu pure l'ultima coronazione.
+Tutto adunque contribuì a
+rendere questa cerimonia magnifica, ed
+il fasto e la pompa che si spiegarono in
+tale occasione, ed il rango de' personaggi
+che in tale circostanza corteggiarono l'imperatore,
+ed il terrore che inspiravano
+le vittoriose legioni che lo circondavano,
+e la gloria militare de' loro capi<a class="tag" id="tag470" href="#note470">[470]</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma la coronazione di Carlo V a Bologna
+è ancora più notabile, siccome
+<span class="pagenum"><a id="Page_486"></a>[486]</span>
+l'epoca della nuova potenza cui erasi
+l'imperatore innalzato, e dell'intera servitù
+dell'Italia. Nè Carlo Magno, nè il
+primo Ottone, non avevano ottenuto in
+mezzo a tutta la gloria delle loro conquiste
+un così illimitato potere su tutta
+l'Italia come quello che vi esercitava
+Carlo V. I primi erano stati contenuti
+dalle prerogative della Chiesa, da' privilegj
+de' principi e delle città, e per quanto
+si estendessero le loro pretese, scontravano
+dovunque delle barriere che
+non potevano superare. Ma nell'istante
+in cui venne coronato Carlo V, più non
+eravi alcuna parte d'Italia che potesse chiamarsi
+indipendente. Il popolo che così
+lungamente aveva occupata la storia colle
+sue alte imprese, colle sue virtù, co' suoi
+talenti e colla sua politica, aveva cessato
+di esistere come nazione. Al mezzodì i
+due regni di Sicilia e di Napoli riconoscevano
+l'immediata sovranità di Carlo V.
+Lo stato della chiesa, che veniva dopo
+quelli co' suoi piccoli principi feudatarj,
+era stato talmente domo dalle vittorie
+dell'armata imperiale, che il papa aveva
+perduta ogni confidenza nelle proprie
+forze, ed ogni idea di resistenza. La Toscana,
+invasa dalle armate di Carlo, era
+vicina ad essere convertita in un principato
+<span class="pagenum"><a id="Page_487"></a>[487]</span>
+feudale dell'impero. I duchi di Ferrara,
+di Mantova, di Milano, di Savoja,
+ed il marchese di Monferrato dovevano
+l'esistenza loro al beneplacito dell'imperatore,
+ed in questi ultimi mesi essi medesimi
+avevano confessate e più strettamente
+rannodate le loro catene. La repubblica
+di Genova, libera soltanto entro
+il recinto delle sue mura, si era colle
+sue esterne relazioni compiutamente assoggettata
+alla politica spagnuola. Quella
+di Venezia si era sottratta tremando ai
+pericoli che la minacciavano, ma non
+lasciava perciò di sentire tutta la sua
+debolezza: ella calcolava l'infelice suo
+stato meglio assai che non facevano i suoi
+vicini, e di già si assoggettava a quella
+timida e sospettosa condotta, con cui
+protrasse la sua esistenza per lo spazio
+di quasi tre secoli, rinunciando all'influenza
+che aveva fin allora esercitata
+su tutta l'Europa. Dall'una all'altra estremità
+dell'Italia la potenza dell'imperatore
+era del tutto illimitata. Colui che avesse
+avuto la disgrazia d'incontrare il suo risentimento,
+colui che ardito avesse, nei
+suoi discorsi, nelle sue scritture, di giudicare
+liberamente le di lui azioni o quelle
+de' generali o de' ministri di lui, non
+avrebbe trovato asilo contro la formidabile
+<span class="pagenum"><a id="Page_488"></a>[488]</span>
+di lui collera, nè alla corte dei
+principi, nè in seno delle repubbliche.
+Tutti gl'Italiani tremavano ed ubbidivano;
+e quando Carlo V partì per recarsi
+in Germania, ne' primi giorni d'aprile
+del 1530, non aveva verun motivo
+d'inquietudine rispetto alle province che
+si lasciava alle spalle<a class="tag" id="tag471" href="#note471">[471]</a>.
+</p>
+
+<p class="pad2 center large">
+FINE DEL TOMO XV.
+</p>
+</div>
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+<div class="somm">
+<p>
+<span class="pagenum"><a id="Page_489"></a>[489]</span>
+</p>
+
+<p class="center x-large">
+<a href="#indfront" id="indice">TAVOLA CRONOLOGICA
+DEL TOMO XV.</a>
+</p>
+
+<table class="crono" summary="Tavola cronologica">
+ <tr>
+ <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXIV.</span> <i>Elezione e papato d'Adriano VI; sconfitta dei Francesi alla Bicocca; convenzione di Cremona, in forza della quale sgombrano l'Italia; i Veneziani si staccano dalla Francia; ingresso di Bonnivet in Lombardia; morte di Adriano VI.</i> 1521-1523</td> <td class="pag"><a href="#Page_3"><i>pag.</i> 3</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I destini d'Italia si decidevano in forza di una guerra tra gli stranieri</td> <td class="pag"><a href="#Page_3">3</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Debolezza de' potentati italiani in confronto alle quattro monarchie che in allora disponevano dell'Europa</td> <td class="pag"><a href="#Page_4">4</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ingrandimento della potenza territoriale dei papi</td> <td class="pag"><a href="#Page_5">5</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Leon X mantenendosi neutrale avrebbe accresciuta la sua possanza e protetti i suoi compatriotti</td> <td class="pag"><a href="#Page_6">6</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La sua inconsideratezza compromette la potenza temporale e spirituale della Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_6">6</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1517-1521</td> <td>Principj della riforma cui presta poca attenzione</td> <td class="pag"><a href="#Page_7">7</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La riforma risveglia in Italia inquietudine, non curiosità</td> <td class="pag"><a href="#Page_8">8</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La fede religiosa era somma; ma la religione non occupava gli animi</td> <td class="pag"><a href="#Page_9">9</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Prodigalità di Leon X che l'avrebbe posto in grande imbarazzo, se fosse vissuto più a lungo</td> <td class="pag"><a href="#Page_10">10</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_490"></a>[490]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1517-1521</td> <td>L'armata di Lombardia, abbandonata dalla Chiesa, si discioglie</td> <td class="pag"><a href="#Page_10">10</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il signore di Lautrec non sa, o non può approfittare della debolezza de' suoi avversarj</td> <td class="pag"><a href="#Page_11">11</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Sollevazione negli stati della Chiesa. Francesco Maria della Rovere ricupera il ducato d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_12">12</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1522</td> <td>5 gennajo. I Baglioni sono di bel nuovo ricevuti in Perugia</td> <td class="pag"><a href="#Page_12">12</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Rivoluzioni a Camerino, a Todi, e tentativo sopra Siena</td> <td class="pag"><a href="#Page_13">13</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca di Ferrara ricupera tutto ciò che aveva perduto</td> <td class="pag"><a href="#Page_14">14</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1521</td> <td>26 di dicembre. Apertura del conclave; credito del cardinale Giulio de' Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_16">16</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Rivalità di Prospero Colonna, che impedisce che sia eletto</td> <td class="pag"><a href="#Page_16">16</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1522</td> <td>9 gennajo. Inaspettata elezione d'Adriano Florent, che si fa chiamare Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_17">17</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Governo della Chiesa durante la lontananza del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_18">18</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>21 gennajo. Il card. de' Medici torna a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_19">19</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Lusinga la società de' giardini Rucellai colla speranza di rendere la libertà alla sua patria</td> <td class="pag"><a href="#Page_20">20</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Non avendo più che temere per parte de' Francesi, si leva la maschera</td> <td class="pag"><a href="#Page_22">22</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>7 di luglio. Fa perire due repubblicani fiorentini per avere cospirato contro di lui, ed altri ne bandisce</td> <td class="pag"><a href="#Page_22">22</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_491"></a>[491]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Dissipazioni di Francesco I, che fanno mancare le imprese sulla Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_23">23</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1522</td> <td>Funeste conseguenze di ciò ch'egli soleva chiamare, <i>aveva liberati i re dalla tutela de' loro famigliari</i></td> <td class="pag"><a href="#Page_24">24</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Funeste conseguenze della sua diffidenza dei comuni, che priva la Francia d'una infanteria nazionale</td> <td class="pag"><a href="#Page_24">24</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>1.º di marzo. Il Lautrec passa l'Adda e si avvicina a Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_26">26</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Attività di Prospero Colonna e de' generali imper. nel difendere Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_26">26</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Morte di M. A. Colonna e di Camillo Trivulzio</td> <td class="pag"><a href="#Page_28">28</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Lautrec prende Novara, ed è respinto sotto Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_28">28</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Svizzeri della sua armata chiedono che si avvicini ad Arona</td> <td class="pag"><a href="#Page_29">29</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Le due armate soffrono egualmente pel ritardo del loro soldo</td> <td class="pag"><a href="#Page_29">29</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Svizzeri domandano ad alta voce il congedo o la battaglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_30">30</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Crequì, signore di Pondormì, si avanza per riconoscere Prospero Colonna alla Bicocca</td> <td class="pag"><a href="#Page_31">31</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Svizzeri, malgrado il suo rapporto, sforzano il Lautrec a venire a battaglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_32">32</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>29 aprile. Disposizioni del Lautrec per la battaglia della Bicocca</td> <td class="pag"><a href="#Page_33">33</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Svizzeri attaccano prima che gli altri corpi giungano sulla linea</td> <td class="pag"><a href="#Page_34">34</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Svizzeri che attaccano di fronte le batterie vengono respinti, dopo avere perduti tre mila uomini</td> <td class="pag"><a href="#Page_35">35</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_492"></a>[492]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1522</td> <td>Sono pure respinti il maresciallo di Foix ed il Lautrec</td> <td class="pag"><a href="#Page_36">36</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Svizzeri si ritirano ne' loro paesi, e Lautrec passa alla corte</td> <td class="pag"><a href="#Page_37">37</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Giustificazione di Lautrec, cui Luigia di Savoja aveva intercettati i sussidj destinatigli dal re</td> <td class="pag"><a href="#Page_38">38</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Sorpresa di Lodi e dedizione di Pizzighettone agl'imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_39">39</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>26 di maggio. Convenzione di Cremona, in forza della quale Lescuns promette di evacuare la Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_40">40</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>6 di luglio. La convenzione si eseguisce, ed i Francesi si ritirano</td> <td class="pag"><a href="#Page_40">40</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Prospero Colonna si avanza verso Genova per iscacciarne Ottaviano Fregoso</td> <td class="pag"><a href="#Page_41">41</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>30 maggio. Genova viene sorpresa e saccheggiata dagli Spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_42">42</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca di Lungavilla, giunto essendo fino a Villanuova d'Asti, si ritira</td> <td class="pag"><a href="#Page_43">43</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>L'Italia oppressa dall'armata imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_43">43</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli stati indipendenti assoggettati ad arbitrarie contribuzioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_44">44</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'Italiani aspettano con impazienza l'arrivo del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_45">45</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>29 agosto. Adriano VI giugne a Roma dopo essersi sottratto ad un abboccamento con Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_46">46</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Scienza e virtù monastiche di Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_46">46</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Romani ravvisano in esso un barbaro, nemico delle arti e delle lettere</td> <td class="pag"><a href="#Page_47">47</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_493"></a>[493]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1522</td> <td>Progetti di riforma di Adriano VI, tutti dannosi ai Romani</td> <td class="pag"><a href="#Page_47">47</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Peste in Roma ed in Firenze disseminatasi per la negligenza d'Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_48">48</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>25 dicembre. Solimano il <i>magnifico</i> occupa Rodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_48">48</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1523</td> <td>Adriano VI riconcilia alla Chiesa i duchi d'Urbino e di Ferrara</td> <td class="pag"><a href="#Page_49">49</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il card. Soderini, ministro del papa, propende a favore della Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_50">50</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Disgrazia del Soderini, per cui il papa entra nel partito imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_52">52</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>14 aprile. Il castello di Milano si arrende a Prospero Colonna</td> <td class="pag"><a href="#Page_52">52</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La repubblica di Venezia ufficiata ad abbandonare l'alleanza francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_53">53</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Veneziani non vogliono esporsi ad una guerra coi Turchi</td> <td class="pag"><a href="#Page_54">54</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Fine di luglio. Loro alleanza coll'imperatore, con suo fratello, e con Francesco Sforza</td> <td class="pag"><a href="#Page_55">55</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Condizioni di questa nuova alleanza</td> <td class="pag"><a href="#Page_55">55</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>3 di agosto. Confederazione del papa, dell'imperatore, del re d'Inghilterra, dell'arciduca d'Austria, di Milano, Firenze, Genova, Siena e Lucca</td> <td class="pag"><a href="#Page_57">57</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>25 agosto. Tentativo di Bonifacio Visconti per assassinare il duca di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_58">58</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Rivoluzione di Valenza che viene compressa da Antonio di Leyva</td> <td class="pag"><a href="#Page_59">59</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Possente armata adunata da Francesco I per attaccare l'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_60">60</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_494"></a>[494]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1523</td> <td>Segreto malcontento del Borbone contro di lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_61">61</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Cospirazione del Borbone contro la stessa esistenza della Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_62">62</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Borbone inganna il re, e fugge da Moulins a Besanzone</td> <td class="pag"><a href="#Page_64">64</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Moltissimi gentiluomini implicati nella congiura del Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_65">65</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I rinuncia al comando della sua armata, e lo trasferisce all'ammiraglio Bonnivet</td> <td class="pag"><a href="#Page_65">65</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Prospero Colonna, cui era affidata la difesa dell'Italia, trovavasi infermo d'animo e di corpo</td> <td class="pag"><a href="#Page_66">66</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Timidità ed affettati indugj del duca d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_67">67</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Debolezza dell'armata imperiale, che vuole difendere il Ticino</td> <td class="pag"><a href="#Page_68">68</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>14 di settembre. L'armata francese passa il Ticino per portarsi verso Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_69">69</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Papa Adriano VI muore lo stesso giorno dopo breve malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_69">69</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Romani risguardano la di lui morte come una liberazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_70">70</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXV.</span> <i>Elezione di Clemente VII. Disastrosa campagna de' Francesi in Italia sotto Bonnivet; campagna ancora più infelice di Francesco I, che è fatto prigioniero nella battaglia di Pavia.</i> 1523-1525</td> <td class="pag"><a href="#Page_72">72</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1523</td> <td>Lealtà di Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_72">72</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Questa lo rende intollerante in materia di religione; sua condotta verso Lutero</td> <td class="pag"><a href="#Page_73">73</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_495"></a>[495]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1523</td> <td>Sua severità verso i <i>Marrani</i>, Giudei e Mori convertiti</td> <td class="pag"><a href="#Page_74">74</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Lasciava ai cardinali gli affari secolari, senz'avere fidanza in loro</td> <td class="pag"><a href="#Page_75">75</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>1.º ottobre. Entrano in conclave trentasei cardinali</td> <td class="pag"><a href="#Page_75">75</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Molti aspirano alla tiara</td> <td class="pag"><a href="#Page_76">76</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il sacro collegio diviso tra Giulio de' Medici e Pompeo Colonna</td> <td class="pag"><a href="#Page_76">76</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Pompeo Colonna, per timore del cardinale Orsini, si unisce al Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_78">78</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>18 novembre. Elezione di Giulio dei Medici sotto il nome di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_78">78</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Fede dei Romani e dei letterati in Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_79">79</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>29 di settembre. Alfonso d'Este occupa Reggio, ma depone le armi dopo l'elezione di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_80">80</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Clemente manda a Firenze i bastardi Ippolito ed Alessandro col card. di Cortona per governare la repubblica</td> <td class="pag"><a href="#Page_82">82</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>14 settembre. L'ammiraglio Bonnivet passa il Ticino, e comincia la campagna in Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_83">83</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Bonnivet perde tre giorni in riva al Ticino e dà tempo al Colonna di fortificare Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_85">85</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>20 settembre. Il Bonnivet si avanza sotto Milano, e fa occupare Lodi, Monza e Caravaggio</td> <td class="pag"><a href="#Page_85">85</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Molte piccole perdite costringono Bonnivet a riunire le sue truppe</td> <td class="pag"><a href="#Page_87">87</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>27 novembre. È forzato di ritirarsi ad Abbiategrasso</td> <td class="pag"><a href="#Page_89">89</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Maravigliosi talenti di Prospero Colonna per la guerra difensiva</td> <td class="pag"><a href="#Page_89">89</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_496"></a>[496]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1523</td> <td>30 dicembre. Questi muore dopo otto mesi di malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_90">90</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1524</td> <td>Bonnivet licenzia una parte della sua fanteria</td> <td class="pag"><a href="#Page_91">91</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il contestabile di Borbone giugne a Milano con sei mila landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_91">91</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Febbrajo. Bajardo si lascia sorprendere a Robecco</td> <td class="pag"><a href="#Page_93">93</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>2 marzo. Il Pescara fa passare il Ticino all'armata imperiale per tener dietro ai Francesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_94">94</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Bonnivet si chiude in Novara, e gli imperiali tentano di circondarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_95">95</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Rinforzi che arrivano a Bonnivet dalla Francia, dalla Svizzera e dai Grigioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_95">95</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gio. de' Medici sforza i Grigioni a tornare ne' loro paesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_96">96</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Milanesi prendono Abbiategrasso, ma vi contraggono la peste</td> <td class="pag"><a href="#Page_97">97</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Bonnivet risolve di unirsi agli Svizzeri che erano venuti fino a Gattinara per liberarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_98">98</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Principio di maggio. Bonnivet conduce di notte la sua armata da Novara a Romagnano sulla Sesia</td> <td class="pag"><a href="#Page_98">98</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Passa la Sesia, ma resta ferito, e Vandenesse ucciso</td> <td class="pag"><a href="#Page_99">99</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Affida il comando a Bajardo, che rimane ucciso</td> <td class="pag"><a href="#Page_100">100</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Eseguisce la sua ritirata per Ivrea, Val d'Aosta e san Bernardo</td> <td class="pag"><a href="#Page_102">102</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Francesi abbandonano Alessandria e Lodi, ed evacuano l'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_103">103</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Voti degli Italiani dopo la vittoria, e loro malcontento dei ministri dell'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_103">103</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_497"></a>[497]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1524</td> <td>Il Borbone sollecita Carlo V ed Enrico VIII ad attaccare la Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_105">105</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Luglio. Il Borbone ed il Pescara entrano in Provenza con sedici mila uomini</td> <td class="pag"><a href="#Page_106">106</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Assedio di Marsiglia in parte difesa dagli Italiani</td> <td class="pag"><a href="#Page_107">107</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Settembre. Il Borbone ed il Pescara levano l'assedio di Marsiglia e si ritirano precipitosamente</td> <td class="pag"><a href="#Page_109">109</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Invece d'inseguire i fuggiaschi Francesco I vuole precederli in Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_110">110</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I, come Bonnivet, non conosceva l'arte della guerra</td> <td class="pag"><a href="#Page_112">112</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>26 ottobre. I Francesi entrano in Milano nell'atto che escono gli imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_113">113</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Disordine dell'armata imperiale che ritirasi a Lodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_114">114</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I non l'insegue a cagione di certe bizzarre sue opinioni dell'onore della corona</td> <td class="pag"><a href="#Page_115">115</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>28 ottobre. Francesco I comincia l'assedio di Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_117">117</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Tenta di deviare le acque del Ticino, ma le piogge guastano il suo lavoro</td> <td class="pag"><a href="#Page_118">118</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli alleati dell'imperatore cominciano a staccarsi da lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_119">119</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Clemente VII manda il suo datario a Francesco I per trattare con lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_119">119</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il papa ed il senato veneto si obbligano a mantenersi neutrali</td> <td class="pag"><a href="#Page_121">121</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I manda il duca d'Albanì con un'armata contro Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_122">122</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_498"></a>[498]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1524</td> <td>Il Pescara si oppone al progetto di mandar gente in difesa di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_123">123</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>L'Albanì richiama all'alleanza francese il duca di Ferrara, Lucca e Siena</td> <td class="pag"><a href="#Page_124">124</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>4 dicembre. Giovanni de' Medici colla banda nera passa al partito francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_125">125</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1525</td> <td>gennajo. Il Borbone riconduce dalla Germania 12,000 landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_126">126</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Angustie degli imperiali per mancanza di danaro; provvedimento del Leyva in Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_127">127</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>L'armata del Pescara non ha sufficiente danaro per mettersi in campagna</td> <td class="pag"><a href="#Page_128">128</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Pescara ottiene dai soldati la promessa di servire ancora un mese senza soldo</td> <td class="pag"><a href="#Page_129">129</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>25 di gennajo. L'armata imperiale si incammina alla volta di Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_130">130</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Tutti i generali consigliano il re a levare l'assedio</td> <td class="pag"><a href="#Page_131">131</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Bonnivet lo persuade a rimanere nelle sue linee</td> <td class="pag"><a href="#Page_132">132</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I ristringe i suoi alloggiamenti e li fortifica</td> <td class="pag"><a href="#Page_133">133</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Posizione de' Francesi tra il parco di Mirabello ed il Ticino</td> <td class="pag"><a href="#Page_133">133</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>30 gennajo. Il Pescara prende d'assalto la rocca di sant'Angelo</td> <td class="pag"><a href="#Page_135">135</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Disfatta del marchese di Saluzzo e di Gian Luigi Palavicino</td> <td class="pag"><a href="#Page_135">135</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gian Jacopo Medici, attaccando Chiavenna, sforza le linee a richiamare 6,000 Grigioni dell'armata del re</td> <td class="pag"><a href="#Page_136">136</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>3 febbrajo. L'armata imperiale si alloggia un miglio lontano dai Francesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_137">137</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_499"></a>[499]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1525</td> <td>Il Pescara cerca, scaramucciando, di tirare i Francesi in un fatto generale</td> <td class="pag"><a href="#Page_137">137</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>20 febbrajo. Giovanni de' Medici ferito si fa trasportare a Piacenza</td> <td class="pag"><a href="#Page_138">138</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Pescara si propone d'entrare nel parco, e di avanzarsi sopra Mirabello</td> <td class="pag"><a href="#Page_139">139</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>25 febbrajo. La sua armata entra nel parco due ore prima di giorno</td> <td class="pag"><a href="#Page_140">140</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il re, vedendo passare gl'imperiali avanti di lui, entra in battaglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_141">141</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Francesi in principio della battaglia hanno il vantaggio</td> <td class="pag"><a href="#Page_142">142</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli uomini d'armi vengono disordinati dagli archibugieri spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_143">143</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Svizzeri fuggono, ed i landsknecht sono uccisi</td> <td class="pag"><a href="#Page_144">144</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il re vien fatto prigioniere; i suoi principali signori si fanno uccidere</td> <td class="pag"><a href="#Page_145">145</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Perdita de' Francesi tra morti e prigionieri</td> <td class="pag"><a href="#Page_146">146</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il rimanente dell'armata francese si ritira dal Milanese</td> <td class="pag"><a href="#Page_147">147</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXVI.</span> <i>Inquietudine e pericoli delle potenze d'Italia; progetto d'una lega fra di loro per difendere la propria indipendenza; vi si associa il Pescara, in appresso li tradisce e spoglia de' suoi stati il duca di Milano. Francesco I ricupera la libertà in forza del trattato di Madrid.</i> 1525-1526</td> <td class="pag"><a href="#Page_149">149</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1525</td> <td>Le potenze d'Italia conoscono d'essere in balìa del vincitore di Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_149">149</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_500"></a>[500]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1525</td> <td>Armata de' Veneziani sotto il duca d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_150">150</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Indebolimento della repubblica di Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_151">151</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Conformità e differenze tra il governo della Chiesa e quello di Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_152">152</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I preti incapaci d'amministrare</td> <td class="pag"><a href="#Page_153">153</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Rapida ruina di tutti gli stati soggetti alla Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_154">154</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Difficoltà in cui trovavasi Clemente VII a cagione delle prodigalità di Leon X</td> <td class="pag"><a href="#Page_154">154</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Sordida e mal intesa economia di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_155">155</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Odio del popolo romano verso Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_156">156</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Malcontento de' Fiorentini, e rammarico d'avere perduta la libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_157">157</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Pentimento del papa e de' Veneziani d'aver fatto dipendere la loro sorte da un uomo, non da una nazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_158">158</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La battaglia di Pavia costava alla Francia poco più della prigionia del re</td> <td class="pag"><a href="#Page_158">158</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Un re cessa di essere sovrano nell'istante che è fatto prigioniere</td> <td class="pag"><a href="#Page_159">159</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>L'armata imperiale non è in istato di approfittare de' suoi vantaggi</td> <td class="pag"><a href="#Page_160">160</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Costante penuria dell'imperatore; conseguenza dei disordini della di lui amministrazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_161">161</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I risguarda la causa della Francia come perduta, perchè egli è prigioniere</td> <td class="pag"><a href="#Page_163">163</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca d'Albanì si ritira ne' feudi degli Orsini</td> <td class="pag"><a href="#Page_164">164</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_501"></a>[501]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Veneziani propongono una lega a Clemente VII per difesa della indipendenza italiana</td> <td class="pag"><a href="#Page_165">165</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ascolta di preferenza le proposizioni de' generali imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_167">167</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>1.º aprile. Sottoscrive in Roma un trattato tra l'imperatore, il duca di Milano, i Fiorentini e la Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_167">167</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Spaventose contribuzioni levate dai generali imperiali sugli stati d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_168">168</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Dopo avere ricevuto il danaro del papa, i generali imperiali ricusano di eseguire il trattato fatto con lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_169">169</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Umiltà ipocrita di Carlo V nell'istante della vittoria</td> <td class="pag"><a href="#Page_170">170</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Esorbitanti proposizioni che fa a Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_171">171</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Disgusta il cardinale Wolsey, e con lui il re d'Inghilterra</td> <td class="pag"><a href="#Page_171">171</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca d'Albanì s'imbarca a Cività Vecchia cogli avanzi dell'armata</td> <td class="pag"><a href="#Page_172">172</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>7 giugno. Il Lannoy persuade Francesco I ad imbarcarsi per la Spagna, senza saputa del Pescara e del duca di Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_173">173</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco, impaziente di riavere la libertà, offre di sagrificare l'Italia all'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_174">174</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'Italiani invitano la Francia ad una lega per obbligar Carlo a mettere Francesco in libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_176">176</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Oppressione di Francesco Sforza sotto i ministri imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_177">177</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco Sforza ed il suo cancelliere Moroni entrano nella lega d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_178">178</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_502"></a>[502]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1525</td> <td>Il Moroni cerca di trarre nella stessa lega il marchese di Pescara</td> <td class="pag"><a href="#Page_179">179</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli offre a nome della lega la corona di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_180">180</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Progetto del Moroni comunicato al Pescara per sorprendere l'armata imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_181">181</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Pescara fa consultare alcuni teologi intorno a' suoi scrupoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_182">182</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Negoziazioni della corte di Roma con Enrico VIII d'Inghilterra</td> <td class="pag"><a href="#Page_183">183</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>1.º luglio. Negoziazioni del vescovo di Veruli cogli Svizzeri</td> <td class="pag"><a href="#Page_184">184</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>24 giugno. Promessa della reggente di Francia di secondare gli sforzi degl'Italiani per difendere la loro indipendenza</td> <td class="pag"><a href="#Page_185">185</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La duchessa d'Alenson compromette i disegni degl'Italiani, da lei conosciuti</td> <td class="pag"><a href="#Page_187">187</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Pescara risolve di tradire gli alleati che volevano farlo re di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_189">189</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Agosto. Francesco Sforza riceve l'investitura del ducato di Milano ad onerosissime condizioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_190">190</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Malattia dello Sforza che ritarda le misure degli alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_191">191</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Malattia di Francesco I a Madrid, che ravviva le di lui negoziazioni coll'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_192">192</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>14 ottobre. Il Pescara cava la maschera e fa arrestare il Moroni nel castello di Novara</td> <td class="pag"><a href="#Page_193">193</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Pescara si fa consegnare tutte le fortezze del ducato di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_195">195</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_503"></a>[503]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1525</td> <td>Circonda di trincee il castello di Milano e ne comincia l'assedio</td> <td class="pag"><a href="#Page_196">196</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il senato di Venezia ricusa di trattare coll'imperatore finchè il ducato di Milano è occupato dalle di lui truppe</td> <td class="pag"><a href="#Page_196">196</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>14 novembre. Disprezzo manifestato dai Castigliani verso il contestabile di Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_198">198</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'Italiani hanno in orrore il marchese di Pescara</td> <td class="pag"><a href="#Page_198">198</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>30 nov. Il Pescara muore in Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_199">199</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Condizioni della lega progettata tra la Francia, l'Inghilterra ed i principi italiani</td> <td class="pag"><a href="#Page_200">200</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Irrisoluzione di Clemente VII nel sottoscriverla</td> <td class="pag"><a href="#Page_201">201</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Opposizione tra Niccolò di Schomberg ed il datario Ghiberti</td> <td class="pag"><a href="#Page_202">202</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Nuove proposizioni dell'imperatore al papa, che protraggono la conclusione della lega</td> <td class="pag"><a href="#Page_203">203</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Acconsente ad una dilazione di due mesi prima di obbligarsi</td> <td class="pag"><a href="#Page_204">204</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Smisurata ambizione di Carlo V nel trattare colla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_206">206</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1526</td> <td>14 gennajo. Trattato di Madrid, sagrificj imposti a Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_206">206</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>18 marzo. Francesco viene posto in libertà e cambiato co' suoi figli</td> <td class="pag"><a href="#Page_208">208</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_504"></a>[504]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXVII.</span> <i>Lega degl'Italiani per difendere la loro indipendenza. Sono abbandonati dalla Francia e mal serviti dal duca d'Urbino; crudeltà degl'imperiali in Lombardia. Clemente VII, sorpreso nel Vaticano dai Colonna, è forzato ad acconsentire ad una tregua che poi viene da lui violata.</i> 1526</td> <td class="pag"><a href="#Page_210">210</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1526</td> <td>Tutti gl'Italiani bramano ardentemente l'espulsione dei Barbari</td> <td class="pag"><a href="#Page_210">210</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Crudeltà degli oltremontani in tutte le province d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_211">211</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'Italiani, non isperando la pace, desideravano almeno una guerra nazionale</td> <td class="pag"><a href="#Page_213">213</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Frequenti insurrezioni nel Milanese</td> <td class="pag"><a href="#Page_213">213</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Spossamento di Carlo V, disordine delle sue finanze</td> <td class="pag"><a href="#Page_214">214</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I re di Francia e d'Inghilterra disposti a secondare gl'Italiani</td> <td class="pag"><a href="#Page_215">215</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Alla nazione italiana mancava lo spirito militare</td> <td class="pag"><a href="#Page_215">215</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ed ai governi italiani mancava il coraggio morale</td> <td class="pag"><a href="#Page_217">217</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il papa ed i Veneziani mandano ambasciatori a Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_218">218</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I loro dichiara, che non credesi legato dal trattato di Madrid</td> <td class="pag"><a href="#Page_218">218</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ma il suo coraggio ed ambizione erano compressi dalla disgrazia</td> <td class="pag"><a href="#Page_219">219</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>22 maggio. Francesco I si unisce a Clemente VII, ai Veneziani ed a Francesco Sforza per la libertà d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_221">221</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Insurrezione a Milano, e convenzione tra gli Spagnuoli ed il popolo</td> <td class="pag"><a href="#Page_222">222</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Giugno. Le truppe di Venezia e della Chiesa si avanzano verso l'Adda ed il Po, nel mentre che gli alleati ordinano leve di Svizzeri</td> <td class="pag"><a href="#Page_223">223</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_505"></a>[505]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1526</td> <td>Lentezza e sutterfugj di Francesco I, che negozia coll'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_225">225</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ugo di Moncade cerca invano di staccare Clemente VII dalla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_226">226</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca d'Urbino capo dell'armata della lega, suo carattere e suo timido sistema di guerra</td> <td class="pag"><a href="#Page_227">227</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Tardanza degli Svizzeri aspettati all'armata del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_228">228</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>17 di giugno. I generali spagnuoli eccitano avvertitamente una sollevazione in Milano per aver motivo di punire il popolo</td> <td class="pag"><a href="#Page_229">229</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Intollerabili vessazioni degl'imperiali a Lodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_230">230</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Luigi Vistarini, per liberarsene, apre la città all'armata alleata</td> <td class="pag"><a href="#Page_230">230</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>26 giugno. L'armata della Chiesa si unisce a quella del duca d'Urbino, ed i generali di lei lo affrettano ad avanzarsi verso Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_232">232</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>7 luglio. Scaramuccia del duca d'Urbino alle porte di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_234">234</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>8 luglio. Si ritira a precipizio in tempo di notte</td> <td class="pag"><a href="#Page_235">235</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Nello stesso giorno si pubblica la lega in Francia, a Roma, a Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_235">235</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Principio delle diffidenze, e de' malcontenti fra gli alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_236">236</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Miseria de' Milanesi, e loro spaventosa oppressione sotto gli Spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_237">237</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Milanesi implorano la protezione del duca di Borbone che giugneva allora dalla Spagna</td> <td class="pag"><a href="#Page_239">239</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_506"></a>[506]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1526</td> <td>Il Borbone gl'inganna, e prende il loro danaro sulla parola che non attiene</td> <td class="pag"><a href="#Page_239">239</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>17 luglio. Il duca di Milano fa uscire dal castello 300 bocche inutili</td> <td class="pag"><a href="#Page_240">240</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>22 luglio. Il duca d'Urbino si accampa a due miglia da Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_241">241</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>24 luglio. Francesco Sforza è forzato a capitolare per assoluta mancanza di vittovaglie</td> <td class="pag"><a href="#Page_242">242</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca di Milano raggiugne gli alleati che gli danno il possesso di Lodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_243">243</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il papa vuole mutare il governo di Siena devoto all'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_243">243</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>17 di giugno. Armata pontificia e fiorentina sotto Siena</td> <td class="pag"><a href="#Page_244">244</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>25 luglio. Quest'armata è posta in fuga da quattrocento soldati</td> <td class="pag"><a href="#Page_244">244</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Cattiva politica di temporeggiare del duca d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_246">246</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'Italiani diffidano del re di Francia; G. B. Sanga viene spedito presso di lui in qualità di nunzio apostolico</td> <td class="pag"><a href="#Page_247">247</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La lentezza del re di Francia era cagionata dalla sua non curanza, e dal suo gusto pei piaceri</td> <td class="pag"><a href="#Page_248">248</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Flotta spagnuola armata a Cartagena per portare truppe in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_250">250</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca d'Urbino eccitato ad attaccare Genova per terra, mentre la flotta della lega l'attaccava dalla banda del mare</td> <td class="pag"><a href="#Page_251">251</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>6 agosto, 23 settembre. Assedia e prende Cremona</td> <td class="pag"><a href="#Page_251">251</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_507"></a>[507]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>29 agosto. Pietro Navarro comincia l'assedio di Genova colla flotta della lega</td> <td class="pag"><a href="#Page_252">252</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1526</td> <td>22 agosto. Il papa si rappatuma coi Colonna, soscrive con loro un trattato di pace, e licenzia le sue truppe</td> <td class="pag"><a href="#Page_253">253</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Pompeo Colonna non aveva firmato il trattato che per sorprendere il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_254">254</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>20 settembre. Pompeo Colonna con otto mila uomini entra in Roma per la porta di san Giovanni Laterano</td> <td class="pag"><a href="#Page_254">254</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Romani ricusano d'armarsi per difendere il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_255">255</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Vaticano ed il tempio di san Pietro saccheggiati dai Colonna</td> <td class="pag"><a href="#Page_256">256</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Clemente VII rifugiato in Castel sant'Angelo tratta con Ugo di Moncade</td> <td class="pag"><a href="#Page_257">257</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il papa si obbliga ad una tregua di quattro mesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_257">257</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>7 ottobre. Il Guicciardini colle truppe del papa abbandona l'armata della lega, e si ritira sull'opposta riva del Po</td> <td class="pag"><a href="#Page_258">258</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>31 ottobre. Il duca d'Urbino lascia il suo campo di Cremona per avvicinarsi a Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_259">259</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Giorgio Frundsberg mette i Tedeschi in movimento per soccorrere l'armata imperiale a Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_260">260</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Novembre. Entra in Italia con 13,000 landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_261">261</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>24 novemb. Gio. de' Medici ferito mortalmente presso Borgoforte</td> <td class="pag"><a href="#Page_263">263</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_508"></a>[508]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Progetto del Macchiavelli di far combattere Gio. dei Medici per l'indipendenza d'Italia con una compagnia di ventura</td> <td class="pag"><a href="#Page_264">264</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1526</td> <td>28 novembre. Frundsberg passa il Po, e lo rimonta sulla riva destra</td> <td class="pag"><a href="#Page_265">265</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Borbone vende la libertà al Moroni e lo crea suo consigliere</td> <td class="pag"><a href="#Page_266">266</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Tutti i villaggi dei Colonna saccheggiati dall'armata del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_267">267</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La flotta del vicerè passa avanti Genova, e combatte quella del Navarro</td> <td class="pag"><a href="#Page_269">269</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Lannoy sbarca le sue truppe a Gaeta, e tratta col papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_270">270</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Negoziazioni delusorie colle quali finisce l'anno</td> <td class="pag"><a href="#Page_271">271</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXVIII.</span> <i>Il contestabile di Borbone conduce l'armata imperiale verso la Toscana: Clemente VII, dopo avere ottenuti alcuni vantaggi nel regno di Napoli, tratta col vicerè; presa e sacco di Roma. Firenze si dichiara libera.</i> 1527</td> <td class="pag"><a href="#Page_272">272</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>I progressi degl'Italiani nella civiltà ingrandivano i loro patimenti sotto il giogo degli oppressori</td> <td class="pag"><a href="#Page_272">272</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La guerra si rende più crudele in ragione della lunga sua durata</td> <td class="pag"><a href="#Page_273">273</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ferocia dei soldati comandati dal Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_274">274</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La domanda del soldo arretrato autorizzava ogni loro eccesso</td> <td class="pag"><a href="#Page_275">275</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Difficoltà incontrate dal Borbone nel trarre fuori di Milano le sue truppe, e far loro passare il Po</td> <td class="pag"><a href="#Page_276">276</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_509"></a>[509]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>30 gennajo. La guarnigione di Milano passa il Po e si riunisce a Frundsberg</td> <td class="pag"><a href="#Page_277">277</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>Dimora dell'armata di Borbone sotto Piacenza, e consiglj del duca di Ferrara</td> <td class="pag"><a href="#Page_278">278</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>20 febbrajo. Borbone s'incammina di bel nuovo alla volta di Bologna</td> <td class="pag"><a href="#Page_278">278</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Progetto del duca d'Urbino di tenere il Borbone tra due armate</td> <td class="pag"><a href="#Page_279">279</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>3 gennajo, 18 marzo. Il duca d'Urbino si allontana dalla sua armata sotto pretesto di malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_281">281</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Renzo di Ceri ed il conte di Vaudemont persuadono il papa ad attaccare il regno di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_282">282</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>31 gennajo. Lannoy è sorpreso e sgominato a Frusolone dall'armata del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_284">284</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>15 febbrajo. Successi dell'armata e della flotta della lega nel regno di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_284">284</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Indisciplina dell'armata della Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_285">285</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Avarizia ed imbarazzo delle finanze di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_286">286</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>15 marzo. Viene abbandonata la spedizione contro Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_286">286</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>17 febbrajo. Ammutinamento nell'armata del Borbone, ch'egli riconduce all'ubbidienza</td> <td class="pag"><a href="#Page_287">287</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>5 marzo. L'armata veneziana passa il Po per seguire il Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_288">288</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>14 marzo. Nuovo ammutinamento dell'armata imperiale calmato col danaro del duca di Ferrara</td> <td class="pag"><a href="#Page_288">288</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I manca a tutte le promesse fatte al papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_289">289</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_510"></a>[510]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>Angustie cui trovasi ridotto il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_290">290</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>15 marzo. Clemente VII soscrive una tregua di otto mesi col vicerè</td> <td class="pag"><a href="#Page_291">291</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Clemente VII non conosce il pericolo ond'è minacciato dal Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_292">292</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Sua estrema imprudenza nel licenziare le sue truppe mentre si avvicina il Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_294">294</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>31 marzo. Il Borbone dichiara che non accetta la tregua, e muove l'esercito alla volta di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_295">295</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Incertezza del Borbone prima di passare l'Appennino</td> <td class="pag"><a href="#Page_296">296</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il vicerè viene fino a Firenze per trattenere il Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_297">297</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>15, 25 aprile. Il Borbone attraversa l'Appennino, ed entra in Val d'Arno di sopra</td> <td class="pag"><a href="#Page_298">298</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>26 aprile. I Fiorentini chiedono armi al loro governo</td> <td class="pag"><a href="#Page_300">300</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Sollevazione de' Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_301">301</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'insorgenti non s'impadroniscono a tempo delle porte</td> <td class="pag"><a href="#Page_302">302</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Medici rientrano in città col duca d'Urbino e col marchese di Saluzzo</td> <td class="pag"><a href="#Page_303">303</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'insorgenti si sottomettono, ed ottengono un'amnistia</td> <td class="pag"><a href="#Page_303">303</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca d'Urbino esige che i Fiorentini prendano parte in proprio nome nella lega, e che gli restituiscano Montefeltro</td> <td class="pag"><a href="#Page_304">304</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>20 aprile. Il duca di Borbone parte a grandi giornate dai contorni d'Arezzo alla volta di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_306">306</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_511"></a>[511]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>5 maggio. Giugne colla sua armata sotto Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_306">306</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Renzo di Ceri e Martino di Bellay incaricati della difesa di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_307">307</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>5 maggio. Fidanza di Clemente VII nel ricevere l'intima del Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_309">309</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>6 maggio. Il Borbone viene ucciso nell'atto di montare all'assalto presso il Gianicolo</td> <td class="pag"><a href="#Page_310">310</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il borgo di Roma preso d'assalto dai Tedeschi e dagli Spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_311">311</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Clemente VII fugge dal Vaticano in castel sant'Angelo</td> <td class="pag"><a href="#Page_312">312</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Saccheggio del Borgo di Roma, del Vaticano e di Transtevere</td> <td class="pag"><a href="#Page_315">315</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>L'armata imperiale passa il Tevere, e comincia il saccheggio di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_315">315</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Atrocità commesse dall'armata vittoriosa</td> <td class="pag"><a href="#Page_316">316</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>3 maggio. Arrivo di Pompeo Colonna co' suoi vassalli</td> <td class="pag"><a href="#Page_318">318</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>6 maggio. Arrivo del Rangoni al Ponte Salario per soccorrere Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_319">319</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>16 maggio. Il duca d'Urbino giunge ad Orvieto coll'armata veneziana</td> <td class="pag"><a href="#Page_320">320</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ricusa d'attaccare gl'imperiali a meno che non riceva potenti rinforzi di truppe svizzere</td> <td class="pag"><a href="#Page_321">321</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Si avvicina a Roma, poi subito si ritira</td> <td class="pag"><a href="#Page_322">322</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>6 giugno. Capitolazione del papa che resta prigioniere degl'imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_323">323</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Le province e le città lontane ricusano d'eseguire la capitolazione del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_324">324</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_512"></a>[512]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>5 giugno. Modena presa dal duca di Ferrara, Ravenna e Cervia dai Veneziani</td> <td class="pag"><a href="#Page_325">325</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>Clemente VII più attaccato alla sua sovranità di Firenze che a quella dello stato della Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_326">326</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Prodigiose spese cui Clemente VII sforzava i Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_326">326</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>12 di maggio. La nuova della presa di Roma giugne a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_328">328</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>16 maggio. I grandi cittadini di Firenze intimano al cardinale di Cortona di rendere la libertà alla repubblica</td> <td class="pag"><a href="#Page_328">328</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Filippo Strozzi e sua moglie, Clarice dei Medici, si associano al partito della libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_329">329</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il cardinale di Cortona capitola col partito repubblicano</td> <td class="pag"><a href="#Page_331">331</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>17 di maggio. I Medici escono da Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_331">331</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La balìa ristabilisce la costituzione popolare, ed abdica i suoi poteri</td> <td class="pag"><a href="#Page_332">332</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>21 maggio. S'aduna di nuovo il gran consiglio, ed elegge magistrati popolari</td> <td class="pag"><a href="#Page_334">334</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Morte di Niccolò Macchiavelli</td> <td class="pag"><a href="#Page_335">335</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXIX.</span> <i>Il Lautrec conduce un'armata francese sotto Napoli, e blocca quella città; vittoria della sua flotta sopra quella degli Spagnuoli; malattia nel suo campo; sua morte e capitolazione della sua armata. Andrea Doria passa al partito imperiale, e muta il governo di Genova.</i> 1527-1528</td> <td class="pag"><a href="#Page_337">337</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_513"></a>[513]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>Nel sedicesimo secolo i re non vedevano meglio le guerre in cui s'impegnavano di quello che i papi le vedessero nel quattordicesimo</td> <td class="pag"><a href="#Page_337">337</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Carlo V non conosceva la desolazione da lui cagionata nelle province ed in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_338">338</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Enrico VIII non prendeva parte nelle guerre, che somministrando contribuzioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_340">340</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I, fino alla battaglia di Pavia, aveva egualmente chiuse le orecchie alle lagnanze dei popoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_340">340</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La disgrazia aveva cambiato il suo carattere senza riformarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_341">341</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La pace egualmente desiderabile per l'imperatore e per gli alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_342">342</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>2 agosto. Carlo V cerca di giustificarsi del sacco di Roma e della cattività del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_343">343</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>18 agosto. Trattato d'Amiens tra Francesco I ed Enrico VIII per costringere l'imperatore a mettere in libertà il papa ed i figli di Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_345">345</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I cardinali, rimasti liberi, si adunano a Parma per trattare intorno al modo di liberare il loro capo</td> <td class="pag"><a href="#Page_346">346</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La peste scoppia in Italia, e soprattutto affligge Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_346">346</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Fine di settembre. Morte di Carlo di Lannoy; l'armata imperiale resta in Roma senza capo</td> <td class="pag"><a href="#Page_347">347</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Quest'armata si disperde nella campagna di Roma e nell'Ombria</td> <td class="pag"><a href="#Page_348">348</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_514"></a>[514]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>La peste penetra in castel sant'Angelo tra le guardie del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_349">349</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli ostaggi del papa maltrattati e minacciati riescono a fuggire</td> <td class="pag"><a href="#Page_349">349</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>31 ottobre. Nuova convenzione col papa, che gli accorda qualche respiro per pagare la sua taglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_351">351</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>30 giugno. Il Lautrec parte dalla corte di Francia per porsi alla testa della nuova armata in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_352">352</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Agosto. Il Lautrec prende la rocca di Bosco nell'Alessandrino</td> <td class="pag"><a href="#Page_353">353</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Andrea Doria riprende colla sua flotta il blocco di Genova</td> <td class="pag"><a href="#Page_353">353</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Principio d'agosto. Genova si assoggetta al re di Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_355">355</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Lautrec prende Alessandria, e la rimette al duca di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_355">355</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>28 settembre. Il Lautrec inganna Antonio di Leyva, ed attacca Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_357">357</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>1.º ottobre. I Francesi prendono e saccheggiano Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_358">358</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Lautrec rifiuta di terminare la conquista della Lombardia, e s'incammina verso il mezzogiorno dell'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_358">358</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Riconciliazione del duca di Ferrara colla Francia; suo figlio sposa Renata, figlia di Lodovico XII</td> <td class="pag"><a href="#Page_359">359</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La repubblica di Firenze rende più intima la sua alleanza colla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_360">360</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>7 dicembre. Rinnovazione della lega a Mantova</td> <td class="pag"><a href="#Page_361">361</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>9 dicembre. Il papa fugge dal castel sant'Angelo la vigilia del giorno in cui doveva essere posto in libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_362">362</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_515"></a>[515]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>Gennajo. Clemente VII riceve ad Orvieto gli ambasciatori di Francia e d'Inghilterra, e dà speranze a tutti i partiti</td> <td class="pag"><a href="#Page_363">363</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>21 gennajo. Gli ambasciatori di Francia e d'Inghilterra dichiarano a Burgos la guerra a Carlo V, e vengono arrestati</td> <td class="pag"><a href="#Page_364">364</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>28 marzo, 24 giugno. Vicendevoli sfide fra il re di Francia e l'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_365">365</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>10 febbrajo. Il Lautrec passa il Tronto, ed entra negli Abruzzi</td> <td class="pag"><a href="#Page_366">366</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Prosperi successi di Lautrec ajutato negli Abruzzi dai Veneziani e dai Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_367">367</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>L'armata di Lautrec resta incompleta, ed il re non le rimette il promesso danaro</td> <td class="pag"><a href="#Page_368">368</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>17 di febbrajo. Il principe d'Orange trae fuori di Roma l'armata imperiale col danaro mandatogli dal papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_369">369</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Metà di marzo. Le due armate in presenza fra Troja e Luceria</td> <td class="pag"><a href="#Page_371">371</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>21 marzo. Il principe d'Orange si ritira da Troja a Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_372">372</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Pietro Navarro si oppone a chi consigliava d'inseguire gl'imperiali prima di prendere Melfi</td> <td class="pag"><a href="#Page_372">372</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>23 marzo. Melfi preso e saccheggiato dai Francesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_373">373</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Conquiste di Lautrec e de' Veneziani nella Puglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_374">374</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Metà d'aprile. Il Lautrec entra nella Terra di Lavoro e prende molte città</td> <td class="pag"><a href="#Page_375">375</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_516"></a>[516]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>1.º maggio. Si accampa presso Napoli al Poggio reale</td> <td class="pag"><a href="#Page_376">376</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Lautrec risolve di bloccare Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_377">377</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Molti Napolitani si dichiarano pel partito francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_378">378</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli assediati mancano di vini e di farine</td> <td class="pag"><a href="#Page_379">379</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>22 maggio. Orazio Baglioni, colonnello delle bande nere, è ucciso, ed è rimpiazzato da Ugo di Pepoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_379">379</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Ugo di Moncade vuole sorprendere la flotta genovese che stava avanti Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_380">380</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>28 maggio. Battaglia navale in faccia a Capo d'Orco nel golfo di Salerno</td> <td class="pag"><a href="#Page_381">381</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La flotta imperiale distrutta da Filippino Doria</td> <td class="pag"><a href="#Page_383">383</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>10 giugno. L'ammiraglio veneziano, Pietro Lando, giugne avanti Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_385">385</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Malattie tra gli assedianti e gli assediati</td> <td class="pag"><a href="#Page_386">386</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>15 giugno. Morte del nunzio del papa e del provveditore veneziano</td> <td class="pag"><a href="#Page_387">387</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il re di Francia e l'imperatore apparecchiano soccorsi per le loro armate d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_388">388</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>10 di maggio. Il duca di Brunswick parte da Trento ed entra in Lombardia con dieci mila landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_388">388</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Luglio. Dopo avere commesse spaventose crudeltà la sua armata si disperde e torna in Germania</td> <td class="pag"><a href="#Page_390">390</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Intollerabile oppressione dei Milanesi sotto Antonio di Leyva</td> <td class="pag"><a href="#Page_391">391</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_517"></a>[517]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>Agosto. San Paolo entra in Lombardia con circa dieci mila uomini</td> <td class="pag"><a href="#Page_392">392</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Settembre. Riprende d'assalto Pavia, che i Francesi avevano lasciato sorprendere</td> <td class="pag"><a href="#Page_393">393</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Malcontento d'Andrea Doria rispetto a' suoi rapporti colla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_393">393</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Disprezzo di Francesco I pei privilegj dei Genovesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_395">395</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>30 giugno. Andrea Doria termina il servigio convenuto colla Francia, e più non vuole rinnovarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_396">396</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Luglio. Andrea Doria si ritira a Lerici colle sue galere, mentre Barbesieux prende il comando di quelle della Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_397">397</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>20 luglio. Il Doria offre i suoi servigj all'imperatore a condizione che sarebbe assicurata la libertà della sua patria</td> <td class="pag"><a href="#Page_398">398</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Opinione del Doria intorno alla propria <i>defezione</i></td> <td class="pag"><a href="#Page_399">399</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>18 luglio. Il Barbesieux giugne in faccia a Napoli colla flotta francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_401">401</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il Lautrec cade infermo: spedisce Renzo di Ceri a far levare per lui soldati negli Abruzzi</td> <td class="pag"><a href="#Page_402">402</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>2 agosto. Estrema debolezza cui l'armata francese viene ridotta dalla malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_403">403</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>16 agosto. Morte di Lautrec; il marchese di Saluzzo prende il comando dell'armata</td> <td class="pag"><a href="#Page_405">405</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>29 agosto. Il marchese di Saluzzo vuole ritirarsi sopra Aversa</td> <td class="pag"><a href="#Page_406">406</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_518"></a>[518]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>La metà dell'armata è sgominata dalla cavalleria imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_407">407</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>30 agosto. Il principe d'Orange attacca i Francesi ritirati in Aversa</td> <td class="pag"><a href="#Page_408">408</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Capoa apre le sue porte a Fabrizio Maramaldo ed ai Calabresi</td> <td class="pag"><a href="#Page_409">409</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il marchese di Saluzzo capitola in Aversa pei resti dell'armata</td> <td class="pag"><a href="#Page_409">409</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli Spagnuoli lasciano perire i prigionieri francesi nelle stalle della Maddalena</td> <td class="pag"><a href="#Page_410">410</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Le bande nere distrutte dall'assedio di Napoli e dalla capitolazione d'Aversa</td> <td class="pag"><a href="#Page_410">410</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Morte del marchese di Saluzzo e di Pietro Navarro</td> <td class="pag"><a href="#Page_411">411</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Supplicj ordinati dal principe d'Orange a Napoli e nelle province</td> <td class="pag"><a href="#Page_412">412</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La guerra si continua per qualche tempo in Puglia ed in Calabria</td> <td class="pag"><a href="#Page_413">413</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Andrea Doria colla sua flotta fa vela alla volta di Genova per liberare la sua patria</td> <td class="pag"><a href="#Page_414">414</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>12 settembre. Le truppe del Doria sono ricevute in Genova, e si eseguisce la rivoluzione senza spargimento di sangue</td> <td class="pag"><a href="#Page_415">415</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>21 ottobre. Il Castelletto e Savona si arrendono ai Genovesi, che spianano il primo, ed empiono il porto della seconda</td> <td class="pag"><a href="#Page_416">416</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_519"></a>[519]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXX.</span> <i>Nuove costituzioni delle repubbliche di Genova e di Firenze. L'indipendenza italiana viene sagrificata da Clemente VII e da Francesco I ne' trattati di Barcellona e di Cambrai. Coronazione di Carlo V a Bologna, e schiavitù dell'Italia.</i> 1528-1530</td> <td class="pag"><a href="#Page_418">418</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Le nuove costituzioni di Genova e di Firenze si dettarono in mezzo a crudeli calamità</td> <td class="pag"><a href="#Page_418">418</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I dodici riformatori di Genova incaricati di pacificare la città e di conciliare i partiti</td> <td class="pag"><a href="#Page_420">420</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>Il senato loro commette di rifondere la costituzione</td> <td class="pag"><a href="#Page_420">420</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Andrea Doria ricusa la sovranità di Genova offertagli da Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_421">421</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il punto d'onore genovese associato a' nomi che perpetuavano gli odj</td> <td class="pag"><a href="#Page_422">422</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Adozione d'una in altra famiglia, praticata in Genova sotto il nome d'Alberghi</td> <td class="pag"><a href="#Page_423">423</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I riformatori dichiarano tutti i cittadini genovesi attivi gentiluomini ed uguali in diritto</td> <td class="pag"><a href="#Page_424">424</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Li distribuiscono in 28 alberghi o famiglie adottive</td> <td class="pag"><a href="#Page_424">424</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La divisione dei Genovesi in alberghi fu soppressa dalla legge di mediazione del</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>17 di marzo 1576, dopo avere durato quarantotto anni</td> <td class="pag"><a href="#Page_425">425</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gran consiglio de' gentiluomini genovesi, corpo elettorale</td> <td class="pag"><a href="#Page_426">426</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Formazione dell'annuale senato del doge e della signoria</td> <td class="pag"><a href="#Page_426">426</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La costituzione di Genova puramente aristocratica</td> <td class="pag"><a href="#Page_428">428</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Pure quest'aristocrazia era meno esclusiva di quella di Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_429">429</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_520"></a>[520]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>La costituzione fiorentina dal canto suo pende verso l'aristocrazia</td> <td class="pag"><a href="#Page_429">429</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il diritto di città ristretto a coloro che lo avevano ricevuto per eredità dai loro antenati</td> <td class="pag"><a href="#Page_430">430</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Divisione degli abitanti dello stato in più classi, una sola delle quali era sovrana</td> <td class="pag"><a href="#Page_432">432</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Due mila cinquecento cittadini governavano un milione di sudditi, ma se non altro con forme popolari</td> <td class="pag"><a href="#Page_432">432</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Niccola Capponi coi grandi vuole ristringere l'oligarchia</td> <td class="pag"><a href="#Page_433">433</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Baldassare Carducci gli si oppone alla testa del partito popolare</td> <td class="pag"><a href="#Page_433">433</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Dante di Castiglione rompe le statue e gli stemmi dei Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_434">434</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Niccola Capponi riunisce la fazione Medici, o de' <i>Palleschi</i>, ai discepoli di Savonarola, ossia <i>Piagnoni</i></td> <td class="pag"><a href="#Page_435">435</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1522-1527</td> <td>Peste a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_436">436</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1527</td> <td>Agosto. Riesce impossibile il ragunare il gran consiglio</td> <td class="pag"><a href="#Page_438">438</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>9 febbrajo. Niccola Capponi fa dichiarare Gesù Cristo re perpetuo di Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_439">439</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>10 giugno. Il Capponi confermato gonfaloniere per un altro anno</td> <td class="pag"><a href="#Page_440">440</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Formazione della quarantia per i giudizj politici</td> <td class="pag"><a href="#Page_441">441</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>L'imposta diretta sul capitale mobiliare regolata da venti commissarj</td> <td class="pag"><a href="#Page_441">441</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Formazione della guardia del palazzo di trecento giovani</td> <td class="pag"><a href="#Page_443">443</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>6 novembre. Formazione della guardia urbana di quattro mila cittadini</td> <td class="pag"><a href="#Page_444">444</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_521"></a>[521]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1528</td> <td>Attaccamento de' Fiorentini alla nazione francese, il quale li fa persistere nella santa lega</td> <td class="pag"><a href="#Page_446">446</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Negoziazioni di Andrea Doria con Luigi Alamanni per riconciliare Firenze coll'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_447">447</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I Fiorentini rifiutano le sue proposizioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_449">449</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Disordine dell'armata di Borbone, conte di San Paolo in Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_450">450</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1529</td> <td>San Paolo coi duchi d'Urbino e di Milano s'avvicina a Milano, ma si trova troppo debole per attaccarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_451">451</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>21 giugno. San Paolo sorpreso a Landriano è fatto prigioniere da Antonio di Leyva</td> <td class="pag"><a href="#Page_453">453</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>7 luglio. Luigia di Savoja e Margarita d'Austria si riuniscono a Cambrai per negoziare la pace</td> <td class="pag"><a href="#Page_453">453</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I cerca di persuadere agli alleati che difenderà i loro interessi</td> <td class="pag"><a href="#Page_455">455</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Anche Clemente VII tenta d'ingannare Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_456">456</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Irritamento di Clemente VII contro i Veneziani, il duca di Ferrara ed i Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_456">456</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>I progressi de' Turchi, e quelli dei protestanti in Germania, fanno desiderare la pace a Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_458">458</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>20 giugno. Trattato di pace e di alleanza di Barcellona tra l'imperatore ed il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_460">460</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>10 gennajo. Ippolito de' Medici creato cardinale, ed Alessandro disegnato capo della casa de' Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_460">460</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_522"></a>[522]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1529</td> <td>5 agosto. Trattato di Cambrai, o delle dame, tra Francesco I e Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_461">461</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I abbandona i Fiorentini ed i Veneziani all'intera vendetta dell'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_462">462</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Sagrifica ugualmente i duchi di Milano e Ferrara, gli Orsini e Fregosi, e tutti i partigiani della casa Angioina nel regno di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_463">463</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Carlo V in questo trattato guarentisce al contrario gl'interessi di tutti i suoi alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_464">464</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Pel sagrificio de' suoi alleati Francesco I ottiene condizioni più vantaggiose per sè medesimo</td> <td class="pag"><a href="#Page_465">465</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Francesco I cerca fin all'ultimo d'ingannare i Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_466">466</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Carlo V manda a Barcellona Andrea Doria per far passare le sue galere in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_467">467</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>29 luglio. Carlo V s'imbarca a Barcellona, e sbarca a Genova il 12 di agosto</td> <td class="pag"><a href="#Page_468">468</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Grossa armata dell'imperatore destinata a dare esecuzione al trattato di pace</td> <td class="pag"><a href="#Page_468">468</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli alleati si pongono in istato di trattare con lui colle armi alla mano</td> <td class="pag"><a href="#Page_470">470</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>La guerra d'Ungheria ed il suo proprio spossamento persuadono Carlo V a trattare con loro</td> <td class="pag"><a href="#Page_470">470</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Egli esclude i soli Fiorentini dalla pacificazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_471">471</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gli alleati schivano ogni battaglia coll'imperatore, e continuano a difendersi</td> <td class="pag"><a href="#Page_472">472</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_523"></a>[523]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1529</td> <td>5 di novembre. Abboccamento del papa e dell'imperatore a Bologna</td> <td class="pag"><a href="#Page_473">473</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>22 novembre. Francesco Sforza si reca pure a Bologna per trattare</td> <td class="pag"><a href="#Page_474">474</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>23 di dicembre. Trattato di pace di Carlo collo Sforza, ed onerose condizioni con cui gli rende il ducato di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_474">474</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1529-1535</td> <td>Sgraziato regno di Francesco Sforza, che muore senza figli</td> <td class="pag"><a href="#Page_476">476</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>25 dicembre. Trattato di pace dell'imperatore coi Veneziani</td> <td class="pag"><a href="#Page_477">477</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1530</td> <td>2 marzo. Alfonso d'Este si reca pure a Bologna per trattare</td> <td class="pag"><a href="#Page_478">478</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>21 marzo. Il papa ed il duca di Ferrara si assoggettano all'arbitramento della camera imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_479">479</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1531</td> <td>21 aprile. Sentenza di Carlo V, che accorda alla casa d'Este Ferrara, come feudo della Chiesa, e Modena e Reggio come feudi dell'impero</td> <td class="pag"><a href="#Page_480">480</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1530</td> <td>25 marzo. Il marchesato di Mantova cambiato in ducato a favore di Federico Gonzaga</td> <td class="pag"><a href="#Page_482">482</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Il duca Carlo III di Savoja si attacca unicamente all'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_482">482</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Le repubbliche di Genova, Siena e Lucca si assoggettano ad un'assoluta dipendenza dall'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_482">482</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Tutte le armate di Carlo V, evacuando il rimanente dell'Italia, riunisconsi intorno a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_484">484</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>22 di febbrajo, 24 marzo. Carlo riceve a Bologna dalle mani del papa le due corone di Lombardia e dell'impero</td> <td class="pag"><a href="#Page_484">484</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><span class="pagenum"><a id="Page_524"></a>[524]</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="anno">1530</td> <td>Fin da quest'epoca la potenza di Carlo V fu più assoluta in Italia che non era stata quella di Carlo Magno e di Ottone</td> <td class="pag"><a href="#Page_486">486</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Gl'Italiani avevano cessato di esistere come nazione indipendente</td> <td class="pag"><a href="#Page_486">486</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>&nbsp;</td> <td>Aprile. Carlo V va in Germania, e lascia l'Italia in ischiavitù</td> <td class="pag"><a href="#Page_488">488</a></td>
+ </tr>
+</table>
+
+<p class="pad2 center large">
+<span class="smcap">Fine della Tavola.</span>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnotes">
+
+<h2>
+NOTE:
+</h2>
+
+<p>
+<a id="note1" href="#tag1">1.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 219.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note2" href="#tag2">2.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 213. — Galeat.
+Capella de bello Mediol., l. I, f. 15.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note3" href="#tag3">3.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 215. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. IV, p. 291. — Gal. Capella,
+l. I, f. 15.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note4" href="#tag4">4.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 220. — Mém.
+de du Bellay, l. II, p. 195. — Scip. Ammirato,
+l. XXIX, p. 342. — Orl. Malavolti Stor. di
+Siena, p. III, l. VII, f. 121. — Fr. Belcarii,
+Comm., l. XVI, p. 510.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note5" href="#tag5">5.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 222.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note6" href="#tag6">6.</a> <i>Gio. Cambi, t. XXII, p. 190. — Scip.
+Ammirato, l. XXIX, p. 341.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note7" href="#tag7">7.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 236.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note8" href="#tag8">8.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 288. — Muratori
+Ann. d'Italia ad an. 1521. — P. Giovio
+Vita di Alfonso, p. 116.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note9" href="#tag9">9.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 295. — P.
+Giovio Vita d'Adriano VI, f. 116. — Onofr.
+Panvino Vite de' Pontefici, f. 265.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note10" href="#tag10">10.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 221. — Jac.
+Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 295. — Gio. Cambi,
+t. XXII, p. 191. — Panvino in Clemente VII,
+f. 267. — P. Giovio Vita d'Adriano VI, f. 116.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note11" href="#tag11">11.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 222. — P.
+Giovio Vita di Adriano VI, f. 109, 110, 118,
+119. — Rayn. Ann. Eccl. 1422, § 1 e 2, p. 347. — Fr.
+Belcarii, l. XVII, p. 501. — Lettera di
+Girolamo Negri ad Antonio Michieli. Roma 14
+aprile 1522. Lettere ai Principi, t. I, f. 98. — Jo.
+Sleidaini Comm. de Statu relig. et reipub.,
+l. III, p. 48.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note12" href="#tag12">12.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 223. — Rayn.
+Ann. Eccl. 1522, § 16, p. 360.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note13" href="#tag13">13.</a> <i>Gio. Cambi, t. XXII, p. 194.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note14" href="#tag14">14.</a> <i>Comment. de Fil. de' Nerli, l. VII, p. 138.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note15" href="#tag15">15.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 282. — Comment.
+di Filippo de' Nerli, l. VII, p. 136.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note16" href="#tag16">16.</a> <i>Jac. Nardi, l. VII, p. 301, 302. — Fil.
+di Nerli Comm., l. VII, p. 139. — Scip. Ammirato,
+l. XXIX, p. 343. — Gio. Cambi,
+t. XXII, p. 201-207.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note17" href="#tag17">17.</a> <i>Hinc antiqua illa Gallica libertas aboleri,
+et in miseram servitutem desinere occaepit. Belcarius
+Comm. Rer. Gallic., l. XVII, p. 507.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note18" href="#tag18">18.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 224. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 195. — Gal. Capella,
+l. I, p. 16.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note19" href="#tag19">19.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 226. — M. du
+Bellay, l. II, p. 202. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. II, p. 316.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note20" href="#tag20">20.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 225. — M. du
+Bellay, l. II, p. 194. — Fr. Belcarii, l. XVII,
+p. 503. — Galeat. Capella, l. I, p. 16.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note21" href="#tag21">21.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 227. — M. du
+Bellay, l. II, p. 203. — P. Jovii Vita Piscarii,
+l. II, p. 316. — P. Paruta Ist. Ven., l. IV, p. 292.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note22" href="#tag22">22.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 205. — Fr.
+Guicciardini, l. XIV, p. 226.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note23" href="#tag23">23.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. II, p. 205. — Fr.
+Guicciardini, l. XIV, p. 226.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note24" href="#tag24">24.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 228. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. II, p. 319. — M. du
+Bellay, l. II, p. 205. — Fr. Belcarii, l. XVII,
+p. 504. — Arnoldi Ferroni Burdigalensis de reb.
+gest. Gallor., l. V, p. 107. — P. Paruta, l. IV,
+p. 293. — Gal. Capella, l. II, f. 19.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note25" href="#tag25">25.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. IV, p. 296.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note26" href="#tag26">26.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 229. — P.
+Paruta, l. IV, p. 297. — Arnol. Ferroni de
+reb. gest. Gallor., p. 108.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note27" href="#tag27">27.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Piscarii, l. II, p. 320. — Galeat.
+Capella, l. II, f. 20. — Mém. de M.
+du Bellay, l. II, p. 215. — P. Paruta, l. IV,
+p. 297.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note28" href="#tag28">28.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 229. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 216. — Arnold. Ferronius
+Burdigalensis de reb. gest. Gallor., p. 109.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note29" href="#tag29">29.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 217. — P.
+Jovii Vita Davali, l. II, p. 322. — Arn. Ferronii,
+l. V, p. 109. — Fr. Guicciardini, l. XIV,
+p. 229. — Georgens von Frundsberg, B. II, f. 32.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note30" href="#tag30">30.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 230. — Gal.
+Capella, l. II, f. 21. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. II, p. 322. — Arn. Ferroni, l. V,
+p. 109. — P. Paruta Stor. Ven., l. IV, p. 298. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p, 318. — Fr.
+Belcarii, l. XVII, p. 507.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note31" href="#tag31">31.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 230. — Arn.
+Ferronii, l. V, p. 110. — P. Jovii Vita Piscarii,
+l. II, p. 323. — Mém. de M. du Bellay, p. 218. — Gal.
+Capella, l. II, f. 22. — P. Paruta,
+l. IV, p. 298. — Georg. von Frundsberg Kriegzsthat,
+B. II, f. 35.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note32" href="#tag32">32.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 220. — Arn.
+Ferronii, p. 110. — P. Jovii Vita Ferd. Davali,
+l. II, p. 324.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note33" href="#tag33">33.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 231. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 223. — Gal. Capella,
+l. II, f. 22. — P. Jovii Vita Ferd. Davali,
+l. III, p. 325. — Arn. Ferronii de Gest. Gall.,
+l. V, p. 111. — P. Paruta, l. IV, p. 301.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note34" href="#tag34">34.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 227, 228. — Fr.
+Belcarii Comm. Rer. Gall. l. XVII,
+p. 507-609. — Arn. Ferronii, l. V, p. 112.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note35" href="#tag35">35.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 223. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. II, p. 326. — Georg.
+von Frundsberg Kriegzsthat, B. II, f. 36.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note36" href="#tag36">36.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 232. — M. du
+Bellay, l. II, p. 231. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. III, p. 328. — Arn. Ferronii Rer.
+Gall., l. VII, p. 133. — P. Paruta Ist. Ven.,
+l. IV, p. 303. — Gal. Capella, l. II, f. 23. — Fr.
+Belcarii, l. XVII, p. 509.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note37" href="#tag37">37.</a> <i>Ag. Giustiniani Ann. di Genova, l. IV,
+f. 275. — Uberti Folietae Gen. Hist., l. XII,
+p. 723. — P. Bizarri Hist. Gen., l. XIX, p. 453. — Galeat.
+Capella, l. II, f. 23. — Arn. Ferronii,
+l. VII, p. 134. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. III, p. 330. — M. du Bellay, l. II,
+p. 232. — Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 233. — Gio.
+Cambi, p. 201, 208. — Georg. von
+Frundsberg Kriegzsthat, B. II, f. 36.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note38" href="#tag38">38.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 234. — M. du
+Bellay, Mém., l. II, p. 236.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note39" href="#tag39">39.</a> <i>Arn. Ferronii de reb. Gall., l. VII, p. 133. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 238.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note40" href="#tag40">40.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 237. — Gal.
+Capella, l. II, f. 25.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note41" href="#tag41">41.</a> Osservinsi le risposte della reggente e di
+madama d'Alenzon, da Lione il 25 di giugno.
+<i>Lettere de' Principi, fol. 102.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note42" href="#tag42">42.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, f. 123,
+124. — Rayn. Ann. Eccl. 1522, § 17, p. 351. — Panvino
+Vite dei Pontefici, p. 265.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note43" href="#tag43">43.</a> <i>Lettera di Girolamo Negro a Marc'Antonio
+Micheli, Roma 17 marzo 1523. Lettere dei
+Principi, t. I, f. 113.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note44" href="#tag44">44.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, f. 126. — Ist.
+di Gio. Cambi, t. XXII, p. 216. — Fr.
+Belcarii, l. XVII, p. 524. — Rayn. Ann. Eccl.
+1522, § 15, p. 350.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note45" href="#tag45">45.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 240. — P.
+Giovio Vita di Adriano VI, f. 125. — Rayn.
+Ann. Eccl., § 20 e seg., p. 352.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note46" href="#tag46">46.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 240. — Onof.
+Panvino Vite dei Pont., p. 265. — Rayn. Ann.
+Eccl. 1525, § 108, p. 393.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note47" href="#tag47">47.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 241. — Jac.
+Nardi, l. VII, p. 302.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note48" href="#tag48">48.</a> <i>Lettera di Girolamo Negro a Mess. Ant.
+Micheli del 10 dicembre del 1522. Lettere de'
+Principi, t. I, f. 109.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note49" href="#tag49">49.</a> <i>Lettera del Negro al Micheli del 28 febbrajo
+1523, t. I, f. 111.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note50" href="#tag50">50.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 250. — Jac.
+Nardi, l. VII, p. 302. — Onof. Panvino, f. 266. — Scip.
+Ammirato, l. XXIX, p. 347. — Fr.
+Belcarii, l. XVII, p. 526. — Rayn. Ann. Eccl.
+1523, § 109, p. 394.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note51" href="#tag51">51.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 241. — Fr.
+Belcarii, l. XVII, p. 525.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note52" href="#tag52">52.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 242. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 305.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note53" href="#tag53">53.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. V, p. 305-316. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 242-247. — Gal.
+Capella, l. II, f. 26.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note54" href="#tag54">54.</a> <i>P. Paruta, l. V, p. 317. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 248. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. III, p. 341. — Arn. Ferroni de reb.
+Gall., l. VII, p. 139. — Gal. Capella, l. II,
+f. 26.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note55" href="#tag55">55.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 27. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 250. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 260. — P. Paruta, l. V, p. 318. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 337. — Rayn.
+Ann. Eccl., § 110, p. 394. — Scip. Ammirato,
+l. XXIX. p. 348. — Gio. Cambi,
+t. XXII, p. 340.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note56" href="#tag56">56.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 251. — M. du
+Bellay, t. II, f. 281. — Gal. Capella, l. III,
+f. 28. — Fr. Belcarii, l. XVII, p. 523. — Gio.
+Cambi, t. XXII, p. 242.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note57" href="#tag57">57.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 26. — Arn. Ferroni,
+l. VII, p. 138. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 259-283. — Fr. Guicciardini, l. XV,
+p. 253. — Fr. Belcarii, l. XVII, p. 533. — Scip.
+Ammirato, l. XXIX, p. 348. — P. Paruta,
+l. XV, p. 319.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note58" href="#tag58">58.</a> <i>M. du Bellay, l. I, p. 143. — P. Jovii de
+Vita Ferd. Davali, l. III, p. 339.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note59" href="#tag59">59.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 252. — M. du
+Bellay, l. II, p. 261. — Arn. Ferroni, l. VII,
+p. 136.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note60" href="#tag60">60.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 252. — M. du
+Bellay, l. II, p. 264. — P. Jovii Vita Davali,
+l. III, p. 330. — Mém. de Louis de la Tremouille,
+t. XIV, ch. XIX, p. 218. — Franc.
+Belcarii, l. XVII, p. 538. — Arn. Ferronii de
+reb. Gall., l. VII, p. 136. — Gal. Capella,
+l. III, f. 29. — Rymer Acta et Convent., t. XIII,
+p. 794.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note61" href="#tag61">61.</a> <i>M. du Bellay, l. II, p. 235. — Arn. Ferronii,
+l. VII, p. 136. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. III, p. 341. — Fr. Belcarii, l. XVII,
+p. 530. — Fr. Guicciardini, l. XV, p. 253.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note62" href="#tag62">62.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 265. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 341.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note63" href="#tag63">63.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 253. — M. du
+Bellay, l. II, p. 279. — Arn. Ferronii, l. VII,
+p. 139. — Fr. Belcarii, l. XVII, p. 533. — Gal.
+Capella, l. III, f. 29. — P. Jovii Vita
+Ferd. Davali, l. III, p. 341.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note64" href="#tag64">64.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 29. — P. Jovii
+Vita Davali, l. III, p. 342.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note65" href="#tag65">65.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven. l. V, p. 320.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note66" href="#tag66">66.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 254. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 287. — Arn. Ferronii
+Burdigalensis, l. VII, p. 139. — P. Jovii Vita
+Davali, l. III, p. 342. — P. Paruta, l. V, p. 319.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note67" href="#tag67">67.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. III, p. 342. — Idem
+Vita d'Adriano VI, p. 133. — Idem Vita
+di Pompeo Colonna, p. 159. — Rayn. Ann. Eccl.
+§ 112, p. 394. — Onof. Panvinio, f. 266. — Gio.
+Cambi, t. XXII, p. 243. — Scip. Ammirato,
+l. XXIX, p. 349. — Fr. Belcarii, l. XVII,
+p. 536.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note68" href="#tag68">68.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, p. 134. — Onof.
+Panvinio Vite de' Pontefici, p. 266. — Lettera
+di Girolamo Negro del 7 aprile,
+1523, e del 2 dicembre, da Roma, f. 119 tra
+le Lettere de' Principi, l. I. Ediz. Ven. in 4.º 1581.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note69" href="#tag69">69.</a> <i>Sleidanus in Comment., l. III, p. 87; e
+l. IV, p. 99. — Acta convent. Norimb. in fasciculo
+rer. expetendi et fugiend. — Pallavicino
+Ist. del Concil. di Trento, l. II, c. 7 ed 8. — Fleury
+Hist. Eccl., l. CXXVIII, chap. 29-34.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note70" href="#tag70">70.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, p. 133. — Onof.
+Panvino Vite de' Pontefici, f. 266.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note71" href="#tag71">71.</a> <i>P. Giovio Vita del Card. Pompeo Colonna,
+p. 159.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note72" href="#tag72">72.</a> <i>Ist. di Gio. Cambi, t. XXII, p. 243.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note73" href="#tag73">73.</a> <i>P. Giovio Vita di Pomp. Colonna, f. 160. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 263. — Onof.
+Panvino, f. 267. — Lettera di Girolamo Negro
+del 18 novembre 1523, l. I, f. 119.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note74" href="#tag74">74.</a> <i>P. Giovio Vita del Card. Colonna, p. 160. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 264. — Gio.
+Cambi, p. 246. — P. Bizarro, l. XIX, p. 459. — Ben.
+Varchi Stor. Fior., l. II, t. I, p. 7. — Rayn.
+Ann. Eccl. 1523, § 125, p. 397. — Fr.
+Belcarii, l. XVII, p. 538.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note75" href="#tag75">75.</a> <i>Lettera di Girol. Negri del 2 decembre,
+f. 119. Lettere de' Principi.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note76" href="#tag76">76.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 255.</i> Alfonso
+aveva di questo tempo all'incirca perduta Lucrezia
+Borgia, sua sposa, che gli lasciava tre
+figli. Ella aveva fatte inallora dimenticare colla
+sua divozione gli scandali della passata vita. <i>P.
+Giovio Vita d'Alfonso d'Este, p. 118.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note77" href="#tag77">77.</a> Lucrezia, che ai difetti contratti nella
+propria famiglia, celebre per la scostumata vita
+d'Alessandro VI e de' suoi figliuoli, unì tali virtù
+che la fecero amare dal consorte e da' suoi sudditi,
+morì quando ancora viveva Leon X. <i>N. d. T.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note78" href="#tag78">78.</a> <i>Ist. di Gio. Cambia t. XXII, p. 250. — Jac.
+Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 303. — Fil.
+de' Nerli Comm., l. VII, p. 141. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 351. — Ben. Varchi Stor.
+Fior., l. II, p. 12. — Lettere de' Principi, t. I,
+f. 120.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note79" href="#tag79">79.</a> <i>Gio. Cambi, t. XXII, p. 239, 264, 273. — Comm.
+del Nerli, p. 142. — Benedetto
+Varchi, l. II, p. 14.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note80" href="#tag80">80.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 254. — Gal.
+Capella, l. III, f. 29. — Arnoldi Ferroni de
+reb. Gall., l. VII, f. 139. — P. Jovii Vita Davali,
+l. III, p. 342. — P. Paruta Ist. Venez.,
+l. V, p. 319.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note81" href="#tag81">81.</a> <i>Mém. de Mart. du Bellay, l. II, p. 289. — Mém.,
+de Louis de la Tremouille, t. XIV,
+p. 224.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note82" href="#tag82">82.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 257. — Gal.
+Capella, l. III, p. 30. — Arn. Ferroni, l. VII,
+p. 139. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 290.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note83" href="#tag83">83.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 30. — P. Paruta,
+l. V, p. 320. — P. Jovii vita Davali, l. III,
+p. 342.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note84" href="#tag84">84.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 258. — Gal.
+Capella, l. III, f. 30.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note85" href="#tag85">85.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 259. — Mém.
+du chev. Bayard, t. XV, c. LXIX, p. 404. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 307. — Gal.
+Capella, l. III, f. 31. — Arn. Ferroni, l. VII,
+p. 139.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note86" href="#tag86">86.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 260. — Gal.
+Capella, l. III, f. 32. — P. Paruta Stor. Ven.,
+l. V, p. 323. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 140. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 343. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 350. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 308.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note87" href="#tag87">87.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 263, 265. — Gal.
+Capella, l. III, f. 33. — P. Jovii Vita
+Ferd. Piscarii, l. III, p. 343. — Mém. de M.
+du Bellay, l. II, p. 309.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note88" href="#tag88">88.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 265. — Gal.
+Capella, l. III, f. 33. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. III, p. 344. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 308.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note89" href="#tag89">89.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 34. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 267.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note90" href="#tag90">90.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. III, p. 344. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 140. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 268. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 311. — Mém. du chev. Bayard, c. LXIV,
+p. 405-409.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note91" href="#tag91">91.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 269. — Gal.
+Capella, l. III, f. 35. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. III, p. 344. — Arn. Ferroni, l. VII,
+p. 141. — P. Paruta, l. V, p. 325. — Mém.
+de M. da Bellay, l. II, p. 312.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note92" href="#tag92">92.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 270. — Gal.
+Capella, l. III, f. 35. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 316. — P. Jovii Vita Ferd. Davali,
+l. III, p. 346. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 141.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note93" href="#tag93">93.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 270. — Galeat.
+Capella de bello Mediol., l. III, f. 36. — Mém.
+de Mart. du Bellay, l. II, p. 317. — P. Paruta
+Stor. Ven., l. V, p. 325. — Arn. Ferroni, l. VII,
+p. 141. — P. Jovii Vita Ferdin. Davali, l. III,
+p. 347.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note94" href="#tag94">94.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 271. — Gal.
+Capella de bello Mediol., l. III, f. 36. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 318. — P. Jovii Vita
+Davali, l. III, p. 346. — Arn. Ferroni rer.
+Gall., l. VII, p. 142.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note95" href="#tag95">95.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 271. — P. Jovii
+Vita Davali, l. III, p. 347. — Arn. Ferroni,
+l. VII, p. 142.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note96" href="#tag96">96.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 348. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 142. — Gal. Capella,
+l. III, f. 37. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 319. — P.
+Paruta, l. V, p. 325. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 541.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note97" href="#tag97">97.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. III, p. 351. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 270. — Gal. Capella,
+l. III, f. 37. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 142. — P.
+Paruta, l. V, p. 326. — Mém. de M.
+du Bellay, l. II, p. 341.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note98" href="#tag98">98.</a> <i>Mém. de Bayard, c. LXIV, p. 411; c.
+LXV, p. 416, 418.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note99" href="#tag99">99.</a> <i>Mém. de mes. M. du Bellay, l. II, p. 341. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 143. — P. Jovii
+vita Davali, l. III, p. 352. — Fr. Belcarii, l.
+XVIII, p. 542.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note100" href="#tag100">100.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 272. — P.
+Jovii vita Davali, l. III, p. 352. — Arn. Ferroni,
+l. VII, p. 143. — Gal. Capella, l. III,
+f. 37. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 343.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note101" href="#tag101">101.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. III, p. 354. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 344. — Mém. de
+la Tremouille, c. XX, p. 225. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 541. — Scip. Ammirato, l. XXX,
+p. 352.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note102" href="#tag102">102.</a> <i>Lett. di Gio. Matteo Giberto Datario a
+Mess. Marchione Lango nunzio in Inghilterra.
+Lettera de' principi, t. I, f. 123-126.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note103" href="#tag103">103.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. IV, p. 355. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 144. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 39. — Rapin Thoyras, Hist. d'Anglet.,
+t. VI, l. XV, p. 198. — Rymer, Acta pubblica,
+t. XIII, p. 794.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note104" href="#tag104">104.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. IV, p. 357. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 345. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 144. — Fr. Guicciardini, l. XV,
+p. 275.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note105" href="#tag105">105.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. IV, p. 358. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 276. — Arn. Ferroni,
+l. VII, p. 145.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note106" href="#tag106">106.</a> <i>P. Jovii vita Ferd. Davali, l. IV, p. 363. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 347. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 277. — Arn. Ferroni, l. VII,
+p. 146. — Georgens von Frundsberg, B. II,
+f. 38.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note107" href="#tag107">107.</a> <i>P. Jovii vita Ferd. Davali, l. IV, p. 365. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 146. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 278. — Mém. de la Tremouille,
+c. XX, p. 225. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 544.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note108" href="#tag108">108.</a> <i>Hist. de France par Belleforest, t. I, p.
+1438. — Ar. Ferroni, l. VII, p. 147. — Gal.
+Capella, l. IV, f. 40. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 348. — P. Jovii vita Ferd. Davali,
+l. IV, p. 365.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note109" href="#tag109">109.</a> <i>Mém. de la Tremouille, c. XX, p. 228. — Gal.
+Canella, l. IV, f. 42. — Mém. de M. du
+Bellay, l. II, p. 352. — Fr. Guicciardini, l.
+XV, p. 279. — Arn. Ferroni, t. VII, p. 148. — P.
+Jovii vita Ferd. Davali, l. V, p. 367. — Fr.
+Belcarii, l. XVIII, p. 546.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note110" href="#tag110">110.</a> <i>P. Jovii vita Fred. Davali, l. V, p. 368. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 353. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 42. — Jac. Nardi, l. VII,
+p. 306. — Garnier Hist. de France, t. XII,
+p. 318.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note111" href="#tag111">111.</a> <i>Arn. Ferroni, l. VII, p. 148.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note112" href="#tag112">112.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 280. — Gal.
+Capella, l. IV, f. 42. — P. Jovii vita Davali,
+l. V, p. 369. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 148. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 530.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note113" href="#tag113">113.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 355.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note114" href="#tag114">114.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 280. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. V, p. 369. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 148. — Gal. Capella, l. IV,
+f. 43. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 357. — Mém.
+de la Tremouille, c. XX, p. 229.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note115" href="#tag115">115.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 281. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 149. — Lettera di Giovan
+Battista Sanga, Roma 21 novembre tra le lett.
+de' Princ., t. I, f. 140. — P, Jovii vita Ferd.
+Davali, l. V, p. 371. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 358. — Ben. Varchi Stor. Fior., l. II,
+p. 22. — P. Paruta, l. V, p. 331.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note116" href="#tag116">116.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p, 281. — Lett.
+de' Princ., t. I, f. 140.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note117" href="#tag117">117.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 375. — P.
+Paruta, l. V, p. 332. — Fr. Guicciardini, l.
+XV, p, 282. — Ben. Varchi, l. II, p. 22. — Lett.
+di Giovanni Battista Sanga da Roma 29
+novembre. Lettere de' principi, t. I, f. 144.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note118" href="#tag118">118.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 376. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 283. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 43. — P. Parata, l. V, p. 343. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 149. — Mém. de M.
+du Bellay, l. II, p. 359. — Jac. Nardi, l. VII,
+p. 308. — Ben. Varchi, l. II, p. 23.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note119" href="#tag119">119.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 377 — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 285. — Mém. de
+M. du Bellay, l. II, p. 361 — Fr. Belcarii, l.
+XVIII, p. 548. — Scip. Ammirato, l. XXX,
+p. 354.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note120" href="#tag120">120.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 287. — Gal.
+Capella, l. IV, f. 44 e 49. — Arnoldi Ferroni,
+l. VII, p. 150. — Rayn. Ann. Eccl. 1525, § 75,
+p. 450. — Orl. Malavolti Stor. di Siena, p. III,
+l. VII, f. 123. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VII,
+p. 309.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note121" href="#tag121">121.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 374. — Gal.
+Capella, l. IV, f. 45. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 289. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 150. — Marco
+Guazzo Ist. de' suoi tempi, f. 6. — G.
+Frundsberg, B. II, f. 39.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note122" href="#tag122">122.</a> <i>Gal. Capella, l. IV, f. 42, 44, 46. — P.
+Jovii vita Davali, l. V, p. 372. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 289. — Mém. de M. du
+Bellay, l. II, p. 379. — Arn. Ferroni, l. VII,
+p. 149. — Georg. von Frundsberg Kriegzsthaten,
+B. II, f. 40.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note123" href="#tag123">123.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 378. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 289. — P. Paruta
+Ist. Ven., l. V, p. 345. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 550.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note124" href="#tag124">124.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 379. — Gal.
+Capella, l. IV, f. 47. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 290. — Mém. de M. du Bellay, l. II,
+p. 379.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note125" href="#tag125">125.</a> <i>P. Jovii vita Piscarii, l. VI, p. 390. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 151. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 291. — Martin du Bellay,
+l. II, p. 385.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note126" href="#tag126">126.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 391. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 292. — Mém. de
+la Tremouille, c. XXI, p. 231. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 51. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 151. — Georg.
+von Frundsberg, B. III, f. 45.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note127" href="#tag127">127.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 383. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 292. — Mém de M.
+du Bellay, l. II, p. 383. — Arn. Ferroni, l.
+VII, p. 152. — Garnier. Hist. de France, l. XII,
+p. 325. — Rap. Thoyras Hist. d'Angl., l. XV,
+p. 203.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note128" href="#tag128">128.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 382. — Gal.
+Capella, l. IV, f. 48. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 293. — Du Bellay, l. II, p. 381. — Georg
+von Frundsberg, B. III. f. 42.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note129" href="#tag129">129.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 389. — Gal.
+Capella, l. IV, f. 49. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 293. — Mém de M. du Bellay,
+l. II, p. 383.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note130" href="#tag130">130.</a> <i>Gal. Capella, l. IV, f. 50. — Fr. Guicciardini,
+l. X, p. 293. — Mém. de M. du
+Bellay, l. II, p. 386.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note131" href="#tag131">131.</a> Per abbaglio l'originale dice Lago Maggiore.
+<i>N. d. T.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note132" href="#tag132">132.</a> <i>Gal. Capella, l. IV, f. 49. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 294. — Du Bellay, l. II,
+f. 383. — P. Jovii vita Davali, l. V, p. 388. — Fr.
+Belcarii, l. XVIII, p. 553. — Arnoldi
+Ferroni, l. VII, p. 154. — Jac. Nardi, l. VII,
+p. 308. — Ben. Varchi, l. II, p. 23.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note133" href="#tag133">133.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 385. — Marco
+Guazzo Ist. de' suoi tempi, f. 7. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 294. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 51. — Mém. de la Tremouille, c. XXI,
+p. 232. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 154.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note134" href="#tag134">134.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 387. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 296. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 51. — Mém. de M. du Bellay,
+l. II, p. 387. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 153.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note135" href="#tag135">135.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 393. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 297. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 52. — Mém, de M. du Bellay,
+l. II, p. 389. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 154. — Georg.
+von Frundsberg Kriegsthaten, B. III,
+f. 46.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note136" href="#tag136">136.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 390. — Fr.
+Belcarii, l. XVIII, p. 554. — P. Jovii vita
+Davali, l. VI, p. 394.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note137" href="#tag137">137.</a> <i>Fr. Guicciardini l. XV, p. 290. — Mém.
+de la Tremouille, c. XXI, p. 230. — Anon.
+Padov. presso il Murat. Ann., l. X, p. 183.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note138" href="#tag138">138.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 397. — Mém.
+de M. du Bellay, l. II, p. 391. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 155. — Fr. Belcarii, l.
+XVIII, p. 554. — Georg. von Frundsberg,
+B. III, f. 47.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note139" href="#tag139">139.</a> <i>P. Jovii vita Ferd. Davali, l. VI, p.
+398, 401. — Lettere de' Principi. Pavia, 24
+febbrajo 1525, t. I, f. 151. — Fr. Guicciardini,
+l. XV, p. 297. — Gal. Capella, l. IV,
+f. 52. — Mém. de la Tremouille, c. XXI,
+p. 236. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 392. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 155. — Jac.
+Nardi, l. VII, p. 310. — Georg. von Frundsberg,
+B. III, f. 47.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note140" href="#tag140">140.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p, 402. — Lett.
+de' Principi, t. I, f. 152. — Gal. Capella,
+l. IV, f. 52. — Mém. de la Tremouille,
+c. XXI, p. 236. — Mém. de M. du Bellay, l. II,
+p. 395. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 156. — Georg.
+von Frundsberg, B. III, f. 49.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note141" href="#tag141">141.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 403-406. — Fr.
+Guicciardini, l. XV, p. 298. — Arn.
+Ferroni, l. VII, p. 157. — Jac. Nardi, l. VII,
+p. 311. — P. Bizarro, l. XIX, p. 460. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 354. — Ben.
+Varchi, l. II, p. 24. — Rayn. An. Eccl. 1525,
+§ 80, p. 451. — P. Paruta Ist. Ven., l. V,
+p. 345. — Georg. von Frundsberg Kriegzsthaten,
+B. III, f. 50.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note142" href="#tag142">142.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. V, p. 346.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note143" href="#tag143">143.</a> <i>P. Giovio vita del card. Pompeo Colonna,
+f. 165. — Ben. Varchi Stor. Fior., l. II, p. 45.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note144" href="#tag144">144.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 300.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note145" href="#tag145">145.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 302. — Gal.
+Capella, l. V, f. 53. — P. Jovii Vita Ferd.
+Davali, l. VII, p. 409.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note146" href="#tag146">146.</a> <i>Lettera di Venezia del 5 marzo. Lettere
+dei Principi, t. I, f. 152. — Garnier Hist. de
+France, t. XII, p. 332.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note147" href="#tag147">147.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 302. — Mém.
+de M. du Bellay, t. XVIII, l. III, p. 5. — P. Giovio
+Vita del card. Colonna, f. 161. — Lettere del
+card. de' Monti al card. Egidio. Lettere de' Princ.
+t. I, f. 155.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note148" href="#tag148">148.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII,
+p. 408.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note149" href="#tag149">149.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 302. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII, p. 418. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 346. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 555.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note150" href="#tag150">150.</a> <i>Lettera del Ghiberti, datario apostolico,
+ai nunzj in Inghilterra. Roma 1 marzo 1525.
+Lett. de' Princ., t. I, f. 154.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note151" href="#tag151">151.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 304. — P.
+Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII, p. 409. — P.
+Paruta, l. V, p. 348. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 556. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 355. — Gio.
+Cambi Ist. Fior., t. XXII, p. 268.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note152" href="#tag152">152.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 309. — Orlando
+Malavolti Stor. di Siena, p. III, l. VII,
+f. 124.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note153" href="#tag153">153.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 309. — Gal.
+Capella, l V, f. 54. — Mém. de M. du Bellay, l.
+III, p. 9. — P. Jovii Vita Davali, l. VII, p. 409.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note154" href="#tag154">154.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p, 305. — P.
+Jovii Vita Davali, l. VII, p. 409. — Ben.
+Varchi Stor. Fior, l. II, p, 26.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note155" href="#tag155">155.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 309. — Belleforest
+Hist. de France, t. II, p. 1443. — Gal.
+Capella, l. V, f. 53. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 557. — Arnoldi Ferroni, l. VIII,
+p. 159. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 355.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note156" href="#tag156">156.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 9. — Fr.
+Guicciardini, l. XVI, p. 316. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 559.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note157" href="#tag157">157.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 322. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p, 350. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 560.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note158" href="#tag158">158.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 304.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note159" href="#tag159">159.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 322.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note160" href="#tag160">160.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 323. — P.
+Jovii Vita Davali, l. VII, p. 410. — Gal. Capella,
+l. V, f. 34. — Martin du Bellay, l. III,
+p. 11. — Fr. Belcarii, l. XVIII, p. 562. — Lett.
+de' Princ. Roma, 18 giugno, f. 164.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note161" href="#tag161">161.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 317. — Lettres
+de l'évêque de Bayeux de Rome. Lett. de Princ.,
+t. I, f. 163.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note162" href="#tag162">162.</a> <i>Lettres de l'évêque de Bayeux, de Rome,
+t. I, lett. de' Princ., f. 163. — P. Paruta Ist.
+Ven., l. V, p. 351. — P. Jovii Vita Davali,
+l. VII, p. 413.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note163" href="#tag163">163.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 326. — Gal.
+Capella, l. V, f. 54. — P. Jovii Vita Davali,
+l. VII, p. 414.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note164" href="#tag164">164.</a> <i>P. Jovii vita Piscarii, l. VII, p. 414. — Gal.
+Capella, l. V, f. 55. — Fr. Guicciardini,
+l. XVI, p. 324.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note165" href="#tag165">165.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 325. — Ben.
+Varchi Stor. Fior., l. II, p. 27. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 562. — P. Jovii Vita Piscarii,
+l. VII, p. 412. — Arn. Ferroni, l. VIII, p. 160.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note166" href="#tag166">166.</a> <i>Gal. Capella, l. V, f. 55. — Fr. Guicciardini,
+l. XVI, p. 325. — Fr. Belcarii, t. XVIII,
+p. 563.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note167" href="#tag167">167.</a> <i>P. Jovii Vita Piscarii, l. VII, p. 414. — Lettere
+del Ghiberti da Roma 1.º luglio e seguenti,
+f. 165 ec., t. I, Lett. de' Princ.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note168" href="#tag168">168.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 327. — P.
+Jovii Vita Piscari, l. VII, p. 417. — Ejusd.
+Vita di Pomp. Colonna, f. 162. — Ben. Varchi
+Stor. Fior., l. II, p. 29. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 356.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note169" href="#tag169">169.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII, p. 418. — Gal.
+Capella, l. V, f. 55. — Fr. Guicciardini,
+l. XVI, p. 328.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note170" href="#tag170">170.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 319.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note171" href="#tag171">171.</a> Lettera di Gio. Matteo Ghiberti a Girolamo
+Ghinucci. Roma 10 luglio 1525. <i>Lett. de' Prin.,
+t. I, f. 169. — Rymer Acta et conven., t. XIV,
+p. 38.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note172" href="#tag172">172.</a> <i>Lettera di Gio. Matteo Ghiberti datario a
+M. Ennio Filonardo, vescovo di Veruli, nunzio
+nell'Elvezia, Roma 1.º luglio 1525, t. I, f. 164.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note173" href="#tag173">173.</a> <i>Parecchie lettere di G. M. Ghiberti, del
+mese di luglio, ma spezialmente quella del 15
+luglio diretta a Sigismondo Sanzio. Lett. dei
+Principi, f. 170. — Fr. Guicciardini, l. XVI,
+p. 329.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note174" href="#tag174">174.</a> <i>Lettera di G. M. Ghiberti a Domenico Sauli,
+del 19 settembre, t. II, f. 174. — Ed al vescovo
+di Bayeux, del 4 settembre, f. 172.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note175" href="#tag175">175.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 329. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 162. — P. Jovii Vita Davali
+Piscarii, l. VII, p. 423. — G. v. Frundsberg,
+B. III, f. 58.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note176" href="#tag176">176.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 324.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note177" href="#tag177">177.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 328. — Fr.
+Belcarii, l. XVIII, p. 564 — Joseph Ripamontii
+Hist. Mediolan., l. IX, p. 709.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note178" href="#tag178">178.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 330. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p, 15. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 565. — Arn. Ferronii, l. VIII,
+p, 162.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note179" href="#tag179">179.</a> Lettera del 19 settembre di G. M. Giberti
+a Domenico Sauli. <i>T. I, f. 174. Lett. de' Principi.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note180" href="#tag180">180.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 332.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note181" href="#tag181">181.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 353. — Gal.
+Capella, l. V, f. 57. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 565. — Bened. Varchi, l. II, p. 31. — Jac.
+Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 314.</i> — Lettera di
+G. M. Giberti a Domenico Sauli, dopo l'arrestazione
+del Moroni. <i>T. II. Lett. de' Principi,
+f. 19.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note182" href="#tag182">182.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 434. — Gal.
+Capella, l. V, p. 57. — Benedetto Varchi, l. II,
+p. 33. — Jac. Nardi, l. VII, p. 314.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note183" href="#tag183">183.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 434. — P.
+Paruta Hist. Ven., l. V, p. 352.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note184" href="#tag184">184.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 335.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note185" href="#tag185">185.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali Piscarii,
+l. VII, p. 423-425. — Fr. Guicciardini, l. XVI,
+p. 336. — Gal. Capella, l. V, f. 60. — Ist. di
+Gio. Cambi, t. XXII, p. 275. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 356. — Jos. Ripamontii,
+l. IX, p. 711.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note186" href="#tag186">186.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 337. — P.
+Paruta Hist. Ven., l. V, p. 353. — Gal. Capella,
+l. V, f. 58. — Lett. de' Principi, t. I,
+f. 175, 176 etc. — Rymer Conv. Litt., t. XIV,
+p. 481.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note187" href="#tag187">187.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 340.</i> — Lettera
+di Clemente VII a Carlo V intorno all'arrivo
+di Errera; Roma 16 dicembre 1525. <i>Lett.
+de' Principi, t. I, f. 177. — Ben. Varchi, l. II,
+p. 25.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note188" href="#tag188">188.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 341. — Fr.
+Belcarii, l. XVIII, p, 568 e 570. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 356.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note189" href="#tag189">189.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 342.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note190" href="#tag190">190.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 343-350.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note191" href="#tag191">191.</a> <i>Il trattato in Leonardo, Corpo Diplomatico,
+t. II. — e in Rymer, Acta, l. XIV,
+p. 308. — Hist. de la Diplom. fr. t. I, v. 332-336. — Fr.
+Guicciardini, l. XVI, p. 351. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 18. — Arn.
+Ferroni Burdigalensis, l. VIII, p. 162. — Fr.
+Belcarii, l. XVIII, p. 569. — Georg. v. Frundsberg,
+B. III, f. 159.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note192" href="#tag192">192.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 353. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 354. — Gal. Capella,
+l. V, f. 58. — Arn. Ferroni, l. VIII, p. 163. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 19. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 571. — Benedetto Varchi,
+l. II, p. 36. — Ist. di Gio. Cambi, t. XXII,
+p. 296. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 357.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note193" href="#tag193">193.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 406. — Alfonso
+de Ulloa Vita di Carlo V, l. II, p. 113. — Ejusd.
+Vita di Ferdinando imperatore, l. I,
+p. 17.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note194" href="#tag194">194.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 357. — Ben.
+Varchi Stor. Fior., l. II, p. 38. — P. Paruta,
+Ist. Ven., l. V, p. 354. — Gal. Capella, l. V,
+f. 58. — Fr. Belcarii, l. XVIII, p. 572. — Jac.
+Nardi, l. VII, p. 315. — Gio. Cambi, t. XXII,
+p. 280. — Georg. von Frundsberg, B. III, f. 61.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note195" href="#tag195">195.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 359. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 355. — Fr. Belcarii,
+l. XVIII, p. 572.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note196" href="#tag196">196.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 360. — P.
+Paruta, l. V, p. 357. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 573.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note197" href="#tag197">197.</a> <i>Hist. de la Diplom. Fran., t. I, l. III,
+p. 340. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p, 368. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 22. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 163. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 574. — Jac. Nardi, l. VII, p. 315</i>. — Il
+trattato viene letteralmente riportato nella vita
+di Giorgio Frundsberg, <i>l. IV, f. 62.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note198" href="#tag198">198.</a> <i>Hist. de la Diplom. Fran., t. I, l. III,
+p. 340. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 368. — Gal.
+Capella, l. V, f. 58. — P. Paruta, l. V,
+p. 358. — Arn. Ferroni, l. VIII, p. 165. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 358.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note199" href="#tag199">199.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 360. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 24.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note200" href="#tag200">200.</a> <i>Gal. Capella, l. V, f. 60. — Fr. Guicciardini,
+l. XVII, p. 362. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 572. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 317. — Jos.
+Ripamontii Hist. Mediol., l. IX, p, 711.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note201" href="#tag201">201.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 363</i>. — Lettera
+di Clemente VII a Carlo V per giustificare
+il cominciamento delle ostilità. <i>Ap. Gal. Capellam,
+l. V, f. 59.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note202" href="#tag202">202.</a> Sulla riva destra del lago di Como, presso
+Dongo. <i>N. d. T.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note203" href="#tag203">203.</a> Lettera del Ghiberti datario al vescovo di
+Veruli. Roma 22 giugno 1526. Tra le <i>Lett. dei
+Princ., t. I, f. 184. — Fr. Guicciardini, l. XVII,
+p. 365. — P. Paruta Ist. Ven., l. V, p. 359.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note204" href="#tag204">204.</a> Lettera a messer Capino, nunzio del papa,
+presso al re di Francia. Di Roma 5 giugno. <i>Lett.
+de' Princ., t. I, f. 185. — Fr. Guicciardini,
+l. XVII, p. 370.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note205" href="#tag205">205.</a> Lett. di G. M. Ghiberti a messer Capino.
+Roma 9 giugno 1526. <i>Lett. de' Princ., t. I,
+p. 189. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 370. — Ist.
+di Gio. Cambi, t. XXII, p. 280.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note206" href="#tag206">206.</a> Ugo di Moncade era in Milano circa nella
+metà di giugno, di dove passò a Roma. <i>Lett. de'
+Princ., t. I, f. 196-201 e seg. — Fr. Guicciardini,
+l. XVII, p. 371. — Fr. Belcarii, l. XVIII,
+p. 575.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note207" href="#tag207">207.</a> Lettere di G. M. Ghiberti al vescovo di
+Veruli, a mons. Pola, al castellano di Musso;
+da Roma il 10 giugno. <i>T. I, f. 192 e seg. — Fr.
+Guicciardini, l. XVII, p. 372.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note208" href="#tag208">208.</a> <i>Gal. Capella, l. V, f. 62. — Fr. Guicciardini,
+l. XVII, p. 373. — Lettera del Guicciardini
+al conte Ruberto Boschetto. Piacenza,
+18 giugno 1526. Lett. de' Princ., l. I, f. 206. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p, 577. — Josephi Ripamontii, l. IX, p. 714.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note209" href="#tag209">209.</a> <i>Gal. Capella, l. VI, f. 64. — Fr. Guicciardini,
+l. XVII, p. 374.</i> — Lettere del 26 e
+27 giugno di Gio. Batt. Sanga a mons. di Pola,
+<i>t. I, p. 225. — Mém. de M. du Bellay, l. III,
+p. 26. — P. Giovio Vita del card. Pomp. Colonna,
+p. 163. — P. Paruta, l. V, p. 360. — Ben.
+Varchi, l. II, p. 39. — Fr. Belcarii,
+l. XIX, p. 578.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note210" href="#tag210">210.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 376. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 65. — Jos. Ripamontii Hist.
+Med., l. IX, p. 715.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note211" href="#tag211">211.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 378. — P.
+Paruta, l. V, p. 360. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 579.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note212" href="#tag212">212.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 379.</i> — Lettera
+di G. M. Ghiberti a mons. di Pola. Roma,
+21 luglio 1526. <i>T. I, p. 230. — Gal. Capella,
+l. VI, f. 66. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 579. — Ben. Varchi, l. II, p. 40. — P. Paruta,
+l. V, p. 361. — P. Giovio Vita di Pompeo
+Colonna, f. 163.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note213" href="#tag213">213.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 582. — Ist.
+di Gio. Cambi, t. XXII, p. 282.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note214" href="#tag214">214.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 383. — P.
+Paruta Ist. Ven., V, p, 362.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note215" href="#tag215">215.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 386. — Gal.
+Capella, l. VI, p. 65 e seg, — Jac. Nardi Ist.
+Fior., l. VIII, p. 317. — Jos. Ripamontii,
+l. IX, p. 715.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note216" href="#tag216">216.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 387.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note217" href="#tag217">217.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 390. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 24. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 65. — Jos. Ripamontii, l. IX,
+p. 717.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note218" href="#tag218">218.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 591. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 66. — P. Paruta, l. V,
+p. 366.</i> — Lettera di G. M. Ghiberti, da Roma
+il 21 luglio. <i>Lett. de' Princ., t. I, p. 230.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note219" href="#tag219">219.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 392. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 67. — Mém. de M. du Bellay,
+l. XII, p. 27. — P. Paruta, l. V, p. 366. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 318. — Fr. Belcarii,
+l. XIX, p. 581.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note220" href="#tag220">220.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 394. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 367. — Mém. de M
+du Bellay, l. III, p. 28. — Gal. Capella, l. VI,
+f. 68.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note221" href="#tag221">221.</a> Lettera di Francesco Vettori al Macchiavelli
+a Firenze, 7 agosto 1526. <i>Lett. fam. al
+Macch. Op., t. VIII, p. 211. — Fr. Guicciardini,
+l. XVII, p. 394. — Gio. Cambi, t. XXII,
+p. 284. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 360. — Orl.
+Malavolti, p. III, l. VII, f. 130. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p. 582.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note222" href="#tag222">222.</a> Lettere del vescovo di Bayeux, da Venezia
+22 e 23 luglio al re ed a madama la reggente.
+<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 1 e 2.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note223" href="#tag223">223.</a> Lettera di G. M. Ghiberti al vescovo di
+Bayeux. Roma primo agosto 1525. <i>Lett. de' Princ.,
+t. II, f. 3.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note224" href="#tag224">224.</a> Lettera di Gio. Batt. Sanga a G. M. Ghiberti,
+scritta da Amboise il 3 agosto del 1526;
+piena di curiose particolarità intorno alla corte
+di Francia. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 4.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note225" href="#tag225">225.</a> <i>Fr. Guicciardini, I. XVII, p. 598. P.
+Paruta, l. V, p. 362.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note226" href="#tag226">226.</a> Lettere di G. M. Ghiberti al protonotaro
+Gambara, nunzio ordinario in Inghilterra: dell'11
+e 13 settembre del 1526. <i>Lett. de' Princ.,
+l. II, f. 11.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note227" href="#tag227">227.</a> Lettere del datario ad Andrea Doria, e
+del Guicciardini al Pesaro. <i>Lett. de' Princ., t. II,
+f. 9 e 13. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 397.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note228" href="#tag228">228.</a> <i>Macchiavelli Legazioni, t. VII, p. 456. — Istruzione.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note229" href="#tag229">229.</a> Lettera di Guicciardini al datario Casanetto,
+24 settembre. Tra le <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 14. — Fr.
+Guicciardini, l. XVII, p. 403. — P. Paruta,
+l. V, p. 367. — Gal. Capella, l. VI, f. 69. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 28. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p. 583.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note230" href="#tag230">230.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 402. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 364. — Fr. Belcarii,
+l. XIX, p. 583.</i> — Lettera del Ghiberti datario
+al protonotajo Gambara. Roma, 11 settembre
+1526, <i>t. II, f. 11.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note231" href="#tag231">231.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 405. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 69. — P. Giovio Vita di Pompeo
+Colonna, p. 163. — Jac. Nardi, l. VIII,
+p. 318. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 360.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note232" href="#tag232">232.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 406.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note233" href="#tag233">233.</a> Lettera di Girolamo Negro ad Anton Micheli:
+di Roma 24 ottobre 1526. <i>Lett. de' Princ.,
+t. I, p. 234. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 407. — P.
+Giovio Vita di Pompeo Colonna, p. 164. — P.
+Paruta, p. 368. — Ben. Varchi, l. II,
+p. 43. — Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 29. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 319. — Gio. Cambi,
+t. XXII, p. 287.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note234" href="#tag234">234.</a> <i>Lett. de' Princ., t. I, f. 234. — Fr. Guicciardini,
+l. XVII, p. 407. — P. Giovio Vita di
+Pomp. Colonna, f. 164.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note235" href="#tag235">235.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 408. — P.
+Giovio Vita di Pomp. Colonna, p. 165. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 361.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note236" href="#tag236">236.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 408. — Vita
+di Pomp. Colonna, p. 166. — P. Paruta Ist.
+Ven., l. V, p. 369. — Gal. Capella, l. VI,
+f. 70. — Ben. Varchi, l. II, p. 44. — Ist. di Gio.
+Cambi, t. XXII, p. 283.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note237" href="#tag237">237.</a> Lett. del Guicciardini al datario del 24
+settembre, <i>t. II, f. 14. Lett. de' Princ.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note238" href="#tag238">238.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 411. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 70.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note239" href="#tag239">239.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 411.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note240" href="#tag240">240.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 412. — Anon.
+Padov. presso Muratori Ann. d'Italia, t. X,
+p. 197. — P. Paruta, l. V, p. 371. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 362. — Georg. von Frundsberg,
+l. IV, f. 73, 75, 79.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note241" href="#tag241">241.</a> Morì tra le braccia di Pietro Aretino, suo
+segretario, che dopo avere perduto questo suo carissimo
+padrone, si riparò in Venezia, ove visse
+lietamente e rispettato della repubblica e da tutti
+i sovrani d'Europa fin oltre i settant'anni. Al
+morto Medici fece levare una maschera che poi
+servì a Tiziano ed al Sansovino per ritrarlo in
+pittura ed in marmo. Di questo letterato non si
+è finora indicato il vero merito, sebbene un'ampia
+vita ne pubblicasse il Mazzucchelli, e tutti coloro ne
+abbiano estesamente parlato che scrissero delle cose
+della letteratura italiana. <i>N. d. T.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note242" href="#tag242">242.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 416. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 71. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 584. — Vita di Pomp. Colonna, f. 167. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 320. — Gio. Cambi,
+p. 293, 298. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 363. — Ben.
+Varchi, l. II, p. 51. — Fil. Nerli,
+l. VII, p. 144. — Mém. de M. du Bellay, l. III,
+p. 31. — Georg. von Frundsberg, l. V, f. 86.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note243" href="#tag243">243.</a> <i>Macchiavelli Lett. famil., l. VIII, p. 191.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note244" href="#tag244">244.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 416. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 363. — Georg. von Frundsberg,
+B. IV, f. 81.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note245" href="#tag245">245.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 419. — Gal.
+Capella, l. VI, p. 71. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 585.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note246" href="#tag246">246.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 410. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 32. — Ben. Varchi,
+l. II, p. 48. — Vita del card. Pomp. Colonna,
+f. 167</i>. — Lettere del datario al card. Trivulzio,
+legato presso quest'armata, del mese di dicembre
+1526. — <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 24 e seg.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note247" href="#tag247">247.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 414. — P.
+Giovio Vita del card. Pomp. Colonna, f. 168. — Jac.
+Nardi, l. VIII, f. 319</i>. — Lettere al
+card. Trivulzio. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 35 e seg.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note248" href="#tag248">248.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 414-416. — P.
+Giovio, f. 167. — P. Paruta, l. V, p. 365. — Petri
+Bizarri, l. XIX, p. 463. — Uberti Folietae,
+l. XII. p. 729. — Agostino Giustiniani,
+l. VI. f. 278. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 320.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note249" href="#tag249">249.</a> Lettera del datario al nunzio in Inghilterra.
+Roma 7 dicembre 1526. <i>Lett. de' Princ., t. II,
+f. 20.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note250" href="#tag250">250.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 414.</i> — Lettera
+del datario al protonotajo Gambara, nunzio
+in Inghilterra. Lett. de' Princ., t. II, f. 21.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note251" href="#tag251">251.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 421.</i> — Lettera
+del datario al vescovo di Bayeux per giustificare
+la condotta del papa. Roma 17 dicembre
+1526. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 30.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note252" href="#tag252">252.</a> <i>Gal. Capella, l. VI, f. 71.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note253" href="#tag253">253.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 425. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 72.</i> — Lettera del datario Ghiberti
+al conte Filippino Doria. Roma 4 febbrajo
+1527, <i>t. II. Lettere de' Princ. f. 49. — Scip,
+Ammirato, l. XXX, p. 364.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note254" href="#tag254">254.</a> <i>Scip. Ammirato, l. XXX, p. 365. — G.
+Frundsberg Kriegzsthaten, B. V, f. 83.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note255" href="#tag255">255.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 423.</i> — Lettera
+a Niccolò Capponi, Roma 7 febbrajo 1526,
+<i>t II, f. 51. Lett. de' Princ.</i> — Lettera del Ghiberti
+al cardinale Trivulzio del primo marzo. <i>Ivi,
+f. 55. — Fr. Belcarii, l, XIX, p. 588. — P.
+Paruta, l. V, p. 384.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note256" href="#tag256">256.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 430. — P.
+Paruta, l. V, p. 389.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note257" href="#tag257">257.</a> Niccolò Capponi scrisse al papa per rappresentargli
+i pericoli di Firenze. La risposta scritta
+da un segretario di Clemente VII, il 7 di febbrajo,
+espone il piano di difesa del papa. <i>Lett.
+de' Princ., t. II, f. 48.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note258" href="#tag258">258.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 431.</i> — Lettera
+del Guicciardini al vescovo di Bayeux.
+Parma 8 di gennajo. <i>Lett. de' Princ., t. I, f. 182.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note259" href="#tag259">259.</a> Lettera del datario al cardinale Trivulzio.
+<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 22.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note260" href="#tag260">260.</a> <i>P. Paruta, l. V, p. 378. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 424. — Ben. Varchi, l. II,
+p. 49.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note261" href="#tag261">261.</a> Lettera del datario al cardinale Trivulzio,
+8 marzo 1527, <i>t. II, Lett. de' Princ., f. 58.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note262" href="#tag262">262.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 424. — Ben.
+Varchi, l. II, p. 49.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note263" href="#tag263">263.</a> <i>Fr. Guicciardini, t. XVIII, p. 427. — P.
+Paruta, l. V, p. 378. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 589. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 365. — Lettera
+del datario di Roma, 4 febbrajo.
+Lett. de' Princ., t. II, f. 49.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note264" href="#tag264">264.</a> Lettera del datario al conte Filipino Doria
+per richiamare la flotta. Roma 4 febbrajo 1527.
+<i>Lett. de Princ., t. II, f. 49. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 428.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note265" href="#tag265">265.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 429. — P.
+Paruta, l. V, p. 379. — Mém. de M. du Bellay,
+l. III, p. 33. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 590.</i> — Tutta la corrispondenza del datario
+col Trivulzio legato presso quest'armata. <i>Lett.
+de' Princ., t. II, f. 22. e segu.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note266" href="#tag266">266.</a> <i>Fr. Guicciardini l, XVIII, p. 430. — P.
+Paruta, l. V, p. 382.</i> — Lettere del datario
+del 13 e 14 marzo al card. Trivulzio, <i>t. II, f. 61.
+Lett. de' Princ.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note267" href="#tag267">267.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 430.</i> — Ultima
+legazione di Niccolò Macchiavelli a Francesco
+Guicciardini. Prime otto lettere, <i>t. VII,
+opere p. 467-480. — Georg von Frundsberg,
+B. V, f. 92-96.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note268" href="#tag268">268.</a> Frundsberg ebbe un colpo apopletico mentre
+stava arringando i suoi soldati per calmare
+lo spirito di sedizione sparso nell'armata. Il biografo
+tedesco, che ci lasciò la sua vita, stampata
+nel 1568, somministra poche particolarità intorno
+ai primi suoi fatti militari, <i>Buch. V,
+f. 97.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note269" href="#tag269">269.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 434.</i> — Macchiavelli
+Legazioni. Lettera di Bologna 18
+marzo, <i>t. VII, p. 487. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 367. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 591.</i> — Lett. del datario al card. Trivulzio.
+<i>Lett. de' Principi, t. II, p. 66.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note270" href="#tag270">270.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 435. — Lett.
+de' Princ., t. II, f. 33.</i> In questa lettera
+assai diffusa il datario giustifica il papa, ed accusa
+il re di Francia, mostrando in qual modo egli
+aveva mancato a tutte le sue promesse verso gl'Italiani.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note271" href="#tag271">271.</a> Lettera del datario al card. Trivulzio, del
+15 marzo. <i>Lett. de' Principi, t. II, f. 62. — Fr.
+Guicciardini, l. XVIII, p. 436. — P. Paruta,
+l. V, p. 383-385. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 367. — Gal. Capella, l. VII, f.
+73. — Marco Guazzo stor. de' suoi tempi, f. 48. — Georg.
+von Frundsberg, B. V, f. 100.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note272" href="#tag272">272.</a> Lettera del Ghiberti al cardinal Trivulzio
+del 31 marzo 1527. <i>Lett. de' Princ., t. II, p. 69.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note273" href="#tag273">273.</a> <i>P. Giovio Elogi degli uomini illustri,
+l. VI, p. 325. — Scip. Ammirato, l. XXX,
+p, 362. — Ben. Varchi, l. III, p. 50.</i> — Il
+biografo tedesco nega questo fatto, <i>l. V, f. 92</i>,
+ma questo biografo è cattolico, e non ammette
+verun fatto che faccia torto al suo eroe.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note274" href="#tag274">274.</a> <i>Lett. de' Princ., t, II, f. 47 a Niccolò
+Capponi.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note275" href="#tag275">275.</a> Lettera del 29 di marzo, del Ghiberti al
+card. Trivulzio. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 69. — Fr.
+Guicciardini, l. XVIII, p. 436. — P. Paruta
+l. V, p. 385. — Ben. Varchi, l. II, p. 65.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note276" href="#tag276">276.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p, 437. — P.
+Paruta, l. V, p. 388. — Fr. Belcarii l. XIX,
+p. 592. — Macchiavelli Legazioni, t. VII,
+p. 480-500.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note277" href="#tag277">277.</a> <i>Macchiavelli Legazioni, t. VII. Lettere di
+Bologna e di Forlì fino al 13 aprile, p. 480 e
+segu. fino a p. 508.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note278" href="#tag278">278.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 438. — P.
+Paruta, l. V, p. 389. — Scip. Ammirato, l.
+XXX, p. 567. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 593.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note279" href="#tag279">279.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 439. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 388. — Ben. Varchi,
+l. II, p. 66. — Ber. Segni Stor. Fior., l. I,
+p. 4. — Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 34. — Georg.
+von Frundsberg, B. V, f. 100.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note280" href="#tag280">280.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 441. — P.
+Paruta, l. V, p. 391.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note281" href="#tag281">281.</a> <i>Bern. Segni stor. Fior., l. I, p. 4. — Comm.
+di Fil. Nerli, l. VII, p. 146. — Ben.
+Varchi, l. II, p. 69.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note282" href="#tag282">282.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 323-324. — Ist.
+di Gio. Cambi, t. XXII, p. 305. — Com.
+di Fil. de' Nerli, l. VII, p. 148. — Ben.
+Varchi, l. II, p. 73 — P. Jovii Hist., l XXV,
+p. 15. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 369. — P.
+Paruta, l. V, p. 390.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note283" href="#tag283">283.</a> <i>Filip. de' Nerli, l. VII, p. 149.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note284" href="#tag284">284.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 442. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 325. — Ben. Varchi,
+l. II, p. 82, l. III, p. 98. — Ber. Segni, l. I,
+p. 5. — Filip. de' Nerli, l. VII, p. 150. — Gio.
+Cambi, t. XXII, p. 307. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 370. — P. Jovii Hist. sui temp.,
+l. XXV, p. 17.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note285" href="#tag285">285.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. III, p. 101. — P.
+Paruta, l. V, p. 390.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note286" href="#tag286">286.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. III, p. 102. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 368.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note287" href="#tag287">287.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 443. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 371.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note288" href="#tag288">288.</a> <i>Orlando Malavolti Stor. di Siena, p. III,
+l. VII, f. 132.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note289" href="#tag289">289.</a> Lettera di Filippo Belluci a Federico Clavario
+comm. apost. del 4 di maggio del 1527.
+<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 74. — Marco Guazzo,
+f. 49. — Georg. von Frundsberg, B. V, f. 101.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note290" href="#tag290">290.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 445.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note291" href="#tag291">291.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 35.</i> — Ma
+di questi avvenimenti parla assai brevemente,
+e le memorie francesi, in generale, sono poco
+soddisfacenti rispetto a tuttociò che successe in
+Italia dopo la prigionia del re a Pavia. <i>Georg.
+von Frundsberg, B. V, f. 102.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note292" href="#tag292">292.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 445. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 391. — Georg. von
+Frundsberg, B. V, f. 103.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note293" href="#tag293">293.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 446. — Lett.
+de' Princ., t. II, f. 74, di Roma 4 maggio.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note294" href="#tag294">294.</a> L'egregio scultore Benvenuto Cellini vorrebbe
+persuadere a sè ed agli altri, d'avere egli
+sparato questo fortunato colpo, che privò Roma d'un
+nemico senza salvarla. <i>Vita di Benvenuto Cellini
+scritta da lui medesimo.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note295" href="#tag295">295.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 446. — P.
+Giovio vita del card. Pompeo Colonna, p. 172. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 37. — P.
+Paruta, l. V, p. 393. — Gal. Capella, l. VII,
+f. 73. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 593. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 165. — Mar. Guazzo, f. 50. — Georg.
+von Frundsberg, B. V, f. 106; B. VI, f. 108.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note296" href="#tag296">296.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 446. — P.
+Jovii Hist., l. XXIV, p. 14. — Ejusd. vita di
+Pomp. Colonna, p. 172.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note297" href="#tag297">297.</a> <i>P. Giovio vita del cardinale Pompeo Colonna,
+p. 173. — Georg. von Frundsberg, B.
+VI, f. 109.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note298" href="#tag298">298.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 447. — P.
+Giovio vita del card. Colonna, p. 174. — Jac.
+Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 328. — Fr. Belcarii,
+l. XIX, p. 595.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note299" href="#tag299">299.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 447 — P.
+Giovio vita del card. Colonna, f. 173.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note300" href="#tag300">300.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 447. — Vita
+del card. Pompeo Colonna, f. 175 v. — Georg.
+von Frundsberg, B. VI, f. 110.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note301" href="#tag301">301.</a> <i>P. Giovio vita di Pompeo Colonna, f. 173. — Fr.
+Guicciardini, l. XVIII, p. 448. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 329. — P. Paruta, l. V,
+p. 393. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 595. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 165. — Mém. de Martin
+du Bellay, l. III, p. 37. — Paradin Hist. de
+notre temps, p. 204. — Brantome-Ulloa vita
+di Carlo V, l. XI, f. 110. — Georg. von Frundsberg,
+B. VI, f. 112.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note302" href="#tag302">302.</a> <i>P. Giovio vita di Pompeo Colonna, f. 174.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note303" href="#tag303">303.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 449. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p. 596. — P. Paruta,
+l, VI, p. 401.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note304" href="#tag304">304.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 449. — P.
+Paruta Ist. Ven., l. V, p. 394. — Georg. von
+Frundsberg, B. VI, f. 115.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note305" href="#tag305">305.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 451.</i> — Paolo
+Paruta attribuisce questa lentezza a Vetturi,
+uno de' due provveditori che seguivano l'armata;
+mentre che il suo collega Pisani avrebbe
+voluto che si venisse alle mani, <i>l. VI, p. 401.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note306" href="#tag306">306.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 450. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 330. — P. Paruta,
+l. VI, p. 402.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note307" href="#tag307">307.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 451 — Ben.
+Varchi, l. IV, p. 205. — Marco Guazzo,
+f. 51.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note308" href="#tag308">308.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 452. — Ben.
+Varchi Stor. Fior., l. IV, p. 207. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p. 597. — Marco Guazzo Stor.
+de' suoi tempi, f. 51. — Georg. von Frundsberg,
+l. VI, f. 123.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note309" href="#tag309">309.</a> <i>Anon. Padov. presso Muratori An. d'Italia,
+t. X, p. 209.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note310" href="#tag310">310.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 453. — Ben.
+Varchi, l. IV, p. 229. — P. Paruta,
+l. VI, p. 401.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note311" href="#tag311">311.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 328. — P.
+Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 19.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note312" href="#tag312">312.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p, 454.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note313" href="#tag313">313.</a> <i>Ist. Fior. di Gio. Cambi. t. XXII, p. 313. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 371.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note314" href="#tag314">314.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXV, p. 21.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note315" href="#tag315">315.</a> <i>Bern. Segni Stor. Fior., l. I, p. 6.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note316" href="#tag316">316.</a> <i>G. Jovii hist. sui temporis, l. XXV, p. 22. — Ben.
+Varchi, l. III, p. 109. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 372.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note317" href="#tag317">317.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 22. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 372. — Ben. Varchi,
+l. III. p. 109.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note318" href="#tag318">318.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 329. — Ben.
+Varchi Stor. Fior., l. III, p. 111. — Comment.
+di Filippo de' Nerli, l. VII, p. 151.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note319" href="#tag319">319.</a> Mentre trattenevansi in Pisa, Pietro Valeriano
+Bolzanio, precettore de' Medici e confidentissimo
+di papa Clemente, passò inosservato a
+Lucca; ed avendo ogni cosa concertata con quella
+signoria, eludendo la vigilanza dello Strozzi e
+la timidità del Passerini, condusse i suoi allievi
+in quella città; di dove, attraversando la Lunigiana,
+passarono a Piacenza, poi a Parma. <i>Vedi
+la Storia de' Letterati Bellunesi di Stefano Ticozzi,
+volgarizzatore della presente storia.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note320" href="#tag320">320.</a> <i>Jac. Nardi, l. VIII, p. 330. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 453. — Ist. di Gio.
+Cambi, t. XXII, p. 318. — P. Jovii Hist.,
+l. XXV, p. 22. — Benedetto Varchi, l. III,
+p. 119. — Bern. Segni, l. I, p. 13. — Fr. Belcarii,
+l. XIX, p. 597.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note321" href="#tag321">321.</a> <i>Ist. di Gio. Cambi, t. XXII, p. 319. — Benedetto
+Varchi, l. III, p. 116. — Comm.
+di Filippo Nerli, l. VIII, p. 153. — Scip. Ammirato,
+l. XXX, p. 372.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note322" href="#tag322">322.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 331. — Ist.
+di Gio. Cambi, t. XXII, p. 321. — Ben.
+Varchi, l. III, p. 125. — Comm. di Filip.
+de' Nerli, l. VIII, p. 159.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note323" href="#tag323">323.</a> <i>Ist. di Gio. Cambi, t. XII, p. 323-329. — Jac.
+Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 331. — Scip.
+Ammirato, l. XXX, p. 373. — Ben. Varchi,
+l. III, p. 130. — Ser Filippo Nerli, l. VIII,
+p. 161. — Bernardo Segni, l. I, p. 12.</i>
+</p>
+
+<p>
+Niccolò Macchiavelli, che co' suoi scritti aveva
+contribuito a conservare l'amore della libertà, e
+che tanto aveva per essa sofferto non potè partecipare
+alla ristaurazione del governo repubblicano.
+Egli morì il 22 giugno del 1527, non
+ancora compiuto un mese dopo il suo ritorno
+dall'ultima legazione presso Francesco Guicciardini
+all'armata della lega. Qualunque sia stato lo
+scopo ch'egli proposesi scrivendo il libro <i>del Principe</i>
+in cui espose le teorie della tirannide, questo
+scopo non fu meglio inteso da' suoi contemporanei
+che dalla posterità. I suoi concittadini gli rimproveravano
+d'avere in quel libro insegnato al
+duca d'Urbino a togliere ai facoltosi le ricchezze,
+ai poveri l'onore, a tutti la libertà. Quest'accusa
+gli fece praticare inutili sforzi per ritirare
+dalla circolazione un libro che gli creava tanti
+nemici; questa rimosse il popolo dal restituirgli
+la carica di segretario dei dieci della guerra che
+aveva occupato prima del 1512. Gli fu preferito
+Francesco Tarugi, uomo di bassa condizione, ma
+più costumato del Macchiavelli, ed egualmente
+affezionato alla libertà, di cui non aveva mai
+abbandonata la causa. <i>Ben. Varchi Stor. Fior.,
+l. IV, p. 210.</i> Tale preferenza ha potuto cagionare
+al Macchiavelli un amaro disgusto, che
+forse affrettò la di lui morte, attribuita ad una
+colica epatica.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note324" href="#tag324">324.</a> Quanto è qui accennato dal nostro autore
+trovasi diffusamente raccontato, sebbene per diverse
+cagioni, da Benvenuto Cellini nelle Memorie
+della sua vita, e forse niuno meglio di lui
+ci fa conoscere col racconto de' fatti il carattere
+di Francesco I. <i>N. d. T.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note325" href="#tag325">325.</a> <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 76. — Alfonso
+d'Ulloa Vita di Carlo V, l. II, f. 111. — P.
+Paruta, l. VI, p. 399.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note326" href="#tag326">326.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 458. — Ben.
+Varchi, t. II, l. V, p. 8. — Jac. Nardi, l. VIII,
+p. 301. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 598. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 165. — Rymer Acta pub.,
+t. XIV, p. 198. — Hist. de la diplom. franç.,
+t. I, p. 330. — Gal. Capella, l. VII, f. 74.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note327" href="#tag327">327.</a> Lettera del card. Cibo al card. Salviati del
+27 luglio 1527, e risposta di questi. <i>Lett. de'
+Princ., t. II, f. 78 e seg.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note328" href="#tag328">328.</a> <i>Mar. Guazzo Ist. de' suoi tempi, f. 53. — Lett.
+de' Princ., t. II, f. 79. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 454. — Georg. von Frundsberg,
+B. VII, f. 127.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note329" href="#tag329">329.</a> <i>Ben. Varchi, l. III, p. 137. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 458. — Georg. von Frundsberg,
+B. VII, f. 130.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note330" href="#tag330">330.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 457. — P.
+Giovio Vita del card. Pompeo Colonna, f. 176.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note331" href="#tag331">331.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 333 — Ber.
+Segni, l. I, p. 18, 21. — Fr. Belcarii,
+l. XIX, p. 603. — Fr. Guicciardini, l. XVIII,
+p. 459. — Georg. von Frundsberg, B. VII, f. 136.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note332" href="#tag332">332.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 459. — Ben.
+Varchi Stor. Fior., l. IV, p. 235.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note333" href="#tag333">333.</a> <i>Bern. Segni, l. I, p. 14.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note334" href="#tag334">334.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 27. — Fr.
+Guicciardini, l. XVIII, p. 468. — Bern.
+Segni, l. I, p. 21. — Ben. Varchi, l. V, p. 44. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p. 604.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note335" href="#tag335">335.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 465. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 65. — Ben.
+Varchi, l. V, t. II, p. 8. — Bern. Segni, l. I,
+p. 20. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 598. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 166. — Gal. Capella, l. VII,
+p. 75.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note336" href="#tag336">336.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 466. — Ben.
+Varchi, l. IV, p. 236.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note337" href="#tag337">337.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 461. — P.
+Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 24. — Gal.
+Capella, l. VII, f. 76. — Mém. de M. du Bellay,
+l. III, p. 66. — Bern. Segni, l. I, p. 20. — P.
+Paruta, l. VI, p. 407. — Georg. von
+Frundsberg, B. VII, f. 138.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note338" href="#tag338">338.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXV, p. 34; l. XXVI,
+p. 64. — Gal. Capella, l. VII, f. 75. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 461. — Mém. de M. du
+Bellay, l. III, p. 67. — Ben. Varchi, l. IV,
+p. 251. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 600. — Agost.
+Giustiniani, l. VI, f. 279. — P. Paruta,
+l. VI, p. 410.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note339" href="#tag339">339.</a> <i>Gal. Capella, l. VII, f. 76. — P. Jovii,
+l. XXV, p. 24.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note340" href="#tag340">340.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 463. — Gal.
+Capella, l. VI, f. 76-78. — P. Jovii Hist.,
+l. XXV, p. 27. — Mém. de M. du Bellay, l. III,
+p. 70. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 382. — Ben.
+Varchi, l. V, f. 9. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 601. — P. Paruta, l. VI, p. 407.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note341" href="#tag341">341.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 462. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 71. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 352. — Gal. Capella, l. VII,
+p. 77. — P. Jovii, l. XXV, p. 24. — Ben. Varchi,
+l. V, p. 9. — Marco Guazzo, f. 53. — Bern.
+Segni, l. I, p. 20. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+f. 601.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note342" href="#tag342">342.</a> <i>P. Paruta, l. VI, p. 409. — Gal. Capella,
+l. VII, f. 78.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note343" href="#tag343">343.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 465. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 73. — Ben. Varchi,
+l. V, p. 36. — Bern. Segni, l. I. p. 17. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p. 602. — Gal. Capella,
+l. VII, p. 78. — P. Paruta, l. VI, p. 416.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note344" href="#tag344">344.</a> <i>Ben. Varchi, l. IV, p. 212; l. V, t. II,
+p. 12-23. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 341. — Bern.
+Segni, l. I, p. 15.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note345" href="#tag345">345.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 34. — Dumont
+Corps Diplomatique, t. IV. — P. Paruta, Ist.
+Ven., l. VI, p. 417. — Rymer Acta pub., t. XIV,
+p. 233.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note346" href="#tag346">346.</a> <i>Jac. Nardi, l. VIII, p. 334. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 468. — Bern. Segni, l. I,
+p. 21. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 604. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 75. — Ben. Varchi,
+l. V, p. 44. — P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV,
+p. 29. — Georg. von Frundsberg, B. VIII, f. 153.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note347" href="#tag347">347.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 470. — Ben.
+Varchi, l. VI, p. 98. — Lett. de Princ., t. II,
+f. 82 e seg. — P. Paruta, l. VI, p. 418.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note348" href="#tag348">348.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 471. — Ben.
+Varchi Stor. Fior., l. V, p. 59. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 43. — Alfonso de
+Ulloa, l. II, p. 113.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note349" href="#tag349">349.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 44-63. — Ben.
+Varchi, l. V, p. 69-75. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 474. — Fr. Belcarii,
+l. XIX, p. 606.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note350" href="#tag350">350.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 473. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 76. — Pauli
+Jovii Hist., l. XXV, p. 35. — Bern. Segni, l. I,
+p. 25. — P. Paruta, l. VI, p. 420. — Mar. Guazzo,
+f. 55.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note351" href="#tag351">351.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 478. — P.
+Paruta, l. VI, p. 433.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note352" href="#tag352">352.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 36. — P.
+Paruta, l. VI, p. 420.</i> — Diverse lettere
+d'Andrea Civran, provveditore degli Stradioti.
+<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 94 e seg.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note353" href="#tag353">353.</a> <i>Bern. Segni, l. I, p. 22.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note354" href="#tag354">354.</a> Lettere di Gio. Battista Sanga, segretario
+di Clemente VII, a Pietro Paolo Crescenzio, suo
+nunzio all'armata della lega. <i>T. II, f. 86 e
+seg. Lett. de' Princ.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note355" href="#tag355">355.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 479 — Ben.
+Varchi, l. V, p, 52. — P. Jovii Hist. sui
+temp., l. XXV. p. 37. — P. Paruta, l. VI, p. 421.</i> — Lettera
+di Gio. Battista Sanga a Pietro Paolo
+Crescenzio, nunzio presso di Lautrec; da Roma,
+24 febbrajo. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 92. — Georg.
+von Frundsberg, B. VIII, f. 157.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note356" href="#tag356">356.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 37. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 479. — Mar. Guazzo, f. 54. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 79. — Ben.
+Varchi, l. VI, p. 100. — P. Paruta, l. VI, p. 432.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note357" href="#tag357">357.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 480. — P.
+Jovii Hist., l. XXV, p. 39. — Marco Guazzo,
+f. 55. — P. Paruta, l. VI, p. 434. — Mém. de
+M. du Bellay, l. III, p. 83. — Georg. von
+Frundsberg, B. VIII, p. 158.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note358" href="#tag358">358.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 39. — Bern.
+Segni, l. I, p. 26. — Fr. Guicciardini,
+l. XVIII, p. 381. — Mém. de M. du Bellay,
+l. III, p. 84. — Ben. Varchi, l. VI, p. 101. — Fr.
+Belcarii, l. XIX, p. 610. — Mar. Guazzo,
+f. 55.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note359" href="#tag359">359.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 484. — P.
+Paruta, l. VI, p. 435. — P. Jovii, l. XXV,
+p. 41.</i> — Lettere del nunzio P. P. Crescenzio al
+segretario del papa, Gio. Battista Sanga. <i>Lett.
+de' Princ., t. II, f. 96 e seg.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note360" href="#tag360">360.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 485. — P.
+Jovii, l. XXV, p. 41. — Mém. de M. du Bellay,
+l. III, p. 86. — Ben. Varchi, l. VI, p. 102. — Bern.
+Segni, l. I, p. 27 — Georg. von Frundsberg,
+B. VIII, f. 159.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note361" href="#tag361">361.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 486. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 88. — Bern. Segni,
+l. II, p. 39.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note362" href="#tag362">362.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 42. — Mém. de M.
+du Bellay, l. III, p. 102. — Fr. Guicciardini,
+l. XIX, p. 490.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note363" href="#tag363">363.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 42.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note364" href="#tag364">364.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 490. — P.
+Jovii, l. XXVI, p. 48. — Marco Guazzo f. 62. — Bern.
+Segni, l. II, p. 42. — Fr. Belcarii,
+l. X, f. 613. — Lett. de' Princ., t, II, f. 100.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note365" href="#tag365">365.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 487. — P.
+Jovii, l. XXV, p. 43. — Mém. de M. du Bellay,
+l. III, p. 90. — Ben. Varchi, l. VI,
+p. 115. — Bern. Segni, l. II, p. 40. — Mar.
+Guazzo, f. 58.</i> — Non sono tutti d'accordo intorno
+all'epoca di quest'avvenimento. Io la rettificai
+colle <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 100 ec. — P.
+Folietae contin. Ann. Gen., l. XII, p. 733.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note366" href="#tag366">366.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 46-47. — Ben.
+Varchi, l. VI, p. 417. — Fr. Guicciardini,
+l. XIX, p, 488. — Marco Guazzo,
+f. 59, 60. — Mém. de M. du Bellay, l. III,
+p. 91. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 611. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 169. — Bern. Segni, l. II,
+p. 40. — Agost. Giustiniani, l. VI, p. 280.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note367" href="#tag367">367.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXV, p. 46. — Lettere
+de' Princ. da Viterbo 3 ed 8 giugno.</i> Raccomandazioni
+in favore de' prigionieri. <i>T. II, f. 101 e seg.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note368" href="#tag368">368.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 496. — P.
+Jovii, l. XXVI, p, 47. — P. Paruta, l. VI,
+p. 440.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note369" href="#tag369">369.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 490. — P.
+Jovii Hist. sui temp., l. XXVI, p. 50.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note370" href="#tag370">370.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 497. — P.
+Jovii Hist. sui temp., l. XXVI, p. 51. — Bern.
+Segni, l. II, p. 42. — Marco Guazzo Stor. de'
+suoi tempi, f. 61. — Georg. von Frundsberg,
+B. VIII, f. 180.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note371" href="#tag371">371.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 492. — Gal.
+Capella, l. VII, f. 81. — P. Jovii, l. XXVI,
+p. 73. — Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 104.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note372" href="#tag372">372.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 73. — P. Paruta,
+l. VI, p. 437. — Lett. de' Princ., t. II,
+f. 102 e seg.</i> Lettera del duca d'Urbino al comandante
+di Bergamo: da Brescia, 21 giugno. — <i>G.
+Frundsberg, B. VIII, f. 164.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note373" href="#tag373">373.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 74. — Ben. Varchi,
+l. VI, p. 122. — Bern. Segni. l. II, p. 41. — Fr.
+Guicciardini, l. XIX, p. 493. — Marco Guazzo,
+f. 57. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 614. — Gal.
+Capella, l. VII, f. 82. — Georg. von Frundsberg,
+B. VIII, f. 165.</i> — Il vecchio generale di
+fanteria Giorgio Frundsberg, rimasto infermo a
+Ferrara, approfittò della spedizione del duca di
+Brunswick in Italia per ritornare per la via di
+Milano in Germania. Ma non era rientrato che da
+otto giorni nel suo castello di Mindelheym, quando
+venne a morte, oppresso dai debiti contratti in
+servizio dell'imperatore. <i>Kriegsthaten, B. VIII,
+f. 168.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note374" href="#tag374">374.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 483. — Gal.
+Capella, l. VII, f. 81. — P. Jovii Hist. sui
+temp., l. XXVI, p. 81. — Bern. Segni, t. II,
+p. 48. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 336.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note375" href="#tag375">375.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 104. — P.
+Paruta, l. VI, p. 448. — Lett. de' Princ.,
+t. II, p. 106 e seg.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note376" href="#tag376">376.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 105. — Ben.
+Varchi, l. VII, p. 175. — P. Jovii,
+l. XXVI, p. 79.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note377" href="#tag377">377.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 477. — P.
+Jovii, l. XXVI, p. 68. — Mém. de M. du Bellay,
+l. III, p. 93.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note378" href="#tag378">378.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 497. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 95. — Ben. Varchi,
+l. VI, p. 150. — P. Jovii, l. XXVI, p. 69. — Bern.
+Segni, l. II, p. 43. — Fr. Belcarii, l. XIX,
+p. 608-618. — Lett. de' Princ., t. II, p. 109.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note379" href="#tag379">379.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 95. — P.
+Jovii, l. XXVI, p. 70. — Agost. Giustiniani,
+l. VI, p. 280.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note380" href="#tag380">380.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 97. — Fr.
+Guicciardini, l. XIX, p. 499. — Ben. Varchi,
+l. VI, p. 153. — P. Jovii Hist. sui temp.,
+l. XXVI, p. 70. — P. Folietae Hist. Gen., l. XII,
+p. 734. — P. Bizarri, l. XX. p. 475.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note381" href="#tag381">381.</a> Lettera di Gio. Battista Sanga a Gio. della
+Stuffa, nunzio presso il Lautrec. Viterbo in agosto
+1528. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 110.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note382" href="#tag382">382.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 500.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note383" href="#tag383">383.</a> Bernardo Segni, che riferisce questo colloquio,
+l'aveva udito dallo stesso Alamanni. <i>Ist.
+Fior., l. II, p. 52.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note384" href="#tag384">384.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 501. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 100. — P. Jovii,
+l. XXVI, p. 52. — Bern. Segni, l. II, p. 43. — Mém.
+de Blaise de Montluc, l. I, p. 71, t. XXII.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note385" href="#tag385">385.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 106. — Fr.
+Guicciardini, l. XIX, p. 502. — Ben. Varchi,
+l. VI, p. 155.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note386" href="#tag386">386.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 53. — Bern. Segni,
+l. II, p. 42.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note387" href="#tag387">387.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 502. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 107. — Ben. Varchi,
+l. VI, p. 156. — P. Jovii, l. XXVI, p. 55. — Fr.
+Belcarii, l. XX, p. 618.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note388" href="#tag388">388.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 503 — P.
+Jovii Hist., l. XXVI, p. 56. — Mém. de M. du
+Bellay, l. III, p. 108.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note389" href="#tag389">389.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 57, 58. — Fr. Guicciardini,
+l. XIX, p. 504. — Bern. Segni, l. II,
+p. 45. — Georg. von Frundsberg, B. VIII,
+f. 161.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note390" href="#tag390">390.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 59. — Bern.
+Segni, l. II, p. 44. — Arn. Ferroni, l. VIII,
+p. 170.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note391" href="#tag391">391.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 504. — M. du
+Bellay, l. III, p. 109. — Ben. Varchi, l. VI,
+p. 157. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 619.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note392" href="#tag392">392.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 61.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note393" href="#tag393">393.</a> <i>B. Varchi, l. VI, p. 159. — Ber. Segni,
+l. II, p. 45.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note394" href="#tag394">394.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temporis, l. XXVI,
+p. 61. — Ben. Varchi, l. VI, p. 158. — Alfonso
+de Ulloa vita di Carlo V, l. II, f. 115.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note395" href="#tag395">395.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 61. — B. Varchi,
+l. VI, p. 158. — Alf. de Ulloa vita di Carlo V,
+l. II, f. 115.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note396" href="#tag396">396.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 511. — P.
+Jovii, l. XXVI, p. 77. — Marco Guazzo,
+f. 62. — P. Paruta, l. VI, p. 450.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note397" href="#tag397">397.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 506. — P.
+Jovii Hist., l. XXVI, p. 71. — Mém. de M.
+du Bellay, l. III, p. 112. — Ben. Varchi,
+l. VII, p. 170. — Bern. Segni, l. II, p. 47. — Ag.
+Giustiniani, l. VI, f. 282.</i> — Qui finisce
+questa cronica genovese contemporanea. — <i>P.
+Folieta, l. XII, p. 735.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note398" href="#tag398">398.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 508. — P.
+Jovii, l. XXVI, p. 72. — Mém. de Martin du
+Bellay, l. III, p. 114. — B. Varchi, l. VII,
+p. 178. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 620. — Gal.
+Capella, l. VIII, f. 87. — P. Paruta, l. VI,
+p. 451. — Lett. de' Princ., t. II, f. 133. — Arn.
+Ferroni, l. VIII, p. 170. — B. Segni,
+l. II, p. 47. — P. Bizarri, l. XX, p. 475. — P.
+Folietae, Cont. Hist. Gen. Uberti ejus fratris,
+l. XII, p. 742.</i> — Qui finisce questa storia.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note399" href="#tag399">399.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. VII. p. 173.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note400" href="#tag400">400.</a> <i>Ivi, p. 174.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note401" href="#tag401">401.</a> <i>Ivi, p. 175.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note402" href="#tag402">402.</a> Il senatore Battista Lomellini lo ringraziò
+a nome dalla patria, e la repubblica gli fece
+innalzare una statua di marmo con questa iscrizione.
+«<i>Andreæ Auriæ civ. opt. felicissimoque,
+vindici atque auctori publicae libertatis S. P.
+q. G. posuere.</i>» <i>Bern. Segni, l. II, p. 47 — P.
+Bizzarri, l. XX, p. 476.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note403" href="#tag403">403.</a> <i>Pet. Bizarri Sentinatis dissert. de Repub.
+Gen. statu, et administ. in Graevii Thesaur.,
+t. I, p. II, p. 1453.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note404" href="#tag404">404.</a> I nomi di questi ventotto alberghi furono,
+Auria (Doria), Calvi, Catani, Centurioni, Cibo,
+Cicada, Fieschi, Franchi, Fornari, Gentili,
+Grimaldi, Grilli, Giustiniani, Imperiali, Interiani,
+Lercari, Lomellini, Marini, Negri, Negroni,
+Palavicini, Pinelli, Promontori, Spinola,
+Salvaghi, Sauli, Vivaldi, Ususmari.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note405" href="#tag405">405.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 508. — Ben.
+Varchi, l. VII, p. 180.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note406" href="#tag406">406.</a> La legge viene riportata da Grevio. <i>Thes.
+Rer. Ital., t. I, p. II, p. 1471.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note407" href="#tag407">407.</a> <i>Hier. de Marinis de Reip. Genuens. Gubernat.,
+c. II, in Graevi Thes., t. I, p. II,
+p. 1422 circa il 1667.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note408" href="#tag408">408.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. VII, p. 181. — Pet.
+Bizarri, dissert. de Reip. Genuens, adm.
+Thesaur. Ital., t. I, p. II, p. 1453 e seguenti. — Cont.
+Uberti Folietae a Paulo Fratre, l. XII,
+p. 741. — Jac. Bonfadii An. Genuens., l. I,
+p. 1341, in Graev. Thesauro, t. I, p. II. — Filippo
+Casoni Annali di Genova, t. II, l. III,
+p. 45 e segu.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note409" href="#tag409">409.</a> La legge permetteva al senato d'ammettere
+ogni anno sette abitanti della città, e tre delle
+riviere nel corpo della nobiltà; purchè la di lui
+scelta cadesse sopra coloro che per natali, per
+costumi e per servigj renduti allo stato potevano
+di già essere riputati eguali ai nobili. <i>Fil. Casoni
+Ann. di Genova, t. II, l. III, p. 46.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note410" href="#tag410">410.</a> <i>Gio. Cambi Hist. Fior., t. XXIII, p. 1.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note411" href="#tag411">411.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 336.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note412" href="#tag412">412.</a> <i>Ben. Varchi, l. III, p. 170-176. — Ber.
+Segni, l. I, p. 14, 29. — Fil. de' Nerli, l. VIII,
+p. 162.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note413" href="#tag413">413.</a> <i>Ivi, p. 177.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note414" href="#tag414">414.</a> <i>Bern. Segni Ist. Fior., l. I, p. 19.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note415" href="#tag415">415.</a> <i>Ben. Varchi, l. VII, t. II, p. 203-215.
+Bern. Segni, l. I, p. 19.</i> Questi porta la mortalità
+a 250,000 persone in tutto lo stato fiorentino.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note416" href="#tag416">416.</a> <i>Ben. Varchi, l. VII, p. 212.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note417" href="#tag417">417.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 339. — Comment.
+di Filippo de' Nerli, l. VII, p. 168.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note418" href="#tag418">418.</a> <i>Ben. Varchi, t. II, l. V, p. 53. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 340. — Filip. de' Nerli,
+l. VIII, p. 170. — Bern. Segni, l. I, p. 31. — Gio.
+Cambi, t. XXIII, p. 5.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note419" href="#tag419">419.</a> <i>Ben. Varchi, l. VI, p. 133. — Bern. Segni,
+l. I, p. 31. — Filippo de' Nerli, l. VIII,
+p. 171.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note420" href="#tag420">420.</a> <i>Ben. Varchi, l. IV, t. I, p. 191. — Jacopo
+Nardi, l. VIII, p. 337. — Bern. Segni,
+l. I, p. 25.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note421" href="#tag421">421.</a> <i>Comment. di Filippo de' Nerli, l. VIII,
+p. 165.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note422" href="#tag422">422.</a> <i>Jacopo Nardi, l. VIII, p. 335. — Ben.
+Varchi, l. VII, t. II, p. 188.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note423" href="#tag423">423.</a> <i>Ben. Varchi, l. VII, p. 190. — Bern.
+Segni, l. II, p. 36.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note424" href="#tag424">424.</a> <i>Jacopo Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 337, 338.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note425" href="#tag425">425.</a> <i>Bern. Segni, l. I, p. 14 — Ben. Varchi,
+l. III, p. 150 e l. V, p. II. — Jac. Nardi,
+l. VIII, p. 341.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note426" href="#tag426">426.</a> <i>Bern. Segni Ist. Fior., l. II, p. 52-56.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note427" href="#tag427">427.</a> <i>Bern. Segni, l. II, p. 48. — P. Jovii
+Hist. sui temp., l. XXVI, p. 79. — Jac. Bonfacii
+An. Gen., l. I, p. 1344. — Galeat. Capella,
+l. VIII, p. 689.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note428" href="#tag428">428.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, p. 287.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note429" href="#tag429">429.</a> <i>Gal. Capella, l. VIII, f. 89.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note430" href="#tag430">430.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXVI, p. 81. — Gal.
+Capella, l. VIII, f. 90.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note431" href="#tag431">431.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 82. — Fr.
+Guicciardini, l. XIX, p. 521. — Gal. Capella,
+l. VII, f. 91. — Mém. de M. du Bellay, l. III,
+p. 117-121. — B. Segni, l. III, p. 74. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 348. — Ben. Varchi, l. VIII,
+p. 289. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 625. — P.
+Paruta, l. VI, p. 481.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note432" href="#tag432">432.</a> <i>Mém. de Martin du Bellay l. III, p. 122. — Ben.
+Varchi, l. IX, t. III, p. 6. — Fr.
+Guicciardini, l. XIX, p. 524. — Jac. Nardi,
+l. VIII, p. 347. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 626.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note433" href="#tag433">433.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, t. II, p. 224;
+l. IX, t. III, p. 4 e 5.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note434" href="#tag434">434.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 519. — B.
+Varchi, l. IX, p. 4. — P. Paruta, l. VI,
+p. 486.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note435" href="#tag435">435.</a> <i>Lett. de' Principi, t. II, f. 151.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note436" href="#tag436">436.</a> <i>P. Paruta, l. VI, p. 456. — Lettere dei
+Princ., t. II, f. 165</i>, e frequentemente altrove. — <i>Lettera
+del papa a Francesco I del 9 luglio
+1528, f. 105.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note437" href="#tag437">437.</a> <i>Lett. de' Princ., t. II</i> passim e specialmente
+a <i>f. 184.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note438" href="#tag438">438.</a> <i>Lett. de Princ., t. II, f. 167.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note439" href="#tag439">439.</a> <i>Risposta data a M. di Longavalle a nome
+di papa Clemente. Lett. de' Princ., t. II, f. 85.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note440" href="#tag440">440.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, p. 291. — P. Jovii,
+l. XXVII, p. 84. — Bernardo Segni, l. III,
+p. 70. — Lettere de' Princ., t. II, f. 178</i>, relative
+alla missione dell'arcivescovo di Capoa.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note441" href="#tag441">441.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, p. 219. — Filippo
+de' Nerli, l. VIII, p. 169. — Ber. Segni, l.
+II, p. 49.</i> — Lettera di Gio. Battista Sanga a
+Baldassare Castiglione, nunzio in Ispagna, del 10
+febbrajo 1529, <i>t. II, Lettere de' Principi, f. 154.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note442" href="#tag442">442.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 521. — P.
+Jovii Hist. sui temp., l. XXVII, p. 85. — Ben.
+Varchi, l. VIII, p. 292-294. — Bern. Segni, l. III,
+p. 71. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 342-347.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note443" href="#tag443">443.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. IX, p. 10. — Rymer
+Acta pub., t. XIV, p. 335 e 340.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note444" href="#tag444">444.</a> <i>B. Varchi Stor. Fior., t. III, l. IX, p. 11. — Fr.
+Guicciardini, l. XIX, p. 523. — Bern. Segni,
+l. III, p. 73. — Filippo de' Nerli, l. VIII,
+p. 183. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 346. — P.
+Paruta, l. VI, p. 491. — Rymer Acta,
+t. XIV, p. 336.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note445" href="#tag445">445.</a> <i>Hist. de la Diplomatie française, l. III,
+p. 358.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note446" href="#tag446">446.</a> <i>Ben. Varchi, l. IX, p. 11.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note447" href="#tag447">447.</a> <i>Hist. de la diplom. fran., l. III, p. 355-359. — Mém.
+de M. du Bellay, l. III, p. 122. — Ben.
+Varchi, l. IX, p. 8. — P. Paruta, l. VI,
+p. 492. — Ar. Ferroni, l. VIII, p. 174 — Gal.
+Capella, l. VIII, f. 93.</i> — Il trattato trovasi
+per disteso in <i>Rymer Acta pub., t. XIV,
+p. 326-344.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note448" href="#tag448">448.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 524. — Ben.
+Varchi, l. IX, p. 4.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note449" href="#tag449">449.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 525. — Benedetto
+Varchi, l. IX, p. 14. — Filip. dei
+Nerli, l. IX, p. 185.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note450" href="#tag450">450.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior. l. IX, p. 23. — Jac.
+Bonfadii An. Genuens., l. II, p. 1349. — Bern.
+Segni Stor. Fior., l. III, p. 76.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note451" href="#tag451">451.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 526. — P.
+Jovii, l. XXVII, p. 93. — Jac. Bonfadii, l. II,
+p. 1349. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 627.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note452" href="#tag452">452.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 525. — Ben.
+Varchi, l. IX, p. 24. — P. Bizarri, l. XX,
+p. 479. — P. Paruta, l. VI, p. 489. — Lettere
+de' Princ., t. II, f. 160.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note453" href="#tag453">453.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 527. — Ben.
+Varchi, t. III, l. IX, p. 14.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note454" href="#tag454">454.</a> <i>Ben. Varchi, l. X, p. 235. — P. Jovii
+Hist. sui temp., l. XXVII, p. 92. — Alf. de
+Ulloa vita di Carlo V, l. II, f. 117. — Jo.
+Sleidani Comm. de statu Relig. et Reip., l. VI,
+f. 102.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note455" href="#tag455">455.</a> Istruzione al vescovo di Vaison, nunzio
+presso l'imperatore, intorno al modo da tenersi
+da questi verso gli stati italiani. Roma; 25 agosto
+1529. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 181.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note456" href="#tag456">456.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 528. — Jac.
+Nardi, l. VIII, p. 348. — Bern. Segni, l. III,
+p. 75. — P. Jovii, l. XXVII, p. 95.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note457" href="#tag457">457.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 529. — B.
+Segni, l. III, p. 90. — P. Jovii, l. XXVII,
+p. 96. — P. Paruta, l. VI, p. 490. — Gal. Capella,
+l. VIII, p. 94.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note458" href="#tag458">458.</a> <i>Ben. Varchi, l. X, p. 202. — P. Jovii,
+l. XXVII, p. 100.</i> Lettera del papa all'imperatore,
+da Bologna il 27 ottobre. <i>Lett. de' Princ.,
+t. II, f. 186.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note459" href="#tag459">459.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 536. — Ben.
+Varchi, l. X, p. 252. — Bern. Segni, l. III,
+p. 92. — P. Jovii, l. XXVII, p. 100. — Fr.
+Belcarii, l. XX, p. 628. — Galeat. Capella,
+l. VIII, p. 94. — P. Paruta, l. VI, p. 495 — P.
+Giovio vita d'Alf. d'Este, p. 132.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note460" href="#tag460">460.</a> <i>Ben. Varchi, l. X, p. 251.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note461" href="#tag461">461.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 537. — Ben.
+Varchi, l. X, p. 256. — Bern. Segni, l. III,
+p. 94. — P. Jovii, l. XXVII, p. 103. — Gal.
+Capella, l. VIII, f. 94. — P. Paruta, l. VI,
+p. 500.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note462" href="#tag462">462.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 537. — Bern.
+Segni, l. III, p. 94. — Gal. Capella,
+l. VIII, f. 96</i> ed ultimo.
+</p>
+
+<p>
+<a id="note463" href="#tag463">463.</a> <i>P. Paruta, l. VII, p. 559. — Mém. de M.
+du Bellay, l. VI, p. 300. — Murat. Ann. ad
+annum.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note464" href="#tag464">464.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. VI, p. 505. — Fr.
+Guicciardini, l. XIX, p. 538. — Ben.
+Varchi, l. X, p. 257. — P. Jovii Hist., l.
+XXVII, p. 104.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note465" href="#tag465">465.</a> <i>Ben. Varchi, t. IV, l. XI, p. 58. — Muratori
+Ann. d'Italia ad an. — P. Giovio
+vita d'Alfonso d'Este, p. 134.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note466" href="#tag466">466.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XX, p. 549. — Ben.
+Varchi, t. IV, l. XII, p. 349. — Muratori
+Ann. d'Italia, t. X, p. 242. — P. Jovii Hist.,
+l. XXVII, p. 137. — Lo stesso, vita d'Alfonso
+d'Este, p. 137.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note467" href="#tag467">467.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXVII, p. 110.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note468" href="#tag468">468.</a> <i>Ben. Varchi, l. XI, p. 59. — P. Jovii,
+l. XXVII, p. 110.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note469" href="#tag469">469.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXVII, p. 110. — Mém.
+de M. du Bellay, l. IV, p. 140.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note470" href="#tag470">470.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XX, p 541. — P.
+Jovii Hist., l. XXVII, p. 105. — Bern. Segni,
+l. IV, p. 107. — Ist. di Gio. Cambi, t. XXIII,
+p. 51. — P. Paruta, l. VII, p. 510. — Alfonso
+de Ulloa vita di Carlo V, l. II, f. 119.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="note471" href="#tag471">471.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., t. III, l. IX,
+p. 8, t. IV, l. XI, p. 60. — Bern. Segni,
+l. IV, p. 115. — P. Bizarri, l. XX, p. 489. — Alfonso
+de Ulloa vita di Carlo V, l. III,
+f. 121. — P. Paruta Ist. Ven., l. VII, p. 511.</i>
+</p>
+</div>
+
+<div class="tnote">
+<p class="tntitle">
+Nota del Trascrittore
+</p>
+
+<p>
+Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione
+minimi errori tipografici.
+</p>
+
+<p class="covernote">
+Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio.
+</p>
+</div>
+
+
+
+
+
+
+
+
+<pre>
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Storia delle repubbliche italiane dei
+secoli di mezzo, v. 15 (of 16), by J. C. L. Simondo Sismondi
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK STORIA DELLE REPUBBLICHE ***
+
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+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
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+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
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+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
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+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
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+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation information page at www.gutenberg.org
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
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+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
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+throughout numerous locations. Its business office is located at 809
+North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email
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+Foundation's web site and official page at www.gutenberg.org/contact
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+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
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+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
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+
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+concept of a library of electronic works that could be freely shared
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+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
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+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
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+
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