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Simondo Sismondi + </title> + <link rel="coverpage" href="images/cover.jpg" /> + <style type="text/css"> +body {margin-left: 10%; margin-right: 10%;} + +p {margin-top: .5em; margin-bottom: 0em; line-height: 1.2;} +.blockquote {margin: 2em 10% ; font-size: 105%;} +.center {text-align: center; text-indent: 0;} + +div.titlepage {text-align: center; margin: 2em 5%; padding-bottom: 2em; page-break-before: always; page-break-after: always;} +div.somm {page-break-before: always; padding-top: 3em;} +div.chapter {page-break-before: always; padding-top: 3em;} +div.chapter h2 {page-break-before: avoid;} + +h1,h2 {text-align: center; font-style: normal; +font-weight: normal; line-height: 1.5;} +h1 {font-size: 200%; margin-top: 2em; margin-bottom: 1em;} +h2 {font-size: 140%; margin-top: 1em; margin-bottom: 2em;} + +hr {width: 70%; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em;} +hr.minor {width: 20%;} +hr.tiny {width: 10%;} + +a.tag {vertical-align: .3em; font-size: .8em; font-style: normal; + font-weight: normal; text-decoration: none; padding-left: .1em; + line-height: 0em;} +div.footnotes {page-break-before: always; font-size: 90%; padding-top: 3em;} +.footnotes h2 {margin-bottom: 2em; font-size: 115%;} +.footnotes p {padding: 0 1em;} +.footnotes a {text-decoration: none;} + +.pagenum {position: absolute; right: 5%; font-style: normal; + font-weight: normal; font-size: 65%; text-align: right; color: #999999; + background-color: #ffffff; clear: left;} + +.pad4 {margin-top: 4em;} +.pad2 {margin-top: 2em;} + +.xx-small {font-size: 50%;} +.x-small {font-size: 70%;} +.small {font-size: 85%;} +.large {font-size: 115%;} +.x-large {font-size: 130%;} +.xx-large {font-size: 150%;} +.g {letter-spacing: .2em;} +.smcap {font-variant: small-caps;} + +table {margin: auto;} + +.crono {width: 80%; line-height: 1em; margin-top: 2em;} +.crono td {text-align: left; margin-left: 1em; text-indent: -1em; padding-left: 1em;} +.crono td.anno {text-align: right; vertical-align: top; white-space: nowrap; padding-right: .5em;} +.crono td.cap {text-align: center; padding-right: 1em;} +.crono td.pag {text-align: right; vertical-align: bottom; white-space: nowrap; padding-left: .5em;} + +.tnote {background-color: #F5F5DC; color: #000; padding: 1em 1em 2em 1em; + margin: 3em 10%; font-family: sans-serif; font-size: 90%; page-break-before: always;} +.tntitle {text-align: center; text-indent: 0; padding: 1em; font-size: 120%;} +.tnote p {padding: 0 1em;} +.covernote {visibility: hidden; display: none;} +@media handheld { + .covernote {visibility: visible; display: block;} +} + + </style> + </head> +<body> + + +<pre> + +The Project Gutenberg EBook of Storia delle repubbliche italiane dei +secoli di mezzo, v. 15 (of 16), by J. C. L. Simondo Sismondi + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 15 (of 16) + +Author: J. C. L. Simondo Sismondi + +Release Date: December 5, 2013 [EBook #44364] + +Language: Italian + +Character set encoding: UTF-8 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK STORIA DELLE REPUBBLICHE *** + + + + +Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Barbara +Magni and the Online Distributed Proofreading Team at +http://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive) + + + + + + +</pre> + + +<div class="titlepage"> +<h1> +<span class="g">STORIA</span><br /> +<span class="x-small">DELLE</span><br /> +<span class="small">REPUBBLICHE ITALIANE</span><br /> +<span class="xx-small">DEI</span><br /> +<span class="x-small g">SECOLI DI MEZZO</span> +</h1> +<p class="small"> +DI +</p> + +<p> +J. C. L. SIMONDO SISMONDI +</p> + +<p> +<span class="smcap small">delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,<br /> +dei Georgofili, di Ginevra ec.</span> +</p> + +<p class="pad2"> +<i>Traduzione dal francese.</i> +</p> + +<hr class="minor pad2" /> +<p class="large"> +<i>TOMO XV.</i> +</p> +<hr class="minor" /> + +<p class="pad4"> +<span class="g">ITALIA</span><br /> +<span class="small">1819.</span> +</p> +</div> + +<div class="somm"> +<hr /> +<p class="center x-large"><a href="#indice" id="indfront">INDICE</a></p> +<hr /> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_3"></a>[3]</span> +</p> + +<p class="center"> +<span class="xx-large g">STORIA</span><br /><br /> +DELLE<br /><br /> +<span class="x-large">REPUBBLICHE ITALIANE</span> +</p> + +<hr class="tiny" /> + +<h2 class="pad2"> +CAPITOLO CXIV. +</h2> + +<div class="blockquote"> +<p> +<i>Elezione e papato d'Adriano VI; sconfitta +de' Francesi alla Bicocca; convenzione +di Cremona, in forza della +quale sgombrano l'Italia; i Veneziani +si staccano dalla Francia; ingresso +di Bonnivet in Lombardia; morte di +Adriano VI.</i> +</p> + +<p class="center"> +1521 = 1523. +</p> +</div> + +<p> +La guerra riaccesa in Italia dalla +inconsiderata ambizione di Leon X doveva, +a seconda de' suoi risultamenti, +decidere se gl'Italiani rimarrebbero una +nazione indipendente, o se caderebbero +sotto il giogo di quegli stranieri ch'essi +chiamavano barbari. Non trattavasi al +presente della divisione di alcune province +tra potentati che potevansi risguardare +<span class="pagenum"><a id="Page_4"></a>[4]</span> +come compatriotti, ma della intera +nazione e della sua medesima esistenza. +Nè i più grandi interessi della patria loro +trattavansi oramai tra gl'Italiani; chè tutte +le potenze d'Europa si occupavano della +futura sua sorte; e le cagioni degli avvenimenti +che cambiavano i destini dell'Italia +dovevano cercarsi in lontani paesi. +</p> + +<p> +Poichè potenze così formidabili quali +erano le monarchie di Francia, di Spagna, +di Germania, d'Inghilterra erano +entrate in campo, le piccole sovranità d'Italia +sentirono la comparativa loro debolezza, +la quale era smisuratamente cresciuta +a cagione delle ruinose guerre che +da oltre venticinque anni desolavano questa +infelice contrada. Avevano tali guerre +consumate tutte le sue ricchezze, e distrutti +i mezzi di riproduzione in un +paese in addietro il più fertile, in allora +il più sgraziato dell'Europa: onde +Venezia, Firenze, Siena e Lucca che +conservavano tuttavia il nome di repubbliche; +i duchi di Milano, di Savoja, +di Ferrara, ed i marchesi di Mantova e +di Monferrato che si chiamavano ancora +sovrani, aspettavano tremanti che la loro +sorte fosse decisa dalla politica, dai trattati, +o dalle armi degli oltremontani. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_5"></a>[5]</span> +Soltanto la sede pontificia si era innalzata +in tempo del decadimento degli +altri stati italiani. Le conquiste di Alessandro +VI, di Giulio II e di Leon X avevano +assoggettate ai pontefici province +effettivamente indipendenti, sebbene di +nome riconoscessero la supremazia della +santa sede. Quando in appresso si trovarono +aggiunte allo stato della Chiesa +Parma, Piacenza, Modena e Reggio; +quando in pari tempo il capo di questa +Chiesa signoreggiava come assoluto padrone +la repubblica fiorentina, i suoi +stati sorpassarono di lunga mano in estensione, +in popolazione ed in ricchezze quelli +de' più potenti principi che l'Italia avesse +veduto innalzarsi dal principio del +<i>medio ævo</i>. I re di Napoli, i duchi di +Milano, o la repubblica di Venezia, non +avevano mai disposto di tante forze, principalmente +quando si pongano in conto +le grandissime entrate, che la camera +apostolica sapeva ritrarre dalla superstizione +de' popoli degli altri stati della +Cristianità. +</p> + +<p> +Se Leon X alla profonda dissimulazione +che lo faceva risguardare come un +grande politico non avesse associata la +prodigalità di principe nuovo e la inconsideratezza +di un uomo dedito ai piaceri, +<span class="pagenum"><a id="Page_6"></a>[6]</span> +avrebbe facilmente potuto mantenere +l'equilibrio tra le due potenze che si +contendevano l'Europa; avrebbe fatta rispettare +non solo la neutralità de' proprj +stati, ma ancora di quegli altri che volontariamente +si fossero posti sotto la sua +protezione; e tutti i popoli d'Italia si sarebbero +procacciato a gara questo vantaggio. +I diversi avvenimenti d'una lunga +contesa che doveva durare quanto il regno +di Carlo V, gli avrebbero somministrate +molte opportunità per rialzare l'indipendenza +nazionale: egli non avrebbe avuto +bisogno per essere veramente grande, +che del sincero desiderio di voler il bene +de' suoi compatriotti, inspirando loro fiducia +nella sua buona fede. Ma Leon X +per una giovanile ambizione, che non +appoggiavasi a verun piano ben ragionato, +e non era sostenuta da veruna idea +che portasse l'impronto della vera grandezza, +cooperò all'annientamento della +libertà italiana, mentre lo scandaloso traffico +delle indulgenze, cui si appigliò per +supplire alle smoderate spese, scosse il +trono pontificio, e staccò metà del Cristianesimo +dall'ubbidienza fin allora renduta +a' suoi predecessori. +</p> + +<p> +In tempo del suo regno e precisamente +nel 1517, avea in Germania cominciato +<span class="pagenum"><a id="Page_7"></a>[7]</span> +la riforma colle prediche di Lutero. Ma +sebbene questo coraggioso novatore fosse +di già passato dall'attacco contro le indulgenze +a dubitare dell'autorità del +papa, a sovvertire tutta la disciplina ecclesiastica, +e finalmente alle controversie +intorno al medesimo domma, non aveva +per anco tentato verun cambiamento nella +esteriore forma del culto; i suoi settatori +non formavano una nuova Chiesa, e non +potevasi ancora fondatamente giudicare +intorno alla estensione del pericolo che +minacciava da questo canto la corte di +Roma. Vero è che universale era il fermento +di tutta la Germania. Presso i popoli +settentrionali la religione associavasi +agli affetti del cuore; si univa intimamente +a tutto l'uomo; veniva esaminata +dalla sua ragione, riscaldata dal suo amore, +ed ammessa per norma delle sue +azioni. Diversamente disposta rispetto alle +idee religiose era la nazione italiana, la +quale dopo avere ammesso l'intero sistema +dei dommi della Chiesa, li riguardava +come non soggetti ad ulteriore disamina, +e mostrava il suo rispetto per la +fede col non prendersene verun pensiero. +Gli uomini di perduti costumi, siccome +i più costumati, i più filosofi, +come i più superstiziosi, non muovevano +<span class="pagenum"><a id="Page_8"></a>[8]</span> +mai dubbj intorno al complesso delle dottrine +della Chiesa; ma d'altra parte pochissima +cura si prendevano delle cose +della fede, che non eccitava verun affetto +nel loro cuore, e niente influiva +sulle azioni della loro vita. La religione +segregata affatto dal raziocinio, dalla sensibilità, +dalla morale, dalla condotta, altro +omai non era che un'abitudine dello +spirito, che ordinava certe pratiche, e +proscriveva certi pensieri. +</p> + +<p> +In fatti la riforma eccitò in Italia alquanto +di maraviglia e d'inquietudine, +ma niuna curiosità. Erano gl'Italiani accostumati +a resistere al papa, a fargli la +guerra, a sprezzare le sue scomuniche; +sapevasi da molto tempo, che corrottissimi +erano i costumi della sua corte, +perfida la politica, e che le più odiose +passioni potevano celarsi sotto il manto +della religione. Il rimanente del clero +non godeva in Italia le immunità e le +ricchezze del clero della Germania: pure +si era veduto commettere infami azioni; +e perchè queste più non erano cagione +di scandalo, l'accusa diretta contro di +lui più non eccitava la sorpresa della novità. +Coloro che volevano riformare la +disciplina passavano per entusiasti, che +si adiravano contro il corso ordinario +<span class="pagenum"><a id="Page_9"></a>[9]</span> +delle cose del mondo; coloro, che attaccavano +la dottrina, passavano per insensati +che sconvolgevano i fondamenti delle +opinioni; imperciocchè quelle basi medesime +che il pregiudizio ha stabilite, e +che sottrae ad ogni esame, non sembrano +agli uomini meno solide di quelle +fondate dalla ragione. Mentre che nuove +dottrine fermentavano in tutta l'Europa, +verun Italiano non muoveva dubbj intorno +a ciò che gli era stato dato a credere, +e passò ancora lungo tempo prima +che qualche opinione luterana valicasse +le Alpi. +</p> + +<p> +Lo stesso Leon X morì prima d'essersi +formato una giusta idea del pericolo +ond'era minacciata la Chiesa romana per +la sollevazione degli spiriti in Germania; +ma la morte lo sottrasse altresì a difficoltà, +di cui avrebbe assai più presto +sentito il peso; ed erano quelle stesse che +si era procacciate colle sue inconsiderate +prodigalità. Non solo egli aveva dissipato +il ragguardevole tesoro adunato da Giulio +II, ed impegnate tutte le gioje e tutti +gli effetti preziosi di san Pietro; ma aveva +inoltre contratto un grosso debito, e venduti +tanti nuovi impieghi che i soli loro +salarj avevano accresciute di quaranta +<span class="pagenum"><a id="Page_10"></a>[10]</span> +mila ducati le annue spese delle Chiesa<a class="tag" id="tag1" href="#note1">[1]</a>. +</p> + +<p> +Leon X sarebbesi trovato in grandissime +difficoltà, dovendo continuare, senza +avere danaro, la guerra da lui cominciata +in Lombardia; ma i luogotenenti +che lasciava morendo in sua vece, trovaronsi +in una situazione ancora più difficile +che la sua. I cardinali di Sion e +de' Medici che avevano fin allora sostenuto +il peso degli affari, si affrettarono +di abbandonare l'armata, per passare a +Roma onde assistere al conclave. Carlo V +trovavasi abbastanza occupato dalla guerra +che gli facevano i Francesi ne' Paesi +Bassi; la Castiglia si era ribellata, ed i +regni di Valenza e di Majorica erano +desolati dalla guerra mossa ai nobili dalle +comunità, talchè tutte le forze della Spagna +venivano consumate da queste intestine +discordie. La piccola armata che +l'imperatore teneva in Lombardia non +era pagata; essendosi fin allora fatta la +guerra coi soli tesori della Chiesa; ed +essendo questi mancati tutt'ad un tratto, +Prospero Colonna ed il marchese di Pescara +furono costretti di licenziare tutti +i Tedeschi e tutti gli Svizzeri che tenevano +<span class="pagenum"><a id="Page_11"></a>[11]</span> +al loro soldo, ad eccezione di +mille cinquecento uomini. Nello stesso +tempo gli ausiliari fiorentini che non erano +chiamati in questa guerra da un immediato +interesse, e che ignoravano perfino +se sarebbero o no gli alleati del +futuro pontefice, tornarono in Toscana<a class="tag" id="tag2" href="#note2">[2]</a>. +</p> + +<p> +Se dal canto suo il signore di Lautrec +non fosse stato abbandonato a cagione +della scandalosa negligenza di Francesco I, +che d'altro non prendevasi pensiero che +de' suoi piaceri e delle sue galanterie, e +che non gli mandava danaro per pagare +le truppe, avrebbe potuto facilmente ricuperare +Milano e tutte le piazze che +aveva perdute. Aveva ancora guarnigione +ne' castelli di Milano, di Novara, di +Trezzo e di Pizzighettone; comandava in +Cremona, in Genova, in Alessandria, in +Arona, ed in tutto il Lago Maggiore; +ma senza danaro non poteva adunare fanteria. +Poco conto poteva fare de' suoi uomini +d'armi scoraggiati; e quando tentò +di sorprendere la città di Parma, ove +comandava lo storico Guicciardini, fu +<span class="pagenum"><a id="Page_12"></a>[12]</span> +respinto dalle sole compagnie della milizia<a class="tag" id="tag3" href="#note3">[3]</a>. +</p> + +<p> +Intanto scoppiavano in ogni parte degli +stati della Chiesa ammutinamenti o +rivoluzioni. I piccoli principi, che Leon X +aveva spogliati della loro sovranità, invocavano +l'ajuto de' loro partigiani per riavere +lo stato de' loro padri. Il duca di +Urbino erasi collegato coi due fratelli +Baglioni, ed avevano, a spese comuni, +adunati in Ferrara dugento uomini d'armi, +trecento cavaleggieri e tre mila fanti. +Con questa piccola armata attraversarono +senz'ostacolo la Romagna. Il duca d'Urbino +fu ricevuto con entusiasmo dagli antichi +suoi sudditi, e ricuperò senza sguainare +la spada il ducato d'Urbino, mentre che +il contado di Montefeltro, da Leon X +ceduto ai Fiorentini, fu difeso dalle loro +guarnigioni. Orazio e Malatesta, figliuoli +di Giampaolo Baglioni, si presentarono +ancor essi alle porte di Perugia. Vitello +Vitelli, che ne aveva il comando, fece una +breve resistenza; perciocchè essendo stato +leggiermente ferito in un piede, colse +avidamente questo pretesto per farsi portare +<span class="pagenum"><a id="Page_13"></a>[13]</span> +a Città di Castello sua patria, siccome +colui che copertamente desiderava +che i feudatarj della Chiesa ricuperassero +l'antica indipendenza. Subito dopo la di +lui partenza Siena capitolò, ed aprì le +porte ai figli di Baglioni il 5 gennajo del +1522. In pari tempo Sigismondo di Varano +scacciava da Camerino Giammaria +della stessa famiglia, cui Leone X aveva +dato il titolo di duca di quel piccolo stato, +e vi si stabiliva in sua vece<a class="tag" id="tag4" href="#note4">[4]</a>. +</p> + +<p> +Gli emigrati di Todi vennero ricondotti +in quella città a mano armata da +Camillo Orsini. Il duca d'Urbino dopo +di essersi occupato pochi giorni a ristabilire +la propria autorità ne' suoi stati, +volle altresì riporre in Siena i figli di +Pandolfo Petrucci; ma fu respinto dall'attività +in particolare de' Fiorentini, +affezionati al cardinale de' Medici<a class="tag" id="tag5" href="#note5">[5]</a>. +Nè forse questi non avrebbero schivata +una rivoluzione nella loro patria se all'istante +della morte di Leon X non avessero +ordinato l'arresto nel palazzo pubblico +<span class="pagenum"><a id="Page_14"></a>[14]</span> +a tutti i cittadini più conosciuti pel +loro attaccamento alla libertà<a class="tag" id="tag6" href="#note6">[6]</a>. Sigismondo +Malatesta, figliuolo di Pandolfo, +venne introdotto in Rimini dagli antichi +partigiani di sua famiglia, e per poco +tempo ricuperò una sovranità, di cui suo +padre era stato privato vent'anni prima +da Cesare Borgia<a class="tag" id="tag7" href="#note7">[7]</a>. Finalmente quello +che più aveva sofferto dalla nimicizia, +quello che più d'ogni altro doveva temere +le ultime prosperità di Leone, Alfonso, +duca di Ferrara, si affrettò di ricuperare +tutto quanto aveva perduto. Era costui +colpevole agli occhi del papa per avere +pochi mesi prima impedita la conquista +di Parma con un'ardita diversione. Perciò +dopo i primi felici avvenimenti dell'armata +di Prospero Colonna, una seconda +armata pontificia era venuta ad +attaccare Finale e san Felice, ed aveva in +appresso occupato il Bondeno e saccheggiato; +mentre che dalla banda della Romagna, +gli agenti della Chiesa s'impadronivano +di Lugo, di Bagnacavallo, di +Cento e della Pieve; mentre i Fiorentini +acquistavano la Garfagnana, e Francesco +<span class="pagenum"><a id="Page_15"></a>[15]</span> +Guicciardini entrava nel Frignano colle +truppe modenesi. Alfonso, minacciato +d'assedio nella sua stessa capitale, apparecchiavasi +a vendere a carissimo prezzo +la propria vita quand'ebbe la notizia +della morte di Leone. Nell'entusiasmo +della sua gioja fece coniare una moneta +d'argento, nella quale vedevasi un pastore +che strappava dalla bocca d'un leone +un agnello, con questa leggenda presa +dal libro dei re: <i>de ore leonis</i>. Egli in +pochi giorni ricuperò il Bondeno, Finale, +san Felice, il Frignano, la Garfagnana, +Lugo, Bagnacavallo, e soltanto fu perdente +sotto al Bondeno valorosamente difeso +dai Bolognesi<a class="tag" id="tag8" href="#note8">[8]</a>. +</p> + +<p> +Frattanto i cardinali, moltiplicati dalle +promozioni di Leon X, erano entrati in +conclave il 16 di novembre. Sapevasi essere +divisi tra il partito imperiale ed il partito +francese. L'ultimo avrebbe voluto portare +sul trono pontificio il cardinale di Volterra, +fratello di Piero Soderini, il quale era +stato perpetuo gonfaloniere; e questi era +il rivale più temuto da Giulio de' Medici, +che rimasto alla testa delle creature di +<span class="pagenum"><a id="Page_16"></a>[16]</span> +suo cugino poteva disporre di sedici suffragi, +cioè più di un terzo e meno della +metà; perciocchè questa volta il conclave +conteneva quaranta cardinali; e Giulio +senz'essere abbastanza forte per farsi +nominare, lo era bastantemente per l'esclusione +d'ogni altro<a class="tag" id="tag9" href="#note9">[9]</a>. +</p> + +<p> +Il cardinale de' Medici aveva sperato +di essere secondato da tutto il partito imperiale. +Era stato il principale ed il più +esperto ministro di suo cugino Leon X; +anzi quello che lo aveva persuaso a fare +alleanza coll'imperatore; i successi della +guerra di Lombardia venivano in gran +parte attribuiti ai suoi consiglj ed alla sua +abilità; ed egli solo poteva aggiugnere alla +potenza della Chiesa quella della repubblica +fiorentina di cui era capo. Ma Giulio +aveva nel sacro collegio e nel partito dell'impero +un rivale, come lui militare +prima di essere prelato, giovane come +lui, e non meno di lui ambizioso; questi +era Pompeo Colonna, il quale piuttosto +che favorire il Medici parve apparecchiato +a darsi al partito francese. Di già costui +rappresentava ai suoi colleghi la vergogna +di portare un bastardo sulla santa +<span class="pagenum"><a id="Page_17"></a>[17]</span> +sede; poichè Giuliano, fratello del <i>magnifico</i>, +non era mai stato marito d'Antonia +del Cittadino, dalla quale era nato +Giulio il 26 maggio del 1478. Ricordava +le crudeltà commesse da Leon X dopo +scoperta la supposta congiura di Petrucci, +e faceva sentire il pericolo di perpetuare +la dignità pontificia nella stessa +famiglia<a class="tag" id="tag10" href="#note10">[10]</a>. +</p> + +<p> +Mentre i cardinali andavano opponendo +l'intrigo all'intrigo, ogni mattina, come +è l'usanza dei conclavi, procedevano ai +voti intorno a qualche nuovo soggetto +che loro si proponeva. Uno di loro, il +giorno 9 di febbrajo, nominò il cardinale +Adriano Florent, vescovo di Tortosa, +Fiammingo, il quale era stato precettore +di Carlo V, e che l'imperatore +aveva ultimamente nominato governatore +di Castiglia. Adriano nato in Utrecht il 7 +maggio del 1458 da padre fabbricatore di +tappeti o di birra, non era mai venuto +in Italia, e non sapeva la lingua italiana, +non conosceva verun cardinale, aveva +mostrato poco ingegno nell'amministrazione +affidatagli dal suo illustre alunno, +<span class="pagenum"><a id="Page_18"></a>[18]</span> +e pareva esservi così poca apparenza per +la sua elezione, che tutto lo squadrone +del Medici (così veniva chiamato il suo +partito) senza volerlo gli diede il suo +voto. Il cardinale di san Sisto prese da +ciò motivo per encomiarlo lungamente, +e perchè i cardinali desideravano d'uscire +di prigione, gli diedero i loro suffragi +quasi senza riflettere, e lo nominarono +così inconsideratamente, che non +potendo in appresso giustificare innanzi +a sè medesimi o agli altri la loro imprudenza, +l'attribuirono a subita inspirazione +dello Spirito Santo<a class="tag" id="tag11" href="#note11">[11]</a>. +</p> + +<p> +Non fu che in sul declinare d'agosto che +il nuovo pontefice, il quale prese il nome +d'Adriano VI, arrivò in Italia per prendere +possesso della tiara. Ne' primi nove +mesi dell'anno la Chiesa fu amministrata +a nome del sacro collegio de' cardinali +da una signoria somigliante assai a quella +delle antiche repubbliche toscane. Tiravansi +<span class="pagenum"><a id="Page_19"></a>[19]</span> +a sorte ogni mese tre priori tra i +membri del sacro collegio, i quali formavano +il governo. Ma questi prelati mal +d'accordo fra di loro, ed ogni mese mutando +sistema, non erano in istato di difendere +il potere papale. Ad altro non +pensarono che a guadagnare tempo ed a +mantenere un'apparente pace, pel quale +oggetto conchiusero un armistizio col duca +d'Urbino, che pose fine alle rivoluzioni +dell'Umbria<a class="tag" id="tag12" href="#note12">[12]</a>. +</p> + +<p> +Il cardinale de' Medici, umiliato dalla +esclusione dal pontificato, e credendosi tradito +dal partito imperiale, tornò per mare +a Firenze, ove temeva di trovare compromessa +la sua autorità; fece il suo ingresso +il 21 di gennajo del 1522, portando +il corrotto di suo cugino, e cogli +indizj in fronte della tristezza e del sospetto<a class="tag" id="tag13" href="#note13">[13]</a>. +In fatti i repubblicani di Firenze +credevano giunto l'istante di ricuperare +la libertà della loro patria; il signore +di Lescuns loro prometteva l'appoggio +del re di Francia; le sue truppe +dovevano entrare in Toscana per la via +della riviera di Genova, nello stesso tempo +<span class="pagenum"><a id="Page_20"></a>[20]</span> +che Renzo di Ceri vi giugnerebbe dalla +banda di Siena. Il duca d'Urbino ed i +Baglioni favorivano caldamente un progetto +che doveva vendicarli dei Medici. +In Firenze queste pratiche erano dirette +da Giambattista Soderini, nipote del cardinale +di Volterra, e del gonfaloniere +perpetuo. Ingrossava il suo partito la società +de' poeti e de' filosofi, che diede +tanta celebrità agli Orti Rucellai, nei +quali si adunava. Vi si contavano Luigi +Alamanni, Zanobio Buondelmonti, Cosimo +Rucellai, Alessandro de' Pazzi, Francesco +e Jacopo Diaceto, e per ultimo +Niccolò Macchiavelli che loro dedicò +i suoi Discorsi sopra Tito Livio, e la +sua arte della guerra. Educati ne' medesimi +principj desideravano tutti la libertà +di Firenze, ma non avevano verun +odio personale contro il cardinale de' +Medici, anzi accordavano che di tutta la +sua famiglia era quello che si era più dolcemente +e cittadinescamente comportato +nella sua amministrazione, onde preferivano +di ricuperare i loro diritti con un +compromesso piuttosto che di strapparglieli +colla forza<a class="tag" id="tag14" href="#note14">[14]</a>. +</p> + +<p> +Il cardinale de' Medici che conosceva +<span class="pagenum"><a id="Page_21"></a>[21]</span> +la propria debolezza, e la necessità di +accarezzare i suoi avversarj, convenne +che il supremo potere male s'accordava +colle sue funzioni ecclesiastiche, e colla +carriera che gli era aperta alla corte di +Roma, dando voce d'essere apparecchiato +a rinunciarlo. I giovani patrizj degli Orti +Rucellai diedero facilmente fede alle speranze +che loro dava il cardinale, ed invece +d'agire contro di lui, si ristrinsero a +meditare intorno alla migliore costituzione +da darsi alla repubblica all'atto che si +rinnoverebbe; fu questo l'argomento di +tre opere politiche del Macchiavelli, di +Zanobio Buondelmonti, e di Alessandro +de' Pazzi, tutte dedicate al cardinale de' +Medici<a class="tag" id="tag15" href="#note15">[15]</a>. +</p> + +<p> +Frattanto il signore de Lescuns, troppo +occupato in Lombardia, e lasciato dal re +di Francia senza danaro, aveva abbandonato +il progetto d'entrare in Toscana +per lo stato di Genova. Renzo di Ceri +si era ostinato nell'assedio del piccolo castello +di Turrita nello stato di Siena, e +non passò mai oltre. Il partito francese, +ch'era quello della libertà, andava declinando +in tutta l'Italia, onde il cardinale +<span class="pagenum"><a id="Page_22"></a>[22]</span> +de' Medici credette giunto il momento +favorevole di trarre d'inganno coloro che +avevano potuto lusingarsi ch'egli renderebbe +alla sua patria la libertà. Fu arrestato +un corriere francese mandato a +Renzo di Ceri, dal quale il cardinale si +procurò con un sacrilegio la manifestazione +del suo segreto, mandandogli in prigione +invece del confessore da lui domandato, +una spia della polizia vestita +da prete. E per tal modo venne in cognizione +della corrispondenza di Giacomo +di Diaceto con Renzo di Ceri. Giacomo, +posto in prigione il 22 di maggio, +e minacciato di tortura, confessò quello +che ancora non si sapeva, d'avere voluto +assassinare il cardinale perchè avesse ingannato +i repubblicani con fallaci speranze. +L'interrogatorio del prevenuto essendo +stato differito di ventiquattr'ore, i +di lui amici, Luigi Alamanni il poeta, +e Zanobio Buondelmonti ebbero il tempo +di salvarsi; ma un altro Luigi Alamanni +subì l'ultimo supplicio con Jacopo di Diaceto +il giorno 7 di luglio. I figli di Paolo +Antonio Soderini dovettero fuggire, ed +i loro beni furono sequestrati; mentre il +loro zio, Pietro Soderini, ch'era stato +gonfaloniere perpetuo, moriva in Roma +il 14 di giugno, lasciando eterno desiderio +<span class="pagenum"><a id="Page_23"></a>[23]</span> +di sè presso tutte le persone dabbene<a class="tag" id="tag16" href="#note16">[16]</a>. +</p> + +<p> +Le rivoluzioni degli stati della Chiesa +e della Toscana erano opera degl'Italiani, +ma l'influenza loro era limitatissima; per +lo contrario quelle della Lombardia erano +opera degli oltremontani, e da queste +dipendevano non solo la futura sorte dell'Italia, +ma ancora quella dell'Europa. +Francesco I colla sua inconsiderata prodigalità +aveva lasciato che si perdesse nel +precedente anno lo stato di Milano, mentre +il suo cancelliere Duprat aveva con +nuove imposizioni, con intollerabili estorsioni +e colla vendita de' beni della corona, +raccolto assai più danaro che non sarebbe +abbisognato per mantenere la più formidabile +armata. Francesco tutt'inteso a' +suoi amoreggiamenti ed alle feste che +dava alle sue amiche, dissipava il danaro +strappato a' suoi popoli, o lasciava che +sua madre ne disponesse, compromettendo +l'onore nazionale colle sconfitte delle sue +armate, e col mancare a tutte le convenzioni +fatte co' suoi alleati. Vantavasi +<span class="pagenum"><a id="Page_24"></a>[24]</span> +d'essere il primo re di Francia, che si +fosse liberato dalla tutela de' suoi familiari, +perchè disponeva solo, ed a voglia +sua di tutti gli scrigni de' suoi sudditi, +mentre che prima di lui le domestiche +spese de' suoi predecessori erano a carico +de' beni della corona, ch'essi non +si facevano lecito d'impegnare, concorrendo +liberamente alle spese della guerra +i tre ordini dello stato. Ma il vescovo di +Beucaire non dubitò di dire che Francesco +cambiò la libertà francese in una +miserabile schiavitù; e le sciagure provocate +sul di lui regno mostrano abbastanza +che colla libertà de' suoi sudditi +sagrificò pure la personale sua gloria ai +suoi capriccj<a class="tag" id="tag17" href="#note17">[17]</a>. +</p> + +<p> +La gloria nazionale era stata pure sagrificata +in altra maniera da lui e da' suoi +predecessori all'ingrandimento della sua +autorità o di quella de' gentiluomini. Era +stato severamente vietato l'uso delle armi +al terzo stato, onde tenerlo in una +assoluta dipendenza dai suoi padroni: erasi +con ciò renduto vile ed incapace di servire +nelle armate, di modo che era cosa +<span class="pagenum"><a id="Page_25"></a>[25]</span> +maravigliosa il vedere una delle più valorose +nazioni dell'Europa ridotta a non +avere fanteria nazionale. I suoi re erano +forzati di ricorrere agli Svizzeri per tutte +le loro guerre, perchè, ad eccezione degli +uomini d'armi tutti presi tra la nobiltà, +la Francia non aveva soldati. La Svizzera, +che non contava l'ottava parte della popolazione +della Francia, le somministrava i +suoi battaglioni; ma per ottenerli, bisognava +che i Francesi si ponessero in balìa della venalità, +dell'orgoglio, dell'incostanza di que' +montanari, renduti arroganti dal vedersi accarezzati +da tutti i sovrani. Francesco I, che +di fresco aveva perduto Milano per la loro +mala fede, fu ridotto a mercanteggiare separatamente +con ogni cantone, e profondere +doni tra i loro magistrati, a promettere pensioni +agli uomini che avevano fra loro maggiore +riputazione, e ad inghiottire senza +lagnarsene la loro arroganza. A questo prezzo +Renato, bastardo di Savoja, gran maestro +di Francia, e Galeazzo di Sanseverino, +grande scudiere, persuasero nella primavera +del 1522 circa due mila Svizzeri +a passare il san Bernardo ed il san Gottardo +per iscendere in Italia<a class="tag" id="tag18" href="#note18">[18]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_26"></a>[26]</span> +</p> + +<p> +Dal canto suo il Lautrec adunò la cavalleria +francese dispersa nella pianura +lombarda; la riunì presso Cremona all'armata +veneziana comandata da Andrea +Gritti e da Teodoro Trivulzio; poi andò +ad unirsi agli Svizzeri, ed il primo giorno +di marzo passò l'Adda per venire ad +accamparsi con tutta la sua armata due +sole miglia lontano da Milano<a class="tag" id="tag19" href="#note19">[19]</a>. +</p> + +<p> +Prospero Colonna difendeva questa città +con Alfonso d'Avalos, marchese di Pescara. +Il cancelliere del ducato, Girolamo +Moroni, vi teneva la rappresentanza del +suo signore, che per anco non aveva potuto +fare il suo ingresso nella capitale. +Esortava i Milanesi a conservare la loro +indipendenza; loro mostrava i pericoli +delle vendette de' Francesi; e per aggiugnere +inoltre un sentimento religioso all'amore +della patria, aveva persuaso un +eloquente monaco dell'ordine di sant'Agostino, +Andrea Barbato, a riscaldare lo +zelo de' Milanesi con una serie di sermoni +contro i barbari<a class="tag" id="tag20" href="#note20">[20]</a>. Con tale pratica +<span class="pagenum"><a id="Page_27"></a>[27]</span> +ottenne il Moroni dai suoi compatriotti +volontarie contribuzioni abbastanza +copiose per assoldare dieci mila Tedeschi. +Girolamo Adorno, e Giorgio Frundsberg +ne condussero cinque mila con tanta +rapidità a traverso alla Valtellina ed al +Bergamasco, che entrarono in Milano +prima che arrivassero i Francesi; gli altri +vi furono condotti alquanto più tardi +dallo stesso Francesco Sforza<a class="tag" id="tag21" href="#note21">[21]</a>. +</p> + +<p> +Dall'altra parte l'armata francese aveva +ancor essa ricevuto un inaspettato rinforzo, +essendo stata raggiunta da Giovanni +de' Medici, che le condusse a Cassano +tre mila pedoni e dugento cavalli. +Queste truppe avevano bandiere nere in +segno di corrotto per la morte di papa +Leon X, ond'ebbero poi il nome di +Bande Nere; nome che in appresso esse +rendettero famoso rivendicando la gloria +della fanteria italiana. Queste Bande avevano +fino a tale epoca combattuto nell'armata +della lega; ma trovandosi Giovanni +de' Medici in libertà per la morte di +Leon X, le aveva condotte ai servigj della +Francia, che gli aveva offerte migliori +<span class="pagenum"><a id="Page_28"></a>[28]</span> +condizioni<a class="tag" id="tag22" href="#note22">[22]</a>. Circa lo stesso tempo, un +colpo di colombrina, che alcuni pretesero +essere stato diretto dallo stesso Prospero +Colonna, uccise Marcantonio Colonna, +suo nipote, che serviva nell'armata francese, +e Camillo, figliuolo del maresciallo +Gian Giacopo Trivulzio. Il cadavere del +primo fu mandato in Milano allo zio, +che fu estremamente afflitto per avere veduto +cadere tra le file nemiche un nipote +che grandemente amava<a class="tag" id="tag23" href="#note23">[23]</a>. +</p> + +<p> +Prospero Colonna ed il Pescara avevano +approfittato della lentezza de' Francesi +per riparare tutte le fortificazioni di +Milano, e per circondare il castello con +una circonvallazione, che non permettesse +a Lautrec di soccorrere la guarnigione +assediata. Questi, prevenuto ne' suoi progetti, +non aveva avuto che il debole compenso +della presa di Novara; in appresso +aveva attaccato Pavia, difesa dal marchese +di Mantova; ma fu forzato ad abbandonarne +l'assedio, vedendo avvicinarsi +coll'armata imperiale Prospero Colonna. +Finalmente erasi diretto per la via di +Landriano alla volta di Monza, onde accostarsi +<span class="pagenum"><a id="Page_29"></a>[29]</span> +ad Arona, ove sapeva trovarsi il +danaro mandatogli dalla Francia per pagare +le sue truppe<a class="tag" id="tag24" href="#note24">[24]</a>. +</p> + +<p> +Sapevano gli Svizzeri che il danaro +destinato pel loro soldo era stato condotto +ad Arona, sul lago Maggiore, e che +Anchise Visconti, che occupava Busto con +un corpo di truppe milanesi, impediva +al convoglio di venire fino all'armata. +Perciò facevano calde istanze al Lautrec +di forzare il passo fino al lago Maggiore +onde far loro avere il danaro, mentre +Andrea Gritti, generale de' Veneziani, +protestava dal canto suo che non si allontanerebbe +cotanto dai confini della sua +repubblica, e che, se gli Svizzeri prendevano +la strada del lago Maggiore, egli prenderebbe +quella di Verona<a class="tag" id="tag25" href="#note25">[25]</a>. Desiderava +il Lautrec di calmare l'impazienza degli +Svizzeri: ma l'armata imperiale soffriva +ancora più che la sua per mancamento +di danaro e di vittovaglie; e di già intere +compagnie di disertori avevano abbandonate +le insegne del Colonna per +<span class="pagenum"><a id="Page_30"></a>[30]</span> +porsi sotto quelle di Lautrec; onde questi +sperava, tenendo la campagna ancora +qualche tempo, di disperdere l'armata +nemica<a class="tag" id="tag26" href="#note26">[26]</a>. +</p> + +<p> +Ma gli Svizzeri, entrando in campagna, +si erano ripromessi più rapidi successi, +ed il saccheggio delle più ricche città +della Lombardia. Di più terre da loro attaccate, +la sola città di Novara era venuta +in loro potere, ed era stata da loro +barbaramente saccheggiata. Avevano sofferto +assai sotto Pavia, ove continue piogge +avevano impedita la condotta delle vittovaglie. +Mostravansi annojati d'una guerra di +posizioni e di marcie, ed accostumati come +erano a far tutto cedere ai loro capriccj, +si adunarono intorno alla tenda di Lautrec +per domandare con altissime grida +o la battaglia o il loro congedo<a class="tag" id="tag27" href="#note27">[27]</a>. +</p> + +<p> +Il Lautrec e tutti i generali francesi +impiegarono inutilmente il loro credito +presso gli Svizzeri, per persuaderli a confidare +ne' loro capi, ad approfittare dei +<span class="pagenum"><a id="Page_31"></a>[31]</span> +patimenti del nemico, ad aspettare se +non altro pochissimi giorni, ne' quali il +generale francese, con un nuovo movimento, +forzerebbe Prospero Colonna a +mutare posizione: tutto fu inutile, e gli +Svizzeri risposero a tutti i ragionamenti +degli ufficiali dell'armata con una sola +voce: <i>domani, o il congedo, o la battaglia</i><a class="tag" id="tag28" href="#note28">[28]</a>. +</p> + +<p> +Lautrec, prima di cedere, incaricò Crequì, +signore di Pontdormì, di andare a +riconoscere il nemico con quattrocento +uomini d'armi e sei mila Svizzeri. Prospero +Colonna si era accampato alla Bicocca, +casa di campagna di un signore +milanese, lontana tre in quattro miglia da +Milano. Una strada, più bassa de' fondi +laterali, gli teneva luogo di fossa; ed egli +ne aveva coperti gli orli con artiglieria +e con archibugeri; a destra ed a manca +il suo campo era chiuso da due canali +d'acqua corrente destinata all'irrigazione; +ed a non molta distanza dietro al campo +uno de' canali era attraversato da un ponte +di pietra. Crequì, dopo avere esaminata +questa posizione, riferì al generale francese +<span class="pagenum"><a id="Page_32"></a>[32]</span> +che riuscirebbe difficilissimo il forzarla; +onde il consiglio di guerra tentò +nuovamente di persuadere gli Svizzeri a +rinunciare ad una battaglia che doveva +avere un'infelice riuscita. Risposero questi, +che attaccherebbero di fronte la linea +del nemico e che colle loro picche +e colle alabarde s'impadronirebbero di +quelle batterie credute tanto formidabili. +Dichiararono in pari tempo che +domani si metterebbero in cammino per +tornare nei loro paese ove non fossero +condotti alla battaglia. Il solo Pietro Navarro +propose di far morire i più sediziosi e +di ridurre così gli altri all'ubbidienza; ma +gli altri generali e lo stesso Lautrec, che +conoscevano gli Svizzeri, e che si sentivano +assolutamente tra le loro mani, preferirono +la dubbiosa sorte d'una battaglia +alla certezza d'una sconfitta, necessaria +conseguenza della partenza di tutta la +loro fanteria; e sebbene vivamente sentissero +l'imprudenza che stavano per commettere, +nondimeno ordinarono alle loro +truppe di apparecchiarsi per combattere +nel susseguente giorno<a class="tag" id="tag29" href="#note29">[29]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_33"></a>[33]</span> +</p> + +<p> +In fatti il Lautrec sortì da Monza la +mattina del 29 aprile, giorno di <i>Quasimodo</i>, +e marciò alla volta della Bicocca. +A seconda della loro domanda aveva incaricati +otto mila Svizzeri del principale +attacco sulla fronte del nemico; Montmorencì +col conte di Montforte, i signori +di Miolans, di Granville, d'Auchì, di +Launai e molti altri marciavano a piedi +alla loro testa. Giovanni de' Medici aveva +avuto ordine di celare il loro avanzamento, +tenendo occupato il nemico colle +evoluzioni della sua cavalleria e della sua +fanteria leggiere. Lescuns, maresciallo di +Foix, con trecento lance ed una parte +dell'infanteria doveva girare intorno alla +sinistra dell'armata imperiale, passare il +ponte di pietra ch'era stato riconosciuto, +e piombare alle spalle di Prospero Colonna, +ove stava di guardia Francesco Sforza colle +milizie milanesi uscite di città, per prender +parte nella battaglia; il Lautrec col +restante della cavalleria e della fanteria +francese doveva piegare a destra; e per +penetrare nel campo nemico aveva fatto +prendere ai suoi soldati la croce rossa, +che portavano gl'Imperiali, invece della +bianca che portavano i Francesi; poichè +non si costumavano ancora gli uniformi. +L'armata veneziana formava la retroguardia +<span class="pagenum"><a id="Page_34"></a>[34]</span> +e non era chiamata a prendere immediatamente +parte nella battaglia<a class="tag" id="tag30" href="#note30">[30]</a>. +</p> + +<p> +I varj corpi dell'armata francese, non +avendo un eguale spazio da percorrere, +non potevano giugnere alla rispettiva posizione +nello stesso tempo: onde il Montmorencì, +giunto a poca distanza dagl'imperiali, +ordinò agli Svizzeri di trattenersi +per dare tempo al maresciallo di Foix di +fare il giro che gli era stato ordinato. +Ma gli Svizzeri, pieni di disprezzo pei +loro nemici, e volendo avere soli l'onore +della vittoria, mai non vollero ubbidire, +continuando ad avanzarsi di fronte al +nemico, ove trovavansi Giorgio di Frundsberg +colla fanteria tedesca ed il marchese +di Pescara colla fanteria spagnuola. +Questi aveva insegnato ai suoi fucilieri +a fare un continuo fuoco, loro facendo +ricaricare il fucile stando in ginocchio, +mentre che la linea di dietro tirava. L'attacco +degli Svizzeri fu ricevuto con un +fuoco così sostenuto, tanto dei fucilieri, +che delle batterie, ch'erano caduti +<span class="pagenum"><a id="Page_35"></a>[35]</span> +morti più di mille Svizzeri prima ch'essi +giugnessero alla strada bassa, la quale fu da +loro trovata assai più profonda che non credevano, +conciossiachè, scesi nella medesima, +potevano a stento colla punta delle loro +picche ferire i landsknecht che ne custodivano +gli orli. Ventidue de' loro capitani +e più di tre mila soldati furono uccisi +in questo sciagurato attacco, senza quasi +potere offendere il nemico. All'ultimo si +ritirarono in buon ordine, riconducendo +i quattordici pezzi d'artiglieria che loro +erano stati dati; ma disprezzando anche in +sul finire del combattimento, siccome avevano +fatto in principio, gli ordini dei loro +capi, non vollero trattenersi in faccia al +campo di battaglia in aspetto minaccioso +per assecondare gli attacchi del maresciallo +di Foix e di Lautrec, che non erano giunti +a portata del nemico che quando gli Svizzeri +si erano di già ritirati<a class="tag" id="tag31" href="#note31">[31]</a>. +</p> + +<p> +Il Maresciallo di Foix, che gl'imperiali +avevano veduto avanzare sulla loro sinistra, +e che sospettavano aver presa la +<span class="pagenum"><a id="Page_36"></a>[36]</span> +strada di Milano, era finalmente giunto al +ponte di pietra che attraversava il canale; +era entrato nella posizione di Prospero +Colonna, aveva rovesciati i Milanesi di +Francesco Sforza ed avrebbe guadagnata +la battaglia se fosse stato seguito dalla +sua fanteria, o se gli Svizzeri, rinnovando +il loro attacco, avessero impedito a Prospero +Colonna di condurre tutti i suoi +landsknecht ed i fanti spagnuoli contro +di lui. Il Lautrec, dopo d'avere posti in +fuga sulla diritta i cavalli di Girolamo +Adorno, calcolava che i suoi cavalieri +entrerebbero assieme con loro nel campo +nemico, ove li farebbe ricevere la croce +rossa che portavano; ma Prospero Colonna, +di ciò prevenuto, aveva ordinato ai +suoi soldati di porsi in sul capo una frasca; +sicchè, riconoscendo i nemici, gli +fu facile di tenerli fuori de' suoi alloggiamenti<a class="tag" id="tag32" href="#note32">[32]</a>. +</p> + +<p> +I tre corpi dell'armata francese essendo +stati tutti respinti, questa ritirossi +in buon ordine, coperta dalle bande nere +di Giovanni de' Medici, e protetta dall'armata +veneziana, che non aveva combattuto. +Il Pescara voleva inseguirla, ma Prospero +<span class="pagenum"><a id="Page_37"></a>[37]</span> +Colonna vi si ricusò perentoriamente, +perchè un movimento sedizioso tra +i suoi landsknecht che in premio dell'ottenuta +vittoria domandavano doppia paga, +poteva rendere per lui pericolosa una +nuova azione. Gli Svizzeri lo liberarono +bentosto da ogni timore, essendosi ritirati +a Monza con tutta la loro artiglieria +ed i loro equipaggi. All'indomani Lautrec +avviossi verso Trezzo e passò l'Adda; +colà più non gli fu possibile di trattenere +gli Svizzeri al tutto determinati +di tornare ne' loro paesi. Dopo averli +inutilmente eccitati a rimanere, affidò a +suo fratello Lescuns, maresciallo di Foix, +il comando degli uomini d'armi francesi, e +la difesa delle terre che la Francia possedeva +ancora in Lombardia; si congedò da +Andrea Gritti, che coll'armata veneziana +prese a coprire i confini della repubblica; +e, fermo nella risoluzione di volersi +personalmente giustificare innanzi al re, +accompagnò gli Svizzeri, che rientravano +ne' loro paesi attraversando il territorio +bergamasco, e passò alla corte di Francia<a class="tag" id="tag33" href="#note33">[33]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_38"></a>[38]</span> +</p> + +<p> +Il Lautrec era fratello di madama di +Chateaubriand, amante del re; e questa era +la cagione della grandezza di lui, e di quella +di Lescuns e di Lesparre di lui fratelli, uno +dei quali perdette il Milanese e l'altro la +Navarra. Pure Francesco I rimproverò al +maresciallo di Lautrec le sue perdite. Rispose +questi d'avere prevenuta S. M. che +non potrebbe difendere il Milanese senza +danaro; che gli uomini d'armi avevano +servito diciotto mesi senza soldo; che gli +Svizzeri non gli avevano imposta la legge, +e non l'avevano finalmente costretto a +combattere alla Bicocca che per non essere +stati pagati. Francesco I maravigliando +dimandò cosa fosse accaduto dei quattrocento +mila scudi che gli aveva mandati. +Confessò Semblanzai d'avere avuto ordine +di mandarli, ma di esserne stato in +seguito impedito da Luigia di Savoja, +madre del re, che aveva il titolo di reggente +di Francia. Questa, gelosa di Lautrec, +e volendo che andasse a male la +di lui spedizione, si era fatto dare quel +danaro che diceva a sè dovuto. L'onore +della madre del re veniva compromesso +dalla pubblica processura di Semblanzai. +Il cancelliere di Francia Duprat, per salvare +<span class="pagenum"><a id="Page_39"></a>[39]</span> +la madre del re e per perdere il sovraintendente, +suo nemico, lo fece giudicare +da alcuni commissarj, e strascinare +al supplicio in età di sessantadue anni pel +solo delitto d'avere ubbidito alla madre +del re, che nè pure fu interpellata in +questa causa<a class="tag" id="tag34" href="#note34">[34]</a>. +</p> + +<p> +Il maresciallo di Foix Lescuns non difese +lungamente ciò che ancora possedevano i +Francesi in Lombardia. Sei compagnie di +uomini d'armi, che aveva posti in Lodi +sotto gli ordini di Federico da Bozzolo e +di Bonneval, vi si lasciarono sorprendere +e far prigionieri, mentre che la città venne +saccheggiata dagl'imperiali<a class="tag" id="tag35" href="#note35">[35]</a>. Pizzighettone, +che poteva lungamente resistere e +che tenevasi tra le migliori fortezze d'Italia, +capitolò alle prime minacce fattegli +dal marchese di Pescara. Finalmente in +Cremona, dove si era ritirato il maresciallo +di Foix, sollevaronsi le truppe di +Giovanni de' Medici chiedendo il loro +soldo, drizzarono la loro artiglieria contro +i Francesi, e minacciarono di consegnare +<span class="pagenum"><a id="Page_40"></a>[40]</span> +agl'Imperiali una porta della +città. Lescuns cercò di soddisfarle, prendendo +a prestito il vasellame di tutti i +suoi amici e distribuendolo ai soldati; ma +sentì l'impossibilità di sostenersi più lungamente +in Italia, e propose a Prospero +Colonna una capitolazione che fu subito +accettata. Convenne di evacuare non solo +Cremona, ma tutta la Lombardia, ad eccezione +dei tre castelli di Novara, Milano +e Cremona, se prima che passassero +quaranta giorni una nuova armata francese +non forzava il passaggio del Po, o +non occupava una delle grandi città di +Lombardia. Fino allo spirare del termine +stabilito dalla capitolazione, che fu sottoscritta +il 26 di maggio, le ostilità dovevano +cessare intorno a Cremona, dovevano essere +somministrate le vittovaglie all'armata +francese. Ma perchè passarono i quaranta +giorni senza che il re potesse mandare soccorsi +al maresciallo di Foix, questi evacuò +la Lombardia, ad eccezione dei tre castelli +eccepiti dalla capitolazione, e ricondusse +la sua armata in Francia<a class="tag" id="tag36" href="#note36">[36]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_41"></a>[41]</span> +</p> + +<p> +Uno de' motivi che determinarono Prospero +Colonna ad accordare ai Francesi +la capitolazione di Cremona, fu il desiderio +di trovarsi in libertà per attaccare +Genova. Finchè i Francesi avevano in +mano quella città, egli non risguardava +come sicura la conquista della Lombardia. +Vero è che la dolcezza di Ottaviano +Fregoso, luogotenente del re, aveva accostumati +i cittadini ad un giogo straniero, +di modo che Antoniotto e Girolamo +Adorno, che seguivano il campo +imperiale e che si lusingavano di sollevare +la loro fazione colla promessa di tornare +alla repubblica l'antica libertà, non cagionarono, +avvicinandosi a Genova, verun +movimento negli abitanti. Pure i generali +imperiali, senza perdere un solo +istante, avevano approfittato della capitolazione +di Cremona. Prospero Colonna +era entrato coi landsknecht nella Valle +di Bisagno, ed il marchese di Pescara +in quella della Polsevera. Non trovavansi +in Genova che due mila soldati, cui era +venuto ad aggiugnersi da Marsiglia Pietro +Navarro, e perchè i Genovesi non volevano +nè sollevarsi contro Ottaviano Fregoso, +nè armarsi per difenderne l'autorità, +ogni resistenza pareva impossibile. +Dodici ufficiali della balìa furono incaricati +<span class="pagenum"><a id="Page_42"></a>[42]</span> +di trattare una capitolazione. Ma nel +tempo che questi trattavano, e che la +promessa della sospensione delle ostilità +rendeva le guardie più negligenti, alcuni +soldati spagnuoli si avvidero che una +breccia delle mura non era difesa; essi +se ne impadronirono e vi chiamarono i +loro commilitoni. Per tal modo l'accidente +diede Genova in mano ai nemici +il 30 di maggio, senza che i generali ne +avessero ordinato l'assalto. La città fu presa, +e gli abitanti, che non avevano voluto +difendersi, furono saccheggiati, senza distinzione +di partito, con estrema barbarie. +Pietro Navarro ed Ottaviano Fregoso +rimasero prigionieri, e molti altri ufficiali +fuggirono per mare. Quella città, in altri +tempi la più commerciante e la più ricca +dell'Italia, fu ruinata e ridotta ad una +assoluta dipendenza dagli stranieri; ma +nello stesso tempo riconobbe per doge +Antoniotto Adorno<a class="tag" id="tag37" href="#note37">[37]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_43"></a>[43]</span> +</p> + +<p> +Francesco I, per soccorrere Cremona +o Genova, aveva bensì fatte passare le +Alpi al duca Claudio di Longueville con +quattrocento uomini d'armi e sei mila +fanti; ma questi, arrivato a Villanuova di +Asti, ebbe la notizia dell'occupazione di +Genova, e non trovandosi abbastanza forte +per dare battaglia all'armata imperiale, o +per istornare la convenzione di Cremona, +ebbe ordine dal re di ritirarsi; ed i +Francesi abbandonarono per quest'anno +ogni loro progetto sull'Italia, tanto più che +dovevano difendersi contro l'aggressione +inaspettata d'Enrico VIII, che il 29 di +maggio aveva dichiarata la guerra alla +Francia, facendo in pari tempo sbarcare +a Calais il conte di Surrei con sedici +mila uomini, per secondare l'armata di +Carlo V in Fiandra<a class="tag" id="tag38" href="#note38">[38]</a>. +</p> + +<p> +La cacciata de' Francesi non apportò +verun sollievo ai popoli d'Italia oppressi +dalla guerra. L'armata di Prospero Colonna +non riceveva verun sussidio nè da +Carlo V, nè dal regno di Napoli: ed i +soldati tedeschi e spagnuoli vivevano a +discrezione nel Milanese. Ogni giorno i +generali angustiavano le città con inaudite +<span class="pagenum"><a id="Page_44"></a>[44]</span> +contribuzioni o con prestiti forzati; il +più piccolo ufficiale, posto con un distaccamento +in un villaggio, credevasi autorizzato +ad inventare una nuova tassa; +tutto si riportava alla decisione della violenza +militare, e l'ubbidienza si cimentava +con crudeli supplicj dettati dal capriccio +de' soldati spagnuoli<a class="tag" id="tag39" href="#note39">[39]</a>. Omai il +Milanese era così ruinato che più alimentare +non poteva le truppe necessarie alla +sua difesa. Il marchese di Pescara le acquartierò +negli stati della Chiesa, loro permettendo +di vivervi a discrezione, malgrado la +stretta alleanza dei papa coll'imperatore. +Carlo di Lannoi, nuovo vicerè di Napoli, +di concerto con don Giovanni Manuel, +ambasciatore dell'imperatore a Roma, +tassò nello stesso tempo gli stati indipendenti +dell'Italia, per far loro mantenere +l'armata imperiale. Obbligarono il ducato +di Milano a pagar loro venti mila ducati +al mese, Firenze quindici mila, Genova +otto mila, Siena cinque mila, e Lucca +quattro mila. Dovettero pure pagare una +contribuzione i marchesi di Monferrato +e di Saluzzo: e, malgrado le loro rimostranze, +tutti questi stati sovrani dovettero +<span class="pagenum"><a id="Page_45"></a>[45]</span> +assoggettarsi agli ordini che loro davano +subalterni ministri<a class="tag" id="tag40" href="#note40">[40]</a>. +</p> + +<p> +Lusingavansi gl'Italiani che giugnendo +Adriano VI a Roma, arrecherebbe qualche +sollievo alle loro miserie; ma il nuovo +papa erasi di già trattenuto sei mesi +in Ispagna dopo ricevuta la notizia della +sua elezione, e non apparecchiavasi ancora +alla partenza: e ciò che in ultimo +lo persuase a porsi in viaggio, fu precisamente +la circostanza cui fin allora +erasi attribuito ogni suo ritardo. Sapevasi +che Carlo V, che ancora trovavasi +in Fiandra, annunciava di voler passare +in Ispagna, e credevasi che Adriano, che +era stato suo precettore, indi suo ministro, +volesse conferire con lui prima di venire +in Italia a prendere le redini della propria +sovranità. Ma Adriano aveva fermamente +stabilito d'agire qual comune padre +de' fedeli, ed egli si era intimamente +persuaso che il suo dovere lo chiamava +prima di tutto a ristabilire la pace nella +Cristianità, e che doveva far tacere la +sua parzialità per Carlo V, se voleva che +Francesco I l'accettasse per mediatore. +Aveva scritto a quest'ultimo, a Luigia di +Savoja di lui madre, alla duchessa d'Alenzon +<span class="pagenum"><a id="Page_46"></a>[46]</span> +di lui sorella<a class="tag" id="tag41" href="#note41">[41]</a>, per incoraggiarli ad +adottare sentimenti di pace, promettendo +loro la sua benevolenza. Stimò che +aspettando Carlo V a Barcellona, siccome +quegli gliene faceva istanza, avrebbe +rendute sospette le sue parole; e quando +seppe che Carlo, dopo avere fatta una +visita ad Enrico VIII per tenerlo costante +nella sua alleanza, era sbarcato a Villaviciosa, +nelle Asturie, si affrettò di partire +il 4 di agosto dalle coste della Spagna; +e dopo avere dato fondo a Genova, +indi a Livorno, fece il suo ingresso in +Roma il giorno 29 dello stesso mese<a class="tag" id="tag42" href="#note42">[42]</a>. +</p> + +<p> +Adriano VI aveva le virtù ed il sapere +di un monaco, ed andava debitore della +sua celebrità e della sua grandezza ai sorprendenti +progressi che aveva fatti nello +studio della teologia e della filosofia scolastica. +Era di buona fede, zelante, temperato, +umile, nemico del fasto, della +simonia e della corruzione della corte di +Roma. Ma bentosto agli occhi de' Romani +parve un barbaro, straniero affatto +<span class="pagenum"><a id="Page_47"></a>[47]</span> +alle loro arti, ai loro costumi, alla loro +politica, siccome al loro linguaggio. Leone +X aveva raccolti nella sua corte i principali +poeti del secolo; Adriano, invece +di accordar loro il suo favore, li risguardava +quali profani imitatori de' gentili, +che macchiavano il Cristianesimo. Quando +gli fu mostrato il Laocoonte del Belvedere, +siccome il più bel monumento +delle antiche arti, ne torse gli occhi con +orrore, gridando «questi sono idoli dei +pagani!» Cominciavasi a temere, che, +come narrasi di san Gregorio, ordinasse +un giorno di far calce per il tempio di +san Pietro con tutte quelle statue, ultimo +monumento della gloria e della grandezza +romana<a class="tag" id="tag43" href="#note43">[43]</a>. +</p> + +<p> +Le eresie di Lutero offendevano assai +più Adriano VI che il suo predecessore, +perchè attaccavano quella filosofia scolastica, +ch'egli risguardava come la prima +scienza; ma d'altra parte aveva le +stesse opinioni del riformatore intorno alla +corruzione della disciplina; voleva seriamente +mettere mano alla riforma degli +scandali che avevano sollevata la Germania; +ed i suoi pii disegni, forse più +<span class="pagenum"><a id="Page_48"></a>[48]</span> +che la sua barbarie, facevano tremare i Romani +che vivevano col prodotto degli abusi +della corte di Roma. Oltre a ciò, per +terminare di renderlo del tutto esoso al +popolo, due calamità resero celebre l'epoca +della di lui venuta in Italia: da un +canto la peste manifestossi in Roma, di +dove passò anche a Firenze; ed Adriano, +risguardando tutte le precauzioni sanitarie, +ed i lazzeretti come superstizioni italiane, +sospese le rigorose discipline, che +vietavano ogni comunicazione cogli appestati, +e contribuì in tal modo a dilatare +il contagio<a class="tag" id="tag44" href="#note44">[44]</a>: d'altra parte nella +stessa epoca fu da Solimano presa l'isola +di Rodi al gran maestro Villiers de Lille +Adam, dopo un memorando assedio, nel +quale i cavalieri di Malta mostrarono +estremo valore, mentre che l'imperatore, +il re di Francia ed il papa, non +pensavano a soccorrerli. Solimano fece +il suo trionfale ingresso in Rodi lo stesso +giorno di Natale del 1522, e così ebbe +fine questo calamitoso anno per la Cristianità<a class="tag" id="tag45" href="#note45">[45]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_49"></a>[49]</span> +</p> + +<p> +Frattanto Adriano VI cercava di restituire +la pace agli stati della Chiesa: +non trovò ostacolo a scacciare da Rimini +Sigismondo Malatesta; perciocchè i popoli, +che da principio lo avevano accolto +con entusiasmo, non avevano tardato ad +accorgersi che questo piccolo principe +non rendeva loro i vantaggi de' passati +tempi, che avevano sperato di ricuperare +con lui. I sudditi dei duchi di Ferrara e +d'Urbino nutrivano affatto opposti sentimenti; +essi conservavano un reale affetto +verso le case d'Este e della Rovere, e +quest'affetto regolò la condotta d'Adriano +VI. Egli accordò al duca d'Urbino l'assoluzione +da tutte le censure incorse sotto +i due precedenti pontificati, e gli diede +una nuova investitura de' suoi stati; ma +lasciò il contado di Montefeltro ai Fiorentini, +ai quali questo feudo era stato ceduto +in pagamento dei debiti della Camera +apostolica<a class="tag" id="tag46" href="#note46">[46]</a>. Accordò pure al duca Alfonso +d'Este una nuova investitura del +ducato di Ferrara, cui aggiunse i castelli +di san Felice e di Finale in Romagna: +<span class="pagenum"><a id="Page_50"></a>[50]</span> +gli avrebbe egualmente rendute Modena e +Reggio, la restituzione delle quali al +duca era stata effettivamente promessa da +Carlo V con un trattato firmato a Ferrara +il 29 novembre del 1522; ma i ministri +ed i cortigiani di Adriano, che risguardavano +quest'atto di giustizia come una +prova di debolezza o d'imbecillità, riuscirono +ad impedirgli di rinunciare così +alle conquiste de' suoi predecessori<a class="tag" id="tag47" href="#note47">[47]</a>. +</p> + +<p> +Adriano VI, appena giunto a Roma, +aveva scelto per suo principale ministro +e confidente il cardinale di Volterra Soderini: +desideroso com'egli era di riconciliare +l'imperatore col re di Francia, +aveva trovato nel Soderini, segreto partigiano +della Francia, un linguaggio di +moderazione e d'imparzialità, il quale gli +si confaceva. Aveva ricusato di dare verun +soccorso alla lega formata dal suo +predecessore, e le sue offerte di mediazione +erano state considerate come parziali +per la Francia, a segno d'irritare +assai don Giovanni Manuel, ambasciatore +dell'impero<a class="tag" id="tag48" href="#note48">[48]</a>. Ma Francesco I, che +<span class="pagenum"><a id="Page_51"></a>[51]</span> +aveva accolte con grandissima deferenza +tutte le proposizioni del papa, e che sempre +aveva protestato di non desiderare +che la pace, credeva impegnato il suo +onore a non rinunciare al ducato di Milano. +Perciò ne chiedeva la restituzione +come principale condizione del trattato, +e questa condizione non poteva in verun +modo piacere a Carlo V; il quale, dopo tale +conquista avendo acquietate le turbolenze +della Castiglia e rinnovata l'alleanza coll'Inghilterra, +era più a portata di difendere +questo ducato, che non lo era stato di +conquistarlo. L'ostinazione di Francesco I +a domandare una restituzione che non +poteva ottenere, persuase il papa che +Francesco non desiderava sinceramente +la pace. Nel mese di febbrajo<a class="tag" id="tag49" href="#note49">[49]</a> Adriano +cominciò a minacciare scomuniche e +censure ecclesiastiche contro que' principi +che ricusassero di accettare ragionevoli +condizioni di pace. In tale stato +di cose il duca di Sessa intercettò alcune +lettere del cardinale Soderini a suo nipote, +il vescovo di Saintes, colle quali esortava +Francesco I ad attaccare la Sicilia, ove +un partito sarebbesi dichiarato per lui. +<span class="pagenum"><a id="Page_52"></a>[52]</span> +Tre grandi ufficiali di quest'isola vennero +squartati a cagione delle loro intelligenze +coi Francesi. Il papa, irritato che il suo +proprio ministro, esortandolo alla pace, +cercasse celatamente di accendere la guerra, +fece arrestare e trarre in giudizio il +Soderini, ed anche prima che fosse condannato +ordinò la confisca de' suoi beni, +ch'erano moltissimi, e nello stesso tempo +abbracciò il partito dell'imperatore<a class="tag" id="tag50" href="#note50">[50]</a>. +</p> + +<p> +Le armi di Carlo V erano in Italia +onnipotenti. La capitolazione di Cremona +e la presa di Genova avevano poste in +sua mano tutte le grandi città; ed i castelli, +ne' quali i Francesi avevano lasciato guarnigione, +cadevano uno dopo l'altro. Quello +di Milano erasi renduto il 14 d'aprile, +ed il duca Francesco Sforza ne aveva +fatto prendere il possesso dai generali +imperiali il 24 dello stesso mese<a class="tag" id="tag51" href="#note51">[51]</a>. Francesco +I annunciava di nuovo grandiosi +apparecchj per riconquistare il Milanese; +ma alle sue parole non rispondevano gli +<span class="pagenum"><a id="Page_53"></a>[53]</span> +effetti; e siccome era continuamente occupato +de' suoi piaceri, e sempre prodigo +de' tesori dello stato per le sue feste +e per i suoi amori, poteva credersi che +mai non sarebbe in istato di ricuperare +ciò che aveva perduto. Altro alleato più +non gli restava che la repubblica di Venezia, +la quale credevasi bensì obbligata +a difendere il possedimento dei Milanese, +ma non già a riconquistarlo per lui, dopo +ch'egli avealo perduto. Venezia era tuttavia, +in faccia all'imperatore, sotto la protezione +della tregua che aveva terminata la +guerra della lega di Cambrai. Finchè Carlo +V avea dovuto lottare contro le ribellioni +de' suoi sudditi e contro formidabili esterni +nemici, aveva cercato di non accrescere +il numero degli ultimi, ed acconsentito +a non risguardare i Veneziani come in +guerra con lui, malgrado i soccorsi che +si erano obbligati di dare alla Francia. +Ma quando cominciò a sentirsi più potente, +parlò con un tuono più orgoglioso, +e dichiarò di non volere più lungamente +soffrire che uno stato quasi chiuso da ogni +banda tra i suoi, godesse di tutti i vantaggi +della pace, nel mentre che desso stato si +manteneva per lui continuamente ostile<a class="tag" id="tag52" href="#note52">[52]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_54"></a>[54]</span> +</p> + +<p> +Il papa, di concerto coll'imperatore, +esortava tutte le potenze d'Italia a collegarsi +per la difesa comune, volendo che +reciprocamente si guarentissero gli attuali +possedimenti. Dava inoltre per motivo di +quest'alleanza il desiderio di mettere l'Italia +in istato di difesa contro Solimano, +imperatore dei Turchi, la di cui ambizione, +riscaldata da nuove conquiste, facevasi +sempre più minacciosa: ma i Veneziani, +che conoscevano l'ordinaria sorte +delle leghe formate dalla Chiesa, e che +si applaudivano d'essere in pace col sultano, +non volevano essere strascinati dal +papa in guerra con quel formidabile vicino, +a rischio d'essere poi abbandonati +da tutti i loro alleati. Questo timore ed +il rincrescimento di rinunciare all'alleanza +della Francia, alla quale avevano fatti +così grandi sagrificj, li tennero lungamente +dubbiosi. La negoziazione si prolungò nove +mesi, ne' quali fecero vani sforzi per +sapere se Francesco I era finalmente disposto +ad assecondarli potentemente, o se +dovevano abbandonare un principe che +abbandonava sè stesso. Il vescovo di Bayeux +e Federico da Bozzolo furono mandati +a Venezia dal re di Francia per attraversare +una negoziazione di cui temeva +i risultamenti; ma le magnifiche +<span class="pagenum"><a id="Page_55"></a>[55]</span> +loro promesse, così spesso smentite dalla +esperienza, più non ispiravano confidenza. +Dall'altro canto Girolamo Adorno, ambasciatore +di Carlo V, morto prima di +avere condotta a fine la negoziazione di +cui era incaricato, venne rimpiazzato da +Marino Caraccioli, protonotaro apostolico. +Finalmente dopo lunghi contrasti, +duranti i quali era pure morto il doge +Antonio Grimani, cui era succeduto Andrea +Gritti, fu sottoscritto, in sul finire +di luglio, il trattato d'alleanza tra l'imperatore, +suo fratello l'arciduca Ferdinando, +Francesco Sforza, duca di Milano, +e la repubblica di Venezia<a class="tag" id="tag53" href="#note53">[53]</a>. +</p> + +<p> +Le potenze contraenti si guarentivano +reciprocamente i loro stati d'Italia, ma +soltanto contro i principi cristiani; perchè +la repubblica di Venezia, ferma nella +presa risoluzione di non lasciarsi strascinare +in veruna guerra contro i Turchi, +ricusò perentoriamente di promettere la +garanzia del regno di Napoli contro di +loro. Il reciproco soccorso promesso dall'imperatore +a nome del duca di Milano, +e dai Veneziani, era di seicento uomini +<span class="pagenum"><a id="Page_56"></a>[56]</span> +d'armi, seicento cavaleggieri e sei mila +pedoni. Inoltre il senato si obbligava a +somministrare, in caso di bisogno, venticinque +galere per la difesa del regno di +Napoli. Ferdinando, fratello dell'imperatore, +pienamente rinunciava per la somma +di dugento mila ducati, che la repubblica +obbligavasi a pagargli nel termine +di otto anni, a tutte le pretese dell'arciduca +d'Austria e dell'impero sullo stato +veneziano<a class="tag" id="tag54" href="#note54">[54]</a>. +</p> + +<p> +Questo trattato, che, staccando i Veneziani +dalla Francia, gli obbligava alla +difesa de' suoi nemici, sembrava che dovesse +rimuovere Francesco I da ogni nuovo +tentativo sulla Lombardia, ove più non +doveva trovare alleati. Pure il trattato non +era appena sottoscritto, che si seppe che il +re di Francia adunava nella Svizzera, a' +piè dei Pirenei ed ai confini dell'Italia, +una numerosa fanteria, e sembrava apparecchiato +a dare esecuzione alle minacce +che andava da gran tempo facendo. +A tale notizia Adriano VI credette +di dovere abbandonare le parti di pacificatore +<span class="pagenum"><a id="Page_57"></a>[57]</span> +cui fin allora erasi conservato fedele. +L'Italia era in pace, sebbene continuamente +divorata dall'armata imperiale, +ed omai seguiva una sola bandiera; +ma l'invasione di Francesco I vi riconduceva +la guerra. Il papa giudicò che +non si scosterebbe dal carattere di comun +padre de' fedeli guarantendo lo stato attuale, +e respingendo di concerto con tutti +gli altri Italiani una straniera invasione: +per ciò il 3 di agosto sottoscrisse in Roma +col vicerè di Napoli una confederazione +che si andava da lungo tempo trattando, +colla quale il papa, l'imperatore, il re +d'Inghilterra, l'arciduca d'Austria, il duca +di Milano, il cardinale de' Medici a nome +de' Fiorentini, i Genovesi, i Sienesi, +i Lucchesi, obbligavansi a provvedere in +comune alla difesa dell'Italia. Tra questi +confederati, gli uni doveano somministrare +l'artiglieria e le munizioni, altri il danaro, +altri i soldati. La nomina del generalissimo +spettava al papa ed all'imperatore; ed +in quest'occasione l'imperatore affidò il +comando di tutte le forze dell'Italia a +Prospero Colonna. Ferdinando d'Avalos, +marchese di Pescara, che nella precedente +campagna aveva con lui diviso il +comando, geloso dei favori che l'imperatore +accordava al suo vecchio collega, +<span class="pagenum"><a id="Page_58"></a>[58]</span> +con cui erasi disgustato, aveva rinunciato +alla carica di comandante della +fanteria spagnuola, ed erasi recato a Valladolid, +alla corte di Carlo V, per fare +le sue lagnanze<a class="tag" id="tag55" href="#note55">[55]</a>. +</p> + +<p> +Le ostilità erano in sul punto di ricominciare, +ma furono precedute dall'esplosione +di due cospirazioni, che scoppiarono +contemporaneamente in due opposte +parti. Tra i cortigiani di Francesco +Sforza, duca di Milano, trovavasi Bonifacio +Visconti, suo ciambellano, che nudriva +un segreto odio contro di lui e contro +il Moroni, a motivo dell'assassinio di +Ettore Visconti, suo parente, ch'egli credeva +giustiziato per ordine loro, e perchè +da loro era stato spogliato della prefettura +di Val di Sesia. Il 25 di agosto, +mentre tornava col duca da Monza a Milano, +aveva questi ordinato ai dugento cavalli +della sua guardia di tenersi a qualche +distanza da lui per non incomodarlo colla +polvere che facevano sollevare. Il duca +<span class="pagenum"><a id="Page_59"></a>[59]</span> +cavalcava una mula, e trovavasi lontano +da tutta la sua gente, quando Bonifacio +Visconti, che aveva un gagliardissimo cavallo +turco, corse a briglia sciolta verso +di lui in atto di ricevere qualche ordine; +ma, fattosegli vicino, gli diede un colpo di +pugnale in sul capo. L'impazienza del +cavallo turco, e la paura della mula del +duca, fecero strisciare il colpo, e lo Sforza +non rimase che leggermente ferito in una +spalla. Il Visconti, spronando il suo cavallo, +fuggì con tanta rapidità, che invano +fu inseguito dalla cavalleria del +duca, e potè porsi in sicuro prima in +Piemonte, poscia in Francia. All'istante +Galeazzo Birago, Milanese del partito +francese, avuto avviso della cospirazione, +e non dubitando della morte del duca, +s'impadronì di Valenza in sul Po e +della sua cittadella, per aprire ai Francesi +questa porta della Lombardia; ma non +arrivarono i soccorsi di Francia che gli +erano stati promessi; ed Antonio de Leyva, +che aveva il comando di Pavia, venne subito +co' suoi Spagnuoli ad assediare Valenza, +che fu presa dopo due giorni, +senza che questa cospirazione avesse altri +risultamenti, che di far trarre alla +tortura, indi al supplicio molti gentiluomini +<span class="pagenum"><a id="Page_60"></a>[60]</span> +milanesi sospetti di avervi avuto +parte<a class="tag" id="tag56" href="#note56">[56]</a>. +</p> + +<p> +Il ritardo dei soccorsi francesi, aspettati +dal Birago, procedeva in parte dalla +cospirazione del contestabile di Borbone. +Francesco I, dopo di avere respinti gli +Inglesi ed i Fiamminghi in Picardia, +aveva posta ogni sua cura nel formare +una potente armata per riconquistare il +ducato di Milano. Aveva caricate tutte +le città e tutte le province d'inaudite imposte, +e pressochè intollerabili; aveva +domandate decime al clero, impegnate +le sue entrate ai mercanti lionesi per +procurarsi danaro contante; e con tali +modi aveva infatti ragunato un sufficiente +tesoro per supplire ai bisogni della più +dispendiosa campagna. Scontento di tutti +coloro che fin allora avevano comandate +le sue armate, volle condurre egli medesimo +le sue truppe in Italia, e tali +erano i suoi apparecchj, che gli presagivano +un buon successo. Aveva adunate +mille ottocento lance, sei mila Svizzeri, +due mila Valesani, due mila Grigioni, +sei mila Landsknecht, tre mila +<span class="pagenum"><a id="Page_61"></a>[61]</span> +Italiani e dodici mila avventurieri francesi, +che finalmente si era determinato +di chiamare al mestiere delle armi, dopo +avere sperimentato quanto gli fosse riuscita +fatale la sua confidenza nelle truppe +straniere<a class="tag" id="tag57" href="#note57">[57]</a>. +</p> + +<p> +Quest'armata erasi di già riunita tra +Lione e le montagne del Delfinato, quando +Francesco I ebbe i primi indizj del +tradimento che meditava contro di lui il +contestabile di Borbone. Carlo III, conte +di Montpensieri e duca di Borbone, era +il più ricco ed il più rispettato di tutti +i principi del sangue; era capo del ramo +di Borbone-Montpensieri, che, nel suo +diritto alla corona, avrebbe preceduti i +Borboni-Vendomi, avi d'Enrico IV. A +grande valore ed a molte belle qualità +univa un orgoglio irascibile, una smisurata +ambizione, ed una prodigalità senza +limiti che gli aveva fatti contrarre enormi +debiti. Due anni prima aveva risentita con +indignazione l'ingiustizia che pretendeva +essergli stata fatta da Francesco I nelle +<span class="pagenum"><a id="Page_62"></a>[62]</span> +guerre di Fiandra, quando questi aveva +data al duca d'Alenzon, suo cognato, +piuttosto che a lui, contestabile di Francia, +il comando della sua vanguardia<a class="tag" id="tag58" href="#note58">[58]</a>. +Ma ciò che aveva spinto all'estremo il +suo risentimento era il processo che gli +aveva intentato innanzi al parlamento di +Parigi Luigia di Savoja, madre del re, +per riclamare da lui una parte dell'eredità +di sua moglie, morta da poco tempo. +Credeva non potere sperare giustizia dai +tribunali in questa sua lite colla reggente, +e risguardava questo processo come una +prova della gelosia di Francesco I, che +voleva ruinare la sua fortuna per poterlo +più facilmente opprimere<a class="tag" id="tag59" href="#note59">[59]</a>. +</p> + +<p> +In Francia ed in altre monarchie feudali +eransi frequentemente veduti i grandi signori +ed i principi del sangue cospirare +contro il capo dello stato, e non solo +cercare di limitarne l'autorità, ma di +precipitarlo dal trono, e di levargli la +vita. Pure era riservato al Borbone di cospirare, +non solo contro il suo re, ma +altresì contro la sua patria; di volere distruggere +<span class="pagenum"><a id="Page_63"></a>[63]</span> +l'indipendenza nazionale, e la +stessa esistenza del nome francese; di +adoperarsi perchè la nazione francese, cui +aveva l'onore di appartenere, fosse divisa +tra gli stranieri, di lei ereditarj nemici. Il +Borbone erasi venduto ad Adriano di Buren, +deputato dell'imperatore, ed a Russel, +deputato d'Enrico VIII. Col danaro +da loro ricevuto erasi obbligato ad assoldare +dodici mila uomini, e ad attaccare +alla loro testa la Borgogna, tostocchè +Francesco I avrebbe colla sua armata +valicate le Alpi. In premio di questo tradimento +la Provenza doveva essere per lui +eretta in regno; egli dovea sposare Eleonora, +sorella dell'imperatore Carlo V, e +vedova d'Emanuele, re di Portogallo: tutto +il restante della Francia doveva essere +diviso tra l'imperatore ed il re d'Inghilterra; +ed il nome di Francese doveva +essere cancellato dai nomi delle nazioni<a class="tag" id="tag60" href="#note60">[60]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_64"></a>[64]</span> +</p> + +<p> +Avendo alcuni indizj eccitati i sospetti +del governo, Boisì, fratello di La Palisse, +San Valorì, direttore generale delle poste, +ed il vescovo d'Autun, tutti complici +della cospirazione del Borbone, furono +arrestati. Francesco I andò a Moulins +a visitare il duca di Borbone, che fingeva +d'essere ammalato; gli comunicò i sospetti +che si erano formati contro di lui, ma +soggiunse che veruna prova non potrebbe +parergli bastante a convincere suo cugino +di così enorme delitto; e dichiarò che più +non dubiterebbe della sua innocenza, se +Borbone gliene dava la sua parola d'onore, +e si obbligava nello stesso tempo +a seguirlo in Italia. Il Borbone prese +la mano del re con apparente trasporto +di riconoscenza; gli protestò d'essere accusato +a torto; domandò perdono della +inconsideratezza de' suoi discorsi, che +senza dubbio avevano dato motivo di +calunniarlo, e giurò che, infermo come +egli era, voleva farsi portare in lettiga +dietro l'armata reale. In fatti questa lettiga +seguì due giorni il re; ma non era +destinata che ad ingannarlo. Borbone era +partito la stessa notte da Moulins, e, fuggendo +a precipizio, era giunto a Besanzon, +fortezza in allora dell'imperatore, dove +<span class="pagenum"><a id="Page_65"></a>[65]</span> +aveva ordinato ai gentiluomini associati +agl'infami suoi progetti di raggiugnerlo<a class="tag" id="tag61" href="#note61">[61]</a>. +</p> + +<p> +Grande era il numero di coloro che +avevano congiurato contro la patria, e +molti appartenevano alle più illustri famiglie. +Vi si annoveravano Filiberto di Chalons, +principe d'Orange, destinato come il +Borbone a figurare nelle calamità dell'Italia; +Pomperano, Le Pelloux, Lurcì, Montbardone, +Lalliere, Aymar di Prie, Hennuyer +della Mothe, che si erano renduti +gloriosi nelle precedenti guerre; e Francesco +I stendeva i suoi sospetti, e non +senza ragione, sul duca di Vendome e su +tutta la casa di Borbone: quindi pensò +di non potere in tale istante allontanarsi +dal suo regno senza pericolo<a class="tag" id="tag62" href="#note62">[62]</a>. +</p> + +<p> +Dall'altro canto egli non voleva lasciar +d'approfittare della più bella armata che +avesse mai adunata. Sgraziatamente ne +affidò il comando a Guglielmo di Gouffier, +più noto sotto il nome di ammiraglio +Bonnivet, il più amabile tra i suoi +cortigiani, quegli che più d'ogni altro +<span class="pagenum"><a id="Page_66"></a>[66]</span> +sapeva adulare e piacere al suo padrone; +ma quegli altresì ch'era men d'ogni altro +capace di condurre un'armata, e che +non aveva imparato ciò che saper deve +un generale<a class="tag" id="tag63" href="#note63">[63]</a>. +</p> + +<p> +Prospero Colonna, che, come generalissimo +della lega, trovavasi incaricato +della difesa dell'Italia, giaceva a quest'epoca +abbattuto da lunga malattia, che non +gli aveva soltanto indebolito il corpo ma +ancora lo spirito. Erasi dato a credere +di non aver a temere un'invasione francese, +ed aveva licenziata parte della sua +truppa; non aveva riparate le fortificazioni +di Milano; per l'abituale negligenza +dell'imperatore trovavasi senza danaro; +e quando seppe, in principio di settembre, +che i Francesi passavano le Alpi, +sentì tutto il pericolo della sua posizione. +Ad ogni modo egli sperava tuttavia +di potere difendere contro l'armata +francese il passaggio del Ticino; +mentre che Antonio di Leyva, abbandonando +tutto il paese posto al di là di +questo fiume, erasi ritirato a Pavia colla +<span class="pagenum"><a id="Page_67"></a>[67]</span> +fanteria spagnuola, e che la difesa del +Cremonese restava affidata ad una guarnigione +di mille fanti<a class="tag" id="tag64" href="#note64">[64]</a>. +</p> + +<p> +I Veneziani, per soddisfare agli obblighi +contratti coll'imperatore, avevano +tolto il comando delle loro truppe +a Teodoro Trivulzio, zelante partigiano +della Francia, e datolo a Francesco +Maria della Rovere, duca d'Urbino. Il +senato non poteva scegliere altro generale +che nel modo di fare la guerra meglio +accordare si potesse colla sua prudente +politica: pareva che verun altro scopo +non si proponesse nel comando delle armate, +che quello di evitare ogni battaglia, +ogni pericolo; e quando Prospero Colonna +lo affrettò ad occupare Lodi, ad +avanzarsi sulle sponde dell'Adda, o a +passare questo fiume per proteggere Milano, +egli vi si ricusò costantemente per +tema d'incontrare i nemici<a class="tag" id="tag65" href="#note65">[65]</a>. +</p> + +<p> +Era stato da Adriano VI nominato +gonfaloniere della Chiesa il marchese di +Mantova, il quale aveva allestita un'armata +in riva al Po; ma questi ancora +era egualmente disposto a non passare +<span class="pagenum"><a id="Page_68"></a>[68]</span> +Parma, per non compromettersi; onde +non dava a Prospero Colonna alcuno effettivo +soccorso. Giovanni de' Medici, comandante +delle Bande nere, che suo +cugino il cardinale Giulio aveva persuaso +a lasciare il servizio della Francia per +ritornare di nuovo a quello dell'imperatore, +non aveva adottata così timida maniera +di guerreggiare, ma le sue forze +erano poco considerabili. Finalmente la +barriera del Ticino, sulla quale principalmente +confidava Prospero Colonna, +per una straordinaria siccità, che aveva +diminuite assai le acque del fiume, non +presentava la consueta difficoltà al nemico. +Questo vecchio generale, sebbene +infermo, erasi fatto portare in lettiga in +faccia a Vigevano, dove si era accampato +Bonnivet. Bentosto trovandosi colà sotto +il cannone del nemico, e vedendo che +non solo la cavalleria francese, ma ancora +i pedoni potrebbero guadare il Ticino, +ne abbandonò le sponde, e ripiegò +verso Milano senza avere perduto un +solo uomo<a class="tag" id="tag66" href="#note66">[66]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_69"></a>[69]</span> +</p> + +<p> +Il 14 di settembre del 1523, nello stesso +giorno in cui l'armata di Bonnivet passò +il Ticino per cominciare una decisiva +campagna, un impreveduto avvenimento +cambiò un'altra volta la bilancia delle +parti, e gettò il disordine nella lega +che aveva preso a difendere l'Italia contro +i Francesi. Papa Adriano VI aveva +celebrata la Messa il giorno 4 d'agosto +sul monte Esquilino, ove festeggiavasi un +miracolo della Vergine, e lo stesso giorno +aveva con grande cerimonia pubblicata la +lega conchiusa coll'imperatore. Affaticato +da queste funzioni, rendute più penose +da un eccessivo caldo, si era ritirato per +desinare alla villa Mellini: colà lo assalì +una leggiere febbre, ch'egli non credette +in verun modo pericolosa; nè i suoi medici +lo prevennero che corresse alcun rischio. +Pure il suo male andava peggiorando, +senza che veruna delle persone che lo +assistevano paressero accorgersene; ed egli +morì il 14 di settembre, quasi senza aver +avuto il tempo di apparecchiarvisi<a class="tag" id="tag67" href="#note67">[67]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_70"></a>[70]</span> +</p> + +<p> +Appunto in tale epoca cominciava la +guerra, nella quale Adriano aveva impegnata +la Chiesa; gl'Italiani sapevano di +già per esperienza tutto quanto avrebbero +a soffrire dall'invasione di un'armata barbara, +e temer potevano con ragione di essere, +a cagione della morte del pontefice, +del burrascoso conclave che pareva promettere +l'animosità de' contrarj partiti +abbandonati quasi senza difesa ai Francesi +da loro provocati. Tuttavia agli occhi +de' Romani non eravi calamità che potesse +pareggiare quella d'avere alla testa +del loro governo un papa barbaro, che +non sapeva il loro linguaggio; che aborriva +la poesia e le arti, cui essi dovevano quasi +tutta la presente loro gloria; un papa +che colla sua avarizia aveva ruinate tutte +le famiglie arricchite sotto i precedenti +pontificati; che aveva confiscati tutti gli +ufficj venduti dai suoi predecessori; che +mai non accordava una grazia, e che +pareva essersi fatto un dovere di rimandare +malcontenti tutti quelli che a lui +si presentavano. Perciò la notizia della +sua morte risvegliò in Roma un generale +tripudio; ed all'indomani fu trovata +la porta del suo medico, Giovanni Antracino, +ornata di festoni di fiori con +<span class="pagenum"><a id="Page_71"></a>[71]</span> +questa iscrizione: Il senato ed il popolo +romano al liberatore della patria<a class="tag" id="tag68" href="#note68">[68]</a>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_72"></a>[72]</span> +</p> + +<h2> +CAPITOLO CXV. +</h2> + +<div class="blockquote"> +<p> +<i>Elezione di Clemente VII. Disastrosa +campagna de' Francesi in Italia sotto +l'ammiraglio Bonnivet; campagna ancora +più infelice di Francesco I, che +viene fatto prigioniero nella battaglia +di Pavia.</i> +</p> + +<p class="center"> +1523 = 1525. +</p> +</div> + +<p> +La gioja manifestata dai Romani per +la morte di Adriano VI non deve inappellabilmente +fissare la nostra opinione +intorno al carattere ed alla politica d'un +pontefice, contro il quale avevano le più +gagliarde prevenzioni nazionali. Adriano +non visse che un anno fra di loro, e +sopra un così breve regno difficile cosa +sarebbe il portare giudizio intorno alle +sue opinioni ed a' suoi progetti. Da lungo +tempo non erasi veduto sulla cattedra +di san Pietro un papa di più buona fede; +ma questa lealtà non era, per vero dire, +troppo utile alla Chiesa, o allo stato da +lui governati; questa lo rendeva più intollerante +de' suoi predecessori intorno a +tuttociò che spettava alla fede; lo dava +quasi del tutto in balìa agl'intrighi de' +<span class="pagenum"><a id="Page_73"></a>[73]</span> +suoi consiglieri negli affari di stato, che +egli confessava di non conoscere. Pure i +torti che gli venivano più severamente +rinfacciati, dipendevano dalle circostanze +e dallo stato di spossamento in cui Leon X +aveva lasciate, morendo, le finanze della +Chiesa. +</p> + +<p> +Più istrutto che il suo predecessore +intorno all'importanza delle nuove opinioni +che si diffondevano in Germania, +il 25 di novembre del 1522 aveva addirizzato +alla dieta dell'impero, adunata +a Norimberga, un breve, con cui severamente +condannava le opinioni di Lutero, +e richiamava contro quest'eretico +e contro i suoi seguaci l'applicazione +delle più rigorose pene. Ma in pari tempo +candidamente confessava la corruzione +della corte romana, e prometteva d'occuparsi +intorno alla riforma de' di lei +numerosi abusi, chiedendo intorno a questa +necessaria riforma i consiglj della +dieta. Fu questa domanda, che persuase +i principi secolari della Germania a pubblicare +quella lista, famosa nella storia +della riforma, dei cento gravami contro +la corte di Roma, lista che appoggiava +le principali accuse de' luterani, e che +mostrava quanto tutti gli spiriti erano +<span class="pagenum"><a id="Page_74"></a>[74]</span> +nelle parti settentrionali disposti ad abbracciare +le nuove opinioni<a class="tag" id="tag69" href="#note69">[69]</a>. +</p> + +<p> +Il religioso zelo d'Adriano gli aveva +fatto adottare tutti i pregiudizj e tutti gli +odj degli Spagnuoli contro i Giudei ed +i Mori convertiti, numerosa classe d'uomini, +che chiamavansi <i>Marrani</i>, e che +si sospettavano sempre segretamente affezionati +al culto che avevano dovuto abbandonare +per forza; questi erano venuti +in grosso numero a Roma con tutte le +loro ricchezze, per sottrarsi all'inquisizione +di Spagna. Adriano VI, quando +morì, stava contro di loro apparecchiando +i più severi editti; egli voleva altresì assoggettare +a nuove e più rigorose pene i +bestemmiatori ed i simoniaci; gli pareva +che questa parte della legislazione appartenesse +più strettamente a' suoi favoriti +studj della teologia; per altri rispetti non +aveva volontà sua propria intorno ai pubblici +affari, e conosceva di non intenderli +bene<a class="tag" id="tag70" href="#note70">[70]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_75"></a>[75]</span> +</p> + +<p> +Per altro Adriano non aveva confidenza +nel collegio de' cardinali; sembravagli che +per la scandalosa loro condotta i membri +del sacro collegio dovessero essere il primo +oggetto della riforma che meditava; ma +perchè sentivasi costretto d'abbandonarsi a +coloro che conosceva più di lui illuminati, +sceglieva un ristretto numero di confidenti +e di ministri, ai quali affidava un'eccessiva +autorità. Poco dopo diffidava di loro, +e gli spogliava d'ogni potere; in tal +guisa offendeva i cardinali ed i principali +signori di Roma; rendeva la propria autorità +vacillante; e non si guadagnava +nemmeno il cuore di coloro, cui momentaneamente +accordava il suo troppo +precario favore. +</p> + +<p> +Il primo d'ottobre del 1523, entrarono in +conclave trentasei cardinali per iscegliere +un successore ad Adriano VI. Appena chiuso +il conclave si videro collocarsi quasi tutti +i cardinali sotto la direzione di due capi, +che, gelosi l'uno dell'altro, si davano a +vicenda l'esclusione, e tennero cinquanta +giorni diviso il sacro collegio. Da un canto +Pompeo Colonna, potente presso Carlo V +in ragione dell'irremovibile attaccamento +della sua famiglia alla causa imperiale, +veniva riconosciuto come capo dai vecchi +cardinali creati ai tempi di Giulio II, o +<span class="pagenum"><a id="Page_76"></a>[76]</span> +prima; dall'altro canto Giulio de' Medici +disponeva di sedici suffragj tra i cardinali +ch'erano stati creati sotto suo cugino +Leon X. Rispetto a Wolsey, cardinale +di York, che, dirigendo la politica dell'Inghilterra, +aveva quasi sempre mirato +a guadagnarsi i suffragj per una prossima +elezione, e che aveva prima ottenuta la +promessa di tutto il favore di Francesco +I, poi di Carlo V, era al presente +dimenticato dai due monarchi, e scartato +da tutti i partiti. Altronde, dopo il malcontento +cagionato dall'elezione d'Adriano +VI, più non si sarebbe pensato a dare +la tiara ad un oltremontano<a class="tag" id="tag71" href="#note71">[71]</a>. +</p> + +<p> +La decisa opposizione del Colonna e +della sua fazione, avendo impedita l'elezione +del cardinale de' Medici, il quale +per altro fin dal principio aveva avuti +ventun voti, molti altri cardinali si misero +successivamente in rango per essere +nominati, come Fieschi, Farnese, Monti, +Grassi, Soderini e Carvajale; essi reciprocamente +cercavano d'acquistar voti senza +per altro esporsi al rimprovero di simonia, +e l'espediente, che loro sembrava +più convenientemente tranquillizzare le +<span class="pagenum"><a id="Page_77"></a>[77]</span> +loro coscienze, era quello delle scommesse. +Così i partigiani del Medici offrivano a +tutti i cardinali del contrario partito di +scommettere dodici mila ducati contro +cento che il Medici non sarebbe papa; +i partigiani del Soderini ne offrivano ancor +essi dieci mila; e quest'ultimi avevano +favorevole tutto il partito francese<a class="tag" id="tag72" href="#note72">[72]</a>. +</p> + +<p> +Questa lotta tra le due fazioni si andava +prolungando con sì poca apparenza +di conciliazione, che si cominciava a temere, +che le due parti non si appigliassero +a qualche pretesto per uscire dal +conclave, formare due assemblee, ed eleggere +due papi ad un tratto. Perciò i due +capi rendevansi egualmente odiosi al popolo. +Accusavansi il moderno Giulio ed +il moderno Pompeo di volere colle loro +discordie ruinare Roma un'altra volta. +Un orribile fetore, che si era sparso nel +conclave, ne rendeva insoffribile il soggiorno: +i cardinali cadevano infermi, e +soprattutto i più vecchi non potevano +lungamente sostenere una così penosa reclusione. +Il cardinale di Clermont propose +Franciotto Orsini, ed il Medici finse di +volergli dare i suffragj di tutta la sua fazione, +<span class="pagenum"><a id="Page_78"></a>[78]</span> +che, uniti a quelli della Francia, +avrebbero decisa l'elezione. Temette allora +il Colonna di vedere il supremo pontificato +passare in una casa ereditaria nemica +della sua; sentì la necessità di cedere, +e, recandosi presso il cardinale de' +Medici, gli offrì di farlo papa, purchè +Giulio desse garanzie della sua riconoscenza<a class="tag" id="tag73" href="#note73">[73]</a>. +</p> + +<p> +Le proposizioni del Colonna furono +tutte accettate; domandava che il Medici +si riconciliasse col cardinale Soderini, e +gli restituisse tutti i suoi beni; che perdonasse +egualmente a tutti coloro che +avevano operato contro di lui; che cedesse +al Colonna l'ufficio di vicecancelliere +della Chiesa col magnifico palazzo +che occupava, fabbricato da Raffaele +Riario. A tali condizioni Giulio fu la +stessa notte adorato da quasi tutti i cardinali, +ed all'indomani, il 18 di novembre, +anniversario del giorno in cui due anni +prima era entrato vittorioso in Milano, +fu proclamato sotto il nome di Clemente +VII. Era questo nome destinato a convalidare +<span class="pagenum"><a id="Page_79"></a>[79]</span> +la promessa che aveva data di +perdonare a Pompeo Colonna, al Soderini +ed a tutti i suoi nemici. A fronte +dell'apparente unanimità de' voti, questa +elezione dispiacque in modo ai vecchi +cardinali, che ai sostenuti patimenti del +conclave aggiugnendosi questo rammarico, +in pochi giorni morirono Soderini, +Grassi, Fieschi e Carvajale<a class="tag" id="tag74" href="#note74">[74]</a>. +</p> + +<p> +Pochi pontefici erano giunti al trono +pontificio con una più alta riputazione di +Clemente VII: egli si era guadagnato +l'amore de' Fiorentini, che governava +da più anni con una quasi assoluta autorità, +ed aggiugneva in tal modo alle +forze della Chiesa quelle di questa repubblica +ancora ricca e temuta malgrado +il suo decadimento. Sapevasi ch'era stato +il ministro principale di Leon X in tempo +del suo pontificato, ed a lui s'ascrivevano +tutte le più gloriose cose fatte da +suo cugino, senza temere di trovare in +lui i medesimi difetti. Non veniva accusato +nè di amore disordinato per i piaceri, +<span class="pagenum"><a id="Page_80"></a>[80]</span> +nè di prodigalità, nè di vana pompa, +ed erano conosciute la sua applicazione +ed attitudine al lavoro; perciò la +sua elezione fu celebrata con trasporti +di giubbilo, e dai letterati, che da lui +speravano i medesimi beneficj ond'erano +stati colmati da Leon X, e dal popolo<a class="tag" id="tag75" href="#note75">[75]</a>. +</p> + +<p> +Il ristabilimento della pace negli stati +della Chiesa fu il primo oggetto delle +cure di Clemente VII. Alfonso, duca di +Ferrara, aveva approfittato della morte di +Adriano per riprendere Reggio e Rubbiera, +dove lo aveva chiamato l'amore +dei popoli; ed era entrato nella prima +città il 29 di settembre. Due giorni prima +erasi presentato ancora a Modena, ma la +fermezza del Guicciardini, che n'era governatore, +e l'attaccamento del popolo +al dominio della Chiesa, gli avevano impedito +d'impadronirsi di questa città. Tuttavolta +il Guicciardini non aveva che +pochi soldati, ed Alfonso si apparecchiava +ad un secondo tentativo, quand'ebbe +l'avviso dell'elezione di Clemente VII, la +quale gli fece rinunciare a' suoi progetti. +Così alcune turbolenze eccitate in Romagna +da Giovanni di Sassatello a nome del +<span class="pagenum"><a id="Page_81"></a>[81]</span> +partito guelfo, ma col segreto appoggio +de' Francesi, si acquietarono al solo nome +del Medici<a class="tag" id="tag76" href="#note76">[76]</a><a class="tag" id="tag77" href="#note77">[77]</a>. +</p> + +<p> +Il governo di Firenze richiamò in seguito +le cure del nuovo pontefice; era questa città +tenuta da' partigiani del Medici in uno stato +di abietta ubbidienza; e questi ne avevano +dato prova in occasione dell'elezione di Clemente +VII. Un riputato cittadino di sessantatre +anni, il quale nella prossima estrazione +dovea essere gonfaloniere di giustizia, +Pietro Orlandini, aveva scommesso che il +Medici non sarebbe papa. Quando gli fu +chiesto il pagamento della scommessa, +egli esclamò che l'elezione non aveva +potuto essere canonica. Per questa sola +parola, che sembrava manifestare mancanza +di rispetto verso la casa de' Medici, +gli otto della balìa lo fecero arrestare +<span class="pagenum"><a id="Page_82"></a>[82]</span> +il giorno 24 di novembre, e due +ore dopo decapitare<a class="tag" id="tag78" href="#note78">[78]</a>. +</p> + +<p> +A Clemente VII spiacque quest'esecuzione, +che doveva rendere odiosa la +di lui autorità. In qualche maniera più +non esisteva la famiglia de' Medici; egli +stesso era stato legittimato, e consideravasi +ancora come rappresentante Cosimo +padre della patria, suo avo; ma dopo di +lui più non restavano che due bastardi, +Ippolito inallora di sedici anni, figliuolo +naturale di Giuliano, duca di Nemours, +il terzo de' figliuoli del magnifico Lorenzo, +ed Alessandro, figliuolo naturale di Lorenzo, +duca d'Urbino, figliuolo di Pietro, +figlio primogenito del magnifico. Alessandro +era nato da una schiava nel 1512, +e la paternità di Lorenzo era per lo meno +incerta. Non pertanto Clemente VII gli +fece ottenere un ducato nel regno di Napoli, +e dichiarare abile ad esercitare tutte +le cariche della repubblica. Mandò questi +due giovanetti a Firenze, Ippolito il giorno +30 luglio del 1524, ed Alessandro il +<span class="pagenum"><a id="Page_83"></a>[83]</span> +19 giugno del 1525. Il primo fu fino da +principio risguardato come capo dello +stato, ed ebbe il titolo di <i>magnifico</i>. I +suoi concittadini conservavano per lui +l'amore che avevano avuto pel duca di +Nemours, di lui padre, mentre Alessandro +aveva ereditato l'odio eccitato tra i Fiorentini +dall'arroganza di suo padre Lorenzo. +Ad ogni modo nè l'uno, nè l'altro +era ancora capace di governare lo +stato, onde Clemente mandò a Firenze, +col titolo di legato, Silvio Passerini, cardinale +di Cortona, che fece il suo ingresso +l'undici maggio del 1524, ed andò +a prendere alloggio nel palazzo de' Medici, +amministrando la repubblica con +tutta l'autorità usurpata dai Medici dopo +la loro tornata<a class="tag" id="tag79" href="#note79">[79]</a>. +</p> + +<p> +Ma Clemente VII cominciava a governare +la Chiesa in difficilissime circostanze, +in cui la sorte di tutta l'Italia +pareva attaccata alla sorte delle battaglie +che avrebbero luogo nelle pianure della +Lombardia. L'ammiraglio Bonnivet con +quattro mila cavalli e trenta mila fanti +aveva passato il Ticino, e cominciate le +<span class="pagenum"><a id="Page_84"></a>[84]</span> +ostilità il 14 di settembre, nel qual giorno +era morto papa Adriano VI. Ne' due +mesi che passarono fino all'elezione del +suo successore, Bonnivet avrebbe potuto +agevolmente ricuperare il Milanese e cacciare +gl'imperiali da tutta la Lombardia, +ma in quello spazio di tempo fece in +cambio conoscere la sua incapacità, e +calmò il terrore che aveva prima eccitato. +</p> + +<p> +Prospero Colonna era stato sorpreso, +le sue forze non erano in verun modo +proporzionate all'estensione del paese che +doveva difendere, o ai mezzi del suo +nemico; e quando si vide forzato ad abbandonare +le rive del Ticino, ed a ripiegare +sopra Milano, suppose che non +potrebbe mantenersi in questa città. Infatti +tutto ciò che potevano promettere +gl'ingegneri era di ridurre la città in +tre giorni a non essere esposta ad un +colpo di mano, facendo intorno alle sue +mura lavorare tutti gli zappatori che si +potrebbero porre a loro disposizione; +mentre che a Bonnivet non abbisognava +che una mezza giornata per presentarsi +sotto le mura, e non era credibile che +egli trascurasse d'approfittare d'un tempo +così prezioso<a class="tag" id="tag80" href="#note80">[80]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_85"></a>[85]</span> +</p> + +<p> +Pure Prospero fece inallora lavorare +intorno alle fortificazioni come se fosse +stato sicuro d'avere il tempo di ridurre +il lavoro a fine; e Bonnivet per lo contrario, +temendo di meritarsi i rimproveri +d'inconsideratezza e di precipitazione fatti +agli altri generali francesi, si trattenne +tre giorni senza verun motivo sulle sponde +del Ticino. Sperava che Prospero Colonna +evacuerebbe spontaneamente la capitale, +dalla quale egli allora potrebbe +tirare immensi mezzi per la guerra, +quando invece l'avrebbe esposta al saccheggio +cercando di attaccarvi il nemico<a class="tag" id="tag81" href="#note81">[81]</a>. +</p> + +<p> +Quando Bonnivet seppe che Prospero +Colonna, in cambio di ritirarsi, si fortificava +in Milano, venne ad accamparsi a +san Cristoforo, presso alle mura della +città, tra le porte Ticinese e Romana, in +un luogo renduto forte dai canali; di là +mandò distaccamenti di cavalleria per il +paese onde intercettare le vittovaglie, lusingandosi +<span class="pagenum"><a id="Page_86"></a>[86]</span> +di forzare in tal modo il Colonna +ad uscire da una città nella quale +troverebbesi tra poco esposto a grandi +privazioni<a class="tag" id="tag82" href="#note82">[82]</a>. Bajardo e Federico da Bozzolo +occuparono Lodi il 20 di settembre, +e vittovagliarono il castello di Cremona, +sperando di potere per mezzo +del castello occupare ancora la città; +ma sebbene conducessero trecento lance +ed otto mila fanti, non ottennero l'intento +loro<a class="tag" id="tag83" href="#note83">[83]</a>. In appresso si avanzarono +verso Caravaggio e Monza, per +togliere ai Milanesi le vittovaglie dei +monti di Brianza. Prospero Colonna, sopraffatto +da una malattia che doveva +bentosto condurlo al sepolcro, facevasi +rappresentare dal duca di Termes e da +Alarcone, comandante della fanteria spagnuola. +Aveva colla sua attività adunati +in Milano ottocento uomini d'armi, ottocento +cavaleggieri, quattro mila fanti +spagnuoli, sei mila cinquecento tedeschi +e tre mila italiani. Faceva avanzare il +marchese di Mantova al mezzogiorno del +<span class="pagenum"><a id="Page_87"></a>[87]</span> +Po dalla banda di Pavia; aspettava ogni +giorno nuovi rinforzi dalla Germania e +dal regno di Napoli; e di già intercettava +ai Francesi i viveri ch'essi avevano +creduto di tirare dalla Lomellina<a class="tag" id="tag84" href="#note84">[84]</a>. +</p> + +<p> +Erasi Bonnivet dato vanto di non imitare +l'impeto e l'imprudenza degli altri +capitani francesi, ma di fare la +guerra agl'Italiani colle precauzioni italiane: +pure così perdeva i vantaggi proprj +della sua nazione senza poter acquistare +quelli d'un'altra. Ogni picciola scaramuccia +gli costava alcuni soldati, ed ognuna +di tali perdite scoraggiava le sue truppe +ed accresceva l'ardire dei nemici. I frequenti +rovesci provati da' suoi distaccamenti +lo forzarono all'ultimo a non far +venire i suoi convoglj che con grosse +scorte, a non ispedire a foraggiare che +numerosi distaccamenti, ed a richiamare +i corpi d'armata che chiudevano ai Milanesi +le strade del monte di Brianza, +facendo accampare tutte le sue truppe +tra Marignano ed Abbiategrasso<a class="tag" id="tag85" href="#note85">[85]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_88"></a>[88]</span> +</p> + +<p> +La lentezza di Bonnivet aveva dato +tempo agli alleati di adunare tutte le +loro armate. Oltre le truppe spagnuole +e tedesche che Prospero Colonna aveva +in Milano, e quelle che Antonio di +Leyva teneva sotto i suoi ordini a Pavia, +il vicerè di Napoli, Carlo di Lannoy, +si avvicinava col marchese di Pescara, +il quale aveva ripigliato il comando +della fanteria spagnuola. Il marchese +di Mantova, a richiesta di Prospero +Colonna, si era avanzato fino a Pavia +coll'armata della Chiesa, il Vitelli, che +comandava tre mila fanti al soldo de' Fiorentini, +copriva la strada di Genova, ed +il duca d'Urbino coll'armata veneziana era +giunto in riva all'Adda. Malgrado il loro +avvicinamento Bonnivet si era ostinato a +mantenere la sua posizione sotto Milano, +per tenere dietro ad una trama ordita +da alcuni soldati di Giovanni de' Medici, +che promettevano di dargli una porta +della città; ma quando seppe che questi +erano stati scoperti e condannati alla pena +di morte, fece proporre a Prospero Colonna +un armistizio fino al mese di maggio, +obbligandosi a cedere tutte le conquiste +fatte oltre il Ticino. Ma i generali +<span class="pagenum"><a id="Page_89"></a>[89]</span> +imperiali non volevano accettarla che a +condizione che fosse evacuata tutta la Lombardia; +e Bonnivet, senz'avere ottenuta una +sospensione d'armi, fu costretto da abbondanti +nevi a ritirarsi. Il 27 di novembre +portò tutta la sua armata tra il Ticinello +ed il Ticino ad Abbiategrasso ed a Rosate; +e malgrado le istanze de' soldati, Prospero +Colonna, fedele all'invariabile suo +sistema di non fidare mai all'accidente ciò +che ottenere poteva dall'ordinario corso +delle cose, lasciò che tranquillamente si +ritirasse<a class="tag" id="tag86" href="#note86">[86]</a>. +</p> + +<p> +A dir vero quest'era l'ultima prova +che Prospero faceva della particolare sua +tattica. Questo grande generale, che dava +a vedere d'aver preso per modello Fabio +Cunctatore, operò in certo qual modo una +rivoluzione nell'arte della guerra. Fu egli +il primo ad insegnare con quale arte, +scegliendo le posizioni, ed eseguendo +movimenti ben calcolati, un generale debole, +o che diffida delle sue truppe, può +stancheggiare l'attività de' suoi nemici, +<span class="pagenum"><a id="Page_90"></a>[90]</span> +ammorzarne l'impeto e dissiparne le forze, +senza lasciar loro il conforto di dare +una sola battaglia. Ne' tempi in cui visse +i suoi talenti erano appunto quelli che +si richiedevano dal suo partito per ammorzare +l'impeto de' Francesi, o rendere +inutile il cieco valore degli Svizzeri. Fu +egli il primo a difendere senza venire a +giornata un paese che da trent'anni era +sempre stato o guadagnato, o perduto in +una sola battaglia. Pure in quest'epoca +stessa veniva già da otto mesi divorato +dalla malattia che lo portava al sepolcro. +La gelosia che fin allora aveva sentita +contro Carlo di Lannoy, vicerè di Napoli, +dovette dar luogo all'eccesso del dolore. +Chiamò egli stesso a Milano questo ministro +dell'imperatore; ma il Lannoy non +volle che i moribondi occhi del suo rivale +vedessero il successore che tanto avevano +temuto. Si avanzò lentamente, onde +entrare in Milano col marchese di Pescara +solamente quando Prospero Colonna +agonizzante avesse perduti i sentimenti. +Questo grand'uomo morì il 30 dicembre +del 1523<a class="tag" id="tag87" href="#note87">[87]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_91"></a>[91]</span> +</p> + +<p> +Bonnivet, avendo presi i suoi quartieri +d'inverno, licenziò la fanteria francese +levata nella Linguadocca e nel Delfinato, +siccome quella che conosceva poco utile +sebbene fosse molto dispendiosa. Calcolava +d'avere in vece un corpo di fanteria +svizzera, che faceva assoldare per +l'imminente primavera. In pari tempo, +per aprirsi una più facile comunicazione +coi Cantoni, incaricò Renzo di Ceri di +attaccare Arona sul lago Maggiore, dandogli +per tale impresa sette mila fanti +italiani. Ma Anchise Visconti, che difendeva +questa fortezza con una guarnigione +milanese, gli oppose una così ostinata +resistenza, che Renzo di Ceri si vide +costretto a levare l'assedio dopo avere +battuta la fortezza trenta giorni, lanciandovi +sei mila palle<a class="tag" id="tag88" href="#note88">[88]</a>. +</p> + +<p> +Era altresì giunto in Milano il contestabile +di Borbone con un rinforzo di +sei mila Landsknecht. L'imperatore, che +voleva protrarre il matrimonio del Borbone +con Eleonora di Portogallo, e che +cercava pretesti perchè non avesse effetto, +<span class="pagenum"><a id="Page_92"></a>[92]</span> +invece di permettere al contestabile di +venire in Ispagna, gli aveva dato il supremo +comando dell'armata d'Italia, incaricando +il Pescara del comando della +fanteria spagnuola, ed il Lannoy dell'amministrazione +civile. Dal canto suo il +duca d'Urbino aveva avuto ordine dal +senato di Venezia di passare l'Adda, e +di raggiugnere a Milano l'armata imperiale: +onde era questa diventata più numerosa +assai di quella di Bonnivet; ma era +in preda al disastro che mai non abbandonava +le armate dell'Austria; conciossiachè +Carlo V non le mandava danaro. I +soldi erano da molto tempo arretrati; i +soldati saccheggiavano gli abitanti che +loro davano l'alloggio; ed i varj stati +dell'Italia venivano angariati dai generali, +che da loro pretendevano enormi +contribuzioni per supplire alle spese della +guerra<a class="tag" id="tag89" href="#note89">[89]</a>. +</p> + +<p> +L'armata imperiale, a motivo de' prosperi +risultamenti della precedente campagna, +era piena di confidenza; scoraggiata +per lo contrario era quella de' Francesi; +e que' medesimi capitani, che fin allora +erano stati i favoriti della fortuna, cominciavano +<span class="pagenum"><a id="Page_93"></a>[93]</span> +a provarla contraria. Il cavaliere +Bajardo era stato incaricato di difendere +Robecco coi signori di Mezieres e di +San-Mesmes con dugento uomini d'armi, +quattrocento cavaleggieri, e la fanteria +del signore di Lorges: ma egli vi si +lasciò sorprendere una notte del mese di +febbrajo dal Pescara e da Giovanni de' +Medici. Tre mila Spagnuoli, che per riconoscersi +portavano sopra le armi una +camicia bianca, cinsero da ogni banda +la borgata, ed attaccarono i Francesi +mentre dormivano; questi, quasi senza +difendersi, furono in gran parte uccisi +e fatti prigionieri; furono presi quasi tutti +i loro cavalli; e Bajardo stesso si salvò +a stento combattendo<a class="tag" id="tag90" href="#note90">[90]</a>. +</p> + +<p> +Bonnivet aspettava in primavera potenti +soccorsi che gli dovevan giugnere dalla +Svizzera. Egli aveva bruciato il borgo di +Rosate per riunire tutte le sue truppe in +Abbiategrasso; ed avendo il Ticino alle +spalle, poteva tirare dal paese coperto da +quel fiume abbondanti provvigioni, che +dovevano porlo in istato d'aspettare tranquillamente +<span class="pagenum"><a id="Page_94"></a>[94]</span> +nel suo campo fortificato la +nuova stagione. Attaccandolo in tale posizione +i nemici non potevano lusingarsi +di felice riuscita; ma il marchese di +Pescara propose l'ardito movimento di +portare l'armata imperiale al di là del +Ticino per porre Bonnivet tra quest'armata +e Milano. Calcolò che i Francesi +scoraggiati non oserebbero d'attaccare la +capitale della Lombardia; ad ogni modo +vi mandò il duca Francesco Sforza e +Giovanni de' Medici con sei mila uomini; +ed il 2 di marzo l'armata imperiale +passò sopra tre ponti il Ticino, e venne +ad accamparsi a Gambalò<a class="tag" id="tag91" href="#note91">[91]</a>. +</p> + +<p> +Temendo il Bonnivet d'essere circondato, +e di perdere ogni comunicazione col +Piemonte, di dove riceveva le vittovaglie, +passò ancor esso il Ticino, dopo avere lasciata +una grossa guarnigione ad Abbiategrasso, +e venne ad accamparsi a Vigevano +sulla diritta del fiume. Intanto il duca d'Urbino +avea attaccato e preso d'assalto Garlasco, +terra assai forte tra l'armata imperiale e +Pavia, che trovavasi occupata da' Francesi; +<span class="pagenum"><a id="Page_95"></a>[95]</span> +questi in ogni scaramuccia avevano perduti +molti soldati e cavalli, onde Bonnivet, +piuttosto che vedere così consumarsi +la sua armata, presentò, sebbene +più debole, due giorni di seguito la +battaglia agl'imperiali. Ma Lannoy ed il +contestabile di Borbone avevano determinato +di non esporre all'incertezza di +una battaglia generale i vantaggi che loro +non potevano venir meno, preferendo di +sorprendere alla spicciolata le posizioni +del nemico. Attaccarono successivamente +ed occuparono san Giorgio e Sartirana; +persuasero la città di Vercelli a dichiararsi +per loro; e prendendo una vantaggiosa +posizione all'Arco di Mario, tra +Vercelli e Novara, di già si lusingavano +di costringere Bonnivet, che si era +chiuso in Novara, a capitolare<a class="tag" id="tag92" href="#note92">[92]</a>. +</p> + +<p> +Ma il generale francese aveva avviso +che da ogni banda si avanzavano truppe +in suo soccorso. Claudio di Longueville, +duca di Rothelin, gli conduceva pel monte +Ginevra quattrocento uomini d'armi, i +quali erano di già arrivati a Susa. Attraversando +<span class="pagenum"><a id="Page_96"></a>[96]</span> +il san Bernardo erano giunti +a Gattinara, al di là della Sesia, dieci +mila Svizzeri; e cinque mila Grigioni, +assoldati nel loro paese da Renzo di Ceri, +erano entrati nel Bergamasco, e stavano +per unirsi a Federico da Bozzolo, che gli +aspettava a Lodi con un grosso corpo di +fanteria italiana. Ma Giovanni de' Medici +si affrettò di passare nel territorio di Bergamo +con dugento cavalli e quattro mila +fanti, ed unitovisi ad alcune truppe veneziane, +chiuse la strada ai Grigioni; indi +attaccandoli ogni giorno colla cavalleria +o coll'infanteria leggiere, loro intercettando +i convoglj, sorprendendo i loro distaccamenti, +gli stancheggiò in maniera, +che dopo tre giorni li forzò a ritirarsi ne' +loro paesi<a class="tag" id="tag93" href="#note93">[93]</a>. +</p> + +<p> +Dopo aver fatti ritirare i Grigioni, +Giovanni de' Medici prese Caravaggio, e +ravvicinatosi al Ticino ruppe a colpi di +cannone il ponte di Boffalora, che serviva +di comunicazione tra il quartiere +generale di Bonnivet a Novara ed Abbiategrasso +<span class="pagenum"><a id="Page_97"></a>[97]</span> +dove teneva molti magazzini. +Il duca Francesco Sforza risolse di sforzare +il napolitano Caraccioli che comandava +mille fanti in Abbiategrasso; onde +andò a raggiugnere Giovanni de' Medici +sotto le mura di questa piazza colla milizia +milanese, e dopo un vivo cannonamento +la prese d'assalto. Vero è che +i Milanesi pagarono assai caro questo vantaggio. +La lunga dimora dell'armata francese +in quella terra, i patimenti, la miseria, +la sudiceria vi avevan generata la +peste. I soldati saccheggiando Abbiategrasso +contrassero essi medesimi il contagio; +lo portarono a Milano col loro +bottino, e questo flagello rapì in quella +estate cinquanta mila abitanti alla capitale +della Lombardia<a class="tag" id="tag94" href="#note94">[94]</a>. +</p> + +<p> +Intanto Bonnivet, sempre più chiuso nel +suo campo, ogni giorno perdendo qualche +posto avanzato, più non potendo tirare +vittovaglie dal Piemonte, e più non +ritrovandone nelle ruinate vicinanze di +Novara, vedeva consumarsi continuamente +la sua armata per la malattia e per la +<span class="pagenum"><a id="Page_98"></a>[98]</span> +diserzione. Non solo i mercenarj che formavano +la sua fanteria, ma gli stessi uomini +d'armi, tutti appartenenti alla nobiltà +francese, lo abbandonavano ogni giorno, +dopo d'avere perduti i loro cavalli per +mancanza di foraggi, ed avere lottato +otto mesi contro le malattie e contro la +fame. Dieci mila Svizzeri, che avevano +valicato il san Bernardo, erano finalmente +arrivati a Gattinara nella Valsesia; +ma questi pensavano piuttosto a liberare +i loro compatriotti del campo di Bonnivet, +che a ricominciare una campagna +che loro sperar non lasciava troppo prosperi +avvenimenti. Malgrado le istanze +di Bonnivet, non vollero passare la Sesia +ingrossata da continue piogge; e ricusando +di recarsi al suo campo, lo costrinsero +a raggiugnerli dove si trovavano<a class="tag" id="tag95" href="#note95">[95]</a>. +</p> + +<p> +Partì dunque Bonnivet da Novara una +notte in sul cominciare di maggio, onde +nascondere la sua ritirata ai nemici, e +prese la strada di Romagnano, terra +quasi in faccia di Gattinara. Sebbene +il marchese di Pescara fosse avvisato della +di lui partenza, ed avesse progettato +<span class="pagenum"><a id="Page_99"></a>[99]</span> +di prevenirlo, prendendo una più breve +via di cui era padrone, l'armata francese +arrivò a Romagnano alcune ore prima +dei nemici, ed ebbe tempo di gettare +un ponte sulla Sesia. Gli Spagnuoli, che +l'avevano inseguito troppo precipitosamente, +e che, respinti in alcune scaramucce, +avevano prese pericolose posizioni, +sarebbero stati facilmente sconfitti, +se Bonnivet avesse potuto ridurre gli +Svizzeri, arrivati presso Gattinara, a +passare essi medesimi la Sesia ed a piombare +con lui sopra i nemici che lo avevano +inseguito: ma invano egli ne fece loro +calde istanze; e quando vide di non poterli +persuadere a ricominciare la guerra, +passò nella stessa notte la Sesia con tutta +la sua armata, per unirsi a loro<a class="tag" id="tag96" href="#note96">[96]</a>. +</p> + +<p> +Fin qui la ritirata di Bonnivet erasi +eseguita abbastanza felicemente, sebbene +egli avesse lasciati sette cannoni sulla riva +sinistra della Sesia. Aveva trovate le truppe +fresche degli Svizzeri, le quali avevano +ricevuto in mezzo alle loro schiere i suoi +equipaggi e le sue truppe affaticate, ed +<span class="pagenum"><a id="Page_100"></a>[100]</span> +allo spuntare del giorno prendeva con +loro il cammino d'Ivrea per tornare in +Francia pel Basso Valese. Aveva collocata +sulla riva del fiume una batteria per impedire +agl'imperiali di passarlo, e ne +aveva affidata la guardia a due battaglioni +di Corsi e di Provenzali. Ma il marchese +di Pescara ed il duca di Borbone, avendo +trovato un luogo guadabile, cominciarono +ancor essi a passare la Sesia; onde i Corsi +spaventati abbandonarono i loro cannoni. +Bonnivet per ricuperarli condusse egli +medesimo un corpo di cavalleria col signore +di Vandenesse, fratello di La Palisse. +Bonnivet, ferito da una palla nel braccio +sinistro, dovette ritirarsi dalla zuffa, e +Vandenesse, ferito più gravemente in una +spalla, morì dopo tre giorni<a class="tag" id="tag97" href="#note97">[97]</a>. +</p> + +<p> +Bonnivet, trovandosi incapace di supplire +più a lungo alle funzioni di comandante, +affidò la condotta dell'armata al +cavaliere Bajardo, il quale si pose coi +suoi uomini d'armi nell'ultima linea, +onde coprire la ritirata della fanteria. +Aveva appena presa questa posizione che +<span class="pagenum"><a id="Page_101"></a>[101]</span> +vedendosi stringere dagli archibugeri spagnuoli, +li caricò colla sua cavalleria per +respingerli. «Ma, come Dio volle, fu +tirato un colpo d'archibugio, la di +cui pietra venne a ferirlo a traverso +alle reni, e gli ruppe tutto il grosso +osso della schiena. Quando sentì il +colpo, si fece a gridare, <i>Gesù</i>! Poi +soggiunse: <i>Ah! mio Dio, io sono morto</i>! +Prese la sua spada per l'impugnatura, +e baciò l'elsa come segno della croce, +dicendo ad alta voce, <i>miserere +mei Domine!</i><a class="tag" id="tag98" href="#note98">[98]</a>» +</p> + +<p> +«Frattanto Bajardo si fece levare da +cavallo dal suo maestro di casa, che +mai non l'abbandonò, e si fece porre +a piè d'un albero col viso rivolto verso +il nemico, ove il duca di Borbone, che +inseguiva il nostro campo, venne a trovarlo, +e disse al detto Bajardo che sentiva +molta compassione di lui, vedendolo +in quello stato per essere così virtuoso +cavaliere. Cui il capitano Bajardo +rispose, signore, voi non dovete compiangere +me che muojo da uomo onorato, +ma bensì io compiango voi, vedendovi +servire contro il vostro principe, +<span class="pagenum"><a id="Page_102"></a>[102]</span> +la vostra patria, il vostro giuramento. +E poco dopo il detto Bajardo +spirò, e fu rilasciato un salvacondotto +al di lui maestro di casa per portare il +di lui corpo nel Delfinato, dove aveva +avuti i natali<a class="tag" id="tag99" href="#note99">[99]</a>.» +</p> + +<p> +Gl'imperiali continuarono ad inseguire +l'armata che si ritirava; ma l'ultimo +corpo svizzero, più soffrire non potendo +tanta molestia, si gettò su di loro con +tanto furore a piena corsa, che li ruppe +e li pese in fuga. Questo corpo di +quattrocento uomini, che si era troppo +slontanato dal corpo d'armata, fu in appresso, +a dir vero, avviluppato ed interamente +distrutto; ma la sua ostinata +resistenza, ed il ritardo dell'artiglieria +imperiale, diedero tempo a Bonnivet di +eseguire la sua ritirata sopra Ivrea, ove +i nemici cessarono d'inseguirlo. Lasciò +ancora nella valle d'Aosta, nel forte di +Bar, venti cannoni, disperando di poterli +condurre a traverso al san Bernardo, +e ricondusse pel Valese la sua armata in +Francia<a class="tag" id="tag100" href="#note100">[100]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_103"></a>[103]</span> +</p> + +<p> +Il duca di Longueville, sentendo a Susa +che Bonnivet si era ritirato, riprese il +cammino del monte Ginevra senza avere +veduto il nemico. Novara si arrese a +Giovanni de' Medici: Boisì e Giulio di +Sanseverino, che comandavano in Alessandria, +consegnarono questa città al marchese +di Pescara, e Federico da Bozzolo +abbandonò Lodi al duca d'Urbino. In +poche settimane più non rimase un solo +francese in Italia; anzi al contrario Bozzolo +e Sanseverino avevano condotti +nella Provenza e nel Delfinato circa cinque +mila Italiani al soldo della Francia<a class="tag" id="tag101" href="#note101">[101]</a>. +</p> + +<p> +L'Italia era omai liberata dall'invasione +francese, ed erasi ottenuto lo scopo delle +due leghe contratte dall'imperatore sia coi +Veneziani, sia col papa e coi piccoli +stati d'Italia. Tutti gl'Italiani, oppressi +dalle spese e dagli sforzi di una ruinosa +guerra, altro omai non bramavano che la +<span class="pagenum"><a id="Page_104"></a>[104]</span> +pace; il papa lusingavasi di far guarentire +lo stato attuale dell'Italia dal re +d'Inghilterra che aveva contribuito alla +vittoria, e dagli Svizzeri che coprivano +i confini, e che in addietro si erano così +vivamente adoperati per l'indipendenza +della Lombardia. Clemente VII ordinava +al suo nunzio in Inghilterra d'invocare +i buoni ufficj d'Enrico VIII, per porre +un termine all'arroganza ed alle vessazioni +de' ministri dell'imperatore in Italia, +per far rispettare la santa sede, cessare +le contribuzioni straordinarie ricevute ogni +mese dai Fiorentini, ristabilire il duca di +Milano in un'assoluta indipendenza, e +far godere ai Veneziani i vantaggi che +si erano riservati in forza del loro trattato. +Insomma trattavasi di far vedere se l'Italia +aveva combattuto per iscuotere un +giogo straniero, o soltanto per mutare +il padrone; e dal tuono della lettera del +datario apostolico scorgevasi che Clemente +VII si era di già accorto che i frutti +della vittoria non erano gran fatto meno +amari di quelli della guerra<a class="tag" id="tag102" href="#note102">[102]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_105"></a>[105]</span> +</p> + +<p> +Ma i generali, che avevano trionfato +in Italia, desideravano che la guerra +producesse nuove guerre. Niun pensiero +prendevansi della felicità degli stati che +pretendevano difendere; bramavano di +continuare il loro mestiere, di farsi nome +con nuove imprese, e di trovare altre +occasioni di esercitare un assoluto potere +sulle fortune e sulla vita degli uomini. +Il contestabile di Borbone prendeva maggiore +interesse che gli altri per la continuazione +della guerra. Scriveva all'imperatore +ed al re d'Inghilterra essere giunto +l'istante di superare i confini della +Francia, di vendicarsi dei loro nemici, +e di precipitare dal trono Francesco I. +Diceva che al nome di Borbone si solleverebbero +i suoi antichi vassalli, e verrebbero +spontaneamente a collocarsi sotto +le insegne straniere. Ignorava costui che +il solo delitto d'avere chiamati gli stranieri +nella sua patria, cambiava in odio +ed in disprezzo tutto l'affetto che i Francesi +avevano potuto avere per lui<a class="tag" id="tag103" href="#note103">[103]</a>. +<span class="pagenum"><a id="Page_106"></a>[106]</span> +Carlo V ed Enrico VIII credettero imprudentemente +alle di lui parole; il primo +ordinò alla sua armata di penetrare nella +Provenza; l'altro gli mandò soccorsi, e +promise in pari tempo di attaccare le +province settentrionali della Francia. +</p> + +<p> +Fu nel mese di luglio che il contestabile +di Borbone ed il marchese di Pescara +passarono il Varo per entrare nella +Provenza con sette mila landsknecht, sei +mila fanti spagnuoli, due mila Italiani, e +sei cento cavaleggieri: il vicerè Lannoy +aveva promesso di seguirli a poca distanza +con mille uomini d'armi. Ugo di Moncade +con sedici galere costeggiava la Provenza +per proteggere l'armata e trasportare l'artiglieria: +ma Andrea Doria, che aveva il +comando di una flotta francese più forte, +prese una di queste galere e fece prigioniere +il principe d'Orange; ne forzò tre +altre a rompere sulla costa, le quali il Pescara +fece bruciare perchè non venissero +in mano del nemico; e costrinse il Moncade, +dopo avere sbarcata la sua artiglieria +ad Aix, a chiudersi nel porto di +Monaco<a class="tag" id="tag104" href="#note104">[104]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_107"></a>[107]</span> +</p> + +<p> +Voleva il Borbone approfittare della +sorpresa del re di Francia e dello spossamento +cui era stata ridotta la sua armata +nell'ultima campagna, per portarsi +subito sopra Avignone o sopra Lione. +Calcolava che nello stesso tempo un'armata +spagnuola penetrerebbe nella Guienna, +una inglese nella Picardia, e forse una +tedesca nella Borgogna. Ma Carlo V ed +Enrico VIII non si curavano di soddisfare +per questo rispetto le promesse che gli +avevano fatte; ed il marchese di Pescara, +non volendo compromettere la sua armata +conducendola nel cuore del regno, +si ostinò perentoriamente a volere ristringere +le sue operazioni all'assedio di Marsiglia<a class="tag" id="tag105" href="#note105">[105]</a>. +</p> + +<p> +A Filippo di Brion, conte di Chabot, +era stata dal re affidata la difesa di Marsiglia, +cui venne bentosto giù pel Rodano +ad unirsi Renzo di Ceri coi cinque mila +Italiani che avevano seguito Bonnivet +nella sua ritirata. Tra costoro trovavansi +molti gentiluomini, costretti dalle rivoluzioni +d'Italia ad esiliarsi per sempre dalla +loro patria. Tra gli altri vi si vedevano +<span class="pagenum"><a id="Page_108"></a>[108]</span> +alcuni emigrati pisani, determinati a non +voler più soggiacere al giogo de' Fiorentini, +e che, per la valorosa difesa che +fecero in Marsiglia, acquistarono il diritto +di cittadinanza francese, e vi si stabilirono +colle loro famiglie. L'assedio fu +infatti sostenuto colle più luminose prove +di valore. L'artiglieria imperiale aveva +aperte nelle mura larghissime brecce; ma +il Pescara, dopo aver fatte riconoscere le +disposizioni degli assediati, ricusò di dare +l'assalto. Sapeva che Francesco I, accompagnato +da La Palisse, erasi avanzato fino +ad Avignone; che aveva colà ragunata +una formidabile artiglieria, otto mila +cavalli, quattordici mila Svizzeri, sei +mila landsknecht, e dieci mila tra Francesi +ed Italiani. +</p> + +<p> +Sia che l'armata del Pescara venisse respinta +in un assalto, sia che prendesse la +città dopo avere perduta molta gente +nell'attacco, correva pericolo di essere +soverchiata da forze tanto superiori. Dichiarò +adunque in un consiglio di guerra, +che il solo partito da prendersi era quello +di una subita ritirata. E la necessità di +questo consiglio parve ancora più urgente, +quando seppesi nel campo imperiale, +che Francesco I, dopo di avere passato +il Rodano, aveva spinta la sua vanguardia +<span class="pagenum"><a id="Page_109"></a>[109]</span> +fino a Salon di Crau posta a metà strada +tra Avignone e Marsiglia. Il Borbone +s'arrese alla superiore esperienza del +suo collega; fu imbarcata la grossa artiglieria; +ma perchè il mare non era libero, +si spezzò la maggior parte de' cannoni, +e si caricò il bronzo sui muli, onde +fonderli nuovamente giunti che fossero in +Italia; ed alla fine di settembre l'assedio +di Marsiglia, che mantennesi quaranta +giorni, fu levato dall'armata imperiale, +che s'avviò a marcie forzate alla volta +di Nizza<a class="tag" id="tag106" href="#note106">[106]</a>. +</p> + +<p> +Non pertanto i marescialli di Chabannes +e di Montmorencì avevano raggiunta +la coda dell'armata che ritiravasi con +tanta celerità, e che, carica d'un immenso +equipaggio, entrava in un povero paese, +deserto ed alpestre, ove soffrì infinitamente. +Il Pescara potè lodarsi di questa +ritirata, siccome della sua più bella impresa +militare, poichè salvò da un imminente +pericolo la sua armata e più di +dodici mila bestie da soma; ma i capi +<span class="pagenum"><a id="Page_110"></a>[110]</span> +che lo inseguivano hanno pure potuto +darsi il vanto d'avere più d'una volta +cambiata questa ritirata in una vera fuga, +e d'avere arricchiti i loro soldati con una +immensa preda. Il Pescara continuò a +ritirarsi per Nizza, Albenga e Finale, e +finalmente fece in un solo giorno la strada +da Alba a Voghera, la quale è lunga ben +quaranta miglia. Il vicerè Lannoy lo +aspettava a Pavia, ove i generali imperiali +erano impazienti di tenere un consiglio +di guerra intorno ai mezzi di difendere +la Lombardia<a class="tag" id="tag107" href="#note107">[107]</a>. +</p> + +<p> +Infatti lo stesso giorno in cui il Pescara, +uscendo dalle montagne della Liguria, +era giunto ad Alba, Francesco I +aveva fatto il suo ingresso in Vercelli. +Invece di tener dietro all'armata imperiale +sulla strada da lei tenuta, Francesco +aveva sperato di ottenere più luminosi +successi prevenendola in Italia. Egli +aveva per difesa della Francia adunata +una così potente armata, che parvegli +capace delle più grandi conquiste. Vedeva +<span class="pagenum"><a id="Page_111"></a>[111]</span> +come Carlo ed Enrico non erano in istato +di attaccarlo nè in Picardia, nè nella +Guienna, e supponeva che l'armata che +aveva eseguita una così faticosa ritirata +a traverso alle montagne della Liguria, +mal potrebbe contro di lui difendere la +Lombardia. Si dice che questo progetto +fu concepito dal solo re; che La Tremouille, +Lescuns, d'Aubigni e Chabannes +tentarono ogni via perchè non avesse effetto, +mentre Bonnivet, La Barre, Chabot +e San-Marsault lo incoraggiavano ad +eseguirlo: ma che Francesco I, fermo nel +suo pensamento, non volle aspettare sua +madre, per la quale aveva sempre mostrata +tanta deferenza, e che le aveva +chiesta la grazia di abboccarsi con lei prima +di partire. Qualunque si fosse l'autore di +questo progetto, non deve essere giudicato +dalla riuscita; poichè, se la campagna fosse +stata condotta con intelligenza eguale all'ardore +con cui venne cominciata, sarebbe +stata probabilmente coronata da +felice riuscita<a class="tag" id="tag108" href="#note108">[108]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_112"></a>[112]</span> +</p> + +<p> +Ma e Francesco I ed il suo favorito +Bonnivet avevano il valore del soldato, +non i talenti del generale: invece di regolarsi +a seconda delle sole presenti circostanze, +pareva che ad altro non pensassero +che a correggere gli errori ne' quali +erano precedentemente caduti; e perchè +le circostanze più non erano le medesime, +ciò che evitavano come un errore, spesso sarebbe +stato loro di sommo vantaggio. Bonnivet +non aveva pensato che a precauzionarsi +contro la precipitazione e la temerità +francese, e con dilungamenti inopportuni +aveva perduta l'occasione di conquistare +il Milanese. Dal canto suo Francesco I +voleva correggere gli errori di Bonnivet +tenendo una condotta affatto diversa. +Prima di tutto volle occupare Milano, +indi Pavia; ed invece avrebbe dovuto +distruggere l'armata fuggitiva, che, scoraggiata +da così lunga ritirata, non gli +avrebbe potuto tener testa, s'egli non +le avesse dato riposo. +</p> + +<p> +Le prime operazioni del re erano state +ben dirette. Il signore di Lannoi evacuando +Asti prima del di lui arrivo, aveva +lasciati due mila uomini in Alessandria, +sperando che l'armata francese si tratterrebbe +ad assediarla; ma Francesco I +voleva avanti tutto occupare Milano, persuaso +<span class="pagenum"><a id="Page_113"></a>[113]</span> +che le piazze che lasciavasi alle +spalle s'arrenderebbero in appresso. La +peste, che tutta la state aveva infierito in +Milano, e fatte perire cinquanta mila +persone, aveva costretto Francesco Sforza +ed il suo cancelliere Moroni ad abbandonarla. +Questi, malgrado le istanze del +Pescara, ricusarono di rientrarvi per sostenere +un assedio, e per lo contrario +autorizzarono i cittadini a sottomettersi +ai Francesi; onde il Pescara, che più non +trovava ne' Milanesi, avviliti da tante +calamità, nè zelo per la loro indipendenza; +nè soccorsi pecuniarj, nè braccia pel lavoro, +credette prudente consiglio di non +tenere la sua armata in una città infetta +di peste, che poteva diventare il suo sepolcro; +perciò diede ordine di evacuarla, +ed il 26 ottobre del 1524 le ultime truppe +imperiali, comandate da Alarcone, uscirono +per la porta Romana, mentre che +le francesi vi entravano per le porte Ticinese +e Vercellina. Il 30 ottobre vi fu +mandato la Tremouille per assumere il +comando come luogotenente del re: aveva +con lui il conte di San-Paul, il signore +di Vaudemont, il maresciallo di Foix e +Teodoro Trivulzio. Settecento fanti spagnuoli +formavano la guarnigione del +<span class="pagenum"><a id="Page_114"></a>[114]</span> +castello abbondantemente approvigionato<a class="tag" id="tag109" href="#note109">[109]</a>. +</p> + +<p> +Il disordine in cui trovavasi l'armata +imperiale, lo scoraggiamento de' soldati +che da oltre un mese ritiravansi a marcie +forzate innanzi al nemico; la mal intelligenza +che supponevasi tra i generali; +l'impossibilità in cui si erano trovati +di difendere Milano; tutto faceva +conoscere che dovevansi inseguire caldamente +senza lasciarli respirare. Il marchese +di Pescara, uscendo di Milano, +erasi ritirato a Lodi; ma sapevasi che la +maggior parte de' di lui soldati, oppressi +dalla fatica, e non sentendosi abbastanza +forti per difendersi, avevano gettate le +armi; che quasi tutta la cavalleria era +smontata, avendo perduti i cavalli nelle +lunghe marcie sulle montagne; che Lodi +non poteva resistere più di Milano; e +che, potendo i Francesi passare l'Adda +prima degl'imperiali, l'armata degli +ultimi non poteva a meno di non +<span class="pagenum"><a id="Page_115"></a>[115]</span> +essere tagliata fuori e distrutta, o fatta +prigioniera. Sgraziatamente avevano persuaso +a Francesco I che una guerra reale, +una guerra in cui egli comandava personalmente +le armate, non doveva trattarsi +colle comuni regole della tattica, e +che avanti tutto dovevasi osservare ciò +che richiedeva l'onore della corona. Quest'onore, +gli si diceva, non permetteva +ch'egli entrasse in Milano finchè la fortezza +era nelle mani de' nemici; che si +lasciassero alle spalle piazze non sottomesse; +e per ultimo che si perdonasse +a coloro che in una terra mal fortificata +avevano l'insolenza di resistergli<a class="tag" id="tag110" href="#note110">[110]</a>. +</p> + +<p> +L'ammiraglio Bonnivet era colui che +più d'ogni altro intratteneva il re di +questa fallace gloria; e fa pure lo stesso +Bonnivet che lo persuase a richiamare +le truppe di già in cammino alla +volta di Lodi, per far loro prendere la +strada di Pavia, non convenendo alla +dignità del re di Francia di andare in +traccia di nemici lontani, quando altri ne +<span class="pagenum"><a id="Page_116"></a>[116]</span> +aveva più vicini<a class="tag" id="tag111" href="#note111">[111]</a>. I generali imperiali +in questa loro disfatta si erano separati. +Antonio di Leiva erasi incaricato di difendere +Pavia con cinque mila Tedeschi, +cinquecento Spagnuoli, e due compagnie +di cavalleria comandate da Garzia Manrique. +Il marchese di Pescara trovavasi +in Lodi col rimanente della fanteria spagnuola, +intenzionato di continuare la sua +ritirata: ma quando vide che i Francesi +lo lasciavano respirare, pensò di afforzarvisi. +Il Lannoi passò l'Adda e si +accampò in Soncino colla cavalleria; +mentre il Borbone recossi precipitosamente +in Germania, onde ottenere dall'arciduca +Ferdinando potenti soccorsi, senza i quali +l'Italia era irremissibilmente perduta per +la casa d'Austria. Francesco Sforza ed +il cancelliere Moroni si chiusero in Pizzighettone, +e poco dopo in Cremona<a class="tag" id="tag112" href="#note112">[112]</a>. +</p> + +<p> +Francesco I aveva in allora sotto i suoi +ordini due mila lance, otto mila fanti +tedeschi, sei mila Svizzeri, sei mila avventurieri +in gran parte francesi, e quattro +<span class="pagenum"><a id="Page_117"></a>[117]</span> +mila Italiani. Con questa formidabile armata +andò il 28 ottobre ad accamparsi +a san Lanfranco presso le mura di Pavia, +facendo dall'altra parte del Ticino occupare +il sobborgo di sant'Antonio dal signore +di Montmorencì. Siccome per prendere +questa posizione bisognava impadronirsi +di un ponte sul fiume, protetto da +una torre, fece appiccare coloro che la +custodivano per avere ardito di resistere +ad un re di Francia<a class="tag" id="tag113" href="#note113">[113]</a>. +</p> + +<p> +Il re fece subito porre allo scoperto una +batteria in faccia alle mura, e tentò per due +giorni di seguito di praticarvi una breccia. +Ma dietro la breccia, ch'egli effettivamente +aprì nella muraglia esterna, trovò larghe +e profonde trincee, ben fiancheggiate, +e le case con feritoje occupate dagli archibugeri. +Dopo avere perduti molti buoni +ufficiali nell'assalto che fece dare, conobbe +che contro una guarnigione così +numerosa, comandata da così esperimentato +capitano qual era Antonio di Leiva, +si doveva procedere a regolare assedio. +Cominciò dunque ad aprire delle trincee +per collocare i cannoni in batteria, coprendo +i suoi fianchi con cavalli di frisa. +In pari tempo fece cavare delle mine nelle +<span class="pagenum"><a id="Page_118"></a>[118]</span> +quali bisognava disputarsi il terreno palmo +a palmo. Cercò pure col consiglio dei +suoi ingegneri di svolgere uno de' due +rami del Ticino, per lasciare a secco le +mura a piè delle quali scorreva: infatti +questo fiume, due miglia al disopra di +Pavia, dividesi in due rami, uno de' quali +bagna le mura della città, l'altro, chiamato +il Gravellone, se ne scosta un buon +miglio e si riunisce di nuovo al primo, +avanti di mettere foce in Po. Trattavasi +di far passare nel Gravellone tutta la massa +delle acque. Ma in quasi tutte le circostanze +l'impeto delle acque non rispettò +i lavori degl'ingegneri militari. Abbondanti +piogge distrussero in poche ore +l'opera di molte settimane; l'assedio aveva +di già assorbito un tempo prezioso, +e consumato molto danaro e molta gente, +senza che l'armata francese avesse ottenuto +verun vantaggio<a class="tag" id="tag114" href="#note114">[114]</a>. +</p> + +<p> +Mentre che l'assedio di Pavia avanzava +con estrema lentezza, facevano maggior +danno all'imperatore le negoziazioni che +<span class="pagenum"><a id="Page_119"></a>[119]</span> +non le armi francesi. Il cardinale Wolsei +cercava segretamente di alienare Enrico +VIII, suo padrone, dall'alleanza, cui egli +stesso avevalo più degli altri consigliato. +Il papa Clemente VII protestava di non +volere, come padre comune de' fedeli, +soccorrere un monarca contro l'altro. +Erasi rifiutato di rinnovare la federazione +sottoscritta dal suo predecessore, e dopo +la ritirata dell'ammiraglio Bonnivet nel +precedente anno, si era considerato come +straniero in una guerra continuata dalla +sola ambizione di Carlo V. I Veneziani +sospiravano dietro l'antica loro alleanza +colla Francia, ed aspettavano consiglio +dagli avvenimenti; tutti avevano osservato +con estrema diffidenza, che l'imperatore, +non contento di disporre a voglia sua dello +stato di Milano come se fosse cosa sua, aveva +pretestati i più frivoli motivi per non +accordarne l'investitura a Francesco Sforza. +Ma quando il papa ebbe certa notizia +che l'armata imperiale, incapace di resistere +ai Francesi, non faceva verun +movimento per liberare Pavia dall'assedio, +al malcontento che gli aveva dato +Carlo V si aggiunse il timore d'irritare +Francesco I. Egli non volle essere più +oltre creduto nemico di un principe contro +il quale niuna armata ardiva mantenersi +<span class="pagenum"><a id="Page_120"></a>[120]</span> +in campagna, e mandò Giovanni +Matteo Giberti, vescovo di Verona e +datario apostolico, a trattare coi Francesi<a class="tag" id="tag115" href="#note115">[115]</a>. +</p> + +<p> +Presentavasi il Giberti come mediatore +ed aveva perciò visitati a Soncino il vicerè +e gli altri capitani imperiali, portando +loro parole di pace; ma questi, incoraggiati +dalla resistenza di Pavia, gli avevano +risposto che non tratterebbero con Francesco +I, finchè questi conservasse un palmo +di terra nel ducato di Milano. Quando +in appresso il Giberti arrivò presso il re di +Francia, questi che dalla lentezza del +fuoco degli assediati supponeva che cominciassero +a mancare di munizioni, gli +rispose che una fiorente armata qual era +la sua, non era destinata alla sola conquista +di Milano e di Genova, ma che +lusingavasi di ricuperare anche il regno +di Napoli<a class="tag" id="tag116" href="#note116">[116]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_121"></a>[121]</span> +</p> + +<p> +Dopo questi esperimenti di generali +negoziazioni, il vescovo di Verona si +fece a parlare della riconciliazione del +suo padrone colla Francia. Il re altro +non gli chiedeva che una semplice neutralità; +ed infatti Clemente VII obbligossi +in nome proprio ed a nome dei +Fiorentini, a non dare veruna nè segreta +nè palese assistenza ai nemici del +re. Dal canto suo Francesco prometteva +la sua protezione al papa ed ai Fiorentini, +e si obbligava a mantenere in Firenze +l'autorità de' Medici. Nello stesso +tempo, ed alle stesse condizioni Clemente +VII trattò per i Veneziani, e la negoziazione +da lui intavolata venne confermata +dal senato di Venezia in principio +di gennajo del 1525. Ambidue provavano +i medesimi timori sia che i Francesi o +gl'Imperiali fossero vittoriosi; ambidue desideravano +ardentemente una pace, finchè +le forze loro erano press'a poco eguali; +ambidue avrebbero voluto impedire alle +potenze belligeranti di venire ad un fatto +decisivo. Ma il debole carattere di Clemente +VII, la sua avarizia, la sua irrisoluzione, +lo ritrassero dal seguire i consigli +che gli davano i suoi più saggi ministri, +cioè di far avanzare una formidabile +armata sul Po, di riunirla a quella +<span class="pagenum"><a id="Page_122"></a>[122]</span> +de' Veneziani, rendendo così rispettabile +la neutralità de' due più potenti stati +d'Italia, invece di lasciarla in balìa del +vincitore<a class="tag" id="tag117" href="#note117">[117]</a>. +</p> + +<p> +Il mezzo che Clemente VII riputò più +conveniente per affrettare le negoziazioni +di una pace generale, fu quello di tenere +inquieti i generali imperiali rispetto +al regno di Napoli. Pare adunque, che consigliasse +da principio a Francesco la spedizione +del duca d'Albanì nel mezzogiorno +d'Italia, dal che però cercò in appresso +di dissuaderlo. Francesco I, che vedeva +l'impossibilità di spingere vivamente l'assedio +di Pavia durante la cattiva stagione, +e che di mal animo teneva oziosa una +così numerosa armata, aveva date a Giovanni +Stuard, duca d'Albanì, dugento +lance, seicento cavaleggieri ed otto mila +pedoni, perchè s'incamminasse alla volta +di Napoli<a class="tag" id="tag118" href="#note118">[118]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_123"></a>[123]</span> +</p> + +<p> +Tosto che la fazione francese nel regno +di Napoli ebbe sentore della mossa del +duca d'Albanì, cominciò subito a sollevarsi; +i baroni angiovini, la città dell'Aquila +e tutti gli Abruzzi, sembravano +apparecchiati a tentare una rivoluzione. +Il consiglio di Napoli scrisse al signore +di Lannoy, che, se non voleva perdere +il regno affidatogli, doveva sollecitamente +ricondurvi l'armata imperiale per +respingere l'invasione straniera, e contenere +i malcontenti. Infatti il vicerè, spaventato +da questi avvisi, voleva accorrere +alla difesa del suo territorio; ma vi si +oppose il marchese di Pescara onde non +s'indebolisse l'armata di Lombardia. Egli +dimostrò che conveniva difendere Napoli +e Pavia, conciossiachè un solo vantaggio +avuto sopra Francesco I bastava per richiamare +il duca d'Albanì anche vittorioso, +mentre invece, ove pure il duca +rimanesse perdente nel regno di Napoli, +i di lui rovesci non potrebbero por fine +alla guerra di Lombardia. Si prese quindi +il partito di mandare a Napoli il +duca di Traietto con ordine di levare +contribuzioni nel paese, e di provvedere +<span class="pagenum"><a id="Page_124"></a>[124]</span> +nel miglior modo che potrebbe alla difesa +del regno colle sole milizie nazionali, +mentre che si terrebbero in Lombardia +tutte le forze imperiali<a class="tag" id="tag119" href="#note119">[119]</a>. +</p> + +<p> +L'assedio di Pavia procedeva poco vigorosamente, +perchè i Francesi cominciavano +a mancare di munizioni: dall'altro +canto il duca d'Albanì attraversava l'Italia +con estrema lentezza, accrescendo +così fede all'universale opinione, che +piuttosto cercasse d'intimorire gl'Imperiali, +che di fare realmente la conquista +del regno. Pure la sua marcia serviva +ai Francesi per formare nuove alleanze, +facendo dichiarare per loro i deboli stati, +che il solo timore aveva strascinati nella +lega dell'imperatore. Alfonso d'Este, duca +di Ferrara, domandò di essere nuovamente +ricevuto sotto la protezione francese, e +la comperò con un sussidio di settanta +mila fiorini, venti mila de' quali vennero +pagati in munizioni d'artiglieria. Giovanni +de' Medici, il celebre comandante delle +bande nere, venne incaricato di condurre +<span class="pagenum"><a id="Page_125"></a>[125]</span> +a Pavia queste munizioni; egli aveva di +fresco mutato nuovamente partito, lagnandosi +d'essere stato dagl'Imperiali trascurato +nella precedente campagna, ed era giunto +al campo francese il 4 di dicembre colla +formidabile sua truppa. Il duca d'Albanì +penetrava in Toscana per la via della +Garfagnana. In principio di gennajo gli +si unì Renzo di Ceri con tre mila fanti +italiani sbarcati da una flotta francese. +Lucca gli pagò dodici mila ducati e gli +diede alcuni cannoni. Firenze lo accolse +come generale di una potenza amica; +Siena non solo acquistò la protezione +della Francia con una contribuzione, ma +dovette acconsentire al richiamo del figlio +di Pandolfo Petrucci, nelle di cui mani +Clemente VII desiderava di vedere riposto +il governo di quella città. Finalmente +il papa, quando l'Albanì fu vicino +a Roma, pubblicò il trattato di neutralità +conchiuso colla Francia, e fin allora +tenuto segreto<a class="tag" id="tag120" href="#note120">[120]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_126"></a>[126]</span> +</p> + +<p> +Ma sebbene il duca d'Albanì fosse +entrato nello stato di Roma, e che assoldasse +nuovi fanti nelle terre degli Orsini, +mentre che dal canto loro i Colonna +ne assoldavano altri a Marino per difendere +il regno di Napoli, gli occhi di tutta +l'Europa non erano volti a questi avvenimenti, +ma soltanto a ciò che accadeva +in Lombardia. Il Borbone era colà tornato +verso la metà di gennajo, conducendo +dalla Germania cinquecento cavalli borgognoni +e sei mila fanti che gli erano stati +dati dall'arciduca Ferdinando, con un corpo +di quasi altrettanti volontarj assoldati +dalle città imperiali e dalla nobiltà immediata. +Marco Sittich d'Embs e Niccolò, +conte di Salm, comandavano i primi, +Giorgio Frundsberg gli altri. I Veneziani, +che non eransi obbligati che ad una perfetta +neutralità, loro accordarono il libero +passaggio<a class="tag" id="tag121" href="#note121">[121]</a>. +</p> + +<p> +Dopo avere ricevuto questo rinforzo, +l'armata imperiale si trovò superiore a +quella di Francia, ma mancava assolutamente +<span class="pagenum"><a id="Page_127"></a>[127]</span> +di danaro; Carlo V, seguendo +la sua pratica, non ne mandava nè +dalla Spagna, nè dalla Fiandra: non +poteva somministrarne il regno di Napoli +chiamato a difendere sè medesimo; +il ducato di Milano, che fin allora +aveva mantenuto l'armata, oltre l'essere +interamente ruinato, era in gran parte +occupato da' Francesi; e gli stati indipendenti +d'Italia non pagavano più le +contribuzioni loro precedentemente estorte +a viva forza. In Pavia Antonio di Leiva +non aveva più polvere, mancava di vino +e d'ogni altra vittovaglia, ad eccezione +del pane. I soldati, anche prima che cominciasse +l'assedio, non ricevevano da +lungo tempo il loro soldo, e di già cominciavano +a domandarlo con minacciose +grida, onde Leiva temeva che non dessero +la città ai nemici. Prese perciò tutti +gli argenti delle chiese, e ne coniò una +nuova moneta che loro distribuì; il Pescara +trovò il modo di fargli passare tre +mila ducati, la quale piccola somma servì +a far credere agli assediati che il danaro +pel loro soldo si trovava nel campo +imperiale; ma ch'era quasi impossibile +il farlo giugner loro a traverso alle linee +degli assedianti. Finalmente il comandante +de' Tedeschi, il conte Eitel Federico di +<span class="pagenum"><a id="Page_128"></a>[128]</span> +Zollern, il di cui nome viene dal Giovio +travisato sotto quello d'Azornio, avendo +eccitata la diffidenza di Antonio di +Leiva, fu da lui avvelenato in un pranzo<a class="tag" id="tag122" href="#note122">[122]</a>. +</p> + +<p> +Il marchese di Pescara, Lannoy, e Borbone, +sentivano ancora più vivamente il +bisogno del danaro per l'armata con cui +pensavano di far levare l'assedio di Pavia. +Non solo era dovuto il soldo a tutte +le loro truppe da molti mesi, ma non ne +avevano abbastanza per far trasportare +l'artiglieria, per provvedere alcune vittovaglie, +nell'istante in cui, volendo trar +fuori le truppe da' quartieri d'inverno, +più non sarebbero alimentate dagli +abitanti. Però i generali imperiali sentivano +la necessità di attaccare il campo +francese prima che il re ricevesse le +nuove truppe che faceva levare nella +Svizzera, in Italia ed in Francia, prima +che la miseria inducesse gli assediati a +capitolare, e prima che per mancanza +<span class="pagenum"><a id="Page_129"></a>[129]</span> +di pagamento le loro truppe si disperdessero<a class="tag" id="tag123" href="#note123">[123]</a>. +</p> + +<p> +Il marchese di Pescara cercò di calmare +i soldati, i quali avevano dichiarato +che non uscirebbero da' quartieri d'inverno +finchè non sarebbero loro pagati i +mesi arretrati. Cominciò col risvegliare +il naturale orgoglio degli Spagnuoli, il loro +odio verso i Francesi e la loro cupidigia, +promettendo loro le ricche spoglie dell'armata +reale. Dopo avere ottenuta la loro +promessa di servire ancora un intero mese +senza soldo, adducendo il loro esempio +si volse ai Tedeschi, e gli esortò a mostrare +la medesima generosità in una causa +in cui erano più particolarmente interessati, +poichè trattavasi di liberare i loro +compatriotti assediati in Pavia. Giorgio +Frundsberg, il di cui figliuolo Gaspare +era chiuso in Pavia con Antonio di Leiva, +fece con tutto il suo zelo e con tutto il suo +credito valere questo motivo presso i suoi +compatriotti, e fece in modo che ottenne +da loro la medesima promessa che il Pescara +aveva ottenuto dagli Spagnuoli. Solo +<span class="pagenum"><a id="Page_130"></a>[130]</span> +restavano a persuadersi gli uomini d'armi +ch'erano a Soncino con Carlo di Lannoy, +i quali si mostravano meno docili degli altri. +Il loro orgoglio era umiliato, perchè +non avevano avuto occasione di mostrare il +proprio valore nelle precedenti campagne. +Il Pescara aveva riposta tutta la sua fiducia +nella fanteria, ed in particolar modo ne' +fucilieri ed archibugieri spagnuoli da lui +formati; e gli uomini d'armi, lasciati oziosi, +erano non infrequentemente l'oggetto della +derisione de' pedoni. Per persuaderli a +marciare, d'uopo fu che il Pescara e gli +altri capi dividessero tra gli uomini d'armi +il privato loro danaro. Egli finalmente +ottenne in tal modo che raggiugnessero +il restante dell'armata; e il 25 di gennajo +si pose in cammino da Lodi per +Marignano<a class="tag" id="tag124" href="#note124">[124]</a>. +</p> + +<p> +Il re, avvisato della marcia dell'armata +imperiale, suppose dapprima che fosse +intenzionata di occupare Milano, ma +quando seppe che, partendo da Marignano, +aveva piegato a sinistra lungo il Lambro +per avvicinarsi a Pavia, richiamò da Milano +<span class="pagenum"><a id="Page_131"></a>[131]</span> +all'armata La Tremouille e Lescuns, +ed adunò un consiglio di guerra per risolvere +intorno al partito da prendersi. +Tutti i più vecchi generali, La Palisse, +Galeazzo di Sanseverino, La Tremouille, +Teodoro Trivulzio, il duca di Suffolck +della Rosa Bianca, ed il bastardo Renato +di Savoja, si sforzavano di far sentire +al re che la peggiore situazione era quella +di aspettare d'essere attaccato nel proprio +campo, tra una città assediata, ove trovavasi +una grossa guarnigione, ed un'armata +più numerosa della sua; che non doveva +tardare a levare l'assedio di Pavia, portando +l'armata tra questa città e Milano +a Binasco o alla Certosa; che il paese, +tutto intersecato di canali, offriva molti +vantaggiosi accampamenti, e ch'era facile +lo sceglierne uno, in cui la sua armata +tutt'adunata non potrebb'essere attaccata +senza un eccesso di temerità; che gl'imperiali, +senza danaro e senza viveri, non +potrebbero lungamente tenersi in campagna, +e che l'imbarazzo loro verrebbe +accresciuto col ricevere nel proprio campo +la guarnigione di Pavia, cui si era fatto +credere che il soldo fosse in pronto, e la +quale, non ricevendo danaro dopo tante +privazioni, ecciterebbe facilmente una +sollevazione in mezzo a truppe tutte egualmente +<span class="pagenum"><a id="Page_132"></a>[132]</span> +malcontente; che bastava guadagnare +tempo per ottenere tutti i frutti della +più compiuta vittoria; e che, se la disperazione +riduceva il Pescara a cercare la +battaglia, la più comune prudenza insegnava +al re a schivare ciò che il suo +nemico desiderava<a class="tag" id="tag125" href="#note125">[125]</a>. +</p> + +<p> +Ma Francesco I non ascoltava che Bonnivet, +perchè questi lo intratteneva sempre +della sua gloria. Indegna cosa sarebbe, +questi gli diceva, della maestà di +un re di Francia di lasciarsi dagli stessi +nemici svolgere dai suoi disegni, di rinculare +quand'essi avanzavano, e di abbandonare +un'impresa che si era impegnato +di condurre a fine in faccia a tutta l'Europa. +Che i generali ordinarj potevano +lasciarsi guidare da queste comuni considerazioni +di prudenza o di tattica militare; +ma che, trovandosi compromessa +la maestà reale, l'onore della corona doveva +essere la prima base dell'arte della +guerra. Dietro una così fallace opinione +dell'onore e del dovere di un re, Francesco +I risolse di continuare l'assedio di +<span class="pagenum"><a id="Page_133"></a>[133]</span> +Pavia in presenza del nemico, contro il +parere de' suoi più sperimentati generali, +e contro le istanze del papa<a class="tag" id="tag126" href="#note126">[126]</a>. +</p> + +<p> +Francesco I ristrinse il suo accampamento, +e ne guarnì i trinceramenti con +una formidabile artiglieria, credendo in tal +modo essersi posto in sicuro contro ogni +attacco. Quando era cominciato l'assedio +aveva divisa la sua armata in tre campi. Il +primo a san Lanfranco, dove comandava +in persona, era posto in su la sinistra del +Ticino, dalla banda in cui giugne a' piedi +delle mura della città; il secondo, in cui +comandava La Palisse, era egualmente +sulla sinistra del Ticino, ma sotto alla +città; il terzo sotto gli ordini di Montmorencì +era in su la destra del Ticino +nell'isola che forma col Gravellone. Francesco +I, avvicinandosi gl'imperiali, abbandonò +il suo campo di san Lanfranco, +e si unì a La Palisse, chiamandovi ancora +il Montmorencì, e non lasciando nell'isola +che un piccolo corpo di truppe +sotto gli ordini del signore di Clermont. +<span class="pagenum"><a id="Page_134"></a>[134]</span> +Per tal modo tutte le sue forze si trovarono +riunite in un solo campo al levante +della città, in riva al Ticino, e +sulla strada che tenevano i nemici. Era +questo campo fortificato in faccia, verso +Lodi, da un parapetto e da una fossa +che stendevasi fino al fiume, a destra dal +Ticino, ed a sinistra dal muro di un +vasto parco, che circondava la casa di +caccia dei duchi di Milano a Mirabello. +Il re fece in tre luoghi atterrare questo +muro, onde formare altrettante porte, per +le quali poteva entrare nel parco; il rimanente +del muro serviva di difesa al +suo campo, e chiudeva ai nemici la via +della città<a class="tag" id="tag127" href="#note127">[127]</a>. +</p> + +<p> +Il Pescara, cui Borbone e Lannoy, tratti +dall'irresistibile sentimento della superiorità +de' di lui talenti, avevano abbandonata +la direzione dell'attacco andava frattanto +avvicinandosi, ma lentamente e con precauzione, +all'armata reale. Aveva trovato +in sul passaggio del Lambro il castello di +sant'Angelo difeso da Pirro da Bozzolo, +<span class="pagenum"><a id="Page_135"></a>[135]</span> +fratello di Federico, con dugento cavalli +ed ottocento fanti. Sebbene questo posto +fosse fortissimo, e che il re, che lo aveva +fatto di fresco riconoscere, si tenesse sicuro +che resisterebbe lungamente, il Pescara +lo prese in un giorno, essendo entrato +egli stesso il secondo per la breccia +nella piazza, colla temerità di un granatiere, +piuttosto che colla prudenza di +un generale<a class="tag" id="tag128" href="#note128">[128]</a>. +</p> + +<p> +Circa lo stesso tempo altre perdite indebolirono +successivamente l'armata del +re. Egli aveva ordinato al marchese di +Saluzzo di condurgli sollecitamente da +Savona, dov'egli trovavasi, quattro mila +Italiani precedentemente destinati contro +Genova. Questi, attraversando senza precauzione +l'Alessandrino, furono sorpresi +nel passare la Bormida da Gaspare Maino, +comandante delle truppe dello Sforza, ed +interamente disfatti o fatti prigionieri<a class="tag" id="tag129" href="#note129">[129]</a>. +<span class="pagenum"><a id="Page_136"></a>[136]</span> +Gian Luigi Palavicino con un corpo ancora +più numeroso lasciossi sorprendere +il 18 di febbrajo a Casal maggiore, di +dove avanzavasi per attaccare Cremona, +e fu pure fatto prigioniere<a class="tag" id="tag130" href="#note130">[130]</a>. Finalmente +Giovan Giacomo Medici, milanese, +il quale non apparteneva alla famiglia +fiorentina dello stesso nome, riuscì con +uno stratagemma a privare il re dell'assistenza +di sei mila Grigioni, che servivano +nel di lui campo. Costui sorprese la città ed +il castello di Chiavenna all'estremità del +lago di Como<a class="tag" id="tag131" href="#note131">[131]</a>, e con tale inaspettato +attacco spaventò talmente la lega grigia, +che dessa ordinò a tutti i Grigioni che trovavansi +nell'armata del re di accorrere in +difesa della loro patria; e questi furono +accompagnati da alcuni battaglioni svizzeri, +i quali dichiaravano che il loro +più pressante dovere era quello di soccorrere +i loro confederati<a class="tag" id="tag132" href="#note132">[132]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_137"></a>[137]</span> +</p> + +<p> +L'armata imperiale andava sempre più +accostandosi a Pavia. Il primo di febbrajo +era venuta ad accamparsi a Vistarino; +il 3 dello stesso mese si stabilì nei prati di +santa Giustina, due miglia e mezzo distante +dalla città, e ad un solo miglio +da' corpi avanzati dell'armata francese. +Le due armate trovaronsi in allora così +vicine, che potevano cannonarsi senz'uscire +da' loro campi. Un fiumicello, detto +la Vernacula, li separava, e perchè era +profondo ed aveva le rive alquanto alte +serviva egualmente di difesa agli uni ed +agli altri. Ma il Pescara non si era tanto avvicinato +che per venire a battaglia, onde +andava studiando le posizioni de' Francesi; +si avanzava frequentemente sotto il loro +fuoco per meglio conoscerle, e per sapere +a quale corpo particolare era affidata +cadauna parte del campo. Per tal modo +aveva conosciuto che sarebbe quasi impossibile +di sforzare i Francesi ne' loro +trinceramenti; perciò gli andava stancheggiando +con continue scaramucce di giorno +e di notte, e lusingavasi che alcuna di +quelle parziali zuffe potrebbe cambiarsi +in generale battaglia. Infatti più d'una +volta le due armate si mossero interamente +per un accidentale attacco. Un +branco di montoni, preteso da ambo le +<span class="pagenum"><a id="Page_138"></a>[138]</span> +parti, fu in sul punto di cagionare una +battaglia generale; pure dopo che Lannoy +e Borbone, che Bonnivet e lo stesso Francesco +I furono entrati nella mischia, le +due armate si ritirarono nel proprio campo +press'a poco con eguale danno<a class="tag" id="tag133" href="#note133">[133]</a>. +</p> + +<p> +Ma il più delle volte gli attacchi del +Pescara avevano più felici risultati: egli +sorprese consecutivamente i Landsknecht +della banda nera comandati dal duca di +Suffolck, indi gl'Italiani della banda nera +di Giovanni de' Medici. Questi per vendicarsi +tirò in un'imboscata una sortita +della guarnigione di Pavia; ma mentre, +dopo averle uccisa molta gente, stava +indicando a Bonnivet il campo di battaglia, +e gli andava spiegando le sue disposizioni, +fu il 20 di febbrajo ferito in +una coscia così dolorosamente da una +palla, che fu costretto d'abbandonare +l'armata, facendosi trasportare a Piacenza +per esservi medicato<a class="tag" id="tag134" href="#note134">[134]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_139"></a>[139]</span> +</p> + +<p> +In mezzo al ricinto, le di cui gagliarde +muraglie coprivano uno de' fianchi del +campo francese, era fabbricato il palazzo +di Mirabello, antica casa di caccia dei +duchi di Milano. Il re vi aveva mandato, +come in luogo più lontano da' pericoli, +i suoi ministri ed ufficiali che seguivano +il campo senz'essere addetti alla milizia, +come pure Aleandro, legato del papa. +Varj mercanti e magazzinieri avevano nello +stesso luogo aperta una specie di fiera, +e vi erano protetti dagli uomini d'armi +della retroguardia. Disperando il Pescara +di forzare i trinceramenti del campo francese, +formò il progetto di penetrare nel +parco e di avanzarsi sopra Mirabello. Se +ciò gli riusciva, contava in appresso di +circondare l'armata francese dalla parte +sinistra, e di aprirsi una comunicazione +colla guarnigione di Pavia. Se il re voleva +vietargliene il passaggio, era forzato +di rinunciare al vantaggio de' suoi trinceramenti +per dargli battaglia nel parco. +Però affinchè l'affare si rendesse generale, +bisognava per altro che il Pescara facesse +entrare la sua armata nel parco prima +che i Francesi avessero sentore del suo +progetto, altrimenti ne avrebbero difese +le muraglie collo stesso vantaggio con cui +difendevano i loro trinceramenti. Incaricò +<span class="pagenum"><a id="Page_140"></a>[140]</span> +adunque lo spagnuolo Salsede di fare +nella notte che precedeva il 25 di febbrajo +una breccia nelle mura del parco, +non già coll'artiglieria, onde non levare +a rumore tutto il campo nemico, ma col +montone e cogli zappatori, facendo nello +stesso tempo eseguire altri attacchi in +diversi luoghi per traviare l'attenzione, +e soffocare il fracasso; indi avvertì Antonio +di Leiva di tentare una sortita ad +un convenuto segnale<a class="tag" id="tag135" href="#note135">[135]</a>. +</p> + +<p> +Soltanto a due ore prima di giorno si +trovò la breccia aperta nella muraglia +del parco. Il Pescara, che aveva fatta indossare +a tutti i suoi soldati una camicia +bianca sopra le armi, onde si riconoscessero +nell'oscurità, fece da prima +entrare nel parco Alfonso d'Avalos, marchese +del Guasto, suo cugino, con sei +mila fanti tedeschi, spagnuoli ed italiani, +e tre squadroni di cavalleria, ordinandogli +di portarsi direttamente sopra Mirabello. +Lo stesso Pescara gli tenne dietro con +un secondo corpo d'armata composto di +<span class="pagenum"><a id="Page_141"></a>[141]</span> +fanteria spagnuola. Il Lannoy ed il contestabile +di Borbone conducevano il terzo +ed il quarto corpo, tutto formato di Tedeschi. +Gl'imperiali erano di già entrati +nel parco, senza che i Francesi si fossero +accorti del loro disegno. Ma finalmente +questi si erano mossi e posti in ordine +di battaglia, onde gl'imperiali, per portarsi +a Mirabello, dovevano passare sotto +il fuoco dell'artiglieria francese, diretta da +Giacomo Galliot, siniscalco d'Armagnacco. +Siccome gl'imperiali correvano per +sottrarsi più presto alle continue scariche, +il re credette che fuggissero, ed uscì dalle +sue linee per caricarli. Fidavasi nella superiorità +della sua cavalleria in una pianura +accomodata alle grandi evoluzioni; +ma con tale movimento venne a cuoprire +la sua artiglieria, la forzò a sospendere +il fuoco, e trovò la cavalleria nemica +frammischiata agli archibugeri spagnuoli, +le di cui scariche atterrarono +bentosto non pochi de' suoi più valorosi +cavalieri<a class="tag" id="tag136" href="#note136">[136]</a>. +</p> + +<p> +Quando il Pescara vide attaccata la +battaglia, fece richiamare il marchese del +<span class="pagenum"><a id="Page_142"></a>[142]</span> +Guasto; ma questi, sentendo il cannone, +aveva prevenuti i suoi ordini e di già si +trovava in linea. L'armata imperiale poteva +in allora contare sedici mila tra fanti +spagnuoli e tedeschi, mille italiani e mille +quattrocento cavalli. Francesco I credeva +di avere nella sua mille trecento lance, e +venticinque mila fanti; ma era ingannato +da' suoi capitani e dagl'ispettori alle reviste, +i quali gli facevano pagare il soldo +di moltissimi soldati che più non esistevano, +o che mai non avevano esistito<a class="tag" id="tag137" href="#note137">[137]</a>. +Francesco I affidò a Bussì d'Amboise +la custodia del suo campo e la sua difesa +contro le sortite d'Antonio di Leiva; +oppose i suoi Svizzeri ai Tedeschi, ed +i suoi Landsknecht delle bande nere agli +Spagnuoli. Nel cominciamento della battaglia +Philippe di Chabot e Federico da Bozzolo +presero cinque cannoni agli Spagnuoli, +e la banda nera de' Landsknecht +respinse fino nella Vernacula un corpo +di cavalleria leggiere: ma questi medesimi +vantaggiosi avvenimenti tornarono in +danno de' Francesi; perciocchè gli uomini +d'armi, credendo vinta la battaglia, slanciaronsi +<span class="pagenum"><a id="Page_143"></a>[143]</span> +disordinatamente addosso ai nemici, +sguarnirono i fianchi degli Svizzeri +e de' Landsknecht, che dovevano proteggere, +e fecero cessare affatto il fuoco dell'artiglieria +francese, nella quale stava la +vera superiorità di Francesco I<a class="tag" id="tag138" href="#note138">[138]</a>. +</p> + +<p> +Terribile fu questa carica degli uomini +d'armi: giammai nelle guerre d'Italia +non erasi combattuto con maggiore accanimento; +nè mai infatti non furono +attaccati alla sorte d'una sola battaglia +più grandi destini. Si fu in quest'urto +che Ferdinando Castriotto, marchese di +sant'Angelo, ultimo discendente di Scanderbeg, +fu ucciso, per quanto si disse, +dallo stesso Francesco I. Gli uomini d'armi +borgognoni, giunti di fresco dalla Germania +col contestabile di Borbone furono +posti in fuga; e già parevano dover +presto cedere anche gli squadroni di +Lannoy e di Borbone, allorchè ottocento +fucilieri spagnuoli diretti dal Pescara si +sparsero sui fianchi degli uomini d'armi +francesi, ed uccisero tanti cavalieri che +gli altri dovettero separarsi. Quando gli +<span class="pagenum"><a id="Page_144"></a>[144]</span> +uomini d'armi tornavano poi ad unirsi +per dar addosso ai fucilieri, questi disperdevansi +egualmente, e colla loro agilità +si sottraevano sempre ad un nemico +che non cessavano di molestare. Frattanto +il marchese del Vasto, approfittando +del disordine della cavalleria francese, +aveva attaccata l'ala destra composta +di Svizzeri comandati da Montmorencì. +Questi non sostennero l'antica loro riputazione, +malgrado gli sforzi del Montmorencì +e del maresciallo di Fleuranges, +che furono ambidue fatti prigionieri; essi +vilmente fuggirono. Giovanni di Diesbach, +il primo de' loro capitani, piuttosto che +partecipare al loro disonore, non avendo +potuto trattenerli, si gettò a corpo +perduto fra i nemici e si fece uccidere. +I Landsknecht della banda nera resistettero +soli da questo lato all'attacco degl'imperiali; +ma, chiusi da un accorto movimento +di Frundsberg in mezzo a tre battaglioni, +furono quasi tutti uccisi. Colà +perirono con Longman d'Ausburgo, loro +comandante, Riccardo di Suffolck della +Rosa Bianca, pretendente al trono d'Inghilterra, +Francesco di Lorena, fratello +del duca regnante, Wirtemberg di Lauffen, +e Teodorico di Schomberg, fratello +del primo segretario di Clemente VII. +<span class="pagenum"><a id="Page_145"></a>[145]</span> +La Palisse scavalcato, e di già fatto prigioniere, +fu ucciso da un soldato spagnuolo; +La Tremouille cadde morto presso +al re per un colpo d'archibugio; Galeazzo +di Sanseverino, grande scudiere, che +cercava di trattenere i fuggitivi, fu pure +ucciso in sugli occhi del re. L'ammiraglio +Bonnivet, dopo aver inutilmente tentato di +riordinare gli Svizzeri, e non volendo +sopravvivere ad una sconfitta di cui sentivasi +colpevole, corse a visiera alzata ove +i nemici erano più fitti, e cadde ferito +da più colpi di spada nel volto. Il re, +avendo di già perduta la maggior parte +de' suoi commilitoni, si andava valorosamente +difendendo colla sua spada; ma +mentre spingeva il suo cavallo verso il +ponte della Vernacula, questo cavallo, +ferito in più luoghi, cadde presso Diego +Abila e Giovanni d'Urbieta, che senza +conoscere Francesco vollero farlo prigioniero. +La Mothe Hennuyer, che lo riconobbe +sebbene ferito nel viso, gli propose +di arrendersi al duca di Borbone; +ma Francesco domandò il vicerè signore +di Lannoy, ed a lui solo acconsentì di +consegnare la spada<a class="tag" id="tag139" href="#note139">[139]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_146"></a>[146]</span> +</p> + +<p> +Poichè i Francesi intesero la prigionia +del re, più non fecero resistenza, e più non +cercarono che di salvare la propria vita; ma +i vincitori si mostrarono senza pietà, ed +in particolare quelli della guarnigione di +Pavia, che non ebbero parte nella battaglia +che quando i nemici erano in fuga, +uccidendo barbaramente coloro che i loro +commilitoni avevano vinti. Molti Svizzeri, +per sottrarsi al furore degli Imperiali, +gettaronsi nel Ticino, in cui, non sapendo +la maggior parte nuotare, miseramente +perirono. Bussì d'Amboise ricondusse sul +campo di battaglia la truppa che gli era +stata data per la guardia del campo, ma +fu dispersa da' Tedeschi di Frundsberg, +ed egli medesimo ucciso. Contaronsi tra +i morti Giacomo di Chabanes, Lescuns, +maresciallo di Foix, Aubignì, il conte +di Tonnerre, una ventina de' più grandi +signori di Francia, e circa otto mila soldati. +Trovavansi tra i prigionieri il re +di Navarra, il bastardo di Savoja, Anna +<span class="pagenum"><a id="Page_147"></a>[147]</span> +di Montmorencì, Francesco di Borbone, +conte di san Paolo, Filippo di Chabot, +Laval, Chandieu, Ambricourt, Fleuranges, +Federico da Bozzolo, due Visconti, e +moltissimi altri signori. Gl'imperiali non +avevano perduti che settecento uomini<a class="tag" id="tag140" href="#note140">[140]</a>. +</p> + +<p> +Il duca d'Alenson, cognato del re, +che aveva il comando della retroguardia, +abbandonò i suoi equipaggi, e si ritirò +nel Piemonte con una celerità che fece +grandissimo torto alla sua riputazione, +onde egli morì bentosto accorato di dolore +e di vergogna. Il conte di Clermont, che +comandava nell'isola del Ticino, passò +il Gravellone, si fece tagliare i ponti alle +spalle, e ritirossi in buon ordine. Teodoro +Trivulzio, alla prima notizia dell'infelice +fine della battaglia, evacuò immediatamente +Milano, e ritirossi per il lago +Maggiore senz'essere inquietato da' nemici. +Prima che terminasse il giorno in +cui si diede la battaglia, i Francesi marciavano +già da tutte le parti per uscire dal +<span class="pagenum"><a id="Page_148"></a>[148]</span> +ducato di Milano, senza che gl'imperiali +pensassero ad inseguirli. Questi adunavano +il ricchissimo bottino che fu per +loro il frutto della vittoria, e pensavano +a porre in luogo sicuro il loro prigioniere, +che deposero sotto una stretta guardia +nel castello di Pizzighettone, prodigandogli +per altro la testimonianza del loro rispetto +e della loro compassione<a class="tag" id="tag141" href="#note141">[141]</a>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_149"></a>[149]</span> +</p> + +<h2> +CAPITOLO CXVI. +</h2> + +<div class="blockquote"> +<p> +<i>Inquietudine e pericoli delle potenze d'Italia; +progetto di una lega fra di loro +per difesa della propria indipendenza; +vi si associa il Pescara, poi li tradisce, +e spoglia de' suoi stati il duca +di Milano. — Francesco I ricupera la +libertà in conseguenza del trattato di +Madrid.</i> +</p> + +<p class="center"> +1525 = 1526. +</p> +</div> + +<p> +La battaglia di Pavia e la prigionia di +Francesco I atterrirono le potenze italiane. +Fin allora avevano queste creduto di contare +qualche cosa di per sè, e di potere +farsi rispettare o temere, senza aver +bisogno di nulla esporre nel terribile +giuoco della guerra. Fidando nella loro +politica abilità e nell'antica loro riputazione, +si erano persuase che i due +principi rivali s'indebolirebbero vicendevolmente +in una lunga guerra, e +che giugnerebbe l'istante in cui esse +si porrebbero tra di loro colle proprie +forze ancora intere, e gli obbligherebbero +ad evacuare l'Italia. Tutt'ad un tratto +s'accorsero, per la sconfitta di Francesco I, +<span class="pagenum"><a id="Page_150"></a>[150]</span> +che si trovavano in balìa del vincitore, e che +il di lui spossamento medesimo, gl'infiniti +debiti ond'era caricato, il disordine delle +di lui finanze e l'indisciplina delle di lui +truppe che chiedevano invano i soldi arretrati, +non facevano che accrescere il loro +pericolo. Esse si trovarono disarmate, con +ai loro confini una numerosa armata, +vittoriosa, affamata, e che non aveva +che troppo contratta l'abitudine di conculcare +tutti i diritti delle genti, e di +non avere rispetto alcuno nè per i nemici +nè per gli amici. +</p> + +<p> +I più vicini al pericolo erano i Veneziani; +ma non per questo i più esposti, +perchè erano i soli che in Italia avessero +tenuta in piedi un'armata ben pagata, ben +disciplinata ed in istato di farsi rispettare. +Avevano mille uomini d'armi, seicento cavaleggieri +e dieci mila fanti<a class="tag" id="tag142" href="#note142">[142]</a>. Vero è +che la timida politica del senato, non +meno che il carattere del suo generale +il duca d'Urbino, teneva sempre quest'armata +lontana dalle battaglie. A qualunque +partito fosse associato, il duca +non faceva che marciare e prendere nuove +posizioni, ma non giugneva mai al tempo +della battaglia. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_151"></a>[151]</span> +</p> + +<p> +Dopo terminate le guerre eccitate dalla +lega di Cambrai, i Veneziani, spossati +dalle spese enormi che avevano sostenute +per difendersi, dalla ruina delle loro più +industri e fertili province, dalla nuova direzione +che le scoperte de' Portoghesi +avevano fatto prendere al commercio, e +dalla diminuzione delle pubbliche entrate +cagionata da questi diversi motivi, sforzavansi +di riparare in silenzio alle loro +perdite; evitavano di compromettersi, per +non dare la misura delle loro forze; e si +coprivano sotto il manto dell'antica riputazione. +Per altro un segreto disordine +aveva viziate le più nobili parti dello stato. +In tempo della passata disastrosa guerra, +il senato per far danaro aveva dovuto +vendere le magistrature, i governi delle +città, gl'impieghi di giudicatura e la nobiltà +che dava il diritto di entrare nel +sovrano consiglio. Per tali pratiche il potere +erasi trovato spesse volte affidato a mani +indegne di esercitarlo. Molti privilegj commerciali, +monopolj, esenzioni di tasse +avevano avuta la medesima origine, ed +il commercio e le finanze dello stato ne +provavano i funesti effetti. I Veneziani +cercavano di non essere in vista, di non +essere nominati, di non parere attivi in +verun affare, perchè effettivamente lo +<span class="pagenum"><a id="Page_152"></a>[152]</span> +stato loro altro non era omai che l'ombra +dell'antica potenza, onde temevano di +venire ad una singolare lotta nella quale +il loro avversario avrebbe sentito che non +combatteva che con una fantasma senza +corpo. +</p> + +<p> +Secondo in potenza dopo i Veneziani +era lo stato della chiesa, il quale poteva +egualmente considerarsi come una repubblica; +ed inoltre ravvisavansi diversi esterni +rapporti di forma tra l'un governo e +l'altro. A Venezia un doge elettivo presiedeva +ad un collegio di nobili, siccome +a Roma un pontefice elettivo presiedeva +ad un collegio di preti. Nell'uno e nell'altro +stato la suprema potenza veniva rappresentata +da un monarca a vita; era nell'uno +e nell'altro limitata da un'aristocrazia, +senza che il popolo avesse la più piccola +parte nell'uno o nell'altro governo. +</p> + +<p> +Ma l'aristocrazia veneziana era composta +di uomini che, consacratisi dalla +loro fanciullezza a' pubblici affari, facevano +del governo lo studio della loro +vita, e non potevano sperare di guadagnare +la stima de' loro compatriotti, +e di ottenere i loro suffragj nelle elezioni, +che in ragione dei talenti che +mostravano nella carriera degl'impieghi. +Per lo contrario lo stato della chiesa +<span class="pagenum"><a id="Page_153"></a>[153]</span> +veniva governato da uomini essenzialmente +e costantemente inesperti degli affari che +dovevano decidere. Non era già per abuso +o a caso che il papa ed i cardinali ignoravano +affatto l'arte della guerra, dell'amministrazione +civile e della politica; +anzi era soltanto per abuso che talvolta si +trovavano in istato di soddisfare alle loro +funzioni. Quanto più santamente avevano +corsa la carriera della loro professione, +quanto più dovevano la loro elevazione +alle sole virtù del loro stato, tanto più per +dovere e per coscienza dovevano tenersi +lontani dagl'interessi mondani. La monarchia +elettiva e costituzionale della +chiesa è probabilmente l'unico stato al +mondo, in cui l'essenziale condizione dell'elegibilità +pel primo magistrato, sia quella +di essersi in tutta la sua vita tenuto affatto +lontano dalle funzioni cui viene chiamato +ad assumere. +</p> + +<p> +Perciò il governo di Venezia, nel lungo +corso di quattordici secoli, s'illustrò colla +sua prudenza; ed il governo della chiesa, +in un periodo poco meno lungo, diede +continue prove d'inesperienza e d'incapacità. +Molti papi, molti cardinali mostrarono +sommi talenti nella politica esterna, +nell'arte delle negoziazioni e degli +intrighi, in cui più d'una volta avevano +<span class="pagenum"><a id="Page_154"></a>[154]</span> +avuta occasione d'istruirsi ne' capitoli dei +conventi. A quest'abilità la chiesa andò +debitrice delle sue conquiste e del suo +progressivo ingrandimento. Ma forse non +si trovò un solo papa che fosse buon +amministratore, un solo che prosperar +facesse l'agricoltura, l'industria, il commercio, +la popolazione negli stati da lui +dipendenti, un solo che vi stabilisse savie +leggi, o vi mantenesse una buona +giustizia. Perciò di mano in mano che +un nuovo stato veniva sottomesso al dominio +della chiesa, svanivano tutte le +prerogative che l'avevano fin allora distinto, +desso cessava in certo qual modo di +esistere per l'Italia, conciossiachè perdeva +la propria indipendenza, e non pertanto +nulla aggiugneva alla potenza dei papi. +</p> + +<p> +Clemente VII, che allora regnava, sentiva +più che veruno de' suoi predecessori +la propria debolezza, la propria impotenza. +Egli ne poteva incolpare in parte ciò ch'era +stato fatto prima del suo pontificato, ed +in parte i suoi proprj difetti. Le insensate +prodigalità di Leon X avevano anticipatamente +dissipate tutte le entrate della +chiesa. Leone s'era valso de' suoi capitali e +delle sue entrate come colui che non aveva +nè famiglia, nè successori; non aveva +pensato che al presente; erasi compiaciuto +<span class="pagenum"><a id="Page_155"></a>[155]</span> +nell'accarezzare progetti giganteschi, senza +tenersi i modi di eseguirli; ed era morto +opportunamente nel momento in cui aveva +terminato di consumare gli ultimi suoi +mezzi. +</p> + +<p> +Adriano VI non aveva, in tempo della +sua breve amministrazione, arrecato verun +riparo ai disordini del predecessore, e Clemente +VII le cui province erano ruinate +e il tesoro esausto, trovavasi in su le spalle +una dispendiosa guerra. Cercò di apportare +qualche rimedio a tanto disordine +con una talvolta sordida economia, piuttosto +che con una buona amministrazione. +Non corresse gli abusi, non impedì i +rubamenti, non soppresse i monopolj; +ma sottrasse tutto il danaro destinato ai +pubblici lavori, abolì le pensioni, ristrinse +gli assegnamenti de' funzionarj dello stato, +il numero de' soldati ed il loro soldo. +Ridusse questo a così piccola cosa, che +gli uomini d'armi non potevano alimentare +i loro cavalli, erano ridotti a miserissimo +stato, e tutti coloro che servivano +il papa erano apparecchiati ad abbandonarlo +tosto che loro si presenterebbe un +altro padrone. Spesso quell'avarizia onde +i sovrani vengono accusati dai loro cortigiani, +forma la felicità de' popoli; ma +quella di Clemente VII era la ripugnanza +<span class="pagenum"><a id="Page_156"></a>[156]</span> +di un usurajo a privarsi di uno scudo, +non il prudente calcolo di un padre di +famiglia. I preti erano stati aggravati da +insolite decime; erano state soppresse le +mercedi de' professori delle arti liberali, +e chiuse le borse de' collegj per i poveri +scolari. Il prezzo del frumento e del pane +era stato tre volte aumentato, non a motivo +del cattivo raccolto, ma per accrescere +i profitti della camera apostolica, che +ne appaltava il monopolio. Erano state +atterrate molte case sotto lo specioso pretesto +di abbellire le strade di Roma; ma +invece d'indennizzare i proprietarj di quelle, +il papa gli aveva lasciati esposti all'insolenza, +ai capricci, alle ruberie degl'ispettori +di que' lavori<a class="tag" id="tag143" href="#note143">[143]</a>. +</p> + +<p> +Clemente VII era accusato come il +solo autore de' patimenti del popolo, e non +pertanto questi erano in gran parte dipendenti +dalle prodigalità di Leon X; ma gli +uomini non erano abbastanza giusti per risalire +alle cause del disordine: benedivano +la memoria di un papa che aveva +goduto e fatto godere dissipando le pubbliche +finanze, e detestavano il successore +che voleva con poca accortezza riparare +<span class="pagenum"><a id="Page_157"></a>[157]</span> +un male non fatto da lui. Pochi papi +erano stati odiati tanto dal popolo quanto +Clemente VII; egli fu tanto più severamente +giudicato, che maggiori erano +state le speranze che si erano concepite +della bontà del suo governo. La sua +prudenza, che gli aveva procurata l'universale +considerazione, non parve in +pratica che astuzia e raffinamento; e +inutile gli si rese la sua conoscenza del +mondo e degli affari, perchè mancavano +al suo carattere decisione per appigliarsi +ad una risoluzione, e fermezza per mantenerla. +</p> + +<p> +La repubblica fiorentina, che altro più +non era che una provincia sottomessa +alla casa de' Medici, parve da principio +affezionarsi al governo di Clemente VII, +a cagione del vantaggioso confronto con +quello di Lorenzo, duca d'Urbino, che lo +aveva preceduto; ma bentosto i difetti di +Clemente si erano renduti più sensibili, e +le di lui buone qualità erano scomparse: la +memoria dell'antica libertà, quella dell'amministrazione +del Savonarola e di Pietro +Soderini si andavano ravvivando nel cuore +dei Fiorentini, ed i cittadini, senza poter +prevedere gli avvenimenti, senza rendersi +conto di ciò che desideravano, si andavano +rallegrando di tutti gl'imbarazzi, +<span class="pagenum"><a id="Page_158"></a>[158]</span> +di tutte le calamità che opprimevano il +capo dello stato, sperando di vedere alla +fine scossa la di lui autorità<a class="tag" id="tag144" href="#note144">[144]</a>. +</p> + +<p> +I Veneziani ed il papa deploravano +egualmente la propria sventura d'avere +affidate le loro speranze, e tutte le +eventualità d'indipendenza per l'Italia, +non ad una nazione, ma ad un uomo; +di modo che la contraria fortuna di quest'individuo +decideva della loro esistenza, +e, sto per dire, di quella dell'Europa. +Infatti non era stata battuta a Pavia la +nazione francese, ma il re; se Francesco +I non fosse caduto prigioniere, o se, +venuto in mano ai nemici, non fosse stato +risguardato come comprendente in sè +solo tutto lo stato, la sconfitta di Pavia +non avrebbe avuta cosa alcuna che la +diversificasse da tant'altre battaglie guadagnate +o perdute, nel corso de' trent'anni +precedenti, senza che decidessero in verun +modo della sorte degl'imperj. Era stata +sconfitta un'armata di circa ventimila +uomini, e la perdita, stando ai più +alti calcoli, ammontava ad otto mila; +ma questi, ad eccezione di mille, o +mille dugento uomini d'armi, non erano +<span class="pagenum"><a id="Page_159"></a>[159]</span> +Francesi; erano per lo più Svizzeri, Italiani +o della Bassa Germania. Eransi +perduti ricchi equipaggi, e bellissime artiglierie; +ma la Francia non era in verun +modo esausta, i suoi confini non +erano violati, ed erano ovunque coperti +dalle naturali loro fortificazioni o da quelle +innalzate dall'arte. +</p> + +<p> +Non vi può essere sicurezza per una +monarchia militare, quando non vi si +riconosca come principio fondamentale, +che un re cessa d'essere re nell'istante +che vien fatto prigioniere; che il suo potere +passa legittimamente nelle mani del +suo successore, e che il nemico non tiene +in cattività un sovrano, ma soltanto un +uomo di elevato rango, la di cui taglia +non dev'essere mai pagata col sagrificio +degl'interessi della nazione. Se Francesco +I si fosse affrettato d'invocare questo +principio; se avesse riconosciuto che la +sovrana autorità risiedeva sempre in Francia, +e non nella sua persona; se, assoggettandosi +alla sua prigionia, non si +fosse mostrato premuroso d'uscirne o di +fare la pace; Carlo V in vista di questa +non curanza sarebbesi fatto premura di +trattare con lui, gli avrebbe accordate +più vantaggiose condizioni, e Francesco, +ricuperando forse più presto la sua libertà, +<span class="pagenum"><a id="Page_160"></a>[160]</span> +sarebbe risalito sul trono senza dover +poscia arrossire di aver violato i suoi giuramenti. +</p> + +<p> +Non era dunque vero che <i>tutto fosse +perduto, salvo l'onore</i>, come Francesco +I scriveva a sua madre, Luigia di +Savoja; il solo monarca era perduto, e +la monarchia non era altrimenti in pericolo, +che per risguardo di lui. I soldati +che avevano ottenuta la vittoria di Pavia, +sebbene arricchiti da un immenso bottino, +non volevano rinunciare ai loro soldi +arretrati; anzi li chiedevano più risolutamente +che mai, protestando che non +tornerebbero in campagna finchè non +ricevessero tutti i loro arretrati. In quest'intervallo +moltissimi di loro andavano +ogni giorno disertando per depositare la +loro preda in seno alle proprie famiglie; +gli altri, consumando in continue +feste e stravizj quanto avevano guadagnato, +disprezzavano ogni militare disciplina. +Giammai l'armata imperiale era +stata meno subordinata ai suoi generali, +giammai era stato più difficile +di farla tener dietro ai vantaggi che +di già aveva ottenuti. La guarnigione +di Pavia erasi portata all'eccesso d'impadronirsi +de' cannoni della piazza, di +fortificarvisi, e di dichiarare che più non +<span class="pagenum"><a id="Page_161"></a>[161]</span> +ubbidirebbe ai suoi ufficiali finchè non +fosse pagata; il rimanente dell'armata +pareva disposto a seguire quest'esempio, +ed ogni giorno scoppiavano parziali ammutinamenti<a class="tag" id="tag145" href="#note145">[145]</a>. +</p> + +<p> +La penuria dell'imperatore, il quale +possedeva la Spagna, i Paesi Bassi, l'America +e gran parte dell'Italia, che inoltre +disponeva a voglia sua delle forze e +delle entrate di suo fratello, l'arciduca +d'Austria, e degli stati dell'impero, è un +fenomeno che non può spiegarsi che pei +disordini della sua amministrazione. Senza +dubbio tra le province suddite molte +godevano grandi privilegj, e spesso gli +ricusavano i tesori ch'egli dissipava con +mano così prodiga. In tempo della spedizione +di Francia, le cortes di Castiglia +gli avevano rifiutata una sovvenzione +straordinaria di quattrocento mila ducati, +ch'egli aveva loro domandata; ma le +ordinarie entrate de' paesi i più ricchi, +i più industriosi dell'Europa, avrebbero +dovuto bastare per sostenere le spese di +una guerra trattata con così piccole armate, +quali erano le sue. I re di Castiglia, +<span class="pagenum"><a id="Page_162"></a>[162]</span> +di Arragona, di Granata, di Navarra, +di Sicilia, di Napoli; i sovrani +de' Paesi Bassi e quelli dell'Austria, avevano +tutti in diverse circostanze mantenute +armate egualmente numerose, e sostenute +spese tanto considerabili quanto quelle +ond'era caricato l'imperatore, sovrano +di tutti questi diversi stati. Altronde fra +questi stati molti non avevano costituzione, +nè assemblea rappresentativa; ed +il regno di Napoli e il ducato di Milano +dovevano assoggettarsi a tutti i carichi +che il vicerè o il duca Sforza loro imponevano +per conto dell'imperatore; e +così la maggior parte de' più piccoli stati, +sebbene indipendenti di nome, non potevano +rifiutarsi di pagare continue contribuzioni +di guerra. Ma in tutte le province +sulle quali stendevasi l'autorità di +Carlo V, si vedeva stabilire un sistema +distruttore di ogni economia politica. I +monopolj si moltiplicavano, la giustizia +era subordinata ad un'autorità arbitraria +e capricciosa; il commercio vincolato, +le proprietà incatenate dai fedecommessi, +l'ozio risguardato come onorevole, l'industria +come una macchia; e gli stati, +poc'anzi più floridi, trovavansi in breve +ridotti all'ultima miseria. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_163"></a>[163]</span> +I generali imperiali sentivano l'impossibilità +di condurre in Francia un'armata +insubordinata; diedero quindi alla +reggente ed a' suoi consiglieri tutto il +tempo di provvedere alla difesa del regno, +di cercare l'alleanza dell'Inghilterra, +di assicurarsi degli Svizzeri, e di concertarsi +cogli stati d'Italia; ma Francesco +I non supponeva nè pure che si potesse +resistere al nemico, dov'egli non +si trovava; e dopo la sua prigionia egli +risguardava la Francia come assolutamente +perduta; di già internamente rinunciava +a tutti i suoi progetti sull'Italia, +e non riponeva le sue speranze di terminare +la guerra che nella lealtà e nella +generosità del suo vincitore. Perciò affrettossi +di accordare al commendatore +Pennalosa, che portava in Ispagna all'imperatore +la relazione della battaglia di +Pavia, un passaporto per attraversare la +Francia, onde più sicuramente e più +presto arrivasse a quella corte; lo stesso +motivo gli fece in appresso dare orecchio +alle proposizioni del signore di Lannoy, +che voleva condurlo in Ispagna, promettendogli +che al primo abboccarsi con +Carlo V terminerebbero le sue pene<a class="tag" id="tag146" href="#note146">[146]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_164"></a>[164]</span> +</p> + +<p> +L'armata che il duca d'Albanì aveva +condotta verso il mezzogiorno dell'Italia, +era tuttavia intatta, e non aveva passati +i confini del regno, quando il duca ricevette, +presso Velletri, la notizia della +battaglia di Pavia e della prigionia del +re. Risolse all'istante di ritirarsi verso +Bracciano, onde porre la sua armata in +luogo sicuro, ne' feudi, ed in mezzo alle +fortezze degli Orsini affezionati alla Francia. +Ma i Colonna, che apertamente si +mostravano partigiani dell'imperatore, attaccarono +un corpo di truppe italiane +che andava a raggiugnere il duca d'Albanì +in vicinanze delle Tre Fontane, a +non molta distanza da Roma; lo inseguirono +fino entro Roma, ed uccisero i soldati +degli Orsini nel Campo di Fiore, +facendo in tal modo sentire al papa quanto +la sua autorità fosse poco rispettata, e +come la sua stessa persona poteva, quando +che fosse, facilmente cadere nelle mani +dell'uno o dell'altro partito. Frattanto +il duca d'Albanì continuò la sua ritirata +verso Bracciano, senza provare altri danni, +e la sua armata conservavasi sempre in +istato di farsi temere<a class="tag" id="tag147" href="#note147">[147]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_165"></a>[165]</span> +</p> + +<p> +In mezzo al turbamento che dava a +Clemente VII il disastro di Francesco I, +ed il sapere caduta in mano degl'imperiali +nel campo francese la sua corrispondenza +con quel re, la quale mostrava +apertamente la sua parzialità per il medesimo<a class="tag" id="tag148" href="#note148">[148]</a>, +le minacce de' generali imperiali +e le loro esorbitanti inchieste di sussidj +per l'armata, finalmente l'audacia dei +Colonna, il papa ripigliò un poco di coraggio +quando i Veneziani, che sentivano +egualmente i loro pericoli, gli proposero +di collegarsi per la comune sicurezza; di +farvi entrare il duca di Ferrara, i di cui +stati facevano che quelli della chiesa comunicassero +direttamente con quelli della +repubblica; di prendere in comune al +loro soldo dieci mila Svizzeri, e d'invitare +la reggente di Francia ad aggiugnere +alla loro armata il duca d'Albanì, e le +quattrocento lance che il duca d'Alenson +aveva ricondotte da Pavia. Gli rappresentavano +i Veneziani, che i generali imperiali, +non meno poveri che prima della +<span class="pagenum"><a id="Page_166"></a>[166]</span> +battaglia, e sprovveduti d'artiglieria di +munizioni e di carriaggi, non potevano +essere gran fatto formidabili, se le potenze +d'Italia si mettevano subito in situazione +di opporre loro una valida resistenza; +che se per lo contrario si dava loro +tempo, i più deboli potentati farebbero +la pace pagando contribuzioni, e somministrando +col danaro italiano il mezzo +di soggiogare l'Italia<a class="tag" id="tag149" href="#note149">[149]</a>. +</p> + +<p> +Ma mentre il papa dava orecchio a +queste proposizioni, e che di già occupavasi +di far entrare nella stessa lega il +re d'Inghilterra, ch'egli conosceva geloso +di Carlo V<a class="tag" id="tag150" href="#note150">[150]</a>, Niccolò di Schomberg, +suo segretario e consigliere, che aveva +mandato in Ispagna, tornò presso di lui +con proposizioni del vicerè di Napoli. +I generali imperiali, che volevano cavare +danaro da Clemente VII e da' Fiorentini, +avevano poste le loro truppe ai quartieri +d'inverno negli stati di Parma e di +Piacenza, abbandonando que' vassalli della +<span class="pagenum"><a id="Page_167"></a>[167]</span> +Chiesa a tutte le vessazioni d'una sfrenata +soldatesca. Mentre che i deputati di +Piacenza imploravano la protezione del +papa, il vicerè offriva la sua alleanza +e la garanzia dell'imperatore per la casa +de' Medici contro una somma di danaro. +Clemente VII, sempre irresoluto, sempre +privo di vigore, accettò queste proposizioni +che lo liberavano da una difficoltà +presente, e sospendevano il pericolo. Il +1.º di aprile segnò in Roma, senza l'intervento +de' Veneziani, un'alleanza tra +l'imperatore ed il duca di Milano da una +parte, e la Chiesa ed i Fiorentini dall'altra, +per la quale i Fiorentini dovevano +pagare cento mila ducati ai generali +dell'imperatore, ed altrettanti il papa, +ma quest'ultimo soltanto dopo che sarebbe +rimesso in possesso di Reggio e di +Rubbiera, che il duca di Ferrara aveva +rioccupate in tempo dell'interregno<a class="tag" id="tag151" href="#note151">[151]</a>. +</p> + +<p> +Tostocchè il papa si fu ricomperato a +prezzo d'oro, la predizione de' Veneziani +si trovò giustificata. I generali imperiali, +<span class="pagenum"><a id="Page_168"></a>[168]</span> +più non temendo gl'Italiani riuniti, pretesero +da cadauno stato spaventose contribuzioni +per pagare la loro armata. +Domandarono cinquanta mila ducati al +duca di Ferrara, quindici mila al marchese +di Monferrato, dieci mila ai Lucchesi, +quindici mila ai Sienesi, ma in +cambio autorizzavano questi ultimi a scuotere +la tirannide del monte de' Nove e +della famiglia Petrucci: mentre ancora +numeravasi il danaro, Girolamo Severini, +uno de' capi del partito della libertà, +ch'era stato mandato ambasciatore presso +il vicerè, uccise Alessandro Bichi, capo +dell'ordine de' Nove, che il papa aveva +indicato per presiedere al governo<a class="tag" id="tag152" href="#note152">[152]</a>. +Verso lo stesso tempo arrivarono per mano +dei banchieri genovesi ai generali imperiali +dugento mila ducati da lungo tempo +promessi; e l'armata fu pagata, perchè +tuttociò che mancava per saldare gli arretrati +venne somministrato dal duca di +Milano<a class="tag" id="tag153" href="#note153">[153]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_169"></a>[169]</span> +</p> + +<p> +Tostocchè le truppe furono pagate, i +generali imperiali cercarono di riandare i +contratti, in forza de' quali avevano ottenuto +il danaro. Riclamarono da' Fiorentini +venticinque mila fiorini oltre i +promessi. Invece di ritirare le loro guarnigioni +dallo stato della Chiesa, spedirono +altri soldati nel Piacentino per vivere a +discrezione presso gli abitanti; avevano +prese contraddittorie obbligazioni col papa +e coi duchi di Ferrara e di Milano. +Avevano promesso al primo la restituzione +di Reggio e di Rubbiera, di cui +avevano guarentito il possedimento al +secondo; e dopo avere con quest'esca +tratto Clemente VII ad alienarsi un principe, +la cui alleanza poteva riuscirgli vantaggiosissima +a motivo della posizione dei +di lui stati, della di lui ricchezza e della +di lui potente artiglieria, ricusarono poi di +sagrificarglielo. Avevano pure promesso al +papa, che in avvenire il ducato di Milano +consumerebbe il sale delle saline +di Cervia; ma in seguito ricusarono d'accordare +questa specie di gabella nel ducato +di Milano agli intraprenditori delle +saline della Chiesa. Frattanto, dopo avere +dichiarato che l'imperatore ricusava di +approvare questi due articoli, non vollero +restituire al papa il danaro che aveva +<span class="pagenum"><a id="Page_170"></a>[170]</span> +loro pagato in corrispettivo di tali vantaggi<a class="tag" id="tag154" href="#note154">[154]</a>. +</p> + +<p> +Nè Carlo V mostravasi di migliore +buona fede, nè dopo la vittoria mostravasi +più moderato de' suoi generali. Vero +è che nel primo istante in cui ricevette +il 10 di marzo a Madrid la notizia della +battaglia di Pavia ed una lettera scritta +di proprio pugno da Francesco I, vietò +con ipocrita umiltà di festeggiare un così +straordinario avvenimento con tripudj e +con fuochi di gioja, dichiarando che +questi segni d'allegrezza dovevano riservarsi +per le vittorie contro gl'infedeli. +Nello stesso tempo aveva manifestato il +suo ardente desiderio di ristabilire la pace +nella Cristianità, ed aveva protestato, +che ciò che più lo lusingava in questa +vittoria accordatagli era la certezza di +fare bentosto cessare lo spargimento del +sangue cristiano<a class="tag" id="tag155" href="#note155">[155]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_171"></a>[171]</span> +</p> + +<p> +Ma d'altra parte le proposizioni che +Carlo V fece fare da Buren, signore di +Roeux a Francesco I, mentre che questi +era tuttavia tenuto in Pizzighettone, mostravano +l'assoluta mancanza di generosità, +di compassione o di moderazione +pel suo rivale. Domandava non solo la +rinuncia di tutte le pretese del re sull'Italia +e su la Fiandra, ma inoltre la +cessione della Borgogna alla casa d'Austria, +e quella della Provenza e del Delfinato +al duca di Borbone, per farne, coi feudi +che di già aveva, un regno indipendente. +Per quanto Francesco I fosse ansioso di +uscire di prigionia, rispose di essere contento +di rimanervi finchè vivesse, piuttosto +che acconsentire allo smembramento della +Francia<a class="tag" id="tag156" href="#note156">[156]</a>. +</p> + +<p> +In pari tempo Carlo V cessò di mostrare +al cardinale di Wolsey i riguardi +che gli aveva fin allora usati. E per +tal modo si alienò quest'orgoglioso ecclesiastico, +che non tardò ad accrescere +in Enrico VIII una gelosia, che la grandezza +di Carlo V aveva di già fatta nascere +nel di lui animo. Dall'altro canto i generali +imperiali insistevano presso i Veneziani +<span class="pagenum"><a id="Page_172"></a>[172]</span> +per avere da loro cento mila ducati +in compenso de' sussidj cui si erano +obbligati per la difesa del ducato di Milano, +e che non avevano pagati nella +precedente guerra. I Veneziani ne avevano +offerti ottanta mila; ma perchè l'offerta +loro non fu accettata, ed ebbero +più sicuri indizj del malcontento del re +d'Inghilterra, si troncò la negoziazione, +e le due parti rimasero in libertà<a class="tag" id="tag157" href="#note157">[157]</a>. +</p> + +<p> +Quando il duca d'Albanì conobbe il +trattato di Clemente VII coll'imperatore, +giudicò inutile il trattenersi più lungamente +negli stati della Chiesa. Coll'assenso +del vicerè si fece prestare le galere +del papa, e vi si imbarcò per passare +in Francia con Renzo di Ceri, coll'artiglieria +che si era fatta dare da' Sienesi e +dai Lucchesi, con quattrocento cavalli, mille +Landsknecht e pochi Italiani, essendosi +sbandato il restante della sua armata<a class="tag" id="tag158" href="#note158">[158]</a>. +Ma nello stesso tempo erasi pure indebolita +assai l'armata del marchese di Pescara. +A misura che questi aveva pagati +i Landsknecht, gli aveva quasi tutti licenziati; +<span class="pagenum"><a id="Page_173"></a>[173]</span> +e perchè in Italia più non aveva +nemici da combattere, e non si sentiva +abbastanza forte per tentare un'invasione +in Francia, aveva voluto sollevare +il tesoro imperiale da uno, quanto +esorbitante, altrettanto inutile dispendio<a class="tag" id="tag159" href="#note159">[159]</a>. +</p> + +<p> +Frattanto tutta l'Italia fermentava; l'armata +imperiale sì sbandava, e forse avvicinavasi +l'istante in cui un vigoroso +sforzo de' partigiani della Francia poteva +mettere Francesco I in libertà. Ma il +vicerè di Napoli, signore di Lannoi, che +aveva saputo acquistarsi la confidenza +di Francesco, voleva approfittarne per +condurlo in Ispagna, sperando di attribuirsi +in tal maniera l'onore principale +della vittoria di Pavia. Fece sentire +al re che le esorbitanti condizioni presentategli +da Adriano di Buren erano state +concertate per accontentare il contestabile +di Borbone; ma che se Francesco poteva direttamente +trattare coll'Imperatore lontano +dal suo proprio suddito ribelle, troverebbe +in Carlo quella stessa generosità, ch'egli +medesimo avrebbegli mostrata, se Carlo +si fosse trovato nella presente sua condizione. +Accrebbe così il di lui desiderio +<span class="pagenum"><a id="Page_174"></a>[174]</span> +d'avere un abboccamento coll'imperatore, +e lo persuase a tenere il progetto affatto +segreto. Il Lannoi ottenne il consentimento +de' suoi due colleghi, perchè Francesco +I fosse tradotto a Napoli; e a questo +fine Francesco medesimo somministrò sei +galere francesi per trasportarvelo. Il 7 +di giugno Lannoi s'imbarcò col re a +Porto Fino presso di Genova, ed otto +giorni dopo lo sbarcò a Roses sulle coste +della Catalogna, senza che il contestabile +di Borbone ed il marchese di Pescara +avessero nemmeno sospettato che +si volesse sottrarre alla loro dipendenza +il prigioniere, che agli occhi stessi +dell'armata era il pegno delle sperate +ricompense<a class="tag" id="tag160" href="#note160">[160]</a>. +</p> + +<p> +Quando gli stati d'Italia seppero che +Francesco I era stato condotto in Ispagna, +e che aveva egli stesso desiderato di andarvi, +ben conobbero che nuovi pericoli +minacciavano la loro indipendenza. Il re +di Francia, con tanta premura di recarsi +presso il suo rivale, mostrava l'estremo +suo desiderio di trattare con lui. Bentosto +<span class="pagenum"><a id="Page_175"></a>[175]</span> +si seppe quali condizioni aveva fatte proporre +a Carlo V dal signore di Buren. +Offriva di sposare la regina di Portogallo, sorella +dell'imperatore, accontentandosi +per dote de' diritti che Carlo V poteva +avere sopra la Borgogna. Voleva in contraccambio +dare la propria sua sorella, la +duchessa d'Alenson, a Carlo, e con questa +tutti i suoi diritti sul regno di Napoli e sul +ducato di Milano. Dicevasi apparecchiato +a pagare al re d'Inghilterra enormi somme +per farlo rinunciare alle proprie pretese, +ed a Carlo, per sua taglia, la stessa somma +che aveva pagata il re Giovanni prigioniere +degl'Inglesi; finalmente offriva di +far accompagnare l'imperatore da una +flotta e da una possente armata francese, +allorchè questi andrebbe a Roma a prendere +la corona dell'impero; ciò che in +altri termini tornava lo stesso che promettergli +d'ajutarlo ad assicurarsi la sovranità +d'Italia<a class="tag" id="tag161" href="#note161">[161]</a>. +</p> + +<p> +Non eravi un solo principe in Italia, +il quale, dopo avere provata l'insolenza +e le vessazioni de' ministri imperiali, potesse +contemplare senza terrore il giogo +<span class="pagenum"><a id="Page_176"></a>[176]</span> +sotto cui stava per cadere la comune +patria. Giunto era l'istante di fare un +estremo sforzo per l'indipendenza italiana, +che più non potrebbesi salvare quando i +due monarchi avessero riunite a di lei danno +le loro forze. Ma prima che il re di +Francia avesse trattato, pareva facil cosa +il far sentire a lui, alla reggente, ed ai +principi che con lei governavano, che +tornava meglio impiegare tutti i tesori +del regno per liberare il re colla forza +delle armi, di concerto con tutti gli stati +d'Italia, gli Svizzeri ed il re d'Inghilterra, +che prodigare quei medesimi tesori a +titolo di taglia al più costante nemico +della Francia, e somministrargli così i +mezzi d'incatenarli tutti quanti. Il papa e +la repubblica di Venezia, a nome di tutti +gli stati italiani, invitarono adunque la reggente +a mostrare fermezza ai negoziatori +di Carlo V, ed a rifiutare ogni vergognosa +condizione, accertandola che in +breve l'unione di tutta l'Europa basterebbe +forse, senza venire all'esperimento +delle armi, per costringere Carlo V a porre +il di lui figlio in libertà, purchè dal +canto suo ella volesse riconoscere e garantire +la libertà dell'Italia<a class="tag" id="tag162" href="#note162">[162]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_177"></a>[177]</span> +</p> + +<p> +Effettivamente non era la libertà dei +soli stati che dicevansi tuttavia indipendenti, +ma quella di tutta l'Italia che i +ministri di Clemente VII, di concerto col +senato di Venezia, lusingavansi di far riconoscere. +Tutta l'Italia abborriva egualmente +il giogo di coloro che chiamava barbari; +tutta l'Italia sentivasi oramai legata +da un medesimo interesse, e pareva disposta +a fare unanimi sforzi per la propria +indipendenza. Francesco II Sforza, a nome +del quale era stato conquistato il ducato +di Milano, non aveva altro raccolto dal +sovrano potere che il triste privilegio +d'ascoltare il primo le lagnanze de' suoi +popoli, al quali egli non poteva in verun +modo apportare rimedio. Gli sgraziati +Lombardi, abbandonati a tutta la licenza +militare, dovevano a vicenda pagare enormi +contribuzioni, e ricevere a discrezione +nelle proprie case i soldati spagnuoli, il +di cui carattere avaro, dissimulato, orgoglioso, +era loro in particolar modo antipatico. +Ricorrevano al loro duca, di cui +avevano così ardentemente desiderato il +ritorno; ma questi, ben lungi dall'esercitare +<span class="pagenum"><a id="Page_178"></a>[178]</span> +l'autorità di un sovrano, era il +primo schiavo de' ministri e de' generali +dell'imperatore<a class="tag" id="tag163" href="#note163">[163]</a>. +</p> + +<p> +Sapeva Francesco Sforza che l'imperatore, +non abbastanza pago di averlo +ridotto al rango di semplice governatore +di provincia, aveva più volte posto +in deliberazione, se non dovesse levargli +il ducato di Milano per farne un dono a +suo fratello, l'arciduca Ferdinando d'Austria, +il quale desiderava di unire questo +stato ai suoi possedimenti di Germania. Sapeva +che questo progetto era senza dubbio +in cagione dell'affettata dilazione che apportavasi +nella corte di Madrid alla spedizione +dell'investitura del suo ducato; e perchè +trovavasi di già infermiccio, e non aveva +figliuoli, sembrava che, se l'imperatore +permettevagli di regnare, egli era soltanto +perchè sperava di raccogliere in breve, +dopo la sua morte, l'eredità. Quindi tosto +che il duca di Milano ed il suo confidente +e principale ministro, il cancelliere +Moroni, si furono assicurati che la +reggente rinuncierebbe a nome di suo +figliuolo alle sue pretese sulla Lombardia, +<span class="pagenum"><a id="Page_179"></a>[179]</span> +che riconoscerebbe la casa Sforza, e si +obbligherebbe a mantenerla nella sua sovranità, +il duca entrò nella lega italiana, +ed il suo cancelliere ne diventò uno dei +più caldi promotori<a class="tag" id="tag164" href="#note164">[164]</a>. +</p> + +<p> +Infatti fu Girolamo Moroni che s'incaricò +di una difficile e dilicata negoziazione, +che doveva guadagnare alla +lega italiana un possente difensore. Egli +era stato testimonio dell'indignazione con +cui il contestabile di Borbone ed il marchese +di Pescara avevano ricevuta la notizia +della soperchieria di Lannoi; egli +conosceva la loro gelosia verso questo +favorito ministro di Carlo V, e gli aveva +uditi accusare con impeto il loro padrone +d'ingratitudine e d'ingiustizia. Il Borbone +si era affrettato di andare in Ispagna +per contrastare al vicerè il merito +della vittoria, che pareva volersi attribuire<a class="tag" id="tag165" href="#note165">[165]</a>, +ed il Pescara era rimasto solo in +Italia, incaricato del supremo comando. +Sebbene avesse questi adottati i costumi +<span class="pagenum"><a id="Page_180"></a>[180]</span> +ed i pregiudizj spagnuoli, che quasi sempre +parlasse castigliano, e si dolesse frequentemente +di non essere nato in Castiglia, +il Pescara era Italiano. La sua +famiglia, quella degli d'Avalos, erasi stabilita +nel regno di Napoli da quasi un secolo; +perciò il Moroni suppose che avesse +conservati i sentimenti d'un Italiano, il +desiderio di vedere la sua patria indipendente, +e che tale desiderio si risveglierebbe +in lui, se al risentimento, +che di già provava, vi si aggiugnesse +un'offerta così luminosa da superare +d'assai tutte le sue più ambiziose speranze<a class="tag" id="tag166" href="#note166">[166]</a>. +</p> + +<p> +Il Moroni, dopo avere incoraggiato il +Pescara ad esalare tutta la sua indignazione +contro l'imperatore, gli fece travedere +che non dipendeva che da lui di +dare compimento al voto, da tanto tempo +formato da tutta l'Italia, di cacciare tutti +i barbari dalla penisola; e che, in ricompensa +della sua cooperazione, il papa +ed i Veneziani erano pronti ad unirsi per +porre sul suo capo la corona di Napoli. +Il Pescara era violentemente irritato, +<span class="pagenum"><a id="Page_181"></a>[181]</span> +smisurata era la sua ambizione, il suo +carattere artificioso e non facilmente accessibile +agli scrupoli: egli accolse con +ardore le proposizioni del Moroni, o perchè +si abbandonasse alla speranza che +gli si presentava, o perchè avesse di già +in animo di farsi un merito presso l'imperatore +col tradire i suoi socj. Chiese +schiarimenti intorno alla trama in cui +volevasi farlo entrare, ed il Moroni, con +una confidenza contro la quale Giovan +Matteo Ghiberti, datario apostolico, l'aveva +invano posto in guardia, comunicò al +Pescara tutti i progetti de' congiurati<a class="tag" id="tag167" href="#note167">[167]</a>. +</p> + +<p> +L'armata imperiale, che occupava la +Lombardia, era pochissimo numerosa; tutti +i Tedeschi erano stati licenziati; degli +Spagnuoli molti si erano dispersi per +porre in luogo sicuro la preda fatta nell'ultima +campagna; altri avevano seguito +in Ispagna il vicerè, ed altri vi +avevano accompagnato il contestabile di +Borbone. Altre truppe non restavano in +Italia che quelle d'infanteria spagnuola +comandate da Antonio di Leiva, e pochi +fanti italiani. Il marchese di Pescara, supremo +<span class="pagenum"><a id="Page_182"></a>[182]</span> +comandante dell'armata imperiale, +poteva facilmente acquartierarla, in modo +che riuscisse facile il sorprendere separatamente +tutti que' soldati di cui crederebbe +di non potersi fidare, e disarmarli +o disfarsi di loro. Quando avrebbe esclusi +così gli stranieri dalla penisola, dovevano +bastare le forze d'Italia per chiuder loro +per sempre le porte: pure non si sarebbero +adoperate queste sole, perchè la Francia +e l'Inghilterra si dichiaravano garanti +della di lei indipendenza, e la Svizzera +aveva promessi i suoi soldati per difenderla<a class="tag" id="tag168" href="#note168">[168]</a>. +</p> + +<p> +A questi progetti il Pescara oppose +alcuni scrupoli, mostrandosi desideroso +di vederli dissipati. Come feudatario del +regno di Napoli, riconosceva, diss'egli, +che il papa era il supremo suo signore, e +che l'imperatore non era che il suo signore +diretto; tuttavolta bramava d'essere +assicurato dall'autorità de' canonisti e de' +giureconsulti, se gli ordini di chi aveva +la suprema signoria bastavano a dispensarlo +dall'ubbidienza al signore diretto; +<span class="pagenum"><a id="Page_183"></a>[183]</span> +e se il papa lo poteva sciogliere da un +giuramento militare, come da un ordinario +giuramento di vassallaggio; per ultimo +se il suo onore sarebbe in salvo, +ed in riposo la sua coscienza, quando +avesse preso parte alla trama che gli +veniva proposta contro il suo padrone. +Per avere tali schiarimenti spedì a Roma +il genovese Domenico Sauli, uno de' più +caldi partigiani dell'indipendenza italiana, +incaricandolo di abboccarsi col papa e col +suo datario. La corte di Roma sapeva con +quanta facilità poteva dissipare gli scrupoli +del Pescara; ma stava ancora dubbiosa +sul conto della di lui buona fede; onde +gli mandò il romano Menteboni, uno +de' confidenti del Datario, per iscandagliarlo +ancora, mentre il cardinale Accolti +ed il giureconsulto Angelo Cesi +scrivevano a nome del papa dei trattati +per tranquillizzare la coscienza del generale<a class="tag" id="tag169" href="#note169">[169]</a>. +</p> + +<p> +Nello stesso tempo gli agenti della corte +di Roma lavoravano in ogni parte per +dare esecuzione ad un progetto così bene +concertato. Enrico VIII, re d'Inghilterra, +<span class="pagenum"><a id="Page_184"></a>[184]</span> +aveva fatte a Carlo V le più esorbitanti +domande dopo la battaglia di Pavia: egli +ne voleva per sè quasi tutti i frutti, e +chiedeva che gli si dessero la maggior +parte delle province di quella Francia +di cui i suoi predecessori, dopo Enrico +V, chiamavansi re. Queste esagerate +domande non si facevano da Enrico +VIII, che per ottenere un rifiuto dall'imperatore, +e aver così un pretesto +di corrucciarsi con lui<a class="tag" id="tag170" href="#note170">[170]</a>. In fatti egli +aveva di già accolte le proposizioni della +corte di Roma, che voleva ravvicinarlo alla +Francia, e renderlo favorevole alla +indipendenza italiana; egli era entrato +ne' progetti comunicatigli da Girolamo +Ghinucci, auditore apostolico, e nunzio +alla sua corte: aveva mandato a +Roma il vescovo di Bath ed il cavaliere +di Casale, per trattare col papa; onde i +confederati tenevansi sicuri del di lui +appoggio<a class="tag" id="tag171" href="#note171">[171]</a>. +</p> + +<p> +Il vescovo di Veruli, Ennio Filonardo, +nunzio del papa nella Svizzera, fino dall'undici +giugno, ma più apertamente il +<span class="pagenum"><a id="Page_185"></a>[185]</span> +primo di luglio, fu incaricato di scandagliare +la dieta elvetica, ed ogni cantone +in particolare intorno all'universale +desiderio degl'Italiani di armarsi per la +propria indipendenza; di far sentire agli +Svizzeri in quale pericolo si troverebbero +essi medesimi, se la casa d'Austria, +venendo a stabilirsi in Lombardia, circondasse +quasi da ogni lato i loro confini; +di esortarli a non perdere l'occasione +di riparare il loro onore militare, +crudelmente compromesso dalla cattiva +condotta delle loro truppe nelle quattro +ultime campagne; finalmente di porsi in +istato, di potere, quando ne avrebbe l'ordine, +far entrare otto o dieci mila Svizzeri +in Lombardia, col patto di portarsi, +ove il bisogno lo richiedesse, anche nel +regno di Napoli<a class="tag" id="tag172" href="#note172">[172]</a>. +</p> + +<p> +Finalmente Luigia di Savoja, reggente +di Francia, fece dichiarare a Venezia, +il 24 di giugno, per bocca di Lorenzo +Toscano, suo inviato segreto, che riconosceva +Francesco Sforza come duca di +Milano; che somministrerebbe all'Italia +possenti ajuti, ove questa si determinasse +<span class="pagenum"><a id="Page_186"></a>[186]</span> +a scuotere il giogo; e che pagherebbe +agli alleati, come sussidio, quaranta mila +scudi al mese fin che durerebbe la guerra. +A fine di proseguire queste negoziazioni, +ella mandò ambasciatore a Venezia +il conte Luigi di Canossa, vescovo +di Bayeux, uno de' più destri diplomatici +fra gl'Italiani ch'erano allora ai servigj +della Francia, e presso la santa sede, +Alberto Pio, conte di Carpi, fratello +del conte di Canossa. Nè l'uno nè l'altro +di questi negoziatori erano muniti +di pieni poteri onde conchiudere, e per +più settimane minuziose difficoltà impedirono +la soscrizione degli articoli convenuti. +Sigismondo Sanzio, segretario del +conte di Carpi, fu spedito in poste a +Parigi con tutti i trattati, onde farli approvare +dalla corte; ma Sanzio venne +assassinato da alcuni ladri, mentre, attraversando +il territorio di Brescia, si +dirigeva per la Svizzera alla volta della +Francia. Non ricevendo da lui nessuna +notizia, la corte di Roma credette alcun +tempo che gli Spagnuoli, fattolo arrestare, +non si fossero impadroniti di tutta la sua +corrispondenza, e ne fu altamente atterrita; +ciò per altro non era la sola +causa de' suoi timori. Il Ghiberti temeva +molto più ancora di essere tradito dalla +<span class="pagenum"><a id="Page_187"></a>[187]</span> +reggente; rincrescevagli oltremodo che le +fosse stato confidato il segreto della cooperazione +del Pescara, e pensava che +questa madre, impaziente di ridonare la +libertà a suo figliuolo, facilmente potrebbe +minacciare gli Spagnuoli di una insurrezione +generale dell'Italia, far loro conoscere +quanto vicino fosse il momento dell'esplosione, +ed ottenere da loro, in vista +di cotale imminente pericolo, che +suo figliuolo, il quale era già apparecchiato +di far loro grandissimi sagrifizj, +venisse riposto in libertà sotto moderate +condizioni<a class="tag" id="tag173" href="#note173">[173]</a>. +</p> + +<p> +Sembra cosa fuori di dubbio che questo +timore del Ghiberti si verificasse. La +duchessa d'Alenson, sorella di Francesco +I erasi recata in Ispagna per negoziare +un trattato di pace, una delle cui +basi doveva essere il suo proprio matrimonio +con Carlo V, e quello di Francesco +I con Eleonora di Portogallo. È probabilissimo +che a fine di meglio riuscire, +la duchessa non temette di compromettere +il segreto delle potenze italiane; almeno +<span class="pagenum"><a id="Page_188"></a>[188]</span> +seppesi in Roma, verso la metà +di settembre, che Carlo V aveva avuto +avviso delle offerte fatte al marchese di +Pescara, come pure di tutte le particolarità +della negoziazione intavolata colla Francia. +La corte di Roma sospettava successivamente +tutti i suoi alleati, e tutti +forse potevano a buon diritto esserle sospetti: +aveva sentito a dire che il Moroni +ed il Pescara non aveano mostrato +d'entrare nella cospirazione, se non per +mettere a prova i principi italiani; ma +la corte di Roma comprendeva assai bene +che il Pescara, onde conservarsi la confidenza +dell'imperatore, e condurre a buon +fine i suoi progetti, era stato egli medesimo +costretto di dare alla sua corte quegli +avvisi, che altri pure nel medesimo +tempo le davano; e finchè tali avvisi +erano confusi, finchè non erano seguiti +da niuna misura di precauzione, si potevano +assai bene conciliare colla condotta +d'un cospiratore. La condotta tenuta +dalla Francia era molto più sospetta; +e il datario, in parecchie lettere dirette +al vescovo di Bayeux, ne manifestò vivissimo +risentimento<a class="tag" id="tag174" href="#note174">[174]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_189"></a>[189]</span> +</p> + +<p> +Egli è impossibile di sapere se il Pescara +siasi da principio impegnato di buona +fede nella cospirazione italiana, oppure +se, come lo asserì poscia egli medesimo, +non vi entrasse che per isvelarla all'imperatore. +Diversi avvenimenti, occorsi durante +la negoziazione, furono causa forse +che cangiasse divisamento; egli prese +gran parte all'agitazione cagionata dalla +repentina sparizione di Sigismondo Sanzio, +e potè credere alcun tempo che le +sue carte fossero venute alle mani di +Antonio de Leiva; ebbe contezza dell'andata +della duchessa d'Alenson a Madrid, +e dei progetti della Francia: oltre +a ciò fu avvisato forse delle prime +rivelazioni fatte dalla duchessa, ed approfittò, +per passare dalle parti di cospiratore +a quelle di spia, delle confuse e +mal certe informazioni, che, per sua +propria sicurezza, aveva di già date all'imperatore. +Finalmente circa alla medesima +epoca Francesco Sforza infermò +gravemente; e nel mentre che gli stati +italiani chiedevano alla Francia di riporre +in libertà Massimiliano, fratello di Francesco, +e di assicurargli il possedimento +del ducato di Milano, che voleano guarentire +alla casa Sforza, il Pescara si lusingò +forse d'ottenere egli medesimo dall'imperatore, +<span class="pagenum"><a id="Page_190"></a>[190]</span> +in guiderdone di un eminente +servigio, questa sovranità, che la morte +allora toglieva al presente possessore. Egli +è certo almeno che giunse a tanta bassezza, +di eccitare alla ribellione, per poscia +tradirli, coloro stessi che offrivano +d'esporre gli averi e la persona per servirlo. +Dopo avere comunicato all'imperatore, +per mezzo del suo segretario Giovanbattista +Castaldi, il segreto della congiura, +egli continuò le sue conferenze +col Moroni, coi ministri del papa e +de' Veneziani, onde impegnare ciascuno +de' socj a compromettersi separatamente<a class="tag" id="tag175" href="#note175">[175]</a>. +</p> + +<p> +Francesco II Sforza ricevette frattanto, +nel mese d'agosto, l'investitura del ducato +di Milano, spedita da Carlo V; ma +vincolata ad onerosissime condizioni. Egli +doveva versare nel primo anno cento +mila ducati alla camera imperiale, ed obbligarsi +a pagarne altri cinquecento mila +a termini più lontani; oltre a che doveva +costringere d'ora innanzi tutto il Milanese +a provvedersi di sale alle saline +<span class="pagenum"><a id="Page_191"></a>[191]</span> +dell'arciduca Ferdinando d'Austria, e ciò +era un abbandonare a questo principe straniero +la gabella più importante degli stati +di Milano<a class="tag" id="tag176" href="#note176">[176]</a>. Francesco Sforza accettò +questa investitura, e oltre alle somme +enormi ch'egli aveva già consegnate ai +generali imperiali, pagò ancora cinquanta +mila ducati a conto di quella che gli era +recentemente domandata; ma la sua malattia, +che peggiorò molto in breve tempo, +e manifestavasi con sintomi tali che +davano assai da temere, ritardò tutte +le misure degli alleati. Alla morte di +Francesco Sforza, la quale era da tutti +creduta imminente, il di lui feudo doveva +cadere all'imperatore. Il Pescara +mostrò ai congiurati, che, in vista di +cotale avvenimento, egli non si potea +dispensare dal raccorre le guarnigioni +spagnuole sparse in Lombardia, e dal +chiamarvi inoltre due mila landsknecht; +per cui era forza d'abbandonare il pensiero +di opprimere a un tratto l'armata +imperiale. Il Moroni, cui erasi cercato di +rendere sospetto il Pescara, aveva fino allora +risposto, ch'egli sarebbe stato sempre +padrone di arrestarlo nel castello di +<span class="pagenum"><a id="Page_192"></a>[192]</span> +Milano con tutti i capitani imperiali, ove +quel generale avesse voluto abbandonare +la causa italiana<a class="tag" id="tag177" href="#note177">[177]</a>. +</p> + +<p> +Un altro avvenimento ancora teneva +sospesi i congiurati; seppesi bentosto che +Francesco I, cruciato oltremodo di non +avere potuto nel corso di due mesi ottenere +un abboccamento con Carlo V, era +caduto gravemente ammalato nel castello +di Madrid, e pareva, anche a dire dei medici, +non dovere ormai vivere che pochi +giorni. La di lui morte avrebbe privato +a un tratto Carlo V di tutti i vantaggi +ch'egli avea creduto ritrarre dalla +battaglia di Pavia; perciò l'imperatore, +temendo per la vita del suo prigioniero, +erasi affrettato di visitarlo, aveagli dato le +più lusinghiere speranze, e s'era mostrato +vicinissimo a riconciliarsi con lui. Da un +momento all'altro un trattato di pace +poteva essere sottoscritto fra questi due +monarchi, e desso avrebbe rotte tutte le +precauzioni della lega, ponendo, per +quanto era da supporsi, l'Italia nell'assoluta +dipendenza dell'imperatore<a class="tag" id="tag178" href="#note178">[178]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_193"></a>[193]</span> +</p> + +<p> +Ma i due ammalati, della vita de' quali +omai disperavano tutti, risanarono; ed il +Pescara fu assalito dalla malattia che dovea +prima di due mesi strascinarlo al sepolcro. +Egli però non volle aspettare più +tardi a levarsi la maschera dal volto; la +sua lentezza e la sua apparente irresoluzione +aveano di già inquietato non poco +gli alleati italiani<a class="tag" id="tag179" href="#note179">[179]</a>. Dal canto loro gli +ufficiali spagnuoli s'erano accorti delle +pratiche che si andavano maneggiando +intorno a loro; e Antonio di Leyva aveva +pubblicamente minacciato di fare uccidere +il Moroni, che i suoi compatriotti +odiavano a morte<a class="tag" id="tag180" href="#note180">[180]</a>. +</p> + +<p> +Il 14 d'ottobre, il marchese di Pescara, +che sentivasi già oppresso da grave +malattia, invitò il cancelliere Moroni a +venirlo a trovare nel castello di Novara, +dove risiedeva. Il Moroni, tenuto da +tutti pel più astuto, pel più diffidente, +pel più doppio degli Italiani, non istimava +il marchese, ed avealo più volte +<span class="pagenum"><a id="Page_194"></a>[194]</span> +rappresentato come il più perfido e crudele +fra gli uomini: diceva che qualora +avesse dovuto arrestarlo, avrebbe approfittato +dell'istante in cui questo generale +visitava il duca ammalato nel castello di +Milano; pure si lasciò prendere egli medesimo +in simigliante insidia. Venne al +marchese, che giaceva ammalato nel castello +di Novara; entrò di bel nuovo in +tutte le particolarità del suo progetto per +disperdere i soldati spagnuoli, sorprenderli, +svaligiarli o assassinarli. Il Pescara, che +lo interpellava, aveva fatto nascondere +Antonio di Leyva dietro una tappezzeria, +onde potesse udire la loro conversazione. +Quando il Moroni uscì dalla stanza, fu +arrestato e condotto nel castello di Pavia, +ove si recò in breve anche il Pescara +per interrogarlo come giudice intorno ad +una cospirazione, nella quale era fino +allora egli medesimo entrato come complice<a class="tag" id="tag181" href="#note181">[181]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_195"></a>[195]</span> +</p> + +<p> +Il Pescara, coll'arrestare il Moroni e +col cominciare con pubblicità il di lui +processo, aveva soprattutto in vista di +compromettere il duca di Milano, e di +somministrare occasione all'imperatore di +dichiararlo scaduto dal suo feudo. Egli +aveva di già guarnigione in Lodi ed in +Pavia; ma, onde porre in sicurezza l'armata +ch'egli comandava, chiese ancora +al duca la consegna di Cremona, di Trezzo, +di Lecco e di Pizzighettone. Il duca, +gravemente ammalato, e che aveva perduto +col suo grande cancelliere Moroni +il più fermo appoggio del suo carattere, +e tutta la prudenza del suo consiglio, +cedette senza resistenza. Il Pescara, dopo +essersi fatte consegnare queste piazze, +dimandò ancora che gli fosse data in +mano la fortezza di Cremona, e che il +duca, al quale concedeva per abitazione +la fortezza di Milano, non gl'impedisse di +circondare la medesima con opportuni trinceramenti, +e di cominciare tutte le fortificazioni +necessarie a metterlo in grado di +eseguire senza ritardo gli ordini che riceverebbe +dall'imperatore. Francesco Sforza +ricusò queste nuove domande, e non volle +nè anche dare in consegna al Pescara nè +il suo proprio segretario, Giannangelo +Ricci, nè Poliziano, segretario del Moroni. +<span class="pagenum"><a id="Page_196"></a>[196]</span> +Non aveva avuto tempo di raccorre +se non che pochi viveri nel castello di +Milano; nulla meno vi si rinchiuse coraggiosamente +con ottocento fanti scelti, +e quando gli Spagnuoli cominciarono ad +aprire le trincee per assediarlo, fece fuoco +sopra i lavoratori<a class="tag" id="tag182" href="#note182">[182]</a>. +</p> + +<p> +L'occupazione del ducato di Milano +sbigottì tutti i consiglj delle potenze d'Italia; +le pratiche loro col Moroni erano +palesi, ed esponevanli a tutta la vendetta +dell'imperatore, nel tempo ch'essi non +erano ancora apparecchiati a fargli la +guerra. A quest'epoca il protonotaro Caraccioli, +ambasciatore di Carlo V a Venezia, +offriva di accettare, sotto condizione +che la repubblica rientrasse nell'alleanza +imperiale, gli ottanta mila ducati +che il senato erasi mostrato disposto di +pagare in compenso di que' sussidj che +la repubblica medesima avrebbe dovuto +somministrare nell'ultima guerra. Ma per +grande che fosse il pericolo in cui trovavasi +la repubblica di Venezia, ella non +si potè risolvere a fabbricarsi in tal modo +da se stessa le proprie catene, e il senato +<span class="pagenum"><a id="Page_197"></a>[197]</span> +ricusò di sottoscrivere, infino a tanto +che il ducato di Milano sarebbe occupato +dagl'Imperiali; conciossiachè, soggiugneva +esso, era appunto per impedire +la riunione di questo ducato agli stati di +un altro sovrano, già padrone del regno +di Napoli, che s'era impegnato per trent'anni +continui in tante guerre diverse. La +malattia del Pescara, che andava peggiorando +ogni giorno, impedì che le ostilità +tenessero dietro a questo rifiuto<a class="tag" id="tag183" href="#note183">[183]</a>. +</p> + +<p> +Nel medesimo tempo due uomini che +aveano macchiati coi tradimenti i più +rari talenti e un carattere che non era +privo di nobile grandezza, conobbero a +prova che il favore dei principi non è +sufficiente risarcimento alla perdita della +pubblica stima sagrificata per compiacer +loro. Il contestabile di Borbone era giunto +a Toledo il 14 novembre presso all'imperatore. +Egli era stato accolto da lui +colle maggiori dimostrazioni di stima e +d'amicizia, ed onorato siccome quegli che +doveva sposare la sorella del monarca ed +ascendere un giorno sul trono; ma quanto +erano grandi e molte le carezze che Carlo +V prodigavagli, altrettanto era umiliante +<span class="pagenum"><a id="Page_198"></a>[198]</span> +il dispregio in cui i nobili castigliani +mostravano di tenerlo. Quest'uomo, +che aveva venduto agli stranieri il proprio +suo re e la sua patria, non pareva loro +potere con nessuna virtù con niuno servigio +cancellare cotanta infamia; e quando +Carlo V dimandò al marchese di Villena +che volesse prestare il suo palazzo al +contestabile, questi rispose che non poteva +ricusar nulla al suo sovrano, ma +che, appena partito il Borbone, egli incendierebbe +colle sue proprie mani il +palazzo, siccome quello che sarebbe stato +infamato dalla presenza di un traditore<a class="tag" id="tag184" href="#note184">[184]</a>. +</p> + +<p> +Dall'altro canto il Pescara, che, per +conciliarsi più sicuramente il favore di +Carlo V, erasi avvilito a ciò che v'ha +di più abjetto nella condotta d'una spia, +a corrompere egli medesimo coloro che +voleva denunciare, era divenuto bersaglio +dell'orrore e del disprezzo di tutti +gl'Italiani che aveva traditi. Nato nel +casato catalano d'Avalos, già venuto nel +regno di Napoli e domiciliatovisi con Alfonso +I, egli aveva cominciato i suoi +primi fatti d'armi alla battaglia di Ravenna, +nella quale era stato fatto prigioniero. +<span class="pagenum"><a id="Page_199"></a>[199]</span> +D'allora in poi erasi trovato presente +a tutte le guerre d'Italia, e benchè +non oltrepassasse i trentasei anni, +aveva acquistata grandissima esperienza; +erasi distinto col suo ingegno inventore, +la sua attività, il suo coraggio, i suoi +stratagemmi; avea saputo rendersi caro +all'infanteria spagnuola, cui comandò +lungo tempo, e soleva dire che gli rincresceva +di non essere nato piuttosto in +Ispagna che in Italia. In quell'epoca medesima +egli era oppresso da una malattia +che non aveva diligentemente curata, e +morì in Milano il 30 di novembre, nel +mentre che Vittoria Colonna, sua moglie, +celebre nella letteratura, era partita in +tutta fretta da Napoli per venirlo ad assistere, +e non aveva ancora oltrepassato +Viterbo<a class="tag" id="tag185" href="#note185">[185]</a>. +</p> + +<p> +La morte del Pescara accrebbe il coraggio +de' Veneziani, e di tutti coloro +che in Italia volevano assicurare coll'armi +la propria indipendenza: supponevano +che l'armata imperiale fosse tanto più +<span class="pagenum"><a id="Page_200"></a>[200]</span> +indebolita da una perdita così grande, che +il contestabile di Borbone e il vicerè Lannoy +erano assenti entrambi; perciò sollecitavano +il papa di sottoscrivere, mentre +Francesco Sforza era ancora padrone del +castello di Milano, una lega necessaria +per salvare l'Italia dall'assoluta schiavitù +che la minacciava. La reggente di Francia +prometteva di sovvenir loro cinquecento +lance francesi e quaranta mila ducati +al mese, i quali bastavano ad assoldare +diecimila Svizzeri; e nel medesimo +tempo doveva cominciare la guerra sulle +frontiere della Spagna per impedire a +Carlo V di mandare soccorsi in Italia. +Enrico VIII, che verso il finire di +agosto aveva sottoscritta colla reggente +un'alleanza difensiva, e che aveavi messa +per condizione ch'ella non abbandonerebbe +nessuna provincia del regno per +riscattare suo figliuolo, facevasi mallevadore +delle promesse cui si obbligava il +governo francese. Il papa e i Veneziani, +de' quali il primo trattava anche a nome +de' Fiorentini, ed i secondi a nome anche +del duca di Ferrara, dovevano somministrare +a spese comuni mille ottocento +uomini d'armi, due mila cavaleggieri e +venti mila fanti; la flotta veneziana, +unita alla francese, doveva attaccare contemporaneamente +<span class="pagenum"><a id="Page_201"></a>[201]</span> +Genova o il regno di +Napoli<a class="tag" id="tag186" href="#note186">[186]</a>. +</p> + +<p> +Ma un progetto così difficile e così +pericoloso da eseguirsi avrebbe incusso +timore anche ad un uomo di carattere +più fermo e deciso, che non lo era Clemente +VII. Questi, dacchè era salito sul +trono, avea delusa l'aspettazione di tutti +coloro che credevano conoscerlo; e dava +allora a divedere che se l'amministrazione +sua era stata gloriosa durante il regno di +suo cugino Leon X, ciò doveasi attribuire +molto più alla fermezza e risoluzione +di Leone, che all'abilità sua nel +servirlo. Sempre indeciso, e pronto a disdirsi, +sbigottito sempre dagli ostacoli quando +s'appigliava ad una risoluzione, e dimenticandosi +allora di tutti quelli per cui +aveva abbandonata la risoluzione contraria, +egli fluttuava sempre fra partiti estremi, +lasciava passare il momento d'agire, +e quand'era poi costretto a decidersi, +ora si abbandonava da disperato a ciò +che riguardava come una fatalità, ora +cedeva alle sollecitazioni dei suoi ministri, +<span class="pagenum"><a id="Page_202"></a>[202]</span> +senza essere per altro persuaso di +quelle ragioni che per avventura gli allegavano. +Questa irrisoluzione veniva accresciuta +ancora dalla scissione manifestatasi +nel suo più intimo consiglio. Erano +confidenti di Clemente VII frate Nicola +di Schomberg, dominicano tedesco, creato +dal papa arcivescovo di Capoa, e Giovan +Matteo Ghiberti, che occupava la +carica di datario apostolico; Clemente +operava il più delle volte dietro i consiglj +di costoro. Ma il Schomberg aveva +abbracciato con zelo il partito dell'imperatore; +e il Ghiberti, quantunque riponendo +poca fiducia nella Francia, ed +amaramente lagnandosi del difetto di discrezione +e di fede di questa corte, voleva +unirsi a lei per difendere l'indipendenza +italiana; costoro non temevano di dare +la maggiore pubblicità alle loro contese, +e le loro alternative vittorie scemavano il +credito del papa. Questi erasi finalmente +risolto a sottoscrivere la lega proposta; +tutti gli articoli erano già convenuti, ed +era pure giunto il giorno fissato alla conclusione, +quando sentendo egli arrivato +a Genova il commendatore Errera con +muove proposizioni dell'imperatore, sospese +ogni cosa per sentirle<a class="tag" id="tag187" href="#note187">[187]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_203"></a>[203]</span> +</p> + +<p> +Questi articoli erano tali da lusingare +Clemente, e ciò s'era procurato a bella +posta per distorlo da un'alleanza che +Carlo V temeva. Gli si promettevano la +restituzione di Reggio e Rubbiera, il mantenimento +di Francesco Sforza nel ducato +di Milano, ed ove questi morisse senza +eredi, la cessione del ducato medesimo +al contestabile di Borbone, che Clemente +VII aveva imprudentemente proposto +egli stesso, sebbene poscia si fosse di leggieri +avveduto che questo ducato non +sarebbe meno dipendente dall'imperatore, +qualora venisse tra le mani del Borbone, +di quello che lo sarebbe se governato +fosse da un vicerè; ma presto si potè conoscere +che questa proposizione artificiosa +era un'insidia tesa al papa. Benchè Carlo +V avesse avuto avviso già da due +giorni dell'arresto del Moroni e della +spogliazione del duca di Milano, egli +però non ne faceva alcun cenno negli +articoli che presentava, onde aver campo +di potere dichiarare in seguito, che tali +avvenimenti, venuti posteriormente alla +<span class="pagenum"><a id="Page_204"></a>[204]</span> +sua saputa, cambiavano lo stato degli +affari, e che il prevaricamento del duca +di Milano, dovendo essere dietro le leggi +imperiali punito almeno colla morte civile, +lasciava aperta la successione del +duca, e piena libertà all'imperatore d'investirne +immediatamente il duca di Borbone<a class="tag" id="tag188" href="#note188">[188]</a>. +</p> + +<p> +Gli ambasciatori imperiali promettevano +di far correggere quest'ommissione, +e stipulare la guarenzia del ducato di +Milano in que' termini stessi che il papa +vorrebbe dettare; ma chiedevano due mesi +di tempo per ricevere risposta dalla Spagna, +e volevano che fino a quell'epoca +Clemente VII non s'impegnasse in nessun +modo coi loro nemici. Il papa comprese +di leggieri non esser altro cotale dimanda +se non che un'astuzia diretta a guadagnar +tempo; ma dimostrò a' suoi consiglieri +che poteva accordare senza nulla perdere +il termine richiesto. Egli giudicava con +molta accortezza che un trattato, da lui +sottoscritto prima che il re di Francia +fosse posto in libertà, non sarebbe che +uno spauracchio di cui la reggente approfitterebbe +<span class="pagenum"><a id="Page_205"></a>[205]</span> +per ottenere dall'imperatore +la libertà di suo figliuolo, e ch'ella porrebbe +sempre fra le sue prime offerte +l'abbandono de' suoi nuovi alleati d'Italia. +Ma s'egli invece lasciava che la reggente +trattasse come potrebbe coll'imperatore, +non eravi quasi più dubbio che +le condizioni di questi non fossero intollerabili, +e non fossero in conseguenza +quasi immediatamente violate. Dall'abuso +della vittoria doveva necessariamente nascere +una nuova guerra; e tornava assai +più conto agl'Italiani trattare con Francesco +impaziente di vendicarsi, anzi che +con Francesco mercanteggiante ancora +per la propria libertà<a class="tag" id="tag189" href="#note189">[189]</a>. +</p> + +<p> +Tale era lo stato delle negoziazioni al +principio del 1526. Carlo V poteva a sua +scelta o, trattando con moderazione Francesco +I, obbligarselo coi benefizj, e lasciandogli +la Francia intatta, persuaderlo +ad abbandonare l'Italia alle armi imperiali; +o al contrario, accontentando gli +stati italiani, tranquillandoli intorno ai +suoi progetti di monarchia universale, e +sciogliendo così la loro lega, ed assicurandosi +dell'amicizia loro, spingere poscia +i suoi vantaggi contro la corona di Francia +<span class="pagenum"><a id="Page_206"></a>[206]</span> +e spogliarla di alcune province. Ognuno +di questi progetti era suggerito ed +appoggiato da alcuno de' consiglieri di +Carlo: ma egli, che per più capi somigliava +al suo avo Massimiliano, che, siccome +usava quest'ultimo, non misurava +giammai i suoi progetti colle sue forze, +e dimenticavasi che il denaro gli veniva +meno quasi sempre nel primo mese di +ogni campagna, s'appigliò egli solo a un +terzo partito più gigantesco degli altri +due: ciò era di stendere contemporaneamente +il suo scettro sull'Italia e sulla +Francia, di assicurarsi del ducato di Milano, +di ridurre all'ubbidienza il papa e +i Veneziani, chiusi entrambi allora nei +suoi stati, e di strappare nel medesimo +tempo di mano a Francesco I alcuna +delle migliori province del di lui regno<a class="tag" id="tag190" href="#note190">[190]</a>. +</p> + +<p> +Formato cotale divisamento, l'imperatore, +a malgrado dell'opposizione costante +del suo gran cancelliere Mercurio Gattinara, +dettò al suo prigioniero il trattato +di Madrid, che fu sottoscritto il 14 di +gennajo del 1526. Il re, impaziente della +sua cattività, e riguardandosi a cagione +della violenza che gli si faceva, sciolto +<span class="pagenum"><a id="Page_207"></a>[207]</span> +da quegli impegni cui si obbligava, acconsentì +a quasi tutto ciò che gli venne +dimandato. Abbandonò all'imperatore il +ducato di Borgogna, il contado di Charolois, +le signorie di Noyers e di Castel-Chinone, +il viscontado d'Ausonna e la +terra di san Lorenzo; rinunciò alla signoria +della Francia sui contadi di Fiandra +e d'Artois; s'obbligò pure a rendere +al duca di Borbone, e a tutti i ribelli +che lo avevano seguito, le loro terre, i +loro feudi e le signorie loro. Nel mentre +ch'egli sagrificava in questo modo diritti +così importanti della corona di Francia, +abbandonava anche i suoi alleati alla cupidigia +dell'imperatore. Prometteva di ridurre +Enrico d'Albretto, fatto ancor egli +prigioniere alla battaglia di Pavia, ma sottrattosi +poscia alla cattività in grazia dell'ardimento +del suo paggio, a rinunciare al +nome e alle armi di re di Navarra; cedeva +all'imperatore tutte le sue pretese +sul regno di Napoli, il ducato di Milano, +Genova ed Asti, e prometteva di +somministrargli truppe di terra e di mare, +che l'accompagnassero in Italia, quando +andrebbe a pigliare la corona imperiale; +con che esprimeva chiaramente che lo ajuterebbe +a soggiogare il papa, i Veneziani, +i Fiorentini, i duchi di Milano e di +<span class="pagenum"><a id="Page_208"></a>[208]</span> +Ferrara, nuovi alleati del re, che soli +potevano, colla resistenza che avessero +per avventura voluto opporre, far nascere +il bisogno di un'armata imperiale in Italia +all'istante dell'incoronazione. A guarenzia +di questo trattato Francesco I doveva +sposare Eleonora, regina di Portogallo, +sorella dell'imperatore, e il Delfino +sposare Maria, figliuola di Carlo V. Ad +onta però di questa unione delle due famiglie, +il re dovea consegnare come ostaggi +all'imperatore due de' suoi figliuoli, onde +assicurare l'osservazione del trattato, che +egli medesimo oltre a ciò era tenuto di +ratificare, tostocchè sarebbe libero, nella +prima città del suo regno<a class="tag" id="tag191" href="#note191">[191]</a>. +</p> + +<p> +A tali condizioni Francesco I fu rilasciato +in cambio de' suoi due figliuoli, il giorno +18 marzo 1526, in una barca legata nel +mezzo del fiume Andaye, il quale divide +Fontarabia da Bajonna. L'Italia, +consapevole delle clausole e dell'esecuzione +<span class="pagenum"><a id="Page_209"></a>[209]</span> +di questo trattato, stette tutta tremante +in aspettazione delle prime operazioni +del re di Francia, onde vedere se +egli aveva in animo di osservare le sue +promesse, e di condannarla così a perpetua +schiavitù<a class="tag" id="tag192" href="#note192">[192]</a>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_210"></a>[210]</span> +</p> + +<h2> +CAPITOLO CXVII. +</h2> + +<div class="blockquote"> +<p> +<i>Lega degl'Italiani per difendere la loro +indipendenza. Sono abbandonati dalla +Francia, e mal serviti dal duca d'Urbino; +crudeltà degl'Imperiali in Lombardia. +Clemente VII sorpreso nel Vaticano +dai Colonna è forzato di acconsentire +ad una tregua, che poi viene +da lui violata.</i> +</p> + +<p class="center"> +1526. +</p> +</div> + +<p> +L'Italia mai non erasi mostrata tanto +disposta ad armarsi per la propria indipendenza +come nell'istante in cui le fu +noto il trattato di Madrid. L'espulsione +dei barbari era il voto di tutti gli stati, +di tutte le province, di tutte le condizioni: +e di questo nome di barbari, che +gl'Italiani davano allora ad una voce agli +oltremontani, non eransi giammai in altri +tempi renduti più meritevoli tutti i +popoli che guastarono la bella Italia ne' +trent'anni che precedettero quest'epoca. +La civiltà aveva, a dir vero, fatti +progressi nelle corti e nelle capitali dei +principi oltremontani; ma la barbarie regnava +tuttavia tra la generalità dei popoli, +<span class="pagenum"><a id="Page_211"></a>[211]</span> +ed in particolare nelle armate. Giammai +tanta cupidigia, tanta crudeltà, tanta +perfidia non eransi a gara mostrate dalle +diverse nazioni. Giammai le città non +erano state più frequentemente e più inumanamente +saccheggiate; giammai i contadini +ridotti a tale eccesso di disperazione. +Dall'una all'altra estremità d'Italia, +ogni provincia aveva più d'una volta +sperimentata l'asprezza de' comandanti +stranieri, l'insolenza e la rapacità dei +soldati. La Sicilia, la di cui antica costituzione +non veniva più rispettata, dacchè +il suo monarca regnava sopra la +metà dell'Europa, era così insofferente +del giogo spagnuolo, che il timore de' supplicj +non bastava a frenare i cospiratori, +tenuti ubbidienti soltanto dalla continua +forza che gli opprimeva. Il regno di Napoli, +dopo avere lungo tempo sofferto il +giogo francese, era ridotto a desiderarlo, +dacchè i soldati spagnuoli, accantonati +senza paga nelle loro campagne, rifacevansi +sugl'infelici contadini delle ruberie +dei tesorieri reali; dacchè i vicerè opprimevano +il commercio coi monopolj, moltiplicavano +gli asili accordati ai facinorosi, +e non si prendevano verun pensiero della +giustizia. Lo stato della Chiesa, ruinato +dall'inquieto carattere di tre pontefici che +<span class="pagenum"><a id="Page_212"></a>[212]</span> +si erano succeduti con eguale ambizione, +piagneva tuttavia le perfidie di Alessandro +VI, quando Giulio II e Leon X vi +chiamarono nuovi sciami di stranieri. La +lunga guerra di Pisa aveva lasciata nella +desolazione metà della Toscana; e nel +sacco di Prato quest'industriosa contrada +aveva imparato a conoscere l'avarizia e +la crudeltà degli Spagnuoli. In tutta l'estensione +degli stati veneziani non si trovava +un piccolo distretto che non avesse +avuto triste esperimento della brutalità +de' Tedeschi, e che nelle guerre eccitate +dalla lega di Cambrai non fosse stato più +volte saccheggiato. Genova era stata di +fresco abbandonata al sacco degli Spagnuoli +dal marchese di Pescara. Gli stati di +Ferrara, che sì lungo tempo aveano tentata +l'ambizione di Giulio II e di Leone X, +erano stati irrigati di sangue, e quelli di +Mantova esposti ai medesimi guasti. Più +sventurata di tutte le altre province, la +Lombardia non aveva mai cessato d'essere +il teatro della guerra dopo la prima +spedizione di Carlo VIII; presa più volte +e ripresa dai Francesi, dagli Spagnuoli, +dai Tedeschi, dagli Svizzeri, non sapeva +quale di questi barbari popoli dovesse +più abborrire. Il Piemonte ed il Monferrato, +senz'essere in guerra per proprio +<span class="pagenum"><a id="Page_213"></a>[213]</span> +conto, n'erano ogni anno il teatro, e gli +sventurati loro abitanti venivano puniti +da un partito per essere stati esposti alle +violenze di un altro. In questo universale +stato di patimenti, di cui nulla presagiva +il fine, gl'Italiani, poichè non potevano +sperar pace, invocavano almeno +una guerra nazionale, una guerra nella +quale combattessero e soffrissero per la +loro libertà, per la loro indipendenza, +per un governo scelto da loro, e non +per passare dalle mani di un padrone +che detestavano a quelle di un altro +egualmente abborrito. +</p> + +<p> +Le circostanze presenti non sembravano +meno favorevoli alla liberazione dell'Italia +di quel che lo fosse questa generale disposizione +degli spiriti. Lo spogliamento +di Francesco Sforza aveva disvelata l'insaziabile +ambizione di Carlo V e corrucciati +tutti i sudditi di questo sventurato +principe, allora assediato nel castello di +Milano; e non ve n'era un solo che +non si credesse chiamato ad impugnare +le armi per difendere un sovrano riconosciuto +da tutta l'Europa, ed in favore +del quale erano stati conchiusi tanti trattati. +In fatti universale era il fermento e +le insurrezioni anche in Milano giornaliere, +mentre l'armata dell'imperatore, +<span class="pagenum"><a id="Page_214"></a>[214]</span> +indebolita dalle diserzioni, mancante di +munizioni, mal pagata, e per le continue +sue vessazioni diventata l'oggetto +dell'odio universale, lungi dal poter resistere +ad un attacco straniero, non sembrava +pure in istato di potersi sostenere +contro gli abitanti del paese. +</p> + +<p> +Di quest'epoca Carlo V aveva sposata +Isabella di Portogallo, che gli aveva recata +in dote la prodigiosa somma di novecento +mila ducati; vale a dire quanto +abbisognava per mantenere un anno un'armata +di venti mila uomini di milizia +svizzera, che di tutte era la più dispendiosa; +ma tale era il disordine delle finanze +dell'imperatore, che anche in tale +circostanza aveva trovata la maniera di +essere senza danaro. La ribellione dei contadini +che aveva cominciato nella Svevia, +e che minacciava tutto l'impero, aveva +acceso il fuoco nella Germania. La Spagna +non si era per anco riavuta dall'ultima +sua guerra civile, nè ancora mostravasi +prontamente ed interamente ubbidiente +al monarca. L'Ungheria, che +ne' due precedenti secoli aveva presa tanta +parte nelle cose dell'Italia, più non poteva +abbadarvi, essendo costretta a sostenere +sola, per la difesa della Cristianità, +il terribile peso della guerra de' +<span class="pagenum"><a id="Page_215"></a>[215]</span> +Turchi; ed il giovane Lodovico II, re +d'Ungheria e di Boemia, diede il 29 di +agosto di questo stesso anno la fatale battaglia +di Mohacz, in cui perì colla maggior +parte della sua nobiltà, porgendo così +occasione a Ferdinando, fratello di Carlo +V, di raccogliere quelle due corone, +ma nello stesso tempo richiamando tutta +la sua attenzione verso i confini de' Turchi<a class="tag" id="tag193" href="#note193">[193]</a>. +Gli altri, potentati posti in guardia +dall'ambizione di Carlo V, vedendolo nello +stesso tempo minacciare col trattato di +Madrid l'Italia e la Francia, desideravano +che gl'Italiani si rendessero indipendenti, +ed erano disposti a soccorrerli. Il re di +Francia rinunciava a' suoi pretesi diritti +sul Milanese e sul regno di Napoli; ed +il re d'Inghilterra eccitava il papa a farsi +capo di una lega, che assicurasse colla +libertà del suo paese quella dell'Europa. +</p> + +<p> +Ma perchè un paese possa liberarsi +dal giogo degli stranieri, d'uopo è che i +suoi popoli si accostumino alla milizia, +e che i suoi capi non manchino di risolutezza: +e queste due qualità mancavano +<span class="pagenum"><a id="Page_216"></a>[216]</span> +agl'Italiani. La fanteria comune levata +nel paese era universalmente riconosciuta +inferiore alla tedesca, alla spagnuola, alla +svizzera. Non è perciò che non si fossero +veduti particolari corpi, formati da buoni +capitani, uguagliare in valore le migliori +truppe d'Europa: Federico da Bozzolo, +Renzo di Ceri e Giovanni de' Medici, +avevano dato alle loro bande italiane una +riputazione confessata da tutte le nazioni; +ma la maggior parte de' fanti, assoldati +mensilmente e licenziati alla fine d'ogni +campagna non potevano pareggiarsi a +quelle truppe scelte. Altronde il carattere +de' soldati non indicava quello della massa +del popolo. Le persone di mala vita, i +vagabondi, gli assassini, erano quasi i +soli che si lasciassero persuadere ad entrare +nelle armate; i contadini non avevano +veruna abitudine al servizio, ed i +borghesi erano ancora più timidi. Quasi +in ogni luogo i sudditi dello stato erano +disarmati; e se qualche governo aveva +avuto la saviezza d'arrolare e d'esercitare +le sue milizie, mancando lo spirito +militare nei capi, non poteva diffondersi +nella massa del popolo. Per tal modo l'ordinanza +de' Fiorentini, ch'era forse la milizia +d'Italia e la meglio organizzata, era +<span class="pagenum"><a id="Page_217"></a>[217]</span> +diventata un continuo oggetto di ridicolo +a cagione della sua viltà. +</p> + +<p> +Ma più che il coraggio militare alle +truppe, mancava il coraggio di spirito +ai governi. Quello che in addietro animava +i consiglj della repubblica fiorentina, +più non trovavasi in veruna parte +d'Italia. I Veneziani erano famosi per +conto della loro prudenza, ma il loro sistema +riducevasi a salvare il presente a +spese dell'avvenire, a sottrarsi con destrezza +alle difficoltà, e ad aspettare soccorso +dal tempo. Dopo avere lungo tempo +fatta buona prova, doveva all'ultimo necessariamente +produrre disastri. Clemente VII, +la di cui profonda politica era stata lungamente +ammirata quando era consigliere +di Leon X, e quando credevasi ch'egli +avesse tutto calcolato e tutto preveduto, +mancava essenzialmente di risoluzione. +Nè egli sapeva prendere opportunamente +un partito, nè sostenerlo con costanza; +scioccamente sagrificava per avarizia i +suoi mezzi di difesa; e quand'erasi in +tal modo dato in mano de' nemici, era +solito d'entrare per pusillanimità in impegni +contrarj ai suoi interessi. +</p> + +<p> +Non pertanto i Veneziani ed il papa +erano le sole potenze che ancora conservassero +in Italia il sentimento della loro +<span class="pagenum"><a id="Page_218"></a>[218]</span> +indipendenza; e loro toccava il dirigere +l'ultimo sforzo a pro della libertà italiana. +Essi lo sentivano, e non abbandonarono +i progetti formati in tempo della cattività +di Francesco I; e quando lo seppero +tornato ne' suoi stati, si affrettarono di spedire +a Parigi i loro ambasciatori sotto colore +di felicitarlo, ma in sostanza per iscandagliare +le sue disposizioni, dissuaderlo +dall'osservanza del trattato di Madrid, e +piuttosto consigliarlo ad entrare con loro +in una lega, che porrebbe limiti all'ambizione +ed alle usurpazioni dell'imperatore<a class="tag" id="tag194" href="#note194">[194]</a>. +</p> + +<p> +Gli ambasciatori del papa e di Venezia +non tardarono a conoscere le disposizioni +del re. Lagnavasi egli altamente +della violenza che gli si era fatta per costringerlo +a sottoscrivere il trattato di Madrid, +e dell'estrema durezza usata a suo +riguardo. Andava replicando che il giuramento +a cui era stato astretto, era meno valido +assai e meno solenne che non quello +della sua consacrazione, col quale erasi +<span class="pagenum"><a id="Page_219"></a>[219]</span> +obbligato verso i suoi sudditi a non ismembrare +la Francia. Sua madre e sua sorella, +madama d'Alenson, le di cui negoziazioni +in Ispagna erano tornate vane, +professavano i medesimi principj. I grandi, +non meno che il popolo, sembravano +impazienti di lavare l'affronto ricevuto +dal loro re; ed in pari tempo i ministri +francesi si affrettavano di dichiarare agli +ambasciatori italiani, che, rinunciando oramai +ad un'ambizione ch'era riuscita fatale +alla Francia, essi più non muovevano +pretese nè sopra Milano, nè sopra Napoli, +e soltanto desideravano che quelle +province non ingrandissero i possedimenti +d'un monarca rivale, ma che l'Italia +tutta fosse libera e scuotesse ogni giogo +straniero<a class="tag" id="tag195" href="#note195">[195]</a>. +</p> + +<p> +Queste assicurazioni sembravano proprie +ad affrettare la conclusione della +lega italiana, che, secondo i desiderj di +Francesco I, trattavasi in Francia, affinchè +gli ambasciatori inglesi vi potessero +più facilmente intervenire: ma coloro +che meglio penetravano nell'animo +del re avrebbero potuto avvedersi che il +<span class="pagenum"><a id="Page_220"></a>[220]</span> +suo coraggio, la confidenza nella propria +fortuna e la sua ambizione erano stati +domati dalla sventura: che oramai non +desiderava che la pace; che si affretterebbe +di ricuperare a qualunque altissimo prezzo +i figliuoli dati in ostaggio; e che, quando +Carlo V non gli chiedesse lo smembramento +della Francia, e rinunciasse +a privarlo della Borgogna, Francesco +dal canto suo non farebbe difficoltà di +sagrificare l'indipendenza d'Italia; di +modo che quando stringeva gl'Italiani ad +associarsi a lui, non facevalo che per potere +trattare egli stesso poscia con maggior suo +vantaggio, e vendere a più caro prezzo +l'abbandono de' suoi alleati<a class="tag" id="tag196" href="#note196">[196]</a>. +</p> + +<p> +Francesco I aveva adunati a Cognacco +i principi ed i notabili del regno; gli +aveva consultati intorno al trattato che +aveva sottoscritto, e ricevuta la loro +dichiarazione, ch'egli non aveva il diritto +di alienare la Borgogna. Gli stati +di questa provincia avevano protestato +contro la loro separazione dal regno; e +Francesco, da che trovavasi in libertà, avea +rifiutato al signore di Lannoi, vicerè di +<span class="pagenum"><a id="Page_221"></a>[221]</span> +Napoli, che l'aveva seguito, di ratificare +il trattato di Madrid. Poco dopo questo rifiuto, +il 22 di maggio del 1526, sottoscrisse +un trattato d'alleanza con Clemente VII, +i Veneziani e Francesco Sforza, il quale +trattato, per essere il papa capo della +confederazione, fu chiamato <i>la santa +lega</i><a class="tag" id="tag197" href="#note197">[197]</a>. +</p> + +<p> +Lo scopo di questa lega era quello di far +mettere in libertà i figli di Francesco I +contro il pagamento di una taglia; di +far restituire il ducato di Milano a Francesco +Sforza, e la contea d'Asti colla +sovranità abituale di Genova al re di +Francia. Se Carlo V ricusava queste +condizioni, i confederati, per costringerlo +ad accettarle, obbligavansi ad unire +in Italia a spese comuni un'armata di +due mila cinquecento uomini d'armi, +tre mila cavaleggieri e trenta mila fanti, +mentre due armate francesi penetrerebbero, +una in Lombardia e l'altra in Ispagna. +Nello stesso tempo i confederati dovevano +<span class="pagenum"><a id="Page_222"></a>[222]</span> +attaccare il regno di Napoli con una +flotta di ventotto galere veneziane e pontificie. +Dopo averne cacciati gli Spagnuoli, +il papa doveva disporre di questo regno +a favore di un principe italiano, il quale +pagherebbe al re di Francia, in tacitazione +de' suoi diritti, un annuo canone di settantacinque +mila fiorini<a class="tag" id="tag198" href="#note198">[198]</a>. +</p> + +<p> +I confederati sentivano la necessità di +non perdere tempo a far avanzare le +loro truppe in soccorso dell'infelice duca +di Milano, che, assediato nel castello della +sua capitale, aveva dichiarato di non +avere vittovaglie per tutto il mese di +giugno<a class="tag" id="tag199" href="#note199">[199]</a>. Le violenze esercitate in Milano +dalle truppe spagnuole vi avevano +eccitata una sollevazione; ma sebbene il +duca ne approfittasse per fare una sortita, +non aveva trovati apparecchiati nè +soccorsi, nè munizioni, ed era stato +forzato a rientrare nel castello senza avere +ottenuto verun vantaggio. Dal canto suo il +popolaccio si era trattenuto a saccheggiare +<span class="pagenum"><a id="Page_223"></a>[223]</span> +la corte vecchia in cui risiedeva il tribunale +criminale, e dato così tempo agli +Spagnuoli di porsi sulle difese. Non pertanto +Antonio di Leiva, che li comandava +di concerto con Alfonso d'Avalos, marchese +del Guasto, e cugino del Pescara, +conoscendo il pericolo della sua situazione, +promise ai Milanesi per calmarli, +che farebbe uscire di città tutte le +truppe strettamente non necessarie all'assedio +del castello<a class="tag" id="tag200" href="#note200">[200]</a>. Intanto altri Spagnuoli +taglieggiavano gli stati di Parma +e di Piacenza, e la stessa autorità +del pontefice veniva o disprezzata o attaccata +dagli agenti dell'imperatore<a class="tag" id="tag201" href="#note201">[201]</a>. +</p> + +<p> +In fatti il papa ed i Veneziani si affrettarono, +anche prima che si conchiudesse +la lega, di porsi in istato di agire. +Il duca d'Urbino, generale dei Veneziani, +si avanzò sull'Adda con tutti i suoi uomini +d'armi, e sei mila fanti italiani; +Guido Rangoni, generale del papa, si +<span class="pagenum"><a id="Page_224"></a>[224]</span> +portò dal canto suo fino a Piacenza con +altri sei mila fanti. Per rendere più formidabili +queste due armate, sentivasi +il bisogno di unirvi gli Svizzeri. L'istante +era giunto di strignere le negoziazioni +intavolate già da un anno coi +cantoni dal vescovo di Veruli; ma gli +si era così strettamente ordinato di non +prendere verun positivo impegno, di +non lasciar penetrare il segreto, di non +compromettere il papa, che non potè +far marciare gli Svizzeri colla desiderata +prestezza. Gian Giacomo de' Medici, Milanese, +che veniva contraddistinto col titolo +di castellano di Musso, dal nome +di un castello di cui si era impadronito in +vicinanza de' Grigioni<a class="tag" id="tag202" href="#note202">[202]</a>, e che cominciava +a farsi nome colle armi e cogl'intrighi, +promise al papa di assoldare sei +mila Svizzeri ad un mezzo ducato l'uno +d'arrolamento: Ottaviano Sforza, vescovo +di Lodi, che pretendeva pure di +avere grandissimo credito presso i cantoni, +promise di levarne un egual numero +pei Veneziani: ed i confederati +si riposarono sulle promesse di questi +raggiratori, cui affidarono il loro danaro +<span class="pagenum"><a id="Page_225"></a>[225]</span> +in principio di giugno, raccomandando +loro estrema diligenza<a class="tag" id="tag203" href="#note203">[203]</a>. +</p> + +<p> +Ma in questo tempo il re di Francia +era entrato in nuove negoziazioni con +Carlo V, cui aveva offerti due milioni di +scudi d'oro per la taglia de' suoi figliuoli, +purchè a tale prezzo potesse conservare +la Borgogna; minacciandolo in pari tempo +colla lega che si stava formando contro +di lui. Per guadagnare tempo intanto +coi confederati, ricusava di sottoscrivere il +trattato di Cognacco, finchè non avesse +ricevute le ratifiche del papa e dei Veneziani; +e con tale pretesto non pagava i +quaranta mila scudi promessi ogni mese +per levare gli Svizzeri, nè faceva avanzare +le sue truppe<a class="tag" id="tag204" href="#note204">[204]</a>. +</p> + +<p> +Gli alleati italiani avevano ordinato di +cominciare le ostilità; mandavano ogni +giorno rinforzi all'armata; Vitello Vitelli +era giunto a quella del papa colle +truppe fiorentine; vi si era recato ancora +<span class="pagenum"><a id="Page_226"></a>[226]</span> +Giovanni de' Medici, dichiarato capitano +della fanteria italiana, mentre che +lo storico Guicciardini era stato nominato +luogotenente del papa in tutti gli stati +della Chiesa, ed era partito da Roma il +giorno 7 di giugno per recarsi all'armata +con una quasi illimitata autorità<a class="tag" id="tag205" href="#note205">[205]</a>. +</p> + +<p> +Ma in mezzo agli apparecchj di guerra +si continuavano le negoziazioni. Ugo di +Moncade, che vantavasi d'essersi formato +alla scuola di Cesare Borgia, era stato +mandato da Carlo V prima al re di +Francia, poi a Milano, indi a Roma, per +cercare di sciogliere la lega, e per trattare +separatamente o cogl'Italiani, o coi +Francesi. Il Moncade aveva rifiutati i +due milioni offerti dal re in cambio della +Borgogna. Aveva date buone speranze al +duca di Milano; ma giudicando che questi +non potrebbe lungamente difendersi, +non aveva voluto far sospendere l'assedio +del castello. Giunto presso Clemente +VII, gli aveva press'a poco offerto +tutto ciò che poteva desiderare per l'Italia, +a condizione che egli ed i Veneziani +<span class="pagenum"><a id="Page_227"></a>[227]</span> +rinuncierebbero al trattato col re +di Francia. Clemente per onore e per +politica aveva risposto che oramai vi si +era obbligato, e che più accettare non +poteva condizioni, che in addietro aveva +inutilmente domandate all'imperatore. Tutto +adunque disponevasi per la guerra, +ed i capitani imperiali, che si trovavano +in Milano con pochissime truppe, in +mezzo ad una popolazione ridotta a disperazione +dai loro cattivi trattamenti, +e tra nemici più forti, risguardavano +omai come pericolosissima la loro situazione<a class="tag" id="tag206" href="#note206">[206]</a>. +</p> + +<p> +Ma sgraziatamente per l'Italia e pel +riposo d'Europa i Veneziani avevano affidato +il comando della loro armata a +Francesco Maria della Rovere, duca di +Urbino; e siccome il rango di questo +generale era di lunga mano superiore a +quello del conte Guido Rangoni, comandante +delle truppe pontificie, il primo +dirigeva solo tutte le operazioni degli alleati. +Non mancavano al duca d'Urbino +talenti militari, nè fors'anco valore personale; +<span class="pagenum"><a id="Page_228"></a>[228]</span> +ma prendendo per suo modello +Prospero Colonna, egli ne aveva esagerato +il metodo. Egli riduceva tutta la tattica +militare a prendere inattaccabili posizioni, +schivando sempre di venire a battaglia, +per quanto le sue forze fossero più numerose +di quelle del nemico: veruna circostanza +sembravagli tanto stringente da +determinarlo ad un'ardita azione, ed ostinandosi +a non volere arrischiar nulla, +giugneva alla certezza di perdere ogni +cosa. Egli dichiarò che non si avvicinerebbe +ai nemici finchè non sarebbero +arrivati alla sua armata gli Svizzeri che gli +erano stati promessi. +</p> + +<p> +Ma questi mai non arrivavano: i due +negoziatori, che dovevano arrolarli, non +godevano presso quella nazione di tutta +l'opinione che avevano millantata; altronde +un'inopportuna economia non aveva +lasciato che il papa vi pensasse a tempo. +Gian Giacopo de' Medici ad altro +quasi non pensava che a svolgere in suo +profitto una parte del danaro che gli era +stata affidata per quest'oggetto, e Vespasiano +Sforza, vescovo di Lodi, uomo +prosontuoso, che aveva menato tanto rumore +intorno alle sue aderenze cogli Svizzeri, +era loro appena noto<a class="tag" id="tag207" href="#note207">[207]</a>. +<span class="pagenum"><a id="Page_229"></a>[229]</span> +Antonio di Leiva ed il marchese del +Guasto, conoscendo che sarebbero attaccati +tostocchè arriverebbero gli Svizzeri, +vollero in prevenzione assicurarsi +dei Milanesi, comprimerli col terrore, +e rompere il trattato ch'essi avevano +conchiuso con loro. Avevano segretamente +fatti entrare nuovi Spagnuoli in +città, cui avevano fatto occupare i luoghi +più forti: contemporaneamente tutta +l'armata ebbe ordine d'avanzare; ed in +allora, desiderando che si eccitasse una +sollevazione, fecero, per avere un pretesto +di punire il popolo, uccidere in faccia +sua il 17 di giugno un borghese +che aveva ommesso di salutarli, ed immediatamente +dopo tre di lui amici, che +essi avevano veduti compiangere la di +lui sorte. Come lo previdero, il popolo +diede subito mano alle armi: ma le loro +genti distribuite nelle case provvedute di +feritoje, e ne' luoghi forti che signoreggiavano +le principali strade, fecero subito +fuoco addosso alla moltitudine. Moltissimi +Milanesi caddero uccisi senza quasi +poter danneggiare i nemici. Però la zuffa +<span class="pagenum"><a id="Page_230"></a>[230]</span> +mantenevasi ancora, quando si sparse +la notizia che il rimanente dell'armata +si trovava già presso alle porte; onde i +Milanesi si dispersero vinti da subito spavento. +D'altra parte il Leiva non voleva +abbandonare al saccheggio la capitale +della Lombardia, che destinava ad +essere più lentamente, più crudelmente, +più regolarmente spogliata. Si fece una +nuova convenzione col popolo, il quale +acconsentì a lasciarsi disarmare, ed all'esilio +di tutti i suoi capitani della milizia +e di tutti suoi magistrati<a class="tag" id="tag208" href="#note208">[208]</a>. +</p> + +<p> +Le violenze degl'imperiali non si ristringevano +alla sola Milano, ma si rinnovavano +in tutte le città, in tutte le +borgate della Lombardia, ed ovunque +eccitavano il medesimo risentimento. Fabrizio +Maramaldo, ufficiale calabrese, era +stato posto a Lodi da Antonio di Leiva +con settecento fanti italiani al soldo dell'imperatore, +ai quali si permetteva la più sfrenata +licenza. Lodovico Vistarini, gentiluomo +lodigiano, che pure serviva nell'armata +<span class="pagenum"><a id="Page_231"></a>[231]</span> +imperiale, non potendo più lungamente sostenere +quest'oppressione della sua patria, +nella notte del 24 di giugno sorprese una +piccola torre sopra un bastione di questa +città, ove stavano soltanto sei uomini di +guardia, che furono da lui uccisi. Padrone +d'una pusterla, prima che niuno +fosse ancora informato della sua intrapresa, +uscì di città per andare incontro al duca +d'Urbino, che aveva prevenuto del suo +disegno. Malatesta Baglioni entrò prima +degli altri in Lodi per questa pusterla +con tre in quattro mila fanti veneziani, +ed il duca d'Urbino lo seguì poche ore +dopo. Maramaldo, sorpreso, ritirossi non +pertanto in buon ordine nella fortezza, ove +venne bentosto da Milano a raggiugnerlo +con tre mila Spagnuoli il marchese del +Guasto; ma dopo un sanguinoso combattimento +gl'imperiali non avendo potuto +ricuperare la città, risolvettero altresì +di evacuare la fortezza, e ricondussero +tutte le loro truppe a Milano<a class="tag" id="tag209" href="#note209">[209]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_232"></a>[232]</span> +</p> + +<p> +La conquista di Lodi poteva essere per la +lega della più grande importanza; con ciò +si assicurava il passaggio dell'Adda, era +tolto ogni ostacolo all'unione dell'armata +pontificia con quella di Venezia, e rotta +la comunicazione tra Milano e Cremona, +sicchè niente più impediva all'armata +degli alleati di portarsi fin sotto le mura +di Milano, dove il popolo invocava un +liberatore, e dove lo sventurato Sforza, +assediato nel castello, avendo consumate +tutte le munizioni, sforzavasi non pertanto +di tenersi fino all'arrivo degli alleati. +Non contansi più di venti miglia +da Lodi a Milano, ed altrettante da Lodi +a Pavia: di modo che, essendo minacciata +ancora questa seconda città, gl'imperiali, +per difenderla, dovevano dividere le loro +forze. L'armata alleata aveva più di venti +mila fanti, una buona artiglieria, uomini +d'armi e cavaleggieri in grosso numero, +mentre che gl'imperiali non avevano che +tre mila tedeschi, pochissimi cavalli, pochissime +vittovaglie, ed erano affatto senza +danaro<a class="tag" id="tag210" href="#note210">[210]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_233"></a>[233]</span> +</p> + +<p> +Ma il duca d'Urbino, alla sua esagerata +prudenza e ad una soverchia diffidenza +delle truppe italiane, aggiugneva +un segreto desiderio di vedere umiliato +Clemente VII con tutta quella famiglia +de' Medici, la di cui nimicizia gli era stata +tanto funesta. Egli non volle mai piegarsi +alle calde istanze che Francesco Guicciardini +ed i capitani della Chiesa, che lo avevano +raggiunto il 26 di giugno, gli facevano, +di marciare rapidamente sopra Milano. +Sarebbe un'imperdonabile imprudenza, +egli loro diceva, il venire a battaglia cogl'imperiali +prima d'avere ricevuti i soccorsi +degli Svizzeri; e tutto quanto acconsentì +di fare per compiacerli, fu di +accostarsi lentamente a Milano facendo +tre o quattro miglia un giorno e consumando +l'altro nel campo per dar tempo +agli Svizzeri di arrivarlo. Infatti il 6 di +luglio giunse al suo campo a san Martino, +lontano tre miglia da Milano, un +corpo avanzato di cinquecento Svizzeri; +ma le sue lentezze avevano dato tempo +al duca di Borbone di arrivare da Genova +a Milano con circa ottocento fanti +spagnuoli, e cento mila scudi che recava +di Spagna per pagare le truppe<a class="tag" id="tag211" href="#note211">[211]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_234"></a>[234]</span> +</p> + +<p> +Malgrado questo rinforzo, estremamente +pericolosa era la situazione dell'armata +imperiale in Milano. Con meno truppe +assai de' nemici, doveva continuare l'assedio +del castello, contenere il popolo, in +ogni luogo disposto a ribellarsi, e difendere +o il troppo vasto ricinto de' sobborghi, +o, abbandonandoli, quello della città +che presentava infinite difficoltà. Per ciò i +capitani della lega non dubitavano che +l'armata imperiale non si ritirasse innanzi +a loro. Lo stesso duca d'Urbino ebbe un +giorno la stessa credenza, ed il 7 di luglio +fece avanzare la sua armata fino ad +un tiro di fucile, e fece tirare alcune +cannonate contro le porte; ma scoraggiato +nel trovare qualche resistenza, fece +in principio di sera chiamare i capitani +della Chiesa, e loro dichiarando d'avere +ordinato alle truppe veneziane di ritirarsi, +li consigliò di fare lo stesso se volevano +evitare una sconfitta. I comandanti delle +truppe della Chiesa, ed in particolare il +Guicciardini, vivamente pregarono il duca +a rivocare quest'ordine, non sapendo essi +ravvisare verun pericolo nella loro posizione; +ma il duca trattava il Guicciardini +<span class="pagenum"><a id="Page_235"></a>[235]</span> +con affettato disprezzo, siccome uomo +forense che non poteva comprendere +le operazioni militari. Egli fu inflessibile, +e la precipitosa ritirata della sua armata, +nel cuore della notte, ebbe quasi un'apparenza +di fuga; e se può darsi fede alle +notizie che ricevette la corte di Roma, +quando il duca d'Urbino prese così pusillanime +risoluzione, i generali imperiali +avevano di già ordinato d'abbandonare +Milano<a class="tag" id="tag212" href="#note212">[212]</a>. +</p> + +<p> +Lo stesso giorno di questa vergognosa +ritirata, l'otto di luglio, era stato prescelto +dagli alleati per pubblicare solennemente +la loro confederazione a Roma, +a Venezia ed in tutta la Francia. E la +notizia di questa ritirata, che tenne subito +dietro a quella dell'alleanza, fu dal popolo +risguardata come un cattivo augurio +per la continuazione della guerra<a class="tag" id="tag213" href="#note213">[213]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_236"></a>[236]</span> +</p> + +<p> +Pareva infatti che confermasse l'espressione +proverbiale degl'Italiani, che le armi +de' Veneziani e quelle della Chiesa +non tagliavano. La diffidenza, che è cagione +della ruina di quasi tutte le leghe, +cominciava di già a manifestarsi in questa. +Il re di Francia non aveva ancora +fatto nulla, preferendo d'appoggiarsi piuttosto +agli sforzi de' suoi confederati che ai +proprj; e si appigliava a dispute di parole +intorno agli articoli del trattato, onde +protrarre la sua cooperazione. Pareva che +il duca d'Urbino si fosse proposto soltanto +di compromettere il papa, senza +esporre l'armata veneziana da lui comandata; +e Clemente VII, che lasciavasi +ributtare da ogni difficoltà, spaventare +da ogni pericolo e da ogni spesa, cominciava +di già a lagnarsi amaramente +d'essere entrato in questa guerra. Una +piccola guarnigione spagnuola, che occupava +Carpi, arrestava i corrieri nello stato +di Parma e di Piacenza, e faceva poco +sicuro quel paese. I Colonna ne' loro castelli, +il duca di Sessa ed Ugo di Moncade +ai confini del regno di Napoli minacciavano +Roma e lo stato della Chiesa, +e di già il danaro che il papa avrebbe +dovuto apparecchiare per una lunga guerra, +<span class="pagenum"><a id="Page_237"></a>[237]</span> +mancava nelle prime mosse delle armate<a class="tag" id="tag214" href="#note214">[214]</a>. +</p> + +<p> +Ma il dolore che la ritirata dell'armata +cagionò a tutti i confederati non era in +verun modo paragonabile a quello che +provarono gli sventurati abitanti di Milano. +Antonio di Leiva ed il marchese +del Guasto li credevano abbastanza avviliti +per non dover più nulla temere +da loro, e se avevano ancora avuto +qualche riguardo, qualche ombra di disciplina +o di giustizia, vi rinunciarono +affatto dopo quest'epoca. Essi non ricevevano +danaro per pagare la truppa, e +conoscevano abbastanza Carlo V per sapere +che non dovevano da lui sperarne; +ma Milano poteva ancora lungamente +mantenere la loro armata, dacchè si arrogavano +il diritto di disporre di tutte le +ricchezze che aveva la città. Dopo avere +diligentemente disarmati gli abitanti, di +già ridotti a piccolo numero dall'ultima +peste e dalla continua emigrazione, essi +acquartierarono i loro soldati in ogni casa, +obbligando gli abitanti a somministrar +loro non solo i più dilicati cibi, ma tutto +ciò che sapevano desiderare, o tutto il +<span class="pagenum"><a id="Page_238"></a>[238]</span> +danaro che chiedevano per soddisfare +ai loro desiderj. Tutte le botteghe erano +chiuse, tutte le officine senza lavoratori, +vuoti tutti i magazzini. I proprietarj avevano +procurato di nascondere le loro +merci, ma i soldati frugando in ogni luogo, +sotto pretesto di cercar armi, prendevano +a discrezione tutto quanto trovavano. Le +donne ed i fanciulli erano sempre esposti +alla loro libidine; e quando uno Spagnuolo +aveva tutto consumato, e più non +trovava cosa che gli convenisse nella casa +del suo ospite, lo forzava con prolungati +tormenti a provvedere nuovamente a' suoi +bisogni. Molti di loro tenevano il principale +della casa sotto custodia, e legato per essere +sicuri di trovarlo qualunque volta avessero +qualche nuova inchiesta da fargli. +Una severa guardia impediva, alle porte +della città, che gli abitanti fuggissero abbandonando +ogni loro proprietà; perciò, +sebbene il suicidio sia sempre stato presso +gl'Italiani rarissimo, ogni giorno si sentiva +che qualche sciagurato erasi precipitato +ne' pozzi o strozzato, per sottrarsi a +così atroce tirannide<a class="tag" id="tag215" href="#note215">[215]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_239"></a>[239]</span> +</p> + +<p> +Quando giunse a Milano il duca di +Borbone, lusingaronsi gli abitanti che +sarebbe meno barbaro che gli altri capitani +imperiali, in paesi, di cui dicevasi +che Carlo V gli aveva promessa l'investitura. +I gentiluomini milanesi gli mandarono +una deputazione per ricordargli +tutte le testimonianze di attaccamento date +dalla nobiltà all'impero. Lo stesso Borbone +n'era stato testimonio; sapeva che +dalla mano dell'imperatore avevano ricevuto +quel principe, al quale loro si rimproverava +d'essere fedeli, mentre i supplicj +che loro s'infliggevano per punirneli, +sorpassavano in crudeltà quelli che le +leggi riservavano ai più odiosi delinquenti<a class="tag" id="tag216" href="#note216">[216]</a>. +Il Borbone parve compassionarli, +scusò i suoi commilitoni a cagione della +necessità de' tempi e dei bisogni dell'armata, +e nello stesso tempo promise, che +quando i Milanesi potessero dargli trenta +mila ducati, onde saziare in parte l'avidità +de' soldati, li farebbe uscire tutti +di città. Invocò sul proprio capo tutte le +vendette del cielo se mancava a questa +promessa, ed i suoi giuramenti ottennero +fede; ma nello stato di totale esaurimento +in cui era caduta una così doviziosa città, +<span class="pagenum"><a id="Page_240"></a>[240]</span> +trenta mila ducati diventavano un'enorme +somma. Ad ogni modo tutti cercarono +di contribuire, privandosi delle +ultime monete che loro rimanevano; ed il +Borbone, quand'ebbe ricevuto il danaro, +mancando impudentemente alla parola, +non ritirò i soldati dalla città, nè diede +veruna salvaguardia agli abitanti<a class="tag" id="tag217" href="#note217">[217]</a>. +</p> + +<p> +Lo sventurato Sforza, chiuso nel castello +di Milano, vedeva finalmente avvicinarsi +l'istante in cui la mancanza di +vittovaglie lo sforzerebbe a capitolare. +Per risparmiare le poche munizioni che +ancora gli restavano, risolse di far sortire +trecento di coloro che si erano con +lui chiusi in castello e non erano capaci di +difenderlo. Siccome gli assedianti non vi si +opposero, questi infelici attraversarono, +nella notte del 17 luglio, le trincee che +li circondavano, le quali avevano così +poca profondità, che sebbene fossero tutti +o vecchi, o donne, o fanciulli, le passarono +senza difficoltà. Questi fuggiaschi, +giunti al campo di Marignano, rappresentarono +ai generali della lega, da un +<span class="pagenum"><a id="Page_241"></a>[241]</span> +canto l'estremità cui era ridotto il duca +di Milano, dall'altro la facilità di soccorrerlo, +tenendo la medesima strada che +essi avevano battuta<a class="tag" id="tag218" href="#note218">[218]</a>. +</p> + +<p> +Erano di già arrivati al campo del duca +d'Urbino cinque mila Svizzeri con Gian +Giacomo de' Medici, castellano di Musso, +e sebbene il duca volesse sempre aspettare +le truppe della stessa nazione che +doveva somministrare il re di Francia, +ma che mai non giugnevano, si lasciò +strascinare dalle importunità di tutti i suoi +luogotenenti, e si avanzò fino a due miglia +da Milano; soltanto impiegò quattro +giorni in un viaggio che un pedone fa +in tre ore, ed andò ad accamparsi il 22 +luglio tra l'abbadìa di Casaretto ed il +Navilio. Fortissima era la posizione del +suo campo, ma per liberare una guarnigione +assediata trattavasi di attaccare, +non già di difendersi. Tutti gli ufficiali +del duca d'Urbino lo supplicavano di condurli +alle trincee; il castellano di Musso +e gli Svizzeri glielo chiedevano per l'onor +loro; ma il duca differiva sempre d'uno +<span class="pagenum"><a id="Page_242"></a>[242]</span> +in altro giorno, e stava ancora deliberando +il 24 di luglio, quand'ebbe avviso che +Francesco Sforza, non avendo più viveri, +aveva capitolato. A tale notizia il duca +d'Urbino disse in pieno consiglio, che +ciò lo alleggeriva d'un gran peso, poichè +il desiderio di soccorrere un alleato +era in procinto di strascinarlo a commettere +un'imprudenza<a class="tag" id="tag219" href="#note219">[219]</a>. +</p> + +<p> +Lo Sforza aveva resistito fino all'ultima +estremità, e quando più non poteva +tenere che alcune ore, aveva ancora ottenuta +dal Borbone un'onorevole capitolazione, +tanta era l'inquietudine che +dava a questo l'assedio del castello di +Milano in vicinanza di un'armata più +numerosa della sua. Lo Sforza e tutti +coloro ch'erano stati con lui assediati, +potevano liberamente ritirarsi ovunque +loro piacesse; i diritti del primo vennero +conservati nella loro integrità, ed il Borbone +gli promise di dargli il possesso +della città di Como, che gli fu assegnata +per sua residenza. Ma quando vi si recò, +<span class="pagenum"><a id="Page_243"></a>[243]</span> +dopo aver fatto visita agli alleati nel loro +campo, la guarnigione spagnuola di Como +ricusò d'evacuare la città; e Francesco +Sforza non volle porsi tra le mani degli +imperiali. Egli tornò al campo degli alleati, +ratificò la lega dal papa e dai Veneziani +conchiusa in suo nome col re di Francia, +e gli fu dato il possesso della città +di Lodi, affinchè una piccola parte almeno +del ducato di Milano riconoscesse +la sua autorità<a class="tag" id="tag220" href="#note220">[220]</a>. +</p> + +<p> +Gli affari della lega non procedevano +più felicemente in Toscana, dove il papa +aveva trovato necessario di mutare il governo +di Siena, perchè questo piccolo +stato essendo solo che si fosse dichiarato +pel partito imperiale, posto tra Firenze e +Roma, poteva servire ai nemici della casa +de' Medici per attaccare Clemente nell'una +o nell'altra delle suddette città. Da principio +il papa aveva tenuta qualche pratica con +alcuni emigrati sienesi per tentare di sorprendere +la loro patria; ma questi movimenti +essendo stati scoperti e puniti, aveva +poi voluto ricondurre quegli emigrati a +<span class="pagenum"><a id="Page_244"></a>[244]</span> +forza aperta ne' loro focolari. Virginio Orsini, +conte dell'Anguillara, Luigi, conte di +Pitigliano, Gentile Baglione ed altri capitani +furono incaricati di adunare una piccola +armata sulle rive dell'Arbia. Questi si presentarono +il 17 di giugno sotto le mura di +Siena con nove pezzi d'artiglieria, mille +dugento cavalli e più di otto mila fanti; +ma una parte di questi erano contadini +adunati nello stato fiorentino, che non +erano abituati alla guerra, e mancavano +di disciplina e di coraggio. Erasi l'armata +imprudentemente accampata in un +lungo sobborgo, che non aveva veruna +uscita laterale: ed i commissarj avevano +permesso, che i vivandieri imbarazzassero +coi loro banchi la sola strada che loro serviva +di sfogo, di modo che non restavano +a questa quindici piedi di larghezza. Tanto +disordine regnava nell'armata, ed i soldati, +de' quali molti disertavano ogni giorno, +mostravansi così indisciplinati e vili, che +Clemente, non potendo ripromettersi nulla +di buono da questa spedizione, ordinò +di ritirare l'artiglieria e di allontanarsi. +Quest'ordine doveva eseguirsi il 26 di +luglio, ma il 25 a due ore dopo mezzo +giorno quattrocento soldati usciti di Siena +vennero ad attaccare la guardia che copriva +l'artiglieria, composta per la maggior +<span class="pagenum"><a id="Page_245"></a>[245]</span> +parte di Corsi venuti col conte dell'Anguillara; +questi si diedero subito alla +fuga, e quando i vivandieri li videro ritirarsi +sopra di loro, si fecero a raccogliere +i loro effetti, ed ingombrarono talmente +l'unica strada per cui i fuggitivi +dovevano passare, con bestie da soma cariche +di attrezzi e di barili, che più non +restò luogo nè per combattere, nè per +fuggire. La confusione accrebbe il terror +panico: verun soldato più non ascoltò +la voce de' capitani; pedoni, cavallieri, +capitani e vivandieri più non formarono +che un solo ammasso, il di cui terrore +pareva andar crescendo a misura che si +andavano allontanando dal pericolo. Otto +mila uomini vennero disfatti da quattrocento +soldati, e fuggirono per dieci miglia +fino a Castellina, sebbene i Sienesi +non gli avessero inseguiti più d'un miglio +fuori della città; abbandonarono dieci +cannoni dei Fiorentini e sette dei Perugini, +che furono trasportati in trionfo a +Siena con tutti i loro equipaggi: finalmente, +giunti alla Castellina, sebbene a +tanta distanza dai nemici, fecero chiudere +le porte, come se fossero tuttavia esposti +a vicino pericolo<a class="tag" id="tag221" href="#note221">[221]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_246"></a>[246]</span> +</p> + +<p> +La vergognosa sconfitta dei Fiorentini +forse in parte giustificava la risoluzione +del duca d'Urbino di non avere confidenza +nella fanteria italiana, e di evitare +ogni battaglia. Parevagli che la lega avesse +grandi mezzi pecuniari, mentre che i disordini +delle finanze dell'imperatore esponevano +sempre la di lui armata a disperdersi +per mancamento di danaro. Pure avrebbe +ancora dovuto pensare che per incoraggiare +i popoli, attaccarli al suo partito +e rannodare più strettamente i vincoli +della lega, aveva bisogno di qualche luminoso +fatto; che uno stato, che solo si +difende contro molti, può salvarsi temporeggiando, +perchè qualunque lentezza +non può in esso eccitare la diffidenza; +ma che le leghe, sempre esposte a sciogliersi, +hanno altrettanti più rischj contro +di loro, quanto è maggiore il tempo +che richiedono le loro operazioni. Ogni +rovescio può privarle di un confederato, +e quando fanno conoscere la diffidenza +nelle proprie forze, risvegliano ancora in +oltre la diffidenza de' loro sudditi. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_247"></a>[247]</span> +Infatti i confederati avevano di già gagliarde +ragioni per diffidare gli uni degli +altri, ed il papa particolarmente poteva +a buon diritto lagnarsi d'essere abbandonato +da que' medesimi pei quali era +entrato nel pericolo. I re di Francia e +d'Inghilterra si erano associati alla lega +d'Italia, ma avevano lasciato passare più +della metà del tempo opportuno ad entrare +in campagna senza dare verun soccorso +agl'Italiani. La corte di Roma ed +il senato di Venezia non potevano omai +più dubitare che tanta negligenza non +ascondesse qualche segreto progetto. Il vescovo +di Bayeux, ambasciatore di Francia +a Venezia, scrisse egli stesso il 22 +luglio al re Francesco I ed a sua madre, +per domandare il suo richiamo, lasciando +abbastanza chiaramente conoscere ch'egli +credeva gl'Italiani traditi dalla corte di +Francia, e che non voleva cooperare alla +ruina della sua patria<a class="tag" id="tag222" href="#note222">[222]</a>. Giovan Battista +Sanga, confidente del datario, ed +uno de' più destri politici di Roma, fu +mandato in Francia ed in Inghilterra, per +far sentire a quelle due corti che il ritardo +<span class="pagenum"><a id="Page_248"></a>[248]</span> +loro rendeva sicura la vittoria dell'imperatore, +per iscandagliare e scoprire le +segrete viste di quella di Francia, e per +offrire a Francesco I il ducato di Milano, +qualora fosse impossibile di farlo concorrere +alla guerra disinteressatamente; imperciocchè +se la corte di Roma ottenere +non poteva il suo principale oggetto di +cacciare i barbari fuori d'Italia, crederebbe +non pertanto d'avere guadagnato +qualche cosa, se faceva in modo che le +forze loro vi fossero bilanciate<a class="tag" id="tag223" href="#note223">[223]</a>. +</p> + +<p> +La missione del Sanga in Francia convinse +i confederati che il re era di buona +fede, ma che per adesso aveva posto da +banda ogni pensiero per rispetto all'Italia, +e che sua madre ed i suoi consiglieri +vivamente si opporrebbero a qualunque +suo disegno di volervi nuovamente dominare: +che l'inaudita lentezza de' tesorieri +nel pagare il promesso danaro, de' generali +per mettersi in marcia, de' marinai +nel salpare, dipendevano dal disordinato +gusto di Francesco I per i suoi piaceri, +dalla sua non curanza e dall'estrema +negligenza con cui era servito dai +<span class="pagenum"><a id="Page_249"></a>[249]</span> +suoi ministri. Dopo avere con vivacità parlato +intorno agli affari, il re ne rimetteva +sempre la decisione al suo consiglio; questi +faceva nuovamente consultare Francesco +rispetto ad ogni articolo; ma il re si +trovava alla caccia, o dava qualche festa, +e perdevansi così sempre due o tre +giorni per ogni articolo, intorno al quale +avrebbe dovuto bastare una mezz'ora<a class="tag" id="tag224" href="#note224">[224]</a>. +All'ultimo il Sanga ottenne che il marchese +di Saluzzo si mettesse in viaggio +per entrare in Piemonte con cinquecento +lance francesi, mentre una flotta di sedici +galere e quattro gallioni, sotto gli +ordini di Pietro Navarro, salperebbe dai +porti della Provenza per unirsi a quella +degli alleati italiani<a class="tag" id="tag225" href="#note225">[225]</a>. +</p> + +<p> +Lo stesso nunzio ottenne ancora meno +in Inghilterra, ove Enrico VIII ed il +suo favorito, il cardinale Wolsey, ricusarono +per quest'anno di prendere veruna +parte negli affari d'Italia, e si ristrinsero +a vane promesse di soccorrere il +papa nel seguente anno, qualora l'ambizione +<span class="pagenum"><a id="Page_250"></a>[250]</span> +dell'imperatore lo mettesse in reale +pericolo<a class="tag" id="tag226" href="#note226">[226]</a>. Questo pericolo di già esisteva. +Carlo V faceva armare nei porti +della Catalogna una flotta di venticinque +navi, destinate a ricondurre in Italia il +signore di Lannoy, vicerè di Napoli, +con sette in otto mila uomini di truppe +veterane. Non poteva ancora sapersi +con precisione nè quando il vicerè farebbe +vela, nè dove contava di approdare +sulle coste d'Italia. Ad ogni modo la lega, +e particolarmente la corte del papa +vedevano con estrema inquietudine che +gl'imperiali avessero a loro disposizione +i porti di Genova e quelli dello stato di +Siena; perchè sbarcando ne' primi, mettevano +in pericolo l'armata italiana di Lombardia, +e scendendo ne' secondi minacciavano +Firenze e Roma. Perciò il nunzio +del papa e l'ambasciatore veneto affrettavano +Pietro Navarro a mettersi in mare +colla flotta francese, ed a unirsi alla loro, +non solo per opporsi al passaggio del vicerè, +ma ancora per assediare Genova +e mutarne il governo<a class="tag" id="tag227" href="#note227">[227]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_251"></a>[251]</span> +</p> + +<p> +L'attacco di Genova, cui di già si apparecchiava +Andrea Doria con undici +galere pontificie, e tredici veneziane, +non poteva riuscire senz'essere secondato +dall'armata di terra. Il duca d'Urbino, +che non aveva voluto attaccare gli Spagnuoli +a Milano, poteva ancora prendere +questo partito per ristabilire la riputazione +della sua armata; ed il Guicciardini +mandò presso di lui il Macchiavelli +per persuadernelo<a class="tag" id="tag228" href="#note228">[228]</a>. L'armata del +duca era stata ingrossata da cinque mila +Svizzeri, ed un mese più tardi, dopo infiniti +indugi, erano arrivati ancora quelli +promessi dal re di Francia, di modo che ne +contava nel suo campo tredici mila. Ogni +pretesto sarebbegli mancato per restarsene +inattivo; ma invece di accingersi ad un'impresa +veramente utile, il 6 agosto prese +ad assediare Cremona. E quest'assedio fu +pure condotto coll'ordinaria sua lentezza +e timidità; il duca vi si ostinò malgrado +le rimostranze del papa e del commissario +generale Guicciardini, ed in tale +maniera rese la sua armata inutile alla +<span class="pagenum"><a id="Page_252"></a>[252]</span> +lega fino al 23 di settembre in cui Cremona +capitolò<a class="tag" id="tag229" href="#note229">[229]</a>. +</p> + +<p> +Intanto le tre flotte della lega si erano +finalmente riunite a Livorno, ed il 29 +d'agosto Pietro Navarro assediò Genova +dalla banda del mare. Le galere francesi +avevano un sicuro rifugio in Savona, +quelle del papa e de' Veneziani a Porto +Fino; e perchè avevano ridotte sotto la +loro ubbidienza la maggior parte delle +due riviere, impedivano il commercio +de' Genovesi, e facevano di già provare +alla città grandissima penuria di vittovaglie, +era a credersi che Genova non tarderebbe +a capitolare, quando fosse attaccata +ancora dall'armata di terra<a class="tag" id="tag230" href="#note230">[230]</a>. +</p> + +<p> +Ma in tale circostanza si potè pure comprendere +quanto sia dannoso ad una lega il +perdere il tempo, conciossiachè resta così +<span class="pagenum"><a id="Page_253"></a>[253]</span> +esposta agli accidenti che possono separatamente +sopraggiugnere all'uno o all'altro +alleato. Il papa scoraggiato dai cattivi successi +avuti in Toscana ed in Lombardia, e +spaventato dai reclutamenti di soldati che +don Ugo di Moncade ed il duca di Sessa andavano +facendo ne' feudi dei Colonna, diede +orecchio alle proposizioni d'accomodamento, +che Vespasiano, figlio di Prospero Colonna, +nel quale Clemente fidava assai, +venne a fargli a nome di tutta la sua famiglia. +Il ventidue agosto fu tra di loro +sottoscritto un trattato, in forza del quale +i Colonna si obbligavano ad evacuare +Anagni ed a ritirare tutti i loro soldati +nel regno di Napoli, che si riservavano +espressamente di potere difendere contro +qualunque potenza; il papa in contraccambio +loro prometteva il perdono d'ogni offesa, +e sopprimeva il monitorio pubblicato contro +il cardinale Pompeo Colonna. Dopo +la soscrizione di questi articoli, Clemente +VII, che sempre pensava a moderare +le sue spese, si affrettò di licenziare tutti +gli uomini d'armi, e quasi tutti i pedoni +che aveva levati per la propria difesa<a class="tag" id="tag231" href="#note231">[231]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_254"></a>[254]</span> +</p> + +<p> +Ma Pompeo Colonna, che nudriva contro +il papa un implacabile odio non aveva +fatta intavolare con lui questa negoziazione +che per sorprenderlo più sicuramente. +Don Ugo di Moncade, degno allievo +di Cesare Borgia, gli aveva consigliato +questo tradimento, assicurandolo +che Carlo V desiderava di far perire Clemente +VII, o per lo meno di farlo deporre +da un concilio; e che tutto il partito +imperiale si adoprerebbe poscia perchè la +tiara passasse sul capo del Colonna. Il duca +di Sessa, ambasciatore ordinario dell'imperatore, +era allora morto a Marino: Moncade +ne faceva le veci; era l'anima di +tutti gl'intrighi dei Colonna, e favoreggiava +gli adunamenti di truppe che questi +facevano ne' loro feudi intorno al lago +Albano<a class="tag" id="tag232" href="#note232">[232]</a>. +</p> + +<p> +Questi militari movimenti non erano +rimasti affatto ignoti ai ministri del papa: +pure non prevedevano ancora vicina veruna +ostilità, quando la mattina del 20 +di settembre seppero, che nella precedente +notte i Colonna avevano occupata +la porta di san Giovanni di Laterano, che +si erano innoltrati in que' quartieri disabitati +<span class="pagenum"><a id="Page_255"></a>[255]</span> +senza incontrare resistenza, e che +finalmente erano giunti alla piazza dei +santi Apostoli, ove trovasi il loro palazzo. +Il cardinale Pompeo, Vespasiano, cui +il papa aveva data tanta confidenza, ed +Ascanio Colonna erano alla testa di sette +in otto mila uomini armati, quasi tutti +levati ne' loro feudi<a class="tag" id="tag233" href="#note233">[233]</a>. +</p> + +<p> +Si mandarono due cardinali ai Colonna +per sapere il motivo di questa loro +ostile venuta in Roma, e per riclamare +che fosse mantenuta la pace conchiusa +un mese prima; ma i Colonna non vollero +ascoltarli. Due altri cardinali furono +mandati al Campidoglio per chiamare il +popolo romano alle armi ed alla difesa +della santa sede; ma il popolo, che dava +colpa al papa di tutti i disordini dell'amministrazione, +si rallegrava, in vece di +prendere le armi, della di lui disgrazia, +ed apriva senza diffidenza le finestre e le +<span class="pagenum"><a id="Page_256"></a>[256]</span> +porte delle botteghe per veder passare le +truppe dei Colonna<a class="tag" id="tag234" href="#note234">[234]</a>. +</p> + +<p> +Queste attraversarono il più popolato +quartiere della città per giugnere a Ponte +Sisto; poi, dal quartiere di Transtevere, +seguirono il Borgo Vecchio fino al Vaticano. +Clemente VII voleva aspettarli +nel suo palazzo e sul suo trono; voleva +sperimentare se la sua presenza imprimerebbe +qualche rispetto, od affrontare la +morte di cui lo minacciavano le sacrileghe +loro grida. All'ultimo le istanze +de' suoi cardinali lo persuasero verso il +mezzo giorno a ritirarsi in Castel sant'Angelo, +quando i soldati di già occupavano +il suo palazzo ed il tempio di san +Pietro, e trattenevansi a saccheggiare i +suoi mobili e gli ornamenti sacri. Per lo +spazio di tre ore la chiesa metropolitana +della Cristianità, ed il palazzo del sommo +pontefice furono in preda alla loro rapacità. +In appresso i soldati si sparsero +per le case de' cardinali e de' cortigiani; +saccheggiarono altresì il terzo press'a +poco di Borgo Nuovo; ma l'artiglieria +<span class="pagenum"><a id="Page_257"></a>[257]</span> +di Castel sant'Angelo non permise loro +di andare più avanti<a class="tag" id="tag235" href="#note235">[235]</a>. +</p> + +<p> +A notte assai innoltrata i Colonna ritirarono +le loro truppe cariche di preda +verso il quartiere dove hanno i loro palazzi. +Frattanto Clemente VII fece invitare +don Ugo di Moncade, luogotenente +generale dell'imperatore, e che pareva +capo di questa spedizione, ad un colloquio +in Castel sant'Angelo. Questi si fece +prima dare per ostaggio due cardinali +nipoti del papa. Egli era ben lontano dal +credere che l'avarizia o la malversazione +degli ufficiali pontificj fossero state +tali, da non aver provveduto Castel sant'Angelo +di viveri per ventiquattro ore; +di modo che avrebbevi potuto prendere +il papa a discrezione. Perciò si limitò a +chiedere al papa una separata tregua di +quattro mesi, che fu bentosto conchiusa. +Clemente VII doveva immediatamente ritirare +tutte le sue truppe sulla riva meridionale +del Po, fare che Andrea Doria abbandonasse +colle sue galere l'assedio +di Genova, perdonare ai Colonna ed a +tutti coloro che lo avevano offeso, e dare +<span class="pagenum"><a id="Page_258"></a>[258]</span> +ostaggi per l'osservanza di queste condizioni<a class="tag" id="tag236" href="#note236">[236]</a>. +</p> + +<p> +Pompeo Colonna ed i suoi amici si +disperarono, perchè il Moncade avesse +fatto un trattato che non solo rovesciava +le loro speranze, ma che in avvenire +li lasciava in balìa del papa, malgrado +tutte le guarenzie che gli si domandavano: +ma il ministro imperiale aveva +ottenuto il suo scopo, e la lega era +disciolta. Il Guicciardini, trovandosi nel +campo sotto Cremona, ricevette il 24 +settembre la notizia della tregua; il marchese +di Saluzzo con le cinquecento lance +francesi da tanto tempo aspettate, e così +crudelmente ritardate, doveva giugnere +all'indomani. Il Guicciardini offrì di fingere +per due o tre giorni di non avere +avute notizie da Roma, se in questo +tempo si poteva tentare qualche importante +fatto sopra Milano; ma trovò la consueta +irrisoluzione e timidità nei capi cui era +associato, onde il 7 di ottobre ricondusse +le sue truppe a Piacenza sull'opposta riva +<span class="pagenum"><a id="Page_259"></a>[259]</span> +del Po<a class="tag" id="tag237" href="#note237">[237]</a>. Giovanni de' Medici non volle +per altro seguirlo; e dichiarando d'essere +al soldo del re di Francia, continuò a tenersi +nel campo de' confederati con quattro +mila fanti<a class="tag" id="tag238" href="#note238">[238]</a>. +</p> + +<p> +Malgrado la partenza del contingente +pontificio, l'armata della lega conservavasi +sempre assai superiore di numero a +quella degl'imperiali. Il marchese di Saluzzo +vi aveva condotte cinquecento lance +e quattro mila fanti; vi si contavano inoltre +quattro mila fanti italiani di Giovan +de' Medici, quattro mila Svizzeri, due +mila Grigioni, e la fanteria veneziana +che credevasi non minore di dieci mila +uomini, sebbene molto al di sotto del +numero che avrebbe dovuto avere; ma +il duca d'Urbino, che ne aveva il comando, +pareva che andasse in traccia di +pretesti per non venire alle mani. Se si +fosse solamente fatto vedere avanti a Genova, +sempre bloccata, e che soffriva crudeli +privazioni di vettovaglie, l'avrebbe +persuasa ad arrendersi; ma in vece egli +si trattenne nel suo campo presso Cremona +<span class="pagenum"><a id="Page_260"></a>[260]</span> +fino all'ultimo giorno di ottobre. +Passò in appresso a Pioltello, ov'ebbe +una gagliarda scaramuccia col duca di +Borbone; e contava ancora di fortificare +Monza, poi Marignano, e forse Abbiategrasso, +prima d'avvicinarsi a Genova<a class="tag" id="tag239" href="#note239">[239]</a>. +</p> + +<p> +Ma gl'imperiali non gli diedero abbastanza +di tempo per condurre a termine +così tardi progetti. Carlo V, a cui i confederati +avevano denunciata la lega soltanto +il 4 di settembre, dettandogli le +condizioni sotto le quali avrebbe potuto +esservi ammesso, le aveva rifiutate come +vergognose. Continuava a far armare a +Cartagena la flotta che doveva ricondurre +il vicerè in Italia con sei mila fanti, e +nello stesso tempo eccitava il fratello Ferdinando +a mandargli soccorsi dalla Germania; +ma perchè non gli mandava danaro, +e Ferdinando era assai povero, +oltrecchè la sconfitta degli Ungari a +Mohacz apriva la Germania ai Turchi, +questi ajuti avrebbero ancora potuto +tardare lungamente. L'armata che +difendeva il ducato di Milano, dopo +avere consumato tutto il paese, sarebbe +stata a vicenda distrutta dalla miseria, +se lo stesso Giorgio Frundsberg, che +<span class="pagenum"><a id="Page_261"></a>[261]</span> +aveva condotti i Tedeschi in soccorso +di Pavia, non avesse supplito colle private +sue sostanze e col suo credito a ciò +che far non poteva Carlo V. Suo figliuolo +Gaspare trovavasi allora chiuso in Milano, +come lo era stato nel precedente +anno in Pavia: Giorgio Frundsberg per +liberarlo chiamò gli antichi suoi commilitoni; +loro promise un nuovo ricchissimo +bottino da farsi in quelle campagne +d'Italia, che i generali più non proteggevano +contro veruna depredazione; richiamò +con vivi colori alla loro memoria +quella licenziosa vita che avevano essi +medesimi così lietamente menata, e che +tuttavia gustavano i loro commilitoni; e +li persuase a seguirlo con un solo scudo +d'arrolamento, riponendo nella loro sola +spada ogni speranza di più generosa paga, +e d'abbondanti provvigioni ovunque si +recherebbero. Adunò tra Bolzano e Marrano +tredici in quattordici mila landsknecht, +con cinquecento cavalli che gli +erano stati regalati dall'arciduca Ferdinando, +sotto gli ordini del capitano Zucker; +ed in sul cominciare di novembre +si pose in cammino per iscendere in Italia<a class="tag" id="tag240" href="#note240">[240]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_262"></a>[262]</span> +</p> + +<p> +I Veneziani non seppero chiudere a +Frundsberg la strada delle montagne: egli +sboccò per Val Sabbia, Rocca d'Anfo e +Salò, e giunse fino a Castiglione delle +Stiviere nello stato di Mantova. Il duca +d'Urbino, per chiudergli la via, aveva stabilito +il suo quartiere a Vaprio sull'Adda, +fra Trezzo e Cassano, di dove partì +il 19 di novembre, non per attaccare i +landsknecht, ma per istancheggiarli nella +loro marcia con tutta la sua cavalleria +leggiere, toglier loro le vittovaglie e far +prigioni i soldati che si allontanavano +dal corpo. Frundsberg pareva incerto nei +suoi progetti, e non potevasi chiaramente +argomentare, se voleva passare l'Adda e +portarsi sopra Milano, o passare il Po e +marciare alla volta di Modena e di Bologna. +Quest'armata aveva di già sparso +il terrore in Firenze ed in Roma, perciocchè +si temeva, che, attirati dalle ricchezze +di quelle capitali, i barbari che +la componevano non andassero a saccheggiarle, +sapendo che non troverebbero +ostacoli. Il 24 di novembre Frundsberg +si avvicinò a Borgo forte sul Po, ed entrò +<span class="pagenum"><a id="Page_263"></a>[263]</span> +in quella doviziosa campagna, circondata +di fiumi, che chiamasi il <i>Serraglio</i> +di Mantova. Il duca d'Urbino lo +seguì, e Giovanni de' Medici lo stringeva +assai da vicino col suo consueto ardore. +Questi, sapendo che i Tedeschi erano +scesi in Italia senza artiglieria, credevasi +al sicuro dal loro fuoco: ma il duca di +Ferrara aveva loro prestati quattro falconetti, +alla seconda carica de' quali Giovanni +de' Medici perdette una coscia. Egli fu +quindi trasportato in Mantova, ove morì il +30 di novembre<a class="tag" id="tag241" href="#note241">[241]</a>. Sebbene nella fresca +età di trentanove anni, si era di già acquistata +grandissima riputazione, ed era dagl'imperiali +il più temuto di quanti capitani +si trovavano nell'esercito del duca +d'Urbino. Il suo valore, il suo impeto +eransi comunicati a tutti i suoi soldati, +<span class="pagenum"><a id="Page_264"></a>[264]</span> +che per la seconda volta continuarono a +formare un corpo separato indicato col +nome di bande nere, perchè di nuovo +mutarono le loro bandiere di bianche in +nere, in segno di dolore, come avevano +fatto la prima volta in occasione della +morte di Leon X<a class="tag" id="tag242" href="#note242">[242]</a>. +</p> + +<p> +Siccome vedevasi ogni giorno svilupparsi +in Giovanni de' Medici la scienza +militare, l'antiveggenza e la giustezza +delle viste; siccome ogni giorno egli andava +acquistando esperienza e maturità, +gl'Italiani si lusingavano di vederlo superiore +a tutti i generali del secolo, e +da lui solo speravano di vedere restituite +all'Italia l'antica gloria delle sue armi e +la sua indipendenza. Il Macchiavelli mostravasi +penetrato da tale speranza in una +lettera scritta al Guicciardini il 15 marzo +del 1525, per essere comunicata al papa. +Avrebbe voluto che Clemente VII, invece +di prendere parte direttamente in +<span class="pagenum"><a id="Page_265"></a>[265]</span> +una guerra che tanto lo esponeva, e che +gli riusciva così fatale, ajutasse segretamente +Giovanni de' Medici a formare +una compagnia di ventura, in sul fare +di quelle del quattordicesimo secolo; e +che il Medici, seguendo questa indipendente +carriera, non contasse che sulla guerra +per nutrire la guerra, e lavorasse all'espulsione +dei barbari dall'Italia, onde +formarne per sè medesimo una potente +monarchia. Ma il papa troppo ardito giudicò +questo progetto, e non volle adottarlo<a class="tag" id="tag243" href="#note243">[243]</a>. +</p> + +<p> +Dopo la morte di Giovanni de' Medici +il duca d'Urbino cessò di seguire e +d'inquietare i Tedeschi. Questi passarono +il Po il 28 di novembre, e sparsero un +grandissimo terrore a Modena, a Bologna +e fino in Toscana. Ma il Frundsberg, +dopo alcuni giorni d'incertezza, cominciò +a rimontare a piccole giornate lungo +le rive del Po, saccheggiando i territorj +di Modena, di Reggio, di Parma e di +Piacenza. Il Guicciardini, che a nome +della Chiesa comandava in queste province, +pregava invano il duca d'Urbino +ad accorrere in suo ajuto; questi, dopo +averlo lusingato alcuni giorni, si fece +<span class="pagenum"><a id="Page_266"></a>[266]</span> +dare un ordine dal senato di Venezia di +non passare il Po<a class="tag" id="tag244" href="#note244">[244]</a>. +</p> + +<p> +Frundsberg non attaccava veruna terra +fortificata, ma invitava il contestabile di +Borbone a venire ad unirsi a lui tra +Piacenza ed Alessandria; ed infatti l'ultimo +giorno dell'anno stabilì il suo campo +tra la Nura e la Trebbia, mentre che il Borbone +faceva vani sforzi per trarre fuori +di Milano la sua armata. I suoi soldati, +cui l'imperatore doveva immensi arretrati, +non volevano, senz'essere pagati, +lasciare una città abbandonata a tutte le +loro esazioni, a tutti i loro capriccj. Il +Borbone, per cavare qualche danaro dai +Milanesi, adoperò nuove minacce e nuovi +supplicj; fece condannare Girolamo Moroni +a pena capitale; ma nello stesso +giorno destinato all'esecuzione, gli vendette +per venti mila ducati la libertà e +la vita. Il Moroni, che dopo quest'avvenimento +si trattenne presso il Borbone, +non tardò ad acquistarsi, colla destrezza +del suo spirito, e colle estese sue cognizioni, +presso di lui grandissimo credito, +e di prigioniero diventò il suo più intimo +<span class="pagenum"><a id="Page_267"></a>[267]</span> +consigliere e l'arbitro di tutti i suoi +movimenti<a class="tag" id="tag245" href="#note245">[245]</a>. +</p> + +<p> +Il papa aveva osservato, che nel trattato +datogli il 21 di settembre in Castel +sant'Angelo dal Moncade erano stati sagrificati +gl'interessi dei Colonna a quelli +dell'imperatore; egli suppose che sarebbero +egualmente abbandonati anche in seguito. +Sebbene avesse richiamata la sua armata +dalla Lombardia, e la sua flotta dai +mari di Genova in esecuzione di quella +forzata convenzione, non differì che pochi +giorni a manifestare la sua collera +contro i Colonna. Aveva richiamato a +Roma Vitello Vitelli con alcune centinaja +di cavalli, due mila Svizzeri e tre +mila fanti italiani<a class="tag" id="tag246" href="#note246">[246]</a>. Quand'ebbe adunata +questa piccola armata, la mandò +ne' feudi dei Colonna, con ordine di bruciare +e distruggere tutti i loro villaggi. +I ridenti colli che circondano il lago +<span class="pagenum"><a id="Page_268"></a>[268]</span> +d'Albano, e tutto il paese che di là stendesi +fino ai confini dell'Abruzzo, vennero +allora ruinati così barbaramente, che se +ne potrebbero ravvisare le tracce anche +al presente. Furono bruciati Marino e +Montefortino, spianati Gallicano e Zagarolo, +saccheggiati o distrutti altri quattordici +villaggi, onde tutto lo stato romano +fu inondato da una moltitudine di +vecchi, di fanciulli e di donne, costretti +ad accattare il pane. In pari tempo un +monitorio privò il cardinale Colonna della +sua dignità, e condannò tutta la sua famiglia, +come colpevole di ribellione e di +tradimento. Subiaco, che era il castello +favorito di Pompeo Colonna venne trattato +con eccessiva crudeltà; e si usò alquanto +meno di rigore verso Ghinazzano, +ove Prospero Colonna aveva fabbricato +un magnifico palazzo. La fortezza di Montefortino +e di Rocca di Papa furono le +sole che resistessero a tutti gli attacchi +delle truppe della Chiesa<a class="tag" id="tag247" href="#note247">[247]</a>. +</p> + +<p> +Nello stesso tempo la flotta di Cartagena, +di cui erasi temuto tanto tempo +<span class="pagenum"><a id="Page_269"></a>[269]</span> +l'arrivo, uscì allora dal porto, col vicerè +Lannoy, trecento cavalli, due mila cinquecento +Tedeschi e tre in quattro mila +Spagnuoli. Clemente VII ordinò tosto ad +Andrea Doria di riprendere il mare colla +flotta alleata, per disputare il passo agli +Spagnuoli. Ma Luigi Armero, ammiraglio +de' Veneziani, era entrato a Porto Venere +colla metà delle sue galere: Pietro +Navarro era stazionato avanti al promontorio +di san Fruttuoso, che divide il seno +di Genova da quello di Porto Fino, e non +aveva con sè che diciassette galere, quando, +avanti il tempo ch'egli credeva, vide +comparire nel mese di novembre la flotta +del vicerè composta di trentasei galere. +Egli non lasciò d'attaccarla, chiamando +a sè Luigi Armero; ma il mare burrascoso +non permise a questi d'uscire dal +porto, e sottrasse bentosto la flotta spagnuola +agli attacchi del Navarro e di +Andrea Doria; questa per altro perdè due +galere, e n'ebbe altre tre così maltrattate, +che poca speranza lasciavano di poter +essere salvate<a class="tag" id="tag248" href="#note248">[248]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_270"></a>[270]</span> +</p> + +<p> +Il vicerè andò a ripararsi dalla tempesta +e dalla persecuzione de' suoi nemici +nel porto di santo Stefano nello stato +di Siena. Se colà avesse sbarcata la sua +truppa, e presa la strada di Roma, vi +avrebbe trovata poca resistenza, e la +corte del papa aveva di già perduta ogni +speranza<a class="tag" id="tag249" href="#note249">[249]</a>. Ma il Lannoy, che giugneva +allora in Italia, non sapeva con precisione +quale fosse lo stato degli alleati: aveva +incontrata molta resistenza per mare, e +poteva aspettarne un'eguale per terra; onde +giudicò più conveniente di proseguire il +suo viaggio alla volta di Gaeta, ove sbarcò +le sue truppe. Colà il papa gli mandò il +generale dei Francescani per entrare con +lui in trattato; ed il Lannoy mostrossi +assai inclinato a dare orecchio alle proposizioni +del papa. Dall'altro canto Francesco +Guicciardini negoziava a nome del +papa col duca di Ferrara; gli offriva la +restituzione di Modena e di Reggio contro +il pagamento di dugento mila ducati, e +nello stesso tempo il comando dell'esercito +della lega; ma queste proposizioni +si fecero troppo tardi, ed Alfonso d'Este, +<span class="pagenum"><a id="Page_271"></a>[271]</span> +che lungo tempo era rimasto dubbioso a +quale delle due parti si dovesse appigliare, si +era di fresco aggiustato coll'imperatore<a class="tag" id="tag250" href="#note250">[250]</a>. +</p> + +<p> +Sembrava nuovamente risplendere la +speranza d'una pace generale: pareva che +l'imperatore declinasse dalle sue più alte +pretese, e gli alleati erano stanchi di vedere +i loro sforzi seguiti da avvenimenti +di così piccola importanza. Ma sebbene +sembrassero d'accordo rispetto a molti +punti, la complicazione degl'interessi e +la lontananza de' potentati, ritardavano e +contrariavano le negoziazioni. Mentre che +si andavano chiedendo istruzioni a Parigi, +a Madrid ed a Londra per un trattato +che si negoziava in Roma, gli avvenimenti +succedevansi con rapidità: e +colui che aveva avuto qualche vantaggio, +si affrettava di ritirare ciò che prima +aveva accordato. Così passava il tempo +senza ottenere verun risultamento, e l'anno +1526, ch'era stato notato da tanti +patimenti e miserie, lasciava, terminando, +prevedere pel susseguente maggiori +mali e disastri<a class="tag" id="tag251" href="#note251">[251]</a>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_272"></a>[272]</span> +</p> + +<h2> +CAPITOLO CXVIII. +</h2> + +<div class="blockquote"> +<p> +<i>Il contestabile di Borbone conduce l'armata +imperiale verso la Toscana: Clemente +VII, dopo avere riportato qualche +vantaggio nel regno di Napoli, tratta +col vicerè. Presa e sacco di Roma, +Firenze torna in libertà.</i> +</p> + +<p class="center"> +1527. +</p> +</div> + +<p> +L'Italia, da lungo tempo abbandonata +ai guasti delle barbare nazioni, provava +sempre nuove più grandi calamità. I suoi +abitanti erano di già pervenuti al più alto +grado d'incivilimento, avevano di già ottenuta +tutta la gloria che le lettere, le arti, le +scienze dovevano loro ottenere, conoscevano +omai tutti i godimenti che la vita sociale +può promettere, e trovavansi intanto +immersi in un abisso di miserie, che dai +progressi fatti fin allora erano rendute +più dolorose. Pure tutti i precedenti mali +erano piccola cosa a canto a quelli +che apportare doveva l'anno 1527; anno +di vergogna per coloro che gli oppressero, +e di desolazione per loro; anno nel quale +i flagelli della peste, della guerra, della +fame si combinarono per istraziarli, e nel +<span class="pagenum"><a id="Page_273"></a>[273]</span> +quale ognuno di loro venne aggravata +da circostanze fin allora inaudite. +</p> + +<p> +Quasi tutte le calamità che affliggono +gli uomini s'addolciscono prolungandosi; +le une sono rendute sopportabili dall'abitudine; +l'esperienza insegna a prevenire +le altre; gli sforzi riuniti di quelli +che governano e di quelli che sono +governati, ristabiliscono in breve tempo +qualche ordine, anche dove tutto sembrava +prima confusione ed anarchia. Ma +la guerra si rende tanto più crudele per +lo sventurato paese che n'è il teatro, +quanto più lungamente dura. I bisogni +sono i medesimi, la consumazione non +diminuisce, mentre gli approvvigionamenti +sono esauriti, e la riproduzione cessata. +L'esazioni del precedente anno sembrano +un titolo per cercarne altre simili; mentre +appunto perchè si è molto pagato, mancano +i mezzi di pagare ancora. Nello +spirito de' soldati l'onore delle armi si +va sempre più separando dalle antiche +nozioni di giustizia, di morale, di umanità. +Coloro che uscendo dalla casa paterna +avrebbero ancora arrossito di ogni +non necessaria violenza, di ogni attentato +contro la proprietà, oltre a quelli che sono +giustificati dalle leggi della guerra, si accostumano +dopo alcune campagne a non +<span class="pagenum"><a id="Page_274"></a>[274]</span> +riconoscere altra legislazione che la forza, +a non curarsi del dolore e della miseria +degli altri, e ad insuperbirsi della propria +insensibilità. Spesso, senza che il cuor loro +sia corrotto, adottano come spirito del +loro stato lo spirito del più feroce loro +commilitone, e l'opinione del loro corpo, +invece di essere il sostegno della loro +morale è un abisso nel quale vanno a +cadere inavvertiti tutti i delitti. Allora +essi distruggono per distruggere, maltrattano +per godere degli altrui patimenti, +ed il loro cuore, chiuso alla compassione, +più non conserva alcuno di +que' pietosi sentimenti che vi avevano +fatti nascere gl'insegnamenti delle loro +madri. +</p> + +<p> +A tale stato di ferocia erano in allora +giunti i soldati che divoravano l'Italia. +Quelli che in Milano ubbidivano al Borbone +avevano vissuto tutto un anno a +discrezione presso gli sventurati abitanti +abbandonati a tutti i loro cattivi trattamenti. +Essi li tenevano legati nelle loro +proprie case per istrappar loro coi tormenti +tutto ciò che poteva soddisfare a' loro capricci. +Facevansi giuoco di disonorare in +loro presenza le consorti e le figlie: le +loro orecchie eransi indurite alle disperate +grida di quegli sventurati; e quando +<span class="pagenum"><a id="Page_275"></a>[275]</span> +l'ospite prigioniero poteva fuggire dalle +loro mani per precipitarsi da una finestra +o gettarsi in un pozzo, onde mettere +fine alla sua miseria, l'avaro castigliano +se ne consolava, pensando che probabilmente +non aveva più nulla da perdere, +e prendeva un altro milanese per assoggettarlo +ai medesimi tormenti. +</p> + +<p> +I Tedeschi che Frundsberg conduceva +in Italia, se per anco non si erano macchiati +colle medesime crudeltà, erano per +lo meno usciti dalla loro patria, allettati +dal racconto che delle medesime era stato +loro fatto. Si erano persuasi a formare un'armata +non pagata, soltanto a condizione +che verrebbero abbandonati alla loro discrezione +i ricchi abitanti delle città. Essi +conoscevano il disordine del loro imperatore, +e la povertà del generale; ma si erano +loro promessi i vini e le donne d'Italia, +e toccava alle loro avide mani il procurarsi +di per sè il pagamento de' loro servigi. +</p> + +<p> +Pure questo soldo, che non era mai +pagato, era loro dovuto: i mesi passavano, +ed il debito riconosciuto dai loro +generali si andava sempre ingrossando. +Sapevano i soldati che mai non sarebbero +pagati, ma non rinunciavano perciò alle +loro pretese. Per lo contrario se ne formavano +un diritto per iscuotere affatto +<span class="pagenum"><a id="Page_276"></a>[276]</span> +il giogo di ogni disciplina. Se un capitano +più umano voleva intromettersi in +favore di qualche sventurato abitante, il +soldato subito gli chiedeva il soldo arretrato; +lo domandava pure se veniva destinato +ad un servigio faticoso o disaggradevole; +se riceveva ordine di uscire da +un accantonamento di sua soddisfazione. +Colla risposta, <i>pagatemi</i>, era sicuro di far +tacere i suoi superiori, e cominciava di +già a rendersi non meno formidabile ai +suoi capi che a' suoi ospiti. +</p> + +<p> +La venuta di Frundsberg faceva sperare +ai generali imperiali di potere approfittare +per qualche strepitoso fatto d'un'armata +così formidabile come la loro, +ed il proprio interesse più ancora che +la compassione loro faceva desiderare +di metter fine ai patimenti de' Milanesi. +Ma gli Spagnuoli non vollero uscire da +una città ove si erano trovati così bene, +e domandavano ad alte grida i loro soldi +arretrati; e volevano che i generali qualora +non li potessero pagare cacciassero fuori +di Milano tutti gli abitanti, che, secondo +loro, gli affamavano, non ritenendo in città +che le donne ed i domestici per servirli. +Nello stesso tempo accorsero affollati alle +chiese ed ai luoghi fin allora rispettati, +<span class="pagenum"><a id="Page_277"></a>[277]</span> +e li saccheggiarono<a class="tag" id="tag252" href="#note252">[252]</a>. Non vi volle +meno di tutta l'arte del Borbone, e di +tutto il credito d'Antonio di Leiva e del +marchese del Guasto per far partire alla +volta di Pavia, uno dopo l'altro, i battaglioni +cui potevansi pagare cinque mesi +di soldo arretrato. Le tratte sopra Genova +che Carlo V aveva mandate, i tributi +estorti all'Italia, le somme prese a prestito +o esatte sul credito di tutti i generali, +tutto fu impiegato nel pagare questi +cinque mesi di soldo; e il 30 di gennajo +le truppe condotte da Borbone passarono +il Po. Ma nell'atto che intraprendevasi +questa spedizione niente rimaneva nella +cassa militare nè per le spese necessarie +de' trasporti, nè per pagare le truppe di +Frundsberg, cui si dovevano unire quelle +di Borbone<a class="tag" id="tag253" href="#note253">[253]</a>. +</p> + +<p> +Quando i due corpi d'armata si furono +uniti in riva alla Trebbia, il duca di +Borbone trovò d'avere sotto i suoi ordini +tredici in quattordici mila Tedeschi condotti +da Frundsberg, cinque mila Spagnuoli, +<span class="pagenum"><a id="Page_278"></a>[278]</span> +due mila Italiani, cinquecento +uomini d'armi, e circa il doppio numero +di cavaleggieri<a class="tag" id="tag254" href="#note254">[254]</a>. La prima città +che incontravano sulla strada era Piacenza. +Il Borbone si trattenne in quelle vicinanze +una ventina di giorni, forse sperando che +gliene fossero aperte le porte dalla viltà +delle truppe pontificie; o forse perch'era +ancora incerto su ciò che dovesse fare. +Frattanto stringeva Alfonso d'Este, duca +di Ferrara, colle più calde istanze a voler +dimostrare il suo attaccamento alla +causa imperiale, nella quale aveva preso +parte, somministrandogli artiglieria e danaro. +Alfonso non temeva forse meno la +vicinanza di così formidabile truppa amica, +che se fosse stato in guerra coll'imperatore. +Si sforzò dunque di persuadere +al Borbone, che il solo partito che gli +restava a prendere era quello di andare +avanti, di sorprendere i suoi nemici nel +centro della loro potenza o a Firenze o +a Roma, e di alimentare le sue truppe +in un paese sempre nuovo. Gli rappresentò +che quando ancora gli riuscisse di +prendere Piacenza, i vantaggi di questa +conquista non sarebbero una sufficiente +<span class="pagenum"><a id="Page_279"></a>[279]</span> +ricompensa del danaro, della gente e +del tempo perduto per acquistarla. Il +Borbone sentì l'importanza di questo consiglio, +e siccome veniva accompagnato da +una sovvenzione somministrata dal duca +di Ferrara, il Borbone con questo danaro +pagò due scudi ad ogni Tedesco di Frundsberg: +questo era il primo pagamento che +ricevevano i Tedeschi dopo essere entrati +in Italia<a class="tag" id="tag255" href="#note255">[255]</a>. +</p> + +<p> +Il Borbone s'avviò alla volta di Bologna +ma assai lentamente. La sua situazione +era pericolosissima, perchè non +avendo danaro per far condurre le vittovaglie, +e pochissima cavalleria per procurarsene +a qualche distanza, era costretto +di distribuire la sua truppa sopra +una vasta estensione di paese perchè potesse +alimentarsi con quello che trovava. +Ma il Borbone aveva che fare con +un generale troppo lento e troppo cauto +per temere qualche sorpresa. Il duca +d'Urbino, dopo essersi lungamente consigliato +<span class="pagenum"><a id="Page_280"></a>[280]</span> +se passerebbe il Po coll'armata +veneziana, aveva in ultimo adottato il +bizzarro progetto di tenere continuamente +il duca di Borbone fra due armate, che +sempre ricuserebbero di venire a battaglia. +L'una davanti anderebbe sempre rinculando +di mano in mano che il Borbone avanzerebbe, +lasciando guarnigione in tutte le +città, presso alle quali doveva passare il +Borbone; e quest'armata comandata dal +marchese di Saluzzo era composta di +Francesi, di Svizzeri e di soldati della +Chiesa. L'altra, alle spalle, comandata +dal duca d'Urbino, doveva essere formata +da tutte le truppe veneziane, e tenere dietro +agl'imperiali a trenta miglia di distanza +per inquietarli nella loro marcia, +tagliar loro le comunicazioni, ed impedir +loro di ricevere rinforzi<a class="tag" id="tag256" href="#note256">[256]</a>. +</p> + +<p> +Un tale progetto non era altrimenti fatto +per mettere coraggio ai paesi minacciati dal +Borbone, ed in particolare alla Toscana e +allo stato del papa<a class="tag" id="tag257" href="#note257">[257]</a>. Imperciocchè l'armata +<span class="pagenum"><a id="Page_281"></a>[281]</span> +del marchese di Saluzzo doveva ogni +giorno indebolirsi per le guarnigioni che +lascerebbe nelle città, e conoscevansi abbastanza +il duca d'Urbino ed i Veneziani, +onde tenere per certo, che il primo non +si allontanerebbe troppo da' confini della +repubblica. Ma il duca d'Urbino fermo +nel suo sistema di non venire mai a battaglia, +per conservarsi la riputazione d'invincibile, +non era troppo facile a persuadere. +Altronde aspettava per sè medesimo +qualche vantaggio dallo spavento di Clemente +VII e de' Fiorentini; era per lui +un mezzo di ottenere la restituzione di +san Leo e della contea di Montefeltro; e +pretestò una leggiere febbre che lo assalì +il 3 di gennajo a Parma, per farsi portare +a Casal Maggiore, indi a Gazzuolo, +ove si trattenne fino alla metà di marzo, +lasciando libero il campo agli imperiali<a class="tag" id="tag258" href="#note258">[258]</a>. +</p> + +<p> +Mentre che il Borbone si andava lentamente +avanzando verso Bologna, altre +armate combattevano ne' contorni di Roma, +e Clemente VII a seconda de' loro +progressi regolava tali negoziazioni che +<span class="pagenum"><a id="Page_282"></a>[282]</span> +ammorzavano il coraggio de' suoi generali. +Il re di Francia, che incoraggiava sempre +il papa colle più splendide promesse, non +s'adoperava però mai perchè giugnessero +in tempo nè i soldati nè i sussidj da lui +promessi. Renzo di Ceri, che si era fatto un +illustre nome nell'armata francese colla +difesa di Marsiglia, era giunto il primo di +dicembre del precedente anno a Savona +con due galere francesi, e tre giorni +dopo era stato raggiunto dal restante della +flotta francese, ch'erasi subito portata sotto +Genova colle galere del papa e di Venezia +per ricominciare il blocco di quella +città<a class="tag" id="tag259" href="#note259">[259]</a>. Renzo era poscia giunto a Roma +col conte di Vaudemont, cui pensavasi +ad assicurare il regno di Napoli, facendogli +sposare Catarina de' Medici, nipote +del papa, ch'ebbe poi sì gran nome come +regina di Francia<a class="tag" id="tag260" href="#note260">[260]</a>. Il conte di Vaudemont +era fratello del duca di Lorena, +e perchè Francesco primo rinunciava ai +suoi diritti alla corona di Napoli, si pensava +a far rivivere nella casa di Lorena +<span class="pagenum"><a id="Page_283"></a>[283]</span> +gli antichi diritti trasmessile dalla casa +d'Angiò. +</p> + +<p> +L'arrivo di un principe francese all'armata +destinata a far l'impresa di +Napoli, fece supporre al papa che il re +manterrebbe finalmente le sue promesse +tante volte rinnovate, e che i pattuiti +sussidj, gli Svizzeri, gli uomini d'armi +francesi, tutto finalmente arriverebbe. Infatti +gli si diceva, che il danaro ch'egli +aspettava gli sarebbe a giorni portato da +messere Martino di Bellay, signore di Langei, +quello che ci lasciò le più accurate +memorie francesi di quest'epoca<a class="tag" id="tag261" href="#note261">[261]</a>. A ciò +fidandosi il papa, l'armata della Chiesa +sotto gli ordini di Agostino Trivulzio e di +Vitello Vitelli si adunò a Ferentino, mentre +che il vicerè trovavasi a Cepperano +con quella di Napoli<a class="tag" id="tag262" href="#note262">[262]</a>. +</p> + +<p> +Quest'ultimo aveva raccolti circa dodici +mila uomini; ma appena la metà +di questo numero era di truppe di linea +venute con lui dalla Spagna; le altre +erano milizie del regno di Napoli, delle +quali facevasi poco conto. In sul finir +<span class="pagenum"><a id="Page_284"></a>[284]</span> +del precedente anno, egli le aveva condotte +all'assedio di Frusolone, borgata +senza mura, ma posta in una situazione +naturalmente forte. Il Lannoi vi si lasciò +sorprendere l'ultimo giorno di gennajo, +e fu costretto di rientrare entro i confini +del regno dopo avere perduta molta +gente<a class="tag" id="tag263" href="#note263">[263]</a>. +</p> + +<p> +Questo vantaggio, e le istanze e le +promesse dell'ambasciatore di Francia, +e le speranze che dava Russel, ambasciatore +d'Inghilterra, mossero Clemente +VII a tentare la conquista del regno +di Napoli. Renzo di Ceri con sei mila +uomini doveva entrare negli Abruzzi, ravvivare +il partito del conte di Montorio, +ed occupare l'Aquila, che infatti gli aprì +le porte: l'armata principale doveva portarsi +dalla banda di san Germano sopra +Napoli; e la flotta alleata, sotto gli ordini +di Pietro Navarro, cui il papa fece abbandonare +il blocco di Genova, doveva +minacciare le coste della Campania<a class="tag" id="tag264" href="#note264">[264]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_285"></a>[285]</span> +</p> + +<p> +Queste diverse spedizioni si cominciarono +contemporaneamente a metà di febbrajo +con non infelice successo: il vicerè, +poco fidandosi de' suoi mezzi di difesa, +ritirossi a Gaeta e don Ugo di +Moncade a Napoli. La flotta saccheggiò +Molo di Gaeta, prese Castellamare, Stabbia, +Torre del Greco, Sorrento, e Salerno; +Renzo di Ceri non ebbe dal canto +suo minori vantaggi nell'Abruzzo, ove +occupò Siciliano e Tagliacozzo<a class="tag" id="tag265" href="#note265">[265]</a>. Se +la guerra si fosse continuata collo stesso +vigore con cui fu cominciata, avrebbe +potuto avere un felice fine. Ma bastava che +i soldati sapessero di ubbidire a prelati, perchè +pretendessero assai più che le truppe +degli altri potentati, e rendessero molto +minori servigi. Niun'altra armata era tanto +incomoda ne' paesi amici; niun'era meno +ubbidiente ai suoi capi o meno disciplinata; +<span class="pagenum"><a id="Page_286"></a>[286]</span> +niuna consumava tante munizioni, +o più facilmente saccheggiava i proprj +convoglj; niuna era meno disposta a combattere; +niuna rifiutavasi con maggiore +ostinazione alla fatica ed al pericolo, nè +aveva l'orgoglio di volere che i suoi +capi credessero che tuttociò ch'era difficile +fosse impossibile. Dall'altro canto +il papa non poteva vincere nè la sua +avarizia nè la sua irrisolutezza. Atterrito +dalle grandi spese cui doveva supplire, lasciava +che l'armata principale mancasse di +vittovaglie e di danaro; ed essa per ciò nei +primi giorni di marzo di già cominciava a +sbandarsi. In pari tempo egli era sempre +apparecchiato ad ascoltare le proposizioni +di accomodamento che gli si facevano; +onde l'imperatore ed il vicerè tenevano +sempre alcuni loro negoziatori presso di +lui. La flotta s'indeboliva a cagione delle +guarnigioni che doveva lasciare nelle città +che aveva occupate. Il cardinale Trivulzio +ed il Vitelli, mancando di viveri e +spaventati dall'insubordinazione dell'armata, +si ritirarono da san Germano sopra +Piperno; e Renzo di Ceri, abbandonato +da una parte de' suoi soldati, lasciò +gli Abruzzi per tornare a Roma. +Così alla metà di marzo, la spedizione +di Napoli che aveva avuto così prospero +<span class="pagenum"><a id="Page_287"></a>[287]</span> +principio, non lasciava più sperare nessun +felice fine<a class="tag" id="tag266" href="#note266">[266]</a>. +</p> + +<p> +Dalla banda della Lombardia i generali +della Chiesa erano costretti a seguire +i piani del duca d'Urbino, sebbene in +lui non avessero veruna fiducia. Gli Spagnuoli +del duca di Borbone, essendosi +ammutinati il 17 di febbrajo in occasione +di domandare il loro soldo, uccisero il +loro sergente maggiore (ufficiale di un +grado assai più elevato che non lo è a' dì +nostri), perchè cercava di calmarli. Non +pertanto il Borbone aveva potuto ricondurli +all'ubbidienza, facendo loro comprendere +che non avevano altri mezzi di trovare +danaro che quello di continuare a seguirlo. +Il 22 di febbrajo alloggiarono a san +Donnino, che fu da loro saccheggiato; +ed il giorno susseguente, il marchese di +Saluzzo, il Guicciardini e Niccolò Macchiavelli, +inviato dai Fiorentini presso al +secondo, si ritirarono da Parma sopra +Modena con undici in dodici mila uomini, +che formavano l'armata della Chiesa<a class="tag" id="tag267" href="#note267">[267]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_288"></a>[288]</span> +</p> + +<p> +Il Borbone tenne dietro all'armata che +si ritirava; e come aveva attraversato lo +stato parmigiano senz'entrare in veruna +città, attraversò ancora i territorj di +Reggio e di Modena; e di già stava per +entrare nello stato di Bologna, quando +l'armata veneziana passò il Po il 5 di +marzo per trovarsi alle spalle de' nemici. +Il duca d'Urbino non raggiunse +i suoi soldati che il giorno 18 di marzo, +dopo avere assicurato il senato veneto +del più felice esito. Egli appoggiavasi non +al valore della sua armata, di cui non +voleva fare pericoloso esperimento, ma +bensì all'imbarazzo de' suoi avversarj. +Infatti il 14 di marzo era scoppiata una +nuova sedizione fra i Tedeschi dell'armata +di Borbone. Avevano tentato di ucciderlo; +ed egli non si era sottratto al loro +furore che col darsi ad una pronta fuga, +mentre essi uccidevano un suo gentiluomo, +saccheggiavano i suoi equipaggi. Il Marchese +del Guasto calmò i sediziosi con +qualche danaro che fece loro dare dal +duca di Ferrara. Tre giorni dopo Giorgio +<span class="pagenum"><a id="Page_289"></a>[289]</span> +Frundsberg, colpito da apoplessia, +abbandonò l'armata<a class="tag" id="tag268" href="#note268">[268]</a>. Credevasi che i +soldati ch'egli aveva adunati col suo +credito, e che non vedevano effettuarsi +le sue promesse, si disperderebbero, +ma si mantennero fedeli ai loro stendardi<a class="tag" id="tag269" href="#note269">[269]</a>. +</p> + +<p> +Clemente VII trovavasi estremamente +angustiato dalle difficoltà della sua posizione. +Francesco I l'aveva spinto alla guerra +colle più magnifiche promesse; ma non +avevane attenuta una sola. Da principio +non aveva mandate all'armata della lega +le cinquecento lance, ed i quaranta mila +ducati al mese, che si era obbligato di +somministrare. Non aveva pure mandati +i ventimila ducati di più al mese per la +<span class="pagenum"><a id="Page_290"></a>[290]</span> +guerra di Napoli. Il papa aveva sostenuto +solo per tre mesi tutto il peso di +questa guerra, ed il primo pagamento +mensile non era ancora terminato. Il danaro, +che sapevasi trovarsi per istrada, +non giugneva mai, e niuna delle tante +promesse fatte si verificava. La flotta francese, +incaricata di secondare l'impresa di +Napoli, non era mai portata a numero. +Dodici galere leggieri eransi unite alla flotta +pontificia, ma erano assai male approvvigionate +anche queste e senza truppe da +sbarco. Tra le grosse navi che dovevano +raggiugnere la flotta, le une mai non abbandonarono +le coste della Provenza, altre +non si avanzarono oltre Savona. Eppure +tra gli alleati del papa, non trovavasene un +altro che meritasse maggiore confidenza. +I soccorsi dell'Inghilterra erano troppo +incerti e troppo tardi; pareva che i Veneziani +non pensassero che a sè medesimi; +ed il duca d'Urbino non voleva +adottare veruna misura che potesse salvare +gli stati di Roma o di Firenze. Il +Borbone omai toccava i confini della +Toscana. Siena era zelante pel partito +imperiale; Firenze, stanca di soffrire il +giogo de' Medici, desiderava una rivoluzione. +Vero è che nel regno di Napoli +la lega da principio aveva ottenuti +<span class="pagenum"><a id="Page_291"></a>[291]</span> +alcuni vantaggi; ma il papa più non +aveva danaro per continuare una così +disastrosa guerra, ed opponeva uno scrupolo +di coscienza sconosciuto dai suoi +predecessori alla proposizione fattagli più +volte di vendere alcuni cappelli di cardinale. +Il suo datario Ghiberti rispondeva +il 17 di dicembre al vescovo di Bayeux, +che, senza entrare in disamina intorno a +ciò che vi era di vergognoso in questo +mezzo, si era assicurato che non basterebbe, +potendosene tutt'al più ricavare +cento cinquanta mila ducati, che sarebbero +bentosto consumati<a class="tag" id="tag270" href="#note270">[270]</a>. +</p> + +<p> +In tanta perplessità Clemente VII acconsentì +all'ultimo alle proposizioni di +accomodamento che gli aveva più volte +fatte il vicerè; e malgrado il pericolo di +separarsi da' suoi alleati, e di mettersi in +balìa de' suoi nemici, il 15 marzo sottoscrisse +con Cesare Fieramosca e Sernone, +ministri del vicerè, una tregua di +otto mesi, per prezzo della quale doveva +<span class="pagenum"><a id="Page_292"></a>[292]</span> +pagare agli imperiali sessanta mila ducati, +destinati per l'armata del duca di Borbone; +oltre a che dovevano essere restituite le +conquiste fatte dalle due parti, abolite le +censure fulminate contro i Colonna, il cardinale +Pompeo ristabilito nella sua dignità, +ed il vicerè doveva venire a Roma per +meglio guarentire il papa contro l'armata +del contestabile. Se i Veneziani ed il re +di Francia accettavano la tregua, durante +la quale speravasi di negoziare un trattato +di pace, tutte le truppe tedesche +dovevano abbandonare l'Italia; se la rifiutavano, +queste dovevano ritirarsi solamente +dallo stato della Chiesa<a class="tag" id="tag271" href="#note271">[271]</a>. +</p> + +<p> +Clemente VII abbandonato dai suoi +alleati quando la più formidabile armata +si avanzava contro di lui, era, non v'ha +dubbio, in pieno diritto di provvedere +alla sua salvezza con un parziale trattato. +Ma sembra che nè il papa, nè il datario +Ghiberti, suo principale consigliere, nè +altra persona della sua corte, abbia saputo +<span class="pagenum"><a id="Page_293"></a>[293]</span> +apprezzare il pericolo dell'avvicinamento +del Borbone; essendosi Clemente ridotto +a trattare piuttosto per l'impazienza che +gli cagionava la cattiva condotta delle +sue truppe, e per l'imbarazzo delle sue +finanze, che per timore degli imperiali. +Da principio erasi in Roma dubitato che +il Borbone non fosse per accettare la tregua +sottoscritta dal vicerè, e seppesi poco +dopo, che infatti l'aveva rifiutata. Pure il +papa non volle ravvisare in questo rifiuto +che una millanteria militare, o uno stratagemma +per avere una maggior somma<a class="tag" id="tag272" href="#note272">[272]</a>. +Avrebbe dovuto meglio conoscere +la disordinata truppa con cui aveva che fare, +composta di soldati non pagati, disubbidienti, +indisciplinati, i quali parevano piuttosto +condurre i loro generali che essere +condotti da loro. Egli sapeva non meno che +tutta l'Italia quale fosse stata pel corso di un +anno la loro tirannia in Milano; doveva sapere +che Giorgio Frundsberg detestava le +superstizioni della Chiesa romana con un +odio avvelenato dalle controversie religiose +della Germania, e che portava in seno una +funicella dorata, destinata, siccom'egli +diceva, ad appiccare il papa colle sue +<span class="pagenum"><a id="Page_294"></a>[294]</span> +mani<a class="tag" id="tag273" href="#note273">[273]</a>; non doveva ignorare che una +parte de' di lui soldati era stata strascinata +sotto le di lui bandiere non meno dal +fanatismo della riforma che dall'amore +della licenza militare; che gli Spagnuoli, +fatti più avidi dalle rapine loro +permesse a Milano, aspiravano a mettere +la mano sulle ricchezze della più commerciante +città d'Italia, e che solevano +giurare <i>pel glorioso sacco di Firenze</i><a class="tag" id="tag274" href="#note274">[274]</a>. +Fu dunque improvvidissimo consiglio +quello di disarmarsi nell'istante in +cui fu sottoscritta la tregua e scrivere +al cardinale Trivulzio che licenziasse la +maggior parte de' suoi soldati; di rallegrarsi +perchè quelli di Renzo di Ceri +si erano dissipati spontaneamente; e di +non ritenere per sua difesa che cento +cavaleggieri, e circa due mila fanti delle +bande nere formate da Giovanni de' Medici<a class="tag" id="tag275" href="#note275">[275]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_295"></a>[295]</span> +</p> + +<p> +Il papa ed il vicerè avevano trattato +di buona fede, e l'uno e l'altro soddisfecero +alle reciproche convenzioni; ma +il Borbone, forse non voleva, e certamente +non poteva trattenere la sua armata. +Dava non pertanto a credere che +accetterebbe l'armistizio, se gli veniva +assicurata una più ragguardevole somma +di danaro da distribuirsi ai suoi soldati +in pagamento di due mesi di soldo; +e perchè a tale effetto ricominciavano +le negoziazioni, negli ultimi otto giorni +di marzo fece alcuni lavori intorno a +Bologna, come se avesse voluto assediarla. +Ma il 31 di marzo dichiarò al +Guicciardini che non poteva più oltre +contenere i suoi soldati, ed andò ad accamparsi +a Ponte a Reno. Un messo +del vicerè, che veniva ad intimargli l'ordine +d'osservare la tregua, corse pericolo +di essere ucciso dai Landsknecht, +e dovette salvarsi con una pronta fuga; +ed il marchese del Guasto, che si era +separato dal duca di Borbone per non +disubbidire al vicerè, ed aveva presa la +<span class="pagenum"><a id="Page_296"></a>[296]</span> +strada di Napoli, fu con una militare +sentenza bandito dall'armata<a class="tag" id="tag276" href="#note276">[276]</a>. +</p> + +<p> +Per altro i progetti del Borbone sembravano +tuttavia difficilmente eseguibili: +la primavera era assai tarda, ed era caduta +molta neve sugli Appennini che l'armata +imperiale doveva attraversare per +entrare nella Toscana. Dessa trovavasi accampata +tra Ferrara e Bologna in terreni +fangosi e quasi affatto inondati. Per mancanza +d'artiglierie e di munizioni non +aveva potuto prendere veruna città, ond'era +sempre sprovveduta di magazzini +come di danaro, e viveva a giorno per +giorno con quello che trovava nelle campagne. +Attraversando un paese così sterile +come gli Appennini, dove poteva supporre +d'incontrare qualche resistenza, +doveva necessariamente portare vittovaglie +per più giorni; ed appunto per questo +motivo il Borbone si trattenne lungo +tempo ai confini del Bolognese e della +Romagna, mostrando di voler prendere +ora l'una ora l'altra strada, sempre minacciando +e non avanzando mai<a class="tag" id="tag277" href="#note277">[277]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_297"></a>[297]</span> +</p> + +<p> +Intanto continuavano con lui le negoziazioni; +ma queste non contribuivano che +a rendere diffidenti il duca d'Urbino ed il +marchese di Saluzzo, che, vedendo il +papa tanto sollecito di abbandonarli, erano +sempre apparecchiati a ritirarsi. Lo stesso +vicerè si pose in cammino per avere un +abboccamento col Borbone, ed offrirgli, +per soddisfare al debito verso l'armata, +oltre il danaro promesso dal papa, altre +somme da prendersi sulle entrate di Napoli +o sulle straordinarie contribuzioni dei +Fiorentini, i quali, trovandosi esposti prima +degli altri, dovevano altresì essere i +primi a riscattarsi. Ma egli non osava +di avventurarsi in mezzo a quella sfrenata +soldatesca, e si fermò a Firenze per trattare +di colà col Borbone. Dal canto suo +il Guicciardini, luogotenente generale +della Chiesa in tutte le province della +Lombardia, faceva istanze al senato di +Venezia, al duca d'Urbino ed al marchese +di Saluzzo acciò che l'armata +alleata tenesse dietro al Borbone; loro +rappresentando, che, quand'anche fosse +vero che il papa fosse intenzionato di +trattare separatamente, era del loro interesse +<span class="pagenum"><a id="Page_298"></a>[298]</span> +d'impedire che non venisse oppresso; +perciocchè quanto più grande +sarebbe la di lui paura, tanto maggiore +sarebbe la quantità del danaro che da lui +tirerebbe il Borbone, danaro che poi verrebbe +tutto impiegato contro la lega<a class="tag" id="tag278" href="#note278">[278]</a>. +</p> + +<p> +Prima di avanzarsi negli Appennini, +il Borbone ingannò i suoi nemici con +nuove negoziazioni, e mentre che dal 15 +al 25 d'aprile egli si avanzava per Meldola, +santa Sofia e val di Bagno, fino a +Pieve santo Stefano in val d'Arno superiore, +lasciò che i suoi deputati presso +il vicerè sottoscrivessero una nuova convenzione, +in forza della quale prometteva +d'allontanarsi per una grossa somma di +danaro. Dall'altro canto il Guicciardini, +non essendo tranquillo intorno alla di lui +equivoca condotta, aveva persuasi il marchese +di Saluzzo ed il duca d'Urbino in +compagnia de' quali trovavasi allora in +Mugello, a passare ancor essi l'Appennino. +I confini del ducato d'Urbino non +erano lontani dall'armata imperiale, e +questo a non dubitarne, fu il principale +<span class="pagenum"><a id="Page_299"></a>[299]</span> +motivo che fece risolvere il duca ad +avanzarsi<a class="tag" id="tag279" href="#note279">[279]</a>. +</p> + +<p> +Ma il Guicciardini non poteva riuscire +ad ispirare al papa la medesima diffidenza; +quanto più grande e più spaventoso +era il pericolo, tanto più Clemente VII +era determinato di chiudere gli occhi +per non vederlo. Quando seppe che a +Firenze era stata firmata una nuova convenzione, +licenziò subito il rimanente +delle sue bande nere, quasi che la conservazione +di questo piccolo corpo potesse +servire di pretesto all'armata imperiale +per venire ad attaccarlo a Roma<a class="tag" id="tag280" href="#note280">[280]</a>. +Nello stesso tempo rimandò per +mare il signore di Vaudemont a Marsiglia, +e parve dopo ciò credersi in seno +alla più perfetta pace. +</p> + +<p> +Ciò null'ostante poco mancò che una +impensata rivoluzione non salvasse Roma +a spese di Firenze. Mentre che l'armata +della lega doveva acquartierarsi all'Ancisa +per coprire quest'ultima città, i Fiorentini, +<span class="pagenum"><a id="Page_300"></a>[300]</span> +non meno spaventati de' soldati +che venivano per difenderli, che di quelli +che venivano ad attaccarli, domandarono +delle armi al loro governo. Questa domanda +venne apertamente e caldamente appoggiata +da' più riputati cittadini, quali erano +Niccolò Capponi, Matteo Strozzi, ed il +gonfaloniere Luigi Guicciardini, fratello +dello storico; mentre che i partigiani dei +Medici, sebbene conoscessero l'avversione +de' loro concittadini pel giogo che sostenevano, +non osavano di far palese la +loro opposizione ad un così legittimo desiderio. +Essi promisero che i sedici gonfalonieri, +che avevano parte nel governo, +distribuirebbero il 26 d'aprile le armi +alle loro compagnie; ma perchè il popolo +si affollava intorno al palazzo per riceverle, +essi furono atterriti dall'ardore con cui +quest'armi erano domandate, e non tennero +parola<a class="tag" id="tag281" href="#note281">[281]</a>. Nello stesso tempo i tre cardinali +che in allora si trovavano a Firenze, +Cortona, Cibo e Ridolfi, de' quali i due +ultimi vi erano stati mandati dal papa +in sul finire del 1526 onde sostenere il +credito del primo, si apparecchiavano ad +<span class="pagenum"><a id="Page_301"></a>[301]</span> +uscire di città col giovane Ippolito de' Medici +per rendere visita ai generali dell'armata +alleata, acquartierata all'Olmo, non +lontano da Firenze: ciò bastò perchè il popolo +supponesse, che costoro, risguardando +i loro affari come disperati, abbandonassero +la città. L'accidente fece nascere questo +rumore tra un popolaccio ignorante; ma +tutta la città era così stanca del governo +de' Medici e di quello de' preti, ogni cittadino +sentivasi così umiliato dalla considerazione +che una repubblica coperta di tanta +gloria fosse ridotta nella dipendenza di un +fanciullo e di prelati stranieri, che ognuno +avidamente abbracciava la speranza +di mettere fine a questa tirannide. Quelli +ancora che ciò non credevano, s'infingevano +di crederlo, per far nascere l'occasione +di scuotere il giogo. La gioventù +accorse verso il palazzo, gridando, <i>viva +il popolo e la libertà!</i> La guardia loro +fece pochissima resistenza, conciossiachè +si posero di mezzo i più assennati cittadini, +e la persuasero a ritirarsi. Gl'insorgenti +si presentarono alla signoria, +capo della quale era in allora Luigi +Guicciardini, gonfaloniere, fratello dello +storico; la costrinsero a decretare che +tutti coloro che i Medici avevano condannati +per delitti di stato, verrebbero +<span class="pagenum"><a id="Page_302"></a>[302]</span> +ristabiliti nelle loro prerogative; che il +governo verrebbe costituito come al tempo +del gonfaloniere Soderini, e che i +Medici sarebbero esiliati e dichiarati ribelli<a class="tag" id="tag282" href="#note282">[282]</a>. +</p> + +<p> +I cardinali, con Ippolito de' Medici, +avevano imprudentissimamente continuato +il loro viaggio verso l'Olmo, sebbene +avessero avviso di ciò che accadeva in +Firenze. Coloro che avevano apparecchiata +la sollevazione, alla testa de' quali +osservavasi Pietro Salviati, che le sue +ricchezze e le sue parentele chiamavano +ai principali onori della città, sentivano +la necessità di porre immediatamente una +forte guardia alle porte, di occupare gli +arsenali, di far dare il giuramento ai soldati, +e di trattare colla lega per procurare +il di lei appoggio alla repubblica; ma +loro non fu possibile di calmare abbastanza +la popolare effervescenza per ottenere +attenzione ed ubbidienza; e mentre +che il popolo era ancora ne' trasporti +della gioja, gli altri cominciavano di già +<span class="pagenum"><a id="Page_303"></a>[303]</span> +a tremare per le conseguenze d'un'insurrezione, +che non si trovavano più in +caso di dirigere<a class="tag" id="tag283" href="#note283">[283]</a>. +</p> + +<p> +Il Salviati ed i suoi amici avevano +bensì ordinato che si suonasse campana +a stormo; ma i tre cardinali erano di già +tornati col duca d'Urbino, il marchese +di Saluzzo e mille cinquecento fanti, +avanti che si fossero chiuse le porte; +questi s'incamminarono subito verso la +piazza e cominciarono l'assedio del palazzo, +diventato la cittadella degl'insorgenti. +Forse Firenze non erasi mai trovata +in più grave pericolo; imperciocchè +se i Medici fossero stati obbligati a far +entrare nella città l'armata alleata per +impadronirsi della sede del governo, +avrebbero difficilmente potuto contenere +i soldati, sempre avidi di saccheggio, +ed ancora più difficilmente avrebbero +potuto in appresso opporli all'armata del +Borbone che si avvicinava. Il Guicciardini, +che sentiva tutto il pericolo della sua +patria, s'interpose tra le due parti; cercò +di atterrire gli uni e gli altri mettendo loro +sott'occhio le conseguenze della loro ostinazione, +e li ridusse ad un accordo in +forza del quale gl'insorgenti abbandonarono +<span class="pagenum"><a id="Page_304"></a>[304]</span> +il palazzo e lo resero ai Medici, +dopo avere in contraccambio ottenuta +da questi un'intera amnistia, che non fu +però perfettamente osservata<a class="tag" id="tag284" href="#note284">[284]</a>. +</p> + +<p> +Il duca d'Urbino prese motivo da quest'insurrezione, +che abbastanza manifestava +le disposizioni de' Fiorentini rispetto +al papa, per domandare che questa repubblica +prendesse parte in suo proprio +nome nella lega con Venezia e colla +Francia; di modo che più non si trovasse +compresa nelle negoziazioni che +Clemente VII proseguiva anche allora +cogl'imperiali. Infatti la signoria si obbligò +a non conchiudere verun trattato +di pace coll'imperatore senza il consentimento +di tutti i confederati; ed i cardinali, +luogotenenti del papa, furono costretti +di aderire a questo trattato che fu +sottoscritto il 28 di aprile nel palazzo +de' Medici<a class="tag" id="tag285" href="#note285">[285]</a>. Il duca d'Urbino non +<span class="pagenum"><a id="Page_305"></a>[305]</span> +approfittò meno per la lega che per sè medesimo +della sua presenza in Firenze con +un'armata. Egli non volle partire finchè +non gli furono dalla repubblica restituite +la forte piazza di san Leo, principale +luogo della contea di Montefeltro, e la +fortezza di Majolo. Egli le riebbe in +qualche modo colla forza, senza pubblica +deliberazione, e senza l'approvazione dei +consigli, cui soli apparteneva il dare così +fatti ordini<a class="tag" id="tag286" href="#note286">[286]</a>. +</p> + +<p> +L'insurrezione di Firenze aveva avuto +principio e fine in un solo giorno; pure +fu cagione agli alleati di gravissimo pregiudizio, +avendo impedito alla loro armata +di prendere posto all'Ancisa, e +potere così più facilmente tener d'occhio +il duca di Borbone; accrebbe la +diffidenza del duca d'Urbino e de' Veneziani, +i quali, vedendo come lo stato +di Firenze era poco sicuro, temettero +più che mai di allontanarsi dalle proprie +province; finalmente fece loro perdere +un tempo prezioso, di cui il Borbone +seppe approfittare<a class="tag" id="tag287" href="#note287">[287]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_306"></a>[306]</span> +</p> + +<p> +Infatti questi partì il venti di aprile, +dai contorni di Arezzo, alla volta di +Roma, senza artiglieria, senza carri, +senza munizioni; e non si lasciò trattenere +nè dalle piogge, che in quella stagione +furono grandissime, nè dalla mancanza +di viveri. Ottenne a Siena, in allora +attaccata al partito imperiale, alcuni +soccorsi, che lo ajutarono a proseguire +il cammino; ma non si trattenne in quello +stato, come erasene lusingato Clemente +VII<a class="tag" id="tag288" href="#note288">[288]</a>. Nel suo cammino saccheggiò +Acquapendente a san Lorenzo alle Grotte; +fu introdotto in Viterbo da alcuni emigrati +di quella città; occupò in appresso +Ronciglione, e finalmente arrivò il 5 di +maggio sotto alle mura di Roma, prima +che il papa avesse voluto persuadersi +della sua partenza dalla Toscana<a class="tag" id="tag289" href="#note289">[289]</a>. +</p> + +<p> +Clemente VII aveva cercato una seconda +volta in quegli ultimi istanti di +mettersi in su le difese; ordinò nuove +leve per rimpiazzare i soldati che aveva +con tanta imprudenza licenziati; vendette +<span class="pagenum"><a id="Page_307"></a>[307]</span> +tre cappelli di cardinale, ma non ebbe +neppure il tempo di riceverne il danaro. +Domandò una contribuzione volontaria +ai più ricchi abitanti di Roma; ma questi, +ritenendo con avara mano effetti che +presto dovevano perdere, non diedero +che pochi scudi, quando trattavasi di difendere +tutto il rimanente de' loro beni, +l'onor loro e la vita<a class="tag" id="tag290" href="#note290">[290]</a>. +</p> + +<p> +Renzo di Ceri, della casa Orsini, era +stato incaricato dal papa della difesa di +Roma. Quest'uomo, che in tempo della +guerra della lega di Cambrai erasi renduto +illustre sostenendo l'assedio di Crema, +aveva veduto la sua riputazione scemare +ogni giorno. In particolare Clemente VII +faceva di lui pochissimo capitale; pure, +per un'imbecillità che pareva strascinarlo +alla sua ruina, egli gli accordò in tale occasione +la più grande confidenza. Il signore +di Bellay, che arrivò in poste da Firenze +per avvisare il papa della marcia del +Borbone, divise con Renzo di Ceri le +cure di provvedere alla difesa di Roma<a class="tag" id="tag291" href="#note291">[291]</a>. +<span class="pagenum"><a id="Page_308"></a>[308]</span> +Per rimpiazzare gli antichi soldati, che +tutti erano stati di fresco licenziati, arrolarono +tra i servitori de' prelati ed +i bottegai di Roma, una truppa senza +coraggio e senza disciplina, ed aggiunsero +alcune fortificazioni dalla banda di +Borgo. Questi lavori inspirarono a Renzo +tanta fiducia, ch'egli si figurò di potere +opporre la più ostinata resistenza all'armata +di Borbone; perciò scrisse al conte +Guido Rangone, che accorreva per difendere +Roma con cinque mila fanti ed +un piccolo corpo d'artiglieria, che farebbe +meglio di andare a raggiugnere +l'armata della lega, poichè la capitale +aveva tutt'al più bisogno di un ajuto di +sette in ottocento archibugieri<a class="tag" id="tag292" href="#note292">[292]</a>. +</p> + +<p> +Questa lettera, scritta soltanto il 4 di +maggio, non trattenne in cammino il +Rangone, che aspirava alla gloria di liberare +la capitale della Cristianità. Aveva +calcolato di giugnervi prima del Borbone, +ove questi si fosse caricato di +un treno d'artiglieria; e che sarebbe +<span class="pagenum"><a id="Page_309"></a>[309]</span> +sempre in tempo di unirsi ai difensori +della città, ove il Borbone arrivasse +prima di lui per non avere condotti +cannoni. Ma il 5 di maggio il Borbone +presentossi ne' prati sotto Roma, +e fece da un trombetta intimare la resa +alla città. Clemente VII, che in diverse +circostanze aveva mostrato un'eccessiva +timidezza, e che anche ultimamente aveva +voluto fuggire quando l'armata napolitana +si avanzava sopra Frusolone, mostrò +in questa circostanza un'inesplicabile fermezza. +Rimandò il trombetta con disprezzo; +non volle permettere di tagliare i +ponti della città, per difendersi al di là +del Tevere se il Borgo veniva preso; +e per non ispargere il terrore, ordinò alle +guardie delle porte di non permettere +che si trasportassero fuori di Roma ricchezze +o mercanzie<a class="tag" id="tag293" href="#note293">[293]</a>. +</p> + +<p> +La mattina del 6 di maggio il Borbone +condusse le sue truppe all'assalto +contro le mura di Borgo tra il Gianicolo +ed il Vaticano. Qualunque si fosse +lo splendore che lo accompagnava, +come generale della più potente armata +che allora fosse in Europa, pare +<span class="pagenum"><a id="Page_310"></a>[310]</span> +che tutta sentisse la vergogna ed il pericolo +della propria situazione. Principe +del sangue e ribelle al suo re; francese +e traditore della sua patria; cattolico e +conducente contro il papa un'armata, +che era nemica della religione medesima; +cavaliere ed associato ad una banda di +masnadieri, non poteva dissimulare a sè +medesimo che meritava il disprezzo che gli +avevano manifestato gli Spagnuoli, e che +gli esprimevano tutti coloro che non lo +temevano. Una luminosa vittoria poteva +sola coprire tanti torti a' suoi proprj occhi +o agli occhi degli altri; egli voleva +ottenerla, o morire combattendo; e perchè, +montando all'assalto, vide che i +suoi fanti tedeschi lo seguivano freddamente, +prese una scala, l'appoggiò egli +stesso contro il muro per incoraggiarli +colla propria intrepidezza; ma appena +aveva incominciato a salire, che +fu colpito nelle reni da una palla di +moschetto tirata dall'alto delle mura, +che gli passò il fianco e la coscia destra<a class="tag" id="tag294" href="#note294">[294]</a>. +Sentì subito che il colpo era +<span class="pagenum"><a id="Page_311"></a>[311]</span> +mortale; pure conservò tanta presenza di +spirito da domandare a quelli che gli +stavano intorno di coprire il suo corpo +col suo mantello, onde i soldati non si +accorgessero della sua caduta; così egli +spirò ai piedi delle mura, mentre che +continuava l'assalto<a class="tag" id="tag295" href="#note295">[295]</a>. +</p> + +<p> +La morte del Borbone non si potè +tenere lungamente nascosta ai soldati; ma +invece di scoraggiarli, parve eccitarli +alla vendetta. Gli Svizzeri della guardia +del papa avevano difese le mura valorosamente, +ed una batteria posta sull'alto +del colle, che prendeva di fianco gli +assedianti, loro uccideva molta gente; +ma una densa nebbia, che si levò dopo +che il sole apparve sull'orizzonte, impedì +agli artiglieri di ben dirigere i loro +colpi. Gli Spagnuoli ne approfittarono +onde entrare in città per alcune piccole +case attigue alle mura; dall'altro canto +<span class="pagenum"><a id="Page_312"></a>[312]</span> +i Tedeschi superarono le trincee, e s'impadronirono +del baluardo. Prima di riuscirvi +gli assalitori avevano avuto un +migliajo d'uomini uccisi, ma ne fecero +orribile vendetta su quella parte della +gioventù romana che combatteva sotto +le insegne de' proprj caporioni, e che trovavasi +chiusa tra gli Spagnuoli ed i Tedeschi. +Fu uccisa tutta senza pietà, sebbene +la maggior parte di questi giovani +avesse gettate le armi, e domandasse la +vita in ginocchioni<a class="tag" id="tag296" href="#note296">[296]</a>. +</p> + +<p> +Durante la battaglia, Clemente VII +stava pregando innanzi all'altare della +sua cappella in Vaticano. Quando le grida +de' soldati gli annunciarono la presa della +città, fuggì dal suo palazzo in castel +sant'Angelo pel lungo corridojo che, innalzato +su doppia muraglia al di sopra +delle più alte case, attraversa tutta la +città Leonina, e dà comunicazione al +Vaticano colla fortezza. Lo storico Paolo +Giovio, che seguiva Clemente VII, teneva +rialzata la di lui lunga veste perchè potesse +più speditamente camminare, e l'aveva +coperto col suo cappello e col suo mantello +<span class="pagenum"><a id="Page_313"></a>[313]</span> +violetto, per timore che il papa, +attraversando il ponte che lo lasciava +vedere a discoperto, non fosse riconosciuto +pel suo rocchetto bianco, e preso +di mira da qualche furibondo soldato. +Da tutta la lunghezza del corritojo Clemente +VII vedeva al di sotto di sè la +miserabile fuga de' suoi, ed i barbari +che inseguendoli gli assassinavano a colpi +di picche e di alabarde. Sette in otto +mila romani vennero uccisi in questo +primo giorno<a class="tag" id="tag297" href="#note297">[297]</a>. +</p> + +<p> +Dopo essere entrato in castello, il papa +aveva ancora tempo di fuggire pel +ponte degli angeli che era sotto la protezione +della sua artiglieria, di attraversare +le strade di Roma sotto la scorta +della sua cavalleria, e mettersi in salvo. +La fresca memoria della sua cattività in +Castel sant'Angelo doveva fargli sentire +quanto quest'asilo fosse mal sicuro; ma +lo spavento ond'era compreso non gli +permise di passare più avanti; egli si lasciò +chiudere coi cardinali ed i prelati del suo +seguito in castel sant'Angelo; ove Filippo +<span class="pagenum"><a id="Page_314"></a>[314]</span> +Serbelloni collo spagnuolo Mendanez lo +assediarono<a class="tag" id="tag298" href="#note298">[298]</a>. +</p> + +<p> +L'armata che si precipitava in Roma, +contava in allora quaranta mila uomini. +È bensì vero che Frundsberg non aveva +condotti che quattordici mila landsknecht, +ai quali si erano uniti in Lombardia sei +mila Spagnuoli; ma vi si era in appresso +aggiunta l'infanteria italiana del Calabrese +Fabrizio Maramaldo, di Sciarra Colonna +e di Luigi Gonzaga, chiamato il +Rodomonte. Inoltre aveva quest'armata +raccolti lungo il cammino moltissimi cavaleggieri, +il di cui comando era stato +dato a Filiberto di Chalons, principe +d'Orange, ed a Ferdinando Gonzaga; erasi +ingrossata coi disertori dell'armata della +lega e coi soldati licenziati dal papa, coi +banditi e coi vagabondi, erranti prima +per tutti i paesi che aveva attraversati, +e chiamati sotto le sue bandiere dall'allettamento +del saccheggio<a class="tag" id="tag299" href="#note299">[299]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_315"></a>[315]</span> +</p> + +<p> +Il Borgo di Roma ed il quartiere del +Vaticano furono subito saccheggiati; ed +in quella prima ebbrezza della vittoria +il sacrilego furore de' soldati parve meno +ributtante, sebbene non avesse risparmiati +nè i conventi, nè le chiese, nè +il palazzo del papa, nè il tempio di +san Pietro, cattedrale del mondo cristiano. +Ma i soldati, non contenti delle +ricchezze di questi due quartieri, presero +ancora d'assalto quello di Transtevere, +e perchè i ponti non erano stati tagliati, +trovaronsi padroni di tutta Roma, ove +Luigi Gonzaga fu il primo ad entrare +per ponte Sisto alla testa dell'infanteria +italiana<a class="tag" id="tag300" href="#note300">[300]</a>. +</p> + +<p> +Forse giammai nella storia dell'universo +si troverà che una grandissima capitale +sia stata abbandonata a più atroce abuso +della vittoria; giammai una potente armata +si formò di soldati più feroci, e +più intolleranti del giogo d'ogni militare +disciplina; nè mai il sovrano, nel di cui +nome cotesta armata combatteva, era +stato più indifferente alle calamità dei +vinti. Non bastò già il lasciare in balìa +<span class="pagenum"><a id="Page_316"></a>[316]</span> +della rapacità de' soldati tutte affatto le +ricchezze sacre e profane dalla pietà +dei popoli o dalla loro industria adunate +nella capitale del mondo cristiano, +che ancora le persone degl'infelici abitanti +furono abbandonate al capriccio, e +alla brutalità di sfrenata soldatesca. Mentre +che le donne di ogni condizione erano vittima +dell'incontinenza de' vincitori, coloro +che rendevansi sospetti di avere ricchezze +nascoste, o credito presso gli altri, +erano posti alla tortura, ed obbligati +con prolungati tormenti a vuotare le +borse degli amici che potevano avere in +altri paesi. Molti prelati morirono in +mezzo ai tormenti; molti altri, dopo essersi +riscattati, morirono in conseguenza +de' sofferti strapazzi, della loro afflizione, +o del loro spavento. Furono saccheggiati +i palazzi di tutti i cardinali senza che i +soldati volessero distinguere i guelfi dai +ghibellini, o accordare una salvaguardia +a coloro ch'erano conosciutissimi pel loro +attaccamento al partito imperiale. Soltanto +fu ad alcuni permesso di riscattarsi col +danaro; e perchè i mercanti avevano deposti +i proprj effetti nelle loro case supponendo +di porli in luogo sicuro, questi +mercanti pagarono spesso enormi somme +per sottrarle ai soldati. La marchesa di +<span class="pagenum"><a id="Page_317"></a>[317]</span> +Mantova riscattò il suo palazzo per cinquanta +mila ducati, e si dice che suo +figlio ne toccasse per la parte sua dieci +mila. Il cardinale di Siena, dopo avere +pagata la propria taglia agli Spagnuoli, +fu fatto prigioniero da' Tedeschi, spogliato +d'ogni avere, battuto e forzato di +riscattare nuovamente la sua sola persona +con cinque mila ducati. La stessa sventura +toccò ai cardinali della Minerva e +di Ponzetta. Nè i prelati tedeschi o spagnuoli +furono da' loro compatriotti risparmiati +più che gl'Italiani. Udivansi eccheggiare +in tutte le case le grida ed i +pianti degl'infelici esposti alla tortura; +le piazze avanti a tutte le chiese erano +sparse d'arredi d'altari, di reliquie e di +tutte le cose sacre, che i soldati buttavano +in terra dopo averne strappato l'oro +e l'argento. I luterani tedeschi, aggiugnendo +alla cupidigia il fanatismo religioso, +si sforzavano di mostrare il loro +disprezzo per le pompe della chiesa romana, +e di profanare tuttociò che rispettavano +que' popoli ch'essi dicevano idolatri. +Per altro passati i primi giorni di furore, +ne' quali essi avrebbero voluto uccidere +tutti coloro che avevano impugnate le +armi, i Tedeschi più non isguainarono +la spada; anzi si addolcirono in modo, +<span class="pagenum"><a id="Page_318"></a>[318]</span> +che i loro prigionieri si poterono riscattare +a bassissimo prezzo. Allora ad altro +più non pensarono che a bevere, ad ammassare +danaro ed a distruggere i quadri e +le statue che loro sembravano monumenti +d'idolatria. Ma infinitamente più avidi +e più crudeli erano gli Spagnuoli; la +loro sete dell'oro mai non iscemava, e +perchè il loro cuore era affatto chiuso +alla pietà, andavano moltiplicando i tormenti +per costringere i loro prigionieri +ad iscuoprire tuttociò che tenevano nascosto. +Gl'Italiani e specialmente quelli +dell'Abruzzo imitavano i vizj delle due +nazioni cui si erano associati, e senza +pareggiarli nel valore, cercavano se non +altro di essere egualmente crudeli ed +empj<a class="tag" id="tag301" href="#note301">[301]</a>. +</p> + +<p> +Il cardinale Pompeo Colonna entrò in +Roma due giorni dopo presa la città, per +godere dell'umiliazione di Clemente VII. +<span class="pagenum"><a id="Page_319"></a>[319]</span> +Fu seguito da una folla di contadini dei +suoi feudi, che poco prima erano stati +barbaramente saccheggiati per ordine del +papa, e che si vendicarono saccheggiando +tutte quelle case di Roma, ove restavano +ancora i meno preziosi effetti che non avevano +tentata l'avidità de' soldati. Per altro +Pompeo fu compreso da profondo +dolore, quando vide la miseria in cui +aveva contribuito a precipitare la sua +patria; aprì la sua casa a tutti coloro +che vi si vollero rifugiare, riscattò col +suo danaro i cardinali prigionieri senza +distinzione di partito amico o nemico, +e salvò la vita a tanti miserabili, che, +avendo ogni cosa perduta, sarebbero senza +di lui periti di fame<a class="tag" id="tag302" href="#note302">[302]</a>. +</p> + +<p> +Lo stesso giorno in cui l'armata imperiale +era entrata in Roma, il conte +Guido Rangone era giunto fino a Ponte +Salario co' suoi cavaleggieri ed ottocento +archibugieri. Se la città avesse resistito +soltanto ventiquattr'ore, sarebbe arrivato +a tempo per difenderla e per salvarla. +Quando seppe l'accaduto si ritirò fino +ad Otricoli per riunirvisi al restante della +sua truppa. Il duca d'Urbino ed il marchese +<span class="pagenum"><a id="Page_320"></a>[320]</span> +di Saluzzo camminavano assai più +lentamente: erano partiti soltanto il 3 +di maggio da Firenze, ed il marchese +non arrivò ad Orvieto che il giorno 11, +di dove fece un tentativo per cavare di +notte il papa da castel sant'Angelo; ma +non riuscì, perchè Federigo da Bozzolo, +che conduceva il distaccamento, si ferì +cadendo di cavallo. Il duca d'Urbino giunse +ad Orvieto cinque giorni più tardi, +perchè, in passando, volle fare una rivoluzione +in Perugia, di dove scacciò +Gentile Baglioni, partigiano de' Medici, +per darne il governo ai figliuoli di quel +Gian Paolo Baglioni che Leon X aveva +fatto morire<a class="tag" id="tag303" href="#note303">[303]</a>. +</p> + +<p> +Pretese il duca d'Urbino di non poter +tentar nulla, perchè, avendo allora +passata in revista la sua armata, non +trovò che diciassette mila combattenti invece +di trenta mila che doveva averne. +Pure sotto qualunque altro capo quest'armata +sarebbe bastata per iscacciare +gl'imperiali da Roma, perciocchè i soldati +spagnuoli e tedeschi, perduti nelle +dissolutezze d'ogni maniera, più non ubbidivano +alla voce de' loro capitani, e non +<span class="pagenum"><a id="Page_321"></a>[321]</span> +avevano verun rispetto per Filiberto di +Chalons, principe d'Orange, ch'essi avevano +eletto loro capo invece del contestabile +di Borbone. Non si volevano a nessun +patto staccare dal saccheggio per soddisfare +a verun ufficio militare, e quando un +falso allarme faceva chiamare al campo i +soldati, niuno veniva a porsi sotto le bandiere<a class="tag" id="tag304" href="#note304">[304]</a>. +</p> + +<p> +Ma il duca d'Urbino, costante nel suo +sistema di non esporre la sua armata ad +una battaglia, non aveva nemmeno avuto +mai il pensiero di attaccare gl'imperiali; +ed apertamente diceva che non penserebbe +a farlo, se non che quando potrebbe aggiugnere +alla sua armata sedici mila +Svizzeri, levati con licenza de' cantoni; e +che ne abbisognerebbero anzi ventiquattro +mila, se in quest'intervallo di tempo +l'armata imperiale riceveva i soccorsi +che poteva facilmente tirare dal regno +di Napoli<a class="tag" id="tag305" href="#note305">[305]</a>. Egli pareva non sentire +compassione degli sgraziati Romani, e nel +<span class="pagenum"><a id="Page_322"></a>[322]</span> +consiglio di guerra adunato ad Orvieto, +trattò soltanto intorno al modo di cavare +Clemente VII da castel sant'Angelo, ov'era +assediato. Quest'impresa, sotto la protezione +di così numerosa armata, non sembrava +altrimenti difficile; i Francesi ardentemente +la desideravano per l'onore del loro re, +ed il consiglio dei Pregadi di Venezia aveva +dati pressanti ordini al suo generale di +soccorrere il suo alleato. Soltanto il duca +d'Urbino, il di cui odio e rancore contro +la casa de' Medici andavano avidamente +in traccia di pretesti nel suo timido sistema +di tattica, faceva ogni momento +nascere nuovi ostacoli. Il papa lo faceva +invitare a venire ad accamparsi alla croce +di Monte Mario, fortissima posizione in +faccia a castel sant'Angelo, di dove +avrebbe a tutte l'ore potuto facilmente +intendersi cogli assediati per mezzo di +segni, ma egli non volle mai passare al +di là di Tre-Capanne. Tuttavolta il suo +avvicinamento fece sì che Clemente VII +ricusasse di capitolare a condizioni quasi +già acconsentite. Allora il duca d'Urbino, +dopo avere date agli assediati vane +speranze, appunto come aveva praticato +nel precedente anno col duca di Milano, +s'allontanò da Roma il 1.º di giugno, +<span class="pagenum"><a id="Page_323"></a>[323]</span> +ed andò ad accamparsi a Monterosi<a class="tag" id="tag306" href="#note306">[306]</a>. +</p> + +<p> +Il vicerè di Napoli erasi affrettato di +portarsi a Roma dietro gl'inviti dello +stesso papa, che lusingavasi di avere +da lui migliori condizioni; ma questi, accorgendosi +che l'armata lo vedeva assai +di mal occhio, ripartì alla volta di Napoli. +Cammin facendo incontrò il marchese +del Guasto, Ugo di Moncade ed +Alarcone, che lo persuasero a tornare a +dietro, onde conservare qualche autorità +sopra un'armata che omai quasi sottraevasi +all'imperatore. Tornò infatti; ma +non gli si lasciò prendere veruna parte +negli affari della guerra o della pace<a class="tag" id="tag307" href="#note307">[307]</a>. +</p> + +<p> +La capitolazione del papa venne sottoscritta +il 6 di giugno, press'a poco +alle medesime condizioni rifiutate sei +giorni prima. Egli si obbligava di pagare +all'armata quattrocento mila ducati; cento +mila immediatamente, cinquanta mila +entro venti giorni, e gli altri dugento +<span class="pagenum"><a id="Page_324"></a>[324]</span> +cinquanta mila nel termine di due mesi. +Fino all'intero pagamento de' primi cento +cinquanta mila ducati, doveva restare +prigioniero in castel sant'Angelo, unitamente +ai tredici cardinali che lo avevano +seguito. In appresso potrebbe recarsi a +Napoli o a Gaeta, per aspettare colà gli +ordini dell'imperatore. Si obbligava di +consegnare alle truppe imperiali le città +di Parma, Piacenza e Modena, ed a ricevere +guarnigione ne' castelli di sant'Angelo, +di Ostia, di Cività Castellana, e +di Cività Vecchia. Prometteva di assolvere +i Colonna da tutte le censure ecclesiastiche, +e di dare ostaggi per l'osservanza +di tutte queste condizioni. Dopo +aver firmato questo trattato, quello stesso +capitano Alarcone, che aveva custodito +Francesco I in tempo della sua prigionia, +entrò in castel sant'Angelo con tre compagnie +spagnuole e tre tedesche, per +prendere il papa sotto la sua guardia<a class="tag" id="tag308" href="#note308">[308]</a>. +</p> + +<p> +La capitolazione fu religiosamente eseguita +in tuttociò che spettava al papa; +<span class="pagenum"><a id="Page_325"></a>[325]</span> +ma il governo della Chiesa pareva disciolto +dalla prigionia del suo capo, e le più lontane +piazze ricusarono di ubbidirgli. Cività +Castellana era custodita dalle truppe +della Lega, Cività Vecchia da Andrea +Doria che la riteneva come pegno di +14,000 scudi di soldo a lui dovuti, Parma +e Piacenza, detestando il governo spagnuolo, +non vollero aprire le loro porte +al commissario imperiale che si presentò +per prenderne possesso. Modena, difesa +dal conte Luigi Rangoni, fratello di Guido, +con soli cinquecento fanti, fu attaccata +in principio di giugno dal duca di +Ferrara con dugento lance, sei mila fanti +e molta artiglieria, e fu forzata a capitolare +il 5 di giugno<a class="tag" id="tag309" href="#note309">[309]</a>. Gli stessi alleati +del papa vollero approfittare della sua +disgrazia; i Veneziani occuparono Ravenna +e Cervia perdute in tempo della +lega di Cambray, e Sigismondo Malatesta +s'impadronì della città e della fortezza +di Rimini, antico principato della +sua famiglia<a class="tag" id="tag310" href="#note310">[310]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_326"></a>[326]</span> +</p> + +<p> +Clemente VII non considerava la sua +sovranità nello stato della Chiesa che +come vitalizia, mentre che la grandezza +ereditaria della casa de' Medici era attaccata +all'ubbidienza de' Fiorentini. Sebbene +non avesse nè figliuoli, nè parenti prossimi, +era però tutto intento a perpetuare il +potere della sua famiglia, e disposto a sagrificare +all'orgoglio del suo nome assai più +che Leon X, suo cugino. Ma quantunque +volesse conservare Firenze, poca cura +prendevasi di risparmiarla; perciocchè +quanto preferiva il bene de' suoi eredi +a quello della sua patria, altrettanto preferiva +sè stesso agli eredi; onde, nelle +guerre in cui strascinava la repubblica +senza che questa vi avesse verun diretto +interesse, tutte le volte che rendevasi +necessario un prestito, o che una spesa +straordinaria richiedeva una contribuzione +di guerra, ne faceva sempre cadere +il peso sui Fiorentini, i quali, avendo +assolutamente cessato di avere un'importanza +politica, di essere contati tra +le potenze d'Europa, e di avere un +diretto interesse negli avvenimenti, vedevansi +non pertanto ruinati dall'ambizione +della casa de' Medici. La conquista +e la difesa del ducato d'Urbino aveva +loro costato cinquecento mila fiorini; +<span class="pagenum"><a id="Page_327"></a>[327]</span> +indi al primo pericolo erano stati costretti +di restituire al duca la fortezza di san +Leo, e la contea di Montefeltro, che +loro erano state date in compenso delle +fatte sovvenzioni<a class="tag" id="tag311" href="#note311">[311]</a>. Avevano inoltre +spesi cinquecento mila fiorini nella +guerra intrapresa da Leon X contro la +Francia, ne avevano pagati trecento mila +ai capitani imperiali ed al vicerè durante +l'amministrazione del cardinale Giulio dei +Medici, e dopo che questo stesso Giulio +era diventato papa, avevano dati altri sei +cento mila fiorini per la guerra ch'egli +faceva contro l'imperatore<a class="tag" id="tag312" href="#note312">[312]</a>. Da troppi +mali erano simultaneamente oppressi; avevano +perduta la libertà, e continuavano +a portare un peso d'imposte che doveva +schiacciare qualunque popolo che non +fosse libero. Perciò i Fiorentini avevano +quasi tutti lo stesso desiderio di cogliere +il momento in cui verrebbe loro fatto +di scuotere il giogo de' Medici. +</p> + +<p> +La presa di Roma e la prigionia del +papa in castel sant'Angelo distruggevano +la potenza di questa casa. I tre cardinali +che Clemente VII teneva in Firenze +<span class="pagenum"><a id="Page_328"></a>[328]</span> +come amministratori della repubblica e +tutori dei due bastardi, Ippolito ed Alessandro, +non potevano dubitarne. Avevano +essi ricevuta la notizia della catastrofe +l'undici di maggio; cercarono di tenerla +celata, spargendo contrarie voci; ma già +da molto tempo il popolo erasi avvezzato +a non dar loro credenza<a class="tag" id="tag313" href="#note313">[313]</a>. +</p> + +<p> +Tutti i più riputati uomini della città, +tutti coloro che discendevano da illustri +antiche famiglie si recarono presso Silvio +Passerini, cardinale di Cortona, nel palazzo +de' Medici, non più in abito militare, +come nella precedente insurrezione, +ma col lucco e col capuccio, abito civile +proprio de' Fiorentini che accresceva +loro gravità, e gli domandarono +di restituire pacificamente alla patria una +libertà, alla quale egli più non poteva porre +impedimento<a class="tag" id="tag314" href="#note314">[314]</a>. Vedevasi alla loro testa +Niccolò Capponi il più zelante degli amici +della libertà, che di già risguardavasi +come il ristauratore del nuovo governo, +e con lui Filippo Strozzi suo cognato, +che aveva sposata Clarice de' Medici, +sorella di Lorenzo II, e figliuola di Pietro. +<span class="pagenum"><a id="Page_329"></a>[329]</span> +Filippo Strozzi era stato da Clemente VII +dato per ostaggio ad Ugo di Moncade +in occasione della sua prima prigionia e +del primo suo trattato coi Colonna; ma +in appresso Clemente non aveva voluto +nè dare esecuzione alle condizioni del +trattato, nè prendersi cura del riscatto +degli ostaggi. Vedendo il Moncade quanto +lo Strozzi fosse sdegnato per quest'abbandono, +lo pose spontaneamente in libertà, +onde nuocere col di lui mezzo al potere +pontificio in Firenze<a class="tag" id="tag315" href="#note315">[315]</a>. +</p> + +<p> +Clarice de' Medici, moglie di Filippo, +non era meno irritata dello sposo. Lagnavansi +ambidue di Clemente, perchè avendo +egli promesso il cappello di cardinale +al loro figlio Pietro, ed avendolo con tale +lusinga persuaso a vestire l'abito ecclesiastico, +aveva ricusato poi costantemente +di dare effetto alla sua promessa. Clarice, +che pel sesso e per la sua parentela coi +Medici non era esposta al risentimento +di quel partito, non si guardava dal ricordare +a tutti coloro che lungamente +erano stati attaccati alla sua famiglia, +che al presente non sagrificavano altrimenti +pei veri Medici la libertà della loro patria, +ma per uno de' loro sudditi di provincia, +<span class="pagenum"><a id="Page_330"></a>[330]</span> +il cardinale di Cortona, e per +due bastardi Ippolito ed Alessandro<a class="tag" id="tag316" href="#note316">[316]</a>. +</p> + +<p> +Il cardinale di Cortona, Silvio Passerini, +era di carattere debole ed irrisoluto; +altronde temeva di perdere in una rivoluzione +il suo tesoro personale, e difficilmente +ascoltava altri consigli che quelli +dell'avarizia. Il cardinale Niccolò Ridolfi, +sebbene riconoscente verso la famiglia +de' Medici, cui andava debitore della +porpora, era non pertanto affezionato +alla libertà, come lo era tutta la sua +famiglia. Onofrio di Montedoglio, comandante +la guarnigione di Firenze, che +aveva circa tre mila uomini sotto i suoi +ordini, era il solo che si mostrasse zelante +per la difesa dell'autorità de' Medici. +Bastava, diceva egli, di spargere +un poco di danaro tra i soldati, e col +mezzo loro sarebbesi sicuramente mantenuta +la città ubbidiente; ma il tesoriere +del comune si era nascosto perchè non +si potesse forzarlo a fare una spesa pregiudicevole +alla salute della patria; il +cardinale Passerini non volle mettere mano +al suo particolare peculio, ed il coraggio di +<span class="pagenum"><a id="Page_331"></a>[331]</span> +coloro che volevano difendersi mancando +col danaro con cui desso coraggio doveva +essere pagato, in breve altro partito non +rimase a' Medici che quello di cedere<a class="tag" id="tag317" href="#note317">[317]</a>. +Perciò il 16 di maggio si fece una convenzione +tra i principali cittadini del partito +repubblicano ed il cardinale di Cortona, +quale rappresentante de' Medici. Prometteva +questi d'uscire di Firenze coi +due giovinetti Ippolito ed Alessandro, nel +mentre che i Fiorentini in contraccambio +guarentivano a' Medici il godimento di +tutti i loro beni, ed inoltre l'esenzione +per dieci anni da ogni contribuzione +straordinaria. In pari tempo si convenne +che si richiamerebbe in vigore la costituzione, +colla quale era stata regolata la +repubblica fino al 1512<a class="tag" id="tag318" href="#note318">[318]</a>. +</p> + +<p> +Infatti il 17 di maggio i giovani Medici, +accompagnati dal cardinale di Cortona, +da Filippo Strozzi e da molti loro +amici, partirono da Firenze senza strepito +e senza violenza, e si trattennero la +prima notte a Poggio a Cajano, magnifica +<span class="pagenum"><a id="Page_332"></a>[332]</span> +villa fabbricata da Cosimo de' Medici. +Nel susseguente giorno andarono a Pisa, +la di cui fortezza avevano promesso di +consegnare alla signoria con quella di +Livorno. Veramente in allora sentirono +qualche dispiacere di un accomodamento, +che i loro amici tacciavano di debolezza, +e per non essere forzati ad eseguire la +convenzione, si sottrassero a quelli che +gli accompagnavano, e ritiraronsi a Lucca<a class="tag" id="tag319" href="#note319">[319]</a>. +Ad ogni modo i comandanti delle +fortezze non tardarono a consegnarle ai +commissarj della repubblica<a class="tag" id="tag320" href="#note320">[320]</a>. +</p> + +<p> +Questa repubblica risorgeva dopo un +lungo letargo. La balìa, creata da' Medici +<span class="pagenum"><a id="Page_333"></a>[333]</span> +nel 1512, e che sotto la loro direzione +aveva fin allora governato lo stato, adunò +il consiglio de' cento, e gli propose di +ordinare il ristabilimento della costituzione +popolare, qual era nel 1512; cosicchè +la rivoluzione si fece ne' modi +voluti dalle leggi, e venne sanzionata +dalla legittima autorità; dopo ciò la balìa +abdicò spontaneamente l'autorità che +le era stata affidata<a class="tag" id="tag321" href="#note321">[321]</a>. +</p> + +<p> +La signoria che allora sedeva, il consiglio +de' cento, e tutti i magistrati erano +stati nominati da' Medici, e generalmente +si conservavano affezionati a quella famiglia. +Ma l'intera città, desiderosa di +rientrare nel godimento della sua libertà, +affrettava co' suoi voti il giorno in cui +sarebbe governata da cittadini da lei scelti. +I più ardenti, tra i quali distinguevasi come +loro capo Anton Francesco degli Albizzi, +avrebbero voluto che con aperta forza +si cacciassero fuori di palazzo Antonio +Nori, uomo affezionatissimo a' Medici, +e tutta la signoria. Non sarebbero queste, +dicevano costoro, che giuste rappresaglie +<span class="pagenum"><a id="Page_334"></a>[334]</span> +delle violenze usate contro il perpetuo +gonfaloniere Pietro Soderini; ma altri più +saggi cittadini persuasero il popolo ad +aspettare, ed in pari tempo fecero sentire +al consiglio de' cento la necessità di +affrettare il giorno in cui il gran consiglio +sarebbe legittimamente adunato. +La sala delle adunanze di questo consiglio +era stata da' Medici destinata ad +uso di caserma pei soldati, e bisognava +distruggere le interne muraglie che vi +si erano alzate. Tutta la nobile gioventù +fiorentina (che tale nome erasi di già +sostituito a quello più glorioso di cittadini) +diede mano al lavoro. Ognuno +aspirava all'onore di contribuire ad atterrare +questo monumento della schiavitù +della patria. La sala del supremo +consiglio fu ripristinata e ripulita; indi +da' preti aspersa di acqua santa, e consacrata +con una messa solenne; sicchè +il 21 di maggio vi si potè finalmente ragunare +il consiglio generale, nel quale +si contarono due mila dugento settanta +cittadini fiorentini<a class="tag" id="tag322" href="#note322">[322]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_335"></a>[335]</span> +</p> + +<p> +In tale consiglio i liberi suffragj del +popolo elessero gonfaloniere di giustizia +Niccolò Capponi, il quale doveva restare +in carica tredici mesi, e dopo questo +termine poteva essere riconfermato. Fu +eletta una nuova signoria per restare tre +mesi in funzione, perchè si volle che col +primo giugno subentrasse in luogo delle +creature de' Medici, invece di aspettare +fino al primo di luglio. Lo stesso gran +consiglio elesse ancora i decemviri della +libertà e gli otto signori della guardia; +creò di nuovo il consiglio degli ottanta, +destinato a mantenere l'equilibrio tra il +governo ed il popolo. Tutti questi magistrati, +veri rappresentanti de' loro concittadini, +vennero installati nelle loro funzioni, +ed il 2 di giugno una solenne +processione di tutti i membri del governo +e di tutto il clero, seguita dalla folla +de' cittadini, andò in tutte le principali +chiese a ringraziare Iddio della ricuperata +libertà<a class="tag" id="tag323" href="#note323">[323]</a>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_337"></a>[337]</span> +</p> + +<h2> +CAPITOLO CXIX. +</h2> + +<div class="blockquote"> +<p> +<i>Il Lautrec conduce un'armata francese +sotto Napoli, e lo blocca; vittoria ottenuta +dalla sua flotta su quella degli +Spagnuoli; malattia nel suo campo, +sua morte, e capitolazione della sua +armata. Andrea Doria passa al partito +imperiale, e cambia il governo di +Genova.</i> +</p> + +<p class="center"> +1527 = 1528. +</p> +</div> + +<p> +Nel quattordicesimo secolo, mentre +i papi tenevano la loro corte in Avignone, +dessi erano i soli tra i potentati che non +temessero d'avvilupparsi in perpetue guerre. +Qualunque si fossero le disgrazie +delle loro armate, essi non soffrivano +nulla dalla desolazione de' loro popoli, +dal saccheggio delle loro città, o anche +della loro capitale; stando in Avignone, +non si accorgevano de' patimenti intollerabili +dell'Italia; le grida del popolo +non giugnevano fino a loro per isforzarli +a fare la pace; e sempre erano circondati +da cortigiani, da ministri, da interessati +adulatori, i quali, non potendo +migliorare la propria fortuna che colla +<span class="pagenum"><a id="Page_338"></a>[338]</span> +guerra, sforzavansi di far loro credere, che +l'onore, la religione, gl'interessi della +fede e quelli della Chiesa richiedevano +la continuazione delle ostilità. Ciò che +nel quattordicesimo secolo era una particolare +condizione della Chiesa Romana, +in principio del sedicesimo era quella di +tutti i monarchi della Cristianità, ad eccezione +del solo papa. Dopo che gli stati +eransi molto aggranditi, la guerra non +oltrepassava mai i loro confini, e non +metteva mai in pericolo l'esistenza de' re. +</p> + +<p> +Carlo V, in età di ventisette anni, aveva +di già fatto prigionieri il re di Francia, +quello di Navarra, ed il papa; pure fin +allora mai non si era posto alla testa di +veruna delle sue armate; egli non conosceva +il terribile spettacolo di un campo +di battaglia, nè la miseria o la desolazione +di una città presa d'assalto, nè i +prolungati tormenti de' borghesi presso i +quali acquartierava senza pagarla un'armata. +I suoi cortigiani si davano ogni +cura per celare all'<i>invincibile Augusto</i> +le particolarità che avrebbero potuto +affliggerlo; lo andavano intrattenendo +intorno agl'interessi della sua gloria: +Carlo V teneva dietro a' progetti della +sua ambizione; e quando la prodigalità +della sua corte, o l'assurdo sistema delle +<span class="pagenum"><a id="Page_339"></a>[339]</span> +sue finanze facevano mancare il danaro +necessario ai generali per terminare un'intrapresa, +tutti facevansi un dovere di +dissimulare le calamità d'una lontana +provincia, o le rappresentavano quale necessaria +conseguenza d'una magnanima +politica. In appresso Carlo V condusse +egli stesso le sue armate; allora sentì +meglio la necessità della pace, e la sua +ambizione dovette spesso piegare in faccia +alle circostanze. Ma i di lui successori, +Filippo II, Filippo III, Filippo IV, che +mai non uscivano dalle solitudini dell'escuriale, +ed erano inaccessibili agli occhi di +tutti, sordi a tutte le lagnanze, a tutti i gemiti, +mai non rinunciarono ai loro ambiziosi +progetti nè per timore, nè per +compassione. Perchè mai non videro la +guerra, la fecero continuamente; mai +non conobbero le calamità che cagionarono +pel corso di un secolo, oppure non +vollero aver pietà mai delle altrui miserie. +Furono visti protrarre d'uno in altro +anno il sacco delle città, i guasti delle +campagne, pel possedimento d'una miserabile +provincia, per una sterile prerogativa, +per una contesa d'etichetta, o +talvolta ancora per infingardaggine, perchè +non sapevano prendere una risoluzione. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_340"></a>[340]</span> +Enrico VIII, re d'Inghilterra, che nella +stessa epoca aveva in Europa acquistata +una così grande preponderanza, era ancora +più che i monarchi di casa d'Austria +lontano da' pericoli della guerra; il di +lui popolo non ne conosceva il peso +che per l'accrescimento delle sue spese; +e la vanità d'Enrico VIII veniva lusingata +dall'importanza militare che si +era acquistata. Figuravasi, secondo il +comune errore de' re, che, sebbene non +si mostrasse mai alle armate, poteva non +pertanto raccogliere gloria dalle battaglie +vinte in suo nome, sebbene non vi +avesse dato veruna prova nè di talento, +nè di valore. +</p> + +<p> +Fino alla battaglia di Pavia, Francesco +I era stato egualmente sordo alle +lagnanze de' popoli, ed insensibile alle +loro calamità. Gloriavasi d'avere liberati +i re di Francia dalla tutela de' paggi +(<i>hors de pages</i>), ossia di essersi condotto +a seconda delle sue fantasie senza +ascoltare le rimostranze, o senza consultare +gl'interessi de' suoi sudditi. Egli +non era insensibile, e la vista de' patimenti +da lui cagionati avrebbero potuto +commoverlo, se l'estrema sua leggerezza +e la sua estrema inclinazione per i piaceri +non avessero sempre distratta la sua +<span class="pagenum"><a id="Page_341"></a>[341]</span> +attenzione da' suoi doveri. Mentre le sue +armate si disperdevano per non essere +pagate; che le sue città mal provvedute e +peggio difese venivano prese d'assalto; che +le requisizioni de' suoi generali facevano +che in Italia si avesse in orrore il nome +della Francia; egli prodigalizzava alle sue +amanti il danaro dello stato, dissipava +in feste inutili i tesori che sarebbero +bastati per difendere l'indipendenza e la +gloria nazionale. Finalmente la cattività +aveva tutt'ad un tratto manifestato a +Francesco I, e l'esistenza della sventura, e +i pericoli del suo regno, ed il bisogno +che i suoi popoli avevano della pace. +Dopo quest'epoca aveva perduta l'antica +sua confidenza nella propria fortuna, il suo +allegro carattere aveva sentito gli effetti +della calamità; ed egli, obbligato a continuare +la guerra, lo aveva fatto senza +ardore, e sempre desiderando, sempre +cercando una pace che gli restituisse i +suoi figliuoli, e facesse cessare quello +stato d'inquietudine e di timore in cui +si trovava. +</p> + +<p> +Ma una dura esperienza può cambiare +un carattere debole ed incostante, +senza per altro riformarlo. Francesco I +nella sua prosperità intraprendeva la guerra +con leggerezza, ed in appresso la trascurava +<span class="pagenum"><a id="Page_342"></a>[342]</span> +per instabilità di carattere: dopo +avere provata la disgrazia, ascoltò i consiglj +di una timidità fin allora a lui sconosciuta; +prima di tutto più non volle +esporsi; e desiderando la pace, non seppe +vedere che uno de' mezzi di ottenerla +era quello di spingere vigorosamente la +guerra nel momento favorevole. Egli mai +non seppe risolversi a dare agl'Italiani +quegli ajuti che gli avrebbero fatto infallibilmente +trionfare; lasciò che fossero +oppressi, prima di muoversi di buona +fede, e le loro perdite, cagionate dalle +sue lentezze, gli costarono assai più sangue +e danaro che non abbisognavano due +anni prima per ottenere le più luminose +vittorie. Le afflizioni, abbattendo il suo +coraggio, non distrussero il suo gusto +per i piaceri, l'abitudine del dissipamento +era inveterato in lui; la distrazione sembravagli +tanto più necessaria, quanto +maggiori erano le sue inquietudini; ed +una continuata applicazione era per lui +diventato un insopportabile peso. I suoi +amori, la sua galanteria non lo occupavano +meno che avanti la prigionia, +e la loro influenza non gli fu dopo quest'epoca +meno funesta<a class="tag" id="tag324" href="#note324">[324]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_343"></a>[343]</span> +</p> + +<p> +Giammai le calamità della guerra non +avrebbero dovuto far desiderare più vivamente +la pace ai sovrani, che dopo +la presa di Roma. Gli è il vero che l'imperatore +aveva fatta un'insperata conquista, +ma l'aveva ottenuta con un'armata +che da molto tempo egli non era più +in istato di pagare, e che in certo modo +non era più dipendente da' suoi ordini. I +suoi soldati ben potevano ruinare affatto i +suoi nemici; ma essi più non conoscevano +i di lui ordini, nè ubbidivano ai di +lui generali, nè gli davano veruna guarenzia +per l'avvenire. Così Carlo V dopo +il sacco di Roma si trovava tanto lontano +dal compimento de' suoi progetti, quanto +lo era prima della guerra. Dal canto +loro gli alleati avevano sperimentato +quanto poco dovessero fidarsi gli uni +degli altri; avevano veduto che ognuno +di loro cercava di rigettare sui suoi alleati +il peso della guerra, e di sottrarsi +all'adempimento delle più positive obbligazioni; +avevano veduto che il loro +<span class="pagenum"><a id="Page_344"></a>[344]</span> +generale, il duca d'Urbino, giugneva +sempre a tempo per essere testimonio +delle calamità delle loro province, giammai +per prevenirle; e ben potevano essere +persuasi che il generale esaurimento, che +la vicendevole diffidenza, e che lo scoraggiamento +delle truppe, andrebbero +ogni anno crescendo senza ch'essi potessero +apporvi rimedio. +</p> + +<p> +La notizia della presa e del sacco di +Roma comprese d'orrore e di spavento +tutta l'Europa. Lo stesso Carlo V non +volle agli occhi de' suoi sudditi rendersi +risponsabile delle atrocità commesse in +suo nome. Fece sospendere le feste che +erano state ordinate in Ispagna per la +nascita di suo figlio Filippo; ordinò preghiere +per la libertà del papa, come se +non fosse in sua mano l'accordarla; e +scrisse il 2 di agosto al re d'Inghilterra +ed a tutti gli altri sovrani, per giustificarsi +di una violenza, che protestava essere +stata commessa contro il suo volere<a class="tag" id="tag325" href="#note325">[325]</a>. +</p> + +<p> +Ma d'altra parte i re di Francia e +d'Inghilterra, partecipando ai sentimenti +de' loro sudditi e di tutta l'Europa, sembravano +disposti a vendicare il papa ed +<span class="pagenum"><a id="Page_345"></a>[345]</span> +a rendergli colla forza delle armi una +libertà ch'egli non aveva perduta che +per essere stato da loro abbandonato. Il +cardinale Wolsey partì da Londra il 3 di +luglio per venire ad abboccarsi in Amiens +con Francesco I. Cammino facendo, ricevette +le proposizioni che Carlo V avea +fatte per la pace generale dopo la notizia +degli affari d'Italia, e sebbene le +sue proposizioni si avvicinassero alle domande +di Francesco I, i due re non vollero +accettarle. Il 18 di agosto sottoscrissero +un trattato d'alleanza, il di cui scopo +era di far rimettere in libertà il papa ed +i due figli del re di Francia, fissando +il prezzo del riscatto degli ultimi due a +due milioni di scudi d'oro, lasciando la +Borgogna a Francesco I, ed il ducato di +Milano alla casa Sforza. Domandò Enrico +VIII che il comando dell'armata +francese che scenderebbe in Italia si confidasse +al signore di Lautrec, e promise +di pagare trentadue mila ducati al mese +per le spese della guerra<a class="tag" id="tag326" href="#note326">[326]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_346"></a>[346]</span> +</p> + +<p> +Nello stesso tempo il cardinale Cibo invitava +i cardinali suoi confratelli, che non +si trovavano in potere degli Spagnuoli, a +riunirsi a Bologna o a Parma, sebbene +il re di Francia preferisse Avignone, per +occuparsi della liberazione del capo della +Chiesa, e per impedire che gli atti che +gli si potessero strappare colla violenza +in tempo della sua prigionia, non riuscissero +pregiudicievoli alla Cristianità. Dopo +qualche dubitazione il collegio de' cardinali +si adunò a Parma, e di là cominciò a +trattare in nome della Chiesa romana +cogli alleati<a class="tag" id="tag327" href="#note327">[327]</a>. +</p> + +<p> +La peste erasi aggiunta a tutti gli altri +flagelli che avevano fin allora desolata +l'Italia. L'universale miseria, il cattivo +alimento de' poveri, i martirj dell'animo +che si accoppiavano ai patimenti del +corpo avevano preparato il popolo a contrarre +la contagione. Dessa era scoppiata +nella parte settentrionale dell'Italia, e si +era in appresso sparsa di città in città per +mezzo delle licenziose armate che trascuravano +ogni pulizia, e ricusavano di assoggettarsi +ad ogni regolamento sanitario. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_347"></a>[347]</span> +I mali trattamenti che i Romani aveano +sofferti dall'armata imperiale non gli avevano +che troppo disposti a ricevere la comunicazione +di questo flagello. Infatti non si fu +appena la peste manifestata in Roma, che +vi prese un carattere ancora più spaventoso +che in tutte le altre parti d'Italia. Il marchese +del Guasto e don Ugo di Moncade +avevano condotte in questa città le truppe +che stavano nel regno di Napoli; ma bentosto +l'indisciplina de' loro soldati gli aveva +costretti a fuggire per porre in salvo +la propria vita. Così pure il principe +d'Orange aveva abbandonata l'armata +per recarsi a Siena, sotto pretesto di calmare +i movimenti sediziosi di quella città. +Finalmente il vicerè di Napoli, Carlo di +Lannoy, che si era pure allontanato, morì +in Aversa in sul declinare di settembre, +mentre tornava a Napoli<a class="tag" id="tag328" href="#note328">[328]</a>. +</p> + +<p> +I soldati, rimasti senza capi, si fecero +più formidabili ai loro ospiti. Roma +non era già stata esposta al sacco per +pochi giorni, ma per più mesi; e le +stesse estorsioni, i medesimi orrori che +<span class="pagenum"><a id="Page_348"></a>[348]</span> +avevano accompagnato il primo ingresso +degl'imperiali, si andavano rinnovando +ogni giorno. Il timore della peste +persuase all'ultimo le truppe spagnuole +ed italiane a spargersi per le campagne +romane, mentre che i Tedeschi +credevano di preservarsene vivendo in +una continua dissolutezza. Allora gl'imperiali +saccheggiarono Terni e Narni e +sforzarono Spoleti a riscattarsi con una +contribuzione, mentre che il duca d'Urbino, +il quale colla sua armata avrebbe +dovuto coprire questa provincia, andava +sempre rinculando in faccia a qualunque +corpo nemico che si avanzasse<a class="tag" id="tag329" href="#note329">[329]</a>. +</p> + +<p> +Il papa, chiuso in castel sant'Angelo +con tredici cardinali, sotto la guardia di +Alarcone, aveva di già veduta la peste +penetrare in quella fortezza, e privarlo +di alcuni suoi famigliari. Egli riponeva +ogni sua speranza nella generosità di Carlo +V, cui erasi raccomandato. Aveva +schivato di essere tradotto a Gaeta, come +volevano prima farlo i luogotenenti +dell'imperatore; si sottrasse altresì di essere +trasportato in Ispagna, siccome era +<span class="pagenum"><a id="Page_349"></a>[349]</span> +segreto desiderio di Carlo V. Ma intanto +si rendeva ancora più terribile la presente +sua condizione, di trovarsi prigioniero in +una fortezza in cui si era introdotta la +peste<a class="tag" id="tag330" href="#note330">[330]</a>. +</p> + +<p> +Con estrema difficoltà riuscì a pagare +pel suo riscatto i primi cento cinquanta +mila ducati, parte de' quali gli fu prestata +da alcuni mercanti genovesi a condizione +di riaverli sulle decime del regno +di Napoli, sulla vendita dei sali a Benevento, +e su tutto ciò che il papa poteva +ipotecare di più liquido: ma i Tedeschi +domandavano guarenzie per le altre somme +promesse dal pontefice, e questi stando in +prigione, non le poteva in nessun modo trovare. +Aveva dati per ostaggi il suo datario +G. Matteo Ghiberti, i cardinali Trivulzio +e Pisani, e due suoi parenti, Giacomo +Salviati, e Lorenzo Ridolfi; uno +padre, l'altro fratello de' cardinali dello +stesso nome. Tre volte questi ostaggi furono +condotti in Campo Fiore ad una +forca loro apparecchiata dai forsennati +Tedeschi; di già il carnefice gli aspettava; +ma i medesimi soldati che minacciavano +queste vittime, loro in appresso +<span class="pagenum"><a id="Page_350"></a>[350]</span> +accordavano un nuovo respiro, per non +perdere il solo pegno di cui si credessero +sicuri. Finalmente un giorno, dopo una +lunga prigionia, questi ostaggi riuscirono +in un lauto banchetto ad ubbriacare tutte +le loro sentinelle, e fuggendo di notte a +piedi e travestiti arrivarono fino al campo +del duca d'Urbino<a class="tag" id="tag331" href="#note331">[331]</a>. +</p> + +<p> +La fuga di questi ostaggi rendette i +Tedeschi più trattabili. Il marchese del +Guasto tornò a Roma per riordinare l'armata, +e dando due scudi ad ogni soldato, +cominciò a richiamarli sotto le loro bandiere: +ma la peste e la diserzione ne avevano +talmente scemato il numero in una sola +stagione, che invece di quaranta mila, +entrati in Roma col duca di Borbone, +più non se ne trovavano che dieci mila<a class="tag" id="tag332" href="#note332">[332]</a>. +D'altra parte don Francesco Angelio, +generale dei Francescani, e Verrei de +Milhaud, ciambellano di Carlo V, erano +arrivati a Roma con piena autorità dell'imperatore +per negoziare col papa. Avevano +commissione di trattarlo oramai con +<span class="pagenum"><a id="Page_351"></a>[351]</span> +rispetto; ma di tenersi in guardia contro +il suo risentimento e di non accordargli +veruna confidenza<a class="tag" id="tag333" href="#note333">[333]</a>. Dopo lunghi contrasti, +all'ultimo sottoscrissero con lui il +31 di ottobre una nuova convenzione, +che allargava alquanto più il tempo per +pagare il suo riscatto. Clemente VII doveva +essere posto in libertà dopo un +secondo pagamento d'altri cento dodici +mila ducati da farsi alle truppe imperiali. +Nel corso dei tre susseguenti mesi doveva +pagarne altri dugento trent'otto mila; +dare in pegno molte fortezze, ed i suoi due +nipoti, Ippolito ed Alessandro, come ostaggi; +accordare i prodotti d'una crociata +e d'una decima ecclesiastica in Ispagna +all'imperatore, e finalmente obbligarsi a +tenersi neutrale nella guerra che stava +per iscoppiare, sia nel ducato di Milano, +sia nel regno di Napoli<a class="tag" id="tag334" href="#note334">[334]</a>. +</p> + +<p> +Ma assai prima che a così dure condizioni +ricuperasse la sua libertà Clemente +VII, era cominciata la guerra che i +re di Francia e d'Inghilterra avevano +determinato di portare in Italia. Il Lautrec, +<span class="pagenum"><a id="Page_352"></a>[352]</span> +che da Francesco I era stato di +mal animo nominato generale della sua +armata dietro le istanze d'Enrico VIII, e +che con estremo rincrescimento aveva +ancor esso accettato una commissione non +accompagnata dal favore del suo padrone, +partì dalla corte il 30 di giugno per recarsi +all'armata che si andava adunando +nell'Astigiano. Doveva questa essere composta +di novecento uomini d'armi, di dugento +cavaleggieri e di ventisei mila fanti, +sei mila de' quali erano landsknecht sotto +il conte di Vaudemont, sei mila Guasconi +sotto il conte Pietro Navarro, quattro +mila Francesi e dieci mila Svizzeri<a class="tag" id="tag335" href="#note335">[335]</a>. +Ma tutti questi corpi mai non si mettevano +a numero; le rimesse di danaro +già procedevano lentamente, ed era facile +lo scorgere che con questa ostentazione +di grandi forze, Francesco I pensava +assai più ad affrettare le negoziazioni +intavolate colla corte di Madrid pel +riscatto de' suoi figliuoli, che a fare grandi +imprese. I Veneziani dal canto loro +<span class="pagenum"><a id="Page_353"></a>[353]</span> +avevano lasciato ridurre tanto l'armata +di terra che di mare in così misero stato, +che non potevasene sperare verun servigio. +I soli Fiorentini, che ricuperando +la loro libertà, avevano sentito risvegliarsi +nel cuor loro tutto l'antico affetto +per la casa di Francia, somministravano +di buona fede all'armata della lega i +contingenti cui si erano obbligati<a class="tag" id="tag336" href="#note336">[336]</a>. +</p> + +<p> +Mentre aspettava che la sua armata si +adunasse interamente, il Lautrec, avendo +avviso che il conte Luigi di Lodrone levava +contribuzioni nell'Alessandrino con +un grosso corpo di landsknecht, lo sforzò +nel mese d'agosto a gettarsi nel castello +di Bosco, ove lo assediò, e dopo dieci +giorni di vivissimi attacchi lo costrinse +ad arrendersi a discrezione<a class="tag" id="tag337" href="#note337">[337]</a>. In pari +tempo Andrea Doria, allora ammiraglio +della flotta francese, uscì dal porto di +Marsiglia con diciassette galere e ricominciò +il blocco di Genova, che, sebbene +più volte interrotto, aveva omai ridotta +<span class="pagenum"><a id="Page_354"></a>[354]</span> +quella città in estrema miseria. Egli aveva +costrette nove galere imperiali, che portavano +a Genova un grosso approviggionamento +di frumento, a rifugiarsi nella +rada di Porto Fino, ove le tenne alcun +tempo chiuse, finchè una burrasca, allontanandolo +dalla costa, loro diede opportunità +di salvarsi. Pure quest'avvenimento, +che pareva dovere assicurar Genova +dagli attacchi del partito francese, +produsse un effetto affatto contrario, +perchè incoraggiò il doge Antoniotto Adorno +a tentare la sorte della battaglia. Agostino +Spinola, comandante della guardia, +dopo avere ottenuto qualche vantaggio +sulle truppe da sbarco di Andrea +Doria a Porto Fino, fu mandato contro +Cesare Fregoso, che staccatosi da Lautrec +si era avanzato con un corpo d'armata +fino a san Pier d'Arena. Incoraggiato +dai precedenti vantaggi, lo Spinola non dubitò +di venire a battaglia, e fu sconfitto e +fatto prigioniero. I Genovesi, che da molto +tempo soffrivano per la causa imperiale, +non vollero esporsi a nuovi blocchi; la +fazione fregoso prese in città le armi, e +fu ingrossata da tutti coloro che desideravano +il riposo; due deputati, Ferrari e +Lomellini, furono mandati a Cesare Fregoso +per offrirgli di riceverlo in città, e +<span class="pagenum"><a id="Page_355"></a>[355]</span> +di mettere la repubblica sotto la protezione +della Francia, purchè egli si obbligasse +a non fare proscrizioni, nè vendette. Lo +stesso Antoniotto Adorno, che in principio +del tumulto erasi ritirato nel Castelletto, +prese parte al trattato, e promise di evacuare +la fortezza; in tal modo si fece +la rivoluzione ne' primi giorni d'agosto +senza spargimento di sangue, senza disordine, +senza violenza, mercè la moderazione +de' capi dei due partiti ai quali il +senato decretò in comune rendimenti di +grazie. L'Adorno si ritirò a Milano presso +Antonio di Leyva, ove morì pochi mesi +dopo senza lasciare figliuoli, e Teodoro +Trivulzio, mandato a Genova da Lautrec, +vi fu riconosciuto come governatore e +luogotenente generale del re<a class="tag" id="tag338" href="#note338">[338]</a>. +</p> + +<p> +Intanto Lautrec stringeva d'assedio Alessandria, +ove il conte Battista Lodrone +aveva il comando d'una guarnigione tedesca. +Il Lodrone sentivasi debole per la +prigionia di suo fratello, e pel distaccamento +<span class="pagenum"><a id="Page_356"></a>[356]</span> +perduto a Bosco; ma Alberico da +Barbiano, conte di Belgiojoso, gli condusse +cinquecento uomini a traverso alle +colline dell'Alessandrino senza che i Francesi +se ne accorgessero, e con questi la +città si difese finchè giunsero al campo di +Lautrec artiglierie e munizioni da Venezia. +Gl'imperiali non capitolarono, che +quando diverse brecce furono aperte nelle +mura<a class="tag" id="tag339" href="#note339">[339]</a>. +</p> + +<p> +Il Lautrec volle da prima lasciare in +Alessandria una guarnigione francese, +sembrandogli questa città importantissima +per la comunicazione della sua armata +colla Liguria e la Francia. Ma Francesco +Sforza riclamò contro questa violazione +dei trattati, che segnava i primi +passi dei Francesi in Lombardia, dovendo +tutte le città del ducato di Milano a +misura che venivano prese, in conformità +dell'alleanza, essere consegnate al duca. +I Veneziani s'interposero pel mantenimento +del trattato, e Lautrec cedette. +Pure non era difficile il conoscere la +diffidenza che di già divideva i confederati: +temevano gl'Italiani che il re non +volesse appropriarsi il Milanese, o conservarsene +almeno i mezzi per sagrificarlo +<span class="pagenum"><a id="Page_357"></a>[357]</span> +poscia onde riavere a tale prezzo i suoi +figliuoli. Dal canto suo il Lautrec teneva +dalla sua corte segreti ordini di non ridurre +gli affari di Lombardia ad una pronta +decisione, per paura che i Veneziani, più +non avendo che temere dall'imperatore, +non prendessero ulteriore interessamento +nel rimanente dell'impresa<a class="tag" id="tag340" href="#note340">[340]</a>. +</p> + +<p> +Dopo la sommissione d'Alessandria l'armata +di Lautrec, essendosi unita con quella +de' Veneziani in Lombardia, si avanzò +fino ad otto miglia da Milano. Antonio +di Leyva, che vi comandava, non dubitando +d'essere bentosto attaccato, e non +avendo per difendersi bastanti forze, richiamò +all'istante quattrocento fanti della +guarnigione di Pavia; e questo appunto voleva +il Lautrec, che ripiegò bruscamente +sopra Pavia il 28 di settembre, e non +diede tempo di rientrarvi al rinforzo che +n'era uscito. Luigi da Barbiano, conte +di Belgiojoso, che aveva il comando di +quest'ultima città, sebbene non avesse +che ottocento uomini, volle pure difendersi. +<span class="pagenum"><a id="Page_358"></a>[358]</span> +Il quarto giorno dopo l'attacco furono +aperte nelle mura alcune brecce, onde +il Belgiojoso si lasciò muovere dalle preghiere +degli abitanti, ed offrì di capitolare; +ma non era più tempo: la città fu presa +d'assalto ed abbandonata al furore delle +truppe francesi. Il nome di Pavia loro +ricordava la prigionia del re e la distruzione +della loro armata: ufficiali e soldati, +tutti erano animati dallo stesso spirito +di vendetta; e gli sventurati abitanti, +che non avevano presa la più piccola +parte nelle vittorie degl'imperiali furono +trattati con un rigore che pareggiava la +crudeltà dei Castigliani. Soltanto dopo +otto giorni d'eccessi d'ogni genere il +Lautrec richiamò le sue truppe alla disciplina +e fece cessare il saccheggio<a class="tag" id="tag341" href="#note341">[341]</a>. +</p> + +<p> +Dopo presa Pavia i Veneziani ed il +duca di Milano sollecitavano il Lautrec +a terminare la conquista della Lombardia; +gli rappresentavano che Antonio di +Leyva era infermo, che le sue truppe +<span class="pagenum"><a id="Page_359"></a>[359]</span> +erano scemate assai e scoraggiate dalle +recenti vittorie de' Francesi; ma che, se +gli si dava tempo, il Leyva riceverebbe +i rinforzi che per lui si levavano in +Germania, ed allora opporrebbe un'insuperabile +resistenza. Conveniva il Lautrec +che questo piano di campagna sarebbe +il più conveniente; ma egli vi +oppose gli espressi ordini dei re di Francia +e d'Inghilterra, i quali non avevano +formato la sua armata che per liberare +il papa, e proseguì il suo cammino verso +il mezzodì dell'Italia<a class="tag" id="tag342" href="#note342">[342]</a>. +</p> + +<p> +Il Lautrec incontrò a Piacenza gli ambasciatori +di Alfonso d'Este, duca di +Ferrara, e di Federico, marchese di +Mantova, che, come vuole il destino dei +piccoli principi, venivano ad ingrossare +il partito più forte. Alfonso d'Este, malgrado +gli ajuti dati di fresco al duca di +Borbone, fu da Francesco I trattato con +parzialità. Renata di Francia, figlia di Lodovico +XII e cognata del re, fu promessa +in matrimonio a suo figliuolo Ercole, portandogli +in dote i ducati di Chartres e +di Montargis. Il sacro collegio, adunato +a Parma sotto la presidenza del cardinale +<span class="pagenum"><a id="Page_360"></a>[360]</span> +Cibo, rinnovò a nome del pontefice prigioniero +l'investitura di Ferrara a favore +della casa d'Este, e rinunciò ad ogni +sua pretesa sul Modenese. Nello stesso +tempo fu promesso il cappello di cardinale +ad Ippolito, secondo figlio d'Alfonso, +e questi si obbligò invece a somministrare +all'armata della lega cent'uomini d'armi e +sei mila scudi al mese<a class="tag" id="tag343" href="#note343">[343]</a>. +</p> + +<p> +Dal canto suo la repubblica di Firenze +fu chiamata a rinnovare la sua alleanza +colla Francia e coi Veneziani. Il gonfaloniere +Niccolò Capponi vedeva con rincrescimento +i suoi concittadini prendere +parte in questa guerra. Egli avrebbe giudicato +più prudente consiglio il tenersi +amici i due sovrani che minacciavano +l'Italia; e Luigi Alamanni, che aveva di +già gran nome come poeta, e che dopo +la congiura contro il cardinale Giulio dei +Medici era sempre vissuto in Francia, +pareva avere conosciuto a quella corte +quanto la repubblica dovesse poco contare +sulla di lei amicizia; e perciò vivamente +esortava i suoi concittadini a collegarsi +<span class="pagenum"><a id="Page_361"></a>[361]</span> +con Carlo V, piuttosto che con Francesco +I. Ma Firenze trovavasi in allora +divisa in due partiti, dei grandi e del +popolo; di già spargevasi il sospetto che +i primi pensassero a richiamare i Medici, +e si suppose che il Capponi e l'Alamanni +non si opponessero al rinnovamento dell'alleanza +che per segretamente favorirli. +Tutto il partito popolare dichiarossi vivamente +per la Francia; fu rinnovata l'alleanza, +e le bande nere che la repubblica +aveva da poco tempo prese al suo +servizio, e ch'erano state portate a cinque +mila uomini sotto gli ordini d'Orazio +Baglioni, furono promesse al signore di +Lautrec<a class="tag" id="tag344" href="#note344">[344]</a>. Dopo queste negoziazioni il +rinnovamento della lega si pubblicò a +Mantova il 7 dicembre: doveva questa +comprendere papa Clemente VII, i re +di Francia e d'Inghilterra, le repubbliche +di Venezia e di Firenze, i duchi di Milano +e di Ferrara, ed il marchese di +Mantova<a class="tag" id="tag345" href="#note345">[345]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_362"></a>[362]</span> +</p> + +<p> +Il papa veniva sempre nominato alla +testa della santa lega destinata essenzialmente +a fargli ricuperare la libertà. Pure +nell'epoca press'a poco in cui si pubblicava +questa lega in Mantova, egli ancora +usciva dalla sua lunga prigionia di Castel +sant'Angelo. Per ragunare il danaro +promesso alle truppe imperiali egli era +stato obbligato di porre in vendita sette +cappelli di cardinale, ed altre principali +dignità della Chiesa romana; aveva fatte +aprire agl'imperiali le fortezze ch'erano +tuttavia in suo potere; aveva dati nuovi +ostaggi per guarentire il resto del suo debito; +ed il giorno 10 di dic. era finalmente +stato fissato per aprirgli le porte della sua +prigione. Alarcone per sei interi mesi che +l'ebbe in sua custodia aveva adempiuto +al suo ufficio colla più rigorosa puntualità; +ma l'ultimo giorno, o sia che realmente +trascurasse la consueta vigilanza, +o che avesse segrete istruzioni di permettere +che il papa si sottraesse alle +nuove domande che gli potessero essere +fatte dall'armata, egli lo lasciò fuggire. +Il papa presentossi il 9 di dicembre alla +porta di castel sant'Angelo, come un +espresso mandato dal suo proprio maestro +di palazzo per apparecchiargli viveri ed +alloggio; non fu riconosciuto, o le guardie +<span class="pagenum"><a id="Page_363"></a>[363]</span> +finsero di non riconoscerlo, ed egli +passò liberamente coperto il capo con un +cappello grandissimo, ed avviluppato il +corpo in un grossolano mantello; uscì +quindi a piedi da Roma per la porta di +un orto, poi trovato fuori delle mura un +cavallo spagnuolo che lo stava aspettando, +andò tutto solo ad Orvieto dove allora +trovavansi accampati gli alleati<a class="tag" id="tag346" href="#note346">[346]</a>. +</p> + +<p> +Clemente VII, abbattuto da tanti patimenti +e da così lunga prigionia, disperando +di miglior fortuna, e rinunciando +a' suoi vasti progetti, cui aveva fatti fin +allora tanti sagrificj, parve, quando giunse +presso gli antichi suoi confederati ad Orvieto, +non avere oramai altro desiderio +che quello di soddisfare al trattato conchiuso +cogl'imperiali, e di tornare la pace +all'Italia. Supplicò gli alleati a ritirare la +loro armata dagli stati della Chiesa, poichè +i generali di Carlo V gli avevano promesso +di ritirare nello stesso tempo anche +la loro armata da Roma; e questa sventurata +capitale, esposta sette mesi continui +alle ruberie d'una barbara armata, +<span class="pagenum"><a id="Page_364"></a>[364]</span> +non poteva più a lungo sostenere così +crudele calamità. Ma quando in principio +del 1528 gli ambasciatori di Francia +e d'Inghilterra si presentarono al papa e +gli fecero calde istanze perchè si unisse +alla loro lega, egli fu visto ritornare all'irrisoluzione, +alle simulazioni e alla mala +fede che avevano per lui avuto così fatali +conseguenze, e lusingare nuovamente tutti +i partiti<a class="tag" id="tag347" href="#note347">[347]</a>. +</p> + +<p> +Sebbene le ostilità si fossero ricominciate +da alcuni mesi, solamente il 21 +gennajo del 1528 gli ambasciatori di Venezia +e d'Inghilterra si presentarono a +Carlo V a Burgos per riepilogare in una +pubblica udienza le lagnanze de' loro padroni, +per intimargli di porre in libertà +il papa ed i reali figli di Francia, +e per domandare in caso di rifiuto +il loro congedo, poichè delle tante proposizioni +di pace che si erano discusse +nel precedente anno niuna aveva potuto +ottenere il vicendevole aggradimento. Agli +ambasciatori tennero dietro immediatamente +due araldi d'armi, che a nome +dei re di Francia e d'Inghilterra dichiararono +<span class="pagenum"><a id="Page_365"></a>[365]</span> +formalmente la guerra. Questo +clamoroso apparato dato alla rottura +delle negoziazioni irritò l'imperatore, il +quale, sotto colore di provvedere alla sicurezza +de' proprj ambasciatori, fece ritenere +in distanza di trenta miglia gl'inviati +di Francia, di Venezia e di Firenze, +e non permise all'inviato del duca di +Milano d'abbandonare la sua corte<a class="tag" id="tag348" href="#note348">[348]</a>. +</p> + +<p> +Francesco I fece, per rappresaglia, arrestare +l'ambasciatore dell'imperatore, +ed ottenne con tale mezzo che fossero +posti in libertà i suoi inviati, i quali, +essendo tornati in Francia, gli dissero che +l'imperatore l'aveva pubblicamente chiamato +mancatore di parola: Francesco rispose +il 28 di marzo a Carlo V con un cartello di +sfida a singolare duello per provargli che +aveva mentito accusandolo: Carlo V rispose +il 24 di giugno accettando la disfida, +ed offrì per campo di battaglia lo +stesso luogo sulla sponda dell'Andaya, +ove Francesco I era stato cambiato coi +suoi figliuoli. Queste disfide appagarono +l'animosità dei due principi, senza che +<span class="pagenum"><a id="Page_366"></a>[366]</span> +veruno di loro pensasse poi di dare effetto +alla disfida<a class="tag" id="tag349" href="#note349">[349]</a>. +</p> + +<p> +Frattanto Lautrec, quando vide perduta +ogni speranza di pace, mosse la sua armata +per tentare la conquista del regno +di Napoli. Era partito il 9 di gennajo da +Bologna, tenendo la strada della Romagna +e della Marca per entrare negli Abruzzi; +ed infatti passò il Tronto il 10 di febbrajo<a class="tag" id="tag350" href="#note350">[350]</a>. +Francesco I gli aveva assegnati +cento trenta mila scudi al mese pel mantenimento +dell'armata; e di già aveva +lasciato accumulare un arretrato di dugento +mila scudi, quando, dimenticando +che aveva fatto perdere il Milanese allo +stesso Lautrec per non avergli somministrate +le somme necessarie al mantenimento +dell'armata, ridusse tutt'ad un +tratto a sessanta mila scudi la promessa +sovvenzione, facendolo in pari tempo +<span class="pagenum"><a id="Page_367"></a>[367]</span> +avvisare che non potrebbe continuarla +più di tre mesi<a class="tag" id="tag351" href="#note351">[351]</a>. +</p> + +<p> +Questa notizia fu un colpo di fulmine +pel Lautrec, che fin allora aveva fatto +più che non erasi sperato. Tutte le città +degli Abruzzi gli avevano aperte le porte, +e la maggior parte, ricevendolo come +loro liberatore, gli avevano mandate le +loro chiavi in distanza anche di venticinque +e di trenta miglia. I Veneziani +gli avevano somministrato, sotto gli ordini +di Pietro Pesaro e di Camillo Orsini, +un'armata, la di cui cavalleria leggiere, +levata nelle montagne dell'Epiro, +era la migliore di quante altre allora servivano +in Europa<a class="tag" id="tag352" href="#note352">[352]</a>. I Fiorentini, cui +Lautrec aveva soltanto domandato danaro, +preferirono di somministrare il loro +contingente in uomini. Sentivano essi la +necessità di tornare ad essere militari +per difendere la loro indipendenza; avevano +prese al loro servigio le bande nere +formate quasi interamente di Toscani, e +ne avevano affidato il comando ad Orazio, +<span class="pagenum"><a id="Page_368"></a>[368]</span> +figliuolo di Gian Paolo Baglioni di +Perugia; e questa truppa di quattro mila +uomini era annoverata tra le più valorose +e più temute dell'armata francese<a class="tag" id="tag353" href="#note353">[353]</a>. +</p> + +<p> +Se Francesco I avesse saputo approfittare +dello zelo dei popoli, se con un solo sforzo +avesse bastantemente provveduta la sua +armata d'uomini e di danaro, avrebbe +potuto nel corso d'una breve campagna +scacciare gl'imperiali dall'Italia; ma l'armata +di Lautrec, che stando ai ruoli mostravasi +numerosissima, non fu mai portata +a numero, nè vicina ad esserlo. Il Lautrec +aveva consumato molto tempo nella Marca +d'Ancona, aspettandovi ora gli Svizzeri, +ora i Tedeschi, ora i Guasconi. Prima +che uno dei corpi ch'egli doveva +comandare avesse raggiunte le sue bandiere, +un altro aveva di già terminato +il tempo del suo servigio; perciò la sua +marcia nulla aveva di quell'impeto che +era stato il carattere distintivo de' Francesi +nelle prime loro campagne in Italia; egli +avanzavasi lentamente lasciando tempo ai +suoi alleati di scoraggiarsi; e in breve il bisogno +di danaro lo costrinse ad alienarsi colle +sue estorsioni que' popoli che prima +l'avevano ricevuto a braccia aperte<a class="tag" id="tag354" href="#note354">[354]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_369"></a>[369]</span> +</p> + +<p> +Sebbene il Lautrec fosse di già entrato +nel regno di Napoli, il principe +d'Orange potè a stento trarre fuori di +Roma l'armata imperiale per andare a +combatterlo. Questa sfrenata soldatesca +non voleva rinunciare alle spoglie ed alle +delizie che trovava ancora nella capitale +della Cristianità. Nel corso di otto mesi +veruna protezione era stata accordata nè +alle persone, nè alle proprietà, e siccome +andavano di pari passo crescendo +l'insolenza de' militari e la miseria degli +abitanti, i mali della vigilia erano sempre +superati da quelli del susseguente +giorno. Bisognava dare danaro all'armata +per persuaderla ad ubbidire di nuovo: +il principe d'Orange ne domandò al papa, +che colla sua corte trattenevasi tuttavia +in Orvieto; e questi, malgrado la +miseria cui era ridotto, malgrado i voti +che faceva per la causa della lega, malgrado +il timore di offendere i Francesi, +diede ancora quaranta mila ducati al principe +d'Orange perchè facesse uscire da +Roma la sua armata, la quale infatti entrò +in campagna il 17 di febbrajo. Ma sebbene +<span class="pagenum"><a id="Page_370"></a>[370]</span> +i disertori fossero stati rimpiazzati dai +malviventi che da ogni banda dell'Italia +affrettavansi di venire a prendere parte +nello spoglio della capitale della Cristianità, +quest'armata, che otto mesi prima +contava per lo meno quaranta mila uomini, +si trovò ridotta a mille cinquecento +cavalli, quattro mila Spagnuoli, due in +tre mila Italiani, e cinque mila Tedeschi; +essendo gli altri rimasti tutti vittima della +peste<a class="tag" id="tag355" href="#note355">[355]</a>. +</p> + +<p> +Il principe d'Orange ed il duca del Guasto, +avendo preso colla loro armata la strada +della Campania, passarono in seguito le +montagne presso Serra di Capriola e scesero +nella Puglia, ove si accamparono presso +le mura di Troja. Dal canto suo il Lautrec +invece di portarsi con diligenza sopra +Napoli, il di cui possedimento aveva +quasi sempre decisa la sorte delle guerre +del regno, si era trattenuto nella Puglia +per riscuotere la gabella del transito de' +montoni, la quale nel mese di marzo +<span class="pagenum"><a id="Page_371"></a>[371]</span> +produce dagli ottanta ai cento mila scudi, +e che in allora formava la principale +entrata della corona. Aveva fatta la rassegna +delle sue truppe a Sanseverino, +ed aveva contati circa trenta mila uomini +sotto i suoi ordini; era in appresso andato +a Luceria, ove lo aspettava Pietro +Navarro; e finalmente le due armate +francese ed imperiale si trovarono in vista +l'una dell'altra. Le rive d'un ruscello, +che scorre tra Luceria e Troja, +vennero attaccate e difese con diverse +belle scaramucce di cavalleria, ma con +poco spargimento di sangue, perchè i +fucilieri non entrarono in battaglia<a class="tag" id="tag356" href="#note356">[356]</a>. +</p> + +<p> +Lautrec offrì più volte la battaglia al +principe d'Orange ne' sette giorni che +le due armate si tennero a vista l'una +dell'altra; ma gl'imperiali non vollero +accettarla. Per altro Lautrec non osò di +attaccare i loro alloggiamenti, perchè non +istimava la sua fanteria abbastanza ferma +per un tale assalto; stava però tuttavia +aspettando i quattro mila uomini delle +bande nere al soldo de' Fiorentini, che +conduceva Orazio Baglioni. Quando il +<span class="pagenum"><a id="Page_372"></a>[372]</span> +principe d'Orange ebbe avviso del loro +avvicinamento, risguardandole ancor esso +come le migliori truppe di fanteria che +in allora guerreggiassero in Italia, giudicò +conveniente di ritirarsi sopra Napoli: +approfittò d'una densa nebbia per +uscire dal suo campo il 21 di marzo, +lasciandovi, per ingannare i Francesi, +alcuni fuochi accesi; e mentre attraversava +le gole di Crevalcuore per rientrare nella +Campania, lasciò a Melfi ser Gianni Caraccioli, +principe di quella città, colla sua +compagnia d'uomini d'armi, due battaglioni +spagnuoli e quattro battaglioni italiani, +onde trattenere i Francesi<a class="tag" id="tag357" href="#note357">[357]</a>. +</p> + +<p> +Il Lautrec, accortosi della fuga de' nemici, +ed essendo entrato in Troja, ove +trovò che avevano ancora molte vittovaglie, +adunò un consiglio di guerra per +deliberare intorno alle future operazioni. +Rappresentavano Guido Rangoni, Renato +di Vaudemont, Valerio Orsini, e quasi +tutti i capitani, che omai niun oggetto +poteva trattenere utilmente l'armata nella +Puglia, ave la gabella de' montoni non +<span class="pagenum"><a id="Page_373"></a>[373]</span> +aveva, a cagione della guerra, prodotto +più della metà di ciò che si sperava; che +per lo contrario tenendo dietro da vicino +al principe d'Orange, era facile di raggiugnere +l'armata nemica tuttavia imbarazzata +dal bottino fatto in Roma; che questa +attaccata nella sua marcia sarebbe sicuramente +distrutta, tanto più che il principe +d'Orange, essendo apertamente disgustato +con Ugo di Moncade, succeduto +al Lannoy nella carica di vicerè di Napoli, +non otterrebbe da questi verun soccorso. +Ma Pietro Navarro, che, come il +Lautrec, consigliava sempre diversamente +dagli altri, e riponeva in appresso tutto +il suo orgoglio nel sostenere acremente le +proprie opinioni, insistette perchè l'armata +non si lasciasse alle spalle veruna fortezza, +ed in particolare Melfi, piazza d'armi +di ser Gianni Caraccioli, uno de' più potenti +e de' più valorosi baroni del partito +imperiale. Si adottò il suo consiglio; fu +attaccato Melfi dallo stesso Navarro colle +bande nere e colla fanteria guascona; e +dopo due sanguinosissimi assalti la città +fu presa il 23 di marzo, ed il castello +si arrese poco dopo a discrezione: i soldati +furibondi per le perdite che avevano +fatte, non vollero accordare quartiere; +e ad eccezione dello stesso principe di +<span class="pagenum"><a id="Page_374"></a>[374]</span> +Melfi e di pochi suoi ufficiali, tutti gli +altri prigionieri furono uccisi in numero +di oltre tre mila, parte in città e parte +nella rocca<a class="tag" id="tag358" href="#note358">[358]</a>. +</p> + +<p> +Il ritardo cagionato dall'assedio di +Melfi ebbe le più funeste conseguenze +per l'armata francese. Il principe d'Orange +ebbe tempo di eseguire la sua ritirata +sopra Napoli senza perdere un sol +uomo; ebbe agio di calmare una sollevazione +de' suoi soldati spagnuoli che +gli domandavano i loro soldi arretrati, +e di provvedere alla difesa di Napoli. +Distribuì nella stessa città la sua armata, +malgrado le istanze del marchese del Guasto, +che voleva risparmiare ai suoi concittadini +così formidabili ospiti, e farli +accampare in una forte posizione fuori +delle mura. Intanto il Lautrec occupava +Barletta, Venosa, Ascoli e tutte le città +della Puglia, tranne Manfredonia; e Gio. +Moro, che aveva il comando della flotta +veneziana a cagione dell'assenza dell'ammiraglio +Pietro Lando, scorrendo colle sue +<span class="pagenum"><a id="Page_375"></a>[375]</span> +galere le coste della terra di Bari e della +terra d'Otranto, aveva di già ricevuta +la capitolazione di Monopoli e di Trani, +ed assediava il castello di Brindisi, dopo +avere presa la città. Tre altre città ancora +erano state promesse ai Veneziani +in forza delle condizioni della lega; cioè +Otranto, Pulignano e Molo, ed in tutte +tre i popoli manifestavano altamente il +loro desiderio di tornare sotto il dominio +veneto. Sgraziatamente il provveditore +degli Stradioti, Andrea Civran, il più valoroso, +il più attivo di tutti i capitani +veneziani, venne colpito, nell'assedio di +Manfredonia, da una malattia che lo condusse +al sepolcro; subito dopo la flotta +veneziana fu da Lautrec chiamata innanzi +a Napoli, per secondare le operazioni +della sua armata<a class="tag" id="tag359" href="#note359">[359]</a>. +</p> + +<p> +Il Lautrec verso la metà d'aprile aveva +lasciata la Puglia per accostarsi a Napoli. +Aveva ricevute le capitolazioni di Capoa, +di Nola, di Acerra, d'Aversa e di tutte +le principali città di terra di Lavoro; per +altro avanzavasi con estrema lentezza, a +<span class="pagenum"><a id="Page_376"></a>[376]</span> +cagione delle grandi piogge che avevano +allagato il paese, e per la difficoltà di +trovar vittovaglie per una così grande armata; +conciossiachè per una imperdonabile +negligenza egli aveva permesso che a' suoi +soldati si unisse forse il doppio numero di +servitori e d'operai. Finalmente il 29 d'aprile +arrivò in faccia a Napoli, ed il primo +di maggio si accampò sul Poggio Reale<a class="tag" id="tag360" href="#note360">[360]</a>. +</p> + +<p> +Napoli era in allora riputata fortissima +città, e le montagne lungo le quali si +stendevano le sue fortificazioni si difendevano +facilmente; oltrecchè al presente +aveva entro le sue mura piuttosto un'armata +che una guarnigione, la quale era +tutta composta di soldati invecchiati nella +guerra, e de' più esperti ufficiali di tutta +l'Europa. Credevasi che la città non fosse +sufficientemente approvvigionata; ma la +più parte degli abitanti eransi ritirati ad +Ischia, a Capri, e nelle altre vicine isolette, +onde le loro provvigioni erano rimaste +ai soldati. Lautrec, invece d'aprire +le sue batterie contro Napoli, e di approfittare +con un ardito attacco del naturale +<span class="pagenum"><a id="Page_377"></a>[377]</span> +impeto de' Francesi, che a dir vero +egli aveva di già lasciato intiepidire, si +propose di affamare la città con un blocco. +Gli fu inutilmente rappresentato, che +mai non otterrebbe di chiudere affatto +il mare agli assediati, che non sarebbe +meno in pericolo di mancare di vittovaglie +la sua armata che quella de' nemici, +e che cominciando il caldo della +state l'aria della campagna di Napoli riuscirebbe +fatale ai suoi soldati. Lautrec si +faceva un punto d'onore di decidere ogni +cosa da sè senz'abbadare agli altrui consiglj. +Faceva così grande fondamento sui +bisogni degli assediati, che da prima +vietò ai suoi soldati di entrare in veruna +scaramuccia; ma fu bentosto forzato +di rivocare quest'ordine, affinchè +l'ozio e la noia non facessero perdere +alla sua gente il coraggio e la salute<a class="tag" id="tag361" href="#note361">[361]</a>. +</p> + +<p> +Le due armate ricominciarono dunque +ad intrattenersi ogni giorno in piccole +zuffe, che spesso riuscivano sanguinose +assai perchè l'infanteria leggiere armata +di carabine vi prendeva parte colla cavalleria, +e gli Spagnuoli da una banda, +<span class="pagenum"><a id="Page_378"></a>[378]</span> +ed i Toscani delle bande nere dall'altra, +erano assai destri fucilieri. Pure l'armata +che difendeva Napoli, avvezza in Roma +all'abuso della vittoria ed all'indisciplina, +opprimeva crudelmente i Napolitani. Questi +fuggivano dalla città qualunque volta +potevano farlo, e si rifugiavano in Caprea, +in Ischia, in Procida, o sul promontorio +di Sorrento. La maggior parte +de' fuggiaschi, credendo i Francesi sicuri +della vittoria, o desiderando ardentemente +di scuotere il crudel giogo degli Spagnuoli, +passavano di là al campo di Lautrec, +e si affrettavano di giurare fedeltà +al re di Francia. Vincenzo Caraffa fu il +primo a darne l'esempio, e fu bentosto +seguito dal Caraccioli, conte di Murcone, +da Ferdinando Pandoni, da Federico +Gaetani e da Francesco d'Aquino. Lo stesso +ser Gianni Caraccioli, fatto prigioniere +a Melfi, di cui era principe, non avendo +potuto ottenere d'essere riscattato dal +principe d'Orange, dichiarossi pel partito +angioino, e ricevette da Lautrec un +comando nell'armata<a class="tag" id="tag362" href="#note362">[362]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_379"></a>[379]</span> +</p> + +<p> +Gli assediati cominciavano di già a +provare grandi privazioni, perchè quantunque +avessero abbondante approvvigionamento +di granaglie, tutti i loro mulini +erano in mano de' nemici, ed erano costretti +di macinare essi medesimi il frumento. +Il vino, che avevano prodigalizzato ne' +primi giorni dell'assedio, cominciava pure +a mancare: i landsknecht visitavano tutte +le cantine de' privati per trovarne, e spinsero +l'insolenza loro fino a saccheggiare +quelle del marchese del Guasto, uno de' +loro generali<a class="tag" id="tag363" href="#note363">[363]</a>. Dall'altro canto i Francesi +avevano di già moltissimi ammalati +nel loro campo; e fu per loro una grave +perdita quella d'Orazio Baglioni, colonnello +delle bande nere, ucciso il 22 di +maggio in una grossa scaramuccia. Gli +fu sostituito il conte Ugo de' Pepoli<a class="tag" id="tag364" href="#note364">[364]</a>. +</p> + +<p> +Sperava Lautrec che il porto di Napoli +verrebbe interamente chiuso agli assediati +dalle flotte francese e veneziana; +ma Andrea Doria, ammiraglio della flotta +francese, già da gran tempo disgustato della +condotta che tenevano a suo riguardo i +<span class="pagenum"><a id="Page_380"></a>[380]</span> +generali, e di quella della corte di Francia +verso la sua patria, non aveva voluto +servire egli medesimo, e si faceva +rimpiazzare da Filippino Doria, suo nipote, +nel comando delle otto galere genovesi +mandate all'assedio di Napoli. Dal +canto suo Pietro Lando, ammiraglio dei +Veneziani, non sapeva determinarsi ad +abbandonare l'assedio del castello di Brindisi, +e le conquiste che andava facendo +sulle coste della Puglia per la sua repubblica; +ad ogni modo, siccome ne aveva +ricevuto positivi ordini in sul finire di +maggio, gli assedianti cominciarono ad +aspettare, e gli assediati a temere la di +lui venuta. Don Ugo di Moncade lusingossi +di poterlo prevenire, sorprendendo +nel golfo di Salerno Filippino Doria, prima +che gli si unisse la flotta veneziana: +meditava di attaccarlo a bordo colle sue +vecchie bande spagnuole, e d'impadronirsi +delle sue otto galere, malgrado la +superiorità de' marinaj genovesi nel manovrare. +Teneva nel porto di Napoli sei +galere, quattro fuste e due brigantini, +sulle quali navi imbarcò mille archibugieri +spagnuoli, il fiore dell'armata; +andò a bordo egli stesso con quasi tutti i +capitani, ed i più distinti ufficiali che si +trovavano in Napoli, e si fece seguire +<span class="pagenum"><a id="Page_381"></a>[381]</span> +da molte barche pescarecce, che pure +caricò di soldati. Aveva sperato di trovare +le galere del Doria senza guarnigione; +ma questi era stato prevenuto dei +progetti del nemico, ed aveva avuto tempo +di far passare sulle sue galere trecento +archibugieri domandati a Lautrec<a class="tag" id="tag365" href="#note365">[365]</a>. +</p> + +<p> +Filippino Doria, quando gl'imperiali si +mossero per attaccarlo, incrociava nel +golfo di Salerno, lungo la costa d'Amalfi, +in faccia al piccola promontorio di +Capo d'Orco. Non ricusò la battaglia; +ma prima di farsi incontro al nemico, +staccò tre galere sotto gli ordini di Niccola +Lomellini, per prendere il vento a +qualche distanza, e tornare in seguito, +quando sarebbe attaccata la battaglia, ad +urtare ne' fianchi ed in poppa le navi +imperiali con tutta la forza del movimento +acquistato. +</p> + +<p> +Il marchese del Guasto ed Ugo di +Moncade, essendo partiti la mattina del +<span class="pagenum"><a id="Page_382"></a>[382]</span> +28 maggio da Posilippo, avevano voluto +incoraggiare i loro soldati a questo genere +di battaglia, cui non erano accostumati, +col far loro apparecchiare un pranzo +nell'isola di Caprea, e farli esortare nel +medesimo luogo da un eremita spagnuolo a +combattere valorosamente per liberare i +molti prigionieri della loro nazione che il +Doria teneva incatenati nelle sue galere. A +questo ritardo l'ammiraglio genovese dovette +il vantaggio d'essere prevenuto dell'imminente +attacco. Più non rimanevano +che tre ore di giorno, quando gli Spagnuoli +scoprirono le cinque galere che Filippino +s'era tenute. I due vascelli ammiraglj +vennero fra di loro a battaglia; +ma il Doria si affrettò di far fuoco +il primo onde coprirsi col proprio fumo, +ed uccise colla prima scarica quaranta +uomini sul ponte della galera nemica. +I Genovesi, accostumati al servigio +di mare, sapevano chinarsi combattendo, +e tenersi nascosti dietro alla pavesata; +gli Spagnuoli invece conoscevano d'essere +inferiori finchè non potessero venire +all'abbordaggio, che i loro nemici evitavano. +Essi non avevano pavesata, ed +erano maltrattati assai dal fuoco che i +loro avversarj facevano dall'alto degli alberi. +Ad ogni modo due navi genovesi, +<span class="pagenum"><a id="Page_383"></a>[383]</span> +attaccate da tre imperiali, erano in pessimo +stato condotte, e già stavano per arrendersi, +quando quelle del Lomellini col +vento in poppa tornarono a piene vele +contro la flotta di Moncade. L'albero +maestro del vascello montato dal Moncade, +cadde fracassato nell'urto; Moncade +stesso fu ferito in un braccio, e mentre +continuava ad incoraggiare i suoi soldati +fu ucciso dai sassi e dai fuochi d'artificio +che si gettavano sulla sua nave dall'alto +delle gabbie nemiche. In sul finire +della battaglia la sua nave fu colata a +fondo, e lo stesso accadde della galera +montata da Cesare Fieramosca. Filippino +Doria scelse appunto quest'istante per +rompere le catene di tutti gli schiavi +barbareschi che teneva sulle sue galere, +esortandoli a meritarsi la libertà col fare +aspra vendetta degli Spagnuoli loro crudeli +nemici. Allora venne all'arrembaggio +che aveva prima evitato; ed i barbareschi +mezzo ignudi si precipitarono colla +sciabola in mano nei vascelli spagnuoli. +Quelli del marchese del Guasto e di +Ascanio Colonna avevano preso fuoco, +spezzati erano i loro remi, ed i loro +equipaggi o ribellati o distrutti, quando +pensarono di arrendersi. Furono prese +anche le fuste, non essendosi salvate fuggendo +<span class="pagenum"><a id="Page_384"></a>[384]</span> +che due galere imperlali in pessimo +stato. Per gastigo di questa sconfitta +il principe d'Orange fece appiccare, appena +arrivato, uno de' capitani di quelle +due galere; l'altro, atterrito da quest'atto di +crudeltà, riprese il largo e si arrese a Filippino +Doria<a class="tag" id="tag366" href="#note366">[366]</a>. +</p> + +<p> +La flotta imperiale era distrutta, ucciso +il vicerè Moncade, cui i Mori, circondando +il suo cadavere, chiedevano con +feroce sorriso se pensava tuttavia di fare +una seconda discesa sulle coste dell'Africa +e di rinnovarvi le spaventose sue crudeltà. +Il marchese del Guasto, Ascanio +Colonna, Francesco Hijar, Filippo Cerbellione, +Giovanni Caietani, e Sernone, +erano prigionieri, e nel susseguente giorno +lo storico Paolo Giovio, ch'era stato +spettatore della battaglia dalle coste d'Ischia, +andò a nome della marchesana +del Guasto a portare ai prigionieri danaro +e conforti sulla galera di Filippino +Doria. Questi li mandò poi a suo zio +<span class="pagenum"><a id="Page_385"></a>[385]</span> +Andrea colle tre galere che aveva prese<a class="tag" id="tag367" href="#note367">[367]</a>. +</p> + +<p> +Poco dopo questa vittoria, che sembrava +accertare la buona riuscita delle +intraprese di Lautrec, il 10 di giugno +sopraggiunse nel golfo di Napoli con ventidue +galere l'ammiraglio veneziano Pietro +Lando, il quale chiuse affatto per alcun +tempo il mare agli assediati<a class="tag" id="tag368" href="#note368">[368]</a>. Gl'imperiali +per altro avevano ancora una ragguardevolissima +cavalleria leggiere, mentre +il Lautrec quasi non ne aveva; ed +invece di assoldarne, come veniva consigliato +di fare, acconsentì che gli uomini +d'armi, che facevano il suo servigio, +andassero ad acquartierarsi a Capoa, +ad Aversa ed a Nola. Il principe d'Orange, +rimasto solo nel comando di Napoli, +seppe approfittare di questa inavvedutezza +del Lautrec per istancheggiare +con frequenti sortite gli assedianti, e +far entrare più vittovaglie in città. La +fanteria leggiere delle bande nere, che +da prima aveva combattuto con molto +<span class="pagenum"><a id="Page_386"></a>[386]</span> +zelo in ogni scaramuccia, vedendosi costantemente +sagrificata, per non esservi +più i cavalli a coprirla nelle sue ritirate, +si era disgustata di quelle zuffe sempre +svantaggiose. Ma quanto più calde erano +le istanze che si facevano a Lautrec perchè +adoperasse il danaro ricevuto dalla +Francia nell'assoldare cavalleria leggiere, +tanto più a questo generale pareva ingiurioso +che altri pretendesse dargli consiglj, +e perciò si ostinava a non seguirli<a class="tag" id="tag369" href="#note369">[369]</a>. Omai +più non accadevano intorno a Napoli scaramucce +di qualche importanza, e tanto gli +assediati come gli assedianti erano travagliati +dalla fame e dalle malattie. I primi +erano condannati a dure privazioni; in +città si era manifestata la peste, e molti +corpi di fanteria tedesca e di cavaleggieri +trattavano segretamente con Lautrec +per passare nel campo francese; nel quale +per altro frequentissime pure erano le malattie, +e tanto guasto avevano fatto tra i +zappatori, che più non si potevano terminare +le trincee; perciò il Lautrec era ridotto +a tale stato di non avere più operaj +per continuarne i lavori, nè soldati +per custodirle quando fossero terminate. +<span class="pagenum"><a id="Page_387"></a>[387]</span> +Cotali trincee, rompendo il corso delle +acque, erano state cagione che queste si +spargessero per le campagne, se restassero +stagnanti in più luoghi con grave pregiudizio +della salubrità dell'aria. Del resto la campagna +che circonda Napoli è sempre micidiale +ne' calori estivi, ed oggi un'armata +non potrebbe tenervisi ne' mesi in cui +Lautrec vi accampò colla sua, senz'andare +ugualmente soggetta a febbri pestilenziali. +Il primo loro sintomo era un'enfiagione alle +gambe che in appresso stendevasi a tutto +il corpo, e l'infermo moriva tormentato +da crudelissima sete. Tra le prime vittime +di questo flagello si contarono il nunzio +del papa presso l'armata della lega, +Pietro Paolo Crescenzio, e Luigi Pisani, +provveditore veneziano, morti entrambi il +giorno 15 di giugno. In appresso non passò +giorno che non fosse funestato dalla morte +di qualche capo dell'armata, sebbene +l'epidemia non giugnesse al colmo che +il 15 di luglio<a class="tag" id="tag370" href="#note370">[370]</a>. +</p> + +<p> +L'imperatore ed il re di Francia, informati +che l'assedio di Napoli non terminerebbe +<span class="pagenum"><a id="Page_388"></a>[388]</span> +così presto, ed eccitati dai +loro generali a mandare soccorsi, risolsero +ambidue di spedire nuove truppe in +Italia. Il primo scelse per tale spedizione +Enrico il giovane, duca di Brunswick; +l'altro Francesco di Borbone, conte di +San-Paolo. Doveva il Brunswick condurre +rinforzi ad Antonio di Leyva, e poichè +avesse ritornata la superiorità agl'imperiali +in Lombardia, avanzarsi verso l'Italia +meridionale per costringere il Lautrec +a levare l'assedio di Napoli. Per lo +contrario il San-Paolo, doveva opporsi +al passaggio del primo, scacciare da Milano +Antonio di Leyva, e dopo avere +ridotti gl'imperiali a sgombrare la Lombardia, +raggiugnere il Lautrec per terminare +con lui la conquista del regno +di Napoli<a class="tag" id="tag371" href="#note371">[371]</a>. +</p> + +<p> +Il duca di Brunswick coll'assistenza +di Ferdinando, re d'Ungheria, fratello +dell'imperatore, fu il primo a scendere in +Italia. Partì da Trento il 10 di maggio +con seicento cavalli e dieci mila fanti; +passò l'Adige e s'avanzò fino in Lombardia, +senza che il duca d'Urbino, generale +de' Veneziani, gli si avvicinasse mai +<span class="pagenum"><a id="Page_389"></a>[389]</span> +tanto da venire a qualche scaramuccia. +Aveva questi dichiarato al senato veneto, +che, per quanto la sua armata potesse superare +di numero la nemica, giammai +la sua cavalleria sosterrebbe l'urto della +tedesca, nè la sua fanteria quello dei +landsknecht; onde, non deviando dalla +consueta sua tattica, aveva difese le città +e le fortezze, lasciando tempo agli oltremontani +di consumare la loro furia<a class="tag" id="tag372" href="#note372">[372]</a>. +</p> + +<p> +I Tedeschi condotti dal duca di Brunswick +avevano abbandonato il loro paese +per la speranza d'un saccheggio somigliante +a quello che nel precedente anno +aveva arricchito i loro compatriotti; e +quando trovarono le pianure della Lombardia +ruinate da una disastrosa guerra, +le terre desolate dalla fame e dalla peste, +e le città contro di loro difese non +meno dai nemici che dagli amici, non +tardarono a disgustarsi d'un faticoso servigio, +del quale non erano pagati. Mai +non giugneva danaro all'armata imperiale, +nè dalla Spagna nè dalla Germania; +onde Antonio di Leyva, che aveva da +<span class="pagenum"><a id="Page_390"></a>[390]</span> +principio persuaso il duca di Brunswick +ad assediare Lodi, vedendo che quest'assedio +non avanzava, cercava di scoraggiarlo +per non avere in Lombardia compagni +nel comando o nei rubamenti. Il +Brunswick vendicossi di questa opposizione +con una crudeltà senza pari; egli +non si accontentava di saccheggiare ogni +cosa, ma faceva oltre a ciò passare +a filo di spada tutti gli uomini che +gli venivano tra le mani; bruciava tutte +le case isolale, volendo che il suo passaggio +fosse contrassegnato da una totale +desolazione. Per giustificare tante +atrocità, pretendeva il Brunswick che +tutti gl'Italiani fossero ribelli all'autorità +imperiale, e diceva d'essere venuto a distruggere +coloro che i suoi predecessori +non avevano saputo castigare. Il duca +d'Urbino usò lo stesso trattamento verso i +prigionieri tedeschi; onde il 13 di luglio +i landsknecht si ammutinarono, e poco +dopo il duca di Brunswick tornò per la +strada di Como in Germania co' deboli +avanzi di un'armata, i di cui soldati +erano per la maggior parte disertati, o +passati sotto le bandiere d'Antonio di +Leyva<a class="tag" id="tag373" href="#note373">[373]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_391"></a>[391]</span> +</p> + +<p> +Questi continuava a conservare Milano +ubbidiente col terrore. Abbandonato dall'imperatore, +senza danaro per pagare i +soldati, erasi impossessato di tutte le vittovaglie +che si trovavano in città, di tutte +quelle che giugnevano dalla campagna, +e, fattone monopolio, le vendeva tre o +quattro volte più dell'ordinario loro prezzo. +I poveri, ruinati da tre anni d'estorsioni, +ai quali erano preceduti vent'anni di guerra, +morivano di fame per le strade, non +potendo comperare il pane all'alto prezzo +fissato dell'avarizia del generale; i ricchi, +prigionieri de' soldati alloggiati presso di +loro, erano esposti ad ogni genere d'oltraggi, +e spesso alla tortura, qualunque +volta tardavano a soddisfare i capriccj +de' loro tiranni. Le sentinelle trattenevano +alle porte tutti coloro che cercavano di +<span class="pagenum"><a id="Page_392"></a>[392]</span> +fuggire di città; e se a taluno riusciva di +scalare le mura, o di uscire dalle porte +travestito, gli si confiscavano i beni, ed +annunciavasene la vendita con avvisi stampati +in tutti i capi strada<a class="tag" id="tag374" href="#note374">[374]</a>. +</p> + +<p> +L'armata che il signore di San-Paolo +conduceva in Lombardia per liberarla dal +giogo degli Spagnuoli, doveva essere composta +di cinquecento uomini d'armi, e +di cinquecento cavaleggieri sotto il comando +del signore di Boisì, di sei mila +avventurieri capitanati dal signore di Lorges +e di tre in quattro mila landsknecht +guidati dal signore di Montejan. Ma colla +consueta sua negligenza Francesco I lasciò +dissipare il danaro destinato a quest'impresa; +i corpi non furono ridotti a +numero, non giunsero che lentamente +ed a lunghi intervalli al luogo dell'unione, +ed il conte di San-Paolo era tuttavia sulle +Alpi, quand'ebbe notizia che il duca di +Brunswick era tornato in Germania per +mancanza di danaro<a class="tag" id="tag375" href="#note375">[375]</a>. I Francesi eransi +<span class="pagenum"><a id="Page_393"></a>[393]</span> +lasciati togliere per sorpresa Pavia, conquista +del signore di Lautrec; il conte +di San-Paolo l'attaccò di nuovo col duca +d'Urbino, ed in sul finire della campagna +la riebbe d'assalto<a class="tag" id="tag376" href="#note376">[376]</a>; ma trovavasi +bastantemente occupato da Antonio di +Leyva che gli contrastava l'acquisto delle +città di Lombardia, onde non potesse innoltrarsi +verso Napoli, dove il signore di +Lautrec lo andava invano chiamando. +</p> + +<p> +Malgrado i patimenti di quest'ultimo, che +andavano a dismisura crescendo, non potevasi +ancora facilmente prevedere quale delle +due armate di Lautrec o il principe d'Orange +avrebbe dovuto soggiacere la prima alla +peste ed alla fame ond'erano egualmente +travagliate, quando un'importantissima diserzione, +cagionata dalla inconsiderata politica +di Francesco I, trasse con sè la +ruina dell'armata francese. Andrea Doria, +che veniva riputato il più grand'uomo +di mare del suo secolo, e che, fino dalla +sua gioventù trovandosi al soldo di stranieri +potentati, aveva creato una flotta +che non aveva ricevuta dalla sua patria, +lagnavasi da gran tempo della gelosia e +<span class="pagenum"><a id="Page_394"></a>[394]</span> +degl'intrighi de' ministri del re di Francia. +Era stato associato a Renzo di Ceri +in una spedizione da principio destinata +contro la Sicilia, poscia contro la Sardegna, +la quale era andata a male a +cagione della loro malintelligenza<a class="tag" id="tag377" href="#note377">[377]</a>. In +tempo della spedizione del Borbone in +Provenza aveva fatto prigioniero il principe +d'Orange; ma la ricca taglia di +questo prigioniero gli era stata ritenuta +dal re; gli erano inoltre ritenuti ragguardevoli +arretrati pel soldo delle sue galere; e +Francesco della Rochefoucault, signore di +Barbesieux, era stato in di lui pregiudizio +nominato ammiraglio dei mari del Levante<a class="tag" id="tag378" href="#note378">[378]</a>. +</p> + +<p> +Ma queste personali offese non erano +la principale cagione che alienasse Andrea +Doria dal partito della Francia. +Sebbene questo grand'uomo non avesse +quasi mai vissuto in patria, era teneramente +attaccato alla libertà, ed alla prosperità +<span class="pagenum"><a id="Page_395"></a>[395]</span> +della medesima. Il sacco di Genova +eseguito dall'armata imperiale gli aveva +inspirata un'altissima avversione contro gli +Spagnuoli; onde dopo tale epoca non +volle per alcun tempo a qualsifosse prezzo +rilasciare i prigionieri di quella nazione, +e li faceva remare incatenati sulle sue +galere; non cominciò a perdere forza +nell'animo suo tanta avversione, che +quando lo sprezzo di Francesco I pei +privilegj de' Genovesi, per la loro capitolazione, +ed ancora per la privata loro +prosperità, lo chiamò a vendicare le fresche +offese ad ogni costo, e foss'anche +coll'ajuto di coloro medesimi che erano +stati autori delle più antiche. Il re si ostinava +a tenere Genova come una provincia +del regno, non già come una repubblica +postasi volontariamente sotto la sua +protezione; egli risguardava tutti i privilegj +dei popoli, i diritti dei cittadini, +e le restrizioni della sua autorità, come +altrettante offese fatte alla maestà reale; +perciò si compiaceva di emettere ordini +che umiliassero lo spirito ribelle de' Genovesi. +A tal fine si propose di trasportare +a Savona, per quanto poteva da lui dipendere, +tutto il commercio di Genova. +Accrebbe le fortificazioni di questa città, +e volle che dipendesse immediatamente +<span class="pagenum"><a id="Page_396"></a>[396]</span> +dalla corona; vi traslocò la gabella del +sale: e sebbene avesse formati questi progetti +ne' tempi in cui Savona gli si era +conservata fedele, e quando Genova era +passata sotto il dominio dell'imperatore, +non volle punto rinunciarvi allorchè +ebbe ricuperata questa capitale. Nell'esecuzione +di questi progetti, i Genovesi +vedevano apertamente il totale esterminio +della loro città; implorarono quindi l'ajuto +dell'illustre loro concittadino, il quale promise: +«di fare pel suo paese tutto quanto +l'onor suo gli acconsentirebbe di fare»<a class="tag" id="tag379" href="#note379">[379]</a>. +</p> + +<p> +Il servizio del Doria col re di Francia +spirava coll'ultimo giorno di giugno +del 1528. Prima di acconsentire a +rinnovarlo, mandò un gentiluomo alla +corte di Francesco I per chiedergli giustizia +tanto sulle taglie de' prigionieri e +sugli arretrati dovutigli, che intorno ai +privilegj della sua patria; intanto si rimase +in Genova ozioso, ordinando a +Filippino, suo nipote, di non usare soverchio +rigore nel blocco di Napoli. Il Lautrec, +avvedutosi che il Doria pensava ad +<span class="pagenum"><a id="Page_397"></a>[397]</span> +abbandonare l'alleanza della Francia, e +fattone più certo dagli avvisi di Clemente +VII, sentì il pregiudizio grandissimo +che da ciò ne verrebbe alla sua armata. +Spedì dunque al re Guglielmo di Bellay +per supplicarlo a ritenere il Doria +a suo servizio. Il Bellay, passando per +Genova, andò a trovare il Doria che +era suo amico; ed udite le sue inchieste, +cercò di appoggiarle presso il re; +ma il cancelliere Duprat impedì che il +re le accettasse. Fu spedito a Genova +Barbesieux per prendere il comando della +flotta di Andrea, e impadronirsi non solo +delle galere del re, ma ancora di quelle +del Doria, e se gli riusciva, ancora della +persona di lui. L'ammiraglio genovese non +aspettò che giugnesse chi era destinato a +rimpiazzarlo. Ritirossi colla sua flotta a +Lerici, e dichiarò a Barbesieux, che andò +a visitarlo: essergli noti gli ordini del +re, ed essere non pertanto apparecchiato +a rilasciargli le di lui galere; ma determinato +però a ritenere le altre come una +sua proprietà; e non solamente non essere +per darne conto a chicchessia, ma +per valersene anzi come meglio crederebbe<a class="tag" id="tag380" href="#note380">[380]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_398"></a>[398]</span> +</p> + +<p> +Intanto il Doria aveva intavolato un +trattato coi prigionieri fatti da suo nipote +sotto Napoli, ed in particolare col marchese +del Guasto, che cercava di ridurlo ai servigj +dell'imperatore. Per mezzo di quest'ultimo +il Doria, il 20 di luglio, mandò in Ispagna +un segretario incaricato di esporre le condizioni +sotto le quali si obbligherebbe +a servire l'imperatore con dodici galere, +per l'annuo stipendio di sessanta mila +ducati. Domandava che Genova fosse posta +in libertà e dorinnanzi governarsi +come repubblica indipendente; che le +fossero di nuovo assoggettate Savona e +le altre città della Liguria; che a lui +ed a tutto il suo equipaggio l'imperatore +condonasse le offese fatte alla sua +corona; che per ogni spagnuolo ch'egli +rilascerebbe gli si desse un altro uomo +egualmente robusto e capace di remare<a class="tag" id="tag381" href="#note381">[381]</a>. +Tutte queste condizioni furono +all'istante accettate, e la flotta di Genova, +che il 4 di luglio aveva abbandonata +<span class="pagenum"><a id="Page_399"></a>[399]</span> +la baja di Napoli, passò al servizio +dell'imperatore<a class="tag" id="tag382" href="#note382">[382]</a>. +</p> + +<p> +Giova sommamente a coloro che possono +disporre di tutti gli onori e di tutte +le ricompense, di far risguardare la costanza +nell'ubbidienza militare come il +principale dovere di un soldato, e di +dissimulare che tutti gli obblighi essendo +reciproci, la violazione del contratto +per parte di colui che comanda, +scioglie dal giuramento quegli che aveva +promesso di ubbidire. La posterità fu +giusta verso Andrea Doria; non vide +nella condotta di lui che eroismo, e non +lo accusò di mancanza di fede verso +Francesco I. I suoi contemporanei furono +talvolta più severi, e l'eroe genovese, che +aveva passata la sua vita in mezzo ai soldati, +non poteva egli stesso liberarsi da +tutti i pregiudizj militari. Il fiorentino +Luigi Alamanni, celebre egualmente come +patriotto e come poeta, disse un giorno +ad Andrea Doria: «Certo, Andrea, +che generosa è stata l'impresa vostra; +ma molto più generosa e più chiara +ancora sarebbe, se non vi fosse non so +che ombra d'intorno, che non la lascia +interamente risplendere.» Affermò Luigi +<span class="pagenum"><a id="Page_400"></a>[400]</span> +allo storico Segni che Andrea a tali parole +mosse un sospiro, e stette cheto, e poi +con buon volto rivoltosi, disse: «Egli +è gran fortuna d'un uomo, a chi riesca +di adoperare un bel fatto con mezzi +ancorchè non interamente belli. So, +che non pure da te, ma da molti può +darmisi carico, che, essendo sempre +stato della parte di Francia e venuto +in alto grado co' favori del re Francesco, +io l'abbia ne' suoi maggiori bisogni +lasciato, ed accostatomi ad un +suo nemico; ma se il mondo sapesse +quanto è grande l'amore che io ho +avuto alla patria mia, mi scuserebbe +se, non potendo salvarla e farla grande +altramente, io avessi tenuto un mezzo, +che mi avesse in qualche parte potuto +incolpare. Non vo' già raccontare che +il re Francesco mi riteneva i servizj e +non mi attendeva la promessa di restituire +Savona alla patria, perchè non +possono queste occasioni aver forza di +rimutar uno dall'antica fede: ma ben +puote aver forza la certezza che io +aveva, che il re non mai avrebbe voluto +liberar Genova dalla sua signoria, +nè che ella mancasse d'un suo governatore, +nè della fortezza; le quali cose +avendo io ottenuto felicemente col ritrarmi +<span class="pagenum"><a id="Page_401"></a>[401]</span> +dalla sua fede, posso ancora, a +chi bene andrà stimando, dimostrare +il mio fatto chiaro, senza alcun'ombra +che gl'interrompa la luce»<a class="tag" id="tag383" href="#note383">[383]</a>. +</p> + +<p> +La flotta veneziana di Pietro Lando +era così male equipaggiata, e tanto sprovveduta +di soldati e di buoni marinai, che +difficilmente avrebbe potuto, dopo la partenza +di Filippino Doria, chiudere il +porto di Napoli alle piccole navi siciliane: +ma d'altronde anche questa s'allontanò +il 15 di luglio per andare a +provvedersi di vittovaglie in Calabria, e +non tornò che ne' primi giorni d'agosto. +Vero è che Barbesieux era giunto il 18 +di luglio colla flotta francese; ma non +conduceva a Lautrec che ottocento fanti, +ed un branco di giovani gentiluomini che +volevano fare a Napoli le prime loro campagne: +anche il danaro che aveva per l'armata +non era che una piccola parte delle +somme dal re promesse a Lautrec. Pure +avendo il Barbesieux sbarcati i suoi pochi +soldati col danaro consegnatogli, questi +si avanzarono fino a Nola. Ma il principe +di Navarra, che ne aveva il comando, +<span class="pagenum"><a id="Page_402"></a>[402]</span> +trovandosi colà troppo debole per andare +più avanti, mandò a chiedere un +rinforzo a Lautrec. In fatti, quando ritornava +al campo, dopo averlo ricevuto, +gl'imperiali fecero una così gagliarda sortita, +che il signore di Candalles, ed Ugone +Pepoli, che avevano condotto il rinforzo, +rimasero prigionieri, e furono uccisi dugento +de' nuovi venuti. Vero è che il +danaro arrivò al campo senz'alcuno accidente, +ed il Pepoli fu ricevuto in cambio +di un altro prigioniero; ma Candalles morì +in conseguenza delle ricevute ferite<a class="tag" id="tag384" href="#note384">[384]</a>. +</p> + +<p> +Fino a quest'epoca Lautrec aveva sostenuto +il coraggio dell'armata francese +colla fermezza del suo carattere: ma fu +ancor esso sorpreso dalla febbre pestilenziale +nello stesso tempo in cui Vaudemont era +omai agonizzante. Anche sotto il peso di +questa malattia Lautrec oppose sempre +l'irremovibile costanza del suo carattere a +tutti i mali che lo affliggevano. Destinò +il danaro mandatogli dalla Francia per +far leve in Italia di fanteria e di cavaleggieri: +Renzo di Ceri partì per assoldarne +nell'Abruzzo, mentre i Fiorentini +<span class="pagenum"><a id="Page_403"></a>[403]</span> +mandavano due mila uomini per rimpiazzare +i soldati perduti dalle bande +nere in questa campagna. Ma questa risoluzione +era di già troppo tarda. Il Lautrec, +bloccato ancor esso nel suo campo da +quella stessa armata ch'egli aveva tenuta +tanto tempo assediata, perdeva ogni giorno +i saccomani, i convoglj, gli equipaggi. Le +vittovaglie che faceva venire cadevano +quasi sempre in mano del nemico; e +mentre che i suoi soldati, sfiniti dalle fatiche +e dalla malattia, mancavano ancora +di pane, Napoli abbondava d'ogni cosa, +e i soldati tedeschi più non pensavano +a disertare<a class="tag" id="tag385" href="#note385">[385]</a>. +</p> + +<p> +In sul declinare di luglio la malattia che +infestava il campo francese, vestì un carattere +assai più spaventoso. Di venticinque +mila uomini che vi si contavano un mese +prima, il 2 agosto quattro mila soltanto +erano in istato di adoperare le armi, e di +ottocento uomini d'armi più non eranvene +che cento. Erano ammalati Pietro Navarro, +Vaudemont, Camillo Trivulzio, ed i due +maestri di campo; Lautrec, che credevasi +guarito, era ricaduto; tutti gli +<span class="pagenum"><a id="Page_404"></a>[404]</span> +ambasciatori, ed i personaggi distinti, +ad eccezione del marchese di Saluzzo e +del conte Guido Rangoni, erano ammalati. +La fanteria soffriva nello stesso tempo +la fame e la sete; tutte le cisterne +erano senz'acqua, ed i soldati non potevano +procurarsene a Poggio reale, che +attaccando i nemici, dal che fare venivano +sconsigliati dalla presente loro debolezza. +L'estensione del campo era affatto +sproporzionata al numero de' suoi difensori, +i quali erano perciò continuamente spossati +da quasi non interrotte fazioni. Prima di +partire alla volta degli Abruzzi Renzo di +Ceri aveva fatto istanza a Lautrec d'accamparsi +altrove, o di acquartierare le sue truppe +nelle città della Campania, facendogli +osservare che intorno al campo le acque +stagnavano in ogni luogo, e che l'erba +foltissima cresceva anche nelle tende dei +soldati; ma il Lautrec, con un'insuperabile +ostinazione, dichiarò di essere apparecchiato +a morire in quel luogo piuttosto +che dare un tale trionfo ai nemici<a class="tag" id="tag386" href="#note386">[386]</a>; +egli credeva egualmente compromesso +il suo onore nel ristringere i suoi +alloggiamenti, e quantunque infermo, si +<span class="pagenum"><a id="Page_405"></a>[405]</span> +faceva portare da un posto all'altro, per +vedere se i suoi ordini venivano eseguiti, +e se si mantenevano i corpi di guardia da +lui stabiliti. Ma lungo tempo non sostenne +tanta fatica, e morì la notte del +15 al 16 agosto: e come la sua virtù, +la sua costanza, erano stati fin allora il +più solido sostegno dell'armata, così la +sua morte distrusse ogni speranza di +salvezza<a class="tag" id="tag387" href="#note387">[387]</a>. +</p> + +<p> +Era morto ancora il conte di Vaudemont, +onde prese il comando dell'armata +francese il marchese di Saluzzo, il +quale non aveva nè talenti, nè riputazione +convenienti a tanto peso. Altronde +le difficoltà crescevano ogni giorno, perciocchè +Andrea Doria era giunto a Gaeta +con dodici galere al soldo dell'imperatore, +ed aveva costretta la flotta francese +a prendere il largo. Maramaldo, +Ferdinando Gonzaga ed altri capi imperiali, +cessando di starsi chiusi in città, +attaccavano e sorprendevano i corpi staccati +de' Francesi a Canoa, a Nola, ad +Aversa, tagliando quasi ogni comunicazione +<span class="pagenum"><a id="Page_406"></a>[406]</span> +tra l'armata e le città ancora ubbidienti +alla Francia; onde ogni speranza +de' Francesi era omai riposta in Renzo +di Ceri, che in allora trovavasi all'Aquila, +e di cui il marchese di Saluzzo +affrettava la tornata, non più per prendere +Napoli, ma per ritirarsi egli medesimo +con sicurezza<a class="tag" id="tag388" href="#note388">[388]</a>. +</p> + +<p> +La ritirata era omai indispensabile, +ed il marchese di Saluzzo approfittò di +una gagliarda pioggia, accompagnata da +lampi e tuoni, che cadde la notte del 29 +agosto per eseguirla senza saputa dei nemici. +Egli si pose con Guido Rangoni +in capo alla vanguardia, affidò la battaglia +a Pietro Navarro, mentre che Pomperani, +Camillo Trivulzio e Negro Pelisse +comandavano la retroguardia; lasciando +sulle batterie i cannoni da breccia, +ed abbandonando i più grossi bagaglj, +l'armata partì senza che si battessero +i tamburi o si suonassero le +trombe: ma non si erano i Francesi scostati +molto dal campo, quando cessò la +pioggia, in sul fare del giorno. La cavalleria +imperiale, avvisata della partenza +<span class="pagenum"><a id="Page_407"></a>[407]</span> +de' Francesi, si diede tutta in corpo ad +inseguirli. La banda nera dei Toscani la +ricevette con una scarica di tutta la moschetteria; +ma perchè camminava per una +strada stretta e chiusa, nella quale non poteva +allargarsi, la cavalleria, facendo una +nuova carica, riuscì a romperne le ultime +file, ed a disordinare tutta la colonna. La +resistenza non poteva essere lunga, perchè +i soldati ammalati appena avevano forza +che bastasse per alzare i loro fucili o le +spade, e rovesciati dal primo urto, domandavano +ed ottenevano facilmente la +vita. Fu in questa circostanza preso Pietro +Navarro, che sopra un picciol mulo cercava +di fuggire per una rimota strada. Intanto +l'avanguardia era giunta sotto Aversa; +ma l'angusta porta che le era stata aperta +venendo ogni tratto ingombrata, si consumarono +tre ore prima che tutti i fuggiaschi, +ammucchiati nella fossa, potessero +entrare in città<a class="tag" id="tag389" href="#note389">[389]</a>. +</p> + +<p> +Le sventure de' Francesi non terminavano +giugnendo in Aversa: essi rispinsero +a dir vero l'irregolare attacco della cavalleria, +<span class="pagenum"><a id="Page_408"></a>[408]</span> +che gli aveva inseguiti fin sotto +le mura di quella città; ma sopraggiunse +il principe d'Orange coll'infanteria e coi +cannoni dagli stessi Francesi lasciati nell'abbandonato +campo. In breve venne +aperta una breccia, mentre il marchese di +Saluzzo, ferito in un ginocchio da un +pezzo di pietra, era portato alla sua casa +fieramente tormentato dalla ferita. Per +colmo di sventura Capoa, la più vicina +città per cui doveva passare l'armata +continuando a ritirarsi, aveva aperte le +porte a Fabrizio Maramaldo, dopo che +vi erano stati portati la maggior parte degli +ammalati dell'armata. Aveva il comando +di Capoa il conte Ugo Pepoli, ma egli +medesimo era pressochè moribondo; gli +abitanti consigliarono la guarnigione a +fare una sortita per provvedere la città +di buoi e di pecore, ed approfittarono +della lontananza di quasi tutti i soldati +capaci di trattare le armi per ricevere +entro le mura Fabrizio Maramaldo coi +suoi Calabresi; questi con estrema crudeltà +spogliarono gli ammalati ne' loro letti, e +lo stesso Ugo de' Pepoli, morto in quell'istante, +sul proprio feretro. Gli abitanti d'Aversa, +informati di quest'avvenimento che +toglieva ai Francesi ogni speranza di salute, +supplicarono il marchese di Saluzzo a non +<span class="pagenum"><a id="Page_409"></a>[409]</span> +esporli agli orrori di un assalto; e questi, di +già vinto dal dolore della sua ferita, incaricò +il conte Rangoni di passare al campo +nemico per capitolare<a class="tag" id="tag390" href="#note390">[390]</a>. +</p> + +<p> +La capitolazione portava che il marchese +di Saluzzo aprirebbe agl'imperiali +la città e la fortezza; che loro lascerebbe +l'artiglieria, le munizioni, le bandiere, +le armi, i cavalli e gli equipaggi; ch'egli +medesimo rimarrebbe prigioniero con +tutti i capitani dell'armata; ma che tutti +i soldati, tanto quelli chiusi in Aversa, +che quelli ch'erano stati fatti in avanti +prigionieri, sarebbero rinviati in Francia +dopo di essersi obbligati a non servire +per sei mesi contro l'imperatore. Il marchese +di Saluzzo promise d'interporsi +caldamente, perchè tutte le guarnigioni +francesi del regno di Napoli accettassero +la stessa capitolazione. Il solo conte Guido +Rangoni fu dal principe d'Orange lasciato +libero in ricompensa dell'avere egli +negoziato questo trattato<a class="tag" id="tag391" href="#note391">[391]</a>. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_410"></a>[410]</span> +</p> + +<p> +Per tal modo una delle più belle armate +che la Francia avesse fin allora poste in +campagna, perì interamente, o sotto il ferro +de' nemici, o oppressa dalla malattia, o nella +cattività. Gli Spagnuoli con una fredda +crudeltà chiusero i prigionieri, quasi +tutti infermi, nelle reali scuderie della +Maddalena. Il principe d'Orange diede +licenza al senato di Napoli di somministrar +loro i viveri; ma fu questa la sola +cura che egli acconsentì di prenderne. +Gli sciagurati, ammucchiati gli uni su +gli altri nel fango e tra i cadaveri, perirono +ancora più rapidamente che non +facevano nel campo. Pochissimi rividero +la loro patria; e le loro malattie comunicarono +a Napoli una terribile peste, +che continuò a devastare la città molto +tempo ancora dopo di loro<a class="tag" id="tag392" href="#note392">[392]</a>. +</p> + +<p> +Cotesta capitolazione pose fine alle +bande nere, quasi interamente composte +di Toscani, che, formate la prima volta +da Giovanni de' Medici, erano riputate +la migliore fanteria dell'Europa. Gli è il +vero che le bande nere si erano colle +loro crudeltà e ruberie rendute ancora +più formidabili ai paesi in cui facevano +la guerra, che ai loro nemici. Orazio +<span class="pagenum"><a id="Page_411"></a>[411]</span> +Baglioni, il capo loro dato dalla repubblica +fiorentina, era morto sotto Napoli; +Ugo de' Pepoli, che gli era succeduto, +era perito in Capoa, e Giovan Battista +Soderini e Marco del Nero, i due commissarj +fiorentini che le accompagnavano, +terminarono i loro miseri giorni nelle +prigioni di Napoli. Più non rimaneva +verun capo che prendesse cura di questo +corpo di milizia, che aveva il primo +fatto riverberare qualche gloria sui Fiorentini. +Molti soldati erano prigionieri, +altri morti, altri ammalati; il rimanente +si disperse, e più non si riunì<a class="tag" id="tag393" href="#note393">[393]</a>. +</p> + +<p> +Il marchese di Saluzzo morì bentosto +in prigione; e perchè l'afflizione si aggiunse +all'infermità per opprimerlo, si +credette che volontariamente si affrettasse +colle proprie mani la morte. Pietro Navarro +fu condotto a Napoli, in quella +stessa fortezza ch'egli aveva presa ai +Francesi ai tempi del gran capitano, e +chiuso in quella stessa prigione in cui +il re di Spagna l'aveva dimenticato per +tre anni. Fu scritto a Madrid per sapere +come dovesse essere trattato, Carlo V +ordinò che fosse decapitato; ma il governatore +<span class="pagenum"><a id="Page_412"></a>[412]</span> +del castello, Francesco Hijar, +compassionando quest'illustre vecchio, che +dalla condizione di palafreniere del cardinale +di Arragona erasi innalzato con +tante luminose azioni, e tanti talenti a +tanta gloria, andò egli medesimo, affinchè +non perisse per mano del carnefice, +a strozzarlo in prigione, o, secondo +altri, lo fece soffocare sotto le coltri del +suo letto<a class="tag" id="tag394" href="#note394">[394]</a>. +</p> + +<p> +La capitolazione dell'armata francese +ad Aversa non fece immediatamente cessare +le calamità del regno di Napoli. Il +principe d'Orange, che comandava i residui +di quelle compagnie avvezzate all'assassinio +ed alla crudeltà nel sacco +di Roma, era sempre dall'imperatore +lasciato senza danaro, e soltanto col terrore +colle confische e coi supplicj poteva +di nuovo riempiere il suo tesoro. I suoi +soldati, che avevano saccheggiata Aversa +nell'istante in cui i Francesi l'avevano +ceduta, chiedevano tuttavia il pagamento +di otto mesi di soldo. Altro mezzo non restava +al principe d'Orange per soddisfarli +che la confisca de' beni di que' signori che +<span class="pagenum"><a id="Page_413"></a>[413]</span> +si erano dichiarati pel partito d'Angiò: +fece decapitare in Napoli, sulla piazza +del mercato, Federico Cajetano, figlio +del duca di Trajetto, Enrico Pandone, +duca di Goviano, figlio d'una figlia di +Ferdinando seniore, re di Napoli, ed +altri quattro principali signori napolitani<a class="tag" id="tag395" href="#note395">[395]</a>. +Ogni città del regno fu insanguinata +da somiglianti esecuzioni. E dopo +di avere in tal modo sparso il terrore +tra i partigiani della Francia, il principe +d'Orange si fece a trattare con loro vendendo +loro la grazia per una somma di +danaro proporzionata alla loro ricchezza. +Per altro molti, piuttosto che assoggettarsi +a così crudeli ed avidi padroni, +preferirono di continuare la guerra, e +per qualche tempo furono secondati dai +Francesi e da' Veneziani. Federico Caraffa, +il principe di Melfi ed il duca di +Gravina, continuarono nella Puglia i loro +guasti; ed il Romano Simone Tebaldi +ottenne qualche vantaggio in Calabria<a class="tag" id="tag396" href="#note396">[396]</a>. +<span class="pagenum"><a id="Page_414"></a>[414]</span> +Ma questi fatti d'armi, piuttosto che come +una guerra regolare, devono risguardarsi +come il cominciamento di quello stato +di violenza e di anarchia, che si prolungò +nel regno di Napoli per tutto il +tempo del dominio spagnuolo. Al governo +avido, oppressivo, perfido e crudele +dei vicerè deve ascriversi l'impossibilità +che provasi anche al presente di stabilire +un regolare andamento di giustizia, di +polizia, di pubblica sicurezza in queste +provincie tanto favorite dalla natura. +</p> + +<p> +Andrea Doria aveva colla sua flotta +contribuito alla ruina dell'armata francese; +ma tosto che la capitolazione d'Aversa +rendette inutile il suo servigio a +Napoli, fece vela verso Genova per raccogliervi +il prezzo ch'egli aveva posto +alla sua mutazione di partito, e per liberare +la sua patria. Allora in Genova +infieriva la peste, e Teodoro Trivulzio +che vi comandava a nome di Francesco +I, non avendo sotto i suoi ordini +che una debole guarnigione, aveva inutilmente +domandato un rinforzo di due +mila uomini; questi non vollero entrare +in città per timore del contagio; +e il Trivulzio, vedendosi abbandonato, +si ritirò nel Castelletto. Ma egli sperava +di potere difender Genova colla flotta del +<span class="pagenum"><a id="Page_415"></a>[415]</span> +signore di Barbesieux, ch'entrava in allora +nel porto con alcune compagnie francesi, +imbarcate al campo sotto Napoli dopo +la rotta dell'armata. Ma ciò fu invano; +perciocchè essendosi il 12 di settembre +presentato il Doria con tredici galere in +faccia a Genova, il Barbesieux ritirossi +con tutta la sua flotta nel porto di Savona. +Il Doria non aveva che cinquecento +uomini di sbarco: li fece di notte +scendere sulle scialuppe, e li mandò verso +la città sotto il comando di suo nipote +Filippino e di Cristoforo Palavicini. I +Genovesi, cui aveva preso cura di dare +avviso del suo trattato coll'imperatore, +trovarono, malgrado la peste, tanto vigore +da prendere le armi, assecondare lo +sbarco, respingere tutti i Francesi nel +castello, ed occupare tutte le fortezze +della città<a class="tag" id="tag397" href="#note397">[397]</a>. +</p> + +<p> +Teodoro Trivulzio, maravigliato della +debolezza de' nemici cui aveva in allora +<span class="pagenum"><a id="Page_416"></a>[416]</span> +ceduto, si volse al conte di San-Paolo, +che aveva il comando dell'armata francese +in Lombardia, e che aveva di fresco +ricuperata Pavia, chiedendogli soltanto +tre mila uomini, co' quali confidava di +potere di nuovo sottomettere Genova al +re di Francia. Ma il duca d'Urbino ricusò +di prendere parte in questa spedizione; +ed il San-Paolo da lui ritardato, +non potè arrivare a Genova che il primo +di ottobre con cento lance e due mila +fanti. Era di già troppo tardi, i passaggi +delle montagne erano custoditi, e San-Paolo +non ottenne pure d'introdurre qualche +rinforzo nel castello. Ritirossi dopo +avere dato ordine al suo luogotenente +Montejean di condurre trecento uomini +a Savona, in rinforzo di quella guarnigione; +ma Montejean non fu di lui più +fortunato, e non potè penetrare fino a +Savona. I Genovesi, condotti dal Doria, +stringevano l'assedio di Savona e del +Castelletto. La prima di queste piazze +capitolò il 21 di ottobre, l'altra pochi +giorni dopo; ed i Genovesi, per assicurare +la loro libertà, e soddisfare la loro +gelosia, si affrettarono di distruggere la +fortezza del Castelletto che li signoreggiava, +e di colmare il porto di Savona, +<span class="pagenum"><a id="Page_417"></a>[417]</span> +di cui avevano tanto temuta la rivalità<a class="tag" id="tag398" href="#note398">[398]</a>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_418"></a>[418]</span> +</p> + +<h2> +CAPITOLO CXX. +</h2> + +<div class="blockquote"> +<p> +<i>Nuove costituzioni delle repubbliche di +Genova e di Fiorenza. L'indipendenza +italiana viene sagrificata da Clemente +VII, e da Francesco I ne' trattati di +Barcellona e di Cambray. Coronazione +di Carlo V a Bologna e servitù dell'Italia.</i> +</p> + +<p class="center"> +1528 = 1530. +</p> +</div> + +<p> +Press'a poco nell'epoca in cui l'Italia +perdeva la sua indipendenza, eransi +vedute risorgere due delle più antiche +sue repubbliche. Firenze e Genova, non +si lasciando scoraggiare dalle spaventose +calamità che opprimevano tutta la penisola, +sforzavansi di riformare le loro +costituzioni. La peste diminuiva la loro +popolazione, la fame ne esauriva i mezzi, +e la guerra minacciava ad ogni istante +la medesima loro esistenza, quando, sottraendosi +l'una e l'altra alla tirannide +da cui erano state lungamente oppresse, +cercavano di non ricadere nello stesso +infortunio colla combinazione di nuove +leggi. Ma nello stato di miseria cui +trovavasi l'Italia ridotta da così lunghe +<span class="pagenum"><a id="Page_419"></a>[419]</span> +e disastrose guerre, non le bastavano le +proprie forze per fissare i nuovi suoi destini +da sè medesima; ed i piccoli stati +ond'era composta potevano ancora meno +guarentire co' loro proprj sforzi la loro +esistenza e la loro indipendenza. Essi +dovevano soggiacere o sostenersi a seconda +della sorte de' loro alleati, piuttosto +che della propria; e se Firenze e +Genova ebbero diverso destino, procedette +dall'avere una di queste seguito il partito +imperiale, l'altra il partito francese, e +non perchè fosse migliore la costituzione +dell'una o dell'altra. +</p> + +<p> +Anche prima che il Doria si presentasse +innanzi a Genova, i capi de' contrarj +partiti, che si erano così lungamente +e con tanto accanimento battuti, +e che, vittime de' vicendevoli loro odj, +trovavansi tutti ridotti in eguale servitù, +avevano finalmente conosciuto che non +potevano trovare salvezza che in una +sincera riconciliazione. Avevano avute +fra di loro alcune conferenze, alle quali +avevano chiamati tutti coloro che avevano +in Genova opinione di conoscere +le leggi e gli affari dello stato. Tutti +avevano manifestato un conforme desiderio +di concordia, tutti eransi mostrati +disposti a grandi sagrificj. Teodoro Trivulzio, +<span class="pagenum"><a id="Page_420"></a>[420]</span> +in allora luogotenente del re di +Francia in Genova, non aveva concepito +verun sospetto di tali adunanze; conciossiachè +il loro apparente scopo di procurare +una pace generale ad una città divisa in +tanti partiti, pareva troppo legittimo.<a class="tag" id="tag399" href="#note399">[399]</a>. +Egli aveva trovati in città dodici magistrati, +creati nel precedente anno col titolo di riformatori, +i quali dovevano occuparsi della +riforma delle leggi, e della riunione delle +diverse fazioni. Il Trivulzio aveva lasciato +questi che si occupassero liberamente intorno +alle funzioni della loro carica; e i +riformatori poterono sotto il di lui governo +maturare i loro progetti di legislazione, +senza prendere veruna misura per +mandarli ad effetto<a class="tag" id="tag400" href="#note400">[400]</a>. +</p> + +<p> +Ma quando Andrea Doria, nel 1528, +ebbe costretto Barbesieux ad uscire colla +sua flotta dal porto di Genova, e Teodoro +Trivulzio a rifugiarsi nella Cittadella, il +senato adunato incaricò i riformatori di +dare alla patria una nuova costituzione, +ed in particolare di fare sparire radicalmente +tutti i segni delle fazioni che l'avevano +così lungamente lacerata<a class="tag" id="tag401" href="#note401">[401]</a>. Pure +<span class="pagenum"><a id="Page_421"></a>[421]</span> +il senato ignorava tuttavia se il Doria, +ad esempio di tutti i suoi predecessori, +non vorrebbe raccogliere per sè solo +tutti i frutti della sua vittoria e farsi sovrano +della sua patria. Infatti Carlo V, +che non amava le repubbliche, ed a cui +lo zelo a pro della libertà ricordava i freschi +torbidi de' suoi regni di Spagna, aveva +offerto ad Andrea Doria di riconoscerlo +principe di Genova, e di mantenerlo nel +possedimento di quello stato; ma questo +grand'uomo ricusò costantemente d'innalzarsi +con danno della sua patria; si +ostinò a chiedere che venisse riconosciuta +la di lei costituzione repubblicana, ed altro +per sè non volle che la gratitudine dei +suoi concittadini<a class="tag" id="tag402" href="#note402">[402]</a>. +</p> + +<p> +Non era quasi mai per interessi loro +proprj, per diritti, o per privilegj contesi +tra le varie classi de' cittadini, che +le fazioni di Genova avevano prese le +armi. Fino dalla metà del XIV.º secolo la +prima dignità dello stato era stata dalle +<span class="pagenum"><a id="Page_422"></a>[422]</span> +leggi riservata ad un plebeo ghibellino, +e le fazioni guelfa e patrizia, eransi senza +mormorare assoggettate a questa costante +esclusione. Ad ogni modo l'una e l'altra +aveva continuato ad esistere ed a prendere +parte nelle violenti rivoluzioni dello +stato. Ma il punto d'onore di cadaun +cittadino trovavasi bizzarramente associato +piuttosto ad un nome che ad un vero +interesse, appoggiandosi le fazioni ad +odj personali, non ad opinioni. Erano +in Genova Guelfi e Ghibellini, nobili e +cittadini, grandi e piccoli borghigiani, +partigiani degli Adorni e partigiani dei +Fregosi: ogni cittadino si era collocato +in alcuna di queste parti, ognuno trovavasi +gravemente offeso nelle prerogative, +o nell'onore della propria fazione; +fors'anche era per sè stesso indifferente +rispetto alla cosa che doveva ferirlo, +ma se non se ne fosse mostrato offeso, +i suoi concittadini lo avrebbero creduto +senz'onore e senza coraggio. Era +dunque il più delle volte l'immaginazione, +era un fatale pregiudizio, e non già reali +offese, che avevano tante volte poste le +armi in mano di questo popolo focoso, +e precipitatolo d'una in altra rivoluzione. +Perciò i riformatori si trovarono in dovere +di mutare piuttosto i nomi che le +<span class="pagenum"><a id="Page_423"></a>[423]</span> +cose. Se potevano sopprimere i nomi +delle antiche fazioni e quegli ancora delle +antiche famiglie, che erano un pegno dell'attaccamento +di ogni famiglia ad ogni +fazione, confidavano di potere spegnere +con que' nomi, anche quelle passioni prive +di reale alimento, e tenute vive soltanto +dal pregiudizio. +</p> + +<p> +In ogni tempo le potenti famiglie avevano +in Genova avuta la costumanza di +accrescere la potenza loro coll'adottare +altre meno ricche famiglie, meno illustri, +meno numerose, cui comunicavano i +loro nomi, i loro stemmi, obbligandosi +in pari tempo a proteggerle, e facendo +in cambio che queste prendessero parte +a tutte le loro liti. Le case nelle quali +si entrava in tal guisa per adozione, si +chiamavano <i>alberghi</i>, ed eranvi poche +illustri famiglie che non si fossero aggrandite +coll'unione di straniere famiglie. +Questa costumanza apparecchiò un nuovo +regolamento, col quale i dodici riformatori +riformarono la repubblica<a class="tag" id="tag403" href="#note403">[403]</a>. +</p> + +<p> +Prima di tutto soppressero la legge +che assegnava le più eminenti magistrature +a' soli cittadini dell'ordine popolare +<span class="pagenum"><a id="Page_424"></a>[424]</span> +ed ai Ghibellini, volendo che tutti gli +antichi Genovesi contribuenti e proprietarj +venissero considerati come eguali +in diritto: e per uniformarsi alla crescente +vanità del secolo, invece di chiamarli +cittadini, loro diedero il nome di +gentiluomini. Onde meglio cimentare fra +di loro l'eguaglianza, vollero che tutti +questi gentiluomini fossero classificati in +un ristretto numero di case; dichiararono +che tutte le famiglie che in allora +tenevano in Genova sei case aperte, sarebbero +considerate per <i>alberghi</i>, ad +eccezione soltanto degli Adorni e dei +Fregosi, de' quali volevano sopprimere +i nomi, come quelli che rammentavano +troppe guerre civili. Le famiglie, che avevano +tali requisiti, trovaronsi in numero di +ventotto<a class="tag" id="tag404" href="#note404">[404]</a>. Essi le obbligarono ad adottare +tutto il rimanente de' cittadini genovesi che +potevano partecipare agli onori dello stato; +in maniera per altro che frammischiarono +e confusero tutto quello ch'era prima +<span class="pagenum"><a id="Page_425"></a>[425]</span> +stato oggetto di distinzione; fecero entrare +i Guelfi nelle case anticamente +Ghibelline, e i Ghibellini in quelle dei +Guelfi; vollero che in ogni albergo vi +fossero e nobili e plebei, e partigiani +degli Adorni, e partigiani de' Fregosi; in +pari tempo risvegliarono la vanità di tutti, +legandola al nuovo loro nome di famiglia; +e riuscirono così felicemente, che coloro +che la legge aveva associati insieme, cominciarono +fino d'allora a risguardarsi +come parenti<a class="tag" id="tag405" href="#note405">[405]</a>. +</p> + +<p> +Questa singolare divisione di tutta la +repubblica in ventotto famiglie durò quarant'otto +anni. Questa aveva fatte cessare le +antiche divisioni; ma ne lasciò scoppiare +delle altre tra l'antica e la nuova nobiltà, +e tra queste due classi che governavano +ed il popolo escluso dal governo. Per +mettere fine a questa dissensione, che +aveva degenerato in guerra civile, il papa, +l'imperatore ed il re di Spagna, cui i +Genovesi avevano deferito l'ufficio di +mediatori, credettero di dovere distruggere +l'opera fatta ne' tempi del Doria. +Colla legge che pubblicarono il 17 marzo +<span class="pagenum"><a id="Page_426"></a>[426]</span> +del 1576, furono soppressi i nomi degli +alberghi, e fu invitata ogni famiglia a +riprendere l'antica sua denominazione<a class="tag" id="tag406" href="#note406">[406]</a>. +</p> + +<p> +Tutti i gentiluomini genovesi ammessi +a partecipare degli onori dello stato +dovettero essere ammessi nel senato, nel +quale era riposta la sovrana autorità. +Questo senato nel 1528 fu formato di 400 +membri, che si rinnovavano a vicenda, +e che non sedevano che un anno. Quando +in seguito l'aristocrazia si andò ristringendo, +si trovò più giusto e più conveniente +di chiamare tutti ad un tempo +in senato i gentiluomini che avevano +diritto alla sovranità. Erano in allora ridotti +al numero di circa 700, ed entrarono +nel gran consiglio tutti coloro che avevano +compiuto l'anno 22.<sup>mo</sup><a class="tag" id="tag407" href="#note407">[407]</a>. +</p> + +<p> +A questo primo senato o gran consiglio +spettava l'elezione di un altro senato, +composto di cento membri, che +posteriormente fu portato a dugento, e +che rinnovavasi tutti gli anni. Al primo +spettava pure la nomina del doge, degli +<span class="pagenum"><a id="Page_427"></a>[427]</span> +otto consiglieri della signoria e degli otto +procuratori di comune, il di cui ufficio +durava due anni, e che formavano tra di +loro il governo. La nuova costituzione, sopprimendo +le distinzioni de' natali, apriva +ad Andrea Doria la strada alla dignità +ducale, in addietro chiusa ai gentiluomini; +ed infatti pareva che la pubblica riconoscenza +gliela destinasse. Ma questo generoso +cittadino credeva cosa essenziale +di conservare alla sua patria la protezione +di Carlo V, continuando a servirlo +come comandante delle sue flotte; ed +un tale impiego era incompatibile colla +rappresentanza della sovranità. Perciò il +Doria ricusò la corona ducale; e soltanto +a motivo di questo suo rifiuto le funzioni +di doge furono ridotte a soli due +anni, e strette le prerogative entro angusti +confini. Il primo nominato doge fu +Uberto Lazario Catani. Si volle che tra +gli otto signori che formavano il suo +più intimo consiglio, due risiedessero a +vicenda nel palazzo ducale; e si accordò a +tutti coloro che sarebbero in appresso +stati dogi, il diritto di prendere posto +nel consiglio de' procuratori del comune. +Per ultimo si volle che cinque supremi +censori o sindaci conservassero una certa +quale ispezione su tutte le magistrature, +<span class="pagenum"><a id="Page_428"></a>[428]</span> +sull'andamento costituzionale di tutte le +autorità, e sulle vicendevoli relazioni +fra di loro. Andrea Doria fu il primo +di questi sindaci; e per una eccezione +personale si volle che egli conservasse +a vita tale dignità, mentre i suoi colleghi +non dovevano restare in carica che +quattro anni<a class="tag" id="tag408" href="#note408">[408]</a>. +</p> + +<p> +La costituzione di Genova, a seconda +della nuova riforma, era puramente aristocratica. +Stabiliva bensì l'eguaglianza, +ma soltanto tra i nobili; limitava ad un +numero proporzionatamente assai piccolo +d'individui e di famiglie una sovranità +che stendevasi non solo sopra una grandissima +città, ma inoltre sopra le due +Riviere e su tutta la provincia della Liguria. +Il popolo genovese, senza influenza +sulla casta che si era arrogato il diritto +di governarlo, non potevasi in verun +modo risguardare come rappresentato; +vero è che le lunghe abitudini di una +<span class="pagenum"><a id="Page_429"></a>[429]</span> +democrazia, la pubblica opinione ed il +rispetto per le antiche memorie impedirono +all'aristocrazia genovese di rendersi +esclusiva come quella di Venezia, +o di Lucca. Fino alla fine della repubblica +s'introdussero frequentemente nel +consiglio, e con una tal quale regolarità, +uomini nuovi, tanto della città, che delle +due riviere<a class="tag" id="tag409" href="#note409">[409]</a>. Venivano in tal modo +associati alle prerogative de' governanti; +ma non si davano con ciò difensori al +popolo. Altronde le antiche famiglie, o +spegnevansi interamente, o producevano +un minor numero d'individui; il circolo +in cui si chiudevano tutti i poteri andava +ogni giorno sempre più ristringendosi, +e la repubblica, invecchiando, s'andava +maggiormente allontanando da quella libertà, +di cui conservava tuttavia il nome. +</p> + +<p> +Dal canto suo la costituzione fiorentina +partecipava di quello spirito d'aristocrazia, +che suole generarsi dall'orgoglio, +e che non tarda ad introdursi in +<span class="pagenum"><a id="Page_430"></a>[430]</span> +quelle medesime famiglie che si sono rese +illustri fondando la libertà. Il primo sentimento +che diresse i Fiorentini nell'organizzazione +dell'antica loro repubblica, +era stato il desiderio di far concorrere +tutte le volontà e tutte le forze, così alla +difesa dello stato come alla sua amministrazione. +Pure di mano in mano che +la libertà rendeva la città più prospera, +il commercio, le manifatture, il solo +sentimento della sicurezza, facevano sorgere +nella repubblica uomini nuovi, che +dalla campagna venivano a stabilirsi in +città, o che vi si rifugiavano dagli stati +vicini, o finalmente che sorgevano di +mezzo alle classi affatto povere, e la di +cui esistenza era quasi del tutto ignota. +Gli antichi cittadini non avevano deposta +ogni gelosia verso coloro che venivano +in tal modo a dividere con loro le proprie +prerogative; ed il mantenimento degli +esclusivi diritti alla sovranità, che gli +uni pretendevano, e che gli altri non +volevano ammettere, era stato cagione +di molte dissensioni. +</p> + +<p> +Quando la repubblica venne nuovamente +costituita nel 1527, il principio +di limitare il diritto di cittadinanza a +coloro che lo avevano ricevuto per eredità +dai loro antenati fu riconosciuto da +<span class="pagenum"><a id="Page_431"></a>[431]</span> +tutte le parti. Non si risguardarono come +cittadini fiorentini che coloro i quali poterono +provare che i loro antenati erano +stati ammessi ai tre maggiori ufficj, della +signoria del collegio, e del buoni uomini. +E non si tenne pur conto di quest'ammissione, +s'era stata accordata dal +governo de' Medici, dal 1512 al 1527, +perchè si diceva che in questo spazio di +tempo molti uomini nuovi avevano ottenuto +l'ingresso al collegio col danaro, +mentre che niuno era stato dichiarato +abile agl'impieghi per mezzo dello scrutinio +di una libera magistratura<a class="tag" id="tag410" href="#note410">[410]</a>. +Per tal modo, in nome dell'aristocrazia +e della libertà, i Fiorentini pronunciarono +una severa esclusione contro quanti +non appartenevano ad una classe poco +numerosa. Effettivamente gli abitanti del +territorio fiorentino non avevano parte +alcuna alla sovranità, riservata ai soli +cittadini della capitale. Tra questi ancora +non tenevasi verun conto di coloro che +non pagavano le imposte dirette, e che +venivano indicati col nome di <i>non sopportanti</i>. +Rispetto a coloro che trovavansi +inscritti nel libro del comune, e che +pagavano la decima, quando toccavano +<span class="pagenum"><a id="Page_432"></a>[432]</span> +l'età di ventiquattro anni, prima della +quale non potevano entrare nel gran consiglio, +dovevano provare che il nome +del loro padre o dell'avo loro era stato +posto nelle borse dalle quali si estraevano +a sorte le tre supreme magistrature, ed +in appresso dovevano essere approvati +dalla signoria a scrutinio segreto; locchè +loro dava il rango di <i>statuali</i> ossia di +cittadini attivi. Tutti i cittadini erano +finalmente divisi tra i quattordici mestieri +inferiori, ed i sette superiori. I +primi, ossiano le <i>arti minori</i> avevano +avuto per parte loro il quarto degli onori +pubblici, e le <i>arti maggiori</i> i tre quarti; +ma questa divisione, che sembra ineguale, +era favorevole ai mestieri inferiori. Più +non restava che un piccolo numero di +antichi cittadini immatricolati nelle arti +inferiori; e se fossero stati posti allo stesso +livello che gli altri, non avrebbero ottenuto +quel quarto degl'impieghi che veniva +loro accordato<a class="tag" id="tag411" href="#note411">[411]</a>. +</p> + +<p> +Sebbene la popolazione dello stato fiorentino +non fosse lontana dal milione, non +vedevansi giammai sedere nel grande consiglio +più di due mila cinquecento cittadini; +la quale assemblea propriamente +<span class="pagenum"><a id="Page_433"></a>[433]</span> +non rappresentava il rimanente della nazione, +ma era sovrana di proprio diritto, +piuttosto che a nome del popolo: ad ogni +modo bastava che la suprema autorità +venisse esercitata da un corpo così numeroso, +per interessare l'intera nazione +alle sue deliberazioni, e per dare ai Fiorentini +i vantaggi di un governo popolare. +</p> + +<p> +Ma tutti i membri del gran consiglio +non avevano egualmente cara questa popolarità. +Vi si distinguevano due fazioni. +Capo della prima, ossia di quella de' magnati, +era il gonfaloniere Niccolò Capponi. +Questi uomini renduti orgogliosi dalle +immense loro ricchezze, dal fasto onde +si vedevano circondati ne' loro palazzi, +dalle eminenti cariche ottenute nella chiesa, +dai cappelli cardinalizj, vescovadi, e +governi di province ond'erano decorati +i loro figli o fratelli, sdegnavano di riconoscere +altri uomini loro eguali nella massa +dei cittadini fiorentini, e si studiavano di +ravvicinare la repubblica alla costituzione +oligarchica di Venezia, in allora oggetto +dell'universale ammirazione. Alla testa +della fazione popolare opposta a questa +stava Baldassare Carducci, dottore di legge, +che aveva grandissima riputazione, +e che, esiliato già da' Medici, aveva +<span class="pagenum"><a id="Page_434"></a>[434]</span> +alcun tempo risieduto in Padova, ov'era +stato arrestato per ordine di Clemente +VII. Malgrado la sua assai avanzata età +il Carducci si rendeva ancora oggetto +della pubblica attenzione, non meno +per l'impetuosità del suo carattere, e pel +suo odio verso il Capponi e verso tutti i +grandi, che per i suoi talenti<a class="tag" id="tag412" href="#note412">[412]</a>. Fu un +trionfo pel partito aristocratico lo avergli +fatto dare l'ambasceria di Francia, che +lo allontanava dalla sua fazione. Egli morì +durante la sua legazione, in tempo dell'assedio +di Firenze<a class="tag" id="tag413" href="#note413">[413]</a>. +</p> + +<p> +Primeggiava nello stesso partito Dante +di Castiglione, il quale assai più nemico +de' Medici che dell'aristocrazia, sforzavasi +di aprire tra di loro e la sua patria +una così larga breccia, che in verun +tempo non si potesse più chiudere. Un +giorno con un branco d'uomini mascherati, +ma ch'erano stati conosciuti sotto +la loro maschera, egli entrò a forza nella +Nunziata, una delle più ricche chiese di +Firenze, e vi rovesciò co' suoi compagni +le statue di Lorenzo, di Giuliano, di +Leon X e di Clemente VII. Questi forsennati, +<span class="pagenum"><a id="Page_435"></a>[435]</span> +dopo averle spezzate con disprezzo, +passarono a distruggere gli stemmi dei +Medici nelle chiese di san Lorenzo, di +san Marco e di san Gallo, edifizj eretti +o ristaurati da quella famiglia; essi risguardavano +questi emblemi come monumenti +di una servitù che volevano far +dimenticare; disprezzavano la politica di +Niccolò Capponi, che temeva di offendere +troppo Clemente VII; e sebbene +fossero stati conosciuti, il governo non +ardì di punire questa violazione dell'ordine +pubblico<a class="tag" id="tag414" href="#note414">[414]</a>. +</p> + +<p> +Niccolò Capponi era sinceramente attaccato +alla libertà; ma la dolcezza del +suo carattere unita a qualche debolezza, +lo portavano ad avere de' riguardi per il +papa, e per gli uomini ch'erano stati potenti +sotto il governo mediceo, quali erano +Francesco Guicciardini, Francesco Vettori +e Matteo Strozzi: egli avrebbe voluto +che la repubblica, scuotendo il loro +giogo, non lasciasse di rispettarli, onde +non provocare il loro risentimento; e +così aveva ingrossato il suo partito con +tutti coloro che mantenevansi segretamente +attaccati ai Medici, o che temevano +le vendette del popolo. Contava +<span class="pagenum"><a id="Page_436"></a>[436]</span> +pure tra i suoi aderenti un'altra classe +di uomini, che non avevano veruna relazione +co' precedenti: erano costoro gli +antichi <i>piagnoni</i>, ossia i settatori di Girolamo +Savonarola. Lo stesso Capponi +era stato discepolo di quel frate, e non +aveva interrotte l'esagerate sue pratiche +di divozione nemmeno sotto il precedente +governo poco favorevole ai bigotti. +I partigiani de' Medici, che dicevansi +<i>Palleschi</i> o <i>bigi</i>, avevano lungo +tempo conservata la più marcata avversione +verso i fautori del Savonarola, +da loro detti piagnoni ed ipocriti; ma +un interesse comune li riunì sotto le insegne +del Capponi, e bentosto sentirono +la segreta alleanza che suole unire gli +uni agli altri i partigiani del dispotismo +dell'aristocrazia e della superstizione. +</p> + +<p> +Le calamità che travagliarono Firenze il +primo anno del governo del Capponi, contribuirono +ad accrescere il di lui credito, +ed a sviluppare in lui l'entusiasmo religioso. +La peste era stata portata da Roma +a Firenze nel 1522 da un uomo del basso +popolo che si era sottratto alle guardie +sanitarie. Sebbene in allora il contagio +non si estendesse oltre alcune strade, +che vennero cautamente separate dal rimanente +della città, lo spavento fu in +<span class="pagenum"><a id="Page_437"></a>[437]</span> +tutti gli abitanti estremo, e la maggior +parte de' ricchi cittadini si rifugiarono +nelle loro ville o in lontani paesi. La peste, +cessata nel caldo della state, ricomparve +nel susseguente anno dopo alcune prediche +che avevano riunito una grandissima +quantità di popolo. All'ultimo ricomparve +nel 1527 con maggiore violenza +di prima, dopo una processione ordinata +per rendere grazie a Dio della ricuperata +libertà. In così lungo intervallo il +contagio non si era mai spento del tutto, +e ne' sei anni che si protrassero i +suoi guasti, si calcolò che rapisse sessanta +mila uomini a Firenze, e press'a poco +altrettanti nel territorio<a class="tag" id="tag415" href="#note415">[415]</a>. +</p> + +<p> +L'emigrazione ch'era stata nel primo +anno grandissima, non si era rinnovata +ne' susseguenti, perchè gli uni si erano +accostumati al pericolo, gli altri non si +trovavano abbastanza ricchi per sostenere +così grave dispendio. Ma nel 1527, quando +si vide in sul cominciare di luglio morire +in Firenze circa dugento persone +<span class="pagenum"><a id="Page_438"></a>[438]</span> +al giorno, poi tre in quattrocento al +giorno in agosto, e più di cinquecento +in tre successivi giorni, lo spavento costrinse +tutte le persone doviziose a fuggire +nuovamente<a class="tag" id="tag416" href="#note416">[416]</a>. Allora si rendettero +impossibili le adunanze de' consiglj o dei +collegj della signoria, e tutte le risoluzioni +rimasero ineseguite per non essere +sanzionate da sufficiente numero di suffragj. +Per uscire da questo stato di anarchia +la signoria fece intimare un ordine +di recarsi al loro luogo nel gran consiglio +a tutti i membri del consiglio degli +Ottanta, ed a tutti i cittadini esercenti +una qualunque magistratura. Voleva essere +autorizzata a poter trascurare in +tempo della peste le ordinarie forme della +legislazione: ma quest'adunanza non si +formò che di novanta cittadini, i quali, +dispersi nell'immensa sala del consiglio, +tenevansi possibilmente il più lontano +che potevano gli uni dagli altri per timore +di ogni comunicazione. Varj amici +e parenti, che dal principio della malattia +fino al presente più non si erano trovati +assieme, si rivedevano per la prima volta +in questa sala, e apprendevano gli uni dagli +altri la morte delle più care persone; +<span class="pagenum"><a id="Page_439"></a>[439]</span> +perciò si udivano qua e là sospiri e gemiti +muovere da quelle quasi deserte panche. +L'autorità domandata dal gonfaloniere +gli fu in tale circostanza di buon +grado accordata da quest'assemblea, ed +in appresso la signoria, finchè durò la +peste, amministrò la repubblica senza consultare +i consiglj. La vigilia della festa +dell'Assunta la malattia parve sensibilmente +diminuita, ed era quasi affatto +cessata il dì d'ogni Santi<a class="tag" id="tag417" href="#note417">[417]</a>. +</p> + +<p> +Non era gran tempo che la peste più +non infieriva, quando in una delle prime +sedute del gran consiglio, il 9 febbrajo +del 1528, Niccolò Capponi si animò in +parlando de' gastighi di Dio e della sua +compassione; tenne arringando quasi i +termini medesimi adoperati già dal padre +Savonarola in pulpito, e terminò la sua +allocuzione gettandosi in ginocchioni ed +implorando ad alta voce la divina misericordia. +Il consiglio, strascinato dal +suo esempio, replicò, stando pure in ginocchio, +il grido di misericordia e decretò +in appresso, dietro proposizione +fatta dal Capponi, che Cristo sarebbe +dichiarato perpetuo re di Firenze, e fece +<span class="pagenum"><a id="Page_440"></a>[440]</span> +collocare alla porta principale del palazzo +pubblico un'iscrizione che attestava questa +nomina. Ma que' medesimi che non +si erano opposti al Capponi nelle sue +estasi religiose, per timore di cadere in +sospetto d'empietà, lo motteggiavano in +appresso per la città come imbecille, o +lo accusavano d'ipocrisia<a class="tag" id="tag418" href="#note418">[418]</a>. +</p> + +<p> +Malgrado l'alienamento che avevano +pel Capponi tutti gli amici più ardenti +della libertà, il 10 giugno del 1528, egli fu +confermato per esercitare la seconda volta +l'ufficio di gonfaloniere, e tale elezione +riuscì universalmente gradita al popolo, +che trovava nel capo dello stato moderazione, +disinteresse ed amore del ben +pubblico<a class="tag" id="tag419" href="#note419">[419]</a>. Durante la sua amministrazione +egli aveva cercato di riformare i +tre più importanti rami del governo, la +giustizia, la finanza e la guerra; ed aveva +se non altro ottenuto di rendere più +tollerabili diverse istituzioni assai viziose. +</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_441"></a>[441]</span> +</p> + +<p> +Erasi fin allora sperimentato che i +delitti politici non erano mai in Firenze +giudicati imparzialmente; e sebbene alternativamente +portati al tribunale del +podestà, della signoria, degli otto di +balìa e del gran consiglio, le sentenze +erano sempre state il trionfo di un partito +sull'altro. In giugno si pubblicò una +legge che accordava l'interposizione dell'appello +di tutti i delitti politici e militari +ad un nuovo tribunale detto la <i>quaranzia</i>. +Fu composto detto tribunale di quaranta +membri estratti a sorte per ogni caso particolare +nel consiglio degli ottanta; e vi +si trovò il vantaggio d'avere giudici originariamente +nominati dal popolo, e preventivamente +non conosciuti dai delinquenti. +Nello stesso tempo la legge che +stabiliva la quaranzia, assicurava la pronta +decisione delle cause portate alla sua decisione<a class="tag" id="tag420" href="#note420">[420]</a>. +</p> + +<p> +La maniera di distribuire le imposte +era stata d'ogni tempo quasi affatto arbitraria, +ed era forse impossibile l'evitare +tale inconveniente in una repubblica +mercantile, dove il maggior peso doveva +<span class="pagenum"><a id="Page_442"></a>[442]</span> +gravitare sul fruttato del commercio, e +dove ogni dichiarazione del proprio stato +di fortuna; intaccando il credito de' mercanti, +non poteva non riuscire odiosa. +L'imposta territoriale appoggiavasi ad un +catastro fatto con grandissima diligenza. +Le imposte indirette sono di loro natura +apparentemente volontarie, e non alterano +punto la libertà; ma l'imposta diretta +sulle ricchezze mobiliari o sopra gli sconosciuti +profitti del commercio era la +più difficile a regolarsi, ed era riservata +soltanto per gli urgenti bisogni e per le +straordinarie sovvenzioni. Il gran consiglio, +dopo avere ordinata la somma da +levarsi in questo modo, sceglieva venti +cittadini, cui dava il carico di ripartire +la fissata somma fra tutti i contribuenti. +Richiedeva, sotto severe pene, che l'operazione +loro si terminasse entro un determinato +numero di giorni, e stabiliva +un <i>minimum</i> ed un <i>maximum</i> per ogni +quota di contribuzione. Questi commissarj +facevano tutti i loro lavori separatamente, +ed in appresso rimettevano ai +monaci di qualche convento, designato +con pubblico decreto, il proprio ruolo +de' contribuenti colla somma che gli era +arbitrariamente imposta. I monaci, per +determinare la contribuzione di un cittadino, +<span class="pagenum"><a id="Page_443"></a>[443]</span> +riunivano le venti proposizioni dei +commissarj a suo riguardo, levavano preventivamente +le sei più alte e le sei più +basse, siccome quelle che potevano essere +state dettate da odio o da favore, +indi addizionavano le otto medie, e dividevano +la somma per otto. Questi monaci +erano obbligati con giuramento al segreto +per tutto questo lavoro; e dopo averlo ultimato +ne bruciavano tutti i materiali<a class="tag" id="tag421" href="#note421">[421]</a>. +</p> + +<p> +Per ultimo la terza riformagione, procurata +da questo governo alle leggi di +Firenze, tendeva a dare alla repubblica +abitudini più militari; e questa era, meno +che le altre, opera del gonfaloniere. Nicolò +Capponi, sia pel suo carattere pacifico +e per l'età sua, o sia per economia, +erasi opposto all'accrescimento delle +fortificazioni di Firenze, ed aveva tentato +d'impedire che si adottasse il dispendioso +progetto seguito da Clemente VII +quand'era tuttavia cardinale. Soleva frequentemente +ripetere che una piccola armata +non sarebbe capace di prendere +Firenze, e che una grande non potrebbe +tanto tempo mantenersi nella campagna +fiorentina per intraprendere l'assedio della +<span class="pagenum"><a id="Page_444"></a>[444]</span> +capitale<a class="tag" id="tag422" href="#note422">[422]</a>. Ma non potè interamente resistere +all'ardore marziale, che aveva +allora invasa la nazione. Un corpo di +trecento giovani, appartenenti alle principali +famiglie, si era volontariamente +formato per guardia del palazzo; era composto +de' più caldi partigiani della libertà, +cui il Capponi si rendette in breve sospetto +a cagione de' suoi riguardi verso +i Medici. Il gonfaloniere, ch'erasi lungamente +opposto all'armamento del popolo +fiorentino, finì col farne egli medesimo +la proposizione, onde procurarsi +un appoggio contro la guardia del palazzo. +Tale proposizione fu riconosciuta +come legge il 6 novembre del 1528<a class="tag" id="tag423" href="#note423">[423]</a>. +</p> + +<p> +La guardia urbana doveva essere formata +di quattro mila cittadini dell'età +de' diciotto ai quarantacinque anni, tutti +di famiglie che avessero diritto di sedere +nel gran consiglio. Dividevasi questa guardia +in sedici compagnie sotto gli ordini +dei sedici gonfalonieri che formavano il +collegio della signoria. Ella prestò giuramento +di fedeltà alla repubblica in mezzo +<span class="pagenum"><a id="Page_445"></a>[445]</span> +ad un popolo orgoglioso di ricevere nuovamente +le armi, e riconobbe per suo +capo Stefano Colonna di Palestrina, che +fu incaricato di ordinarla. La ricchezza +de' suoi abiti e de' suoi equipaggi le inspirava +una confidenza in sè medesima +affatto nuova pei Fiorentini. Finalmente +dopo la sua creazione il consiglio decise, +contro il parere del gonfaloniere, di terminare +le fortificazioni di Firenze; ma +per impiegare minor numero di gente +nel custodirle, se ne ristrinse il circuito. +Michel Angelo Buonarotti non isdegnò +di farne il piano, dopo avere consultati +varj sperimentati militari; ed il +più grande artista consacrò i suoi talenti +alla prima delle arti, quella della +difesa della patria<a class="tag" id="tag424" href="#note424">[424]</a>. +</p> + +<p> +Ma mentre che la repubblica apparecchiavasi +con tanto ardore a difendere la +sua libertà, per una singolare circostanza +si trovava implicata in una stessa lega +con quel principe medesimo, ch'ella +doveva più d'ogni altro temere. Lo scopo +principale della sua alleanza con Francesco +I, Enrico VIII e la repubblica di +Venezia, era di costringere Carlo V a +riporre in libertà Clemente VII; e non +<span class="pagenum"><a id="Page_446"></a>[446]</span> +pertanto Clemente VII era colui che la +repubblica Fiorentina doveva più d'ogni +altro temere. Fin dal principio della rivoluzione, +nel 1527, i Fiorentini avrebbero +potuto essere tentati di attaccarsi all'alleanza +dell'imperatore, che in allora teneva +prigioniere il papa loro nemico, e +che tanto accanimento mostrava contro la +casa de' Medici; ma essi conservavano per +la nazione francese la più tenera affezione: +avevano potuto fare confronto di questa nazione +coi Tedeschi, cogli Spagnuoli, cogli +Svizzeri, che tanto tempo avevano guerreggiato +in Italia, e l'avevano costantemente +trovata umana, leale e generosa. Invano +i loro politici, Macchiavelli, Guicciardini, +Vettori e Capponi, loro avevano rappresentato +che non dovevano confondere +la nazione col capo; che quanto +questa era, generalmente parlando, valorosa +e fedele, altrettanto il suo governo +si faceva giuoco senza scrupolo della data +fede, come l'avevano essi medesimi sperimentato +nella guerra di Pisa, in quella +della lega di Cambrai, e nelle negoziazioni +colla Spagna. Le maniere ed i cavallereschi +discorsi di Francesco I rendevano +inutili tutti questi avvertimenti. +I Fiorentini avevano in lui tutta riposta +<span class="pagenum"><a id="Page_447"></a>[447]</span> +la loro fiducia<a class="tag" id="tag425" href="#note425">[425]</a>; eransi essi spogliati +del necessario per pagargli sussidj, e per +portare a numero la di lui armata a +Napoli, mentre ch'essi medesimi si trovavano +oppressi dalla peste e dalla fame. +Le loro bande nere, che gli avevano +mandate, erano state lungo tempo il nervo +delle di lui armate, ed erano state totalmente +disperse trovandosi al di lui servigio. +Quando seppero il disastro di Lautrec +sotto Napoli, ed in appresso la rivoluzione +di Genova, estremi erano stati il +loro dolore e lo spavento loro. Pure risguardavano +come cosa impossibile che un +eroe, pel quale si erano sagrificati, gli abbandonasse: +ma l'avvenimento fece vedere +che Macchiavelli, Capponi ed Alamanni +avevano conosciuto il re assai meglio che +non avevano saputo conoscerlo i loro +concittadini. +</p> + +<p> +Luigi Alamanni era amico di Andrea +Doria; aveva veduto con piacere stabilirsi +in Genova un governo libero; ed egli medesimo, +proscritto per avere congiurato contro +Clemente VII, allora cardinale dei +Medici, non doveva cadere in sospetto +di parzialità per questo pontefice. Dall'altro +<span class="pagenum"><a id="Page_448"></a>[448]</span> +canto Andrea Doria vivamente +desiderava la libertà fiorentina; egli profondamente +paventava per la sua patria +la gelosia degli stati dispotici, e +calcolava tutti i pericoli che correva Genova +se sopravviveva quasi sola alle distrutte +repubbliche dell'Italia. Fece perciò +sentire all'Alamanni quanto poco poteva +sperarsi che i Francesi rimanessero vittoriosi, +quanto rischio correvano in particolare +i Fiorentini d'essere da Francesco +I abbandonati nelle prime trattative +di pace; l'avvisò confidenzialmente, che +Clemente VII consentiva a riconciliarsi +coll'imperatore, se in compenso gli venivano +ceduti i Fiorentini, mentre che +Carlo V per dare il suo assenso altro +non aspettava che di vedere se i Fiorentini +gli farebbero qualche offerta. Luigi Alamanni +dietro queste prime aperture venne +spedito dalla signoria a Barcellona. Tornò +in breve per annunciare al governo, che, se +voleva prevenire la conclusione del trattato +del papa, non aveva un solo istante da +perdere; che ad ogni modo Andrea Doria, +valendosi del favore che godeva altissimo +presso l'imperatore, prometteva ancora +di far guarentire la libertà e la sicurezza +della repubblica, purchè si affrettasse di +trattare. In tale occasione si tennero molte +<span class="pagenum"><a id="Page_449"></a>[449]</span> +deliberazioni e consulte segrete, tanto fra +i membri componenti il governo, come +cogli uomini di stato che non erano attualmente +in carica; all'ultimo il gonfaloniere +assoggettò cotale deliberazione alla signoria, +ai dieci della guerra, ed a quelli +che dicevansi la <i>pratica segreta</i>, persone +da lui medesimo scelte per tenergli luogo +di consiglieri. Anton Francesco Albizzi +espose in una scrittura i vantaggi della +riconciliazione coll'imperatore, la di cui +lettura fu ascoltata di controgenio. Tommaso +Soderini, rispondendogli, risvegliò +l'antico amore de' Fiorentini verso la +Francia, e tutti a sè trasse i suffragj; +di modo che le trattative si ruppero, +e lo stesso Alamanni credette essere prudente +cosa l'allontanarsi<a class="tag" id="tag426" href="#note426">[426]</a>. +</p> + +<p> +Dopo la rottura del trattato di Madrid +Francesco nulla aveva avuto più a cuore +che di rinnovare le negoziazioni, onde +liberare i suoi figliuoli. Si era alcun tempo +lusingato di riuscirvi colle vittorie di +Lautrec; ma bentosto aveva privato questo +generale de' fondi che gli aveva promessi, +e ruinata in tal modo la sua armata. +La sua negligenza, i suoi dissipamenti, +erano stati la prima cagione del +<span class="pagenum"><a id="Page_450"></a>[450]</span> +disastro de' Francesi sotto Napoli; e questo +disastro terminò di scoraggiarlo interamente, +e lo dispose ad accettare tutte +le condizioni che potrebbero condurre ad +una pace di cui sentiva così vivamente +il bisogno. +</p> + +<p> +Omai altre armate non restavano al +re in Italia, che quella di Francesco di +Borbone, conte di San-Paolo, la quale +era più debole assai di quello che si +diceva, e composta di più cattive truppe +che le precedenti: inoltre il re le mandava +meno danaro di quello che aveva +promesso, e perchè il Borbone era prodigo +e negligente, s'appropriava parte +di questo danaro, lasciando che i suoi +subalterni rubassero il rimanente. Si +disgustò col duca d'Urbino, che dal +canto suo rifiutavasi ad ogni fatto alcun +poco pericoloso. Egli non seppe nè soccorrere +Genova, nè assediare Milano, sebbene +Antonio di Leyva più non avesse +che un pugno di soldati. Gli andò a +male un attentato poco onorevole per +sorprendere Andrea Doria nella sua casa +di campagna<a class="tag" id="tag427" href="#note427">[427]</a>; e non seppe impedire +<span class="pagenum"><a id="Page_451"></a>[451]</span> +a due mila Spagnuoli, di quelli cui l'estrema +nudità aveva fatto dare il nome +di <i>Bisogni</i>, di passare a Milano, sebbene +avessero preso terra a Genova, +senza abiti, senza scarpe, senz'armi, +senza paga e senza vittovaglie; tutte le +sue intraprese si ristrinsero alla presa +de' tre castelli di Serravalle, sant'Angelo +e Mortara<a class="tag" id="tag428" href="#note428">[428]</a>. +</p> + +<p> +La campagna del 1529 era di già cominciata, +ed i Milanesi si erano trovati +doppiamente oppressi, perchè i due mila +<i>Bisogni</i> erano giunti a Milano in aprile, ed +era stato forza di provvederli d'ogni cosa. +Frequentemente costoro fermavano di bel +mezzogiorno i cittadini nelle strade per +farsi dare le loro vesti, scarpe, cappelli ec.; +e quando facevasi di ciò lagnanza ad Antonio +di Leyva, non si avevano da lui per +tutta risposta che motteggi<a class="tag" id="tag429" href="#note429">[429]</a>. In questo +tempo il San-Paolo aveva unita la sua +armata a quella del duca d'Urbino ed +a quella di Francesco Sforza; ma tutti +tre insieme si erano trovati più deboli +assai che non lo avevano annunziato i +loro generali; tutti i reggimenti erano +incompleti, non contando che la metà +<span class="pagenum"><a id="Page_452"></a>[452]</span> +degli uomini che avrebbero dovuto avere. +Dopo essersi alcun tempo trattenuti in +vicinanza di Milano per privare di vittovaglie +quella vasta città, i tre capi +sentirono la necessità di separarsi; e partirono +da Marignano, i Veneziani per +Cassano, il duca di Milano per Pavia, +ed il conte di San-Paolo per Landriano<a class="tag" id="tag430" href="#note430">[430]</a>. +</p> + +<p> +Il conte di San-Paolo era giunto il sabbato +sera, 19 giugno, a Landriano, grossa +borgata lontana dodici miglia da Milano, +e poco meno da Pavia. Questa viene +attraversata da un ramo del fiume Olona, +che d'ordinario porta pochissima acqua, +ma che in quell'istante era così gonfio a +cagione di una dirotta pioggia, che si trovò +impossibile di farlo guadare all'artiglieria. +Il San-Paolo vi si trattenne tutta la domenica, +ed Antonio di Leyva, avutone avviso +a Milano, risolse di sorprenderlo. +Il lunedì mattina, 21 giugno, quando +il generale francese aveva già fatta partire +la sua vanguardia sotto gli ordini di +Guido Rangoni, e faceva passare il fiume +all'artiglieria con circa mille cinquecento +landsknecht ed un piccolo corpo d'artiglieria, +<span class="pagenum"><a id="Page_453"></a>[453]</span> +che gli erano rimasti, venne all'improvviso +attaccato da Antonio di +Leyva, il quale, trovandosi gravemente +preso dalla gotta, era costretto di farsi +portare sopra una seggiola da quattro +uomini alla battaglia. Gli uomini d'armi +francesi fecero una valorosa resistenza; +ma i Landsknecht si difesero +assai debolmente, sicchè all'ultimo il +San-Paolo fu fatto prigioniere con Giovan +Girolamo Castiglione, Claudio Rangoni, +Lignacco, Carbone, ed altri ragguardevoli +personaggi. Dopo quest'ultima disfatta, +l'armata francese si disperse, e quasi +tutti i soldati tornarono in Francia<a class="tag" id="tag431" href="#note431">[431]</a>. +</p> + +<p> +Intanto a Cambrai si andava trattando +la pace. Fino dal mese di maggio Carlo +V e Francesco I avevano convenuto +di mandare in quella città, il primo sua +zia, l'altro sua madre. La prima, Margarita +d'Austria, già duchessa di Savoja, +sorella del padre dell'imperatore, era +governatrice de' Paesi bassi; la seconda, +<span class="pagenum"><a id="Page_454"></a>[454]</span> +Luigia di Savoja, duchessa di Angouleme, +madre di Francesco I, aveva in +ogni tempo esercitata grandissima influenza +sul suo figlio, che le aveva dato il +titolo di reggente. Queste due signore, +pienamente informate de' segreti della +loro corte, che avevano l'intera confidenza +de' sovrani che rappresentavano, +ch'erano unite in istretto nodo di parentela, +che avevano molto spirito, abilità +ed attitudine al maneggio degli affari, +furono concordemente di avviso d'escludere +dalla loro negoziazione tutte le formalità +che tanto ritardo sogliono portare +agli affari diplomatici. Recaronsi il 7 +di luglio a Cambrai; alloggiaronsi in due +vicine case, tra le quali fecero praticare +una riservata comunicazione: conferirono +ogni giorno senza testimonj, adoperandosi +per la pace de' due imperj con una +costante attività e con un impenetrabile +segreto<a class="tag" id="tag432" href="#note432">[432]</a>. +</p> + +<p> +Ad ogni modo era di somma importanza +per Francesco I di presentarsi sempre +a Carlo V come capo di una potente +<span class="pagenum"><a id="Page_455"></a>[455]</span> +lega, ponendo sulla bilancia tutto +il peso de' suoi alleati d'Italia; perciò non +lasciò mai, finchè durarono le negoziazioni, +di dare ai suoi alleati le più costanti assicurazioni +di difendere gl'interessi loro +collo stesso zelo de' proprj. Promise replicatamente, +ed ancora con giuramento, +a Baldassare Carducci, ambasciatore di +Firenze, ed a molti di lui concittadini, che +mai non abbandonerebbe la repubblica, +nè passerebbe a verun trattato senza comprendervela<a class="tag" id="tag433" href="#note433">[433]</a>. +A ciò aggiunse positive +proteste di essere apparecchiato a rinnovare +la guerra, e ad entrare personalmente +in Italia, ove ciò riuscisse necessario +ai suoi alleati; prometteva pure di +condurre con sè due mila quattrocento +lance, mille cavaleggieri e ventimila fanti, +e sollecitava i suoi alleati, i Veneziani, +i Fiorentini, ed i duchi di Milano e di +Ferrara, a promettergli dal canto loro +mille cavaleggieri e venti mila fanti. Egli +continuava queste negoziazioni con tanto +maggior zelo, quanto meno pensava a dare +esecuzione alle sue promesse; e cercava in +ogni modo di accrescere la confidenza dei +<span class="pagenum"><a id="Page_456"></a>[456]</span> +suoi alleati nella costanza e lealtà del suo +carattere<a class="tag" id="tag434" href="#note434">[434]</a>. +</p> + +<p> +Ma mentre il re tentava con tali pratiche +d'ingannare i suoi alleati, Clemente +VII con una politica non diversa +cercava d'ingannare lo stesso re. Voleva +il papa vendere a caro prezzo la sua +alleanza all'imperatore, facendosi a lui +vedere sostenuto da tutta la potenza della +santa lega, e mentre dava agli stati, che +avevano prese le armi per la sua liberazione, +manifeste prove della sua riconoscente +fedeltà, mercanteggiava con Carlo +V la misura del prezzo pel quale gli +avrebbe abbandonati<a class="tag" id="tag435" href="#note435">[435]</a>. +</p> + +<p> +Nella santa lega Clemente VII trovavasi +associato a stati che non odiava meno +di Carlo V, o a dir meglio, l'opinione +della quasi irresistibile potenza di questo +sovrano aveva pressocchè interamente fatto +tacere il suo rancore, mentre non sapeva +perdonare a più deboli stati altre più +leggieri offese. Nel tempo della sua prigionia +avevano i Veneziani occupate Ravenna +e Cervia, sotto colore di custodirle +<span class="pagenum"><a id="Page_457"></a>[457]</span> +per la santa sede; ma in seguito +avevano rifiutato di restituirle, e per +quante istanze loro ne facesse il papa +direttamente, e per mezzo del re di +Francia, unendovi anche le minacce, +le due città continuarono ad avere guarnigione +veneziana<a class="tag" id="tag436" href="#note436">[436]</a>. Il duca di Ferrara +aveva a mano armata riprese le sue +terre di Reggio, Modena e Rubbiera, +sulle quali la santa sede non aveva altro +diritto che quello che poteva darle la +violenta occupazione fattane da Giulio II, +poi da Leone X. Pure Clemente VII +risguardava come un'usurpazione la riconquista +fattane dalla casa d'Este; rivolgevasi +alternativamente a tutti i sovrani, +perchè le facessero restituire alla santa +sede, e si maravigliava che il duca Alfonso +fosse da loro protetto dopo avere +ricuperati i proprj stati<a class="tag" id="tag437" href="#note437">[437]</a>. Ma i più +odiati dal papa erano per altro i Fiorentini. +Egli non poteva perdonar loro il +ristabilimento della loro libertà, nè lo +<span class="pagenum"><a id="Page_458"></a>[458]</span> +scacciamento della sua famiglia, nè il rovesciamento +delle sue statue, nè la persecuzione +de' suoi partigiani; domandava +che gli fosse restituita sua nipote Cattarina +de' Medici, figliuola di Lorenzo duca +d'Urbino; e malgrado l'interposizione +della Francia, non aveva ancora potuto +riaverla<a class="tag" id="tag438" href="#note438">[438]</a>. Perciò, dopo avere ricuperata +la libertà. Clemente VII non aveva +voluto con verun atto pubblico violare +la neutralità, sebbene dichiarasse ai Francesi +che il solo motivo che lo ritraeva +dall'entrare apertamente nella lega, era +lo stato di miseria e di debolezza cui +trovavasi ridotto<a class="tag" id="tag439" href="#note439">[439]</a>. +</p> + +<p> +Dal canto suo Carlo V, sebbene prendesse +co' suoi nemici il contegno di conquistatore, +segretamente desiderava di +mettere fine ad una guerra che ruinava +le sue finanze, e che, riducendo i suoi +popoli alla disperazione, poteva alla fine +ridondare in suo danno e grave pericolo. +Altronde era sommamente agitato +dai progressi della riforma in Germania, +e da quelli de' Turchi in Ungheria. +Egli non poteva lusingarsi che la costante +<span class="pagenum"><a id="Page_459"></a>[459]</span> +sua prosperità si mantenesse ancora; +perciocchè, sebbene le sue truppe mancanti +di danaro, di armi e di munizioni, +e spesso mal disciplinate, avessero trionfato +di numerose popolazioni, ricche ed +agguerrite, in una nuova guerra potevano +pure restar perdenti. Perciò Carlo +desiderava di staccare dalla lega alcuni +de' membri che la componevano, persuadendosi +che, quando la lega fosse una +volta rotta, gli altri individui temerebbero +per se medesimi, e si disporrebbero +ad abbandonare i loro alleati. Ma più +che tutt'altro egli desiderava l'alleanza del +papa; voleva cancellare lo scandalo della +di lui prigionia; e dopo avergli fatto sentire +tuttociò che poteva temere, credeva +giunto il propizio istante di affezionarselo +coi beneficj. +</p> + +<p> +Per giugnere al suo intento Carlo V +accordò a Clemente VII vinto, spogliato +e di fresco uscito di carcere, tali +condizioni che appena Clemente avrebbe +potuto pretendere se fosse stato costantemente +vittorioso. La negoziazione +cominciatasi in Roma dall'ambasciatore +imperiale Mussetola si terminò in Ispagna +dal nunzio del papa, Niccola di Schomberg, +arcivescovo di Capoa; ed il trattato +di pace e di alleanza tra l'imperatore +<span class="pagenum"><a id="Page_460"></a>[460]</span> +ed il papa fu sottoscritto a Barcellona +il 20 di giugno del 1529<a class="tag" id="tag440" href="#note440">[440]</a>. +</p> + +<p> +Col trattato di Barcellona Clemente +VII prometteva a Carlo V la corona +imperiale, che questi disponevasi a venire +a prendere in Italia; gli accordava +l'investitura del regno di Napoli pel solo +tributo d'una cavalla bianca, e la licenza +di levare contribuzioni sul clero +de' suoi stati. Più variati assai erano gli +obblighi di Carlo V; dessi risguardavano +la santa sede, la casa de' Medici, ed il ducato +di Milano. L'imperatore prometteva +al papa di fargli restituire Ravenna e Cervia +dai Veneziani, e Modena, Reggio e +Rubbiera dal duca di Ferrara. La casa +de' Medici più non era rappresentata che +dal bastardo Alessandro, perciocchè il +papa, sorpreso da grave malattia in principio +del 1529, per non lasciare i suoi +nipoti senza appoggio nel mondo, aveva +il 10 di gennajo dato il cappello di cardinale +ad Ippolito da lui sempre prediletto, +e cui aveva avuto già prima intenzione +di unire in matrimonio all'erede di +<span class="pagenum"><a id="Page_461"></a>[461]</span> +Vespasiano Colonna, sua pupilla<a class="tag" id="tag441" href="#note441">[441]</a>; Carlo +V prometteva di rimettere Firenze in +potere della casa de' Medici, e di maritare +sua figliuola naturale Margarita con Alessandro, +che il papa destinava al governo +di quella repubblica; all'ultimo l'imperatore +prometteva di rimettere alla decisione +di un giudice non sospetto la sorte +di Francesco Sforza e del ducato di Milano<a class="tag" id="tag442" href="#note442">[442]</a>. +</p> + +<p> +La notizia del trattato di Barcellona +portata a Cambrai, vi affrettò la conclusione +del trattato delle Dame, che così +fu chiamato quello che negoziavano Luigia +di Savoja e Margarita d'Austria. Queste +dal canto loro sottoscrissero il 5 agosto +del 1629 la convenzione che doveva rendere +la pace all'Europa. Ma per quanto +fosse grande la diffidenza che aveva potuto +eccitare la politica delle corti, l'Europa +non era apparecchiata allo scandaloso +<span class="pagenum"><a id="Page_462"></a>[462]</span> +scioglimento di tutti gl'intrighi che +per lo spazio di trent'otto anni avevano +occupato il gabinetto di Francia. Col trattato +di Cambrai Francesco I sagrificava +tutti i suoi alleati, senza nemmeno raccomandarli +alla clemenza dell'imperatore, +cui li lasciava in balìa. Egli abbandonò +coloro che avevano prese le armi in +tempo della sua prigionia, che avevano +fatto tremare gl'imperiali dopo la vittoria +di Pavia, che lo avrebbero anche liberato +se egli non avesse tanto affrettata la sua +andata in Ispagna, che dopo tale epoca +avevano costantemente per lui combattuto, +sagrificandogli i loro tesori, i loro +soldati, le loro province. Niente stipulò +a favore di Firenze, la quale dietro i +di lui eccitamenti aveva provocata la +collera di Carlo V, e rifiutato più volte +vantaggiose offerte di neutralità; niente +per Venezia, che dal principio del di lui +regno fino al presente erasi mantenuta +fedele alleata della Francia, e verso la quale +egli aveva recentemente assunti più formali +impegni. Vero è che i Veneziani ed +i Fiorentini trovavansi nominati nel trattato, +ma soltanto per esserne esclusi con +un'indegna soverchieria. Diceva uno degli +articoli: «Inoltre il detto signore re cristianissimo +procurerà che il comune di Firenze +<span class="pagenum"><a id="Page_463"></a>[463]</span> +si convenga coll'imperatore entro +tre mesi da contarsi dalla data del presente +trattato, e ciò fatto desso comune +sarà compreso nel presente trattato, e non +altrimenti.» Un altro articolo nominava i +Veneziani per obbligarli ad evacuare tutte +le piazze del regno di Napoli nel termine +di sei settimane<a class="tag" id="tag443" href="#note443">[443]</a>. Ma le pretese intorno +alle quali dovevano andare d'accordo, +i sagrificj che dovevano fare, o i giudici +delle loro liti non erano altrimenti indicati; +onde questi alleati erano del tutto +abbandonati all'arbitraria volontà dell'imperatore, +ed erano, fin che questi non +avesse loro accordata la pace, esclusi dal +trattato. +</p> + +<p> +Parimenti il re di Francia nulla aveva +convenuto pel duca di Milano, al quale +aveva guarentiti gli stati col trattato dell'ultima +alleanza; nulla pel duca di Ferrara, +cui, come pegno d'indissolubile +amicizia, aveva dato in matrimonio sua +cognata, figliuola del suo predecessore; +nulla per i baroni Romani, ed in particolare +per gli Orsini, che, col loro attivissimo +zelo e co' moltiplici loro servigj +a favore della Francia, avevano posta +<span class="pagenum"><a id="Page_464"></a>[464]</span> +in compromesso la propria esistenza, nulla +per i Fregosi a Genova, che fortunatamente +trovarono maggiore riconoscenza +presso la repubblica di Venezia, nulla +pel partito d'Angiò in tutto il regno di +Napoli, il quale, mosso dalla memoria d'un'antica +fedeltà, aveva prese le armi a di +lui favore, e trovavasi oramai respinto +verso i patiboli; anzi Francesco si obbligò +vergognosamente a non dare asilo +ne' proprj stati a nessuno di coloro che +avessero portate le armi contro Carlo V, +privandosi in tal modo della possibilità +di poter dare qualche soccorso a quelli, +ch'egli aveva spinti alla loro ruina<a class="tag" id="tag444" href="#note444">[444]</a>. +</p> + +<p> +Quest'abbandono di tutti gli alleati +della Francia era tanto più scandaloso +in quanto che Carlo V nello stesso trattato +dava un esempio tutt'affatto contrario. +Egli non dimenticò gl'interessi +di coloro che si erano per lui sagrificati. +L'art. 35 ristabiliva in tutti i loro beni +gli eredi del duca Carlo di Borbone, +come se questi mai non avesse abbandonata +<span class="pagenum"><a id="Page_465"></a>[465]</span> +la Francia; i susseguenti articoli +volevano il mantenimento o il ristabilimento +de' diritti ed interessi del conte +di Pont-de-Vaux, del principe d'Orange, +della duchessa di Vandome, del conte +di Gavre, del marchese d'Arschott, finalmente +di tutti coloro che, pel loro zelo +verso l'imperatore, avevano compromessi +i loro diritti o le sostanze da loro possedute +in Francia<a class="tag" id="tag445" href="#note445">[445]</a>. Vero è che Francesco +non si curò di rispettare gl'impegni +che assumeva, e tosto che riebbe i +suoi figli, fece di nuovo sequestrare i +beni di tutti i ribelli francesi<a class="tag" id="tag446" href="#note446">[446]</a>. +</p> + +<p> +Col sagrificio de' suoi alleati, de' suoi +impegni, del suo onore, Francesco I +aveva ottenuto grandi modificazioni al +trattato di Madrid: egli più non rendeva +a Carlo V il ducato di Borgogna, il +territorio d'Auxerre, il Maconnese, Bar +sulla Senna, la viscontea d'Auxonne, e le +dipendenze di San Lorenzo, siccome si +era obbligato per ricuperare la sua libertà. +Soltanto rinunciava a tutti i diritti +di supremazia sopra le province della Fiandra, +che restavano all'imperatore; come +<span class="pagenum"><a id="Page_466"></a>[466]</span> +pure ad ogni diritto sopra tutti gli stati +d'Italia da' quali obbligavasi a ritirare +le sue truppe prima che spirassero sei +settimane. In iscambio gli venivano restituiti +i suoi figliuoli a condizione di +pagare due milioni di scudi, e di sposare +Eleonora, sorella dell'imperatore, +e regina vedova di Portogallo, siccome +era stato convenuto nel trattato di Madrid<a class="tag" id="tag447" href="#note447">[447]</a>. +</p> + +<p> +Questo trattato, forse il più fatale all'onore +della Francia di qualsiasi altro +sottoscritto da verun monarca francese, si +pubblicò il 5 di agosto nella chiesa di +Cambrai. Pochi dì prima, e quando tutti +gli articoli erano di già convenuti, Francesco +I aveva protestato agli ambasciatori +degli alleati, che mai non gli abbandonerebbe, +ed aveva rifiutato ai Fiorentini +l'assenso loro accordato dal suo +predecessore nel 1512 di fare una pace +parziale coll'imperatore, assenso caldamente +<span class="pagenum"><a id="Page_467"></a>[467]</span> +ricercato allora di bel nuovo dal +loro ambasciatore<a class="tag" id="tag448" href="#note448">[448]</a>. +</p> + +<p> +Il re, che in tempo delle negoziazioni +si era recato fino a Compiegne, andò a +Cambrai per vedere Margarita subito +dopo la sottoscrizione degli articoli; ma +perchè sostenere non poteva la vista degli +ambasciatori che aveva ingannati, ricusò +loro udienza sotto diversi pretesti. Finalmente +quando si vide costretto a ricevere +Baldassare Carducci, ambasciatore dei +Fiorentini, gli volle far credere che il +trattato di Cambrai non fosse che uno +stratagemma necessario per riavere i suoi +figliuoli; protestò non essere altrimenti +mutate le sue disposizioni, e se ad onta di +qualsiasi impegno ch'egli avesse preso, +essere sempre pronto ad assistere i Fiorentini, +che incoraggiò pure a fare una +vigorosa resistenza<a class="tag" id="tag449" href="#note449">[449]</a>. +</p> + +<p> +Carlo V non aveva aspettato che si +conchiudesse il trattato di Cambrai per +prendere la strada d'Italia. Aveva spedito +Andrea Doria a Barcellona per assumere +<span class="pagenum"><a id="Page_468"></a>[468]</span> +il comando delle sue galere; lo aveva +onorato più che verun altro monarca +non avesse fatto mai un cittadino; aveva +voluto che si coprisse alla sua presenza, +e lo aveva investito del principato di +Melfi<a class="tag" id="tag450" href="#note450">[450]</a>, confiscato a danno di Ser Gianni +Caraccioli. Tostocchè si fu accordato col +papa, egli infatti recossi a Barcellona, ed +il 29 di luglio andò a bordo della flotta +genovese, risguardando di già come sicura +la pace colla Francia<a class="tag" id="tag451" href="#note451">[451]</a>. Il tragitto +fu assai penoso; ed egli non arrivò a +Genova che il 12 di agosto, ove ricevette +gli articoli della pace di Cambrai. +Colà trovavasi alla testa d'un'armata +appositamente adunata per dare esecuzione +alla pace. Prima di lui erano giunti +a Genova due mila Spagnuoli; conduceva +sulla sua flotta mille cavalli e nove mila +fanti, e doveva essere raggiunto in Lombardia +dal capitano Felice di Virtemberga, +che gli conduceva otto mila Landsknecht. +Nello stesso tempo il principe +d'Orange radunava all'Aquila il resto dell'armata +<span class="pagenum"><a id="Page_469"></a>[469]</span> +che aveva presa Roma e difesa +Napoli. Vi si trovavano tre mila Tedeschi, +in addietro arruolati sotto il contestabile +di Borbone e sotto Giorgio +Frundsberg, e quattro mila Italiani che +servivano senza paga sotto il comando +di Fabrizio Maramaldo di Calabria. Una +piccola armata spagnuola, composta degli +avanzi delle vecchie bande che si erano +sottratte a quelle micidiali campagne, +spingeva con poca apparenza di buon +esito l'assedio di Monopoli in Puglia, +sotto gli ordini del marchese del Guasto, +e faceva testa ai Veneziani, che in questa +provincia avevano ottenuti alcuni vantaggi<a class="tag" id="tag452" href="#note452">[452]</a>. +</p> + +<p> +Carlo V era entrato in Italia, intenzionato +di valersi di tutti i diritti che +aveva acquistati colla vittoria e colla rinuncia +di Francesco I; e per verità la di lui +armata era abbastanza numerosa ed agguerrita +per fargli credere agevole l'esecuzione +de' suoi progetti. Ma gli alleati +d'Italia, sebbene abbandonati dal +re di Francia, non mostravansi del tutto +<span class="pagenum"><a id="Page_470"></a>[470]</span> +scoraggiati. I Fiorentini spedirono a Genova +ambasciatori a Carlo; ma essi ostinatamente +rifiutavano di trattare con Clemente +VII. L'armata de' Veneziani non +era per anco stata attaccata; Malatesta +Baglioni tratteneva sotto Perugia quella +del principe d'Orange; ed il vescovo di +Tarbes, ambasciatore di Francia, non +lasciava di persuadere gli alleati a fare +resistenza, anche dopo pubblicata la pace, +facendo loro sperare i soccorsi di una +potente armata francese, che diceva essere +di già in cammino<a class="tag" id="tag453" href="#note453">[453]</a>. +</p> + +<p> +D'altra parte l'urgente pericolo del fratello +di Carlo V e di tutto l'impero stesso +germanico richiamava a sè l'attenzione dell'imperatore. +Solimano con un'armata, che +facevasi ascendere a cento cinquanta mila +uomini, aveva invaso e guastato tutto il regno +d'Ungheria, ed il 13 di settembre aveva +posto l'assedio a Vienna. Il tradimento +del Visir di Solimano, o la destrezza di Ferdinando, +costrinsero veramente il turco a +levare l'assedio il 16 di ottobre; ma quel superbo +monarca, ritirandosi sdegnato, minacciava +tuttavia, ed il terrore incusso dal +suo prossimo ritorno era proporzionato alla +<span class="pagenum"><a id="Page_471"></a>[471]</span> +violenza della sua collera. Altronde la +Germania, divisa dalle dispute religiose, +vedeva lo spirito d'indipendenza andar +crescendo cogli avanzamenti della riforma; +e l'imperatore sentiva il bisogno di fissarvi +per alcun tempo la sua residenza, +onde ristabilirvi l'autorità imperiale; finalmente +sperimentava egli stesso quella +penuria, che spesse volte aveva lasciata +provare ai suoi generali. Aveva tutti esauriti +i suoi mezzi per equipaggiare la flotta +e trasportare la sua armata, ed in principio +della campagna si trovava di già +senza danaro. Non pertanto egli non aveva +cuore di risolversi a far esercitare +sotto i proprj occhi le orribili esazioni +con cui Antonio di Leiva ed il principe +d'Orange avevano tanto tempo mantenute +le loro armate<a class="tag" id="tag454" href="#note454">[454]</a>. +</p> + +<p> +Per tutti questi motivi Carlo V s'impose, +trattando cogli stati d'Italia, una +moderazione che non potevasi da lui sperare, +e che infatti non si accordava col +suo carattere. I soli ai quali non volle +<span class="pagenum"><a id="Page_472"></a>[472]</span> +accordare veruna indulgenza furono i +Fiorentini, non perchè avesse qualche +particolare motivo di odio contro di loro, +ma perchè credeva per sè vantaggioso +di soddisfare pienamente a Clemente VII, +e perchè era sollecito di togliere ai popoli +il pericoloso esempio d'uno stato +che la libertà rendeva prospero<a class="tag" id="tag455" href="#note455">[455]</a>. +</p> + +<p> +Il 30 di agosto era partito da Genova +alla volta di Piacenza, e gli ambasciatori +fiorentini che l'avevano seguito, non +avendo potuto ottenere pieni poteri, dei +quali egli voleva che fossero muniti, per +trattare col papa, non vennero ammessi +alla sua udienza<a class="tag" id="tag456" href="#note456">[456]</a>. +</p> + +<p> +Frattanto Antonio di Leiva manteneva +viva la guerra contro il duca di Milano; +ed il marchese di Mantova, che a prezzo +d'oro aveva ottenuto di rientrare nell'alleanza +dell'imperatore, era stato posto +al comando di un'armata che doveva +attaccare i Veneziani. Vero è che queste +due guerre trattavansi assai mollemente. +<span class="pagenum"><a id="Page_473"></a>[473]</span> +Il duca di Milano ed i Veneziani, che +egualmente cercavano di negoziare coll'imperatore, +temevano d'inasprirlo approfittando +de' loro vantaggi. Gli ultimi +avevano rinunciato all'attacco di Brindisi, +e ritirata la loro flotta a Corfù, evitando +una battaglia. Il primo aveva lasciato +sorprendere Pavia, che Annibale Picinardo, +suo governatore, aveva per tradimento +venduta ad Antonio di Leiva; +ma sperava tuttavia di potere difendere +Cremona e Lodi, ed ambidue si erano +vincolati a non trattare separatamente +l'uno dall'altro<a class="tag" id="tag457" href="#note457">[457]</a>. +</p> + +<p> +Clemente VII e Carlo V erano d'accordo +di avere un abboccamento in Bologna. +Il primo vi si recò in sul finire +di ottobre, per ricevere l'illustre suo +ospite<a class="tag" id="tag458" href="#note458">[458]</a>. Carlo, dietro le calde istanze +di Alfonso duca di Ferrara, attraversò i +ducati di Modena e di Reggio per passare +da Piacenza a Bologna; venne accolto +<span class="pagenum"><a id="Page_474"></a>[474]</span> +ai confini da Alfonso, che da lungo +tempo negoziava per riavere la di lui grazia, +e che, mai più non abbandonandolo +per molti giorni, riuscì finalmente a guadagnarsi +il di lui favore. L'imperatore +fece il suo ingresso in Bologna il 5 di +novembre, ed il restante dell'anno fu +consacrato alle negoziazioni, che dovevano +finalmente fissare la sorte dell'Italia<a class="tag" id="tag459" href="#note459">[459]</a>. +</p> + +<p> +Il papa non aveva cessato di proteggere +Francesco Maria Sforza, e non +aveva pure voluto dare orecchio ad alcune +proposizioni che gli si erano fatte +di stabilire la casa de' Medici a Milano +piuttosto che a Firenze<a class="tag" id="tag460" href="#note460">[460]</a>. Ottenne per +lo Sforza un salvacondotto, munito del +quale questi si recò a Bologna il 22 di +novembre. Appena giunto, l'infelice stato +della sua salute diede subito a conoscere +che non vivrebbe lungo tempo, e che +Carlo V nulla arrischiava trattandolo favorevolmente, +poichè con lui spegnevasi +<span class="pagenum"><a id="Page_475"></a>[475]</span> +la di lui famiglia, ed il ducato di Milano +ricadeva all'imperatore. Dopo un mese +di negoziazioni, delle quali il papa si +fece mediatore, il 23 dicembre del 1529 +furono sottoscritti il trattato di pace dello +Sforza e quello de' Veneziani<a class="tag" id="tag461" href="#note461">[461]</a>. +</p> + +<p> +Francesco Sforza venne rimesso nel +ducato di Milano, e ne ottenne l'investitura +imperiale, o piuttosto, ottenne la +conferma di quella che aveva già ricevuta +molt'anni prima. Ma egli staccò da questo +ducato la contea di Pavia, che cedette ad +Antonio di Leiva, il quale ne doveva +conservare la sovranità per tutto il tempo +della sua vita. Lasciò inoltre in mano +dell'imperatore la città di Como ed il +castello di Milano come guarenzia dei +pagamenti che prometteva di fargli nel +susseguente anno. Infatti prima che quell'anno +terminasse, prometteva di pagare +all'imperatore quattrocento mila ducati +per prezzo di quest'investitura; e nei +dieci successivi anni, doveva ogni anno +pagarne cinquanta mila, che in tutto +<span class="pagenum"><a id="Page_476"></a>[476]</span> +formavano la somma di novecento mila +ducati, pel quale prezzo Carlo V gli +vendeva il suo ristabilimento nell'eredità +de' suoi antenati. Ma per formare così +enorme somma in un paese sventurato, +guastato da trent'anni di atroci guerre, +dalla carestia e dalla peste, d'uopo era +di aggravare la mano sui contribuenti +con crudeli imposizioni. +</p> + +<p> +Perciò i Milanesi non trovarono sotto +Francesco Sforza quel riposo e quella +prosperità che da tanto tempo desideravano. +Ne' pochi anni che ancora passarono +sotto il di lui governo, poterono +appena cicatrizzare le profonde piaghe +che loro aveva fatte la guerra, e più +volte ebbero a dolersi dell'eccessivo prezzo +che pagavano pel ritorno del loro principe<a class="tag" id="tag462" href="#note462">[462]</a>. +Per affezionare Francesco alla sua +casa, Carlo V gli fece sposare sua nipote +Cristierna, figlia del re di Danimarca, la +quale principessa arrivò a Milano in +aprile del 1534. Ma questo matrimonio +inspirava poca confidenza ai principi ed +ai popoli vicini. La salute di Francesco +Sforza era a tale termine ridotta, che non +<span class="pagenum"><a id="Page_477"></a>[477]</span> +potevasi avere lusinga di vederlo godere +una lunga vita, nè avere speranza che lasciasse +figliuoli dopo di lui. Infatti egli +morì il 24 ottobre del 1535, senza posterità, +chiamando con suo testamento +erede l'imperatore<a class="tag" id="tag463" href="#note463">[463]</a>. +</p> + +<p> +Per ottenere la pace i Veneziani restituirono +al papa le città di Ravenna e +di Cervia, ed all'imperatore i porti sull'Adriatico +ch'essi avevano conquistati +nella Puglia. Essi ad ogni modo richiesero +un assoluto perdono per tutti coloro +che gli avevano serviti, e che tornavano +sotto gli antichi loro sovrani. Dal canto +loro accordarono pure il perdono ad una +parte de' loro esiliati, e fissarono sui loro +beni una pensione a favore di coloro cui +non vollero permettere di tornare in patria. +Inoltre i Veneziani promisero di +pagare a certi termini i dugento mila +ducati di cui andavano tuttavia debitori +verso l'imperatore, e si obbligarono di +aggiungerne altri cento mila come prezzo +della pace. Fecero ricevere il duca d'Urbino, +loro generale, sotto la protezione dell'imperatore, +e finalmente si obbligarono +<span class="pagenum"><a id="Page_478"></a>[478]</span> +a guarentire i possedimenti dell'imperatore +in Italia, e del duca di Milano, ma +soltanto contro i principi cristiani, non +volendo sottoscrivere verun trattato che +potesse strascinarli in una guerra contro +i Turchi<a class="tag" id="tag464" href="#note464">[464]</a>. +</p> + +<p> +Il trattato di pace di Alfonso, duca +di Ferrara, fu assai più che non i precedenti +difficile a conchiudersi; negli altri +due il papa aveva fatte le parti di mediatore, +mentre che era ostacolo egli +medesimo alla conchiusione di questo. +Aveva lungamente cercato d'impedire +che Alfonso non fosse ammesso in Bologna, +ed a stento acconsentì di accordargli +un salvacondotto il 20 marzo del 1530. +Dopo tale epoca Alfonso trattò i suoi affari +personalmente; ma egli doveva difendere +contro il papa la totalità de' suoi +stati. Clemente VII riclamava per la santa +sede Modena e Reggio, conquistate dai +suoi predecessori, e Ferrara che pretendeva +avere Alfonso perduta coll'avere egli +fatta la guerra al papa, suo supremo signore. +Carlo V non desiderava di rendere +<span class="pagenum"><a id="Page_479"></a>[479]</span> +tanto potente lo stato della Chiesa; +egli si riprometteva assai più dell'ubbidienza +all'impero di un duca di Ferrara, +che di un futuro papa; e soltanto egli +voleva aggiustare queste vertenze prima +di abbandonare l'Italia, per non lasciare +dietro di sè alcun seme di guerra; in +conseguenza stimolava Alfonso di prenderlo +arbitro di tutti i suoi interessi. Alfonso, +che conosceva il trattato di Barcellona, +col quale l'imperatore si era obbligato +a far restituire alla santa sede +Modena, Reggio e Rubbiera, aveva paura +di acconsentirvi; Clemente VII dal canto +suo non diffidava meno di assoggettare +alla disamina de' giureconsulti i diritti +totalmente immaginarj della santa sede sopra +Modena e Reggio. Per persuaderlo, +Carlo V segretamente gli promise, che, +dopo l'esame de' reciproci diritti, se i +giureconsulti decidevano a favore della +santa sede, pubblicherebbe e farebbe +eseguire la loro sentenza, che, se accadesse +il contrario, la sentenza non sarebbe +mai pubblicata, e che, spirato il termine del +compromesso, le due parti rientrerebbero +ne' rispettivi diritti. Dopo quest'iniqua +convenzione, il papa ed il duca di Ferrara +si assoggettarono all'arbitramento +della camera imperiale con un compromesso +<span class="pagenum"><a id="Page_480"></a>[480]</span> +sottoscritto il 20 di marzo, e le +terre contestate furono depositate in mano +dell'imperatore<a class="tag" id="tag465" href="#note465">[465]</a>. +</p> + +<p> +Carlo V, che tacitamente aveva ritornato +in sua grazia Alfonso d'Este, volle +dargliene una prima dimostrazione il 25 +di marzo, accordandogli l'investitura +della città e della contea di Carpi, che +aveva confiscata a pregiudizio di Alberto +Pio in gastigo del di lui attaccamento +alla Francia. Vero è che Alfonso pagò +sessanta mila ducati in effettivo danaro +per questo favore, promettendo di pagarne +altri quaranta mila a lungo termine. I +rispettivi diritti dell'impero, della santa +sede e della casa d'Este furono in seguito +discussi con molte scritture da varj giureconsulti, +i quali conchiusero che le +città di Modena, Reggio e Rubbiera non +erano state altrimenti comprese nella +donazione dell'esarcato di Ravenna, fatta +ai pontefici da Pipino, o da Carlo Magno; +e che perciò queste città non avevano +mai cessato di far parte del dominio dell'impero. +Per tal modo, piuttosto che riconoscere +o i diritti delle popolazioni di +<span class="pagenum"><a id="Page_481"></a>[481]</span> +essere governate pel loro maggiore vantaggio, +o quelli de' trattati, o quelli che +dà il possesso, si ricorse ad un'apocrifa +transazione di un secolo barbaro, senza +farsi carico di sette secoli di successive +rivoluzioni. Carlo V, trovandosi in Colonnia +il 21 dicembre del 1530, pronunciò +la sua arbitramentale sentenza a favore +della casa d'Este; soltanto il papa riuscì +ad impedirne la pubblicazione fino al 21 +aprile del 1531. Con questa si obbligava +la santa sede a conferire al duca Alfonso +l'investitura di Ferrara, contro il pagamento +di cento mila ducati d'oro da farsi alla +camera apostolica; mentre che la camera +imperiale, la quale dal canto suo si era +fatta lautamente pagare, accordò allo stesso +duca l'investitura di Modena, Reggio +e Rubbiera, come feudi dell'impero<a class="tag" id="tag466" href="#note466">[466]</a>. +</p> + +<p> +Il duca d'Urbino era stato presentato +in Bologna all'imperatore ed al papa +dagli ambasciatori veneziani, ed era stato +egualmente ben accolto dall'uno e dall'altro<a class="tag" id="tag467" href="#note467">[467]</a>. +Federico Gonzaga, marchese +<span class="pagenum"><a id="Page_482"></a>[482]</span> +di Mantova, era stato uno de' primi tra i +piccoli potentati a fare la sua pace coll'imperatore, +cui apparecchiava uno splendido +ricevimento nella sua capitale, ottenendo +in contraccambio da lui il 25 di marzo +un diploma, col quale il marchesato di +Mantova veniva eretto il ducato<a class="tag" id="tag468" href="#note468">[468]</a>. Il +duca Carlo III di Savoja ed il marchese +Bonifacio di Monferrato recaronsi pure +personalmente a Bologna per fare la loro +corte al monarca diventato il solo arbitro +dell'Italia. Il primo era cognato dell'imperatore, +essendo sua moglie Beatrice, +siccome pure quella di Carlo V, figlia del +re di Portogallo; ed era in pari tempo +zio di Francesco I, perchè Luigia d'Angoleme, +di lui madre, era sua sorella. Questo +doppio parentado aveva senza dubbio contribuito +a farlo rispettare dai due rivali +monarchi in tempo delle guerre che avevano +fino allora guastata l'Italia. I suoi stati +avevano sofferto assai pel continuo passaggio +delle armate, ma per altro erano sempre +stati risguardati come neutrali: ma +Luigia, duchessa d'Angoleme, morì nel +susseguente anno, e Carlo III, perdendo la +sua protettrice alla corte di Francia, credette +più prudente consiglio di attaccarsi +<span class="pagenum"><a id="Page_483"></a>[483]</span> +totalmente all'imperatore cui vedeva salito +all'apice della potenza; e questo cambiamento +di politica trasportò ne' suoi stati +le guerre che bentosto si riaccesero tra +i due rivali<a class="tag" id="tag469" href="#note469">[469]</a>. +</p> + +<p> +La repubblica di Genova occupava in +allora un altissimo grado nel favore di +Carlo, ed il liberatore di lei Andrea Doria +aveva ricevuto dal monarca nuove +distinzioni. Nella Toscana due altre repubbliche, +Siena e Lucca, conservavano +nell'oscurità la loro indipendenza: erano +da lungo tempo affezionate al partito +Ghibellino, e venivano considerate quali +feudatarie dell'impero; avevano continuamente +somministrati sussidj alle armate +imperiali, ed il solo favore che domandavano +in contraccambio, era di venire +dimenticate; effettivamente al primo +aspetto i loro rapporti cogli altri stati +non parvero cambiati; ma il consolidamento +della potenza imperiale in Italia +le faceva sempre più di mano in mano +decadere dal rango e dall'importanza di +stati indipendenti. +</p> + +<p> +La sola repubblica di Firenze non era +compresa in questa pace universale: Carlo +<span class="pagenum"><a id="Page_484"></a>[484]</span> +V aveva promesso al papa di sagrificargliela; +e sul di lei territorio egli andava +ragunando tutte le armate che successivamente +richiamava dalle diverse +province cui rendeva la pace. Tutta questa +gente, nudrita nel sangue e ne' delitti, +che aveva pel corso di trent'anni spogliate +senza pietà ed avvolte nel dolore +tutte le contrade dell'Italia, si adunava +adesso in Toscana. Ma Carlo V preferiva +di non essere testimonio dello sterminio +di quell'industre ed illuminato popolo, +che tanto aveva contribuito ai progressi +delle lettere, delle arti, delle scienze, e +che in faccia sua non aveva verun demerito. +Egli si era legate le mani col +papa, obbligandosi a non avere pietà +dei Fiorentini; perciò non volle trovarsi +a portata di sentire le loro preghiere, +quando dovrebbe ricusar loro +ogni compassione; e questo motivo si +aggiunse a tutti gli altri sovraccennati, +che già lo affrettavano a prendere la strada +della Germania. +</p> + +<p> +Carlo V si era proposto di ricevere +in Italia le due corone della Lombardia +e dell'impero. Secondo l'antica costumanza, +avrebbe dovuto cingere la prima +a Milano nella chiesa di sant'Ambrogio, +e la seconda a Roma nella basilica di +<span class="pagenum"><a id="Page_485"></a>[485]</span> +san Giovanni Laterano. Ma pare che +troppo non desiderasse di vedere queste +due città, le quali erano state barbaramente +trattate da' suoi generali: pretestò +lettere di suo fratello Ferdinando, re +d'Ungheria, che lo affrettavano a recarsi +in Germania, ed ottenne dal papa che +le due coronazioni si facessero in Bologna. +Queste cerimonie ebbero dunque +luogo, la prima il 22 di febbrajo nella +cappella del palazzo pontificio, la seconda +il 24 di marzo nella cattedrale di san Petronio. +Da ottant'anni a quella parte l'Italia +più non aveva veduto coronarsi verun imperatore, +e questa fu pure l'ultima coronazione. +Tutto adunque contribuì a +rendere questa cerimonia magnifica, ed +il fasto e la pompa che si spiegarono in +tale occasione, ed il rango de' personaggi +che in tale circostanza corteggiarono l'imperatore, +ed il terrore che inspiravano +le vittoriose legioni che lo circondavano, +e la gloria militare de' loro capi<a class="tag" id="tag470" href="#note470">[470]</a>. +</p> + +<p> +Ma la coronazione di Carlo V a Bologna +è ancora più notabile, siccome +<span class="pagenum"><a id="Page_486"></a>[486]</span> +l'epoca della nuova potenza cui erasi +l'imperatore innalzato, e dell'intera servitù +dell'Italia. Nè Carlo Magno, nè il +primo Ottone, non avevano ottenuto in +mezzo a tutta la gloria delle loro conquiste +un così illimitato potere su tutta +l'Italia come quello che vi esercitava +Carlo V. I primi erano stati contenuti +dalle prerogative della Chiesa, da' privilegj +de' principi e delle città, e per quanto +si estendessero le loro pretese, scontravano +dovunque delle barriere che +non potevano superare. Ma nell'istante +in cui venne coronato Carlo V, più non +eravi alcuna parte d'Italia che potesse chiamarsi +indipendente. Il popolo che così +lungamente aveva occupata la storia colle +sue alte imprese, colle sue virtù, co' suoi +talenti e colla sua politica, aveva cessato +di esistere come nazione. Al mezzodì i +due regni di Sicilia e di Napoli riconoscevano +l'immediata sovranità di Carlo V. +Lo stato della chiesa, che veniva dopo +quelli co' suoi piccoli principi feudatarj, +era stato talmente domo dalle vittorie +dell'armata imperiale, che il papa aveva +perduta ogni confidenza nelle proprie +forze, ed ogni idea di resistenza. La Toscana, +invasa dalle armate di Carlo, era +vicina ad essere convertita in un principato +<span class="pagenum"><a id="Page_487"></a>[487]</span> +feudale dell'impero. I duchi di Ferrara, +di Mantova, di Milano, di Savoja, +ed il marchese di Monferrato dovevano +l'esistenza loro al beneplacito dell'imperatore, +ed in questi ultimi mesi essi medesimi +avevano confessate e più strettamente +rannodate le loro catene. La repubblica +di Genova, libera soltanto entro +il recinto delle sue mura, si era colle +sue esterne relazioni compiutamente assoggettata +alla politica spagnuola. Quella +di Venezia si era sottratta tremando ai +pericoli che la minacciavano, ma non +lasciava perciò di sentire tutta la sua +debolezza: ella calcolava l'infelice suo +stato meglio assai che non facevano i suoi +vicini, e di già si assoggettava a quella +timida e sospettosa condotta, con cui +protrasse la sua esistenza per lo spazio +di quasi tre secoli, rinunciando all'influenza +che aveva fin allora esercitata +su tutta l'Europa. Dall'una all'altra estremità +dell'Italia la potenza dell'imperatore +era del tutto illimitata. Colui che avesse +avuto la disgrazia d'incontrare il suo risentimento, +colui che ardito avesse, nei +suoi discorsi, nelle sue scritture, di giudicare +liberamente le di lui azioni o quelle +de' generali o de' ministri di lui, non +avrebbe trovato asilo contro la formidabile +<span class="pagenum"><a id="Page_488"></a>[488]</span> +di lui collera, nè alla corte dei +principi, nè in seno delle repubbliche. +Tutti gl'Italiani tremavano ed ubbidivano; +e quando Carlo V partì per recarsi +in Germania, ne' primi giorni d'aprile +del 1530, non aveva verun motivo +d'inquietudine rispetto alle province che +si lasciava alle spalle<a class="tag" id="tag471" href="#note471">[471]</a>. +</p> + +<p class="pad2 center large"> +FINE DEL TOMO XV. +</p> +</div> + +<div class="somm"> +<p> +<span class="pagenum"><a id="Page_489"></a>[489]</span> +</p> + +<p class="center x-large"> +<a href="#indfront" id="indice">TAVOLA CRONOLOGICA +DEL TOMO XV.</a> +</p> + +<table class="crono" summary="Tavola cronologica"> + <tr> + <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXIV.</span> <i>Elezione e papato d'Adriano VI; sconfitta dei Francesi alla Bicocca; convenzione di Cremona, in forza della quale sgombrano l'Italia; i Veneziani si staccano dalla Francia; ingresso di Bonnivet in Lombardia; morte di Adriano VI.</i> 1521-1523</td> <td class="pag"><a href="#Page_3"><i>pag.</i> 3</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I destini d'Italia si decidevano in forza di una guerra tra gli stranieri</td> <td class="pag"><a href="#Page_3">3</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Debolezza de' potentati italiani in confronto alle quattro monarchie che in allora disponevano dell'Europa</td> <td class="pag"><a href="#Page_4">4</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ingrandimento della potenza territoriale dei papi</td> <td class="pag"><a href="#Page_5">5</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Leon X mantenendosi neutrale avrebbe accresciuta la sua possanza e protetti i suoi compatriotti</td> <td class="pag"><a href="#Page_6">6</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La sua inconsideratezza compromette la potenza temporale e spirituale della Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_6">6</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1517-1521</td> <td>Principj della riforma cui presta poca attenzione</td> <td class="pag"><a href="#Page_7">7</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La riforma risveglia in Italia inquietudine, non curiosità</td> <td class="pag"><a href="#Page_8">8</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La fede religiosa era somma; ma la religione non occupava gli animi</td> <td class="pag"><a href="#Page_9">9</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Prodigalità di Leon X che l'avrebbe posto in grande imbarazzo, se fosse vissuto più a lungo</td> <td class="pag"><a href="#Page_10">10</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_490"></a>[490]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1517-1521</td> <td>L'armata di Lombardia, abbandonata dalla Chiesa, si discioglie</td> <td class="pag"><a href="#Page_10">10</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il signore di Lautrec non sa, o non può approfittare della debolezza de' suoi avversarj</td> <td class="pag"><a href="#Page_11">11</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Sollevazione negli stati della Chiesa. Francesco Maria della Rovere ricupera il ducato d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_12">12</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1522</td> <td>5 gennajo. I Baglioni sono di bel nuovo ricevuti in Perugia</td> <td class="pag"><a href="#Page_12">12</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Rivoluzioni a Camerino, a Todi, e tentativo sopra Siena</td> <td class="pag"><a href="#Page_13">13</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca di Ferrara ricupera tutto ciò che aveva perduto</td> <td class="pag"><a href="#Page_14">14</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1521</td> <td>26 di dicembre. Apertura del conclave; credito del cardinale Giulio de' Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_16">16</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Rivalità di Prospero Colonna, che impedisce che sia eletto</td> <td class="pag"><a href="#Page_16">16</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1522</td> <td>9 gennajo. Inaspettata elezione d'Adriano Florent, che si fa chiamare Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_17">17</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Governo della Chiesa durante la lontananza del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_18">18</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>21 gennajo. Il card. de' Medici torna a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_19">19</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Lusinga la società de' giardini Rucellai colla speranza di rendere la libertà alla sua patria</td> <td class="pag"><a href="#Page_20">20</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Non avendo più che temere per parte de' Francesi, si leva la maschera</td> <td class="pag"><a href="#Page_22">22</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>7 di luglio. Fa perire due repubblicani fiorentini per avere cospirato contro di lui, ed altri ne bandisce</td> <td class="pag"><a href="#Page_22">22</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_491"></a>[491]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Dissipazioni di Francesco I, che fanno mancare le imprese sulla Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_23">23</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1522</td> <td>Funeste conseguenze di ciò ch'egli soleva chiamare, <i>aveva liberati i re dalla tutela de' loro famigliari</i></td> <td class="pag"><a href="#Page_24">24</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Funeste conseguenze della sua diffidenza dei comuni, che priva la Francia d'una infanteria nazionale</td> <td class="pag"><a href="#Page_24">24</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>1.º di marzo. Il Lautrec passa l'Adda e si avvicina a Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_26">26</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Attività di Prospero Colonna e de' generali imper. nel difendere Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_26">26</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Morte di M. A. Colonna e di Camillo Trivulzio</td> <td class="pag"><a href="#Page_28">28</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Lautrec prende Novara, ed è respinto sotto Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_28">28</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Svizzeri della sua armata chiedono che si avvicini ad Arona</td> <td class="pag"><a href="#Page_29">29</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Le due armate soffrono egualmente pel ritardo del loro soldo</td> <td class="pag"><a href="#Page_29">29</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Svizzeri domandano ad alta voce il congedo o la battaglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_30">30</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Crequì, signore di Pondormì, si avanza per riconoscere Prospero Colonna alla Bicocca</td> <td class="pag"><a href="#Page_31">31</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Svizzeri, malgrado il suo rapporto, sforzano il Lautrec a venire a battaglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_32">32</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>29 aprile. Disposizioni del Lautrec per la battaglia della Bicocca</td> <td class="pag"><a href="#Page_33">33</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Svizzeri attaccano prima che gli altri corpi giungano sulla linea</td> <td class="pag"><a href="#Page_34">34</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Svizzeri che attaccano di fronte le batterie vengono respinti, dopo avere perduti tre mila uomini</td> <td class="pag"><a href="#Page_35">35</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_492"></a>[492]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1522</td> <td>Sono pure respinti il maresciallo di Foix ed il Lautrec</td> <td class="pag"><a href="#Page_36">36</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Svizzeri si ritirano ne' loro paesi, e Lautrec passa alla corte</td> <td class="pag"><a href="#Page_37">37</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Giustificazione di Lautrec, cui Luigia di Savoja aveva intercettati i sussidj destinatigli dal re</td> <td class="pag"><a href="#Page_38">38</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Sorpresa di Lodi e dedizione di Pizzighettone agl'imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_39">39</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>26 di maggio. Convenzione di Cremona, in forza della quale Lescuns promette di evacuare la Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_40">40</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>6 di luglio. La convenzione si eseguisce, ed i Francesi si ritirano</td> <td class="pag"><a href="#Page_40">40</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Prospero Colonna si avanza verso Genova per iscacciarne Ottaviano Fregoso</td> <td class="pag"><a href="#Page_41">41</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>30 maggio. Genova viene sorpresa e saccheggiata dagli Spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_42">42</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca di Lungavilla, giunto essendo fino a Villanuova d'Asti, si ritira</td> <td class="pag"><a href="#Page_43">43</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>L'Italia oppressa dall'armata imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_43">43</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli stati indipendenti assoggettati ad arbitrarie contribuzioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_44">44</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'Italiani aspettano con impazienza l'arrivo del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_45">45</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>29 agosto. Adriano VI giugne a Roma dopo essersi sottratto ad un abboccamento con Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_46">46</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Scienza e virtù monastiche di Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_46">46</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Romani ravvisano in esso un barbaro, nemico delle arti e delle lettere</td> <td class="pag"><a href="#Page_47">47</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_493"></a>[493]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1522</td> <td>Progetti di riforma di Adriano VI, tutti dannosi ai Romani</td> <td class="pag"><a href="#Page_47">47</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Peste in Roma ed in Firenze disseminatasi per la negligenza d'Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_48">48</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>25 dicembre. Solimano il <i>magnifico</i> occupa Rodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_48">48</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1523</td> <td>Adriano VI riconcilia alla Chiesa i duchi d'Urbino e di Ferrara</td> <td class="pag"><a href="#Page_49">49</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il card. Soderini, ministro del papa, propende a favore della Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_50">50</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Disgrazia del Soderini, per cui il papa entra nel partito imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_52">52</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>14 aprile. Il castello di Milano si arrende a Prospero Colonna</td> <td class="pag"><a href="#Page_52">52</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La repubblica di Venezia ufficiata ad abbandonare l'alleanza francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_53">53</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Veneziani non vogliono esporsi ad una guerra coi Turchi</td> <td class="pag"><a href="#Page_54">54</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Fine di luglio. Loro alleanza coll'imperatore, con suo fratello, e con Francesco Sforza</td> <td class="pag"><a href="#Page_55">55</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Condizioni di questa nuova alleanza</td> <td class="pag"><a href="#Page_55">55</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>3 di agosto. Confederazione del papa, dell'imperatore, del re d'Inghilterra, dell'arciduca d'Austria, di Milano, Firenze, Genova, Siena e Lucca</td> <td class="pag"><a href="#Page_57">57</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>25 agosto. Tentativo di Bonifacio Visconti per assassinare il duca di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_58">58</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Rivoluzione di Valenza che viene compressa da Antonio di Leyva</td> <td class="pag"><a href="#Page_59">59</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Possente armata adunata da Francesco I per attaccare l'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_60">60</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_494"></a>[494]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1523</td> <td>Segreto malcontento del Borbone contro di lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_61">61</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Cospirazione del Borbone contro la stessa esistenza della Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_62">62</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Borbone inganna il re, e fugge da Moulins a Besanzone</td> <td class="pag"><a href="#Page_64">64</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Moltissimi gentiluomini implicati nella congiura del Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_65">65</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I rinuncia al comando della sua armata, e lo trasferisce all'ammiraglio Bonnivet</td> <td class="pag"><a href="#Page_65">65</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Prospero Colonna, cui era affidata la difesa dell'Italia, trovavasi infermo d'animo e di corpo</td> <td class="pag"><a href="#Page_66">66</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Timidità ed affettati indugj del duca d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_67">67</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Debolezza dell'armata imperiale, che vuole difendere il Ticino</td> <td class="pag"><a href="#Page_68">68</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>14 di settembre. L'armata francese passa il Ticino per portarsi verso Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_69">69</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Papa Adriano VI muore lo stesso giorno dopo breve malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_69">69</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Romani risguardano la di lui morte come una liberazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_70">70</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXV.</span> <i>Elezione di Clemente VII. Disastrosa campagna de' Francesi in Italia sotto Bonnivet; campagna ancora più infelice di Francesco I, che è fatto prigioniero nella battaglia di Pavia.</i> 1523-1525</td> <td class="pag"><a href="#Page_72">72</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1523</td> <td>Lealtà di Adriano VI</td> <td class="pag"><a href="#Page_72">72</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Questa lo rende intollerante in materia di religione; sua condotta verso Lutero</td> <td class="pag"><a href="#Page_73">73</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_495"></a>[495]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1523</td> <td>Sua severità verso i <i>Marrani</i>, Giudei e Mori convertiti</td> <td class="pag"><a href="#Page_74">74</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Lasciava ai cardinali gli affari secolari, senz'avere fidanza in loro</td> <td class="pag"><a href="#Page_75">75</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>1.º ottobre. Entrano in conclave trentasei cardinali</td> <td class="pag"><a href="#Page_75">75</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Molti aspirano alla tiara</td> <td class="pag"><a href="#Page_76">76</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il sacro collegio diviso tra Giulio de' Medici e Pompeo Colonna</td> <td class="pag"><a href="#Page_76">76</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Pompeo Colonna, per timore del cardinale Orsini, si unisce al Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_78">78</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>18 novembre. Elezione di Giulio dei Medici sotto il nome di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_78">78</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Fede dei Romani e dei letterati in Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_79">79</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>29 di settembre. Alfonso d'Este occupa Reggio, ma depone le armi dopo l'elezione di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_80">80</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Clemente manda a Firenze i bastardi Ippolito ed Alessandro col card. di Cortona per governare la repubblica</td> <td class="pag"><a href="#Page_82">82</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>14 settembre. L'ammiraglio Bonnivet passa il Ticino, e comincia la campagna in Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_83">83</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Bonnivet perde tre giorni in riva al Ticino e dà tempo al Colonna di fortificare Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_85">85</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>20 settembre. Il Bonnivet si avanza sotto Milano, e fa occupare Lodi, Monza e Caravaggio</td> <td class="pag"><a href="#Page_85">85</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Molte piccole perdite costringono Bonnivet a riunire le sue truppe</td> <td class="pag"><a href="#Page_87">87</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>27 novembre. È forzato di ritirarsi ad Abbiategrasso</td> <td class="pag"><a href="#Page_89">89</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Maravigliosi talenti di Prospero Colonna per la guerra difensiva</td> <td class="pag"><a href="#Page_89">89</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_496"></a>[496]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1523</td> <td>30 dicembre. Questi muore dopo otto mesi di malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_90">90</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1524</td> <td>Bonnivet licenzia una parte della sua fanteria</td> <td class="pag"><a href="#Page_91">91</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il contestabile di Borbone giugne a Milano con sei mila landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_91">91</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Febbrajo. Bajardo si lascia sorprendere a Robecco</td> <td class="pag"><a href="#Page_93">93</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>2 marzo. Il Pescara fa passare il Ticino all'armata imperiale per tener dietro ai Francesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_94">94</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Bonnivet si chiude in Novara, e gli imperiali tentano di circondarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_95">95</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Rinforzi che arrivano a Bonnivet dalla Francia, dalla Svizzera e dai Grigioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_95">95</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gio. de' Medici sforza i Grigioni a tornare ne' loro paesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_96">96</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Milanesi prendono Abbiategrasso, ma vi contraggono la peste</td> <td class="pag"><a href="#Page_97">97</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Bonnivet risolve di unirsi agli Svizzeri che erano venuti fino a Gattinara per liberarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_98">98</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Principio di maggio. Bonnivet conduce di notte la sua armata da Novara a Romagnano sulla Sesia</td> <td class="pag"><a href="#Page_98">98</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Passa la Sesia, ma resta ferito, e Vandenesse ucciso</td> <td class="pag"><a href="#Page_99">99</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Affida il comando a Bajardo, che rimane ucciso</td> <td class="pag"><a href="#Page_100">100</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Eseguisce la sua ritirata per Ivrea, Val d'Aosta e san Bernardo</td> <td class="pag"><a href="#Page_102">102</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Francesi abbandonano Alessandria e Lodi, ed evacuano l'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_103">103</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Voti degli Italiani dopo la vittoria, e loro malcontento dei ministri dell'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_103">103</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_497"></a>[497]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1524</td> <td>Il Borbone sollecita Carlo V ed Enrico VIII ad attaccare la Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_105">105</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Luglio. Il Borbone ed il Pescara entrano in Provenza con sedici mila uomini</td> <td class="pag"><a href="#Page_106">106</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Assedio di Marsiglia in parte difesa dagli Italiani</td> <td class="pag"><a href="#Page_107">107</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Settembre. Il Borbone ed il Pescara levano l'assedio di Marsiglia e si ritirano precipitosamente</td> <td class="pag"><a href="#Page_109">109</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Invece d'inseguire i fuggiaschi Francesco I vuole precederli in Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_110">110</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I, come Bonnivet, non conosceva l'arte della guerra</td> <td class="pag"><a href="#Page_112">112</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>26 ottobre. I Francesi entrano in Milano nell'atto che escono gli imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_113">113</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Disordine dell'armata imperiale che ritirasi a Lodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_114">114</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I non l'insegue a cagione di certe bizzarre sue opinioni dell'onore della corona</td> <td class="pag"><a href="#Page_115">115</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>28 ottobre. Francesco I comincia l'assedio di Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_117">117</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Tenta di deviare le acque del Ticino, ma le piogge guastano il suo lavoro</td> <td class="pag"><a href="#Page_118">118</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli alleati dell'imperatore cominciano a staccarsi da lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_119">119</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Clemente VII manda il suo datario a Francesco I per trattare con lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_119">119</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il papa ed il senato veneto si obbligano a mantenersi neutrali</td> <td class="pag"><a href="#Page_121">121</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I manda il duca d'Albanì con un'armata contro Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_122">122</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_498"></a>[498]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1524</td> <td>Il Pescara si oppone al progetto di mandar gente in difesa di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_123">123</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>L'Albanì richiama all'alleanza francese il duca di Ferrara, Lucca e Siena</td> <td class="pag"><a href="#Page_124">124</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>4 dicembre. Giovanni de' Medici colla banda nera passa al partito francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_125">125</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1525</td> <td>gennajo. Il Borbone riconduce dalla Germania 12,000 landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_126">126</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Angustie degli imperiali per mancanza di danaro; provvedimento del Leyva in Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_127">127</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>L'armata del Pescara non ha sufficiente danaro per mettersi in campagna</td> <td class="pag"><a href="#Page_128">128</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Pescara ottiene dai soldati la promessa di servire ancora un mese senza soldo</td> <td class="pag"><a href="#Page_129">129</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>25 di gennajo. L'armata imperiale si incammina alla volta di Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_130">130</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Tutti i generali consigliano il re a levare l'assedio</td> <td class="pag"><a href="#Page_131">131</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Bonnivet lo persuade a rimanere nelle sue linee</td> <td class="pag"><a href="#Page_132">132</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I ristringe i suoi alloggiamenti e li fortifica</td> <td class="pag"><a href="#Page_133">133</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Posizione de' Francesi tra il parco di Mirabello ed il Ticino</td> <td class="pag"><a href="#Page_133">133</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>30 gennajo. Il Pescara prende d'assalto la rocca di sant'Angelo</td> <td class="pag"><a href="#Page_135">135</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Disfatta del marchese di Saluzzo e di Gian Luigi Palavicino</td> <td class="pag"><a href="#Page_135">135</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gian Jacopo Medici, attaccando Chiavenna, sforza le linee a richiamare 6,000 Grigioni dell'armata del re</td> <td class="pag"><a href="#Page_136">136</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>3 febbrajo. L'armata imperiale si alloggia un miglio lontano dai Francesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_137">137</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_499"></a>[499]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1525</td> <td>Il Pescara cerca, scaramucciando, di tirare i Francesi in un fatto generale</td> <td class="pag"><a href="#Page_137">137</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>20 febbrajo. Giovanni de' Medici ferito si fa trasportare a Piacenza</td> <td class="pag"><a href="#Page_138">138</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Pescara si propone d'entrare nel parco, e di avanzarsi sopra Mirabello</td> <td class="pag"><a href="#Page_139">139</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>25 febbrajo. La sua armata entra nel parco due ore prima di giorno</td> <td class="pag"><a href="#Page_140">140</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il re, vedendo passare gl'imperiali avanti di lui, entra in battaglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_141">141</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Francesi in principio della battaglia hanno il vantaggio</td> <td class="pag"><a href="#Page_142">142</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli uomini d'armi vengono disordinati dagli archibugieri spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_143">143</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Svizzeri fuggono, ed i landsknecht sono uccisi</td> <td class="pag"><a href="#Page_144">144</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il re vien fatto prigioniere; i suoi principali signori si fanno uccidere</td> <td class="pag"><a href="#Page_145">145</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Perdita de' Francesi tra morti e prigionieri</td> <td class="pag"><a href="#Page_146">146</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il rimanente dell'armata francese si ritira dal Milanese</td> <td class="pag"><a href="#Page_147">147</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXVI.</span> <i>Inquietudine e pericoli delle potenze d'Italia; progetto d'una lega fra di loro per difendere la propria indipendenza; vi si associa il Pescara, in appresso li tradisce e spoglia de' suoi stati il duca di Milano. Francesco I ricupera la libertà in forza del trattato di Madrid.</i> 1525-1526</td> <td class="pag"><a href="#Page_149">149</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1525</td> <td>Le potenze d'Italia conoscono d'essere in balìa del vincitore di Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_149">149</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_500"></a>[500]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1525</td> <td>Armata de' Veneziani sotto il duca d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_150">150</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Indebolimento della repubblica di Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_151">151</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Conformità e differenze tra il governo della Chiesa e quello di Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_152">152</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I preti incapaci d'amministrare</td> <td class="pag"><a href="#Page_153">153</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Rapida ruina di tutti gli stati soggetti alla Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_154">154</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Difficoltà in cui trovavasi Clemente VII a cagione delle prodigalità di Leon X</td> <td class="pag"><a href="#Page_154">154</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Sordida e mal intesa economia di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_155">155</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Odio del popolo romano verso Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_156">156</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Malcontento de' Fiorentini, e rammarico d'avere perduta la libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_157">157</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Pentimento del papa e de' Veneziani d'aver fatto dipendere la loro sorte da un uomo, non da una nazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_158">158</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La battaglia di Pavia costava alla Francia poco più della prigionia del re</td> <td class="pag"><a href="#Page_158">158</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Un re cessa di essere sovrano nell'istante che è fatto prigioniere</td> <td class="pag"><a href="#Page_159">159</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>L'armata imperiale non è in istato di approfittare de' suoi vantaggi</td> <td class="pag"><a href="#Page_160">160</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Costante penuria dell'imperatore; conseguenza dei disordini della di lui amministrazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_161">161</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I risguarda la causa della Francia come perduta, perchè egli è prigioniere</td> <td class="pag"><a href="#Page_163">163</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca d'Albanì si ritira ne' feudi degli Orsini</td> <td class="pag"><a href="#Page_164">164</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_501"></a>[501]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Veneziani propongono una lega a Clemente VII per difesa della indipendenza italiana</td> <td class="pag"><a href="#Page_165">165</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ascolta di preferenza le proposizioni de' generali imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_167">167</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>1.º aprile. Sottoscrive in Roma un trattato tra l'imperatore, il duca di Milano, i Fiorentini e la Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_167">167</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Spaventose contribuzioni levate dai generali imperiali sugli stati d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_168">168</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Dopo avere ricevuto il danaro del papa, i generali imperiali ricusano di eseguire il trattato fatto con lui</td> <td class="pag"><a href="#Page_169">169</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Umiltà ipocrita di Carlo V nell'istante della vittoria</td> <td class="pag"><a href="#Page_170">170</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Esorbitanti proposizioni che fa a Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_171">171</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Disgusta il cardinale Wolsey, e con lui il re d'Inghilterra</td> <td class="pag"><a href="#Page_171">171</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca d'Albanì s'imbarca a Cività Vecchia cogli avanzi dell'armata</td> <td class="pag"><a href="#Page_172">172</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>7 giugno. Il Lannoy persuade Francesco I ad imbarcarsi per la Spagna, senza saputa del Pescara e del duca di Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_173">173</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco, impaziente di riavere la libertà, offre di sagrificare l'Italia all'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_174">174</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'Italiani invitano la Francia ad una lega per obbligar Carlo a mettere Francesco in libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_176">176</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Oppressione di Francesco Sforza sotto i ministri imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_177">177</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco Sforza ed il suo cancelliere Moroni entrano nella lega d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_178">178</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_502"></a>[502]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1525</td> <td>Il Moroni cerca di trarre nella stessa lega il marchese di Pescara</td> <td class="pag"><a href="#Page_179">179</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli offre a nome della lega la corona di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_180">180</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Progetto del Moroni comunicato al Pescara per sorprendere l'armata imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_181">181</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Pescara fa consultare alcuni teologi intorno a' suoi scrupoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_182">182</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Negoziazioni della corte di Roma con Enrico VIII d'Inghilterra</td> <td class="pag"><a href="#Page_183">183</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>1.º luglio. Negoziazioni del vescovo di Veruli cogli Svizzeri</td> <td class="pag"><a href="#Page_184">184</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>24 giugno. Promessa della reggente di Francia di secondare gli sforzi degl'Italiani per difendere la loro indipendenza</td> <td class="pag"><a href="#Page_185">185</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La duchessa d'Alenson compromette i disegni degl'Italiani, da lei conosciuti</td> <td class="pag"><a href="#Page_187">187</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Pescara risolve di tradire gli alleati che volevano farlo re di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_189">189</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Agosto. Francesco Sforza riceve l'investitura del ducato di Milano ad onerosissime condizioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_190">190</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Malattia dello Sforza che ritarda le misure degli alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_191">191</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Malattia di Francesco I a Madrid, che ravviva le di lui negoziazioni coll'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_192">192</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>14 ottobre. Il Pescara cava la maschera e fa arrestare il Moroni nel castello di Novara</td> <td class="pag"><a href="#Page_193">193</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Pescara si fa consegnare tutte le fortezze del ducato di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_195">195</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_503"></a>[503]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1525</td> <td>Circonda di trincee il castello di Milano e ne comincia l'assedio</td> <td class="pag"><a href="#Page_196">196</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il senato di Venezia ricusa di trattare coll'imperatore finchè il ducato di Milano è occupato dalle di lui truppe</td> <td class="pag"><a href="#Page_196">196</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>14 novembre. Disprezzo manifestato dai Castigliani verso il contestabile di Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_198">198</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'Italiani hanno in orrore il marchese di Pescara</td> <td class="pag"><a href="#Page_198">198</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>30 nov. Il Pescara muore in Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_199">199</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Condizioni della lega progettata tra la Francia, l'Inghilterra ed i principi italiani</td> <td class="pag"><a href="#Page_200">200</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Irrisoluzione di Clemente VII nel sottoscriverla</td> <td class="pag"><a href="#Page_201">201</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Opposizione tra Niccolò di Schomberg ed il datario Ghiberti</td> <td class="pag"><a href="#Page_202">202</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Nuove proposizioni dell'imperatore al papa, che protraggono la conclusione della lega</td> <td class="pag"><a href="#Page_203">203</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Acconsente ad una dilazione di due mesi prima di obbligarsi</td> <td class="pag"><a href="#Page_204">204</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Smisurata ambizione di Carlo V nel trattare colla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_206">206</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1526</td> <td>14 gennajo. Trattato di Madrid, sagrificj imposti a Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_206">206</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>18 marzo. Francesco viene posto in libertà e cambiato co' suoi figli</td> <td class="pag"><a href="#Page_208">208</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_504"></a>[504]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXVII.</span> <i>Lega degl'Italiani per difendere la loro indipendenza. Sono abbandonati dalla Francia e mal serviti dal duca d'Urbino; crudeltà degl'imperiali in Lombardia. Clemente VII, sorpreso nel Vaticano dai Colonna, è forzato ad acconsentire ad una tregua che poi viene da lui violata.</i> 1526</td> <td class="pag"><a href="#Page_210">210</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1526</td> <td>Tutti gl'Italiani bramano ardentemente l'espulsione dei Barbari</td> <td class="pag"><a href="#Page_210">210</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Crudeltà degli oltremontani in tutte le province d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_211">211</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'Italiani, non isperando la pace, desideravano almeno una guerra nazionale</td> <td class="pag"><a href="#Page_213">213</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Frequenti insurrezioni nel Milanese</td> <td class="pag"><a href="#Page_213">213</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Spossamento di Carlo V, disordine delle sue finanze</td> <td class="pag"><a href="#Page_214">214</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I re di Francia e d'Inghilterra disposti a secondare gl'Italiani</td> <td class="pag"><a href="#Page_215">215</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Alla nazione italiana mancava lo spirito militare</td> <td class="pag"><a href="#Page_215">215</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ed ai governi italiani mancava il coraggio morale</td> <td class="pag"><a href="#Page_217">217</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il papa ed i Veneziani mandano ambasciatori a Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_218">218</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I loro dichiara, che non credesi legato dal trattato di Madrid</td> <td class="pag"><a href="#Page_218">218</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ma il suo coraggio ed ambizione erano compressi dalla disgrazia</td> <td class="pag"><a href="#Page_219">219</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>22 maggio. Francesco I si unisce a Clemente VII, ai Veneziani ed a Francesco Sforza per la libertà d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_221">221</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Insurrezione a Milano, e convenzione tra gli Spagnuoli ed il popolo</td> <td class="pag"><a href="#Page_222">222</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Giugno. Le truppe di Venezia e della Chiesa si avanzano verso l'Adda ed il Po, nel mentre che gli alleati ordinano leve di Svizzeri</td> <td class="pag"><a href="#Page_223">223</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_505"></a>[505]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1526</td> <td>Lentezza e sutterfugj di Francesco I, che negozia coll'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_225">225</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ugo di Moncade cerca invano di staccare Clemente VII dalla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_226">226</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca d'Urbino capo dell'armata della lega, suo carattere e suo timido sistema di guerra</td> <td class="pag"><a href="#Page_227">227</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Tardanza degli Svizzeri aspettati all'armata del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_228">228</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>17 di giugno. I generali spagnuoli eccitano avvertitamente una sollevazione in Milano per aver motivo di punire il popolo</td> <td class="pag"><a href="#Page_229">229</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Intollerabili vessazioni degl'imperiali a Lodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_230">230</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Luigi Vistarini, per liberarsene, apre la città all'armata alleata</td> <td class="pag"><a href="#Page_230">230</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>26 giugno. L'armata della Chiesa si unisce a quella del duca d'Urbino, ed i generali di lei lo affrettano ad avanzarsi verso Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_232">232</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>7 luglio. Scaramuccia del duca d'Urbino alle porte di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_234">234</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>8 luglio. Si ritira a precipizio in tempo di notte</td> <td class="pag"><a href="#Page_235">235</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Nello stesso giorno si pubblica la lega in Francia, a Roma, a Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_235">235</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Principio delle diffidenze, e de' malcontenti fra gli alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_236">236</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Miseria de' Milanesi, e loro spaventosa oppressione sotto gli Spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_237">237</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Milanesi implorano la protezione del duca di Borbone che giugneva allora dalla Spagna</td> <td class="pag"><a href="#Page_239">239</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_506"></a>[506]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1526</td> <td>Il Borbone gl'inganna, e prende il loro danaro sulla parola che non attiene</td> <td class="pag"><a href="#Page_239">239</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>17 luglio. Il duca di Milano fa uscire dal castello 300 bocche inutili</td> <td class="pag"><a href="#Page_240">240</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>22 luglio. Il duca d'Urbino si accampa a due miglia da Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_241">241</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>24 luglio. Francesco Sforza è forzato a capitolare per assoluta mancanza di vittovaglie</td> <td class="pag"><a href="#Page_242">242</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca di Milano raggiugne gli alleati che gli danno il possesso di Lodi</td> <td class="pag"><a href="#Page_243">243</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il papa vuole mutare il governo di Siena devoto all'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_243">243</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>17 di giugno. Armata pontificia e fiorentina sotto Siena</td> <td class="pag"><a href="#Page_244">244</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>25 luglio. Quest'armata è posta in fuga da quattrocento soldati</td> <td class="pag"><a href="#Page_244">244</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Cattiva politica di temporeggiare del duca d'Urbino</td> <td class="pag"><a href="#Page_246">246</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'Italiani diffidano del re di Francia; G. B. Sanga viene spedito presso di lui in qualità di nunzio apostolico</td> <td class="pag"><a href="#Page_247">247</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La lentezza del re di Francia era cagionata dalla sua non curanza, e dal suo gusto pei piaceri</td> <td class="pag"><a href="#Page_248">248</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Flotta spagnuola armata a Cartagena per portare truppe in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_250">250</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca d'Urbino eccitato ad attaccare Genova per terra, mentre la flotta della lega l'attaccava dalla banda del mare</td> <td class="pag"><a href="#Page_251">251</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>6 agosto, 23 settembre. Assedia e prende Cremona</td> <td class="pag"><a href="#Page_251">251</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_507"></a>[507]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>29 agosto. Pietro Navarro comincia l'assedio di Genova colla flotta della lega</td> <td class="pag"><a href="#Page_252">252</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1526</td> <td>22 agosto. Il papa si rappatuma coi Colonna, soscrive con loro un trattato di pace, e licenzia le sue truppe</td> <td class="pag"><a href="#Page_253">253</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Pompeo Colonna non aveva firmato il trattato che per sorprendere il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_254">254</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>20 settembre. Pompeo Colonna con otto mila uomini entra in Roma per la porta di san Giovanni Laterano</td> <td class="pag"><a href="#Page_254">254</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Romani ricusano d'armarsi per difendere il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_255">255</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Vaticano ed il tempio di san Pietro saccheggiati dai Colonna</td> <td class="pag"><a href="#Page_256">256</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Clemente VII rifugiato in Castel sant'Angelo tratta con Ugo di Moncade</td> <td class="pag"><a href="#Page_257">257</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il papa si obbliga ad una tregua di quattro mesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_257">257</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>7 ottobre. Il Guicciardini colle truppe del papa abbandona l'armata della lega, e si ritira sull'opposta riva del Po</td> <td class="pag"><a href="#Page_258">258</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>31 ottobre. Il duca d'Urbino lascia il suo campo di Cremona per avvicinarsi a Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_259">259</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Giorgio Frundsberg mette i Tedeschi in movimento per soccorrere l'armata imperiale a Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_260">260</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Novembre. Entra in Italia con 13,000 landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_261">261</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>24 novemb. Gio. de' Medici ferito mortalmente presso Borgoforte</td> <td class="pag"><a href="#Page_263">263</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_508"></a>[508]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Progetto del Macchiavelli di far combattere Gio. dei Medici per l'indipendenza d'Italia con una compagnia di ventura</td> <td class="pag"><a href="#Page_264">264</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1526</td> <td>28 novembre. Frundsberg passa il Po, e lo rimonta sulla riva destra</td> <td class="pag"><a href="#Page_265">265</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Borbone vende la libertà al Moroni e lo crea suo consigliere</td> <td class="pag"><a href="#Page_266">266</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Tutti i villaggi dei Colonna saccheggiati dall'armata del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_267">267</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La flotta del vicerè passa avanti Genova, e combatte quella del Navarro</td> <td class="pag"><a href="#Page_269">269</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Lannoy sbarca le sue truppe a Gaeta, e tratta col papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_270">270</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Negoziazioni delusorie colle quali finisce l'anno</td> <td class="pag"><a href="#Page_271">271</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXVIII.</span> <i>Il contestabile di Borbone conduce l'armata imperiale verso la Toscana: Clemente VII, dopo avere ottenuti alcuni vantaggi nel regno di Napoli, tratta col vicerè; presa e sacco di Roma. Firenze si dichiara libera.</i> 1527</td> <td class="pag"><a href="#Page_272">272</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>I progressi degl'Italiani nella civiltà ingrandivano i loro patimenti sotto il giogo degli oppressori</td> <td class="pag"><a href="#Page_272">272</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La guerra si rende più crudele in ragione della lunga sua durata</td> <td class="pag"><a href="#Page_273">273</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ferocia dei soldati comandati dal Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_274">274</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La domanda del soldo arretrato autorizzava ogni loro eccesso</td> <td class="pag"><a href="#Page_275">275</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Difficoltà incontrate dal Borbone nel trarre fuori di Milano le sue truppe, e far loro passare il Po</td> <td class="pag"><a href="#Page_276">276</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_509"></a>[509]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>30 gennajo. La guarnigione di Milano passa il Po e si riunisce a Frundsberg</td> <td class="pag"><a href="#Page_277">277</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>Dimora dell'armata di Borbone sotto Piacenza, e consiglj del duca di Ferrara</td> <td class="pag"><a href="#Page_278">278</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>20 febbrajo. Borbone s'incammina di bel nuovo alla volta di Bologna</td> <td class="pag"><a href="#Page_278">278</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Progetto del duca d'Urbino di tenere il Borbone tra due armate</td> <td class="pag"><a href="#Page_279">279</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>3 gennajo, 18 marzo. Il duca d'Urbino si allontana dalla sua armata sotto pretesto di malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_281">281</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Renzo di Ceri ed il conte di Vaudemont persuadono il papa ad attaccare il regno di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_282">282</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>31 gennajo. Lannoy è sorpreso e sgominato a Frusolone dall'armata del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_284">284</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>15 febbrajo. Successi dell'armata e della flotta della lega nel regno di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_284">284</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Indisciplina dell'armata della Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_285">285</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Avarizia ed imbarazzo delle finanze di Clemente VII</td> <td class="pag"><a href="#Page_286">286</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>15 marzo. Viene abbandonata la spedizione contro Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_286">286</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>17 febbrajo. Ammutinamento nell'armata del Borbone, ch'egli riconduce all'ubbidienza</td> <td class="pag"><a href="#Page_287">287</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>5 marzo. L'armata veneziana passa il Po per seguire il Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_288">288</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>14 marzo. Nuovo ammutinamento dell'armata imperiale calmato col danaro del duca di Ferrara</td> <td class="pag"><a href="#Page_288">288</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I manca a tutte le promesse fatte al papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_289">289</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_510"></a>[510]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>Angustie cui trovasi ridotto il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_290">290</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>15 marzo. Clemente VII soscrive una tregua di otto mesi col vicerè</td> <td class="pag"><a href="#Page_291">291</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Clemente VII non conosce il pericolo ond'è minacciato dal Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_292">292</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Sua estrema imprudenza nel licenziare le sue truppe mentre si avvicina il Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_294">294</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>31 marzo. Il Borbone dichiara che non accetta la tregua, e muove l'esercito alla volta di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_295">295</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Incertezza del Borbone prima di passare l'Appennino</td> <td class="pag"><a href="#Page_296">296</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il vicerè viene fino a Firenze per trattenere il Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_297">297</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>15, 25 aprile. Il Borbone attraversa l'Appennino, ed entra in Val d'Arno di sopra</td> <td class="pag"><a href="#Page_298">298</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>26 aprile. I Fiorentini chiedono armi al loro governo</td> <td class="pag"><a href="#Page_300">300</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Sollevazione de' Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_301">301</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'insorgenti non s'impadroniscono a tempo delle porte</td> <td class="pag"><a href="#Page_302">302</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Medici rientrano in città col duca d'Urbino e col marchese di Saluzzo</td> <td class="pag"><a href="#Page_303">303</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'insorgenti si sottomettono, ed ottengono un'amnistia</td> <td class="pag"><a href="#Page_303">303</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca d'Urbino esige che i Fiorentini prendano parte in proprio nome nella lega, e che gli restituiscano Montefeltro</td> <td class="pag"><a href="#Page_304">304</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>20 aprile. Il duca di Borbone parte a grandi giornate dai contorni d'Arezzo alla volta di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_306">306</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_511"></a>[511]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>5 maggio. Giugne colla sua armata sotto Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_306">306</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Renzo di Ceri e Martino di Bellay incaricati della difesa di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_307">307</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>5 maggio. Fidanza di Clemente VII nel ricevere l'intima del Borbone</td> <td class="pag"><a href="#Page_309">309</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>6 maggio. Il Borbone viene ucciso nell'atto di montare all'assalto presso il Gianicolo</td> <td class="pag"><a href="#Page_310">310</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il borgo di Roma preso d'assalto dai Tedeschi e dagli Spagnuoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_311">311</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Clemente VII fugge dal Vaticano in castel sant'Angelo</td> <td class="pag"><a href="#Page_312">312</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Saccheggio del Borgo di Roma, del Vaticano e di Transtevere</td> <td class="pag"><a href="#Page_315">315</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>L'armata imperiale passa il Tevere, e comincia il saccheggio di Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_315">315</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Atrocità commesse dall'armata vittoriosa</td> <td class="pag"><a href="#Page_316">316</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>3 maggio. Arrivo di Pompeo Colonna co' suoi vassalli</td> <td class="pag"><a href="#Page_318">318</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>6 maggio. Arrivo del Rangoni al Ponte Salario per soccorrere Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_319">319</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>16 maggio. Il duca d'Urbino giunge ad Orvieto coll'armata veneziana</td> <td class="pag"><a href="#Page_320">320</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ricusa d'attaccare gl'imperiali a meno che non riceva potenti rinforzi di truppe svizzere</td> <td class="pag"><a href="#Page_321">321</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Si avvicina a Roma, poi subito si ritira</td> <td class="pag"><a href="#Page_322">322</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>6 giugno. Capitolazione del papa che resta prigioniere degl'imperiali</td> <td class="pag"><a href="#Page_323">323</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Le province e le città lontane ricusano d'eseguire la capitolazione del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_324">324</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_512"></a>[512]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>5 giugno. Modena presa dal duca di Ferrara, Ravenna e Cervia dai Veneziani</td> <td class="pag"><a href="#Page_325">325</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>Clemente VII più attaccato alla sua sovranità di Firenze che a quella dello stato della Chiesa</td> <td class="pag"><a href="#Page_326">326</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Prodigiose spese cui Clemente VII sforzava i Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_326">326</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>12 di maggio. La nuova della presa di Roma giugne a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_328">328</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>16 maggio. I grandi cittadini di Firenze intimano al cardinale di Cortona di rendere la libertà alla repubblica</td> <td class="pag"><a href="#Page_328">328</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Filippo Strozzi e sua moglie, Clarice dei Medici, si associano al partito della libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_329">329</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il cardinale di Cortona capitola col partito repubblicano</td> <td class="pag"><a href="#Page_331">331</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>17 di maggio. I Medici escono da Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_331">331</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La balìa ristabilisce la costituzione popolare, ed abdica i suoi poteri</td> <td class="pag"><a href="#Page_332">332</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>21 maggio. S'aduna di nuovo il gran consiglio, ed elegge magistrati popolari</td> <td class="pag"><a href="#Page_334">334</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Morte di Niccolò Macchiavelli</td> <td class="pag"><a href="#Page_335">335</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXIX.</span> <i>Il Lautrec conduce un'armata francese sotto Napoli, e blocca quella città; vittoria della sua flotta sopra quella degli Spagnuoli; malattia nel suo campo; sua morte e capitolazione della sua armata. Andrea Doria passa al partito imperiale, e muta il governo di Genova.</i> 1527-1528</td> <td class="pag"><a href="#Page_337">337</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_513"></a>[513]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>Nel sedicesimo secolo i re non vedevano meglio le guerre in cui s'impegnavano di quello che i papi le vedessero nel quattordicesimo</td> <td class="pag"><a href="#Page_337">337</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Carlo V non conosceva la desolazione da lui cagionata nelle province ed in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_338">338</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Enrico VIII non prendeva parte nelle guerre, che somministrando contribuzioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_340">340</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I, fino alla battaglia di Pavia, aveva egualmente chiuse le orecchie alle lagnanze dei popoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_340">340</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La disgrazia aveva cambiato il suo carattere senza riformarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_341">341</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La pace egualmente desiderabile per l'imperatore e per gli alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_342">342</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>2 agosto. Carlo V cerca di giustificarsi del sacco di Roma e della cattività del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_343">343</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>18 agosto. Trattato d'Amiens tra Francesco I ed Enrico VIII per costringere l'imperatore a mettere in libertà il papa ed i figli di Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_345">345</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I cardinali, rimasti liberi, si adunano a Parma per trattare intorno al modo di liberare il loro capo</td> <td class="pag"><a href="#Page_346">346</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La peste scoppia in Italia, e soprattutto affligge Roma</td> <td class="pag"><a href="#Page_346">346</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Fine di settembre. Morte di Carlo di Lannoy; l'armata imperiale resta in Roma senza capo</td> <td class="pag"><a href="#Page_347">347</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Quest'armata si disperde nella campagna di Roma e nell'Ombria</td> <td class="pag"><a href="#Page_348">348</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_514"></a>[514]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>La peste penetra in castel sant'Angelo tra le guardie del papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_349">349</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli ostaggi del papa maltrattati e minacciati riescono a fuggire</td> <td class="pag"><a href="#Page_349">349</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>31 ottobre. Nuova convenzione col papa, che gli accorda qualche respiro per pagare la sua taglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_351">351</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>30 giugno. Il Lautrec parte dalla corte di Francia per porsi alla testa della nuova armata in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_352">352</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Agosto. Il Lautrec prende la rocca di Bosco nell'Alessandrino</td> <td class="pag"><a href="#Page_353">353</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Andrea Doria riprende colla sua flotta il blocco di Genova</td> <td class="pag"><a href="#Page_353">353</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Principio d'agosto. Genova si assoggetta al re di Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_355">355</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Lautrec prende Alessandria, e la rimette al duca di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_355">355</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>28 settembre. Il Lautrec inganna Antonio di Leyva, ed attacca Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_357">357</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>1.º ottobre. I Francesi prendono e saccheggiano Pavia</td> <td class="pag"><a href="#Page_358">358</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Lautrec rifiuta di terminare la conquista della Lombardia, e s'incammina verso il mezzogiorno dell'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_358">358</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Riconciliazione del duca di Ferrara colla Francia; suo figlio sposa Renata, figlia di Lodovico XII</td> <td class="pag"><a href="#Page_359">359</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La repubblica di Firenze rende più intima la sua alleanza colla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_360">360</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>7 dicembre. Rinnovazione della lega a Mantova</td> <td class="pag"><a href="#Page_361">361</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>9 dicembre. Il papa fugge dal castel sant'Angelo la vigilia del giorno in cui doveva essere posto in libertà</td> <td class="pag"><a href="#Page_362">362</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_515"></a>[515]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>Gennajo. Clemente VII riceve ad Orvieto gli ambasciatori di Francia e d'Inghilterra, e dà speranze a tutti i partiti</td> <td class="pag"><a href="#Page_363">363</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>21 gennajo. Gli ambasciatori di Francia e d'Inghilterra dichiarano a Burgos la guerra a Carlo V, e vengono arrestati</td> <td class="pag"><a href="#Page_364">364</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>28 marzo, 24 giugno. Vicendevoli sfide fra il re di Francia e l'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_365">365</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>10 febbrajo. Il Lautrec passa il Tronto, ed entra negli Abruzzi</td> <td class="pag"><a href="#Page_366">366</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Prosperi successi di Lautrec ajutato negli Abruzzi dai Veneziani e dai Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_367">367</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>L'armata di Lautrec resta incompleta, ed il re non le rimette il promesso danaro</td> <td class="pag"><a href="#Page_368">368</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>17 di febbrajo. Il principe d'Orange trae fuori di Roma l'armata imperiale col danaro mandatogli dal papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_369">369</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Metà di marzo. Le due armate in presenza fra Troja e Luceria</td> <td class="pag"><a href="#Page_371">371</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>21 marzo. Il principe d'Orange si ritira da Troja a Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_372">372</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Pietro Navarro si oppone a chi consigliava d'inseguire gl'imperiali prima di prendere Melfi</td> <td class="pag"><a href="#Page_372">372</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>23 marzo. Melfi preso e saccheggiato dai Francesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_373">373</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Conquiste di Lautrec e de' Veneziani nella Puglia</td> <td class="pag"><a href="#Page_374">374</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Metà d'aprile. Il Lautrec entra nella Terra di Lavoro e prende molte città</td> <td class="pag"><a href="#Page_375">375</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_516"></a>[516]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>1.º maggio. Si accampa presso Napoli al Poggio reale</td> <td class="pag"><a href="#Page_376">376</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Lautrec risolve di bloccare Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_377">377</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Molti Napolitani si dichiarano pel partito francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_378">378</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli assediati mancano di vini e di farine</td> <td class="pag"><a href="#Page_379">379</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>22 maggio. Orazio Baglioni, colonnello delle bande nere, è ucciso, ed è rimpiazzato da Ugo di Pepoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_379">379</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Ugo di Moncade vuole sorprendere la flotta genovese che stava avanti Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_380">380</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>28 maggio. Battaglia navale in faccia a Capo d'Orco nel golfo di Salerno</td> <td class="pag"><a href="#Page_381">381</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La flotta imperiale distrutta da Filippino Doria</td> <td class="pag"><a href="#Page_383">383</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>10 giugno. L'ammiraglio veneziano, Pietro Lando, giugne avanti Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_385">385</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Malattie tra gli assedianti e gli assediati</td> <td class="pag"><a href="#Page_386">386</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>15 giugno. Morte del nunzio del papa e del provveditore veneziano</td> <td class="pag"><a href="#Page_387">387</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il re di Francia e l'imperatore apparecchiano soccorsi per le loro armate d'Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_388">388</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>10 di maggio. Il duca di Brunswick parte da Trento ed entra in Lombardia con dieci mila landsknecht</td> <td class="pag"><a href="#Page_388">388</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Luglio. Dopo avere commesse spaventose crudeltà la sua armata si disperde e torna in Germania</td> <td class="pag"><a href="#Page_390">390</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Intollerabile oppressione dei Milanesi sotto Antonio di Leyva</td> <td class="pag"><a href="#Page_391">391</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_517"></a>[517]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>Agosto. San Paolo entra in Lombardia con circa dieci mila uomini</td> <td class="pag"><a href="#Page_392">392</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Settembre. Riprende d'assalto Pavia, che i Francesi avevano lasciato sorprendere</td> <td class="pag"><a href="#Page_393">393</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Malcontento d'Andrea Doria rispetto a' suoi rapporti colla Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_393">393</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Disprezzo di Francesco I pei privilegj dei Genovesi</td> <td class="pag"><a href="#Page_395">395</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>30 giugno. Andrea Doria termina il servigio convenuto colla Francia, e più non vuole rinnovarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_396">396</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Luglio. Andrea Doria si ritira a Lerici colle sue galere, mentre Barbesieux prende il comando di quelle della Francia</td> <td class="pag"><a href="#Page_397">397</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>20 luglio. Il Doria offre i suoi servigj all'imperatore a condizione che sarebbe assicurata la libertà della sua patria</td> <td class="pag"><a href="#Page_398">398</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Opinione del Doria intorno alla propria <i>defezione</i></td> <td class="pag"><a href="#Page_399">399</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>18 luglio. Il Barbesieux giugne in faccia a Napoli colla flotta francese</td> <td class="pag"><a href="#Page_401">401</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il Lautrec cade infermo: spedisce Renzo di Ceri a far levare per lui soldati negli Abruzzi</td> <td class="pag"><a href="#Page_402">402</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>2 agosto. Estrema debolezza cui l'armata francese viene ridotta dalla malattia</td> <td class="pag"><a href="#Page_403">403</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>16 agosto. Morte di Lautrec; il marchese di Saluzzo prende il comando dell'armata</td> <td class="pag"><a href="#Page_405">405</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>29 agosto. Il marchese di Saluzzo vuole ritirarsi sopra Aversa</td> <td class="pag"><a href="#Page_406">406</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_518"></a>[518]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>La metà dell'armata è sgominata dalla cavalleria imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_407">407</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>30 agosto. Il principe d'Orange attacca i Francesi ritirati in Aversa</td> <td class="pag"><a href="#Page_408">408</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Capoa apre le sue porte a Fabrizio Maramaldo ed ai Calabresi</td> <td class="pag"><a href="#Page_409">409</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il marchese di Saluzzo capitola in Aversa pei resti dell'armata</td> <td class="pag"><a href="#Page_409">409</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli Spagnuoli lasciano perire i prigionieri francesi nelle stalle della Maddalena</td> <td class="pag"><a href="#Page_410">410</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Le bande nere distrutte dall'assedio di Napoli e dalla capitolazione d'Aversa</td> <td class="pag"><a href="#Page_410">410</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Morte del marchese di Saluzzo e di Pietro Navarro</td> <td class="pag"><a href="#Page_411">411</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Supplicj ordinati dal principe d'Orange a Napoli e nelle province</td> <td class="pag"><a href="#Page_412">412</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La guerra si continua per qualche tempo in Puglia ed in Calabria</td> <td class="pag"><a href="#Page_413">413</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Andrea Doria colla sua flotta fa vela alla volta di Genova per liberare la sua patria</td> <td class="pag"><a href="#Page_414">414</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>12 settembre. Le truppe del Doria sono ricevute in Genova, e si eseguisce la rivoluzione senza spargimento di sangue</td> <td class="pag"><a href="#Page_415">415</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>21 ottobre. Il Castelletto e Savona si arrendono ai Genovesi, che spianano il primo, ed empiono il porto della seconda</td> <td class="pag"><a href="#Page_416">416</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_519"></a>[519]</span></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td colspan="2" class="cap"><span class="smcap">Capitolo CXX.</span> <i>Nuove costituzioni delle repubbliche di Genova e di Firenze. L'indipendenza italiana viene sagrificata da Clemente VII e da Francesco I ne' trattati di Barcellona e di Cambrai. Coronazione di Carlo V a Bologna, e schiavitù dell'Italia.</i> 1528-1530</td> <td class="pag"><a href="#Page_418">418</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Le nuove costituzioni di Genova e di Firenze si dettarono in mezzo a crudeli calamità</td> <td class="pag"><a href="#Page_418">418</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I dodici riformatori di Genova incaricati di pacificare la città e di conciliare i partiti</td> <td class="pag"><a href="#Page_420">420</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>Il senato loro commette di rifondere la costituzione</td> <td class="pag"><a href="#Page_420">420</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Andrea Doria ricusa la sovranità di Genova offertagli da Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_421">421</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il punto d'onore genovese associato a' nomi che perpetuavano gli odj</td> <td class="pag"><a href="#Page_422">422</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Adozione d'una in altra famiglia, praticata in Genova sotto il nome d'Alberghi</td> <td class="pag"><a href="#Page_423">423</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I riformatori dichiarano tutti i cittadini genovesi attivi gentiluomini ed uguali in diritto</td> <td class="pag"><a href="#Page_424">424</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Li distribuiscono in 28 alberghi o famiglie adottive</td> <td class="pag"><a href="#Page_424">424</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La divisione dei Genovesi in alberghi fu soppressa dalla legge di mediazione del</td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>17 di marzo 1576, dopo avere durato quarantotto anni</td> <td class="pag"><a href="#Page_425">425</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gran consiglio de' gentiluomini genovesi, corpo elettorale</td> <td class="pag"><a href="#Page_426">426</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Formazione dell'annuale senato del doge e della signoria</td> <td class="pag"><a href="#Page_426">426</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La costituzione di Genova puramente aristocratica</td> <td class="pag"><a href="#Page_428">428</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Pure quest'aristocrazia era meno esclusiva di quella di Venezia</td> <td class="pag"><a href="#Page_429">429</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_520"></a>[520]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>La costituzione fiorentina dal canto suo pende verso l'aristocrazia</td> <td class="pag"><a href="#Page_429">429</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il diritto di città ristretto a coloro che lo avevano ricevuto per eredità dai loro antenati</td> <td class="pag"><a href="#Page_430">430</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Divisione degli abitanti dello stato in più classi, una sola delle quali era sovrana</td> <td class="pag"><a href="#Page_432">432</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Due mila cinquecento cittadini governavano un milione di sudditi, ma se non altro con forme popolari</td> <td class="pag"><a href="#Page_432">432</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Niccola Capponi coi grandi vuole ristringere l'oligarchia</td> <td class="pag"><a href="#Page_433">433</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Baldassare Carducci gli si oppone alla testa del partito popolare</td> <td class="pag"><a href="#Page_433">433</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Dante di Castiglione rompe le statue e gli stemmi dei Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_434">434</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Niccola Capponi riunisce la fazione Medici, o de' <i>Palleschi</i>, ai discepoli di Savonarola, ossia <i>Piagnoni</i></td> <td class="pag"><a href="#Page_435">435</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1522-1527</td> <td>Peste a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_436">436</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1527</td> <td>Agosto. Riesce impossibile il ragunare il gran consiglio</td> <td class="pag"><a href="#Page_438">438</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>9 febbrajo. Niccola Capponi fa dichiarare Gesù Cristo re perpetuo di Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_439">439</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>10 giugno. Il Capponi confermato gonfaloniere per un altro anno</td> <td class="pag"><a href="#Page_440">440</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Formazione della quarantia per i giudizj politici</td> <td class="pag"><a href="#Page_441">441</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>L'imposta diretta sul capitale mobiliare regolata da venti commissarj</td> <td class="pag"><a href="#Page_441">441</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Formazione della guardia del palazzo di trecento giovani</td> <td class="pag"><a href="#Page_443">443</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>6 novembre. Formazione della guardia urbana di quattro mila cittadini</td> <td class="pag"><a href="#Page_444">444</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_521"></a>[521]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1528</td> <td>Attaccamento de' Fiorentini alla nazione francese, il quale li fa persistere nella santa lega</td> <td class="pag"><a href="#Page_446">446</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Negoziazioni di Andrea Doria con Luigi Alamanni per riconciliare Firenze coll'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_447">447</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I Fiorentini rifiutano le sue proposizioni</td> <td class="pag"><a href="#Page_449">449</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Disordine dell'armata di Borbone, conte di San Paolo in Lombardia</td> <td class="pag"><a href="#Page_450">450</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1529</td> <td>San Paolo coi duchi d'Urbino e di Milano s'avvicina a Milano, ma si trova troppo debole per attaccarlo</td> <td class="pag"><a href="#Page_451">451</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>21 giugno. San Paolo sorpreso a Landriano è fatto prigioniere da Antonio di Leyva</td> <td class="pag"><a href="#Page_453">453</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>7 luglio. Luigia di Savoja e Margarita d'Austria si riuniscono a Cambrai per negoziare la pace</td> <td class="pag"><a href="#Page_453">453</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I cerca di persuadere agli alleati che difenderà i loro interessi</td> <td class="pag"><a href="#Page_455">455</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Anche Clemente VII tenta d'ingannare Francesco I</td> <td class="pag"><a href="#Page_456">456</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Irritamento di Clemente VII contro i Veneziani, il duca di Ferrara ed i Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_456">456</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>I progressi de' Turchi, e quelli dei protestanti in Germania, fanno desiderare la pace a Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_458">458</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>20 giugno. Trattato di pace e di alleanza di Barcellona tra l'imperatore ed il papa</td> <td class="pag"><a href="#Page_460">460</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>10 gennajo. Ippolito de' Medici creato cardinale, ed Alessandro disegnato capo della casa de' Medici</td> <td class="pag"><a href="#Page_460">460</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_522"></a>[522]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1529</td> <td>5 agosto. Trattato di Cambrai, o delle dame, tra Francesco I e Carlo V</td> <td class="pag"><a href="#Page_461">461</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I abbandona i Fiorentini ed i Veneziani all'intera vendetta dell'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_462">462</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Sagrifica ugualmente i duchi di Milano e Ferrara, gli Orsini e Fregosi, e tutti i partigiani della casa Angioina nel regno di Napoli</td> <td class="pag"><a href="#Page_463">463</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Carlo V in questo trattato guarentisce al contrario gl'interessi di tutti i suoi alleati</td> <td class="pag"><a href="#Page_464">464</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Pel sagrificio de' suoi alleati Francesco I ottiene condizioni più vantaggiose per sè medesimo</td> <td class="pag"><a href="#Page_465">465</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Francesco I cerca fin all'ultimo d'ingannare i Fiorentini</td> <td class="pag"><a href="#Page_466">466</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Carlo V manda a Barcellona Andrea Doria per far passare le sue galere in Italia</td> <td class="pag"><a href="#Page_467">467</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>29 luglio. Carlo V s'imbarca a Barcellona, e sbarca a Genova il 12 di agosto</td> <td class="pag"><a href="#Page_468">468</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Grossa armata dell'imperatore destinata a dare esecuzione al trattato di pace</td> <td class="pag"><a href="#Page_468">468</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli alleati si pongono in istato di trattare con lui colle armi alla mano</td> <td class="pag"><a href="#Page_470">470</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>La guerra d'Ungheria ed il suo proprio spossamento persuadono Carlo V a trattare con loro</td> <td class="pag"><a href="#Page_470">470</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Egli esclude i soli Fiorentini dalla pacificazione</td> <td class="pag"><a href="#Page_471">471</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gli alleati schivano ogni battaglia coll'imperatore, e continuano a difendersi</td> <td class="pag"><a href="#Page_472">472</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_523"></a>[523]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1529</td> <td>5 di novembre. Abboccamento del papa e dell'imperatore a Bologna</td> <td class="pag"><a href="#Page_473">473</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>22 novembre. Francesco Sforza si reca pure a Bologna per trattare</td> <td class="pag"><a href="#Page_474">474</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>23 di dicembre. Trattato di pace di Carlo collo Sforza, ed onerose condizioni con cui gli rende il ducato di Milano</td> <td class="pag"><a href="#Page_474">474</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1529-1535</td> <td>Sgraziato regno di Francesco Sforza, che muore senza figli</td> <td class="pag"><a href="#Page_476">476</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>25 dicembre. Trattato di pace dell'imperatore coi Veneziani</td> <td class="pag"><a href="#Page_477">477</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1530</td> <td>2 marzo. Alfonso d'Este si reca pure a Bologna per trattare</td> <td class="pag"><a href="#Page_478">478</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>21 marzo. Il papa ed il duca di Ferrara si assoggettano all'arbitramento della camera imperiale</td> <td class="pag"><a href="#Page_479">479</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1531</td> <td>21 aprile. Sentenza di Carlo V, che accorda alla casa d'Este Ferrara, come feudo della Chiesa, e Modena e Reggio come feudi dell'impero</td> <td class="pag"><a href="#Page_480">480</a></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1530</td> <td>25 marzo. Il marchesato di Mantova cambiato in ducato a favore di Federico Gonzaga</td> <td class="pag"><a href="#Page_482">482</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Il duca Carlo III di Savoja si attacca unicamente all'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_482">482</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Le repubbliche di Genova, Siena e Lucca si assoggettano ad un'assoluta dipendenza dall'imperatore</td> <td class="pag"><a href="#Page_482">482</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Tutte le armate di Carlo V, evacuando il rimanente dell'Italia, riunisconsi intorno a Firenze</td> <td class="pag"><a href="#Page_484">484</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>22 di febbrajo, 24 marzo. Carlo riceve a Bologna dalle mani del papa le due corone di Lombardia e dell'impero</td> <td class="pag"><a href="#Page_484">484</a></td> + </tr> + <tr> + <td><span class="pagenum"><a id="Page_524"></a>[524]</span></td> + </tr> + <tr> + <td class="anno">1530</td> <td>Fin da quest'epoca la potenza di Carlo V fu più assoluta in Italia che non era stata quella di Carlo Magno e di Ottone</td> <td class="pag"><a href="#Page_486">486</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Gl'Italiani avevano cessato di esistere come nazione indipendente</td> <td class="pag"><a href="#Page_486">486</a></td> + </tr> + <tr> + <td> </td> <td>Aprile. Carlo V va in Germania, e lascia l'Italia in ischiavitù</td> <td class="pag"><a href="#Page_488">488</a></td> + </tr> +</table> + +<p class="pad2 center large"> +<span class="smcap">Fine della Tavola.</span> +</p> +</div> + +<div class="footnotes"> + +<h2> +NOTE: +</h2> + +<p> +<a id="note1" href="#tag1">1.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 219.</i> +</p> + +<p> +<a id="note2" href="#tag2">2.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 213. — Galeat. +Capella de bello Mediol., l. I, f. 15.</i> +</p> + +<p> +<a id="note3" href="#tag3">3.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 215. — P. +Paruta Ist. Ven., l. IV, p. 291. — Gal. Capella, +l. I, f. 15.</i> +</p> + +<p> +<a id="note4" href="#tag4">4.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 220. — Mém. +de du Bellay, l. II, p. 195. — Scip. Ammirato, +l. XXIX, p. 342. — Orl. Malavolti Stor. di +Siena, p. III, l. VII, f. 121. — Fr. Belcarii, +Comm., l. XVI, p. 510.</i> +</p> + +<p> +<a id="note5" href="#tag5">5.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 222.</i> +</p> + +<p> +<a id="note6" href="#tag6">6.</a> <i>Gio. Cambi, t. XXII, p. 190. — Scip. +Ammirato, l. XXIX, p. 341.</i> +</p> + +<p> +<a id="note7" href="#tag7">7.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 236.</i> +</p> + +<p> +<a id="note8" href="#tag8">8.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 288. — Muratori +Ann. d'Italia ad an. 1521. — P. Giovio +Vita di Alfonso, p. 116.</i> +</p> + +<p> +<a id="note9" href="#tag9">9.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 295. — P. +Giovio Vita d'Adriano VI, f. 116. — Onofr. +Panvino Vite de' Pontefici, f. 265.</i> +</p> + +<p> +<a id="note10" href="#tag10">10.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 221. — Jac. +Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 295. — Gio. Cambi, +t. XXII, p. 191. — Panvino in Clemente VII, +f. 267. — P. Giovio Vita d'Adriano VI, f. 116.</i> +</p> + +<p> +<a id="note11" href="#tag11">11.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 222. — P. +Giovio Vita di Adriano VI, f. 109, 110, 118, +119. — Rayn. Ann. Eccl. 1422, § 1 e 2, p. 347. — Fr. +Belcarii, l. XVII, p. 501. — Lettera di +Girolamo Negri ad Antonio Michieli. Roma 14 +aprile 1522. Lettere ai Principi, t. I, f. 98. — Jo. +Sleidaini Comm. de Statu relig. et reipub., +l. III, p. 48.</i> +</p> + +<p> +<a id="note12" href="#tag12">12.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 223. — Rayn. +Ann. Eccl. 1522, § 16, p. 360.</i> +</p> + +<p> +<a id="note13" href="#tag13">13.</a> <i>Gio. Cambi, t. XXII, p. 194.</i> +</p> + +<p> +<a id="note14" href="#tag14">14.</a> <i>Comment. de Fil. de' Nerli, l. VII, p. 138.</i> +</p> + +<p> +<a id="note15" href="#tag15">15.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 282. — Comment. +di Filippo de' Nerli, l. VII, p. 136.</i> +</p> + +<p> +<a id="note16" href="#tag16">16.</a> <i>Jac. Nardi, l. VII, p. 301, 302. — Fil. +di Nerli Comm., l. VII, p. 139. — Scip. Ammirato, +l. XXIX, p. 343. — Gio. Cambi, +t. XXII, p. 201-207.</i> +</p> + +<p> +<a id="note17" href="#tag17">17.</a> <i>Hinc antiqua illa Gallica libertas aboleri, +et in miseram servitutem desinere occaepit. Belcarius +Comm. Rer. Gallic., l. XVII, p. 507.</i> +</p> + +<p> +<a id="note18" href="#tag18">18.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 224. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 195. — Gal. Capella, +l. I, p. 16.</i> +</p> + +<p> +<a id="note19" href="#tag19">19.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 226. — M. du +Bellay, l. II, p. 202. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. II, p. 316.</i> +</p> + +<p> +<a id="note20" href="#tag20">20.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 225. — M. du +Bellay, l. II, p. 194. — Fr. Belcarii, l. XVII, +p. 503. — Galeat. Capella, l. I, p. 16.</i> +</p> + +<p> +<a id="note21" href="#tag21">21.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 227. — M. du +Bellay, l. II, p. 203. — P. Jovii Vita Piscarii, +l. II, p. 316. — P. Paruta Ist. Ven., l. IV, p. 292.</i> +</p> + +<p> +<a id="note22" href="#tag22">22.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 205. — Fr. +Guicciardini, l. XIV, p. 226.</i> +</p> + +<p> +<a id="note23" href="#tag23">23.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. II, p. 205. — Fr. +Guicciardini, l. XIV, p. 226.</i> +</p> + +<p> +<a id="note24" href="#tag24">24.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 228. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. II, p. 319. — M. du +Bellay, l. II, p. 205. — Fr. Belcarii, l. XVII, +p. 504. — Arnoldi Ferroni Burdigalensis de reb. +gest. Gallor., l. V, p. 107. — P. Paruta, l. IV, +p. 293. — Gal. Capella, l. II, f. 19.</i> +</p> + +<p> +<a id="note25" href="#tag25">25.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. IV, p. 296.</i> +</p> + +<p> +<a id="note26" href="#tag26">26.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 229. — P. +Paruta, l. IV, p. 297. — Arnol. Ferroni de +reb. gest. Gallor., p. 108.</i> +</p> + +<p> +<a id="note27" href="#tag27">27.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Piscarii, l. II, p. 320. — Galeat. +Capella, l. II, f. 20. — Mém. de M. +du Bellay, l. II, p. 215. — P. Paruta, l. IV, +p. 297.</i> +</p> + +<p> +<a id="note28" href="#tag28">28.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 229. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 216. — Arnold. Ferronius +Burdigalensis de reb. gest. Gallor., p. 109.</i> +</p> + +<p> +<a id="note29" href="#tag29">29.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 217. — P. +Jovii Vita Davali, l. II, p. 322. — Arn. Ferronii, +l. V, p. 109. — Fr. Guicciardini, l. XIV, +p. 229. — Georgens von Frundsberg, B. II, f. 32.</i> +</p> + +<p> +<a id="note30" href="#tag30">30.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 230. — Gal. +Capella, l. II, f. 21. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. II, p. 322. — Arn. Ferroni, l. V, +p. 109. — P. Paruta Stor. Ven., l. IV, p. 298. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p, 318. — Fr. +Belcarii, l. XVII, p. 507.</i> +</p> + +<p> +<a id="note31" href="#tag31">31.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 230. — Arn. +Ferronii, l. V, p. 110. — P. Jovii Vita Piscarii, +l. II, p. 323. — Mém. de M. du Bellay, p. 218. — Gal. +Capella, l. II, f. 22. — P. Paruta, +l. IV, p. 298. — Georg. von Frundsberg Kriegzsthat, +B. II, f. 35.</i> +</p> + +<p> +<a id="note32" href="#tag32">32.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 220. — Arn. +Ferronii, p. 110. — P. Jovii Vita Ferd. Davali, +l. II, p. 324.</i> +</p> + +<p> +<a id="note33" href="#tag33">33.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 231. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 223. — Gal. Capella, +l. II, f. 22. — P. Jovii Vita Ferd. Davali, +l. III, p. 325. — Arn. Ferronii de Gest. Gall., +l. V, p. 111. — P. Paruta, l. IV, p. 301.</i> +</p> + +<p> +<a id="note34" href="#tag34">34.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 227, 228. — Fr. +Belcarii Comm. Rer. Gall. l. XVII, +p. 507-609. — Arn. Ferronii, l. V, p. 112.</i> +</p> + +<p> +<a id="note35" href="#tag35">35.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 223. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. II, p. 326. — Georg. +von Frundsberg Kriegzsthat, B. II, f. 36.</i> +</p> + +<p> +<a id="note36" href="#tag36">36.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 232. — M. du +Bellay, l. II, p. 231. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. III, p. 328. — Arn. Ferronii Rer. +Gall., l. VII, p. 133. — P. Paruta Ist. Ven., +l. IV, p. 303. — Gal. Capella, l. II, f. 23. — Fr. +Belcarii, l. XVII, p. 509.</i> +</p> + +<p> +<a id="note37" href="#tag37">37.</a> <i>Ag. Giustiniani Ann. di Genova, l. IV, +f. 275. — Uberti Folietae Gen. Hist., l. XII, +p. 723. — P. Bizarri Hist. Gen., l. XIX, p. 453. — Galeat. +Capella, l. II, f. 23. — Arn. Ferronii, +l. VII, p. 134. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. III, p. 330. — M. du Bellay, l. II, +p. 232. — Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 233. — Gio. +Cambi, p. 201, 208. — Georg. von +Frundsberg Kriegzsthat, B. II, f. 36.</i> +</p> + +<p> +<a id="note38" href="#tag38">38.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIV, p. 234. — M. du +Bellay, Mém., l. II, p. 236.</i> +</p> + +<p> +<a id="note39" href="#tag39">39.</a> <i>Arn. Ferronii de reb. Gall., l. VII, p. 133. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 238.</i> +</p> + +<p> +<a id="note40" href="#tag40">40.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 237. — Gal. +Capella, l. II, f. 25.</i> +</p> + +<p> +<a id="note41" href="#tag41">41.</a> Osservinsi le risposte della reggente e di +madama d'Alenzon, da Lione il 25 di giugno. +<i>Lettere de' Principi, fol. 102.</i> +</p> + +<p> +<a id="note42" href="#tag42">42.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, f. 123, +124. — Rayn. Ann. Eccl. 1522, § 17, p. 351. — Panvino +Vite dei Pontefici, p. 265.</i> +</p> + +<p> +<a id="note43" href="#tag43">43.</a> <i>Lettera di Girolamo Negro a Marc'Antonio +Micheli, Roma 17 marzo 1523. Lettere dei +Principi, t. I, f. 113.</i> +</p> + +<p> +<a id="note44" href="#tag44">44.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, f. 126. — Ist. +di Gio. Cambi, t. XXII, p. 216. — Fr. +Belcarii, l. XVII, p. 524. — Rayn. Ann. Eccl. +1522, § 15, p. 350.</i> +</p> + +<p> +<a id="note45" href="#tag45">45.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 240. — P. +Giovio Vita di Adriano VI, f. 125. — Rayn. +Ann. Eccl., § 20 e seg., p. 352.</i> +</p> + +<p> +<a id="note46" href="#tag46">46.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 240. — Onof. +Panvino Vite dei Pont., p. 265. — Rayn. Ann. +Eccl. 1525, § 108, p. 393.</i> +</p> + +<p> +<a id="note47" href="#tag47">47.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 241. — Jac. +Nardi, l. VII, p. 302.</i> +</p> + +<p> +<a id="note48" href="#tag48">48.</a> <i>Lettera di Girolamo Negro a Mess. Ant. +Micheli del 10 dicembre del 1522. Lettere de' +Principi, t. I, f. 109.</i> +</p> + +<p> +<a id="note49" href="#tag49">49.</a> <i>Lettera del Negro al Micheli del 28 febbrajo +1523, t. I, f. 111.</i> +</p> + +<p> +<a id="note50" href="#tag50">50.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 250. — Jac. +Nardi, l. VII, p. 302. — Onof. Panvino, f. 266. — Scip. +Ammirato, l. XXIX, p. 347. — Fr. +Belcarii, l. XVII, p. 526. — Rayn. Ann. Eccl. +1523, § 109, p. 394.</i> +</p> + +<p> +<a id="note51" href="#tag51">51.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 241. — Fr. +Belcarii, l. XVII, p. 525.</i> +</p> + +<p> +<a id="note52" href="#tag52">52.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 242. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 305.</i> +</p> + +<p> +<a id="note53" href="#tag53">53.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. V, p. 305-316. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 242-247. — Gal. +Capella, l. II, f. 26.</i> +</p> + +<p> +<a id="note54" href="#tag54">54.</a> <i>P. Paruta, l. V, p. 317. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 248. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. III, p. 341. — Arn. Ferroni de reb. +Gall., l. VII, p. 139. — Gal. Capella, l. II, +f. 26.</i> +</p> + +<p> +<a id="note55" href="#tag55">55.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 27. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 250. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 260. — P. Paruta, l. V, p. 318. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 337. — Rayn. +Ann. Eccl., § 110, p. 394. — Scip. Ammirato, +l. XXIX. p. 348. — Gio. Cambi, +t. XXII, p. 340.</i> +</p> + +<p> +<a id="note56" href="#tag56">56.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 251. — M. du +Bellay, t. II, f. 281. — Gal. Capella, l. III, +f. 28. — Fr. Belcarii, l. XVII, p. 523. — Gio. +Cambi, t. XXII, p. 242.</i> +</p> + +<p> +<a id="note57" href="#tag57">57.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 26. — Arn. Ferroni, +l. VII, p. 138. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 259-283. — Fr. Guicciardini, l. XV, +p. 253. — Fr. Belcarii, l. XVII, p. 533. — Scip. +Ammirato, l. XXIX, p. 348. — P. Paruta, +l. XV, p. 319.</i> +</p> + +<p> +<a id="note58" href="#tag58">58.</a> <i>M. du Bellay, l. I, p. 143. — P. Jovii de +Vita Ferd. Davali, l. III, p. 339.</i> +</p> + +<p> +<a id="note59" href="#tag59">59.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 252. — M. du +Bellay, l. II, p. 261. — Arn. Ferroni, l. VII, +p. 136.</i> +</p> + +<p> +<a id="note60" href="#tag60">60.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 252. — M. du +Bellay, l. II, p. 264. — P. Jovii Vita Davali, +l. III, p. 330. — Mém. de Louis de la Tremouille, +t. XIV, ch. XIX, p. 218. — Franc. +Belcarii, l. XVII, p. 538. — Arn. Ferronii de +reb. Gall., l. VII, p. 136. — Gal. Capella, +l. III, f. 29. — Rymer Acta et Convent., t. XIII, +p. 794.</i> +</p> + +<p> +<a id="note61" href="#tag61">61.</a> <i>M. du Bellay, l. II, p. 235. — Arn. Ferronii, +l. VII, p. 136. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. III, p. 341. — Fr. Belcarii, l. XVII, +p. 530. — Fr. Guicciardini, l. XV, p. 253.</i> +</p> + +<p> +<a id="note62" href="#tag62">62.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 265. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 341.</i> +</p> + +<p> +<a id="note63" href="#tag63">63.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 253. — M. du +Bellay, l. II, p. 279. — Arn. Ferronii, l. VII, +p. 139. — Fr. Belcarii, l. XVII, p. 533. — Gal. +Capella, l. III, f. 29. — P. Jovii Vita +Ferd. Davali, l. III, p. 341.</i> +</p> + +<p> +<a id="note64" href="#tag64">64.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 29. — P. Jovii +Vita Davali, l. III, p. 342.</i> +</p> + +<p> +<a id="note65" href="#tag65">65.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven. l. V, p. 320.</i> +</p> + +<p> +<a id="note66" href="#tag66">66.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 254. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 287. — Arn. Ferronii +Burdigalensis, l. VII, p. 139. — P. Jovii Vita +Davali, l. III, p. 342. — P. Paruta, l. V, p. 319.</i> +</p> + +<p> +<a id="note67" href="#tag67">67.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. III, p. 342. — Idem +Vita d'Adriano VI, p. 133. — Idem Vita +di Pompeo Colonna, p. 159. — Rayn. Ann. Eccl. +§ 112, p. 394. — Onof. Panvinio, f. 266. — Gio. +Cambi, t. XXII, p. 243. — Scip. Ammirato, +l. XXIX, p. 349. — Fr. Belcarii, l. XVII, +p. 536.</i> +</p> + +<p> +<a id="note68" href="#tag68">68.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, p. 134. — Onof. +Panvinio Vite de' Pontefici, p. 266. — Lettera +di Girolamo Negro del 7 aprile, +1523, e del 2 dicembre, da Roma, f. 119 tra +le Lettere de' Principi, l. I. Ediz. Ven. in 4.º 1581.</i> +</p> + +<p> +<a id="note69" href="#tag69">69.</a> <i>Sleidanus in Comment., l. III, p. 87; e +l. IV, p. 99. — Acta convent. Norimb. in fasciculo +rer. expetendi et fugiend. — Pallavicino +Ist. del Concil. di Trento, l. II, c. 7 ed 8. — Fleury +Hist. Eccl., l. CXXVIII, chap. 29-34.</i> +</p> + +<p> +<a id="note70" href="#tag70">70.</a> <i>P. Giovio Vita di Adriano VI, p. 133. — Onof. +Panvino Vite de' Pontefici, f. 266.</i> +</p> + +<p> +<a id="note71" href="#tag71">71.</a> <i>P. Giovio Vita del Card. Pompeo Colonna, +p. 159.</i> +</p> + +<p> +<a id="note72" href="#tag72">72.</a> <i>Ist. di Gio. Cambi, t. XXII, p. 243.</i> +</p> + +<p> +<a id="note73" href="#tag73">73.</a> <i>P. Giovio Vita di Pomp. Colonna, f. 160. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 263. — Onof. +Panvino, f. 267. — Lettera di Girolamo Negro +del 18 novembre 1523, l. I, f. 119.</i> +</p> + +<p> +<a id="note74" href="#tag74">74.</a> <i>P. Giovio Vita del Card. Colonna, p. 160. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 264. — Gio. +Cambi, p. 246. — P. Bizarro, l. XIX, p. 459. — Ben. +Varchi Stor. Fior., l. II, t. I, p. 7. — Rayn. +Ann. Eccl. 1523, § 125, p. 397. — Fr. +Belcarii, l. XVII, p. 538.</i> +</p> + +<p> +<a id="note75" href="#tag75">75.</a> <i>Lettera di Girol. Negri del 2 decembre, +f. 119. Lettere de' Principi.</i> +</p> + +<p> +<a id="note76" href="#tag76">76.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 255.</i> Alfonso +aveva di questo tempo all'incirca perduta Lucrezia +Borgia, sua sposa, che gli lasciava tre +figli. Ella aveva fatte inallora dimenticare colla +sua divozione gli scandali della passata vita. <i>P. +Giovio Vita d'Alfonso d'Este, p. 118.</i> +</p> + +<p> +<a id="note77" href="#tag77">77.</a> Lucrezia, che ai difetti contratti nella +propria famiglia, celebre per la scostumata vita +d'Alessandro VI e de' suoi figliuoli, unì tali virtù +che la fecero amare dal consorte e da' suoi sudditi, +morì quando ancora viveva Leon X. <i>N. d. T.</i> +</p> + +<p> +<a id="note78" href="#tag78">78.</a> <i>Ist. di Gio. Cambia t. XXII, p. 250. — Jac. +Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 303. — Fil. +de' Nerli Comm., l. VII, p. 141. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 351. — Ben. Varchi Stor. +Fior., l. II, p. 12. — Lettere de' Principi, t. I, +f. 120.</i> +</p> + +<p> +<a id="note79" href="#tag79">79.</a> <i>Gio. Cambi, t. XXII, p. 239, 264, 273. — Comm. +del Nerli, p. 142. — Benedetto +Varchi, l. II, p. 14.</i> +</p> + +<p> +<a id="note80" href="#tag80">80.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 254. — Gal. +Capella, l. III, f. 29. — Arnoldi Ferroni de +reb. Gall., l. VII, f. 139. — P. Jovii Vita Davali, +l. III, p. 342. — P. Paruta Ist. Venez., +l. V, p. 319.</i> +</p> + +<p> +<a id="note81" href="#tag81">81.</a> <i>Mém. de Mart. du Bellay, l. II, p. 289. — Mém., +de Louis de la Tremouille, t. XIV, +p. 224.</i> +</p> + +<p> +<a id="note82" href="#tag82">82.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 257. — Gal. +Capella, l. III, p. 30. — Arn. Ferroni, l. VII, +p. 139. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 290.</i> +</p> + +<p> +<a id="note83" href="#tag83">83.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 30. — P. Paruta, +l. V, p. 320. — P. Jovii vita Davali, l. III, +p. 342.</i> +</p> + +<p> +<a id="note84" href="#tag84">84.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 258. — Gal. +Capella, l. III, f. 30.</i> +</p> + +<p> +<a id="note85" href="#tag85">85.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 259. — Mém. +du chev. Bayard, t. XV, c. LXIX, p. 404. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 307. — Gal. +Capella, l. III, f. 31. — Arn. Ferroni, l. VII, +p. 139.</i> +</p> + +<p> +<a id="note86" href="#tag86">86.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 260. — Gal. +Capella, l. III, f. 32. — P. Paruta Stor. Ven., +l. V, p. 323. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 140. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 343. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 350. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 308.</i> +</p> + +<p> +<a id="note87" href="#tag87">87.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 263, 265. — Gal. +Capella, l. III, f. 33. — P. Jovii Vita +Ferd. Piscarii, l. III, p. 343. — Mém. de M. +du Bellay, l. II, p. 309.</i> +</p> + +<p> +<a id="note88" href="#tag88">88.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 265. — Gal. +Capella, l. III, f. 33. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. III, p. 344. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 308.</i> +</p> + +<p> +<a id="note89" href="#tag89">89.</a> <i>Gal. Capella, l. III, f. 34. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 267.</i> +</p> + +<p> +<a id="note90" href="#tag90">90.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. III, p. 344. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 140. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 268. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 311. — Mém. du chev. Bayard, c. LXIV, +p. 405-409.</i> +</p> + +<p> +<a id="note91" href="#tag91">91.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 269. — Gal. +Capella, l. III, f. 35. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. III, p. 344. — Arn. Ferroni, l. VII, +p. 141. — P. Paruta, l. V, p. 325. — Mém. +de M. da Bellay, l. II, p. 312.</i> +</p> + +<p> +<a id="note92" href="#tag92">92.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 270. — Gal. +Capella, l. III, f. 35. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 316. — P. Jovii Vita Ferd. Davali, +l. III, p. 346. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 141.</i> +</p> + +<p> +<a id="note93" href="#tag93">93.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 270. — Galeat. +Capella de bello Mediol., l. III, f. 36. — Mém. +de Mart. du Bellay, l. II, p. 317. — P. Paruta +Stor. Ven., l. V, p. 325. — Arn. Ferroni, l. VII, +p. 141. — P. Jovii Vita Ferdin. Davali, l. III, +p. 347.</i> +</p> + +<p> +<a id="note94" href="#tag94">94.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 271. — Gal. +Capella de bello Mediol., l. III, f. 36. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 318. — P. Jovii Vita +Davali, l. III, p. 346. — Arn. Ferroni rer. +Gall., l. VII, p. 142.</i> +</p> + +<p> +<a id="note95" href="#tag95">95.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 271. — P. Jovii +Vita Davali, l. III, p. 347. — Arn. Ferroni, +l. VII, p. 142.</i> +</p> + +<p> +<a id="note96" href="#tag96">96.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. III, p. 348. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 142. — Gal. Capella, +l. III, f. 37. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 319. — P. +Paruta, l. V, p. 325. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 541.</i> +</p> + +<p> +<a id="note97" href="#tag97">97.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. III, p. 351. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 270. — Gal. Capella, +l. III, f. 37. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 142. — P. +Paruta, l. V, p. 326. — Mém. de M. +du Bellay, l. II, p. 341.</i> +</p> + +<p> +<a id="note98" href="#tag98">98.</a> <i>Mém. de Bayard, c. LXIV, p. 411; c. +LXV, p. 416, 418.</i> +</p> + +<p> +<a id="note99" href="#tag99">99.</a> <i>Mém. de mes. M. du Bellay, l. II, p. 341. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 143. — P. Jovii +vita Davali, l. III, p. 352. — Fr. Belcarii, l. +XVIII, p. 542.</i> +</p> + +<p> +<a id="note100" href="#tag100">100.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 272. — P. +Jovii vita Davali, l. III, p. 352. — Arn. Ferroni, +l. VII, p. 143. — Gal. Capella, l. III, +f. 37. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 343.</i> +</p> + +<p> +<a id="note101" href="#tag101">101.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. III, p. 354. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 344. — Mém. de +la Tremouille, c. XX, p. 225. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 541. — Scip. Ammirato, l. XXX, +p. 352.</i> +</p> + +<p> +<a id="note102" href="#tag102">102.</a> <i>Lett. di Gio. Matteo Giberto Datario a +Mess. Marchione Lango nunzio in Inghilterra. +Lettera de' principi, t. I, f. 123-126.</i> +</p> + +<p> +<a id="note103" href="#tag103">103.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. IV, p. 355. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 144. — Gal. Capella, +l. IV, f. 39. — Rapin Thoyras, Hist. d'Anglet., +t. VI, l. XV, p. 198. — Rymer, Acta pubblica, +t. XIII, p. 794.</i> +</p> + +<p> +<a id="note104" href="#tag104">104.</a> <i>P. Jovii Vita Davali, l. IV, p. 357. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 345. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 144. — Fr. Guicciardini, l. XV, +p. 275.</i> +</p> + +<p> +<a id="note105" href="#tag105">105.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. IV, p. 358. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 276. — Arn. Ferroni, +l. VII, p. 145.</i> +</p> + +<p> +<a id="note106" href="#tag106">106.</a> <i>P. Jovii vita Ferd. Davali, l. IV, p. 363. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 347. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 277. — Arn. Ferroni, l. VII, +p. 146. — Georgens von Frundsberg, B. II, +f. 38.</i> +</p> + +<p> +<a id="note107" href="#tag107">107.</a> <i>P. Jovii vita Ferd. Davali, l. IV, p. 365. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 146. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 278. — Mém. de la Tremouille, +c. XX, p. 225. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 544.</i> +</p> + +<p> +<a id="note108" href="#tag108">108.</a> <i>Hist. de France par Belleforest, t. I, p. +1438. — Ar. Ferroni, l. VII, p. 147. — Gal. +Capella, l. IV, f. 40. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 348. — P. Jovii vita Ferd. Davali, +l. IV, p. 365.</i> +</p> + +<p> +<a id="note109" href="#tag109">109.</a> <i>Mém. de la Tremouille, c. XX, p. 228. — Gal. +Canella, l. IV, f. 42. — Mém. de M. du +Bellay, l. II, p. 352. — Fr. Guicciardini, l. +XV, p. 279. — Arn. Ferroni, t. VII, p. 148. — P. +Jovii vita Ferd. Davali, l. V, p. 367. — Fr. +Belcarii, l. XVIII, p. 546.</i> +</p> + +<p> +<a id="note110" href="#tag110">110.</a> <i>P. Jovii vita Fred. Davali, l. V, p. 368. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 353. — Gal. Capella, +l. IV, f. 42. — Jac. Nardi, l. VII, +p. 306. — Garnier Hist. de France, t. XII, +p. 318.</i> +</p> + +<p> +<a id="note111" href="#tag111">111.</a> <i>Arn. Ferroni, l. VII, p. 148.</i> +</p> + +<p> +<a id="note112" href="#tag112">112.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 280. — Gal. +Capella, l. IV, f. 42. — P. Jovii vita Davali, +l. V, p. 369. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 148. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 530.</i> +</p> + +<p> +<a id="note113" href="#tag113">113.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 355.</i> +</p> + +<p> +<a id="note114" href="#tag114">114.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 280. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. V, p. 369. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 148. — Gal. Capella, l. IV, +f. 43. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 357. — Mém. +de la Tremouille, c. XX, p. 229.</i> +</p> + +<p> +<a id="note115" href="#tag115">115.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 281. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 149. — Lettera di Giovan +Battista Sanga, Roma 21 novembre tra le lett. +de' Princ., t. I, f. 140. — P, Jovii vita Ferd. +Davali, l. V, p. 371. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 358. — Ben. Varchi Stor. Fior., l. II, +p. 22. — P. Paruta, l. V, p. 331.</i> +</p> + +<p> +<a id="note116" href="#tag116">116.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p, 281. — Lett. +de' Princ., t. I, f. 140.</i> +</p> + +<p> +<a id="note117" href="#tag117">117.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 375. — P. +Paruta, l. V, p. 332. — Fr. Guicciardini, l. +XV, p, 282. — Ben. Varchi, l. II, p. 22. — Lett. +di Giovanni Battista Sanga da Roma 29 +novembre. Lettere de' principi, t. I, f. 144.</i> +</p> + +<p> +<a id="note118" href="#tag118">118.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 376. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 283. — Gal. Capella, +l. IV, f. 43. — P. Parata, l. V, p. 343. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 149. — Mém. de M. +du Bellay, l. II, p. 359. — Jac. Nardi, l. VII, +p. 308. — Ben. Varchi, l. II, p. 23.</i> +</p> + +<p> +<a id="note119" href="#tag119">119.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 377 — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 285. — Mém. de +M. du Bellay, l. II, p. 361 — Fr. Belcarii, l. +XVIII, p. 548. — Scip. Ammirato, l. XXX, +p. 354.</i> +</p> + +<p> +<a id="note120" href="#tag120">120.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XV, p. 287. — Gal. +Capella, l. IV, f. 44 e 49. — Arnoldi Ferroni, +l. VII, p. 150. — Rayn. Ann. Eccl. 1525, § 75, +p. 450. — Orl. Malavolti Stor. di Siena, p. III, +l. VII, f. 123. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VII, +p. 309.</i> +</p> + +<p> +<a id="note121" href="#tag121">121.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 374. — Gal. +Capella, l. IV, f. 45. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 289. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 150. — Marco +Guazzo Ist. de' suoi tempi, f. 6. — G. +Frundsberg, B. II, f. 39.</i> +</p> + +<p> +<a id="note122" href="#tag122">122.</a> <i>Gal. Capella, l. IV, f. 42, 44, 46. — P. +Jovii vita Davali, l. V, p. 372. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 289. — Mém. de M. du +Bellay, l. II, p. 379. — Arn. Ferroni, l. VII, +p. 149. — Georg. von Frundsberg Kriegzsthaten, +B. II, f. 40.</i> +</p> + +<p> +<a id="note123" href="#tag123">123.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 378. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 289. — P. Paruta +Ist. Ven., l. V, p. 345. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 550.</i> +</p> + +<p> +<a id="note124" href="#tag124">124.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 379. — Gal. +Capella, l. IV, f. 47. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 290. — Mém. de M. du Bellay, l. II, +p. 379.</i> +</p> + +<p> +<a id="note125" href="#tag125">125.</a> <i>P. Jovii vita Piscarii, l. VI, p. 390. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 151. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 291. — Martin du Bellay, +l. II, p. 385.</i> +</p> + +<p> +<a id="note126" href="#tag126">126.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 391. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 292. — Mém. de +la Tremouille, c. XXI, p. 231. — Gal. Capella, +l. IV, f. 51. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 151. — Georg. +von Frundsberg, B. III, f. 45.</i> +</p> + +<p> +<a id="note127" href="#tag127">127.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 383. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 292. — Mém de M. +du Bellay, l. II, p. 383. — Arn. Ferroni, l. +VII, p. 152. — Garnier. Hist. de France, l. XII, +p. 325. — Rap. Thoyras Hist. d'Angl., l. XV, +p. 203.</i> +</p> + +<p> +<a id="note128" href="#tag128">128.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 382. — Gal. +Capella, l. IV, f. 48. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 293. — Du Bellay, l. II, p. 381. — Georg +von Frundsberg, B. III. f. 42.</i> +</p> + +<p> +<a id="note129" href="#tag129">129.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 389. — Gal. +Capella, l. IV, f. 49. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 293. — Mém de M. du Bellay, +l. II, p. 383.</i> +</p> + +<p> +<a id="note130" href="#tag130">130.</a> <i>Gal. Capella, l. IV, f. 50. — Fr. Guicciardini, +l. X, p. 293. — Mém. de M. du +Bellay, l. II, p. 386.</i> +</p> + +<p> +<a id="note131" href="#tag131">131.</a> Per abbaglio l'originale dice Lago Maggiore. +<i>N. d. T.</i> +</p> + +<p> +<a id="note132" href="#tag132">132.</a> <i>Gal. Capella, l. IV, f. 49. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 294. — Du Bellay, l. II, +f. 383. — P. Jovii vita Davali, l. V, p. 388. — Fr. +Belcarii, l. XVIII, p. 553. — Arnoldi +Ferroni, l. VII, p. 154. — Jac. Nardi, l. VII, +p. 308. — Ben. Varchi, l. II, p. 23.</i> +</p> + +<p> +<a id="note133" href="#tag133">133.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 385. — Marco +Guazzo Ist. de' suoi tempi, f. 7. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 294. — Gal. Capella, +l. IV, f. 51. — Mém. de la Tremouille, c. XXI, +p. 232. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 154.</i> +</p> + +<p> +<a id="note134" href="#tag134">134.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. V, p. 387. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 296. — Gal. Capella, +l. IV, f. 51. — Mém. de M. du Bellay, +l. II, p. 387. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 153.</i> +</p> + +<p> +<a id="note135" href="#tag135">135.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 393. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 297. — Gal. Capella, +l. IV, f. 52. — Mém, de M. du Bellay, +l. II, p. 389. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 154. — Georg. +von Frundsberg Kriegsthaten, B. III, +f. 46.</i> +</p> + +<p> +<a id="note136" href="#tag136">136.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 390. — Fr. +Belcarii, l. XVIII, p. 554. — P. Jovii vita +Davali, l. VI, p. 394.</i> +</p> + +<p> +<a id="note137" href="#tag137">137.</a> <i>Fr. Guicciardini l. XV, p. 290. — Mém. +de la Tremouille, c. XXI, p. 230. — Anon. +Padov. presso il Murat. Ann., l. X, p. 183.</i> +</p> + +<p> +<a id="note138" href="#tag138">138.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 397. — Mém. +de M. du Bellay, l. II, p. 391. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 155. — Fr. Belcarii, l. +XVIII, p. 554. — Georg. von Frundsberg, +B. III, f. 47.</i> +</p> + +<p> +<a id="note139" href="#tag139">139.</a> <i>P. Jovii vita Ferd. Davali, l. VI, p. +398, 401. — Lettere de' Principi. Pavia, 24 +febbrajo 1525, t. I, f. 151. — Fr. Guicciardini, +l. XV, p. 297. — Gal. Capella, l. IV, +f. 52. — Mém. de la Tremouille, c. XXI, +p. 236. — Mém. de M. du Bellay, l. II, p. 392. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 155. — Jac. +Nardi, l. VII, p. 310. — Georg. von Frundsberg, +B. III, f. 47.</i> +</p> + +<p> +<a id="note140" href="#tag140">140.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p, 402. — Lett. +de' Principi, t. I, f. 152. — Gal. Capella, +l. IV, f. 52. — Mém. de la Tremouille, +c. XXI, p. 236. — Mém. de M. du Bellay, l. II, +p. 395. — Arn. Ferroni, l. VII, p. 156. — Georg. +von Frundsberg, B. III, f. 49.</i> +</p> + +<p> +<a id="note141" href="#tag141">141.</a> <i>P. Jovii vita Davali, l. VI, p. 403-406. — Fr. +Guicciardini, l. XV, p. 298. — Arn. +Ferroni, l. VII, p. 157. — Jac. Nardi, l. VII, +p. 311. — P. Bizarro, l. XIX, p. 460. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 354. — Ben. +Varchi, l. II, p. 24. — Rayn. An. Eccl. 1525, +§ 80, p. 451. — P. Paruta Ist. Ven., l. V, +p. 345. — Georg. von Frundsberg Kriegzsthaten, +B. III, f. 50.</i> +</p> + +<p> +<a id="note142" href="#tag142">142.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. V, p. 346.</i> +</p> + +<p> +<a id="note143" href="#tag143">143.</a> <i>P. Giovio vita del card. Pompeo Colonna, +f. 165. — Ben. Varchi Stor. Fior., l. II, p. 45.</i> +</p> + +<p> +<a id="note144" href="#tag144">144.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 300.</i> +</p> + +<p> +<a id="note145" href="#tag145">145.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 302. — Gal. +Capella, l. V, f. 53. — P. Jovii Vita Ferd. +Davali, l. VII, p. 409.</i> +</p> + +<p> +<a id="note146" href="#tag146">146.</a> <i>Lettera di Venezia del 5 marzo. Lettere +dei Principi, t. I, f. 152. — Garnier Hist. de +France, t. XII, p. 332.</i> +</p> + +<p> +<a id="note147" href="#tag147">147.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 302. — Mém. +de M. du Bellay, t. XVIII, l. III, p. 5. — P. Giovio +Vita del card. Colonna, f. 161. — Lettere del +card. de' Monti al card. Egidio. Lettere de' Princ. +t. I, f. 155.</i> +</p> + +<p> +<a id="note148" href="#tag148">148.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII, +p. 408.</i> +</p> + +<p> +<a id="note149" href="#tag149">149.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 302. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII, p. 418. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 346. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 555.</i> +</p> + +<p> +<a id="note150" href="#tag150">150.</a> <i>Lettera del Ghiberti, datario apostolico, +ai nunzj in Inghilterra. Roma 1 marzo 1525. +Lett. de' Princ., t. I, f. 154.</i> +</p> + +<p> +<a id="note151" href="#tag151">151.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 304. — P. +Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII, p. 409. — P. +Paruta, l. V, p. 348. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 556. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 355. — Gio. +Cambi Ist. Fior., t. XXII, p. 268.</i> +</p> + +<p> +<a id="note152" href="#tag152">152.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 309. — Orlando +Malavolti Stor. di Siena, p. III, l. VII, +f. 124.</i> +</p> + +<p> +<a id="note153" href="#tag153">153.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 309. — Gal. +Capella, l V, f. 54. — Mém. de M. du Bellay, l. +III, p. 9. — P. Jovii Vita Davali, l. VII, p. 409.</i> +</p> + +<p> +<a id="note154" href="#tag154">154.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p, 305. — P. +Jovii Vita Davali, l. VII, p. 409. — Ben. +Varchi Stor. Fior, l. II, p, 26.</i> +</p> + +<p> +<a id="note155" href="#tag155">155.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 309. — Belleforest +Hist. de France, t. II, p. 1443. — Gal. +Capella, l. V, f. 53. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 557. — Arnoldi Ferroni, l. VIII, +p. 159. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 355.</i> +</p> + +<p> +<a id="note156" href="#tag156">156.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 9. — Fr. +Guicciardini, l. XVI, p. 316. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 559.</i> +</p> + +<p> +<a id="note157" href="#tag157">157.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 322. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p, 350. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 560.</i> +</p> + +<p> +<a id="note158" href="#tag158">158.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 304.</i> +</p> + +<p> +<a id="note159" href="#tag159">159.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 322.</i> +</p> + +<p> +<a id="note160" href="#tag160">160.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 323. — P. +Jovii Vita Davali, l. VII, p. 410. — Gal. Capella, +l. V, f. 34. — Martin du Bellay, l. III, +p. 11. — Fr. Belcarii, l. XVIII, p. 562. — Lett. +de' Princ. Roma, 18 giugno, f. 164.</i> +</p> + +<p> +<a id="note161" href="#tag161">161.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 317. — Lettres +de l'évêque de Bayeux de Rome. Lett. de Princ., +t. I, f. 163.</i> +</p> + +<p> +<a id="note162" href="#tag162">162.</a> <i>Lettres de l'évêque de Bayeux, de Rome, +t. I, lett. de' Princ., f. 163. — P. Paruta Ist. +Ven., l. V, p. 351. — P. Jovii Vita Davali, +l. VII, p. 413.</i> +</p> + +<p> +<a id="note163" href="#tag163">163.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 326. — Gal. +Capella, l. V, f. 54. — P. Jovii Vita Davali, +l. VII, p. 414.</i> +</p> + +<p> +<a id="note164" href="#tag164">164.</a> <i>P. Jovii vita Piscarii, l. VII, p. 414. — Gal. +Capella, l. V, f. 55. — Fr. Guicciardini, +l. XVI, p. 324.</i> +</p> + +<p> +<a id="note165" href="#tag165">165.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 325. — Ben. +Varchi Stor. Fior., l. II, p. 27. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 562. — P. Jovii Vita Piscarii, +l. VII, p. 412. — Arn. Ferroni, l. VIII, p. 160.</i> +</p> + +<p> +<a id="note166" href="#tag166">166.</a> <i>Gal. Capella, l. V, f. 55. — Fr. Guicciardini, +l. XVI, p. 325. — Fr. Belcarii, t. XVIII, +p. 563.</i> +</p> + +<p> +<a id="note167" href="#tag167">167.</a> <i>P. Jovii Vita Piscarii, l. VII, p. 414. — Lettere +del Ghiberti da Roma 1.º luglio e seguenti, +f. 165 ec., t. I, Lett. de' Princ.</i> +</p> + +<p> +<a id="note168" href="#tag168">168.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 327. — P. +Jovii Vita Piscari, l. VII, p. 417. — Ejusd. +Vita di Pomp. Colonna, f. 162. — Ben. Varchi +Stor. Fior., l. II, p. 29. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 356.</i> +</p> + +<p> +<a id="note169" href="#tag169">169.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali, l. VII, p. 418. — Gal. +Capella, l. V, f. 55. — Fr. Guicciardini, +l. XVI, p. 328.</i> +</p> + +<p> +<a id="note170" href="#tag170">170.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 319.</i> +</p> + +<p> +<a id="note171" href="#tag171">171.</a> Lettera di Gio. Matteo Ghiberti a Girolamo +Ghinucci. Roma 10 luglio 1525. <i>Lett. de' Prin., +t. I, f. 169. — Rymer Acta et conven., t. XIV, +p. 38.</i> +</p> + +<p> +<a id="note172" href="#tag172">172.</a> <i>Lettera di Gio. Matteo Ghiberti datario a +M. Ennio Filonardo, vescovo di Veruli, nunzio +nell'Elvezia, Roma 1.º luglio 1525, t. I, f. 164.</i> +</p> + +<p> +<a id="note173" href="#tag173">173.</a> <i>Parecchie lettere di G. M. Ghiberti, del +mese di luglio, ma spezialmente quella del 15 +luglio diretta a Sigismondo Sanzio. Lett. dei +Principi, f. 170. — Fr. Guicciardini, l. XVI, +p. 329.</i> +</p> + +<p> +<a id="note174" href="#tag174">174.</a> <i>Lettera di G. M. Ghiberti a Domenico Sauli, +del 19 settembre, t. II, f. 174. — Ed al vescovo +di Bayeux, del 4 settembre, f. 172.</i> +</p> + +<p> +<a id="note175" href="#tag175">175.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 329. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 162. — P. Jovii Vita Davali +Piscarii, l. VII, p. 423. — G. v. Frundsberg, +B. III, f. 58.</i> +</p> + +<p> +<a id="note176" href="#tag176">176.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 324.</i> +</p> + +<p> +<a id="note177" href="#tag177">177.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 328. — Fr. +Belcarii, l. XVIII, p. 564 — Joseph Ripamontii +Hist. Mediolan., l. IX, p. 709.</i> +</p> + +<p> +<a id="note178" href="#tag178">178.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 330. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p, 15. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 565. — Arn. Ferronii, l. VIII, +p, 162.</i> +</p> + +<p> +<a id="note179" href="#tag179">179.</a> Lettera del 19 settembre di G. M. Giberti +a Domenico Sauli. <i>T. I, f. 174. Lett. de' Principi.</i> +</p> + +<p> +<a id="note180" href="#tag180">180.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 332.</i> +</p> + +<p> +<a id="note181" href="#tag181">181.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 353. — Gal. +Capella, l. V, f. 57. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 565. — Bened. Varchi, l. II, p. 31. — Jac. +Nardi Ist. Fior., l. VII, p. 314.</i> — Lettera di +G. M. Giberti a Domenico Sauli, dopo l'arrestazione +del Moroni. <i>T. II. Lett. de' Principi, +f. 19.</i> +</p> + +<p> +<a id="note182" href="#tag182">182.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 434. — Gal. +Capella, l. V, p. 57. — Benedetto Varchi, l. II, +p. 33. — Jac. Nardi, l. VII, p. 314.</i> +</p> + +<p> +<a id="note183" href="#tag183">183.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 434. — P. +Paruta Hist. Ven., l. V, p. 352.</i> +</p> + +<p> +<a id="note184" href="#tag184">184.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 335.</i> +</p> + +<p> +<a id="note185" href="#tag185">185.</a> <i>P. Jovii Vita Ferd. Davali Piscarii, +l. VII, p. 423-425. — Fr. Guicciardini, l. XVI, +p. 336. — Gal. Capella, l. V, f. 60. — Ist. di +Gio. Cambi, t. XXII, p. 275. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 356. — Jos. Ripamontii, +l. IX, p. 711.</i> +</p> + +<p> +<a id="note186" href="#tag186">186.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 337. — P. +Paruta Hist. Ven., l. V, p. 353. — Gal. Capella, +l. V, f. 58. — Lett. de' Principi, t. I, +f. 175, 176 etc. — Rymer Conv. Litt., t. XIV, +p. 481.</i> +</p> + +<p> +<a id="note187" href="#tag187">187.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 340.</i> — Lettera +di Clemente VII a Carlo V intorno all'arrivo +di Errera; Roma 16 dicembre 1525. <i>Lett. +de' Principi, t. I, f. 177. — Ben. Varchi, l. II, +p. 25.</i> +</p> + +<p> +<a id="note188" href="#tag188">188.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 341. — Fr. +Belcarii, l. XVIII, p, 568 e 570. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 356.</i> +</p> + +<p> +<a id="note189" href="#tag189">189.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 342.</i> +</p> + +<p> +<a id="note190" href="#tag190">190.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 343-350.</i> +</p> + +<p> +<a id="note191" href="#tag191">191.</a> <i>Il trattato in Leonardo, Corpo Diplomatico, +t. II. — e in Rymer, Acta, l. XIV, +p. 308. — Hist. de la Diplom. fr. t. I, v. 332-336. — Fr. +Guicciardini, l. XVI, p. 351. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 18. — Arn. +Ferroni Burdigalensis, l. VIII, p. 162. — Fr. +Belcarii, l. XVIII, p. 569. — Georg. v. Frundsberg, +B. III, f. 159.</i> +</p> + +<p> +<a id="note192" href="#tag192">192.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVI, p. 353. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 354. — Gal. Capella, +l. V, f. 58. — Arn. Ferroni, l. VIII, p. 163. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 19. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 571. — Benedetto Varchi, +l. II, p. 36. — Ist. di Gio. Cambi, t. XXII, +p. 296. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 357.</i> +</p> + +<p> +<a id="note193" href="#tag193">193.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 406. — Alfonso +de Ulloa Vita di Carlo V, l. II, p. 113. — Ejusd. +Vita di Ferdinando imperatore, l. I, +p. 17.</i> +</p> + +<p> +<a id="note194" href="#tag194">194.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 357. — Ben. +Varchi Stor. Fior., l. II, p. 38. — P. Paruta, +Ist. Ven., l. V, p. 354. — Gal. Capella, l. V, +f. 58. — Fr. Belcarii, l. XVIII, p. 572. — Jac. +Nardi, l. VII, p. 315. — Gio. Cambi, t. XXII, +p. 280. — Georg. von Frundsberg, B. III, f. 61.</i> +</p> + +<p> +<a id="note195" href="#tag195">195.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 359. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 355. — Fr. Belcarii, +l. XVIII, p. 572.</i> +</p> + +<p> +<a id="note196" href="#tag196">196.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 360. — P. +Paruta, l. V, p. 357. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 573.</i> +</p> + +<p> +<a id="note197" href="#tag197">197.</a> <i>Hist. de la Diplom. Fran., t. I, l. III, +p. 340. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p, 368. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 22. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 163. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 574. — Jac. Nardi, l. VII, p. 315</i>. — Il +trattato viene letteralmente riportato nella vita +di Giorgio Frundsberg, <i>l. IV, f. 62.</i> +</p> + +<p> +<a id="note198" href="#tag198">198.</a> <i>Hist. de la Diplom. Fran., t. I, l. III, +p. 340. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 368. — Gal. +Capella, l. V, f. 58. — P. Paruta, l. V, +p. 358. — Arn. Ferroni, l. VIII, p. 165. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 358.</i> +</p> + +<p> +<a id="note199" href="#tag199">199.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 360. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 24.</i> +</p> + +<p> +<a id="note200" href="#tag200">200.</a> <i>Gal. Capella, l. V, f. 60. — Fr. Guicciardini, +l. XVII, p. 362. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 572. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 317. — Jos. +Ripamontii Hist. Mediol., l. IX, p, 711.</i> +</p> + +<p> +<a id="note201" href="#tag201">201.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 363</i>. — Lettera +di Clemente VII a Carlo V per giustificare +il cominciamento delle ostilità. <i>Ap. Gal. Capellam, +l. V, f. 59.</i> +</p> + +<p> +<a id="note202" href="#tag202">202.</a> Sulla riva destra del lago di Como, presso +Dongo. <i>N. d. T.</i> +</p> + +<p> +<a id="note203" href="#tag203">203.</a> Lettera del Ghiberti datario al vescovo di +Veruli. Roma 22 giugno 1526. Tra le <i>Lett. dei +Princ., t. I, f. 184. — Fr. Guicciardini, l. XVII, +p. 365. — P. Paruta Ist. Ven., l. V, p. 359.</i> +</p> + +<p> +<a id="note204" href="#tag204">204.</a> Lettera a messer Capino, nunzio del papa, +presso al re di Francia. Di Roma 5 giugno. <i>Lett. +de' Princ., t. I, f. 185. — Fr. Guicciardini, +l. XVII, p. 370.</i> +</p> + +<p> +<a id="note205" href="#tag205">205.</a> Lett. di G. M. Ghiberti a messer Capino. +Roma 9 giugno 1526. <i>Lett. de' Princ., t. I, +p. 189. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 370. — Ist. +di Gio. Cambi, t. XXII, p. 280.</i> +</p> + +<p> +<a id="note206" href="#tag206">206.</a> Ugo di Moncade era in Milano circa nella +metà di giugno, di dove passò a Roma. <i>Lett. de' +Princ., t. I, f. 196-201 e seg. — Fr. Guicciardini, +l. XVII, p. 371. — Fr. Belcarii, l. XVIII, +p. 575.</i> +</p> + +<p> +<a id="note207" href="#tag207">207.</a> Lettere di G. M. Ghiberti al vescovo di +Veruli, a mons. Pola, al castellano di Musso; +da Roma il 10 giugno. <i>T. I, f. 192 e seg. — Fr. +Guicciardini, l. XVII, p. 372.</i> +</p> + +<p> +<a id="note208" href="#tag208">208.</a> <i>Gal. Capella, l. V, f. 62. — Fr. Guicciardini, +l. XVII, p. 373. — Lettera del Guicciardini +al conte Ruberto Boschetto. Piacenza, +18 giugno 1526. Lett. de' Princ., l. I, f. 206. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p, 577. — Josephi Ripamontii, l. IX, p. 714.</i> +</p> + +<p> +<a id="note209" href="#tag209">209.</a> <i>Gal. Capella, l. VI, f. 64. — Fr. Guicciardini, +l. XVII, p. 374.</i> — Lettere del 26 e +27 giugno di Gio. Batt. Sanga a mons. di Pola, +<i>t. I, p. 225. — Mém. de M. du Bellay, l. III, +p. 26. — P. Giovio Vita del card. Pomp. Colonna, +p. 163. — P. Paruta, l. V, p. 360. — Ben. +Varchi, l. II, p. 39. — Fr. Belcarii, +l. XIX, p. 578.</i> +</p> + +<p> +<a id="note210" href="#tag210">210.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 376. — Gal. +Capella, l. VI, f. 65. — Jos. Ripamontii Hist. +Med., l. IX, p. 715.</i> +</p> + +<p> +<a id="note211" href="#tag211">211.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 378. — P. +Paruta, l. V, p. 360. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 579.</i> +</p> + +<p> +<a id="note212" href="#tag212">212.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 379.</i> — Lettera +di G. M. Ghiberti a mons. di Pola. Roma, +21 luglio 1526. <i>T. I, p. 230. — Gal. Capella, +l. VI, f. 66. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 579. — Ben. Varchi, l. II, p. 40. — P. Paruta, +l. V, p. 361. — P. Giovio Vita di Pompeo +Colonna, f. 163.</i> +</p> + +<p> +<a id="note213" href="#tag213">213.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 582. — Ist. +di Gio. Cambi, t. XXII, p. 282.</i> +</p> + +<p> +<a id="note214" href="#tag214">214.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 383. — P. +Paruta Ist. Ven., V, p, 362.</i> +</p> + +<p> +<a id="note215" href="#tag215">215.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 386. — Gal. +Capella, l. VI, p. 65 e seg, — Jac. Nardi Ist. +Fior., l. VIII, p. 317. — Jos. Ripamontii, +l. IX, p. 715.</i> +</p> + +<p> +<a id="note216" href="#tag216">216.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 387.</i> +</p> + +<p> +<a id="note217" href="#tag217">217.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 390. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 24. — Gal. +Capella, l. VI, f. 65. — Jos. Ripamontii, l. IX, +p. 717.</i> +</p> + +<p> +<a id="note218" href="#tag218">218.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 591. — Gal. +Capella, l. VI, f. 66. — P. Paruta, l. V, +p. 366.</i> — Lettera di G. M. Ghiberti, da Roma +il 21 luglio. <i>Lett. de' Princ., t. I, p. 230.</i> +</p> + +<p> +<a id="note219" href="#tag219">219.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 392. — Gal. +Capella, l. VI, f. 67. — Mém. de M. du Bellay, +l. XII, p. 27. — P. Paruta, l. V, p. 366. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 318. — Fr. Belcarii, +l. XIX, p. 581.</i> +</p> + +<p> +<a id="note220" href="#tag220">220.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 394. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 367. — Mém. de M +du Bellay, l. III, p. 28. — Gal. Capella, l. VI, +f. 68.</i> +</p> + +<p> +<a id="note221" href="#tag221">221.</a> Lettera di Francesco Vettori al Macchiavelli +a Firenze, 7 agosto 1526. <i>Lett. fam. al +Macch. Op., t. VIII, p. 211. — Fr. Guicciardini, +l. XVII, p. 394. — Gio. Cambi, t. XXII, +p. 284. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 360. — Orl. +Malavolti, p. III, l. VII, f. 130. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p. 582.</i> +</p> + +<p> +<a id="note222" href="#tag222">222.</a> Lettere del vescovo di Bayeux, da Venezia +22 e 23 luglio al re ed a madama la reggente. +<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 1 e 2.</i> +</p> + +<p> +<a id="note223" href="#tag223">223.</a> Lettera di G. M. Ghiberti al vescovo di +Bayeux. Roma primo agosto 1525. <i>Lett. de' Princ., +t. II, f. 3.</i> +</p> + +<p> +<a id="note224" href="#tag224">224.</a> Lettera di Gio. Batt. Sanga a G. M. Ghiberti, +scritta da Amboise il 3 agosto del 1526; +piena di curiose particolarità intorno alla corte +di Francia. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 4.</i> +</p> + +<p> +<a id="note225" href="#tag225">225.</a> <i>Fr. Guicciardini, I. XVII, p. 598. P. +Paruta, l. V, p. 362.</i> +</p> + +<p> +<a id="note226" href="#tag226">226.</a> Lettere di G. M. Ghiberti al protonotaro +Gambara, nunzio ordinario in Inghilterra: dell'11 +e 13 settembre del 1526. <i>Lett. de' Princ., +l. II, f. 11.</i> +</p> + +<p> +<a id="note227" href="#tag227">227.</a> Lettere del datario ad Andrea Doria, e +del Guicciardini al Pesaro. <i>Lett. de' Princ., t. II, +f. 9 e 13. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 397.</i> +</p> + +<p> +<a id="note228" href="#tag228">228.</a> <i>Macchiavelli Legazioni, t. VII, p. 456. — Istruzione.</i> +</p> + +<p> +<a id="note229" href="#tag229">229.</a> Lettera di Guicciardini al datario Casanetto, +24 settembre. Tra le <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 14. — Fr. +Guicciardini, l. XVII, p. 403. — P. Paruta, +l. V, p. 367. — Gal. Capella, l. VI, f. 69. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 28. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p. 583.</i> +</p> + +<p> +<a id="note230" href="#tag230">230.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 402. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 364. — Fr. Belcarii, +l. XIX, p. 583.</i> — Lettera del Ghiberti datario +al protonotajo Gambara. Roma, 11 settembre +1526, <i>t. II, f. 11.</i> +</p> + +<p> +<a id="note231" href="#tag231">231.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 405. — Gal. +Capella, l. VI, f. 69. — P. Giovio Vita di Pompeo +Colonna, p. 163. — Jac. Nardi, l. VIII, +p. 318. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 360.</i> +</p> + +<p> +<a id="note232" href="#tag232">232.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 406.</i> +</p> + +<p> +<a id="note233" href="#tag233">233.</a> Lettera di Girolamo Negro ad Anton Micheli: +di Roma 24 ottobre 1526. <i>Lett. de' Princ., +t. I, p. 234. — Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 407. — P. +Giovio Vita di Pompeo Colonna, p. 164. — P. +Paruta, p. 368. — Ben. Varchi, l. II, +p. 43. — Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 29. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 319. — Gio. Cambi, +t. XXII, p. 287.</i> +</p> + +<p> +<a id="note234" href="#tag234">234.</a> <i>Lett. de' Princ., t. I, f. 234. — Fr. Guicciardini, +l. XVII, p. 407. — P. Giovio Vita di +Pomp. Colonna, f. 164.</i> +</p> + +<p> +<a id="note235" href="#tag235">235.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 408. — P. +Giovio Vita di Pomp. Colonna, p. 165. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 361.</i> +</p> + +<p> +<a id="note236" href="#tag236">236.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 408. — Vita +di Pomp. Colonna, p. 166. — P. Paruta Ist. +Ven., l. V, p. 369. — Gal. Capella, l. VI, +f. 70. — Ben. Varchi, l. II, p. 44. — Ist. di Gio. +Cambi, t. XXII, p. 283.</i> +</p> + +<p> +<a id="note237" href="#tag237">237.</a> Lett. del Guicciardini al datario del 24 +settembre, <i>t. II, f. 14. Lett. de' Princ.</i> +</p> + +<p> +<a id="note238" href="#tag238">238.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 411. — Gal. +Capella, l. VI, f. 70.</i> +</p> + +<p> +<a id="note239" href="#tag239">239.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 411.</i> +</p> + +<p> +<a id="note240" href="#tag240">240.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 412. — Anon. +Padov. presso Muratori Ann. d'Italia, t. X, +p. 197. — P. Paruta, l. V, p. 371. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 362. — Georg. von Frundsberg, +l. IV, f. 73, 75, 79.</i> +</p> + +<p> +<a id="note241" href="#tag241">241.</a> Morì tra le braccia di Pietro Aretino, suo +segretario, che dopo avere perduto questo suo carissimo +padrone, si riparò in Venezia, ove visse +lietamente e rispettato della repubblica e da tutti +i sovrani d'Europa fin oltre i settant'anni. Al +morto Medici fece levare una maschera che poi +servì a Tiziano ed al Sansovino per ritrarlo in +pittura ed in marmo. Di questo letterato non si +è finora indicato il vero merito, sebbene un'ampia +vita ne pubblicasse il Mazzucchelli, e tutti coloro ne +abbiano estesamente parlato che scrissero delle cose +della letteratura italiana. <i>N. d. T.</i> +</p> + +<p> +<a id="note242" href="#tag242">242.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 416. — Gal. +Capella, l. VI, f. 71. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 584. — Vita di Pomp. Colonna, f. 167. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 320. — Gio. Cambi, +p. 293, 298. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 363. — Ben. +Varchi, l. II, p. 51. — Fil. Nerli, +l. VII, p. 144. — Mém. de M. du Bellay, l. III, +p. 31. — Georg. von Frundsberg, l. V, f. 86.</i> +</p> + +<p> +<a id="note243" href="#tag243">243.</a> <i>Macchiavelli Lett. famil., l. VIII, p. 191.</i> +</p> + +<p> +<a id="note244" href="#tag244">244.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 416. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 363. — Georg. von Frundsberg, +B. IV, f. 81.</i> +</p> + +<p> +<a id="note245" href="#tag245">245.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 419. — Gal. +Capella, l. VI, p. 71. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 585.</i> +</p> + +<p> +<a id="note246" href="#tag246">246.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 410. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 32. — Ben. Varchi, +l. II, p. 48. — Vita del card. Pomp. Colonna, +f. 167</i>. — Lettere del datario al card. Trivulzio, +legato presso quest'armata, del mese di dicembre +1526. — <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 24 e seg.</i> +</p> + +<p> +<a id="note247" href="#tag247">247.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 414. — P. +Giovio Vita del card. Pomp. Colonna, f. 168. — Jac. +Nardi, l. VIII, f. 319</i>. — Lettere al +card. Trivulzio. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 35 e seg.</i> +</p> + +<p> +<a id="note248" href="#tag248">248.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 414-416. — P. +Giovio, f. 167. — P. Paruta, l. V, p. 365. — Petri +Bizarri, l. XIX, p. 463. — Uberti Folietae, +l. XII. p. 729. — Agostino Giustiniani, +l. VI. f. 278. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 320.</i> +</p> + +<p> +<a id="note249" href="#tag249">249.</a> Lettera del datario al nunzio in Inghilterra. +Roma 7 dicembre 1526. <i>Lett. de' Princ., t. II, +f. 20.</i> +</p> + +<p> +<a id="note250" href="#tag250">250.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 414.</i> — Lettera +del datario al protonotajo Gambara, nunzio +in Inghilterra. Lett. de' Princ., t. II, f. 21. +</p> + +<p> +<a id="note251" href="#tag251">251.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVII, p. 421.</i> — Lettera +del datario al vescovo di Bayeux per giustificare +la condotta del papa. Roma 17 dicembre +1526. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 30.</i> +</p> + +<p> +<a id="note252" href="#tag252">252.</a> <i>Gal. Capella, l. VI, f. 71.</i> +</p> + +<p> +<a id="note253" href="#tag253">253.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 425. — Gal. +Capella, l. VI, f. 72.</i> — Lettera del datario Ghiberti +al conte Filippino Doria. Roma 4 febbrajo +1527, <i>t. II. Lettere de' Princ. f. 49. — Scip, +Ammirato, l. XXX, p. 364.</i> +</p> + +<p> +<a id="note254" href="#tag254">254.</a> <i>Scip. Ammirato, l. XXX, p. 365. — G. +Frundsberg Kriegzsthaten, B. V, f. 83.</i> +</p> + +<p> +<a id="note255" href="#tag255">255.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 423.</i> — Lettera +a Niccolò Capponi, Roma 7 febbrajo 1526, +<i>t II, f. 51. Lett. de' Princ.</i> — Lettera del Ghiberti +al cardinale Trivulzio del primo marzo. <i>Ivi, +f. 55. — Fr. Belcarii, l, XIX, p. 588. — P. +Paruta, l. V, p. 384.</i> +</p> + +<p> +<a id="note256" href="#tag256">256.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 430. — P. +Paruta, l. V, p. 389.</i> +</p> + +<p> +<a id="note257" href="#tag257">257.</a> Niccolò Capponi scrisse al papa per rappresentargli +i pericoli di Firenze. La risposta scritta +da un segretario di Clemente VII, il 7 di febbrajo, +espone il piano di difesa del papa. <i>Lett. +de' Princ., t. II, f. 48.</i> +</p> + +<p> +<a id="note258" href="#tag258">258.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 431.</i> — Lettera +del Guicciardini al vescovo di Bayeux. +Parma 8 di gennajo. <i>Lett. de' Princ., t. I, f. 182.</i> +</p> + +<p> +<a id="note259" href="#tag259">259.</a> Lettera del datario al cardinale Trivulzio. +<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 22.</i> +</p> + +<p> +<a id="note260" href="#tag260">260.</a> <i>P. Paruta, l. V, p. 378. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 424. — Ben. Varchi, l. II, +p. 49.</i> +</p> + +<p> +<a id="note261" href="#tag261">261.</a> Lettera del datario al cardinale Trivulzio, +8 marzo 1527, <i>t. II, Lett. de' Princ., f. 58.</i> +</p> + +<p> +<a id="note262" href="#tag262">262.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 424. — Ben. +Varchi, l. II, p. 49.</i> +</p> + +<p> +<a id="note263" href="#tag263">263.</a> <i>Fr. Guicciardini, t. XVIII, p. 427. — P. +Paruta, l. V, p. 378. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 589. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 365. — Lettera +del datario di Roma, 4 febbrajo. +Lett. de' Princ., t. II, f. 49.</i> +</p> + +<p> +<a id="note264" href="#tag264">264.</a> Lettera del datario al conte Filipino Doria +per richiamare la flotta. Roma 4 febbrajo 1527. +<i>Lett. de Princ., t. II, f. 49. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 428.</i> +</p> + +<p> +<a id="note265" href="#tag265">265.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 429. — P. +Paruta, l. V, p. 379. — Mém. de M. du Bellay, +l. III, p. 33. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 590.</i> — Tutta la corrispondenza del datario +col Trivulzio legato presso quest'armata. <i>Lett. +de' Princ., t. II, f. 22. e segu.</i> +</p> + +<p> +<a id="note266" href="#tag266">266.</a> <i>Fr. Guicciardini l, XVIII, p. 430. — P. +Paruta, l. V, p. 382.</i> — Lettere del datario +del 13 e 14 marzo al card. Trivulzio, <i>t. II, f. 61. +Lett. de' Princ.</i> +</p> + +<p> +<a id="note267" href="#tag267">267.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 430.</i> — Ultima +legazione di Niccolò Macchiavelli a Francesco +Guicciardini. Prime otto lettere, <i>t. VII, +opere p. 467-480. — Georg von Frundsberg, +B. V, f. 92-96.</i> +</p> + +<p> +<a id="note268" href="#tag268">268.</a> Frundsberg ebbe un colpo apopletico mentre +stava arringando i suoi soldati per calmare +lo spirito di sedizione sparso nell'armata. Il biografo +tedesco, che ci lasciò la sua vita, stampata +nel 1568, somministra poche particolarità intorno +ai primi suoi fatti militari, <i>Buch. V, +f. 97.</i> +</p> + +<p> +<a id="note269" href="#tag269">269.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 434.</i> — Macchiavelli +Legazioni. Lettera di Bologna 18 +marzo, <i>t. VII, p. 487. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 367. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 591.</i> — Lett. del datario al card. Trivulzio. +<i>Lett. de' Principi, t. II, p. 66.</i> +</p> + +<p> +<a id="note270" href="#tag270">270.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 435. — Lett. +de' Princ., t. II, f. 33.</i> In questa lettera +assai diffusa il datario giustifica il papa, ed accusa +il re di Francia, mostrando in qual modo egli +aveva mancato a tutte le sue promesse verso gl'Italiani. +</p> + +<p> +<a id="note271" href="#tag271">271.</a> Lettera del datario al card. Trivulzio, del +15 marzo. <i>Lett. de' Principi, t. II, f. 62. — Fr. +Guicciardini, l. XVIII, p. 436. — P. Paruta, +l. V, p. 383-385. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 367. — Gal. Capella, l. VII, f. +73. — Marco Guazzo stor. de' suoi tempi, f. 48. — Georg. +von Frundsberg, B. V, f. 100.</i> +</p> + +<p> +<a id="note272" href="#tag272">272.</a> Lettera del Ghiberti al cardinal Trivulzio +del 31 marzo 1527. <i>Lett. de' Princ., t. II, p. 69.</i> +</p> + +<p> +<a id="note273" href="#tag273">273.</a> <i>P. Giovio Elogi degli uomini illustri, +l. VI, p. 325. — Scip. Ammirato, l. XXX, +p, 362. — Ben. Varchi, l. III, p. 50.</i> — Il +biografo tedesco nega questo fatto, <i>l. V, f. 92</i>, +ma questo biografo è cattolico, e non ammette +verun fatto che faccia torto al suo eroe. +</p> + +<p> +<a id="note274" href="#tag274">274.</a> <i>Lett. de' Princ., t, II, f. 47 a Niccolò +Capponi.</i> +</p> + +<p> +<a id="note275" href="#tag275">275.</a> Lettera del 29 di marzo, del Ghiberti al +card. Trivulzio. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 69. — Fr. +Guicciardini, l. XVIII, p. 436. — P. Paruta +l. V, p. 385. — Ben. Varchi, l. II, p. 65.</i> +</p> + +<p> +<a id="note276" href="#tag276">276.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p, 437. — P. +Paruta, l. V, p. 388. — Fr. Belcarii l. XIX, +p. 592. — Macchiavelli Legazioni, t. VII, +p. 480-500.</i> +</p> + +<p> +<a id="note277" href="#tag277">277.</a> <i>Macchiavelli Legazioni, t. VII. Lettere di +Bologna e di Forlì fino al 13 aprile, p. 480 e +segu. fino a p. 508.</i> +</p> + +<p> +<a id="note278" href="#tag278">278.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 438. — P. +Paruta, l. V, p. 389. — Scip. Ammirato, l. +XXX, p. 567. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 593.</i> +</p> + +<p> +<a id="note279" href="#tag279">279.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 439. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 388. — Ben. Varchi, +l. II, p. 66. — Ber. Segni Stor. Fior., l. I, +p. 4. — Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 34. — Georg. +von Frundsberg, B. V, f. 100.</i> +</p> + +<p> +<a id="note280" href="#tag280">280.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 441. — P. +Paruta, l. V, p. 391.</i> +</p> + +<p> +<a id="note281" href="#tag281">281.</a> <i>Bern. Segni stor. Fior., l. I, p. 4. — Comm. +di Fil. Nerli, l. VII, p. 146. — Ben. +Varchi, l. II, p. 69.</i> +</p> + +<p> +<a id="note282" href="#tag282">282.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 323-324. — Ist. +di Gio. Cambi, t. XXII, p. 305. — Com. +di Fil. de' Nerli, l. VII, p. 148. — Ben. +Varchi, l. II, p. 73 — P. Jovii Hist., l XXV, +p. 15. — Scip. Ammirato, l. XXX, p. 369. — P. +Paruta, l. V, p. 390.</i> +</p> + +<p> +<a id="note283" href="#tag283">283.</a> <i>Filip. de' Nerli, l. VII, p. 149.</i> +</p> + +<p> +<a id="note284" href="#tag284">284.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 442. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 325. — Ben. Varchi, +l. II, p. 82, l. III, p. 98. — Ber. Segni, l. I, +p. 5. — Filip. de' Nerli, l. VII, p. 150. — Gio. +Cambi, t. XXII, p. 307. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 370. — P. Jovii Hist. sui temp., +l. XXV, p. 17.</i> +</p> + +<p> +<a id="note285" href="#tag285">285.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. III, p. 101. — P. +Paruta, l. V, p. 390.</i> +</p> + +<p> +<a id="note286" href="#tag286">286.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. III, p. 102. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 368.</i> +</p> + +<p> +<a id="note287" href="#tag287">287.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 443. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 371.</i> +</p> + +<p> +<a id="note288" href="#tag288">288.</a> <i>Orlando Malavolti Stor. di Siena, p. III, +l. VII, f. 132.</i> +</p> + +<p> +<a id="note289" href="#tag289">289.</a> Lettera di Filippo Belluci a Federico Clavario +comm. apost. del 4 di maggio del 1527. +<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 74. — Marco Guazzo, +f. 49. — Georg. von Frundsberg, B. V, f. 101.</i> +</p> + +<p> +<a id="note290" href="#tag290">290.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 445.</i> +</p> + +<p> +<a id="note291" href="#tag291">291.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 35.</i> — Ma +di questi avvenimenti parla assai brevemente, +e le memorie francesi, in generale, sono poco +soddisfacenti rispetto a tuttociò che successe in +Italia dopo la prigionia del re a Pavia. <i>Georg. +von Frundsberg, B. V, f. 102.</i> +</p> + +<p> +<a id="note292" href="#tag292">292.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 445. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 391. — Georg. von +Frundsberg, B. V, f. 103.</i> +</p> + +<p> +<a id="note293" href="#tag293">293.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 446. — Lett. +de' Princ., t. II, f. 74, di Roma 4 maggio.</i> +</p> + +<p> +<a id="note294" href="#tag294">294.</a> L'egregio scultore Benvenuto Cellini vorrebbe +persuadere a sè ed agli altri, d'avere egli +sparato questo fortunato colpo, che privò Roma d'un +nemico senza salvarla. <i>Vita di Benvenuto Cellini +scritta da lui medesimo.</i> +</p> + +<p> +<a id="note295" href="#tag295">295.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 446. — P. +Giovio vita del card. Pompeo Colonna, p. 172. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 37. — P. +Paruta, l. V, p. 393. — Gal. Capella, l. VII, +f. 73. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 593. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 165. — Mar. Guazzo, f. 50. — Georg. +von Frundsberg, B. V, f. 106; B. VI, f. 108.</i> +</p> + +<p> +<a id="note296" href="#tag296">296.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 446. — P. +Jovii Hist., l. XXIV, p. 14. — Ejusd. vita di +Pomp. Colonna, p. 172.</i> +</p> + +<p> +<a id="note297" href="#tag297">297.</a> <i>P. Giovio vita del cardinale Pompeo Colonna, +p. 173. — Georg. von Frundsberg, B. +VI, f. 109.</i> +</p> + +<p> +<a id="note298" href="#tag298">298.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 447. — P. +Giovio vita del card. Colonna, p. 174. — Jac. +Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 328. — Fr. Belcarii, +l. XIX, p. 595.</i> +</p> + +<p> +<a id="note299" href="#tag299">299.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 447 — P. +Giovio vita del card. Colonna, f. 173.</i> +</p> + +<p> +<a id="note300" href="#tag300">300.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 447. — Vita +del card. Pompeo Colonna, f. 175 v. — Georg. +von Frundsberg, B. VI, f. 110.</i> +</p> + +<p> +<a id="note301" href="#tag301">301.</a> <i>P. Giovio vita di Pompeo Colonna, f. 173. — Fr. +Guicciardini, l. XVIII, p. 448. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 329. — P. Paruta, l. V, +p. 393. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 595. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 165. — Mém. de Martin +du Bellay, l. III, p. 37. — Paradin Hist. de +notre temps, p. 204. — Brantome-Ulloa vita +di Carlo V, l. XI, f. 110. — Georg. von Frundsberg, +B. VI, f. 112.</i> +</p> + +<p> +<a id="note302" href="#tag302">302.</a> <i>P. Giovio vita di Pompeo Colonna, f. 174.</i> +</p> + +<p> +<a id="note303" href="#tag303">303.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 449. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p. 596. — P. Paruta, +l, VI, p. 401.</i> +</p> + +<p> +<a id="note304" href="#tag304">304.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 449. — P. +Paruta Ist. Ven., l. V, p. 394. — Georg. von +Frundsberg, B. VI, f. 115.</i> +</p> + +<p> +<a id="note305" href="#tag305">305.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 451.</i> — Paolo +Paruta attribuisce questa lentezza a Vetturi, +uno de' due provveditori che seguivano l'armata; +mentre che il suo collega Pisani avrebbe +voluto che si venisse alle mani, <i>l. VI, p. 401.</i> +</p> + +<p> +<a id="note306" href="#tag306">306.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 450. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 330. — P. Paruta, +l. VI, p. 402.</i> +</p> + +<p> +<a id="note307" href="#tag307">307.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 451 — Ben. +Varchi, l. IV, p. 205. — Marco Guazzo, +f. 51.</i> +</p> + +<p> +<a id="note308" href="#tag308">308.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 452. — Ben. +Varchi Stor. Fior., l. IV, p. 207. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p. 597. — Marco Guazzo Stor. +de' suoi tempi, f. 51. — Georg. von Frundsberg, +l. VI, f. 123.</i> +</p> + +<p> +<a id="note309" href="#tag309">309.</a> <i>Anon. Padov. presso Muratori An. d'Italia, +t. X, p. 209.</i> +</p> + +<p> +<a id="note310" href="#tag310">310.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 453. — Ben. +Varchi, l. IV, p. 229. — P. Paruta, +l. VI, p. 401.</i> +</p> + +<p> +<a id="note311" href="#tag311">311.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 328. — P. +Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 19.</i> +</p> + +<p> +<a id="note312" href="#tag312">312.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p, 454.</i> +</p> + +<p> +<a id="note313" href="#tag313">313.</a> <i>Ist. Fior. di Gio. Cambi. t. XXII, p. 313. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 371.</i> +</p> + +<p> +<a id="note314" href="#tag314">314.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXV, p. 21.</i> +</p> + +<p> +<a id="note315" href="#tag315">315.</a> <i>Bern. Segni Stor. Fior., l. I, p. 6.</i> +</p> + +<p> +<a id="note316" href="#tag316">316.</a> <i>G. Jovii hist. sui temporis, l. XXV, p. 22. — Ben. +Varchi, l. III, p. 109. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 372.</i> +</p> + +<p> +<a id="note317" href="#tag317">317.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 22. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 372. — Ben. Varchi, +l. III. p. 109.</i> +</p> + +<p> +<a id="note318" href="#tag318">318.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 329. — Ben. +Varchi Stor. Fior., l. III, p. 111. — Comment. +di Filippo de' Nerli, l. VII, p. 151.</i> +</p> + +<p> +<a id="note319" href="#tag319">319.</a> Mentre trattenevansi in Pisa, Pietro Valeriano +Bolzanio, precettore de' Medici e confidentissimo +di papa Clemente, passò inosservato a +Lucca; ed avendo ogni cosa concertata con quella +signoria, eludendo la vigilanza dello Strozzi e +la timidità del Passerini, condusse i suoi allievi +in quella città; di dove, attraversando la Lunigiana, +passarono a Piacenza, poi a Parma. <i>Vedi +la Storia de' Letterati Bellunesi di Stefano Ticozzi, +volgarizzatore della presente storia.</i> +</p> + +<p> +<a id="note320" href="#tag320">320.</a> <i>Jac. Nardi, l. VIII, p. 330. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 453. — Ist. di Gio. +Cambi, t. XXII, p. 318. — P. Jovii Hist., +l. XXV, p. 22. — Benedetto Varchi, l. III, +p. 119. — Bern. Segni, l. I, p. 13. — Fr. Belcarii, +l. XIX, p. 597.</i> +</p> + +<p> +<a id="note321" href="#tag321">321.</a> <i>Ist. di Gio. Cambi, t. XXII, p. 319. — Benedetto +Varchi, l. III, p. 116. — Comm. +di Filippo Nerli, l. VIII, p. 153. — Scip. Ammirato, +l. XXX, p. 372.</i> +</p> + +<p> +<a id="note322" href="#tag322">322.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 331. — Ist. +di Gio. Cambi, t. XXII, p. 321. — Ben. +Varchi, l. III, p. 125. — Comm. di Filip. +de' Nerli, l. VIII, p. 159.</i> +</p> + +<p> +<a id="note323" href="#tag323">323.</a> <i>Ist. di Gio. Cambi, t. XII, p. 323-329. — Jac. +Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 331. — Scip. +Ammirato, l. XXX, p. 373. — Ben. Varchi, +l. III, p. 130. — Ser Filippo Nerli, l. VIII, +p. 161. — Bernardo Segni, l. I, p. 12.</i> +</p> + +<p> +Niccolò Macchiavelli, che co' suoi scritti aveva +contribuito a conservare l'amore della libertà, e +che tanto aveva per essa sofferto non potè partecipare +alla ristaurazione del governo repubblicano. +Egli morì il 22 giugno del 1527, non +ancora compiuto un mese dopo il suo ritorno +dall'ultima legazione presso Francesco Guicciardini +all'armata della lega. Qualunque sia stato lo +scopo ch'egli proposesi scrivendo il libro <i>del Principe</i> +in cui espose le teorie della tirannide, questo +scopo non fu meglio inteso da' suoi contemporanei +che dalla posterità. I suoi concittadini gli rimproveravano +d'avere in quel libro insegnato al +duca d'Urbino a togliere ai facoltosi le ricchezze, +ai poveri l'onore, a tutti la libertà. Quest'accusa +gli fece praticare inutili sforzi per ritirare +dalla circolazione un libro che gli creava tanti +nemici; questa rimosse il popolo dal restituirgli +la carica di segretario dei dieci della guerra che +aveva occupato prima del 1512. Gli fu preferito +Francesco Tarugi, uomo di bassa condizione, ma +più costumato del Macchiavelli, ed egualmente +affezionato alla libertà, di cui non aveva mai +abbandonata la causa. <i>Ben. Varchi Stor. Fior., +l. IV, p. 210.</i> Tale preferenza ha potuto cagionare +al Macchiavelli un amaro disgusto, che +forse affrettò la di lui morte, attribuita ad una +colica epatica. +</p> + +<p> +<a id="note324" href="#tag324">324.</a> Quanto è qui accennato dal nostro autore +trovasi diffusamente raccontato, sebbene per diverse +cagioni, da Benvenuto Cellini nelle Memorie +della sua vita, e forse niuno meglio di lui +ci fa conoscere col racconto de' fatti il carattere +di Francesco I. <i>N. d. T.</i> +</p> + +<p> +<a id="note325" href="#tag325">325.</a> <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 76. — Alfonso +d'Ulloa Vita di Carlo V, l. II, f. 111. — P. +Paruta, l. VI, p. 399.</i> +</p> + +<p> +<a id="note326" href="#tag326">326.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 458. — Ben. +Varchi, t. II, l. V, p. 8. — Jac. Nardi, l. VIII, +p. 301. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 598. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 165. — Rymer Acta pub., +t. XIV, p. 198. — Hist. de la diplom. franç., +t. I, p. 330. — Gal. Capella, l. VII, f. 74.</i> +</p> + +<p> +<a id="note327" href="#tag327">327.</a> Lettera del card. Cibo al card. Salviati del +27 luglio 1527, e risposta di questi. <i>Lett. de' +Princ., t. II, f. 78 e seg.</i> +</p> + +<p> +<a id="note328" href="#tag328">328.</a> <i>Mar. Guazzo Ist. de' suoi tempi, f. 53. — Lett. +de' Princ., t. II, f. 79. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 454. — Georg. von Frundsberg, +B. VII, f. 127.</i> +</p> + +<p> +<a id="note329" href="#tag329">329.</a> <i>Ben. Varchi, l. III, p. 137. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 458. — Georg. von Frundsberg, +B. VII, f. 130.</i> +</p> + +<p> +<a id="note330" href="#tag330">330.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 457. — P. +Giovio Vita del card. Pompeo Colonna, f. 176.</i> +</p> + +<p> +<a id="note331" href="#tag331">331.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 333 — Ber. +Segni, l. I, p. 18, 21. — Fr. Belcarii, +l. XIX, p. 603. — Fr. Guicciardini, l. XVIII, +p. 459. — Georg. von Frundsberg, B. VII, f. 136.</i> +</p> + +<p> +<a id="note332" href="#tag332">332.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 459. — Ben. +Varchi Stor. Fior., l. IV, p. 235.</i> +</p> + +<p> +<a id="note333" href="#tag333">333.</a> <i>Bern. Segni, l. I, p. 14.</i> +</p> + +<p> +<a id="note334" href="#tag334">334.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 27. — Fr. +Guicciardini, l. XVIII, p. 468. — Bern. +Segni, l. I, p. 21. — Ben. Varchi, l. V, p. 44. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p. 604.</i> +</p> + +<p> +<a id="note335" href="#tag335">335.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 465. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 65. — Ben. +Varchi, l. V, t. II, p. 8. — Bern. Segni, l. I, +p. 20. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 598. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 166. — Gal. Capella, l. VII, +p. 75.</i> +</p> + +<p> +<a id="note336" href="#tag336">336.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 466. — Ben. +Varchi, l. IV, p. 236.</i> +</p> + +<p> +<a id="note337" href="#tag337">337.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 461. — P. +Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 24. — Gal. +Capella, l. VII, f. 76. — Mém. de M. du Bellay, +l. III, p. 66. — Bern. Segni, l. I, p. 20. — P. +Paruta, l. VI, p. 407. — Georg. von +Frundsberg, B. VII, f. 138.</i> +</p> + +<p> +<a id="note338" href="#tag338">338.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXV, p. 34; l. XXVI, +p. 64. — Gal. Capella, l. VII, f. 75. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 461. — Mém. de M. du +Bellay, l. III, p. 67. — Ben. Varchi, l. IV, +p. 251. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 600. — Agost. +Giustiniani, l. VI, f. 279. — P. Paruta, +l. VI, p. 410.</i> +</p> + +<p> +<a id="note339" href="#tag339">339.</a> <i>Gal. Capella, l. VII, f. 76. — P. Jovii, +l. XXV, p. 24.</i> +</p> + +<p> +<a id="note340" href="#tag340">340.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 463. — Gal. +Capella, l. VI, f. 76-78. — P. Jovii Hist., +l. XXV, p. 27. — Mém. de M. du Bellay, l. III, +p. 70. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 382. — Ben. +Varchi, l. V, f. 9. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 601. — P. Paruta, l. VI, p. 407.</i> +</p> + +<p> +<a id="note341" href="#tag341">341.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 462. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 71. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 352. — Gal. Capella, l. VII, +p. 77. — P. Jovii, l. XXV, p. 24. — Ben. Varchi, +l. V, p. 9. — Marco Guazzo, f. 53. — Bern. +Segni, l. I, p. 20. — Fr. Belcarii, l. XIX, +f. 601.</i> +</p> + +<p> +<a id="note342" href="#tag342">342.</a> <i>P. Paruta, l. VI, p. 409. — Gal. Capella, +l. VII, f. 78.</i> +</p> + +<p> +<a id="note343" href="#tag343">343.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 465. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 73. — Ben. Varchi, +l. V, p. 36. — Bern. Segni, l. I. p. 17. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p. 602. — Gal. Capella, +l. VII, p. 78. — P. Paruta, l. VI, p. 416.</i> +</p> + +<p> +<a id="note344" href="#tag344">344.</a> <i>Ben. Varchi, l. IV, p. 212; l. V, t. II, +p. 12-23. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 341. — Bern. +Segni, l. I, p. 15.</i> +</p> + +<p> +<a id="note345" href="#tag345">345.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 34. — Dumont +Corps Diplomatique, t. IV. — P. Paruta, Ist. +Ven., l. VI, p. 417. — Rymer Acta pub., t. XIV, +p. 233.</i> +</p> + +<p> +<a id="note346" href="#tag346">346.</a> <i>Jac. Nardi, l. VIII, p. 334. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 468. — Bern. Segni, l. I, +p. 21. — Fr. Belcarii, l. XIX, p. 604. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 75. — Ben. Varchi, +l. V, p. 44. — P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, +p. 29. — Georg. von Frundsberg, B. VIII, f. 153.</i> +</p> + +<p> +<a id="note347" href="#tag347">347.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 470. — Ben. +Varchi, l. VI, p. 98. — Lett. de Princ., t. II, +f. 82 e seg. — P. Paruta, l. VI, p. 418.</i> +</p> + +<p> +<a id="note348" href="#tag348">348.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 471. — Ben. +Varchi Stor. Fior., l. V, p. 59. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 43. — Alfonso de +Ulloa, l. II, p. 113.</i> +</p> + +<p> +<a id="note349" href="#tag349">349.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 44-63. — Ben. +Varchi, l. V, p. 69-75. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 474. — Fr. Belcarii, +l. XIX, p. 606.</i> +</p> + +<p> +<a id="note350" href="#tag350">350.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 473. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 76. — Pauli +Jovii Hist., l. XXV, p. 35. — Bern. Segni, l. I, +p. 25. — P. Paruta, l. VI, p. 420. — Mar. Guazzo, +f. 55.</i> +</p> + +<p> +<a id="note351" href="#tag351">351.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 478. — P. +Paruta, l. VI, p. 433.</i> +</p> + +<p> +<a id="note352" href="#tag352">352.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 36. — P. +Paruta, l. VI, p. 420.</i> — Diverse lettere +d'Andrea Civran, provveditore degli Stradioti. +<i>Lett. de' Princ., t. II, f. 94 e seg.</i> +</p> + +<p> +<a id="note353" href="#tag353">353.</a> <i>Bern. Segni, l. I, p. 22.</i> +</p> + +<p> +<a id="note354" href="#tag354">354.</a> Lettere di Gio. Battista Sanga, segretario +di Clemente VII, a Pietro Paolo Crescenzio, suo +nunzio all'armata della lega. <i>T. II, f. 86 e +seg. Lett. de' Princ.</i> +</p> + +<p> +<a id="note355" href="#tag355">355.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 479 — Ben. +Varchi, l. V, p, 52. — P. Jovii Hist. sui +temp., l. XXV. p. 37. — P. Paruta, l. VI, p. 421.</i> — Lettera +di Gio. Battista Sanga a Pietro Paolo +Crescenzio, nunzio presso di Lautrec; da Roma, +24 febbrajo. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 92. — Georg. +von Frundsberg, B. VIII, f. 157.</i> +</p> + +<p> +<a id="note356" href="#tag356">356.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 37. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 479. — Mar. Guazzo, f. 54. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 79. — Ben. +Varchi, l. VI, p. 100. — P. Paruta, l. VI, p. 432.</i> +</p> + +<p> +<a id="note357" href="#tag357">357.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 480. — P. +Jovii Hist., l. XXV, p. 39. — Marco Guazzo, +f. 55. — P. Paruta, l. VI, p. 434. — Mém. de +M. du Bellay, l. III, p. 83. — Georg. von +Frundsberg, B. VIII, p. 158.</i> +</p> + +<p> +<a id="note358" href="#tag358">358.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 39. — Bern. +Segni, l. I, p. 26. — Fr. Guicciardini, +l. XVIII, p. 381. — Mém. de M. du Bellay, +l. III, p. 84. — Ben. Varchi, l. VI, p. 101. — Fr. +Belcarii, l. XIX, p. 610. — Mar. Guazzo, +f. 55.</i> +</p> + +<p> +<a id="note359" href="#tag359">359.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 484. — P. +Paruta, l. VI, p. 435. — P. Jovii, l. XXV, +p. 41.</i> — Lettere del nunzio P. P. Crescenzio al +segretario del papa, Gio. Battista Sanga. <i>Lett. +de' Princ., t. II, f. 96 e seg.</i> +</p> + +<p> +<a id="note360" href="#tag360">360.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 485. — P. +Jovii, l. XXV, p. 41. — Mém. de M. du Bellay, +l. III, p. 86. — Ben. Varchi, l. VI, p. 102. — Bern. +Segni, l. I, p. 27 — Georg. von Frundsberg, +B. VIII, f. 159.</i> +</p> + +<p> +<a id="note361" href="#tag361">361.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 486. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 88. — Bern. Segni, +l. II, p. 39.</i> +</p> + +<p> +<a id="note362" href="#tag362">362.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 42. — Mém. de M. +du Bellay, l. III, p. 102. — Fr. Guicciardini, +l. XIX, p. 490.</i> +</p> + +<p> +<a id="note363" href="#tag363">363.</a> <i>P. Jovii, l. XXV, p. 42.</i> +</p> + +<p> +<a id="note364" href="#tag364">364.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 490. — P. +Jovii, l. XXVI, p. 48. — Marco Guazzo f. 62. — Bern. +Segni, l. II, p. 42. — Fr. Belcarii, +l. X, f. 613. — Lett. de' Princ., t, II, f. 100.</i> +</p> + +<p> +<a id="note365" href="#tag365">365.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 487. — P. +Jovii, l. XXV, p. 43. — Mém. de M. du Bellay, +l. III, p. 90. — Ben. Varchi, l. VI, +p. 115. — Bern. Segni, l. II, p. 40. — Mar. +Guazzo, f. 58.</i> — Non sono tutti d'accordo intorno +all'epoca di quest'avvenimento. Io la rettificai +colle <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 100 ec. — P. +Folietae contin. Ann. Gen., l. XII, p. 733.</i> +</p> + +<p> +<a id="note366" href="#tag366">366.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXV, p. 46-47. — Ben. +Varchi, l. VI, p. 417. — Fr. Guicciardini, +l. XIX, p, 488. — Marco Guazzo, +f. 59, 60. — Mém. de M. du Bellay, l. III, +p. 91. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 611. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 169. — Bern. Segni, l. II, +p. 40. — Agost. Giustiniani, l. VI, p. 280.</i> +</p> + +<p> +<a id="note367" href="#tag367">367.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXV, p. 46. — Lettere +de' Princ. da Viterbo 3 ed 8 giugno.</i> Raccomandazioni +in favore de' prigionieri. <i>T. II, f. 101 e seg.</i> +</p> + +<p> +<a id="note368" href="#tag368">368.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 496. — P. +Jovii, l. XXVI, p, 47. — P. Paruta, l. VI, +p. 440.</i> +</p> + +<p> +<a id="note369" href="#tag369">369.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 490. — P. +Jovii Hist. sui temp., l. XXVI, p. 50.</i> +</p> + +<p> +<a id="note370" href="#tag370">370.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 497. — P. +Jovii Hist. sui temp., l. XXVI, p. 51. — Bern. +Segni, l. II, p. 42. — Marco Guazzo Stor. de' +suoi tempi, f. 61. — Georg. von Frundsberg, +B. VIII, f. 180.</i> +</p> + +<p> +<a id="note371" href="#tag371">371.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 492. — Gal. +Capella, l. VII, f. 81. — P. Jovii, l. XXVI, +p. 73. — Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 104.</i> +</p> + +<p> +<a id="note372" href="#tag372">372.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 73. — P. Paruta, +l. VI, p. 437. — Lett. de' Princ., t. II, +f. 102 e seg.</i> Lettera del duca d'Urbino al comandante +di Bergamo: da Brescia, 21 giugno. — <i>G. +Frundsberg, B. VIII, f. 164.</i> +</p> + +<p> +<a id="note373" href="#tag373">373.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 74. — Ben. Varchi, +l. VI, p. 122. — Bern. Segni. l. II, p. 41. — Fr. +Guicciardini, l. XIX, p. 493. — Marco Guazzo, +f. 57. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 614. — Gal. +Capella, l. VII, f. 82. — Georg. von Frundsberg, +B. VIII, f. 165.</i> — Il vecchio generale di +fanteria Giorgio Frundsberg, rimasto infermo a +Ferrara, approfittò della spedizione del duca di +Brunswick in Italia per ritornare per la via di +Milano in Germania. Ma non era rientrato che da +otto giorni nel suo castello di Mindelheym, quando +venne a morte, oppresso dai debiti contratti in +servizio dell'imperatore. <i>Kriegsthaten, B. VIII, +f. 168.</i> +</p> + +<p> +<a id="note374" href="#tag374">374.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 483. — Gal. +Capella, l. VII, f. 81. — P. Jovii Hist. sui +temp., l. XXVI, p. 81. — Bern. Segni, t. II, +p. 48. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 336.</i> +</p> + +<p> +<a id="note375" href="#tag375">375.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 104. — P. +Paruta, l. VI, p. 448. — Lett. de' Princ., +t. II, p. 106 e seg.</i> +</p> + +<p> +<a id="note376" href="#tag376">376.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 105. — Ben. +Varchi, l. VII, p. 175. — P. Jovii, +l. XXVI, p. 79.</i> +</p> + +<p> +<a id="note377" href="#tag377">377.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XVIII, p. 477. — P. +Jovii, l. XXVI, p. 68. — Mém. de M. du Bellay, +l. III, p. 93.</i> +</p> + +<p> +<a id="note378" href="#tag378">378.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 497. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 95. — Ben. Varchi, +l. VI, p. 150. — P. Jovii, l. XXVI, p. 69. — Bern. +Segni, l. II, p. 43. — Fr. Belcarii, l. XIX, +p. 608-618. — Lett. de' Princ., t. II, p. 109.</i> +</p> + +<p> +<a id="note379" href="#tag379">379.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 95. — P. +Jovii, l. XXVI, p. 70. — Agost. Giustiniani, +l. VI, p. 280.</i> +</p> + +<p> +<a id="note380" href="#tag380">380.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 97. — Fr. +Guicciardini, l. XIX, p. 499. — Ben. Varchi, +l. VI, p. 153. — P. Jovii Hist. sui temp., +l. XXVI, p. 70. — P. Folietae Hist. Gen., l. XII, +p. 734. — P. Bizarri, l. XX. p. 475.</i> +</p> + +<p> +<a id="note381" href="#tag381">381.</a> Lettera di Gio. Battista Sanga a Gio. della +Stuffa, nunzio presso il Lautrec. Viterbo in agosto +1528. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 110.</i> +</p> + +<p> +<a id="note382" href="#tag382">382.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 500.</i> +</p> + +<p> +<a id="note383" href="#tag383">383.</a> Bernardo Segni, che riferisce questo colloquio, +l'aveva udito dallo stesso Alamanni. <i>Ist. +Fior., l. II, p. 52.</i> +</p> + +<p> +<a id="note384" href="#tag384">384.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 501. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 100. — P. Jovii, +l. XXVI, p. 52. — Bern. Segni, l. II, p. 43. — Mém. +de Blaise de Montluc, l. I, p. 71, t. XXII.</i> +</p> + +<p> +<a id="note385" href="#tag385">385.</a> <i>Mém. de M. du Bellay, l. III, p. 106. — Fr. +Guicciardini, l. XIX, p. 502. — Ben. Varchi, +l. VI, p. 155.</i> +</p> + +<p> +<a id="note386" href="#tag386">386.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 53. — Bern. Segni, +l. II, p. 42.</i> +</p> + +<p> +<a id="note387" href="#tag387">387.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 502. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 107. — Ben. Varchi, +l. VI, p. 156. — P. Jovii, l. XXVI, p. 55. — Fr. +Belcarii, l. XX, p. 618.</i> +</p> + +<p> +<a id="note388" href="#tag388">388.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 503 — P. +Jovii Hist., l. XXVI, p. 56. — Mém. de M. du +Bellay, l. III, p. 108.</i> +</p> + +<p> +<a id="note389" href="#tag389">389.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 57, 58. — Fr. Guicciardini, +l. XIX, p. 504. — Bern. Segni, l. II, +p. 45. — Georg. von Frundsberg, B. VIII, +f. 161.</i> +</p> + +<p> +<a id="note390" href="#tag390">390.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 59. — Bern. +Segni, l. II, p. 44. — Arn. Ferroni, l. VIII, +p. 170.</i> +</p> + +<p> +<a id="note391" href="#tag391">391.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 504. — M. du +Bellay, l. III, p. 109. — Ben. Varchi, l. VI, +p. 157. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 619.</i> +</p> + +<p> +<a id="note392" href="#tag392">392.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 61.</i> +</p> + +<p> +<a id="note393" href="#tag393">393.</a> <i>B. Varchi, l. VI, p. 159. — Ber. Segni, +l. II, p. 45.</i> +</p> + +<p> +<a id="note394" href="#tag394">394.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temporis, l. XXVI, +p. 61. — Ben. Varchi, l. VI, p. 158. — Alfonso +de Ulloa vita di Carlo V, l. II, f. 115.</i> +</p> + +<p> +<a id="note395" href="#tag395">395.</a> <i>P. Jovii, l. XXVI, p. 61. — B. Varchi, +l. VI, p. 158. — Alf. de Ulloa vita di Carlo V, +l. II, f. 115.</i> +</p> + +<p> +<a id="note396" href="#tag396">396.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 511. — P. +Jovii, l. XXVI, p. 77. — Marco Guazzo, +f. 62. — P. Paruta, l. VI, p. 450.</i> +</p> + +<p> +<a id="note397" href="#tag397">397.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 506. — P. +Jovii Hist., l. XXVI, p. 71. — Mém. de M. +du Bellay, l. III, p. 112. — Ben. Varchi, +l. VII, p. 170. — Bern. Segni, l. II, p. 47. — Ag. +Giustiniani, l. VI, f. 282.</i> — Qui finisce +questa cronica genovese contemporanea. — <i>P. +Folieta, l. XII, p. 735.</i> +</p> + +<p> +<a id="note398" href="#tag398">398.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 508. — P. +Jovii, l. XXVI, p. 72. — Mém. de Martin du +Bellay, l. III, p. 114. — B. Varchi, l. VII, +p. 178. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 620. — Gal. +Capella, l. VIII, f. 87. — P. Paruta, l. VI, +p. 451. — Lett. de' Princ., t. II, f. 133. — Arn. +Ferroni, l. VIII, p. 170. — B. Segni, +l. II, p. 47. — P. Bizarri, l. XX, p. 475. — P. +Folietae, Cont. Hist. Gen. Uberti ejus fratris, +l. XII, p. 742.</i> — Qui finisce questa storia. +</p> + +<p> +<a id="note399" href="#tag399">399.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. VII. p. 173.</i> +</p> + +<p> +<a id="note400" href="#tag400">400.</a> <i>Ivi, p. 174.</i> +</p> + +<p> +<a id="note401" href="#tag401">401.</a> <i>Ivi, p. 175.</i> +</p> + +<p> +<a id="note402" href="#tag402">402.</a> Il senatore Battista Lomellini lo ringraziò +a nome dalla patria, e la repubblica gli fece +innalzare una statua di marmo con questa iscrizione. +«<i>Andreæ Auriæ civ. opt. felicissimoque, +vindici atque auctori publicae libertatis S. P. +q. G. posuere.</i>» <i>Bern. Segni, l. II, p. 47 — P. +Bizzarri, l. XX, p. 476.</i> +</p> + +<p> +<a id="note403" href="#tag403">403.</a> <i>Pet. Bizarri Sentinatis dissert. de Repub. +Gen. statu, et administ. in Graevii Thesaur., +t. I, p. II, p. 1453.</i> +</p> + +<p> +<a id="note404" href="#tag404">404.</a> I nomi di questi ventotto alberghi furono, +Auria (Doria), Calvi, Catani, Centurioni, Cibo, +Cicada, Fieschi, Franchi, Fornari, Gentili, +Grimaldi, Grilli, Giustiniani, Imperiali, Interiani, +Lercari, Lomellini, Marini, Negri, Negroni, +Palavicini, Pinelli, Promontori, Spinola, +Salvaghi, Sauli, Vivaldi, Ususmari. +</p> + +<p> +<a id="note405" href="#tag405">405.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 508. — Ben. +Varchi, l. VII, p. 180.</i> +</p> + +<p> +<a id="note406" href="#tag406">406.</a> La legge viene riportata da Grevio. <i>Thes. +Rer. Ital., t. I, p. II, p. 1471.</i> +</p> + +<p> +<a id="note407" href="#tag407">407.</a> <i>Hier. de Marinis de Reip. Genuens. Gubernat., +c. II, in Graevi Thes., t. I, p. II, +p. 1422 circa il 1667.</i> +</p> + +<p> +<a id="note408" href="#tag408">408.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. VII, p. 181. — Pet. +Bizarri, dissert. de Reip. Genuens, adm. +Thesaur. Ital., t. I, p. II, p. 1453 e seguenti. — Cont. +Uberti Folietae a Paulo Fratre, l. XII, +p. 741. — Jac. Bonfadii An. Genuens., l. I, +p. 1341, in Graev. Thesauro, t. I, p. II. — Filippo +Casoni Annali di Genova, t. II, l. III, +p. 45 e segu.</i> +</p> + +<p> +<a id="note409" href="#tag409">409.</a> La legge permetteva al senato d'ammettere +ogni anno sette abitanti della città, e tre delle +riviere nel corpo della nobiltà; purchè la di lui +scelta cadesse sopra coloro che per natali, per +costumi e per servigj renduti allo stato potevano +di già essere riputati eguali ai nobili. <i>Fil. Casoni +Ann. di Genova, t. II, l. III, p. 46.</i> +</p> + +<p> +<a id="note410" href="#tag410">410.</a> <i>Gio. Cambi Hist. Fior., t. XXIII, p. 1.</i> +</p> + +<p> +<a id="note411" href="#tag411">411.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 336.</i> +</p> + +<p> +<a id="note412" href="#tag412">412.</a> <i>Ben. Varchi, l. III, p. 170-176. — Ber. +Segni, l. I, p. 14, 29. — Fil. de' Nerli, l. VIII, +p. 162.</i> +</p> + +<p> +<a id="note413" href="#tag413">413.</a> <i>Ivi, p. 177.</i> +</p> + +<p> +<a id="note414" href="#tag414">414.</a> <i>Bern. Segni Ist. Fior., l. I, p. 19.</i> +</p> + +<p> +<a id="note415" href="#tag415">415.</a> <i>Ben. Varchi, l. VII, t. II, p. 203-215. +Bern. Segni, l. I, p. 19.</i> Questi porta la mortalità +a 250,000 persone in tutto lo stato fiorentino. +</p> + +<p> +<a id="note416" href="#tag416">416.</a> <i>Ben. Varchi, l. VII, p. 212.</i> +</p> + +<p> +<a id="note417" href="#tag417">417.</a> <i>Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 339. — Comment. +di Filippo de' Nerli, l. VII, p. 168.</i> +</p> + +<p> +<a id="note418" href="#tag418">418.</a> <i>Ben. Varchi, t. II, l. V, p. 53. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 340. — Filip. de' Nerli, +l. VIII, p. 170. — Bern. Segni, l. I, p. 31. — Gio. +Cambi, t. XXIII, p. 5.</i> +</p> + +<p> +<a id="note419" href="#tag419">419.</a> <i>Ben. Varchi, l. VI, p. 133. — Bern. Segni, +l. I, p. 31. — Filippo de' Nerli, l. VIII, +p. 171.</i> +</p> + +<p> +<a id="note420" href="#tag420">420.</a> <i>Ben. Varchi, l. IV, t. I, p. 191. — Jacopo +Nardi, l. VIII, p. 337. — Bern. Segni, +l. I, p. 25.</i> +</p> + +<p> +<a id="note421" href="#tag421">421.</a> <i>Comment. di Filippo de' Nerli, l. VIII, +p. 165.</i> +</p> + +<p> +<a id="note422" href="#tag422">422.</a> <i>Jacopo Nardi, l. VIII, p. 335. — Ben. +Varchi, l. VII, t. II, p. 188.</i> +</p> + +<p> +<a id="note423" href="#tag423">423.</a> <i>Ben. Varchi, l. VII, p. 190. — Bern. +Segni, l. II, p. 36.</i> +</p> + +<p> +<a id="note424" href="#tag424">424.</a> <i>Jacopo Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 337, 338.</i> +</p> + +<p> +<a id="note425" href="#tag425">425.</a> <i>Bern. Segni, l. I, p. 14 — Ben. Varchi, +l. III, p. 150 e l. V, p. II. — Jac. Nardi, +l. VIII, p. 341.</i> +</p> + +<p> +<a id="note426" href="#tag426">426.</a> <i>Bern. Segni Ist. Fior., l. II, p. 52-56.</i> +</p> + +<p> +<a id="note427" href="#tag427">427.</a> <i>Bern. Segni, l. II, p. 48. — P. Jovii +Hist. sui temp., l. XXVI, p. 79. — Jac. Bonfacii +An. Gen., l. I, p. 1344. — Galeat. Capella, +l. VIII, p. 689.</i> +</p> + +<p> +<a id="note428" href="#tag428">428.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, p. 287.</i> +</p> + +<p> +<a id="note429" href="#tag429">429.</a> <i>Gal. Capella, l. VIII, f. 89.</i> +</p> + +<p> +<a id="note430" href="#tag430">430.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXVI, p. 81. — Gal. +Capella, l. VIII, f. 90.</i> +</p> + +<p> +<a id="note431" href="#tag431">431.</a> <i>P. Jovii Hist., l. XXVI, p. 82. — Fr. +Guicciardini, l. XIX, p. 521. — Gal. Capella, +l. VII, f. 91. — Mém. de M. du Bellay, l. III, +p. 117-121. — B. Segni, l. III, p. 74. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 348. — Ben. Varchi, l. VIII, +p. 289. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 625. — P. +Paruta, l. VI, p. 481.</i> +</p> + +<p> +<a id="note432" href="#tag432">432.</a> <i>Mém. de Martin du Bellay l. III, p. 122. — Ben. +Varchi, l. IX, t. III, p. 6. — Fr. +Guicciardini, l. XIX, p. 524. — Jac. Nardi, +l. VIII, p. 347. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 626.</i> +</p> + +<p> +<a id="note433" href="#tag433">433.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, t. II, p. 224; +l. IX, t. III, p. 4 e 5.</i> +</p> + +<p> +<a id="note434" href="#tag434">434.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 519. — B. +Varchi, l. IX, p. 4. — P. Paruta, l. VI, +p. 486.</i> +</p> + +<p> +<a id="note435" href="#tag435">435.</a> <i>Lett. de' Principi, t. II, f. 151.</i> +</p> + +<p> +<a id="note436" href="#tag436">436.</a> <i>P. Paruta, l. VI, p. 456. — Lettere dei +Princ., t. II, f. 165</i>, e frequentemente altrove. — <i>Lettera +del papa a Francesco I del 9 luglio +1528, f. 105.</i> +</p> + +<p> +<a id="note437" href="#tag437">437.</a> <i>Lett. de' Princ., t. II</i> passim e specialmente +a <i>f. 184.</i> +</p> + +<p> +<a id="note438" href="#tag438">438.</a> <i>Lett. de Princ., t. II, f. 167.</i> +</p> + +<p> +<a id="note439" href="#tag439">439.</a> <i>Risposta data a M. di Longavalle a nome +di papa Clemente. Lett. de' Princ., t. II, f. 85.</i> +</p> + +<p> +<a id="note440" href="#tag440">440.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, p. 291. — P. Jovii, +l. XXVII, p. 84. — Bernardo Segni, l. III, +p. 70. — Lettere de' Princ., t. II, f. 178</i>, relative +alla missione dell'arcivescovo di Capoa. +</p> + +<p> +<a id="note441" href="#tag441">441.</a> <i>Ben. Varchi, l. VIII, p. 219. — Filippo +de' Nerli, l. VIII, p. 169. — Ber. Segni, l. +II, p. 49.</i> — Lettera di Gio. Battista Sanga a +Baldassare Castiglione, nunzio in Ispagna, del 10 +febbrajo 1529, <i>t. II, Lettere de' Principi, f. 154.</i> +</p> + +<p> +<a id="note442" href="#tag442">442.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 521. — P. +Jovii Hist. sui temp., l. XXVII, p. 85. — Ben. +Varchi, l. VIII, p. 292-294. — Bern. Segni, l. III, +p. 71. — Jac. Nardi, l. VIII, p. 342-347.</i> +</p> + +<p> +<a id="note443" href="#tag443">443.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., l. IX, p. 10. — Rymer +Acta pub., t. XIV, p. 335 e 340.</i> +</p> + +<p> +<a id="note444" href="#tag444">444.</a> <i>B. Varchi Stor. Fior., t. III, l. IX, p. 11. — Fr. +Guicciardini, l. XIX, p. 523. — Bern. Segni, +l. III, p. 73. — Filippo de' Nerli, l. VIII, +p. 183. — Jac. Nardi Ist. Fior., l. VIII, p. 346. — P. +Paruta, l. VI, p. 491. — Rymer Acta, +t. XIV, p. 336.</i> +</p> + +<p> +<a id="note445" href="#tag445">445.</a> <i>Hist. de la Diplomatie française, l. III, +p. 358.</i> +</p> + +<p> +<a id="note446" href="#tag446">446.</a> <i>Ben. Varchi, l. IX, p. 11.</i> +</p> + +<p> +<a id="note447" href="#tag447">447.</a> <i>Hist. de la diplom. fran., l. III, p. 355-359. — Mém. +de M. du Bellay, l. III, p. 122. — Ben. +Varchi, l. IX, p. 8. — P. Paruta, l. VI, +p. 492. — Ar. Ferroni, l. VIII, p. 174 — Gal. +Capella, l. VIII, f. 93.</i> — Il trattato trovasi +per disteso in <i>Rymer Acta pub., t. XIV, +p. 326-344.</i> +</p> + +<p> +<a id="note448" href="#tag448">448.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 524. — Ben. +Varchi, l. IX, p. 4.</i> +</p> + +<p> +<a id="note449" href="#tag449">449.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 525. — Benedetto +Varchi, l. IX, p. 14. — Filip. dei +Nerli, l. IX, p. 185.</i> +</p> + +<p> +<a id="note450" href="#tag450">450.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior. l. IX, p. 23. — Jac. +Bonfadii An. Genuens., l. II, p. 1349. — Bern. +Segni Stor. Fior., l. III, p. 76.</i> +</p> + +<p> +<a id="note451" href="#tag451">451.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 526. — P. +Jovii, l. XXVII, p. 93. — Jac. Bonfadii, l. II, +p. 1349. — Fr. Belcarii, l. XX, p. 627.</i> +</p> + +<p> +<a id="note452" href="#tag452">452.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 525. — Ben. +Varchi, l. IX, p. 24. — P. Bizarri, l. XX, +p. 479. — P. Paruta, l. VI, p. 489. — Lettere +de' Princ., t. II, f. 160.</i> +</p> + +<p> +<a id="note453" href="#tag453">453.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 527. — Ben. +Varchi, t. III, l. IX, p. 14.</i> +</p> + +<p> +<a id="note454" href="#tag454">454.</a> <i>Ben. Varchi, l. X, p. 235. — P. Jovii +Hist. sui temp., l. XXVII, p. 92. — Alf. de +Ulloa vita di Carlo V, l. II, f. 117. — Jo. +Sleidani Comm. de statu Relig. et Reip., l. VI, +f. 102.</i> +</p> + +<p> +<a id="note455" href="#tag455">455.</a> Istruzione al vescovo di Vaison, nunzio +presso l'imperatore, intorno al modo da tenersi +da questi verso gli stati italiani. Roma; 25 agosto +1529. <i>Lett. de' Princ., t. II, f. 181.</i> +</p> + +<p> +<a id="note456" href="#tag456">456.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 528. — Jac. +Nardi, l. VIII, p. 348. — Bern. Segni, l. III, +p. 75. — P. Jovii, l. XXVII, p. 95.</i> +</p> + +<p> +<a id="note457" href="#tag457">457.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 529. — B. +Segni, l. III, p. 90. — P. Jovii, l. XXVII, +p. 96. — P. Paruta, l. VI, p. 490. — Gal. Capella, +l. VIII, p. 94.</i> +</p> + +<p> +<a id="note458" href="#tag458">458.</a> <i>Ben. Varchi, l. X, p. 202. — P. Jovii, +l. XXVII, p. 100.</i> Lettera del papa all'imperatore, +da Bologna il 27 ottobre. <i>Lett. de' Princ., +t. II, f. 186.</i> +</p> + +<p> +<a id="note459" href="#tag459">459.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 536. — Ben. +Varchi, l. X, p. 252. — Bern. Segni, l. III, +p. 92. — P. Jovii, l. XXVII, p. 100. — Fr. +Belcarii, l. XX, p. 628. — Galeat. Capella, +l. VIII, p. 94. — P. Paruta, l. VI, p. 495 — P. +Giovio vita d'Alf. d'Este, p. 132.</i> +</p> + +<p> +<a id="note460" href="#tag460">460.</a> <i>Ben. Varchi, l. X, p. 251.</i> +</p> + +<p> +<a id="note461" href="#tag461">461.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 537. — Ben. +Varchi, l. X, p. 256. — Bern. Segni, l. III, +p. 94. — P. Jovii, l. XXVII, p. 103. — Gal. +Capella, l. VIII, f. 94. — P. Paruta, l. VI, +p. 500.</i> +</p> + +<p> +<a id="note462" href="#tag462">462.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XIX, p. 537. — Bern. +Segni, l. III, p. 94. — Gal. Capella, +l. VIII, f. 96</i> ed ultimo. +</p> + +<p> +<a id="note463" href="#tag463">463.</a> <i>P. Paruta, l. VII, p. 559. — Mém. de M. +du Bellay, l. VI, p. 300. — Murat. Ann. ad +annum.</i> +</p> + +<p> +<a id="note464" href="#tag464">464.</a> <i>P. Paruta Ist. Ven., l. VI, p. 505. — Fr. +Guicciardini, l. XIX, p. 538. — Ben. +Varchi, l. X, p. 257. — P. Jovii Hist., l. +XXVII, p. 104.</i> +</p> + +<p> +<a id="note465" href="#tag465">465.</a> <i>Ben. Varchi, t. IV, l. XI, p. 58. — Muratori +Ann. d'Italia ad an. — P. Giovio +vita d'Alfonso d'Este, p. 134.</i> +</p> + +<p> +<a id="note466" href="#tag466">466.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XX, p. 549. — Ben. +Varchi, t. IV, l. XII, p. 349. — Muratori +Ann. d'Italia, t. X, p. 242. — P. Jovii Hist., +l. XXVII, p. 137. — Lo stesso, vita d'Alfonso +d'Este, p. 137.</i> +</p> + +<p> +<a id="note467" href="#tag467">467.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXVII, p. 110.</i> +</p> + +<p> +<a id="note468" href="#tag468">468.</a> <i>Ben. Varchi, l. XI, p. 59. — P. Jovii, +l. XXVII, p. 110.</i> +</p> + +<p> +<a id="note469" href="#tag469">469.</a> <i>P. Jovii Hist. sui temp., l. XXVII, p. 110. — Mém. +de M. du Bellay, l. IV, p. 140.</i> +</p> + +<p> +<a id="note470" href="#tag470">470.</a> <i>Fr. Guicciardini, l. XX, p 541. — P. +Jovii Hist., l. XXVII, p. 105. — Bern. Segni, +l. IV, p. 107. — Ist. di Gio. Cambi, t. XXIII, +p. 51. — P. Paruta, l. VII, p. 510. — Alfonso +de Ulloa vita di Carlo V, l. II, f. 119.</i> +</p> + +<p> +<a id="note471" href="#tag471">471.</a> <i>Ben. Varchi Stor. Fior., t. III, l. IX, +p. 8, t. IV, l. XI, p. 60. — Bern. Segni, +l. IV, p. 115. — P. Bizarri, l. XX, p. 489. — Alfonso +de Ulloa vita di Carlo V, l. III, +f. 121. — P. Paruta Ist. Ven., l. VII, p. 511.</i> +</p> +</div> + +<div class="tnote"> +<p class="tntitle"> +Nota del Trascrittore +</p> + +<p> +Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione +minimi errori tipografici. +</p> + +<p class="covernote"> +Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio. +</p> +</div> + + + + + + + + +<pre> + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Storia delle repubbliche italiane dei +secoli di mezzo, v. 15 (of 16), by J. C. L. Simondo Sismondi + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK STORIA DELLE REPUBBLICHE *** + +***** This file should be named 44364-h.htm or 44364-h.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/4/4/3/6/44364/ + +Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Barbara +Magni and the Online Distributed Proofreading Team at +http://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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