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| author | nfenwick <nfenwick@pglaf.org> | 2025-03-08 14:48:28 -0800 |
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You may copy it, give it away or -re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included -with this eBook or online at www.gutenberg.org/license - - -Title: Il perduto amore - -Author: Umberto Fracchia - -Release Date: November 3, 2012 [EBook #41281] - -Language: Italian - -Character set encoding: ISO-8859-1 - -*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PERDUTO AMORE *** - - - - -Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara -Magni and the Online Distributed Proofreading Team at -http://www.pgdp.net (This file was produced from images -generously made available by The Internet Archive) - - - - - - -</pre> - +<div>*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 41281 ***</div> <div id="coverpage"> <img src="images/cover.jpg" width="353" height="600" alt="Copertina" /></div> @@ -117,7 +79,7 @@ ROMANZO </p> <p class="pad2"> -5.º MIGLIAIO +5.º MIGLIAIO </p> <p class="pad4"> @@ -130,7 +92,7 @@ CASA EDITRICE VITAGLIANO — MILANO <hr class="mid" /> <p> -PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA +PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA </p> <p> @@ -174,17 +136,17 @@ I. </h3> <p> -Le stelle di cui il cielo ora è pieno, appunto -perchè splendono perennemente sono un indizio +Le stelle di cui il cielo ora è pieno, appunto +perchè splendono perennemente sono un indizio certo della nostra morte. Ma io che le contemplo mentre compaiono e scompaiono, a volta a volta fra le rade nuvole naviganti l'azzurro, in aggruppamenti inaspettati e nuovi, sento scendere sui miei occhi non so qual liquido filtro -che mi rende oblioso così della morte come della +che mi rende oblioso così della morte come della vita. Distrattamente ascolto i rumori e le musiche del bosco, il canto dei rosignoli nell'ombra, il -fruscìo dei giunchi (di seta), le voci umane giù +fruscìo dei giunchi (di seta), le voci umane giù per i campi e nell'isolata casa del mulinaio, e sento che queste cose non sono fatte per me. Troppo semplici, troppo serene. Se, vinto, con @@ -202,30 +164,30 @@ l'imperfetta vita delle ombre. Sono, come le pallide larve, distaccato dal mondo, libero di muovermi e di vagare dove mi piace, presente <span class="pagenum"><a id="Page_8"></a>[8]</span> -in ogni luogo, ed assente da ogni realtà. Eppure -la mia libertà non è che un'illusione di chi giudica +in ogni luogo, ed assente da ogni realtà . Eppure +la mia libertà non è che un'illusione di chi giudica dalle apparenze, e non sa che sono invece inchiodato, incatenato, prigioniero della mia -vita, nel momento stesso in cui essa si è fermata +vita, nel momento stesso in cui essa si è fermata per sempre. Se preferisco uscire di notte, -o mostrarmi là dove il bosco è più folto, dove -il fiume scorre tra le più alte rupi, la ragione è -che io soffro il sole, la luce mi dà un acuto dolore, +o mostrarmi là dove il bosco è più folto, dove +il fiume scorre tra le più alte rupi, la ragione è +che io soffro il sole, la luce mi dà un acuto dolore, e temo sempre di contravvenire ai comandi della natura, di violare una legge assoluta. La -mia stessa voce, quando raramente parlo, è la +mia stessa voce, quando raramente parlo, è la voce flebile delle ombre, che sembra giungere da misteriose lontananze, fioco lamento di sotterraneo o di tomba, confusa voce attraverso soffi di vento, scrosci di correnti d'acqua, stormire di -notturne boscaglie. L'aria è sempre piena per +notturne boscaglie. L'aria è sempre piena per me, come le desolate lande della tragedia, di una triste lontana e invisibile musica. Ebbene: un uomo mi ha ucciso impedendomi di morire quando sarebbe stato facile per me uscire da questo viottolo angusto e spaziare nell'infinita -felicità; quando la morte sarebbe stata ebrezza -e gioia; e tempo, spazio, memoria, più nulla... +felicità ; quando la morte sarebbe stata ebrezza +e gioia; e tempo, spazio, memoria, più nulla... </p></div> <div class="chapter"> @@ -239,7 +201,7 @@ volta in casa nostra quando io avevo appena vent'anni. Di lui avevo udito parlare come <span class="pagenum"><a id="Page_9"></a>[9]</span> di un'anima perduta. Si sa che cosa intendono gli -uomini timorati quando dicono: costui è un'anima +uomini timorati quando dicono: costui è un'anima perduta. A lunghi intervalli, dunque, se per caso nelle conversazioni famigliari il discorso cadeva sopra un parente morto o lontano, e mia @@ -257,17 +219,17 @@ album passava di mano in mano, faceva il giro della tavola, e il nome di Carlo Clauss era ripetuto sottovoce, e seguito da misteriosi silenzi o da poche vaghe parole di commiserazione -per quella «giovinezza irrequieta e avventurosa». +per quella «giovinezza irrequieta e avventurosa». </p> <p> Ma un giorno, quando nessuno se l'aspettava, una lettera munita d'un francobollo molto grande, su cui era disegnato un paesaggio montuoso -con alberi e animali inverosimili, ci portò la notizia +con alberi e animali inverosimili, ci portò la notizia del suo ritorno. Egli scriveva a mio padre -da una città il cui nome parve nuovo a tutti noi, -dicendo che «il desiderio di morire in patria» +da una città il cui nome parve nuovo a tutti noi, +dicendo che «il desiderio di morire in patria» lo spingeva ad abbandonare il paese dove aveva vissuto fino allora felice. Parlava di una lunga <span class="pagenum"><a id="Page_10"></a>[10]</span> @@ -275,17 +237,17 @@ malattia, dei molti giorni di mare che lo dividevano da noi, e, in fine, di mia madre, che egli chiamava, con un diminutivo infantile, la Minni. Quella lettera fu letta forte prima della cena e -suscitò in tutti un vivo stupore. Mia madre pianse. +suscitò in tutti un vivo stupore. Mia madre pianse. Fu una triste sera in cui non si fece che rievocare avvenimenti dolorosi. Io seppi allora che Carlo Clauss era nostro parente e che a ventiquattro anni era scomparso dalla propria casa, -era fuggito, solo, senza lasciar traccia di sè. +era fuggito, solo, senza lasciar traccia di sè. </p> <p> -Due mesi dopo egli arrivò con la corriera del -mattino, giacchè in quel tempo la ferrovia non +Due mesi dopo egli arrivò con la corriera del +mattino, giacchè in quel tempo la ferrovia non passava ancora per queste valli e lungo il mare, e non se ne udiva neppure il fischio lontano. Noi, che stavamo sull'uscio in attesa, lo vedemmo @@ -293,16 +255,16 @@ scendere dalla diligenza seguito da un servo creolo, bruno e canuto, che portava i bagagli. La sua rassomiglianza con la nostra fotografia era ancor grande. Alto, diritto, con la barba e i -capelli appena brizzolati, egli non rivelava nè -stanchezza nè dolore. Il suo volto pallidissimo, +capelli appena brizzolati, egli non rivelava nè +stanchezza nè dolore. Il suo volto pallidissimo, di un pallore olivastro ed uguale, bruciava ancora di quella fiamma interna che gli splendeva negli occhi scuri, profondi e lucidi. Era bello. Anche la sua voce, il suo modo di gestire, la sua pronuncia un po' lenta e faticosa, mi parvero, al primo incontro, attraenti; pieni di quella grazia -virile, così rara negli uomini non più giovani, che -è fatta di serenità, di forza e di rattenuto ardore. +virile, così rara negli uomini non più giovani, che +è fatta di serenità , di forza e di rattenuto ardore. </p> <p> @@ -327,7 +289,7 @@ dello stupore che vedeva dipinto sui nostri visi. <p> — Eppure sono tornato! — esclamava. — Vi pare il caso, ora, di spaventarvi? Siamo -passati attraverso il fuoco... Tutto è uguale +passati attraverso il fuoco... Tutto è uguale per me. </p> @@ -344,7 +306,7 @@ chi le poteva prevedere? <p> — Certo... — rispondeva sorridendo Clauss. — Ma -ora tutto è uguale per me... +ora tutto è uguale per me... </p> <p> @@ -363,9 +325,9 @@ seriamente: <p> <span class="pagenum"><a id="Page_12"></a>[12]</span> -— Ti sembra, ma non è così. Eravamo ragazzi +— Ti sembra, ma non è così. Eravamo ragazzi allora, quando dici tu, ed ora ho un -figlio grande. Non lo vedi laggiù? Sembra un +figlio grande. Non lo vedi laggiù? Sembra un querciolo... </p> @@ -380,33 +342,33 @@ si posavano anche su mia sorella Silvina. <p> — Eppure bisogna vivere ancora! — disse -egli una volta, nel silenzio di tutti. E mi sembrò -che parlasse soltanto a sè stesso, dimenticando +egli una volta, nel silenzio di tutti. E mi sembrò +che parlasse soltanto a sè stesso, dimenticando noi altri. </p> <p> Da mezz'ora l'aria s'era fatta scura, e pioveva. -Ma, dopo poco, un tuono secco schiantò il -silenzio e scompaginò le nuvole. Un po' di sole -entrò nella stanza. Io che ero rimasto senza +Ma, dopo poco, un tuono secco schiantò il +silenzio e scompaginò le nuvole. Un po' di sole +entrò nella stanza. Io che ero rimasto senza parlare, in un angolo, mi alzai per guardar -fuori. Anche Clauss si alzò e si avvicinò alla finestra. +fuori. Anche Clauss si alzò e si avvicinò alla finestra. </p> <p> — Se volete, disse mia madre, potete andare -sulla terrazza. Non piove più. +sulla terrazza. Non piove più. </p> <p> Salimmo dunque, noi due, sulla terrazza. L'arcobaleno -era molto pallido. Il sole, già mezzo nascosto +era molto pallido. Il sole, già mezzo nascosto dietro il monte, dardeggiava sulla pianura -un gran fascio di luce. Clauss girò intorno gli -occhi, si soffermò un istante a guardare i fianchi +un gran fascio di luce. Clauss girò intorno gli +occhi, si soffermò un istante a guardare i fianchi delle montagne rigati di cascatelle candide; -poi si volse a me e bruscamente mi domandò: +poi si volse a me e bruscamente mi domandò: </p> <p> @@ -419,7 +381,7 @@ Per la prima volta i suoi occhi si posarono attentamente sulla mia persona. Io li sentii che mi penetravano dentro, nell'anima. Era uno sguardo impudico, un contatto quasi carnale che -mi riempì di vergogna. +mi riempì di vergogna. </p> <p> @@ -431,7 +393,7 @@ Egli rise. </p> <p> -— Come è possibile, nulla? — soggiunse, distraendo +— Come è possibile, nulla? — soggiunse, distraendo da me le pupille, come uno che stacca le labbra da una tazza dopo aver bevuto abbastanza. — Ho avuto anch'io vent'anni. Non @@ -439,15 +401,15 @@ ridere! A vent'anni io, per esempio, non desideravo che una sola cosa: morire. Ma volevo morire eroicamente. Immagina: uno compie un'azione nobile, un atto memorando. La gente -dice: — Questo ragazzo è stato capace di tanto. — Un -ragazzo? Veramente un ragazzo? — Sì, +dice: — Questo ragazzo è stato capace di tanto. — Un +ragazzo? Veramente un ragazzo? — Sì, un ragazzo... Aveva appena vent'anni. — Questa -è la gloria. Ora sono quasi vecchio, e quel -sogno mi sembra ancor più bello di allora. Morire +è la gloria. Ora sono quasi vecchio, e quel +sogno mi sembra ancor più bello di allora. Morire senza aver provato nulla della vita, se sia buona o cattiva; non l'amore di una donna: senza -avere nè amato, nè odiato, nè goduto, nè sofferto; -ignorando che cosa valga tutto ciò... Non +avere nè amato, nè odiato, nè goduto, nè sofferto; +ignorando che cosa valga tutto ciò... Non credi che sarebbe una pazzia degna di te? </p> @@ -470,7 +432,7 @@ Amare? Odiare? </p> <p> -— È dunque necessario amare o odiare qualcuno? — balbettai +— È dunque necessario amare o odiare qualcuno? — balbettai ad un tratto senza pensare. </p> @@ -484,7 +446,7 @@ nota, stanca. </p> <p> -— Ti racconterò una storia, — disse, — e tu +— Ti racconterò una storia, — disse, — e tu stesso giudicherai. Io avevo, a Karsan, un servo giovane. Era un meticcio, un essere semplice e sano, una creatura riccamente dotata. Lo avevo @@ -500,49 +462,49 @@ della fattoria vicina. La conoscevo. Sembrava un bell'animale, con lunghi capelli neri e grandi occhi violacei. Sarkis era stato preso da una <span class="pagenum"><a id="Page_15"></a>[15]</span> -così violenta passione per lei, che ogni giorno, +così violenta passione per lei, che ogni giorno, dopo averla veduta, dopo averla spiata da lungi e da presso, si flagellava, parendogli di non essere degno di lei, di non poter meritare il suo -amore. Un altro servo mi narrò queste cose, più +amore. Un altro servo mi narrò queste cose, più tardi. Alfine essi si sposarono. — Sei felice? — chiesi a Sarkis dopo le sue nozze. — Vorrei esser morto! — rispose. Scese la notte sulla -loro capanna di giunchi. All'alba Behela uscì +loro capanna di giunchi. All'alba Behela uscì dal letto ancor caldo per andare alla sorgente. -Egli la seguì da lontano, la spiò lungo tutto il +Egli la seguì da lontano, la spiò lungo tutto il sentiero. Si nascose poi tra le canne e attese che ritornasse. Behela riapparve, camminando lentamente. Teneva gli occhi chiusi e sorrideva come -in sogno. — Behela! — chiamò lo sposo -nascosto. Ella si arrestò. — Questa è la tua +in sogno. — Behela! — chiamò lo sposo +nascosto. Ella si arrestò. — Questa è la tua voce! — disse dolcemente. — La riconosco... — E -questo è il mio coltello! — gridò l'altro -saltando fuori. L'abbracciò stretta e le piantò la +questo è il mio coltello! — gridò l'altro +saltando fuori. L'abbracciò stretta e le piantò la lama nel cuore. Quando mi fu condotto dinnanzi -per essere giudicato, perchè io ero il padrone, +per essere giudicato, perchè io ero il padrone, egli cantava come un forsennato. — Sarkis... — esclamai afferrandolo per i capelli: — sai tu -di avere ucciso la tua sposa? Egli ammutolì, mi -guardò con occhi che non esprimevano nè stupore, -nè vergogna, nè tristezza. — Vorrei esser -morto... — mormorò, e ricominciò a cantare. +di avere ucciso la tua sposa? Egli ammutolì, mi +guardò con occhi che non esprimevano nè stupore, +nè vergogna, nè tristezza. — Vorrei esser +morto... — mormorò, e ricominciò a cantare. </p> <p> -Clauss sollevò il capo. Il suo volto si animò: -balenò nei suoi occhi quella strana luce. +Clauss sollevò il capo. Il suo volto si animò: +balenò nei suoi occhi quella strana luce. </p> <p> -— Questa, — disse, — non è una storia straordinaria. +— Questa, — disse, — non è una storia straordinaria. <span class="pagenum"><a id="Page_16"></a>[16]</span> -Questa è la storia dell'amore, una -storia d'amore, cioè una delle innumerevoli storie -che si possono raccontare. È necessario amare +Questa è la storia dell'amore, una +storia d'amore, cioè una delle innumerevoli storie +che si possono raccontare. È necessario amare qualcuno? Era necessario uccidere Behela, sacrificare quel fiore meraviglioso, distruggere -quella felicità? Immagina che cosa mi avrebbe +quella felicità ? Immagina che cosa mi avrebbe risposto quell'uomo se io gli avessi rivolto, una dopo l'altra, tali domande! Noi lo legammo in mezzo alla corte. Ma, di notte, prima di coricarmi, @@ -559,24 +521,24 @@ liberato? </p> <p> -Mi guardò sorridendo. +Mi guardò sorridendo. </p> <p> — E non potevo forse uccidere anch'io come -lui, — mormorò, — quel giorno o il giorno +lui, — mormorò, — quel giorno o il giorno dopo, con quell'arma o con un'altra simile? </p> <p> -— Ah! non è così facile! — esclamai, nascondendo -il viso fra le mani. — Non è così +— Ah! non è così facile! — esclamai, nascondendo +il viso fra le mani. — Non è così semplice uccidere! Non tutti uccidono... </p> <p> — Infatti, — disse Clauss per consolarmi, — non -è per tutti egualmente facile. +è per tutti egualmente facile. </p></div> <div class="chapter"> @@ -585,36 +547,36 @@ III. </h3> <p> -Clauss restò soltanto tre giorni in casa nostra. +Clauss restò soltanto tre giorni in casa nostra. Durante quei tre giorni io cercai di sfuggirlo, e -infatti non accadde più che noi ci trovassimo -soli insieme. Il terzo giorno se ne partì improvvisamente, +infatti non accadde più che noi ci trovassimo +soli insieme. Il terzo giorno se ne partì improvvisamente, <span class="pagenum"><a id="Page_17"></a>[17]</span> senza aver neppure sfatto le sue -valige, per andarsene in città, dove disse che -voleva comprare una casa. Confesserò, senza +valige, per andarsene in città , dove disse che +voleva comprare una casa. Confesserò, senza vergogna, che Clauss mi aveva profondamente toccato. Quasi mi faceva paura. Talora, non visto, mentre egli leggeva o parlava con altri, io lo spiavo a lungo, fantasticando. La sua partenza fu per me cagione di gioia: ma non ritrovai per questo la mia antica pace. Ben presto -anzi mi accorsi che io non potevo più vivere +anzi mi accorsi che io non potevo più vivere senza di lui. Di giorno e di notte pensavo alle sue parole; Behela frequentava i miei sogni; e se socchiudevo le palpebre, lo rivedevo, non come -era in realtà, ma come era, da giovane, nella +era in realtà , ma come era, da giovane, nella vecchia fotografia dell'album, con quei due immobili e smisurati occhi. Quell'immagine era -impressa in me fin dall'infanzia. Non mi abbandonò -più. +impressa in me fin dall'infanzia. Non mi abbandonò +più. </p> <p> Vivevo dunque come trasognato. In quella grande casa semideserta dove mia madre diffondeva -la malinconia del suo sorriso senza nè -inquietudini nè desideri, che mio padre dominava +la malinconia del suo sorriso senza nè +inquietudini nè desideri, che mio padre dominava dalla cantina al granaio con la sua allegria d'uomo sano e soddisfatto, io cominciai a sentire il peso della solitudine e il mal sottile della @@ -622,14 +584,14 @@ malinconia che prima non conoscevo. Fino a quel tempo, per molti anni, m'ero accontentato della mia casa, del mio giardino, del villaggio e dei campi, nel limite della cerchia alpina. Ora -non più. Clauss aveva lasciato cadere in me il +non più. Clauss aveva lasciato cadere in me il <span class="pagenum"><a id="Page_18"></a>[18]</span> suo seme diabolico, e quel seme aveva rapidamente germogliato. Ogni istante scoprivo un desiderio nuovo. E quantunque le mie brame fossero innumerevoli, si potevano tutte riassumere in una sola parola: amare. Avevo lunghe -e confuse allucinazioni: visioni di una realtà +e confuse allucinazioni: visioni di una realtà inverosimile. </p> @@ -637,7 +599,7 @@ inverosimile. La mia salute fu tanto scossa da questi disordini spirituali, che mio padre, rammaricandosi di aver scoperto troppo tardi che io non gli somigliavo -affatto, si decise a mandarmi in città perchè +affatto, si decise a mandarmi in città perchè imparassi a mie spese ad apprezzare la famiglia e la casa. </p> @@ -650,15 +612,15 @@ padre; e in poche ore fui pronto per partire. <p> Ricordo il penoso distacco da mia madre. Io non le ero stato mai lontano neppure un giorno. -Quando mi abbracciò piangendo e sentii il suo +Quando mi abbracciò piangendo e sentii il suo esile corpo tremare contro il mio petto, il suo cuore battere, le sue labbra cercare ansiosamente la mia fronte, ebbi come in un lampo il pensiero di rinunciare a tutti i miei pazzi propositi, per rimanere accanto a lei, in quella -pace, in quella intimità semplice e solitaria che -già allora, dalla soglia, mi pareva superiore ad -ogni altra possibile felicità. Ma poco dopo, quando +pace, in quella intimità semplice e solitaria che +già allora, dalla soglia, mi pareva superiore ad +ogni altra possibile felicità . Ma poco dopo, quando mi volsi per guardare da lontano il campanile roseo tra le piante, ebbi onta di quel momento di debolezza e me ne pentii. La strada costeggiava @@ -679,7 +641,7 @@ si dimenava sul sedile brontolando: </p> <p> -— Non è colpa sua. È colpa di Lisa Lama, +— Non è colpa sua. È colpa di Lisa Lama, di quella maledetta... </p> @@ -687,9 +649,9 @@ di quella maledetta... Ascoltavo, e vedevo Lisa Lama col suo muccetto di capelli tinti, seduta contro la porta verde della sua casa, come l'avevo veduta mille -volte. Pensavo: — Per un pezzo non la vedrò -più. In un paese c'era una fiera. Suonavano -le campane. Un razzo matto rigò di giallo +volte. Pensavo: — Per un pezzo non la vedrò +più. In un paese c'era una fiera. Suonavano +le campane. Un razzo matto rigò di giallo il cielo cinerognolo. Due preti neri trotterellavano per un sentiero attraverso le vigne, sopra due mule grige. Una processione di donne @@ -703,7 +665,7 @@ stipava dentro. <p> Io mi sentivo straordinariamente ilare; assaporavo -con gioia la mia prima libertà. Ho un +con gioia la mia prima libertà . Ho un piacevole ricordo di quelle ore di viaggio. Il fiume andava tranquillamente per la sua strada, e le zucche maturavano secondo la stagione; gli @@ -719,7 +681,7 @@ faceva paura. <p> Con la vicinanza del mare, che apparve poco -dopo, l'aria divenne più densa e odorosa. +dopo, l'aria divenne più densa e odorosa. Ogni tanto si intravvedeva, in fondo ad un vicolo, fra i muri, un po' di mare chiaro, vivace, una vela. Muri bianchi, muri grigi, cancelli verdi, @@ -728,26 +690,26 @@ alle finestre, tende svolazzanti, imbianchini appesi a un tetto, cocomeri rossi sopra un banco, bambini che mangiavano, una donna in camicia, grandi gabbie di canarini, un orto. I cavalli trottavano -e io pensavo a Clauss. La mia ilarità a +e io pensavo a Clauss. La mia ilarità a poco a poco si spegneva. Come viveva quell'uomo? Che avrebbe fatto di me, vedendomi? </p> <p> -Verso sera, la città apparve lontana, in fondo +Verso sera, la città apparve lontana, in fondo al golfo. I giardini, gli orti erano finiti. Si vedeva il porto; s'incontravano carri carichi di botti; le osterie erano piene; si cantava, si ballava sotto i pergolati di canne, intorno ai tavoli gremiti. Finalmente, prima del crepuscolo, passammo -la porta. Mio padre aveva già provveduto +la porta. Mio padre aveva già provveduto al mio alloggio. Discesi dunque dinnanzi alla casa del notaio Sterpoli, che era un vecchietto smilzo, pelato e cerimonioso. Egli mi aspettava sull'uscio, vestito d'una palandrana color tabacco; -mi guidò su per una scala semibuia e +mi guidò su per una scala semibuia e <span class="pagenum"><a id="Page_21"></a>[21]</span> -mi assegnò una camera al secondo piano. Le +mi assegnò una camera al secondo piano. Le suppellettili fruste e polverose, i dagherrotipi appesi ai muri, le facce estatiche di due santi sconosciuti, il letto di ferro, tutto mi dispiacque @@ -758,7 +720,7 @@ mare. </p> <p> -La malinconia di quell'ora mi è rimasta per +La malinconia di quell'ora mi è rimasta per molti giorni nell'anima. Anche la cena, servita da una bambina zoppicante, in compagnia del notaio e di suo figlio, Paolo Sterpoli, fu lunga @@ -767,9 +729,9 @@ tavola da refettorio, immensa, sotto un lume lamentoso. La bambina girava facendo con i suoi piedi disuguali una bizzarra musica sull'impiantito. Dopo cena il notaio, con molte carezze, -( — Ti ho portato sulle mie braccia. Si può dire +( — Ti ho portato sulle mie braccia. Si può dire che ti abbia allattato io — ripeteva ogni tanto), -se ne andò a letto e noi rimanemmo ancora a +se ne andò a letto e noi rimanemmo ancora a fumare. Quello Sterpoli figlio era un giovanotto di forse ventiquattro anni, di pel rosso, con il naso tozzo e la bocca tonda e un paio @@ -777,17 +739,17 @@ di mostaccini arricciati con cura. Egli aveva fumato due sigarette placidamente, leggiucchiando il giornale; ora aveva acceso la terza, ma pareva che la sua calma fosse d'un tratto svanita, -perchè s'era alzato in piedi e se n'andava +perchè s'era alzato in piedi e se n'andava da un capo all'altro della stanza, gettando sguardi inquieti all'orologio, alla finestra e a me che <span class="pagenum"><a id="Page_22"></a>[22]</span> -me ne stavo seduto. Finalmente si fermò a due +me ne stavo seduto. Finalmente si fermò a due passi dallo specchio e disse: </p> <p> -— Insomma, perchè fingere? Bisogna che -io me ne vada. È tardi. Non siamo amici? Se +— Insomma, perchè fingere? Bisogna che +io me ne vada. È tardi. Non siamo amici? Se vuoi venire con me, troveremo certamente Clauss, che ci aspetta... </p> @@ -797,7 +759,7 @@ Clauss, che ci aspetta... </p> <p> -— Dove? E dove vuoi trovarlo? Te lo dirò. +— Dove? E dove vuoi trovarlo? Te lo dirò. </p> <p> @@ -805,11 +767,11 @@ Mi infilai il soprabito e chetamente uscimmo. </p> <p> -— Sai che cos'è un caffè concerto? — mi -domandò Paolo quando fummo per strada. — Ora -andiamo. Oh! non c'è niente di male; non -è un luogo di perdizione. Clauss ci va ogni -sera. È innamorato. Ti stupisce? Innamorato +— Sai che cos'è un caffè concerto? — mi +domandò Paolo quando fummo per strada. — Ora +andiamo. Oh! non c'è niente di male; non +è un luogo di perdizione. Clauss ci va ogni +sera. È innamorato. Ti stupisce? Innamorato di una donna (si sa), di una donna che si chiama Daria. </p> @@ -820,23 +782,23 @@ La sua mano strinse forte il mio braccio. <p> — Vuoi credere che tutti sono innamorati di -lei? — soggiunse Paolo con voce più sommessa. — Ella -canta. Canta e balla. Ebbene: perchè +lei? — soggiunse Paolo con voce più sommessa. — Ella +canta. Canta e balla. Ebbene: perchè tutti debbono essere innamorati di lei? E -chi può spiegare questo mistero? Tu stesso vedrai +chi può spiegare questo mistero? Tu stesso vedrai fra poco... </p> <p> -— È bella? — domandai esitando. +— È bella? — domandai esitando. </p> <p> -— Ah, ah! se è bella? C'è una canzone che -dice (mi pare): <i>Je ne sais pas de quel côté, sa -clarté me pourra conduire... Au loin une étoile -je vois — qui me darde des étincelles...</i> Non -importa. Sì, è molto bella. +— Ah, ah! se è bella? C'è una canzone che +dice (mi pare): <i>Je ne sais pas de quel côté, sa +clarté me pourra conduire... Au loin une étoile +je vois — qui me darde des étincelles...</i> Non +importa. Sì, è molto bella. </p> <p> @@ -854,32 +816,32 @@ diceva: </p> <p> -— Sì, signori: le gambe di quella donna sono +— Sì, signori: le gambe di quella donna sono le corna del diavolo! </p> <p> -Sterpoli mi guardò e disse: +Sterpoli mi guardò e disse: </p> <p> -— Siamo arrivati troppo tardi. Ha già finito +— Siamo arrivati troppo tardi. Ha già finito di ballare... </p> <p> -Un'orchestrina cominciò a miagolare una polka, +Un'orchestrina cominciò a miagolare una polka, il velario si schiuse e comparvero tra fischi -e urli due fakiri indiani. La platea tumultuò. -Giovani o vecchi: una strana umanità imberbe o +e urli due fakiri indiani. La platea tumultuò. +Giovani o vecchi: una strana umanità imberbe o canuta si agitava in quello spazio angusto. Alcune donne, in abiti rossi e gialli, con bizzarri pennacchini e grandi ventagli di piume, se ne andavano intorno precedute da sorrisi incantevoli e da sguardi striscianti come bisce. Incendi. Ed io pensavo per quale miracolo quelle donne -potessero avere carni così bianche, e occhi così -lustri, e bocche così rosse e attraenti; essere +potessero avere carni così bianche, e occhi così +lustri, e bocche così rosse e attraenti; essere tanto angeliche e tanto peccaminose; e per quale miracolo di continenza gli uomini si accontentassero di guardarle senza strappare violentemente @@ -899,22 +861,22 @@ con lui. </p> <p> -— Ti conduco un nuovo discepolo! — gridò +— Ti conduco un nuovo discepolo! — gridò Sterpoli sbatacchiando la porta dietro le mie spalle e inchinandosi fino a terra. </p> <p> -Clauss mi guardò. +Clauss mi guardò. </p> <p> — Sei tu? — disse senza muoversi e senza -sorridere. — Avanti! C'è posto per tutti. +sorridere. — Avanti! C'è posto per tutti. </p> <p> -Mi avvicinai ed egli mi baciò. Poi ordinò che +Mi avvicinai ed egli mi baciò. Poi ordinò che portassero bottiglie e bicchieri. </p></div> @@ -925,7 +887,7 @@ IV. <p> Noi, dunque, bevemmo, e Sterpoli per brindare -urlò: — Questa sera voglio ridere! +urlò: — Questa sera voglio ridere! </p> <p> @@ -944,15 +906,15 @@ disse: </p> <p> -— Ahi! Ah! — sghignazzò Sterpoli. — Io +— Ahi! Ah! — sghignazzò Sterpoli. — Io sono giovane? Io sono pazzo. Mio buon maestro, tutte le malattie sono contagiose. Ti sembra strano? Un granello di sabbia basta, un -granello di polvere è anche troppo... Ho veduto +granello di polvere è anche troppo... Ho veduto <span class="pagenum"><a id="Page_25"></a>[25]</span> Daria ballare... Qualcuno ha detto: — Le gambe di quella donna sono le corna del diavolo! -Che te ne pare? Il diavolo non è dunque così +Che te ne pare? Il diavolo non è dunque così brutto come si dipinge? </p> @@ -971,28 +933,28 @@ non ci fosse. <p> — Io non capisco — diceva con tono grave uno di quei giovani, rivolto a Clauss — come -possano durare pregiudizi di specie così volgare. -Tizio è gravemente afflitto perchè non sa -che cosa pensare dell'al di là, e cerca di passare +possano durare pregiudizi di specie così volgare. +Tizio è gravemente afflitto perchè non sa +che cosa pensare dell'al di là , e cerca di passare qualche ora piacevole con Eunica, che ha le poppe forti. Caio soffre per una delusione amorosa, e invita gli amici a bere un suo vecchio -vino d'uva. Eumolpo è stato fischiato a +vino d'uva. Eumolpo è stato fischiato a teatro o ha perduto in Borsa, e va a prendere un bagno profumato. Sempronio ha sepolto suo padre, e si regala una eccezionale pietanza di tartufi a cena. Ma, in somma, signori! Per i dolori dell'anima si deve dunque consolare il -corpo? E c'è ancora chi crede sul serio che +corpo? E c'è ancora chi crede sul serio che anima e corpo siano due cose distinte! </p> <p> -— Ahimè! — esclamò un altro. — Che c'importa +— Ahimè! — esclamò un altro. — Che c'importa <span class="pagenum"><a id="Page_26"></a>[26]</span> dell'anima e del corpo? Che siano due o uno? Quando tu baci Clarissa, la baci con l'anima -o col corpo? L'importante non è di baciare +o col corpo? L'importante non è di baciare Clarissa? </p> @@ -1001,36 +963,36 @@ Clauss rise. </p> <p> -— Infatti, — disse, — è Clarissa che importa. +— Infatti, — disse, — è Clarissa che importa. </p> <p> -Improvvisamente, d'un colpo, la porta si spalancò +Improvvisamente, d'un colpo, la porta si spalancò e tutti ammutolirono. Una donna, avvolta in un ampio mantello scuro che ella teneva stretto alla cintura e al collo con ambo le mani, apparve sulla soglia. Volse intorno gli occhi, dardeggiando sopra gli astanti sguardi obliqui, -si avanzò di due passi e si fermò in mezzo alla +si avanzò di due passi e si fermò in mezzo alla stanza. </p> <p> -— Clauss! — disse con voce così profonda -e velata che mi dette i brividi. — È la seconda +— Clauss! — disse con voce così profonda +e velata che mi dette i brividi. — È la seconda volta che mi insultate in pubblico, tu e il tuo -seguito di servitori. Io non posso più sopportare.... +seguito di servitori. Io non posso più sopportare.... Io sono stanca.... Io ti odio.... </p> <p> Come se queste parole le avessero tolto ogni -forza, ella si appoggiò con una mano all'orlo del +forza, ella si appoggiò con una mano all'orlo del tavolo per non cadere. Il mantello, aprendosi, -lasciò scoperto il suo collo, su cui brillava un +lasciò scoperto il suo collo, su cui brillava un grosso smeraldo. Tutti, intorno a me, sembravano pietrificati. Sterpoli era sceso dal tavolo e -guardava dinnanzi a sè, bocca e occhi aperti da +guardava dinnanzi a sè, bocca e occhi aperti da ebete. Soltanto Clauss pareva calmo. Egli si era alzato e si era fermato di fronte a lei. Le sue pupille diritte fissavano senza tremare il volto @@ -1051,22 +1013,22 @@ che lentamente si era avvicinato a lui ed ora gli stava a fianco. Il volto del giovane di rosso s'era fatto cinereo. Aveva la fronte imperlata di sudore e a stento tratteneva il respiro. Pareva -che volesse parlare, poichè ogni tanto moveva -le labbra; ma senza fiato. A un tratto avanzò +che volesse parlare, poichè ogni tanto moveva +le labbra; ma senza fiato. A un tratto avanzò ancora di un passo, tese la mano, che gli tremava, fino a sfiorare il braccio della donna, -e con un filo di voce mormorò: +e con un filo di voce mormorò: </p> <p> -— Andiamo... Andiamo via... Perchè sei venuta? -Perchè? +— Andiamo... Andiamo via... Perchè sei venuta? +Perchè? </p> <p> Clauss non si mosse. Nemmeno Daria si mosse, -ma un sorriso pieno di disprezzo inarcò le -sue belle labbra lunghe, e illuminò il suo viso. +ma un sorriso pieno di disprezzo inarcò le +sue belle labbra lunghe, e illuminò il suo viso. </p> <p> @@ -1074,7 +1036,7 @@ Paolo attendeva, con la mano sollevata, tremante. </p> <p> -— Infine! — esclamò Clauss con un gesto +— Infine! — esclamò Clauss con un gesto d'impazienza. — Io non so di che cosa mi possiate accusare... Sono vostro amico... Ho tentato ogni via per piacervi... Che debbo fare ancora @@ -1082,20 +1044,20 @@ per voi? </p> <p> -Daria abbassò il capo, respinse con un moto +Daria abbassò il capo, respinse con un moto violento della mano la mano sempre tesa di -Sterpoli e si abbattè piangendo sopra una sedia. +Sterpoli e si abbattè piangendo sopra una sedia. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_28"></a>[28]</span> -Un profondo silenzio seguì quell'avvenimento +Un profondo silenzio seguì quell'avvenimento inaspettato. </p> <p> -— Piange? — mormorò una voce alla mie -spalle. — È mai possibile? È anche capace di +— Piange? — mormorò una voce alla mie +spalle. — È mai possibile? È anche capace di piangere? </p> @@ -1108,8 +1070,8 @@ e ora Sterpoli che tremava. </p> <p> -— Che accade? — pensavo. — Chi è questa -donna? E perchè piange? +— Che accade? — pensavo. — Chi è questa +donna? E perchè piange? </p> <p> @@ -1117,16 +1079,16 @@ Mi curvai un poco e le dissi: </p> <p> -— Non piangete... Non è il caso di piangere! +— Non piangete... Non è il caso di piangere! </p> <p> Ebbi paura del silenzio che accolse la mia voce. -Daria infatti sollevò il capo. +Daria infatti sollevò il capo. </p> <p> -— Chi è costui? — domandò dopo un istante. — Che +— Chi è costui? — domandò dopo un istante. — Che cosa vuole da me? </p> @@ -1136,7 +1098,7 @@ cosa vuole da me? <p> S'era fatto un gran vuoto nel mio cervello. -Ma la vampa che m'affocò il viso m'avvertì che +Ma la vampa che m'affocò il viso m'avvertì che m'ero coperto di ridicolo. </p> @@ -1150,17 +1112,17 @@ tanti uomini? <p> Poi mi ritrassi in un angolo e nascosi il viso fra le mani per coprire il mio rossore. Con gli -occhi chiusi non udivo più nulla. La donna -non piangeva più; aveva cessato di piangere, +occhi chiusi non udivo più nulla. La donna +non piangeva più; aveva cessato di piangere, <span class="pagenum"><a id="Page_29"></a>[29]</span> di tubare, e nessuno parlava. Di lontano, confuse, giungevano fino a noi le cadenze d'una -danza turca, e un ronzìo di voci umane mescolate +danza turca, e un ronzìo di voci umane mescolate al rullar persistente di un tamburo. — Che accade? — pensavo senza trovare il coraggio di muovermi. Pareva che tutti fossero morti intorno a me o che tutti se ne fossero andati. Improvvisamente -Clauss esclamò: +Clauss esclamò: </p> <p> @@ -1170,17 +1132,17 @@ Clauss esclamò: <p> Udii un grido, apersi gli occhi e vidi Daria alzarsi in piedi sconvolta. Con un gesto rapido, -violento, strappò dal suo collo la collana con lo -smeraldo e la scagliò dinnanzi a sè gridando: — E -io ti odio! Poi si volse e fuggì. +violento, strappò dal suo collo la collana con lo +smeraldo e la scagliò dinnanzi a sè gridando: — E +io ti odio! Poi si volse e fuggì. </p> <p> Sterpoli ricevette il colpo sugli occhi come -una frustata, restò un istante fermo con la mano -distesa sulla fronte e le palpebre chiuse. Balbettò: — Non +una frustata, restò un istante fermo con la mano +distesa sulla fronte e le palpebre chiuse. Balbettò: — Non era per me! Era per te, per te -Clauss, per te solo! — e brancolando uscì dalla +Clauss, per te solo! — e brancolando uscì dalla stanza. </p> @@ -1189,31 +1151,31 @@ stanza. </p> <p> -Il suo richiamo si ripetè due volte e poi si -spense. La porta sbatacchiò. Parve, quando la +Il suo richiamo si ripetè due volte e poi si +spense. La porta sbatacchiò. Parve, quando la porta fu chiusa, che sopra di noi si fosse dissipato un temporale. </p> <p> — Sono dolentissimo, amici, — disse con dolcezza -Clauss, — di quanto è accaduto. Veramente -non c'è nemico peggiore di una donna... +Clauss, — di quanto è accaduto. Veramente +non c'è nemico peggiore di una donna... </p> <p> -— Come è possibile? — domandò con grande -vivacità quel giovine che poco prima parlava +— Come è possibile? — domandò con grande +vivacità quel giovine che poco prima parlava <span class="pagenum"><a id="Page_30"></a>[30]</span> -dell'anima. — Ha pianto! Questo è straordinario! +dell'anima. — Ha pianto! Questo è straordinario! </p> <p> -— È una donna, — soggiunse Clauss sorridendo. +— È una donna, — soggiunse Clauss sorridendo. </p> <p> -— Ma perchè è venuta? — domandò un +— Ma perchè è venuta? — domandò un altro. </p> @@ -1222,13 +1184,13 @@ altro. </p> <p> -Poi mormorò: — Me ne vado. +Poi mormorò: — Me ne vado. </p> <p> Ce ne andammo: io solo lo seguii. Il teatro era ormai semivuoto. Un vecchio in marsina -era caduto rotoloni giù per le scale e un servo +era caduto rotoloni giù per le scale e un servo cercava di tirarlo su per le falde. Fuori la notte, alta, serena e molto stellata ci sorrise, ed io la contemplai con gioia tra le due fila di case, @@ -1240,8 +1202,8 @@ mano. La sua mano era fredda. <p> — Vedi, — mi disse dopo un lungo silenzio appoggiandosi al mio braccio, — senza volere -tu hai umiliato quella donna... Con molta semplicità -(troppa semplicità) l'hai toccata nella sua +tu hai umiliato quella donna... Con molta semplicità +(troppa semplicità ) l'hai toccata nella sua piaga... </p> @@ -1250,9 +1212,9 @@ piaga... </p> <p> -— Sì. Se tu le avessi detto: — Orsù, Daria, +— Sì. Se tu le avessi detto: — Orsù, Daria, non vi vergognate di piangere? — non l'avresti -maggiormente umiliata ed offesa. Così l'hai +maggiormente umiliata ed offesa. Così l'hai ferita nel suo orgoglio. Infatti che cosa diventa l'orgoglio di una donna che piange? In un momento simile? @@ -1260,7 +1222,7 @@ simile? <p> <span class="pagenum"><a id="Page_31"></a>[31]</span> -— È vero, è vero... — mormorai. — Io non +— È vero, è vero... — mormorai. — Io non sapevo... Ah! Clauss! Io non so niente! </p> @@ -1273,7 +1235,7 @@ Ma Sterpoli non conta. <p> Eravamo giunti dinnanzi al cancello della sua -casa. Egli si fermò e mi disse: +casa. Egli si fermò e mi disse: </p> <p> @@ -1281,7 +1243,7 @@ casa. Egli si fermò e mi disse: </p> <p> -Mi strinse la mano. Poi mi baciò sulla gota +Mi strinse la mano. Poi mi baciò sulla gota e soggiunse: </p> @@ -1292,7 +1254,7 @@ nessuno... </p> <p> -E mi lasciò solo. +E mi lasciò solo. </p></div> <div class="chapter"> @@ -1305,18 +1267,18 @@ Solo, nella mia camera, alla luce di un povero lume, ripensai lungamente alla strana avventura di cui ero stato spettatore. Ero ancora pieno d'onta per quella voce che aveva detto: — Chi -è costui? Che cosa vuole da me? — con +è costui? Che cosa vuole da me? — con tanto disprezzo; e della mia voce che aveva risposto: — Nulla... nessuno. Lo stesso rossore mi avvampava il viso, ed io vedevo lei, Daria, seduta, in quell'atteggiamento aggressivo; vedevo la curva sprezzante della sua bocca, sentivo la sferza dei suoi sguardi ardenti su me, -mentre diceva: — Chi è costui? Che cosa vuole +mentre diceva: — Chi è costui? Che cosa vuole <span class="pagenum"><a id="Page_32"></a>[32]</span> da me? Certamente l'avevo offesa; volendo consolarla, l'avevo umiliata. Ella mi odiava, ora, -per la mia sciocca pietà, per quelle mortificanti +per la mia sciocca pietà , per quelle mortificanti parole che non avevo saputo trattenere. Ma se per poco dimenticavo me stesso, un'altra sua immagine si delineava dinnanzi ai miei occhi, @@ -1326,12 +1288,12 @@ avvolto; e poi appoggiarsi al tavolo, senza forze, e abbandonare con le mani il mantello che si apriva scoprendo il suo collo niveo, la sua nitida gola, su cui la pietra, verde, oscillando, -splendeva. — Io non posso più sopportare!... — aveva +splendeva. — Io non posso più sopportare!... — aveva esclamato. — Io ti odio! E la sua voce era come uno specchio velato, l'eco di un'altra voce. E Clauss, calmo, senza scomporsi, -aveva risposto: — Non è vero! Una -terza immagine s'illuminò: Behela. +aveva risposto: — Non è vero! Una +terza immagine s'illuminò: Behela. </p> <p> @@ -1343,7 +1305,7 @@ i miei pensieri dal loro angusto viottolo; schiudevano orizzonti verso i quali essi, come uccelli prigionieri, si lanciavano a volo per ricadere, subito, esausti, cagionandomi ogni volta un acuto -dolore. Chiusi le imposte. Tutto in me acquistò +dolore. Chiusi le imposte. Tutto in me acquistò maggior chiarezza, contorni precisi, una consistenza quasi materiale. </p> @@ -1351,18 +1313,18 @@ consistenza quasi materiale. <p> Daria, Daria, era bella. Non avevo pensato <span class="pagenum"><a id="Page_33"></a>[33]</span> -ancora alla sua straordinaria bellezza. Ora, sì. — È +ancora alla sua straordinaria bellezza. Ora, sì. — È bella! ripetevo fra me. I suoi occhi, la sua bocca, la sua gola candida, si delineavano nella -ombra delle mie palpebre chiuse. — È bella! -È bella! Questo pensiero mi turbava. Cominciai +ombra delle mie palpebre chiuse. — È bella! +È bella! Questo pensiero mi turbava. Cominciai a passeggiare irrequieto per la stanza. -Nemmeno allora sapevo spiegarmi perchè +Nemmeno allora sapevo spiegarmi perchè mi fossi inchinato per dirle: — Non piangete. -Non è il caso di piangere. Ella piangeva. Il suo +Non è il caso di piangere. Ella piangeva. Il suo sdegno, la sua forza l'avevano abbandonata. Piangeva con singhiozzi brevi, disperati. Ed io -non cercavo di spiegare perchè mi fossi inchinato +non cercavo di spiegare perchè mi fossi inchinato e avessi parlato. Immaginavo di udire un passo celere su per le scale, un colpo leggiero contro l'uscio della mia camera, una voce, un @@ -1403,8 +1365,8 @@ Uccidere? <p> La mia persona, apparendomi improvvisamente -nello specchio, mi richiamò alla realtà. -Sentii una vacuità dolorosa in me, una disperazione +nello specchio, mi richiamò alla realtà . +Sentii una vacuità dolorosa in me, una disperazione insensata. Mi pareva che Clauss fosse a spiarmi dietro una tenda, da un foro della parete, da una fessura dell'uscio; il suo riso @@ -1414,9 +1376,9 @@ mio volto infantile, fra quelle cose meschine che mi stavano intorno e si beffavano di me con la loro miseria, ero davvero una persona molto compassionevole e buffa. Quale donna avrebbe -potuto guardarmi senza dire: — Chi è -costui? Che cosa vuole da me? Sì, certo, io -ero ridicolo. Facevo pietà e pena a me stesso. +potuto guardarmi senza dire: — Chi è +costui? Che cosa vuole da me? Sì, certo, io +ero ridicolo. Facevo pietà e pena a me stesso. Ripensavo ai compagni di Clauss; mi ricordavo che uno aveva calze di seta porporina, e un altro un braccialetto d'oro smaltato al polso, e un @@ -1427,44 +1389,44 @@ befferanno di me. </p> <p> -Questo eccitamento durò fino a tarda notte. -Verso l'alba la stanchezza s'impadronì dei miei -sensi e li calmò. Allora udii un passo lento e -pesante lungo il corridoio e Sterpoli entrò barcollando +Questo eccitamento durò fino a tarda notte. +Verso l'alba la stanchezza s'impadronì dei miei +sensi e li calmò. Allora udii un passo lento e +pesante lungo il corridoio e Sterpoli entrò barcollando nella mia camera. Era impolverato da capo a piedi. Aveva gli abiti in disordine, la <span class="pagenum"><a id="Page_35"></a>[35]</span> -camicia lacera. Si sedette sul mio letto, mi guardò +camicia lacera. Si sedette sul mio letto, mi guardò e si mise a ridere. </p> <p> -— Hai udito? Hai veduto? — esclamò. — Tu -puoi testimoniare. Mi ha schiaffeggiato! Sì! +— Hai udito? Hai veduto? — esclamò. — Tu +puoi testimoniare. Mi ha schiaffeggiato! Sì! Mi ha colpito sul viso... </p> <p> -Il riso si spense sulla sua bocca. Si strofinò -la faccia con un fazzoletto, si versò un po' d'acqua +Il riso si spense sulla sua bocca. Si strofinò +la faccia con un fazzoletto, si versò un po' d'acqua e bevve. </p> <p> -— Tutti hanno udito, — continuò, — tutti +— Tutti hanno udito, — continuò, — tutti hanno veduto, tutti possono testimoniare. Mi -ha colpito sul viso. Ma non era per me. È stato -un errore. Appena ella è fuggita, io mi sono -precipitato giù per le scale e l'ho raggiunta in +ha colpito sul viso. Ma non era per me. È stato +un errore. Appena ella è fuggita, io mi sono +precipitato giù per le scale e l'ho raggiunta in istrada, mentre stava per montare in carrozza. — Daria Daria, mia colomba, mia nemica, — le ho detto — tu mi hai acciecato! Non posso -più vederti! — e ho cercato di montare sul predellino -della sua carrozza. Macchè! Mi ha respinto +più vederti! — e ho cercato di montare sul predellino +della sua carrozza. Macchè! Mi ha respinto con una mano e, credo, anche con la punta del piede. — Va via! — ha detto. — Va via! — Come! — esclamo, — mi colpisci, mi -acciechi, e poi mi compensi così? Mi scacci via? +acciechi, e poi mi compensi così? Mi scacci via? Come un cane? Io sono il tuo Lippi! Non ti ricordi di questo nome? — Di nuovo cerco di salire. Di nuovo sento qualche cosa di duro, di @@ -1474,14 +1436,14 @@ un cane! Fa sferzare il cavallo e la carrozza parte al galoppo. Io la rincorro per un buon tratto; poi inciampo e cado. Un tale si avvicina <span class="pagenum"><a id="Page_36"></a>[36]</span> -e mi rialza. È Pietro Trema: un mezzano, +e mi rialza. È Pietro Trema: un mezzano, un galantuomo. — Non vale la pena, signore! — dice -mentre mi spolvera. — Quella donna è -pazza. È pazza. Andiamo a bere un sorso! — Andiamo, — rispondo. — Ma +mentre mi spolvera. — Quella donna è +pazza. È pazza. Andiamo a bere un sorso! — Andiamo, — rispondo. — Ma che ella sia pazza, no, non lo dire a nessuno. Entrammo non so dove, bevemmo e pagai. Gli dissi: — Ora -hai bevuto. Ora, lasciami stare. — È impossibile, — pensavo, — è +hai bevuto. Ora, lasciami stare. — È impossibile, — pensavo, — è impossibile che mi abbia respinto, scacciato come un cane. Io non sono di quelli che si scacciano con la punta del @@ -1490,38 +1452,38 @@ cane! Peggio di un cane! Dunque presi un ronzino e mi feci condurre. Tutto era silenzioso in casa sua: le finestre chiuse, la porta chiusa. Suono il campanello e aspetto. Nessuno risponde. -Suono di nuovo, più forte, a lungo; strappo +Suono di nuovo, più forte, a lungo; strappo il cordone. La vecchia si affaccia al mezzanino -e dice: — Non c'è. Non è ritornata. -Forse non ritornerà. — Il malanno! — urlo. — Non -è vero! C'è. È ritornata. E mi metto a +e dice: — Non c'è. Non è ritornata. +Forse non ritornerà . — Il malanno! — urlo. — Non +è vero! C'è. È ritornata. E mi metto a calciare la porta. Ora s'ode un'altra voce che dice: — Lippi, Lippi mio, vattene. Sii buono. -Domani sarà giorno. Ritorna domani. Io mi +Domani sarà giorno. Ritorna domani. Io mi scosto dall'uscio e mi faccio in mezzo alla strada. Dico: — Ti debbo parlare.... subito... Tu -mi hai quasi acciecato. Domani sarà troppo tardi. — Perdonami! — risponde. — Non +mi hai quasi acciecato. Domani sarà troppo tardi. — Perdonami! — risponde. — Non volevo -farti male... Ora non è possibile. Domani... — Non +farti male... Ora non è possibile. Domani... — Non t'importa dunque nulla di me? — grido io. <span class="pagenum"><a id="Page_37"></a>[37]</span> -Non hai pietà, non hai cuore? Ella ride: — Domani, +Non hai pietà , non hai cuore? Ella ride: — Domani, Lippi! Buona notte, buona notte. E richiude le imposte e tutto ritorna silenzioso e buio. E io dico a me stesso: — Dopo tutto non -è in collera... Era per quell'altro, per Clauss. +è in collera... Era per quell'altro, per Clauss. Capisci? Ah! tu non capisci niente! </p> <p> -Rotolò giù dal letto. Si reggeva male in gambe, -eppure trovò modo di abbracciarmi e di baciarmi. +Rotolò giù dal letto. Si reggeva male in gambe, +eppure trovò modo di abbracciarmi e di baciarmi. </p> <p> -— Che hai? — mormorò al mio orecchio. — Non +— Che hai? — mormorò al mio orecchio. — Non parli? Sei addormentato? Sta allegro! Domani -tutto sarà chiarito. Ah! eppure questo mi +tutto sarà chiarito. Ah! eppure questo mi dispiace. Io preferisco la notte. Di giorno sono come un bambino; la luce mi intimidisce e arrossisco di nulla. Di notte invece no. Sono padrone @@ -1530,44 +1492,44 @@ di me stesso. Sono un altr'uomo. <p> Io sentivo contro il mio viso il suo alito di -ubriaco. Si avvicinò ancora più a me fino quasi +ubriaco. Si avvicinò ancora più a me fino quasi a gravarmi con tutto il peso della sua persona, -e sussurrò con voce ancora più bassa: +e sussurrò con voce ancora più bassa: </p> <p> -— Anche lei, di notte, è più bella... Che dico? -Ah! Dico troppo, eppure è più bella. Sì. -Perchè nasconderlo? Perchè mentire con te? -Tu mi piaci, perchè tu solo hai avuto pietà di +— Anche lei, di notte, è più bella... Che dico? +Ah! Dico troppo, eppure è più bella. Sì. +Perchè nasconderlo? Perchè mentire con te? +Tu mi piaci, perchè tu solo hai avuto pietà di lei. Tu ti sei curvato e le hai detto una parola buona. Non mi ricordo bene, ma le hai detto qualche cosa che volevo dirle io. Ti prometto -di parlarle di te domani. Le dirò: — Quelle +di parlarle di te domani. Le dirò: — Quelle parole le avevo io sulla punta della lingua, ma egli me le ha tolte di bocca. Eppure temo che <span class="pagenum"><a id="Page_38"></a>[38]</span> -mi manchi il coraggio di dirle nulla, perchè -domani sarà giorno. Di notte è un'altra cosa, -sebbene sia anche più temibile. I suoi occhi sono +mi manchi il coraggio di dirle nulla, perchè +domani sarà giorno. Di notte è un'altra cosa, +sebbene sia anche più temibile. I suoi occhi sono come quelli dei gatti. La sua carne muta colore, come l'opale, o la madreperla, la madreperla levigata e cangiante. La sua carne.... Ah! -Io non direi queste cose a nessuno... È un +Io non direi queste cose a nessuno... È un gran segreto! </p> <p> -Tacque e si avvicinò allo specchio. +Tacque e si avvicinò allo specchio. </p> <p> -— Non ti pare, — domandò guardandosi, — non +— Non ti pare, — domandò guardandosi, — non ti pare che io sia bellissimo? </p> <p> -Si inchinò e mi disse addio. +Si inchinò e mi disse addio. </p> <p> @@ -1586,26 +1548,26 @@ decisi di andare lungo la spiaggia dove erano tirate a secco alcune flottiglie di barche e distese al sole lunghissime reti. Il meriggio era tiepido e sereno: calmo, il mare, appena ondeggiava. -Vagai per qualche tempo qua e là, a +Vagai per qualche tempo qua e là , a caso, raccogliendo conchiglie e facendo disegni -sulla sabbia, finchè vidi, sopra la punta di una +sulla sabbia, finchè vidi, sopra la punta di una penisoletta, la casa di Clauss, poco lontana, fra un giardino di palme che l'onda lambiva da tre lati. Ad essa si saliva per un viottolo disselciato, <span class="pagenum"><a id="Page_39"></a>[39]</span> fiancheggiato da muri e da siepi di oleandri. -Clauss in persona s'affacciò alla veranda, mentre +Clauss in persona s'affacciò alla veranda, mentre io bussavo al cancello. Discese ad aprirmi, e tutti e due ci sedemmo sotto un tiglio, fra due aiuole fiorite. </p> <p> -— Ebbene? — mi domandò. +— Ebbene? — mi domandò. </p> <p> -Non gli avevo mai veduto un viso così buono. +Non gli avevo mai veduto un viso così buono. </p> <p> @@ -1618,16 +1580,16 @@ Clauss aveva l'aspetto di un ragazzo pentito, tanto i suoi occhi erano miti e il suo atteggiamento umile. In quel momento, con quel volto stanco, con quel sorriso che appena gli sfiorava -la bocca, somigliava veramente poco a sè +la bocca, somigliava veramente poco a sè stesso. </p> <p> -— Sì, — disse, — eravamo tutti pazzi, chi -più chi meno. Anche tu, un poco. Anch'io. È -strano. Cioè, non è strano. Hai veduto Daria? -Tu la vedevi per la prima volta. È fatta così. -È come una bambina capricciosa. Una bambina +— Sì, — disse, — eravamo tutti pazzi, chi +più chi meno. Anche tu, un poco. Anch'io. È +strano. Cioè, non è strano. Hai veduto Daria? +Tu la vedevi per la prima volta. È fatta così. +È come una bambina capricciosa. Una bambina cattiva e viziata. E quel povero Sterpoli, che ha smarrito la ragione per lei, ha avuto ieri sera un gran colpo... @@ -1648,19 +1610,19 @@ e mi chiese: </p> <p> -— Certo... — mormorai esitando. — Perchè +— Certo... — mormorai esitando. — Perchè non dovrei volerti bene? </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_40"></a>[40]</span> -— Grazie, — soggiunse, — ciò mi conforta -assai. Chi può dire perchè si desidera e si -cerca, alla mia età, l'affetto e la dimestichezza +— Grazie, — soggiunse, — ciò mi conforta +assai. Chi può dire perchè si desidera e si +cerca, alla mia età , l'affetto e la dimestichezza dei giovani? Sono tristi, molto tristi, amico mio, queste basse forme, queste forme senili d'egoismo. Ma tu devi considerarmi come un -moribondo al quale ogni cosa può servir di conforto. +moribondo al quale ogni cosa può servir di conforto. </p> <p> @@ -1669,7 +1631,7 @@ tu vuoi burlarti di me... </p> <p> -— No, no, non mi burlo nè di te nè di me +— No, no, non mi burlo nè di te nè di me stesso, — rispose Clauss con la medesima voce sommessa, senza tralasciare di tenermi le mani e di guardarmi teneramente. — Io sono nato @@ -1678,45 +1640,45 @@ tanto disordinata, fu sempre regolata sopra un calcolo esatto, secondo la nozione precisa e minuta delle mie forze. Quando scaglio una pietra, non so forse dove la pietra deve cadere? -Ciò dipende unicamente dall'impulso che io le -darò. Così per tutto il resto... +Ciò dipende unicamente dall'impulso che io le +darò. Così per tutto il resto... </p> <p> -S'interruppe e guardò una farfalla sopra una +S'interruppe e guardò una farfalla sopra una rosa, un'ape sopra un fiore. </p> <p> -— Tu non mi hai mai domandato, — soggiunse, — perchè +— Tu non mi hai mai domandato, — soggiunse, — perchè dunque liberassi l'uccisore di Behela. Io infatti tagliai la sua corda, vicino al nodo. Ma con quella stessa corda, come prevedevo, -l'omicida s'impiccò il giorno dopo a un +l'omicida s'impiccò il giorno dopo a un albero della foresta. </p> <p> Io tenevo gli occhi fermi su lui, mentre parlava. <span class="pagenum"><a id="Page_41"></a>[41]</span> -Può darsi che egli non mi leggesse negli -occhi altro che un ingenuo stupore; ma in realtà +Può darsi che egli non mi leggesse negli +occhi altro che un ingenuo stupore; ma in realtà ero ben sveglio, e cercavo di capire, guardandolo attentamente in viso, che cosa ci fosse di tanto strano e di nuovo nella sua persona: se la voce, lo sguardo, o l'abito, che era bianco. Quanto a lui, pareva veramente turbato da non so quale nascosta preoccupazione, come inquieto, -incerto, non così sicuro di sè come sempre. +incerto, non così sicuro di sè come sempre. </p> <p> -— Paris, — disse ad un tratto, — ti sembrerà +— Paris, — disse ad un tratto, — ti sembrerà ch'io sia capriccioso come un ragazzo. Non so che cosa tu possa pensare di me: pure voglio che tu mi aiuti a uscire da questo equivoco che mi ripugna e mi addolora. Daria... — (e quel -nome risuonò al mio orecchio come un richiamo, +nome risuonò al mio orecchio come un richiamo, come un allarme) — Daria... </p> @@ -1725,7 +1687,7 @@ come un allarme) — Daria... </p> <p> -— Daria è una donna. Bisogna essere pietosi +— Daria è una donna. Bisogna essere pietosi con lei e perdonarla. </p> @@ -1735,9 +1697,9 @@ che egli continuasse, ed egli non parlava. </p> <p> -— Perchè, — mormorai alfine, — perchè, +— Perchè, — mormorai alfine, — perchè, allora, ieri sera, non sei stato pietoso con lei, -quando si è messa a piangere? +quando si è messa a piangere? </p> <p> @@ -1745,20 +1707,20 @@ Silenzio. </p> <p> -— Perchè, — continuai con gli occhi bassi, le -gote che mi cominciavano a bruciare, — perchè +— Perchè, — continuai con gli occhi bassi, le +gote che mi cominciavano a bruciare, — perchè mi hai rimproverato d'aver tentato, io, io solo, di consolarla quando piangeva? </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_42"></a>[42]</span> -Clauss m'accarezzò con dolcezza la mano e +Clauss m'accarezzò con dolcezza la mano e disse: </p> <p> -— Hai ragione... Appunto per ciò ora sento +— Hai ragione... Appunto per ciò ora sento che debbo io fare qualche cosa per lei. Dunque (questo appunto volevo dirti) tu andrai a casa sua e la pregherai di venire qui, a cena con noi, @@ -1775,15 +1737,15 @@ stasera... <p> — No, no, — balbettai, — no, Clauss, non -andrò da lei... No, non pensarlo seriamente +andrò da lei... No, non pensarlo seriamente neppure un minuto che io possa andare da lei, presentarmi, parlarle... sostenere quello sguardo... riudire quella voce cattiva... No, no, -Clauss, non è possibile! +Clauss, non è possibile! </p> <p> -— E di che hai dunque paura, stupido? — domandò +— E di che hai dunque paura, stupido? — domandò Clauss bruscamente. </p> @@ -1793,29 +1755,29 @@ una pazza paura. Se mi fossi imbattuto in Daria, per caso, all'angolo di una strada, sentivo che avrei preferito, a quell'incontro, di inabissarmi in una buca profonda mille metri, e non uscirne -mai più. Avrei preferito qualunque supplizio, +mai più. Avrei preferito qualunque supplizio, o vergogna, o castigo, al pensiero di dovermi trovare solo di fronte a lei, costretto a guardarla, a parlarle, anche semplicemente a inchinarmi senza pronunciare una parola, o muovere -un gesto, o battere palpebra. Ma ero anche così -sciocco, che a udire quella parola — «stupido» — la -paura svanì d'un tratto, e mi sentii disarmato +un gesto, o battere palpebra. Ma ero anche così +sciocco, che a udire quella parola — «stupido» — la +paura svanì d'un tratto, e mi sentii disarmato <span class="pagenum"><a id="Page_43"></a>[43]</span> e pronto tuttavia a superare ogni prova con un coraggio disperato. </p> <p> -— Non è che io abbia paura, — mormorai. — Penso +— Non è che io abbia paura, — mormorai. — Penso soltanto che riconoscendomi per quello di ieri sera non voglia neppure ascoltarmi. Un altro forse riuscirebbe meglio di me. </p> <p> -— Al contrario! — esclamò Clauss alzandosi. — Quando -ti avrà riconosciuto non dubiterà +— Al contrario! — esclamò Clauss alzandosi. — Quando +ti avrà riconosciuto non dubiterà d'un inganno. Basta che tu le dica che io non l'amo, che io non l'odio, che io non voglio essere per lei se non un amico sincero e fedele. @@ -1829,8 +1791,8 @@ pensai ancora: </p> <p> -— Ora gli dirò che cerchi un altro. Io non -andrò a nessun costo.... +— Ora gli dirò che cerchi un altro. Io non +andrò a nessun costo.... </p> <p> @@ -1843,7 +1805,7 @@ non seppi che dirgli: </p> <p> -Così attraversai la città e andai dove Clauss +Così attraversai la città e andai dove Clauss mi mandava. Alla porta di quella casa non c'era un campanello. Bussai, una vecchia mi venne ad aprire ed entrai in un salotto alle cui finestre @@ -1852,13 +1814,13 @@ casa, dentro, aveva piuttosto l'aspetto di una bottega; tutto era gualcito e in disordine. In un angolo stava un pianoforte aperto con un quaderno di musica sul leggio. Da una stanza -vicina giungeva il parlottare di più persone. +vicina giungeva il parlottare di più persone. <span class="pagenum"><a id="Page_44"></a>[44]</span> Io udivo distintamente le loro voci, che erano di due donne e d'un uomo, e vedevo chiaramente, malgrado la penombra, le cose che mi stavano intorno. Non mi sentivo affatto turbato: -anzi avevo una grande lucidità di sensi e un'assoluta +anzi avevo una grande lucidità di sensi e un'assoluta padronanza di me stesso. Provai a muovermi; andai verso le finestre, dischiusi un poco le tende, vidi altre finestre, di fronte, e due @@ -1872,26 +1834,26 @@ m'avventurai in un angolo per guardar da vicino il ritratto di una donna giovane, molto giovane e bionda, che mi sorrise. Contento e soddisfatto di tante prodezze, ritornai in mezzo al -salotto ed attesi. Finalmente il chiacchierìo nella -stanza vicina tacque, la porta si aprì e Daria -entrò. +salotto ed attesi. Finalmente il chiacchierìo nella +stanza vicina tacque, la porta si aprì e Daria +entrò. </p> <p> — Daria! — esclamai subito inchinandomi, senza pensare che quel nome non conveniva -nè a me nè a lei, in quel momento. — È Carlo +nè a me nè a lei, in quel momento. — È Carlo Clauss che mi manda... Egli vorrebbe... </p> <p> M'arrestai confuso. Daria era rimasta ferma nel vano dell'uscio e mi guardava. Quello sguardo -mi sgomentò. +mi sgomentò. </p> <p> -— Clauss? — sibilò ridendo ironicamente. — Avrà +— Clauss? — sibilò ridendo ironicamente. — Avrà sempre dei servitori ai suoi ordini, <span class="pagenum"><a id="Page_45"></a>[45]</span> questo signore? E anche voi siete del numero? @@ -1899,7 +1861,7 @@ questo signore? E anche voi siete del numero? <p> Si volse, sporse il capo nell'altra stanza e -chiamò: +chiamò: </p> <p> @@ -1907,14 +1869,14 @@ chiamò: </p> <p> -S'udì, in quello spaventoso silenzio, il rumore +S'udì, in quello spaventoso silenzio, il rumore di un paio di ciabatte e di due tacchi di legno. Una vecchia strega e una ragazzina di quindici anni, tutta vestita di rosso, con i polpacci e le ginocchia scoperte e un gran nastro rosso nei riccioli, bocca rossa, occhi bianchissimi e immensi, s'affacciarono dietro le sue -spalle e mi guardarono. La vecchia guardò piuttosto +spalle e mi guardarono. La vecchia guardò piuttosto il soffitto, rovesciando le pupille che erano velate di bianco, mentre tutto il suo viso color di cera e orribilmente liscio si torceva nello @@ -1923,9 +1885,9 @@ poveri lumi spenti. </p> <p> -— Soave! Guardalo! — esclamò Daria: — è +— Soave! Guardalo! — esclamò Daria: — è uno di quelli di ieri sera! Kate, cerca di vederlo, -perchè ne vale la pena! È uno dei tanti +perchè ne vale la pena! È uno dei tanti sguatteri di Clauss. Bella gente! Eccoli come son fatti! Che grandissimi signori! Guarda che portamento, che chic, che cravattino, che pettinatura, @@ -1940,16 +1902,16 @@ e smorfie, e sorrisi beffardi, mentre con gli occhi pareva mi volesse divorare e graffiarmi con le sue piccole unghie rosse. Poi come un turbine <span class="pagenum"><a id="Page_46"></a>[46]</span> -si precipitò sulla porta, la chiuse sulle facce +si precipitò sulla porta, la chiuse sulle facce attonite della vecchia e della bambina, e mi -domandò: +domandò: </p> <p> -— Che cosa può volere ancora da me il signor +— Che cosa può volere ancora da me il signor Clauss? Vuole che io cada si suoi piedi, -trafitta? Perchè non può vivere senza di me? -Forse perchè se non l'amo si uccide? +trafitta? Perchè non può vivere senza di me? +Forse perchè se non l'amo si uccide? </p> <p> @@ -1958,8 +1920,8 @@ e non chiede nulla di simile. </p> <p> -Ella allora uscì dal vano dell'uscio, ridendo -ancora, ma più umanamente, e venne fino a +Ella allora uscì dal vano dell'uscio, ridendo +ancora, ma più umanamente, e venne fino a me, mi porse la mano, come se con quel gesto intendesse cancellare tutto il passato, ed ambedue ci sedemmo l'uno di fronte all'altra in un @@ -1967,17 +1929,17 @@ angolo. </p> <p> -— Se è così, — mi disse, — eccomi pronta +— Se è così, — mi disse, — eccomi pronta ad ascoltarvi. Ma come sapete voi che Clauss non mi ama? Lui stesso ve lo ha detto? </p> <p> -— Sì, — risposi, — lui stesso... +— Sì, — risposi, — lui stesso... </p> <p> -— Ed è questa la vostra ambasciata? Soltanto +— Ed è questa la vostra ambasciata? Soltanto questa? </p> @@ -1985,11 +1947,11 @@ questa? Ella sembrava divenuta umile, docile, mansueta; ancora un poco ironica, ma piena di dolcezza. Parlava senza levar gli occhi da terra, -e la sua voce aveva una soave musicalità: era +e la sua voce aveva una soave musicalità : era calda e modulata, come un flauto. Vedendola -così diversa, così mite e benevola, io mi sentivo +così diversa, così mite e benevola, io mi sentivo a poco a poco mancare la baldanza di cui -m'ero compiaciuto tanto con me stesso. Già incominciavo +m'ero compiaciuto tanto con me stesso. Già incominciavo ad avere idee confuse e un tremito <span class="pagenum"><a id="Page_47"></a>[47]</span> nervoso dentro, non so dove. Anch'io abbassai @@ -1997,10 +1959,10 @@ gli occhi. Ella, ora, taceva, certo in attesa che io parlassi. Ebbi il pensiero di alzarmi e di fuggire. Ma non mi mossi e cercai invece, faticosamente, qualche parola insignificante che mi -salvasse. Stando così, a capo chino, vedevo soltanto +salvasse. Stando così, a capo chino, vedevo soltanto il lembo della sua veste che era azzurra, di velo, un pizzo candido, molto lavorato (mi -ricordo, questa immagine è molto precisa) e la +ricordo, questa immagine è molto precisa) e la punta dei suoi scarpini, che erano ricamati d'argento. Poi i miei occhi si smarrivano sul tappeto, disegnato a grandi rose porpuree. Finalmente, @@ -2008,17 +1970,17 @@ dopo molto cercare dissi: </p> <p> -— No, signora, non è tutto... +— No, signora, non è tutto... </p> <p> -Il suono della mia voce mi stupì. Io non sapevo -di avere una voce così sottile, sottile e -stonata; una voce così ridicola. +Il suono della mia voce mi stupì. Io non sapevo +di avere una voce così sottile, sottile e +stonata; una voce così ridicola. </p> <p> -— Che c'è dunque ancora? — domandò +— Che c'è dunque ancora? — domandò Daria. </p> @@ -2031,7 +1993,7 @@ volesse dirmi con quello sguardo e quel sorriso: </p> <p> -— Che può esserci ancora? Vedo bene che +— Che può esserci ancora? Vedo bene che sei un buon ragazzo. Soltanto hai una cravatta orrenda, veramente brutta e volgare. </p> @@ -2042,7 +2004,7 @@ che voi veniate a cena da lui questa sera. Egli <span class="pagenum"><a id="Page_48"></a>[48]</span> si pente di avervi offesa. Forse non lo credete? Eppure parlandomi di voi, oggi, e di quanto -è accaduto, Clauss piangeva... Vi giuro, — esclamai +è accaduto, Clauss piangeva... Vi giuro, — esclamai con maggior forza, senza sapere nemmeno di mentire, — vi giuro che piangeva dirottamente!... </p> @@ -2050,12 +2012,12 @@ di mentire, — vi giuro che piangeva dirottamente!... <p> — Ah! — continuai con l'impeto di un insensato, — voi non potete immaginare quanto -egli soffra, e come sia degno della vostra pietà. -Bisogna conoscerlo, e amarlo (sì, amarlo, anche, +egli soffra, e come sia degno della vostra pietà . +Bisogna conoscerlo, e amarlo (sì, amarlo, anche, un poco, un poco almeno), per comprendere -ciò che si cela sotto l'impassibilità del suo +ciò che si cela sotto l'impassibilità del suo volto... Non si giudicano gli uomini dalla faccia, -non si possono giudicare. Quell'impassibilità è +non si possono giudicare. Quell'impassibilità è una maschera, signora, niente altro che una maschera, una tristissima maschera. Chi indovinerebbe in lui un uomo che deve morire? @@ -2063,7 +2025,7 @@ in lui un uomo che deve morire? <p> — Ah! Ah! Tutti dobbiamo morire, — interruppe -Daria. — Non è un'eccezione! +Daria. — Non è un'eccezione! </p> <p> @@ -2076,32 +2038,32 @@ mie parole e mi sforzai di ridere. — Dico, voglio dire, perdonatemi, che non tutti hanno i giorni contati, — continuai. — Abbiamo forse tutti i nostri giorni contati? Ebbene: -Clauss ha i giorni contati. Niente può -salvarlo. Oh! signora, è triste vedere un uomo +Clauss ha i giorni contati. Niente può +salvarlo. Oh! signora, è triste vedere un uomo morire, ascoltarlo mentre rassegnato, eppure -accorato, vi dice: — Fra poco morirò, me ne -andrò per sempre. Immaginate una realtà più +accorato, vi dice: — Fra poco morirò, me ne +andrò per sempre. Immaginate una realtà più <span class="pagenum"><a id="Page_49"></a>[49]</span> -angosciosa, un addio più commovente? Che differenza +angosciosa, un addio più commovente? Che differenza esiste fra lui, Carlo Clauss, e un uomo condannato a salire il patibolo, all'alba di un giorno stabilito, in quell'ora precisa, allo scoccare di quel minuto, non un istante prima, non -un istante più tardi? Mi è stato detto che un uomo, +un istante più tardi? Mi è stato detto che un uomo, sul punto di essere giustiziato, chiedesse in grazia che gli fosse portato un fiore, un fiore rustico, una di quelle piccole violacciocche che hanno un po' il profumo del reseda. Ebbene, quando alfine gli fu portata, nella cella della -sua prigione, ed egli l'ebbe odorata a lungo, più -volte, la sua faccia si illuminò di beatitudine, e -disse: — Ora sbrigatevi. Ora sono felice. È -una morte storica, un esempio! Sì, signora, si -legge in un'antologia. Così Clauss... +sua prigione, ed egli l'ebbe odorata a lungo, più +volte, la sua faccia si illuminò di beatitudine, e +disse: — Ora sbrigatevi. Ora sono felice. È +una morte storica, un esempio! Sì, signora, si +legge in un'antologia. Così Clauss... </p> <p> -— Basta, basta, per carità! — esclamò Daria +— Basta, basta, per carità ! — esclamò Daria posando una mano sulla mia bocca. — Mi farete morire di crepacuore! </p> @@ -2113,13 +2075,13 @@ tepida e profumata, e che indugiava sulle mie labbra. Ebbi come un principio di vertigine, sollevai la mano fino a toccar quella mano; poi la ritrassi e chiusi gli occhi. E la mano se ne -andò, strisciando, carezzandomi il mento, leggiera, +andò, strisciando, carezzandomi il mento, leggiera, lenta, ed io rimasi con il profumo di quella carne sulla bocca. </p> <p> -— Ebbene? — domandò quella voce. — Che +— Ebbene? — domandò quella voce. — Che cosa volevate dire? Che io sia per lui come un <span class="pagenum"><a id="Page_50"></a>[50]</span> fiore? Come una violaciocca, un piccolo fiore @@ -2133,29 +2095,29 @@ andare. Non voglio! <p> Ma ero come assonnato. Udivo, vedevo, comprendevo, -ma non potevo nè muovermi, nè parlare. +ma non potevo nè muovermi, nè parlare. </p> <p> -— Che io vada? — mormorò (ed era nella -sua voce qualche cosa di più commovente che il -pianto, di più tenero che una carezza, di più +— Che io vada? — mormorò (ed era nella +sua voce qualche cosa di più commovente che il +pianto, di più tenero che una carezza, di più dolce che una parola d'amore), — che io vada? -Perchè egli dica di me, domani, come ieri: — Quella -donna è doppia come un serpente? — oppure: — Ella -è venuta ad offrirsi ma io non +Perchè egli dica di me, domani, come ieri: — Quella +donna è doppia come un serpente? — oppure: — Ella +è venuta ad offrirsi ma io non l'ho voluta? </p> <p> -— No! — esclamai, — Clauss non dirà questo. -Io sarò presente. Noi ceneremo insieme -sulla veranda, ed egli non potrà insultarvi... +— No! — esclamai, — Clauss non dirà questo. +Io sarò presente. Noi ceneremo insieme +sulla veranda, ed egli non potrà insultarvi... </p> <p> -— Ah! tu non lo conosci! — (ella disse così: -<i>tu</i> non lo conosci). — Clauss è capace di tutto. +— Ah! tu non lo conosci! — (ella disse così: +<i>tu</i> non lo conosci). — Clauss è capace di tutto. </p> <p> @@ -2163,23 +2125,23 @@ La sua voce era tanto ferma che ne rimasi sconcertato. No, non ero ancora perfettamente lucido. Avevo un folle desiderio di piangere. Pensavo: — Se non viene questa sera forse -non la vedrò più, mai più. E mi pareva di perdere +non la vedrò più, mai più. E mi pareva di perdere un gran bene, una gran gioia, non potendole stare accanto per qualche ora, di notte, alla -luce delle candele, sulla veranda, nell'intimità +luce delle candele, sulla veranda, nell'intimità di una piccola tavola imbandita. </p> <p> -— Ma che v'importa di lui? — gridai. — È +— Ma che v'importa di lui? — gridai. — È <span class="pagenum"><a id="Page_51"></a>[51]</span> una grazia che vi chiedo per me, per me solo! </p> <p> Caddi in ginocchio, le presi le mani, vi posai -sopra le labbra e rimasi così, curvo, attonito. -E stando così, curvo, sentii un contatto caldo, +sopra le labbra e rimasi così, curvo, attonito. +E stando così, curvo, sentii un contatto caldo, una calda carezza sui miei capelli, (io tenevo strette le sue mani contro la mia bocca), una carezza assai lunga e calda sui miei capelli. @@ -2206,9 +2168,9 @@ ricordarmi. </p> <p> -— Sì, — disse, — ti perdono. E soggiunse, -dopo una pausa, parlando ancora più sommessa: — Verrò, -verrò questa sera... +— Sì, — disse, — ti perdono. E soggiunse, +dopo una pausa, parlando ancora più sommessa: — Verrò, +verrò questa sera... </p> <p> @@ -2225,8 +2187,8 @@ alle finestre e sugli usci o che passavano accanto a me; le loro voci; un pappagallo sul trampolo; l'insegna d'un'osteria, un fanciullo che saltava dinnanzi ad una porta rossa; -tutto quel rimescolio di gente, quella varietà di -colori, l'intensità della luce, mi stupirono come +tutto quel rimescolio di gente, quella varietà di +colori, l'intensità della luce, mi stupirono come <span class="pagenum"><a id="Page_52"></a>[52]</span> se avessi lasciato il mondo buio, muto e deserto, e lo ritrovassi ora illuminato, sonoro e popoloso. @@ -2236,7 +2198,7 @@ chiamavano da lontano, si rincorrevano), da quel frastuono di grida, di risa, di canti, di rumori, di musiche (il rotolare saltellante delle carrozze, lo schioccar delle fruste, i carri, lo -sbatacchiar degli usci), si comunicò a me un +sbatacchiar degli usci), si comunicò a me un desiderio infantile di correre, di ridere, di cantare, di partecipare, anima e corpo, a quella vita che si manifestava tutta alla superficie, come @@ -2252,7 +2214,7 @@ VII. </h3> <p> -Non so perchè gli angioli che si vedono +Non so perchè gli angioli che si vedono negli antichi pittori e quelli che si librano sulle loro grandi ali variopinte, le pieghe dei camici piene di vento, sotto le grandi cupole delle chiese, @@ -2260,9 +2222,9 @@ abbiano tutti sembianze femminee, lunghi riccioli bene inanellati, e negli occhi un'amorosa luce. Noi le contempliamo da fanciulli, con vergine maraviglia, quelle incantevoli immagini, e -ci insegnano ad adorarle, perchè sono la bellezza, +ci insegnano ad adorarle, perchè sono la bellezza, <span class="pagenum"><a id="Page_53"></a>[53]</span> -la purità, l'amorosa musica del cielo. La +la purità , l'amorosa musica del cielo. La nostra infantile fantasia, dipingendo poi di sogni la terra, scopre nel viso di nostra madre, in quel volto giovine e bello che si curva sopra @@ -2276,10 +2238,10 @@ angolo della stanza, la nostra fantasia scopre tratti di somiglianza con quelle soavi immagini di paradiso, lo stesso candore, una grazia uguale, una dolcezza altrettanto soave e serena per cui -quel caro volto altro non è che angelico. Così -la bellezza, il candore, la pietà, l'amore sono e +quel caro volto altro non è che angelico. Così +la bellezza, il candore, la pietà , l'amore sono e rimangono per noi definitivamente tanti attributi -della femminilità, che fanno di ogni donna, +della femminilità , che fanno di ogni donna, ai nostri occhi, una creatura celeste. </p> @@ -2290,11 +2252,11 @@ il suo grembo translucido a un ponticello di ciliegio, nella pia ombra di quattro enormi salici. Quell'angolo era deserto, e soltanto oltre alcune aiuole, dietro bei ventagli di palme, passeggiava -la solita gente oziosa. Così, indisturbato, richiamavo +la solita gente oziosa. Così, indisturbato, richiamavo alla mia memoria ad una ad una le fugaci impressioni di poco prima, e potevo tenerle ferme sospese dentro di me, analizzarle a lungo -con calma, godendone finchè ne ero sazio. +con calma, godendone finchè ne ero sazio. <span class="pagenum"><a id="Page_54"></a>[54]</span> Scomponevo in mille parti la figura di Daria, per ricomporla poi tutt'intera in quell'immagine @@ -2307,16 +2269,16 @@ allora da un sogno incerto e intricato. <p> — Hai veduto come sotto la sua pelle diafana corrono le vene azzurrine? domandavo a me -stesso. Che fragilità hanno le sue tempie, i suoi -polsi! Come il suo cuore è indifeso! Le mani... +stesso. Che fragilità hanno le sue tempie, i suoi +polsi! Come il suo cuore è indifeso! Le mani... le dita affusolate, le palme rosee e concave come i grandi petali del loto... Le muove lentamente quasi le sostenesse e le portasse l'aria: senza peso. Strana, strana cosa! Hai veduto? Chi ti ha detto che i suoi occhi sono neri? Come hai potuto sbagliarti? Sono azzurri e verdi... Ma -la pupilla è enorme e le ciglia sono violette. -Forse è nero lo sguardo, non gli occhi! +la pupilla è enorme e le ciglia sono violette. +Forse è nero lo sguardo, non gli occhi! E che grazia! Quando inchina la fronte e il suo viso s'adombra, sembra che si nasconda sotto i riccioli pesanti e cupi. Allora @@ -2330,15 +2292,15 @@ Tra due ventagli di palma, vidi d'un tratto veramente un volto ombrato che mi sorrideva, uno strizzar d'occhi e due labbra scarlatte che mi facevano: pss pss... E poi un ventaglio si -abbassò e apparve un gran cappello di paglia, e +abbassò e apparve un gran cappello di paglia, e poi un braccio, e poi una gamba sottile e lunga, <span class="pagenum"><a id="Page_55"></a>[55]</span> -e poi un gonnellino rosso che si gonfiò in un -salto e si posò accanto a me sul sedile. +e poi un gonnellino rosso che si gonfiò in un +salto e si posò accanto a me sul sedile. </p> <p> -— Non mi riconosci? — domandò una voce +— Non mi riconosci? — domandò una voce acuta come un allegro campanellino d'argento. </p> @@ -2347,7 +2309,7 @@ M'inchinai sorridendo, senza parlare. </p> <p> -— Com'eri buffo! — continuò quella voce. — Che +— Com'eri buffo! — continuò quella voce. — Che ridere ho fatto, che ridere! E non dicevi niente! Nemmeno un fiato! Eri buffo da morire!... @@ -2359,15 +2321,15 @@ essersi divertita moltissimo... Ma io... </p> <p> -— Ma tu? Ma tu dovevi ridere più di me, -ragazzo mio! — esclamò con tono grave di +— Ma tu? Ma tu dovevi ridere più di me, +ragazzo mio! — esclamò con tono grave di rimprovero. — Non la conosci dunque? La -prima volta è così con tutti... +prima volta è così con tutti... </p> <p> -— Ecco, — dissi: — a lei forse sembrerà -facile... Ma per me è diverso. Io sono un uomo. +— Ecco, — dissi: — a lei forse sembrerà +facile... Ma per me è diverso. Io sono un uomo. </p> <p> @@ -2375,10 +2337,10 @@ facile... Ma per me è diverso. Io sono un uomo. </p> <p> -Allargò le braccia sulla spalliera del sedile, -stese le gambe, puntò in terra i tacchi alti +Allargò le braccia sulla spalliera del sedile, +stese le gambe, puntò in terra i tacchi alti delle sue scarpette e rovesciando indietro il -capo disse con semplicità: +capo disse con semplicità : </p> <p> @@ -2393,7 +2355,7 @@ quello sguardo: </p> <p> -— È inutile che tu ti meravigli... Sono Soave.... +— È inutile che tu ti meravigli... Sono Soave.... sua sorella. </p> @@ -2401,13 +2363,13 @@ sua sorella. Strana creatura! Il suo corpo aveva quindici <span class="pagenum"><a id="Page_56"></a>[56]</span> anni: era infantile, ancora magro; magre le -gambe che dal ginocchio in giù uscivano dal +gambe che dal ginocchio in giù uscivano dal gonnellino fatto di tutte piccole pieghe; magre -le braccia, nude dalla spalla, alla cui estremità +le braccia, nude dalla spalla, alla cui estremità pesavano due grosse mani arrossate, che parevano prese in prestito a qualche gran donna e attaccate con un grosso chiodo ai suoi polsi. -E il suo viso era invece senza età, e somigliava +E il suo viso era invece senza età , e somigliava a quello di Daria come la copia mal riuscita d'un'opera d'arte, esatta in ogni sua parte, sbagliata nel suo insieme. I suoi occhi erano @@ -2415,7 +2377,7 @@ tutto bianco, appena adombrati da rade ciglia, e parevano sempre dilatati in uno stato ipnotico. L'ovale del volto terminava in un mento aguzzo, che cominciava quasi sotto le orecchie, -ed era tagliato a metà da una bocca carnosa e +ed era tagliato a metà da una bocca carnosa e sanguigna, inutilmente arrotondata da due piccoli punti di rossetto. Solo i capelli, che in lunghi riccioli le rotolavano sulle spalle, erano gli @@ -2424,12 +2386,12 @@ come il ferro. </p> <p> -— Ah! io capisco tutto! — esclamò dopo un +— Ah! io capisco tutto! — esclamò dopo un breve silenzio, guardando fissamente i rami del -salice che ci piovevano sul capo. — Perchè non -dovrei capire? Perchè sembro ancora una bambina? -Ma non sono più una bambina... È un -pezzo che non lo sono più... I vecchi le capiscono +salice che ci piovevano sul capo. — Perchè non +dovrei capire? Perchè sembro ancora una bambina? +Ma non sono più una bambina... È un +pezzo che non lo sono più... I vecchi le capiscono queste cose! Quel signore che venne a trovarci sabato scorso, credo che sia un senatore, un conte, che ha quelle belle basette arricciate @@ -2437,7 +2399,7 @@ un conte, che ha quelle belle basette arricciate (lo avrai incontrato mille volte) ah! ah! mi dette subito ragione. E mica solo con me! Anche a Daria lo disse: — Lascia andare, amica -mia... Soave non è più tanto bambina... — Ma +mia... Soave non è più tanto bambina... — Ma voi giovani queste cose non le volete capire. Ebbene io so tutto, come te, e come Daria... Tutto, tutto... @@ -2449,11 +2411,11 @@ non so niente... </p> <p> -— Povero piccolo! — esclamò la signorina -Soave. — E allora io ti posso insegnare... È +— Povero piccolo! — esclamò la signorina +Soave. — E allora io ti posso insegnare... È da ieri che sto con l'orecchio attaccato agli usci! -È da ieri che Kate mi racconta tutte le storie -che sa, da quando è nata... Ma si ostinano +È da ieri che Kate mi racconta tutte le storie +che sa, da quando è nata... Ma si ostinano tutti a tirarmi per le trecce e a guardarmi ridendo le sottane corte! Piacerebbe anche a me avere la coda lunga un metro, e le scarpine di @@ -2463,12 +2425,12 @@ paglia con le ciliege che mi fanno portare? </p> <p> -Con un gesto sgraziato si strappò di testa il +Con un gesto sgraziato si strappò di testa il grande cappello di paglia di Firenze, tutto coronato -di ciliege rosse, e lo gualcì, lo pestò con -i pugni chiusi, e me lo riaprì sotto il naso. Poi -mi si buttò con tutto il suo peso contro la spalla -e guardandomi sorridente mi confidò: +di ciliege rosse, e lo gualcì, lo pestò con +i pugni chiusi, e me lo riaprì sotto il naso. Poi +mi si buttò con tutto il suo peso contro la spalla +e guardandomi sorridente mi confidò: </p> <p> @@ -2486,26 +2448,26 @@ ma con una coda lunga e sottile, terminata da piccole pagliuzze d'argento che sembravano goccioline di rugiada. Quella era una bella cuffietta! Coi capelli neri, i colori vivaci mi stanno -che è un amore. +che è un amore. </p> <p> -— E perchè non dice a Daria che le regali +— E perchè non dice a Daria che le regali questo cappello? </p> <p> -— Ah! — sospirò. — Se io dovrò aspettare -Daria non ne avrò mai di cappelli come quello! +— Ah! — sospirò. — Se io dovrò aspettare +Daria non ne avrò mai di cappelli come quello! </p> <p> -Rimase silenziosa qualche minuto, giocò con -i riccioli, poi domandò: +Rimase silenziosa qualche minuto, giocò con +i riccioli, poi domandò: </p> <p> -— Quanto immagini che possa costare? Chissà +— Quanto immagini che possa costare? Chissà che somma esagerata pensi tu... </p> @@ -2518,12 +2480,12 @@ Io scossi il capo ed ella soggiunse: </p> <p> -Mi guardò come aspettando da me qualche +Mi guardò come aspettando da me qualche gran segno di stupore. Poi disse malinconica: </p> <p> -— A tutti piace Daria. Eppure è molto sciupata... +— A tutti piace Daria. Eppure è molto sciupata... Anche a te piace molto? </p> @@ -2532,7 +2494,7 @@ Anche a te piace molto? </p> <p> -Poi domandò ancora: +Poi domandò ancora: </p> <p> @@ -2548,10 +2510,10 @@ Poi domandò ancora: </p> <p> -Ancora una volta mi guardò, ma quel suo +Ancora una volta mi guardò, ma quel suo <span class="pagenum"><a id="Page_59"></a>[59]</span> -sguardo non mi disse nulla. Mi ero già distratto -e già ripensavo che la sera era prossima, e che +sguardo non mi disse nulla. Mi ero già distratto +e già ripensavo che la sera era prossima, e che avrei riveduto Daria fra poco, e forse quel nuovo incontro sarebbe stato decisivo. Forse avrei potuto rimanere solo un istante con lei, forse @@ -2559,15 +2521,15 @@ baciarle la mano, certamente stringergliela fugacemente, nell'ombra discreta o sotto la tovaglia. Ella avrebbe avuto al collo qualche gioiello maraviglioso e la sua gola mi sarebbe sembrata -più candida e la sua bocca più rossa. +più candida e la sua bocca più rossa. E vidi senza allontanarmi dalla mia cara immagine la piccola irrequieta, la piccola ciarliera, Soave, alzarsi dal mio fianco, la sua testa ricciuta scomparire di nuovo sotto le grandi tese spioventi del cappello, e le sue grosse mani spianare in fretta in fretta le pieghe gualcite -della sottana. A un tratto mi si buttò sulla bocca, -mi dette un morso, e fuggì via gridando: — Arrivederci +della sottana. A un tratto mi si buttò sulla bocca, +mi dette un morso, e fuggì via gridando: — Arrivederci quando sarai sveglio! </p> @@ -2585,10 +2547,10 @@ Prima di andare da Clauss, passai da un mercante e comprai una cravatta, una bella cravatta azzurra con certe macchie d'oro che sembravano stelle in un cielo da presepio. Fra cento -e più cravatte, io vidi quella, in fondo a una +e più cravatte, io vidi quella, in fondo a una <span class="pagenum"><a id="Page_60"></a>[60]</span> scatola e la riconobbi. Questo fortunato incontro -mi rallegrò, e confortò le mie speranze che, +mi rallegrò, e confortò le mie speranze che, allora, erano in fiore. Poi me ne andai a casa e lo specchio s'ebbe la mia immagine come non l'aveva avuta mai, e vide che le mie mani sapevano, @@ -2601,8 +2563,8 @@ che rincasava. </p> <p> -— Ohè! — gli dissi. — Hai più veduto nessuno? -Com'è finita? Bene o male? +— Ohè! — gli dissi. — Hai più veduto nessuno? +Com'è finita? Bene o male? </p> <p> @@ -2615,24 +2577,24 @@ sua strada. </p> <p> -Egli levò su me uno sguardo sospettoso e -brontolò: +Egli levò su me uno sguardo sospettoso e +brontolò: </p> <p> -— Non scherzare. Non parlar così forte. +— Non scherzare. Non parlar così forte. </p> <p> -Entrò in casa ed io me ne andai. +Entrò in casa ed io me ne andai. </p> <p> Poco dopo noi eravamo, tutti e tre, seduti intorno a un piccolo tavolo, sulla veranda, avendo -per unico lume la luna. L'aria era così azzurra, +per unico lume la luna. L'aria era così azzurra, trasparente ed immota che ci pareva di -essere immersi nella profondità di un lago; di +essere immersi nella profondità di un lago; di vivere la beata vita dei pesci. Daria portava un abito verde e un nastro pure verde fra i capelli. Dinnanzi a noi fumavano delicate vivande: una @@ -2657,19 +2619,19 @@ con gesti rapidi, chiedendo ogni momento: </p> <p> -— Così? Ancora? Poco? Basta? +— Così? Ancora? Poco? Basta? </p> <p> Tre gigli candidi (noi tre!) stavano in un vaso, al centro, tre grandi e candidi gigli, in un -vaso, candidi e immobili, d'un'immobilità rara +vaso, candidi e immobili, d'un'immobilità rara nelle cose della natura. Daria spesso si curvava per odorarli. </p> <p> -— Ecco ciò che basta alla nostra felicità, — diceva +— Ecco ciò che basta alla nostra felicità , — diceva Clauss. — Non vi pare? Ah! se sapessimo accontentarci! </p> @@ -2682,25 +2644,25 @@ cercavo di dimenticarla. </p> <p> -— Sì, cara, — continuava Clauss con voce -misurata, con sorrisi brevi e volubili, — è così. +— Sì, cara, — continuava Clauss con voce +misurata, con sorrisi brevi e volubili, — è così. Dove ci conduce talvolta il nostro insensato desiderio di godere? Eh! eh! Un sorso, un sorso solo, una goccia Daria! No? Non credete -che il segreto della felicità sia semplice? Cesare +che il segreto della felicità sia semplice? Cesare rientra nella propria casa dopo il trionfo, e incontra Calpurnia, o Poppea, (non ricordo bene) <span class="pagenum"><a id="Page_62"></a>[62]</span> sulla porta del triclinio. — Calpurnia, dice, -il tuo abito è poco casto per la moglie di +il tuo abito è poco casto per la moglie di Cesare! I suoi occhi cadono sul servo, che la segue agitando i ventagli, e pensa: — Tu sei troppo bello per il marito di Calpurnia. E la -sua grande felicità, il suo smisurato orgoglio, +sua grande felicità , il suo smisurato orgoglio, annegano in questi due pensieri, in due pensieri tanto volgari. Valeva la pena di soggiogare le Gallie? Soltanto bisognava capire prima -che la felicità era nelle belle mani di Calpurnia +che la felicità era nelle belle mani di Calpurnia e non ai confini dell'Impero. </p> @@ -2712,7 +2674,7 @@ alla tua salute e a quella di Cesare! <p> Daria mi guardava raramente. I nostri ginocchi si sfioravano sotto la tavola. Io guardavo -Clauss, pensavo: — T'inganni! Non è venuta +Clauss, pensavo: — T'inganni! Non è venuta per te! E cercavo di cogliere sul volto di Daria un sorriso intelligente, uno di quei sorrisi che sono come fili tesi fra due bocche, fili di ragno, @@ -2722,8 +2684,8 @@ donare. </p> <p> -— Sono straordinario? — domandò Clauss. — In -che cosa, se è lecito? +— Sono straordinario? — domandò Clauss. — In +che cosa, se è lecito? </p> <p> @@ -2741,57 +2703,57 @@ bianche, e non si mosse. </p> <p> -— È frutto dell'esperienza, — disse Clauss. — S'impara -a inventare. È come dire che sono +— È frutto dell'esperienza, — disse Clauss. — S'impara +a inventare. È come dire che sono vecchio. </p> <p> -— Povero Clauss! — mormorò Daria. — È +— Povero Clauss! — mormorò Daria. — È veeecchio! </p> <p> -— Perchè ridete? — domandò Clauss. — Non -è poi una cosa tanto ridicola. La vecchiezza +— Perchè ridete? — domandò Clauss. — Non +è poi una cosa tanto ridicola. La vecchiezza ha, per un uomo, il suo lato interessante. E poi, non tutti invecchiano allo stesso modo. Per una donna no; ma per un uomo incomincia una -età quasi beata. I desideri possono finalmente -conciliarsi con l'impossibilità di soddisfarli; la -quale, se non erro, è di tutte le età. E vi sembra +età quasi beata. I desideri possono finalmente +conciliarsi con l'impossibilità di soddisfarli; la +quale, se non erro, è di tutte le età . E vi sembra una cosa da nulla? Accontentarsi delle gioie possibili? Non scartarne neppure una piccolissima parte? Ah! che scienza difficile! </p> <p> -— Ecco, — continuò dopo un minuto di pausa, -rivolto a Daria: — poichè a questo ragazzo +— Ecco, — continuò dopo un minuto di pausa, +rivolto a Daria: — poichè a questo ragazzo piacciono le favole, se permettete, vorrei raccontargliene una brevissima a questo proposito. Non vi annoio? No? Dunque, dimmi: ti sei mai domandato, tu (si rivolse a me, con queste parole), come mai Platone non si sia curato di tramandarci la propria opinione sul sacrificio -di Fedone? Se cioè lo stimasse piccolo o grande? +di Fedone? Se cioè lo stimasse piccolo o grande? In fondo, Fedone era un bello e stupido ragazzo, il quale non possedeva se non quei -riccioli biondi che, per onorare Socrate, si tagliò. +riccioli biondi che, per onorare Socrate, si tagliò. <span class="pagenum"><a id="Page_64"></a>[64]</span> Quella chioma era senza dubbio tutto il -suo orgoglio e la sua massima felicità. Eppure -senza esitare un istante si pelò, come un altro -si sarebbe ucciso. Ma egli invece continuò a +suo orgoglio e la sua massima felicità . Eppure +senza esitare un istante si pelò, come un altro +si sarebbe ucciso. Ma egli invece continuò a vivere e a mostrarsi in Atene con quella testa pelata. Ebbene: fece malissimo. Io dico che -non si sacrificano tanto leggermente riccioli così +non si sacrificano tanto leggermente riccioli così belli, quando non si ha con che cosa sostituirli. </p> <p> -— Scusate, — mormorò Daria con candore, — chi -è Fedone? E non gli sono più ricresciuti +— Scusate, — mormorò Daria con candore, — chi +è Fedone? E non gli sono più ricresciuti i capelli? </p> @@ -2799,12 +2761,12 @@ i capelli? Si aspettava un dolce, un pasticcio di frutta. Quelle parole di Daria mi esilararono. Mi agitai, le versai da bere; ma neppure allora mi -riuscì di annodare quel filo invisibile, quel sorriso +riuscì di annodare quel filo invisibile, quel sorriso intelligente tra le sue e le mie labbra. Daria parlava poco e non si volgeva quasi mai a guardarmi. Le sue ginocchia, sotto la tavola, rimanevano inerti. — Come mai? — pensavo. — Finge? -O si è dimenticata? Spesso la sua +O si è dimenticata? Spesso la sua mano si posava sulla mano di Clauss, quando gli domandava: — Per favore, un sorso di vino... un pizzico di caviale... una presa di sale... @@ -2814,7 +2776,7 @@ come la vedono i fanciulli. Il mare, la brezza leggiera e variabile, la notte dolcissima cantavano intorno a noi; un rosignolo solitario intonava nell'ombra i suoi minuetti da bambole, -le sue «ute» giapponesi. Fu portato un pasticcio +le sue «ute» giapponesi. Fu portato un pasticcio <span class="pagenum"><a id="Page_65"></a>[65]</span> di mele; portarono anche due nuove anfore di vino. @@ -2826,20 +2788,20 @@ insieme a cena! — disse Clauss. </p> <p> -— Perchè? — domandò Daria. +— Perchè? — domandò Daria. </p> <p> -Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò: +Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò: </p> <p> -— Volete sapere la verità? Siete una bimba +— Volete sapere la verità ? Siete una bimba maliziosa! </p> <p> -— Io? — domandò Daria, curvandosi verso +— Io? — domandò Daria, curvandosi verso di lui. </p> @@ -2848,7 +2810,7 @@ di lui. </p> <p> -— Ah! questo Clauss! — esclamò Daria, +— Ah! questo Clauss! — esclamò Daria, guardandomi finalmente. — Si burla sempre di me! </p> @@ -2864,15 +2826,15 @@ ricordare di aver letto, non so dove, forse nella Bibbia, alcune parole, una frase, un pensiero sulle donne. Qualcuno aveva scritto o detto: — Quando guardo le donne mi sembrano scimmie -bianche. Infatti io guardavo Daria e pensavo: — È +bianche. Infatti io guardavo Daria e pensavo: — È vero, sembrano scimmie bianche, scimmie bianche e pelate. E sentivo nascere in me una viva antipatia, un senso sgradevole, qualche cosa che mi ripugnava dentro. Eppure <span class="pagenum"><a id="Page_66"></a>[66]</span> -pensavo: — Non è niente. Sembrano scimmie -bianche, ma sono donne. Pensavo: — Non sarà -niente. Ella finge. È necessario. Guardavo +pensavo: — Non è niente. Sembrano scimmie +bianche, ma sono donne. Pensavo: — Non sarà +niente. Ella finge. È necessario. Guardavo la luna che sembrava un'enorme maschera bernoccoluta e dicevo a me stesso: — Dopo tutto, chi non finge? Bisogna portare una maschera. @@ -2891,13 +2853,13 @@ che si portino molte maschere? <p> — Ecco, — soggiunsi, — non so a che proposito. -Dico che nella vita si è costretti a fingere. -E che, talvolta, non se ne può fare a +Dico che nella vita si è costretti a fingere. +E che, talvolta, non se ne può fare a meno, e allora si porta una maschera. </p> <p> -— È purtroppo vero, — rispose, — si portano +— È purtroppo vero, — rispose, — si portano molte maschere. </p> @@ -2905,18 +2867,18 @@ molte maschere. Ed io pensavo: — Che bestia! Non si accorge che mi burlo di lui. Ma Clauss non badava a me, ed io volevo chiedere a Daria: — Ditemi! -Non è vero che, dopo tutto, è molto facile fingere? +Non è vero che, dopo tutto, è molto facile fingere? Temevo che ella scoppiasse a ridere e che Clauss si avvedesse dello scherzo. Daria infatti rideva. Rideva e mi guardava. E anche Clauss mi guardava, sorridendo ambiguamente. -Alfine mi toccò una mano e mi disse: +Alfine mi toccò una mano e mi disse: </p> <p> — A proposito di maschere: non potresti andare un minuto in salotto a prendere quella -mascherina giapponese che è sul tavolo, con +mascherina giapponese che è sul tavolo, con quei baffi e quegli occhi terribili? </p> @@ -2934,16 +2896,16 @@ me stesso che abbiamo seppellito stasera. </p> <p> -Clauss parlava con intenzione. Sì: vidi subito +Clauss parlava con intenzione. Sì: vidi subito che quel sorriso non era naturale, che non era come tutti gli altri; e quelle parole, in apparenza -così semplici, quelle parole mentivano. +così semplici, quelle parole mentivano. Mi sembrava che Clauss si fosse avvicinato a Daria durante la mia assenza e che i loro gomiti si toccassero continuamente. Le mie mani erano impacciate nei loro gesti come se gli oggetti, sul tavolo, fossero stati mossi, ed io stentassi, -ora, a ritrovarli o a schivarli. — Che cosa c'è +ora, a ritrovarli o a schivarli. — Che cosa c'è che non va? — pensavo perplesso, e cercavo di nascondere il mio turbamento portando spesso il bicchiere alle labbra per bere un sorso. @@ -2951,20 +2913,20 @@ il bicchiere alle labbra per bere un sorso. <p> — No, no! — disse piano Daria ad un tratto. — Ci -guarda. Non è possibile! +guarda. Non è possibile! </p> <p> -— Che importa? — sussurrò Clauss, e si accostò -ancora più a lei. +— Che importa? — sussurrò Clauss, e si accostò +ancora più a lei. </p> <p> -Essi erano così vicini che i loro capelli si +Essi erano così vicini che i loro capelli si toccavano. Allora, improvvisamente, una gran luce si fece in me e mi alzai di scatto con un grido soffocato. Sotto l'urto delle mie ginocchia -la tavola si rovesciò con fracasso immenso di +la tavola si rovesciò con fracasso immenso di stoviglie e di vetri. Agitai le braccia, inciampai <span class="pagenum"><a id="Page_68"></a>[68]</span> nella tovaglia e caddi anch'io con tutto il @@ -2980,7 +2942,7 @@ loro volti gota contro gota, e le loro quattro pupille che mi fissavano sfavillando. E vidi anche come le loro mani si cercassero sotto gli abiti, e la donna avesse i capelli sciolti e la gola -più nuda, e un che di candido, di molto bianco +più nuda, e un che di candido, di molto bianco sul fianco... </p></div> @@ -2991,7 +2953,7 @@ IX. <p> Quella macchia bianca mi rimase negli occhi. -Quella macchia bianca, senza nè forma nè sostanza, +Quella macchia bianca, senza nè forma nè sostanza, molto vaga e mobilissima, correva innanzi a me mentre andavo strisciando contro i muri, per vie buie e strette, senza veder nulla @@ -3004,7 +2966,7 @@ gli occhi ed essa si rifugiava tra le pupille e le palpebre; e non potevo in nessun modo liberarmene. A un tratto urtai contro un corpo duro e provai un acuto dolore alla fronte. Toccai, -e la mia mano si sporcò di sangue; sentii una +e la mia mano si sporcò di sangue; sentii una goccia calda scendermi dalla fronte sul viso. Col fazzoletto premetti la ferita e continuai a camminare. Mi pareva di udire un suono di @@ -3019,16 +2981,16 @@ buio, una porta illuminata. Dall'osteria non usciva nessuna voce, nessun rumore. Spinsi la porta ed entrai. L'oste stava seduto in fondo, dietro il banco, tra le bottiglie e i caratelli. Mi -guardò (era guercio) e non si mosse. Io mi sedetti +guardò (era guercio) e non si mosse. Io mi sedetti a un tavolo, battei il pugno due o tre volte, -e gridai che mi portasse da bere. Egli si alzò, -mi portò il boccale e il gotto, e rimase appoggiato +e gridai che mi portasse da bere. Egli si alzò, +mi portò il boccale e il gotto, e rimase appoggiato all'altra sponda del tavolo, a guardarmi. Mi sembrava che il suo viso giallo e gonfio fosse liscio come una zucca, e che quell'unico occhio, umidiccio e peloso come un ombelico, gli si aprisse in mezzo alla fronte. Quell'occhio -mi stizzì a tal punto che, per non vederlo, gli +mi stizzì a tal punto che, per non vederlo, gli voltai le spalle. Poi inzuppai nel boccale il fazzoletto e incominciai a inumidire la mia ferita. </p> @@ -3050,18 +3012,18 @@ ne importa? </p> <p> -Egli se ne tornò dietro il banco, a rintanarsi +Egli se ne tornò dietro il banco, a rintanarsi fra le botti. Il mio dolore cresceva. Se per poco cercavo di dirigere la mia attenzione sopra una qualunque delle cose che avevo intorno, subito rivedevo quella macchia bianca, bianca e inafferrabile, e il mio tormento cresceva tanto da -non poterlo più sopportare. +non poterlo più sopportare. </p> <p> — Ho la faccia sporca di sangue, — pensavo, — ma -che importa? Non è questo che mi +che importa? Non è questo che mi tormenta. Anche i Ciclopi avevano sangue rosso (rosso o azzurro?) e un occhio in mezzo alla fronte. Erano come scimmie bianche, gigantesche @@ -3070,10 +3032,10 @@ ora i Ciclopi? </p> <p> -Improvvisamente un colpo di vento sparpagliò +Improvvisamente un colpo di vento sparpagliò questi pensieri sconnessi, mi ricordai e -scoppiai in singhiozzi. Piangevo, e tutto ciò che -non volevo ricordare mi ritornò alla memoria, +scoppiai in singhiozzi. Piangevo, e tutto ciò che +non volevo ricordare mi ritornò alla memoria, e vidi ogni cosa come era avvenuta. — Daria! Daria! — urlavo in me stesso, e pareva che avessi una voce tonante e assordante, una voce @@ -3081,7 +3043,7 @@ immensa. — Daria! — e non sapevo trovare se non questa parola unica, questa parola fatata, e ripeterla in me stesso fino a stordirmi, fino al <span class="pagenum"><a id="Page_71"></a>[71]</span> -punto di non comprenderla più. Non sentivo ormai +punto di non comprenderla più. Non sentivo ormai nessun male alla fronte. Il male era tutto dentro, una piaga dolorante e spasimante al posto del cuore, un coltello che mi colpiva, senza @@ -3092,7 +3054,7 @@ abbandonarmi. </p> <p> -Infine l'oste si mosse e mi battè sulla spalla. +Infine l'oste si mosse e mi battè sulla spalla. </p> <p> @@ -3106,18 +3068,18 @@ dove andiamo? </p> <p> -Egli sogghignò. S'era messo un berrettone nero +Egli sogghignò. S'era messo un berrettone nero in capo e una sciarpa intorno al collo. </p> <p> — Queste disperazioni io le conosco! — disse mentre mi alzavo. — Per pochi soldi qualcuna -te le farà passare. +te le farà passare. </p> <p> -Mi sbattè la porta dietro le spalle ed io ricominciai +Mi sbattè la porta dietro le spalle ed io ricominciai a camminare a caso. Con un certo sforzo compresi che di fronte a me stava il mare e che quella striscia d'argento, interminabile, era @@ -3130,13 +3092,13 @@ propagavano con lunghi echi. </p> <p> -— Mi ucciderò! — dissi. — Perchè non uccidersi? -È molto semplice, molto facile... +— Mi ucciderò! — dissi. — Perchè non uccidersi? +È molto semplice, molto facile... </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_72"></a>[72]</span> -Il desiderio di morire era così forte che già mi +Il desiderio di morire era così forte che già mi pareva d'esser morto e di vedere ogni cosa da lungi, dall'alto di un monte, di una montagna altissima tra le nuvole. Giunsi fino all'estremo limite @@ -3158,7 +3120,7 @@ braccio. </p> <p> -Egli scosse il capo, sospirò, si volse sopra un +Egli scosse il capo, sospirò, si volse sopra un fianco, senza aprire gli occhi. </p> @@ -3167,13 +3129,13 @@ fianco, senza aprire gli occhi. </p> <p> -Allora egli tentò di rizzarsi su un gomito. Ma -ricadde subito e cominciò a mugolare: +Allora egli tentò di rizzarsi su un gomito. Ma +ricadde subito e cominciò a mugolare: </p> <p> — No, non voglio... Per amor di Dio... Bambola... -Un po' d'acqua. M'è rimasta una lisca +Un po' d'acqua. M'è rimasta una lisca in gola... </p> @@ -3182,21 +3144,21 @@ in gola... </p> <p> -Sterpoli schiuse finalmente gli occhi e si guardò -intorno stupidamente. Si toccò la fronte e +Sterpoli schiuse finalmente gli occhi e si guardò +intorno stupidamente. Si toccò la fronte e poi rise, d'un riso idiota idiota, da ubriaco. </p> <p> -— Ah! ah! sei tu? — disse. — Sì, sì, mi ricordo. -Ma lei dov'è andata? Mi scappa sempre, +— Ah! ah! sei tu? — disse. — Sì, sì, mi ricordo. +Ma lei dov'è andata? Mi scappa sempre, quel demonio! Non sta ferma un minuto. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_73"></a>[73]</span> Si mise a sedere sulla sponda del letto e mi -fissò attentamente, a lungo, perplesso. +fissò attentamente, a lungo, perplesso. </p> <p> @@ -3211,19 +3173,19 @@ Tese la mano verso di me e ammiccando soggiunse: <p> — Anche tu hai bevuto. Ti si vede il vino rosso, sulla faccia. E che vuol dire? Si beve. -Ma perchè si beve? È chiaro. Si beve perchè +Ma perchè si beve? È chiaro. Si beve perchè si ha sete, molta sete, sempre sete. Tu le dici: — Su via, amore, sii buona. Dammi un bacio, un bel bacio... Porgi la bocca e senti che non -c'è niente; non trovi mai niente con la bocca. -Dici: — Perchè dunque non vuoi darmi nemmeno +c'è niente; non trovi mai niente con la bocca. +Dici: — Perchè dunque non vuoi darmi nemmeno un bacio? Sii ragionevole, trottola. Tutti -abbiamo diritto di vivere. Non è vero? Ora, -che c'è di male se certi uomini hanno un cuor -tenero, un cuore di burro? E che c'è di male in -un bacio? E lei ride e ti risponde: — Va là, -allontanati. Non mi voglio sporcare. Allora è -quando si cerca la bottiglia e si beve. Sì, fratello +abbiamo diritto di vivere. Non è vero? Ora, +che c'è di male se certi uomini hanno un cuor +tenero, un cuore di burro? E che c'è di male in +un bacio? E lei ride e ti risponde: — Va là , +allontanati. Non mi voglio sporcare. Allora è +quando si cerca la bottiglia e si beve. Sì, fratello mio: questo ci consola... </p> @@ -3233,40 +3195,40 @@ letto, rassegnato ad ascoltarlo. </p> <p> -— Fratello, fratello mio... — continuò prendendomi +— Fratello, fratello mio... — continuò prendendomi una mano e stringendola fra le sue, — io ti volevo domandare qualche cosa di molto importante. Sono venuto proprio per rivolgerti una domanda. Ho detto fra me: — Quel ragazzo -m'ha l'aria di uno che può illuminarmi +m'ha l'aria di uno che può illuminarmi <span class="pagenum"><a id="Page_74"></a>[74]</span> con un consiglio leale. — E ti ho aspettato. Ora -ti domando: — Perchè noi ci consoliamo così +ti domando: — Perchè noi ci consoliamo così presto? Un po' di vino basta dunque davvero? Ah! quanto mi addolora! Tu non sai quanto mi affligga questo pensiero sciocco che un po' di ebbrezza basti per consolarci. Vogliamo forse essere consolati dal vino? No! No, noi non chiediamo queste consolazioni. Tu dici: — No, -Sterpoli, ciò ci lascia indifferenti. Ed io ti rispondo -che è vero, e che noi non vogliamo consolarci. +Sterpoli, ciò ci lascia indifferenti. Ed io ti rispondo +che è vero, e che noi non vogliamo consolarci. Noi vogliamo godere. Noi vogliamo amare. Noi vogliamo che quando le diciamo, supplichevoli: — Su, amor mio, mia vita, dammi un bacio! — ella risponda con un bacio. E che questo bacio non mentisca; che ella non pensi, -mentre tu senti che in realtà un bacio s'è posato +mentre tu senti che in realtà un bacio s'è posato sulla tua bocca, un bacio tepido come una colomba, non pensi: — Contentiamo questa bestia, questo animale cornuto. Noi vogliamo essere amati, fratello, teneramente, appassionatamente, come fanciulli, come malati, come moribondi. Godere dell'amore. Che cosa importa -tutto il resto? Che cosa può darci il vino? Il -nostro cuore è frollo, delicato, sensibile, dolce -come lo zucchero. Perchè esse ce lo rendono +tutto il resto? Che cosa può darci il vino? Il +nostro cuore è frollo, delicato, sensibile, dolce +come lo zucchero. Perchè esse ce lo rendono duro e amaro, duro e malvagio? E anche questo -volevo sapere: perchè amiamo? E che cosa +volevo sapere: perchè amiamo? E che cosa si aspetta da queste femminucce color di cera, da questi piccoli serpenti dorati? </p> @@ -3278,72 +3240,72 @@ occhi semispenti, ma pieni di lacrime. </p> <p> -— È vero... — sospirai, — hai ragione. Non +— È vero... — sospirai, — hai ragione. Non sai quello che dici, ma Dio in persona ti suggerisce. </p> <p> -— Quale Dio? — domandò Sterpoli, aggrottando -le sopracciglia. — No, non può essere. +— Quale Dio? — domandò Sterpoli, aggrottando +le sopracciglia. — No, non può essere. </p> <p> -Tacque e scosse il capo. Strinse più forte la -mia mano e mormorò: +Tacque e scosse il capo. Strinse più forte la +mia mano e mormorò: </p> <p> -— Ora ti dirò tutto. Non spaventarti. Non mi -insultare. Abbi pietà di me. Sento qualcosa qui, -nel petto, che gira. Non è il cuore. Sento anche -il cuore. È un'altra cosa. Ora, io non posso +— Ora ti dirò tutto. Non spaventarti. Non mi +insultare. Abbi pietà di me. Sento qualcosa qui, +nel petto, che gira. Non è il cuore. Sento anche +il cuore. È un'altra cosa. Ora, io non posso sopportare... Questo peso, questo enorme peso, non posso reggerlo tutto da solo. Ascolta. Mi -aveva detto: — Da questa sera sarò tua. Sarò +aveva detto: — Da questa sera sarò tua. Sarò per te. Non amo che te. Tu non lo sai, ma io -ti ho sempre amato, così, in segreto. Lippi! +ti ho sempre amato, così, in segreto. Lippi! Non ti pare un nome dolce, un nome amorevole? Un nome da innamorato, da amante? Ebbene: -da questa sera sarò tua. Tutto il male -sarà compensato. Tu sarai felice. Mi ha detto -così ed io l'ho aspettata un'ora, due ore, -quattro ore. Pensavo: — Verrà. Fra poco, prima +da questa sera sarò tua. Tutto il male +sarà compensato. Tu sarai felice. Mi ha detto +così ed io l'ho aspettata un'ora, due ore, +quattro ore. Pensavo: — Verrà . Fra poco, prima che io abbia contato fino a cinquanta, fino -a cento, sarà qui. Avevo preparato un piatto +a cento, sarà qui. Avevo preparato un piatto di dolci, un mazzo di fiori, una bottiglia di vino leggiero. Non per consolarmi, ma per goderlo con lei, tutti e due insieme. E, a sera inoltrata, quando attendevo e speravo ancora, quella <span class="pagenum"><a id="Page_76"></a>[76]</span> -vecchia maledetta è venuta e mi ha detto: — È +vecchia maledetta è venuta e mi ha detto: — È inutile che tu aspetti. — Come? esclamo. -Non viene? — No, dice, non viene. Non verrà. — Ma -dove, dove è andata? La vecchia sogghigna -e risponde: — Non so. Certo non è +Non viene? — No, dice, non viene. Non verrà . — Ma +dove, dove è andata? La vecchia sogghigna +e risponde: — Non so. Certo non è andata lontano. — Per la tua vita! grido torcendomi -le mani. O mi dici dov'è, o ti uccido! -Allora impaurita balbetta: — Da Clauss... È +le mani. O mi dici dov'è, o ti uccido! +Allora impaurita balbetta: — Da Clauss... È andata da Clauss! — Basta! Io son cieco d'ira e -afferro tutto ciò che mi capita fra le mani e +afferro tutto ciò che mi capita fra le mani e tutto riduco in frantumi. </p> <p> -Sterpoli si arrestò ansante. +Sterpoli si arrestò ansante. </p> <p> -— Comprendi? — mi domandò. +— Comprendi? — mi domandò. </p> <p> -— Comprendo, — mormorai. — È vero. +— Comprendo, — mormorai. — È vero. Erano insieme. Si sono baciati. Li ho veduti con i miei occhi... </p> <p> -— Tu! — esclamò Sterpoli. — Anche tu? +— Tu! — esclamò Sterpoli. — Anche tu? </p> <p> @@ -3359,8 +3321,8 @@ X. L'uscio si mosse come se un soffio di vento o una mano leggiera lo sospingesse. Dallo spiraglio spuntarono quattro dita. Poi l'uscio non -si mosse più, e quelle quattro dita rimasero -così, immobili, nella fessura. Dietro l'uscio qualcuno +si mosse più, e quelle quattro dita rimasero +così, immobili, nella fessura. Dietro l'uscio qualcuno ora stava spiando nella stanza o attendeva di essere invitato ad entrare. Sterpoli era ricaduto bocconi sul letto, le braccia incrociate @@ -3371,31 +3333,31 @@ il tremito dei miei ginocchi, in punta di piedi mi avvicinai all'uscio e feci l'atto di aprirlo. Subito quella mano intrusa scomparve. Ma io trassi bruscamente a me l'imposta e vidi contro -il muro, nell'oscurità fonda del corridoio, una +il muro, nell'oscurità fonda del corridoio, una ombra confusa di cui non discernevo chiaramente che il bianco degli occhi. Riconobbi subito Soave. Ella fece un passo verso di me. Prima che io avessi il tempo di parlare, mi prese -con forza per la mano e mi tirò fuori dell'uscio, +con forza per la mano e mi tirò fuori dell'uscio, che rapida ella stessa richiuse alle mie spalle senza rumore. Quando fummo tutti e due nel -buio, non staccò la sua mano dalla mia, anzi la -strinse più forte e se la premette sul seno, mentre -con tutto il corpo aderì al mio corpo, tanto +buio, non staccò la sua mano dalla mia, anzi la +strinse più forte e se la premette sul seno, mentre +con tutto il corpo aderì al mio corpo, tanto che sentivo il suo cuore battere contro il mio. </p> <p> — Pazza, pazza, — dissi con voce soffocata, — che cosa vieni a fare qui a quest'ora? Questa -non è casa mia. E come hai potuto entrare? +non è casa mia. E come hai potuto entrare? </p> <p> -Dai suoi capelli, con la densità di un fumo di +Dai suoi capelli, con la densità di un fumo di incenso, vaporava contro il mio viso un odore acuto di gelsomino che io penavo a respirare. -Il suo cuore batteva sempre più forte. E non +Il suo cuore batteva sempre più forte. E non parlava. </p> @@ -3405,16 +3367,16 @@ e vattene, vattene subito... </p> <p> -Ma per tutta risposta Soave mi trascinò verso -il fondo del corridoio e si fermò soltanto sulle +Ma per tutta risposta Soave mi trascinò verso +il fondo del corridoio e si fermò soltanto sulle <span class="pagenum"><a id="Page_78"></a>[78]</span> scale, dinnanzi alla grande finestra illuminata dalla luna. Allora, guardandomi fissamente con -i suoi immensi spiritati occhi, mi bisbigliò: +i suoi immensi spiritati occhi, mi bisbigliò: </p> <p> -— Dov'è Daria? +— Dov'è Daria? </p> <p> @@ -3430,8 +3392,8 @@ lana nera. </p> <p> -— Dov'è Daria? — ripetè con l'accento della -disperazione. — Dov'è? Dov'è? +— Dov'è Daria? — ripetè con l'accento della +disperazione. — Dov'è? Dov'è? </p> <p> @@ -3443,21 +3405,21 @@ con un filo di voce: </p> <p> -— Non so... Da Clauss. L'ho lasciata laggiù. +— Non so... Da Clauss. L'ho lasciata laggiù. </p> <p> -— Ah! — esclamò Soave. — Dunque non mi +— Ah! — esclamò Soave. — Dunque non mi ero ingannata! Non era lei nella tua stanza! </p> <p> -— No, — dissi, — non era lei. E mi salì +— No, — dissi, — non era lei. E mi salì alla gola un rantolo di riso. </p> <p> -— E chi era nella tua stanza? — domandò +— E chi era nella tua stanza? — domandò Soave, con tono imperioso. </p> @@ -3468,7 +3430,7 @@ se vuoi saperlo, era Sterpoli, quello che conosci. <p> <span class="pagenum"><a id="Page_79"></a>[79]</span> -— Lui! lui! — gridò Soave, e fece un moto +— Lui! lui! — gridò Soave, e fece un moto improvviso come se avesse voluto fuggire. Ma io soffocai le sue grida chiudendole la bocca con una mano, e afferrandole un braccio la costrinsi @@ -3481,18 +3443,18 @@ destare tutta la casa? </p> <p> -Soave si lasciò cadere sopra un gradino, e -come svenuta si abbandonò contro il muro. Poi -riaprì gli occhi, e levandoli umilmente su me, -sussurrò: +Soave si lasciò cadere sopra un gradino, e +come svenuta si abbandonò contro il muro. Poi +riaprì gli occhi, e levandoli umilmente su me, +sussurrò: </p> <p> — Non sai dunque nulla? Kate era appena rientrata in casa, ed io mi stavo spogliando. Era -già tardi. Kate piangeva e non riuscivo a farla +già tardi. Kate piangeva e non riuscivo a farla parlare. — Ma parla, dunque, per l'amore di -Dio! supplicavo. Che cosa è accaduto? E lei +Dio! supplicavo. Che cosa è accaduto? E lei singhiozzava e non riusciva a spiccicare una nota. Improvvisamente si ode un tonfo alla porta, uno schianto, e lo sbatacchiare delle due imposte @@ -3506,10 +3468,10 @@ precipita con un fracasso enorme, tutto va in pezzi, sembra che crolli la casa, e sento Kate che grida: mamma mia! Io non mi muovo: ero fredda come il marmo. Si direbbe che tutti -siano morti. Non odo più nulla. E poi la voce +siano morti. Non odo più nulla. E poi la voce <span class="pagenum"><a id="Page_80"></a>[80]</span> di Sterpoli grida: — E ora scanno quell'altra! — e -si butta giù per le scale. I suoi passi si +si butta giù per le scale. I suoi passi si allontanano per la strada, ed io con il cuore in bocca mi affaccio sull'uscio, e vedo Kate lunga distesa fra uno sterminio di bicchieri, le sottane @@ -3521,26 +3483,26 @@ bastarda, — dice, — ti fosse cascata la lingua per il troppo gridare! E si mette a piangere e a battersi il petto: — Maria Vergine, perdonatemi voi... Io penso a Daria e a Sterpoli -che è impazzito, e prendo questo scialle, e +che è impazzito, e prendo questo scialle, e mi butto anch'io per le scale, e corro corro a casa di Clauss, e, arrivata dinnanzi al cancello, -vedo Sterpoli che ne esce. Il vicolo è stretto e -non posso più fuggire. Mi faccio piccina contro +vedo Sterpoli che ne esce. Il vicolo è stretto e +non posso più fuggire. Mi faccio piccina contro il muro. Sterpoli cammina adagio, si ferma a ogni passo come un ubriaco, parla a voce alta, e ride. Mi passa dinnanzi senza vedermi. Ma, non so come, a un tratto si volta, e allora i suoi occhi si fissano dalla mia parte, e torna indietro. Io mi nascondo il viso nello scialle e non -vedo più nulla. Lo sento che è a un passo da +vedo più nulla. Lo sento che è a un passo da me, la terra che sgrigliola sotto i suoi piedi, lui che dice: — Sii buona, rondinella. E mi pare che mi stia addosso e che voglia abbracciarmi. -Allora spicco un salto e mi butto giù per la scesa +Allora spicco un salto e mi butto giù per la scesa come una pazza, mi nascondo in una pianta di <span class="pagenum"><a id="Page_81"></a>[81]</span> -oleandro e non mi sono mossa più. Mi parve un -secolo. Finalmente Sterpoli passò e disparve. +oleandro e non mi sono mossa più. Mi parve un +secolo. Finalmente Sterpoli passò e disparve. Allora sono uscita, sono tornata su, il cancello era aperto, una finestra era illuminata, sono entrata in giardino, ho chiamato, nessuno ha risposto... @@ -3550,19 +3512,19 @@ a te e sono venuta a cercarti. </p> <p> -Tacque e incominciò a singhiozzare. +Tacque e incominciò a singhiozzare. </p> <p> — Bene! — dissi io. — E dopo tutta questa -storia perchè Daria dovrebbe essere qui con -me? Che cosa sono io? Che cosa è Daria? Finitela +storia perchè Daria dovrebbe essere qui con +me? Che cosa sono io? Che cosa è Daria? Finitela con questa commedia! Non temere. Sterpoli non ha scannato nessuno. </p> <p> -— Sì, ma allora, dimmi, dove sarà? +— Sì, ma allora, dimmi, dove sarà ? </p> <p> @@ -3573,14 +3535,14 @@ sia? Vuoi che ti porti io per mano dietro la porta della loro camera, e che contiamo insieme i baci che si danno, e gli abbracci, e il resto? Vuoi che io faccia, io, quello che Sterpoli non -ha fatto, perchè lui è ubriaco e io sono sveglio? — Ah! +ha fatto, perchè lui è ubriaco e io sono sveglio? — Ah! sono sveglio, ora, ben sveglio, bambina mia! — esclamai, trascinato da una specie di esaltazione ironica. — Sveglio! Non mica -addormentato come oggi! Così avessi veduto -sempre tanto chiaro! Non sono più un ragazzo -ingenuo, non credo più a nulla. Se tu non fossi -tu, ma Daria in persona, e non stessi lì a piangere, +addormentato come oggi! Così avessi veduto +sempre tanto chiaro! Non sono più un ragazzo +ingenuo, non credo più a nulla. Se tu non fossi +tu, ma Daria in persona, e non stessi lì a piangere, <span class="pagenum"><a id="Page_82"></a>[82]</span> ma a supplicarmi, ma ad adorarmi in ginocchio, ma a baciare la terra dove posano i miei @@ -3595,7 +3557,7 @@ questa sgualdrina! Te l'ho portata. Prenditela... <p> Sudavo freddo, la testa mi doleva. Nelle orecchie avevo il tumulto di una burrasca. Non -ci vedevo più. +ci vedevo più. </p> <p> @@ -3603,13 +3565,13 @@ ci vedevo più. </p> <p> -La urtai più volte con la punta del piede, ma +La urtai più volte con la punta del piede, ma sopratutto il mio ridere a scatti, a sussulti, dovette spaventarla. Senza altre parole, singhiozzando, Soave scese le scale e scomparve. Mentre, barcollando, disfatto, esausto, ripercorrevo il corridoio per rientrare nella mia stanza, la -voce di Sterpoli echeggiò dietro l'uscio socchiuso, +voce di Sterpoli echeggiò dietro l'uscio socchiuso, chiamandomi per nome. </p> @@ -3623,8 +3585,8 @@ l'uscio, con la faccia dipinta di paura. </p> <p> -Abbassò il capo, si passò un fazzoletto sulla -fronte e domandò: +Abbassò il capo, si passò un fazzoletto sulla +fronte e domandò: </p> <p> @@ -3641,7 +3603,7 @@ XI. </h3> <p> -Il silenzio che seguì fu lungo e penoso. Nessun +Il silenzio che seguì fu lungo e penoso. Nessun rumore nella casa o nella strada. Una solitudine sconfinata. E in quel gran vuoto, in quello spazio senza limite, noi due seduti sul letto, noi @@ -3657,42 +3619,42 @@ e di tenerezza; di molta tenerezza e di molto amore. Quanto era accaduto un momento prima, quell'eccitazione crudele, quel barlume di coscienza ironica, tutto era svanito. Rimaneva il -peso inerte di un doloroso ricordo già lontano. +peso inerte di un doloroso ricordo già lontano. Una commozione insensata. Uno smarrimento cupo e angoscioso. La prima brezza mattutina -entrò con un lieve soffio nella stanza e mi accarezzò +entrò con un lieve soffio nella stanza e mi accarezzò la faccia. Finalmente Sterpoli, forse scosso -da quella stessa carezza di frescura, mormorò: +da quella stessa carezza di frescura, mormorò: </p> <p> -— Che fare? Che fare? Ormai è finita per -sempre. Ah! non si può tornare indietro: non -si può ricominciare da capo. Ognuno ha la sua -propria sorte, un destino infame. Non c'è scampo. +— Che fare? Che fare? Ormai è finita per +sempre. Ah! non si può tornare indietro: non +si può ricominciare da capo. Ognuno ha la sua +propria sorte, un destino infame. Non c'è scampo. <span class="pagenum"><a id="Page_84"></a>[84]</span> -Non c'è modo di fuggire, d'indietreggiare, -di resistere! Una voce è sempre presente, una +Non c'è modo di fuggire, d'indietreggiare, +di resistere! Una voce è sempre presente, una voce imperiosa che dice: — Ubbidisci! E tu curvi le spalle e ubbidisci, umilmente ti sottometti al tuo destino di schiavo. Che fare? Come -potevo io resistere o fuggire? Mi aveva detto: — Sarò -tua. Tutto il male sarà compensato. +potevo io resistere o fuggire? Mi aveva detto: — Sarò +tua. Tutto il male sarà compensato. Tu sarai felice! — ed io ero come un prigioniero al quale si dice: — Sta lieto! Domani ti -apriremo le porte. Il mondo sarà tuo. Promettere -la felicità? Io ero già pazzo di gioia al pensiero +apriremo le porte. Il mondo sarà tuo. Promettere +la felicità ? Io ero già pazzo di gioia al pensiero che sarei stato felice, che ella sarebbe -stata mia. Mia! Perchè questa parola è magica? +stata mia. Mia! Perchè questa parola è magica? Quale ebbrezza! Ma d'un colpo, in un attimo, questo sogno rovinava. Con frastuono immenso, con scompiglio spaventoso, questo sogno -rovinò sul mio capo, su me, e mi seppellì vivo +rovinò sul mio capo, su me, e mi seppellì vivo sotto le sue rovine. — Che fare? — urlavo -disperatamente. — È possibile? È vero? — e -tutto ciò che toccavo, riducevo in frantumi, +disperatamente. — È possibile? È vero? — e +tutto ciò che toccavo, riducevo in frantumi, in briciole, in polvere! L'idea della morte -mi balenò subito nel cervello. Subito la sua figura, +mi balenò subito nel cervello. Subito la sua figura, schifosa e orrenda, m'apparve e si mise al mio fianco, e mi avvolse con il suo sguardo buio, beffarda e amorevole, spaventosa e attraente. — Che @@ -3705,8 +3667,8 @@ tutti i fiori che fioriscono sono di questa terra, di questa terra fangosa e verminosa, di questi giardini che noi irroriamo di lacrime e di sangue! — Morire! dicevo a me stesso. Anche -questa è una salvezza, un rifugio, uno scampo. -Si può morire. E mi pareva di udire una soave +questa è una salvezza, un rifugio, uno scampo. +Si può morire. E mi pareva di udire una soave musica di trombe angeliche, lontano e meraviglioso concerto. Di essere libero e insensibile, leggiero e felice. Mi vedevo disteso sopra un @@ -3724,18 +3686,18 @@ Ah! io non sentivo quel bacio! La mia bocca era insensibile. Io non potevo muovermi, alzarmi, abbracciarla, stringerla e tenerla contro di me, e dirle — Vedi? per te mi sono ucciso. -Ora mi ami? No: non potevo nè muovermi nè +Ora mi ami? No: non potevo nè muovermi nè parlare. Allora un uomo si faceva largo fra gli altri, la prendeva per le spalle e la spingeva via. Ed io avrei voluto saltare dalla mia bara (ero disteso in una lunga bara), aggredirlo, insultarlo, percuoterlo su quella faccia impassibile, su quella bocca sempre vittoriosa, urlare: — Lasciala! -L'ho pagata col mio sangue! È mia! Ma rimanevo +L'ho pagata col mio sangue! È mia! Ma rimanevo <span class="pagenum"><a id="Page_86"></a>[86]</span> inchiodato tra quei quattro assi ed egli se ne andava con lei, tranquillamente. A che giovava -dunque morire? Perchè morire? Perchè +dunque morire? Perchè morire? Perchè uccidersi? E il mio furore cresceva, cresceva la mia disperazione. Improvvisamente mi accorsi di correre lungo una strada buia, sulla quale @@ -3743,7 +3705,7 @@ ogni tanto s'aprivano rare stazioni illuminate, e dietro di me con rumor di zoccoli e di scope, con fracasso di forche e di molle, correva saltando una torma di folletti e di streghe, di spiriti -neri e indemoniati. Così giunsi correndo +neri e indemoniati. Così giunsi correndo dinnanzi alla casa di Clauss. Mi fermai. Improvvisamente tutti quei folletti svanirono, ed io mi ritrovai solo, sotto una luna livida che sbavava @@ -3755,7 +3717,7 @@ e spente. Cauto salii le scale. Qualche cosa che era in una delle mie tasche mi punse la coscia. Trattenni a stento un grido di dolore e continuai a salire. Buio. Silenzio. Odor di fiori, di -gigli, di rose. Più mi avanzo e più intorno a me +gigli, di rose. Più mi avanzo e più intorno a me le tenebre s'infittiscono. Mi sembra di essere in un castello fatato e di salire sopra una torre. Ad un tratto scopro uno spiraglio, uno spiraglio @@ -3767,31 +3729,31 @@ Vorrei indietreggiare e fuggire. Ma le mie gambe vacillano, la mia testa gira come una banderuola, e sono pietrificato. Le orecchie ronzano e sembra che un frastuono immenso di -campanelli riempia la casa. E in quel ronzìo, in -quel tintinnìo assordante, odo una voce, la sua +campanelli riempia la casa. E in quel ronzìo, in +quel tintinnìo assordante, odo una voce, la sua voce, e poi uno scoppio di risa dietro la porta. -Un passo, sì, un passo si avvicina. La mia anima +Un passo, sì, un passo si avvicina. La mia anima si sprofonda in un imbuto, mi appiattisco in un angolo, divento piccolo, piccolo e trasparente, invisibile. La porta si apre e un'ombra appare illuminata da tergo, si muove, si avvicina. -Ora è a due passi da me, e ora a un passo, -e ora mi sfiora, quasi mi tocca. — Chi è? domanda +Ora è a due passi da me, e ora a un passo, +e ora mi sfiora, quasi mi tocca. — Chi è? domanda imperiosamente quella voce. So bene che dovrei tacere. Ma non posso. — Sono io! dico come in un soffio. L'ombra si arresta. — Chi -è? ripete quella voce. — Sono io, Clauss, sono +è? ripete quella voce. — Sono io, Clauss, sono io! — rispondo. Poi alzo il braccio, lo alzo appena e lo abbasso lentamente, lentamente. Una voce rantolante sospira: — Daria! Aiuto!... E odo un tonfo e qualche cosa di molto pesante cade di schianto ai miei piedi. — Sono io, — ripeto -ancora. E poi più nulla... +ancora. E poi più nulla... </p> <p> -Sterpoli si alzò. Un'ombra spaventosa era nei -suoi occhi. Egli si curvò per baciarmi; ma io +Sterpoli si alzò. Un'ombra spaventosa era nei +suoi occhi. Egli si curvò per baciarmi; ma io liberai le mie mani dalle sue, lo respinsi; inorridito lo respinsi e gridai: </p> @@ -3801,15 +3763,15 @@ lo respinsi e gridai: </p> <p> -Egli fece un mezzo giro su sè stesso e si abbattè +Egli fece un mezzo giro su sè stesso e si abbattè ai piedi del letto, come morto. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_88"></a>[88]</span> La candela si spense. Allora un gran panico -mi invase, e corsi qua e là per la stanza. Rovesciai -una sedia e quel rumore mi gelò il sangue. +mi invase, e corsi qua e là per la stanza. Rovesciai +una sedia e quel rumore mi gelò il sangue. Mi pareva d'udire passi su per le scale e colpi sordi contro l'uscio, voci rauche, grida arrabbiate. Chiusi la finestra, chiusi l'uscio a @@ -3820,7 +3782,7 @@ comparire e scomparire, accendersi e spegnersi, strane luci bianche. Qualcuno si muoveva, si avanzava strisciando. Sentivo il suo alito gelido sulle mie mani, e con uno sforzo -penoso, sempre più penoso, balbettavo: — Indietro! +penoso, sempre più penoso, balbettavo: — Indietro! Non mi toccare! Va via! Va via! </p></div> @@ -3835,23 +3797,23 @@ luce scolorata e falsa: era come una mano fredda che mi sfiorasse le palpebre. Stavo disteso sul letto, con gli occhi socchiusi, senza muovermi. Quella luce non mi cagionava nessuna maraviglia, -nè il fatto di esser disteso sul letto, vestito, -nè il fatto di esser desto, nè le rose gialle +nè il fatto di esser disteso sul letto, vestito, +nè il fatto di esser desto, nè le rose gialle e spampanate sulle pareti con certi lor gambi -intrecciati e irti di spine, nè gli abiti appesi in -un angolo come impiccati. Bensì cercavo di +intrecciati e irti di spine, nè gli abiti appesi in +un angolo come impiccati. Bensì cercavo di spiegarmi che cosa fosse una macchia nera che <span class="pagenum"><a id="Page_89"></a>[89]</span> -vedevo a piè del letto, un groviglio nero da +vedevo a piè del letto, un groviglio nero da cui uscivano, non si sa come, due, due mani... -Sì... Vedevo che erano due mani, due mani +Sì... Vedevo che erano due mani, due mani lunghe e pelose, con strani luccichii sulle dita; -e la loro positura era così stravagante che ora +e la loro positura era così stravagante che ora pareva chiedessero un'elemosina e ora offrissero un'invisibile offerta, e ora non offrissero -e non chiedessero nulla, ma fossero là, abbandonate +e non chiedessero nulla, ma fossero là , abbandonate e senza vita, estranee a qualunque corpo -di uomo di donna. Immobilità. Ed io non riuscivo +di uomo di donna. Immobilità . Ed io non riuscivo a comprendere. In quel viluppo nero, vicino a quelle mani, si scorgeva anche una macchia rossiccia, come un involto di carta rossa: @@ -3860,7 +3822,7 @@ riuscivo a trovare un cominciamento in quel garbuglio di cose, non una fine, e nemmeno un ordine qualsiasi che me ne spiegasse la natura. Sapevo che avrei potuto alzarmi e -toccare, frugare, trovare ciò che cercavo. Ma +toccare, frugare, trovare ciò che cercavo. Ma mi pareva di non potermi muovere senza turbare la gran pace che, coricato, riposava con me. E poi c'era qualche cosa, non so quale, che continuamente @@ -3875,13 +3837,13 @@ sul petto? O meglio: chi mi aveva fatto quella <span class="pagenum"><a id="Page_90"></a>[90]</span> bella ferita? Ecco: io non riuscivo a comprendere, e di nuovo i miei occhi si posavano su quel -mucchio di cose immobili a piè del letto, su +mucchio di cose immobili a piè del letto, su quella macchia fulva, e su quelle mani, su quelle due mani abbandonate. Una voce interna mi diceva: — Tu devi esser felice. Ed io, con la stessa voce, rispondevo: — Sono, sono felice. -E ancora: — Tu volevi morire. Ed io: — Sì, -è vero, volevo morire. E c'era un nodo stretto +E ancora: — Tu volevi morire. Ed io: — Sì, +è vero, volevo morire. E c'era un nodo stretto nel mio cervello, che non si voleva sciogliere; c'era un fiore chiuso che non si voleva aprire; intorno al quale i miei pensieri vaghi, incerti, @@ -3889,7 +3851,7 @@ s'aggiravano come farfalle... </p> <p> -Così vissi. A lungo, a lungo, nere farfalle si +Così vissi. A lungo, a lungo, nere farfalle si aggirarono intorno a quel fiore chiuso. </p></div> @@ -3901,28 +3863,28 @@ aggirarono intorno a quel fiore chiuso. <h2> PARTE SECONDA<br /> -Come finì la collana. +Come finì la collana. </h2> <p class="pad4"> Se io non avessi scritto soltanto per alleggerire il peso dell'anima mia la pietosa storia di Daria, ma mi fossi lasciato andare a pubblicarla -sotto forma di racconto, come tanti fanno oggidì, -che invitano nella loro intimità il maggior +sotto forma di racconto, come tanti fanno oggidì, +che invitano nella loro intimità il maggior numero di persone ad udire i piccoli casi della -loro vita, più di un lettore si sarebbe domandato +loro vita, più di un lettore si sarebbe domandato dove mai fosse andata a finire quella collana, -adorna di uno smeraldo, che Daria gettò in viso -a Sterpoli quando affrontò Clauss all'Alhambra, +adorna di uno smeraldo, che Daria gettò in viso +a Sterpoli quando affrontò Clauss all'Alhambra, la sera prima della sua morte. Capisco anche che a molti altri l'omissione di questo particolare -sarebbe passata inosservata; tanto più che oggi +sarebbe passata inosservata; tanto più che oggi la moda vuole che l'arte del romanzo e della novella sia trattata sinteticamente, a grandi linee, tutta stretta intorno alle cose essenziali e necessarie, senza quel cumulo di descrizioni minute -e di inutili particolarità che usavano i romanzieri +e di inutili particolarità che usavano i romanzieri d'un tempo, quando gli uomini non avevano la fretta che hanno adesso e l'arte narrativa non aveva dato ancora tanti grandi scrittori. Ma per @@ -3936,29 +3898,29 @@ storia. <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Quando Daria si strappò dal collo quella collana -e la scagliò con ira contro Clauss, colpendo +Quando Daria si strappò dal collo quella collana +e la scagliò con ira contro Clauss, colpendo invece Sterpoli in pieno viso, la collana cadde ai piedi di Sterpoli tra molti cuscini disseminati -sopra il tappeto, e là rimase, dimenticata da tutti. +sopra il tappeto, e là rimase, dimenticata da tutti. Chi volete che pensasse a quel gioiello, per quanto esso fosse prezioso, quando ora sappiamo fino a che punto tutti noi, presenti a quella scena, fossimo intimamente sconvolti, e -più di ogni altro Clauss, il quale pure all'apparenza +più di ogni altro Clauss, il quale pure all'apparenza sembrava conservare intera la padronanza -di sè medesimo? Sterpoli certo non si curvò +di sè medesimo? Sterpoli certo non si curvò a raccoglierlo, mezzo acciecato com'era, e poi -non ne ebbe il tempo, perchè se ne fuggì ad inseguire +non ne ebbe il tempo, perchè se ne fuggì ad inseguire Daria, come abbiamo veduto. Clauss -non lo raccolse egualmente, perchè egli avrebbe -dato uno smeraldo mille volte più grosso e luminoso +non lo raccolse egualmente, perchè egli avrebbe +dato uno smeraldo mille volte più grosso e luminoso di quello per un bacio di Daria, e certo non importava nulla a lui di sapere chi lo avrebbe raccolto e chi se ne sarebbe impadronito. Io -non lo raccolsi, perchè dimenticai subito che la +non lo raccolsi, perchè dimenticai subito che la collana fosse caduta fra quei cuscini, mentre -più d'ogni altro l'avevo ammirata sul candore +più d'ogni altro l'avevo ammirata sul candore niveo della gola di Daria. Poi Clauss ed io ce <span class="pagenum"><a id="Page_93"></a>[93]</span> ne eravamo andati, lasciando gli altri ancora seduti @@ -3967,8 +3929,8 @@ la notte e il giorno dopo ci condussero pur troppo lontani dal ricordo di quel disgraziato gioiello. Quelli che rimasero dopo la nostra partenza avrebbero ben potuto ricordarsene, non -solo perchè dovevano essere molto più calmi di -noi, ma perchè, discorrendo ancora a lungo tra +solo perchè dovevano essere molto più calmi di +noi, ma perchè, discorrendo ancora a lungo tra loro della scena che s'era svolta sotto i loro occhi, avrebbero dovuto anche soltanto incidentalmente parlare della collana e quindi pensare di @@ -3977,25 +3939,25 @@ molto inoltrata, quei giovani chiesero i loro pastrani e le loro tube al guardarobiere, e se ne andarono facendo pronostici sulle possibili conseguenze dell'avvenimento che s'era prodotto -quella sera. E la collana rimase fra i cuscini, là +quella sera. E la collana rimase fra i cuscini, là dove era caduta. </p> <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -È vero che quella notte, fantasticando di Daria, +È vero che quella notte, fantasticando di Daria, la sua immagine non m'apparve mai disgiunta dallo splendore magico dello smeraldo -che avevo veduto brillare sulla nudità del suo +che avevo veduto brillare sulla nudità del suo collo. Quella pietra preziosa era per me quasi un attributo della sua bellezza, come i suoi occhi oltremarini, come le vene azzurre delle sue tempie, come il rosso crudo di cui ardevano le -sue labbra. Anche più tardi, quando il delirio +sue labbra. Anche più tardi, quando il delirio <span class="pagenum"><a id="Page_94"></a>[94]</span> che per intere settimane mi tenne sospeso tra -vita e morte finalmente si placò, l'immagine di +vita e morte finalmente si placò, l'immagine di Daria mi riapparve nella precisione lucida del primo ricordo con quello smeraldo verdissimo sospeso alla gola. Nel delirio non l'aveva @@ -4009,7 +3971,7 @@ colore, nelle mille strane forme che assumeva nell'incubo. Ora era un lago verde, nella cui trasparenza guizzavano pesci di madreperla, di ambra e di corallo, dal cui fondo sorgevano ondeggiando -foreste d'alghe e di piante d'ogni varietà +foreste d'alghe e di piante d'ogni varietà di verde; e su quelle piante sbocciavano fiori enormi, bianchi e neri, che poi si distaccavano dai rami e salivano a galleggiare sull'acqua @@ -4019,7 +3981,7 @@ e da essa scendeva un raggio verde diritto come dalla pupilla di un dio, fluido, abbagliante, che dove si posava divampavano altissimi incendi, serpeggiavano guizzando fiamme verdi, e intere -città con torri e castelli erano avvolte da un alone +città con torri e castelli erano avvolte da un alone livido fosforescente, e subito incenerite. Le loro rovine formavano poi alte montagne di verdi tizzi ardenti. @@ -4028,12 +3990,12 @@ tizzi ardenti. <p> Ma la collana di Daria, chiusa nella buia mano <span class="pagenum"><a id="Page_95"></a>[95]</span> -di un miserabile rigattiere, non mandava più alcuno -splendore. Un ragazzo, la mattina che seguì +di un miserabile rigattiere, non mandava più alcuno +splendore. Un ragazzo, la mattina che seguì quella notte memoranda, spazzando, l'aveva -trovata là dove era stata abbandonata da tutti, +trovata là dove era stata abbandonata da tutti, e senza neppure il tempo di fiatare, se l'era cacciata -nella più nascosta tasca dei suoi calzoni, +nella più nascosta tasca dei suoi calzoni, tutti rattoppati davanti e di dietro. Anzi quella tasca segreta altro non era che una delle tante toppe dei suoi calzoni, nella quale il furbo ragazzo @@ -4046,47 +4008,47 @@ Bombita, che era d'umor taciturno e usava di solito accompagnare l'andirivieni della sua scopa con dispettosi grugniti, l'udirono invece cantare, con una bella voce di mezzo soprano, -una delle tante canzoni che là dentro sapevano +una delle tante canzoni che là dentro sapevano anche i muri. — Guarda, disse il maestro di casa che in maniche di camicia lustrava le maniglie -alle porte, nella testa di Bombita è nato +alle porte, nella testa di Bombita è nato un gallo! Nella testa di Bombita poteva essere nato non soltanto un gallo, ma financo un asino, -perchè era non solo rotonda come un uovo, ma +perchè era non solo rotonda come un uovo, ma grossa come una zucca. Quel ragazzo era rachitico, -si può dire che fosse tutta testa; sulla testa +si può dire che fosse tutta testa; sulla testa cresceva poi un arruffio di capelli gialli come la stoppa, e il suo viso era tutto macchiato di lentiggini. I suoi occhi piccini piccini sembravano <span class="pagenum"><a id="Page_96"></a>[96]</span> -anch'essi due macchie un poco più rosse delle +anch'essi due macchie un poco più rosse delle altre, e non c'era caso che ti guardassero in faccia. Ma non era nato, no, un gallo nella testa di Bombita. Lo sapeva bene lui, che cosa gli fosse nato sotto i piedi, quella mattina, per cantare -così. +così. </p> <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -A mezzodì Bombita si slacciò il grembiule -e lo buttò in un angolo. Ma i calzoni se li tenne -addosso, e, senza voltarsi indietro, infilò l'uscio -e se ne andò dove era atteso a quell'ora, e cioè +A mezzodì Bombita si slacciò il grembiule +e lo buttò in un angolo. Ma i calzoni se li tenne +addosso, e, senza voltarsi indietro, infilò l'uscio +e se ne andò dove era atteso a quell'ora, e cioè al mercato dei pesci, sulla banchina nuova del porto. Come ogni giorno, ad ogni angolo di strada incontrava un amico, tutti in giro allo -scoccare di mezzodì per importanti affari d'appetito. +scoccare di mezzodì per importanti affari d'appetito. Ma Bombita camminava con la testa alta, i capelli al vento, le mani in tasca, a passi da granatiere, e non si degnava di guardare in faccia nessuno di quanti incontrava lungo la via. -Il mercato era semi deserto, perchè a quell'ora +Il mercato era semi deserto, perchè a quell'ora chi aveva voglia di pesce lo andava a cercare nelle casseruole piene di salse profumate, o -nelle padelle dove stava guizzando più che vivo -tra gli scoppi e i sibili dell'olio bollente, anzichè +nelle padelle dove stava guizzando più che vivo +tra gli scoppi e i sibili dell'olio bollente, anzichè nelle ceste umide e algose dei pescivendoli, a pesarlo morto sulle loro puzzolenti bilance. Le navi ormeggiate alla banchina dondolavano i @@ -4097,9 +4059,9 @@ sdraiati sui sacchi e per i mucchi di gomene arrotolate, guardavano sonnecchiando la poca gente passare in fretta lungo il molo. I cani randagi facevano allora le pulizie del mercato, pronti a -cedere la più bella collana di smeraldi per una -lisca di triglia. Ma Bombita non li guardò neppure, -quei suoi modesti colleghi, e tirò via verso +cedere la più bella collana di smeraldi per una +lisca di triglia. Ma Bombita non li guardò neppure, +quei suoi modesti colleghi, e tirò via verso una barca tirata a secco dietro il casotto dei doganieri, dove era aspettato da Egle. Egle, la figlia del pescatore, aveva tredici anni, mentre @@ -4108,7 +4070,7 @@ rotonda come una palla, due gote rosse come due mele, e un par d'occhi che parevan fatti con due scaglie di vetro nero. I suoi capelli erano crespi come la lana e opachi, corti e arruffati, -e legati dietro in una treccia così grossa +e legati dietro in una treccia così grossa e sgraziata che somigliava la coda mozza di un cane. </p> @@ -4116,9 +4078,9 @@ cane. <p> Egle stava seduta sotto la barca e sgranocchiava tranquillamente una crosta di pane, quando -Bombita le si parò dinnanzi con quell'aria +Bombita le si parò dinnanzi con quell'aria fiera che si conviene ad un vero conquistatore. -Egli si lasciò andare di peso a sedere accanto a +Egli si lasciò andare di peso a sedere accanto a lei, e ridendo silenziosamente le dette una gomitata nel fianco. </p> @@ -4138,35 +4100,35 @@ rideva silenziosamente, e batteva il pugno sul ginocchio dove sentiva il duro dello smeraldo. Lo zuccone che soffriva terribilmente di gelosia, e sempre, solo a nominargli Andromaco o Ninotto, -copriva Egle di sputi, questa volta si contentò +copriva Egle di sputi, questa volta si contentò di darle tre pizzicotti nella schiena a denti stretti e schizzando gli occhi dalle orbite. Ma -stette muto, e poi ricominciò a sorridere. Egle -fece la faccia da lacrime, cercò di tastarsi la -schiena dove i pizzicotti le bruciavano, poi mostrò +stette muto, e poi ricominciò a sorridere. Egle +fece la faccia da lacrime, cercò di tastarsi la +schiena dove i pizzicotti le bruciavano, poi mostrò un palmo di lingua all'amico e con disprezzo disse: </p> <p> — Se non la finisci, me ne vado e non mi vedi -mai più... +mai più... </p> <p> -Buttò in mare quell'avanzo di crosta di pane -che teneva in mano, voltò le spalle a Bombita, e, +Buttò in mare quell'avanzo di crosta di pane +che teneva in mano, voltò le spalle a Bombita, e, puntati i gomiti sulle ginocchia e il mento sui -pugni chiusi, guardò verso le barche che si +pugni chiusi, guardò verso le barche che si dondolavano sull'acqua. </p> <p> — Sei come tuo padre, tale e quale, disse con -voce agra, senza nè muoversi nè voltarsi, come +voce agra, senza nè muoversi nè voltarsi, come se parlasse al vento, che tutti dicono che altro -che di bastonate non ha mai nutrito nè te nè tua -madre. Almeno mi dicessi dov'è quell'anello +che di bastonate non ha mai nutrito nè te nè tua +madre. Almeno mi dicessi dov'è quell'anello che mi avevi promesso, e ne parlavi sempre, quando facevo all'amore con Tristano, e non <span class="pagenum"><a id="Page_99"></a>[99]</span> @@ -4178,32 +4140,32 @@ con te. Se lo saranno mangiato i pesci! E mentre Egle parlava voltandogli la schiena, Bombita, ficcato il dito nel buco della sua toppa, ne aveva tirato fuori a poco a poco la collana, -finchè era venuto alla luce lo smeraldo che il -sole d'un tratto riempì di scintille abbaglianti. +finchè era venuto alla luce lo smeraldo che il +sole d'un tratto riempì di scintille abbaglianti. Poi, curvandosi appena, l'aveva con due dita tenuta sospesa sul capo di Egle, e a poco a poco, -abbassando il braccio, gliela calò sul naso, finchè -Egle la vide e ammutolì. Vide bene, Egle, +abbassando il braccio, gliela calò sul naso, finchè +Egle la vide e ammutolì. Vide bene, Egle, che era una bella collana con una bella pietra verde tutta piena di verdi sfavillii; ma non la -toccò, e, abbassato il capo, stette silenziosa e +toccò, e, abbassato il capo, stette silenziosa e imbronciata a raspare con le unghie la terra tra i selci. Poi, vedendo con la coda dell'occhio che quella collana continuava a ciondolare all'altezza della sua fronte, con un gesto improvviso la -strappò dalla mano di Bombita e se la nascose +strappò dalla mano di Bombita e se la nascose in grembo. </p> <p> -Bombita non parlò, non cercò che Egle si -voltasse a guardarlo e a sorridergli, non aspettò +Bombita non parlò, non cercò che Egle si +voltasse a guardarlo e a sorridergli, non aspettò nemmeno che lo ringraziasse, considerando -quanto egli fosse più generoso e grande di Andromaco -ed ella più fortunata di Rosina. Aveva -appetito. Si alzò, e se ne andò di corsa, sicuro +quanto egli fosse più generoso e grande di Andromaco +ed ella più fortunata di Rosina. Aveva +appetito. Si alzò, e se ne andò di corsa, sicuro che Egle lo avrebbe aspettato anche un anno intiero -là, seduta sotto la barca. Ma, mangiata +là , seduta sotto la barca. Ma, mangiata alla svelta la zuppa, sarebbe ritornato fra un'ora. </p> @@ -4214,31 +4176,31 @@ alla svelta la zuppa, sarebbe ritornato fra un'ora. <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Egle, rimasta sola, allargò le ginocchia e -guardò la collana dallo smeraldo che le stava +Egle, rimasta sola, allargò le ginocchia e +guardò la collana dallo smeraldo che le stava ammucchiata in grembo. Non ebbe neppure un piccolo pensiero di gratitudine per Bombita, e -poichè certamente una collana così bella costava -più di sette soldi, forse dieci e anche venti, ella -giudicò che Bombita doveva averla vinta ai giardini +poichè certamente una collana così bella costava +più di sette soldi, forse dieci e anche venti, ella +giudicò che Bombita doveva averla vinta ai giardini pubblici, giocando al giuoco della campana -con qualche ragazzo signore ancora più stupido -di lui. La prese fra le dita e incominciò a intrecciarla +con qualche ragazzo signore ancora più stupido +di lui. La prese fra le dita e incominciò a intrecciarla in mille modi, e spesso, allontanando -da sè la mano e tenendola aperta contro il sole, +da sè la mano e tenendola aperta contro il sole, guardava le belle luci di quella pietra verde che splendeva di mille luci diverse. Certo che cosa era il nastro dorato di Rosina in confronto di quella bella collana? Chi sa quanto tutte le sue rivali l'avrebbero invidiata, vedendola apparire nella corte con quello splendore al collo, e come -si sarebbero consumate di rabbia perchè non +si sarebbero consumate di rabbia perchè non ne avevano una che potesse valere quanto quella! Rosina avrebbe picchiato Andromaco, e forse Andromaco, stanco di buscarne da quella brutta civetta, si sarebbe deciso a fare all'amore con lei. Egle aveva posato lo smeraldo dinnanzi -a sè sopra un sasso, perchè il sole lo illuminasse +a sè sopra un sasso, perchè il sole lo illuminasse in pieno. Ella guardava l'acqua verde che <span class="pagenum"><a id="Page_101"></a>[101]</span> ondeggiava sotto i fianchi delle navi e pensava @@ -4263,11 +4225,11 @@ pezzo cessato di battere al semplice richiamo delle illusioni. Era stato giovane come tutti gli uomini, e anche lui aveva avuto i suoi sogni. Ma quanto quei giorni felici erano ormai lontani! -C'è chi sogna una donna amata, c'è chi -sogna la gloria, c'è chi sogna la ricchezza, tesori -nascosti, colpi di fortuna, eredità favolose, +C'è chi sogna una donna amata, c'è chi +sogna la gloria, c'è chi sogna la ricchezza, tesori +nascosti, colpi di fortuna, eredità favolose, affari indovinati. Il sogno costante di Porfirio, -durante tutta la sua vita, finchè la vecchiaia non +durante tutta la sua vita, finchè la vecchiaia non aveva steso un velo opaco sulla sua immaginazione, era stato quello di trovare a un angolo di strada, camminando camminando, come faceva @@ -4275,18 +4237,18 @@ lui, da mattina a sera, di porta in porta, con il suo sacco in spalla e gli occhi bassi, qualche cosa di molto prezioso, che non gli costasse <span class="pagenum"><a id="Page_102"></a>[102]</span> -assolutamente nulla, perchè era roba trovata, +assolutamente nulla, perchè era roba trovata, e che, rivendendola, egli potesse ricavarne tutto guadagno. </p> <p> -Fra sè, il vecchio meditava sulla sua sfortuna, +Fra sè, il vecchio meditava sulla sua sfortuna, mentre quei pescatori, risciacquando le loro reti, pescavano le false gemme del mare. Il suo tubino calato sulla fronte, il naso arcigno, la pipa corta spenta fra i denti, la barba bianchiccia che -gli pioveva giù dal mento sulla vecchia palandrana +gli pioveva giù dal mento sulla vecchia palandrana verde, stava fermo come una statua, incantato dalle magiche luci che saltavano sull'acqua. Ma quando alfine si riscosse, come se improvvisamente @@ -4299,14 +4261,14 @@ di nero catrame. Ma di sotto quella barca spuntavano due piccole mani di bambina che giocavano con una pietra verde, simile a una di quelle scheggie di vetro verde, levigate dal mare, -che si raccolgono lungo le spiagge. Senonchè +che si raccolgono lungo le spiagge. Senonchè quella pietra sprigionava lampi meravigliosi, come avrebbe fatto un vero smeraldo, tanto che al confronto l'acqua verde del mare pareva pallida -e opaca. — Vecchia sgualdrina, pensò Porfirio +e opaca. — Vecchia sgualdrina, pensò Porfirio indirizzandosi alla fortuna, quando finirai di tentarmi con i tuoi falsi miraggi? E, dato di -piglio al sacco, sputò e fece due passi per andarsene +piglio al sacco, sputò e fece due passi per andarsene lontano da quel luogo pieno di supplizi. </p> @@ -4317,10 +4279,10 @@ lontano da quel luogo pieno di supplizi. <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Ma, fatti due passi, Porfirio si voltò. Egli -non sapeva distaccarsi di là nel dubbio che quel +Ma, fatti due passi, Porfirio si voltò. Egli +non sapeva distaccarsi di là nel dubbio che quel falso smeraldo potesse essere invece uno smeraldo -vero. Quanti non tradirono così la fortuna, +vero. Quanti non tradirono così la fortuna, proprio per averla disprezzata quell'unica volta ch'essa era realmente a portata della loro mano! E Porfirio, perplesso, non sapeva distogliere gli @@ -4332,58 +4294,58 @@ smeraldo. </p> <p> -Egle intanto era già stanca di quella collana; -già non le piaceva più. Poichè certo quella collana, -con quella pietra così verde, era una bella +Egle intanto era già stanca di quella collana; +già non le piaceva più. Poichè certo quella collana, +con quella pietra così verde, era una bella collana; ma il nastro d'oro di Rosina era pure un bel nastro; e, come nastro, era senza dubbio tanto bello quanto la sua collana. Egle sarebbe -stata mille volte più felice se invece della collana +stata mille volte più felice se invece della collana avesse potuto mostrare a Rosina un nastro dorato -che fosse più bello del suo. Allora certamente +che fosse più bello del suo. Allora certamente Rosina sarebbe stata umiliata e non avrebbe -più portato il nastro di Andromaco come -se fosse il più bel nastro dell'universo. +più portato il nastro di Andromaco come +se fosse il più bel nastro dell'universo. </p> <p> Quando Porfirio, apparendo improvvisamente -di dietro la barca, si fermò dinnanzi a lei, e le +di dietro la barca, si fermò dinnanzi a lei, e le <span class="pagenum"><a id="Page_104"></a>[104]</span> -domandò: — Bambina, che cos'è quella pietra -verde che ci giuochi? Egle lo guardò senza paura -e rispose: — È una collana, non la vedi? E -quando Porfirio, con la voce più buona del +domandò: — Bambina, che cos'è quella pietra +verde che ci giuochi? Egle lo guardò senza paura +e rispose: — È una collana, non la vedi? E +quando Porfirio, con la voce più buona del mondo e sorridendo amorevole, le disse: — Ah! come faccio a vederla se sono mezzo cieco? Dammela un momento che guardo che razza di -vetro è quello... — Egle gliela porse tranquillamente, +vetro è quello... — Egle gliela porse tranquillamente, e si mise a grattar la terra con un sasso. </p> <p> -Porfirio accostò gli occhi allo smeraldo e lo -scrutò per ogni verso, lo palpò col polpastrello -di ogni dito, lo pesò sul palmo della mano e si +Porfirio accostò gli occhi allo smeraldo e lo +scrutò per ogni verso, lo palpò col polpastrello +di ogni dito, lo pesò sul palmo della mano e si mise a ridere. — Scommetto, disse, che l'hai -pagato più di quattro soldi. Egle lo guardò con +pagato più di quattro soldi. Egle lo guardò con disprezzo e rispose pronta: — Quattro soldi? -Più di venti, ne costa... — Per Dio! esclamò -Porfirio, più di venti soldi? Se erano soltanto +Più di venti, ne costa... — Per Dio! esclamò +Porfirio, più di venti soldi? Se erano soltanto quindici, te lo ricompravo io. </p> <p> -Egle abbassò il capo. Quindici soldi! Forse +Egle abbassò il capo. Quindici soldi! Forse con quindici soldi, forse anche soltanto con dieci, avrebbe potuto comprare un bel pezzo di nastro -d'oro, più bello, più largo, più ricco del nastro +d'oro, più bello, più largo, più ricco del nastro che Andromaco aveva regalato a Rosina. Nella vetrina d'una bottega di merciaio, ne aveva veduti dei gomitoli immensi, tutti d'oro, oppure d'oro e argento intrecciati, che erano nastri non mai veduti altrove. Quindici soldi valevano forse -quindici volte più di quella collana, che non +quindici volte più di quella collana, che non aveva di bello se non quella pietra verde! </p> @@ -4395,21 +4357,21 @@ sulla fronte un sudor freddo. Quello era proprio un vero smeraldo. Ma come la fortuna gli si mostrava fino all'ultimo avara! Quella stupida bambina lo aveva certamente trovato per via, e -mentiva quando diceva d'averlo pagato più di +mentiva quando diceva d'averlo pagato più di venti soldi. Ma lui, Porfirio, nella migliore ipotesi, per averlo, avrebbe ora dovuto pagare almeno quindici soldi, anche se la bambina non -ne avesse pretesi ad ogni costo venti. E così +ne avesse pretesi ad ogni costo venti. E così la sua gioia non sarebbe stata neppure quella volta piena ed intera. </p> <p> -Allora Porfirio afferrò il suo sacco per il collo, -lo squassò e lo sbatacchiò per terra. Il vecchio +Allora Porfirio afferrò il suo sacco per il collo, +lo squassò e lo sbatacchiò per terra. Il vecchio orologio, risvegliato da quell'imprevisto sconquasso, -digrignò i denti di tutte le sue ruote -arrugginite e incominciò a battere come un tamburo. +digrignò i denti di tutte le sue ruote +arrugginite e incominciò a battere come un tamburo. E Porfirio, spalancando gli occhi e soffiandosi furiosamente nella barba, disse con voce cupa: @@ -4417,9 +4379,9 @@ voce cupa: <p> — Bambina, lo vedi questo sacco? Lo senti -questo tamburo che suona là in fondo? Questo -è il sacco nero dove sta chiuso l'uomo nero, e -questo tamburo è la pancia dell'uomo nero che +questo tamburo che suona là in fondo? Questo +è il sacco nero dove sta chiuso l'uomo nero, e +questo tamburo è la pancia dell'uomo nero che ha fame di bambine vanitose e cattive che portano collane con una pietra verde. Ora guardalo che salta fuori e ti si mangia tutta in un boccone! @@ -4429,9 +4391,9 @@ che salta fuori e ti si mangia tutta in un boccone! Quando Porfirio ebbe pronunciate queste spaventose parole, l'orologio nel sacco, stanco, si <span class="pagenum"><a id="Page_106"></a>[106]</span> -era già riaddormentato. Ma Egle coi capelli ritti +era già riaddormentato. Ma Egle coi capelli ritti fuggiva ancora gridando: — Mamma, mamma! -e Porfirio non la rivide mai più. +e Porfirio non la rivide mai più. </p> <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> @@ -4445,9 +4407,9 @@ rugginose e di bottiglie vuote. Una bilancia stava appesa a un chiodo. In fondo, tra gli altri stracci, c'erano quelli che gli servivano da letto. Quando Porfirio si fu chiuso nella sua -bottega e, acceso un moccolo di candela, aprì +bottega e, acceso un moccolo di candela, aprì finalmente le dita che stringevano la bella collana -di Daria, sembrò al vecchio che quelle nere +di Daria, sembrò al vecchio che quelle nere pareti, tutte coperte di ragnatele, si illuminassero di una luce stupenda, come se per il tetto scoperchiato vi fosse piovuta dentro la luna @@ -4469,24 +4431,24 @@ la luce stessa del sole. Dio l'aveva infine premiato! <p> Porfirio non volle mostrarsi da meno del suo sublime benefattore, e quando il pensiero della -Divina Provvidenza balenò alla sua mente eccitata, +Divina Provvidenza balenò alla sua mente eccitata, subito egli cadde in ginocchio; e senza staccare gli occhi dallo smeraldo che la fiamma tremula della candela illuminava in tutto il suo -splendore, egli pregò a lungo, umilmente e in +splendore, egli pregò a lungo, umilmente e in silenzio. Chi lo avesse veduto allora avrebbe -pensato ciò che tutti falsamente pensano degli -avari, e cioè che egli adorasse in ginocchio quello -smeraldo. In realtà nello smeraldo di Daria -Porfirio adorava unicamente Iddio. Poi si levò, +pensato ciò che tutti falsamente pensano degli +avari, e cioè che egli adorasse in ginocchio quello +smeraldo. In realtà nello smeraldo di Daria +Porfirio adorava unicamente Iddio. Poi si levò, e volle che una giornata tanto memoranda non avesse altro seguito. Se fosse stato un nume, avrebbe comandato al sole di anticipare il tramonto. Non essendo che un povero rigattiere, fece la notte per conto proprio, spense il moccolo, e stringendosi al cuore quella collana tanto -amata, si coricò, per dormire, nel suo lettuccio -di stracci. Ma il sonno non fu così ubbidiente +amata, si coricò, per dormire, nel suo lettuccio +di stracci. Ma il sonno non fu così ubbidiente come egli avrebbe voluto. I suoi occhi non potevano addormentarsi, come accade quando, in estate, coricati sotto un verde albero, @@ -4498,27 +4460,27 @@ era un raggio verde smeraldo. </p> <p> -Alfine, senza accorgersene, egli si addormentò, -e sognò tutta la notte, ma di quei sogni non -conservò, al ridestarsi, alcun preciso ricordo. -Appena riaperti gli occhi, egli si sentì felice. -Ma prima di afferrare la ragione di quella felicità -gli abbisognò di ricercarla a fatica per -più d'un minuto. Quando l'ebbe afferrata, se -ne rallegrò vivamente. Ma avendo già pagato +Alfine, senza accorgersene, egli si addormentò, +e sognò tutta la notte, ma di quei sogni non +conservò, al ridestarsi, alcun preciso ricordo. +Appena riaperti gli occhi, egli si sentì felice. +Ma prima di afferrare la ragione di quella felicità +gli abbisognò di ricercarla a fatica per +più d'un minuto. Quando l'ebbe afferrata, se +ne rallegrò vivamente. Ma avendo già pagato il suo tributo d'entusiasmo alla propizia fortuna, -tenne spenti i fuochi di fantasia e chiamò +tenne spenti i fuochi di fantasia e chiamò invece a raccolta le idee pratiche. Il grande affare di Porfirio in quel giorno e per molti giorni successivi, fu di cercare per le cantonate se qualcuno avesse perduta una collana con uno -smeraldo e facesse appello all'onestà di chi l'aveva +smeraldo e facesse appello all'onestà di chi l'aveva trovata per ricuperarla con la promessa di un premio. Porfirio si sentiva sicuramente -superiore a un'onestà che per manifestarsi aveva -bisogno di così fatte lusinghe. Ma avrebbe +superiore a un'onestà che per manifestarsi aveva +bisogno di così fatte lusinghe. Ma avrebbe volentieri letto un manifesto concernente lo -smarrimento di quella collana poichè quella collana +smarrimento di quella collana poichè quella collana poteva esser stata smarrita, ma poteva anche essere stata rubata; e Porfirio aveva fretta di risolvere con certezza questo dubbio @@ -4532,11 +4494,11 @@ I muri delle case non suggerirono nulla a <span class="pagenum"><a id="Page_109"></a>[109]</span> Porfirio, e Porfirio dovette affidarsi alla propria prudenza, che era in tutto degna di un -savio suo pari. Egli dunque continuò a commerciare +savio suo pari. Egli dunque continuò a commerciare in stracci e in bottiglie usate, girovagando di porta in porta con il suo vecchio sacco sulle spalle, il tubino unto calato sugli occhi, -e in tutti i suoi atti la solita modestia e semplicità. +e in tutti i suoi atti la solita modestia e semplicità . Il suo tesoro lo portava annodato in un fazzoletto e sepolto in una tasca misteriosa che s'apriva nella fodera della sua palandrana. Come @@ -4545,16 +4507,16 @@ la sua ora. Quando vedeva una bambina con un vestito scozzese, senza affrettare il passo imbucava la prima porta che gli si parava dinnanzi o voltava l'angolo della prima strada. Con un -gesto naturalissimo si calava ancora più sul naso -le falde del cappello, e così procedeva fiducioso -che la sorte non avrebbe disfatto ciò che +gesto naturalissimo si calava ancora più sul naso +le falde del cappello, e così procedeva fiducioso +che la sorte non avrebbe disfatto ciò che aveva fatto una volta. Ma una mattina, mentre avrebbe dovuto svegliarsi con il pensiero deciso di affrontare finalmente l'inevitabile quanto sospirata conclusione di quella strana avventura, -il vecchio Porfirio non si svegliò. Un rigattiere +il vecchio Porfirio non si svegliò. Un rigattiere suo concorrente gli chiuse gli occhi, che -pur senza svegliarsi si erano aperti. Ed è importante +pur senza svegliarsi si erano aperti. Ed è importante sapere che egli fu seppellito nudo in una cassa d'abete. </p> @@ -4566,16 +4528,16 @@ una cassa d'abete. <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -L'autunno era trascorso: incominciò il grigio +L'autunno era trascorso: incominciò il grigio inverno. Io allora mi aggiravo per la mia casa, pallido come un morto, appoggiandomi ad un bastone, cercando a poco a poco di riconoscere -le cose alle quali avevo già detto addio quando -credevo che non le avrei più rivedute. La mia +le cose alle quali avevo già detto addio quando +credevo che non le avrei più rivedute. La mia febbre era durata molte settimane, e quando alfine mi ridestai dal suo sonno malefico, tutti -mi dissero che io, più d'una volta, avevo varcata -d'un passo la soglia dell'al di là. Ma sempre +mi dissero che io, più d'una volta, avevo varcata +d'un passo la soglia dell'al di là . Ma sempre il peso vivo dei miei vent'anni m'aveva tirato indietro, ed ero infine rimasto con quanti ad ogni costo volevano che non me ne andassi @@ -4585,26 +4547,26 @@ della vita. <p> La stagione era triste, grigia, piovosa. Io non -potevo arrischiarmi nè al vento, nè alla pioggia, -nè all'aria gelida di novembre. Dalla finestra +potevo arrischiarmi nè al vento, nè alla pioggia, +nè all'aria gelida di novembre. Dalla finestra dietro la quale rimanevo per lunghe ore seduto, vedevo le colline deserte e squallide, i campi grigi, il bosco tutto giallo e nudo. Se dal cielo sempre nuvoloso un povero raggio di sole per un momento appena illuminava quel paesaggio -invernale, si accendeva qua e là, sorridente, +invernale, si accendeva qua e là , sorridente, qualche raro cespuglio ancor verde, come una speranza subito soffocata di primavera. Il cielo -non aveva più luna, non più stelle. Perciò quella +non aveva più luna, non più stelle. Perciò quella <span class="pagenum"><a id="Page_111"></a>[111]</span> stagione era senza notti. Era tuttavia piena di tenebre, che calavano assai presto e duravano a lungo, e costringevano tutte le cose ad una dolorosa -cecità. Allora io mi rifugiavo accanto al +cecità . Allora io mi rifugiavo accanto al fuoco, e l'immagine di Daria, quella di Clauss, quella di Sterpoli, disgraziato, mi visitavano, e -si sedevano al mio fianco, rimanendo là mute -ed immobili finchè io con uno sforzo non le +si sedevano al mio fianco, rimanendo là mute +ed immobili finchè io con uno sforzo non le mandavo via. Ma non appena se ne erano andate, bastava che distrattamente rivolgessi loro un pensiero, per vederle subito riapparire dall'ombra @@ -4619,7 +4581,7 @@ posarsi sulle colline, sui campi, sui boschi. <p> Una di quelle sere si festeggiava il compleanno di Silvina. Eravamo tutti seduti intorno alla -tavola imbandita. Mia madre, guardandomi più +tavola imbandita. Mia madre, guardandomi più teneramente che mai, mi supplicava con gli occhi di sorridere un poco, e Silvina, vestita con un bellissimo abito nuovo di seta cangiante, non @@ -4627,15 +4589,15 @@ staccava mai le pupille da un anello di platino con un piccolo fiore di smalto azzurro che portava all'anulare destro, ed era il dono che le avevano fatto le sorelle insieme. Mio padre -era stato in città tutto il giorno, e la diligenza +era stato in città tutto il giorno, e la diligenza era arrivata allora allora dinnanzi alla nostra porta, e s'udivano i cavalli nitrire, scalpitare <span class="pagenum"><a id="Page_112"></a>[112]</span> e scuotere le loro squillanti sonagliere. Non aspettavamo che lui per incominciare il pranzo. -Ed egli entrò ridendo, abbracciò la mamma, -baciò tutti noi, e si fermò dietro a Silvina. Si -frugò in tasca, e guardandoci uno per uno con +Ed egli entrò ridendo, abbracciò la mamma, +baciò tutti noi, e si fermò dietro a Silvina. Si +frugò in tasca, e guardandoci uno per uno con occhi che esprimevano una gran meraviglia, ne trasse una collana adorna d'uno stupendo smeraldo. A quell'improvvisa apparizione io mi sentii @@ -4654,12 +4616,12 @@ Mio padre disse onestamente: </p> <p> -— Deve essere roba rubata, perchè l'ho presa +— Deve essere roba rubata, perchè l'ho presa quasi per nulla. </p> <p> -Poi baciò in fronte Silvina e soggiunse: +Poi baciò in fronte Silvina e soggiunse: </p> <p> @@ -4668,7 +4630,7 @@ bellezza, non l'ha avuto mai! </p> <p> -Si sedette soddisfatto e spezzò il suo pane. +Si sedette soddisfatto e spezzò il suo pane. </p></div> <p> @@ -4687,11 +4649,11 @@ I. </h3> <p> -Delle mie tre sorelle, Silvina, la minore, è +Delle mie tre sorelle, Silvina, la minore, è oggi una principessa. Porta vestiti sfarzosi che il principe paga per lei, grossi brillanti alle dita, -ed esce per la città adagiata in una grande carrozza -a due cavalli, con cocchiere e lacchè. Lungo +ed esce per la città adagiata in una grande carrozza +a due cavalli, con cocchiere e lacchè. Lungo la strada semina occhiate come elemosine. I suoi occhi, che erano un tempo semplicemente chiari, come quelli di mia madre, sono ora grandi @@ -4703,11 +4665,11 @@ mandano luci fredde e pallide come scintille. </p> <p> -Se non sapessi che è veramente Silvina, io +Se non sapessi che è veramente Silvina, io stesso non la riconoscerei. Soltanto i suoi capelli sono rimasti quelli che erano; se mai con -riflessi dorati qua e là più vivaci, specie dove a -ondate si riempiono di bagliori. Si ricorderà +riflessi dorati qua e là più vivaci, specie dove a +ondate si riempiono di bagliori. Si ricorderà mai, la piccola, dei giorni in cui mia madre glieli pettinava, quei suoi capelli meravigliosi, lei seduta dinnanzi allo specchio, mia madre in piedi @@ -4717,7 +4679,7 @@ La mano di mamma si posava ogni tanto sul suo capo e vi si indugiava un poco, come si posa la mano sul capo di un bimbo sperduto e gli si dice: — Ti protegga Iddio, poverino, -così bisognoso d'aiuto! — E anche continuando +così bisognoso d'aiuto! — E anche continuando a passare il pettine nelle sue chiome disciolte, e poi a spartirgliele e ad annodarle, per tutto il tempo mia madre la guardava attentamente nello @@ -4727,34 +4689,34 @@ racchiudeva nella sua cornice. </p> <p> -Allora Silvina era appena fanciulla; aveva sì +Allora Silvina era appena fanciulla; aveva sì e no sedici anni. Le piaceva vestir bene. Nella nostra casa si avevano abitudini signorili, ma da gente di campagna, semplici. Mia madre vestiva e si pettinava all'antica. Era bellissima, ma come le donne potevano piacere un tempo. -Così appunto era piaciuta a mio padre. Silvina +Così appunto era piaciuta a mio padre. Silvina invece voleva abiti di seta, tagliati con uno stile -che doveva essere nuovo. In realtà ella inventava +che doveva essere nuovo. In realtà ella inventava i suoi abiti, ricercando, per lunghe ore e spesso per interi giorni, fra pieghe di stoffe di solito cupe come il suo carattere, fogge capricciose come i suoi pensieri, che erano d'una -volubilità straordinaria e più stravaganti delle +volubilità straordinaria e più stravaganti delle nuvole. Il suo segreto, credo, consisteva nel comporre intorno alla sua persona, che era mingherlina, -esile e di statura poco più che infantile, +esile e di statura poco più che infantile, dei larghi e ariosi fiori, un fiore unico anzi, come un gran giglio o una gran rosa rovesciata, <span class="pagenum"><a id="Page_115"></a>[115]</span> entro cui, senza scomparire del tutto, il suo corpo -piccolo stava come un gambo. Così vestita +piccolo stava come un gambo. Così vestita pareva che il suo abito la portasse, e che volasse come una farfalla. </p> <p> -Mio padre era un uomo ruvido, e per ciò gli +Mio padre era un uomo ruvido, e per ciò gli piaceva quella piccola creatura delicata e difficile. Egli la seguiva sempre con occhi pieni di allegrezza, quando la vedeva passare per il giardino @@ -4762,30 +4724,30 @@ o muoversi per la casa spaziosa e nuda. Credo che la paragonasse anch'egli a una farfalla o a un fiore, e che fosse felice e teneramente innamorato di lei. Gli piacevano i suoi -capricci, la stranezza e la novità dei suoi modi, +capricci, la stranezza e la novità dei suoi modi, il suo carattere scontroso e indipendente, e quella grazia, come dire? isolata, che ella non dedicava -a nessuno, ma soltanto a sè stessa. Silvina -infatti non viveva che per sè sola. Non -aveva per la mamma nè tenerezze nè confidenze -nè abbandoni. Per mio padre non dimostrava +a nessuno, ma soltanto a sè stessa. Silvina +infatti non viveva che per sè sola. Non +aveva per la mamma nè tenerezze nè confidenze +nè abbandoni. Per mio padre non dimostrava nessun sentimento cordiale, ma semplicemente rispetto. Con le sorelle non era legata da nessuna -intimità. Quanto a me, si degnava appena, +intimità . Quanto a me, si degnava appena, e raramente, di farmi sentire fino a che punto mi disprezzasse. Rimaneva lunghe ore chiusa -nella sua camera. Si cambiava più volte d'abito, +nella sua camera. Si cambiava più volte d'abito, per l'unica gioia di vedersi nello specchio. Faceva e disfaceva la sua pettinatura per il solo gusto di stabilire in quanti modi avrebbe potuto trasformarsi, rimanendo sempre bella abbastanza -per essere contenta di sè. +per essere contenta di sè. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_116"></a>[116]</span> Debbo confessare che la spiavo spesso in -questa sua bizzarra vita, perchè anch'io, come +questa sua bizzarra vita, perchè anch'io, come mio padre, come tutti noi, ero teneramente innamorato di lei. Ella esercitava su me un fascino che allora non sapevo spiegarmi, ma che @@ -4794,21 +4756,21 @@ somigliava a un mio ricordo; somigliava a qualcuno di cui ero stato perdutamente innamorato. Non potevo guardarla senza avere la precisa e viva percezione di tutto il male di cui la sentivo -capace, quella creatura così delicata e graziosa, +capace, quella creatura così delicata e graziosa, con quelle piccole mani bianche e affilate. Ma aveva nel profondo del mio pensiero un nome che non oso ripetere, e che non era: Silvina. Io la vedevo poi in procinto di partire da quel medesimo punto al quale ero appena arrivato per miracolo ancora vivo, e avevo paura per -lei di ciò che avrebbe potuto compiere inconsapevolmente +lei di ciò che avrebbe potuto compiere inconsapevolmente a danno di chiunque si fosse incontrato con uno suo capriccio. Non aveva mai conosciuto, -Silvina, l'ingenuità fiduciosa dei miei +Silvina, l'ingenuità fiduciosa dei miei vent'anni. Ignorava che cosa volesse dire essere -buoni, cioè considerare con benevolenza tutte +buoni, cioè considerare con benevolenza tutte le cose, andare incontro alla vita sorridendo, disarmati, -a braccia tese, con quella beata cecità +a braccia tese, con quella beata cecità che conduce al precipizi. Ella era armata di un tremendo egoismo; e credo che la sua piccola testa fosse tutta piena di calcoli. @@ -4825,28 +4787,28 @@ II. <p> Forse, se la nostra casa non fosse stata prossima -alla strada maestra, Silvina, già così pallida +alla strada maestra, Silvina, già così pallida allora, sarebbe a poco a poco sfiorita in questa specie di semplice e riposante clausura in cui si vive qui forzatamente, fra usanze antiche, e da molti anni sempre uguali. Sarebbe oggi o fra poco una zitella taciturna ed arcigna, come se ne incontrano di domenica in questi -dintorni, brutte più di anima che di corpo, con +dintorni, brutte più di anima che di corpo, con cuffie strette e begli abiti passati di moda nei quali ancora per dispetto si pavoneggiano. Ma la nostra casa, i vecchi, la costruirono sulla strada, -con giardino ed orto alle spalle, anzichè -tutto intorno, e per di più con una grande e bassa +con giardino ed orto alle spalle, anzichè +tutto intorno, e per di più con una grande e bassa terrazza che si affaccia sul via vai, alle cui -ringhiere s'intrecciò poi il glicine, che ora fiorisce +ringhiere s'intrecciò poi il glicine, che ora fiorisce e la ricopre. Molti bussano alla nostra porta. Molti che passano, molti mendicanti, molti curiosi, non possono fare a meno di fermarsi e di bussare, di guardare in su alle finestre e di scambiare parole con la gente di casa. Anche noi apparteniamo alla strada. Io capisco benissimo -che è una tentazione troppo forte questa +che è una tentazione troppo forte questa casa signorile a portata di tutti gli occhi e di tutte le mani, dinnanzi alla quale si passa impolverati, stanchi dopo ore ed ore di strada attraverso @@ -4860,11 +4822,11 @@ parte. <p> Vi sono ancora oggi dei giovani romantici, molte idee romantiche nel mondo. Si subisce la -seduzione delle vecchie idee, unicamente perchè +seduzione delle vecchie idee, unicamente perchè se ne stanno silenziose e sconosciute dentro di noi, che le crediamo lontane e morte, e a nostra insaputa generano idee e fatti che a noi -paiono nuovi. Dico questo perchè mi riesce estremamente +paiono nuovi. Dico questo perchè mi riesce estremamente difficile procedere diritto nel mio racconto. Io sono stato senza dubbio del numero: anch'io un romantico. Zotico, campagnolo, @@ -4887,7 +4849,7 @@ per la via, piangono, di sera, sole, nei vani delle <span class="pagenum"><a id="Page_119"></a>[119]</span> finestre, e sospirando pensano di morire. Lo vedevo qualche volta venire dalla parte della -città, cavalcando un bel cavallo irlandese, e, +città , cavalcando un bel cavallo irlandese, e, subito dopo la nostra casa, uscire dalla strada maestra e piegare per i prati verso il greto del fiume. Lo seguivo mentre caracollava fra gli @@ -4903,12 +4865,12 @@ fieni appena tagliati, ad ascoltare i grilli e tutte le indefinibili musiche che l'ombra stellata delle sere estive suscita per i campi e disperde poi nell'infinito. Quel giovane, passando, stendeva -la mano e strappava al nostro glicine, che già +la mano e strappava al nostro glicine, che già era sfiorito, una delle sue foglie. Anche Silvina stava a quell'ora dietro le persiane socchiuse della sua finestra a guardare. Ma io non pensavo che ella guardasse quel giovane. Pensavo -che stesse là, come me, a fantasticare i +che stesse là , come me, a fantasticare i suoi strani sogni, e che semplicemente lo vedesse passare. </p> @@ -4916,10 +4878,10 @@ passare. <p> Per un giorno solo, in tutto l'anno, questo tratto di strada che corre dalla nostra casa al -paese, si riempie di popolo; non pare più di +paese, si riempie di popolo; non pare più di stare in campagna, ma nel sobborgo di una <span class="pagenum"><a id="Page_120"></a>[120]</span> -città; i mercanti girovaghi di tutta la provincia +città ; i mercanti girovaghi di tutta la provincia vi si fermano con i loro carretti, legano i cavalli magri e i loro ciuchi pelati agli alberi, piantano i loro banchi riparati da tende d'ogni colore, e @@ -4929,7 +4891,7 @@ verde e rosa, e tagliano le caramelle con le forbici, e giocattolai che vendono giocattoli di legno e di latta, bambole di cartapesta in camicia, e sopratutto trombette e quegli strumenti a fiato -che solo i contadini suonano e si chiamano «organini»; +che solo i contadini suonano e si chiamano «organini»; sotto ripari di frasche verdi, che poi ingialliscono al sole, si aprono spacci di vino, e in un campo si pianta un ballo pubblico, dove @@ -4946,13 +4908,13 @@ Ora, eravamo alla vigilia di quel giorno, e, all'imbrunire, si stava tutti dinnanzi alla porta, a guardare gli operai che con lunghe scale appendevano lampioncini colorati a certi fili tesi -attraverso la strada, quando s'udì la voce di mia +attraverso la strada, quando s'udì la voce di mia madre, che dall'alto di una delle nostre finestre, esclamava soffocata: </p> <p> -— Ma che cos'è? Che cosa è stato? +— Ma che cos'è? Che cosa è stato? </p> <p> @@ -4960,32 +4922,32 @@ Alzammo il capo e la vedemmo affacciata al davanzale, pallida, che guardava lontano, verso <span class="pagenum"><a id="Page_121"></a>[121]</span> il fiume, dove noi non potevamo vedere nulla -perchè la siepe ce lo impediva. +perchè la siepe ce lo impediva. </p> <p> -— Mio Dio! gridò mia madre. Poi si ritrasse -dalla finestra, poi si riaffacciò, e mi disse, agitando +— Mio Dio! gridò mia madre. Poi si ritrasse +dalla finestra, poi si riaffacciò, e mi disse, agitando le mani: — Corri, Paris! Silvina, Silvina -è caduta... +è caduta... </p> <p> Mi buttai attraverso la siepe e, correndo per il viottolo lungo il fosso, vidi finalmente Silvina che mi correva incontro, con le mani strette sul -cuore, così pallida che mi fece paura. Ci incontrammo +cuore, così pallida che mi fece paura. Ci incontrammo ed ella mi cadde fra le braccia, tremando, con gli occhi chiusi, il respiro soffocato, incapace di parlare. Il suo piccolo cuore batteva nella mia mano come se fosse nudo; i capelli, nella corsa, le si erano sciolti, e le cadevano sulle spalle come serpi d'oro. Con uno -sforzo riaprì gli occhi e sospirò: +sforzo riaprì gli occhi e sospirò: </p> <p> -— Laggiù... Sull'argine... è caduto... +— Laggiù... Sull'argine... è caduto... </p> <p> @@ -4995,16 +4957,16 @@ lo riconobbi. </p> <p> -— Lasciami sedere sull'erba, mormorò Silvina. +— Lasciami sedere sull'erba, mormorò Silvina. </p> <p> La posai sull'erba e ripresi la mia corsa verso il fiume. Mio padre, seguito da altri uomini, -apparve al di qua della siepe. Egli si fermò accanto +apparve al di qua della siepe. Egli si fermò accanto a Silvina, e gli altri continuarono a correre dietro di me. Giunto in fondo al sentiero, -là dove esso sale lungo l'argine, vidi quel giovane +là dove esso sale lungo l'argine, vidi quel giovane disteso immobile sulle pietre bianche del <span class="pagenum"><a id="Page_122"></a>[122]</span> greto. Giaceva supino, le braccia aperte, la bella @@ -5019,24 +4981,24 @@ via di qui! <p> Lo prendemmo in quattro, lo sollevammo e -incominciammo a portarlo. Non un gemito uscì +incominciammo a portarlo. Non un gemito uscì dalle sue labbra. Il suo corpo era inanimato, e pesante della pesantezza che ha la morte. Quando giungemmo sulla strada, Silvina rientrava allora in casa, sostenuta da mio padre. Nemmeno -si voltò. +si voltò. </p> <p> -Appena adagiato sul letto il ferito riaprì gli -occhi, e li posò su mia madre, che con le mani +Appena adagiato sul letto il ferito riaprì gli +occhi, e li posò su mia madre, che con le mani gli teneva distesa sulla fronte una benda inzuppata d'aceto. A lungo le sue pupille estatiche, vaghe, stettero ferme su lei, che pure lo guardava con amore. Poi, richiuse le palpebre, si -assopì. Mia madre annodò la benda intorno al -suo capo, gli aggiustò i riccioli sulle tempie e -dietro le orecchie, e ordinò a tutti di camminare +assopì. Mia madre annodò la benda intorno al +suo capo, gli aggiustò i riccioli sulle tempie e +dietro le orecchie, e ordinò a tutti di camminare in punta di piedi. </p> @@ -5060,11 +5022,11 @@ ed era anche caduta una volta, inciampando in un sasso. Allora l'aveva veduta mia madre dalla finestra, e fortunatamente noi avevamo potuto accorrere subito, soccorrere lei e -il ferito. Ma Silvina, che nessuno aveva più veduto +il ferito. Ma Silvina, che nessuno aveva più veduto piangere da un pezzo, era stata presa da una crisi di singhiozzi, tanto era stato in lei lo spavento per quel tragico accidente. Mio padre -era convinto di ciò che diceva, parlandone a tavola +era convinto di ciò che diceva, parlandone a tavola a noi tutti che lo ascoltavamo in silenzio. </p> @@ -5081,7 +5043,7 @@ sonore, soffocarono in un sol frastuono confuso e ondeggiante quei rumori, quelle voci, quei suoni ancora distinti e isolati. Allora chi volle salvarsi da quella sommersione dovette -moltiplicare la voce. La strada si mise così in +moltiplicare la voce. La strada si mise così in gara col campanile, e quando infine, stanco, il <span class="pagenum"><a id="Page_124"></a>[124]</span> campanile tacque, la strada rimase piena di grida, @@ -5108,29 +5070,29 @@ riappariva continuamente, rossa, dinnanzi ai miei occhi. Allora non c'era stata ancora la guerra, e nessuno di noi aveva imparato a considerare con rassegnazione prima, poi con indifferenza -le più crudeli immagini della morte, +le più crudeli immagini della morte, a pesare il dolore sul palmo della mano, come fa Amleto con il teschio di Yorik. Io ragionavo fra me della sorte che ci incombe, e come essa -colpisca sempre con rapidità fulminea: improvvisa +colpisca sempre con rapidità fulminea: improvvisa e inevitabile. Poi ragionavo anche del fatto che la morte sarebbe poca cosa, e forse per nulla orribile, se ad essa sopravvivessero le passioni dell'uomo; le sue speranze, i suoi sogni, -cioè il suo spirito, il suo pensiero, la sua volontà, +cioè il suo spirito, il suo pensiero, la sua volontà , <span class="pagenum"><a id="Page_125"></a>[125]</span> -e tutto ciò fosse sensibile ancora e vitale +e tutto ciò fosse sensibile ancora e vitale dopo la morte. </p> <p> Poi rivedevo Silvina, e veramente un'immagine -fino allora sconosciuta di Silvina, allorchè +fino allora sconosciuta di Silvina, allorchè s'era abbattuta fra le mie braccia tremante, pallida, e avevo sentito quanto fosse lieve il peso del suo corpicino, quanto fosse fragile la sua -volontà che per la prima volta l'abbandonava, -quel dominio di sè medesima che io non le +volontà che per la prima volta l'abbandonava, +quel dominio di sè medesima che io non le avevo mai veduto smarrire, neppure per un istante, prima d'allora. Ma in quel momento il suo orgoglio l'aveva abbandonata d'un tratto. @@ -5138,7 +5100,7 @@ Aveva parlato con voce supplichevole, guardato me con tenerezza, atterrita per quel poco sangue che aveva rigato di rosso la fronte d'uno sconosciuto. Mentre correva tenendo le mani -premute sul cuore, in quell'atteggiamento così +premute sul cuore, in quell'atteggiamento così doloroso e appassionato, il suo bell'abito scuro si agitava leggiero intorno alle sue gambe. Eppure ella aveva perduta ogni leggerezza, e quella @@ -5148,7 +5110,7 @@ corsa non somigliava affatto ad un volo. <p> Quest'immagine nuova di Silvina io l'accarezzavo struggendomi di tenerezza per lei, abbandonandomi -a un senso vago di felicità, come se +a un senso vago di felicità , come se mi si fossero aperte improvvisamente le porte del suo cuore, che erano prima chiuse per me come per tutti gli altri. Ma nello stesso tempo @@ -5157,13 +5119,13 @@ avessi tentato allora di avvicinarmi a lei con una carezza, chiedendole, in nome di quel <span class="pagenum"><a id="Page_126"></a>[126]</span> momento di debolezza, di accogliermi nella sua -intimità con amore, con confidenza di sorella, +intimità con amore, con confidenza di sorella, ella, ormai ridivenuta la Silvina d'ogni giorno, certamente mi avrebbe respinto con un sorriso ironico, forse anche con parole umilianti. E -forse, adirata contro sè stessa per quello smarrimento +forse, adirata contro sè stessa per quello smarrimento d'un attimo, se ne sarebbe vendicata -con crudeltà sopra di me, innocente. +con crudeltà sopra di me, innocente. </p> <p> @@ -5172,8 +5134,8 @@ dinnanzi a gruppi nella strada affollata, mi guardavano sorridendo. Mi stupivano i ragazzi che, vedendomi assorto, mi saettavano nelle orecchie le loro lingue sibilanti di carta, e -poichè nè mi muovevo, nè mi mostravo adirato, -nè li guardavo, non la finivano più, eccitati +poichè nè mi muovevo, nè mi mostravo adirato, +nè li guardavo, non la finivano più, eccitati dalla mia indifferenza. Come la vita doveva essere facile per tutti, in quella sera di festa! Forse Silvina stessa, nascosta come sempre @@ -5199,51 +5161,51 @@ lessi la seguente lettera: </p> <p class="indl"> -«Piccola prigioniera, +«Piccola prigioniera, </p> <p> -«io non sono che uno sconosciuto per voi: ho +«io non sono che uno sconosciuto per voi: ho un nome oscuro e nessun potere in questo mondo, -fuorchè quello della mia libertà. Questa libertà -è tuttavia un potere estremamente incerto; +fuorchè quello della mia libertà . Questa libertà +è tuttavia un potere estremamente incerto; ed io stesso non so come esercitarlo. </p> <p> -«Voi mi vedete passare ogni sera dinnanzi alla +«Voi mi vedete passare ogni sera dinnanzi alla vostra casa ed io guardo su, dove siete quasi sempre affacciata. Avrete notato che spesso, per indugiare un istante sotto le vostre finestre, strappo un fiore o una foglia ai festoni di glicine che ricadono dalla veranda. Allora, mentre i -miei occhi possono posarsi un poco più a lungo +miei occhi possono posarsi un poco più a lungo sulla vostra persona, penso che forse per voi la -libertà è un sogno, e che a chi ve la offrisse in -dono, la libertà, forse sapreste insegnare in che +libertà è un sogno, e che a chi ve la offrisse in +dono, la libertà , forse sapreste insegnare in che modo goderne. </p> <p> -«Vorrei chiedervi: c'è qualche cosa che veramente +«Vorrei chiedervi: c'è qualche cosa che veramente vi seduce oltre il limite della vostra vita presente? Chi fosse pronto a condurvi lontano, nel vasto mondo, lo accettereste voi per compagno? E sapreste trovare per questo compagno -di libertà tanta luce per guardarlo con amore? +di libertà tanta luce per guardarlo con amore? Curiose domande, lo so bene, con le quali -rischio di perdervi per sempre, voi che già mi -siete più cara della vita! Ma se le mie parole -non vi sembrano vane, abbiate la bontà di portare +rischio di perdervi per sempre, voi che già mi +siete più cara della vita! Ma se le mie parole +non vi sembrano vane, abbiate la bontà di portare un fiore rosso alla cintura, ritornando domani <span class="pagenum"><a id="Page_128"></a>[128]</span> -in quello stesso luogo dove il caso vorrà +in quello stesso luogo dove il caso vorrà che io possa lasciar cadere ai vostri piedi questa mia prima lettera. </p> <p class="indr"> -<i>Silvio</i>». +<i>Silvio</i>». </p> <p> @@ -5259,30 +5221,30 @@ non le ho veduto nessun fiore rosso alla cintura. <p> Procedevo senza logica, con ragionamenti saltuari, -perchè la commozione era così grande in +perchè la commozione era così grande in me che io non sapevo dare un ordine ai miei pensieri. Se mi fossi abbandonato al mio cuore avrei pianto dirottamente. — Innamorata, pensavo, -lei, Silvina! Uno che passa potrà dunque -portarsela via, lei così debole, piccola creatura +lei, Silvina! Uno che passa potrà dunque +portarsela via, lei così debole, piccola creatura capricciosa che si crede tanto forte! Uno qualunque, -soltanto perchè veste con eleganza, e +soltanto perchè veste con eleganza, e cavalca un bel cavallo irlandese, e ha un viso -pallido e riccioli neri, potrà portarsela chi sa +pallido e riccioli neri, potrà portarsela chi sa dove lontano di qui. E lei che non guarda con amore nessuno, nemmeno la mamma, nemmeno me che l'adoro, nemmeno suo padre che si farebbe -uccidere per lei, guarderà con amore lui +uccidere per lei, guarderà con amore lui solo, questo sconosciuto, questo vagheggino che <span class="pagenum"><a id="Page_129"></a>[129]</span> -non è nulla per nessuno, che non sarà mai nulla +non è nulla per nessuno, che non sarà mai nulla per noi! Gualcii rabbiosamente la lettera che tenevo ripiegata fra le mani e gridai: — Stupida lettera, piena soltanto di sciocche frasi, di lusinghe ridicole! Maledetta! Dovevo proprio io raccoglierti! Dovevi cadere nelle mie mani! Poi pensavo che forse il caso non era stato tanto -infame, perchè meglio nelle mie mani, quella +infame, perchè meglio nelle mie mani, quella lettera, che nelle mani di mia madre, o nelle mani di mio padre, o di qualunque delle mie sorelle. Infine mi fermai su questa vaga speranza: @@ -5292,26 +5254,26 @@ ne sapesse assolutamente nulla. </p> <p> -Allora considerai con più benevolenza quel +Allora considerai con più benevolenza quel giovane e anche con una leggera punta d'ironia, -perchè pensai: — Eccoci tutti uguali, noi di +perchè pensai: — Eccoci tutti uguali, noi di questa maledetta generazione, capaci di suscitare gigantesche illusioni dalle minime cose! Che cosa spera costui da Silvina? Si offre come un salvatore, ma chiede aiuto. A chi? A Silvina. -E perchè? Perchè lo ha guardato con quei +E perchè? Perchè lo ha guardato con quei suoi occhi gelidi, con cui guarda tutte le cose. Il mondo non gli sembrava abbastanza vasto per i suoi sogni ambiziosi, e d'un tratto ha scoperto che questo mondo immenso e piccolissimo -è tutto in suo potere, di lei quando si degnerà +è tutto in suo potere, di lei quando si degnerà di sorridere. Stupido ragazzo! Se tu avessi sofferto come me, e sperimentato come me -il sorriso d'una donna, che specie di felicità +il sorriso d'una donna, che specie di felicità <span class="pagenum"><a id="Page_130"></a>[130]</span> s'irradi da due occhi che ti guardano con amore, altro che fidarti nell'aiuto di Silvina! Povera -piccola! Così stupida, in fondo, anche lei! +piccola! Così stupida, in fondo, anche lei! Silvina! In fondo, nemmeno una donna... </p></div> @@ -5322,16 +5284,16 @@ IV. <p> Queste e molte altre cose io dovetti fantasticare -e a lungo, poichè la strada era ritornata +e a lungo, poichè la strada era ritornata silenziosa. Soltanto pochi lumi superstiti davano ormai gli ultimi loro guizzi rossi bianchi o -verdi, ed io me ne stavo ancora là con quella +verdi, ed io me ne stavo ancora là con quella lettera tra le mani, senza aver nulla deciso. Da un pezzo avevo udito mio padre dare il catenaccio alla porta, poi salire le scale col suo passo pesante e cadenzato; la sua voce aveva risonato nel corridoio e poi s'era allontanata a poco a -poco verso l'altra estremità della casa. Mia madre +poco verso l'altra estremità della casa. Mia madre anche s'era ritirata nella sua camera, dove di quando in quando l'udivo ancora muoversi, aprire e chiudere mobili: segno che aveva allora @@ -5344,20 +5306,20 @@ scala, riempito d'acqua le brocche, raccolte tutte le scarpe dinnanzi agli usci, e poi se ne era <span class="pagenum"><a id="Page_131"></a>[131]</span> andata a dormire. A vegliare il ferito avevano -lasciato Battista, perchè a lunghi intervalli lo +lasciato Battista, perchè a lunghi intervalli lo sentivo tossire nella stanza vicina. Mi riscossi e m'affacciai un momento alla finestra. La finestra di Silvina era buia e chiusa. Poi spensi -il lume e la luce bianca della luna inondò la mia +il lume e la luce bianca della luna inondò la mia stanza. </p> <p> -Aperto adagio adagio l'uscio, mi bastò di fare +Aperto adagio adagio l'uscio, mi bastò di fare un passo nel corridoio per vedere il raggio di luce che spartiva l'uscio socchiuso della stanza dove riposava Silvio, e Battista vegliava. Ma -occorse un minuto di più perchè i miei occhi, +occorse un minuto di più perchè i miei occhi, non ancora abituati al buio, scoprissero contro quella fessura illuminata il contorno appena distinto di un'ombra. L'imposta lentamente lentamente @@ -5368,32 +5330,32 @@ e s'allungava nel buio. E quando fu larga quanto una mano, allora, nella penombra pallidissima che si diffuse intorno a quella striscia di luce, senza stupore, come se avessi saputo -di trovarla là in quel momento, riconobbi +di trovarla là in quel momento, riconobbi Silvina. Silvina! Era scalza, ma vestita e pettinata come in pieno giorno. Con il viso appoggiato contro il battente, ella guardava nella stanza illuminata, e fra lei e il letto doveva levarsi -qualche ostacolo opaco, perchè, per vedere, ella +qualche ostacolo opaco, perchè, per vedere, ella doveva allungare il collo ed alzarsi sulla punta -dei piedi. Finalmente sospirò e rimase un +dei piedi. Finalmente sospirò e rimase un <span class="pagenum"><a id="Page_132"></a>[132]</span> -buon tratto senza muoversi. Poi si staccò un -poco dall'uscio, si piegò sulle ginocchia e incominciò +buon tratto senza muoversi. Poi si staccò un +poco dall'uscio, si piegò sulle ginocchia e incominciò a cercare qualche cosa per terra, aguzzando gli occhi e spazzando il pavimento con le mani. Fu allora che, nel voltarsi, ella vide la mia ombra nel buio. Vide la mia ombra e si -alzò in piedi di scatto. +alzò in piedi di scatto. </p> <p> -— Ah, sei tu? mormorò con accento irato. -Che cosa vuoi da me? Perchè mi spii? +— Ah, sei tu? mormorò con accento irato. +Che cosa vuoi da me? Perchè mi spii? </p> <p> Non si muoveva Silvina. Non cercava di fuggire. -Poichè volgeva le spalle alla poca luce +Poichè volgeva le spalle alla poca luce della fessura, il suo viso era completamente buio. Ma io sentivo su di me i suoi occhi pieni d'odio, che mi guardavano dall'ombra. @@ -5413,15 +5375,15 @@ fissamente: </p> <p> -— Silvina! Silvina! esclamai, quale pazzia è +— Silvina! Silvina! esclamai, quale pazzia è la tua? Non pensi al babbo, non pensi alla mamma, che avrebbero potuto sorprenderti? Non pensi che Battista, un servitore, avrebbe potuto uscire improvvisamente da quella stanza e -trovarti là, scalza, dietro la porta, a spiare? +trovarti là , scalza, dietro la porta, a spiare? Che cosa avrebbe pensato di te? Ah! tu sei una bambina, una vera bambina! Rispondimi: che -cosa facevi là a quest'ora, mentre tutti dormono? +cosa facevi là a quest'ora, mentre tutti dormono? <span class="pagenum"><a id="Page_133"></a>[133]</span> Che cosa cercavi per terra, dietro quell'uscio? </p> @@ -5437,7 +5399,7 @@ E sorrise maligna, guardandomi con disprezzo. <p> — Ah! se tu sapessi, esclamai, se tu sapessi -perchè non dormo! Non sorridere così, Silvina! +perchè non dormo! Non sorridere così, Silvina! Non guardarmi con questi occhi cattivi! Che cosa sono io per te? Nulla? Assolutamente nulla? Non sono forse Paris, tuo fratello? @@ -5459,21 +5421,21 @@ fra lei e l'uscio, e la supplicai: </p> <p> -— Silvina, Silvina, ascoltami! Ti parlo così -perchè debbo parlarti così. Non sei che una +— Silvina, Silvina, ascoltami! Ti parlo così +perchè debbo parlarti così. Non sei che una bambina, eppure non hai fiducia che in te sola. -Dimmi, per carità: chi è questo Silvio? Chi è +Dimmi, per carità : chi è questo Silvio? Chi è questo Silvio per te? </p> <p> -— Silvio? domandò Silvina con voce piena +— Silvio? domandò Silvina con voce piena di stupore. Quale Silvio? </p> <p> — Ma Silvio, Silvio! esclamai, quel giovane -che è di là ferito! Silvio! Di chi vuoi che parli, +che è di là ferito! Silvio! Di chi vuoi che parli, se non di quel giovane? </p> @@ -5497,9 +5459,9 @@ in casa, quando eri mezzo svenuta? <p> Il viso di Silvina si dipinse di meraviglia. Ella -guardò la lettera, guardò me, poi di nuovo -la lettera, poi levò gli occhi al cielo, e, giungendo -le mani, esclamò con un profondo sospiro: +guardò la lettera, guardò me, poi di nuovo +la lettera, poi levò gli occhi al cielo, e, giungendo +le mani, esclamò con un profondo sospiro: </p> <p> @@ -5507,8 +5469,8 @@ le mani, esclamò con un profondo sospiro: </p> <p> -E allora mi guardò con ironia e si mise a ridere, -e incominciò a dar segni di viva impazienza. +E allora mi guardò con ironia e si mise a ridere, +e incominciò a dar segni di viva impazienza. </p> <p> @@ -5519,24 +5481,24 @@ nulla! </p> <p> -Silvina si strinse nelle spalle e scrollò il capo. +Silvina si strinse nelle spalle e scrollò il capo. </p> <p> -— Allora, esclamai, quando è così, prendila +— Allora, esclamai, quando è così, prendila e leggi! </p> <p> -Silvina esitò un momento, poi con un gesto +Silvina esitò un momento, poi con un gesto molto indifferente, anzi pieno di degnazione per <span class="pagenum"><a id="Page_135"></a>[135]</span> -me, prese la lettera che le porgevo e incominciò -a scorrerla. Arrivò presto in fondo, e il suo -viso non si scompose, non ebbe il più lieve -moto nè di stupore, nè di contrarietà. Soltanto, -quando ebbe finito, inarcò le labbra con disprezzo -e mi restituì la lettera senza parlare. +me, prese la lettera che le porgevo e incominciò +a scorrerla. Arrivò presto in fondo, e il suo +viso non si scompose, non ebbe il più lieve +moto nè di stupore, nè di contrarietà . Soltanto, +quando ebbe finito, inarcò le labbra con disprezzo +e mi restituì la lettera senza parlare. </p> <p> @@ -5545,7 +5507,7 @@ da dire? </p> <p> -— Sì, rispose, ora ho qualche cosa da dire. +— Sì, rispose, ora ho qualche cosa da dire. Dico che siete tutti idioti allo stesso modo, voi uomini! </p> @@ -5556,13 +5518,13 @@ la stanza. Incominciai a dubitare allora che Silvina non avesse davvero mai veduta quella lettera e che Silvio le fosse del tutto indifferente. Forse non era andata se non spinta da -un'innocente curiosità, chi sa per quale capriccio, +un'innocente curiosità , chi sa per quale capriccio, a spiare all'uscio della stanza di Silvio; ma Silvio non le aveva ispirato nessun sentimento di simpatia, ed ella ignorava persino che fosse -innamorato di lei. Chi può scrutare nel cuore -d'una fanciulla? Chi può indovinare fino a che -punto arrivi l'ingenuità di una fanciulla, che +innamorato di lei. Chi può scrutare nel cuore +d'una fanciulla? Chi può indovinare fino a che +punto arrivi l'ingenuità di una fanciulla, che dovrebbe essere tutto candore, tutta innocenza, e fino a che punto una fanciulla possa mentire, fino a che punto sappia fingere? @@ -5572,14 +5534,14 @@ fino a che punto sappia fingere? — Silvina, le dissi con dolcezza, tu non sai, non hai mai voluto sapere il bene che io ti voglio. Ma credimi: tu non hai e non avrai nella -vita un amico più sincero, più fedele di me. Io +vita un amico più sincero, più fedele di me. Io <span class="pagenum"><a id="Page_136"></a>[136]</span> -ti amo teneramente, perchè sei la mia piccola -sorella, perchè sei Silvina nostra; sei la più piccina, -la più giovane. Se tu fossi in pericolo, io +ti amo teneramente, perchè sei la mia piccola +sorella, perchè sei Silvina nostra; sei la più piccina, +la più giovane. Se tu fossi in pericolo, io mi ucciderei per salvarti. Ora, ti supplico, sii sincera con me: non mi nascondi nulla? Non -c'è assolutamente nulla fra te e quel giovane? +c'è assolutamente nulla fra te e quel giovane? Se sapessi a che cosa ci conducono talvolta i nostri sentimenti! Tutto ci sembra bello, buono, desiderabile, innocente. Ci lasciamo andare. @@ -5587,21 +5549,21 @@ Le illusioni ci trasportano. La prima mano che ci viene tesa, noi siamo sempre pronti a stringerla con effusione, a riconoscere una mano amica, una mano fraterna. Poi le illusioni -crollano, e la realtà è ben triste. Tu potresti anche -amare Silvio. Dopo tutto è un bel ragazzo, +crollano, e la realtà è ben triste. Tu potresti anche +amare Silvio. Dopo tutto è un bel ragazzo, punto volgare; i sentimenti che egli esprime in questa lettera sono nobili, sebbene piuttosto vaghi, e romantici; a vederlo sembra un ragazzo di buona condizione, un signore, e potrebbe anche offrire ad una ragazza come te una vita agiata e felice. Ma che cosa ne sappiamo -noi? Chi è, chi sarà poi questo Silvio? +noi? Chi è, chi sarà poi questo Silvio? </p> <p> Silvina, mentre io parlavo, era tutta intenta a intrecciare il nodo della sua cintura. Lo faceva -e rifaceva continuamente, e sembrava, più +e rifaceva continuamente, e sembrava, più che indifferente, estranea, alle mie parole. </p> @@ -5615,10 +5577,10 @@ Sia chi vuole. A me non importa. <p> <span class="pagenum"><a id="Page_137"></a>[137]</span> Il fiocco della cintura era ben fatto, ed ella -si alzò, e andò dinnanzi allo specchio a rimirarsi. +si alzò, e andò dinnanzi allo specchio a rimirarsi. Con piccoli tocchi delle dita, leggieri, aggraziati, precisi, ne volle perfezionare ancora la -forma che era già abbastanza perfetta. Si specchiò +forma che era già abbastanza perfetta. Si specchiò di fronte, di fianco, di schiena, e specchiandosi disse: </p> @@ -5626,25 +5588,25 @@ disse: <p> — Io vi trovo semplicemente ridicoli, tutti e due: tu con i tuoi dubbi, lui con le sue dichiarazioni. -Non ho bisogno di nessuno, io; nè -di protettori, nè di innamorati. L'uomo che deve -piacere a me non è forse nato ancora. Se +Non ho bisogno di nessuno, io; nè +di protettori, nè di innamorati. L'uomo che deve +piacere a me non è forse nato ancora. Se dovessi innamorarmi di tutti quelli che mi guardano, ah! ah! Paris, credimi: dovrei esser morta -già mille volte trafitta da mille occhiate! +già mille volte trafitta da mille occhiate! </p> <p> -Pronunciate queste parole Silvina si staccò dallo +Pronunciate queste parole Silvina si staccò dallo specchio, e senza neppure voltarsi a guardarmi, -uscì dalla mia camera e si rinchiuse nella sua +uscì dalla mia camera e si rinchiuse nella sua con due giri di chiave. Io rimasi un momento perplesso a guardare l'uscio per il quale se ne era andata, silenziosa a piedi scalzi; poi feci la lettera in mille pezzi e li gettai dalla finestra. Che infinito silenzio! Che infinito spazio! Poveri noi, piccoli uomini, fratelli, sorelle, amanti, -gelosie, litigi, contrarietà, delusioni, attaccamento +gelosie, litigi, contrarietà , delusioni, attaccamento alle cose d'ogni giorno, limitazioni, divieti, paura della vita! Silvina nel vano della sua finestra, alla luce della luna, stava sciogliendo le @@ -5662,8 +5624,8 @@ felice! </p> <p> -Silvina ripiegò indietro il capo e i capelli le -caddero sulle spalle; scrollò il capo e i capelli +Silvina ripiegò indietro il capo e i capelli le +caddero sulle spalle; scrollò il capo e i capelli sciolti si agitarono e si sparpagliarono sulle sue spalle, circondandole il viso d'un nembo d'oro. </p> @@ -5672,7 +5634,7 @@ spalle, circondandole il viso d'un nembo d'oro. — Silvina! Silvina! esclamai, difendi la tua giovinezza, salva la tua innocenza! Perduti questi beni, notti simili a questa non se ne godono -più con gioia... +più con gioia... </p> <p> @@ -5685,7 +5647,7 @@ bicchiere. </p> <p> -— Non si agiti così, diceva, le farà male. +— Non si agiti così, diceva, le farà male. Beva piuttosto un sorso d'acqua, e cerchi di riposare ancora. </p> @@ -5700,7 +5662,7 @@ Erano: </p> <p> -— Amore... giuro sulla vita... vi ucciderò... +— Amore... giuro sulla vita... vi ucciderò... fuggite fuggite... </p> @@ -5720,24 +5682,24 @@ V. </h3> <p> -Tre giorni dopo Silvio lasciò il letto e prese -commiato da noi. Silvina uscì dalla sua camera +Tre giorni dopo Silvio lasciò il letto e prese +commiato da noi. Silvina uscì dalla sua camera proprio nel momento in cui Silvio baciava la -mano a mia madre, e si mostrò per un attimo -appena nell'arco della scala. Ma quell'attimo bastò +mano a mia madre, e si mostrò per un attimo +appena nell'arco della scala. Ma quell'attimo bastò a me ed a Silvio per vedere che ella portava una bella rosa rossa alla cintura. Io ne ebbi il -cuore trafitto e, nella mia sconfinata stupidità, +cuore trafitto e, nella mia sconfinata stupidità , arrossii per lei di quel gesto. La notte seguente Silvina, mentre tutti dormivano, fece un piccolo -involto delle cose sue più care, attraversò il +involto delle cose sue più care, attraversò il frutteto e, per la piccola porta dell'orto dove -Silvio la stava aspettando, se ne fuggì. La mattina -mia madre andò come sempre a bussare all'uscio -della sua camera. Entrò, trovò la camera +Silvio la stava aspettando, se ne fuggì. La mattina +mia madre andò come sempre a bussare all'uscio +della sua camera. Entrò, trovò la camera vuota, il letto intatto. Io ritornavo allora dalla mia caccia d'insetti; avevo raccolto alcune -«monachelle» verdi lungo la roggia: avevo visitato +«monachelle» verdi lungo la roggia: avevo visitato il mio formicaio. Ero lontano mille miglia dalla mia vita, la testa piena di strane idee sulla potenza della natura che governa l'universo intero @@ -5748,37 +5710,37 @@ simili; l'una dotata di occhi dolcissimi, di una bocca soave, d'una carne diafana e profumata, d'una intelligenza sottile per sedurre i maschi della sua specie; l'altra tutta colorata -del più tenero verde, con ali meravigliosamente -trasparenti ed iridate, e d'aspetto così +del più tenero verde, con ali meravigliosamente +trasparenti ed iridate, e d'aspetto così pio da ingannare non soltanto gli insetti, ma gli -uomini, che la chiamano «monachella» anzichè -chiamarla «pantera». Prega, prega sempre -la «monachella» con le braccia congiunte, +uomini, che la chiamano «monachella» anzichè +chiamarla «pantera». Prega, prega sempre +la «monachella» con le braccia congiunte, il collo torto, i grandi occhi ipocriti levati al cielo. Sembra che non faccia che sospirare avemarie. Verso la fine di agosto, quando cadono -più stelle dal cielo che dal susino susine mature, +più stelle dal cielo che dal susino susine mature, e il ciuffolotto per la selva vede con gioia arrossire i corbezzoli, ecco un giovine mantide innamorato dell'amore che, dopo aver molto -girovagato qua e là per le insalate, vede alfine +girovagato qua e là per le insalate, vede alfine all'ombra d'una foglia di zucca, sul bordo del ruscello, la creatura dei suoi sogni lungamente desiderata, sospirata con spasimo. Divina creatura! Una Beatrice. Assorta nella mistica visione -del paradiso, ella è l'immagine viva della +del paradiso, ella è l'immagine viva della sorella-amante, la purissima, la pietosa, la consolatrice. -Ed ecco, per attrarre sopra di sè misero +Ed ecco, per attrarre sopra di sè misero i suoi sguardi sublimi, il mantide apre le ali variopinte e le agita, le fa vibrare di delicate -armonie, finchè gli sembra che gli occhi di lei +armonie, finchè gli sembra che gli occhi di lei ora confondano in un unico sguardo l'immagine lontanissima di Dio e la sua persona presente. Legge un invito amoroso in quell'affascinante <span class="pagenum"><a id="Page_141"></a>[141]</span> sguardo, e, tremando, le si avvicina e l'abbraccia sospirando: — Mia! Finalmente mia! -Questo innamorato è un bel maschio agile, vigoroso, +Questo innamorato è un bel maschio agile, vigoroso, ardente. Passano ore lente d'ebbrezza. Beatrice lo tiene stretto come in una dolce catena; egli si abbandona felice. Poi Beatrice lo @@ -5786,13 +5748,13 @@ prega languida: — Dammi la tua nuca che io la divori di baci! Egli le offre la nuca, e Beatrice gliela morde, ed egli le sospira: — Uccidimi! Uccidimi! Non vorrebbe veramente morire. -Vorrebbe poter desiderare così la morte per tutta +Vorrebbe poter desiderare così la morte per tutta la vita, stretto in quel delirante abbraccio. -Ma la pia «monachella» lo ha già morso, e prima -che egli abbia potuto ripetere: — Deh! Uccidimi! — è -già morto, e ora Beatrice, incominciando -dal collo, giù giù tutto se lo divora, -finchè non rimarranno che le ali, le belle ali +Ma la pia «monachella» lo ha già morso, e prima +che egli abbia potuto ripetere: — Deh! Uccidimi! — è +già morto, e ora Beatrice, incominciando +dal collo, giù giù tutto se lo divora, +finchè non rimarranno che le ali, le belle ali con le quali egli s'illuse di conquistarla, le belle ali che scoloriranno al sole come petali caduti ad un fiore. @@ -5800,7 +5762,7 @@ ad un fiore. <p> Pensavo appunto che gli uomini avevano dovuto -circondare l'amore di molte idealità per +circondare l'amore di molte idealità per non vedere l'istinto crudele che lo produce e lo domina, quando m'incontrai con mia madre che scendeva le scale in gran fretta, pallida, gli occhi @@ -5809,8 +5771,8 @@ Adalgisa, Marta, Battista, Maria. </p> <p> -— Oh, Paris, Paris, esclamò abbracciandomi. -Dov'è Silvina? Dove, dove è andata? Paris, +— Oh, Paris, Paris, esclamò abbracciandomi. +Dov'è Silvina? Dove, dove è andata? Paris, Paris non mi lasciare anche tu... </p> @@ -5826,33 +5788,33 @@ un giovane dalla fronte bendata. Allora dovetti raccontare a mia madre e a mio padre quanto sapevo di quella fuga, la storia della lettera trovata nel corridoio e il mio dialogo con Silvina. -Mio padre montò in furore e minacciò di +Mio padre montò in furore e minacciò di spianare il mondo. Ma si ridusse a piangere -come un bambino e da quel giorno non fu più +come un bambino e da quel giorno non fu più l'uomo sereno e gioviale di un tempo. Mia madre -anche pianse, e pregò molto devotamente, +anche pianse, e pregò molto devotamente, come se Silvina fosse morta ed ella volesse raccomandarla -alla clemenza di Dio. Poi incominciò +alla clemenza di Dio. Poi incominciò a sbiancarsi, a spegnersi a poco a poco sotto i nostri occhi, consumata da quel dolore. </p> <p> -Silvio portò Silvina a vivere in città. Egli non -aveva più nè cavalli nè carrozze nè denari per +Silvio portò Silvina a vivere in città . Egli non +aveva più nè cavalli nè carrozze nè denari per comprarsi dei begli abiti di non comune eleganza. Aveva fatto anche lui alla svelta un piccolo -fagotto delle cose sue più care, e aveva lasciato +fagotto delle cose sue più care, e aveva lasciato padre e madre tristi e soli ad aspettare che la vita gli insegnasse a rinsavire. Era tutto felice di aver sacrificato ogni cosa all'amore per Silvina, come se il fatto di aver sposato con -tanto slancio la povertà, fosse il degno complemento -del fatto principale: d'avere cioè sposato +tanto slancio la povertà , fosse il degno complemento +del fatto principale: d'avere cioè sposato <span class="pagenum"><a id="Page_143"></a>[143]</span> Silvina a modo suo, rubandola alla sua propria casa contro tutte le regole che inceppano ancora -in questo secolo la libertà dell'amore. Silvio era +in questo secolo la libertà dell'amore. Silvio era molto giovane; non aveva che ventitre anni. Egli condusse Silvina ad abitare al settimo piano di una casa di operai, in una piccola stanza illuminata @@ -5860,7 +5822,7 @@ da un abbaino, che aveva come giardino un bellissimo vaso di garofani rossi e una scatola di legno con una pianticella di salvia. Affacciandosi a quell'abbaino, si poteva dire di -avere l'intera città ai propri piedi, perchè non +avere l'intera città ai propri piedi, perchè non c'era tetto che lo superasse, e, per uno spazio immenso, era tutto un mare rotto e fumoso di tegole, di antenne, di comignoli, disteso da @@ -5868,24 +5830,24 @@ ogni lato. Silvio celebrava molto la bellezza di quell'abbaino, e, il suo primo pensiero, quando al mattino apriva gli occhi svegliato dal sole, era quello di precipitarsi a spalancarne le imposte, -gridando: — Libertà, libertà, che è sì cara! +gridando: — Libertà , libertà , che è sì cara! </p> <p> Silvina che dormiva ancora, si destava a quel grido, e allora Silvio correva ad abbracciarla; -poi rovesciava il lenzuolo e così, solo coperta +poi rovesciava il lenzuolo e così, solo coperta dalla sua camicina, la conduceva dinnanzi all'abbaino, e mostrandole la distesa dei tetti che non finivano mai, le cupole alte delle chiese, le cupole basse dei teatri, i comignoli fumanti -delle officine, tutta la città immersa nel sole alto +delle officine, tutta la città immersa nel sole alto d'agosto: </p> <p> — Silvina, Silvina, le diceva, amor mio, vedi, -tutto ciò ci appartiene! Chi è più ricco di noi? +tutto ciò ci appartiene! Chi è più ricco di noi? </p> <p> @@ -5903,20 +5865,20 @@ uno, uno almeno, me lo avevi promesso? </p> <p> -E Silvio rispondeva: — Oh, è vero! Che smemorato! -Oggi, oggi certamente me ne ricorderò. +E Silvio rispondeva: — Oh, è vero! Che smemorato! +Oggi, oggi certamente me ne ricorderò. </p> <p> -Silvio correva la città tutto il giorno, sotto il +Silvio correva la città tutto il giorno, sotto il sole torrido, offrendo a chi volesse comprarla, -anche per poco, la sua divina libertà. — Sono +anche per poco, la sua divina libertà . — Sono libero, diceva, sono libero come l'aria. Pochi uomini sono liberi come me. Io non ho falsi orgogli da difendere, scrupoli da osservare. Sono -giovane, sono intelligente, pieno di volontà. -Prendetemi, utilizzatemi, fatemi fare ciò che -volete. Non c'è lavoro che non sia buono e +giovane, sono intelligente, pieno di volontà . +Prendetemi, utilizzatemi, fatemi fare ciò che +volete. Non c'è lavoro che non sia buono e onorevole per me. Dove troverete un altro che possa dirvi altrettanto? E tutti lo abbracciavano, gli battevano benevolmente la mano sulle spalle, @@ -5932,13 +5894,13 @@ labbra con fazzoletti che non fossero di seta <span class="pagenum"><a id="Page_145"></a>[145]</span> morbida e profumata? Le delicate labbra di Silvina, ch'egli sciupava con i suoi baci ardenti, -dalle quali beveva a lunghi sorsi la felicità, che, +dalle quali beveva a lunghi sorsi la felicità , che, sorridendo, lo incantavano, e quand'erano tristi lo riempivano di paura? Ed egli si decideva finalmente al gran passo, sceglieva sei colorati e leggieri fazzoletti di seta, e, rientrando in casa, baciava Silvina sulla bocca, le mordeva il -labbruzzo, e poichè ella diceva: Ahi! egli con +labbruzzo, e poichè ella diceva: Ahi! egli con uno di quei fazzoletti nuovi, morbidi e profumati, le medicava il dolore, ridendo felice. </p> @@ -5964,18 +5926,18 @@ molto... </p> <p> -Silvio l'attirava a sè, le copriva il viso di baci, -e raccontava ciò che aveva fatto, veduto, e detto -in città. +Silvio l'attirava a sè, le copriva il viso di baci, +e raccontava ciò che aveva fatto, veduto, e detto +in città . </p> <p> — Ah! esclamava, tutti mi vogliono un gran bene. Vedi che cosa significa essere poveri, essere -veramente liberi? Non c'è uno che ti consideri +veramente liberi? Non c'è uno che ti consideri come un nemico, o che pensi di attraversarti la via, o che diffidi di te. Al contrario tutti -sono pronti ad aiutarti, a darti una mano perché +sono pronti ad aiutarti, a darti una mano perché tu possa riuscire.... </p> @@ -5986,21 +5948,21 @@ della loro stanza, e soggiungeva: </p> <p> -— Certo questa stanza è troppo misera, troppo +— Certo questa stanza è troppo misera, troppo nuda. Se non avesse quell'abbaino dal quale -si domina tutta quanta la città, sarebbe troppo +si domina tutta quanta la città , sarebbe troppo triste vivere qui. Ma noi potremo cambiare questi mobili, sostituirli con altri meno rovinati e sudici, oppure cercare un'altra stanza, con una -veduta anche più bella di questa. Quanto a me, -purchè tu mi voglia bene, sarò in ogni modo +veduta anche più bella di questa. Quanto a me, +purchè tu mi voglia bene, sarò in ogni modo felice! </p> <p> Silvina si alzava senza parlare, posava i fazzoletti sul cassettone, e si buttava supina sul -letto. Là, con le mani annodate sul capo, contemplava +letto. Là , con le mani annodate sul capo, contemplava i travi del soffitto imbiancati di calce, seguendo il paziente lavoro che i ragni facevano tra l'uno e l'altro. Allora Silvio andava a sedersi @@ -6010,10 +5972,10 @@ mani e guardandola teneramente: <p> — Silvina, amor mio, sussurrava, mi vuoi -bene? Non sei mica stanca già di me? Non sei +bene? Non sei mica stanca già di me? Non sei mica annoiata? Se tu sapessi come ti amo, come ti adoro! Tutte le altre donne non esistono -più per me; è come se non esistessi che tu sola. +più per me; è come se non esistessi che tu sola. </p> <p> @@ -6030,7 +5992,7 @@ Se non ci intendessimo tra noi, miei cari occhi, questa Silvina cattiva non direbbe mai di amarmi! Ma voi dite: — Ti amiamo, povero Silvio, ti amiamo tanto! — e io sono felice. Non -è vero che parlano così i tuoi occhi? +è vero che parlano così i tuoi occhi? </p> <p> @@ -6045,14 +6007,14 @@ sua gota, e rimaneva in silenzio a respirare il profumo dei capelli d'oro di Silvina, della sua pelle bianca e liscia, dei suoi abiti che ancora odoravano dello spigo che la mamma distribuiva -ogni anno nei guardarobe. E così, preso da una +ogni anno nei guardarobe. E così, preso da una vaga malinconia, egli meditava ad una ad una le sue illusioni, l'amore di Silvina, la gioia della -povertà, la benevolenza degli uomini, l'avvenire +povertà , la benevolenza degli uomini, l'avvenire radioso che lo avrebbe compensato ad usura della fede coraggiosa ed ardente con la quale aveva affrontato un destino incerto, e sopportava -ora le difficoltà di quell'avviamento alla vita. +ora le difficoltà di quell'avviamento alla vita. L'aria imbruniva, e le pianticelle del garofano e della salvia nel vano dell'abbaino diventavano due neri bizzarri arabeschi contro il cielo viola; @@ -6062,10 +6024,10 @@ il sole morente, e le voci lontanissime che salivano dalla strada parevano anch'esse attutite da quell'ombra morbida che circondava ogni cosa. Allora con il cuore traboccante di tristezza Silvio -stringeva a sè Silvina, e, impadronendosi della +stringeva a sè Silvina, e, impadronendosi della <span class="pagenum"><a id="Page_148"></a>[148]</span> sua bocca, con voce singhiozzante mormorava: -Mia! Mia! e non se ne distaccava più, finchè +Mia! Mia! e non se ne distaccava più, finchè non la sentiva morire fra le sue braccia. </p></div> @@ -6079,49 +6041,49 @@ Io ho spesso orrore di questa crudele passione che mi trascina a risuscitare dal mio passato tante immagini dolorose, e rimescolare tanta tristezza, tanto fango, tanta miseria di cui la -sorte volle contaminare le cose più pure, le più -sante, le più care della mia vita. Io credo d'essere -malato, un poco toccato forse, perchè il -piacere che mi dà questo fantasticare so bene che -non è cosa naturale, ma è il prodotto di un vizioso +sorte volle contaminare le cose più pure, le più +sante, le più care della mia vita. Io credo d'essere +malato, un poco toccato forse, perchè il +piacere che mi dà questo fantasticare so bene che +non è cosa naturale, ma è il prodotto di un vizioso pervertimento della ragione, un male che -confina con la pazzia. Infatti chi può godere a -riaprire con le proprie mani una ferita già chiusa, -e a spargerla poi d'aceto perchè il dolore +confina con la pazzia. Infatti chi può godere a +riaprire con le proprie mani una ferita già chiusa, +e a spargerla poi d'aceto perchè il dolore straziante mai non si plachi un momento? Io non ho nessuna colpa da espiare, non posso desiderare la tortura per rigenerarmi, e questa -mia crudeltà se si rivolge contro me stesso è ingiusta -e vana, ed è triste se si rivolge contro coloro -di cui parlo. No: le creature che più ho -amato, in cui più confidavo, non hanno saputo +mia crudeltà se si rivolge contro me stesso è ingiusta +e vana, ed è triste se si rivolge contro coloro +di cui parlo. No: le creature che più ho +amato, in cui più confidavo, non hanno saputo darmi alcun bene. Erano per me la personificazione -della gioia, della purità, della bellezza, e +della gioia, della purità , della bellezza, e <span class="pagenum"><a id="Page_149"></a>[149]</span> hanno creato dolore, vergogna, bruttura. Pure esse hanno seguito il loro destino, che era infame -così come era disgraziato il mio. +così come era disgraziato il mio. </p> <p> -Mia sorella Silvina (è di lei che parlo, di +Mia sorella Silvina (è di lei che parlo, di lei piccola sorella mia, triste immagine di mia madre, triste immagine di me stesso) passava la massima parte delle sue giornate nell'inerzia -più vuota ad aspettare Silvio. Amava Silvio, +più vuota ad aspettare Silvio. Amava Silvio, Silvina? Voglio credere che lo amasse. Ella si lasciava accarezzare da lui. Era timida, sottomessa, paziente. Come avrebbe potuto essere -così docile, così mite, se non lo avesse amato? -Silvina amava Silvio, perchè Silvio in +così docile, così mite, se non lo avesse amato? +Silvina amava Silvio, perchè Silvio in ogni suo pensiero, in ogni sua parola, poneva Silvina ad una grande altezza sopra tutte le -cose, incominciando da sè stesso, che non si +cose, incominciando da sè stesso, che non si stancava mai di umiliare dinnanzi a lei. </p> <p> -— Il mio posto, le diceva, è ai tuoi piedi. +— Il mio posto, le diceva, è ai tuoi piedi. Ti vedo come sopra un trono, tu regina, io tuo schiavo. E le diceva: — Come sei bella, Silvina! Che capelli morbidi, fluidi, dorati! E @@ -6129,14 +6091,14 @@ sono miei, soltanto miei! Io solo li tocco, io solo vi affondo le mani, li sento scorrere tra le mie dita, li accarezzo, li bacio! E le diceva anche: — Come ammiro, Silvina, la forza del -tuo carattere, il tuo coraggio, la tua volontà, +tuo carattere, il tuo coraggio, la tua volontà , la chiarezza dei tuoi pensieri! Non sai quanto le altre donne siano deboli, timorose, volubili, sciocche? E infine le diceva: — Tu mi guiderai -ed io ti seguirò, sarò la tua forza materiale, +ed io ti seguirò, sarò la tua forza materiale, <span class="pagenum"><a id="Page_150"></a>[150]</span> quella che manca alla grazia del tuo corpo, alla -fragilità del tuo sesso.... +fragilità del tuo sesso.... </p> <p> @@ -6153,25 +6115,25 @@ veduta di coperchi di case, quella distesa di tetti tutti uguali che Silvio invano cercava di abbellire con la sua fervida immaginazione. Ella non osava affrettare questo giorno tanto desiderato, -perchè voleva potersi vantare poi di +perchè voleva potersi vantare poi di aver fermamente sopportato, per amore, giorni tristi, ore difficili e lamentevoli, il pericolo d'una esistenza scolorita, tutta solitudine, malinconia, rinunzie, privazioni, e persino lo spettro sinistro della miseria e della fame. Bisognava essere un'eroina per affrontare simili eventi, e -Silvina se ne vantava già in cuor suo, e pensava -che Silvio poteva bene gloriarsi di lei, perchè +Silvina se ne vantava già in cuor suo, e pensava +che Silvio poteva bene gloriarsi di lei, perchè non tutte le donne sarebbero state capaci di tanto. Per consolarsi, per consolarsi un poco, e -anche per piacergli sempre più, per non perdere +anche per piacergli sempre più, per non perdere nulla del suo fascino, ella si pettinava con cura; si incipriava bene bene, si cambiava sempre -quei due abiti che aveva portati con sè e +quei due abiti che aveva portati con sè e <span class="pagenum"><a id="Page_151"></a>[151]</span> si metteva al collo la collana con lo smeraldo -che Silvio trovava bellissima. Così, come faceva -in casa nostra, anche lassù al settimo piano +che Silvio trovava bellissima. Così, come faceva +in casa nostra, anche lassù al settimo piano di quella casa, Silvina passava lunghe ore allo specchio, e sognava gioielli e vesti splendide, con scollature e strascichi, ventagli di piume @@ -6182,7 +6144,7 @@ magnifiche, e nei capelli un diadema. Il padre e la madre di Silvio erano molto ricchi e non avevano altro figlio che lui. Essi possedevano una grande villa con un grandissimo -parco alle porte della città; avevano carrozze, +parco alle porte della città ; avevano carrozze, cavalli, servitori in gran numero, ed erano anche molto vecchi. Silvio avrebbe cercato di lavorare, poi si sarebbe stancato. Si sarebbe @@ -6190,15 +6152,15 @@ stancato di quella vita miserabile, di abitare al settimo piano d'una brutta casa, di mangiare poco e mai cose ghiotte, di addormentarsi al lume di una candela, di andare in giro con abiti -consumati, e infine di sciupare così la bellezza +consumati, e infine di sciupare così la bellezza di Silvina sua, senza che potesse risplendere -in alcun modo. Allora le sue manie di libertà, +in alcun modo. Allora le sue manie di libertà , d'indipendenza, sarebbero svanite, ed egli avrebbe pensato di riavvicinarsi alla sua famiglia, avrebbe scritto una lunga lettera al suo signor padre, nella quale gli avrebbe chiesto perdono e si sarebbe esteso assai nel celebrare -la grazia, la beltà, la fine educazione, il nobile +la grazia, la beltà , la fine educazione, il nobile animo e l'amore di Silvina, pregandolo in ultimo di accoglierla come figlia in casa sua e di benedire la loro felice unione. Poi pensava, Silvina, @@ -6209,11 +6171,11 @@ principi, autoritario e violento... Allora la sua fantasia prendeva il volo per cieli meno sereni, e con freddo cinismo immaginava che, essendo tanto vecchi, il padre e la madre di Silvio avrebbero -potuto presto morire, forse erano già morti; +potuto presto morire, forse erano già morti; la loro carrozza avrebbe potuto rovesciarsi nel fiume mentre facevano la loro passeggiata la sera, o dei ladri, aggredendoli nel parco, -avrebbero potuto ucciderli; e così, ogni ostacolo +avrebbero potuto ucciderli; e così, ogni ostacolo sarebbe scomparso d'un tratto, ed ella, con Silvio, sarebbero andati ad abitare in quella bella villa, avrebbero avuto quelle belle carrozze e @@ -6225,29 +6187,29 @@ quanto la padrona era lei. Ma Silvio, per mezzo di una vecchia nutrice, aveva potuto sottrarre da casa sua alcuni oggetti preziosi suoi personali che nella fretta di -fuggire non era riuscito a portare con sè. Rimpinguò -così il suo tesoro, che già era esausto, +fuggire non era riuscito a portare con sè. Rimpinguò +così il suo tesoro, che già era esausto, e riprese coraggio nella fiducia incrollabile che l'aiuto da tutti promesso con tanto slancio sarebbe infine venuto a rischiarargli durevolmente -la via. Erano già tre mesi che Silvio e Silvina +la via. Erano già tre mesi che Silvio e Silvina vivevano insieme. Egli s'era fatti alcuni amici, -non si sa dove pescati, poichè veramente Silvio +non si sa dove pescati, poichè veramente Silvio non frequentava nessuna speciale categoria di persone, ma tutta gente che incontrava per caso nel suo continuo peregrinare in cerca di lavoro. <span class="pagenum"><a id="Page_153"></a>[153]</span> Egli passava la maggior parte del suo tempo, -quando non era con Silvina, da un caffè all'altro, +quando non era con Silvina, da un caffè all'altro, e con pretesti d'ogni genere cercava di entrare in discorso con i suoi vicini di tavolino, interloquiva non richiesto della sua opinione -nelle dispute più disparate; sempre nell'intento +nelle dispute più disparate; sempre nell'intento di dichiarare l'esser suo, di richiamare sopra di -sè l'attenzione della fortuna, che può presentarsi +sè l'attenzione della fortuna, che può presentarsi sotto l'aspetto di una bella matrona con gli occhi bendati e in equilibrio sopra una ruota, -ma può anche assumere le meno classiche +ma può anche assumere le meno classiche sembianze di un commesso viaggiatore, di un diplomatico a riposo, di un vecchio signore vestito a lutto o di un avvocato molto versato in @@ -6259,7 +6221,7 @@ non perdeva mai di vista: <p> — Eccomi qua: io non chiedo di meglio che lavorare. Io non ho falsi pudori, idee preconcette. -Sono libero ecc. ecc. E poichè vestiva decentemente +Sono libero ecc. ecc. E poichè vestiva decentemente e non chiedeva mai un soldo in prestito, si comportava con educazione e riservatezza, era ottimista, di buon umore, simpatico, @@ -6270,7 +6232,7 @@ ozi. </p> <p> -Appunto in uno dei tanti caffè di cui era cliente +Appunto in uno dei tanti caffè di cui era cliente assiduo e noto, Silvio aveva conosciuto il principe Stroztki. Era un polacco, un diplomatico, <span class="pagenum"><a id="Page_154"></a>[154]</span> @@ -6282,9 +6244,9 @@ inguantate di splendidi guanti bianchi e un cappello grigio chiaro di feltro finissimo. Sotto il cappello, divisa in due da una irreprensibile riga, brillava di profumati cosmetici una parrucca -nerissima, purtroppo così falsa che, nascondendo -la calvizie del cranio, rendeva più che mai evidente -la calvizie, per così dire, del viso, che era +nerissima, purtroppo così falsa che, nascondendo +la calvizie del cranio, rendeva più che mai evidente +la calvizie, per così dire, del viso, che era gialliccio e senza l'ombra di un pelo in tutta la sua superficie. </p> @@ -6292,20 +6254,20 @@ sua superficie. <p> — Ah, Silvio, disse un giorno il principe con accento di dolce rimprovero, io sono molto -in collera con voi. Sì, molto molto in collera. +in collera con voi. Sì, molto molto in collera. Voi avete una graziosa amica, un'amica molto graziosa, mi dicono, e la tenete nascosta? </p> <p> -— Oh, principe, balbettò Silvio confuso, chi +— Oh, principe, balbettò Silvio confuso, chi vi ha detto una cosa simile? </p> <p> — Amico mio, rispose il principe, la violetta -è un fiore che facilmente passa inosservato finchè -non si colga. Ma quando si è colto e si porta +è un fiore che facilmente passa inosservato finchè +non si colga. Ma quando si è colto e si porta all'occhiello? </p> @@ -6317,7 +6279,7 @@ all'occhiello. <p> — E se io stesso vi avessi veduto, invece, con -una bellissima viola? ribattè il principe con malizia. +una bellissima viola? ribattè il principe con malizia. Ditemi dunque, caro Silvio: non eravate <span class="pagenum"><a id="Page_155"></a>[155]</span> mica voi, ieri sera, all'Alhambra, in compagnia @@ -6327,13 +6289,13 @@ smeraldo al collo? </p> <p> -— Sì, sì, confessò Silvio sorridendo, ero io. +— Sì, sì, confessò Silvio sorridendo, ero io. Ma la signora che accompagnavo non era una piccola amica. </p> <p> -— Capisco, soggiunse il principe, è un segreto... +— Capisco, soggiunse il principe, è un segreto... </p> <p> @@ -6345,25 +6307,25 @@ Silvio si fece coraggio e disse: </p> <p> -Il principe lo guardò per un attimo stupito, +Il principe lo guardò per un attimo stupito, incredulo. Poi sorridendo, disse con galanteria: </p> <p> -— Ve ne faccio i miei complimenti... È una +— Ve ne faccio i miei complimenti... È una deliziosa creatura. </p> <p> -Silvio s'inchinò e rimase muto. Si sentiva intimamente +Silvio s'inchinò e rimase muto. Si sentiva intimamente orgoglioso di quella lode, che gli veniva -da un così raffinato intenditore. Per una +da un così raffinato intenditore. Per una volta che aveva condotto Silvina in un luogo frequentato da gente elegante, illuminato sfarzosamente, adatto per far brillare la sua grazia, la sua leggiadria, la sua candida bellezza, subito era stata ammirata, per quanto non mancassero -là dentro le donne avvenenti, giovani, belle, i +là dentro le donne avvenenti, giovani, belle, i ricchi abiti, le acconciature sfarzose. </p> @@ -6373,7 +6335,7 @@ il principe, vedendolo silenzioso ed assorto. </p> <p> -— Oh, principe! esclamò Silvio con candore. +— Oh, principe! esclamò Silvio con candore. Noi ci amiamo teneramente. </p> @@ -6381,42 +6343,42 @@ Noi ci amiamo teneramente. Rientrando in casa, Silvio si sentiva ebbro di <span class="pagenum"><a id="Page_156"></a>[156]</span> gioia. Volava leggiero su per le scale, come se -lo portasse il vento. Entrò d'impeto nella stanza -e trovò Silvina che aveva colto un garofano +lo portasse il vento. Entrò d'impeto nella stanza +e trovò Silvina che aveva colto un garofano rosso nel suo giardino e, civettando dinnanzi allo specchio, se lo stava allora appuntando tra -i capelli. L'abbracciò, la coprì di baci, gridando: +i capelli. L'abbracciò, la coprì di baci, gridando: </p> <p> -— Amore, amore mio! Poi indietreggiò di -due passi ed esclamò: +— Amore, amore mio! Poi indietreggiò di +due passi ed esclamò: </p> <p> -— È vero, è vero! Ed io sciocco che non ci +— È vero, è vero! Ed io sciocco che non ci avevo mai pensato! C'era una piccola viola nascosta: -io l'ho colta. Ora come potrebbe più +io l'ho colta. Ora come potrebbe più nascondersi? Il principe, l'amico mio, ha ragione! </p> <p> -— Tu conosci un principe? domandò Silvina +— Tu conosci un principe? domandò Silvina senza distrarsi dallo specchio. </p> <p> -— Sicuro! esclamò Silvio. Stroztki: un vero +— Sicuro! esclamò Silvio. Stroztki: un vero principe. </p> <p> -— E chi è questa viola mammola? domandò +— E chi è questa viola mammola? domandò Silvina con una punta d'ironia. </p> <p> -— Ma tu stessa! esclamò Silvio. +— Ma tu stessa! esclamò Silvio. </p> <p> @@ -6426,7 +6388,7 @@ Silvina con una punta d'ironia. <p> — Ieri sera, all'Alhambra! rispose Silvio. Mi ha domandato: — Chi era quella graziosa donnina -così e così, biondina, vestita di viola, molto +così e così, biondina, vestita di viola, molto graziosa, molto elegante? Gli ho risposto: — Mia moglie! </p> @@ -6434,7 +6396,7 @@ moglie! <p> — Mio Dio! disse Silvina, come ha potuto trovarmi elegante? Con questo vestitino viola, -così sciupato?... +così sciupato?... </p> <p> @@ -6444,8 +6406,8 @@ con un bacio. </p> <p> -— Ah, non sai! le sussurrò all'orecchio, non -sai che già muoio di gelosia? +— Ah, non sai! le sussurrò all'orecchio, non +sai che già muoio di gelosia? </p> <p> @@ -6454,54 +6416,54 @@ a Silvina. </p> <p> -Finì l'estate. In uno dei primi giorni di novembre -Silvio incominciò a tossire e si ammalò +Finì l'estate. In uno dei primi giorni di novembre +Silvio incominciò a tossire e si ammalò con una febbre altissima. Il medico chiamato in -gran fretta stimò che convenisse trasportarlo all'ospedale, +gran fretta stimò che convenisse trasportarlo all'ospedale, dove, curato energicamente, avrebbe -potuto in pochi giorni guarire. Egli sopportò +potuto in pochi giorni guarire. Egli sopportò con rassegnazione questa dura prova, e, consegnato -a Silvina il suo magro tesoro, l'abbracciò -piangendo e si lasciò trasportare. +a Silvina il suo magro tesoro, l'abbracciò +piangendo e si lasciò trasportare. </p> <p> -Nei nostri paesi l'autunno è brevissimo. L'inverno +Nei nostri paesi l'autunno è brevissimo. L'inverno succede all'estate quasi senza intervallo, in pochi giorni gli alberi si spogliano, una settimana di piogge torrenziali lava la terra e la prepara pulita ad accogliere il candido mantello -che subito la ricopre. Così per lunghi mesi, +che subito la ricopre. Così per lunghi mesi, fino ai primi germogli di primavera, essa rimane immobile come morta sotto un cielo anch'esso immobilmente grigio. Soltanto i passeri (chi non lo ha notato)? conservano nell'universale tristezza il loro buon umore salterino e ciarliero. -Chi vive in campagna può ancora trovare un -conforto ai sensi mortificati, poichè se l'inverno +Chi vive in campagna può ancora trovare un +conforto ai sensi mortificati, poichè se l'inverno non ha i colori vividi e festosi della primavera, -nè il tepore oppiato dei grandi meriggi estivi, +nè il tepore oppiato dei grandi meriggi estivi, <span class="pagenum"><a id="Page_158"></a>[158]</span> -nè lo splendore delle belle notti d'autunno, offre +nè lo splendore delle belle notti d'autunno, offre almeno all'immaginazione scheletri nudi e -immensi spazi candidi che essa può rivestire e -dipingere delle più consolanti e promettenti visioni. -Ma nelle città gli uomini infreddoliti si +immensi spazi candidi che essa può rivestire e +dipingere delle più consolanti e promettenti visioni. +Ma nelle città gli uomini infreddoliti si sentono abbandonati da Dio nello squallore delle loro opere di fango e di pietra; senza l'oro del sole, senza l'azzurro del cielo, senza il verde dei giardini, vedono quanto siano pesanti e -lugubri le loro più ammirevoli architetture, e, +lugubri le loro più ammirevoli architetture, e, curvando il capo sfiduciati sotto il peso della solitudine e della malinconia, non sanno concepire se non dolorosi pensieri. </p> <p> -Rimasta sola e triste, poichè ebbero portato +Rimasta sola e triste, poichè ebbero portato via Silvio con la barella, Silvina non aveva per difendersi dal freddo se non quei due vestiti di -seta leggera. Non c'era nè stufa nè camino dove +seta leggera. Non c'era nè stufa nè camino dove accendere il fuoco. Affacciarsi all'abbaino era da piangere, a veder le nuvole gonfie rotolare sui tetti neri e paurosamente deserti. Per @@ -6509,8 +6471,8 @@ l'appunto pioveva. Le gronde facevano una musica funebre gocciolando gocciolando con esasperante monotonia, sempre lo stesso suono e la stessa pausa, senza sostare un momento. Nel -ronzio continuo della pioggia sul tetto, i più piccoli -rumori, i più lontani, diventavano sordi tonfi, +ronzio continuo della pioggia sul tetto, i più piccoli +rumori, i più lontani, diventavano sordi tonfi, cupi boati, stridori infernali, e pareva che nel corridoio buio e deserto, nei solai disabitati, si muovessero catene e rimbombassero martelli, @@ -6539,7 +6501,7 @@ castagne spingendole con le molle bene in mezzo alla brace; e poi, quando erano scoppiate, e la polpa bianca incominciava a rosolarsi, le pescavamo dalla cenere, facendole saltar sulle -dita e soffiando a gote piene, finchè non erano +dita e soffiando a gote piene, finchè non erano intiepidite. Allora, sbucciate e fattene tante piccole focacce, ce le imboccavamo l'un l'altro ridendo con buffi oremus, laudamus e deo gratias. @@ -6549,13 +6511,13 @@ le rimboccava calde calde intorno al collo <span class="pagenum"><a id="Page_160"></a>[160]</span> le morbide coltri del suo buon lettuccio, dove era cresciuta e aveva dormito tanti bei sonni -tranquilli. Ma quando al di là dell'abbaino la -luce scialba invernale incominciò a scemare e +tranquilli. Ma quando al di là dell'abbaino la +luce scialba invernale incominciò a scemare e dagli angoli si diffusero nella stanza le ombre nere di quella prima sera di solitudine, Silvina -si alzò, aprì l'uscio, attraversò il corridoio, scese +si alzò, aprì l'uscio, attraversò il corridoio, scese correndo tre capi di scale, e senza esitare -bussò alla prima porta che le si parò dinnanzi. +bussò alla prima porta che le si parò dinnanzi. </p></div> <div class="chapter"> @@ -6572,13 +6534,13 @@ del suo appartamento e doveva rispondere con un inchino al suo saluto. Non s'eran mai scambiate altre parole che: — Buon giorno! Buona sera! — Ma i sorrisi di madama Humbert erano -affettuosi inviti ad un'intimità più profonda. +affettuosi inviti ad un'intimità più profonda. Madama Humbert era una distinta signora, che vestiva sempre di nero. Intorno al suo collo portava sempre annodata una trina nera, e il suo aspetto era quello di un'onesta vedova che offrisse alla memoria ormai lontana del suo sposo -il tributo modesto sì ma spontaneo di quegli +il tributo modesto sì ma spontaneo di quegli abiti sempre sempre neri. Dalla cintola in su <span class="pagenum"><a id="Page_161"></a>[161]</span> ella era di una magrezza quasi deforme; e il @@ -6609,10 +6571,10 @@ sette nipoti di madama Humbert, tutte fiorenti e giovani, erano mollemente sdraiate sui tre divani intorno intorno al salotto. Ai colpi che improvvisamente risuonarono contro la porta, chi -pisolava si svegliò, chi sbadigliava stirò le belle +pisolava si svegliò, chi sbadigliava stirò le belle membra elastiche con un miagolio di gatto, e chi guardava distrattamente le rose del soffitto -voltò gli occhi dalla parte dell'uscio e aspettò. +voltò gli occhi dalla parte dell'uscio e aspettò. Soltanto Loreto, cavato il capo di sotto l'ala <span class="pagenum"><a id="Page_162"></a>[162]</span> dove l'aveva allora riposto, e purgatosi in fretta, @@ -6624,15 +6586,15 @@ disse con un sospiro: </p> <p> -Madama Humbert si alzò e a piccoli passi si -diresse verso la porta, che poi aprì lentamente. +Madama Humbert si alzò e a piccoli passi si +diresse verso la porta, che poi aprì lentamente. </p> <p> Allora nella penombra della scala apparve, -bianca, Silvina. Ella piegò seria la fronte, passando +bianca, Silvina. Ella piegò seria la fronte, passando dinnanzi a madama Humbert che s'era -fatta da parte per lasciarla entrare, e poi le domandò +fatta da parte per lasciarla entrare, e poi le domandò guardandola fissamente negli occhi: </p> @@ -6650,15 +6612,15 @@ con occhiate amorose: </p> <p> -— Signora, le disse, cara, cara! A che si dovrà +— Signora, le disse, cara, cara! A che si dovrà quest'onore? </p> <p> -Poi, senza attendere una risposta, presentò le +Poi, senza attendere una risposta, presentò le sette ragazze che s'inchinarono graziosamente -una per una, e Silvina udì dei nomi come Odette, -Frufrù, Mimì, Manon, Lulù. +una per una, e Silvina udì dei nomi come Odette, +Frufrù, Mimì, Manon, Lulù. </p> <p> @@ -6667,120 +6629,120 @@ Humbert disse con tenerezza: </p> <p> -— E questo, questo cocco di Dio, è Loreto +— E questo, questo cocco di Dio, è Loreto mio bello... </p> <p> -Loreto squadrò con disprezzo Silvina, si gonfiò +Loreto squadrò con disprezzo Silvina, si gonfiò di disgusto, torse sdegnoso il capo per non vederla. Ma madama Humbert si sedette di <span class="pagenum"><a id="Page_163"></a>[163]</span> fronte a lei e, riposte le mani sulla prominenza -del ventre, la contemplò beata, e disse: +del ventre, la contemplò beata, e disse: </p> <p> — Chi avrebbe potuto sperare nel piacere di una sua visita, cara signora? Aspettavamo lo zio -Stanislao. Ma è tanto tempo che desideravo conoscerla... +Stanislao. Ma è tanto tempo che desideravo conoscerla... Tanto! Tanto! </p> <p> -— Lei, soggiunse Silvina, è stata così buona +— Lei, soggiunse Silvina, è stata così buona con Silvio... Era mio dovere ringraziarla di quanto ha fatto per lui. </p> <p> -— Oh! cara! esclamò madama Humbert abbassando +— Oh! cara! esclamò madama Humbert abbassando gli occhi modestamente. Vuol parlare della coperta di lana? Ma i malati di febbre bisogna coprirli bene, bisogna farli sudare! Io immaginavo che una grossa coperta imbottita potesse esserle utile. Lei, signora, non avrebbe fatto altrettanto per me? Ma io la chiamo -sempre: signora! Mi sembra così strano. È tanto -giovane, tanto piccina... Non è che una bambina, +sempre: signora! Mi sembra così strano. È tanto +giovane, tanto piccina... Non è che una bambina, lei! </p> <p> -Toccò a Silvina questa volta abbassare il capo -modestamente. E lo abbassò sorridendo, perchè -temeva di arrossire. Ma già madama Humbert -aveva composto il viso nella più profonda +Toccò a Silvina questa volta abbassare il capo +modestamente. E lo abbassò sorridendo, perchè +temeva di arrossire. Ma già madama Humbert +aveva composto il viso nella più profonda mestizia e diceva con sospiro: </p> <p> — E ora come la compiango, poverina, che -è rimasta così sola, senza il suo Silvio! Chi sa -come le sembrerà triste non averlo più vicino! +è rimasta così sola, senza il suo Silvio! Chi sa +come le sembrerà triste non averlo più vicino! Anche una meno giovane di lei, si sentirebbe -perduta, poichè per noi, povere donne, tutto è +perduta, poichè per noi, povere donne, tutto è <span class="pagenum"><a id="Page_164"></a>[164]</span> -l'abitudine. Lei poi immagino quanto ne soffrirà... +l'abitudine. Lei poi immagino quanto ne soffrirà ... </p> <p> -— Certo mi dà un po' di pena, disse Silvina +— Certo mi dà un po' di pena, disse Silvina esitando, come se questa confessione le costasse -assai cara. E soggiunse con un sorriso: — Passerà... +assai cara. E soggiunse con un sorriso: — Passerà ... Non mi perdo d'animo... </p> <p> -Silvina gettava qua e là sguardi discreti, ma +Silvina gettava qua e là sguardi discreti, ma penetranti, su quello strano parentado di madama Humbert. Nessuna di quelle ragazze somigliava -all'altra, e se Lulù era bruna e snella, -Manon era grassa, piccola e bionda. Fosse Mimì +all'altra, e se Lulù era bruna e snella, +Manon era grassa, piccola e bionda. Fosse Mimì fosse Odette, una ce n'era che aveva passati almeno i trent'anni, di taglio maschile, muscolosa, -quadrata. Frufrù invece aveva l'aspetto +quadrata. Frufrù invece aveva l'aspetto di una bambina esile, magra, con i capelli ancora -giù per le spalle, occhi chiari, bocca innocente, +giù per le spalle, occhi chiari, bocca innocente, mentre Fanny era fulva e maliziosa come una volpe. Chi vestiva di verde, chi di -rosso, chi di giallo, abiti delle fogge più disparate. -Una delle due più giovani mostrava dal +rosso, chi di giallo, abiti delle fogge più disparate. +Una delle due più giovani mostrava dal sottanino corto lunghe calze di seta nera. Odette invece aveva i polpacci nudi e ai piedi portava calzettini bianchi e scarpette bianche, di raso. Manon aveva i capelli tutti ondulati, con un gran fiocco di nastro sulla tempia. Dalle -trecce lisce e attorcigliate di Mimì ciondolava +trecce lisce e attorcigliate di Mimì ciondolava invece una rosa. Soltanto l'orrore del caldo era a tutte comune, quantunque la stufa non diffondesse -che un discreto tepore; poichè chi non +che un discreto tepore; poichè chi non <span class="pagenum"><a id="Page_165"></a>[165]</span> aveva le braccia nude e la gola scoperta, portava abiti tanto leggieri che parevano di velo. </p> <p> -— Così, concluse madama Humbert un suo +— Così, concluse madama Humbert un suo lungo discorso che Silvina aveva ascoltato appena, -quando il mio terzo marito mi lasciò per +quando il mio terzo marito mi lasciò per salire nella grazia di Dio, io mi ridussi a vivere qui con queste mie ragazze. Noi non riceviamo visite se non di persone di conoscenza, intime -e fedeli, perchè il mondo oggi è pieno di villani +e fedeli, perchè il mondo oggi è pieno di villani e di ladri. </p> <p> Madama Humbert era giunta a questa amara conclusione, quando di nuovo alcuni colpi furon -bussati alla porta. Allora di nuovo ella si alzò, -andò ad aprire, e, salutato dai festosi strombettii -di Loreto, entrò finalmente l'atteso zio +bussati alla porta. Allora di nuovo ella si alzò, +andò ad aprire, e, salutato dai festosi strombettii +di Loreto, entrò finalmente l'atteso zio Stanislao. Questo signore mi sembra che lo abbiamo -già conosciuto, per quanto nessuno di +già conosciuto, per quanto nessuno di noi conosca propriamente uno zio Stanislao. -È un uomo di circa quaranta anni, tutto sbarbato, +È un uomo di circa quaranta anni, tutto sbarbato, con un bel parrucchino nero diviso in due da una perfetta scriminatura, vestito con eleganza, e di modi garbati. @@ -6796,9 +6758,9 @@ somiglianza nella sua memoria, qualche ricordo che per il momento gli sfugge. Quindi con un gesto vago allontana questo pensiero, come per <span class="pagenum"><a id="Page_166"></a>[166]</span> -dire: — Verrà più tardi da sè. E mollemente +dire: — Verrà più tardi da sè. E mollemente si adagia sul divano, fra la matura Odette e -Manon, la più acerba, come fra due cuscini. +Manon, la più acerba, come fra due cuscini. Ma i suoi occhi si riposano su Silvina. </p> @@ -6809,7 +6771,7 @@ sera fa, mi ricordo perfettamente d'averla veduta! Non era lei, domanda premuroso a Silvina, alcune sere fa all'Alhambra, in compagnia di un giovane di nome Silvio? E come -Silvina accennava di sì col capo, soggiunse: — Non +Silvina accennava di sì col capo, soggiunse: — Non riuscivo a ricordarmi, ma quello smeraldo che ella porta al collo m'ha messo sulla buona strada... @@ -6822,7 +6784,7 @@ con uno smeraldo simile a quello... </p> <p> -— E che ne è di Silvio? domandò lo zio Stanislao. +— E che ne è di Silvio? domandò lo zio Stanislao. </p> <p> @@ -6834,11 +6796,11 @@ lo hanno portato oggi all'ospedale. Lo zio Stanislao ha un moto di doloroso stupore e guarda attentamente Silvina. Sembra che voglia ora rivolgerle una domanda indiscreta, -e infatti pensa fra sè: +e infatti pensa fra sè: </p> <p> -— Questa donnina non può essere la moglie +— Questa donnina non può essere la moglie di quel ragazzo. Che moglie volete che sia? Ha tutta l'aria di un passerino sperduto, che Silvio ha raccolto chi sa dove. @@ -6869,7 +6831,7 @@ mai all'ospedale? <p> — Con una gran febbre, soggiunge pronta -madama Humbert. Povera signora! È rimasta +madama Humbert. Povera signora! È rimasta sola... </p> @@ -6880,20 +6842,20 @@ E segue un lungo silenzio. <p> Lo zio Stanislao avrebbe voluto compiangere Silvina per l'ingrata sorte di Silvio, ma Odette -s'era alzata, e, presolo per le mani, lo tirò su -dal divano, e lo trascinò impetuosamente fuori +s'era alzata, e, presolo per le mani, lo tirò su +dal divano, e lo trascinò impetuosamente fuori del salotto. Poco dopo, nella stanza vicina, s'udirono due o tre accordi di pianoforte, e la voce -di Odette incominciò a cantare: +di Odette incominciò a cantare: </p> <div class="poem"> <p><i>Vous dansez, Marquise,</i></p> -<p><i>d'un pied sì leger....</i></p></div> +<p><i>d'un pied sì leger....</i></p></div> <p> Era un'innocente gavotte. Madama Humbert -si curvò verso Silvina e le sussurrò: +si curvò verso Silvina e le sussurrò: </p> <p> @@ -6902,38 +6864,38 @@ ogni sera... Odette ha tanta inclinazione! </p> <p> -Poi si raccolse in ascolto, e non si mosse più. +Poi si raccolse in ascolto, e non si mosse più. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_168"></a>[168]</span> Silvina rimase silenziosa. Ora c'era una ragione -di tacere, e se ne rallegrò in cuor suo. +di tacere, e se ne rallegrò in cuor suo. </p> <div class="poem"> <p><i>La fleur est sans grace</i></p> -<p><i>certes auprès de vous....</i></p></div> +<p><i>certes auprès de vous....</i></p></div> <p> Delle sei ragazze rimaste nel salotto una se n'era alzata dal divano dove stava sdraiata, per andarsi a sedere accanto a Silvina, sopra uno sgabello. Silvina non sapeva se fosse Manon o -Lulù, o proprio quella il cui nome le era sfuggito. +Lulù, o proprio quella il cui nome le era sfuggito. Ma spesso, volgendo il capo, ella incontrava i suoi occhi che la guardavano e la sua bocca che le sorrideva. E lo strano era che mentre le sue labbra le sorridevano dolcemente, i suoi occhi continuavano a fissarla immobili, inespressivi. Erano occhi grandissimi e belli, -ma senza splendore, e distratti finchè vagavano -qua e là in cerca di un punto dove posarsi. Poi, -quando finalmente si eran posati, una fissità -meravigliata li dilatava, e rimanevano così, fermi, +ma senza splendore, e distratti finchè vagavano +qua e là in cerca di un punto dove posarsi. Poi, +quando finalmente si eran posati, una fissità +meravigliata li dilatava, e rimanevano così, fermi, senz'anima. Il suo viso giovane terminava in un mento aguzzo che ne sciupava l'ovale, e -tradiva più che mai la larghezza della bocca leggermente +tradiva più che mai la larghezza della bocca leggermente tumida, tinta di un rosso scarlatto. Soltanto i suoi capelli erano veramente belli, ammassati in grosse trecce pesanti nerissime, @@ -6944,27 +6906,27 @@ con tanti riflessi azzurri. La voce di Odette era una bella voce squillante. Ma Silvina non amava la musica. I suoi <span class="pagenum"><a id="Page_169"></a>[169]</span> -occhi si posarono un poco più a lungo sulla sua -vicina. Allora quella accostò ancora più a lei il +occhi si posarono un poco più a lungo sulla sua +vicina. Allora quella accostò ancora più a lei il suo sgabello, e sottovoce le disse: </p> <p> — La mia povera sorella aveva una collana proprio come la tua, con uno smeraldo tale e -quale. Ma un giorno la smarrì e non fu mai più +quale. Ma un giorno la smarrì e non fu mai più ritrovata... </p> <p> Tacque un momento, sorrise a Silvina che -l'ascoltava benevolmente, e continuò: +l'ascoltava benevolmente, e continuò: </p> <p> — La mia povera sorella aveva tante gioie, che furono tutte vendute dopo la sua morte. -È morta giovane, mia sorella. Si è uccisa. Aveva +È morta giovane, mia sorella. Si è uccisa. Aveva tante altre collane con zaffiri e brillanti, diademi di perle, anelli e braccialetti d'oro. Era molto bella e tutti le facevano regali. Ma noi, @@ -6972,7 +6934,7 @@ qui! Non ci regala niente nessuno... </p> <p> -Esitò un momento. Poi le domandò: +Esitò un momento. Poi le domandò: </p> <p> @@ -7005,59 +6967,59 @@ Gli ultimi due versi della strofe furono <span class="pagenum"><a id="Page_170"></a>[170]</span> cantati con impeto, e il ritornello finale fu suonato di galoppo, senza accompagnamento di -voci. Poi regnò nella stanza vicina un silenzio -profondo, che nessun percettibile rumore turbò +voci. Poi regnò nella stanza vicina un silenzio +profondo, che nessun percettibile rumore turbò per un pezzo. </p> <p> -Madama Humbert domandò a Silvina: +Madama Humbert domandò a Silvina: </p> <p> -— Non avrà paura, signora, a passare sola -la notte lassù? +— Non avrà paura, signora, a passare sola +la notte lassù? </p> <p> Silvina sorrise. Veramente non si sentiva punto coraggio. Avrebbe preferito rimanere tutta -la notte seduta in quella poltrona, anzichè coricarsi -nel suo letto sola, lassù, in quella stanza +la notte seduta in quella poltrona, anzichè coricarsi +nel suo letto sola, lassù, in quella stanza isolata sotto i solai. Ma come fare? Quella debolezza la riempiva di vergogna. Non avrebbe osato confessarla a nessuno. Disse: </p> <p> -— Cercherò di farmi coraggio... +— Cercherò di farmi coraggio... </p> <p> -Incontrò nuovamente gli occhi della ragazza -seduta accanto a lei, e le parvero, nella loro immobilità, -pietosi. Ripetè: +Incontrò nuovamente gli occhi della ragazza +seduta accanto a lei, e le parvero, nella loro immobilità , +pietosi. Ripetè: </p> <p> -— Mi farò coraggio... +— Mi farò coraggio... </p> <p> -E si alzò per andarsene. Ma allora anche quella -si alzò, e, presale una mano, gliela accarezzò. +E si alzò per andarsene. Ma allora anche quella +si alzò, e, presale una mano, gliela accarezzò. </p> <p> -— Perchè non rimani a dormire con me? +— Perchè non rimani a dormire con me? chiese timidamente. Anch'io a dormir sola ho sempre tanta paura. </p> <p> -Silvina rifiutò con un cenno del capo. Ma poi -anche madama Humbert la pregò tanto, che alfine -non seppe più negare a sè stessa la gioia +Silvina rifiutò con un cenno del capo. Ma poi +anche madama Humbert la pregò tanto, che alfine +non seppe più negare a sè stessa la gioia di sottrarsi alla solitudine dolorosa di quella notte. </p> @@ -7072,7 +7034,7 @@ Disse: </p> <p> -E, fatto un inchino a madama, si lasciò condurre +E, fatto un inchino a madama, si lasciò condurre per mano. </p></div> @@ -7083,18 +7045,18 @@ VIII. <p> Non fu per quella sola notte. Fu per molte -notti di seguito, finchè Silvio non ritornò bianco +notti di seguito, finchè Silvio non ritornò bianco e smagrito dall'ospedale per riprendere il -suo posto fra i vivi. Ma quella prima notte influì +suo posto fra i vivi. Ma quella prima notte influì per sempre sull'avvenire di Silvina; fu in quella prima notte che il suo istinto si decise ad agire indipendentemente dalla ragione e dalla coscienza, e dalle circostanze che fino allora avevano dominato la sua vita; in quella prima -sciagurata notte, abbandonata a sè stessa, Silvina -rinnegò per l'ultima volta, irreparabilmente, +sciagurata notte, abbandonata a sè stessa, Silvina +rinnegò per l'ultima volta, irreparabilmente, padre e madre, tutto il suo passato, e oserei -dire anche sè stessa, o almeno quella Silvina +dire anche sè stessa, o almeno quella Silvina che noi tutti avevamo amata con tanta indulgenza. Io penso che la gente superstiziosa si raffiguri giustamente come spettri notturni i maligni @@ -7103,11 +7065,11 @@ in agguato sotto gli antri oscuri, nelle cave rovine dove non penetra mai luce di sole, e specialmente senta la loro presenza invisibile nelle <span class="pagenum"><a id="Page_172"></a>[172]</span> -notti d'uragano, quando il mondo intero è alla -mercè delle tenebre. In quella sciagurata notte, +notti d'uragano, quando il mondo intero è alla +mercè delle tenebre. In quella sciagurata notte, uno di me meno scettico penserebbe che un -maligno spirito s'insinuò nel cuore di Silvina -e vi stabilì il suo dominio. +maligno spirito s'insinuò nel cuore di Silvina +e vi stabilì il suo dominio. </p> <p> @@ -7120,28 +7082,28 @@ in un angolo, con a fianco un piccolo tavolo coperto di tela bianca. Due bauli stavano semiaperti nel vano della finestra, e c'erano abiti e pezzi di biancheria sudicia sparsi in disordine -qua e là, sulle sedie, in fondo al letto, appesi +qua e là , sulle sedie, in fondo al letto, appesi ai muri, come se chi abitava quella stanza fosse sul punto di raccogliere le cose sue e di andarsene -via. Silvina si sentì subito triste, quando +via. Silvina si sentì subito triste, quando ne ebbe varcata la soglia. Ma la sua compagna le disse per confortarla: </p> <p> — Si sta tanto bene qui. Siamo lontane da -tutti. Per ciò anch'io la notte ho un po' di paura +tutti. Per ciò anch'io la notte ho un po' di paura quando sono sola. Ma in due? </p> <p> -E la spinse dolcemente sul letto e l'abbracciò. +E la spinse dolcemente sul letto e l'abbracciò. </p> <p> — Mi piaci tanto! disse poi sorridendo e fissando su lei quei grandi occhi senza dolcezza. -E le domandò: — Non ti dispiace se ti parlo +E le domandò: — Non ti dispiace se ti parlo con confidenza? Mi sembra di conoscerti da tanto tempo. Come ti chiami? </p> @@ -7166,12 +7128,12 @@ sei giovane. E sei sola? </p> <p> -Silvina non comprese. La guardò perplessa, +Silvina non comprese. La guardò perplessa, senza rispondere. </p> <p> -— Sei orfana? domandò Soave. +— Sei orfana? domandò Soave. </p> <p> @@ -7179,12 +7141,12 @@ senza rispondere. </p> <p> -— Come ti invidio! sospirò Soave. Io non -ho avuto mai nè padre nè madre.... +— Come ti invidio! sospirò Soave. Io non +ho avuto mai nè padre nè madre.... </p> <p> -Soave curvò il capo e rimase così assorta +Soave curvò il capo e rimase così assorta per qualche minuto. Poi chiese: </p> @@ -7194,7 +7156,7 @@ per qualche minuto. Poi chiese: <p> Silvina avrebbe voluto tacere, spegnere il lume, -coricarsi in quel letto, non muoversi più +coricarsi in quel letto, non muoversi più per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo rispose: </p> @@ -7207,7 +7169,7 @@ per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo rispose: </p> <p> -— Sì, rispose Silvina. +— Sì, rispose Silvina. </p> <p> @@ -7215,26 +7177,26 @@ per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo rispose: </p> <p> -— Sì, rispose ancora Silvina. +— Sì, rispose ancora Silvina. </p> <p> -— E ti dà molto denaro? +— E ti dà molto denaro? </p> <p> -Silvina abbassò la fronte e non rispose. +Silvina abbassò la fronte e non rispose. </p> <p> -Soave si alzò, andò dinnanzi allo specchio, si -sciolse i capelli, prese un lapis rosso e incominciò +Soave si alzò, andò dinnanzi allo specchio, si +sciolse i capelli, prese un lapis rosso e incominciò a ritoccarsi le labbra. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_174"></a>[174]</span> -— Ah! bambina mia, esclamò, sono passata +— Ah! bambina mia, esclamò, sono passata anch'io per la tua strada... Sembra che a tutto debba bastare l'amore, la prima volta. Ma poi, quando si vede che gli uomini sono tutti uguali, @@ -7243,8 +7205,8 @@ si dice: — Volete godere? E allora pagate... <p> Le sue labbra erano ora perfettamente rosse. -S'incipriò il collo e ritornò a sedere sul letto accanto -a Silvina. Allora l'abbracciò, e posando +S'incipriò il collo e ritornò a sedere sul letto accanto +a Silvina. Allora l'abbracciò, e posando il capo sulla sua spalla, le disse: </p> @@ -7252,8 +7214,8 @@ il capo sulla sua spalla, le disse: — Non essere sciocca anche tu, come sono stata io. Non aspettare che lui si stanchi di te. Scegline un altro, di quelli che ti desiderano di -più, e preferisci il più ricco. Non ti curare che -sia bello. Noi, noi sì, anche quando sembriamo +più, e preferisci il più ricco. Non ti curare che +sia bello. Noi, noi sì, anche quando sembriamo brutte, noi siamo belle. Ma gli uomini! Tutti schifosi a un modo! Ti piacciono a te, forse, gli uomini? @@ -7261,20 +7223,20 @@ uomini? <p> Silvina ebbe un sorriso sdegnoso. Soave la -strinse ancora più teneramente a sè e la baciò +strinse ancora più teneramente a sè e la baciò sulla bocca. Silvina ebbe un piccolo moto di disgusto -e si pulì istintivamente le labbra. Soave -la guardò stupita, e poi scoppiò a ridere, battendo +e si pulì istintivamente le labbra. Soave +la guardò stupita, e poi scoppiò a ridere, battendo allegramente le mani. </p> <p> -— Non ti piace il rossetto? le domandò. Eppure -è dolce come il miele. Perchè non ti tingi -le labbra? Saresti mille volte più bella. La tua -bocca è un poco pallida: così non piace agli +— Non ti piace il rossetto? le domandò. Eppure +è dolce come il miele. Perchè non ti tingi +le labbra? Saresti mille volte più bella. La tua +bocca è un poco pallida: così non piace agli uomini. E anche le tue ciglia sono troppo chiare: -i tuoi occhi ci si perdono. Perchè non ti +i tuoi occhi ci si perdono. Perchè non ti tingi gli occhi di nero? </p> @@ -7289,72 +7251,72 @@ insegno io... E Soave corse a prendere il lapis nero, e il lapis rosso, il vasetto della pomata e lo scatolino della cipria, e, tutta ilare, costretta Silvina -a voltarsi con il viso al lume, incominciò a dipingerla. +a voltarsi con il viso al lume, incominciò a dipingerla. Prima furono gli occhi. I chiari occhi di Silvina, i chiari occhi che mia madre baciava con tanto amore, che erano freddi ma casti, brillarono d'una strana luce nel cerchio nero che li chiuse intorno intorno alle ciglia. Da quel momento essi perdettero ogni pudore; non furono -più gli occhi di una fanciulla. Poi fu la +più gli occhi di una fanciulla. Poi fu la volta delle labbra, delle labbra che mia madre -baciava con tanta purità, che erano cattive ma +baciava con tanta purità , che erano cattive ma caste nel loro pallore malato, e divennero rosse, sbocciarono in una rosa purpurea e sensuale. La sua bocca divenne da quel momento impura; -non fu più la bocca d'una fanciulla. Poi +non fu più la bocca d'una fanciulla. Poi le dita leggiere di Soave spalmarono il viso di Silvina, il caro viso che mia madre accarezzava con tanta tenerezza, d'una pomata bianchiccia che rese la pelle liscia e lucida come seta, illuminando il suo pallore di strani riflessi di madreperla. Quindi sulla fronte, sulle gote, sul -mento, sulla gola passò il piumino e vi posò un -velo di cipria rosea, e la madreperla si annebbiò -d'una opacità calda e vellutata, come l'alito +mento, sulla gola passò il piumino e vi posò un +velo di cipria rosea, e la madreperla si annebbiò +d'una opacità calda e vellutata, come l'alito caldo fa sullo specchio. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_176"></a>[176]</span> -Così fu distrutta Silvina nostra. Ella fu da +Così fu distrutta Silvina nostra. Ella fu da quel momento un'altra Silvina. </p> <p> — Irriconoscibile! esclamava Soave, guardandola -raggiante. Che meraviglia! Guàrdati! -Guàrdati! +raggiante. Che meraviglia! Guà rdati! +Guà rdati! </p> <p> -E la trascinò dinnanzi allo specchio perchè +E la trascinò dinnanzi allo specchio perchè anch'ella potesse ammirare l'opera delle sue mani, vedere quanto fosse mutata. E vi dico che Silvina non torse vergognosa gli occhi da -quella sua triste immagine, non si rivoltò rabbiosa +quella sua triste immagine, non si rivoltò rabbiosa contro Soave per insultarla, non disfece inorridita quella turpe maschera che le deformava -il volto, non si gettò in terra singhiozzando +il volto, non si gettò in terra singhiozzando umiliata, ma sorrise con compiacenza alla Silvina che senza pudore le sorrideva dallo specchio -e inchinò il capo da ogni lato per ammirare -quanto giovasse al suo profilo la bocca così +e inchinò il capo da ogni lato per ammirare +quanto giovasse al suo profilo la bocca così fortemente segnata. </p> <p> -— È vero, disse, con una voce che non era +— È vero, disse, con una voce che non era la sua solita voce, una voce che vibrava tutta -di commozione, è vero! Come sono diversa!... +di commozione, è vero! Come sono diversa!... </p> <p> -— E più bella! esclamò Soave. +— E più bella! esclamò Soave. </p> <p> -— Sì, disse Silvina, quasi più bella... +— Sì, disse Silvina, quasi più bella... </p> <p> @@ -7373,31 +7335,31 @@ Quanti sono! Come pesano! </p> <p> -Glieli accarezzò a lungo, mentre il suo viso +Glieli accarezzò a lungo, mentre il suo viso si imporporava, chiudendo gli occhi per il piacere che le veniva dall'accarezzare quei capelli -così morbidi e densi. E Silvina, ad occhi chiusi, -si lasciava accarezzare. Si lasciò accarezzare, +così morbidi e densi. E Silvina, ad occhi chiusi, +si lasciava accarezzare. Si lasciò accarezzare, e, quando Soave le disse: — Lascia ch'io ti -spogli! — lasciò che Soave le slacciasse l'abito +spogli! — lasciò che Soave le slacciasse l'abito viola e poi l'abito azzurro, disse semplicemente: — Avevo -tanto freddo! — lasciò che cadessero +tanto freddo! — lasciò che cadessero ai suoi piedi la sottoveste bianca, i calzoncini orlati di pizzo, la camicina ch'era trattenuta appena da un nastro rosa annodato sulla -spalla. Rimase così nuda nuda dinnanzi allo +spalla. Rimase così nuda nuda dinnanzi allo specchio, e soltanto quando, aperti ad un tratto -gli occhi, si vide così nuda nello specchio, e +gli occhi, si vide così nuda nello specchio, e vide Soave che la guardava estatica, con un piccolo -grido si rifugiò nel letto perdendo nel -salto le sue scarpette che volarono chissà dove. +grido si rifugiò nel letto perdendo nel +salto le sue scarpette che volarono chissà dove. Ma Soave spense il lume e la raggiunse -sotto le coltri, l'abbracciò stretta stretta e le +sotto le coltri, l'abbracciò stretta stretta e le disse: </p> <p> -— Senti, senti, se la mia pelle non è più liscia +— Senti, senti, se la mia pelle non è più liscia della pelle di Silvio... </p> @@ -7407,55 +7369,55 @@ Poi le disse: <p> — Ora le mie labbra non ti faranno ribrezzo, -perchè anche le tue sono dipinte. Senti se -il rossetto non è dolce come il miele.... +perchè anche le tue sono dipinte. Senti se +il rossetto non è dolce come il miele.... </p> <p> -E la baciò sulla bocca. Poi appoggiò la sua +E la baciò sulla bocca. Poi appoggiò la sua <span class="pagenum"><a id="Page_178"></a>[178]</span> testa sulla spalla nuda di Silvina, e dolcemente -si addormentò: perchè Soave, Soave era innocente. -Ma Silvina non si addormentò subito. Il +si addormentò: perchè Soave, Soave era innocente. +Ma Silvina non si addormentò subito. Il cuore le batteva forte. Ella pensava con gioia, con una specie di dolorosa, di amara, di cattiva -voluttà, che quel corpo tiepido, che era così +voluttà , che quel corpo tiepido, che era così strettamente allacciato al suo, non era il corpo di Silvio. Ed ella godeva d'un piacere ignorato, al pensiero che il suo letto di fanciulla era -tanto lontano, che non si sarebbe mai più coricata +tanto lontano, che non si sarebbe mai più coricata in quel deserto candore. Pensava che anche -il letto di Silvio era lassù, freddo e vuoto, +il letto di Silvio era lassù, freddo e vuoto, sotto il solaio, in quella stanza tenebrosa su cui la pioggia piangeva le sue fredde e lamentose lagrime, e che ella, Silvina, non sarebbe mai -più stata sola, perchè il suo pudore l'aveva abbandonata, +più stata sola, perchè il suo pudore l'aveva abbandonata, quella specie d'impedimento fisico che la rendeva straniera a tutte le cose che non le appartenessero da lungo tempo. Da quel momento ella era perfettamente libera, tutto le apparteneva, tutto poteva prendere, fare suo. -Non esistevano più ostacoli alla sua volontà, non -più limiti, non più divieti. Buono era quel letto +Non esistevano più ostacoli alla sua volontà , non +più limiti, non più divieti. Buono era quel letto in cui stava coricata per la prima volta; e come un giorno aveva potuto addormentarsi senza -il bacio di sua madre, così ora, tra poco, si +il bacio di sua madre, così ora, tra poco, si sarebbe addormentata senza il bacio di Silvio. </p> <p> Quando fu giorno, Soave con una carezza -svegliò Silvina. Il sonno era stato per entrambe +svegliò Silvina. Il sonno era stato per entrambe un sereno riposo. Esse si guardarono sorridendo, <span class="pagenum"><a id="Page_179"></a>[179]</span> e videro con gioia che un raggio di sole pallido filtrava attraverso le tende della finestra. -Il nuovo giorno non era così triste come -l'altro. Silvina si vestì in fretta, si pettinò, e +Il nuovo giorno non era così triste come +l'altro. Silvina si vestì in fretta, si pettinò, e quando fu vestita e pettinata Soave le mise in -capo uno dei suoi cappellini di feltro, le attorcigliò +capo uno dei suoi cappellini di feltro, le attorcigliò intorno al collo una volpe azzurra, e Silvina -uscì nel mattino tutto ridente di solicello +uscì nel mattino tutto ridente di solicello per andare all'ospedale. L'ospedale era un gran palazzo di pietra grigia. Le strade su cui si affacciavano le file interminabili delle sue finestre @@ -7466,7 +7428,7 @@ una vera moltitudine di miserabili si pigiava in silenzio, e Silvina dovette attraversare quella folla prima di arrivare alla porta. Un corridoio nudo e lunghissimo, attraversato di quando -in quando da qualche suora di carità, si presentò +in quando da qualche suora di carità , si presentò dinnanzi a lei, ed ella dovette percorrerlo in tutta la sua lunghezza, e vedere, attraverso le sue cento porte aperte, file e file di letti bianchi, @@ -7477,15 +7439,15 @@ a uno di quei volti mostruosi, e riconobbe Silvio con un senso di repulsione invincibile, come se non lo avesse mai veduto prima di allora, come se fosse un altro uomo. E Silvio -la guardò con le sue ardenti pupille, e non +la guardò con le sue ardenti pupille, e non <span class="pagenum"><a id="Page_180"></a>[180]</span> -la riconobbe. Ella potè così fermarsi soltanto +la riconobbe. Ella potè così fermarsi soltanto un istante dinnanzi a quel letto, udire appena il rantolo che usciva dalla gola strozzata dell'infermo, e senza rivolgergli una parola, senza sfiorargli la fronte con una carezza, senza compiere nessuno di questi pietosi doveri, -potè fuggirsene via, e sottrarsi al pensiero che +potè fuggirsene via, e sottrarsi al pensiero che quelle labbra gonfie e violacee ella le aveva baciate, e quelle gote, trasudate livide irsute, le aveva carezzate, aveva toccati quei capelli aridi, @@ -7493,9 +7455,9 @@ sorriso a quegli occhi insensati. La giornata invernale era povera povera di sole. L'azzurro del cielo sembrava un'illusione di sereno. Ma a Silvina, quando uscita dall'ospedale si -sentì presa in quel solicello, sotto quel cielo timido, -sembrò di camminare per le vie di un paradiso -primaverile, tutto luce, serenità, gaudio. +sentì presa in quel solicello, sotto quel cielo timido, +sembrò di camminare per le vie di un paradiso +primaverile, tutto luce, serenità , gaudio. </p></div> <div class="chapter"> @@ -7506,17 +7468,17 @@ IX. <p> Ad un angolo di strada, in un giardino tutto di palme incappucciate, Silvina vide una serra -piena di fiori, e comprò un gran mazzo di rose -rosse, che sembravano sbocciate allora nel più +piena di fiori, e comprò un gran mazzo di rose +rosse, che sembravano sbocciate allora nel più tepido sole di maggio. Stringendosi al seno quelle -rose, tutta così stupendamente fiorita, attraversò +rose, tutta così stupendamente fiorita, attraversò <span class="pagenum"><a id="Page_181"></a>[181]</span> -mezza città, salì le scale della sua casa, -ed entrò in quella stanza dalla quale la sera +mezza città , salì le scale della sua casa, +ed entrò in quella stanza dalla quale la sera innanzi era uscita tremando. Quantunque per l'abbaino piovesse un po' di sole, quella stanza -non le sembrò meno squallida. Ma il color vivo -delle rose riscaldò con i vaghi riflessi di una +non le sembrò meno squallida. Ma il color vivo +delle rose riscaldò con i vaghi riflessi di una aurora il candore nudo di quei muri. </p> @@ -7526,7 +7488,7 @@ e Silvina, sorpresa e intimidita, vide apparire fra i due battenti la faccia gialliccia dello zio Stanislao. Senza attendere un suo invito, egli si fece avanti a piccoli passi di danza, e, baciandole -umilmente la mano, le domandò: +umilmente la mano, le domandò: </p> <p> @@ -7534,27 +7496,27 @@ umilmente la mano, le domandò: </p> <p> -Il tono della sua voce era così dimesso, i suoi -modi così modesti, che Silvina non potè fare a +Il tono della sua voce era così dimesso, i suoi +modi così modesti, che Silvina non potè fare a meno di perdonarlo con un breve sorriso. Gli -indicò una sedia, ed egli subito pronto a quel +indicò una sedia, ed egli subito pronto a quel gesto si sedette, mentre Silvina, sedutasi dinnanzi a lui, lo contemplava con uno sguardo -pieno di studiata indifferenza, così freddo ed -estraneo che il poveretto si sentì d'un tratto +pieno di studiata indifferenza, così freddo ed +estraneo che il poveretto si sentì d'un tratto mancare la voce. </p> <p> — Signora, disse alfine, balbettando, vi chiedo -scusa se ho osato salire quassù senza il vostro -permesso. Ma Silvio non vi parlò mai del +scusa se ho osato salire quassù senza il vostro +permesso. Ma Silvio non vi parlò mai del principe Stroztki, suo amico? </p> <p> -S'interruppe, e poichè Silvina ebbe assentito -con un lieve cenno del capo, s'inchinò e soggiunse: +S'interruppe, e poichè Silvina ebbe assentito +con un lieve cenno del capo, s'inchinò e soggiunse: </p> <p> @@ -7563,10 +7525,10 @@ con un lieve cenno del capo, s'inchinò e soggiunse: </p> <p> -Pronunciate queste parole, egli abbassò gli +Pronunciate queste parole, egli abbassò gli occhi modestamente ed attese. Silvina ricordava -benissimo quel nome, e ciò che Silvio le aveva -detto di lui, e cioè che, avendola ammirata all'Alhambra, +benissimo quel nome, e ciò che Silvio le aveva +detto di lui, e cioè che, avendola ammirata all'Alhambra, l'aveva paragonata ad una viola mammola. Ma dovette compiere uno sforzo per scartare l'immagine dello zio Stanislao, che fino @@ -7581,22 +7543,22 @@ d'un tratto denudata da un colpo di vento; la sua testa tutta pelata, che doveva essere tonda gialla e liscia come il suo viso. Non s'era mai incontrata con un uomo simile, che non avesse -un pelo in faccia, così irrimediabilmente calvo, -nonostante quella perfetta parrucca, e così giallo +un pelo in faccia, così irrimediabilmente calvo, +nonostante quella perfetta parrucca, e così giallo da non parer fatto di carne, ma impastato di una carta pesta ingiallita. Poteva avere qualunque -età, fra i trenta e i sessanta anni; eppure, +età , fra i trenta e i sessanta anni; eppure, piuttosto che d'un vecchio, aveva l'aspetto di un uomo non finito, d'un burattino al quale, passata sul viso una prima mano di vernice e incollata in fretta sul tondo della zucca una parrucchetta -di peli neri, senza appiccicargli nè sopracciglia, -nè ciglia, nè baffi, nè barba, e dare +di peli neri, senza appiccicargli nè sopracciglia, +nè ciglia, nè baffi, nè barba, e dare <span class="pagenum"><a id="Page_183"></a>[183]</span> alle sue labbra e ai suoi pomelli una spennellata di rosso carnicino, fosse stato mandato per il mondo, a vivere in compagnia d'altri burattini -tutti rifiniti per bene. Il sarto, sì, aveva +tutti rifiniti per bene. Il sarto, sì, aveva compiuto perfettamente l'opera sua, vestendolo con abiti di un taglio, come si dice, irreprensibile e secondo l'ultimo figurino; alti colletti a pizzi @@ -7609,64 +7571,64 @@ volta scoperto che quel burattino era un principe, bisognava riconoscere che non sarebbe sembrato un vero principe se non avesse avuto quell'aspetto di burattino. Gli antichi videro metamorfosi -ben più stupefacenti di questa. E se Mirra -potè mutarsi in pianta, e Nictimene in gufo, e -Niobe in roccia, a maggior ragione potè lo zio +ben più stupefacenti di questa. E se Mirra +potè mutarsi in pianta, e Nictimene in gufo, e +Niobe in roccia, a maggior ragione potè lo zio Stanislao, agli occhi di Silvina, mutarsi in un principe, la cui calvizie altro non fosse se non -un indizio dell'antichità della razza, stanca ormai +un indizio dell'antichità della razza, stanca ormai di produrre tanti principi polacchi tutti adorni -delle più sontuose zazzere d'Europa. +delle più sontuose zazzere d'Europa. </p> <p> -Mentre in Silvina avveniva una così ardua revisione +Mentre in Silvina avveniva una così ardua revisione della sua persona ridicola, il principe -Stanislao pensò che fosse inutile procrastinare +Stanislao pensò che fosse inutile procrastinare di qualche minuto ancora il momento in cui, divenuto insostenibile quel silenzio che durava -già troppo tempo, egli avrebbe dovuto in +già troppo tempo, egli avrebbe dovuto in <span class="pagenum"><a id="Page_184"></a>[184]</span> ogni modo parlare, confessando a Silvina la segreta -ragione di quella visita. Egli dunque chiamò +ragione di quella visita. Egli dunque chiamò a raccolta tutti i suoi spiriti coraggiosi, e -composto il gesto in una specie di ieratica immobilità, -abbassò il capo per non vedere come +composto il gesto in una specie di ieratica immobilità , +abbassò il capo per non vedere come Silvina avrebbe accolto le sue parole. Quindi con voce velata di commozione disse: </p> <p> — Silvina, sono venuto per confidarvi un segreto: -un segreto così grave, che da esso dipende +un segreto così grave, che da esso dipende tutta la mia vita. Se sentiste, Silvina, (e si premette una mano sul cuore) come il mio cuore batte in questo istante, sono certo che credereste subito a quanto sto per dirvi, senza dubitare mai mai che io possa fingere o mentire. -Così come mi vedete, non più giovinetto, -ho ancora l'anima semplice d'un fanciullo. Sì, +Così come mi vedete, non più giovinetto, +ho ancora l'anima semplice d'un fanciullo. Sì, ho anch'io vissuto intensamente, ho amato e sono stato amato, ho viaggiato molto, e, frequentando uomini e donne d'ogni razza, posso dire -d'avere più d'ogni altro un'esperienza assai estesa +d'avere più d'ogni altro un'esperienza assai estesa del mondo. Ma io vengo da un paese freddo, -dove l'ingenuità è degli uomini oltre che dei -fanciulli, e perciò ancora oggi soffro di una -ingenuità quasi infantile. La mia prima giovinezza +dove l'ingenuità è degli uomini oltre che dei +fanciulli, e perciò ancora oggi soffro di una +ingenuità quasi infantile. La mia prima giovinezza trascorse tutta tra severe regole, nell'isolamento assoluto di un vecchio e tetro castello lituano. La solitudine di quegli anni influisce ancora su molti lati del mio carattere. In ogni -caso io sono incapace di mentire, così come +caso io sono incapace di mentire, così come sono incapace di nascondere i palpiti del mio <span class="pagenum"><a id="Page_185"></a>[185]</span> cuore; e quando il mio cuore parla, sono incapace di tacere. Mi promettete almeno, Silvina, di ascoltarmi con benevolenza, e di giudicare poi non tanto le mie parole, quanto le mie intenzioni? -Sì, Silvina, soggiunse con un tono di -voce più bassa, ciò che io sto per dirvi è molto +Sì, Silvina, soggiunse con un tono di +voce più bassa, ciò che io sto per dirvi è molto grave. Tutto dipende da voi... </p> @@ -7675,11 +7637,11 @@ Silvina, senza distrarsi dallo studio accurato della persona del principe, lo ascoltava con un vago senso di noia. Ma a quel mutamento di voce, che egli fece improvvisamente, ebbe un -breve palpito di paura e domandò: +breve palpito di paura e domandò: </p> <p> -— È di Silvio che volete parlare? +— È di Silvio che volete parlare? </p> <p> @@ -7692,39 +7654,39 @@ malinconia. nessuna grave notizia di Silvio. Spero che Silvio non corra nessun pericolo, ma non senza dolore vedo ora come voi lo amiate. Forse -sarebbe più prudente per me che io rinunciassi +sarebbe più prudente per me che io rinunciassi senz'altro a parlarvi... Forse commetto una pazzia, -giuoco disperatamente la mia felicità. Ma +giuoco disperatamente la mia felicità . Ma come potrei ora andarmene, senza sembrare ai -vostri occhi il più ridicolo degli uomini? Ascoltatemi, +vostri occhi il più ridicolo degli uomini? Ascoltatemi, dunque, e siate buona con me. Dovete sapere, Silvina, che da quella sera, in cui vi vidi per la prima volta all'Alhambra, la vostra -immagine non mi ha più abbandonato. Considerate -fino a che punto la nostra felicità sia alla -mercè del caso! Chi può non credere alla fatalità? +immagine non mi ha più abbandonato. Considerate +fino a che punto la nostra felicità sia alla +mercè del caso! Chi può non credere alla fatalità ? <span class="pagenum"><a id="Page_186"></a>[186]</span> Mille volte, incontrando una donna non -mai veduta prima in nessun luogo, ho esclamato: — È -lei, è lei quella che ho sempre sognato +mai veduta prima in nessun luogo, ho esclamato: — È +lei, è lei quella che ho sempre sognato d'amare! La sola che potrebbe rendermi felice! Ma, dopo averla ammirata per tutta una sera, dopo aver costruito progetti su progetti, fantasticando di tutto il mio avvenire, quella donna, com'era apparsa improvvisamente -sul mio cammino, così improvvisamente scompariva, -e per quanto cercassi, non riuscivo più +sul mio cammino, così improvvisamente scompariva, +e per quanto cercassi, non riuscivo più a rintracciarla. Sempre, sempre, tutte sono scomparse, come se il destino, dopo avermele spinte incontro per tentarmi con la loro presenza, poi subito se le riprendesse, riportandole via, lontano da me, per modo che io non -potessi mai più rivederle. Debbo dirvi, Silvina, +potessi mai più rivederle. Debbo dirvi, Silvina, che ho temuto anche per voi la stessa sorte? Quando interrogai Silvio ed egli mi -disse: — È mia moglie... — sentii che la sua +disse: — È mia moglie... — sentii che la sua gelosia avrebbe provveduto a tenermi lontano -da voi forse anche più di quanto non avesse +da voi forse anche più di quanto non avesse fatto il destino per tutte le altre; e rassegnato rinunciai ad ogni mia speranza. Ma, ieri sera, incontrandovi inaspettatamente una seconda @@ -7735,50 +7697,50 @@ stesso in cui era pronto a soccorrermi... <p> Il principe parlava con voce uguale, commossa. -Silvina pensava: — Come è lungo! +Silvina pensava: — Come è lungo! E per quanto non tradisse alcun pensiero, era <span class="pagenum"><a id="Page_187"></a>[187]</span> impaziente e curiosa di giungere alla conclusione. </p> <p> -— Mi ascoltate, Silvina? domandò il principe +— Mi ascoltate, Silvina? domandò il principe ad un tratto. </p> <p> -Ella accennò di sì, e il principe continuò: +Ella accennò di sì, e il principe continuò: </p> <p> — Da principio credetti di essermi ingannato. Come potevate essere voi, proprio voi, in quella casa? Quelle ragazze mi chiamano lo zio -Stanislao, perchè io le tratto con confidenza, +Stanislao, perchè io le tratto con confidenza, come un vecchio amico. Ma non giudicatemi male, Silvina. Io sono un uomo debole, ma non un libertino. Cerco di sfuggire allo spleen unendomi a qualche allegra compagnia, senza per questo abbandonarmi al vizio. Del resto ognuno prende un'ora di spensierato oblio, un -attimo di piacere, là dove li trova. Da questo -lato la casa di madama Humbert è migliore +attimo di piacere, là dove li trova. Da questo +lato la casa di madama Humbert è migliore di tante altre. Ma voi? Eppure, passato il primo momento di dubbio, ebbi la certezza di non avervi confusa con nessun'altra donna. No. Eravate voi, proprio voi, seduta in quella poltrona rossa, in compagnia di Odette e di Manon, -di Mimì, di Soave. E Silvio? Ammalato. -E voi? Sola. Lo credete? Rimasi così profondamente +di Mimì, di Soave. E Silvio? Ammalato. +E voi? Sola. Lo credete? Rimasi così profondamente turbato da questo incontro che quando Odette volle trascinarmi nell'altra stanza -perchè l'accompagnassi al piano, non ebbi la -forza di rifiutarmi. Così, mentre non avrei -mai più voluto allontanarmi da voi, fui costretto +perchè l'accompagnassi al piano, non ebbi la +forza di rifiutarmi. Così, mentre non avrei +mai più voluto allontanarmi da voi, fui costretto a rimanervi tutta la sera lontano. Ma <span class="pagenum"><a id="Page_188"></a>[188]</span> quali sofferenze, dopo! Una voce interna mi -diceva: — Meglio così, Stanislao, meglio averla +diceva: — Meglio così, Stanislao, meglio averla sfuggita! E un'altra voce diceva: — Vile, vile! Odette ha potuto separarti da lei ancora una volta. Tu perderai anche questa, e poi incolperai @@ -7790,12 +7752,12 @@ la voce dell'anima mia... <p> Giunto a questo punto critico del suo discorso, -egli si arrestò impaurito dal pensiero che -oramai non era più possibile divagare ancora. +egli si arrestò impaurito dal pensiero che +oramai non era più possibile divagare ancora. Levando per un attimo gli occhi su Silvina, la vide, rannuvolata, posare su di lui uno sguardo freddo ed ironico. Il suo silenzio e la sua -immobilità lo spaventarono, ma pensò che gli +immobilità lo spaventarono, ma pensò che gli era ormai impossibile indietreggiare. Allora, come uno che, dopo essersi tenuto per lungo tempo con inauditi sforzi in equilibrio sull'orlo @@ -7811,17 +7773,17 @@ non veda come la mia situazione sia piena di pericoli, nello stesso tempo dolorosa e ridicola? Ebbene, ora vi domando: — Silvina, siete veramente la moglie di Silvio? Siete almeno -la sua fidanzata? E se non siete nè moglie nè -fidanzata, è vero che amate Silvio teneramente? +la sua fidanzata? E se non siete nè moglie nè +fidanzata, è vero che amate Silvio teneramente? <span class="pagenum"><a id="Page_189"></a>[189]</span> E se neppure lo amate con passione, lo amate almeno per capriccio? E se questo capriccio fosse finito, permettereste ad un altr'uomo di occupare un posto nel vostro cuore? Pensate, Silvina, pensate quanto questa vita sia indegna -di voi! (e con un gesto egli abbracciò la miseria +di voi! (e con un gesto egli abbracciò la miseria di quella stanza). La vostra bellezza esige ben -altra cornice. Voi potete avere tutto ciò che desiderate +altra cornice. Voi potete avere tutto ciò che desiderate da un uomo che vi adora... </p> @@ -7831,16 +7793,16 @@ principe Stanislao cadde in ginocchio ai piedi di Silvina. Ma prima che egli avesse toccato terra, Silvina s'era alzata, e saettava sulla sua testa prona i fulmini di uno sdegno che le riempiva -gli occhi di lampi. Egli udì la sua voce +gli occhi di lampi. Egli udì la sua voce sarcastica che diceva: </p> <p> -— Perchè Silvio non è qui per rispondervi? +— Perchè Silvio non è qui per rispondervi? </p> <p> -Poi udì il suono di un riso beffardo, e la voce +Poi udì il suono di un riso beffardo, e la voce di Silvina che diceva: </p> @@ -7851,14 +7813,14 @@ di Silvina che diceva: <p> Ma quand'egli infine si decise a sollevare il capo per alzarsi in piedi, vide che Silvina non -rideva più. +rideva più. </p> <p> -— Ciò che mi proponete è infame! — esclamò +— Ciò che mi proponete è infame! — esclamò Silvina con voce rotta dall'affanno. E balbettando: — Uscite! -uscite! si abbattè sulla -sedia e, nascosto il viso, scoppiò in un tumulto +uscite! si abbattè sulla +sedia e, nascosto il viso, scoppiò in un tumulto di lacrime. </p> @@ -7868,12 +7830,12 @@ Il principe Stanislao scosse desolato il capo. <p> <span class="pagenum"><a id="Page_190"></a>[190]</span> -— Silvina, Silvina, sospirò, voi non mi avete +— Silvina, Silvina, sospirò, voi non mi avete compreso... </p> <p> -Poi, tesa timidamente la mano, le sfiorò il +Poi, tesa timidamente la mano, le sfiorò il capo con una lieve carezza. </p> @@ -7883,16 +7845,16 @@ della vita... potete contare... su me... </p> <p> -E in punta di piedi, senza più voltarsi indietro, -se ne andò. +E in punta di piedi, senza più voltarsi indietro, +se ne andò. </p> <p> Non appena egli ebbe varcata la soglia dell'uscio, -Silvina raddrizzò il capo, e rise da +Silvina raddrizzò il capo, e rise da sola, a lungo. Il suo viso non aveva traccia di lacrime. Le sue ciglia erano perfettamente asciutte. -Quindi si alzò, andò a vedere nello +Quindi si alzò, andò a vedere nello specchio se quella scena di finta disperazione, che ella aveva recitata come nei vecchi drammi, le avesse sciupato il contorno rosso delle @@ -7902,9 +7864,9 @@ posato sul suo seno, Soave le disse: </p> <p> -— Come sei fortunata tu, Silvina. C'è Odette +— Come sei fortunata tu, Silvina. C'è Odette che aspetta da un anno che lo zio Stanislao -la prenda con sè. Non sai quanto è ricco? +la prenda con sè. Non sai quanto è ricco? Avresti carrozza, cavalli, servitori, una bellissima casa con tutti i mobili nuovi, dove potresti dare dei gran pranzi... Vestiti, pellicce, @@ -7912,11 +7874,11 @@ gioielli, quanti tu ne volessi... E poi chi ti impedirebbe di sceglierti un bel ragazzo, magari di tenerti Silvio, se preferisci per forza un uomo alla tua piccola Soave? Lo zio Stanislao -è brutto, ma il mondo è pieno di bei giovani, +è brutto, ma il mondo è pieno di bei giovani, <span class="pagenum"><a id="Page_191"></a>[191]</span> -anche più belli di Silvio. E tu hai rifiutato? -Soltanto Odette può ringraziarti. Povera Odette! -Ha già più di trent'anni... +anche più belli di Silvio. E tu hai rifiutato? +Soltanto Odette può ringraziarti. Povera Odette! +Ha già più di trent'anni... </p></div> <div class="chapter"> @@ -7925,16 +7887,16 @@ X. </h3> <p> -Silvio, caduta che fu la febbre, passò dieci +Silvio, caduta che fu la febbre, passò dieci giorni disperati. Qualcuno gli disse che una mattina, quand'ancora aveva il delirio, una ragazza era venuta a visitarlo, si era trattenuta pochi minuti accanto al suo letto e poi se ne era andata via. Ma da quel giorno nessuno si -era più presentato in corsia a cercare di lui, -nè quella ragazza, nè altri. Silvio avrebbe voluto +era più presentato in corsia a cercare di lui, +nè quella ragazza, nè altri. Silvio avrebbe voluto lasciar subito l'ospedale, ma i medici glielo -vietarono. Pregò, pianse, si dichiarò guarito, +vietarono. Pregò, pianse, si dichiarò guarito, ma tutto fu inutile. Dovettero passare dieci lunghi giorni prima che l'infermiere gli restituisse i suoi abiti, dicendogli che, volendo, @@ -7951,15 +7913,15 @@ male fisico, nella quale viveva disperato da tanti giorni. Appoggiandosi, dall'una all'altra, alle spalliere dei letti, rispondendo con dei fiochi addii ai saluti che raccoglieva da ogni ammalato, -potè raggiungere il corridoio, e poi scendere le +potè raggiungere il corridoio, e poi scendere le scale e uscire nell'atrio. </p> <p> -Era l'ora dell'imbrunire. Trovò fuori un discreto -crepuscolo che non ferì i suoi sensi malcerti, -un'aria umida che non gelò la sua carne -già fredda. Ringraziò Iddio che, creando la +Era l'ora dell'imbrunire. Trovò fuori un discreto +crepuscolo che non ferì i suoi sensi malcerti, +un'aria umida che non gelò la sua carne +già fredda. Ringraziò Iddio che, creando la luce, aveva creato l'ombra, nella quale ora egli avrebbe potuto passare inosservato, senza che tutti gli stranieri nei quali si sarebbe incontrato @@ -7976,9 +7938,9 @@ e per tanto tempo, ma che in quei venti giorni, che era rimasto assente, fossero stati spostati da un luogo ad un altro, e mutate le loro dimensioni, certe case rialzate di alcuni -piani ed altre invece ridotte a metà; i monumenti +piani ed altre invece ridotte a metà ; i monumenti gli parevano ingranditi, con piedistalli -più alti e quadrati, e le figure delle statue atteggiate +più alti e quadrati, e le figure delle statue atteggiate <span class="pagenum"><a id="Page_193"></a>[193]</span> bizzarramente in gesti che non erano i soliti; la gente, i veicoli, la disposizione delle @@ -7986,11 +7948,11 @@ botteghe illuminate, tutto sembrava denotare nei cittadini abitudini nuove nel modo di frequentare le strade, di raggrupparsi in questo o quel punto, di occupare i marciapiedi e le cantonate, -di regolarsi nei riguardi della città. Per +di regolarsi nei riguardi della città . Per esempio la casa dove egli abitava, dove Silvina forse lo stava aspettando, dove forse Silvina era ammalata, dove forse anche Silvina non lo -aspettava più, gli era sempre sembrata molto vicina +aspettava più, gli era sempre sembrata molto vicina all'ospedale, tanto da potervi giungere in pochi passi. Invece non faceva che svoltare cantoni, attraversare piazze, e la sua casa era @@ -8006,42 +7968,42 @@ da salire sette faticosi capi di scale. Passando dinnanzi allo sgabuzzino illuminato del portinaio, attraverso i vetri vide il buon Fortunato curvo sopra una vecchia ciabatta su cui -picchiava a gran forza con un martello; bussò -contro i vetri con la punta di un dito e lo salutò. +picchiava a gran forza con un martello; bussò +contro i vetri con la punta di un dito e lo salutò. Quello rimase col martello aizzato a mezz'aria, a guardarlo meravigliato, poi rise allegramente -e gli gridò: — Ben tornato, signor Silvio! è +e gli gridò: — Ben tornato, signor Silvio! è guarito bene? ho piacere, ho piacere! — E Silvio -s'incamminò per le scale con il cuore che +s'incamminò per le scale con il cuore che <span class="pagenum"><a id="Page_194"></a>[194]</span> -gli pesava addolorato, perchè se Silvina fosse +gli pesava addolorato, perchè se Silvina fosse stata ammalata costui non avrebbe riso allegramente a quel modo, ma si sarebbe alzato con un viso malinconico, per dirgli: — Sa, signor -Silvio, la signorina è stata malata, ma quello +Silvio, la signorina è stata malata, ma quello che abbiamo potuto fare lo abbiamo fatto per lei... Silvina, invece, non era malata, e nulla di nuovo le era accaduto in quei giorni maledetti, -e perciò, se lo aveva abbandonato +e perciò, se lo aveva abbandonato solo nel suo letto di ospedale, senza portargli -nè il conforto di un sorriso, nè il balsamo di +nè il conforto di un sorriso, nè il balsamo di una carezza, abbandonato come un cane, dimenticato come uno straniero, non doveva temere -per lei, ma soltanto commiserare sè stesso, +per lei, ma soltanto commiserare sè stesso, riconoscendo crudelmente ch'ella lo aveva -abbandonato e dimenticato soltanto perchè +abbandonato e dimenticato soltanto perchè non le importava nulla di lui, che vivesse o morisse, che potesse consolarsi o disperarsi nel sentirsi solo e abbandonato in quel ricovero di derelitti. Egli era stato sul punto di morire, e non solo se ne sarebbe andato senza -rivedere nè sua madre nè suo padre, che ne +rivedere nè sua madre nè suo padre, che ne sarebbero certamente morti di dolore, ma senza che Silvina neppure sapesse che egli moriva, che la loro vita stava per essere troncata d'un tratto, tutti i loro sogni distrutti, il loro amore finito per sempre. Un giorno forse, dopo chi -sa quanto tempo, non vedendolo mai più ritornare, +sa quanto tempo, non vedendolo mai più ritornare, Silvina si sarebbe presentata alla porta dell'Ospedale, e avrebbe chiesto che cosa fosse <span class="pagenum"><a id="Page_195"></a>[195]</span> @@ -8049,11 +8011,11 @@ accaduto di un ammalato di nome Silvio, al quale corrispondeva il tale numero di letto. Avrebbero sfogliato sotto i suoi occhi un gran registro con tante cancellature e croci, e fermando -l'indice sopra un nome le avrebbero detto: — È +l'indice sopra un nome le avrebbero detto: — È morto. Poi le avrebbero chiesto se era lei -la sorella o la moglie, perchè in tal caso le avrebbero -consegnato i suoi abiti. E Silvina, nè -moglie nè sorella sua, ma più che moglie e sorella, +la sorella o la moglie, perchè in tal caso le avrebbero +consegnato i suoi abiti. E Silvina, nè +moglie nè sorella sua, ma più che moglie e sorella, la creatura tanto amata, se ne sarebbe andata senza un sospiro, senza una lacrima, e certo sulla sua tomba non avrebbe portato neppure @@ -8062,20 +8024,20 @@ un fiore. <p> Come ebbe salite le lunghe scale, con uno -sforzo accelerò il passo e il ballatoio lo fece +sforzo accelerò il passo e il ballatoio lo fece quasi correndo. Con il cuore che gli mancava, -posò la mano sull'uscio e l'aprì. La stanza -era semibuia e deserta. Egli cercò febbrilmente +posò la mano sull'uscio e l'aprì. La stanza +era semibuia e deserta. Egli cercò febbrilmente una candela, l'accese, ed esausto cadde disteso -sul letto. Rimase così alquanto tempo, immobile, +sul letto. Rimase così alquanto tempo, immobile, senza pensiero. Non vedeva, non udiva nulla. La fiammella della candela era fioca e agitata. Faceva tante ombre agitate sulle pareti. -Quando finalmente risollevò il capo e si guardò +Quando finalmente risollevò il capo e si guardò intorno, Silvio vide innanzi tutto gli abiti di Silvina appesi in un angolo, e ne ebbe un palpito -di gioia. Il suo cuore fu così alleggerito del -peso che più lo opprimeva, poichè il pensiero +di gioia. Il suo cuore fu così alleggerito del +peso che più lo opprimeva, poichè il pensiero che lo aveva tormentato fino a quell'istante con maggior pena, quantunque egli cercasse sempre <span class="pagenum"><a id="Page_196"></a>[196]</span> @@ -8088,8 +8050,8 @@ quando quel pensiero si insinuava fra le mille altre idee dolorose che si agitavano in lui, egli si sentiva perduto, come se fosse per mancargli l'ultimo spiraglio di luce in un mondo -che già gli appariva tutto paurosamente fosco. -Ma poichè i suoi abiti erano là ancora appesi +che già gli appariva tutto paurosamente fosco. +Ma poichè i suoi abiti erano là ancora appesi nel solito angolo, e non soltanto gli abiti, ma sul tavolo, in un secchiello di legno, c'era un mazzo di gigli ancora freschi, e sopra ogni mobile @@ -8103,7 +8065,7 @@ crudele fantasma che lo visitava in sogno da tante notti, inafferabile ed ostile, ma proprio lei viva, come l'aveva posseduta un giorno. E non potendo reggere all'impeto della commozione -che suscitò in lui questa certezza, egli +che suscitò in lui questa certezza, egli pianse con il viso affondato nei cuscini, dirottamente, a lungo, versando in lacrime tutta la amarezza di quei giorni e di quelle notti di @@ -8113,67 +8075,67 @@ disperazione. <p> Solo quando ebbe ritrovato un po' di calma, <span class="pagenum"><a id="Page_197"></a>[197]</span> -Silvio pensò come quell'incontro imminente e +Silvio pensò come quell'incontro imminente e tanto desiderato sarebbe stato penoso, quanto egli avrebbe forse dovuto ancora soffrire, e come invece sarebbe stato felice se fosse rientrato in quella stanza con lei, appoggiato al suo braccio, dopo aver fatta insieme la lunga strada -dell'ospedale. E arrivati lassù, ritrovandosi +dell'ospedale. E arrivati lassù, ritrovandosi finalmente soli, si sarebbero abbracciati con tenerezza infinita, e il bacio che allora avrebbe unito le loro labbra sarebbe stato dolce come -il primo bacio d'amore. Ora invece era là, solo, +il primo bacio d'amore. Ora invece era là , solo, senza sapere nemmeno quale Silvina gli si sarebbe mostrata fra poco, se la sua cara Silvina d'una volta oppure un'altra Silvina, disamorata, indifferente. Avrebbe dovuto interrogarla, mostrarsi sconfortato, addolorato, deluso, dubitare delle sue parole, se ella, provando -pietà e rimorso nel vederlo così fisicamente -disfatto, così triste e sconvolto, avesse cercato +pietà e rimorso nel vederlo così fisicamente +disfatto, così triste e sconvolto, avesse cercato di giustificarsi, di rassicurarlo, di confortarlo -anche; e quanto più ella si sarebbe mostrata +anche; e quanto più ella si sarebbe mostrata espansiva, tenera, premurosa, afflitta, pentita, -più egli avrebbe dovuto pensare che Silvina, +più egli avrebbe dovuto pensare che Silvina, sentendosi colpevole, cercava ora di riabilitarsi ai suoi occhi mentendo, trovando scuse di cui -egli avrebbe indovinato subito la falsità e l'inconsistenza. +egli avrebbe indovinato subito la falsità e l'inconsistenza. Ma forse ella non avrebbe nemmeno cercato di giustificarsi, di mentire, per ottenere il suo perdono. Forse Silvina gli avrebbe -confessato crudelmente la verità, e cioè che, non +confessato crudelmente la verità , e cioè che, non <span class="pagenum"><a id="Page_198"></a>[198]</span> -amandolo più, le riusciva affatto indifferente +amandolo più, le riusciva affatto indifferente che egli l'accusasse ora d'averlo trattato come un estraneo, d'essere stata cattiva ed ingrata verso di lui. </p> <p> -Ma Silvio potè mutare cento volte pensiero, +Ma Silvio potè mutare cento volte pensiero, distruggere una dopo l'altra tutte le sue supposizioni -e trovarne sempre delle nuove, poichè -Silvina non rientrò che assai tardi. Udì, +e trovarne sempre delle nuove, poichè +Silvina non rientrò che assai tardi. Udì, prima del rumore dei suoi passi, la sua voce lontana, nel corridoio, che fresca ed ilare diceva a qualcuno, la cui presenza non era manifesta se non per via di quelle parole: — Arrivederci a domani! addio! addio! — e poi la -udì avvicinarsi saltellando, e finalmente l'uscio -si aprì. Alla luce fioca della candela Silvio vide +udì avvicinarsi saltellando, e finalmente l'uscio +si aprì. Alla luce fioca della candela Silvio vide che ella aveva le spalle fasciate da una pelliccetta grigia, un cappellino grigio sul capo, un mazzo di garofani in braccio. Poi vide il suo viso tutto colorito, e la sua bocca rossa, e i suoi -occhi grandi e neri, e pensò subito di avere la -febbre, se il viso di Silvina gli appariva così -esageratamente acceso, la sua bocca così rossa, -i suoi occhi così profondi e ingranditi. Silvina +occhi grandi e neri, e pensò subito di avere la +febbre, se il viso di Silvina gli appariva così +esageratamente acceso, la sua bocca così rossa, +i suoi occhi così profondi e ingranditi. Silvina ebbe un piccolo grido di paura scorgendo inaspettatamente l'ombra sua nera distesa sul letto, -poi non potè vincere un moto di stupore -e di contrarietà, e, corrugate le ciglia, rimase +poi non potè vincere un moto di stupore +e di contrarietà , e, corrugate le ciglia, rimase ferma dinnanzi alla porta, a guardarlo. Silvio s'era sollevato sulla sponda del letto, e si sentiva ora la gola stretta da un nodo, e in tutta @@ -8184,9 +8146,9 @@ nella sua mente confusa un solo pensiero, una sola parola per Silvina. Non sapeva che cosa sarebbe accaduto di lui qualora avesse tentato di muoversi o di parlarle. Ma finalmente Silvina -si scostò dalla porta e si fece in mezzo alla -stanza. Posò sul tavolo i fiori, si tolse la pelliccia -e il cappello, si aggiustò i riccioli sulla +si scostò dalla porta e si fece in mezzo alla +stanza. Posò sul tavolo i fiori, si tolse la pelliccia +e il cappello, si aggiustò i riccioli sulla fronte e sulla nuca, quindi si rivolse a lui e freddamente gli disse: </p> @@ -8196,12 +8158,12 @@ freddamente gli disse: </p> <p> -Silvio si sentì prima agghiacciare tutto, poi -avvampare d'una fiamma che gli serpeggiò con +Silvio si sentì prima agghiacciare tutto, poi +avvampare d'una fiamma che gli serpeggiò con un brivido caldo da capo a piedi, e gli dette improvvisamente -una forza meravigliosa. Si alzò +una forza meravigliosa. Si alzò d'impeto, mosse due passi verso Silvina, le -prese una mano e con voce soffocata le gridò: +prese una mano e con voce soffocata le gridò: </p> <p> @@ -8209,9 +8171,9 @@ prese una mano e con voce soffocata le gridò: Speravi ch'io fossi morto! Credevi di esserti liberata per sempre di me! Ebbene no! Non sono morto! Come mi vedi sono vivo, e -presente, vivo, vivo, vivo!... Perchè non sei +presente, vivo, vivo, vivo!... Perchè non sei venuta a convincertene prima, che io non ero -morto? Oh sì, certamente, potevo anche morire! +morto? Oh sì, certamente, potevo anche morire! Sono stato per giorni e giorni sospeso a un filo di vita. A quest'ora potrei anche essere sotterrato. Ma per te, che cosa poteva importare? @@ -8230,10 +8192,10 @@ di voce, mentre indietreggiava guardandolo spaventata. </p> <p> -— Pazzo? domandò Silvio ridendo convulsamente. +— Pazzo? domandò Silvio ridendo convulsamente. Vuoi farmi credere che deliro, che -sragiono? Ah! sì, potrei anche esserle impazzito, -soggiunse poi amaramente, poichè non mi +sragiono? Ah! sì, potrei anche esserle impazzito, +soggiunse poi amaramente, poichè non mi hanno lasciato morire! Ma dimmi: se ti ricordo che sono stato per venti giorni e venti notti abbandonato come un cane in un letto di @@ -8243,19 +8205,19 @@ struggermi di angoscia, se ti ricordo questi venti giorni di martirio, mi dirai ancora che sono pazzo? Tu sei bene Silvina. Io sono pure Silvio. Per quanto la follia mi abbia rovesciato -il cervello, non crederò di essere insensato a +il cervello, non crederò di essere insensato a tal punto da scambiare un'altra donna con te, -e un altr'uomo con me stesso. Dunque io sarò -forse impazzito, ma la verità rimane quella che -è, come se io fossi perfettamente lucido e sano! +e un altr'uomo con me stesso. Dunque io sarò +forse impazzito, ma la verità rimane quella che +è, come se io fossi perfettamente lucido e sano! </p> <p> -Si sentì mancare il respiro, vacillò, cadde +Si sentì mancare il respiro, vacillò, cadde riverso sul letto e rimase immobile, respirando -affannosamente. Durò un lungo silenzio, -in cui non si udì che il suo rantolo soffocato. -Poi Silvina gli si avvicinò e gli domandò sommessamente: +affannosamente. Durò un lungo silenzio, +in cui non si udì che il suo rantolo soffocato. +Poi Silvina gli si avvicinò e gli domandò sommessamente: </p> <p> @@ -8263,17 +8225,17 @@ Poi Silvina gli si avvicinò e gli domandò sommessamente: <span class="pagenum"><a id="Page_201"></a>[201]</span> tanto colpevole? Non ricordi d'avermi tu stesso ordinato, quando venni a visitarti e deliravi, -di non ritornare mai più all'ospedale, finchè +di non ritornare mai più all'ospedale, finchè tu non fossi guarito? </p> <p> -L'anima abbuiata di Silvio si illuminò a quelle -parole di un'improvvisa luce. Sollevò il capo +L'anima abbuiata di Silvio si illuminò a quelle +parole di un'improvvisa luce. Sollevò il capo e rimase per qualche minuto attonito, con lo -sguardo fisso a terra. Quindi lentamente lo levò +sguardo fisso a terra. Quindi lentamente lo levò su Silvina e, incontrati i suoi occhi pieni di -umiltà e di dolcezza, le domandò: +umiltà e di dolcezza, le domandò: </p> <p> @@ -8281,36 +8243,36 @@ umiltà e di dolcezza, le domandò: </p> <p> -Silvina assentì col capo ed egli era troppo +Silvina assentì col capo ed egli era troppo confuso, troppo agitato per vedere come gli occhi di lei, nel momento in cui il capo si piegava por assentire, stornassero da lui le pupille -per sfuggire alla fissità del suo sguardo. A Silvio -bastò quel breve cenno per sentirsi disarmato +per sfuggire alla fissità del suo sguardo. A Silvio +bastò quel breve cenno per sentirsi disarmato e felice. Egli non ricordava nulla dei giorni del suo delirio; ma quella spiegazione, la sola alla quale nel suo lungo fantasticare non avesse pensato, corrispondeva indubbiamente -alla verità. +alla verità . </p> <p> -— Ma come? Quando? domandò a Silvina +— Ma come? Quando? domandò a Silvina con il viso illuminato da un sorriso di gioia. </p> <p> E allora Silvina, compiacente, gli si sedette accanto sulla sponda del tetto, e, abbandonandogli -le mani che egli incominciò a coprire di -baci, gli raccontò: +le mani che egli incominciò a coprire di +baci, gli raccontò: </p> <p> — La mattina del secondo giorno io venni a -vederti. Si penò molto prima di trovare il tuo +vederti. Si penò molto prima di trovare il tuo <span class="pagenum"><a id="Page_202"></a>[202]</span> -letto, e mi fecero attraversare tante corsìe e mi +letto, e mi fecero attraversare tante corsìe e mi mostrarono tanti di quei disgraziati, chiedendomi sempre se eri tu, che io cercavo. Finalmente ti trovammo. Povero piccolo! Eri quasi irriconoscibile. @@ -8319,23 +8281,23 @@ come una maschera. Deliravi e sembrava che nemmeno ti accorgessi della mia presenza. Io ti chiamavo, e tu non rispondevi. Soltanto per un momento mi guardasti sorridendo e presa -la mia mano, mi dicesti: — Non ritornare più, -mai più. Questo luogo è orrendo. Non voglio -che tu mi veda così. Quando starò meglio ti -manderò a chiamare. Poi chiudesti gli occhi, e +la mia mano, mi dicesti: — Non ritornare più, +mai più. Questo luogo è orrendo. Non voglio +che tu mi veda così. Quando starò meglio ti +manderò a chiamare. Poi chiudesti gli occhi, e ricominciasti a vaneggiare. Allora io me ne sono andata. Avrei voluto disubbidirti, e ritornare. Ma poi pensavo che ti sarebbe dispiaciuto, e speravo che da un giorno all'altro mi avresti mandato a chiamare. Come ti ho aspettato, Silvio mio! E tu? Credermi capace di dimenticare -il mio Silvio? È questo tutto il bene +il mio Silvio? È questo tutto il bene che mi vuoi? </p> <p> -Silvio se la tirò stretta stretta sul cuore e -mormorò supplichevole: +Silvio se la tirò stretta stretta sul cuore e +mormorò supplichevole: </p> <p> @@ -8344,45 +8306,45 @@ ricordavo di nulla... </p> <p> -E allora Silvina, continuò: +E allora Silvina, continuò: </p> <p> -— Tu sì, mi hai abbandonata qui, sola, senza +— Tu sì, mi hai abbandonata qui, sola, senza nessuno, senza danari, senza un aiuto... Il -tuo piccolo gruzzolo è finito presto. Non bastò +tuo piccolo gruzzolo è finito presto. Non bastò per tre giorni. Non hai mai pensato, tu, che <span class="pagenum"><a id="Page_203"></a>[203]</span> io potevo morire di fame? Credimi, Silvio, -non hai sofferto tu solo. È stata una grama vita +non hai sofferto tu solo. È stata una grama vita la mia di questi giorni, e non so che cosa sarebbe avvenuto di me, se dei vicini pietosi non mi avessero aiutato. E anche la nostra vita -di tutti questi mesi è stata una grama vita, Silvio -mio! Perchè dovrei nascondertelo? Bisogna +di tutti questi mesi è stata una grama vita, Silvio +mio! Perchè dovrei nascondertelo? Bisogna che tu pensi ora seriamente a cambiare -questo stato di cose tanto penoso. Così, non potremo +questo stato di cose tanto penoso. Così, non potremo mai essere felici. </p> <p> -— Sì, sì, piccola santa, mormorò Silvio umiliato, +— Sì, sì, piccola santa, mormorò Silvio umiliato, questa miseria deve finire. </p> <p> -Era disfatto. Si spogliò lentamente, ripetendo +Era disfatto. Si spogliò lentamente, ripetendo ogni tanto: — Deve finire, deve finire... — e -si coricò, pregando Silvina di rimboccargli bene -bene le coperte intorno al corpo, perchè +si coricò, pregando Silvina di rimboccargli bene +bene le coperte intorno al corpo, perchè lo riprendeva un gran freddo. Tutti i dubbi, tutte l'angosce di poco fa erano svanite, ma -non si sentiva perciò meno inquieto e infelice. +non si sentiva perciò meno inquieto e infelice. Ora un altro pensiero lo tormentava, un pensiero anch'esso doloroso e assillante, ed era quello dell'indomani, del modo come avrebbe risolto il problema della loro esistenza quotidiana, -perchè Silvina era stanca stanca di patire +perchè Silvina era stanca stanca di patire quella miserabile vita, ed egli non vedeva come avrebbe potuto mutarla. Bisognava trovare del denaro, prima ancora di pensare di @@ -8390,7 +8352,7 @@ trovare una qualsiasi occupazione remunerativa. Egli stesso aveva bisogno di abiti invernali, per evitare che, ai rigori dell'inverno, il suo <span class="pagenum"><a id="Page_204"></a>[204]</span> -corpo ora così debole ricadesse ammalato. Silvina +corpo ora così debole ricadesse ammalato. Silvina poi era una donna, e non poteva rinunciare a tutti i piaceri della vita, ad ogni eleganza, ad ogni svago; ed egli invece non era @@ -8403,50 +8365,50 @@ assurdo. Sua madre, se pure lo avesse osato, avrebbe potuto dargli ben poco aiuto. Su vere amicizie non poteva contare. Ed egli non vedeva nulla e nessuno su cui fermarsi sia pure con -una vaga speranza. Dopo un poco udì Silvina +una vaga speranza. Dopo un poco udì Silvina che si spogliava, senti il fruscio dei suoi abiti che le cadevano di dosso, il rumore dei suoi pettini che ella posava sul cassettone, e poi un -rumore più secco e duro, che gli ricordò la +rumore più secco e duro, che gli ricordò la collana dallo smeraldo che ella portava sempre -al collo. Un'idea strana e pericolosa si affacciò -alla sua mente, che scartò subito con indignazione. -Sentì che Silvina soffiava sulla candela, +al collo. Un'idea strana e pericolosa si affacciò +alla sua mente, che scartò subito con indignazione. +Sentì che Silvina soffiava sulla candela, e infatti quel po' di luce debole debole, che filtrava attraverso le sue ciglia chiuse, si -spense. Sentì poi Silvina coricarsi al suo fianco, -all'altra estremità del letto, e non osò muoversi +spense. Sentì poi Silvina coricarsi al suo fianco, +all'altra estremità del letto, e non osò muoversi per avvicinarsi a lei e abbracciarla. Allora quell'idea bizzarra, che gli era nata un -momento prima, ritornò a tentarlo, ed egli nuovamente -la ricacciò lontano. Cercò di distrarsi, +momento prima, ritornò a tentarlo, ed egli nuovamente +la ricacciò lontano. Cercò di distrarsi, <span class="pagenum"><a id="Page_205"></a>[205]</span> -e pensò che davvero gli fosse tornata un po' di -febbre, non solo perchè aveva le gambe gelate +e pensò che davvero gli fosse tornata un po' di +febbre, non solo perchè aveva le gambe gelate e il viso in fiamme, ma per quei colori esageratamente vivaci che aveva creduto di vedere sul volto di Silvina, quasi ella avesse gli occhi e la bocca dipinti. Su questa immagine di Silvina -la sua ragione si ottenebrò, ed egli cadde, +la sua ragione si ottenebrò, ed egli cadde, stanco, in un profondo sonno. </p> <p> -La mattina dopo si svegliò che doveva essere +La mattina dopo si svegliò che doveva essere appena spuntato il sole. Silvina dormiva ancora tutta rannicchiata in un angolo del letto. -Silvio la guardò muto e commosso per qualche -istante, poi adagio adagio allontanò da sè le coltri, -s'infilò gli abiti, si avvicinò al cassettone, e -contemplò la collana dallo smeraldo che vi era -posata sopra. Prima di decidersi Silvio si voltò +Silvio la guardò muto e commosso per qualche +istante, poi adagio adagio allontanò da sè le coltri, +s'infilò gli abiti, si avvicinò al cassettone, e +contemplò la collana dallo smeraldo che vi era +posata sopra. Prima di decidersi Silvio si voltò ancora una volta a guardare Silvina addormentata, come fa il ladro il quale sa che tutto dipende -dall'attimo in cui la sua mano si muoverà +dall'attimo in cui la sua mano si muoverà per rubare. Il calmo respiro di Silvina -era come l'onda di un mare buono sotto il più -costante dei cieli. Allora Silvio aprì cautamente -l'uscio e in gran fretta si allontanò. +era come l'onda di un mare buono sotto il più +costante dei cieli. Allora Silvio aprì cautamente +l'uscio e in gran fretta si allontanò. </p></div> <div class="chapter"> @@ -8459,20 +8421,20 @@ XI. </h3> <p> -Quando Silvina si destò, e il giorno era già -alto, vide curvo sopra di sè il viso sorridente +Quando Silvina si destò, e il giorno era già +alto, vide curvo sopra di sè il viso sorridente di Silvio che la guardava con amore fra un gran fascio di rose bianche. </p> <p> -— La felicità ti accompagni sempre! le disse -Silvio, poichè la vide aprire gli occhi; e, posando -accanto a lei le rose, la baciò sulla fronte. +— La felicità ti accompagni sempre! le disse +Silvio, poichè la vide aprire gli occhi; e, posando +accanto a lei le rose, la baciò sulla fronte. </p> <p> -— Sono per me? domandò Silvina ancora +— Sono per me? domandò Silvina ancora mezzo assonnata. </p> @@ -8481,8 +8443,8 @@ mezzo assonnata. </p> <p> -Silvina le odorò e, sollevandosi sul gomito, -ormai completamente sveglia guardò Silvio +Silvina le odorò e, sollevandosi sul gomito, +ormai completamente sveglia guardò Silvio stupefatta. Egli indossava un soprabito di lana verde, con colletto di pelle di lupo e risvolti di velluto nero, e in capo aveva un berretto @@ -8494,30 +8456,30 @@ le cose appena uscite di bottega. </p> <p> -— Ti piace? le domandò Silvio, girando sui -talloni perchè ella potesse ammirare da ogni -parte il suo pastrano. Quindi lo sbottonò e, rovesciandolo, -le mostrò la fodera morbida e +— Ti piace? le domandò Silvio, girando sui +talloni perchè ella potesse ammirare da ogni +parte il suo pastrano. Quindi lo sbottonò e, rovesciandolo, +le mostrò la fodera morbida e spessa di flanella scozzese. </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_207"></a>[207]</span> -— Sarà bene, disse Silvio con la più grande +— Sarà bene, disse Silvio con la più grande naturalezza, che noi cerchiamo oggi anche per te un mantello o un soprabito caldo caldo come -questo. L'inverno di quest'anno è veramente +questo. L'inverno di quest'anno è veramente troppo freddo, e le malattie sono un'orrenda sciagura. </p> <p> — Ma come hai potuto spendere tanto denaro? -domandò Silvina meravigliata. +domandò Silvina meravigliata. </p> <p> -Silvio le voltò le spalle e, andando verso il +Silvio le voltò le spalle e, andando verso il fondo della stanza, rispose: </p> @@ -8527,57 +8489,57 @@ aveva con me. </p> <p> -Silvina era uscita dal letto. Silvio si levò presto -di pastrano e glielo infilò, avvolgendola +Silvina era uscita dal letto. Silvio si levò presto +di pastrano e glielo infilò, avvolgendola tutta, che tremava seminuda, in quella lana tepida e pesante. </p> <p> -— Ci stai bene? le domandò sorridendo. +— Ci stai bene? le domandò sorridendo. </p> <p> -E Silvina, per tutta risposta, cercò d'allungare +E Silvina, per tutta risposta, cercò d'allungare le braccia che si perdevano nelle immense -maniche del pastrano e gliele gettò al collo, +maniche del pastrano e gliele gettò al collo, giuliva. </p> <p> — Come poco basterebbe per essere felici! -esclamò tenendosi appesa al suo collo e accarezzandolo +esclamò tenendosi appesa al suo collo e accarezzandolo con uno sguardo pieno di candida -malizia. Mi giuri che non mi farai più soffrire? +malizia. Mi giuri che non mi farai più soffrire? </p> <p> -E Silvio glielo giurò, con un bacio. Ma -mentre, scherzando, la faceva saltare qua e là +E Silvio glielo giurò, con un bacio. Ma +mentre, scherzando, la faceva saltare qua e là per la stanza tenendola sollevata fra le braccia come una bambina piccina, pensava in cuor suo con tristezza che veramente di poco si potrebbe <span class="pagenum"><a id="Page_208"></a>[208]</span> -esser felici; ma è appunto quel poco che manca -sempre alla felicità di tutti, compresi i più fortunati -e i meno esigenti. Così, senza volere, egli -trascinò Silvina in prossimità del tavolo, e vedendo +esser felici; ma è appunto quel poco che manca +sempre alla felicità di tutti, compresi i più fortunati +e i meno esigenti. Così, senza volere, egli +trascinò Silvina in prossimità del tavolo, e vedendo quei fiori che stavano in fresco entro il -secchiello di legno, pensò che al loro posto si -potevamo mettere le sue rose. Ma a metà di -questo pensiero, così semplice e naturale, un -altro ne sorse che lo colpì. +secchiello di legno, pensò che al loro posto si +potevamo mettere le sue rose. Ma a metà di +questo pensiero, così semplice e naturale, un +altro ne sorse che lo colpì. </p> <p> -— E questi fiori, domandò a Silvina, questi +— E questi fiori, domandò a Silvina, questi fiori dove li hai presi? </p> <p> Silvina aveva affondato il capo nel colletto di pelo di lupo, in modo che non ne spuntava -che un occhio. Con quell'occhio lo guardò, e +che un occhio. Con quell'occhio lo guardò, e rispose inchinandosi: </p> @@ -8597,13 +8559,13 @@ principe Stanislao Stroztki! </p> <p> -— Stroztki? domandò ancora Silvio, questa +— Stroztki? domandò ancora Silvio, questa volta senza punto corruccio. E dove lo hai pescato? </p> <p> — Veramente, rispose Silvina con voce insinuante, -è il signor principe che ha pescato me... +è il signor principe che ha pescato me... </p> <p> @@ -8615,38 +8577,38 @@ caso! <p> <span class="pagenum"><a id="Page_209"></a>[209]</span> -— Ti avrà incontrata per via! esclamò poi +— Ti avrà incontrata per via! esclamò poi sicuro d'indovinare. </p> <p> -— No, disse Silvina, è venuto qui a cercarmi... +— No, disse Silvina, è venuto qui a cercarmi... </p> <p> -— E perchè? domandò Silvio. +— E perchè? domandò Silvio. </p> <p> -Silvina si tuffò nuovamente nel pelo di lupo -e di laggiù rispose: +Silvina si tuffò nuovamente nel pelo di lupo +e di laggiù rispose: </p> <p> -— Perchè, Silvio, ti vuol tanto bene! +— Perchè, Silvio, ti vuol tanto bene! </p> <p> -Allora Silvio s'intenerì. Caro amico! Forse +Allora Silvio s'intenerì. Caro amico! Forse non lo aveva apprezzato abbastanza, in quei -superficiali incontri da caffè. Ed è pur vero -che spesso gli uomini più ridicoli nascondono -i cuori più generosi. +superficiali incontri da caffè. Ed è pur vero +che spesso gli uomini più ridicoli nascondono +i cuori più generosi. </p> <p> -— Ah, povero principe! esclamò Silvio convinto; -lo ringrazierò con tutta l'anima mia. +— Ah, povero principe! esclamò Silvio convinto; +lo ringrazierò con tutta l'anima mia. </p> <p> @@ -8654,24 +8616,24 @@ Ma mentre formulava questa solenne promessa, i suoi occhi caddero sulla mantellina di talpa grigia che stava appesa a un piolo, e ricordandosi di averla veduta la sera innanzi -sulle spalle di Silvina, si stupì di essersela poi +sulle spalle di Silvina, si stupì di essersela poi fino a quel momento dimenticata. </p> <p> -— E questa mantellina? domandò con una -vaga inquietudine nella voce. È di talpa... Dove +— E questa mantellina? domandò con una +vaga inquietudine nella voce. È di talpa... Dove l'hai presa? </p> <p> — Oh! rispose Silvina dal vano dell'abbaino, -senza staccare il viso dai vetri, è una piccola +senza staccare il viso dai vetri, è una piccola cosa... Me l'ha prestata un'amica. </p> <p> -— La principessa Stroztki? — domandò Silvio +— La principessa Stroztki? — domandò Silvio con ironia. </p> @@ -8683,7 +8645,7 @@ in questi giorni per caso. </p> <p> -Silvio scosse il capo e mormorò: +Silvio scosse il capo e mormorò: </p> <p> @@ -8694,8 +8656,8 @@ tua vita... <p> Allora Silvina si volse e, fissando sopra di lui uno sguardo acuto acuto, come uno spillo, -gli si avvicinò di due passi, si tolse il pastrano -e lo gettò ai suoi piedi con sgarbo. +gli si avvicinò di due passi, si tolse il pastrano +e lo gettò ai suoi piedi con sgarbo. </p> <p> @@ -8707,76 +8669,76 @@ libera di scegliere le mie amicizie, di ricevere i fiori che m'offrono, e di portare i vestiti, le pellicce, i cappelli che mi piacciono, e di fare e disfare il mondo intero a modo mio... Ed ora -vattene, perchè sono annoiata di te. +vattene, perchè sono annoiata di te. </p> <p> -A viso alto, sdegnata, ella si avviò verso il +A viso alto, sdegnata, ella si avviò verso il cassettone. Silvio in gran fretta, come se le parole di Silvina avessero suscitato in lui una -viva collera, s'infilò il soprabito ed uscì. +viva collera, s'infilò il soprabito ed uscì. </p> <p> -Rimasta sola Silvina indossò il migliore dei -suoi vestiti, e tranquillamente incominciò a pettinarsi. +Rimasta sola Silvina indossò il migliore dei +suoi vestiti, e tranquillamente incominciò a pettinarsi. Da qualche giorno portava i capelli annodati alti sul capo, con solo due brevi riccioli che le ricadevano sulle tempie. Quella pettinatura le allungava graziosamente il viso -e la faceva più alta di tutta la persona. Poi si -incipriò le mani, le braccia, il collo, le gote; +e la faceva più alta di tutta la persona. Poi si +incipriò le mani, le braccia, il collo, le gote; <span class="pagenum"><a id="Page_211"></a>[211]</span> si tinse di nero gli occhi, di rosso le labbra e si -contemplò soddisfatta. In quel medesimo istante +contemplò soddisfatta. In quel medesimo istante alcuni colpi affrettati risonarono contro l'uscio -e Soave entrò correndo. +e Soave entrò correndo. </p> <p> — Silvina, disse concitata, non ne possiamo -più! Tutta la notte non ha fatto che piangere, -che smaniare. Credo che impazzirà, se tu non +più! Tutta la notte non ha fatto che piangere, +che smaniare. Credo che impazzirà , se tu non vieni a calmarlo... </p> <p> -— Ma non lo sapete dunque, gridò Silvina, -non lo sapete che Silvio è tornato? +— Ma non lo sapete dunque, gridò Silvina, +non lo sapete che Silvio è tornato? </p> <p> — Lo sappiamo, lo sappiamo, rispose Soave, -e per questo appunto si dispera così. +e per questo appunto si dispera così. </p> <p> -— E perchè si dispera? domandò Silvina. +— E perchè si dispera? domandò Silvina. Non sapeva anche lui che quando fosse ritornato Silvio tutto doveva finire tra noi? </p> <p> Furono bussati altri colpi contro l'uscio, ed -entrò correndo Odette: +entrò correndo Odette: </p> <p> -— Per carità! disse ansando, non indugiate -un minuto di più! Lo abbiamo ripreso per miracolo -a metà delle scale. Veniva qui correndo +— Per carità ! disse ansando, non indugiate +un minuto di più! Lo abbiamo ripreso per miracolo +a metà delle scale. Veniva qui correndo come un indemoniato, e ora in quattro non riusciamo a tenerlo disteso sul letto. </p> <p> -— Silvina! supplicò Soave, giungendo le +— Silvina! supplicò Soave, giungendo le mani. </p> <p> Allora Silvina prese una subita risoluzione, si -buttò sulle spalle la mantellina e si precipitò +buttò sulle spalle la mantellina e si precipitò nel corridoio. </p> @@ -8788,14 +8750,14 @@ porta, tutta stralunata, col viso tutto in lacrime. </p> <p> -— Dov'è? chiese seccamente Silvina. +— Dov'è? chiese seccamente Silvina. </p> <p> -Madama Humbert la guidò correndo in fondo -alla casa. Là, in una stanza semibuia, disteso +Madama Humbert la guidò correndo in fondo +alla casa. Là , in una stanza semibuia, disteso bocconi sul letto, con le gambe e le braccia -buttate una qua e una là, stava il principe +buttate una qua e una là , stava il principe Stroztki. Egli mordeva furiosamente il cuscino e ruggiva come un leone. Il parrucchino gli era volato chi sa dove, e nella penombra la sua testa @@ -8803,104 +8765,104 @@ tutta pelata sprigionava lampi gialli. </p> <p> -— Ebbene? gridò Silvina, scuotendolo violentemente +— Ebbene? gridò Silvina, scuotendolo violentemente per una spalla. Che cosa sono queste -scene? Volete che io chiami Silvio, perchè +scene? Volete che io chiami Silvio, perchè veda in che modo vi riducete voi, quando amate una donna? </p> <p> -— Dov'è? dov'è? rantolò il principe, sollevandosi +— Dov'è? dov'è? rantolò il principe, sollevandosi sul letto, guardando minaccioso tutto intorno. </p> <p> Ma i suoi occhi s'incontrarono con gli occhi di Silvina, sfavillanti di sdegno e d'ira, e subito -ammutolì. +ammutolì. </p> <p> — Scende le scale, rispose Silvina, ed ora -sarà qui. Se vi piace d'esser ridicolo potete +sarà qui. Se vi piace d'esser ridicolo potete continuare a smaniare. </p> <p> — Silvina, gemette il principe, mostrandole con un gesto disperato la sua persona, vedete -fino a che punto? Non sono più un uomo. Sono -un povero straccio. Silvina non mi ama più! +fino a che punto? Non sono più un uomo. Sono +un povero straccio. Silvina non mi ama più! </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_213"></a>[213]</span> -— Questo è delirio, disse Silvina. Silvina +— Questo è delirio, disse Silvina. Silvina non vi ha mai amato. </p> <p> — Ah! Silvina, gemette il principe, se lui non fosse mai ritornato, voi sareste stata sempre -mia, non m'avreste trattato così. Fino a ieri +mia, non m'avreste trattato così. Fino a ieri siete stata buona con me, amorevole, piena di promesse. Mi diceste, proprio ieri, prima di -lasciarmi: — Se sarete degno di me, sarò vostra +lasciarmi: — Se sarete degno di me, sarò vostra per sempre! </p> <p> -— Ma oggi, disse solennemente Silvina, così +— Ma oggi, disse solennemente Silvina, così come vi vedo, mi sembrate mille volte indegno di qualunque donna. </p> <p> — Silvina, Silvina, gemette il principe, come -siete crudele! Perchè indegno? Chi mi ha ridotto -così? Basta una vostra parola, perchè io +siete crudele! Perchè indegno? Chi mi ha ridotto +così? Basta una vostra parola, perchè io ritorni quello stesso di ieri. </p> <p> -Silvina non parlò. +Silvina non parlò. </p> <p> -— Una piccola elemosina di speranza, supplicò +— Una piccola elemosina di speranza, supplicò il principe. Che io possa almeno vedervi, parlarvi, adorarvi in silenzio, e attendere umilmente che il destino vi riconduca a me... </p> <p> -— Se voi foste savio! esclamò Silvina. Ma +— Se voi foste savio! esclamò Silvina. Ma insensato a questo modo? </p> <p> -— Savio, savio! balbettò il principe illuminandosi -d'un sorriso. E in furia si alzò, cercò -di ricomporre i suoi abiti disordinati, si precipitò +— Savio, savio! balbettò il principe illuminandosi +d'un sorriso. E in furia si alzò, cercò +di ricomporre i suoi abiti disordinati, si precipitò allo specchio, vide la sua testa pelata, -cercò affannosamente la parrucca sopra e sotto -il letto, se la calzò con destrezza dalla nuca -alla fronte, riannodò la cravatta, e così, in +cercò affannosamente la parrucca sopra e sotto +il letto, se la calzò con destrezza dalla nuca +alla fronte, riannodò la cravatta, e così, in <span class="pagenum"><a id="Page_214"></a>[214]</span> -sembianze più umane, si rivolse a Silvina e attese +sembianze più umane, si rivolse a Silvina e attese in silenzio una parola di perdono. Silvina -lo guardò dalla testa ai piedi e disse: +lo guardò dalla testa ai piedi e disse: </p> <p> -— Così, Stanislao, potete sperare qualche +— Così, Stanislao, potete sperare qualche cosa da me, e non piangendo come un bambino.... </p> <p> -Egli le si avvicinò timido, le prese la punta -di una mano e gliela baciò. +Egli le si avvicinò timido, le prese la punta +di una mano e gliela baciò. </p> <p> @@ -8909,41 +8871,41 @@ la vita. </p> <p> -Silvina gli volse le spalle ed uscì. Ritornata -nella sua stanza, si guardò nello specchio, +Silvina gli volse le spalle ed uscì. Ritornata +nella sua stanza, si guardò nello specchio, e rifece alcuni degli atteggiamenti corrucciati e minacciosi che avevano atterrito il principe Stanislao. Soddisfatta rise, e vedendo che al suo -collo mancava la collana, andò a prenderla sul +collo mancava la collana, andò a prenderla sul cassettone dove l'aveva posata la sera innanzi, -prima di coricarsi. La cercò tra i fazzoletti e le +prima di coricarsi. La cercò tra i fazzoletti e le bottiglie di profumi, sotto il cuscinetto appuntaspilli, dietro lo specchio, nel primo, nel secondo cassetto, ma con sua gran meraviglia non -la trovò. Forse era caduta per terra. Ed ella -scostò delle sedie, rimosse un paio di vecchie -pantofole, s'inginocchiò, la cercò sotto i mobili. -Ma la collana non c'era. Allora pensò con +la trovò. Forse era caduta per terra. Ed ella +scostò delle sedie, rimosse un paio di vecchie +pantofole, s'inginocchiò, la cercò sotto i mobili. +Ma la collana non c'era. Allora pensò con sgomento, che, essendosela appuntata in fretta prima di uscire dalla stanza, doveva averla perduta nel corridoio, o per le scale, o in casa di madama Humbert, durante quella scena col -principe. A precipizio aprì l'uscio e mosse qualche +principe. A precipizio aprì l'uscio e mosse qualche <span class="pagenum"><a id="Page_215"></a>[215]</span> passo nel corridoio. Ma il corridoio era -troppo buio perchè ella potesse vedere la collana, +troppo buio perchè ella potesse vedere la collana, se proprio l'aveva perduta in quel tratto. -Allora rientrò in camera, accese la candela, e, -curva, esaminò a palmo a palmo il corridoio in +Allora rientrò in camera, accese la candela, e, +curva, esaminò a palmo a palmo il corridoio in tutta la sua estensione. Ma la collana non c'era. -Già presa da un principio di orgasmo, Silvina -posò la candela in un angolo e fece le scale arrestandosi +Già presa da un principio di orgasmo, Silvina +posò la candela in un angolo e fece le scale arrestandosi ad ogni scalino, scostando col piede -i pezzi di carta che incontrava qua e là, senza -nulla trovare. Bussò con forza alla porta di -madama Humbert, dichiarò alla signora, che -la guardò esterrefatta, la ragione di quell'improvviso -ritorno, e madama Humbert chiamò +i pezzi di carta che incontrava qua e là , senza +nulla trovare. Bussò con forza alla porta di +madama Humbert, dichiarò alla signora, che +la guardò esterrefatta, la ragione di quell'improvviso +ritorno, e madama Humbert chiamò a gran voce Soave e Odette che accorsero, e accorse anche il principe, e tutti in silenzio, mentre Loreto, sul poggiolo strombettava la @@ -8952,7 +8914,7 @@ sua canzone: <div class="poem"> <p>Loreto, lo reee!</p> -<p>Chi l'è che passa?</p> +<p>Chi l'è che passa?</p> <p>Lo re che va alla cacciaaaa...</p> <p>Tacca trombetta!</p> <p>Trrrr...</p></div> @@ -8966,17 +8928,17 @@ tappeti, spostati mobili, rovesciate sedie; il letto in quella stanza fu tutto sfatto, e le lenzuola sbattute per ogni verso, e il principe, ginocchioni, <span class="pagenum"><a id="Page_216"></a>[216]</span> -frugò sotto tutti i mobili. Ma la collana +frugò sotto tutti i mobili. Ma la collana non venne fuori. </p> <p> -Allora Silvina s'attaccò ad una speranza, e -cioè che la collana fosse proprio là dove l'aveva -posata la sera innanzi. Risalì a salti le scale, e +Allora Silvina s'attaccò ad una speranza, e +cioè che la collana fosse proprio là dove l'aveva +posata la sera innanzi. Risalì a salti le scale, e preso il candeliere, che aveva posato sull'ultimo gradino, rifece il corridoio passo passo, e mentre -se ne andava così curva, scrutando il pavimento, +se ne andava così curva, scrutando il pavimento, fu raggiunta da Silvio che rientrava in casa. </p> @@ -8987,28 +8949,28 @@ credo di aver perduta la mia bella collana... </p> <p> -— La collana dello smeraldo? domandò stupito +— La collana dello smeraldo? domandò stupito Silvio. </p> <p> -— La collana, la collana! ripetè Silvina irritata. +— La collana, la collana! ripetè Silvina irritata. Quale vuoi che sia? Non ne ho centomila... </p> <p> Il corridoio era finito. Silvina spense la candela, -entrò nella stanza, e corse nuovamente al -cassettone, e ricominciò a cercare. Vana speranza! +entrò nella stanza, e corse nuovamente al +cassettone, e ricominciò a cercare. Vana speranza! Non c'era. </p> <p> -— Ma dove l'hai perduta? domandò Silvio. +— Ma dove l'hai perduta? domandò Silvio. </p> <p> -— Se lo sapessi, sibilò Silvina, non farei tanta +— Se lo sapessi, sibilò Silvina, non farei tanta fatica a cercarla... </p> @@ -9018,30 +8980,30 @@ i mobili, e Silvio, inginocchiatosi accanto a lei, la seguiva in ogni movimento, in base al principio che quattro occhi vedono meglio di due. Poi il campo delle ricerche si estese, e dal cassettone -si passò all'armadio, tutti i vestiti, che +si passò all'armadio, tutti i vestiti, che <span class="pagenum"><a id="Page_217"></a>[217]</span> fortunatamente erano pochi, furono spiccati dagli attaccapanni e agitati come bandiere. E mentre Silvio diceva: — Vedrai che te l'hanno -rubata! — Silvina rovesciò il letto, buttò all'aria +rubata! — Silvina rovesciò il letto, buttò all'aria lenzuola, coperte, cuscini e materasse, e -poichè ormai non c'era più dove cercare, si -lasciò cadere di traverso sul mucchio delle coltri +poichè ormai non c'era più dove cercare, si +lasciò cadere di traverso sul mucchio delle coltri disfatte e ruppe in un pianto disperato. Allora Silvio, smettendo anche lui l'inutile ricerca, -andò, per consolarla, ad accarezzarle i capelli, +andò, per consolarla, ad accarezzarle i capelli, e, affondata una mano in una delle ampie tasche del suo pastrano nuovo, ne trasse un cartoccio tutto fiorito e ricamato, e legato da un bel nastro rosa; e prendendo con due dita -il mento di Silvina cercò ch'ella sollevasse il +il mento di Silvina cercò ch'ella sollevasse il capo. E quando, dopo molte riluttanze, ella -lo ebbe sollevato, Silvio le offrì quel cartoccio +lo ebbe sollevato, Silvio le offrì quel cartoccio profumato, dicendole: </p> <p> -— Ti regalerò una collana più bella di quella, +— Ti regalerò una collana più bella di quella, con uno zaffiro meraviglioso. Che serve ormai disperarsi? Vieni, piccina. Addolcisciti la bocca, dopo tante lacrime amare. @@ -9049,26 +9011,26 @@ dopo tante lacrime amare. <p> Silvina, lacrimando, prese quel cartoccio e -lo aprì. Vide tanti bei canditi verdi, rossi e gialli, -brillanti come pietre preziose. Allora sollevò gli +lo aprì. Vide tanti bei canditi verdi, rossi e gialli, +brillanti come pietre preziose. Allora sollevò gli occhi su Silvio, e avrebbe voluto frugargli nell'anima. Ma l'anima semplice di Silvio, incapace -più di nascondersi, affiorò sul suo viso in un -rossore di minuto in minuto più intenso, tanto +più di nascondersi, affiorò sul suo viso in un +rossore di minuto in minuto più intenso, tanto <span class="pagenum"><a id="Page_218"></a>[218]</span> che Silvina ebbe come in un lampo la rivelazione -della verità. +della verità . </p> <p> -— Tu! tu me l'hai presa! gridò soffocando +— Tu! tu me l'hai presa! gridò soffocando d'ira. Tu sei stato, tu, tu, tu... </p> <p> -E gettato lungi da sè il cartoccio dei canditi, -che rotolarono qua e là come tante pallottole colorate -di vetro, si scagliò su di lui e lo tempestò +E gettato lungi da sè il cartoccio dei canditi, +che rotolarono qua e là come tante pallottole colorate +di vetro, si scagliò su di lui e lo tempestò rabbiosamente di pugni. </p></div> @@ -9080,29 +9042,29 @@ XII. <p> Proprio in quel momento io avevo bussato all'uscio di quella stanza. La voce irata di Silvina -domandò: — Chi è? — e ne seguì un rumore +domandò: — Chi è? — e ne seguì un rumore di sedie rovesciate, e poi un silenzio assoluto. Senza che avessi udito nessun passo avvicinarsi alla porta, la molla della serratura -scattò improvvisa in quel silenzio. Mi trovai di +scattò improvvisa in quel silenzio. Mi trovai di fronte a Silvina. Dal giorno in cui era fuggita, -e mi pareva un'eternità, non l'avevo -più riveduta. Rivedendola allora, il mio povero +e mi pareva un'eternità , non l'avevo +più riveduta. Rivedendola allora, il mio povero cuore ebbe una trafitta dolorosa, come se in quell'attimo io rivivessi tutte le pene che ella aveva fatto soffrire a noi duramente cinque lunghi -mesi. Se non fossi stato preparato alla più -triste realtà, il suo viso tanto mutato mi avrebbe +mesi. Se non fossi stato preparato alla più +triste realtà , il suo viso tanto mutato mi avrebbe allora detto brutalmente fino a che punto ella si fosse allontanata da noi in quello spazio di <span class="pagenum"><a id="Page_219"></a>[219]</span> -tempo. Ma io non coltivavo più nessuna illusione, -e perciò potei guardare Silvina senza +tempo. Ma io non coltivavo più nessuna illusione, +e perciò potei guardare Silvina senza avere orrore di quell'immagine che, sotto le sue sembianze, vedevo dinnanzi a me per la prima volta. E mentre Silvina, sorpresa dalla mia inaspettata apparizione, mi guardava senza fiatare, -io le parlai calmamente così: +io le parlai calmamente così: </p> <p> @@ -9113,17 +9075,17 @@ buona, adorata mamma! </p> <p> -— La mamma? mormorò Silvina, abbassando +— La mamma? mormorò Silvina, abbassando triste il capo. </p> <p> -— Sì, Silvina, soggiunsi, la mamma ti ha perdonato. +— Sì, Silvina, soggiunsi, la mamma ti ha perdonato. Devi venire con me... </p> <p> -La porta era aperta a metà, e Silvina l'aprì +La porta era aperta a metà , e Silvina l'aprì del tutto, e io vidi quella misera stanza in disordine, Silvio che mi volgeva le spalle abbandonato sopra una sedia, le rose bianche nel secchiello @@ -9132,7 +9094,7 @@ non entrai. </p> <p> -— Subito? domandò Silvina. +— Subito? domandò Silvina. </p> <p> @@ -9140,10 +9102,10 @@ non entrai. </p> <p> -Silvina si ritrasse a capo chino, andò nell'angolo -dove stava l'armadio, si gettò sulle spalle +Silvina si ritrasse a capo chino, andò nell'angolo +dove stava l'armadio, si gettò sulle spalle la mantellina, si mise in capo una cuffietta di -lana, e ritornando verso me, mormorò: +lana, e ritornando verso me, mormorò: </p> <p> @@ -9151,46 +9113,46 @@ lana, e ritornando verso me, mormorò: </p> <p> -Sulla soglia si arrestò un attimo indecisa, poi +Sulla soglia si arrestò un attimo indecisa, poi <span class="pagenum"><a id="Page_220"></a>[220]</span> -si voltò a Silvio, che non s'era mosso, e duramente +si voltò a Silvio, che non s'era mosso, e duramente gli disse: </p> <p> -— Non aspettarmi... Non tornerò mai più... +— Non aspettarmi... Non tornerò mai più... </p> <p> La nostra vecchia carrozza, guidata da Battista, -ci aspettava all'angolo della strada. Incominciò +ci aspettava all'angolo della strada. Incominciò quel triste viaggio di tre lunghe ore. Silvina, seduta al mio fianco, tenendo gli occhi fissi -dinnanzi a sè, non parlava. Avvolto nel mio +dinnanzi a sè, non parlava. Avvolto nel mio mantello, il cappello calcato sulla fronte, me ne stavo anch'io muto, cercando di non guardarla, e il mio pensiero non si allontanava un istante da -mia madre, da lei che non viveva più ormai se +mia madre, da lei che non viveva più ormai se non per quella ultima consolazione che io le portavo. Subito dopo la fuga di Silvina, mia madre aveva incominciato a deperire, e di giorno -in giorno il suo viso si faceva più affilato -e più bianco, come se a goccia a goccia le venisse +in giorno il suo viso si faceva più affilato +e più bianco, come se a goccia a goccia le venisse meno il sangue nelle vene e un freddo fuoco -consumasse la sua povera carne. Verso la metà +consumasse la sua povera carne. Verso la metà di settembre, una mattina, la trovammo svenuta in giardino, dove scendeva sempre appena fatto giorno per pregare dinnanzi a una madonnina di marmo, un'Assunta in cielo, che era stata messa -là, in una nicchia d'edera, il giorno in cui era -nata Silvina. Trasportata nel suo letto, riaprì -gli occhi, ma non erano più i suoi soavi occhi di +là , in una nicchia d'edera, il giorno in cui era +nata Silvina. Trasportata nel suo letto, riaprì +gli occhi, ma non erano più i suoi soavi occhi di prima. Una tristezza infinita vi aveva distesa per sempre la sua ombra, e da quel giorno furono due imploranti occhi che invocavano da Dio la fine di una vita ormai divenuta insoffribile. <span class="pagenum"><a id="Page_221"></a>[221]</span> -Alla fine di ottobre ella non era già più che +Alla fine di ottobre ella non era già più che un'ombra, un'ombra dal viso diafano, che si muoveva per la nostra casa a passi silenziosi e incerti, come desiderosa di uscirne, d'involarsi, @@ -9198,23 +9160,23 @@ e ancora trattenuta da non so quale peso e costretta ad aggirarsi inquieta per quelle stanze. Una mattina volle come sempre alzarsi per scendere e pregare in giardino, ma le forze -le mancarono. Da quel giorno non lasciò più il -suo letto. Ella teneva accanto a sè un ritratto di +le mancarono. Da quel giorno non lasciò più il +suo letto. Ella teneva accanto a sè un ritratto di Silvina, una miniatura di lei bambina di dieci anni, quando ancora portava i capelli sciolti per le spalle, che pareva la dolce immagine d'un angelo. -Allorchè la lasciavano sola, la mamma fissava +Allorchè la lasciavano sola, la mamma fissava gli occhi su quell'immagine e non se ne distaccava se non quando qualcuno, entrando nella stanza, veniva ad interrompere con la sua presenza quella specie d'ipnosi. Dopo due settimane il suo stato era disperato. I medici avevano -rinunciato a ogni cura poichè il male che +rinunciato a ogni cura poichè il male che consumava mia madre non apparteneva ad alcuna delle categorie iscritte nella loro scienza. Era un male assurdo. Non era propriamente un male. Come un lume stanco ella si spegneva a -poco a poco. Questa similitudine tranquillizzò +poco a poco. Questa similitudine tranquillizzò presto la coscienza dei medici, che rassegnati rimisero i loro poteri nelle mani di Dio. Neppure sul tempo che poteva occorrere a quel @@ -9225,16 +9187,16 @@ poche ore, poteva durare ancora settimane e mesi. E noi, a cuore stretto, ci preparammo ad aspettare che il destino irreparabile si compiesse secondo la sua misteriosa legge. Ma era venuto -un giorno in cui mia madre, con i suoi occhi già +un giorno in cui mia madre, con i suoi occhi già fissi in un miraggio lontano, aveva veduto l'Invisibile trasvolare come un vento gelido per quella landa dove lei sola l'aspettava paziente da tanto tempo; aveva sentito il soffio della sua ala avvolgerla come in un freddo abbraccio. -Quando ella ci chiamò era sera inoltrata, e ognuno -di noi, in cuor suo, aveva già chiuso quel +Quando ella ci chiamò era sera inoltrata, e ognuno +di noi, in cuor suo, aveva già chiuso quel giorno, mettendolo nel numero di quelli che, -per grazia di Dio, non si sarebbero mai più rivissuti, +per grazia di Dio, non si sarebbero mai più rivissuti, e stava preparandosi con accorata malinconia al giorno che doveva cominciare domani. Volle che tutti fossimo intorno al suo letto, @@ -9251,30 +9213,30 @@ almeno un bacio... </p> <p> -Mio padre rimase muto, tossì, si coprì gli occhi +Mio padre rimase muto, tossì, si coprì gli occhi con la mano, e per qualche minuto non si mosse. Poi, come se avesse preso una penosa risoluzione, chiudendo le palpebre per nascondere le -lacrime, si curvò su mia madre, la baciò in -fronte, e mormorò: +lacrime, si curvò su mia madre, la baciò in +fronte, e mormorò: </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_223"></a>[223]</span> -— Sia fatta la tua volontà. +— Sia fatta la tua volontà . </p> <p> -Pronunciate queste parole, mio padre uscì +Pronunciate queste parole, mio padre uscì precipitosamente dalla stanza come per dare degli ordini. Udii il suo singhiozzo soffocato. -Mia madre levò i suoi occhi su noi, che le eravamo +Mia madre levò i suoi occhi su noi, che le eravamo rimasti vicini, e ci sorrise. </p> <p> — Voletele sempre bene, disse con un filo di -voce. È la vostra piccola sorellina... +voce. È la vostra piccola sorellina... </p> <p> @@ -9289,18 +9251,18 @@ rimetta il piede in questa casa! </p> <p> -Si alzò d'impeto, chiamò Marta, chiamò Battista, +Si alzò d'impeto, chiamò Marta, chiamò Battista, che accorsero atterriti a quella voce. </p> <p> -— Nessuno si muova, senza mio ordine, gridò +— Nessuno si muova, senza mio ordine, gridò mio padre. Nessuno entri in questa casa, senza il mio permesso. Intendetemi bene: nessuno! </p> <p> -E andò di persona a sprangare l'uscio. +E andò di persona a sprangare l'uscio. </p> <p> @@ -9315,26 +9277,26 @@ umane, i primi passi nelle case dei contadini; vidi i paperi incamminarsi in fila lungo la roggia ghiacciata, come galleggiando nell'aria sporca di <span class="pagenum"><a id="Page_224"></a>[224]</span> -inchiostro, più bianchi della brina che faceva +inchiostro, più bianchi della brina che faceva candida l'erba; quindi nel silenzio soltanto rotto da quei lievi rumori, udii lontano lo squillare delle sonagliere, e poi il rotolio delle ruote sulla via maestra, e lo schioccar della frusta, della prima carrozza di posta, che dal paese si muoveva -per andare in città. Allora ebbi la sensazione +per andare in città . Allora ebbi la sensazione che quel nuovo giorno, che allora incominciava, -non c'era più speranza di poterlo rimandare +non c'era più speranza di poterlo rimandare ad un altro giorno; di poterlo sopprimere, di poterlo comunque evitare, sostituendolo con un altro giorno, preso lontano, fra quelli passati o fra quelli futuri, che non fosse -dominato da una così imperiosa necessità di fare, -e di vedere, e di patire ciò che in quel giorno doveva +dominato da una così imperiosa necessità di fare, +e di vedere, e di patire ciò che in quel giorno doveva essere fatalmente fatto, veduto e patito. Ma io solo, fra tutti gli uomini, non potevo certo -spostare il corso del tempo. E poichè tutti accettavano -quel giorno come ogni altro giorno dell'eternità, -e già incominciavano a viverlo, a muoversi, +spostare il corso del tempo. E poichè tutti accettavano +quel giorno come ogni altro giorno dell'eternità , +e già incominciavano a viverlo, a muoversi, a riscaldarsi del suo debole sole, a consumare la sua poca luce, a riempirlo dei loro dolori e delle loro gioie, a convalidarlo con le @@ -9344,7 +9306,7 @@ un modo solo, uccidendomi. Allora scesi le scale ed entrai nella stalla. Battista, in maniche di camicia, stava strigliando Casacca, la nostra vecchia cavalla bolsa, e mentre la strigliava, in -quella loro affettuosa intimità che durava ormai +quella loro affettuosa intimità che durava ormai <span class="pagenum"><a id="Page_225"></a>[225]</span> da tanti anni, egli parlava alla bestia, confidandole tutti i malanni della propria vecchiaia e @@ -9352,7 +9314,7 @@ commiserando la sua. </p> <p> -— Sarìa tempo, vecia Casacca, pora bestiacca, +— Sarìa tempo, vecia Casacca, pora bestiacca, diceva Battista, che ne mettessero tutti due addosso una bella coperta de tera alta e nera com' l'orinal del re de Fransa. Dalla tua tomba @@ -9363,33 +9325,33 @@ saeculorum. </p> <p> -Ed egli tirò alla bestia un'amorosa pedata e -mi disse: — Buon dì! +Ed egli tirò alla bestia un'amorosa pedata e +mi disse: — Buon dì! </p> <p> Ma quando lo chiamai sulla porta, prima ancora che avessi incominciato a parlare, aveva -già capito, Battista, che cosa volevo da lui. Egli, +già capito, Battista, che cosa volevo da lui. Egli, che m'aveva veduto nascere, mi strinse le mani in silenzio con le sue dita nodose come radici, e con quella stretta volle baciarmi e abbracciarmi, e dirmi che era pronto a morire per assecondarmi in quell'impresa. Casacca, da vecchia porca stramaledetta che era, fu accarezzata da -lui con i nomi più dolci, mentre in fretta quanto -più poteva, le infilava i vecchi finimenti, e la +lui con i nomi più dolci, mentre in fretta quanto +più poteva, le infilava i vecchi finimenti, e la cavezza tutta rattoppata. Cocottina, signorina, Brigidina, angiol del paradiso, santa bestia, tutti -i nomignoli più delicati uscirono dalla sua bocca, +i nomignoli più delicati uscirono dalla sua bocca, mentre la sospingeva rinculoni tra le due stanghe della nostra sgangherata carrozza, e attaccava i tiranti al bilancino e le ficcava il morso tra <span class="pagenum"><a id="Page_226"></a>[226]</span> -le ganasce sdentate, finchè in un fiat fu pronta. +le ganasce sdentate, finchè in un fiat fu pronta. Ed egli salito in cassetta, io rannicchiato sotto il mantice, s'era presa di gran trotto la via maestra -alla volta della città. +alla volta della città . </p> <p> @@ -9399,7 +9361,7 @@ lunga al ritorno. Allora Casacca zoppicando zoppicando trottava di buona lena, fresca del lungo riposo, la pancia ben rimpinzata d'avena, e bastava l'ombra della frusta a farle drizzare le -orecchie e supplire con la buona volontà al difetto +orecchie e supplire con la buona volontà al difetto d'una gamba. Ma ora quella gamba anchilosata imbrogliava maledettamente le altre tre, ed era un continuo inciampare e scapicollarsi, @@ -9409,16 +9371,16 @@ sobbalzo spaventato che trascinava la carrozza fuori di carreggiata a traverso della strada, e nella pancia vuota della bestia l'acqua bevuta alla fontana risciacquava con un rumor cupo di -botte. Era passato da più di due ore il mezzodì +botte. Era passato da più di due ore il mezzodì e anch'io avevo fame. Silvina, digiuna come me, pallida, rincantucciata al mio fianco, gli occhi chiusi e le mani abbandonate in grembo, si lasciava -sballottolare. Questa tortura durò quattro +sballottolare. Questa tortura durò quattro interminabili ore. Finalmente dopo l'ultima salita, sotto il monte rosso, ci apparve il campanile tutto annuvolato di olivi, che crescevan fitti sulla collina. Prima di giungere alla nostra casa si -passa dinnanzi al cimitero, che è sopra un poggio +passa dinnanzi al cimitero, che è sopra un poggio <span class="pagenum"><a id="Page_227"></a>[227]</span> erboso, recinto da un muro di pietre nude, grigio grigio, tra un ippocastano altissimo e @@ -9450,7 +9412,7 @@ XIII. <p> Mia madre era assopita. Accanto a lei, ai due lati del letto, come i due angioli oranti -ai lati della culla del bambino Gesù in certe +ai lati della culla del bambino Gesù in certe oleografie che si vedono in queste case di contadini, Adalgisa e Maria vegliavano raccolte il riposo dell'inferma. Esse mi guardarono, interrogandomi @@ -9463,16 +9425,16 @@ prima di assopirsi! <p> Incontrai mio padre nel corridoio. Egli mi si -fermò un istante dinnanzi, e temetti che volesse -interrogarmi. Ma abbassò il capo, e, accigliato, -in silenzio passò oltre. Mi avvicinai a una finestra +fermò un istante dinnanzi, e temetti che volesse +interrogarmi. Ma abbassò il capo, e, accigliato, +in silenzio passò oltre. Mi avvicinai a una finestra che s'apriva sull'aia, e vidi un po' di luce nella stalla, dove certamente Battista stava rigovernando il letto di Casacca dopo averle versata l'avena nella mangiatoia. Incominciava a -imbrunire. I rami spogli del frutteto erano così +imbrunire. I rami spogli del frutteto erano così fitti e intricati che non potevo vedere la capannuccia -di paglia, laggiù in fondo, dove Silvina +di paglia, laggiù in fondo, dove Silvina aspettava. Pensai che ella dovesse sentirsi morire di fame e di freddo, e le mandai Marta con una tazza di latte caldo, del pane e una coperta @@ -9480,7 +9442,7 @@ di lana. </p> <p> -Più tardi mia madre si svegliò, e noi ci trovammo +Più tardi mia madre si svegliò, e noi ci trovammo di nuovo raccolti intorno al suo letto, come sempre a quell'ora prima di separarci per andare a dormire. Di solito ella voleva che @@ -9489,30 +9451,30 @@ che tutti noi l'ascoltassimo in silenzio, e si recitasse un <i>pater</i> e un <i>ave</i> insieme con lei, che ella incominciava con la sua voce velata: <i>Ave Maria gratia plena...</i> Poi invitava mio padre ad andarsi -a coricare, poichè sapeva che si sarebbe alzato +a coricare, poichè sapeva che si sarebbe alzato all'una di notte, per assisterla fino all'alba, come faceva ormai da tre settimane. Anche quella <span class="pagenum"><a id="Page_229"></a>[229]</span> -sera ella recitò il <i>pater</i> e l'<i>ave</i>, e poi disse a +sera ella recitò il <i>pater</i> e l'<i>ave</i>, e poi disse a mio padre di andare a riposare. Ma i suoi occhi lo guardarono fissamente, con uno sguardo interrogativo, come se attendesse da lui qualche -cosa. Mio padre la baciò in fronte e se ne andò. +cosa. Mio padre la baciò in fronte e se ne andò. </p> <p> Io uscii poco dopo nel corridoio e in punta di piedi cercai di spiare alla porta della sua stanza. Era buia e non s'udiva nessun rumore. -Egli doveva essersi già coricato. Allora scesi in +Egli doveva essersi già coricato. Allora scesi in fretta le scale e, passando per la dispensa, attraversai -il frutteto e trovai laggiù Silvina rannicchiata +il frutteto e trovai laggiù Silvina rannicchiata in fondo alla capannuccia di paglia, e sentii che era tutta ghiaccia, e batteva i denti dal freddo. Era buio buio. Inciampavamo nelle radici degli alberi, affondavamo il piede nei solchi freschi. Silvina si lasciava trascinare: dovetti -più volte sostenerla perchè non cadesse. +più volte sostenerla perchè non cadesse. Finalmente entrammo in casa, e, rallentando il passo e camminando in punta di piedi, raggiungemmo la mia camera dove ci chiudemmo a @@ -9520,16 +9482,16 @@ chiave. </p> <p> -Acceso il lume, Silvina si abbandonò sfinita +Acceso il lume, Silvina si abbandonò sfinita sul letto, disfatta, e tremava. Occorse un po' di tempo prima che incominciasse a riaversi e i suoi occhi semispenti si ravvivassero. Allora, -quando vidi che non tremava più e che +quando vidi che non tremava più e che avrebbe potuto sostenersi, le dissi: </p> <p> -— Preparati, Silvina. Tra poco ti condurrò +— Preparati, Silvina. Tra poco ti condurrò da lei... </p> @@ -9537,24 +9499,24 @@ da lei... Uscii per andare ad assicurarmi che nulla di <span class="pagenum"><a id="Page_230"></a>[230]</span> nuovo fosse accaduto in quel frattempo, e per -dare cautamente a mia madre, forse già rassegnata +dare cautamente a mia madre, forse già rassegnata in cuor suo a non vedere appagato il suo ultimo desiderio, l'annuncio dell'imminente visita di Silvina. Marta era allora accanto a lei, e pareva che mia madre la supplicasse, e che la vecchia, curva sul letto, cercasse amorosamente di confortarla. Quando io entrai, mia madre -tentò di sollevare il capo dal guanciale, e, guardandomi -con tenerezza, sospirò: +tentò di sollevare il capo dal guanciale, e, guardandomi +con tenerezza, sospirò: </p> <p> -— Paris, Paris, conducila subito... Per pietà, -non fatemi soffrire così.... +— Paris, Paris, conducila subito... Per pietà , +non fatemi soffrire così.... </p> <p> -— Sì, le dissi accarezzandola, ora verrà... +— Sì, le dissi accarezzandola, ora verrà ... Ora subito te la conduco... </p> @@ -9580,9 +9542,9 @@ fatto? Non ti vergogni? <p> E la scossi violentemente, e avrei voluto schiaffeggiarla, metterla sotto i miei piedi e -stroncarla; ma per volontà di Dio il pensiero +stroncarla; ma per volontà di Dio il pensiero <span class="pagenum"><a id="Page_231"></a>[231]</span> -di mia madre non mi abbandonò, e presa una +di mia madre non mi abbandonò, e presa una spugna inzuppata d'acqua gliela strofinai con furia sul viso, e afferrati i suoi capelli glieli scompigliai. </p> @@ -9597,21 +9559,21 @@ dominarmi. <p> Ed ella impaurita dall'espressione del mio viso che doveva essere atroce, impaurita da quei gesti -con i quali la minacciavo, io sempre così mite, -così debole, in fretta in fretta si asciugò il volto, +con i quali la minacciavo, io sempre così mite, +così debole, in fretta in fretta si asciugò il volto, e nervosa sfece del tutto le sue trecce, e se le ricompose come un tempo, divisi i capelli sulla fronte, raccolti poi sulla nuca; e quando ebbe -finito si alzò per seguirmi. +finito si alzò per seguirmi. </p> <p> Mia madre stava con gli occhi fissi sull'uscio. -Quando entrai con Silvina, ella aprì le braccia e +Quando entrai con Silvina, ella aprì le braccia e senza parlare, con gli occhi pieni di lacrime, la -chiamò a sè. E quando l'ebbe abbracciata, con +chiamò a sè. E quando l'ebbe abbracciata, con tutte le sue forze se la strinse sul petto e non si -distaccò più da lei. Marta piangeva in un angolo. +distaccò più da lei. Marta piangeva in un angolo. Io triste, in disparte, contemplavo quella pietosa scena, con l'orecchio teso sempre all'uscio, timoroso che mio padre, destato da @@ -9619,13 +9581,13 @@ qualche rumore insolito, potesse allora sorprenderci. </p> <p> -Mia madre e Silvina stettero a lungo così +Mia madre e Silvina stettero a lungo così strette l'una all'altra, senza un movimento, senza una parola. Poi mia madre sciolse il suo abbraccio, <span class="pagenum"><a id="Page_232"></a>[232]</span> e guardando Silvina che si era sollevata, -cercò ansiosamente sul suo viso non so -quale segno che ella sola conosceva, e mormorò: +cercò ansiosamente sul suo viso non so +quale segno che ella sola conosceva, e mormorò: </p> <p> @@ -9633,23 +9595,23 @@ quale segno che ella sola conosceva, e mormorò: </p> <p> -Silvina abbassò gli occhi: non osò più guardare +Silvina abbassò gli occhi: non osò più guardare in viso sua madre. Vidi la vergogna che quelle innocenti parole produssero in lei e forse -capì, allora, perchè io l'avessi trattata tanto brutalmente +capì, allora, perchè io l'avessi trattata tanto brutalmente poco prima; l'avessi picchiata e insultata. Mia madre volle che si sedesse sul letto accanto a lei, ed io leggevo nei suoi occhi una -sofferenza penosa, perchè avrebbe voluto parlarle -e non poteva più. Le ultime parole che +sofferenza penosa, perchè avrebbe voluto parlarle +e non poteva più. Le ultime parole che ella disse furono appunto quelle: — Sei sempre la stessa, la mia piccola Silvina... I suoi occhi vedevano ancora lucidamente, la sua intelligenza -era ancora viva, ma non poteva più parlare. +era ancora viva, ma non poteva più parlare. Tentava di quando in quando qualche gesto vago, stringeva le mani di Silvina, e poi con l'indice teso le faceva cenno di no. Voleva -dire: — Non andartene più... non ritornare +dire: — Non andartene più... non ritornare via... non mi abbandonare... non abbandonare tuo padre... E Silvina, osando appena sfiorarla con lo sguardo quando uno di questi gesti la @@ -9659,41 +9621,41 @@ col capo, ma non osava parlare. <p> Io pensavo quanto quella scena penosa si sarebbe -prolungata ancora, allorchè mi parve di +prolungata ancora, allorchè mi parve di <span class="pagenum"><a id="Page_233"></a>[233]</span> udire nel corridoio uno stropiccio di passi cauti, e persino il respiro affannoso di un uomo. Mi avvicinai lentamente all'uscio, lo socchiusi, e guardai da un lato e dall'altro. Ma il corridoio era perfettamente buio e non vidi nessuno. -Quando mi volsi, mia madre mi chiamò, e presami -con fatica una mano la unì alle mani di Silvina. +Quando mi volsi, mia madre mi chiamò, e presami +con fatica una mano la unì alle mani di Silvina. Voleva dire: — Te l'affido... non lasciarla partire... proteggila tu. Allora, soltanto allora, mi ricordai che Silvina prima di lasciare Silvio gli aveva detto: — Non mi aspettare. Non -tornerò mai più! — e pensai che forse Silvina, +tornerò mai più! — e pensai che forse Silvina, sebbene non avesse osato chiedermelo, desiderasse veramente di rimanere con noi, di non -ritornare mai più a quella vita irregolare che -doveva averle procurato più delusioni che gioie, -più umiliazioni che piaceri, forse pentita, quantunque +ritornare mai più a quella vita irregolare che +doveva averle procurato più delusioni che gioie, +più umiliazioni che piaceri, forse pentita, quantunque il suo maledetto carattere le impedisse di confessarlo, d'essersi abbandonata a quel capriccio, -di aver cagionato a sè stessa e a noi tanto +di aver cagionato a sè stessa e a noi tanto male. Forse la paura di mio padre, il timore di esser trattata duramente da noi, di esser punita -con troppa severità, la rendeva ancora esitante. +con troppa severità , la rendeva ancora esitante. Forse orgogliosa com'era, aspettava che qualcuno le parlasse e la pregasse di rimanere. Davvero avrebbe dovuto lei pregare, inginocchiarsi dinnanzi a mio padre, invocare il suo perdono. Avrebbe dovuto mortificarsi ed espiare, almeno -con un atto di umiltà, tutto il male che aveva -fatto. Ma mia madre era morente, e mi sembrò +con un atto di umiltà , tutto il male che aveva +fatto. Ma mia madre era morente, e mi sembrò <span class="pagenum"><a id="Page_234"></a>[234]</span> che negarle l'ultima gioia, allontanare anche -soltanto da lei di un attimo la possibilità di veder +soltanto da lei di un attimo la possibilità di veder compiuto il suo ardente desiderio, sarebbe stata una colpa di cui avrei sentito eternamente il rimorso. </p> @@ -9715,14 +9677,14 @@ Poi domandai a mia madre: </p> <p> -— Così, mamma? +— Così, mamma? </p> <p> -Ed ella mi accennò di sì, e portò la mia mano +Ed ella mi accennò di sì, e portò la mia mano alle labbra che erano appena appena tepide, la -baciò, e con un profondo sospiro chiuse gli occhi -per meglio contemplare quella felicità radiosa +baciò, e con un profondo sospiro chiuse gli occhi +per meglio contemplare quella felicità radiosa in cui si sentiva rapire. </p> @@ -9730,7 +9692,7 @@ in cui si sentiva rapire. All'orologio della chiesa suonarono i tre quarti. Tra un quarto d'ora nostro padre si sarebbe alzato, sarebbe venuto a prendere il suo -posto accanto al letto, dove Marta aveva già +posto accanto al letto, dove Marta aveva già silenziosamente preparato la sua poltrona con i due cuscini, e messo lo scaldino. Allora presi Silvina per la mano, e, senza che mia madre, @@ -9745,22 +9707,22 @@ Mio padre non s'era coricato quella notte. <span class="pagenum"><a id="Page_235"></a>[235]</span> Egli sapeva che Silvina era venuta. Egli era stato a spiare dietro l'uscio quando avevo introdotto -Silvina nella camera della mamma, e quello stropiccìo, +Silvina nella camera della mamma, e quello stropiccìo, quel respiro affannoso che m'era parso di udire, era lui che si muoveva guardingo, lui -che cercava di soffocare il suo pianto. Ah! perchè -non entrò con noi, perchè non volle vedere -Silvina, perchè l'orgoglio vinse, anche in quella -notte, il suo dolore, ed egli preferì reprimere la -sua pietà anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò -vincere dalla paura di mostrarsi debole, anzichè +che cercava di soffocare il suo pianto. Ah! perchè +non entrò con noi, perchè non volle vedere +Silvina, perchè l'orgoglio vinse, anche in quella +notte, il suo dolore, ed egli preferì reprimere la +sua pietà anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò +vincere dalla paura di mostrarsi debole, anzichè seguire l'impulso generoso che lo spingeva a perdonare? Forse Silvina sarebbe stata salva, e il male di quei mesi avrebbe potuto essere in qualche modo riparato, e la sventura si sarebbe allontanata per sempre dalla nostra casa. Ma -mio padre non uscì dalla sua stanza se non -quando udì che tutto era ritornato in silenzio, +mio padre non uscì dalla sua stanza se non +quando udì che tutto era ritornato in silenzio, che noi ce n'eravamo andati, ed ogni pericolo d'incontrarsi con Silvina era, almeno per quella notte, scongiurato. @@ -9785,19 +9747,19 @@ Ed ella rispondeva di no col capo, e non mi <span class="pagenum"><a id="Page_236"></a>[236]</span> guardava, non diceva una sola parola. Gli occhi non le si chiusero mai, neppure per un istante, -finchè la luce di un altro giorno diradò lentamente +finchè la luce di un altro giorno diradò lentamente le tenebre, fece impallidire la luce della -nostra lampada, e allora Silvina si alzò, si +nostra lampada, e allora Silvina si alzò, si strinse sulle spalle la mantellina, raccolse le sue piccole scatole di pomata, di belletto, di cipria, abbandonate accanto allo specchio, e nascose i capelli nella sua cuffiettina di lana. Come la mattina innanzi, quando ero partito -per andarla a cercare in città, il silenzio notturno +per andarla a cercare in città , il silenzio notturno fu rotto dalle prime voci umane che risuonavano stranamente nell'aia, i cani della scuderia abbaiarono, le campane della chiesa si sciolsero in uno -scampanìo lungo e triste. +scampanìo lungo e triste. </p> <p> @@ -9805,7 +9767,7 @@ scampanìo lungo e triste. </p> <p> -Silvina varcò la soglia senza neppure voltarsi, +Silvina varcò la soglia senza neppure voltarsi, e scomparve. Poco dopo udii la vettura di posta tutta squillante di sonagli avvicinarsi per la via maestra, l'udii passare al trotto e allontanarsi... @@ -9817,7 +9779,7 @@ XIV. </h3> <p> -Udii la vettura allontanarsi; e poco è mancato +Udii la vettura allontanarsi; e poco è mancato che io scrivessi: per sempre. No, non per sempre. Con i suoi tre cavalli essa ha da allora consumato molta altra strada. La vita, anche semplicemente @@ -9827,9 +9789,9 @@ non s'interrompe, neppure se uno di noi muore. In questo senso ha molto maggiore importanza la morte o la caduta di un cavallo, una frana che precipiti attraverso la via, la rottura di una ruota -o di un asse. Ma Silvina, sì, se ne andò per +o di un asse. Ma Silvina, sì, se ne andò per sempre. Come mia madre. Nemmeno Silvio la -rivide mai più. +rivide mai più. </p></div> <div class="chapter"> @@ -9840,7 +9802,7 @@ rivide mai più. <h2> PARTE QUARTA<br /> -Come finì poi la collana. +Come finì poi la collana. </h2> <p class="pad4"> @@ -9848,26 +9810,26 @@ Ancora una volta ho dimenticato la collana. Questo sinistro gioiello apportatore di sventura lo smarrisco sempre per via. Scompare dai miei racconti, mi scivola quasi dalla memoria, con -la stessa improvvisa fatalità con cui ho veduto +la stessa improvvisa fatalità con cui ho veduto realmente apparire e scomparire e riapparire il suo freddo splendore nelle circostanze -più dolorose che ho attraversato fino al momento +più dolorose che ho attraversato fino al momento in cui scrivo. </p> <p> Se fossi un romanziere di grido non mi sentirei molto mortificato per una distrazione di -questo genere, perchè, specialmente in altri tempi, +questo genere, perchè, specialmente in altri tempi, quando si scrivevano romanzi di intreccio e di immaginazione con molti personaggi e avventurose vicende (contrariamente a quanto avviene nei romanzi d'oggi che sono soltanto pieni di belle immagini e di rari fantocci meditativi e sedentari), accadeva spesso agli -scrittori anche più provetti di perdere per via, +scrittori anche più provetti di perdere per via, non dico una collana, ma addirittura uno e spesso -anche due o più personaggi, che, per ritrovarli, +anche due o più personaggi, che, per ritrovarli, era poi necessario ricondurre il lettore a fare alquanti passi indietro. Ma se non voglio, a nessun costo, tralasciare di dire quale sia stata @@ -9884,35 +9846,35 @@ chiara, nel suo intreccio molto comune e verosimile oltre che perfettamente vero, anche senza conoscere la fine fatta da quella sciagurata collana. In questo senso noi ignoriamo fatti -ben più importanti, come sarebbe quello, per -esempio, della fine che potrà fare Silvina allorchè -si sarà stancata del principe Stroztki o il +ben più importanti, come sarebbe quello, per +esempio, della fine che potrà fare Silvina allorchè +si sarà stancata del principe Stroztki o il principe Stroztki di lei, e la falsa vita di principessa ch'ella conduce, tra festini, gioielli ed amorosi -capricci, non le offrirà più alcuno svago. -Ma la fine di Silvina, che sarà senza dubbio +capricci, non le offrirà più alcuno svago. +Ma la fine di Silvina, che sarà senza dubbio triste, appartiene all'avvenire, mentre quella della -sua collana si può dire che appartenga ormai +sua collana si può dire che appartenga ormai al passato. </p> <p> Raccontano che vi siano state gemme altrettanto -malefiche quanto quella, e anche più, le +malefiche quanto quella, e anche più, le quali rovinarono con la loro sinistra influenza regni e repubbliche, spensero nel sangue intere dinastie, scatenando guerre e pestilenze, e, precipitate -poi nelle profondità dei mari, furono dopo +poi nelle profondità dei mari, furono dopo secoli ripescate, e ricominciarono a seminare sulla loro strada delitti e sciagure. Ma, per conto mio, spero di non vedere quello smeraldo <span class="pagenum"><a id="Page_241"></a>[241]</span> -rivarcare mai più le soglie di questo mondo, dal +rivarcare mai più le soglie di questo mondo, dal quale ora il caso lo ha allontanato. E fra alcuni -secoli, quando ritornerà il suo turno di maleficio, -non sarò certo più io quello che il destino -condurrà ad urtargli contro. Il nostro solo conforto -può essere di pensare che una volta si +secoli, quando ritornerà il suo turno di maleficio, +non sarò certo più io quello che il destino +condurrà ad urtargli contro. Il nostro solo conforto +può essere di pensare che una volta si nasce uomo, e una volta, forse, smeraldo. </p> @@ -9923,10 +9885,10 @@ Quando Silvio, vedendo quale prova d'amore Silvina esigesse da lui, si decise a trafugare la collana di cui Silvina era tanto ambiziosa, non pensava certo che con quell'atto di leggerezza -avrebbe distrutto per sempre la propria felicità, -già molto pericolante. Più gli era sembrata -opprimente la città la sera innanzi uscendo dall'ospedale, -più allora gli sembrava ospitale, allegra, +avrebbe distrutto per sempre la propria felicità , +già molto pericolante. Più gli era sembrata +opprimente la città la sera innanzi uscendo dall'ospedale, +più allora gli sembrava ospitale, allegra, piacevole. Si sentiva ancora un po' stordito, ma quello stordimento non era punto doloroso. </p> @@ -9947,24 +9909,24 @@ di donna o di bimbo, fumare come le froge dei cavalli dei fiaccherai che, trascinandosi addormentati a passo morto lungo le strade, sfiatavano ad ogni tratto nuvolette di vapore leggiero -e bianco; nè più leggiero nè meno candido +e bianco; nè più leggiero nè meno candido di quello che si sprigionava di sotto i coperchi delle pentole dove bollivano e pipavano -le castagne. È divertente, camminando a quell'ora -per la città, osservare le facciate delle case, +le castagne. È divertente, camminando a quell'ora +per la città , osservare le facciate delle case, con tutte le loro finestre ancora chiuse, e -vedere in che modo una qua e una là se ne spalanchi +vedere in che modo una qua e una là se ne spalanchi di botto, con che viso stupefatto ogni uomo, appena sveglio, guardi il mondo dal suo davanzale come se fosse nuovo, e quanta paura abbia dell'aria libera della strada, e quanta fretta di rinchiudersi un'altra volta nel suo piccolo -guscio. No, il sole d'inverno non è ben visto +guscio. No, il sole d'inverno non è ben visto da nessuno. </p> <p> -Un poco più tardi le strade si animano veramente, +Un poco più tardi le strade si animano veramente, quando i carretti degli erbivendoli e dei merciai aprono il loro commercio, e i portinai, ramazzato il loro tratto di marciapiede, si dispongono @@ -9974,13 +9936,13 @@ e strani ordegni, come bande di svaligiatori, danno l'assalto alle botteghe, ne alzano le saracinesche, ne spalancano gli sportelli, e mettono sulla strada le mercanzie come se fosse roba rubata. -Allora la città perde ogni carattere, tutto +Allora la città perde ogni carattere, tutto <span class="pagenum"><a id="Page_243"></a>[243]</span> -è confusione, disordine, tumulto, e per spiccare +è confusione, disordine, tumulto, e per spiccare su quella marea rumorosa e agitata di gente che -invade le strade, corre, grida, si urta, e più cerca -di sopraffarsi più si perde e si confonde nel -caos, non basta più la modesta personalità di +invade le strade, corre, grida, si urta, e più cerca +di sopraffarsi più si perde e si confonde nel +caos, non basta più la modesta personalità di ciascuno, fatta di un certo modo di camminare o di portare il cappello, di un naso troppo lungo o di un abito bizzarramente tagliato, ma bisognerebbe @@ -9991,18 +9953,18 @@ a gote piene nei loro corni d'argento. </p> <p> -Ma Silvio non la pensava così quando, alleggerito -del peso della collana, uscì dal gioielliere -e s'incamminò verso un mercante di pellicce, +Ma Silvio non la pensava così quando, alleggerito +del peso della collana, uscì dal gioielliere +e s'incamminò verso un mercante di pellicce, dove si proponeva di comprare quel pastrano verde con colletto di lupo e quel berretto di lontra che Silvina gli vide addosso nell'aprire gli occhi. Silvio credeva che tutti riconoscessero in lui un uomo straordinariamente ricco e felice; e avrebbe voluto chiedere a ognuno che passava -se la città intera fosse da vendere. Così, ciecamente +se la città intera fosse da vendere. Così, ciecamente beato, a passo di bersagliere, la fronte -alta, gli occhi ridenti, se ne andò, Silvio, incontro +alta, gli occhi ridenti, se ne andò, Silvio, incontro alla propria rovina. </p> @@ -10019,24 +9981,24 @@ riccioli neri della parrucca, senza pensare che da quelle carezze non gliene poteva venire alcun brivido. — E oltre tutto, concludeva Silvina, m'ha lasciata anche senza la mia bella collana!... — Povera -Silvina! esclamò il principe, +Silvina! esclamò il principe, quella collana vi era dunque tanto cara? — Era il solo ricordo che avessi di mio padre! E poi dove trovare uno smeraldo altrettanto bello e -perfetto? Povero papà mio! Se lo sapesse! — Infine, +perfetto? Povero papà mio! Se lo sapesse! — Infine, Silvina cara, disse il principe, non vi disperate -così. Se non sarà una collana con uno -smeraldo altrettanto perfetto e fulgido, sarà +così. Se non sarà una collana con uno +smeraldo altrettanto perfetto e fulgido, sarà un'altra collana non meno preziosa di quella. </p> <p> -Silvina si consolò. Quel giorno stesso il principe +Silvina si consolò. Quel giorno stesso il principe la mise in una bella carrozza tirata da due focosi cavalli e la condusse di galoppo dal primo -gioielliere della città. Le vetrine di quel gioielliere -eran mille volte più risplendenti della famosa -caverna di Alì Babà, perchè vi si vedevano +gioielliere della città . Le vetrine di quel gioielliere +eran mille volte più risplendenti della famosa +caverna di Alì Babà , perchè vi si vedevano radunate, in molli conchiglie di velluto violetto, gemme d'ogni grandezza e colore, dalle quali si sprigionavano, come da un firmamento di fuochi @@ -10050,9 +10012,9 @@ cupe ametiste, trasparenti acque marine, e tutti racchiusi in preziose legature. Alcuni di essi uscivano per la prima volta dalle mani dell'orafo, tutti fiammanti e lucidi; altri avevano appartenuto -ai Raià delle Indie Inglesi, all'Imperatrice +ai Raià delle Indie Inglesi, all'Imperatrice della Cina o al Sultano dei Turchi, e dalla -loro profondità traspariva, come in certi begli +loro profondità traspariva, come in certi begli occhi stanchi, una luce che parea consumata. La folla che passava dinnanzi a quella bottega tuffava per un attimo le pupille avide e meravigliate @@ -10074,29 +10036,29 @@ veniva ora allineandole sotto i loro occhi, in silenzio. Prima fu una collana di perle e diamanti neri con qualche rara lacrima d'opale; poi una collana di perle candide alternate con -ametiste e zaffiri di una profondità notturna; poi +ametiste e zaffiri di una profondità notturna; poi ancora una collana tutta di rubini quadrati ed una di onici e di brillanti. Silvina guardava estatica <span class="pagenum"><a id="Page_246"></a>[246]</span> quei vezzi degni di una regina e non sapeva -dire quale le piacesse di più; quando, con sua +dire quale le piacesse di più; quando, con sua gran meraviglia, vide le mani magre e tremanti del gioielliere porgerle sopra un piccolo scudo nero una collana d'oro semplice al cui centro splendeva un superbo smeraldo. Il suo cuore -palpitò. Era quella proprio la sua collana! Il +palpitò. Era quella proprio la sua collana! Il principe Stroztki disse vedendola: — Non mi sbaglio? Questa, Silvina, sembra tutta la vostra -collana. — Il gioielliere commentò lentamente: — È +collana. — Il gioielliere commentò lentamente: — È la meno preziosa. Ma, per me, la luce di questo smeraldo vale tutte le altre. — Silvina non sapeva staccare gli occhi da quella pietra verde che col suo splendore la teneva incantata. Ma chiuse le palpebre e disse: — No, -Stanislao, non è certamente la mia collana. — Ella +Stanislao, non è certamente la mia collana. — Ella scelse invece quella tutta composta di rubini, e volle che subito il principe gliela allacciasse -al collo. Così Silvina rinnegò per l'ultima +al collo. Così Silvina rinnegò per l'ultima volta il suo passato, e la collana di Daria fu nuovamente rinchiusa nello scrigno del gioielliere. </p> @@ -10104,7 +10066,7 @@ fu nuovamente rinchiusa nello scrigno del gioielliere. <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Poco tempo dopo in città scoppiò una sommossa. +Poco tempo dopo in città scoppiò una sommossa. In una chiara notte di maggio alcune navi nel porto improvvisamente s'incendiarono e, fumando come vulcani, vomitavano cenere @@ -10112,16 +10074,16 @@ calda e scintille che il vento faceva roteare sui <span class="pagenum"><a id="Page_247"></a>[247]</span> tetti come frecce arroventate. Da per tutto si sparse un puzzo asfissiante di catrame e di pece, -e sembrò che la luna, che era bianca e limpida +e sembrò che la luna, che era bianca e limpida in cielo, sbavasse sulle facciate delle case e sulle strade deserte la luce rossa di un sole equatoriale. -A quel pauroso allarme la folla si riversò +A quel pauroso allarme la folla si riversò per le vie e venne gridando sul molo. Ma quando vide dai silos accorrere un'altra folla urlante che -recava fiaccole accese e scale altissime, indietreggiò +recava fiaccole accese e scale altissime, indietreggiò terrorizzata, e di nuovo le strade si vuotarono. Come se un ciclone si fosse improvvisamente -abbattuto sulla città, e per le vie e le piazze +abbattuto sulla città , e per le vie e le piazze corressero fiumi vorticosi di libeccio, era tutto uno sbatacchiar d'imposte e di finestre e di porte, che via via si chiudevano con cupi tonfi, @@ -10139,7 +10101,7 @@ per il quartiere dei cotonifici, gli altri in direzione della cattedrale, altri ancora verso il quartiere degli armatori e dei banchieri, e tutti andavano poi a convergere verso il centro della -città. Le torce delle prime colonne erano già +città . Le torce delle prime colonne erano già consumate e spente, quando ancora le ultime ondate con le loro fiaccole accese non avevano attraversato il mercato. Dove queste s'incontrarono @@ -10148,15 +10110,15 @@ con quelle nacquero mischie spaventose. I portatori di fiaccole, trovandosi improvvisamente di fronte a colonne che tumultuavano al buio, credettero d'essere caduti in un agguato. -In breve una battaglia furibonda s'impegnò fra -le due parti, finchè anche le ultime torce consumate -si spensero e la moltitudine continuò a combattere +In breve una battaglia furibonda s'impegnò fra +le due parti, finchè anche le ultime torce consumate +si spensero e la moltitudine continuò a combattere furiosamente al buio. Ciascuno credeva di avere di fronte un esercito di soldati. Da ogni parte si drizzavano barricate. E dietro le barricate, incuranti di quella inutile strage, i ladri -che senza nè fiaccole nè lanterne nè clamori, alla -spicciolata, erano accorsi dai quartieri più eccentrici +che senza nè fiaccole nè lanterne nè clamori, alla +spicciolata, erano accorsi dai quartieri più eccentrici al primo odore di tempesta, svaligiavano tranquillamente le botteghe, caricavano i carretti che s'eran trascinati dietro correndo, e @@ -10186,7 +10148,7 @@ luce dell'aurora le lance fitte della cavalleria. <p> In una certa grotta scavata nella scogliera, al -di là del faro, Perdifiato, seduto in faccia al +di là del faro, Perdifiato, seduto in faccia al mare, aspettava pazientemente che spuntasse la alba. Il mare era livido e agitato, e vomitava contro lo scoglio ondate tutte bavose che si rompevano @@ -10198,9 +10160,9 @@ Non si distingueva ancora la luce di levante, dove il sole insinuava tra cielo e mare la punta d'un raggio pallido pallido, dalla luce di ponente, dove la mezza luna, ancora tutta fuori -dell'orizzonte quantunque già coricata, guardava +dell'orizzonte quantunque già coricata, guardava di traverso le ombre a poco a poco sfumare sulla -terra. E già i gabbiani, usciti dai loro nidi, assalivano +terra. E già i gabbiani, usciti dai loro nidi, assalivano il vento a testa bassa remando affannati con le ali tutte distese. Perdifiato, cercando di allontanare dagli occhi i ciuffi di capelli spioventi @@ -10212,13 +10174,13 @@ tutto fare con una gamba sola, cercando di aiutarsi alla meglio con una stampella di legno. <span class="pagenum"><a id="Page_250"></a>[250]</span> Almeno la gobba, che il destino, previdente di -ciò che gli sarebbe mancato poi, gli aveva appioppata +ciò che gli sarebbe mancato poi, gli aveva appioppata sul groppone fin dalla nascita, e di cui egli non sapeva che farsi, avesse potuto cambiarla con un'altra gamba! Ma no! La gamba se ne era andata sotto un carro, e la gobba gli era invece rimasta. E lo chiamavano Perdifiato -appunto perchè, camminando con quella stampella +appunto perchè, camminando con quella stampella e quel fagotto sempre appeso alle spalle, pareva a tutti che per la gran fatica dovesse mancargli da un momento all'altro il fiato. @@ -10227,38 +10189,38 @@ da un momento all'altro il fiato. <p> Se avesse avuto tutte e due le gambe come una volta, anche la gobba gli sarebbe sembrata -più leggiera. Ma certo egli non le avrebbe impiegate, +più leggiera. Ma certo egli non le avrebbe impiegate, come quegli stupidi gabbiani impiegavano le loro ali, a lottare contro il vento senza nessuna speranza di poterlo attraversare. Se mai si sarebbe messo a gareggiare con lui, per fare -a chi correva più veloce, e tanto meglio se il +a chi correva più veloce, e tanto meglio se il vento, prendendolo in poppa, lo avesse anche aiutato. Allora non gli sarebbero occorse due ore per arrivare da quella grotta maledetta al centro -della città, e poi altre due ore per mettersi -in salvo prima dell'alba. Ma così conciato, che -avrebbe potuto fare di più? Appena aveva visto +della città , e poi altre due ore per mettersi +in salvo prima dell'alba. Ma così conciato, che +avrebbe potuto fare di più? Appena aveva visto fiammeggiare l'incendio nel porto s'era messo a correre, e, rischiando ad ogni passo di schiantarsi anche quell'unica gamba che gli rimaneva, aveva fatto salti da cavalletta su per la scogliera e poi lungo il molo tutto ingombro di travi, di <span class="pagenum"><a id="Page_251"></a>[251]</span> -corde, di àncore, di botti. L'anima agitata gli +corde, di à ncore, di botti. L'anima agitata gli avrebbe messo le ali ai piedi, se ne avesse avuti due. Ma a una gruccia, a un povero pezzo di -legno, come poteva mettere un'ala? Sicchè tutto +legno, come poteva mettere un'ala? Sicchè tutto sfiatato, era giunto appena in tempo a intrufolarsi in una certa bottega che aveva la porta sfondata, giusto per spigolare quello che gli -altri più fortunati, cioè più veloci di lui, vi avessero +altri più fortunati, cioè più veloci di lui, vi avessero per caso dimenticato. Con un moccoletto s'era messo a frugare, e per quanto quella fosse la bottega di un gioielliere, non aveva trovato se non un paio di vecchie scarpe, in un angolo, in un altro una valigia usata, sopra un tavolo -una lente d'ingrandimento e un poco più in là +una lente d'ingrandimento e un poco più in là una bilancia di precisione. Nel fondo di uno scrigno di ferro, che doveva aver dato molto da fare per aprirlo c'era un mucchio di cartoccini @@ -10267,24 +10229,24 @@ volta ma ora parevano tutti vuoti, mezzi strappati e sfatti. Perdifiato, affondando scrupoloso la mano nel mucchio, credette di sentirne uno ancor pieno. Allora, per non perdere tempo, aperta -la valigia, vi rovesciò dentro tutta quella -carta, e, confidando nella fortuna, così carico di +la valigia, vi rovesciò dentro tutta quella +carta, e, confidando nella fortuna, così carico di quel magro bottino prese la via dell'uscita. </p> <p> -Ma il ritorno non era andato così liscio come +Ma il ritorno non era andato così liscio come si poteva sperare. Sotto un arco buio aveva fatto un incontro che per poco non gli era costato -la pelle; perchè, mentre se ne andava tutto saltellante -per la via più breve, due ombre si eran +la pelle; perchè, mentre se ne andava tutto saltellante +per la via più breve, due ombre si eran <span class="pagenum"><a id="Page_252"></a>[252]</span> staccate da un angolo e gli avevano sbarrato il cammino. </p> <p> -— Olà! diceva una voce rauca, d'uomo, tu +— Olà ! diceva una voce rauca, d'uomo, tu prendilo per il collo e tiello fermo... </p> @@ -10297,9 +10259,9 @@ E un'altra voce, che pareva di ragazzo, diceva: </p> <p> -Perdifiato si sentì veramente mancare tutto +Perdifiato si sentì veramente mancare tutto il fiato che dopo tanto correre ancora gli rimaneva, -e balbettò: +e balbettò: </p> <p> @@ -10309,7 +10271,7 @@ e balbettò: <p> Ma due mani possenti lo afferrarono per le spalle, e altre due mani gli abbrancarono il ginocchio, -e Perdifiato, barcollando, sentì che +e Perdifiato, barcollando, sentì che quello che lo stringeva alla gamba cercava nell'ombra l'altro ginocchio, per agguantarlo, e non lo trovava. Intanto quello che lo teneva abbracciato @@ -10322,19 +10284,19 @@ sulla schiena! </p> <p> -Allora sentì la stretta del ginocchio mollare, +Allora sentì la stretta del ginocchio mollare, e due mani gli si infilarono sotto il corpetto e incominciarono a palpargli la gobba. </p> <p> -— Non viene niente! gridò indispettito il ragazzo, +— Non viene niente! gridò indispettito il ragazzo, che era quello che lo frugava. </p> <p> Allora l'altro prese Perdifiato per i capelli e -lo scrollò con tanta forza, che, perdendo l'equilibrio, +lo scrollò con tanta forza, che, perdendo l'equilibrio, egli cadde lungo disteso per terra. </p> @@ -10345,19 +10307,19 @@ anch'io! <p> <span class="pagenum"><a id="Page_253"></a>[253]</span> -In quel mentre s'udì uno scalpiccio di gente +In quel mentre s'udì uno scalpiccio di gente che si avvicinava correndo, e allora quello che -gli stava sopra gli assestò un pugno nelle costole, -e se ne fuggì a precipizio seguito dal ragazzo -che dileguò subito con lui nel buio. +gli stava sopra gli assestò un pugno nelle costole, +e se ne fuggì a precipizio seguito dal ragazzo +che dileguò subito con lui nel buio. </p> <p> Perdifiato rimase qualche minuto immobile, senza respiro, per l'acuto dolore che sentiva alle -costole. Poi, quando non udì più alcun rumore, -cercò di sollevarsi, e palpandosi il fianco -sentì che versava sangue. +costole. Poi, quando non udì più alcun rumore, +cercò di sollevarsi, e palpandosi il fianco +sentì che versava sangue. </p> <p> @@ -10366,8 +10328,8 @@ sentì che versava sangue. <p> E premendosi con una mano la ferita, e con -l'altra aggrappandosi al muro, si alzò in piedi, -ritrovò la gruccia, la valigia e le scarpe che, sfuggendogli +l'altra aggrappandosi al muro, si alzò in piedi, +ritrovò la gruccia, la valigia e le scarpe che, sfuggendogli di mano quando era caduto, erano rotolate poco lontano, e ansando disperatamente raggiunse la grotta dove Prisca ed Accolito dormivano @@ -10377,7 +10339,7 @@ ancora ignari di tutto. <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Ora gli premeva di sapere due cose, e perciò +Ora gli premeva di sapere due cose, e perciò aspettava la luce del giorno: prima di tutto se in quei cartocci che stavano nella valigia ci fosse qualche cosa di buono; poi se la ferita che lo @@ -10385,34 +10347,34 @@ faceva soffrire, e non voleva stagnarsi, fosse grande o piccina, soltanto un graffio oppure un buco profondo. Finalmente un po' di chiarore si fece nell'aria, e Perdifiato, rovesciata la valigia -in una specie di buca fatta nello scoglio, incominciò +in una specie di buca fatta nello scoglio, incominciò <span class="pagenum"><a id="Page_254"></a>[254]</span> a passare uno dopo l'altro gli involti di carta velina, e non c'era piega ch'egli lasciasse inesplorata. Con sua infinita gioia in uno -trovò una pietruzza che al tasto e al colore, alla -rotondità, riconobbe per una perla. Era una +trovò una pietruzza che al tasto e al colore, alla +rotondità , riconobbe per una perla. Era una bella perla bianca, grossa come un cece. Poi -trovò, in un altro cartoccino rimasto intatto, +trovò, in un altro cartoccino rimasto intatto, quattro o cinque pietre giallognole, trasparenti, lavorate come il brillante, ed erano quattro o -cinque topazi. Infine trovò, proprio quando aveva +cinque topazi. Infine trovò, proprio quando aveva perduta ogni altra speranza e non rimanevano nella buca se non pochi straccetti di carta, una collanina d'oro da cui pendeva uno smeraldo ovale. Perdifiato stava guardando quello smeraldo contro luce per vedere quanto fosse limpido -e trasparente, quando un dolore acuto gli attraversò +e trasparente, quando un dolore acuto gli attraversò improvvisamente il fianco ferito e gli -strappò un lamento. Si rovesciò allora il corpetto, +strappò un lamento. Si rovesciò allora il corpetto, e si vide tutto sporco di sangue. Sotto le costole gli si apriva un taglio di coltello largo due dita che doveva essere profondo assai. Perdifiato -si arruffò disperato i capelli sulla fronte -e capì che di quel colpo poteva morire. Infatti -si sentiva a poco a poco mancare le forze, e già -gli occhi gli si annebbiavano. Chiamò con tutta -la sua voce: — Prisca! Accolito! — e cominciò +si arruffò disperato i capelli sulla fronte +e capì che di quel colpo poteva morire. Infatti +si sentiva a poco a poco mancare le forze, e già +gli occhi gli si annebbiavano. Chiamò con tutta +la sua voce: — Prisca! Accolito! — e cominciò a tirar sassi nella grotta per svegliarli. </p> @@ -10429,28 +10391,28 @@ tutta nel sogno e dalle sue belle labbra sorridenti uscivano di quando in quando piccoli gridi lamentosi, come se realmente ella si trovasse alle prese con una muta di innamorati. Uno dei sassi -che Perdifiato tirava nella grotta la colpì alla -spalla e la destò spaventata. Ed ella, rizzandosi +che Perdifiato tirava nella grotta la colpì alla +spalla e la destò spaventata. Ed ella, rizzandosi con un salto a sedere sul letto, subito con la mano si nascose i piccoli seni tondi e rosei nella -camicia, e si guardò intorno con occhi torvi, come +camicia, e si guardò intorno con occhi torvi, come se contasse di non vedere che nemici. Ma non vide nessuno, se non Accolito che, coricato al suo fianco, ronfava con le labbruzze aperte e gli occhi rovesciati, che mostravano fra le palpebre brune un filo di bianco, e parevano due -castagne tagliate. Ma subito dopo udì la voce +castagne tagliate. Ma subito dopo udì la voce di Perdifiato che la chiamava, e curvandosi sopra un fianco, vide anche lui, nell'arco chiaro della grotta, che si stringeva la faccia con le mani -e si torceva come se avesse le doglie. Ella saltò +e si torceva come se avesse le doglie. Ella saltò su in piedi, e infilatosi alla svelta un gonnellino, -scalza andò a vedere che cosa avesse il suo -caro marito per lamentarsi e dimenarsi così. +scalza andò a vedere che cosa avesse il suo +caro marito per lamentarsi e dimenarsi così. </p> <p> -— Crepa! esclamò poi strofinandosi gli occhi +— Crepa! esclamò poi strofinandosi gli occhi cisposi. Chi ti ha pregato di andare? Manco se avessi tre gambe invece di una, e un paio di ali invece di quella gobba dannata! @@ -10459,16 +10421,16 @@ di ali invece di quella gobba dannata! <p> <span class="pagenum"><a id="Page_256"></a>[256]</span> — Andiamo, disse Perdifiato che non ne poteva -più dal dolore, mettimi a letto e fammi un +più dal dolore, mettimi a letto e fammi un impiastro... </p> <p> -Prisca lo prese per le spalle e lo trascinò sul -letto dal quale s'era alzata allora. Poi ritornò +Prisca lo prese per le spalle e lo trascinò sul +letto dal quale s'era alzata allora. Poi ritornò fuori, e raccolta la perla e la collana con lo smeraldo e i topazi che erano posati sulla pietra, -li mostrò a Perdifiato e gli chiese: +li mostrò a Perdifiato e gli chiese: </p> <p> @@ -10477,17 +10439,17 @@ li mostrò a Perdifiato e gli chiese: <p> Perdifiato glieli tolse di mano con violenza e -senza rispondere li annodò stretti stretti in un -angolo della coperta. Prisca si avvicinò a un +senza rispondere li annodò stretti stretti in un +angolo della coperta. Prisca si avvicinò a un fornello piantato in un angolo fra quattro sassi, su cui stava una pentola di coccio, e nella pentola c'era un po' di pancotto che galleggiava in un brodo nero. Prisca prese un cencio e se lo distese sulle ginocchia. Poi prese un po' di quel pane spappolato e ne fece una specie di focaccia -larga come una mano. Lo involtò bene bene +larga come una mano. Lo involtò bene bene nel cencio e, sollevato il corpetto di Perdifiato, -gli appiccicò l'impiastro sulla ferita. +gli appiccicò l'impiastro sulla ferita. </p> <p> @@ -10498,12 +10460,12 @@ tua da questo buco non ci passa! <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Quel giorno trascorse così. Perdifiato si lamentava +Quel giorno trascorse così. Perdifiato si lamentava tutto rattrappito sul letto. Dopo qualche -ora si strappò dal fianco il corpetto, l'impiastro -di pancotto, la cintola dei calzoni, e tutto scaraventò +ora si strappò dal fianco il corpetto, l'impiastro +di pancotto, la cintola dei calzoni, e tutto scaraventò <span class="pagenum"><a id="Page_257"></a>[257]</span> -lontano da sè con ira. Si sentiva bruciare +lontano da sè con ira. Si sentiva bruciare dentro, le viscere, come se avesse inghiottito e digerito una pietra infernale. I suoi occhi bovini, tondi e neri, pareva che per il gran dolore @@ -10514,46 +10476,46 @@ rientrare nelle orbite. <p> Era giorno di domenica. Prisca prese Accolito -e lo portò ad una pozzanghera d'acqua salata +e lo portò ad una pozzanghera d'acqua salata che il mare aveva lasciato nel cavo d'uno scoglio, -e senza pietà gli lavò il viso, le orecchie e +e senza pietà gli lavò il viso, le orecchie e le mani, che dopo quella lustrata brillarono al -sole più nere che mai, perchè erano nere di natura. +sole più nere che mai, perchè erano nere di natura. Anche Prisca era nera. La sua pelle aveva il colore del bronzo: era bruna e dorata, e lucida -più del metallo. Asciugò Accolito nella sua -sottana e poi gli infilò certe brachette di velluto +più del metallo. Asciugò Accolito nella sua +sottana e poi gli infilò certe brachette di velluto nero e un camiciottino bianco ricamato. -Sulla fronte gli spazzolò bene il ciuffo. Quindi, +Sulla fronte gli spazzolò bene il ciuffo. Quindi, preso lo specchio, ch'era un pezzo di specchio -tutto scheggiato, lo appoggiò ad un sasso, e, -accoccolata, incominciò con il pettine, che aveva -sì o no quattro denti, a districarsi i capelli, fitti -e increspati come la lana. Ma non riuscì che a +tutto scheggiato, lo appoggiò ad un sasso, e, +accoccolata, incominciò con il pettine, che aveva +sì o no quattro denti, a districarsi i capelli, fitti +e increspati come la lana. Ma non riuscì che a strappar qualche nodo e a sciogliere qualche ricciolo, e il resto le rimase tutto raggomitolato intorno al capo, che sembrava appunto un gran -gomitolo di lana. Un nastro giallo se lo passò -sotto la nuca e se lo annodò in due bei cornetti +gomitolo di lana. Un nastro giallo se lo passò +sotto la nuca e se lo annodò in due bei cornetti dritti nel mezzo della fronte. Poi, senza vergognarsi <span class="pagenum"><a id="Page_258"></a>[258]</span> del mare che la guardava con i suoi mille -occhi sfavillanti di sole, si spogliò nuda nuda, e -in breve si rivestì degli abiti di festa, ch'erano +occhi sfavillanti di sole, si spogliò nuda nuda, e +in breve si rivestì degli abiti di festa, ch'erano certe calze di seta azzurra, un corsettino di lana rossa e una gonnella nera di panno. Alla cintola -si annodò un altro nastro verde e i piedi li calzò -con due belle scarpette. Così, tutta vestita bene, -si accostò al letto dove Perdifiato non la finiva -più di gemere e di agitarsi. Egli stava rivoltato +si annodò un altro nastro verde e i piedi li calzò +con due belle scarpette. Così, tutta vestita bene, +si accostò al letto dove Perdifiato non la finiva +più di gemere e di agitarsi. Egli stava rivoltato con la faccia contro la parete e teneva le braccia intorno al capo. La coperta era tutta ammonticchiata -in fondo al letto. Prisca si curvò e cercò +in fondo al letto. Prisca si curvò e cercò quel nodo che Perdifiato aveva fatto in un angolo della coperta per racchiudervi la collana e le altre pietre preziose, lo sciolse, e, presa la -catenina d'oro con lo smeraldo, svelta si allontanò -senza essere nè veduta nè udita. +catenina d'oro con lo smeraldo, svelta si allontanò +senza essere nè veduta nè udita. </p> <p> @@ -10574,8 +10536,8 @@ staccava un minuto; e camminare tra la folla con quella gruccia e quella gobba era un tormento. Egli poi non stava zitto mai, e bastava che uno guardasse la sua donna, ch'egli si metteva a chiamarla -per nome, perchè tutti sapessero subito -che quel fiore gli apparteneva. Perciò quel +per nome, perchè tutti sapessero subito +che quel fiore gli apparteneva. Perciò quel giorno Prisca andava trionfante e libera, e tutti potevano guardarla quanto volevano, e averne da lei in compenso certi bei sorrisi bianchissimi. @@ -10588,7 +10550,7 @@ l'aveva presa ragazza. <p> Perdifiato intanto si disperava, solo, nella -grotta che già incominciava a riempirsi di ombra. +grotta che già incominciava a riempirsi di ombra. Egli vedeva l'inferno aperto ai piedi del suo letto e tutti i diavoli rossi, con le corna e le forche, che ballavano nelle fiamme. Chiamava @@ -10596,27 +10558,27 @@ Prisca, chiamava Accolito, ma non gli rispondeva se non la propria voce fatta cavernosa. Aveva sete, e beveva ogni tanto un sorso d'acqua da un vaso di coccio che aveva accanto al letto. -Ma quell'acqua, che era fredda finchè la teneva +Ma quell'acqua, che era fredda finchè la teneva in bocca, appena passato il gargarozzo diventava bollente e pareva piombo liquefatto che gli colasse nelle viscere. Si sentiva morire. Si abbrancava con le mani alle pareti scabrose, ma certo -sarebbe finito nell'inferno che lo aspettava laggiù +sarebbe finito nell'inferno che lo aspettava laggiù spalancato. Sua moglie e suo figlio l'avevano <span class="pagenum"><a id="Page_260"></a>[260]</span> abbandonato. Forse Prisca, tanto coraggiosa, avrebbe potuto scacciare quei diavoli rossi, chiudere quella buca arroventata con delle palate di -sabbia! Disperato, egli invocò la Madonna del -Parto, che aveva già salvato Prisca quando aveva -dato alla luce Accolito; e benchè non sperasse -più nulla, con sua gran meraviglia la vide d'un +sabbia! Disperato, egli invocò la Madonna del +Parto, che aveva già salvato Prisca quando aveva +dato alla luce Accolito; e benchè non sperasse +più nulla, con sua gran meraviglia la vide d'un tratto apparire in una nuvoletta candida. Allora -le offrì col cuore tutte le sue ricchezze. La Madonna +le offrì col cuore tutte le sue ricchezze. La Madonna gli disse: — Perdifiato, mi darai la collana d'oro con quello smeraldo ovale. La nuvoletta -svanì, e Perdifiato afferrò la coperta e sfece -il nodo. Ma non trovò la collana. +svanì, e Perdifiato afferrò la coperta e sfece +il nodo. Ma non trovò la collana. </p> <p> @@ -10624,14 +10586,14 @@ E tutti, vedendo passare Prisca con Accolito, le andavano incontro allegri, e, guardandola con ammirato stupore, le dicevano: — Oh! fiorita come una rosa di maggio, la nostra bella Prisca! -E il gobbo se l'è bevuto il mare? Come siamo +E il gobbo se l'è bevuto il mare? Come siamo sgargianti! E questa bella collana, con questo bello smeraldo, chi ve l'ha regalata? Dalla gobba -dello sposo è uscita? E ridevano, e Prisca rideva -più di loro. E gli uni le dicevano, additando -Accolito: — Il fagotto più grosso, manco +dello sposo è uscita? E ridevano, e Prisca rideva +più di loro. E gli uni le dicevano, additando +Accolito: — Il fagotto più grosso, manco male, l'hai lasciato a casa. Ma anche questo fagottello -qui, perchè non lo butti in mare? Accolito +qui, perchè non lo butti in mare? Accolito si metteva a piangere, e allora Prisca gli dava due sculacciate e gli gridava: — Stupido come tuo padre! Non vedi che te lo fanno apposta? @@ -10641,41 +10603,41 @@ Eh! la nostra bella Prisca, che collana ha messo su! Le donne, specie le ragazze da marito, che vedevano come tutti i giovani le corressero dietro a farle mille grazie, bisbigliavano arricciando -il naso: — Ohibò! Dove l'avrà tolta -quella collana? L'avrà mica rubata? +il naso: — Ohibò! Dove l'avrà tolta +quella collana? L'avrà mica rubata? </p> <p> Perdifiato vedeva la buca dell'inferno ai piedi -del suo letto allargarsi sempre più, e gli pareva +del suo letto allargarsi sempre più, e gli pareva che le fiamme che ne uscivano fossero lunghe fino al soffitto. Tutto per quella collana che la Madonna gli aveva chiesto, e ch'egli non le poteva dare! Eppure l'aveva annodata nell'angolo della coperta con le altre pietre preziose. Ma ora -non c'era più. Disperato si gettò colla faccia -contro il letto e rimase così irrigidito nello spasimo -che gli lacerava il fianco, finchè non gli +non c'era più. Disperato si gettò colla faccia +contro il letto e rimase così irrigidito nello spasimo +che gli lacerava il fianco, finchè non gli parve di vedere, nell'ombra che ormai riempiva -la grotta, splendere una fioca luce. Allora alzò il +la grotta, splendere una fioca luce. Allora alzò il capo e vide Prisca che, tenendo in mano un moccolo di candela, stava curva a guardarlo. Ma subito vide anche pendere dal suo collo lo smeraldo che oscillava come una stella verde, e con -un grido furioso glielo strappò, e, stringendolo -nel pugno chiuso, si rovesciò svenuto sul letto. +un grido furioso glielo strappò, e, stringendolo +nel pugno chiuso, si rovesciò svenuto sul letto. </p> <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Quando Perdifiato fu guarito e potè alzarsi dal -suo giaciglio, prese la gruccia e se ne andò in -città. Là, in cima a una gradinata altissima, sorgeva +Quando Perdifiato fu guarito e potè alzarsi dal +suo giaciglio, prese la gruccia e se ne andò in +città . Là , in cima a una gradinata altissima, sorgeva una vecchia chiesa sul cui frontone era <span class="pagenum"><a id="Page_262"></a>[262]</span> scritto a grandi caratteri: <i>Virgo tua gloria partus</i>, -dove Perdifiato entrò segnandosi. La Madonna, +dove Perdifiato entrò segnandosi. La Madonna, che gli era apparsa in sogno vestita di rosa e d'azzurro, stava ora seduta in una nicchia fra due colonne, tutta coperta di cuori d'argento, @@ -10683,56 +10645,56 @@ e non aveva quel vestito celeste, ma era tutta di marmo bianco, salvo il piede che era d'oro. Tante lampade pendevano intorno intorno alla nicchia e in ognuna brillava tremando -una fiammellina. Contuttociò la nicchia era piena +una fiammellina. Contuttociò la nicchia era piena d'ombra. La Vergine aveva in capo una mitra d'oro altissima, e il Bambino, che ella teneva in piedi sulle ginocchia, aveva pure una mitra -d'oro, ma un poco più piccola. Ma mentre il pargolo +d'oro, ma un poco più piccola. Ma mentre il pargolo era tutto nudo, la mamma portava sul vestito di marmo una specie di corazza tutta scintillante d'oro e di gemme, e intorno al collo dieci file di perle d'ogni grandezza, e alle dita anelli che splendevano come fari. Perdifiato, prono dinnanzi a quell'immagine, la contemplava estatico, -e si domandava perchè mai la Madonna, -che aveva già tutti quei gioielli meravigliosi, avesse +e si domandava perchè mai la Madonna, +che aveva già tutti quei gioielli meravigliosi, avesse chiesto a lui, povero ladro di poca fortuna, la sola collana che in vita sua gli fosse riuscito rubare. Egli cercava una risposta a questa -domanda e non la trovava. Finchè i suoi occhi +domanda e non la trovava. Finchè i suoi occhi non si posarono sopra quelle file di perle che cingevano il collo della Vergine, e allora credette -di averla trovata, perchè veramente eran +di averla trovata, perchè veramente eran tutte collane di perle, e non ce n'era nemmeno <span class="pagenum"><a id="Page_263"></a>[263]</span> una che avesse uno smeraldo. Allora Perdifiato -si alzò lentamente, e senza staccare gli occhi dal +si alzò lentamente, e senza staccare gli occhi dal volto della Madonna, la quale pareva seguire ogni -suo atto con quelle sue pupille bianche, andò +suo atto con quelle sue pupille bianche, andò verso un frate che, pregando a testa bassa, teneva sulle ginocchia un piatto d'argento. Con un gesto umile, quasi vergognoso, egli trasse di tasca la collana dallo smeraldo, e, sospirando, la -lasciò cadere tra le monete di rame di cui quel +lasciò cadere tra le monete di rame di cui quel piatto era pieno. Il frate senza interrompere le -sue preghiere assentì gravemente col capo, e -disse con un po' più di voce: <i>Ave Maria gratia -plena, domin... tec... benedi...</i> E il resto si perdè +sue preghiere assentì gravemente col capo, e +disse con un po' più di voce: <i>Ave Maria gratia +plena, domin... tec... benedi...</i> E il resto si perdè in un bisbiglio. </p> <p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> <p> -Là, un giorno vuoto, ho riveduto io, per caso, +Là , un giorno vuoto, ho riveduto io, per caso, la collana di Daria, la collana di Silvina. Essa -ora appartiene al cielo: è di Dio. Sospesa al +ora appartiene al cielo: è di Dio. Sospesa al collo della Vergine, sembra risplendere d'una luce dolce e serena, senza sinistri riflessi. Nessun -maligno fascino si sprigiona più dal suo verde +maligno fascino si sprigiona più dal suo verde lume. Ed io pensai, riconoscendola dalle sue maglie smaltate e dal colore della sua trasparenza, -che anche Daria, se è morta come disse +che anche Daria, se è morta come disse Soave, e Silvina che vive ancora, potranno forse un giorno purificarsi. </p></div> @@ -10754,34 +10716,34 @@ I. <p> Ho trentacinque anni. Sono invecchiato e stanco. -Non ho più voglia di vivere. Se rileggo i +Non ho più voglia di vivere. Se rileggo i miei scartafacci scritti dieci, quindici anni fa, -e vedo come la vita mi sembrasse già allora disperata, +e vedo come la vita mi sembrasse già allora disperata, e come poi abbia potuto vivere ancora altri dieci, quindici anni, ho un desiderio pazzo -di aprire la finestra e di precipitarmi giù nella +di aprire la finestra e di precipitarmi giù nella strada, per schiacciare questa mia testa contro il selciato e impedirle per sempre di ragionare. -Io mi rivolto, con un'irascibilità nella quale riconosco +Io mi rivolto, con un'irascibilità nella quale riconosco pur troppo i segni della mia malattia e -della mia precoce senilità, mi rivolto contro me -stesso, perchè m'è intollerabile pensare, come +della mia precoce senilità , mi rivolto contro me +stesso, perchè m'è intollerabile pensare, come risulta dalle pagine scritte per Daria e per Silvina, che io abbia potuto per lunghi anni considerarmi una vittima del destino e circondare di -pietà gli atti più stolti della mia vita, e di tutte +pietà gli atti più stolti della mia vita, e di tutte le cose avere un'opinione falsa e sbagliata, senza -che la verità mi balenasse mai per un istante +che la verità mi balenasse mai per un istante alla mente, quantunque pretendessi di penetrare il segreto delle cose e a tutte dare un significato. Se mi affaccio alla finestra, solo che abbassi gli occhi sul fondo della strada buia che s'inabissa <span class="pagenum"><a id="Page_266"></a>[266]</span> -fra le case, con quei lumicini, laggiù, languidi +fra le case, con quei lumicini, laggiù, languidi e opachi e quelle formiche nere che silenziosamente corrono sbucando dall'ombra per rintanarsi in altra ombra, la vertigine mi prende alla -nuca e mi tira giù a precipizio nel vuoto. Basterebbe +nuca e mi tira giù a precipizio nel vuoto. Basterebbe che mi abbandonassi. Ma invece, vile, e in perfetta contraddizione con quanto ho ideato poco fa, mi abbranco con tutte e due le mani alla @@ -10792,50 +10754,50 @@ pensiero che vorrei uccidere per sempre in me. </p> <p> -Il piccolo Isacco se ne è andato or ora. Mi ha +Il piccolo Isacco se ne è andato or ora. Mi ha lasciato qui, accanto, un modulo stampato che debbo riempire. Povero ragazzo! Non dimentica nulla, lui. Ora lo sento nella stanza vicina che si toglie le scarpe e le sbatte contro la porta. -Sempre così, ogni sera. Luisa non poteva soffrire +Sempre così, ogni sera. Luisa non poteva soffrire questi rumori che Isacco fa spogliandosi nella sua camera, e la sottigliezza della parete, che divide questa stanza dalla sua, fu sempre per lei cagione di grandi preoccupazioni, di profonda -infelicità. Veramente sembra che Isacco +infelicità . Veramente sembra che Isacco sia ancora qui, accanto a me, e che si spogli in mia presenza, come se nulla ci dividesse, togliendoci l'uno alla vista dell'altro. Ora sento perfettamente che sospira, e dallo scricchiolio della -sedia su cui è seduto (la sedia è accanto al letto) +sedia su cui è seduto (la sedia è accanto al letto) capisco che si sta sfilando le calzette di lana -bianca, e forse il sospiro è dovuto ad un buco, +bianca, e forse il sospiro è dovuto ad un buco, <span class="pagenum"><a id="Page_267"></a>[267]</span> che, nel cavarsi le scarpe, ha scoperto sulla punta o nel tallone. Durante la notte, lo sento che si rivolta nel letto, e poi percepisco il suo -respiro pesante e calmo, quando si è addormentato. +respiro pesante e calmo, quando si è addormentato. Spesso sogna, e allora chiama con voce lamentosa -e lontana i nomi più strani, e fa lunghi +e lontana i nomi più strani, e fa lunghi dialoghi con qualche invisibile e misteriosa ombra. </p> <p> -Faceva così anche prima quando c'era Luisa, -e non esisteva nessuna intimità tra noi. E Luisa +Faceva così anche prima quando c'era Luisa, +e non esisteva nessuna intimità tra noi. E Luisa mi diceva: — Se noi sentiamo tutto, persino quando inghiottisce lo sputo, sente tutto anche lui. Che tormento! E non parlava che sottovoce, e non camminava che in punta di piedi. Oh! lo sapevo benissimo anch'io quanto lei. Quella stanza -dove ora sta Isacco è stata prima la mia stanza. +dove ora sta Isacco è stata prima la mia stanza. E Luisa abitava appunto questa stanza, quando io abitavo quella. Non l'avevo ancora -mai veduta, e già, Luisa, la conoscevo intimamente. +mai veduta, e già , Luisa, la conoscevo intimamente. Che strano caso! La sua vita non aveva -più segreti per il mio udito, quando ancora i +più segreti per il mio udito, quando ancora i miei occhi non si erano posati neppure una volta -su lei. Tutto è proprio nato dalla trasparenza di +su lei. Tutto è proprio nato dalla trasparenza di questa maledetta parete. </p> @@ -10843,18 +10805,18 @@ questa maledetta parete. Mi ricordo come fosse ieri quando la vecchia Savina mi fece salire fino al sesto piano di questa casa immensa, e m'introdusse in quella stanza. -Veramente non è una stanza. È il fondo +Veramente non è una stanza. È il fondo di un corridoio, al quale la sua finestra dava luce prima che vi alzassero contro un tramezzo di <span class="pagenum"><a id="Page_268"></a>[268]</span> legno e un uscio. Poi il corridoio rimase buio e -Savina ebbe una stanza di più da appigionare. Ci -sta appena appena il letto, che è di ferro sottile -e nero, e a due passi, di lato, è appoggiato, +Savina ebbe una stanza di più da appigionare. Ci +sta appena appena il letto, che è di ferro sottile +e nero, e a due passi, di lato, è appoggiato, contro l'altra parete, il cassettone, con sopra una -specchiera rotta in più parti. Sotto la finestra +specchiera rotta in più parti. Sotto la finestra si trova il lavabo pure di ferro, con un catino, -una brocca e un secchio. In tutto non c'è che +una brocca e un secchio. In tutto non c'è che una sedia. Io sorrido se penso al senso di repulsione e di tristezza che ebbi, quindici anni or sono, entrando in quella povera camera di casa @@ -10870,36 +10832,36 @@ una reggia. <p> Ma quando entrai per la prima volta dove Isacco dorme e russa, or sono sei mesi o poco -più, non venivo da casa mia, non lasciavo nè +più, non venivo da casa mia, non lasciavo nè il letto caldo e soffice, con le sue belle lenzuola profumate di spigonardo, che la mia buona -mamma faceva ogni mattina con le sue mani, nè +mamma faceva ogni mattina con le sue mani, nè la grande poltrona imbottita sulla quale passavo ore ed ore rovesciato a sognare stupide e meravigliose fantasie. Come la mia buona casa era -già lontana, perduta, dimenticata! Come tutto +già lontana, perduta, dimenticata! Come tutto era finito molto prima d'allora! Dal giorno in -cui, morta mia madre, Marta la seguì per quel +cui, morta mia madre, Marta la seguì per quel <span class="pagenum"><a id="Page_269"></a>[269]</span> -cammino così silenzioso che neppure sotto i suoi -grossi zoccoli levò un rumore (anche la sua vita -tanto semplice finì misteriosamente come tutte -le altre), e mia sorella Adalgisa si sposò con un -giovane di Pra che se la portò piangente di là dai +cammino così silenzioso che neppure sotto i suoi +grossi zoccoli levò un rumore (anche la sua vita +tanto semplice finì misteriosamente come tutte +le altre), e mia sorella Adalgisa si sposò con un +giovane di Pra che se la portò piangente di là dai monti, e mia sorella Maria volle entrare in convento, sono passati pochi anni, ma eterni. Quale esperienza della vita, in questi anni! Poco -dopo anche mio padre morì, ed io, venduta +dopo anche mio padre morì, ed io, venduta la casa, la cascina e il podere, me ne fuggii -per non ritornare indietro mai più. Lo stambugio +per non ritornare indietro mai più. Lo stambugio che allora Savina m'offriva per pochi soldi, gli ultimi, finiti i quali non ne avrei posseduti -più, mi sembrò quanto di meglio il caso +più, mi sembrò quanto di meglio il caso potesse offrire a un disgraziato mio pari. </p> <p> -Nevicava. Con una voluttà disperata andai a +Nevicava. Con una voluttà disperata andai a schiacciare il viso contro i vetri della finestra, ficcai gli occhi in quella notte buia tutta punteggiata di bianco. Finalmente c'era qualche cosa @@ -10907,10 +10869,10 @@ fra me e il gelo dell'inverno, fra me e quelle tenebre odiose, fra il mio viso e il vento che turbinava veemente spazzando le strade tutte deserte e bianche! Io volevo volevo morire. Ma -per quel ridicolo senso di pietà, per quell'assurdo +per quel ridicolo senso di pietà , per quell'assurdo amor di noi stessi che neppure l'idea della morte sopprime, come se importasse qualche -cosa ciò che potrà accadere quando tutto sarà +cosa ciò che potrà accadere quando tutto sarà finito per noi, mi faceva orrore il pensiero di essere sepolto dalla neve ad un angolo di strada, e poi calpestato, e poi urtato e forse ferito dalle @@ -10926,19 +10888,19 @@ libera, nella dolce frescura. Ma poi, sopravvenuto l'autunno, avevo dovuto cercare una casa, e tutte erano troppo ricche per me, che non avevo se non il mio modesto salario d'amanuense, -appena appena per mangiare, e non più: non -per avere anche una casa. E così era passato anche +appena appena per mangiare, e non più: non +per avere anche una casa. E così era passato anche l'autunno. M'avevano ricoverato le arcate dei portici, certi anditi fetidi nel quartiere basso -della città. Ormai da molte e molte notti non +della città . Ormai da molte e molte notti non conoscevo un letto, non potevo distendermi e riscaldarmi sotto una coperta di lana, posare il capo sopra qualche cosa di soffice. Quel letto su cui Isacco ora sogna e sospira, io lo palpai come un innamorato tocca voluttuosamente la -sua donna la prima volta che la può stringere +sua donna la prima volta che la può stringere nuda fra le braccia. Mi gettai lungo e disteso sul -suo duro materasso di crine, e mi sembrò di affondare +suo duro materasso di crine, e mi sembrò di affondare in una nuvola di bambage e di essere trasportato lontano, in alto, da un vento silenzioso e dolcissimo. @@ -10955,7 +10917,7 @@ II. <p> Non ricordo se allora mi assopii, o se soltanto -mi abbandonai a quella voluttà da povero diavolo, +mi abbandonai a quella voluttà da povero diavolo, smarrendo in essa ogni altra sensazione esteriore, ogni mio pensiero. La notte doveva essere inoltrata molto, anzi non doveva essere @@ -10970,11 +10932,11 @@ buia, ma un pallido chiarore traspariva dalla finestra, tanto che vedevo i fiocchi di neve cader lenti lenti sparpagliandosi sul davanzale, e mi pareva ancora di salire, di salire in alto, non -più rapito entro una nuvola, ma come se tutta +più rapito entro una nuvola, ma come se tutta quanta la casa volasse assunta in cielo. Non -c'era nessuno nè accanto a me, nè dietro di me, +c'era nessuno nè accanto a me, nè dietro di me, tra il letto e la parete, tra la porta e il letto. Ma -un altr'uomo stava nella stanza attigua, cioè in +un altr'uomo stava nella stanza attigua, cioè in questa stanza, accanto a questo letto dove ogni notte ora mi corico disperatamente solo, e come me tratteneva il respiro aguzzando l'orecchio, @@ -10988,7 +10950,7 @@ stancarsi. <p> — Non piangere, disse quella voce irosa di uomo. Scoppia, se vuoi, ma non piangere... -Qualcuno è venuto ad abitare di là... Te l'ho +Qualcuno è venuto ad abitare di là ... Te l'ho detto! Non piangere... </p> @@ -10997,10 +10959,10 @@ Parlava di me. </p> <p> -— Taci, taci, diceva sempre più cupa, sempre -più minacciosa, quella voce; è un certo Paris. +— Taci, taci, diceva sempre più cupa, sempre +più minacciosa, quella voce; è un certo Paris. Mi conosce. Lo conosco. L'ho intravveduto -quando era là con Savina. Ti dico che si metterà +quando era là con Savina. Ti dico che si metterà a urlare, se ti sente piangere. Vuoi che si desti tutta la casa? Vuoi che per farti tacere io ti strangoli? @@ -11008,7 +10970,7 @@ ti strangoli? <p> Queste parole furono pronunciate ancora con -maggior violenza. Ma chi le pronunciò ebbe paura +maggior violenza. Ma chi le pronunciò ebbe paura di aver forzata troppo la voce, e tacque. Chi era? Mi conosceva per nome? Aveva detto: Paris? Il suo accento mi riusciva nuovo. Certo, @@ -11018,36 +10980,36 @@ nel silenzio, percepivo un singhiozzare fioco fioco, lontano, che pareva d'un fanciullo o d'una donna che piangesse con il capo avvolto in una coperta di lana o sepolto sotto un cuscino. -Dopo questa breve pausa egli ricominciò a parlare +Dopo questa breve pausa egli ricominciò a parlare sommessamente. </p> <p> -— Tu devi persuaderti, disse, ed è inutile piangere. +— Tu devi persuaderti, disse, ed è inutile piangere. Se non ti persuaderai, una di queste notti <span class="pagenum"><a id="Page_273"></a>[273]</span> avrai finito di piangere per sempre. Vedi tua madre? -Lei non piange più... +Lei non piange più... </p> <p> -— Ma io non posso, te lo giuro, non posso, è -più forte di me! gemette quella voce fioca, che +— Ma io non posso, te lo giuro, non posso, è +più forte di me! gemette quella voce fioca, che era certamente d'una donna e d'una donna giovane (era la voce di Luisa). </p> <p> -Allora il maschio si raddolcì. +Allora il maschio si raddolcì. </p> <p> — Sciocca! E non vedi che piangere ti fa male, -che diventi ogni giorno più brutta? disse in -tono quasi pietoso, come per consolarla. Perchè? -Perchè sprecarsi così? A che giova? Povera +che diventi ogni giorno più brutta? disse in +tono quasi pietoso, come per consolarla. Perchè? +Perchè sprecarsi così? A che giova? Povera piccola, su, su, sii ragionevole... Questa -vita non è poi mica una gran gioia neppure per +vita non è poi mica una gran gioia neppure per te. Fra poco sarai vecchia... E allora?... </p> @@ -11056,56 +11018,56 @@ Si interruppe. </p> <p> -— Ma cosa vuoi fartene, le gridò improvvisamente +— Ma cosa vuoi fartene, le gridò improvvisamente ridivenuto rabbioso, scuotendola, (il letto -scricchiolò tutto sotto le sue mani), di queste tue +scricchiolò tutto sotto le sue mani), di queste tue quattro ossa schifose? Di questa tua stupida -verginità? Peuh! A chi vuoi darla? Chi vuoi +verginità ? Peuh! A chi vuoi darla? Chi vuoi che se la prenda? Che cosa credi di avere, tu, qui? </p> <p> -Rovesciò una sedia. +Rovesciò una sedia. </p> <p> -— Lasciami uscire! gridò a voce spiegata. Non -ne posso più! +— Lasciami uscire! gridò a voce spiegata. Non +ne posso più! </p> <p> -La porta della stanza vicina sbatacchiò, dei +La porta della stanza vicina sbatacchiò, dei passi attraversarono il corridoio in gran fretta, -precipitarono giù per le scale e si spensero. +precipitarono giù per le scale e si spensero. </p> <p> -Rimasta sola, la donna si alzò dal letto, corse +Rimasta sola, la donna si alzò dal letto, corse all'uscio, lo chiuse a chiave. Poi mi parve che <span class="pagenum"><a id="Page_274"></a>[274]</span> si gettasse nuovamente distesa contro i cuscini, -e singhiozzando senza più freno implorò: — Mamma, +e singhiozzando senza più freno implorò: — Mamma, mamma... </p> <p> Doveva esserci anche un cane, chiuso con lei -in quella stanza, perchè alla sua invocazione rispose +in quella stanza, perchè alla sua invocazione rispose una specie di brontolio cupo, inarticolato, appunto come il brontolio di un cane. Era sua madre, la madre di Luisa. Era lei, la stessa che ora, se alzo gli occhi dal foglio su cui scrivo, -vedo laggiù nell'angolo buio della stanza, affondata +vedo laggiù nell'angolo buio della stanza, affondata nella sua poltrona, dove sta sempre con il capo piegato sul petto come se fosse staccato dal corpo e pendesse appena trattenuto da un filo; e sgrana, fra le mani scheletrite, il rosario -che sarà consumato prima della sua vita che non +che sarà consumato prima della sua vita che non si consuma mai! Ma, allora, questo rantolo sommesso che esce senza posa dalle sue labbra -morte, mi parve il brontolìo di un cane. -Poi tutto ripiombò nel più profondo silenzio. +morte, mi parve il brontolìo di un cane. +Poi tutto ripiombò nel più profondo silenzio. </p> <p> @@ -11113,22 +11075,22 @@ Mi ricordo che poco dopo mi riassopii, richiudendo le palpebre sul biancore livido di quell'alba invernale, e che quando mi ridestai era giorno fatto, in piena mattina. Non nevicava -più. Anzi c'era nel cielo grigio plumbeo una +più. Anzi c'era nel cielo grigio plumbeo una trasparenza diffusa, pallida e lontana, di luce gialla, solare. Quella luce poteva bene illuminare di speranze nuove un cuore meno distrutto del mio, meno buio. Ma io la contemplai senza provarne alcuna gioia, e neppure mi mossi -per avvicinarmi a lei, alla finestra. Così, supino, +per avvicinarmi a lei, alla finestra. Così, supino, <span class="pagenum"><a id="Page_275"></a>[275]</span> -stavo senza pensiero. Non mi sarei mosso più. -Perchè avrei dovuto alzarmi? Non volevo più -vedere nessuno, non parlare più. Non avevo più +stavo senza pensiero. Non mi sarei mosso più. +Perchè avrei dovuto alzarmi? Non volevo più +vedere nessuno, non parlare più. Non avevo più nulla da dire a nessuno. Non aspettavo, non desideravo -più nulla. Mi sarei sentito meno solo +più nulla. Mi sarei sentito meno solo in un deserto africano, in una landa artica. E sarei anche stato infinitamente felice. Ma un rumore -nella stanza attigua, cioè in questa stanza, +nella stanza attigua, cioè in questa stanza, introdusse nel mio deserto, nella mia landa spopolata, almeno una persona viva alla quale non potei fare a meno di pensare. Chi era costei? @@ -11156,7 +11118,7 @@ Non rispose. <p> — Chi era, domandai ancora, a voce ancora -più bassa, questa notte, qui, che piangeva? +più bassa, questa notte, qui, che piangeva? </p> <p> @@ -11173,16 +11135,16 @@ ricadere sul letto. </p> <p> -Da quel momento, appunto, Luisa incominciò +Da quel momento, appunto, Luisa incominciò a camminare in punta di piedi: abitudine che <span class="pagenum"><a id="Page_276"></a>[276]</span> -non abbandonò più, da allora in poi. Se non -avessi udito il fruscio delle sue sottane, lo stropiccìo +non abbandonò più, da allora in poi. Se non +avessi udito il fruscio delle sue sottane, lo stropiccìo dei suoi abiti contro i mobili, mi sarebbe -sembrato che ella non si movesse più, o che la +sembrato che ella non si movesse più, o che la stanza fosse vuota. Faceva meno rumore d'uno -che cammini sopra il più morbido dei tappeti, -anzichè sopra un orribile impiantito di mattoni +che cammini sopra il più morbido dei tappeti, +anzichè sopra un orribile impiantito di mattoni rotti e sconnessi come questi: e pareva scalza, o un'ombra che trasvolasse sospesa da terra. Allora mi ricordai, per una strana coincidenza @@ -11196,7 +11158,7 @@ passi l'ampia stanza, si veniva a mettere pian piano dietro le spalle ora dell'uno ora dell'altro. E quando, vedendo con la coda dell'occhio la sua ombra lunga e nera apparire da un -lato, ci buttavamo giù col naso sui registri, egli +lato, ci buttavamo giù col naso sui registri, egli con un colpo di tosse rivelava la sua presenza e a piccoli passi silenziosi si allontanava. </p> @@ -11220,26 +11182,26 @@ Improvvisamente mi rovesciai di dosso le coperte e mi buttai con un salto dal letto. Quel giorno era appunto l'8 dicembre. Me ne ero dimenticato, come se quel giorno non dovesse -più esistere nel calendario. Ma invece, eccolo: +più esistere nel calendario. Ma invece, eccolo: era proprio lui. Io avevo un impegno d'onore per quel giorno, e me ne ero dimenticato. No. Non poteva assolutamente scegliere l'8 dicembre per dire addio al mondo, per rompere ogni mio rapporto con il prossimo. Come spesso una cosa da niente muta il corso d'un'intera esistenza! -Più che in fretta tuffai il viso nel catino di +Più che in fretta tuffai il viso nel catino di acqua ghiaccia, m'asciugai in un lembo del lenzuolo e, infilato il mio vecchio soprabito, mi lanciai -di corsa giù per le scale. Urtai alcuni signori +di corsa giù per le scale. Urtai alcuni signori vestiti di nero e in tuba che salivano lentamente, uno dietro l'altro. Nemmeno mi scusai. -Anche per la strada continuai a correre, perchè +Anche per la strada continuai a correre, perchè tutti gli orologi che incontravo ogni tanto sui cantoni mi dicevano quanto fossi in ritardo. Infatti Esposito mi aspettava camminando nervosamente -su e giù nel cortile, e quando mi vide giungere +su e giù nel cortile, e quando mi vide giungere trafelato, ansimante, mi venne incontro a braccia -aperte e mi strinse a sè come se temesse +aperte e mi strinse a sè come se temesse che gli potessi sfuggire. </p> @@ -11247,29 +11209,29 @@ che gli potessi sfuggire. — Incominciavo a disperare, amico mio! mi disse tutto d'un fiato. Ma, Dio grazia, sei venuto! <span class="pagenum"><a id="Page_278"></a>[278]</span> -Tutto è in ordine. Tutti i registri pronti sul +Tutto è in ordine. Tutti i registri pronti sul mio tavolo. Non hai da fare altro che sederti al mio posto. Addio, addio! Ora debbo scappare! Certamente Lisa m'aspetta... (Alvisa? Adalgisa? -il nome che egli pronunziò mi sfuggì proprio +il nome che egli pronunziò mi sfuggì proprio in quel momento). Ti ho detto tutto? La chiave -del cassetto di destra è nel cassetto di sinistra. -Per il resto rivolgiti a Pròchipo... +del cassetto di destra è nel cassetto di sinistra. +Per il resto rivolgiti a Pròchipo... </p> <p> -Si staccò da me ed infilò l'androne. Prima di -svoltare, mi gridò: +Si staccò da me ed infilò l'androne. Prima di +svoltare, mi gridò: </p> <p> -— Non temere: dopodomani sarò puntuale +— Non temere: dopodomani sarò puntuale come un orologio! </p> <p> Salii lentamente i primi gradini. Sudavo per -la corsa che avevo fatto, e dovetti più volte asciugarmi +la corsa che avevo fatto, e dovetti più volte asciugarmi la fronte con la manica del soprabito. Pensavo: — Come un orologio! Come se tutti gli orologi fossero puntuali! Veramente quella grande @@ -11277,9 +11239,9 @@ scalea, a gradini larghi e bassi di mattoni consumati sui bordi, tutti buche e frane, sembrava che salisse lungo il dosso d'un monte, e che per quella via fossero passate moltitudini innumerabili, -moltitudini di piote umane. Forse per ciò -lo chiamavano <i>Monte di Pietà</i>, poichè quello era -il monte e la pietà ce la portavano con le loro +moltitudini di piote umane. Forse per ciò +lo chiamavano <i>Monte di Pietà </i>, poichè quello era +il monte e la pietà ce la portavano con le loro miserie tutti i poveri diavoli che da infinite generazioni salivano quella scala. Quando entrai negli uffici, vi fu un movimento di stupore tra @@ -11288,24 +11250,24 @@ a tutti. </p> <p> -— Vi lascio: da domani non verrò più. Ho +— Vi lascio: da domani non verrò più. Ho <span class="pagenum"><a id="Page_279"></a>[279]</span> deciso di abbandonare l'impiego e di ritirarmi -a vivere per conto mio. Vivere? Che vita sarà +a vivere per conto mio. Vivere? Che vita sarà poi la mia? Ma non importa. Meglio morire di fame che vivere a questi lavori forzati. </p> <p> — Beato te, avevano risposto. Ma che morire -di fame! Avrai trovato di meglio. Già lo sapevamo +di fame! Avrai trovato di meglio. Già lo sapevamo che qui non saresti rimasto. Hai dei poderi, tu. Te ne ritorni in campagna... </p> <p> — Oh! oh! i poderi! avevo soggiunto. Bei -poderi davvero! Finì il tempo dei poderi. Ma +poderi davvero! Finì il tempo dei poderi. Ma me ne vado lo stesso. Fortuna a voi, amici cari. Buone cose. </p> @@ -11338,7 +11300,7 @@ era presente. Certamente se avessi voluto <span class="pagenum"><a id="Page_280"></a>[280]</span> aprire il cassetto di destra avrei dovuto cercarne la chiave nel cassetto di sinistra. Ma non sentivo -nessuna necessità di aprire il cassetto di destra. +nessuna necessità di aprire il cassetto di destra. Anzi non avrei adoperata mai quella chiave. Credevo d'essermi liberato per sempre da quella lurida stanza, di avere risoluto definitivamente @@ -11346,10 +11308,10 @@ il problema, da vent'anni sospeso, della mia esistenza sbagliata. Ora invece mi toccava riannodare quel filo: provvisoriamente, ma dovevo riannodarlo per forza. Eppure non potevo rimanere -così immobile senza far nulla. Bisognava +così immobile senza far nulla. Bisognava fingere di lavorare. Ma in che modo ingannare il tempo? Come occupare la lentezza e la noia -di tante ore inutili? Già incominciavo a sbadigliare. +di tante ore inutili? Già incominciavo a sbadigliare. Intorno a me non c'era nulla di nuovo. Allora, quasi involontariamente, aprii il cassetto di sinistra della scrivania di Esposito, e vidi @@ -11357,25 +11319,25 @@ subito, posata da un lato, la chiave del cassetto di destra. Il cassetto di destra era chiuso. Ma quella chiave era fatta appunto per aprirlo. All'infuori di quella chiave, quel cassetto non mostrava -alcuna particolarità interessante. Era mezzo +alcuna particolarità interessante. Era mezzo vuoto, e non vi si vedeva che un mucchietto di carta bianca, un asciugamani ed uno specchio. Forse l'altro, quello di destra, avrebbe offerto -alla mia oziosa curiosità pretesti di svago meno +alla mia oziosa curiosità pretesti di svago meno limitati e soliti. All'uomo la tentazione d'Eva si presenta a volte sotto forma di serpente o di -pomo, tal altra sotto forma di demonio, e può -persino, sè vuole, assumere il modesto aspetto +pomo, tal altra sotto forma di demonio, e può +persino, sè vuole, assumere il modesto aspetto <span class="pagenum"><a id="Page_281"></a>[281]</span> di un cassetto chiuso. In certi casi si chiama -«sete della conoscenza», in altri semplicemente -curiosità. Ma la causa in ogni circostanza, fu +«sete della conoscenza», in altri semplicemente +curiosità . Ma la causa in ogni circostanza, fu sempre la stessa per tutti: ozio e noia da illudere in qualche modo, sia che si tratti di aspettare la fine di un orario d'ufficio, sia che si tratti addirittura di aspettare la morte. Io dunque aprii il cassetto di destra. Sollevati tre o quattro libri -di contabilità, con mia grande soddisfazione +di contabilità , con mia grande soddisfazione lo trovai pieno fino all'orlo di carte manoscritte, lettere dalle buste d'ogni colore, e sopra tutto posata una fotografia. @@ -11391,11 +11353,11 @@ mi trovavo dinnanzi alla donna di cui mi aveva parlato Esposito nel dirmi addio, forse la causa unica e sola del sacrificio che io stavo appunto compiendo, seduto a quel tavolo. Come -in tutte le fotografie, così anche in quella lo +in tutte le fotografie, così anche in quella lo sguardo era d'una stranezza ridicola e nello stesso tempo sconcertante. Ce ne sono che non vi tolgono mai le pupille di dosso, e comunque le -rivoltiate, vi fissano con un'insistenza così sfacciata +rivoltiate, vi fissano con un'insistenza così sfacciata e odiosa che vi vien voglia di forare i loro occhi con uno spillo. Altre, non si sa per quale legge misteriosa, guardano nel medesimo tempo @@ -11413,13 +11375,13 @@ di quell'ora in cui Esposito le aveva promesso che sarebbe corso da lei, la mattina di quel, per me, malaugurato giorno. — Datti, datti pace, le dissi allora con acida ironia; se non -è arrivato ancora, arriverà fra poco. Eccomi +è arrivato ancora, arriverà fra poco. Eccomi qua: io ne so qualche cosa... E, veramente, avrei voluto per dispetto farla in quattro pezzi. Ma pensai con raccapriccio che, divisi l'uno dall'altro, -uno qua e l'altro là, quei suoi occhi avrebbero +uno qua e l'altro là , quei suoi occhi avrebbero continuato ognuno per proprio conto -a guardare l'orologio. Così accade delle code +a guardare l'orologio. Così accade delle code delle lucertole, che tagliate dal corpo, continuano ad attorcigliarsi come se nulla fosse accaduto. E poi, per l'appunto, quella signora non aveva @@ -11434,21 +11396,21 @@ Erano tutte cose comuni. La prima impressione <span class="pagenum"><a id="Page_283"></a>[283]</span> che la contemplazione di quell'immagine poteva suscitare in un uomo era un senso di -indifferenza. Subito dopo, un senso di pietà. +indifferenza. Subito dopo, un senso di pietà . Somigliava proprio in tutto a quei ritratti che si vedono stampati sui giornali, nelle cronache -dei delitti più tristi ed oscuri, sotto cui è scritto +dei delitti più tristi ed oscuri, sotto cui è scritto sempre e semplicemente: <i>La vittima</i>; e basta un'occhiata per pensare: — Poverina! Aveva il -suo destino scritto in fronte! Così era lei, la +suo destino scritto in fronte! Così era lei, la donna di Esposito. Innamorata, fidanzata, amante? Chi poteva dirlo? Forse le lettere accumulate in quel cassetto, sulle cui buste si leggeva il nome di Esposito ripetuto infinite volte, in una minuta calligrafia femminile tutta uguale. Ne sfoderai alcune. Tutte erano firmate: Armida, -fuorchè una, della stessa persona, che era firmata -Adì. Era lei! Mi parve che nella sua confusione +fuorchè una, della stessa persona, che era firmata +Adì. Era lei! Mi parve che nella sua confusione di parole, al momento di lasciarmi, Esposito avesse pronunciato proprio quel nome. </p> @@ -11459,16 +11421,16 @@ o sessanta in tutto, ordinate cronologicamente. Ne trovai di quattro, di otto, di dodici e alcune perfino di ventiquattro pagine fitte. Le ore della mattina mi bastarono appena per leggerne -meno della metà. Ma quando le ebbi lette, +meno della metà . Ma quando le ebbi lette, ed anche prima di arrivare in fondo, sapevo perfettamente che cosa pensare di Armida, molto -più che se l'avessi conosciuta da vent'anni. Il +più che se l'avessi conosciuta da vent'anni. Il ritratto di Armida che dall'insieme delle sue lettere ad Esposito balzava fuori intiero e vivo, <span class="pagenum"><a id="Page_284"></a>[284]</span> non corrispondeva affatto a quello che m'ero figurato poche ore prima nel contemplare la sua -immagine. In verità se fra i due c'era una vittima, +immagine. In verità se fra i due c'era una vittima, per quanto vittima fortunata, questa andava identificata in Esposito. Armida doveva essere una creatura ardente e appassionata, una @@ -11477,23 +11439,23 @@ follia, lo distruggono. E il suo viso che non esprimeva che malinconia, dolcezza e rassegnazione! Si erano incontrati alcune settimane prima, ai giardini pubblici. Esposito si era impadronito -dell'anima sua con un solo sguardo. «Tu mi hai +dell'anima sua con un solo sguardo. «Tu mi hai affascinata come il serpente. Avevi quel giorno negli occhi una luce diabolica. Mi seguivi senza parlare, e mi pareva che strisciassi ai miei piedi. -Pensavo: — Ecco, ora mi avvolgerà in una -spirale di fuoco. Sarò sua, sarò sua! E tu, con +Pensavo: — Ecco, ora mi avvolgerà in una +spirale di fuoco. Sarò sua, sarò sua! E tu, con il fiore all'occhiello, che forse un'altra donna ti aveva dato, ti pavoneggiavi specchiandoti in tutti i vetri delle botteghe, e cercavi, con lo stesso sguardo infiammato, di affascinare tutte le altre. -Da quel primo istante ho giurato a me stessa: — Sarà -mio, ma soltanto mio! Non sarà di nessuna -altra, all'infuori di me! Mi avrà, ma a prezzo +Da quel primo istante ho giurato a me stessa: — Sarà +mio, ma soltanto mio! Non sarà di nessuna +altra, all'infuori di me! Mi avrà , ma a prezzo della sua vita! Non dimenticarti questo giuramento, -Esposito, non lo scordare giammai!» -Armida aveva un marito. Era descritto così: -«L'ho amato veramente un giorno, quando gli +Esposito, non lo scordare giammai!» +Armida aveva un marito. Era descritto così: +«L'ho amato veramente un giorno, quando gli feci dono della mia innocenza di fanciulla, e lasciai che cogliesse con le sue mani il fiore dei <span class="pagenum"><a id="Page_285"></a>[285]</span> @@ -11503,82 +11465,82 @@ vedo invece con gli occhi dell'anima le tue piccole mani affusolate, le tue mani bianche e morbide che m'accarezzano con tanta dolcezza, e sono le mani <i>di un vero signore</i>), e dalle sue -mani risalgo alla sua faccia, in cui non c'è neppure +mani risalgo alla sua faccia, in cui non c'è neppure un tratto che non sia volgare, col doppio mento, gli occhi stanchi e lividi, la fronte calva, e poi abbraccio con un solo sguardo la sua persona goffa, i suoi abiti trascurati, le sue cravatte di pessimo gusto, debbo confessare a me stessa che mi sono ingannata, e che non ho mai amato -quest'uomo! Eppure, perchè nascondertelo, mio +quest'uomo! Eppure, perchè nascondertelo, mio caro Esposito? Per tanti anni ho creduto di -amarlo. Mi sono data a lui ciecamente. È la -vera parola, poichè lo vedo ora per la prima -volta nella sua ripugnante realtà». Ed io pensavo +amarlo. Mi sono data a lui ciecamente. È la +vera parola, poichè lo vedo ora per la prima +volta nella sua ripugnante realtà ». Ed io pensavo alla delusione di quella sciagurata Armida il giorno in cui avrebbe finalmente veduto in tutta -la sua realtà anche Esposito. Ma Esposito doveva +la sua realtà anche Esposito. Ma Esposito doveva conoscere, in modo che io stesso non avrei mai sospettato in lui, l'arte di conquistare il cuore di una donna e di tenerlo soggiogato, in perenne -stato febbrile. «Da due giorni sei mutato +stato febbrile. «Da due giorni sei mutato con me, Esposito, diceva un'altra lettera: non -sei più lo stesso. Usi strani modi, rimani per +sei più lo stesso. Usi strani modi, rimani per lungo tempo distratto e taciturno, quando, risvegliati i sensi nei tuoi abbracci che mi spremono -dalle vene più nascoste fin l'ultima goccia +dalle vene più nascoste fin l'ultima goccia <span class="pagenum"><a id="Page_286"></a>[286]</span> -di sangue, più che mai avrei sete di te. Tu ami -un'altra, Esposito! Sei già stanco della tua Armida! +di sangue, più che mai avrei sete di te. Tu ami +un'altra, Esposito! Sei già stanco della tua Armida! Mostra a costei il segno che i miei denti ti -hanno lasciato sulla gota. Dille che quello è il +hanno lasciato sulla gota. Dille che quello è il marchio di Armida. Mostrale quella ciocca bruna che porti nella doppia scatola del tuo orologio, e -dille: — Questi li ho colti nei giardini di Armida!» -Ella trovava una sublime felicità in questo -convulso e sanguinoso amore. «Sono felice! -Più ti vedo debole, affranto, più m'inorgoglisco, -più godo, più ti amo, Esposito! Dico a me stessa: — L'amor -mio lo ha vinto così. Tutto ciò -che in lui sfiorisce, fiorisce in me. Tutto ciò che +dille: — Questi li ho colti nei giardini di Armida!» +Ella trovava una sublime felicità in questo +convulso e sanguinoso amore. «Sono felice! +Più ti vedo debole, affranto, più m'inorgoglisco, +più godo, più ti amo, Esposito! Dico a me stessa: — L'amor +mio lo ha vinto così. Tutto ciò +che in lui sfiorisce, fiorisce in me. Tutto ciò che vien meno alla sua vita, si trasfonde nella mia. Il mio corpo racchiude la miglior parte del -suo!» +suo!» </p> <p> Nel pomeriggio continuai la mia lettura. Che -cos'è di spaventoso l'intimità di due amanti! Io +cos'è di spaventoso l'intimità di due amanti! Io domandavo ad ogni passo: — Dio mio, dove andranno a finire? E mi pareva di vedere un incendio -divampare e crescere sempre più intorno +divampare e crescere sempre più intorno a quei due, e i loro corpi arroventati dibattersi come in un rogo. Infine, secondo le mie previsioni, -scoppiò la catastrofe. Una lettera in data +scoppiò la catastrofe. Una lettera in data 4 dicembre, scritta con una calligrafia disordinata, a stento riconoscibile, diceva testualmente -così: «Amore, è finita, è finita! Egli sa tutto. +così: «Amore, è finita, è finita! Egli sa tutto. Ha trovato tue lettere. Minaccia di uccidermi. Come sarei felice, amore, di morire per te! Ma invece di uccidermi, ti cerca da ieri in lungo e <span class="pagenum"><a id="Page_287"></a>[287]</span> -in largo per la città. Nasconditi e attendi notizie. -Tua per la vita». Questa lettera era firmata Adì. +in largo per la città . Nasconditi e attendi notizie. +Tua per la vita». Questa lettera era firmata Adì. Due giorni dopo Esposito riceveva un ultimo biglietto scritto a lapis, sopra una pagina strappata -a un quaderno: «Amor mio, diceva quel -biglietto, non mi è più possibile sopportare questa +a un quaderno: «Amor mio, diceva quel +biglietto, non mi è più possibile sopportare questa pena. Egli mi impone di partire con lui, per strapparmi per sempre al mio amore. Esposito, Esposito! Sento la tua voce che m'invoca. Senti -tu la mia? È scoccata l'ora tanto sospirata, in -cui una bella morte ci strapperà alle angustie di +tu la mia? È scoccata l'ora tanto sospirata, in +cui una bella morte ci strapperà alle angustie di questa vita per trasportarci in un eterno nirvana... Dopo domani, alle nove in punto, ti -aspetterò all'angolo della cattedrale. Porta con te -molti fiori... Tua oltre la vita. Armida». Quando +aspetterò all'angolo della cattedrale. Porta con te +molti fiori... Tua oltre la vita. Armida». Quando lessi queste parole definitive erano le sette di -sera. Ahimè! Le nove di quello sciagurato giorno +sera. Ahimè! Le nove di quello sciagurato giorno erano passate da un pezzo! Rimasi come inebetito a guardare l'ultima lettera che, tremando, stringevo fra le mani. Avrei voluto alzarmi, @@ -11594,9 +11556,9 @@ Armida, richiusi in fretta le lettere nel cassetto dal quale le avevo tolte. Che fare? Era <span class="pagenum"><a id="Page_288"></a>[288]</span> tardi ormai. Troppo tardi. Immaginavo quella -creatura così esile, delicata, fragile, che sotto +creatura così esile, delicata, fragile, che sotto apparenze tanto insignificanti racchiudeva invece -così violenti umori, un'anima di leonessa, +così violenti umori, un'anima di leonessa, una natura felina, giacere immobile accanto ad Esposito, stretta a lui in un supremo amplesso. Ora la vedevo coricata sopra un letto, con i @@ -11621,15 +11583,15 @@ stato amato, veramente, perdutamente amato; d'un amore che aveva qualche cosa di anormale, di crudele, di inumano; una vera follia d'amore, un vortice, un vulcano d'amore; ma amore, -amore e morte, come nelle più sublimi leggende. -Forse era stato felice più di qualsiasi +amore e morte, come nelle più sublimi leggende. +Forse era stato felice più di qualsiasi <span class="pagenum"><a id="Page_289"></a>[289]</span> -altro uomo, ed ora certamente era il più felice -di tutti. Più felice di me, che non vedevo ormai -altra felicità se non in quel nulla nel quale egli +altro uomo, ed ora certamente era il più felice +di tutti. Più felice di me, che non vedevo ormai +altra felicità se non in quel nulla nel quale egli si era inabissato. Ma non solo! Non disperatamente solo, come me! Con Armida sua! Con la -sua terrestre, umana, inebbriante felicità d'amore... +sua terrestre, umana, inebbriante felicità d'amore... </p> <p> @@ -11644,7 +11606,7 @@ IV. </h3> <p> -Ormai non sarei più tornato indietro. Veramente +Ormai non sarei più tornato indietro. Veramente mi sarebbe riuscito impossibile sostituire, ora, Esposito. Avrei dovuto sostituirlo per tutta la vita. La mia presenza a quel tavolo, dinnanzi @@ -11652,7 +11614,7 @@ a quei registri, diveniva ormai superflua. Ero nuovamente libero e padrone di me. Appena giunto all'angolo della strada, comprai un giornale, e cercai nella pagina della cronaca il ritratto -di Esposito. Non c'era. C'era però, sotto +di Esposito. Non c'era. C'era però, sotto un titolo molto tragico, la notizia che cercavo. Per quanto vi fossi preparato, non potei leggerla senza un brivido di terrore. Nel fiume, che era @@ -11662,15 +11624,15 @@ due cadaveri d'una donna e d'un uomo, ancora giovani. Essi erano allacciati l'uno all'altra da una lunga sciarpa di seta, i loro due corpi legati in un abbraccio che neppure la morte e la -corrente vorticosa avevano potuto sciogliere. Così +corrente vorticosa avevano potuto sciogliere. Così avevano voluto insieme abbandonare la vita, e uniti lasciarsi trasportare nel buio! Nessuno dei due aveva addosso nulla che potesse servire ad identificarlo. Ma i loro connotati corrispondevano perfettamente a quelli di Esposito e di Armida, secondo la fotografia di lei che io -conoscevo. Mi stupì molto di non aver pensato -al fiume, forse perchè quei fiori, che Armida invocava +conoscevo. Mi stupì molto di non aver pensato +al fiume, forse perchè quei fiori, che Armida invocava nell'ultima sua lettera ad Esposito, avevano suscitato dinnanzi ai miei occhi l'immagine di altre morti. Non avevo pensato che Armida @@ -11680,11 +11642,11 @@ tutte le altre. Con un sospiro ripiegai tristemente il giornale che avevo letto alla luce d'una bottega di parrucchiere, e ripresi lento il mio cammino. Veramente tutto era finito. Forse qualcuno, -alla morgue, aveva già riconosciuto in quei +alla morgue, aveva già riconosciuto in quei due annegati d'amore Esposito e Armida. All'indomani sarebbero andati a frugare nei cassetti di quel tavolo, e il mistero del loro suicidio -non sarebbe stato più un mistero per nessuno. +non sarebbe stato più un mistero per nessuno. </p> <p> @@ -11693,8 +11655,8 @@ d'entrare nell'androne semibuio di casa mia e di salire le scale che dovevano condurmi al mio sgabuzzino. Ma mentre stavo per mettere <span class="pagenum"><a id="Page_291"></a>[291]</span> -il piede sull'ultimo ballatoio, un uomo sbucò -in gran fretta dall'ombra e mi urtò con tanta +il piede sull'ultimo ballatoio, un uomo sbucò +in gran fretta dall'ombra e mi urtò con tanta violetta che per poco non mi fece cadere. </p> @@ -11710,61 +11672,61 @@ ansia. </p> <p> -— Lasciami andare! esclamò soffocato, allontanando +— Lasciami andare! esclamò soffocato, allontanando la mano con la quale istintivamente gli avevo afferrato il braccio. Tu non immagini nemmeno! Mia sorella Luisa... Capisci? Scomparsa!... -Non si trova più! +Non si trova più! </p> <p> — Tua sorella? domandai. Tua sorella? (e pensavo: — Ha dunque una sorella, Esposito?) -E in che modo? In che modo è scomparsa? +E in che modo? In che modo è scomparsa? </p> <p> — Ah! gemette Esposito, stringendosi la fronte -con le mani, storia lunga, caro mio! Sembrò +con le mani, storia lunga, caro mio! Sembrò subitamente preso da un profondo sconforto, si -appoggiò alla ringhiera, abbandonò le braccia, -piegò il capo sul petto. — Tutto era pronto, cominciò -a raccontare vagando qua e là con lo +appoggiò alla ringhiera, abbandonò le braccia, +piegò il capo sul petto. — Tutto era pronto, cominciò +a raccontare vagando qua e là con lo sguardo smarrito, gli invitati erano tutti qui, chi nel corridoio, chi sulle scale, alcuni aspettavano -giù, in cortile, e persino nelle carrozze, sulla -strada. Mia madre, lo sai, è ebete... Poverina! -Ma Luisa era già vestita, tutto era in ordine. Me +giù, in cortile, e persino nelle carrozze, sulla +strada. Mia madre, lo sai, è ebete... Poverina! +Ma Luisa era già vestita, tutto era in ordine. Me <span class="pagenum"><a id="Page_292"></a>[292]</span> lo hanno detto. Io... io giunsi tardi... Ah! Ah! -esclamò guardandomi improvvisamente con odio +esclamò guardandomi improvvisamente con odio e stendendo il pugno contro di me, tu sei la causa di tutto! Se non ti fossi fatto tanto aspettare, io sarei stato qui in tempo, stamane, per scongiurare questa maledizione! Ma tu, tu, che importa a te tutto questo? Arriva lo sposo, con i suoi -amici, si degna di salire tutte le scale, fin quassù, +amici, si degna di salire tutte le scale, fin quassù, quantunque soffra gravemente di cuore. Domanda -di Luisa. Gli dicono: — È con sua -madre, in camera, già pronta... Chiamate la +di Luisa. Gli dicono: — È con sua +madre, in camera, già pronta... Chiamate la sposa! dicono. Esse, mia madre e mia sorella, abitano qui. Io ho un'altra casa per conto mio. Ma sono io che pago anche questa. Bussano. -Nessuno risponde. Aprono. C'è mia madre seduta -nella sua poltrona. Luisa non c'è più. Dove -sarà? La chiamano, la cercano, interrogano mia +Nessuno risponde. Aprono. C'è mia madre seduta +nella sua poltrona. Luisa non c'è più. Dove +sarà ? La chiamano, la cercano, interrogano mia madre che non sa, non vede, non sente nulla; corrono da tutti i vicini... Luisa non si trova. -È scomparsa! Quando sono arrivato io, lo sposo -se ne era già andato... Molti se ne erano andati... +È scomparsa! Quando sono arrivato io, lo sposo +se ne era già andato... Molti se ne erano andati... Allora anch'io mi sono messo a cercarla, e l'ho cercata tutto il giorno, ma non l'ho trovata... </p> <p> -Esposito si raddrizzò, alzò gli occhi al cielo, si -torse le mani disperatamente. — Dove sarà? -gridò furioso. Dove sarà? E si precipitò giù per +Esposito si raddrizzò, alzò gli occhi al cielo, si +torse le mani disperatamente. — Dove sarà ? +gridò furioso. Dove sarà ? E si precipitò giù per le scale di corsa, prima che io avessi il tempo di pronunciare una parola. </p> @@ -11772,7 +11734,7 @@ di pronunciare una parola. <p> Lo seguii con lo sguardo, affacciandomi alla <span class="pagenum"><a id="Page_293"></a>[293]</span> -tromba delle scale, finchè non lo vidi scomparire. +tromba delle scale, finchè non lo vidi scomparire. Poi guardai perplesso in me stesso. Infinita ridicolaggine della vita! Quello era Esposito. Era quel medesimo, identico Esposito che @@ -11781,9 +11743,9 @@ coricato sul freddo tavolo di marmo della morgue accanto ad Armida. Forse neppure Armida era mai esistita, e quell'epistolario era tutto falso, tutta un'invenzione di Esposito. Forse erano -lettere che scriveva lui a sè stesso! Dove non +lettere che scriveva lui a sè stesso! Dove non ci conducono le disillusioni? Io non dovevo credere -più a nulla, nemmeno all'evidenza dei miei +più a nulla, nemmeno all'evidenza dei miei poveri occhi di idiota! Maledissi Esposito e me stesso, e, saliti gli ultimi gradini, entrai nel mio sgabuzzino e mi rinchiusi a doppio giro di @@ -11791,19 +11753,19 @@ chiave. </p> <p> -Finalmente c'ero: nulla mi avrebbe più smosso -di là. Finalmente ero solo, isolato, difeso da +Finalmente c'ero: nulla mi avrebbe più smosso +di là . Finalmente ero solo, isolato, difeso da quei muri e da quella porta. Anche quella stupida giornata era passata per sempre. Non avevo altro da fare che riprendere la mia vita dal punto in cui l'avevo lasciata la mattina, quando il ricordo della promessa fatta ad Esposito m'aveva stupidamente strappato al mio dolce -nulla verso il quale già stavo scivolando dolcemente -beato. Il letto era là, ancora sfatto, +nulla verso il quale già stavo scivolando dolcemente +beato. Il letto era là , ancora sfatto, come quando la mattina m'ero alzato rovesciandone le coperte. Pareva che m'aspettasse. Bastava -infilarsi di nuovo là sotto, e richiudere le +infilarsi di nuovo là sotto, e richiudere le coltri, come se nulla fosse avvenuto. Mi spogliai <span class="pagenum"><a id="Page_294"></a>[294]</span> lento, ripensando alle stranezze del caso. @@ -11811,36 +11773,36 @@ Esposito... La sorella di Esposito, Luisa, e sua madre, che abitavano sotto lo stesso mio tetto, allo stesso piano di casa, forse proprio in quella stanza attigua alla mia... Ed io non ne sapevo -nulla, io che stavo tutto il giorno con lui: nè +nulla, io che stavo tutto il giorno con lui: nè che Esposito avesse una madre e una sorella, -nè che il caso mi avesse condotto ad abitare +nè che il caso mi avesse condotto ad abitare proprio accanto a loro! Forse quella voce che durante la notte avevo udito lamentarsi e piangere era la voce di Luisa... E la voce di quell'uomo, -ah! sì, ora la riconoscevo, quella voce +ah! sì, ora la riconoscevo, quella voce aspra, minacciosa, era la sua voce, la voce di Esposito! Ora vedevo tutto chiaro. Luisa si rifiutava di sposare quel signore che le avevano scelto per marito... Ed Esposito la minacciava. Volevano disfarsi di lei, costringendola a quel matrimonio che le ripugnava... Forse la volevano -vendere. Per ciò era fuggita... Era fuggita... +vendere. Per ciò era fuggita... Era fuggita... Dove? Dove era fuggita? Dove poteva -fuggire una povera ragazza sola, in quella città -così grande? Forse il fiume in piena, nel quale -nè Esposito nè Armida avevano mai pensato di +fuggire una povera ragazza sola, in quella città +così grande? Forse il fiume in piena, nel quale +nè Esposito nè Armida avevano mai pensato di gettarsi, portava ora il fragile corpo di Luisa verso un nascondiglio dove nessuno l'avrebbe -più ritrovato. Luisa... E Armida? Che cosa +più ritrovato. Luisa... E Armida? Che cosa era avvenuto di lei? </p> <p> -Ah! Eppure è bello non soffrire più per nessuna +Ah! Eppure è bello non soffrire più per nessuna ragione, per nessuno. Stendersi in un letto, riposare le ossa indolenzite, pensare al sonno <span class="pagenum"><a id="Page_295"></a>[295]</span> -che verrà, al tepore che a poco a poco ti avvolgerà +che verrà , al tepore che a poco a poco ti avvolgerà tutto come in una nuvola, e considerare tutte le cose come se fossero infinitamente lontane, e indifferenti, ed estranee. Dire: che importa @@ -11854,25 +11816,25 @@ coperte che a poco a poco si scaldano e fra poco mi scalderanno, e sappiate voi tutti, e voi, tutte le cose, sappiate che mi sono separato per sempre da voi, siete tutti morti, tutte morte per me, -o tutte vive, poichè infine m'è uguale che siate -vive o morte; la vostra prosperità o la vostra +o tutte vive, poichè infine m'è uguale che siate +vive o morte; la vostra prosperità o la vostra disgrazia, il vostro bene o il vostro male, mi -sono uguali, ed io non vi voglio in verità nè -male nè bene. Io solo esisto. Padrone di non -esistere più quando me ne sia stancato. E basta. +sono uguali, ed io non vi voglio in verità nè +male nè bene. Io solo esisto. Padrone di non +esistere più quando me ne sia stancato. E basta. </p> <p> -Così mi stringevo intorno al corpo infreddolito +Così mi stringevo intorno al corpo infreddolito le coperte ancora fredde, e non avevo alcun pensiero dell'avvenire. La fine sarebbe -venuta da sè. Non avrei avuto che da aspettarla. -Mi faceva piacere di essere così coricato, +venuta da sè. Non avrei avuto che da aspettarla. +Mi faceva piacere di essere così coricato, solo e senza preoccupazioni o doveri, con quel freddo di coperte intorno alla carne che mi dava -più vivo il senso d'essere disteso in un letto, -solo, senza una necessità al mondo di vivere altrimenti -che così, coricato, immobile, abbandonato +più vivo il senso d'essere disteso in un letto, +solo, senza una necessità al mondo di vivere altrimenti +che così, coricato, immobile, abbandonato <span class="pagenum"><a id="Page_296"></a>[296]</span> al mio peso... E a poco a poco le palpebre mi si chiusero sul fioco e instabile lume della @@ -11897,9 +11859,9 @@ ben chiuso. </p> <p> -Cacciai la testa sotto le coltri, già nuovamente -distolto dalla mia felicità, dal mio abbandono: -già costretto di nuovo a pensare, a ragionare, +Cacciai la testa sotto le coltri, già nuovamente +distolto dalla mia felicità , dal mio abbandono: +già costretto di nuovo a pensare, a ragionare, ad agire. Come era dunque possibile? Una parete che non teneva lontano nemmeno il respiro degli altri? Di che cosa era fatta quella maledetta @@ -11910,8 +11872,8 @@ tratto qualche cosa di nero luccicare per terra, <span class="pagenum"><a id="Page_297"></a>[297]</span> che sbucava di sotto il letto, e non aveva alcuna forma precisa. Allungai una mano e toccai -una cosa dura che mi sembrò la punta d'uno -scarpino. Mi buttai col capo in giù, e vidi che +una cosa dura che mi sembrò la punta d'uno +scarpino. Mi buttai col capo in giù, e vidi che sotto il mio letto, tutta raggomitolata, c'era una donna. </p> @@ -11924,12 +11886,12 @@ e le parlai dolcemente, le dissi: <p> — Che cosa volete fare? Passare tutta la vostra vita sotto il mio letto? Andiamo: via! -Siate ragionevole... Esposito non tornerà subito. +Siate ragionevole... Esposito non tornerà subito. Non avete un amico nel mondo, al quale -chiedere aiuto e ospitalità per questa notte? Se +chiedere aiuto e ospitalità per questa notte? Se volete, vi accompagno... Vi conduco io... Se -incontriamo Esposito, io vi nascondo, io vi difenderò... -Ormai il peggio è passato, Luisa... +incontriamo Esposito, io vi nascondo, io vi difenderò... +Ormai il peggio è passato, Luisa... Vedete? Conosco anche il vostro nome. Ma intanto non piangete, Luisa... E fatevi almeno vedere... </p> @@ -11937,11 +11899,11 @@ non piangete, Luisa... E fatevi almeno vedere... <p> Stesi una mano sotto il letto e trovai una sua mano. La strinsi e cercai di trarla a me con forza. -Ella resistette un poco, poi si lasciò trascinare. -Sbucò prima il braccio, poi la spalla, poi +Ella resistette un poco, poi si lasciò trascinare. +Sbucò prima il braccio, poi la spalla, poi la testa con i capelli tutti arruffati che le coprivano il viso, poi tutto il resto. E rimase -così accasciata accanto a me, con la faccia nascosta +così accasciata accanto a me, con la faccia nascosta fra le mani. </p> @@ -11954,9 +11916,9 @@ fare per voi, ora, Luisa?... Luisa rimase qualche minuto immobile. Soltanto <span class="pagenum"><a id="Page_298"></a>[298]</span> quando le toccai bruscamente una spalla -per indurla a parlare, incominciò a sciogliere +per indurla a parlare, incominciò a sciogliere adagio adagio il nodo delle mani che s'era -stretto sul viso. Sollevò il capo, agitandolo in un +stretto sul viso. Sollevò il capo, agitandolo in un segno di sconsolato diniego, come per dire: — Che so, che so, io? — e allora vidi improvvisamente con infinito stupore dinnanzi a me il @@ -11982,9 +11944,9 @@ che finirete per dare alla vostra goffa tragedia... </p> <p> -Così dicendo girai la chiave nella toppa e spalancai +Così dicendo girai la chiave nella toppa e spalancai la porta. Ma Armida non si mosse e -ruppe in un pianto ancora più disperato. In quel +ruppe in un pianto ancora più disperato. In quel punto s'udirono dei passi frettolosi nel corridoio e sulla soglia della mia stanza apparve Esposito. @@ -11993,67 +11955,67 @@ Esposito. <p> <span class="pagenum"><a id="Page_299"></a>[299]</span> — Bene! gridai, affrontandolo con le braccia -levate al cielo. Poichè sei venuto, ecco qui quel +levate al cielo. Poichè sei venuto, ecco qui quel che ci vuole per te!... Prenditela, e andate... Andate lontano, tu e la tua Armida! E scegliete -la morte che più vi conviene, purchè vi decidiate +la morte che più vi conviene, purchè vi decidiate una buona volta a morire! </p> <p> -Ma Esposito mi allontanò con un urto della +Ma Esposito mi allontanò con un urto della mano e, afferrata la donna per le spalle, la -squassò come se avesse voluto stroncarla. +squassò come se avesse voluto stroncarla. </p> <p> -— Maledetta! gridò. Ti ho trovata finalmente! +— Maledetta! gridò. Ti ho trovata finalmente! Qui, qui, eri! Ora penso io a tutti e due! </p> <p> -Si raddrizzò e mi venne incontro minaccioso. +Si raddrizzò e mi venne incontro minaccioso. </p> <p> -— Che dici tu di Armida? domandò con voce +— Che dici tu di Armida? domandò con voce cupa. Che cosa ti importa di Armida? Di Luisa, di lei dobbiamo parlare! Tu l'hai nascosta qui... -Tu lo sapevi... Ecco perchè hai tardato tanto +Tu lo sapevi... Ecco perchè hai tardato tanto stamani! Tu l'hai nascosta, e hai rovinato me, e tutti noi, per sempre. Per tua colpa le nozze -non si sono fatte e non si faranno mai più... -Infine, l'hai disonorata... Poichè Luisa è una -fanciulla, e tu sei un uomo, e questa è la tua -casa... Sai tu che cos'è l'onore di una fanciulla? +non si sono fatte e non si faranno mai più... +Infine, l'hai disonorata... Poichè Luisa è una +fanciulla, e tu sei un uomo, e questa è la tua +casa... Sai tu che cos'è l'onore di una fanciulla? Di una fidanzata? Ebbene: ora che l'hai disonorata, ora la sposi, tu! </p> <p> Egli fece per afferrarmi le mani. Io lo respinsi -violento. Mi sembrò d'essere divenuto cieco +violento. Mi sembrò d'essere divenuto cieco d'un tratto. Mi mossi, e mi piantai fra lui e Luisa, fra Luisa e la porta. </p> <p> -— Ebbene, sì, gli risposi con ira senza rendermi -conto di ciò che dicevo. Non fu mai la +— Ebbene, sì, gli risposi con ira senza rendermi +conto di ciò che dicevo. Non fu mai la <span class="pagenum"><a id="Page_300"></a>[300]</span> fidanzata di nessuno, tua sorella, Luisa, se non mia... Mia fidanzata! Io l'ho nascosta, io l'ho salvata da te, dai tuoi intrighi infami... Domani, se ricapitasse, la nasconderei, la salverei ancora. -Perchè, infine, sappilo, Luisa, tua sorella, io +Perchè, infine, sappilo, Luisa, tua sorella, io l'amo... Noi, noi ci amiamo! E da quest'istante -è mia sposa! +è mia sposa! </p> <p> Poi, curvatomi su Luisa, la presi per le mani -e la sollevai. Ed ella si lasciò sollevare, e si lasciò -stringere fra le mie braccia, si lasciò baciare +e la sollevai. Ed ella si lasciò sollevare, e si lasciò +stringere fra le mie braccia, si lasciò baciare sulle gote, sulla fronte, sulla bocca, inerte, abbandonata, muta, tremando in tutto il suo povero corpo, che io soverchiavo col mio. Mi rivolsi @@ -12082,38 +12044,38 @@ Sposai Luisa. La sposai. Presi per moglie Luisa. Io che volevo lasciarmi morire, che certo avrei finito per uccidermi, fui costretto a riprendere la mia vita come prima. Per lei: per -lei sola. Perchè la sposai? Perchè non mi misi a +lei sola. Perchè la sposai? Perchè non mi misi a <span class="pagenum"><a id="Page_301"></a>[301]</span> -ridere come un pazzo, quando Esposito mi accusò -d'aver disonorata sua sorella, anzichè rispondere, +ridere come un pazzo, quando Esposito mi accusò +d'aver disonorata sua sorella, anzichè rispondere, come un pazzo, di volerla sposare? Pazzia per pazzia, sarebbe stato meglio che -mi fossi messo a ridere senza fermarmi più, -finchè non fossero venuti a prendermi con la +mi fossi messo a ridere senza fermarmi più, +finchè non fossero venuti a prendermi con la camicia di forza. Ma Luisa, quando rimase sola con me, quella sera, dopo le mie parole insensate, -mi prese le mani e incominciò a baciarmele +mi prese le mani e incominciò a baciarmele piangendo e a bagnarmele delle sue lacrime. Io stavo seduto sul letto, con gli occhi fissi su lei, come un idiota. Ma Luisa di quando in quando levava su me il suo sguardo di bambina -spaurita, come per domandarmi: Dunque è -vero? È proprio vero ciò che ho udito? Tu +spaurita, come per domandarmi: Dunque è +vero? È proprio vero ciò che ho udito? Tu mi sposi? Tu mi liberi? </p> <p> Luisa non credette veramente che la sposassi se non quando fummo benedetti dinnanzi all'altare -del prete che ci unì. Soltanto allora non -dubitò più di essere vittima di un perfido sogno +del prete che ci unì. Soltanto allora non +dubitò più di essere vittima di un perfido sogno e di doversi ridestare d'un tratto nella consueta -realtà della sua vita. Esposito non assistette +realtà della sua vita. Esposito non assistette alle nostre nozze. Dopo quella sera non -lo vidi più. Io venni ad abitare qui con Luisa. +lo vidi più. Io venni ad abitare qui con Luisa. Divisi con lei, diventata mia moglie, il suo piccolo letto di fanciulla, e la nostra prima notte -fu senza amore. Non rispettai la sua verginità, +fu senza amore. Non rispettai la sua verginità , dopo averla sottratta al commercio che voleva farne Esposito, suo fratello; ma rispettai il rantolo di sua madre che riposava in un altro letto, @@ -12121,38 +12083,38 @@ di sua madre che riposava in un altro letto, separata da noi appena da una tenda. Luisa mi teneva le mani strette nelle sue e posate all'altezza del cuore, sotto il suo piccolo seno molle, -tepido e nudo. Così passò quella notte. Luisa +tepido e nudo. Così passò quella notte. Luisa aveva trent'anni, ma ne dimostrava sedici. Veramente -non so se la magrezza e la povertà del +non so se la magrezza e la povertà del suo corpo fossero indizio di una giovinezza precocemente sfiorita o che ancora dovesse sbocciare. -Era giovane e vecchia. Non aveva età. Io +Era giovane e vecchia. Non aveva età . Io non potei fare a meno di pensare con ironia al -caso che dopo avermi negata ogni felicità d'amore +caso che dopo avermi negata ogni felicità d'amore aveva voluto infine regalarmi quella gran donna per moglie. Finalmente qualche cosa potevo godere anch'io nella vita! Una donna! E -non dico solo una donna, poichè certo ne avrei +non dico solo una donna, poichè certo ne avrei trovata una ad ogni angolo di strada che si sarebbe lasciata prendere e godere da me per una notte, ma una donna <i>mia</i>, interamente mia, e mia per tutta la vita. Il sogno di tanti anni alfine lo avevo realizzato. Oh! potevo ben considerarmi -più fortunato di tanti altri, i cui sogni +più fortunato di tanti altri, i cui sogni non si realizzano mai. Avevo una donna mia, coricata nuda accanto a me, in mio assoluto potere. No: non era Daria. Non era propriamente neppure una donna. Io non l'amavo, non la desideravo: -non l'avrei nè amata nè desiderata +non l'avrei nè amata nè desiderata mai. Eppure era mia moglie. Avrei piuttosto voluto alzarmi pian piano, in silenzio, cautamente, da quel letto di sposo, e lasciarla al suo sonno innocente e beato, e andarmene come ero venuto, <span class="pagenum"><a id="Page_303"></a>[303]</span> -lontano, e non rivederla mai più: essere +lontano, e non rivederla mai più: essere generoso con lei come il destino era stato generoso con me. Avrei voluto anche domandarle: — Luisa, -se hai sposato me, perchè non hai +se hai sposato me, perchè non hai sposato quell'altro? Se hai sposato me senza amore, e senza amore mi stai ora nuda fra le braccia, non potevi senza amore sposare lui in @@ -12160,11 +12122,11 @@ mia vece, e coricarti al suo fianco? Far contento Esposito ed evitare a me questo atto pietoso? Non sono mica io quello che tu vorresti avere ora vicino e dargli tutta te stessa! E chi -sarà dunque mai? +sarà dunque mai? </p> <p> -Così venne l'alba, e incominciò la nostra vita +Così venne l'alba, e incominciò la nostra vita in comune. Io non ebbi il coraggio di rivolgermi a Pietro Suavis per chiedergli di essere riammesso al mio impiego. Oltre tutto la presenza @@ -12172,16 +12134,16 @@ di Esposito mi sarebbe stata intollerabile. Rimasi alcuni giorni senza lavoro. Infine fui assunto nella redazione di un piccolo giornale settimanale, che era una specie di bollettino dei mercati -e delle fiere della città. Avevo il mio ufficio -nell'angolo più buio di una piccola tipografia. +e delle fiere della città . Avevo il mio ufficio +nell'angolo più buio di una piccola tipografia. Il mio guadagno non sarebbe bastato a sfamare me, Luisa e sua madre se non avessi trovato da racimolare qualche altro soldo come correttore -di bozze. Luisa cominciò col cucirmi una -camicia, poichè quella che portavo era tutta rammendi +di bozze. Luisa cominciò col cucirmi una +camicia, poichè quella che portavo era tutta rammendi e brandelli. Ma la nostra miseria era tale ch'ella dovette rassegnarsi a vedermi addosso -quest'abito logoro ed unto, che oggi non è più +quest'abito logoro ed unto, che oggi non è più <span class="pagenum"><a id="Page_304"></a>[304]</span> che uno straccio. Quando rientravo a casa la sera, tardi, con le pupille addolorate per la @@ -12191,7 +12153,7 @@ cappello dal capo, mi sollevava sulla fronte i capelli disordinati, e, guardandomi pietosa, mi domandava: — Sei stanco? Sei molto stanco anche oggi? E siccome io scrollavo il capo sconfortato -senza rispondere, ritraeva la mano già +senza rispondere, ritraeva la mano già alzata per accarezzarmi e se ne andava a capo chino presso il fornello, dove c'era la pentola della minestra a bollire. Io mi lasciavo cadere @@ -12211,15 +12173,15 @@ avrei voluto afferrarla per le spalle, e, facendole sbatacchiare la testa come ad un fantoccio di stoppa, avrei voluto rispondere: — Chi sono? Ora te lo dico chi sono. Sono uno che era sull'orlo -della felicità, di quella felicità dalla quale +della felicità , di quella felicità dalla quale tu mi guardi con il tuo ghigno di ebete. Ed ora <span class="pagenum"><a id="Page_305"></a>[305]</span> -se ne è allontanato per sempre, per sostentare il +se ne è allontanato per sempre, per sostentare il tuo corpo di bestia e quello tisico di tua figlia! Per sfamare voi due, io vivo e fatico e mi accieco -dalla mattina alla sera. Per pietà di voi due io -mi sono rassegnato ad essere il più ridicolo e -il più infelice degli uomini... Ma perchè ci +dalla mattina alla sera. Per pietà di voi due io +mi sono rassegnato ad essere il più ridicolo e +il più infelice degli uomini... Ma perchè ci ostiniamo tutti e tre a vivere? Su via, madre nostra: dacci l'esempio... E le avrei tirato il collo come ad una vecchia gallina. Ma Luisa con la @@ -12234,13 +12196,13 @@ innocente di bambina intristita. <p> — Mangia, povero piccolo, mi diceva posandomi una mano leggiera leggiera sopra una -spalla. È buona, vedrai... Ti farà bene. +spalla. È buona, vedrai... Ti farà bene. </p> <p> Ed io, distratto improvvisamente dai miei lugubri pensieri, sentivo nascere dentro di me -un'ilarità cattiva, che avrebbe voluto prorompere +un'ilarità cattiva, che avrebbe voluto prorompere in un riso sguaiato, rovesciarsi brutalmente su tutta quella tristezza. </p> @@ -12252,14 +12214,14 @@ brutto e sporco come un cesso, io qui un rifiuto d'uomo, con una faccia da ergastolano, con tutto il mio dolore, e la mia pena, e la mia stanchezza scritta sulla fronte, io, io, mi si -chiama così, come un bambino: povero piccolo, +chiama così, come un bambino: povero piccolo, <span class="pagenum"><a id="Page_306"></a>[306]</span> povero piccolo! Chi ti crede, bella mia? Chi vuoi che la beva? Non mi vedi mica tu quanto sono brutto e sporco, miserabile, e vecchio, e stracco; quanto sono ripugnante ed odioso; come sono irritato e cattivo!... Niente affatto piccolo. -Povero: povero sì. Ma povero diavolo, +Povero: povero sì. Ma povero diavolo, povero cane, povero idiota... Ecco i miei veri nomi. E tu li sai, via, cara Luisa: li sai meglio ancora di me!... @@ -12272,8 +12234,8 @@ allora mi sedeva di fronte, e v'intingeva appena la punta del cucchiaio, e non mangiava che con la punta delle labbra. Bastava ch'io levassi gli occhi dal piatto e facessi un gesto -vago, indeciso, un gesto qualunque, il più insignificante, -il più indeterminato, per vederla +vago, indeciso, un gesto qualunque, il più insignificante, +il più indeterminato, per vederla saltare in piedi e sentirla domandare premurosa: </p> @@ -12290,7 +12252,7 @@ volevo il sale. Non volevo nulla. <p> — Grazie, le dicevo, secco, irritato da quell'esagerato -zelo, non voglio sale... Ce n'è anche +zelo, non voglio sale... Ce n'è anche troppo... </p> @@ -12299,7 +12261,7 @@ Luisa s'alzava per tempo la mattina: prima di me. Sgusciava dal nostro lettuccio stretto senza che io la sentissi, e per prima cosa accendeva il <span class="pagenum"><a id="Page_307"></a>[307]</span> -fornello e riscaldava il caffè. Poi lustrava le mie +fornello e riscaldava il caffè. Poi lustrava le mie vecchie scarpe, e con infinita pazienza smacchiava il bavero, le maniche e i calzoni del mio abito tutto unto e sdrucito. Poi, vestita sua madre, @@ -12308,8 +12270,8 @@ inzuppata, e la conduceva a sedere sulla poltrona. Tutto questo in punta di piedi e scalza, quantunque si fosse d'inverno, per non destarmi. Mi destava quando tutto era in ordine, il -caffè caldo. Mi toccava leggermente una spalla -e mi sospirava quasi sul viso un: — Dèstati, +caffè caldo. Mi toccava leggermente una spalla +e mi sospirava quasi sul viso un: — Dèstati, Paris... Paris, ti svegli?... Io, la mattina, avevo il sonno stanco e pesante. Ella temeva di sentirmi gridare, di vedermi adirato. Aspettava qualche @@ -12318,7 +12280,7 @@ del suo primo richiamo. Io non l'avevo udito nemmeno, non mi muovevo, continuavo a respirare profondo e grave, addormentato. Allora la sua mano mi si posava sul capo e un poco -più forte la sua voce diceva: — Paris, è tardi... +più forte la sua voce diceva: — Paris, è tardi... Ti svegli, Paris? Finalmente mi svegliavo, e la prima cosa che vedevo svegliandomi era quel sorriso malinconico e pietoso sul visuccio di @@ -12343,7 +12305,7 @@ mia moglie. </p> <p> -Tutto il giorno io lo passavo fuori. A mezzodì +Tutto il giorno io lo passavo fuori. A mezzodì la mia colezione consisteva in un pezzo di pane inzuppato in un po' di vino. Nessuno degli operai che lavoravano in quella tipografia era miserabile @@ -12354,13 +12316,13 @@ sciarpetta di lana, e andava a misurar camicie ai suoi clienti. Il suo mestiere era infatti di tagliare e cucire camicie da uomo. Questo lavoro non le rendeva quasi nulla, ed io veramente ho -sempre pensato che le servisse più che altro da +sempre pensato che le servisse più che altro da pretesto per uscire e rimanere lunghe ore fuori di casa. Ma non ero geloso. Non me ne importava nulla di lei. Io non la consideravo neppure una moglie. Era una cosa, niente altro che una cosa, per me. Ma anche Luisa aveva le sue piccole -vanità. Quando si vestiva per uscire, il suo povero +vanità . Quando si vestiva per uscire, il suo povero cappellino se lo appuntava con civetteria sulla fronte, e non si staccava dallo specchio senza <span class="pagenum"><a id="Page_309"></a>[309]</span> @@ -12376,29 +12338,29 @@ donna, in fine, Luisa, come tutte le altre. Un giorno di domenica, la mattina ero ancora a letto, e Luisa si vestiva per uscire. Quando fu vestita, come sempre si sedette dinnanzi allo -specchio e incominciò ad arricciarsi con la punta +specchio e incominciò ad arricciarsi con la punta delle dita i capelli corti delle tempie. Non erano -nè i capelli neri di Daria, nè i capelli biondi +nè i capelli neri di Daria, nè i capelli biondi di Silvina. Erano castano-grigi i capelli di Luisa. Erano dei brutti capelli. Mentre facevo fra me questa considerazione, ella vide nello specchio -che la guardavo. Arrossì tutta, d'un tratto, e +che la guardavo. Arrossì tutta, d'un tratto, e confusa si volse verso di me. </p> <p> -— Perchè mi guardi così? mi domandò cercando +— Perchè mi guardi così? mi domandò cercando di sorridere, timida. </p> <p> — Niente, risposi anch'io confuso. Non ti -guardo più. +guardo più. </p> <p> -— Ti dispiace? mi domandò allora Luisa -senza più sorridere. +— Ti dispiace? mi domandò allora Luisa +senza più sorridere. </p> <p> @@ -12406,18 +12368,18 @@ senza più sorridere. </p> <p> -Luisa esitò un istante. +Luisa esitò un istante. </p> <p> — Credevo, soggiunse abbassando gli occhi, credevo che ti dispiacesse di vedermi allo specchio. -Sono così brutta, Paris... +Sono così brutta, Paris... </p> <p> Poi nascose il viso sempre coperto di porpora -e mormorò: +e mormorò: </p> <p> @@ -12434,7 +12396,7 @@ fianco e le voltai la schiena. <p> — Che cosa sono queste scene? gridai. Che -cos'è questo piangere? Spetta forse a me di consolarti? +cos'è questo piangere? Spetta forse a me di consolarti? Per me sei bella: bellissima. Per me sei anche troppo bella... Finiscila, Luisa! Ci sono mali peggiori... Se si deve piangere, piangiamo @@ -12442,36 +12404,36 @@ per qualche altra ragione. </p> <p> -Luisa cessò di piangere. Forse continuò a +Luisa cessò di piangere. Forse continuò a piangere, ma pianse in silenzio. </p> <p> — Guarda, adesso, che storie! pensavo. Lo -racconta a me, che non è bella. Le ho mai +racconta a me, che non è bella. Le ho mai chiesto di essere bella, io? L'ho forse mai rimproverata di non essere bella abbastanza? </p> <p> — Come siete curiose voi donne! dissi forte. -Non avete il più piccolo senso dell'opportunità. +Non avete il più piccolo senso dell'opportunità . </p> <p> -Dopo un poco Luisa si alzò, si avvolse la +Dopo un poco Luisa si alzò, si avvolse la sciarpa di lana due volte intorno al collo e si -incamminò verso l'uscio. Con la mano posata +incamminò verso l'uscio. Con la mano posata sulla maniglia, rimase un momento a guardarmi. </p> <p> — Mi devi credere ben sciocca, tu, Paris, -mormorò. +mormorò. </p> <p> -Non mi mossi. Allora ella si avvicinò a me +Non mi mossi. Allora ella si avvicinò a me e mi disse umilmente: </p> @@ -12481,48 +12443,48 @@ e mi disse umilmente: <p> <span class="pagenum"><a id="Page_311"></a>[311]</span> -— Sì, sì, risposi, ti perdono. Di che? Ti perdono, +— Sì, sì, risposi, ti perdono. Di che? Ti perdono, ti perdono... </p> <p> -— Non così, ti prego, Paris... Lo so: sono +— Non così, ti prego, Paris... Lo so: sono tanto sciocca... Ma tu <i>devi</i> compatirmi. </p> <p> -— Sì, cara, sì, sì, risposi questa volta con -voce dolce, da ipocrita. Non ci pensare più... -Ti ho già perdonato. +— Sì, cara, sì, sì, risposi questa volta con +voce dolce, da ipocrita. Non ci pensare più... +Ti ho già perdonato. </p> <p> -Luisa uscì ed io rimasi a ridere di me stesso. — Ma +Luisa uscì ed io rimasi a ridere di me stesso. — Ma se non le chiedo nulla! pensavo. Che -cosa vuole ancora da me? Se lei non è bella, -che cosa sono io, al suo confronto? Non sarò +cosa vuole ancora da me? Se lei non è bella, +che cosa sono io, al suo confronto? Non sarò certo il suo tipo. Ogni donna, infatti, ha un <i>tipo</i> -suo d'uomo. E quantunque il più delle volte le +suo d'uomo. E quantunque il più delle volte le donne finiscano per amare proprio un uomo che -non è il loro <i>tipo</i>, io veramente non potevo essere +non è il loro <i>tipo</i>, io veramente non potevo essere il <i>tipo</i> di nessuna, nemmeno quello di Luisa. -Ciò che m'irritava contro di lei era appunto +Ciò che m'irritava contro di lei era appunto quel suo continuo mascherare la gratitudine, che -certamente nutriva per me, che la rendeva così -docile, così sottomessa, così affettuosa, così premurosa +certamente nutriva per me, che la rendeva così +docile, così sottomessa, così affettuosa, così premurosa in ogni suo atto e pensiero, era proprio questo volerla mascherare da amore, mentre amore non poteva essere, che mi irritava contro di lei. E anche la sua gratitudine in fondo mi irritava. Avrei voluto diventare ricco d'un colpo, o soltanto ricuperare la mia agiatezza d'un tempo, -per far sì ch'ella non si sentisse più in obbligo +per far sì ch'ella non si sentisse più in obbligo di lavorare per me, di alleggerirmi del peso dell'esistenza sua e di sua madre, adattandosi -alle fatiche più umili e mortificanti per pagarmi +alle fatiche più umili e mortificanti per pagarmi <span class="pagenum"><a id="Page_312"></a>[312]</span> -il suo debito di riconoscenza. Ma, infine, perchè -dunque mi affaticavo tanto per una cosa di così +il suo debito di riconoscenza. Ma, infine, perchè +dunque mi affaticavo tanto per una cosa di così poco conto? A me bastava di vedere chiaramente quale fosse la mia vera situazione di fronte a Luisa, senza lasciarmi ingannare dalle @@ -12532,21 +12494,21 @@ tutte le pene necessarie, costringendo i miei occhi a consumarsi sulle bozze nella falsa luce della tipografia, il mio stomaco a sopportare l'appetito come una regola di perfetta igiene, -i miei poveri piedi a guazzare nell'umidità del +i miei poveri piedi a guazzare nell'umidità del fango che mi riempiva le scarpe tutte buchi e strappi, a subire le punture gelide della tramontana invernale le carni mal difese da quella ragnatela di vestito; ma lasciando inerte e addormentato il mio pensiero, il cervello arrugginito, -l'anima lontana, ignara, assente. Così, soltanto -così, mi sentivo ancora la forza di vivere. +l'anima lontana, ignara, assente. Così, soltanto +così, mi sentivo ancora la forza di vivere. </p> <p> -Luisa rientrò poco dopo con un mazzolino di -viole mammole, che si affrettò a mettere in un -bicchiere. Il bicchiere lo posò poi in mezzo al -tavolo, e mi guardò come perchè le dicessi: +Luisa rientrò poco dopo con un mazzolino di +viole mammole, che si affrettò a mettere in un +bicchiere. Il bicchiere lo posò poi in mezzo al +tavolo, e mi guardò come perchè le dicessi: </p> <p> @@ -12566,13 +12528,13 @@ tue illusioni... <p> <span class="pagenum"><a id="Page_313"></a>[313]</span> -— Non ti piacciono? mi domandò Luisa, vedendo +— Non ti piacciono? mi domandò Luisa, vedendo che continuavo a tacere. </p> <p> Prese di nuovo in mano quelle poche viole e -le odorò, e avvicinatasi a me disse: +le odorò, e avvicinatasi a me disse: </p> <p> @@ -12580,7 +12542,7 @@ le odorò, e avvicinatasi a me disse: </p> <p> -Me le porgeva perchè le odorassi. Vi accostai +Me le porgeva perchè le odorassi. Vi accostai appena il naso. Dissi semplicemente: </p> @@ -12604,17 +12566,17 @@ poco, giusto, a sudarli, tre soldi! </p> <p> -Luisa disillusa abbassò la fronte. +Luisa disillusa abbassò la fronte. </p> <p> — E anche per lei, soggiunse poi, a voce bassa, -indicando sua madre. È la sola cosa che la +indicando sua madre. È la sola cosa che la faccia ancora sorridere. </p> <p> -Si voltò e si avvicinò alla poltrona dove era +Si voltò e si avvicinò alla poltrona dove era seduta sua madre, nel vano della finestra. </p> @@ -12623,7 +12585,7 @@ seduta sua madre, nel vano della finestra. </p> <p> -E le accostò il mazzolino alla bocca. +E le accostò il mazzolino alla bocca. </p> <p> @@ -12635,18 +12597,18 @@ non potevo sopportare senza un senso di irritazione profonda, quasi non fosse il moto involontario di un'idiota, ma una sua negazione cosciente <span class="pagenum"><a id="Page_314"></a>[314]</span> -e beffarda di tutto ciò che vedeva e +e beffarda di tutto ciò che vedeva e udiva e le passava dinnanzi. Ma quando ebbe le viole mammole sotto il naso, il suo viso di mummia io lo vidi subitamente illuminarsi di un sorriso macabro, come quello di un teschio in -un grottesco di Goya; e la sua testa cessò di -oscillare. Allora notai, che così, disteso da quel +un grottesco di Goya; e la sua testa cessò di +oscillare. Allora notai, che così, disteso da quel sorriso, il viso della madre somigliava al viso della figlia come ogni caricatura somiglia all'originale. Era proprio Luisa, ottantenne ed idiota, che sorrideva in quel viso odioso! Ella sarebbe -stata così un giorno... Così: ed io avrei dovuto +stata così un giorno... Così: ed io avrei dovuto farle odorare dei fiori per provare se qualche cosa della sua anima vivesse ancora... Anche costei era stata giovane come Luisa ed era stata @@ -12678,16 +12640,16 @@ che non amo nessuna di queste cose che quasi tutti gli altri amano. I fiori, i dolci, i sorrisi, le tenerezze, non mi piacciono. Queste cose mi commovevano un tempo. Ora non le -sento più, Luisa... Non le posso più sopportare... -La vita ha distrutto in me tutto ciò che sapeva +sento più, Luisa... Non le posso più sopportare... +La vita ha distrutto in me tutto ciò che sapeva di poesia: tutto. E ricordati che se ti ho -sposato, ti ho sposato per me, per me solo, perchè +sposato, ti ho sposato per me, per me solo, perchè mi faceva piacere sposarti e per nessuna altra ragione... </p> <p> -Così le parlai dolce e cattivo. Luisa non fiatò, +Così le parlai dolce e cattivo. Luisa non fiatò, ma da quel giorno fu un'altra donna con me. </p></div> @@ -12702,24 +12664,24 @@ Isacco venne ad occupare lo sgabuzzino che io occupavo prima di sposare Luisa: quella cameretta dove ora dorme tranquillo. La nostra vita era come l'ho descritta: una vita grigia, -senza gioia, senza pace. Isacco è di natura ciarliero +senza gioia, senza pace. Isacco è di natura ciarliero come un merlo. Egli si mise subito a chiacchierare con noi attraverso questo paravento di parete che divide la mia dalla sua stanza. Era -accaduto qualche cosa di insolito in città, e, +accaduto qualche cosa di insolito in città , e, <span class="pagenum"><a id="Page_316"></a>[316]</span> tardi, verso mezzanotte, fummo destati da uno scoppio cupo e lungo come un tuono. Luisa, -spaventata, non potè fare a meno di gridare: — Paris, -che sarà, che sarà? E Isacco si credette +spaventata, non potè fare a meno di gridare: — Paris, +che sarà , che sarà ? E Isacco si credette in obbligo di rassicurarla. Doveva essere scoppiato il gazometro. Infatti da dieci giorni gli operai delle officine minacciavano di farlo -saltare. Senza dubbio la città sarebbe ora rimasta -al buio per intere settimane, poichè le +saltare. Senza dubbio la città sarebbe ora rimasta +al buio per intere settimane, poichè le officine elettriche, che erano adiacenti al gazometro, dovevano aver subito gravi danni a -causa dell'esplosione. In molti punti della città, +causa dell'esplosione. In molti punti della città , in previsione di quella catastrofe, fino dalla sera innanzi i soldati del genio avevano piazzato dei riflettori. E Isacco descrisse a vivi colori l'aspetto @@ -12727,8 +12689,8 @@ delle vie e delle case illuminate da quei fasci di luce bianchissima. — Sembrava tutto un altro mondo, disse. Ogni cosa ha un aspetto diverso da quello che noi vediamo abitualmente... -Vatti a fidare ora della realtà!... E se anche -quella che chiamiamo realtà non fosse altro che +Vatti a fidare ora della realtà !... E se anche +quella che chiamiamo realtà non fosse altro che un'opinione? Vi stupirebbe? </p> @@ -12745,12 +12707,12 @@ soggiunsi: — Buona notte... Dopo un momento di silenzio, durante il quale, indifferente all'annuncio di quei cataclismi sociali, io mi stavo riaddormentando, la vocina -di Isacco ricominciò: +di Isacco ricominciò: </p> <p> <span class="pagenum"><a id="Page_317"></a>[317]</span> -— Non vi sembra di udire come un crepitìo +— Non vi sembra di udire come un crepitìo di fucilate? </p> @@ -12771,11 +12733,11 @@ notte... Passarono ancora pochi minuti, durante i quali mi rannicchiai tutto nel mio angolo di letto, con le coperte sul capo. Poi la voce di Isacco -domandò: +domandò: </p> <p> -— Domani mattina si potrà attraversare il +— Domani mattina si potrà attraversare il ponte? O saremo tagliati fuori dai quartieri del centro? </p> @@ -12791,7 +12753,7 @@ ripetei: — Buona notte... <p> M'ero quasi riaddormentato, quando la voce -di Isacco più sveglia che mai esclamò: +di Isacco più sveglia che mai esclamò: </p> <p> @@ -12800,44 +12762,44 @@ di Isacco più sveglia che mai esclamò: <p> Ma io, fingendo di russare, non gli risposi -più nulla. +più nulla. </p> <p> La mattina dopo veramente tutti i ponti erano sbarrati da cordoni di soldati. Il nostro quartiere -era isolato dal centro della città. Tentai invano +era isolato dal centro della città . Tentai invano di passare, spiegando a un sergente come la tipografia nella quale lavoravo fosse proprio subito -al di là del ponte. La consegna era rigorosa. -Ritornai perciò lentamente verso casa mia, +al di là del ponte. La consegna era rigorosa. +Ritornai perciò lentamente verso casa mia, percorrendo un tratto del viale lungo il fiume. <span class="pagenum"><a id="Page_318"></a>[318]</span> -Incominciò a nevicare attraverso i rami nudi -degli alberi. Il fiume era gonfio. Sempre così +Incominciò a nevicare attraverso i rami nudi +degli alberi. Il fiume era gonfio. Sempre così silenzioso, si levava allora dalla corrente tutta mulinelli e spume un cupo e lungo boato. Le due rive erano semideserte. Soltanto alle due -estremità di ogni ponte c'era radunata una folla -che si guardava silenziosa, con buffa curiosità, +estremità di ogni ponte c'era radunata una folla +che si guardava silenziosa, con buffa curiosità , come se da una parte e dall'altra non fossero stati gli stessi che fino alla sera prima si erano trovati a camminare insieme su quei ponti -che allora li dividevano. Già stavo per affrettare -il passo sotto la neve che cadeva sempre più fitta, -quando qualcuno mi si mise al fianco e mi salutò. +che allora li dividevano. Già stavo per affrettare +il passo sotto la neve che cadeva sempre più fitta, +quando qualcuno mi si mise al fianco e mi salutò. Era uno che non avevo mai veduto. Ma subito si fece conoscere. </p> <p> -— Sono il vostro nuovo vicino, mi dichiarò +— Sono il vostro nuovo vicino, mi dichiarò sorridendo. Ve lo dicevo, iersera, che i ponti sarebbero stati sbarrati? </p> <p> -Lo guardai. Era un piccolo uomo più basso +Lo guardai. Era un piccolo uomo più basso di statura molto di me: mi arrivava appena alla spalla. Andava un po' curvo, a passi brevi e ineguali, stretto in un mantellino color cioccolato, @@ -12850,12 +12812,12 @@ gli occhi grandi e neri, le labbra leggermente tumide. Sentii che da quel momento avrei dovuto subirlo come una mosca. Infatti, <span class="pagenum"><a id="Page_319"></a>[319]</span> -con quelle parole mi si accompagnò, salì con -me le scale, entrò con me nella nostra camera. +con quelle parole mi si accompagnò, salì con +me le scale, entrò con me nella nostra camera. E poi che si fu sgrullata la neve dal mantellino ed ebbe abbassato il cappuccio, si tolse il berretto, -e, rivolto a Luisa, le domandò con il tono -più naturale del mondo, come se l'avesse conosciuta +e, rivolto a Luisa, le domandò con il tono +più naturale del mondo, come se l'avesse conosciuta da vent'anni: </p> @@ -12864,19 +12826,19 @@ da vent'anni: </p> <p> -Così Isacco si introdusse nella nostra intimità: +Così Isacco si introdusse nella nostra intimità : senza cerimonie, divenne uno di casa. Isacco era commesso in una botteghina di libri usati -situata all'angolo dell'Università, molto frequentata +situata all'angolo dell'Università , molto frequentata dagli studenti poveri. Si credeva, e ancora si crede, un sapiente. Sa a memoria i titoli di centinaia di libri. Conosce la storia dei loro autori, l'anno in cui furono stampati. Ben -presto manifestò per me una simpatia esagerata, +presto manifestò per me una simpatia esagerata, un attaccamento quasi morboso. Ogni sera veniva ad aspettarmi quando uscivo dalla tipografia e mi riaccompagnava a casa. Se mi vedeva -con un viso più buio del solito: +con un viso più buio del solito: </p> <p> @@ -12896,16 +12858,16 @@ e non si stancava di domandarmi che cosa io ne pensassi. Io non pensavo mai nulla di nulla, ma Isacco non si arrendeva facilmente alla mia indifferenza. Spesso non ritornavo subito a casa, -ma mi perdevo in lunghi giri per le vie più -deserte della città. Senza mostrare nè impazienza -nè stanchezza, mi seguiva nei miei vagabondaggi, +ma mi perdevo in lunghi giri per le vie più +deserte della città . Senza mostrare nè impazienza +nè stanchezza, mi seguiva nei miei vagabondaggi, anche sotto la pioggia o nella neve, come se non avesse altro desiderio che di camminare senza uno scopo in quelle fredde sere d'inverno. Giunti all'angolo della nostra casa, Isacco si separava da me per andare a mangiare in una bettola poco lontana, mentre io salivo -quassù dove m'aspettava la mia magra cena. +quassù dove m'aspettava la mia magra cena. Ma prima di allontanarsi mi diceva: </p> @@ -12915,19 +12877,19 @@ buona notte alla signora Luisa... </p> <p> -Così bussava discreto alla porta, metteva fra +Così bussava discreto alla porta, metteva fra i battenti la sua faccia pallida tutta annerita dai peli e dagli occhi, e domandava dolce: </p> <p> -— Si può? +— Si può? </p> <p> Io levavo il capo dalla tavola e lo guardavo senza simpatia. Mi era odioso. Non lo potevo -soffrire. Lo giudicavo il più grande importuno +soffrire. Lo giudicavo il più grande importuno che fosse mai nato sulla terra e consideravo la sua compagnia come l'ultima delle mie sventure. Ma Isacco, incoraggiato da un mezzo sorriso @@ -12941,9 +12903,9 @@ fra noi due, accanto al lume. <span class="pagenum"><a id="Page_321"></a>[321]</span> Io lo trattavo rudemente, quasi con villania, sperando, che, offeso, se ne andasse per non -ritornare mai più. Ma Isacco, la sera, non vedeva +ritornare mai più. Ma Isacco, la sera, non vedeva che Luisa; non si occupava che di lei. -Le ripeteva tutte le storie che aveva già raccontato +Le ripeteva tutte le storie che aveva già raccontato a me durante la strada, e sempre chiedeva che cosa ne pensasse la signora Luisa. Luisa si credeva in obbligo di rispondere, e ne nascevano @@ -12957,12 +12919,12 @@ diceva: <p> — Lasciamolo che si corichi... Stasera, signor -Paris, avete più sonno del solito... +Paris, avete più sonno del solito... </p> <p> Rimetteva la sedia al suo posto e Luisa lo accompagnava -nel corridoio, e là rimanevano ancora +nel corridoio, e là rimanevano ancora a chiacchierare. Io mi spogliavo tutto e mi stendevo tra le lenzuola. Quando finalmente Isacco le dava la buona notte, Luisa rientrava @@ -12970,31 +12932,31 @@ e io le dicevo: </p> <p> -— Basta, basta, per carità! Non la finirete -più di parlare... Costui s'attacca come la rogna... +— Basta, basta, per carità ! Non la finirete +più di parlare... Costui s'attacca come la rogna... </p> <p> — Piano piano, supplicava Luisa. Lo sai che -si sente tutto, di là... +si sente tutto, di là ... </p> <p> — E che importa a me, se si sente? replicavo. -Dico che basta. È peggio della rogna. +Dico che basta. È peggio della rogna. </p> <p> -Passarono così alcune settimane. A un certo +Passarono così alcune settimane. A un certo <span class="pagenum"><a id="Page_322"></a>[322]</span> -punto Isacco inventò di avere uno zio ricco, che -possedeva anche un giardino, e mi capitò davanti +punto Isacco inventò di avere uno zio ricco, che +possedeva anche un giardino, e mi capitò davanti una sera con un mazzo di rose. </p> <p> — Che m'avete detto ieri, passando dinnanzi -al fioraio? mi domandò. +al fioraio? mi domandò. </p> <p> @@ -13002,10 +12964,10 @@ al fioraio? mi domandò. </p> <p> -— Oh! oh! esclamò Isacco ridendo. Non avete -detto: «Che belle rose? Un tempo erano -la mia delizia, le rose. Chi si ricorda più di -quel tempo?» +— Oh! oh! esclamò Isacco ridendo. Non avete +detto: «Che belle rose? Un tempo erano +la mia delizia, le rose. Chi si ricorda più di +quel tempo?» </p> <p> @@ -13035,34 +12997,34 @@ vi affondai il viso per odorarle. </p> <p> -— Che soavità, dissi. E le porsi a Luisa. +— Che soavità , dissi. E le porsi a Luisa. </p> <p> -Luisa le mise in una brocca, posò la brocca -in mezzo alla tavola, e mi guardò sorridendo. +Luisa le mise in una brocca, posò la brocca +in mezzo alla tavola, e mi guardò sorridendo. </p> <p> — Ah! esclamai senza pensare alle conseguenze che le parole che stavo per pronunciare potevano avere per me, queste sono le vere -gioie del ricco! La vita è grama per tutti: per +gioie del ricco! La vita è grama per tutti: per tutti ha un fondo di dolore... Ma alla superficie almeno si hanno delle piccole gioie che versano <span class="pagenum"><a id="Page_323"></a>[323]</span> -una goccia di oblio sui più tristi pensieri. Un +una goccia di oblio sui più tristi pensieri. Un fiore... Queste rose... E tutto si dimentica per un istante. </p> <p> -— Sì, continuai dopo una pausa, tu per esempio +— Sì, continuai dopo una pausa, tu per esempio hai freddo: ecco un dolore fisico atroce, -una sofferenza che dà la disperazione. Il povero +una sofferenza che dà la disperazione. Il povero la conosce. Il ricco accende una bella stufa o si avvolge nella sua pelliccia e dimentica che -c'è un inverno tetro, la neve, il vento, una desolata +c'è un inverno tetro, la neve, il vento, una desolata stagione... </p> @@ -13076,36 +13038,36 @@ assentire col capo. — E tutto forse finisce qui? domandai. Ora, dissi, io ho mangiato, tutti abbiamo mangiato. Possiamo dire di aver fame? Sete? No, certo: -non abbiamo nè fame nè sete. Eppure se ci fosse +non abbiamo nè fame nè sete. Eppure se ci fosse qui, in mezzo alla tavola, una pasta sfoglia, un pasticciotto di crema, e un po' di rosolio, o un bicchiere di vino dolce, non ci sentiremmo forse men tristi? Meno stanchi della nostra giornata? Meno desiderosi di coricarci e di dormire, -per non pensare più all'oggi e al domani, +per non pensare più all'oggi e al domani, alla nostra povera vita di sempre? </p> <p> -— Così è, caro Isacco! soggiunsi battendogli +— Così è, caro Isacco! soggiunsi battendogli una mano sulla spalla. Io lo so per esperienza. -Ma ciò che si è voluto perdere, è inutile che si +Ma ciò che si è voluto perdere, è inutile che si rimpianga. Allora si finge di credere di non -amare più nessuna delle piccole cose che ci davano +amare più nessuna delle piccole cose che ci davano gioia e piacere un tempo. Addirittura si <span class="pagenum"><a id="Page_324"></a>[324]</span> rinnegano, si disprezzano. Che cosa sono, in fondo, dei fiori? Sono degli stupidi balocchi della natura, una delle tante cose superflue che essa crea, a scapito di tante altre cose necessarie, -di cui invece è avara. E a che servono? +di cui invece è avara. E a che servono? Quando li hai ben bene tenuti in fresco due giorni, appassiscono e muoiono, e bisogna buttarli via. E i dolci? Siamo forse dei bambini golosi? Vogliamo credere davvero che uno zuccherino ci farebbe contenti? Dobbiamo dichiararci schiavi di una debolezza infantile? Via! -Via! Il male è, caro Isacco, che così, a poco a +Via! Il male è, caro Isacco, che così, a poco a poco, l'uomo discende al bruto. Si riduce, Isacco, alla nostra feroce miseria, alla nostra universale negazione del bene. Con le cose frivole @@ -13118,7 +13080,7 @@ Isacco soggiunse: </p> <p> -— È vero, è vero... +— È vero, è vero... </p> <p> @@ -13126,7 +13088,7 @@ Io dissi: </p> <p> -— Ma questa, Isacco, è la nostra vita, ormai... +— Ma questa, Isacco, è la nostra vita, ormai... </p></div> <div class="chapter"> @@ -13136,15 +13098,15 @@ VIII. <p> Quando quelle prime rose furono sfiorite, -Isacco ritornò a mietere nel giardino dello zio -ricco, e mi portò degli anemoni. Poi scese nella +Isacco ritornò a mietere nel giardino dello zio +ricco, e mi portò degli anemoni. Poi scese nella cantina di quello zio misterioso e fantastico, e -ne rubò uno, due, tre fiaschi di buon vino chiaretto +ne rubò uno, due, tre fiaschi di buon vino chiaretto <span class="pagenum"><a id="Page_325"></a>[325]</span> che venne a bere con noi dopo cena. Come se non bastasse, alcuni giorni dopo Isacco si fece amico del cuoco di suo zio. Allora, ogni domenica, -ci portò dei pasticcini di pasta sfoglia, +ci portò dei pasticcini di pasta sfoglia, o delle frittelle dolci inzuccherate che, di nascosto, quello impastava e friggeva per lui. Ogni qual volta lo vedeva comparire sull'uscio @@ -13159,22 +13121,22 @@ mettevano in alcuni momenti delle mie grige giornate. Senza confessare ad alcuno il piacere che mi veniva da quelle piccole cose, ne godevo segretamente come un bambino. La -miseria, le sofferenze, è verissimo che avviliscono +miseria, le sofferenze, è verissimo che avviliscono l'uomo, e lo rendono debole e incapace di dominarsi. Io ne avevo ancora una prova. Come apportatore di fiori, di fiaschi, di dolci, -Isacco non mi pareva più così spregevole e fastidioso +Isacco non mi pareva più così spregevole e fastidioso come prima, quando si presentava a mani vuote, e solo carico di parole. La sua compagnia incominciava a piacermi. Giunsi persino a pensare che fosse una vera fortuna per noi d'avere un vicino come lui, con uno zio -così ricco, con quel bel giardino, quella cantina, +così ricco, con quel bel giardino, quella cantina, quel cuoco tanto sapiente e servizievole. Quando, <span class="pagenum"><a id="Page_326"></a>[326]</span> seduti intorno alla tavola la sera, si sorseggiava -quel vinello chiaro, spillandolo giù dal -fiasco che gorgogliava contento, in verità mi +quel vinello chiaro, spillandolo giù dal +fiasco che gorgogliava contento, in verità mi sembrava che il gelo, che m'ero portato nell'ossa su dalla strada tutta neve e vento, a poco a poco s'intiepidisse, quasi mi si sciogliesse dentro @@ -13184,7 +13146,7 @@ Allora la giornata passata sotto il lume, nell'odore nauseabondo della tipografia, mi si presentava al ricordo meno penosa e squallida. La mattina, poi, quando svegliandomi aprivo gli -occhi, la prima cosa che vedevo non era più +occhi, la prima cosa che vedevo non era più quel sorriso malinconico malinconico nel visuccio di Luisa, ma erano quei fiori con le loro piccole teste variopinte reclinate sull'orlo della @@ -13201,16 +13163,16 @@ di quei fiori, di quelle piccole consolazioni che Isacco aveva portato nello squallore della mia vita, pensai per la prima volta, senza ironia, a mia moglie Luisa. La guardavo mentre cuciva -cuciva, e non provavo più nessuna irritazione -vedendola penare così, mattina e sera, sul bianco +cuciva, e non provavo più nessuna irritazione +vedendola penare così, mattina e sera, sul bianco accecante delle sue camicie, ma piuttosto incominciavo -veramente ad avere soltanto pietà +veramente ad avere soltanto pietà <span class="pagenum"><a id="Page_327"></a>[327]</span> -di lei, che così delicata, doveva logorarsi la salute +di lei, che così delicata, doveva logorarsi la salute in quel lavoro ancora meno retribuito del mio. Mi pareva anzi che da qualche tempo ella -avesse raddoppiata la sua fatica, poichè non -si coricava più nemmeno con me, ma rimaneva +avesse raddoppiata la sua fatica, poichè non +si coricava più nemmeno con me, ma rimaneva alzata molto tempo dopo. E se, per non far rumore, non lavorava alla macchina in quelle ore, zitta zitta imbastiva, o tagliava, o cuciva @@ -13218,8 +13180,8 @@ asole a punti fitti e piccini, con gli occhi sull'ago. </p> <p> -— Non affaticarti così, le dicevo ogni tanto. -Perchè? In fondo che cosa ne ricavi, da tanto +— Non affaticarti così, le dicevo ogni tanto. +Perchè? In fondo che cosa ne ricavi, da tanto lavoro? Poveri siamo, poveri saremmo se lavorassi anche meno. Purtroppo questo non basta a cambiare il nostro stato... Vieni, vieni @@ -13238,37 +13200,37 @@ elastica appena appena rosea, il suo ventre piccino e piatto, ombrato da una strisciolina di peluzzi biondi. E quantunque mi sembrasse una cosina malata e fredda a toccarsi, pure non -ne avevo più quel senso di repulsione che fino +ne avevo più quel senso di repulsione che fino a pochi giorni prima mi costringeva a chiudere <span class="pagenum"><a id="Page_328"></a>[328]</span> gli occhi per non vederla. E quando m'entrava nel letto rabbrividendo, con la sua camiciola non profumata di bucato o di essenza di rose, ma -solo odorosa dell'odore della sua carne che è +solo odorosa dell'odore della sua carne che è il profumo del povero, e mi si stringeva contro il fianco per riscaldarsi, io non m'irrigidivo -più da capo a piedi, come uno di quei cristi primitivi +più da capo a piedi, come uno di quei cristi primitivi o di quei morti che si vedono scolpiti nei -sarcofagi; ma le posavo (è la parola) le posavo -un abbraccio inerte attraverso il fianco, e così +sarcofagi; ma le posavo (è la parola) le posavo +un abbraccio inerte attraverso il fianco, e così cercavo di addormentarmi. Ma prima che il sonno fermasse il moto dei miei pensieri come avrebbe fatto una manata di polvere gettata in un orologio, fingendo di dormire per non muovermi, -per non parlare più, chiedevo a me stesso: +per non parlare più, chiedevo a me stesso: </p> <p> -— Perchè, perchè non c'è un po' di vero amore -in lei? Perchè il suo cuore è così silenzioso, -così tepido? Forse se lei volesse, se lei sapesse, +— Perchè, perchè non c'è un po' di vero amore +in lei? Perchè il suo cuore è così silenzioso, +così tepido? Forse se lei volesse, se lei sapesse, un po' di oblio, un po' di gioia potrei anche trovarla in un suo bacio, in una sua carezza, in quello che comunemente si chiama, tutti chiamano: -amore. Piccola Luisa... Perchè non sai, -perchè non senti nulla? Perchè non indovini? -Perchè non tenti? Perchè sei così innocente ed -insipida? Piccola Luisa, perchè non mi ami? +amore. Piccola Luisa... Perchè non sai, +perchè non senti nulla? Perchè non indovini? +Perchè non tenti? Perchè sei così innocente ed +insipida? Piccola Luisa, perchè non mi ami? </p> <p> @@ -13279,14 +13241,14 @@ E avrei voluto posarle un bacio sulla bocca, un lungo bacio, un bacio d'amore. Ah! se <span class="pagenum"><a id="Page_329"></a>[329]</span> fosse stata un'altra donna! Come quei fiori che -mi davano tanta gioia e tanto conforto, così anche +mi davano tanta gioia e tanto conforto, così anche lei avrebbe potuto consolarmi un poco delle delusioni passate. Passate da tanto tempo.... Quasi dimenticate... Avrei amato lei sola, per -sè stessa, non per il rimpianto o il ricordo di +sè stessa, non per il rimpianto o il ricordo di quei lontani giorni.... Non avrei amato nessun'altra in lei... Ormai ero un altr'uomo. -Quello d'una volta non esisteva più. +Quello d'una volta non esisteva più. </p> <p> @@ -13294,12 +13256,12 @@ Ma ben presto mi riebbi da quella specie di abbandono all'illusione d'una vita che non poteva essere, che non era la mia. Il piacere di quelle piccole cose godute senza altro pensiero -che di goderne si mutò subito in amarezza. Perchè -Isacco ci regalava quei fiori? Perchè ci -elargiva con generosità tanto metodica il vino +che di goderne si mutò subito in amarezza. Perchè +Isacco ci regalava quei fiori? Perchè ci +elargiva con generosità tanto metodica il vino delle cantine di suo zio, i dolci della sua cucina? E quei doni erano per me o per Luisa? -Quando questo dubbio mi assalì la prima volta, +Quando questo dubbio mi assalì la prima volta, stavo mangiando uno spicchio di torta, tutta ricamata di crema, profumata di vainiglia e soffice come la lana. Mi fermai con il boccone in @@ -13309,7 +13271,7 @@ Luisa anche lei aveva uno spicchio di torta delicatamente stretto fra due dita, e la bocca piena. Ma guardava Isacco, e non potendogli sorridere con le labbra, gli sorrideva con gli occhi. -Ah! che luce, che vivacità, che ilarità insolite +Ah! che luce, che vivacità , che ilarità insolite erano negli occhi di Luisa, quella sera! <span class="pagenum"><a id="Page_330"></a>[330]</span> Parevano due carboncini accesi. La luce della @@ -13319,19 +13281,19 @@ di solito sempre appannati e smorti, anche gli occhi di Isacco brillavano d'una luce insolita, vivi, sorridendo a Luisa. Inghiottii quel boccone che mi era rimasto in gola, e per quella sera -non toccai più di quel dolce. Isacco se ne andò. +non toccai più di quel dolce. Isacco se ne andò. E quando Luisa venne a letto, non la sfiorai nemmeno con la punta delle dita. Sentii tutto -il gelo che ella portava con sè nella sua carne +il gelo che ella portava con sè nella sua carne anemica, cercai di scostarmi da lei voltandomi -con la faccia contro il muro. Così, cercando +con la faccia contro il muro. Così, cercando di non sentire il suo respiro sulla mia nuca, il suo odore di fieno nelle narici, incominciai a frugare in tutti gli angoli del mio cervello divenuto terribilmente lucido, e credetti di -indovinare, di scoprire la verità. Mi ricordai che +indovinare, di scoprire la verità . Mi ricordai che ogni mattina, da molto tempo ormai, quando mi -alzavo, trovavo Luisa già vestita e pronta ad +alzavo, trovavo Luisa già vestita e pronta ad uscire. E mentre mi vestivo seduto sulla sponda del letto, ecco due tre colpi discreti bussati qui, sulla parete, fra questa stanza e quella @@ -13339,7 +13301,7 @@ di Isacco. Luisa mi si avvicina, mi dice: — Non hai bisogno di nulla? Dunque vado. Prende il suo involto di camicie, ed esce, salutandomi con la mano. Ha un cappellino nuovo, -con una penna rossa. L'abito è sempre lo stesso, +con una penna rossa. L'abito è sempre lo stesso, ma sembra un altro. Quando nel corridoio passa dinnanzi alla porta di Isacco, la porta si <span class="pagenum"><a id="Page_331"></a>[331]</span> @@ -13347,15 +13309,15 @@ apre, Isacco esce: — Buon giorno, signora Luisa, dice. Ed io so che prende il fagotto delle camicie dalle mani di Luisa, e glielo porta per un buon tratto di strada. Tutte le mattine se ne -vanno così, insieme. Ed io lo so. Lo so perchè +vanno così, insieme. Ed io lo so. Lo so perchè Isacco e Luisa me lo hanno detto, che per lui -portare quel fagotto a Luisa è un piacere da +portare quel fagotto a Luisa è un piacere da nulla, che non gli costa nessuna fatica. Mentre -per lei è un piacere immenso non doverlo portare. -La strada è ogni mattina la stessa per tutti +per lei è un piacere immenso non doverlo portare. +La strada è ogni mattina la stessa per tutti e due. Tutti e due vanno verso il centro della -città. Io poi esco per conto mio, la mia tipografia -è subito passato il fiume, mi chiudo, mi seppellisco +città . Io poi esco per conto mio, la mia tipografia +è subito passato il fiume, mi chiudo, mi seppellisco in quella spelonca buia come un antro, e mi si rivede la sera. </p> @@ -13365,7 +13327,7 @@ Questa fu la mia grande scoperta di quella notte. La mattina, appena alzato, ebbi la tentazione di prendere il mazzo di fiori dalla brocca posata sul tavolo e di buttarlo dalla finestra. -A mezzogiorno Isacco mi si presentò con un +A mezzogiorno Isacco mi si presentò con un paio di scarpe nuove incartate in un giornale. Disse di averle vinte ad una lotteria. E per l'appunto aveva il piede piccino! Infilate ai miei @@ -13380,42 +13342,42 @@ IX. <p> Eccole qua, quelle scarpe: le porto ancora -ai piedi. Hanno preso già tanto fango e tant'acqua +ai piedi. Hanno preso già tanto fango e tant'acqua <span class="pagenum"><a id="Page_332"></a>[332]</span> -che non sembrano più le stesse. Eppure +che non sembrano più le stesse. Eppure sono quelle, proprio quelle scarpe. Chi avrebbe potuto dire a Luisa, a me, a Isacco, per quale strada m'avrebbero condotto queste scarpe? -Lasciamo andare: c'è una fatalità in tutte le cose, -anche nelle più infime, nelle più banali. Pur +Lasciamo andare: c'è una fatalità in tutte le cose, +anche nelle più infime, nelle più banali. Pur accettando quelle (queste) scarpe che Isacco mi offriva, volli ad ogni costo pagarle. Isacco che me le guardava compiaciuto mentre muovevo qualche passo per la stanza battendo il piede per sentire se spianava comodo, dette alla mia proposta in un'esclamazione di stupore offeso. -Disse, mi pare: — Ohibò! e se ne fuggì correndo. +Disse, mi pare: — Ohibò! e se ne fuggì correndo. Era sopravvenuta Luisa. S'era tolto il cappellino, e anch'essa mi guardava quelle scarpe nuove con un viso soddisfatto e contento. </p> <p> -— Eh! sì, dissi, sono buone. Ma non ti pare, +— Eh! sì, dissi, sono buone. Ma non ti pare, Luisa, che gliele debba pagare? Posso non pagargliele, queste scarpe? </p> <p> -Luisa alzò una spalla e mi fece l'occhietto. +Luisa alzò una spalla e mi fece l'occhietto. </p> <p> — Non pensarci, disse sottovoce, come per -paura che Isacco l'udisse dall'altra stanza. Perchè +paura che Isacco l'udisse dall'altra stanza. Perchè gliele vuoi pagare? Le avesse comprate... Ma le ha vinte alla lotteria. Eh! Se non ti chiede -nulla, che bisogno c'è di pagargliele? +nulla, che bisogno c'è di pagargliele? </p> <p> @@ -13423,15 +13385,15 @@ Poi soggiunse: </p> <p> -— È una vera fortuna... Ne avevi proprio +— È una vera fortuna... Ne avevi proprio bisogno, tu, d'un paio di scarpe nuove. </p> <p> -— Sì, dissi io, ne avevo bisogno. Ne ho bisogno -grandissimo. Non le vedi là, quelle vecchie? +— Sì, dissi io, ne avevo bisogno. Ne ho bisogno +grandissimo. Non le vedi là , quelle vecchie? <span class="pagenum"><a id="Page_333"></a>[333]</span> -Si possono più chiamare scarpe? Ma, insomma, +Si possono più chiamare scarpe? Ma, insomma, qui tutto ormai viene da Isacco... Fiori, vino, dolci, ed ora anche le scarpe! Ti pare possibile? @@ -13443,11 +13405,11 @@ pago, o gliele rendo... </p> <p> -Così tenni queste scarpe e cominciai ad usarle. +Così tenni queste scarpe e cominciai ad usarle. Ma non riuscivo a capire come mai Luisa osasse suggerirmi di non pagarle. Doveva credermi molto stupido... Forse cieco. Ormai non -nutrivo più dubbi di sorta. Un intrigo c'era fra +nutrivo più dubbi di sorta. Un intrigo c'era fra lei ed Isacco. Ed io avrei dovuto fare da una parte la figura della vittima, dall'altra quella del beneficato. Mi conoscevano male, tanto l'una @@ -13455,7 +13417,7 @@ che l'altro! Quantunque fingessi di non vedere, di non capire, vedevo e capivo ogni cosa. Vedevo in che modo Isacco guardava Luisa, quando c'ero anch'io, la sera, e non avrebbe -dovuto guardarla così. Era uno sguardo tutto +dovuto guardarla così. Era uno sguardo tutto tenerezza, che sarebbe stato innocente solo negli occhi di un fratello. Ma Isacco non era fratello di Luisa. Ed Esposito, oh! Esposito, @@ -13465,29 +13427,29 @@ l'accompagnava fino all'uscio, e si fermavano ancora a chiacchierare sulla soglia, poi Isacco, nel salutarla, le prendeva una mano e gliela stringeva, e indugiavano sempre qualche minuto -così, con la mano nella mano. Due amiche, +così, con la mano nella mano. Due amiche, due amici avrebbero potuto salutarsi con quelle <span class="pagenum"><a id="Page_334"></a>[334]</span> lunghe strette di mano. Ma una donna e un uomo, che non fossero due fidanzati, due amanti? No, certo: non era un modo naturale di salutarsi. -Tuttavia non andavo così lontano, con le +Tuttavia non andavo così lontano, con le mie supposizioni. La gelosia non m'aveva ancora -completamente acciecato, come poi mi acciecò. +completamente acciecato, come poi mi acciecò. Solo pensavo che Isacco fosse innamorato di lei e che Luisa si lasciasse a poco a poco circuire. Io cercavo sempre di persuadermi che se anche questo intrigo fosse realmente esistito, e nelle sue ultime conseguenze, quelle che -nemmeno l'uomo più pio subisce e tollera senza +nemmeno l'uomo più pio subisce e tollera senza rivolta, a me, a me marito di Luisa, a me solo forse fra tutti i mariti, non avrebbe dovuto nulla importare. Cercavo di rafforzare sempre -più in me stesso il convincimento che io +più in me stesso il convincimento che io non fossi un marito come tutti gli altri, e Luisa una moglie come tutte le altre; ma io una finzione di marito e lei una finzione di moglie. -Non mi pareva concepibile la gelosia, là dove +Non mi pareva concepibile la gelosia, là dove non c'era l'amore. Ogni sentimento di gelosia, nel caso nostro, mi sarebbe sembrato mostruoso e ridicolo. Geloso poi di Isacco? Era forse un @@ -13496,19 +13458,19 @@ niente, Isacco. Eppure proprio qualche cosa di mostruoso, di mostruosamente ridicolo, cominciava a nascere in me, al pensiero di Isacco e di Luisa, uniti insieme in un solo pensiero. Era -una specie di istintiva repulsione per tutto ciò +una specie di istintiva repulsione per tutto ciò che s'associava a quel pensiero, e m'impediva <span class="pagenum"><a id="Page_335"></a>[335]</span> -ormai di provare la più piccola gioia +ormai di provare la più piccola gioia nel guardare i fiori che ornavano la nostra povera tavola, di bere un bicchiere di quel vino buono, d'inghiottire un boccone di quelle torte, di quei pasticci, che Isacco continuava ad offrirci ogni tanto. Mi versavano il bicchiere colmo, ed io vi intingevo appena appena il labbro. -Il bicchiere rimaneva pieno. Mi dicevano: — Perchè +Il bicchiere rimaneva pieno. Mi dicevano: — Perchè non bevi, Paris? Rispondevo: — Questo -vino non è come l'altro. Non mi va. Non +vino non è come l'altro. Non mi va. Non mi piace. Allora m'alzavo, m'avvicinavo alla poltrona della vecchia, che aveva la sete negli occhi, e, sollevatole il mento, le versavo lentamente @@ -13519,21 +13481,21 @@ aperta, come dentro un imbuto. <p> Ben presto riuscii insopportabile a me stesso. Gli altri sembrava che non si accorgessero neppure -di me. Non potevo più dubitarne: ero +di me. Non potevo più dubitarne: ero veramente geloso! Ero geloso di Isacco, senza -amare Luisa. Il sentimento della gelosia è per -sè stesso atroce. Ma quando c'è l'amore, penso +amare Luisa. Il sentimento della gelosia è per +sè stesso atroce. Ma quando c'è l'amore, penso che l'amore trasformi in una specie di frenetica -voluttà questa dolorosa follia dello spirito. Deve +voluttà questa dolorosa follia dello spirito. Deve essere come l'incontro di due fuochi che generano fuoco. E nell'ardore che divampa, il bene e il male, dolore e gioia, si confondono come la vita e la morte nel delirio d'un agonizzante. -Poichè l'amore distrugge incessantemente -ciò che la gelosia ha creato, e la passione incenerisce +Poichè l'amore distrugge incessantemente +ciò che la gelosia ha creato, e la passione incenerisce con un soffio i castelli incrollabili che <span class="pagenum"><a id="Page_336"></a>[336]</span> -la ragione crede di costruire sulla realtà. Ma nel +la ragione crede di costruire sulla realtà . Ma nel caso mio non esistevano che tristezze e dolori. La mia gelosia era un sentimento freddo, isolato, arido, un sentimento cattivo ed immobile, @@ -13544,7 +13506,7 @@ nel giro dei suoi capziosi sofismi, dai quali nulla veniva a liberarmi mai. Orribile vita! Rimanere lontano da Luisa m'era penoso. Durante il giorno, mille volte ero assalito dalla tentazione -di lasciare a metà il mio lavoro, afferrare +di lasciare a metà il mio lavoro, afferrare il cappello e il bastone, correre a casa, sorprendere impensatamente Luisa in un momento qualunque della sua vita. Quella vita che io in @@ -13567,36 +13529,36 @@ che appartenesse a me o ad altri. <p> Per uscire da questo stato veramente penoso, <span class="pagenum"><a id="Page_337"></a>[337]</span> -ordinai a Luisa di non vedere più Isacco, nelle +ordinai a Luisa di non vedere più Isacco, nelle ore in cui ero fuori di casa. Le proibii di uscire con lui la mattina, di riaccompagnarlo la sera nel corridoio e di fermarsi a chiacchierare con -lui. Dissi anche che quei fiori non volevo più +lui. Dissi anche che quei fiori non volevo più vederli nella brocca sul tavolo; che da allora in poi, per evitare le visite di Isacco, di bere, di mangiare con lui, ci saremmo coricati subito dopo cena. Luisa accolse senza una parola, senza una domanda, queste mie imposizioni. Ma vidi che ne fu profondamente toccata. Il suo silenzio -mi confermò nei miei sospetti. Per non +mi confermò nei miei sospetti. Per non incontrarmi con Isacco, alla fine del mio lavoro, presi l'abitudine di uscire da una porticina secondaria della tipografia, che s'apriva sopra -un cortile. Isacco m'aspettò più di un'ora +un cortile. Isacco m'aspettò più di un'ora per alcune sere di seguito dinnanzi all'ingresso -principale. Poi tralasciò di venire. La nostra vita -era così ritornata quella di prima: prima +principale. Poi tralasciò di venire. La nostra vita +era così ritornata quella di prima: prima che Isacco fosse venuto a turbarla. Chiesi un anticipo ai miei padroni: feci un debito. Gli lasciai in una busta, dal portinaio, il prezzo delle -mie scarpe. Così avrei voluto far alzare qui, +mie scarpe. Così avrei voluto far alzare qui, al posto di questa parete, un muro maestro, che -mi impedisse persino di sentire ciò che faceva +mi impedisse persino di sentire ciò che faceva Isacco, rincasando la notte, o alzandosi la mattina, nella sua stanza. Mi misi a cercare nel -quartiere opposto della città un'altra casa, dove +quartiere opposto della città un'altra casa, dove abitare. Non trovai nulla. Quasi non rivolgevo -più la parola a Luisa, nelle lunghe ore che ormai +più la parola a Luisa, nelle lunghe ore che ormai <span class="pagenum"><a id="Page_338"></a>[338]</span> passavamo soli insieme. Luisa cuciva, cuciva. Dopo qualche tempo credetti di essermi @@ -13610,12 +13572,12 @@ X. </h3> <p> -Tutti ricordano come è stata rigida la fine dell'inverno. -Alla metà d'aprile c'era ancora la +Tutti ricordano come è stata rigida la fine dell'inverno. +Alla metà d'aprile c'era ancora la neve alta per le strade. La mattina tutto gelava. -Pareva che il tempo ci portasse verso una più -cruda stagione, anzichè verso la sospirata primavera. -Una notte ero così pieno di freddo in +Pareva che il tempo ci portasse verso una più +cruda stagione, anzichè verso la sospirata primavera. +Una notte ero così pieno di freddo in tutto il corpo che non riuscivo ad addormentarmi. Luisa, Luisa, invece, respirava tranquilla nel sonno, con quel sibilo nella gola, e pareva @@ -13625,7 +13587,7 @@ nella stanza di Isacco. Udii il passo zoppo di Savina, la nostra vecchia padrona di casa, avvicinarsi nel corridoio, e un altro passo meno pesante che s'alternava col suo. Una voce d'uomo -disse: — Ah! è qui... Ed essi aprirono la +disse: — Ah! è qui... Ed essi aprirono la porta di Isacco ed entrarono nella sua stanza. Allora mi ricordai che veramente, quella sera, non aveva udito Isacco rincasare come il solito, @@ -13642,22 +13604,22 @@ Subito incominciava a gargarizzarsi. Tossiva, sputava, versava l'acqua nel catino, si lavava le mani. Quindi si sedeva sulla sedia o sul letto, e in fretta si spogliava, gettando scarpe -ed abiti uno qua ed uno là, con fracasso. Quando +ed abiti uno qua ed uno là , con fracasso. Quando s'era coricato, prima che si addormentasse, il suo letto non faceva che stridere e cigolare. Ma quella sera niente di tutto questo era accaduto; come se Isacco non fosse esistito mai. Ora, quando quei due furono entrati nella stanza, -il letto d'Isacco stridette e cigolò. La voce +il letto d'Isacco stridette e cigolò. La voce di Savina disse: — Non vuol bere, non vuol mangiare. Non si lamenta. Non si muove mai. E quando si parla, non risponde. La voce dell'uomo -soggiunse: — È molto grave... Poi il -letto cigolò e stridette di nuovo, e infine la voce -dell'uomo disse: — Non c'è niente da fare... +soggiunse: — È molto grave... Poi il +letto cigolò e stridette di nuovo, e infine la voce +dell'uomo disse: — Non c'è niente da fare... Vedremo domani. Riaprirono la porta ed uscirono. Li udii scendere, parlando, le scale. Tutto -ritornò in silenzio. +ritornò in silenzio. </p> <p> @@ -13666,33 +13628,33 @@ detto: — Grave. Isacco era dunque gravemente ammalato. Ora mi spiegavo come mai non lo avessi udito rincasare come ogni sera. Quella mattina certo non s'era neppure alzato -e tutto il giorno era rimasto coricato lassù. Forse, +e tutto il giorno era rimasto coricato lassù. Forse, <span class="pagenum"><a id="Page_340"></a>[340]</span> senza che io ne sapessi nulla, la sua malattia -durava già da tempo. Forse da due, da tre +durava già da tempo. Forse da due, da tre giorni. E che malattia era quella? Savina avrebbe potuto informarmi. Avrei potuto chiedere a -lei. Domani mattina, uscendo, le chiederò di +lei. Domani mattina, uscendo, le chiederò di che male sia malato Isacco. Non che mi stia -molto a cuore saperlo. Ma così, per una semplice -curiosità. Mi sta tanto poco a cuore la malattia +molto a cuore saperlo. Ma così, per una semplice +curiosità . Mi sta tanto poco a cuore la malattia di Isacco, che proprio non ne provo alcuna -pietà. Anzi... Debbo esser sincero? Pensare +pietà . Anzi... Debbo esser sincero? Pensare ch'egli sia malato mi fa quasi piacere. Forse dire: -piacere, non è dire cosa esattissima. No: +piacere, non è dire cosa esattissima. No: veramente non mi fa proprio piacere, ma penso che, infine, il male che avrebbe voluto fare a me, con quella sua aria di malizioso sventato, in qualche modo ricade sopra il suo capo. -Un castigo, qualunque sia, gli sta bene. Imparerà -che il dolore è giustamente distribuito +Un castigo, qualunque sia, gli sta bene. Imparerà +che il dolore è giustamente distribuito in questo mondo, e che ciascuno ne ha la sua parte. Non ho nessun sentimento caritatevole per lui. Non penso nemmeno quanto egli sia solo e abbandonato in quella mezza soffitta, alla -mercè di Savina. Non mi si affaccia nemmeno +mercè di Savina. Non mi si affaccia nemmeno per un attimo l'idea che egli possa aver bisogno -di aiuto, durante la notte, così solo com'è. +di aiuto, durante la notte, così solo com'è. Tutto mi perdo dietro altri sentimenti, altri pensieri. Il male, la solitudine in cui Isacco si trova abbandonato, persino il pensiero della @@ -13704,18 +13666,18 @@ bambino, e mi ammalai di tifo. Mi ricordo che mia madre mi vegliava le intere notti con una cuffietta bianca e rossa in capo, con un nastrino rosso annodato sotto il mento. Questo ricordo, -sì, e specialmente il ricordo di quella +sì, e specialmente il ricordo di quella cuffiettina rossa e bianca, mi tocca e mi commuove. -Quando si è ammalati tutto è molto confuso. +Quando si è ammalati tutto è molto confuso. Ma quasi sempre, in tanta confusione di impressioni e di idee, un particolare insignificante, un particolare da nulla, sempre emerge, con una chiarezza meravigliosa, e si ficca nella -memoria per non uscirne mai più. +memoria per non uscirne mai più. </p> <p> -Mentre così sognavo ad occhi aperti, sentii +Mentre così sognavo ad occhi aperti, sentii Luisa muoversi leggermente al mio fianco. Credevo che dormisse. Ma ella non si muoveva come ci si muove nel sonno. Pareva che cercasse @@ -13724,7 +13686,7 @@ di non fare movimenti bruschi, ai quali il letto avrebbe scricchiolato. Strisciava fra le lenzuola, ed io sentivo benissimo, rimanendo immobile come se fossi addormentato -profondamente; che Luisa aveva già piegato le +profondamente; che Luisa aveva già piegato le gambe sulla sponda e che fra poco sarebbe uscita tutta dal letto. Un minuto dopo era in piedi. E nella penombra della stanza vedevo, attraverso @@ -13736,18 +13698,18 @@ vedevo contro la finestra grigia illuminata) come se, mentre cercava qualche cosa annaspando con le mani nel buio, sorvegliasse il mio sonno per timore d'essere sorpresa in quell'atto. -Così s'avvicinò alla sedia su cui erano -posati i suoi abiti, e s'infilò una sottana e un -giubbettino di lana. Poi si curvò, e credetti di +Così s'avvicinò alla sedia su cui erano +posati i suoi abiti, e s'infilò una sottana e un +giubbettino di lana. Poi si curvò, e credetti di sentire che raccoglieva le sue scarpe. Io non mi muovevo, ma, dentro, il cuore incominciava a martellare dandomi una pena enorme. Che cosa faceva Luisa? Quando ebbe le scarpe in -mano, si curvò sul letto per meglio assicurarsi +mano, si curvò sul letto per meglio assicurarsi che io sempre dormivo tranquillo. Nulla m'aveva destato. Poteva andare sicura. Allora, camminando sulla punta dei piedi, scalza, si -accostò all'uscio e posò una mano sulla gruccia. +accostò all'uscio e posò una mano sulla gruccia. Qui incominciava il difficile. Quella porta aveva i gangheri arrugginiti. Sempre, quando si apriva o si chiudeva, dava in un miagolio @@ -13756,47 +13718,47 @@ spalancata. In silenzio non concedeva che un'apertura d'un palmo, tanto da passarci un cane o un gatto. Luisa rimase qualche minuto immobile, preoccupata del rumore che quella porta -avrebbe fatto nell'aprirsi. Poi si decise, girò -la maniglia e trasse a sè adagio adagio l'imposta. +avrebbe fatto nell'aprirsi. Poi si decise, girò +la maniglia e trasse a sè adagio adagio l'imposta. Che fortuna esser magri, piccini, in talune circostanze della vita! Certo Luisa allora -benedisse d'esser così sottile, perchè dove ci +benedisse d'esser così sottile, perchè dove ci sarebbe appena passato un cane o un gatto, -anche lei ci passò. Senza chiudere, riaccostò +anche lei ci passò. Senza chiudere, riaccostò <span class="pagenum"><a id="Page_343"></a>[343]</span> l'uscio. Dopo, per quanto non udissi nulla, capii che, appoggiandosi col fianco alla parete, si -infilò le scarpe. Il suo passo lungo il corridoio +infilò le scarpe. Il suo passo lungo il corridoio lo percepii appena. Al rumore che fece la chiave della porta di Isacco girando nella serratura -fu leggiero come il rosichìo del topo. La -porta s'aprì con un soffio, con un soffio si richiuse, +fu leggiero come il rosichìo del topo. La +porta s'aprì con un soffio, con un soffio si richiuse, e Luisa fu nella stanza di Isacco. </p> <p> M'ero sollevato sul gomito. Non ne potevo -più di quell'immobilità in cui ero rimasto fino +più di quell'immobilità in cui ero rimasto fino allora. Non tossivo mai, ma proprio in quel -momento un prurito tormentoso mi salì alla +momento un prurito tormentoso mi salì alla gola, e mi mise addosso una specie di frenesia, un bisogno invincibile di tossire. Doveva essere una conseguenza della soffocazione che mi dava il cuore in tumulto, con il suo battere precipitato e ineguale. Credevo di scoppiare. Stando -così, vedevo come se questa maledetta parete +così, vedevo come se questa maledetta parete tanto sottile fosse divenuta anche trasparente, di vetro, vedevo Luisa curva sul letto di Isacco, con il viso vicino vicino al suo. Aveva strofinato uno zolfanello, una candela s'era accesa. Al lume di quella candela Luisa contemplava Isacco che sembrava addormentato. Il -suo viso non era più grigio pallido come sempre. +suo viso non era più grigio pallido come sempre. Era rosso, infiammato dalla febbre. Ed ella non si contentava di guardarlo, ma lo accarezzava dolcemente con una mano, sulla fronte, sulle gote, sul collo. Poi si curvava ancora -di più, e posava la sua gota sulla sua bocca, +di più, e posava la sua gota sulla sua bocca, <span class="pagenum"><a id="Page_344"></a>[344]</span> come per sentire se le sue labbra bruciassero. Bruciavano. Oh! certo: bruciavano le labbra @@ -13808,15 +13770,15 @@ posava la sua bocca sulla bocca di Isacco. Teneva gli occhi chiusi, e dai suoi occhi gocciolavano due lacrime. — Amore, povero amore, bisbigliava, sono qui, sono venuta... Sentimi, -guardami... Non sei più solo. Luisa tua è con -te... Non me ne vado più... No, amore, mai -più, mai più. +guardami... Non sei più solo. Luisa tua è con +te... Non me ne vado più... No, amore, mai +più, mai più. </p> <p> Nelle orecchie avevo un ronzio confuso, come il rumore di un risucchio lontano. Come non -vedevo nulla, così pure non udivo nulla. Ma mi +vedevo nulla, così pure non udivo nulla. Ma mi sembrava di udire. Luisa non si muoveva, non dava un sospiro, una voce. Ma mi sembrava che bisbigliasse non so quali parole oltre quelle @@ -13825,18 +13787,18 @@ come un ladro, leggiero come un'ombra, rovesciai le coperte, silenziosamente scesi dal letto, mi avvicinai alla porta, girai lento lento la gruccia, chiusi il battente, detti il paletto. Era -fatto. Luisa non sarebbe rientrata più, quella -notte, in casa mia. Quando, dopo poco, uscì +fatto. Luisa non sarebbe rientrata più, quella +notte, in casa mia. Quando, dopo poco, uscì dalla stanza d'Isacco e, sfilate nuovamente le -scarpe, posò una mano contro la porta e sentì +scarpe, posò una mano contro la porta e sentì che non cedeva alla pressione della sua mano, Luisa non volle credere subito che la porta fosse <span class="pagenum"><a id="Page_345"></a>[345]</span> -chiusa. Si ostinò, prima con molta prudenza, +chiusa. Si ostinò, prima con molta prudenza, poi con orgasmo, a tormentare la maniglia, a graffiare con le unghie il battente. Quindi -sentendosi perduta, incominciò a bussare pian -piano, poi più forte, finchè disperata si decise +sentendosi perduta, incominciò a bussare pian +piano, poi più forte, finchè disperata si decise a chiamarmi per nome. </p> @@ -13848,35 +13810,35 @@ Paris! <p> Allora mi sentii vendicato dal mio silenzio, mi sentii grande nel silenzio che ebbi la forza, -dovrei dire la crudeltà, di opporre ai suoi richiami. +dovrei dire la crudeltà , di opporre ai suoi richiami. Tacevo. Non risposi una sillaba alle preghiere di Luisa. Mi sentivo grande e potente, invincibile, mi sentivo immenso, contro la debolezza, la vergogna, il pianto di quella creatura -debole, umiliata, implorante pietà e perdono. +debole, umiliata, implorante pietà e perdono. Mi sarei mostrato nel centro d'un'apoteosi, con una mitra d'oro in testa, un mantello -d'ermellino, ritto sopra una piramide, perchè +d'ermellino, ritto sopra una piramide, perchè tutti potessero ammirare la mia potenza, la mia grandezza. La potenza e la grandezza d'un uomo che aveva ridotta in disperazione -così, con un semplice giro di chiave, una povera +così, con un semplice giro di chiave, una povera donna, della forza d'un bimbo o d'un uccellino. Io ve lo dico: guardatevi da chi ha troppo sofferto, da quelli ai quali la fortuna ha -sempre voltato le spalle, da chi ha subìto affronti -e persecuzioni, da chi è stato offeso, insultato, +sempre voltato le spalle, da chi ha subìto affronti +e persecuzioni, da chi è stato offeso, insultato, tradito, calpestato, deluso in tutte le sue -speranze, deriso, privato d'ogni felicità! Sono +speranze, deriso, privato d'ogni felicità ! Sono <span class="pagenum"><a id="Page_346"></a>[346]</span> -i peggiori nemici, i più crudeli, i più pericolosi -nemici del bene. Non troverete nè carità, nè -tolleranza, nè perdono il giorno in cui cadrete +i peggiori nemici, i più crudeli, i più pericolosi +nemici del bene. Non troverete nè carità , nè +tolleranza, nè perdono il giorno in cui cadrete in loro potere. Io ero uno di questi! Io lasciai, senza batter ciglio, che Luisa si disperasse in lacrime contro quell'uscio chiuso. Non ebbi neppure per un attimo l'impulso di aprirle. Non -ebbi alcuna pietà di lei. Invece mi rallegrai +ebbi alcuna pietà di lei. Invece mi rallegrai quando l'udii che s'allontanava singhiozzando, e poi l'udiii, singhiozzando, rientrare nella stanza di Isacco, e abbandonarsi perduta sul suo @@ -13889,16 +13851,16 @@ dure, che mi si posarono sulle spalle e, voltandomi, vidi contro il mio viso il viso spaventoso dell'idiota. Sua madre, sua madre, mi stava di fronte! Era anche lei uscita dal letto in -camicia. Quella camicia era ampia e lunga, e giù +camicia. Quella camicia era ampia e lunga, e giù per la scollatura si vedeva il suo corpo schifoso -di vecchia, la sua orrenda nudità. Il suo +di vecchia, la sua orrenda nudità . Il suo capo tremava vertiginosamente, i suoi occhi mi fissavano morti. Non c'era di vivo in lei che quel gesto delle mani ossute lunghe che mi stringevano per le spalle. Allora, freddamente, le afferrai i polsi e a rinculoni la sospinsi verso la sua poltrona e ve la piegai; ve la costrinsi -per forza, e la lasciai là seduta, in camicia, +per forza, e la lasciai là seduta, in camicia, <span class="pagenum"><a id="Page_347"></a>[347]</span> a tremare e a gemere. Poi a passi lunghi, senza distogliere gli occhi da lei, attraversai la @@ -13912,21 +13874,21 @@ XI. </h3> <p> -Luisa rientrò in questa stanza, si gettò piangendo +Luisa rientrò in questa stanza, si gettò piangendo sulle ginocchia di sua madre. Sua madre -l'afferrò per i capelli e glieli tirò con furia rabbiosa -come una scimmia: le piantò le unghie +l'afferrò per i capelli e glieli tirò con furia rabbiosa +come una scimmia: le piantò le unghie nella fronte, e gliela fece sanguinare. Luisa -pensò che sua madre era in camicia. Con molta -pena la vestì. Poi con le mani sugli occhi -si avvicinò allo specchio, e osò guardarsi. Vide +pensò che sua madre era in camicia. Con molta +pena la vestì. Poi con le mani sugli occhi +si avvicinò allo specchio, e osò guardarsi. Vide il suo volto disfatto, la sua fronte che era tuttavia macchiata di rosso come se l'avesse stretta -una corona di spine; si sentì distrutta, annientata, -non più ben viva, e tuttavia incapace di -continuare a vivere così. La vista di quel sangue +una corona di spine; si sentì distrutta, annientata, +non più ben viva, e tuttavia incapace di +continuare a vivere così. La vista di quel sangue che le arrossava le tempie le dette un tremito -febbrile in tutte le membra, e le suggerì +febbrile in tutte le membra, e le suggerì forse un'idea che non le era mai balenata prima d'allora: una cosa alla quale non aveva mai pensato. @@ -13938,11 +13900,11 @@ Il cuore le doleva tanto, il respiro le pesava, tutto il corpo lo sentiva spezzato in ogni giuntura, come se l'avessero bastonata. Il letto <span class="pagenum"><a id="Page_348"></a>[348]</span> -era là sfatto, come io l'avevo lasciato. Luisa -si trascinò accanto al letto e per spogliarsi +era là sfatto, come io l'avevo lasciato. Luisa +si trascinò accanto al letto e per spogliarsi non ebbe che da lasciar cadere la sottana e il -giubbettino, infilati sulla camicia. Si coricò, si -abbandonò Luisa sul letto, si coprì con le lenzuola +giubbettino, infilati sulla camicia. Si coricò, si +abbandonò Luisa sul letto, si coprì con le lenzuola ancora tepide del mio calore. Distese le braccia lungo i fianchi, chiuse gli occhi. Incominciava allora il giorno. Luisa avrebbe voluto @@ -13951,54 +13913,54 @@ pallore di luce le attraversasse le palpebre. In una mano stringeva, Luisa, un coltellino d'argento, un coltellino che le apparteneva, credo, da quando era bambina, e che si vedeva -sempre in giro, ora qua ora là, sopra questo o +sempre in giro, ora qua ora là , sopra questo o quel mobile, non si sa come, e per che uso, come tante altre piccole cose inutili. Lo aveva ripreso sul cassettone, se lo era portato a letto -con sè. Ora lo stringeva in una mano, e sapeva +con sè. Ora lo stringeva in una mano, e sapeva benissimo che era quel suo coltellino d'argento che teneva stretto fra le dita, ma non -voleva confessare a sè stessa di sapere che era +voleva confessare a sè stessa di sapere che era proprio quel coltellino. No. Non ne sapeva nulla, Luisa, di quella piccola cosa fredda che -teneva chiusa nel pugno, nè perchè l'avesse -presa sul cassettone, nè perchè l'avesse portata -a letto con sè. Luisa non pensava più; era -addormentata. Voleva persuadere sè stessa -d'essersi addormentata, di non pensare più, -di non ricordare, di non sentire più nulla. +teneva chiusa nel pugno, nè perchè l'avesse +presa sul cassettone, nè perchè l'avesse portata +a letto con sè. Luisa non pensava più; era +addormentata. Voleva persuadere sè stessa +d'essersi addormentata, di non pensare più, +di non ricordare, di non sentire più nulla. Come se anche ella fosse divenuta una cosa, <span class="pagenum"><a id="Page_349"></a>[349]</span> una piccola cosa anche lei, posata su quel letto da qualche immenso gigante che l'avesse presa -nel palmo della mano, e l'avesse coricata là +nel palmo della mano, e l'avesse coricata là nel suo letto per farle fare la nanna. </p> <p> -In me il ricordo di quella giornata è terribilmente +In me il ricordo di quella giornata è terribilmente lucido e angoscioso, come se al solo parlarne la rivivessi intera in ogni suo minuto. -Fu una giornata di una brevità assurda. Subito +Fu una giornata di una brevità assurda. Subito la sera cadde su quelle poche grige ore di luce. M'ero presentato al mattino nella tipografia con una faccia stralunata, da folle. Bastava -che uno mi rivolgesse la parola perchè io mi +che uno mi rivolgesse la parola perchè io mi mettessi a ridere. Su ogni bozza di stampa che -mi portavano perchè la correggessi, facevo lunghi +mi portavano perchè la correggessi, facevo lunghi discorsi: la leggevo ad alta voce, declamando, a rovescio, risalendo dall'ultima parola alla prima. Poi gridavo: — Eccellente! Magnifico! Superlativo! Va tutto bene. Non ci -manca nemmeno una virgola! Il proto mi battè -amichevolmente sulla spalla e mi disse: — Perchè +manca nemmeno una virgola! Il proto mi battè +amichevolmente sulla spalla e mi disse: — Perchè non vai a prendere una boccata d'aria? — Giusto, risposi: vado subito. Mi calcai il cappello sulle orecchie, e me ne uscii per la -strada. Cominciai a girare qua e là. Mi parve +strada. Cominciai a girare qua e là . Mi parve molto strano ch'io portassi il soprabito come tutti quanti gli altri uomini che camminavano -con me per la via. Stetti più d'un'ora a guardarmi +con me per la via. Stetti più d'un'ora a guardarmi in uno specchio. Poi, battendomi un pugno sulla fronte, mi sfilai il soprabito, e me lo rinfilai alla rovescia. La fodera era a scacchi @@ -14012,30 +13974,30 @@ a fare grandi inchini a tutti quelli che passavano in carrozza, e toccavo terra con la falda del mio cappello. Ma poco dopo mi stancai, e ripresi a camminare tranquillamente, avviandomi -verso il fiume. Molte ore rimasi così, +verso il fiume. Molte ore rimasi così, in un tratto semi deserto della sponda, a guardare alcuni barcaioli che scaricavano della legna sulla banchina e un uomo che pescava con la bilancia. Mi pareva di aspettare qualcuno, che dovesse approdare a quella riva con una barca a vapore, e intanto mi domandavo -perchè mai in quel punto del fiume non avessero +perchè mai in quel punto del fiume non avessero costruito un gran porto. Sarebbe stato facilissimo allargare le due sponde e costruirvi un molo, anzi tutto un sistema di docks, su cui poi avrei pensato io a piantare alcune gigantesche gru. Il problema era semplicissimo. A ognuno che passava domandavo, toccandomi -l'ala del cappello: — Scusi, perchè non si costruisce +l'ala del cappello: — Scusi, perchè non si costruisce un porto qui? Non le pare che ci starebbe bene? Mi guardavano sorridendo, e scrollando il capo si allontanavano. Nessuno -si era posto un problema così semplice, eppure -così importante per il commercio della città! -Ma incominciò ad imbrunire, scese la nebbia, il +si era posto un problema così semplice, eppure +così importante per il commercio della città ! +Ma incominciò ad imbrunire, scese la nebbia, il <span class="pagenum"><a id="Page_351"></a>[351]</span> -pescatore si caricò la rete sulle spalle, e non -passò più nessuno per quel tratto di viale. E +pescatore si caricò la rete sulle spalle, e non +passò più nessuno per quel tratto di viale. E allora io mi staccai dalla balaustra del muraglione e macchinalmente m'incamminai verso casa mia. @@ -14044,7 +14006,7 @@ casa mia. <p> Ero come il cavallo che, quando si sente le briglie abbandonate sul collo, prende la via della -stalla. Poichè non pensavo affatto che quella +stalla. Poichè non pensavo affatto che quella fosse la strada per cui ogni sera passavo uscendo dalla tipografia per ritornarmene a casa. Non potrei giurarlo, ma mi sembra che durante @@ -14052,19 +14014,19 @@ tutte quelle ore, durante tutta quella giornata, il pensiero di Luisa non abbia mai attraversato, neppure per un attimo, la mia mente sconvolta. Quando la casa dove avevo fino allora -abitato mi si parò dinnanzi nera, con tutte +abitato mi si parò dinnanzi nera, con tutte le sue finestre, le sue botteghe, la sua grande -porta quadrata, non mi stupì affatto di trovarmi -in quel luogo, nè di vedere Savina, sull'ingresso, +porta quadrata, non mi stupì affatto di trovarmi +in quel luogo, nè di vedere Savina, sull'ingresso, fare grandi gesti con le mani levate in alto, e zoppicando corrermi incontro affannata, afferrarmi per il soprabito, gridare: </p> <p> -— Signore, signore... Che cosa è stato! La +— Signore, signore... Che cosa è stato! La signora Luisa... Corra dunque! La signora Luisa -è morta... +è morta... </p> <p> @@ -14073,7 +14035,7 @@ gravemente Savina. </p> <p> -— Morta le dico! gridò Savina, battendo le +— Morta le dico! gridò Savina, battendo le mani esterrefatta, come per dire: — Ma capisce lei che cosa vuol dire morta? </p> @@ -14090,11 +14052,11 @@ stanza. Ricordo che questa stanza era insolitamente illuminata. Dappertutto c'erano candele accese. Sul letto non vidi nulla che non fosse bianco, -fuorchè gli occhi e i capelli e le mani di Luisa. +fuorchè gli occhi e i capelli e le mani di Luisa. Il viso di Luisa, le sue labbra, erano d'un biancore di neve. Le sue mani, le sue mani erano rosse! Io non ricordo che il rosso di quelle mani -che mi ferì le pupille come un lampo. C'è poi +che mi ferì le pupille come un lampo. C'è poi una lacuna, un buio assoluto nella mia memoria, e non so che cosa accadde di me in quel momento. Mi ritrovai inginocchiato accanto al letto @@ -14104,19 +14066,19 @@ nelle mie, che urlavo: </p> <p> -— Si è uccisa? Si è uccisa? Perchè si è uccisa? +— Si è uccisa? Si è uccisa? Perchè si è uccisa? </p> <p> Intorno a me non vedevo che volti pallidi e -muti. Anche Isacco era là, avvolto in un lungo +muti. Anche Isacco era là , avvolto in un lungo pastrano nero, dal cui bavero non uscivano che i suoi occhi enormemente dilatati dalla febbre. </p> <p> -— Tu! tu! lo supplicavo, perchè si è uccisa? -Perchè si è uccisa? +— Tu! tu! lo supplicavo, perchè si è uccisa? +Perchè si è uccisa? </p> <p> @@ -14128,7 +14090,7 @@ quest'idiota sorda e muta, e le chiedevo: <p> <span class="pagenum"><a id="Page_353"></a>[353]</span> -— Maledetta fra tutte! Dimmi! Perchè si è +— Maledetta fra tutte! Dimmi! Perchè si è uccisa? </p> @@ -14136,7 +14098,7 @@ uccisa? Ma la vecchia scuoteva il capo facendo dondolare il filo sottile di bava che le pendeva dal mento, e sorda ai miei richiami, muta alle mie -domande, fissava un punto lontano, chissà quanto +domande, fissava un punto lontano, chissà quanto lontano da me, con le sue morte pupille. Allora, disperato, mi piegavo su Luisa, le prendevo fra le mani, fra le mani tutte macchiate @@ -14145,13 +14107,13 @@ e le domandavo singhiozzando: </p> <p> -— Perchè, perchè ti sei uccisa? Luisa perchè +— Perchè, perchè ti sei uccisa? Luisa perchè hai voluto morire? </p> <p> -Non ero più ora agitato da nessuna strana -follia. Ero nuovamente io, in tutta la mia lucidità +Non ero più ora agitato da nessuna strana +follia. Ero nuovamente io, in tutta la mia lucidità e pienezza di comprensione. Ora capivo perfettamente che cosa era accaduto la notte prima di quella, e la mattina, e il giorno, fino al momento @@ -14163,31 +14125,31 @@ mani rosse, di sangue. Quella era Luisa, morta. Io ero Paris, vivo. Ah! sapevo anche che si era uccisa per me, Luisa, per mia colpa, per me, per me solo! Ma non mi bastava. Volevo sapere, -sapere, sapere perchè si fosse uccisa +sapere, sapere perchè si fosse uccisa Luisa. </p> <p> -Passarono così ore di spasimo, di pianto, di +Passarono così ore di spasimo, di pianto, di disperazione convulsa. Non so quando, come, <span class="pagenum"><a id="Page_354"></a>[354]</span> -la stanza si vuotò. Non so che ora fosse di quella -notte, allorchè, sollevato il viso dalle coltri +la stanza si vuotò. Non so che ora fosse di quella +notte, allorchè, sollevato il viso dalle coltri tutte umide dalle mie lagrime, vidi la camera ridivenuta semibuia, dove solo due o tre candele ancora bruciavano languide e tremole, e in quella -luce, seduta laggiù, la paralitica con il suo +luce, seduta laggiù, la paralitica con il suo viso di scimmia, qui Isacco con la sua faccia pallida e trasudata. Su Isacco fermai il mio -sguardo a lungo. Non so perchè lo guardassi -così. Non so che cosa gli dicessero i miei occhi +sguardo a lungo. Non so perchè lo guardassi +così. Non so che cosa gli dicessero i miei occhi con quello sguardo. So che dopo un lungo silenzio, scuotendo desolatamente il capo: </p> <p> -— Lo vedi, mormorai, lo vedi Isacco? È -morta, Luisa. Perchè? Perchè? +— Lo vedi, mormorai, lo vedi Isacco? È +morta, Luisa. Perchè? Perchè? </p> <p> @@ -14204,7 +14166,7 @@ e disse con un filo di voce: </p> <p> -— Per amore, bisbigliò Isacco. Per quell'amore +— Per amore, bisbigliò Isacco. Per quell'amore che tu non hai mai veduto... </p> @@ -14213,17 +14175,17 @@ che tu non hai mai veduto... </p> <p> -— Ah! esclamò Isacco. Nessuna donna ti amerà -mai così, fino a morirne... +— Ah! esclamò Isacco. Nessuna donna ti amerà +mai così, fino a morirne... </p> <p> -— Isacco! Isacco! lo supplicai. Ella è ancora +— Isacco! Isacco! lo supplicai. Ella è ancora qui che ti ascolta! </p> <p> -— Ne sarà felice, soggiunse Isacco. Tutto eri +— Ne sarà felice, soggiunse Isacco. Tutto eri tu per lei. Quei fiori, quei dolci, quel vino che tu bevevi, quelle scarpe che porti ai piedi, tutto veniva da lei... Lavorava giorno e notte per @@ -14238,13 +14200,13 @@ Tutto, tutto? </p> <p> -— Tutto, tutto, mormorò Isacco, perchè tu +— Tutto, tutto, mormorò Isacco, perchè tu l'amassi un poco... E tu l'hai uccisa! </p> <p> Isacco chiuse gli occhi. Il suo viso spettrale -si rigò di due lunghe lacrime... +si rigò di due lunghe lacrime... </p></div> <div class="chapter"> @@ -14253,10 +14215,10 @@ XII. </h3> <p> -Ora, chi sono io? Che sarà di me? Ora che +Ora, chi sono io? Che sarà di me? Ora che ho perduto l'amore di Luisa, ora che ho perduto -il solo amore della mia vita, che sarà, che -sarà di me? Non quello di Daria! Non quello +il solo amore della mia vita, che sarà , che +sarà di me? Non quello di Daria! Non quello di Silvina! Questo, questo era il <i>mio</i> amore... </p> @@ -14264,7 +14226,7 @@ di Silvina! Questo, questo era il <i>mio</i> amore... Costei mi tiene ancor vivo. Io la guardo e la vedo vivere. Debbo vivere anch'io per lei. Sono qui, in attesa. Ogni ora che passa la conto. Ne -ho già contate migliaia. Anch'io come Robinson +ho già contate migliaia. Anch'io come Robinson ho un bastone, su cui incido un segno per ogni ora che passa... </p> @@ -14272,7 +14234,7 @@ ora che passa... <p> Sono qui, in quest'isola deserta, io solo, e lei, due naufraghi, perduti nel tempo. Il tempo -è infinito come il mare. Noi lo attraverseremo +è infinito come il mare. Noi lo attraverseremo un giorno insieme, per navigare verso il nulla da cui approdammo per caso a quest'isola abbandonata. </p> @@ -14296,55 +14258,55 @@ ERRATA CORRIGE <td class="cap">Pag. 7 —</td> <td class="cap">linea 23 —</td> <td>del mondo <i>per</i> dal mondo.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 137 —</td> <td class="cap">» 13 —</td> <td>quelli mi guardano <i>per</i> quelli che mi guardano.</td> + <td class="cap">» 137 —</td> <td class="cap">»  13 —</td> <td>quelli mi guardano <i>per</i> quelli che mi guardano.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 154 —</td> <td class="cap">» 8 —</td> <td>brilava <i>per</i> brillava.</td> + <td class="cap">» 154 —</td> <td class="cap">»    8 —</td> <td>brilava <i>per</i> brillava.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 159 —</td> <td class="cap">» 13 —</td> <td>madanna <i>per</i> madonna.</td> + <td class="cap">» 159 —</td> <td class="cap">»   13 —</td> <td>madanna <i>per</i> madonna.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 165 —</td> <td class="cap">» 2 —</td> <td>abiti di veli leggieri <i>per</i> abiti tanto leggieri.</td> + <td class="cap">» 165 —</td> <td class="cap">»     2 —</td> <td>abiti di veli leggieri <i>per</i> abiti tanto leggieri.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 168 —</td> <td class="cap">» 4 —</td> <td>«certe» <i>per</i> «certes».</td> + <td class="cap">» 168 —</td> <td class="cap">»    4 —</td> <td>«certe» <i>per</i> «certes».</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 173 —</td> <td class="cap">» 13 —</td> <td><i>l'intera linea va soppressa</i>.</td> + <td class="cap">» 173 —</td> <td class="cap">»   13 —</td> <td><i>l'intera linea va soppressa</i>.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 182 —</td> <td class="cap">» 4 —</td> <td>gli aveva <i>per</i> le aveva.</td> + <td class="cap">» 182 —</td> <td class="cap">»    4 —</td> <td>gli aveva <i>per</i> le aveva.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 207 —</td> <td class="cap">» 26 —</td> <td>glielo lo giurò <i>per</i> glielo giurò.</td> + <td class="cap">» 207 —</td> <td class="cap">»   26 —</td> <td>glielo lo giurò <i>per</i> glielo giurò.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 210 —</td> <td class="cap">» 27 —</td> <td>li ricadevano <i>per</i> le ricadevano.</td> + <td class="cap">» 210 —</td> <td class="cap">»   27 —</td> <td>li ricadevano <i>per</i> le ricadevano.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 254 —</td> <td class="cap">» 7 —</td> <td>cartoncino <i>per</i> cartoccino.</td> + <td class="cap">» 254 —</td> <td class="cap">»    7 —</td> <td>cartoncino <i>per</i> cartoccino.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 285 —</td> <td class="cap">» 14 —</td> <td>nascondeterlo <i>per</i> nascondertelo.</td> + <td class="cap">» 285 —</td> <td class="cap">»   14 —</td> <td>nascondeterlo <i>per</i> nascondertelo.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 291 —</td> <td class="cap">» 25 —</td> <td>cinciò <i>per</i> minciò.</td> + <td class="cap">» 291 —</td> <td class="cap">»   25 —</td> <td>cinciò <i>per</i> minciò.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 307 —</td> <td class="cap">» 4 —</td> <td>Poi vestita <i>per</i> Poi, vestita.</td> + <td class="cap">» 307 —</td> <td class="cap">»    4 —</td> <td>Poi vestita <i>per</i> Poi, vestita.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 309 —</td> <td class="cap">» 14 —</td> <td>cappelli <i>per</i> capelli.</td> + <td class="cap">» 309 —</td> <td class="cap">»   14 —</td> <td>cappelli <i>per</i> capelli.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 321 —</td> <td class="cap">» 1 —</td> <td>E lo trattavo <i>per</i> Io lo trattavo.</td> + <td class="cap">» 321 —</td> <td class="cap">»     1 —</td> <td>E lo trattavo <i>per</i> Io lo trattavo.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 326 —</td> <td class="cap">» 17 —</td> <td>tavoa <i>per</i> tavola.</td> + <td class="cap">» 326 —</td> <td class="cap">»   17 —</td> <td>tavoa <i>per</i> tavola.</td> </tr> <tr> - <td class="cap">» 328 —</td> <td class="cap">» 17 —</td> <td>per lei <i>per</i> in lei.</td> + <td class="cap">» 328 —</td> <td class="cap">»  17 —</td> <td>per lei <i>per</i> in lei.</td> </tr> </table> @@ -14361,387 +14323,6 @@ nel testo. </p> </div> - - - - - - - -<pre> - - - - - -End of the Project Gutenberg EBook of Il perduto amore, by Umberto Fracchia - -*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PERDUTO AMORE *** - -***** This file should be named 41281-h.htm or 41281-h.zip ***** -This and all associated files of various formats will be found in: - http://www.gutenberg.org/4/1/2/8/41281/ - -Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara -Magni and the Online Distributed Proofreading Team at -http://www.pgdp.net (This file was produced from images -generously made available by The Internet Archive) - - -Updated editions will replace the previous one--the old editions -will be renamed. - -Creating the works from public domain print editions means that no -one owns a United States copyright in these works, so the Foundation -(and you!) can copy and distribute it in the United States without -permission and without paying copyright royalties. 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Redistribution is -subject to the trademark license, especially commercial -redistribution. - - - -*** START: FULL LICENSE *** - -THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE -PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK - -To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free -distribution of electronic works, by using or distributing this work -(or any other work associated in any way with the phrase "Project -Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project -Gutenberg-tm License (available with this file or online at -http://gutenberg.org/license). - - -Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm -electronic works - -1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm -electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to -and accept all the terms of this license and intellectual property -(trademark/copyright) agreement. 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There are a lot of things you can do with Project -Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement -and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic -works. See paragraph 1.E below. - -1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation" -or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project -Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the -collection are in the public domain in the United States. If an -individual work is in the public domain in the United States and you are -located in the United States, we do not claim a right to prevent you from -copying, distributing, performing, displaying or creating derivative -works based on the work as long as all references to Project Gutenberg -are removed. 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It exists -because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from -people in all walks of life. - -Volunteers and financial support to provide volunteers with the -assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's -goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will -remain freely available for generations to come. In 2001, the Project -Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure -and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. -To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation -and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 -and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. - - -Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive -Foundation - -The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit -501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the -state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal -Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification -number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at -http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg -Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent -permitted by U.S. federal laws and your state's laws. - -The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. -Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered -throughout numerous locations. Its business office is located at -809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email -business@pglaf.org. 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