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@@ -1,35 +1,4 @@
-The Project Gutenberg EBook of Il perduto amore, by Umberto Fracchia
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
-almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
-re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
-with this eBook or online at www.gutenberg.org/license
-
-
-Title: Il perduto amore
-
-Author: Umberto Fracchia
-
-Release Date: November 3, 2012 [EBook #41281]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: ISO-8859-1
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PERDUTO AMORE ***
-
-
-
-
-Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara
-Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
-http://www.pgdp.net (This file was produced from images
-generously made available by The Internet Archive)
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+*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 41281 ***
UMBERTO FRACCHIA
@@ -39,7 +8,7 @@ generously made available by The Internet Archive)
- 5.º MIGLIAIO
+ 5.º MIGLIAIO
@@ -48,7 +17,7 @@ generously made available by The Internet Archive)
----
- PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
+ PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti
i paesi compresi i regni di Svezia, Norvegia e Olanda
@@ -80,14 +49,14 @@ Daria.
I.
-Le stelle di cui il cielo ora è pieno, appunto perchè splendono
+Le stelle di cui il cielo ora è pieno, appunto perchè splendono
perennemente sono un indizio certo della nostra morte. Ma io che le
contemplo mentre compaiono e scompaiono, a volta a volta fra le rade
nuvole naviganti l'azzurro, in aggruppamenti inaspettati e nuovi, sento
scendere sui miei occhi non so qual liquido filtro che mi rende oblioso
-così della morte come della vita. Distrattamente ascolto i rumori e le
-musiche del bosco, il canto dei rosignoli nell'ombra, il fruscìo dei
-giunchi (di seta), le voci umane giù per i campi e nell'isolata casa del
+così della morte come della vita. Distrattamente ascolto i rumori e le
+musiche del bosco, il canto dei rosignoli nell'ombra, il fruscìo dei
+giunchi (di seta), le voci umane giù per i campi e nell'isolata casa del
mulinaio, e sento che queste cose non sono fatte per me. Troppo
semplici, troppo serene. Se, vinto, con un lieve sforzo, molto lieve, mi
decidessi ad uscire dalla mia solitudine per partecipare alla festa di
@@ -98,22 +67,22 @@ comitiva di gente allegra e felice.
No, certo: non sono fatto per questo. Io vivo l'imperfetta vita delle
ombre. Sono, come le pallide larve, distaccato dal mondo, libero di
muovermi e di vagare dove mi piace, presente in ogni luogo, ed assente
-da ogni realtà. Eppure la mia libertà non è che un'illusione di chi
+da ogni realtà. Eppure la mia libertà non è che un'illusione di chi
giudica dalle apparenze, e non sa che sono invece inchiodato,
incatenato, prigioniero della mia vita, nel momento stesso in cui essa
-si è fermata per sempre. Se preferisco uscire di notte, o mostrarmi là
-dove il bosco è più folto, dove il fiume scorre tra le più alte rupi, la
-ragione è che io soffro il sole, la luce mi dà un acuto dolore, e temo
+si è fermata per sempre. Se preferisco uscire di notte, o mostrarmi là
+dove il bosco è più folto, dove il fiume scorre tra le più alte rupi, la
+ragione è che io soffro il sole, la luce mi dà un acuto dolore, e temo
sempre di contravvenire ai comandi della natura, di violare una legge
-assoluta. La mia stessa voce, quando raramente parlo, è la voce flebile
+assoluta. La mia stessa voce, quando raramente parlo, è la voce flebile
delle ombre, che sembra giungere da misteriose lontananze, fioco lamento
di sotterraneo o di tomba, confusa voce attraverso soffi di vento,
-scrosci di correnti d'acqua, stormire di notturne boscaglie. L'aria è
+scrosci di correnti d'acqua, stormire di notturne boscaglie. L'aria è
sempre piena per me, come le desolate lande della tragedia, di una
triste lontana e invisibile musica. Ebbene: un uomo mi ha ucciso
impedendomi di morire quando sarebbe stato facile per me uscire da
-questo viottolo angusto e spaziare nell'infinita felicità; quando la
-morte sarebbe stata ebrezza e gioia; e tempo, spazio, memoria, più
+questo viottolo angusto e spaziare nell'infinita felicità; quando la
+morte sarebbe stata ebrezza e gioia; e tempo, spazio, memoria, più
nulla...
@@ -125,7 +94,7 @@ II.
Quest'uomo, Carlo Clauss, venne per la prima volta in casa nostra quando
io avevo appena vent'anni. Di lui avevo udito parlare come di un'anima
perduta. Si sa che cosa intendono gli uomini timorati quando dicono:
-costui è un'anima perduta. A lunghi intervalli, dunque, se per caso
+costui è un'anima perduta. A lunghi intervalli, dunque, se per caso
nelle conversazioni famigliari il discorso cadeva sopra un parente morto
o lontano, e mia madre prendeva il vecchio album di fotografie e
cominciava a sfogliarlo, la sua mano invariabilmente si fermava sopra il
@@ -136,37 +105,37 @@ pareva la faccia di un ammalato o di un convalescente, o quella di un
uomo bruciato dalla fiamma di una logorante passione. Allora il vecchio
album passava di mano in mano, faceva il giro della tavola, e il nome di
Carlo Clauss era ripetuto sottovoce, e seguito da misteriosi silenzi o
-da poche vaghe parole di commiserazione per quella «giovinezza
-irrequieta e avventurosa».
+da poche vaghe parole di commiserazione per quella «giovinezza
+irrequieta e avventurosa».
Ma un giorno, quando nessuno se l'aspettava, una lettera munita d'un
francobollo molto grande, su cui era disegnato un paesaggio montuoso con
-alberi e animali inverosimili, ci portò la notizia del suo ritorno. Egli
-scriveva a mio padre da una città il cui nome parve nuovo a tutti noi,
-dicendo che «il desiderio di morire in patria» lo spingeva ad
+alberi e animali inverosimili, ci portò la notizia del suo ritorno. Egli
+scriveva a mio padre da una città il cui nome parve nuovo a tutti noi,
+dicendo che «il desiderio di morire in patria» lo spingeva ad
abbandonare il paese dove aveva vissuto fino allora felice. Parlava di
una lunga malattia, dei molti giorni di mare che lo dividevano da noi,
e, in fine, di mia madre, che egli chiamava, con un diminutivo
infantile, la Minni. Quella lettera fu letta forte prima della cena e
-suscitò in tutti un vivo stupore. Mia madre pianse. Fu una triste sera
+suscitò in tutti un vivo stupore. Mia madre pianse. Fu una triste sera
in cui non si fece che rievocare avvenimenti dolorosi. Io seppi allora
che Carlo Clauss era nostro parente e che a ventiquattro anni era
scomparso dalla propria casa, era fuggito, solo, senza lasciar traccia
-di sè.
+di sè.
-Due mesi dopo egli arrivò con la corriera del mattino, giacchè in quel
+Due mesi dopo egli arrivò con la corriera del mattino, giacchè in quel
tempo la ferrovia non passava ancora per queste valli e lungo il mare, e
non se ne udiva neppure il fischio lontano. Noi, che stavamo sull'uscio
in attesa, lo vedemmo scendere dalla diligenza seguito da un servo
creolo, bruno e canuto, che portava i bagagli. La sua rassomiglianza con
la nostra fotografia era ancor grande. Alto, diritto, con la barba e i
-capelli appena brizzolati, egli non rivelava nè stanchezza nè dolore. Il
+capelli appena brizzolati, egli non rivelava nè stanchezza nè dolore. Il
suo volto pallidissimo, di un pallore olivastro ed uguale, bruciava
ancora di quella fiamma interna che gli splendeva negli occhi scuri,
profondi e lucidi. Era bello. Anche la sua voce, il suo modo di gestire,
la sua pronuncia un po' lenta e faticosa, mi parvero, al primo incontro,
-attraenti; pieni di quella grazia virile, così rara negli uomini non più
-giovani, che è fatta di serenità, di forza e di rattenuto ardore.
+attraenti; pieni di quella grazia virile, così rara negli uomini non più
+giovani, che è fatta di serenità, di forza e di rattenuto ardore.
Seduto dinnanzi al tavolo, fra mio padre e mia madre, Carlo Clauss fece
racconti meravigliosi. Io vedevo contro il paesaggio montuoso che,
@@ -181,14 +150,14 @@ taceva per qualche minuto e rideva dello stupore che vedeva dipinto sui
nostri visi.
--Eppure sono tornato!--esclamava.--Vi pare il caso, ora, di
-spaventarvi? Siamo passati attraverso il fuoco... Tutto è uguale per me.
+spaventarvi? Siamo passati attraverso il fuoco... Tutto è uguale per me.
Mia madre era quella che lo ascoltava con minor meraviglia. Il suo
pensiero non era con noi.
--Quante cose sono cambiate...--diceva.--E chi le poteva prevedere?
---Certo...--rispondeva sorridendo Clauss.--Ma ora tutto è uguale per
+--Certo...--rispondeva sorridendo Clauss.--Ma ora tutto è uguale per
me...
Si volgeva poi a mio padre e lo guardava attentamente per dirgli:
@@ -197,8 +166,8 @@ Si volgeva poi a mio padre e lo guardava attentamente per dirgli:
E mio padre si palpava il mento e le gote, e rispondeva seriamente:
---Ti sembra, ma non è così. Eravamo ragazzi allora, quando dici tu, ed
-ora ho un figlio grande. Non lo vedi laggiù? Sembra un querciolo...
+--Ti sembra, ma non è così. Eravamo ragazzi allora, quando dici tu, ed
+ora ho un figlio grande. Non lo vedi laggiù? Sembra un querciolo...
Ma Clauss badava poco a lui e poco a me. Tutta la sua attenzione pareva
concentrata sopra le mani di mia madre, ch'ella teneva posate sulle
@@ -206,44 +175,44 @@ ginocchia stringendo un fazzoletto. Brillava l'anello sull'anulare.
Raramente i suoi occhi si posavano anche su mia sorella Silvina.
--Eppure bisogna vivere ancora!--disse egli una volta, nel silenzio di
-tutti. E mi sembrò che parlasse soltanto a sè stesso, dimenticando noi
+tutti. E mi sembrò che parlasse soltanto a sè stesso, dimenticando noi
altri.
Da mezz'ora l'aria s'era fatta scura, e pioveva. Ma, dopo poco, un tuono
-secco schiantò il silenzio e scompaginò le nuvole. Un po' di sole entrò
+secco schiantò il silenzio e scompaginò le nuvole. Un po' di sole entrò
nella stanza. Io che ero rimasto senza parlare, in un angolo, mi alzai
-per guardar fuori. Anche Clauss si alzò e si avvicinò alla finestra.
+per guardar fuori. Anche Clauss si alzò e si avvicinò alla finestra.
--Se volete, disse mia madre, potete andare sulla terrazza. Non piove
-più.
+più.
Salimmo dunque, noi due, sulla terrazza. L'arcobaleno era molto pallido.
-Il sole, già mezzo nascosto dietro il monte, dardeggiava sulla pianura
-un gran fascio di luce. Clauss girò intorno gli occhi, si soffermò un
+Il sole, già mezzo nascosto dietro il monte, dardeggiava sulla pianura
+un gran fascio di luce. Clauss girò intorno gli occhi, si soffermò un
istante a guardare i fianchi delle montagne rigati di cascatelle
-candide; poi si volse a me e bruscamente mi domandò:
+candide; poi si volse a me e bruscamente mi domandò:
--E tu, ragazzo, che fai?
Per la prima volta i suoi occhi si posarono attentamente sulla mia
persona. Io li sentii che mi penetravano dentro, nell'anima. Era uno
-sguardo impudico, un contatto quasi carnale che mi riempì di vergogna.
+sguardo impudico, un contatto quasi carnale che mi riempì di vergogna.
--Nulla...--balbettai.
Egli rise.
---Come è possibile, nulla?--soggiunse, distraendo da me le pupille, come
+--Come è possibile, nulla?--soggiunse, distraendo da me le pupille, come
uno che stacca le labbra da una tazza dopo aver bevuto abbastanza.--Ho
avuto anch'io vent'anni. Non ridere! A vent'anni io, per esempio, non
desideravo che una sola cosa: morire. Ma volevo morire eroicamente.
Immagina: uno compie un'azione nobile, un atto memorando. La gente
-dice:--Questo ragazzo è stato capace di tanto.--Un ragazzo? Veramente un
-ragazzo?--Sì, un ragazzo... Aveva appena vent'anni.--Questa è la gloria.
-Ora sono quasi vecchio, e quel sogno mi sembra ancor più bello di
+dice:--Questo ragazzo è stato capace di tanto.--Un ragazzo? Veramente un
+ragazzo?--Sì, un ragazzo... Aveva appena vent'anni.--Questa è la gloria.
+Ora sono quasi vecchio, e quel sogno mi sembra ancor più bello di
allora. Morire senza aver provato nulla della vita, se sia buona o
-cattiva; non l'amore di una donna: senza avere nè amato, nè odiato, nè
-goduto, nè sofferto; ignorando che cosa valga tutto ciò... Non credi che
+cattiva; non l'amore di una donna: senza avere nè amato, nè odiato, nè
+goduto, nè sofferto; ignorando che cosa valga tutto ciò... Non credi che
sarebbe una pazzia degna di te?
Rise di nuovo guardandomi. Anch'io cercai di sorridere.
@@ -255,7 +224,7 @@ lontane apparizioni. Avevo ascoltato Clauss senza quasi comprenderlo,
tanto la sua stravagante eloquenza mi riusciva nuova e mi turbava
profondamente. Vivere e morire? Amare? Odiare?
---È dunque necessario amare o odiare qualcuno?--balbettai ad un tratto
+--È dunque necessario amare o odiare qualcuno?--balbettai ad un tratto
senza pensare.
Stavamo entrambi appoggiati alla ringhiera. Eravamo vicinissimi. Ora,
@@ -263,7 +232,7 @@ rievocando quella scena, lo rivedo mentre s'accarezzava la barba con un
gesto languido delle mani; riodo la sua voce, pacata, come una musica
sopra una nota, stanca.
---Ti racconterò una storia,--disse,--e tu stesso giudicherai. Io avevo,
+--Ti racconterò una storia,--disse,--e tu stesso giudicherai. Io avevo,
a Karsan, un servo giovane. Era un meticcio, un essere semplice e sano,
una creatura riccamente dotata. Lo avevo raccolto fanciullo in una
strada. Era cresciuto con me, mi era fedelissimo. Un giorno lo sorpresi
@@ -272,35 +241,35 @@ cuoio, uno staffile da schiavi.--Sarkis!--grido afferrandolo per un
braccio.--Sei pazzo?--Egli mi guarda con gli occhi di un cane e,
arrossendo, mormora:--Behela... Behela era una fanciulla della fattoria
vicina. La conoscevo. Sembrava un bell'animale, con lunghi capelli neri
-e grandi occhi violacei. Sarkis era stato preso da una così violenta
+e grandi occhi violacei. Sarkis era stato preso da una così violenta
passione per lei, che ogni giorno, dopo averla veduta, dopo averla
spiata da lungi e da presso, si flagellava, parendogli di non essere
degno di lei, di non poter meritare il suo amore. Un altro servo mi
-narrò queste cose, più tardi. Alfine essi si sposarono.--Sei
+narrò queste cose, più tardi. Alfine essi si sposarono.--Sei
felice?--chiesi a Sarkis dopo le sue nozze.--Vorrei esser
morto!--rispose. Scese la notte sulla loro capanna di giunchi. All'alba
-Behela uscì dal letto ancor caldo per andare alla sorgente. Egli la
-seguì da lontano, la spiò lungo tutto il sentiero. Si nascose poi tra le
+Behela uscì dal letto ancor caldo per andare alla sorgente. Egli la
+seguì da lontano, la spiò lungo tutto il sentiero. Si nascose poi tra le
canne e attese che ritornasse. Behela riapparve, camminando lentamente.
-Teneva gli occhi chiusi e sorrideva come in sogno.--Behela!--chiamò lo
-sposo nascosto. Ella si arrestò.--Questa è la tua voce!--disse
-dolcemente.--La riconosco...--E questo è il mio coltello!--gridò l'altro
-saltando fuori. L'abbracciò stretta e le piantò la lama nel cuore.
-Quando mi fu condotto dinnanzi per essere giudicato, perchè io ero il
+Teneva gli occhi chiusi e sorrideva come in sogno.--Behela!--chiamò lo
+sposo nascosto. Ella si arrestò.--Questa è la tua voce!--disse
+dolcemente.--La riconosco...--E questo è il mio coltello!--gridò l'altro
+saltando fuori. L'abbracciò stretta e le piantò la lama nel cuore.
+Quando mi fu condotto dinnanzi per essere giudicato, perchè io ero il
padrone, egli cantava come un forsennato.--Sarkis...--esclamai
afferrandolo per i capelli:--sai tu di avere ucciso la tua sposa? Egli
-ammutolì, mi guardò con occhi che non esprimevano nè stupore, nè
-vergogna, nè tristezza.--Vorrei esser morto...--mormorò, e ricominciò a
+ammutolì, mi guardò con occhi che non esprimevano nè stupore, nè
+vergogna, nè tristezza.--Vorrei esser morto...--mormorò, e ricominciò a
cantare.
-Clauss sollevò il capo. Il suo volto si animò: balenò nei suoi occhi
+Clauss sollevò il capo. Il suo volto si animò: balenò nei suoi occhi
quella strana luce.
---Questa,--disse,--non è una storia straordinaria. Questa è la storia
-dell'amore, una storia d'amore, cioè una delle innumerevoli storie che
-si possono raccontare. È necessario amare qualcuno? Era necessario
+--Questa,--disse,--non è una storia straordinaria. Questa è la storia
+dell'amore, una storia d'amore, cioè una delle innumerevoli storie che
+si possono raccontare. È necessario amare qualcuno? Era necessario
uccidere Behela, sacrificare quel fiore meraviglioso, distruggere quella
-felicità? Immagina che cosa mi avrebbe risposto quell'uomo se io gli
+felicità? Immagina che cosa mi avrebbe risposto quell'uomo se io gli
avessi rivolto, una dopo l'altra, tali domande! Noi lo legammo in mezzo
alla corte. Ma, di notte, prima di coricarmi, andai, tagliai le corde, e
gli ordinai di fuggire.
@@ -309,15 +278,15 @@ gli ordinai di fuggire.
--Io, disse, io stesso.
-Mi guardò sorridendo.
+Mi guardò sorridendo.
---E non potevo forse uccidere anch'io come lui,--mormorò,--quel giorno o
+--E non potevo forse uccidere anch'io come lui,--mormorò,--quel giorno o
il giorno dopo, con quell'arma o con un'altra simile?
---Ah! non è così facile!--esclamai, nascondendo il viso fra le
-mani.--Non è così semplice uccidere! Non tutti uccidono...
+--Ah! non è così facile!--esclamai, nascondendo il viso fra le
+mani.--Non è così semplice uccidere! Non tutti uccidono...
---Infatti,--disse Clauss per consolarmi,--non è per tutti egualmente
+--Infatti,--disse Clauss per consolarmi,--non è per tutti egualmente
facile.
@@ -326,51 +295,51 @@ facile.
III.
-Clauss restò soltanto tre giorni in casa nostra. Durante quei tre giorni
-io cercai di sfuggirlo, e infatti non accadde più che noi ci trovassimo
-soli insieme. Il terzo giorno se ne partì improvvisamente, senza aver
-neppure sfatto le sue valige, per andarsene in città, dove disse che
-voleva comprare una casa. Confesserò, senza vergogna, che Clauss mi
+Clauss restò soltanto tre giorni in casa nostra. Durante quei tre giorni
+io cercai di sfuggirlo, e infatti non accadde più che noi ci trovassimo
+soli insieme. Il terzo giorno se ne partì improvvisamente, senza aver
+neppure sfatto le sue valige, per andarsene in città, dove disse che
+voleva comprare una casa. Confesserò, senza vergogna, che Clauss mi
aveva profondamente toccato. Quasi mi faceva paura. Talora, non visto,
mentre egli leggeva o parlava con altri, io lo spiavo a lungo,
fantasticando. La sua partenza fu per me cagione di gioia: ma non
ritrovai per questo la mia antica pace. Ben presto anzi mi accorsi che
-io non potevo più vivere senza di lui. Di giorno e di notte pensavo alle
+io non potevo più vivere senza di lui. Di giorno e di notte pensavo alle
sue parole; Behela frequentava i miei sogni; e se socchiudevo le
-palpebre, lo rivedevo, non come era in realtà, ma come era, da giovane,
+palpebre, lo rivedevo, non come era in realtà, ma come era, da giovane,
nella vecchia fotografia dell'album, con quei due immobili e smisurati
occhi. Quell'immagine era impressa in me fin dall'infanzia. Non mi
-abbandonò più.
+abbandonò più.
Vivevo dunque come trasognato. In quella grande casa semideserta dove
-mia madre diffondeva la malinconia del suo sorriso senza nè inquietudini
-nè desideri, che mio padre dominava dalla cantina al granaio con la sua
+mia madre diffondeva la malinconia del suo sorriso senza nè inquietudini
+nè desideri, che mio padre dominava dalla cantina al granaio con la sua
allegria d'uomo sano e soddisfatto, io cominciai a sentire il peso della
solitudine e il mal sottile della malinconia che prima non conoscevo.
Fino a quel tempo, per molti anni, m'ero accontentato della mia casa,
del mio giardino, del villaggio e dei campi, nel limite della cerchia
-alpina. Ora non più. Clauss aveva lasciato cadere in me il suo seme
+alpina. Ora non più. Clauss aveva lasciato cadere in me il suo seme
diabolico, e quel seme aveva rapidamente germogliato. Ogni istante
scoprivo un desiderio nuovo. E quantunque le mie brame fossero
innumerevoli, si potevano tutte riassumere in una sola parola: amare.
-Avevo lunghe e confuse allucinazioni: visioni di una realtà
+Avevo lunghe e confuse allucinazioni: visioni di una realtà
inverosimile.
La mia salute fu tanto scossa da questi disordini spirituali, che mio
padre, rammaricandosi di aver scoperto troppo tardi che io non gli
-somigliavo affatto, si decise a mandarmi in città perchè imparassi a mie
+somigliavo affatto, si decise a mandarmi in città perchè imparassi a mie
spese ad apprezzare la famiglia e la casa.
--Ma non si vive di solo pane--dissi a mio padre; e in poche ore fui
pronto per partire.
Ricordo il penoso distacco da mia madre. Io non le ero stato mai lontano
-neppure un giorno. Quando mi abbracciò piangendo e sentii il suo esile
+neppure un giorno. Quando mi abbracciò piangendo e sentii il suo esile
corpo tremare contro il mio petto, il suo cuore battere, le sue labbra
cercare ansiosamente la mia fronte, ebbi come in un lampo il pensiero di
rinunciare a tutti i miei pazzi propositi, per rimanere accanto a lei,
-in quella pace, in quella intimità semplice e solitaria che già allora,
-dalla soglia, mi pareva superiore ad ogni altra possibile felicità. Ma
+in quella pace, in quella intimità semplice e solitaria che già allora,
+dalla soglia, mi pareva superiore ad ogni altra possibile felicità. Ma
poco dopo, quando mi volsi per guardare da lontano il campanile roseo
tra le piante, ebbi onta di quel momento di debolezza e me ne pentii. La
strada costeggiava un fiume e i cavalli trottavano per la discesa. I
@@ -382,12 +351,12 @@ di porci. Uno dei contadini diceva:
Il mercante, che era tutto lardo dentro e fuori, si dimenava sul sedile
brontolando:
---Non è colpa sua. È colpa di Lisa Lama, di quella maledetta...
+--Non è colpa sua. È colpa di Lisa Lama, di quella maledetta...
Ascoltavo, e vedevo Lisa Lama col suo muccetto di capelli tinti, seduta
contro la porta verde della sua casa, come l'avevo veduta mille volte.
-Pensavo:--Per un pezzo non la vedrò più. In un paese c'era una fiera.
-Suonavano le campane. Un razzo matto rigò di giallo il cielo
+Pensavo:--Per un pezzo non la vedrò più. In un paese c'era una fiera.
+Suonavano le campane. Un razzo matto rigò di giallo il cielo
cinerognolo. Due preti neri trotterellavano per un sentiero attraverso
le vigne, sopra due mule grige. Una processione di donne e di chierici,
con una croce e lanterne e torce, fendeva lentamente e in disordine la
@@ -396,7 +365,7 @@ pareva che le sue mura si gonfiassero a tratti per la troppa gente che
vi si stipava dentro.
Io mi sentivo straordinariamente ilare; assaporavo con gioia la mia
-prima libertà. Ho un piacevole ricordo di quelle ore di viaggio. Il
+prima libertà. Ho un piacevole ricordo di quelle ore di viaggio. Il
fiume andava tranquillamente per la sua strada, e le zucche maturavano
secondo la stagione; gli asini onestamente giravano la stanga delle
cisterne, la fiera in quel paese si svolgeva nel massimo ordine; la
@@ -404,75 +373,75 @@ gente era allegra, gli uomini contenti, gli animali soddisfatti, il
cielo senza troppo sole e senza troppe nuvole. Il mondo intero era
calmo, ilare e soddisfatto: la vita non faceva paura.
-Con la vicinanza del mare, che apparve poco dopo, l'aria divenne più
+Con la vicinanza del mare, che apparve poco dopo, l'aria divenne più
densa e odorosa. Ogni tanto si intravvedeva, in fondo ad un vicolo, fra
i muri, un po' di mare chiaro, vivace, una vela. Muri bianchi, muri
grigi, cancelli verdi, facce sconosciute per la via, occhi curiosi alle
finestre, tende svolazzanti, imbianchini appesi a un tetto, cocomeri
rossi sopra un banco, bambini che mangiavano, una donna in camicia,
grandi gabbie di canarini, un orto. I cavalli trottavano e io pensavo a
-Clauss. La mia ilarità a poco a poco si spegneva. Come viveva
+Clauss. La mia ilarità a poco a poco si spegneva. Come viveva
quell'uomo? Che avrebbe fatto di me, vedendomi?
-Verso sera, la città apparve lontana, in fondo al golfo. I giardini, gli
+Verso sera, la città apparve lontana, in fondo al golfo. I giardini, gli
orti erano finiti. Si vedeva il porto; s'incontravano carri carichi di
botti; le osterie erano piene; si cantava, si ballava sotto i pergolati
di canne, intorno ai tavoli gremiti. Finalmente, prima del crepuscolo,
-passammo la porta. Mio padre aveva già provveduto al mio alloggio.
+passammo la porta. Mio padre aveva già provveduto al mio alloggio.
Discesi dunque dinnanzi alla casa del notaio Sterpoli, che era un
vecchietto smilzo, pelato e cerimonioso. Egli mi aspettava sull'uscio,
-vestito d'una palandrana color tabacco; mi guidò su per una scala
-semibuia e mi assegnò una camera al secondo piano. Le suppellettili
+vestito d'una palandrana color tabacco; mi guidò su per una scala
+semibuia e mi assegnò una camera al secondo piano. Le suppellettili
fruste e polverose, i dagherrotipi appesi ai muri, le facce estatiche di
due santi sconosciuti, il letto di ferro, tutto mi dispiacque fra quelle
quattro pareti. L'unica finestra si apriva sopra un cortile. A mala
pena, oltre una interminabile fila di tetti, si scorgeva un filo di
mare.
-La malinconia di quell'ora mi è rimasta per molti giorni nell'anima.
+La malinconia di quell'ora mi è rimasta per molti giorni nell'anima.
Anche la cena, servita da una bambina zoppicante, in compagnia del
notaio e di suo figlio, Paolo Sterpoli, fu lunga magra e uggiosa.
Eravamo in tre, intorno a una tavola da refettorio, immensa, sotto un
lume lamentoso. La bambina girava facendo con i suoi piedi disuguali una
bizzarra musica sull'impiantito. Dopo cena il notaio, con molte carezze,
-(--Ti ho portato sulle mie braccia. Si può dire che ti abbia allattato
-io--ripeteva ogni tanto), se ne andò a letto e noi rimanemmo ancora a
+(--Ti ho portato sulle mie braccia. Si può dire che ti abbia allattato
+io--ripeteva ogni tanto), se ne andò a letto e noi rimanemmo ancora a
fumare. Quello Sterpoli figlio era un giovanotto di forse ventiquattro
anni, di pel rosso, con il naso tozzo e la bocca tonda e un paio di
mostaccini arricciati con cura. Egli aveva fumato due sigarette
placidamente, leggiucchiando il giornale; ora aveva acceso la terza, ma
-pareva che la sua calma fosse d'un tratto svanita, perchè s'era alzato
+pareva che la sua calma fosse d'un tratto svanita, perchè s'era alzato
in piedi e se n'andava da un capo all'altro della stanza, gettando
sguardi inquieti all'orologio, alla finestra e a me che me ne stavo
-seduto. Finalmente si fermò a due passi dallo specchio e disse:
+seduto. Finalmente si fermò a due passi dallo specchio e disse:
---Insomma, perchè fingere? Bisogna che io me ne vada. È tardi. Non siamo
+--Insomma, perchè fingere? Bisogna che io me ne vada. È tardi. Non siamo
amici? Se vuoi venire con me, troveremo certamente Clauss, che ci
aspetta...
--Davvero?--esclamai.--E dove?
---Dove? E dove vuoi trovarlo? Te lo dirò.
+--Dove? E dove vuoi trovarlo? Te lo dirò.
Mi infilai il soprabito e chetamente uscimmo.
---Sai che cos'è un caffè concerto?--mi domandò Paolo quando fummo per
-strada.--Ora andiamo. Oh! non c'è niente di male; non è un luogo di
-perdizione. Clauss ci va ogni sera. È innamorato. Ti stupisce?
+--Sai che cos'è un caffè concerto?--mi domandò Paolo quando fummo per
+strada.--Ora andiamo. Oh! non c'è niente di male; non è un luogo di
+perdizione. Clauss ci va ogni sera. È innamorato. Ti stupisce?
Innamorato di una donna (si sa), di una donna che si chiama Daria.
La sua mano strinse forte il mio braccio.
--Vuoi credere che tutti sono innamorati di lei?--soggiunse Paolo con
-voce più sommessa.--Ella canta. Canta e balla. Ebbene: perchè tutti
-debbono essere innamorati di lei? E chi può spiegare questo mistero? Tu
+voce più sommessa.--Ella canta. Canta e balla. Ebbene: perchè tutti
+debbono essere innamorati di lei? E chi può spiegare questo mistero? Tu
stesso vedrai fra poco...
---È bella?--domandai esitando.
+--È bella?--domandai esitando.
---Ah, ah! se è bella? C'è una canzone che dice (mi pare): _Je ne sais
-pas de quel côté, sa clarté me pourra conduire... Au loin une étoile je
-vois--qui me darde des étincelles..._ Non importa. Sì, è molto bella.
+--Ah, ah! se è bella? C'è una canzone che dice (mi pare): _Je ne sais
+pas de quel côté, sa clarté me pourra conduire... Au loin une étoile je
+vois--qui me darde des étincelles..._ Non importa. Sì, è molto bella.
--E Clauss?
@@ -481,20 +450,20 @@ fondo c'era un piccolo palcoscenico su cui erano dipinti alcuni pavoni
su una pagoda. Gli spettatori, intorno, gridavano e bevevano. Un vecchio
vestito di nero diceva:
---Sì, signori: le gambe di quella donna sono le corna del diavolo!
+--Sì, signori: le gambe di quella donna sono le corna del diavolo!
-Sterpoli mi guardò e disse:
+Sterpoli mi guardò e disse:
---Siamo arrivati troppo tardi. Ha già finito di ballare...
+--Siamo arrivati troppo tardi. Ha già finito di ballare...
-Un'orchestrina cominciò a miagolare una polka, il velario si schiuse e
-comparvero tra fischi e urli due fakiri indiani. La platea tumultuò.
-Giovani o vecchi: una strana umanità imberbe o canuta si agitava in
+Un'orchestrina cominciò a miagolare una polka, il velario si schiuse e
+comparvero tra fischi e urli due fakiri indiani. La platea tumultuò.
+Giovani o vecchi: una strana umanità imberbe o canuta si agitava in
quello spazio angusto. Alcune donne, in abiti rossi e gialli, con
bizzarri pennacchini e grandi ventagli di piume, se ne andavano intorno
precedute da sorrisi incantevoli e da sguardi striscianti come bisce.
Incendi. Ed io pensavo per quale miracolo quelle donne potessero avere
-carni così bianche, e occhi così lustri, e bocche così rosse e
+carni così bianche, e occhi così lustri, e bocche così rosse e
attraenti; essere tanto angeliche e tanto peccaminose; e per quale
miracolo di continenza gli uomini si accontentassero di guardarle senza
strappare violentemente dai loro corpi quei pochi abiti rossi e gialli
@@ -506,15 +475,15 @@ Salimmo una scaletta a chiocciola ed entrammo in una piccola stanza
azzurra. Clauss stava seduto sopra un divano. C'erano altri quattro con
lui.
---Ti conduco un nuovo discepolo!--gridò Sterpoli sbatacchiando la porta
+--Ti conduco un nuovo discepolo!--gridò Sterpoli sbatacchiando la porta
dietro le mie spalle e inchinandosi fino a terra.
-Clauss mi guardò.
+Clauss mi guardò.
---Sei tu?--disse senza muoversi e senza sorridere.--Avanti! C'è posto
+--Sei tu?--disse senza muoversi e senza sorridere.--Avanti! C'è posto
per tutti.
-Mi avvicinai ed egli mi baciò. Poi ordinò che portassero bottiglie e
+Mi avvicinai ed egli mi baciò. Poi ordinò che portassero bottiglie e
bicchieri.
@@ -523,7 +492,7 @@ bicchieri.
IV.
-Noi, dunque, bevemmo, e Sterpoli per brindare urlò:--Questa sera voglio
+Noi, dunque, bevemmo, e Sterpoli per brindare urlò:--Questa sera voglio
ridere!
S'era seduto sul tavolo e brandiva il bicchiere come una clava, il
@@ -533,11 +502,11 @@ Carlo Clauss stava fermo. Con voce pacata disse:
--Tu Sterpoli sei giovane. Hai buon tempo.
---Ahi! Ah!--sghignazzò Sterpoli.--Io sono giovane? Io sono pazzo. Mio
+--Ahi! Ah!--sghignazzò Sterpoli.--Io sono giovane? Io sono pazzo. Mio
buon maestro, tutte le malattie sono contagiose. Ti sembra strano? Un
-granello di sabbia basta, un granello di polvere è anche troppo... Ho
+granello di sabbia basta, un granello di polvere è anche troppo... Ho
veduto Daria ballare... Qualcuno ha detto:--Le gambe di quella donna
-sono le corna del diavolo! Che te ne pare? Il diavolo non è dunque così
+sono le corna del diavolo! Che te ne pare? Il diavolo non è dunque così
brutto come si dipinge?
Io m'ero seduto in un angolo e stavo a guardare Sterpoli che pareva
@@ -548,41 +517,41 @@ di sottecchi quando taceva, e trangugiava bicchieri d'un fiato. Gli
altri non gli badavano, come se non ci fosse.
--Io non capisco--diceva con tono grave uno di quei giovani, rivolto a
-Clauss--come possano durare pregiudizi di specie così volgare. Tizio è
-gravemente afflitto perchè non sa che cosa pensare dell'al di là, e
+Clauss--come possano durare pregiudizi di specie così volgare. Tizio è
+gravemente afflitto perchè non sa che cosa pensare dell'al di là, e
cerca di passare qualche ora piacevole con Eunica, che ha le poppe
forti. Caio soffre per una delusione amorosa, e invita gli amici a bere
-un suo vecchio vino d'uva. Eumolpo è stato fischiato a teatro o ha
+un suo vecchio vino d'uva. Eumolpo è stato fischiato a teatro o ha
perduto in Borsa, e va a prendere un bagno profumato. Sempronio ha
sepolto suo padre, e si regala una eccezionale pietanza di tartufi a
cena. Ma, in somma, signori! Per i dolori dell'anima si deve dunque
-consolare il corpo? E c'è ancora chi crede sul serio che anima e corpo
+consolare il corpo? E c'è ancora chi crede sul serio che anima e corpo
siano due cose distinte!
---Ahimè!--esclamò un altro.--Che c'importa dell'anima e del corpo? Che
+--Ahimè!--esclamò un altro.--Che c'importa dell'anima e del corpo? Che
siano due o uno? Quando tu baci Clarissa, la baci con l'anima o col
-corpo? L'importante non è di baciare Clarissa?
+corpo? L'importante non è di baciare Clarissa?
Clauss rise.
---Infatti,--disse,--è Clarissa che importa.
+--Infatti,--disse,--è Clarissa che importa.
-Improvvisamente, d'un colpo, la porta si spalancò e tutti ammutolirono.
+Improvvisamente, d'un colpo, la porta si spalancò e tutti ammutolirono.
Una donna, avvolta in un ampio mantello scuro che ella teneva stretto
alla cintura e al collo con ambo le mani, apparve sulla soglia. Volse
intorno gli occhi, dardeggiando sopra gli astanti sguardi obliqui, si
-avanzò di due passi e si fermò in mezzo alla stanza.
+avanzò di due passi e si fermò in mezzo alla stanza.
---Clauss!--disse con voce così profonda e velata che mi dette i
-brividi.--È la seconda volta che mi insultate in pubblico, tu e il tuo
-seguito di servitori. Io non posso più sopportare.... Io sono stanca....
+--Clauss!--disse con voce così profonda e velata che mi dette i
+brividi.--È la seconda volta che mi insultate in pubblico, tu e il tuo
+seguito di servitori. Io non posso più sopportare.... Io sono stanca....
Io ti odio....
-Come se queste parole le avessero tolto ogni forza, ella si appoggiò con
+Come se queste parole le avessero tolto ogni forza, ella si appoggiò con
una mano all'orlo del tavolo per non cadere. Il mantello, aprendosi,
-lasciò scoperto il suo collo, su cui brillava un grosso smeraldo. Tutti,
+lasciò scoperto il suo collo, su cui brillava un grosso smeraldo. Tutti,
intorno a me, sembravano pietrificati. Sterpoli era sceso dal tavolo e
-guardava dinnanzi a sè, bocca e occhi aperti da ebete. Soltanto Clauss
+guardava dinnanzi a sè, bocca e occhi aperti da ebete. Soltanto Clauss
pareva calmo. Egli si era alzato e si era fermato di fronte a lei. Le
sue pupille diritte fissavano senza tremare il volto della donna; senza
tremare sostenevano il suo sguardo torvo e minaccioso.
@@ -593,28 +562,28 @@ offesa? Chi vi ha insultata?
I suoi occhi si volsero un poco verso Sterpoli, che lentamente si era
avvicinato a lui ed ora gli stava a fianco. Il volto del giovane di
rosso s'era fatto cinereo. Aveva la fronte imperlata di sudore e a
-stento tratteneva il respiro. Pareva che volesse parlare, poichè ogni
-tanto moveva le labbra; ma senza fiato. A un tratto avanzò ancora di un
+stento tratteneva il respiro. Pareva che volesse parlare, poichè ogni
+tanto moveva le labbra; ma senza fiato. A un tratto avanzò ancora di un
passo, tese la mano, che gli tremava, fino a sfiorare il braccio della
-donna, e con un filo di voce mormorò:
+donna, e con un filo di voce mormorò:
---Andiamo... Andiamo via... Perchè sei venuta? Perchè?
+--Andiamo... Andiamo via... Perchè sei venuta? Perchè?
Clauss non si mosse. Nemmeno Daria si mosse, ma un sorriso pieno di
-disprezzo inarcò le sue belle labbra lunghe, e illuminò il suo viso.
+disprezzo inarcò le sue belle labbra lunghe, e illuminò il suo viso.
Paolo attendeva, con la mano sollevata, tremante.
---Infine!--esclamò Clauss con un gesto d'impazienza.--Io non so di che
+--Infine!--esclamò Clauss con un gesto d'impazienza.--Io non so di che
cosa mi possiate accusare... Sono vostro amico... Ho tentato ogni via
per piacervi... Che debbo fare ancora per voi?
-Daria abbassò il capo, respinse con un moto violento della mano la mano
-sempre tesa di Sterpoli e si abbattè piangendo sopra una sedia.
+Daria abbassò il capo, respinse con un moto violento della mano la mano
+sempre tesa di Sterpoli e si abbattè piangendo sopra una sedia.
-Un profondo silenzio seguì quell'avvenimento inaspettato.
+Un profondo silenzio seguì quell'avvenimento inaspettato.
---Piange?--mormorò una voce alla mie spalle.--È mai possibile? È anche
+--Piange?--mormorò una voce alla mie spalle.--È mai possibile? È anche
capace di piangere?
Il volto di Sterpoli esprimeva una vera costernazione. Anch'io ero
@@ -622,69 +591,69 @@ sconvolto e guardavo ora la donna che piangeva con piccoli singhiozzi
simili al tubare delle colombe, ora Clauss immobile, e ora Sterpoli che
tremava.
---Che accade?--pensavo.--Chi è questa donna? E perchè piange?
+--Che accade?--pensavo.--Chi è questa donna? E perchè piange?
Mi curvai un poco e le dissi:
---Non piangete... Non è il caso di piangere!
+--Non piangete... Non è il caso di piangere!
-Ebbi paura del silenzio che accolse la mia voce. Daria infatti sollevò
+Ebbi paura del silenzio che accolse la mia voce. Daria infatti sollevò
il capo.
---Chi è costui?--domandò dopo un istante.--Che cosa vuole da me?
+--Chi è costui?--domandò dopo un istante.--Che cosa vuole da me?
--Nulla,--balbettai,--nessuno...
-S'era fatto un gran vuoto nel mio cervello. Ma la vampa che m'affocò il
-viso m'avvertì che m'ero coperto di ridicolo.
+S'era fatto un gran vuoto nel mio cervello. Ma la vampa che m'affocò il
+viso m'avvertì che m'ero coperto di ridicolo.
--Nulla...--ripetei senza comprendere il senso delle mie parole. Dico
che non si deve piangere... Come potete piangere dinnanzi a tanti
uomini?
Poi mi ritrassi in un angolo e nascosi il viso fra le mani per coprire
-il mio rossore. Con gli occhi chiusi non udivo più nulla. La donna non
-piangeva più; aveva cessato di piangere, di tubare, e nessuno parlava.
+il mio rossore. Con gli occhi chiusi non udivo più nulla. La donna non
+piangeva più; aveva cessato di piangere, di tubare, e nessuno parlava.
Di lontano, confuse, giungevano fino a noi le cadenze d'una danza turca,
-e un ronzìo di voci umane mescolate al rullar persistente di un
+e un ronzìo di voci umane mescolate al rullar persistente di un
tamburo.--Che accade?--pensavo senza trovare il coraggio di muovermi.
Pareva che tutti fossero morti intorno a me o che tutti se ne fossero
-andati. Improvvisamente Clauss esclamò:
+andati. Improvvisamente Clauss esclamò:
--Daria! Daria, ti amo!
Udii un grido, apersi gli occhi e vidi Daria alzarsi in piedi sconvolta.
-Con un gesto rapido, violento, strappò dal suo collo la collana con lo
-smeraldo e la scagliò dinnanzi a sè gridando:--E io ti odio! Poi si
-volse e fuggì.
+Con un gesto rapido, violento, strappò dal suo collo la collana con lo
+smeraldo e la scagliò dinnanzi a sè gridando:--E io ti odio! Poi si
+volse e fuggì.
-Sterpoli ricevette il colpo sugli occhi come una frustata, restò un
+Sterpoli ricevette il colpo sugli occhi come una frustata, restò un
istante fermo con la mano distesa sulla fronte e le palpebre chiuse.
-Balbettò:--Non era per me! Era per te, per te Clauss, per te solo!--e
-brancolando uscì dalla stanza.
+Balbettò:--Non era per me! Era per te, per te Clauss, per te solo!--e
+brancolando uscì dalla stanza.
--Daria! Daria!
-Il suo richiamo si ripetè due volte e poi si spense. La porta
-sbatacchiò. Parve, quando la porta fu chiusa, che sopra di noi si fosse
+Il suo richiamo si ripetè due volte e poi si spense. La porta
+sbatacchiò. Parve, quando la porta fu chiusa, che sopra di noi si fosse
dissipato un temporale.
---Sono dolentissimo, amici,--disse con dolcezza Clauss,--di quanto è
-accaduto. Veramente non c'è nemico peggiore di una donna...
+--Sono dolentissimo, amici,--disse con dolcezza Clauss,--di quanto è
+accaduto. Veramente non c'è nemico peggiore di una donna...
---Come è possibile?--domandò con grande vivacità quel giovine che poco
-prima parlava dell'anima.--Ha pianto! Questo è straordinario!
+--Come è possibile?--domandò con grande vivacità quel giovine che poco
+prima parlava dell'anima.--Ha pianto! Questo è straordinario!
---È una donna,--soggiunse Clauss sorridendo.
+--È una donna,--soggiunse Clauss sorridendo.
---Ma perchè è venuta?--domandò un altro.
+--Ma perchè è venuta?--domandò un altro.
--Per mentire...--rispose Clauss.
-Poi mormorò:--Me ne vado.
+Poi mormorò:--Me ne vado.
Ce ne andammo: io solo lo seguii. Il teatro era ormai semivuoto. Un
-vecchio in marsina era caduto rotoloni giù per le scale e un servo
+vecchio in marsina era caduto rotoloni giù per le scale e un servo
cercava di tirarlo su per le falde. Fuori la notte, alta, serena e molto
stellata ci sorrise, ed io la contemplai con gioia tra le due fila di
case, lungo tutta la strada, da un lato e dall'altro. Lentamente
@@ -692,33 +661,33 @@ c'incamminammo. Clauss mi teneva per mano. La sua mano era fredda.
--Vedi,--mi disse dopo un lungo silenzio appoggiandosi al mio
braccio,--senza volere tu hai umiliato quella donna... Con molta
-semplicità (troppa semplicità) l'hai toccata nella sua piaga...
+semplicità (troppa semplicità) l'hai toccata nella sua piaga...
--Come?--mormorai.--Io l'ho umiliata?
---Sì. Se tu le avessi detto:--Orsù, Daria, non vi vergognate di
-piangere?--non l'avresti maggiormente umiliata ed offesa. Così l'hai
+--Sì. Se tu le avessi detto:--Orsù, Daria, non vi vergognate di
+piangere?--non l'avresti maggiormente umiliata ed offesa. Così l'hai
ferita nel suo orgoglio. Infatti che cosa diventa l'orgoglio di una
donna che piange? In un momento simile?
---È vero, è vero...--mormorai.--Io non sapevo... Ah! Clauss! Io non so
+--È vero, è vero...--mormorai.--Io non sapevo... Ah! Clauss! Io non so
niente!
--Ora,--soggiunse Clauss con dolcezza,--son certo che ella non odia
nessuno tra noi quanto te. Tu solo sei stato pietoso. Tu e Sterpoli. Ma
Sterpoli non conta.
-Eravamo giunti dinnanzi al cancello della sua casa. Egli si fermò e mi
+Eravamo giunti dinnanzi al cancello della sua casa. Egli si fermò e mi
disse:
--Ritorna domani. Ho bisogno di te. Addio!
-Mi strinse la mano. Poi mi baciò sulla gota e soggiunse:
+Mi strinse la mano. Poi mi baciò sulla gota e soggiunse:
--Spero che non crederai davvero che io sia innamorato di Daria. Io non
ho mai amato nessuno...
-E mi lasciò solo.
+E mi lasciò solo.
@@ -728,24 +697,24 @@ V.
Solo, nella mia camera, alla luce di un povero lume, ripensai lungamente
alla strana avventura di cui ero stato spettatore. Ero ancora pieno
-d'onta per quella voce che aveva detto:--Chi è costui? Che cosa vuole da
+d'onta per quella voce che aveva detto:--Chi è costui? Che cosa vuole da
me?--con tanto disprezzo; e della mia voce che aveva risposto:--Nulla...
nessuno. Lo stesso rossore mi avvampava il viso, ed io vedevo lei,
Daria, seduta, in quell'atteggiamento aggressivo; vedevo la curva
sprezzante della sua bocca, sentivo la sferza dei suoi sguardi ardenti
-su me, mentre diceva:--Chi è costui? Che cosa vuole da me? Certamente
+su me, mentre diceva:--Chi è costui? Che cosa vuole da me? Certamente
l'avevo offesa; volendo consolarla, l'avevo umiliata. Ella mi odiava,
-ora, per la mia sciocca pietà, per quelle mortificanti parole che non
+ora, per la mia sciocca pietà, per quelle mortificanti parole che non
avevo saputo trattenere. Ma se per poco dimenticavo me stesso, un'altra
sua immagine si delineava dinnanzi ai miei occhi, balzando viva dalla
confusione dei miei ricordi. Vedevo la porta aprirsi e apparir lei con
il mantello avvolto; e poi appoggiarsi al tavolo, senza forze, e
abbandonare con le mani il mantello che si apriva scoprendo il suo collo
niveo, la sua nitida gola, su cui la pietra, verde, oscillando,
-splendeva.--Io non posso più sopportare!...--aveva esclamato.--Io ti
+splendeva.--Io non posso più sopportare!...--aveva esclamato.--Io ti
odio! E la sua voce era come uno specchio velato, l'eco di un'altra
-voce. E Clauss, calmo, senza scomporsi, aveva risposto:--Non è vero! Una
-terza immagine s'illuminò: Behela.
+voce. E Clauss, calmo, senza scomporsi, aveva risposto:--Non è vero! Una
+terza immagine s'illuminò: Behela.
Le stelle nel quadro della finestra, immobilmente accese, segnavano nel
profondo azzurro mete irraggiungibili. Di quando in quando gli occhi,
@@ -753,18 +722,18 @@ smarrendosi in quell'infinito, deviavano i miei pensieri dal loro
angusto viottolo; schiudevano orizzonti verso i quali essi, come uccelli
prigionieri, si lanciavano a volo per ricadere, subito, esausti,
cagionandomi ogni volta un acuto dolore. Chiusi le imposte. Tutto in me
-acquistò maggior chiarezza, contorni precisi, una consistenza quasi
+acquistò maggior chiarezza, contorni precisi, una consistenza quasi
materiale.
Daria, Daria, era bella. Non avevo pensato ancora alla sua straordinaria
-bellezza. Ora, sì.--È bella! ripetevo fra me. I suoi occhi, la sua
+bellezza. Ora, sì.--È bella! ripetevo fra me. I suoi occhi, la sua
bocca, la sua gola candida, si delineavano nella ombra delle mie
-palpebre chiuse.--È bella! È bella! Questo pensiero mi turbava.
+palpebre chiuse.--È bella! È bella! Questo pensiero mi turbava.
Cominciai a passeggiare irrequieto per la stanza. Nemmeno allora sapevo
-spiegarmi perchè mi fossi inchinato per dirle:--Non piangete. Non è il
+spiegarmi perchè mi fossi inchinato per dirle:--Non piangete. Non è il
caso di piangere. Ella piangeva. Il suo sdegno, la sua forza l'avevano
abbandonata. Piangeva con singhiozzi brevi, disperati. Ed io non cercavo
-di spiegare perchè mi fossi inchinato e avessi parlato. Immaginavo di
+di spiegare perchè mi fossi inchinato e avessi parlato. Immaginavo di
udire un passo celere su per le scale, un colpo leggiero contro l'uscio
della mia camera, una voce, un nome. L'uscio si spalancava. Una donna
velata compariva tutta avvolta in un mantello scuro che teneva chiuso
@@ -785,103 +754,103 @@ teneramente.
--Amor mio, sono pronto! Occorre morire? Uccidere?
-La mia persona, apparendomi improvvisamente nello specchio, mi richiamò
-alla realtà. Sentii una vacuità dolorosa in me, una disperazione
+La mia persona, apparendomi improvvisamente nello specchio, mi richiamò
+alla realtà. Sentii una vacuità dolorosa in me, una disperazione
insensata. Mi pareva che Clauss fosse a spiarmi dietro una tenda, da un
foro della parete, da una fessura dell'uscio; il suo riso vitreo mi
feriva l'orecchio ed io avevo vergogna. In quello specchio, con i miei
abiti goffi e il mio volto infantile, fra quelle cose meschine che mi
stavano intorno e si beffavano di me con la loro miseria, ero davvero
una persona molto compassionevole e buffa. Quale donna avrebbe potuto
-guardarmi senza dire:--Chi è costui? Che cosa vuole da me? Sì, certo, io
-ero ridicolo. Facevo pietà e pena a me stesso. Ripensavo ai compagni di
+guardarmi senza dire:--Chi è costui? Che cosa vuole da me? Sì, certo, io
+ero ridicolo. Facevo pietà e pena a me stesso. Ripensavo ai compagni di
Clauss; mi ricordavo che uno aveva calze di seta porporina, e un altro
un braccialetto d'oro smaltato al polso, e un altro una cravatta
meravigliosa di fili intrecciati argentei e violetti, e una gardenia
all'occhiello.--Che cosa sono io?--pensavo.--Tutti si befferanno di me.
-Questo eccitamento durò fino a tarda notte. Verso l'alba la stanchezza
-s'impadronì dei miei sensi e li calmò. Allora udii un passo lento e
-pesante lungo il corridoio e Sterpoli entrò barcollando nella mia
+Questo eccitamento durò fino a tarda notte. Verso l'alba la stanchezza
+s'impadronì dei miei sensi e li calmò. Allora udii un passo lento e
+pesante lungo il corridoio e Sterpoli entrò barcollando nella mia
camera. Era impolverato da capo a piedi. Aveva gli abiti in disordine,
-la camicia lacera. Si sedette sul mio letto, mi guardò e si mise a
+la camicia lacera. Si sedette sul mio letto, mi guardò e si mise a
ridere.
---Hai udito? Hai veduto?--esclamò.--Tu puoi testimoniare. Mi ha
-schiaffeggiato! Sì! Mi ha colpito sul viso...
+--Hai udito? Hai veduto?--esclamò.--Tu puoi testimoniare. Mi ha
+schiaffeggiato! Sì! Mi ha colpito sul viso...
-Il riso si spense sulla sua bocca. Si strofinò la faccia con un
-fazzoletto, si versò un po' d'acqua e bevve.
+Il riso si spense sulla sua bocca. Si strofinò la faccia con un
+fazzoletto, si versò un po' d'acqua e bevve.
---Tutti hanno udito,--continuò,--tutti hanno veduto, tutti possono
-testimoniare. Mi ha colpito sul viso. Ma non era per me. È stato un
-errore. Appena ella è fuggita, io mi sono precipitato giù per le scale e
+--Tutti hanno udito,--continuò,--tutti hanno veduto, tutti possono
+testimoniare. Mi ha colpito sul viso. Ma non era per me. È stato un
+errore. Appena ella è fuggita, io mi sono precipitato giù per le scale e
l'ho raggiunta in istrada, mentre stava per montare in carrozza.--Daria
Daria, mia colomba, mia nemica,--le ho detto--tu mi hai acciecato! Non
-posso più vederti!--e ho cercato di montare sul predellino della sua
-carrozza. Macchè! Mi ha respinto con una mano e, credo, anche con la
+posso più vederti!--e ho cercato di montare sul predellino della sua
+carrozza. Macchè! Mi ha respinto con una mano e, credo, anche con la
punta del piede.--Va via!--ha detto.--Va via!--Come!--esclamo,--mi
-colpisci, mi acciechi, e poi mi compensi così? Mi scacci via? Come un
+colpisci, mi acciechi, e poi mi compensi così? Mi scacci via? Come un
cane? Io sono il tuo Lippi! Non ti ricordi di questo nome?--Di nuovo
cerco di salire. Di nuovo sento qualche cosa di duro, di molto duro,
contro il mio petto, che mi respinge. Ella dice con astio:--Peggio,
peggio di un cane! Fa sferzare il cavallo e la carrozza parte al
galoppo. Io la rincorro per un buon tratto; poi inciampo e cado. Un tale
-si avvicina e mi rialza. È Pietro Trema: un mezzano, un galantuomo.--Non
-vale la pena, signore!--dice mentre mi spolvera.--Quella donna è pazza.
-È pazza. Andiamo a bere un sorso!--Andiamo,--rispondo.--Ma che ella sia
+si avvicina e mi rialza. È Pietro Trema: un mezzano, un galantuomo.--Non
+vale la pena, signore!--dice mentre mi spolvera.--Quella donna è pazza.
+È pazza. Andiamo a bere un sorso!--Andiamo,--rispondo.--Ma che ella sia
pazza, no, non lo dire a nessuno. Entrammo non so dove, bevemmo
-e pagai. Gli dissi:--Ora hai bevuto. Ora, lasciami stare.--È
-impossibile,--pensavo,--è impossibile che mi abbia respinto, scacciato
+e pagai. Gli dissi:--Ora hai bevuto. Ora, lasciami stare.--È
+impossibile,--pensavo,--è impossibile che mi abbia respinto, scacciato
come un cane. Io non sono di quelli che si scacciano con la punta del
piede, di quelli ai quali si dice:--Come un cane! Peggio di un cane!
Dunque presi un ronzino e mi feci condurre. Tutto era silenzioso in casa
sua: le finestre chiuse, la porta chiusa. Suono il campanello e aspetto.
-Nessuno risponde. Suono di nuovo, più forte, a lungo; strappo il
-cordone. La vecchia si affaccia al mezzanino e dice:--Non c'è. Non è
-ritornata. Forse non ritornerà.--Il malanno!--urlo.--Non è vero! C'è. È
+Nessuno risponde. Suono di nuovo, più forte, a lungo; strappo il
+cordone. La vecchia si affaccia al mezzanino e dice:--Non c'è. Non è
+ritornata. Forse non ritornerà.--Il malanno!--urlo.--Non è vero! C'è. È
ritornata. E mi metto a calciare la porta. Ora s'ode un'altra voce che
-dice:--Lippi, Lippi mio, vattene. Sii buono. Domani sarà giorno. Ritorna
+dice:--Lippi, Lippi mio, vattene. Sii buono. Domani sarà giorno. Ritorna
domani. Io mi scosto dall'uscio e mi faccio in mezzo alla strada.
Dico:--Ti debbo parlare.... subito... Tu mi hai quasi acciecato. Domani
-sarà troppo tardi.--Perdonami!--risponde.--Non volevo farti male... Ora
-non è possibile. Domani...--Non t'importa dunque nulla di me?--grido io.
-Non hai pietà, non hai cuore? Ella ride:--Domani, Lippi! Buona notte,
+sarà troppo tardi.--Perdonami!--risponde.--Non volevo farti male... Ora
+non è possibile. Domani...--Non t'importa dunque nulla di me?--grido io.
+Non hai pietà, non hai cuore? Ella ride:--Domani, Lippi! Buona notte,
buona notte. E richiude le imposte e tutto ritorna silenzioso e buio. E
-io dico a me stesso:--Dopo tutto non è in collera... Era per
+io dico a me stesso:--Dopo tutto non è in collera... Era per
quell'altro, per Clauss. Capisci? Ah! tu non capisci niente!
-Rotolò giù dal letto. Si reggeva male in gambe, eppure trovò modo di
+Rotolò giù dal letto. Si reggeva male in gambe, eppure trovò modo di
abbracciarmi e di baciarmi.
---Che hai?--mormorò al mio orecchio.--Non parli? Sei addormentato? Sta
-allegro! Domani tutto sarà chiarito. Ah! eppure questo mi dispiace. Io
+--Che hai?--mormorò al mio orecchio.--Non parli? Sei addormentato? Sta
+allegro! Domani tutto sarà chiarito. Ah! eppure questo mi dispiace. Io
preferisco la notte. Di giorno sono come un bambino; la luce mi
intimidisce e arrossisco di nulla. Di notte invece no. Sono padrone di
me stesso. Sono un altr'uomo.
-Io sentivo contro il mio viso il suo alito di ubriaco. Si avvicinò
-ancora più a me fino quasi a gravarmi con tutto il peso della sua
-persona, e sussurrò con voce ancora più bassa:
+Io sentivo contro il mio viso il suo alito di ubriaco. Si avvicinò
+ancora più a me fino quasi a gravarmi con tutto il peso della sua
+persona, e sussurrò con voce ancora più bassa:
---Anche lei, di notte, è più bella... Che dico? Ah! Dico troppo, eppure
-è più bella. Sì. Perchè nasconderlo? Perchè mentire con te? Tu mi piaci,
-perchè tu solo hai avuto pietà di lei. Tu ti sei curvato e le hai detto
+--Anche lei, di notte, è più bella... Che dico? Ah! Dico troppo, eppure
+è più bella. Sì. Perchè nasconderlo? Perchè mentire con te? Tu mi piaci,
+perchè tu solo hai avuto pietà di lei. Tu ti sei curvato e le hai detto
una parola buona. Non mi ricordo bene, ma le hai detto qualche cosa che
-volevo dirle io. Ti prometto di parlarle di te domani. Le dirò:--Quelle
+volevo dirle io. Ti prometto di parlarle di te domani. Le dirò:--Quelle
parole le avevo io sulla punta della lingua, ma egli me le ha tolte di
-bocca. Eppure temo che mi manchi il coraggio di dirle nulla, perchè
-domani sarà giorno. Di notte è un'altra cosa, sebbene sia anche più
+bocca. Eppure temo che mi manchi il coraggio di dirle nulla, perchè
+domani sarà giorno. Di notte è un'altra cosa, sebbene sia anche più
temibile. I suoi occhi sono come quelli dei gatti. La sua carne muta
colore, come l'opale, o la madreperla, la madreperla levigata e
-cangiante. La sua carne.... Ah! Io non direi queste cose a nessuno... È
+cangiante. La sua carne.... Ah! Io non direi queste cose a nessuno... È
un gran segreto!
-Tacque e si avvicinò allo specchio.
+Tacque e si avvicinò allo specchio.
---Non ti pare,--domandò guardandosi,--non ti pare che io sia bellissimo?
+--Non ti pare,--domandò guardandosi,--non ti pare che io sia bellissimo?
-Si inchinò e mi disse addio.
+Si inchinò e mi disse addio.
Io chiusi la porta dietro le sue spalle e mi gettai, esausto, sul letto.
@@ -894,29 +863,29 @@ VI.
Quando, a mezzogiorno, fui pronto per uscire, decisi di andare lungo la
spiaggia dove erano tirate a secco alcune flottiglie di barche e distese
al sole lunghissime reti. Il meriggio era tiepido e sereno: calmo, il
-mare, appena ondeggiava. Vagai per qualche tempo qua e là, a caso,
-raccogliendo conchiglie e facendo disegni sulla sabbia, finchè vidi,
+mare, appena ondeggiava. Vagai per qualche tempo qua e là, a caso,
+raccogliendo conchiglie e facendo disegni sulla sabbia, finchè vidi,
sopra la punta di una penisoletta, la casa di Clauss, poco lontana, fra
un giardino di palme che l'onda lambiva da tre lati. Ad essa si saliva
per un viottolo disselciato, fiancheggiato da muri e da siepi di
-oleandri. Clauss in persona s'affacciò alla veranda, mentre io bussavo
+oleandri. Clauss in persona s'affacciò alla veranda, mentre io bussavo
al cancello. Discese ad aprirmi, e tutti e due ci sedemmo sotto un
tiglio, fra due aiuole fiorite.
---Ebbene?--mi domandò.
+--Ebbene?--mi domandò.
-Non gli avevo mai veduto un viso così buono.
+Non gli avevo mai veduto un viso così buono.
--Ebbene,--risposi,--ieri sera eravamo tutti pazzi.
Clauss aveva l'aspetto di un ragazzo pentito, tanto i suoi occhi erano
miti e il suo atteggiamento umile. In quel momento, con quel volto
stanco, con quel sorriso che appena gli sfiorava la bocca, somigliava
-veramente poco a sè stesso.
+veramente poco a sè stesso.
---Sì,--disse,--eravamo tutti pazzi, chi più chi meno. Anche tu, un poco.
-Anch'io. È strano. Cioè, non è strano. Hai veduto Daria? Tu la vedevi
-per la prima volta. È fatta così. È come una bambina capricciosa. Una
+--Sì,--disse,--eravamo tutti pazzi, chi più chi meno. Anche tu, un poco.
+Anch'io. È strano. Cioè, non è strano. Hai veduto Daria? Tu la vedevi
+per la prima volta. È fatta così. È come una bambina capricciosa. Una
bambina cattiva e viziata. E quel povero Sterpoli, che ha smarrito la
ragione per lei, ha avuto ieri sera un gran colpo...
@@ -927,65 +896,65 @@ Clauss di nuovo sorrise. Poi mi prese le mani e mi chiese:
--Mi vuoi bene?
---Certo...--mormorai esitando.--Perchè non dovrei volerti bene?
+--Certo...--mormorai esitando.--Perchè non dovrei volerti bene?
---Grazie,--soggiunse,--ciò mi conforta assai. Chi può dire perchè si
-desidera e si cerca, alla mia età, l'affetto e la dimestichezza dei
+--Grazie,--soggiunse,--ciò mi conforta assai. Chi può dire perchè si
+desidera e si cerca, alla mia età, l'affetto e la dimestichezza dei
giovani? Sono tristi, molto tristi, amico mio, queste basse forme,
queste forme senili d'egoismo. Ma tu devi considerarmi come un moribondo
-al quale ogni cosa può servir di conforto.
+al quale ogni cosa può servir di conforto.
--Che dici mai!--proruppi ridendo.--Ora tu vuoi burlarti di me...
---No, no, non mi burlo nè di te nè di me stesso,--rispose Clauss con la
+--No, no, non mi burlo nè di te nè di me stesso,--rispose Clauss con la
medesima voce sommessa, senza tralasciare di tenermi le mani e di
guardarmi teneramente.--Io sono nato matematico. Tutta la mia vita, in
apparenza tanto disordinata, fu sempre regolata sopra un calcolo esatto,
secondo la nozione precisa e minuta delle mie forze. Quando scaglio una
-pietra, non so forse dove la pietra deve cadere? Ciò dipende unicamente
-dall'impulso che io le darò. Così per tutto il resto...
+pietra, non so forse dove la pietra deve cadere? Ciò dipende unicamente
+dall'impulso che io le darò. Così per tutto il resto...
-S'interruppe e guardò una farfalla sopra una rosa, un'ape sopra un
+S'interruppe e guardò una farfalla sopra una rosa, un'ape sopra un
fiore.
---Tu non mi hai mai domandato,--soggiunse,--perchè dunque liberassi
+--Tu non mi hai mai domandato,--soggiunse,--perchè dunque liberassi
l'uccisore di Behela. Io infatti tagliai la sua corda, vicino al nodo.
-Ma con quella stessa corda, come prevedevo, l'omicida s'impiccò il
+Ma con quella stessa corda, come prevedevo, l'omicida s'impiccò il
giorno dopo a un albero della foresta.
-Io tenevo gli occhi fermi su lui, mentre parlava. Può darsi che egli non
-mi leggesse negli occhi altro che un ingenuo stupore; ma in realtà ero
+Io tenevo gli occhi fermi su lui, mentre parlava. Può darsi che egli non
+mi leggesse negli occhi altro che un ingenuo stupore; ma in realtà ero
ben sveglio, e cercavo di capire, guardandolo attentamente in viso, che
cosa ci fosse di tanto strano e di nuovo nella sua persona: se la voce,
lo sguardo, o l'abito, che era bianco. Quanto a lui, pareva veramente
turbato da non so quale nascosta preoccupazione, come inquieto, incerto,
-non così sicuro di sè come sempre.
+non così sicuro di sè come sempre.
---Paris,--disse ad un tratto,--ti sembrerà ch'io sia capriccioso come un
+--Paris,--disse ad un tratto,--ti sembrerà ch'io sia capriccioso come un
ragazzo. Non so che cosa tu possa pensare di me: pure voglio che tu mi
aiuti a uscire da questo equivoco che mi ripugna e mi addolora.
-Daria...--(e quel nome risuonò al mio orecchio come un richiamo, come un
+Daria...--(e quel nome risuonò al mio orecchio come un richiamo, come un
allarme)--Daria...
--Ebbene? Daria?--domandai con un palpito.
---Daria è una donna. Bisogna essere pietosi con lei e perdonarla.
+--Daria è una donna. Bisogna essere pietosi con lei e perdonarla.
Rimanemmo un momento muti. Io aspettavo che egli continuasse, ed egli
non parlava.
---Perchè,--mormorai alfine,--perchè, allora, ieri sera, non sei stato
-pietoso con lei, quando si è messa a piangere?
+--Perchè,--mormorai alfine,--perchè, allora, ieri sera, non sei stato
+pietoso con lei, quando si è messa a piangere?
Silenzio.
---Perchè,--continuai con gli occhi bassi, le gote che mi cominciavano a
-bruciare,--perchè mi hai rimproverato d'aver tentato, io, io solo, di
+--Perchè,--continuai con gli occhi bassi, le gote che mi cominciavano a
+bruciare,--perchè mi hai rimproverato d'aver tentato, io, io solo, di
consolarla quando piangeva?
-Clauss m'accarezzò con dolcezza la mano e disse:
+Clauss m'accarezzò con dolcezza la mano e disse:
---Hai ragione... Appunto per ciò ora sento che debbo io fare qualche
+--Hai ragione... Appunto per ciò ora sento che debbo io fare qualche
cosa per lei. Dunque (questo appunto volevo dirti) tu andrai a casa sua
e la pregherai di venire qui, a cena con noi, stasera...
@@ -993,52 +962,52 @@ e la pregherai di venire qui, a cena con noi, stasera...
--Ti dispiace forse?
---No, no,--balbettai,--no, Clauss, non andrò da lei... No, non pensarlo
+--No, no,--balbettai,--no, Clauss, non andrò da lei... No, non pensarlo
seriamente neppure un minuto che io possa andare da lei, presentarmi,
parlarle... sostenere quello sguardo... riudire quella voce cattiva...
-No, no, Clauss, non è possibile!
+No, no, Clauss, non è possibile!
---E di che hai dunque paura, stupido?--domandò Clauss bruscamente.
+--E di che hai dunque paura, stupido?--domandò Clauss bruscamente.
Ecco: davvero avevo paura, un'indicibile, una pazza paura. Se mi fossi
imbattuto in Daria, per caso, all'angolo di una strada, sentivo che
avrei preferito, a quell'incontro, di inabissarmi in una buca profonda
-mille metri, e non uscirne mai più. Avrei preferito qualunque supplizio,
+mille metri, e non uscirne mai più. Avrei preferito qualunque supplizio,
o vergogna, o castigo, al pensiero di dovermi trovare solo di fronte a
lei, costretto a guardarla, a parlarle, anche semplicemente a inchinarmi
senza pronunciare una parola, o muovere un gesto, o battere palpebra. Ma
-ero anche così sciocco, che a udire quella parola--«stupido»--la paura
-svanì d'un tratto, e mi sentii disarmato e pronto tuttavia a superare
+ero anche così sciocco, che a udire quella parola--«stupido»--la paura
+svanì d'un tratto, e mi sentii disarmato e pronto tuttavia a superare
ogni prova con un coraggio disperato.
---Non è che io abbia paura,--mormorai.--Penso soltanto che
+--Non è che io abbia paura,--mormorai.--Penso soltanto che
riconoscendomi per quello di ieri sera non voglia neppure ascoltarmi. Un
altro forse riuscirebbe meglio di me.
---Al contrario!--esclamò Clauss alzandosi.--Quando ti avrà riconosciuto
-non dubiterà d'un inganno. Basta che tu le dica che io non l'amo, che io
+--Al contrario!--esclamò Clauss alzandosi.--Quando ti avrà riconosciuto
+non dubiterà d'un inganno. Basta che tu le dica che io non l'amo, che io
non l'odio, che io non voglio essere per lei se non un amico sincero e
fedele. E che noi tre insieme desideriamo questa sera concludere
solennemente la pace.
Mi condusse presso il cancello. Camminando pensai ancora:
---Ora gli dirò che cerchi un altro. Io non andrò a nessun costo....
+--Ora gli dirò che cerchi un altro. Io non andrò a nessun costo....
Ma quando mi strinse la mano per accomiatarmi non seppi che dirgli:
--Arrivederci.
-Così attraversai la città e andai dove Clauss mi mandava. Alla porta di
+Così attraversai la città e andai dove Clauss mi mandava. Alla porta di
quella casa non c'era un campanello. Bussai, una vecchia mi venne ad
aprire ed entrai in un salotto alle cui finestre pendevano pesanti
cortine di velluto. La casa, dentro, aveva piuttosto l'aspetto di una
bottega; tutto era gualcito e in disordine. In un angolo stava un
pianoforte aperto con un quaderno di musica sul leggio. Da una stanza
-vicina giungeva il parlottare di più persone. Io udivo distintamente le
+vicina giungeva il parlottare di più persone. Io udivo distintamente le
loro voci, che erano di due donne e d'un uomo, e vedevo chiaramente,
malgrado la penombra, le cose che mi stavano intorno. Non mi sentivo
-affatto turbato: anzi avevo una grande lucidità di sensi e un'assoluta
+affatto turbato: anzi avevo una grande lucidità di sensi e un'assoluta
padronanza di me stesso. Provai a muovermi; andai verso le finestre,
dischiusi un poco le tende, vidi altre finestre, di fronte, e due teste
di fanciulli che sporgevano da un davanzale, e una portava una maschera
@@ -1048,34 +1017,34 @@ con passione_--e rimisi ogni cosa al suo posto. Poi, ancora,
m'avventurai in un angolo per guardar da vicino il ritratto di una donna
giovane, molto giovane e bionda, che mi sorrise. Contento e soddisfatto
di tante prodezze, ritornai in mezzo al salotto ed attesi. Finalmente il
-chiacchierìo nella stanza vicina tacque, la porta si aprì e Daria entrò.
+chiacchierìo nella stanza vicina tacque, la porta si aprì e Daria entrò.
--Daria!--esclamai subito inchinandomi, senza pensare che quel nome non
-conveniva nè a me nè a lei, in quel momento.--È Carlo Clauss che mi
+conveniva nè a me nè a lei, in quel momento.--È Carlo Clauss che mi
manda... Egli vorrebbe...
M'arrestai confuso. Daria era rimasta ferma nel vano dell'uscio e mi
-guardava. Quello sguardo mi sgomentò.
+guardava. Quello sguardo mi sgomentò.
---Clauss?--sibilò ridendo ironicamente.--Avrà sempre dei servitori ai
+--Clauss?--sibilò ridendo ironicamente.--Avrà sempre dei servitori ai
suoi ordini, questo signore? E anche voi siete del numero?
-Si volse, sporse il capo nell'altra stanza e chiamò:
+Si volse, sporse il capo nell'altra stanza e chiamò:
--Kate! Ave! Ave!
-S'udì, in quello spaventoso silenzio, il rumore di un paio di ciabatte e
+S'udì, in quello spaventoso silenzio, il rumore di un paio di ciabatte e
di due tacchi di legno. Una vecchia strega e una ragazzina di quindici
anni, tutta vestita di rosso, con i polpacci e le ginocchia scoperte e
un gran nastro rosso nei riccioli, bocca rossa, occhi bianchissimi e
immensi, s'affacciarono dietro le sue spalle e mi guardarono. La vecchia
-guardò piuttosto il soffitto, rovesciando le pupille che erano velate di
+guardò piuttosto il soffitto, rovesciando le pupille che erano velate di
bianco, mentre tutto il suo viso color di cera e orribilmente liscio si
torceva nello sforzo di attrarre un po' di luce in quei due poveri lumi
spenti.
---Soave! Guardalo!--esclamò Daria:--è uno di quelli di ieri sera! Kate,
-cerca di vederlo, perchè ne vale la pena! È uno dei tanti sguatteri di
+--Soave! Guardalo!--esclamò Daria:--è uno di quelli di ieri sera! Kate,
+cerca di vederlo, perchè ne vale la pena! È uno dei tanti sguatteri di
Clauss. Bella gente! Eccoli come son fatti! Che grandissimi signori!
Guarda che portamento, che chic, che cravattino, che pettinatura, che
profumo, che faccia da moccioso! Questi sono i padroni dell'Alhambra, i
@@ -1083,138 +1052,138 @@ conquistatori di donne!
Mi danzava quasi intorno, con tanti inchini, e smorfie, e sorrisi
beffardi, mentre con gli occhi pareva mi volesse divorare e graffiarmi
-con le sue piccole unghie rosse. Poi come un turbine si precipitò sulla
+con le sue piccole unghie rosse. Poi come un turbine si precipitò sulla
porta, la chiuse sulle facce attonite della vecchia e della bambina, e
-mi domandò:
+mi domandò:
---Che cosa può volere ancora da me il signor Clauss? Vuole che io cada
-si suoi piedi, trafitta? Perchè non può vivere senza di me? Forse perchè
+--Che cosa può volere ancora da me il signor Clauss? Vuole che io cada
+si suoi piedi, trafitta? Perchè non può vivere senza di me? Forse perchè
se non l'amo si uccide?
--No, no!--gridai.--Clauss non vi ama e non chiede nulla di simile.
-Ella allora uscì dal vano dell'uscio, ridendo ancora, ma più umanamente,
+Ella allora uscì dal vano dell'uscio, ridendo ancora, ma più umanamente,
e venne fino a me, mi porse la mano, come se con quel gesto intendesse
cancellare tutto il passato, ed ambedue ci sedemmo l'uno di fronte
all'altra in un angolo.
---Se è così,--mi disse,--eccomi pronta ad ascoltarvi. Ma come sapete voi
+--Se è così,--mi disse,--eccomi pronta ad ascoltarvi. Ma come sapete voi
che Clauss non mi ama? Lui stesso ve lo ha detto?
---Sì,--risposi,--lui stesso...
+--Sì,--risposi,--lui stesso...
---Ed è questa la vostra ambasciata? Soltanto questa?
+--Ed è questa la vostra ambasciata? Soltanto questa?
Ella sembrava divenuta umile, docile, mansueta; ancora un poco ironica,
ma piena di dolcezza. Parlava senza levar gli occhi da terra, e la sua
-voce aveva una soave musicalità: era calda e modulata, come un flauto.
-Vedendola così diversa, così mite e benevola, io mi sentivo a poco a
+voce aveva una soave musicalità: era calda e modulata, come un flauto.
+Vedendola così diversa, così mite e benevola, io mi sentivo a poco a
poco mancare la baldanza di cui m'ero compiaciuto tanto con me stesso.
-Già incominciavo ad avere idee confuse e un tremito nervoso dentro, non
+Già incominciavo ad avere idee confuse e un tremito nervoso dentro, non
so dove. Anch'io abbassai gli occhi. Ella, ora, taceva, certo in attesa
che io parlassi. Ebbi il pensiero di alzarmi e di fuggire. Ma non mi
mossi e cercai invece, faticosamente, qualche parola insignificante che
-mi salvasse. Stando così, a capo chino, vedevo soltanto il lembo della
+mi salvasse. Stando così, a capo chino, vedevo soltanto il lembo della
sua veste che era azzurra, di velo, un pizzo candido, molto lavorato (mi
-ricordo, questa immagine è molto precisa) e la punta dei suoi scarpini,
+ricordo, questa immagine è molto precisa) e la punta dei suoi scarpini,
che erano ricamati d'argento. Poi i miei occhi si smarrivano sul
tappeto, disegnato a grandi rose porpuree. Finalmente, dopo molto
cercare dissi:
---No, signora, non è tutto...
+--No, signora, non è tutto...
-Il suono della mia voce mi stupì. Io non sapevo di avere una voce così
-sottile, sottile e stonata; una voce così ridicola.
+Il suono della mia voce mi stupì. Io non sapevo di avere una voce così
+sottile, sottile e stonata; una voce così ridicola.
---Che c'è dunque ancora?--domandò Daria.
+--Che c'è dunque ancora?--domandò Daria.
Sollevai il capo. Ella mi guardava, ora, con occhi un po' inquieti. Pure
continuava a sorridere, e la sua bocca rossa, molto molto rossa,
sorridendo si curvava ad arco. Sembrava che volesse dirmi con quello
sguardo e quel sorriso:
---Che può esserci ancora? Vedo bene che sei un buon ragazzo. Soltanto
+--Che può esserci ancora? Vedo bene che sei un buon ragazzo. Soltanto
hai una cravatta orrenda, veramente brutta e volgare.
--Ecco,--soggiunsi:--Clauss desidera che voi veniate a cena da lui
questa sera. Egli si pente di avervi offesa. Forse non lo credete?
-Eppure parlandomi di voi, oggi, e di quanto è accaduto, Clauss
+Eppure parlandomi di voi, oggi, e di quanto è accaduto, Clauss
piangeva... Vi giuro,--esclamai con maggior forza, senza sapere nemmeno
di mentire,--vi giuro che piangeva dirottamente!...
--Ah!--continuai con l'impeto di un insensato,--voi non potete
-immaginare quanto egli soffra, e come sia degno della vostra pietà.
-Bisogna conoscerlo, e amarlo (sì, amarlo, anche, un poco, un poco
-almeno), per comprendere ciò che si cela sotto l'impassibilità del suo
+immaginare quanto egli soffra, e come sia degno della vostra pietà.
+Bisogna conoscerlo, e amarlo (sì, amarlo, anche, un poco, un poco
+almeno), per comprendere ciò che si cela sotto l'impassibilità del suo
volto... Non si giudicano gli uomini dalla faccia, non si possono
-giudicare. Quell'impassibilità è una maschera, signora, niente altro che
+giudicare. Quell'impassibilità è una maschera, signora, niente altro che
una maschera, una tristissima maschera. Chi indovinerebbe in lui un uomo
che deve morire?
---Ah! Ah! Tutti dobbiamo morire,--interruppe Daria.--Non è un'eccezione!
+--Ah! Ah! Tutti dobbiamo morire,--interruppe Daria.--Non è un'eccezione!
--No! Non tutti. V'ingannate. Non tutti dobbiamo morire!--M'arrestai
spaventato delle mie parole e mi sforzai di ridere.
--Dico, voglio dire, perdonatemi, che non tutti hanno i giorni
contati,--continuai.--Abbiamo forse tutti i nostri giorni contati?
-Ebbene: Clauss ha i giorni contati. Niente può salvarlo. Oh! signora, è
+Ebbene: Clauss ha i giorni contati. Niente può salvarlo. Oh! signora, è
triste vedere un uomo morire, ascoltarlo mentre rassegnato, eppure
-accorato, vi dice:--Fra poco morirò, me ne andrò per sempre. Immaginate
-una realtà più angosciosa, un addio più commovente? Che differenza
+accorato, vi dice:--Fra poco morirò, me ne andrò per sempre. Immaginate
+una realtà più angosciosa, un addio più commovente? Che differenza
esiste fra lui, Carlo Clauss, e un uomo condannato a salire il patibolo,
all'alba di un giorno stabilito, in quell'ora precisa, allo scoccare di
-quel minuto, non un istante prima, non un istante più tardi? Mi è stato
+quel minuto, non un istante prima, non un istante più tardi? Mi è stato
detto che un uomo, sul punto di essere giustiziato, chiedesse in grazia
che gli fosse portato un fiore, un fiore rustico, una di quelle piccole
violacciocche che hanno un po' il profumo del reseda. Ebbene, quando
alfine gli fu portata, nella cella della sua prigione, ed egli l'ebbe
-odorata a lungo, più volte, la sua faccia si illuminò di beatitudine, e
-disse:--Ora sbrigatevi. Ora sono felice. È una morte storica, un
-esempio! Sì, signora, si legge in un'antologia. Così Clauss...
+odorata a lungo, più volte, la sua faccia si illuminò di beatitudine, e
+disse:--Ora sbrigatevi. Ora sono felice. È una morte storica, un
+esempio! Sì, signora, si legge in un'antologia. Così Clauss...
---Basta, basta, per carità!--esclamò Daria posando una mano sulla mia
+--Basta, basta, per carità!--esclamò Daria posando una mano sulla mia
bocca.--Mi farete morire di crepacuore!
Quella mano tepida, molle, molle e carezzevole, posava sulla mia bocca.
Io sentivo che era tepida e profumata, e che indugiava sulle mie labbra.
Ebbi come un principio di vertigine, sollevai la mano fino a toccar
-quella mano; poi la ritrassi e chiusi gli occhi. E la mano se ne andò,
+quella mano; poi la ritrassi e chiusi gli occhi. E la mano se ne andò,
strisciando, carezzandomi il mento, leggiera, lenta, ed io rimasi con il
profumo di quella carne sulla bocca.
---Ebbene?--domandò quella voce.--Che cosa volevate dire? Che io sia per
+--Ebbene?--domandò quella voce.--Che cosa volevate dire? Che io sia per
lui come un fiore? Come una violaciocca, un piccolo fiore di campo?
Io volevo rispondere:--No, no! Non dovete andare. Non voglio!
-Ma ero come assonnato. Udivo, vedevo, comprendevo, ma non potevo nè
-muovermi, nè parlare.
+Ma ero come assonnato. Udivo, vedevo, comprendevo, ma non potevo nè
+muovermi, nè parlare.
---Che io vada?--mormorò (ed era nella sua voce qualche cosa di più
-commovente che il pianto, di più tenero che una carezza, di più dolce
-che una parola d'amore),--che io vada? Perchè egli dica di me, domani,
-come ieri:--Quella donna è doppia come un serpente?--oppure:--Ella è
+--Che io vada?--mormorò (ed era nella sua voce qualche cosa di più
+commovente che il pianto, di più tenero che una carezza, di più dolce
+che una parola d'amore),--che io vada? Perchè egli dica di me, domani,
+come ieri:--Quella donna è doppia come un serpente?--oppure:--Ella è
venuta ad offrirsi ma io non l'ho voluta?
---No!--esclamai,--Clauss non dirà questo. Io sarò presente. Noi ceneremo
-insieme sulla veranda, ed egli non potrà insultarvi...
+--No!--esclamai,--Clauss non dirà questo. Io sarò presente. Noi ceneremo
+insieme sulla veranda, ed egli non potrà insultarvi...
---Ah! tu non lo conosci!--(ella disse così: _tu_ non lo
-conosci).--Clauss è capace di tutto.
+--Ah! tu non lo conosci!--(ella disse così: _tu_ non lo
+conosci).--Clauss è capace di tutto.
La sua voce era tanto ferma che ne rimasi sconcertato. No, non ero
ancora perfettamente lucido. Avevo un folle desiderio di piangere.
-Pensavo:--Se non viene questa sera forse non la vedrò più, mai più. E mi
+Pensavo:--Se non viene questa sera forse non la vedrò più, mai più. E mi
pareva di perdere un gran bene, una gran gioia, non potendole stare
accanto per qualche ora, di notte, alla luce delle candele, sulla
-veranda, nell'intimità di una piccola tavola imbandita.
+veranda, nell'intimità di una piccola tavola imbandita.
---Ma che v'importa di lui?--gridai.--È una grazia che vi chiedo per me,
+--Ma che v'importa di lui?--gridai.--È una grazia che vi chiedo per me,
per me solo!
Caddi in ginocchio, le presi le mani, vi posai sopra le labbra e rimasi
-così, curvo, attonito. E stando così, curvo, sentii un contatto caldo,
+così, curvo, attonito. E stando così, curvo, sentii un contatto caldo,
una calda carezza sui miei capelli, (io tenevo strette le sue mani
contro la mia bocca), una carezza assai lunga e calda sui miei capelli.
@@ -1227,8 +1196,8 @@ ieri? Delle mie parole?
--Mi perdonate?
---Sì,--disse,--ti perdono. E soggiunse, dopo una pausa, parlando ancora
-più sommessa:--Verrò, verrò questa sera...
+--Sì,--disse,--ti perdono. E soggiunse, dopo una pausa, parlando ancora
+più sommessa:--Verrò, verrò questa sera...
Allora il mio fervore cadde. Mi sollevai e, senza guardarla in viso,
ancora una volta le baciai le mani, e me ne andai.
@@ -1238,13 +1207,13 @@ sogno. I colori, la forma delle case, le persone che stavano affacciate
alle finestre e sugli usci o che passavano accanto a me; le loro voci;
un pappagallo sul trampolo; l'insegna d'un'osteria, un fanciullo che
saltava dinnanzi ad una porta rossa; tutto quel rimescolio di gente,
-quella varietà di colori, l'intensità della luce, mi stupirono come se
+quella varietà di colori, l'intensità della luce, mi stupirono come se
avessi lasciato il mondo buio, muto e deserto, e lo ritrovassi ora
illuminato, sonoro e popoloso. Da quegli uomini e quelle donne (essi
ridevano forte, parlavano, si salutavano, si chiamavano da lontano, si
rincorrevano), da quel frastuono di grida, di risa, di canti, di rumori,
di musiche (il rotolare saltellante delle carrozze, lo schioccar delle
-fruste, i carri, lo sbatacchiar degli usci), si comunicò a me un
+fruste, i carri, lo sbatacchiar degli usci), si comunicò a me un
desiderio infantile di correre, di ridere, di cantare, di partecipare,
anima e corpo, a quella vita che si manifestava tutta alla superficie,
come la spuma di un vino leggiero e inebbriante. Guardai il mio
@@ -1257,13 +1226,13 @@ di esser portato dal vento, tanto mi sentivo felice.
VII.
-Non so perchè gli angioli che si vedono negli antichi pittori e quelli
+Non so perchè gli angioli che si vedono negli antichi pittori e quelli
che si librano sulle loro grandi ali variopinte, le pieghe dei camici
piene di vento, sotto le grandi cupole delle chiese, abbiano tutti
sembianze femminee, lunghi riccioli bene inanellati, e negli occhi
un'amorosa luce. Noi le contempliamo da fanciulli, con vergine
maraviglia, quelle incantevoli immagini, e ci insegnano ad adorarle,
-perchè sono la bellezza, la purità, l'amorosa musica del cielo. La
+perchè sono la bellezza, la purità, l'amorosa musica del cielo. La
nostra infantile fantasia, dipingendo poi di sogni la terra, scopre nel
viso di nostra madre, in quel volto giovine e bello che si curva sopra
di noi ogni sera a chiuderci con un bacio le palpebre al sonno, che ci
@@ -1272,32 +1241,32 @@ il buio e la solitudine sono come un baratro che ci riempie di spavento,
o quando, malati, la febbre suscita sinistri fantasmi da ogni angolo
della stanza, la nostra fantasia scopre tratti di somiglianza con quelle
soavi immagini di paradiso, lo stesso candore, una grazia uguale, una
-dolcezza altrettanto soave e serena per cui quel caro volto altro non è
-che angelico. Così la bellezza, il candore, la pietà, l'amore sono e
-rimangono per noi definitivamente tanti attributi della femminilità, che
+dolcezza altrettanto soave e serena per cui quel caro volto altro non è
+che angelico. Così la bellezza, il candore, la pietà, l'amore sono e
+rimangono per noi definitivamente tanti attributi della femminilità, che
fanno di ogni donna, ai nostri occhi, una creatura celeste.
M'ero seduto in un angolo dei giardini pubblici, dove un piccolo
specchio d'acqua offriva il suo grembo translucido a un ponticello di
ciliegio, nella pia ombra di quattro enormi salici. Quell'angolo era
deserto, e soltanto oltre alcune aiuole, dietro bei ventagli di palme,
-passeggiava la solita gente oziosa. Così, indisturbato, richiamavo alla
+passeggiava la solita gente oziosa. Così, indisturbato, richiamavo alla
mia memoria ad una ad una le fugaci impressioni di poco prima, e potevo
tenerle ferme sospese dentro di me, analizzarle a lungo con calma,
-godendone finchè ne ero sazio. Scomponevo in mille parti la figura di
+godendone finchè ne ero sazio. Scomponevo in mille parti la figura di
Daria, per ricomporla poi tutt'intera in quell'immagine unica che mi era
rimasta fissa negli occhi fin dalla sera prima. Ed erano ogni volta
meraviglie e palpiti, come se mi fosse apparsa viva soltanto allora da
un sogno incerto e intricato.
--Hai veduto come sotto la sua pelle diafana corrono le vene azzurrine?
-domandavo a me stesso. Che fragilità hanno le sue tempie, i suoi polsi!
-Come il suo cuore è indifeso! Le mani... le dita affusolate, le palme
+domandavo a me stesso. Che fragilità hanno le sue tempie, i suoi polsi!
+Come il suo cuore è indifeso! Le mani... le dita affusolate, le palme
rosee e concave come i grandi petali del loto... Le muove lentamente
quasi le sostenesse e le portasse l'aria: senza peso. Strana, strana
cosa! Hai veduto? Chi ti ha detto che i suoi occhi sono neri? Come hai
-potuto sbagliarti? Sono azzurri e verdi... Ma la pupilla è enorme e le
-ciglia sono violette. Forse è nero lo sguardo, non gli occhi! E che
+potuto sbagliarti? Sono azzurri e verdi... Ma la pupilla è enorme e le
+ciglia sono violette. Forse è nero lo sguardo, non gli occhi! E che
grazia! Quando inchina la fronte e il suo viso s'adombra, sembra che si
nasconda sotto i riccioli pesanti e cupi. Allora ti guarda dal basso,
come una colomba innamorata, col capo un poco piegato sulla spalla, e
@@ -1305,83 +1274,83 @@ sempre sempre sorride...
Tra due ventagli di palma, vidi d'un tratto veramente un volto ombrato
che mi sorrideva, uno strizzar d'occhi e due labbra scarlatte che mi
-facevano: pss pss... E poi un ventaglio si abbassò e apparve un gran
+facevano: pss pss... E poi un ventaglio si abbassò e apparve un gran
cappello di paglia, e poi un braccio, e poi una gamba sottile e lunga, e
-poi un gonnellino rosso che si gonfiò in un salto e si posò accanto a me
+poi un gonnellino rosso che si gonfiò in un salto e si posò accanto a me
sul sedile.
---Non mi riconosci?--domandò una voce acuta come un allegro campanellino
+--Non mi riconosci?--domandò una voce acuta come un allegro campanellino
d'argento.
M'inchinai sorridendo, senza parlare.
---Com'eri buffo!--continuò quella voce.--Che ridere ho fatto, che
+--Com'eri buffo!--continuò quella voce.--Che ridere ho fatto, che
ridere! E non dicevi niente! Nemmeno un fiato! Eri buffo da morire!...
--Capisco!--dissi.--Lei, signorina, deve essersi divertita moltissimo...
Ma io...
---Ma tu? Ma tu dovevi ridere più di me, ragazzo mio!--esclamò con tono
-grave di rimprovero.--Non la conosci dunque? La prima volta è così con
+--Ma tu? Ma tu dovevi ridere più di me, ragazzo mio!--esclamò con tono
+grave di rimprovero.--Non la conosci dunque? La prima volta è così con
tutti...
---Ecco,--dissi:--a lei forse sembrerà facile... Ma per me è diverso. Io
+--Ecco,--dissi:--a lei forse sembrerà facile... Ma per me è diverso. Io
sono un uomo.
--Un uomo!
-Allargò le braccia sulla spalliera del sedile, stese le gambe, puntò in
+Allargò le braccia sulla spalliera del sedile, stese le gambe, puntò in
terra i tacchi alti delle sue scarpette e rovesciando indietro il capo
-disse con semplicità:
+disse con semplicità:
--Dammi pure del tu... Tutti quelli che danno del tu a Daria possano
dare del tu anche a me...
La guardai stupefatto. Ella rispose calma a quello sguardo:
---È inutile che tu ti meravigli... Sono Soave.... sua sorella.
+--È inutile che tu ti meravigli... Sono Soave.... sua sorella.
Strana creatura! Il suo corpo aveva quindici anni: era infantile, ancora
-magro; magre le gambe che dal ginocchio in giù uscivano dal gonnellino
+magro; magre le gambe che dal ginocchio in giù uscivano dal gonnellino
fatto di tutte piccole pieghe; magre le braccia, nude dalla spalla, alla
-cui estremità pesavano due grosse mani arrossate, che parevano prese in
+cui estremità pesavano due grosse mani arrossate, che parevano prese in
prestito a qualche gran donna e attaccate con un grosso chiodo ai suoi
-polsi. E il suo viso era invece senza età, e somigliava a quello di
+polsi. E il suo viso era invece senza età, e somigliava a quello di
Daria come la copia mal riuscita d'un'opera d'arte, esatta in ogni sua
parte, sbagliata nel suo insieme. I suoi occhi erano tutto bianco,
appena adombrati da rade ciglia, e parevano sempre dilatati in uno stato
ipnotico. L'ovale del volto terminava in un mento aguzzo, che cominciava
-quasi sotto le orecchie, ed era tagliato a metà da una bocca carnosa e
+quasi sotto le orecchie, ed era tagliato a metà da una bocca carnosa e
sanguigna, inutilmente arrotondata da due piccoli punti di rossetto.
Solo i capelli, che in lunghi riccioli le rotolavano sulle spalle, erano
gli stessi capelli di Daria, neri e azzurri, e pesanti come il ferro.
---Ah! io capisco tutto!--esclamò dopo un breve silenzio, guardando
-fissamente i rami del salice che ci piovevano sul capo.--Perchè non
-dovrei capire? Perchè sembro ancora una bambina? Ma non sono più una
-bambina... È un pezzo che non lo sono più... I vecchi le capiscono
+--Ah! io capisco tutto!--esclamò dopo un breve silenzio, guardando
+fissamente i rami del salice che ci piovevano sul capo.--Perchè non
+dovrei capire? Perchè sembro ancora una bambina? Ma non sono più una
+bambina... È un pezzo che non lo sono più... I vecchi le capiscono
queste cose! Quel signore che venne a trovarci sabato scorso, credo che
sia un senatore, un conte, che ha quelle belle basette arricciate (lo
avrai incontrato mille volte) ah! ah! mi dette subito ragione. E mica
solo con me! Anche a Daria lo disse:--Lascia andare, amica mia... Soave
-non è più tanto bambina...--Ma voi giovani queste cose non le volete
+non è più tanto bambina...--Ma voi giovani queste cose non le volete
capire. Ebbene io so tutto, come te, e come Daria... Tutto, tutto...
--Ma io, veramente,--dissi impacciato,--io non so niente...
---Povero piccolo!--esclamò la signorina Soave.--E allora io ti posso
-insegnare... È da ieri che sto con l'orecchio attaccato agli usci! È da
-ieri che Kate mi racconta tutte le storie che sa, da quando è nata... Ma
+--Povero piccolo!--esclamò la signorina Soave.--E allora io ti posso
+insegnare... È da ieri che sto con l'orecchio attaccato agli usci! È da
+ieri che Kate mi racconta tutte le storie che sa, da quando è nata... Ma
si ostinano tutti a tirarmi per le trecce e a guardarmi ridendo le
sottane corte! Piacerebbe anche a me avere la coda lunga un metro, e le
scarpine di raso d'oro, e un bel diadema con un paradiso in testa... E
che cosa sono questi cappelloni di paglia con le ciliege che mi fanno
portare?
-Con un gesto sgraziato si strappò di testa il grande cappello di paglia
-di Firenze, tutto coronato di ciliege rosse, e lo gualcì, lo pestò con i
-pugni chiusi, e me lo riaprì sotto il naso. Poi mi si buttò con tutto il
-suo peso contro la spalla e guardandomi sorridente mi confidò:
+Con un gesto sgraziato si strappò di testa il grande cappello di paglia
+di Firenze, tutto coronato di ciliege rosse, e lo gualcì, lo pestò con i
+pugni chiusi, e me lo riaprì sotto il naso. Poi mi si buttò con tutto il
+suo peso contro la spalla e guardandomi sorridente mi confidò:
--Vuoi sapere come mi piacerebbe un cappellino? Come quello che ho
veduto ieri in una vetrina del Corso... Era di paglia blu rossa e nera,
@@ -1391,31 +1360,31 @@ invece liscia e intrecciata, che faceva un disegno di tanti piccoli
quadrati neri rossi e blu. E di sotto al fiocco usciva un uccellino
piccino ma con una coda lunga e sottile, terminata da piccole pagliuzze
d'argento che sembravano goccioline di rugiada. Quella era una bella
-cuffietta! Coi capelli neri, i colori vivaci mi stanno che è un amore.
+cuffietta! Coi capelli neri, i colori vivaci mi stanno che è un amore.
---E perchè non dice a Daria che le regali questo cappello?
+--E perchè non dice a Daria che le regali questo cappello?
---Ah!--sospirò.--Se io dovrò aspettare Daria non ne avrò mai di cappelli
+--Ah!--sospirò.--Se io dovrò aspettare Daria non ne avrò mai di cappelli
come quello!
-Rimase silenziosa qualche minuto, giocò con i riccioli, poi domandò:
+Rimase silenziosa qualche minuto, giocò con i riccioli, poi domandò:
---Quanto immagini che possa costare? Chissà che somma esagerata pensi
+--Quanto immagini che possa costare? Chissà che somma esagerata pensi
tu...
Io scossi il capo ed ella soggiunse:
--Venticinque lire...
-Mi guardò come aspettando da me qualche gran segno di stupore. Poi disse
+Mi guardò come aspettando da me qualche gran segno di stupore. Poi disse
malinconica:
---A tutti piace Daria. Eppure è molto sciupata... Anche a te piace
+--A tutti piace Daria. Eppure è molto sciupata... Anche a te piace
molto?
--Molto? Non so...--risposi.
-Poi domandò ancora:
+Poi domandò ancora:
--Quanti anni hai tu?
@@ -1423,19 +1392,19 @@ Poi domandò ancora:
--E io ne ho quindici, quasi sedici...
-Ancora una volta mi guardò, ma quel suo sguardo non mi disse nulla. Mi
-ero già distratto e già ripensavo che la sera era prossima, e che avrei
+Ancora una volta mi guardò, ma quel suo sguardo non mi disse nulla. Mi
+ero già distratto e già ripensavo che la sera era prossima, e che avrei
riveduto Daria fra poco, e forse quel nuovo incontro sarebbe stato
decisivo. Forse avrei potuto rimanere solo un istante con lei, forse
baciarle la mano, certamente stringergliela fugacemente, nell'ombra
discreta o sotto la tovaglia. Ella avrebbe avuto al collo qualche
-gioiello maraviglioso e la sua gola mi sarebbe sembrata più candida e la
-sua bocca più rossa. E vidi senza allontanarmi dalla mia cara immagine
+gioiello maraviglioso e la sua gola mi sarebbe sembrata più candida e la
+sua bocca più rossa. E vidi senza allontanarmi dalla mia cara immagine
la piccola irrequieta, la piccola ciarliera, Soave, alzarsi dal mio
fianco, la sua testa ricciuta scomparire di nuovo sotto le grandi tese
spioventi del cappello, e le sue grosse mani spianare in fretta in
-fretta le pieghe gualcite della sottana. A un tratto mi si buttò sulla
-bocca, mi dette un morso, e fuggì via gridando:--Arrivederci quando
+fretta le pieghe gualcite della sottana. A un tratto mi si buttò sulla
+bocca, mi dette un morso, e fuggì via gridando:--Arrivederci quando
sarai sveglio!
Ed io non capii allora che era un bacio.
@@ -1448,9 +1417,9 @@ VIII.
Prima di andare da Clauss, passai da un mercante e comprai una cravatta,
una bella cravatta azzurra con certe macchie d'oro che sembravano stelle
-in un cielo da presepio. Fra cento e più cravatte, io vidi quella, in
+in un cielo da presepio. Fra cento e più cravatte, io vidi quella, in
fondo a una scatola e la riconobbi. Questo fortunato incontro mi
-rallegrò, e confortò le mie speranze che, allora, erano in fiore. Poi me
+rallegrò, e confortò le mie speranze che, allora, erano in fiore. Poi me
ne andai a casa e lo specchio s'ebbe la mia immagine come non l'aveva
avuta mai, e vide che le mie mani sapevano, all'occorrenza, fare
miracoli. Agghindato, e con un profumino tenue tenue nei capelli, e con
@@ -1458,21 +1427,21 @@ quella meravigliosa cravatta, passai l'uscio. Sull'uscio incontrai
Sterpoli carico d'involti, con un gran mazzo di fiori in mano, che
rincasava.
---Ohè!--gli dissi.--Hai più veduto nessuno? Com'è finita? Bene o male?
+--Ohè!--gli dissi.--Hai più veduto nessuno? Com'è finita? Bene o male?
--Bene,--rispose;--ogni cosa per la sua strada.
--Ma Daria? Che mi dici di lei?
-Egli levò su me uno sguardo sospettoso e brontolò:
+Egli levò su me uno sguardo sospettoso e brontolò:
---Non scherzare. Non parlar così forte.
+--Non scherzare. Non parlar così forte.
-Entrò in casa ed io me ne andai.
+Entrò in casa ed io me ne andai.
Poco dopo noi eravamo, tutti e tre, seduti intorno a un piccolo tavolo,
-sulla veranda, avendo per unico lume la luna. L'aria era così azzurra,
-trasparente ed immota che ci pareva di essere immersi nella profondità
+sulla veranda, avendo per unico lume la luna. L'aria era così azzurra,
+trasparente ed immota che ci pareva di essere immersi nella profondità
di un lago; di vivere la beata vita dei pesci. Daria portava un abito
verde e un nastro pure verde fra i capelli. Dinnanzi a noi fumavano
delicate vivande: una moltitudine di gamberetti galleggiava in una salsa
@@ -1487,44 +1456,44 @@ presa di pepe... Un zinzino di pepe, poco, poco...
Seduto di fronte a me, Carlo Clauss la serviva con gesti rapidi,
chiedendo ogni momento:
---Così? Ancora? Poco? Basta?
+--Così? Ancora? Poco? Basta?
Tre gigli candidi (noi tre!) stavano in un vaso, al centro, tre grandi e
-candidi gigli, in un vaso, candidi e immobili, d'un'immobilità rara
+candidi gigli, in un vaso, candidi e immobili, d'un'immobilità rara
nelle cose della natura. Daria spesso si curvava per odorarli.
---Ecco ciò che basta alla nostra felicità,--diceva Clauss.--Non vi pare?
+--Ecco ciò che basta alla nostra felicità,--diceva Clauss.--Non vi pare?
Ah! se sapessimo accontentarci!
--O gioia di vivere!--pensavo io, esaltandomi. Quella cravatta nuova
(veramente splendida) mi dava un po' di noia intorno al collo e cercavo
di dimenticarla.
---Sì, cara,--continuava Clauss con voce misurata, con sorrisi brevi e
-volubili,--è così. Dove ci conduce talvolta il nostro insensato
+--Sì, cara,--continuava Clauss con voce misurata, con sorrisi brevi e
+volubili,--è così. Dove ci conduce talvolta il nostro insensato
desiderio di godere? Eh! eh! Un sorso, un sorso solo, una goccia Daria!
-No? Non credete che il segreto della felicità sia semplice? Cesare
+No? Non credete che il segreto della felicità sia semplice? Cesare
rientra nella propria casa dopo il trionfo, e incontra Calpurnia, o
Poppea, (non ricordo bene) sulla porta del triclinio.--Calpurnia, dice,
-il tuo abito è poco casto per la moglie di Cesare! I suoi occhi cadono
+il tuo abito è poco casto per la moglie di Cesare! I suoi occhi cadono
sul servo, che la segue agitando i ventagli, e pensa:--Tu sei troppo
-bello per il marito di Calpurnia. E la sua grande felicità, il suo
+bello per il marito di Calpurnia. E la sua grande felicità, il suo
smisurato orgoglio, annegano in questi due pensieri, in due pensieri
tanto volgari. Valeva la pena di soggiogare le Gallie? Soltanto
-bisognava capire prima che la felicità era nelle belle mani di Calpurnia
+bisognava capire prima che la felicità era nelle belle mani di Calpurnia
e non ai confini dell'Impero.
--Sei straordinario!--esclamai.--Bevo alla tua salute e a quella di
Cesare!
Daria mi guardava raramente. I nostri ginocchi si sfioravano sotto la
-tavola. Io guardavo Clauss, pensavo:--T'inganni! Non è venuta per te! E
+tavola. Io guardavo Clauss, pensavo:--T'inganni! Non è venuta per te! E
cercavo di cogliere sul volto di Daria un sorriso intelligente, uno di
quei sorrisi che sono come fili tesi fra due bocche, fili di ragno,
invisibili; un bacio invisibile, un bacio rubato ad occhi che fingono di
non voler nulla donare.
---Sono straordinario?--domandò Clauss.--In che cosa, se è lecito?
+--Sono straordinario?--domandò Clauss.--In che cosa, se è lecito?
--Dico che inventi a meraviglia,--risposi.--Questa storiella di Cesare,
di Cesare e di Calpurnia, mi sembra nuova. E a voi, Daria?
@@ -1533,66 +1502,66 @@ Sempre in attesa di quel sorriso, volevo che ella si volgesse verso di
me. Ma Daria succhiava la coda di un gambero, rosso fra le sue dita
bianche, e non si mosse.
---È frutto dell'esperienza,--disse Clauss.--S'impara a inventare. È come
+--È frutto dell'esperienza,--disse Clauss.--S'impara a inventare. È come
dire che sono vecchio.
---Povero Clauss!--mormorò Daria.--È veeecchio!
+--Povero Clauss!--mormorò Daria.--È veeecchio!
---Perchè ridete?--domandò Clauss.--Non è poi una cosa tanto ridicola. La
+--Perchè ridete?--domandò Clauss.--Non è poi una cosa tanto ridicola. La
vecchiezza ha, per un uomo, il suo lato interessante. E poi, non tutti
invecchiano allo stesso modo. Per una donna no; ma per un uomo
-incomincia una età quasi beata. I desideri possono finalmente
-conciliarsi con l'impossibilità di soddisfarli; la quale, se non erro, è
-di tutte le età. E vi sembra una cosa da nulla? Accontentarsi delle
+incomincia una età quasi beata. I desideri possono finalmente
+conciliarsi con l'impossibilità di soddisfarli; la quale, se non erro, è
+di tutte le età. E vi sembra una cosa da nulla? Accontentarsi delle
gioie possibili? Non scartarne neppure una piccolissima parte? Ah! che
scienza difficile!
---Ecco,--continuò dopo un minuto di pausa, rivolto a Daria:--poichè a
+--Ecco,--continuò dopo un minuto di pausa, rivolto a Daria:--poichè a
questo ragazzo piacciono le favole, se permettete, vorrei
raccontargliene una brevissima a questo proposito. Non vi annoio? No?
Dunque, dimmi: ti sei mai domandato, tu (si rivolse a me, con queste
parole), come mai Platone non si sia curato di tramandarci la propria
-opinione sul sacrificio di Fedone? Se cioè lo stimasse piccolo o grande?
+opinione sul sacrificio di Fedone? Se cioè lo stimasse piccolo o grande?
In fondo, Fedone era un bello e stupido ragazzo, il quale non possedeva
-se non quei riccioli biondi che, per onorare Socrate, si tagliò. Quella
-chioma era senza dubbio tutto il suo orgoglio e la sua massima felicità.
-Eppure senza esitare un istante si pelò, come un altro si sarebbe
-ucciso. Ma egli invece continuò a vivere e a mostrarsi in Atene con
+se non quei riccioli biondi che, per onorare Socrate, si tagliò. Quella
+chioma era senza dubbio tutto il suo orgoglio e la sua massima felicità.
+Eppure senza esitare un istante si pelò, come un altro si sarebbe
+ucciso. Ma egli invece continuò a vivere e a mostrarsi in Atene con
quella testa pelata. Ebbene: fece malissimo. Io dico che non si
-sacrificano tanto leggermente riccioli così belli, quando non si ha con
+sacrificano tanto leggermente riccioli così belli, quando non si ha con
che cosa sostituirli.
---Scusate,--mormorò Daria con candore,--chi è Fedone? E non gli sono più
+--Scusate,--mormorò Daria con candore,--chi è Fedone? E non gli sono più
ricresciuti i capelli?
Si aspettava un dolce, un pasticcio di frutta. Quelle parole di Daria mi
-esilararono. Mi agitai, le versai da bere; ma neppure allora mi riuscì
+esilararono. Mi agitai, le versai da bere; ma neppure allora mi riuscì
di annodare quel filo invisibile, quel sorriso intelligente tra le sue e
le mie labbra. Daria parlava poco e non si volgeva quasi mai a
guardarmi. Le sue ginocchia, sotto la tavola, rimanevano inerti.--Come
-mai?--pensavo.--Finge? O si è dimenticata? Spesso la sua mano si posava
+mai?--pensavo.--Finge? O si è dimenticata? Spesso la sua mano si posava
sulla mano di Clauss, quando gli domandava:--Per favore, un sorso di
vino... un pizzico di caviale... una presa di sale... E, intanto, la
luna continuava a crescere e ci guardava dall'alto, ed era paffuta e
beffarda come la vedono i fanciulli. Il mare, la brezza leggiera e
variabile, la notte dolcissima cantavano intorno a noi; un rosignolo
-solitario intonava nell'ombra i suoi minuetti da bambole, le sue «ute»
+solitario intonava nell'ombra i suoi minuetti da bambole, le sue «ute»
giapponesi. Fu portato un pasticcio di mele; portarono anche due nuove
anfore di vino.
--Pare davvero impossibile che noi siamo insieme a cena!--disse Clauss.
---Perchè?--domandò Daria.
+--Perchè?--domandò Daria.
-Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò:
+Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò:
---Volete sapere la verità? Siete una bimba maliziosa!
+--Volete sapere la verità? Siete una bimba maliziosa!
---Io?--domandò Daria, curvandosi verso di lui.
+--Io?--domandò Daria, curvandosi verso di lui.
--E chi dunque?
---Ah! questo Clauss!--esclamò Daria, guardandomi finalmente.--Si burla
+--Ah! questo Clauss!--esclamò Daria, guardandomi finalmente.--Si burla
sempre di me!
Ora io mangiavo in silenzio, a capo chino, trangugiando un boccone dopo
@@ -1602,10 +1571,10 @@ moine da scimmia? Non mi ricordavo bene, ma mi pareva di ricordare di
aver letto, non so dove, forse nella Bibbia, alcune parole, una frase,
un pensiero sulle donne. Qualcuno aveva scritto o detto:--Quando guardo
le donne mi sembrano scimmie bianche. Infatti io guardavo Daria e
-pensavo:--È vero, sembrano scimmie bianche, scimmie bianche e pelate. E
+pensavo:--È vero, sembrano scimmie bianche, scimmie bianche e pelate. E
sentivo nascere in me una viva antipatia, un senso sgradevole, qualche
-cosa che mi ripugnava dentro. Eppure pensavo:--Non è niente. Sembrano
-scimmie bianche, ma sono donne. Pensavo:--Non sarà niente. Ella finge. È
+cosa che mi ripugnava dentro. Eppure pensavo:--Non è niente. Sembrano
+scimmie bianche, ma sono donne. Pensavo:--Non sarà niente. Ella finge. È
necessario. Guardavo la luna che sembrava un'enorme maschera
bernoccoluta e dicevo a me stesso:--Dopo tutto, chi non finge? Bisogna
portare una maschera. Per questo fu inventato lo specchio.
@@ -1615,21 +1584,21 @@ molto? Dico, che si portino molte maschere?
--A che proposito?
---Ecco,--soggiunsi,--non so a che proposito. Dico che nella vita si è
-costretti a fingere. E che, talvolta, non se ne può fare a meno, e
+--Ecco,--soggiunsi,--non so a che proposito. Dico che nella vita si è
+costretti a fingere. E che, talvolta, non se ne può fare a meno, e
allora si porta una maschera.
---È purtroppo vero,--rispose,--si portano molte maschere.
+--È purtroppo vero,--rispose,--si portano molte maschere.
Ed io pensavo:--Che bestia! Non si accorge che mi burlo di lui. Ma
-Clauss non badava a me, ed io volevo chiedere a Daria:--Ditemi! Non è
-vero che, dopo tutto, è molto facile fingere? Temevo che ella scoppiasse
+Clauss non badava a me, ed io volevo chiedere a Daria:--Ditemi! Non è
+vero che, dopo tutto, è molto facile fingere? Temevo che ella scoppiasse
a ridere e che Clauss si avvedesse dello scherzo. Daria infatti rideva.
Rideva e mi guardava. E anche Clauss mi guardava, sorridendo
-ambiguamente. Alfine mi toccò una mano e mi disse:
+ambiguamente. Alfine mi toccò una mano e mi disse:
--A proposito di maschere: non potresti andare un minuto in salotto a
-prendere quella mascherina giapponese che è sul tavolo, con quei baffi e
+prendere quella mascherina giapponese che è sul tavolo, con quei baffi e
quegli occhi terribili?
Mi alzai e andai a prendere la maschera giapponese. Ma quando fui nel
@@ -1638,23 +1607,23 @@ salotto mi pentii d'essermi mosso e ritornai correndo sulla veranda.
--Ecco,--disse Clauss a Daria:--tenete questa maschera di babau per
ricordo di quell'altro me stesso che abbiamo seppellito stasera.
-Clauss parlava con intenzione. Sì: vidi subito che quel sorriso non era
+Clauss parlava con intenzione. Sì: vidi subito che quel sorriso non era
naturale, che non era come tutti gli altri; e quelle parole, in
-apparenza così semplici, quelle parole mentivano. Mi sembrava che Clauss
+apparenza così semplici, quelle parole mentivano. Mi sembrava che Clauss
si fosse avvicinato a Daria durante la mia assenza e che i loro gomiti
si toccassero continuamente. Le mie mani erano impacciate nei loro gesti
come se gli oggetti, sul tavolo, fossero stati mossi, ed io stentassi,
-ora, a ritrovarli o a schivarli.--Che cosa c'è che non va?--pensavo
+ora, a ritrovarli o a schivarli.--Che cosa c'è che non va?--pensavo
perplesso, e cercavo di nascondere il mio turbamento portando spesso il
bicchiere alle labbra per bere un sorso.
---No, no!--disse piano Daria ad un tratto.--Ci guarda. Non è possibile!
+--No, no!--disse piano Daria ad un tratto.--Ci guarda. Non è possibile!
---Che importa?--sussurrò Clauss, e si accostò ancora più a lei.
+--Che importa?--sussurrò Clauss, e si accostò ancora più a lei.
-Essi erano così vicini che i loro capelli si toccavano. Allora,
+Essi erano così vicini che i loro capelli si toccavano. Allora,
improvvisamente, una gran luce si fece in me e mi alzai di scatto con un
-grido soffocato. Sotto l'urto delle mie ginocchia la tavola si rovesciò
+grido soffocato. Sotto l'urto delle mie ginocchia la tavola si rovesciò
con fracasso immenso di stoviglie e di vetri. Agitai le braccia,
inciampai nella tovaglia e caddi anch'io con tutto il resto. Ma mi
sollevai subito, e udii che qualcuno rideva vicino a me, molto vicino a
@@ -1664,7 +1633,7 @@ l'altra, Clauss e Daria mi guardavano. Quantunque la ombra fosse fitta
ed io avessi un velo opaco, un velo caldo e opaco dinnanzi agli occhi,
vidi i loro volti gota contro gota, e le loro quattro pupille che mi
fissavano sfavillando. E vidi anche come le loro mani si cercassero
-sotto gli abiti, e la donna avesse i capelli sciolti e la gola più nuda,
+sotto gli abiti, e la donna avesse i capelli sciolti e la gola più nuda,
e un che di candido, di molto bianco sul fianco...
@@ -1674,14 +1643,14 @@ IX.
Quella macchia bianca mi rimase negli occhi. Quella macchia bianca,
-senza nè forma nè sostanza, molto vaga e mobilissima, correva innanzi a
+senza nè forma nè sostanza, molto vaga e mobilissima, correva innanzi a
me mentre andavo strisciando contro i muri, per vie buie e strette,
senza veder nulla se non quella macchia bianca che saltava nell'ombra.
Dovunque volgessi lo sguardo, la ritrovavo; sul marciapiede, sulle case,
vicina e lontana, sempre egualmente mobile e bianca. Chiudevo gli occhi
ed essa si rifugiava tra le pupille e le palpebre; e non potevo in
nessun modo liberarmene. A un tratto urtai contro un corpo duro e provai
-un acuto dolore alla fronte. Toccai, e la mia mano si sporcò di sangue;
+un acuto dolore alla fronte. Toccai, e la mia mano si sporcò di sangue;
sentii una goccia calda scendermi dalla fronte sul viso. Col fazzoletto
premetti la ferita e continuai a camminare. Mi pareva di udire un suono
di banda lontano ma molto distinto, una fanfara marziale, con prevalenza
@@ -1691,13 +1660,13 @@ pensavo:--Questa cravatta, questa maledetta cravatta mi soffoca...
Finalmente, dietro un arco, vidi una luce scialba nel buio, una porta
illuminata. Dall'osteria non usciva nessuna voce, nessun rumore. Spinsi
la porta ed entrai. L'oste stava seduto in fondo, dietro il banco, tra
-le bottiglie e i caratelli. Mi guardò (era guercio) e non si mosse. Io
+le bottiglie e i caratelli. Mi guardò (era guercio) e non si mosse. Io
mi sedetti a un tavolo, battei il pugno due o tre volte, e gridai che mi
-portasse da bere. Egli si alzò, mi portò il boccale e il gotto, e rimase
+portasse da bere. Egli si alzò, mi portò il boccale e il gotto, e rimase
appoggiato all'altra sponda del tavolo, a guardarmi. Mi sembrava che il
suo viso giallo e gonfio fosse liscio come una zucca, e che quell'unico
occhio, umidiccio e peloso come un ombelico, gli si aprisse in mezzo
-alla fronte. Quell'occhio mi stizzì a tal punto che, per non vederlo,
+alla fronte. Quell'occhio mi stizzì a tal punto che, per non vederlo,
gli voltai le spalle. Poi inzuppai nel boccale il fazzoletto e
incominciai a inumidire la mia ferita.
@@ -1707,43 +1676,43 @@ Aveva la voce di una chitarra, di una chitarra fessa.
--Va bene!--gridai inviperito.--Che te ne importa?
-Egli se ne tornò dietro il banco, a rintanarsi fra le botti. Il mio
+Egli se ne tornò dietro il banco, a rintanarsi fra le botti. Il mio
dolore cresceva. Se per poco cercavo di dirigere la mia attenzione sopra
una qualunque delle cose che avevo intorno, subito rivedevo quella
macchia bianca, bianca e inafferrabile, e il mio tormento cresceva tanto
-da non poterlo più sopportare.
+da non poterlo più sopportare.
---Ho la faccia sporca di sangue,--pensavo,--ma che importa? Non è questo
+--Ho la faccia sporca di sangue,--pensavo,--ma che importa? Non è questo
che mi tormenta. Anche i Ciclopi avevano sangue rosso (rosso o azzurro?)
e un occhio in mezzo alla fronte. Erano come scimmie bianche,
gigantesche scimmie pelate, i Ciclopi. Ma che importano ora i Ciclopi?
-Improvvisamente un colpo di vento sparpagliò questi pensieri sconnessi,
-mi ricordai e scoppiai in singhiozzi. Piangevo, e tutto ciò che non
-volevo ricordare mi ritornò alla memoria, e vidi ogni cosa come era
+Improvvisamente un colpo di vento sparpagliò questi pensieri sconnessi,
+mi ricordai e scoppiai in singhiozzi. Piangevo, e tutto ciò che non
+volevo ricordare mi ritornò alla memoria, e vidi ogni cosa come era
avvenuta.--Daria! Daria!--urlavo in me stesso, e pareva che avessi una
voce tonante e assordante, una voce immensa.--Daria!--e non sapevo
trovare se non questa parola unica, questa parola fatata, e ripeterla in
-me stesso fino a stordirmi, fino al punto di non comprenderla più. Non
+me stesso fino a stordirmi, fino al punto di non comprenderla più. Non
sentivo ormai nessun male alla fronte. Il male era tutto dentro, una
piaga dolorante e spasimante al posto del cuore, un coltello che mi
colpiva, senza tregua, sempre al cuore. In tanta angoscia a volte pareva
che la mia vita intera si arrestasse, e l'anima rimaneva sospesa, come
sul punto di abbandonarmi.
-Infine l'oste si mosse e mi battè sulla spalla.
+Infine l'oste si mosse e mi battè sulla spalla.
--Ora basta,--disse.--Ora si chiude e andiamo via.
--Andiamo via?--balbettai.--Ma dove, dove andiamo?
-Egli sogghignò. S'era messo un berrettone nero in capo e una sciarpa
+Egli sogghignò. S'era messo un berrettone nero in capo e una sciarpa
intorno al collo.
--Queste disperazioni io le conosco!--disse mentre mi alzavo.--Per pochi
-soldi qualcuna te le farà passare.
+soldi qualcuna te le farà passare.
-Mi sbattè la porta dietro le spalle ed io ricominciai a camminare a
+Mi sbattè la porta dietro le spalle ed io ricominciai a camminare a
caso. Con un certo sforzo compresi che di fronte a me stava il mare e
che quella striscia d'argento, interminabile, era la luna sull'acqua, e
che quel rumore fastidioso era appunto il rumore dell'onda. La luna
@@ -1751,10 +1720,10 @@ fendeva le nuvole grige di perla.--Bum! bum! scioc scioc! cu cu! bau
bau!--e di scoglio in scoglio mille grida confuse, lugubri, beffarde, si
propagavano con lunghi echi.
---Mi ucciderò!--dissi.--Perchè non uccidersi? È molto semplice, molto
+--Mi ucciderò!--dissi.--Perchè non uccidersi? È molto semplice, molto
facile...
-Il desiderio di morire era così forte che già mi pareva d'esser morto e
+Il desiderio di morire era così forte che già mi pareva d'esser morto e
di vedere ogni cosa da lungi, dall'alto di un monte, di una montagna
altissima tra le nuvole. Giunsi fino all'estremo limite della spiaggia;
poi mi volsi e rapidamente me ne tornai a casa.
@@ -1765,26 +1734,26 @@ lume. Sterpoli stava placidamente disteso e addormentato sul mio letto.
--Sterpoli!--gridai afferrandolo per un braccio.
-Egli scosse il capo, sospirò, si volse sopra un fianco, senza aprire gli
+Egli scosse il capo, sospirò, si volse sopra un fianco, senza aprire gli
occhi.
--Sterpoli!--gli urlai in un orecchio.--Svegliati!
-Allora egli tentò di rizzarsi su un gomito. Ma ricadde subito e cominciò
+Allora egli tentò di rizzarsi su un gomito. Ma ricadde subito e cominciò
a mugolare:
---No, non voglio... Per amor di Dio... Bambola... Un po' d'acqua. M'è
+--No, non voglio... Per amor di Dio... Bambola... Un po' d'acqua. M'è
rimasta una lisca in gola...
--Che lisca!--esclamai.--Sono io!
-Sterpoli schiuse finalmente gli occhi e si guardò intorno stupidamente.
-Si toccò la fronte e poi rise, d'un riso idiota idiota, da ubriaco.
+Sterpoli schiuse finalmente gli occhi e si guardò intorno stupidamente.
+Si toccò la fronte e poi rise, d'un riso idiota idiota, da ubriaco.
---Ah! ah! sei tu?--disse.--Sì, sì, mi ricordo. Ma lei dov'è andata? Mi
+--Ah! ah! sei tu?--disse.--Sì, sì, mi ricordo. Ma lei dov'è andata? Mi
scappa sempre, quel demonio! Non sta ferma un minuto.
-Si mise a sedere sulla sponda del letto e mi fissò attentamente, a
+Si mise a sedere sulla sponda del letto e mi fissò attentamente, a
lungo, perplesso.
--Scusa,--disse poi,--non ti avevo riconosciuto. Ora ti vedo... Sei tu.
@@ -1792,84 +1761,84 @@ lungo, perplesso.
Tese la mano verso di me e ammiccando soggiunse:
--Anche tu hai bevuto. Ti si vede il vino rosso, sulla faccia. E che
-vuol dire? Si beve. Ma perchè si beve? È chiaro. Si beve perchè si ha
+vuol dire? Si beve. Ma perchè si beve? È chiaro. Si beve perchè si ha
sete, molta sete, sempre sete. Tu le dici:--Su via, amore, sii buona.
-Dammi un bacio, un bel bacio... Porgi la bocca e senti che non c'è
-niente; non trovi mai niente con la bocca. Dici:--Perchè dunque non vuoi
+Dammi un bacio, un bel bacio... Porgi la bocca e senti che non c'è
+niente; non trovi mai niente con la bocca. Dici:--Perchè dunque non vuoi
darmi nemmeno un bacio? Sii ragionevole, trottola. Tutti abbiamo diritto
-di vivere. Non è vero? Ora, che c'è di male se certi uomini hanno un
-cuor tenero, un cuore di burro? E che c'è di male in un bacio? E lei
-ride e ti risponde:--Va là, allontanati. Non mi voglio sporcare. Allora
-è quando si cerca la bottiglia e si beve. Sì, fratello mio: questo ci
+di vivere. Non è vero? Ora, che c'è di male se certi uomini hanno un
+cuor tenero, un cuore di burro? E che c'è di male in un bacio? E lei
+ride e ti risponde:--Va là, allontanati. Non mi voglio sporcare. Allora
+è quando si cerca la bottiglia e si beve. Sì, fratello mio: questo ci
consola...
Io l'ascoltavo. M'ero seduto accanto a lui, sul letto, rassegnato ad
ascoltarlo.
---Fratello, fratello mio...--continuò prendendomi una mano e
+--Fratello, fratello mio...--continuò prendendomi una mano e
stringendola fra le sue,--io ti volevo domandare qualche cosa di molto
importante. Sono venuto proprio per rivolgerti una domanda. Ho detto fra
-me:--Quel ragazzo m'ha l'aria di uno che può illuminarmi con un
-consiglio leale.--E ti ho aspettato. Ora ti domando:--Perchè noi ci
-consoliamo così presto? Un po' di vino basta dunque davvero? Ah! quanto
+me:--Quel ragazzo m'ha l'aria di uno che può illuminarmi con un
+consiglio leale.--E ti ho aspettato. Ora ti domando:--Perchè noi ci
+consoliamo così presto? Un po' di vino basta dunque davvero? Ah! quanto
mi addolora! Tu non sai quanto mi affligga questo pensiero sciocco che
un po' di ebbrezza basti per consolarci. Vogliamo forse essere consolati
dal vino? No! No, noi non chiediamo queste consolazioni. Tu dici:--No,
-Sterpoli, ciò ci lascia indifferenti. Ed io ti rispondo che è vero, e
+Sterpoli, ciò ci lascia indifferenti. Ed io ti rispondo che è vero, e
che noi non vogliamo consolarci. Noi vogliamo godere. Noi vogliamo
amare. Noi vogliamo che quando le diciamo, supplichevoli:--Su, amor mio,
mia vita, dammi un bacio!--ella risponda con un bacio. E che questo
-bacio non mentisca; che ella non pensi, mentre tu senti che in realtà un
-bacio s'è posato sulla tua bocca, un bacio tepido come una colomba, non
+bacio non mentisca; che ella non pensi, mentre tu senti che in realtà un
+bacio s'è posato sulla tua bocca, un bacio tepido come una colomba, non
pensi:--Contentiamo questa bestia, questo animale cornuto. Noi vogliamo
essere amati, fratello, teneramente, appassionatamente, come fanciulli,
come malati, come moribondi. Godere dell'amore. Che cosa importa tutto
-il resto? Che cosa può darci il vino? Il nostro cuore è frollo,
-delicato, sensibile, dolce come lo zucchero. Perchè esse ce lo rendono
-duro e amaro, duro e malvagio? E anche questo volevo sapere: perchè
+il resto? Che cosa può darci il vino? Il nostro cuore è frollo,
+delicato, sensibile, dolce come lo zucchero. Perchè esse ce lo rendono
+duro e amaro, duro e malvagio? E anche questo volevo sapere: perchè
amiamo? E che cosa si aspetta da queste femminucce color di cera, da
questi piccoli serpenti dorati?
Egli parlava e mi guardava teneramente con occhi semispenti, ma pieni di
lacrime.
---È vero...--sospirai,--hai ragione. Non sai quello che dici, ma Dio in
+--È vero...--sospirai,--hai ragione. Non sai quello che dici, ma Dio in
persona ti suggerisce.
---Quale Dio?--domandò Sterpoli, aggrottando le sopracciglia.--No, non
-può essere.
+--Quale Dio?--domandò Sterpoli, aggrottando le sopracciglia.--No, non
+può essere.
-Tacque e scosse il capo. Strinse più forte la mia mano e mormorò:
+Tacque e scosse il capo. Strinse più forte la mia mano e mormorò:
---Ora ti dirò tutto. Non spaventarti. Non mi insultare. Abbi pietà di
-me. Sento qualcosa qui, nel petto, che gira. Non è il cuore. Sento anche
-il cuore. È un'altra cosa. Ora, io non posso sopportare... Questo peso,
+--Ora ti dirò tutto. Non spaventarti. Non mi insultare. Abbi pietà di
+me. Sento qualcosa qui, nel petto, che gira. Non è il cuore. Sento anche
+il cuore. È un'altra cosa. Ora, io non posso sopportare... Questo peso,
questo enorme peso, non posso reggerlo tutto da solo. Ascolta. Mi aveva
-detto:--Da questa sera sarò tua. Sarò per te. Non amo che te. Tu non lo
-sai, ma io ti ho sempre amato, così, in segreto. Lippi! Non ti pare un
+detto:--Da questa sera sarò tua. Sarò per te. Non amo che te. Tu non lo
+sai, ma io ti ho sempre amato, così, in segreto. Lippi! Non ti pare un
nome dolce, un nome amorevole? Un nome da innamorato, da amante? Ebbene:
-da questa sera sarò tua. Tutto il male sarà compensato. Tu sarai felice.
-Mi ha detto così ed io l'ho aspettata un'ora, due ore, quattro ore.
-Pensavo:--Verrà. Fra poco, prima che io abbia contato fino a cinquanta,
-fino a cento, sarà qui. Avevo preparato un piatto di dolci, un mazzo di
+da questa sera sarò tua. Tutto il male sarà compensato. Tu sarai felice.
+Mi ha detto così ed io l'ho aspettata un'ora, due ore, quattro ore.
+Pensavo:--Verrà. Fra poco, prima che io abbia contato fino a cinquanta,
+fino a cento, sarà qui. Avevo preparato un piatto di dolci, un mazzo di
fiori, una bottiglia di vino leggiero. Non per consolarmi, ma per
goderlo con lei, tutti e due insieme. E, a sera inoltrata, quando
-attendevo e speravo ancora, quella vecchia maledetta è venuta e mi ha
-detto:--È inutile che tu aspetti.--Come? esclamo. Non viene?--No, dice,
-non viene. Non verrà.--Ma dove, dove è andata? La vecchia sogghigna e
-risponde:--Non so. Certo non è andata lontano.--Per la tua vita! grido
-torcendomi le mani. O mi dici dov'è, o ti uccido! Allora impaurita
-balbetta:--Da Clauss... È andata da Clauss!--Basta! Io son cieco d'ira e
-afferro tutto ciò che mi capita fra le mani e tutto riduco in frantumi.
+attendevo e speravo ancora, quella vecchia maledetta è venuta e mi ha
+detto:--È inutile che tu aspetti.--Come? esclamo. Non viene?--No, dice,
+non viene. Non verrà.--Ma dove, dove è andata? La vecchia sogghigna e
+risponde:--Non so. Certo non è andata lontano.--Per la tua vita! grido
+torcendomi le mani. O mi dici dov'è, o ti uccido! Allora impaurita
+balbetta:--Da Clauss... È andata da Clauss!--Basta! Io son cieco d'ira e
+afferro tutto ciò che mi capita fra le mani e tutto riduco in frantumi.
-Sterpoli si arrestò ansante.
+Sterpoli si arrestò ansante.
---Comprendi?--mi domandò.
+--Comprendi?--mi domandò.
---Comprendo,--mormorai.--È vero. Erano insieme. Si sono baciati. Li ho
+--Comprendo,--mormorai.--È vero. Erano insieme. Si sono baciati. Li ho
veduti con i miei occhi...
---Tu!--esclamò Sterpoli.--Anche tu?
+--Tu!--esclamò Sterpoli.--Anche tu?
--Anch'io...
@@ -1881,38 +1850,38 @@ X.
L'uscio si mosse come se un soffio di vento o una mano leggiera lo
sospingesse. Dallo spiraglio spuntarono quattro dita. Poi l'uscio non si
-mosse più, e quelle quattro dita rimasero così, immobili, nella fessura.
+mosse più, e quelle quattro dita rimasero così, immobili, nella fessura.
Dietro l'uscio qualcuno ora stava spiando nella stanza o attendeva di
essere invitato ad entrare. Sterpoli era ricaduto bocconi sul letto, le
braccia incrociate sul capo, la faccia schiacciata contro le coltri. Mi
alzai lentamente, e, cercando di vincere il tremito dei miei ginocchi,
in punta di piedi mi avvicinai all'uscio e feci l'atto di aprirlo.
Subito quella mano intrusa scomparve. Ma io trassi bruscamente a me
-l'imposta e vidi contro il muro, nell'oscurità fonda del corridoio, una
+l'imposta e vidi contro il muro, nell'oscurità fonda del corridoio, una
ombra confusa di cui non discernevo chiaramente che il bianco degli
occhi. Riconobbi subito Soave. Ella fece un passo verso di me. Prima che
-io avessi il tempo di parlare, mi prese con forza per la mano e mi tirò
+io avessi il tempo di parlare, mi prese con forza per la mano e mi tirò
fuori dell'uscio, che rapida ella stessa richiuse alle mie spalle senza
-rumore. Quando fummo tutti e due nel buio, non staccò la sua mano dalla
-mia, anzi la strinse più forte e se la premette sul seno, mentre con
-tutto il corpo aderì al mio corpo, tanto che sentivo il suo cuore
+rumore. Quando fummo tutti e due nel buio, non staccò la sua mano dalla
+mia, anzi la strinse più forte e se la premette sul seno, mentre con
+tutto il corpo aderì al mio corpo, tanto che sentivo il suo cuore
battere contro il mio.
--Pazza, pazza,--dissi con voce soffocata,--che cosa vieni a fare qui a
-quest'ora? Questa non è casa mia. E come hai potuto entrare?
+quest'ora? Questa non è casa mia. E come hai potuto entrare?
-Dai suoi capelli, con la densità di un fumo di incenso, vaporava contro
+Dai suoi capelli, con la densità di un fumo di incenso, vaporava contro
il mio viso un odore acuto di gelsomino che io penavo a respirare. Il
-suo cuore batteva sempre più forte. E non parlava.
+suo cuore batteva sempre più forte. E non parlava.
--Rispondi!--esclamai con forza.--Rispondi e vattene, vattene subito...
-Ma per tutta risposta Soave mi trascinò verso il fondo del corridoio e
-si fermò soltanto sulle scale, dinnanzi alla grande finestra illuminata
+Ma per tutta risposta Soave mi trascinò verso il fondo del corridoio e
+si fermò soltanto sulle scale, dinnanzi alla grande finestra illuminata
dalla luna. Allora, guardandomi fissamente con i suoi immensi spiritati
-occhi, mi bisbigliò:
+occhi, mi bisbigliò:
---Dov'è Daria?
+--Dov'è Daria?
I suoi occhi erano veramente pieni di spavento e di follia. Le sue
labbra, il suo mento tremavano, e le sue mani non cessavano un istante
@@ -1921,38 +1890,38 @@ spezzarmele. I suoi capelli erano arruffati e le piovevano in tanti radi
ciuffi sulla fronte e sulle gote. Il suo povero corpo scompariva nelle
pieghe di uno scialle di lana nera.
---Dov'è Daria?--ripetè con l'accento della disperazione.--Dov'è? Dov'è?
+--Dov'è Daria?--ripetè con l'accento della disperazione.--Dov'è? Dov'è?
Io mi sentivo morire. Nuovamente il mio cervello si riempiva di confuse
e plumbee nuvole, e dinnanzi ai miei occhi tutto ricominciava a rotare.
Per non cadere chiusi le palpebre. Risposi con un filo di voce:
---Non so... Da Clauss. L'ho lasciata laggiù.
+--Non so... Da Clauss. L'ho lasciata laggiù.
---Ah!--esclamò Soave.--Dunque non mi ero ingannata! Non era lei nella
+--Ah!--esclamò Soave.--Dunque non mi ero ingannata! Non era lei nella
tua stanza!
---No,--dissi,--non era lei. E mi salì alla gola un rantolo di riso.
+--No,--dissi,--non era lei. E mi salì alla gola un rantolo di riso.
---E chi era nella tua stanza?--domandò Soave, con tono imperioso.
+--E chi era nella tua stanza?--domandò Soave, con tono imperioso.
--Non ti riguarda,--risposi.--Del resto, se vuoi saperlo, era Sterpoli,
quello che conosci.
---Lui! lui!--gridò Soave, e fece un moto improvviso come se avesse
+--Lui! lui!--gridò Soave, e fece un moto improvviso come se avesse
voluto fuggire. Ma io soffocai le sue grida chiudendole la bocca con una
mano, e afferrandole un braccio la costrinsi a rimanere.
--Non gridare, idiota!--le ordinai infuriato.--Vuoi destare tutta la
casa?
-Soave si lasciò cadere sopra un gradino, e come svenuta si abbandonò
-contro il muro. Poi riaprì gli occhi, e levandoli umilmente su me,
-sussurrò:
+Soave si lasciò cadere sopra un gradino, e come svenuta si abbandonò
+contro il muro. Poi riaprì gli occhi, e levandoli umilmente su me,
+sussurrò:
--Non sai dunque nulla? Kate era appena rientrata in casa, ed io mi
-stavo spogliando. Era già tardi. Kate piangeva e non riuscivo a farla
-parlare.--Ma parla, dunque, per l'amore di Dio! supplicavo. Che cosa è
+stavo spogliando. Era già tardi. Kate piangeva e non riuscivo a farla
+parlare.--Ma parla, dunque, per l'amore di Dio! supplicavo. Che cosa è
accaduto? E lei singhiozzava e non riusciva a spiccicare una nota.
Improvvisamente si ode un tonfo alla porta, uno schianto, e lo
sbatacchiare delle due imposte contro il muro, un tumulto di passi su
@@ -1962,8 +1931,8 @@ maledette ruffiane! Fuori! Fuori, ch'io vi scanni! Tutta la credenza
della stanza da pranzo precipita con un fracasso enorme, tutto va in
pezzi, sembra che crolli la casa, e sento Kate che grida: mamma mia! Io
non mi muovo: ero fredda come il marmo. Si direbbe che tutti siano
-morti. Non odo più nulla. E poi la voce di Sterpoli grida:--E ora scanno
-quell'altra!--e si butta giù per le scale. I suoi passi si allontanano
+morti. Non odo più nulla. E poi la voce di Sterpoli grida:--E ora scanno
+quell'altra!--e si butta giù per le scale. I suoi passi si allontanano
per la strada, ed io con il cuore in bocca mi affaccio sull'uscio, e
vedo Kate lunga distesa fra uno sterminio di bicchieri, le sottane
rovesciate, come morta. Ma non era morta. Apre gli occhi e
@@ -1971,42 +1940,42 @@ dice:--Madonna mia perdonatemi... E si mette in ginocchio e prega. Mi
avvicino a lei, e quando vede che sono io:--Brutta bastarda,--dice,--ti
fosse cascata la lingua per il troppo gridare! E si mette a piangere e a
battersi il petto:--Maria Vergine, perdonatemi voi... Io penso a Daria e
-a Sterpoli che è impazzito, e prendo questo scialle, e mi butto anch'io
+a Sterpoli che è impazzito, e prendo questo scialle, e mi butto anch'io
per le scale, e corro corro a casa di Clauss, e, arrivata dinnanzi al
-cancello, vedo Sterpoli che ne esce. Il vicolo è stretto e non posso più
+cancello, vedo Sterpoli che ne esce. Il vicolo è stretto e non posso più
fuggire. Mi faccio piccina contro il muro. Sterpoli cammina adagio, si
ferma a ogni passo come un ubriaco, parla a voce alta, e ride. Mi passa
dinnanzi senza vedermi. Ma, non so come, a un tratto si volta, e allora
i suoi occhi si fissano dalla mia parte, e torna indietro. Io mi
-nascondo il viso nello scialle e non vedo più nulla. Lo sento che è a un
+nascondo il viso nello scialle e non vedo più nulla. Lo sento che è a un
passo da me, la terra che sgrigliola sotto i suoi piedi, lui che
dice:--Sii buona, rondinella. E mi pare che mi stia addosso e che voglia
-abbracciarmi. Allora spicco un salto e mi butto giù per la scesa come
+abbracciarmi. Allora spicco un salto e mi butto giù per la scesa come
una pazza, mi nascondo in una pianta di oleandro e non mi sono mossa
-più. Mi parve un secolo. Finalmente Sterpoli passò e disparve. Allora
+più. Mi parve un secolo. Finalmente Sterpoli passò e disparve. Allora
sono uscita, sono tornata su, il cancello era aperto, una finestra era
illuminata, sono entrata in giardino, ho chiamato, nessuno ha
risposto... Ho avuto paura che qualcuno dalle ville vicine mi udisse. Ho
aspettato. Poi ho pensato a te e sono venuta a cercarti.
-Tacque e incominciò a singhiozzare.
+Tacque e incominciò a singhiozzare.
---Bene!--dissi io.--E dopo tutta questa storia perchè Daria dovrebbe
-essere qui con me? Che cosa sono io? Che cosa è Daria? Finitela con
+--Bene!--dissi io.--E dopo tutta questa storia perchè Daria dovrebbe
+essere qui con me? Che cosa sono io? Che cosa è Daria? Finitela con
questa commedia! Non temere. Sterpoli non ha scannato nessuno.
---Sì, ma allora, dimmi, dove sarà?
+--Sì, ma allora, dimmi, dove sarà?
--E che importa a me di saperlo?--risposi.--Vuoi che io vada a cercarla
nel letto di Clauss per farti contenta? E dove vuoi che sia? Vuoi che ti
porti io per mano dietro la porta della loro camera, e che contiamo
insieme i baci che si danno, e gli abbracci, e il resto? Vuoi che io
-faccia, io, quello che Sterpoli non ha fatto, perchè lui è ubriaco e io
+faccia, io, quello che Sterpoli non ha fatto, perchè lui è ubriaco e io
sono sveglio?--Ah! sono sveglio, ora, ben sveglio, bambina
mia!--esclamai, trascinato da una specie di esaltazione
-ironica.--Sveglio! Non mica addormentato come oggi! Così avessi veduto
-sempre tanto chiaro! Non sono più un ragazzo ingenuo, non credo più a
-nulla. Se tu non fossi tu, ma Daria in persona, e non stessi lì a
+ironica.--Sveglio! Non mica addormentato come oggi! Così avessi veduto
+sempre tanto chiaro! Non sono più un ragazzo ingenuo, non credo più a
+nulla. Se tu non fossi tu, ma Daria in persona, e non stessi lì a
piangere, ma a supplicarmi, ma ad adorarmi in ginocchio, ma a baciare la
terra dove posano i miei piedi, non ti crederei, non ti crederei, e
scoppierei dalle risa. Altro che carezze sulla bocca, altro che bisbigli
@@ -2015,15 +1984,15 @@ io! E io stesso ti porterei per mano da Clauss e gli direi: Eccola
questa sgualdrina! Te l'ho portata. Prenditela...
Sudavo freddo, la testa mi doleva. Nelle orecchie avevo il tumulto di
-una burrasca. Non ci vedevo più.
+una burrasca. Non ci vedevo più.
--E ora vattene!--dissi.--Vattene via...
-La urtai più volte con la punta del piede, ma sopratutto il mio ridere a
+La urtai più volte con la punta del piede, ma sopratutto il mio ridere a
scatti, a sussulti, dovette spaventarla. Senza altre parole,
singhiozzando, Soave scese le scale e scomparve. Mentre, barcollando,
disfatto, esausto, ripercorrevo il corridoio per rientrare nella mia
-stanza, la voce di Sterpoli echeggiò dietro l'uscio socchiuso,
+stanza, la voce di Sterpoli echeggiò dietro l'uscio socchiuso,
chiamandomi per nome.
Entrai. Stava seduto sul letto, voltato verso l'uscio, con la faccia
@@ -2031,7 +2000,7 @@ dipinta di paura.
--Ah!--disse,--sei tu...
-Abbassò il capo, si passò un fazzoletto sulla fronte e domandò:
+Abbassò il capo, si passò un fazzoletto sulla fronte e domandò:
--Dove sei stato?
@@ -2041,7 +2010,7 @@ Abbassò il capo, si passò un fazzoletto sulla fronte e domandò:
XI.
-Il silenzio che seguì fu lungo e penoso. Nessun rumore nella casa o
+Il silenzio che seguì fu lungo e penoso. Nessun rumore nella casa o
nella strada. Una solitudine sconfinata. E in quel gran vuoto, in quello
spazio senza limite, noi due seduti sul letto, noi due vicini, noi due
soli, sperduti in quel mondo vasto e vacuo come un abisso! Ah! come
@@ -2052,29 +2021,29 @@ sospingeva l'un verso l'altro, lui e me, con un trasporto pieno di
timore e di speranza; di speranza e di tenerezza; di molta tenerezza e
di molto amore. Quanto era accaduto un momento prima, quell'eccitazione
crudele, quel barlume di coscienza ironica, tutto era svanito. Rimaneva
-il peso inerte di un doloroso ricordo già lontano. Una commozione
+il peso inerte di un doloroso ricordo già lontano. Una commozione
insensata. Uno smarrimento cupo e angoscioso. La prima brezza mattutina
-entrò con un lieve soffio nella stanza e mi accarezzò la faccia.
+entrò con un lieve soffio nella stanza e mi accarezzò la faccia.
Finalmente Sterpoli, forse scosso da quella stessa carezza di frescura,
-mormorò:
+mormorò:
---Che fare? Che fare? Ormai è finita per sempre. Ah! non si può tornare
-indietro: non si può ricominciare da capo. Ognuno ha la sua propria
-sorte, un destino infame. Non c'è scampo. Non c'è modo di fuggire,
-d'indietreggiare, di resistere! Una voce è sempre presente, una voce
+--Che fare? Che fare? Ormai è finita per sempre. Ah! non si può tornare
+indietro: non si può ricominciare da capo. Ognuno ha la sua propria
+sorte, un destino infame. Non c'è scampo. Non c'è modo di fuggire,
+d'indietreggiare, di resistere! Una voce è sempre presente, una voce
imperiosa che dice:--Ubbidisci! E tu curvi le spalle e ubbidisci,
umilmente ti sottometti al tuo destino di schiavo. Che fare? Come potevo
-io resistere o fuggire? Mi aveva detto:--Sarò tua. Tutto il male sarà
+io resistere o fuggire? Mi aveva detto:--Sarò tua. Tutto il male sarà
compensato. Tu sarai felice!--ed io ero come un prigioniero al quale si
-dice:--Sta lieto! Domani ti apriremo le porte. Il mondo sarà tuo.
-Promettere la felicità? Io ero già pazzo di gioia al pensiero che sarei
-stato felice, che ella sarebbe stata mia. Mia! Perchè questa parola è
+dice:--Sta lieto! Domani ti apriremo le porte. Il mondo sarà tuo.
+Promettere la felicità? Io ero già pazzo di gioia al pensiero che sarei
+stato felice, che ella sarebbe stata mia. Mia! Perchè questa parola è
magica? Quale ebbrezza! Ma d'un colpo, in un attimo, questo sogno
rovinava. Con frastuono immenso, con scompiglio spaventoso, questo sogno
-rovinò sul mio capo, su me, e mi seppellì vivo sotto le sue rovine.--Che
-fare?--urlavo disperatamente.--È possibile? È vero?--e tutto ciò che
+rovinò sul mio capo, su me, e mi seppellì vivo sotto le sue rovine.--Che
+fare?--urlavo disperatamente.--È possibile? È vero?--e tutto ciò che
toccavo, riducevo in frantumi, in briciole, in polvere! L'idea della
-morte mi balenò subito nel cervello. Subito la sua figura, schifosa e
+morte mi balenò subito nel cervello. Subito la sua figura, schifosa e
orrenda, m'apparve e si mise al mio fianco, e mi avvolse con il suo
sguardo buio, beffarda e amorevole, spaventosa e attraente.--Che vuoi da
me, civetta?--urlavo, ed ella mi additava con gesto servile la sua
@@ -2082,7 +2051,7 @@ ghirlanduccia intorno al cranio vuoto, intorno al cranio nudo e
risonante, per indicarmi che non tutti i fiori che fioriscono sono di
questa terra, di questa terra fangosa e verminosa, di questi giardini
che noi irroriamo di lacrime e di sangue!--Morire! dicevo a me stesso.
-Anche questa è una salvezza, un rifugio, uno scampo. Si può morire. E mi
+Anche questa è una salvezza, un rifugio, uno scampo. Si può morire. E mi
pareva di udire una soave musica di trombe angeliche, lontano e
meraviglioso concerto. Di essere libero e insensibile, leggiero e
felice. Mi vedevo disteso sopra un letto abbrunato, con questo vestito e
@@ -2095,19 +2064,19 @@ una madre guarda il suo bimbo morto. Poi si curvava per posare un bacio
sulla mia bocca. Ah! io non sentivo quel bacio! La mia bocca era
insensibile. Io non potevo muovermi, alzarmi, abbracciarla, stringerla e
tenerla contro di me, e dirle--Vedi? per te mi sono ucciso. Ora mi ami?
-No: non potevo nè muovermi nè parlare. Allora un uomo si faceva largo
+No: non potevo nè muovermi nè parlare. Allora un uomo si faceva largo
fra gli altri, la prendeva per le spalle e la spingeva via. Ed io avrei
voluto saltare dalla mia bara (ero disteso in una lunga bara),
aggredirlo, insultarlo, percuoterlo su quella faccia impassibile, su
quella bocca sempre vittoriosa, urlare:--Lasciala! L'ho pagata col mio
-sangue! È mia! Ma rimanevo inchiodato tra quei quattro assi ed egli se
-ne andava con lei, tranquillamente. A che giovava dunque morire? Perchè
-morire? Perchè uccidersi? E il mio furore cresceva, cresceva la mia
+sangue! È mia! Ma rimanevo inchiodato tra quei quattro assi ed egli se
+ne andava con lei, tranquillamente. A che giovava dunque morire? Perchè
+morire? Perchè uccidersi? E il mio furore cresceva, cresceva la mia
disperazione. Improvvisamente mi accorsi di correre lungo una strada
buia, sulla quale ogni tanto s'aprivano rare stazioni illuminate, e
dietro di me con rumor di zoccoli e di scope, con fracasso di forche e
di molle, correva saltando una torma di folletti e di streghe, di
-spiriti neri e indemoniati. Così giunsi correndo dinnanzi alla casa di
+spiriti neri e indemoniati. Così giunsi correndo dinnanzi alla casa di
Clauss. Mi fermai. Improvvisamente tutti quei folletti svanirono, ed io
mi ritrovai solo, sotto una luna livida che sbavava su me la sua luce da
cimitero. Il cancello era socchiuso. Guardandomi intorno come un ladro,
@@ -2115,7 +2084,7 @@ adagio lo spinsi ed entrai. La casa era buia, silenziosa, deserta: tutte
le finestre chiuse e spente. Cauto salii le scale. Qualche cosa che era
in una delle mie tasche mi punse la coscia. Trattenni a stento un grido
di dolore e continuai a salire. Buio. Silenzio. Odor di fiori, di gigli,
-di rose. Più mi avanzo e più intorno a me le tenebre s'infittiscono. Mi
+di rose. Più mi avanzo e più intorno a me le tenebre s'infittiscono. Mi
sembra di essere in un castello fatato e di salire sopra una torre. Ad
un tratto scopro uno spiraglio, uno spiraglio sottile sottile di luce:
scorgo una fessura illuminata, una piccola striscia gialla e lunga al
@@ -2123,38 +2092,38 @@ mio fianco. Quella lingua di luce mi punge, mi spaventa. Vorrei
indietreggiare e fuggire. Ma le mie gambe vacillano, la mia testa gira
come una banderuola, e sono pietrificato. Le orecchie ronzano e sembra
che un frastuono immenso di campanelli riempia la casa. E in quel
-ronzìo, in quel tintinnìo assordante, odo una voce, la sua voce, e poi
-uno scoppio di risa dietro la porta. Un passo, sì, un passo si avvicina.
+ronzìo, in quel tintinnìo assordante, odo una voce, la sua voce, e poi
+uno scoppio di risa dietro la porta. Un passo, sì, un passo si avvicina.
La mia anima si sprofonda in un imbuto, mi appiattisco in un angolo,
divento piccolo, piccolo e trasparente, invisibile. La porta si apre e
-un'ombra appare illuminata da tergo, si muove, si avvicina. Ora è a due
-passi da me, e ora a un passo, e ora mi sfiora, quasi mi tocca.--Chi è?
+un'ombra appare illuminata da tergo, si muove, si avvicina. Ora è a due
+passi da me, e ora a un passo, e ora mi sfiora, quasi mi tocca.--Chi è?
domanda imperiosamente quella voce. So bene che dovrei tacere. Ma non
-posso.--Sono io! dico come in un soffio. L'ombra si arresta.--Chi è?
+posso.--Sono io! dico come in un soffio. L'ombra si arresta.--Chi è?
ripete quella voce.--Sono io, Clauss, sono io!--rispondo. Poi alzo il
braccio, lo alzo appena e lo abbasso lentamente, lentamente. Una voce
rantolante sospira:--Daria! Aiuto!... E odo un tonfo e qualche cosa di
molto pesante cade di schianto ai miei piedi.--Sono io,--ripeto ancora.
-E poi più nulla...
+E poi più nulla...
-Sterpoli si alzò. Un'ombra spaventosa era nei suoi occhi. Egli si curvò
+Sterpoli si alzò. Un'ombra spaventosa era nei suoi occhi. Egli si curvò
per baciarmi; ma io liberai le mie mani dalle sue, lo respinsi;
inorridito lo respinsi e gridai:
--Vattene! Vattene! Assassino!
-Egli fece un mezzo giro su sè stesso e si abbattè ai piedi del letto,
+Egli fece un mezzo giro su sè stesso e si abbattè ai piedi del letto,
come morto.
-La candela si spense. Allora un gran panico mi invase, e corsi qua e là
-per la stanza. Rovesciai una sedia e quel rumore mi gelò il sangue. Mi
+La candela si spense. Allora un gran panico mi invase, e corsi qua e là
+per la stanza. Rovesciai una sedia e quel rumore mi gelò il sangue. Mi
pareva d'udire passi su per le scale e colpi sordi contro l'uscio, voci
rauche, grida arrabbiate. Chiusi la finestra, chiusi l'uscio a doppio
giro di chiave, e mi rifugiai in un angolo. Mi raggomitolai in un angolo
e attesi. Il buio era opprimente. Soffocavo. Vedevo nelle tenebre,
comparire e scomparire, accendersi e spegnersi, strane luci bianche.
Qualcuno si muoveva, si avanzava strisciando. Sentivo il suo alito
-gelido sulle mie mani, e con uno sforzo penoso, sempre più penoso,
+gelido sulle mie mani, e con uno sforzo penoso, sempre più penoso,
balbettavo:--Indietro! Non mi toccare! Va via! Va via!
@@ -2166,23 +2135,23 @@ XII.
A traverso le tende semichiuse filtrava una luce scolorata e falsa: era
come una mano fredda che mi sfiorasse le palpebre. Stavo disteso sul
letto, con gli occhi socchiusi, senza muovermi. Quella luce non mi
-cagionava nessuna maraviglia, nè il fatto di esser disteso sul letto,
-vestito, nè il fatto di esser desto, nè le rose gialle e spampanate
-sulle pareti con certi lor gambi intrecciati e irti di spine, nè gli
-abiti appesi in un angolo come impiccati. Bensì cercavo di spiegarmi che
-cosa fosse una macchia nera che vedevo a piè del letto, un groviglio
-nero da cui uscivano, non si sa come, due, due mani... Sì... Vedevo che
+cagionava nessuna maraviglia, nè il fatto di esser disteso sul letto,
+vestito, nè il fatto di esser desto, nè le rose gialle e spampanate
+sulle pareti con certi lor gambi intrecciati e irti di spine, nè gli
+abiti appesi in un angolo come impiccati. Bensì cercavo di spiegarmi che
+cosa fosse una macchia nera che vedevo a piè del letto, un groviglio
+nero da cui uscivano, non si sa come, due, due mani... Sì... Vedevo che
erano due mani, due mani lunghe e pelose, con strani luccichii sulle
-dita; e la loro positura era così stravagante che ora pareva chiedessero
+dita; e la loro positura era così stravagante che ora pareva chiedessero
un'elemosina e ora offrissero un'invisibile offerta, e ora non
-offrissero e non chiedessero nulla, ma fossero là, abbandonate e senza
-vita, estranee a qualunque corpo di uomo di donna. Immobilità. Ed io non
+offrissero e non chiedessero nulla, ma fossero là, abbandonate e senza
+vita, estranee a qualunque corpo di uomo di donna. Immobilità. Ed io non
riuscivo a comprendere. In quel viluppo nero, vicino a quelle mani, si
scorgeva anche una macchia rossiccia, come un involto di carta rossa: la
testa fulva di Sterpoli. Ma proprio non riuscivo a trovare un
cominciamento in quel garbuglio di cose, non una fine, e nemmeno un
ordine qualsiasi che me ne spiegasse la natura. Sapevo che avrei potuto
-alzarmi e toccare, frugare, trovare ciò che cercavo. Ma mi pareva di non
+alzarmi e toccare, frugare, trovare ciò che cercavo. Ma mi pareva di non
potermi muovere senza turbare la gran pace che, coricato, riposava con
me. E poi c'era qualche cosa, non so quale, che continuamente mi
distraeva e mi svagava, deviando i miei sensi mal desti. Ora erano gli
@@ -2191,16 +2160,16 @@ quelle ridicole membra di stracci; ora una rosa purpurea che vedevo sul
mio petto e che pareva una bella macchia di sangue. Che cos'era quella
rosa? Chi me l'aveva appuntata sul petto? O meglio: chi mi aveva fatto
quella bella ferita? Ecco: io non riuscivo a comprendere, e di nuovo i
-miei occhi si posavano su quel mucchio di cose immobili a piè del letto,
+miei occhi si posavano su quel mucchio di cose immobili a piè del letto,
su quella macchia fulva, e su quelle mani, su quelle due mani
abbandonate. Una voce interna mi diceva:--Tu devi esser felice. Ed io,
con la stessa voce, rispondevo:--Sono, sono felice. E ancora:--Tu volevi
-morire. Ed io:--Sì, è vero, volevo morire. E c'era un nodo stretto nel
+morire. Ed io:--Sì, è vero, volevo morire. E c'era un nodo stretto nel
mio cervello, che non si voleva sciogliere; c'era un fiore chiuso che
non si voleva aprire; intorno al quale i miei pensieri vaghi, incerti,
s'aggiravano come farfalle...
-Così vissi. A lungo, a lungo, nere farfalle si aggirarono intorno a quel
+Così vissi. A lungo, a lungo, nere farfalle si aggirarono intorno a quel
fiore chiuso.
@@ -2208,21 +2177,21 @@ fiore chiuso.
PARTE SECONDA
-Come finì la collana.
+Come finì la collana.
Se io non avessi scritto soltanto per alleggerire il peso dell'anima mia
la pietosa storia di Daria, ma mi fossi lasciato andare a pubblicarla
-sotto forma di racconto, come tanti fanno oggidì, che invitano nella
-loro intimità il maggior numero di persone ad udire i piccoli casi della
-loro vita, più di un lettore si sarebbe domandato dove mai fosse andata
-a finire quella collana, adorna di uno smeraldo, che Daria gettò in viso
-a Sterpoli quando affrontò Clauss all'Alhambra, la sera prima della sua
+sotto forma di racconto, come tanti fanno oggidì, che invitano nella
+loro intimità il maggior numero di persone ad udire i piccoli casi della
+loro vita, più di un lettore si sarebbe domandato dove mai fosse andata
+a finire quella collana, adorna di uno smeraldo, che Daria gettò in viso
+a Sterpoli quando affrontò Clauss all'Alhambra, la sera prima della sua
morte. Capisco anche che a molti altri l'omissione di questo particolare
-sarebbe passata inosservata; tanto più che oggi la moda vuole che l'arte
+sarebbe passata inosservata; tanto più che oggi la moda vuole che l'arte
del romanzo e della novella sia trattata sinteticamente, a grandi linee,
tutta stretta intorno alle cose essenziali e necessarie, senza quel
-cumulo di descrizioni minute e di inutili particolarità che usavano i
+cumulo di descrizioni minute e di inutili particolarità che usavano i
romanzieri d'un tempo, quando gli uomini non avevano la fretta che hanno
adesso e l'arte narrativa non aveva dato ancora tanti grandi scrittori.
Ma per me, la fine di quella collana dallo smeraldo ha un'importanza
@@ -2232,46 +2201,46 @@ breve storia.
*
* *
-Quando Daria si strappò dal collo quella collana e la scagliò con ira
+Quando Daria si strappò dal collo quella collana e la scagliò con ira
contro Clauss, colpendo invece Sterpoli in pieno viso, la collana cadde
ai piedi di Sterpoli tra molti cuscini disseminati sopra il tappeto, e
-là rimase, dimenticata da tutti. Chi volete che pensasse a quel
+là rimase, dimenticata da tutti. Chi volete che pensasse a quel
gioiello, per quanto esso fosse prezioso, quando ora sappiamo fino a che
punto tutti noi, presenti a quella scena, fossimo intimamente sconvolti,
-e più di ogni altro Clauss, il quale pure all'apparenza sembrava
-conservare intera la padronanza di sè medesimo? Sterpoli certo non si
-curvò a raccoglierlo, mezzo acciecato com'era, e poi non ne ebbe il
-tempo, perchè se ne fuggì ad inseguire Daria, come abbiamo veduto.
-Clauss non lo raccolse egualmente, perchè egli avrebbe dato uno smeraldo
-mille volte più grosso e luminoso di quello per un bacio di Daria, e
+e più di ogni altro Clauss, il quale pure all'apparenza sembrava
+conservare intera la padronanza di sè medesimo? Sterpoli certo non si
+curvò a raccoglierlo, mezzo acciecato com'era, e poi non ne ebbe il
+tempo, perchè se ne fuggì ad inseguire Daria, come abbiamo veduto.
+Clauss non lo raccolse egualmente, perchè egli avrebbe dato uno smeraldo
+mille volte più grosso e luminoso di quello per un bacio di Daria, e
certo non importava nulla a lui di sapere chi lo avrebbe raccolto e chi
-se ne sarebbe impadronito. Io non lo raccolsi, perchè dimenticai subito
-che la collana fosse caduta fra quei cuscini, mentre più d'ogni altro
+se ne sarebbe impadronito. Io non lo raccolsi, perchè dimenticai subito
+che la collana fosse caduta fra quei cuscini, mentre più d'ogni altro
l'avevo ammirata sul candore niveo della gola di Daria. Poi Clauss ed io
ce ne eravamo andati, lasciando gli altri ancora seduti sui divani, e
gli avvenimenti che seguirono la notte e il giorno dopo ci condussero
pur troppo lontani dal ricordo di quel disgraziato gioiello. Quelli che
rimasero dopo la nostra partenza avrebbero ben potuto ricordarsene, non
-solo perchè dovevano essere molto più calmi di noi, ma perchè,
+solo perchè dovevano essere molto più calmi di noi, ma perchè,
discorrendo ancora a lungo tra loro della scena che s'era svolta sotto i
loro occhi, avrebbero dovuto anche soltanto incidentalmente parlare
della collana e quindi pensare di raccoglierla. Sta di fatto che assai
tardi, a notte molto inoltrata, quei giovani chiesero i loro pastrani e
le loro tube al guardarobiere, e se ne andarono facendo pronostici sulle
possibili conseguenze dell'avvenimento che s'era prodotto quella sera. E
-la collana rimase fra i cuscini, là dove era caduta.
+la collana rimase fra i cuscini, là dove era caduta.
*
* *
-È vero che quella notte, fantasticando di Daria, la sua immagine non
+È vero che quella notte, fantasticando di Daria, la sua immagine non
m'apparve mai disgiunta dallo splendore magico dello smeraldo che avevo
-veduto brillare sulla nudità del suo collo. Quella pietra preziosa era
+veduto brillare sulla nudità del suo collo. Quella pietra preziosa era
per me quasi un attributo della sua bellezza, come i suoi occhi
oltremarini, come le vene azzurre delle sue tempie, come il rosso crudo
-di cui ardevano le sue labbra. Anche più tardi, quando il delirio che
+di cui ardevano le sue labbra. Anche più tardi, quando il delirio che
per intere settimane mi tenne sospeso tra vita e morte finalmente si
-placò, l'immagine di Daria mi riapparve nella precisione lucida del
+placò, l'immagine di Daria mi riapparve nella precisione lucida del
primo ricordo con quello smeraldo verdissimo sospeso alla gola. Nel
delirio non l'aveva mai abbandonata. Vedevo colori meravigliosi, e
sopratutto il sangue, di cui tutte le cose mi apparivano macchiate e
@@ -2280,22 +2249,22 @@ d'estate. Ma il verde di quella gemma vinceva in splendore, in violenza,
in bellezza ogni altro colore, nelle mille strane forme che assumeva
nell'incubo. Ora era un lago verde, nella cui trasparenza guizzavano
pesci di madreperla, di ambra e di corallo, dal cui fondo sorgevano
-ondeggiando foreste d'alghe e di piante d'ogni varietà di verde; e su
+ondeggiando foreste d'alghe e di piante d'ogni varietà di verde; e su
quelle piante sbocciavano fiori enormi, bianchi e neri, che poi si
distaccavano dai rami e salivano a galleggiare sull'acqua come meduse.
Ora invece era una verde pupilla che s'apriva improvvisa in un cielo
buio, e da essa scendeva un raggio verde diritto come dalla pupilla di
un dio, fluido, abbagliante, che dove si posava divampavano altissimi
-incendi, serpeggiavano guizzando fiamme verdi, e intere città con torri
+incendi, serpeggiavano guizzando fiamme verdi, e intere città con torri
e castelli erano avvolte da un alone livido fosforescente, e subito
incenerite. Le loro rovine formavano poi alte montagne di verdi tizzi
ardenti.
Ma la collana di Daria, chiusa nella buia mano di un miserabile
-rigattiere, non mandava più alcuno splendore. Un ragazzo, la mattina che
-seguì quella notte memoranda, spazzando, l'aveva trovata là dove era
+rigattiere, non mandava più alcuno splendore. Un ragazzo, la mattina che
+seguì quella notte memoranda, spazzando, l'aveva trovata là dove era
stata abbandonata da tutti, e senza neppure il tempo di fiatare, se
-l'era cacciata nella più nascosta tasca dei suoi calzoni, tutti
+l'era cacciata nella più nascosta tasca dei suoi calzoni, tutti
rattoppati davanti e di dietro. Anzi quella tasca segreta altro non era
che una delle tante toppe dei suoi calzoni, nella quale il furbo ragazzo
aveva fatto un buco. Quel ragazzo si chiamava Bombita, e suo padre era
@@ -2304,53 +2273,53 @@ attesa di vestire una livrea gallonata e di essere promosso ruffiano.
Quella mattina Bombita, che era d'umor taciturno e usava di solito
accompagnare l'andirivieni della sua scopa con dispettosi grugniti,
l'udirono invece cantare, con una bella voce di mezzo soprano, una delle
-tante canzoni che là dentro sapevano anche i muri.--Guarda, disse il
+tante canzoni che là dentro sapevano anche i muri.--Guarda, disse il
maestro di casa che in maniche di camicia lustrava le maniglie alle
-porte, nella testa di Bombita è nato un gallo! Nella testa di Bombita
-poteva essere nato non soltanto un gallo, ma financo un asino, perchè
+porte, nella testa di Bombita è nato un gallo! Nella testa di Bombita
+poteva essere nato non soltanto un gallo, ma financo un asino, perchè
era non solo rotonda come un uovo, ma grossa come una zucca. Quel
-ragazzo era rachitico, si può dire che fosse tutta testa; sulla testa
+ragazzo era rachitico, si può dire che fosse tutta testa; sulla testa
cresceva poi un arruffio di capelli gialli come la stoppa, e il suo viso
era tutto macchiato di lentiggini. I suoi occhi piccini piccini
-sembravano anch'essi due macchie un poco più rosse delle altre, e non
+sembravano anch'essi due macchie un poco più rosse delle altre, e non
c'era caso che ti guardassero in faccia. Ma non era nato, no, un gallo
nella testa di Bombita. Lo sapeva bene lui, che cosa gli fosse nato
-sotto i piedi, quella mattina, per cantare così.
+sotto i piedi, quella mattina, per cantare così.
*
* *
-A mezzodì Bombita si slacciò il grembiule e lo buttò in un angolo. Ma i
-calzoni se li tenne addosso, e, senza voltarsi indietro, infilò l'uscio
-e se ne andò dove era atteso a quell'ora, e cioè al mercato dei pesci,
+A mezzodì Bombita si slacciò il grembiule e lo buttò in un angolo. Ma i
+calzoni se li tenne addosso, e, senza voltarsi indietro, infilò l'uscio
+e se ne andò dove era atteso a quell'ora, e cioè al mercato dei pesci,
sulla banchina nuova del porto. Come ogni giorno, ad ogni angolo di
-strada incontrava un amico, tutti in giro allo scoccare di mezzodì per
+strada incontrava un amico, tutti in giro allo scoccare di mezzodì per
importanti affari d'appetito. Ma Bombita camminava con la testa alta, i
capelli al vento, le mani in tasca, a passi da granatiere, e non si
degnava di guardare in faccia nessuno di quanti incontrava lungo la via.
-Il mercato era semi deserto, perchè a quell'ora chi aveva voglia di
+Il mercato era semi deserto, perchè a quell'ora chi aveva voglia di
pesce lo andava a cercare nelle casseruole piene di salse profumate, o
-nelle padelle dove stava guizzando più che vivo tra gli scoppi e i
-sibili dell'olio bollente, anzichè nelle ceste umide e algose dei
+nelle padelle dove stava guizzando più che vivo tra gli scoppi e i
+sibili dell'olio bollente, anzichè nelle ceste umide e algose dei
pescivendoli, a pesarlo morto sulle loro puzzolenti bilance. Le navi
ormeggiate alla banchina dondolavano i loro alti alberi alla brezza
lieve di levante, e sul ponte fumavano i fornelli dei marinai, che,
sdraiati sui sacchi e per i mucchi di gomene arrotolate, guardavano
sonnecchiando la poca gente passare in fretta lungo il molo. I cani
-randagi facevano allora le pulizie del mercato, pronti a cedere la più
+randagi facevano allora le pulizie del mercato, pronti a cedere la più
bella collana di smeraldi per una lisca di triglia. Ma Bombita non li
-guardò neppure, quei suoi modesti colleghi, e tirò via verso una barca
+guardò neppure, quei suoi modesti colleghi, e tirò via verso una barca
tirata a secco dietro il casotto dei doganieri, dove era aspettato da
Egle. Egle, la figlia del pescatore, aveva tredici anni, mentre Bombita
non ne aveva che dodici. Era una bambina rotonda come una palla, due
gote rosse come due mele, e un par d'occhi che parevan fatti con due
scaglie di vetro nero. I suoi capelli erano crespi come la lana e
-opachi, corti e arruffati, e legati dietro in una treccia così grossa e
+opachi, corti e arruffati, e legati dietro in una treccia così grossa e
sgraziata che somigliava la coda mozza di un cane.
Egle stava seduta sotto la barca e sgranocchiava tranquillamente una
-crosta di pane, quando Bombita le si parò dinnanzi con quell'aria fiera
-che si conviene ad un vero conquistatore. Egli si lasciò andare di peso
+crosta di pane, quando Bombita le si parò dinnanzi con quell'aria fiera
+che si conviene ad un vero conquistatore. Egli si lasciò andare di peso
a sedere accanto a lei, e ridendo silenziosamente le dette una gomitata
nel fianco.
@@ -2362,66 +2331,66 @@ Bombita strizzava gli occhi, e, guardando Egle, rideva silenziosamente,
e batteva il pugno sul ginocchio dove sentiva il duro dello smeraldo. Lo
zuccone che soffriva terribilmente di gelosia, e sempre, solo a
nominargli Andromaco o Ninotto, copriva Egle di sputi, questa volta si
-contentò di darle tre pizzicotti nella schiena a denti stretti e
-schizzando gli occhi dalle orbite. Ma stette muto, e poi ricominciò a
-sorridere. Egle fece la faccia da lacrime, cercò di tastarsi la schiena
-dove i pizzicotti le bruciavano, poi mostrò un palmo di lingua all'amico
+contentò di darle tre pizzicotti nella schiena a denti stretti e
+schizzando gli occhi dalle orbite. Ma stette muto, e poi ricominciò a
+sorridere. Egle fece la faccia da lacrime, cercò di tastarsi la schiena
+dove i pizzicotti le bruciavano, poi mostrò un palmo di lingua all'amico
e con disprezzo disse:
---Se non la finisci, me ne vado e non mi vedi mai più...
+--Se non la finisci, me ne vado e non mi vedi mai più...
-Buttò in mare quell'avanzo di crosta di pane che teneva in mano, voltò
+Buttò in mare quell'avanzo di crosta di pane che teneva in mano, voltò
le spalle a Bombita, e, puntati i gomiti sulle ginocchia e il mento sui
-pugni chiusi, guardò verso le barche che si dondolavano sull'acqua.
+pugni chiusi, guardò verso le barche che si dondolavano sull'acqua.
---Sei come tuo padre, tale e quale, disse con voce agra, senza nè
-muoversi nè voltarsi, come se parlasse al vento, che tutti dicono che
-altro che di bastonate non ha mai nutrito nè te nè tua madre. Almeno mi
-dicessi dov'è quell'anello che mi avevi promesso, e ne parlavi sempre,
+--Sei come tuo padre, tale e quale, disse con voce agra, senza nè
+muoversi nè voltarsi, come se parlasse al vento, che tutti dicono che
+altro che di bastonate non ha mai nutrito nè te nè tua madre. Almeno mi
+dicessi dov'è quell'anello che mi avevi promesso, e ne parlavi sempre,
quando facevo all'amore con Tristano, e non ne volevo sapere di
piantarlo per fare all'amore con te. Se lo saranno mangiato i pesci!
E mentre Egle parlava voltandogli la schiena, Bombita, ficcato il dito
nel buco della sua toppa, ne aveva tirato fuori a poco a poco la
-collana, finchè era venuto alla luce lo smeraldo che il sole d'un tratto
-riempì di scintille abbaglianti. Poi, curvandosi appena, l'aveva con due
+collana, finchè era venuto alla luce lo smeraldo che il sole d'un tratto
+riempì di scintille abbaglianti. Poi, curvandosi appena, l'aveva con due
dita tenuta sospesa sul capo di Egle, e a poco a poco, abbassando il
-braccio, gliela calò sul naso, finchè Egle la vide e ammutolì. Vide
+braccio, gliela calò sul naso, finchè Egle la vide e ammutolì. Vide
bene, Egle, che era una bella collana con una bella pietra verde tutta
-piena di verdi sfavillii; ma non la toccò, e, abbassato il capo, stette
+piena di verdi sfavillii; ma non la toccò, e, abbassato il capo, stette
silenziosa e imbronciata a raspare con le unghie la terra tra i selci.
Poi, vedendo con la coda dell'occhio che quella collana continuava a
ciondolare all'altezza della sua fronte, con un gesto improvviso la
-strappò dalla mano di Bombita e se la nascose in grembo.
+strappò dalla mano di Bombita e se la nascose in grembo.
-Bombita non parlò, non cercò che Egle si voltasse a guardarlo e a
-sorridergli, non aspettò nemmeno che lo ringraziasse, considerando
-quanto egli fosse più generoso e grande di Andromaco ed ella più
-fortunata di Rosina. Aveva appetito. Si alzò, e se ne andò di corsa,
-sicuro che Egle lo avrebbe aspettato anche un anno intiero là, seduta
+Bombita non parlò, non cercò che Egle si voltasse a guardarlo e a
+sorridergli, non aspettò nemmeno che lo ringraziasse, considerando
+quanto egli fosse più generoso e grande di Andromaco ed ella più
+fortunata di Rosina. Aveva appetito. Si alzò, e se ne andò di corsa,
+sicuro che Egle lo avrebbe aspettato anche un anno intiero là, seduta
sotto la barca. Ma, mangiata alla svelta la zuppa, sarebbe ritornato fra
un'ora.
*
* *
-Egle, rimasta sola, allargò le ginocchia e guardò la collana dallo
+Egle, rimasta sola, allargò le ginocchia e guardò la collana dallo
smeraldo che le stava ammucchiata in grembo. Non ebbe neppure un piccolo
-pensiero di gratitudine per Bombita, e poichè certamente una collana
-così bella costava più di sette soldi, forse dieci e anche venti, ella
-giudicò che Bombita doveva averla vinta ai giardini pubblici, giocando
-al giuoco della campana con qualche ragazzo signore ancora più stupido
-di lui. La prese fra le dita e incominciò a intrecciarla in mille modi,
-e spesso, allontanando da sè la mano e tenendola aperta contro il sole,
+pensiero di gratitudine per Bombita, e poichè certamente una collana
+così bella costava più di sette soldi, forse dieci e anche venti, ella
+giudicò che Bombita doveva averla vinta ai giardini pubblici, giocando
+al giuoco della campana con qualche ragazzo signore ancora più stupido
+di lui. La prese fra le dita e incominciò a intrecciarla in mille modi,
+e spesso, allontanando da sè la mano e tenendola aperta contro il sole,
guardava le belle luci di quella pietra verde che splendeva di mille
luci diverse. Certo che cosa era il nastro dorato di Rosina in confronto
di quella bella collana? Chi sa quanto tutte le sue rivali l'avrebbero
invidiata, vedendola apparire nella corte con quello splendore al collo,
-e come si sarebbero consumate di rabbia perchè non ne avevano una che
+e come si sarebbero consumate di rabbia perchè non ne avevano una che
potesse valere quanto quella! Rosina avrebbe picchiato Andromaco, e
forse Andromaco, stanco di buscarne da quella brutta civetta, si sarebbe
deciso a fare all'amore con lei. Egle aveva posato lo smeraldo dinnanzi
-a sè sopra un sasso, perchè il sole lo illuminasse in pieno. Ella
+a sè sopra un sasso, perchè il sole lo illuminasse in pieno. Ella
guardava l'acqua verde che ondeggiava sotto i fianchi delle navi e
pensava che la pietra della collana era proprio verde come una goccia di
quell'acqua.
@@ -2436,21 +2405,21 @@ orologio a pendolo che da un pezzo aveva cessato di segnare il tempo.
Anche Porfirio era vecchio come quell'orologio, e il suo cuore aveva da
un pezzo cessato di battere al semplice richiamo delle illusioni. Era
stato giovane come tutti gli uomini, e anche lui aveva avuto i suoi
-sogni. Ma quanto quei giorni felici erano ormai lontani! C'è chi sogna
-una donna amata, c'è chi sogna la gloria, c'è chi sogna la ricchezza,
-tesori nascosti, colpi di fortuna, eredità favolose, affari indovinati.
-Il sogno costante di Porfirio, durante tutta la sua vita, finchè la
+sogni. Ma quanto quei giorni felici erano ormai lontani! C'è chi sogna
+una donna amata, c'è chi sogna la gloria, c'è chi sogna la ricchezza,
+tesori nascosti, colpi di fortuna, eredità favolose, affari indovinati.
+Il sogno costante di Porfirio, durante tutta la sua vita, finchè la
vecchiaia non aveva steso un velo opaco sulla sua immaginazione, era
stato quello di trovare a un angolo di strada, camminando camminando,
come faceva lui, da mattina a sera, di porta in porta, con il suo sacco
in spalla e gli occhi bassi, qualche cosa di molto prezioso, che non gli
-costasse assolutamente nulla, perchè era roba trovata, e che,
+costasse assolutamente nulla, perchè era roba trovata, e che,
rivendendola, egli potesse ricavarne tutto guadagno.
-Fra sè, il vecchio meditava sulla sua sfortuna, mentre quei pescatori,
+Fra sè, il vecchio meditava sulla sua sfortuna, mentre quei pescatori,
risciacquando le loro reti, pescavano le false gemme del mare. Il suo
tubino calato sulla fronte, il naso arcigno, la pipa corta spenta fra i
-denti, la barba bianchiccia che gli pioveva giù dal mento sulla vecchia
+denti, la barba bianchiccia che gli pioveva giù dal mento sulla vecchia
palandrana verde, stava fermo come una statua, incantato dalle magiche
luci che saltavano sull'acqua. Ma quando alfine si riscosse, come se
improvvisamente al vecchio orologio chiuso nel suo sacco fosse scoccata
@@ -2459,87 +2428,87 @@ a lui era posata a secco una barca, mezzo rovesciata, con larghi squarci
nel ventre e tutta spalmata di nero catrame. Ma di sotto quella barca
spuntavano due piccole mani di bambina che giocavano con una pietra
verde, simile a una di quelle scheggie di vetro verde, levigate dal
-mare, che si raccolgono lungo le spiagge. Senonchè quella pietra
+mare, che si raccolgono lungo le spiagge. Senonchè quella pietra
sprigionava lampi meravigliosi, come avrebbe fatto un vero smeraldo,
tanto che al confronto l'acqua verde del mare pareva pallida e
-opaca.--Vecchia sgualdrina, pensò Porfirio indirizzandosi alla fortuna,
+opaca.--Vecchia sgualdrina, pensò Porfirio indirizzandosi alla fortuna,
quando finirai di tentarmi con i tuoi falsi miraggi? E, dato di piglio
-al sacco, sputò e fece due passi per andarsene lontano da quel luogo
+al sacco, sputò e fece due passi per andarsene lontano da quel luogo
pieno di supplizi.
*
* *
-Ma, fatti due passi, Porfirio si voltò. Egli non sapeva distaccarsi di
-là nel dubbio che quel falso smeraldo potesse essere invece uno smeraldo
-vero. Quanti non tradirono così la fortuna, proprio per averla
+Ma, fatti due passi, Porfirio si voltò. Egli non sapeva distaccarsi di
+là nel dubbio che quel falso smeraldo potesse essere invece uno smeraldo
+vero. Quanti non tradirono così la fortuna, proprio per averla
disprezzata quell'unica volta ch'essa era realmente a portata della loro
mano! E Porfirio, perplesso, non sapeva distogliere gli occhi da quella
pietra verde che ora, posata sopra un sasso, splendeva ferma al sole; e
avrebbe pagato non si sa quanto per sapere con certezza se era un pezzo
di vetro verde oppure un vero smeraldo.
-Egle intanto era già stanca di quella collana; già non le piaceva più.
-Poichè certo quella collana, con quella pietra così verde, era una bella
+Egle intanto era già stanca di quella collana; già non le piaceva più.
+Poichè certo quella collana, con quella pietra così verde, era una bella
collana; ma il nastro d'oro di Rosina era pure un bel nastro; e, come
nastro, era senza dubbio tanto bello quanto la sua collana. Egle sarebbe
-stata mille volte più felice se invece della collana avesse potuto
-mostrare a Rosina un nastro dorato che fosse più bello del suo. Allora
-certamente Rosina sarebbe stata umiliata e non avrebbe più portato il
-nastro di Andromaco come se fosse il più bel nastro dell'universo.
-
-Quando Porfirio, apparendo improvvisamente di dietro la barca, si fermò
-dinnanzi a lei, e le domandò:--Bambina, che cos'è quella pietra verde
-che ci giuochi? Egle lo guardò senza paura e rispose:--È una collana,
-non la vedi? E quando Porfirio, con la voce più buona del mondo e
+stata mille volte più felice se invece della collana avesse potuto
+mostrare a Rosina un nastro dorato che fosse più bello del suo. Allora
+certamente Rosina sarebbe stata umiliata e non avrebbe più portato il
+nastro di Andromaco come se fosse il più bel nastro dell'universo.
+
+Quando Porfirio, apparendo improvvisamente di dietro la barca, si fermò
+dinnanzi a lei, e le domandò:--Bambina, che cos'è quella pietra verde
+che ci giuochi? Egle lo guardò senza paura e rispose:--È una collana,
+non la vedi? E quando Porfirio, con la voce più buona del mondo e
sorridendo amorevole, le disse:--Ah! come faccio a vederla se sono mezzo
-cieco? Dammela un momento che guardo che razza di vetro è
+cieco? Dammela un momento che guardo che razza di vetro è
quello...--Egle gliela porse tranquillamente, e si mise a grattar la
terra con un sasso.
-Porfirio accostò gli occhi allo smeraldo e lo scrutò per ogni verso, lo
-palpò col polpastrello di ogni dito, lo pesò sul palmo della mano e si
-mise a ridere.--Scommetto, disse, che l'hai pagato più di quattro soldi.
-Egle lo guardò con disprezzo e rispose pronta:--Quattro soldi? Più di
-venti, ne costa...--Per Dio! esclamò Porfirio, più di venti soldi? Se
+Porfirio accostò gli occhi allo smeraldo e lo scrutò per ogni verso, lo
+palpò col polpastrello di ogni dito, lo pesò sul palmo della mano e si
+mise a ridere.--Scommetto, disse, che l'hai pagato più di quattro soldi.
+Egle lo guardò con disprezzo e rispose pronta:--Quattro soldi? Più di
+venti, ne costa...--Per Dio! esclamò Porfirio, più di venti soldi? Se
erano soltanto quindici, te lo ricompravo io.
-Egle abbassò il capo. Quindici soldi! Forse con quindici soldi, forse
+Egle abbassò il capo. Quindici soldi! Forse con quindici soldi, forse
anche soltanto con dieci, avrebbe potuto comprare un bel pezzo di nastro
-d'oro, più bello, più largo, più ricco del nastro che Andromaco aveva
+d'oro, più bello, più largo, più ricco del nastro che Andromaco aveva
regalato a Rosina. Nella vetrina d'una bottega di merciaio, ne aveva
veduti dei gomitoli immensi, tutti d'oro, oppure d'oro e argento
intrecciati, che erano nastri non mai veduti altrove. Quindici soldi
-valevano forse quindici volte più di quella collana, che non aveva di
+valevano forse quindici volte più di quella collana, che non aveva di
bello se non quella pietra verde!
Porfirio sentiva il suo vecchio cuore scoppiare, e di sotto il tubino
nero gli gocciolava sulla fronte un sudor freddo. Quello era proprio un
vero smeraldo. Ma come la fortuna gli si mostrava fino all'ultimo avara!
Quella stupida bambina lo aveva certamente trovato per via, e mentiva
-quando diceva d'averlo pagato più di venti soldi. Ma lui, Porfirio,
+quando diceva d'averlo pagato più di venti soldi. Ma lui, Porfirio,
nella migliore ipotesi, per averlo, avrebbe ora dovuto pagare almeno
quindici soldi, anche se la bambina non ne avesse pretesi ad ogni costo
-venti. E così la sua gioia non sarebbe stata neppure quella volta piena
+venti. E così la sua gioia non sarebbe stata neppure quella volta piena
ed intera.
-Allora Porfirio afferrò il suo sacco per il collo, lo squassò e lo
-sbatacchiò per terra. Il vecchio orologio, risvegliato da
-quell'imprevisto sconquasso, digrignò i denti di tutte le sue ruote
-arrugginite e incominciò a battere come un tamburo. E Porfirio,
+Allora Porfirio afferrò il suo sacco per il collo, lo squassò e lo
+sbatacchiò per terra. Il vecchio orologio, risvegliato da
+quell'imprevisto sconquasso, digrignò i denti di tutte le sue ruote
+arrugginite e incominciò a battere come un tamburo. E Porfirio,
spalancando gli occhi e soffiandosi furiosamente nella barba, disse con
voce cupa:
---Bambina, lo vedi questo sacco? Lo senti questo tamburo che suona là in
-fondo? Questo è il sacco nero dove sta chiuso l'uomo nero, e questo
-tamburo è la pancia dell'uomo nero che ha fame di bambine vanitose e
+--Bambina, lo vedi questo sacco? Lo senti questo tamburo che suona là in
+fondo? Questo è il sacco nero dove sta chiuso l'uomo nero, e questo
+tamburo è la pancia dell'uomo nero che ha fame di bambine vanitose e
cattive che portano collane con una pietra verde. Ora guardalo che salta
fuori e ti si mangia tutta in un boccone!
Quando Porfirio ebbe pronunciate queste spaventose parole, l'orologio
-nel sacco, stanco, si era già riaddormentato. Ma Egle coi capelli ritti
+nel sacco, stanco, si era già riaddormentato. Ma Egle coi capelli ritti
fuggiva ancora gridando:--Mamma, mamma! e Porfirio non la rivide mai
-più.
+più.
*
* *
@@ -2550,8 +2519,8 @@ vecchi orologi, di scarpe sfondate, di ferramenta rugginose e di
bottiglie vuote. Una bilancia stava appesa a un chiodo. In fondo, tra
gli altri stracci, c'erano quelli che gli servivano da letto. Quando
Porfirio si fu chiuso nella sua bottega e, acceso un moccolo di candela,
-aprì finalmente le dita che stringevano la bella collana di Daria,
-sembrò al vecchio che quelle nere pareti, tutte coperte di ragnatele, si
+aprì finalmente le dita che stringevano la bella collana di Daria,
+sembrò al vecchio che quelle nere pareti, tutte coperte di ragnatele, si
illuminassero di una luce stupenda, come se per il tetto scoperchiato vi
fosse piovuta dentro la luna in una notte serena. Ora egli poteva godere
liberamente di quello splendore magico, inebbriarsene, e magari piangere
@@ -2564,38 +2533,38 @@ smeraldo meraviglioso che vinceva in fulgore la luce stessa del sole.
Dio l'aveva infine premiato!
Porfirio non volle mostrarsi da meno del suo sublime benefattore, e
-quando il pensiero della Divina Provvidenza balenò alla sua mente
+quando il pensiero della Divina Provvidenza balenò alla sua mente
eccitata, subito egli cadde in ginocchio; e senza staccare gli occhi
dallo smeraldo che la fiamma tremula della candela illuminava in tutto
-il suo splendore, egli pregò a lungo, umilmente e in silenzio. Chi lo
-avesse veduto allora avrebbe pensato ciò che tutti falsamente pensano
-degli avari, e cioè che egli adorasse in ginocchio quello smeraldo. In
-realtà nello smeraldo di Daria Porfirio adorava unicamente Iddio. Poi si
-levò, e volle che una giornata tanto memoranda non avesse altro seguito.
+il suo splendore, egli pregò a lungo, umilmente e in silenzio. Chi lo
+avesse veduto allora avrebbe pensato ciò che tutti falsamente pensano
+degli avari, e cioè che egli adorasse in ginocchio quello smeraldo. In
+realtà nello smeraldo di Daria Porfirio adorava unicamente Iddio. Poi si
+levò, e volle che una giornata tanto memoranda non avesse altro seguito.
Se fosse stato un nume, avrebbe comandato al sole di anticipare il
tramonto. Non essendo che un povero rigattiere, fece la notte per conto
proprio, spense il moccolo, e stringendosi al cuore quella collana tanto
-amata, si coricò, per dormire, nel suo lettuccio di stracci. Ma il sonno
-non fu così ubbidiente come egli avrebbe voluto. I suoi occhi non
+amata, si coricò, per dormire, nel suo lettuccio di stracci. Ma il sonno
+non fu così ubbidiente come egli avrebbe voluto. I suoi occhi non
potevano addormentarsi, come accade quando, in estate, coricati sotto un
verde albero, un raggio di sole, attraverso il folto fogliame, cade a
piombo sulle vostre palpebre chiuse. Quella luce che feriva gli occhi
chiusi di Porfirio era un raggio verde smeraldo.
-Alfine, senza accorgersene, egli si addormentò, e sognò tutta la notte,
-ma di quei sogni non conservò, al ridestarsi, alcun preciso ricordo.
-Appena riaperti gli occhi, egli si sentì felice. Ma prima di afferrare
-la ragione di quella felicità gli abbisognò di ricercarla a fatica per
-più d'un minuto. Quando l'ebbe afferrata, se ne rallegrò vivamente. Ma
-avendo già pagato il suo tributo d'entusiasmo alla propizia fortuna,
-tenne spenti i fuochi di fantasia e chiamò invece a raccolta le idee
+Alfine, senza accorgersene, egli si addormentò, e sognò tutta la notte,
+ma di quei sogni non conservò, al ridestarsi, alcun preciso ricordo.
+Appena riaperti gli occhi, egli si sentì felice. Ma prima di afferrare
+la ragione di quella felicità gli abbisognò di ricercarla a fatica per
+più d'un minuto. Quando l'ebbe afferrata, se ne rallegrò vivamente. Ma
+avendo già pagato il suo tributo d'entusiasmo alla propizia fortuna,
+tenne spenti i fuochi di fantasia e chiamò invece a raccolta le idee
pratiche. Il grande affare di Porfirio in quel giorno e per molti giorni
successivi, fu di cercare per le cantonate se qualcuno avesse perduta
-una collana con uno smeraldo e facesse appello all'onestà di chi l'aveva
+una collana con uno smeraldo e facesse appello all'onestà di chi l'aveva
trovata per ricuperarla con la promessa di un premio. Porfirio si
-sentiva sicuramente superiore a un'onestà che per manifestarsi aveva
-bisogno di così fatte lusinghe. Ma avrebbe volentieri letto un manifesto
-concernente lo smarrimento di quella collana poichè quella collana
+sentiva sicuramente superiore a un'onestà che per manifestarsi aveva
+bisogno di così fatte lusinghe. Ma avrebbe volentieri letto un manifesto
+concernente lo smarrimento di quella collana poichè quella collana
poteva esser stata smarrita, ma poteva anche essere stata rubata; e
Porfirio aveva fretta di risolvere con certezza questo dubbio grave, per
sapere in che modo comportarsi nel commercio che pensava di farne.
@@ -2603,52 +2572,52 @@ sapere in che modo comportarsi nel commercio che pensava di farne.
Ma nessuno fece ricerche della collana di Daria. I muri delle case non
suggerirono nulla a Porfirio, e Porfirio dovette affidarsi alla propria
prudenza, che era in tutto degna di un savio suo pari. Egli dunque
-continuò a commerciare in stracci e in bottiglie usate, girovagando di
+continuò a commerciare in stracci e in bottiglie usate, girovagando di
porta in porta con il suo vecchio sacco sulle spalle, il tubino unto
calato sugli occhi, e in tutti i suoi atti la solita modestia e
-semplicità. Il suo tesoro lo portava annodato in un fazzoletto e sepolto
+semplicità. Il suo tesoro lo portava annodato in un fazzoletto e sepolto
in una tasca misteriosa che s'apriva nella fodera della sua palandrana.
Come tutti gli eroi, egli aspettava pazientemente la sua ora. Quando
vedeva una bambina con un vestito scozzese, senza affrettare il passo
imbucava la prima porta che gli si parava dinnanzi o voltava l'angolo
-della prima strada. Con un gesto naturalissimo si calava ancora più sul
-naso le falde del cappello, e così procedeva fiducioso che la sorte non
-avrebbe disfatto ciò che aveva fatto una volta. Ma una mattina, mentre
+della prima strada. Con un gesto naturalissimo si calava ancora più sul
+naso le falde del cappello, e così procedeva fiducioso che la sorte non
+avrebbe disfatto ciò che aveva fatto una volta. Ma una mattina, mentre
avrebbe dovuto svegliarsi con il pensiero deciso di affrontare
finalmente l'inevitabile quanto sospirata conclusione di quella strana
-avventura, il vecchio Porfirio non si svegliò. Un rigattiere suo
+avventura, il vecchio Porfirio non si svegliò. Un rigattiere suo
concorrente gli chiuse gli occhi, che pur senza svegliarsi si erano
-aperti. Ed è importante sapere che egli fu seppellito nudo in una cassa
+aperti. Ed è importante sapere che egli fu seppellito nudo in una cassa
d'abete.
*
* *
-L'autunno era trascorso: incominciò il grigio inverno. Io allora mi
+L'autunno era trascorso: incominciò il grigio inverno. Io allora mi
aggiravo per la mia casa, pallido come un morto, appoggiandomi ad un
bastone, cercando a poco a poco di riconoscere le cose alle quali avevo
-già detto addio quando credevo che non le avrei più rivedute. La mia
+già detto addio quando credevo che non le avrei più rivedute. La mia
febbre era durata molte settimane, e quando alfine mi ridestai dal suo
-sonno malefico, tutti mi dissero che io, più d'una volta, avevo varcata
-d'un passo la soglia dell'al di là. Ma sempre il peso vivo dei miei
+sonno malefico, tutti mi dissero che io, più d'una volta, avevo varcata
+d'un passo la soglia dell'al di là. Ma sempre il peso vivo dei miei
vent'anni m'aveva tirato indietro, ed ero infine rimasto con quanti ad
ogni costo volevano che non me ne andassi da quello che, per ironia, si
chiama il banchetto della vita.
-La stagione era triste, grigia, piovosa. Io non potevo arrischiarmi nè
-al vento, nè alla pioggia, nè all'aria gelida di novembre. Dalla
+La stagione era triste, grigia, piovosa. Io non potevo arrischiarmi nè
+al vento, nè alla pioggia, nè all'aria gelida di novembre. Dalla
finestra dietro la quale rimanevo per lunghe ore seduto, vedevo le
colline deserte e squallide, i campi grigi, il bosco tutto giallo e
nudo. Se dal cielo sempre nuvoloso un povero raggio di sole per un
momento appena illuminava quel paesaggio invernale, si accendeva qua e
-là, sorridente, qualche raro cespuglio ancor verde, come una speranza
-subito soffocata di primavera. Il cielo non aveva più luna, non più
-stelle. Perciò quella stagione era senza notti. Era tuttavia piena di
+là, sorridente, qualche raro cespuglio ancor verde, come una speranza
+subito soffocata di primavera. Il cielo non aveva più luna, non più
+stelle. Perciò quella stagione era senza notti. Era tuttavia piena di
tenebre, che calavano assai presto e duravano a lungo, e costringevano
-tutte le cose ad una dolorosa cecità. Allora io mi rifugiavo accanto al
+tutte le cose ad una dolorosa cecità. Allora io mi rifugiavo accanto al
fuoco, e l'immagine di Daria, quella di Clauss, quella di Sterpoli,
-disgraziato, mi visitavano, e si sedevano al mio fianco, rimanendo là
-mute ed immobili finchè io con uno sforzo non le mandavo via. Ma non
+disgraziato, mi visitavano, e si sedevano al mio fianco, rimanendo là
+mute ed immobili finchè io con uno sforzo non le mandavo via. Ma non
appena se ne erano andate, bastava che distrattamente rivolgessi loro un
pensiero, per vederle subito riapparire dall'ombra in cui erano
scomparse, come se il loro compito fosse di tenersi sempre pronte a
@@ -2657,17 +2626,17 @@ prima di addormentarmi, di vedere la mattina dopo la neve candida e
silenziosa posarsi sulle colline, sui campi, sui boschi.
Una di quelle sere si festeggiava il compleanno di Silvina. Eravamo
-tutti seduti intorno alla tavola imbandita. Mia madre, guardandomi più
+tutti seduti intorno alla tavola imbandita. Mia madre, guardandomi più
teneramente che mai, mi supplicava con gli occhi di sorridere un poco, e
Silvina, vestita con un bellissimo abito nuovo di seta cangiante, non
staccava mai le pupille da un anello di platino con un piccolo fiore di
smalto azzurro che portava all'anulare destro, ed era il dono che le
-avevano fatto le sorelle insieme. Mio padre era stato in città tutto il
+avevano fatto le sorelle insieme. Mio padre era stato in città tutto il
giorno, e la diligenza era arrivata allora allora dinnanzi alla nostra
porta, e s'udivano i cavalli nitrire, scalpitare e scuotere le loro
squillanti sonagliere. Non aspettavamo che lui per incominciare il
-pranzo. Ed egli entrò ridendo, abbracciò la mamma, baciò tutti noi, e si
-fermò dietro a Silvina. Si frugò in tasca, e guardandoci uno per uno con
+pranzo. Ed egli entrò ridendo, abbracciò la mamma, baciò tutti noi, e si
+fermò dietro a Silvina. Si frugò in tasca, e guardandoci uno per uno con
occhi che esprimevano una gran meraviglia, ne trasse una collana adorna
d'uno stupendo smeraldo. A quell'improvvisa apparizione io mi sentii
tutto gelare il sangue e chiusi gli occhi per non vedere quello
@@ -2679,13 +2648,13 @@ esile gola.
Mio padre disse onestamente:
---Deve essere roba rubata, perchè l'ho presa quasi per nulla.
+--Deve essere roba rubata, perchè l'ho presa quasi per nulla.
-Poi baciò in fronte Silvina e soggiunse:
+Poi baciò in fronte Silvina e soggiunse:
--Neppure tua madre, un gioiello di questa bellezza, non l'ha avuto mai!
-Si sedette soddisfatto e spezzò il suo pane.
+Si sedette soddisfatto e spezzò il suo pane.
@@ -2700,84 +2669,84 @@ Silvina.
I.
-Delle mie tre sorelle, Silvina, la minore, è oggi una principessa. Porta
+Delle mie tre sorelle, Silvina, la minore, è oggi una principessa. Porta
vestiti sfarzosi che il principe paga per lei, grossi brillanti alle
-dita, ed esce per la città adagiata in una grande carrozza a due
-cavalli, con cocchiere e lacchè. Lungo la strada semina occhiate come
+dita, ed esce per la città adagiata in una grande carrozza a due
+cavalli, con cocchiere e lacchè. Lungo la strada semina occhiate come
elemosine. I suoi occhi, che erano un tempo semplicemente chiari, come
quelli di mia madre, sono ora grandi il doppio e cerchiati di una spessa
ombra. Ciglia e sopracciglia, che erano bionde, sono diventate nere; e
somigliano al velluto. Attraverso questo negrore notturno i suoi occhi
scuri mandano luci fredde e pallide come scintille.
-Se non sapessi che è veramente Silvina, io stesso non la riconoscerei.
+Se non sapessi che è veramente Silvina, io stesso non la riconoscerei.
Soltanto i suoi capelli sono rimasti quelli che erano; se mai con
-riflessi dorati qua e là più vivaci, specie dove a ondate si riempiono
-di bagliori. Si ricorderà mai, la piccola, dei giorni in cui mia madre
+riflessi dorati qua e là più vivaci, specie dove a ondate si riempiono
+di bagliori. Si ricorderà mai, la piccola, dei giorni in cui mia madre
glieli pettinava, quei suoi capelli meravigliosi, lei seduta dinnanzi
allo specchio, mia madre in piedi dietro le sue spalle a dipanarli come
oro filato? La mano di mamma si posava ogni tanto sul suo capo e vi si
indugiava un poco, come si posa la mano sul capo di un bimbo sperduto e
-gli si dice:--Ti protegga Iddio, poverino, così bisognoso d'aiuto!--E
+gli si dice:--Ti protegga Iddio, poverino, così bisognoso d'aiuto!--E
anche continuando a passare il pettine nelle sue chiome disciolte, e poi
a spartirgliele e ad annodarle, per tutto il tempo mia madre la guardava
attentamente nello specchio, come se cercasse qualche cosa di molto
nascosto in quell'immagine che lo specchio racchiudeva nella sua
cornice.
-Allora Silvina era appena fanciulla; aveva sì e no sedici anni. Le
+Allora Silvina era appena fanciulla; aveva sì e no sedici anni. Le
piaceva vestir bene. Nella nostra casa si avevano abitudini signorili,
ma da gente di campagna, semplici. Mia madre vestiva e si pettinava
all'antica. Era bellissima, ma come le donne potevano piacere un tempo.
-Così appunto era piaciuta a mio padre. Silvina invece voleva abiti di
-seta, tagliati con uno stile che doveva essere nuovo. In realtà ella
+Così appunto era piaciuta a mio padre. Silvina invece voleva abiti di
+seta, tagliati con uno stile che doveva essere nuovo. In realtà ella
inventava i suoi abiti, ricercando, per lunghe ore e spesso per interi
giorni, fra pieghe di stoffe di solito cupe come il suo carattere, fogge
-capricciose come i suoi pensieri, che erano d'una volubilità
-straordinaria e più stravaganti delle nuvole. Il suo segreto, credo,
+capricciose come i suoi pensieri, che erano d'una volubilità
+straordinaria e più stravaganti delle nuvole. Il suo segreto, credo,
consisteva nel comporre intorno alla sua persona, che era mingherlina,
-esile e di statura poco più che infantile, dei larghi e ariosi fiori, un
+esile e di statura poco più che infantile, dei larghi e ariosi fiori, un
fiore unico anzi, come un gran giglio o una gran rosa rovesciata, entro
cui, senza scomparire del tutto, il suo corpo piccolo stava come un
-gambo. Così vestita pareva che il suo abito la portasse, e che volasse
+gambo. Così vestita pareva che il suo abito la portasse, e che volasse
come una farfalla.
-Mio padre era un uomo ruvido, e per ciò gli piaceva quella piccola
+Mio padre era un uomo ruvido, e per ciò gli piaceva quella piccola
creatura delicata e difficile. Egli la seguiva sempre con occhi pieni di
allegrezza, quando la vedeva passare per il giardino o muoversi per la
casa spaziosa e nuda. Credo che la paragonasse anch'egli a una farfalla
o a un fiore, e che fosse felice e teneramente innamorato di lei. Gli
-piacevano i suoi capricci, la stranezza e la novità dei suoi modi, il
+piacevano i suoi capricci, la stranezza e la novità dei suoi modi, il
suo carattere scontroso e indipendente, e quella grazia, come dire?
-isolata, che ella non dedicava a nessuno, ma soltanto a sè stessa.
-Silvina infatti non viveva che per sè sola. Non aveva per la mamma nè
-tenerezze nè confidenze nè abbandoni. Per mio padre non dimostrava
+isolata, che ella non dedicava a nessuno, ma soltanto a sè stessa.
+Silvina infatti non viveva che per sè sola. Non aveva per la mamma nè
+tenerezze nè confidenze nè abbandoni. Per mio padre non dimostrava
nessun sentimento cordiale, ma semplicemente rispetto. Con le sorelle
-non era legata da nessuna intimità. Quanto a me, si degnava appena, e
+non era legata da nessuna intimità. Quanto a me, si degnava appena, e
raramente, di farmi sentire fino a che punto mi disprezzasse. Rimaneva
-lunghe ore chiusa nella sua camera. Si cambiava più volte d'abito, per
+lunghe ore chiusa nella sua camera. Si cambiava più volte d'abito, per
l'unica gioia di vedersi nello specchio. Faceva e disfaceva la sua
pettinatura per il solo gusto di stabilire in quanti modi avrebbe potuto
trasformarsi, rimanendo sempre bella abbastanza per essere contenta di
-sè.
+sè.
Debbo confessare che la spiavo spesso in questa sua bizzarra vita,
-perchè anch'io, come mio padre, come tutti noi, ero teneramente
+perchè anch'io, come mio padre, come tutti noi, ero teneramente
innamorato di lei. Ella esercitava su me un fascino che allora non
sapevo spiegarmi, ma che ora spiego, e posso anche analizzare. Silvina
somigliava a un mio ricordo; somigliava a qualcuno di cui ero stato
perdutamente innamorato. Non potevo guardarla senza avere la precisa e
viva percezione di tutto il male di cui la sentivo capace, quella
-creatura così delicata e graziosa, con quelle piccole mani bianche e
+creatura così delicata e graziosa, con quelle piccole mani bianche e
affilate. Ma aveva nel profondo del mio pensiero un nome che non oso
ripetere, e che non era: Silvina. Io la vedevo poi in procinto di
partire da quel medesimo punto al quale ero appena arrivato per miracolo
-ancora vivo, e avevo paura per lei di ciò che avrebbe potuto compiere
+ancora vivo, e avevo paura per lei di ciò che avrebbe potuto compiere
inconsapevolmente a danno di chiunque si fosse incontrato con uno suo
-capriccio. Non aveva mai conosciuto, Silvina, l'ingenuità fiduciosa dei
-miei vent'anni. Ignorava che cosa volesse dire essere buoni, cioè
+capriccio. Non aveva mai conosciuto, Silvina, l'ingenuità fiduciosa dei
+miei vent'anni. Ignorava che cosa volesse dire essere buoni, cioè
considerare con benevolenza tutte le cose, andare incontro alla vita
-sorridendo, disarmati, a braccia tese, con quella beata cecità che
+sorridendo, disarmati, a braccia tese, con quella beata cecità che
conduce al precipizi. Ella era armata di un tremendo egoismo; e credo
che la sua piccola testa fosse tutta piena di calcoli.
@@ -2788,31 +2757,31 @@ II.
Forse, se la nostra casa non fosse stata prossima alla strada maestra,
-Silvina, già così pallida allora, sarebbe a poco a poco sfiorita in
+Silvina, già così pallida allora, sarebbe a poco a poco sfiorita in
questa specie di semplice e riposante clausura in cui si vive qui
forzatamente, fra usanze antiche, e da molti anni sempre uguali. Sarebbe
oggi o fra poco una zitella taciturna ed arcigna, come se ne incontrano
-di domenica in questi dintorni, brutte più di anima che di corpo, con
+di domenica in questi dintorni, brutte più di anima che di corpo, con
cuffie strette e begli abiti passati di moda nei quali ancora per
dispetto si pavoneggiano. Ma la nostra casa, i vecchi, la costruirono
-sulla strada, con giardino ed orto alle spalle, anzichè tutto intorno, e
-per di più con una grande e bassa terrazza che si affaccia sul via vai,
-alle cui ringhiere s'intrecciò poi il glicine, che ora fiorisce e la
+sulla strada, con giardino ed orto alle spalle, anzichè tutto intorno, e
+per di più con una grande e bassa terrazza che si affaccia sul via vai,
+alle cui ringhiere s'intrecciò poi il glicine, che ora fiorisce e la
ricopre. Molti bussano alla nostra porta. Molti che passano, molti
mendicanti, molti curiosi, non possono fare a meno di fermarsi e di
bussare, di guardare in su alle finestre e di scambiare parole con la
gente di casa. Anche noi apparteniamo alla strada. Io capisco benissimo
-che è una tentazione troppo forte questa casa signorile a portata di
+che è una tentazione troppo forte questa casa signorile a portata di
tutti gli occhi e di tutte le mani, dinnanzi alla quale si passa
impolverati, stanchi dopo ore ed ore di strada attraverso colline brulle
e campagne in gran parte desolate, prima di arrivare al paese. Anch'io
forse farei come tutti gli altri, se fossi dalla loro parte.
Vi sono ancora oggi dei giovani romantici, molte idee romantiche nel
-mondo. Si subisce la seduzione delle vecchie idee, unicamente perchè se
+mondo. Si subisce la seduzione delle vecchie idee, unicamente perchè se
ne stanno silenziose e sconosciute dentro di noi, che le crediamo
lontane e morte, e a nostra insaputa generano idee e fatti che a noi
-paiono nuovi. Dico questo perchè mi riesce estremamente difficile
+paiono nuovi. Dico questo perchè mi riesce estremamente difficile
procedere diritto nel mio racconto. Io sono stato senza dubbio del
numero: anch'io un romantico. Zotico, campagnolo, con la mia faccia
plebea, i miei capelli disordinati, i miei abiti modesti e senza
@@ -2826,7 +2795,7 @@ capito che cosa sia l'amore di una fanciulla, come nasca, e che cosa le
faccia innamorare. Ma credo che egli fosse appunto uno di quei giovani
per i quali le fanciulle, guardandoli mentre passano per la via,
piangono, di sera, sole, nei vani delle finestre, e sospirando pensano
-di morire. Lo vedevo qualche volta venire dalla parte della città,
+di morire. Lo vedevo qualche volta venire dalla parte della città,
cavalcando un bel cavallo irlandese, e, subito dopo la nostra casa,
uscire dalla strada maestra e piegare per i prati verso il greto del
fiume. Lo seguivo mentre caracollava fra gli alberi fino alla grande
@@ -2838,15 +2807,15 @@ trascorrevo lunghe ore alla finestra, a respirare l'aria profumata dai
fieni appena tagliati, ad ascoltare i grilli e tutte le indefinibili
musiche che l'ombra stellata delle sere estive suscita per i campi e
disperde poi nell'infinito. Quel giovane, passando, stendeva la mano e
-strappava al nostro glicine, che già era sfiorito, una delle sue foglie.
+strappava al nostro glicine, che già era sfiorito, una delle sue foglie.
Anche Silvina stava a quell'ora dietro le persiane socchiuse della sua
finestra a guardare. Ma io non pensavo che ella guardasse quel giovane.
-Pensavo che stesse là, come me, a fantasticare i suoi strani sogni, e
+Pensavo che stesse là, come me, a fantasticare i suoi strani sogni, e
che semplicemente lo vedesse passare.
Per un giorno solo, in tutto l'anno, questo tratto di strada che corre
-dalla nostra casa al paese, si riempie di popolo; non pare più di stare
-in campagna, ma nel sobborgo di una città; i mercanti girovaghi di tutta
+dalla nostra casa al paese, si riempie di popolo; non pare più di stare
+in campagna, ma nel sobborgo di una città; i mercanti girovaghi di tutta
la provincia vi si fermano con i loro carretti, legano i cavalli magri e
i loro ciuchi pelati agli alberi, piantano i loro banchi riparati da
tende d'ogni colore, e si mettono a vendere come in tante botteghe.
@@ -2854,7 +2823,7 @@ Vengono pasticcieri che filano zucchero bianco verde e rosa, e tagliano
le caramelle con le forbici, e giocattolai che vendono giocattoli di
legno e di latta, bambole di cartapesta in camicia, e sopratutto
trombette e quegli strumenti a fiato che solo i contadini suonano e si
-chiamano «organini»; sotto ripari di frasche verdi, che poi
+chiamano «organini»; sotto ripari di frasche verdi, che poi
ingialliscono al sole, si aprono spacci di vino, e in un campo si pianta
un ballo pubblico, dove i bei giovani del paese e di tutti i dintorni,
che portano fazzoletti di seta sgargianti intorno al collo e grandi
@@ -2864,39 +2833,39 @@ interminabili e sudate danze al suono di un violino o di un flauto.
Ora, eravamo alla vigilia di quel giorno, e, all'imbrunire, si stava
tutti dinnanzi alla porta, a guardare gli operai che con lunghe scale
appendevano lampioncini colorati a certi fili tesi attraverso la strada,
-quando s'udì la voce di mia madre, che dall'alto di una delle nostre
+quando s'udì la voce di mia madre, che dall'alto di una delle nostre
finestre, esclamava soffocata:
---Ma che cos'è? Che cosa è stato?
+--Ma che cos'è? Che cosa è stato?
Alzammo il capo e la vedemmo affacciata al davanzale, pallida, che
guardava lontano, verso il fiume, dove noi non potevamo vedere nulla
-perchè la siepe ce lo impediva.
+perchè la siepe ce lo impediva.
---Mio Dio! gridò mia madre. Poi si ritrasse dalla finestra, poi si
-riaffacciò, e mi disse, agitando le mani:--Corri, Paris! Silvina,
-Silvina è caduta...
+--Mio Dio! gridò mia madre. Poi si ritrasse dalla finestra, poi si
+riaffacciò, e mi disse, agitando le mani:--Corri, Paris! Silvina,
+Silvina è caduta...
Mi buttai attraverso la siepe e, correndo per il viottolo lungo il
fosso, vidi finalmente Silvina che mi correva incontro, con le mani
-strette sul cuore, così pallida che mi fece paura. Ci incontrammo ed
+strette sul cuore, così pallida che mi fece paura. Ci incontrammo ed
ella mi cadde fra le braccia, tremando, con gli occhi chiusi, il respiro
soffocato, incapace di parlare. Il suo piccolo cuore batteva nella mia
mano come se fosse nudo; i capelli, nella corsa, le si erano sciolti, e
-le cadevano sulle spalle come serpi d'oro. Con uno sforzo riaprì gli
-occhi e sospirò:
+le cadevano sulle spalle come serpi d'oro. Con uno sforzo riaprì gli
+occhi e sospirò:
---Laggiù... Sull'argine... è caduto...
+--Laggiù... Sull'argine... è caduto...
Allora guardai verso il fiume, vidi un cavallo libero che galoppava
attraverso i prati, e subito lo riconobbi.
---Lasciami sedere sull'erba, mormorò Silvina.
+--Lasciami sedere sull'erba, mormorò Silvina.
La posai sull'erba e ripresi la mia corsa verso il fiume. Mio padre,
-seguito da altri uomini, apparve al di qua della siepe. Egli si fermò
+seguito da altri uomini, apparve al di qua della siepe. Egli si fermò
accanto a Silvina, e gli altri continuarono a correre dietro di me.
-Giunto in fondo al sentiero, là dove esso sale lungo l'argine, vidi quel
+Giunto in fondo al sentiero, là dove esso sale lungo l'argine, vidi quel
giovane disteso immobile sulle pietre bianche del greto. Giaceva supino,
le braccia aperte, la bella fronte macchiata di sangue rivolta al cielo
che tutta l'illuminava.
@@ -2904,16 +2873,16 @@ che tutta l'illuminava.
--Presto! Presto! gridai spaventato. Portiamolo via di qui!
Lo prendemmo in quattro, lo sollevammo e incominciammo a portarlo. Non
-un gemito uscì dalle sue labbra. Il suo corpo era inanimato, e pesante
+un gemito uscì dalle sue labbra. Il suo corpo era inanimato, e pesante
della pesantezza che ha la morte. Quando giungemmo sulla strada, Silvina
-rientrava allora in casa, sostenuta da mio padre. Nemmeno si voltò.
+rientrava allora in casa, sostenuta da mio padre. Nemmeno si voltò.
-Appena adagiato sul letto il ferito riaprì gli occhi, e li posò su mia
+Appena adagiato sul letto il ferito riaprì gli occhi, e li posò su mia
madre, che con le mani gli teneva distesa sulla fronte una benda
inzuppata d'aceto. A lungo le sue pupille estatiche, vaghe, stettero
ferme su lei, che pure lo guardava con amore. Poi, richiuse le palpebre,
-si assopì. Mia madre annodò la benda intorno al suo capo, gli aggiustò i
-riccioli sulle tempie e dietro le orecchie, e ordinò a tutti di
+si assopì. Mia madre annodò la benda intorno al suo capo, gli aggiustò i
+riccioli sulle tempie e dietro le orecchie, e ordinò a tutti di
camminare in punta di piedi.
Fummo chiamati per il pranzo, ma il posto di Silvina rimase vuoto. Ella
@@ -2928,10 +2897,10 @@ temuto che il cavallo, galoppando per il sentiero, la travolgesse, si
era messa a fuggire disperatamente, ed era anche caduta una volta,
inciampando in un sasso. Allora l'aveva veduta mia madre dalla finestra,
e fortunatamente noi avevamo potuto accorrere subito, soccorrere lei e
-il ferito. Ma Silvina, che nessuno aveva più veduto piangere da un
+il ferito. Ma Silvina, che nessuno aveva più veduto piangere da un
pezzo, era stata presa da una crisi di singhiozzi, tanto era stato in
lei lo spavento per quel tragico accidente. Mio padre era convinto di
-ciò che diceva, parlandone a tavola a noi tutti che lo ascoltavamo in
+ciò che diceva, parlandone a tavola a noi tutti che lo ascoltavamo in
silenzio.
Intanto fuori, lungo tutta la strada, avevano accesi i lampioncini di
@@ -2942,7 +2911,7 @@ delle lingue di Menelicche, le campane della chiesa maggiore,
spalancando d'un tratto le loro gole sonore, soffocarono in un sol
frastuono confuso e ondeggiante quei rumori, quelle voci, quei suoni
ancora distinti e isolati. Allora chi volle salvarsi da quella
-sommersione dovette moltiplicare la voce. La strada si mise così in gara
+sommersione dovette moltiplicare la voce. La strada si mise così in gara
col campanile, e quando infine, stanco, il campanile tacque, la strada
rimase piena di grida, di strombettii, di fischi assordanti, che da quel
momento non si placarono se non a tarda notte.
@@ -2961,47 +2930,47 @@ suo irlandese impazzito caracollava solo per la campagna. La sua fronte
macchiata di sangue riappariva continuamente, rossa, dinnanzi ai miei
occhi. Allora non c'era stata ancora la guerra, e nessuno di noi aveva
imparato a considerare con rassegnazione prima, poi con indifferenza le
-più crudeli immagini della morte, a pesare il dolore sul palmo della
+più crudeli immagini della morte, a pesare il dolore sul palmo della
mano, come fa Amleto con il teschio di Yorik. Io ragionavo fra me della
-sorte che ci incombe, e come essa colpisca sempre con rapidità fulminea:
+sorte che ci incombe, e come essa colpisca sempre con rapidità fulminea:
improvvisa e inevitabile. Poi ragionavo anche del fatto che la morte
sarebbe poca cosa, e forse per nulla orribile, se ad essa
sopravvivessero le passioni dell'uomo; le sue speranze, i suoi sogni,
-cioè il suo spirito, il suo pensiero, la sua volontà, e tutto ciò fosse
+cioè il suo spirito, il suo pensiero, la sua volontà, e tutto ciò fosse
sensibile ancora e vitale dopo la morte.
Poi rivedevo Silvina, e veramente un'immagine fino allora sconosciuta di
-Silvina, allorchè s'era abbattuta fra le mie braccia tremante, pallida,
+Silvina, allorchè s'era abbattuta fra le mie braccia tremante, pallida,
e avevo sentito quanto fosse lieve il peso del suo corpicino, quanto
-fosse fragile la sua volontà che per la prima volta l'abbandonava, quel
-dominio di sè medesima che io non le avevo mai veduto smarrire, neppure
+fosse fragile la sua volontà che per la prima volta l'abbandonava, quel
+dominio di sè medesima che io non le avevo mai veduto smarrire, neppure
per un istante, prima d'allora. Ma in quel momento il suo orgoglio
l'aveva abbandonata d'un tratto. Aveva parlato con voce supplichevole,
guardato me con tenerezza, atterrita per quel poco sangue che aveva
rigato di rosso la fronte d'uno sconosciuto. Mentre correva tenendo le
-mani premute sul cuore, in quell'atteggiamento così doloroso e
+mani premute sul cuore, in quell'atteggiamento così doloroso e
appassionato, il suo bell'abito scuro si agitava leggiero intorno alle
sue gambe. Eppure ella aveva perduta ogni leggerezza, e quella corsa non
somigliava affatto ad un volo.
Quest'immagine nuova di Silvina io l'accarezzavo struggendomi di
-tenerezza per lei, abbandonandomi a un senso vago di felicità, come se
+tenerezza per lei, abbandonandomi a un senso vago di felicità, come se
mi si fossero aperte improvvisamente le porte del suo cuore, che erano
prima chiuse per me come per tutti gli altri. Ma nello stesso tempo io
pensavo con tristezza che, purtroppo, se soltanto avessi tentato allora
di avvicinarmi a lei con una carezza, chiedendole, in nome di quel
-momento di debolezza, di accogliermi nella sua intimità con amore, con
+momento di debolezza, di accogliermi nella sua intimità con amore, con
confidenza di sorella, ella, ormai ridivenuta la Silvina d'ogni giorno,
certamente mi avrebbe respinto con un sorriso ironico, forse anche con
-parole umilianti. E forse, adirata contro sè stessa per quello
-smarrimento d'un attimo, se ne sarebbe vendicata con crudeltà sopra di
+parole umilianti. E forse, adirata contro sè stessa per quello
+smarrimento d'un attimo, se ne sarebbe vendicata con crudeltà sopra di
me, innocente.
Mi stupivano gli occhi delle ragazze che, passandomi dinnanzi a gruppi
nella strada affollata, mi guardavano sorridendo. Mi stupivano i ragazzi
che, vedendomi assorto, mi saettavano nelle orecchie le loro lingue
-sibilanti di carta, e poichè nè mi muovevo, nè mi mostravo adirato, nè
-li guardavo, non la finivano più, eccitati dalla mia indifferenza. Come
+sibilanti di carta, e poichè nè mi muovevo, nè mi mostravo adirato, nè
+li guardavo, non la finivano più, eccitati dalla mia indifferenza. Come
la vita doveva essere facile per tutti, in quella sera di festa! Forse
Silvina stessa, nascosta come sempre dietro le persiane della sua
finestra, guardava curiosamente la gente passare, obliosa ormai delle
@@ -3014,33 +2983,33 @@ lume giallo di una veilleuse il suo respiro calmo nel sonno. Appunto nel
corridoio, tra la sua stanza e la mia, raccolsi quel foglietto di carta
ripiegato nel quale lessi la seguente lettera:
- «Piccola prigioniera,
+ «Piccola prigioniera,
-«io non sono che uno sconosciuto per voi: ho un nome oscuro e nessun
-potere in questo mondo, fuorchè quello della mia libertà. Questa libertà
-è tuttavia un potere estremamente incerto; ed io stesso non so come
+«io non sono che uno sconosciuto per voi: ho un nome oscuro e nessun
+potere in questo mondo, fuorchè quello della mia libertà. Questa libertà
+è tuttavia un potere estremamente incerto; ed io stesso non so come
esercitarlo.
-«Voi mi vedete passare ogni sera dinnanzi alla vostra casa ed io guardo
+«Voi mi vedete passare ogni sera dinnanzi alla vostra casa ed io guardo
su, dove siete quasi sempre affacciata. Avrete notato che spesso, per
indugiare un istante sotto le vostre finestre, strappo un fiore o una
foglia ai festoni di glicine che ricadono dalla veranda. Allora, mentre
-i miei occhi possono posarsi un poco più a lungo sulla vostra persona,
-penso che forse per voi la libertà è un sogno, e che a chi ve la
-offrisse in dono, la libertà, forse sapreste insegnare in che modo
+i miei occhi possono posarsi un poco più a lungo sulla vostra persona,
+penso che forse per voi la libertà è un sogno, e che a chi ve la
+offrisse in dono, la libertà, forse sapreste insegnare in che modo
goderne.
-«Vorrei chiedervi: c'è qualche cosa che veramente vi seduce oltre il
+«Vorrei chiedervi: c'è qualche cosa che veramente vi seduce oltre il
limite della vostra vita presente? Chi fosse pronto a condurvi lontano,
nel vasto mondo, lo accettereste voi per compagno? E sapreste trovare
-per questo compagno di libertà tanta luce per guardarlo con amore?
+per questo compagno di libertà tanta luce per guardarlo con amore?
Curiose domande, lo so bene, con le quali rischio di perdervi per
-sempre, voi che già mi siete più cara della vita! Ma se le mie parole
-non vi sembrano vane, abbiate la bontà di portare un fiore rosso alla
-cintura, ritornando domani in quello stesso luogo dove il caso vorrà che
+sempre, voi che già mi siete più cara della vita! Ma se le mie parole
+non vi sembrano vane, abbiate la bontà di portare un fiore rosso alla
+cintura, ritornando domani in quello stesso luogo dove il caso vorrà che
io possa lasciar cadere ai vostri piedi questa mia prima lettera.
- _Silvio_».
+ _Silvio_».
Questa lettera non portava data alcuna. Io m'era chiuso in camera mia,
e, lette le ultime parole, caddi in uno stato di meditazione fantastica
@@ -3049,39 +3018,39 @@ ripiegando quel foglio, che cosa debbo fare? Chi ha smarrito questa
lettera? Silvio o Silvina? E pensai:--Oggi non le ho veduto nessun fiore
rosso alla cintura.
-Procedevo senza logica, con ragionamenti saltuari, perchè la commozione
-era così grande in me che io non sapevo dare un ordine ai
+Procedevo senza logica, con ragionamenti saltuari, perchè la commozione
+era così grande in me che io non sapevo dare un ordine ai
miei pensieri. Se mi fossi abbandonato al mio cuore avrei pianto
-dirottamente.--Innamorata, pensavo, lei, Silvina! Uno che passa potrà
-dunque portarsela via, lei così debole, piccola creatura capricciosa che
-si crede tanto forte! Uno qualunque, soltanto perchè veste con eleganza,
+dirottamente.--Innamorata, pensavo, lei, Silvina! Uno che passa potrà
+dunque portarsela via, lei così debole, piccola creatura capricciosa che
+si crede tanto forte! Uno qualunque, soltanto perchè veste con eleganza,
e cavalca un bel cavallo irlandese, e ha un viso pallido e riccioli
-neri, potrà portarsela chi sa dove lontano di qui. E lei che non guarda
+neri, potrà portarsela chi sa dove lontano di qui. E lei che non guarda
con amore nessuno, nemmeno la mamma, nemmeno me che l'adoro, nemmeno suo
-padre che si farebbe uccidere per lei, guarderà con amore lui solo,
-questo sconosciuto, questo vagheggino che non è nulla per nessuno, che
-non sarà mai nulla per noi! Gualcii rabbiosamente la lettera che tenevo
+padre che si farebbe uccidere per lei, guarderà con amore lui solo,
+questo sconosciuto, questo vagheggino che non è nulla per nessuno, che
+non sarà mai nulla per noi! Gualcii rabbiosamente la lettera che tenevo
ripiegata fra le mani e gridai:--Stupida lettera, piena soltanto di
sciocche frasi, di lusinghe ridicole! Maledetta! Dovevo proprio io
raccoglierti! Dovevi cadere nelle mie mani! Poi pensavo che forse il
-caso non era stato tanto infame, perchè meglio nelle mie mani, quella
+caso non era stato tanto infame, perchè meglio nelle mie mani, quella
lettera, che nelle mani di mia madre, o nelle mani di mio padre, o di
qualunque delle mie sorelle. Infine mi fermai su questa vaga speranza:
che essa fosse caduta dagli abiti di Silvio mentre lo trasportavano e
che Silvina non ne sapesse assolutamente nulla.
-Allora considerai con più benevolenza quel giovane e anche con una
-leggera punta d'ironia, perchè pensai:--Eccoci tutti uguali, noi di
+Allora considerai con più benevolenza quel giovane e anche con una
+leggera punta d'ironia, perchè pensai:--Eccoci tutti uguali, noi di
questa maledetta generazione, capaci di suscitare gigantesche illusioni
dalle minime cose! Che cosa spera costui da Silvina? Si offre come un
-salvatore, ma chiede aiuto. A chi? A Silvina. E perchè? Perchè lo ha
+salvatore, ma chiede aiuto. A chi? A Silvina. E perchè? Perchè lo ha
guardato con quei suoi occhi gelidi, con cui guarda tutte le cose. Il
mondo non gli sembrava abbastanza vasto per i suoi sogni ambiziosi, e
-d'un tratto ha scoperto che questo mondo immenso e piccolissimo è tutto
-in suo potere, di lei quando si degnerà di sorridere. Stupido ragazzo!
+d'un tratto ha scoperto che questo mondo immenso e piccolissimo è tutto
+in suo potere, di lei quando si degnerà di sorridere. Stupido ragazzo!
Se tu avessi sofferto come me, e sperimentato come me il sorriso d'una
-donna, che specie di felicità s'irradi da due occhi che ti guardano con
-amore, altro che fidarti nell'aiuto di Silvina! Povera piccola! Così
+donna, che specie di felicità s'irradi da due occhi che ti guardano con
+amore, altro che fidarti nell'aiuto di Silvina! Povera piccola! Così
stupida, in fondo, anche lei! Silvina! In fondo, nemmeno una donna...
@@ -3090,13 +3059,13 @@ stupida, in fondo, anche lei! Silvina! In fondo, nemmeno una donna...
IV.
-Queste e molte altre cose io dovetti fantasticare e a lungo, poichè la
+Queste e molte altre cose io dovetti fantasticare e a lungo, poichè la
strada era ritornata silenziosa. Soltanto pochi lumi superstiti davano
ormai gli ultimi loro guizzi rossi bianchi o verdi, ed io me ne stavo
-ancora là con quella lettera tra le mani, senza aver nulla deciso. Da un
+ancora là con quella lettera tra le mani, senza aver nulla deciso. Da un
pezzo avevo udito mio padre dare il catenaccio alla porta, poi salire le
scale col suo passo pesante e cadenzato; la sua voce aveva risonato nel
-corridoio e poi s'era allontanata a poco a poco verso l'altra estremità
+corridoio e poi s'era allontanata a poco a poco verso l'altra estremità
della casa. Mia madre anche s'era ritirata nella sua camera, dove di
quando in quando l'udivo ancora muoversi, aprire e chiudere mobili:
segno che aveva allora finito di riepilogare con Marta, la nostra
@@ -3104,37 +3073,37 @@ vecchia serva, i conti della giornata, e ora si preparava a coricarsi.
Marta, con i suoi zoccoli di legno, che destavano echi sordi per tutta
la casa, aveva sceso e salito due o tre volte la scala, riempito d'acqua
le brocche, raccolte tutte le scarpe dinnanzi agli usci, e poi se ne era
-andata a dormire. A vegliare il ferito avevano lasciato Battista, perchè
+andata a dormire. A vegliare il ferito avevano lasciato Battista, perchè
a lunghi intervalli lo sentivo tossire nella stanza vicina. Mi riscossi
e m'affacciai un momento alla finestra. La finestra di Silvina era buia
-e chiusa. Poi spensi il lume e la luce bianca della luna inondò la mia
+e chiusa. Poi spensi il lume e la luce bianca della luna inondò la mia
stanza.
-Aperto adagio adagio l'uscio, mi bastò di fare un passo nel corridoio
+Aperto adagio adagio l'uscio, mi bastò di fare un passo nel corridoio
per vedere il raggio di luce che spartiva l'uscio socchiuso della stanza
-dove riposava Silvio, e Battista vegliava. Ma occorse un minuto di più
-perchè i miei occhi, non ancora abituati al buio, scoprissero contro
+dove riposava Silvio, e Battista vegliava. Ma occorse un minuto di più
+perchè i miei occhi, non ancora abituati al buio, scoprissero contro
quella fessura illuminata il contorno appena distinto di un'ombra.
L'imposta lentamente lentamente s'apriva, e quindi lo spiraglio
illuminato s'andava allargando a poco a poco, ed anche la striscia di
luce gialla sul pavimento s'allargava e s'allungava nel buio. E quando
fu larga quanto una mano, allora, nella penombra pallidissima che si
diffuse intorno a quella striscia di luce, senza stupore, come se avessi
-saputo di trovarla là in quel momento, riconobbi Silvina. Silvina! Era
+saputo di trovarla là in quel momento, riconobbi Silvina. Silvina! Era
scalza, ma vestita e pettinata come in pieno giorno. Con il viso
appoggiato contro il battente, ella guardava nella stanza illuminata, e
-fra lei e il letto doveva levarsi qualche ostacolo opaco, perchè, per
+fra lei e il letto doveva levarsi qualche ostacolo opaco, perchè, per
vedere, ella doveva allungare il collo ed alzarsi sulla punta dei piedi.
-Finalmente sospirò e rimase un buon tratto senza muoversi. Poi si staccò
-un poco dall'uscio, si piegò sulle ginocchia e incominciò a cercare
+Finalmente sospirò e rimase un buon tratto senza muoversi. Poi si staccò
+un poco dall'uscio, si piegò sulle ginocchia e incominciò a cercare
qualche cosa per terra, aguzzando gli occhi e spazzando il pavimento con
le mani. Fu allora che, nel voltarsi, ella vide la mia ombra nel buio.
-Vide la mia ombra e si alzò in piedi di scatto.
+Vide la mia ombra e si alzò in piedi di scatto.
---Ah, sei tu? mormorò con accento irato. Che cosa vuoi da me? Perchè mi
+--Ah, sei tu? mormorò con accento irato. Che cosa vuoi da me? Perchè mi
spii?
-Non si muoveva Silvina. Non cercava di fuggire. Poichè volgeva le spalle
+Non si muoveva Silvina. Non cercava di fuggire. Poichè volgeva le spalle
alla poca luce della fessura, il suo viso era completamente buio. Ma io
sentivo su di me i suoi occhi pieni d'odio, che mi guardavano
dall'ombra.
@@ -3146,20 +3115,20 @@ La presi per un braccio e la trascinai. Chiusi la porta, e la costrinsi
a sedere sul mio letto. Poi, rimanendo in piedi dinnanzi a lei e
guardandola fissamente:
---Silvina! Silvina! esclamai, quale pazzia è la tua? Non pensi al babbo,
+--Silvina! Silvina! esclamai, quale pazzia è la tua? Non pensi al babbo,
non pensi alla mamma, che avrebbero potuto sorprenderti? Non pensi che
Battista, un servitore, avrebbe potuto uscire improvvisamente da quella
-stanza e trovarti là, scalza, dietro la porta, a spiare? Che cosa
+stanza e trovarti là, scalza, dietro la porta, a spiare? Che cosa
avrebbe pensato di te? Ah! tu sei una bambina, una vera bambina!
-Rispondimi: che cosa facevi là a quest'ora, mentre tutti dormono? Che
+Rispondimi: che cosa facevi là a quest'ora, mentre tutti dormono? Che
cosa cercavi per terra, dietro quell'uscio?
--Tutti dormono! rispose Silvina. Ma tu no, tu non dormi!...
E sorrise maligna, guardandomi con disprezzo.
---Ah! se tu sapessi, esclamai, se tu sapessi perchè non dormo! Non
-sorridere così, Silvina! Non guardarmi con questi occhi cattivi! Che
+--Ah! se tu sapessi, esclamai, se tu sapessi perchè non dormo! Non
+sorridere così, Silvina! Non guardarmi con questi occhi cattivi! Che
cosa sono io per te? Nulla? Assolutamente nulla? Non sono forse Paris,
tuo fratello?
@@ -3172,13 +3141,13 @@ spiegazione: nessuna!
Fece un passo verso l'uscio. Ma io mi posi fra lei e l'uscio, e la
supplicai:
---Silvina, Silvina, ascoltami! Ti parlo così perchè debbo parlarti così.
+--Silvina, Silvina, ascoltami! Ti parlo così perchè debbo parlarti così.
Non sei che una bambina, eppure non hai fiducia che in te sola. Dimmi,
-per carità: chi è questo Silvio? Chi è questo Silvio per te?
+per carità: chi è questo Silvio? Chi è questo Silvio per te?
---Silvio? domandò Silvina con voce piena di stupore. Quale Silvio?
+--Silvio? domandò Silvina con voce piena di stupore. Quale Silvio?
---Ma Silvio, Silvio! esclamai, quel giovane che è di là ferito! Silvio!
+--Ma Silvio, Silvio! esclamai, quel giovane che è di là ferito! Silvio!
Di chi vuoi che parli, se non di quel giovane?
--Credo che tu sia pazzo! disse Silvina con accento compassionevole.
@@ -3191,92 +3160,92 @@ cercavi forse questa lettera--e le mostrai la lettera agitandola per
ogni verso sotto il suo viso--questa lettera che tu hai perduto, oggi,
rientrando in casa, quando eri mezzo svenuta?
-Il viso di Silvina si dipinse di meraviglia. Ella guardò la lettera,
-guardò me, poi di nuovo la lettera, poi levò gli occhi al cielo, e,
-giungendo le mani, esclamò con un profondo sospiro:
+Il viso di Silvina si dipinse di meraviglia. Ella guardò la lettera,
+guardò me, poi di nuovo la lettera, poi levò gli occhi al cielo, e,
+giungendo le mani, esclamò con un profondo sospiro:
--Credo davvero davvero che tu sia impazzito!
-E allora mi guardò con ironia e si mise a ridere, e incominciò a dar
+E allora mi guardò con ironia e si mise a ridere, e incominciò a dar
segni di viva impazienza.
--Dunque, domandai, dunque questa lettera tu non l'hai mai veduta? Non
sai che cosa ci sia scritto qui! Non ne sai assolutamente nulla!
-Silvina si strinse nelle spalle e scrollò il capo.
+Silvina si strinse nelle spalle e scrollò il capo.
---Allora, esclamai, quando è così, prendila e leggi!
+--Allora, esclamai, quando è così, prendila e leggi!
-Silvina esitò un momento, poi con un gesto molto indifferente, anzi
-pieno di degnazione per me, prese la lettera che le porgevo e incominciò
-a scorrerla. Arrivò presto in fondo, e il suo viso non si scompose, non
-ebbe il più lieve moto nè di stupore, nè di contrarietà. Soltanto,
-quando ebbe finito, inarcò le labbra con disprezzo e mi restituì la
+Silvina esitò un momento, poi con un gesto molto indifferente, anzi
+pieno di degnazione per me, prese la lettera che le porgevo e incominciò
+a scorrerla. Arrivò presto in fondo, e il suo viso non si scompose, non
+ebbe il più lieve moto nè di stupore, nè di contrarietà. Soltanto,
+quando ebbe finito, inarcò le labbra con disprezzo e mi restituì la
lettera senza parlare.
--E ora, le domandai, neppure ora hai nulla da dire?
---Sì, rispose, ora ho qualche cosa da dire. Dico che siete tutti idioti
+--Sì, rispose, ora ho qualche cosa da dire. Dico che siete tutti idioti
allo stesso modo, voi uomini!
Abbassai il capo e mossi qualche passo per la stanza. Incominciai a
dubitare allora che Silvina non avesse davvero mai veduta quella lettera
e che Silvio le fosse del tutto indifferente. Forse non era andata se
-non spinta da un'innocente curiosità, chi sa per quale capriccio, a
+non spinta da un'innocente curiosità, chi sa per quale capriccio, a
spiare all'uscio della stanza di Silvio; ma Silvio non le aveva ispirato
nessun sentimento di simpatia, ed ella ignorava persino che fosse
-innamorato di lei. Chi può scrutare nel cuore d'una fanciulla? Chi può
-indovinare fino a che punto arrivi l'ingenuità di una fanciulla, che
+innamorato di lei. Chi può scrutare nel cuore d'una fanciulla? Chi può
+indovinare fino a che punto arrivi l'ingenuità di una fanciulla, che
dovrebbe essere tutto candore, tutta innocenza, e fino a che punto una
fanciulla possa mentire, fino a che punto sappia fingere?
--Silvina, le dissi con dolcezza, tu non sai, non hai mai voluto sapere
il bene che io ti voglio. Ma credimi: tu non hai e non avrai nella vita
-un amico più sincero, più fedele di me. Io ti amo teneramente, perchè
-sei la mia piccola sorella, perchè sei Silvina nostra; sei la più
-piccina, la più giovane. Se tu fossi in pericolo, io mi ucciderei per
+un amico più sincero, più fedele di me. Io ti amo teneramente, perchè
+sei la mia piccola sorella, perchè sei Silvina nostra; sei la più
+piccina, la più giovane. Se tu fossi in pericolo, io mi ucciderei per
salvarti. Ora, ti supplico, sii sincera con me: non mi nascondi nulla?
-Non c'è assolutamente nulla fra te e quel giovane? Se sapessi a che cosa
+Non c'è assolutamente nulla fra te e quel giovane? Se sapessi a che cosa
ci conducono talvolta i nostri sentimenti! Tutto ci sembra bello, buono,
desiderabile, innocente. Ci lasciamo andare. Le illusioni ci
trasportano. La prima mano che ci viene tesa, noi siamo sempre pronti a
stringerla con effusione, a riconoscere una mano amica, una mano
-fraterna. Poi le illusioni crollano, e la realtà è ben triste. Tu
-potresti anche amare Silvio. Dopo tutto è un bel ragazzo, punto volgare;
+fraterna. Poi le illusioni crollano, e la realtà è ben triste. Tu
+potresti anche amare Silvio. Dopo tutto è un bel ragazzo, punto volgare;
i sentimenti che egli esprime in questa lettera sono nobili, sebbene
piuttosto vaghi, e romantici; a vederlo sembra un ragazzo di buona
condizione, un signore, e potrebbe anche offrire ad una ragazza come te
-una vita agiata e felice. Ma che cosa ne sappiamo noi? Chi è, chi sarà
+una vita agiata e felice. Ma che cosa ne sappiamo noi? Chi è, chi sarà
poi questo Silvio?
Silvina, mentre io parlavo, era tutta intenta a intrecciare il nodo
-della sua cintura. Lo faceva e rifaceva continuamente, e sembrava, più
+della sua cintura. Lo faceva e rifaceva continuamente, e sembrava, più
che indifferente, estranea, alle mie parole.
--Tutte le tue supposizioni, disse poi tranquillamente, senza
interrompere il lavoro delle sue dita, senza alzare gli occhi su me,
sono inutili. Sia chi vuole. A me non importa.
-Il fiocco della cintura era ben fatto, ed ella si alzò, e andò dinnanzi
+Il fiocco della cintura era ben fatto, ed ella si alzò, e andò dinnanzi
allo specchio a rimirarsi. Con piccoli tocchi delle dita, leggieri,
-aggraziati, precisi, ne volle perfezionare ancora la forma che era già
-abbastanza perfetta. Si specchiò di fronte, di fianco, di schiena, e
+aggraziati, precisi, ne volle perfezionare ancora la forma che era già
+abbastanza perfetta. Si specchiò di fronte, di fianco, di schiena, e
specchiandosi disse:
--Io vi trovo semplicemente ridicoli, tutti e due: tu con i tuoi dubbi,
-lui con le sue dichiarazioni. Non ho bisogno di nessuno, io; nè di
-protettori, nè di innamorati. L'uomo che deve piacere a me non è forse
+lui con le sue dichiarazioni. Non ho bisogno di nessuno, io; nè di
+protettori, nè di innamorati. L'uomo che deve piacere a me non è forse
nato ancora. Se dovessi innamorarmi di tutti quelli che mi guardano, ah!
-ah! Paris, credimi: dovrei esser morta già mille volte trafitta da mille
+ah! Paris, credimi: dovrei esser morta già mille volte trafitta da mille
occhiate!
-Pronunciate queste parole Silvina si staccò dallo specchio, e senza
-neppure voltarsi a guardarmi, uscì dalla mia camera e si rinchiuse nella
+Pronunciate queste parole Silvina si staccò dallo specchio, e senza
+neppure voltarsi a guardarmi, uscì dalla mia camera e si rinchiuse nella
sua con due giri di chiave. Io rimasi un momento perplesso a guardare
l'uscio per il quale se ne era andata, silenziosa a piedi scalzi; poi
feci la lettera in mille pezzi e li gettai dalla finestra. Che infinito
silenzio! Che infinito spazio! Poveri noi, piccoli uomini, fratelli,
-sorelle, amanti, gelosie, litigi, contrarietà, delusioni, attaccamento
+sorelle, amanti, gelosie, litigi, contrarietà, delusioni, attaccamento
alle cose d'ogni giorno, limitazioni, divieti, paura della vita! Silvina
nel vano della sua finestra, alla luce della luna, stava sciogliendo le
sue trecce bionde, che a quel lume pallido eran d'oro pallido.
@@ -3285,20 +3254,20 @@ sue trecce bionde, che a quel lume pallido eran d'oro pallido.
guarda che meravigliosa notte, quale divina gioia sarebbe morire! Ma tu
vivi, vivi felice, Silvina! Sii altrimenti felice!
-Silvina ripiegò indietro il capo e i capelli le caddero sulle spalle;
-scrollò il capo e i capelli sciolti si agitarono e si sparpagliarono
+Silvina ripiegò indietro il capo e i capelli le caddero sulle spalle;
+scrollò il capo e i capelli sciolti si agitarono e si sparpagliarono
sulle sue spalle, circondandole il viso d'un nembo d'oro.
--Silvina! Silvina! esclamai, difendi la tua giovinezza, salva la tua
innocenza! Perduti questi beni, notti simili a questa non se ne godono
-più con gioia...
+più con gioia...
Silvina chiuse le persiane, e scomparve. Fui riscosso dal passo di
Battista nella stanza dell'ammalato. Lasciai la finestra e andai a
vedere che cosa faceva Battista. Egli era curvo sul capezzale di Silvio,
e versava dell'acqua in un bicchiere.
---Non si agiti così, diceva, le farà male. Beva piuttosto un sorso
+--Non si agiti così, diceva, le farà male. Beva piuttosto un sorso
d'acqua, e cerchi di riposare ancora.
Ma egli non vedeva che Silvio, quantunque avesse gli occhi aperti, non
@@ -3306,7 +3275,7 @@ era sveglio, e non comprendeva le sue parole, e forse nemmeno le udiva.
I suoi occhi erano dilatati nel delirio; parole rotte e sconnesse
uscivano dalla sua bocca. Erano:
---Amore... giuro sulla vita... vi ucciderò... fuggite fuggite...
+--Amore... giuro sulla vita... vi ucciderò... fuggite fuggite...
Ad un tratto udii, udii distintamente che, come in un sospiro, disse:
@@ -3318,64 +3287,64 @@ Ad un tratto udii, udii distintamente che, come in un sospiro, disse:
V.
-Tre giorni dopo Silvio lasciò il letto e prese commiato da noi. Silvina
-uscì dalla sua camera proprio nel momento in cui Silvio baciava la mano
-a mia madre, e si mostrò per un attimo appena nell'arco della scala. Ma
-quell'attimo bastò a me ed a Silvio per vedere che ella portava una
+Tre giorni dopo Silvio lasciò il letto e prese commiato da noi. Silvina
+uscì dalla sua camera proprio nel momento in cui Silvio baciava la mano
+a mia madre, e si mostrò per un attimo appena nell'arco della scala. Ma
+quell'attimo bastò a me ed a Silvio per vedere che ella portava una
bella rosa rossa alla cintura. Io ne ebbi il cuore trafitto e, nella mia
-sconfinata stupidità, arrossii per lei di quel gesto. La notte seguente
+sconfinata stupidità, arrossii per lei di quel gesto. La notte seguente
Silvina, mentre tutti dormivano, fece un piccolo involto delle cose sue
-più care, attraversò il frutteto e, per la piccola porta dell'orto dove
-Silvio la stava aspettando, se ne fuggì. La mattina mia madre andò come
-sempre a bussare all'uscio della sua camera. Entrò, trovò la camera
+più care, attraversò il frutteto e, per la piccola porta dell'orto dove
+Silvio la stava aspettando, se ne fuggì. La mattina mia madre andò come
+sempre a bussare all'uscio della sua camera. Entrò, trovò la camera
vuota, il letto intatto. Io ritornavo allora dalla mia caccia d'insetti;
-avevo raccolto alcune «monachelle» verdi lungo la roggia: avevo visitato
+avevo raccolto alcune «monachelle» verdi lungo la roggia: avevo visitato
il mio formicaio. Ero lontano mille miglia dalla mia vita, la testa
piena di strane idee sulla potenza della natura che governa l'universo
intero con una legge sola, e fece l'insetto e l'uomo allo stesso modo,
Daria e la mantide assolutamente simili; l'una dotata di occhi
dolcissimi, di una bocca soave, d'una carne diafana e profumata, d'una
intelligenza sottile per sedurre i maschi della sua specie; l'altra
-tutta colorata del più tenero verde, con ali meravigliosamente
-trasparenti ed iridate, e d'aspetto così pio da ingannare non soltanto
-gli insetti, ma gli uomini, che la chiamano «monachella» anzichè
-chiamarla «pantera». Prega, prega sempre la «monachella» con le braccia
+tutta colorata del più tenero verde, con ali meravigliosamente
+trasparenti ed iridate, e d'aspetto così pio da ingannare non soltanto
+gli insetti, ma gli uomini, che la chiamano «monachella» anzichè
+chiamarla «pantera». Prega, prega sempre la «monachella» con le braccia
congiunte, il collo torto, i grandi occhi ipocriti levati al cielo.
Sembra che non faccia che sospirare avemarie. Verso la fine di agosto,
-quando cadono più stelle dal cielo che dal susino susine mature, e il
+quando cadono più stelle dal cielo che dal susino susine mature, e il
ciuffolotto per la selva vede con gioia arrossire i corbezzoli, ecco un
giovine mantide innamorato dell'amore che, dopo aver molto girovagato
-qua e là per le insalate, vede alfine all'ombra d'una foglia di zucca,
+qua e là per le insalate, vede alfine all'ombra d'una foglia di zucca,
sul bordo del ruscello, la creatura dei suoi sogni lungamente
desiderata, sospirata con spasimo. Divina creatura! Una Beatrice.
-Assorta nella mistica visione del paradiso, ella è l'immagine viva della
+Assorta nella mistica visione del paradiso, ella è l'immagine viva della
sorella-amante, la purissima, la pietosa, la consolatrice. Ed ecco, per
-attrarre sopra di sè misero i suoi sguardi sublimi, il mantide apre le
-ali variopinte e le agita, le fa vibrare di delicate armonie, finchè gli
+attrarre sopra di sè misero i suoi sguardi sublimi, il mantide apre le
+ali variopinte e le agita, le fa vibrare di delicate armonie, finchè gli
sembra che gli occhi di lei ora confondano in un unico sguardo
l'immagine lontanissima di Dio e la sua persona presente. Legge un
invito amoroso in quell'affascinante sguardo, e, tremando, le si
avvicina e l'abbraccia sospirando:--Mia! Finalmente mia! Questo
-innamorato è un bel maschio agile, vigoroso, ardente. Passano ore lente
+innamorato è un bel maschio agile, vigoroso, ardente. Passano ore lente
d'ebbrezza. Beatrice lo tiene stretto come in una dolce catena; egli si
abbandona felice. Poi Beatrice lo prega languida:--Dammi la tua nuca che
io la divori di baci! Egli le offre la nuca, e Beatrice gliela morde, ed
egli le sospira:--Uccidimi! Uccidimi! Non vorrebbe veramente morire.
-Vorrebbe poter desiderare così la morte per tutta la vita, stretto in
-quel delirante abbraccio. Ma la pia «monachella» lo ha già morso, e
-prima che egli abbia potuto ripetere:--Deh! Uccidimi!--è già morto, e
-ora Beatrice, incominciando dal collo, giù giù tutto se lo divora,
-finchè non rimarranno che le ali, le belle ali con le quali egli
+Vorrebbe poter desiderare così la morte per tutta la vita, stretto in
+quel delirante abbraccio. Ma la pia «monachella» lo ha già morso, e
+prima che egli abbia potuto ripetere:--Deh! Uccidimi!--è già morto, e
+ora Beatrice, incominciando dal collo, giù giù tutto se lo divora,
+finchè non rimarranno che le ali, le belle ali con le quali egli
s'illuse di conquistarla, le belle ali che scoloriranno al sole come
petali caduti ad un fiore.
Pensavo appunto che gli uomini avevano dovuto circondare l'amore di
-molte idealità per non vedere l'istinto crudele che lo produce e lo
+molte idealità per non vedere l'istinto crudele che lo produce e lo
domina, quando m'incontrai con mia madre che scendeva le scale in gran
fretta, pallida, gli occhi pieni di lacrime, chiamando con voce
angosciata Adalgisa, Marta, Battista, Maria.
---Oh, Paris, Paris, esclamò abbracciandomi. Dov'è Silvina? Dove, dove è
+--Oh, Paris, Paris, esclamò abbracciandomi. Dov'è Silvina? Dove, dove è
andata? Paris, Paris non mi lasciare anche tu...
Ogni ricerca fu vana. A forza d'interrogare quanti passavano dinnanzi
@@ -3385,44 +3354,44 @@ via maestra, in una carrozza a due cavalli dove stava Silvina in
compagnia di un giovane dalla fronte bendata. Allora dovetti raccontare
a mia madre e a mio padre quanto sapevo di quella fuga, la storia della
lettera trovata nel corridoio e il mio dialogo con Silvina. Mio padre
-montò in furore e minacciò di spianare il mondo. Ma si ridusse a
-piangere come un bambino e da quel giorno non fu più l'uomo sereno e
-gioviale di un tempo. Mia madre anche pianse, e pregò molto devotamente,
+montò in furore e minacciò di spianare il mondo. Ma si ridusse a
+piangere come un bambino e da quel giorno non fu più l'uomo sereno e
+gioviale di un tempo. Mia madre anche pianse, e pregò molto devotamente,
come se Silvina fosse morta ed ella volesse raccomandarla alla clemenza
-di Dio. Poi incominciò a sbiancarsi, a spegnersi a poco a poco sotto i
+di Dio. Poi incominciò a sbiancarsi, a spegnersi a poco a poco sotto i
nostri occhi, consumata da quel dolore.
-Silvio portò Silvina a vivere in città. Egli non aveva più nè cavalli nè
-carrozze nè denari per comprarsi dei begli abiti di non comune eleganza.
-Aveva fatto anche lui alla svelta un piccolo fagotto delle cose sue più
+Silvio portò Silvina a vivere in città. Egli non aveva più nè cavalli nè
+carrozze nè denari per comprarsi dei begli abiti di non comune eleganza.
+Aveva fatto anche lui alla svelta un piccolo fagotto delle cose sue più
care, e aveva lasciato padre e madre tristi e soli ad aspettare che la
vita gli insegnasse a rinsavire. Era tutto felice di aver sacrificato
ogni cosa all'amore per Silvina, come se il fatto di aver sposato con
-tanto slancio la povertà, fosse il degno complemento del fatto
-principale: d'avere cioè sposato Silvina a modo suo, rubandola alla sua
+tanto slancio la povertà, fosse il degno complemento del fatto
+principale: d'avere cioè sposato Silvina a modo suo, rubandola alla sua
propria casa contro tutte le regole che inceppano ancora in questo
-secolo la libertà dell'amore. Silvio era molto giovane; non aveva che
+secolo la libertà dell'amore. Silvio era molto giovane; non aveva che
ventitre anni. Egli condusse Silvina ad abitare al settimo piano di una
casa di operai, in una piccola stanza illuminata da un abbaino, che
aveva come giardino un bellissimo vaso di garofani rossi e una scatola
di legno con una pianticella di salvia. Affacciandosi a quell'abbaino,
-si poteva dire di avere l'intera città ai propri piedi, perchè non c'era
+si poteva dire di avere l'intera città ai propri piedi, perchè non c'era
tetto che lo superasse, e, per uno spazio immenso, era tutto un mare
rotto e fumoso di tegole, di antenne, di comignoli, disteso da ogni
lato. Silvio celebrava molto la bellezza di quell'abbaino, e, il suo
primo pensiero, quando al mattino apriva gli occhi svegliato dal sole,
-era quello di precipitarsi a spalancarne le imposte, gridando:--Libertà,
-libertà, che è sì cara!
+era quello di precipitarsi a spalancarne le imposte, gridando:--Libertà,
+libertà, che è sì cara!
Silvina che dormiva ancora, si destava a quel grido, e allora Silvio
-correva ad abbracciarla; poi rovesciava il lenzuolo e così, solo coperta
+correva ad abbracciarla; poi rovesciava il lenzuolo e così, solo coperta
dalla sua camicina, la conduceva dinnanzi all'abbaino, e mostrandole la
distesa dei tetti che non finivano mai, le cupole alte delle chiese, le
cupole basse dei teatri, i comignoli fumanti delle officine, tutta la
-città immersa nel sole alto d'agosto:
+città immersa nel sole alto d'agosto:
---Silvina, Silvina, le diceva, amor mio, vedi, tutto ciò ci appartiene!
-Chi è più ricco di noi?
+--Silvina, Silvina, le diceva, amor mio, vedi, tutto ciò ci appartiene!
+Chi è più ricco di noi?
E Silvina guardava con gli occhi abbarbagliati dalla gran luce il vasto
dominio di Silvio, e posando il capo sulla sua spalla:
@@ -3431,15 +3400,15 @@ dominio di Silvio, e posando il capo sulla sua spalla:
tanti colori che vedemmo l'altrieri! Brutto cattivo! Non ti ricordi che
uno, uno almeno, me lo avevi promesso?
-E Silvio rispondeva:--Oh, è vero! Che smemorato! Oggi, oggi certamente
-me ne ricorderò.
+E Silvio rispondeva:--Oh, è vero! Che smemorato! Oggi, oggi certamente
+me ne ricorderò.
-Silvio correva la città tutto il giorno, sotto il sole torrido, offrendo
-a chi volesse comprarla, anche per poco, la sua divina libertà.--Sono
+Silvio correva la città tutto il giorno, sotto il sole torrido, offrendo
+a chi volesse comprarla, anche per poco, la sua divina libertà.--Sono
libero, diceva, sono libero come l'aria. Pochi uomini sono liberi come
me. Io non ho falsi orgogli da difendere, scrupoli da osservare. Sono
-giovane, sono intelligente, pieno di volontà. Prendetemi, utilizzatemi,
-fatemi fare ciò che volete. Non c'è lavoro che non sia buono e onorevole
+giovane, sono intelligente, pieno di volontà. Prendetemi, utilizzatemi,
+fatemi fare ciò che volete. Non c'è lavoro che non sia buono e onorevole
per me. Dove troverete un altro che possa dirvi altrettanto? E tutti lo
abbracciavano, gli battevano benevolmente la mano sulle spalle, e
dicevano di lui:--Che bravo, che caro ragazzo! Silvio si sedeva sul
@@ -3449,11 +3418,11 @@ per una mezza dozzina di fazzoletti di seta. Del resto poteva Silvina
rimanere senza fazzoletti di seta? Avrebbe egli voluto vedere Silvina
asciugarsi le labbra con fazzoletti che non fossero di seta morbida e
profumata? Le delicate labbra di Silvina, ch'egli sciupava con i suoi
-baci ardenti, dalle quali beveva a lunghi sorsi la felicità, che,
+baci ardenti, dalle quali beveva a lunghi sorsi la felicità, che,
sorridendo, lo incantavano, e quand'erano tristi lo riempivano di paura?
Ed egli si decideva finalmente al gran passo, sceglieva sei colorati e
leggieri fazzoletti di seta, e, rientrando in casa, baciava Silvina
-sulla bocca, le mordeva il labbruzzo, e poichè ella diceva: Ahi! egli
+sulla bocca, le mordeva il labbruzzo, e poichè ella diceva: Ahi! egli
con uno di quei fazzoletti nuovi, morbidi e profumati, le medicava il
dolore, ridendo felice.
@@ -3467,35 +3436,35 @@ Silvina guardava attentamente uno per uno i sei fazzoletti e li contava.
Ed ella gli dava un bacino sulla gota, e diceva:--Peccato! Sei
fazzoletti non dureranno molto...
-Silvio l'attirava a sè, le copriva il viso di baci, e raccontava ciò che
-aveva fatto, veduto, e detto in città.
+Silvio l'attirava a sè, le copriva il viso di baci, e raccontava ciò che
+aveva fatto, veduto, e detto in città.
--Ah! esclamava, tutti mi vogliono un gran bene. Vedi che cosa significa
-essere poveri, essere veramente liberi? Non c'è uno che ti consideri
+essere poveri, essere veramente liberi? Non c'è uno che ti consideri
come un nemico, o che pensi di attraversarti la via, o che diffidi di
-te. Al contrario tutti sono pronti ad aiutarti, a darti una mano perché
+te. Al contrario tutti sono pronti ad aiutarti, a darti una mano perché
tu possa riuscire....
Guardava intorno le miserabili suppellettili della loro stanza, e
soggiungeva:
---Certo questa stanza è troppo misera, troppo nuda. Se non avesse
-quell'abbaino dal quale si domina tutta quanta la città, sarebbe troppo
+--Certo questa stanza è troppo misera, troppo nuda. Se non avesse
+quell'abbaino dal quale si domina tutta quanta la città, sarebbe troppo
triste vivere qui. Ma noi potremo cambiare questi mobili, sostituirli
con altri meno rovinati e sudici, oppure cercare un'altra stanza, con
-una veduta anche più bella di questa. Quanto a me, purchè tu mi voglia
-bene, sarò in ogni modo felice!
+una veduta anche più bella di questa. Quanto a me, purchè tu mi voglia
+bene, sarò in ogni modo felice!
Silvina si alzava senza parlare, posava i fazzoletti sul cassettone, e
-si buttava supina sul letto. Là, con le mani annodate sul capo,
+si buttava supina sul letto. Là, con le mani annodate sul capo,
contemplava i travi del soffitto imbiancati di calce, seguendo il
paziente lavoro che i ragni facevano tra l'uno e l'altro. Allora Silvio
andava a sedersi accanto a lei, le prendeva il viso tra le mani e
guardandola teneramente:
---Silvina, amor mio, sussurrava, mi vuoi bene? Non sei mica stanca già
+--Silvina, amor mio, sussurrava, mi vuoi bene? Non sei mica stanca già
di me? Non sei mica annoiata? Se tu sapessi come ti amo, come ti adoro!
-Tutte le altre donne non esistono più per me; è come se non esistessi
+Tutte le altre donne non esistono più per me; è come se non esistessi
che tu sola.
Silvina staccava gli occhi dal soffitto, li fissava su lui, lo guardava
@@ -3505,7 +3474,7 @@ a lungo, in silenzio.
allora baciandoglieli lievemente. Occhi tutta trasparenza, tutto
azzurro! Se non ci intendessimo tra noi, miei cari occhi, questa Silvina
cattiva non direbbe mai di amarmi! Ma voi dite:--Ti amiamo, povero
-Silvio, ti amiamo tanto!--e io sono felice. Non è vero che parlano così
+Silvio, ti amiamo tanto!--e io sono felice. Non è vero che parlano così
i tuoi occhi?
E Silvina assentiva con una piccola mossa del capo, e riattaccava i suoi
@@ -3515,21 +3484,21 @@ Allora Silvio si distendeva accanto a lei, posava la testa sul
guanciale, avvicinava la gota alla sua gota, e rimaneva in silenzio a
respirare il profumo dei capelli d'oro di Silvina, della sua pelle
bianca e liscia, dei suoi abiti che ancora odoravano dello spigo che la
-mamma distribuiva ogni anno nei guardarobe. E così, preso da una vaga
+mamma distribuiva ogni anno nei guardarobe. E così, preso da una vaga
malinconia, egli meditava ad una ad una le sue illusioni, l'amore di
-Silvina, la gioia della povertà, la benevolenza degli uomini, l'avvenire
+Silvina, la gioia della povertà, la benevolenza degli uomini, l'avvenire
radioso che lo avrebbe compensato ad usura della fede coraggiosa ed
ardente con la quale aveva affrontato un destino incerto, e sopportava
-ora le difficoltà di quell'avviamento alla vita. L'aria imbruniva, e le
+ora le difficoltà di quell'avviamento alla vita. L'aria imbruniva, e le
pianticelle del garofano e della salvia nel vano dell'abbaino
diventavano due neri bizzarri arabeschi contro il cielo viola; le
rondini in frotte passavano e ripassavano nel rettangolo pallido,
salutando con lunghi squilli il sole morente, e le voci lontanissime che
salivano dalla strada parevano anch'esse attutite da quell'ombra morbida
che circondava ogni cosa. Allora con il cuore traboccante di tristezza
-Silvio stringeva a sè Silvina, e, impadronendosi della sua bocca, con
-voce singhiozzante mormorava: Mia! Mia! e non se ne distaccava più,
-finchè non la sentiva morire fra le sue braccia.
+Silvio stringeva a sè Silvina, e, impadronendosi della sua bocca, con
+voce singhiozzante mormorava: Mia! Mia! e non se ne distaccava più,
+finchè non la sentiva morire fra le sue braccia.
@@ -3540,42 +3509,42 @@ VI.
Io ho spesso orrore di questa crudele passione che mi trascina a
risuscitare dal mio passato tante immagini dolorose, e rimescolare tanta
tristezza, tanto fango, tanta miseria di cui la sorte volle contaminare
-le cose più pure, le più sante, le più care della mia vita. Io credo
-d'essere malato, un poco toccato forse, perchè il piacere che mi dà
-questo fantasticare so bene che non è cosa naturale, ma è il prodotto di
+le cose più pure, le più sante, le più care della mia vita. Io credo
+d'essere malato, un poco toccato forse, perchè il piacere che mi dà
+questo fantasticare so bene che non è cosa naturale, ma è il prodotto di
un vizioso pervertimento della ragione, un male che confina con la
-pazzia. Infatti chi può godere a riaprire con le proprie mani una ferita
-già chiusa, e a spargerla poi d'aceto perchè il dolore straziante mai
+pazzia. Infatti chi può godere a riaprire con le proprie mani una ferita
+già chiusa, e a spargerla poi d'aceto perchè il dolore straziante mai
non si plachi un momento? Io non ho nessuna colpa da espiare, non posso
-desiderare la tortura per rigenerarmi, e questa mia crudeltà se si
-rivolge contro me stesso è ingiusta e vana, ed è triste se si rivolge
-contro coloro di cui parlo. No: le creature che più ho amato, in cui più
+desiderare la tortura per rigenerarmi, e questa mia crudeltà se si
+rivolge contro me stesso è ingiusta e vana, ed è triste se si rivolge
+contro coloro di cui parlo. No: le creature che più ho amato, in cui più
confidavo, non hanno saputo darmi alcun bene. Erano per me la
-personificazione della gioia, della purità, della bellezza, e hanno
+personificazione della gioia, della purità, della bellezza, e hanno
creato dolore, vergogna, bruttura. Pure esse hanno seguito il loro
-destino, che era infame così come era disgraziato il mio.
+destino, che era infame così come era disgraziato il mio.
-Mia sorella Silvina (è di lei che parlo, di lei piccola sorella mia,
+Mia sorella Silvina (è di lei che parlo, di lei piccola sorella mia,
triste immagine di mia madre, triste immagine di me stesso) passava la
-massima parte delle sue giornate nell'inerzia più vuota ad aspettare
+massima parte delle sue giornate nell'inerzia più vuota ad aspettare
Silvio. Amava Silvio, Silvina? Voglio credere che lo amasse. Ella si
lasciava accarezzare da lui. Era timida, sottomessa, paziente. Come
-avrebbe potuto essere così docile, così mite, se non lo avesse amato?
-Silvina amava Silvio, perchè Silvio in ogni suo pensiero, in ogni sua
+avrebbe potuto essere così docile, così mite, se non lo avesse amato?
+Silvina amava Silvio, perchè Silvio in ogni suo pensiero, in ogni sua
parola, poneva Silvina ad una grande altezza sopra tutte le cose,
-incominciando da sè stesso, che non si stancava mai di umiliare dinnanzi
+incominciando da sè stesso, che non si stancava mai di umiliare dinnanzi
a lei.
---Il mio posto, le diceva, è ai tuoi piedi. Ti vedo come sopra un trono,
+--Il mio posto, le diceva, è ai tuoi piedi. Ti vedo come sopra un trono,
tu regina, io tuo schiavo. E le diceva:--Come sei bella, Silvina! Che
capelli morbidi, fluidi, dorati! E sono miei, soltanto miei! Io solo li
tocco, io solo vi affondo le mani, li sento scorrere tra le mie dita, li
accarezzo, li bacio! E le diceva anche:--Come ammiro, Silvina, la forza
-del tuo carattere, il tuo coraggio, la tua volontà, la chiarezza dei
+del tuo carattere, il tuo coraggio, la tua volontà, la chiarezza dei
tuoi pensieri! Non sai quanto le altre donne siano deboli, timorose,
volubili, sciocche? E infine le diceva:--Tu mi guiderai ed io ti
-seguirò, sarò la tua forza materiale, quella che manca alla grazia del
-tuo corpo, alla fragilità del tuo sesso....
+seguirò, sarò la tua forza materiale, quella che manca alla grazia del
+tuo corpo, alla fragilità del tuo sesso....
E Silvina lo stimava un uomo debole, ma dotato d'una intelligenza
superiore. Lo trovava bello, pieno di delicate premure, modesto, e cieco
@@ -3585,36 +3554,36 @@ miserabile stanza, in quella miserabile casa, la compagnia insoffribile
di quelle masserizie troppo usate, troppo umili, quella grigia uggiosa
veduta di coperchi di case, quella distesa di tetti tutti uguali che
Silvio invano cercava di abbellire con la sua fervida immaginazione.
-Ella non osava affrettare questo giorno tanto desiderato, perchè voleva
+Ella non osava affrettare questo giorno tanto desiderato, perchè voleva
potersi vantare poi di aver fermamente sopportato, per amore, giorni
tristi, ore difficili e lamentevoli, il pericolo d'una esistenza
scolorita, tutta solitudine, malinconia, rinunzie, privazioni, e persino
lo spettro sinistro della miseria e della fame. Bisognava essere
-un'eroina per affrontare simili eventi, e Silvina se ne vantava già in
-cuor suo, e pensava che Silvio poteva bene gloriarsi di lei, perchè non
+un'eroina per affrontare simili eventi, e Silvina se ne vantava già in
+cuor suo, e pensava che Silvio poteva bene gloriarsi di lei, perchè non
tutte le donne sarebbero state capaci di tanto. Per consolarsi, per
-consolarsi un poco, e anche per piacergli sempre più, per non perdere
+consolarsi un poco, e anche per piacergli sempre più, per non perdere
nulla del suo fascino, ella si pettinava con cura; si incipriava bene
-bene, si cambiava sempre quei due abiti che aveva portati con sè e si
+bene, si cambiava sempre quei due abiti che aveva portati con sè e si
metteva al collo la collana con lo smeraldo che Silvio trovava
-bellissima. Così, come faceva in casa nostra, anche lassù al settimo
+bellissima. Così, come faceva in casa nostra, anche lassù al settimo
piano di quella casa, Silvina passava lunghe ore allo specchio, e
sognava gioielli e vesti splendide, con scollature e strascichi,
ventagli di piume magnifiche, e nei capelli un diadema.
Il padre e la madre di Silvio erano molto ricchi e non avevano altro
figlio che lui. Essi possedevano una grande villa con un grandissimo
-parco alle porte della città; avevano carrozze, cavalli, servitori in
+parco alle porte della città; avevano carrozze, cavalli, servitori in
gran numero, ed erano anche molto vecchi. Silvio avrebbe cercato di
lavorare, poi si sarebbe stancato. Si sarebbe stancato di quella vita
miserabile, di abitare al settimo piano d'una brutta casa, di mangiare
poco e mai cose ghiotte, di addormentarsi al lume di una candela, di
-andare in giro con abiti consumati, e infine di sciupare così la
+andare in giro con abiti consumati, e infine di sciupare così la
bellezza di Silvina sua, senza che potesse risplendere in alcun modo.
-Allora le sue manie di libertà, d'indipendenza, sarebbero svanite, ed
+Allora le sue manie di libertà, d'indipendenza, sarebbero svanite, ed
egli avrebbe pensato di riavvicinarsi alla sua famiglia, avrebbe scritto
una lunga lettera al suo signor padre, nella quale gli avrebbe chiesto
-perdono e si sarebbe esteso assai nel celebrare la grazia, la beltà, la
+perdono e si sarebbe esteso assai nel celebrare la grazia, la beltà, la
fine educazione, il nobile animo e l'amore di Silvina, pregandolo in
ultimo di accoglierla come figlia in casa sua e di benedire la loro
felice unione. Poi pensava, Silvina, che Silvio le aveva dipinto suo
@@ -3622,9 +3591,9 @@ padre come un uomo di vecchio stampo, rigido nei suoi principi,
autoritario e violento... Allora la sua fantasia prendeva il volo per
cieli meno sereni, e con freddo cinismo immaginava che, essendo tanto
vecchi, il padre e la madre di Silvio avrebbero potuto presto morire,
-forse erano già morti; la loro carrozza avrebbe potuto rovesciarsi nel
+forse erano già morti; la loro carrozza avrebbe potuto rovesciarsi nel
fiume mentre facevano la loro passeggiata la sera, o dei ladri,
-aggredendoli nel parco, avrebbero potuto ucciderli; e così, ogni
+aggredendoli nel parco, avrebbero potuto ucciderli; e così, ogni
ostacolo sarebbe scomparso d'un tratto, ed ella, con Silvio, sarebbero
andati ad abitare in quella bella villa, avrebbero avuto quelle belle
carrozze e quei bei cavalli, tutti quei servitori, e di tutto quanto la
@@ -3632,166 +3601,166 @@ padrona era lei.
Ma Silvio, per mezzo di una vecchia nutrice, aveva potuto sottrarre da
casa sua alcuni oggetti preziosi suoi personali che nella fretta di
-fuggire non era riuscito a portare con sè. Rimpinguò così il suo tesoro,
-che già era esausto, e riprese coraggio nella fiducia incrollabile che
+fuggire non era riuscito a portare con sè. Rimpinguò così il suo tesoro,
+che già era esausto, e riprese coraggio nella fiducia incrollabile che
l'aiuto da tutti promesso con tanto slancio sarebbe infine venuto a
-rischiarargli durevolmente la via. Erano già tre mesi che Silvio e
+rischiarargli durevolmente la via. Erano già tre mesi che Silvio e
Silvina vivevano insieme. Egli s'era fatti alcuni amici, non si sa dove
-pescati, poichè veramente Silvio non frequentava nessuna speciale
+pescati, poichè veramente Silvio non frequentava nessuna speciale
categoria di persone, ma tutta gente che incontrava per caso nel suo
continuo peregrinare in cerca di lavoro. Egli passava la maggior parte
-del suo tempo, quando non era con Silvina, da un caffè all'altro, e con
+del suo tempo, quando non era con Silvina, da un caffè all'altro, e con
pretesti d'ogni genere cercava di entrare in discorso con i suoi vicini
di tavolino, interloquiva non richiesto della sua opinione nelle dispute
-più disparate; sempre nell'intento di dichiarare l'esser suo, di
-richiamare sopra di sè l'attenzione della fortuna, che può presentarsi
+più disparate; sempre nell'intento di dichiarare l'esser suo, di
+richiamare sopra di sè l'attenzione della fortuna, che può presentarsi
sotto l'aspetto di una bella matrona con gli occhi bendati e in
-equilibrio sopra una ruota, ma può anche assumere le meno classiche
+equilibrio sopra una ruota, ma può anche assumere le meno classiche
sembianze di un commesso viaggiatore, di un diplomatico a riposo, di un
vecchio signore vestito a lutto o di un avvocato molto versato in
politica. E a tutti diceva alla fine, conducendo abilmente ogni
conversazione a quel punto ch'egli non perdeva mai di vista:
--Eccomi qua: io non chiedo di meglio che lavorare. Io non ho falsi
-pudori, idee preconcette. Sono libero ecc. ecc. E poichè vestiva
+pudori, idee preconcette. Sono libero ecc. ecc. E poichè vestiva
decentemente e non chiedeva mai un soldo in prestito, si comportava con
educazione e riservatezza, era ottimista, di buon umore, simpatico, alla
mano e parlava bene, tutti finivano per dire di lui:--Che bravo, che
caro ragazzo!--e lo accettavano volentieri come compagno di ozi.
-Appunto in uno dei tanti caffè di cui era cliente assiduo e noto, Silvio
+Appunto in uno dei tanti caffè di cui era cliente assiduo e noto, Silvio
aveva conosciuto il principe Stroztki. Era un polacco, un diplomatico,
dalla figura ridicola ma piena di razza. Aveva quarant'anni, vestiva con
ricercatezza, gli piacevano le belle donne e componeva anche dei versi.
Il principe portava sempre le mani inguantate di splendidi guanti
bianchi e un cappello grigio chiaro di feltro finissimo. Sotto il
cappello, divisa in due da una irreprensibile riga, brillava di
-profumati cosmetici una parrucca nerissima, purtroppo così falsa che,
-nascondendo la calvizie del cranio, rendeva più che mai evidente la
-calvizie, per così dire, del viso, che era gialliccio e senza l'ombra di
+profumati cosmetici una parrucca nerissima, purtroppo così falsa che,
+nascondendo la calvizie del cranio, rendeva più che mai evidente la
+calvizie, per così dire, del viso, che era gialliccio e senza l'ombra di
un pelo in tutta la sua superficie.
--Ah, Silvio, disse un giorno il principe con accento di dolce
-rimprovero, io sono molto in collera con voi. Sì, molto molto in
+rimprovero, io sono molto in collera con voi. Sì, molto molto in
collera. Voi avete una graziosa amica, un'amica molto graziosa, mi
dicono, e la tenete nascosta?
---Oh, principe, balbettò Silvio confuso, chi vi ha detto una cosa
+--Oh, principe, balbettò Silvio confuso, chi vi ha detto una cosa
simile?
---Amico mio, rispose il principe, la violetta è un fiore che facilmente
-passa inosservato finchè non si colga. Ma quando si è colto e si porta
+--Amico mio, rispose il principe, la violetta è un fiore che facilmente
+passa inosservato finchè non si colga. Ma quando si è colto e si porta
all'occhiello?
--Voi volete burlarvi di me, signor principe, disse Silvio arrossendo.
Io non ho nessuna viola all'occhiello.
--E se io stesso vi avessi veduto, invece, con una bellissima viola?
-ribattè il principe con malizia. Ditemi dunque, caro Silvio: non eravate
+ribattè il principe con malizia. Ditemi dunque, caro Silvio: non eravate
mica voi, ieri sera, all'Alhambra, in compagnia di una donnina bionda,
molto carina, molto elegante, con un bell'abito proprio viola e uno
smeraldo al collo?
---Sì, sì, confessò Silvio sorridendo, ero io. Ma la signora che
+--Sì, sì, confessò Silvio sorridendo, ero io. Ma la signora che
accompagnavo non era una piccola amica.
---Capisco, soggiunse il principe, è un segreto...
+--Capisco, soggiunse il principe, è un segreto...
Silvio si fece coraggio e disse:
--Era mia moglie.
-Il principe lo guardò per un attimo stupito, incredulo. Poi sorridendo,
+Il principe lo guardò per un attimo stupito, incredulo. Poi sorridendo,
disse con galanteria:
---Ve ne faccio i miei complimenti... È una deliziosa creatura.
+--Ve ne faccio i miei complimenti... È una deliziosa creatura.
-Silvio s'inchinò e rimase muto. Si sentiva intimamente orgoglioso di
-quella lode, che gli veniva da un così raffinato intenditore. Per una
+Silvio s'inchinò e rimase muto. Si sentiva intimamente orgoglioso di
+quella lode, che gli veniva da un così raffinato intenditore. Per una
volta che aveva condotto Silvina in un luogo frequentato da gente
elegante, illuminato sfarzosamente, adatto per far brillare la sua
grazia, la sua leggiadria, la sua candida bellezza, subito era stata
-ammirata, per quanto non mancassero là dentro le donne avvenenti,
+ammirata, per quanto non mancassero là dentro le donne avvenenti,
giovani, belle, i ricchi abiti, le acconciature sfarzose.
--Non sarete mica geloso, caro Silvio, disse il principe, vedendolo
silenzioso ed assorto.
---Oh, principe! esclamò Silvio con candore. Noi ci amiamo teneramente.
+--Oh, principe! esclamò Silvio con candore. Noi ci amiamo teneramente.
Rientrando in casa, Silvio si sentiva ebbro di gioia. Volava leggiero su
-per le scale, come se lo portasse il vento. Entrò d'impeto nella stanza
-e trovò Silvina che aveva colto un garofano rosso nel suo giardino e,
+per le scale, come se lo portasse il vento. Entrò d'impeto nella stanza
+e trovò Silvina che aveva colto un garofano rosso nel suo giardino e,
civettando dinnanzi allo specchio, se lo stava allora appuntando tra i
-capelli. L'abbracciò, la coprì di baci, gridando:
+capelli. L'abbracciò, la coprì di baci, gridando:
---Amore, amore mio! Poi indietreggiò di due passi ed esclamò:
+--Amore, amore mio! Poi indietreggiò di due passi ed esclamò:
---È vero, è vero! Ed io sciocco che non ci avevo mai pensato! C'era una
-piccola viola nascosta: io l'ho colta. Ora come potrebbe più
+--È vero, è vero! Ed io sciocco che non ci avevo mai pensato! C'era una
+piccola viola nascosta: io l'ho colta. Ora come potrebbe più
nascondersi? Il principe, l'amico mio, ha ragione!
---Tu conosci un principe? domandò Silvina senza distrarsi dallo
+--Tu conosci un principe? domandò Silvina senza distrarsi dallo
specchio.
---Sicuro! esclamò Silvio. Stroztki: un vero principe.
+--Sicuro! esclamò Silvio. Stroztki: un vero principe.
---E chi è questa viola mammola? domandò Silvina con una punta d'ironia.
+--E chi è questa viola mammola? domandò Silvina con una punta d'ironia.
---Ma tu stessa! esclamò Silvio.
+--Ma tu stessa! esclamò Silvio.
--Bella! disse Silvina. E dove mi ha veduta?
--Ieri sera, all'Alhambra! rispose Silvio. Mi ha domandato:--Chi era
-quella graziosa donnina così e così, biondina, vestita di viola, molto
+quella graziosa donnina così e così, biondina, vestita di viola, molto
graziosa, molto elegante? Gli ho risposto:--Mia moglie!
--Mio Dio! disse Silvina, come ha potuto trovarmi elegante? Con questo
-vestitino viola, così sciupato?...
+vestitino viola, così sciupato?...
Silvio rise allegramente e le chiuse la bocca con un bacio.
---Ah, non sai! le sussurrò all'orecchio, non sai che già muoio di
+--Ah, non sai! le sussurrò all'orecchio, non sai che già muoio di
gelosia?
Fu quello uno degli ultimi baci che Silvio dette a Silvina.
-Finì l'estate. In uno dei primi giorni di novembre Silvio incominciò a
-tossire e si ammalò con una febbre altissima. Il medico chiamato in gran
-fretta stimò che convenisse trasportarlo all'ospedale, dove, curato
-energicamente, avrebbe potuto in pochi giorni guarire. Egli sopportò con
+Finì l'estate. In uno dei primi giorni di novembre Silvio incominciò a
+tossire e si ammalò con una febbre altissima. Il medico chiamato in gran
+fretta stimò che convenisse trasportarlo all'ospedale, dove, curato
+energicamente, avrebbe potuto in pochi giorni guarire. Egli sopportò con
rassegnazione questa dura prova, e, consegnato a Silvina il suo magro
-tesoro, l'abbracciò piangendo e si lasciò trasportare.
+tesoro, l'abbracciò piangendo e si lasciò trasportare.
-Nei nostri paesi l'autunno è brevissimo. L'inverno succede all'estate
+Nei nostri paesi l'autunno è brevissimo. L'inverno succede all'estate
quasi senza intervallo, in pochi giorni gli alberi si spogliano, una
settimana di piogge torrenziali lava la terra e la prepara pulita ad
-accogliere il candido mantello che subito la ricopre. Così per lunghi
+accogliere il candido mantello che subito la ricopre. Così per lunghi
mesi, fino ai primi germogli di primavera, essa rimane immobile come
morta sotto un cielo anch'esso immobilmente grigio. Soltanto i passeri
(chi non lo ha notato)? conservano nell'universale tristezza il loro
-buon umore salterino e ciarliero. Chi vive in campagna può ancora
-trovare un conforto ai sensi mortificati, poichè se l'inverno non ha i
-colori vividi e festosi della primavera, nè il tepore oppiato dei grandi
-meriggi estivi, nè lo splendore delle belle notti d'autunno, offre
+buon umore salterino e ciarliero. Chi vive in campagna può ancora
+trovare un conforto ai sensi mortificati, poichè se l'inverno non ha i
+colori vividi e festosi della primavera, nè il tepore oppiato dei grandi
+meriggi estivi, nè lo splendore delle belle notti d'autunno, offre
almeno all'immaginazione scheletri nudi e immensi spazi candidi che essa
-può rivestire e dipingere delle più consolanti e promettenti visioni. Ma
-nelle città gli uomini infreddoliti si sentono abbandonati da Dio nello
+può rivestire e dipingere delle più consolanti e promettenti visioni. Ma
+nelle città gli uomini infreddoliti si sentono abbandonati da Dio nello
squallore delle loro opere di fango e di pietra; senza l'oro del sole,
senza l'azzurro del cielo, senza il verde dei giardini, vedono quanto
-siano pesanti e lugubri le loro più ammirevoli architetture, e, curvando
+siano pesanti e lugubri le loro più ammirevoli architetture, e, curvando
il capo sfiduciati sotto il peso della solitudine e della malinconia,
non sanno concepire se non dolorosi pensieri.
-Rimasta sola e triste, poichè ebbero portato via Silvio con la barella,
+Rimasta sola e triste, poichè ebbero portato via Silvio con la barella,
Silvina non aveva per difendersi dal freddo se non quei due vestiti di
-seta leggera. Non c'era nè stufa nè camino dove accendere il fuoco.
+seta leggera. Non c'era nè stufa nè camino dove accendere il fuoco.
Affacciarsi all'abbaino era da piangere, a veder le nuvole gonfie
rotolare sui tetti neri e paurosamente deserti. Per l'appunto pioveva.
Le gronde facevano una musica funebre gocciolando gocciolando con
esasperante monotonia, sempre lo stesso suono e la stessa pausa, senza
-sostare un momento. Nel ronzio continuo della pioggia sul tetto, i più
-piccoli rumori, i più lontani, diventavano sordi tonfi, cupi boati,
+sostare un momento. Nel ronzio continuo della pioggia sul tetto, i più
+piccoli rumori, i più lontani, diventavano sordi tonfi, cupi boati,
stridori infernali, e pareva che nel corridoio buio e deserto, nei solai
disabitati, si muovessero catene e rimbombassero martelli, e passassero
in fuga torme di animali infuriati. Le vecchie suppellettili
@@ -3811,17 +3780,17 @@ dinnanzi ai bei ciocchi ardenti, le sere d'inverno facevamo scoppiar le
castagne spingendole con le molle bene in mezzo alla brace; e poi,
quando erano scoppiate, e la polpa bianca incominciava a rosolarsi, le
pescavamo dalla cenere, facendole saltar sulle dita e soffiando a gote
-piene, finchè non erano intiepidite. Allora, sbucciate e fattene tante
+piene, finchè non erano intiepidite. Allora, sbucciate e fattene tante
piccole focacce, ce le imboccavamo l'un l'altro ridendo con buffi
oremus, laudamus e deo gratias. Certo rivedeva mia madre quando, posando
sulla sua fronte il bacio della buona notte, le rimboccava calde calde
intorno al collo le morbide coltri del suo buon lettuccio, dove era
-cresciuta e aveva dormito tanti bei sonni tranquilli. Ma quando al di là
-dell'abbaino la luce scialba invernale incominciò a scemare e dagli
+cresciuta e aveva dormito tanti bei sonni tranquilli. Ma quando al di là
+dell'abbaino la luce scialba invernale incominciò a scemare e dagli
angoli si diffusero nella stanza le ombre nere di quella prima sera di
-solitudine, Silvina si alzò, aprì l'uscio, attraversò il corridoio,
-scese correndo tre capi di scale, e senza esitare bussò alla prima porta
-che le si parò dinnanzi.
+solitudine, Silvina si alzò, aprì l'uscio, attraversò il corridoio,
+scese correndo tre capi di scale, e senza esitare bussò alla prima porta
+che le si parò dinnanzi.
@@ -3834,11 +3803,11 @@ sette nipoti e con Loreto Re del Portogal. Ogni volta che Silvina
scendeva o saliva le scale, la trovava sull'uscio del suo appartamento e
doveva rispondere con un inchino al suo saluto. Non s'eran mai scambiate
altre parole che:--Buon giorno! Buona sera!--Ma i sorrisi di madama
-Humbert erano affettuosi inviti ad un'intimità più profonda. Madama
+Humbert erano affettuosi inviti ad un'intimità più profonda. Madama
Humbert era una distinta signora, che vestiva sempre di nero. Intorno al
suo collo portava sempre annodata una trina nera, e il suo aspetto era
quello di un'onesta vedova che offrisse alla memoria ormai lontana del
-suo sposo il tributo modesto sì ma spontaneo di quegli abiti sempre
+suo sposo il tributo modesto sì ma spontaneo di quegli abiti sempre
sempre neri. Dalla cintola in su ella era di una magrezza quasi deforme;
e il suo collo lungo e sottile pareva dovesse da un momento all'altro
piegarsi stanco sotto il peso del capo, che era rotondo e piatto, con un
@@ -3857,20 +3826,20 @@ sonno, pensava con tenerezza come Loreto rassomigliasse tutto a un
cristiano. Le sette nipoti di madama Humbert, tutte fiorenti e giovani,
erano mollemente sdraiate sui tre divani intorno intorno al salotto. Ai
colpi che improvvisamente risuonarono contro la porta, chi pisolava si
-svegliò, chi sbadigliava stirò le belle membra elastiche con un miagolio
-di gatto, e chi guardava distrattamente le rose del soffitto voltò gli
-occhi dalla parte dell'uscio e aspettò. Soltanto Loreto, cavato il capo
+svegliò, chi sbadigliava stirò le belle membra elastiche con un miagolio
+di gatto, e chi guardava distrattamente le rose del soffitto voltò gli
+occhi dalla parte dell'uscio e aspettò. Soltanto Loreto, cavato il capo
di sotto l'ala dove l'aveva allora riposto, e purgatosi in fretta, disse
con un sospiro:
--Lo zio, lo zio, lo zio!
-Madama Humbert si alzò e a piccoli passi si diresse verso la porta, che
-poi aprì lentamente.
+Madama Humbert si alzò e a piccoli passi si diresse verso la porta, che
+poi aprì lentamente.
-Allora nella penombra della scala apparve, bianca, Silvina. Ella piegò
+Allora nella penombra della scala apparve, bianca, Silvina. Ella piegò
seria la fronte, passando dinnanzi a madama Humbert che s'era fatta da
-parte per lasciarla entrare, e poi le domandò guardandola fissamente
+parte per lasciarla entrare, e poi le domandò guardandola fissamente
negli occhi:
--Non la disturbo, signora?
@@ -3880,78 +3849,78 @@ condusse in salotto, e, mentre le sue sette nipoti s'alzavano in piedi,
ella la fece sedere nella sua poltrona, le spinse sotto i piedi un
cuscino e accarezzandola con occhiate amorose:
---Signora, le disse, cara, cara! A che si dovrà quest'onore?
+--Signora, le disse, cara, cara! A che si dovrà quest'onore?
-Poi, senza attendere una risposta, presentò le sette ragazze che
-s'inchinarono graziosamente una per una, e Silvina udì dei nomi come
-Odette, Frufrù, Mimì, Manon, Lulù.
+Poi, senza attendere una risposta, presentò le sette ragazze che
+s'inchinarono graziosamente una per una, e Silvina udì dei nomi come
+Odette, Frufrù, Mimì, Manon, Lulù.
Quindi, levati gli occhi su Loreto, madama Humbert disse con tenerezza:
---E questo, questo cocco di Dio, è Loreto mio bello...
+--E questo, questo cocco di Dio, è Loreto mio bello...
-Loreto squadrò con disprezzo Silvina, si gonfiò di disgusto, torse
+Loreto squadrò con disprezzo Silvina, si gonfiò di disgusto, torse
sdegnoso il capo per non vederla. Ma madama Humbert si sedette di fronte
-a lei e, riposte le mani sulla prominenza del ventre, la contemplò
+a lei e, riposte le mani sulla prominenza del ventre, la contemplò
beata, e disse:
--Chi avrebbe potuto sperare nel piacere di una sua visita, cara
-signora? Aspettavamo lo zio Stanislao. Ma è tanto tempo che desideravo
+signora? Aspettavamo lo zio Stanislao. Ma è tanto tempo che desideravo
conoscerla... Tanto! Tanto!
---Lei, soggiunse Silvina, è stata così buona con Silvio... Era mio
+--Lei, soggiunse Silvina, è stata così buona con Silvio... Era mio
dovere ringraziarla di quanto ha fatto per lui.
---Oh! cara! esclamò madama Humbert abbassando gli occhi modestamente.
+--Oh! cara! esclamò madama Humbert abbassando gli occhi modestamente.
Vuol parlare della coperta di lana? Ma i malati di febbre bisogna
coprirli bene, bisogna farli sudare! Io immaginavo che una grossa
coperta imbottita potesse esserle utile. Lei, signora, non avrebbe fatto
-altrettanto per me? Ma io la chiamo sempre: signora! Mi sembra così
-strano. È tanto giovane, tanto piccina... Non è che una bambina, lei!
+altrettanto per me? Ma io la chiamo sempre: signora! Mi sembra così
+strano. È tanto giovane, tanto piccina... Non è che una bambina, lei!
-Toccò a Silvina questa volta abbassare il capo modestamente. E lo
-abbassò sorridendo, perchè temeva di arrossire. Ma già madama Humbert
-aveva composto il viso nella più profonda mestizia e diceva con sospiro:
+Toccò a Silvina questa volta abbassare il capo modestamente. E lo
+abbassò sorridendo, perchè temeva di arrossire. Ma già madama Humbert
+aveva composto il viso nella più profonda mestizia e diceva con sospiro:
---E ora come la compiango, poverina, che è rimasta così sola, senza il
-suo Silvio! Chi sa come le sembrerà triste non averlo più vicino! Anche
-una meno giovane di lei, si sentirebbe perduta, poichè per noi, povere
-donne, tutto è l'abitudine. Lei poi immagino quanto ne soffrirà...
+--E ora come la compiango, poverina, che è rimasta così sola, senza il
+suo Silvio! Chi sa come le sembrerà triste non averlo più vicino! Anche
+una meno giovane di lei, si sentirebbe perduta, poichè per noi, povere
+donne, tutto è l'abitudine. Lei poi immagino quanto ne soffrirà...
---Certo mi dà un po' di pena, disse Silvina esitando, come se
+--Certo mi dà un po' di pena, disse Silvina esitando, come se
questa confessione le costasse assai cara. E soggiunse con un
-sorriso:--Passerà... Non mi perdo d'animo...
+sorriso:--Passerà... Non mi perdo d'animo...
-Silvina gettava qua e là sguardi discreti, ma penetranti, su quello
+Silvina gettava qua e là sguardi discreti, ma penetranti, su quello
strano parentado di madama Humbert. Nessuna di quelle ragazze somigliava
-all'altra, e se Lulù era bruna e snella, Manon era grassa, piccola e
-bionda. Fosse Mimì fosse Odette, una ce n'era che aveva passati almeno i
-trent'anni, di taglio maschile, muscolosa, quadrata. Frufrù invece aveva
-l'aspetto di una bambina esile, magra, con i capelli ancora giù per le
+all'altra, e se Lulù era bruna e snella, Manon era grassa, piccola e
+bionda. Fosse Mimì fosse Odette, una ce n'era che aveva passati almeno i
+trent'anni, di taglio maschile, muscolosa, quadrata. Frufrù invece aveva
+l'aspetto di una bambina esile, magra, con i capelli ancora giù per le
spalle, occhi chiari, bocca innocente, mentre Fanny era fulva e
maliziosa come una volpe. Chi vestiva di verde, chi di rosso, chi di
-giallo, abiti delle fogge più disparate. Una delle due più giovani
+giallo, abiti delle fogge più disparate. Una delle due più giovani
mostrava dal sottanino corto lunghe calze di seta nera. Odette invece
aveva i polpacci nudi e ai piedi portava calzettini bianchi e scarpette
bianche, di raso. Manon aveva i capelli tutti ondulati, con un gran
fiocco di nastro sulla tempia. Dalle trecce lisce e attorcigliate di
-Mimì ciondolava invece una rosa. Soltanto l'orrore del caldo era a tutte
+Mimì ciondolava invece una rosa. Soltanto l'orrore del caldo era a tutte
comune, quantunque la stufa non diffondesse che un discreto tepore;
-poichè chi non aveva le braccia nude e la gola scoperta, portava abiti
+poichè chi non aveva le braccia nude e la gola scoperta, portava abiti
tanto leggieri che parevano di velo.
---Così, concluse madama Humbert un suo lungo discorso che Silvina aveva
-ascoltato appena, quando il mio terzo marito mi lasciò per salire nella
+--Così, concluse madama Humbert un suo lungo discorso che Silvina aveva
+ascoltato appena, quando il mio terzo marito mi lasciò per salire nella
grazia di Dio, io mi ridussi a vivere qui con queste mie ragazze. Noi
non riceviamo visite se non di persone di conoscenza, intime e fedeli,
-perchè il mondo oggi è pieno di villani e di ladri.
+perchè il mondo oggi è pieno di villani e di ladri.
Madama Humbert era giunta a questa amara conclusione, quando di nuovo
-alcuni colpi furon bussati alla porta. Allora di nuovo ella si alzò,
-andò ad aprire, e, salutato dai festosi strombettii di Loreto, entrò
+alcuni colpi furon bussati alla porta. Allora di nuovo ella si alzò,
+andò ad aprire, e, salutato dai festosi strombettii di Loreto, entrò
finalmente l'atteso zio Stanislao. Questo signore mi sembra che lo
-abbiamo già conosciuto, per quanto nessuno di noi conosca propriamente
-uno zio Stanislao. È un uomo di circa quaranta anni, tutto sbarbato, con
+abbiamo già conosciuto, per quanto nessuno di noi conosca propriamente
+uno zio Stanislao. È un uomo di circa quaranta anni, tutto sbarbato, con
un bel parrucchino nero diviso in due da una perfetta scriminatura,
vestito con eleganza, e di modi garbati.
@@ -3960,30 +3929,30 @@ gota, le sue sette nipoti; ma alla fine si inchina dinnanzi a Silvina,
posa con galanteria le labbra sulla sua mano, e attentamente la scruta.
Sembra che cerchi qualche somiglianza nella sua memoria, qualche ricordo
che per il momento gli sfugge. Quindi con un gesto vago allontana questo
-pensiero, come per dire:--Verrà più tardi da sè. E mollemente si adagia
-sul divano, fra la matura Odette e Manon, la più acerba, come fra due
+pensiero, come per dire:--Verrà più tardi da sè. E mollemente si adagia
+sul divano, fra la matura Odette e Manon, la più acerba, come fra due
cuscini. Ma i suoi occhi si riposano su Silvina.
--Ne ero sicuro! esclama ad un tratto, battendosi la mano sulla fronte.
All'Alhambra, qualche sera fa, mi ricordo perfettamente d'averla veduta!
Non era lei, domanda premuroso a Silvina, alcune sere fa all'Alhambra,
in compagnia di un giovane di nome Silvio? E come Silvina accennava di
-sì col capo, soggiunse:--Non riuscivo a ricordarmi, ma quello smeraldo
+sì col capo, soggiunse:--Non riuscivo a ricordarmi, ma quello smeraldo
che ella porta al collo m'ha messo sulla buona strada...
--Anche la mia povera sorella, disse malinconicamente una delle ragazze,
aveva una collana con uno smeraldo simile a quello...
---E che ne è di Silvio? domandò lo zio Stanislao.
+--E che ne è di Silvio? domandò lo zio Stanislao.
--Poverino, rispose pronta madama Humbert, lo hanno portato oggi
all'ospedale.
Lo zio Stanislao ha un moto di doloroso stupore e guarda attentamente
Silvina. Sembra che voglia ora rivolgerle una domanda indiscreta, e
-infatti pensa fra sè:
+infatti pensa fra sè:
---Questa donnina non può essere la moglie di quel ragazzo. Che moglie
+--Questa donnina non può essere la moglie di quel ragazzo. Che moglie
volete che sia? Ha tutta l'aria di un passerino sperduto, che Silvio ha
raccolto chi sa dove.
@@ -3999,68 +3968,68 @@ liberamente guardare.
--Povero Silvio! dice alfine lo zio. Come mai all'ospedale?
--Con una gran febbre, soggiunge pronta madama Humbert. Povera signora!
-È rimasta sola...
+È rimasta sola...
E segue un lungo silenzio.
Lo zio Stanislao avrebbe voluto compiangere Silvina per l'ingrata sorte
-di Silvio, ma Odette s'era alzata, e, presolo per le mani, lo tirò su
-dal divano, e lo trascinò impetuosamente fuori del salotto. Poco dopo,
+di Silvio, ma Odette s'era alzata, e, presolo per le mani, lo tirò su
+dal divano, e lo trascinò impetuosamente fuori del salotto. Poco dopo,
nella stanza vicina, s'udirono due o tre accordi di pianoforte, e la
-voce di Odette incominciò a cantare:
+voce di Odette incominciò a cantare:
_Vous dansez, Marquise,_
- _d'un pied sì leger...._
+ _d'un pied sì leger...._
-Era un'innocente gavotte. Madama Humbert si curvò verso Silvina e le
-sussurrò:
+Era un'innocente gavotte. Madama Humbert si curvò verso Silvina e le
+sussurrò:
--Lo zio Stanislao le insegna un po' di musica ogni sera... Odette ha
tanta inclinazione!
-Poi si raccolse in ascolto, e non si mosse più.
+Poi si raccolse in ascolto, e non si mosse più.
Silvina rimase silenziosa. Ora c'era una ragione di tacere, e se ne
-rallegrò in cuor suo.
+rallegrò in cuor suo.
_La fleur est sans grace_
- _certes auprès de vous...._
+ _certes auprès de vous...._
Delle sei ragazze rimaste nel salotto una se n'era alzata dal divano
dove stava sdraiata, per andarsi a sedere accanto a Silvina, sopra uno
-sgabello. Silvina non sapeva se fosse Manon o Lulù, o proprio quella il
+sgabello. Silvina non sapeva se fosse Manon o Lulù, o proprio quella il
cui nome le era sfuggito. Ma spesso, volgendo il capo, ella incontrava i
suoi occhi che la guardavano e la sua bocca che le sorrideva. E lo
strano era che mentre le sue labbra le sorridevano dolcemente, i suoi
occhi continuavano a fissarla immobili, inespressivi. Erano occhi
-grandissimi e belli, ma senza splendore, e distratti finchè vagavano qua
-e là in cerca di un punto dove posarsi. Poi, quando finalmente si eran
-posati, una fissità meravigliata li dilatava, e rimanevano così, fermi,
+grandissimi e belli, ma senza splendore, e distratti finchè vagavano qua
+e là in cerca di un punto dove posarsi. Poi, quando finalmente si eran
+posati, una fissità meravigliata li dilatava, e rimanevano così, fermi,
senz'anima. Il suo viso giovane terminava in un mento aguzzo che ne
-sciupava l'ovale, e tradiva più che mai la larghezza della bocca
+sciupava l'ovale, e tradiva più che mai la larghezza della bocca
leggermente tumida, tinta di un rosso scarlatto. Soltanto i suoi capelli
erano veramente belli, ammassati in grosse trecce pesanti nerissime, con
tanti riflessi azzurri.
La voce di Odette era una bella voce squillante. Ma Silvina non amava la
-musica. I suoi occhi si posarono un poco più a lungo sulla sua vicina.
-Allora quella accostò ancora più a lei il suo sgabello, e sottovoce le
+musica. I suoi occhi si posarono un poco più a lungo sulla sua vicina.
+Allora quella accostò ancora più a lei il suo sgabello, e sottovoce le
disse:
--La mia povera sorella aveva una collana proprio come la tua, con uno
-smeraldo tale e quale. Ma un giorno la smarrì e non fu mai più
+smeraldo tale e quale. Ma un giorno la smarrì e non fu mai più
ritrovata...
Tacque un momento, sorrise a Silvina che l'ascoltava benevolmente, e
-continuò:
+continuò:
--La mia povera sorella aveva tante gioie, che furono tutte vendute dopo
-la sua morte. È morta giovane, mia sorella. Si è uccisa. Aveva tante
+la sua morte. È morta giovane, mia sorella. Si è uccisa. Aveva tante
altre collane con zaffiri e brillanti, diademi di perle, anelli e
braccialetti d'oro. Era molto bella e tutti le facevano regali. Ma noi,
qui! Non ci regala niente nessuno...
-Esitò un momento. Poi le domandò:
+Esitò un momento. Poi le domandò:
--Tu non hai sorelle?
@@ -4078,41 +4047,41 @@ La gavotta in quel punto diceva:
La voce dello zio Stanislao, un po' rauca e stonata, s'era unita d'un
tratto alla voce d'Odette. Gli ultimi due versi della strofe furono
cantati con impeto, e il ritornello finale fu suonato di galoppo, senza
-accompagnamento di voci. Poi regnò nella stanza vicina un silenzio
-profondo, che nessun percettibile rumore turbò per un pezzo.
+accompagnamento di voci. Poi regnò nella stanza vicina un silenzio
+profondo, che nessun percettibile rumore turbò per un pezzo.
-Madama Humbert domandò a Silvina:
+Madama Humbert domandò a Silvina:
---Non avrà paura, signora, a passare sola la notte lassù?
+--Non avrà paura, signora, a passare sola la notte lassù?
Silvina sorrise. Veramente non si sentiva punto coraggio. Avrebbe
-preferito rimanere tutta la notte seduta in quella poltrona, anzichè
-coricarsi nel suo letto sola, lassù, in quella stanza isolata sotto i
+preferito rimanere tutta la notte seduta in quella poltrona, anzichè
+coricarsi nel suo letto sola, lassù, in quella stanza isolata sotto i
solai. Ma come fare? Quella debolezza la riempiva di vergogna. Non
avrebbe osato confessarla a nessuno. Disse:
---Cercherò di farmi coraggio...
+--Cercherò di farmi coraggio...
-Incontrò nuovamente gli occhi della ragazza seduta accanto a lei, e le
-parvero, nella loro immobilità, pietosi. Ripetè:
+Incontrò nuovamente gli occhi della ragazza seduta accanto a lei, e le
+parvero, nella loro immobilità, pietosi. Ripetè:
---Mi farò coraggio...
+--Mi farò coraggio...
-E si alzò per andarsene. Ma allora anche quella si alzò, e, presale una
-mano, gliela accarezzò.
+E si alzò per andarsene. Ma allora anche quella si alzò, e, presale una
+mano, gliela accarezzò.
---Perchè non rimani a dormire con me? chiese timidamente. Anch'io a
+--Perchè non rimani a dormire con me? chiese timidamente. Anch'io a
dormir sola ho sempre tanta paura.
-Silvina rifiutò con un cenno del capo. Ma poi anche madama Humbert la
-pregò tanto, che alfine non seppe più negare a sè stessa la gioia di
+Silvina rifiutò con un cenno del capo. Ma poi anche madama Humbert la
+pregò tanto, che alfine non seppe più negare a sè stessa la gioia di
sottrarsi alla solitudine dolorosa di quella notte.
Disse:
--Per questa notte soltanto...
-E, fatto un inchino a madama, si lasciò condurre per mano.
+E, fatto un inchino a madama, si lasciò condurre per mano.
@@ -4120,23 +4089,23 @@ E, fatto un inchino a madama, si lasciò condurre per mano.
VIII.
-Non fu per quella sola notte. Fu per molte notti di seguito, finchè
-Silvio non ritornò bianco e smagrito dall'ospedale per riprendere il suo
-posto fra i vivi. Ma quella prima notte influì per sempre sull'avvenire
+Non fu per quella sola notte. Fu per molte notti di seguito, finchè
+Silvio non ritornò bianco e smagrito dall'ospedale per riprendere il suo
+posto fra i vivi. Ma quella prima notte influì per sempre sull'avvenire
di Silvina; fu in quella prima notte che il suo istinto si decise ad
agire indipendentemente dalla ragione e dalla coscienza, e dalle
circostanze che fino allora avevano dominato la sua vita; in quella
-prima sciagurata notte, abbandonata a sè stessa, Silvina rinnegò per
+prima sciagurata notte, abbandonata a sè stessa, Silvina rinnegò per
l'ultima volta, irreparabilmente, padre e madre, tutto il suo passato, e
-oserei dire anche sè stessa, o almeno quella Silvina che noi tutti
+oserei dire anche sè stessa, o almeno quella Silvina che noi tutti
avevamo amata con tanta indulgenza. Io penso che la gente superstiziosa
si raffiguri giustamente come spettri notturni i maligni spiriti, e li
veda sempre intanati nel buio, in agguato sotto gli antri oscuri, nelle
cave rovine dove non penetra mai luce di sole, e specialmente senta la
-loro presenza invisibile nelle notti d'uragano, quando il mondo intero è
-alla mercè delle tenebre. In quella sciagurata notte, uno di me meno
-scettico penserebbe che un maligno spirito s'insinuò nel cuore di
-Silvina e vi stabilì il suo dominio.
+loro presenza invisibile nelle notti d'uragano, quando il mondo intero è
+alla mercè delle tenebre. In quella sciagurata notte, uno di me meno
+scettico penserebbe che un maligno spirito s'insinuò nel cuore di
+Silvina e vi stabilì il suo dominio.
Colei che s'era offerta come sua compagna di solitudine l'aveva condotta
in una camera foderata di rosso, piena d'un profumo morbido e triste,
@@ -4144,18 +4113,18 @@ male illuminata. Non c'era che un gran letto, poche sedie, uno specchio
stretto e lungo in un angolo, con a fianco un piccolo tavolo coperto di
tela bianca. Due bauli stavano semiaperti nel vano della finestra, e
c'erano abiti e pezzi di biancheria sudicia sparsi in disordine qua e
-là, sulle sedie, in fondo al letto, appesi ai muri, come se chi abitava
+là, sulle sedie, in fondo al letto, appesi ai muri, come se chi abitava
quella stanza fosse sul punto di raccogliere le cose sue e di andarsene
-via. Silvina si sentì subito triste, quando ne ebbe varcata la soglia.
+via. Silvina si sentì subito triste, quando ne ebbe varcata la soglia.
Ma la sua compagna le disse per confortarla:
---Si sta tanto bene qui. Siamo lontane da tutti. Per ciò anch'io la
+--Si sta tanto bene qui. Siamo lontane da tutti. Per ciò anch'io la
notte ho un po' di paura quando sono sola. Ma in due?
-E la spinse dolcemente sul letto e l'abbracciò.
+E la spinse dolcemente sul letto e l'abbracciò.
--Mi piaci tanto! disse poi sorridendo e fissando su lei quei grandi
-occhi senza dolcezza. E le domandò:--Non ti dispiace se ti parlo con
+occhi senza dolcezza. E le domandò:--Non ti dispiace se ti parlo con
confidenza? Mi sembra di conoscerti da tanto tempo. Come ti chiami?
--Silvina.
@@ -4167,65 +4136,65 @@ anni hai?
--Poco meno di me, disse Soave. Anche tu sei giovane. E sei sola?
-Silvina non comprese. La guardò perplessa, senza rispondere.
+Silvina non comprese. La guardò perplessa, senza rispondere.
---Sei orfana? domandò Soave.
+--Sei orfana? domandò Soave.
--No, disse allora Silvina, non sono orfana...
---Come ti invidio! sospirò Soave. Io non ho avuto mai nè padre nè
+--Come ti invidio! sospirò Soave. Io non ho avuto mai nè padre nè
madre....
-Soave curvò il capo e rimase così assorta per qualche minuto. Poi
+Soave curvò il capo e rimase così assorta per qualche minuto. Poi
chiese:
--Da quanto tempo stai con quel giovane?
Silvina avrebbe voluto tacere, spegnere il lume, coricarsi in quel
-letto, non muoversi più per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo
+letto, non muoversi più per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo
rispose:
--Da quattro mesi...
--E sei fuggita con lui da casa tua?
---Sì, rispose Silvina.
+--Sì, rispose Silvina.
--E ti vuol bene?
---Sì, rispose ancora Silvina.
+--Sì, rispose ancora Silvina.
---E ti dà molto denaro?
+--E ti dà molto denaro?
-Silvina abbassò la fronte e non rispose.
+Silvina abbassò la fronte e non rispose.
-Soave si alzò, andò dinnanzi allo specchio, si sciolse i capelli, prese
-un lapis rosso e incominciò a ritoccarsi le labbra.
+Soave si alzò, andò dinnanzi allo specchio, si sciolse i capelli, prese
+un lapis rosso e incominciò a ritoccarsi le labbra.
---Ah! bambina mia, esclamò, sono passata anch'io per la tua strada...
+--Ah! bambina mia, esclamò, sono passata anch'io per la tua strada...
Sembra che a tutto debba bastare l'amore, la prima volta. Ma poi, quando
si vede che gli uomini sono tutti uguali, si dice:--Volete godere? E
allora pagate...
-Le sue labbra erano ora perfettamente rosse. S'incipriò il collo e
-ritornò a sedere sul letto accanto a Silvina. Allora l'abbracciò, e
+Le sue labbra erano ora perfettamente rosse. S'incipriò il collo e
+ritornò a sedere sul letto accanto a Silvina. Allora l'abbracciò, e
posando il capo sulla sua spalla, le disse:
--Non essere sciocca anche tu, come sono stata io. Non aspettare che lui
-si stanchi di te. Scegline un altro, di quelli che ti desiderano di più,
-e preferisci il più ricco. Non ti curare che sia bello. Noi, noi sì,
+si stanchi di te. Scegline un altro, di quelli che ti desiderano di più,
+e preferisci il più ricco. Non ti curare che sia bello. Noi, noi sì,
anche quando sembriamo brutte, noi siamo belle. Ma gli uomini! Tutti
schifosi a un modo! Ti piacciono a te, forse, gli uomini?
-Silvina ebbe un sorriso sdegnoso. Soave la strinse ancora più
-teneramente a sè e la baciò sulla bocca. Silvina ebbe un piccolo moto di
-disgusto e si pulì istintivamente le labbra. Soave la guardò stupita, e
-poi scoppiò a ridere, battendo allegramente le mani.
+Silvina ebbe un sorriso sdegnoso. Soave la strinse ancora più
+teneramente a sè e la baciò sulla bocca. Silvina ebbe un piccolo moto di
+disgusto e si pulì istintivamente le labbra. Soave la guardò stupita, e
+poi scoppiò a ridere, battendo allegramente le mani.
---Non ti piace il rossetto? le domandò. Eppure è dolce come il miele.
-Perchè non ti tingi le labbra? Saresti mille volte più bella. La tua
-bocca è un poco pallida: così non piace agli uomini. E anche le tue
-ciglia sono troppo chiare: i tuoi occhi ci si perdono. Perchè non ti
+--Non ti piace il rossetto? le domandò. Eppure è dolce come il miele.
+Perchè non ti tingi le labbra? Saresti mille volte più bella. La tua
+bocca è un poco pallida: così non piace agli uomini. E anche le tue
+ciglia sono troppo chiare: i tuoi occhi ci si perdono. Perchè non ti
tingi gli occhi di nero?
--Vedo, disse poi con un'intenzione di malizia, che non ti ha insegnato
@@ -4233,45 +4202,45 @@ nessuno... Ora ti insegno io...
E Soave corse a prendere il lapis nero, e il lapis rosso, il vasetto
della pomata e lo scatolino della cipria, e, tutta ilare, costretta
-Silvina a voltarsi con il viso al lume, incominciò a dipingerla. Prima
+Silvina a voltarsi con il viso al lume, incominciò a dipingerla. Prima
furono gli occhi. I chiari occhi di Silvina, i chiari occhi che mia
madre baciava con tanto amore, che erano freddi ma casti, brillarono
d'una strana luce nel cerchio nero che li chiuse intorno intorno alle
-ciglia. Da quel momento essi perdettero ogni pudore; non furono più gli
+ciglia. Da quel momento essi perdettero ogni pudore; non furono più gli
occhi di una fanciulla. Poi fu la volta delle labbra, delle labbra che
-mia madre baciava con tanta purità, che erano cattive ma caste nel loro
+mia madre baciava con tanta purità, che erano cattive ma caste nel loro
pallore malato, e divennero rosse, sbocciarono in una rosa purpurea e
-sensuale. La sua bocca divenne da quel momento impura; non fu più la
+sensuale. La sua bocca divenne da quel momento impura; non fu più la
bocca d'una fanciulla. Poi le dita leggiere di Soave spalmarono il viso
di Silvina, il caro viso che mia madre accarezzava con tanta tenerezza,
d'una pomata bianchiccia che rese la pelle liscia e lucida come seta,
illuminando il suo pallore di strani riflessi di madreperla. Quindi
-sulla fronte, sulle gote, sul mento, sulla gola passò il piumino e vi
-posò un velo di cipria rosea, e la madreperla si annebbiò d'una opacità
+sulla fronte, sulle gote, sul mento, sulla gola passò il piumino e vi
+posò un velo di cipria rosea, e la madreperla si annebbiò d'una opacità
calda e vellutata, come l'alito caldo fa sullo specchio.
-Così fu distrutta Silvina nostra. Ella fu da quel momento un'altra
+Così fu distrutta Silvina nostra. Ella fu da quel momento un'altra
Silvina.
--Irriconoscibile! esclamava Soave, guardandola raggiante. Che
-meraviglia! Guàrdati! Guàrdati!
+meraviglia! Guàrdati! Guàrdati!
-E la trascinò dinnanzi allo specchio perchè anch'ella potesse ammirare
+E la trascinò dinnanzi allo specchio perchè anch'ella potesse ammirare
l'opera delle sue mani, vedere quanto fosse mutata. E vi dico che
Silvina non torse vergognosa gli occhi da quella sua triste immagine,
-non si rivoltò rabbiosa contro Soave per insultarla, non disfece
-inorridita quella turpe maschera che le deformava il volto, non si gettò
+non si rivoltò rabbiosa contro Soave per insultarla, non disfece
+inorridita quella turpe maschera che le deformava il volto, non si gettò
in terra singhiozzando umiliata, ma sorrise con compiacenza alla Silvina
-che senza pudore le sorrideva dallo specchio e inchinò il capo da ogni
-lato per ammirare quanto giovasse al suo profilo la bocca così
+che senza pudore le sorrideva dallo specchio e inchinò il capo da ogni
+lato per ammirare quanto giovasse al suo profilo la bocca così
fortemente segnata.
---È vero, disse, con una voce che non era la sua solita voce, una voce
-che vibrava tutta di commozione, è vero! Come sono diversa!...
+--È vero, disse, con una voce che non era la sua solita voce, una voce
+che vibrava tutta di commozione, è vero! Come sono diversa!...
---E più bella! esclamò Soave.
+--E più bella! esclamò Soave.
---Sì, disse Silvina, quasi più bella...
+--Sì, disse Silvina, quasi più bella...
Allora Soave le sciolse i capelli, affondando in quella seta morbida le
sue mani come aveva fatto prima mia madre, come aveva poi fatto Silvio,
@@ -4281,56 +4250,56 @@ e diceva:
tingerli: sembrano raggi di sole, spighe di grano... Come sono fini!
Quanti sono! Come pesano!
-Glieli accarezzò a lungo, mentre il suo viso si imporporava, chiudendo
+Glieli accarezzò a lungo, mentre il suo viso si imporporava, chiudendo
gli occhi per il piacere che le veniva dall'accarezzare quei capelli
-così morbidi e densi. E Silvina, ad occhi chiusi, si lasciava
-accarezzare. Si lasciò accarezzare, e, quando Soave le disse:--Lascia
-ch'io ti spogli!--lasciò che Soave le slacciasse l'abito viola e poi
-l'abito azzurro, disse semplicemente:--Avevo tanto freddo!--lasciò che
+così morbidi e densi. E Silvina, ad occhi chiusi, si lasciava
+accarezzare. Si lasciò accarezzare, e, quando Soave le disse:--Lascia
+ch'io ti spogli!--lasciò che Soave le slacciasse l'abito viola e poi
+l'abito azzurro, disse semplicemente:--Avevo tanto freddo!--lasciò che
cadessero ai suoi piedi la sottoveste bianca, i calzoncini orlati di
pizzo, la camicina ch'era trattenuta appena da un nastro rosa annodato
-sulla spalla. Rimase così nuda nuda dinnanzi allo specchio, e soltanto
-quando, aperti ad un tratto gli occhi, si vide così nuda nello specchio,
-e vide Soave che la guardava estatica, con un piccolo grido si rifugiò
-nel letto perdendo nel salto le sue scarpette che volarono chissà dove.
-Ma Soave spense il lume e la raggiunse sotto le coltri, l'abbracciò
+sulla spalla. Rimase così nuda nuda dinnanzi allo specchio, e soltanto
+quando, aperti ad un tratto gli occhi, si vide così nuda nello specchio,
+e vide Soave che la guardava estatica, con un piccolo grido si rifugiò
+nel letto perdendo nel salto le sue scarpette che volarono chissà dove.
+Ma Soave spense il lume e la raggiunse sotto le coltri, l'abbracciò
stretta stretta e le disse:
---Senti, senti, se la mia pelle non è più liscia della pelle di
+--Senti, senti, se la mia pelle non è più liscia della pelle di
Silvio...
Poi le disse:
---Ora le mie labbra non ti faranno ribrezzo, perchè anche le tue sono
-dipinte. Senti se il rossetto non è dolce come il miele....
+--Ora le mie labbra non ti faranno ribrezzo, perchè anche le tue sono
+dipinte. Senti se il rossetto non è dolce come il miele....
-E la baciò sulla bocca. Poi appoggiò la sua testa sulla spalla nuda di
-Silvina, e dolcemente si addormentò: perchè Soave, Soave era innocente.
-Ma Silvina non si addormentò subito. Il cuore le batteva forte. Ella
+E la baciò sulla bocca. Poi appoggiò la sua testa sulla spalla nuda di
+Silvina, e dolcemente si addormentò: perchè Soave, Soave era innocente.
+Ma Silvina non si addormentò subito. Il cuore le batteva forte. Ella
pensava con gioia, con una specie di dolorosa, di amara, di cattiva
-voluttà, che quel corpo tiepido, che era così strettamente allacciato al
+voluttà, che quel corpo tiepido, che era così strettamente allacciato al
suo, non era il corpo di Silvio. Ed ella godeva d'un piacere ignorato,
al pensiero che il suo letto di fanciulla era tanto lontano, che non si
-sarebbe mai più coricata in quel deserto candore. Pensava che anche il
-letto di Silvio era lassù, freddo e vuoto, sotto il solaio, in quella
+sarebbe mai più coricata in quel deserto candore. Pensava che anche il
+letto di Silvio era lassù, freddo e vuoto, sotto il solaio, in quella
stanza tenebrosa su cui la pioggia piangeva le sue fredde e lamentose
-lagrime, e che ella, Silvina, non sarebbe mai più stata sola, perchè il
+lagrime, e che ella, Silvina, non sarebbe mai più stata sola, perchè il
suo pudore l'aveva abbandonata, quella specie d'impedimento fisico che
la rendeva straniera a tutte le cose che non le appartenessero da lungo
tempo. Da quel momento ella era perfettamente libera, tutto le
-apparteneva, tutto poteva prendere, fare suo. Non esistevano più
-ostacoli alla sua volontà, non più limiti, non più divieti. Buono era
+apparteneva, tutto poteva prendere, fare suo. Non esistevano più
+ostacoli alla sua volontà, non più limiti, non più divieti. Buono era
quel letto in cui stava coricata per la prima volta; e come un giorno
-aveva potuto addormentarsi senza il bacio di sua madre, così ora, tra
+aveva potuto addormentarsi senza il bacio di sua madre, così ora, tra
poco, si sarebbe addormentata senza il bacio di Silvio.
-Quando fu giorno, Soave con una carezza svegliò Silvina. Il sonno era
+Quando fu giorno, Soave con una carezza svegliò Silvina. Il sonno era
stato per entrambe un sereno riposo. Esse si guardarono sorridendo, e
videro con gioia che un raggio di sole pallido filtrava attraverso le
-tende della finestra. Il nuovo giorno non era così triste come l'altro.
-Silvina si vestì in fretta, si pettinò, e quando fu vestita e pettinata
-Soave le mise in capo uno dei suoi cappellini di feltro, le attorcigliò
-intorno al collo una volpe azzurra, e Silvina uscì nel mattino tutto
+tende della finestra. Il nuovo giorno non era così triste come l'altro.
+Silvina si vestì in fretta, si pettinò, e quando fu vestita e pettinata
+Soave le mise in capo uno dei suoi cappellini di feltro, le attorcigliò
+intorno al collo una volpe azzurra, e Silvina uscì nel mattino tutto
ridente di solicello per andare all'ospedale. L'ospedale era un gran
palazzo di pietra grigia. Le strade su cui si affacciavano le file
interminabili delle sue finestre puzzavano tutte di cloro. La pioggia
@@ -4338,26 +4307,26 @@ non aveva spazzato via quel tanfo nauseabondo, non aveva lavato le sue
mura sudicie. Nell'andito una vera moltitudine di miserabili si pigiava
in silenzio, e Silvina dovette attraversare quella folla prima di
arrivare alla porta. Un corridoio nudo e lunghissimo, attraversato di
-quando in quando da qualche suora di carità, si presentò dinnanzi a lei,
+quando in quando da qualche suora di carità, si presentò dinnanzi a lei,
ed ella dovette percorrerlo in tutta la sua lunghezza, e vedere,
attraverso le sue cento porte aperte, file e file di letti bianchi,
popolati di bianchi fantasmi, per entrare infine in una corsia squallida
come tutte le altre. Chiese timidamente di Silvio. Fu portata dinnanzi a
uno di quei volti mostruosi, e riconobbe Silvio con un senso di
repulsione invincibile, come se non lo avesse mai veduto prima di
-allora, come se fosse un altro uomo. E Silvio la guardò con le sue
-ardenti pupille, e non la riconobbe. Ella potè così fermarsi soltanto un
+allora, come se fosse un altro uomo. E Silvio la guardò con le sue
+ardenti pupille, e non la riconobbe. Ella potè così fermarsi soltanto un
istante dinnanzi a quel letto, udire appena il rantolo che usciva dalla
gola strozzata dell'infermo, e senza rivolgergli una parola, senza
sfiorargli la fronte con una carezza, senza compiere nessuno di questi
-pietosi doveri, potè fuggirsene via, e sottrarsi al pensiero che quelle
+pietosi doveri, potè fuggirsene via, e sottrarsi al pensiero che quelle
labbra gonfie e violacee ella le aveva baciate, e quelle gote, trasudate
livide irsute, le aveva carezzate, aveva toccati quei capelli aridi,
sorriso a quegli occhi insensati. La giornata invernale era povera
povera di sole. L'azzurro del cielo sembrava un'illusione di sereno. Ma
-a Silvina, quando uscita dall'ospedale si sentì presa in quel solicello,
-sotto quel cielo timido, sembrò di camminare per le vie di un paradiso
-primaverile, tutto luce, serenità, gaudio.
+a Silvina, quando uscita dall'ospedale si sentì presa in quel solicello,
+sotto quel cielo timido, sembrò di camminare per le vie di un paradiso
+primaverile, tutto luce, serenità, gaudio.
@@ -4366,41 +4335,41 @@ IX.
Ad un angolo di strada, in un giardino tutto di palme incappucciate,
-Silvina vide una serra piena di fiori, e comprò un gran mazzo di rose
-rosse, che sembravano sbocciate allora nel più tepido sole di maggio.
-Stringendosi al seno quelle rose, tutta così stupendamente fiorita,
-attraversò mezza città, salì le scale della sua casa, ed entrò in quella
+Silvina vide una serra piena di fiori, e comprò un gran mazzo di rose
+rosse, che sembravano sbocciate allora nel più tepido sole di maggio.
+Stringendosi al seno quelle rose, tutta così stupendamente fiorita,
+attraversò mezza città, salì le scale della sua casa, ed entrò in quella
stanza dalla quale la sera innanzi era uscita tremando. Quantunque per
-l'abbaino piovesse un po' di sole, quella stanza non le sembrò meno
-squallida. Ma il color vivo delle rose riscaldò con i vaghi riflessi di
+l'abbaino piovesse un po' di sole, quella stanza non le sembrò meno
+squallida. Ma il color vivo delle rose riscaldò con i vaghi riflessi di
una aurora il candore nudo di quei muri.
Poco dopo la porta lentamente si socchiuse, e Silvina, sorpresa e
intimidita, vide apparire fra i due battenti la faccia gialliccia dello
zio Stanislao. Senza attendere un suo invito, egli si fece avanti a
-piccoli passi di danza, e, baciandole umilmente la mano, le domandò:
+piccoli passi di danza, e, baciandole umilmente la mano, le domandò:
--Mi perdonate, signora?
-Il tono della sua voce era così dimesso, i suoi modi così modesti, che
-Silvina non potè fare a meno di perdonarlo con un breve sorriso. Gli
-indicò una sedia, ed egli subito pronto a quel gesto si sedette, mentre
+Il tono della sua voce era così dimesso, i suoi modi così modesti, che
+Silvina non potè fare a meno di perdonarlo con un breve sorriso. Gli
+indicò una sedia, ed egli subito pronto a quel gesto si sedette, mentre
Silvina, sedutasi dinnanzi a lui, lo contemplava con uno sguardo pieno
-di studiata indifferenza, così freddo ed estraneo che il poveretto si
-sentì d'un tratto mancare la voce.
+di studiata indifferenza, così freddo ed estraneo che il poveretto si
+sentì d'un tratto mancare la voce.
--Signora, disse alfine, balbettando, vi chiedo scusa se ho osato salire
-quassù senza il vostro permesso. Ma Silvio non vi parlò mai del principe
+quassù senza il vostro permesso. Ma Silvio non vi parlò mai del principe
Stroztki, suo amico?
-S'interruppe, e poichè Silvina ebbe assentito con un lieve cenno del
-capo, s'inchinò e soggiunse:
+S'interruppe, e poichè Silvina ebbe assentito con un lieve cenno del
+capo, s'inchinò e soggiunse:
--Il principe Stroztki sono io...
-Pronunciate queste parole, egli abbassò gli occhi modestamente ed
-attese. Silvina ricordava benissimo quel nome, e ciò che Silvio le aveva
-detto di lui, e cioè che, avendola ammirata all'Alhambra, l'aveva
+Pronunciate queste parole, egli abbassò gli occhi modestamente ed
+attese. Silvina ricordava benissimo quel nome, e ciò che Silvio le aveva
+detto di lui, e cioè che, avendola ammirata all'Alhambra, l'aveva
paragonata ad una viola mammola. Ma dovette compiere uno sforzo per
scartare l'immagine dello zio Stanislao, che fino a quell'istante ella
aveva considerato con un senso di invincibile ironia, e sostituirla con
@@ -4410,17 +4379,17 @@ stava leggiadramente posato sulla fronte di Stanislao, e pensava di
vedere la sua testa brillare d'un tratto denudata da un colpo di vento;
la sua testa tutta pelata, che doveva essere tonda gialla e liscia come
il suo viso. Non s'era mai incontrata con un uomo simile, che non avesse
-un pelo in faccia, così irrimediabilmente calvo, nonostante quella
-perfetta parrucca, e così giallo da non parer fatto di carne, ma
-impastato di una carta pesta ingiallita. Poteva avere qualunque età, fra
+un pelo in faccia, così irrimediabilmente calvo, nonostante quella
+perfetta parrucca, e così giallo da non parer fatto di carne, ma
+impastato di una carta pesta ingiallita. Poteva avere qualunque età, fra
i trenta e i sessanta anni; eppure, piuttosto che d'un vecchio, aveva
l'aspetto di un uomo non finito, d'un burattino al quale, passata sul
viso una prima mano di vernice e incollata in fretta sul tondo della
-zucca una parrucchetta di peli neri, senza appiccicargli nè
-sopracciglia, nè ciglia, nè baffi, nè barba, e dare alle sue labbra e ai
+zucca una parrucchetta di peli neri, senza appiccicargli nè
+sopracciglia, nè ciglia, nè baffi, nè barba, e dare alle sue labbra e ai
suoi pomelli una spennellata di rosso carnicino, fosse stato mandato per
il mondo, a vivere in compagnia d'altri burattini tutti rifiniti per
-bene. Il sarto, sì, aveva compiuto perfettamente l'opera sua, vestendolo
+bene. Il sarto, sì, aveva compiuto perfettamente l'opera sua, vestendolo
con abiti di un taglio, come si dice, irreprensibile e secondo l'ultimo
figurino; alti colletti a pizzi rotondi, cravatta di seta colorata,
biancheria finissima immacolata di seta, tutto tirato a lucido, e infine
@@ -4428,117 +4397,117 @@ scarpine con tomaie di pelle di un delicato color tortora, che
stringevano il suo piede sottile e lungo come in un guanto. Ma una volta
scoperto che quel burattino era un principe, bisognava riconoscere che
non sarebbe sembrato un vero principe se non avesse avuto quell'aspetto
-di burattino. Gli antichi videro metamorfosi ben più stupefacenti di
-questa. E se Mirra potè mutarsi in pianta, e Nictimene in gufo, e Niobe
-in roccia, a maggior ragione potè lo zio Stanislao, agli occhi di
+di burattino. Gli antichi videro metamorfosi ben più stupefacenti di
+questa. E se Mirra potè mutarsi in pianta, e Nictimene in gufo, e Niobe
+in roccia, a maggior ragione potè lo zio Stanislao, agli occhi di
Silvina, mutarsi in un principe, la cui calvizie altro non fosse se non
-un indizio dell'antichità della razza, stanca ormai di produrre tanti
-principi polacchi tutti adorni delle più sontuose zazzere d'Europa.
+un indizio dell'antichità della razza, stanca ormai di produrre tanti
+principi polacchi tutti adorni delle più sontuose zazzere d'Europa.
-Mentre in Silvina avveniva una così ardua revisione della sua persona
-ridicola, il principe Stanislao pensò che fosse inutile procrastinare di
+Mentre in Silvina avveniva una così ardua revisione della sua persona
+ridicola, il principe Stanislao pensò che fosse inutile procrastinare di
qualche minuto ancora il momento in cui, divenuto insostenibile quel
-silenzio che durava già troppo tempo, egli avrebbe dovuto in ogni modo
+silenzio che durava già troppo tempo, egli avrebbe dovuto in ogni modo
parlare, confessando a Silvina la segreta ragione di quella visita. Egli
-dunque chiamò a raccolta tutti i suoi spiriti coraggiosi, e composto il
-gesto in una specie di ieratica immobilità, abbassò il capo per non
+dunque chiamò a raccolta tutti i suoi spiriti coraggiosi, e composto il
+gesto in una specie di ieratica immobilità, abbassò il capo per non
vedere come Silvina avrebbe accolto le sue parole. Quindi con voce
velata di commozione disse:
---Silvina, sono venuto per confidarvi un segreto: un segreto così grave,
+--Silvina, sono venuto per confidarvi un segreto: un segreto così grave,
che da esso dipende tutta la mia vita. Se sentiste, Silvina, (e si
premette una mano sul cuore) come il mio cuore batte in questo istante,
sono certo che credereste subito a quanto sto per dirvi, senza dubitare
-mai mai che io possa fingere o mentire. Così come mi vedete, non più
-giovinetto, ho ancora l'anima semplice d'un fanciullo. Sì, ho anch'io
+mai mai che io possa fingere o mentire. Così come mi vedete, non più
+giovinetto, ho ancora l'anima semplice d'un fanciullo. Sì, ho anch'io
vissuto intensamente, ho amato e sono stato amato, ho viaggiato molto,
-e, frequentando uomini e donne d'ogni razza, posso dire d'avere più
+e, frequentando uomini e donne d'ogni razza, posso dire d'avere più
d'ogni altro un'esperienza assai estesa del mondo. Ma io vengo da un
-paese freddo, dove l'ingenuità è degli uomini oltre che dei fanciulli, e
-perciò ancora oggi soffro di una ingenuità quasi infantile. La mia prima
+paese freddo, dove l'ingenuità è degli uomini oltre che dei fanciulli, e
+perciò ancora oggi soffro di una ingenuità quasi infantile. La mia prima
giovinezza trascorse tutta tra severe regole, nell'isolamento assoluto
di un vecchio e tetro castello lituano. La solitudine di quegli anni
influisce ancora su molti lati del mio carattere. In ogni caso io sono
-incapace di mentire, così come sono incapace di nascondere i palpiti del
+incapace di mentire, così come sono incapace di nascondere i palpiti del
mio cuore; e quando il mio cuore parla, sono incapace di tacere. Mi
promettete almeno, Silvina, di ascoltarmi con benevolenza, e di
-giudicare poi non tanto le mie parole, quanto le mie intenzioni? Sì,
-Silvina, soggiunse con un tono di voce più bassa, ciò che io sto per
-dirvi è molto grave. Tutto dipende da voi...
+giudicare poi non tanto le mie parole, quanto le mie intenzioni? Sì,
+Silvina, soggiunse con un tono di voce più bassa, ciò che io sto per
+dirvi è molto grave. Tutto dipende da voi...
Silvina, senza distrarsi dallo studio accurato della persona del
principe, lo ascoltava con un vago senso di noia. Ma a quel mutamento di
voce, che egli fece improvvisamente, ebbe un breve palpito di paura e
-domandò:
+domandò:
---È di Silvio che volete parlare?
+--È di Silvio che volete parlare?
Il principe scosse il capo negando e sorrise con malinconia.
--No, Silvina, soggiunse, io non debbo darvi nessuna grave notizia di
Silvio. Spero che Silvio non corra nessun pericolo, ma non senza dolore
-vedo ora come voi lo amiate. Forse sarebbe più prudente per me che io
+vedo ora come voi lo amiate. Forse sarebbe più prudente per me che io
rinunciassi senz'altro a parlarvi... Forse commetto una pazzia, giuoco
-disperatamente la mia felicità. Ma come potrei ora andarmene, senza
-sembrare ai vostri occhi il più ridicolo degli uomini? Ascoltatemi,
+disperatamente la mia felicità. Ma come potrei ora andarmene, senza
+sembrare ai vostri occhi il più ridicolo degli uomini? Ascoltatemi,
dunque, e siate buona con me. Dovete sapere, Silvina, che da quella
sera, in cui vi vidi per la prima volta all'Alhambra, la vostra immagine
-non mi ha più abbandonato. Considerate fino a che punto la nostra
-felicità sia alla mercè del caso! Chi può non credere alla fatalità?
+non mi ha più abbandonato. Considerate fino a che punto la nostra
+felicità sia alla mercè del caso! Chi può non credere alla fatalità?
Mille volte, incontrando una donna non mai veduta prima in nessun luogo,
-ho esclamato:--È lei, è lei quella che ho sempre sognato d'amare! La
+ho esclamato:--È lei, è lei quella che ho sempre sognato d'amare! La
sola che potrebbe rendermi felice! Ma, dopo averla ammirata per tutta
una sera, dopo aver costruito progetti su progetti, fantasticando di
tutto il mio avvenire, quella donna, com'era apparsa improvvisamente sul
-mio cammino, così improvvisamente scompariva, e per quanto cercassi, non
-riuscivo più a rintracciarla. Sempre, sempre, tutte sono scomparse, come
+mio cammino, così improvvisamente scompariva, e per quanto cercassi, non
+riuscivo più a rintracciarla. Sempre, sempre, tutte sono scomparse, come
se il destino, dopo avermele spinte incontro per tentarmi con la loro
presenza, poi subito se le riprendesse, riportandole via, lontano da me,
-per modo che io non potessi mai più rivederle. Debbo dirvi, Silvina, che
+per modo che io non potessi mai più rivederle. Debbo dirvi, Silvina, che
ho temuto anche per voi la stessa sorte? Quando interrogai Silvio ed
-egli mi disse:--È mia moglie...--sentii che la sua gelosia avrebbe
-provveduto a tenermi lontano da voi forse anche più di quanto non avesse
+egli mi disse:--È mia moglie...--sentii che la sua gelosia avrebbe
+provveduto a tenermi lontano da voi forse anche più di quanto non avesse
fatto il destino per tutte le altre; e rassegnato rinunciai ad ogni mia
speranza. Ma, ieri sera, incontrandovi inaspettatamente una seconda
volta, pensai (debbo confessarlo, Silvina?), che io avevo disperato del
destino forse nel momento stesso in cui era pronto a soccorrermi...
-Il principe parlava con voce uguale, commossa. Silvina pensava:--Come è
+Il principe parlava con voce uguale, commossa. Silvina pensava:--Come è
lungo! E per quanto non tradisse alcun pensiero, era impaziente e
curiosa di giungere alla conclusione.
---Mi ascoltate, Silvina? domandò il principe ad un tratto.
+--Mi ascoltate, Silvina? domandò il principe ad un tratto.
-Ella accennò di sì, e il principe continuò:
+Ella accennò di sì, e il principe continuò:
--Da principio credetti di essermi ingannato. Come potevate essere voi,
proprio voi, in quella casa? Quelle ragazze mi chiamano lo zio
-Stanislao, perchè io le tratto con confidenza, come un vecchio amico. Ma
+Stanislao, perchè io le tratto con confidenza, come un vecchio amico. Ma
non giudicatemi male, Silvina. Io sono un uomo debole, ma non un
libertino. Cerco di sfuggire allo spleen unendomi a qualche allegra
compagnia, senza per questo abbandonarmi al vizio. Del resto ognuno
-prende un'ora di spensierato oblio, un attimo di piacere, là dove li
-trova. Da questo lato la casa di madama Humbert è migliore di tante
+prende un'ora di spensierato oblio, un attimo di piacere, là dove li
+trova. Da questo lato la casa di madama Humbert è migliore di tante
altre. Ma voi? Eppure, passato il primo momento di dubbio, ebbi la
certezza di non avervi confusa con nessun'altra donna. No. Eravate voi,
proprio voi, seduta in quella poltrona rossa, in compagnia di Odette e
-di Manon, di Mimì, di Soave. E Silvio? Ammalato. E voi? Sola. Lo
-credete? Rimasi così profondamente turbato da questo incontro che quando
-Odette volle trascinarmi nell'altra stanza perchè l'accompagnassi al
-piano, non ebbi la forza di rifiutarmi. Così, mentre non avrei mai più
+di Manon, di Mimì, di Soave. E Silvio? Ammalato. E voi? Sola. Lo
+credete? Rimasi così profondamente turbato da questo incontro che quando
+Odette volle trascinarmi nell'altra stanza perchè l'accompagnassi al
+piano, non ebbi la forza di rifiutarmi. Così, mentre non avrei mai più
voluto allontanarmi da voi, fui costretto a rimanervi tutta la sera
lontano. Ma quali sofferenze, dopo! Una voce interna mi diceva:--Meglio
-così, Stanislao, meglio averla sfuggita! E un'altra voce diceva:--Vile,
+così, Stanislao, meglio averla sfuggita! E un'altra voce diceva:--Vile,
vile! Odette ha potuto separarti da lei ancora una volta. Tu perderai
anche questa, e poi incolperai il destino di non averti aiutato.
Vergognati, Stanislao! E allora io riconobbi in questa seconda voce la
vera voce del mio cuore, la voce dell'anima mia...
-Giunto a questo punto critico del suo discorso, egli si arrestò
-impaurito dal pensiero che oramai non era più possibile divagare ancora.
+Giunto a questo punto critico del suo discorso, egli si arrestò
+impaurito dal pensiero che oramai non era più possibile divagare ancora.
Levando per un attimo gli occhi su Silvina, la vide, rannuvolata, posare
su di lui uno sguardo freddo ed ironico. Il suo silenzio e la sua
-immobilità lo spaventarono, ma pensò che gli era ormai impossibile
+immobilità lo spaventarono, ma pensò che gli era ormai impossibile
indietreggiare. Allora, come uno che, dopo essersi tenuto per lungo
tempo con inauditi sforzi in equilibrio sull'orlo di un precipizio, d'un
tratto disperatamente si abbandona, il principe chiuse gli occhi e
@@ -4548,62 +4517,62 @@ disse:
dinnanzi a voi. Credete che non veda come la mia situazione sia piena di
pericoli, nello stesso tempo dolorosa e ridicola? Ebbene, ora vi
domando:--Silvina, siete veramente la moglie di Silvio? Siete almeno la
-sua fidanzata? E se non siete nè moglie nè fidanzata, è vero che amate
+sua fidanzata? E se non siete nè moglie nè fidanzata, è vero che amate
Silvio teneramente? E se neppure lo amate con passione, lo amate almeno
per capriccio? E se questo capriccio fosse finito, permettereste ad un
altr'uomo di occupare un posto nel vostro cuore? Pensate, Silvina,
pensate quanto questa vita sia indegna di voi! (e con un gesto egli
-abbracciò la miseria di quella stanza). La vostra bellezza esige ben
-altra cornice. Voi potete avere tutto ciò che desiderate da un uomo che
+abbracciò la miseria di quella stanza). La vostra bellezza esige ben
+altra cornice. Voi potete avere tutto ciò che desiderate da un uomo che
vi adora...
Pronunciando con forza queste parole, il principe Stanislao cadde in
ginocchio ai piedi di Silvina. Ma prima che egli avesse toccato terra,
Silvina s'era alzata, e saettava sulla sua testa prona i fulmini di uno
-sdegno che le riempiva gli occhi di lampi. Egli udì la sua voce
+sdegno che le riempiva gli occhi di lampi. Egli udì la sua voce
sarcastica che diceva:
---Perchè Silvio non è qui per rispondervi?
+--Perchè Silvio non è qui per rispondervi?
-Poi udì il suono di un riso beffardo, e la voce di Silvina che diceva:
+Poi udì il suono di un riso beffardo, e la voce di Silvina che diceva:
--Alzatevi! Siete un principe, voi?
Ma quand'egli infine si decise a sollevare il capo per alzarsi in piedi,
-vide che Silvina non rideva più.
+vide che Silvina non rideva più.
---Ciò che mi proponete è infame!--esclamò Silvina con voce rotta
-dall'affanno. E balbettando:--Uscite! uscite! si abbattè sulla sedia e,
-nascosto il viso, scoppiò in un tumulto di lacrime.
+--Ciò che mi proponete è infame!--esclamò Silvina con voce rotta
+dall'affanno. E balbettando:--Uscite! uscite! si abbattè sulla sedia e,
+nascosto il viso, scoppiò in un tumulto di lacrime.
Il principe Stanislao scosse desolato il capo.
---Silvina, Silvina, sospirò, voi non mi avete compreso...
+--Silvina, Silvina, sospirò, voi non mi avete compreso...
-Poi, tesa timidamente la mano, le sfiorò il capo con una lieve carezza.
+Poi, tesa timidamente la mano, le sfiorò il capo con una lieve carezza.
--Addio, disse. Ricordatevi... in ogni circostanza della vita... potete
contare... su me...
-E in punta di piedi, senza più voltarsi indietro, se ne andò.
+E in punta di piedi, senza più voltarsi indietro, se ne andò.
-Non appena egli ebbe varcata la soglia dell'uscio, Silvina raddrizzò il
+Non appena egli ebbe varcata la soglia dell'uscio, Silvina raddrizzò il
capo, e rise da sola, a lungo. Il suo viso non aveva traccia di lacrime.
-Le sue ciglia erano perfettamente asciutte. Quindi si alzò, andò a
+Le sue ciglia erano perfettamente asciutte. Quindi si alzò, andò a
vedere nello specchio se quella scena di finta disperazione, che ella
aveva recitata come nei vecchi drammi, le avesse sciupato il contorno
rosso delle labbra, il contorno nero degli occhi. Ma, la sera, prima di
addormentarsi col capo dolcemente posato sul suo seno, Soave le disse:
---Come sei fortunata tu, Silvina. C'è Odette che aspetta da un anno che
-lo zio Stanislao la prenda con sè. Non sai quanto è ricco? Avresti
+--Come sei fortunata tu, Silvina. C'è Odette che aspetta da un anno che
+lo zio Stanislao la prenda con sè. Non sai quanto è ricco? Avresti
carrozza, cavalli, servitori, una bellissima casa con tutti i mobili
nuovi, dove potresti dare dei gran pranzi... Vestiti, pellicce,
gioielli, quanti tu ne volessi... E poi chi ti impedirebbe di sceglierti
un bel ragazzo, magari di tenerti Silvio, se preferisci per forza un
-uomo alla tua piccola Soave? Lo zio Stanislao è brutto, ma il mondo è
-pieno di bei giovani, anche più belli di Silvio. E tu hai rifiutato?
-Soltanto Odette può ringraziarti. Povera Odette! Ha già più di
+uomo alla tua piccola Soave? Lo zio Stanislao è brutto, ma il mondo è
+pieno di bei giovani, anche più belli di Silvio. E tu hai rifiutato?
+Soltanto Odette può ringraziarti. Povera Odette! Ha già più di
trent'anni...
@@ -4612,13 +4581,13 @@ trent'anni...
X.
-Silvio, caduta che fu la febbre, passò dieci giorni disperati. Qualcuno
+Silvio, caduta che fu la febbre, passò dieci giorni disperati. Qualcuno
gli disse che una mattina, quand'ancora aveva il delirio, una ragazza
era venuta a visitarlo, si era trattenuta pochi minuti accanto al suo
-letto e poi se ne era andata via. Ma da quel giorno nessuno si era più
-presentato in corsia a cercare di lui, nè quella ragazza, nè altri.
+letto e poi se ne era andata via. Ma da quel giorno nessuno si era più
+presentato in corsia a cercare di lui, nè quella ragazza, nè altri.
Silvio avrebbe voluto lasciar subito l'ospedale, ma i medici glielo
-vietarono. Pregò, pianse, si dichiarò guarito, ma tutto fu inutile.
+vietarono. Pregò, pianse, si dichiarò guarito, ma tutto fu inutile.
Dovettero passare dieci lunghi giorni prima che l'infermiere gli
restituisse i suoi abiti, dicendogli che, volendo, se ne poteva andare.
Veramente egli si reggeva a stento in piedi, era pallido come un morto,
@@ -4628,12 +4597,12 @@ amaro per soffocare la nausea, pronto a morire piuttosto che prolungare
anche di un istante quell'angoscia morale, peggiore d'ogni male fisico,
nella quale viveva disperato da tanti giorni. Appoggiandosi, dall'una
all'altra, alle spalliere dei letti, rispondendo con dei fiochi addii ai
-saluti che raccoglieva da ogni ammalato, potè raggiungere il corridoio,
+saluti che raccoglieva da ogni ammalato, potè raggiungere il corridoio,
e poi scendere le scale e uscire nell'atrio.
-Era l'ora dell'imbrunire. Trovò fuori un discreto crepuscolo che non
-ferì i suoi sensi malcerti, un'aria umida che non gelò la sua carne già
-fredda. Ringraziò Iddio che, creando la luce, aveva creato l'ombra,
+Era l'ora dell'imbrunire. Trovò fuori un discreto crepuscolo che non
+ferì i suoi sensi malcerti, un'aria umida che non gelò la sua carne già
+fredda. Ringraziò Iddio che, creando la luce, aveva creato l'ombra,
nella quale ora egli avrebbe potuto passare inosservato, senza che tutti
gli stranieri nei quali si sarebbe incontrato fossero costretti a
considerar pietosamente il suo stato, il suo viso bianco e scarno, i
@@ -4645,15 +4614,15 @@ piazze, quei giardini, fossero gli stessi che egli aveva veduto prima e
per tanto tempo, ma che in quei venti giorni, che era rimasto assente,
fossero stati spostati da un luogo ad un altro, e mutate le loro
dimensioni, certe case rialzate di alcuni piani ed altre invece ridotte
-a metà; i monumenti gli parevano ingranditi, con piedistalli più alti e
+a metà; i monumenti gli parevano ingranditi, con piedistalli più alti e
quadrati, e le figure delle statue atteggiate bizzarramente in gesti che
non erano i soliti; la gente, i veicoli, la disposizione delle botteghe
illuminate, tutto sembrava denotare nei cittadini abitudini nuove nel
modo di frequentare le strade, di raggrupparsi in questo o quel punto,
di occupare i marciapiedi e le cantonate, di regolarsi nei riguardi
-della città. Per esempio la casa dove egli abitava, dove Silvina forse
+della città. Per esempio la casa dove egli abitava, dove Silvina forse
lo stava aspettando, dove forse Silvina era ammalata, dove forse anche
-Silvina non lo aspettava più, gli era sempre sembrata molto vicina
+Silvina non lo aspettava più, gli era sempre sembrata molto vicina
all'ospedale, tanto da potervi giungere in pochi passi. Invece non
faceva che svoltare cantoni, attraversare piazze, e la sua casa era
sempre lontana. Finalmente la vide in fondo al largo d'una strada, con
@@ -4663,50 +4632,50 @@ nere o gialle.
Poi che fu entrato nel portone, gli rimanevano da salire sette faticosi
capi di scale. Passando dinnanzi allo sgabuzzino illuminato del
portinaio, attraverso i vetri vide il buon Fortunato curvo sopra una
-vecchia ciabatta su cui picchiava a gran forza con un martello; bussò
-contro i vetri con la punta di un dito e lo salutò. Quello rimase col
+vecchia ciabatta su cui picchiava a gran forza con un martello; bussò
+contro i vetri con la punta di un dito e lo salutò. Quello rimase col
martello aizzato a mezz'aria, a guardarlo meravigliato, poi rise
-allegramente e gli gridò:--Ben tornato, signor Silvio! è guarito bene?
-ho piacere, ho piacere!--E Silvio s'incamminò per le scale con il cuore
-che gli pesava addolorato, perchè se Silvina fosse stata ammalata costui
+allegramente e gli gridò:--Ben tornato, signor Silvio! è guarito bene?
+ho piacere, ho piacere!--E Silvio s'incamminò per le scale con il cuore
+che gli pesava addolorato, perchè se Silvina fosse stata ammalata costui
non avrebbe riso allegramente a quel modo, ma si sarebbe alzato con un
-viso malinconico, per dirgli:--Sa, signor Silvio, la signorina è stata
+viso malinconico, per dirgli:--Sa, signor Silvio, la signorina è stata
malata, ma quello che abbiamo potuto fare lo abbiamo fatto per lei...
Silvina, invece, non era malata, e nulla di nuovo le era accaduto in
-quei giorni maledetti, e perciò, se lo aveva abbandonato solo nel suo
-letto di ospedale, senza portargli nè il conforto di un sorriso, nè il
+quei giorni maledetti, e perciò, se lo aveva abbandonato solo nel suo
+letto di ospedale, senza portargli nè il conforto di un sorriso, nè il
balsamo di una carezza, abbandonato come un cane, dimenticato come uno
-straniero, non doveva temere per lei, ma soltanto commiserare sè stesso,
+straniero, non doveva temere per lei, ma soltanto commiserare sè stesso,
riconoscendo crudelmente ch'ella lo aveva abbandonato e dimenticato
-soltanto perchè non le importava nulla di lui, che vivesse o morisse,
+soltanto perchè non le importava nulla di lui, che vivesse o morisse,
che potesse consolarsi o disperarsi nel sentirsi solo e abbandonato in
quel ricovero di derelitti. Egli era stato sul punto di morire, e non
-solo se ne sarebbe andato senza rivedere nè sua madre nè suo padre, che
+solo se ne sarebbe andato senza rivedere nè sua madre nè suo padre, che
ne sarebbero certamente morti di dolore, ma senza che Silvina neppure
sapesse che egli moriva, che la loro vita stava per essere troncata d'un
tratto, tutti i loro sogni distrutti, il loro amore finito per sempre.
-Un giorno forse, dopo chi sa quanto tempo, non vedendolo mai più
+Un giorno forse, dopo chi sa quanto tempo, non vedendolo mai più
ritornare, Silvina si sarebbe presentata alla porta dell'Ospedale, e
avrebbe chiesto che cosa fosse accaduto di un ammalato di nome Silvio,
al quale corrispondeva il tale numero di letto. Avrebbero sfogliato
sotto i suoi occhi un gran registro con tante cancellature e croci, e
-fermando l'indice sopra un nome le avrebbero detto:--È morto. Poi le
-avrebbero chiesto se era lei la sorella o la moglie, perchè in tal caso
-le avrebbero consegnato i suoi abiti. E Silvina, nè moglie nè sorella
-sua, ma più che moglie e sorella, la creatura tanto amata, se ne sarebbe
+fermando l'indice sopra un nome le avrebbero detto:--È morto. Poi le
+avrebbero chiesto se era lei la sorella o la moglie, perchè in tal caso
+le avrebbero consegnato i suoi abiti. E Silvina, nè moglie nè sorella
+sua, ma più che moglie e sorella, la creatura tanto amata, se ne sarebbe
andata senza un sospiro, senza una lacrima, e certo sulla sua tomba non
avrebbe portato neppure un fiore.
-Come ebbe salite le lunghe scale, con uno sforzo accelerò il passo e il
-ballatoio lo fece quasi correndo. Con il cuore che gli mancava, posò la
-mano sull'uscio e l'aprì. La stanza era semibuia e deserta. Egli cercò
+Come ebbe salite le lunghe scale, con uno sforzo accelerò il passo e il
+ballatoio lo fece quasi correndo. Con il cuore che gli mancava, posò la
+mano sull'uscio e l'aprì. La stanza era semibuia e deserta. Egli cercò
febbrilmente una candela, l'accese, ed esausto cadde disteso sul letto.
-Rimase così alquanto tempo, immobile, senza pensiero. Non vedeva, non
+Rimase così alquanto tempo, immobile, senza pensiero. Non vedeva, non
udiva nulla. La fiammella della candela era fioca e agitata. Faceva
-tante ombre agitate sulle pareti. Quando finalmente risollevò il capo e
-si guardò intorno, Silvio vide innanzi tutto gli abiti di Silvina appesi
-in un angolo, e ne ebbe un palpito di gioia. Il suo cuore fu così
-alleggerito del peso che più lo opprimeva, poichè il pensiero che lo
+tante ombre agitate sulle pareti. Quando finalmente risollevò il capo e
+si guardò intorno, Silvio vide innanzi tutto gli abiti di Silvina appesi
+in un angolo, e ne ebbe un palpito di gioia. Il suo cuore fu così
+alleggerito del peso che più lo opprimeva, poichè il pensiero che lo
aveva tormentato fino a quell'istante con maggior pena, quantunque egli
cercasse sempre sempre di tenerlo lontano, di soffocarlo, di rinnegarlo,
era che Silvina fosse fuggita, chi sa dove, ritornata a casa sua,
@@ -4714,8 +4683,8 @@ innamorata di un altro, stanca, incapace di sopportare la solitudine e
la miseria di quella vita. Allora veramente, quando quel pensiero si
insinuava fra le mille altre idee dolorose che si agitavano in lui, egli
si sentiva perduto, come se fosse per mancargli l'ultimo spiraglio di
-luce in un mondo che già gli appariva tutto paurosamente fosco. Ma
-poichè i suoi abiti erano là ancora appesi nel solito angolo, e non
+luce in un mondo che già gli appariva tutto paurosamente fosco. Ma
+poichè i suoi abiti erano là ancora appesi nel solito angolo, e non
soltanto gli abiti, ma sul tavolo, in un secchiello di legno, c'era un
mazzo di gigli ancora freschi, e sopra ogni mobile le piccole cose sue e
di Silvina come le aveva lasciate, Silvina non era certamente fuggita,
@@ -4724,72 +4693,72 @@ avvicinarsi leggiero come sempre, e poi l'avrebbe riveduta, lei, lei,
Silvina, non quell'immagine di lei, quel crudele fantasma che lo
visitava in sogno da tante notti, inafferabile ed ostile, ma proprio lei
viva, come l'aveva posseduta un giorno. E non potendo reggere all'impeto
-della commozione che suscitò in lui questa certezza, egli pianse con il
+della commozione che suscitò in lui questa certezza, egli pianse con il
viso affondato nei cuscini, dirottamente, a lungo, versando in lacrime
tutta la amarezza di quei giorni e di quelle notti di disperazione.
-Solo quando ebbe ritrovato un po' di calma, Silvio pensò come
+Solo quando ebbe ritrovato un po' di calma, Silvio pensò come
quell'incontro imminente e tanto desiderato sarebbe stato penoso, quanto
egli avrebbe forse dovuto ancora soffrire, e come invece sarebbe stato
felice se fosse rientrato in quella stanza con lei, appoggiato al suo
braccio, dopo aver fatta insieme la lunga strada dell'ospedale. E
-arrivati lassù, ritrovandosi finalmente soli, si sarebbero abbracciati
+arrivati lassù, ritrovandosi finalmente soli, si sarebbero abbracciati
con tenerezza infinita, e il bacio che allora avrebbe unito le loro
labbra sarebbe stato dolce come il primo bacio d'amore. Ora invece era
-là, solo, senza sapere nemmeno quale Silvina gli si sarebbe mostrata fra
+là, solo, senza sapere nemmeno quale Silvina gli si sarebbe mostrata fra
poco, se la sua cara Silvina d'una volta oppure un'altra Silvina,
disamorata, indifferente. Avrebbe dovuto interrogarla, mostrarsi
sconfortato, addolorato, deluso, dubitare delle sue parole, se ella,
-provando pietà e rimorso nel vederlo così fisicamente disfatto, così
+provando pietà e rimorso nel vederlo così fisicamente disfatto, così
triste e sconvolto, avesse cercato di giustificarsi, di rassicurarlo, di
-confortarlo anche; e quanto più ella si sarebbe mostrata espansiva,
-tenera, premurosa, afflitta, pentita, più egli avrebbe dovuto pensare
+confortarlo anche; e quanto più ella si sarebbe mostrata espansiva,
+tenera, premurosa, afflitta, pentita, più egli avrebbe dovuto pensare
che Silvina, sentendosi colpevole, cercava ora di riabilitarsi ai suoi
occhi mentendo, trovando scuse di cui egli avrebbe indovinato subito la
-falsità e l'inconsistenza. Ma forse ella non avrebbe nemmeno cercato di
+falsità e l'inconsistenza. Ma forse ella non avrebbe nemmeno cercato di
giustificarsi, di mentire, per ottenere il suo perdono. Forse Silvina
-gli avrebbe confessato crudelmente la verità, e cioè che, non amandolo
-più, le riusciva affatto indifferente che egli l'accusasse ora d'averlo
+gli avrebbe confessato crudelmente la verità, e cioè che, non amandolo
+più, le riusciva affatto indifferente che egli l'accusasse ora d'averlo
trattato come un estraneo, d'essere stata cattiva ed ingrata verso di
lui.
-Ma Silvio potè mutare cento volte pensiero, distruggere una dopo l'altra
-tutte le sue supposizioni e trovarne sempre delle nuove, poichè Silvina
-non rientrò che assai tardi. Udì, prima del rumore dei suoi passi, la
+Ma Silvio potè mutare cento volte pensiero, distruggere una dopo l'altra
+tutte le sue supposizioni e trovarne sempre delle nuove, poichè Silvina
+non rientrò che assai tardi. Udì, prima del rumore dei suoi passi, la
sua voce lontana, nel corridoio, che fresca ed ilare diceva a qualcuno,
la cui presenza non era manifesta se non per via di quelle
-parole:--Arrivederci a domani! addio! addio!--e poi la udì avvicinarsi
-saltellando, e finalmente l'uscio si aprì. Alla luce fioca della candela
+parole:--Arrivederci a domani! addio! addio!--e poi la udì avvicinarsi
+saltellando, e finalmente l'uscio si aprì. Alla luce fioca della candela
Silvio vide che ella aveva le spalle fasciate da una pelliccetta grigia,
un cappellino grigio sul capo, un mazzo di garofani in braccio. Poi vide
il suo viso tutto colorito, e la sua bocca rossa, e i suoi occhi grandi
-e neri, e pensò subito di avere la febbre, se il viso di Silvina gli
-appariva così esageratamente acceso, la sua bocca così rossa, i suoi
-occhi così profondi e ingranditi. Silvina ebbe un piccolo grido di paura
+e neri, e pensò subito di avere la febbre, se il viso di Silvina gli
+appariva così esageratamente acceso, la sua bocca così rossa, i suoi
+occhi così profondi e ingranditi. Silvina ebbe un piccolo grido di paura
scorgendo inaspettatamente l'ombra sua nera distesa sul letto, poi non
-potè vincere un moto di stupore e di contrarietà, e, corrugate le
+potè vincere un moto di stupore e di contrarietà, e, corrugate le
ciglia, rimase ferma dinnanzi alla porta, a guardarlo. Silvio s'era
sollevato sulla sponda del letto, e si sentiva ora la gola stretta da un
nodo, e in tutta la persona era scosso da un tremato convulso che non
riusciva a dominare. Non ritrovava nella sua mente confusa un solo
pensiero, una sola parola per Silvina. Non sapeva che cosa sarebbe
accaduto di lui qualora avesse tentato di muoversi o di parlarle. Ma
-finalmente Silvina si scostò dalla porta e si fece in mezzo alla stanza.
-Posò sul tavolo i fiori, si tolse la pelliccia e il cappello, si
-aggiustò i riccioli sulla fronte e sulla nuca, quindi si rivolse a lui e
+finalmente Silvina si scostò dalla porta e si fece in mezzo alla stanza.
+Posò sul tavolo i fiori, si tolse la pelliccia e il cappello, si
+aggiustò i riccioli sulla fronte e sulla nuca, quindi si rivolse a lui e
freddamente gli disse:
--Credevo che tu fossi morto...
-Silvio si sentì prima agghiacciare tutto, poi avvampare d'una fiamma che
-gli serpeggiò con un brivido caldo da capo a piedi, e gli dette
-improvvisamente una forza meravigliosa. Si alzò d'impeto, mosse due
-passi verso Silvina, le prese una mano e con voce soffocata le gridò:
+Silvio si sentì prima agghiacciare tutto, poi avvampare d'una fiamma che
+gli serpeggiò con un brivido caldo da capo a piedi, e gli dette
+improvvisamente una forza meravigliosa. Si alzò d'impeto, mosse due
+passi verso Silvina, le prese una mano e con voce soffocata le gridò:
--Morto! Morto! Credevi ch'io fossi morto! Speravi ch'io fossi morto!
Credevi di esserti liberata per sempre di me! Ebbene no! Non sono morto!
-Come mi vedi sono vivo, e presente, vivo, vivo, vivo!... Perchè non sei
-venuta a convincertene prima, che io non ero morto? Oh sì, certamente,
+Come mi vedi sono vivo, e presente, vivo, vivo, vivo!... Perchè non sei
+venuta a convincertene prima, che io non ero morto? Oh sì, certamente,
potevo anche morire! Sono stato per giorni e giorni sospeso a un filo di
vita. A quest'ora potrei anche essere sotterrato. Ma per te, che cosa
poteva importare?
@@ -4800,97 +4769,97 @@ di scioglierla dalla stretta delle sue mani.
--Sei pazzo! sei pazzo! gemette con un filo di voce, mentre
indietreggiava guardandolo spaventata.
---Pazzo? domandò Silvio ridendo convulsamente. Vuoi farmi credere che
-deliro, che sragiono? Ah! sì, potrei anche esserle impazzito, soggiunse
-poi amaramente, poichè non mi hanno lasciato morire! Ma dimmi: se ti
+--Pazzo? domandò Silvio ridendo convulsamente. Vuoi farmi credere che
+deliro, che sragiono? Ah! sì, potrei anche esserle impazzito, soggiunse
+poi amaramente, poichè non mi hanno lasciato morire! Ma dimmi: se ti
ricordo che sono stato per venti giorni e venti notti abbandonato come
un cane in un letto di ospedale, solo, senza una tua parola di conforto,
senza un tuo pietoso aiuto, solo, solo, a struggermi di angoscia, se ti
ricordo questi venti giorni di martirio, mi dirai ancora che sono pazzo?
Tu sei bene Silvina. Io sono pure Silvio. Per quanto la follia mi abbia
-rovesciato il cervello, non crederò di essere insensato a tal punto da
+rovesciato il cervello, non crederò di essere insensato a tal punto da
scambiare un'altra donna con te, e un altr'uomo con me stesso. Dunque io
-sarò forse impazzito, ma la verità rimane quella che è, come se io fossi
+sarò forse impazzito, ma la verità rimane quella che è, come se io fossi
perfettamente lucido e sano!
-Si sentì mancare il respiro, vacillò, cadde riverso sul letto e rimase
-immobile, respirando affannosamente. Durò un lungo silenzio, in cui non
-si udì che il suo rantolo soffocato. Poi Silvina gli si avvicinò e gli
-domandò sommessamente:
+Si sentì mancare il respiro, vacillò, cadde riverso sul letto e rimase
+immobile, respirando affannosamente. Durò un lungo silenzio, in cui non
+si udì che il suo rantolo soffocato. Poi Silvina gli si avvicinò e gli
+domandò sommessamente:
--Silvio, Silvio, di che cosa sono dunque tanto colpevole? Non ricordi
d'avermi tu stesso ordinato, quando venni a visitarti e deliravi, di non
-ritornare mai più all'ospedale, finchè tu non fossi guarito?
+ritornare mai più all'ospedale, finchè tu non fossi guarito?
-L'anima abbuiata di Silvio si illuminò a quelle parole di un'improvvisa
-luce. Sollevò il capo e rimase per qualche minuto attonito, con lo
-sguardo fisso a terra. Quindi lentamente lo levò su Silvina e,
-incontrati i suoi occhi pieni di umiltà e di dolcezza, le domandò:
+L'anima abbuiata di Silvio si illuminò a quelle parole di un'improvvisa
+luce. Sollevò il capo e rimase per qualche minuto attonito, con lo
+sguardo fisso a terra. Quindi lentamente lo levò su Silvina e,
+incontrati i suoi occhi pieni di umiltà e di dolcezza, le domandò:
--Io? Io te l'avevo ordinato?
-Silvina assentì col capo ed egli era troppo confuso, troppo agitato per
+Silvina assentì col capo ed egli era troppo confuso, troppo agitato per
vedere come gli occhi di lei, nel momento in cui il capo si piegava por
-assentire, stornassero da lui le pupille per sfuggire alla fissità del
-suo sguardo. A Silvio bastò quel breve cenno per sentirsi disarmato e
+assentire, stornassero da lui le pupille per sfuggire alla fissità del
+suo sguardo. A Silvio bastò quel breve cenno per sentirsi disarmato e
felice. Egli non ricordava nulla dei giorni del suo delirio; ma quella
spiegazione, la sola alla quale nel suo lungo fantasticare non avesse
-pensato, corrispondeva indubbiamente alla verità.
+pensato, corrispondeva indubbiamente alla verità.
---Ma come? Quando? domandò a Silvina con il viso illuminato da un
+--Ma come? Quando? domandò a Silvina con il viso illuminato da un
sorriso di gioia.
E allora Silvina, compiacente, gli si sedette accanto sulla sponda del
-tetto, e, abbandonandogli le mani che egli incominciò a coprire di baci,
-gli raccontò:
+tetto, e, abbandonandogli le mani che egli incominciò a coprire di baci,
+gli raccontò:
---La mattina del secondo giorno io venni a vederti. Si penò molto prima
-di trovare il tuo letto, e mi fecero attraversare tante corsìe e mi
+--La mattina del secondo giorno io venni a vederti. Si penò molto prima
+di trovare il tuo letto, e mi fecero attraversare tante corsìe e mi
mostrarono tanti di quei disgraziati, chiedendomi sempre se eri tu, che
io cercavo. Finalmente ti trovammo. Povero piccolo! Eri quasi
irriconoscibile. Il male ti aveva deformato il viso come una maschera.
Deliravi e sembrava che nemmeno ti accorgessi della mia presenza. Io ti
chiamavo, e tu non rispondevi. Soltanto per un momento mi guardasti
-sorridendo e presa la mia mano, mi dicesti:--Non ritornare più, mai più.
-Questo luogo è orrendo. Non voglio che tu mi veda così. Quando starò
-meglio ti manderò a chiamare. Poi chiudesti gli occhi, e ricominciasti a
+sorridendo e presa la mia mano, mi dicesti:--Non ritornare più, mai più.
+Questo luogo è orrendo. Non voglio che tu mi veda così. Quando starò
+meglio ti manderò a chiamare. Poi chiudesti gli occhi, e ricominciasti a
vaneggiare. Allora io me ne sono andata. Avrei voluto disubbidirti, e
ritornare. Ma poi pensavo che ti sarebbe dispiaciuto, e speravo che da
un giorno all'altro mi avresti mandato a chiamare. Come ti ho aspettato,
-Silvio mio! E tu? Credermi capace di dimenticare il mio Silvio? È questo
+Silvio mio! E tu? Credermi capace di dimenticare il mio Silvio? È questo
tutto il bene che mi vuoi?
-Silvio se la tirò stretta stretta sul cuore e mormorò supplichevole:
+Silvio se la tirò stretta stretta sul cuore e mormorò supplichevole:
--Perdonami, Silvina, perdonami... Non mi ricordavo di nulla...
-E allora Silvina, continuò:
+E allora Silvina, continuò:
---Tu sì, mi hai abbandonata qui, sola, senza nessuno, senza danari,
-senza un aiuto... Il tuo piccolo gruzzolo è finito presto. Non bastò per
+--Tu sì, mi hai abbandonata qui, sola, senza nessuno, senza danari,
+senza un aiuto... Il tuo piccolo gruzzolo è finito presto. Non bastò per
tre giorni. Non hai mai pensato, tu, che io potevo morire di fame?
-Credimi, Silvio, non hai sofferto tu solo. È stata una grama vita la mia
+Credimi, Silvio, non hai sofferto tu solo. È stata una grama vita la mia
di questi giorni, e non so che cosa sarebbe avvenuto di me, se dei
vicini pietosi non mi avessero aiutato. E anche la nostra vita di tutti
-questi mesi è stata una grama vita, Silvio mio! Perchè dovrei
+questi mesi è stata una grama vita, Silvio mio! Perchè dovrei
nascondertelo? Bisogna che tu pensi ora seriamente a cambiare questo
-stato di cose tanto penoso. Così, non potremo mai essere felici.
+stato di cose tanto penoso. Così, non potremo mai essere felici.
---Sì, sì, piccola santa, mormorò Silvio umiliato, questa miseria deve
+--Sì, sì, piccola santa, mormorò Silvio umiliato, questa miseria deve
finire.
-Era disfatto. Si spogliò lentamente, ripetendo ogni tanto:--Deve finire,
-deve finire...--e si coricò, pregando Silvina di rimboccargli bene bene
-le coperte intorno al corpo, perchè lo riprendeva un gran freddo. Tutti
+Era disfatto. Si spogliò lentamente, ripetendo ogni tanto:--Deve finire,
+deve finire...--e si coricò, pregando Silvina di rimboccargli bene bene
+le coperte intorno al corpo, perchè lo riprendeva un gran freddo. Tutti
i dubbi, tutte l'angosce di poco fa erano svanite, ma non si sentiva
-perciò meno inquieto e infelice. Ora un altro pensiero lo tormentava, un
+perciò meno inquieto e infelice. Ora un altro pensiero lo tormentava, un
pensiero anch'esso doloroso e assillante, ed era quello dell'indomani,
del modo come avrebbe risolto il problema della loro esistenza
-quotidiana, perchè Silvina era stanca stanca di patire quella miserabile
+quotidiana, perchè Silvina era stanca stanca di patire quella miserabile
vita, ed egli non vedeva come avrebbe potuto mutarla. Bisognava trovare
del denaro, prima ancora di pensare di trovare una qualsiasi occupazione
remunerativa. Egli stesso aveva bisogno di abiti invernali, per evitare
-che, ai rigori dell'inverno, il suo corpo ora così debole ricadesse
+che, ai rigori dell'inverno, il suo corpo ora così debole ricadesse
ammalato. Silvina poi era una donna, e non poteva rinunciare a tutti i
piaceri della vita, ad ogni eleganza, ad ogni svago; ed egli invece non
era in condizione di offrirle neppure il necessario per vivere senza
@@ -4899,35 +4868,35 @@ dormire, ad occhi chiusi, cercava cercava inutilmente una via di
salvezza. Sperare in suo padre era assurdo. Sua madre, se pure lo avesse
osato, avrebbe potuto dargli ben poco aiuto. Su vere amicizie non poteva
contare. Ed egli non vedeva nulla e nessuno su cui fermarsi sia pure con
-una vaga speranza. Dopo un poco udì Silvina che si spogliava, senti il
+una vaga speranza. Dopo un poco udì Silvina che si spogliava, senti il
fruscio dei suoi abiti che le cadevano di dosso, il rumore dei suoi
-pettini che ella posava sul cassettone, e poi un rumore più secco e
-duro, che gli ricordò la collana dallo smeraldo che ella portava sempre
-al collo. Un'idea strana e pericolosa si affacciò alla sua mente, che
-scartò subito con indignazione. Sentì che Silvina soffiava sulla
+pettini che ella posava sul cassettone, e poi un rumore più secco e
+duro, che gli ricordò la collana dallo smeraldo che ella portava sempre
+al collo. Un'idea strana e pericolosa si affacciò alla sua mente, che
+scartò subito con indignazione. Sentì che Silvina soffiava sulla
candela, e infatti quel po' di luce debole debole, che filtrava
-attraverso le sue ciglia chiuse, si spense. Sentì poi Silvina coricarsi
-al suo fianco, all'altra estremità del letto, e non osò muoversi per
+attraverso le sue ciglia chiuse, si spense. Sentì poi Silvina coricarsi
+al suo fianco, all'altra estremità del letto, e non osò muoversi per
avvicinarsi a lei e abbracciarla. Allora quell'idea bizzarra, che gli
-era nata un momento prima, ritornò a tentarlo, ed egli nuovamente la
-ricacciò lontano. Cercò di distrarsi, e pensò che davvero gli fosse
-tornata un po' di febbre, non solo perchè aveva le gambe gelate e il
+era nata un momento prima, ritornò a tentarlo, ed egli nuovamente la
+ricacciò lontano. Cercò di distrarsi, e pensò che davvero gli fosse
+tornata un po' di febbre, non solo perchè aveva le gambe gelate e il
viso in fiamme, ma per quei colori esageratamente vivaci che aveva
creduto di vedere sul volto di Silvina, quasi ella avesse gli occhi e la
bocca dipinti. Su questa immagine di Silvina la sua ragione si
-ottenebrò, ed egli cadde, stanco, in un profondo sonno.
+ottenebrò, ed egli cadde, stanco, in un profondo sonno.
-La mattina dopo si svegliò che doveva essere appena spuntato il sole.
+La mattina dopo si svegliò che doveva essere appena spuntato il sole.
Silvina dormiva ancora tutta rannicchiata in un angolo del letto. Silvio
-la guardò muto e commosso per qualche istante, poi adagio adagio
-allontanò da sè le coltri, s'infilò gli abiti, si avvicinò al
-cassettone, e contemplò la collana dallo smeraldo che vi era posata
-sopra. Prima di decidersi Silvio si voltò ancora una volta a guardare
+la guardò muto e commosso per qualche istante, poi adagio adagio
+allontanò da sè le coltri, s'infilò gli abiti, si avvicinò al
+cassettone, e contemplò la collana dallo smeraldo che vi era posata
+sopra. Prima di decidersi Silvio si voltò ancora una volta a guardare
Silvina addormentata, come fa il ladro il quale sa che tutto dipende
-dall'attimo in cui la sua mano si muoverà per rubare. Il calmo respiro
-di Silvina era come l'onda di un mare buono sotto il più costante dei
-cieli. Allora Silvio aprì cautamente l'uscio e in gran fretta si
-allontanò.
+dall'attimo in cui la sua mano si muoverà per rubare. Il calmo respiro
+di Silvina era come l'onda di un mare buono sotto il più costante dei
+cieli. Allora Silvio aprì cautamente l'uscio e in gran fretta si
+allontanò.
@@ -4935,73 +4904,73 @@ allontanò.
XI.
-Quando Silvina si destò, e il giorno era già alto, vide curvo sopra di
-sè il viso sorridente di Silvio che la guardava con amore fra un gran
+Quando Silvina si destò, e il giorno era già alto, vide curvo sopra di
+sè il viso sorridente di Silvio che la guardava con amore fra un gran
fascio di rose bianche.
---La felicità ti accompagni sempre! le disse Silvio, poichè la vide
-aprire gli occhi; e, posando accanto a lei le rose, la baciò sulla
+--La felicità ti accompagni sempre! le disse Silvio, poichè la vide
+aprire gli occhi; e, posando accanto a lei le rose, la baciò sulla
fronte.
---Sono per me? domandò Silvina ancora mezzo assonnata.
+--Sono per me? domandò Silvina ancora mezzo assonnata.
--Per te! per te!
-Silvina le odorò e, sollevandosi sul gomito, ormai completamente sveglia
-guardò Silvio stupefatta. Egli indossava un soprabito di lana verde, con
+Silvina le odorò e, sollevandosi sul gomito, ormai completamente sveglia
+guardò Silvio stupefatta. Egli indossava un soprabito di lana verde, con
colletto di pelle di lupo e risvolti di velluto nero, e in capo aveva un
berretto di lontra, nero e lucido, che gli copriva anche le orecchie.
Alle mani portava un paio di grossi guanti di lana grigia, e tutti
quegli indumenti avevano un odore di nuovo, come tutte le cose appena
uscite di bottega.
---Ti piace? le domandò Silvio, girando sui talloni perchè ella potesse
-ammirare da ogni parte il suo pastrano. Quindi lo sbottonò e,
-rovesciandolo, le mostrò la fodera morbida e spessa di flanella
+--Ti piace? le domandò Silvio, girando sui talloni perchè ella potesse
+ammirare da ogni parte il suo pastrano. Quindi lo sbottonò e,
+rovesciandolo, le mostrò la fodera morbida e spessa di flanella
scozzese.
---Sarà bene, disse Silvio con la più grande naturalezza, che noi
+--Sarà bene, disse Silvio con la più grande naturalezza, che noi
cerchiamo oggi anche per te un mantello o un soprabito caldo caldo come
-questo. L'inverno di quest'anno è veramente troppo freddo, e le malattie
+questo. L'inverno di quest'anno è veramente troppo freddo, e le malattie
sono un'orrenda sciagura.
---Ma come hai potuto spendere tanto denaro? domandò Silvina
+--Ma come hai potuto spendere tanto denaro? domandò Silvina
meravigliata.
-Silvio le voltò le spalle e, andando verso il fondo della stanza,
+Silvio le voltò le spalle e, andando verso il fondo della stanza,
rispose:
--Mi hanno pagato un debito, che un tale aveva con me.
-Silvina era uscita dal letto. Silvio si levò presto di pastrano e glielo
-infilò, avvolgendola tutta, che tremava seminuda, in quella lana tepida
+Silvina era uscita dal letto. Silvio si levò presto di pastrano e glielo
+infilò, avvolgendola tutta, che tremava seminuda, in quella lana tepida
e pesante.
---Ci stai bene? le domandò sorridendo.
+--Ci stai bene? le domandò sorridendo.
-E Silvina, per tutta risposta, cercò d'allungare le braccia che si
-perdevano nelle immense maniche del pastrano e gliele gettò al collo,
+E Silvina, per tutta risposta, cercò d'allungare le braccia che si
+perdevano nelle immense maniche del pastrano e gliele gettò al collo,
giuliva.
---Come poco basterebbe per essere felici! esclamò tenendosi appesa al
+--Come poco basterebbe per essere felici! esclamò tenendosi appesa al
suo collo e accarezzandolo con uno sguardo pieno di candida malizia. Mi
-giuri che non mi farai più soffrire?
+giuri che non mi farai più soffrire?
-E Silvio glielo giurò, con un bacio. Ma mentre, scherzando, la faceva
-saltare qua e là per la stanza tenendola sollevata fra le braccia come
+E Silvio glielo giurò, con un bacio. Ma mentre, scherzando, la faceva
+saltare qua e là per la stanza tenendola sollevata fra le braccia come
una bambina piccina, pensava in cuor suo con tristezza che veramente di
-poco si potrebbe esser felici; ma è appunto quel poco che manca sempre
-alla felicità di tutti, compresi i più fortunati e i meno esigenti.
-Così, senza volere, egli trascinò Silvina in prossimità del tavolo, e
+poco si potrebbe esser felici; ma è appunto quel poco che manca sempre
+alla felicità di tutti, compresi i più fortunati e i meno esigenti.
+Così, senza volere, egli trascinò Silvina in prossimità del tavolo, e
vedendo quei fiori che stavano in fresco entro il secchiello di legno,
-pensò che al loro posto si potevamo mettere le sue rose. Ma a metà di
-questo pensiero, così semplice e naturale, un altro ne sorse che lo
-colpì.
+pensò che al loro posto si potevamo mettere le sue rose. Ma a metà di
+questo pensiero, così semplice e naturale, un altro ne sorse che lo
+colpì.
---E questi fiori, domandò a Silvina, questi fiori dove li hai presi?
+--E questi fiori, domandò a Silvina, questi fiori dove li hai presi?
Silvina aveva affondato il capo nel colletto di pelo di lupo, in modo
-che non ne spuntava che un occhio. Con quell'occhio lo guardò, e rispose
+che non ne spuntava che un occhio. Con quell'occhio lo guardò, e rispose
inchinandosi:
--Me li ha offerti un amico...
@@ -5011,198 +4980,198 @@ inchinandosi:
--Un tuo amico, rispose Silvina, con un grande inchino, un tuo intimo
amico. Il signor principe Stanislao Stroztki!
---Stroztki? domandò ancora Silvio, questa volta senza punto corruccio. E
+--Stroztki? domandò ancora Silvio, questa volta senza punto corruccio. E
dove lo hai pescato?
---Veramente, rispose Silvina con voce insinuante, è il signor principe
+--Veramente, rispose Silvina con voce insinuante, è il signor principe
che ha pescato me...
Silvio mosse due o tre passi per la stanza e rise allegramente.--Il
principe Stroztki, pensava, quel distinto imbecille! Guarda che strano
caso!
---Ti avrà incontrata per via! esclamò poi sicuro d'indovinare.
+--Ti avrà incontrata per via! esclamò poi sicuro d'indovinare.
---No, disse Silvina, è venuto qui a cercarmi...
+--No, disse Silvina, è venuto qui a cercarmi...
---E perchè? domandò Silvio.
+--E perchè? domandò Silvio.
-Silvina si tuffò nuovamente nel pelo di lupo e di laggiù rispose:
+Silvina si tuffò nuovamente nel pelo di lupo e di laggiù rispose:
---Perchè, Silvio, ti vuol tanto bene!
+--Perchè, Silvio, ti vuol tanto bene!
-Allora Silvio s'intenerì. Caro amico! Forse non lo aveva apprezzato
-abbastanza, in quei superficiali incontri da caffè. Ed è pur vero che
-spesso gli uomini più ridicoli nascondono i cuori più generosi.
+Allora Silvio s'intenerì. Caro amico! Forse non lo aveva apprezzato
+abbastanza, in quei superficiali incontri da caffè. Ed è pur vero che
+spesso gli uomini più ridicoli nascondono i cuori più generosi.
---Ah, povero principe! esclamò Silvio convinto; lo ringrazierò con tutta
+--Ah, povero principe! esclamò Silvio convinto; lo ringrazierò con tutta
l'anima mia.
Ma mentre formulava questa solenne promessa, i suoi occhi caddero sulla
mantellina di talpa grigia che stava appesa a un piolo, e ricordandosi
-di averla veduta la sera innanzi sulle spalle di Silvina, si stupì di
+di averla veduta la sera innanzi sulle spalle di Silvina, si stupì di
essersela poi fino a quel momento dimenticata.
---E questa mantellina? domandò con una vaga inquietudine nella voce. È
+--E questa mantellina? domandò con una vaga inquietudine nella voce. È
di talpa... Dove l'hai presa?
--Oh! rispose Silvina dal vano dell'abbaino, senza staccare il viso dai
-vetri, è una piccola cosa... Me l'ha prestata un'amica.
+vetri, è una piccola cosa... Me l'ha prestata un'amica.
---La principessa Stroztki?--domandò Silvio con ironia.
+--La principessa Stroztki?--domandò Silvio con ironia.
--No, caro, rispose Silvina immobile, nessuna principessa. Un'amica mia
d'infanzia, ritrovata in questi giorni per caso.
-Silvio scosse il capo e mormorò:
+Silvio scosse il capo e mormorò:
--Quanta gente, quanta gente nuova nella tua vita...
Allora Silvina si volse e, fissando sopra di lui uno sguardo acuto
-acuto, come uno spillo, gli si avvicinò di due passi, si tolse il
-pastrano e lo gettò ai suoi piedi con sgarbo.
+acuto, come uno spillo, gli si avvicinò di due passi, si tolse il
+pastrano e lo gettò ai suoi piedi con sgarbo.
--Ricordati, gli disse, scandendo una per una le sillabe, che senza
tutta questa gente nuova non sarei ancora qui a sopportare le tue
stupide inquisizioni. Nuove o vecchie, io sono libera di scegliere le
mie amicizie, di ricevere i fiori che m'offrono, e di portare i vestiti,
le pellicce, i cappelli che mi piacciono, e di fare e disfare il mondo
-intero a modo mio... Ed ora vattene, perchè sono annoiata di te.
+intero a modo mio... Ed ora vattene, perchè sono annoiata di te.
-A viso alto, sdegnata, ella si avviò verso il cassettone. Silvio in gran
+A viso alto, sdegnata, ella si avviò verso il cassettone. Silvio in gran
fretta, come se le parole di Silvina avessero suscitato in lui una viva
-collera, s'infilò il soprabito ed uscì.
+collera, s'infilò il soprabito ed uscì.
-Rimasta sola Silvina indossò il migliore dei suoi vestiti, e
-tranquillamente incominciò a pettinarsi. Da qualche giorno portava i
+Rimasta sola Silvina indossò il migliore dei suoi vestiti, e
+tranquillamente incominciò a pettinarsi. Da qualche giorno portava i
capelli annodati alti sul capo, con solo due brevi riccioli che le
ricadevano sulle tempie. Quella pettinatura le allungava graziosamente
-il viso e la faceva più alta di tutta la persona. Poi si incipriò le
+il viso e la faceva più alta di tutta la persona. Poi si incipriò le
mani, le braccia, il collo, le gote; si tinse di nero gli occhi, di
-rosso le labbra e si contemplò soddisfatta. In quel medesimo istante
-alcuni colpi affrettati risonarono contro l'uscio e Soave entrò
+rosso le labbra e si contemplò soddisfatta. In quel medesimo istante
+alcuni colpi affrettati risonarono contro l'uscio e Soave entrò
correndo.
---Silvina, disse concitata, non ne possiamo più! Tutta la notte non ha
-fatto che piangere, che smaniare. Credo che impazzirà, se tu non vieni a
+--Silvina, disse concitata, non ne possiamo più! Tutta la notte non ha
+fatto che piangere, che smaniare. Credo che impazzirà, se tu non vieni a
calmarlo...
---Ma non lo sapete dunque, gridò Silvina, non lo sapete che Silvio è
+--Ma non lo sapete dunque, gridò Silvina, non lo sapete che Silvio è
tornato?
--Lo sappiamo, lo sappiamo, rispose Soave, e per questo appunto si
-dispera così.
+dispera così.
---E perchè si dispera? domandò Silvina. Non sapeva anche lui che quando
+--E perchè si dispera? domandò Silvina. Non sapeva anche lui che quando
fosse ritornato Silvio tutto doveva finire tra noi?
-Furono bussati altri colpi contro l'uscio, ed entrò correndo Odette:
+Furono bussati altri colpi contro l'uscio, ed entrò correndo Odette:
---Per carità! disse ansando, non indugiate un minuto di più! Lo abbiamo
-ripreso per miracolo a metà delle scale. Veniva qui correndo come un
+--Per carità! disse ansando, non indugiate un minuto di più! Lo abbiamo
+ripreso per miracolo a metà delle scale. Veniva qui correndo come un
indemoniato, e ora in quattro non riusciamo a tenerlo disteso sul letto.
---Silvina! supplicò Soave, giungendo le mani.
+--Silvina! supplicò Soave, giungendo le mani.
-Allora Silvina prese una subita risoluzione, si buttò sulle spalle la
-mantellina e si precipitò nel corridoio.
+Allora Silvina prese una subita risoluzione, si buttò sulle spalle la
+mantellina e si precipitò nel corridoio.
Soave e Odette la seguirono. Scese di corsa le scale, esse trovarono
madama Humbert sulla porta, tutta stralunata, col viso tutto in lacrime.
---Dov'è? chiese seccamente Silvina.
+--Dov'è? chiese seccamente Silvina.
-Madama Humbert la guidò correndo in fondo alla casa. Là, in una stanza
+Madama Humbert la guidò correndo in fondo alla casa. Là, in una stanza
semibuia, disteso bocconi sul letto, con le gambe e le braccia buttate
-una qua e una là, stava il principe Stroztki. Egli mordeva furiosamente
+una qua e una là, stava il principe Stroztki. Egli mordeva furiosamente
il cuscino e ruggiva come un leone. Il parrucchino gli era volato chi sa
dove, e nella penombra la sua testa tutta pelata sprigionava lampi
gialli.
---Ebbene? gridò Silvina, scuotendolo violentemente per una spalla. Che
-cosa sono queste scene? Volete che io chiami Silvio, perchè veda in che
+--Ebbene? gridò Silvina, scuotendolo violentemente per una spalla. Che
+cosa sono queste scene? Volete che io chiami Silvio, perchè veda in che
modo vi riducete voi, quando amate una donna?
---Dov'è? dov'è? rantolò il principe, sollevandosi sul letto, guardando
+--Dov'è? dov'è? rantolò il principe, sollevandosi sul letto, guardando
minaccioso tutto intorno.
Ma i suoi occhi s'incontrarono con gli occhi di Silvina, sfavillanti di
-sdegno e d'ira, e subito ammutolì.
+sdegno e d'ira, e subito ammutolì.
---Scende le scale, rispose Silvina, ed ora sarà qui. Se vi piace d'esser
+--Scende le scale, rispose Silvina, ed ora sarà qui. Se vi piace d'esser
ridicolo potete continuare a smaniare.
--Silvina, gemette il principe, mostrandole con un gesto disperato la
-sua persona, vedete fino a che punto? Non sono più un uomo. Sono un
-povero straccio. Silvina non mi ama più!
+sua persona, vedete fino a che punto? Non sono più un uomo. Sono un
+povero straccio. Silvina non mi ama più!
---Questo è delirio, disse Silvina. Silvina non vi ha mai amato.
+--Questo è delirio, disse Silvina. Silvina non vi ha mai amato.
--Ah! Silvina, gemette il principe, se lui non fosse mai ritornato, voi
-sareste stata sempre mia, non m'avreste trattato così. Fino a ieri siete
+sareste stata sempre mia, non m'avreste trattato così. Fino a ieri siete
stata buona con me, amorevole, piena di promesse. Mi diceste, proprio
-ieri, prima di lasciarmi:--Se sarete degno di me, sarò vostra per
+ieri, prima di lasciarmi:--Se sarete degno di me, sarò vostra per
sempre!
---Ma oggi, disse solennemente Silvina, così come vi vedo, mi sembrate
+--Ma oggi, disse solennemente Silvina, così come vi vedo, mi sembrate
mille volte indegno di qualunque donna.
---Silvina, Silvina, gemette il principe, come siete crudele! Perchè
-indegno? Chi mi ha ridotto così? Basta una vostra parola, perchè io
+--Silvina, Silvina, gemette il principe, come siete crudele! Perchè
+indegno? Chi mi ha ridotto così? Basta una vostra parola, perchè io
ritorni quello stesso di ieri.
-Silvina non parlò.
+Silvina non parlò.
---Una piccola elemosina di speranza, supplicò il principe. Che io possa
+--Una piccola elemosina di speranza, supplicò il principe. Che io possa
almeno vedervi, parlarvi, adorarvi in silenzio, e attendere umilmente
che il destino vi riconduca a me...
---Se voi foste savio! esclamò Silvina. Ma insensato a questo modo?
+--Se voi foste savio! esclamò Silvina. Ma insensato a questo modo?
---Savio, savio! balbettò il principe illuminandosi d'un sorriso. E in
-furia si alzò, cercò di ricomporre i suoi abiti disordinati, si
-precipitò allo specchio, vide la sua testa pelata, cercò affannosamente
-la parrucca sopra e sotto il letto, se la calzò con destrezza dalla nuca
-alla fronte, riannodò la cravatta, e così, in sembianze più umane, si
+--Savio, savio! balbettò il principe illuminandosi d'un sorriso. E in
+furia si alzò, cercò di ricomporre i suoi abiti disordinati, si
+precipitò allo specchio, vide la sua testa pelata, cercò affannosamente
+la parrucca sopra e sotto il letto, se la calzò con destrezza dalla nuca
+alla fronte, riannodò la cravatta, e così, in sembianze più umane, si
rivolse a Silvina e attese in silenzio una parola di perdono. Silvina lo
-guardò dalla testa ai piedi e disse:
+guardò dalla testa ai piedi e disse:
---Così, Stanislao, potete sperare qualche cosa da me, e non piangendo
+--Così, Stanislao, potete sperare qualche cosa da me, e non piangendo
come un bambino....
-Egli le si avvicinò timido, le prese la punta di una mano e gliela
-baciò.
+Egli le si avvicinò timido, le prese la punta di una mano e gliela
+baciò.
--Grazie, disse con un sospiro, voi mi ridate la vita.
-Silvina gli volse le spalle ed uscì. Ritornata nella sua stanza, si
-guardò nello specchio, e rifece alcuni degli atteggiamenti corrucciati e
+Silvina gli volse le spalle ed uscì. Ritornata nella sua stanza, si
+guardò nello specchio, e rifece alcuni degli atteggiamenti corrucciati e
minacciosi che avevano atterrito il principe Stanislao. Soddisfatta
-rise, e vedendo che al suo collo mancava la collana, andò a prenderla
+rise, e vedendo che al suo collo mancava la collana, andò a prenderla
sul cassettone dove l'aveva posata la sera innanzi, prima di coricarsi.
-La cercò tra i fazzoletti e le bottiglie di profumi, sotto il cuscinetto
+La cercò tra i fazzoletti e le bottiglie di profumi, sotto il cuscinetto
appuntaspilli, dietro lo specchio, nel primo, nel secondo cassetto, ma
-con sua gran meraviglia non la trovò. Forse era caduta per terra. Ed
-ella scostò delle sedie, rimosse un paio di vecchie pantofole,
-s'inginocchiò, la cercò sotto i mobili. Ma la collana non c'era. Allora
-pensò con sgomento, che, essendosela appuntata in fretta prima di uscire
+con sua gran meraviglia non la trovò. Forse era caduta per terra. Ed
+ella scostò delle sedie, rimosse un paio di vecchie pantofole,
+s'inginocchiò, la cercò sotto i mobili. Ma la collana non c'era. Allora
+pensò con sgomento, che, essendosela appuntata in fretta prima di uscire
dalla stanza, doveva averla perduta nel corridoio, o per le scale, o in
casa di madama Humbert, durante quella scena col principe. A precipizio
-aprì l'uscio e mosse qualche passo nel corridoio. Ma il corridoio era
-troppo buio perchè ella potesse vedere la collana, se proprio l'aveva
-perduta in quel tratto. Allora rientrò in camera, accese la candela, e,
-curva, esaminò a palmo a palmo il corridoio in tutta la sua estensione.
-Ma la collana non c'era. Già presa da un principio di orgasmo, Silvina
-posò la candela in un angolo e fece le scale arrestandosi ad ogni
-scalino, scostando col piede i pezzi di carta che incontrava qua e là,
-senza nulla trovare. Bussò con forza alla porta di madama Humbert,
-dichiarò alla signora, che la guardò esterrefatta, la ragione di
-quell'improvviso ritorno, e madama Humbert chiamò a gran voce Soave e
+aprì l'uscio e mosse qualche passo nel corridoio. Ma il corridoio era
+troppo buio perchè ella potesse vedere la collana, se proprio l'aveva
+perduta in quel tratto. Allora rientrò in camera, accese la candela, e,
+curva, esaminò a palmo a palmo il corridoio in tutta la sua estensione.
+Ma la collana non c'era. Già presa da un principio di orgasmo, Silvina
+posò la candela in un angolo e fece le scale arrestandosi ad ogni
+scalino, scostando col piede i pezzi di carta che incontrava qua e là,
+senza nulla trovare. Bussò con forza alla porta di madama Humbert,
+dichiarò alla signora, che la guardò esterrefatta, la ragione di
+quell'improvviso ritorno, e madama Humbert chiamò a gran voce Soave e
Odette che accorsero, e accorse anche il principe, e tutti in silenzio,
mentre Loreto, sul poggiolo strombettava la sua canzone:
Loreto, lo reee!
- Chi l'è che passa?
+ Chi l'è che passa?
Lo re che va alla cacciaaaa...
Tacca trombetta!
Trrrr...
@@ -5211,65 +5180,65 @@ si misero a cercare la collana per tutte le stanze attraverso le quali
era passata Silvina per giungere a quell'ultima stanza dove il principe
Stanislao era stato rinchiuso. Furono sollevati tappeti, spostati
mobili, rovesciate sedie; il letto in quella stanza fu tutto sfatto, e
-le lenzuola sbattute per ogni verso, e il principe, ginocchioni, frugò
+le lenzuola sbattute per ogni verso, e il principe, ginocchioni, frugò
sotto tutti i mobili. Ma la collana non venne fuori.
-Allora Silvina s'attaccò ad una speranza, e cioè che la collana fosse
-proprio là dove l'aveva posata la sera innanzi. Risalì a salti le scale,
+Allora Silvina s'attaccò ad una speranza, e cioè che la collana fosse
+proprio là dove l'aveva posata la sera innanzi. Risalì a salti le scale,
e preso il candeliere, che aveva posato sull'ultimo gradino, rifece il
-corridoio passo passo, e mentre se ne andava così curva, scrutando il
+corridoio passo passo, e mentre se ne andava così curva, scrutando il
pavimento, fu raggiunta da Silvio che rientrava in casa.
--Sai, gli disse Silvina con voce accorata, credo di aver perduta la mia
bella collana...
---La collana dello smeraldo? domandò stupito Silvio.
+--La collana dello smeraldo? domandò stupito Silvio.
---La collana, la collana! ripetè Silvina irritata. Quale vuoi che sia?
+--La collana, la collana! ripetè Silvina irritata. Quale vuoi che sia?
Non ne ho centomila...
-Il corridoio era finito. Silvina spense la candela, entrò nella stanza,
-e corse nuovamente al cassettone, e ricominciò a cercare. Vana speranza!
+Il corridoio era finito. Silvina spense la candela, entrò nella stanza,
+e corse nuovamente al cassettone, e ricominciò a cercare. Vana speranza!
Non c'era.
---Ma dove l'hai perduta? domandò Silvio.
+--Ma dove l'hai perduta? domandò Silvio.
---Se lo sapessi, sibilò Silvina, non farei tanta fatica a cercarla...
+--Se lo sapessi, sibilò Silvina, non farei tanta fatica a cercarla...
Di nuovo si mise in ginocchio a frugare sotto i mobili, e Silvio,
inginocchiatosi accanto a lei, la seguiva in ogni movimento, in base al
principio che quattro occhi vedono meglio di due. Poi il campo delle
-ricerche si estese, e dal cassettone si passò all'armadio, tutti i
+ricerche si estese, e dal cassettone si passò all'armadio, tutti i
vestiti, che fortunatamente erano pochi, furono spiccati dagli
attaccapanni e agitati come bandiere. E mentre Silvio diceva:--Vedrai
-che te l'hanno rubata!--Silvina rovesciò il letto, buttò all'aria
-lenzuola, coperte, cuscini e materasse, e poichè ormai non c'era più
-dove cercare, si lasciò cadere di traverso sul mucchio delle coltri
+che te l'hanno rubata!--Silvina rovesciò il letto, buttò all'aria
+lenzuola, coperte, cuscini e materasse, e poichè ormai non c'era più
+dove cercare, si lasciò cadere di traverso sul mucchio delle coltri
disfatte e ruppe in un pianto disperato. Allora Silvio, smettendo anche
-lui l'inutile ricerca, andò, per consolarla, ad accarezzarle i capelli,
+lui l'inutile ricerca, andò, per consolarla, ad accarezzarle i capelli,
e, affondata una mano in una delle ampie tasche del suo pastrano nuovo,
ne trasse un cartoccio tutto fiorito e ricamato, e legato da un bel
-nastro rosa; e prendendo con due dita il mento di Silvina cercò ch'ella
+nastro rosa; e prendendo con due dita il mento di Silvina cercò ch'ella
sollevasse il capo. E quando, dopo molte riluttanze, ella lo ebbe
-sollevato, Silvio le offrì quel cartoccio profumato, dicendole:
+sollevato, Silvio le offrì quel cartoccio profumato, dicendole:
---Ti regalerò una collana più bella di quella, con uno zaffiro
+--Ti regalerò una collana più bella di quella, con uno zaffiro
meraviglioso. Che serve ormai disperarsi? Vieni, piccina. Addolcisciti
la bocca, dopo tante lacrime amare.
-Silvina, lacrimando, prese quel cartoccio e lo aprì. Vide tanti bei
+Silvina, lacrimando, prese quel cartoccio e lo aprì. Vide tanti bei
canditi verdi, rossi e gialli, brillanti come pietre preziose. Allora
-sollevò gli occhi su Silvio, e avrebbe voluto frugargli nell'anima. Ma
-l'anima semplice di Silvio, incapace più di nascondersi, affiorò sul suo
-viso in un rossore di minuto in minuto più intenso, tanto che Silvina
-ebbe come in un lampo la rivelazione della verità.
+sollevò gli occhi su Silvio, e avrebbe voluto frugargli nell'anima. Ma
+l'anima semplice di Silvio, incapace più di nascondersi, affiorò sul suo
+viso in un rossore di minuto in minuto più intenso, tanto che Silvina
+ebbe come in un lampo la rivelazione della verità.
---Tu! tu me l'hai presa! gridò soffocando d'ira. Tu sei stato, tu, tu,
+--Tu! tu me l'hai presa! gridò soffocando d'ira. Tu sei stato, tu, tu,
tu...
-E gettato lungi da sè il cartoccio dei canditi, che rotolarono qua e là
-come tante pallottole colorate di vetro, si scagliò su di lui e lo
-tempestò rabbiosamente di pugni.
+E gettato lungi da sè il cartoccio dei canditi, che rotolarono qua e là
+come tante pallottole colorate di vetro, si scagliò su di lui e lo
+tempestò rabbiosamente di pugni.
@@ -5278,99 +5247,99 @@ XII.
Proprio in quel momento io avevo bussato all'uscio di quella stanza. La
-voce irata di Silvina domandò:--Chi è?--e ne seguì un rumore di sedie
+voce irata di Silvina domandò:--Chi è?--e ne seguì un rumore di sedie
rovesciate, e poi un silenzio assoluto. Senza che avessi udito nessun
-passo avvicinarsi alla porta, la molla della serratura scattò improvvisa
+passo avvicinarsi alla porta, la molla della serratura scattò improvvisa
in quel silenzio. Mi trovai di fronte a Silvina. Dal giorno in cui era
-fuggita, e mi pareva un'eternità, non l'avevo più riveduta. Rivedendola
+fuggita, e mi pareva un'eternità, non l'avevo più riveduta. Rivedendola
allora, il mio povero cuore ebbe una trafitta dolorosa, come se in
quell'attimo io rivivessi tutte le pene che ella aveva fatto soffrire a
-noi duramente cinque lunghi mesi. Se non fossi stato preparato alla più
-triste realtà, il suo viso tanto mutato mi avrebbe allora detto
+noi duramente cinque lunghi mesi. Se non fossi stato preparato alla più
+triste realtà, il suo viso tanto mutato mi avrebbe allora detto
brutalmente fino a che punto ella si fosse allontanata da noi in quello
-spazio di tempo. Ma io non coltivavo più nessuna illusione, e perciò
+spazio di tempo. Ma io non coltivavo più nessuna illusione, e perciò
potei guardare Silvina senza avere orrore di quell'immagine che, sotto
le sue sembianze, vedevo dinnanzi a me per la prima volta. E mentre
Silvina, sorpresa dalla mia inaspettata apparizione, mi guardava senza
-fiatare, io le parlai calmamente così:
+fiatare, io le parlai calmamente così:
--Silvina, non temere nulla da me. Non mi vedresti qui senza una grave
ragione... La mamma muore, Silvina, la nostra cara, la nostra buona,
adorata mamma!
---La mamma? mormorò Silvina, abbassando triste il capo.
+--La mamma? mormorò Silvina, abbassando triste il capo.
---Sì, Silvina, soggiunsi, la mamma ti ha perdonato. Devi venire con
+--Sì, Silvina, soggiunsi, la mamma ti ha perdonato. Devi venire con
me...
-La porta era aperta a metà, e Silvina l'aprì del tutto, e io vidi quella
+La porta era aperta a metà, e Silvina l'aprì del tutto, e io vidi quella
misera stanza in disordine, Silvio che mi volgeva le spalle abbandonato
sopra una sedia, le rose bianche nel secchiello sul tavolo, i canditi
sparsi per terra. Ma non entrai.
---Subito? domandò Silvina.
+--Subito? domandò Silvina.
--Subito.
-Silvina si ritrasse a capo chino, andò nell'angolo dove stava l'armadio,
-si gettò sulle spalle la mantellina, si mise in capo una cuffietta di
-lana, e ritornando verso me, mormorò:
+Silvina si ritrasse a capo chino, andò nell'angolo dove stava l'armadio,
+si gettò sulle spalle la mantellina, si mise in capo una cuffietta di
+lana, e ritornando verso me, mormorò:
--Andiamo.
-Sulla soglia si arrestò un attimo indecisa, poi si voltò a Silvio, che
+Sulla soglia si arrestò un attimo indecisa, poi si voltò a Silvio, che
non s'era mosso, e duramente gli disse:
---Non aspettarmi... Non tornerò mai più...
+--Non aspettarmi... Non tornerò mai più...
La nostra vecchia carrozza, guidata da Battista, ci aspettava all'angolo
-della strada. Incominciò quel triste viaggio di tre lunghe ore. Silvina,
-seduta al mio fianco, tenendo gli occhi fissi dinnanzi a sè, non
+della strada. Incominciò quel triste viaggio di tre lunghe ore. Silvina,
+seduta al mio fianco, tenendo gli occhi fissi dinnanzi a sè, non
parlava. Avvolto nel mio mantello, il cappello calcato sulla fronte, me
ne stavo anch'io muto, cercando di non guardarla, e il mio pensiero non
-si allontanava un istante da mia madre, da lei che non viveva più ormai
+si allontanava un istante da mia madre, da lei che non viveva più ormai
se non per quella ultima consolazione che io le portavo. Subito dopo la
fuga di Silvina, mia madre aveva incominciato a deperire, e di giorno in
-giorno il suo viso si faceva più affilato e più bianco, come se a goccia
+giorno il suo viso si faceva più affilato e più bianco, come se a goccia
a goccia le venisse meno il sangue nelle vene e un freddo fuoco
-consumasse la sua povera carne. Verso la metà di settembre, una mattina,
+consumasse la sua povera carne. Verso la metà di settembre, una mattina,
la trovammo svenuta in giardino, dove scendeva sempre appena fatto
giorno per pregare dinnanzi a una madonnina di marmo, un'Assunta in
-cielo, che era stata messa là, in una nicchia d'edera, il giorno in cui
-era nata Silvina. Trasportata nel suo letto, riaprì gli occhi, ma non
-erano più i suoi soavi occhi di prima. Una tristezza infinita vi aveva
+cielo, che era stata messa là, in una nicchia d'edera, il giorno in cui
+era nata Silvina. Trasportata nel suo letto, riaprì gli occhi, ma non
+erano più i suoi soavi occhi di prima. Una tristezza infinita vi aveva
distesa per sempre la sua ombra, e da quel giorno furono due imploranti
occhi che invocavano da Dio la fine di una vita ormai divenuta
-insoffribile. Alla fine di ottobre ella non era già più che un'ombra,
+insoffribile. Alla fine di ottobre ella non era già più che un'ombra,
un'ombra dal viso diafano, che si muoveva per la nostra casa a passi
silenziosi e incerti, come desiderosa di uscirne, d'involarsi, e ancora
trattenuta da non so quale peso e costretta ad aggirarsi inquieta per
quelle stanze. Una mattina volle come sempre alzarsi per scendere e
-pregare in giardino, ma le forze le mancarono. Da quel giorno non lasciò
-più il suo letto. Ella teneva accanto a sè un ritratto di Silvina, una
+pregare in giardino, ma le forze le mancarono. Da quel giorno non lasciò
+più il suo letto. Ella teneva accanto a sè un ritratto di Silvina, una
miniatura di lei bambina di dieci anni, quando ancora portava i capelli
sciolti per le spalle, che pareva la dolce immagine d'un angelo.
-Allorchè la lasciavano sola, la mamma fissava gli occhi su
+Allorchè la lasciavano sola, la mamma fissava gli occhi su
quell'immagine e non se ne distaccava se non quando qualcuno, entrando
nella stanza, veniva ad interrompere con la sua presenza quella specie
d'ipnosi. Dopo due settimane il suo stato era disperato. I medici
-avevano rinunciato a ogni cura poichè il male che consumava mia madre
+avevano rinunciato a ogni cura poichè il male che consumava mia madre
non apparteneva ad alcuna delle categorie iscritte nella loro scienza.
Era un male assurdo. Non era propriamente un male. Come un lume stanco
-ella si spegneva a poco a poco. Questa similitudine tranquillizzò presto
+ella si spegneva a poco a poco. Questa similitudine tranquillizzò presto
la coscienza dei medici, che rassegnati rimisero i loro poteri nelle
mani di Dio. Neppure sul tempo che poteva occorrere a quel fioco lume
per spegnersi interamente, essi seppero fare previsioni. Poteva durare
soltanto poche ore, poteva durare ancora settimane e mesi. E noi, a
cuore stretto, ci preparammo ad aspettare che il destino irreparabile si
compiesse secondo la sua misteriosa legge. Ma era venuto un giorno in
-cui mia madre, con i suoi occhi già fissi in un miraggio lontano, aveva
+cui mia madre, con i suoi occhi già fissi in un miraggio lontano, aveva
veduto l'Invisibile trasvolare come un vento gelido per quella landa
dove lei sola l'aspettava paziente da tanto tempo; aveva sentito il
soffio della sua ala avvolgerla come in un freddo abbraccio. Quando ella
-ci chiamò era sera inoltrata, e ognuno di noi, in cuor suo, aveva già
+ci chiamò era sera inoltrata, e ognuno di noi, in cuor suo, aveva già
chiuso quel giorno, mettendolo nel numero di quelli che, per grazia di
-Dio, non si sarebbero mai più rivissuti, e stava preparandosi con
+Dio, non si sarebbero mai più rivissuti, e stava preparandosi con
accorata malinconia al giorno che doveva cominciare domani. Volle che
tutti fossimo intorno al suo letto, e quando ci vide tutti presenti, si
rivolse a mio padre, che la guardava attonito, e prendendogli le mani e
@@ -5380,18 +5349,18 @@ accarezzandogliele dolcemente:
grazia. Vada qualcuno a cercare Silvina... Che io possa darle ancora
almeno un bacio...
-Mio padre rimase muto, tossì, si coprì gli occhi con la mano, e per
+Mio padre rimase muto, tossì, si coprì gli occhi con la mano, e per
qualche minuto non si mosse. Poi, come se avesse preso una penosa
-risoluzione, chiudendo le palpebre per nascondere le lacrime, si curvò
-su mia madre, la baciò in fronte, e mormorò:
+risoluzione, chiudendo le palpebre per nascondere le lacrime, si curvò
+su mia madre, la baciò in fronte, e mormorò:
---Sia fatta la tua volontà.
+--Sia fatta la tua volontà.
-Pronunciate queste parole, mio padre uscì precipitosamente dalla stanza
+Pronunciate queste parole, mio padre uscì precipitosamente dalla stanza
come per dare degli ordini. Udii il suo singhiozzo soffocato. Mia madre
-levò i suoi occhi su noi, che le eravamo rimasti vicini, e ci sorrise.
+levò i suoi occhi su noi, che le eravamo rimasti vicini, e ci sorrise.
---Voletele sempre bene, disse con un filo di voce. È la vostra piccola
+--Voletele sempre bene, disse con un filo di voce. È la vostra piccola
sorellina...
Quando, poco dopo, uscii dalla stanza, trovai mio padre seduto, al buio,
@@ -5400,13 +5369,13 @@ nell'anticamera, che da solo smaniava con parole rotte e minacciose.
--Prima uccidete me, diceva, prima che ella rimetta il piede in questa
casa!
-Si alzò d'impeto, chiamò Marta, chiamò Battista, che accorsero atterriti
+Si alzò d'impeto, chiamò Marta, chiamò Battista, che accorsero atterriti
a quella voce.
---Nessuno si muova, senza mio ordine, gridò mio padre. Nessuno entri in
+--Nessuno si muova, senza mio ordine, gridò mio padre. Nessuno entri in
questa casa, senza il mio permesso. Intendetemi bene: nessuno!
-E andò di persona a sprangare l'uscio.
+E andò di persona a sprangare l'uscio.
Passai una notte angosciosa. Vidi l'alba grigia di novembre diffondere
la sua luce spettrale sulla campagna tutta triste, deserta, immobile;
@@ -5415,71 +5384,71 @@ alberi, svanire come lieve fumo; udii i galli cantare dai chiusi pollai,
poi li vidi sbandarsi sull'aia, e udii le prime voci umane, i primi
passi nelle case dei contadini; vidi i paperi incamminarsi in fila lungo
la roggia ghiacciata, come galleggiando nell'aria sporca di inchiostro,
-più bianchi della brina che faceva candida l'erba; quindi nel silenzio
+più bianchi della brina che faceva candida l'erba; quindi nel silenzio
soltanto rotto da quei lievi rumori, udii lontano lo squillare delle
sonagliere, e poi il rotolio delle ruote sulla via maestra, e lo
schioccar della frusta, della prima carrozza di posta, che dal paese si
-muoveva per andare in città. Allora ebbi la sensazione che quel nuovo
-giorno, che allora incominciava, non c'era più speranza di poterlo
+muoveva per andare in città. Allora ebbi la sensazione che quel nuovo
+giorno, che allora incominciava, non c'era più speranza di poterlo
rimandare ad un altro giorno; di poterlo sopprimere, di poterlo comunque
evitare, sostituendolo con un altro giorno, preso lontano, fra quelli
-passati o fra quelli futuri, che non fosse dominato da una così
-imperiosa necessità di fare, e di vedere, e di patire ciò che in quel
+passati o fra quelli futuri, che non fosse dominato da una così
+imperiosa necessità di fare, e di vedere, e di patire ciò che in quel
giorno doveva essere fatalmente fatto, veduto e patito. Ma io solo, fra
-tutti gli uomini, non potevo certo spostare il corso del tempo. E poichè
-tutti accettavano quel giorno come ogni altro giorno dell'eternità, e
-già incominciavano a viverlo, a muoversi, a riscaldarsi del suo debole
+tutti gli uomini, non potevo certo spostare il corso del tempo. E poichè
+tutti accettavano quel giorno come ogni altro giorno dell'eternità, e
+già incominciavano a viverlo, a muoversi, a riscaldarsi del suo debole
sole, a consumare la sua poca luce, a riempirlo dei loro dolori e delle
loro gioie, a convalidarlo con le loro parole ed azioni, io non potevo
in alcun modo sottrarmi alla legge comune, ovvero in un modo solo,
uccidendomi. Allora scesi le scale ed entrai nella stalla. Battista, in
maniche di camicia, stava strigliando Casacca, la nostra vecchia cavalla
-bolsa, e mentre la strigliava, in quella loro affettuosa intimità che
+bolsa, e mentre la strigliava, in quella loro affettuosa intimità che
durava ormai da tanti anni, egli parlava alla bestia, confidandole tutti
i malanni della propria vecchiaia e commiserando la sua.
---Sarìa tempo, vecia Casacca, pora bestiacca, diceva Battista, che ne
+--Sarìa tempo, vecia Casacca, pora bestiacca, diceva Battista, che ne
mettessero tutti due addosso una bella coperta de tera alta e nera com'
l'orinal del re de Fransa. Dalla tua tomba nasserebbe poscia un fiore
dinominato Casacca, con la spuzza dei tuoi porci petti, brutta porca
vecchia stramaledetta bestia, in omnia saecula saeculorum.
-Ed egli tirò alla bestia un'amorosa pedata e mi disse:--Buon dì!
+Ed egli tirò alla bestia un'amorosa pedata e mi disse:--Buon dì!
Ma quando lo chiamai sulla porta, prima ancora che avessi incominciato a
-parlare, aveva già capito, Battista, che cosa volevo da lui. Egli, che
+parlare, aveva già capito, Battista, che cosa volevo da lui. Egli, che
m'aveva veduto nascere, mi strinse le mani in silenzio con le sue dita
nodose come radici, e con quella stretta volle baciarmi e abbracciarmi,
e dirmi che era pronto a morire per assecondarmi in quell'impresa.
Casacca, da vecchia porca stramaledetta che era, fu accarezzata da lui
-con i nomi più dolci, mentre in fretta quanto più poteva, le infilava i
+con i nomi più dolci, mentre in fretta quanto più poteva, le infilava i
vecchi finimenti, e la cavezza tutta rattoppata. Cocottina, signorina,
-Brigidina, angiol del paradiso, santa bestia, tutti i nomignoli più
+Brigidina, angiol del paradiso, santa bestia, tutti i nomignoli più
delicati uscirono dalla sua bocca, mentre la sospingeva rinculoni tra le
due stanghe della nostra sgangherata carrozza, e attaccava i tiranti al
-bilancino e le ficcava il morso tra le ganasce sdentate, finchè in un
+bilancino e le ficcava il morso tra le ganasce sdentate, finchè in un
fiat fu pronta. Ed egli salito in cassetta, io rannicchiato sotto il
mantice, s'era presa di gran trotto la via maestra alla volta della
-città.
+città.
Quanto m'era sembrata miracolosamente breve la strada nell'andare, tanto
ora mi sembrava lunga al ritorno. Allora Casacca zoppicando zoppicando
trottava di buona lena, fresca del lungo riposo, la pancia ben
rimpinzata d'avena, e bastava l'ombra della frusta a farle drizzare le
-orecchie e supplire con la buona volontà al difetto d'una gamba. Ma ora
+orecchie e supplire con la buona volontà al difetto d'una gamba. Ma ora
quella gamba anchilosata imbrogliava maledettamente le altre tre, ed era
un continuo inciampare e scapicollarsi, che non bastavano le redini tese
di Battista a tenerla su. Ad ogni minaccia di frusta era un sobbalzo
spaventato che trascinava la carrozza fuori di carreggiata a traverso
della strada, e nella pancia vuota della bestia l'acqua bevuta alla
-fontana risciacquava con un rumor cupo di botte. Era passato da più di
-due ore il mezzodì e anch'io avevo fame. Silvina, digiuna come me,
+fontana risciacquava con un rumor cupo di botte. Era passato da più di
+due ore il mezzodì e anch'io avevo fame. Silvina, digiuna come me,
pallida, rincantucciata al mio fianco, gli occhi chiusi e le mani
-abbandonate in grembo, si lasciava sballottolare. Questa tortura durò
+abbandonate in grembo, si lasciava sballottolare. Questa tortura durò
quattro interminabili ore. Finalmente dopo l'ultima salita, sotto il
monte rosso, ci apparve il campanile tutto annuvolato di olivi, che
crescevan fitti sulla collina. Prima di giungere alla nostra casa si
-passa dinnanzi al cimitero, che è sopra un poggio erboso, recinto da un
+passa dinnanzi al cimitero, che è sopra un poggio erboso, recinto da un
muro di pietre nude, grigio grigio, tra un ippocastano altissimo e
aperto come un pino, e una fila di cipressi neri che si affacciano sulla
via maestra. In quel punto fermai Battista. E mentre egli riconduceva la
@@ -5500,68 +5469,68 @@ XIII.
Mia madre era assopita. Accanto a lei, ai due lati del letto, come i due
-angioli oranti ai lati della culla del bambino Gesù in certe oleografie
+angioli oranti ai lati della culla del bambino Gesù in certe oleografie
che si vedono in queste case di contadini, Adalgisa e Maria vegliavano
raccolte il riposo dell'inferma. Esse mi guardarono, interrogandomi con
gli occhi, non osando parlare. Soltanto dopo un poco Adalgisa mi disse
sommessamente:--Tutto il giorno ha chiesto di te prima di assopirsi!
-Incontrai mio padre nel corridoio. Egli mi si fermò un istante dinnanzi,
-e temetti che volesse interrogarmi. Ma abbassò il capo, e, accigliato,
-in silenzio passò oltre. Mi avvicinai a una finestra che s'apriva
+Incontrai mio padre nel corridoio. Egli mi si fermò un istante dinnanzi,
+e temetti che volesse interrogarmi. Ma abbassò il capo, e, accigliato,
+in silenzio passò oltre. Mi avvicinai a una finestra che s'apriva
sull'aia, e vidi un po' di luce nella stalla, dove certamente Battista
stava rigovernando il letto di Casacca dopo averle versata l'avena nella
mangiatoia. Incominciava a imbrunire. I rami spogli del frutteto erano
-così fitti e intricati che non potevo vedere la capannuccia di paglia,
-laggiù in fondo, dove Silvina aspettava. Pensai che ella dovesse
+così fitti e intricati che non potevo vedere la capannuccia di paglia,
+laggiù in fondo, dove Silvina aspettava. Pensai che ella dovesse
sentirsi morire di fame e di freddo, e le mandai Marta con una tazza di
latte caldo, del pane e una coperta di lana.
-Più tardi mia madre si svegliò, e noi ci trovammo di nuovo raccolti
+Più tardi mia madre si svegliò, e noi ci trovammo di nuovo raccolti
intorno al suo letto, come sempre a quell'ora prima di separarci per
andare a dormire. Di solito ella voleva che Maria leggesse forte le
preghiere della sera, e che tutti noi l'ascoltassimo in silenzio, e si
recitasse un _pater_ e un _ave_ insieme con lei, che ella incominciava
con la sua voce velata: _Ave Maria gratia plena..._ Poi invitava mio
-padre ad andarsi a coricare, poichè sapeva che si sarebbe alzato all'una
+padre ad andarsi a coricare, poichè sapeva che si sarebbe alzato all'una
di notte, per assisterla fino all'alba, come faceva ormai da tre
-settimane. Anche quella sera ella recitò il _pater_ e l'_ave_, e poi
+settimane. Anche quella sera ella recitò il _pater_ e l'_ave_, e poi
disse a mio padre di andare a riposare. Ma i suoi occhi lo guardarono
fissamente, con uno sguardo interrogativo, come se attendesse da lui
-qualche cosa. Mio padre la baciò in fronte e se ne andò.
+qualche cosa. Mio padre la baciò in fronte e se ne andò.
Io uscii poco dopo nel corridoio e in punta di piedi cercai di spiare
alla porta della sua stanza. Era buia e non s'udiva nessun rumore. Egli
-doveva essersi già coricato. Allora scesi in fretta le scale e, passando
-per la dispensa, attraversai il frutteto e trovai laggiù Silvina
+doveva essersi già coricato. Allora scesi in fretta le scale e, passando
+per la dispensa, attraversai il frutteto e trovai laggiù Silvina
rannicchiata in fondo alla capannuccia di paglia, e sentii che era tutta
ghiaccia, e batteva i denti dal freddo. Era buio buio. Inciampavamo
nelle radici degli alberi, affondavamo il piede nei solchi freschi.
-Silvina si lasciava trascinare: dovetti più volte sostenerla perchè non
+Silvina si lasciava trascinare: dovetti più volte sostenerla perchè non
cadesse. Finalmente entrammo in casa, e, rallentando il passo e
camminando in punta di piedi, raggiungemmo la mia camera dove ci
chiudemmo a chiave.
-Acceso il lume, Silvina si abbandonò sfinita sul letto, disfatta, e
+Acceso il lume, Silvina si abbandonò sfinita sul letto, disfatta, e
tremava. Occorse un po' di tempo prima che incominciasse a riaversi e i
suoi occhi semispenti si ravvivassero. Allora, quando vidi che non
-tremava più e che avrebbe potuto sostenersi, le dissi:
+tremava più e che avrebbe potuto sostenersi, le dissi:
---Preparati, Silvina. Tra poco ti condurrò da lei...
+--Preparati, Silvina. Tra poco ti condurrò da lei...
Uscii per andare ad assicurarmi che nulla di nuovo fosse accaduto in
-quel frattempo, e per dare cautamente a mia madre, forse già rassegnata
+quel frattempo, e per dare cautamente a mia madre, forse già rassegnata
in cuor suo a non vedere appagato il suo ultimo desiderio, l'annuncio
dell'imminente visita di Silvina. Marta era allora accanto a lei, e
pareva che mia madre la supplicasse, e che la vecchia, curva sul letto,
-cercasse amorosamente di confortarla. Quando io entrai, mia madre tentò
+cercasse amorosamente di confortarla. Quando io entrai, mia madre tentò
di sollevare il capo dal guanciale, e, guardandomi con tenerezza,
-sospirò:
+sospirò:
---Paris, Paris, conducila subito... Per pietà, non fatemi soffrire
-così....
+--Paris, Paris, conducila subito... Per pietà, non fatemi soffrire
+così....
---Sì, le dissi accarezzandola, ora verrà... Ora subito te la conduco...
+--Sì, le dissi accarezzandola, ora verrà... Ora subito te la conduco...
Rientrato in fretta nella mia camera, con uno stupore angoscioso trovai
Silvina che, seduta dinnanzi allo specchio, stava attorcigliandosi la
@@ -5575,8 +5544,8 @@ lucide, le palpebre ombrate di viola.
l'avrei uccisa, che hai fatto? Non ti vergogni?
E la scossi violentemente, e avrei voluto schiaffeggiarla, metterla
-sotto i miei piedi e stroncarla; ma per volontà di Dio il pensiero di
-mia madre non mi abbandonò, e presa una spugna inzuppata d'acqua gliela
+sotto i miei piedi e stroncarla; ma per volontà di Dio il pensiero di
+mia madre non mi abbandonò, e presa una spugna inzuppata d'acqua gliela
strofinai con furia sul viso, e afferrati i suoi capelli glieli
scompigliai.
@@ -5586,65 +5555,65 @@ dominarmi.
Ed ella impaurita dall'espressione del mio viso che doveva essere
atroce, impaurita da quei gesti con i quali la minacciavo, io sempre
-così mite, così debole, in fretta in fretta si asciugò il volto, e
+così mite, così debole, in fretta in fretta si asciugò il volto, e
nervosa sfece del tutto le sue trecce, e se le ricompose come un tempo,
divisi i capelli sulla fronte, raccolti poi sulla nuca; e quando ebbe
-finito si alzò per seguirmi.
+finito si alzò per seguirmi.
Mia madre stava con gli occhi fissi sull'uscio. Quando entrai con
-Silvina, ella aprì le braccia e senza parlare, con gli occhi pieni di
-lacrime, la chiamò a sè. E quando l'ebbe abbracciata, con tutte le sue
-forze se la strinse sul petto e non si distaccò più da lei. Marta
+Silvina, ella aprì le braccia e senza parlare, con gli occhi pieni di
+lacrime, la chiamò a sè. E quando l'ebbe abbracciata, con tutte le sue
+forze se la strinse sul petto e non si distaccò più da lei. Marta
piangeva in un angolo. Io triste, in disparte, contemplavo quella
pietosa scena, con l'orecchio teso sempre all'uscio, timoroso che mio
padre, destato da qualche rumore insolito, potesse allora sorprenderci.
-Mia madre e Silvina stettero a lungo così strette l'una all'altra, senza
+Mia madre e Silvina stettero a lungo così strette l'una all'altra, senza
un movimento, senza una parola. Poi mia madre sciolse il suo abbraccio,
-e guardando Silvina che si era sollevata, cercò ansiosamente sul suo
-viso non so quale segno che ella sola conosceva, e mormorò:
+e guardando Silvina che si era sollevata, cercò ansiosamente sul suo
+viso non so quale segno che ella sola conosceva, e mormorò:
--Sei sempre la stessa... la mia piccola Silvina....
-Silvina abbassò gli occhi: non osò più guardare in viso sua madre. Vidi
-la vergogna che quelle innocenti parole produssero in lei e forse capì,
-allora, perchè io l'avessi trattata tanto brutalmente poco prima;
+Silvina abbassò gli occhi: non osò più guardare in viso sua madre. Vidi
+la vergogna che quelle innocenti parole produssero in lei e forse capì,
+allora, perchè io l'avessi trattata tanto brutalmente poco prima;
l'avessi picchiata e insultata. Mia madre volle che si sedesse sul letto
accanto a lei, ed io leggevo nei suoi occhi una sofferenza penosa,
-perchè avrebbe voluto parlarle e non poteva più. Le ultime parole che
+perchè avrebbe voluto parlarle e non poteva più. Le ultime parole che
ella disse furono appunto quelle:--Sei sempre la stessa, la mia piccola
Silvina... I suoi occhi vedevano ancora lucidamente, la sua intelligenza
-era ancora viva, ma non poteva più parlare. Tentava di quando in quando
+era ancora viva, ma non poteva più parlare. Tentava di quando in quando
qualche gesto vago, stringeva le mani di Silvina, e poi con l'indice
-teso le faceva cenno di no. Voleva dire:--Non andartene più... non
+teso le faceva cenno di no. Voleva dire:--Non andartene più... non
ritornare via... non mi abbandonare... non abbandonare tuo padre... E
Silvina, osando appena sfiorarla con lo sguardo quando uno di questi
gesti la costringeva ad alzare gli occhi, rispondeva di no col capo, ma
non osava parlare.
Io pensavo quanto quella scena penosa si sarebbe prolungata ancora,
-allorchè mi parve di udire nel corridoio uno stropiccio di passi cauti,
+allorchè mi parve di udire nel corridoio uno stropiccio di passi cauti,
e persino il respiro affannoso di un uomo. Mi avvicinai lentamente
all'uscio, lo socchiusi, e guardai da un lato e dall'altro. Ma il
corridoio era perfettamente buio e non vidi nessuno. Quando mi volsi,
-mia madre mi chiamò, e presami con fatica una mano la unì alle mani di
+mia madre mi chiamò, e presami con fatica una mano la unì alle mani di
Silvina. Voleva dire:--Te l'affido... non lasciarla partire...
proteggila tu. Allora, soltanto allora, mi ricordai che Silvina prima di
-lasciare Silvio gli aveva detto:--Non mi aspettare. Non tornerò mai
-più!--e pensai che forse Silvina, sebbene non avesse osato chiedermelo,
-desiderasse veramente di rimanere con noi, di non ritornare mai più a
-quella vita irregolare che doveva averle procurato più delusioni che
-gioie, più umiliazioni che piaceri, forse pentita, quantunque il suo
+lasciare Silvio gli aveva detto:--Non mi aspettare. Non tornerò mai
+più!--e pensai che forse Silvina, sebbene non avesse osato chiedermelo,
+desiderasse veramente di rimanere con noi, di non ritornare mai più a
+quella vita irregolare che doveva averle procurato più delusioni che
+gioie, più umiliazioni che piaceri, forse pentita, quantunque il suo
maledetto carattere le impedisse di confessarlo, d'essersi abbandonata a
-quel capriccio, di aver cagionato a sè stessa e a noi tanto male. Forse
+quel capriccio, di aver cagionato a sè stessa e a noi tanto male. Forse
la paura di mio padre, il timore di esser trattata duramente da noi, di
-esser punita con troppa severità, la rendeva ancora esitante. Forse
+esser punita con troppa severità, la rendeva ancora esitante. Forse
orgogliosa com'era, aspettava che qualcuno le parlasse e la pregasse di
rimanere. Davvero avrebbe dovuto lei pregare, inginocchiarsi dinnanzi a
mio padre, invocare il suo perdono. Avrebbe dovuto mortificarsi ed
-espiare, almeno con un atto di umiltà, tutto il male che aveva fatto. Ma
-mia madre era morente, e mi sembrò che negarle l'ultima gioia,
-allontanare anche soltanto da lei di un attimo la possibilità di veder
+espiare, almeno con un atto di umiltà, tutto il male che aveva fatto. Ma
+mia madre era morente, e mi sembrò che negarle l'ultima gioia,
+allontanare anche soltanto da lei di un attimo la possibilità di veder
compiuto il suo ardente desiderio, sarebbe stata una colpa di cui avrei
sentito eternamente il rimorso.
@@ -5656,16 +5625,16 @@ la sua camera. Silvina rimane con noi.
Poi domandai a mia madre:
---Così, mamma?
+--Così, mamma?
-Ed ella mi accennò di sì, e portò la mia mano alle labbra che erano
-appena appena tepide, la baciò, e con un profondo sospiro chiuse gli
-occhi per meglio contemplare quella felicità radiosa in cui si sentiva
+Ed ella mi accennò di sì, e portò la mia mano alle labbra che erano
+appena appena tepide, la baciò, e con un profondo sospiro chiuse gli
+occhi per meglio contemplare quella felicità radiosa in cui si sentiva
rapire.
All'orologio della chiesa suonarono i tre quarti. Tra un quarto d'ora
nostro padre si sarebbe alzato, sarebbe venuto a prendere il suo posto
-accanto al letto, dove Marta aveva già silenziosamente preparato la sua
+accanto al letto, dove Marta aveva già silenziosamente preparato la sua
poltrona con i due cuscini, e messo lo scaldino. Allora presi Silvina
per la mano, e, senza che mia madre, assopita, se ne accorgesse, la
condussi via. Passando dinnanzi alla camera di mio padre, in punta di
@@ -5674,17 +5643,17 @@ sentii singhiozzare.
Mio padre non s'era coricato quella notte. Egli sapeva che Silvina era
venuta. Egli era stato a spiare dietro l'uscio quando avevo introdotto
-Silvina nella camera della mamma, e quello stropiccìo, quel respiro
+Silvina nella camera della mamma, e quello stropiccìo, quel respiro
affannoso che m'era parso di udire, era lui che si muoveva guardingo,
-lui che cercava di soffocare il suo pianto. Ah! perchè non entrò con
-noi, perchè non volle vedere Silvina, perchè l'orgoglio vinse, anche in
-quella notte, il suo dolore, ed egli preferì reprimere la sua pietà
-anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò vincere dalla paura di
-mostrarsi debole, anzichè seguire l'impulso generoso che lo spingeva a
+lui che cercava di soffocare il suo pianto. Ah! perchè non entrò con
+noi, perchè non volle vedere Silvina, perchè l'orgoglio vinse, anche in
+quella notte, il suo dolore, ed egli preferì reprimere la sua pietà
+anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò vincere dalla paura di
+mostrarsi debole, anzichè seguire l'impulso generoso che lo spingeva a
perdonare? Forse Silvina sarebbe stata salva, e il male di quei mesi
avrebbe potuto essere in qualche modo riparato, e la sventura si sarebbe
-allontanata per sempre dalla nostra casa. Ma mio padre non uscì dalla
-sua stanza se non quando udì che tutto era ritornato in silenzio, che
+allontanata per sempre dalla nostra casa. Ma mio padre non uscì dalla
+sua stanza se non quando udì che tutto era ritornato in silenzio, che
noi ce n'eravamo andati, ed ogni pericolo d'incontrarsi con Silvina era,
almeno per quella notte, scongiurato.
@@ -5698,19 +5667,19 @@ domandavo di quando in quando:
Ed ella rispondeva di no col capo, e non mi guardava, non diceva una
sola parola. Gli occhi non le si chiusero mai, neppure per un istante,
-finchè la luce di un altro giorno diradò lentamente le tenebre, fece
-impallidire la luce della nostra lampada, e allora Silvina si alzò, si
+finchè la luce di un altro giorno diradò lentamente le tenebre, fece
+impallidire la luce della nostra lampada, e allora Silvina si alzò, si
strinse sulle spalle la mantellina, raccolse le sue piccole scatole di
pomata, di belletto, di cipria, abbandonate accanto allo specchio, e
nascose i capelli nella sua cuffiettina di lana. Come la mattina
-innanzi, quando ero partito per andarla a cercare in città, il silenzio
+innanzi, quando ero partito per andarla a cercare in città, il silenzio
notturno fu rotto dalle prime voci umane che risuonavano stranamente
nell'aia, i cani della scuderia abbaiarono, le campane della chiesa si
-sciolsero in uno scampanìo lungo e triste.
+sciolsero in uno scampanìo lungo e triste.
--Silvina! supplicai ancora, con un singhiozzo.
-Silvina varcò la soglia senza neppure voltarsi, e scomparve. Poco dopo
+Silvina varcò la soglia senza neppure voltarsi, e scomparve. Poco dopo
udii la vettura di posta tutta squillante di sonagli avvicinarsi per la
via maestra, l'udii passare al trotto e allontanarsi...
@@ -5720,38 +5689,38 @@ via maestra, l'udii passare al trotto e allontanarsi...
XIV.
-Udii la vettura allontanarsi; e poco è mancato che io scrivessi: per
+Udii la vettura allontanarsi; e poco è mancato che io scrivessi: per
sempre. No, non per sempre. Con i suoi tre cavalli essa ha da allora
consumato molta altra strada. La vita, anche semplicemente quella d'una
corriera, non finisce, non s'interrompe, neppure se uno di noi muore. In
questo senso ha molto maggiore importanza la morte o la caduta di un
cavallo, una frana che precipiti attraverso la via, la rottura di una
-ruota o di un asse. Ma Silvina, sì, se ne andò per sempre. Come mia
-madre. Nemmeno Silvio la rivide mai più.
+ruota o di un asse. Ma Silvina, sì, se ne andò per sempre. Come mia
+madre. Nemmeno Silvio la rivide mai più.
PARTE QUARTA
-Come finì poi la collana.
+Come finì poi la collana.
Ancora una volta ho dimenticato la collana. Questo sinistro gioiello
apportatore di sventura lo smarrisco sempre per via. Scompare dai miei
racconti, mi scivola quasi dalla memoria, con la stessa improvvisa
-fatalità con cui ho veduto realmente apparire e scomparire e riapparire
-il suo freddo splendore nelle circostanze più dolorose che ho
+fatalità con cui ho veduto realmente apparire e scomparire e riapparire
+il suo freddo splendore nelle circostanze più dolorose che ho
attraversato fino al momento in cui scrivo.
Se fossi un romanziere di grido non mi sentirei molto mortificato per
-una distrazione di questo genere, perchè, specialmente in altri tempi,
+una distrazione di questo genere, perchè, specialmente in altri tempi,
quando si scrivevano romanzi di intreccio e di immaginazione con molti
personaggi e avventurose vicende (contrariamente a quanto avviene nei
romanzi d'oggi che sono soltanto pieni di belle immagini e di rari
fantocci meditativi e sedentari), accadeva spesso agli scrittori anche
-più provetti di perdere per via, non dico una collana, ma addirittura
-uno e spesso anche due o più personaggi, che, per ritrovarli, era poi
+più provetti di perdere per via, non dico una collana, ma addirittura
+uno e spesso anche due o più personaggi, che, per ritrovarli, era poi
necessario ricondurre il lettore a fare alquanti passi indietro. Ma se
non voglio, a nessun costo, tralasciare di dire quale sia stata l'ultima
fine della collana di Daria, che fu poi di Silvina, non si creda che io
@@ -5762,24 +5731,24 @@ contrario penso che la storia di Silvina, se dovesse essere pubblicata,
sembrerebbe a tutti abbastanza chiara, nel suo intreccio molto comune e
verosimile oltre che perfettamente vero, anche senza conoscere la fine
fatta da quella sciagurata collana. In questo senso noi ignoriamo fatti
-ben più importanti, come sarebbe quello, per esempio, della fine che
-potrà fare Silvina allorchè si sarà stancata del principe Stroztki o il
+ben più importanti, come sarebbe quello, per esempio, della fine che
+potrà fare Silvina allorchè si sarà stancata del principe Stroztki o il
principe Stroztki di lei, e la falsa vita di principessa ch'ella
-conduce, tra festini, gioielli ed amorosi capricci, non le offrirà più
-alcuno svago. Ma la fine di Silvina, che sarà senza dubbio triste,
-appartiene all'avvenire, mentre quella della sua collana si può dire che
+conduce, tra festini, gioielli ed amorosi capricci, non le offrirà più
+alcuno svago. Ma la fine di Silvina, che sarà senza dubbio triste,
+appartiene all'avvenire, mentre quella della sua collana si può dire che
appartenga ormai al passato.
Raccontano che vi siano state gemme altrettanto malefiche quanto quella,
-e anche più, le quali rovinarono con la loro sinistra influenza regni e
+e anche più, le quali rovinarono con la loro sinistra influenza regni e
repubbliche, spensero nel sangue intere dinastie, scatenando guerre e
-pestilenze, e, precipitate poi nelle profondità dei mari, furono dopo
+pestilenze, e, precipitate poi nelle profondità dei mari, furono dopo
secoli ripescate, e ricominciarono a seminare sulla loro strada delitti
e sciagure. Ma, per conto mio, spero di non vedere quello smeraldo
-rivarcare mai più le soglie di questo mondo, dal quale ora il caso lo ha
-allontanato. E fra alcuni secoli, quando ritornerà il suo turno di
-maleficio, non sarò certo più io quello che il destino condurrà ad
-urtargli contro. Il nostro solo conforto può essere di pensare che una
+rivarcare mai più le soglie di questo mondo, dal quale ora il caso lo ha
+allontanato. E fra alcuni secoli, quando ritornerà il suo turno di
+maleficio, non sarò certo più io quello che il destino condurrà ad
+urtargli contro. Il nostro solo conforto può essere di pensare che una
volta si nasce uomo, e una volta, forse, smeraldo.
*
@@ -5788,8 +5757,8 @@ volta si nasce uomo, e una volta, forse, smeraldo.
Quando Silvio, vedendo quale prova d'amore Silvina esigesse da lui, si
decise a trafugare la collana di cui Silvina era tanto ambiziosa, non
pensava certo che con quell'atto di leggerezza avrebbe distrutto per
-sempre la propria felicità, già molto pericolante. Più gli era sembrata
-opprimente la città la sera innanzi uscendo dall'ospedale, più allora
+sempre la propria felicità, già molto pericolante. Più gli era sembrata
+opprimente la città la sera innanzi uscendo dall'ospedale, più allora
gli sembrava ospitale, allegra, piacevole. Si sentiva ancora un po'
stordito, ma quello stordimento non era punto doloroso.
@@ -5802,43 +5771,43 @@ braccio, svolazzavano pei marciapiedi alla volta del mercato. Faceva una
bizzarra impressione vedere tutte le narici, fossero d'uomo, di donna o
di bimbo, fumare come le froge dei cavalli dei fiaccherai che,
trascinandosi addormentati a passo morto lungo le strade, sfiatavano ad
-ogni tratto nuvolette di vapore leggiero e bianco; nè più leggiero nè
+ogni tratto nuvolette di vapore leggiero e bianco; nè più leggiero nè
meno candido di quello che si sprigionava di sotto i coperchi delle
-pentole dove bollivano e pipavano le castagne. È divertente, camminando
-a quell'ora per la città, osservare le facciate delle case, con tutte le
-loro finestre ancora chiuse, e vedere in che modo una qua e una là se ne
+pentole dove bollivano e pipavano le castagne. È divertente, camminando
+a quell'ora per la città, osservare le facciate delle case, con tutte le
+loro finestre ancora chiuse, e vedere in che modo una qua e una là se ne
spalanchi di botto, con che viso stupefatto ogni uomo, appena sveglio,
guardi il mondo dal suo davanzale come se fosse nuovo, e quanta paura
abbia dell'aria libera della strada, e quanta fretta di rinchiudersi
-un'altra volta nel suo piccolo guscio. No, il sole d'inverno non è ben
+un'altra volta nel suo piccolo guscio. No, il sole d'inverno non è ben
visto da nessuno.
-Un poco più tardi le strade si animano veramente, quando i carretti
+Un poco più tardi le strade si animano veramente, quando i carretti
degli erbivendoli e dei merciai aprono il loro commercio, e i portinai,
ramazzato il loro tratto di marciapiede, si dispongono a tener cattedra
di pubblica istruzione, e i commessi di negozio con mazzi di chiavi e
paletti e strani ordegni, come bande di svaligiatori, danno l'assalto
alle botteghe, ne alzano le saracinesche, ne spalancano gli sportelli, e
mettono sulla strada le mercanzie come se fosse roba rubata. Allora la
-città perde ogni carattere, tutto è confusione, disordine, tumulto, e
+città perde ogni carattere, tutto è confusione, disordine, tumulto, e
per spiccare su quella marea rumorosa e agitata di gente che invade le
-strade, corre, grida, si urta, e più cerca di sopraffarsi più si perde e
-si confonde nel caos, non basta più la modesta personalità di ciascuno,
+strade, corre, grida, si urta, e più cerca di sopraffarsi più si perde e
+si confonde nel caos, non basta più la modesta personalità di ciascuno,
fatta di un certo modo di camminare o di portare il cappello, di un naso
troppo lungo o di un abito bizzarramente tagliato, ma bisognerebbe
essere il Re in persona, in una berlina dorata con sedici pariglie
candide, staffieri in gala, e trombettieri che non si stancassero mai di
soffiare a gote piene nei loro corni d'argento.
-Ma Silvio non la pensava così quando, alleggerito del peso della
-collana, uscì dal gioielliere e s'incamminò verso un mercante di
+Ma Silvio non la pensava così quando, alleggerito del peso della
+collana, uscì dal gioielliere e s'incamminò verso un mercante di
pellicce, dove si proponeva di comprare quel pastrano verde con colletto
di lupo e quel berretto di lontra che Silvina gli vide addosso
nell'aprire gli occhi. Silvio credeva che tutti riconoscessero in lui un
uomo straordinariamente ricco e felice; e avrebbe voluto chiedere a
-ognuno che passava se la città intera fosse da vendere. Così, ciecamente
+ognuno che passava se la città intera fosse da vendere. Così, ciecamente
beato, a passo di bersagliere, la fronte alta, gli occhi ridenti, se ne
-andò, Silvio, incontro alla propria rovina.
+andò, Silvio, incontro alla propria rovina.
*
* *
@@ -5847,17 +5816,17 @@ Due giorni dopo Silvina era fra le braccia del principe Stanislao e con
garbo gli carezzava i riccioli neri della parrucca, senza pensare che da
quelle carezze non gliene poteva venire alcun brivido.--E oltre tutto,
concludeva Silvina, m'ha lasciata anche senza la mia bella
-collana!...--Povera Silvina! esclamò il principe, quella collana vi era
+collana!...--Povera Silvina! esclamò il principe, quella collana vi era
dunque tanto cara?--Era il solo ricordo che avessi di mio padre! E poi
-dove trovare uno smeraldo altrettanto bello e perfetto? Povero papà mio!
+dove trovare uno smeraldo altrettanto bello e perfetto? Povero papà mio!
Se lo sapesse!--Infine, Silvina cara, disse il principe, non vi
-disperate così. Se non sarà una collana con uno smeraldo altrettanto
-perfetto e fulgido, sarà un'altra collana non meno preziosa di quella.
+disperate così. Se non sarà una collana con uno smeraldo altrettanto
+perfetto e fulgido, sarà un'altra collana non meno preziosa di quella.
-Silvina si consolò. Quel giorno stesso il principe la mise in una bella
+Silvina si consolò. Quel giorno stesso il principe la mise in una bella
carrozza tirata da due focosi cavalli e la condusse di galoppo dal primo
-gioielliere della città. Le vetrine di quel gioielliere eran mille volte
-più risplendenti della famosa caverna di Alì Babà, perchè vi si vedevano
+gioielliere della città. Le vetrine di quel gioielliere eran mille volte
+più risplendenti della famosa caverna di Alì Babà, perchè vi si vedevano
radunate, in molli conchiglie di velluto violetto, gemme d'ogni
grandezza e colore, dalle quali si sprigionavano, come da un firmamento
di fuochi artificiali, raggi sottili, acuti e tremoli che, attraversando
@@ -5866,9 +5835,9 @@ delle case incontro. Erano gioielli finemente lavorati, zaffiri, rubini
e brillanti sposati con opali diafani, perle rosee, cupe ametiste,
trasparenti acque marine, e tutti racchiusi in preziose legature. Alcuni
di essi uscivano per la prima volta dalle mani dell'orafo, tutti
-fiammanti e lucidi; altri avevano appartenuto ai Raià delle Indie
+fiammanti e lucidi; altri avevano appartenuto ai Raià delle Indie
Inglesi, all'Imperatrice della Cina o al Sultano dei Turchi, e dalla
-loro profondità traspariva, come in certi begli occhi stanchi, una luce
+loro profondità traspariva, come in certi begli occhi stanchi, una luce
che parea consumata. La folla che passava dinnanzi a quella bottega
tuffava per un attimo le pupille avide e meravigliate nel chiarore
abbagliante dell'oro e delle pietre preziose, e poi s'allontanava
@@ -5882,39 +5851,39 @@ incominciato a trarre da uno scrigno di ferro massiccio collane dopo
collane, e veniva ora allineandole sotto i loro occhi, in silenzio.
Prima fu una collana di perle e diamanti neri con qualche rara lacrima
d'opale; poi una collana di perle candide alternate con ametiste e
-zaffiri di una profondità notturna; poi ancora una collana tutta di
+zaffiri di una profondità notturna; poi ancora una collana tutta di
rubini quadrati ed una di onici e di brillanti. Silvina guardava
estatica quei vezzi degni di una regina e non sapeva dire quale le
-piacesse di più; quando, con sua gran meraviglia, vide le mani magre e
+piacesse di più; quando, con sua gran meraviglia, vide le mani magre e
tremanti del gioielliere porgerle sopra un piccolo scudo nero una
collana d'oro semplice al cui centro splendeva un superbo smeraldo. Il
-suo cuore palpitò. Era quella proprio la sua collana! Il principe
+suo cuore palpitò. Era quella proprio la sua collana! Il principe
Stroztki disse vedendola:--Non mi sbaglio? Questa, Silvina, sembra tutta
-la vostra collana.--Il gioielliere commentò lentamente:--È la meno
+la vostra collana.--Il gioielliere commentò lentamente:--È la meno
preziosa. Ma, per me, la luce di questo smeraldo vale tutte le
altre.--Silvina non sapeva staccare gli occhi da quella pietra verde che
col suo splendore la teneva incantata. Ma chiuse le palpebre e
-disse:--No, Stanislao, non è certamente la mia collana.--Ella scelse
+disse:--No, Stanislao, non è certamente la mia collana.--Ella scelse
invece quella tutta composta di rubini, e volle che subito il principe
-gliela allacciasse al collo. Così Silvina rinnegò per l'ultima volta il
+gliela allacciasse al collo. Così Silvina rinnegò per l'ultima volta il
suo passato, e la collana di Daria fu nuovamente rinchiusa nello scrigno
del gioielliere.
*
* *
-Poco tempo dopo in città scoppiò una sommossa. In una chiara notte di
+Poco tempo dopo in città scoppiò una sommossa. In una chiara notte di
maggio alcune navi nel porto improvvisamente s'incendiarono e, fumando
come vulcani, vomitavano cenere calda e scintille che il vento faceva
roteare sui tetti come frecce arroventate. Da per tutto si sparse un
-puzzo asfissiante di catrame e di pece, e sembrò che la luna, che era
+puzzo asfissiante di catrame e di pece, e sembrò che la luna, che era
bianca e limpida in cielo, sbavasse sulle facciate delle case e sulle
strade deserte la luce rossa di un sole equatoriale. A quel pauroso
-allarme la folla si riversò per le vie e venne gridando sul molo. Ma
+allarme la folla si riversò per le vie e venne gridando sul molo. Ma
quando vide dai silos accorrere un'altra folla urlante che recava
-fiaccole accese e scale altissime, indietreggiò terrorizzata, e di nuovo
+fiaccole accese e scale altissime, indietreggiò terrorizzata, e di nuovo
le strade si vuotarono. Come se un ciclone si fosse improvvisamente
-abbattuto sulla città, e per le vie e le piazze corressero fiumi
+abbattuto sulla città, e per le vie e le piazze corressero fiumi
vorticosi di libeccio, era tutto uno sbatacchiar d'imposte e di finestre
e di porte, che via via si chiudevano con cupi tonfi, soffocando nelle
case e negli anditi bui le voci spaventate delle donne e dei fanciulli,
@@ -5925,19 +5894,19 @@ dietro i portatori di torce. Attraversato il mercato, si precipitavano
in mezzo alle case per vie diverse, gli uni passando per il quartiere
dei cotonifici, gli altri in direzione della cattedrale, altri ancora
verso il quartiere degli armatori e dei banchieri, e tutti andavano poi
-a convergere verso il centro della città. Le torce delle prime colonne
-erano già consumate e spente, quando ancora le ultime ondate con le loro
+a convergere verso il centro della città. Le torce delle prime colonne
+erano già consumate e spente, quando ancora le ultime ondate con le loro
fiaccole accese non avevano attraversato il mercato. Dove queste
s'incontrarono con quelle nacquero mischie spaventose. I portatori di
fiaccole, trovandosi improvvisamente di fronte a colonne che
tumultuavano al buio, credettero d'essere caduti in un agguato. In breve
-una battaglia furibonda s'impegnò fra le due parti, finchè anche le
-ultime torce consumate si spensero e la moltitudine continuò a
+una battaglia furibonda s'impegnò fra le due parti, finchè anche le
+ultime torce consumate si spensero e la moltitudine continuò a
combattere furiosamente al buio. Ciascuno credeva di avere di fronte un
esercito di soldati. Da ogni parte si drizzavano barricate. E dietro le
-barricate, incuranti di quella inutile strage, i ladri che senza nè
-fiaccole nè lanterne nè clamori, alla spicciolata, erano accorsi dai
-quartieri più eccentrici al primo odore di tempesta, svaligiavano
+barricate, incuranti di quella inutile strage, i ladri che senza nè
+fiaccole nè lanterne nè clamori, alla spicciolata, erano accorsi dai
+quartieri più eccentrici al primo odore di tempesta, svaligiavano
tranquillamente le botteghe, caricavano i carretti che s'eran trascinati
dietro correndo, e curvi sotto montagne di fagotti se ne andavano
pacifici per i fatti loro.
@@ -5956,7 +5925,7 @@ dell'aurora le lance fitte della cavalleria.
*
* *
-In una certa grotta scavata nella scogliera, al di là del faro,
+In una certa grotta scavata nella scogliera, al di là del faro,
Perdifiato, seduto in faccia al mare, aspettava pazientemente che
spuntasse la alba. Il mare era livido e agitato, e vomitava contro lo
scoglio ondate tutte bavose che si rompevano mugghiando sui suoi fianchi
@@ -5965,8 +5934,8 @@ tanti mulinelli vorticosi, e, rigonfiandosi tutto, le risputava
infuriato contro l'alta scogliera. Non si distingueva ancora la luce di
levante, dove il sole insinuava tra cielo e mare la punta d'un raggio
pallido pallido, dalla luce di ponente, dove la mezza luna, ancora tutta
-fuori dell'orizzonte quantunque già coricata, guardava di traverso le
-ombre a poco a poco sfumare sulla terra. E già i gabbiani, usciti dai
+fuori dell'orizzonte quantunque già coricata, guardava di traverso le
+ombre a poco a poco sfumare sulla terra. E già i gabbiani, usciti dai
loro nidi, assalivano il vento a testa bassa remando affannati con le
ali tutte distese. Perdifiato, cercando di allontanare dagli occhi i
ciuffi di capelli spioventi che gli impedivano di vedere, malediceva in
@@ -5974,95 +5943,95 @@ cuor suo il boia destino che invece di dargli due ali possenti come
quelle dei gabbiani, gli aveva anche tolta una gamba, per cui egli
doveva tutto fare con una gamba sola, cercando di aiutarsi alla meglio
con una stampella di legno. Almeno la gobba, che il destino, previdente
-di ciò che gli sarebbe mancato poi, gli aveva appioppata sul groppone
+di ciò che gli sarebbe mancato poi, gli aveva appioppata sul groppone
fin dalla nascita, e di cui egli non sapeva che farsi, avesse potuto
cambiarla con un'altra gamba! Ma no! La gamba se ne era andata sotto un
carro, e la gobba gli era invece rimasta. E lo chiamavano Perdifiato
-appunto perchè, camminando con quella stampella e quel fagotto sempre
+appunto perchè, camminando con quella stampella e quel fagotto sempre
appeso alle spalle, pareva a tutti che per la gran fatica dovesse
mancargli da un momento all'altro il fiato.
Se avesse avuto tutte e due le gambe come una volta, anche la gobba gli
-sarebbe sembrata più leggiera. Ma certo egli non le avrebbe impiegate,
+sarebbe sembrata più leggiera. Ma certo egli non le avrebbe impiegate,
come quegli stupidi gabbiani impiegavano le loro ali, a lottare contro
il vento senza nessuna speranza di poterlo attraversare. Se mai si
-sarebbe messo a gareggiare con lui, per fare a chi correva più veloce, e
+sarebbe messo a gareggiare con lui, per fare a chi correva più veloce, e
tanto meglio se il vento, prendendolo in poppa, lo avesse anche aiutato.
Allora non gli sarebbero occorse due ore per arrivare da quella grotta
-maledetta al centro della città, e poi altre due ore per mettersi in
-salvo prima dell'alba. Ma così conciato, che avrebbe potuto fare di più?
+maledetta al centro della città, e poi altre due ore per mettersi in
+salvo prima dell'alba. Ma così conciato, che avrebbe potuto fare di più?
Appena aveva visto fiammeggiare l'incendio nel porto s'era messo a
correre, e, rischiando ad ogni passo di schiantarsi anche quell'unica
gamba che gli rimaneva, aveva fatto salti da cavalletta su per la
scogliera e poi lungo il molo tutto ingombro di travi, di corde, di
-àncore, di botti. L'anima agitata gli avrebbe messo le ali ai piedi, se
+àncore, di botti. L'anima agitata gli avrebbe messo le ali ai piedi, se
ne avesse avuti due. Ma a una gruccia, a un povero pezzo di legno, come
-poteva mettere un'ala? Sicchè tutto sfiatato, era giunto appena in tempo
+poteva mettere un'ala? Sicchè tutto sfiatato, era giunto appena in tempo
a intrufolarsi in una certa bottega che aveva la porta sfondata, giusto
-per spigolare quello che gli altri più fortunati, cioè più veloci di
+per spigolare quello che gli altri più fortunati, cioè più veloci di
lui, vi avessero per caso dimenticato. Con un moccoletto s'era messo a
frugare, e per quanto quella fosse la bottega di un gioielliere, non
aveva trovato se non un paio di vecchie scarpe, in un angolo, in un
altro una valigia usata, sopra un tavolo una lente d'ingrandimento e un
-poco più in là una bilancia di precisione. Nel fondo di uno scrigno di
+poco più in là una bilancia di precisione. Nel fondo di uno scrigno di
ferro, che doveva aver dato molto da fare per aprirlo c'era un mucchio
di cartoccini di carta velina che certo erano stati pieni una volta ma
ora parevano tutti vuoti, mezzi strappati e sfatti. Perdifiato,
affondando scrupoloso la mano nel mucchio, credette di sentirne uno
ancor pieno. Allora, per non perdere tempo, aperta la valigia, vi
-rovesciò dentro tutta quella carta, e, confidando nella fortuna, così
+rovesciò dentro tutta quella carta, e, confidando nella fortuna, così
carico di quel magro bottino prese la via dell'uscita.
-Ma il ritorno non era andato così liscio come si poteva sperare. Sotto
+Ma il ritorno non era andato così liscio come si poteva sperare. Sotto
un arco buio aveva fatto un incontro che per poco non gli era costato la
-pelle; perchè, mentre se ne andava tutto saltellante per la via più
+pelle; perchè, mentre se ne andava tutto saltellante per la via più
breve, due ombre si eran staccate da un angolo e gli avevano sbarrato il
cammino.
---Olà! diceva una voce rauca, d'uomo, tu prendilo per il collo e tiello
+--Olà! diceva una voce rauca, d'uomo, tu prendilo per il collo e tiello
fermo...
E un'altra voce, che pareva di ragazzo, diceva:
--Sbattilo al muro e io lo frugo.
-Perdifiato si sentì veramente mancare tutto il fiato che dopo tanto
-correre ancora gli rimaneva, e balbettò:
+Perdifiato si sentì veramente mancare tutto il fiato che dopo tanto
+correre ancora gli rimaneva, e balbettò:
--State boni ragazzi! Per chi mi prendete?
Ma due mani possenti lo afferrarono per le spalle, e altre due mani gli
-abbrancarono il ginocchio, e Perdifiato, barcollando, sentì che quello
+abbrancarono il ginocchio, e Perdifiato, barcollando, sentì che quello
che lo stringeva alla gamba cercava nell'ombra l'altro ginocchio, per
agguantarlo, e non lo trovava. Intanto quello che lo teneva abbracciato
per le spalle diceva:
--Maggiolino, cavagli questo fagotto che ha sulla schiena!
-Allora sentì la stretta del ginocchio mollare, e due mani gli si
+Allora sentì la stretta del ginocchio mollare, e due mani gli si
infilarono sotto il corpetto e incominciarono a palpargli la gobba.
---Non viene niente! gridò indispettito il ragazzo, che era quello che lo
+--Non viene niente! gridò indispettito il ragazzo, che era quello che lo
frugava.
-Allora l'altro prese Perdifiato per i capelli e lo scrollò con tanta
+Allora l'altro prese Perdifiato per i capelli e lo scrollò con tanta
forza, che, perdendo l'equilibrio, egli cadde lungo disteso per terra.
--Lasciatemi andare! gemette. Sono un poveraccio anch'io!
-In quel mentre s'udì uno scalpiccio di gente che si avvicinava correndo,
-e allora quello che gli stava sopra gli assestò un pugno nelle costole,
-e se ne fuggì a precipizio seguito dal ragazzo che dileguò subito con
+In quel mentre s'udì uno scalpiccio di gente che si avvicinava correndo,
+e allora quello che gli stava sopra gli assestò un pugno nelle costole,
+e se ne fuggì a precipizio seguito dal ragazzo che dileguò subito con
lui nel buio.
Perdifiato rimase qualche minuto immobile, senza respiro, per l'acuto
-dolore che sentiva alle costole. Poi, quando non udì più alcun rumore,
-cercò di sollevarsi, e palpandosi il fianco sentì che versava sangue.
+dolore che sentiva alle costole. Poi, quando non udì più alcun rumore,
+cercò di sollevarsi, e palpandosi il fianco sentì che versava sangue.
--Maledetti! gemette. M'hanno bucato!
E premendosi con una mano la ferita, e con l'altra aggrappandosi al
-muro, si alzò in piedi, ritrovò la gruccia, la valigia e le scarpe che,
+muro, si alzò in piedi, ritrovò la gruccia, la valigia e le scarpe che,
sfuggendogli di mano quando era caduto, erano rotolate poco lontano, e
ansando disperatamente raggiunse la grotta dove Prisca ed Accolito
dormivano ancora ignari di tutto.
@@ -6070,30 +6039,30 @@ dormivano ancora ignari di tutto.
*
* *
-Ora gli premeva di sapere due cose, e perciò aspettava la luce del
+Ora gli premeva di sapere due cose, e perciò aspettava la luce del
giorno: prima di tutto se in quei cartocci che stavano nella valigia ci
fosse qualche cosa di buono; poi se la ferita che lo faceva soffrire, e
non voleva stagnarsi, fosse grande o piccina, soltanto un graffio oppure
un buco profondo. Finalmente un po' di chiarore si fece nell'aria, e
Perdifiato, rovesciata la valigia in una specie di buca fatta nello
-scoglio, incominciò a passare uno dopo l'altro gli involti di carta
+scoglio, incominciò a passare uno dopo l'altro gli involti di carta
velina, e non c'era piega ch'egli lasciasse inesplorata. Con sua
-infinita gioia in uno trovò una pietruzza che al tasto e al colore, alla
-rotondità, riconobbe per una perla. Era una bella perla bianca, grossa
-come un cece. Poi trovò, in un altro cartoccino rimasto intatto, quattro
+infinita gioia in uno trovò una pietruzza che al tasto e al colore, alla
+rotondità, riconobbe per una perla. Era una bella perla bianca, grossa
+come un cece. Poi trovò, in un altro cartoccino rimasto intatto, quattro
o cinque pietre giallognole, trasparenti, lavorate come il brillante, ed
-erano quattro o cinque topazi. Infine trovò, proprio quando aveva
+erano quattro o cinque topazi. Infine trovò, proprio quando aveva
perduta ogni altra speranza e non rimanevano nella buca se non pochi
straccetti di carta, una collanina d'oro da cui pendeva uno smeraldo
ovale. Perdifiato stava guardando quello smeraldo contro luce per vedere
quanto fosse limpido e trasparente, quando un dolore acuto gli
-attraversò improvvisamente il fianco ferito e gli strappò un lamento. Si
-rovesciò allora il corpetto, e si vide tutto sporco di sangue. Sotto le
+attraversò improvvisamente il fianco ferito e gli strappò un lamento. Si
+rovesciò allora il corpetto, e si vide tutto sporco di sangue. Sotto le
costole gli si apriva un taglio di coltello largo due dita che doveva
-essere profondo assai. Perdifiato si arruffò disperato i capelli sulla
-fronte e capì che di quel colpo poteva morire. Infatti si sentiva a poco
-a poco mancare le forze, e già gli occhi gli si annebbiavano. Chiamò con
-tutta la sua voce:--Prisca! Accolito!--e cominciò a tirar sassi nella
+essere profondo assai. Perdifiato si arruffò disperato i capelli sulla
+fronte e capì che di quel colpo poteva morire. Infatti si sentiva a poco
+a poco mancare le forze, e già gli occhi gli si annebbiavano. Chiamò con
+tutta la sua voce:--Prisca! Accolito!--e cominciò a tirar sassi nella
grotta per svegliarli.
Prisca dormiva profondamente nel suo letto fatto di stracci e di foglie
@@ -6103,42 +6072,42 @@ spogliare. Ella teneva un braccio disteso e la sua bella testa, bruna e
crespa, posata su quel braccio. Si agitava tutta nel sogno e dalle sue
belle labbra sorridenti uscivano di quando in quando piccoli gridi
lamentosi, come se realmente ella si trovasse alle prese con una muta di
-innamorati. Uno dei sassi che Perdifiato tirava nella grotta la colpì
-alla spalla e la destò spaventata. Ed ella, rizzandosi con un salto a
+innamorati. Uno dei sassi che Perdifiato tirava nella grotta la colpì
+alla spalla e la destò spaventata. Ed ella, rizzandosi con un salto a
sedere sul letto, subito con la mano si nascose i piccoli seni tondi e
-rosei nella camicia, e si guardò intorno con occhi torvi, come se
+rosei nella camicia, e si guardò intorno con occhi torvi, come se
contasse di non vedere che nemici. Ma non vide nessuno, se non Accolito
che, coricato al suo fianco, ronfava con le labbruzze aperte e gli occhi
rovesciati, che mostravano fra le palpebre brune un filo di bianco, e
-parevano due castagne tagliate. Ma subito dopo udì la voce di Perdifiato
+parevano due castagne tagliate. Ma subito dopo udì la voce di Perdifiato
che la chiamava, e curvandosi sopra un fianco, vide anche lui, nell'arco
chiaro della grotta, che si stringeva la faccia con le mani e si torceva
-come se avesse le doglie. Ella saltò su in piedi, e infilatosi alla
-svelta un gonnellino, scalza andò a vedere che cosa avesse il suo caro
-marito per lamentarsi e dimenarsi così.
+come se avesse le doglie. Ella saltò su in piedi, e infilatosi alla
+svelta un gonnellino, scalza andò a vedere che cosa avesse il suo caro
+marito per lamentarsi e dimenarsi così.
---Crepa! esclamò poi strofinandosi gli occhi cisposi. Chi ti ha pregato
+--Crepa! esclamò poi strofinandosi gli occhi cisposi. Chi ti ha pregato
di andare? Manco se avessi tre gambe invece di una, e un paio di ali
invece di quella gobba dannata!
---Andiamo, disse Perdifiato che non ne poteva più dal dolore, mettimi a
+--Andiamo, disse Perdifiato che non ne poteva più dal dolore, mettimi a
letto e fammi un impiastro...
-Prisca lo prese per le spalle e lo trascinò sul letto dal quale s'era
-alzata allora. Poi ritornò fuori, e raccolta la perla e la collana con
-lo smeraldo e i topazi che erano posati sulla pietra, li mostrò a
+Prisca lo prese per le spalle e lo trascinò sul letto dal quale s'era
+alzata allora. Poi ritornò fuori, e raccolta la perla e la collana con
+lo smeraldo e i topazi che erano posati sulla pietra, li mostrò a
Perdifiato e gli chiese:
--Questi cosa sono?
Perdifiato glieli tolse di mano con violenza e senza rispondere li
-annodò stretti stretti in un angolo della coperta. Prisca si avvicinò a
+annodò stretti stretti in un angolo della coperta. Prisca si avvicinò a
un fornello piantato in un angolo fra quattro sassi, su cui stava una
pentola di coccio, e nella pentola c'era un po' di pancotto che
galleggiava in un brodo nero. Prisca prese un cencio e se lo distese
sulle ginocchia. Poi prese un po' di quel pane spappolato e ne fece una
-specie di focaccia larga come una mano. Lo involtò bene bene nel cencio
-e, sollevato il corpetto di Perdifiato, gli appiccicò l'impiastro sulla
+specie di focaccia larga come una mano. Lo involtò bene bene nel cencio
+e, sollevato il corpetto di Perdifiato, gli appiccicò l'impiastro sulla
ferita.
--Non aver paura! disse con sarcasmo. L'anima tua da questo buco non ci
@@ -6147,43 +6116,43 @@ passa!
*
* *
-Quel giorno trascorse così. Perdifiato si lamentava tutto rattrappito
-sul letto. Dopo qualche ora si strappò dal fianco il corpetto,
-l'impiastro di pancotto, la cintola dei calzoni, e tutto scaraventò
-lontano da sè con ira. Si sentiva bruciare dentro, le viscere, come se
+Quel giorno trascorse così. Perdifiato si lamentava tutto rattrappito
+sul letto. Dopo qualche ora si strappò dal fianco il corpetto,
+l'impiastro di pancotto, la cintola dei calzoni, e tutto scaraventò
+lontano da sè con ira. Si sentiva bruciare dentro, le viscere, come se
avesse inghiottito e digerito una pietra infernale. I suoi occhi bovini,
tondi e neri, pareva che per il gran dolore gli dovessero schizzar dalla
testa, e che egli picchiasse la testa nel muro appunto per farli
rientrare nelle orbite.
-Era giorno di domenica. Prisca prese Accolito e lo portò ad una
+Era giorno di domenica. Prisca prese Accolito e lo portò ad una
pozzanghera d'acqua salata che il mare aveva lasciato nel cavo d'uno
-scoglio, e senza pietà gli lavò il viso, le orecchie e le mani, che dopo
-quella lustrata brillarono al sole più nere che mai, perchè erano nere
+scoglio, e senza pietà gli lavò il viso, le orecchie e le mani, che dopo
+quella lustrata brillarono al sole più nere che mai, perchè erano nere
di natura. Anche Prisca era nera. La sua pelle aveva il colore del
-bronzo: era bruna e dorata, e lucida più del metallo. Asciugò Accolito
-nella sua sottana e poi gli infilò certe brachette di velluto nero e un
-camiciottino bianco ricamato. Sulla fronte gli spazzolò bene il ciuffo.
+bronzo: era bruna e dorata, e lucida più del metallo. Asciugò Accolito
+nella sua sottana e poi gli infilò certe brachette di velluto nero e un
+camiciottino bianco ricamato. Sulla fronte gli spazzolò bene il ciuffo.
Quindi, preso lo specchio, ch'era un pezzo di specchio tutto scheggiato,
-lo appoggiò ad un sasso, e, accoccolata, incominciò con il pettine, che
-aveva sì o no quattro denti, a districarsi i capelli, fitti e increspati
-come la lana. Ma non riuscì che a strappar qualche nodo e a sciogliere
+lo appoggiò ad un sasso, e, accoccolata, incominciò con il pettine, che
+aveva sì o no quattro denti, a districarsi i capelli, fitti e increspati
+come la lana. Ma non riuscì che a strappar qualche nodo e a sciogliere
qualche ricciolo, e il resto le rimase tutto raggomitolato intorno al
capo, che sembrava appunto un gran gomitolo di lana. Un nastro giallo se
-lo passò sotto la nuca e se lo annodò in due bei cornetti dritti nel
+lo passò sotto la nuca e se lo annodò in due bei cornetti dritti nel
mezzo della fronte. Poi, senza vergognarsi del mare che la guardava con
-i suoi mille occhi sfavillanti di sole, si spogliò nuda nuda, e in breve
-si rivestì degli abiti di festa, ch'erano certe calze di seta azzurra,
+i suoi mille occhi sfavillanti di sole, si spogliò nuda nuda, e in breve
+si rivestì degli abiti di festa, ch'erano certe calze di seta azzurra,
un corsettino di lana rossa e una gonnella nera di panno. Alla cintola
-si annodò un altro nastro verde e i piedi li calzò con due belle
-scarpette. Così, tutta vestita bene, si accostò al letto dove Perdifiato
-non la finiva più di gemere e di agitarsi. Egli stava rivoltato con la
+si annodò un altro nastro verde e i piedi li calzò con due belle
+scarpette. Così, tutta vestita bene, si accostò al letto dove Perdifiato
+non la finiva più di gemere e di agitarsi. Egli stava rivoltato con la
faccia contro la parete e teneva le braccia intorno al capo. La coperta
-era tutta ammonticchiata in fondo al letto. Prisca si curvò e cercò quel
+era tutta ammonticchiata in fondo al letto. Prisca si curvò e cercò quel
nodo che Perdifiato aveva fatto in un angolo della coperta per
racchiudervi la collana e le altre pietre preziose, lo sciolse, e, presa
-la catenina d'oro con lo smeraldo, svelta si allontanò senza essere nè
-veduta nè udita.
+la catenina d'oro con lo smeraldo, svelta si allontanò senza essere nè
+veduta nè udita.
Nonostante i disordini della notte tutti erano per le strade in quel
giorno di festa, e Prisca, tirando per la mano Accolito, non faceva
@@ -6196,8 +6165,8 @@ a lei, tutte le altre domeniche, toccava di trascinarsi al fianco di
Perdifiato, che non si staccava un minuto; e camminare tra la folla con
quella gruccia e quella gobba era un tormento. Egli poi non stava zitto
mai, e bastava che uno guardasse la sua donna, ch'egli si metteva a
-chiamarla per nome, perchè tutti sapessero subito che quel fiore gli
-apparteneva. Perciò quel giorno Prisca andava trionfante e libera, e
+chiamarla per nome, perchè tutti sapessero subito che quel fiore gli
+apparteneva. Perciò quel giorno Prisca andava trionfante e libera, e
tutti potevano guardarla quanto volevano, e averne da lei in compenso
certi bei sorrisi bianchissimi. Ma il meglio sarebbe accaduto in Borgo
S. Angelo, ch'era il quartiere dei ladri, dove Perdifiato l'aveva presa
@@ -6206,103 +6175,103 @@ ragazza.
*
* *
-Perdifiato intanto si disperava, solo, nella grotta che già incominciava
+Perdifiato intanto si disperava, solo, nella grotta che già incominciava
a riempirsi di ombra. Egli vedeva l'inferno aperto ai piedi del suo
letto e tutti i diavoli rossi, con le corna e le forche, che ballavano
nelle fiamme. Chiamava Prisca, chiamava Accolito, ma non gli rispondeva
se non la propria voce fatta cavernosa. Aveva sete, e beveva ogni tanto
un sorso d'acqua da un vaso di coccio che aveva accanto al letto. Ma
-quell'acqua, che era fredda finchè la teneva in bocca, appena passato il
+quell'acqua, che era fredda finchè la teneva in bocca, appena passato il
gargarozzo diventava bollente e pareva piombo liquefatto che gli colasse
nelle viscere. Si sentiva morire. Si abbrancava con le mani alle pareti
-scabrose, ma certo sarebbe finito nell'inferno che lo aspettava laggiù
+scabrose, ma certo sarebbe finito nell'inferno che lo aspettava laggiù
spalancato. Sua moglie e suo figlio l'avevano abbandonato. Forse Prisca,
tanto coraggiosa, avrebbe potuto scacciare quei diavoli rossi, chiudere
quella buca arroventata con delle palate di sabbia! Disperato, egli
-invocò la Madonna del Parto, che aveva già salvato Prisca quando aveva
-dato alla luce Accolito; e benchè non sperasse più nulla, con sua gran
+invocò la Madonna del Parto, che aveva già salvato Prisca quando aveva
+dato alla luce Accolito; e benchè non sperasse più nulla, con sua gran
meraviglia la vide d'un tratto apparire in una nuvoletta candida. Allora
-le offrì col cuore tutte le sue ricchezze. La Madonna gli
+le offrì col cuore tutte le sue ricchezze. La Madonna gli
disse:--Perdifiato, mi darai la collana d'oro con quello smeraldo ovale.
-La nuvoletta svanì, e Perdifiato afferrò la coperta e sfece il nodo. Ma
-non trovò la collana.
+La nuvoletta svanì, e Perdifiato afferrò la coperta e sfece il nodo. Ma
+non trovò la collana.
E tutti, vedendo passare Prisca con Accolito, le andavano incontro
allegri, e, guardandola con ammirato stupore, le dicevano:--Oh! fiorita
-come una rosa di maggio, la nostra bella Prisca! E il gobbo se l'è
+come una rosa di maggio, la nostra bella Prisca! E il gobbo se l'è
bevuto il mare? Come siamo sgargianti! E questa bella collana, con
-questo bello smeraldo, chi ve l'ha regalata? Dalla gobba dello sposo è
-uscita? E ridevano, e Prisca rideva più di loro. E gli uni le dicevano,
-additando Accolito:--Il fagotto più grosso, manco male, l'hai lasciato a
-casa. Ma anche questo fagottello qui, perchè non lo butti in mare?
+questo bello smeraldo, chi ve l'ha regalata? Dalla gobba dello sposo è
+uscita? E ridevano, e Prisca rideva più di loro. E gli uni le dicevano,
+additando Accolito:--Il fagotto più grosso, manco male, l'hai lasciato a
+casa. Ma anche questo fagottello qui, perchè non lo butti in mare?
Accolito si metteva a piangere, e allora Prisca gli dava due sculacciate
e gli gridava:--Stupido come tuo padre! Non vedi che te lo fanno
apposta? Ed altri diceva strizzando l'occhio:--Eh! Eh! la nostra bella
Prisca, che collana ha messo su! Le donne, specie le ragazze da marito,
che vedevano come tutti i giovani le corressero dietro a farle mille
-grazie, bisbigliavano arricciando il naso:--Ohibò! Dove l'avrà tolta
-quella collana? L'avrà mica rubata?
+grazie, bisbigliavano arricciando il naso:--Ohibò! Dove l'avrà tolta
+quella collana? L'avrà mica rubata?
Perdifiato vedeva la buca dell'inferno ai piedi del suo letto allargarsi
-sempre più, e gli pareva che le fiamme che ne uscivano fossero lunghe
+sempre più, e gli pareva che le fiamme che ne uscivano fossero lunghe
fino al soffitto. Tutto per quella collana che la Madonna gli aveva
chiesto, e ch'egli non le poteva dare! Eppure l'aveva annodata
nell'angolo della coperta con le altre pietre preziose. Ma ora non c'era
-più. Disperato si gettò colla faccia contro il letto e rimase così
-irrigidito nello spasimo che gli lacerava il fianco, finchè non gli
+più. Disperato si gettò colla faccia contro il letto e rimase così
+irrigidito nello spasimo che gli lacerava il fianco, finchè non gli
parve di vedere, nell'ombra che ormai riempiva la grotta, splendere una
-fioca luce. Allora alzò il capo e vide Prisca che, tenendo in mano un
+fioca luce. Allora alzò il capo e vide Prisca che, tenendo in mano un
moccolo di candela, stava curva a guardarlo. Ma subito vide anche
pendere dal suo collo lo smeraldo che oscillava come una stella verde, e
-con un grido furioso glielo strappò, e, stringendolo nel pugno chiuso,
-si rovesciò svenuto sul letto.
+con un grido furioso glielo strappò, e, stringendolo nel pugno chiuso,
+si rovesciò svenuto sul letto.
*
* *
-Quando Perdifiato fu guarito e potè alzarsi dal suo giaciglio, prese la
-gruccia e se ne andò in città. Là, in cima a una gradinata altissima,
+Quando Perdifiato fu guarito e potè alzarsi dal suo giaciglio, prese la
+gruccia e se ne andò in città. Là, in cima a una gradinata altissima,
sorgeva una vecchia chiesa sul cui frontone era scritto a grandi
-caratteri: _Virgo tua gloria partus_, dove Perdifiato entrò segnandosi.
+caratteri: _Virgo tua gloria partus_, dove Perdifiato entrò segnandosi.
La Madonna, che gli era apparsa in sogno vestita di rosa e d'azzurro,
stava ora seduta in una nicchia fra due colonne, tutta coperta di cuori
d'argento, e non aveva quel vestito celeste, ma era tutta di marmo
bianco, salvo il piede che era d'oro. Tante lampade pendevano intorno
intorno alla nicchia e in ognuna brillava tremando una fiammellina.
-Contuttociò la nicchia era piena d'ombra. La Vergine aveva in capo una
+Contuttociò la nicchia era piena d'ombra. La Vergine aveva in capo una
mitra d'oro altissima, e il Bambino, che ella teneva in piedi sulle
-ginocchia, aveva pure una mitra d'oro, ma un poco più piccola. Ma mentre
+ginocchia, aveva pure una mitra d'oro, ma un poco più piccola. Ma mentre
il pargolo era tutto nudo, la mamma portava sul vestito di marmo una
specie di corazza tutta scintillante d'oro e di gemme, e intorno al
collo dieci file di perle d'ogni grandezza, e alle dita anelli che
splendevano come fari. Perdifiato, prono dinnanzi a quell'immagine, la
-contemplava estatico, e si domandava perchè mai la Madonna, che aveva
-già tutti quei gioielli meravigliosi, avesse chiesto a lui, povero ladro
+contemplava estatico, e si domandava perchè mai la Madonna, che aveva
+già tutti quei gioielli meravigliosi, avesse chiesto a lui, povero ladro
di poca fortuna, la sola collana che in vita sua gli fosse riuscito
rubare. Egli cercava una risposta a questa domanda e non la trovava.
-Finchè i suoi occhi non si posarono sopra quelle file di perle che
+Finchè i suoi occhi non si posarono sopra quelle file di perle che
cingevano il collo della Vergine, e allora credette di averla trovata,
-perchè veramente eran tutte collane di perle, e non ce n'era nemmeno una
-che avesse uno smeraldo. Allora Perdifiato si alzò lentamente, e senza
+perchè veramente eran tutte collane di perle, e non ce n'era nemmeno una
+che avesse uno smeraldo. Allora Perdifiato si alzò lentamente, e senza
staccare gli occhi dal volto della Madonna, la quale pareva seguire ogni
-suo atto con quelle sue pupille bianche, andò verso un frate che,
+suo atto con quelle sue pupille bianche, andò verso un frate che,
pregando a testa bassa, teneva sulle ginocchia un piatto d'argento. Con
un gesto umile, quasi vergognoso, egli trasse di tasca la collana dallo
-smeraldo, e, sospirando, la lasciò cadere tra le monete di rame di cui
+smeraldo, e, sospirando, la lasciò cadere tra le monete di rame di cui
quel piatto era pieno. Il frate senza interrompere le sue preghiere
-assentì gravemente col capo, e disse con un po' più di voce: _Ave Maria
-gratia plena, domin... tec... benedi..._ E il resto si perdè in un
+assentì gravemente col capo, e disse con un po' più di voce: _Ave Maria
+gratia plena, domin... tec... benedi..._ E il resto si perdè in un
bisbiglio.
*
* *
-Là, un giorno vuoto, ho riveduto io, per caso, la collana di Daria, la
-collana di Silvina. Essa ora appartiene al cielo: è di Dio. Sospesa al
+Là, un giorno vuoto, ho riveduto io, per caso, la collana di Daria, la
+collana di Silvina. Essa ora appartiene al cielo: è di Dio. Sospesa al
collo della Vergine, sembra risplendere d'una luce dolce e serena, senza
-sinistri riflessi. Nessun maligno fascino si sprigiona più dal suo verde
+sinistri riflessi. Nessun maligno fascino si sprigiona più dal suo verde
lume. Ed io pensai, riconoscendola dalle sue maglie smaltate e dal
-colore della sua trasparenza, che anche Daria, se è morta come disse
+colore della sua trasparenza, che anche Daria, se è morta come disse
Soave, e Silvina che vive ancora, potranno forse un giorno purificarsi.
@@ -6318,25 +6287,25 @@ Luisa.
I.
-Ho trentacinque anni. Sono invecchiato e stanco. Non ho più voglia di
+Ho trentacinque anni. Sono invecchiato e stanco. Non ho più voglia di
vivere. Se rileggo i miei scartafacci scritti dieci, quindici anni fa, e
-vedo come la vita mi sembrasse già allora disperata, e come poi abbia
+vedo come la vita mi sembrasse già allora disperata, e come poi abbia
potuto vivere ancora altri dieci, quindici anni, ho un desiderio pazzo
-di aprire la finestra e di precipitarmi giù nella strada, per
+di aprire la finestra e di precipitarmi giù nella strada, per
schiacciare questa mia testa contro il selciato e impedirle per sempre
-di ragionare. Io mi rivolto, con un'irascibilità nella quale riconosco
-pur troppo i segni della mia malattia e della mia precoce senilità, mi
-rivolto contro me stesso, perchè m'è intollerabile pensare, come risulta
+di ragionare. Io mi rivolto, con un'irascibilità nella quale riconosco
+pur troppo i segni della mia malattia e della mia precoce senilità, mi
+rivolto contro me stesso, perchè m'è intollerabile pensare, come risulta
dalle pagine scritte per Daria e per Silvina, che io abbia potuto per
-lunghi anni considerarmi una vittima del destino e circondare di pietà
-gli atti più stolti della mia vita, e di tutte le cose avere un'opinione
-falsa e sbagliata, senza che la verità mi balenasse mai per un istante
+lunghi anni considerarmi una vittima del destino e circondare di pietà
+gli atti più stolti della mia vita, e di tutte le cose avere un'opinione
+falsa e sbagliata, senza che la verità mi balenasse mai per un istante
alla mente, quantunque pretendessi di penetrare il segreto delle cose e
a tutte dare un significato. Se mi affaccio alla finestra, solo che
abbassi gli occhi sul fondo della strada buia che s'inabissa fra le
-case, con quei lumicini, laggiù, languidi e opachi e quelle formiche
+case, con quei lumicini, laggiù, languidi e opachi e quelle formiche
nere che silenziosamente corrono sbucando dall'ombra per rintanarsi in
-altra ombra, la vertigine mi prende alla nuca e mi tira giù a precipizio
+altra ombra, la vertigine mi prende alla nuca e mi tira giù a precipizio
nel vuoto. Basterebbe che mi abbandonassi. Ma invece, vile, e in
perfetta contraddizione con quanto ho ideato poco fa, mi abbranco con
tutte e due le mani alla ringhiera, e chiudo gli occhi per non vedere, e
@@ -6344,47 +6313,47 @@ mi ritraggo spaurito, e ripiombo qui, dinnanzi a questo tavolo, dove
m'attende e m'inchioda quel pensiero che vorrei uccidere per sempre in
me.
-Il piccolo Isacco se ne è andato or ora. Mi ha lasciato qui, accanto, un
+Il piccolo Isacco se ne è andato or ora. Mi ha lasciato qui, accanto, un
modulo stampato che debbo riempire. Povero ragazzo! Non dimentica nulla,
lui. Ora lo sento nella stanza vicina che si toglie le scarpe e le
-sbatte contro la porta. Sempre così, ogni sera. Luisa non poteva
+sbatte contro la porta. Sempre così, ogni sera. Luisa non poteva
soffrire questi rumori che Isacco fa spogliandosi nella sua camera, e la
sottigliezza della parete, che divide questa stanza dalla sua, fu sempre
-per lei cagione di grandi preoccupazioni, di profonda infelicità.
+per lei cagione di grandi preoccupazioni, di profonda infelicità.
Veramente sembra che Isacco sia ancora qui, accanto a me, e che si
spogli in mia presenza, come se nulla ci dividesse, togliendoci l'uno
alla vista dell'altro. Ora sento perfettamente che sospira, e dallo
-scricchiolio della sedia su cui è seduto (la sedia è accanto al letto)
+scricchiolio della sedia su cui è seduto (la sedia è accanto al letto)
capisco che si sta sfilando le calzette di lana bianca, e forse il
-sospiro è dovuto ad un buco, che, nel cavarsi le scarpe, ha scoperto
+sospiro è dovuto ad un buco, che, nel cavarsi le scarpe, ha scoperto
sulla punta o nel tallone. Durante la notte, lo sento che si rivolta nel
-letto, e poi percepisco il suo respiro pesante e calmo, quando si è
+letto, e poi percepisco il suo respiro pesante e calmo, quando si è
addormentato. Spesso sogna, e allora chiama con voce lamentosa e lontana
-i nomi più strani, e fa lunghi dialoghi con qualche invisibile e
+i nomi più strani, e fa lunghi dialoghi con qualche invisibile e
misteriosa ombra.
-Faceva così anche prima quando c'era Luisa, e non esisteva nessuna
-intimità tra noi. E Luisa mi diceva:--Se noi sentiamo tutto, persino
+Faceva così anche prima quando c'era Luisa, e non esisteva nessuna
+intimità tra noi. E Luisa mi diceva:--Se noi sentiamo tutto, persino
quando inghiottisce lo sputo, sente tutto anche lui. Che tormento! E non
parlava che sottovoce, e non camminava che in punta di piedi. Oh! lo
-sapevo benissimo anch'io quanto lei. Quella stanza dove ora sta Isacco è
+sapevo benissimo anch'io quanto lei. Quella stanza dove ora sta Isacco è
stata prima la mia stanza. E Luisa abitava appunto questa stanza, quando
-io abitavo quella. Non l'avevo ancora mai veduta, e già, Luisa, la
-conoscevo intimamente. Che strano caso! La sua vita non aveva più
+io abitavo quella. Non l'avevo ancora mai veduta, e già, Luisa, la
+conoscevo intimamente. Che strano caso! La sua vita non aveva più
segreti per il mio udito, quando ancora i miei occhi non si erano posati
-neppure una volta su lei. Tutto è proprio nato dalla trasparenza di
+neppure una volta su lei. Tutto è proprio nato dalla trasparenza di
questa maledetta parete.
Mi ricordo come fosse ieri quando la vecchia Savina mi fece salire fino
al sesto piano di questa casa immensa, e m'introdusse in quella stanza.
-Veramente non è una stanza. È il fondo di un corridoio, al quale la sua
+Veramente non è una stanza. È il fondo di un corridoio, al quale la sua
finestra dava luce prima che vi alzassero contro un tramezzo di legno e
-un uscio. Poi il corridoio rimase buio e Savina ebbe una stanza di più
-da appigionare. Ci sta appena appena il letto, che è di ferro sottile e
-nero, e a due passi, di lato, è appoggiato, contro l'altra parete, il
-cassettone, con sopra una specchiera rotta in più parti. Sotto la
+un uscio. Poi il corridoio rimase buio e Savina ebbe una stanza di più
+da appigionare. Ci sta appena appena il letto, che è di ferro sottile e
+nero, e a due passi, di lato, è appoggiato, contro l'altra parete, il
+cassettone, con sopra una specchiera rotta in più parti. Sotto la
finestra si trova il lavabo pure di ferro, con un catino, una brocca e
-un secchio. In tutto non c'è che una sedia. Io sorrido se penso al senso
+un secchio. In tutto non c'è che una sedia. Io sorrido se penso al senso
di repulsione e di tristezza che ebbi, quindici anni or sono, entrando
in quella povera camera di casa Sterpoli, che mi parve tanto inospitale,
squallida e fredda, non appena v'ebbi posato il piede, da sentirmene il
@@ -6393,33 +6362,33 @@ era tepido e accostante, tutto bello e buono! Eppure quella, al
confronto di questa, poteva considerarsi una reggia.
Ma quando entrai per la prima volta dove Isacco dorme e russa, or sono
-sei mesi o poco più, non venivo da casa mia, non lasciavo nè il letto
+sei mesi o poco più, non venivo da casa mia, non lasciavo nè il letto
caldo e soffice, con le sue belle lenzuola profumate di spigonardo, che
-la mia buona mamma faceva ogni mattina con le sue mani, nè la grande
+la mia buona mamma faceva ogni mattina con le sue mani, nè la grande
poltrona imbottita sulla quale passavo ore ed ore rovesciato a sognare
-stupide e meravigliose fantasie. Come la mia buona casa era già lontana,
+stupide e meravigliose fantasie. Come la mia buona casa era già lontana,
perduta, dimenticata! Come tutto era finito molto prima d'allora! Dal
-giorno in cui, morta mia madre, Marta la seguì per quel cammino così
-silenzioso che neppure sotto i suoi grossi zoccoli levò un rumore (anche
-la sua vita tanto semplice finì misteriosamente come tutte le altre), e
-mia sorella Adalgisa si sposò con un giovane di Pra che se la portò
-piangente di là dai monti, e mia sorella Maria volle entrare in
+giorno in cui, morta mia madre, Marta la seguì per quel cammino così
+silenzioso che neppure sotto i suoi grossi zoccoli levò un rumore (anche
+la sua vita tanto semplice finì misteriosamente come tutte le altre), e
+mia sorella Adalgisa si sposò con un giovane di Pra che se la portò
+piangente di là dai monti, e mia sorella Maria volle entrare in
convento, sono passati pochi anni, ma eterni. Quale esperienza della
-vita, in questi anni! Poco dopo anche mio padre morì, ed io, venduta la
+vita, in questi anni! Poco dopo anche mio padre morì, ed io, venduta la
casa, la cascina e il podere, me ne fuggii per non ritornare indietro
-mai più. Lo stambugio che allora Savina m'offriva per pochi soldi, gli
-ultimi, finiti i quali non ne avrei posseduti più, mi sembrò quanto di
+mai più. Lo stambugio che allora Savina m'offriva per pochi soldi, gli
+ultimi, finiti i quali non ne avrei posseduti più, mi sembrò quanto di
meglio il caso potesse offrire a un disgraziato mio pari.
-Nevicava. Con una voluttà disperata andai a schiacciare il viso contro i
+Nevicava. Con una voluttà disperata andai a schiacciare il viso contro i
vetri della finestra, ficcai gli occhi in quella notte buia tutta
punteggiata di bianco. Finalmente c'era qualche cosa fra me e il gelo
dell'inverno, fra me e quelle tenebre odiose, fra il mio viso e il vento
che turbinava veemente spazzando le strade tutte deserte e bianche! Io
-volevo volevo morire. Ma per quel ridicolo senso di pietà, per
+volevo volevo morire. Ma per quel ridicolo senso di pietà, per
quell'assurdo amor di noi stessi che neppure l'idea della morte
-sopprime, come se importasse qualche cosa ciò che potrà accadere quando
-tutto sarà finito per noi, mi faceva orrore il pensiero di essere
+sopprime, come se importasse qualche cosa ciò che potrà accadere quando
+tutto sarà finito per noi, mi faceva orrore il pensiero di essere
sepolto dalla neve ad un angolo di strada, e poi calpestato, e poi
urtato e forse ferito dalle pale degli uomini che all'alba raschiano la
neve dai marciapiedi per ammucchiarla in mezzo alla via, e forse anche
@@ -6429,15 +6398,15 @@ notti erano serene e tepide, e faceva quasi piacere passarle coricati
all'aria libera, nella dolce frescura. Ma poi, sopravvenuto l'autunno,
avevo dovuto cercare una casa, e tutte erano troppo ricche per me, che
non avevo se non il mio modesto salario d'amanuense, appena appena per
-mangiare, e non più: non per avere anche una casa. E così era passato
+mangiare, e non più: non per avere anche una casa. E così era passato
anche l'autunno. M'avevano ricoverato le arcate dei portici, certi
-anditi fetidi nel quartiere basso della città. Ormai da molte e molte
+anditi fetidi nel quartiere basso della città. Ormai da molte e molte
notti non conoscevo un letto, non potevo distendermi e riscaldarmi sotto
una coperta di lana, posare il capo sopra qualche cosa di soffice. Quel
letto su cui Isacco ora sogna e sospira, io lo palpai come un innamorato
-tocca voluttuosamente la sua donna la prima volta che la può stringere
+tocca voluttuosamente la sua donna la prima volta che la può stringere
nuda fra le braccia. Mi gettai lungo e disteso sul suo duro materasso di
-crine, e mi sembrò di affondare in una nuvola di bambage e di essere
+crine, e mi sembrò di affondare in una nuvola di bambage e di essere
trasportato lontano, in alto, da un vento silenzioso e dolcissimo.
@@ -6447,7 +6416,7 @@ II.
Non ricordo se allora mi assopii, o se soltanto mi abbandonai a quella
-voluttà da povero diavolo, smarrendo in essa ogni altra sensazione
+voluttà da povero diavolo, smarrendo in essa ogni altra sensazione
esteriore, ogni mio pensiero. La notte doveva essere inoltrata molto,
anzi non doveva essere molto lontana l'alba, quando mi parve di udire
proprio al mio fianco, dietro il mio capo, un singhiozzo soffocato, come
@@ -6456,97 +6425,97 @@ annaspando nell'ombra. Trattenni il respiro per non turbare il silenzio
che mi circondava da ogni lato, prossimo ed infinito. La stanza era
buia, ma un pallido chiarore traspariva dalla finestra, tanto che vedevo
i fiocchi di neve cader lenti lenti sparpagliandosi sul davanzale, e mi
-pareva ancora di salire, di salire in alto, non più rapito entro una
+pareva ancora di salire, di salire in alto, non più rapito entro una
nuvola, ma come se tutta quanta la casa volasse assunta in cielo. Non
-c'era nessuno nè accanto a me, nè dietro di me, tra il letto e la
+c'era nessuno nè accanto a me, nè dietro di me, tra il letto e la
parete, tra la porta e il letto. Ma un altr'uomo stava nella stanza
-attigua, cioè in questa stanza, accanto a questo letto dove ogni notte
+attigua, cioè in questa stanza, accanto a questo letto dove ogni notte
ora mi corico disperatamente solo, e come me tratteneva il respiro
aguzzando l'orecchio, cercando me nel silenzio, come io cercavo lui, e
lo aspettavo in agguato. Ah! la pazienza gli venne meno troppo presto.
Fu egli il primo a stancarsi.
--Non piangere, disse quella voce irosa di uomo. Scoppia, se vuoi, ma
-non piangere... Qualcuno è venuto ad abitare di là... Te l'ho detto! Non
+non piangere... Qualcuno è venuto ad abitare di là... Te l'ho detto! Non
piangere...
Parlava di me.
---Taci, taci, diceva sempre più cupa, sempre più minacciosa, quella
-voce; è un certo Paris. Mi conosce. Lo conosco. L'ho intravveduto quando
-era là con Savina. Ti dico che si metterà a urlare, se ti sente
+--Taci, taci, diceva sempre più cupa, sempre più minacciosa, quella
+voce; è un certo Paris. Mi conosce. Lo conosco. L'ho intravveduto quando
+era là con Savina. Ti dico che si metterà a urlare, se ti sente
piangere. Vuoi che si desti tutta la casa? Vuoi che per farti tacere io
ti strangoli?
Queste parole furono pronunciate ancora con maggior violenza. Ma chi le
-pronunciò ebbe paura di aver forzata troppo la voce, e tacque. Chi era?
+pronunciò ebbe paura di aver forzata troppo la voce, e tacque. Chi era?
Mi conosceva per nome? Aveva detto: Paris? Il suo accento mi riusciva
nuovo. Certo, di giorno, con altra gente, quell'uomo doveva avere
un'altra voce, un ben diverso accento. Intanto, nel silenzio, percepivo
un singhiozzare fioco fioco, lontano, che pareva d'un fanciullo o d'una
donna che piangesse con il capo avvolto in una coperta di lana o sepolto
-sotto un cuscino. Dopo questa breve pausa egli ricominciò a parlare
+sotto un cuscino. Dopo questa breve pausa egli ricominciò a parlare
sommessamente.
---Tu devi persuaderti, disse, ed è inutile piangere. Se non ti
+--Tu devi persuaderti, disse, ed è inutile piangere. Se non ti
persuaderai, una di queste notti avrai finito di piangere per sempre.
-Vedi tua madre? Lei non piange più...
+Vedi tua madre? Lei non piange più...
---Ma io non posso, te lo giuro, non posso, è più forte di me! gemette
+--Ma io non posso, te lo giuro, non posso, è più forte di me! gemette
quella voce fioca, che era certamente d'una donna e d'una donna giovane
(era la voce di Luisa).
-Allora il maschio si raddolcì.
+Allora il maschio si raddolcì.
--Sciocca! E non vedi che piangere ti fa male, che diventi ogni giorno
-più brutta? disse in tono quasi pietoso, come per consolarla. Perchè?
-Perchè sprecarsi così? A che giova? Povera piccola, su, su, sii
-ragionevole... Questa vita non è poi mica una gran gioia neppure per te.
+più brutta? disse in tono quasi pietoso, come per consolarla. Perchè?
+Perchè sprecarsi così? A che giova? Povera piccola, su, su, sii
+ragionevole... Questa vita non è poi mica una gran gioia neppure per te.
Fra poco sarai vecchia... E allora?...
Si interruppe.
---Ma cosa vuoi fartene, le gridò improvvisamente ridivenuto rabbioso,
-scuotendola, (il letto scricchiolò tutto sotto le sue mani), di queste
-tue quattro ossa schifose? Di questa tua stupida verginità? Peuh! A chi
+--Ma cosa vuoi fartene, le gridò improvvisamente ridivenuto rabbioso,
+scuotendola, (il letto scricchiolò tutto sotto le sue mani), di queste
+tue quattro ossa schifose? Di questa tua stupida verginità? Peuh! A chi
vuoi darla? Chi vuoi che se la prenda? Che cosa credi di avere, tu, qui?
-Rovesciò una sedia.
+Rovesciò una sedia.
---Lasciami uscire! gridò a voce spiegata. Non ne posso più!
+--Lasciami uscire! gridò a voce spiegata. Non ne posso più!
-La porta della stanza vicina sbatacchiò, dei passi attraversarono il
-corridoio in gran fretta, precipitarono giù per le scale e si spensero.
+La porta della stanza vicina sbatacchiò, dei passi attraversarono il
+corridoio in gran fretta, precipitarono giù per le scale e si spensero.
-Rimasta sola, la donna si alzò dal letto, corse all'uscio, lo chiuse a
+Rimasta sola, la donna si alzò dal letto, corse all'uscio, lo chiuse a
chiave. Poi mi parve che si gettasse nuovamente distesa contro i
-cuscini, e singhiozzando senza più freno implorò:--Mamma, mamma...
+cuscini, e singhiozzando senza più freno implorò:--Mamma, mamma...
-Doveva esserci anche un cane, chiuso con lei in quella stanza, perchè
+Doveva esserci anche un cane, chiuso con lei in quella stanza, perchè
alla sua invocazione rispose una specie di brontolio cupo, inarticolato,
appunto come il brontolio di un cane. Era sua madre, la madre di Luisa.
Era lei, la stessa che ora, se alzo gli occhi dal foglio su cui scrivo,
-vedo laggiù nell'angolo buio della stanza, affondata nella sua poltrona,
+vedo laggiù nell'angolo buio della stanza, affondata nella sua poltrona,
dove sta sempre con il capo piegato sul petto come se fosse staccato dal
corpo e pendesse appena trattenuto da un filo; e sgrana, fra le mani
-scheletrite, il rosario che sarà consumato prima della sua vita che non
+scheletrite, il rosario che sarà consumato prima della sua vita che non
si consuma mai! Ma, allora, questo rantolo sommesso che esce senza posa
-dalle sue labbra morte, mi parve il brontolìo di un cane. Poi tutto
-ripiombò nel più profondo silenzio.
+dalle sue labbra morte, mi parve il brontolìo di un cane. Poi tutto
+ripiombò nel più profondo silenzio.
Mi ricordo che poco dopo mi riassopii, richiudendo le palpebre sul
biancore livido di quell'alba invernale, e che quando mi ridestai era
-giorno fatto, in piena mattina. Non nevicava più. Anzi c'era nel cielo
+giorno fatto, in piena mattina. Non nevicava più. Anzi c'era nel cielo
grigio plumbeo una trasparenza diffusa, pallida e lontana, di luce
gialla, solare. Quella luce poteva bene illuminare di speranze nuove un
cuore meno distrutto del mio, meno buio. Ma io la contemplai senza
provarne alcuna gioia, e neppure mi mossi per avvicinarmi a lei, alla
-finestra. Così, supino, stavo senza pensiero. Non mi sarei mosso più.
-Perchè avrei dovuto alzarmi? Non volevo più vedere nessuno, non parlare
-più. Non avevo più nulla da dire a nessuno. Non aspettavo, non
-desideravo più nulla. Mi sarei sentito meno solo in un deserto africano,
+finestra. Così, supino, stavo senza pensiero. Non mi sarei mosso più.
+Perchè avrei dovuto alzarmi? Non volevo più vedere nessuno, non parlare
+più. Non avevo più nulla da dire a nessuno. Non aspettavo, non
+desideravo più nulla. Mi sarei sentito meno solo in un deserto africano,
in una landa artica. E sarei anche stato infinitamente felice. Ma un
-rumore nella stanza attigua, cioè in questa stanza, introdusse nel mio
+rumore nella stanza attigua, cioè in questa stanza, introdusse nel mio
deserto, nella mia landa spopolata, almeno una persona viva alla quale
non potei fare a meno di pensare. Chi era costei? Quella stessa che,
nella notte, avevo udito singhiozzare e disperarsi, o un'altra? Una voce
@@ -6562,7 +6531,7 @@ Io domandai sommessamente:
Non rispose.
---Chi era, domandai ancora, a voce ancora più bassa, questa notte, qui,
+--Chi era, domandai ancora, a voce ancora più bassa, questa notte, qui,
che piangeva?
E soggiunsi:
@@ -6571,12 +6540,12 @@ E soggiunsi:
Ma neppure allora rispose, ed io mi lasciai ricadere sul letto.
-Da quel momento, appunto, Luisa incominciò a camminare in punta di
-piedi: abitudine che non abbandonò più, da allora in poi. Se non avessi
-udito il fruscio delle sue sottane, lo stropiccìo dei suoi abiti contro
-i mobili, mi sarebbe sembrato che ella non si movesse più, o che la
-stanza fosse vuota. Faceva meno rumore d'uno che cammini sopra il più
-morbido dei tappeti, anzichè sopra un orribile impiantito di mattoni
+Da quel momento, appunto, Luisa incominciò a camminare in punta di
+piedi: abitudine che non abbandonò più, da allora in poi. Se non avessi
+udito il fruscio delle sue sottane, lo stropiccìo dei suoi abiti contro
+i mobili, mi sarebbe sembrato che ella non si movesse più, o che la
+stanza fosse vuota. Faceva meno rumore d'uno che cammini sopra il più
+morbido dei tappeti, anzichè sopra un orribile impiantito di mattoni
rotti e sconnessi come questi: e pareva scalza, o un'ombra che
trasvolasse sospesa da terra. Allora mi ricordai, per una strana
coincidenza di idee, delle pantofole che Pietro Suavis portava sempre in
@@ -6586,7 +6555,7 @@ banco, che era nascosto da un paravento a destra dell'uscio, e,
attraversata a piccoli passi l'ampia stanza, si veniva a mettere pian
piano dietro le spalle ora dell'uno ora dell'altro. E quando, vedendo
con la coda dell'occhio la sua ombra lunga e nera apparire da un lato,
-ci buttavamo giù col naso sui registri, egli con un colpo di tosse
+ci buttavamo giù col naso sui registri, egli con un colpo di tosse
rivelava la sua presenza e a piccoli passi silenziosi si allontanava.
Che cosa gli poteva importare, in fin dei conti, se qualcuno
@@ -6599,56 +6568,56 @@ racchiusa in quelle sue maledette pantofole.
Improvvisamente mi rovesciai di dosso le coperte e mi buttai con un
salto dal letto. Quel giorno era appunto l'8 dicembre. Me ne ero
-dimenticato, come se quel giorno non dovesse più esistere nel
+dimenticato, come se quel giorno non dovesse più esistere nel
calendario. Ma invece, eccolo: era proprio lui. Io avevo un impegno
d'onore per quel giorno, e me ne ero dimenticato. No. Non poteva
assolutamente scegliere l'8 dicembre per dire addio al mondo, per
rompere ogni mio rapporto con il prossimo. Come spesso una cosa da
-niente muta il corso d'un'intera esistenza! Più che in fretta tuffai il
+niente muta il corso d'un'intera esistenza! Più che in fretta tuffai il
viso nel catino di acqua ghiaccia, m'asciugai in un lembo del lenzuolo
-e, infilato il mio vecchio soprabito, mi lanciai di corsa giù per le
+e, infilato il mio vecchio soprabito, mi lanciai di corsa giù per le
scale. Urtai alcuni signori vestiti di nero e in tuba che salivano
lentamente, uno dietro l'altro. Nemmeno mi scusai. Anche per la strada
-continuai a correre, perchè tutti gli orologi che incontravo ogni tanto
+continuai a correre, perchè tutti gli orologi che incontravo ogni tanto
sui cantoni mi dicevano quanto fossi in ritardo. Infatti Esposito mi
-aspettava camminando nervosamente su e giù nel cortile, e quando mi vide
+aspettava camminando nervosamente su e giù nel cortile, e quando mi vide
giungere trafelato, ansimante, mi venne incontro a braccia aperte e mi
-strinse a sè come se temesse che gli potessi sfuggire.
+strinse a sè come se temesse che gli potessi sfuggire.
--Incominciavo a disperare, amico mio! mi disse tutto d'un fiato. Ma,
-Dio grazia, sei venuto! Tutto è in ordine. Tutti i registri pronti sul
+Dio grazia, sei venuto! Tutto è in ordine. Tutti i registri pronti sul
mio tavolo. Non hai da fare altro che sederti al mio posto. Addio,
addio! Ora debbo scappare! Certamente Lisa m'aspetta... (Alvisa?
-Adalgisa? il nome che egli pronunziò mi sfuggì proprio in quel momento).
-Ti ho detto tutto? La chiave del cassetto di destra è nel cassetto di
-sinistra. Per il resto rivolgiti a Pròchipo...
+Adalgisa? il nome che egli pronunziò mi sfuggì proprio in quel momento).
+Ti ho detto tutto? La chiave del cassetto di destra è nel cassetto di
+sinistra. Per il resto rivolgiti a Pròchipo...
-Si staccò da me ed infilò l'androne. Prima di svoltare, mi gridò:
+Si staccò da me ed infilò l'androne. Prima di svoltare, mi gridò:
---Non temere: dopodomani sarò puntuale come un orologio!
+--Non temere: dopodomani sarò puntuale come un orologio!
Salii lentamente i primi gradini. Sudavo per la corsa che avevo fatto, e
-dovetti più volte asciugarmi la fronte con la manica del soprabito.
+dovetti più volte asciugarmi la fronte con la manica del soprabito.
Pensavo:--Come un orologio! Come se tutti gli orologi fossero puntuali!
Veramente quella grande scalea, a gradini larghi e bassi di mattoni
consumati sui bordi, tutti buche e frane, sembrava che salisse lungo il
dosso d'un monte, e che per quella via fossero passate moltitudini
-innumerabili, moltitudini di piote umane. Forse per ciò lo chiamavano
-_Monte di Pietà_, poichè quello era il monte e la pietà ce la portavano
+innumerabili, moltitudini di piote umane. Forse per ciò lo chiamavano
+_Monte di Pietà_, poichè quello era il monte e la pietà ce la portavano
con le loro miserie tutti i poveri diavoli che da infinite generazioni
salivano quella scala. Quando entrai negli uffici, vi fu un movimento di
stupore tra i miei colleghi. La sera innanzi avevo detto addio a tutti.
---Vi lascio: da domani non verrò più. Ho deciso di abbandonare l'impiego
-e di ritirarmi a vivere per conto mio. Vivere? Che vita sarà poi la mia?
+--Vi lascio: da domani non verrò più. Ho deciso di abbandonare l'impiego
+e di ritirarmi a vivere per conto mio. Vivere? Che vita sarà poi la mia?
Ma non importa. Meglio morire di fame che vivere a questi lavori
forzati.
--Beato te, avevano risposto. Ma che morire di fame! Avrai trovato di
-meglio. Già lo sapevamo che qui non saresti rimasto. Hai dei poderi, tu.
+meglio. Già lo sapevamo che qui non saresti rimasto. Hai dei poderi, tu.
Te ne ritorni in campagna...
---Oh! oh! i poderi! avevo soggiunto. Bei poderi davvero! Finì il tempo
+--Oh! oh! i poderi! avevo soggiunto. Bei poderi davvero! Finì il tempo
dei poderi. Ma me ne vado lo stesso. Fortuna a voi, amici cari. Buone
cose.
@@ -6671,32 +6640,32 @@ ritrovarmele dinnanzi ne soffrivo come d'una nausea. Occupavo la sedia
di Esposito. Questo era il mio stretto dovere: provare, sedendo a quel
posto, che Esposito era presente. Certamente se avessi voluto aprire il
cassetto di destra avrei dovuto cercarne la chiave nel cassetto di
-sinistra. Ma non sentivo nessuna necessità di aprire il cassetto di
+sinistra. Ma non sentivo nessuna necessità di aprire il cassetto di
destra. Anzi non avrei adoperata mai quella chiave. Credevo d'essermi
liberato per sempre da quella lurida stanza, di avere risoluto
definitivamente il problema, da vent'anni sospeso, della mia esistenza
sbagliata. Ora invece mi toccava riannodare quel filo: provvisoriamente,
-ma dovevo riannodarlo per forza. Eppure non potevo rimanere così
+ma dovevo riannodarlo per forza. Eppure non potevo rimanere così
immobile senza far nulla. Bisognava fingere di lavorare. Ma in che modo
ingannare il tempo? Come occupare la lentezza e la noia di tante ore
-inutili? Già incominciavo a sbadigliare. Intorno a me non c'era nulla di
+inutili? Già incominciavo a sbadigliare. Intorno a me non c'era nulla di
nuovo. Allora, quasi involontariamente, aprii il cassetto di sinistra
della scrivania di Esposito, e vidi subito, posata da un lato, la chiave
del cassetto di destra. Il cassetto di destra era chiuso. Ma quella
chiave era fatta appunto per aprirlo. All'infuori di quella chiave, quel
-cassetto non mostrava alcuna particolarità interessante. Era mezzo
+cassetto non mostrava alcuna particolarità interessante. Era mezzo
vuoto, e non vi si vedeva che un mucchietto di carta bianca, un
asciugamani ed uno specchio. Forse l'altro, quello di destra, avrebbe
-offerto alla mia oziosa curiosità pretesti di svago meno limitati e
+offerto alla mia oziosa curiosità pretesti di svago meno limitati e
soliti. All'uomo la tentazione d'Eva si presenta a volte sotto forma di
-serpente o di pomo, tal altra sotto forma di demonio, e può persino, sè
+serpente o di pomo, tal altra sotto forma di demonio, e può persino, sè
vuole, assumere il modesto aspetto di un cassetto chiuso. In certi casi
-si chiama «sete della conoscenza», in altri semplicemente curiosità. Ma
+si chiama «sete della conoscenza», in altri semplicemente curiosità. Ma
la causa in ogni circostanza, fu sempre la stessa per tutti: ozio e noia
da illudere in qualche modo, sia che si tratti di aspettare la fine di
un orario d'ufficio, sia che si tratti addirittura di aspettare la
morte. Io dunque aprii il cassetto di destra. Sollevati tre o quattro
-libri di contabilità, con mia grande soddisfazione lo trovai pieno fino
+libri di contabilità, con mia grande soddisfazione lo trovai pieno fino
all'orlo di carte manoscritte, lettere dalle buste d'ogni colore, e
sopra tutto posata una fotografia.
@@ -6706,10 +6675,10 @@ sopra gli scaffali. L'orologio (lo guardai anch'io istintivamente)
segnava le 11. Senza dubbio mi trovavo dinnanzi alla donna di cui mi
aveva parlato Esposito nel dirmi addio, forse la causa unica e sola del
sacrificio che io stavo appunto compiendo, seduto a quel tavolo. Come in
-tutte le fotografie, così anche in quella lo sguardo era d'una stranezza
+tutte le fotografie, così anche in quella lo sguardo era d'una stranezza
ridicola e nello stesso tempo sconcertante. Ce ne sono che non vi
tolgono mai le pupille di dosso, e comunque le rivoltiate, vi fissano
-con un'insistenza così sfacciata e odiosa che vi vien voglia di forare i
+con un'insistenza così sfacciata e odiosa che vi vien voglia di forare i
loro occhi con uno spillo. Altre, non si sa per quale legge misteriosa,
guardano nel medesimo tempo chi sta loro dinnanzi, e tutte le altre cose
o persone che stanno intorno, siano esse vicine o distanti. Queste si ha
@@ -6720,11 +6689,11 @@ al caso. Ma a me venne fatto di pensare che ella attendesse con una
certa apprensione lo scoccare di quell'ora in cui Esposito le aveva
promesso che sarebbe corso da lei, la mattina di quel, per me,
malaugurato giorno.--Datti, datti pace, le dissi allora con acida
-ironia; se non è arrivato ancora, arriverà fra poco. Eccomi qua: io ne
+ironia; se non è arrivato ancora, arriverà fra poco. Eccomi qua: io ne
so qualche cosa... E, veramente, avrei voluto per dispetto farla in
quattro pezzi. Ma pensai con raccapriccio che, divisi l'uno dall'altro,
-uno qua e l'altro là, quei suoi occhi avrebbero continuato ognuno per
-proprio conto a guardare l'orologio. Così accade delle code delle
+uno qua e l'altro là, quei suoi occhi avrebbero continuato ognuno per
+proprio conto a guardare l'orologio. Così accade delle code delle
lucertole, che tagliate dal corpo, continuano ad attorcigliarsi come se
nulla fosse accaduto. E poi, per l'appunto, quella signora non aveva di
bello che gli occhi. Erano due grandi e malinconici occhi neri, in un
@@ -6734,101 +6703,101 @@ Neppure i suoi capelli, la sua pettinatura, l'espressione del suo volto
avevano nulla di straordinario, e nemmeno nulla di notevole. Erano tutte
cose comuni. La prima impressione che la contemplazione di
quell'immagine poteva suscitare in un uomo era un senso di indifferenza.
-Subito dopo, un senso di pietà. Somigliava proprio in tutto a quei
+Subito dopo, un senso di pietà. Somigliava proprio in tutto a quei
ritratti che si vedono stampati sui giornali, nelle cronache dei delitti
-più tristi ed oscuri, sotto cui è scritto sempre e semplicemente: _La
+più tristi ed oscuri, sotto cui è scritto sempre e semplicemente: _La
vittima_; e basta un'occhiata per pensare:--Poverina! Aveva il suo
-destino scritto in fronte! Così era lei, la donna di Esposito.
+destino scritto in fronte! Così era lei, la donna di Esposito.
Innamorata, fidanzata, amante? Chi poteva dirlo? Forse le lettere
accumulate in quel cassetto, sulle cui buste si leggeva il nome di
Esposito ripetuto infinite volte, in una minuta calligrafia femminile
-tutta uguale. Ne sfoderai alcune. Tutte erano firmate: Armida, fuorchè
-una, della stessa persona, che era firmata Adì. Era lei! Mi parve che
+tutta uguale. Ne sfoderai alcune. Tutte erano firmate: Armida, fuorchè
+una, della stessa persona, che era firmata Adì. Era lei! Mi parve che
nella sua confusione di parole, al momento di lasciarmi, Esposito avesse
pronunciato proprio quel nome.
Le lettere di Armida ad Esposito erano cinquanta o sessanta in tutto,
ordinate cronologicamente. Ne trovai di quattro, di otto, di dodici e
alcune perfino di ventiquattro pagine fitte. Le ore della mattina mi
-bastarono appena per leggerne meno della metà. Ma quando le ebbi lette,
+bastarono appena per leggerne meno della metà. Ma quando le ebbi lette,
ed anche prima di arrivare in fondo, sapevo perfettamente che cosa
-pensare di Armida, molto più che se l'avessi conosciuta da vent'anni. Il
+pensare di Armida, molto più che se l'avessi conosciuta da vent'anni. Il
ritratto di Armida che dall'insieme delle sue lettere ad Esposito
balzava fuori intiero e vivo, non corrispondeva affatto a quello che
m'ero figurato poche ore prima nel contemplare la sua immagine. In
-verità se fra i due c'era una vittima, per quanto vittima fortunata,
+verità se fra i due c'era una vittima, per quanto vittima fortunata,
questa andava identificata in Esposito. Armida doveva essere una
creatura ardente e appassionata, una di quelle donne che, amando un uomo
sino alla follia, lo distruggono. E il suo viso che non esprimeva che
malinconia, dolcezza e rassegnazione! Si erano incontrati alcune
settimane prima, ai giardini pubblici. Esposito si era impadronito
-dell'anima sua con un solo sguardo. «Tu mi hai affascinata come il
+dell'anima sua con un solo sguardo. «Tu mi hai affascinata come il
serpente. Avevi quel giorno negli occhi una luce diabolica. Mi seguivi
senza parlare, e mi pareva che strisciassi ai miei piedi.
-Pensavo:--Ecco, ora mi avvolgerà in una spirale di fuoco. Sarò sua, sarò
+Pensavo:--Ecco, ora mi avvolgerà in una spirale di fuoco. Sarò sua, sarò
sua! E tu, con il fiore all'occhiello, che forse un'altra donna ti aveva
dato, ti pavoneggiavi specchiandoti in tutti i vetri delle botteghe, e
cercavi, con lo stesso sguardo infiammato, di affascinare tutte le
-altre. Da quel primo istante ho giurato a me stessa:--Sarà mio, ma
-soltanto mio! Non sarà di nessuna altra, all'infuori di me! Mi avrà, ma
+altre. Da quel primo istante ho giurato a me stessa:--Sarà mio, ma
+soltanto mio! Non sarà di nessuna altra, all'infuori di me! Mi avrà, ma
a prezzo della sua vita! Non dimenticarti questo giuramento, Esposito,
-non lo scordare giammai!» Armida aveva un marito. Era descritto così:
-«L'ho amato veramente un giorno, quando gli feci dono della mia
+non lo scordare giammai!» Armida aveva un marito. Era descritto così:
+«L'ho amato veramente un giorno, quando gli feci dono della mia
innocenza di fanciulla, e lasciai che cogliesse con le sue mani il fiore
dei fiori? Ah! Esposito: se oggi le guardo, quelle sue mani tutte
coperte di peli neri ed ispidi, (e vedo invece con gli occhi dell'anima
le tue piccole mani affusolate, le tue mani bianche e morbide che
m'accarezzano con tanta dolcezza, e sono le mani _di un vero signore_),
-e dalle sue mani risalgo alla sua faccia, in cui non c'è neppure un
+e dalle sue mani risalgo alla sua faccia, in cui non c'è neppure un
tratto che non sia volgare, col doppio mento, gli occhi stanchi e
lividi, la fronte calva, e poi abbraccio con un solo sguardo la sua
persona goffa, i suoi abiti trascurati, le sue cravatte di pessimo
gusto, debbo confessare a me stessa che mi sono ingannata, e che non ho
-mai amato quest'uomo! Eppure, perchè nascondertelo, mio caro Esposito?
-Per tanti anni ho creduto di amarlo. Mi sono data a lui ciecamente. È la
-vera parola, poichè lo vedo ora per la prima volta nella sua ripugnante
-realtà». Ed io pensavo alla delusione di quella sciagurata Armida il
-giorno in cui avrebbe finalmente veduto in tutta la sua realtà anche
+mai amato quest'uomo! Eppure, perchè nascondertelo, mio caro Esposito?
+Per tanti anni ho creduto di amarlo. Mi sono data a lui ciecamente. È la
+vera parola, poichè lo vedo ora per la prima volta nella sua ripugnante
+realtà». Ed io pensavo alla delusione di quella sciagurata Armida il
+giorno in cui avrebbe finalmente veduto in tutta la sua realtà anche
Esposito. Ma Esposito doveva conoscere, in modo che io stesso non avrei
mai sospettato in lui, l'arte di conquistare il cuore di una donna e di
-tenerlo soggiogato, in perenne stato febbrile. «Da due giorni sei mutato
-con me, Esposito, diceva un'altra lettera: non sei più lo stesso. Usi
+tenerlo soggiogato, in perenne stato febbrile. «Da due giorni sei mutato
+con me, Esposito, diceva un'altra lettera: non sei più lo stesso. Usi
strani modi, rimani per lungo tempo distratto e taciturno, quando,
-risvegliati i sensi nei tuoi abbracci che mi spremono dalle vene più
-nascoste fin l'ultima goccia di sangue, più che mai avrei sete di te. Tu
-ami un'altra, Esposito! Sei già stanco della tua Armida! Mostra a costei
+risvegliati i sensi nei tuoi abbracci che mi spremono dalle vene più
+nascoste fin l'ultima goccia di sangue, più che mai avrei sete di te. Tu
+ami un'altra, Esposito! Sei già stanco della tua Armida! Mostra a costei
il segno che i miei denti ti hanno lasciato sulla gota. Dille che quello
-è il marchio di Armida. Mostrale quella ciocca bruna che porti nella
+è il marchio di Armida. Mostrale quella ciocca bruna che porti nella
doppia scatola del tuo orologio, e dille:--Questi li ho colti nei
-giardini di Armida!» Ella trovava una sublime felicità in questo
-convulso e sanguinoso amore. «Sono felice! Più ti vedo debole, affranto,
-più m'inorgoglisco, più godo, più ti amo, Esposito! Dico a me
-stessa:--L'amor mio lo ha vinto così. Tutto ciò che in lui sfiorisce,
-fiorisce in me. Tutto ciò che vien meno alla sua vita, si trasfonde
-nella mia. Il mio corpo racchiude la miglior parte del suo!»
-
-Nel pomeriggio continuai la mia lettura. Che cos'è di spaventoso
-l'intimità di due amanti! Io domandavo ad ogni passo:--Dio mio, dove
+giardini di Armida!» Ella trovava una sublime felicità in questo
+convulso e sanguinoso amore. «Sono felice! Più ti vedo debole, affranto,
+più m'inorgoglisco, più godo, più ti amo, Esposito! Dico a me
+stessa:--L'amor mio lo ha vinto così. Tutto ciò che in lui sfiorisce,
+fiorisce in me. Tutto ciò che vien meno alla sua vita, si trasfonde
+nella mia. Il mio corpo racchiude la miglior parte del suo!»
+
+Nel pomeriggio continuai la mia lettura. Che cos'è di spaventoso
+l'intimità di due amanti! Io domandavo ad ogni passo:--Dio mio, dove
andranno a finire? E mi pareva di vedere un incendio divampare e
-crescere sempre più intorno a quei due, e i loro corpi arroventati
-dibattersi come in un rogo. Infine, secondo le mie previsioni, scoppiò
+crescere sempre più intorno a quei due, e i loro corpi arroventati
+dibattersi come in un rogo. Infine, secondo le mie previsioni, scoppiò
la catastrofe. Una lettera in data 4 dicembre, scritta con una
calligrafia disordinata, a stento riconoscibile, diceva testualmente
-così: «Amore, è finita, è finita! Egli sa tutto. Ha trovato tue lettere.
+così: «Amore, è finita, è finita! Egli sa tutto. Ha trovato tue lettere.
Minaccia di uccidermi. Come sarei felice, amore, di morire per te! Ma
-invece di uccidermi, ti cerca da ieri in lungo e in largo per la città.
-Nasconditi e attendi notizie. Tua per la vita». Questa lettera era
-firmata Adì. Due giorni dopo Esposito riceveva un ultimo biglietto
-scritto a lapis, sopra una pagina strappata a un quaderno: «Amor mio,
-diceva quel biglietto, non mi è più possibile sopportare questa pena.
+invece di uccidermi, ti cerca da ieri in lungo e in largo per la città.
+Nasconditi e attendi notizie. Tua per la vita». Questa lettera era
+firmata Adì. Due giorni dopo Esposito riceveva un ultimo biglietto
+scritto a lapis, sopra una pagina strappata a un quaderno: «Amor mio,
+diceva quel biglietto, non mi è più possibile sopportare questa pena.
Egli mi impone di partire con lui, per strapparmi per sempre al mio
amore. Esposito, Esposito! Sento la tua voce che m'invoca. Senti tu la
-mia? È scoccata l'ora tanto sospirata, in cui una bella morte ci
-strapperà alle angustie di questa vita per trasportarci in un eterno
-nirvana... Dopo domani, alle nove in punto, ti aspetterò all'angolo
+mia? È scoccata l'ora tanto sospirata, in cui una bella morte ci
+strapperà alle angustie di questa vita per trasportarci in un eterno
+nirvana... Dopo domani, alle nove in punto, ti aspetterò all'angolo
della cattedrale. Porta con te molti fiori... Tua oltre la vita.
-Armida». Quando lessi queste parole definitive erano le sette di sera.
-Ahimè! Le nove di quello sciagurato giorno erano passate da un pezzo!
+Armida». Quando lessi queste parole definitive erano le sette di sera.
+Ahimè! Le nove di quello sciagurato giorno erano passate da un pezzo!
Rimasi come inebetito a guardare l'ultima lettera che, tremando,
stringevo fra le mani. Avrei voluto alzarmi, chiamare i miei compagni,
farli partecipi della mia macabra scoperta. Ma mi sentii incapace di
@@ -6838,8 +6807,8 @@ mormorai con un profondo sospiro: _Consumatum est_. Senza avere neppure
il coraggio di posare un ultimo sguardo sul ritratto della povera
Armida, richiusi in fretta le lettere nel cassetto dal quale le avevo
tolte. Che fare? Era tardi ormai. Troppo tardi. Immaginavo quella
-creatura così esile, delicata, fragile, che sotto apparenze tanto
-insignificanti racchiudeva invece così violenti umori, un'anima di
+creatura così esile, delicata, fragile, che sotto apparenze tanto
+insignificanti racchiudeva invece così violenti umori, un'anima di
leonessa, una natura felina, giacere immobile accanto ad Esposito,
stretta a lui in un supremo amplesso. Ora la vedevo coricata sopra un
letto, con i capelli sciolti, il suo corpo mingherlino appena velato
@@ -6856,12 +6825,12 @@ Nobile anima di burocrate, austero senso del dovere, che non avevo mai
sospettato in lui! Eppure, infine, egli avrebbe potuto dire d'essere
stato amato, veramente, perdutamente amato; d'un amore che aveva qualche
cosa di anormale, di crudele, di inumano; una vera follia d'amore, un
-vortice, un vulcano d'amore; ma amore, amore e morte, come nelle più
-sublimi leggende. Forse era stato felice più di qualsiasi altro uomo, ed
-ora certamente era il più felice di tutti. Più felice di me, che non
-vedevo ormai altra felicità se non in quel nulla nel quale egli si era
+vortice, un vulcano d'amore; ma amore, amore e morte, come nelle più
+sublimi leggende. Forse era stato felice più di qualsiasi altro uomo, ed
+ora certamente era il più felice di tutti. Più felice di me, che non
+vedevo ormai altra felicità se non in quel nulla nel quale egli si era
inabissato. Ma non solo! Non disperatamente solo, come me! Con Armida
-sua! Con la sua terrestre, umana, inebbriante felicità d'amore...
+sua! Con la sua terrestre, umana, inebbriante felicità d'amore...
Riposi nel cassetto di sinistra la chiave con la quale avevo aperto
quello di destra e, a capo chino, senza salutare nessuno, mi allontanai.
@@ -6872,39 +6841,39 @@ quello di destra e, a capo chino, senza salutare nessuno, mi allontanai.
IV.
-Ormai non sarei più tornato indietro. Veramente mi sarebbe riuscito
+Ormai non sarei più tornato indietro. Veramente mi sarebbe riuscito
impossibile sostituire, ora, Esposito. Avrei dovuto sostituirlo per
tutta la vita. La mia presenza a quel tavolo, dinnanzi a quei registri,
diveniva ormai superflua. Ero nuovamente libero e padrone di me. Appena
giunto all'angolo della strada, comprai un giornale, e cercai nella
-pagina della cronaca il ritratto di Esposito. Non c'era. C'era però,
+pagina della cronaca il ritratto di Esposito. Non c'era. C'era però,
sotto un titolo molto tragico, la notizia che cercavo. Per quanto vi
fossi preparato, non potei leggerla senza un brivido di terrore. Nel
fiume, che era in piena, la barca degli asfittici aveva pescato due
cadaveri d'una donna e d'un uomo, ancora giovani. Essi erano allacciati
l'uno all'altra da una lunga sciarpa di seta, i loro due corpi legati in
un abbraccio che neppure la morte e la corrente vorticosa avevano potuto
-sciogliere. Così avevano voluto insieme abbandonare la vita, e uniti
+sciogliere. Così avevano voluto insieme abbandonare la vita, e uniti
lasciarsi trasportare nel buio! Nessuno dei due aveva addosso nulla che
potesse servire ad identificarlo. Ma i loro connotati corrispondevano
perfettamente a quelli di Esposito e di Armida, secondo la fotografia di
-lei che io conoscevo. Mi stupì molto di non aver pensato al fiume, forse
-perchè quei fiori, che Armida invocava nell'ultima sua lettera ad
+lei che io conoscevo. Mi stupì molto di non aver pensato al fiume, forse
+perchè quei fiori, che Armida invocava nell'ultima sua lettera ad
Esposito, avevano suscitato dinnanzi ai miei occhi l'immagine di altre
morti. Non avevo pensato che Armida potesse morire come Ofelia, tra
fiori galleggianti sull'acqua. Ma infine quella era una morte come tutte
le altre. Con un sospiro ripiegai tristemente il giornale che avevo
letto alla luce d'una bottega di parrucchiere, e ripresi lento il mio
cammino. Veramente tutto era finito. Forse qualcuno, alla morgue, aveva
-già riconosciuto in quei due annegati d'amore Esposito e Armida.
+già riconosciuto in quei due annegati d'amore Esposito e Armida.
All'indomani sarebbero andati a frugare nei cassetti di quel tavolo, e
-il mistero del loro suicidio non sarebbe stato più un mistero per
+il mistero del loro suicidio non sarebbe stato più un mistero per
nessuno.
Assorto in questi pensieri non m'accorsi neppure d'entrare nell'androne
semibuio di casa mia e di salire le scale che dovevano condurmi al mio
sgabuzzino. Ma mentre stavo per mettere il piede sull'ultimo ballatoio,
-un uomo sbucò in gran fretta dall'ombra e mi urtò con tanta violetta che
+un uomo sbucò in gran fretta dall'ombra e mi urtò con tanta violetta che
per poco non mi fece cadere.
--Signore! gridai voltandomi. E mi fermai meravigliato. Dinnanzi a me
@@ -6913,85 +6882,85 @@ non il suo fantasma. Le ombre hanno volti sereni, impietriti, di statue
indifferenti e impassibili. Il volto di Esposito era invece sconvolto e
trasudato: esprimeva una profonda e dolorosa ansia.
---Lasciami andare! esclamò soffocato, allontanando la mano con la quale
+--Lasciami andare! esclamò soffocato, allontanando la mano con la quale
istintivamente gli avevo afferrato il braccio. Tu non immagini nemmeno!
-Mia sorella Luisa... Capisci? Scomparsa!... Non si trova più!
+Mia sorella Luisa... Capisci? Scomparsa!... Non si trova più!
--Tua sorella? domandai. Tua sorella? (e pensavo:--Ha dunque una
-sorella, Esposito?) E in che modo? In che modo è scomparsa?
+sorella, Esposito?) E in che modo? In che modo è scomparsa?
--Ah! gemette Esposito, stringendosi la fronte con le mani, storia
-lunga, caro mio! Sembrò subitamente preso da un profondo sconforto, si
-appoggiò alla ringhiera, abbandonò le braccia, piegò il capo sul
-petto.--Tutto era pronto, cominciò a raccontare vagando qua e là con lo
+lunga, caro mio! Sembrò subitamente preso da un profondo sconforto, si
+appoggiò alla ringhiera, abbandonò le braccia, piegò il capo sul
+petto.--Tutto era pronto, cominciò a raccontare vagando qua e là con lo
sguardo smarrito, gli invitati erano tutti qui, chi nel corridoio, chi
-sulle scale, alcuni aspettavano giù, in cortile, e persino nelle
-carrozze, sulla strada. Mia madre, lo sai, è ebete... Poverina! Ma Luisa
-era già vestita, tutto era in ordine. Me lo hanno detto. Io... io giunsi
-tardi... Ah! Ah! esclamò guardandomi improvvisamente con odio e
+sulle scale, alcuni aspettavano giù, in cortile, e persino nelle
+carrozze, sulla strada. Mia madre, lo sai, è ebete... Poverina! Ma Luisa
+era già vestita, tutto era in ordine. Me lo hanno detto. Io... io giunsi
+tardi... Ah! Ah! esclamò guardandomi improvvisamente con odio e
stendendo il pugno contro di me, tu sei la causa di tutto! Se non ti
fossi fatto tanto aspettare, io sarei stato qui in tempo, stamane, per
scongiurare questa maledizione! Ma tu, tu, che importa a te tutto
questo? Arriva lo sposo, con i suoi amici, si degna di salire tutte le
-scale, fin quassù, quantunque soffra gravemente di cuore. Domanda di
-Luisa. Gli dicono:--È con sua madre, in camera, già pronta... Chiamate
+scale, fin quassù, quantunque soffra gravemente di cuore. Domanda di
+Luisa. Gli dicono:--È con sua madre, in camera, già pronta... Chiamate
la sposa! dicono. Esse, mia madre e mia sorella, abitano qui. Io ho
un'altra casa per conto mio. Ma sono io che pago anche questa. Bussano.
-Nessuno risponde. Aprono. C'è mia madre seduta nella sua poltrona. Luisa
-non c'è più. Dove sarà? La chiamano, la cercano, interrogano mia madre
+Nessuno risponde. Aprono. C'è mia madre seduta nella sua poltrona. Luisa
+non c'è più. Dove sarà? La chiamano, la cercano, interrogano mia madre
che non sa, non vede, non sente nulla; corrono da tutti i vicini...
-Luisa non si trova. È scomparsa! Quando sono arrivato io, lo sposo se ne
-era già andato... Molti se ne erano andati... Allora anch'io mi sono
+Luisa non si trova. È scomparsa! Quando sono arrivato io, lo sposo se ne
+era già andato... Molti se ne erano andati... Allora anch'io mi sono
messo a cercarla, e l'ho cercata tutto il giorno, ma non l'ho trovata...
-Esposito si raddrizzò, alzò gli occhi al cielo, si torse le mani
-disperatamente.--Dove sarà? gridò furioso. Dove sarà? E si precipitò giù
+Esposito si raddrizzò, alzò gli occhi al cielo, si torse le mani
+disperatamente.--Dove sarà? gridò furioso. Dove sarà? E si precipitò giù
per le scale di corsa, prima che io avessi il tempo di pronunciare una
parola.
-Lo seguii con lo sguardo, affacciandomi alla tromba delle scale, finchè
+Lo seguii con lo sguardo, affacciandomi alla tromba delle scale, finchè
non lo vidi scomparire. Poi guardai perplesso in me stesso. Infinita
ridicolaggine della vita! Quello era Esposito. Era quel medesimo,
identico Esposito che avevo creduto morto, e ripescato dal fiume, e
coricato sul freddo tavolo di marmo della morgue accanto ad Armida.
Forse neppure Armida era mai esistita, e quell'epistolario era tutto
falso, tutta un'invenzione di Esposito. Forse erano lettere che scriveva
-lui a sè stesso! Dove non ci conducono le disillusioni? Io non dovevo
-credere più a nulla, nemmeno all'evidenza dei miei poveri occhi di
+lui a sè stesso! Dove non ci conducono le disillusioni? Io non dovevo
+credere più a nulla, nemmeno all'evidenza dei miei poveri occhi di
idiota! Maledissi Esposito e me stesso, e, saliti gli ultimi gradini,
entrai nel mio sgabuzzino e mi rinchiusi a doppio giro di chiave.
-Finalmente c'ero: nulla mi avrebbe più smosso di là. Finalmente ero
+Finalmente c'ero: nulla mi avrebbe più smosso di là. Finalmente ero
solo, isolato, difeso da quei muri e da quella porta. Anche quella
stupida giornata era passata per sempre. Non avevo altro da fare che
riprendere la mia vita dal punto in cui l'avevo lasciata la mattina,
quando il ricordo della promessa fatta ad Esposito m'aveva stupidamente
-strappato al mio dolce nulla verso il quale già stavo scivolando
-dolcemente beato. Il letto era là, ancora sfatto, come quando la mattina
+strappato al mio dolce nulla verso il quale già stavo scivolando
+dolcemente beato. Il letto era là, ancora sfatto, come quando la mattina
m'ero alzato rovesciandone le coperte. Pareva che m'aspettasse. Bastava
-infilarsi di nuovo là sotto, e richiudere le coltri, come se nulla fosse
+infilarsi di nuovo là sotto, e richiudere le coltri, come se nulla fosse
avvenuto. Mi spogliai lento, ripensando alle stranezze del caso.
Esposito... La sorella di Esposito, Luisa, e sua madre, che abitavano
sotto lo stesso mio tetto, allo stesso piano di casa, forse proprio in
quella stanza attigua alla mia... Ed io non ne sapevo nulla, io che
-stavo tutto il giorno con lui: nè che Esposito avesse una madre e una
-sorella, nè che il caso mi avesse condotto ad abitare proprio accanto a
+stavo tutto il giorno con lui: nè che Esposito avesse una madre e una
+sorella, nè che il caso mi avesse condotto ad abitare proprio accanto a
loro! Forse quella voce che durante la notte avevo udito lamentarsi e
-piangere era la voce di Luisa... E la voce di quell'uomo, ah! sì, ora la
+piangere era la voce di Luisa... E la voce di quell'uomo, ah! sì, ora la
riconoscevo, quella voce aspra, minacciosa, era la sua voce, la voce di
Esposito! Ora vedevo tutto chiaro. Luisa si rifiutava di sposare quel
signore che le avevano scelto per marito... Ed Esposito la minacciava.
Volevano disfarsi di lei, costringendola a quel matrimonio che le
-ripugnava... Forse la volevano vendere. Per ciò era fuggita... Era
+ripugnava... Forse la volevano vendere. Per ciò era fuggita... Era
fuggita... Dove? Dove era fuggita? Dove poteva fuggire una povera
-ragazza sola, in quella città così grande? Forse il fiume in piena, nel
-quale nè Esposito nè Armida avevano mai pensato di gettarsi, portava ora
+ragazza sola, in quella città così grande? Forse il fiume in piena, nel
+quale nè Esposito nè Armida avevano mai pensato di gettarsi, portava ora
il fragile corpo di Luisa verso un nascondiglio dove nessuno l'avrebbe
-più ritrovato. Luisa... E Armida? Che cosa era avvenuto di lei?
+più ritrovato. Luisa... E Armida? Che cosa era avvenuto di lei?
-Ah! Eppure è bello non soffrire più per nessuna ragione, per nessuno.
+Ah! Eppure è bello non soffrire più per nessuna ragione, per nessuno.
Stendersi in un letto, riposare le ossa indolenzite, pensare al sonno
-che verrà, al tepore che a poco a poco ti avvolgerà tutto come in una
+che verrà, al tepore che a poco a poco ti avvolgerà tutto come in una
nuvola, e considerare tutte le cose come se fossero infinitamente
lontane, e indifferenti, ed estranee. Dire: che importa a me? Se piove,
se tuona, se crollano le montagne intere, se bruciano centinaia di case,
@@ -7000,19 +6969,19 @@ tutte queste catastrofi? Sono qui coricato, dove nessuno mi vede, dove
nessuno mi sente, tutto rattrappito sotto le mie coperte che a poco a
poco si scaldano e fra poco mi scalderanno, e sappiate voi tutti, e voi,
tutte le cose, sappiate che mi sono separato per sempre da voi, siete
-tutti morti, tutte morte per me, o tutte vive, poichè infine m'è uguale
-che siate vive o morte; la vostra prosperità o la vostra disgrazia, il
+tutti morti, tutte morte per me, o tutte vive, poichè infine m'è uguale
+che siate vive o morte; la vostra prosperità o la vostra disgrazia, il
vostro bene o il vostro male, mi sono uguali, ed io non vi voglio in
-verità nè male nè bene. Io solo esisto. Padrone di non esistere più
+verità nè male nè bene. Io solo esisto. Padrone di non esistere più
quando me ne sia stancato. E basta.
-Così mi stringevo intorno al corpo infreddolito le coperte ancora
+Così mi stringevo intorno al corpo infreddolito le coperte ancora
fredde, e non avevo alcun pensiero dell'avvenire. La fine sarebbe venuta
-da sè. Non avrei avuto che da aspettarla. Mi faceva piacere di essere
-così coricato, solo e senza preoccupazioni o doveri, con quel freddo di
-coperte intorno alla carne che mi dava più vivo il senso d'essere
-disteso in un letto, solo, senza una necessità al mondo di vivere
-altrimenti che così, coricato, immobile, abbandonato al mio peso... E a
+da sè. Non avrei avuto che da aspettarla. Mi faceva piacere di essere
+così coricato, solo e senza preoccupazioni o doveri, con quel freddo di
+coperte intorno alla carne che mi dava più vivo il senso d'essere
+disteso in un letto, solo, senza una necessità al mondo di vivere
+altrimenti che così, coricato, immobile, abbandonato al mio peso... E a
poco a poco le palpebre mi si chiusero sul fioco e instabile lume della
candela, e mi trovai trasportato in quella soffice nube che dolcemente
si cullava al soffio di un vento di paradiso. Allora, quando chiusi gli
@@ -7027,40 +6996,40 @@ ancora quella maledetta parete che turbava la mia solitudine e
m'imponeva la presenza di altra gente, introducendola nella mia stanza
dove mi credevo bene isolato, ben chiuso.
-Cacciai la testa sotto le coltri, già nuovamente distolto dalla mia
-felicità, dal mio abbandono: già costretto di nuovo a pensare, a
+Cacciai la testa sotto le coltri, già nuovamente distolto dalla mia
+felicità, dal mio abbandono: già costretto di nuovo a pensare, a
ragionare, ad agire. Come era dunque possibile? Una parete che non
teneva lontano nemmeno il respiro degli altri? Di che cosa era fatta
quella maledetta parete? Di carta? Di un velo? Mi alzai a sedere,
rovesciai le coperte, mi guardai intorno smarrito. Ma abbassando gli
occhi vidi d'un tratto qualche cosa di nero luccicare per terra, che
sbucava di sotto il letto, e non aveva alcuna forma precisa. Allungai
-una mano e toccai una cosa dura che mi sembrò la punta d'uno scarpino.
-Mi buttai col capo in giù, e vidi che sotto il mio letto, tutta
+una mano e toccai una cosa dura che mi sembrò la punta d'uno scarpino.
+Mi buttai col capo in giù, e vidi che sotto il mio letto, tutta
raggomitolata, c'era una donna.
Allora mi rivestii, sospirando, e m'inginocchiai, e le parlai
dolcemente, le dissi:
--Che cosa volete fare? Passare tutta la vostra vita sotto il mio letto?
-Andiamo: via! Siate ragionevole... Esposito non tornerà subito. Non
-avete un amico nel mondo, al quale chiedere aiuto e ospitalità per
+Andiamo: via! Siate ragionevole... Esposito non tornerà subito. Non
+avete un amico nel mondo, al quale chiedere aiuto e ospitalità per
questa notte? Se volete, vi accompagno... Vi conduco io... Se
-incontriamo Esposito, io vi nascondo, io vi difenderò... Ormai il peggio
-è passato, Luisa... Vedete? Conosco anche il vostro nome. Ma intanto non
+incontriamo Esposito, io vi nascondo, io vi difenderò... Ormai il peggio
+è passato, Luisa... Vedete? Conosco anche il vostro nome. Ma intanto non
piangete, Luisa... E fatevi almeno vedere...
Stesi una mano sotto il letto e trovai una sua mano. La strinsi e cercai
-di trarla a me con forza. Ella resistette un poco, poi si lasciò
-trascinare. Sbucò prima il braccio, poi la spalla, poi la testa con i
+di trarla a me con forza. Ella resistette un poco, poi si lasciò
+trascinare. Sbucò prima il braccio, poi la spalla, poi la testa con i
capelli tutti arruffati che le coprivano il viso, poi tutto il resto. E
-rimase così accasciata accanto a me, con la faccia nascosta fra le mani.
+rimase così accasciata accanto a me, con la faccia nascosta fra le mani.
--Dunque, soggiunsi, ditemi: che cosa debbo fare per voi, ora, Luisa?...
Luisa rimase qualche minuto immobile. Soltanto quando le toccai
-bruscamente una spalla per indurla a parlare, incominciò a sciogliere
-adagio adagio il nodo delle mani che s'era stretto sul viso. Sollevò il
+bruscamente una spalla per indurla a parlare, incominciò a sciogliere
+adagio adagio il nodo delle mani che s'era stretto sul viso. Sollevò il
capo, agitandolo in un segno di sconsolato diniego, come per dire:--Che
so, che so, io?--e allora vidi improvvisamente con infinito stupore
dinnanzi a me il volto stralunato di Armida. Mi alzai di scatto. Non
@@ -7077,46 +7046,46 @@ Basta! Basta! Se volete vendicarvi di un amante spergiuro, fatelo fuori
di casa mia! A me poco importa di Esposito e dell'epilogo che finirete
per dare alla vostra goffa tragedia...
-Così dicendo girai la chiave nella toppa e spalancai la porta. Ma Armida
-non si mosse e ruppe in un pianto ancora più disperato. In quel punto
+Così dicendo girai la chiave nella toppa e spalancai la porta. Ma Armida
+non si mosse e ruppe in un pianto ancora più disperato. In quel punto
s'udirono dei passi frettolosi nel corridoio e sulla soglia della mia
stanza apparve Esposito.
---Bene! gridai, affrontandolo con le braccia levate al cielo. Poichè sei
+--Bene! gridai, affrontandolo con le braccia levate al cielo. Poichè sei
venuto, ecco qui quel che ci vuole per te!... Prenditela, e andate...
-Andate lontano, tu e la tua Armida! E scegliete la morte che più vi
-conviene, purchè vi decidiate una buona volta a morire!
+Andate lontano, tu e la tua Armida! E scegliete la morte che più vi
+conviene, purchè vi decidiate una buona volta a morire!
-Ma Esposito mi allontanò con un urto della mano e, afferrata la donna
-per le spalle, la squassò come se avesse voluto stroncarla.
+Ma Esposito mi allontanò con un urto della mano e, afferrata la donna
+per le spalle, la squassò come se avesse voluto stroncarla.
---Maledetta! gridò. Ti ho trovata finalmente! Qui, qui, eri! Ora penso
+--Maledetta! gridò. Ti ho trovata finalmente! Qui, qui, eri! Ora penso
io a tutti e due!
-Si raddrizzò e mi venne incontro minaccioso.
+Si raddrizzò e mi venne incontro minaccioso.
---Che dici tu di Armida? domandò con voce cupa. Che cosa ti importa di
+--Che dici tu di Armida? domandò con voce cupa. Che cosa ti importa di
Armida? Di Luisa, di lei dobbiamo parlare! Tu l'hai nascosta qui... Tu
-lo sapevi... Ecco perchè hai tardato tanto stamani! Tu l'hai nascosta, e
+lo sapevi... Ecco perchè hai tardato tanto stamani! Tu l'hai nascosta, e
hai rovinato me, e tutti noi, per sempre. Per tua colpa le nozze non si
-sono fatte e non si faranno mai più... Infine, l'hai disonorata...
-Poichè Luisa è una fanciulla, e tu sei un uomo, e questa è la tua
-casa... Sai tu che cos'è l'onore di una fanciulla? Di una fidanzata?
+sono fatte e non si faranno mai più... Infine, l'hai disonorata...
+Poichè Luisa è una fanciulla, e tu sei un uomo, e questa è la tua
+casa... Sai tu che cos'è l'onore di una fanciulla? Di una fidanzata?
Ebbene: ora che l'hai disonorata, ora la sposi, tu!
-Egli fece per afferrarmi le mani. Io lo respinsi violento. Mi sembrò
+Egli fece per afferrarmi le mani. Io lo respinsi violento. Mi sembrò
d'essere divenuto cieco d'un tratto. Mi mossi, e mi piantai fra lui e
Luisa, fra Luisa e la porta.
---Ebbene, sì, gli risposi con ira senza rendermi conto di ciò che
+--Ebbene, sì, gli risposi con ira senza rendermi conto di ciò che
dicevo. Non fu mai la fidanzata di nessuno, tua sorella, Luisa, se non
mia... Mia fidanzata! Io l'ho nascosta, io l'ho salvata da te, dai tuoi
intrighi infami... Domani, se ricapitasse, la nasconderei, la salverei
-ancora. Perchè, infine, sappilo, Luisa, tua sorella, io l'amo... Noi,
-noi ci amiamo! E da quest'istante è mia sposa!
+ancora. Perchè, infine, sappilo, Luisa, tua sorella, io l'amo... Noi,
+noi ci amiamo! E da quest'istante è mia sposa!
Poi, curvatomi su Luisa, la presi per le mani e la sollevai. Ed ella si
-lasciò sollevare, e si lasciò stringere fra le mie braccia, si lasciò
+lasciò sollevare, e si lasciò stringere fra le mie braccia, si lasciò
baciare sulle gote, sulla fronte, sulla bocca, inerte, abbandonata,
muta, tremando in tutto il suo povero corpo, che io soverchiavo col mio.
Mi rivolsi quindi nuovamente contro Esposito, che mi guardava stupito.
@@ -7135,76 +7104,76 @@ V.
Sposai Luisa. La sposai. Presi per moglie Luisa. Io che volevo lasciarmi
morire, che certo avrei finito per uccidermi, fui costretto a riprendere
-la mia vita come prima. Per lei: per lei sola. Perchè la sposai? Perchè
-non mi misi a ridere come un pazzo, quando Esposito mi accusò d'aver
-disonorata sua sorella, anzichè rispondere, come un pazzo, di volerla
+la mia vita come prima. Per lei: per lei sola. Perchè la sposai? Perchè
+non mi misi a ridere come un pazzo, quando Esposito mi accusò d'aver
+disonorata sua sorella, anzichè rispondere, come un pazzo, di volerla
sposare? Pazzia per pazzia, sarebbe stato meglio che mi fossi messo a
-ridere senza fermarmi più, finchè non fossero venuti a prendermi con la
+ridere senza fermarmi più, finchè non fossero venuti a prendermi con la
camicia di forza. Ma Luisa, quando rimase sola con me, quella sera, dopo
-le mie parole insensate, mi prese le mani e incominciò a baciarmele
+le mie parole insensate, mi prese le mani e incominciò a baciarmele
piangendo e a bagnarmele delle sue lacrime. Io stavo seduto sul letto,
con gli occhi fissi su lei, come un idiota. Ma Luisa di quando in quando
levava su me il suo sguardo di bambina spaurita, come per domandarmi:
-Dunque è vero? È proprio vero ciò che ho udito? Tu mi sposi? Tu mi
+Dunque è vero? È proprio vero ciò che ho udito? Tu mi sposi? Tu mi
liberi?
Luisa non credette veramente che la sposassi se non quando fummo
-benedetti dinnanzi all'altare del prete che ci unì. Soltanto allora non
-dubitò più di essere vittima di un perfido sogno e di doversi ridestare
-d'un tratto nella consueta realtà della sua vita. Esposito non
-assistette alle nostre nozze. Dopo quella sera non lo vidi più. Io venni
+benedetti dinnanzi all'altare del prete che ci unì. Soltanto allora non
+dubitò più di essere vittima di un perfido sogno e di doversi ridestare
+d'un tratto nella consueta realtà della sua vita. Esposito non
+assistette alle nostre nozze. Dopo quella sera non lo vidi più. Io venni
ad abitare qui con Luisa. Divisi con lei, diventata mia moglie, il suo
piccolo letto di fanciulla, e la nostra prima notte fu senza amore. Non
-rispettai la sua verginità, dopo averla sottratta al commercio che
+rispettai la sua verginità, dopo averla sottratta al commercio che
voleva farne Esposito, suo fratello; ma rispettai il rantolo di sua
madre che riposava in un altro letto, separata da noi appena da una
tenda. Luisa mi teneva le mani strette nelle sue e posate all'altezza
-del cuore, sotto il suo piccolo seno molle, tepido e nudo. Così passò
+del cuore, sotto il suo piccolo seno molle, tepido e nudo. Così passò
quella notte. Luisa aveva trent'anni, ma ne dimostrava sedici. Veramente
-non so se la magrezza e la povertà del suo corpo fossero indizio di una
+non so se la magrezza e la povertà del suo corpo fossero indizio di una
giovinezza precocemente sfiorita o che ancora dovesse sbocciare. Era
-giovane e vecchia. Non aveva età. Io non potei fare a meno di pensare
-con ironia al caso che dopo avermi negata ogni felicità d'amore aveva
+giovane e vecchia. Non aveva età. Io non potei fare a meno di pensare
+con ironia al caso che dopo avermi negata ogni felicità d'amore aveva
voluto infine regalarmi quella gran donna per moglie. Finalmente qualche
cosa potevo godere anch'io nella vita! Una donna! E non dico solo una
-donna, poichè certo ne avrei trovata una ad ogni angolo di strada che si
+donna, poichè certo ne avrei trovata una ad ogni angolo di strada che si
sarebbe lasciata prendere e godere da me per una notte, ma una donna
_mia_, interamente mia, e mia per tutta la vita. Il sogno di tanti anni
-alfine lo avevo realizzato. Oh! potevo ben considerarmi più fortunato di
+alfine lo avevo realizzato. Oh! potevo ben considerarmi più fortunato di
tanti altri, i cui sogni non si realizzano mai. Avevo una donna mia,
coricata nuda accanto a me, in mio assoluto potere. No: non era Daria.
Non era propriamente neppure una donna. Io non l'amavo, non la
-desideravo: non l'avrei nè amata nè desiderata mai. Eppure era mia
+desideravo: non l'avrei nè amata nè desiderata mai. Eppure era mia
moglie. Avrei piuttosto voluto alzarmi pian piano, in silenzio,
cautamente, da quel letto di sposo, e lasciarla al suo sonno innocente e
-beato, e andarmene come ero venuto, lontano, e non rivederla mai più:
+beato, e andarmene come ero venuto, lontano, e non rivederla mai più:
essere generoso con lei come il destino era stato generoso con me. Avrei
-voluto anche domandarle:--Luisa, se hai sposato me, perchè non hai
+voluto anche domandarle:--Luisa, se hai sposato me, perchè non hai
sposato quell'altro? Se hai sposato me senza amore, e senza amore mi
stai ora nuda fra le braccia, non potevi senza amore sposare lui in mia
vece, e coricarti al suo fianco? Far contento Esposito ed evitare a me
questo atto pietoso? Non sono mica io quello che tu vorresti avere ora
-vicino e dargli tutta te stessa! E chi sarà dunque mai?
+vicino e dargli tutta te stessa! E chi sarà dunque mai?
-Così venne l'alba, e incominciò la nostra vita in comune. Io non ebbi il
+Così venne l'alba, e incominciò la nostra vita in comune. Io non ebbi il
coraggio di rivolgermi a Pietro Suavis per chiedergli di essere
riammesso al mio impiego. Oltre tutto la presenza di Esposito mi sarebbe
stata intollerabile. Rimasi alcuni giorni senza lavoro. Infine fui
assunto nella redazione di un piccolo giornale settimanale, che era una
-specie di bollettino dei mercati e delle fiere della città. Avevo il mio
-ufficio nell'angolo più buio di una piccola tipografia. Il mio guadagno
+specie di bollettino dei mercati e delle fiere della città. Avevo il mio
+ufficio nell'angolo più buio di una piccola tipografia. Il mio guadagno
non sarebbe bastato a sfamare me, Luisa e sua madre se non avessi
trovato da racimolare qualche altro soldo come correttore di bozze.
-Luisa cominciò col cucirmi una camicia, poichè quella che portavo era
+Luisa cominciò col cucirmi una camicia, poichè quella che portavo era
tutta rammendi e brandelli. Ma la nostra miseria era tale ch'ella
dovette rassegnarsi a vedermi addosso quest'abito logoro ed unto, che
-oggi non è più che uno straccio. Quando rientravo a casa la sera, tardi,
+oggi non è più che uno straccio. Quando rientravo a casa la sera, tardi,
con le pupille addolorate per la penosa fatica degli occhi, Luisa mi
veniva incontro con il suo mesto sorriso, mi toglieva il cappello dal
capo, mi sollevava sulla fronte i capelli disordinati, e, guardandomi
pietosa, mi domandava:--Sei stanco? Sei molto stanco anche oggi? E
siccome io scrollavo il capo sconfortato senza rispondere, ritraeva la
-mano già alzata per accarezzarmi e se ne andava a capo chino presso il
+mano già alzata per accarezzarmi e se ne andava a capo chino presso il
fornello, dove c'era la pentola della minestra a bollire. Io mi lasciavo
cadere di peso sopra una sedia accanto al tavolo e guardavo sua madre,
che mi fissava muta tentennando il capo, con quei suoi occhi senza
@@ -7217,12 +7186,12 @@ d'intorno, da quella ripugnante immagine del dolore e dell'idiozia che
mi fissava tremando, avrei voluto afferrarla per le spalle, e, facendole
sbatacchiare la testa come ad un fantoccio di stoppa, avrei voluto
rispondere:--Chi sono? Ora te lo dico chi sono. Sono uno che era
-sull'orlo della felicità, di quella felicità dalla quale tu mi guardi
-con il tuo ghigno di ebete. Ed ora se ne è allontanato per sempre, per
+sull'orlo della felicità, di quella felicità dalla quale tu mi guardi
+con il tuo ghigno di ebete. Ed ora se ne è allontanato per sempre, per
sostentare il tuo corpo di bestia e quello tisico di tua figlia! Per
sfamare voi due, io vivo e fatico e mi accieco dalla mattina alla sera.
-Per pietà di voi due io mi sono rassegnato ad essere il più ridicolo e
-il più infelice degli uomini... Ma perchè ci ostiniamo tutti e tre a
+Per pietà di voi due io mi sono rassegnato ad essere il più ridicolo e
+il più infelice degli uomini... Ma perchè ci ostiniamo tutti e tre a
vivere? Su via, madre nostra: dacci l'esempio... E le avrei tirato il
collo come ad una vecchia gallina. Ma Luisa con la scodella fumante e
colma, camminando in punta di piedi, trattenendo il respiro per paura di
@@ -7231,21 +7200,21 @@ piatto dinnanzi, allora soddisfatta mi sorrideva del suo sorriso buono e
innocente di bambina intristita.
--Mangia, povero piccolo, mi diceva posandomi una mano leggiera leggiera
-sopra una spalla. È buona, vedrai... Ti farà bene.
+sopra una spalla. È buona, vedrai... Ti farà bene.
Ed io, distratto improvvisamente dai miei lugubri pensieri, sentivo
-nascere dentro di me un'ilarità cattiva, che avrebbe voluto prorompere
+nascere dentro di me un'ilarità cattiva, che avrebbe voluto prorompere
in un riso sguaiato, rovesciarsi brutalmente su tutta quella tristezza.
--Piccolo, a me, a me, piccolo! pensavo con una smorfia beffarda. Io,
qui, vecchio e sfiancato, brutto e sporco come un cesso, io qui un
rifiuto d'uomo, con una faccia da ergastolano, con tutto il mio dolore,
e la mia pena, e la mia stanchezza scritta sulla fronte, io, io, mi si
-chiama così, come un bambino: povero piccolo, povero piccolo! Chi ti
+chiama così, come un bambino: povero piccolo, povero piccolo! Chi ti
crede, bella mia? Chi vuoi che la beva? Non mi vedi mica tu quanto sono
brutto e sporco, miserabile, e vecchio, e stracco; quanto sono
ripugnante ed odioso; come sono irritato e cattivo!... Niente affatto
-piccolo. Povero: povero sì. Ma povero diavolo, povero cane, povero
+piccolo. Povero: povero sì. Ma povero diavolo, povero cane, povero
idiota... Ecco i miei veri nomi. E tu li sai, via, cara Luisa: li sai
meglio ancora di me!...
@@ -7253,7 +7222,7 @@ Mi curvavo sulla minestra e mi mettevo a mangiare in silenzio. Luisa con
una mezza scodellina allora mi sedeva di fronte, e v'intingeva appena la
punta del cucchiaio, e non mangiava che con la punta delle labbra.
Bastava ch'io levassi gli occhi dal piatto e facessi un gesto vago,
-indeciso, un gesto qualunque, il più insignificante, il più
+indeciso, un gesto qualunque, il più insignificante, il più
indeterminato, per vederla saltare in piedi e sentirla domandare
premurosa:
@@ -7263,24 +7232,24 @@ E correva a prendere un cartoccino di sale pestato e me lo scartocciava
dinnanzi. Io non volevo il sale. Non volevo nulla.
--Grazie, le dicevo, secco, irritato da quell'esagerato zelo, non voglio
-sale... Ce n'è anche troppo...
+sale... Ce n'è anche troppo...
Luisa s'alzava per tempo la mattina: prima di me. Sgusciava dal nostro
lettuccio stretto senza che io la sentissi, e per prima cosa accendeva
-il fornello e riscaldava il caffè. Poi lustrava le mie vecchie scarpe, e
+il fornello e riscaldava il caffè. Poi lustrava le mie vecchie scarpe, e
con infinita pazienza smacchiava il bavero, le maniche e i calzoni del
mio abito tutto unto e sdrucito. Poi, vestita sua madre, le lavava il
viso e le mani con una pezzuola inzuppata, e la conduceva a sedere sulla
poltrona. Tutto questo in punta di piedi e scalza, quantunque si fosse
d'inverno, per non destarmi. Mi destava quando tutto era in ordine, il
-caffè caldo. Mi toccava leggermente una spalla e mi sospirava quasi sul
-viso un:--Dèstati, Paris... Paris, ti svegli?... Io, la mattina, avevo
+caffè caldo. Mi toccava leggermente una spalla e mi sospirava quasi sul
+viso un:--Dèstati, Paris... Paris, ti svegli?... Io, la mattina, avevo
il sonno stanco e pesante. Ella temeva di sentirmi gridare, di vedermi
adirato. Aspettava qualche minuto, zitta, immobile, per conoscere
l'effetto del suo primo richiamo. Io non l'avevo udito nemmeno, non mi
muovevo, continuavo a respirare profondo e grave, addormentato. Allora
-la sua mano mi si posava sul capo e un poco più forte la sua voce
-diceva:--Paris, è tardi... Ti svegli, Paris? Finalmente mi svegliavo, e
+la sua mano mi si posava sul capo e un poco più forte la sua voce
+diceva:--Paris, è tardi... Ti svegli, Paris? Finalmente mi svegliavo, e
la prima cosa che vedevo svegliandomi era quel sorriso malinconico e
pietoso sul visuccio di Luisa.
@@ -7294,7 +7263,7 @@ Era una santa? L'avrebbero beatificata un giorno? Ci sarebbe stata una
Beata Luisa di Paris? Ah! Ah! Una buona, una devota serva: secondo la
mia opinione d'allora questo era Luisa, mia moglie.
-Tutto il giorno io lo passavo fuori. A mezzodì la mia colezione
+Tutto il giorno io lo passavo fuori. A mezzodì la mia colezione
consisteva in un pezzo di pane inzuppato in un po' di vino. Nessuno
degli operai che lavoravano in quella tipografia era miserabile quanto
me: un borghese. Luisa, quando aveva ripulito tutta la casa, si metteva
@@ -7302,10 +7271,10 @@ in capo il suo cappellino spennacchiato, al collo una sciarpetta di
lana, e andava a misurar camicie ai suoi clienti. Il suo mestiere era
infatti di tagliare e cucire camicie da uomo. Questo lavoro non le
rendeva quasi nulla, ed io veramente ho sempre pensato che le servisse
-più che altro da pretesto per uscire e rimanere lunghe ore fuori di
+più che altro da pretesto per uscire e rimanere lunghe ore fuori di
casa. Ma non ero geloso. Non me ne importava nulla di lei. Io non la
consideravo neppure una moglie. Era una cosa, niente altro che una cosa,
-per me. Ma anche Luisa aveva le sue piccole vanità. Quando si vestiva
+per me. Ma anche Luisa aveva le sue piccole vanità. Quando si vestiva
per uscire, il suo povero cappellino se lo appuntava con civetteria
sulla fronte, e non si staccava dallo specchio senza prima essersi
assicurata che i due ricciolini, sulle orecchie, fossero bene
@@ -7315,27 +7284,27 @@ timida ed impacciata. Era donna, in fine, Luisa, come tutte le altre.
Un giorno di domenica, la mattina ero ancora a letto, e Luisa si vestiva
per uscire. Quando fu vestita, come sempre si sedette dinnanzi allo
-specchio e incominciò ad arricciarsi con la punta delle dita i capelli
-corti delle tempie. Non erano nè i capelli neri di Daria, nè i capelli
+specchio e incominciò ad arricciarsi con la punta delle dita i capelli
+corti delle tempie. Non erano nè i capelli neri di Daria, nè i capelli
biondi di Silvina. Erano castano-grigi i capelli di Luisa. Erano dei
brutti capelli. Mentre facevo fra me questa considerazione, ella vide
-nello specchio che la guardavo. Arrossì tutta, d'un tratto, e confusa si
+nello specchio che la guardavo. Arrossì tutta, d'un tratto, e confusa si
volse verso di me.
---Perchè mi guardi così? mi domandò cercando di sorridere, timida.
+--Perchè mi guardi così? mi domandò cercando di sorridere, timida.
---Niente, risposi anch'io confuso. Non ti guardo più.
+--Niente, risposi anch'io confuso. Non ti guardo più.
---Ti dispiace? mi domandò allora Luisa senza più sorridere.
+--Ti dispiace? mi domandò allora Luisa senza più sorridere.
--Che cosa? Che cosa mi dispiace?
-Luisa esitò un istante.
+Luisa esitò un istante.
--Credevo, soggiunse abbassando gli occhi, credevo che ti dispiacesse di
-vedermi allo specchio. Sono così brutta, Paris...
+vedermi allo specchio. Sono così brutta, Paris...
-Poi nascose il viso sempre coperto di porpora e mormorò:
+Poi nascose il viso sempre coperto di porpora e mormorò:
--Vorrei essere bella... bella... bella...
@@ -7343,72 +7312,72 @@ Io mi misi a ridere. Luisa, piegatasi sul tavolo, ruppe in singhiozzi.
Il mio primo impulso fu di alzarmi per picchiarla. Ma mi girai sopra un
fianco e le voltai la schiena.
---Che cosa sono queste scene? gridai. Che cos'è questo piangere? Spetta
+--Che cosa sono queste scene? gridai. Che cos'è questo piangere? Spetta
forse a me di consolarti? Per me sei bella: bellissima. Per me sei anche
troppo bella... Finiscila, Luisa! Ci sono mali peggiori... Se si deve
piangere, piangiamo per qualche altra ragione.
-Luisa cessò di piangere. Forse continuò a piangere, ma pianse in
+Luisa cessò di piangere. Forse continuò a piangere, ma pianse in
silenzio.
---Guarda, adesso, che storie! pensavo. Lo racconta a me, che non è
+--Guarda, adesso, che storie! pensavo. Lo racconta a me, che non è
bella. Le ho mai chiesto di essere bella, io? L'ho forse mai
rimproverata di non essere bella abbastanza?
---Come siete curiose voi donne! dissi forte. Non avete il più piccolo
-senso dell'opportunità.
+--Come siete curiose voi donne! dissi forte. Non avete il più piccolo
+senso dell'opportunità.
-Dopo un poco Luisa si alzò, si avvolse la sciarpa di lana due volte
-intorno al collo e si incamminò verso l'uscio. Con la mano posata sulla
+Dopo un poco Luisa si alzò, si avvolse la sciarpa di lana due volte
+intorno al collo e si incamminò verso l'uscio. Con la mano posata sulla
maniglia, rimase un momento a guardarmi.
---Mi devi credere ben sciocca, tu, Paris, mormorò.
+--Mi devi credere ben sciocca, tu, Paris, mormorò.
-Non mi mossi. Allora ella si avvicinò a me e mi disse umilmente:
+Non mi mossi. Allora ella si avvicinò a me e mi disse umilmente:
--Paris... Mi perdoni?
---Sì, sì, risposi, ti perdono. Di che? Ti perdono, ti perdono...
+--Sì, sì, risposi, ti perdono. Di che? Ti perdono, ti perdono...
---Non così, ti prego, Paris... Lo so: sono tanto sciocca... Ma tu _devi_
+--Non così, ti prego, Paris... Lo so: sono tanto sciocca... Ma tu _devi_
compatirmi.
---Sì, cara, sì, sì, risposi questa volta con voce dolce, da ipocrita.
-Non ci pensare più... Ti ho già perdonato.
+--Sì, cara, sì, sì, risposi questa volta con voce dolce, da ipocrita.
+Non ci pensare più... Ti ho già perdonato.
-Luisa uscì ed io rimasi a ridere di me stesso.--Ma se non le chiedo
-nulla! pensavo. Che cosa vuole ancora da me? Se lei non è bella, che
-cosa sono io, al suo confronto? Non sarò certo il suo tipo. Ogni donna,
-infatti, ha un _tipo_ suo d'uomo. E quantunque il più delle volte le
-donne finiscano per amare proprio un uomo che non è il loro _tipo_, io
+Luisa uscì ed io rimasi a ridere di me stesso.--Ma se non le chiedo
+nulla! pensavo. Che cosa vuole ancora da me? Se lei non è bella, che
+cosa sono io, al suo confronto? Non sarò certo il suo tipo. Ogni donna,
+infatti, ha un _tipo_ suo d'uomo. E quantunque il più delle volte le
+donne finiscano per amare proprio un uomo che non è il loro _tipo_, io
veramente non potevo essere il _tipo_ di nessuna, nemmeno quello di
-Luisa. Ciò che m'irritava contro di lei era appunto quel suo continuo
+Luisa. Ciò che m'irritava contro di lei era appunto quel suo continuo
mascherare la gratitudine, che certamente nutriva per me, che la rendeva
-così docile, così sottomessa, così affettuosa, così premurosa in ogni
+così docile, così sottomessa, così affettuosa, così premurosa in ogni
suo atto e pensiero, era proprio questo volerla mascherare da amore,
mentre amore non poteva essere, che mi irritava contro di lei. E anche
la sua gratitudine in fondo mi irritava. Avrei voluto diventare ricco
d'un colpo, o soltanto ricuperare la mia agiatezza d'un tempo, per far
-sì ch'ella non si sentisse più in obbligo di lavorare per me, di
+sì ch'ella non si sentisse più in obbligo di lavorare per me, di
alleggerirmi del peso dell'esistenza sua e di sua madre, adattandosi
-alle fatiche più umili e mortificanti per pagarmi il suo debito di
-riconoscenza. Ma, infine, perchè dunque mi affaticavo tanto per una cosa
-di così poco conto? A me bastava di vedere chiaramente quale fosse la
+alle fatiche più umili e mortificanti per pagarmi il suo debito di
+riconoscenza. Ma, infine, perchè dunque mi affaticavo tanto per una cosa
+di così poco conto? A me bastava di vedere chiaramente quale fosse la
mia vera situazione di fronte a Luisa, senza lasciarmi ingannare dalle
apparenze. Sopratutto mi bastava di vivere andando alla deriva,
sottoponendo il mio corpo a tutte le pene necessarie, costringendo i
miei occhi a consumarsi sulle bozze nella falsa luce della tipografia,
il mio stomaco a sopportare l'appetito come una regola di perfetta
-igiene, i miei poveri piedi a guazzare nell'umidità del fango che mi
+igiene, i miei poveri piedi a guazzare nell'umidità del fango che mi
riempiva le scarpe tutte buchi e strappi, a subire le punture gelide
della tramontana invernale le carni mal difese da quella ragnatela di
vestito; ma lasciando inerte e addormentato il mio pensiero, il cervello
-arrugginito, l'anima lontana, ignara, assente. Così, soltanto così, mi
+arrugginito, l'anima lontana, ignara, assente. Così, soltanto così, mi
sentivo ancora la forza di vivere.
-Luisa rientrò poco dopo con un mazzolino di viole mammole, che si
-affrettò a mettere in un bicchiere. Il bicchiere lo posò poi in mezzo al
-tavolo, e mi guardò come perchè le dicessi:
+Luisa rientrò poco dopo con un mazzolino di viole mammole, che si
+affrettò a mettere in un bicchiere. Il bicchiere lo posò poi in mezzo al
+tavolo, e mi guardò come perchè le dicessi:
--Oh! un po' di fiori... Brava piccola! Hai fatto bene a comprare questo
mazzolino di viole.
@@ -7418,14 +7387,14 @@ Ma non dissi nulla e pensai:
--Tutte trovano chi regala un mazzolino di fiori. Povera piccola! Anche
tu hai diritto alle tue illusioni...
---Non ti piacciono? mi domandò Luisa, vedendo che continuavo a tacere.
+--Non ti piacciono? mi domandò Luisa, vedendo che continuavo a tacere.
-Prese di nuovo in mano quelle poche viole e le odorò, e avvicinatasi a
+Prese di nuovo in mano quelle poche viole e le odorò, e avvicinatasi a
me disse:
--Senti che profumo di primavera...
-Me le porgeva perchè le odorassi. Vi accostai appena il naso. Dissi
+Me le porgeva perchè le odorassi. Vi accostai appena il naso. Dissi
semplicemente:
--Buono...
@@ -7438,31 +7407,31 @@ tante. Costano appena tre soldi...
--Tre soldi, tre soldi, brontolai io. Ci vuol poco, giusto, a sudarli,
tre soldi!
-Luisa disillusa abbassò la fronte.
+Luisa disillusa abbassò la fronte.
---E anche per lei, soggiunse poi, a voce bassa, indicando sua madre. È
+--E anche per lei, soggiunse poi, a voce bassa, indicando sua madre. È
la sola cosa che la faccia ancora sorridere.
-Si voltò e si avvicinò alla poltrona dove era seduta sua madre, nel vano
+Si voltò e si avvicinò alla poltrona dove era seduta sua madre, nel vano
della finestra.
--Mammuzza, le disse, senti come sono profumate...
-E le accostò il mazzolino alla bocca.
+E le accostò il mazzolino alla bocca.
La vecchia perdeva un filo di bava dall'angolo delle labbra e tentennava
la testa facendo no no no, sempre no, e tutte le cose no, a tutte le
parole no, sempre sempre quel no no no che non potevo sopportare senza
un senso di irritazione profonda, quasi non fosse il moto involontario
-di un'idiota, ma una sua negazione cosciente e beffarda di tutto ciò che
+di un'idiota, ma una sua negazione cosciente e beffarda di tutto ciò che
vedeva e udiva e le passava dinnanzi. Ma quando ebbe le viole mammole
sotto il naso, il suo viso di mummia io lo vidi subitamente illuminarsi
di un sorriso macabro, come quello di un teschio in un grottesco di
-Goya; e la sua testa cessò di oscillare. Allora notai, che così, disteso
+Goya; e la sua testa cessò di oscillare. Allora notai, che così, disteso
da quel sorriso, il viso della madre somigliava al viso della figlia
come ogni caricatura somiglia all'originale. Era proprio Luisa,
ottantenne ed idiota, che sorrideva in quel viso odioso! Ella sarebbe
-stata così un giorno... Così: ed io avrei dovuto farle odorare dei fiori
+stata così un giorno... Così: ed io avrei dovuto farle odorare dei fiori
per provare se qualche cosa della sua anima vivesse ancora... Anche
costei era stata giovane come Luisa ed era stata amata. Anche lei era
uscita le domeniche vestita a festa, e aveva ricevuto in dono un
@@ -7480,13 +7449,13 @@ Allora mi rivoltai e le dissi:
--Luisa, siamo marito e moglie: dovremo vivere forse lungamente insieme.
Ebbene: sappi che non amo nessuna di queste cose che quasi tutti gli
altri amano. I fiori, i dolci, i sorrisi, le tenerezze, non mi
-piacciono. Queste cose mi commovevano un tempo. Ora non le sento più,
-Luisa... Non le posso più sopportare... La vita ha distrutto in me tutto
-ciò che sapeva di poesia: tutto. E ricordati che se ti ho sposato, ti ho
-sposato per me, per me solo, perchè mi faceva piacere sposarti e per
+piacciono. Queste cose mi commovevano un tempo. Ora non le sento più,
+Luisa... Non le posso più sopportare... La vita ha distrutto in me tutto
+ciò che sapeva di poesia: tutto. E ricordati che se ti ho sposato, ti ho
+sposato per me, per me solo, perchè mi faceva piacere sposarti e per
nessuna altra ragione...
-Così le parlai dolce e cattivo. Luisa non fiatò, ma da quel giorno fu
+Così le parlai dolce e cattivo. Luisa non fiatò, ma da quel giorno fu
un'altra donna con me.
@@ -7498,24 +7467,24 @@ VII.
Era questo il nostro stato d'animo quando Isacco venne ad occupare lo
sgabuzzino che io occupavo prima di sposare Luisa: quella cameretta dove
ora dorme tranquillo. La nostra vita era come l'ho descritta: una vita
-grigia, senza gioia, senza pace. Isacco è di natura ciarliero come un
+grigia, senza gioia, senza pace. Isacco è di natura ciarliero come un
merlo. Egli si mise subito a chiacchierare con noi attraverso questo
paravento di parete che divide la mia dalla sua stanza. Era accaduto
-qualche cosa di insolito in città, e, tardi, verso mezzanotte, fummo
+qualche cosa di insolito in città, e, tardi, verso mezzanotte, fummo
destati da uno scoppio cupo e lungo come un tuono. Luisa, spaventata,
-non potè fare a meno di gridare:--Paris, che sarà, che sarà? E Isacco si
+non potè fare a meno di gridare:--Paris, che sarà, che sarà? E Isacco si
credette in obbligo di rassicurarla. Doveva essere scoppiato il
gazometro. Infatti da dieci giorni gli operai delle officine
-minacciavano di farlo saltare. Senza dubbio la città sarebbe ora rimasta
-al buio per intere settimane, poichè le officine elettriche, che erano
+minacciavano di farlo saltare. Senza dubbio la città sarebbe ora rimasta
+al buio per intere settimane, poichè le officine elettriche, che erano
adiacenti al gazometro, dovevano aver subito gravi danni a causa
-dell'esplosione. In molti punti della città, in previsione di quella
+dell'esplosione. In molti punti della città, in previsione di quella
catastrofe, fino dalla sera innanzi i soldati del genio avevano piazzato
dei riflettori. E Isacco descrisse a vivi colori l'aspetto delle vie e
delle case illuminate da quei fasci di luce bianchissima.--Sembrava
tutto un altro mondo, disse. Ogni cosa ha un aspetto diverso da quello
-che noi vediamo abitualmente... Vatti a fidare ora della realtà!... E se
-anche quella che chiamiamo realtà non fosse altro che un'opinione? Vi
+che noi vediamo abitualmente... Vatti a fidare ora della realtà!... E se
+anche quella che chiamiamo realtà non fosse altro che un'opinione? Vi
stupirebbe?
--Poco importa!.. dissi io. E per conchiudere, soggiunsi:--Buona
@@ -7525,9 +7494,9 @@ notte...
Dopo un momento di silenzio, durante il quale, indifferente all'annuncio
di quei cataclismi sociali, io mi stavo riaddormentando, la vocina di
-Isacco ricominciò:
+Isacco ricominciò:
---Non vi sembra di udire come un crepitìo di fucilate?
+--Non vi sembra di udire come un crepitìo di fucilate?
Riaprii gli occhi e stetti un momento in ascolto.
@@ -7537,43 +7506,43 @@ Riaprii gli occhi e stetti un momento in ascolto.
Passarono ancora pochi minuti, durante i quali mi rannicchiai tutto nel
mio angolo di letto, con le coperte sul capo. Poi la voce di Isacco
-domandò:
+domandò:
---Domani mattina si potrà attraversare il ponte? O saremo tagliati fuori
+--Domani mattina si potrà attraversare il ponte? O saremo tagliati fuori
dai quartieri del centro?
--Speriamo di no, dissi. E ancora una volta ripetei:--Buona notte...
--Buona notte, disse Isacco.
-M'ero quasi riaddormentato, quando la voce di Isacco più sveglia che mai
-esclamò:
+M'ero quasi riaddormentato, quando la voce di Isacco più sveglia che mai
+esclamò:
--Questi sono fucili!...
-Ma io, fingendo di russare, non gli risposi più nulla.
+Ma io, fingendo di russare, non gli risposi più nulla.
La mattina dopo veramente tutti i ponti erano sbarrati da cordoni di
-soldati. Il nostro quartiere era isolato dal centro della città. Tentai
+soldati. Il nostro quartiere era isolato dal centro della città. Tentai
invano di passare, spiegando a un sergente come la tipografia nella
-quale lavoravo fosse proprio subito al di là del ponte. La consegna era
-rigorosa. Ritornai perciò lentamente verso casa mia, percorrendo un
-tratto del viale lungo il fiume. Incominciò a nevicare attraverso i rami
-nudi degli alberi. Il fiume era gonfio. Sempre così silenzioso, si
+quale lavoravo fosse proprio subito al di là del ponte. La consegna era
+rigorosa. Ritornai perciò lentamente verso casa mia, percorrendo un
+tratto del viale lungo il fiume. Incominciò a nevicare attraverso i rami
+nudi degli alberi. Il fiume era gonfio. Sempre così silenzioso, si
levava allora dalla corrente tutta mulinelli e spume un cupo e lungo
-boato. Le due rive erano semideserte. Soltanto alle due estremità di
+boato. Le due rive erano semideserte. Soltanto alle due estremità di
ogni ponte c'era radunata una folla che si guardava silenziosa, con
-buffa curiosità, come se da una parte e dall'altra non fossero stati gli
+buffa curiosità, come se da una parte e dall'altra non fossero stati gli
stessi che fino alla sera prima si erano trovati a camminare insieme su
-quei ponti che allora li dividevano. Già stavo per affrettare il passo
-sotto la neve che cadeva sempre più fitta, quando qualcuno mi si mise al
-fianco e mi salutò. Era uno che non avevo mai veduto. Ma subito si fece
+quei ponti che allora li dividevano. Già stavo per affrettare il passo
+sotto la neve che cadeva sempre più fitta, quando qualcuno mi si mise al
+fianco e mi salutò. Era uno che non avevo mai veduto. Ma subito si fece
conoscere.
---Sono il vostro nuovo vicino, mi dichiarò sorridendo. Ve lo dicevo,
+--Sono il vostro nuovo vicino, mi dichiarò sorridendo. Ve lo dicevo,
iersera, che i ponti sarebbero stati sbarrati?
-Lo guardai. Era un piccolo uomo più basso di statura molto di me: mi
+Lo guardai. Era un piccolo uomo più basso di statura molto di me: mi
arrivava appena alla spalla. Andava un po' curvo, a passi brevi e
ineguali, stretto in un mantellino color cioccolato, con il cappuccio
tirato sopra una berretta di panno verde, tonda come una papalina.
@@ -7581,23 +7550,23 @@ Doveva avere poco meno di trent'anni. La sua faccia era olivastra
pallida, con una rada barba corta e increspata e tutti i tratti propri
della sua razza: gli occhi grandi e neri, le labbra leggermente tumide.
Sentii che da quel momento avrei dovuto subirlo come una mosca. Infatti,
-con quelle parole mi si accompagnò, salì con me le scale, entrò con me
+con quelle parole mi si accompagnò, salì con me le scale, entrò con me
nella nostra camera. E poi che si fu sgrullata la neve dal mantellino ed
ebbe abbassato il cappuccio, si tolse il berretto, e, rivolto a Luisa,
-le domandò con il tono più naturale del mondo, come se l'avesse
+le domandò con il tono più naturale del mondo, come se l'avesse
conosciuta da vent'anni:
--Che ne dice lei, signora Luisa?
-Così Isacco si introdusse nella nostra intimità: senza cerimonie,
+Così Isacco si introdusse nella nostra intimità: senza cerimonie,
divenne uno di casa. Isacco era commesso in una botteghina di libri
-usati situata all'angolo dell'Università, molto frequentata dagli
+usati situata all'angolo dell'Università, molto frequentata dagli
studenti poveri. Si credeva, e ancora si crede, un sapiente. Sa a
memoria i titoli di centinaia di libri. Conosce la storia dei loro
-autori, l'anno in cui furono stampati. Ben presto manifestò per me una
+autori, l'anno in cui furono stampati. Ben presto manifestò per me una
simpatia esagerata, un attaccamento quasi morboso. Ogni sera veniva ad
aspettarmi quando uscivo dalla tipografia e mi riaccompagnava a casa. Se
-mi vedeva con un viso più buio del solito:
+mi vedeva con un viso più buio del solito:
--Capisco, mi diceva, che questa sera non vi va di parlare...
@@ -7608,24 +7577,24 @@ avevo il viso sereno, allora incominciava a raccontarmi mille storie
diverse e non si stancava di domandarmi che cosa io ne pensassi. Io non
pensavo mai nulla di nulla, ma Isacco non si arrendeva facilmente alla
mia indifferenza. Spesso non ritornavo subito a casa, ma mi perdevo in
-lunghi giri per le vie più deserte della città. Senza mostrare nè
-impazienza nè stanchezza, mi seguiva nei miei vagabondaggi, anche sotto
+lunghi giri per le vie più deserte della città. Senza mostrare nè
+impazienza nè stanchezza, mi seguiva nei miei vagabondaggi, anche sotto
la pioggia o nella neve, come se non avesse altro desiderio che di
camminare senza uno scopo in quelle fredde sere d'inverno. Giunti
all'angolo della nostra casa, Isacco si separava da me per andare a
-mangiare in una bettola poco lontana, mentre io salivo quassù dove
+mangiare in una bettola poco lontana, mentre io salivo quassù dove
m'aspettava la mia magra cena. Ma prima di allontanarsi mi diceva:
--Fra poco vi rivedo... Voglio augurare la buona notte alla signora
Luisa...
-Così bussava discreto alla porta, metteva fra i battenti la sua faccia
+Così bussava discreto alla porta, metteva fra i battenti la sua faccia
pallida tutta annerita dai peli e dagli occhi, e domandava dolce:
---Si può?
+--Si può?
Io levavo il capo dalla tavola e lo guardavo senza simpatia. Mi era
-odioso. Non lo potevo soffrire. Lo giudicavo il più grande importuno che
+odioso. Non lo potevo soffrire. Lo giudicavo il più grande importuno che
fosse mai nato sulla terra e consideravo la sua compagnia come l'ultima
delle mie sventure. Ma Isacco, incoraggiato da un mezzo sorriso di
Luisa, entrava facendo un profondo inchino alla vecchia che lo guardava
@@ -7633,41 +7602,41 @@ dalla poltrona con quei suoi occhi di stupore, e si veniva a sedere fra
noi due, accanto al lume.
Io lo trattavo rudemente, quasi con villania, sperando, che, offeso, se
-ne andasse per non ritornare mai più. Ma Isacco, la sera, non vedeva che
+ne andasse per non ritornare mai più. Ma Isacco, la sera, non vedeva che
Luisa; non si occupava che di lei. Le ripeteva tutte le storie che aveva
-già raccontato a me durante la strada, e sempre chiedeva che cosa ne
+già raccontato a me durante la strada, e sempre chiedeva che cosa ne
pensasse la signora Luisa. Luisa si credeva in obbligo di rispondere, e
ne nascevano conversazioni interminabili. A un certo punto, senza
parlare, io mi alzavo in piedi e mi avvicinavo lento lento al letto.
Incominciavo in silenzio a sbottonarmi la camicia; mi sfilavo la giacca
e l'appendevo al piolo. Allora Isacco diceva:
---Lasciamolo che si corichi... Stasera, signor Paris, avete più sonno
+--Lasciamolo che si corichi... Stasera, signor Paris, avete più sonno
del solito...
Rimetteva la sedia al suo posto e Luisa lo accompagnava nel corridoio, e
-là rimanevano ancora a chiacchierare. Io mi spogliavo tutto e mi
+là rimanevano ancora a chiacchierare. Io mi spogliavo tutto e mi
stendevo tra le lenzuola. Quando finalmente Isacco le dava la buona
notte, Luisa rientrava e io le dicevo:
---Basta, basta, per carità! Non la finirete più di parlare... Costui
+--Basta, basta, per carità! Non la finirete più di parlare... Costui
s'attacca come la rogna...
---Piano piano, supplicava Luisa. Lo sai che si sente tutto, di là...
+--Piano piano, supplicava Luisa. Lo sai che si sente tutto, di là...
---E che importa a me, se si sente? replicavo. Dico che basta. È peggio
+--E che importa a me, se si sente? replicavo. Dico che basta. È peggio
della rogna.
-Passarono così alcune settimane. A un certo punto Isacco inventò di
-avere uno zio ricco, che possedeva anche un giardino, e mi capitò
+Passarono così alcune settimane. A un certo punto Isacco inventò di
+avere uno zio ricco, che possedeva anche un giardino, e mi capitò
davanti una sera con un mazzo di rose.
---Che m'avete detto ieri, passando dinnanzi al fioraio? mi domandò.
+--Che m'avete detto ieri, passando dinnanzi al fioraio? mi domandò.
--Che cosa?
---Oh! oh! esclamò Isacco ridendo. Non avete detto: «Che belle rose? Un
-tempo erano la mia delizia, le rose. Chi si ricorda più di quel tempo?»
+--Oh! oh! esclamò Isacco ridendo. Non avete detto: «Che belle rose? Un
+tempo erano la mia delizia, le rose. Chi si ricorda più di quel tempo?»
Era vero. Avevo veduto delle rose carnicine, d'un colore chiaro e vivo
come la gota di un bimbo, nella vetrina d'un fioraio, e m'ero lasciato
@@ -7682,22 +7651,22 @@ Isacco mi porse il mazzo.
Presi quelle rose, che erano delicate e profumate, fresche ancora di
goccioline d'argento, e vi affondai il viso per odorarle.
---Che soavità, dissi. E le porsi a Luisa.
+--Che soavità, dissi. E le porsi a Luisa.
-Luisa le mise in una brocca, posò la brocca in mezzo alla tavola, e mi
-guardò sorridendo.
+Luisa le mise in una brocca, posò la brocca in mezzo alla tavola, e mi
+guardò sorridendo.
--Ah! esclamai senza pensare alle conseguenze che le parole che stavo
per pronunciare potevano avere per me, queste sono le vere gioie del
-ricco! La vita è grama per tutti: per tutti ha un fondo di dolore... Ma
+ricco! La vita è grama per tutti: per tutti ha un fondo di dolore... Ma
alla superficie almeno si hanno delle piccole gioie che versano una
-goccia di oblio sui più tristi pensieri. Un fiore... Queste rose... E
+goccia di oblio sui più tristi pensieri. Un fiore... Queste rose... E
tutto si dimentica per un istante.
---Sì, continuai dopo una pausa, tu per esempio hai freddo: ecco un
-dolore fisico atroce, una sofferenza che dà la disperazione. Il povero
+--Sì, continuai dopo una pausa, tu per esempio hai freddo: ecco un
+dolore fisico atroce, una sofferenza che dà la disperazione. Il povero
la conosce. Il ricco accende una bella stufa o si avvolge nella sua
-pelliccia e dimentica che c'è un inverno tetro, la neve, il vento, una
+pelliccia e dimentica che c'è un inverno tetro, la neve, il vento, una
desolata stagione...
Isacco che mi udiva per la prima volta parlare, mi guardava meravigliato
@@ -7705,25 +7674,25 @@ e non faceva che assentire col capo.
--E tutto forse finisce qui? domandai. Ora, dissi, io ho mangiato, tutti
abbiamo mangiato. Possiamo dire di aver fame? Sete? No, certo: non
-abbiamo nè fame nè sete. Eppure se ci fosse qui, in mezzo alla tavola,
+abbiamo nè fame nè sete. Eppure se ci fosse qui, in mezzo alla tavola,
una pasta sfoglia, un pasticciotto di crema, e un po' di rosolio, o un
bicchiere di vino dolce, non ci sentiremmo forse men tristi? Meno
stanchi della nostra giornata? Meno desiderosi di coricarci e di
-dormire, per non pensare più all'oggi e al domani, alla nostra povera
+dormire, per non pensare più all'oggi e al domani, alla nostra povera
vita di sempre?
---Così è, caro Isacco! soggiunsi battendogli una mano sulla spalla. Io
-lo so per esperienza. Ma ciò che si è voluto perdere, è inutile che si
-rimpianga. Allora si finge di credere di non amare più nessuna delle
+--Così è, caro Isacco! soggiunsi battendogli una mano sulla spalla. Io
+lo so per esperienza. Ma ciò che si è voluto perdere, è inutile che si
+rimpianga. Allora si finge di credere di non amare più nessuna delle
piccole cose che ci davano gioia e piacere un tempo. Addirittura si
rinnegano, si disprezzano. Che cosa sono, in fondo, dei fiori? Sono
degli stupidi balocchi della natura, una delle tante cose superflue che
-essa crea, a scapito di tante altre cose necessarie, di cui invece è
+essa crea, a scapito di tante altre cose necessarie, di cui invece è
avara. E a che servono? Quando li hai ben bene tenuti in fresco due
giorni, appassiscono e muoiono, e bisogna buttarli via. E i dolci? Siamo
forse dei bambini golosi? Vogliamo credere davvero che uno zuccherino ci
farebbe contenti? Dobbiamo dichiararci schiavi di una debolezza
-infantile? Via! Via! Il male è, caro Isacco, che così, a poco a poco,
+infantile? Via! Via! Il male è, caro Isacco, che così, a poco a poco,
l'uomo discende al bruto. Si riduce, Isacco, alla nostra feroce miseria,
alla nostra universale negazione del bene. Con le cose frivole si
distruggono anche le cose sublimi, e la nostra vita si riduce arida come
@@ -7731,11 +7700,11 @@ un deserto...
Isacco soggiunse:
---È vero, è vero...
+--È vero, è vero...
Io dissi:
---Ma questa, Isacco, è la nostra vita, ormai...
+--Ma questa, Isacco, è la nostra vita, ormai...
@@ -7743,12 +7712,12 @@ Io dissi:
VIII.
-Quando quelle prime rose furono sfiorite, Isacco ritornò a mietere nel
-giardino dello zio ricco, e mi portò degli anemoni. Poi scese nella
-cantina di quello zio misterioso e fantastico, e ne rubò uno, due, tre
+Quando quelle prime rose furono sfiorite, Isacco ritornò a mietere nel
+giardino dello zio ricco, e mi portò degli anemoni. Poi scese nella
+cantina di quello zio misterioso e fantastico, e ne rubò uno, due, tre
fiaschi di buon vino chiaretto che venne a bere con noi dopo cena. Come
se non bastasse, alcuni giorni dopo Isacco si fece amico del cuoco di
-suo zio. Allora, ogni domenica, ci portò dei pasticcini di pasta
+suo zio. Allora, ogni domenica, ci portò dei pasticcini di pasta
sfoglia, o delle frittelle dolci inzuccherate che, di nascosto, quello
impastava e friggeva per lui. Ogni qual volta lo vedeva comparire
sull'uscio con uno di quegli involti ghiottissimi, il viso di Luisa
@@ -7758,24 +7727,24 @@ di quei dolciumi. Per molto tempo, in principio, mi abbandonai senza
sospetti alla modesta gioia che quei fiori, quel vino, quei bocconi
prelibati mettevano in alcuni momenti delle mie grige giornate. Senza
confessare ad alcuno il piacere che mi veniva da quelle piccole cose, ne
-godevo segretamente come un bambino. La miseria, le sofferenze, è
+godevo segretamente come un bambino. La miseria, le sofferenze, è
verissimo che avviliscono l'uomo, e lo rendono debole e incapace di
dominarsi. Io ne avevo ancora una prova. Come apportatore di fiori, di
-fiaschi, di dolci, Isacco non mi pareva più così spregevole e fastidioso
+fiaschi, di dolci, Isacco non mi pareva più così spregevole e fastidioso
come prima, quando si presentava a mani vuote, e solo carico di parole.
La sua compagnia incominciava a piacermi. Giunsi persino a pensare che
fosse una vera fortuna per noi d'avere un vicino come lui, con uno zio
-così ricco, con quel bel giardino, quella cantina, quel cuoco tanto
+così ricco, con quel bel giardino, quella cantina, quel cuoco tanto
sapiente e servizievole. Quando, seduti intorno alla tavola la sera, si
-sorseggiava quel vinello chiaro, spillandolo giù dal fiasco che
-gorgogliava contento, in verità mi sembrava che il gelo, che m'ero
+sorseggiava quel vinello chiaro, spillandolo giù dal fiasco che
+gorgogliava contento, in verità mi sembrava che il gelo, che m'ero
portato nell'ossa su dalla strada tutta neve e vento, a poco a poco
s'intiepidisse, quasi mi si sciogliesse dentro in un liquido vaporoso e
caldo che lentamente, sottilmente, s'insinuava poi in ogni vena. Allora
la giornata passata sotto il lume, nell'odore nauseabondo della
tipografia, mi si presentava al ricordo meno penosa e squallida. La
mattina, poi, quando svegliandomi aprivo gli occhi, la prima cosa che
-vedevo non era più quel sorriso malinconico malinconico nel visuccio di
+vedevo non era più quel sorriso malinconico malinconico nel visuccio di
Luisa, ma erano quei fiori con le loro piccole teste variopinte
reclinate sull'orlo della brocca, che dal centro della tavola su cui
erano posati colorivano di rosa, di viola, di azzurro, di giallo il
@@ -7785,17 +7754,17 @@ carcasse di mobili.
Proprio in quei giorni, certo in conseguenza di quei fiori, di quelle
piccole consolazioni che Isacco aveva portato nello squallore della mia
vita, pensai per la prima volta, senza ironia, a mia moglie Luisa. La
-guardavo mentre cuciva cuciva, e non provavo più nessuna irritazione
-vedendola penare così, mattina e sera, sul bianco accecante delle sue
-camicie, ma piuttosto incominciavo veramente ad avere soltanto pietà di
-lei, che così delicata, doveva logorarsi la salute in quel lavoro ancora
+guardavo mentre cuciva cuciva, e non provavo più nessuna irritazione
+vedendola penare così, mattina e sera, sul bianco accecante delle sue
+camicie, ma piuttosto incominciavo veramente ad avere soltanto pietà di
+lei, che così delicata, doveva logorarsi la salute in quel lavoro ancora
meno retribuito del mio. Mi pareva anzi che da qualche tempo ella avesse
-raddoppiata la sua fatica, poichè non si coricava più nemmeno con me, ma
+raddoppiata la sua fatica, poichè non si coricava più nemmeno con me, ma
rimaneva alzata molto tempo dopo. E se, per non far rumore, non lavorava
alla macchina in quelle ore, zitta zitta imbastiva, o tagliava, o cuciva
asole a punti fitti e piccini, con gli occhi sull'ago.
---Non affaticarti così, le dicevo ogni tanto. Perchè? In fondo che cosa
+--Non affaticarti così, le dicevo ogni tanto. Perchè? In fondo che cosa
ne ricavi, da tanto lavoro? Poveri siamo, poveri saremmo se lavorassi
anche meno. Purtroppo questo non basta a cambiare il nostro stato...
Vieni, vieni a dormire, Luisa. Domani sarai ancora in tempo.....
@@ -7807,87 +7776,87 @@ piccolo corpo di eterna vergine, i suoi senini magri e distanti, le
anche su cui la pelle pareva tesa come gomma elastica appena appena
rosea, il suo ventre piccino e piatto, ombrato da una strisciolina di
peluzzi biondi. E quantunque mi sembrasse una cosina malata e fredda a
-toccarsi, pure non ne avevo più quel senso di repulsione che fino a
+toccarsi, pure non ne avevo più quel senso di repulsione che fino a
pochi giorni prima mi costringeva a chiudere gli occhi per non vederla.
E quando m'entrava nel letto rabbrividendo, con la sua camiciola non
profumata di bucato o di essenza di rose, ma solo odorosa dell'odore
-della sua carne che è il profumo del povero, e mi si stringeva contro il
-fianco per riscaldarsi, io non m'irrigidivo più da capo a piedi, come
+della sua carne che è il profumo del povero, e mi si stringeva contro il
+fianco per riscaldarsi, io non m'irrigidivo più da capo a piedi, come
uno di quei cristi primitivi o di quei morti che si vedono scolpiti nei
-sarcofagi; ma le posavo (è la parola) le posavo un abbraccio inerte
-attraverso il fianco, e così cercavo di addormentarmi. Ma prima che il
+sarcofagi; ma le posavo (è la parola) le posavo un abbraccio inerte
+attraverso il fianco, e così cercavo di addormentarmi. Ma prima che il
sonno fermasse il moto dei miei pensieri come avrebbe fatto una manata
di polvere gettata in un orologio, fingendo di dormire per non muovermi,
-per non parlare più, chiedevo a me stesso:
+per non parlare più, chiedevo a me stesso:
---Perchè, perchè non c'è un po' di vero amore in lei? Perchè il suo
-cuore è così silenzioso, così tepido? Forse se lei volesse, se lei
+--Perchè, perchè non c'è un po' di vero amore in lei? Perchè il suo
+cuore è così silenzioso, così tepido? Forse se lei volesse, se lei
sapesse, un po' di oblio, un po' di gioia potrei anche trovarla in un
suo bacio, in una sua carezza, in quello che comunemente si chiama,
-tutti chiamano: amore. Piccola Luisa... Perchè non sai, perchè non senti
-nulla? Perchè non indovini? Perchè non tenti? Perchè sei così innocente
-ed insipida? Piccola Luisa, perchè non mi ami?
+tutti chiamano: amore. Piccola Luisa... Perchè non sai, perchè non senti
+nulla? Perchè non indovini? Perchè non tenti? Perchè sei così innocente
+ed insipida? Piccola Luisa, perchè non mi ami?
Sentivo il suo respiro. Un sibilo sottile sottile le usciva dalla gola.
Era quello che la faceva sempre tossire durante il giorno? Povera
piccola! E avrei voluto posarle un bacio sulla bocca, un lungo bacio, un
bacio d'amore. Ah! se fosse stata un'altra donna! Come quei fiori che mi
-davano tanta gioia e tanto conforto, così anche lei avrebbe potuto
+davano tanta gioia e tanto conforto, così anche lei avrebbe potuto
consolarmi un poco delle delusioni passate. Passate da tanto tempo....
-Quasi dimenticate... Avrei amato lei sola, per sè stessa, non per il
+Quasi dimenticate... Avrei amato lei sola, per sè stessa, non per il
rimpianto o il ricordo di quei lontani giorni.... Non avrei amato
nessun'altra in lei... Ormai ero un altr'uomo. Quello d'una volta non
-esisteva più.
+esisteva più.
Ma ben presto mi riebbi da quella specie di abbandono all'illusione
d'una vita che non poteva essere, che non era la mia. Il piacere di
-quelle piccole cose godute senza altro pensiero che di goderne si mutò
-subito in amarezza. Perchè Isacco ci regalava quei fiori? Perchè ci
-elargiva con generosità tanto metodica il vino delle cantine di suo zio,
+quelle piccole cose godute senza altro pensiero che di goderne si mutò
+subito in amarezza. Perchè Isacco ci regalava quei fiori? Perchè ci
+elargiva con generosità tanto metodica il vino delle cantine di suo zio,
i dolci della sua cucina? E quei doni erano per me o per Luisa? Quando
-questo dubbio mi assalì la prima volta, stavo mangiando uno spicchio di
+questo dubbio mi assalì la prima volta, stavo mangiando uno spicchio di
torta, tutta ricamata di crema, profumata di vainiglia e soffice come la
lana. Mi fermai con il boccone in gola, guardai Luisa, guardai Isacco, e
posai il pezzo che ancora tenevo in mano sul tavolo. Luisa anche lei
aveva uno spicchio di torta delicatamente stretto fra due dita, e la
bocca piena. Ma guardava Isacco, e non potendogli sorridere con le
-labbra, gli sorrideva con gli occhi. Ah! che luce, che vivacità, che
-ilarità insolite erano negli occhi di Luisa, quella sera! Parevano due
+labbra, gli sorrideva con gli occhi. Ah! che luce, che vivacità, che
+ilarità insolite erano negli occhi di Luisa, quella sera! Parevano due
carboncini accesi. La luce della lampada vi brillava dentro. E Isacco
dove aveva preso, lui, quegli occhi? Grandi e neri, ma di solito sempre
appannati e smorti, anche gli occhi di Isacco brillavano d'una luce
insolita, vivi, sorridendo a Luisa. Inghiottii quel boccone che mi era
-rimasto in gola, e per quella sera non toccai più di quel dolce. Isacco
-se ne andò. E quando Luisa venne a letto, non la sfiorai nemmeno con la
-punta delle dita. Sentii tutto il gelo che ella portava con sè nella sua
+rimasto in gola, e per quella sera non toccai più di quel dolce. Isacco
+se ne andò. E quando Luisa venne a letto, non la sfiorai nemmeno con la
+punta delle dita. Sentii tutto il gelo che ella portava con sè nella sua
carne anemica, cercai di scostarmi da lei voltandomi con la faccia
-contro il muro. Così, cercando di non sentire il suo respiro sulla mia
+contro il muro. Così, cercando di non sentire il suo respiro sulla mia
nuca, il suo odore di fieno nelle narici, incominciai a frugare in tutti
gli angoli del mio cervello divenuto terribilmente lucido, e credetti di
-indovinare, di scoprire la verità. Mi ricordai che ogni mattina, da
-molto tempo ormai, quando mi alzavo, trovavo Luisa già vestita e pronta
+indovinare, di scoprire la verità. Mi ricordai che ogni mattina, da
+molto tempo ormai, quando mi alzavo, trovavo Luisa già vestita e pronta
ad uscire. E mentre mi vestivo seduto sulla sponda del letto, ecco due
tre colpi discreti bussati qui, sulla parete, fra questa stanza e quella
di Isacco. Luisa mi si avvicina, mi dice:--Non hai bisogno di nulla?
Dunque vado. Prende il suo involto di camicie, ed esce, salutandomi con
-la mano. Ha un cappellino nuovo, con una penna rossa. L'abito è sempre
+la mano. Ha un cappellino nuovo, con una penna rossa. L'abito è sempre
lo stesso, ma sembra un altro. Quando nel corridoio passa dinnanzi alla
porta di Isacco, la porta si apre, Isacco esce:--Buon giorno, signora
Luisa, dice. Ed io so che prende il fagotto delle camicie dalle mani di
Luisa, e glielo porta per un buon tratto di strada. Tutte le mattine se
-ne vanno così, insieme. Ed io lo so. Lo so perchè Isacco e Luisa me lo
-hanno detto, che per lui portare quel fagotto a Luisa è un piacere da
-nulla, che non gli costa nessuna fatica. Mentre per lei è un piacere
-immenso non doverlo portare. La strada è ogni mattina la stessa per
-tutti e due. Tutti e due vanno verso il centro della città. Io poi esco
-per conto mio, la mia tipografia è subito passato il fiume, mi chiudo,
+ne vanno così, insieme. Ed io lo so. Lo so perchè Isacco e Luisa me lo
+hanno detto, che per lui portare quel fagotto a Luisa è un piacere da
+nulla, che non gli costa nessuna fatica. Mentre per lei è un piacere
+immenso non doverlo portare. La strada è ogni mattina la stessa per
+tutti e due. Tutti e due vanno verso il centro della città. Io poi esco
+per conto mio, la mia tipografia è subito passato il fiume, mi chiudo,
mi seppellisco in quella spelonca buia come un antro, e mi si rivede la
sera.
Questa fu la mia grande scoperta di quella notte. La mattina, appena
alzato, ebbi la tentazione di prendere il mazzo di fiori dalla brocca
posata sul tavolo e di buttarlo dalla finestra. A mezzogiorno Isacco mi
-si presentò con un paio di scarpe nuove incartate in un giornale. Disse
+si presentò con un paio di scarpe nuove incartate in un giornale. Disse
di averle vinte ad una lotteria. E per l'appunto aveva il piede piccino!
Infilate ai miei piedi, quelle scarpe calzarono invece come guanti.
@@ -7897,106 +7866,106 @@ Infilate ai miei piedi, quelle scarpe calzarono invece come guanti.
IX.
-Eccole qua, quelle scarpe: le porto ancora ai piedi. Hanno preso già
-tanto fango e tant'acqua che non sembrano più le stesse. Eppure sono
+Eccole qua, quelle scarpe: le porto ancora ai piedi. Hanno preso già
+tanto fango e tant'acqua che non sembrano più le stesse. Eppure sono
quelle, proprio quelle scarpe. Chi avrebbe potuto dire a Luisa, a me, a
Isacco, per quale strada m'avrebbero condotto queste scarpe? Lasciamo
-andare: c'è una fatalità in tutte le cose, anche nelle più infime, nelle
-più banali. Pur accettando quelle (queste) scarpe che Isacco mi offriva,
+andare: c'è una fatalità in tutte le cose, anche nelle più infime, nelle
+più banali. Pur accettando quelle (queste) scarpe che Isacco mi offriva,
volli ad ogni costo pagarle. Isacco che me le guardava compiaciuto
mentre muovevo qualche passo per la stanza battendo il piede per sentire
se spianava comodo, dette alla mia proposta in un'esclamazione di
-stupore offeso. Disse, mi pare:--Ohibò! e se ne fuggì correndo. Era
+stupore offeso. Disse, mi pare:--Ohibò! e se ne fuggì correndo. Era
sopravvenuta Luisa. S'era tolto il cappellino, e anch'essa mi guardava
quelle scarpe nuove con un viso soddisfatto e contento.
---Eh! sì, dissi, sono buone. Ma non ti pare, Luisa, che gliele debba
+--Eh! sì, dissi, sono buone. Ma non ti pare, Luisa, che gliele debba
pagare? Posso non pagargliele, queste scarpe?
-Luisa alzò una spalla e mi fece l'occhietto.
+Luisa alzò una spalla e mi fece l'occhietto.
--Non pensarci, disse sottovoce, come per paura che Isacco l'udisse
-dall'altra stanza. Perchè gliele vuoi pagare? Le avesse comprate... Ma
-le ha vinte alla lotteria. Eh! Se non ti chiede nulla, che bisogno c'è
+dall'altra stanza. Perchè gliele vuoi pagare? Le avesse comprate... Ma
+le ha vinte alla lotteria. Eh! Se non ti chiede nulla, che bisogno c'è
di pagargliele?
Poi soggiunse:
---È una vera fortuna... Ne avevi proprio bisogno, tu, d'un paio di
+--È una vera fortuna... Ne avevi proprio bisogno, tu, d'un paio di
scarpe nuove.
---Sì, dissi io, ne avevo bisogno. Ne ho bisogno grandissimo. Non le vedi
-là, quelle vecchie? Si possono più chiamare scarpe? Ma, insomma, qui
+--Sì, dissi io, ne avevo bisogno. Ne ho bisogno grandissimo. Non le vedi
+là, quelle vecchie? Si possono più chiamare scarpe? Ma, insomma, qui
tutto ormai viene da Isacco... Fiori, vino, dolci, ed ora anche le
scarpe! Ti pare possibile?
--No, no, esclamai con convinzione, o gliele pago, o gliele rendo...
-Così tenni queste scarpe e cominciai ad usarle. Ma non riuscivo a capire
+Così tenni queste scarpe e cominciai ad usarle. Ma non riuscivo a capire
come mai Luisa osasse suggerirmi di non pagarle. Doveva credermi molto
-stupido... Forse cieco. Ormai non nutrivo più dubbi di sorta. Un intrigo
+stupido... Forse cieco. Ormai non nutrivo più dubbi di sorta. Un intrigo
c'era fra lei ed Isacco. Ed io avrei dovuto fare da una parte la figura
della vittima, dall'altra quella del beneficato. Mi conoscevano male,
tanto l'una che l'altro! Quantunque fingessi di non vedere, di non
capire, vedevo e capivo ogni cosa. Vedevo in che modo Isacco guardava
Luisa, quando c'ero anch'io, la sera, e non avrebbe dovuto guardarla
-così. Era uno sguardo tutto tenerezza, che sarebbe stato innocente solo
+così. Era uno sguardo tutto tenerezza, che sarebbe stato innocente solo
negli occhi di un fratello. Ma Isacco non era fratello di Luisa. Ed
Esposito, oh! Esposito, suo fratello, certo non l'aveva mai guardata a
quel modo. Quando Isacco se ne andava e Luisa l'accompagnava fino
all'uscio, e si fermavano ancora a chiacchierare sulla soglia, poi
Isacco, nel salutarla, le prendeva una mano e gliela stringeva, e
-indugiavano sempre qualche minuto così, con la mano nella mano. Due
+indugiavano sempre qualche minuto così, con la mano nella mano. Due
amiche, due amici avrebbero potuto salutarsi con quelle lunghe strette
di mano. Ma una donna e un uomo, che non fossero due fidanzati, due
amanti? No, certo: non era un modo naturale di salutarsi. Tuttavia non
-andavo così lontano, con le mie supposizioni. La gelosia non m'aveva
-ancora completamente acciecato, come poi mi acciecò. Solo pensavo che
+andavo così lontano, con le mie supposizioni. La gelosia non m'aveva
+ancora completamente acciecato, come poi mi acciecò. Solo pensavo che
Isacco fosse innamorato di lei e che Luisa si lasciasse a poco a poco
circuire. Io cercavo sempre di persuadermi che se anche questo intrigo
fosse realmente esistito, e nelle sue ultime conseguenze, quelle che
-nemmeno l'uomo più pio subisce e tollera senza rivolta, a me, a me
+nemmeno l'uomo più pio subisce e tollera senza rivolta, a me, a me
marito di Luisa, a me solo forse fra tutti i mariti, non avrebbe dovuto
-nulla importare. Cercavo di rafforzare sempre più in me stesso il
+nulla importare. Cercavo di rafforzare sempre più in me stesso il
convincimento che io non fossi un marito come tutti gli altri, e Luisa
una moglie come tutte le altre; ma io una finzione di marito e lei una
-finzione di moglie. Non mi pareva concepibile la gelosia, là dove non
+finzione di moglie. Non mi pareva concepibile la gelosia, là dove non
c'era l'amore. Ogni sentimento di gelosia, nel caso nostro, mi sarebbe
sembrato mostruoso e ridicolo. Geloso poi di Isacco? Era forse un uomo,
Isacco? No, non era un uomo. Non era niente, Isacco. Eppure proprio
qualche cosa di mostruoso, di mostruosamente ridicolo, cominciava a
nascere in me, al pensiero di Isacco e di Luisa, uniti insieme in un
-solo pensiero. Era una specie di istintiva repulsione per tutto ciò che
-s'associava a quel pensiero, e m'impediva ormai di provare la più
+solo pensiero. Era una specie di istintiva repulsione per tutto ciò che
+s'associava a quel pensiero, e m'impediva ormai di provare la più
piccola gioia nel guardare i fiori che ornavano la nostra povera tavola,
di bere un bicchiere di quel vino buono, d'inghiottire un boccone di
quelle torte, di quei pasticci, che Isacco continuava ad offrirci ogni
tanto. Mi versavano il bicchiere colmo, ed io vi intingevo appena appena
-il labbro. Il bicchiere rimaneva pieno. Mi dicevano:--Perchè non bevi,
-Paris? Rispondevo:--Questo vino non è come l'altro. Non mi va. Non mi
+il labbro. Il bicchiere rimaneva pieno. Mi dicevano:--Perchè non bevi,
+Paris? Rispondevo:--Questo vino non è come l'altro. Non mi va. Non mi
piace. Allora m'alzavo, m'avvicinavo alla poltrona della vecchia, che
aveva la sete negli occhi, e, sollevatole il mento, le versavo
lentamente il vino del mio bicchiere nella bocca aperta, come dentro un
imbuto.
Ben presto riuscii insopportabile a me stesso. Gli altri sembrava che
-non si accorgessero neppure di me. Non potevo più dubitarne: ero
+non si accorgessero neppure di me. Non potevo più dubitarne: ero
veramente geloso! Ero geloso di Isacco, senza amare Luisa. Il sentimento
-della gelosia è per sè stesso atroce. Ma quando c'è l'amore, penso che
-l'amore trasformi in una specie di frenetica voluttà questa dolorosa
+della gelosia è per sè stesso atroce. Ma quando c'è l'amore, penso che
+l'amore trasformi in una specie di frenetica voluttà questa dolorosa
follia dello spirito. Deve essere come l'incontro di due fuochi che
generano fuoco. E nell'ardore che divampa, il bene e il male, dolore e
gioia, si confondono come la vita e la morte nel delirio d'un
-agonizzante. Poichè l'amore distrugge incessantemente ciò che la gelosia
+agonizzante. Poichè l'amore distrugge incessantemente ciò che la gelosia
ha creato, e la passione incenerisce con un soffio i castelli
-incrollabili che la ragione crede di costruire sulla realtà. Ma nel caso
+incrollabili che la ragione crede di costruire sulla realtà. Ma nel caso
mio non esistevano che tristezze e dolori. La mia gelosia era un
sentimento freddo, isolato, arido, un sentimento cattivo ed immobile,
che mi trovava sempre completamente lucido, e sempre sempre solo. In
ogni momento ero pronto al suo richiamo, pronto a lasciarmi prendere nel
giro dei suoi capziosi sofismi, dai quali nulla veniva a liberarmi mai.
Orribile vita! Rimanere lontano da Luisa m'era penoso. Durante il
-giorno, mille volte ero assalito dalla tentazione di lasciare a metà il
+giorno, mille volte ero assalito dalla tentazione di lasciare a metà il
mio lavoro, afferrare il cappello e il bastone, correre a casa,
sorprendere impensatamente Luisa in un momento qualunque della sua vita.
Quella vita che io in fondo ignoravo. Che mi sfuggiva. Che non potevo
@@ -8011,26 +7980,26 @@ mi sembrava insignificante in lei, e indifferente che appartenesse a me
o ad altri.
Per uscire da questo stato veramente penoso, ordinai a Luisa di non
-vedere più Isacco, nelle ore in cui ero fuori di casa. Le proibii di
+vedere più Isacco, nelle ore in cui ero fuori di casa. Le proibii di
uscire con lui la mattina, di riaccompagnarlo la sera nel corridoio e di
fermarsi a chiacchierare con lui. Dissi anche che quei fiori non volevo
-più vederli nella brocca sul tavolo; che da allora in poi, per evitare
+più vederli nella brocca sul tavolo; che da allora in poi, per evitare
le visite di Isacco, di bere, di mangiare con lui, ci saremmo coricati
subito dopo cena. Luisa accolse senza una parola, senza una domanda,
queste mie imposizioni. Ma vidi che ne fu profondamente toccata. Il suo
-silenzio mi confermò nei miei sospetti. Per non incontrarmi con Isacco,
+silenzio mi confermò nei miei sospetti. Per non incontrarmi con Isacco,
alla fine del mio lavoro, presi l'abitudine di uscire da una porticina
secondaria della tipografia, che s'apriva sopra un cortile. Isacco
-m'aspettò più di un'ora per alcune sere di seguito dinnanzi all'ingresso
-principale. Poi tralasciò di venire. La nostra vita era così ritornata
+m'aspettò più di un'ora per alcune sere di seguito dinnanzi all'ingresso
+principale. Poi tralasciò di venire. La nostra vita era così ritornata
quella di prima: prima che Isacco fosse venuto a turbarla. Chiesi un
anticipo ai miei padroni: feci un debito. Gli lasciai in una busta, dal
-portinaio, il prezzo delle mie scarpe. Così avrei voluto far alzare qui,
+portinaio, il prezzo delle mie scarpe. Così avrei voluto far alzare qui,
al posto di questa parete, un muro maestro, che mi impedisse persino di
-sentire ciò che faceva Isacco, rincasando la notte, o alzandosi la
+sentire ciò che faceva Isacco, rincasando la notte, o alzandosi la
mattina, nella sua stanza. Mi misi a cercare nel quartiere opposto della
-città un'altra casa, dove abitare. Non trovai nulla. Quasi non rivolgevo
-più la parola a Luisa, nelle lunghe ore che ormai passavamo soli
+città un'altra casa, dove abitare. Non trovai nulla. Quasi non rivolgevo
+più la parola a Luisa, nelle lunghe ore che ormai passavamo soli
insieme. Luisa cuciva, cuciva. Dopo qualche tempo credetti di essermi
liberato per sempre dell'incubo della gelosia, e infatti incominciai a
poco a poco a rasserenarmi.
@@ -8041,17 +8010,17 @@ poco a poco a rasserenarmi.
X.
-Tutti ricordano come è stata rigida la fine dell'inverno. Alla metà
+Tutti ricordano come è stata rigida la fine dell'inverno. Alla metà
d'aprile c'era ancora la neve alta per le strade. La mattina tutto
-gelava. Pareva che il tempo ci portasse verso una più cruda stagione,
-anzichè verso la sospirata primavera. Una notte ero così pieno di freddo
+gelava. Pareva che il tempo ci portasse verso una più cruda stagione,
+anzichè verso la sospirata primavera. Una notte ero così pieno di freddo
in tutto il corpo che non riuscivo ad addormentarmi. Luisa, Luisa,
invece, respirava tranquilla nel sonno, con quel sibilo nella gola, e
pareva che il gelo del letto lo avesse lasciato tutto a me.
Improvvisamente accadde qualche cosa d'insolito nella stanza di Isacco.
Udii il passo zoppo di Savina, la nostra vecchia padrona di casa,
avvicinarsi nel corridoio, e un altro passo meno pesante che s'alternava
-col suo. Una voce d'uomo disse:--Ah! è qui... Ed essi aprirono la porta
+col suo. Una voce d'uomo disse:--Ah! è qui... Ed essi aprirono la porta
di Isacco ed entrarono nella sua stanza. Allora mi ricordai che
veramente, quella sera, non aveva udito Isacco rincasare come il solito,
all'ora sua, poco dopo le nove. Comunemente arrivava alla svelta,
@@ -8062,102 +8031,102 @@ richiuderla accendeva il lume. Poi, con un colpo, sbatacchiava l'uscio e
dava il paletto di dentro. Subito incominciava a gargarizzarsi. Tossiva,
sputava, versava l'acqua nel catino, si lavava le mani. Quindi si sedeva
sulla sedia o sul letto, e in fretta si spogliava, gettando scarpe ed
-abiti uno qua ed uno là, con fracasso. Quando s'era coricato, prima che
+abiti uno qua ed uno là, con fracasso. Quando s'era coricato, prima che
si addormentasse, il suo letto non faceva che stridere e cigolare. Ma
quella sera niente di tutto questo era accaduto; come se Isacco non
fosse esistito mai. Ora, quando quei due furono entrati nella stanza, il
-letto d'Isacco stridette e cigolò. La voce di Savina disse:--Non vuol
+letto d'Isacco stridette e cigolò. La voce di Savina disse:--Non vuol
bere, non vuol mangiare. Non si lamenta. Non si muove mai. E quando si
-parla, non risponde. La voce dell'uomo soggiunse:--È molto grave... Poi
-il letto cigolò e stridette di nuovo, e infine la voce dell'uomo
-disse:--Non c'è niente da fare... Vedremo domani. Riaprirono la porta ed
-uscirono. Li udii scendere, parlando, le scale. Tutto ritornò in
+parla, non risponde. La voce dell'uomo soggiunse:--È molto grave... Poi
+il letto cigolò e stridette di nuovo, e infine la voce dell'uomo
+disse:--Non c'è niente da fare... Vedremo domani. Riaprirono la porta ed
+uscirono. Li udii scendere, parlando, le scale. Tutto ritornò in
silenzio.
Isacco doveva essere ammalato. Il medico aveva detto:--Grave. Isacco era
dunque gravemente ammalato. Ora mi spiegavo come mai non lo avessi udito
rincasare come ogni sera. Quella mattina certo non s'era neppure alzato
-e tutto il giorno era rimasto coricato lassù. Forse, senza che io ne
-sapessi nulla, la sua malattia durava già da tempo. Forse da due, da tre
+e tutto il giorno era rimasto coricato lassù. Forse, senza che io ne
+sapessi nulla, la sua malattia durava già da tempo. Forse da due, da tre
giorni. E che malattia era quella? Savina avrebbe potuto informarmi.
-Avrei potuto chiedere a lei. Domani mattina, uscendo, le chiederò di che
-male sia malato Isacco. Non che mi stia molto a cuore saperlo. Ma così,
-per una semplice curiosità. Mi sta tanto poco a cuore la malattia di
-Isacco, che proprio non ne provo alcuna pietà. Anzi... Debbo esser
+Avrei potuto chiedere a lei. Domani mattina, uscendo, le chiederò di che
+male sia malato Isacco. Non che mi stia molto a cuore saperlo. Ma così,
+per una semplice curiosità. Mi sta tanto poco a cuore la malattia di
+Isacco, che proprio non ne provo alcuna pietà. Anzi... Debbo esser
sincero? Pensare ch'egli sia malato mi fa quasi piacere. Forse dire:
-piacere, non è dire cosa esattissima. No: veramente non mi fa proprio
+piacere, non è dire cosa esattissima. No: veramente non mi fa proprio
piacere, ma penso che, infine, il male che avrebbe voluto fare a me, con
quella sua aria di malizioso sventato, in qualche modo ricade sopra il
-suo capo. Un castigo, qualunque sia, gli sta bene. Imparerà che il
-dolore è giustamente distribuito in questo mondo, e che ciascuno ne ha
+suo capo. Un castigo, qualunque sia, gli sta bene. Imparerà che il
+dolore è giustamente distribuito in questo mondo, e che ciascuno ne ha
la sua parte. Non ho nessun sentimento caritatevole per lui. Non penso
nemmeno quanto egli sia solo e abbandonato in quella mezza soffitta,
-alla mercè di Savina. Non mi si affaccia nemmeno per un attimo l'idea
-che egli possa aver bisogno di aiuto, durante la notte, così solo com'è.
+alla mercè di Savina. Non mi si affaccia nemmeno per un attimo l'idea
+che egli possa aver bisogno di aiuto, durante la notte, così solo com'è.
Tutto mi perdo dietro altri sentimenti, altri pensieri. Il male, la
solitudine in cui Isacco si trova abbandonato, persino il pensiero della
sua morte, non mi toccano affatto. Seguo ora una fantasia che mi conduce
molto lontano di qui, in anni tanto tanto lontani, quand'ero bambino, e
mi ammalai di tifo. Mi ricordo che mia madre mi vegliava le intere notti
con una cuffietta bianca e rossa in capo, con un nastrino rosso annodato
-sotto il mento. Questo ricordo, sì, e specialmente il ricordo di quella
-cuffiettina rossa e bianca, mi tocca e mi commuove. Quando si è ammalati
-tutto è molto confuso. Ma quasi sempre, in tanta confusione di
+sotto il mento. Questo ricordo, sì, e specialmente il ricordo di quella
+cuffiettina rossa e bianca, mi tocca e mi commuove. Quando si è ammalati
+tutto è molto confuso. Ma quasi sempre, in tanta confusione di
impressioni e di idee, un particolare insignificante, un particolare da
nulla, sempre emerge, con una chiarezza meravigliosa, e si ficca nella
-memoria per non uscirne mai più.
+memoria per non uscirne mai più.
-Mentre così sognavo ad occhi aperti, sentii Luisa muoversi leggermente
+Mentre così sognavo ad occhi aperti, sentii Luisa muoversi leggermente
al mio fianco. Credevo che dormisse. Ma ella non si muoveva come ci si
muove nel sonno. Pareva che cercasse di allontanarsi da me a poco a
poco, preoccupandosi di non fare movimenti bruschi, ai quali il letto
avrebbe scricchiolato. Strisciava fra le lenzuola, ed io sentivo
benissimo, rimanendo immobile come se fossi addormentato profondamente;
-che Luisa aveva già piegato le gambe sulla sponda e che fra poco sarebbe
+che Luisa aveva già piegato le gambe sulla sponda e che fra poco sarebbe
uscita tutta dal letto. Un minuto dopo era in piedi. E nella penombra
della stanza vedevo, attraverso le ciglia socchiuse, l'ombra bianca
della sua camicia, diritta, che lentamente si muoveva. Il viso lo teneva
sempre rivolto verso di me (la vedevo contro la finestra grigia
illuminata) come se, mentre cercava qualche cosa annaspando con le mani
nel buio, sorvegliasse il mio sonno per timore d'essere sorpresa in
-quell'atto. Così s'avvicinò alla sedia su cui erano posati i suoi abiti,
-e s'infilò una sottana e un giubbettino di lana. Poi si curvò, e
+quell'atto. Così s'avvicinò alla sedia su cui erano posati i suoi abiti,
+e s'infilò una sottana e un giubbettino di lana. Poi si curvò, e
credetti di sentire che raccoglieva le sue scarpe. Io non mi muovevo,
ma, dentro, il cuore incominciava a martellare dandomi una pena enorme.
-Che cosa faceva Luisa? Quando ebbe le scarpe in mano, si curvò sul letto
+Che cosa faceva Luisa? Quando ebbe le scarpe in mano, si curvò sul letto
per meglio assicurarsi che io sempre dormivo tranquillo. Nulla m'aveva
destato. Poteva andare sicura. Allora, camminando sulla punta dei piedi,
-scalza, si accostò all'uscio e posò una mano sulla gruccia. Qui
+scalza, si accostò all'uscio e posò una mano sulla gruccia. Qui
incominciava il difficile. Quella porta aveva i gangheri arrugginiti.
Sempre, quando si apriva o si chiudeva, dava in un miagolio che
terminava con un rantolo quand'era tutta spalancata. In silenzio non
concedeva che un'apertura d'un palmo, tanto da passarci un cane o un
gatto. Luisa rimase qualche minuto immobile, preoccupata del rumore che
-quella porta avrebbe fatto nell'aprirsi. Poi si decise, girò la maniglia
-e trasse a sè adagio adagio l'imposta. Che fortuna esser magri, piccini,
+quella porta avrebbe fatto nell'aprirsi. Poi si decise, girò la maniglia
+e trasse a sè adagio adagio l'imposta. Che fortuna esser magri, piccini,
in talune circostanze della vita! Certo Luisa allora benedisse d'esser
-così sottile, perchè dove ci sarebbe appena passato un cane o un gatto,
-anche lei ci passò. Senza chiudere, riaccostò l'uscio. Dopo, per quanto
+così sottile, perchè dove ci sarebbe appena passato un cane o un gatto,
+anche lei ci passò. Senza chiudere, riaccostò l'uscio. Dopo, per quanto
non udissi nulla, capii che, appoggiandosi col fianco alla parete, si
-infilò le scarpe. Il suo passo lungo il corridoio lo percepii appena. Al
+infilò le scarpe. Il suo passo lungo il corridoio lo percepii appena. Al
rumore che fece la chiave della porta di Isacco girando nella serratura
-fu leggiero come il rosichìo del topo. La porta s'aprì con un soffio,
+fu leggiero come il rosichìo del topo. La porta s'aprì con un soffio,
con un soffio si richiuse, e Luisa fu nella stanza di Isacco.
-M'ero sollevato sul gomito. Non ne potevo più di quell'immobilità in cui
+M'ero sollevato sul gomito. Non ne potevo più di quell'immobilità in cui
ero rimasto fino allora. Non tossivo mai, ma proprio in quel momento un
-prurito tormentoso mi salì alla gola, e mi mise addosso una specie di
+prurito tormentoso mi salì alla gola, e mi mise addosso una specie di
frenesia, un bisogno invincibile di tossire. Doveva essere una
conseguenza della soffocazione che mi dava il cuore in tumulto, con il
-suo battere precipitato e ineguale. Credevo di scoppiare. Stando così,
+suo battere precipitato e ineguale. Credevo di scoppiare. Stando così,
vedevo come se questa maledetta parete tanto sottile fosse divenuta
anche trasparente, di vetro, vedevo Luisa curva sul letto di Isacco, con
il viso vicino vicino al suo. Aveva strofinato uno zolfanello, una
candela s'era accesa. Al lume di quella candela Luisa contemplava Isacco
-che sembrava addormentato. Il suo viso non era più grigio pallido come
+che sembrava addormentato. Il suo viso non era più grigio pallido come
sempre. Era rosso, infiammato dalla febbre. Ed ella non si contentava di
guardarlo, ma lo accarezzava dolcemente con una mano, sulla fronte,
-sulle gote, sul collo. Poi si curvava ancora di più, e posava la sua
+sulle gote, sul collo. Poi si curvava ancora di più, e posava la sua
gota sulla sua bocca, come per sentire se le sue labbra bruciassero.
Bruciavano. Oh! certo: bruciavano le labbra di Isacco, arse dalla
febbre. Ma Luisa non staccava la gota da quella bocca, non prendeva un
@@ -8165,47 +8134,47 @@ bicchiere d'acqua e v'immergeva un dito per inumidirgliela, ma, voltando
appena il capo, posava la sua bocca sulla bocca di Isacco. Teneva gli
occhi chiusi, e dai suoi occhi gocciolavano due lacrime.--Amore, povero
amore, bisbigliava, sono qui, sono venuta... Sentimi, guardami... Non
-sei più solo. Luisa tua è con te... Non me ne vado più... No, amore, mai
-più, mai più.
+sei più solo. Luisa tua è con te... Non me ne vado più... No, amore, mai
+più, mai più.
Nelle orecchie avevo un ronzio confuso, come il rumore di un risucchio
-lontano. Come non vedevo nulla, così pure non udivo nulla. Ma mi
+lontano. Come non vedevo nulla, così pure non udivo nulla. Ma mi
sembrava di udire. Luisa non si muoveva, non dava un sospiro, una voce.
Ma mi sembrava che bisbigliasse non so quali parole oltre quelle che ho
scritte. Luisa? Luisa? E anch'io, cauto come un ladro, leggiero come
un'ombra, rovesciai le coperte, silenziosamente scesi dal letto, mi
avvicinai alla porta, girai lento lento la gruccia, chiusi il battente,
-detti il paletto. Era fatto. Luisa non sarebbe rientrata più, quella
-notte, in casa mia. Quando, dopo poco, uscì dalla stanza d'Isacco e,
-sfilate nuovamente le scarpe, posò una mano contro la porta e sentì che
+detti il paletto. Era fatto. Luisa non sarebbe rientrata più, quella
+notte, in casa mia. Quando, dopo poco, uscì dalla stanza d'Isacco e,
+sfilate nuovamente le scarpe, posò una mano contro la porta e sentì che
non cedeva alla pressione della sua mano, Luisa non volle credere subito
-che la porta fosse chiusa. Si ostinò, prima con molta prudenza, poi con
+che la porta fosse chiusa. Si ostinò, prima con molta prudenza, poi con
orgasmo, a tormentare la maniglia, a graffiare con le unghie il
-battente. Quindi sentendosi perduta, incominciò a bussare pian piano,
-poi più forte, finchè disperata si decise a chiamarmi per nome.
+battente. Quindi sentendosi perduta, incominciò a bussare pian piano,
+poi più forte, finchè disperata si decise a chiamarmi per nome.
--Paris, sei sveglio? Paris, aprimi, Paris, Paris!
Allora mi sentii vendicato dal mio silenzio, mi sentii grande nel
-silenzio che ebbi la forza, dovrei dire la crudeltà, di opporre ai suoi
+silenzio che ebbi la forza, dovrei dire la crudeltà, di opporre ai suoi
richiami. Tacevo. Non risposi una sillaba alle preghiere di Luisa. Mi
sentivo grande e potente, invincibile, mi sentivo immenso, contro la
debolezza, la vergogna, il pianto di quella creatura debole, umiliata,
-implorante pietà e perdono. Mi sarei mostrato nel centro d'un'apoteosi,
+implorante pietà e perdono. Mi sarei mostrato nel centro d'un'apoteosi,
con una mitra d'oro in testa, un mantello d'ermellino, ritto sopra una
-piramide, perchè tutti potessero ammirare la mia potenza, la mia
+piramide, perchè tutti potessero ammirare la mia potenza, la mia
grandezza. La potenza e la grandezza d'un uomo che aveva ridotta in
-disperazione così, con un semplice giro di chiave, una povera donna,
+disperazione così, con un semplice giro di chiave, una povera donna,
della forza d'un bimbo o d'un uccellino. Io ve lo dico: guardatevi da
chi ha troppo sofferto, da quelli ai quali la fortuna ha sempre voltato
-le spalle, da chi ha subìto affronti e persecuzioni, da chi è stato
+le spalle, da chi ha subìto affronti e persecuzioni, da chi è stato
offeso, insultato, tradito, calpestato, deluso in tutte le sue speranze,
-deriso, privato d'ogni felicità! Sono i peggiori nemici, i più crudeli,
-i più pericolosi nemici del bene. Non troverete nè carità, nè
-tolleranza, nè perdono il giorno in cui cadrete in loro potere. Io ero
+deriso, privato d'ogni felicità! Sono i peggiori nemici, i più crudeli,
+i più pericolosi nemici del bene. Non troverete nè carità, nè
+tolleranza, nè perdono il giorno in cui cadrete in loro potere. Io ero
uno di questi! Io lasciai, senza batter ciglio, che Luisa si disperasse
in lacrime contro quell'uscio chiuso. Non ebbi neppure per un attimo
-l'impulso di aprirle. Non ebbi alcuna pietà di lei. Invece mi rallegrai
+l'impulso di aprirle. Non ebbi alcuna pietà di lei. Invece mi rallegrai
quando l'udii che s'allontanava singhiozzando, e poi l'udiii,
singhiozzando, rientrare nella stanza di Isacco, e abbandonarsi perduta
sul suo letto. Era quasi giorno. Incominciava a sbiancarsi l'ombra. Mi
@@ -8214,13 +8183,13 @@ Volevo uscire senza essere udito. Ma, fatti due passi, con un brivido di
terrore, sentii due mani ossute, dure, che mi si posarono sulle spalle
e, voltandomi, vidi contro il mio viso il viso spaventoso dell'idiota.
Sua madre, sua madre, mi stava di fronte! Era anche lei uscita dal letto
-in camicia. Quella camicia era ampia e lunga, e giù per la scollatura si
-vedeva il suo corpo schifoso di vecchia, la sua orrenda nudità. Il suo
+in camicia. Quella camicia era ampia e lunga, e giù per la scollatura si
+vedeva il suo corpo schifoso di vecchia, la sua orrenda nudità. Il suo
capo tremava vertiginosamente, i suoi occhi mi fissavano morti. Non
c'era di vivo in lei che quel gesto delle mani ossute lunghe che mi
stringevano per le spalle. Allora, freddamente, le afferrai i polsi e a
rinculoni la sospinsi verso la sua poltrona e ve la piegai; ve la
-costrinsi per forza, e la lasciai là seduta, in camicia, a tremare e a
+costrinsi per forza, e la lasciai là seduta, in camicia, a tremare e a
gemere. Poi a passi lunghi, senza distogliere gli occhi da lei,
attraversai la stanza, aprii l'uscio e lo richiusi d'un colpo dietro di
me.
@@ -8231,60 +8200,60 @@ me.
XI.
-Luisa rientrò in questa stanza, si gettò piangendo sulle ginocchia di
-sua madre. Sua madre l'afferrò per i capelli e glieli tirò con furia
-rabbiosa come una scimmia: le piantò le unghie nella fronte, e gliela
-fece sanguinare. Luisa pensò che sua madre era in camicia. Con molta
-pena la vestì. Poi con le mani sugli occhi si avvicinò allo specchio, e
-osò guardarsi. Vide il suo volto disfatto, la sua fronte che era
+Luisa rientrò in questa stanza, si gettò piangendo sulle ginocchia di
+sua madre. Sua madre l'afferrò per i capelli e glieli tirò con furia
+rabbiosa come una scimmia: le piantò le unghie nella fronte, e gliela
+fece sanguinare. Luisa pensò che sua madre era in camicia. Con molta
+pena la vestì. Poi con le mani sugli occhi si avvicinò allo specchio, e
+osò guardarsi. Vide il suo volto disfatto, la sua fronte che era
tuttavia macchiata di rosso come se l'avesse stretta una corona di
-spine; si sentì distrutta, annientata, non più ben viva, e tuttavia
-incapace di continuare a vivere così. La vista di quel sangue che le
+spine; si sentì distrutta, annientata, non più ben viva, e tuttavia
+incapace di continuare a vivere così. La vista di quel sangue che le
arrossava le tempie le dette un tremito febbrile in tutte le membra, e
-le suggerì forse un'idea che non le era mai balenata prima d'allora: una
+le suggerì forse un'idea che non le era mai balenata prima d'allora: una
cosa alla quale non aveva mai pensato.
Tutta la notte aveva pianto. Era stanca, sfinita. Il cuore le doleva
tanto, il respiro le pesava, tutto il corpo lo sentiva spezzato in ogni
-giuntura, come se l'avessero bastonata. Il letto era là sfatto, come io
-l'avevo lasciato. Luisa si trascinò accanto al letto e per spogliarsi
+giuntura, come se l'avessero bastonata. Il letto era là sfatto, come io
+l'avevo lasciato. Luisa si trascinò accanto al letto e per spogliarsi
non ebbe che da lasciar cadere la sottana e il giubbettino, infilati
-sulla camicia. Si coricò, si abbandonò Luisa sul letto, si coprì con le
+sulla camicia. Si coricò, si abbandonò Luisa sul letto, si coprì con le
lenzuola ancora tepide del mio calore. Distese le braccia lungo i
fianchi, chiuse gli occhi. Incominciava allora il giorno. Luisa avrebbe
voluto che fosse ancora notte profonda, e che nessun pallore di luce le
attraversasse le palpebre. In una mano stringeva, Luisa, un coltellino
d'argento, un coltellino che le apparteneva, credo, da quando era
-bambina, e che si vedeva sempre in giro, ora qua ora là, sopra questo o
+bambina, e che si vedeva sempre in giro, ora qua ora là, sopra questo o
quel mobile, non si sa come, e per che uso, come tante altre piccole
cose inutili. Lo aveva ripreso sul cassettone, se lo era portato a letto
-con sè. Ora lo stringeva in una mano, e sapeva benissimo che era quel
+con sè. Ora lo stringeva in una mano, e sapeva benissimo che era quel
suo coltellino d'argento che teneva stretto fra le dita, ma non voleva
-confessare a sè stessa di sapere che era proprio quel coltellino. No.
+confessare a sè stessa di sapere che era proprio quel coltellino. No.
Non ne sapeva nulla, Luisa, di quella piccola cosa fredda che teneva
-chiusa nel pugno, nè perchè l'avesse presa sul cassettone, nè perchè
-l'avesse portata a letto con sè. Luisa non pensava più; era
-addormentata. Voleva persuadere sè stessa d'essersi addormentata, di non
-pensare più, di non ricordare, di non sentire più nulla. Come se anche
+chiusa nel pugno, nè perchè l'avesse presa sul cassettone, nè perchè
+l'avesse portata a letto con sè. Luisa non pensava più; era
+addormentata. Voleva persuadere sè stessa d'essersi addormentata, di non
+pensare più, di non ricordare, di non sentire più nulla. Come se anche
ella fosse divenuta una cosa, una piccola cosa anche lei, posata su quel
letto da qualche immenso gigante che l'avesse presa nel palmo della
-mano, e l'avesse coricata là nel suo letto per farle fare la nanna.
+mano, e l'avesse coricata là nel suo letto per farle fare la nanna.
-In me il ricordo di quella giornata è terribilmente lucido e angoscioso,
+In me il ricordo di quella giornata è terribilmente lucido e angoscioso,
come se al solo parlarne la rivivessi intera in ogni suo minuto. Fu una
-giornata di una brevità assurda. Subito la sera cadde su quelle poche
+giornata di una brevità assurda. Subito la sera cadde su quelle poche
grige ore di luce. M'ero presentato al mattino nella tipografia con una
faccia stralunata, da folle. Bastava che uno mi rivolgesse la parola
-perchè io mi mettessi a ridere. Su ogni bozza di stampa che mi portavano
-perchè la correggessi, facevo lunghi discorsi: la leggevo ad alta voce,
+perchè io mi mettessi a ridere. Su ogni bozza di stampa che mi portavano
+perchè la correggessi, facevo lunghi discorsi: la leggevo ad alta voce,
declamando, a rovescio, risalendo dall'ultima parola alla prima. Poi
gridavo:--Eccellente! Magnifico! Superlativo! Va tutto bene. Non ci
-manca nemmeno una virgola! Il proto mi battè amichevolmente sulla spalla
-e mi disse:--Perchè non vai a prendere una boccata d'aria?--Giusto,
+manca nemmeno una virgola! Il proto mi battè amichevolmente sulla spalla
+e mi disse:--Perchè non vai a prendere una boccata d'aria?--Giusto,
risposi: vado subito. Mi calcai il cappello sulle orecchie, e me ne
-uscii per la strada. Cominciai a girare qua e là. Mi parve molto strano
+uscii per la strada. Cominciai a girare qua e là. Mi parve molto strano
ch'io portassi il soprabito come tutti quanti gli altri uomini che
-camminavano con me per la via. Stetti più d'un'ora a guardarmi in uno
+camminavano con me per la via. Stetti più d'un'ora a guardarmi in uno
specchio. Poi, battendomi un pugno sulla fronte, mi sfilai il soprabito,
e me lo rinfilai alla rovescia. La fodera era a scacchi bianchi e neri,
con grosse righe gialle. Le maniche erano nere. Molto soddisfatto
@@ -8293,43 +8262,43 @@ parve che in generale la gente mi desse troppo poca importanza. Allora
incominciai a fare grandi inchini a tutti quelli che passavano in
carrozza, e toccavo terra con la falda del mio cappello. Ma poco dopo mi
stancai, e ripresi a camminare tranquillamente, avviandomi verso il
-fiume. Molte ore rimasi così, in un tratto semi deserto della sponda, a
+fiume. Molte ore rimasi così, in un tratto semi deserto della sponda, a
guardare alcuni barcaioli che scaricavano della legna sulla banchina e
un uomo che pescava con la bilancia. Mi pareva di aspettare qualcuno,
che dovesse approdare a quella riva con una barca a vapore, e intanto mi
-domandavo perchè mai in quel punto del fiume non avessero costruito un
+domandavo perchè mai in quel punto del fiume non avessero costruito un
gran porto. Sarebbe stato facilissimo allargare le due sponde e
costruirvi un molo, anzi tutto un sistema di docks, su cui poi avrei
pensato io a piantare alcune gigantesche gru. Il problema era
semplicissimo. A ognuno che passava domandavo, toccandomi l'ala del
-cappello:--Scusi, perchè non si costruisce un porto qui? Non le pare che
+cappello:--Scusi, perchè non si costruisce un porto qui? Non le pare che
ci starebbe bene? Mi guardavano sorridendo, e scrollando il capo si
-allontanavano. Nessuno si era posto un problema così semplice, eppure
-così importante per il commercio della città! Ma incominciò ad
-imbrunire, scese la nebbia, il pescatore si caricò la rete sulle spalle,
-e non passò più nessuno per quel tratto di viale. E allora io mi staccai
+allontanavano. Nessuno si era posto un problema così semplice, eppure
+così importante per il commercio della città! Ma incominciò ad
+imbrunire, scese la nebbia, il pescatore si caricò la rete sulle spalle,
+e non passò più nessuno per quel tratto di viale. E allora io mi staccai
dalla balaustra del muraglione e macchinalmente m'incamminai verso casa
mia.
Ero come il cavallo che, quando si sente le briglie abbandonate sul
-collo, prende la via della stalla. Poichè non pensavo affatto che quella
+collo, prende la via della stalla. Poichè non pensavo affatto che quella
fosse la strada per cui ogni sera passavo uscendo dalla tipografia per
ritornarmene a casa. Non potrei giurarlo, ma mi sembra che durante tutte
quelle ore, durante tutta quella giornata, il pensiero di Luisa non
abbia mai attraversato, neppure per un attimo, la mia mente sconvolta.
-Quando la casa dove avevo fino allora abitato mi si parò dinnanzi nera,
+Quando la casa dove avevo fino allora abitato mi si parò dinnanzi nera,
con tutte le sue finestre, le sue botteghe, la sua grande porta
-quadrata, non mi stupì affatto di trovarmi in quel luogo, nè di vedere
+quadrata, non mi stupì affatto di trovarmi in quel luogo, nè di vedere
Savina, sull'ingresso, fare grandi gesti con le mani levate in alto, e
zoppicando corrermi incontro affannata, afferrarmi per il soprabito,
gridare:
---Signore, signore... Che cosa è stato! La signora Luisa... Corra
-dunque! La signora Luisa è morta...
+--Signore, signore... Che cosa è stato! La signora Luisa... Corra
+dunque! La signora Luisa è morta...
--Morta? Morta? domandai calmo, guardando gravemente Savina.
---Morta le dico! gridò Savina, battendo le mani esterrefatta, come per
+--Morta le dico! gridò Savina, battendo le mani esterrefatta, come per
dire:--Ma capisce lei che cosa vuol dire morta?
Ed io soggiunsi:--Va bene, va bene. E attraversata la strada a passi
@@ -8338,39 +8307,39 @@ questa stanza.
Ricordo che questa stanza era insolitamente illuminata. Dappertutto
c'erano candele accese. Sul letto non vidi nulla che non fosse bianco,
-fuorchè gli occhi e i capelli e le mani di Luisa. Il viso di Luisa, le
+fuorchè gli occhi e i capelli e le mani di Luisa. Il viso di Luisa, le
sue labbra, erano d'un biancore di neve. Le sue mani, le sue mani erano
-rosse! Io non ricordo che il rosso di quelle mani che mi ferì le pupille
-come un lampo. C'è poi una lacuna, un buio assoluto nella mia memoria, e
+rosse! Io non ricordo che il rosso di quelle mani che mi ferì le pupille
+come un lampo. C'è poi una lacuna, un buio assoluto nella mia memoria, e
non so che cosa accadde di me in quel momento. Mi ritrovai inginocchiato
accanto al letto dove Luisa giaceva immobile nel suo pallore di morte,
con quelle sue mani rosse, pesanti, inerti nelle mie, che urlavo:
---Si è uccisa? Si è uccisa? Perchè si è uccisa?
+--Si è uccisa? Si è uccisa? Perchè si è uccisa?
-Intorno a me non vedevo che volti pallidi e muti. Anche Isacco era là,
+Intorno a me non vedevo che volti pallidi e muti. Anche Isacco era là,
avvolto in un lungo pastrano nero, dal cui bavero non uscivano che i
suoi occhi enormemente dilatati dalla febbre.
---Tu! tu! lo supplicavo, perchè si è uccisa? Perchè si è uccisa?
+--Tu! tu! lo supplicavo, perchè si è uccisa? Perchè si è uccisa?
Ma Isacco non mi rispondeva, e continuava a fissare su me quei suoi
occhi spiritati. Allora mi rivoltavo verso costei, verso sua madre,
verso quest'idiota sorda e muta, e le chiedevo:
---Maledetta fra tutte! Dimmi! Perchè si è uccisa?
+--Maledetta fra tutte! Dimmi! Perchè si è uccisa?
Ma la vecchia scuoteva il capo facendo dondolare il filo sottile di bava
che le pendeva dal mento, e sorda ai miei richiami, muta alle mie
-domande, fissava un punto lontano, chissà quanto lontano da me, con le
+domande, fissava un punto lontano, chissà quanto lontano da me, con le
sue morte pupille. Allora, disperato, mi piegavo su Luisa, le prendevo
fra le mani, fra le mani tutte macchiate del suo sangue, il viso bianco,
freddo e duro, e le domandavo singhiozzando:
---Perchè, perchè ti sei uccisa? Luisa perchè hai voluto morire?
+--Perchè, perchè ti sei uccisa? Luisa perchè hai voluto morire?
-Non ero più ora agitato da nessuna strana follia. Ero nuovamente io, in
-tutta la mia lucidità e pienezza di comprensione. Ora capivo
+Non ero più ora agitato da nessuna strana follia. Ero nuovamente io, in
+tutta la mia lucidità e pienezza di comprensione. Ora capivo
perfettamente che cosa era accaduto la notte prima di quella, e la
mattina, e il giorno, fino al momento in cui ero entrato in quella
camera con tutte quelle candele accese, e quell'odore di medicine, e
@@ -8378,20 +8347,20 @@ quella gente attonita, impietrita, muta, e Luisa con il suo viso bianco,
di cera, e le sue mani rosse, di sangue. Quella era Luisa, morta. Io ero
Paris, vivo. Ah! sapevo anche che si era uccisa per me, Luisa, per mia
colpa, per me, per me solo! Ma non mi bastava. Volevo sapere, sapere,
-sapere perchè si fosse uccisa Luisa.
+sapere perchè si fosse uccisa Luisa.
-Passarono così ore di spasimo, di pianto, di disperazione convulsa. Non
-so quando, come, la stanza si vuotò. Non so che ora fosse di quella
-notte, allorchè, sollevato il viso dalle coltri tutte umide dalle mie
+Passarono così ore di spasimo, di pianto, di disperazione convulsa. Non
+so quando, come, la stanza si vuotò. Non so che ora fosse di quella
+notte, allorchè, sollevato il viso dalle coltri tutte umide dalle mie
lagrime, vidi la camera ridivenuta semibuia, dove solo due o tre candele
-ancora bruciavano languide e tremole, e in quella luce, seduta laggiù,
+ancora bruciavano languide e tremole, e in quella luce, seduta laggiù,
la paralitica con il suo viso di scimmia, qui Isacco con la sua faccia
pallida e trasudata. Su Isacco fermai il mio sguardo a lungo. Non so
-perchè lo guardassi così. Non so che cosa gli dicessero i miei occhi con
+perchè lo guardassi così. Non so che cosa gli dicessero i miei occhi con
quello sguardo. So che dopo un lungo silenzio, scuotendo desolatamente
il capo:
---Lo vedi, mormorai, lo vedi Isacco? È morta, Luisa. Perchè? Perchè?
+--Lo vedi, mormorai, lo vedi Isacco? È morta, Luisa. Perchè? Perchè?
Allora Isacco schiuse le labbra gonfie e livide, e disse con un filo di
voce:
@@ -8400,26 +8369,26 @@ voce:
--Per amor mio? gli domandai.
---Per amore, bisbigliò Isacco. Per quell'amore che tu non hai mai
+--Per amore, bisbigliò Isacco. Per quell'amore che tu non hai mai
veduto...
--Luisa? gli domandai.
---Ah! esclamò Isacco. Nessuna donna ti amerà mai così, fino a morirne...
+--Ah! esclamò Isacco. Nessuna donna ti amerà mai così, fino a morirne...
---Isacco! Isacco! lo supplicai. Ella è ancora qui che ti ascolta!
+--Isacco! Isacco! lo supplicai. Ella è ancora qui che ti ascolta!
---Ne sarà felice, soggiunse Isacco. Tutto eri tu per lei. Quei fiori,
+--Ne sarà felice, soggiunse Isacco. Tutto eri tu per lei. Quei fiori,
quei dolci, quel vino che tu bevevi, quelle scarpe che porti ai piedi,
tutto veniva da lei... Lavorava giorno e notte per te... E aveva paura
che tu lo sapessi! Per quei fiori... Per quelle piccole cose, Paris...
--Tutto? domandai. Quei fiori? Queste scarpe? Tutto, tutto?
---Tutto, tutto, mormorò Isacco, perchè tu l'amassi un poco... E tu l'hai
+--Tutto, tutto, mormorò Isacco, perchè tu l'amassi un poco... E tu l'hai
uccisa!
-Isacco chiuse gli occhi. Il suo viso spettrale si rigò di due lunghe
+Isacco chiuse gli occhi. Il suo viso spettrale si rigò di due lunghe
lacrime...
@@ -8428,18 +8397,18 @@ lacrime...
XII.
-Ora, chi sono io? Che sarà di me? Ora che ho perduto l'amore di Luisa,
-ora che ho perduto il solo amore della mia vita, che sarà, che sarà di
+Ora, chi sono io? Che sarà di me? Ora che ho perduto l'amore di Luisa,
+ora che ho perduto il solo amore della mia vita, che sarà, che sarà di
me? Non quello di Daria! Non quello di Silvina! Questo, questo era il
_mio_ amore...
Costei mi tiene ancor vivo. Io la guardo e la vedo vivere. Debbo vivere
anch'io per lei. Sono qui, in attesa. Ogni ora che passa la conto. Ne ho
-già contate migliaia. Anch'io come Robinson ho un bastone, su cui incido
+già contate migliaia. Anch'io come Robinson ho un bastone, su cui incido
un segno per ogni ora che passa...
Sono qui, in quest'isola deserta, io solo, e lei, due naufraghi, perduti
-nel tempo. Il tempo è infinito come il mare. Noi lo attraverseremo un
+nel tempo. Il tempo è infinito come il mare. Noi lo attraverseremo un
giorno insieme, per navigare verso il nulla da cui approdammo per caso a
quest'isola abbandonata.
@@ -8452,23 +8421,23 @@ FINE.
ERRATA CORRIGE
Pag. 7--linea 23--del mondo _per_ dal mondo.
- » 137-- » 13--quelli mi guardano _per_ quelli che mi guardano.
- » 154-- » 8--brilava _per_ brillava.
- » 159-- » 13--madanna _per_ madonna.
- » 165-- » 2--abiti di veli leggieri _per_ abiti tanto leggieri.
- » 168-- » 4--«certe» _per_ «certes».
- » 173-- » 13--_l'intera linea va soppressa_.
- » 182-- » 4--gli aveva _per_ le aveva.
- » 207-- » 26--glielo lo giurò _per_ glielo giurò.
- » 210-- » 27--li ricadevano _per_ le ricadevano.
- » 254-- » 7--cartoncino _per_ cartoccino.
- » 285-- » 14--nascondeterlo _per_ nascondertelo.
- » 291-- » 25--cinciò _per_ minciò.
- » 307-- » 4--Poi vestita _per_ Poi, vestita.
- » 309-- » 14--cappelli _per_ capelli.
- » 321-- » 1--E lo trattavo _per_ Io lo trattavo.
- » 326-- » 17--tavoa _per_ tavola.
- » 328-- » 17--per lei _per_ in lei.
+ » 137-- » 13--quelli mi guardano _per_ quelli che mi guardano.
+ » 154-- » 8--brilava _per_ brillava.
+ » 159-- » 13--madanna _per_ madonna.
+ » 165-- » 2--abiti di veli leggieri _per_ abiti tanto leggieri.
+ » 168-- » 4--«certe» _per_ «certes».
+ » 173-- » 13--_l'intera linea va soppressa_.
+ » 182-- » 4--gli aveva _per_ le aveva.
+ » 207-- » 26--glielo lo giurò _per_ glielo giurò.
+ » 210-- » 27--li ricadevano _per_ le ricadevano.
+ » 254-- » 7--cartoncino _per_ cartoccino.
+ » 285-- » 14--nascondeterlo _per_ nascondertelo.
+ » 291-- » 25--cinciò _per_ minciò.
+ » 307-- » 4--Poi vestita _per_ Poi, vestita.
+ » 309-- » 14--cappelli _per_ capelli.
+ » 321-- » 1--E lo trattavo _per_ Io lo trattavo.
+ » 326-- » 17--tavoa _per_ tavola.
+ » 328-- » 17--per lei _per_ in lei.
@@ -8486,366 +8455,4 @@ senza annotazione minimi errori tipografici. Le correzioni della pagina
End of the Project Gutenberg EBook of Il perduto amore, by Umberto Fracchia
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PERDUTO AMORE ***
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-forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
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-Foundation as set forth in Section 3 below.
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-Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
-and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
-To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
-and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
-and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
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-Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
-Foundation
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-The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
-501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
-state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
-Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
-number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
-http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
-Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
-permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
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-The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
-Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
-throughout numerous locations. Its business office is located at
-809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
-business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
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-works.
-
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+*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 41281 ***
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@@ -3,7 +3,7 @@
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Il perduto amore, di Umberto Fracchia
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@@ -60,45 +60,7 @@ table {margin: auto;}
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-
-
-<pre>
-
-The Project Gutenberg EBook of Il perduto amore, by Umberto Fracchia
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
-almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
-re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
-with this eBook or online at www.gutenberg.org/license
-
-
-Title: Il perduto amore
-
-Author: Umberto Fracchia
-
-Release Date: November 3, 2012 [EBook #41281]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: ISO-8859-1
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PERDUTO AMORE ***
-
-
-
-
-Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara
-Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
-http://www.pgdp.net (This file was produced from images
-generously made available by The Internet Archive)
-
-
-
-
-
-
-</pre>
-
+<div>*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 41281 ***</div>
<div id="coverpage">
<img src="images/cover.jpg" width="353" height="600" alt="Copertina" /></div>
@@ -117,7 +79,7 @@ ROMANZO
</p>
<p class="pad2">
-5.º MIGLIAIO
+5.º MIGLIAIO
</p>
<p class="pad4">
@@ -130,7 +92,7 @@ CASA EDITRICE VITAGLIANO &mdash; MILANO
<hr class="mid" />
<p>
-PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
+PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
</p>
<p>
@@ -174,17 +136,17 @@ I.
</h3>
<p>
-Le stelle di cui il cielo ora è pieno, appunto
-perchè splendono perennemente sono un indizio
+Le stelle di cui il cielo ora è pieno, appunto
+perchè splendono perennemente sono un indizio
certo della nostra morte. Ma io che le contemplo
mentre compaiono e scompaiono, a volta
a volta fra le rade nuvole naviganti l'azzurro,
in aggruppamenti inaspettati e nuovi, sento scendere
sui miei occhi non so qual liquido filtro
-che mi rende oblioso così della morte come della
+che mi rende oblioso così della morte come della
vita. Distrattamente ascolto i rumori e le musiche
del bosco, il canto dei rosignoli nell'ombra, il
-fruscìo dei giunchi (di seta), le voci umane giù
+fruscìo dei giunchi (di seta), le voci umane giù
per i campi e nell'isolata casa del mulinaio, e
sento che queste cose non sono fatte per me.
Troppo semplici, troppo serene. Se, vinto, con
@@ -202,30 +164,30 @@ l'imperfetta vita delle ombre. Sono, come le
pallide larve, distaccato dal mondo, libero di
muovermi e di vagare dove mi piace, presente
<span class="pagenum"><a id="Page_8"></a>[8]</span>
-in ogni luogo, ed assente da ogni realtà. Eppure
-la mia libertà non è che un'illusione di chi giudica
+in ogni luogo, ed assente da ogni realtà. Eppure
+la mia libertà non è che un'illusione di chi giudica
dalle apparenze, e non sa che sono invece
inchiodato, incatenato, prigioniero della mia
-vita, nel momento stesso in cui essa si è fermata
+vita, nel momento stesso in cui essa si è fermata
per sempre. Se preferisco uscire di notte,
-o mostrarmi là dove il bosco è più folto, dove
-il fiume scorre tra le più alte rupi, la ragione è
-che io soffro il sole, la luce mi dà un acuto dolore,
+o mostrarmi là dove il bosco è più folto, dove
+il fiume scorre tra le più alte rupi, la ragione è
+che io soffro il sole, la luce mi dà un acuto dolore,
e temo sempre di contravvenire ai comandi
della natura, di violare una legge assoluta. La
-mia stessa voce, quando raramente parlo, è la
+mia stessa voce, quando raramente parlo, è la
voce flebile delle ombre, che sembra giungere da
misteriose lontananze, fioco lamento di sotterraneo
o di tomba, confusa voce attraverso soffi di
vento, scrosci di correnti d'acqua, stormire di
-notturne boscaglie. L'aria è sempre piena per
+notturne boscaglie. L'aria è sempre piena per
me, come le desolate lande della tragedia, di una
triste lontana e invisibile musica. Ebbene: un
uomo mi ha ucciso impedendomi di morire
quando sarebbe stato facile per me uscire da
questo viottolo angusto e spaziare nell'infinita
-felicità; quando la morte sarebbe stata ebrezza
-e gioia; e tempo, spazio, memoria, più nulla...
+felicità; quando la morte sarebbe stata ebrezza
+e gioia; e tempo, spazio, memoria, più nulla...
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -239,7 +201,7 @@ volta in casa nostra quando io avevo appena
vent'anni. Di lui avevo udito parlare come
<span class="pagenum"><a id="Page_9"></a>[9]</span>
di un'anima perduta. Si sa che cosa intendono gli
-uomini timorati quando dicono: costui è un'anima
+uomini timorati quando dicono: costui è un'anima
perduta. A lunghi intervalli, dunque, se
per caso nelle conversazioni famigliari il discorso
cadeva sopra un parente morto o lontano, e mia
@@ -257,17 +219,17 @@ album passava di mano in mano, faceva il
giro della tavola, e il nome di Carlo Clauss era
ripetuto sottovoce, e seguito da misteriosi silenzi
o da poche vaghe parole di commiserazione
-per quella «giovinezza irrequieta e avventurosa».
+per quella «giovinezza irrequieta e avventurosa».
</p>
<p>
Ma un giorno, quando nessuno se l'aspettava,
una lettera munita d'un francobollo molto grande,
su cui era disegnato un paesaggio montuoso
-con alberi e animali inverosimili, ci portò la notizia
+con alberi e animali inverosimili, ci portò la notizia
del suo ritorno. Egli scriveva a mio padre
-da una città il cui nome parve nuovo a tutti noi,
-dicendo che «il desiderio di morire in patria»
+da una città il cui nome parve nuovo a tutti noi,
+dicendo che «il desiderio di morire in patria»
lo spingeva ad abbandonare il paese dove aveva
vissuto fino allora felice. Parlava di una lunga
<span class="pagenum"><a id="Page_10"></a>[10]</span>
@@ -275,17 +237,17 @@ malattia, dei molti giorni di mare che lo dividevano
da noi, e, in fine, di mia madre, che egli chiamava,
con un diminutivo infantile, la Minni.
Quella lettera fu letta forte prima della cena e
-suscitò in tutti un vivo stupore. Mia madre pianse.
+suscitò in tutti un vivo stupore. Mia madre pianse.
Fu una triste sera in cui non si fece che rievocare
avvenimenti dolorosi. Io seppi allora che
Carlo Clauss era nostro parente e che a ventiquattro
anni era scomparso dalla propria casa,
-era fuggito, solo, senza lasciar traccia di sè.
+era fuggito, solo, senza lasciar traccia di sè.
</p>
<p>
-Due mesi dopo egli arrivò con la corriera del
-mattino, giacchè in quel tempo la ferrovia non
+Due mesi dopo egli arrivò con la corriera del
+mattino, giacchè in quel tempo la ferrovia non
passava ancora per queste valli e lungo il mare,
e non se ne udiva neppure il fischio lontano.
Noi, che stavamo sull'uscio in attesa, lo vedemmo
@@ -293,16 +255,16 @@ scendere dalla diligenza seguito da un servo
creolo, bruno e canuto, che portava i bagagli. La
sua rassomiglianza con la nostra fotografia era
ancor grande. Alto, diritto, con la barba e i
-capelli appena brizzolati, egli non rivelava nè
-stanchezza nè dolore. Il suo volto pallidissimo,
+capelli appena brizzolati, egli non rivelava nè
+stanchezza nè dolore. Il suo volto pallidissimo,
di un pallore olivastro ed uguale, bruciava ancora
di quella fiamma interna che gli splendeva negli
occhi scuri, profondi e lucidi. Era bello. Anche
la sua voce, il suo modo di gestire, la sua
pronuncia un po' lenta e faticosa, mi parvero, al
primo incontro, attraenti; pieni di quella grazia
-virile, così rara negli uomini non più giovani, che
-è fatta di serenità, di forza e di rattenuto ardore.
+virile, così rara negli uomini non più giovani, che
+è fatta di serenità, di forza e di rattenuto ardore.
</p>
<p>
@@ -327,7 +289,7 @@ dello stupore che vedeva dipinto sui nostri visi.
<p>
&mdash; Eppure sono tornato! &mdash; esclamava. &mdash; Vi
pare il caso, ora, di spaventarvi? Siamo
-passati attraverso il fuoco... Tutto è uguale
+passati attraverso il fuoco... Tutto è uguale
per me.
</p>
@@ -344,7 +306,7 @@ chi le poteva prevedere?
<p>
&mdash; Certo... &mdash; rispondeva sorridendo Clauss. &mdash; Ma
-ora tutto è uguale per me...
+ora tutto è uguale per me...
</p>
<p>
@@ -363,9 +325,9 @@ seriamente:
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_12"></a>[12]</span>
-&mdash; Ti sembra, ma non è così. Eravamo ragazzi
+&mdash; Ti sembra, ma non è così. Eravamo ragazzi
allora, quando dici tu, ed ora ho un
-figlio grande. Non lo vedi laggiù? Sembra un
+figlio grande. Non lo vedi laggiù? Sembra un
querciolo...
</p>
@@ -380,33 +342,33 @@ si posavano anche su mia sorella Silvina.
<p>
&mdash; Eppure bisogna vivere ancora! &mdash; disse
-egli una volta, nel silenzio di tutti. E mi sembrò
-che parlasse soltanto a sè stesso, dimenticando
+egli una volta, nel silenzio di tutti. E mi sembrò
+che parlasse soltanto a sè stesso, dimenticando
noi altri.
</p>
<p>
Da mezz'ora l'aria s'era fatta scura, e pioveva.
-Ma, dopo poco, un tuono secco schiantò il
-silenzio e scompaginò le nuvole. Un po' di sole
-entrò nella stanza. Io che ero rimasto senza
+Ma, dopo poco, un tuono secco schiantò il
+silenzio e scompaginò le nuvole. Un po' di sole
+entrò nella stanza. Io che ero rimasto senza
parlare, in un angolo, mi alzai per guardar
-fuori. Anche Clauss si alzò e si avvicinò alla finestra.
+fuori. Anche Clauss si alzò e si avvicinò alla finestra.
</p>
<p>
&mdash; Se volete, disse mia madre, potete andare
-sulla terrazza. Non piove più.
+sulla terrazza. Non piove più.
</p>
<p>
Salimmo dunque, noi due, sulla terrazza. L'arcobaleno
-era molto pallido. Il sole, già mezzo nascosto
+era molto pallido. Il sole, già mezzo nascosto
dietro il monte, dardeggiava sulla pianura
-un gran fascio di luce. Clauss girò intorno gli
-occhi, si soffermò un istante a guardare i fianchi
+un gran fascio di luce. Clauss girò intorno gli
+occhi, si soffermò un istante a guardare i fianchi
delle montagne rigati di cascatelle candide;
-poi si volse a me e bruscamente mi domandò:
+poi si volse a me e bruscamente mi domandò:
</p>
<p>
@@ -419,7 +381,7 @@ Per la prima volta i suoi occhi si posarono attentamente
sulla mia persona. Io li sentii che
mi penetravano dentro, nell'anima. Era uno
sguardo impudico, un contatto quasi carnale che
-mi riempì di vergogna.
+mi riempì di vergogna.
</p>
<p>
@@ -431,7 +393,7 @@ Egli rise.
</p>
<p>
-&mdash; Come è possibile, nulla? &mdash; soggiunse, distraendo
+&mdash; Come è possibile, nulla? &mdash; soggiunse, distraendo
da me le pupille, come uno che stacca
le labbra da una tazza dopo aver bevuto abbastanza. &mdash; Ho
avuto anch'io vent'anni. Non
@@ -439,15 +401,15 @@ ridere! A vent'anni io, per esempio, non desideravo
che una sola cosa: morire. Ma volevo
morire eroicamente. Immagina: uno compie
un'azione nobile, un atto memorando. La gente
-dice: &mdash; Questo ragazzo è stato capace di tanto. &mdash; Un
-ragazzo? Veramente un ragazzo? &mdash; Sì,
+dice: &mdash; Questo ragazzo è stato capace di tanto. &mdash; Un
+ragazzo? Veramente un ragazzo? &mdash; Sì,
un ragazzo... Aveva appena vent'anni. &mdash; Questa
-è la gloria. Ora sono quasi vecchio, e quel
-sogno mi sembra ancor più bello di allora. Morire
+è la gloria. Ora sono quasi vecchio, e quel
+sogno mi sembra ancor più bello di allora. Morire
senza aver provato nulla della vita, se sia buona
o cattiva; non l'amore di una donna: senza
-avere nè amato, nè odiato, nè goduto, nè sofferto;
-ignorando che cosa valga tutto ciò... Non
+avere nè amato, nè odiato, nè goduto, nè sofferto;
+ignorando che cosa valga tutto ciò... Non
credi che sarebbe una pazzia degna di te?
</p>
@@ -470,7 +432,7 @@ Amare? Odiare?
</p>
<p>
-&mdash; È dunque necessario amare o odiare qualcuno? &mdash; balbettai
+&mdash; È dunque necessario amare o odiare qualcuno? &mdash; balbettai
ad un tratto senza pensare.
</p>
@@ -484,7 +446,7 @@ nota, stanca.
</p>
<p>
-&mdash; Ti racconterò una storia, &mdash; disse, &mdash; e tu
+&mdash; Ti racconterò una storia, &mdash; disse, &mdash; e tu
stesso giudicherai. Io avevo, a Karsan, un servo
giovane. Era un meticcio, un essere semplice
e sano, una creatura riccamente dotata. Lo avevo
@@ -500,49 +462,49 @@ della fattoria vicina. La conoscevo. Sembrava un
bell'animale, con lunghi capelli neri e grandi
occhi violacei. Sarkis era stato preso da una
<span class="pagenum"><a id="Page_15"></a>[15]</span>
-così violenta passione per lei, che ogni giorno,
+così violenta passione per lei, che ogni giorno,
dopo averla veduta, dopo averla spiata da lungi
e da presso, si flagellava, parendogli di non essere
degno di lei, di non poter meritare il suo
-amore. Un altro servo mi narrò queste cose, più
+amore. Un altro servo mi narrò queste cose, più
tardi. Alfine essi si sposarono. &mdash; Sei felice? &mdash; chiesi
a Sarkis dopo le sue nozze. &mdash; Vorrei
esser morto! &mdash; rispose. Scese la notte sulla
-loro capanna di giunchi. All'alba Behela uscì
+loro capanna di giunchi. All'alba Behela uscì
dal letto ancor caldo per andare alla sorgente.
-Egli la seguì da lontano, la spiò lungo tutto il
+Egli la seguì da lontano, la spiò lungo tutto il
sentiero. Si nascose poi tra le canne e attese che
ritornasse. Behela riapparve, camminando lentamente.
Teneva gli occhi chiusi e sorrideva come
-in sogno. &mdash; Behela! &mdash; chiamò lo sposo
-nascosto. Ella si arrestò. &mdash; Questa è la tua
+in sogno. &mdash; Behela! &mdash; chiamò lo sposo
+nascosto. Ella si arrestò. &mdash; Questa è la tua
voce! &mdash; disse dolcemente. &mdash; La riconosco... &mdash; E
-questo è il mio coltello! &mdash; gridò l'altro
-saltando fuori. L'abbracciò stretta e le piantò la
+questo è il mio coltello! &mdash; gridò l'altro
+saltando fuori. L'abbracciò stretta e le piantò la
lama nel cuore. Quando mi fu condotto dinnanzi
-per essere giudicato, perchè io ero il padrone,
+per essere giudicato, perchè io ero il padrone,
egli cantava come un forsennato. &mdash; Sarkis... &mdash; esclamai
afferrandolo per i capelli: &mdash; sai tu
-di avere ucciso la tua sposa? Egli ammutolì, mi
-guardò con occhi che non esprimevano nè stupore,
-nè vergogna, nè tristezza. &mdash; Vorrei esser
-morto... &mdash; mormorò, e ricominciò a cantare.
+di avere ucciso la tua sposa? Egli ammutolì, mi
+guardò con occhi che non esprimevano nè stupore,
+nè vergogna, nè tristezza. &mdash; Vorrei esser
+morto... &mdash; mormorò, e ricominciò a cantare.
</p>
<p>
-Clauss sollevò il capo. Il suo volto si animò:
-balenò nei suoi occhi quella strana luce.
+Clauss sollevò il capo. Il suo volto si animò:
+balenò nei suoi occhi quella strana luce.
</p>
<p>
-&mdash; Questa, &mdash; disse, &mdash; non è una storia straordinaria.
+&mdash; Questa, &mdash; disse, &mdash; non è una storia straordinaria.
<span class="pagenum"><a id="Page_16"></a>[16]</span>
-Questa è la storia dell'amore, una
-storia d'amore, cioè una delle innumerevoli storie
-che si possono raccontare. È necessario amare
+Questa è la storia dell'amore, una
+storia d'amore, cioè una delle innumerevoli storie
+che si possono raccontare. È necessario amare
qualcuno? Era necessario uccidere Behela,
sacrificare quel fiore meraviglioso, distruggere
-quella felicità? Immagina che cosa mi avrebbe
+quella felicità? Immagina che cosa mi avrebbe
risposto quell'uomo se io gli avessi rivolto, una
dopo l'altra, tali domande! Noi lo legammo in
mezzo alla corte. Ma, di notte, prima di coricarmi,
@@ -559,24 +521,24 @@ liberato?
</p>
<p>
-Mi guardò sorridendo.
+Mi guardò sorridendo.
</p>
<p>
&mdash; E non potevo forse uccidere anch'io come
-lui, &mdash; mormorò, &mdash; quel giorno o il giorno
+lui, &mdash; mormorò, &mdash; quel giorno o il giorno
dopo, con quell'arma o con un'altra simile?
</p>
<p>
-&mdash; Ah! non è così facile! &mdash; esclamai, nascondendo
-il viso fra le mani. &mdash; Non è così
+&mdash; Ah! non è così facile! &mdash; esclamai, nascondendo
+il viso fra le mani. &mdash; Non è così
semplice uccidere! Non tutti uccidono...
</p>
<p>
&mdash; Infatti, &mdash; disse Clauss per consolarmi, &mdash; non
-è per tutti egualmente facile.
+è per tutti egualmente facile.
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -585,36 +547,36 @@ III.
</h3>
<p>
-Clauss restò soltanto tre giorni in casa nostra.
+Clauss restò soltanto tre giorni in casa nostra.
Durante quei tre giorni io cercai di sfuggirlo, e
-infatti non accadde più che noi ci trovassimo
-soli insieme. Il terzo giorno se ne partì improvvisamente,
+infatti non accadde più che noi ci trovassimo
+soli insieme. Il terzo giorno se ne partì improvvisamente,
<span class="pagenum"><a id="Page_17"></a>[17]</span>
senza aver neppure sfatto le sue
-valige, per andarsene in città, dove disse che
-voleva comprare una casa. Confesserò, senza
+valige, per andarsene in città, dove disse che
+voleva comprare una casa. Confesserò, senza
vergogna, che Clauss mi aveva profondamente
toccato. Quasi mi faceva paura. Talora, non
visto, mentre egli leggeva o parlava con altri, io
lo spiavo a lungo, fantasticando. La sua partenza
fu per me cagione di gioia: ma non ritrovai
per questo la mia antica pace. Ben presto
-anzi mi accorsi che io non potevo più vivere
+anzi mi accorsi che io non potevo più vivere
senza di lui. Di giorno e di notte pensavo alle
sue parole; Behela frequentava i miei sogni; e
se socchiudevo le palpebre, lo rivedevo, non come
-era in realtà, ma come era, da giovane, nella
+era in realtà, ma come era, da giovane, nella
vecchia fotografia dell'album, con quei due immobili
e smisurati occhi. Quell'immagine era
-impressa in me fin dall'infanzia. Non mi abbandonò
-più.
+impressa in me fin dall'infanzia. Non mi abbandonò
+più.
</p>
<p>
Vivevo dunque come trasognato. In quella
grande casa semideserta dove mia madre diffondeva
-la malinconia del suo sorriso senza nè
-inquietudini nè desideri, che mio padre dominava
+la malinconia del suo sorriso senza nè
+inquietudini nè desideri, che mio padre dominava
dalla cantina al granaio con la sua allegria
d'uomo sano e soddisfatto, io cominciai a sentire
il peso della solitudine e il mal sottile della
@@ -622,14 +584,14 @@ malinconia che prima non conoscevo. Fino a
quel tempo, per molti anni, m'ero accontentato
della mia casa, del mio giardino, del villaggio e
dei campi, nel limite della cerchia alpina. Ora
-non più. Clauss aveva lasciato cadere in me il
+non più. Clauss aveva lasciato cadere in me il
<span class="pagenum"><a id="Page_18"></a>[18]</span>
suo seme diabolico, e quel seme aveva rapidamente
germogliato. Ogni istante scoprivo un
desiderio nuovo. E quantunque le mie brame
fossero innumerevoli, si potevano tutte riassumere
in una sola parola: amare. Avevo lunghe
-e confuse allucinazioni: visioni di una realtà
+e confuse allucinazioni: visioni di una realtà
inverosimile.
</p>
@@ -637,7 +599,7 @@ inverosimile.
La mia salute fu tanto scossa da questi disordini
spirituali, che mio padre, rammaricandosi di
aver scoperto troppo tardi che io non gli somigliavo
-affatto, si decise a mandarmi in città perchè
+affatto, si decise a mandarmi in città perchè
imparassi a mie spese ad apprezzare la famiglia
e la casa.
</p>
@@ -650,15 +612,15 @@ padre; e in poche ore fui pronto per partire.
<p>
Ricordo il penoso distacco da mia madre. Io
non le ero stato mai lontano neppure un giorno.
-Quando mi abbracciò piangendo e sentii il suo
+Quando mi abbracciò piangendo e sentii il suo
esile corpo tremare contro il mio petto, il suo
cuore battere, le sue labbra cercare ansiosamente
la mia fronte, ebbi come in un lampo il
pensiero di rinunciare a tutti i miei pazzi propositi,
per rimanere accanto a lei, in quella
-pace, in quella intimità semplice e solitaria che
-già allora, dalla soglia, mi pareva superiore ad
-ogni altra possibile felicità. Ma poco dopo, quando
+pace, in quella intimità semplice e solitaria che
+già allora, dalla soglia, mi pareva superiore ad
+ogni altra possibile felicità. Ma poco dopo, quando
mi volsi per guardare da lontano il campanile
roseo tra le piante, ebbi onta di quel momento di
debolezza e me ne pentii. La strada costeggiava
@@ -679,7 +641,7 @@ si dimenava sul sedile brontolando:
</p>
<p>
-&mdash; Non è colpa sua. È colpa di Lisa Lama,
+&mdash; Non è colpa sua. È colpa di Lisa Lama,
di quella maledetta...
</p>
@@ -687,9 +649,9 @@ di quella maledetta...
Ascoltavo, e vedevo Lisa Lama col suo muccetto
di capelli tinti, seduta contro la porta
verde della sua casa, come l'avevo veduta mille
-volte. Pensavo: &mdash; Per un pezzo non la vedrò
-più. In un paese c'era una fiera. Suonavano
-le campane. Un razzo matto rigò di giallo
+volte. Pensavo: &mdash; Per un pezzo non la vedrò
+più. In un paese c'era una fiera. Suonavano
+le campane. Un razzo matto rigò di giallo
il cielo cinerognolo. Due preti neri trotterellavano
per un sentiero attraverso le vigne, sopra
due mule grige. Una processione di donne
@@ -703,7 +665,7 @@ stipava dentro.
<p>
Io mi sentivo straordinariamente ilare; assaporavo
-con gioia la mia prima libertà. Ho un
+con gioia la mia prima libertà. Ho un
piacevole ricordo di quelle ore di viaggio. Il
fiume andava tranquillamente per la sua strada,
e le zucche maturavano secondo la stagione; gli
@@ -719,7 +681,7 @@ faceva paura.
<p>
Con la vicinanza del mare, che apparve poco
-dopo, l'aria divenne più densa e odorosa.
+dopo, l'aria divenne più densa e odorosa.
Ogni tanto si intravvedeva, in fondo ad un vicolo,
fra i muri, un po' di mare chiaro, vivace,
una vela. Muri bianchi, muri grigi, cancelli verdi,
@@ -728,26 +690,26 @@ alle finestre, tende svolazzanti, imbianchini appesi
a un tetto, cocomeri rossi sopra un banco,
bambini che mangiavano, una donna in camicia,
grandi gabbie di canarini, un orto. I cavalli trottavano
-e io pensavo a Clauss. La mia ilarità a
+e io pensavo a Clauss. La mia ilarità a
poco a poco si spegneva. Come viveva quell'uomo?
Che avrebbe fatto di me, vedendomi?
</p>
<p>
-Verso sera, la città apparve lontana, in fondo
+Verso sera, la città apparve lontana, in fondo
al golfo. I giardini, gli orti erano finiti. Si vedeva
il porto; s'incontravano carri carichi di
botti; le osterie erano piene; si cantava, si ballava
sotto i pergolati di canne, intorno ai tavoli
gremiti. Finalmente, prima del crepuscolo, passammo
-la porta. Mio padre aveva già provveduto
+la porta. Mio padre aveva già provveduto
al mio alloggio. Discesi dunque dinnanzi alla
casa del notaio Sterpoli, che era un vecchietto
smilzo, pelato e cerimonioso. Egli mi aspettava
sull'uscio, vestito d'una palandrana color tabacco;
-mi guidò su per una scala semibuia e
+mi guidò su per una scala semibuia e
<span class="pagenum"><a id="Page_21"></a>[21]</span>
-mi assegnò una camera al secondo piano. Le
+mi assegnò una camera al secondo piano. Le
suppellettili fruste e polverose, i dagherrotipi
appesi ai muri, le facce estatiche di due santi
sconosciuti, il letto di ferro, tutto mi dispiacque
@@ -758,7 +720,7 @@ mare.
</p>
<p>
-La malinconia di quell'ora mi è rimasta per
+La malinconia di quell'ora mi è rimasta per
molti giorni nell'anima. Anche la cena, servita
da una bambina zoppicante, in compagnia del
notaio e di suo figlio, Paolo Sterpoli, fu lunga
@@ -767,9 +729,9 @@ tavola da refettorio, immensa, sotto un lume lamentoso.
La bambina girava facendo con i suoi
piedi disuguali una bizzarra musica sull'impiantito.
Dopo cena il notaio, con molte carezze,
-( &mdash; Ti ho portato sulle mie braccia. Si può dire
+( &mdash; Ti ho portato sulle mie braccia. Si può dire
che ti abbia allattato io &mdash; ripeteva ogni tanto),
-se ne andò a letto e noi rimanemmo ancora a
+se ne andò a letto e noi rimanemmo ancora a
fumare. Quello Sterpoli figlio era un giovanotto
di forse ventiquattro anni, di pel rosso,
con il naso tozzo e la bocca tonda e un paio
@@ -777,17 +739,17 @@ di mostaccini arricciati con cura. Egli aveva fumato
due sigarette placidamente, leggiucchiando
il giornale; ora aveva acceso la terza, ma pareva
che la sua calma fosse d'un tratto svanita,
-perchè s'era alzato in piedi e se n'andava
+perchè s'era alzato in piedi e se n'andava
da un capo all'altro della stanza, gettando sguardi
inquieti all'orologio, alla finestra e a me che
<span class="pagenum"><a id="Page_22"></a>[22]</span>
-me ne stavo seduto. Finalmente si fermò a due
+me ne stavo seduto. Finalmente si fermò a due
passi dallo specchio e disse:
</p>
<p>
-&mdash; Insomma, perchè fingere? Bisogna che
-io me ne vada. È tardi. Non siamo amici? Se
+&mdash; Insomma, perchè fingere? Bisogna che
+io me ne vada. È tardi. Non siamo amici? Se
vuoi venire con me, troveremo certamente
Clauss, che ci aspetta...
</p>
@@ -797,7 +759,7 @@ Clauss, che ci aspetta...
</p>
<p>
-&mdash; Dove? E dove vuoi trovarlo? Te lo dirò.
+&mdash; Dove? E dove vuoi trovarlo? Te lo dirò.
</p>
<p>
@@ -805,11 +767,11 @@ Mi infilai il soprabito e chetamente uscimmo.
</p>
<p>
-&mdash; Sai che cos'è un caffè concerto? &mdash; mi
-domandò Paolo quando fummo per strada. &mdash; Ora
-andiamo. Oh! non c'è niente di male; non
-è un luogo di perdizione. Clauss ci va ogni
-sera. È innamorato. Ti stupisce? Innamorato
+&mdash; Sai che cos'è un caffè concerto? &mdash; mi
+domandò Paolo quando fummo per strada. &mdash; Ora
+andiamo. Oh! non c'è niente di male; non
+è un luogo di perdizione. Clauss ci va ogni
+sera. È innamorato. Ti stupisce? Innamorato
di una donna (si sa), di una donna che si chiama
Daria.
</p>
@@ -820,23 +782,23 @@ La sua mano strinse forte il mio braccio.
<p>
&mdash; Vuoi credere che tutti sono innamorati di
-lei? &mdash; soggiunse Paolo con voce più sommessa. &mdash; Ella
-canta. Canta e balla. Ebbene: perchè
+lei? &mdash; soggiunse Paolo con voce più sommessa. &mdash; Ella
+canta. Canta e balla. Ebbene: perchè
tutti debbono essere innamorati di lei? E
-chi può spiegare questo mistero? Tu stesso vedrai
+chi può spiegare questo mistero? Tu stesso vedrai
fra poco...
</p>
<p>
-&mdash; È bella? &mdash; domandai esitando.
+&mdash; È bella? &mdash; domandai esitando.
</p>
<p>
-&mdash; Ah, ah! se è bella? C'è una canzone che
-dice (mi pare): <i>Je ne sais pas de quel côté, sa
-clarté me pourra conduire... Au loin une étoile
-je vois &mdash; qui me darde des étincelles...</i> Non
-importa. Sì, è molto bella.
+&mdash; Ah, ah! se è bella? C'è una canzone che
+dice (mi pare): <i>Je ne sais pas de quel côté, sa
+clarté me pourra conduire... Au loin une étoile
+je vois &mdash; qui me darde des étincelles...</i> Non
+importa. Sì, è molto bella.
</p>
<p>
@@ -854,32 +816,32 @@ diceva:
</p>
<p>
-&mdash; Sì, signori: le gambe di quella donna sono
+&mdash; Sì, signori: le gambe di quella donna sono
le corna del diavolo!
</p>
<p>
-Sterpoli mi guardò e disse:
+Sterpoli mi guardò e disse:
</p>
<p>
-&mdash; Siamo arrivati troppo tardi. Ha già finito
+&mdash; Siamo arrivati troppo tardi. Ha già finito
di ballare...
</p>
<p>
-Un'orchestrina cominciò a miagolare una polka,
+Un'orchestrina cominciò a miagolare una polka,
il velario si schiuse e comparvero tra fischi
-e urli due fakiri indiani. La platea tumultuò.
-Giovani o vecchi: una strana umanità imberbe o
+e urli due fakiri indiani. La platea tumultuò.
+Giovani o vecchi: una strana umanità imberbe o
canuta si agitava in quello spazio angusto. Alcune
donne, in abiti rossi e gialli, con bizzarri
pennacchini e grandi ventagli di piume, se ne
andavano intorno precedute da sorrisi incantevoli
e da sguardi striscianti come bisce. Incendi.
Ed io pensavo per quale miracolo quelle donne
-potessero avere carni così bianche, e occhi così
-lustri, e bocche così rosse e attraenti; essere
+potessero avere carni così bianche, e occhi così
+lustri, e bocche così rosse e attraenti; essere
tanto angeliche e tanto peccaminose; e per quale
miracolo di continenza gli uomini si accontentassero
di guardarle senza strappare violentemente
@@ -899,22 +861,22 @@ con lui.
</p>
<p>
-&mdash; Ti conduco un nuovo discepolo! &mdash; gridò
+&mdash; Ti conduco un nuovo discepolo! &mdash; gridò
Sterpoli sbatacchiando la porta dietro le mie
spalle e inchinandosi fino a terra.
</p>
<p>
-Clauss mi guardò.
+Clauss mi guardò.
</p>
<p>
&mdash; Sei tu? &mdash; disse senza muoversi e senza
-sorridere. &mdash; Avanti! C'è posto per tutti.
+sorridere. &mdash; Avanti! C'è posto per tutti.
</p>
<p>
-Mi avvicinai ed egli mi baciò. Poi ordinò che
+Mi avvicinai ed egli mi baciò. Poi ordinò che
portassero bottiglie e bicchieri.
</p></div>
@@ -925,7 +887,7 @@ IV.
<p>
Noi, dunque, bevemmo, e Sterpoli per brindare
-urlò: &mdash; Questa sera voglio ridere!
+urlò: &mdash; Questa sera voglio ridere!
</p>
<p>
@@ -944,15 +906,15 @@ disse:
</p>
<p>
-&mdash; Ahi! Ah! &mdash; sghignazzò Sterpoli. &mdash; Io
+&mdash; Ahi! Ah! &mdash; sghignazzò Sterpoli. &mdash; Io
sono giovane? Io sono pazzo. Mio buon maestro,
tutte le malattie sono contagiose. Ti sembra
strano? Un granello di sabbia basta, un
-granello di polvere è anche troppo... Ho veduto
+granello di polvere è anche troppo... Ho veduto
<span class="pagenum"><a id="Page_25"></a>[25]</span>
Daria ballare... Qualcuno ha detto: &mdash; Le gambe
di quella donna sono le corna del diavolo!
-Che te ne pare? Il diavolo non è dunque così
+Che te ne pare? Il diavolo non è dunque così
brutto come si dipinge?
</p>
@@ -971,28 +933,28 @@ non ci fosse.
<p>
&mdash; Io non capisco &mdash; diceva con tono grave
uno di quei giovani, rivolto a Clauss &mdash; come
-possano durare pregiudizi di specie così volgare.
-Tizio è gravemente afflitto perchè non sa
-che cosa pensare dell'al di là, e cerca di passare
+possano durare pregiudizi di specie così volgare.
+Tizio è gravemente afflitto perchè non sa
+che cosa pensare dell'al di là, e cerca di passare
qualche ora piacevole con Eunica, che ha le
poppe forti. Caio soffre per una delusione amorosa,
e invita gli amici a bere un suo vecchio
-vino d'uva. Eumolpo è stato fischiato a
+vino d'uva. Eumolpo è stato fischiato a
teatro o ha perduto in Borsa, e va a prendere
un bagno profumato. Sempronio ha sepolto suo
padre, e si regala una eccezionale pietanza di
tartufi a cena. Ma, in somma, signori! Per i
dolori dell'anima si deve dunque consolare il
-corpo? E c'è ancora chi crede sul serio che
+corpo? E c'è ancora chi crede sul serio che
anima e corpo siano due cose distinte!
</p>
<p>
-&mdash; Ahimè! &mdash; esclamò un altro. &mdash; Che c'importa
+&mdash; Ahimè! &mdash; esclamò un altro. &mdash; Che c'importa
<span class="pagenum"><a id="Page_26"></a>[26]</span>
dell'anima e del corpo? Che siano due o
uno? Quando tu baci Clarissa, la baci con l'anima
-o col corpo? L'importante non è di baciare
+o col corpo? L'importante non è di baciare
Clarissa?
</p>
@@ -1001,36 +963,36 @@ Clauss rise.
</p>
<p>
-&mdash; Infatti, &mdash; disse, &mdash; è Clarissa che importa.
+&mdash; Infatti, &mdash; disse, &mdash; è Clarissa che importa.
</p>
<p>
-Improvvisamente, d'un colpo, la porta si spalancò
+Improvvisamente, d'un colpo, la porta si spalancò
e tutti ammutolirono. Una donna, avvolta
in un ampio mantello scuro che ella teneva
stretto alla cintura e al collo con ambo le mani,
apparve sulla soglia. Volse intorno gli occhi,
dardeggiando sopra gli astanti sguardi obliqui,
-si avanzò di due passi e si fermò in mezzo alla
+si avanzò di due passi e si fermò in mezzo alla
stanza.
</p>
<p>
-&mdash; Clauss! &mdash; disse con voce così profonda
-e velata che mi dette i brividi. &mdash; È la seconda
+&mdash; Clauss! &mdash; disse con voce così profonda
+e velata che mi dette i brividi. &mdash; È la seconda
volta che mi insultate in pubblico, tu e il tuo
-seguito di servitori. Io non posso più sopportare....
+seguito di servitori. Io non posso più sopportare....
Io sono stanca.... Io ti odio....
</p>
<p>
Come se queste parole le avessero tolto ogni
-forza, ella si appoggiò con una mano all'orlo del
+forza, ella si appoggiò con una mano all'orlo del
tavolo per non cadere. Il mantello, aprendosi,
-lasciò scoperto il suo collo, su cui brillava un
+lasciò scoperto il suo collo, su cui brillava un
grosso smeraldo. Tutti, intorno a me, sembravano
pietrificati. Sterpoli era sceso dal tavolo e
-guardava dinnanzi a sè, bocca e occhi aperti da
+guardava dinnanzi a sè, bocca e occhi aperti da
ebete. Soltanto Clauss pareva calmo. Egli si
era alzato e si era fermato di fronte a lei. Le sue
pupille diritte fissavano senza tremare il volto
@@ -1051,22 +1013,22 @@ che lentamente si era avvicinato a lui ed ora
gli stava a fianco. Il volto del giovane di rosso
s'era fatto cinereo. Aveva la fronte imperlata
di sudore e a stento tratteneva il respiro. Pareva
-che volesse parlare, poichè ogni tanto moveva
-le labbra; ma senza fiato. A un tratto avanzò
+che volesse parlare, poichè ogni tanto moveva
+le labbra; ma senza fiato. A un tratto avanzò
ancora di un passo, tese la mano, che gli
tremava, fino a sfiorare il braccio della donna,
-e con un filo di voce mormorò:
+e con un filo di voce mormorò:
</p>
<p>
-&mdash; Andiamo... Andiamo via... Perchè sei venuta?
-Perchè?
+&mdash; Andiamo... Andiamo via... Perchè sei venuta?
+Perchè?
</p>
<p>
Clauss non si mosse. Nemmeno Daria si mosse,
-ma un sorriso pieno di disprezzo inarcò le
-sue belle labbra lunghe, e illuminò il suo viso.
+ma un sorriso pieno di disprezzo inarcò le
+sue belle labbra lunghe, e illuminò il suo viso.
</p>
<p>
@@ -1074,7 +1036,7 @@ Paolo attendeva, con la mano sollevata, tremante.
</p>
<p>
-&mdash; Infine! &mdash; esclamò Clauss con un gesto
+&mdash; Infine! &mdash; esclamò Clauss con un gesto
d'impazienza. &mdash; Io non so di che cosa mi possiate
accusare... Sono vostro amico... Ho tentato
ogni via per piacervi... Che debbo fare ancora
@@ -1082,20 +1044,20 @@ per voi?
</p>
<p>
-Daria abbassò il capo, respinse con un moto
+Daria abbassò il capo, respinse con un moto
violento della mano la mano sempre tesa di
-Sterpoli e si abbattè piangendo sopra una sedia.
+Sterpoli e si abbattè piangendo sopra una sedia.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_28"></a>[28]</span>
-Un profondo silenzio seguì quell'avvenimento
+Un profondo silenzio seguì quell'avvenimento
inaspettato.
</p>
<p>
-&mdash; Piange? &mdash; mormorò una voce alla mie
-spalle. &mdash; È mai possibile? È anche capace di
+&mdash; Piange? &mdash; mormorò una voce alla mie
+spalle. &mdash; È mai possibile? È anche capace di
piangere?
</p>
@@ -1108,8 +1070,8 @@ e ora Sterpoli che tremava.
</p>
<p>
-&mdash; Che accade? &mdash; pensavo. &mdash; Chi è questa
-donna? E perchè piange?
+&mdash; Che accade? &mdash; pensavo. &mdash; Chi è questa
+donna? E perchè piange?
</p>
<p>
@@ -1117,16 +1079,16 @@ Mi curvai un poco e le dissi:
</p>
<p>
-&mdash; Non piangete... Non è il caso di piangere!
+&mdash; Non piangete... Non è il caso di piangere!
</p>
<p>
Ebbi paura del silenzio che accolse la mia voce.
-Daria infatti sollevò il capo.
+Daria infatti sollevò il capo.
</p>
<p>
-&mdash; Chi è costui? &mdash; domandò dopo un istante. &mdash; Che
+&mdash; Chi è costui? &mdash; domandò dopo un istante. &mdash; Che
cosa vuole da me?
</p>
@@ -1136,7 +1098,7 @@ cosa vuole da me?
<p>
S'era fatto un gran vuoto nel mio cervello.
-Ma la vampa che m'affocò il viso m'avvertì che
+Ma la vampa che m'affocò il viso m'avvertì che
m'ero coperto di ridicolo.
</p>
@@ -1150,17 +1112,17 @@ tanti uomini?
<p>
Poi mi ritrassi in un angolo e nascosi il viso
fra le mani per coprire il mio rossore. Con gli
-occhi chiusi non udivo più nulla. La donna
-non piangeva più; aveva cessato di piangere,
+occhi chiusi non udivo più nulla. La donna
+non piangeva più; aveva cessato di piangere,
<span class="pagenum"><a id="Page_29"></a>[29]</span>
di tubare, e nessuno parlava. Di lontano, confuse,
giungevano fino a noi le cadenze d'una
-danza turca, e un ronzìo di voci umane mescolate
+danza turca, e un ronzìo di voci umane mescolate
al rullar persistente di un tamburo. &mdash; Che
accade? &mdash; pensavo senza trovare il coraggio
di muovermi. Pareva che tutti fossero morti intorno
a me o che tutti se ne fossero andati. Improvvisamente
-Clauss esclamò:
+Clauss esclamò:
</p>
<p>
@@ -1170,17 +1132,17 @@ Clauss esclamò:
<p>
Udii un grido, apersi gli occhi e vidi Daria
alzarsi in piedi sconvolta. Con un gesto rapido,
-violento, strappò dal suo collo la collana con lo
-smeraldo e la scagliò dinnanzi a sè gridando: &mdash; E
-io ti odio! Poi si volse e fuggì.
+violento, strappò dal suo collo la collana con lo
+smeraldo e la scagliò dinnanzi a sè gridando: &mdash; E
+io ti odio! Poi si volse e fuggì.
</p>
<p>
Sterpoli ricevette il colpo sugli occhi come
-una frustata, restò un istante fermo con la mano
-distesa sulla fronte e le palpebre chiuse. Balbettò: &mdash; Non
+una frustata, restò un istante fermo con la mano
+distesa sulla fronte e le palpebre chiuse. Balbettò: &mdash; Non
era per me! Era per te, per te
-Clauss, per te solo! &mdash; e brancolando uscì dalla
+Clauss, per te solo! &mdash; e brancolando uscì dalla
stanza.
</p>
@@ -1189,31 +1151,31 @@ stanza.
</p>
<p>
-Il suo richiamo si ripetè due volte e poi si
-spense. La porta sbatacchiò. Parve, quando la
+Il suo richiamo si ripetè due volte e poi si
+spense. La porta sbatacchiò. Parve, quando la
porta fu chiusa, che sopra di noi si fosse dissipato
un temporale.
</p>
<p>
&mdash; Sono dolentissimo, amici, &mdash; disse con dolcezza
-Clauss, &mdash; di quanto è accaduto. Veramente
-non c'è nemico peggiore di una donna...
+Clauss, &mdash; di quanto è accaduto. Veramente
+non c'è nemico peggiore di una donna...
</p>
<p>
-&mdash; Come è possibile? &mdash; domandò con grande
-vivacità quel giovine che poco prima parlava
+&mdash; Come è possibile? &mdash; domandò con grande
+vivacità quel giovine che poco prima parlava
<span class="pagenum"><a id="Page_30"></a>[30]</span>
-dell'anima. &mdash; Ha pianto! Questo è straordinario!
+dell'anima. &mdash; Ha pianto! Questo è straordinario!
</p>
<p>
-&mdash; È una donna, &mdash; soggiunse Clauss sorridendo.
+&mdash; È una donna, &mdash; soggiunse Clauss sorridendo.
</p>
<p>
-&mdash; Ma perchè è venuta? &mdash; domandò un
+&mdash; Ma perchè è venuta? &mdash; domandò un
altro.
</p>
@@ -1222,13 +1184,13 @@ altro.
</p>
<p>
-Poi mormorò: &mdash; Me ne vado.
+Poi mormorò: &mdash; Me ne vado.
</p>
<p>
Ce ne andammo: io solo lo seguii. Il teatro
era ormai semivuoto. Un vecchio in marsina
-era caduto rotoloni giù per le scale e un servo
+era caduto rotoloni giù per le scale e un servo
cercava di tirarlo su per le falde. Fuori la notte,
alta, serena e molto stellata ci sorrise, ed io
la contemplai con gioia tra le due fila di case,
@@ -1240,8 +1202,8 @@ mano. La sua mano era fredda.
<p>
&mdash; Vedi, &mdash; mi disse dopo un lungo silenzio
appoggiandosi al mio braccio, &mdash; senza volere
-tu hai umiliato quella donna... Con molta semplicità
-(troppa semplicità) l'hai toccata nella sua
+tu hai umiliato quella donna... Con molta semplicità
+(troppa semplicità) l'hai toccata nella sua
piaga...
</p>
@@ -1250,9 +1212,9 @@ piaga...
</p>
<p>
-&mdash; Sì. Se tu le avessi detto: &mdash; Orsù, Daria,
+&mdash; Sì. Se tu le avessi detto: &mdash; Orsù, Daria,
non vi vergognate di piangere? &mdash; non l'avresti
-maggiormente umiliata ed offesa. Così l'hai
+maggiormente umiliata ed offesa. Così l'hai
ferita nel suo orgoglio. Infatti che cosa diventa
l'orgoglio di una donna che piange? In un momento
simile?
@@ -1260,7 +1222,7 @@ simile?
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_31"></a>[31]</span>
-&mdash; È vero, è vero... &mdash; mormorai. &mdash; Io non
+&mdash; È vero, è vero... &mdash; mormorai. &mdash; Io non
sapevo... Ah! Clauss! Io non so niente!
</p>
@@ -1273,7 +1235,7 @@ Ma Sterpoli non conta.
<p>
Eravamo giunti dinnanzi al cancello della sua
-casa. Egli si fermò e mi disse:
+casa. Egli si fermò e mi disse:
</p>
<p>
@@ -1281,7 +1243,7 @@ casa. Egli si fermò e mi disse:
</p>
<p>
-Mi strinse la mano. Poi mi baciò sulla gota
+Mi strinse la mano. Poi mi baciò sulla gota
e soggiunse:
</p>
@@ -1292,7 +1254,7 @@ nessuno...
</p>
<p>
-E mi lasciò solo.
+E mi lasciò solo.
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -1305,18 +1267,18 @@ Solo, nella mia camera, alla luce di un povero
lume, ripensai lungamente alla strana
avventura di cui ero stato spettatore. Ero ancora
pieno d'onta per quella voce che aveva detto: &mdash; Chi
-è costui? Che cosa vuole da me? &mdash; con
+è costui? Che cosa vuole da me? &mdash; con
tanto disprezzo; e della mia voce che
aveva risposto: &mdash; Nulla... nessuno. Lo stesso
rossore mi avvampava il viso, ed io vedevo lei,
Daria, seduta, in quell'atteggiamento aggressivo;
vedevo la curva sprezzante della sua bocca,
sentivo la sferza dei suoi sguardi ardenti su me,
-mentre diceva: &mdash; Chi è costui? Che cosa vuole
+mentre diceva: &mdash; Chi è costui? Che cosa vuole
<span class="pagenum"><a id="Page_32"></a>[32]</span>
da me? Certamente l'avevo offesa; volendo
consolarla, l'avevo umiliata. Ella mi odiava, ora,
-per la mia sciocca pietà, per quelle mortificanti
+per la mia sciocca pietà, per quelle mortificanti
parole che non avevo saputo trattenere. Ma se
per poco dimenticavo me stesso, un'altra sua
immagine si delineava dinnanzi ai miei occhi,
@@ -1326,12 +1288,12 @@ avvolto; e poi appoggiarsi al tavolo, senza
forze, e abbandonare con le mani il mantello
che si apriva scoprendo il suo collo niveo, la
sua nitida gola, su cui la pietra, verde, oscillando,
-splendeva. &mdash; Io non posso più sopportare!... &mdash; aveva
+splendeva. &mdash; Io non posso più sopportare!... &mdash; aveva
esclamato. &mdash; Io ti odio! E
la sua voce era come uno specchio velato, l'eco
di un'altra voce. E Clauss, calmo, senza scomporsi,
-aveva risposto: &mdash; Non è vero! Una
-terza immagine s'illuminò: Behela.
+aveva risposto: &mdash; Non è vero! Una
+terza immagine s'illuminò: Behela.
</p>
<p>
@@ -1343,7 +1305,7 @@ i miei pensieri dal loro angusto viottolo; schiudevano
orizzonti verso i quali essi, come uccelli
prigionieri, si lanciavano a volo per ricadere,
subito, esausti, cagionandomi ogni volta un acuto
-dolore. Chiusi le imposte. Tutto in me acquistò
+dolore. Chiusi le imposte. Tutto in me acquistò
maggior chiarezza, contorni precisi, una
consistenza quasi materiale.
</p>
@@ -1351,18 +1313,18 @@ consistenza quasi materiale.
<p>
Daria, Daria, era bella. Non avevo pensato
<span class="pagenum"><a id="Page_33"></a>[33]</span>
-ancora alla sua straordinaria bellezza. Ora, sì. &mdash; È
+ancora alla sua straordinaria bellezza. Ora, sì. &mdash; È
bella! ripetevo fra me. I suoi occhi, la sua
bocca, la sua gola candida, si delineavano nella
-ombra delle mie palpebre chiuse. &mdash; È bella!
-È bella! Questo pensiero mi turbava. Cominciai
+ombra delle mie palpebre chiuse. &mdash; È bella!
+È bella! Questo pensiero mi turbava. Cominciai
a passeggiare irrequieto per la stanza.
-Nemmeno allora sapevo spiegarmi perchè
+Nemmeno allora sapevo spiegarmi perchè
mi fossi inchinato per dirle: &mdash; Non piangete.
-Non è il caso di piangere. Ella piangeva. Il suo
+Non è il caso di piangere. Ella piangeva. Il suo
sdegno, la sua forza l'avevano abbandonata.
Piangeva con singhiozzi brevi, disperati. Ed io
-non cercavo di spiegare perchè mi fossi inchinato
+non cercavo di spiegare perchè mi fossi inchinato
e avessi parlato. Immaginavo di udire un
passo celere su per le scale, un colpo leggiero
contro l'uscio della mia camera, una voce, un
@@ -1403,8 +1365,8 @@ Uccidere?
<p>
La mia persona, apparendomi improvvisamente
-nello specchio, mi richiamò alla realtà.
-Sentii una vacuità dolorosa in me, una disperazione
+nello specchio, mi richiamò alla realtà.
+Sentii una vacuità dolorosa in me, una disperazione
insensata. Mi pareva che Clauss fosse
a spiarmi dietro una tenda, da un foro della
parete, da una fessura dell'uscio; il suo riso
@@ -1414,9 +1376,9 @@ mio volto infantile, fra quelle cose meschine
che mi stavano intorno e si beffavano di me con
la loro miseria, ero davvero una persona molto
compassionevole e buffa. Quale donna avrebbe
-potuto guardarmi senza dire: &mdash; Chi è
-costui? Che cosa vuole da me? Sì, certo, io
-ero ridicolo. Facevo pietà e pena a me stesso.
+potuto guardarmi senza dire: &mdash; Chi è
+costui? Che cosa vuole da me? Sì, certo, io
+ero ridicolo. Facevo pietà e pena a me stesso.
Ripensavo ai compagni di Clauss; mi ricordavo
che uno aveva calze di seta porporina, e un altro
un braccialetto d'oro smaltato al polso, e un
@@ -1427,44 +1389,44 @@ befferanno di me.
</p>
<p>
-Questo eccitamento durò fino a tarda notte.
-Verso l'alba la stanchezza s'impadronì dei miei
-sensi e li calmò. Allora udii un passo lento e
-pesante lungo il corridoio e Sterpoli entrò barcollando
+Questo eccitamento durò fino a tarda notte.
+Verso l'alba la stanchezza s'impadronì dei miei
+sensi e li calmò. Allora udii un passo lento e
+pesante lungo il corridoio e Sterpoli entrò barcollando
nella mia camera. Era impolverato da
capo a piedi. Aveva gli abiti in disordine, la
<span class="pagenum"><a id="Page_35"></a>[35]</span>
-camicia lacera. Si sedette sul mio letto, mi guardò
+camicia lacera. Si sedette sul mio letto, mi guardò
e si mise a ridere.
</p>
<p>
-&mdash; Hai udito? Hai veduto? &mdash; esclamò. &mdash; Tu
-puoi testimoniare. Mi ha schiaffeggiato! Sì!
+&mdash; Hai udito? Hai veduto? &mdash; esclamò. &mdash; Tu
+puoi testimoniare. Mi ha schiaffeggiato! Sì!
Mi ha colpito sul viso...
</p>
<p>
-Il riso si spense sulla sua bocca. Si strofinò
-la faccia con un fazzoletto, si versò un po' d'acqua
+Il riso si spense sulla sua bocca. Si strofinò
+la faccia con un fazzoletto, si versò un po' d'acqua
e bevve.
</p>
<p>
-&mdash; Tutti hanno udito, &mdash; continuò, &mdash; tutti
+&mdash; Tutti hanno udito, &mdash; continuò, &mdash; tutti
hanno veduto, tutti possono testimoniare. Mi
-ha colpito sul viso. Ma non era per me. È stato
-un errore. Appena ella è fuggita, io mi sono
-precipitato giù per le scale e l'ho raggiunta in
+ha colpito sul viso. Ma non era per me. È stato
+un errore. Appena ella è fuggita, io mi sono
+precipitato giù per le scale e l'ho raggiunta in
istrada, mentre stava per montare in carrozza. &mdash; Daria
Daria, mia colomba, mia nemica, &mdash; le
ho detto &mdash; tu mi hai acciecato! Non posso
-più vederti! &mdash; e ho cercato di montare sul predellino
-della sua carrozza. Macchè! Mi ha respinto
+più vederti! &mdash; e ho cercato di montare sul predellino
+della sua carrozza. Macchè! Mi ha respinto
con una mano e, credo, anche con la
punta del piede. &mdash; Va via! &mdash; ha detto. &mdash; Va
via! &mdash; Come! &mdash; esclamo, &mdash; mi colpisci, mi
-acciechi, e poi mi compensi così? Mi scacci via?
+acciechi, e poi mi compensi così? Mi scacci via?
Come un cane? Io sono il tuo Lippi! Non ti ricordi
di questo nome? &mdash; Di nuovo cerco di
salire. Di nuovo sento qualche cosa di duro, di
@@ -1474,14 +1436,14 @@ un cane! Fa sferzare il cavallo e la carrozza
parte al galoppo. Io la rincorro per un buon
tratto; poi inciampo e cado. Un tale si avvicina
<span class="pagenum"><a id="Page_36"></a>[36]</span>
-e mi rialza. È Pietro Trema: un mezzano,
+e mi rialza. È Pietro Trema: un mezzano,
un galantuomo. &mdash; Non vale la pena, signore! &mdash; dice
-mentre mi spolvera. &mdash; Quella donna è
-pazza. È pazza. Andiamo a bere un sorso! &mdash; Andiamo, &mdash; rispondo. &mdash; Ma
+mentre mi spolvera. &mdash; Quella donna è
+pazza. È pazza. Andiamo a bere un sorso! &mdash; Andiamo, &mdash; rispondo. &mdash; Ma
che ella sia pazza,
no, non lo dire a nessuno. Entrammo non
so dove, bevemmo e pagai. Gli dissi: &mdash; Ora
-hai bevuto. Ora, lasciami stare. &mdash; È impossibile, &mdash; pensavo, &mdash; è
+hai bevuto. Ora, lasciami stare. &mdash; È impossibile, &mdash; pensavo, &mdash; è
impossibile che mi abbia
respinto, scacciato come un cane. Io non
sono di quelli che si scacciano con la punta del
@@ -1490,38 +1452,38 @@ cane! Peggio di un cane! Dunque presi un ronzino
e mi feci condurre. Tutto era silenzioso
in casa sua: le finestre chiuse, la porta chiusa.
Suono il campanello e aspetto. Nessuno risponde.
-Suono di nuovo, più forte, a lungo; strappo
+Suono di nuovo, più forte, a lungo; strappo
il cordone. La vecchia si affaccia al mezzanino
-e dice: &mdash; Non c'è. Non è ritornata.
-Forse non ritornerà. &mdash; Il malanno! &mdash; urlo. &mdash; Non
-è vero! C'è. È ritornata. E mi metto a
+e dice: &mdash; Non c'è. Non è ritornata.
+Forse non ritornerà. &mdash; Il malanno! &mdash; urlo. &mdash; Non
+è vero! C'è. È ritornata. E mi metto a
calciare la porta. Ora s'ode un'altra voce che
dice: &mdash; Lippi, Lippi mio, vattene. Sii buono.
-Domani sarà giorno. Ritorna domani. Io mi
+Domani sarà giorno. Ritorna domani. Io mi
scosto dall'uscio e mi faccio in mezzo alla strada.
Dico: &mdash; Ti debbo parlare.... subito... Tu
-mi hai quasi acciecato. Domani sarà troppo tardi. &mdash; Perdonami! &mdash; risponde. &mdash; Non
+mi hai quasi acciecato. Domani sarà troppo tardi. &mdash; Perdonami! &mdash; risponde. &mdash; Non
volevo
-farti male... Ora non è possibile. Domani... &mdash; Non
+farti male... Ora non è possibile. Domani... &mdash; Non
t'importa dunque nulla di me? &mdash; grido io.
<span class="pagenum"><a id="Page_37"></a>[37]</span>
-Non hai pietà, non hai cuore? Ella ride: &mdash; Domani,
+Non hai pietà, non hai cuore? Ella ride: &mdash; Domani,
Lippi! Buona notte, buona notte. E
richiude le imposte e tutto ritorna silenzioso e
buio. E io dico a me stesso: &mdash; Dopo tutto non
-è in collera... Era per quell'altro, per Clauss.
+è in collera... Era per quell'altro, per Clauss.
Capisci? Ah! tu non capisci niente!
</p>
<p>
-Rotolò giù dal letto. Si reggeva male in gambe,
-eppure trovò modo di abbracciarmi e di baciarmi.
+Rotolò giù dal letto. Si reggeva male in gambe,
+eppure trovò modo di abbracciarmi e di baciarmi.
</p>
<p>
-&mdash; Che hai? &mdash; mormorò al mio orecchio. &mdash; Non
+&mdash; Che hai? &mdash; mormorò al mio orecchio. &mdash; Non
parli? Sei addormentato? Sta allegro! Domani
-tutto sarà chiarito. Ah! eppure questo mi
+tutto sarà chiarito. Ah! eppure questo mi
dispiace. Io preferisco la notte. Di giorno sono
come un bambino; la luce mi intimidisce e arrossisco
di nulla. Di notte invece no. Sono padrone
@@ -1530,44 +1492,44 @@ di me stesso. Sono un altr'uomo.
<p>
Io sentivo contro il mio viso il suo alito di
-ubriaco. Si avvicinò ancora più a me fino quasi
+ubriaco. Si avvicinò ancora più a me fino quasi
a gravarmi con tutto il peso della sua persona,
-e sussurrò con voce ancora più bassa:
+e sussurrò con voce ancora più bassa:
</p>
<p>
-&mdash; Anche lei, di notte, è più bella... Che dico?
-Ah! Dico troppo, eppure è più bella. Sì.
-Perchè nasconderlo? Perchè mentire con te?
-Tu mi piaci, perchè tu solo hai avuto pietà di
+&mdash; Anche lei, di notte, è più bella... Che dico?
+Ah! Dico troppo, eppure è più bella. Sì.
+Perchè nasconderlo? Perchè mentire con te?
+Tu mi piaci, perchè tu solo hai avuto pietà di
lei. Tu ti sei curvato e le hai detto una parola
buona. Non mi ricordo bene, ma le hai detto
qualche cosa che volevo dirle io. Ti prometto
-di parlarle di te domani. Le dirò: &mdash; Quelle
+di parlarle di te domani. Le dirò: &mdash; Quelle
parole le avevo io sulla punta della lingua, ma
egli me le ha tolte di bocca. Eppure temo che
<span class="pagenum"><a id="Page_38"></a>[38]</span>
-mi manchi il coraggio di dirle nulla, perchè
-domani sarà giorno. Di notte è un'altra cosa,
-sebbene sia anche più temibile. I suoi occhi sono
+mi manchi il coraggio di dirle nulla, perchè
+domani sarà giorno. Di notte è un'altra cosa,
+sebbene sia anche più temibile. I suoi occhi sono
come quelli dei gatti. La sua carne muta colore,
come l'opale, o la madreperla, la madreperla
levigata e cangiante. La sua carne.... Ah!
-Io non direi queste cose a nessuno... È un
+Io non direi queste cose a nessuno... È un
gran segreto!
</p>
<p>
-Tacque e si avvicinò allo specchio.
+Tacque e si avvicinò allo specchio.
</p>
<p>
-&mdash; Non ti pare, &mdash; domandò guardandosi, &mdash; non
+&mdash; Non ti pare, &mdash; domandò guardandosi, &mdash; non
ti pare che io sia bellissimo?
</p>
<p>
-Si inchinò e mi disse addio.
+Si inchinò e mi disse addio.
</p>
<p>
@@ -1586,26 +1548,26 @@ decisi di andare lungo la spiaggia dove erano
tirate a secco alcune flottiglie di barche e
distese al sole lunghissime reti. Il meriggio era
tiepido e sereno: calmo, il mare, appena ondeggiava.
-Vagai per qualche tempo qua e là, a
+Vagai per qualche tempo qua e là, a
caso, raccogliendo conchiglie e facendo disegni
-sulla sabbia, finchè vidi, sopra la punta di una
+sulla sabbia, finchè vidi, sopra la punta di una
penisoletta, la casa di Clauss, poco lontana, fra
un giardino di palme che l'onda lambiva da tre
lati. Ad essa si saliva per un viottolo disselciato,
<span class="pagenum"><a id="Page_39"></a>[39]</span>
fiancheggiato da muri e da siepi di oleandri.
-Clauss in persona s'affacciò alla veranda, mentre
+Clauss in persona s'affacciò alla veranda, mentre
io bussavo al cancello. Discese ad aprirmi,
e tutti e due ci sedemmo sotto un tiglio, fra due
aiuole fiorite.
</p>
<p>
-&mdash; Ebbene? &mdash; mi domandò.
+&mdash; Ebbene? &mdash; mi domandò.
</p>
<p>
-Non gli avevo mai veduto un viso così buono.
+Non gli avevo mai veduto un viso così buono.
</p>
<p>
@@ -1618,16 +1580,16 @@ Clauss aveva l'aspetto di un ragazzo pentito,
tanto i suoi occhi erano miti e il suo atteggiamento
umile. In quel momento, con quel volto
stanco, con quel sorriso che appena gli sfiorava
-la bocca, somigliava veramente poco a sè
+la bocca, somigliava veramente poco a sè
stesso.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, &mdash; disse, &mdash; eravamo tutti pazzi, chi
-più chi meno. Anche tu, un poco. Anch'io. È
-strano. Cioè, non è strano. Hai veduto Daria?
-Tu la vedevi per la prima volta. È fatta così.
-È come una bambina capricciosa. Una bambina
+&mdash; Sì, &mdash; disse, &mdash; eravamo tutti pazzi, chi
+più chi meno. Anche tu, un poco. Anch'io. È
+strano. Cioè, non è strano. Hai veduto Daria?
+Tu la vedevi per la prima volta. È fatta così.
+È come una bambina capricciosa. Una bambina
cattiva e viziata. E quel povero Sterpoli,
che ha smarrito la ragione per lei, ha avuto
ieri sera un gran colpo...
@@ -1648,19 +1610,19 @@ e mi chiese:
</p>
<p>
-&mdash; Certo... &mdash; mormorai esitando. &mdash; Perchè
+&mdash; Certo... &mdash; mormorai esitando. &mdash; Perchè
non dovrei volerti bene?
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_40"></a>[40]</span>
-&mdash; Grazie, &mdash; soggiunse, &mdash; ciò mi conforta
-assai. Chi può dire perchè si desidera e si
-cerca, alla mia età, l'affetto e la dimestichezza
+&mdash; Grazie, &mdash; soggiunse, &mdash; ciò mi conforta
+assai. Chi può dire perchè si desidera e si
+cerca, alla mia età, l'affetto e la dimestichezza
dei giovani? Sono tristi, molto tristi, amico
mio, queste basse forme, queste forme senili
d'egoismo. Ma tu devi considerarmi come un
-moribondo al quale ogni cosa può servir di conforto.
+moribondo al quale ogni cosa può servir di conforto.
</p>
<p>
@@ -1669,7 +1631,7 @@ tu vuoi burlarti di me...
</p>
<p>
-&mdash; No, no, non mi burlo nè di te nè di me
+&mdash; No, no, non mi burlo nè di te nè di me
stesso, &mdash; rispose Clauss con la medesima voce
sommessa, senza tralasciare di tenermi le mani
e di guardarmi teneramente. &mdash; Io sono nato
@@ -1678,45 +1640,45 @@ tanto disordinata, fu sempre regolata sopra un
calcolo esatto, secondo la nozione precisa e minuta
delle mie forze. Quando scaglio una pietra,
non so forse dove la pietra deve cadere?
-Ciò dipende unicamente dall'impulso che io le
-darò. Così per tutto il resto...
+Ciò dipende unicamente dall'impulso che io le
+darò. Così per tutto il resto...
</p>
<p>
-S'interruppe e guardò una farfalla sopra una
+S'interruppe e guardò una farfalla sopra una
rosa, un'ape sopra un fiore.
</p>
<p>
-&mdash; Tu non mi hai mai domandato, &mdash; soggiunse, &mdash; perchè
+&mdash; Tu non mi hai mai domandato, &mdash; soggiunse, &mdash; perchè
dunque liberassi l'uccisore
di Behela. Io infatti tagliai la sua corda, vicino
al nodo. Ma con quella stessa corda, come prevedevo,
-l'omicida s'impiccò il giorno dopo a un
+l'omicida s'impiccò il giorno dopo a un
albero della foresta.
</p>
<p>
Io tenevo gli occhi fermi su lui, mentre parlava.
<span class="pagenum"><a id="Page_41"></a>[41]</span>
-Può darsi che egli non mi leggesse negli
-occhi altro che un ingenuo stupore; ma in realtà
+Può darsi che egli non mi leggesse negli
+occhi altro che un ingenuo stupore; ma in realtà
ero ben sveglio, e cercavo di capire, guardandolo
attentamente in viso, che cosa ci fosse
di tanto strano e di nuovo nella sua persona:
se la voce, lo sguardo, o l'abito, che era bianco.
Quanto a lui, pareva veramente turbato da non
so quale nascosta preoccupazione, come inquieto,
-incerto, non così sicuro di sè come sempre.
+incerto, non così sicuro di sè come sempre.
</p>
<p>
-&mdash; Paris, &mdash; disse ad un tratto, &mdash; ti sembrerà
+&mdash; Paris, &mdash; disse ad un tratto, &mdash; ti sembrerà
ch'io sia capriccioso come un ragazzo. Non so
che cosa tu possa pensare di me: pure voglio
che tu mi aiuti a uscire da questo equivoco che
mi ripugna e mi addolora. Daria... &mdash; (e quel
-nome risuonò al mio orecchio come un richiamo,
+nome risuonò al mio orecchio come un richiamo,
come un allarme) &mdash; Daria...
</p>
@@ -1725,7 +1687,7 @@ come un allarme) &mdash; Daria...
</p>
<p>
-&mdash; Daria è una donna. Bisogna essere pietosi
+&mdash; Daria è una donna. Bisogna essere pietosi
con lei e perdonarla.
</p>
@@ -1735,9 +1697,9 @@ che egli continuasse, ed egli non parlava.
</p>
<p>
-&mdash; Perchè, &mdash; mormorai alfine, &mdash; perchè,
+&mdash; Perchè, &mdash; mormorai alfine, &mdash; perchè,
allora, ieri sera, non sei stato pietoso con lei,
-quando si è messa a piangere?
+quando si è messa a piangere?
</p>
<p>
@@ -1745,20 +1707,20 @@ Silenzio.
</p>
<p>
-&mdash; Perchè, &mdash; continuai con gli occhi bassi, le
-gote che mi cominciavano a bruciare, &mdash; perchè
+&mdash; Perchè, &mdash; continuai con gli occhi bassi, le
+gote che mi cominciavano a bruciare, &mdash; perchè
mi hai rimproverato d'aver tentato, io, io
solo, di consolarla quando piangeva?
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_42"></a>[42]</span>
-Clauss m'accarezzò con dolcezza la mano e
+Clauss m'accarezzò con dolcezza la mano e
disse:
</p>
<p>
-&mdash; Hai ragione... Appunto per ciò ora sento
+&mdash; Hai ragione... Appunto per ciò ora sento
che debbo io fare qualche cosa per lei. Dunque
(questo appunto volevo dirti) tu andrai a casa
sua e la pregherai di venire qui, a cena con noi,
@@ -1775,15 +1737,15 @@ stasera...
<p>
&mdash; No, no, &mdash; balbettai, &mdash; no, Clauss, non
-andrò da lei... No, non pensarlo seriamente
+andrò da lei... No, non pensarlo seriamente
neppure un minuto che io possa andare da lei,
presentarmi, parlarle... sostenere quello sguardo...
riudire quella voce cattiva... No, no,
-Clauss, non è possibile!
+Clauss, non è possibile!
</p>
<p>
-&mdash; E di che hai dunque paura, stupido? &mdash; domandò
+&mdash; E di che hai dunque paura, stupido? &mdash; domandò
Clauss bruscamente.
</p>
@@ -1793,29 +1755,29 @@ una pazza paura. Se mi fossi imbattuto in Daria,
per caso, all'angolo di una strada, sentivo che
avrei preferito, a quell'incontro, di inabissarmi
in una buca profonda mille metri, e non uscirne
-mai più. Avrei preferito qualunque supplizio,
+mai più. Avrei preferito qualunque supplizio,
o vergogna, o castigo, al pensiero di dovermi
trovare solo di fronte a lei, costretto a guardarla,
a parlarle, anche semplicemente a inchinarmi
senza pronunciare una parola, o muovere
-un gesto, o battere palpebra. Ma ero anche così
-sciocco, che a udire quella parola &mdash; «stupido» &mdash; la
-paura svanì d'un tratto, e mi sentii disarmato
+un gesto, o battere palpebra. Ma ero anche così
+sciocco, che a udire quella parola &mdash; «stupido» &mdash; la
+paura svanì d'un tratto, e mi sentii disarmato
<span class="pagenum"><a id="Page_43"></a>[43]</span>
e pronto tuttavia a superare ogni prova
con un coraggio disperato.
</p>
<p>
-&mdash; Non è che io abbia paura, &mdash; mormorai. &mdash; Penso
+&mdash; Non è che io abbia paura, &mdash; mormorai. &mdash; Penso
soltanto che riconoscendomi per quello
di ieri sera non voglia neppure ascoltarmi.
Un altro forse riuscirebbe meglio di me.
</p>
<p>
-&mdash; Al contrario! &mdash; esclamò Clauss alzandosi. &mdash; Quando
-ti avrà riconosciuto non dubiterà
+&mdash; Al contrario! &mdash; esclamò Clauss alzandosi. &mdash; Quando
+ti avrà riconosciuto non dubiterà
d'un inganno. Basta che tu le dica che io non
l'amo, che io non l'odio, che io non voglio essere
per lei se non un amico sincero e fedele.
@@ -1829,8 +1791,8 @@ pensai ancora:
</p>
<p>
-&mdash; Ora gli dirò che cerchi un altro. Io non
-andrò a nessun costo....
+&mdash; Ora gli dirò che cerchi un altro. Io non
+andrò a nessun costo....
</p>
<p>
@@ -1843,7 +1805,7 @@ non seppi che dirgli:
</p>
<p>
-Così attraversai la città e andai dove Clauss
+Così attraversai la città e andai dove Clauss
mi mandava. Alla porta di quella casa non c'era
un campanello. Bussai, una vecchia mi venne
ad aprire ed entrai in un salotto alle cui finestre
@@ -1852,13 +1814,13 @@ casa, dentro, aveva piuttosto l'aspetto di una
bottega; tutto era gualcito e in disordine. In
un angolo stava un pianoforte aperto con un
quaderno di musica sul leggio. Da una stanza
-vicina giungeva il parlottare di più persone.
+vicina giungeva il parlottare di più persone.
<span class="pagenum"><a id="Page_44"></a>[44]</span>
Io udivo distintamente le loro voci, che erano
di due donne e d'un uomo, e vedevo chiaramente,
malgrado la penombra, le cose che mi stavano
intorno. Non mi sentivo affatto turbato:
-anzi avevo una grande lucidità di sensi e un'assoluta
+anzi avevo una grande lucidità di sensi e un'assoluta
padronanza di me stesso. Provai a muovermi;
andai verso le finestre, dischiusi un poco
le tende, vidi altre finestre, di fronte, e due
@@ -1872,26 +1834,26 @@ m'avventurai in un angolo per guardar da vicino
il ritratto di una donna giovane, molto giovane
e bionda, che mi sorrise. Contento e soddisfatto
di tante prodezze, ritornai in mezzo al
-salotto ed attesi. Finalmente il chiacchierìo nella
-stanza vicina tacque, la porta si aprì e Daria
-entrò.
+salotto ed attesi. Finalmente il chiacchierìo nella
+stanza vicina tacque, la porta si aprì e Daria
+entrò.
</p>
<p>
&mdash; Daria! &mdash; esclamai subito inchinandomi,
senza pensare che quel nome non conveniva
-nè a me nè a lei, in quel momento. &mdash; È Carlo
+nè a me nè a lei, in quel momento. &mdash; È Carlo
Clauss che mi manda... Egli vorrebbe...
</p>
<p>
M'arrestai confuso. Daria era rimasta ferma
nel vano dell'uscio e mi guardava. Quello sguardo
-mi sgomentò.
+mi sgomentò.
</p>
<p>
-&mdash; Clauss? &mdash; sibilò ridendo ironicamente. &mdash; Avrà
+&mdash; Clauss? &mdash; sibilò ridendo ironicamente. &mdash; Avrà
sempre dei servitori ai suoi ordini,
<span class="pagenum"><a id="Page_45"></a>[45]</span>
questo signore? E anche voi siete del numero?
@@ -1899,7 +1861,7 @@ questo signore? E anche voi siete del numero?
<p>
Si volse, sporse il capo nell'altra stanza e
-chiamò:
+chiamò:
</p>
<p>
@@ -1907,14 +1869,14 @@ chiamò:
</p>
<p>
-S'udì, in quello spaventoso silenzio, il rumore
+S'udì, in quello spaventoso silenzio, il rumore
di un paio di ciabatte e di due tacchi di
legno. Una vecchia strega e una ragazzina di
quindici anni, tutta vestita di rosso, con i polpacci
e le ginocchia scoperte e un gran nastro
rosso nei riccioli, bocca rossa, occhi bianchissimi
e immensi, s'affacciarono dietro le sue
-spalle e mi guardarono. La vecchia guardò piuttosto
+spalle e mi guardarono. La vecchia guardò piuttosto
il soffitto, rovesciando le pupille che erano
velate di bianco, mentre tutto il suo viso color
di cera e orribilmente liscio si torceva nello
@@ -1923,9 +1885,9 @@ poveri lumi spenti.
</p>
<p>
-&mdash; Soave! Guardalo! &mdash; esclamò Daria: &mdash; è
+&mdash; Soave! Guardalo! &mdash; esclamò Daria: &mdash; è
uno di quelli di ieri sera! Kate, cerca di vederlo,
-perchè ne vale la pena! È uno dei tanti
+perchè ne vale la pena! È uno dei tanti
sguatteri di Clauss. Bella gente! Eccoli come
son fatti! Che grandissimi signori! Guarda che
portamento, che chic, che cravattino, che pettinatura,
@@ -1940,16 +1902,16 @@ e smorfie, e sorrisi beffardi, mentre con gli occhi
pareva mi volesse divorare e graffiarmi con
le sue piccole unghie rosse. Poi come un turbine
<span class="pagenum"><a id="Page_46"></a>[46]</span>
-si precipitò sulla porta, la chiuse sulle facce
+si precipitò sulla porta, la chiuse sulle facce
attonite della vecchia e della bambina, e mi
-domandò:
+domandò:
</p>
<p>
-&mdash; Che cosa può volere ancora da me il signor
+&mdash; Che cosa può volere ancora da me il signor
Clauss? Vuole che io cada si suoi piedi,
-trafitta? Perchè non può vivere senza di me?
-Forse perchè se non l'amo si uccide?
+trafitta? Perchè non può vivere senza di me?
+Forse perchè se non l'amo si uccide?
</p>
<p>
@@ -1958,8 +1920,8 @@ e non chiede nulla di simile.
</p>
<p>
-Ella allora uscì dal vano dell'uscio, ridendo
-ancora, ma più umanamente, e venne fino a
+Ella allora uscì dal vano dell'uscio, ridendo
+ancora, ma più umanamente, e venne fino a
me, mi porse la mano, come se con quel gesto
intendesse cancellare tutto il passato, ed ambedue
ci sedemmo l'uno di fronte all'altra in un
@@ -1967,17 +1929,17 @@ angolo.
</p>
<p>
-&mdash; Se è così, &mdash; mi disse, &mdash; eccomi pronta
+&mdash; Se è così, &mdash; mi disse, &mdash; eccomi pronta
ad ascoltarvi. Ma come sapete voi che Clauss
non mi ama? Lui stesso ve lo ha detto?
</p>
<p>
-&mdash; Sì, &mdash; risposi, &mdash; lui stesso...
+&mdash; Sì, &mdash; risposi, &mdash; lui stesso...
</p>
<p>
-&mdash; Ed è questa la vostra ambasciata? Soltanto
+&mdash; Ed è questa la vostra ambasciata? Soltanto
questa?
</p>
@@ -1985,11 +1947,11 @@ questa?
Ella sembrava divenuta umile, docile, mansueta;
ancora un poco ironica, ma piena di dolcezza.
Parlava senza levar gli occhi da terra,
-e la sua voce aveva una soave musicalità: era
+e la sua voce aveva una soave musicalità: era
calda e modulata, come un flauto. Vedendola
-così diversa, così mite e benevola, io mi sentivo
+così diversa, così mite e benevola, io mi sentivo
a poco a poco mancare la baldanza di cui
-m'ero compiaciuto tanto con me stesso. Già incominciavo
+m'ero compiaciuto tanto con me stesso. Già incominciavo
ad avere idee confuse e un tremito
<span class="pagenum"><a id="Page_47"></a>[47]</span>
nervoso dentro, non so dove. Anch'io abbassai
@@ -1997,10 +1959,10 @@ gli occhi. Ella, ora, taceva, certo in attesa che
io parlassi. Ebbi il pensiero di alzarmi e di fuggire.
Ma non mi mossi e cercai invece, faticosamente,
qualche parola insignificante che mi
-salvasse. Stando così, a capo chino, vedevo soltanto
+salvasse. Stando così, a capo chino, vedevo soltanto
il lembo della sua veste che era azzurra,
di velo, un pizzo candido, molto lavorato (mi
-ricordo, questa immagine è molto precisa) e la
+ricordo, questa immagine è molto precisa) e la
punta dei suoi scarpini, che erano ricamati d'argento.
Poi i miei occhi si smarrivano sul tappeto,
disegnato a grandi rose porpuree. Finalmente,
@@ -2008,17 +1970,17 @@ dopo molto cercare dissi:
</p>
<p>
-&mdash; No, signora, non è tutto...
+&mdash; No, signora, non è tutto...
</p>
<p>
-Il suono della mia voce mi stupì. Io non sapevo
-di avere una voce così sottile, sottile e
-stonata; una voce così ridicola.
+Il suono della mia voce mi stupì. Io non sapevo
+di avere una voce così sottile, sottile e
+stonata; una voce così ridicola.
</p>
<p>
-&mdash; Che c'è dunque ancora? &mdash; domandò
+&mdash; Che c'è dunque ancora? &mdash; domandò
Daria.
</p>
@@ -2031,7 +1993,7 @@ volesse dirmi con quello sguardo e quel sorriso:
</p>
<p>
-&mdash; Che può esserci ancora? Vedo bene che
+&mdash; Che può esserci ancora? Vedo bene che
sei un buon ragazzo. Soltanto hai una cravatta
orrenda, veramente brutta e volgare.
</p>
@@ -2042,7 +2004,7 @@ che voi veniate a cena da lui questa sera. Egli
<span class="pagenum"><a id="Page_48"></a>[48]</span>
si pente di avervi offesa. Forse non lo credete?
Eppure parlandomi di voi, oggi, e di quanto
-è accaduto, Clauss piangeva... Vi giuro, &mdash; esclamai
+è accaduto, Clauss piangeva... Vi giuro, &mdash; esclamai
con maggior forza, senza sapere nemmeno
di mentire, &mdash; vi giuro che piangeva dirottamente!...
</p>
@@ -2050,12 +2012,12 @@ di mentire, &mdash; vi giuro che piangeva dirottamente!...
<p>
&mdash; Ah! &mdash; continuai con l'impeto di un insensato, &mdash; voi
non potete immaginare quanto
-egli soffra, e come sia degno della vostra pietà.
-Bisogna conoscerlo, e amarlo (sì, amarlo, anche,
+egli soffra, e come sia degno della vostra pietà.
+Bisogna conoscerlo, e amarlo (sì, amarlo, anche,
un poco, un poco almeno), per comprendere
-ciò che si cela sotto l'impassibilità del suo
+ciò che si cela sotto l'impassibilità del suo
volto... Non si giudicano gli uomini dalla faccia,
-non si possono giudicare. Quell'impassibilità è
+non si possono giudicare. Quell'impassibilità è
una maschera, signora, niente altro che una
maschera, una tristissima maschera. Chi indovinerebbe
in lui un uomo che deve morire?
@@ -2063,7 +2025,7 @@ in lui un uomo che deve morire?
<p>
&mdash; Ah! Ah! Tutti dobbiamo morire, &mdash; interruppe
-Daria. &mdash; Non è un'eccezione!
+Daria. &mdash; Non è un'eccezione!
</p>
<p>
@@ -2076,32 +2038,32 @@ mie parole e mi sforzai di ridere.
&mdash; Dico, voglio dire, perdonatemi, che non
tutti hanno i giorni contati, &mdash; continuai. &mdash; Abbiamo
forse tutti i nostri giorni contati? Ebbene:
-Clauss ha i giorni contati. Niente può
-salvarlo. Oh! signora, è triste vedere un uomo
+Clauss ha i giorni contati. Niente può
+salvarlo. Oh! signora, è triste vedere un uomo
morire, ascoltarlo mentre rassegnato, eppure
-accorato, vi dice: &mdash; Fra poco morirò, me ne
-andrò per sempre. Immaginate una realtà più
+accorato, vi dice: &mdash; Fra poco morirò, me ne
+andrò per sempre. Immaginate una realtà più
<span class="pagenum"><a id="Page_49"></a>[49]</span>
-angosciosa, un addio più commovente? Che differenza
+angosciosa, un addio più commovente? Che differenza
esiste fra lui, Carlo Clauss, e un uomo
condannato a salire il patibolo, all'alba di un
giorno stabilito, in quell'ora precisa, allo scoccare
di quel minuto, non un istante prima, non
-un istante più tardi? Mi è stato detto che un uomo,
+un istante più tardi? Mi è stato detto che un uomo,
sul punto di essere giustiziato, chiedesse
in grazia che gli fosse portato un fiore, un fiore
rustico, una di quelle piccole violacciocche che
hanno un po' il profumo del reseda. Ebbene,
quando alfine gli fu portata, nella cella della
-sua prigione, ed egli l'ebbe odorata a lungo, più
-volte, la sua faccia si illuminò di beatitudine, e
-disse: &mdash; Ora sbrigatevi. Ora sono felice. È
-una morte storica, un esempio! Sì, signora, si
-legge in un'antologia. Così Clauss...
+sua prigione, ed egli l'ebbe odorata a lungo, più
+volte, la sua faccia si illuminò di beatitudine, e
+disse: &mdash; Ora sbrigatevi. Ora sono felice. È
+una morte storica, un esempio! Sì, signora, si
+legge in un'antologia. Così Clauss...
</p>
<p>
-&mdash; Basta, basta, per carità! &mdash; esclamò Daria
+&mdash; Basta, basta, per carità! &mdash; esclamò Daria
posando una mano sulla mia bocca. &mdash; Mi farete
morire di crepacuore!
</p>
@@ -2113,13 +2075,13 @@ tepida e profumata, e che indugiava sulle mie
labbra. Ebbi come un principio di vertigine,
sollevai la mano fino a toccar quella mano; poi
la ritrassi e chiusi gli occhi. E la mano se ne
-andò, strisciando, carezzandomi il mento, leggiera,
+andò, strisciando, carezzandomi il mento, leggiera,
lenta, ed io rimasi con il profumo di quella
carne sulla bocca.
</p>
<p>
-&mdash; Ebbene? &mdash; domandò quella voce. &mdash; Che
+&mdash; Ebbene? &mdash; domandò quella voce. &mdash; Che
cosa volevate dire? Che io sia per lui come un
<span class="pagenum"><a id="Page_50"></a>[50]</span>
fiore? Come una violaciocca, un piccolo fiore
@@ -2133,29 +2095,29 @@ andare. Non voglio!
<p>
Ma ero come assonnato. Udivo, vedevo, comprendevo,
-ma non potevo nè muovermi, nè parlare.
+ma non potevo nè muovermi, nè parlare.
</p>
<p>
-&mdash; Che io vada? &mdash; mormorò (ed era nella
-sua voce qualche cosa di più commovente che il
-pianto, di più tenero che una carezza, di più
+&mdash; Che io vada? &mdash; mormorò (ed era nella
+sua voce qualche cosa di più commovente che il
+pianto, di più tenero che una carezza, di più
dolce che una parola d'amore), &mdash; che io vada?
-Perchè egli dica di me, domani, come ieri: &mdash; Quella
-donna è doppia come un serpente? &mdash; oppure: &mdash; Ella
-è venuta ad offrirsi ma io non
+Perchè egli dica di me, domani, come ieri: &mdash; Quella
+donna è doppia come un serpente? &mdash; oppure: &mdash; Ella
+è venuta ad offrirsi ma io non
l'ho voluta?
</p>
<p>
-&mdash; No! &mdash; esclamai, &mdash; Clauss non dirà questo.
-Io sarò presente. Noi ceneremo insieme
-sulla veranda, ed egli non potrà insultarvi...
+&mdash; No! &mdash; esclamai, &mdash; Clauss non dirà questo.
+Io sarò presente. Noi ceneremo insieme
+sulla veranda, ed egli non potrà insultarvi...
</p>
<p>
-&mdash; Ah! tu non lo conosci! &mdash; (ella disse così:
-<i>tu</i> non lo conosci). &mdash; Clauss è capace di tutto.
+&mdash; Ah! tu non lo conosci! &mdash; (ella disse così:
+<i>tu</i> non lo conosci). &mdash; Clauss è capace di tutto.
</p>
<p>
@@ -2163,23 +2125,23 @@ La sua voce era tanto ferma che ne rimasi
sconcertato. No, non ero ancora perfettamente
lucido. Avevo un folle desiderio di piangere.
Pensavo: &mdash; Se non viene questa sera forse
-non la vedrò più, mai più. E mi pareva di perdere
+non la vedrò più, mai più. E mi pareva di perdere
un gran bene, una gran gioia, non potendole
stare accanto per qualche ora, di notte, alla
-luce delle candele, sulla veranda, nell'intimità
+luce delle candele, sulla veranda, nell'intimità
di una piccola tavola imbandita.
</p>
<p>
-&mdash; Ma che v'importa di lui? &mdash; gridai. &mdash; È
+&mdash; Ma che v'importa di lui? &mdash; gridai. &mdash; È
<span class="pagenum"><a id="Page_51"></a>[51]</span>
una grazia che vi chiedo per me, per me solo!
</p>
<p>
Caddi in ginocchio, le presi le mani, vi posai
-sopra le labbra e rimasi così, curvo, attonito.
-E stando così, curvo, sentii un contatto caldo,
+sopra le labbra e rimasi così, curvo, attonito.
+E stando così, curvo, sentii un contatto caldo,
una calda carezza sui miei capelli, (io tenevo
strette le sue mani contro la mia bocca), una
carezza assai lunga e calda sui miei capelli.
@@ -2206,9 +2168,9 @@ ricordarmi.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, &mdash; disse, &mdash; ti perdono. E soggiunse,
-dopo una pausa, parlando ancora più sommessa: &mdash; Verrò,
-verrò questa sera...
+&mdash; Sì, &mdash; disse, &mdash; ti perdono. E soggiunse,
+dopo una pausa, parlando ancora più sommessa: &mdash; Verrò,
+verrò questa sera...
</p>
<p>
@@ -2225,8 +2187,8 @@ alle finestre e sugli usci o che passavano
accanto a me; le loro voci; un pappagallo
sul trampolo; l'insegna d'un'osteria, un fanciullo
che saltava dinnanzi ad una porta rossa;
-tutto quel rimescolio di gente, quella varietà di
-colori, l'intensità della luce, mi stupirono come
+tutto quel rimescolio di gente, quella varietà di
+colori, l'intensità della luce, mi stupirono come
<span class="pagenum"><a id="Page_52"></a>[52]</span>
se avessi lasciato il mondo buio, muto e deserto,
e lo ritrovassi ora illuminato, sonoro e popoloso.
@@ -2236,7 +2198,7 @@ chiamavano da lontano, si rincorrevano), da
quel frastuono di grida, di risa, di canti, di rumori,
di musiche (il rotolare saltellante delle
carrozze, lo schioccar delle fruste, i carri, lo
-sbatacchiar degli usci), si comunicò a me un
+sbatacchiar degli usci), si comunicò a me un
desiderio infantile di correre, di ridere, di cantare,
di partecipare, anima e corpo, a quella
vita che si manifestava tutta alla superficie, come
@@ -2252,7 +2214,7 @@ VII.
</h3>
<p>
-Non so perchè gli angioli che si vedono
+Non so perchè gli angioli che si vedono
negli antichi pittori e quelli che si librano sulle
loro grandi ali variopinte, le pieghe dei camici
piene di vento, sotto le grandi cupole delle chiese,
@@ -2260,9 +2222,9 @@ abbiano tutti sembianze femminee, lunghi
riccioli bene inanellati, e negli occhi un'amorosa
luce. Noi le contempliamo da fanciulli, con vergine
maraviglia, quelle incantevoli immagini, e
-ci insegnano ad adorarle, perchè sono la bellezza,
+ci insegnano ad adorarle, perchè sono la bellezza,
<span class="pagenum"><a id="Page_53"></a>[53]</span>
-la purità, l'amorosa musica del cielo. La
+la purità, l'amorosa musica del cielo. La
nostra infantile fantasia, dipingendo poi di sogni
la terra, scopre nel viso di nostra madre,
in quel volto giovine e bello che si curva sopra
@@ -2276,10 +2238,10 @@ angolo della stanza, la nostra fantasia scopre
tratti di somiglianza con quelle soavi immagini
di paradiso, lo stesso candore, una grazia uguale,
una dolcezza altrettanto soave e serena per cui
-quel caro volto altro non è che angelico. Così
-la bellezza, il candore, la pietà, l'amore sono e
+quel caro volto altro non è che angelico. Così
+la bellezza, il candore, la pietà, l'amore sono e
rimangono per noi definitivamente tanti attributi
-della femminilità, che fanno di ogni donna,
+della femminilità, che fanno di ogni donna,
ai nostri occhi, una creatura celeste.
</p>
@@ -2290,11 +2252,11 @@ il suo grembo translucido a un ponticello di ciliegio,
nella pia ombra di quattro enormi salici.
Quell'angolo era deserto, e soltanto oltre alcune
aiuole, dietro bei ventagli di palme, passeggiava
-la solita gente oziosa. Così, indisturbato, richiamavo
+la solita gente oziosa. Così, indisturbato, richiamavo
alla mia memoria ad una ad una le fugaci
impressioni di poco prima, e potevo tenerle
ferme sospese dentro di me, analizzarle a lungo
-con calma, godendone finchè ne ero sazio.
+con calma, godendone finchè ne ero sazio.
<span class="pagenum"><a id="Page_54"></a>[54]</span>
Scomponevo in mille parti la figura di Daria,
per ricomporla poi tutt'intera in quell'immagine
@@ -2307,16 +2269,16 @@ allora da un sogno incerto e intricato.
<p>
&mdash; Hai veduto come sotto la sua pelle diafana
corrono le vene azzurrine? domandavo a me
-stesso. Che fragilità hanno le sue tempie, i suoi
-polsi! Come il suo cuore è indifeso! Le mani...
+stesso. Che fragilità hanno le sue tempie, i suoi
+polsi! Come il suo cuore è indifeso! Le mani...
le dita affusolate, le palme rosee e concave come
i grandi petali del loto... Le muove lentamente
quasi le sostenesse e le portasse l'aria: senza
peso. Strana, strana cosa! Hai veduto? Chi ti
ha detto che i suoi occhi sono neri? Come hai
potuto sbagliarti? Sono azzurri e verdi... Ma
-la pupilla è enorme e le ciglia sono violette.
-Forse è nero lo sguardo, non gli occhi!
+la pupilla è enorme e le ciglia sono violette.
+Forse è nero lo sguardo, non gli occhi!
E che grazia! Quando inchina la fronte e
il suo viso s'adombra, sembra che si nasconda
sotto i riccioli pesanti e cupi. Allora
@@ -2330,15 +2292,15 @@ Tra due ventagli di palma, vidi d'un tratto
veramente un volto ombrato che mi sorrideva,
uno strizzar d'occhi e due labbra scarlatte che
mi facevano: pss pss... E poi un ventaglio si
-abbassò e apparve un gran cappello di paglia, e
+abbassò e apparve un gran cappello di paglia, e
poi un braccio, e poi una gamba sottile e lunga,
<span class="pagenum"><a id="Page_55"></a>[55]</span>
-e poi un gonnellino rosso che si gonfiò in un
-salto e si posò accanto a me sul sedile.
+e poi un gonnellino rosso che si gonfiò in un
+salto e si posò accanto a me sul sedile.
</p>
<p>
-&mdash; Non mi riconosci? &mdash; domandò una voce
+&mdash; Non mi riconosci? &mdash; domandò una voce
acuta come un allegro campanellino d'argento.
</p>
@@ -2347,7 +2309,7 @@ M'inchinai sorridendo, senza parlare.
</p>
<p>
-&mdash; Com'eri buffo! &mdash; continuò quella voce. &mdash; Che
+&mdash; Com'eri buffo! &mdash; continuò quella voce. &mdash; Che
ridere ho fatto, che ridere! E non dicevi
niente! Nemmeno un fiato! Eri buffo da
morire!...
@@ -2359,15 +2321,15 @@ essersi divertita moltissimo... Ma io...
</p>
<p>
-&mdash; Ma tu? Ma tu dovevi ridere più di me,
-ragazzo mio! &mdash; esclamò con tono grave di
+&mdash; Ma tu? Ma tu dovevi ridere più di me,
+ragazzo mio! &mdash; esclamò con tono grave di
rimprovero. &mdash; Non la conosci dunque? La
-prima volta è così con tutti...
+prima volta è così con tutti...
</p>
<p>
-&mdash; Ecco, &mdash; dissi: &mdash; a lei forse sembrerà
-facile... Ma per me è diverso. Io sono un uomo.
+&mdash; Ecco, &mdash; dissi: &mdash; a lei forse sembrerà
+facile... Ma per me è diverso. Io sono un uomo.
</p>
<p>
@@ -2375,10 +2337,10 @@ facile... Ma per me è diverso. Io sono un uomo.
</p>
<p>
-Allargò le braccia sulla spalliera del sedile,
-stese le gambe, puntò in terra i tacchi alti
+Allargò le braccia sulla spalliera del sedile,
+stese le gambe, puntò in terra i tacchi alti
delle sue scarpette e rovesciando indietro il
-capo disse con semplicità:
+capo disse con semplicità:
</p>
<p>
@@ -2393,7 +2355,7 @@ quello sguardo:
</p>
<p>
-&mdash; È inutile che tu ti meravigli... Sono Soave....
+&mdash; È inutile che tu ti meravigli... Sono Soave....
sua sorella.
</p>
@@ -2401,13 +2363,13 @@ sua sorella.
Strana creatura! Il suo corpo aveva quindici
<span class="pagenum"><a id="Page_56"></a>[56]</span>
anni: era infantile, ancora magro; magre le
-gambe che dal ginocchio in giù uscivano dal
+gambe che dal ginocchio in giù uscivano dal
gonnellino fatto di tutte piccole pieghe; magre
-le braccia, nude dalla spalla, alla cui estremità
+le braccia, nude dalla spalla, alla cui estremità
pesavano due grosse mani arrossate, che parevano
prese in prestito a qualche gran donna
e attaccate con un grosso chiodo ai suoi polsi.
-E il suo viso era invece senza età, e somigliava
+E il suo viso era invece senza età, e somigliava
a quello di Daria come la copia mal riuscita
d'un'opera d'arte, esatta in ogni sua parte,
sbagliata nel suo insieme. I suoi occhi erano
@@ -2415,7 +2377,7 @@ tutto bianco, appena adombrati da rade ciglia,
e parevano sempre dilatati in uno stato ipnotico.
L'ovale del volto terminava in un mento
aguzzo, che cominciava quasi sotto le orecchie,
-ed era tagliato a metà da una bocca carnosa e
+ed era tagliato a metà da una bocca carnosa e
sanguigna, inutilmente arrotondata da due piccoli
punti di rossetto. Solo i capelli, che in lunghi
riccioli le rotolavano sulle spalle, erano gli
@@ -2424,12 +2386,12 @@ come il ferro.
</p>
<p>
-&mdash; Ah! io capisco tutto! &mdash; esclamò dopo un
+&mdash; Ah! io capisco tutto! &mdash; esclamò dopo un
breve silenzio, guardando fissamente i rami del
-salice che ci piovevano sul capo. &mdash; Perchè non
-dovrei capire? Perchè sembro ancora una bambina?
-Ma non sono più una bambina... È un
-pezzo che non lo sono più... I vecchi le capiscono
+salice che ci piovevano sul capo. &mdash; Perchè non
+dovrei capire? Perchè sembro ancora una bambina?
+Ma non sono più una bambina... È un
+pezzo che non lo sono più... I vecchi le capiscono
queste cose! Quel signore che venne a
trovarci sabato scorso, credo che sia un senatore,
un conte, che ha quelle belle basette arricciate
@@ -2437,7 +2399,7 @@ un conte, che ha quelle belle basette arricciate
(lo avrai incontrato mille volte) ah! ah!
mi dette subito ragione. E mica solo con me!
Anche a Daria lo disse: &mdash; Lascia andare, amica
-mia... Soave non è più tanto bambina... &mdash; Ma
+mia... Soave non è più tanto bambina... &mdash; Ma
voi giovani queste cose non le volete
capire. Ebbene io so tutto, come te, e come
Daria... Tutto, tutto...
@@ -2449,11 +2411,11 @@ non so niente...
</p>
<p>
-&mdash; Povero piccolo! &mdash; esclamò la signorina
-Soave. &mdash; E allora io ti posso insegnare... È
+&mdash; Povero piccolo! &mdash; esclamò la signorina
+Soave. &mdash; E allora io ti posso insegnare... È
da ieri che sto con l'orecchio attaccato agli usci!
-È da ieri che Kate mi racconta tutte le storie
-che sa, da quando è nata... Ma si ostinano
+È da ieri che Kate mi racconta tutte le storie
+che sa, da quando è nata... Ma si ostinano
tutti a tirarmi per le trecce e a guardarmi ridendo
le sottane corte! Piacerebbe anche a me
avere la coda lunga un metro, e le scarpine di
@@ -2463,12 +2425,12 @@ paglia con le ciliege che mi fanno portare?
</p>
<p>
-Con un gesto sgraziato si strappò di testa il
+Con un gesto sgraziato si strappò di testa il
grande cappello di paglia di Firenze, tutto coronato
-di ciliege rosse, e lo gualcì, lo pestò con
-i pugni chiusi, e me lo riaprì sotto il naso. Poi
-mi si buttò con tutto il suo peso contro la spalla
-e guardandomi sorridente mi confidò:
+di ciliege rosse, e lo gualcì, lo pestò con
+i pugni chiusi, e me lo riaprì sotto il naso. Poi
+mi si buttò con tutto il suo peso contro la spalla
+e guardandomi sorridente mi confidò:
</p>
<p>
@@ -2486,26 +2448,26 @@ ma con una coda lunga e sottile, terminata da
piccole pagliuzze d'argento che sembravano
goccioline di rugiada. Quella era una bella cuffietta!
Coi capelli neri, i colori vivaci mi stanno
-che è un amore.
+che è un amore.
</p>
<p>
-&mdash; E perchè non dice a Daria che le regali
+&mdash; E perchè non dice a Daria che le regali
questo cappello?
</p>
<p>
-&mdash; Ah! &mdash; sospirò. &mdash; Se io dovrò aspettare
-Daria non ne avrò mai di cappelli come quello!
+&mdash; Ah! &mdash; sospirò. &mdash; Se io dovrò aspettare
+Daria non ne avrò mai di cappelli come quello!
</p>
<p>
-Rimase silenziosa qualche minuto, giocò con
-i riccioli, poi domandò:
+Rimase silenziosa qualche minuto, giocò con
+i riccioli, poi domandò:
</p>
<p>
-&mdash; Quanto immagini che possa costare? Chissà
+&mdash; Quanto immagini che possa costare? Chissà
che somma esagerata pensi tu...
</p>
@@ -2518,12 +2480,12 @@ Io scossi il capo ed ella soggiunse:
</p>
<p>
-Mi guardò come aspettando da me qualche
+Mi guardò come aspettando da me qualche
gran segno di stupore. Poi disse malinconica:
</p>
<p>
-&mdash; A tutti piace Daria. Eppure è molto sciupata...
+&mdash; A tutti piace Daria. Eppure è molto sciupata...
Anche a te piace molto?
</p>
@@ -2532,7 +2494,7 @@ Anche a te piace molto?
</p>
<p>
-Poi domandò ancora:
+Poi domandò ancora:
</p>
<p>
@@ -2548,10 +2510,10 @@ Poi domandò ancora:
</p>
<p>
-Ancora una volta mi guardò, ma quel suo
+Ancora una volta mi guardò, ma quel suo
<span class="pagenum"><a id="Page_59"></a>[59]</span>
-sguardo non mi disse nulla. Mi ero già distratto
-e già ripensavo che la sera era prossima, e che
+sguardo non mi disse nulla. Mi ero già distratto
+e già ripensavo che la sera era prossima, e che
avrei riveduto Daria fra poco, e forse quel nuovo
incontro sarebbe stato decisivo. Forse avrei
potuto rimanere solo un istante con lei, forse
@@ -2559,15 +2521,15 @@ baciarle la mano, certamente stringergliela fugacemente,
nell'ombra discreta o sotto la tovaglia.
Ella avrebbe avuto al collo qualche gioiello
maraviglioso e la sua gola mi sarebbe sembrata
-più candida e la sua bocca più rossa.
+più candida e la sua bocca più rossa.
E vidi senza allontanarmi dalla mia cara immagine
la piccola irrequieta, la piccola ciarliera,
Soave, alzarsi dal mio fianco, la sua testa ricciuta
scomparire di nuovo sotto le grandi tese
spioventi del cappello, e le sue grosse mani
spianare in fretta in fretta le pieghe gualcite
-della sottana. A un tratto mi si buttò sulla bocca,
-mi dette un morso, e fuggì via gridando: &mdash; Arrivederci
+della sottana. A un tratto mi si buttò sulla bocca,
+mi dette un morso, e fuggì via gridando: &mdash; Arrivederci
quando sarai sveglio!
</p>
@@ -2585,10 +2547,10 @@ Prima di andare da Clauss, passai da un
mercante e comprai una cravatta, una bella cravatta
azzurra con certe macchie d'oro che sembravano
stelle in un cielo da presepio. Fra cento
-e più cravatte, io vidi quella, in fondo a una
+e più cravatte, io vidi quella, in fondo a una
<span class="pagenum"><a id="Page_60"></a>[60]</span>
scatola e la riconobbi. Questo fortunato incontro
-mi rallegrò, e confortò le mie speranze che,
+mi rallegrò, e confortò le mie speranze che,
allora, erano in fiore. Poi me ne andai a casa
e lo specchio s'ebbe la mia immagine come non
l'aveva avuta mai, e vide che le mie mani sapevano,
@@ -2601,8 +2563,8 @@ che rincasava.
</p>
<p>
-&mdash; Ohè! &mdash; gli dissi. &mdash; Hai più veduto nessuno?
-Com'è finita? Bene o male?
+&mdash; Ohè! &mdash; gli dissi. &mdash; Hai più veduto nessuno?
+Com'è finita? Bene o male?
</p>
<p>
@@ -2615,24 +2577,24 @@ sua strada.
</p>
<p>
-Egli levò su me uno sguardo sospettoso e
-brontolò:
+Egli levò su me uno sguardo sospettoso e
+brontolò:
</p>
<p>
-&mdash; Non scherzare. Non parlar così forte.
+&mdash; Non scherzare. Non parlar così forte.
</p>
<p>
-Entrò in casa ed io me ne andai.
+Entrò in casa ed io me ne andai.
</p>
<p>
Poco dopo noi eravamo, tutti e tre, seduti intorno
a un piccolo tavolo, sulla veranda, avendo
-per unico lume la luna. L'aria era così azzurra,
+per unico lume la luna. L'aria era così azzurra,
trasparente ed immota che ci pareva di
-essere immersi nella profondità di un lago; di
+essere immersi nella profondità di un lago; di
vivere la beata vita dei pesci. Daria portava un
abito verde e un nastro pure verde fra i capelli.
Dinnanzi a noi fumavano delicate vivande: una
@@ -2657,19 +2619,19 @@ con gesti rapidi, chiedendo ogni momento:
</p>
<p>
-&mdash; Così? Ancora? Poco? Basta?
+&mdash; Così? Ancora? Poco? Basta?
</p>
<p>
Tre gigli candidi (noi tre!) stavano in un vaso,
al centro, tre grandi e candidi gigli, in un
-vaso, candidi e immobili, d'un'immobilità rara
+vaso, candidi e immobili, d'un'immobilità rara
nelle cose della natura. Daria spesso si curvava
per odorarli.
</p>
<p>
-&mdash; Ecco ciò che basta alla nostra felicità, &mdash; diceva
+&mdash; Ecco ciò che basta alla nostra felicità, &mdash; diceva
Clauss. &mdash; Non vi pare? Ah! se sapessimo
accontentarci!
</p>
@@ -2682,25 +2644,25 @@ cercavo di dimenticarla.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, cara, &mdash; continuava Clauss con voce
-misurata, con sorrisi brevi e volubili, &mdash; è così.
+&mdash; Sì, cara, &mdash; continuava Clauss con voce
+misurata, con sorrisi brevi e volubili, &mdash; è così.
Dove ci conduce talvolta il nostro insensato
desiderio di godere? Eh! eh! Un sorso, un
sorso solo, una goccia Daria! No? Non credete
-che il segreto della felicità sia semplice? Cesare
+che il segreto della felicità sia semplice? Cesare
rientra nella propria casa dopo il trionfo, e incontra
Calpurnia, o Poppea, (non ricordo bene)
<span class="pagenum"><a id="Page_62"></a>[62]</span>
sulla porta del triclinio. &mdash; Calpurnia, dice,
-il tuo abito è poco casto per la moglie di
+il tuo abito è poco casto per la moglie di
Cesare! I suoi occhi cadono sul servo, che la
segue agitando i ventagli, e pensa: &mdash; Tu sei
troppo bello per il marito di Calpurnia. E la
-sua grande felicità, il suo smisurato orgoglio,
+sua grande felicità, il suo smisurato orgoglio,
annegano in questi due pensieri, in due pensieri
tanto volgari. Valeva la pena di soggiogare
le Gallie? Soltanto bisognava capire prima
-che la felicità era nelle belle mani di Calpurnia
+che la felicità era nelle belle mani di Calpurnia
e non ai confini dell'Impero.
</p>
@@ -2712,7 +2674,7 @@ alla tua salute e a quella di Cesare!
<p>
Daria mi guardava raramente. I nostri ginocchi
si sfioravano sotto la tavola. Io guardavo
-Clauss, pensavo: &mdash; T'inganni! Non è venuta
+Clauss, pensavo: &mdash; T'inganni! Non è venuta
per te! E cercavo di cogliere sul volto di Daria
un sorriso intelligente, uno di quei sorrisi che
sono come fili tesi fra due bocche, fili di ragno,
@@ -2722,8 +2684,8 @@ donare.
</p>
<p>
-&mdash; Sono straordinario? &mdash; domandò Clauss. &mdash; In
-che cosa, se è lecito?
+&mdash; Sono straordinario? &mdash; domandò Clauss. &mdash; In
+che cosa, se è lecito?
</p>
<p>
@@ -2741,57 +2703,57 @@ bianche, e non si mosse.
</p>
<p>
-&mdash; È frutto dell'esperienza, &mdash; disse Clauss. &mdash; S'impara
-a inventare. È come dire che sono
+&mdash; È frutto dell'esperienza, &mdash; disse Clauss. &mdash; S'impara
+a inventare. È come dire che sono
vecchio.
</p>
<p>
-&mdash; Povero Clauss! &mdash; mormorò Daria. &mdash; È
+&mdash; Povero Clauss! &mdash; mormorò Daria. &mdash; È
veeecchio!
</p>
<p>
-&mdash; Perchè ridete? &mdash; domandò Clauss. &mdash; Non
-è poi una cosa tanto ridicola. La vecchiezza
+&mdash; Perchè ridete? &mdash; domandò Clauss. &mdash; Non
+è poi una cosa tanto ridicola. La vecchiezza
ha, per un uomo, il suo lato interessante. E
poi, non tutti invecchiano allo stesso modo. Per
una donna no; ma per un uomo incomincia una
-età quasi beata. I desideri possono finalmente
-conciliarsi con l'impossibilità di soddisfarli; la
-quale, se non erro, è di tutte le età. E vi sembra
+età quasi beata. I desideri possono finalmente
+conciliarsi con l'impossibilità di soddisfarli; la
+quale, se non erro, è di tutte le età. E vi sembra
una cosa da nulla? Accontentarsi delle gioie
possibili? Non scartarne neppure una piccolissima
parte? Ah! che scienza difficile!
</p>
<p>
-&mdash; Ecco, &mdash; continuò dopo un minuto di pausa,
-rivolto a Daria: &mdash; poichè a questo ragazzo
+&mdash; Ecco, &mdash; continuò dopo un minuto di pausa,
+rivolto a Daria: &mdash; poichè a questo ragazzo
piacciono le favole, se permettete, vorrei raccontargliene
una brevissima a questo proposito.
Non vi annoio? No? Dunque, dimmi: ti sei
mai domandato, tu (si rivolse a me, con queste
parole), come mai Platone non si sia curato di
tramandarci la propria opinione sul sacrificio
-di Fedone? Se cioè lo stimasse piccolo o grande?
+di Fedone? Se cioè lo stimasse piccolo o grande?
In fondo, Fedone era un bello e stupido
ragazzo, il quale non possedeva se non quei
-riccioli biondi che, per onorare Socrate, si tagliò.
+riccioli biondi che, per onorare Socrate, si tagliò.
<span class="pagenum"><a id="Page_64"></a>[64]</span>
Quella chioma era senza dubbio tutto il
-suo orgoglio e la sua massima felicità. Eppure
-senza esitare un istante si pelò, come un altro
-si sarebbe ucciso. Ma egli invece continuò a
+suo orgoglio e la sua massima felicità. Eppure
+senza esitare un istante si pelò, come un altro
+si sarebbe ucciso. Ma egli invece continuò a
vivere e a mostrarsi in Atene con quella testa
pelata. Ebbene: fece malissimo. Io dico che
-non si sacrificano tanto leggermente riccioli così
+non si sacrificano tanto leggermente riccioli così
belli, quando non si ha con che cosa sostituirli.
</p>
<p>
-&mdash; Scusate, &mdash; mormorò Daria con candore, &mdash; chi
-è Fedone? E non gli sono più ricresciuti
+&mdash; Scusate, &mdash; mormorò Daria con candore, &mdash; chi
+è Fedone? E non gli sono più ricresciuti
i capelli?
</p>
@@ -2799,12 +2761,12 @@ i capelli?
Si aspettava un dolce, un pasticcio di frutta.
Quelle parole di Daria mi esilararono. Mi agitai,
le versai da bere; ma neppure allora mi
-riuscì di annodare quel filo invisibile, quel sorriso
+riuscì di annodare quel filo invisibile, quel sorriso
intelligente tra le sue e le mie labbra. Daria
parlava poco e non si volgeva quasi mai a
guardarmi. Le sue ginocchia, sotto la tavola,
rimanevano inerti. &mdash; Come mai? &mdash; pensavo. &mdash; Finge?
-O si è dimenticata? Spesso la sua
+O si è dimenticata? Spesso la sua
mano si posava sulla mano di Clauss, quando
gli domandava: &mdash; Per favore, un sorso di vino...
un pizzico di caviale... una presa di sale...
@@ -2814,7 +2776,7 @@ come la vedono i fanciulli. Il mare, la brezza
leggiera e variabile, la notte dolcissima cantavano
intorno a noi; un rosignolo solitario intonava
nell'ombra i suoi minuetti da bambole,
-le sue «ute» giapponesi. Fu portato un pasticcio
+le sue «ute» giapponesi. Fu portato un pasticcio
<span class="pagenum"><a id="Page_65"></a>[65]</span>
di mele; portarono anche due nuove anfore
di vino.
@@ -2826,20 +2788,20 @@ insieme a cena! &mdash; disse Clauss.
</p>
<p>
-&mdash; Perchè? &mdash; domandò Daria.
+&mdash; Perchè? &mdash; domandò Daria.
</p>
<p>
-Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò:
+Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò:
</p>
<p>
-&mdash; Volete sapere la verità? Siete una bimba
+&mdash; Volete sapere la verità? Siete una bimba
maliziosa!
</p>
<p>
-&mdash; Io? &mdash; domandò Daria, curvandosi verso
+&mdash; Io? &mdash; domandò Daria, curvandosi verso
di lui.
</p>
@@ -2848,7 +2810,7 @@ di lui.
</p>
<p>
-&mdash; Ah! questo Clauss! &mdash; esclamò Daria,
+&mdash; Ah! questo Clauss! &mdash; esclamò Daria,
guardandomi finalmente. &mdash; Si burla sempre di
me!
</p>
@@ -2864,15 +2826,15 @@ ricordare di aver letto, non so dove, forse nella
Bibbia, alcune parole, una frase, un pensiero
sulle donne. Qualcuno aveva scritto o detto: &mdash; Quando
guardo le donne mi sembrano scimmie
-bianche. Infatti io guardavo Daria e pensavo: &mdash; È
+bianche. Infatti io guardavo Daria e pensavo: &mdash; È
vero, sembrano scimmie bianche,
scimmie bianche e pelate. E sentivo nascere in
me una viva antipatia, un senso sgradevole,
qualche cosa che mi ripugnava dentro. Eppure
<span class="pagenum"><a id="Page_66"></a>[66]</span>
-pensavo: &mdash; Non è niente. Sembrano scimmie
-bianche, ma sono donne. Pensavo: &mdash; Non sarà
-niente. Ella finge. È necessario. Guardavo
+pensavo: &mdash; Non è niente. Sembrano scimmie
+bianche, ma sono donne. Pensavo: &mdash; Non sarà
+niente. Ella finge. È necessario. Guardavo
la luna che sembrava un'enorme maschera bernoccoluta
e dicevo a me stesso: &mdash; Dopo tutto,
chi non finge? Bisogna portare una maschera.
@@ -2891,13 +2853,13 @@ che si portino molte maschere?
<p>
&mdash; Ecco, &mdash; soggiunsi, &mdash; non so a che proposito.
-Dico che nella vita si è costretti a fingere.
-E che, talvolta, non se ne può fare a
+Dico che nella vita si è costretti a fingere.
+E che, talvolta, non se ne può fare a
meno, e allora si porta una maschera.
</p>
<p>
-&mdash; È purtroppo vero, &mdash; rispose, &mdash; si portano
+&mdash; È purtroppo vero, &mdash; rispose, &mdash; si portano
molte maschere.
</p>
@@ -2905,18 +2867,18 @@ molte maschere.
Ed io pensavo: &mdash; Che bestia! Non si accorge
che mi burlo di lui. Ma Clauss non badava a
me, ed io volevo chiedere a Daria: &mdash; Ditemi!
-Non è vero che, dopo tutto, è molto facile fingere?
+Non è vero che, dopo tutto, è molto facile fingere?
Temevo che ella scoppiasse a ridere e
che Clauss si avvedesse dello scherzo. Daria
infatti rideva. Rideva e mi guardava. E anche
Clauss mi guardava, sorridendo ambiguamente.
-Alfine mi toccò una mano e mi disse:
+Alfine mi toccò una mano e mi disse:
</p>
<p>
&mdash; A proposito di maschere: non potresti andare
un minuto in salotto a prendere quella
-mascherina giapponese che è sul tavolo, con
+mascherina giapponese che è sul tavolo, con
quei baffi e quegli occhi terribili?
</p>
@@ -2934,16 +2896,16 @@ me stesso che abbiamo seppellito stasera.
</p>
<p>
-Clauss parlava con intenzione. Sì: vidi subito
+Clauss parlava con intenzione. Sì: vidi subito
che quel sorriso non era naturale, che non
era come tutti gli altri; e quelle parole, in apparenza
-così semplici, quelle parole mentivano.
+così semplici, quelle parole mentivano.
Mi sembrava che Clauss si fosse avvicinato a
Daria durante la mia assenza e che i loro gomiti
si toccassero continuamente. Le mie mani erano
impacciate nei loro gesti come se gli oggetti,
sul tavolo, fossero stati mossi, ed io stentassi,
-ora, a ritrovarli o a schivarli. &mdash; Che cosa c'è
+ora, a ritrovarli o a schivarli. &mdash; Che cosa c'è
che non va? &mdash; pensavo perplesso, e cercavo
di nascondere il mio turbamento portando spesso
il bicchiere alle labbra per bere un sorso.
@@ -2951,20 +2913,20 @@ il bicchiere alle labbra per bere un sorso.
<p>
&mdash; No, no! &mdash; disse piano Daria ad un tratto. &mdash; Ci
-guarda. Non è possibile!
+guarda. Non è possibile!
</p>
<p>
-&mdash; Che importa? &mdash; sussurrò Clauss, e si accostò
-ancora più a lei.
+&mdash; Che importa? &mdash; sussurrò Clauss, e si accostò
+ancora più a lei.
</p>
<p>
-Essi erano così vicini che i loro capelli si
+Essi erano così vicini che i loro capelli si
toccavano. Allora, improvvisamente, una gran
luce si fece in me e mi alzai di scatto con un
grido soffocato. Sotto l'urto delle mie ginocchia
-la tavola si rovesciò con fracasso immenso di
+la tavola si rovesciò con fracasso immenso di
stoviglie e di vetri. Agitai le braccia, inciampai
<span class="pagenum"><a id="Page_68"></a>[68]</span>
nella tovaglia e caddi anch'io con tutto il
@@ -2980,7 +2942,7 @@ loro volti gota contro gota, e le loro quattro
pupille che mi fissavano sfavillando. E vidi anche
come le loro mani si cercassero sotto gli
abiti, e la donna avesse i capelli sciolti e la gola
-più nuda, e un che di candido, di molto bianco
+più nuda, e un che di candido, di molto bianco
sul fianco...
</p></div>
@@ -2991,7 +2953,7 @@ IX.
<p>
Quella macchia bianca mi rimase negli occhi.
-Quella macchia bianca, senza nè forma nè sostanza,
+Quella macchia bianca, senza nè forma nè sostanza,
molto vaga e mobilissima, correva innanzi
a me mentre andavo strisciando contro
i muri, per vie buie e strette, senza veder nulla
@@ -3004,7 +2966,7 @@ gli occhi ed essa si rifugiava tra le pupille
e le palpebre; e non potevo in nessun modo
liberarmene. A un tratto urtai contro un corpo
duro e provai un acuto dolore alla fronte. Toccai,
-e la mia mano si sporcò di sangue; sentii una
+e la mia mano si sporcò di sangue; sentii una
goccia calda scendermi dalla fronte sul viso.
Col fazzoletto premetti la ferita e continuai
a camminare. Mi pareva di udire un suono di
@@ -3019,16 +2981,16 @@ buio, una porta illuminata. Dall'osteria non usciva
nessuna voce, nessun rumore. Spinsi la
porta ed entrai. L'oste stava seduto in fondo,
dietro il banco, tra le bottiglie e i caratelli. Mi
-guardò (era guercio) e non si mosse. Io mi sedetti
+guardò (era guercio) e non si mosse. Io mi sedetti
a un tavolo, battei il pugno due o tre volte,
-e gridai che mi portasse da bere. Egli si alzò,
-mi portò il boccale e il gotto, e rimase appoggiato
+e gridai che mi portasse da bere. Egli si alzò,
+mi portò il boccale e il gotto, e rimase appoggiato
all'altra sponda del tavolo, a guardarmi.
Mi sembrava che il suo viso giallo e gonfio
fosse liscio come una zucca, e che quell'unico
occhio, umidiccio e peloso come un ombelico,
gli si aprisse in mezzo alla fronte. Quell'occhio
-mi stizzì a tal punto che, per non vederlo, gli
+mi stizzì a tal punto che, per non vederlo, gli
voltai le spalle. Poi inzuppai nel boccale il fazzoletto
e incominciai a inumidire la mia ferita.
</p>
@@ -3050,18 +3012,18 @@ ne importa?
</p>
<p>
-Egli se ne tornò dietro il banco, a rintanarsi
+Egli se ne tornò dietro il banco, a rintanarsi
fra le botti. Il mio dolore cresceva. Se per poco
cercavo di dirigere la mia attenzione sopra una
qualunque delle cose che avevo intorno, subito
rivedevo quella macchia bianca, bianca e inafferrabile,
e il mio tormento cresceva tanto da
-non poterlo più sopportare.
+non poterlo più sopportare.
</p>
<p>
&mdash; Ho la faccia sporca di sangue, &mdash; pensavo, &mdash; ma
-che importa? Non è questo che mi
+che importa? Non è questo che mi
tormenta. Anche i Ciclopi avevano sangue rosso
(rosso o azzurro?) e un occhio in mezzo alla
fronte. Erano come scimmie bianche, gigantesche
@@ -3070,10 +3032,10 @@ ora i Ciclopi?
</p>
<p>
-Improvvisamente un colpo di vento sparpagliò
+Improvvisamente un colpo di vento sparpagliò
questi pensieri sconnessi, mi ricordai e
-scoppiai in singhiozzi. Piangevo, e tutto ciò che
-non volevo ricordare mi ritornò alla memoria,
+scoppiai in singhiozzi. Piangevo, e tutto ciò che
+non volevo ricordare mi ritornò alla memoria,
e vidi ogni cosa come era avvenuta. &mdash; Daria!
Daria! &mdash; urlavo in me stesso, e pareva che
avessi una voce tonante e assordante, una voce
@@ -3081,7 +3043,7 @@ immensa. &mdash; Daria! &mdash; e non sapevo trovare se
non questa parola unica, questa parola fatata,
e ripeterla in me stesso fino a stordirmi, fino al
<span class="pagenum"><a id="Page_71"></a>[71]</span>
-punto di non comprenderla più. Non sentivo ormai
+punto di non comprenderla più. Non sentivo ormai
nessun male alla fronte. Il male era tutto
dentro, una piaga dolorante e spasimante al posto
del cuore, un coltello che mi colpiva, senza
@@ -3092,7 +3054,7 @@ abbandonarmi.
</p>
<p>
-Infine l'oste si mosse e mi battè sulla spalla.
+Infine l'oste si mosse e mi battè sulla spalla.
</p>
<p>
@@ -3106,18 +3068,18 @@ dove andiamo?
</p>
<p>
-Egli sogghignò. S'era messo un berrettone nero
+Egli sogghignò. S'era messo un berrettone nero
in capo e una sciarpa intorno al collo.
</p>
<p>
&mdash; Queste disperazioni io le conosco! &mdash; disse
mentre mi alzavo. &mdash; Per pochi soldi qualcuna
-te le farà passare.
+te le farà passare.
</p>
<p>
-Mi sbattè la porta dietro le spalle ed io ricominciai
+Mi sbattè la porta dietro le spalle ed io ricominciai
a camminare a caso. Con un certo sforzo
compresi che di fronte a me stava il mare e
che quella striscia d'argento, interminabile, era
@@ -3130,13 +3092,13 @@ propagavano con lunghi echi.
</p>
<p>
-&mdash; Mi ucciderò! &mdash; dissi. &mdash; Perchè non uccidersi?
-È molto semplice, molto facile...
+&mdash; Mi ucciderò! &mdash; dissi. &mdash; Perchè non uccidersi?
+È molto semplice, molto facile...
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_72"></a>[72]</span>
-Il desiderio di morire era così forte che già mi
+Il desiderio di morire era così forte che già mi
pareva d'esser morto e di vedere ogni cosa da
lungi, dall'alto di un monte, di una montagna altissima
tra le nuvole. Giunsi fino all'estremo limite
@@ -3158,7 +3120,7 @@ braccio.
</p>
<p>
-Egli scosse il capo, sospirò, si volse sopra un
+Egli scosse il capo, sospirò, si volse sopra un
fianco, senza aprire gli occhi.
</p>
@@ -3167,13 +3129,13 @@ fianco, senza aprire gli occhi.
</p>
<p>
-Allora egli tentò di rizzarsi su un gomito. Ma
-ricadde subito e cominciò a mugolare:
+Allora egli tentò di rizzarsi su un gomito. Ma
+ricadde subito e cominciò a mugolare:
</p>
<p>
&mdash; No, non voglio... Per amor di Dio... Bambola...
-Un po' d'acqua. M'è rimasta una lisca
+Un po' d'acqua. M'è rimasta una lisca
in gola...
</p>
@@ -3182,21 +3144,21 @@ in gola...
</p>
<p>
-Sterpoli schiuse finalmente gli occhi e si guardò
-intorno stupidamente. Si toccò la fronte e
+Sterpoli schiuse finalmente gli occhi e si guardò
+intorno stupidamente. Si toccò la fronte e
poi rise, d'un riso idiota idiota, da ubriaco.
</p>
<p>
-&mdash; Ah! ah! sei tu? &mdash; disse. &mdash; Sì, sì, mi ricordo.
-Ma lei dov'è andata? Mi scappa sempre,
+&mdash; Ah! ah! sei tu? &mdash; disse. &mdash; Sì, sì, mi ricordo.
+Ma lei dov'è andata? Mi scappa sempre,
quel demonio! Non sta ferma un minuto.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_73"></a>[73]</span>
Si mise a sedere sulla sponda del letto e mi
-fissò attentamente, a lungo, perplesso.
+fissò attentamente, a lungo, perplesso.
</p>
<p>
@@ -3211,19 +3173,19 @@ Tese la mano verso di me e ammiccando soggiunse:
<p>
&mdash; Anche tu hai bevuto. Ti si vede il vino
rosso, sulla faccia. E che vuol dire? Si beve.
-Ma perchè si beve? È chiaro. Si beve perchè
+Ma perchè si beve? È chiaro. Si beve perchè
si ha sete, molta sete, sempre sete. Tu le dici: &mdash; Su
via, amore, sii buona. Dammi un bacio,
un bel bacio... Porgi la bocca e senti che non
-c'è niente; non trovi mai niente con la bocca.
-Dici: &mdash; Perchè dunque non vuoi darmi nemmeno
+c'è niente; non trovi mai niente con la bocca.
+Dici: &mdash; Perchè dunque non vuoi darmi nemmeno
un bacio? Sii ragionevole, trottola. Tutti
-abbiamo diritto di vivere. Non è vero? Ora,
-che c'è di male se certi uomini hanno un cuor
-tenero, un cuore di burro? E che c'è di male in
-un bacio? E lei ride e ti risponde: &mdash; Va là,
-allontanati. Non mi voglio sporcare. Allora è
-quando si cerca la bottiglia e si beve. Sì, fratello
+abbiamo diritto di vivere. Non è vero? Ora,
+che c'è di male se certi uomini hanno un cuor
+tenero, un cuore di burro? E che c'è di male in
+un bacio? E lei ride e ti risponde: &mdash; Va là,
+allontanati. Non mi voglio sporcare. Allora è
+quando si cerca la bottiglia e si beve. Sì, fratello
mio: questo ci consola...
</p>
@@ -3233,40 +3195,40 @@ letto, rassegnato ad ascoltarlo.
</p>
<p>
-&mdash; Fratello, fratello mio... &mdash; continuò prendendomi
+&mdash; Fratello, fratello mio... &mdash; continuò prendendomi
una mano e stringendola fra le sue, &mdash; io
ti volevo domandare qualche cosa di molto
importante. Sono venuto proprio per rivolgerti
una domanda. Ho detto fra me: &mdash; Quel ragazzo
-m'ha l'aria di uno che può illuminarmi
+m'ha l'aria di uno che può illuminarmi
<span class="pagenum"><a id="Page_74"></a>[74]</span>
con un consiglio leale. &mdash; E ti ho aspettato. Ora
-ti domando: &mdash; Perchè noi ci consoliamo così
+ti domando: &mdash; Perchè noi ci consoliamo così
presto? Un po' di vino basta dunque davvero?
Ah! quanto mi addolora! Tu non sai quanto
mi affligga questo pensiero sciocco che un po'
di ebbrezza basti per consolarci. Vogliamo forse
essere consolati dal vino? No! No, noi non
chiediamo queste consolazioni. Tu dici: &mdash; No,
-Sterpoli, ciò ci lascia indifferenti. Ed io ti rispondo
-che è vero, e che noi non vogliamo consolarci.
+Sterpoli, ciò ci lascia indifferenti. Ed io ti rispondo
+che è vero, e che noi non vogliamo consolarci.
Noi vogliamo godere. Noi vogliamo amare.
Noi vogliamo che quando le diciamo, supplichevoli: &mdash; Su,
amor mio, mia vita, dammi
un bacio! &mdash; ella risponda con un bacio. E che
questo bacio non mentisca; che ella non pensi,
-mentre tu senti che in realtà un bacio s'è posato
+mentre tu senti che in realtà un bacio s'è posato
sulla tua bocca, un bacio tepido come una
colomba, non pensi: &mdash; Contentiamo questa bestia,
questo animale cornuto. Noi vogliamo essere
amati, fratello, teneramente, appassionatamente,
come fanciulli, come malati, come moribondi.
Godere dell'amore. Che cosa importa
-tutto il resto? Che cosa può darci il vino? Il
-nostro cuore è frollo, delicato, sensibile, dolce
-come lo zucchero. Perchè esse ce lo rendono
+tutto il resto? Che cosa può darci il vino? Il
+nostro cuore è frollo, delicato, sensibile, dolce
+come lo zucchero. Perchè esse ce lo rendono
duro e amaro, duro e malvagio? E anche questo
-volevo sapere: perchè amiamo? E che cosa
+volevo sapere: perchè amiamo? E che cosa
si aspetta da queste femminucce color di cera,
da questi piccoli serpenti dorati?
</p>
@@ -3278,72 +3240,72 @@ occhi semispenti, ma pieni di lacrime.
</p>
<p>
-&mdash; È vero... &mdash; sospirai, &mdash; hai ragione. Non
+&mdash; È vero... &mdash; sospirai, &mdash; hai ragione. Non
sai quello che dici, ma Dio in persona ti suggerisce.
</p>
<p>
-&mdash; Quale Dio? &mdash; domandò Sterpoli, aggrottando
-le sopracciglia. &mdash; No, non può essere.
+&mdash; Quale Dio? &mdash; domandò Sterpoli, aggrottando
+le sopracciglia. &mdash; No, non può essere.
</p>
<p>
-Tacque e scosse il capo. Strinse più forte la
-mia mano e mormorò:
+Tacque e scosse il capo. Strinse più forte la
+mia mano e mormorò:
</p>
<p>
-&mdash; Ora ti dirò tutto. Non spaventarti. Non mi
-insultare. Abbi pietà di me. Sento qualcosa qui,
-nel petto, che gira. Non è il cuore. Sento anche
-il cuore. È un'altra cosa. Ora, io non posso
+&mdash; Ora ti dirò tutto. Non spaventarti. Non mi
+insultare. Abbi pietà di me. Sento qualcosa qui,
+nel petto, che gira. Non è il cuore. Sento anche
+il cuore. È un'altra cosa. Ora, io non posso
sopportare... Questo peso, questo enorme peso,
non posso reggerlo tutto da solo. Ascolta. Mi
-aveva detto: &mdash; Da questa sera sarò tua. Sarò
+aveva detto: &mdash; Da questa sera sarò tua. Sarò
per te. Non amo che te. Tu non lo sai, ma io
-ti ho sempre amato, così, in segreto. Lippi!
+ti ho sempre amato, così, in segreto. Lippi!
Non ti pare un nome dolce, un nome amorevole?
Un nome da innamorato, da amante? Ebbene:
-da questa sera sarò tua. Tutto il male
-sarà compensato. Tu sarai felice. Mi ha detto
-così ed io l'ho aspettata un'ora, due ore,
-quattro ore. Pensavo: &mdash; Verrà. Fra poco, prima
+da questa sera sarò tua. Tutto il male
+sarà compensato. Tu sarai felice. Mi ha detto
+così ed io l'ho aspettata un'ora, due ore,
+quattro ore. Pensavo: &mdash; Verrà. Fra poco, prima
che io abbia contato fino a cinquanta, fino
-a cento, sarà qui. Avevo preparato un piatto
+a cento, sarà qui. Avevo preparato un piatto
di dolci, un mazzo di fiori, una bottiglia di vino
leggiero. Non per consolarmi, ma per goderlo
con lei, tutti e due insieme. E, a sera inoltrata,
quando attendevo e speravo ancora, quella
<span class="pagenum"><a id="Page_76"></a>[76]</span>
-vecchia maledetta è venuta e mi ha detto: &mdash; È
+vecchia maledetta è venuta e mi ha detto: &mdash; È
inutile che tu aspetti. &mdash; Come? esclamo.
-Non viene? &mdash; No, dice, non viene. Non verrà. &mdash; Ma
-dove, dove è andata? La vecchia sogghigna
-e risponde: &mdash; Non so. Certo non è
+Non viene? &mdash; No, dice, non viene. Non verrà. &mdash; Ma
+dove, dove è andata? La vecchia sogghigna
+e risponde: &mdash; Non so. Certo non è
andata lontano. &mdash; Per la tua vita! grido torcendomi
-le mani. O mi dici dov'è, o ti uccido!
-Allora impaurita balbetta: &mdash; Da Clauss... È
+le mani. O mi dici dov'è, o ti uccido!
+Allora impaurita balbetta: &mdash; Da Clauss... È
andata da Clauss! &mdash; Basta! Io son cieco d'ira e
-afferro tutto ciò che mi capita fra le mani e
+afferro tutto ciò che mi capita fra le mani e
tutto riduco in frantumi.
</p>
<p>
-Sterpoli si arrestò ansante.
+Sterpoli si arrestò ansante.
</p>
<p>
-&mdash; Comprendi? &mdash; mi domandò.
+&mdash; Comprendi? &mdash; mi domandò.
</p>
<p>
-&mdash; Comprendo, &mdash; mormorai. &mdash; È vero.
+&mdash; Comprendo, &mdash; mormorai. &mdash; È vero.
Erano insieme. Si sono baciati. Li ho veduti con
i miei occhi...
</p>
<p>
-&mdash; Tu! &mdash; esclamò Sterpoli. &mdash; Anche tu?
+&mdash; Tu! &mdash; esclamò Sterpoli. &mdash; Anche tu?
</p>
<p>
@@ -3359,8 +3321,8 @@ X.
L'uscio si mosse come se un soffio di vento
o una mano leggiera lo sospingesse. Dallo spiraglio
spuntarono quattro dita. Poi l'uscio non
-si mosse più, e quelle quattro dita rimasero
-così, immobili, nella fessura. Dietro l'uscio qualcuno
+si mosse più, e quelle quattro dita rimasero
+così, immobili, nella fessura. Dietro l'uscio qualcuno
ora stava spiando nella stanza o attendeva
di essere invitato ad entrare. Sterpoli era
ricaduto bocconi sul letto, le braccia incrociate
@@ -3371,31 +3333,31 @@ il tremito dei miei ginocchi, in punta di piedi
mi avvicinai all'uscio e feci l'atto di aprirlo.
Subito quella mano intrusa scomparve. Ma io
trassi bruscamente a me l'imposta e vidi contro
-il muro, nell'oscurità fonda del corridoio, una
+il muro, nell'oscurità fonda del corridoio, una
ombra confusa di cui non discernevo chiaramente
che il bianco degli occhi. Riconobbi
subito Soave. Ella fece un passo verso di me.
Prima che io avessi il tempo di parlare, mi prese
-con forza per la mano e mi tirò fuori dell'uscio,
+con forza per la mano e mi tirò fuori dell'uscio,
che rapida ella stessa richiuse alle mie spalle
senza rumore. Quando fummo tutti e due nel
-buio, non staccò la sua mano dalla mia, anzi la
-strinse più forte e se la premette sul seno, mentre
-con tutto il corpo aderì al mio corpo, tanto
+buio, non staccò la sua mano dalla mia, anzi la
+strinse più forte e se la premette sul seno, mentre
+con tutto il corpo aderì al mio corpo, tanto
che sentivo il suo cuore battere contro il mio.
</p>
<p>
&mdash; Pazza, pazza, &mdash; dissi con voce soffocata, &mdash; che
cosa vieni a fare qui a quest'ora? Questa
-non è casa mia. E come hai potuto entrare?
+non è casa mia. E come hai potuto entrare?
</p>
<p>
-Dai suoi capelli, con la densità di un fumo di
+Dai suoi capelli, con la densità di un fumo di
incenso, vaporava contro il mio viso un odore
acuto di gelsomino che io penavo a respirare.
-Il suo cuore batteva sempre più forte. E non
+Il suo cuore batteva sempre più forte. E non
parlava.
</p>
@@ -3405,16 +3367,16 @@ e vattene, vattene subito...
</p>
<p>
-Ma per tutta risposta Soave mi trascinò verso
-il fondo del corridoio e si fermò soltanto sulle
+Ma per tutta risposta Soave mi trascinò verso
+il fondo del corridoio e si fermò soltanto sulle
<span class="pagenum"><a id="Page_78"></a>[78]</span>
scale, dinnanzi alla grande finestra illuminata
dalla luna. Allora, guardandomi fissamente con
-i suoi immensi spiritati occhi, mi bisbigliò:
+i suoi immensi spiritati occhi, mi bisbigliò:
</p>
<p>
-&mdash; Dov'è Daria?
+&mdash; Dov'è Daria?
</p>
<p>
@@ -3430,8 +3392,8 @@ lana nera.
</p>
<p>
-&mdash; Dov'è Daria? &mdash; ripetè con l'accento della
-disperazione. &mdash; Dov'è? Dov'è?
+&mdash; Dov'è Daria? &mdash; ripetè con l'accento della
+disperazione. &mdash; Dov'è? Dov'è?
</p>
<p>
@@ -3443,21 +3405,21 @@ con un filo di voce:
</p>
<p>
-&mdash; Non so... Da Clauss. L'ho lasciata laggiù.
+&mdash; Non so... Da Clauss. L'ho lasciata laggiù.
</p>
<p>
-&mdash; Ah! &mdash; esclamò Soave. &mdash; Dunque non mi
+&mdash; Ah! &mdash; esclamò Soave. &mdash; Dunque non mi
ero ingannata! Non era lei nella tua stanza!
</p>
<p>
-&mdash; No, &mdash; dissi, &mdash; non era lei. E mi salì
+&mdash; No, &mdash; dissi, &mdash; non era lei. E mi salì
alla gola un rantolo di riso.
</p>
<p>
-&mdash; E chi era nella tua stanza? &mdash; domandò
+&mdash; E chi era nella tua stanza? &mdash; domandò
Soave, con tono imperioso.
</p>
@@ -3468,7 +3430,7 @@ se vuoi saperlo, era Sterpoli, quello che conosci.
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_79"></a>[79]</span>
-&mdash; Lui! lui! &mdash; gridò Soave, e fece un moto
+&mdash; Lui! lui! &mdash; gridò Soave, e fece un moto
improvviso come se avesse voluto fuggire. Ma
io soffocai le sue grida chiudendole la bocca
con una mano, e afferrandole un braccio la costrinsi
@@ -3481,18 +3443,18 @@ destare tutta la casa?
</p>
<p>
-Soave si lasciò cadere sopra un gradino, e
-come svenuta si abbandonò contro il muro. Poi
-riaprì gli occhi, e levandoli umilmente su me,
-sussurrò:
+Soave si lasciò cadere sopra un gradino, e
+come svenuta si abbandonò contro il muro. Poi
+riaprì gli occhi, e levandoli umilmente su me,
+sussurrò:
</p>
<p>
&mdash; Non sai dunque nulla? Kate era appena
rientrata in casa, ed io mi stavo spogliando. Era
-già tardi. Kate piangeva e non riuscivo a farla
+già tardi. Kate piangeva e non riuscivo a farla
parlare. &mdash; Ma parla, dunque, per l'amore di
-Dio! supplicavo. Che cosa è accaduto? E lei
+Dio! supplicavo. Che cosa è accaduto? E lei
singhiozzava e non riusciva a spiccicare una
nota. Improvvisamente si ode un tonfo alla porta,
uno schianto, e lo sbatacchiare delle due imposte
@@ -3506,10 +3468,10 @@ precipita con un fracasso enorme, tutto va in
pezzi, sembra che crolli la casa, e sento Kate
che grida: mamma mia! Io non mi muovo:
ero fredda come il marmo. Si direbbe che tutti
-siano morti. Non odo più nulla. E poi la voce
+siano morti. Non odo più nulla. E poi la voce
<span class="pagenum"><a id="Page_80"></a>[80]</span>
di Sterpoli grida: &mdash; E ora scanno quell'altra! &mdash; e
-si butta giù per le scale. I suoi passi si
+si butta giù per le scale. I suoi passi si
allontanano per la strada, ed io con il cuore in
bocca mi affaccio sull'uscio, e vedo Kate lunga
distesa fra uno sterminio di bicchieri, le sottane
@@ -3521,26 +3483,26 @@ bastarda, &mdash; dice, &mdash; ti fosse cascata la
lingua per il troppo gridare! E si mette a piangere
e a battersi il petto: &mdash; Maria Vergine,
perdonatemi voi... Io penso a Daria e a Sterpoli
-che è impazzito, e prendo questo scialle, e
+che è impazzito, e prendo questo scialle, e
mi butto anch'io per le scale, e corro corro a
casa di Clauss, e, arrivata dinnanzi al cancello,
-vedo Sterpoli che ne esce. Il vicolo è stretto e
-non posso più fuggire. Mi faccio piccina contro
+vedo Sterpoli che ne esce. Il vicolo è stretto e
+non posso più fuggire. Mi faccio piccina contro
il muro. Sterpoli cammina adagio, si ferma a
ogni passo come un ubriaco, parla a voce alta,
e ride. Mi passa dinnanzi senza vedermi. Ma,
non so come, a un tratto si volta, e allora i suoi
occhi si fissano dalla mia parte, e torna indietro.
Io mi nascondo il viso nello scialle e non
-vedo più nulla. Lo sento che è a un passo da
+vedo più nulla. Lo sento che è a un passo da
me, la terra che sgrigliola sotto i suoi piedi, lui
che dice: &mdash; Sii buona, rondinella. E mi pare
che mi stia addosso e che voglia abbracciarmi.
-Allora spicco un salto e mi butto giù per la scesa
+Allora spicco un salto e mi butto giù per la scesa
come una pazza, mi nascondo in una pianta di
<span class="pagenum"><a id="Page_81"></a>[81]</span>
-oleandro e non mi sono mossa più. Mi parve un
-secolo. Finalmente Sterpoli passò e disparve.
+oleandro e non mi sono mossa più. Mi parve un
+secolo. Finalmente Sterpoli passò e disparve.
Allora sono uscita, sono tornata su, il cancello
era aperto, una finestra era illuminata, sono entrata
in giardino, ho chiamato, nessuno ha risposto...
@@ -3550,19 +3512,19 @@ a te e sono venuta a cercarti.
</p>
<p>
-Tacque e incominciò a singhiozzare.
+Tacque e incominciò a singhiozzare.
</p>
<p>
&mdash; Bene! &mdash; dissi io. &mdash; E dopo tutta questa
-storia perchè Daria dovrebbe essere qui con
-me? Che cosa sono io? Che cosa è Daria? Finitela
+storia perchè Daria dovrebbe essere qui con
+me? Che cosa sono io? Che cosa è Daria? Finitela
con questa commedia! Non temere. Sterpoli
non ha scannato nessuno.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, ma allora, dimmi, dove sarà?
+&mdash; Sì, ma allora, dimmi, dove sarà?
</p>
<p>
@@ -3573,14 +3535,14 @@ sia? Vuoi che ti porti io per mano dietro la
porta della loro camera, e che contiamo insieme
i baci che si danno, e gli abbracci, e il resto?
Vuoi che io faccia, io, quello che Sterpoli non
-ha fatto, perchè lui è ubriaco e io sono sveglio? &mdash; Ah!
+ha fatto, perchè lui è ubriaco e io sono sveglio? &mdash; Ah!
sono sveglio, ora, ben sveglio, bambina
mia! &mdash; esclamai, trascinato da una specie
di esaltazione ironica. &mdash; Sveglio! Non mica
-addormentato come oggi! Così avessi veduto
-sempre tanto chiaro! Non sono più un ragazzo
-ingenuo, non credo più a nulla. Se tu non fossi
-tu, ma Daria in persona, e non stessi lì a piangere,
+addormentato come oggi! Così avessi veduto
+sempre tanto chiaro! Non sono più un ragazzo
+ingenuo, non credo più a nulla. Se tu non fossi
+tu, ma Daria in persona, e non stessi lì a piangere,
<span class="pagenum"><a id="Page_82"></a>[82]</span>
ma a supplicarmi, ma ad adorarmi in ginocchio,
ma a baciare la terra dove posano i miei
@@ -3595,7 +3557,7 @@ questa sgualdrina! Te l'ho portata. Prenditela...
<p>
Sudavo freddo, la testa mi doleva. Nelle orecchie
avevo il tumulto di una burrasca. Non
-ci vedevo più.
+ci vedevo più.
</p>
<p>
@@ -3603,13 +3565,13 @@ ci vedevo più.
</p>
<p>
-La urtai più volte con la punta del piede, ma
+La urtai più volte con la punta del piede, ma
sopratutto il mio ridere a scatti, a sussulti, dovette
spaventarla. Senza altre parole, singhiozzando,
Soave scese le scale e scomparve. Mentre,
barcollando, disfatto, esausto, ripercorrevo
il corridoio per rientrare nella mia stanza, la
-voce di Sterpoli echeggiò dietro l'uscio socchiuso,
+voce di Sterpoli echeggiò dietro l'uscio socchiuso,
chiamandomi per nome.
</p>
@@ -3623,8 +3585,8 @@ l'uscio, con la faccia dipinta di paura.
</p>
<p>
-Abbassò il capo, si passò un fazzoletto sulla
-fronte e domandò:
+Abbassò il capo, si passò un fazzoletto sulla
+fronte e domandò:
</p>
<p>
@@ -3641,7 +3603,7 @@ XI.
</h3>
<p>
-Il silenzio che seguì fu lungo e penoso. Nessun
+Il silenzio che seguì fu lungo e penoso. Nessun
rumore nella casa o nella strada. Una solitudine
sconfinata. E in quel gran vuoto, in quello
spazio senza limite, noi due seduti sul letto, noi
@@ -3657,42 +3619,42 @@ e di tenerezza; di molta tenerezza e di
molto amore. Quanto era accaduto un momento
prima, quell'eccitazione crudele, quel barlume di
coscienza ironica, tutto era svanito. Rimaneva il
-peso inerte di un doloroso ricordo già lontano.
+peso inerte di un doloroso ricordo già lontano.
Una commozione insensata. Uno smarrimento
cupo e angoscioso. La prima brezza mattutina
-entrò con un lieve soffio nella stanza e mi accarezzò
+entrò con un lieve soffio nella stanza e mi accarezzò
la faccia. Finalmente Sterpoli, forse scosso
-da quella stessa carezza di frescura, mormorò:
+da quella stessa carezza di frescura, mormorò:
</p>
<p>
-&mdash; Che fare? Che fare? Ormai è finita per
-sempre. Ah! non si può tornare indietro: non
-si può ricominciare da capo. Ognuno ha la sua
-propria sorte, un destino infame. Non c'è scampo.
+&mdash; Che fare? Che fare? Ormai è finita per
+sempre. Ah! non si può tornare indietro: non
+si può ricominciare da capo. Ognuno ha la sua
+propria sorte, un destino infame. Non c'è scampo.
<span class="pagenum"><a id="Page_84"></a>[84]</span>
-Non c'è modo di fuggire, d'indietreggiare,
-di resistere! Una voce è sempre presente, una
+Non c'è modo di fuggire, d'indietreggiare,
+di resistere! Una voce è sempre presente, una
voce imperiosa che dice: &mdash; Ubbidisci! E tu
curvi le spalle e ubbidisci, umilmente ti sottometti
al tuo destino di schiavo. Che fare? Come
-potevo io resistere o fuggire? Mi aveva detto: &mdash; Sarò
-tua. Tutto il male sarà compensato.
+potevo io resistere o fuggire? Mi aveva detto: &mdash; Sarò
+tua. Tutto il male sarà compensato.
Tu sarai felice! &mdash; ed io ero come un prigioniero
al quale si dice: &mdash; Sta lieto! Domani ti
-apriremo le porte. Il mondo sarà tuo. Promettere
-la felicità? Io ero già pazzo di gioia al pensiero
+apriremo le porte. Il mondo sarà tuo. Promettere
+la felicità? Io ero già pazzo di gioia al pensiero
che sarei stato felice, che ella sarebbe
-stata mia. Mia! Perchè questa parola è magica?
+stata mia. Mia! Perchè questa parola è magica?
Quale ebbrezza! Ma d'un colpo, in un attimo,
questo sogno rovinava. Con frastuono immenso,
con scompiglio spaventoso, questo sogno
-rovinò sul mio capo, su me, e mi seppellì vivo
+rovinò sul mio capo, su me, e mi seppellì vivo
sotto le sue rovine. &mdash; Che fare? &mdash; urlavo
-disperatamente. &mdash; È possibile? È vero? &mdash; e
-tutto ciò che toccavo, riducevo in frantumi,
+disperatamente. &mdash; È possibile? È vero? &mdash; e
+tutto ciò che toccavo, riducevo in frantumi,
in briciole, in polvere! L'idea della morte
-mi balenò subito nel cervello. Subito la sua figura,
+mi balenò subito nel cervello. Subito la sua figura,
schifosa e orrenda, m'apparve e si mise
al mio fianco, e mi avvolse con il suo sguardo
buio, beffarda e amorevole, spaventosa e attraente. &mdash; Che
@@ -3705,8 +3667,8 @@ tutti i fiori che fioriscono sono di questa terra,
di questa terra fangosa e verminosa, di questi
giardini che noi irroriamo di lacrime e di sangue! &mdash; Morire!
dicevo a me stesso. Anche
-questa è una salvezza, un rifugio, uno scampo.
-Si può morire. E mi pareva di udire una soave
+questa è una salvezza, un rifugio, uno scampo.
+Si può morire. E mi pareva di udire una soave
musica di trombe angeliche, lontano e meraviglioso
concerto. Di essere libero e insensibile,
leggiero e felice. Mi vedevo disteso sopra un
@@ -3724,18 +3686,18 @@ Ah! io non sentivo quel bacio! La mia bocca
era insensibile. Io non potevo muovermi, alzarmi,
abbracciarla, stringerla e tenerla contro
di me, e dirle &mdash; Vedi? per te mi sono ucciso.
-Ora mi ami? No: non potevo nè muovermi nè
+Ora mi ami? No: non potevo nè muovermi nè
parlare. Allora un uomo si faceva largo fra gli
altri, la prendeva per le spalle e la spingeva via.
Ed io avrei voluto saltare dalla mia bara (ero disteso
in una lunga bara), aggredirlo, insultarlo,
percuoterlo su quella faccia impassibile, su quella
bocca sempre vittoriosa, urlare: &mdash; Lasciala!
-L'ho pagata col mio sangue! È mia! Ma rimanevo
+L'ho pagata col mio sangue! È mia! Ma rimanevo
<span class="pagenum"><a id="Page_86"></a>[86]</span>
inchiodato tra quei quattro assi ed egli se
ne andava con lei, tranquillamente. A che giovava
-dunque morire? Perchè morire? Perchè
+dunque morire? Perchè morire? Perchè
uccidersi? E il mio furore cresceva, cresceva la
mia disperazione. Improvvisamente mi accorsi
di correre lungo una strada buia, sulla quale
@@ -3743,7 +3705,7 @@ ogni tanto s'aprivano rare stazioni illuminate,
e dietro di me con rumor di zoccoli e di scope,
con fracasso di forche e di molle, correva saltando
una torma di folletti e di streghe, di spiriti
-neri e indemoniati. Così giunsi correndo
+neri e indemoniati. Così giunsi correndo
dinnanzi alla casa di Clauss. Mi fermai. Improvvisamente
tutti quei folletti svanirono, ed io
mi ritrovai solo, sotto una luna livida che sbavava
@@ -3755,7 +3717,7 @@ e spente. Cauto salii le scale. Qualche cosa che
era in una delle mie tasche mi punse la coscia.
Trattenni a stento un grido di dolore e continuai
a salire. Buio. Silenzio. Odor di fiori, di
-gigli, di rose. Più mi avanzo e più intorno a me
+gigli, di rose. Più mi avanzo e più intorno a me
le tenebre s'infittiscono. Mi sembra di essere
in un castello fatato e di salire sopra una torre.
Ad un tratto scopro uno spiraglio, uno spiraglio
@@ -3767,31 +3729,31 @@ Vorrei indietreggiare e fuggire. Ma le
mie gambe vacillano, la mia testa gira come una
banderuola, e sono pietrificato. Le orecchie
ronzano e sembra che un frastuono immenso di
-campanelli riempia la casa. E in quel ronzìo, in
-quel tintinnìo assordante, odo una voce, la sua
+campanelli riempia la casa. E in quel ronzìo, in
+quel tintinnìo assordante, odo una voce, la sua
voce, e poi uno scoppio di risa dietro la porta.
-Un passo, sì, un passo si avvicina. La mia anima
+Un passo, sì, un passo si avvicina. La mia anima
si sprofonda in un imbuto, mi appiattisco in
un angolo, divento piccolo, piccolo e trasparente,
invisibile. La porta si apre e un'ombra
appare illuminata da tergo, si muove, si avvicina.
-Ora è a due passi da me, e ora a un passo,
-e ora mi sfiora, quasi mi tocca. &mdash; Chi è? domanda
+Ora è a due passi da me, e ora a un passo,
+e ora mi sfiora, quasi mi tocca. &mdash; Chi è? domanda
imperiosamente quella voce. So bene che
dovrei tacere. Ma non posso. &mdash; Sono io! dico
come in un soffio. L'ombra si arresta. &mdash; Chi
-è? ripete quella voce. &mdash; Sono io, Clauss, sono
+è? ripete quella voce. &mdash; Sono io, Clauss, sono
io! &mdash; rispondo. Poi alzo il braccio, lo alzo appena
e lo abbasso lentamente, lentamente. Una
voce rantolante sospira: &mdash; Daria! Aiuto!... E
odo un tonfo e qualche cosa di molto pesante
cade di schianto ai miei piedi. &mdash; Sono io, &mdash; ripeto
-ancora. E poi più nulla...
+ancora. E poi più nulla...
</p>
<p>
-Sterpoli si alzò. Un'ombra spaventosa era nei
-suoi occhi. Egli si curvò per baciarmi; ma io
+Sterpoli si alzò. Un'ombra spaventosa era nei
+suoi occhi. Egli si curvò per baciarmi; ma io
liberai le mie mani dalle sue, lo respinsi; inorridito
lo respinsi e gridai:
</p>
@@ -3801,15 +3763,15 @@ lo respinsi e gridai:
</p>
<p>
-Egli fece un mezzo giro su sè stesso e si abbattè
+Egli fece un mezzo giro su sè stesso e si abbattè
ai piedi del letto, come morto.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_88"></a>[88]</span>
La candela si spense. Allora un gran panico
-mi invase, e corsi qua e là per la stanza. Rovesciai
-una sedia e quel rumore mi gelò il sangue.
+mi invase, e corsi qua e là per la stanza. Rovesciai
+una sedia e quel rumore mi gelò il sangue.
Mi pareva d'udire passi su per le scale e
colpi sordi contro l'uscio, voci rauche, grida
arrabbiate. Chiusi la finestra, chiusi l'uscio a
@@ -3820,7 +3782,7 @@ comparire e scomparire, accendersi e spegnersi,
strane luci bianche. Qualcuno si muoveva,
si avanzava strisciando. Sentivo il suo
alito gelido sulle mie mani, e con uno sforzo
-penoso, sempre più penoso, balbettavo: &mdash; Indietro!
+penoso, sempre più penoso, balbettavo: &mdash; Indietro!
Non mi toccare! Va via! Va via!
</p></div>
@@ -3835,23 +3797,23 @@ luce scolorata e falsa: era come una mano fredda
che mi sfiorasse le palpebre. Stavo disteso
sul letto, con gli occhi socchiusi, senza muovermi.
Quella luce non mi cagionava nessuna maraviglia,
-nè il fatto di esser disteso sul letto, vestito,
-nè il fatto di esser desto, nè le rose gialle
+nè il fatto di esser disteso sul letto, vestito,
+nè il fatto di esser desto, nè le rose gialle
e spampanate sulle pareti con certi lor gambi
-intrecciati e irti di spine, nè gli abiti appesi in
-un angolo come impiccati. Bensì cercavo di
+intrecciati e irti di spine, nè gli abiti appesi in
+un angolo come impiccati. Bensì cercavo di
spiegarmi che cosa fosse una macchia nera che
<span class="pagenum"><a id="Page_89"></a>[89]</span>
-vedevo a piè del letto, un groviglio nero da
+vedevo a piè del letto, un groviglio nero da
cui uscivano, non si sa come, due, due mani...
-Sì... Vedevo che erano due mani, due mani
+Sì... Vedevo che erano due mani, due mani
lunghe e pelose, con strani luccichii sulle dita;
-e la loro positura era così stravagante che ora
+e la loro positura era così stravagante che ora
pareva chiedessero un'elemosina e ora offrissero
un'invisibile offerta, e ora non offrissero
-e non chiedessero nulla, ma fossero là, abbandonate
+e non chiedessero nulla, ma fossero là, abbandonate
e senza vita, estranee a qualunque corpo
-di uomo di donna. Immobilità. Ed io non riuscivo
+di uomo di donna. Immobilità. Ed io non riuscivo
a comprendere. In quel viluppo nero, vicino
a quelle mani, si scorgeva anche una macchia
rossiccia, come un involto di carta rossa:
@@ -3860,7 +3822,7 @@ riuscivo a trovare un cominciamento in quel
garbuglio di cose, non una fine, e nemmeno
un ordine qualsiasi che me ne spiegasse
la natura. Sapevo che avrei potuto alzarmi e
-toccare, frugare, trovare ciò che cercavo. Ma
+toccare, frugare, trovare ciò che cercavo. Ma
mi pareva di non potermi muovere senza turbare
la gran pace che, coricato, riposava con me. E
poi c'era qualche cosa, non so quale, che continuamente
@@ -3875,13 +3837,13 @@ sul petto? O meglio: chi mi aveva fatto quella
<span class="pagenum"><a id="Page_90"></a>[90]</span>
bella ferita? Ecco: io non riuscivo a comprendere,
e di nuovo i miei occhi si posavano su quel
-mucchio di cose immobili a piè del letto, su
+mucchio di cose immobili a piè del letto, su
quella macchia fulva, e su quelle mani, su quelle
due mani abbandonate. Una voce interna mi
diceva: &mdash; Tu devi esser felice. Ed io, con la
stessa voce, rispondevo: &mdash; Sono, sono felice.
-E ancora: &mdash; Tu volevi morire. Ed io: &mdash; Sì,
-è vero, volevo morire. E c'era un nodo stretto
+E ancora: &mdash; Tu volevi morire. Ed io: &mdash; Sì,
+è vero, volevo morire. E c'era un nodo stretto
nel mio cervello, che non si voleva sciogliere;
c'era un fiore chiuso che non si voleva aprire;
intorno al quale i miei pensieri vaghi, incerti,
@@ -3889,7 +3851,7 @@ s'aggiravano come farfalle...
</p>
<p>
-Così vissi. A lungo, a lungo, nere farfalle si
+Così vissi. A lungo, a lungo, nere farfalle si
aggirarono intorno a quel fiore chiuso.
</p></div>
@@ -3901,28 +3863,28 @@ aggirarono intorno a quel fiore chiuso.
<h2>
PARTE SECONDA<br />
-Come finì la collana.
+Come finì la collana.
</h2>
<p class="pad4">
Se io non avessi scritto soltanto per alleggerire
il peso dell'anima mia la pietosa storia di
Daria, ma mi fossi lasciato andare a pubblicarla
-sotto forma di racconto, come tanti fanno oggidì,
-che invitano nella loro intimità il maggior
+sotto forma di racconto, come tanti fanno oggidì,
+che invitano nella loro intimità il maggior
numero di persone ad udire i piccoli casi della
-loro vita, più di un lettore si sarebbe domandato
+loro vita, più di un lettore si sarebbe domandato
dove mai fosse andata a finire quella collana,
-adorna di uno smeraldo, che Daria gettò in viso
-a Sterpoli quando affrontò Clauss all'Alhambra,
+adorna di uno smeraldo, che Daria gettò in viso
+a Sterpoli quando affrontò Clauss all'Alhambra,
la sera prima della sua morte. Capisco anche che
a molti altri l'omissione di questo particolare
-sarebbe passata inosservata; tanto più che oggi
+sarebbe passata inosservata; tanto più che oggi
la moda vuole che l'arte del romanzo e della novella
sia trattata sinteticamente, a grandi linee,
tutta stretta intorno alle cose essenziali e necessarie,
senza quel cumulo di descrizioni minute
-e di inutili particolarità che usavano i romanzieri
+e di inutili particolarità che usavano i romanzieri
d'un tempo, quando gli uomini non avevano la
fretta che hanno adesso e l'arte narrativa non
aveva dato ancora tanti grandi scrittori. Ma per
@@ -3936,29 +3898,29 @@ storia.
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Quando Daria si strappò dal collo quella collana
-e la scagliò con ira contro Clauss, colpendo
+Quando Daria si strappò dal collo quella collana
+e la scagliò con ira contro Clauss, colpendo
invece Sterpoli in pieno viso, la collana cadde
ai piedi di Sterpoli tra molti cuscini disseminati
-sopra il tappeto, e là rimase, dimenticata da tutti.
+sopra il tappeto, e là rimase, dimenticata da tutti.
Chi volete che pensasse a quel gioiello, per
quanto esso fosse prezioso, quando ora sappiamo
fino a che punto tutti noi, presenti a
quella scena, fossimo intimamente sconvolti, e
-più di ogni altro Clauss, il quale pure all'apparenza
+più di ogni altro Clauss, il quale pure all'apparenza
sembrava conservare intera la padronanza
-di sè medesimo? Sterpoli certo non si curvò
+di sè medesimo? Sterpoli certo non si curvò
a raccoglierlo, mezzo acciecato com'era, e poi
-non ne ebbe il tempo, perchè se ne fuggì ad inseguire
+non ne ebbe il tempo, perchè se ne fuggì ad inseguire
Daria, come abbiamo veduto. Clauss
-non lo raccolse egualmente, perchè egli avrebbe
-dato uno smeraldo mille volte più grosso e luminoso
+non lo raccolse egualmente, perchè egli avrebbe
+dato uno smeraldo mille volte più grosso e luminoso
di quello per un bacio di Daria, e certo
non importava nulla a lui di sapere chi lo avrebbe
raccolto e chi se ne sarebbe impadronito. Io
-non lo raccolsi, perchè dimenticai subito che la
+non lo raccolsi, perchè dimenticai subito che la
collana fosse caduta fra quei cuscini, mentre
-più d'ogni altro l'avevo ammirata sul candore
+più d'ogni altro l'avevo ammirata sul candore
niveo della gola di Daria. Poi Clauss ed io ce
<span class="pagenum"><a id="Page_93"></a>[93]</span>
ne eravamo andati, lasciando gli altri ancora seduti
@@ -3967,8 +3929,8 @@ la notte e il giorno dopo ci condussero pur
troppo lontani dal ricordo di quel disgraziato
gioiello. Quelli che rimasero dopo la nostra
partenza avrebbero ben potuto ricordarsene, non
-solo perchè dovevano essere molto più calmi di
-noi, ma perchè, discorrendo ancora a lungo tra
+solo perchè dovevano essere molto più calmi di
+noi, ma perchè, discorrendo ancora a lungo tra
loro della scena che s'era svolta sotto i loro occhi,
avrebbero dovuto anche soltanto incidentalmente
parlare della collana e quindi pensare di
@@ -3977,25 +3939,25 @@ molto inoltrata, quei giovani chiesero i loro pastrani
e le loro tube al guardarobiere, e se ne
andarono facendo pronostici sulle possibili conseguenze
dell'avvenimento che s'era prodotto
-quella sera. E la collana rimase fra i cuscini, là
+quella sera. E la collana rimase fra i cuscini, là
dove era caduta.
</p>
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-È vero che quella notte, fantasticando di Daria,
+È vero che quella notte, fantasticando di Daria,
la sua immagine non m'apparve mai disgiunta
dallo splendore magico dello smeraldo
-che avevo veduto brillare sulla nudità del suo
+che avevo veduto brillare sulla nudità del suo
collo. Quella pietra preziosa era per me quasi
un attributo della sua bellezza, come i suoi occhi
oltremarini, come le vene azzurre delle sue
tempie, come il rosso crudo di cui ardevano le
-sue labbra. Anche più tardi, quando il delirio
+sue labbra. Anche più tardi, quando il delirio
<span class="pagenum"><a id="Page_94"></a>[94]</span>
che per intere settimane mi tenne sospeso tra
-vita e morte finalmente si placò, l'immagine di
+vita e morte finalmente si placò, l'immagine di
Daria mi riapparve nella precisione lucida del
primo ricordo con quello smeraldo verdissimo
sospeso alla gola. Nel delirio non l'aveva
@@ -4009,7 +3971,7 @@ colore, nelle mille strane forme che assumeva
nell'incubo. Ora era un lago verde, nella cui
trasparenza guizzavano pesci di madreperla, di
ambra e di corallo, dal cui fondo sorgevano ondeggiando
-foreste d'alghe e di piante d'ogni varietà
+foreste d'alghe e di piante d'ogni varietà
di verde; e su quelle piante sbocciavano
fiori enormi, bianchi e neri, che poi si distaccavano
dai rami e salivano a galleggiare sull'acqua
@@ -4019,7 +3981,7 @@ e da essa scendeva un raggio verde diritto come
dalla pupilla di un dio, fluido, abbagliante, che
dove si posava divampavano altissimi incendi,
serpeggiavano guizzando fiamme verdi, e intere
-città con torri e castelli erano avvolte da un alone
+città con torri e castelli erano avvolte da un alone
livido fosforescente, e subito incenerite. Le loro
rovine formavano poi alte montagne di verdi
tizzi ardenti.
@@ -4028,12 +3990,12 @@ tizzi ardenti.
<p>
Ma la collana di Daria, chiusa nella buia mano
<span class="pagenum"><a id="Page_95"></a>[95]</span>
-di un miserabile rigattiere, non mandava più alcuno
-splendore. Un ragazzo, la mattina che seguì
+di un miserabile rigattiere, non mandava più alcuno
+splendore. Un ragazzo, la mattina che seguì
quella notte memoranda, spazzando, l'aveva
-trovata là dove era stata abbandonata da tutti,
+trovata là dove era stata abbandonata da tutti,
e senza neppure il tempo di fiatare, se l'era cacciata
-nella più nascosta tasca dei suoi calzoni,
+nella più nascosta tasca dei suoi calzoni,
tutti rattoppati davanti e di dietro. Anzi quella
tasca segreta altro non era che una delle tante
toppe dei suoi calzoni, nella quale il furbo ragazzo
@@ -4046,47 +4008,47 @@ Bombita, che era d'umor taciturno e usava
di solito accompagnare l'andirivieni della sua
scopa con dispettosi grugniti, l'udirono invece
cantare, con una bella voce di mezzo soprano,
-una delle tante canzoni che là dentro sapevano
+una delle tante canzoni che là dentro sapevano
anche i muri. &mdash; Guarda, disse il maestro di
casa che in maniche di camicia lustrava le maniglie
-alle porte, nella testa di Bombita è nato
+alle porte, nella testa di Bombita è nato
un gallo! Nella testa di Bombita poteva essere
nato non soltanto un gallo, ma financo un asino,
-perchè era non solo rotonda come un uovo, ma
+perchè era non solo rotonda come un uovo, ma
grossa come una zucca. Quel ragazzo era rachitico,
-si può dire che fosse tutta testa; sulla testa
+si può dire che fosse tutta testa; sulla testa
cresceva poi un arruffio di capelli gialli come la
stoppa, e il suo viso era tutto macchiato di lentiggini.
I suoi occhi piccini piccini sembravano
<span class="pagenum"><a id="Page_96"></a>[96]</span>
-anch'essi due macchie un poco più rosse delle
+anch'essi due macchie un poco più rosse delle
altre, e non c'era caso che ti guardassero in
faccia. Ma non era nato, no, un gallo nella testa
di Bombita. Lo sapeva bene lui, che cosa gli
fosse nato sotto i piedi, quella mattina, per cantare
-così.
+così.
</p>
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-A mezzodì Bombita si slacciò il grembiule
-e lo buttò in un angolo. Ma i calzoni se li tenne
-addosso, e, senza voltarsi indietro, infilò l'uscio
-e se ne andò dove era atteso a quell'ora, e cioè
+A mezzodì Bombita si slacciò il grembiule
+e lo buttò in un angolo. Ma i calzoni se li tenne
+addosso, e, senza voltarsi indietro, infilò l'uscio
+e se ne andò dove era atteso a quell'ora, e cioè
al mercato dei pesci, sulla banchina nuova del
porto. Come ogni giorno, ad ogni angolo di
strada incontrava un amico, tutti in giro allo
-scoccare di mezzodì per importanti affari d'appetito.
+scoccare di mezzodì per importanti affari d'appetito.
Ma Bombita camminava con la testa
alta, i capelli al vento, le mani in tasca, a passi
da granatiere, e non si degnava di guardare in
faccia nessuno di quanti incontrava lungo la via.
-Il mercato era semi deserto, perchè a quell'ora
+Il mercato era semi deserto, perchè a quell'ora
chi aveva voglia di pesce lo andava a cercare
nelle casseruole piene di salse profumate, o
-nelle padelle dove stava guizzando più che vivo
-tra gli scoppi e i sibili dell'olio bollente, anzichè
+nelle padelle dove stava guizzando più che vivo
+tra gli scoppi e i sibili dell'olio bollente, anzichè
nelle ceste umide e algose dei pescivendoli, a
pesarlo morto sulle loro puzzolenti bilance. Le
navi ormeggiate alla banchina dondolavano i
@@ -4097,9 +4059,9 @@ sdraiati sui sacchi e per i mucchi di gomene arrotolate,
guardavano sonnecchiando la poca gente
passare in fretta lungo il molo. I cani randagi
facevano allora le pulizie del mercato, pronti a
-cedere la più bella collana di smeraldi per una
-lisca di triglia. Ma Bombita non li guardò neppure,
-quei suoi modesti colleghi, e tirò via verso
+cedere la più bella collana di smeraldi per una
+lisca di triglia. Ma Bombita non li guardò neppure,
+quei suoi modesti colleghi, e tirò via verso
una barca tirata a secco dietro il casotto dei doganieri,
dove era aspettato da Egle. Egle, la
figlia del pescatore, aveva tredici anni, mentre
@@ -4108,7 +4070,7 @@ rotonda come una palla, due gote rosse
come due mele, e un par d'occhi che parevan
fatti con due scaglie di vetro nero. I suoi capelli
erano crespi come la lana e opachi, corti e arruffati,
-e legati dietro in una treccia così grossa
+e legati dietro in una treccia così grossa
e sgraziata che somigliava la coda mozza di un
cane.
</p>
@@ -4116,9 +4078,9 @@ cane.
<p>
Egle stava seduta sotto la barca e sgranocchiava
tranquillamente una crosta di pane, quando
-Bombita le si parò dinnanzi con quell'aria
+Bombita le si parò dinnanzi con quell'aria
fiera che si conviene ad un vero conquistatore.
-Egli si lasciò andare di peso a sedere accanto a
+Egli si lasciò andare di peso a sedere accanto a
lei, e ridendo silenziosamente le dette una gomitata
nel fianco.
</p>
@@ -4138,35 +4100,35 @@ rideva silenziosamente, e batteva il pugno
sul ginocchio dove sentiva il duro dello smeraldo.
Lo zuccone che soffriva terribilmente di gelosia,
e sempre, solo a nominargli Andromaco o Ninotto,
-copriva Egle di sputi, questa volta si contentò
+copriva Egle di sputi, questa volta si contentò
di darle tre pizzicotti nella schiena a denti
stretti e schizzando gli occhi dalle orbite. Ma
-stette muto, e poi ricominciò a sorridere. Egle
-fece la faccia da lacrime, cercò di tastarsi la
-schiena dove i pizzicotti le bruciavano, poi mostrò
+stette muto, e poi ricominciò a sorridere. Egle
+fece la faccia da lacrime, cercò di tastarsi la
+schiena dove i pizzicotti le bruciavano, poi mostrò
un palmo di lingua all'amico e con disprezzo
disse:
</p>
<p>
&mdash; Se non la finisci, me ne vado e non mi vedi
-mai più...
+mai più...
</p>
<p>
-Buttò in mare quell'avanzo di crosta di pane
-che teneva in mano, voltò le spalle a Bombita, e,
+Buttò in mare quell'avanzo di crosta di pane
+che teneva in mano, voltò le spalle a Bombita, e,
puntati i gomiti sulle ginocchia e il mento sui
-pugni chiusi, guardò verso le barche che si
+pugni chiusi, guardò verso le barche che si
dondolavano sull'acqua.
</p>
<p>
&mdash; Sei come tuo padre, tale e quale, disse con
-voce agra, senza nè muoversi nè voltarsi, come
+voce agra, senza nè muoversi nè voltarsi, come
se parlasse al vento, che tutti dicono che altro
-che di bastonate non ha mai nutrito nè te nè tua
-madre. Almeno mi dicessi dov'è quell'anello
+che di bastonate non ha mai nutrito nè te nè tua
+madre. Almeno mi dicessi dov'è quell'anello
che mi avevi promesso, e ne parlavi sempre,
quando facevo all'amore con Tristano, e non
<span class="pagenum"><a id="Page_99"></a>[99]</span>
@@ -4178,32 +4140,32 @@ con te. Se lo saranno mangiato i pesci!
E mentre Egle parlava voltandogli la schiena,
Bombita, ficcato il dito nel buco della sua toppa,
ne aveva tirato fuori a poco a poco la collana,
-finchè era venuto alla luce lo smeraldo che il
-sole d'un tratto riempì di scintille abbaglianti.
+finchè era venuto alla luce lo smeraldo che il
+sole d'un tratto riempì di scintille abbaglianti.
Poi, curvandosi appena, l'aveva con due dita
tenuta sospesa sul capo di Egle, e a poco a poco,
-abbassando il braccio, gliela calò sul naso, finchè
-Egle la vide e ammutolì. Vide bene, Egle,
+abbassando il braccio, gliela calò sul naso, finchè
+Egle la vide e ammutolì. Vide bene, Egle,
che era una bella collana con una bella pietra
verde tutta piena di verdi sfavillii; ma non la
-toccò, e, abbassato il capo, stette silenziosa e
+toccò, e, abbassato il capo, stette silenziosa e
imbronciata a raspare con le unghie la terra tra
i selci. Poi, vedendo con la coda dell'occhio che
quella collana continuava a ciondolare all'altezza
della sua fronte, con un gesto improvviso la
-strappò dalla mano di Bombita e se la nascose
+strappò dalla mano di Bombita e se la nascose
in grembo.
</p>
<p>
-Bombita non parlò, non cercò che Egle si
-voltasse a guardarlo e a sorridergli, non aspettò
+Bombita non parlò, non cercò che Egle si
+voltasse a guardarlo e a sorridergli, non aspettò
nemmeno che lo ringraziasse, considerando
-quanto egli fosse più generoso e grande di Andromaco
-ed ella più fortunata di Rosina. Aveva
-appetito. Si alzò, e se ne andò di corsa, sicuro
+quanto egli fosse più generoso e grande di Andromaco
+ed ella più fortunata di Rosina. Aveva
+appetito. Si alzò, e se ne andò di corsa, sicuro
che Egle lo avrebbe aspettato anche un anno intiero
-là, seduta sotto la barca. Ma, mangiata
+là, seduta sotto la barca. Ma, mangiata
alla svelta la zuppa, sarebbe ritornato fra un'ora.
</p>
@@ -4214,31 +4176,31 @@ alla svelta la zuppa, sarebbe ritornato fra un'ora.
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Egle, rimasta sola, allargò le ginocchia e
-guardò la collana dallo smeraldo che le stava
+Egle, rimasta sola, allargò le ginocchia e
+guardò la collana dallo smeraldo che le stava
ammucchiata in grembo. Non ebbe neppure un
piccolo pensiero di gratitudine per Bombita, e
-poichè certamente una collana così bella costava
-più di sette soldi, forse dieci e anche venti, ella
-giudicò che Bombita doveva averla vinta ai giardini
+poichè certamente una collana così bella costava
+più di sette soldi, forse dieci e anche venti, ella
+giudicò che Bombita doveva averla vinta ai giardini
pubblici, giocando al giuoco della campana
-con qualche ragazzo signore ancora più stupido
-di lui. La prese fra le dita e incominciò a intrecciarla
+con qualche ragazzo signore ancora più stupido
+di lui. La prese fra le dita e incominciò a intrecciarla
in mille modi, e spesso, allontanando
-da sè la mano e tenendola aperta contro il sole,
+da sè la mano e tenendola aperta contro il sole,
guardava le belle luci di quella pietra verde che
splendeva di mille luci diverse. Certo che cosa
era il nastro dorato di Rosina in confronto di
quella bella collana? Chi sa quanto tutte le sue
rivali l'avrebbero invidiata, vedendola apparire
nella corte con quello splendore al collo, e come
-si sarebbero consumate di rabbia perchè non
+si sarebbero consumate di rabbia perchè non
ne avevano una che potesse valere quanto
quella! Rosina avrebbe picchiato Andromaco, e
forse Andromaco, stanco di buscarne da quella
brutta civetta, si sarebbe deciso a fare all'amore
con lei. Egle aveva posato lo smeraldo dinnanzi
-a sè sopra un sasso, perchè il sole lo illuminasse
+a sè sopra un sasso, perchè il sole lo illuminasse
in pieno. Ella guardava l'acqua verde che
<span class="pagenum"><a id="Page_101"></a>[101]</span>
ondeggiava sotto i fianchi delle navi e pensava
@@ -4263,11 +4225,11 @@ pezzo cessato di battere al semplice richiamo
delle illusioni. Era stato giovane come tutti gli
uomini, e anche lui aveva avuto i suoi sogni.
Ma quanto quei giorni felici erano ormai lontani!
-C'è chi sogna una donna amata, c'è chi
-sogna la gloria, c'è chi sogna la ricchezza, tesori
-nascosti, colpi di fortuna, eredità favolose,
+C'è chi sogna una donna amata, c'è chi
+sogna la gloria, c'è chi sogna la ricchezza, tesori
+nascosti, colpi di fortuna, eredità favolose,
affari indovinati. Il sogno costante di Porfirio,
-durante tutta la sua vita, finchè la vecchiaia non
+durante tutta la sua vita, finchè la vecchiaia non
aveva steso un velo opaco sulla sua immaginazione,
era stato quello di trovare a un angolo
di strada, camminando camminando, come faceva
@@ -4275,18 +4237,18 @@ lui, da mattina a sera, di porta in porta,
con il suo sacco in spalla e gli occhi bassi, qualche
cosa di molto prezioso, che non gli costasse
<span class="pagenum"><a id="Page_102"></a>[102]</span>
-assolutamente nulla, perchè era roba trovata,
+assolutamente nulla, perchè era roba trovata,
e che, rivendendola, egli potesse ricavarne tutto
guadagno.
</p>
<p>
-Fra sè, il vecchio meditava sulla sua sfortuna,
+Fra sè, il vecchio meditava sulla sua sfortuna,
mentre quei pescatori, risciacquando le loro reti,
pescavano le false gemme del mare. Il suo tubino
calato sulla fronte, il naso arcigno, la pipa
corta spenta fra i denti, la barba bianchiccia che
-gli pioveva giù dal mento sulla vecchia palandrana
+gli pioveva giù dal mento sulla vecchia palandrana
verde, stava fermo come una statua, incantato
dalle magiche luci che saltavano sull'acqua.
Ma quando alfine si riscosse, come se improvvisamente
@@ -4299,14 +4261,14 @@ di nero catrame. Ma di sotto quella barca
spuntavano due piccole mani di bambina che giocavano
con una pietra verde, simile a una di
quelle scheggie di vetro verde, levigate dal mare,
-che si raccolgono lungo le spiagge. Senonchè
+che si raccolgono lungo le spiagge. Senonchè
quella pietra sprigionava lampi meravigliosi, come
avrebbe fatto un vero smeraldo, tanto che
al confronto l'acqua verde del mare pareva pallida
-e opaca. &mdash; Vecchia sgualdrina, pensò Porfirio
+e opaca. &mdash; Vecchia sgualdrina, pensò Porfirio
indirizzandosi alla fortuna, quando finirai
di tentarmi con i tuoi falsi miraggi? E, dato di
-piglio al sacco, sputò e fece due passi per andarsene
+piglio al sacco, sputò e fece due passi per andarsene
lontano da quel luogo pieno di supplizi.
</p>
@@ -4317,10 +4279,10 @@ lontano da quel luogo pieno di supplizi.
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Ma, fatti due passi, Porfirio si voltò. Egli
-non sapeva distaccarsi di là nel dubbio che quel
+Ma, fatti due passi, Porfirio si voltò. Egli
+non sapeva distaccarsi di là nel dubbio che quel
falso smeraldo potesse essere invece uno smeraldo
-vero. Quanti non tradirono così la fortuna,
+vero. Quanti non tradirono così la fortuna,
proprio per averla disprezzata quell'unica volta
ch'essa era realmente a portata della loro mano!
E Porfirio, perplesso, non sapeva distogliere gli
@@ -4332,58 +4294,58 @@ smeraldo.
</p>
<p>
-Egle intanto era già stanca di quella collana;
-già non le piaceva più. Poichè certo quella collana,
-con quella pietra così verde, era una bella
+Egle intanto era già stanca di quella collana;
+già non le piaceva più. Poichè certo quella collana,
+con quella pietra così verde, era una bella
collana; ma il nastro d'oro di Rosina era pure
un bel nastro; e, come nastro, era senza dubbio
tanto bello quanto la sua collana. Egle sarebbe
-stata mille volte più felice se invece della collana
+stata mille volte più felice se invece della collana
avesse potuto mostrare a Rosina un nastro dorato
-che fosse più bello del suo. Allora certamente
+che fosse più bello del suo. Allora certamente
Rosina sarebbe stata umiliata e non avrebbe
-più portato il nastro di Andromaco come
-se fosse il più bel nastro dell'universo.
+più portato il nastro di Andromaco come
+se fosse il più bel nastro dell'universo.
</p>
<p>
Quando Porfirio, apparendo improvvisamente
-di dietro la barca, si fermò dinnanzi a lei, e le
+di dietro la barca, si fermò dinnanzi a lei, e le
<span class="pagenum"><a id="Page_104"></a>[104]</span>
-domandò: &mdash; Bambina, che cos'è quella pietra
-verde che ci giuochi? Egle lo guardò senza paura
-e rispose: &mdash; È una collana, non la vedi? E
-quando Porfirio, con la voce più buona del
+domandò: &mdash; Bambina, che cos'è quella pietra
+verde che ci giuochi? Egle lo guardò senza paura
+e rispose: &mdash; È una collana, non la vedi? E
+quando Porfirio, con la voce più buona del
mondo e sorridendo amorevole, le disse: &mdash; Ah!
come faccio a vederla se sono mezzo cieco?
Dammela un momento che guardo che razza di
-vetro è quello... &mdash; Egle gliela porse tranquillamente,
+vetro è quello... &mdash; Egle gliela porse tranquillamente,
e si mise a grattar la terra con un sasso.
</p>
<p>
-Porfirio accostò gli occhi allo smeraldo e lo
-scrutò per ogni verso, lo palpò col polpastrello
-di ogni dito, lo pesò sul palmo della mano e si
+Porfirio accostò gli occhi allo smeraldo e lo
+scrutò per ogni verso, lo palpò col polpastrello
+di ogni dito, lo pesò sul palmo della mano e si
mise a ridere. &mdash; Scommetto, disse, che l'hai
-pagato più di quattro soldi. Egle lo guardò con
+pagato più di quattro soldi. Egle lo guardò con
disprezzo e rispose pronta: &mdash; Quattro soldi?
-Più di venti, ne costa... &mdash; Per Dio! esclamò
-Porfirio, più di venti soldi? Se erano soltanto
+Più di venti, ne costa... &mdash; Per Dio! esclamò
+Porfirio, più di venti soldi? Se erano soltanto
quindici, te lo ricompravo io.
</p>
<p>
-Egle abbassò il capo. Quindici soldi! Forse
+Egle abbassò il capo. Quindici soldi! Forse
con quindici soldi, forse anche soltanto con dieci,
avrebbe potuto comprare un bel pezzo di nastro
-d'oro, più bello, più largo, più ricco del nastro
+d'oro, più bello, più largo, più ricco del nastro
che Andromaco aveva regalato a Rosina. Nella
vetrina d'una bottega di merciaio, ne aveva veduti
dei gomitoli immensi, tutti d'oro, oppure
d'oro e argento intrecciati, che erano nastri non
mai veduti altrove. Quindici soldi valevano forse
-quindici volte più di quella collana, che non
+quindici volte più di quella collana, che non
aveva di bello se non quella pietra verde!
</p>
@@ -4395,21 +4357,21 @@ sulla fronte un sudor freddo. Quello era proprio
un vero smeraldo. Ma come la fortuna gli si
mostrava fino all'ultimo avara! Quella stupida
bambina lo aveva certamente trovato per via, e
-mentiva quando diceva d'averlo pagato più di
+mentiva quando diceva d'averlo pagato più di
venti soldi. Ma lui, Porfirio, nella migliore ipotesi,
per averlo, avrebbe ora dovuto pagare almeno
quindici soldi, anche se la bambina non
-ne avesse pretesi ad ogni costo venti. E così
+ne avesse pretesi ad ogni costo venti. E così
la sua gioia non sarebbe stata neppure quella
volta piena ed intera.
</p>
<p>
-Allora Porfirio afferrò il suo sacco per il collo,
-lo squassò e lo sbatacchiò per terra. Il vecchio
+Allora Porfirio afferrò il suo sacco per il collo,
+lo squassò e lo sbatacchiò per terra. Il vecchio
orologio, risvegliato da quell'imprevisto sconquasso,
-digrignò i denti di tutte le sue ruote
-arrugginite e incominciò a battere come un tamburo.
+digrignò i denti di tutte le sue ruote
+arrugginite e incominciò a battere come un tamburo.
E Porfirio, spalancando gli occhi e soffiandosi
furiosamente nella barba, disse con
voce cupa:
@@ -4417,9 +4379,9 @@ voce cupa:
<p>
&mdash; Bambina, lo vedi questo sacco? Lo senti
-questo tamburo che suona là in fondo? Questo
-è il sacco nero dove sta chiuso l'uomo nero, e
-questo tamburo è la pancia dell'uomo nero che
+questo tamburo che suona là in fondo? Questo
+è il sacco nero dove sta chiuso l'uomo nero, e
+questo tamburo è la pancia dell'uomo nero che
ha fame di bambine vanitose e cattive che portano
collane con una pietra verde. Ora guardalo
che salta fuori e ti si mangia tutta in un boccone!
@@ -4429,9 +4391,9 @@ che salta fuori e ti si mangia tutta in un boccone!
Quando Porfirio ebbe pronunciate queste spaventose
parole, l'orologio nel sacco, stanco, si
<span class="pagenum"><a id="Page_106"></a>[106]</span>
-era già riaddormentato. Ma Egle coi capelli ritti
+era già riaddormentato. Ma Egle coi capelli ritti
fuggiva ancora gridando: &mdash; Mamma, mamma!
-e Porfirio non la rivide mai più.
+e Porfirio non la rivide mai più.
</p>
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
@@ -4445,9 +4407,9 @@ rugginose e di bottiglie vuote. Una bilancia
stava appesa a un chiodo. In fondo, tra
gli altri stracci, c'erano quelli che gli servivano
da letto. Quando Porfirio si fu chiuso nella sua
-bottega e, acceso un moccolo di candela, aprì
+bottega e, acceso un moccolo di candela, aprì
finalmente le dita che stringevano la bella collana
-di Daria, sembrò al vecchio che quelle nere
+di Daria, sembrò al vecchio che quelle nere
pareti, tutte coperte di ragnatele, si illuminassero
di una luce stupenda, come se per il
tetto scoperchiato vi fosse piovuta dentro la luna
@@ -4469,24 +4431,24 @@ la luce stessa del sole. Dio l'aveva infine premiato!
<p>
Porfirio non volle mostrarsi da meno del suo
sublime benefattore, e quando il pensiero della
-Divina Provvidenza balenò alla sua mente eccitata,
+Divina Provvidenza balenò alla sua mente eccitata,
subito egli cadde in ginocchio; e senza
staccare gli occhi dallo smeraldo che la fiamma
tremula della candela illuminava in tutto il suo
-splendore, egli pregò a lungo, umilmente e in
+splendore, egli pregò a lungo, umilmente e in
silenzio. Chi lo avesse veduto allora avrebbe
-pensato ciò che tutti falsamente pensano degli
-avari, e cioè che egli adorasse in ginocchio quello
-smeraldo. In realtà nello smeraldo di Daria
-Porfirio adorava unicamente Iddio. Poi si levò,
+pensato ciò che tutti falsamente pensano degli
+avari, e cioè che egli adorasse in ginocchio quello
+smeraldo. In realtà nello smeraldo di Daria
+Porfirio adorava unicamente Iddio. Poi si levò,
e volle che una giornata tanto memoranda non
avesse altro seguito. Se fosse stato un nume,
avrebbe comandato al sole di anticipare il tramonto.
Non essendo che un povero rigattiere,
fece la notte per conto proprio, spense il moccolo,
e stringendosi al cuore quella collana tanto
-amata, si coricò, per dormire, nel suo lettuccio
-di stracci. Ma il sonno non fu così ubbidiente
+amata, si coricò, per dormire, nel suo lettuccio
+di stracci. Ma il sonno non fu così ubbidiente
come egli avrebbe voluto. I suoi occhi
non potevano addormentarsi, come accade quando,
in estate, coricati sotto un verde albero,
@@ -4498,27 +4460,27 @@ era un raggio verde smeraldo.
</p>
<p>
-Alfine, senza accorgersene, egli si addormentò,
-e sognò tutta la notte, ma di quei sogni non
-conservò, al ridestarsi, alcun preciso ricordo.
-Appena riaperti gli occhi, egli si sentì felice.
-Ma prima di afferrare la ragione di quella felicità
-gli abbisognò di ricercarla a fatica per
-più d'un minuto. Quando l'ebbe afferrata, se
-ne rallegrò vivamente. Ma avendo già pagato
+Alfine, senza accorgersene, egli si addormentò,
+e sognò tutta la notte, ma di quei sogni non
+conservò, al ridestarsi, alcun preciso ricordo.
+Appena riaperti gli occhi, egli si sentì felice.
+Ma prima di afferrare la ragione di quella felicità
+gli abbisognò di ricercarla a fatica per
+più d'un minuto. Quando l'ebbe afferrata, se
+ne rallegrò vivamente. Ma avendo già pagato
il suo tributo d'entusiasmo alla propizia fortuna,
-tenne spenti i fuochi di fantasia e chiamò
+tenne spenti i fuochi di fantasia e chiamò
invece a raccolta le idee pratiche. Il grande affare
di Porfirio in quel giorno e per molti giorni
successivi, fu di cercare per le cantonate se
qualcuno avesse perduta una collana con uno
-smeraldo e facesse appello all'onestà di chi l'aveva
+smeraldo e facesse appello all'onestà di chi l'aveva
trovata per ricuperarla con la promessa
di un premio. Porfirio si sentiva sicuramente
-superiore a un'onestà che per manifestarsi aveva
-bisogno di così fatte lusinghe. Ma avrebbe
+superiore a un'onestà che per manifestarsi aveva
+bisogno di così fatte lusinghe. Ma avrebbe
volentieri letto un manifesto concernente lo
-smarrimento di quella collana poichè quella collana
+smarrimento di quella collana poichè quella collana
poteva esser stata smarrita, ma poteva anche
essere stata rubata; e Porfirio aveva fretta
di risolvere con certezza questo dubbio
@@ -4532,11 +4494,11 @@ I muri delle case non suggerirono nulla a
<span class="pagenum"><a id="Page_109"></a>[109]</span>
Porfirio, e Porfirio dovette affidarsi alla propria
prudenza, che era in tutto degna di un
-savio suo pari. Egli dunque continuò a commerciare
+savio suo pari. Egli dunque continuò a commerciare
in stracci e in bottiglie usate, girovagando
di porta in porta con il suo vecchio sacco
sulle spalle, il tubino unto calato sugli occhi,
-e in tutti i suoi atti la solita modestia e semplicità.
+e in tutti i suoi atti la solita modestia e semplicità.
Il suo tesoro lo portava annodato in un
fazzoletto e sepolto in una tasca misteriosa che
s'apriva nella fodera della sua palandrana. Come
@@ -4545,16 +4507,16 @@ la sua ora. Quando vedeva una bambina con
un vestito scozzese, senza affrettare il passo imbucava
la prima porta che gli si parava dinnanzi
o voltava l'angolo della prima strada. Con un
-gesto naturalissimo si calava ancora più sul naso
-le falde del cappello, e così procedeva fiducioso
-che la sorte non avrebbe disfatto ciò che
+gesto naturalissimo si calava ancora più sul naso
+le falde del cappello, e così procedeva fiducioso
+che la sorte non avrebbe disfatto ciò che
aveva fatto una volta. Ma una mattina, mentre
avrebbe dovuto svegliarsi con il pensiero deciso
di affrontare finalmente l'inevitabile quanto
sospirata conclusione di quella strana avventura,
-il vecchio Porfirio non si svegliò. Un rigattiere
+il vecchio Porfirio non si svegliò. Un rigattiere
suo concorrente gli chiuse gli occhi, che
-pur senza svegliarsi si erano aperti. Ed è importante
+pur senza svegliarsi si erano aperti. Ed è importante
sapere che egli fu seppellito nudo in
una cassa d'abete.
</p>
@@ -4566,16 +4528,16 @@ una cassa d'abete.
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-L'autunno era trascorso: incominciò il grigio
+L'autunno era trascorso: incominciò il grigio
inverno. Io allora mi aggiravo per la mia casa,
pallido come un morto, appoggiandomi ad un
bastone, cercando a poco a poco di riconoscere
-le cose alle quali avevo già detto addio quando
-credevo che non le avrei più rivedute. La mia
+le cose alle quali avevo già detto addio quando
+credevo che non le avrei più rivedute. La mia
febbre era durata molte settimane, e quando alfine
mi ridestai dal suo sonno malefico, tutti
-mi dissero che io, più d'una volta, avevo varcata
-d'un passo la soglia dell'al di là. Ma sempre
+mi dissero che io, più d'una volta, avevo varcata
+d'un passo la soglia dell'al di là. Ma sempre
il peso vivo dei miei vent'anni m'aveva tirato
indietro, ed ero infine rimasto con quanti
ad ogni costo volevano che non me ne andassi
@@ -4585,26 +4547,26 @@ della vita.
<p>
La stagione era triste, grigia, piovosa. Io non
-potevo arrischiarmi nè al vento, nè alla pioggia,
-nè all'aria gelida di novembre. Dalla finestra
+potevo arrischiarmi nè al vento, nè alla pioggia,
+nè all'aria gelida di novembre. Dalla finestra
dietro la quale rimanevo per lunghe ore seduto,
vedevo le colline deserte e squallide, i campi
grigi, il bosco tutto giallo e nudo. Se dal cielo
sempre nuvoloso un povero raggio di sole per
un momento appena illuminava quel paesaggio
-invernale, si accendeva qua e là, sorridente,
+invernale, si accendeva qua e là, sorridente,
qualche raro cespuglio ancor verde, come una
speranza subito soffocata di primavera. Il cielo
-non aveva più luna, non più stelle. Perciò quella
+non aveva più luna, non più stelle. Perciò quella
<span class="pagenum"><a id="Page_111"></a>[111]</span>
stagione era senza notti. Era tuttavia piena
di tenebre, che calavano assai presto e duravano
a lungo, e costringevano tutte le cose ad una dolorosa
-cecità. Allora io mi rifugiavo accanto al
+cecità. Allora io mi rifugiavo accanto al
fuoco, e l'immagine di Daria, quella di Clauss,
quella di Sterpoli, disgraziato, mi visitavano, e
-si sedevano al mio fianco, rimanendo là mute
-ed immobili finchè io con uno sforzo non le
+si sedevano al mio fianco, rimanendo là mute
+ed immobili finchè io con uno sforzo non le
mandavo via. Ma non appena se ne erano andate,
bastava che distrattamente rivolgessi loro
un pensiero, per vederle subito riapparire dall'ombra
@@ -4619,7 +4581,7 @@ posarsi sulle colline, sui campi, sui boschi.
<p>
Una di quelle sere si festeggiava il compleanno
di Silvina. Eravamo tutti seduti intorno alla
-tavola imbandita. Mia madre, guardandomi più
+tavola imbandita. Mia madre, guardandomi più
teneramente che mai, mi supplicava con gli occhi
di sorridere un poco, e Silvina, vestita con
un bellissimo abito nuovo di seta cangiante, non
@@ -4627,15 +4589,15 @@ staccava mai le pupille da un anello di platino
con un piccolo fiore di smalto azzurro che portava
all'anulare destro, ed era il dono che le
avevano fatto le sorelle insieme. Mio padre
-era stato in città tutto il giorno, e la diligenza
+era stato in città tutto il giorno, e la diligenza
era arrivata allora allora dinnanzi alla nostra
porta, e s'udivano i cavalli nitrire, scalpitare
<span class="pagenum"><a id="Page_112"></a>[112]</span>
e scuotere le loro squillanti sonagliere. Non
aspettavamo che lui per incominciare il pranzo.
-Ed egli entrò ridendo, abbracciò la mamma,
-baciò tutti noi, e si fermò dietro a Silvina. Si
-frugò in tasca, e guardandoci uno per uno con
+Ed egli entrò ridendo, abbracciò la mamma,
+baciò tutti noi, e si fermò dietro a Silvina. Si
+frugò in tasca, e guardandoci uno per uno con
occhi che esprimevano una gran meraviglia, ne
trasse una collana adorna d'uno stupendo smeraldo.
A quell'improvvisa apparizione io mi sentii
@@ -4654,12 +4616,12 @@ Mio padre disse onestamente:
</p>
<p>
-&mdash; Deve essere roba rubata, perchè l'ho presa
+&mdash; Deve essere roba rubata, perchè l'ho presa
quasi per nulla.
</p>
<p>
-Poi baciò in fronte Silvina e soggiunse:
+Poi baciò in fronte Silvina e soggiunse:
</p>
<p>
@@ -4668,7 +4630,7 @@ bellezza, non l'ha avuto mai!
</p>
<p>
-Si sedette soddisfatto e spezzò il suo pane.
+Si sedette soddisfatto e spezzò il suo pane.
</p></div>
<p>
@@ -4687,11 +4649,11 @@ I.
</h3>
<p>
-Delle mie tre sorelle, Silvina, la minore, è
+Delle mie tre sorelle, Silvina, la minore, è
oggi una principessa. Porta vestiti sfarzosi che
il principe paga per lei, grossi brillanti alle dita,
-ed esce per la città adagiata in una grande carrozza
-a due cavalli, con cocchiere e lacchè. Lungo
+ed esce per la città adagiata in una grande carrozza
+a due cavalli, con cocchiere e lacchè. Lungo
la strada semina occhiate come elemosine. I
suoi occhi, che erano un tempo semplicemente
chiari, come quelli di mia madre, sono ora grandi
@@ -4703,11 +4665,11 @@ mandano luci fredde e pallide come scintille.
</p>
<p>
-Se non sapessi che è veramente Silvina, io
+Se non sapessi che è veramente Silvina, io
stesso non la riconoscerei. Soltanto i suoi
capelli sono rimasti quelli che erano; se mai con
-riflessi dorati qua e là più vivaci, specie dove a
-ondate si riempiono di bagliori. Si ricorderà
+riflessi dorati qua e là più vivaci, specie dove a
+ondate si riempiono di bagliori. Si ricorderà
mai, la piccola, dei giorni in cui mia madre glieli
pettinava, quei suoi capelli meravigliosi, lei
seduta dinnanzi allo specchio, mia madre in piedi
@@ -4717,7 +4679,7 @@ La mano di mamma si posava ogni tanto
sul suo capo e vi si indugiava un poco, come si
posa la mano sul capo di un bimbo sperduto e
gli si dice: &mdash; Ti protegga Iddio, poverino,
-così bisognoso d'aiuto! &mdash; E anche continuando
+così bisognoso d'aiuto! &mdash; E anche continuando
a passare il pettine nelle sue chiome disciolte, e
poi a spartirgliele e ad annodarle, per tutto il
tempo mia madre la guardava attentamente nello
@@ -4727,34 +4689,34 @@ racchiudeva nella sua cornice.
</p>
<p>
-Allora Silvina era appena fanciulla; aveva sì
+Allora Silvina era appena fanciulla; aveva sì
e no sedici anni. Le piaceva vestir bene. Nella
nostra casa si avevano abitudini signorili, ma
da gente di campagna, semplici. Mia madre vestiva
e si pettinava all'antica. Era bellissima,
ma come le donne potevano piacere un tempo.
-Così appunto era piaciuta a mio padre. Silvina
+Così appunto era piaciuta a mio padre. Silvina
invece voleva abiti di seta, tagliati con uno stile
-che doveva essere nuovo. In realtà ella inventava
+che doveva essere nuovo. In realtà ella inventava
i suoi abiti, ricercando, per lunghe ore e
spesso per interi giorni, fra pieghe di stoffe
di solito cupe come il suo carattere, fogge capricciose
come i suoi pensieri, che erano d'una
-volubilità straordinaria e più stravaganti delle
+volubilità straordinaria e più stravaganti delle
nuvole. Il suo segreto, credo, consisteva nel
comporre intorno alla sua persona, che era mingherlina,
-esile e di statura poco più che infantile,
+esile e di statura poco più che infantile,
dei larghi e ariosi fiori, un fiore unico anzi,
come un gran giglio o una gran rosa rovesciata,
<span class="pagenum"><a id="Page_115"></a>[115]</span>
entro cui, senza scomparire del tutto, il suo corpo
-piccolo stava come un gambo. Così vestita
+piccolo stava come un gambo. Così vestita
pareva che il suo abito la portasse, e che volasse
come una farfalla.
</p>
<p>
-Mio padre era un uomo ruvido, e per ciò gli
+Mio padre era un uomo ruvido, e per ciò gli
piaceva quella piccola creatura delicata e difficile.
Egli la seguiva sempre con occhi pieni di
allegrezza, quando la vedeva passare per il giardino
@@ -4762,30 +4724,30 @@ o muoversi per la casa spaziosa e nuda.
Credo che la paragonasse anch'egli a una farfalla
o a un fiore, e che fosse felice e teneramente
innamorato di lei. Gli piacevano i suoi
-capricci, la stranezza e la novità dei suoi modi,
+capricci, la stranezza e la novità dei suoi modi,
il suo carattere scontroso e indipendente, e quella
grazia, come dire? isolata, che ella non dedicava
-a nessuno, ma soltanto a sè stessa. Silvina
-infatti non viveva che per sè sola. Non
-aveva per la mamma nè tenerezze nè confidenze
-nè abbandoni. Per mio padre non dimostrava
+a nessuno, ma soltanto a sè stessa. Silvina
+infatti non viveva che per sè sola. Non
+aveva per la mamma nè tenerezze nè confidenze
+nè abbandoni. Per mio padre non dimostrava
nessun sentimento cordiale, ma semplicemente
rispetto. Con le sorelle non era legata da nessuna
-intimità. Quanto a me, si degnava appena,
+intimità. Quanto a me, si degnava appena,
e raramente, di farmi sentire fino a che punto
mi disprezzasse. Rimaneva lunghe ore chiusa
-nella sua camera. Si cambiava più volte d'abito,
+nella sua camera. Si cambiava più volte d'abito,
per l'unica gioia di vedersi nello specchio. Faceva
e disfaceva la sua pettinatura per il solo
gusto di stabilire in quanti modi avrebbe potuto
trasformarsi, rimanendo sempre bella abbastanza
-per essere contenta di sè.
+per essere contenta di sè.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_116"></a>[116]</span>
Debbo confessare che la spiavo spesso in
-questa sua bizzarra vita, perchè anch'io, come
+questa sua bizzarra vita, perchè anch'io, come
mio padre, come tutti noi, ero teneramente innamorato
di lei. Ella esercitava su me un fascino
che allora non sapevo spiegarmi, ma che
@@ -4794,21 +4756,21 @@ somigliava a un mio ricordo; somigliava a qualcuno
di cui ero stato perdutamente innamorato.
Non potevo guardarla senza avere la precisa e
viva percezione di tutto il male di cui la sentivo
-capace, quella creatura così delicata e graziosa,
+capace, quella creatura così delicata e graziosa,
con quelle piccole mani bianche e affilate. Ma
aveva nel profondo del mio pensiero un nome
che non oso ripetere, e che non era: Silvina.
Io la vedevo poi in procinto di partire da quel
medesimo punto al quale ero appena arrivato
per miracolo ancora vivo, e avevo paura per
-lei di ciò che avrebbe potuto compiere inconsapevolmente
+lei di ciò che avrebbe potuto compiere inconsapevolmente
a danno di chiunque si fosse incontrato
con uno suo capriccio. Non aveva mai conosciuto,
-Silvina, l'ingenuità fiduciosa dei miei
+Silvina, l'ingenuità fiduciosa dei miei
vent'anni. Ignorava che cosa volesse dire essere
-buoni, cioè considerare con benevolenza tutte
+buoni, cioè considerare con benevolenza tutte
le cose, andare incontro alla vita sorridendo, disarmati,
-a braccia tese, con quella beata cecità
+a braccia tese, con quella beata cecità
che conduce al precipizi. Ella era armata di
un tremendo egoismo; e credo che la sua piccola
testa fosse tutta piena di calcoli.
@@ -4825,28 +4787,28 @@ II.
<p>
Forse, se la nostra casa non fosse stata prossima
-alla strada maestra, Silvina, già così pallida
+alla strada maestra, Silvina, già così pallida
allora, sarebbe a poco a poco sfiorita in
questa specie di semplice e riposante clausura
in cui si vive qui forzatamente, fra usanze antiche,
e da molti anni sempre uguali. Sarebbe
oggi o fra poco una zitella taciturna ed arcigna,
come se ne incontrano di domenica in questi
-dintorni, brutte più di anima che di corpo, con
+dintorni, brutte più di anima che di corpo, con
cuffie strette e begli abiti passati di moda nei
quali ancora per dispetto si pavoneggiano. Ma
la nostra casa, i vecchi, la costruirono sulla strada,
-con giardino ed orto alle spalle, anzichè
-tutto intorno, e per di più con una grande e bassa
+con giardino ed orto alle spalle, anzichè
+tutto intorno, e per di più con una grande e bassa
terrazza che si affaccia sul via vai, alle cui
-ringhiere s'intrecciò poi il glicine, che ora fiorisce
+ringhiere s'intrecciò poi il glicine, che ora fiorisce
e la ricopre. Molti bussano alla nostra porta.
Molti che passano, molti mendicanti, molti
curiosi, non possono fare a meno di fermarsi
e di bussare, di guardare in su alle finestre e di
scambiare parole con la gente di casa. Anche
noi apparteniamo alla strada. Io capisco benissimo
-che è una tentazione troppo forte questa
+che è una tentazione troppo forte questa
casa signorile a portata di tutti gli occhi e di
tutte le mani, dinnanzi alla quale si passa impolverati,
stanchi dopo ore ed ore di strada attraverso
@@ -4860,11 +4822,11 @@ parte.
<p>
Vi sono ancora oggi dei giovani romantici,
molte idee romantiche nel mondo. Si subisce la
-seduzione delle vecchie idee, unicamente perchè
+seduzione delle vecchie idee, unicamente perchè
se ne stanno silenziose e sconosciute dentro
di noi, che le crediamo lontane e morte, e a nostra
insaputa generano idee e fatti che a noi
-paiono nuovi. Dico questo perchè mi riesce estremamente
+paiono nuovi. Dico questo perchè mi riesce estremamente
difficile procedere diritto nel mio
racconto. Io sono stato senza dubbio del numero:
anch'io un romantico. Zotico, campagnolo,
@@ -4887,7 +4849,7 @@ per la via, piangono, di sera, sole, nei vani delle
<span class="pagenum"><a id="Page_119"></a>[119]</span>
finestre, e sospirando pensano di morire.
Lo vedevo qualche volta venire dalla parte della
-città, cavalcando un bel cavallo irlandese, e,
+città, cavalcando un bel cavallo irlandese, e,
subito dopo la nostra casa, uscire dalla strada
maestra e piegare per i prati verso il greto del
fiume. Lo seguivo mentre caracollava fra gli
@@ -4903,12 +4865,12 @@ fieni appena tagliati, ad ascoltare i grilli e tutte
le indefinibili musiche che l'ombra stellata delle
sere estive suscita per i campi e disperde poi
nell'infinito. Quel giovane, passando, stendeva
-la mano e strappava al nostro glicine, che già
+la mano e strappava al nostro glicine, che già
era sfiorito, una delle sue foglie. Anche Silvina
stava a quell'ora dietro le persiane socchiuse
della sua finestra a guardare. Ma io non
pensavo che ella guardasse quel giovane. Pensavo
-che stesse là, come me, a fantasticare i
+che stesse là, come me, a fantasticare i
suoi strani sogni, e che semplicemente lo vedesse
passare.
</p>
@@ -4916,10 +4878,10 @@ passare.
<p>
Per un giorno solo, in tutto l'anno, questo
tratto di strada che corre dalla nostra casa al
-paese, si riempie di popolo; non pare più di
+paese, si riempie di popolo; non pare più di
stare in campagna, ma nel sobborgo di una
<span class="pagenum"><a id="Page_120"></a>[120]</span>
-città; i mercanti girovaghi di tutta la provincia
+città; i mercanti girovaghi di tutta la provincia
vi si fermano con i loro carretti, legano i cavalli
magri e i loro ciuchi pelati agli alberi, piantano
i loro banchi riparati da tende d'ogni colore, e
@@ -4929,7 +4891,7 @@ verde e rosa, e tagliano le caramelle con le forbici,
e giocattolai che vendono giocattoli di legno
e di latta, bambole di cartapesta in camicia, e
sopratutto trombette e quegli strumenti a fiato
-che solo i contadini suonano e si chiamano «organini»;
+che solo i contadini suonano e si chiamano «organini»;
sotto ripari di frasche verdi, che poi
ingialliscono al sole, si aprono spacci di vino,
e in un campo si pianta un ballo pubblico, dove
@@ -4946,13 +4908,13 @@ Ora, eravamo alla vigilia di quel giorno, e,
all'imbrunire, si stava tutti dinnanzi alla porta,
a guardare gli operai che con lunghe scale appendevano
lampioncini colorati a certi fili tesi
-attraverso la strada, quando s'udì la voce di mia
+attraverso la strada, quando s'udì la voce di mia
madre, che dall'alto di una delle nostre finestre,
esclamava soffocata:
</p>
<p>
-&mdash; Ma che cos'è? Che cosa è stato?
+&mdash; Ma che cos'è? Che cosa è stato?
</p>
<p>
@@ -4960,32 +4922,32 @@ Alzammo il capo e la vedemmo affacciata al
davanzale, pallida, che guardava lontano, verso
<span class="pagenum"><a id="Page_121"></a>[121]</span>
il fiume, dove noi non potevamo vedere nulla
-perchè la siepe ce lo impediva.
+perchè la siepe ce lo impediva.
</p>
<p>
-&mdash; Mio Dio! gridò mia madre. Poi si ritrasse
-dalla finestra, poi si riaffacciò, e mi disse, agitando
+&mdash; Mio Dio! gridò mia madre. Poi si ritrasse
+dalla finestra, poi si riaffacciò, e mi disse, agitando
le mani: &mdash; Corri, Paris! Silvina, Silvina
-è caduta...
+è caduta...
</p>
<p>
Mi buttai attraverso la siepe e, correndo per
il viottolo lungo il fosso, vidi finalmente Silvina
che mi correva incontro, con le mani strette sul
-cuore, così pallida che mi fece paura. Ci incontrammo
+cuore, così pallida che mi fece paura. Ci incontrammo
ed ella mi cadde fra le braccia, tremando,
con gli occhi chiusi, il respiro soffocato,
incapace di parlare. Il suo piccolo cuore batteva
nella mia mano come se fosse nudo; i capelli,
nella corsa, le si erano sciolti, e le cadevano
sulle spalle come serpi d'oro. Con uno
-sforzo riaprì gli occhi e sospirò:
+sforzo riaprì gli occhi e sospirò:
</p>
<p>
-&mdash; Laggiù... Sull'argine... è caduto...
+&mdash; Laggiù... Sull'argine... è caduto...
</p>
<p>
@@ -4995,16 +4957,16 @@ lo riconobbi.
</p>
<p>
-&mdash; Lasciami sedere sull'erba, mormorò Silvina.
+&mdash; Lasciami sedere sull'erba, mormorò Silvina.
</p>
<p>
La posai sull'erba e ripresi la mia corsa verso
il fiume. Mio padre, seguito da altri uomini,
-apparve al di qua della siepe. Egli si fermò accanto
+apparve al di qua della siepe. Egli si fermò accanto
a Silvina, e gli altri continuarono a correre
dietro di me. Giunto in fondo al sentiero,
-là dove esso sale lungo l'argine, vidi quel giovane
+là dove esso sale lungo l'argine, vidi quel giovane
disteso immobile sulle pietre bianche del
<span class="pagenum"><a id="Page_122"></a>[122]</span>
greto. Giaceva supino, le braccia aperte, la bella
@@ -5019,24 +4981,24 @@ via di qui!
<p>
Lo prendemmo in quattro, lo sollevammo e
-incominciammo a portarlo. Non un gemito uscì
+incominciammo a portarlo. Non un gemito uscì
dalle sue labbra. Il suo corpo era inanimato, e
pesante della pesantezza che ha la morte. Quando
giungemmo sulla strada, Silvina rientrava
allora in casa, sostenuta da mio padre. Nemmeno
-si voltò.
+si voltò.
</p>
<p>
-Appena adagiato sul letto il ferito riaprì gli
-occhi, e li posò su mia madre, che con le mani
+Appena adagiato sul letto il ferito riaprì gli
+occhi, e li posò su mia madre, che con le mani
gli teneva distesa sulla fronte una benda inzuppata
d'aceto. A lungo le sue pupille estatiche,
vaghe, stettero ferme su lei, che pure lo guardava
con amore. Poi, richiuse le palpebre, si
-assopì. Mia madre annodò la benda intorno al
-suo capo, gli aggiustò i riccioli sulle tempie e
-dietro le orecchie, e ordinò a tutti di camminare
+assopì. Mia madre annodò la benda intorno al
+suo capo, gli aggiustò i riccioli sulle tempie e
+dietro le orecchie, e ordinò a tutti di camminare
in punta di piedi.
</p>
@@ -5060,11 +5022,11 @@ ed era anche caduta una volta, inciampando
in un sasso. Allora l'aveva veduta mia
madre dalla finestra, e fortunatamente noi avevamo
potuto accorrere subito, soccorrere lei e
-il ferito. Ma Silvina, che nessuno aveva più veduto
+il ferito. Ma Silvina, che nessuno aveva più veduto
piangere da un pezzo, era stata presa da
una crisi di singhiozzi, tanto era stato in lei lo
spavento per quel tragico accidente. Mio padre
-era convinto di ciò che diceva, parlandone a tavola
+era convinto di ciò che diceva, parlandone a tavola
a noi tutti che lo ascoltavamo in silenzio.
</p>
@@ -5081,7 +5043,7 @@ sonore, soffocarono in un sol frastuono confuso
e ondeggiante quei rumori, quelle voci,
quei suoni ancora distinti e isolati. Allora chi
volle salvarsi da quella sommersione dovette
-moltiplicare la voce. La strada si mise così in
+moltiplicare la voce. La strada si mise così in
gara col campanile, e quando infine, stanco, il
<span class="pagenum"><a id="Page_124"></a>[124]</span>
campanile tacque, la strada rimase piena di grida,
@@ -5108,29 +5070,29 @@ riappariva continuamente, rossa, dinnanzi
ai miei occhi. Allora non c'era stata ancora la
guerra, e nessuno di noi aveva imparato a considerare
con rassegnazione prima, poi con indifferenza
-le più crudeli immagini della morte,
+le più crudeli immagini della morte,
a pesare il dolore sul palmo della mano, come
fa Amleto con il teschio di Yorik. Io ragionavo
fra me della sorte che ci incombe, e come essa
-colpisca sempre con rapidità fulminea: improvvisa
+colpisca sempre con rapidità fulminea: improvvisa
e inevitabile. Poi ragionavo anche del fatto
che la morte sarebbe poca cosa, e forse per nulla
orribile, se ad essa sopravvivessero le passioni
dell'uomo; le sue speranze, i suoi sogni,
-cioè il suo spirito, il suo pensiero, la sua volontà,
+cioè il suo spirito, il suo pensiero, la sua volontà,
<span class="pagenum"><a id="Page_125"></a>[125]</span>
-e tutto ciò fosse sensibile ancora e vitale
+e tutto ciò fosse sensibile ancora e vitale
dopo la morte.
</p>
<p>
Poi rivedevo Silvina, e veramente un'immagine
-fino allora sconosciuta di Silvina, allorchè
+fino allora sconosciuta di Silvina, allorchè
s'era abbattuta fra le mie braccia tremante, pallida,
e avevo sentito quanto fosse lieve il peso
del suo corpicino, quanto fosse fragile la sua
-volontà che per la prima volta l'abbandonava,
-quel dominio di sè medesima che io non le
+volontà che per la prima volta l'abbandonava,
+quel dominio di sè medesima che io non le
avevo mai veduto smarrire, neppure per un
istante, prima d'allora. Ma in quel momento il
suo orgoglio l'aveva abbandonata d'un tratto.
@@ -5138,7 +5100,7 @@ Aveva parlato con voce supplichevole, guardato
me con tenerezza, atterrita per quel poco sangue
che aveva rigato di rosso la fronte d'uno
sconosciuto. Mentre correva tenendo le mani
-premute sul cuore, in quell'atteggiamento così
+premute sul cuore, in quell'atteggiamento così
doloroso e appassionato, il suo bell'abito scuro
si agitava leggiero intorno alle sue gambe. Eppure
ella aveva perduta ogni leggerezza, e quella
@@ -5148,7 +5110,7 @@ corsa non somigliava affatto ad un volo.
<p>
Quest'immagine nuova di Silvina io l'accarezzavo
struggendomi di tenerezza per lei, abbandonandomi
-a un senso vago di felicità, come se
+a un senso vago di felicità, come se
mi si fossero aperte improvvisamente le porte
del suo cuore, che erano prima chiuse per me
come per tutti gli altri. Ma nello stesso tempo
@@ -5157,13 +5119,13 @@ avessi tentato allora di avvicinarmi a lei
con una carezza, chiedendole, in nome di quel
<span class="pagenum"><a id="Page_126"></a>[126]</span>
momento di debolezza, di accogliermi nella sua
-intimità con amore, con confidenza di sorella,
+intimità con amore, con confidenza di sorella,
ella, ormai ridivenuta la Silvina d'ogni giorno,
certamente mi avrebbe respinto con un sorriso
ironico, forse anche con parole umilianti. E
-forse, adirata contro sè stessa per quello smarrimento
+forse, adirata contro sè stessa per quello smarrimento
d'un attimo, se ne sarebbe vendicata
-con crudeltà sopra di me, innocente.
+con crudeltà sopra di me, innocente.
</p>
<p>
@@ -5172,8 +5134,8 @@ dinnanzi a gruppi nella strada affollata,
mi guardavano sorridendo. Mi stupivano i
ragazzi che, vedendomi assorto, mi saettavano
nelle orecchie le loro lingue sibilanti di carta, e
-poichè nè mi muovevo, nè mi mostravo adirato,
-nè li guardavo, non la finivano più, eccitati
+poichè nè mi muovevo, nè mi mostravo adirato,
+nè li guardavo, non la finivano più, eccitati
dalla mia indifferenza. Come la vita doveva
essere facile per tutti, in quella sera di
festa! Forse Silvina stessa, nascosta come sempre
@@ -5199,51 +5161,51 @@ lessi la seguente lettera:
</p>
<p class="indl">
-«Piccola prigioniera,
+«Piccola prigioniera,
</p>
<p>
-«io non sono che uno sconosciuto per voi: ho
+«io non sono che uno sconosciuto per voi: ho
un nome oscuro e nessun potere in questo mondo,
-fuorchè quello della mia libertà. Questa libertà
-è tuttavia un potere estremamente incerto;
+fuorchè quello della mia libertà. Questa libertà
+è tuttavia un potere estremamente incerto;
ed io stesso non so come esercitarlo.
</p>
<p>
-«Voi mi vedete passare ogni sera dinnanzi alla
+«Voi mi vedete passare ogni sera dinnanzi alla
vostra casa ed io guardo su, dove siete quasi
sempre affacciata. Avrete notato che spesso, per
indugiare un istante sotto le vostre finestre,
strappo un fiore o una foglia ai festoni di glicine
che ricadono dalla veranda. Allora, mentre i
-miei occhi possono posarsi un poco più a lungo
+miei occhi possono posarsi un poco più a lungo
sulla vostra persona, penso che forse per voi la
-libertà è un sogno, e che a chi ve la offrisse in
-dono, la libertà, forse sapreste insegnare in che
+libertà è un sogno, e che a chi ve la offrisse in
+dono, la libertà, forse sapreste insegnare in che
modo goderne.
</p>
<p>
-«Vorrei chiedervi: c'è qualche cosa che veramente
+«Vorrei chiedervi: c'è qualche cosa che veramente
vi seduce oltre il limite della vostra vita
presente? Chi fosse pronto a condurvi lontano,
nel vasto mondo, lo accettereste voi per compagno?
E sapreste trovare per questo compagno
-di libertà tanta luce per guardarlo con amore?
+di libertà tanta luce per guardarlo con amore?
Curiose domande, lo so bene, con le quali
-rischio di perdervi per sempre, voi che già mi
-siete più cara della vita! Ma se le mie parole
-non vi sembrano vane, abbiate la bontà di portare
+rischio di perdervi per sempre, voi che già mi
+siete più cara della vita! Ma se le mie parole
+non vi sembrano vane, abbiate la bontà di portare
un fiore rosso alla cintura, ritornando domani
<span class="pagenum"><a id="Page_128"></a>[128]</span>
-in quello stesso luogo dove il caso vorrà
+in quello stesso luogo dove il caso vorrà
che io possa lasciar cadere ai vostri piedi questa
mia prima lettera.
</p>
<p class="indr">
-<i>Silvio</i>».
+<i>Silvio</i>».
</p>
<p>
@@ -5259,30 +5221,30 @@ non le ho veduto nessun fiore rosso alla cintura.
<p>
Procedevo senza logica, con ragionamenti saltuari,
-perchè la commozione era così grande in
+perchè la commozione era così grande in
me che io non sapevo dare un ordine ai miei
pensieri. Se mi fossi abbandonato al mio cuore
avrei pianto dirottamente. &mdash; Innamorata, pensavo,
-lei, Silvina! Uno che passa potrà dunque
-portarsela via, lei così debole, piccola creatura
+lei, Silvina! Uno che passa potrà dunque
+portarsela via, lei così debole, piccola creatura
capricciosa che si crede tanto forte! Uno qualunque,
-soltanto perchè veste con eleganza, e
+soltanto perchè veste con eleganza, e
cavalca un bel cavallo irlandese, e ha un viso
-pallido e riccioli neri, potrà portarsela chi sa
+pallido e riccioli neri, potrà portarsela chi sa
dove lontano di qui. E lei che non guarda con
amore nessuno, nemmeno la mamma, nemmeno
me che l'adoro, nemmeno suo padre che si farebbe
-uccidere per lei, guarderà con amore lui
+uccidere per lei, guarderà con amore lui
solo, questo sconosciuto, questo vagheggino che
<span class="pagenum"><a id="Page_129"></a>[129]</span>
-non è nulla per nessuno, che non sarà mai nulla
+non è nulla per nessuno, che non sarà mai nulla
per noi! Gualcii rabbiosamente la lettera che
tenevo ripiegata fra le mani e gridai: &mdash; Stupida
lettera, piena soltanto di sciocche frasi, di
lusinghe ridicole! Maledetta! Dovevo proprio
io raccoglierti! Dovevi cadere nelle mie mani!
Poi pensavo che forse il caso non era stato tanto
-infame, perchè meglio nelle mie mani, quella
+infame, perchè meglio nelle mie mani, quella
lettera, che nelle mani di mia madre, o nelle
mani di mio padre, o di qualunque delle mie
sorelle. Infine mi fermai su questa vaga speranza:
@@ -5292,26 +5254,26 @@ ne sapesse assolutamente nulla.
</p>
<p>
-Allora considerai con più benevolenza quel
+Allora considerai con più benevolenza quel
giovane e anche con una leggera punta d'ironia,
-perchè pensai: &mdash; Eccoci tutti uguali, noi di
+perchè pensai: &mdash; Eccoci tutti uguali, noi di
questa maledetta generazione, capaci di suscitare
gigantesche illusioni dalle minime cose!
Che cosa spera costui da Silvina? Si offre come
un salvatore, ma chiede aiuto. A chi? A Silvina.
-E perchè? Perchè lo ha guardato con quei
+E perchè? Perchè lo ha guardato con quei
suoi occhi gelidi, con cui guarda tutte le cose.
Il mondo non gli sembrava abbastanza vasto
per i suoi sogni ambiziosi, e d'un tratto ha scoperto
che questo mondo immenso e piccolissimo
-è tutto in suo potere, di lei quando si degnerà
+è tutto in suo potere, di lei quando si degnerà
di sorridere. Stupido ragazzo! Se tu avessi
sofferto come me, e sperimentato come me
-il sorriso d'una donna, che specie di felicità
+il sorriso d'una donna, che specie di felicità
<span class="pagenum"><a id="Page_130"></a>[130]</span>
s'irradi da due occhi che ti guardano con amore,
altro che fidarti nell'aiuto di Silvina! Povera
-piccola! Così stupida, in fondo, anche lei!
+piccola! Così stupida, in fondo, anche lei!
Silvina! In fondo, nemmeno una donna...
</p></div>
@@ -5322,16 +5284,16 @@ IV.
<p>
Queste e molte altre cose io dovetti fantasticare
-e a lungo, poichè la strada era ritornata
+e a lungo, poichè la strada era ritornata
silenziosa. Soltanto pochi lumi superstiti davano
ormai gli ultimi loro guizzi rossi bianchi o
-verdi, ed io me ne stavo ancora là con quella
+verdi, ed io me ne stavo ancora là con quella
lettera tra le mani, senza aver nulla deciso. Da
un pezzo avevo udito mio padre dare il catenaccio
alla porta, poi salire le scale col suo passo
pesante e cadenzato; la sua voce aveva risonato
nel corridoio e poi s'era allontanata a poco a
-poco verso l'altra estremità della casa. Mia madre
+poco verso l'altra estremità della casa. Mia madre
anche s'era ritirata nella sua camera, dove
di quando in quando l'udivo ancora muoversi,
aprire e chiudere mobili: segno che aveva allora
@@ -5344,20 +5306,20 @@ scala, riempito d'acqua le brocche, raccolte tutte
le scarpe dinnanzi agli usci, e poi se ne era
<span class="pagenum"><a id="Page_131"></a>[131]</span>
andata a dormire. A vegliare il ferito avevano
-lasciato Battista, perchè a lunghi intervalli lo
+lasciato Battista, perchè a lunghi intervalli lo
sentivo tossire nella stanza vicina. Mi riscossi
e m'affacciai un momento alla finestra. La finestra
di Silvina era buia e chiusa. Poi spensi
-il lume e la luce bianca della luna inondò la mia
+il lume e la luce bianca della luna inondò la mia
stanza.
</p>
<p>
-Aperto adagio adagio l'uscio, mi bastò di fare
+Aperto adagio adagio l'uscio, mi bastò di fare
un passo nel corridoio per vedere il raggio di
luce che spartiva l'uscio socchiuso della stanza
dove riposava Silvio, e Battista vegliava. Ma
-occorse un minuto di più perchè i miei occhi,
+occorse un minuto di più perchè i miei occhi,
non ancora abituati al buio, scoprissero contro
quella fessura illuminata il contorno appena distinto
di un'ombra. L'imposta lentamente lentamente
@@ -5368,32 +5330,32 @@ e s'allungava nel buio. E quando fu larga
quanto una mano, allora, nella penombra
pallidissima che si diffuse intorno a quella striscia
di luce, senza stupore, come se avessi saputo
-di trovarla là in quel momento, riconobbi
+di trovarla là in quel momento, riconobbi
Silvina. Silvina! Era scalza, ma vestita e pettinata
come in pieno giorno. Con il viso appoggiato
contro il battente, ella guardava nella stanza
illuminata, e fra lei e il letto doveva levarsi
-qualche ostacolo opaco, perchè, per vedere, ella
+qualche ostacolo opaco, perchè, per vedere, ella
doveva allungare il collo ed alzarsi sulla punta
-dei piedi. Finalmente sospirò e rimase un
+dei piedi. Finalmente sospirò e rimase un
<span class="pagenum"><a id="Page_132"></a>[132]</span>
-buon tratto senza muoversi. Poi si staccò un
-poco dall'uscio, si piegò sulle ginocchia e incominciò
+buon tratto senza muoversi. Poi si staccò un
+poco dall'uscio, si piegò sulle ginocchia e incominciò
a cercare qualche cosa per terra, aguzzando
gli occhi e spazzando il pavimento con
le mani. Fu allora che, nel voltarsi, ella vide
la mia ombra nel buio. Vide la mia ombra e si
-alzò in piedi di scatto.
+alzò in piedi di scatto.
</p>
<p>
-&mdash; Ah, sei tu? mormorò con accento irato.
-Che cosa vuoi da me? Perchè mi spii?
+&mdash; Ah, sei tu? mormorò con accento irato.
+Che cosa vuoi da me? Perchè mi spii?
</p>
<p>
Non si muoveva Silvina. Non cercava di fuggire.
-Poichè volgeva le spalle alla poca luce
+Poichè volgeva le spalle alla poca luce
della fessura, il suo viso era completamente
buio. Ma io sentivo su di me i suoi occhi pieni
d'odio, che mi guardavano dall'ombra.
@@ -5413,15 +5375,15 @@ fissamente:
</p>
<p>
-&mdash; Silvina! Silvina! esclamai, quale pazzia è
+&mdash; Silvina! Silvina! esclamai, quale pazzia è
la tua? Non pensi al babbo, non pensi alla mamma,
che avrebbero potuto sorprenderti? Non
pensi che Battista, un servitore, avrebbe potuto
uscire improvvisamente da quella stanza e
-trovarti là, scalza, dietro la porta, a spiare?
+trovarti là, scalza, dietro la porta, a spiare?
Che cosa avrebbe pensato di te? Ah! tu sei una
bambina, una vera bambina! Rispondimi: che
-cosa facevi là a quest'ora, mentre tutti dormono?
+cosa facevi là a quest'ora, mentre tutti dormono?
<span class="pagenum"><a id="Page_133"></a>[133]</span>
Che cosa cercavi per terra, dietro quell'uscio?
</p>
@@ -5437,7 +5399,7 @@ E sorrise maligna, guardandomi con disprezzo.
<p>
&mdash; Ah! se tu sapessi, esclamai, se tu sapessi
-perchè non dormo! Non sorridere così, Silvina!
+perchè non dormo! Non sorridere così, Silvina!
Non guardarmi con questi occhi cattivi! Che
cosa sono io per te? Nulla? Assolutamente nulla?
Non sono forse Paris, tuo fratello?
@@ -5459,21 +5421,21 @@ fra lei e l'uscio, e la supplicai:
</p>
<p>
-&mdash; Silvina, Silvina, ascoltami! Ti parlo così
-perchè debbo parlarti così. Non sei che una
+&mdash; Silvina, Silvina, ascoltami! Ti parlo così
+perchè debbo parlarti così. Non sei che una
bambina, eppure non hai fiducia che in te sola.
-Dimmi, per carità: chi è questo Silvio? Chi è
+Dimmi, per carità: chi è questo Silvio? Chi è
questo Silvio per te?
</p>
<p>
-&mdash; Silvio? domandò Silvina con voce piena
+&mdash; Silvio? domandò Silvina con voce piena
di stupore. Quale Silvio?
</p>
<p>
&mdash; Ma Silvio, Silvio! esclamai, quel giovane
-che è di là ferito! Silvio! Di chi vuoi che parli,
+che è di là ferito! Silvio! Di chi vuoi che parli,
se non di quel giovane?
</p>
@@ -5497,9 +5459,9 @@ in casa, quando eri mezzo svenuta?
<p>
Il viso di Silvina si dipinse di meraviglia. Ella
-guardò la lettera, guardò me, poi di nuovo
-la lettera, poi levò gli occhi al cielo, e, giungendo
-le mani, esclamò con un profondo sospiro:
+guardò la lettera, guardò me, poi di nuovo
+la lettera, poi levò gli occhi al cielo, e, giungendo
+le mani, esclamò con un profondo sospiro:
</p>
<p>
@@ -5507,8 +5469,8 @@ le mani, esclamò con un profondo sospiro:
</p>
<p>
-E allora mi guardò con ironia e si mise a ridere,
-e incominciò a dar segni di viva impazienza.
+E allora mi guardò con ironia e si mise a ridere,
+e incominciò a dar segni di viva impazienza.
</p>
<p>
@@ -5519,24 +5481,24 @@ nulla!
</p>
<p>
-Silvina si strinse nelle spalle e scrollò il capo.
+Silvina si strinse nelle spalle e scrollò il capo.
</p>
<p>
-&mdash; Allora, esclamai, quando è così, prendila
+&mdash; Allora, esclamai, quando è così, prendila
e leggi!
</p>
<p>
-Silvina esitò un momento, poi con un gesto
+Silvina esitò un momento, poi con un gesto
molto indifferente, anzi pieno di degnazione per
<span class="pagenum"><a id="Page_135"></a>[135]</span>
-me, prese la lettera che le porgevo e incominciò
-a scorrerla. Arrivò presto in fondo, e il suo
-viso non si scompose, non ebbe il più lieve
-moto nè di stupore, nè di contrarietà. Soltanto,
-quando ebbe finito, inarcò le labbra con disprezzo
-e mi restituì la lettera senza parlare.
+me, prese la lettera che le porgevo e incominciò
+a scorrerla. Arrivò presto in fondo, e il suo
+viso non si scompose, non ebbe il più lieve
+moto nè di stupore, nè di contrarietà. Soltanto,
+quando ebbe finito, inarcò le labbra con disprezzo
+e mi restituì la lettera senza parlare.
</p>
<p>
@@ -5545,7 +5507,7 @@ da dire?
</p>
<p>
-&mdash; Sì, rispose, ora ho qualche cosa da dire.
+&mdash; Sì, rispose, ora ho qualche cosa da dire.
Dico che siete tutti idioti allo stesso modo, voi
uomini!
</p>
@@ -5556,13 +5518,13 @@ la stanza. Incominciai a dubitare allora che Silvina
non avesse davvero mai veduta quella lettera
e che Silvio le fosse del tutto indifferente.
Forse non era andata se non spinta da
-un'innocente curiosità, chi sa per quale capriccio,
+un'innocente curiosità, chi sa per quale capriccio,
a spiare all'uscio della stanza di Silvio; ma
Silvio non le aveva ispirato nessun sentimento
di simpatia, ed ella ignorava persino che fosse
-innamorato di lei. Chi può scrutare nel cuore
-d'una fanciulla? Chi può indovinare fino a che
-punto arrivi l'ingenuità di una fanciulla, che
+innamorato di lei. Chi può scrutare nel cuore
+d'una fanciulla? Chi può indovinare fino a che
+punto arrivi l'ingenuità di una fanciulla, che
dovrebbe essere tutto candore, tutta innocenza,
e fino a che punto una fanciulla possa mentire,
fino a che punto sappia fingere?
@@ -5572,14 +5534,14 @@ fino a che punto sappia fingere?
&mdash; Silvina, le dissi con dolcezza, tu non sai,
non hai mai voluto sapere il bene che io ti voglio.
Ma credimi: tu non hai e non avrai nella
-vita un amico più sincero, più fedele di me. Io
+vita un amico più sincero, più fedele di me. Io
<span class="pagenum"><a id="Page_136"></a>[136]</span>
-ti amo teneramente, perchè sei la mia piccola
-sorella, perchè sei Silvina nostra; sei la più piccina,
-la più giovane. Se tu fossi in pericolo, io
+ti amo teneramente, perchè sei la mia piccola
+sorella, perchè sei Silvina nostra; sei la più piccina,
+la più giovane. Se tu fossi in pericolo, io
mi ucciderei per salvarti. Ora, ti supplico, sii
sincera con me: non mi nascondi nulla? Non
-c'è assolutamente nulla fra te e quel giovane?
+c'è assolutamente nulla fra te e quel giovane?
Se sapessi a che cosa ci conducono talvolta i
nostri sentimenti! Tutto ci sembra bello, buono,
desiderabile, innocente. Ci lasciamo andare.
@@ -5587,21 +5549,21 @@ Le illusioni ci trasportano. La prima mano
che ci viene tesa, noi siamo sempre pronti a
stringerla con effusione, a riconoscere una mano
amica, una mano fraterna. Poi le illusioni
-crollano, e la realtà è ben triste. Tu potresti anche
-amare Silvio. Dopo tutto è un bel ragazzo,
+crollano, e la realtà è ben triste. Tu potresti anche
+amare Silvio. Dopo tutto è un bel ragazzo,
punto volgare; i sentimenti che egli esprime
in questa lettera sono nobili, sebbene piuttosto
vaghi, e romantici; a vederlo sembra un ragazzo
di buona condizione, un signore, e potrebbe
anche offrire ad una ragazza come te una
vita agiata e felice. Ma che cosa ne sappiamo
-noi? Chi è, chi sarà poi questo Silvio?
+noi? Chi è, chi sarà poi questo Silvio?
</p>
<p>
Silvina, mentre io parlavo, era tutta intenta
a intrecciare il nodo della sua cintura. Lo faceva
-e rifaceva continuamente, e sembrava, più
+e rifaceva continuamente, e sembrava, più
che indifferente, estranea, alle mie parole.
</p>
@@ -5615,10 +5577,10 @@ Sia chi vuole. A me non importa.
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_137"></a>[137]</span>
Il fiocco della cintura era ben fatto, ed ella
-si alzò, e andò dinnanzi allo specchio a rimirarsi.
+si alzò, e andò dinnanzi allo specchio a rimirarsi.
Con piccoli tocchi delle dita, leggieri, aggraziati,
precisi, ne volle perfezionare ancora la
-forma che era già abbastanza perfetta. Si specchiò
+forma che era già abbastanza perfetta. Si specchiò
di fronte, di fianco, di schiena, e specchiandosi
disse:
</p>
@@ -5626,25 +5588,25 @@ disse:
<p>
&mdash; Io vi trovo semplicemente ridicoli, tutti e
due: tu con i tuoi dubbi, lui con le sue dichiarazioni.
-Non ho bisogno di nessuno, io; nè
-di protettori, nè di innamorati. L'uomo che deve
-piacere a me non è forse nato ancora. Se
+Non ho bisogno di nessuno, io; nè
+di protettori, nè di innamorati. L'uomo che deve
+piacere a me non è forse nato ancora. Se
dovessi innamorarmi di tutti quelli che mi guardano,
ah! ah! Paris, credimi: dovrei esser morta
-già mille volte trafitta da mille occhiate!
+già mille volte trafitta da mille occhiate!
</p>
<p>
-Pronunciate queste parole Silvina si staccò dallo
+Pronunciate queste parole Silvina si staccò dallo
specchio, e senza neppure voltarsi a guardarmi,
-uscì dalla mia camera e si rinchiuse nella sua
+uscì dalla mia camera e si rinchiuse nella sua
con due giri di chiave. Io rimasi un momento
perplesso a guardare l'uscio per il quale se ne
era andata, silenziosa a piedi scalzi; poi feci la
lettera in mille pezzi e li gettai dalla finestra.
Che infinito silenzio! Che infinito spazio! Poveri
noi, piccoli uomini, fratelli, sorelle, amanti,
-gelosie, litigi, contrarietà, delusioni, attaccamento
+gelosie, litigi, contrarietà, delusioni, attaccamento
alle cose d'ogni giorno, limitazioni, divieti,
paura della vita! Silvina nel vano della sua finestra,
alla luce della luna, stava sciogliendo le
@@ -5662,8 +5624,8 @@ felice!
</p>
<p>
-Silvina ripiegò indietro il capo e i capelli le
-caddero sulle spalle; scrollò il capo e i capelli
+Silvina ripiegò indietro il capo e i capelli le
+caddero sulle spalle; scrollò il capo e i capelli
sciolti si agitarono e si sparpagliarono sulle sue
spalle, circondandole il viso d'un nembo d'oro.
</p>
@@ -5672,7 +5634,7 @@ spalle, circondandole il viso d'un nembo d'oro.
&mdash; Silvina! Silvina! esclamai, difendi la tua
giovinezza, salva la tua innocenza! Perduti
questi beni, notti simili a questa non se ne godono
-più con gioia...
+più con gioia...
</p>
<p>
@@ -5685,7 +5647,7 @@ bicchiere.
</p>
<p>
-&mdash; Non si agiti così, diceva, le farà male.
+&mdash; Non si agiti così, diceva, le farà male.
Beva piuttosto un sorso d'acqua, e cerchi di riposare
ancora.
</p>
@@ -5700,7 +5662,7 @@ Erano:
</p>
<p>
-&mdash; Amore... giuro sulla vita... vi ucciderò...
+&mdash; Amore... giuro sulla vita... vi ucciderò...
fuggite fuggite...
</p>
@@ -5720,24 +5682,24 @@ V.
</h3>
<p>
-Tre giorni dopo Silvio lasciò il letto e prese
-commiato da noi. Silvina uscì dalla sua camera
+Tre giorni dopo Silvio lasciò il letto e prese
+commiato da noi. Silvina uscì dalla sua camera
proprio nel momento in cui Silvio baciava la
-mano a mia madre, e si mostrò per un attimo
-appena nell'arco della scala. Ma quell'attimo bastò
+mano a mia madre, e si mostrò per un attimo
+appena nell'arco della scala. Ma quell'attimo bastò
a me ed a Silvio per vedere che ella portava
una bella rosa rossa alla cintura. Io ne ebbi il
-cuore trafitto e, nella mia sconfinata stupidità,
+cuore trafitto e, nella mia sconfinata stupidità,
arrossii per lei di quel gesto. La notte seguente
Silvina, mentre tutti dormivano, fece un piccolo
-involto delle cose sue più care, attraversò il
+involto delle cose sue più care, attraversò il
frutteto e, per la piccola porta dell'orto dove
-Silvio la stava aspettando, se ne fuggì. La mattina
-mia madre andò come sempre a bussare all'uscio
-della sua camera. Entrò, trovò la camera
+Silvio la stava aspettando, se ne fuggì. La mattina
+mia madre andò come sempre a bussare all'uscio
+della sua camera. Entrò, trovò la camera
vuota, il letto intatto. Io ritornavo allora
dalla mia caccia d'insetti; avevo raccolto alcune
-«monachelle» verdi lungo la roggia: avevo visitato
+«monachelle» verdi lungo la roggia: avevo visitato
il mio formicaio. Ero lontano mille miglia
dalla mia vita, la testa piena di strane idee sulla
potenza della natura che governa l'universo intero
@@ -5748,37 +5710,37 @@ simili; l'una dotata di occhi dolcissimi,
di una bocca soave, d'una carne diafana
e profumata, d'una intelligenza sottile per sedurre
i maschi della sua specie; l'altra tutta colorata
-del più tenero verde, con ali meravigliosamente
-trasparenti ed iridate, e d'aspetto così
+del più tenero verde, con ali meravigliosamente
+trasparenti ed iridate, e d'aspetto così
pio da ingannare non soltanto gli insetti, ma gli
-uomini, che la chiamano «monachella» anzichè
-chiamarla «pantera». Prega, prega sempre
-la «monachella» con le braccia congiunte,
+uomini, che la chiamano «monachella» anzichè
+chiamarla «pantera». Prega, prega sempre
+la «monachella» con le braccia congiunte,
il collo torto, i grandi occhi ipocriti levati al
cielo. Sembra che non faccia che sospirare avemarie.
Verso la fine di agosto, quando cadono
-più stelle dal cielo che dal susino susine mature,
+più stelle dal cielo che dal susino susine mature,
e il ciuffolotto per la selva vede con gioia
arrossire i corbezzoli, ecco un giovine mantide
innamorato dell'amore che, dopo aver molto
-girovagato qua e là per le insalate, vede alfine
+girovagato qua e là per le insalate, vede alfine
all'ombra d'una foglia di zucca, sul bordo del
ruscello, la creatura dei suoi sogni lungamente
desiderata, sospirata con spasimo. Divina creatura!
Una Beatrice. Assorta nella mistica visione
-del paradiso, ella è l'immagine viva della
+del paradiso, ella è l'immagine viva della
sorella-amante, la purissima, la pietosa, la consolatrice.
-Ed ecco, per attrarre sopra di sè misero
+Ed ecco, per attrarre sopra di sè misero
i suoi sguardi sublimi, il mantide apre le
ali variopinte e le agita, le fa vibrare di delicate
-armonie, finchè gli sembra che gli occhi di lei
+armonie, finchè gli sembra che gli occhi di lei
ora confondano in un unico sguardo l'immagine
lontanissima di Dio e la sua persona presente.
Legge un invito amoroso in quell'affascinante
<span class="pagenum"><a id="Page_141"></a>[141]</span>
sguardo, e, tremando, le si avvicina e l'abbraccia
sospirando: &mdash; Mia! Finalmente mia!
-Questo innamorato è un bel maschio agile, vigoroso,
+Questo innamorato è un bel maschio agile, vigoroso,
ardente. Passano ore lente d'ebbrezza.
Beatrice lo tiene stretto come in una dolce catena;
egli si abbandona felice. Poi Beatrice lo
@@ -5786,13 +5748,13 @@ prega languida: &mdash; Dammi la tua nuca che io la
divori di baci! Egli le offre la nuca, e Beatrice
gliela morde, ed egli le sospira: &mdash; Uccidimi!
Uccidimi! Non vorrebbe veramente morire.
-Vorrebbe poter desiderare così la morte per tutta
+Vorrebbe poter desiderare così la morte per tutta
la vita, stretto in quel delirante abbraccio.
-Ma la pia «monachella» lo ha già morso, e prima
-che egli abbia potuto ripetere: &mdash; Deh! Uccidimi! &mdash; è
-già morto, e ora Beatrice, incominciando
-dal collo, giù giù tutto se lo divora,
-finchè non rimarranno che le ali, le belle ali
+Ma la pia «monachella» lo ha già morso, e prima
+che egli abbia potuto ripetere: &mdash; Deh! Uccidimi! &mdash; è
+già morto, e ora Beatrice, incominciando
+dal collo, giù giù tutto se lo divora,
+finchè non rimarranno che le ali, le belle ali
con le quali egli s'illuse di conquistarla, le belle
ali che scoloriranno al sole come petali caduti
ad un fiore.
@@ -5800,7 +5762,7 @@ ad un fiore.
<p>
Pensavo appunto che gli uomini avevano dovuto
-circondare l'amore di molte idealità per
+circondare l'amore di molte idealità per
non vedere l'istinto crudele che lo produce e lo
domina, quando m'incontrai con mia madre che
scendeva le scale in gran fretta, pallida, gli occhi
@@ -5809,8 +5771,8 @@ Adalgisa, Marta, Battista, Maria.
</p>
<p>
-&mdash; Oh, Paris, Paris, esclamò abbracciandomi.
-Dov'è Silvina? Dove, dove è andata? Paris,
+&mdash; Oh, Paris, Paris, esclamò abbracciandomi.
+Dov'è Silvina? Dove, dove è andata? Paris,
Paris non mi lasciare anche tu...
</p>
@@ -5826,33 +5788,33 @@ un giovane dalla fronte bendata. Allora dovetti
raccontare a mia madre e a mio padre quanto
sapevo di quella fuga, la storia della lettera
trovata nel corridoio e il mio dialogo con Silvina.
-Mio padre montò in furore e minacciò di
+Mio padre montò in furore e minacciò di
spianare il mondo. Ma si ridusse a piangere
-come un bambino e da quel giorno non fu più
+come un bambino e da quel giorno non fu più
l'uomo sereno e gioviale di un tempo. Mia madre
-anche pianse, e pregò molto devotamente,
+anche pianse, e pregò molto devotamente,
come se Silvina fosse morta ed ella volesse raccomandarla
-alla clemenza di Dio. Poi incominciò
+alla clemenza di Dio. Poi incominciò
a sbiancarsi, a spegnersi a poco a poco sotto
i nostri occhi, consumata da quel dolore.
</p>
<p>
-Silvio portò Silvina a vivere in città. Egli non
-aveva più nè cavalli nè carrozze nè denari per
+Silvio portò Silvina a vivere in città. Egli non
+aveva più nè cavalli nè carrozze nè denari per
comprarsi dei begli abiti di non comune eleganza.
Aveva fatto anche lui alla svelta un piccolo
-fagotto delle cose sue più care, e aveva lasciato
+fagotto delle cose sue più care, e aveva lasciato
padre e madre tristi e soli ad aspettare
che la vita gli insegnasse a rinsavire. Era tutto
felice di aver sacrificato ogni cosa all'amore
per Silvina, come se il fatto di aver sposato con
-tanto slancio la povertà, fosse il degno complemento
-del fatto principale: d'avere cioè sposato
+tanto slancio la povertà, fosse il degno complemento
+del fatto principale: d'avere cioè sposato
<span class="pagenum"><a id="Page_143"></a>[143]</span>
Silvina a modo suo, rubandola alla sua propria
casa contro tutte le regole che inceppano ancora
-in questo secolo la libertà dell'amore. Silvio era
+in questo secolo la libertà dell'amore. Silvio era
molto giovane; non aveva che ventitre anni. Egli
condusse Silvina ad abitare al settimo piano
di una casa di operai, in una piccola stanza illuminata
@@ -5860,7 +5822,7 @@ da un abbaino, che aveva come giardino
un bellissimo vaso di garofani rossi e una
scatola di legno con una pianticella di salvia.
Affacciandosi a quell'abbaino, si poteva dire di
-avere l'intera città ai propri piedi, perchè non
+avere l'intera città ai propri piedi, perchè non
c'era tetto che lo superasse, e, per uno spazio
immenso, era tutto un mare rotto e fumoso di
tegole, di antenne, di comignoli, disteso da
@@ -5868,24 +5830,24 @@ ogni lato. Silvio celebrava molto la bellezza di
quell'abbaino, e, il suo primo pensiero, quando
al mattino apriva gli occhi svegliato dal sole,
era quello di precipitarsi a spalancarne le imposte,
-gridando: &mdash; Libertà, libertà, che è sì cara!
+gridando: &mdash; Libertà, libertà, che è sì cara!
</p>
<p>
Silvina che dormiva ancora, si destava a quel
grido, e allora Silvio correva ad abbracciarla;
-poi rovesciava il lenzuolo e così, solo coperta
+poi rovesciava il lenzuolo e così, solo coperta
dalla sua camicina, la conduceva dinnanzi all'abbaino,
e mostrandole la distesa dei tetti che
non finivano mai, le cupole alte delle chiese,
le cupole basse dei teatri, i comignoli fumanti
-delle officine, tutta la città immersa nel sole alto
+delle officine, tutta la città immersa nel sole alto
d'agosto:
</p>
<p>
&mdash; Silvina, Silvina, le diceva, amor mio, vedi,
-tutto ciò ci appartiene! Chi è più ricco di noi?
+tutto ciò ci appartiene! Chi è più ricco di noi?
</p>
<p>
@@ -5903,20 +5865,20 @@ uno, uno almeno, me lo avevi promesso?
</p>
<p>
-E Silvio rispondeva: &mdash; Oh, è vero! Che smemorato!
-Oggi, oggi certamente me ne ricorderò.
+E Silvio rispondeva: &mdash; Oh, è vero! Che smemorato!
+Oggi, oggi certamente me ne ricorderò.
</p>
<p>
-Silvio correva la città tutto il giorno, sotto il
+Silvio correva la città tutto il giorno, sotto il
sole torrido, offrendo a chi volesse comprarla,
-anche per poco, la sua divina libertà. &mdash; Sono
+anche per poco, la sua divina libertà. &mdash; Sono
libero, diceva, sono libero come l'aria. Pochi
uomini sono liberi come me. Io non ho falsi orgogli
da difendere, scrupoli da osservare. Sono
-giovane, sono intelligente, pieno di volontà.
-Prendetemi, utilizzatemi, fatemi fare ciò che
-volete. Non c'è lavoro che non sia buono e
+giovane, sono intelligente, pieno di volontà.
+Prendetemi, utilizzatemi, fatemi fare ciò che
+volete. Non c'è lavoro che non sia buono e
onorevole per me. Dove troverete un altro che
possa dirvi altrettanto? E tutti lo abbracciavano,
gli battevano benevolmente la mano sulle spalle,
@@ -5932,13 +5894,13 @@ labbra con fazzoletti che non fossero di seta
<span class="pagenum"><a id="Page_145"></a>[145]</span>
morbida e profumata? Le delicate labbra di Silvina,
ch'egli sciupava con i suoi baci ardenti,
-dalle quali beveva a lunghi sorsi la felicità, che,
+dalle quali beveva a lunghi sorsi la felicità, che,
sorridendo, lo incantavano, e quand'erano tristi
lo riempivano di paura? Ed egli si decideva
finalmente al gran passo, sceglieva sei colorati
e leggieri fazzoletti di seta, e, rientrando in
casa, baciava Silvina sulla bocca, le mordeva il
-labbruzzo, e poichè ella diceva: Ahi! egli con
+labbruzzo, e poichè ella diceva: Ahi! egli con
uno di quei fazzoletti nuovi, morbidi e profumati,
le medicava il dolore, ridendo felice.
</p>
@@ -5964,18 +5926,18 @@ molto...
</p>
<p>
-Silvio l'attirava a sè, le copriva il viso di baci,
-e raccontava ciò che aveva fatto, veduto, e detto
-in città.
+Silvio l'attirava a sè, le copriva il viso di baci,
+e raccontava ciò che aveva fatto, veduto, e detto
+in città.
</p>
<p>
&mdash; Ah! esclamava, tutti mi vogliono un gran
bene. Vedi che cosa significa essere poveri, essere
-veramente liberi? Non c'è uno che ti consideri
+veramente liberi? Non c'è uno che ti consideri
come un nemico, o che pensi di attraversarti
la via, o che diffidi di te. Al contrario tutti
-sono pronti ad aiutarti, a darti una mano perché
+sono pronti ad aiutarti, a darti una mano perché
tu possa riuscire....
</p>
@@ -5986,21 +5948,21 @@ della loro stanza, e soggiungeva:
</p>
<p>
-&mdash; Certo questa stanza è troppo misera, troppo
+&mdash; Certo questa stanza è troppo misera, troppo
nuda. Se non avesse quell'abbaino dal quale
-si domina tutta quanta la città, sarebbe troppo
+si domina tutta quanta la città, sarebbe troppo
triste vivere qui. Ma noi potremo cambiare questi
mobili, sostituirli con altri meno rovinati e
sudici, oppure cercare un'altra stanza, con una
-veduta anche più bella di questa. Quanto a me,
-purchè tu mi voglia bene, sarò in ogni modo
+veduta anche più bella di questa. Quanto a me,
+purchè tu mi voglia bene, sarò in ogni modo
felice!
</p>
<p>
Silvina si alzava senza parlare, posava i fazzoletti
sul cassettone, e si buttava supina sul
-letto. Là, con le mani annodate sul capo, contemplava
+letto. Là, con le mani annodate sul capo, contemplava
i travi del soffitto imbiancati di calce,
seguendo il paziente lavoro che i ragni facevano
tra l'uno e l'altro. Allora Silvio andava a sedersi
@@ -6010,10 +5972,10 @@ mani e guardandola teneramente:
<p>
&mdash; Silvina, amor mio, sussurrava, mi vuoi
-bene? Non sei mica stanca già di me? Non sei
+bene? Non sei mica stanca già di me? Non sei
mica annoiata? Se tu sapessi come ti amo, come
ti adoro! Tutte le altre donne non esistono
-più per me; è come se non esistessi che tu sola.
+più per me; è come se non esistessi che tu sola.
</p>
<p>
@@ -6030,7 +5992,7 @@ Se non ci intendessimo tra noi, miei cari
occhi, questa Silvina cattiva non direbbe mai
di amarmi! Ma voi dite: &mdash; Ti amiamo, povero
Silvio, ti amiamo tanto! &mdash; e io sono felice. Non
-è vero che parlano così i tuoi occhi?
+è vero che parlano così i tuoi occhi?
</p>
<p>
@@ -6045,14 +6007,14 @@ sua gota, e rimaneva in silenzio a respirare il
profumo dei capelli d'oro di Silvina, della sua
pelle bianca e liscia, dei suoi abiti che ancora
odoravano dello spigo che la mamma distribuiva
-ogni anno nei guardarobe. E così, preso da una
+ogni anno nei guardarobe. E così, preso da una
vaga malinconia, egli meditava ad una ad una le
sue illusioni, l'amore di Silvina, la gioia della
-povertà, la benevolenza degli uomini, l'avvenire
+povertà, la benevolenza degli uomini, l'avvenire
radioso che lo avrebbe compensato ad usura
della fede coraggiosa ed ardente con la quale
aveva affrontato un destino incerto, e sopportava
-ora le difficoltà di quell'avviamento alla vita.
+ora le difficoltà di quell'avviamento alla vita.
L'aria imbruniva, e le pianticelle del garofano e
della salvia nel vano dell'abbaino diventavano
due neri bizzarri arabeschi contro il cielo viola;
@@ -6062,10 +6024,10 @@ il sole morente, e le voci lontanissime che salivano
dalla strada parevano anch'esse attutite da
quell'ombra morbida che circondava ogni cosa.
Allora con il cuore traboccante di tristezza Silvio
-stringeva a sè Silvina, e, impadronendosi della
+stringeva a sè Silvina, e, impadronendosi della
<span class="pagenum"><a id="Page_148"></a>[148]</span>
sua bocca, con voce singhiozzante mormorava:
-Mia! Mia! e non se ne distaccava più, finchè
+Mia! Mia! e non se ne distaccava più, finchè
non la sentiva morire fra le sue braccia.
</p></div>
@@ -6079,49 +6041,49 @@ Io ho spesso orrore di questa crudele passione
che mi trascina a risuscitare dal mio passato
tante immagini dolorose, e rimescolare tanta tristezza,
tanto fango, tanta miseria di cui la
-sorte volle contaminare le cose più pure, le più
-sante, le più care della mia vita. Io credo d'essere
-malato, un poco toccato forse, perchè il
-piacere che mi dà questo fantasticare so bene che
-non è cosa naturale, ma è il prodotto di un vizioso
+sorte volle contaminare le cose più pure, le più
+sante, le più care della mia vita. Io credo d'essere
+malato, un poco toccato forse, perchè il
+piacere che mi dà questo fantasticare so bene che
+non è cosa naturale, ma è il prodotto di un vizioso
pervertimento della ragione, un male che
-confina con la pazzia. Infatti chi può godere a
-riaprire con le proprie mani una ferita già chiusa,
-e a spargerla poi d'aceto perchè il dolore
+confina con la pazzia. Infatti chi può godere a
+riaprire con le proprie mani una ferita già chiusa,
+e a spargerla poi d'aceto perchè il dolore
straziante mai non si plachi un momento? Io
non ho nessuna colpa da espiare, non posso desiderare
la tortura per rigenerarmi, e questa
-mia crudeltà se si rivolge contro me stesso è ingiusta
-e vana, ed è triste se si rivolge contro coloro
-di cui parlo. No: le creature che più ho
-amato, in cui più confidavo, non hanno saputo
+mia crudeltà se si rivolge contro me stesso è ingiusta
+e vana, ed è triste se si rivolge contro coloro
+di cui parlo. No: le creature che più ho
+amato, in cui più confidavo, non hanno saputo
darmi alcun bene. Erano per me la personificazione
-della gioia, della purità, della bellezza, e
+della gioia, della purità, della bellezza, e
<span class="pagenum"><a id="Page_149"></a>[149]</span>
hanno creato dolore, vergogna, bruttura. Pure
esse hanno seguito il loro destino, che era infame
-così come era disgraziato il mio.
+così come era disgraziato il mio.
</p>
<p>
-Mia sorella Silvina (è di lei che parlo, di
+Mia sorella Silvina (è di lei che parlo, di
lei piccola sorella mia, triste immagine di mia
madre, triste immagine di me stesso) passava
la massima parte delle sue giornate nell'inerzia
-più vuota ad aspettare Silvio. Amava Silvio,
+più vuota ad aspettare Silvio. Amava Silvio,
Silvina? Voglio credere che lo amasse.
Ella si lasciava accarezzare da lui. Era timida,
sottomessa, paziente. Come avrebbe potuto essere
-così docile, così mite, se non lo avesse amato?
-Silvina amava Silvio, perchè Silvio in
+così docile, così mite, se non lo avesse amato?
+Silvina amava Silvio, perchè Silvio in
ogni suo pensiero, in ogni sua parola, poneva
Silvina ad una grande altezza sopra tutte le
-cose, incominciando da sè stesso, che non si
+cose, incominciando da sè stesso, che non si
stancava mai di umiliare dinnanzi a lei.
</p>
<p>
-&mdash; Il mio posto, le diceva, è ai tuoi piedi.
+&mdash; Il mio posto, le diceva, è ai tuoi piedi.
Ti vedo come sopra un trono, tu regina, io
tuo schiavo. E le diceva: &mdash; Come sei bella,
Silvina! Che capelli morbidi, fluidi, dorati! E
@@ -6129,14 +6091,14 @@ sono miei, soltanto miei! Io solo li tocco, io
solo vi affondo le mani, li sento scorrere tra
le mie dita, li accarezzo, li bacio! E le diceva
anche: &mdash; Come ammiro, Silvina, la forza del
-tuo carattere, il tuo coraggio, la tua volontà,
+tuo carattere, il tuo coraggio, la tua volontà,
la chiarezza dei tuoi pensieri! Non sai quanto
le altre donne siano deboli, timorose, volubili,
sciocche? E infine le diceva: &mdash; Tu mi guiderai
-ed io ti seguirò, sarò la tua forza materiale,
+ed io ti seguirò, sarò la tua forza materiale,
<span class="pagenum"><a id="Page_150"></a>[150]</span>
quella che manca alla grazia del tuo corpo, alla
-fragilità del tuo sesso....
+fragilità del tuo sesso....
</p>
<p>
@@ -6153,25 +6115,25 @@ veduta di coperchi di case, quella distesa di
tetti tutti uguali che Silvio invano cercava di
abbellire con la sua fervida immaginazione. Ella
non osava affrettare questo giorno tanto desiderato,
-perchè voleva potersi vantare poi di
+perchè voleva potersi vantare poi di
aver fermamente sopportato, per amore, giorni
tristi, ore difficili e lamentevoli, il pericolo d'una
esistenza scolorita, tutta solitudine, malinconia,
rinunzie, privazioni, e persino lo spettro
sinistro della miseria e della fame. Bisognava
essere un'eroina per affrontare simili eventi, e
-Silvina se ne vantava già in cuor suo, e pensava
-che Silvio poteva bene gloriarsi di lei, perchè
+Silvina se ne vantava già in cuor suo, e pensava
+che Silvio poteva bene gloriarsi di lei, perchè
non tutte le donne sarebbero state capaci di tanto.
Per consolarsi, per consolarsi un poco, e
-anche per piacergli sempre più, per non perdere
+anche per piacergli sempre più, per non perdere
nulla del suo fascino, ella si pettinava con
cura; si incipriava bene bene, si cambiava sempre
-quei due abiti che aveva portati con sè e
+quei due abiti che aveva portati con sè e
<span class="pagenum"><a id="Page_151"></a>[151]</span>
si metteva al collo la collana con lo smeraldo
-che Silvio trovava bellissima. Così, come faceva
-in casa nostra, anche lassù al settimo piano
+che Silvio trovava bellissima. Così, come faceva
+in casa nostra, anche lassù al settimo piano
di quella casa, Silvina passava lunghe ore
allo specchio, e sognava gioielli e vesti splendide,
con scollature e strascichi, ventagli di piume
@@ -6182,7 +6144,7 @@ magnifiche, e nei capelli un diadema.
Il padre e la madre di Silvio erano molto ricchi
e non avevano altro figlio che lui. Essi possedevano
una grande villa con un grandissimo
-parco alle porte della città; avevano carrozze,
+parco alle porte della città; avevano carrozze,
cavalli, servitori in gran numero, ed erano
anche molto vecchi. Silvio avrebbe cercato
di lavorare, poi si sarebbe stancato. Si sarebbe
@@ -6190,15 +6152,15 @@ stancato di quella vita miserabile, di abitare al
settimo piano d'una brutta casa, di mangiare
poco e mai cose ghiotte, di addormentarsi al
lume di una candela, di andare in giro con abiti
-consumati, e infine di sciupare così la bellezza
+consumati, e infine di sciupare così la bellezza
di Silvina sua, senza che potesse risplendere
-in alcun modo. Allora le sue manie di libertà,
+in alcun modo. Allora le sue manie di libertà,
d'indipendenza, sarebbero svanite, ed
egli avrebbe pensato di riavvicinarsi alla sua famiglia,
avrebbe scritto una lunga lettera al suo
signor padre, nella quale gli avrebbe chiesto
perdono e si sarebbe esteso assai nel celebrare
-la grazia, la beltà, la fine educazione, il nobile
+la grazia, la beltà, la fine educazione, il nobile
animo e l'amore di Silvina, pregandolo in ultimo
di accoglierla come figlia in casa sua e di
benedire la loro felice unione. Poi pensava, Silvina,
@@ -6209,11 +6171,11 @@ principi, autoritario e violento... Allora la sua
fantasia prendeva il volo per cieli meno sereni,
e con freddo cinismo immaginava che, essendo
tanto vecchi, il padre e la madre di Silvio avrebbero
-potuto presto morire, forse erano già morti;
+potuto presto morire, forse erano già morti;
la loro carrozza avrebbe potuto rovesciarsi
nel fiume mentre facevano la loro passeggiata
la sera, o dei ladri, aggredendoli nel parco,
-avrebbero potuto ucciderli; e così, ogni ostacolo
+avrebbero potuto ucciderli; e così, ogni ostacolo
sarebbe scomparso d'un tratto, ed ella, con Silvio,
sarebbero andati ad abitare in quella bella
villa, avrebbero avuto quelle belle carrozze e
@@ -6225,29 +6187,29 @@ quanto la padrona era lei.
Ma Silvio, per mezzo di una vecchia nutrice,
aveva potuto sottrarre da casa sua alcuni oggetti
preziosi suoi personali che nella fretta di
-fuggire non era riuscito a portare con sè. Rimpinguò
-così il suo tesoro, che già era esausto,
+fuggire non era riuscito a portare con sè. Rimpinguò
+così il suo tesoro, che già era esausto,
e riprese coraggio nella fiducia incrollabile che
l'aiuto da tutti promesso con tanto slancio sarebbe
infine venuto a rischiarargli durevolmente
-la via. Erano già tre mesi che Silvio e Silvina
+la via. Erano già tre mesi che Silvio e Silvina
vivevano insieme. Egli s'era fatti alcuni amici,
-non si sa dove pescati, poichè veramente Silvio
+non si sa dove pescati, poichè veramente Silvio
non frequentava nessuna speciale categoria di
persone, ma tutta gente che incontrava per caso
nel suo continuo peregrinare in cerca di lavoro.
<span class="pagenum"><a id="Page_153"></a>[153]</span>
Egli passava la maggior parte del suo tempo,
-quando non era con Silvina, da un caffè all'altro,
+quando non era con Silvina, da un caffè all'altro,
e con pretesti d'ogni genere cercava di
entrare in discorso con i suoi vicini di tavolino,
interloquiva non richiesto della sua opinione
-nelle dispute più disparate; sempre nell'intento
+nelle dispute più disparate; sempre nell'intento
di dichiarare l'esser suo, di richiamare sopra di
-sè l'attenzione della fortuna, che può presentarsi
+sè l'attenzione della fortuna, che può presentarsi
sotto l'aspetto di una bella matrona con
gli occhi bendati e in equilibrio sopra una ruota,
-ma può anche assumere le meno classiche
+ma può anche assumere le meno classiche
sembianze di un commesso viaggiatore, di un
diplomatico a riposo, di un vecchio signore vestito
a lutto o di un avvocato molto versato in
@@ -6259,7 +6221,7 @@ non perdeva mai di vista:
<p>
&mdash; Eccomi qua: io non chiedo di meglio che
lavorare. Io non ho falsi pudori, idee preconcette.
-Sono libero ecc. ecc. E poichè vestiva decentemente
+Sono libero ecc. ecc. E poichè vestiva decentemente
e non chiedeva mai un soldo in prestito,
si comportava con educazione e riservatezza,
era ottimista, di buon umore, simpatico,
@@ -6270,7 +6232,7 @@ ozi.
</p>
<p>
-Appunto in uno dei tanti caffè di cui era cliente
+Appunto in uno dei tanti caffè di cui era cliente
assiduo e noto, Silvio aveva conosciuto il
principe Stroztki. Era un polacco, un diplomatico,
<span class="pagenum"><a id="Page_154"></a>[154]</span>
@@ -6282,9 +6244,9 @@ inguantate di splendidi guanti bianchi e un
cappello grigio chiaro di feltro finissimo. Sotto
il cappello, divisa in due da una irreprensibile riga,
brillava di profumati cosmetici una parrucca
-nerissima, purtroppo così falsa che, nascondendo
-la calvizie del cranio, rendeva più che mai evidente
-la calvizie, per così dire, del viso, che era
+nerissima, purtroppo così falsa che, nascondendo
+la calvizie del cranio, rendeva più che mai evidente
+la calvizie, per così dire, del viso, che era
gialliccio e senza l'ombra di un pelo in tutta la
sua superficie.
</p>
@@ -6292,20 +6254,20 @@ sua superficie.
<p>
&mdash; Ah, Silvio, disse un giorno il principe con
accento di dolce rimprovero, io sono molto
-in collera con voi. Sì, molto molto in collera.
+in collera con voi. Sì, molto molto in collera.
Voi avete una graziosa amica, un'amica molto
graziosa, mi dicono, e la tenete nascosta?
</p>
<p>
-&mdash; Oh, principe, balbettò Silvio confuso, chi
+&mdash; Oh, principe, balbettò Silvio confuso, chi
vi ha detto una cosa simile?
</p>
<p>
&mdash; Amico mio, rispose il principe, la violetta
-è un fiore che facilmente passa inosservato finchè
-non si colga. Ma quando si è colto e si porta
+è un fiore che facilmente passa inosservato finchè
+non si colga. Ma quando si è colto e si porta
all'occhiello?
</p>
@@ -6317,7 +6279,7 @@ all'occhiello.
<p>
&mdash; E se io stesso vi avessi veduto, invece, con
-una bellissima viola? ribattè il principe con malizia.
+una bellissima viola? ribattè il principe con malizia.
Ditemi dunque, caro Silvio: non eravate
<span class="pagenum"><a id="Page_155"></a>[155]</span>
mica voi, ieri sera, all'Alhambra, in compagnia
@@ -6327,13 +6289,13 @@ smeraldo al collo?
</p>
<p>
-&mdash; Sì, sì, confessò Silvio sorridendo, ero io.
+&mdash; Sì, sì, confessò Silvio sorridendo, ero io.
Ma la signora che accompagnavo non era una
piccola amica.
</p>
<p>
-&mdash; Capisco, soggiunse il principe, è un segreto...
+&mdash; Capisco, soggiunse il principe, è un segreto...
</p>
<p>
@@ -6345,25 +6307,25 @@ Silvio si fece coraggio e disse:
</p>
<p>
-Il principe lo guardò per un attimo stupito,
+Il principe lo guardò per un attimo stupito,
incredulo. Poi sorridendo, disse con galanteria:
</p>
<p>
-&mdash; Ve ne faccio i miei complimenti... È una
+&mdash; Ve ne faccio i miei complimenti... È una
deliziosa creatura.
</p>
<p>
-Silvio s'inchinò e rimase muto. Si sentiva intimamente
+Silvio s'inchinò e rimase muto. Si sentiva intimamente
orgoglioso di quella lode, che gli veniva
-da un così raffinato intenditore. Per una
+da un così raffinato intenditore. Per una
volta che aveva condotto Silvina in un luogo frequentato
da gente elegante, illuminato sfarzosamente,
adatto per far brillare la sua grazia, la
sua leggiadria, la sua candida bellezza, subito
era stata ammirata, per quanto non mancassero
-là dentro le donne avvenenti, giovani, belle, i
+là dentro le donne avvenenti, giovani, belle, i
ricchi abiti, le acconciature sfarzose.
</p>
@@ -6373,7 +6335,7 @@ il principe, vedendolo silenzioso ed assorto.
</p>
<p>
-&mdash; Oh, principe! esclamò Silvio con candore.
+&mdash; Oh, principe! esclamò Silvio con candore.
Noi ci amiamo teneramente.
</p>
@@ -6381,42 +6343,42 @@ Noi ci amiamo teneramente.
Rientrando in casa, Silvio si sentiva ebbro di
<span class="pagenum"><a id="Page_156"></a>[156]</span>
gioia. Volava leggiero su per le scale, come se
-lo portasse il vento. Entrò d'impeto nella stanza
-e trovò Silvina che aveva colto un garofano
+lo portasse il vento. Entrò d'impeto nella stanza
+e trovò Silvina che aveva colto un garofano
rosso nel suo giardino e, civettando dinnanzi
allo specchio, se lo stava allora appuntando tra
-i capelli. L'abbracciò, la coprì di baci, gridando:
+i capelli. L'abbracciò, la coprì di baci, gridando:
</p>
<p>
-&mdash; Amore, amore mio! Poi indietreggiò di
-due passi ed esclamò:
+&mdash; Amore, amore mio! Poi indietreggiò di
+due passi ed esclamò:
</p>
<p>
-&mdash; È vero, è vero! Ed io sciocco che non ci
+&mdash; È vero, è vero! Ed io sciocco che non ci
avevo mai pensato! C'era una piccola viola nascosta:
-io l'ho colta. Ora come potrebbe più
+io l'ho colta. Ora come potrebbe più
nascondersi? Il principe, l'amico mio, ha ragione!
</p>
<p>
-&mdash; Tu conosci un principe? domandò Silvina
+&mdash; Tu conosci un principe? domandò Silvina
senza distrarsi dallo specchio.
</p>
<p>
-&mdash; Sicuro! esclamò Silvio. Stroztki: un vero
+&mdash; Sicuro! esclamò Silvio. Stroztki: un vero
principe.
</p>
<p>
-&mdash; E chi è questa viola mammola? domandò
+&mdash; E chi è questa viola mammola? domandò
Silvina con una punta d'ironia.
</p>
<p>
-&mdash; Ma tu stessa! esclamò Silvio.
+&mdash; Ma tu stessa! esclamò Silvio.
</p>
<p>
@@ -6426,7 +6388,7 @@ Silvina con una punta d'ironia.
<p>
&mdash; Ieri sera, all'Alhambra! rispose Silvio. Mi
ha domandato: &mdash; Chi era quella graziosa donnina
-così e così, biondina, vestita di viola, molto
+così e così, biondina, vestita di viola, molto
graziosa, molto elegante? Gli ho risposto: &mdash; Mia
moglie!
</p>
@@ -6434,7 +6396,7 @@ moglie!
<p>
&mdash; Mio Dio! disse Silvina, come ha potuto
trovarmi elegante? Con questo vestitino viola,
-così sciupato?...
+così sciupato?...
</p>
<p>
@@ -6444,8 +6406,8 @@ con un bacio.
</p>
<p>
-&mdash; Ah, non sai! le sussurrò all'orecchio, non
-sai che già muoio di gelosia?
+&mdash; Ah, non sai! le sussurrò all'orecchio, non
+sai che già muoio di gelosia?
</p>
<p>
@@ -6454,54 +6416,54 @@ a Silvina.
</p>
<p>
-Finì l'estate. In uno dei primi giorni di novembre
-Silvio incominciò a tossire e si ammalò
+Finì l'estate. In uno dei primi giorni di novembre
+Silvio incominciò a tossire e si ammalò
con una febbre altissima. Il medico chiamato in
-gran fretta stimò che convenisse trasportarlo all'ospedale,
+gran fretta stimò che convenisse trasportarlo all'ospedale,
dove, curato energicamente, avrebbe
-potuto in pochi giorni guarire. Egli sopportò
+potuto in pochi giorni guarire. Egli sopportò
con rassegnazione questa dura prova, e, consegnato
-a Silvina il suo magro tesoro, l'abbracciò
-piangendo e si lasciò trasportare.
+a Silvina il suo magro tesoro, l'abbracciò
+piangendo e si lasciò trasportare.
</p>
<p>
-Nei nostri paesi l'autunno è brevissimo. L'inverno
+Nei nostri paesi l'autunno è brevissimo. L'inverno
succede all'estate quasi senza intervallo,
in pochi giorni gli alberi si spogliano, una
settimana di piogge torrenziali lava la terra e
la prepara pulita ad accogliere il candido mantello
-che subito la ricopre. Così per lunghi mesi,
+che subito la ricopre. Così per lunghi mesi,
fino ai primi germogli di primavera, essa rimane
immobile come morta sotto un cielo anch'esso
immobilmente grigio. Soltanto i passeri (chi non
lo ha notato)? conservano nell'universale tristezza
il loro buon umore salterino e ciarliero.
-Chi vive in campagna può ancora trovare un
-conforto ai sensi mortificati, poichè se l'inverno
+Chi vive in campagna può ancora trovare un
+conforto ai sensi mortificati, poichè se l'inverno
non ha i colori vividi e festosi della primavera,
-nè il tepore oppiato dei grandi meriggi estivi,
+nè il tepore oppiato dei grandi meriggi estivi,
<span class="pagenum"><a id="Page_158"></a>[158]</span>
-nè lo splendore delle belle notti d'autunno, offre
+nè lo splendore delle belle notti d'autunno, offre
almeno all'immaginazione scheletri nudi e
-immensi spazi candidi che essa può rivestire e
-dipingere delle più consolanti e promettenti visioni.
-Ma nelle città gli uomini infreddoliti si
+immensi spazi candidi che essa può rivestire e
+dipingere delle più consolanti e promettenti visioni.
+Ma nelle città gli uomini infreddoliti si
sentono abbandonati da Dio nello squallore delle
loro opere di fango e di pietra; senza l'oro
del sole, senza l'azzurro del cielo, senza il verde
dei giardini, vedono quanto siano pesanti e
-lugubri le loro più ammirevoli architetture, e,
+lugubri le loro più ammirevoli architetture, e,
curvando il capo sfiduciati sotto il peso della solitudine
e della malinconia, non sanno concepire
se non dolorosi pensieri.
</p>
<p>
-Rimasta sola e triste, poichè ebbero portato
+Rimasta sola e triste, poichè ebbero portato
via Silvio con la barella, Silvina non aveva per
difendersi dal freddo se non quei due vestiti di
-seta leggera. Non c'era nè stufa nè camino dove
+seta leggera. Non c'era nè stufa nè camino dove
accendere il fuoco. Affacciarsi all'abbaino
era da piangere, a veder le nuvole gonfie rotolare
sui tetti neri e paurosamente deserti. Per
@@ -6509,8 +6471,8 @@ l'appunto pioveva. Le gronde facevano una musica
funebre gocciolando gocciolando con esasperante
monotonia, sempre lo stesso suono e la
stessa pausa, senza sostare un momento. Nel
-ronzio continuo della pioggia sul tetto, i più piccoli
-rumori, i più lontani, diventavano sordi tonfi,
+ronzio continuo della pioggia sul tetto, i più piccoli
+rumori, i più lontani, diventavano sordi tonfi,
cupi boati, stridori infernali, e pareva che
nel corridoio buio e deserto, nei solai disabitati,
si muovessero catene e rimbombassero martelli,
@@ -6539,7 +6501,7 @@ castagne spingendole con le molle bene in mezzo
alla brace; e poi, quando erano scoppiate,
e la polpa bianca incominciava a rosolarsi, le
pescavamo dalla cenere, facendole saltar sulle
-dita e soffiando a gote piene, finchè non erano
+dita e soffiando a gote piene, finchè non erano
intiepidite. Allora, sbucciate e fattene tante piccole
focacce, ce le imboccavamo l'un l'altro ridendo
con buffi oremus, laudamus e deo gratias.
@@ -6549,13 +6511,13 @@ le rimboccava calde calde intorno al collo
<span class="pagenum"><a id="Page_160"></a>[160]</span>
le morbide coltri del suo buon lettuccio, dove
era cresciuta e aveva dormito tanti bei sonni
-tranquilli. Ma quando al di là dell'abbaino la
-luce scialba invernale incominciò a scemare e
+tranquilli. Ma quando al di là dell'abbaino la
+luce scialba invernale incominciò a scemare e
dagli angoli si diffusero nella stanza le ombre
nere di quella prima sera di solitudine, Silvina
-si alzò, aprì l'uscio, attraversò il corridoio, scese
+si alzò, aprì l'uscio, attraversò il corridoio, scese
correndo tre capi di scale, e senza esitare
-bussò alla prima porta che le si parò dinnanzi.
+bussò alla prima porta che le si parò dinnanzi.
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -6572,13 +6534,13 @@ del suo appartamento e doveva rispondere con
un inchino al suo saluto. Non s'eran mai scambiate
altre parole che: &mdash; Buon giorno! Buona
sera! &mdash; Ma i sorrisi di madama Humbert erano
-affettuosi inviti ad un'intimità più profonda.
+affettuosi inviti ad un'intimità più profonda.
Madama Humbert era una distinta signora, che
vestiva sempre di nero. Intorno al suo collo
portava sempre annodata una trina nera, e il
suo aspetto era quello di un'onesta vedova che
offrisse alla memoria ormai lontana del suo sposo
-il tributo modesto sì ma spontaneo di quegli
+il tributo modesto sì ma spontaneo di quegli
abiti sempre sempre neri. Dalla cintola in su
<span class="pagenum"><a id="Page_161"></a>[161]</span>
ella era di una magrezza quasi deforme; e il
@@ -6609,10 +6571,10 @@ sette nipoti di madama Humbert, tutte fiorenti e
giovani, erano mollemente sdraiate sui tre divani
intorno intorno al salotto. Ai colpi che improvvisamente
risuonarono contro la porta, chi
-pisolava si svegliò, chi sbadigliava stirò le belle
+pisolava si svegliò, chi sbadigliava stirò le belle
membra elastiche con un miagolio di gatto, e
chi guardava distrattamente le rose del soffitto
-voltò gli occhi dalla parte dell'uscio e aspettò.
+voltò gli occhi dalla parte dell'uscio e aspettò.
Soltanto Loreto, cavato il capo di sotto l'ala
<span class="pagenum"><a id="Page_162"></a>[162]</span>
dove l'aveva allora riposto, e purgatosi in fretta,
@@ -6624,15 +6586,15 @@ disse con un sospiro:
</p>
<p>
-Madama Humbert si alzò e a piccoli passi si
-diresse verso la porta, che poi aprì lentamente.
+Madama Humbert si alzò e a piccoli passi si
+diresse verso la porta, che poi aprì lentamente.
</p>
<p>
Allora nella penombra della scala apparve,
-bianca, Silvina. Ella piegò seria la fronte, passando
+bianca, Silvina. Ella piegò seria la fronte, passando
dinnanzi a madama Humbert che s'era
-fatta da parte per lasciarla entrare, e poi le domandò
+fatta da parte per lasciarla entrare, e poi le domandò
guardandola fissamente negli occhi:
</p>
@@ -6650,15 +6612,15 @@ con occhiate amorose:
</p>
<p>
-&mdash; Signora, le disse, cara, cara! A che si dovrà
+&mdash; Signora, le disse, cara, cara! A che si dovrà
quest'onore?
</p>
<p>
-Poi, senza attendere una risposta, presentò le
+Poi, senza attendere una risposta, presentò le
sette ragazze che s'inchinarono graziosamente
-una per una, e Silvina udì dei nomi come Odette,
-Frufrù, Mimì, Manon, Lulù.
+una per una, e Silvina udì dei nomi come Odette,
+Frufrù, Mimì, Manon, Lulù.
</p>
<p>
@@ -6667,120 +6629,120 @@ Humbert disse con tenerezza:
</p>
<p>
-&mdash; E questo, questo cocco di Dio, è Loreto
+&mdash; E questo, questo cocco di Dio, è Loreto
mio bello...
</p>
<p>
-Loreto squadrò con disprezzo Silvina, si gonfiò
+Loreto squadrò con disprezzo Silvina, si gonfiò
di disgusto, torse sdegnoso il capo per non
vederla. Ma madama Humbert si sedette di
<span class="pagenum"><a id="Page_163"></a>[163]</span>
fronte a lei e, riposte le mani sulla prominenza
-del ventre, la contemplò beata, e disse:
+del ventre, la contemplò beata, e disse:
</p>
<p>
&mdash; Chi avrebbe potuto sperare nel piacere di
una sua visita, cara signora? Aspettavamo lo zio
-Stanislao. Ma è tanto tempo che desideravo conoscerla...
+Stanislao. Ma è tanto tempo che desideravo conoscerla...
Tanto! Tanto!
</p>
<p>
-&mdash; Lei, soggiunse Silvina, è stata così buona
+&mdash; Lei, soggiunse Silvina, è stata così buona
con Silvio... Era mio dovere ringraziarla di
quanto ha fatto per lui.
</p>
<p>
-&mdash; Oh! cara! esclamò madama Humbert abbassando
+&mdash; Oh! cara! esclamò madama Humbert abbassando
gli occhi modestamente. Vuol parlare
della coperta di lana? Ma i malati di febbre bisogna
coprirli bene, bisogna farli sudare! Io
immaginavo che una grossa coperta imbottita
potesse esserle utile. Lei, signora, non avrebbe
fatto altrettanto per me? Ma io la chiamo
-sempre: signora! Mi sembra così strano. È tanto
-giovane, tanto piccina... Non è che una bambina,
+sempre: signora! Mi sembra così strano. È tanto
+giovane, tanto piccina... Non è che una bambina,
lei!
</p>
<p>
-Toccò a Silvina questa volta abbassare il capo
-modestamente. E lo abbassò sorridendo, perchè
-temeva di arrossire. Ma già madama Humbert
-aveva composto il viso nella più profonda
+Toccò a Silvina questa volta abbassare il capo
+modestamente. E lo abbassò sorridendo, perchè
+temeva di arrossire. Ma già madama Humbert
+aveva composto il viso nella più profonda
mestizia e diceva con sospiro:
</p>
<p>
&mdash; E ora come la compiango, poverina, che
-è rimasta così sola, senza il suo Silvio! Chi sa
-come le sembrerà triste non averlo più vicino!
+è rimasta così sola, senza il suo Silvio! Chi sa
+come le sembrerà triste non averlo più vicino!
Anche una meno giovane di lei, si sentirebbe
-perduta, poichè per noi, povere donne, tutto è
+perduta, poichè per noi, povere donne, tutto è
<span class="pagenum"><a id="Page_164"></a>[164]</span>
-l'abitudine. Lei poi immagino quanto ne soffrirà...
+l'abitudine. Lei poi immagino quanto ne soffrirà...
</p>
<p>
-&mdash; Certo mi dà un po' di pena, disse Silvina
+&mdash; Certo mi dà un po' di pena, disse Silvina
esitando, come se questa confessione le costasse
-assai cara. E soggiunse con un sorriso: &mdash; Passerà...
+assai cara. E soggiunse con un sorriso: &mdash; Passerà...
Non mi perdo d'animo...
</p>
<p>
-Silvina gettava qua e là sguardi discreti, ma
+Silvina gettava qua e là sguardi discreti, ma
penetranti, su quello strano parentado di madama
Humbert. Nessuna di quelle ragazze somigliava
-all'altra, e se Lulù era bruna e snella,
-Manon era grassa, piccola e bionda. Fosse Mimì
+all'altra, e se Lulù era bruna e snella,
+Manon era grassa, piccola e bionda. Fosse Mimì
fosse Odette, una ce n'era che aveva passati
almeno i trent'anni, di taglio maschile, muscolosa,
-quadrata. Frufrù invece aveva l'aspetto
+quadrata. Frufrù invece aveva l'aspetto
di una bambina esile, magra, con i capelli ancora
-giù per le spalle, occhi chiari, bocca innocente,
+giù per le spalle, occhi chiari, bocca innocente,
mentre Fanny era fulva e maliziosa
come una volpe. Chi vestiva di verde, chi di
-rosso, chi di giallo, abiti delle fogge più disparate.
-Una delle due più giovani mostrava dal
+rosso, chi di giallo, abiti delle fogge più disparate.
+Una delle due più giovani mostrava dal
sottanino corto lunghe calze di seta nera. Odette
invece aveva i polpacci nudi e ai piedi portava
calzettini bianchi e scarpette bianche, di
raso. Manon aveva i capelli tutti ondulati, con
un gran fiocco di nastro sulla tempia. Dalle
-trecce lisce e attorcigliate di Mimì ciondolava
+trecce lisce e attorcigliate di Mimì ciondolava
invece una rosa. Soltanto l'orrore del caldo era
a tutte comune, quantunque la stufa non diffondesse
-che un discreto tepore; poichè chi non
+che un discreto tepore; poichè chi non
<span class="pagenum"><a id="Page_165"></a>[165]</span>
aveva le braccia nude e la gola scoperta, portava
abiti tanto leggieri che parevano di velo.
</p>
<p>
-&mdash; Così, concluse madama Humbert un suo
+&mdash; Così, concluse madama Humbert un suo
lungo discorso che Silvina aveva ascoltato appena,
-quando il mio terzo marito mi lasciò per
+quando il mio terzo marito mi lasciò per
salire nella grazia di Dio, io mi ridussi a vivere
qui con queste mie ragazze. Noi non riceviamo
visite se non di persone di conoscenza, intime
-e fedeli, perchè il mondo oggi è pieno di villani
+e fedeli, perchè il mondo oggi è pieno di villani
e di ladri.
</p>
<p>
Madama Humbert era giunta a questa amara
conclusione, quando di nuovo alcuni colpi furon
-bussati alla porta. Allora di nuovo ella si alzò,
-andò ad aprire, e, salutato dai festosi strombettii
-di Loreto, entrò finalmente l'atteso zio
+bussati alla porta. Allora di nuovo ella si alzò,
+andò ad aprire, e, salutato dai festosi strombettii
+di Loreto, entrò finalmente l'atteso zio
Stanislao. Questo signore mi sembra che lo abbiamo
-già conosciuto, per quanto nessuno di
+già conosciuto, per quanto nessuno di
noi conosca propriamente uno zio Stanislao.
-È un uomo di circa quaranta anni, tutto sbarbato,
+È un uomo di circa quaranta anni, tutto sbarbato,
con un bel parrucchino nero diviso in due
da una perfetta scriminatura, vestito con eleganza,
e di modi garbati.
@@ -6796,9 +6758,9 @@ somiglianza nella sua memoria, qualche ricordo
che per il momento gli sfugge. Quindi con un gesto
vago allontana questo pensiero, come per
<span class="pagenum"><a id="Page_166"></a>[166]</span>
-dire: &mdash; Verrà più tardi da sè. E mollemente
+dire: &mdash; Verrà più tardi da sè. E mollemente
si adagia sul divano, fra la matura Odette e
-Manon, la più acerba, come fra due cuscini.
+Manon, la più acerba, come fra due cuscini.
Ma i suoi occhi si riposano su Silvina.
</p>
@@ -6809,7 +6771,7 @@ sera fa, mi ricordo perfettamente d'averla
veduta! Non era lei, domanda premuroso
a Silvina, alcune sere fa all'Alhambra, in compagnia
di un giovane di nome Silvio? E come
-Silvina accennava di sì col capo, soggiunse: &mdash; Non
+Silvina accennava di sì col capo, soggiunse: &mdash; Non
riuscivo a ricordarmi, ma quello smeraldo
che ella porta al collo m'ha messo sulla buona
strada...
@@ -6822,7 +6784,7 @@ con uno smeraldo simile a quello...
</p>
<p>
-&mdash; E che ne è di Silvio? domandò lo zio Stanislao.
+&mdash; E che ne è di Silvio? domandò lo zio Stanislao.
</p>
<p>
@@ -6834,11 +6796,11 @@ lo hanno portato oggi all'ospedale.
Lo zio Stanislao ha un moto di doloroso stupore
e guarda attentamente Silvina. Sembra
che voglia ora rivolgerle una domanda indiscreta,
-e infatti pensa fra sè:
+e infatti pensa fra sè:
</p>
<p>
-&mdash; Questa donnina non può essere la moglie
+&mdash; Questa donnina non può essere la moglie
di quel ragazzo. Che moglie volete che sia?
Ha tutta l'aria di un passerino sperduto, che
Silvio ha raccolto chi sa dove.
@@ -6869,7 +6831,7 @@ mai all'ospedale?
<p>
&mdash; Con una gran febbre, soggiunge pronta
-madama Humbert. Povera signora! È rimasta
+madama Humbert. Povera signora! È rimasta
sola...
</p>
@@ -6880,20 +6842,20 @@ E segue un lungo silenzio.
<p>
Lo zio Stanislao avrebbe voluto compiangere
Silvina per l'ingrata sorte di Silvio, ma Odette
-s'era alzata, e, presolo per le mani, lo tirò su
-dal divano, e lo trascinò impetuosamente fuori
+s'era alzata, e, presolo per le mani, lo tirò su
+dal divano, e lo trascinò impetuosamente fuori
del salotto. Poco dopo, nella stanza vicina, s'udirono
due o tre accordi di pianoforte, e la voce
-di Odette incominciò a cantare:
+di Odette incominciò a cantare:
</p>
<div class="poem">
<p><i>Vous dansez, Marquise,</i></p>
-<p><i>d'un pied sì leger....</i></p></div>
+<p><i>d'un pied sì leger....</i></p></div>
<p>
Era un'innocente gavotte. Madama Humbert
-si curvò verso Silvina e le sussurrò:
+si curvò verso Silvina e le sussurrò:
</p>
<p>
@@ -6902,38 +6864,38 @@ ogni sera... Odette ha tanta inclinazione!
</p>
<p>
-Poi si raccolse in ascolto, e non si mosse più.
+Poi si raccolse in ascolto, e non si mosse più.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_168"></a>[168]</span>
Silvina rimase silenziosa. Ora c'era una ragione
-di tacere, e se ne rallegrò in cuor suo.
+di tacere, e se ne rallegrò in cuor suo.
</p>
<div class="poem">
<p><i>La fleur est sans grace</i></p>
-<p><i>certes auprès de vous....</i></p></div>
+<p><i>certes auprès de vous....</i></p></div>
<p>
Delle sei ragazze rimaste nel salotto una se
n'era alzata dal divano dove stava sdraiata, per
andarsi a sedere accanto a Silvina, sopra uno
sgabello. Silvina non sapeva se fosse Manon o
-Lulù, o proprio quella il cui nome le era sfuggito.
+Lulù, o proprio quella il cui nome le era sfuggito.
Ma spesso, volgendo il capo, ella incontrava
i suoi occhi che la guardavano e la sua
bocca che le sorrideva. E lo strano era che mentre
le sue labbra le sorridevano dolcemente, i
suoi occhi continuavano a fissarla immobili,
inespressivi. Erano occhi grandissimi e belli,
-ma senza splendore, e distratti finchè vagavano
-qua e là in cerca di un punto dove posarsi. Poi,
-quando finalmente si eran posati, una fissità
-meravigliata li dilatava, e rimanevano così, fermi,
+ma senza splendore, e distratti finchè vagavano
+qua e là in cerca di un punto dove posarsi. Poi,
+quando finalmente si eran posati, una fissità
+meravigliata li dilatava, e rimanevano così, fermi,
senz'anima. Il suo viso giovane terminava
in un mento aguzzo che ne sciupava l'ovale, e
-tradiva più che mai la larghezza della bocca leggermente
+tradiva più che mai la larghezza della bocca leggermente
tumida, tinta di un rosso scarlatto.
Soltanto i suoi capelli erano veramente belli,
ammassati in grosse trecce pesanti nerissime,
@@ -6944,27 +6906,27 @@ con tanti riflessi azzurri.
La voce di Odette era una bella voce squillante.
Ma Silvina non amava la musica. I suoi
<span class="pagenum"><a id="Page_169"></a>[169]</span>
-occhi si posarono un poco più a lungo sulla sua
-vicina. Allora quella accostò ancora più a lei il
+occhi si posarono un poco più a lungo sulla sua
+vicina. Allora quella accostò ancora più a lei il
suo sgabello, e sottovoce le disse:
</p>
<p>
&mdash; La mia povera sorella aveva una collana
proprio come la tua, con uno smeraldo tale e
-quale. Ma un giorno la smarrì e non fu mai più
+quale. Ma un giorno la smarrì e non fu mai più
ritrovata...
</p>
<p>
Tacque un momento, sorrise a Silvina che
-l'ascoltava benevolmente, e continuò:
+l'ascoltava benevolmente, e continuò:
</p>
<p>
&mdash; La mia povera sorella aveva tante gioie,
che furono tutte vendute dopo la sua morte.
-È morta giovane, mia sorella. Si è uccisa. Aveva
+È morta giovane, mia sorella. Si è uccisa. Aveva
tante altre collane con zaffiri e brillanti, diademi
di perle, anelli e braccialetti d'oro. Era
molto bella e tutti le facevano regali. Ma noi,
@@ -6972,7 +6934,7 @@ qui! Non ci regala niente nessuno...
</p>
<p>
-Esitò un momento. Poi le domandò:
+Esitò un momento. Poi le domandò:
</p>
<p>
@@ -7005,59 +6967,59 @@ Gli ultimi due versi della strofe furono
<span class="pagenum"><a id="Page_170"></a>[170]</span>
cantati con impeto, e il ritornello finale fu suonato
di galoppo, senza accompagnamento di
-voci. Poi regnò nella stanza vicina un silenzio
-profondo, che nessun percettibile rumore turbò
+voci. Poi regnò nella stanza vicina un silenzio
+profondo, che nessun percettibile rumore turbò
per un pezzo.
</p>
<p>
-Madama Humbert domandò a Silvina:
+Madama Humbert domandò a Silvina:
</p>
<p>
-&mdash; Non avrà paura, signora, a passare sola
-la notte lassù?
+&mdash; Non avrà paura, signora, a passare sola
+la notte lassù?
</p>
<p>
Silvina sorrise. Veramente non si sentiva punto
coraggio. Avrebbe preferito rimanere tutta
-la notte seduta in quella poltrona, anzichè coricarsi
-nel suo letto sola, lassù, in quella stanza
+la notte seduta in quella poltrona, anzichè coricarsi
+nel suo letto sola, lassù, in quella stanza
isolata sotto i solai. Ma come fare? Quella debolezza
la riempiva di vergogna. Non avrebbe
osato confessarla a nessuno. Disse:
</p>
<p>
-&mdash; Cercherò di farmi coraggio...
+&mdash; Cercherò di farmi coraggio...
</p>
<p>
-Incontrò nuovamente gli occhi della ragazza
-seduta accanto a lei, e le parvero, nella loro immobilità,
-pietosi. Ripetè:
+Incontrò nuovamente gli occhi della ragazza
+seduta accanto a lei, e le parvero, nella loro immobilità,
+pietosi. Ripetè:
</p>
<p>
-&mdash; Mi farò coraggio...
+&mdash; Mi farò coraggio...
</p>
<p>
-E si alzò per andarsene. Ma allora anche quella
-si alzò, e, presale una mano, gliela accarezzò.
+E si alzò per andarsene. Ma allora anche quella
+si alzò, e, presale una mano, gliela accarezzò.
</p>
<p>
-&mdash; Perchè non rimani a dormire con me?
+&mdash; Perchè non rimani a dormire con me?
chiese timidamente. Anch'io a dormir sola ho
sempre tanta paura.
</p>
<p>
-Silvina rifiutò con un cenno del capo. Ma poi
-anche madama Humbert la pregò tanto, che alfine
-non seppe più negare a sè stessa la gioia
+Silvina rifiutò con un cenno del capo. Ma poi
+anche madama Humbert la pregò tanto, che alfine
+non seppe più negare a sè stessa la gioia
di sottrarsi alla solitudine dolorosa di quella
notte.
</p>
@@ -7072,7 +7034,7 @@ Disse:
</p>
<p>
-E, fatto un inchino a madama, si lasciò condurre
+E, fatto un inchino a madama, si lasciò condurre
per mano.
</p></div>
@@ -7083,18 +7045,18 @@ VIII.
<p>
Non fu per quella sola notte. Fu per molte
-notti di seguito, finchè Silvio non ritornò bianco
+notti di seguito, finchè Silvio non ritornò bianco
e smagrito dall'ospedale per riprendere il
-suo posto fra i vivi. Ma quella prima notte influì
+suo posto fra i vivi. Ma quella prima notte influì
per sempre sull'avvenire di Silvina; fu in
quella prima notte che il suo istinto si decise ad
agire indipendentemente dalla ragione e dalla
coscienza, e dalle circostanze che fino allora
avevano dominato la sua vita; in quella prima
-sciagurata notte, abbandonata a sè stessa, Silvina
-rinnegò per l'ultima volta, irreparabilmente,
+sciagurata notte, abbandonata a sè stessa, Silvina
+rinnegò per l'ultima volta, irreparabilmente,
padre e madre, tutto il suo passato, e oserei
-dire anche sè stessa, o almeno quella Silvina
+dire anche sè stessa, o almeno quella Silvina
che noi tutti avevamo amata con tanta indulgenza.
Io penso che la gente superstiziosa si
raffiguri giustamente come spettri notturni i maligni
@@ -7103,11 +7065,11 @@ in agguato sotto gli antri oscuri, nelle cave rovine
dove non penetra mai luce di sole, e specialmente
senta la loro presenza invisibile nelle
<span class="pagenum"><a id="Page_172"></a>[172]</span>
-notti d'uragano, quando il mondo intero è alla
-mercè delle tenebre. In quella sciagurata notte,
+notti d'uragano, quando il mondo intero è alla
+mercè delle tenebre. In quella sciagurata notte,
uno di me meno scettico penserebbe che un
-maligno spirito s'insinuò nel cuore di Silvina
-e vi stabilì il suo dominio.
+maligno spirito s'insinuò nel cuore di Silvina
+e vi stabilì il suo dominio.
</p>
<p>
@@ -7120,28 +7082,28 @@ in un angolo, con a fianco un piccolo tavolo coperto
di tela bianca. Due bauli stavano semiaperti
nel vano della finestra, e c'erano abiti e
pezzi di biancheria sudicia sparsi in disordine
-qua e là, sulle sedie, in fondo al letto, appesi
+qua e là, sulle sedie, in fondo al letto, appesi
ai muri, come se chi abitava quella stanza fosse
sul punto di raccogliere le cose sue e di andarsene
-via. Silvina si sentì subito triste, quando
+via. Silvina si sentì subito triste, quando
ne ebbe varcata la soglia. Ma la sua compagna
le disse per confortarla:
</p>
<p>
&mdash; Si sta tanto bene qui. Siamo lontane da
-tutti. Per ciò anch'io la notte ho un po' di paura
+tutti. Per ciò anch'io la notte ho un po' di paura
quando sono sola. Ma in due?
</p>
<p>
-E la spinse dolcemente sul letto e l'abbracciò.
+E la spinse dolcemente sul letto e l'abbracciò.
</p>
<p>
&mdash; Mi piaci tanto! disse poi sorridendo e fissando
su lei quei grandi occhi senza dolcezza.
-E le domandò: &mdash; Non ti dispiace se ti parlo
+E le domandò: &mdash; Non ti dispiace se ti parlo
con confidenza? Mi sembra di conoscerti da
tanto tempo. Come ti chiami?
</p>
@@ -7166,12 +7128,12 @@ sei giovane. E sei sola?
</p>
<p>
-Silvina non comprese. La guardò perplessa,
+Silvina non comprese. La guardò perplessa,
senza rispondere.
</p>
<p>
-&mdash; Sei orfana? domandò Soave.
+&mdash; Sei orfana? domandò Soave.
</p>
<p>
@@ -7179,12 +7141,12 @@ senza rispondere.
</p>
<p>
-&mdash; Come ti invidio! sospirò Soave. Io non
-ho avuto mai nè padre nè madre....
+&mdash; Come ti invidio! sospirò Soave. Io non
+ho avuto mai nè padre nè madre....
</p>
<p>
-Soave curvò il capo e rimase così assorta
+Soave curvò il capo e rimase così assorta
per qualche minuto. Poi chiese:
</p>
@@ -7194,7 +7156,7 @@ per qualche minuto. Poi chiese:
<p>
Silvina avrebbe voluto tacere, spegnere il lume,
-coricarsi in quel letto, non muoversi più
+coricarsi in quel letto, non muoversi più
per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo rispose:
</p>
@@ -7207,7 +7169,7 @@ per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo rispose:
</p>
<p>
-&mdash; Sì, rispose Silvina.
+&mdash; Sì, rispose Silvina.
</p>
<p>
@@ -7215,26 +7177,26 @@ per tutta la notte. Ma facendo uno sforzo rispose:
</p>
<p>
-&mdash; Sì, rispose ancora Silvina.
+&mdash; Sì, rispose ancora Silvina.
</p>
<p>
-&mdash; E ti dà molto denaro?
+&mdash; E ti dà molto denaro?
</p>
<p>
-Silvina abbassò la fronte e non rispose.
+Silvina abbassò la fronte e non rispose.
</p>
<p>
-Soave si alzò, andò dinnanzi allo specchio, si
-sciolse i capelli, prese un lapis rosso e incominciò
+Soave si alzò, andò dinnanzi allo specchio, si
+sciolse i capelli, prese un lapis rosso e incominciò
a ritoccarsi le labbra.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_174"></a>[174]</span>
-&mdash; Ah! bambina mia, esclamò, sono passata
+&mdash; Ah! bambina mia, esclamò, sono passata
anch'io per la tua strada... Sembra che a tutto
debba bastare l'amore, la prima volta. Ma poi,
quando si vede che gli uomini sono tutti uguali,
@@ -7243,8 +7205,8 @@ si dice: &mdash; Volete godere? E allora pagate...
<p>
Le sue labbra erano ora perfettamente rosse.
-S'incipriò il collo e ritornò a sedere sul letto accanto
-a Silvina. Allora l'abbracciò, e posando
+S'incipriò il collo e ritornò a sedere sul letto accanto
+a Silvina. Allora l'abbracciò, e posando
il capo sulla sua spalla, le disse:
</p>
@@ -7252,8 +7214,8 @@ il capo sulla sua spalla, le disse:
&mdash; Non essere sciocca anche tu, come sono
stata io. Non aspettare che lui si stanchi di te.
Scegline un altro, di quelli che ti desiderano di
-più, e preferisci il più ricco. Non ti curare che
-sia bello. Noi, noi sì, anche quando sembriamo
+più, e preferisci il più ricco. Non ti curare che
+sia bello. Noi, noi sì, anche quando sembriamo
brutte, noi siamo belle. Ma gli uomini! Tutti
schifosi a un modo! Ti piacciono a te, forse, gli
uomini?
@@ -7261,20 +7223,20 @@ uomini?
<p>
Silvina ebbe un sorriso sdegnoso. Soave la
-strinse ancora più teneramente a sè e la baciò
+strinse ancora più teneramente a sè e la baciò
sulla bocca. Silvina ebbe un piccolo moto di disgusto
-e si pulì istintivamente le labbra. Soave
-la guardò stupita, e poi scoppiò a ridere, battendo
+e si pulì istintivamente le labbra. Soave
+la guardò stupita, e poi scoppiò a ridere, battendo
allegramente le mani.
</p>
<p>
-&mdash; Non ti piace il rossetto? le domandò. Eppure
-è dolce come il miele. Perchè non ti tingi
-le labbra? Saresti mille volte più bella. La tua
-bocca è un poco pallida: così non piace agli
+&mdash; Non ti piace il rossetto? le domandò. Eppure
+è dolce come il miele. Perchè non ti tingi
+le labbra? Saresti mille volte più bella. La tua
+bocca è un poco pallida: così non piace agli
uomini. E anche le tue ciglia sono troppo chiare:
-i tuoi occhi ci si perdono. Perchè non ti
+i tuoi occhi ci si perdono. Perchè non ti
tingi gli occhi di nero?
</p>
@@ -7289,72 +7251,72 @@ insegno io...
E Soave corse a prendere il lapis nero, e il
lapis rosso, il vasetto della pomata e lo scatolino
della cipria, e, tutta ilare, costretta Silvina
-a voltarsi con il viso al lume, incominciò a dipingerla.
+a voltarsi con il viso al lume, incominciò a dipingerla.
Prima furono gli occhi. I chiari occhi
di Silvina, i chiari occhi che mia madre baciava
con tanto amore, che erano freddi ma casti,
brillarono d'una strana luce nel cerchio nero
che li chiuse intorno intorno alle ciglia. Da quel
momento essi perdettero ogni pudore; non furono
-più gli occhi di una fanciulla. Poi fu la
+più gli occhi di una fanciulla. Poi fu la
volta delle labbra, delle labbra che mia madre
-baciava con tanta purità, che erano cattive ma
+baciava con tanta purità, che erano cattive ma
caste nel loro pallore malato, e divennero rosse,
sbocciarono in una rosa purpurea e sensuale.
La sua bocca divenne da quel momento impura;
-non fu più la bocca d'una fanciulla. Poi
+non fu più la bocca d'una fanciulla. Poi
le dita leggiere di Soave spalmarono il viso di
Silvina, il caro viso che mia madre accarezzava
con tanta tenerezza, d'una pomata bianchiccia
che rese la pelle liscia e lucida come seta, illuminando
il suo pallore di strani riflessi di madreperla.
Quindi sulla fronte, sulle gote, sul
-mento, sulla gola passò il piumino e vi posò un
-velo di cipria rosea, e la madreperla si annebbiò
-d'una opacità calda e vellutata, come l'alito
+mento, sulla gola passò il piumino e vi posò un
+velo di cipria rosea, e la madreperla si annebbiò
+d'una opacità calda e vellutata, come l'alito
caldo fa sullo specchio.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_176"></a>[176]</span>
-Così fu distrutta Silvina nostra. Ella fu da
+Così fu distrutta Silvina nostra. Ella fu da
quel momento un'altra Silvina.
</p>
<p>
&mdash; Irriconoscibile! esclamava Soave, guardandola
-raggiante. Che meraviglia! Guàrdati!
-Guàrdati!
+raggiante. Che meraviglia! Guàrdati!
+Guàrdati!
</p>
<p>
-E la trascinò dinnanzi allo specchio perchè
+E la trascinò dinnanzi allo specchio perchè
anch'ella potesse ammirare l'opera delle sue
mani, vedere quanto fosse mutata. E vi dico
che Silvina non torse vergognosa gli occhi da
-quella sua triste immagine, non si rivoltò rabbiosa
+quella sua triste immagine, non si rivoltò rabbiosa
contro Soave per insultarla, non disfece
inorridita quella turpe maschera che le deformava
-il volto, non si gettò in terra singhiozzando
+il volto, non si gettò in terra singhiozzando
umiliata, ma sorrise con compiacenza alla
Silvina che senza pudore le sorrideva dallo specchio
-e inchinò il capo da ogni lato per ammirare
-quanto giovasse al suo profilo la bocca così
+e inchinò il capo da ogni lato per ammirare
+quanto giovasse al suo profilo la bocca così
fortemente segnata.
</p>
<p>
-&mdash; È vero, disse, con una voce che non era
+&mdash; È vero, disse, con una voce che non era
la sua solita voce, una voce che vibrava tutta
-di commozione, è vero! Come sono diversa!...
+di commozione, è vero! Come sono diversa!...
</p>
<p>
-&mdash; E più bella! esclamò Soave.
+&mdash; E più bella! esclamò Soave.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, disse Silvina, quasi più bella...
+&mdash; Sì, disse Silvina, quasi più bella...
</p>
<p>
@@ -7373,31 +7335,31 @@ Quanti sono! Come pesano!
</p>
<p>
-Glieli accarezzò a lungo, mentre il suo viso
+Glieli accarezzò a lungo, mentre il suo viso
si imporporava, chiudendo gli occhi per il piacere
che le veniva dall'accarezzare quei capelli
-così morbidi e densi. E Silvina, ad occhi chiusi,
-si lasciava accarezzare. Si lasciò accarezzare,
+così morbidi e densi. E Silvina, ad occhi chiusi,
+si lasciava accarezzare. Si lasciò accarezzare,
e, quando Soave le disse: &mdash; Lascia ch'io ti
-spogli! &mdash; lasciò che Soave le slacciasse l'abito
+spogli! &mdash; lasciò che Soave le slacciasse l'abito
viola e poi l'abito azzurro, disse semplicemente: &mdash; Avevo
-tanto freddo! &mdash; lasciò che cadessero
+tanto freddo! &mdash; lasciò che cadessero
ai suoi piedi la sottoveste bianca, i calzoncini
orlati di pizzo, la camicina ch'era trattenuta
appena da un nastro rosa annodato sulla
-spalla. Rimase così nuda nuda dinnanzi allo
+spalla. Rimase così nuda nuda dinnanzi allo
specchio, e soltanto quando, aperti ad un tratto
-gli occhi, si vide così nuda nello specchio, e
+gli occhi, si vide così nuda nello specchio, e
vide Soave che la guardava estatica, con un piccolo
-grido si rifugiò nel letto perdendo nel
-salto le sue scarpette che volarono chissà dove.
+grido si rifugiò nel letto perdendo nel
+salto le sue scarpette che volarono chissà dove.
Ma Soave spense il lume e la raggiunse
-sotto le coltri, l'abbracciò stretta stretta e le
+sotto le coltri, l'abbracciò stretta stretta e le
disse:
</p>
<p>
-&mdash; Senti, senti, se la mia pelle non è più liscia
+&mdash; Senti, senti, se la mia pelle non è più liscia
della pelle di Silvio...
</p>
@@ -7407,55 +7369,55 @@ Poi le disse:
<p>
&mdash; Ora le mie labbra non ti faranno ribrezzo,
-perchè anche le tue sono dipinte. Senti se
-il rossetto non è dolce come il miele....
+perchè anche le tue sono dipinte. Senti se
+il rossetto non è dolce come il miele....
</p>
<p>
-E la baciò sulla bocca. Poi appoggiò la sua
+E la baciò sulla bocca. Poi appoggiò la sua
<span class="pagenum"><a id="Page_178"></a>[178]</span>
testa sulla spalla nuda di Silvina, e dolcemente
-si addormentò: perchè Soave, Soave era innocente.
-Ma Silvina non si addormentò subito. Il
+si addormentò: perchè Soave, Soave era innocente.
+Ma Silvina non si addormentò subito. Il
cuore le batteva forte. Ella pensava con gioia,
con una specie di dolorosa, di amara, di cattiva
-voluttà, che quel corpo tiepido, che era così
+voluttà, che quel corpo tiepido, che era così
strettamente allacciato al suo, non era il corpo
di Silvio. Ed ella godeva d'un piacere ignorato,
al pensiero che il suo letto di fanciulla era
-tanto lontano, che non si sarebbe mai più coricata
+tanto lontano, che non si sarebbe mai più coricata
in quel deserto candore. Pensava che anche
-il letto di Silvio era lassù, freddo e vuoto,
+il letto di Silvio era lassù, freddo e vuoto,
sotto il solaio, in quella stanza tenebrosa su cui
la pioggia piangeva le sue fredde e lamentose
lagrime, e che ella, Silvina, non sarebbe mai
-più stata sola, perchè il suo pudore l'aveva abbandonata,
+più stata sola, perchè il suo pudore l'aveva abbandonata,
quella specie d'impedimento fisico
che la rendeva straniera a tutte le cose che non
le appartenessero da lungo tempo. Da quel momento
ella era perfettamente libera, tutto le
apparteneva, tutto poteva prendere, fare suo.
-Non esistevano più ostacoli alla sua volontà, non
-più limiti, non più divieti. Buono era quel letto
+Non esistevano più ostacoli alla sua volontà, non
+più limiti, non più divieti. Buono era quel letto
in cui stava coricata per la prima volta; e come
un giorno aveva potuto addormentarsi senza
-il bacio di sua madre, così ora, tra poco, si
+il bacio di sua madre, così ora, tra poco, si
sarebbe addormentata senza il bacio di Silvio.
</p>
<p>
Quando fu giorno, Soave con una carezza
-svegliò Silvina. Il sonno era stato per entrambe
+svegliò Silvina. Il sonno era stato per entrambe
un sereno riposo. Esse si guardarono sorridendo,
<span class="pagenum"><a id="Page_179"></a>[179]</span>
e videro con gioia che un raggio di sole
pallido filtrava attraverso le tende della finestra.
-Il nuovo giorno non era così triste come
-l'altro. Silvina si vestì in fretta, si pettinò, e
+Il nuovo giorno non era così triste come
+l'altro. Silvina si vestì in fretta, si pettinò, e
quando fu vestita e pettinata Soave le mise in
-capo uno dei suoi cappellini di feltro, le attorcigliò
+capo uno dei suoi cappellini di feltro, le attorcigliò
intorno al collo una volpe azzurra, e Silvina
-uscì nel mattino tutto ridente di solicello
+uscì nel mattino tutto ridente di solicello
per andare all'ospedale. L'ospedale era un gran
palazzo di pietra grigia. Le strade su cui si affacciavano
le file interminabili delle sue finestre
@@ -7466,7 +7428,7 @@ una vera moltitudine di miserabili si pigiava in
silenzio, e Silvina dovette attraversare quella
folla prima di arrivare alla porta. Un corridoio
nudo e lunghissimo, attraversato di quando
-in quando da qualche suora di carità, si presentò
+in quando da qualche suora di carità, si presentò
dinnanzi a lei, ed ella dovette percorrerlo
in tutta la sua lunghezza, e vedere, attraverso
le sue cento porte aperte, file e file di letti bianchi,
@@ -7477,15 +7439,15 @@ a uno di quei volti mostruosi, e riconobbe
Silvio con un senso di repulsione invincibile,
come se non lo avesse mai veduto prima di allora,
come se fosse un altro uomo. E Silvio
-la guardò con le sue ardenti pupille, e non
+la guardò con le sue ardenti pupille, e non
<span class="pagenum"><a id="Page_180"></a>[180]</span>
-la riconobbe. Ella potè così fermarsi soltanto
+la riconobbe. Ella potè così fermarsi soltanto
un istante dinnanzi a quel letto, udire appena
il rantolo che usciva dalla gola strozzata
dell'infermo, e senza rivolgergli una parola,
senza sfiorargli la fronte con una carezza, senza
compiere nessuno di questi pietosi doveri,
-potè fuggirsene via, e sottrarsi al pensiero che
+potè fuggirsene via, e sottrarsi al pensiero che
quelle labbra gonfie e violacee ella le aveva baciate,
e quelle gote, trasudate livide irsute, le
aveva carezzate, aveva toccati quei capelli aridi,
@@ -7493,9 +7455,9 @@ sorriso a quegli occhi insensati. La giornata
invernale era povera povera di sole. L'azzurro
del cielo sembrava un'illusione di sereno.
Ma a Silvina, quando uscita dall'ospedale si
-sentì presa in quel solicello, sotto quel cielo timido,
-sembrò di camminare per le vie di un paradiso
-primaverile, tutto luce, serenità, gaudio.
+sentì presa in quel solicello, sotto quel cielo timido,
+sembrò di camminare per le vie di un paradiso
+primaverile, tutto luce, serenità, gaudio.
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -7506,17 +7468,17 @@ IX.
<p>
Ad un angolo di strada, in un giardino tutto
di palme incappucciate, Silvina vide una serra
-piena di fiori, e comprò un gran mazzo di rose
-rosse, che sembravano sbocciate allora nel più
+piena di fiori, e comprò un gran mazzo di rose
+rosse, che sembravano sbocciate allora nel più
tepido sole di maggio. Stringendosi al seno quelle
-rose, tutta così stupendamente fiorita, attraversò
+rose, tutta così stupendamente fiorita, attraversò
<span class="pagenum"><a id="Page_181"></a>[181]</span>
-mezza città, salì le scale della sua casa,
-ed entrò in quella stanza dalla quale la sera
+mezza città, salì le scale della sua casa,
+ed entrò in quella stanza dalla quale la sera
innanzi era uscita tremando. Quantunque per
l'abbaino piovesse un po' di sole, quella stanza
-non le sembrò meno squallida. Ma il color vivo
-delle rose riscaldò con i vaghi riflessi di una
+non le sembrò meno squallida. Ma il color vivo
+delle rose riscaldò con i vaghi riflessi di una
aurora il candore nudo di quei muri.
</p>
@@ -7526,7 +7488,7 @@ e Silvina, sorpresa e intimidita, vide apparire
fra i due battenti la faccia gialliccia dello zio
Stanislao. Senza attendere un suo invito, egli
si fece avanti a piccoli passi di danza, e, baciandole
-umilmente la mano, le domandò:
+umilmente la mano, le domandò:
</p>
<p>
@@ -7534,27 +7496,27 @@ umilmente la mano, le domandò:
</p>
<p>
-Il tono della sua voce era così dimesso, i suoi
-modi così modesti, che Silvina non potè fare a
+Il tono della sua voce era così dimesso, i suoi
+modi così modesti, che Silvina non potè fare a
meno di perdonarlo con un breve sorriso. Gli
-indicò una sedia, ed egli subito pronto a quel
+indicò una sedia, ed egli subito pronto a quel
gesto si sedette, mentre Silvina, sedutasi dinnanzi
a lui, lo contemplava con uno sguardo
-pieno di studiata indifferenza, così freddo ed
-estraneo che il poveretto si sentì d'un tratto
+pieno di studiata indifferenza, così freddo ed
+estraneo che il poveretto si sentì d'un tratto
mancare la voce.
</p>
<p>
&mdash; Signora, disse alfine, balbettando, vi chiedo
-scusa se ho osato salire quassù senza il vostro
-permesso. Ma Silvio non vi parlò mai del
+scusa se ho osato salire quassù senza il vostro
+permesso. Ma Silvio non vi parlò mai del
principe Stroztki, suo amico?
</p>
<p>
-S'interruppe, e poichè Silvina ebbe assentito
-con un lieve cenno del capo, s'inchinò e soggiunse:
+S'interruppe, e poichè Silvina ebbe assentito
+con un lieve cenno del capo, s'inchinò e soggiunse:
</p>
<p>
@@ -7563,10 +7525,10 @@ con un lieve cenno del capo, s'inchinò e soggiunse:
</p>
<p>
-Pronunciate queste parole, egli abbassò gli
+Pronunciate queste parole, egli abbassò gli
occhi modestamente ed attese. Silvina ricordava
-benissimo quel nome, e ciò che Silvio le aveva
-detto di lui, e cioè che, avendola ammirata all'Alhambra,
+benissimo quel nome, e ciò che Silvio le aveva
+detto di lui, e cioè che, avendola ammirata all'Alhambra,
l'aveva paragonata ad una viola
mammola. Ma dovette compiere uno sforzo per
scartare l'immagine dello zio Stanislao, che fino
@@ -7581,22 +7543,22 @@ d'un tratto denudata da un colpo di vento; la
sua testa tutta pelata, che doveva essere tonda
gialla e liscia come il suo viso. Non s'era mai
incontrata con un uomo simile, che non avesse
-un pelo in faccia, così irrimediabilmente calvo,
-nonostante quella perfetta parrucca, e così giallo
+un pelo in faccia, così irrimediabilmente calvo,
+nonostante quella perfetta parrucca, e così giallo
da non parer fatto di carne, ma impastato di
una carta pesta ingiallita. Poteva avere qualunque
-età, fra i trenta e i sessanta anni; eppure,
+età, fra i trenta e i sessanta anni; eppure,
piuttosto che d'un vecchio, aveva l'aspetto di un
uomo non finito, d'un burattino al quale, passata
sul viso una prima mano di vernice e incollata
in fretta sul tondo della zucca una parrucchetta
-di peli neri, senza appiccicargli nè sopracciglia,
-nè ciglia, nè baffi, nè barba, e dare
+di peli neri, senza appiccicargli nè sopracciglia,
+nè ciglia, nè baffi, nè barba, e dare
<span class="pagenum"><a id="Page_183"></a>[183]</span>
alle sue labbra e ai suoi pomelli una spennellata
di rosso carnicino, fosse stato mandato per
il mondo, a vivere in compagnia d'altri burattini
-tutti rifiniti per bene. Il sarto, sì, aveva
+tutti rifiniti per bene. Il sarto, sì, aveva
compiuto perfettamente l'opera sua, vestendolo
con abiti di un taglio, come si dice, irreprensibile
e secondo l'ultimo figurino; alti colletti a pizzi
@@ -7609,64 +7571,64 @@ volta scoperto che quel burattino era un principe,
bisognava riconoscere che non sarebbe sembrato
un vero principe se non avesse avuto quell'aspetto
di burattino. Gli antichi videro metamorfosi
-ben più stupefacenti di questa. E se Mirra
-potè mutarsi in pianta, e Nictimene in gufo, e
-Niobe in roccia, a maggior ragione potè lo zio
+ben più stupefacenti di questa. E se Mirra
+potè mutarsi in pianta, e Nictimene in gufo, e
+Niobe in roccia, a maggior ragione potè lo zio
Stanislao, agli occhi di Silvina, mutarsi in un
principe, la cui calvizie altro non fosse se non
-un indizio dell'antichità della razza, stanca ormai
+un indizio dell'antichità della razza, stanca ormai
di produrre tanti principi polacchi tutti adorni
-delle più sontuose zazzere d'Europa.
+delle più sontuose zazzere d'Europa.
</p>
<p>
-Mentre in Silvina avveniva una così ardua revisione
+Mentre in Silvina avveniva una così ardua revisione
della sua persona ridicola, il principe
-Stanislao pensò che fosse inutile procrastinare
+Stanislao pensò che fosse inutile procrastinare
di qualche minuto ancora il momento in
cui, divenuto insostenibile quel silenzio che durava
-già troppo tempo, egli avrebbe dovuto in
+già troppo tempo, egli avrebbe dovuto in
<span class="pagenum"><a id="Page_184"></a>[184]</span>
ogni modo parlare, confessando a Silvina la segreta
-ragione di quella visita. Egli dunque chiamò
+ragione di quella visita. Egli dunque chiamò
a raccolta tutti i suoi spiriti coraggiosi, e
-composto il gesto in una specie di ieratica immobilità,
-abbassò il capo per non vedere come
+composto il gesto in una specie di ieratica immobilità,
+abbassò il capo per non vedere come
Silvina avrebbe accolto le sue parole. Quindi
con voce velata di commozione disse:
</p>
<p>
&mdash; Silvina, sono venuto per confidarvi un segreto:
-un segreto così grave, che da esso dipende
+un segreto così grave, che da esso dipende
tutta la mia vita. Se sentiste, Silvina, (e
si premette una mano sul cuore) come il mio
cuore batte in questo istante, sono certo che
credereste subito a quanto sto per dirvi, senza
dubitare mai mai che io possa fingere o mentire.
-Così come mi vedete, non più giovinetto,
-ho ancora l'anima semplice d'un fanciullo. Sì,
+Così come mi vedete, non più giovinetto,
+ho ancora l'anima semplice d'un fanciullo. Sì,
ho anch'io vissuto intensamente, ho amato e sono
stato amato, ho viaggiato molto, e, frequentando
uomini e donne d'ogni razza, posso dire
-d'avere più d'ogni altro un'esperienza assai estesa
+d'avere più d'ogni altro un'esperienza assai estesa
del mondo. Ma io vengo da un paese freddo,
-dove l'ingenuità è degli uomini oltre che dei
-fanciulli, e perciò ancora oggi soffro di una
-ingenuità quasi infantile. La mia prima giovinezza
+dove l'ingenuità è degli uomini oltre che dei
+fanciulli, e perciò ancora oggi soffro di una
+ingenuità quasi infantile. La mia prima giovinezza
trascorse tutta tra severe regole, nell'isolamento
assoluto di un vecchio e tetro castello
lituano. La solitudine di quegli anni influisce
ancora su molti lati del mio carattere. In ogni
-caso io sono incapace di mentire, così come
+caso io sono incapace di mentire, così come
sono incapace di nascondere i palpiti del mio
<span class="pagenum"><a id="Page_185"></a>[185]</span>
cuore; e quando il mio cuore parla, sono incapace
di tacere. Mi promettete almeno, Silvina,
di ascoltarmi con benevolenza, e di giudicare
poi non tanto le mie parole, quanto le mie intenzioni?
-Sì, Silvina, soggiunse con un tono di
-voce più bassa, ciò che io sto per dirvi è molto
+Sì, Silvina, soggiunse con un tono di
+voce più bassa, ciò che io sto per dirvi è molto
grave. Tutto dipende da voi...
</p>
@@ -7675,11 +7637,11 @@ Silvina, senza distrarsi dallo studio accurato
della persona del principe, lo ascoltava con un
vago senso di noia. Ma a quel mutamento di
voce, che egli fece improvvisamente, ebbe un
-breve palpito di paura e domandò:
+breve palpito di paura e domandò:
</p>
<p>
-&mdash; È di Silvio che volete parlare?
+&mdash; È di Silvio che volete parlare?
</p>
<p>
@@ -7692,39 +7654,39 @@ malinconia.
nessuna grave notizia di Silvio. Spero che
Silvio non corra nessun pericolo, ma non senza
dolore vedo ora come voi lo amiate. Forse
-sarebbe più prudente per me che io rinunciassi
+sarebbe più prudente per me che io rinunciassi
senz'altro a parlarvi... Forse commetto una pazzia,
-giuoco disperatamente la mia felicità. Ma
+giuoco disperatamente la mia felicità. Ma
come potrei ora andarmene, senza sembrare ai
-vostri occhi il più ridicolo degli uomini? Ascoltatemi,
+vostri occhi il più ridicolo degli uomini? Ascoltatemi,
dunque, e siate buona con me. Dovete
sapere, Silvina, che da quella sera, in cui vi
vidi per la prima volta all'Alhambra, la vostra
-immagine non mi ha più abbandonato. Considerate
-fino a che punto la nostra felicità sia alla
-mercè del caso! Chi può non credere alla fatalità?
+immagine non mi ha più abbandonato. Considerate
+fino a che punto la nostra felicità sia alla
+mercè del caso! Chi può non credere alla fatalità?
<span class="pagenum"><a id="Page_186"></a>[186]</span>
Mille volte, incontrando una donna non
-mai veduta prima in nessun luogo, ho esclamato: &mdash; È
-lei, è lei quella che ho sempre sognato
+mai veduta prima in nessun luogo, ho esclamato: &mdash; È
+lei, è lei quella che ho sempre sognato
d'amare! La sola che potrebbe rendermi
felice! Ma, dopo averla ammirata per tutta
una sera, dopo aver costruito progetti su progetti,
fantasticando di tutto il mio avvenire,
quella donna, com'era apparsa improvvisamente
-sul mio cammino, così improvvisamente scompariva,
-e per quanto cercassi, non riuscivo più
+sul mio cammino, così improvvisamente scompariva,
+e per quanto cercassi, non riuscivo più
a rintracciarla. Sempre, sempre, tutte sono
scomparse, come se il destino, dopo avermele
spinte incontro per tentarmi con la loro presenza,
poi subito se le riprendesse, riportandole
via, lontano da me, per modo che io non
-potessi mai più rivederle. Debbo dirvi, Silvina,
+potessi mai più rivederle. Debbo dirvi, Silvina,
che ho temuto anche per voi la stessa
sorte? Quando interrogai Silvio ed egli mi
-disse: &mdash; È mia moglie... &mdash; sentii che la sua
+disse: &mdash; È mia moglie... &mdash; sentii che la sua
gelosia avrebbe provveduto a tenermi lontano
-da voi forse anche più di quanto non avesse
+da voi forse anche più di quanto non avesse
fatto il destino per tutte le altre; e rassegnato
rinunciai ad ogni mia speranza. Ma, ieri sera,
incontrandovi inaspettatamente una seconda
@@ -7735,50 +7697,50 @@ stesso in cui era pronto a soccorrermi...
<p>
Il principe parlava con voce uguale, commossa.
-Silvina pensava: &mdash; Come è lungo!
+Silvina pensava: &mdash; Come è lungo!
E per quanto non tradisse alcun pensiero, era
<span class="pagenum"><a id="Page_187"></a>[187]</span>
impaziente e curiosa di giungere alla conclusione.
</p>
<p>
-&mdash; Mi ascoltate, Silvina? domandò il principe
+&mdash; Mi ascoltate, Silvina? domandò il principe
ad un tratto.
</p>
<p>
-Ella accennò di sì, e il principe continuò:
+Ella accennò di sì, e il principe continuò:
</p>
<p>
&mdash; Da principio credetti di essermi ingannato.
Come potevate essere voi, proprio voi, in quella
casa? Quelle ragazze mi chiamano lo zio
-Stanislao, perchè io le tratto con confidenza,
+Stanislao, perchè io le tratto con confidenza,
come un vecchio amico. Ma non giudicatemi
male, Silvina. Io sono un uomo debole, ma
non un libertino. Cerco di sfuggire allo spleen
unendomi a qualche allegra compagnia, senza
per questo abbandonarmi al vizio. Del resto
ognuno prende un'ora di spensierato oblio, un
-attimo di piacere, là dove li trova. Da questo
-lato la casa di madama Humbert è migliore
+attimo di piacere, là dove li trova. Da questo
+lato la casa di madama Humbert è migliore
di tante altre. Ma voi? Eppure, passato il primo
momento di dubbio, ebbi la certezza di non
avervi confusa con nessun'altra donna. No. Eravate
voi, proprio voi, seduta in quella poltrona
rossa, in compagnia di Odette e di Manon,
-di Mimì, di Soave. E Silvio? Ammalato.
-E voi? Sola. Lo credete? Rimasi così profondamente
+di Mimì, di Soave. E Silvio? Ammalato.
+E voi? Sola. Lo credete? Rimasi così profondamente
turbato da questo incontro che quando
Odette volle trascinarmi nell'altra stanza
-perchè l'accompagnassi al piano, non ebbi la
-forza di rifiutarmi. Così, mentre non avrei
-mai più voluto allontanarmi da voi, fui costretto
+perchè l'accompagnassi al piano, non ebbi la
+forza di rifiutarmi. Così, mentre non avrei
+mai più voluto allontanarmi da voi, fui costretto
a rimanervi tutta la sera lontano. Ma
<span class="pagenum"><a id="Page_188"></a>[188]</span>
quali sofferenze, dopo! Una voce interna mi
-diceva: &mdash; Meglio così, Stanislao, meglio averla
+diceva: &mdash; Meglio così, Stanislao, meglio averla
sfuggita! E un'altra voce diceva: &mdash; Vile,
vile! Odette ha potuto separarti da lei ancora
una volta. Tu perderai anche questa, e poi incolperai
@@ -7790,12 +7752,12 @@ la voce dell'anima mia...
<p>
Giunto a questo punto critico del suo discorso,
-egli si arrestò impaurito dal pensiero che
-oramai non era più possibile divagare ancora.
+egli si arrestò impaurito dal pensiero che
+oramai non era più possibile divagare ancora.
Levando per un attimo gli occhi su Silvina, la
vide, rannuvolata, posare su di lui uno sguardo
freddo ed ironico. Il suo silenzio e la sua
-immobilità lo spaventarono, ma pensò che gli
+immobilità lo spaventarono, ma pensò che gli
era ormai impossibile indietreggiare. Allora,
come uno che, dopo essersi tenuto per lungo
tempo con inauditi sforzi in equilibrio sull'orlo
@@ -7811,17 +7773,17 @@ non veda come la mia situazione sia piena di
pericoli, nello stesso tempo dolorosa e ridicola?
Ebbene, ora vi domando: &mdash; Silvina, siete
veramente la moglie di Silvio? Siete almeno
-la sua fidanzata? E se non siete nè moglie nè
-fidanzata, è vero che amate Silvio teneramente?
+la sua fidanzata? E se non siete nè moglie nè
+fidanzata, è vero che amate Silvio teneramente?
<span class="pagenum"><a id="Page_189"></a>[189]</span>
E se neppure lo amate con passione, lo amate
almeno per capriccio? E se questo capriccio
fosse finito, permettereste ad un altr'uomo di
occupare un posto nel vostro cuore? Pensate,
Silvina, pensate quanto questa vita sia indegna
-di voi! (e con un gesto egli abbracciò la miseria
+di voi! (e con un gesto egli abbracciò la miseria
di quella stanza). La vostra bellezza esige ben
-altra cornice. Voi potete avere tutto ciò che desiderate
+altra cornice. Voi potete avere tutto ciò che desiderate
da un uomo che vi adora...
</p>
@@ -7831,16 +7793,16 @@ principe Stanislao cadde in ginocchio ai piedi
di Silvina. Ma prima che egli avesse toccato
terra, Silvina s'era alzata, e saettava sulla sua
testa prona i fulmini di uno sdegno che le riempiva
-gli occhi di lampi. Egli udì la sua voce
+gli occhi di lampi. Egli udì la sua voce
sarcastica che diceva:
</p>
<p>
-&mdash; Perchè Silvio non è qui per rispondervi?
+&mdash; Perchè Silvio non è qui per rispondervi?
</p>
<p>
-Poi udì il suono di un riso beffardo, e la voce
+Poi udì il suono di un riso beffardo, e la voce
di Silvina che diceva:
</p>
@@ -7851,14 +7813,14 @@ di Silvina che diceva:
<p>
Ma quand'egli infine si decise a sollevare il
capo per alzarsi in piedi, vide che Silvina non
-rideva più.
+rideva più.
</p>
<p>
-&mdash; Ciò che mi proponete è infame! &mdash; esclamò
+&mdash; Ciò che mi proponete è infame! &mdash; esclamò
Silvina con voce rotta dall'affanno. E balbettando: &mdash; Uscite!
-uscite! si abbattè sulla
-sedia e, nascosto il viso, scoppiò in un tumulto
+uscite! si abbattè sulla
+sedia e, nascosto il viso, scoppiò in un tumulto
di lacrime.
</p>
@@ -7868,12 +7830,12 @@ Il principe Stanislao scosse desolato il capo.
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_190"></a>[190]</span>
-&mdash; Silvina, Silvina, sospirò, voi non mi avete
+&mdash; Silvina, Silvina, sospirò, voi non mi avete
compreso...
</p>
<p>
-Poi, tesa timidamente la mano, le sfiorò il
+Poi, tesa timidamente la mano, le sfiorò il
capo con una lieve carezza.
</p>
@@ -7883,16 +7845,16 @@ della vita... potete contare... su me...
</p>
<p>
-E in punta di piedi, senza più voltarsi indietro,
-se ne andò.
+E in punta di piedi, senza più voltarsi indietro,
+se ne andò.
</p>
<p>
Non appena egli ebbe varcata la soglia dell'uscio,
-Silvina raddrizzò il capo, e rise da
+Silvina raddrizzò il capo, e rise da
sola, a lungo. Il suo viso non aveva traccia di
lacrime. Le sue ciglia erano perfettamente asciutte.
-Quindi si alzò, andò a vedere nello
+Quindi si alzò, andò a vedere nello
specchio se quella scena di finta disperazione,
che ella aveva recitata come nei vecchi drammi,
le avesse sciupato il contorno rosso delle
@@ -7902,9 +7864,9 @@ posato sul suo seno, Soave le disse:
</p>
<p>
-&mdash; Come sei fortunata tu, Silvina. C'è Odette
+&mdash; Come sei fortunata tu, Silvina. C'è Odette
che aspetta da un anno che lo zio Stanislao
-la prenda con sè. Non sai quanto è ricco?
+la prenda con sè. Non sai quanto è ricco?
Avresti carrozza, cavalli, servitori, una bellissima
casa con tutti i mobili nuovi, dove potresti
dare dei gran pranzi... Vestiti, pellicce,
@@ -7912,11 +7874,11 @@ gioielli, quanti tu ne volessi... E poi chi ti impedirebbe
di sceglierti un bel ragazzo, magari
di tenerti Silvio, se preferisci per forza un
uomo alla tua piccola Soave? Lo zio Stanislao
-è brutto, ma il mondo è pieno di bei giovani,
+è brutto, ma il mondo è pieno di bei giovani,
<span class="pagenum"><a id="Page_191"></a>[191]</span>
-anche più belli di Silvio. E tu hai rifiutato?
-Soltanto Odette può ringraziarti. Povera Odette!
-Ha già più di trent'anni...
+anche più belli di Silvio. E tu hai rifiutato?
+Soltanto Odette può ringraziarti. Povera Odette!
+Ha già più di trent'anni...
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -7925,16 +7887,16 @@ X.
</h3>
<p>
-Silvio, caduta che fu la febbre, passò dieci
+Silvio, caduta che fu la febbre, passò dieci
giorni disperati. Qualcuno gli disse che una
mattina, quand'ancora aveva il delirio, una ragazza
era venuta a visitarlo, si era trattenuta
pochi minuti accanto al suo letto e poi se ne
era andata via. Ma da quel giorno nessuno si
-era più presentato in corsia a cercare di lui,
-nè quella ragazza, nè altri. Silvio avrebbe voluto
+era più presentato in corsia a cercare di lui,
+nè quella ragazza, nè altri. Silvio avrebbe voluto
lasciar subito l'ospedale, ma i medici glielo
-vietarono. Pregò, pianse, si dichiarò guarito,
+vietarono. Pregò, pianse, si dichiarò guarito,
ma tutto fu inutile. Dovettero passare dieci
lunghi giorni prima che l'infermiere gli restituisse
i suoi abiti, dicendogli che, volendo,
@@ -7951,15 +7913,15 @@ male fisico, nella quale viveva disperato da tanti
giorni. Appoggiandosi, dall'una all'altra, alle
spalliere dei letti, rispondendo con dei fiochi
addii ai saluti che raccoglieva da ogni ammalato,
-potè raggiungere il corridoio, e poi scendere le
+potè raggiungere il corridoio, e poi scendere le
scale e uscire nell'atrio.
</p>
<p>
-Era l'ora dell'imbrunire. Trovò fuori un discreto
-crepuscolo che non ferì i suoi sensi malcerti,
-un'aria umida che non gelò la sua carne
-già fredda. Ringraziò Iddio che, creando la
+Era l'ora dell'imbrunire. Trovò fuori un discreto
+crepuscolo che non ferì i suoi sensi malcerti,
+un'aria umida che non gelò la sua carne
+già fredda. Ringraziò Iddio che, creando la
luce, aveva creato l'ombra, nella quale ora egli
avrebbe potuto passare inosservato, senza che
tutti gli stranieri nei quali si sarebbe incontrato
@@ -7976,9 +7938,9 @@ e per tanto tempo, ma che in quei venti
giorni, che era rimasto assente, fossero stati
spostati da un luogo ad un altro, e mutate
le loro dimensioni, certe case rialzate di alcuni
-piani ed altre invece ridotte a metà; i monumenti
+piani ed altre invece ridotte a metà; i monumenti
gli parevano ingranditi, con piedistalli
-più alti e quadrati, e le figure delle statue atteggiate
+più alti e quadrati, e le figure delle statue atteggiate
<span class="pagenum"><a id="Page_193"></a>[193]</span>
bizzarramente in gesti che non erano
i soliti; la gente, i veicoli, la disposizione delle
@@ -7986,11 +7948,11 @@ botteghe illuminate, tutto sembrava denotare
nei cittadini abitudini nuove nel modo di frequentare
le strade, di raggrupparsi in questo o
quel punto, di occupare i marciapiedi e le cantonate,
-di regolarsi nei riguardi della città. Per
+di regolarsi nei riguardi della città. Per
esempio la casa dove egli abitava, dove Silvina
forse lo stava aspettando, dove forse Silvina
era ammalata, dove forse anche Silvina non lo
-aspettava più, gli era sempre sembrata molto vicina
+aspettava più, gli era sempre sembrata molto vicina
all'ospedale, tanto da potervi giungere in
pochi passi. Invece non faceva che svoltare
cantoni, attraversare piazze, e la sua casa era
@@ -8006,42 +7968,42 @@ da salire sette faticosi capi di scale. Passando
dinnanzi allo sgabuzzino illuminato del
portinaio, attraverso i vetri vide il buon Fortunato
curvo sopra una vecchia ciabatta su cui
-picchiava a gran forza con un martello; bussò
-contro i vetri con la punta di un dito e lo salutò.
+picchiava a gran forza con un martello; bussò
+contro i vetri con la punta di un dito e lo salutò.
Quello rimase col martello aizzato a mezz'aria,
a guardarlo meravigliato, poi rise allegramente
-e gli gridò: &mdash; Ben tornato, signor Silvio! è
+e gli gridò: &mdash; Ben tornato, signor Silvio! è
guarito bene? ho piacere, ho piacere! &mdash; E Silvio
-s'incamminò per le scale con il cuore che
+s'incamminò per le scale con il cuore che
<span class="pagenum"><a id="Page_194"></a>[194]</span>
-gli pesava addolorato, perchè se Silvina fosse
+gli pesava addolorato, perchè se Silvina fosse
stata ammalata costui non avrebbe riso allegramente
a quel modo, ma si sarebbe alzato con
un viso malinconico, per dirgli: &mdash; Sa, signor
-Silvio, la signorina è stata malata, ma quello
+Silvio, la signorina è stata malata, ma quello
che abbiamo potuto fare lo abbiamo fatto per
lei... Silvina, invece, non era malata, e nulla
di nuovo le era accaduto in quei giorni maledetti,
-e perciò, se lo aveva abbandonato
+e perciò, se lo aveva abbandonato
solo nel suo letto di ospedale, senza portargli
-nè il conforto di un sorriso, nè il balsamo di
+nè il conforto di un sorriso, nè il balsamo di
una carezza, abbandonato come un cane, dimenticato
come uno straniero, non doveva temere
-per lei, ma soltanto commiserare sè stesso,
+per lei, ma soltanto commiserare sè stesso,
riconoscendo crudelmente ch'ella lo aveva
-abbandonato e dimenticato soltanto perchè
+abbandonato e dimenticato soltanto perchè
non le importava nulla di lui, che vivesse
o morisse, che potesse consolarsi o disperarsi
nel sentirsi solo e abbandonato in quel
ricovero di derelitti. Egli era stato sul punto di
morire, e non solo se ne sarebbe andato senza
-rivedere nè sua madre nè suo padre, che ne
+rivedere nè sua madre nè suo padre, che ne
sarebbero certamente morti di dolore, ma senza
che Silvina neppure sapesse che egli moriva,
che la loro vita stava per essere troncata d'un
tratto, tutti i loro sogni distrutti, il loro amore
finito per sempre. Un giorno forse, dopo chi
-sa quanto tempo, non vedendolo mai più ritornare,
+sa quanto tempo, non vedendolo mai più ritornare,
Silvina si sarebbe presentata alla porta
dell'Ospedale, e avrebbe chiesto che cosa fosse
<span class="pagenum"><a id="Page_195"></a>[195]</span>
@@ -8049,11 +8011,11 @@ accaduto di un ammalato di nome Silvio, al quale
corrispondeva il tale numero di letto. Avrebbero
sfogliato sotto i suoi occhi un gran registro
con tante cancellature e croci, e fermando
-l'indice sopra un nome le avrebbero detto: &mdash; È
+l'indice sopra un nome le avrebbero detto: &mdash; È
morto. Poi le avrebbero chiesto se era lei
-la sorella o la moglie, perchè in tal caso le avrebbero
-consegnato i suoi abiti. E Silvina, nè
-moglie nè sorella sua, ma più che moglie e sorella,
+la sorella o la moglie, perchè in tal caso le avrebbero
+consegnato i suoi abiti. E Silvina, nè
+moglie nè sorella sua, ma più che moglie e sorella,
la creatura tanto amata, se ne sarebbe
andata senza un sospiro, senza una lacrima, e
certo sulla sua tomba non avrebbe portato neppure
@@ -8062,20 +8024,20 @@ un fiore.
<p>
Come ebbe salite le lunghe scale, con uno
-sforzo accelerò il passo e il ballatoio lo fece
+sforzo accelerò il passo e il ballatoio lo fece
quasi correndo. Con il cuore che gli mancava,
-posò la mano sull'uscio e l'aprì. La stanza
-era semibuia e deserta. Egli cercò febbrilmente
+posò la mano sull'uscio e l'aprì. La stanza
+era semibuia e deserta. Egli cercò febbrilmente
una candela, l'accese, ed esausto cadde disteso
-sul letto. Rimase così alquanto tempo, immobile,
+sul letto. Rimase così alquanto tempo, immobile,
senza pensiero. Non vedeva, non udiva
nulla. La fiammella della candela era fioca e
agitata. Faceva tante ombre agitate sulle pareti.
-Quando finalmente risollevò il capo e si guardò
+Quando finalmente risollevò il capo e si guardò
intorno, Silvio vide innanzi tutto gli abiti di Silvina
appesi in un angolo, e ne ebbe un palpito
-di gioia. Il suo cuore fu così alleggerito del
-peso che più lo opprimeva, poichè il pensiero
+di gioia. Il suo cuore fu così alleggerito del
+peso che più lo opprimeva, poichè il pensiero
che lo aveva tormentato fino a quell'istante con
maggior pena, quantunque egli cercasse sempre
<span class="pagenum"><a id="Page_196"></a>[196]</span>
@@ -8088,8 +8050,8 @@ quando quel pensiero si insinuava fra
le mille altre idee dolorose che si agitavano in
lui, egli si sentiva perduto, come se fosse per
mancargli l'ultimo spiraglio di luce in un mondo
-che già gli appariva tutto paurosamente fosco.
-Ma poichè i suoi abiti erano là ancora appesi
+che già gli appariva tutto paurosamente fosco.
+Ma poichè i suoi abiti erano là ancora appesi
nel solito angolo, e non soltanto gli abiti, ma
sul tavolo, in un secchiello di legno, c'era un
mazzo di gigli ancora freschi, e sopra ogni mobile
@@ -8103,7 +8065,7 @@ crudele fantasma che lo visitava in sogno da
tante notti, inafferabile ed ostile, ma proprio
lei viva, come l'aveva posseduta un giorno. E
non potendo reggere all'impeto della commozione
-che suscitò in lui questa certezza, egli
+che suscitò in lui questa certezza, egli
pianse con il viso affondato nei cuscini, dirottamente,
a lungo, versando in lacrime tutta la
amarezza di quei giorni e di quelle notti di
@@ -8113,67 +8075,67 @@ disperazione.
<p>
Solo quando ebbe ritrovato un po' di calma,
<span class="pagenum"><a id="Page_197"></a>[197]</span>
-Silvio pensò come quell'incontro imminente e
+Silvio pensò come quell'incontro imminente e
tanto desiderato sarebbe stato penoso, quanto
egli avrebbe forse dovuto ancora soffrire, e come
invece sarebbe stato felice se fosse rientrato
in quella stanza con lei, appoggiato al suo
braccio, dopo aver fatta insieme la lunga strada
-dell'ospedale. E arrivati lassù, ritrovandosi
+dell'ospedale. E arrivati lassù, ritrovandosi
finalmente soli, si sarebbero abbracciati con
tenerezza infinita, e il bacio che allora avrebbe
unito le loro labbra sarebbe stato dolce come
-il primo bacio d'amore. Ora invece era là, solo,
+il primo bacio d'amore. Ora invece era là, solo,
senza sapere nemmeno quale Silvina gli si
sarebbe mostrata fra poco, se la sua cara Silvina
d'una volta oppure un'altra Silvina, disamorata,
indifferente. Avrebbe dovuto interrogarla,
mostrarsi sconfortato, addolorato, deluso,
dubitare delle sue parole, se ella, provando
-pietà e rimorso nel vederlo così fisicamente
-disfatto, così triste e sconvolto, avesse cercato
+pietà e rimorso nel vederlo così fisicamente
+disfatto, così triste e sconvolto, avesse cercato
di giustificarsi, di rassicurarlo, di confortarlo
-anche; e quanto più ella si sarebbe mostrata
+anche; e quanto più ella si sarebbe mostrata
espansiva, tenera, premurosa, afflitta, pentita,
-più egli avrebbe dovuto pensare che Silvina,
+più egli avrebbe dovuto pensare che Silvina,
sentendosi colpevole, cercava ora di riabilitarsi
ai suoi occhi mentendo, trovando scuse di cui
-egli avrebbe indovinato subito la falsità e l'inconsistenza.
+egli avrebbe indovinato subito la falsità e l'inconsistenza.
Ma forse ella non avrebbe nemmeno
cercato di giustificarsi, di mentire, per ottenere
il suo perdono. Forse Silvina gli avrebbe
-confessato crudelmente la verità, e cioè che, non
+confessato crudelmente la verità, e cioè che, non
<span class="pagenum"><a id="Page_198"></a>[198]</span>
-amandolo più, le riusciva affatto indifferente
+amandolo più, le riusciva affatto indifferente
che egli l'accusasse ora d'averlo trattato come
un estraneo, d'essere stata cattiva ed ingrata
verso di lui.
</p>
<p>
-Ma Silvio potè mutare cento volte pensiero,
+Ma Silvio potè mutare cento volte pensiero,
distruggere una dopo l'altra tutte le sue supposizioni
-e trovarne sempre delle nuove, poichè
-Silvina non rientrò che assai tardi. Udì,
+e trovarne sempre delle nuove, poichè
+Silvina non rientrò che assai tardi. Udì,
prima del rumore dei suoi passi, la sua voce
lontana, nel corridoio, che fresca ed ilare diceva
a qualcuno, la cui presenza non era manifesta
se non per via di quelle parole: &mdash; Arrivederci
a domani! addio! addio! &mdash; e poi la
-udì avvicinarsi saltellando, e finalmente l'uscio
-si aprì. Alla luce fioca della candela Silvio vide
+udì avvicinarsi saltellando, e finalmente l'uscio
+si aprì. Alla luce fioca della candela Silvio vide
che ella aveva le spalle fasciate da una pelliccetta
grigia, un cappellino grigio sul capo, un
mazzo di garofani in braccio. Poi vide il suo
viso tutto colorito, e la sua bocca rossa, e i suoi
-occhi grandi e neri, e pensò subito di avere la
-febbre, se il viso di Silvina gli appariva così
-esageratamente acceso, la sua bocca così rossa,
-i suoi occhi così profondi e ingranditi. Silvina
+occhi grandi e neri, e pensò subito di avere la
+febbre, se il viso di Silvina gli appariva così
+esageratamente acceso, la sua bocca così rossa,
+i suoi occhi così profondi e ingranditi. Silvina
ebbe un piccolo grido di paura scorgendo inaspettatamente
l'ombra sua nera distesa sul letto,
-poi non potè vincere un moto di stupore
-e di contrarietà, e, corrugate le ciglia, rimase
+poi non potè vincere un moto di stupore
+e di contrarietà, e, corrugate le ciglia, rimase
ferma dinnanzi alla porta, a guardarlo. Silvio
s'era sollevato sulla sponda del letto, e si sentiva
ora la gola stretta da un nodo, e in tutta
@@ -8184,9 +8146,9 @@ nella sua mente confusa un solo pensiero, una
sola parola per Silvina. Non sapeva che cosa
sarebbe accaduto di lui qualora avesse tentato
di muoversi o di parlarle. Ma finalmente Silvina
-si scostò dalla porta e si fece in mezzo alla
-stanza. Posò sul tavolo i fiori, si tolse la pelliccia
-e il cappello, si aggiustò i riccioli sulla
+si scostò dalla porta e si fece in mezzo alla
+stanza. Posò sul tavolo i fiori, si tolse la pelliccia
+e il cappello, si aggiustò i riccioli sulla
fronte e sulla nuca, quindi si rivolse a lui e
freddamente gli disse:
</p>
@@ -8196,12 +8158,12 @@ freddamente gli disse:
</p>
<p>
-Silvio si sentì prima agghiacciare tutto, poi
-avvampare d'una fiamma che gli serpeggiò con
+Silvio si sentì prima agghiacciare tutto, poi
+avvampare d'una fiamma che gli serpeggiò con
un brivido caldo da capo a piedi, e gli dette improvvisamente
-una forza meravigliosa. Si alzò
+una forza meravigliosa. Si alzò
d'impeto, mosse due passi verso Silvina, le
-prese una mano e con voce soffocata le gridò:
+prese una mano e con voce soffocata le gridò:
</p>
<p>
@@ -8209,9 +8171,9 @@ prese una mano e con voce soffocata le gridò:
Speravi ch'io fossi morto! Credevi di esserti
liberata per sempre di me! Ebbene no!
Non sono morto! Come mi vedi sono vivo, e
-presente, vivo, vivo, vivo!... Perchè non sei
+presente, vivo, vivo, vivo!... Perchè non sei
venuta a convincertene prima, che io non ero
-morto? Oh sì, certamente, potevo anche morire!
+morto? Oh sì, certamente, potevo anche morire!
Sono stato per giorni e giorni sospeso a
un filo di vita. A quest'ora potrei anche essere
sotterrato. Ma per te, che cosa poteva importare?
@@ -8230,10 +8192,10 @@ di voce, mentre indietreggiava guardandolo spaventata.
</p>
<p>
-&mdash; Pazzo? domandò Silvio ridendo convulsamente.
+&mdash; Pazzo? domandò Silvio ridendo convulsamente.
Vuoi farmi credere che deliro, che
-sragiono? Ah! sì, potrei anche esserle impazzito,
-soggiunse poi amaramente, poichè non mi
+sragiono? Ah! sì, potrei anche esserle impazzito,
+soggiunse poi amaramente, poichè non mi
hanno lasciato morire! Ma dimmi: se ti ricordo
che sono stato per venti giorni e venti
notti abbandonato come un cane in un letto di
@@ -8243,19 +8205,19 @@ struggermi di angoscia, se ti ricordo questi venti
giorni di martirio, mi dirai ancora che sono
pazzo? Tu sei bene Silvina. Io sono pure Silvio.
Per quanto la follia mi abbia rovesciato
-il cervello, non crederò di essere insensato a
+il cervello, non crederò di essere insensato a
tal punto da scambiare un'altra donna con te,
-e un altr'uomo con me stesso. Dunque io sarò
-forse impazzito, ma la verità rimane quella che
-è, come se io fossi perfettamente lucido e sano!
+e un altr'uomo con me stesso. Dunque io sarò
+forse impazzito, ma la verità rimane quella che
+è, come se io fossi perfettamente lucido e sano!
</p>
<p>
-Si sentì mancare il respiro, vacillò, cadde
+Si sentì mancare il respiro, vacillò, cadde
riverso sul letto e rimase immobile, respirando
-affannosamente. Durò un lungo silenzio,
-in cui non si udì che il suo rantolo soffocato.
-Poi Silvina gli si avvicinò e gli domandò sommessamente:
+affannosamente. Durò un lungo silenzio,
+in cui non si udì che il suo rantolo soffocato.
+Poi Silvina gli si avvicinò e gli domandò sommessamente:
</p>
<p>
@@ -8263,17 +8225,17 @@ Poi Silvina gli si avvicinò e gli domandò sommessamente:
<span class="pagenum"><a id="Page_201"></a>[201]</span>
tanto colpevole? Non ricordi d'avermi tu stesso
ordinato, quando venni a visitarti e deliravi,
-di non ritornare mai più all'ospedale, finchè
+di non ritornare mai più all'ospedale, finchè
tu non fossi guarito?
</p>
<p>
-L'anima abbuiata di Silvio si illuminò a quelle
-parole di un'improvvisa luce. Sollevò il capo
+L'anima abbuiata di Silvio si illuminò a quelle
+parole di un'improvvisa luce. Sollevò il capo
e rimase per qualche minuto attonito, con lo
-sguardo fisso a terra. Quindi lentamente lo levò
+sguardo fisso a terra. Quindi lentamente lo levò
su Silvina e, incontrati i suoi occhi pieni di
-umiltà e di dolcezza, le domandò:
+umiltà e di dolcezza, le domandò:
</p>
<p>
@@ -8281,36 +8243,36 @@ umiltà e di dolcezza, le domandò:
</p>
<p>
-Silvina assentì col capo ed egli era troppo
+Silvina assentì col capo ed egli era troppo
confuso, troppo agitato per vedere come gli occhi
di lei, nel momento in cui il capo si piegava
por assentire, stornassero da lui le pupille
-per sfuggire alla fissità del suo sguardo. A Silvio
-bastò quel breve cenno per sentirsi disarmato
+per sfuggire alla fissità del suo sguardo. A Silvio
+bastò quel breve cenno per sentirsi disarmato
e felice. Egli non ricordava nulla dei
giorni del suo delirio; ma quella spiegazione, la
sola alla quale nel suo lungo fantasticare non
avesse pensato, corrispondeva indubbiamente
-alla verità.
+alla verità.
</p>
<p>
-&mdash; Ma come? Quando? domandò a Silvina
+&mdash; Ma come? Quando? domandò a Silvina
con il viso illuminato da un sorriso di gioia.
</p>
<p>
E allora Silvina, compiacente, gli si sedette
accanto sulla sponda del tetto, e, abbandonandogli
-le mani che egli incominciò a coprire di
-baci, gli raccontò:
+le mani che egli incominciò a coprire di
+baci, gli raccontò:
</p>
<p>
&mdash; La mattina del secondo giorno io venni a
-vederti. Si penò molto prima di trovare il tuo
+vederti. Si penò molto prima di trovare il tuo
<span class="pagenum"><a id="Page_202"></a>[202]</span>
-letto, e mi fecero attraversare tante corsìe e mi
+letto, e mi fecero attraversare tante corsìe e mi
mostrarono tanti di quei disgraziati, chiedendomi
sempre se eri tu, che io cercavo. Finalmente
ti trovammo. Povero piccolo! Eri quasi irriconoscibile.
@@ -8319,23 +8281,23 @@ come una maschera. Deliravi e sembrava che
nemmeno ti accorgessi della mia presenza. Io
ti chiamavo, e tu non rispondevi. Soltanto per
un momento mi guardasti sorridendo e presa
-la mia mano, mi dicesti: &mdash; Non ritornare più,
-mai più. Questo luogo è orrendo. Non voglio
-che tu mi veda così. Quando starò meglio ti
-manderò a chiamare. Poi chiudesti gli occhi, e
+la mia mano, mi dicesti: &mdash; Non ritornare più,
+mai più. Questo luogo è orrendo. Non voglio
+che tu mi veda così. Quando starò meglio ti
+manderò a chiamare. Poi chiudesti gli occhi, e
ricominciasti a vaneggiare. Allora io me ne sono
andata. Avrei voluto disubbidirti, e ritornare.
Ma poi pensavo che ti sarebbe dispiaciuto,
e speravo che da un giorno all'altro mi avresti
mandato a chiamare. Come ti ho aspettato,
Silvio mio! E tu? Credermi capace di dimenticare
-il mio Silvio? È questo tutto il bene
+il mio Silvio? È questo tutto il bene
che mi vuoi?
</p>
<p>
-Silvio se la tirò stretta stretta sul cuore e
-mormorò supplichevole:
+Silvio se la tirò stretta stretta sul cuore e
+mormorò supplichevole:
</p>
<p>
@@ -8344,45 +8306,45 @@ ricordavo di nulla...
</p>
<p>
-E allora Silvina, continuò:
+E allora Silvina, continuò:
</p>
<p>
-&mdash; Tu sì, mi hai abbandonata qui, sola, senza
+&mdash; Tu sì, mi hai abbandonata qui, sola, senza
nessuno, senza danari, senza un aiuto... Il
-tuo piccolo gruzzolo è finito presto. Non bastò
+tuo piccolo gruzzolo è finito presto. Non bastò
per tre giorni. Non hai mai pensato, tu, che
<span class="pagenum"><a id="Page_203"></a>[203]</span>
io potevo morire di fame? Credimi, Silvio,
-non hai sofferto tu solo. È stata una grama vita
+non hai sofferto tu solo. È stata una grama vita
la mia di questi giorni, e non so che cosa
sarebbe avvenuto di me, se dei vicini pietosi
non mi avessero aiutato. E anche la nostra vita
-di tutti questi mesi è stata una grama vita, Silvio
-mio! Perchè dovrei nascondertelo? Bisogna
+di tutti questi mesi è stata una grama vita, Silvio
+mio! Perchè dovrei nascondertelo? Bisogna
che tu pensi ora seriamente a cambiare
-questo stato di cose tanto penoso. Così, non potremo
+questo stato di cose tanto penoso. Così, non potremo
mai essere felici.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, sì, piccola santa, mormorò Silvio umiliato,
+&mdash; Sì, sì, piccola santa, mormorò Silvio umiliato,
questa miseria deve finire.
</p>
<p>
-Era disfatto. Si spogliò lentamente, ripetendo
+Era disfatto. Si spogliò lentamente, ripetendo
ogni tanto: &mdash; Deve finire, deve finire... &mdash; e
-si coricò, pregando Silvina di rimboccargli bene
-bene le coperte intorno al corpo, perchè
+si coricò, pregando Silvina di rimboccargli bene
+bene le coperte intorno al corpo, perchè
lo riprendeva un gran freddo. Tutti i dubbi,
tutte l'angosce di poco fa erano svanite, ma
-non si sentiva perciò meno inquieto e infelice.
+non si sentiva perciò meno inquieto e infelice.
Ora un altro pensiero lo tormentava, un
pensiero anch'esso doloroso e assillante, ed era
quello dell'indomani, del modo come avrebbe
risolto il problema della loro esistenza quotidiana,
-perchè Silvina era stanca stanca di patire
+perchè Silvina era stanca stanca di patire
quella miserabile vita, ed egli non vedeva
come avrebbe potuto mutarla. Bisognava trovare
del denaro, prima ancora di pensare di
@@ -8390,7 +8352,7 @@ trovare una qualsiasi occupazione remunerativa.
Egli stesso aveva bisogno di abiti invernali,
per evitare che, ai rigori dell'inverno, il suo
<span class="pagenum"><a id="Page_204"></a>[204]</span>
-corpo ora così debole ricadesse ammalato. Silvina
+corpo ora così debole ricadesse ammalato. Silvina
poi era una donna, e non poteva rinunciare
a tutti i piaceri della vita, ad ogni eleganza,
ad ogni svago; ed egli invece non era
@@ -8403,50 +8365,50 @@ assurdo. Sua madre, se pure lo avesse osato,
avrebbe potuto dargli ben poco aiuto. Su vere
amicizie non poteva contare. Ed egli non vedeva
nulla e nessuno su cui fermarsi sia pure con
-una vaga speranza. Dopo un poco udì Silvina
+una vaga speranza. Dopo un poco udì Silvina
che si spogliava, senti il fruscio dei suoi abiti
che le cadevano di dosso, il rumore dei suoi
pettini che ella posava sul cassettone, e poi un
-rumore più secco e duro, che gli ricordò la
+rumore più secco e duro, che gli ricordò la
collana dallo smeraldo che ella portava sempre
-al collo. Un'idea strana e pericolosa si affacciò
-alla sua mente, che scartò subito con indignazione.
-Sentì che Silvina soffiava sulla candela,
+al collo. Un'idea strana e pericolosa si affacciò
+alla sua mente, che scartò subito con indignazione.
+Sentì che Silvina soffiava sulla candela,
e infatti quel po' di luce debole debole,
che filtrava attraverso le sue ciglia chiuse, si
-spense. Sentì poi Silvina coricarsi al suo fianco,
-all'altra estremità del letto, e non osò muoversi
+spense. Sentì poi Silvina coricarsi al suo fianco,
+all'altra estremità del letto, e non osò muoversi
per avvicinarsi a lei e abbracciarla. Allora
quell'idea bizzarra, che gli era nata un
-momento prima, ritornò a tentarlo, ed egli nuovamente
-la ricacciò lontano. Cercò di distrarsi,
+momento prima, ritornò a tentarlo, ed egli nuovamente
+la ricacciò lontano. Cercò di distrarsi,
<span class="pagenum"><a id="Page_205"></a>[205]</span>
-e pensò che davvero gli fosse tornata un po' di
-febbre, non solo perchè aveva le gambe gelate
+e pensò che davvero gli fosse tornata un po' di
+febbre, non solo perchè aveva le gambe gelate
e il viso in fiamme, ma per quei colori esageratamente
vivaci che aveva creduto di vedere
sul volto di Silvina, quasi ella avesse gli occhi
e la bocca dipinti. Su questa immagine di Silvina
-la sua ragione si ottenebrò, ed egli cadde,
+la sua ragione si ottenebrò, ed egli cadde,
stanco, in un profondo sonno.
</p>
<p>
-La mattina dopo si svegliò che doveva essere
+La mattina dopo si svegliò che doveva essere
appena spuntato il sole. Silvina dormiva
ancora tutta rannicchiata in un angolo del letto.
-Silvio la guardò muto e commosso per qualche
-istante, poi adagio adagio allontanò da sè le coltri,
-s'infilò gli abiti, si avvicinò al cassettone, e
-contemplò la collana dallo smeraldo che vi era
-posata sopra. Prima di decidersi Silvio si voltò
+Silvio la guardò muto e commosso per qualche
+istante, poi adagio adagio allontanò da sè le coltri,
+s'infilò gli abiti, si avvicinò al cassettone, e
+contemplò la collana dallo smeraldo che vi era
+posata sopra. Prima di decidersi Silvio si voltò
ancora una volta a guardare Silvina addormentata,
come fa il ladro il quale sa che tutto dipende
-dall'attimo in cui la sua mano si muoverà
+dall'attimo in cui la sua mano si muoverà
per rubare. Il calmo respiro di Silvina
-era come l'onda di un mare buono sotto il più
-costante dei cieli. Allora Silvio aprì cautamente
-l'uscio e in gran fretta si allontanò.
+era come l'onda di un mare buono sotto il più
+costante dei cieli. Allora Silvio aprì cautamente
+l'uscio e in gran fretta si allontanò.
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -8459,20 +8421,20 @@ XI.
</h3>
<p>
-Quando Silvina si destò, e il giorno era già
-alto, vide curvo sopra di sè il viso sorridente
+Quando Silvina si destò, e il giorno era già
+alto, vide curvo sopra di sè il viso sorridente
di Silvio che la guardava con amore fra un
gran fascio di rose bianche.
</p>
<p>
-&mdash; La felicità ti accompagni sempre! le disse
-Silvio, poichè la vide aprire gli occhi; e, posando
-accanto a lei le rose, la baciò sulla fronte.
+&mdash; La felicità ti accompagni sempre! le disse
+Silvio, poichè la vide aprire gli occhi; e, posando
+accanto a lei le rose, la baciò sulla fronte.
</p>
<p>
-&mdash; Sono per me? domandò Silvina ancora
+&mdash; Sono per me? domandò Silvina ancora
mezzo assonnata.
</p>
@@ -8481,8 +8443,8 @@ mezzo assonnata.
</p>
<p>
-Silvina le odorò e, sollevandosi sul gomito,
-ormai completamente sveglia guardò Silvio
+Silvina le odorò e, sollevandosi sul gomito,
+ormai completamente sveglia guardò Silvio
stupefatta. Egli indossava un soprabito di lana
verde, con colletto di pelle di lupo e risvolti
di velluto nero, e in capo aveva un berretto
@@ -8494,30 +8456,30 @@ le cose appena uscite di bottega.
</p>
<p>
-&mdash; Ti piace? le domandò Silvio, girando sui
-talloni perchè ella potesse ammirare da ogni
-parte il suo pastrano. Quindi lo sbottonò e, rovesciandolo,
-le mostrò la fodera morbida e
+&mdash; Ti piace? le domandò Silvio, girando sui
+talloni perchè ella potesse ammirare da ogni
+parte il suo pastrano. Quindi lo sbottonò e, rovesciandolo,
+le mostrò la fodera morbida e
spessa di flanella scozzese.
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_207"></a>[207]</span>
-&mdash; Sarà bene, disse Silvio con la più grande
+&mdash; Sarà bene, disse Silvio con la più grande
naturalezza, che noi cerchiamo oggi anche per
te un mantello o un soprabito caldo caldo come
-questo. L'inverno di quest'anno è veramente
+questo. L'inverno di quest'anno è veramente
troppo freddo, e le malattie sono un'orrenda
sciagura.
</p>
<p>
&mdash; Ma come hai potuto spendere tanto denaro?
-domandò Silvina meravigliata.
+domandò Silvina meravigliata.
</p>
<p>
-Silvio le voltò le spalle e, andando verso il
+Silvio le voltò le spalle e, andando verso il
fondo della stanza, rispose:
</p>
@@ -8527,57 +8489,57 @@ aveva con me.
</p>
<p>
-Silvina era uscita dal letto. Silvio si levò presto
-di pastrano e glielo infilò, avvolgendola
+Silvina era uscita dal letto. Silvio si levò presto
+di pastrano e glielo infilò, avvolgendola
tutta, che tremava seminuda, in quella lana tepida
e pesante.
</p>
<p>
-&mdash; Ci stai bene? le domandò sorridendo.
+&mdash; Ci stai bene? le domandò sorridendo.
</p>
<p>
-E Silvina, per tutta risposta, cercò d'allungare
+E Silvina, per tutta risposta, cercò d'allungare
le braccia che si perdevano nelle immense
-maniche del pastrano e gliele gettò al collo,
+maniche del pastrano e gliele gettò al collo,
giuliva.
</p>
<p>
&mdash; Come poco basterebbe per essere felici!
-esclamò tenendosi appesa al suo collo e accarezzandolo
+esclamò tenendosi appesa al suo collo e accarezzandolo
con uno sguardo pieno di candida
-malizia. Mi giuri che non mi farai più soffrire?
+malizia. Mi giuri che non mi farai più soffrire?
</p>
<p>
-E Silvio glielo giurò, con un bacio. Ma
-mentre, scherzando, la faceva saltare qua e là
+E Silvio glielo giurò, con un bacio. Ma
+mentre, scherzando, la faceva saltare qua e là
per la stanza tenendola sollevata fra le braccia
come una bambina piccina, pensava in cuor suo
con tristezza che veramente di poco si potrebbe
<span class="pagenum"><a id="Page_208"></a>[208]</span>
-esser felici; ma è appunto quel poco che manca
-sempre alla felicità di tutti, compresi i più fortunati
-e i meno esigenti. Così, senza volere, egli
-trascinò Silvina in prossimità del tavolo, e vedendo
+esser felici; ma è appunto quel poco che manca
+sempre alla felicità di tutti, compresi i più fortunati
+e i meno esigenti. Così, senza volere, egli
+trascinò Silvina in prossimità del tavolo, e vedendo
quei fiori che stavano in fresco entro il
-secchiello di legno, pensò che al loro posto si
-potevamo mettere le sue rose. Ma a metà di
-questo pensiero, così semplice e naturale, un
-altro ne sorse che lo colpì.
+secchiello di legno, pensò che al loro posto si
+potevamo mettere le sue rose. Ma a metà di
+questo pensiero, così semplice e naturale, un
+altro ne sorse che lo colpì.
</p>
<p>
-&mdash; E questi fiori, domandò a Silvina, questi
+&mdash; E questi fiori, domandò a Silvina, questi
fiori dove li hai presi?
</p>
<p>
Silvina aveva affondato il capo nel colletto
di pelo di lupo, in modo che non ne spuntava
-che un occhio. Con quell'occhio lo guardò, e
+che un occhio. Con quell'occhio lo guardò, e
rispose inchinandosi:
</p>
@@ -8597,13 +8559,13 @@ principe Stanislao Stroztki!
</p>
<p>
-&mdash; Stroztki? domandò ancora Silvio, questa
+&mdash; Stroztki? domandò ancora Silvio, questa
volta senza punto corruccio. E dove lo hai pescato?
</p>
<p>
&mdash; Veramente, rispose Silvina con voce insinuante,
-è il signor principe che ha pescato me...
+è il signor principe che ha pescato me...
</p>
<p>
@@ -8615,38 +8577,38 @@ caso!
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_209"></a>[209]</span>
-&mdash; Ti avrà incontrata per via! esclamò poi
+&mdash; Ti avrà incontrata per via! esclamò poi
sicuro d'indovinare.
</p>
<p>
-&mdash; No, disse Silvina, è venuto qui a cercarmi...
+&mdash; No, disse Silvina, è venuto qui a cercarmi...
</p>
<p>
-&mdash; E perchè? domandò Silvio.
+&mdash; E perchè? domandò Silvio.
</p>
<p>
-Silvina si tuffò nuovamente nel pelo di lupo
-e di laggiù rispose:
+Silvina si tuffò nuovamente nel pelo di lupo
+e di laggiù rispose:
</p>
<p>
-&mdash; Perchè, Silvio, ti vuol tanto bene!
+&mdash; Perchè, Silvio, ti vuol tanto bene!
</p>
<p>
-Allora Silvio s'intenerì. Caro amico! Forse
+Allora Silvio s'intenerì. Caro amico! Forse
non lo aveva apprezzato abbastanza, in quei
-superficiali incontri da caffè. Ed è pur vero
-che spesso gli uomini più ridicoli nascondono
-i cuori più generosi.
+superficiali incontri da caffè. Ed è pur vero
+che spesso gli uomini più ridicoli nascondono
+i cuori più generosi.
</p>
<p>
-&mdash; Ah, povero principe! esclamò Silvio convinto;
-lo ringrazierò con tutta l'anima mia.
+&mdash; Ah, povero principe! esclamò Silvio convinto;
+lo ringrazierò con tutta l'anima mia.
</p>
<p>
@@ -8654,24 +8616,24 @@ Ma mentre formulava questa solenne promessa,
i suoi occhi caddero sulla mantellina
di talpa grigia che stava appesa a un piolo, e
ricordandosi di averla veduta la sera innanzi
-sulle spalle di Silvina, si stupì di essersela poi
+sulle spalle di Silvina, si stupì di essersela poi
fino a quel momento dimenticata.
</p>
<p>
-&mdash; E questa mantellina? domandò con una
-vaga inquietudine nella voce. È di talpa... Dove
+&mdash; E questa mantellina? domandò con una
+vaga inquietudine nella voce. È di talpa... Dove
l'hai presa?
</p>
<p>
&mdash; Oh! rispose Silvina dal vano dell'abbaino,
-senza staccare il viso dai vetri, è una piccola
+senza staccare il viso dai vetri, è una piccola
cosa... Me l'ha prestata un'amica.
</p>
<p>
-&mdash; La principessa Stroztki? &mdash; domandò Silvio
+&mdash; La principessa Stroztki? &mdash; domandò Silvio
con ironia.
</p>
@@ -8683,7 +8645,7 @@ in questi giorni per caso.
</p>
<p>
-Silvio scosse il capo e mormorò:
+Silvio scosse il capo e mormorò:
</p>
<p>
@@ -8694,8 +8656,8 @@ tua vita...
<p>
Allora Silvina si volse e, fissando sopra di
lui uno sguardo acuto acuto, come uno spillo,
-gli si avvicinò di due passi, si tolse il pastrano
-e lo gettò ai suoi piedi con sgarbo.
+gli si avvicinò di due passi, si tolse il pastrano
+e lo gettò ai suoi piedi con sgarbo.
</p>
<p>
@@ -8707,76 +8669,76 @@ libera di scegliere le mie amicizie, di ricevere
i fiori che m'offrono, e di portare i vestiti, le
pellicce, i cappelli che mi piacciono, e di fare e
disfare il mondo intero a modo mio... Ed ora
-vattene, perchè sono annoiata di te.
+vattene, perchè sono annoiata di te.
</p>
<p>
-A viso alto, sdegnata, ella si avviò verso il
+A viso alto, sdegnata, ella si avviò verso il
cassettone. Silvio in gran fretta, come se le parole
di Silvina avessero suscitato in lui una
-viva collera, s'infilò il soprabito ed uscì.
+viva collera, s'infilò il soprabito ed uscì.
</p>
<p>
-Rimasta sola Silvina indossò il migliore dei
-suoi vestiti, e tranquillamente incominciò a pettinarsi.
+Rimasta sola Silvina indossò il migliore dei
+suoi vestiti, e tranquillamente incominciò a pettinarsi.
Da qualche giorno portava i capelli
annodati alti sul capo, con solo due brevi riccioli
che le ricadevano sulle tempie. Quella
pettinatura le allungava graziosamente il viso
-e la faceva più alta di tutta la persona. Poi si
-incipriò le mani, le braccia, il collo, le gote;
+e la faceva più alta di tutta la persona. Poi si
+incipriò le mani, le braccia, il collo, le gote;
<span class="pagenum"><a id="Page_211"></a>[211]</span>
si tinse di nero gli occhi, di rosso le labbra e si
-contemplò soddisfatta. In quel medesimo istante
+contemplò soddisfatta. In quel medesimo istante
alcuni colpi affrettati risonarono contro l'uscio
-e Soave entrò correndo.
+e Soave entrò correndo.
</p>
<p>
&mdash; Silvina, disse concitata, non ne possiamo
-più! Tutta la notte non ha fatto che piangere,
-che smaniare. Credo che impazzirà, se tu non
+più! Tutta la notte non ha fatto che piangere,
+che smaniare. Credo che impazzirà, se tu non
vieni a calmarlo...
</p>
<p>
-&mdash; Ma non lo sapete dunque, gridò Silvina,
-non lo sapete che Silvio è tornato?
+&mdash; Ma non lo sapete dunque, gridò Silvina,
+non lo sapete che Silvio è tornato?
</p>
<p>
&mdash; Lo sappiamo, lo sappiamo, rispose Soave,
-e per questo appunto si dispera così.
+e per questo appunto si dispera così.
</p>
<p>
-&mdash; E perchè si dispera? domandò Silvina.
+&mdash; E perchè si dispera? domandò Silvina.
Non sapeva anche lui che quando fosse ritornato
Silvio tutto doveva finire tra noi?
</p>
<p>
Furono bussati altri colpi contro l'uscio, ed
-entrò correndo Odette:
+entrò correndo Odette:
</p>
<p>
-&mdash; Per carità! disse ansando, non indugiate
-un minuto di più! Lo abbiamo ripreso per miracolo
-a metà delle scale. Veniva qui correndo
+&mdash; Per carità! disse ansando, non indugiate
+un minuto di più! Lo abbiamo ripreso per miracolo
+a metà delle scale. Veniva qui correndo
come un indemoniato, e ora in quattro non
riusciamo a tenerlo disteso sul letto.
</p>
<p>
-&mdash; Silvina! supplicò Soave, giungendo le
+&mdash; Silvina! supplicò Soave, giungendo le
mani.
</p>
<p>
Allora Silvina prese una subita risoluzione, si
-buttò sulle spalle la mantellina e si precipitò
+buttò sulle spalle la mantellina e si precipitò
nel corridoio.
</p>
@@ -8788,14 +8750,14 @@ porta, tutta stralunata, col viso tutto in lacrime.
</p>
<p>
-&mdash; Dov'è? chiese seccamente Silvina.
+&mdash; Dov'è? chiese seccamente Silvina.
</p>
<p>
-Madama Humbert la guidò correndo in fondo
-alla casa. Là, in una stanza semibuia, disteso
+Madama Humbert la guidò correndo in fondo
+alla casa. Là, in una stanza semibuia, disteso
bocconi sul letto, con le gambe e le braccia
-buttate una qua e una là, stava il principe
+buttate una qua e una là, stava il principe
Stroztki. Egli mordeva furiosamente il cuscino
e ruggiva come un leone. Il parrucchino gli era
volato chi sa dove, e nella penombra la sua testa
@@ -8803,104 +8765,104 @@ tutta pelata sprigionava lampi gialli.
</p>
<p>
-&mdash; Ebbene? gridò Silvina, scuotendolo violentemente
+&mdash; Ebbene? gridò Silvina, scuotendolo violentemente
per una spalla. Che cosa sono queste
-scene? Volete che io chiami Silvio, perchè
+scene? Volete che io chiami Silvio, perchè
veda in che modo vi riducete voi, quando amate
una donna?
</p>
<p>
-&mdash; Dov'è? dov'è? rantolò il principe, sollevandosi
+&mdash; Dov'è? dov'è? rantolò il principe, sollevandosi
sul letto, guardando minaccioso tutto intorno.
</p>
<p>
Ma i suoi occhi s'incontrarono con gli occhi
di Silvina, sfavillanti di sdegno e d'ira, e subito
-ammutolì.
+ammutolì.
</p>
<p>
&mdash; Scende le scale, rispose Silvina, ed ora
-sarà qui. Se vi piace d'esser ridicolo potete
+sarà qui. Se vi piace d'esser ridicolo potete
continuare a smaniare.
</p>
<p>
&mdash; Silvina, gemette il principe, mostrandole
con un gesto disperato la sua persona, vedete
-fino a che punto? Non sono più un uomo. Sono
-un povero straccio. Silvina non mi ama più!
+fino a che punto? Non sono più un uomo. Sono
+un povero straccio. Silvina non mi ama più!
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_213"></a>[213]</span>
-&mdash; Questo è delirio, disse Silvina. Silvina
+&mdash; Questo è delirio, disse Silvina. Silvina
non vi ha mai amato.
</p>
<p>
&mdash; Ah! Silvina, gemette il principe, se lui
non fosse mai ritornato, voi sareste stata sempre
-mia, non m'avreste trattato così. Fino a ieri
+mia, non m'avreste trattato così. Fino a ieri
siete stata buona con me, amorevole, piena di
promesse. Mi diceste, proprio ieri, prima di
-lasciarmi: &mdash; Se sarete degno di me, sarò vostra
+lasciarmi: &mdash; Se sarete degno di me, sarò vostra
per sempre!
</p>
<p>
-&mdash; Ma oggi, disse solennemente Silvina, così
+&mdash; Ma oggi, disse solennemente Silvina, così
come vi vedo, mi sembrate mille volte indegno
di qualunque donna.
</p>
<p>
&mdash; Silvina, Silvina, gemette il principe, come
-siete crudele! Perchè indegno? Chi mi ha ridotto
-così? Basta una vostra parola, perchè io
+siete crudele! Perchè indegno? Chi mi ha ridotto
+così? Basta una vostra parola, perchè io
ritorni quello stesso di ieri.
</p>
<p>
-Silvina non parlò.
+Silvina non parlò.
</p>
<p>
-&mdash; Una piccola elemosina di speranza, supplicò
+&mdash; Una piccola elemosina di speranza, supplicò
il principe. Che io possa almeno vedervi,
parlarvi, adorarvi in silenzio, e attendere umilmente
che il destino vi riconduca a me...
</p>
<p>
-&mdash; Se voi foste savio! esclamò Silvina. Ma
+&mdash; Se voi foste savio! esclamò Silvina. Ma
insensato a questo modo?
</p>
<p>
-&mdash; Savio, savio! balbettò il principe illuminandosi
-d'un sorriso. E in furia si alzò, cercò
-di ricomporre i suoi abiti disordinati, si precipitò
+&mdash; Savio, savio! balbettò il principe illuminandosi
+d'un sorriso. E in furia si alzò, cercò
+di ricomporre i suoi abiti disordinati, si precipitò
allo specchio, vide la sua testa pelata,
-cercò affannosamente la parrucca sopra e sotto
-il letto, se la calzò con destrezza dalla nuca
-alla fronte, riannodò la cravatta, e così, in
+cercò affannosamente la parrucca sopra e sotto
+il letto, se la calzò con destrezza dalla nuca
+alla fronte, riannodò la cravatta, e così, in
<span class="pagenum"><a id="Page_214"></a>[214]</span>
-sembianze più umane, si rivolse a Silvina e attese
+sembianze più umane, si rivolse a Silvina e attese
in silenzio una parola di perdono. Silvina
-lo guardò dalla testa ai piedi e disse:
+lo guardò dalla testa ai piedi e disse:
</p>
<p>
-&mdash; Così, Stanislao, potete sperare qualche
+&mdash; Così, Stanislao, potete sperare qualche
cosa da me, e non piangendo come un bambino....
</p>
<p>
-Egli le si avvicinò timido, le prese la punta
-di una mano e gliela baciò.
+Egli le si avvicinò timido, le prese la punta
+di una mano e gliela baciò.
</p>
<p>
@@ -8909,41 +8871,41 @@ la vita.
</p>
<p>
-Silvina gli volse le spalle ed uscì. Ritornata
-nella sua stanza, si guardò nello specchio,
+Silvina gli volse le spalle ed uscì. Ritornata
+nella sua stanza, si guardò nello specchio,
e rifece alcuni degli atteggiamenti corrucciati
e minacciosi che avevano atterrito il principe
Stanislao. Soddisfatta rise, e vedendo che al suo
-collo mancava la collana, andò a prenderla sul
+collo mancava la collana, andò a prenderla sul
cassettone dove l'aveva posata la sera innanzi,
-prima di coricarsi. La cercò tra i fazzoletti e le
+prima di coricarsi. La cercò tra i fazzoletti e le
bottiglie di profumi, sotto il cuscinetto appuntaspilli,
dietro lo specchio, nel primo, nel secondo
cassetto, ma con sua gran meraviglia non
-la trovò. Forse era caduta per terra. Ed ella
-scostò delle sedie, rimosse un paio di vecchie
-pantofole, s'inginocchiò, la cercò sotto i mobili.
-Ma la collana non c'era. Allora pensò con
+la trovò. Forse era caduta per terra. Ed ella
+scostò delle sedie, rimosse un paio di vecchie
+pantofole, s'inginocchiò, la cercò sotto i mobili.
+Ma la collana non c'era. Allora pensò con
sgomento, che, essendosela appuntata in fretta
prima di uscire dalla stanza, doveva averla
perduta nel corridoio, o per le scale, o in casa
di madama Humbert, durante quella scena col
-principe. A precipizio aprì l'uscio e mosse qualche
+principe. A precipizio aprì l'uscio e mosse qualche
<span class="pagenum"><a id="Page_215"></a>[215]</span>
passo nel corridoio. Ma il corridoio era
-troppo buio perchè ella potesse vedere la collana,
+troppo buio perchè ella potesse vedere la collana,
se proprio l'aveva perduta in quel tratto.
-Allora rientrò in camera, accese la candela, e,
-curva, esaminò a palmo a palmo il corridoio in
+Allora rientrò in camera, accese la candela, e,
+curva, esaminò a palmo a palmo il corridoio in
tutta la sua estensione. Ma la collana non c'era.
-Già presa da un principio di orgasmo, Silvina
-posò la candela in un angolo e fece le scale arrestandosi
+Già presa da un principio di orgasmo, Silvina
+posò la candela in un angolo e fece le scale arrestandosi
ad ogni scalino, scostando col piede
-i pezzi di carta che incontrava qua e là, senza
-nulla trovare. Bussò con forza alla porta di
-madama Humbert, dichiarò alla signora, che
-la guardò esterrefatta, la ragione di quell'improvviso
-ritorno, e madama Humbert chiamò
+i pezzi di carta che incontrava qua e là, senza
+nulla trovare. Bussò con forza alla porta di
+madama Humbert, dichiarò alla signora, che
+la guardò esterrefatta, la ragione di quell'improvviso
+ritorno, e madama Humbert chiamò
a gran voce Soave e Odette che accorsero, e
accorse anche il principe, e tutti in silenzio,
mentre Loreto, sul poggiolo strombettava la
@@ -8952,7 +8914,7 @@ sua canzone:
<div class="poem">
<p>Loreto, lo reee!</p>
-<p>Chi l'è che passa?</p>
+<p>Chi l'è che passa?</p>
<p>Lo re che va alla cacciaaaa...</p>
<p>Tacca trombetta!</p>
<p>Trrrr...</p></div>
@@ -8966,17 +8928,17 @@ tappeti, spostati mobili, rovesciate sedie; il letto
in quella stanza fu tutto sfatto, e le lenzuola
sbattute per ogni verso, e il principe, ginocchioni,
<span class="pagenum"><a id="Page_216"></a>[216]</span>
-frugò sotto tutti i mobili. Ma la collana
+frugò sotto tutti i mobili. Ma la collana
non venne fuori.
</p>
<p>
-Allora Silvina s'attaccò ad una speranza, e
-cioè che la collana fosse proprio là dove l'aveva
-posata la sera innanzi. Risalì a salti le scale, e
+Allora Silvina s'attaccò ad una speranza, e
+cioè che la collana fosse proprio là dove l'aveva
+posata la sera innanzi. Risalì a salti le scale, e
preso il candeliere, che aveva posato sull'ultimo
gradino, rifece il corridoio passo passo, e mentre
-se ne andava così curva, scrutando il pavimento,
+se ne andava così curva, scrutando il pavimento,
fu raggiunta da Silvio che rientrava in
casa.
</p>
@@ -8987,28 +8949,28 @@ credo di aver perduta la mia bella collana...
</p>
<p>
-&mdash; La collana dello smeraldo? domandò stupito
+&mdash; La collana dello smeraldo? domandò stupito
Silvio.
</p>
<p>
-&mdash; La collana, la collana! ripetè Silvina irritata.
+&mdash; La collana, la collana! ripetè Silvina irritata.
Quale vuoi che sia? Non ne ho centomila...
</p>
<p>
Il corridoio era finito. Silvina spense la candela,
-entrò nella stanza, e corse nuovamente al
-cassettone, e ricominciò a cercare. Vana speranza!
+entrò nella stanza, e corse nuovamente al
+cassettone, e ricominciò a cercare. Vana speranza!
Non c'era.
</p>
<p>
-&mdash; Ma dove l'hai perduta? domandò Silvio.
+&mdash; Ma dove l'hai perduta? domandò Silvio.
</p>
<p>
-&mdash; Se lo sapessi, sibilò Silvina, non farei tanta
+&mdash; Se lo sapessi, sibilò Silvina, non farei tanta
fatica a cercarla...
</p>
@@ -9018,30 +8980,30 @@ i mobili, e Silvio, inginocchiatosi accanto a lei,
la seguiva in ogni movimento, in base al principio
che quattro occhi vedono meglio di due.
Poi il campo delle ricerche si estese, e dal cassettone
-si passò all'armadio, tutti i vestiti, che
+si passò all'armadio, tutti i vestiti, che
<span class="pagenum"><a id="Page_217"></a>[217]</span>
fortunatamente erano pochi, furono spiccati dagli
attaccapanni e agitati come bandiere. E mentre
Silvio diceva: &mdash; Vedrai che te l'hanno
-rubata! &mdash; Silvina rovesciò il letto, buttò all'aria
+rubata! &mdash; Silvina rovesciò il letto, buttò all'aria
lenzuola, coperte, cuscini e materasse, e
-poichè ormai non c'era più dove cercare, si
-lasciò cadere di traverso sul mucchio delle coltri
+poichè ormai non c'era più dove cercare, si
+lasciò cadere di traverso sul mucchio delle coltri
disfatte e ruppe in un pianto disperato. Allora
Silvio, smettendo anche lui l'inutile ricerca,
-andò, per consolarla, ad accarezzarle i capelli,
+andò, per consolarla, ad accarezzarle i capelli,
e, affondata una mano in una delle ampie
tasche del suo pastrano nuovo, ne trasse un
cartoccio tutto fiorito e ricamato, e legato da
un bel nastro rosa; e prendendo con due dita
-il mento di Silvina cercò ch'ella sollevasse il
+il mento di Silvina cercò ch'ella sollevasse il
capo. E quando, dopo molte riluttanze, ella
-lo ebbe sollevato, Silvio le offrì quel cartoccio
+lo ebbe sollevato, Silvio le offrì quel cartoccio
profumato, dicendole:
</p>
<p>
-&mdash; Ti regalerò una collana più bella di quella,
+&mdash; Ti regalerò una collana più bella di quella,
con uno zaffiro meraviglioso. Che serve ormai
disperarsi? Vieni, piccina. Addolcisciti la bocca,
dopo tante lacrime amare.
@@ -9049,26 +9011,26 @@ dopo tante lacrime amare.
<p>
Silvina, lacrimando, prese quel cartoccio e
-lo aprì. Vide tanti bei canditi verdi, rossi e gialli,
-brillanti come pietre preziose. Allora sollevò gli
+lo aprì. Vide tanti bei canditi verdi, rossi e gialli,
+brillanti come pietre preziose. Allora sollevò gli
occhi su Silvio, e avrebbe voluto frugargli nell'anima.
Ma l'anima semplice di Silvio, incapace
-più di nascondersi, affiorò sul suo viso in un
-rossore di minuto in minuto più intenso, tanto
+più di nascondersi, affiorò sul suo viso in un
+rossore di minuto in minuto più intenso, tanto
<span class="pagenum"><a id="Page_218"></a>[218]</span>
che Silvina ebbe come in un lampo la rivelazione
-della verità.
+della verità.
</p>
<p>
-&mdash; Tu! tu me l'hai presa! gridò soffocando
+&mdash; Tu! tu me l'hai presa! gridò soffocando
d'ira. Tu sei stato, tu, tu, tu...
</p>
<p>
-E gettato lungi da sè il cartoccio dei canditi,
-che rotolarono qua e là come tante pallottole colorate
-di vetro, si scagliò su di lui e lo tempestò
+E gettato lungi da sè il cartoccio dei canditi,
+che rotolarono qua e là come tante pallottole colorate
+di vetro, si scagliò su di lui e lo tempestò
rabbiosamente di pugni.
</p></div>
@@ -9080,29 +9042,29 @@ XII.
<p>
Proprio in quel momento io avevo bussato
all'uscio di quella stanza. La voce irata di Silvina
-domandò: &mdash; Chi è? &mdash; e ne seguì un rumore
+domandò: &mdash; Chi è? &mdash; e ne seguì un rumore
di sedie rovesciate, e poi un silenzio assoluto.
Senza che avessi udito nessun passo avvicinarsi
alla porta, la molla della serratura
-scattò improvvisa in quel silenzio. Mi trovai di
+scattò improvvisa in quel silenzio. Mi trovai di
fronte a Silvina. Dal giorno in cui era fuggita,
-e mi pareva un'eternità, non l'avevo
-più riveduta. Rivedendola allora, il mio povero
+e mi pareva un'eternità, non l'avevo
+più riveduta. Rivedendola allora, il mio povero
cuore ebbe una trafitta dolorosa, come se in
quell'attimo io rivivessi tutte le pene che ella
aveva fatto soffrire a noi duramente cinque lunghi
-mesi. Se non fossi stato preparato alla più
-triste realtà, il suo viso tanto mutato mi avrebbe
+mesi. Se non fossi stato preparato alla più
+triste realtà, il suo viso tanto mutato mi avrebbe
allora detto brutalmente fino a che punto ella si
fosse allontanata da noi in quello spazio di
<span class="pagenum"><a id="Page_219"></a>[219]</span>
-tempo. Ma io non coltivavo più nessuna illusione,
-e perciò potei guardare Silvina senza
+tempo. Ma io non coltivavo più nessuna illusione,
+e perciò potei guardare Silvina senza
avere orrore di quell'immagine che, sotto le sue
sembianze, vedevo dinnanzi a me per la prima
volta. E mentre Silvina, sorpresa dalla mia inaspettata
apparizione, mi guardava senza fiatare,
-io le parlai calmamente così:
+io le parlai calmamente così:
</p>
<p>
@@ -9113,17 +9075,17 @@ buona, adorata mamma!
</p>
<p>
-&mdash; La mamma? mormorò Silvina, abbassando
+&mdash; La mamma? mormorò Silvina, abbassando
triste il capo.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, Silvina, soggiunsi, la mamma ti ha perdonato.
+&mdash; Sì, Silvina, soggiunsi, la mamma ti ha perdonato.
Devi venire con me...
</p>
<p>
-La porta era aperta a metà, e Silvina l'aprì
+La porta era aperta a metà, e Silvina l'aprì
del tutto, e io vidi quella misera stanza in disordine,
Silvio che mi volgeva le spalle abbandonato
sopra una sedia, le rose bianche nel secchiello
@@ -9132,7 +9094,7 @@ non entrai.
</p>
<p>
-&mdash; Subito? domandò Silvina.
+&mdash; Subito? domandò Silvina.
</p>
<p>
@@ -9140,10 +9102,10 @@ non entrai.
</p>
<p>
-Silvina si ritrasse a capo chino, andò nell'angolo
-dove stava l'armadio, si gettò sulle spalle
+Silvina si ritrasse a capo chino, andò nell'angolo
+dove stava l'armadio, si gettò sulle spalle
la mantellina, si mise in capo una cuffietta di
-lana, e ritornando verso me, mormorò:
+lana, e ritornando verso me, mormorò:
</p>
<p>
@@ -9151,46 +9113,46 @@ lana, e ritornando verso me, mormorò:
</p>
<p>
-Sulla soglia si arrestò un attimo indecisa, poi
+Sulla soglia si arrestò un attimo indecisa, poi
<span class="pagenum"><a id="Page_220"></a>[220]</span>
-si voltò a Silvio, che non s'era mosso, e duramente
+si voltò a Silvio, che non s'era mosso, e duramente
gli disse:
</p>
<p>
-&mdash; Non aspettarmi... Non tornerò mai più...
+&mdash; Non aspettarmi... Non tornerò mai più...
</p>
<p>
La nostra vecchia carrozza, guidata da Battista,
-ci aspettava all'angolo della strada. Incominciò
+ci aspettava all'angolo della strada. Incominciò
quel triste viaggio di tre lunghe ore. Silvina,
seduta al mio fianco, tenendo gli occhi fissi
-dinnanzi a sè, non parlava. Avvolto nel mio
+dinnanzi a sè, non parlava. Avvolto nel mio
mantello, il cappello calcato sulla fronte, me ne
stavo anch'io muto, cercando di non guardarla,
e il mio pensiero non si allontanava un istante da
-mia madre, da lei che non viveva più ormai se
+mia madre, da lei che non viveva più ormai se
non per quella ultima consolazione che io le
portavo. Subito dopo la fuga di Silvina, mia
madre aveva incominciato a deperire, e di giorno
-in giorno il suo viso si faceva più affilato
-e più bianco, come se a goccia a goccia le venisse
+in giorno il suo viso si faceva più affilato
+e più bianco, come se a goccia a goccia le venisse
meno il sangue nelle vene e un freddo fuoco
-consumasse la sua povera carne. Verso la metà
+consumasse la sua povera carne. Verso la metà
di settembre, una mattina, la trovammo svenuta
in giardino, dove scendeva sempre appena fatto
giorno per pregare dinnanzi a una madonnina di
marmo, un'Assunta in cielo, che era stata messa
-là, in una nicchia d'edera, il giorno in cui era
-nata Silvina. Trasportata nel suo letto, riaprì
-gli occhi, ma non erano più i suoi soavi occhi di
+là, in una nicchia d'edera, il giorno in cui era
+nata Silvina. Trasportata nel suo letto, riaprì
+gli occhi, ma non erano più i suoi soavi occhi di
prima. Una tristezza infinita vi aveva distesa per
sempre la sua ombra, e da quel giorno furono
due imploranti occhi che invocavano da Dio
la fine di una vita ormai divenuta insoffribile.
<span class="pagenum"><a id="Page_221"></a>[221]</span>
-Alla fine di ottobre ella non era già più che
+Alla fine di ottobre ella non era già più che
un'ombra, un'ombra dal viso diafano, che
si muoveva per la nostra casa a passi silenziosi
e incerti, come desiderosa di uscirne, d'involarsi,
@@ -9198,23 +9160,23 @@ e ancora trattenuta da non so quale peso
e costretta ad aggirarsi inquieta per quelle
stanze. Una mattina volle come sempre alzarsi
per scendere e pregare in giardino, ma le forze
-le mancarono. Da quel giorno non lasciò più il
-suo letto. Ella teneva accanto a sè un ritratto di
+le mancarono. Da quel giorno non lasciò più il
+suo letto. Ella teneva accanto a sè un ritratto di
Silvina, una miniatura di lei bambina di dieci anni,
quando ancora portava i capelli sciolti per le
spalle, che pareva la dolce immagine d'un angelo.
-Allorchè la lasciavano sola, la mamma fissava
+Allorchè la lasciavano sola, la mamma fissava
gli occhi su quell'immagine e non se ne
distaccava se non quando qualcuno, entrando
nella stanza, veniva ad interrompere con la sua
presenza quella specie d'ipnosi. Dopo due settimane
il suo stato era disperato. I medici avevano
-rinunciato a ogni cura poichè il male che
+rinunciato a ogni cura poichè il male che
consumava mia madre non apparteneva ad alcuna
delle categorie iscritte nella loro scienza.
Era un male assurdo. Non era propriamente un
male. Come un lume stanco ella si spegneva a
-poco a poco. Questa similitudine tranquillizzò
+poco a poco. Questa similitudine tranquillizzò
presto la coscienza dei medici, che rassegnati
rimisero i loro poteri nelle mani di Dio. Neppure
sul tempo che poteva occorrere a quel
@@ -9225,16 +9187,16 @@ poche ore, poteva durare ancora settimane e
mesi. E noi, a cuore stretto, ci preparammo ad
aspettare che il destino irreparabile si compiesse
secondo la sua misteriosa legge. Ma era venuto
-un giorno in cui mia madre, con i suoi occhi già
+un giorno in cui mia madre, con i suoi occhi già
fissi in un miraggio lontano, aveva veduto l'Invisibile
trasvolare come un vento gelido per
quella landa dove lei sola l'aspettava paziente
da tanto tempo; aveva sentito il soffio della sua
ala avvolgerla come in un freddo abbraccio.
-Quando ella ci chiamò era sera inoltrata, e ognuno
-di noi, in cuor suo, aveva già chiuso quel
+Quando ella ci chiamò era sera inoltrata, e ognuno
+di noi, in cuor suo, aveva già chiuso quel
giorno, mettendolo nel numero di quelli che,
-per grazia di Dio, non si sarebbero mai più rivissuti,
+per grazia di Dio, non si sarebbero mai più rivissuti,
e stava preparandosi con accorata malinconia
al giorno che doveva cominciare domani.
Volle che tutti fossimo intorno al suo letto,
@@ -9251,30 +9213,30 @@ almeno un bacio...
</p>
<p>
-Mio padre rimase muto, tossì, si coprì gli occhi
+Mio padre rimase muto, tossì, si coprì gli occhi
con la mano, e per qualche minuto non si mosse.
Poi, come se avesse preso una penosa risoluzione,
chiudendo le palpebre per nascondere le
-lacrime, si curvò su mia madre, la baciò in
-fronte, e mormorò:
+lacrime, si curvò su mia madre, la baciò in
+fronte, e mormorò:
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_223"></a>[223]</span>
-&mdash; Sia fatta la tua volontà.
+&mdash; Sia fatta la tua volontà.
</p>
<p>
-Pronunciate queste parole, mio padre uscì
+Pronunciate queste parole, mio padre uscì
precipitosamente dalla stanza come per dare degli
ordini. Udii il suo singhiozzo soffocato.
-Mia madre levò i suoi occhi su noi, che le eravamo
+Mia madre levò i suoi occhi su noi, che le eravamo
rimasti vicini, e ci sorrise.
</p>
<p>
&mdash; Voletele sempre bene, disse con un filo di
-voce. È la vostra piccola sorellina...
+voce. È la vostra piccola sorellina...
</p>
<p>
@@ -9289,18 +9251,18 @@ rimetta il piede in questa casa!
</p>
<p>
-Si alzò d'impeto, chiamò Marta, chiamò Battista,
+Si alzò d'impeto, chiamò Marta, chiamò Battista,
che accorsero atterriti a quella voce.
</p>
<p>
-&mdash; Nessuno si muova, senza mio ordine, gridò
+&mdash; Nessuno si muova, senza mio ordine, gridò
mio padre. Nessuno entri in questa casa, senza
il mio permesso. Intendetemi bene: nessuno!
</p>
<p>
-E andò di persona a sprangare l'uscio.
+E andò di persona a sprangare l'uscio.
</p>
<p>
@@ -9315,26 +9277,26 @@ umane, i primi passi nelle case dei contadini;
vidi i paperi incamminarsi in fila lungo la roggia
ghiacciata, come galleggiando nell'aria sporca di
<span class="pagenum"><a id="Page_224"></a>[224]</span>
-inchiostro, più bianchi della brina che faceva
+inchiostro, più bianchi della brina che faceva
candida l'erba; quindi nel silenzio soltanto rotto
da quei lievi rumori, udii lontano lo squillare
delle sonagliere, e poi il rotolio delle ruote sulla
via maestra, e lo schioccar della frusta, della
prima carrozza di posta, che dal paese si muoveva
-per andare in città. Allora ebbi la sensazione
+per andare in città. Allora ebbi la sensazione
che quel nuovo giorno, che allora incominciava,
-non c'era più speranza di poterlo rimandare
+non c'era più speranza di poterlo rimandare
ad un altro giorno; di poterlo sopprimere,
di poterlo comunque evitare, sostituendolo
con un altro giorno, preso lontano, fra
quelli passati o fra quelli futuri, che non fosse
-dominato da una così imperiosa necessità di fare,
-e di vedere, e di patire ciò che in quel giorno doveva
+dominato da una così imperiosa necessità di fare,
+e di vedere, e di patire ciò che in quel giorno doveva
essere fatalmente fatto, veduto e patito.
Ma io solo, fra tutti gli uomini, non potevo certo
-spostare il corso del tempo. E poichè tutti accettavano
-quel giorno come ogni altro giorno dell'eternità,
-e già incominciavano a viverlo, a muoversi,
+spostare il corso del tempo. E poichè tutti accettavano
+quel giorno come ogni altro giorno dell'eternità,
+e già incominciavano a viverlo, a muoversi,
a riscaldarsi del suo debole sole, a consumare
la sua poca luce, a riempirlo dei loro dolori
e delle loro gioie, a convalidarlo con le
@@ -9344,7 +9306,7 @@ un modo solo, uccidendomi. Allora scesi le scale
ed entrai nella stalla. Battista, in maniche di camicia,
stava strigliando Casacca, la nostra vecchia
cavalla bolsa, e mentre la strigliava, in
-quella loro affettuosa intimità che durava ormai
+quella loro affettuosa intimità che durava ormai
<span class="pagenum"><a id="Page_225"></a>[225]</span>
da tanti anni, egli parlava alla bestia, confidandole
tutti i malanni della propria vecchiaia e
@@ -9352,7 +9314,7 @@ commiserando la sua.
</p>
<p>
-&mdash; Sarìa tempo, vecia Casacca, pora bestiacca,
+&mdash; Sarìa tempo, vecia Casacca, pora bestiacca,
diceva Battista, che ne mettessero tutti due
addosso una bella coperta de tera alta e nera
com' l'orinal del re de Fransa. Dalla tua tomba
@@ -9363,33 +9325,33 @@ saeculorum.
</p>
<p>
-Ed egli tirò alla bestia un'amorosa pedata e
-mi disse: &mdash; Buon dì!
+Ed egli tirò alla bestia un'amorosa pedata e
+mi disse: &mdash; Buon dì!
</p>
<p>
Ma quando lo chiamai sulla porta, prima ancora
che avessi incominciato a parlare, aveva
-già capito, Battista, che cosa volevo da lui. Egli,
+già capito, Battista, che cosa volevo da lui. Egli,
che m'aveva veduto nascere, mi strinse le mani
in silenzio con le sue dita nodose come radici,
e con quella stretta volle baciarmi e abbracciarmi,
e dirmi che era pronto a morire per assecondarmi
in quell'impresa. Casacca, da vecchia
porca stramaledetta che era, fu accarezzata da
-lui con i nomi più dolci, mentre in fretta quanto
-più poteva, le infilava i vecchi finimenti, e la
+lui con i nomi più dolci, mentre in fretta quanto
+più poteva, le infilava i vecchi finimenti, e la
cavezza tutta rattoppata. Cocottina, signorina,
Brigidina, angiol del paradiso, santa bestia, tutti
-i nomignoli più delicati uscirono dalla sua bocca,
+i nomignoli più delicati uscirono dalla sua bocca,
mentre la sospingeva rinculoni tra le due stanghe
della nostra sgangherata carrozza, e attaccava
i tiranti al bilancino e le ficcava il morso tra
<span class="pagenum"><a id="Page_226"></a>[226]</span>
-le ganasce sdentate, finchè in un fiat fu pronta.
+le ganasce sdentate, finchè in un fiat fu pronta.
Ed egli salito in cassetta, io rannicchiato sotto il
mantice, s'era presa di gran trotto la via maestra
-alla volta della città.
+alla volta della città.
</p>
<p>
@@ -9399,7 +9361,7 @@ lunga al ritorno. Allora Casacca zoppicando zoppicando
trottava di buona lena, fresca del lungo
riposo, la pancia ben rimpinzata d'avena, e bastava
l'ombra della frusta a farle drizzare le
-orecchie e supplire con la buona volontà al difetto
+orecchie e supplire con la buona volontà al difetto
d'una gamba. Ma ora quella gamba anchilosata
imbrogliava maledettamente le altre tre,
ed era un continuo inciampare e scapicollarsi,
@@ -9409,16 +9371,16 @@ sobbalzo spaventato che trascinava la carrozza
fuori di carreggiata a traverso della strada, e
nella pancia vuota della bestia l'acqua bevuta
alla fontana risciacquava con un rumor cupo di
-botte. Era passato da più di due ore il mezzodì
+botte. Era passato da più di due ore il mezzodì
e anch'io avevo fame. Silvina, digiuna come me,
pallida, rincantucciata al mio fianco, gli occhi
chiusi e le mani abbandonate in grembo, si lasciava
-sballottolare. Questa tortura durò quattro
+sballottolare. Questa tortura durò quattro
interminabili ore. Finalmente dopo l'ultima salita,
sotto il monte rosso, ci apparve il campanile
tutto annuvolato di olivi, che crescevan fitti sulla
collina. Prima di giungere alla nostra casa si
-passa dinnanzi al cimitero, che è sopra un poggio
+passa dinnanzi al cimitero, che è sopra un poggio
<span class="pagenum"><a id="Page_227"></a>[227]</span>
erboso, recinto da un muro di pietre nude,
grigio grigio, tra un ippocastano altissimo e
@@ -9450,7 +9412,7 @@ XIII.
<p>
Mia madre era assopita. Accanto a lei, ai
due lati del letto, come i due angioli oranti
-ai lati della culla del bambino Gesù in certe
+ai lati della culla del bambino Gesù in certe
oleografie che si vedono in queste case di contadini,
Adalgisa e Maria vegliavano raccolte il
riposo dell'inferma. Esse mi guardarono, interrogandomi
@@ -9463,16 +9425,16 @@ prima di assopirsi!
<p>
Incontrai mio padre nel corridoio. Egli mi si
-fermò un istante dinnanzi, e temetti che volesse
-interrogarmi. Ma abbassò il capo, e, accigliato,
-in silenzio passò oltre. Mi avvicinai a una finestra
+fermò un istante dinnanzi, e temetti che volesse
+interrogarmi. Ma abbassò il capo, e, accigliato,
+in silenzio passò oltre. Mi avvicinai a una finestra
che s'apriva sull'aia, e vidi un po' di luce
nella stalla, dove certamente Battista stava rigovernando
il letto di Casacca dopo averle versata
l'avena nella mangiatoia. Incominciava a
-imbrunire. I rami spogli del frutteto erano così
+imbrunire. I rami spogli del frutteto erano così
fitti e intricati che non potevo vedere la capannuccia
-di paglia, laggiù in fondo, dove Silvina
+di paglia, laggiù in fondo, dove Silvina
aspettava. Pensai che ella dovesse sentirsi morire
di fame e di freddo, e le mandai Marta con
una tazza di latte caldo, del pane e una coperta
@@ -9480,7 +9442,7 @@ di lana.
</p>
<p>
-Più tardi mia madre si svegliò, e noi ci trovammo
+Più tardi mia madre si svegliò, e noi ci trovammo
di nuovo raccolti intorno al suo letto,
come sempre a quell'ora prima di separarci per
andare a dormire. Di solito ella voleva che
@@ -9489,30 +9451,30 @@ che tutti noi l'ascoltassimo in silenzio, e si recitasse
un <i>pater</i> e un <i>ave</i> insieme con lei, che ella
incominciava con la sua voce velata: <i>Ave Maria
gratia plena...</i> Poi invitava mio padre ad andarsi
-a coricare, poichè sapeva che si sarebbe alzato
+a coricare, poichè sapeva che si sarebbe alzato
all'una di notte, per assisterla fino all'alba, come
faceva ormai da tre settimane. Anche quella
<span class="pagenum"><a id="Page_229"></a>[229]</span>
-sera ella recitò il <i>pater</i> e l'<i>ave</i>, e poi disse a
+sera ella recitò il <i>pater</i> e l'<i>ave</i>, e poi disse a
mio padre di andare a riposare. Ma i suoi occhi
lo guardarono fissamente, con uno sguardo interrogativo,
come se attendesse da lui qualche
-cosa. Mio padre la baciò in fronte e se ne andò.
+cosa. Mio padre la baciò in fronte e se ne andò.
</p>
<p>
Io uscii poco dopo nel corridoio e in punta
di piedi cercai di spiare alla porta della sua
stanza. Era buia e non s'udiva nessun rumore.
-Egli doveva essersi già coricato. Allora scesi in
+Egli doveva essersi già coricato. Allora scesi in
fretta le scale e, passando per la dispensa, attraversai
-il frutteto e trovai laggiù Silvina rannicchiata
+il frutteto e trovai laggiù Silvina rannicchiata
in fondo alla capannuccia di paglia, e
sentii che era tutta ghiaccia, e batteva i denti
dal freddo. Era buio buio. Inciampavamo nelle
radici degli alberi, affondavamo il piede nei solchi
freschi. Silvina si lasciava trascinare: dovetti
-più volte sostenerla perchè non cadesse.
+più volte sostenerla perchè non cadesse.
Finalmente entrammo in casa, e, rallentando il
passo e camminando in punta di piedi, raggiungemmo
la mia camera dove ci chiudemmo a
@@ -9520,16 +9482,16 @@ chiave.
</p>
<p>
-Acceso il lume, Silvina si abbandonò sfinita
+Acceso il lume, Silvina si abbandonò sfinita
sul letto, disfatta, e tremava. Occorse un po'
di tempo prima che incominciasse a riaversi
e i suoi occhi semispenti si ravvivassero. Allora,
-quando vidi che non tremava più e che
+quando vidi che non tremava più e che
avrebbe potuto sostenersi, le dissi:
</p>
<p>
-&mdash; Preparati, Silvina. Tra poco ti condurrò
+&mdash; Preparati, Silvina. Tra poco ti condurrò
da lei...
</p>
@@ -9537,24 +9499,24 @@ da lei...
Uscii per andare ad assicurarmi che nulla di
<span class="pagenum"><a id="Page_230"></a>[230]</span>
nuovo fosse accaduto in quel frattempo, e per
-dare cautamente a mia madre, forse già rassegnata
+dare cautamente a mia madre, forse già rassegnata
in cuor suo a non vedere appagato il suo
ultimo desiderio, l'annuncio dell'imminente visita
di Silvina. Marta era allora accanto a lei, e
pareva che mia madre la supplicasse, e che la
vecchia, curva sul letto, cercasse amorosamente
di confortarla. Quando io entrai, mia madre
-tentò di sollevare il capo dal guanciale, e, guardandomi
-con tenerezza, sospirò:
+tentò di sollevare il capo dal guanciale, e, guardandomi
+con tenerezza, sospirò:
</p>
<p>
-&mdash; Paris, Paris, conducila subito... Per pietà,
-non fatemi soffrire così....
+&mdash; Paris, Paris, conducila subito... Per pietà,
+non fatemi soffrire così....
</p>
<p>
-&mdash; Sì, le dissi accarezzandola, ora verrà...
+&mdash; Sì, le dissi accarezzandola, ora verrà...
Ora subito te la conduco...
</p>
@@ -9580,9 +9542,9 @@ fatto? Non ti vergogni?
<p>
E la scossi violentemente, e avrei voluto
schiaffeggiarla, metterla sotto i miei piedi e
-stroncarla; ma per volontà di Dio il pensiero
+stroncarla; ma per volontà di Dio il pensiero
<span class="pagenum"><a id="Page_231"></a>[231]</span>
-di mia madre non mi abbandonò, e presa una
+di mia madre non mi abbandonò, e presa una
spugna inzuppata d'acqua gliela strofinai con furia
sul viso, e afferrati i suoi capelli glieli scompigliai.
</p>
@@ -9597,21 +9559,21 @@ dominarmi.
<p>
Ed ella impaurita dall'espressione del mio viso
che doveva essere atroce, impaurita da quei gesti
-con i quali la minacciavo, io sempre così mite,
-così debole, in fretta in fretta si asciugò il volto,
+con i quali la minacciavo, io sempre così mite,
+così debole, in fretta in fretta si asciugò il volto,
e nervosa sfece del tutto le sue trecce, e se le
ricompose come un tempo, divisi i capelli sulla
fronte, raccolti poi sulla nuca; e quando ebbe
-finito si alzò per seguirmi.
+finito si alzò per seguirmi.
</p>
<p>
Mia madre stava con gli occhi fissi sull'uscio.
-Quando entrai con Silvina, ella aprì le braccia e
+Quando entrai con Silvina, ella aprì le braccia e
senza parlare, con gli occhi pieni di lacrime, la
-chiamò a sè. E quando l'ebbe abbracciata, con
+chiamò a sè. E quando l'ebbe abbracciata, con
tutte le sue forze se la strinse sul petto e non si
-distaccò più da lei. Marta piangeva in un angolo.
+distaccò più da lei. Marta piangeva in un angolo.
Io triste, in disparte, contemplavo quella
pietosa scena, con l'orecchio teso sempre all'uscio,
timoroso che mio padre, destato da
@@ -9619,13 +9581,13 @@ qualche rumore insolito, potesse allora sorprenderci.
</p>
<p>
-Mia madre e Silvina stettero a lungo così
+Mia madre e Silvina stettero a lungo così
strette l'una all'altra, senza un movimento, senza
una parola. Poi mia madre sciolse il suo abbraccio,
<span class="pagenum"><a id="Page_232"></a>[232]</span>
e guardando Silvina che si era sollevata,
-cercò ansiosamente sul suo viso non so
-quale segno che ella sola conosceva, e mormorò:
+cercò ansiosamente sul suo viso non so
+quale segno che ella sola conosceva, e mormorò:
</p>
<p>
@@ -9633,23 +9595,23 @@ quale segno che ella sola conosceva, e mormorò:
</p>
<p>
-Silvina abbassò gli occhi: non osò più guardare
+Silvina abbassò gli occhi: non osò più guardare
in viso sua madre. Vidi la vergogna che
quelle innocenti parole produssero in lei e forse
-capì, allora, perchè io l'avessi trattata tanto brutalmente
+capì, allora, perchè io l'avessi trattata tanto brutalmente
poco prima; l'avessi picchiata e insultata.
Mia madre volle che si sedesse sul letto
accanto a lei, ed io leggevo nei suoi occhi una
-sofferenza penosa, perchè avrebbe voluto parlarle
-e non poteva più. Le ultime parole che
+sofferenza penosa, perchè avrebbe voluto parlarle
+e non poteva più. Le ultime parole che
ella disse furono appunto quelle: &mdash; Sei sempre
la stessa, la mia piccola Silvina... I suoi occhi
vedevano ancora lucidamente, la sua intelligenza
-era ancora viva, ma non poteva più parlare.
+era ancora viva, ma non poteva più parlare.
Tentava di quando in quando qualche gesto
vago, stringeva le mani di Silvina, e poi con
l'indice teso le faceva cenno di no. Voleva
-dire: &mdash; Non andartene più... non ritornare
+dire: &mdash; Non andartene più... non ritornare
via... non mi abbandonare... non abbandonare
tuo padre... E Silvina, osando appena sfiorarla
con lo sguardo quando uno di questi gesti la
@@ -9659,41 +9621,41 @@ col capo, ma non osava parlare.
<p>
Io pensavo quanto quella scena penosa si sarebbe
-prolungata ancora, allorchè mi parve di
+prolungata ancora, allorchè mi parve di
<span class="pagenum"><a id="Page_233"></a>[233]</span>
udire nel corridoio uno stropiccio di passi cauti,
e persino il respiro affannoso di un uomo. Mi
avvicinai lentamente all'uscio, lo socchiusi, e
guardai da un lato e dall'altro. Ma il corridoio
era perfettamente buio e non vidi nessuno.
-Quando mi volsi, mia madre mi chiamò, e presami
-con fatica una mano la unì alle mani di Silvina.
+Quando mi volsi, mia madre mi chiamò, e presami
+con fatica una mano la unì alle mani di Silvina.
Voleva dire: &mdash; Te l'affido... non lasciarla
partire... proteggila tu. Allora, soltanto allora,
mi ricordai che Silvina prima di lasciare Silvio
gli aveva detto: &mdash; Non mi aspettare. Non
-tornerò mai più! &mdash; e pensai che forse Silvina,
+tornerò mai più! &mdash; e pensai che forse Silvina,
sebbene non avesse osato chiedermelo, desiderasse
veramente di rimanere con noi, di non
-ritornare mai più a quella vita irregolare che
-doveva averle procurato più delusioni che gioie,
-più umiliazioni che piaceri, forse pentita, quantunque
+ritornare mai più a quella vita irregolare che
+doveva averle procurato più delusioni che gioie,
+più umiliazioni che piaceri, forse pentita, quantunque
il suo maledetto carattere le impedisse di
confessarlo, d'essersi abbandonata a quel capriccio,
-di aver cagionato a sè stessa e a noi tanto
+di aver cagionato a sè stessa e a noi tanto
male. Forse la paura di mio padre, il timore di
esser trattata duramente da noi, di esser punita
-con troppa severità, la rendeva ancora esitante.
+con troppa severità, la rendeva ancora esitante.
Forse orgogliosa com'era, aspettava che qualcuno
le parlasse e la pregasse di rimanere. Davvero
avrebbe dovuto lei pregare, inginocchiarsi
dinnanzi a mio padre, invocare il suo perdono.
Avrebbe dovuto mortificarsi ed espiare, almeno
-con un atto di umiltà, tutto il male che aveva
-fatto. Ma mia madre era morente, e mi sembrò
+con un atto di umiltà, tutto il male che aveva
+fatto. Ma mia madre era morente, e mi sembrò
<span class="pagenum"><a id="Page_234"></a>[234]</span>
che negarle l'ultima gioia, allontanare anche
-soltanto da lei di un attimo la possibilità di veder
+soltanto da lei di un attimo la possibilità di veder
compiuto il suo ardente desiderio, sarebbe stata
una colpa di cui avrei sentito eternamente il rimorso.
</p>
@@ -9715,14 +9677,14 @@ Poi domandai a mia madre:
</p>
<p>
-&mdash; Così, mamma?
+&mdash; Così, mamma?
</p>
<p>
-Ed ella mi accennò di sì, e portò la mia mano
+Ed ella mi accennò di sì, e portò la mia mano
alle labbra che erano appena appena tepide, la
-baciò, e con un profondo sospiro chiuse gli occhi
-per meglio contemplare quella felicità radiosa
+baciò, e con un profondo sospiro chiuse gli occhi
+per meglio contemplare quella felicità radiosa
in cui si sentiva rapire.
</p>
@@ -9730,7 +9692,7 @@ in cui si sentiva rapire.
All'orologio della chiesa suonarono i tre
quarti. Tra un quarto d'ora nostro padre si sarebbe
alzato, sarebbe venuto a prendere il suo
-posto accanto al letto, dove Marta aveva già
+posto accanto al letto, dove Marta aveva già
silenziosamente preparato la sua poltrona con i
due cuscini, e messo lo scaldino. Allora presi
Silvina per la mano, e, senza che mia madre,
@@ -9745,22 +9707,22 @@ Mio padre non s'era coricato quella notte.
<span class="pagenum"><a id="Page_235"></a>[235]</span>
Egli sapeva che Silvina era venuta. Egli era stato
a spiare dietro l'uscio quando avevo introdotto
-Silvina nella camera della mamma, e quello stropiccìo,
+Silvina nella camera della mamma, e quello stropiccìo,
quel respiro affannoso che m'era parso
di udire, era lui che si muoveva guardingo, lui
-che cercava di soffocare il suo pianto. Ah! perchè
-non entrò con noi, perchè non volle vedere
-Silvina, perchè l'orgoglio vinse, anche in quella
-notte, il suo dolore, ed egli preferì reprimere la
-sua pietà anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò
-vincere dalla paura di mostrarsi debole, anzichè
+che cercava di soffocare il suo pianto. Ah! perchè
+non entrò con noi, perchè non volle vedere
+Silvina, perchè l'orgoglio vinse, anche in quella
+notte, il suo dolore, ed egli preferì reprimere la
+sua pietà anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò
+vincere dalla paura di mostrarsi debole, anzichè
seguire l'impulso generoso che lo spingeva
a perdonare? Forse Silvina sarebbe stata salva,
e il male di quei mesi avrebbe potuto essere in
qualche modo riparato, e la sventura si sarebbe
allontanata per sempre dalla nostra casa. Ma
-mio padre non uscì dalla sua stanza se non
-quando udì che tutto era ritornato in silenzio,
+mio padre non uscì dalla sua stanza se non
+quando udì che tutto era ritornato in silenzio,
che noi ce n'eravamo andati, ed ogni pericolo
d'incontrarsi con Silvina era, almeno per quella
notte, scongiurato.
@@ -9785,19 +9747,19 @@ Ed ella rispondeva di no col capo, e non mi
<span class="pagenum"><a id="Page_236"></a>[236]</span>
guardava, non diceva una sola parola. Gli occhi
non le si chiusero mai, neppure per un istante,
-finchè la luce di un altro giorno diradò lentamente
+finchè la luce di un altro giorno diradò lentamente
le tenebre, fece impallidire la luce della
-nostra lampada, e allora Silvina si alzò, si
+nostra lampada, e allora Silvina si alzò, si
strinse sulle spalle la mantellina, raccolse le
sue piccole scatole di pomata, di belletto, di
cipria, abbandonate accanto allo specchio, e
nascose i capelli nella sua cuffiettina di lana.
Come la mattina innanzi, quando ero partito
-per andarla a cercare in città, il silenzio notturno
+per andarla a cercare in città, il silenzio notturno
fu rotto dalle prime voci umane che risuonavano
stranamente nell'aia, i cani della scuderia abbaiarono,
le campane della chiesa si sciolsero in uno
-scampanìo lungo e triste.
+scampanìo lungo e triste.
</p>
<p>
@@ -9805,7 +9767,7 @@ scampanìo lungo e triste.
</p>
<p>
-Silvina varcò la soglia senza neppure voltarsi,
+Silvina varcò la soglia senza neppure voltarsi,
e scomparve. Poco dopo udii la vettura di
posta tutta squillante di sonagli avvicinarsi per
la via maestra, l'udii passare al trotto e allontanarsi...
@@ -9817,7 +9779,7 @@ XIV.
</h3>
<p>
-Udii la vettura allontanarsi; e poco è mancato
+Udii la vettura allontanarsi; e poco è mancato
che io scrivessi: per sempre. No, non per sempre.
Con i suoi tre cavalli essa ha da allora consumato
molta altra strada. La vita, anche semplicemente
@@ -9827,9 +9789,9 @@ non s'interrompe, neppure se uno di noi muore.
In questo senso ha molto maggiore importanza
la morte o la caduta di un cavallo, una frana che
precipiti attraverso la via, la rottura di una ruota
-o di un asse. Ma Silvina, sì, se ne andò per
+o di un asse. Ma Silvina, sì, se ne andò per
sempre. Come mia madre. Nemmeno Silvio la
-rivide mai più.
+rivide mai più.
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -9840,7 +9802,7 @@ rivide mai più.
<h2>
PARTE QUARTA<br />
-Come finì poi la collana.
+Come finì poi la collana.
</h2>
<p class="pad4">
@@ -9848,26 +9810,26 @@ Ancora una volta ho dimenticato la collana.
Questo sinistro gioiello apportatore di sventura
lo smarrisco sempre per via. Scompare dai miei
racconti, mi scivola quasi dalla memoria, con
-la stessa improvvisa fatalità con cui ho veduto
+la stessa improvvisa fatalità con cui ho veduto
realmente apparire e scomparire e riapparire
il suo freddo splendore nelle circostanze
-più dolorose che ho attraversato fino al momento
+più dolorose che ho attraversato fino al momento
in cui scrivo.
</p>
<p>
Se fossi un romanziere di grido non mi sentirei
molto mortificato per una distrazione di
-questo genere, perchè, specialmente in altri tempi,
+questo genere, perchè, specialmente in altri tempi,
quando si scrivevano romanzi di intreccio
e di immaginazione con molti personaggi
e avventurose vicende (contrariamente a
quanto avviene nei romanzi d'oggi che sono soltanto
pieni di belle immagini e di rari fantocci
meditativi e sedentari), accadeva spesso agli
-scrittori anche più provetti di perdere per via,
+scrittori anche più provetti di perdere per via,
non dico una collana, ma addirittura uno e spesso
-anche due o più personaggi, che, per ritrovarli,
+anche due o più personaggi, che, per ritrovarli,
era poi necessario ricondurre il lettore a
fare alquanti passi indietro. Ma se non voglio,
a nessun costo, tralasciare di dire quale sia stata
@@ -9884,35 +9846,35 @@ chiara, nel suo intreccio molto comune e verosimile
oltre che perfettamente vero, anche
senza conoscere la fine fatta da quella sciagurata
collana. In questo senso noi ignoriamo fatti
-ben più importanti, come sarebbe quello, per
-esempio, della fine che potrà fare Silvina allorchè
-si sarà stancata del principe Stroztki o il
+ben più importanti, come sarebbe quello, per
+esempio, della fine che potrà fare Silvina allorchè
+si sarà stancata del principe Stroztki o il
principe Stroztki di lei, e la falsa vita di principessa
ch'ella conduce, tra festini, gioielli ed amorosi
-capricci, non le offrirà più alcuno svago.
-Ma la fine di Silvina, che sarà senza dubbio
+capricci, non le offrirà più alcuno svago.
+Ma la fine di Silvina, che sarà senza dubbio
triste, appartiene all'avvenire, mentre quella della
-sua collana si può dire che appartenga ormai
+sua collana si può dire che appartenga ormai
al passato.
</p>
<p>
Raccontano che vi siano state gemme altrettanto
-malefiche quanto quella, e anche più, le
+malefiche quanto quella, e anche più, le
quali rovinarono con la loro sinistra influenza
regni e repubbliche, spensero nel sangue intere
dinastie, scatenando guerre e pestilenze, e, precipitate
-poi nelle profondità dei mari, furono dopo
+poi nelle profondità dei mari, furono dopo
secoli ripescate, e ricominciarono a seminare
sulla loro strada delitti e sciagure. Ma, per
conto mio, spero di non vedere quello smeraldo
<span class="pagenum"><a id="Page_241"></a>[241]</span>
-rivarcare mai più le soglie di questo mondo, dal
+rivarcare mai più le soglie di questo mondo, dal
quale ora il caso lo ha allontanato. E fra alcuni
-secoli, quando ritornerà il suo turno di maleficio,
-non sarò certo più io quello che il destino
-condurrà ad urtargli contro. Il nostro solo conforto
-può essere di pensare che una volta si
+secoli, quando ritornerà il suo turno di maleficio,
+non sarò certo più io quello che il destino
+condurrà ad urtargli contro. Il nostro solo conforto
+può essere di pensare che una volta si
nasce uomo, e una volta, forse, smeraldo.
</p>
@@ -9923,10 +9885,10 @@ Quando Silvio, vedendo quale prova d'amore
Silvina esigesse da lui, si decise a trafugare la
collana di cui Silvina era tanto ambiziosa, non
pensava certo che con quell'atto di leggerezza
-avrebbe distrutto per sempre la propria felicità,
-già molto pericolante. Più gli era sembrata
-opprimente la città la sera innanzi uscendo dall'ospedale,
-più allora gli sembrava ospitale, allegra,
+avrebbe distrutto per sempre la propria felicità,
+già molto pericolante. Più gli era sembrata
+opprimente la città la sera innanzi uscendo dall'ospedale,
+più allora gli sembrava ospitale, allegra,
piacevole. Si sentiva ancora un po' stordito,
ma quello stordimento non era punto doloroso.
</p>
@@ -9947,24 +9909,24 @@ di donna o di bimbo, fumare come le froge
dei cavalli dei fiaccherai che, trascinandosi addormentati
a passo morto lungo le strade, sfiatavano
ad ogni tratto nuvolette di vapore leggiero
-e bianco; nè più leggiero nè meno candido
+e bianco; nè più leggiero nè meno candido
di quello che si sprigionava di sotto i coperchi
delle pentole dove bollivano e pipavano
-le castagne. È divertente, camminando a quell'ora
-per la città, osservare le facciate delle case,
+le castagne. È divertente, camminando a quell'ora
+per la città, osservare le facciate delle case,
con tutte le loro finestre ancora chiuse, e
-vedere in che modo una qua e una là se ne spalanchi
+vedere in che modo una qua e una là se ne spalanchi
di botto, con che viso stupefatto ogni uomo,
appena sveglio, guardi il mondo dal suo
davanzale come se fosse nuovo, e quanta paura
abbia dell'aria libera della strada, e quanta fretta
di rinchiudersi un'altra volta nel suo piccolo
-guscio. No, il sole d'inverno non è ben visto
+guscio. No, il sole d'inverno non è ben visto
da nessuno.
</p>
<p>
-Un poco più tardi le strade si animano veramente,
+Un poco più tardi le strade si animano veramente,
quando i carretti degli erbivendoli e dei
merciai aprono il loro commercio, e i portinai,
ramazzato il loro tratto di marciapiede, si dispongono
@@ -9974,13 +9936,13 @@ e strani ordegni, come bande di svaligiatori,
danno l'assalto alle botteghe, ne alzano le saracinesche,
ne spalancano gli sportelli, e mettono
sulla strada le mercanzie come se fosse roba rubata.
-Allora la città perde ogni carattere, tutto
+Allora la città perde ogni carattere, tutto
<span class="pagenum"><a id="Page_243"></a>[243]</span>
-è confusione, disordine, tumulto, e per spiccare
+è confusione, disordine, tumulto, e per spiccare
su quella marea rumorosa e agitata di gente che
-invade le strade, corre, grida, si urta, e più cerca
-di sopraffarsi più si perde e si confonde nel
-caos, non basta più la modesta personalità di
+invade le strade, corre, grida, si urta, e più cerca
+di sopraffarsi più si perde e si confonde nel
+caos, non basta più la modesta personalità di
ciascuno, fatta di un certo modo di camminare
o di portare il cappello, di un naso troppo lungo
o di un abito bizzarramente tagliato, ma bisognerebbe
@@ -9991,18 +9953,18 @@ a gote piene nei loro corni d'argento.
</p>
<p>
-Ma Silvio non la pensava così quando, alleggerito
-del peso della collana, uscì dal gioielliere
-e s'incamminò verso un mercante di pellicce,
+Ma Silvio non la pensava così quando, alleggerito
+del peso della collana, uscì dal gioielliere
+e s'incamminò verso un mercante di pellicce,
dove si proponeva di comprare quel pastrano
verde con colletto di lupo e quel berretto di
lontra che Silvina gli vide addosso nell'aprire
gli occhi. Silvio credeva che tutti riconoscessero
in lui un uomo straordinariamente ricco e felice;
e avrebbe voluto chiedere a ognuno che passava
-se la città intera fosse da vendere. Così, ciecamente
+se la città intera fosse da vendere. Così, ciecamente
beato, a passo di bersagliere, la fronte
-alta, gli occhi ridenti, se ne andò, Silvio, incontro
+alta, gli occhi ridenti, se ne andò, Silvio, incontro
alla propria rovina.
</p>
@@ -10019,24 +9981,24 @@ riccioli neri della parrucca, senza pensare che
da quelle carezze non gliene poteva venire alcun
brivido. &mdash; E oltre tutto, concludeva Silvina,
m'ha lasciata anche senza la mia bella collana!... &mdash; Povera
-Silvina! esclamò il principe,
+Silvina! esclamò il principe,
quella collana vi era dunque tanto cara? &mdash; Era
il solo ricordo che avessi di mio padre! E poi
dove trovare uno smeraldo altrettanto bello e
-perfetto? Povero papà mio! Se lo sapesse! &mdash; Infine,
+perfetto? Povero papà mio! Se lo sapesse! &mdash; Infine,
Silvina cara, disse il principe, non vi disperate
-così. Se non sarà una collana con uno
-smeraldo altrettanto perfetto e fulgido, sarà
+così. Se non sarà una collana con uno
+smeraldo altrettanto perfetto e fulgido, sarà
un'altra collana non meno preziosa di quella.
</p>
<p>
-Silvina si consolò. Quel giorno stesso il principe
+Silvina si consolò. Quel giorno stesso il principe
la mise in una bella carrozza tirata da due
focosi cavalli e la condusse di galoppo dal primo
-gioielliere della città. Le vetrine di quel gioielliere
-eran mille volte più risplendenti della famosa
-caverna di Alì Babà, perchè vi si vedevano
+gioielliere della città. Le vetrine di quel gioielliere
+eran mille volte più risplendenti della famosa
+caverna di Alì Babà, perchè vi si vedevano
radunate, in molli conchiglie di velluto violetto,
gemme d'ogni grandezza e colore, dalle quali si
sprigionavano, come da un firmamento di fuochi
@@ -10050,9 +10012,9 @@ cupe ametiste, trasparenti acque marine, e tutti
racchiusi in preziose legature. Alcuni di essi uscivano
per la prima volta dalle mani dell'orafo,
tutti fiammanti e lucidi; altri avevano appartenuto
-ai Raià delle Indie Inglesi, all'Imperatrice
+ai Raià delle Indie Inglesi, all'Imperatrice
della Cina o al Sultano dei Turchi, e dalla
-loro profondità traspariva, come in certi begli
+loro profondità traspariva, come in certi begli
occhi stanchi, una luce che parea consumata. La
folla che passava dinnanzi a quella bottega tuffava
per un attimo le pupille avide e meravigliate
@@ -10074,29 +10036,29 @@ veniva ora allineandole sotto i loro occhi, in silenzio.
Prima fu una collana di perle e diamanti
neri con qualche rara lacrima d'opale;
poi una collana di perle candide alternate con
-ametiste e zaffiri di una profondità notturna; poi
+ametiste e zaffiri di una profondità notturna; poi
ancora una collana tutta di rubini quadrati ed
una di onici e di brillanti. Silvina guardava estatica
<span class="pagenum"><a id="Page_246"></a>[246]</span>
quei vezzi degni di una regina e non sapeva
-dire quale le piacesse di più; quando, con sua
+dire quale le piacesse di più; quando, con sua
gran meraviglia, vide le mani magre e tremanti
del gioielliere porgerle sopra un piccolo scudo
nero una collana d'oro semplice al cui centro
splendeva un superbo smeraldo. Il suo cuore
-palpitò. Era quella proprio la sua collana! Il
+palpitò. Era quella proprio la sua collana! Il
principe Stroztki disse vedendola: &mdash; Non mi
sbaglio? Questa, Silvina, sembra tutta la vostra
-collana. &mdash; Il gioielliere commentò lentamente: &mdash; È
+collana. &mdash; Il gioielliere commentò lentamente: &mdash; È
la meno preziosa. Ma, per me, la
luce di questo smeraldo vale tutte le altre. &mdash; Silvina
non sapeva staccare gli occhi da
quella pietra verde che col suo splendore la teneva
incantata. Ma chiuse le palpebre e disse: &mdash; No,
-Stanislao, non è certamente la mia collana. &mdash; Ella
+Stanislao, non è certamente la mia collana. &mdash; Ella
scelse invece quella tutta composta
di rubini, e volle che subito il principe gliela allacciasse
-al collo. Così Silvina rinnegò per l'ultima
+al collo. Così Silvina rinnegò per l'ultima
volta il suo passato, e la collana di Daria
fu nuovamente rinchiusa nello scrigno del gioielliere.
</p>
@@ -10104,7 +10066,7 @@ fu nuovamente rinchiusa nello scrigno del gioielliere.
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Poco tempo dopo in città scoppiò una sommossa.
+Poco tempo dopo in città scoppiò una sommossa.
In una chiara notte di maggio alcune
navi nel porto improvvisamente s'incendiarono
e, fumando come vulcani, vomitavano cenere
@@ -10112,16 +10074,16 @@ calda e scintille che il vento faceva roteare sui
<span class="pagenum"><a id="Page_247"></a>[247]</span>
tetti come frecce arroventate. Da per tutto si
sparse un puzzo asfissiante di catrame e di pece,
-e sembrò che la luna, che era bianca e limpida
+e sembrò che la luna, che era bianca e limpida
in cielo, sbavasse sulle facciate delle case e sulle
strade deserte la luce rossa di un sole equatoriale.
-A quel pauroso allarme la folla si riversò
+A quel pauroso allarme la folla si riversò
per le vie e venne gridando sul molo. Ma quando
vide dai silos accorrere un'altra folla urlante che
-recava fiaccole accese e scale altissime, indietreggiò
+recava fiaccole accese e scale altissime, indietreggiò
terrorizzata, e di nuovo le strade si vuotarono.
Come se un ciclone si fosse improvvisamente
-abbattuto sulla città, e per le vie e le piazze
+abbattuto sulla città, e per le vie e le piazze
corressero fiumi vorticosi di libeccio, era
tutto uno sbatacchiar d'imposte e di finestre e
di porte, che via via si chiudevano con cupi tonfi,
@@ -10139,7 +10101,7 @@ per il quartiere dei cotonifici, gli altri
in direzione della cattedrale, altri ancora verso
il quartiere degli armatori e dei banchieri, e tutti
andavano poi a convergere verso il centro della
-città. Le torce delle prime colonne erano già
+città. Le torce delle prime colonne erano già
consumate e spente, quando ancora le ultime
ondate con le loro fiaccole accese non avevano
attraversato il mercato. Dove queste s'incontrarono
@@ -10148,15 +10110,15 @@ con quelle nacquero mischie spaventose.
I portatori di fiaccole, trovandosi improvvisamente
di fronte a colonne che tumultuavano al
buio, credettero d'essere caduti in un agguato.
-In breve una battaglia furibonda s'impegnò fra
-le due parti, finchè anche le ultime torce consumate
-si spensero e la moltitudine continuò a combattere
+In breve una battaglia furibonda s'impegnò fra
+le due parti, finchè anche le ultime torce consumate
+si spensero e la moltitudine continuò a combattere
furiosamente al buio. Ciascuno credeva
di avere di fronte un esercito di soldati. Da ogni
parte si drizzavano barricate. E dietro le barricate,
incuranti di quella inutile strage, i ladri
-che senza nè fiaccole nè lanterne nè clamori, alla
-spicciolata, erano accorsi dai quartieri più eccentrici
+che senza nè fiaccole nè lanterne nè clamori, alla
+spicciolata, erano accorsi dai quartieri più eccentrici
al primo odore di tempesta, svaligiavano
tranquillamente le botteghe, caricavano i
carretti che s'eran trascinati dietro correndo, e
@@ -10186,7 +10148,7 @@ luce dell'aurora le lance fitte della cavalleria.
<p>
In una certa grotta scavata nella scogliera, al
-di là del faro, Perdifiato, seduto in faccia al
+di là del faro, Perdifiato, seduto in faccia al
mare, aspettava pazientemente che spuntasse la
alba. Il mare era livido e agitato, e vomitava contro
lo scoglio ondate tutte bavose che si rompevano
@@ -10198,9 +10160,9 @@ Non si distingueva ancora la luce di levante,
dove il sole insinuava tra cielo e mare la
punta d'un raggio pallido pallido, dalla luce di
ponente, dove la mezza luna, ancora tutta fuori
-dell'orizzonte quantunque già coricata, guardava
+dell'orizzonte quantunque già coricata, guardava
di traverso le ombre a poco a poco sfumare sulla
-terra. E già i gabbiani, usciti dai loro nidi, assalivano
+terra. E già i gabbiani, usciti dai loro nidi, assalivano
il vento a testa bassa remando affannati
con le ali tutte distese. Perdifiato, cercando di
allontanare dagli occhi i ciuffi di capelli spioventi
@@ -10212,13 +10174,13 @@ tutto fare con una gamba sola, cercando di
aiutarsi alla meglio con una stampella di legno.
<span class="pagenum"><a id="Page_250"></a>[250]</span>
Almeno la gobba, che il destino, previdente di
-ciò che gli sarebbe mancato poi, gli aveva appioppata
+ciò che gli sarebbe mancato poi, gli aveva appioppata
sul groppone fin dalla nascita, e di cui
egli non sapeva che farsi, avesse potuto cambiarla
con un'altra gamba! Ma no! La gamba
se ne era andata sotto un carro, e la gobba gli
era invece rimasta. E lo chiamavano Perdifiato
-appunto perchè, camminando con quella stampella
+appunto perchè, camminando con quella stampella
e quel fagotto sempre appeso alle spalle,
pareva a tutti che per la gran fatica dovesse mancargli
da un momento all'altro il fiato.
@@ -10227,38 +10189,38 @@ da un momento all'altro il fiato.
<p>
Se avesse avuto tutte e due le gambe come
una volta, anche la gobba gli sarebbe sembrata
-più leggiera. Ma certo egli non le avrebbe impiegate,
+più leggiera. Ma certo egli non le avrebbe impiegate,
come quegli stupidi gabbiani impiegavano
le loro ali, a lottare contro il vento senza
nessuna speranza di poterlo attraversare. Se mai
si sarebbe messo a gareggiare con lui, per fare
-a chi correva più veloce, e tanto meglio se il
+a chi correva più veloce, e tanto meglio se il
vento, prendendolo in poppa, lo avesse anche
aiutato. Allora non gli sarebbero occorse due ore
per arrivare da quella grotta maledetta al centro
-della città, e poi altre due ore per mettersi
-in salvo prima dell'alba. Ma così conciato, che
-avrebbe potuto fare di più? Appena aveva visto
+della città, e poi altre due ore per mettersi
+in salvo prima dell'alba. Ma così conciato, che
+avrebbe potuto fare di più? Appena aveva visto
fiammeggiare l'incendio nel porto s'era messo
a correre, e, rischiando ad ogni passo di schiantarsi
anche quell'unica gamba che gli rimaneva,
aveva fatto salti da cavalletta su per la scogliera
e poi lungo il molo tutto ingombro di travi, di
<span class="pagenum"><a id="Page_251"></a>[251]</span>
-corde, di àncore, di botti. L'anima agitata gli
+corde, di àncore, di botti. L'anima agitata gli
avrebbe messo le ali ai piedi, se ne avesse avuti
due. Ma a una gruccia, a un povero pezzo di
-legno, come poteva mettere un'ala? Sicchè tutto
+legno, come poteva mettere un'ala? Sicchè tutto
sfiatato, era giunto appena in tempo a intrufolarsi
in una certa bottega che aveva la porta
sfondata, giusto per spigolare quello che gli
-altri più fortunati, cioè più veloci di lui, vi avessero
+altri più fortunati, cioè più veloci di lui, vi avessero
per caso dimenticato. Con un moccoletto
s'era messo a frugare, e per quanto quella fosse
la bottega di un gioielliere, non aveva trovato
se non un paio di vecchie scarpe, in un angolo,
in un altro una valigia usata, sopra un tavolo
-una lente d'ingrandimento e un poco più in là
+una lente d'ingrandimento e un poco più in là
una bilancia di precisione. Nel fondo di uno
scrigno di ferro, che doveva aver dato molto da
fare per aprirlo c'era un mucchio di cartoccini
@@ -10267,24 +10229,24 @@ volta ma ora parevano tutti vuoti, mezzi strappati
e sfatti. Perdifiato, affondando scrupoloso
la mano nel mucchio, credette di sentirne uno
ancor pieno. Allora, per non perdere tempo, aperta
-la valigia, vi rovesciò dentro tutta quella
-carta, e, confidando nella fortuna, così carico di
+la valigia, vi rovesciò dentro tutta quella
+carta, e, confidando nella fortuna, così carico di
quel magro bottino prese la via dell'uscita.
</p>
<p>
-Ma il ritorno non era andato così liscio come
+Ma il ritorno non era andato così liscio come
si poteva sperare. Sotto un arco buio aveva fatto
un incontro che per poco non gli era costato
-la pelle; perchè, mentre se ne andava tutto saltellante
-per la via più breve, due ombre si eran
+la pelle; perchè, mentre se ne andava tutto saltellante
+per la via più breve, due ombre si eran
<span class="pagenum"><a id="Page_252"></a>[252]</span>
staccate da un angolo e gli avevano sbarrato il
cammino.
</p>
<p>
-&mdash; Olà! diceva una voce rauca, d'uomo, tu
+&mdash; Olà! diceva una voce rauca, d'uomo, tu
prendilo per il collo e tiello fermo...
</p>
@@ -10297,9 +10259,9 @@ E un'altra voce, che pareva di ragazzo, diceva:
</p>
<p>
-Perdifiato si sentì veramente mancare tutto
+Perdifiato si sentì veramente mancare tutto
il fiato che dopo tanto correre ancora gli rimaneva,
-e balbettò:
+e balbettò:
</p>
<p>
@@ -10309,7 +10271,7 @@ e balbettò:
<p>
Ma due mani possenti lo afferrarono per le
spalle, e altre due mani gli abbrancarono il ginocchio,
-e Perdifiato, barcollando, sentì che
+e Perdifiato, barcollando, sentì che
quello che lo stringeva alla gamba cercava nell'ombra
l'altro ginocchio, per agguantarlo, e non
lo trovava. Intanto quello che lo teneva abbracciato
@@ -10322,19 +10284,19 @@ sulla schiena!
</p>
<p>
-Allora sentì la stretta del ginocchio mollare,
+Allora sentì la stretta del ginocchio mollare,
e due mani gli si infilarono sotto il corpetto e
incominciarono a palpargli la gobba.
</p>
<p>
-&mdash; Non viene niente! gridò indispettito il ragazzo,
+&mdash; Non viene niente! gridò indispettito il ragazzo,
che era quello che lo frugava.
</p>
<p>
Allora l'altro prese Perdifiato per i capelli e
-lo scrollò con tanta forza, che, perdendo l'equilibrio,
+lo scrollò con tanta forza, che, perdendo l'equilibrio,
egli cadde lungo disteso per terra.
</p>
@@ -10345,19 +10307,19 @@ anch'io!
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_253"></a>[253]</span>
-In quel mentre s'udì uno scalpiccio di gente
+In quel mentre s'udì uno scalpiccio di gente
che si avvicinava correndo, e allora quello che
-gli stava sopra gli assestò un pugno nelle costole,
-e se ne fuggì a precipizio seguito dal ragazzo
-che dileguò subito con lui nel buio.
+gli stava sopra gli assestò un pugno nelle costole,
+e se ne fuggì a precipizio seguito dal ragazzo
+che dileguò subito con lui nel buio.
</p>
<p>
Perdifiato rimase qualche minuto immobile,
senza respiro, per l'acuto dolore che sentiva alle
-costole. Poi, quando non udì più alcun rumore,
-cercò di sollevarsi, e palpandosi il fianco
-sentì che versava sangue.
+costole. Poi, quando non udì più alcun rumore,
+cercò di sollevarsi, e palpandosi il fianco
+sentì che versava sangue.
</p>
<p>
@@ -10366,8 +10328,8 @@ sentì che versava sangue.
<p>
E premendosi con una mano la ferita, e con
-l'altra aggrappandosi al muro, si alzò in piedi,
-ritrovò la gruccia, la valigia e le scarpe che, sfuggendogli
+l'altra aggrappandosi al muro, si alzò in piedi,
+ritrovò la gruccia, la valigia e le scarpe che, sfuggendogli
di mano quando era caduto, erano rotolate
poco lontano, e ansando disperatamente
raggiunse la grotta dove Prisca ed Accolito dormivano
@@ -10377,7 +10339,7 @@ ancora ignari di tutto.
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Ora gli premeva di sapere due cose, e perciò
+Ora gli premeva di sapere due cose, e perciò
aspettava la luce del giorno: prima di tutto se
in quei cartocci che stavano nella valigia ci fosse
qualche cosa di buono; poi se la ferita che lo
@@ -10385,34 +10347,34 @@ faceva soffrire, e non voleva stagnarsi, fosse
grande o piccina, soltanto un graffio oppure un
buco profondo. Finalmente un po' di chiarore
si fece nell'aria, e Perdifiato, rovesciata la valigia
-in una specie di buca fatta nello scoglio, incominciò
+in una specie di buca fatta nello scoglio, incominciò
<span class="pagenum"><a id="Page_254"></a>[254]</span>
a passare uno dopo l'altro gli involti
di carta velina, e non c'era piega ch'egli lasciasse
inesplorata. Con sua infinita gioia in uno
-trovò una pietruzza che al tasto e al colore, alla
-rotondità, riconobbe per una perla. Era una
+trovò una pietruzza che al tasto e al colore, alla
+rotondità, riconobbe per una perla. Era una
bella perla bianca, grossa come un cece. Poi
-trovò, in un altro cartoccino rimasto intatto,
+trovò, in un altro cartoccino rimasto intatto,
quattro o cinque pietre giallognole, trasparenti,
lavorate come il brillante, ed erano quattro o
-cinque topazi. Infine trovò, proprio quando aveva
+cinque topazi. Infine trovò, proprio quando aveva
perduta ogni altra speranza e non rimanevano
nella buca se non pochi straccetti di carta,
una collanina d'oro da cui pendeva uno smeraldo
ovale. Perdifiato stava guardando quello smeraldo
contro luce per vedere quanto fosse limpido
-e trasparente, quando un dolore acuto gli attraversò
+e trasparente, quando un dolore acuto gli attraversò
improvvisamente il fianco ferito e gli
-strappò un lamento. Si rovesciò allora il corpetto,
+strappò un lamento. Si rovesciò allora il corpetto,
e si vide tutto sporco di sangue. Sotto le
costole gli si apriva un taglio di coltello largo
due dita che doveva essere profondo assai. Perdifiato
-si arruffò disperato i capelli sulla fronte
-e capì che di quel colpo poteva morire. Infatti
-si sentiva a poco a poco mancare le forze, e già
-gli occhi gli si annebbiavano. Chiamò con tutta
-la sua voce: &mdash; Prisca! Accolito! &mdash; e cominciò
+si arruffò disperato i capelli sulla fronte
+e capì che di quel colpo poteva morire. Infatti
+si sentiva a poco a poco mancare le forze, e già
+gli occhi gli si annebbiavano. Chiamò con tutta
+la sua voce: &mdash; Prisca! Accolito! &mdash; e cominciò
a tirar sassi nella grotta per svegliarli.
</p>
@@ -10429,28 +10391,28 @@ tutta nel sogno e dalle sue belle labbra sorridenti
uscivano di quando in quando piccoli gridi lamentosi,
come se realmente ella si trovasse alle
prese con una muta di innamorati. Uno dei sassi
-che Perdifiato tirava nella grotta la colpì alla
-spalla e la destò spaventata. Ed ella, rizzandosi
+che Perdifiato tirava nella grotta la colpì alla
+spalla e la destò spaventata. Ed ella, rizzandosi
con un salto a sedere sul letto, subito con la
mano si nascose i piccoli seni tondi e rosei nella
-camicia, e si guardò intorno con occhi torvi, come
+camicia, e si guardò intorno con occhi torvi, come
se contasse di non vedere che nemici. Ma
non vide nessuno, se non Accolito che, coricato
al suo fianco, ronfava con le labbruzze aperte
e gli occhi rovesciati, che mostravano fra le palpebre
brune un filo di bianco, e parevano due
-castagne tagliate. Ma subito dopo udì la voce
+castagne tagliate. Ma subito dopo udì la voce
di Perdifiato che la chiamava, e curvandosi sopra
un fianco, vide anche lui, nell'arco chiaro
della grotta, che si stringeva la faccia con le mani
-e si torceva come se avesse le doglie. Ella saltò
+e si torceva come se avesse le doglie. Ella saltò
su in piedi, e infilatosi alla svelta un gonnellino,
-scalza andò a vedere che cosa avesse il suo
-caro marito per lamentarsi e dimenarsi così.
+scalza andò a vedere che cosa avesse il suo
+caro marito per lamentarsi e dimenarsi così.
</p>
<p>
-&mdash; Crepa! esclamò poi strofinandosi gli occhi
+&mdash; Crepa! esclamò poi strofinandosi gli occhi
cisposi. Chi ti ha pregato di andare? Manco
se avessi tre gambe invece di una, e un paio
di ali invece di quella gobba dannata!
@@ -10459,16 +10421,16 @@ di ali invece di quella gobba dannata!
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_256"></a>[256]</span>
&mdash; Andiamo, disse Perdifiato che non ne poteva
-più dal dolore, mettimi a letto e fammi un
+più dal dolore, mettimi a letto e fammi un
impiastro...
</p>
<p>
-Prisca lo prese per le spalle e lo trascinò sul
-letto dal quale s'era alzata allora. Poi ritornò
+Prisca lo prese per le spalle e lo trascinò sul
+letto dal quale s'era alzata allora. Poi ritornò
fuori, e raccolta la perla e la collana con lo smeraldo
e i topazi che erano posati sulla pietra,
-li mostrò a Perdifiato e gli chiese:
+li mostrò a Perdifiato e gli chiese:
</p>
<p>
@@ -10477,17 +10439,17 @@ li mostrò a Perdifiato e gli chiese:
<p>
Perdifiato glieli tolse di mano con violenza e
-senza rispondere li annodò stretti stretti in un
-angolo della coperta. Prisca si avvicinò a un
+senza rispondere li annodò stretti stretti in un
+angolo della coperta. Prisca si avvicinò a un
fornello piantato in un angolo fra quattro sassi,
su cui stava una pentola di coccio, e nella pentola
c'era un po' di pancotto che galleggiava in
un brodo nero. Prisca prese un cencio e se lo
distese sulle ginocchia. Poi prese un po' di quel
pane spappolato e ne fece una specie di focaccia
-larga come una mano. Lo involtò bene bene
+larga come una mano. Lo involtò bene bene
nel cencio e, sollevato il corpetto di Perdifiato,
-gli appiccicò l'impiastro sulla ferita.
+gli appiccicò l'impiastro sulla ferita.
</p>
<p>
@@ -10498,12 +10460,12 @@ tua da questo buco non ci passa!
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Quel giorno trascorse così. Perdifiato si lamentava
+Quel giorno trascorse così. Perdifiato si lamentava
tutto rattrappito sul letto. Dopo qualche
-ora si strappò dal fianco il corpetto, l'impiastro
-di pancotto, la cintola dei calzoni, e tutto scaraventò
+ora si strappò dal fianco il corpetto, l'impiastro
+di pancotto, la cintola dei calzoni, e tutto scaraventò
<span class="pagenum"><a id="Page_257"></a>[257]</span>
-lontano da sè con ira. Si sentiva bruciare
+lontano da sè con ira. Si sentiva bruciare
dentro, le viscere, come se avesse inghiottito e
digerito una pietra infernale. I suoi occhi bovini,
tondi e neri, pareva che per il gran dolore
@@ -10514,46 +10476,46 @@ rientrare nelle orbite.
<p>
Era giorno di domenica. Prisca prese Accolito
-e lo portò ad una pozzanghera d'acqua salata
+e lo portò ad una pozzanghera d'acqua salata
che il mare aveva lasciato nel cavo d'uno scoglio,
-e senza pietà gli lavò il viso, le orecchie e
+e senza pietà gli lavò il viso, le orecchie e
le mani, che dopo quella lustrata brillarono al
-sole più nere che mai, perchè erano nere di natura.
+sole più nere che mai, perchè erano nere di natura.
Anche Prisca era nera. La sua pelle aveva
il colore del bronzo: era bruna e dorata, e lucida
-più del metallo. Asciugò Accolito nella sua
-sottana e poi gli infilò certe brachette di velluto
+più del metallo. Asciugò Accolito nella sua
+sottana e poi gli infilò certe brachette di velluto
nero e un camiciottino bianco ricamato.
-Sulla fronte gli spazzolò bene il ciuffo. Quindi,
+Sulla fronte gli spazzolò bene il ciuffo. Quindi,
preso lo specchio, ch'era un pezzo di specchio
-tutto scheggiato, lo appoggiò ad un sasso, e,
-accoccolata, incominciò con il pettine, che aveva
-sì o no quattro denti, a districarsi i capelli, fitti
-e increspati come la lana. Ma non riuscì che a
+tutto scheggiato, lo appoggiò ad un sasso, e,
+accoccolata, incominciò con il pettine, che aveva
+sì o no quattro denti, a districarsi i capelli, fitti
+e increspati come la lana. Ma non riuscì che a
strappar qualche nodo e a sciogliere qualche ricciolo,
e il resto le rimase tutto raggomitolato intorno
al capo, che sembrava appunto un gran
-gomitolo di lana. Un nastro giallo se lo passò
-sotto la nuca e se lo annodò in due bei cornetti
+gomitolo di lana. Un nastro giallo se lo passò
+sotto la nuca e se lo annodò in due bei cornetti
dritti nel mezzo della fronte. Poi, senza vergognarsi
<span class="pagenum"><a id="Page_258"></a>[258]</span>
del mare che la guardava con i suoi mille
-occhi sfavillanti di sole, si spogliò nuda nuda, e
-in breve si rivestì degli abiti di festa, ch'erano
+occhi sfavillanti di sole, si spogliò nuda nuda, e
+in breve si rivestì degli abiti di festa, ch'erano
certe calze di seta azzurra, un corsettino di lana
rossa e una gonnella nera di panno. Alla cintola
-si annodò un altro nastro verde e i piedi li calzò
-con due belle scarpette. Così, tutta vestita bene,
-si accostò al letto dove Perdifiato non la finiva
-più di gemere e di agitarsi. Egli stava rivoltato
+si annodò un altro nastro verde e i piedi li calzò
+con due belle scarpette. Così, tutta vestita bene,
+si accostò al letto dove Perdifiato non la finiva
+più di gemere e di agitarsi. Egli stava rivoltato
con la faccia contro la parete e teneva le braccia
intorno al capo. La coperta era tutta ammonticchiata
-in fondo al letto. Prisca si curvò e cercò
+in fondo al letto. Prisca si curvò e cercò
quel nodo che Perdifiato aveva fatto in un
angolo della coperta per racchiudervi la collana
e le altre pietre preziose, lo sciolse, e, presa la
-catenina d'oro con lo smeraldo, svelta si allontanò
-senza essere nè veduta nè udita.
+catenina d'oro con lo smeraldo, svelta si allontanò
+senza essere nè veduta nè udita.
</p>
<p>
@@ -10574,8 +10536,8 @@ staccava un minuto; e camminare tra la folla con
quella gruccia e quella gobba era un tormento.
Egli poi non stava zitto mai, e bastava che uno
guardasse la sua donna, ch'egli si metteva a chiamarla
-per nome, perchè tutti sapessero subito
-che quel fiore gli apparteneva. Perciò quel
+per nome, perchè tutti sapessero subito
+che quel fiore gli apparteneva. Perciò quel
giorno Prisca andava trionfante e libera, e tutti
potevano guardarla quanto volevano, e averne
da lei in compenso certi bei sorrisi bianchissimi.
@@ -10588,7 +10550,7 @@ l'aveva presa ragazza.
<p>
Perdifiato intanto si disperava, solo, nella
-grotta che già incominciava a riempirsi di ombra.
+grotta che già incominciava a riempirsi di ombra.
Egli vedeva l'inferno aperto ai piedi del
suo letto e tutti i diavoli rossi, con le corna e le
forche, che ballavano nelle fiamme. Chiamava
@@ -10596,27 +10558,27 @@ Prisca, chiamava Accolito, ma non gli rispondeva
se non la propria voce fatta cavernosa. Aveva
sete, e beveva ogni tanto un sorso d'acqua
da un vaso di coccio che aveva accanto al letto.
-Ma quell'acqua, che era fredda finchè la teneva
+Ma quell'acqua, che era fredda finchè la teneva
in bocca, appena passato il gargarozzo diventava
bollente e pareva piombo liquefatto che gli colasse
nelle viscere. Si sentiva morire. Si abbrancava
con le mani alle pareti scabrose, ma certo
-sarebbe finito nell'inferno che lo aspettava laggiù
+sarebbe finito nell'inferno che lo aspettava laggiù
spalancato. Sua moglie e suo figlio l'avevano
<span class="pagenum"><a id="Page_260"></a>[260]</span>
abbandonato. Forse Prisca, tanto coraggiosa, avrebbe
potuto scacciare quei diavoli rossi, chiudere
quella buca arroventata con delle palate di
-sabbia! Disperato, egli invocò la Madonna del
-Parto, che aveva già salvato Prisca quando aveva
-dato alla luce Accolito; e benchè non sperasse
-più nulla, con sua gran meraviglia la vide d'un
+sabbia! Disperato, egli invocò la Madonna del
+Parto, che aveva già salvato Prisca quando aveva
+dato alla luce Accolito; e benchè non sperasse
+più nulla, con sua gran meraviglia la vide d'un
tratto apparire in una nuvoletta candida. Allora
-le offrì col cuore tutte le sue ricchezze. La Madonna
+le offrì col cuore tutte le sue ricchezze. La Madonna
gli disse: &mdash; Perdifiato, mi darai la collana
d'oro con quello smeraldo ovale. La nuvoletta
-svanì, e Perdifiato afferrò la coperta e sfece
-il nodo. Ma non trovò la collana.
+svanì, e Perdifiato afferrò la coperta e sfece
+il nodo. Ma non trovò la collana.
</p>
<p>
@@ -10624,14 +10586,14 @@ E tutti, vedendo passare Prisca con Accolito,
le andavano incontro allegri, e, guardandola con
ammirato stupore, le dicevano: &mdash; Oh! fiorita
come una rosa di maggio, la nostra bella Prisca!
-E il gobbo se l'è bevuto il mare? Come siamo
+E il gobbo se l'è bevuto il mare? Come siamo
sgargianti! E questa bella collana, con questo
bello smeraldo, chi ve l'ha regalata? Dalla gobba
-dello sposo è uscita? E ridevano, e Prisca rideva
-più di loro. E gli uni le dicevano, additando
-Accolito: &mdash; Il fagotto più grosso, manco
+dello sposo è uscita? E ridevano, e Prisca rideva
+più di loro. E gli uni le dicevano, additando
+Accolito: &mdash; Il fagotto più grosso, manco
male, l'hai lasciato a casa. Ma anche questo fagottello
-qui, perchè non lo butti in mare? Accolito
+qui, perchè non lo butti in mare? Accolito
si metteva a piangere, e allora Prisca gli
dava due sculacciate e gli gridava: &mdash; Stupido
come tuo padre! Non vedi che te lo fanno apposta?
@@ -10641,41 +10603,41 @@ Eh! la nostra bella Prisca, che collana ha messo
su! Le donne, specie le ragazze da marito,
che vedevano come tutti i giovani le corressero
dietro a farle mille grazie, bisbigliavano arricciando
-il naso: &mdash; Ohibò! Dove l'avrà tolta
-quella collana? L'avrà mica rubata?
+il naso: &mdash; Ohibò! Dove l'avrà tolta
+quella collana? L'avrà mica rubata?
</p>
<p>
Perdifiato vedeva la buca dell'inferno ai piedi
-del suo letto allargarsi sempre più, e gli pareva
+del suo letto allargarsi sempre più, e gli pareva
che le fiamme che ne uscivano fossero lunghe
fino al soffitto. Tutto per quella collana che la
Madonna gli aveva chiesto, e ch'egli non le poteva
dare! Eppure l'aveva annodata nell'angolo
della coperta con le altre pietre preziose. Ma ora
-non c'era più. Disperato si gettò colla faccia
-contro il letto e rimase così irrigidito nello spasimo
-che gli lacerava il fianco, finchè non gli
+non c'era più. Disperato si gettò colla faccia
+contro il letto e rimase così irrigidito nello spasimo
+che gli lacerava il fianco, finchè non gli
parve di vedere, nell'ombra che ormai riempiva
-la grotta, splendere una fioca luce. Allora alzò il
+la grotta, splendere una fioca luce. Allora alzò il
capo e vide Prisca che, tenendo in mano un moccolo
di candela, stava curva a guardarlo. Ma
subito vide anche pendere dal suo collo lo smeraldo
che oscillava come una stella verde, e con
-un grido furioso glielo strappò, e, stringendolo
-nel pugno chiuso, si rovesciò svenuto sul letto.
+un grido furioso glielo strappò, e, stringendolo
+nel pugno chiuso, si rovesciò svenuto sul letto.
</p>
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Quando Perdifiato fu guarito e potè alzarsi dal
-suo giaciglio, prese la gruccia e se ne andò in
-città. Là, in cima a una gradinata altissima, sorgeva
+Quando Perdifiato fu guarito e potè alzarsi dal
+suo giaciglio, prese la gruccia e se ne andò in
+città. Là, in cima a una gradinata altissima, sorgeva
una vecchia chiesa sul cui frontone era
<span class="pagenum"><a id="Page_262"></a>[262]</span>
scritto a grandi caratteri: <i>Virgo tua gloria partus</i>,
-dove Perdifiato entrò segnandosi. La Madonna,
+dove Perdifiato entrò segnandosi. La Madonna,
che gli era apparsa in sogno vestita di
rosa e d'azzurro, stava ora seduta in una nicchia
fra due colonne, tutta coperta di cuori d'argento,
@@ -10683,56 +10645,56 @@ e non aveva quel vestito celeste, ma era
tutta di marmo bianco, salvo il piede che era
d'oro. Tante lampade pendevano intorno intorno
alla nicchia e in ognuna brillava tremando
-una fiammellina. Contuttociò la nicchia era piena
+una fiammellina. Contuttociò la nicchia era piena
d'ombra. La Vergine aveva in capo una mitra
d'oro altissima, e il Bambino, che ella teneva
in piedi sulle ginocchia, aveva pure una mitra
-d'oro, ma un poco più piccola. Ma mentre il pargolo
+d'oro, ma un poco più piccola. Ma mentre il pargolo
era tutto nudo, la mamma portava sul vestito
di marmo una specie di corazza tutta scintillante
d'oro e di gemme, e intorno al collo dieci
file di perle d'ogni grandezza, e alle dita anelli
che splendevano come fari. Perdifiato, prono
dinnanzi a quell'immagine, la contemplava estatico,
-e si domandava perchè mai la Madonna,
-che aveva già tutti quei gioielli meravigliosi, avesse
+e si domandava perchè mai la Madonna,
+che aveva già tutti quei gioielli meravigliosi, avesse
chiesto a lui, povero ladro di poca fortuna,
la sola collana che in vita sua gli fosse riuscito
rubare. Egli cercava una risposta a questa
-domanda e non la trovava. Finchè i suoi occhi
+domanda e non la trovava. Finchè i suoi occhi
non si posarono sopra quelle file di perle che
cingevano il collo della Vergine, e allora credette
-di averla trovata, perchè veramente eran
+di averla trovata, perchè veramente eran
tutte collane di perle, e non ce n'era nemmeno
<span class="pagenum"><a id="Page_263"></a>[263]</span>
una che avesse uno smeraldo. Allora Perdifiato
-si alzò lentamente, e senza staccare gli occhi dal
+si alzò lentamente, e senza staccare gli occhi dal
volto della Madonna, la quale pareva seguire ogni
-suo atto con quelle sue pupille bianche, andò
+suo atto con quelle sue pupille bianche, andò
verso un frate che, pregando a testa bassa, teneva
sulle ginocchia un piatto d'argento. Con un
gesto umile, quasi vergognoso, egli trasse di tasca
la collana dallo smeraldo, e, sospirando, la
-lasciò cadere tra le monete di rame di cui quel
+lasciò cadere tra le monete di rame di cui quel
piatto era pieno. Il frate senza interrompere le
-sue preghiere assentì gravemente col capo, e
-disse con un po' più di voce: <i>Ave Maria gratia
-plena, domin... tec... benedi...</i> E il resto si perdè
+sue preghiere assentì gravemente col capo, e
+disse con un po' più di voce: <i>Ave Maria gratia
+plena, domin... tec... benedi...</i> E il resto si perdè
in un bisbiglio.
</p>
<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
<p>
-Là, un giorno vuoto, ho riveduto io, per caso,
+Là, un giorno vuoto, ho riveduto io, per caso,
la collana di Daria, la collana di Silvina. Essa
-ora appartiene al cielo: è di Dio. Sospesa al
+ora appartiene al cielo: è di Dio. Sospesa al
collo della Vergine, sembra risplendere d'una
luce dolce e serena, senza sinistri riflessi. Nessun
-maligno fascino si sprigiona più dal suo verde
+maligno fascino si sprigiona più dal suo verde
lume. Ed io pensai, riconoscendola dalle sue
maglie smaltate e dal colore della sua trasparenza,
-che anche Daria, se è morta come disse
+che anche Daria, se è morta come disse
Soave, e Silvina che vive ancora, potranno forse
un giorno purificarsi.
</p></div>
@@ -10754,34 +10716,34 @@ I.
<p>
Ho trentacinque anni. Sono invecchiato e stanco.
-Non ho più voglia di vivere. Se rileggo i
+Non ho più voglia di vivere. Se rileggo i
miei scartafacci scritti dieci, quindici anni fa,
-e vedo come la vita mi sembrasse già allora disperata,
+e vedo come la vita mi sembrasse già allora disperata,
e come poi abbia potuto vivere ancora
altri dieci, quindici anni, ho un desiderio pazzo
-di aprire la finestra e di precipitarmi giù nella
+di aprire la finestra e di precipitarmi giù nella
strada, per schiacciare questa mia testa contro
il selciato e impedirle per sempre di ragionare.
-Io mi rivolto, con un'irascibilità nella quale riconosco
+Io mi rivolto, con un'irascibilità nella quale riconosco
pur troppo i segni della mia malattia e
-della mia precoce senilità, mi rivolto contro me
-stesso, perchè m'è intollerabile pensare, come
+della mia precoce senilità, mi rivolto contro me
+stesso, perchè m'è intollerabile pensare, come
risulta dalle pagine scritte per Daria e per Silvina,
che io abbia potuto per lunghi anni considerarmi
una vittima del destino e circondare di
-pietà gli atti più stolti della mia vita, e di tutte
+pietà gli atti più stolti della mia vita, e di tutte
le cose avere un'opinione falsa e sbagliata, senza
-che la verità mi balenasse mai per un istante
+che la verità mi balenasse mai per un istante
alla mente, quantunque pretendessi di penetrare
il segreto delle cose e a tutte dare un significato.
Se mi affaccio alla finestra, solo che abbassi gli
occhi sul fondo della strada buia che s'inabissa
<span class="pagenum"><a id="Page_266"></a>[266]</span>
-fra le case, con quei lumicini, laggiù, languidi
+fra le case, con quei lumicini, laggiù, languidi
e opachi e quelle formiche nere che silenziosamente
corrono sbucando dall'ombra per rintanarsi
in altra ombra, la vertigine mi prende alla
-nuca e mi tira giù a precipizio nel vuoto. Basterebbe
+nuca e mi tira giù a precipizio nel vuoto. Basterebbe
che mi abbandonassi. Ma invece, vile,
e in perfetta contraddizione con quanto ho ideato
poco fa, mi abbranco con tutte e due le mani alla
@@ -10792,50 +10754,50 @@ pensiero che vorrei uccidere per sempre in me.
</p>
<p>
-Il piccolo Isacco se ne è andato or ora. Mi ha
+Il piccolo Isacco se ne è andato or ora. Mi ha
lasciato qui, accanto, un modulo stampato che
debbo riempire. Povero ragazzo! Non dimentica
nulla, lui. Ora lo sento nella stanza vicina che
si toglie le scarpe e le sbatte contro la porta.
-Sempre così, ogni sera. Luisa non poteva soffrire
+Sempre così, ogni sera. Luisa non poteva soffrire
questi rumori che Isacco fa spogliandosi
nella sua camera, e la sottigliezza della parete,
che divide questa stanza dalla sua, fu sempre
per lei cagione di grandi preoccupazioni, di profonda
-infelicità. Veramente sembra che Isacco
+infelicità. Veramente sembra che Isacco
sia ancora qui, accanto a me, e che si spogli in
mia presenza, come se nulla ci dividesse, togliendoci
l'uno alla vista dell'altro. Ora sento perfettamente
che sospira, e dallo scricchiolio della
-sedia su cui è seduto (la sedia è accanto al letto)
+sedia su cui è seduto (la sedia è accanto al letto)
capisco che si sta sfilando le calzette di lana
-bianca, e forse il sospiro è dovuto ad un buco,
+bianca, e forse il sospiro è dovuto ad un buco,
<span class="pagenum"><a id="Page_267"></a>[267]</span>
che, nel cavarsi le scarpe, ha scoperto sulla
punta o nel tallone. Durante la notte, lo sento
che si rivolta nel letto, e poi percepisco il suo
-respiro pesante e calmo, quando si è addormentato.
+respiro pesante e calmo, quando si è addormentato.
Spesso sogna, e allora chiama con voce lamentosa
-e lontana i nomi più strani, e fa lunghi
+e lontana i nomi più strani, e fa lunghi
dialoghi con qualche invisibile e misteriosa ombra.
</p>
<p>
-Faceva così anche prima quando c'era Luisa,
-e non esisteva nessuna intimità tra noi. E Luisa
+Faceva così anche prima quando c'era Luisa,
+e non esisteva nessuna intimità tra noi. E Luisa
mi diceva: &mdash; Se noi sentiamo tutto, persino
quando inghiottisce lo sputo, sente tutto anche
lui. Che tormento! E non parlava che sottovoce,
e non camminava che in punta di piedi. Oh! lo
sapevo benissimo anch'io quanto lei. Quella stanza
-dove ora sta Isacco è stata prima la mia stanza.
+dove ora sta Isacco è stata prima la mia stanza.
E Luisa abitava appunto questa stanza,
quando io abitavo quella. Non l'avevo ancora
-mai veduta, e già, Luisa, la conoscevo intimamente.
+mai veduta, e già, Luisa, la conoscevo intimamente.
Che strano caso! La sua vita non aveva
-più segreti per il mio udito, quando ancora i
+più segreti per il mio udito, quando ancora i
miei occhi non si erano posati neppure una volta
-su lei. Tutto è proprio nato dalla trasparenza di
+su lei. Tutto è proprio nato dalla trasparenza di
questa maledetta parete.
</p>
@@ -10843,18 +10805,18 @@ questa maledetta parete.
Mi ricordo come fosse ieri quando la vecchia
Savina mi fece salire fino al sesto piano di questa
casa immensa, e m'introdusse in quella stanza.
-Veramente non è una stanza. È il fondo
+Veramente non è una stanza. È il fondo
di un corridoio, al quale la sua finestra dava luce
prima che vi alzassero contro un tramezzo di
<span class="pagenum"><a id="Page_268"></a>[268]</span>
legno e un uscio. Poi il corridoio rimase buio e
-Savina ebbe una stanza di più da appigionare. Ci
-sta appena appena il letto, che è di ferro sottile
-e nero, e a due passi, di lato, è appoggiato,
+Savina ebbe una stanza di più da appigionare. Ci
+sta appena appena il letto, che è di ferro sottile
+e nero, e a due passi, di lato, è appoggiato,
contro l'altra parete, il cassettone, con sopra una
-specchiera rotta in più parti. Sotto la finestra
+specchiera rotta in più parti. Sotto la finestra
si trova il lavabo pure di ferro, con un catino,
-una brocca e un secchio. In tutto non c'è che
+una brocca e un secchio. In tutto non c'è che
una sedia. Io sorrido se penso al senso di repulsione
e di tristezza che ebbi, quindici anni or
sono, entrando in quella povera camera di casa
@@ -10870,36 +10832,36 @@ una reggia.
<p>
Ma quando entrai per la prima volta dove
Isacco dorme e russa, or sono sei mesi o poco
-più, non venivo da casa mia, non lasciavo nè
+più, non venivo da casa mia, non lasciavo nè
il letto caldo e soffice, con le sue belle lenzuola
profumate di spigonardo, che la mia buona
-mamma faceva ogni mattina con le sue mani, nè
+mamma faceva ogni mattina con le sue mani, nè
la grande poltrona imbottita sulla quale passavo
ore ed ore rovesciato a sognare stupide e meravigliose
fantasie. Come la mia buona casa era
-già lontana, perduta, dimenticata! Come tutto
+già lontana, perduta, dimenticata! Come tutto
era finito molto prima d'allora! Dal giorno in
-cui, morta mia madre, Marta la seguì per quel
+cui, morta mia madre, Marta la seguì per quel
<span class="pagenum"><a id="Page_269"></a>[269]</span>
-cammino così silenzioso che neppure sotto i suoi
-grossi zoccoli levò un rumore (anche la sua vita
-tanto semplice finì misteriosamente come tutte
-le altre), e mia sorella Adalgisa si sposò con un
-giovane di Pra che se la portò piangente di là dai
+cammino così silenzioso che neppure sotto i suoi
+grossi zoccoli levò un rumore (anche la sua vita
+tanto semplice finì misteriosamente come tutte
+le altre), e mia sorella Adalgisa si sposò con un
+giovane di Pra che se la portò piangente di là dai
monti, e mia sorella Maria volle entrare in
convento, sono passati pochi anni, ma eterni.
Quale esperienza della vita, in questi anni! Poco
-dopo anche mio padre morì, ed io, venduta
+dopo anche mio padre morì, ed io, venduta
la casa, la cascina e il podere, me ne fuggii
-per non ritornare indietro mai più. Lo stambugio
+per non ritornare indietro mai più. Lo stambugio
che allora Savina m'offriva per pochi soldi,
gli ultimi, finiti i quali non ne avrei posseduti
-più, mi sembrò quanto di meglio il caso
+più, mi sembrò quanto di meglio il caso
potesse offrire a un disgraziato mio pari.
</p>
<p>
-Nevicava. Con una voluttà disperata andai a
+Nevicava. Con una voluttà disperata andai a
schiacciare il viso contro i vetri della finestra,
ficcai gli occhi in quella notte buia tutta punteggiata
di bianco. Finalmente c'era qualche cosa
@@ -10907,10 +10869,10 @@ fra me e il gelo dell'inverno, fra me e quelle
tenebre odiose, fra il mio viso e il vento che turbinava
veemente spazzando le strade tutte deserte
e bianche! Io volevo volevo morire. Ma
-per quel ridicolo senso di pietà, per quell'assurdo
+per quel ridicolo senso di pietà, per quell'assurdo
amor di noi stessi che neppure l'idea della
morte sopprime, come se importasse qualche
-cosa ciò che potrà accadere quando tutto sarà
+cosa ciò che potrà accadere quando tutto sarà
finito per noi, mi faceva orrore il pensiero di
essere sepolto dalla neve ad un angolo di strada,
e poi calpestato, e poi urtato e forse ferito dalle
@@ -10926,19 +10888,19 @@ libera, nella dolce frescura. Ma poi, sopravvenuto
l'autunno, avevo dovuto cercare una casa,
e tutte erano troppo ricche per me, che non avevo
se non il mio modesto salario d'amanuense,
-appena appena per mangiare, e non più: non
-per avere anche una casa. E così era passato anche
+appena appena per mangiare, e non più: non
+per avere anche una casa. E così era passato anche
l'autunno. M'avevano ricoverato le arcate
dei portici, certi anditi fetidi nel quartiere basso
-della città. Ormai da molte e molte notti non
+della città. Ormai da molte e molte notti non
conoscevo un letto, non potevo distendermi e riscaldarmi
sotto una coperta di lana, posare il
capo sopra qualche cosa di soffice. Quel letto
su cui Isacco ora sogna e sospira, io lo palpai
come un innamorato tocca voluttuosamente la
-sua donna la prima volta che la può stringere
+sua donna la prima volta che la può stringere
nuda fra le braccia. Mi gettai lungo e disteso sul
-suo duro materasso di crine, e mi sembrò di affondare
+suo duro materasso di crine, e mi sembrò di affondare
in una nuvola di bambage e di essere
trasportato lontano, in alto, da un vento silenzioso
e dolcissimo.
@@ -10955,7 +10917,7 @@ II.
<p>
Non ricordo se allora mi assopii, o se soltanto
-mi abbandonai a quella voluttà da povero diavolo,
+mi abbandonai a quella voluttà da povero diavolo,
smarrendo in essa ogni altra sensazione
esteriore, ogni mio pensiero. La notte doveva
essere inoltrata molto, anzi non doveva essere
@@ -10970,11 +10932,11 @@ buia, ma un pallido chiarore traspariva dalla finestra,
tanto che vedevo i fiocchi di neve cader
lenti lenti sparpagliandosi sul davanzale, e mi
pareva ancora di salire, di salire in alto, non
-più rapito entro una nuvola, ma come se tutta
+più rapito entro una nuvola, ma come se tutta
quanta la casa volasse assunta in cielo. Non
-c'era nessuno nè accanto a me, nè dietro di me,
+c'era nessuno nè accanto a me, nè dietro di me,
tra il letto e la parete, tra la porta e il letto. Ma
-un altr'uomo stava nella stanza attigua, cioè in
+un altr'uomo stava nella stanza attigua, cioè in
questa stanza, accanto a questo letto dove ogni
notte ora mi corico disperatamente solo, e come
me tratteneva il respiro aguzzando l'orecchio,
@@ -10988,7 +10950,7 @@ stancarsi.
<p>
&mdash; Non piangere, disse quella voce irosa di
uomo. Scoppia, se vuoi, ma non piangere...
-Qualcuno è venuto ad abitare di là... Te l'ho
+Qualcuno è venuto ad abitare di là... Te l'ho
detto! Non piangere...
</p>
@@ -10997,10 +10959,10 @@ Parlava di me.
</p>
<p>
-&mdash; Taci, taci, diceva sempre più cupa, sempre
-più minacciosa, quella voce; è un certo Paris.
+&mdash; Taci, taci, diceva sempre più cupa, sempre
+più minacciosa, quella voce; è un certo Paris.
Mi conosce. Lo conosco. L'ho intravveduto
-quando era là con Savina. Ti dico che si metterà
+quando era là con Savina. Ti dico che si metterà
a urlare, se ti sente piangere. Vuoi che si
desti tutta la casa? Vuoi che per farti tacere io
ti strangoli?
@@ -11008,7 +10970,7 @@ ti strangoli?
<p>
Queste parole furono pronunciate ancora con
-maggior violenza. Ma chi le pronunciò ebbe paura
+maggior violenza. Ma chi le pronunciò ebbe paura
di aver forzata troppo la voce, e tacque. Chi
era? Mi conosceva per nome? Aveva detto: Paris?
Il suo accento mi riusciva nuovo. Certo,
@@ -11018,36 +10980,36 @@ nel silenzio, percepivo un singhiozzare
fioco fioco, lontano, che pareva d'un fanciullo
o d'una donna che piangesse con il capo avvolto
in una coperta di lana o sepolto sotto un cuscino.
-Dopo questa breve pausa egli ricominciò a parlare
+Dopo questa breve pausa egli ricominciò a parlare
sommessamente.
</p>
<p>
-&mdash; Tu devi persuaderti, disse, ed è inutile piangere.
+&mdash; Tu devi persuaderti, disse, ed è inutile piangere.
Se non ti persuaderai, una di queste notti
<span class="pagenum"><a id="Page_273"></a>[273]</span>
avrai finito di piangere per sempre. Vedi tua madre?
-Lei non piange più...
+Lei non piange più...
</p>
<p>
-&mdash; Ma io non posso, te lo giuro, non posso, è
-più forte di me! gemette quella voce fioca, che
+&mdash; Ma io non posso, te lo giuro, non posso, è
+più forte di me! gemette quella voce fioca, che
era certamente d'una donna e d'una donna giovane
(era la voce di Luisa).
</p>
<p>
-Allora il maschio si raddolcì.
+Allora il maschio si raddolcì.
</p>
<p>
&mdash; Sciocca! E non vedi che piangere ti fa male,
-che diventi ogni giorno più brutta? disse in
-tono quasi pietoso, come per consolarla. Perchè?
-Perchè sprecarsi così? A che giova? Povera
+che diventi ogni giorno più brutta? disse in
+tono quasi pietoso, come per consolarla. Perchè?
+Perchè sprecarsi così? A che giova? Povera
piccola, su, su, sii ragionevole... Questa
-vita non è poi mica una gran gioia neppure per
+vita non è poi mica una gran gioia neppure per
te. Fra poco sarai vecchia... E allora?...
</p>
@@ -11056,56 +11018,56 @@ Si interruppe.
</p>
<p>
-&mdash; Ma cosa vuoi fartene, le gridò improvvisamente
+&mdash; Ma cosa vuoi fartene, le gridò improvvisamente
ridivenuto rabbioso, scuotendola, (il letto
-scricchiolò tutto sotto le sue mani), di queste tue
+scricchiolò tutto sotto le sue mani), di queste tue
quattro ossa schifose? Di questa tua stupida
-verginità? Peuh! A chi vuoi darla? Chi vuoi
+verginità? Peuh! A chi vuoi darla? Chi vuoi
che se la prenda? Che cosa credi di avere, tu,
qui?
</p>
<p>
-Rovesciò una sedia.
+Rovesciò una sedia.
</p>
<p>
-&mdash; Lasciami uscire! gridò a voce spiegata. Non
-ne posso più!
+&mdash; Lasciami uscire! gridò a voce spiegata. Non
+ne posso più!
</p>
<p>
-La porta della stanza vicina sbatacchiò, dei
+La porta della stanza vicina sbatacchiò, dei
passi attraversarono il corridoio in gran fretta,
-precipitarono giù per le scale e si spensero.
+precipitarono giù per le scale e si spensero.
</p>
<p>
-Rimasta sola, la donna si alzò dal letto, corse
+Rimasta sola, la donna si alzò dal letto, corse
all'uscio, lo chiuse a chiave. Poi mi parve che
<span class="pagenum"><a id="Page_274"></a>[274]</span>
si gettasse nuovamente distesa contro i cuscini,
-e singhiozzando senza più freno implorò: &mdash; Mamma,
+e singhiozzando senza più freno implorò: &mdash; Mamma,
mamma...
</p>
<p>
Doveva esserci anche un cane, chiuso con lei
-in quella stanza, perchè alla sua invocazione rispose
+in quella stanza, perchè alla sua invocazione rispose
una specie di brontolio cupo, inarticolato,
appunto come il brontolio di un cane. Era sua
madre, la madre di Luisa. Era lei, la stessa che
ora, se alzo gli occhi dal foglio su cui scrivo,
-vedo laggiù nell'angolo buio della stanza, affondata
+vedo laggiù nell'angolo buio della stanza, affondata
nella sua poltrona, dove sta sempre con
il capo piegato sul petto come se fosse staccato
dal corpo e pendesse appena trattenuto da un
filo; e sgrana, fra le mani scheletrite, il rosario
-che sarà consumato prima della sua vita che non
+che sarà consumato prima della sua vita che non
si consuma mai! Ma, allora, questo rantolo
sommesso che esce senza posa dalle sue labbra
-morte, mi parve il brontolìo di un cane.
-Poi tutto ripiombò nel più profondo silenzio.
+morte, mi parve il brontolìo di un cane.
+Poi tutto ripiombò nel più profondo silenzio.
</p>
<p>
@@ -11113,22 +11075,22 @@ Mi ricordo che poco dopo mi riassopii, richiudendo
le palpebre sul biancore livido di quell'alba
invernale, e che quando mi ridestai era
giorno fatto, in piena mattina. Non nevicava
-più. Anzi c'era nel cielo grigio plumbeo una
+più. Anzi c'era nel cielo grigio plumbeo una
trasparenza diffusa, pallida e lontana, di luce
gialla, solare. Quella luce poteva bene illuminare
di speranze nuove un cuore meno distrutto
del mio, meno buio. Ma io la contemplai senza
provarne alcuna gioia, e neppure mi mossi
-per avvicinarmi a lei, alla finestra. Così, supino,
+per avvicinarmi a lei, alla finestra. Così, supino,
<span class="pagenum"><a id="Page_275"></a>[275]</span>
-stavo senza pensiero. Non mi sarei mosso più.
-Perchè avrei dovuto alzarmi? Non volevo più
-vedere nessuno, non parlare più. Non avevo più
+stavo senza pensiero. Non mi sarei mosso più.
+Perchè avrei dovuto alzarmi? Non volevo più
+vedere nessuno, non parlare più. Non avevo più
nulla da dire a nessuno. Non aspettavo, non desideravo
-più nulla. Mi sarei sentito meno solo
+più nulla. Mi sarei sentito meno solo
in un deserto africano, in una landa artica. E
sarei anche stato infinitamente felice. Ma un rumore
-nella stanza attigua, cioè in questa stanza,
+nella stanza attigua, cioè in questa stanza,
introdusse nel mio deserto, nella mia landa spopolata,
almeno una persona viva alla quale non
potei fare a meno di pensare. Chi era costei?
@@ -11156,7 +11118,7 @@ Non rispose.
<p>
&mdash; Chi era, domandai ancora, a voce ancora
-più bassa, questa notte, qui, che piangeva?
+più bassa, questa notte, qui, che piangeva?
</p>
<p>
@@ -11173,16 +11135,16 @@ ricadere sul letto.
</p>
<p>
-Da quel momento, appunto, Luisa incominciò
+Da quel momento, appunto, Luisa incominciò
a camminare in punta di piedi: abitudine che
<span class="pagenum"><a id="Page_276"></a>[276]</span>
-non abbandonò più, da allora in poi. Se non
-avessi udito il fruscio delle sue sottane, lo stropiccìo
+non abbandonò più, da allora in poi. Se non
+avessi udito il fruscio delle sue sottane, lo stropiccìo
dei suoi abiti contro i mobili, mi sarebbe
-sembrato che ella non si movesse più, o che la
+sembrato che ella non si movesse più, o che la
stanza fosse vuota. Faceva meno rumore d'uno
-che cammini sopra il più morbido dei tappeti,
-anzichè sopra un orribile impiantito di mattoni
+che cammini sopra il più morbido dei tappeti,
+anzichè sopra un orribile impiantito di mattoni
rotti e sconnessi come questi: e pareva scalza,
o un'ombra che trasvolasse sospesa da terra.
Allora mi ricordai, per una strana coincidenza
@@ -11196,7 +11158,7 @@ passi l'ampia stanza, si veniva a mettere
pian piano dietro le spalle ora dell'uno ora dell'altro.
E quando, vedendo con la coda dell'occhio
la sua ombra lunga e nera apparire da un
-lato, ci buttavamo giù col naso sui registri, egli
+lato, ci buttavamo giù col naso sui registri, egli
con un colpo di tosse rivelava la sua presenza e
a piccoli passi silenziosi si allontanava.
</p>
@@ -11220,26 +11182,26 @@ Improvvisamente mi rovesciai di dosso le coperte
e mi buttai con un salto dal letto. Quel
giorno era appunto l'8 dicembre. Me ne ero
dimenticato, come se quel giorno non dovesse
-più esistere nel calendario. Ma invece, eccolo:
+più esistere nel calendario. Ma invece, eccolo:
era proprio lui. Io avevo un impegno d'onore
per quel giorno, e me ne ero dimenticato. No.
Non poteva assolutamente scegliere l'8 dicembre
per dire addio al mondo, per rompere ogni
mio rapporto con il prossimo. Come spesso una
cosa da niente muta il corso d'un'intera esistenza!
-Più che in fretta tuffai il viso nel catino di
+Più che in fretta tuffai il viso nel catino di
acqua ghiaccia, m'asciugai in un lembo del lenzuolo
e, infilato il mio vecchio soprabito, mi lanciai
-di corsa giù per le scale. Urtai alcuni signori
+di corsa giù per le scale. Urtai alcuni signori
vestiti di nero e in tuba che salivano lentamente,
uno dietro l'altro. Nemmeno mi scusai.
-Anche per la strada continuai a correre, perchè
+Anche per la strada continuai a correre, perchè
tutti gli orologi che incontravo ogni tanto sui cantoni
mi dicevano quanto fossi in ritardo. Infatti
Esposito mi aspettava camminando nervosamente
-su e giù nel cortile, e quando mi vide giungere
+su e giù nel cortile, e quando mi vide giungere
trafelato, ansimante, mi venne incontro a braccia
-aperte e mi strinse a sè come se temesse
+aperte e mi strinse a sè come se temesse
che gli potessi sfuggire.
</p>
@@ -11247,29 +11209,29 @@ che gli potessi sfuggire.
&mdash; Incominciavo a disperare, amico mio! mi
disse tutto d'un fiato. Ma, Dio grazia, sei venuto!
<span class="pagenum"><a id="Page_278"></a>[278]</span>
-Tutto è in ordine. Tutti i registri pronti sul
+Tutto è in ordine. Tutti i registri pronti sul
mio tavolo. Non hai da fare altro che sederti al
mio posto. Addio, addio! Ora debbo scappare!
Certamente Lisa m'aspetta... (Alvisa? Adalgisa?
-il nome che egli pronunziò mi sfuggì proprio
+il nome che egli pronunziò mi sfuggì proprio
in quel momento). Ti ho detto tutto? La chiave
-del cassetto di destra è nel cassetto di sinistra.
-Per il resto rivolgiti a Pròchipo...
+del cassetto di destra è nel cassetto di sinistra.
+Per il resto rivolgiti a Pròchipo...
</p>
<p>
-Si staccò da me ed infilò l'androne. Prima di
-svoltare, mi gridò:
+Si staccò da me ed infilò l'androne. Prima di
+svoltare, mi gridò:
</p>
<p>
-&mdash; Non temere: dopodomani sarò puntuale
+&mdash; Non temere: dopodomani sarò puntuale
come un orologio!
</p>
<p>
Salii lentamente i primi gradini. Sudavo per
-la corsa che avevo fatto, e dovetti più volte asciugarmi
+la corsa che avevo fatto, e dovetti più volte asciugarmi
la fronte con la manica del soprabito. Pensavo: &mdash; Come
un orologio! Come se tutti gli
orologi fossero puntuali! Veramente quella grande
@@ -11277,9 +11239,9 @@ scalea, a gradini larghi e bassi di mattoni consumati
sui bordi, tutti buche e frane, sembrava
che salisse lungo il dosso d'un monte, e che per
quella via fossero passate moltitudini innumerabili,
-moltitudini di piote umane. Forse per ciò
-lo chiamavano <i>Monte di Pietà</i>, poichè quello era
-il monte e la pietà ce la portavano con le loro
+moltitudini di piote umane. Forse per ciò
+lo chiamavano <i>Monte di Pietà</i>, poichè quello era
+il monte e la pietà ce la portavano con le loro
miserie tutti i poveri diavoli che da infinite generazioni
salivano quella scala. Quando entrai
negli uffici, vi fu un movimento di stupore tra
@@ -11288,24 +11250,24 @@ a tutti.
</p>
<p>
-&mdash; Vi lascio: da domani non verrò più. Ho
+&mdash; Vi lascio: da domani non verrò più. Ho
<span class="pagenum"><a id="Page_279"></a>[279]</span>
deciso di abbandonare l'impiego e di ritirarmi
-a vivere per conto mio. Vivere? Che vita sarà
+a vivere per conto mio. Vivere? Che vita sarà
poi la mia? Ma non importa. Meglio morire di
fame che vivere a questi lavori forzati.
</p>
<p>
&mdash; Beato te, avevano risposto. Ma che morire
-di fame! Avrai trovato di meglio. Già lo sapevamo
+di fame! Avrai trovato di meglio. Già lo sapevamo
che qui non saresti rimasto. Hai dei poderi,
tu. Te ne ritorni in campagna...
</p>
<p>
&mdash; Oh! oh! i poderi! avevo soggiunto. Bei
-poderi davvero! Finì il tempo dei poderi. Ma
+poderi davvero! Finì il tempo dei poderi. Ma
me ne vado lo stesso. Fortuna a voi, amici cari.
Buone cose.
</p>
@@ -11338,7 +11300,7 @@ era presente. Certamente se avessi voluto
<span class="pagenum"><a id="Page_280"></a>[280]</span>
aprire il cassetto di destra avrei dovuto cercarne
la chiave nel cassetto di sinistra. Ma non sentivo
-nessuna necessità di aprire il cassetto di destra.
+nessuna necessità di aprire il cassetto di destra.
Anzi non avrei adoperata mai quella chiave.
Credevo d'essermi liberato per sempre da quella
lurida stanza, di avere risoluto definitivamente
@@ -11346,10 +11308,10 @@ il problema, da vent'anni sospeso, della mia esistenza
sbagliata. Ora invece mi toccava riannodare
quel filo: provvisoriamente, ma dovevo
riannodarlo per forza. Eppure non potevo rimanere
-così immobile senza far nulla. Bisognava
+così immobile senza far nulla. Bisognava
fingere di lavorare. Ma in che modo ingannare
il tempo? Come occupare la lentezza e la noia
-di tante ore inutili? Già incominciavo a sbadigliare.
+di tante ore inutili? Già incominciavo a sbadigliare.
Intorno a me non c'era nulla di nuovo.
Allora, quasi involontariamente, aprii il cassetto
di sinistra della scrivania di Esposito, e vidi
@@ -11357,25 +11319,25 @@ subito, posata da un lato, la chiave del cassetto
di destra. Il cassetto di destra era chiuso. Ma
quella chiave era fatta appunto per aprirlo. All'infuori
di quella chiave, quel cassetto non mostrava
-alcuna particolarità interessante. Era mezzo
+alcuna particolarità interessante. Era mezzo
vuoto, e non vi si vedeva che un mucchietto
di carta bianca, un asciugamani ed uno specchio.
Forse l'altro, quello di destra, avrebbe offerto
-alla mia oziosa curiosità pretesti di svago meno
+alla mia oziosa curiosità pretesti di svago meno
limitati e soliti. All'uomo la tentazione d'Eva si
presenta a volte sotto forma di serpente o di
-pomo, tal altra sotto forma di demonio, e può
-persino, sè vuole, assumere il modesto aspetto
+pomo, tal altra sotto forma di demonio, e può
+persino, sè vuole, assumere il modesto aspetto
<span class="pagenum"><a id="Page_281"></a>[281]</span>
di un cassetto chiuso. In certi casi si chiama
-«sete della conoscenza», in altri semplicemente
-curiosità. Ma la causa in ogni circostanza, fu
+«sete della conoscenza», in altri semplicemente
+curiosità. Ma la causa in ogni circostanza, fu
sempre la stessa per tutti: ozio e noia da illudere
in qualche modo, sia che si tratti di aspettare
la fine di un orario d'ufficio, sia che si tratti
addirittura di aspettare la morte. Io dunque aprii
il cassetto di destra. Sollevati tre o quattro libri
-di contabilità, con mia grande soddisfazione
+di contabilità, con mia grande soddisfazione
lo trovai pieno fino all'orlo di carte manoscritte,
lettere dalle buste d'ogni colore, e sopra
tutto posata una fotografia.
@@ -11391,11 +11353,11 @@ mi trovavo dinnanzi alla donna di cui mi
aveva parlato Esposito nel dirmi addio, forse la
causa unica e sola del sacrificio che io stavo appunto
compiendo, seduto a quel tavolo. Come
-in tutte le fotografie, così anche in quella lo
+in tutte le fotografie, così anche in quella lo
sguardo era d'una stranezza ridicola e nello stesso
tempo sconcertante. Ce ne sono che non vi
tolgono mai le pupille di dosso, e comunque le
-rivoltiate, vi fissano con un'insistenza così sfacciata
+rivoltiate, vi fissano con un'insistenza così sfacciata
e odiosa che vi vien voglia di forare i loro
occhi con uno spillo. Altre, non si sa per quale
legge misteriosa, guardano nel medesimo tempo
@@ -11413,13 +11375,13 @@ di quell'ora in cui Esposito le aveva promesso
che sarebbe corso da lei, la mattina di
quel, per me, malaugurato giorno. &mdash; Datti, datti
pace, le dissi allora con acida ironia; se non
-è arrivato ancora, arriverà fra poco. Eccomi
+è arrivato ancora, arriverà fra poco. Eccomi
qua: io ne so qualche cosa... E, veramente,
avrei voluto per dispetto farla in quattro pezzi.
Ma pensai con raccapriccio che, divisi l'uno dall'altro,
-uno qua e l'altro là, quei suoi occhi avrebbero
+uno qua e l'altro là, quei suoi occhi avrebbero
continuato ognuno per proprio conto
-a guardare l'orologio. Così accade delle code
+a guardare l'orologio. Così accade delle code
delle lucertole, che tagliate dal corpo, continuano
ad attorcigliarsi come se nulla fosse accaduto.
E poi, per l'appunto, quella signora non aveva
@@ -11434,21 +11396,21 @@ Erano tutte cose comuni. La prima impressione
<span class="pagenum"><a id="Page_283"></a>[283]</span>
che la contemplazione di quell'immagine
poteva suscitare in un uomo era un senso di
-indifferenza. Subito dopo, un senso di pietà.
+indifferenza. Subito dopo, un senso di pietà.
Somigliava proprio in tutto a quei ritratti che
si vedono stampati sui giornali, nelle cronache
-dei delitti più tristi ed oscuri, sotto cui è scritto
+dei delitti più tristi ed oscuri, sotto cui è scritto
sempre e semplicemente: <i>La vittima</i>; e basta
un'occhiata per pensare: &mdash; Poverina! Aveva il
-suo destino scritto in fronte! Così era lei, la
+suo destino scritto in fronte! Così era lei, la
donna di Esposito. Innamorata, fidanzata, amante?
Chi poteva dirlo? Forse le lettere accumulate
in quel cassetto, sulle cui buste si leggeva
il nome di Esposito ripetuto infinite volte, in una
minuta calligrafia femminile tutta uguale. Ne
sfoderai alcune. Tutte erano firmate: Armida,
-fuorchè una, della stessa persona, che era firmata
-Adì. Era lei! Mi parve che nella sua confusione
+fuorchè una, della stessa persona, che era firmata
+Adì. Era lei! Mi parve che nella sua confusione
di parole, al momento di lasciarmi, Esposito
avesse pronunciato proprio quel nome.
</p>
@@ -11459,16 +11421,16 @@ o sessanta in tutto, ordinate cronologicamente.
Ne trovai di quattro, di otto, di dodici
e alcune perfino di ventiquattro pagine fitte. Le
ore della mattina mi bastarono appena per leggerne
-meno della metà. Ma quando le ebbi lette,
+meno della metà. Ma quando le ebbi lette,
ed anche prima di arrivare in fondo, sapevo perfettamente
che cosa pensare di Armida, molto
-più che se l'avessi conosciuta da vent'anni. Il
+più che se l'avessi conosciuta da vent'anni. Il
ritratto di Armida che dall'insieme delle sue
lettere ad Esposito balzava fuori intiero e vivo,
<span class="pagenum"><a id="Page_284"></a>[284]</span>
non corrispondeva affatto a quello che m'ero figurato
poche ore prima nel contemplare la sua
-immagine. In verità se fra i due c'era una vittima,
+immagine. In verità se fra i due c'era una vittima,
per quanto vittima fortunata, questa andava
identificata in Esposito. Armida doveva
essere una creatura ardente e appassionata, una
@@ -11477,23 +11439,23 @@ follia, lo distruggono. E il suo viso che non esprimeva
che malinconia, dolcezza e rassegnazione!
Si erano incontrati alcune settimane prima,
ai giardini pubblici. Esposito si era impadronito
-dell'anima sua con un solo sguardo. «Tu mi hai
+dell'anima sua con un solo sguardo. «Tu mi hai
affascinata come il serpente. Avevi quel giorno
negli occhi una luce diabolica. Mi seguivi senza
parlare, e mi pareva che strisciassi ai miei piedi.
-Pensavo: &mdash; Ecco, ora mi avvolgerà in una
-spirale di fuoco. Sarò sua, sarò sua! E tu, con
+Pensavo: &mdash; Ecco, ora mi avvolgerà in una
+spirale di fuoco. Sarò sua, sarò sua! E tu, con
il fiore all'occhiello, che forse un'altra donna ti
aveva dato, ti pavoneggiavi specchiandoti in tutti
i vetri delle botteghe, e cercavi, con lo stesso
sguardo infiammato, di affascinare tutte le altre.
-Da quel primo istante ho giurato a me stessa: &mdash; Sarà
-mio, ma soltanto mio! Non sarà di nessuna
-altra, all'infuori di me! Mi avrà, ma a prezzo
+Da quel primo istante ho giurato a me stessa: &mdash; Sarà
+mio, ma soltanto mio! Non sarà di nessuna
+altra, all'infuori di me! Mi avrà, ma a prezzo
della sua vita! Non dimenticarti questo giuramento,
-Esposito, non lo scordare giammai!»
-Armida aveva un marito. Era descritto così:
-«L'ho amato veramente un giorno, quando gli
+Esposito, non lo scordare giammai!»
+Armida aveva un marito. Era descritto così:
+«L'ho amato veramente un giorno, quando gli
feci dono della mia innocenza di fanciulla, e lasciai
che cogliesse con le sue mani il fiore dei
<span class="pagenum"><a id="Page_285"></a>[285]</span>
@@ -11503,82 +11465,82 @@ vedo invece con gli occhi dell'anima le tue piccole
mani affusolate, le tue mani bianche e morbide
che m'accarezzano con tanta dolcezza, e
sono le mani <i>di un vero signore</i>), e dalle sue
-mani risalgo alla sua faccia, in cui non c'è neppure
+mani risalgo alla sua faccia, in cui non c'è neppure
un tratto che non sia volgare, col doppio
mento, gli occhi stanchi e lividi, la fronte calva,
e poi abbraccio con un solo sguardo la sua persona
goffa, i suoi abiti trascurati, le sue cravatte
di pessimo gusto, debbo confessare a me stessa
che mi sono ingannata, e che non ho mai amato
-quest'uomo! Eppure, perchè nascondertelo, mio
+quest'uomo! Eppure, perchè nascondertelo, mio
caro Esposito? Per tanti anni ho creduto di
-amarlo. Mi sono data a lui ciecamente. È la
-vera parola, poichè lo vedo ora per la prima
-volta nella sua ripugnante realtà». Ed io pensavo
+amarlo. Mi sono data a lui ciecamente. È la
+vera parola, poichè lo vedo ora per la prima
+volta nella sua ripugnante realtà». Ed io pensavo
alla delusione di quella sciagurata Armida il
giorno in cui avrebbe finalmente veduto in tutta
-la sua realtà anche Esposito. Ma Esposito doveva
+la sua realtà anche Esposito. Ma Esposito doveva
conoscere, in modo che io stesso non avrei
mai sospettato in lui, l'arte di conquistare il cuore
di una donna e di tenerlo soggiogato, in perenne
-stato febbrile. «Da due giorni sei mutato
+stato febbrile. «Da due giorni sei mutato
con me, Esposito, diceva un'altra lettera: non
-sei più lo stesso. Usi strani modi, rimani per
+sei più lo stesso. Usi strani modi, rimani per
lungo tempo distratto e taciturno, quando, risvegliati
i sensi nei tuoi abbracci che mi spremono
-dalle vene più nascoste fin l'ultima goccia
+dalle vene più nascoste fin l'ultima goccia
<span class="pagenum"><a id="Page_286"></a>[286]</span>
-di sangue, più che mai avrei sete di te. Tu ami
-un'altra, Esposito! Sei già stanco della tua Armida!
+di sangue, più che mai avrei sete di te. Tu ami
+un'altra, Esposito! Sei già stanco della tua Armida!
Mostra a costei il segno che i miei denti ti
-hanno lasciato sulla gota. Dille che quello è il
+hanno lasciato sulla gota. Dille che quello è il
marchio di Armida. Mostrale quella ciocca bruna
che porti nella doppia scatola del tuo orologio, e
-dille: &mdash; Questi li ho colti nei giardini di Armida!»
-Ella trovava una sublime felicità in questo
-convulso e sanguinoso amore. «Sono felice!
-Più ti vedo debole, affranto, più m'inorgoglisco,
-più godo, più ti amo, Esposito! Dico a me stessa: &mdash; L'amor
-mio lo ha vinto così. Tutto ciò
-che in lui sfiorisce, fiorisce in me. Tutto ciò che
+dille: &mdash; Questi li ho colti nei giardini di Armida!»
+Ella trovava una sublime felicità in questo
+convulso e sanguinoso amore. «Sono felice!
+Più ti vedo debole, affranto, più m'inorgoglisco,
+più godo, più ti amo, Esposito! Dico a me stessa: &mdash; L'amor
+mio lo ha vinto così. Tutto ciò
+che in lui sfiorisce, fiorisce in me. Tutto ciò che
vien meno alla sua vita, si trasfonde nella mia.
Il mio corpo racchiude la miglior parte del
-suo!»
+suo!»
</p>
<p>
Nel pomeriggio continuai la mia lettura. Che
-cos'è di spaventoso l'intimità di due amanti! Io
+cos'è di spaventoso l'intimità di due amanti! Io
domandavo ad ogni passo: &mdash; Dio mio, dove andranno
a finire? E mi pareva di vedere un incendio
-divampare e crescere sempre più intorno
+divampare e crescere sempre più intorno
a quei due, e i loro corpi arroventati dibattersi
come in un rogo. Infine, secondo le mie previsioni,
-scoppiò la catastrofe. Una lettera in data
+scoppiò la catastrofe. Una lettera in data
4 dicembre, scritta con una calligrafia disordinata,
a stento riconoscibile, diceva testualmente
-così: «Amore, è finita, è finita! Egli sa tutto.
+così: «Amore, è finita, è finita! Egli sa tutto.
Ha trovato tue lettere. Minaccia di uccidermi.
Come sarei felice, amore, di morire per te! Ma
invece di uccidermi, ti cerca da ieri in lungo e
<span class="pagenum"><a id="Page_287"></a>[287]</span>
-in largo per la città. Nasconditi e attendi notizie.
-Tua per la vita». Questa lettera era firmata Adì.
+in largo per la città. Nasconditi e attendi notizie.
+Tua per la vita». Questa lettera era firmata Adì.
Due giorni dopo Esposito riceveva un ultimo
biglietto scritto a lapis, sopra una pagina strappata
-a un quaderno: «Amor mio, diceva quel
-biglietto, non mi è più possibile sopportare questa
+a un quaderno: «Amor mio, diceva quel
+biglietto, non mi è più possibile sopportare questa
pena. Egli mi impone di partire con lui, per
strapparmi per sempre al mio amore. Esposito,
Esposito! Sento la tua voce che m'invoca. Senti
-tu la mia? È scoccata l'ora tanto sospirata, in
-cui una bella morte ci strapperà alle angustie di
+tu la mia? È scoccata l'ora tanto sospirata, in
+cui una bella morte ci strapperà alle angustie di
questa vita per trasportarci in un eterno nirvana...
Dopo domani, alle nove in punto, ti
-aspetterò all'angolo della cattedrale. Porta con te
-molti fiori... Tua oltre la vita. Armida». Quando
+aspetterò all'angolo della cattedrale. Porta con te
+molti fiori... Tua oltre la vita. Armida». Quando
lessi queste parole definitive erano le sette di
-sera. Ahimè! Le nove di quello sciagurato giorno
+sera. Ahimè! Le nove di quello sciagurato giorno
erano passate da un pezzo! Rimasi come inebetito
a guardare l'ultima lettera che, tremando,
stringevo fra le mani. Avrei voluto alzarmi,
@@ -11594,9 +11556,9 @@ Armida, richiusi in fretta le lettere nel cassetto
dal quale le avevo tolte. Che fare? Era
<span class="pagenum"><a id="Page_288"></a>[288]</span>
tardi ormai. Troppo tardi. Immaginavo quella
-creatura così esile, delicata, fragile, che sotto
+creatura così esile, delicata, fragile, che sotto
apparenze tanto insignificanti racchiudeva invece
-così violenti umori, un'anima di leonessa,
+così violenti umori, un'anima di leonessa,
una natura felina, giacere immobile accanto ad
Esposito, stretta a lui in un supremo amplesso.
Ora la vedevo coricata sopra un letto, con i
@@ -11621,15 +11583,15 @@ stato amato, veramente, perdutamente amato;
d'un amore che aveva qualche cosa di anormale,
di crudele, di inumano; una vera follia d'amore,
un vortice, un vulcano d'amore; ma amore,
-amore e morte, come nelle più sublimi leggende.
-Forse era stato felice più di qualsiasi
+amore e morte, come nelle più sublimi leggende.
+Forse era stato felice più di qualsiasi
<span class="pagenum"><a id="Page_289"></a>[289]</span>
-altro uomo, ed ora certamente era il più felice
-di tutti. Più felice di me, che non vedevo ormai
-altra felicità se non in quel nulla nel quale egli
+altro uomo, ed ora certamente era il più felice
+di tutti. Più felice di me, che non vedevo ormai
+altra felicità se non in quel nulla nel quale egli
si era inabissato. Ma non solo! Non disperatamente
solo, come me! Con Armida sua! Con la
-sua terrestre, umana, inebbriante felicità d'amore...
+sua terrestre, umana, inebbriante felicità d'amore...
</p>
<p>
@@ -11644,7 +11606,7 @@ IV.
</h3>
<p>
-Ormai non sarei più tornato indietro. Veramente
+Ormai non sarei più tornato indietro. Veramente
mi sarebbe riuscito impossibile sostituire,
ora, Esposito. Avrei dovuto sostituirlo per tutta
la vita. La mia presenza a quel tavolo, dinnanzi
@@ -11652,7 +11614,7 @@ a quei registri, diveniva ormai superflua. Ero
nuovamente libero e padrone di me. Appena
giunto all'angolo della strada, comprai un giornale,
e cercai nella pagina della cronaca il ritratto
-di Esposito. Non c'era. C'era però, sotto
+di Esposito. Non c'era. C'era però, sotto
un titolo molto tragico, la notizia che cercavo.
Per quanto vi fossi preparato, non potei leggerla
senza un brivido di terrore. Nel fiume, che era
@@ -11662,15 +11624,15 @@ due cadaveri d'una donna e d'un uomo, ancora
giovani. Essi erano allacciati l'uno all'altra
da una lunga sciarpa di seta, i loro due corpi
legati in un abbraccio che neppure la morte e la
-corrente vorticosa avevano potuto sciogliere. Così
+corrente vorticosa avevano potuto sciogliere. Così
avevano voluto insieme abbandonare la vita, e
uniti lasciarsi trasportare nel buio! Nessuno
dei due aveva addosso nulla che potesse servire
ad identificarlo. Ma i loro connotati corrispondevano
perfettamente a quelli di Esposito e di
Armida, secondo la fotografia di lei che io
-conoscevo. Mi stupì molto di non aver pensato
-al fiume, forse perchè quei fiori, che Armida invocava
+conoscevo. Mi stupì molto di non aver pensato
+al fiume, forse perchè quei fiori, che Armida invocava
nell'ultima sua lettera ad Esposito, avevano
suscitato dinnanzi ai miei occhi l'immagine
di altre morti. Non avevo pensato che Armida
@@ -11680,11 +11642,11 @@ tutte le altre. Con un sospiro ripiegai tristemente
il giornale che avevo letto alla luce d'una
bottega di parrucchiere, e ripresi lento il mio
cammino. Veramente tutto era finito. Forse qualcuno,
-alla morgue, aveva già riconosciuto in quei
+alla morgue, aveva già riconosciuto in quei
due annegati d'amore Esposito e Armida. All'indomani
sarebbero andati a frugare nei cassetti
di quel tavolo, e il mistero del loro suicidio
-non sarebbe stato più un mistero per nessuno.
+non sarebbe stato più un mistero per nessuno.
</p>
<p>
@@ -11693,8 +11655,8 @@ d'entrare nell'androne semibuio di casa
mia e di salire le scale che dovevano condurmi
al mio sgabuzzino. Ma mentre stavo per mettere
<span class="pagenum"><a id="Page_291"></a>[291]</span>
-il piede sull'ultimo ballatoio, un uomo sbucò
-in gran fretta dall'ombra e mi urtò con tanta
+il piede sull'ultimo ballatoio, un uomo sbucò
+in gran fretta dall'ombra e mi urtò con tanta
violetta che per poco non mi fece cadere.
</p>
@@ -11710,61 +11672,61 @@ ansia.
</p>
<p>
-&mdash; Lasciami andare! esclamò soffocato, allontanando
+&mdash; Lasciami andare! esclamò soffocato, allontanando
la mano con la quale istintivamente gli
avevo afferrato il braccio. Tu non immagini
nemmeno! Mia sorella Luisa... Capisci? Scomparsa!...
-Non si trova più!
+Non si trova più!
</p>
<p>
&mdash; Tua sorella? domandai. Tua sorella? (e
pensavo: &mdash; Ha dunque una sorella, Esposito?)
-E in che modo? In che modo è scomparsa?
+E in che modo? In che modo è scomparsa?
</p>
<p>
&mdash; Ah! gemette Esposito, stringendosi la fronte
-con le mani, storia lunga, caro mio! Sembrò
+con le mani, storia lunga, caro mio! Sembrò
subitamente preso da un profondo sconforto, si
-appoggiò alla ringhiera, abbandonò le braccia,
-piegò il capo sul petto. &mdash; Tutto era pronto, cominciò
-a raccontare vagando qua e là con lo
+appoggiò alla ringhiera, abbandonò le braccia,
+piegò il capo sul petto. &mdash; Tutto era pronto, cominciò
+a raccontare vagando qua e là con lo
sguardo smarrito, gli invitati erano tutti qui, chi
nel corridoio, chi sulle scale, alcuni aspettavano
-giù, in cortile, e persino nelle carrozze, sulla
-strada. Mia madre, lo sai, è ebete... Poverina!
-Ma Luisa era già vestita, tutto era in ordine. Me
+giù, in cortile, e persino nelle carrozze, sulla
+strada. Mia madre, lo sai, è ebete... Poverina!
+Ma Luisa era già vestita, tutto era in ordine. Me
<span class="pagenum"><a id="Page_292"></a>[292]</span>
lo hanno detto. Io... io giunsi tardi... Ah! Ah!
-esclamò guardandomi improvvisamente con odio
+esclamò guardandomi improvvisamente con odio
e stendendo il pugno contro di me, tu sei la causa
di tutto! Se non ti fossi fatto tanto aspettare, io
sarei stato qui in tempo, stamane, per scongiurare
questa maledizione! Ma tu, tu, che importa
a te tutto questo? Arriva lo sposo, con i suoi
-amici, si degna di salire tutte le scale, fin quassù,
+amici, si degna di salire tutte le scale, fin quassù,
quantunque soffra gravemente di cuore. Domanda
-di Luisa. Gli dicono: &mdash; È con sua
-madre, in camera, già pronta... Chiamate la
+di Luisa. Gli dicono: &mdash; È con sua
+madre, in camera, già pronta... Chiamate la
sposa! dicono. Esse, mia madre e mia sorella,
abitano qui. Io ho un'altra casa per conto mio.
Ma sono io che pago anche questa. Bussano.
-Nessuno risponde. Aprono. C'è mia madre seduta
-nella sua poltrona. Luisa non c'è più. Dove
-sarà? La chiamano, la cercano, interrogano mia
+Nessuno risponde. Aprono. C'è mia madre seduta
+nella sua poltrona. Luisa non c'è più. Dove
+sarà? La chiamano, la cercano, interrogano mia
madre che non sa, non vede, non sente nulla;
corrono da tutti i vicini... Luisa non si trova.
-È scomparsa! Quando sono arrivato io, lo sposo
-se ne era già andato... Molti se ne erano andati...
+È scomparsa! Quando sono arrivato io, lo sposo
+se ne era già andato... Molti se ne erano andati...
Allora anch'io mi sono messo a cercarla,
e l'ho cercata tutto il giorno, ma non l'ho trovata...
</p>
<p>
-Esposito si raddrizzò, alzò gli occhi al cielo, si
-torse le mani disperatamente. &mdash; Dove sarà?
-gridò furioso. Dove sarà? E si precipitò giù per
+Esposito si raddrizzò, alzò gli occhi al cielo, si
+torse le mani disperatamente. &mdash; Dove sarà?
+gridò furioso. Dove sarà? E si precipitò giù per
le scale di corsa, prima che io avessi il tempo
di pronunciare una parola.
</p>
@@ -11772,7 +11734,7 @@ di pronunciare una parola.
<p>
Lo seguii con lo sguardo, affacciandomi alla
<span class="pagenum"><a id="Page_293"></a>[293]</span>
-tromba delle scale, finchè non lo vidi scomparire.
+tromba delle scale, finchè non lo vidi scomparire.
Poi guardai perplesso in me stesso. Infinita
ridicolaggine della vita! Quello era Esposito.
Era quel medesimo, identico Esposito che
@@ -11781,9 +11743,9 @@ coricato sul freddo tavolo di marmo della morgue
accanto ad Armida. Forse neppure Armida
era mai esistita, e quell'epistolario era tutto falso,
tutta un'invenzione di Esposito. Forse erano
-lettere che scriveva lui a sè stesso! Dove non
+lettere che scriveva lui a sè stesso! Dove non
ci conducono le disillusioni? Io non dovevo credere
-più a nulla, nemmeno all'evidenza dei miei
+più a nulla, nemmeno all'evidenza dei miei
poveri occhi di idiota! Maledissi Esposito e me
stesso, e, saliti gli ultimi gradini, entrai nel mio
sgabuzzino e mi rinchiusi a doppio giro di
@@ -11791,19 +11753,19 @@ chiave.
</p>
<p>
-Finalmente c'ero: nulla mi avrebbe più smosso
-di là. Finalmente ero solo, isolato, difeso da
+Finalmente c'ero: nulla mi avrebbe più smosso
+di là. Finalmente ero solo, isolato, difeso da
quei muri e da quella porta. Anche quella
stupida giornata era passata per sempre. Non
avevo altro da fare che riprendere la mia vita
dal punto in cui l'avevo lasciata la mattina,
quando il ricordo della promessa fatta ad Esposito
m'aveva stupidamente strappato al mio dolce
-nulla verso il quale già stavo scivolando dolcemente
-beato. Il letto era là, ancora sfatto,
+nulla verso il quale già stavo scivolando dolcemente
+beato. Il letto era là, ancora sfatto,
come quando la mattina m'ero alzato rovesciandone
le coperte. Pareva che m'aspettasse. Bastava
-infilarsi di nuovo là sotto, e richiudere le
+infilarsi di nuovo là sotto, e richiudere le
coltri, come se nulla fosse avvenuto. Mi spogliai
<span class="pagenum"><a id="Page_294"></a>[294]</span>
lento, ripensando alle stranezze del caso.
@@ -11811,36 +11773,36 @@ Esposito... La sorella di Esposito, Luisa, e sua
madre, che abitavano sotto lo stesso mio tetto,
allo stesso piano di casa, forse proprio in quella
stanza attigua alla mia... Ed io non ne sapevo
-nulla, io che stavo tutto il giorno con lui: nè
+nulla, io che stavo tutto il giorno con lui: nè
che Esposito avesse una madre e una sorella,
-nè che il caso mi avesse condotto ad abitare
+nè che il caso mi avesse condotto ad abitare
proprio accanto a loro! Forse quella voce che
durante la notte avevo udito lamentarsi e piangere
era la voce di Luisa... E la voce di quell'uomo,
-ah! sì, ora la riconoscevo, quella voce
+ah! sì, ora la riconoscevo, quella voce
aspra, minacciosa, era la sua voce, la voce di
Esposito! Ora vedevo tutto chiaro. Luisa si
rifiutava di sposare quel signore che le avevano
scelto per marito... Ed Esposito la minacciava.
Volevano disfarsi di lei, costringendola a quel
matrimonio che le ripugnava... Forse la volevano
-vendere. Per ciò era fuggita... Era fuggita...
+vendere. Per ciò era fuggita... Era fuggita...
Dove? Dove era fuggita? Dove poteva
-fuggire una povera ragazza sola, in quella città
-così grande? Forse il fiume in piena, nel quale
-nè Esposito nè Armida avevano mai pensato di
+fuggire una povera ragazza sola, in quella città
+così grande? Forse il fiume in piena, nel quale
+nè Esposito nè Armida avevano mai pensato di
gettarsi, portava ora il fragile corpo di Luisa
verso un nascondiglio dove nessuno l'avrebbe
-più ritrovato. Luisa... E Armida? Che cosa
+più ritrovato. Luisa... E Armida? Che cosa
era avvenuto di lei?
</p>
<p>
-Ah! Eppure è bello non soffrire più per nessuna
+Ah! Eppure è bello non soffrire più per nessuna
ragione, per nessuno. Stendersi in un letto,
riposare le ossa indolenzite, pensare al sonno
<span class="pagenum"><a id="Page_295"></a>[295]</span>
-che verrà, al tepore che a poco a poco ti avvolgerà
+che verrà, al tepore che a poco a poco ti avvolgerà
tutto come in una nuvola, e considerare
tutte le cose come se fossero infinitamente lontane,
e indifferenti, ed estranee. Dire: che importa
@@ -11854,25 +11816,25 @@ coperte che a poco a poco si scaldano e fra poco
mi scalderanno, e sappiate voi tutti, e voi, tutte
le cose, sappiate che mi sono separato per sempre
da voi, siete tutti morti, tutte morte per me,
-o tutte vive, poichè infine m'è uguale che siate
-vive o morte; la vostra prosperità o la vostra
+o tutte vive, poichè infine m'è uguale che siate
+vive o morte; la vostra prosperità o la vostra
disgrazia, il vostro bene o il vostro male, mi
-sono uguali, ed io non vi voglio in verità nè
-male nè bene. Io solo esisto. Padrone di non
-esistere più quando me ne sia stancato. E basta.
+sono uguali, ed io non vi voglio in verità nè
+male nè bene. Io solo esisto. Padrone di non
+esistere più quando me ne sia stancato. E basta.
</p>
<p>
-Così mi stringevo intorno al corpo infreddolito
+Così mi stringevo intorno al corpo infreddolito
le coperte ancora fredde, e non avevo
alcun pensiero dell'avvenire. La fine sarebbe
-venuta da sè. Non avrei avuto che da aspettarla.
-Mi faceva piacere di essere così coricato,
+venuta da sè. Non avrei avuto che da aspettarla.
+Mi faceva piacere di essere così coricato,
solo e senza preoccupazioni o doveri, con quel
freddo di coperte intorno alla carne che mi dava
-più vivo il senso d'essere disteso in un letto,
-solo, senza una necessità al mondo di vivere altrimenti
-che così, coricato, immobile, abbandonato
+più vivo il senso d'essere disteso in un letto,
+solo, senza una necessità al mondo di vivere altrimenti
+che così, coricato, immobile, abbandonato
<span class="pagenum"><a id="Page_296"></a>[296]</span>
al mio peso... E a poco a poco le palpebre
mi si chiusero sul fioco e instabile lume della
@@ -11897,9 +11859,9 @@ ben chiuso.
</p>
<p>
-Cacciai la testa sotto le coltri, già nuovamente
-distolto dalla mia felicità, dal mio abbandono:
-già costretto di nuovo a pensare, a ragionare,
+Cacciai la testa sotto le coltri, già nuovamente
+distolto dalla mia felicità, dal mio abbandono:
+già costretto di nuovo a pensare, a ragionare,
ad agire. Come era dunque possibile? Una parete
che non teneva lontano nemmeno il respiro
degli altri? Di che cosa era fatta quella maledetta
@@ -11910,8 +11872,8 @@ tratto qualche cosa di nero luccicare per terra,
<span class="pagenum"><a id="Page_297"></a>[297]</span>
che sbucava di sotto il letto, e non aveva alcuna
forma precisa. Allungai una mano e toccai
-una cosa dura che mi sembrò la punta d'uno
-scarpino. Mi buttai col capo in giù, e vidi che
+una cosa dura che mi sembrò la punta d'uno
+scarpino. Mi buttai col capo in giù, e vidi che
sotto il mio letto, tutta raggomitolata, c'era una
donna.
</p>
@@ -11924,12 +11886,12 @@ e le parlai dolcemente, le dissi:
<p>
&mdash; Che cosa volete fare? Passare tutta la
vostra vita sotto il mio letto? Andiamo: via!
-Siate ragionevole... Esposito non tornerà subito.
+Siate ragionevole... Esposito non tornerà subito.
Non avete un amico nel mondo, al quale
-chiedere aiuto e ospitalità per questa notte? Se
+chiedere aiuto e ospitalità per questa notte? Se
volete, vi accompagno... Vi conduco io... Se
-incontriamo Esposito, io vi nascondo, io vi difenderò...
-Ormai il peggio è passato, Luisa...
+incontriamo Esposito, io vi nascondo, io vi difenderò...
+Ormai il peggio è passato, Luisa...
Vedete? Conosco anche il vostro nome. Ma intanto
non piangete, Luisa... E fatevi almeno vedere...
</p>
@@ -11937,11 +11899,11 @@ non piangete, Luisa... E fatevi almeno vedere...
<p>
Stesi una mano sotto il letto e trovai una sua
mano. La strinsi e cercai di trarla a me con forza.
-Ella resistette un poco, poi si lasciò trascinare.
-Sbucò prima il braccio, poi la spalla, poi
+Ella resistette un poco, poi si lasciò trascinare.
+Sbucò prima il braccio, poi la spalla, poi
la testa con i capelli tutti arruffati che le coprivano
il viso, poi tutto il resto. E rimase
-così accasciata accanto a me, con la faccia nascosta
+così accasciata accanto a me, con la faccia nascosta
fra le mani.
</p>
@@ -11954,9 +11916,9 @@ fare per voi, ora, Luisa?...
Luisa rimase qualche minuto immobile. Soltanto
<span class="pagenum"><a id="Page_298"></a>[298]</span>
quando le toccai bruscamente una spalla
-per indurla a parlare, incominciò a sciogliere
+per indurla a parlare, incominciò a sciogliere
adagio adagio il nodo delle mani che s'era
-stretto sul viso. Sollevò il capo, agitandolo in un
+stretto sul viso. Sollevò il capo, agitandolo in un
segno di sconsolato diniego, come per dire: &mdash; Che
so, che so, io? &mdash; e allora vidi improvvisamente
con infinito stupore dinnanzi a me il
@@ -11982,9 +11944,9 @@ che finirete per dare alla vostra goffa tragedia...
</p>
<p>
-Così dicendo girai la chiave nella toppa e spalancai
+Così dicendo girai la chiave nella toppa e spalancai
la porta. Ma Armida non si mosse e
-ruppe in un pianto ancora più disperato. In quel
+ruppe in un pianto ancora più disperato. In quel
punto s'udirono dei passi frettolosi nel corridoio
e sulla soglia della mia stanza apparve
Esposito.
@@ -11993,67 +11955,67 @@ Esposito.
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_299"></a>[299]</span>
&mdash; Bene! gridai, affrontandolo con le braccia
-levate al cielo. Poichè sei venuto, ecco qui quel
+levate al cielo. Poichè sei venuto, ecco qui quel
che ci vuole per te!... Prenditela, e andate...
Andate lontano, tu e la tua Armida! E scegliete
-la morte che più vi conviene, purchè vi decidiate
+la morte che più vi conviene, purchè vi decidiate
una buona volta a morire!
</p>
<p>
-Ma Esposito mi allontanò con un urto della
+Ma Esposito mi allontanò con un urto della
mano e, afferrata la donna per le spalle, la
-squassò come se avesse voluto stroncarla.
+squassò come se avesse voluto stroncarla.
</p>
<p>
-&mdash; Maledetta! gridò. Ti ho trovata finalmente!
+&mdash; Maledetta! gridò. Ti ho trovata finalmente!
Qui, qui, eri! Ora penso io a tutti e due!
</p>
<p>
-Si raddrizzò e mi venne incontro minaccioso.
+Si raddrizzò e mi venne incontro minaccioso.
</p>
<p>
-&mdash; Che dici tu di Armida? domandò con voce
+&mdash; Che dici tu di Armida? domandò con voce
cupa. Che cosa ti importa di Armida? Di Luisa,
di lei dobbiamo parlare! Tu l'hai nascosta qui...
-Tu lo sapevi... Ecco perchè hai tardato tanto
+Tu lo sapevi... Ecco perchè hai tardato tanto
stamani! Tu l'hai nascosta, e hai rovinato me,
e tutti noi, per sempre. Per tua colpa le nozze
-non si sono fatte e non si faranno mai più...
-Infine, l'hai disonorata... Poichè Luisa è una
-fanciulla, e tu sei un uomo, e questa è la tua
-casa... Sai tu che cos'è l'onore di una fanciulla?
+non si sono fatte e non si faranno mai più...
+Infine, l'hai disonorata... Poichè Luisa è una
+fanciulla, e tu sei un uomo, e questa è la tua
+casa... Sai tu che cos'è l'onore di una fanciulla?
Di una fidanzata? Ebbene: ora che l'hai disonorata,
ora la sposi, tu!
</p>
<p>
Egli fece per afferrarmi le mani. Io lo respinsi
-violento. Mi sembrò d'essere divenuto cieco
+violento. Mi sembrò d'essere divenuto cieco
d'un tratto. Mi mossi, e mi piantai fra lui e
Luisa, fra Luisa e la porta.
</p>
<p>
-&mdash; Ebbene, sì, gli risposi con ira senza rendermi
-conto di ciò che dicevo. Non fu mai la
+&mdash; Ebbene, sì, gli risposi con ira senza rendermi
+conto di ciò che dicevo. Non fu mai la
<span class="pagenum"><a id="Page_300"></a>[300]</span>
fidanzata di nessuno, tua sorella, Luisa, se non
mia... Mia fidanzata! Io l'ho nascosta, io l'ho
salvata da te, dai tuoi intrighi infami... Domani,
se ricapitasse, la nasconderei, la salverei ancora.
-Perchè, infine, sappilo, Luisa, tua sorella, io
+Perchè, infine, sappilo, Luisa, tua sorella, io
l'amo... Noi, noi ci amiamo! E da quest'istante
-è mia sposa!
+è mia sposa!
</p>
<p>
Poi, curvatomi su Luisa, la presi per le mani
-e la sollevai. Ed ella si lasciò sollevare, e si lasciò
-stringere fra le mie braccia, si lasciò baciare
+e la sollevai. Ed ella si lasciò sollevare, e si lasciò
+stringere fra le mie braccia, si lasciò baciare
sulle gote, sulla fronte, sulla bocca, inerte,
abbandonata, muta, tremando in tutto il suo povero
corpo, che io soverchiavo col mio. Mi rivolsi
@@ -12082,38 +12044,38 @@ Sposai Luisa. La sposai. Presi per moglie
Luisa. Io che volevo lasciarmi morire, che certo
avrei finito per uccidermi, fui costretto a riprendere
la mia vita come prima. Per lei: per
-lei sola. Perchè la sposai? Perchè non mi misi a
+lei sola. Perchè la sposai? Perchè non mi misi a
<span class="pagenum"><a id="Page_301"></a>[301]</span>
-ridere come un pazzo, quando Esposito mi accusò
-d'aver disonorata sua sorella, anzichè rispondere,
+ridere come un pazzo, quando Esposito mi accusò
+d'aver disonorata sua sorella, anzichè rispondere,
come un pazzo, di volerla sposare?
Pazzia per pazzia, sarebbe stato meglio che
-mi fossi messo a ridere senza fermarmi più,
-finchè non fossero venuti a prendermi con la
+mi fossi messo a ridere senza fermarmi più,
+finchè non fossero venuti a prendermi con la
camicia di forza. Ma Luisa, quando rimase sola
con me, quella sera, dopo le mie parole insensate,
-mi prese le mani e incominciò a baciarmele
+mi prese le mani e incominciò a baciarmele
piangendo e a bagnarmele delle sue lacrime.
Io stavo seduto sul letto, con gli occhi fissi
su lei, come un idiota. Ma Luisa di quando in
quando levava su me il suo sguardo di bambina
-spaurita, come per domandarmi: Dunque è
-vero? È proprio vero ciò che ho udito? Tu
+spaurita, come per domandarmi: Dunque è
+vero? È proprio vero ciò che ho udito? Tu
mi sposi? Tu mi liberi?
</p>
<p>
Luisa non credette veramente che la sposassi
se non quando fummo benedetti dinnanzi all'altare
-del prete che ci unì. Soltanto allora non
-dubitò più di essere vittima di un perfido sogno
+del prete che ci unì. Soltanto allora non
+dubitò più di essere vittima di un perfido sogno
e di doversi ridestare d'un tratto nella consueta
-realtà della sua vita. Esposito non assistette
+realtà della sua vita. Esposito non assistette
alle nostre nozze. Dopo quella sera non
-lo vidi più. Io venni ad abitare qui con Luisa.
+lo vidi più. Io venni ad abitare qui con Luisa.
Divisi con lei, diventata mia moglie, il suo piccolo
letto di fanciulla, e la nostra prima notte
-fu senza amore. Non rispettai la sua verginità,
+fu senza amore. Non rispettai la sua verginità,
dopo averla sottratta al commercio che voleva
farne Esposito, suo fratello; ma rispettai il rantolo
di sua madre che riposava in un altro letto,
@@ -12121,38 +12083,38 @@ di sua madre che riposava in un altro letto,
separata da noi appena da una tenda. Luisa mi
teneva le mani strette nelle sue e posate all'altezza
del cuore, sotto il suo piccolo seno molle,
-tepido e nudo. Così passò quella notte. Luisa
+tepido e nudo. Così passò quella notte. Luisa
aveva trent'anni, ma ne dimostrava sedici. Veramente
-non so se la magrezza e la povertà del
+non so se la magrezza e la povertà del
suo corpo fossero indizio di una giovinezza precocemente
sfiorita o che ancora dovesse sbocciare.
-Era giovane e vecchia. Non aveva età. Io
+Era giovane e vecchia. Non aveva età. Io
non potei fare a meno di pensare con ironia al
-caso che dopo avermi negata ogni felicità d'amore
+caso che dopo avermi negata ogni felicità d'amore
aveva voluto infine regalarmi quella gran
donna per moglie. Finalmente qualche cosa potevo
godere anch'io nella vita! Una donna! E
-non dico solo una donna, poichè certo ne avrei
+non dico solo una donna, poichè certo ne avrei
trovata una ad ogni angolo di strada che si sarebbe
lasciata prendere e godere da me per una
notte, ma una donna <i>mia</i>, interamente mia, e
mia per tutta la vita. Il sogno di tanti anni alfine
lo avevo realizzato. Oh! potevo ben considerarmi
-più fortunato di tanti altri, i cui sogni
+più fortunato di tanti altri, i cui sogni
non si realizzano mai. Avevo una donna mia,
coricata nuda accanto a me, in mio assoluto potere.
No: non era Daria. Non era propriamente
neppure una donna. Io non l'amavo, non la desideravo:
-non l'avrei nè amata nè desiderata
+non l'avrei nè amata nè desiderata
mai. Eppure era mia moglie. Avrei piuttosto voluto
alzarmi pian piano, in silenzio, cautamente,
da quel letto di sposo, e lasciarla al suo sonno
innocente e beato, e andarmene come ero venuto,
<span class="pagenum"><a id="Page_303"></a>[303]</span>
-lontano, e non rivederla mai più: essere
+lontano, e non rivederla mai più: essere
generoso con lei come il destino era stato generoso
con me. Avrei voluto anche domandarle: &mdash; Luisa,
-se hai sposato me, perchè non hai
+se hai sposato me, perchè non hai
sposato quell'altro? Se hai sposato me senza
amore, e senza amore mi stai ora nuda fra le
braccia, non potevi senza amore sposare lui in
@@ -12160,11 +12122,11 @@ mia vece, e coricarti al suo fianco? Far contento
Esposito ed evitare a me questo atto pietoso?
Non sono mica io quello che tu vorresti
avere ora vicino e dargli tutta te stessa! E chi
-sarà dunque mai?
+sarà dunque mai?
</p>
<p>
-Così venne l'alba, e incominciò la nostra vita
+Così venne l'alba, e incominciò la nostra vita
in comune. Io non ebbi il coraggio di rivolgermi
a Pietro Suavis per chiedergli di essere riammesso
al mio impiego. Oltre tutto la presenza
@@ -12172,16 +12134,16 @@ di Esposito mi sarebbe stata intollerabile. Rimasi
alcuni giorni senza lavoro. Infine fui assunto
nella redazione di un piccolo giornale settimanale,
che era una specie di bollettino dei mercati
-e delle fiere della città. Avevo il mio ufficio
-nell'angolo più buio di una piccola tipografia.
+e delle fiere della città. Avevo il mio ufficio
+nell'angolo più buio di una piccola tipografia.
Il mio guadagno non sarebbe bastato a sfamare
me, Luisa e sua madre se non avessi trovato
da racimolare qualche altro soldo come correttore
-di bozze. Luisa cominciò col cucirmi una
-camicia, poichè quella che portavo era tutta rammendi
+di bozze. Luisa cominciò col cucirmi una
+camicia, poichè quella che portavo era tutta rammendi
e brandelli. Ma la nostra miseria era tale
ch'ella dovette rassegnarsi a vedermi addosso
-quest'abito logoro ed unto, che oggi non è più
+quest'abito logoro ed unto, che oggi non è più
<span class="pagenum"><a id="Page_304"></a>[304]</span>
che uno straccio. Quando rientravo a casa la
sera, tardi, con le pupille addolorate per la
@@ -12191,7 +12153,7 @@ cappello dal capo, mi sollevava sulla fronte i
capelli disordinati, e, guardandomi pietosa, mi
domandava: &mdash; Sei stanco? Sei molto stanco
anche oggi? E siccome io scrollavo il capo sconfortato
-senza rispondere, ritraeva la mano già
+senza rispondere, ritraeva la mano già
alzata per accarezzarmi e se ne andava a capo
chino presso il fornello, dove c'era la pentola
della minestra a bollire. Io mi lasciavo cadere
@@ -12211,15 +12173,15 @@ avrei voluto afferrarla per le spalle, e, facendole
sbatacchiare la testa come ad un fantoccio di
stoppa, avrei voluto rispondere: &mdash; Chi sono?
Ora te lo dico chi sono. Sono uno che era sull'orlo
-della felicità, di quella felicità dalla quale
+della felicità, di quella felicità dalla quale
tu mi guardi con il tuo ghigno di ebete. Ed ora
<span class="pagenum"><a id="Page_305"></a>[305]</span>
-se ne è allontanato per sempre, per sostentare il
+se ne è allontanato per sempre, per sostentare il
tuo corpo di bestia e quello tisico di tua figlia!
Per sfamare voi due, io vivo e fatico e mi accieco
-dalla mattina alla sera. Per pietà di voi due io
-mi sono rassegnato ad essere il più ridicolo e
-il più infelice degli uomini... Ma perchè ci
+dalla mattina alla sera. Per pietà di voi due io
+mi sono rassegnato ad essere il più ridicolo e
+il più infelice degli uomini... Ma perchè ci
ostiniamo tutti e tre a vivere? Su via, madre nostra:
dacci l'esempio... E le avrei tirato il collo
come ad una vecchia gallina. Ma Luisa con la
@@ -12234,13 +12196,13 @@ innocente di bambina intristita.
<p>
&mdash; Mangia, povero piccolo, mi diceva posandomi
una mano leggiera leggiera sopra una
-spalla. È buona, vedrai... Ti farà bene.
+spalla. È buona, vedrai... Ti farà bene.
</p>
<p>
Ed io, distratto improvvisamente dai miei lugubri
pensieri, sentivo nascere dentro di me
-un'ilarità cattiva, che avrebbe voluto prorompere
+un'ilarità cattiva, che avrebbe voluto prorompere
in un riso sguaiato, rovesciarsi brutalmente
su tutta quella tristezza.
</p>
@@ -12252,14 +12214,14 @@ brutto e sporco come un cesso, io qui un
rifiuto d'uomo, con una faccia da ergastolano,
con tutto il mio dolore, e la mia pena, e la mia
stanchezza scritta sulla fronte, io, io, mi si
-chiama così, come un bambino: povero piccolo,
+chiama così, come un bambino: povero piccolo,
<span class="pagenum"><a id="Page_306"></a>[306]</span>
povero piccolo! Chi ti crede, bella mia? Chi
vuoi che la beva? Non mi vedi mica tu quanto
sono brutto e sporco, miserabile, e vecchio, e
stracco; quanto sono ripugnante ed odioso; come
sono irritato e cattivo!... Niente affatto piccolo.
-Povero: povero sì. Ma povero diavolo,
+Povero: povero sì. Ma povero diavolo,
povero cane, povero idiota... Ecco i miei veri
nomi. E tu li sai, via, cara Luisa: li sai meglio
ancora di me!...
@@ -12272,8 +12234,8 @@ allora mi sedeva di fronte, e v'intingeva
appena la punta del cucchiaio, e non mangiava
che con la punta delle labbra. Bastava ch'io
levassi gli occhi dal piatto e facessi un gesto
-vago, indeciso, un gesto qualunque, il più insignificante,
-il più indeterminato, per vederla
+vago, indeciso, un gesto qualunque, il più insignificante,
+il più indeterminato, per vederla
saltare in piedi e sentirla domandare premurosa:
</p>
@@ -12290,7 +12252,7 @@ volevo il sale. Non volevo nulla.
<p>
&mdash; Grazie, le dicevo, secco, irritato da quell'esagerato
-zelo, non voglio sale... Ce n'è anche
+zelo, non voglio sale... Ce n'è anche
troppo...
</p>
@@ -12299,7 +12261,7 @@ Luisa s'alzava per tempo la mattina: prima di
me. Sgusciava dal nostro lettuccio stretto senza
che io la sentissi, e per prima cosa accendeva il
<span class="pagenum"><a id="Page_307"></a>[307]</span>
-fornello e riscaldava il caffè. Poi lustrava le mie
+fornello e riscaldava il caffè. Poi lustrava le mie
vecchie scarpe, e con infinita pazienza smacchiava
il bavero, le maniche e i calzoni del mio
abito tutto unto e sdrucito. Poi, vestita sua madre,
@@ -12308,8 +12270,8 @@ inzuppata, e la conduceva a sedere sulla poltrona.
Tutto questo in punta di piedi e scalza,
quantunque si fosse d'inverno, per non destarmi.
Mi destava quando tutto era in ordine, il
-caffè caldo. Mi toccava leggermente una spalla
-e mi sospirava quasi sul viso un: &mdash; Dèstati,
+caffè caldo. Mi toccava leggermente una spalla
+e mi sospirava quasi sul viso un: &mdash; Dèstati,
Paris... Paris, ti svegli?... Io, la mattina, avevo
il sonno stanco e pesante. Ella temeva di sentirmi
gridare, di vedermi adirato. Aspettava qualche
@@ -12318,7 +12280,7 @@ del suo primo richiamo. Io non l'avevo
udito nemmeno, non mi muovevo, continuavo a
respirare profondo e grave, addormentato. Allora
la sua mano mi si posava sul capo e un poco
-più forte la sua voce diceva: &mdash; Paris, è tardi...
+più forte la sua voce diceva: &mdash; Paris, è tardi...
Ti svegli, Paris? Finalmente mi svegliavo, e la
prima cosa che vedevo svegliandomi era quel
sorriso malinconico e pietoso sul visuccio di
@@ -12343,7 +12305,7 @@ mia moglie.
</p>
<p>
-Tutto il giorno io lo passavo fuori. A mezzodì
+Tutto il giorno io lo passavo fuori. A mezzodì
la mia colezione consisteva in un pezzo di pane
inzuppato in un po' di vino. Nessuno degli operai
che lavoravano in quella tipografia era miserabile
@@ -12354,13 +12316,13 @@ sciarpetta di lana, e andava a misurar camicie
ai suoi clienti. Il suo mestiere era infatti di tagliare
e cucire camicie da uomo. Questo lavoro
non le rendeva quasi nulla, ed io veramente ho
-sempre pensato che le servisse più che altro da
+sempre pensato che le servisse più che altro da
pretesto per uscire e rimanere lunghe ore fuori
di casa. Ma non ero geloso. Non me ne importava
nulla di lei. Io non la consideravo neppure
una moglie. Era una cosa, niente altro che una
cosa, per me. Ma anche Luisa aveva le sue piccole
-vanità. Quando si vestiva per uscire, il suo povero
+vanità. Quando si vestiva per uscire, il suo povero
cappellino se lo appuntava con civetteria sulla
fronte, e non si staccava dallo specchio senza
<span class="pagenum"><a id="Page_309"></a>[309]</span>
@@ -12376,29 +12338,29 @@ donna, in fine, Luisa, come tutte le altre.
Un giorno di domenica, la mattina ero ancora
a letto, e Luisa si vestiva per uscire. Quando
fu vestita, come sempre si sedette dinnanzi allo
-specchio e incominciò ad arricciarsi con la punta
+specchio e incominciò ad arricciarsi con la punta
delle dita i capelli corti delle tempie. Non erano
-nè i capelli neri di Daria, nè i capelli biondi
+nè i capelli neri di Daria, nè i capelli biondi
di Silvina. Erano castano-grigi i capelli di Luisa.
Erano dei brutti capelli. Mentre facevo fra me
questa considerazione, ella vide nello specchio
-che la guardavo. Arrossì tutta, d'un tratto, e
+che la guardavo. Arrossì tutta, d'un tratto, e
confusa si volse verso di me.
</p>
<p>
-&mdash; Perchè mi guardi così? mi domandò cercando
+&mdash; Perchè mi guardi così? mi domandò cercando
di sorridere, timida.
</p>
<p>
&mdash; Niente, risposi anch'io confuso. Non ti
-guardo più.
+guardo più.
</p>
<p>
-&mdash; Ti dispiace? mi domandò allora Luisa
-senza più sorridere.
+&mdash; Ti dispiace? mi domandò allora Luisa
+senza più sorridere.
</p>
<p>
@@ -12406,18 +12368,18 @@ senza più sorridere.
</p>
<p>
-Luisa esitò un istante.
+Luisa esitò un istante.
</p>
<p>
&mdash; Credevo, soggiunse abbassando gli occhi,
credevo che ti dispiacesse di vedermi allo specchio.
-Sono così brutta, Paris...
+Sono così brutta, Paris...
</p>
<p>
Poi nascose il viso sempre coperto di porpora
-e mormorò:
+e mormorò:
</p>
<p>
@@ -12434,7 +12396,7 @@ fianco e le voltai la schiena.
<p>
&mdash; Che cosa sono queste scene? gridai. Che
-cos'è questo piangere? Spetta forse a me di consolarti?
+cos'è questo piangere? Spetta forse a me di consolarti?
Per me sei bella: bellissima. Per me
sei anche troppo bella... Finiscila, Luisa! Ci
sono mali peggiori... Se si deve piangere, piangiamo
@@ -12442,36 +12404,36 @@ per qualche altra ragione.
</p>
<p>
-Luisa cessò di piangere. Forse continuò a
+Luisa cessò di piangere. Forse continuò a
piangere, ma pianse in silenzio.
</p>
<p>
&mdash; Guarda, adesso, che storie! pensavo. Lo
-racconta a me, che non è bella. Le ho mai
+racconta a me, che non è bella. Le ho mai
chiesto di essere bella, io? L'ho forse mai rimproverata
di non essere bella abbastanza?
</p>
<p>
&mdash; Come siete curiose voi donne! dissi forte.
-Non avete il più piccolo senso dell'opportunità.
+Non avete il più piccolo senso dell'opportunità.
</p>
<p>
-Dopo un poco Luisa si alzò, si avvolse la
+Dopo un poco Luisa si alzò, si avvolse la
sciarpa di lana due volte intorno al collo e si
-incamminò verso l'uscio. Con la mano posata
+incamminò verso l'uscio. Con la mano posata
sulla maniglia, rimase un momento a guardarmi.
</p>
<p>
&mdash; Mi devi credere ben sciocca, tu, Paris,
-mormorò.
+mormorò.
</p>
<p>
-Non mi mossi. Allora ella si avvicinò a me
+Non mi mossi. Allora ella si avvicinò a me
e mi disse umilmente:
</p>
@@ -12481,48 +12443,48 @@ e mi disse umilmente:
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_311"></a>[311]</span>
-&mdash; Sì, sì, risposi, ti perdono. Di che? Ti perdono,
+&mdash; Sì, sì, risposi, ti perdono. Di che? Ti perdono,
ti perdono...
</p>
<p>
-&mdash; Non così, ti prego, Paris... Lo so: sono
+&mdash; Non così, ti prego, Paris... Lo so: sono
tanto sciocca... Ma tu <i>devi</i> compatirmi.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, cara, sì, sì, risposi questa volta con
-voce dolce, da ipocrita. Non ci pensare più...
-Ti ho già perdonato.
+&mdash; Sì, cara, sì, sì, risposi questa volta con
+voce dolce, da ipocrita. Non ci pensare più...
+Ti ho già perdonato.
</p>
<p>
-Luisa uscì ed io rimasi a ridere di me stesso. &mdash; Ma
+Luisa uscì ed io rimasi a ridere di me stesso. &mdash; Ma
se non le chiedo nulla! pensavo. Che
-cosa vuole ancora da me? Se lei non è bella,
-che cosa sono io, al suo confronto? Non sarò
+cosa vuole ancora da me? Se lei non è bella,
+che cosa sono io, al suo confronto? Non sarò
certo il suo tipo. Ogni donna, infatti, ha un <i>tipo</i>
-suo d'uomo. E quantunque il più delle volte le
+suo d'uomo. E quantunque il più delle volte le
donne finiscano per amare proprio un uomo che
-non è il loro <i>tipo</i>, io veramente non potevo essere
+non è il loro <i>tipo</i>, io veramente non potevo essere
il <i>tipo</i> di nessuna, nemmeno quello di Luisa.
-Ciò che m'irritava contro di lei era appunto
+Ciò che m'irritava contro di lei era appunto
quel suo continuo mascherare la gratitudine, che
-certamente nutriva per me, che la rendeva così
-docile, così sottomessa, così affettuosa, così premurosa
+certamente nutriva per me, che la rendeva così
+docile, così sottomessa, così affettuosa, così premurosa
in ogni suo atto e pensiero, era proprio
questo volerla mascherare da amore, mentre
amore non poteva essere, che mi irritava contro
di lei. E anche la sua gratitudine in fondo mi
irritava. Avrei voluto diventare ricco d'un colpo,
o soltanto ricuperare la mia agiatezza d'un tempo,
-per far sì ch'ella non si sentisse più in obbligo
+per far sì ch'ella non si sentisse più in obbligo
di lavorare per me, di alleggerirmi del peso
dell'esistenza sua e di sua madre, adattandosi
-alle fatiche più umili e mortificanti per pagarmi
+alle fatiche più umili e mortificanti per pagarmi
<span class="pagenum"><a id="Page_312"></a>[312]</span>
-il suo debito di riconoscenza. Ma, infine, perchè
-dunque mi affaticavo tanto per una cosa di così
+il suo debito di riconoscenza. Ma, infine, perchè
+dunque mi affaticavo tanto per una cosa di così
poco conto? A me bastava di vedere chiaramente
quale fosse la mia vera situazione di
fronte a Luisa, senza lasciarmi ingannare dalle
@@ -12532,21 +12494,21 @@ tutte le pene necessarie, costringendo i miei occhi
a consumarsi sulle bozze nella falsa luce
della tipografia, il mio stomaco a sopportare
l'appetito come una regola di perfetta igiene,
-i miei poveri piedi a guazzare nell'umidità del
+i miei poveri piedi a guazzare nell'umidità del
fango che mi riempiva le scarpe tutte buchi e
strappi, a subire le punture gelide della tramontana
invernale le carni mal difese da quella ragnatela
di vestito; ma lasciando inerte e addormentato
il mio pensiero, il cervello arrugginito,
-l'anima lontana, ignara, assente. Così, soltanto
-così, mi sentivo ancora la forza di vivere.
+l'anima lontana, ignara, assente. Così, soltanto
+così, mi sentivo ancora la forza di vivere.
</p>
<p>
-Luisa rientrò poco dopo con un mazzolino di
-viole mammole, che si affrettò a mettere in un
-bicchiere. Il bicchiere lo posò poi in mezzo al
-tavolo, e mi guardò come perchè le dicessi:
+Luisa rientrò poco dopo con un mazzolino di
+viole mammole, che si affrettò a mettere in un
+bicchiere. Il bicchiere lo posò poi in mezzo al
+tavolo, e mi guardò come perchè le dicessi:
</p>
<p>
@@ -12566,13 +12528,13 @@ tue illusioni...
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_313"></a>[313]</span>
-&mdash; Non ti piacciono? mi domandò Luisa, vedendo
+&mdash; Non ti piacciono? mi domandò Luisa, vedendo
che continuavo a tacere.
</p>
<p>
Prese di nuovo in mano quelle poche viole e
-le odorò, e avvicinatasi a me disse:
+le odorò, e avvicinatasi a me disse:
</p>
<p>
@@ -12580,7 +12542,7 @@ le odorò, e avvicinatasi a me disse:
</p>
<p>
-Me le porgeva perchè le odorassi. Vi accostai
+Me le porgeva perchè le odorassi. Vi accostai
appena il naso. Dissi semplicemente:
</p>
@@ -12604,17 +12566,17 @@ poco, giusto, a sudarli, tre soldi!
</p>
<p>
-Luisa disillusa abbassò la fronte.
+Luisa disillusa abbassò la fronte.
</p>
<p>
&mdash; E anche per lei, soggiunse poi, a voce bassa,
-indicando sua madre. È la sola cosa che la
+indicando sua madre. È la sola cosa che la
faccia ancora sorridere.
</p>
<p>
-Si voltò e si avvicinò alla poltrona dove era
+Si voltò e si avvicinò alla poltrona dove era
seduta sua madre, nel vano della finestra.
</p>
@@ -12623,7 +12585,7 @@ seduta sua madre, nel vano della finestra.
</p>
<p>
-E le accostò il mazzolino alla bocca.
+E le accostò il mazzolino alla bocca.
</p>
<p>
@@ -12635,18 +12597,18 @@ non potevo sopportare senza un senso di irritazione
profonda, quasi non fosse il moto involontario
di un'idiota, ma una sua negazione cosciente
<span class="pagenum"><a id="Page_314"></a>[314]</span>
-e beffarda di tutto ciò che vedeva e
+e beffarda di tutto ciò che vedeva e
udiva e le passava dinnanzi. Ma quando ebbe le
viole mammole sotto il naso, il suo viso di
mummia io lo vidi subitamente illuminarsi di un
sorriso macabro, come quello di un teschio in
-un grottesco di Goya; e la sua testa cessò di
-oscillare. Allora notai, che così, disteso da quel
+un grottesco di Goya; e la sua testa cessò di
+oscillare. Allora notai, che così, disteso da quel
sorriso, il viso della madre somigliava al viso
della figlia come ogni caricatura somiglia all'originale.
Era proprio Luisa, ottantenne ed idiota,
che sorrideva in quel viso odioso! Ella sarebbe
-stata così un giorno... Così: ed io avrei dovuto
+stata così un giorno... Così: ed io avrei dovuto
farle odorare dei fiori per provare se qualche
cosa della sua anima vivesse ancora... Anche
costei era stata giovane come Luisa ed era stata
@@ -12678,16 +12640,16 @@ che non amo nessuna di queste cose che
quasi tutti gli altri amano. I fiori, i dolci, i sorrisi,
le tenerezze, non mi piacciono. Queste
cose mi commovevano un tempo. Ora non le
-sento più, Luisa... Non le posso più sopportare...
-La vita ha distrutto in me tutto ciò che sapeva
+sento più, Luisa... Non le posso più sopportare...
+La vita ha distrutto in me tutto ciò che sapeva
di poesia: tutto. E ricordati che se ti ho
-sposato, ti ho sposato per me, per me solo, perchè
+sposato, ti ho sposato per me, per me solo, perchè
mi faceva piacere sposarti e per nessuna
altra ragione...
</p>
<p>
-Così le parlai dolce e cattivo. Luisa non fiatò,
+Così le parlai dolce e cattivo. Luisa non fiatò,
ma da quel giorno fu un'altra donna con me.
</p></div>
@@ -12702,24 +12664,24 @@ Isacco venne ad occupare lo sgabuzzino che io
occupavo prima di sposare Luisa: quella cameretta
dove ora dorme tranquillo. La nostra
vita era come l'ho descritta: una vita grigia,
-senza gioia, senza pace. Isacco è di natura ciarliero
+senza gioia, senza pace. Isacco è di natura ciarliero
come un merlo. Egli si mise subito a chiacchierare
con noi attraverso questo paravento
di parete che divide la mia dalla sua stanza. Era
-accaduto qualche cosa di insolito in città, e,
+accaduto qualche cosa di insolito in città, e,
<span class="pagenum"><a id="Page_316"></a>[316]</span>
tardi, verso mezzanotte, fummo destati da uno
scoppio cupo e lungo come un tuono. Luisa,
-spaventata, non potè fare a meno di gridare: &mdash; Paris,
-che sarà, che sarà? E Isacco si credette
+spaventata, non potè fare a meno di gridare: &mdash; Paris,
+che sarà, che sarà? E Isacco si credette
in obbligo di rassicurarla. Doveva essere
scoppiato il gazometro. Infatti da dieci giorni
gli operai delle officine minacciavano di farlo
-saltare. Senza dubbio la città sarebbe ora rimasta
-al buio per intere settimane, poichè le
+saltare. Senza dubbio la città sarebbe ora rimasta
+al buio per intere settimane, poichè le
officine elettriche, che erano adiacenti al gazometro,
dovevano aver subito gravi danni a
-causa dell'esplosione. In molti punti della città,
+causa dell'esplosione. In molti punti della città,
in previsione di quella catastrofe, fino dalla sera
innanzi i soldati del genio avevano piazzato dei
riflettori. E Isacco descrisse a vivi colori l'aspetto
@@ -12727,8 +12689,8 @@ delle vie e delle case illuminate da quei
fasci di luce bianchissima. &mdash; Sembrava tutto un
altro mondo, disse. Ogni cosa ha un aspetto
diverso da quello che noi vediamo abitualmente...
-Vatti a fidare ora della realtà!... E se anche
-quella che chiamiamo realtà non fosse altro che
+Vatti a fidare ora della realtà!... E se anche
+quella che chiamiamo realtà non fosse altro che
un'opinione? Vi stupirebbe?
</p>
@@ -12745,12 +12707,12 @@ soggiunsi: &mdash; Buona notte...
Dopo un momento di silenzio, durante il quale,
indifferente all'annuncio di quei cataclismi
sociali, io mi stavo riaddormentando, la vocina
-di Isacco ricominciò:
+di Isacco ricominciò:
</p>
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_317"></a>[317]</span>
-&mdash; Non vi sembra di udire come un crepitìo
+&mdash; Non vi sembra di udire come un crepitìo
di fucilate?
</p>
@@ -12771,11 +12733,11 @@ notte...
Passarono ancora pochi minuti, durante i
quali mi rannicchiai tutto nel mio angolo di letto,
con le coperte sul capo. Poi la voce di Isacco
-domandò:
+domandò:
</p>
<p>
-&mdash; Domani mattina si potrà attraversare il
+&mdash; Domani mattina si potrà attraversare il
ponte? O saremo tagliati fuori dai quartieri
del centro?
</p>
@@ -12791,7 +12753,7 @@ ripetei: &mdash; Buona notte...
<p>
M'ero quasi riaddormentato, quando la voce
-di Isacco più sveglia che mai esclamò:
+di Isacco più sveglia che mai esclamò:
</p>
<p>
@@ -12800,44 +12762,44 @@ di Isacco più sveglia che mai esclamò:
<p>
Ma io, fingendo di russare, non gli risposi
-più nulla.
+più nulla.
</p>
<p>
La mattina dopo veramente tutti i ponti erano
sbarrati da cordoni di soldati. Il nostro quartiere
-era isolato dal centro della città. Tentai invano
+era isolato dal centro della città. Tentai invano
di passare, spiegando a un sergente come la tipografia
nella quale lavoravo fosse proprio subito
-al di là del ponte. La consegna era rigorosa.
-Ritornai perciò lentamente verso casa mia,
+al di là del ponte. La consegna era rigorosa.
+Ritornai perciò lentamente verso casa mia,
percorrendo un tratto del viale lungo il fiume.
<span class="pagenum"><a id="Page_318"></a>[318]</span>
-Incominciò a nevicare attraverso i rami nudi
-degli alberi. Il fiume era gonfio. Sempre così
+Incominciò a nevicare attraverso i rami nudi
+degli alberi. Il fiume era gonfio. Sempre così
silenzioso, si levava allora dalla corrente tutta
mulinelli e spume un cupo e lungo boato. Le
due rive erano semideserte. Soltanto alle due
-estremità di ogni ponte c'era radunata una folla
-che si guardava silenziosa, con buffa curiosità,
+estremità di ogni ponte c'era radunata una folla
+che si guardava silenziosa, con buffa curiosità,
come se da una parte e dall'altra non fossero
stati gli stessi che fino alla sera prima si
erano trovati a camminare insieme su quei ponti
-che allora li dividevano. Già stavo per affrettare
-il passo sotto la neve che cadeva sempre più fitta,
-quando qualcuno mi si mise al fianco e mi salutò.
+che allora li dividevano. Già stavo per affrettare
+il passo sotto la neve che cadeva sempre più fitta,
+quando qualcuno mi si mise al fianco e mi salutò.
Era uno che non avevo mai veduto. Ma
subito si fece conoscere.
</p>
<p>
-&mdash; Sono il vostro nuovo vicino, mi dichiarò
+&mdash; Sono il vostro nuovo vicino, mi dichiarò
sorridendo. Ve lo dicevo, iersera, che i ponti
sarebbero stati sbarrati?
</p>
<p>
-Lo guardai. Era un piccolo uomo più basso
+Lo guardai. Era un piccolo uomo più basso
di statura molto di me: mi arrivava appena alla
spalla. Andava un po' curvo, a passi brevi e ineguali,
stretto in un mantellino color cioccolato,
@@ -12850,12 +12812,12 @@ gli occhi grandi e neri, le labbra leggermente
tumide. Sentii che da quel momento avrei
dovuto subirlo come una mosca. Infatti,
<span class="pagenum"><a id="Page_319"></a>[319]</span>
-con quelle parole mi si accompagnò, salì con
-me le scale, entrò con me nella nostra camera.
+con quelle parole mi si accompagnò, salì con
+me le scale, entrò con me nella nostra camera.
E poi che si fu sgrullata la neve dal mantellino
ed ebbe abbassato il cappuccio, si tolse il berretto,
-e, rivolto a Luisa, le domandò con il tono
-più naturale del mondo, come se l'avesse conosciuta
+e, rivolto a Luisa, le domandò con il tono
+più naturale del mondo, come se l'avesse conosciuta
da vent'anni:
</p>
@@ -12864,19 +12826,19 @@ da vent'anni:
</p>
<p>
-Così Isacco si introdusse nella nostra intimità:
+Così Isacco si introdusse nella nostra intimità:
senza cerimonie, divenne uno di casa. Isacco
era commesso in una botteghina di libri usati
-situata all'angolo dell'Università, molto frequentata
+situata all'angolo dell'Università, molto frequentata
dagli studenti poveri. Si credeva, e ancora
si crede, un sapiente. Sa a memoria i titoli
di centinaia di libri. Conosce la storia dei
loro autori, l'anno in cui furono stampati. Ben
-presto manifestò per me una simpatia esagerata,
+presto manifestò per me una simpatia esagerata,
un attaccamento quasi morboso. Ogni sera
veniva ad aspettarmi quando uscivo dalla tipografia
e mi riaccompagnava a casa. Se mi vedeva
-con un viso più buio del solito:
+con un viso più buio del solito:
</p>
<p>
@@ -12896,16 +12858,16 @@ e non si stancava di domandarmi che cosa io ne
pensassi. Io non pensavo mai nulla di nulla,
ma Isacco non si arrendeva facilmente alla mia
indifferenza. Spesso non ritornavo subito a casa,
-ma mi perdevo in lunghi giri per le vie più
-deserte della città. Senza mostrare nè impazienza
-nè stanchezza, mi seguiva nei miei vagabondaggi,
+ma mi perdevo in lunghi giri per le vie più
+deserte della città. Senza mostrare nè impazienza
+nè stanchezza, mi seguiva nei miei vagabondaggi,
anche sotto la pioggia o nella neve, come
se non avesse altro desiderio che di camminare
senza uno scopo in quelle fredde sere
d'inverno. Giunti all'angolo della nostra casa,
Isacco si separava da me per andare a mangiare
in una bettola poco lontana, mentre io salivo
-quassù dove m'aspettava la mia magra cena.
+quassù dove m'aspettava la mia magra cena.
Ma prima di allontanarsi mi diceva:
</p>
@@ -12915,19 +12877,19 @@ buona notte alla signora Luisa...
</p>
<p>
-Così bussava discreto alla porta, metteva fra
+Così bussava discreto alla porta, metteva fra
i battenti la sua faccia pallida tutta annerita dai
peli e dagli occhi, e domandava dolce:
</p>
<p>
-&mdash; Si può?
+&mdash; Si può?
</p>
<p>
Io levavo il capo dalla tavola e lo guardavo
senza simpatia. Mi era odioso. Non lo potevo
-soffrire. Lo giudicavo il più grande importuno
+soffrire. Lo giudicavo il più grande importuno
che fosse mai nato sulla terra e consideravo la
sua compagnia come l'ultima delle mie sventure.
Ma Isacco, incoraggiato da un mezzo sorriso
@@ -12941,9 +12903,9 @@ fra noi due, accanto al lume.
<span class="pagenum"><a id="Page_321"></a>[321]</span>
Io lo trattavo rudemente, quasi con villania,
sperando, che, offeso, se ne andasse per non
-ritornare mai più. Ma Isacco, la sera, non vedeva
+ritornare mai più. Ma Isacco, la sera, non vedeva
che Luisa; non si occupava che di lei.
-Le ripeteva tutte le storie che aveva già raccontato
+Le ripeteva tutte le storie che aveva già raccontato
a me durante la strada, e sempre chiedeva
che cosa ne pensasse la signora Luisa. Luisa si
credeva in obbligo di rispondere, e ne nascevano
@@ -12957,12 +12919,12 @@ diceva:
<p>
&mdash; Lasciamolo che si corichi... Stasera, signor
-Paris, avete più sonno del solito...
+Paris, avete più sonno del solito...
</p>
<p>
Rimetteva la sedia al suo posto e Luisa lo accompagnava
-nel corridoio, e là rimanevano ancora
+nel corridoio, e là rimanevano ancora
a chiacchierare. Io mi spogliavo tutto e mi
stendevo tra le lenzuola. Quando finalmente
Isacco le dava la buona notte, Luisa rientrava
@@ -12970,31 +12932,31 @@ e io le dicevo:
</p>
<p>
-&mdash; Basta, basta, per carità! Non la finirete
-più di parlare... Costui s'attacca come la rogna...
+&mdash; Basta, basta, per carità! Non la finirete
+più di parlare... Costui s'attacca come la rogna...
</p>
<p>
&mdash; Piano piano, supplicava Luisa. Lo sai che
-si sente tutto, di là...
+si sente tutto, di là...
</p>
<p>
&mdash; E che importa a me, se si sente? replicavo.
-Dico che basta. È peggio della rogna.
+Dico che basta. È peggio della rogna.
</p>
<p>
-Passarono così alcune settimane. A un certo
+Passarono così alcune settimane. A un certo
<span class="pagenum"><a id="Page_322"></a>[322]</span>
-punto Isacco inventò di avere uno zio ricco, che
-possedeva anche un giardino, e mi capitò davanti
+punto Isacco inventò di avere uno zio ricco, che
+possedeva anche un giardino, e mi capitò davanti
una sera con un mazzo di rose.
</p>
<p>
&mdash; Che m'avete detto ieri, passando dinnanzi
-al fioraio? mi domandò.
+al fioraio? mi domandò.
</p>
<p>
@@ -13002,10 +12964,10 @@ al fioraio? mi domandò.
</p>
<p>
-&mdash; Oh! oh! esclamò Isacco ridendo. Non avete
-detto: «Che belle rose? Un tempo erano
-la mia delizia, le rose. Chi si ricorda più di
-quel tempo?»
+&mdash; Oh! oh! esclamò Isacco ridendo. Non avete
+detto: «Che belle rose? Un tempo erano
+la mia delizia, le rose. Chi si ricorda più di
+quel tempo?»
</p>
<p>
@@ -13035,34 +12997,34 @@ vi affondai il viso per odorarle.
</p>
<p>
-&mdash; Che soavità, dissi. E le porsi a Luisa.
+&mdash; Che soavità, dissi. E le porsi a Luisa.
</p>
<p>
-Luisa le mise in una brocca, posò la brocca
-in mezzo alla tavola, e mi guardò sorridendo.
+Luisa le mise in una brocca, posò la brocca
+in mezzo alla tavola, e mi guardò sorridendo.
</p>
<p>
&mdash; Ah! esclamai senza pensare alle conseguenze
che le parole che stavo per pronunciare
potevano avere per me, queste sono le vere
-gioie del ricco! La vita è grama per tutti: per
+gioie del ricco! La vita è grama per tutti: per
tutti ha un fondo di dolore... Ma alla superficie
almeno si hanno delle piccole gioie che versano
<span class="pagenum"><a id="Page_323"></a>[323]</span>
-una goccia di oblio sui più tristi pensieri. Un
+una goccia di oblio sui più tristi pensieri. Un
fiore... Queste rose... E tutto si dimentica per
un istante.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, continuai dopo una pausa, tu per esempio
+&mdash; Sì, continuai dopo una pausa, tu per esempio
hai freddo: ecco un dolore fisico atroce,
-una sofferenza che dà la disperazione. Il povero
+una sofferenza che dà la disperazione. Il povero
la conosce. Il ricco accende una bella stufa
o si avvolge nella sua pelliccia e dimentica che
-c'è un inverno tetro, la neve, il vento, una desolata
+c'è un inverno tetro, la neve, il vento, una desolata
stagione...
</p>
@@ -13076,36 +13038,36 @@ assentire col capo.
&mdash; E tutto forse finisce qui? domandai. Ora,
dissi, io ho mangiato, tutti abbiamo mangiato.
Possiamo dire di aver fame? Sete? No, certo:
-non abbiamo nè fame nè sete. Eppure se ci fosse
+non abbiamo nè fame nè sete. Eppure se ci fosse
qui, in mezzo alla tavola, una pasta sfoglia,
un pasticciotto di crema, e un po' di rosolio, o
un bicchiere di vino dolce, non ci sentiremmo
forse men tristi? Meno stanchi della nostra giornata?
Meno desiderosi di coricarci e di dormire,
-per non pensare più all'oggi e al domani,
+per non pensare più all'oggi e al domani,
alla nostra povera vita di sempre?
</p>
<p>
-&mdash; Così è, caro Isacco! soggiunsi battendogli
+&mdash; Così è, caro Isacco! soggiunsi battendogli
una mano sulla spalla. Io lo so per esperienza.
-Ma ciò che si è voluto perdere, è inutile che si
+Ma ciò che si è voluto perdere, è inutile che si
rimpianga. Allora si finge di credere di non
-amare più nessuna delle piccole cose che ci davano
+amare più nessuna delle piccole cose che ci davano
gioia e piacere un tempo. Addirittura si
<span class="pagenum"><a id="Page_324"></a>[324]</span>
rinnegano, si disprezzano. Che cosa sono, in
fondo, dei fiori? Sono degli stupidi balocchi della
natura, una delle tante cose superflue che
essa crea, a scapito di tante altre cose necessarie,
-di cui invece è avara. E a che servono?
+di cui invece è avara. E a che servono?
Quando li hai ben bene tenuti in fresco due
giorni, appassiscono e muoiono, e bisogna buttarli
via. E i dolci? Siamo forse dei bambini
golosi? Vogliamo credere davvero che uno zuccherino
ci farebbe contenti? Dobbiamo dichiararci
schiavi di una debolezza infantile? Via!
-Via! Il male è, caro Isacco, che così, a poco a
+Via! Il male è, caro Isacco, che così, a poco a
poco, l'uomo discende al bruto. Si riduce, Isacco,
alla nostra feroce miseria, alla nostra universale
negazione del bene. Con le cose frivole
@@ -13118,7 +13080,7 @@ Isacco soggiunse:
</p>
<p>
-&mdash; È vero, è vero...
+&mdash; È vero, è vero...
</p>
<p>
@@ -13126,7 +13088,7 @@ Io dissi:
</p>
<p>
-&mdash; Ma questa, Isacco, è la nostra vita, ormai...
+&mdash; Ma questa, Isacco, è la nostra vita, ormai...
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -13136,15 +13098,15 @@ VIII.
<p>
Quando quelle prime rose furono sfiorite,
-Isacco ritornò a mietere nel giardino dello zio
-ricco, e mi portò degli anemoni. Poi scese nella
+Isacco ritornò a mietere nel giardino dello zio
+ricco, e mi portò degli anemoni. Poi scese nella
cantina di quello zio misterioso e fantastico, e
-ne rubò uno, due, tre fiaschi di buon vino chiaretto
+ne rubò uno, due, tre fiaschi di buon vino chiaretto
<span class="pagenum"><a id="Page_325"></a>[325]</span>
che venne a bere con noi dopo cena. Come
se non bastasse, alcuni giorni dopo Isacco si fece
amico del cuoco di suo zio. Allora, ogni domenica,
-ci portò dei pasticcini di pasta sfoglia,
+ci portò dei pasticcini di pasta sfoglia,
o delle frittelle dolci inzuccherate che, di nascosto,
quello impastava e friggeva per lui. Ogni
qual volta lo vedeva comparire sull'uscio
@@ -13159,22 +13121,22 @@ mettevano in alcuni momenti delle mie
grige giornate. Senza confessare ad alcuno il
piacere che mi veniva da quelle piccole cose,
ne godevo segretamente come un bambino. La
-miseria, le sofferenze, è verissimo che avviliscono
+miseria, le sofferenze, è verissimo che avviliscono
l'uomo, e lo rendono debole e incapace
di dominarsi. Io ne avevo ancora una prova.
Come apportatore di fiori, di fiaschi, di dolci,
-Isacco non mi pareva più così spregevole e fastidioso
+Isacco non mi pareva più così spregevole e fastidioso
come prima, quando si presentava a
mani vuote, e solo carico di parole. La sua
compagnia incominciava a piacermi. Giunsi persino
a pensare che fosse una vera fortuna per
noi d'avere un vicino come lui, con uno zio
-così ricco, con quel bel giardino, quella cantina,
+così ricco, con quel bel giardino, quella cantina,
quel cuoco tanto sapiente e servizievole. Quando,
<span class="pagenum"><a id="Page_326"></a>[326]</span>
seduti intorno alla tavola la sera, si sorseggiava
-quel vinello chiaro, spillandolo giù dal
-fiasco che gorgogliava contento, in verità mi
+quel vinello chiaro, spillandolo giù dal
+fiasco che gorgogliava contento, in verità mi
sembrava che il gelo, che m'ero portato nell'ossa
su dalla strada tutta neve e vento, a poco a
poco s'intiepidisse, quasi mi si sciogliesse dentro
@@ -13184,7 +13146,7 @@ Allora la giornata passata sotto il lume, nell'odore
nauseabondo della tipografia, mi si presentava
al ricordo meno penosa e squallida.
La mattina, poi, quando svegliandomi aprivo gli
-occhi, la prima cosa che vedevo non era più
+occhi, la prima cosa che vedevo non era più
quel sorriso malinconico malinconico nel visuccio
di Luisa, ma erano quei fiori con le loro
piccole teste variopinte reclinate sull'orlo della
@@ -13201,16 +13163,16 @@ di quei fiori, di quelle piccole consolazioni che
Isacco aveva portato nello squallore della mia
vita, pensai per la prima volta, senza ironia, a
mia moglie Luisa. La guardavo mentre cuciva
-cuciva, e non provavo più nessuna irritazione
-vedendola penare così, mattina e sera, sul bianco
+cuciva, e non provavo più nessuna irritazione
+vedendola penare così, mattina e sera, sul bianco
accecante delle sue camicie, ma piuttosto incominciavo
-veramente ad avere soltanto pietà
+veramente ad avere soltanto pietà
<span class="pagenum"><a id="Page_327"></a>[327]</span>
-di lei, che così delicata, doveva logorarsi la salute
+di lei, che così delicata, doveva logorarsi la salute
in quel lavoro ancora meno retribuito del
mio. Mi pareva anzi che da qualche tempo ella
-avesse raddoppiata la sua fatica, poichè non
-si coricava più nemmeno con me, ma rimaneva
+avesse raddoppiata la sua fatica, poichè non
+si coricava più nemmeno con me, ma rimaneva
alzata molto tempo dopo. E se, per non far
rumore, non lavorava alla macchina in quelle
ore, zitta zitta imbastiva, o tagliava, o cuciva
@@ -13218,8 +13180,8 @@ asole a punti fitti e piccini, con gli occhi sull'ago.
</p>
<p>
-&mdash; Non affaticarti così, le dicevo ogni tanto.
-Perchè? In fondo che cosa ne ricavi, da tanto
+&mdash; Non affaticarti così, le dicevo ogni tanto.
+Perchè? In fondo che cosa ne ricavi, da tanto
lavoro? Poveri siamo, poveri saremmo se lavorassi
anche meno. Purtroppo questo non
basta a cambiare il nostro stato... Vieni, vieni
@@ -13238,37 +13200,37 @@ elastica appena appena rosea, il suo ventre piccino
e piatto, ombrato da una strisciolina di peluzzi
biondi. E quantunque mi sembrasse una
cosina malata e fredda a toccarsi, pure non
-ne avevo più quel senso di repulsione che fino
+ne avevo più quel senso di repulsione che fino
a pochi giorni prima mi costringeva a chiudere
<span class="pagenum"><a id="Page_328"></a>[328]</span>
gli occhi per non vederla. E quando m'entrava
nel letto rabbrividendo, con la sua camiciola non
profumata di bucato o di essenza di rose, ma
-solo odorosa dell'odore della sua carne che è
+solo odorosa dell'odore della sua carne che è
il profumo del povero, e mi si stringeva contro
il fianco per riscaldarsi, io non m'irrigidivo
-più da capo a piedi, come uno di quei cristi primitivi
+più da capo a piedi, come uno di quei cristi primitivi
o di quei morti che si vedono scolpiti nei
-sarcofagi; ma le posavo (è la parola) le posavo
-un abbraccio inerte attraverso il fianco, e così
+sarcofagi; ma le posavo (è la parola) le posavo
+un abbraccio inerte attraverso il fianco, e così
cercavo di addormentarmi. Ma prima che il sonno
fermasse il moto dei miei pensieri come avrebbe
fatto una manata di polvere gettata in un
orologio, fingendo di dormire per non muovermi,
-per non parlare più, chiedevo a me stesso:
+per non parlare più, chiedevo a me stesso:
</p>
<p>
-&mdash; Perchè, perchè non c'è un po' di vero amore
-in lei? Perchè il suo cuore è così silenzioso,
-così tepido? Forse se lei volesse, se lei sapesse,
+&mdash; Perchè, perchè non c'è un po' di vero amore
+in lei? Perchè il suo cuore è così silenzioso,
+così tepido? Forse se lei volesse, se lei sapesse,
un po' di oblio, un po' di gioia potrei anche
trovarla in un suo bacio, in una sua carezza, in
quello che comunemente si chiama, tutti chiamano:
-amore. Piccola Luisa... Perchè non sai,
-perchè non senti nulla? Perchè non indovini?
-Perchè non tenti? Perchè sei così innocente ed
-insipida? Piccola Luisa, perchè non mi ami?
+amore. Piccola Luisa... Perchè non sai,
+perchè non senti nulla? Perchè non indovini?
+Perchè non tenti? Perchè sei così innocente ed
+insipida? Piccola Luisa, perchè non mi ami?
</p>
<p>
@@ -13279,14 +13241,14 @@ E avrei voluto posarle un bacio sulla bocca,
un lungo bacio, un bacio d'amore. Ah! se
<span class="pagenum"><a id="Page_329"></a>[329]</span>
fosse stata un'altra donna! Come quei fiori che
-mi davano tanta gioia e tanto conforto, così anche
+mi davano tanta gioia e tanto conforto, così anche
lei avrebbe potuto consolarmi un poco delle
delusioni passate. Passate da tanto tempo....
Quasi dimenticate... Avrei amato lei sola, per
-sè stessa, non per il rimpianto o il ricordo di
+sè stessa, non per il rimpianto o il ricordo di
quei lontani giorni.... Non avrei amato nessun'altra
in lei... Ormai ero un altr'uomo.
-Quello d'una volta non esisteva più.
+Quello d'una volta non esisteva più.
</p>
<p>
@@ -13294,12 +13256,12 @@ Ma ben presto mi riebbi da quella specie di
abbandono all'illusione d'una vita che non poteva
essere, che non era la mia. Il piacere di
quelle piccole cose godute senza altro pensiero
-che di goderne si mutò subito in amarezza. Perchè
-Isacco ci regalava quei fiori? Perchè ci
-elargiva con generosità tanto metodica il vino
+che di goderne si mutò subito in amarezza. Perchè
+Isacco ci regalava quei fiori? Perchè ci
+elargiva con generosità tanto metodica il vino
delle cantine di suo zio, i dolci della sua cucina?
E quei doni erano per me o per Luisa?
-Quando questo dubbio mi assalì la prima volta,
+Quando questo dubbio mi assalì la prima volta,
stavo mangiando uno spicchio di torta, tutta ricamata
di crema, profumata di vainiglia e soffice
come la lana. Mi fermai con il boccone in
@@ -13309,7 +13271,7 @@ Luisa anche lei aveva uno spicchio di torta delicatamente
stretto fra due dita, e la bocca piena.
Ma guardava Isacco, e non potendogli sorridere
con le labbra, gli sorrideva con gli occhi.
-Ah! che luce, che vivacità, che ilarità insolite
+Ah! che luce, che vivacità, che ilarità insolite
erano negli occhi di Luisa, quella sera!
<span class="pagenum"><a id="Page_330"></a>[330]</span>
Parevano due carboncini accesi. La luce della
@@ -13319,19 +13281,19 @@ di solito sempre appannati e smorti, anche gli
occhi di Isacco brillavano d'una luce insolita,
vivi, sorridendo a Luisa. Inghiottii quel boccone
che mi era rimasto in gola, e per quella sera
-non toccai più di quel dolce. Isacco se ne andò.
+non toccai più di quel dolce. Isacco se ne andò.
E quando Luisa venne a letto, non la sfiorai
nemmeno con la punta delle dita. Sentii tutto
-il gelo che ella portava con sè nella sua carne
+il gelo che ella portava con sè nella sua carne
anemica, cercai di scostarmi da lei voltandomi
-con la faccia contro il muro. Così, cercando
+con la faccia contro il muro. Così, cercando
di non sentire il suo respiro sulla mia
nuca, il suo odore di fieno nelle narici, incominciai
a frugare in tutti gli angoli del mio cervello
divenuto terribilmente lucido, e credetti di
-indovinare, di scoprire la verità. Mi ricordai che
+indovinare, di scoprire la verità. Mi ricordai che
ogni mattina, da molto tempo ormai, quando mi
-alzavo, trovavo Luisa già vestita e pronta ad
+alzavo, trovavo Luisa già vestita e pronta ad
uscire. E mentre mi vestivo seduto sulla sponda
del letto, ecco due tre colpi discreti bussati
qui, sulla parete, fra questa stanza e quella
@@ -13339,7 +13301,7 @@ di Isacco. Luisa mi si avvicina, mi dice: &mdash; Non
hai bisogno di nulla? Dunque vado. Prende
il suo involto di camicie, ed esce, salutandomi
con la mano. Ha un cappellino nuovo,
-con una penna rossa. L'abito è sempre lo stesso,
+con una penna rossa. L'abito è sempre lo stesso,
ma sembra un altro. Quando nel corridoio
passa dinnanzi alla porta di Isacco, la porta si
<span class="pagenum"><a id="Page_331"></a>[331]</span>
@@ -13347,15 +13309,15 @@ apre, Isacco esce: &mdash; Buon giorno, signora
Luisa, dice. Ed io so che prende il fagotto delle
camicie dalle mani di Luisa, e glielo porta per
un buon tratto di strada. Tutte le mattine se ne
-vanno così, insieme. Ed io lo so. Lo so perchè
+vanno così, insieme. Ed io lo so. Lo so perchè
Isacco e Luisa me lo hanno detto, che per lui
-portare quel fagotto a Luisa è un piacere da
+portare quel fagotto a Luisa è un piacere da
nulla, che non gli costa nessuna fatica. Mentre
-per lei è un piacere immenso non doverlo portare.
-La strada è ogni mattina la stessa per tutti
+per lei è un piacere immenso non doverlo portare.
+La strada è ogni mattina la stessa per tutti
e due. Tutti e due vanno verso il centro della
-città. Io poi esco per conto mio, la mia tipografia
-è subito passato il fiume, mi chiudo, mi seppellisco
+città. Io poi esco per conto mio, la mia tipografia
+è subito passato il fiume, mi chiudo, mi seppellisco
in quella spelonca buia come un antro,
e mi si rivede la sera.
</p>
@@ -13365,7 +13327,7 @@ Questa fu la mia grande scoperta di quella
notte. La mattina, appena alzato, ebbi la tentazione
di prendere il mazzo di fiori dalla brocca
posata sul tavolo e di buttarlo dalla finestra.
-A mezzogiorno Isacco mi si presentò con un
+A mezzogiorno Isacco mi si presentò con un
paio di scarpe nuove incartate in un giornale.
Disse di averle vinte ad una lotteria. E per l'appunto
aveva il piede piccino! Infilate ai miei
@@ -13380,42 +13342,42 @@ IX.
<p>
Eccole qua, quelle scarpe: le porto ancora
-ai piedi. Hanno preso già tanto fango e tant'acqua
+ai piedi. Hanno preso già tanto fango e tant'acqua
<span class="pagenum"><a id="Page_332"></a>[332]</span>
-che non sembrano più le stesse. Eppure
+che non sembrano più le stesse. Eppure
sono quelle, proprio quelle scarpe. Chi avrebbe
potuto dire a Luisa, a me, a Isacco, per quale
strada m'avrebbero condotto queste scarpe?
-Lasciamo andare: c'è una fatalità in tutte le cose,
-anche nelle più infime, nelle più banali. Pur
+Lasciamo andare: c'è una fatalità in tutte le cose,
+anche nelle più infime, nelle più banali. Pur
accettando quelle (queste) scarpe che Isacco mi
offriva, volli ad ogni costo pagarle. Isacco che
me le guardava compiaciuto mentre muovevo
qualche passo per la stanza battendo il piede
per sentire se spianava comodo, dette alla mia
proposta in un'esclamazione di stupore offeso.
-Disse, mi pare: &mdash; Ohibò! e se ne fuggì correndo.
+Disse, mi pare: &mdash; Ohibò! e se ne fuggì correndo.
Era sopravvenuta Luisa. S'era tolto il
cappellino, e anch'essa mi guardava quelle scarpe
nuove con un viso soddisfatto e contento.
</p>
<p>
-&mdash; Eh! sì, dissi, sono buone. Ma non ti pare,
+&mdash; Eh! sì, dissi, sono buone. Ma non ti pare,
Luisa, che gliele debba pagare? Posso non pagargliele,
queste scarpe?
</p>
<p>
-Luisa alzò una spalla e mi fece l'occhietto.
+Luisa alzò una spalla e mi fece l'occhietto.
</p>
<p>
&mdash; Non pensarci, disse sottovoce, come per
-paura che Isacco l'udisse dall'altra stanza. Perchè
+paura che Isacco l'udisse dall'altra stanza. Perchè
gliele vuoi pagare? Le avesse comprate...
Ma le ha vinte alla lotteria. Eh! Se non ti chiede
-nulla, che bisogno c'è di pagargliele?
+nulla, che bisogno c'è di pagargliele?
</p>
<p>
@@ -13423,15 +13385,15 @@ Poi soggiunse:
</p>
<p>
-&mdash; È una vera fortuna... Ne avevi proprio
+&mdash; È una vera fortuna... Ne avevi proprio
bisogno, tu, d'un paio di scarpe nuove.
</p>
<p>
-&mdash; Sì, dissi io, ne avevo bisogno. Ne ho bisogno
-grandissimo. Non le vedi là, quelle vecchie?
+&mdash; Sì, dissi io, ne avevo bisogno. Ne ho bisogno
+grandissimo. Non le vedi là, quelle vecchie?
<span class="pagenum"><a id="Page_333"></a>[333]</span>
-Si possono più chiamare scarpe? Ma, insomma,
+Si possono più chiamare scarpe? Ma, insomma,
qui tutto ormai viene da Isacco... Fiori,
vino, dolci, ed ora anche le scarpe! Ti pare
possibile?
@@ -13443,11 +13405,11 @@ pago, o gliele rendo...
</p>
<p>
-Così tenni queste scarpe e cominciai ad usarle.
+Così tenni queste scarpe e cominciai ad usarle.
Ma non riuscivo a capire come mai Luisa
osasse suggerirmi di non pagarle. Doveva credermi
molto stupido... Forse cieco. Ormai non
-nutrivo più dubbi di sorta. Un intrigo c'era fra
+nutrivo più dubbi di sorta. Un intrigo c'era fra
lei ed Isacco. Ed io avrei dovuto fare da una
parte la figura della vittima, dall'altra quella
del beneficato. Mi conoscevano male, tanto l'una
@@ -13455,7 +13417,7 @@ che l'altro! Quantunque fingessi di non vedere,
di non capire, vedevo e capivo ogni cosa.
Vedevo in che modo Isacco guardava Luisa,
quando c'ero anch'io, la sera, e non avrebbe
-dovuto guardarla così. Era uno sguardo tutto
+dovuto guardarla così. Era uno sguardo tutto
tenerezza, che sarebbe stato innocente solo
negli occhi di un fratello. Ma Isacco non era
fratello di Luisa. Ed Esposito, oh! Esposito,
@@ -13465,29 +13427,29 @@ l'accompagnava fino all'uscio, e si fermavano
ancora a chiacchierare sulla soglia, poi Isacco,
nel salutarla, le prendeva una mano e gliela
stringeva, e indugiavano sempre qualche minuto
-così, con la mano nella mano. Due amiche,
+così, con la mano nella mano. Due amiche,
due amici avrebbero potuto salutarsi con quelle
<span class="pagenum"><a id="Page_334"></a>[334]</span>
lunghe strette di mano. Ma una donna e un uomo,
che non fossero due fidanzati, due amanti?
No, certo: non era un modo naturale di salutarsi.
-Tuttavia non andavo così lontano, con le
+Tuttavia non andavo così lontano, con le
mie supposizioni. La gelosia non m'aveva ancora
-completamente acciecato, come poi mi acciecò.
+completamente acciecato, come poi mi acciecò.
Solo pensavo che Isacco fosse innamorato
di lei e che Luisa si lasciasse a poco a poco
circuire. Io cercavo sempre di persuadermi che
se anche questo intrigo fosse realmente esistito,
e nelle sue ultime conseguenze, quelle che
-nemmeno l'uomo più pio subisce e tollera senza
+nemmeno l'uomo più pio subisce e tollera senza
rivolta, a me, a me marito di Luisa, a me
solo forse fra tutti i mariti, non avrebbe dovuto
nulla importare. Cercavo di rafforzare sempre
-più in me stesso il convincimento che io
+più in me stesso il convincimento che io
non fossi un marito come tutti gli altri, e Luisa
una moglie come tutte le altre; ma io una finzione
di marito e lei una finzione di moglie.
-Non mi pareva concepibile la gelosia, là dove
+Non mi pareva concepibile la gelosia, là dove
non c'era l'amore. Ogni sentimento di gelosia,
nel caso nostro, mi sarebbe sembrato mostruoso
e ridicolo. Geloso poi di Isacco? Era forse un
@@ -13496,19 +13458,19 @@ niente, Isacco. Eppure proprio qualche cosa di
mostruoso, di mostruosamente ridicolo, cominciava
a nascere in me, al pensiero di Isacco e
di Luisa, uniti insieme in un solo pensiero. Era
-una specie di istintiva repulsione per tutto ciò
+una specie di istintiva repulsione per tutto ciò
che s'associava a quel pensiero, e m'impediva
<span class="pagenum"><a id="Page_335"></a>[335]</span>
-ormai di provare la più piccola gioia
+ormai di provare la più piccola gioia
nel guardare i fiori che ornavano la nostra povera
tavola, di bere un bicchiere di quel vino
buono, d'inghiottire un boccone di quelle torte,
di quei pasticci, che Isacco continuava ad offrirci
ogni tanto. Mi versavano il bicchiere colmo,
ed io vi intingevo appena appena il labbro.
-Il bicchiere rimaneva pieno. Mi dicevano: &mdash; Perchè
+Il bicchiere rimaneva pieno. Mi dicevano: &mdash; Perchè
non bevi, Paris? Rispondevo: &mdash; Questo
-vino non è come l'altro. Non mi va. Non
+vino non è come l'altro. Non mi va. Non
mi piace. Allora m'alzavo, m'avvicinavo alla
poltrona della vecchia, che aveva la sete negli
occhi, e, sollevatole il mento, le versavo lentamente
@@ -13519,21 +13481,21 @@ aperta, come dentro un imbuto.
<p>
Ben presto riuscii insopportabile a me stesso.
Gli altri sembrava che non si accorgessero neppure
-di me. Non potevo più dubitarne: ero
+di me. Non potevo più dubitarne: ero
veramente geloso! Ero geloso di Isacco, senza
-amare Luisa. Il sentimento della gelosia è per
-sè stesso atroce. Ma quando c'è l'amore, penso
+amare Luisa. Il sentimento della gelosia è per
+sè stesso atroce. Ma quando c'è l'amore, penso
che l'amore trasformi in una specie di frenetica
-voluttà questa dolorosa follia dello spirito. Deve
+voluttà questa dolorosa follia dello spirito. Deve
essere come l'incontro di due fuochi che generano
fuoco. E nell'ardore che divampa, il bene
e il male, dolore e gioia, si confondono come
la vita e la morte nel delirio d'un agonizzante.
-Poichè l'amore distrugge incessantemente
-ciò che la gelosia ha creato, e la passione incenerisce
+Poichè l'amore distrugge incessantemente
+ciò che la gelosia ha creato, e la passione incenerisce
con un soffio i castelli incrollabili che
<span class="pagenum"><a id="Page_336"></a>[336]</span>
-la ragione crede di costruire sulla realtà. Ma nel
+la ragione crede di costruire sulla realtà. Ma nel
caso mio non esistevano che tristezze e dolori.
La mia gelosia era un sentimento freddo, isolato,
arido, un sentimento cattivo ed immobile,
@@ -13544,7 +13506,7 @@ nel giro dei suoi capziosi sofismi, dai quali
nulla veniva a liberarmi mai. Orribile vita!
Rimanere lontano da Luisa m'era penoso. Durante
il giorno, mille volte ero assalito dalla tentazione
-di lasciare a metà il mio lavoro, afferrare
+di lasciare a metà il mio lavoro, afferrare
il cappello e il bastone, correre a casa, sorprendere
impensatamente Luisa in un momento
qualunque della sua vita. Quella vita che io in
@@ -13567,36 +13529,36 @@ che appartenesse a me o ad altri.
<p>
Per uscire da questo stato veramente penoso,
<span class="pagenum"><a id="Page_337"></a>[337]</span>
-ordinai a Luisa di non vedere più Isacco, nelle
+ordinai a Luisa di non vedere più Isacco, nelle
ore in cui ero fuori di casa. Le proibii di uscire
con lui la mattina, di riaccompagnarlo la sera
nel corridoio e di fermarsi a chiacchierare con
-lui. Dissi anche che quei fiori non volevo più
+lui. Dissi anche che quei fiori non volevo più
vederli nella brocca sul tavolo; che da allora
in poi, per evitare le visite di Isacco, di bere,
di mangiare con lui, ci saremmo coricati subito
dopo cena. Luisa accolse senza una parola, senza
una domanda, queste mie imposizioni. Ma
vidi che ne fu profondamente toccata. Il suo silenzio
-mi confermò nei miei sospetti. Per non
+mi confermò nei miei sospetti. Per non
incontrarmi con Isacco, alla fine del mio lavoro,
presi l'abitudine di uscire da una porticina
secondaria della tipografia, che s'apriva sopra
-un cortile. Isacco m'aspettò più di un'ora
+un cortile. Isacco m'aspettò più di un'ora
per alcune sere di seguito dinnanzi all'ingresso
-principale. Poi tralasciò di venire. La nostra vita
-era così ritornata quella di prima: prima
+principale. Poi tralasciò di venire. La nostra vita
+era così ritornata quella di prima: prima
che Isacco fosse venuto a turbarla. Chiesi un
anticipo ai miei padroni: feci un debito. Gli
lasciai in una busta, dal portinaio, il prezzo delle
-mie scarpe. Così avrei voluto far alzare qui,
+mie scarpe. Così avrei voluto far alzare qui,
al posto di questa parete, un muro maestro, che
-mi impedisse persino di sentire ciò che faceva
+mi impedisse persino di sentire ciò che faceva
Isacco, rincasando la notte, o alzandosi la mattina,
nella sua stanza. Mi misi a cercare nel
-quartiere opposto della città un'altra casa, dove
+quartiere opposto della città un'altra casa, dove
abitare. Non trovai nulla. Quasi non rivolgevo
-più la parola a Luisa, nelle lunghe ore che ormai
+più la parola a Luisa, nelle lunghe ore che ormai
<span class="pagenum"><a id="Page_338"></a>[338]</span>
passavamo soli insieme. Luisa cuciva, cuciva.
Dopo qualche tempo credetti di essermi
@@ -13610,12 +13572,12 @@ X.
</h3>
<p>
-Tutti ricordano come è stata rigida la fine dell'inverno.
-Alla metà d'aprile c'era ancora la
+Tutti ricordano come è stata rigida la fine dell'inverno.
+Alla metà d'aprile c'era ancora la
neve alta per le strade. La mattina tutto gelava.
-Pareva che il tempo ci portasse verso una più
-cruda stagione, anzichè verso la sospirata primavera.
-Una notte ero così pieno di freddo in
+Pareva che il tempo ci portasse verso una più
+cruda stagione, anzichè verso la sospirata primavera.
+Una notte ero così pieno di freddo in
tutto il corpo che non riuscivo ad addormentarmi.
Luisa, Luisa, invece, respirava tranquilla
nel sonno, con quel sibilo nella gola, e pareva
@@ -13625,7 +13587,7 @@ nella stanza di Isacco. Udii il passo zoppo
di Savina, la nostra vecchia padrona di casa,
avvicinarsi nel corridoio, e un altro passo meno
pesante che s'alternava col suo. Una voce d'uomo
-disse: &mdash; Ah! è qui... Ed essi aprirono la
+disse: &mdash; Ah! è qui... Ed essi aprirono la
porta di Isacco ed entrarono nella sua stanza.
Allora mi ricordai che veramente, quella sera,
non aveva udito Isacco rincasare come il solito,
@@ -13642,22 +13604,22 @@ Subito incominciava a gargarizzarsi. Tossiva,
sputava, versava l'acqua nel catino, si lavava
le mani. Quindi si sedeva sulla sedia o sul
letto, e in fretta si spogliava, gettando scarpe
-ed abiti uno qua ed uno là, con fracasso. Quando
+ed abiti uno qua ed uno là, con fracasso. Quando
s'era coricato, prima che si addormentasse,
il suo letto non faceva che stridere e cigolare.
Ma quella sera niente di tutto questo era accaduto;
come se Isacco non fosse esistito mai.
Ora, quando quei due furono entrati nella stanza,
-il letto d'Isacco stridette e cigolò. La voce
+il letto d'Isacco stridette e cigolò. La voce
di Savina disse: &mdash; Non vuol bere, non vuol
mangiare. Non si lamenta. Non si muove mai.
E quando si parla, non risponde. La voce dell'uomo
-soggiunse: &mdash; È molto grave... Poi il
-letto cigolò e stridette di nuovo, e infine la voce
-dell'uomo disse: &mdash; Non c'è niente da fare...
+soggiunse: &mdash; È molto grave... Poi il
+letto cigolò e stridette di nuovo, e infine la voce
+dell'uomo disse: &mdash; Non c'è niente da fare...
Vedremo domani. Riaprirono la porta ed uscirono.
Li udii scendere, parlando, le scale. Tutto
-ritornò in silenzio.
+ritornò in silenzio.
</p>
<p>
@@ -13666,33 +13628,33 @@ detto: &mdash; Grave. Isacco era dunque gravemente
ammalato. Ora mi spiegavo come mai
non lo avessi udito rincasare come ogni sera.
Quella mattina certo non s'era neppure alzato
-e tutto il giorno era rimasto coricato lassù. Forse,
+e tutto il giorno era rimasto coricato lassù. Forse,
<span class="pagenum"><a id="Page_340"></a>[340]</span>
senza che io ne sapessi nulla, la sua malattia
-durava già da tempo. Forse da due, da tre
+durava già da tempo. Forse da due, da tre
giorni. E che malattia era quella? Savina avrebbe
potuto informarmi. Avrei potuto chiedere a
-lei. Domani mattina, uscendo, le chiederò di
+lei. Domani mattina, uscendo, le chiederò di
che male sia malato Isacco. Non che mi stia
-molto a cuore saperlo. Ma così, per una semplice
-curiosità. Mi sta tanto poco a cuore la malattia
+molto a cuore saperlo. Ma così, per una semplice
+curiosità. Mi sta tanto poco a cuore la malattia
di Isacco, che proprio non ne provo alcuna
-pietà. Anzi... Debbo esser sincero? Pensare
+pietà. Anzi... Debbo esser sincero? Pensare
ch'egli sia malato mi fa quasi piacere. Forse dire:
-piacere, non è dire cosa esattissima. No:
+piacere, non è dire cosa esattissima. No:
veramente non mi fa proprio piacere, ma penso
che, infine, il male che avrebbe voluto fare
a me, con quella sua aria di malizioso sventato,
in qualche modo ricade sopra il suo capo.
-Un castigo, qualunque sia, gli sta bene. Imparerà
-che il dolore è giustamente distribuito
+Un castigo, qualunque sia, gli sta bene. Imparerà
+che il dolore è giustamente distribuito
in questo mondo, e che ciascuno ne ha la sua
parte. Non ho nessun sentimento caritatevole
per lui. Non penso nemmeno quanto egli sia
solo e abbandonato in quella mezza soffitta, alla
-mercè di Savina. Non mi si affaccia nemmeno
+mercè di Savina. Non mi si affaccia nemmeno
per un attimo l'idea che egli possa aver bisogno
-di aiuto, durante la notte, così solo com'è.
+di aiuto, durante la notte, così solo com'è.
Tutto mi perdo dietro altri sentimenti,
altri pensieri. Il male, la solitudine in cui Isacco
si trova abbandonato, persino il pensiero della
@@ -13704,18 +13666,18 @@ bambino, e mi ammalai di tifo. Mi ricordo che
mia madre mi vegliava le intere notti con una
cuffietta bianca e rossa in capo, con un nastrino
rosso annodato sotto il mento. Questo ricordo,
-sì, e specialmente il ricordo di quella
+sì, e specialmente il ricordo di quella
cuffiettina rossa e bianca, mi tocca e mi commuove.
-Quando si è ammalati tutto è molto confuso.
+Quando si è ammalati tutto è molto confuso.
Ma quasi sempre, in tanta confusione di
impressioni e di idee, un particolare insignificante,
un particolare da nulla, sempre emerge,
con una chiarezza meravigliosa, e si ficca nella
-memoria per non uscirne mai più.
+memoria per non uscirne mai più.
</p>
<p>
-Mentre così sognavo ad occhi aperti, sentii
+Mentre così sognavo ad occhi aperti, sentii
Luisa muoversi leggermente al mio fianco. Credevo
che dormisse. Ma ella non si muoveva
come ci si muove nel sonno. Pareva che cercasse
@@ -13724,7 +13686,7 @@ di non fare movimenti bruschi, ai
quali il letto avrebbe scricchiolato. Strisciava
fra le lenzuola, ed io sentivo benissimo, rimanendo
immobile come se fossi addormentato
-profondamente; che Luisa aveva già piegato le
+profondamente; che Luisa aveva già piegato le
gambe sulla sponda e che fra poco sarebbe uscita
tutta dal letto. Un minuto dopo era in piedi.
E nella penombra della stanza vedevo, attraverso
@@ -13736,18 +13698,18 @@ vedevo contro la finestra grigia illuminata) come
se, mentre cercava qualche cosa annaspando
con le mani nel buio, sorvegliasse il mio
sonno per timore d'essere sorpresa in quell'atto.
-Così s'avvicinò alla sedia su cui erano
-posati i suoi abiti, e s'infilò una sottana e un
-giubbettino di lana. Poi si curvò, e credetti di
+Così s'avvicinò alla sedia su cui erano
+posati i suoi abiti, e s'infilò una sottana e un
+giubbettino di lana. Poi si curvò, e credetti di
sentire che raccoglieva le sue scarpe. Io non
mi muovevo, ma, dentro, il cuore incominciava
a martellare dandomi una pena enorme. Che
cosa faceva Luisa? Quando ebbe le scarpe in
-mano, si curvò sul letto per meglio assicurarsi
+mano, si curvò sul letto per meglio assicurarsi
che io sempre dormivo tranquillo. Nulla m'aveva
destato. Poteva andare sicura. Allora,
camminando sulla punta dei piedi, scalza, si
-accostò all'uscio e posò una mano sulla gruccia.
+accostò all'uscio e posò una mano sulla gruccia.
Qui incominciava il difficile. Quella porta
aveva i gangheri arrugginiti. Sempre, quando
si apriva o si chiudeva, dava in un miagolio
@@ -13756,47 +13718,47 @@ spalancata. In silenzio non concedeva che un'apertura
d'un palmo, tanto da passarci un cane
o un gatto. Luisa rimase qualche minuto immobile,
preoccupata del rumore che quella porta
-avrebbe fatto nell'aprirsi. Poi si decise, girò
-la maniglia e trasse a sè adagio adagio l'imposta.
+avrebbe fatto nell'aprirsi. Poi si decise, girò
+la maniglia e trasse a sè adagio adagio l'imposta.
Che fortuna esser magri, piccini, in talune
circostanze della vita! Certo Luisa allora
-benedisse d'esser così sottile, perchè dove ci
+benedisse d'esser così sottile, perchè dove ci
sarebbe appena passato un cane o un gatto,
-anche lei ci passò. Senza chiudere, riaccostò
+anche lei ci passò. Senza chiudere, riaccostò
<span class="pagenum"><a id="Page_343"></a>[343]</span>
l'uscio. Dopo, per quanto non udissi nulla, capii
che, appoggiandosi col fianco alla parete, si
-infilò le scarpe. Il suo passo lungo il corridoio
+infilò le scarpe. Il suo passo lungo il corridoio
lo percepii appena. Al rumore che fece la chiave
della porta di Isacco girando nella serratura
-fu leggiero come il rosichìo del topo. La
-porta s'aprì con un soffio, con un soffio si richiuse,
+fu leggiero come il rosichìo del topo. La
+porta s'aprì con un soffio, con un soffio si richiuse,
e Luisa fu nella stanza di Isacco.
</p>
<p>
M'ero sollevato sul gomito. Non ne potevo
-più di quell'immobilità in cui ero rimasto fino
+più di quell'immobilità in cui ero rimasto fino
allora. Non tossivo mai, ma proprio in quel
-momento un prurito tormentoso mi salì alla
+momento un prurito tormentoso mi salì alla
gola, e mi mise addosso una specie di frenesia,
un bisogno invincibile di tossire. Doveva essere
una conseguenza della soffocazione che mi dava
il cuore in tumulto, con il suo battere precipitato
e ineguale. Credevo di scoppiare. Stando
-così, vedevo come se questa maledetta parete
+così, vedevo come se questa maledetta parete
tanto sottile fosse divenuta anche trasparente,
di vetro, vedevo Luisa curva sul letto
di Isacco, con il viso vicino vicino al suo. Aveva
strofinato uno zolfanello, una candela s'era
accesa. Al lume di quella candela Luisa contemplava
Isacco che sembrava addormentato. Il
-suo viso non era più grigio pallido come sempre.
+suo viso non era più grigio pallido come sempre.
Era rosso, infiammato dalla febbre. Ed
ella non si contentava di guardarlo, ma lo accarezzava
dolcemente con una mano, sulla fronte,
sulle gote, sul collo. Poi si curvava ancora
-di più, e posava la sua gota sulla sua bocca,
+di più, e posava la sua gota sulla sua bocca,
<span class="pagenum"><a id="Page_344"></a>[344]</span>
come per sentire se le sue labbra bruciassero.
Bruciavano. Oh! certo: bruciavano le labbra
@@ -13808,15 +13770,15 @@ posava la sua bocca sulla bocca di Isacco. Teneva
gli occhi chiusi, e dai suoi occhi gocciolavano
due lacrime. &mdash; Amore, povero amore,
bisbigliava, sono qui, sono venuta... Sentimi,
-guardami... Non sei più solo. Luisa tua è con
-te... Non me ne vado più... No, amore, mai
-più, mai più.
+guardami... Non sei più solo. Luisa tua è con
+te... Non me ne vado più... No, amore, mai
+più, mai più.
</p>
<p>
Nelle orecchie avevo un ronzio confuso, come
il rumore di un risucchio lontano. Come non
-vedevo nulla, così pure non udivo nulla. Ma mi
+vedevo nulla, così pure non udivo nulla. Ma mi
sembrava di udire. Luisa non si muoveva, non
dava un sospiro, una voce. Ma mi sembrava
che bisbigliasse non so quali parole oltre quelle
@@ -13825,18 +13787,18 @@ come un ladro, leggiero come un'ombra, rovesciai
le coperte, silenziosamente scesi dal letto,
mi avvicinai alla porta, girai lento lento la
gruccia, chiusi il battente, detti il paletto. Era
-fatto. Luisa non sarebbe rientrata più, quella
-notte, in casa mia. Quando, dopo poco, uscì
+fatto. Luisa non sarebbe rientrata più, quella
+notte, in casa mia. Quando, dopo poco, uscì
dalla stanza d'Isacco e, sfilate nuovamente le
-scarpe, posò una mano contro la porta e sentì
+scarpe, posò una mano contro la porta e sentì
che non cedeva alla pressione della sua mano,
Luisa non volle credere subito che la porta fosse
<span class="pagenum"><a id="Page_345"></a>[345]</span>
-chiusa. Si ostinò, prima con molta prudenza,
+chiusa. Si ostinò, prima con molta prudenza,
poi con orgasmo, a tormentare la maniglia,
a graffiare con le unghie il battente. Quindi
-sentendosi perduta, incominciò a bussare pian
-piano, poi più forte, finchè disperata si decise
+sentendosi perduta, incominciò a bussare pian
+piano, poi più forte, finchè disperata si decise
a chiamarmi per nome.
</p>
@@ -13848,35 +13810,35 @@ Paris!
<p>
Allora mi sentii vendicato dal mio silenzio,
mi sentii grande nel silenzio che ebbi la forza,
-dovrei dire la crudeltà, di opporre ai suoi richiami.
+dovrei dire la crudeltà, di opporre ai suoi richiami.
Tacevo. Non risposi una sillaba alle
preghiere di Luisa. Mi sentivo grande e potente,
invincibile, mi sentivo immenso, contro la
debolezza, la vergogna, il pianto di quella creatura
-debole, umiliata, implorante pietà e perdono.
+debole, umiliata, implorante pietà e perdono.
Mi sarei mostrato nel centro d'un'apoteosi,
con una mitra d'oro in testa, un mantello
-d'ermellino, ritto sopra una piramide, perchè
+d'ermellino, ritto sopra una piramide, perchè
tutti potessero ammirare la mia potenza,
la mia grandezza. La potenza e la grandezza
d'un uomo che aveva ridotta in disperazione
-così, con un semplice giro di chiave, una povera
+così, con un semplice giro di chiave, una povera
donna, della forza d'un bimbo o d'un uccellino.
Io ve lo dico: guardatevi da chi ha
troppo sofferto, da quelli ai quali la fortuna ha
-sempre voltato le spalle, da chi ha subìto affronti
-e persecuzioni, da chi è stato offeso, insultato,
+sempre voltato le spalle, da chi ha subìto affronti
+e persecuzioni, da chi è stato offeso, insultato,
tradito, calpestato, deluso in tutte le sue
-speranze, deriso, privato d'ogni felicità! Sono
+speranze, deriso, privato d'ogni felicità! Sono
<span class="pagenum"><a id="Page_346"></a>[346]</span>
-i peggiori nemici, i più crudeli, i più pericolosi
-nemici del bene. Non troverete nè carità, nè
-tolleranza, nè perdono il giorno in cui cadrete
+i peggiori nemici, i più crudeli, i più pericolosi
+nemici del bene. Non troverete nè carità, nè
+tolleranza, nè perdono il giorno in cui cadrete
in loro potere. Io ero uno di questi! Io lasciai,
senza batter ciglio, che Luisa si disperasse in
lacrime contro quell'uscio chiuso. Non ebbi
neppure per un attimo l'impulso di aprirle. Non
-ebbi alcuna pietà di lei. Invece mi rallegrai
+ebbi alcuna pietà di lei. Invece mi rallegrai
quando l'udii che s'allontanava singhiozzando,
e poi l'udiii, singhiozzando, rientrare nella stanza
di Isacco, e abbandonarsi perduta sul suo
@@ -13889,16 +13851,16 @@ dure, che mi si posarono sulle spalle e,
voltandomi, vidi contro il mio viso il viso spaventoso
dell'idiota. Sua madre, sua madre, mi
stava di fronte! Era anche lei uscita dal letto in
-camicia. Quella camicia era ampia e lunga, e giù
+camicia. Quella camicia era ampia e lunga, e giù
per la scollatura si vedeva il suo corpo schifoso
-di vecchia, la sua orrenda nudità. Il suo
+di vecchia, la sua orrenda nudità. Il suo
capo tremava vertiginosamente, i suoi occhi mi
fissavano morti. Non c'era di vivo in lei che
quel gesto delle mani ossute lunghe che mi
stringevano per le spalle. Allora, freddamente,
le afferrai i polsi e a rinculoni la sospinsi verso
la sua poltrona e ve la piegai; ve la costrinsi
-per forza, e la lasciai là seduta, in camicia,
+per forza, e la lasciai là seduta, in camicia,
<span class="pagenum"><a id="Page_347"></a>[347]</span>
a tremare e a gemere. Poi a passi lunghi, senza
distogliere gli occhi da lei, attraversai la
@@ -13912,21 +13874,21 @@ XI.
</h3>
<p>
-Luisa rientrò in questa stanza, si gettò piangendo
+Luisa rientrò in questa stanza, si gettò piangendo
sulle ginocchia di sua madre. Sua madre
-l'afferrò per i capelli e glieli tirò con furia rabbiosa
-come una scimmia: le piantò le unghie
+l'afferrò per i capelli e glieli tirò con furia rabbiosa
+come una scimmia: le piantò le unghie
nella fronte, e gliela fece sanguinare. Luisa
-pensò che sua madre era in camicia. Con molta
-pena la vestì. Poi con le mani sugli occhi
-si avvicinò allo specchio, e osò guardarsi. Vide
+pensò che sua madre era in camicia. Con molta
+pena la vestì. Poi con le mani sugli occhi
+si avvicinò allo specchio, e osò guardarsi. Vide
il suo volto disfatto, la sua fronte che era tuttavia
macchiata di rosso come se l'avesse stretta
-una corona di spine; si sentì distrutta, annientata,
-non più ben viva, e tuttavia incapace di
-continuare a vivere così. La vista di quel sangue
+una corona di spine; si sentì distrutta, annientata,
+non più ben viva, e tuttavia incapace di
+continuare a vivere così. La vista di quel sangue
che le arrossava le tempie le dette un tremito
-febbrile in tutte le membra, e le suggerì
+febbrile in tutte le membra, e le suggerì
forse un'idea che non le era mai balenata prima
d'allora: una cosa alla quale non aveva mai
pensato.
@@ -13938,11 +13900,11 @@ Il cuore le doleva tanto, il respiro le pesava,
tutto il corpo lo sentiva spezzato in ogni
giuntura, come se l'avessero bastonata. Il letto
<span class="pagenum"><a id="Page_348"></a>[348]</span>
-era là sfatto, come io l'avevo lasciato. Luisa
-si trascinò accanto al letto e per spogliarsi
+era là sfatto, come io l'avevo lasciato. Luisa
+si trascinò accanto al letto e per spogliarsi
non ebbe che da lasciar cadere la sottana e il
-giubbettino, infilati sulla camicia. Si coricò, si
-abbandonò Luisa sul letto, si coprì con le lenzuola
+giubbettino, infilati sulla camicia. Si coricò, si
+abbandonò Luisa sul letto, si coprì con le lenzuola
ancora tepide del mio calore. Distese le
braccia lungo i fianchi, chiuse gli occhi. Incominciava
allora il giorno. Luisa avrebbe voluto
@@ -13951,54 +13913,54 @@ pallore di luce le attraversasse le palpebre.
In una mano stringeva, Luisa, un coltellino
d'argento, un coltellino che le apparteneva,
credo, da quando era bambina, e che si vedeva
-sempre in giro, ora qua ora là, sopra questo o
+sempre in giro, ora qua ora là, sopra questo o
quel mobile, non si sa come, e per che uso,
come tante altre piccole cose inutili. Lo aveva
ripreso sul cassettone, se lo era portato a letto
-con sè. Ora lo stringeva in una mano, e sapeva
+con sè. Ora lo stringeva in una mano, e sapeva
benissimo che era quel suo coltellino d'argento
che teneva stretto fra le dita, ma non
-voleva confessare a sè stessa di sapere che era
+voleva confessare a sè stessa di sapere che era
proprio quel coltellino. No. Non ne sapeva
nulla, Luisa, di quella piccola cosa fredda che
-teneva chiusa nel pugno, nè perchè l'avesse
-presa sul cassettone, nè perchè l'avesse portata
-a letto con sè. Luisa non pensava più; era
-addormentata. Voleva persuadere sè stessa
-d'essersi addormentata, di non pensare più,
-di non ricordare, di non sentire più nulla.
+teneva chiusa nel pugno, nè perchè l'avesse
+presa sul cassettone, nè perchè l'avesse portata
+a letto con sè. Luisa non pensava più; era
+addormentata. Voleva persuadere sè stessa
+d'essersi addormentata, di non pensare più,
+di non ricordare, di non sentire più nulla.
Come se anche ella fosse divenuta una cosa,
<span class="pagenum"><a id="Page_349"></a>[349]</span>
una piccola cosa anche lei, posata su quel letto
da qualche immenso gigante che l'avesse presa
-nel palmo della mano, e l'avesse coricata là
+nel palmo della mano, e l'avesse coricata là
nel suo letto per farle fare la nanna.
</p>
<p>
-In me il ricordo di quella giornata è terribilmente
+In me il ricordo di quella giornata è terribilmente
lucido e angoscioso, come se al solo
parlarne la rivivessi intera in ogni suo minuto.
-Fu una giornata di una brevità assurda. Subito
+Fu una giornata di una brevità assurda. Subito
la sera cadde su quelle poche grige ore di luce.
M'ero presentato al mattino nella tipografia
con una faccia stralunata, da folle. Bastava
-che uno mi rivolgesse la parola perchè io mi
+che uno mi rivolgesse la parola perchè io mi
mettessi a ridere. Su ogni bozza di stampa che
-mi portavano perchè la correggessi, facevo lunghi
+mi portavano perchè la correggessi, facevo lunghi
discorsi: la leggevo ad alta voce, declamando,
a rovescio, risalendo dall'ultima parola
alla prima. Poi gridavo: &mdash; Eccellente!
Magnifico! Superlativo! Va tutto bene. Non ci
-manca nemmeno una virgola! Il proto mi battè
-amichevolmente sulla spalla e mi disse: &mdash; Perchè
+manca nemmeno una virgola! Il proto mi battè
+amichevolmente sulla spalla e mi disse: &mdash; Perchè
non vai a prendere una boccata d'aria? &mdash; Giusto,
risposi: vado subito. Mi calcai il
cappello sulle orecchie, e me ne uscii per la
-strada. Cominciai a girare qua e là. Mi parve
+strada. Cominciai a girare qua e là. Mi parve
molto strano ch'io portassi il soprabito come
tutti quanti gli altri uomini che camminavano
-con me per la via. Stetti più d'un'ora a guardarmi
+con me per la via. Stetti più d'un'ora a guardarmi
in uno specchio. Poi, battendomi un pugno
sulla fronte, mi sfilai il soprabito, e me lo
rinfilai alla rovescia. La fodera era a scacchi
@@ -14012,30 +13974,30 @@ a fare grandi inchini a tutti quelli che
passavano in carrozza, e toccavo terra con la
falda del mio cappello. Ma poco dopo mi stancai,
e ripresi a camminare tranquillamente, avviandomi
-verso il fiume. Molte ore rimasi così,
+verso il fiume. Molte ore rimasi così,
in un tratto semi deserto della sponda, a
guardare alcuni barcaioli che scaricavano della
legna sulla banchina e un uomo che pescava
con la bilancia. Mi pareva di aspettare qualcuno,
che dovesse approdare a quella riva con
una barca a vapore, e intanto mi domandavo
-perchè mai in quel punto del fiume non avessero
+perchè mai in quel punto del fiume non avessero
costruito un gran porto. Sarebbe stato facilissimo
allargare le due sponde e costruirvi
un molo, anzi tutto un sistema di docks, su cui
poi avrei pensato io a piantare alcune gigantesche
gru. Il problema era semplicissimo. A
ognuno che passava domandavo, toccandomi
-l'ala del cappello: &mdash; Scusi, perchè non si costruisce
+l'ala del cappello: &mdash; Scusi, perchè non si costruisce
un porto qui? Non le pare che ci starebbe
bene? Mi guardavano sorridendo, e
scrollando il capo si allontanavano. Nessuno
-si era posto un problema così semplice, eppure
-così importante per il commercio della città!
-Ma incominciò ad imbrunire, scese la nebbia, il
+si era posto un problema così semplice, eppure
+così importante per il commercio della città!
+Ma incominciò ad imbrunire, scese la nebbia, il
<span class="pagenum"><a id="Page_351"></a>[351]</span>
-pescatore si caricò la rete sulle spalle, e non
-passò più nessuno per quel tratto di viale. E
+pescatore si caricò la rete sulle spalle, e non
+passò più nessuno per quel tratto di viale. E
allora io mi staccai dalla balaustra del muraglione
e macchinalmente m'incamminai verso
casa mia.
@@ -14044,7 +14006,7 @@ casa mia.
<p>
Ero come il cavallo che, quando si sente le
briglie abbandonate sul collo, prende la via della
-stalla. Poichè non pensavo affatto che quella
+stalla. Poichè non pensavo affatto che quella
fosse la strada per cui ogni sera passavo uscendo
dalla tipografia per ritornarmene a casa.
Non potrei giurarlo, ma mi sembra che durante
@@ -14052,19 +14014,19 @@ tutte quelle ore, durante tutta quella giornata,
il pensiero di Luisa non abbia mai attraversato,
neppure per un attimo, la mia mente
sconvolta. Quando la casa dove avevo fino allora
-abitato mi si parò dinnanzi nera, con tutte
+abitato mi si parò dinnanzi nera, con tutte
le sue finestre, le sue botteghe, la sua grande
-porta quadrata, non mi stupì affatto di trovarmi
-in quel luogo, nè di vedere Savina, sull'ingresso,
+porta quadrata, non mi stupì affatto di trovarmi
+in quel luogo, nè di vedere Savina, sull'ingresso,
fare grandi gesti con le mani levate in alto, e
zoppicando corrermi incontro affannata, afferrarmi
per il soprabito, gridare:
</p>
<p>
-&mdash; Signore, signore... Che cosa è stato! La
+&mdash; Signore, signore... Che cosa è stato! La
signora Luisa... Corra dunque! La signora Luisa
-è morta...
+è morta...
</p>
<p>
@@ -14073,7 +14035,7 @@ gravemente Savina.
</p>
<p>
-&mdash; Morta le dico! gridò Savina, battendo le
+&mdash; Morta le dico! gridò Savina, battendo le
mani esterrefatta, come per dire: &mdash; Ma capisce
lei che cosa vuol dire morta?
</p>
@@ -14090,11 +14052,11 @@ stanza.
Ricordo che questa stanza era insolitamente
illuminata. Dappertutto c'erano candele accese.
Sul letto non vidi nulla che non fosse bianco,
-fuorchè gli occhi e i capelli e le mani di Luisa.
+fuorchè gli occhi e i capelli e le mani di Luisa.
Il viso di Luisa, le sue labbra, erano d'un biancore
di neve. Le sue mani, le sue mani erano
rosse! Io non ricordo che il rosso di quelle mani
-che mi ferì le pupille come un lampo. C'è poi
+che mi ferì le pupille come un lampo. C'è poi
una lacuna, un buio assoluto nella mia memoria,
e non so che cosa accadde di me in quel momento.
Mi ritrovai inginocchiato accanto al letto
@@ -14104,19 +14066,19 @@ nelle mie, che urlavo:
</p>
<p>
-&mdash; Si è uccisa? Si è uccisa? Perchè si è uccisa?
+&mdash; Si è uccisa? Si è uccisa? Perchè si è uccisa?
</p>
<p>
Intorno a me non vedevo che volti pallidi e
-muti. Anche Isacco era là, avvolto in un lungo
+muti. Anche Isacco era là, avvolto in un lungo
pastrano nero, dal cui bavero non uscivano che
i suoi occhi enormemente dilatati dalla febbre.
</p>
<p>
-&mdash; Tu! tu! lo supplicavo, perchè si è uccisa?
-Perchè si è uccisa?
+&mdash; Tu! tu! lo supplicavo, perchè si è uccisa?
+Perchè si è uccisa?
</p>
<p>
@@ -14128,7 +14090,7 @@ quest'idiota sorda e muta, e le chiedevo:
<p>
<span class="pagenum"><a id="Page_353"></a>[353]</span>
-&mdash; Maledetta fra tutte! Dimmi! Perchè si è
+&mdash; Maledetta fra tutte! Dimmi! Perchè si è
uccisa?
</p>
@@ -14136,7 +14098,7 @@ uccisa?
Ma la vecchia scuoteva il capo facendo dondolare
il filo sottile di bava che le pendeva dal
mento, e sorda ai miei richiami, muta alle mie
-domande, fissava un punto lontano, chissà quanto
+domande, fissava un punto lontano, chissà quanto
lontano da me, con le sue morte pupille. Allora,
disperato, mi piegavo su Luisa, le prendevo
fra le mani, fra le mani tutte macchiate
@@ -14145,13 +14107,13 @@ e le domandavo singhiozzando:
</p>
<p>
-&mdash; Perchè, perchè ti sei uccisa? Luisa perchè
+&mdash; Perchè, perchè ti sei uccisa? Luisa perchè
hai voluto morire?
</p>
<p>
-Non ero più ora agitato da nessuna strana
-follia. Ero nuovamente io, in tutta la mia lucidità
+Non ero più ora agitato da nessuna strana
+follia. Ero nuovamente io, in tutta la mia lucidità
e pienezza di comprensione. Ora capivo perfettamente
che cosa era accaduto la notte prima
di quella, e la mattina, e il giorno, fino al momento
@@ -14163,31 +14125,31 @@ mani rosse, di sangue. Quella era Luisa, morta.
Io ero Paris, vivo. Ah! sapevo anche che si era
uccisa per me, Luisa, per mia colpa, per me,
per me solo! Ma non mi bastava. Volevo sapere,
-sapere, sapere perchè si fosse uccisa
+sapere, sapere perchè si fosse uccisa
Luisa.
</p>
<p>
-Passarono così ore di spasimo, di pianto, di
+Passarono così ore di spasimo, di pianto, di
disperazione convulsa. Non so quando, come,
<span class="pagenum"><a id="Page_354"></a>[354]</span>
-la stanza si vuotò. Non so che ora fosse di quella
-notte, allorchè, sollevato il viso dalle coltri
+la stanza si vuotò. Non so che ora fosse di quella
+notte, allorchè, sollevato il viso dalle coltri
tutte umide dalle mie lagrime, vidi la camera
ridivenuta semibuia, dove solo due o tre candele
ancora bruciavano languide e tremole, e in quella
-luce, seduta laggiù, la paralitica con il suo
+luce, seduta laggiù, la paralitica con il suo
viso di scimmia, qui Isacco con la sua faccia
pallida e trasudata. Su Isacco fermai il mio
-sguardo a lungo. Non so perchè lo guardassi
-così. Non so che cosa gli dicessero i miei occhi
+sguardo a lungo. Non so perchè lo guardassi
+così. Non so che cosa gli dicessero i miei occhi
con quello sguardo. So che dopo un lungo
silenzio, scuotendo desolatamente il capo:
</p>
<p>
-&mdash; Lo vedi, mormorai, lo vedi Isacco? È
-morta, Luisa. Perchè? Perchè?
+&mdash; Lo vedi, mormorai, lo vedi Isacco? È
+morta, Luisa. Perchè? Perchè?
</p>
<p>
@@ -14204,7 +14166,7 @@ e disse con un filo di voce:
</p>
<p>
-&mdash; Per amore, bisbigliò Isacco. Per quell'amore
+&mdash; Per amore, bisbigliò Isacco. Per quell'amore
che tu non hai mai veduto...
</p>
@@ -14213,17 +14175,17 @@ che tu non hai mai veduto...
</p>
<p>
-&mdash; Ah! esclamò Isacco. Nessuna donna ti amerà
-mai così, fino a morirne...
+&mdash; Ah! esclamò Isacco. Nessuna donna ti amerà
+mai così, fino a morirne...
</p>
<p>
-&mdash; Isacco! Isacco! lo supplicai. Ella è ancora
+&mdash; Isacco! Isacco! lo supplicai. Ella è ancora
qui che ti ascolta!
</p>
<p>
-&mdash; Ne sarà felice, soggiunse Isacco. Tutto eri
+&mdash; Ne sarà felice, soggiunse Isacco. Tutto eri
tu per lei. Quei fiori, quei dolci, quel vino che
tu bevevi, quelle scarpe che porti ai piedi, tutto
veniva da lei... Lavorava giorno e notte per
@@ -14238,13 +14200,13 @@ Tutto, tutto?
</p>
<p>
-&mdash; Tutto, tutto, mormorò Isacco, perchè tu
+&mdash; Tutto, tutto, mormorò Isacco, perchè tu
l'amassi un poco... E tu l'hai uccisa!
</p>
<p>
Isacco chiuse gli occhi. Il suo viso spettrale
-si rigò di due lunghe lacrime...
+si rigò di due lunghe lacrime...
</p></div>
<div class="chapter">
@@ -14253,10 +14215,10 @@ XII.
</h3>
<p>
-Ora, chi sono io? Che sarà di me? Ora che
+Ora, chi sono io? Che sarà di me? Ora che
ho perduto l'amore di Luisa, ora che ho perduto
-il solo amore della mia vita, che sarà, che
-sarà di me? Non quello di Daria! Non quello
+il solo amore della mia vita, che sarà, che
+sarà di me? Non quello di Daria! Non quello
di Silvina! Questo, questo era il <i>mio</i> amore...
</p>
@@ -14264,7 +14226,7 @@ di Silvina! Questo, questo era il <i>mio</i> amore...
Costei mi tiene ancor vivo. Io la guardo e la
vedo vivere. Debbo vivere anch'io per lei. Sono
qui, in attesa. Ogni ora che passa la conto. Ne
-ho già contate migliaia. Anch'io come Robinson
+ho già contate migliaia. Anch'io come Robinson
ho un bastone, su cui incido un segno per ogni
ora che passa...
</p>
@@ -14272,7 +14234,7 @@ ora che passa...
<p>
Sono qui, in quest'isola deserta, io solo, e
lei, due naufraghi, perduti nel tempo. Il tempo
-è infinito come il mare. Noi lo attraverseremo
+è infinito come il mare. Noi lo attraverseremo
un giorno insieme, per navigare verso il nulla
da cui approdammo per caso a quest'isola abbandonata.
</p>
@@ -14296,55 +14258,55 @@ ERRATA CORRIGE
<td class="cap">Pag. 7 &mdash;</td> <td class="cap">linea 23 &mdash;</td> <td>del mondo <i>per</i> dal mondo.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 137 &mdash;</td> <td class="cap">»   13 &mdash;</td> <td>quelli mi guardano <i>per</i> quelli che mi guardano.</td>
+ <td class="cap">» 137 &mdash;</td> <td class="cap">»   13 &mdash;</td> <td>quelli mi guardano <i>per</i> quelli che mi guardano.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 154 &mdash;</td> <td class="cap">»     8 &mdash;</td> <td>brilava <i>per</i> brillava.</td>
+ <td class="cap">» 154 &mdash;</td> <td class="cap">»     8 &mdash;</td> <td>brilava <i>per</i> brillava.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 159 &mdash;</td> <td class="cap">»   13 &mdash;</td> <td>madanna <i>per</i> madonna.</td>
+ <td class="cap">» 159 &mdash;</td> <td class="cap">»   13 &mdash;</td> <td>madanna <i>per</i> madonna.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 165 &mdash;</td> <td class="cap">»     2 &mdash;</td> <td>abiti di veli leggieri <i>per</i> abiti tanto leggieri.</td>
+ <td class="cap">» 165 &mdash;</td> <td class="cap">»     2 &mdash;</td> <td>abiti di veli leggieri <i>per</i> abiti tanto leggieri.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 168 &mdash;</td> <td class="cap">»     4 &mdash;</td> <td>«certe» <i>per</i> «certes».</td>
+ <td class="cap">» 168 &mdash;</td> <td class="cap">»     4 &mdash;</td> <td>«certe» <i>per</i> «certes».</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 173 &mdash;</td> <td class="cap">»   13 &mdash;</td> <td><i>l'intera linea va soppressa</i>.</td>
+ <td class="cap">» 173 &mdash;</td> <td class="cap">»   13 &mdash;</td> <td><i>l'intera linea va soppressa</i>.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 182 &mdash;</td> <td class="cap">»     4 &mdash;</td> <td>gli aveva <i>per</i> le aveva.</td>
+ <td class="cap">» 182 &mdash;</td> <td class="cap">»     4 &mdash;</td> <td>gli aveva <i>per</i> le aveva.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 207 &mdash;</td> <td class="cap">»   26 &mdash;</td> <td>glielo lo giurò <i>per</i> glielo giurò.</td>
+ <td class="cap">» 207 &mdash;</td> <td class="cap">»   26 &mdash;</td> <td>glielo lo giurò <i>per</i> glielo giurò.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 210 &mdash;</td> <td class="cap">»   27 &mdash;</td> <td>li ricadevano <i>per</i> le ricadevano.</td>
+ <td class="cap">» 210 &mdash;</td> <td class="cap">»   27 &mdash;</td> <td>li ricadevano <i>per</i> le ricadevano.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 254 &mdash;</td> <td class="cap">»     7 &mdash;</td> <td>cartoncino <i>per</i> cartoccino.</td>
+ <td class="cap">» 254 &mdash;</td> <td class="cap">»     7 &mdash;</td> <td>cartoncino <i>per</i> cartoccino.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 285 &mdash;</td> <td class="cap">»   14 &mdash;</td> <td>nascondeterlo <i>per</i> nascondertelo.</td>
+ <td class="cap">» 285 &mdash;</td> <td class="cap">»   14 &mdash;</td> <td>nascondeterlo <i>per</i> nascondertelo.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 291 &mdash;</td> <td class="cap">»   25 &mdash;</td> <td>cinciò <i>per</i> minciò.</td>
+ <td class="cap">» 291 &mdash;</td> <td class="cap">»   25 &mdash;</td> <td>cinciò <i>per</i> minciò.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 307 &mdash;</td> <td class="cap">»     4 &mdash;</td> <td>Poi vestita <i>per</i> Poi, vestita.</td>
+ <td class="cap">» 307 &mdash;</td> <td class="cap">»     4 &mdash;</td> <td>Poi vestita <i>per</i> Poi, vestita.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 309 &mdash;</td> <td class="cap">»   14 &mdash;</td> <td>cappelli <i>per</i> capelli.</td>
+ <td class="cap">» 309 &mdash;</td> <td class="cap">»   14 &mdash;</td> <td>cappelli <i>per</i> capelli.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 321 &mdash;</td> <td class="cap">»     1 &mdash;</td> <td>E lo trattavo <i>per</i> Io lo trattavo.</td>
+ <td class="cap">» 321 &mdash;</td> <td class="cap">»     1 &mdash;</td> <td>E lo trattavo <i>per</i> Io lo trattavo.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 326 &mdash;</td> <td class="cap">»   17 &mdash;</td> <td>tavoa <i>per</i> tavola.</td>
+ <td class="cap">» 326 &mdash;</td> <td class="cap">»   17 &mdash;</td> <td>tavoa <i>per</i> tavola.</td>
</tr>
<tr>
- <td class="cap">» 328 &mdash;</td> <td class="cap">»   17 &mdash;</td> <td>per lei <i>per</i> in lei.</td>
+ <td class="cap">» 328 &mdash;</td> <td class="cap">»   17 &mdash;</td> <td>per lei <i>per</i> in lei.</td>
</tr>
</table>
@@ -14361,387 +14323,6 @@ nel testo.
</p>
</div>
-
-
-
-
-
-
-
-<pre>
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Il perduto amore, by Umberto Fracchia
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL PERDUTO AMORE ***
-
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-Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
-and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
-works. See paragraph 1.E below.
-
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-1.E.9.
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-Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
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-To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
-and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
-and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
-
-
-Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
-Foundation
-
-The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
-501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
-state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
-Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
-number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
-http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
-Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
-permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
-
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-Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
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-business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
-information can be found at the Foundation's web site and official
-page at http://pglaf.org
-
-For additional contact information:
- Dr. Gregory B. Newby
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- gbnewby@pglaf.org
-
-
-Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
-Literary Archive Foundation
-
-Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
-spread public support and donations to carry out its mission of
-increasing the number of public domain and licensed works that can be
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-array of equipment including outdated equipment. Many small donations
-($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
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-have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
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-methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
-ways including checks, online payments and credit card donations.
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-
-Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
-works.
-
-Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
-concept of a library of electronic works that could be freely shared
-with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
-Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
-
-
-Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
-editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
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