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+The Project Gutenberg EBook of Rimatori siculo-toscani del dugento.
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org/license
+
+
+Title: Rimatori siculo-toscani del dugento
+ Serie prima - Pistoiesi-Lucchesi-Pisani
+
+Editor: Guido Zaccagnini
+ Amos Parducci
+
+Release Date: March 24, 2012 [EBook #39239]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: UTF-8
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK RIMATORI ***
+
+
+
+
+Produced by Claudio Paganelli, Barbara Magni and the Online
+Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (Images
+generously made available by Editore Laterza and the
+Biblioteca Italiana at
+http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia)
+
+
+
+
+
+
+
+ SCRITTORI D'ITALIA
+
+ RIMATORI SICULO-TOSCANI
+ DEL DUGENTO
+
+ I
+
+ ------
+
+ RIMATORI
+ SICULO-TOSCANI
+ DEL DUGENTO
+
+
+ SERIE PRIMA
+
+ PISTOIESI-LUCCHESI PISANI
+
+ A CURA DI
+ GUIDO ZACCAGNINI e AMOS PARDUCCI
+
+
+
+ BARI
+ GIUS. LATERZA & FIGLI
+ TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI
+ 1915
+
+ ------
+
+
+ PROPRIETÁ LETTERARIA
+
+ OTTOBRE MCMXV—12670
+
+
+
+
+I
+
+I RIMATORI PISTOIESI
+
+A CURA DI GUIDO ZACCAGNINI
+
+
+
+
+I
+
+MEO ABBRACCIAVACCA
+
+
+CANZONI
+
+
+I
+
+Amore non è cagione di pene, ma di gioia.
+
+ Sovente aggio pensato di tacere,
+ mettendo in obrianza
+ d'esto modo parlare intendimento,
+ ma poi mi torna, punge e fa dolere
+ la sovraismisuranza 5
+ di quei c'han ditto d'aver sentimento
+ de l'amoroso, dolce e car valore,
+ nomandolo signore,
+ ch'ard'e consumma di gioi' la verdura
+ del suo fedel: servendolo soggetto, 10
+ sempre li dá paura:
+ vantaggio 'i tolle, ch'avemo da fèra.
+ Eo ne faccio disdetto:
+ se simil dissi mai, cangio carrera.
+ Ché non par vegna da molto savere 15
+ chi sente sua fallanza,
+ se non volve con vero pentimento.
+ Né l'altrui troppo si dé' sostenere,
+ che pare un'acordanza,
+ come chi dice: stande l'om contento. 20
+ Unde move adistato lo mio core
+ d'essere validore,
+ se posso, difendendo la drittura
+ d'amor, che solo in gioi' have l'assetto
+ e di gioi' si pastura, 25
+ non avendo giá doglia sua rivera.
+ E, se vo' par defetto,
+ non è d'amor, ma d'odio è pecca intera.
+ Poi conoscenza ferma lo piacere,
+ venendo disianza, 30
+ l'omo s'alegge ad esso per talento,
+ e non è, se poi dole, in nel volere,
+ ma, tardando, li avanza,
+ soffrendo disioso lo tormento.
+ Donque n'ha torto ciascun amadore, 35
+ che si biasma d'amore,
+ ch'è solo volontate chiara e pura,
+ che nasce, immaginato lo diletto,
+ che porge la natura
+ de la vita, montando in tal mainera, 40
+ come fa lo 'ntelletto
+ che di gioi' chere sempre la sua spera.
+ Amor nell'alma credo uno podere
+ che si prende d'amanza,
+ poi lo saver ne fa dimostramento 45
+ ne le cose partite da valere,
+ over la simiglianza,
+ non dicernendo tutto il compimento.
+ E, se nell'acquistar vene dolore,
+ non s'ama tal sentore. 50
+ Come calore incontra la freddura,
+ cosí la pena l'amoroso affetto.
+ Ma tanto monta e dura
+ del plagere avisar la luce clera,
+ poi che v'aggia sospetto, 55
+ l'omo affannando segue sua lumera.
+ Dett'ho parte, com' so, del meo parere,
+ credo fòr la 'ntendanza
+ dei piú, c'han ditto ch'amor bene ha spento;
+ né questionar di ciò m'è piú calere, 60
+ ché pesami dobblanza,
+ poi non sostene amor lo valimento
+ di quei che 'l contra, né sa suo vigore;
+ perciò istá in errore,
+ biasmando a torto, non ponendo cura, 65
+ né chi rincontra lui non l'ha dispetto.
+ Nonde voi' piú rancura:
+ vaglia nel saggio e nell'altro si pèra,
+ ché io nel mio cospetto
+ tegno che solo ben sia d'amor cèra. 70
+ Amor, tuo difensore
+ so' stato: so non è poco ardimento
+ ver' lo forte lamento,
+ ch'è quasi fermo per la molta usanza. 75
+ Mostr'ormai tua possanza,
+ facendo tuo guerrer conoscidore.
+
+
+II
+
+Nella donna, piú che la beltá, è da stimare la saggezza.
+
+ Madonna, vostr'altèra canoscenza,
+ e l'onorato bene,
+ che 'n voi convene — tutto in piacimento,
+ mise in voi servir sí la mia 'ntenza,
+ che cura mai non tene, 5
+ né pur sovene — d'altro pensamento;
+ e lo talento — di ciò m'è lumera.
+ Cusí piacer mi trasse in voi compíta,
+ d'ogni valor gradita,
+ di beltade, e di gioia miradore, 10
+ dove tutt'ore — prendeno mainera
+ l'altre valente donne di lor vita.
+ Perciò non ho partita
+ voglia da intenza di star servidore.
+ Star servidore a voi non sería degno, 15
+ ma voi, sovrapiagente
+ in vostra mente, — solo nel meo guardo
+ conoscete che 'n cor fedele regno,
+ e ch'eo presi, servente
+ di voi, tacente — l'amoroso dardo. 20
+ Per mevi tardo — palese coraggio
+ fatto sería: sacciatelo per certo.
+ Perzò mostrare aperto
+ vorria vostro sentir, dico d'aviso:
+ vedreste priso — me di tal servaggio, 25
+ per la qual donna mai fôra scoperto.
+ Tanto scur ho proferto,
+ ch'odio, servente in core, amore 'n viso.
+ Viso sovente mostra cor palese 30
+ d'allegrezza smirata,
+ perch'a la fiata — monta in soverchianza;
+ ma quello di piacere over d'ofese
+ covra voglia pensata.
+ Perché, doblata, — grav'è la certanza,
+ donque dobblanza — tenete 'n sentire. 35
+ Perciò vo' dico, amanti: non beltate
+ solo desiderate,
+ ma donna saggia, di beltate pura;
+ né di natura — signoria soffrire
+ alcun di pari pregio no' stimate, 40
+ ma di grand'amistate
+ che poggia d'onor quanto chin' d'altura.
+ D'altura deggio, dir come poss'eo,
+ lo guigliardon sovrano
+ benedir sano — di vostra 'ntenzione.
+ Donna, ch'avete sola lo cor meo, 45
+ ricevestemi 'n mano:
+ ah! non istrano — d'altro guigliardone,
+ ché di ragione — mi donaste posa
+ d'affanno, di disio, d'attessa forte. 50
+ Sed eo prendesse morte
+ a vostro grado, me ne plageria,
+ si 'n meretria — voi d'alcuna cosa.
+ Poi che m'avete tolto e preso in sorte,
+ non dubitate, tort'è, 55
+ di mio coraggio, ch'esser non poría.
+ Essere non poría, che 'l core vòle
+ istar dove valor ha
+ la sua dimora — di gioioso stallo;
+ e, se 'l cor pago giá nente si dole, 60
+ dunque 'l partire fôra
+ solo mez'ora — sovra ogn'altro fallo.
+ Cosí intervallo — non sento potesse
+ nel mio servir fedel porger affanno,
+ né 'n voi alcuno inganno. 65
+ Ché 'l gran valore prima si provede
+ che dia merzede, — che poi non avesse
+ loco né presa, che trovasse danno.
+ Ché molti falsi stanno
+ coverti, pronti parlando gran fede. 70
+
+
+III
+
+Fra i tormenti d'Amore si rallegra, pensando alla virtú della sua
+donna.
+
+ Considerando l'altèra valenza,
+ ove piager mi tene,
+ 'maginando beltate, lo pensero
+ sovenmi, di speranza e di soffrenza
+ ne le gravose pene, 5
+ di disianza portar piú leggero.
+ Cá lo dispero — non have podere
+ ne l'autro mio volere,
+ acciò ch'a lo signor di valimento
+ non falla vedimento 10
+ di provedere li leai serventi;
+ unde m'allegro, stando nei tormenti.
+ Dunqu'allegrando selvaggia mainera,
+ natura per potenza
+ di figura piacente muta loco. 15
+ Che 'ntendimento in anche cosa clera
+ turba sentire intenza
+ ne la vita d'ardente coral foco.
+ Ed eo ne gioco. — Non deggi' obbriare
+ quella, che sormontare 20
+ mi face la natura, modo ed uso.
+ Quasi dato nascoso
+ sono a ubidir mia donna fina,
+ com'al leon soggetta fèra inchina.
+ En dir assai fedel, mia donna, paro 25
+ in core innamorato;
+ ma ciò, pensando, fall'esser poría,
+ ché spesso viso dolze core amaro
+ tene: poi ch'è provato,
+ nente si cela a mostrar che disia. 30
+ Però vorria — vi fuss'a plagere
+ me servendo tenere;
+ ché sí mi trovereste in cor síguro
+ leal com'oro puro,
+ che, non guardando mia poga possanza, 35
+ mi donereste gioi' di fine amanza.
+ Prendendo loco parlando talento,
+ in voi, gentil sovrana,
+ ragione porterea tal convenensa.
+ Ma, divisando, tem' e' 'l valimento 40
+ c'avete venir piana
+ mia disianza, sí mi veo 'n bassenza.
+ Poi che temenza — n'aggio, sí conforto:
+ che non será diporto
+ tant'adunato parte per natura, 45
+ for pietate: non dura
+ orgoglio in gentil cosa sí finita,
+ ma l'umeltá fiata onne compíta.
+ Como risprende in iscura partuta
+ cera di foco apprisa, 50
+ si m'ha 'llumato vostra chiara spera.
+ Ché, prim'eo 'maginasse la veduta
+ de l'amorosa intisa,
+ non era quasi punto piú che fèra. 55
+ Ora, ch'empera — mevi amore 'n core,
+ sento ed ho valore,
+ e ciò che vaglio tegno dall'altura,
+ complita in voi figura
+ d'angelica sembianza e di merzede, 60
+ per cui la pena gioi' lo meo cor crede.
+
+
+SONETTI
+
+
+I
+
+A FRA GUITTONE
+
+Se possiamo spegnere gli stimoli della generazione, non astenendoci
+dal bere e dal mangiare.
+
+ Se 'l filosofo dice: — È necessaro
+ mangiar e ber, e luxuria per certo: —
+ parmi che esser possa troppo caro
+ lo corpo casto, se 'l no sta 'n deserto.
+ Ché nostri padri santi apportâro
+ lor vita casta, como pare aperto,
+ erba prendendo ed aigua, refrenâro
+ luxuria, che ci fier tropp'a scoperto.
+ Ché, per mangiare e ber pur dilicato,
+ nel corpo abonda molto nodrimento,
+ che per natura serve al gennerare.
+ Vorrea saver, da saggio regolato,
+ como s'amorta cosí gran talento,
+ non astenendo il bere ed il mangiare.
+
+
+II
+
+AL MEDESIMO
+
+Tornato di Francia, espone le sue miserie.
+
+ Vacche né tora piò neente bado,
+ che per li tempi assai m'han corneggiato:
+ fata né strega non m'hav'allacciato,
+ ma la francesca gente non privado.
+ Se dai boni bisogno mi fa rado,
+ doglio piò se ne fosse bandeggiato.
+ Signor, non siate ver' me corucciato,
+ ché lo core ver' voi umile strado.
+ Sacciate, nato fui da strettoia:
+ quanto dibatto piò, stringe, non muta
+ la rota di Fortuna mio tormento.
+ Non son giá mio, né voglio mia sentuta:
+ se mi volless', arei tristo talento,
+ e di quello che vòl mia vista croia.
+
+
+III
+
+AL MEDESIMO
+
+Se Dio possa usare misericordia verso di lui peccatore.
+
+Onesto e savio religioso frate Guittone, Meo Abracciavacca. A ciò che
+piú vi piace e' son sempre con volontá di servire.
+
+S'amore crea solo di piacere, e piacere solo di bono, temo di
+convenire a vostra contanza, perché non è fòr d'amore amistate, ned
+amore fòr simile di vertú infra li amici. Mò, sostenendo veritá,
+conoscenza e bono desio, sono costretto a desiderare per ragione; unde
+conforto che 'l sano di voi gusto sosterrà lo mio amaro cibo: ché non
+fôra benignitá scifare bono volere d'alcuno che l'have in servire, ma
+pare dirittura di sovenire a colui che si vòle apressare a quello che
+porge e sovene a privadi e a strangi. Perciò vi dimando che sia
+brunito lo mio ruginoso sentore de la quistione di sotto per sonetto
+hovvi scritto.
+
+ Poi sento ch'ogni tutto da Dio tegno,
+ non veggio offensa, ch'om possa mendare,
+ ché alma e corpo e tutto mio sostegno
+ mi die' per lui servendo fòr mancare.
+ Ed eo contr'esso deservendo vegno,
+ di che non saccio u' lui deggia pagare:
+ aldo mi drá misericordia regno,
+ perché lo credo nol posso avisare.
+ Però che pur Dio è somma iustizia,
+ misericordia contra me par sia,
+ ch'omè opra ver' me salute nente.
+ Ditelmi saggio, e poi de lor divizia,
+ chi tene inseme Dio per sua balía
+ assettata ciascuna e 'n sé piacente.
+
+
+IV
+
+AL MEDESIMO
+
+Sul medesimo argomento.
+
+Onesto e savio religioso frate Guittone, lo Meo Abracciavacca, ch'è
+vostro, vi si racomanda.
+
+Se veritá cannoscenza sostene e bono amore, convene che ogni fine
+elezione da canoscenza mova ed amore lo confermi. Dunque, se, per vera
+dimostranza di bono, sento me apriso d'amore, e poi diletto disiando
+servir e veder voi, non meraviglio, ma laudo, conoscendo ciò ch'amare
+ed elegere si dee in esta parte, e purificando e sanando. Amore, non
+in ozio, ma in continua operazione regna. E quinde intendo vostra
+benignitá, sovenendo e svegliando me, ne la grave e fortunosa
+aversitade, in gioia alcuna, di che fue alquanto brunita la ruginosa
+mia intenzione. Ora sperando sanare la mente in veritá, mò vo' dimando
+risposta di fina sentenzia di ciò ch'i' ho dubbio, mandandolovi
+dichiarando per lo sonetto di sotto scritto. Consimil è la lettera e
+'l sonetto a l'autro in sentenzia, ma non in voce.
+
+ Pensando ch'ogni cosa aggio da Dio,
+ non so di che mendar lui possa fallo;
+ ché alma e corpo e vita e mondo 'n fio
+ mi die' per lui servire a fermo stallo.
+ Ed eo 'l diservo, in che tegna disio,
+ non sento di che dica: — Esso disfallo. —
+ Aldo misericordia dir: com'io
+ creder lo possa, non veo, sí n'avallo.
+ Ché pur somma giustizia è fòr defetto.
+ Al vero Dio misericordia come
+ chede contr'essa e m'opera salute
+ vorrial sapere; e poi di loro assetto,
+ avendo pieno ciascuna su' nome
+ dal Signor nostro, ch'è tutto vertute.
+
+
+V
+
+A BINDO D'ALESSIO DONATI
+
+Rimprovera l'amico d'essersi perduto in vizi carnali.
+
+Amico Bindo, Meo Abracciavacca ciò che piú ti sia bono.
+
+L'amistá fredda, celata d'amici lungiament'è veduta: però convene ad
+essa socorso di parole, almeno visitazione. Unde pesamevi non poco non
+di tuo stato inteso per te alcuna cosa, e ponderosa via piú mi grava
+odita quasi di pubrica voce non bene aconcia in tuo pregio. Di che
+bono comincio torna, per sentenzia di troppo avacciata natura, lá dove
+pregio montato avalla, poi suo podere nol sostene. Di che fôra minore
+assai male no aver cominciato che partir di bono comincio. Ché rasa
+scrittura di carta peggio poi loco si scrive, e cosí pregio istinto
+nel core peggio ralluma. Ahi come pare laido ditto, dicendo: — Quei fu
+giá bono! — Ahi, carnal desiderio, quanti nobili e grandi hai
+nabissati! Forsi sembrati scusa s'avete vinto? No, ma defensione piú
+laude porta. Onne operazione vòle misura, e fòr d'essa vizio si trova;
+e quanto meno ende fori, meno have vizio podere. Donque, se misurare
+omo non puote volontá carnale, apressi quanto pote a misora. E se
+mi dici: — Gioventute forte m'asaglie, — dico: — Difendi con ragion
+vecchia c'hai. — Ché gioventude s'intende in due modi: quanto al tempo
+e quanto in costumi. E, se ragione loco resistere non pote, fuggi, ché
+fuggire s'intende prodezza, lá dove convene.
+
+Se pronto ti pare mio detto, reputane d'ira furore; e, se ti piace, mi
+scrive quello che la tua coscienza giudica di te dirittamente, e al
+sonetto di sotto risponde con paraule e con operazione.
+
+ Non volontá, ma omo fa ragione,
+ perché soverchia vantaggiando fèra;
+ e qual sommette a voglia operazione,
+ torna di sotto, lá dove sopr'era.
+ Perciò chi have saggia oppinione,
+ porta dinanzi di ragion mainera,
+ e di sé dritta d'om fa elezione,
+ unde li surge poi di gioi' lumera.
+ E dunque, amico, c'hai d'omo figura
+ razional, potente, bono e saggio,
+ come ti sottopon vizio carnale?
+ Pensa per che è l'umana natura,
+ che di tutti animai sovr'ha barnaggio:
+ non vorrai, credo, poi vita bestiale.
+
+
+VI
+
+A DOTTO REALI
+
+Come mai l'anima, che è formata da Dio, possa essere sopraffatta da
+altre cure[1].
+
+ A scuro loco conven lume clero,
+ e saver vero — nel sentir dubbioso,
+ per ciò ch'omo si guardi dall'ostrero,
+ ch'è tutto fèro — dolor periglioso.
+ Donque chi non per sé vede lumero,
+ véneli chero — fare al poderoso;
+ unde dimando a voi, che siete spero
+ palese altèro — d'onni tenebroso.
+ Io son pensoso; — dico: l'alma vene
+ dal sommo Bene, — donque ven compita:
+ chi mai fallita — pò far sua natura?
+ S'è per fattura — de vasel che tene,
+ perché poi pene — pate ed è schernita,
+ da che sua vita — posa 'n altrui cura?
+
+
+VII
+
+AL MEDESIMO
+
+Si lamenta che gli sia stato risposto oscuramente circa la questione
+esposta nel sonetto che precede.
+
+Messer Dotto frate, Meo Abracciavacca salute di bono amore.
+
+Da lume chiaro di natura prende scuro, e non da scuro chiaro lume,
+perché nond'abisogna vostro mandato. Credo che assai prova intelletto
+vostra operazione; perciò temendo parlo. Dico che ogni opera umana
+solo da volontá di posa move, e mai per omo in esto mondo non trovare
+si pò; e ciò è la cagione che 'l core non si contenta. Poi dico
+che ogn'altra criatura naturalmente in esto mondo tanto trova sua
+posa; e, se omo maggiormente nobile creatura fo formato, come non
+sovra l'autre criature have perfezione di posa avere? Nente ragion lo
+vòle che lo 'ntelletto posi ned aggia affetto u' non è sua natura, e
+ch'elli non è creato come corpo si crea in esso loco; ma have del
+sommo e perfetto compimento, cusí pur di ragione altra vita intendo,
+ove intelletto posi e sia perfetto. E voi, intendo, siete omo
+razionale, ch'avete presa via di ritornar al perfetto principio per
+fina conoscenza. Se volontate varia per istati diversi, non vari
+operazione d'avere verace spera, venendo a fine fine. In ciò che
+mandasteme lettera e sonetto, perché risposta avete di mio sentire,
+rispondo; e, se vostra intenzione non si pagasse, riputatene il poco
+saver mio, che volontá pur aggio di sodisfare ad onne piacer bono: per
+compimento volontá prendete. A frate Gaddo e a Finfo, come
+imponesteme, il mostrai e diei scritto.
+
+ Parlare scuro, dimandando, dove
+ risposta chiere veder chiaro l'orma,
+ non par mistero che sentenzia trove,
+ ma del sentir altrui volere norma.
+ A ciò che 'ntendo dico mezo sove
+ di primo fine, e di fine storma
+ qual nel mezo difetto fine strove:
+ dunqua per fine ten piú vizi a torma.
+ Cosí bono tornare pregio chine
+ di monte 'n valle del prefondo male,
+ a ciò bisogna di ragione cura.
+ Voi conoscete da la rosa spine,
+ seguir convene voi a fine tale,
+ che 'l primo e 'l mezo di lod'agi'altura.
+
+
+VIII
+
+A MONTE D'ANDREA
+
+Eviti le pene d'amore, mutando luogo.
+
+ Vita noiosa pena soffrir láne,
+ dove si spera fine veder porte
+ di gioia porto posandovi, láne
+ con bono tempo fôra tale porte.
+ Ma pena grave perder còi e lane,
+ e credensa piò doglia fine porte,
+ ogne ramo di male parmi láne:
+ me non sopporre, ma ben vorria porte.
+ Chi sta nel monte reo vada 'n nel vallo,
+ e chi nel vallo simel poggi a monte,
+ tanto che trovi loco meno reo.
+ Ché bono non è che dir possa: — Vállo,
+ ch'i' sento loco fermo ch'aggio, Monte, —
+ cavalieri, baron, conte, né reo.
+
+
+IX
+
+Amore gli renda più pietosa la sua donna.
+
+ POETA. Amore amaro, a morte m'hai feruto:
+ tuo servo son, non ti fi' onor s'i' pero.
+ AMORE. Ver è, ma vedi ben che l'ha voluto
+ quella da cui son nato e per cui fero.
+ Or ell'ha di valor pregio compiuto
+ e di beltá sovr'ogne viso clero:
+ e però guarda non gli aggi falluto
+ di vista o di parlare o di pensero.
+ POETA. Merzede! Amor, non dir: tu lei m'hai dato;
+ e sai piú di me che non sacc'eo:
+ fálli sentir per certo ciò ch'eo sento.
+ Forse ch'avrá pietate del mio stato:
+ al colpo periglioso del cor meo
+ dara'li cura: giá non vi sie lento.
+
+
+
+
+II
+
+SI. GUI. DA PISTOIA
+
+
+I
+
+A GERI GIANNINI DA PISA.
+
+Si compiace dell'amicizia offertagli da Geri.
+
+ Tanto saggio e bon poi me somegli,
+ me e 'l mio e 'l me' piacer t'assegna,
+ non per merto di tu' don (ch'i' non quegli
+ son che 'l possa sodisfar, né s'avegna),
+ ma per lo tu' valor, che m'ha pres'egli,
+ il faccio, ch'amor me far ciò si degna.
+ Deo! com'el tu' don a me piac'egli,
+ che, fòr dimando, mel desti 'n insegna,
+ piena d'amor e senz'alcuna giostra.
+ Or qual è dunque l'om che 'l tuo conseglio
+ lassasse? Non so, sed elli 'n ben pesca.
+ Unde mi piace l'amistá, poi giostra
+ tanto con le du' l'una per pareglio,
+ fresch'e veglia fra noi sia con bon' ésca.
+
+
+II
+
+Prega Dio che lo liberi dal dolore che l'affanna.
+
+ Del dolor tant'è 'l soverchio fero,
+ che l'alma e 'l corpo e 'l core mio sostene,
+ che, lasso! qual fusseme piú crudero,
+ se 'l vedesse, cordoglio avria di mene.
+ Ahi Deo! perché fuste me piagentero,
+ donando voi me gioi' con ogni bene?
+ Che però il dolor m'è troppo altero:
+ chi piú gioi' ha, poi doglia li è piú pene.
+ Vorria ch'al vostro piacere piacesse
+ pietade, per merzé; sí che la doglia
+ mia crudel oramai tranquilla avesse.
+ Ed è ragion; ché 'l core ho in bona voglia,
+ como di prima era, nelle duresse:
+ Padre pietoso, di pena lo spoglia.
+
+
+
+
+III
+
+LEMMO ORLANDI
+
+
+CANZONE I
+
+Si duole con Amore che la sua donna, da benigna, sia ora diventata con
+lui crudele.
+
+ Gravoso affanno e pena
+ mi fa' tuttor sentire,
+ Amor, per ben servire
+ quella, di cui m'ha' priso e servo dato.
+ Tutta mia forza e lena 5
+ ho misa in te seguire;
+ di lei fermo ubidire
+ non son partito, ma leale stato.
+ E tu pur orgoglioso
+ ver' me spietato e fèro 10
+ se' mostrato e crudero,
+ poi che 'n bailía avesti lo mio core.
+ E' convensi a signore
+ d'essere umile in meritar servente:
+ tu pur di pene mi fai star sofrente. 15
+ Sono stato sofrente,
+ e son, di gran tormento,
+ Amor, poi che 'l talento
+ di quella ch'amo cangiasti per vista
+ ver' mei; ché primamente 20
+ facesti mostramento
+ di far meo cor contento
+ di lei, di quella gioi' ch'or disacquista.
+ Sí che, per tal sembianza,
+ misi 'l core e la mente 25
+ a servir fermamente
+ tua signoria, Amor, pur'e leale.
+ Ma non è stato tale
+ ver' me 'l suo cor, come mostrar sembianza
+ tu mi facesti, Amor; und'ho pesanza. 30
+ Amor, merzé ti chero,
+ poi che son dimorato
+ in sí gravoso stato,
+ com' mi tenesti, sí lunga stagione.
+ Non si' ver' me sí fèro, 35
+ ch'assai m'hai affannato
+ e forte tormentato,
+ seguendot'a tuttor fòr falligione.
+ Mòvet'ormai merzede,
+ lei voler, che disvole 40
+ (unde 'l meo cor si dole),
+ fa' 'l meo servir, ché sol ciò ti dimando.
+ E, se, merzé chiamando,
+ tu non m'aiuti, Amor, altro non saccio
+ ch'aitar mi possa che la morte avaccio. 45
+ Donna, mercé dimando
+ a voi, che di beltade
+ fior e di nobeltade
+ siete, sovr'onni donna, e di piagenza,
+ ch'agiate provedenza 50
+ sovr' al mio stato grave e doloroso:
+ in ciò, mercé! sia 'l vostro cor pietoso.
+
+
+CANZONE II
+
+Adducendo il triste esempio di se medesimo, che, senza saper perché,
+fu abbandonato dalla sua donna, esorta chi voglia aver ricompensa del
+proprio amore, di scegliere una donna piacente e saggia.
+
+ Fèra cagione e dura
+ mi move, lasso! a dir quasi forzato
+ lo doloroso stato,
+ nel qual m'ha miso falsa ismisuranza;
+ non giá per mia fallanza, 5
+ ma per quella di cui servo mi misi,
+ e per cui mi divisi
+ di tutt'altro volere e pensamento,
+ dandomi intenzione
+ che, fòr di falligione, 10
+ dovesse lei amar, leal servendo,
+ la cui vista, cherendo — meo servire,
+ mi fe' servo venire
+ de la sua signoria disideroso.
+ Poi che servo divenni 15
+ de la sua signoria e disioso
+ del dilett'amoroso
+ che nel meo cor di lei immaginai,
+ addesso mi fermai
+ in tutto d'ubidir lo suo comando, 20
+ per vista dimostrando
+ me ch'era su' fedel serv'ubidente.
+ Und'ella per sembianza
+ mi fece dimostranza
+ ch'allegrezza mostrava 'n suo coraggio, 25
+ poi che 'n suo signoraggio — m'era miso;
+ und'è che 'n gioi' assiso
+ i' fui manta stagion, sol ciò pensando.
+ Dimorando 'n tal guisa,
+ perseverando in lei servir tuttora, 30
+ non fu lunga dimora,
+ ch'eo viddi che sua vist'era cangiata,
+ ver' me quasi turbata,
+ non sostenendo me solo guardare.
+ Credetti che provare 35
+ volesse me com' fusse 'n su' amor fermo.
+ Allor presi conforto,
+ isperand'a bon porto
+ lo meo fermo servir mi conducesse,
+ e che tornar dovesse — pietosa: 40
+ ed ella d'orgogliosa
+ mainera ver' di me mai sempr'è stata.
+ Però forte mi dole,
+ poi veggio che servendo ho diservito
+ in loco, 've gradito 45
+ credetti esser per certo fòr fallenza.
+ Ma via maggior doglienza,
+ quasi mortal, mi porge 'l suo fallire,
+ ché per suo folle dire
+ fe' manifesto in parte meo pensero, 50
+ lamentandosi forte
+ di me, che quasi a morte
+ la conducea in farl'increscimento;
+ e sí fèro lamento — fece, a tale
+ che gravoso poi male 55
+ n'ha dato lei con gran doglia sovente.
+ A ciascun ch'amar vòle
+ dico che deggia, se pòsi, guardare
+ di vana donna amare,
+ gioven troppo di tempo e di savere. 60
+ Ché grave 'n lui dolere
+ prende chi l'ama, doloroso tanto,
+ non si porea dir quanto,
+ per qual s'avesse piò 'n pena d'amore.
+ Ma elegga 'n sé, certo 65
+ chi amar vòle e merto
+ di suo servir, donna piagente e saggia,
+ che benigno cor aggia — fermo e puro,
+ e poi será siguro
+ di non perder di lei gioia, servendo. 70
+ Di gioven signoraggio,
+ quale sovra ditt'aggio,
+ leal servendo, merit'aggio avuto.
+ Vorríam'esser partuto, — ma non posso;
+ ché, poi 'l piager è mosso, 75
+ è legato l'om servo e 'l partir greve.
+
+
+III
+
+È combattuto dalla necessità di partire e dal dolore di dover lasciare
+la sua donna.
+
+ Lontana dimoranza
+ doglia m'ha dato al cor lunga stagione:
+ or mi dobla cagione
+ di piú grave dolor nuovo partire.
+ D'assai lontano gire 5
+ isforzami di ciò senn'e ragione,
+ contro all'opinione,
+ piena di voluntade e di pietanza,
+ con grande smisuranza
+ che non alungi me contr'al volere, 10
+ piú che sia del piacere
+ vostro, di cui amor servo mi tene.
+ E pietanza mi vene
+ di voi, ch'avrete del partir dolere.
+ Cosí del rimanere 15
+ e dell'andare son diverse pene.
+
+
+
+
+IV
+
+PAOLO LANFRANCHI
+
+
+I
+
+Esorta il re d'Aragona a prepararsi a difendersi dal re di Francia.
+
+ Valenz senher, rei dels Aragones,
+ a qui prez es honors tut jorn enansa
+ e membre vus, senher, del rei franzes,
+ queus venc a vezer e laiset Fransa,
+ ab dos sos fillz es ab aquel d'Arles:
+ hanc no fes colp d'espaza ni de lansa,
+ e mainz baros menet de leur paes;
+ jorn de lur vida sai n'auran menbransa.
+ Nostre senhier faccia a vus compagna,
+ per que en re nous qual duptar:
+ tal quida hom que perda que gazainha.
+ Seigner es de la terra e de la mar,
+ per quel rei engles e sil d'Espangna
+ ne varran mais, sei vorres ajudar.
+
+
+II
+
+Ricorda a un uomo, superbo della sua ricchezza, l'instabilità della
+fortuna.
+
+ De la rota son posti esempli assai,
+ che gira e volge e non dimora in loco,
+ e mette in bono stato quel c' ha poco,
+ al poderoso dá tormenti e guai.
+ Or' a che no' tel pensi, po' tu 'l sai
+ che piccola favilla fa gran foco?
+ non t'allegrare troppo né dar gran gioco,
+ ché non se' certo come fenirai.
+ Se alcun è che tu veggi in malo stato,
+ in quel medesmo tu pòi avenire,
+ ch'a te né lui Dio non l'ha giurato.
+ Aggio veduto per li tempi sire,
+ che la ventura l'ha sí governato,
+ che piú che vita desira morire.
+
+
+III
+
+Risveglio doloroso.
+
+ Un nobel e gentil imaginare
+ sí mi discese ne la mente mia;
+ in veritá (ch'eo allora dormia)
+ el me paria con la mia donna stare
+ in un giardin, baciare ed abbracciare,
+ rimossa ciascun'altra villania.
+ Ella dicea: — Tu m'hai in tua bailía:
+ fa' di me, o amor, ciò che ti pare. —
+ In quel giardin si avea da l'un canto
+ un rosignol, che dicea in so' latino:
+ — Securamente per vostro amor canto.- —
+ I' mi svegliai che sonava matino:
+ considerando il bene ch'avea tanto,
+ venme voglia deventar patarino.
+
+
+IV
+
+Amore gli dona in sogno un fiore della sua donna.
+
+ L'altrier, dormendo, a me se venne Amore,
+ e destatomi disse: — Eo so' messaggio
+ de la tua donna che t'ama di core,
+ se tu, piú che non suôi, se' fatto saggio. —
+ Da la sua parte mi donò un fiore,
+ che parse per semblant' il so visaggio.
+ Allor nel viso cangiai lo colore,
+ credendo el me dicesse per asaggio.
+ Però con gran temenza il dimandai:
+ — Come si sta la mia donna gentile? —
+ Ed el me disse: — Ben, se tu ben stai. —
+ Allora di pietá devenni umile.
+ Egli sparío; piú non gli parlai;
+ parvemi quasi spirito sottile.
+
+
+V
+
+Amore manifesti alla sua donna le sue pene.
+
+ POETA. Dimme, Amore; vorestù tornare
+ da la mia parte a la donna mia?
+ AMORE. Sí, se tu vogli, ma ell'è follia:
+ ché talor nòce lo troppo adastare.
+ POETA. E lo meo core vi vòl pur andare,
+ e ti demanda en sua compagnia.
+ AMORE. Di presente me meterò en via
+ dapo' ch'eo veggio ch'a lui e te pare.
+ Or me di' ciò che tu vòi che gli dica:
+ che tu non fini clamare mercede?
+ Perzò non è bisogno andarne mica,
+ per aventura ch'ella non ti crede.
+ POETA. Sí fa'; che di me vive e se nutríca;
+ e 'l cor non pò durar, se no' la vede.
+
+
+VI
+
+Amara delusione.
+
+ L'altrier pensando mi emaginai
+ mandare Amore a la donna mia;
+ ed a lui piacque per sua cortesia
+ andar a lei; tanto ne'l pregai.
+ Poi retornò e disseme: — Che fai?
+ tutta l'ho misa ne la tua bailía:
+ I' ti so a dire, ch'ell'è a mezza via,
+ e vien a te, se tu a lei non vai. —
+ Po' me venn'un penser da l'altro lato,
+ e fortemente me represe e disse:
+ — Amico meo, tu hai folle pensato.
+ Or credi tu ch'ella con te venisse?
+ E tu anderesti a lei? Se' tu in istato? —
+ Parveme allor che l'alma se partisse.
+
+
+VII
+
+Lamenta l'avversa fortuna che gli fa fare sempre il contrario di quel
+che vorrebbe.
+
+ Ogni meo fatto per contrario faccio,
+ e di niente d'intorno mi guardo:
+ l'estate so' più freddo che no el ghiaccio,
+ l'inverno per il gran calor tutto ardo.
+ Se ho lettera de gioia, sí la straccio,
+ se di dolore, la repogno e guardo;
+ chunque è mio amico, sí i' lo minaccio,
+ se mi saluta, sí me fier d'un dardo.
+ Credo che Dio ensieme e la natura
+ erano irati quando mi creâro,
+ che trasformôrmi d'ogni creatura.
+ Però il lor non gittarono en paro,
+ e l'alma che mi deron clara e pura
+ giammai no' l'averanno en suo reparo.
+
+
+VIII
+
+Vicende di fortuna.
+
+ Quattr'omin son dipinti ne la rota
+ per la ventura dello esemplo dato:
+ e l'altro sta di sopra incoronato,
+ e l'uno in su valentemente nota.
+ E 'l terzo se tien le mani a la gota,
+ ed è vilanamente trabucato,
+ e 'l quarto sta di sotto riversato,
+ e d'ogni estremità li dá sua dota.
+ Io fui quel che lá su andai montando
+ intorno intorno la rota girata,
+ e fui di sopra a tutto il mio comando;
+ poi la testa mi fo incoronata.
+ Or son caggiuto d'ogni ben in bando,
+ nel finimento de la mia giornata.
+
+
+
+
+V
+
+MEO DI BUGNO
+
+
+Coscienza netta non cura farneticar di gente.
+
+ Tutto el tempo del mondo m'è avenuto,
+ e sempre me n'andrò con questa norma,
+ che lá, 've non pongo 'l piè, faccio l'orma,
+ non so qual de' demòni m'ha veduto,
+ che, sendo santo, non serò creduto,
+ anzi me sgrideria la gente a torma.
+ Unde el conven ch'eo vegli e poco dorma,
+ da tante parte me veggio asseduto.
+ Ma non mi muto per altrui parlare:
+ ben è vertá ch'io ne son pur dolente,
+ e come bestia lasso ogn'om belare.
+ Om che si sente iusto ed innocente,
+ a faccia aperta pò securo andare,
+ e non curar ferneticar di gente.
+
+
+
+
+NOTA
+
+
+I
+
+MEO ABBRACCIAVACCA
+
+Meo di Abbracciavacca di Guidotto de' Ranghiatici pare che
+appartenesse a una famiglia di cambiatori pistoiesi, perché tale fu
+suo padre, che fu console dei cambiatori nel 1237, e un suo figlio,
+Forese, fu nel 1304 nella banca degli Ammannati. Suo padre, e forse
+altri della sua famiglia, furono di parte ghibellina. Meo visse assai
+a lungo, perché era ancora vivo nel dicembre del 1300, quando, in un
+atto notarile di quell'anno un altro suo figlio, Iacopo, è detto:
+«_Dominus Pucius (Iacobuccius) Bargomei_ (sic) _Abraciavache de
+Pistorio_» (vedi nei miei _Rimatori pistoiesi_, p. XLIV e sgg., negli
+_Studi e ricerche di antica storia letteraria pistoiese_, nel _Bull.
+stor. pist._, XII, 38 sgg., e in _Per la storia letteraria del sec._
+XIII nel _Libro e la stampa_, VI, 78-79).
+
+È dunque un vero fossile della maniera guittoniana, perché forse
+poetava ancora dietro le orme del dittatore, quando giá in Pistoia si
+udivano le dolci note della poesia di Cino. È il piú arido e il piú
+oscuro dei rimatori del gruppo pistoiese. Egli si aggira sempre nel
+circolo delle idee della poesia cortigiana; riproduce, piú o meno
+fedelmente, concetti e forme provenzali, che abbiamo udite le mille
+volte in altri poeti del suo tempo o a lui di poco anteriori; adopera
+tutti gli artifizi della scuola, come le rimalmezzo, le rime
+imperfette, spezzate, equivoche, i sonetti a dialogo, i sonetti con
+due sole rime ed altre consimili preziositá; e soprattutto è
+oscuro, pesantemente oscuro, tanto da rivaleggiare in questo col piú
+oscuro dei guittoniani, Panuccio del Bagno. Di questo rimatore
+specialmente e di fra Guittone d'Arezzo si mostra caldissimo
+ammiratore e imitatore: del primo infatti rimaneggiò una canzone: «Di
+sí alta valenza ha signoria», in quella sua: «Considerando l'altèra
+valenza»; col secondo tenzonò su vari argomenti, e a lui diresse tre
+epistole in prosa. Se mai qualche peculiaritá si voglia trovare in
+questo oscuro e faticoso rimatore, è, a mio parere, l'esagerazione dei
+difetti della scuola, e l'imitazione cosí pedissequa de' provenzali,
+da non muovere un passo nelle canzoni, se non dietro le orme di
+quelli; cosicché si avvertono facilmente, or qua or lá, imitazioni da
+Bernardo di Ventadorn, da Peirol, da Gaucelm Faidit, da Peire Vidal,
+da Blacasset e da altri ancora.
+
+Il testo delle poesie dell'A. è condotto sull'edizione che giá ne feci
+nel 1907 nei _Rimatori pistoiesi_, e quindi sul Laurenziano-Rediano
+(L), e per la canz. III anche sul Palatino 418 (P): l'ho migliorato in
+alcuni punti, giovandomi delle osservazioni che mi furono fatte da
+coloro che ebbero occasione di recensire il mio lavoro, e adattandolo
+alle norme stabilite per questa collezione.
+
+E ciò s'intenda detto di tutta questa edizione dei _Rimatori
+pistoiesi_[2].
+
+ Canz. I, v. 3. Veramente L ha «d'esto mondo»; ma mi sembra che
+ qui «mondo» non significhi nulla. Credo che voglia dire: «Spesso
+ ho pensato di tacere, abbandonando il proposito di parlarne in
+ questo modo».
+
+ v. 28. L, veramente, ha «pena»; ma di questa lezione non riesco
+ a persuadermi. Intendo: «Non è colpa intera d'amore, ma d'odio».
+
+ v. 31: «ad esso». Cosí credo debba sciogliersi «adesso» di L,
+ riferendo «esso» a «piacere».
+
+ v. 31. Il CASINI, nell'ediz. diplomatica che fece del
+ Laurenziano-Rediano 9, lesse «fa legge»; ma, oltreché codesta
+ frase non dá un senso soddisfacente, è proprio scritto
+ «s'alegge».
+
+ v. 57. «Con so» manca in L; ma giustamente ve lo aggiunse il
+ Casini.
+ v. 61. «dobblanza». Cosí correggo la mia edizione, poiché mi
+ pare che in tal modo corra meglio il senso, e perché anche nella
+ seguente canzone al v. 35 si dice: «Dunque dobblanza tenete in
+ sentire». Vuol dire: «Mi pesa anche il dubitare
+ (dobblanza = dubitanza, dubbio) di ciò».
+
+ Canz. II, v. 11. «Prendendo» ha L; ma non dá alcun senso, quindi
+ bene il Gaspary lesse «prendono».
+
+ v. 15. L ha «per servire»; ma, poiché ogni strofa incomincia
+ riprendendo le ultime parole della strofa precedente, è certo
+ che qui si deve leggere «star servidore».
+
+ v. 55. Il NANNUCCI volle leggere «torte», e intese che fosse un
+ avverbio «a torto»; ma, oltreché codesta sarebbe una forma
+ inconsueta, è da credersi che si debba sciogliere in «tort'è»,
+ anche perché l'Abbracciavacca prediligeva queste rime
+ imperfette.
+
+ v. 57. L ha «porea»; ma, poiché la strofe precedente termina con
+ «poría», per la sopraddetta ragione deve leggersi «poría».
+
+ v. 65. Nella ediz. del 1907 scrissi «né voi»: ma deve
+ correggersi, com'é in L, «né in voi».
+
+ Canz. III, v. 3. Il BIADENE, che già pubblicò questa canzone,
+ unisce «pensero» con «piager» del v. 2 e ne forma un concetto
+ solo, quello di «piacevole pensiero»: credo invece di dover
+ togliere l'«e» dopo «beltate» e la virgola che avevo posta dopo
+ «pensiero», e cosí piú facilmente si può intendere: «Lo pensiero
+ soviemmi», cioè «mi torna in mente».
+
+ v. 19: «non deggi'». Ho aggiunto l'«i» per ragioni fonetiche.
+
+ v. 29: «ch'è». Io stesso nella mia vecchia edizione ed anche il
+ Biadene abbiamo lasciato «che»; ma certo è meglio intendere
+ cosí: «Poiché è provato, cioè si è visto, che sotto viso dolce
+ si nasconde cuore amaro, allora non si cela piú...».
+
+ v. 39: «ragione». Cosí scrivo, seguendo il BIADENE ed L, sebbene
+ P abbia «rasone».
+
+ v. 42: «bassenza». Cosí correggo «bassansa» di P., seguendo, per
+ ragioni di rima, L.
+
+ Son. I, v. 2: «e luxuria». Nella mia precedente edizione avevo
+ creduto aggiungere un «è» innanzi a «luxuria»: ma la risposta di
+ fra Guittone fa presupporre una triplice necessità affermata
+ dall'Abbracciavacca.
+
+ Lettera I a Fra Guittone. È in L.
+
+ Son. III, v. 4: «Ed eo». Cosí è in L, e non «ecco», come errando
+ lesse il BOTTARI (_Lettere di fra Guittone d'Arezzo_, Roma,
+ 1745, p. 76).
+
+ v. 7: «Regno»: non «segno», come avevo creduto di leggere, per
+ aver un senso più chiaro, nell'ediz. del 1907. «Regno» dice
+ veramente L.
+
+ Lettera II a Fra Guittone. È in L, da cui la riproduco. Fu già
+ pubblicata dal BOTTARI (_Lettere_ citt., p. 77).
+
+ Son. IV, prima terzina. Com'è in L, questa terzina non dà senso.
+ L'ho rabberciata, sciogliendo il «che» in «ch'è» nel primo verso
+ e aggiungendo la congiunzione «e» nel terzo. Il senso allora
+ corre spedito: «Me ne scoraggio, perché anche la giustizia
+ di Dio è senza difetto. Vorrei sapere come misericordia chiede
+ contro di essa al vero Dio o mi dà la salvazione dell'anima».
+
+ Lettera a Bindo di Alessio Donati. È in L, da cui la traggo,
+ correggendo l'ediz. cit. del BOTTARI.
+
+ Son. V, v. 8: «unde». Cosí ha L, non «onde», come lesse
+ erroneamente il BOTTARI.
+
+ v. 12: Tolgo l'«e», che avevo creduto di aggiungere, ma che non
+ è in L, e sciolgo il «perché» in «per che». Leggo quindi «per
+ che è», giacché nel ms. è anche questo «è».
+
+ v. 13: «animai». Veramente L ha «animali»; ma in tal modo non
+ tornerebbe più il verso.
+
+ Son. VI, v. 12: «S'è per». Attenendomi ad L, correggo cosí la
+ mia antica edizione, e il senso è chiaro: «Se è per colpa della
+ fattura del corpo che contiene l'anima».
+
+ Lettera a Dotto Reali. È in L. La riproduco dall'edizione che ne
+ ha data il MONACI nella _Crestomazia del primo secolo della
+ lingua_, con lievissime modificazioni grafiche.
+
+ Son. VII, v. 4: «volere». L ha «voler»; ma, per necessità di
+ verso, ho aggiunta un «e» finale.
+
+ v. 8: «ten». Cosí ha L, e non «tien», come, rabberciando, lesse
+ il BOTTARI.
+
+ v. 14: «di lod'agi'altura». Il BOTTARI: «di loda gialtura».
+
+ Son. VIII. Nell'altra mia ediz. ho invertito l'ordine dei vv.
+ 11-2 e 13-4, perché lo schema di questo son. corrispondesse a
+ quello di Monte Andrea: «Languisce il meo spirto», di cui è
+ risposta a rime obbligate; ma le giuste osservazioni, che altri
+ mi ha fatte, m'inducono a rimaner fedele a L, anche perché mi
+ sembra che ci si guadagni di chiarezza.
+
+ v. 13: «Monte». Mi pare che qui si tratti del vocativo di Monte
+ Andrea. Infatti non è presumibile che il rimatore abbia voluto
+ far rimare con «monte» del v. 10 proprio la stessa parola nel
+ medesimo significato. Intendo: «Chè non v'è buono che possa
+ dire: — Io discendo a valle, perché sento, o Monte, che vi posso
+ trovare luogo fermo. — Né cavalieri, né baroni, né conti, né re
+ possono dire ciò».
+
+ Son. IX, v. 10. Tolgo il «via», che avevo messo nella precedente
+ ediz., perché, oltre che non necessario pel senso, non è in L.
+
+ v. 14: «dará li cura». Non occorre allontanarsi da L, che ha
+ «dara li cura», per render piú chiaro il senso e cambiare «li»
+ in «la», come feci nell'ediz. del 1907. Ma, prendendo «li» come
+ pleonasmo, il senso corre assai bene.
+
+
+II
+
+SI. GUI. DA PISTOIA
+
+Nonostante le piú diligenti ricerche, non ho potuto rintracciare chi
+mai sia questo antico rimatore: forse è Simbuono o Siribuono giudice,
+da Pistoia, a cui qualche cod. attribuisce due canzoni: «Spesso di
+gioia nasce ed incomenza» e «S'eo per cantar potesse convertire?».
+Certo è che il nome di Siribuono non è raro nei documenti pistoiesi.
+
+I due sonetti sono nel Laurenziano-Rediano 9.
+
+ Son. I, v. 2: «el me' piace». Correggo la mia vecchia ediz.,
+ attenendomi ad L e intendendo: «Ciò che mi piace [il mio
+ piacere] t'assegna me e il mio».
+
+ Son. II, v. 2. Mi attengo fedelmente ad L, correggendo la mia
+ ediz.
+
+ vv. 1-5. Anche qui credo che bisogni attenersi ad L, perché
+ chiaro corre il senso: «Perché, Iddio, ti compiacesti di donarmi
+ gioia con ogni bene?».
+
+
+III
+
+LEMMO ORLANDI
+
+Lemmo di Giovanni d'Orlando appartenne a famiglia popolana pistoiese
+derivata da Carmignano, castello che i pistoiesi avevano tolto ai
+fiorentini. Nacque da un Giovanni di Rolando di Oddo intorno al 1260.
+Nel 1283 condusse in moglie una certa Sobilia, da cui ebbe due figli,
+Vanni e Frosina. Fu, a quel che pare, a Bologna con alcuni mercanti,
+per la maggior parte toscani, nel 1284. Morí, poco più che trentenne,
+non molto prima del 6 gennaio 1294 (v. i miei _Rimatori_, p. LV sgg. e
+_Per la storia letter. del secolo XIII_, nel _Libro e la stampa_, VI,
+fasc, IV e VI).
+
+Assai meno oscuro e artificioso di Meo Abbracciavacca, egli, pur
+ritenendo ancora della scoria guittoniana, provenzaleggia talvolta; ma
+si fa piú chiaro, meno prezioso. Delle sue rime deve esser piaciuta
+assai a' suoi tempi la cobbola «Lontana dimoranza», e ciò prova
+non solo il fatto che non son pochi i codici che la contengono, ma
+l'averla messa in musica Casella. Le due prime canzoni sono nel
+Laurenziano-Rediano 9, la terza è nel Vaticano 3214 e nel Riccardiano
+2846.
+
+ Canz. I, vv. 2-4: «fa'» e «ha'». Cosí interpetro, poiché è certo
+ che in tutta la strofa il poeta parla in seconda persona ad
+ Amore.
+
+ v. 13: «e'». Ho aggiunto l'apostrofo, perché è qui molto
+ naturale questo «e'» = «egli» pleonastico.
+
+ v. 20. Pongo un punto e virgola dopo «mei» e muto il «che» in
+ «ché», perché è certo che il senso cosí corre meglio.
+
+ v. 34: «com'». Muto pel senso il «con» di L in «com'».
+
+ v. 39. Com'è in L, il verso è falso: «Movet'ormai a merzede».
+
+ v. 48: «fior' e di nobeltate». Cosí L, e, anche per cagione di
+ senso, mi attengo a questo codice.
+
+ Canz. II, vv. 34-5. Ho adottata la punteggiatura del Valeriani,
+ perché in tal modo il v. 34 spiega come «sua vista era cangiata»
+ verso di lui.
+
+ v. 56: «n'ha dato lei». Cosí ha L, e cosí credo si debba
+ leggere, e non «n'ha dato a me», come posi nella mia antica
+ ediz., tratto in errore dal Valeriani, che aveva rabberciato il
+ passo con un «m'ha dato».
+
+ v. 61: «Ché grave 'n lui». Pongo dinanzi a «lui» un «'n», che è
+ in L e che avevo soppresso nella mia precedente edizione.
+
+ Canz. III, v. 10. Per questo verso adotto, sebbene non sia nei
+ codici, la buona lezione data dal NANNUCCI nel suo _Manuale_.
+
+ v. 14: «dolere». Cosí deve certamente leggersi per necessità di
+ rima.
+
+
+IV
+
+PAOLO LANFRANCHI
+
+Un Paolo Lanfranchi da Pistoia, che è certamente il rimatore, perché
+nessun altro di questo nome apparisce in documenti pistoiesi, fu dal
+febbraio all'ottobre del 1282 a Bologna; vi era ancora il 21 gennaio
+del 1283 (v. il mio art. cit. nel _Libro e la stampa_, p. 144). Di lá,
+molto probabilmente, visitò insieme con Guiraut Riquier e Folquet de
+Lunel la corte di Pietro III d'Aragona nel 1283 o nel 1284. Alla corte
+di quel re, e precisamente fra il 1283 e il 1285, anno in cui morí
+Pietro III, scrisse il sonetto in provenzale: _Valentz segneur_. Piú
+tardi, dalla Spagna fece ritorno in Pistoia, donde fu bandito per
+violenze private nel 1291 (v. i miei citt. _Studi e ricerche_,
+estr. dal _Bull. stor. pist._, XII, 44). Pare che fosse ancora a
+Bologna nel 1295 (v. nel _Libro e la stampa_, nell'_Appendice_).
+Appartenne a una famiglia di mercanti.
+
+Degno di particolare attenzione è il suo sonetto provenzale, perché
+esso e i due di Dante da Maiano, sono i soli che si abbiano in quella
+lingua.
+
+Nelle poesie italiane rifugge dagli artifici, e fa versi facili e
+talvolta anche armoniosi. Nel son. «Un nobel e gentile imaginare» si
+sente sincero, sebbene crudo, il realismo della poesia popolare.
+Qualche sonetto è di argomento politico: pare che vi si alluda alla
+caduta della fortuna di Carlo d'Angiò: cosicché da questi suoi versi
+sembrerebbe che il Lanfranchi fosse stato di parte ghibellina.
+
+Il sonetto provenzale è nel Laurenziano XLI, 42 (L), i sonetti
+italiani sono nel Barberiniano XLV, 47 (oggi Vaticano 3953) (B) e due
+nell'Estense X, B, 10 (E).
+
+ Son. II, v. 2: «gira e volge». Correggo cosí la mia antica
+ ediz., mantenendomi fedele a B.
+
+ v. 5. Credo bene attenermi a B, abbandonando la lezione data dal
+ BAUDI DE VESME, che per il primo stampò questi sonetti: soltanto
+ tolgo il «che» di B dinanzi a «tu 'l sai», e pongo «ora» e non
+ «or» per necessità di verso.
+
+ v. 7. Anche qui mi attengo a B, che dá un senso piú chiaro della
+ lezione da me seguita nella precedente edizione.
+
+ Son. III, v. 8. Veramente B ha «fa de mio amore, eo»: ma credo
+ che, dividendo opportunamente, si debba leggere «de mi, o
+ amore», e, correggendo la forma veneta «de mi» in «di me», venga
+ fuori la lezione semplice e chiara «fa' di me, o Amor, ciò».
+
+ Son. IV, v. 10. Come è nel ms., il verso manca d'una sillaba:
+ per compierlo v'aggiungo il «si» innanzi a «sta».
+
+ Son. VI, v. 2. Tolgo il «de», che avevo creduto di aggiungere in
+ principio del verso, come non necessario.
+
+ v. 12: «con te». Veramente B ha «cum ti», che è forma veneta (si
+ ricordi che quel codice fu scritto da Niccolò de Rossi
+ trivigiano), la quale agevolmente si può correggere in «con te».
+
+ Son. VII, v. 3: «no el ghiaccio». Cosí mi permetto di correggere
+ leggermente B, per ottenere la misura del verso.
+
+ v. 11: «transformormi». Cosí correggo, accettando la proposta
+ fatta nella sua recensione alla mia ediz. dal DE GERONIMO;
+ intendendo come egli dice: «Dio e la natura erano irati, quando
+ mi crearono e mi fecer diverso da ogni creatura».
+
+ v. 12. Anche qui accetto la spiegazione del DE GERONIMO: «Il
+ rimatore, indispettito che Dio e la natura l'abbiano forse
+ creato, in un momento d'ira — Il loro — ei dice — quel
+ ch'essi poteano non gittarono in egual misura di quel ch'io
+ possa gettar via, e l'anima, che mi dettero chiara e pura, non
+ la riavranno essi giammai». —
+
+ Son. VIII, v. 4: «nota». Sospetto che debba dire «rota», cioè
+ s'affatica seguendo il girare della ruota per arrivare al sommo
+ di essa.
+
+
+V
+
+MEO DI BUGNO
+
+Pare sia stato figlio di un Bugno di Napoleone, che nel 1284 fu
+bandito da Pistoia e che, tornato dall'esilio, fu nel 1287 del
+Consiglio del popolo per il quartiere di Porta S. Andrea; e credo sia
+proprio l'antico rimatore quel «_Muccius_ (o _Bartromuccius_) _filius
+Bugni Napoleonis_», che il 21 marzo 1282 fu condannato per essere
+entrato a viva forza in una casa in Ripalta (v. i _Rimatori_, pp.
+LXVI-LXVIII e gli _Studi e ricerche_, pp. 40-41).
+
+Il suo unico sonetto ha qualche sapore di poesia popolare: è un
+sonetto di «noia» e vi si lamenta delle sue disavventure. È nel
+Barber. XLV, 47, oggi Vaticano 3953 (B) e nel R. Archivio di Stato di
+Venezia, _Deliberazioni del Maggior Consiglio, Comune I_. Io mi sono
+attenuto a B., correggendo il testo dato dal GUALANDI (_Accenni alle
+origini della lingua e della prosa italiana_, p. 17).
+
+
+
+
+GLOSSARIO
+
+
+_adastare_ — stare, rimanere.
+
+_adesso_ — subito (prov. _ades_).
+
+_adistato_ — eccitato.
+
+_aggio_ — ho.
+
+_aigua_ — acqua.
+
+_aldo_ — audo, odo (lat. _audio_).
+
+_alegge_ (s') — elegge (s').
+
+_alungi_ — allunghi, allontani (prov. _alonger_).
+
+_apprisa_ — presa.
+
+_asaggio_ — saggio, assaggiamento.
+
+_asizo_ — posto (prov. _asiz_).
+
+_asseduto_ — assediato.
+
+_attessa_ — affanno, tormento.
+
+_autro_ — altro.
+
+_avallo_ — cado in valle, m'abbasso, mi scoraggio.
+
+_avegna_ — avvenga.
+
+_aviso_ — avviso, opinione; _dico di aviso_ — cosí mi sembra.
+
+
+_barnaggio_ — baronaggio, signoria.
+
+_bassenza_ — bassezza.
+
+
+_caggiuto_ — caduto.
+
+_certanza_ — certezza.
+
+_cherere_ — chiedere (lat. _quaerere_).
+
+_chero_ (sost.) — domanda.
+
+_chi, chine_ — che.
+
+_clamare_ — chiamare (lat. _clamare_).
+
+_clero_ — chiaro; _cosa clera_ — il viso dell'amata.
+
+_coi_ — cuoi.
+
+_comando_ (sost.) — chi comanda (l'astratto per il concreto).
+
+_como_ — come.
+
+_compagna_ — compagnia.
+
+_coraggio_ — cuore (prov. _coratge_).
+
+_coral_ — che viene dal cuore (agg. da _core_).
+
+_corneggiato_ — colpito con le corna.
+
+_crudero_ — crudele.
+
+
+_desirare_ — desiderare (prov. _dezirer_).
+
+_dimoranza_ — dimora.
+
+_dimostranza_ — dimostrazione.
+
+_disacquista_ — perde ciò che aveva acquistato.
+
+_disdetto_ — ritrattazione.
+
+_diservire_ — mal servire.
+
+_disfallo_ — libero dal fallo commesso.
+
+_dispero_ (sost.) — disperazione.
+
+_doblata_ — raddoppiata (prov. _doblar_).
+
+_dobblanza_ — doppiezza, infingimento, incertezza.
+
+_dolze_ (agg.) — dolce.
+
+_dota_ — dote. Al v. 8 del son. III del Lanfranchi: «e d'ogni
+estremitá li dá sua dota», intenderei: «ad essa (la ruota della
+fortuna) regala («li dá sua dota») ogni estremo male».
+
+_dra_ — contrazione da _derá_, _dará_.
+
+
+_emaginare_ — immaginare.
+
+
+_fallenza_ — fallo (prov. _falhensa_).
+
+_falligione_ — fallo, errore.
+
+_fedele_ — fidente, sicuro.
+
+_fenire_ — finire.
+
+_ferneticare_ — farneticare.
+
+_fier_ — ferisce.
+
+_fio_ — feudo.
+
+_fini_ — finisci.
+
+_finimento_ — fine.
+
+_for'_ — senza; _for' fallenza_ — senza fallo.
+
+
+_guardo_ — custodisco.
+
+_guigliardon_ — guadagno.
+
+
+_inanza_ — avanza (prov. _enantir_).
+
+_in nel_ — nel.
+
+_intensa_ (anche _intendimento_) — inclinazione amorosa (prov.
+_entensa_ o _entendemens_).
+
+_intervallo_ — momentaneo allontanamento.
+
+_intiza_ — persona amata.
+
+_ismisuranza_ — dismisura.
+
+_istrano_ — m'allontano.
+
+_iusto_ — giusto (lat. _iustus_).
+
+
+_lane_ (avv.) — lá.
+
+_larga_ (è da) — è lontano.
+
+_leai_ — leali.
+
+_leggero_ (avv.) — leggermente.
+
+_loco_ (avv.) — qui.
+
+_lui_ (dat.) — a lui.
+
+
+_maginare_ — immaginare, aver nella mente.
+
+_mainera_ — maniera; _prender mainera_ — prender norma.
+
+_mano_ ('n) — in balía.
+
+_membre_ (da membrare) — ricordivi.
+
+_meretria_ — meriterei; _merteria voi_ — meriterei presso di voi.
+
+_messaggio_ — messaggiero.
+
+_meve_ — me.
+
+_mevi_ — a me.
+
+_mezore_ — maggiore.
+
+_miradore_ — specchio, esempio (prov. _mirador_).
+
+_mistero_ — mezzo.
+
+
+_natura_ — naturale sentimento.
+
+_nobel_ — nobile.
+
+_nonde_ — non ne.
+
+_norma_ — modo, regola.
+
+
+_obbriare_ — obliare.
+
+_obrianza_ — oblianza, oblío.
+
+_ostrero_ — nemico, demonio.
+
+
+_pagentero_ — benigno.
+
+_pareglio_ — pari, simigliante.
+
+_paro_ — paio, sembro.
+
+_partuta_ — parte.
+
+_patarino_ — paterino (eretico).
+
+_persò_ — perciò.
+
+_piacere_ — volontà.
+
+_pietanza_ — pietà.
+
+_piò_ — piú.
+
+_plagere_ (sost.) — piacere.
+
+_plageria_ — piacerebbe.
+
+_poderoso_ — colui che può, e anche possente, ricco (prov. _poderos_).
+
+_poggia d'onor_ — fa maggiore onore, sale in onore.
+
+_poi_ — poiché.
+
+_poi che_ — sebbene.
+
+_porea_ — potrebbe.
+
+_porte_ — porto.
+
+_posi_ — si può.
+
+_prefondo_ — profondo.
+
+_priso_ — preso.
+
+_privado_ — familiare.
+
+_proferto_ (ho) — mi sono espresso.
+
+
+_quida_ — quieta.
+
+
+_rancura_ — dolore.
+
+_regno_ (verbo) — duro (prov. _renhar_).
+
+_reo_ — re.
+
+_reparo_ — riparo.
+
+_risprende_ — risplende.
+
+_rivera_ — stanza.
+
+
+_saggio_ (avv.) — saviamente.
+
+_scur_ (avv.) — oscuramente.
+
+_sembianza_ — apparenza.
+
+_semblante_ (per) — per somiglianza (prov. _per semblansa_).
+
+_sentenzia_ — spiegazione.
+
+_sentore_ — sentimento.
+
+_sentuta_ — sentimento; _non voglio mia sentuta_ — non son padrone del
+mio sentimento.
+
+_será_ — sará.
+
+_siguro_ — sicuro.
+
+_smirata_ — smisurata.
+
+_soffrenza_ — sofferenza, paziente attesa.
+
+_sofrente_ — sofferente.
+
+_somegli_ (me) — mi sembri.
+
+_sormontare_ — innalzare.
+
+_sove_ — sovviene, soccorre.
+
+_soverchianza_ (montare in) — diventare orgoglioso.
+
+_spera_ — speranza.
+
+_spero_ — specchio.
+
+_stallo_ — dimora; _a fermo stallo_ — in dimora ferma, fermamente,
+immutabilmente.
+
+_stande_ — starne.
+
+_storma_ — s'allontana dalla torma, s'allontana.
+
+_strado_ — esco di strada.
+
+_Strettoia_ — immaginario nome di paese, che vuole alludere alle
+strettezze in cui il poeta si trovò a Pistoia.
+
+_strove_ — trova.
+
+_suoi_ — suoli, sei solito.
+
+
+_tardo_ (avv.) — tardi.
+
+_torma_ — schiera.
+
+_trabuccare_ — traboccare, cadere.
+
+_turba_ (verbo) — produce turbamento.
+
+_tuttora_ — sempre.
+
+
+_vallo_ — valle.
+
+_veduta_ — oggetto che si vede, figura, immagine.
+
+_veggi_ — vedi.
+
+_veglia_ — vecchia.
+
+_venegli_ — convenegli, gli conviene.
+
+_venme_ — vennemi, mi venne.
+
+_veo_ — vedo.
+
+_vertá_ — veritá (prov. _vertatz_).
+
+_visaggio_ — viso.
+
+_visii_ — cose vedute.
+
+_vo'_ — voi, a voi, vi.
+
+_vorestu_ — vorresti tu.
+
+_vorrea_ — vorrei.
+
+
+
+
+II
+
+RIMATORI LUCCHESI
+
+A CURA DI AMOS PARDUCCI
+
+
+
+
+I
+
+BONAGIUNTA ORBICCIANI
+
+
+CANZONI
+
+
+I
+
+È colpito dalla sventura; ma non perciò tralascerá di cantare la gioia
+che gli viene a mancare.
+
+ Avegna che partensa
+ meo cor faccia sentire
+ e gravozi tormenti sopportare,
+ non lasseragio sensa
+ dolse cantare e dire 5
+ una cusí gran gioia trapassare.
+ E rallegrare — altrui cosí feraggio
+ del meo greve damaggio,
+ per pianto in allegressa convertire;
+ siccome la balena 10
+ di ciò che rende e mena
+ la parte lá, u' dimora, fa gioire.
+
+ La gioi', ch'eo perdo e lasso,
+ mi strugge, mi consuma,
+ come candela ch'al foco s'accende. 15
+ E sono stanco e lasso;
+ meo foco non alluma,
+ ma quanto piú ci afanno men s'apprende.
+ E non risprende — alcuna mia vertude:
+ avanti si conchiude, 20
+ siccome l'aire quando va tardando;
+ e come l'aigua viva
+ ch'alor è morta e priva
+ quando si va del corso disviando.
+ Disvio sí che bene 25
+ sentor di me no aggio,
+ non saccio com'eo vivo sí gravozo.
+ Oh Deo! che non m'avene
+ com'al leon selvaggio,
+ che tutto tempo vive poderozo 30
+ e odiozo — sensa pietate,
+ acciò che 'n veritate
+ lo meo greve dolor mostrar potesse
+ e la mia pena agresta
+ per opra manifesta, 35
+ perché la gente mei me lo credesse?
+ Credo che non feráe
+ lontana dimoransa
+ lo core meo, che tanta pena dura:
+ mentre che viveráe 40
+ será fòr di speransa
+ d'aver giamai solasso né ventura.
+ Ma se natura, — che nd'ha lo podere,
+ n'avesse lo volere,
+ appena mi poría donar conforto. 45
+ Como l'augel che pia,
+ lo me' cor piange e cria
+ per la malvagia gente, che m'ha morto.
+ Morto fuss'eo pertanto
+ o nato non fuss'eo 50
+ o non sentisse ciò ch'eo veggo e sento;
+ perché 'l meo dolse canto
+ amar mi torna e reo
+ e in erransa lo innamoramento!
+ Ma 'l bon talento — ch'aggi' e 'l cor gioioso 55
+ plagente ed amoroso,
+ como la uliva non cangia verdura,
+ non cang'eo per ragione
+ di fina 'ntensione,
+ ancor mi sia cangiata la figura. 60
+
+
+II
+
+Rinasce all'amore, perché la donna sua lo esorta a sperare.
+
+ Fina consideransa
+ m'ha fatto risentir, ch'avea dormuto,
+ de lo gioiozo meo innamoramento.
+ Com'omo mentre avansa,
+ che cela lo procaccio e stanne muto 5
+ non s'atutasse per dimostramento,
+ eo non lo celeraggio in tal mainera
+ ch'io n'aggia riprendensa per ragione,
+ ma sí che 'n allegransa lo meo dire
+ si possa convertire. 10
+ celando per l'autrui riprensione,
+ canteragio de la mia gioia intera.
+ Acciò, se in allegransa
+ e 'n gran conforto e in gioi' mi rimuto,
+ non è contra diritto insegnamento; 15
+ ché l'omo fòr d'eransa,
+ sentendosi di gran guiza arriccuto,
+ ben dé' portar gioiozo lo talento.
+ E io porto gioiozo core e cèra,
+ e corpo e mente e tutta pensagione 20
+ per quella ch'amorozo mi fa gire,
+ in cui si pòn gradire
+ bellesse di sí gran divizione,
+ como l'oscuro in verso la lumera.
+ Cosí la disiansa 25
+ verrá compíta, e non será smarruto
+ lo mio acquistar per folle pensamento,
+ ché la dismizuransa
+ (ed ha lo core tanto combatuto)
+ non mi dará gravozo movimento. 30
+ E se la gioia non torna guerrera,
+ faraggio ricca la mia intensione
+ e tutto tempo giammai non partire:
+ cosí sensa fallire
+ seraggio fòre de la condissione, 35
+ ch'a li amadori è forte crudera.
+ Ed è la sua plagensa forte e fèra
+ di gran guiza, che fra la pensagione
+ ne nasce erransa e fálla dismarrire,
+ vedendola partire, 40
+ e me medesmo dá per istagione
+ una semblansa, che mi pare spera.
+
+
+III
+
+Sulla natura dell'onore e del piacere.
+
+ Similemente onore
+ como 'l piacere,
+ al meo parere,
+ s'acquista e si mantene;
+ e ambur hano un core 5
+ e un volere,
+ como savere
+ a li bon si convene.
+ Donqua dirá l'on: — Come
+ amburo han piú d'un nome, 10
+ da poi che 'nsieme
+ son d'una speme
+ e d'un volere e d'uno intendimento? —
+ Però che son du' cose
+ in un voler conchiose: 15
+ dal piacer vène
+ in prima 'l bene,
+ und'onor cresce, ch'è suo compimento.
+ In prima che 'l piacere
+ è l'obedire, 20
+ unde 'l servire
+ si move ogna stagione;
+ e non è alcun savere
+ da piú saglire
+ sensa 'l sufrire 25
+ per nessuna cagione.
+ Che 'l sofferire è tale,
+ e tanto monta e vale,
+ che fa compire
+ ogni volire 30
+ e d'ogni bene è somma e sentensa.
+ Chi non è sofferente
+ non può esser piacente,
+ né può montare
+ in grande affare. 35
+ Cotanto vien da fina canoscensa!
+ Cannoscensa si move
+ da senno intero,
+ corno dal cero,
+ quand'arde, lo sprendore, 40
+ e tutte cose nòve
+ di stato altèro
+ di le' nascêro
+ e nasceno a tutt'ore.
+ A la sua signoria 45
+ si regge cortezia,
+ tutta larghessa,
+ tutta prodessa,
+ pregio e leansa e tutto valimento.
+ Quel corpo lá u' si cria 50
+ giammai non falleria
+ né per ricchessa,
+ né per grandessa,
+ tanto lo guida fino insegnamento.
+ Tant'è l'om da pregiare 55
+ di canoscensa
+ e di valensa
+ quant'opra per ragione;
+ e tant'è da blasmare
+ quant'ha potensa 60
+ e intendensa
+ e non fa messione
+ per venire in orransa,
+ in lontana contansa,
+ e per potere 65
+ tra i bon capére
+ e conquistar l'onor, che s'abandona
+ per la dismizuransa
+ de la malvagia uzansa,
+ che fa valere 70
+ poco d'avere
+ piú che bontá u pregio di persona.
+ Se l'onor vi parlasse,
+ signor, ch'andate
+ e cavalcate 75
+ a guiza di maggiori,
+ non sría chi l'aspettasse,
+ se ben guardate
+ quel ch'operate
+ ver' lui nei vostri cori. 80
+ . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . .
+
+
+IV
+
+Si consola per aver ottenuto ciò che desiderava.
+
+ Fin amor mi conforta
+ e lo cor m'intalenta,
+ madonna, ch'io non penta,
+ di voi s'io innamorai.
+ Membrando ciò che porta, 5
+ la vita n'è contenta,
+ avegna ch'io ne senta
+ tormenti pur asai.
+ Ca primamente amai
+ per ben piacere al vostro signoragio 10
+ d'aver fermo coragio,
+ a ciò ch'io per fermeze non dottasse
+ che'l meo lavor falsasse;
+ ché ch'incomenza mez'ha compimento,
+ se sa perseverare lo suo adoperamento. 15
+ Ed io perseverando
+ la ricca incuminzanza,
+ condutt'ho la speranza,
+ al giorno ch'io sperava.
+ Non credo dispresiando 20
+ che voi contra onoranza
+ cometesse fallanza,
+ ch'io no la domandava;
+ ca ciò ch'io disiava
+ non era fòr di bono intendimento, 25
+ ma vostro acrescimento.
+ Né a bona donna non si disconvene,
+ s'amor la sforza bene;
+ ché tal val molto che nulla varia,
+ per innamoramento di donna, che golía. 30
+ Und'eo no mi dispero
+ di ciò ch'amor mi face,
+ ca guerra no ha pace
+ né amor conoscimento.
+ Se non ho ciò che chero, 35
+ farò come chi tace
+ la cosa che li spiace
+ per fino intendimento.
+ E si serò contento
+ cosí del male e de le gravi pene 40
+ come sería del bene;
+ ch'Amor ha in sé ben tanto signoragio,
+ che mi pò dar coragio;
+ e l'ire e l'ane e le pene e la noia
+ mi poría ritornare a suo piacere in gioia.
+
+
+V
+
+Lodi della sua donna.
+
+ Novellamente amore
+ d'una donna piacente
+ mi rallegra e mi conforta,
+ da poi che 'l suo valore
+ mi s'ha fatto servente; 5
+ che cotanto preso porta
+ d'esser la meglio acorta — tuttavia
+ di null'altra che sia,
+ la cui alta piacensa
+ divisando non si pensa. 10
+ Ell'è quella c'ha morta — villania,
+ l'orgoglio e la follia;
+ e senno e caunoscensa
+ da colei prende crescensa.
+ La beltá, che mantene, 15
+ se pare in nulla parte.
+ ogn'altra beltá dispare;
+ chi piú mente la tene,
+ piú fatta par per arte,
+ tuttora piú bella pare. 20
+ E lo suo risguardare — gaio e gente,
+ cui colpa, cuoce e sente
+ di sí dolce ferita
+ che nde cresce gioia e vita;
+ e piú per lo parlare — suo piacente 25
+ 'nnamora tutta gente;
+ cosí è ben partita
+ ch'a dir non sería finita.
+ Per lo piacer m'ha vinto,
+ per lo parlar distretto, 30
+ per l'operare conquiso,
+ per la beltá m'ha cinto,
+ che 'l core da lo petto
+ pare che mi sia diviso,
+ com'albore succiso — con catene. 35
+ La sua vertute bene
+ vive in tale manera
+ ca, vivendo, par che pèra.
+ Ma l'amoroso viso, — che mi tene
+ in sospiri e in pene, 40
+ non credo che soffèra
+ che per lui morte mi fèra.
+
+
+VI
+
+Ama la sua donna, della quale loda le virtú; ma non ha coraggio di
+manifestarle il suo amore.
+
+ Gioia né ben non è senza conforto
+ né senza ralegranza,
+ né ralegranza sanza — fino amore:
+ rason è chi venir vole a bon porto
+ de la sua desianza 5
+ che in amoranza — metta lo suo core;
+ ché per lo flore — spera l'omo frutto
+ e per amor ciò ch'è disiderato.
+ Perché l'amore è dato
+ a gioia e a conforto senza inganno; 10
+ ché, se patisse inganno, — fôra strutto
+ lo ben d'amor, che tanto è conservato,
+ né fôra disiato
+ s'avesse men di gioia che d'afanno.
+ Tant'è la gioia, lo preso e la piacenza, 15
+ la 'ntendenza — e l'onore
+ e lo valore — e 'l fino 'nsegnamento,
+ che nascon d'amorosa caunoscenza,
+ che differenza — amore
+ no è prenditore — da vero compimento. 20
+ Ma fallimento — fôra a conquistare
+ senza affanare — cosí gran dilettanza,
+ ca per la soverchianza
+ vive in erranza — quel che s'umilia.
+ Chi gio' non dia — non pò gioia aquistare, 25
+ né bene amare — chi non ha in sé amanza,
+ né compir la speranza
+ chi no lassa di quel che piú disia.
+ Perché sería fallire a dismisura
+ a la pintura — andare 30
+ chi pò mirare — la propria sustanza;
+ ché di bel giorno vist'ho notte scura,
+ contra natura, — fare
+ e traportare — lo bene in malenanza.
+ Unde bastanza — fôra, donna mia, 35
+ se cortesia — mercede in voi trovasse,
+ che l'afanno passasse
+ e ritornasse — in gioia e in piacere,
+ ché troppo sofferére — mi contraría;
+ com'om, ch'è 'n via — per gir, che dimorasse 40
+ e 'nanti non andasse
+ né ritornasse — contra suo volere.
+ Volere agio e speranza d'avanzare
+ lo meo cominciamento
+ per tal convento — ch'eo voi sia in piacere. 45
+ E ben volesse a reto ritornare,
+ contra lo meo talento,
+ né valimento — n'agio né podere.
+ Cosí mi fère — l'amor, che m'ha priso
+ del vostro viso — gente e amoroso, 50
+ per cui vivo gioioso,
+ e disioso — sí ch'eo moro amando!
+ E ciò ch'eo dico nullo dir m'è aviso,
+ sí m'ha conquiso — e fatto pauroso
+ l'amore, ch'agio ascoso, 55
+ piú ch'eo non oso — dire a voi, parlando.
+
+
+VII
+
+Dopo aver parlato della lotta, che combatte per la sua donna disserta
+sul ben fare e sulla follia.
+
+ Sperando lungamente in acrescenza
+ trar contendenza — d'alto signoragio,
+ che mi dá tal coragio
+ ch'ogn'altr'om i' ne credo sovrastare,
+ di ben servir mi dona caunoscenza, 5
+ che da ubidenza — nat'è per lignagio.
+ E non è alcun paragio,
+ che a l'ubidir si possa asimigliare,
+ però che fa l'om fin preso aquistare
+ e 'navanzare, e nascende onoranza 10
+ e ricca nominanza.
+ Servire e ubidenza
+ vegnon da cognoscenza;
+ di caunoscenza non è dubitato
+ che nasce per fin senno ed è provato. 15
+ Da senno ven largheza, e cortesia
+ oblia — torto, orgoglio e scaunoscenza
+ e tutt'altra fallenza,
+ che per rasion potesse dispiacere.
+ E chi ben fa non usa villania, 20
+ né follia — comporta sofferenza;
+ ed è matta credenza
+ che l'un coll'altro possa sofferére,
+ però che son diversi di valere;
+ ché l'un val pregio, unde s'aquista amore, 25
+ e l'altro disamore.
+ Però han diversitate
+ e contrarietate;
+ ché l'un contrar' per l'altro si disvia,
+ come per morte vita tuttavia. 30
+
+
+VIII
+
+Lodi dell'amore: prega madonna che lo voglia amare.
+
+ Uno giorno aventuroso,
+ pensando in la mia mente
+ com'amor m'avea inalzato,
+ i' stava com'om dottoso,
+ da che meritatamente 5
+ non serve a chi l'ha onorato.
+ Però vòlsi cantare
+ lo certo affinamento,
+ perché l'amor piú flore
+ e luce e sta 'n vigore 10
+ di tutto piacimento,
+ gioia tene in talento
+ e fa ogn'atro presio sormontare.
+ Montasi ogne stasione,
+ però fronde e fiore e frutta, 15
+ l'afinata gioi' d'amore;
+ per questa sola rasione
+ a lui è data e condutta
+ ogne cosa, c'ha sentore:
+ sí come par, li auselli 20
+ chiaman sua signoria
+ tra lor divisamente
+ tanto pietosamente,
+ e l'amorosa via
+ commenda tuttavia 25
+ perché comune vòlse usar con elli.
+ Donqua, la comune usanza
+ ha l'amor cosí agradito,
+ che da tutti 'l fa laudare.
+ Gentil donna, pietanza 30
+ inver' me, che so' ismarito
+ e tempesto più che mare.
+ Non guardate in me, fina;
+ ch'eo vi son servidore:
+ tragete simiglianza 35
+ da l'amorosa usanza,
+ che da piciolo onore
+ ingrandisce talore,
+ e 'l ben possente a la stasion dichina.
+
+
+IX
+
+Si rallegra pensando alla gioia che spera d'avere.
+
+ Infra le gioi' piacenti
+ considerando sono
+ a ciascuno amadore
+ li dolci intendimenti,
+ unde si move dono, 5
+ che merita l'amore.
+ Ed io n'agio lo core — cosí temente
+ per voi, che 'nfra la gente
+ siete como diamante precioso,
+ fra l'altre gieme tanto grazioso. 10
+ Sí graziosa appare
+ a la mia percepenza
+ la gio', che 'l core spera,
+ deo considerare
+ con senno e con piacenza 15
+ sí com'eo l'agia intera,
+ e no lassar maniera — che sia laudata
+ per me, ch'è straniata.
+ Sí fort'è l'amoroso intendimento
+ ch'eo nol pozo celar com'eo lo sento. 20
+ Sentomi sí gioioso
+ quando mi penso bene
+ la gio', ch'eo degio avere,
+ vivonde coragioso
+ ch'a lo core mi vène 25
+ un sí fèro volere,
+ che mi tolle'l savere — e l'entendanza;
+ cotant'è l'abondanza
+ de l'amoroso foco, che m'incende,
+ membrando l'alta gio', che 'l core atende. 30
+ Atendo di compire,
+ e vado sogiornando
+ in questo mio viagio;
+ e s'eo per tosto gire
+ potesse, come stando, 35
+ compier lo meo coragio,
+ farea questo passagio — in tal manera,
+ che falcon di rivera
+ apena credo ch'avanti mi gisse
+ per fin che 'l meo viagio si compisse. 40
+ Compíta, amorosa,
+ avenente, cortese
+ donna delle migliori,
+ per cui mi è gioiosa
+ la contrada luchese, 45
+ apareno li fiori
+ inver' li nostri amori, — che son cotanti;
+ li amorosi sembianti
+ continuati son di gio' compíta,
+ che no mentisce l'amorosa vita. 50
+
+
+X
+
+Non ha l'amore della sua donna e vorrebbe dimenticarla: non essendogli
+ciò possibile, invoca da lei la fine dei suoi mali.
+
+ Quando apar l'aulente fiore,
+ lo tempo dolze e serino,
+ gli auscelletti infra gli albóre
+ ciascun canta in suo latino:
+ per lo dolze canto e fino 5
+ si confortan gli amadore,
+ quegli ch'aman lealmente.
+ Eo lasso no rifino
+ per quella che 'l meo core
+ va pensoso infra la gente. 10
+ Per quella, che m'ha in ballía
+ e m'ha d'amore conquiso
+ vo pensoso nott'e dia,
+ per quella col chiaro viso:
+ co' riguardi e dolce riso 15
+ m'ha lanciato e mi distringe
+ la piú dolze criatura.
+ Lasso! quando m'ebe priso
+ d'amor tutor mi s'infinge,
+ pare di me non ha cura 20
+ Cogli sguardi m'ha conquiso,
+ parlando ond'io mi doglio,
+ lasso! quando m'ebe priso;
+ or mi va menando orgoglio.
+ Adunque partir mi voglio 25
+ d'Amore e di suo servire
+ e de li falsi riguardi,
+ e fare ciò ch'io non soglio
+ ..... mantenire
+ per quella, che tuto m'ardi. 30
+ Ben me ne voría partire
+ s'unque lo potesse fare;
+ m'adoblaran li martíre,
+ non ne poría in ciò campare.
+ Adunqua mi conven stare 35
+ a la sua dolze speranza
+ e non essere argoglioso,
+ ma tutor merzé chiamare:
+ forse ne verá pietanza
+ quella, c'ha 'l viso amoroso. 40
+ Canzonetta dolze e fina,
+ va', saluta la più gente;
+ vann'a quella, ch'è regina
+ di tuti gl'insegnamente.
+ Da mia parte t'apresente, 45
+ e si le chiama merzide
+ che non degia piú sofrire
+ ch'io patisca esti tormente:
+ ca rimembrando m'auzide
+ e d'amor mi fa languire. 50
+
+
+XI
+
+Credeva di non essere amato; ma ha avuto torto. E n'è lietissimo.
+
+ Ben mi credea in tutto esser d'Amore
+ certamente allungiato;
+ sí m'era fatto selvaggio e stranero.
+ Or sento che in erranza era 'l meo core;
+ ché non m'avía ubliato, 5
+ né riguardato il meo coraggio fèro.
+ Poiché servo, m'ha dato, per servire,
+ a quella, a cui grandire
+ si può somma piacenza
+ e somma conoscenza; 10
+ che tutte gioie di biltate ha vinto,
+ sí come grana vince ogn'altro tinto.
+ Tant'allegrezza nel meo core abbonda
+ di sí alto servaggio
+ che m'ha e tiemmi tutto in suo volere, 15
+ che non posa giá mai, se non com'onda,
+ membrando il suo visaggio
+ ch'ammorza ogn'altro viso e fa sparere
+ in tal manera che lá 've ella appare
+ nessun la può guardare, 20
+ e mettelo in errore.
+ Tant'è lo suo splendore
+ che passa il sole, di vertute spera,
+ e stella e luna ed ogn'altra lumera.
+ Amor, lo tempo ch'era senza amanza, 25
+ mi sembra in veritate,
+ ancor vivesse, ch'era senza vita;
+ ch'a viver senza Amor no è baldanza
+ né possibilitate
+ d'alcun pregio acquistar di gioi' gradita. 30
+ Onde fallisce troppo oltra misora
+ qual uom non s'innamora,
+ ch'Amore ha in sé vertode:
+ del vile uom face prode,
+ s'egli è villano in cortesia lo muta, 35
+ di scarso largo a divenir lo aiuta.
+ Ciascuna guisa d'Amor graziosa,
+ secondo la natura
+ che vien da gentil luoco, ha in sé valore,
+ come arbore quand'è fruttiferosa. 40
+ Qual frutto è piú in altura
+ avanza tutti gli atri di savore.
+ Onde la gioia mia passa l'ottíma,
+ quant'è più d'alta cima;
+ di cui si può dir bene 45
+ fontana d'ogni bene;
+ ché di lei sorge ogn'altro ben terreno,
+ come acqua viva che mai non vien meno.
+ Dunque m'allegro certo a gran rasione;
+ ch'io mi posso allegrare, 50
+ poi sono amato ed amo sí altamente.
+ Anzi servir, mi trovo guiderdone
+ sí soave umiliare
+ ver' me, per darmi gioia, l'avvinente.
+ Però più graziosa è la mia gioia 55
+ ca l'aggio senza noia;
+ ché non è costumanza
+ cosí gran dilettanza
+ ch'Amore giá mai desse a nullo amante.
+ Però m'allegro senza simigliante. 60
+ Considerando tutto quel ch'è detto
+ a quel ch'è a dir rispetto,
+ è l'ombra, al meo parere;
+ ché non mi par sapere,
+ se di sua forma parlare volesse, 65
+ che solo un membro laudare compiesse.
+
+
+DISCORDI
+
+
+I
+
+Invita pulzelle e maritate a darsi alla gioia e all'amore.
+
+ Quando vegio la rivera
+ e le pratora fiorire,
+ e partir lo verno ch'era,
+ e la state rivenire,
+ e li auselli in schiera 5
+ cantare e risbaldire,
+ no mi posso sofferire
+ di non farne dimostranza;
+ ch'io agio odito dire
+ ch'una grande allegranza 10
+ non si pò bene covrire,
+ se cotanto s'innavanza!
+ E l'amanza — per usanza,
+ c'ho de la frescura,
+ e li alori, — che de' fiori 15
+ rende la verdura,
+ sí m'incora — e innamora
+ che mi disnatura.
+ Und'io trovo novi canti
+ per solazo degli amanti 20
+ che ne canti — tutti quanti.
+ Chi trova casione
+ fa contra rasione,
+ ch'or'è la stasione
+ di far messione; 25
+ a ciò che sia conforto
+ lo tempo, ch'è passato,
+ di quelle, c'han diporto
+ di core innamorato,
+ che non degia esser morto 30
+ chi di bon cor è amato.
+ Voi, pulzelle,
+ novelle,
+ sí belle,
+ issa vo' intendete; 35
+ maritate,
+ ch'amate
+ istate
+ lungamente sète;
+ dalli amanti 40
+ davanti
+ cotanti
+ piú non v'atenete.
+ Rendete le fortesse,
+ ché noi vegnán per esse: 45
+ non state piú in duresse.
+ Che l'altesse
+ son duresse,
+ che voi dimostrate;
+ e feresse 50
+ e crudellesse,
+ quando disdegnate.
+ Se paresse
+ a voi stesse,
+ or non v'amantate; 55
+ e vivete — in allegranza
+ e compiete — la speranza
+ di color, che n'han fidanza,
+ per l'altèra — primavera;
+ ché 'l tempo è gaudente, 60
+ e la spera — e la cèra
+ chiara de la gente.
+
+
+II
+
+Si lamenta della durezza della donna sua, che un tempo lo aveva fatto
+sperar bene: ha fiducia però ch'ella un giorno muti pensiero.
+
+ Oi, amadori, intendete l'affanno
+ doglioso, che m'avene,
+ che mi convene — una donna servire
+ ed ubidire — sovente;
+ però ch'io l'ho 'n talento 5
+ e penaci la mente
+ e 'l cor ne sta in tormento;
+ e li tormenti e li gravosi dogli,
+ ch'io per suo amor patisco.
+ Non mi faría l'om tanta guisa noia, 10
+ s'io da lei gioia — avesse
+ in vista od in sembiante;
+ ma mostrami duresse
+ quando le son davante.
+ Davante che 'l meo core s'aprendesse 15
+ del suo dolze piagere,
+ mostravami di darmi intendimento.
+ Or m'ha messo 'n arsura,
+ sí ch'io non ho possanza;
+ di me non mette cura. 20
+ Vede se fa fallanza!
+ Ma non falla tanto
+ quella per cui canto,
+ ca s'io fosse santo,
+ sanza il suo volire, 25
+ ch'io no lasasse
+ per ella non pecasse,
+ s'ella m'amasse
+ o mostrasse — piacire.
+ E messire — Ivano 30
+ e 'l dolze Tristano
+ ciascun fue sotano
+ ver' me di languire.
+ S'io languisco,
+ non perisco, 35
+ ma nodrisco — in disianza;
+ vo penando
+ e pensando
+ e chiamando — pietanza:
+ come nave, 40
+ che, soave,
+ che sta in grave — tempestanza.
+ Cotanto amo,
+ che pur bramo
+ d'incarnare infra l'amore: 45
+ sto ne' ramo
+ piú ch'Adamo
+ per lo pome de l'erore.
+ Né non dico,
+ né disdico, 50
+ né non faccio dimostranza
+ né amico,
+ né nemico
+ per la mia dolze speranza.
+ S'eo la sguardo, 55
+ 'ncendo ed ardo,
+ tanto temo no le spiaccia;
+ sí ne 'mbardo
+ ca tuto ardo,
+ par che tuto mi disfaccia. 60
+ Muovi, dansa,
+ per amansa
+ di quella gentil donzella:
+ di' che cansa
+ la speransa, 65
+ se da me piú si rubella;
+ ché mi tiene
+ 'n tante pene
+ ch'io non posso piú durare;
+ ma la spene 70
+ mi mantiene,
+ per ch'io spero di cantare.
+
+
+BALLATE
+
+
+I
+
+Non si vantino le proprie virtú. Dio disperda chi male amministra la
+giustizia.
+
+ Molto si fa biasmare
+ chi loda lo su' afare
+ e poi torn' al niente.
+ E molto piú disvia
+ e cade in gran falenza 5
+ chi usa pur folia
+ e non ha canoscenza:
+ qual om ha piú balía
+ piú dé' aver soferenza
+ per piacer a la gente. 10
+ Molti son che no sanno
+ ben dir, né operare:
+ sed han buon prescio un anno,
+ non è da curuciare;
+ ché tutto torna a danno. 15
+ Falso prescio durare
+ non pora lungamente.
+ Qual om è laldatore
+ de lo su' fatto stesse
+ non ha ben gran valore 20
+ né ben ferme prodesse;
+ ma l'uom, ch'è di buon cuore,
+ tace le su' arditesse
+ ed ède piú piacente.
+ Valor no sta celato, 25
+ né prescio, né prodessa,
+ né omo inamorato,
+ né ben grand'alegressa:
+ come 'l fochio lumato,
+ quando la fiam'ha messa, 30
+ si mossa grandemente.
+ Strugga Dio li noiosi,
+ falsi iscanoscienti,
+ che viven odiosi
+ di que' che son piacenti; 35
+ dinanzi so' amorosi,
+ dirieto son pungenti,
+ com'aspido serpente.
+ Sieden su per li banchi
+ facendo lor consiglio: 40
+ dei driti fanno manchi,
+ del nero bianco giglio,
+ e nonde sono istanchi;
+ und'e' mi meraviglio
+ come Dio lo consente. 45
+ Balata, in cortesia,
+ ad onta de' noiosi,
+ saluta tuttavia,
+ conforta li amorosi:
+ e di' lor ch'ancor fia 50
+ li lor bon cor gioiosi
+ seranno tostamente.
+
+
+II
+
+Varie e tante son le bellezze della donna sua.
+
+ Donna, vostre belleze,
+ ch'avete col bel viso,
+ m'hanno sí priso — e messo in disianza,
+ che d'altra amanza — giá non agio cura.
+ Donna, vostre belleze, 5
+ ch'avete col bel viso,
+ mi fan d'amor cantare.
+ Tante avete adorneze,
+ gioco, solazo e riso,
+ che siete fior d'amare. 10
+ Non si poría trovare
+ né donna, né donzella
+ tanto bella — che con voi pareggiasse,
+ chi lo mondo cercasse — quant'el dura.
+ Dura 'l meo core ardore 15
+ d'uno foco amoroso,
+ che per voi, bella, sento.
+ Tanto mi dá sprendore
+ vostro viso gioioso,
+ che m'adasta il talento. 20
+ S'eo languisco e tormento
+ tutto in gio' lo mi conto,
+ aspettando quel ponto — ch'eo disio
+ di ciò ch'io — credo in voi, gentil criatura.
+ Maritate e pulzelle 25
+ di voi so' 'nnamorate,
+ pur guardandovi mente.
+ Gigli e rose novelle
+ vostro viso aportate
+ sí smirato e lucente. 30
+ Ed eo similemente
+ 'nnamorato son di vue
+ assai piú che non fue — Tristan d'Isolda:
+ meo cor non solda — se non vostr'altura.
+
+
+III
+
+Se il poeta è rimeritato del suo affetto, sará il piú felice tra gli
+amanti.
+
+ S'eo sono innamorato e duro pene
+ secondo che m'avene — sia meritato.
+ Se meritato son per bene amare
+ o per servir l'amore interamente,
+ infra gli amanti giá non avrò pare 5
+ d'aver gio' con disio interamente,
+ ch'eo sono messo tutto in voler fare
+ ciò che pertene a signor bon servente;
+ und'eo spero non essere obliato.
+ Se m'obliaste giá non fôra degno 10
+ voi, cui tant'amo e cui servo m'apello;
+ che serviragio voi el cor ve pegno:
+ partir non pò da voi, tanto gli è bello.
+ E tanto li agradisce il vostro regno
+ che mai da voi partire non dé' ello, 15
+ non fosse da la morte a voi furato.
+ Gioia aspetto da voi e voi la chiero;
+ merzé, or non vi piaccia mia finita,
+ ch'eo fui, sono e sempre d'esser spero
+ vostro servente tanto ch'avrò vita. 20
+ E se tardate piú, saciate eo pèro,
+ tant'ho nel core affanno, pena e vita:
+ non pò, se no da voi, esser sanato.
+
+
+IV
+
+L'innamorata arde d'amore e prega l'amante, se ha intenzione di
+continuare nella sua fierezza, di volerla piuttosto uccidere.
+
+ Tal è la fiamma e 'l foco
+ lá 'nd'eo incendo e coco, — o dolze meo sire,
+ che ismarrire — mi fate lo core e la mente.
+ Ismarrire mi fate la mente e lo core,
+ sí che tutta per voi mi distruggo e disfaccio, 5
+ cosí come si sface la rosa e lo fiore
+ quando la sovragiunge fredura né ghiaccio.
+ Cosí son presa al laccio
+ per la stranianza nostra imprumera,
+ come la fèra — amorosa di tutta la gente. 10
+ Tant'è 'l foco e la fiamma, che 'l meo core abonda,
+ che non credo che mai si potesse astutare;
+ e non è nullo membro, che no mi si confonda,
+ e non vegio per arte ove possa campare,
+ com' quel che cade al mare, 15
+ che non ha sostegno né ritenenza
+ per la 'ncrescenza — de l'onda, che vede frangente.
+ Se mi sète si fèro com' parete in vista
+ e noioso secondo la ria dimostranza,
+ ancidetimi adesso ch'eo vivo più trista 20
+ che quand'eo fosse morta; tant'ho grande dottanza!
+ Se la bona speranza,
+ ch'eo agio di voi mi rinfrangesse,
+ s'eo m'ancidesse, — serestene poi penetente.
+ Io non v'oso guardare né 'n viso né 'n ciera 25
+ né mostrarvi sembianti, come fare solía,
+ ché mi faite una vista mortale e crudera,
+ com'eo fosse di voi nemica giudía.
+ Ed esser non dovria
+ perch'io ci colpasse; ché la casione 30
+ de l'ofensione — non fue che montasse niente.
+
+
+V
+
+Calda e viva esaltazione dell'onore.
+
+ Fermamente intenza
+ . . . . . . . . . [-enza]
+ . . . . . . . . .[-enza]
+ . . . . . . . . .[-era]
+ . . . . . . . . . . . . . 5
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . . 10
+ E tutto quanto 'l bene,
+ per lei si mantiene:
+ se non donasse pene,
+ ben fôra gioia intera.
+ . . . . . . . . . . . . . 15
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . . 20
+ . . . non si trova
+ se non vera prova.
+ Diversamente giova
+ in ciascuna manera.
+ O signori onorati, 25
+ poderosi e caunoscenti,
+ non siate adirati
+ ad esempro di serpenti:
+ quanto son piú incantati,
+ allora stan piú proventi 30
+ a la lor natura.
+ Con buona ventura
+ per la vostr'altura
+ risprende la rivera.
+ Cosí come nel mondo 35
+ non ha corpo senza core;
+ e come non ha fondo
+ a contar la gioi' d'amore,
+ cosí nessuno pondo
+ par né simil è d'aunore 40
+ a ben conquistare
+ e perseverare.
+ Donque chi comprare
+ la vòl, conven che pèra.
+ Ché no si pote avere 45
+ per aver né per tesauro,
+ senza bono volere,
+ chi mettesse tutto l'auro.
+ Chi ben vuole piacere
+ serva e no aspetti ristauro 50
+ se non da l'onore,
+ per lo cui amore
+ fatt'è servidore
+ di ciascun che lo 'mpera.
+ E l'onor li daráe 55
+ sí compiuto guiderdone,
+ che si ricorderáe
+ quando fie di lui menzione,
+ quelli che piú nd' aráe
+ piú fie ricco per rasione 60
+ di quella riccheza,
+ onde nasce grandeza
+ e tal gentileza
+ ch'è diritta e vera.
+
+
+SONETTI
+
+
+I
+
+AL GUINIZELLI
+
+Disputa sulla nuova maniera di poetare.
+
+ Voi, ch'avete mutata la mainera
+ de li piacenti ditti dell'amore
+ de la forma, dell'esser, lá dov'era,
+ per avansare ogn'altro trovatore;
+ avete fatto come la lumera,
+ ch'a lo scuro partito dá sprendore,
+ ma no quine ove luce l'alta spera,
+ la quale avanza e passa di chiarore.
+ E voi passat'ogn'om di sottigliansa;
+ e non si trov'alcun, che ben ispogna,
+ tant'è iscura vostra parlatura.
+ Ed è tenuta gran dissimigliansa,
+ ancor che 'l senno vegna da Bologna,
+ traier canson per forsa di scrittura.
+
+
+II
+
+L'uomo deve resistere fortemente ai colpi di fortuna.
+
+ Dev'omo a la fortuna con coragio
+ istar piú forte quando incontra gli ène,
+ e quanto piú gli cresce e fa damagio,
+ alora piú conforta la sua ispene.
+ E questo agio veduto per usagio:
+ che 'l bene e 'l male l'uno e l'altro avene;
+ per me lo dico, che provato l'agio:
+ chiunqua sé sconforta, no fa bene.
+ Ben ce dovemo de lo mal dolire,
+ tempo aspetare e prendere conforto,
+ sí che lo male no tanto rincresca.
+ Eo, disiando, pensaimi morire:
+ ventura m'ha condutto a sí bon porto,
+ che tute le mie pene in gioi' rifresca.
+
+
+III
+
+Sebbene ferito, tacerá, perché cosí spera di vincere la durezza della
+donna sua.
+
+ Feruto sono e chi di me è ferente
+ guardi che non m'alcida al disferare,
+ ch'i' ho veduto perir molta gente,
+ no nel ferire, ma nel ferro trare.
+ Però feruto, voglio istar tacente,
+ portar lo ferro per poter campare,
+ ché per sofrenza diviene om vincente,
+ ch'ogna cosa si vince per durare.
+ Però chero mercé a voi, mia spera,
+ dolce mia donna e tutto mi' conforto,
+ non disferate mia mortal feruta.
+ Mercé, per Deo, non vi placia ch'i' pèra,
+ per soferenza tosto aspetto porto:
+ per lunga pena 'l mi' cor non si muta.
+
+
+IV
+
+Chi ha la fortuna favorevole non si rallegri troppo.
+
+ Qual omo è su la rota per ventura
+ non si ralegri perché sia inalzato,
+ ché, quanto piò si mostra chiara e pura,
+ alor si gira ed hallo disbasato.
+ E nullo prato ha sí fresca verdura,
+ che gli suoi fiori non cangino istato;
+ e questo saccio ch'avien per natura:
+ piú grave cade chi piú è montato.
+ No se dev'omo troppo ralegrare
+ di gran grandeza né tener ispene,
+ ché gli è gran doglia alegressa fallire.
+ Anzi si deve molto umiliare,
+ non far soperchio perch'agia gran bene,
+ ché ogna monte a valle dé' venire.
+
+
+V
+
+Non basta cominciare bene: perseverare bisogna.
+
+ Omo, ch'è sagio ne lo cominciare,
+ molto gran bene ne gli può seguire;
+ acciò che saccia ben perseverare,
+ chi ben comincia dovria ben fenire.
+ Non vale incominciar senza durare,
+ né guadagnare sanza ritenire:
+ agio veduto om molt'aquistare
+ in poco tempo tutto impoverire.
+ Per me lo dico, a cui è dovenuto
+ ch'agio perduto, per ma' ritenere,
+ quel ch'aquistai in picolo termíno.
+ Lasso taupin, non val se son pentuto;
+ chi vòl durare dé' misura avere
+ e atenenza di bon senno e fino.
+
+
+VI
+
+È come il fanciullo, che torna al fuoco ove s'è bruciato.
+
+ A me adovene com'a lo zitello,
+ quando lo foco davanti li pare,
+ che tanto li risembla chiaro e bello
+ che stendive la mano per pigliare.
+ E lo foco lo 'ncende e fallo fello,
+ ché no è gioco lo foco tocare;
+ poi ch'è pasata l'ira, alora e quello
+ disia inver' lo foco ritornare.
+ Ma eo, che trago l'aigua de lo foco;
+ e no è null'omo, che 'l potesse fare;
+ per lacrime, ch'eo getto, tutto coco,
+ chiare e salse, quant'aqua di mare:
+ candela, che s'aprende senza foco,
+ arde e incende e non si pò amortare.
+
+
+VII
+
+Giuoca intorno alla parola «fiore».
+
+ Tutto lo mondo si mantien per fiore:
+ se fior non fosse, frutto non sería;
+ per lo fiore si mantene amore,
+ gioie e alegreze, ch'è gran signoria.
+ E de la fior son fatto servidore,
+ sí di bon core che piú non poría;
+ in fiore ho messo tutto 'l meo valore;
+ si fiore mi falisse, ben moría.
+ Eo son fiorito e vado piú fiorendo,
+ in fiore ho posto tutto il mi' diporto,
+ per fiore agio la vita certamente.
+ Com' piú fiorisco, piú in fior m'intendo;
+ se fior mi falla, ben sería morto;
+ vostra mercé, madonna, fior aulente.
+
+
+VIII
+
+Piú la ama e piú ella non cede.
+
+ Dentro da la nieve esce lo foco,
+ e, dimorando ne la sua gialura,
+ e' vincela lo sole a poco a poco;
+ divien cristallo l'aigua, tant'è dura.
+ E quella fiamma si parte da loco
+ e contra de la sua prima natura;
+ e voi, madonna, lo tenete a gioco:
+ com' piú vi prego, piú mi state dura.
+ Ma questo agio veduto pur istando
+ l'acerbo pomo in dolce ritornare,
+ ma giá vostro core non s'inamora.
+ La dolce cèra vede pur clamando,
+ li augelli vi convitano d'amare,
+ amar convene la dolce criatora.
+
+
+IX
+
+Senza sapere, i signori possono perdere la signoria.
+
+ Saver, che sente un piciolo fantino,
+ esser devria in signor, che son seguiti;
+ schifa lo loco, ov'ello sta al dichino,
+ e teme i colpi, i quagli ha giá sentiti.
+ Chi sí non fa, pò perder so dimíno
+ e li seguaci trovasi periti;
+ però muti voler chi no l'ha fino
+ e guardi a' tempi, che li son transíti.
+ Ca pentimento non distorna il fatto;
+ megli' è volontá stringer che languire:
+ chi contra face a ciò ch'eo dico, sente.
+ Lo saggio aprende pur senno dal matto;
+ om, c'ha piú possa, piú dé' ubidire:
+ catel battuto fa leon temente.
+
+
+X
+
+Ella ha in sè ogni cosa piacente, ogni valore, ogni conoscenza.
+
+ Vostra piacenza — tien piú di piacere
+ d'altra piacente; però mi piacete.
+ E la valenza — avete in piú valere
+ d'altro valor; però tanto valete.
+ Se caunoscenza — avete in caunoscére,
+ che caunoscenti cose cognoscete,
+ non è parenza — ch'al vostro parere
+ s'aparegiasse; sí gaia parete.
+ Altèra sovra l'altre inalturate,
+ lo meo volere vòl ciò che volete;
+ cosí vostra volenza a sé mi trai.
+ Chera sovra l'altre rischiarate,
+ d'uno sprendore sprendente isprendete,
+ che piú risprende che del sol li rai.
+
+
+XI
+
+Molti amano non ricompensati, e il poeta è fra questi; ma sarebbe
+cortesia che il suo amore fosse un giorno veramente compreso.
+
+ Ne l'amoroso foco molti stanno
+ a grande 'nganno — per la vanitate,
+ per li amorosi detti lor che fanno
+ e nulla sanno — de la veritate.
+ E molti son, che non dicon né dánno;
+ e molti stanno — sanza pietate;
+ ed io son d'esti molti, ch'a ciò vanno
+ con grand'afanno — e con diversitate.
+ E son perseverato in questo ardore
+ con fermo core — e non son meritato,
+ ché lung'usato — m'ha fatto natura.
+ Ma ben sarebe cortesia d'amore
+ se 'l gran calore, — ond'io sono alumato,
+ fosse incarnato — sí com'è 'n figura.
+
+
+XII
+
+Si sente lieto, ché, per ben servire, otterrá l'amore di lei; ma non
+ne fa mostra.
+
+ Per fino amore — lo fiore — del fiore — avragio
+ perch'a l'usagio — ch'agio — sí convene,
+ del gran dolzore — sentore — al core — ched agio
+ in segnoragio — sagio — mi ritiene.
+ Del meo calore — splendore — de fòre — non tragio:
+ senn'e vantagio — per legnagio — vène;
+ rendo aunore — laudore — in core, — e 'n visagio
+ per tal coragio — non cagio — di spene.
+ Cosí lo bene — vène — in acrescensa,
+ presgi' e valensa — in caonoscensa — regna,
+ disvia sdegna, — spegnasende — orgoglio.
+ La fede spene — tene — per plagensa,
+ valensa — pensa — che lausor la tegna.
+ Chi vive a 'ngegna — pèra — di cordoglio!
+
+
+XIII
+
+1
+
+DI UN ANONIMO A BONAGIUNTA
+
+Come farsi riamare dalla sua donna.
+
+ Eo so ben ch'om non poría trovar sagio
+ sí come voi, maestro Bonagiunta.
+ Però del meo saver levate sagio
+ e lá ove bisognasse fate giunta.
+ Per mal parlar perdéla tal ch'io sagio:
+ par di belleze no la vede om giunta.
+ D'amor mi meritava. Or dite s'agio
+ vita tenebrosa 'n esta giunta.
+ Consiglio chero al vostro gran savere,
+ che mi dichiate, se si può savere,
+ com'eo mi degia partir d'esto amare.
+ Per questo aportator mi fate dire,
+ per cortesia, com'io le mandi a dire
+ ta' motti ch'ella torni a me amare.
+
+2
+
+RISPOSTA DI BONAGIUNTA
+
+Il vero amore cresce per il servire e per il tacere, e non per il
+parlare.
+
+ Però che sète paragon di sagio
+ e d'ogni caonoscenza fina giunta,
+ a voi mi racomando, non per sagio
+ né per maestro, ma per Bonagiunta.
+ E prego Dio che 'l mio frutto agia sagio,
+ che v'intalenti ne la prima giunta:
+ lo vostro detto nobile non sagio,
+ ch'eo non vidi unque cosa sí ben giunta.
+ E non mi si conven tanto savere
+ ch'io consigli lo vostro gran savere
+ di cose, che cotanto sono amare.
+ Ma dicovi ch'i'agio audito dire
+ ca fino amante non vince per dire,
+ ma serve e tace, e quindi cresce amare.
+
+
+XIV
+
+1
+
+DI UN ANONIMO A BONAGIUNTA
+
+Domanda se debba o no manifestare alla donna il suo amore.
+
+ Poi di tutte bontá ben se' dispári
+ tu, Bonagiunta, di noia rimondo,
+ di far piacere a li buon tutti pari,
+ e sa' lo fare me' ch'om si' a esto mondo.
+ Di ciausir motti Folchetto tu' pari
+ non fu, né Pier Vidal, né 'l buon Dismondo.
+ Però m'inchino a te, sí com' fe' Pari
+ a Venus, la duchessa di lor mondo.
+ E prego che 'l tuo presgio, che le ale
+ miso 'n alt'ha che lá unque volo;
+ lo 'ntendo da presgiati che ben sallo;
+ un consiglio mi dá che sia leale
+ d'una donna ch'amo e gran ben vòlo:
+ si le 'l dirò or no? ch'anco non sallo.
+
+2
+
+RISPOSTA DI BONAGIUNTA
+
+Vero amore è quello che è noto tanto all'uomo quanto alla donna.
+
+ Lo gran presgio di voi sí vola pari,
+ che fa dispári — ad ogni altro del mondo,
+ qualunqu'è que', ch'avanti a voi si pari
+ è pari — come rame a l'oro mondo.
+ Però chi vòl valere, da voi impari
+ gli apari — che del mal fan l'om rimondo,
+ che 'n voi commendan li due, che son pari,
+ ma piú che pari — Folchetto né Smondo.
+ E 'l vostro prescio è quello, che le ale
+ miso in alt'ha e hanno fatto gran volo,
+ sí che gran parte de li buoni sallo.
+ E però dico con detto leale
+ che dichiate con senno e non con volo,
+ ch'amor non è s'ambur parti non sallo.
+
+
+XV
+
+Si rifletta prima di operare e di dire.
+
+ Chi va cherendo guerra e lassa pace,
+ ragion è che ne pata penitensa:
+ chi non sa ben parlar me' fa se tace,
+ non dica cos'altrui sia spiagensa.
+ Chi adasta lo vespaio follia face,
+ e chi riprende alcun sanza fallensa,
+ e' fra cent'anni si trova verace,
+ chi ha invidia di sé, d'altrui mal pensa.
+ Se vo' saveste quel ch'i' so di voi,
+ voi n'avereste gran doglienz'al core
+ e non direste villania d'altrui.
+ Però ne priego ciascuna di voi,
+ sapete 'l mal? tenetelo nel core;
+ se non volete udir, non dite altrui.
+
+
+XVI
+
+Vuol salire in alto sulla sedia del comando.
+
+ Movo di basso e vogli'alto montare,
+ come l'augel, che va in alto volando;
+ stendo le braccia, sí voglio alto andare,
+ come la rota in su mi va portando.
+ Nell'alta sedia mi voglio posare
+ a tutta gente signoria menando;
+ nulla persona mel pò contradiare,
+ ché la ventura mi ven seguitando.
+ In cima della rota........
+ ...............
+ e a me data la sua signoria.
+ Ben aggia chi m'ha messo in tale stato,
+ ch'unque miglior non lo pori' avere,
+ ch'aggio tutto lo mondo in balía.
+
+
+XVII
+
+Loda le bellezze di lei.
+
+ Gli vostri occhi ch'e' m'hanno divisi
+ li spiriti, che son dentro nel core!
+ E escon fuor con sí grande tremore,
+ ch'i' ho temenza che non sieno ancisi.
+ E poco stando, un sospiro sí mi si
+ parte, ch'ahi! mess'ha l'anima in errore,
+ e ben sembra ne la virtú d'amore
+ guardando gli atti suoi cosí assisi.
+ Ella è saggia e di tanta beltate,
+ che qual la vede convene che allora
+ mova sospiri di pianto d'amore.
+ Però lo dico chi ha gentil core
+ che tegna mente sí com'ella onora
+ ciascuna gente, c'ha in sé nobiltate.
+
+
+XVIII
+
+Per quanto abbia pregato la Madonna, non ha potuto levar gli spiriti
+malvagi da alcuni sonetti.
+
+ Con sicurtá dirò, po' ch'i' son vosso,
+ ciò ch'adivene di vossi dettati,
+ ch'i' nd'ho sonetti in quantitá trovati,
+ che di malvagi spiriti hanno adosso.
+ Per la pietá de' quali i' mi son mosso
+ e da la Nossa Donna gli ho menati
+ e con divozion raccomandati
+ e raccomando sempre quanto posso.
+ Ma non son certo perché s'adovegna
+ che per mei preghi partiti non sono;
+ se peccato, che sia in lor, non nòce,
+ o perché mie preghiera non sie degna;
+ però vi prego, se nde fate alcono,
+ che li facciate il segno della croce.
+
+
+SONETTO DI DUBBIA AUTENTICITÀ
+
+Spera di ritornar lieto.
+
+ Nel tempo averso om dé' prender conforto
+ e con francheza inardir lo su' core,
+ che vilitate no gli dia isconforto,
+ perché perisca per troppo temore.
+ Neiente val chi sé giudica morto,
+ se non contrasta, quanto pò, 'l martore;
+ ché 'l tempo muta ispessamente porto
+ e torna in alegreza lo dolore.
+ Cosí spero in alegreza tornare
+ e per sofrenza vincer lo tormento,
+ ch'aggio patuto e pato per sofrire.
+ L'aulente fior, che solea sormontare
+ ogn'altra di fin pregio e valimento,
+ su' sfogliamento omai dé' renverdire.
+
+
+II
+
+TENZONI
+
+
+I
+
+TENZONE FRA GONNELLA ANTELMINELLI, BONAGIUNTA E BONODICO
+
+I
+
+GONNELLA A BONAGIUNTA
+
+Perché il ferro si lima col ferro?
+
+ Una rason, qual eo non sacio, chero:
+ ond'è che ferro per ferro si lima?
+ è natura di vena o di tempèro?
+ o molleza di quel che si dicima?
+ Cresce e dicresce, corrompe e sta 'ntero,
+ per sua natura, sí com' fue di prima?
+ Parlára più latin se non ch'eo spero
+ che tutto sa chi è dottor di rima.
+ Sentenza aspetto e di ciò mi confido:
+ per essa provarò per argomento
+ che senno e natural rasion non falla.
+ D'ogn'arte de l'alchima mi disfido
+ e d'om che muta parlar per acento;
+ non trae per senno al foco la farfalla.
+
+II
+
+RISPOSTA DI BONAGIUNTA A GONNELLA
+
+L'un ferro vince l'altro per forza dell'acciaio.
+
+ De la rason, che non savete vero,
+ di rasion è che 'l mio parer dé' stima.
+ L'un ferro vince l'altro per aciero,
+ ciò è lo flor del ferro, che si sprima
+ per foco, finch'è blanco ch'era nero;
+ e mettesi dal taglio e da la cima,
+ e cresce in de lo stato primero
+ sí ch'altro ferro da lui non strima.
+ Sentenza dia l'aucel, che fece il nido
+ quando la gran fredura fi col vento;
+ ca per lo caldo ciascun ride e balla.
+ Io sacio che di giorno in giorno grido
+ lo contrario del nostro piacimento:
+ se no m'amollo, tal voler m'avalla.
+
+III
+
+RISPOSTA DI BONODICO A GONNELLA
+
+Il ferro corrode il ferro per artifizio.
+
+ Non so rasion, ma dico per pensero:
+ però lo ferro per ferro si strima
+ che sua vertute per artificero
+ per piú dureza di quel ch'è dirima.
+ Tolle, perde, muta e sta primero,
+ la sua manera per atto si sprima.
+ Latino, come sento, respondèro:
+ ben sa chi omne, ch'è accidente, stima.
+ In cui è la sentenza mi raffido
+ che sia prova d'ogna provamento:
+ lo ver sempre verace non si malla.
+ Per arte molte campane saucido,
+ d'altrui no m'asicuro né spavento:
+ per allumar lo parpaglion si calla.
+
+IV
+
+RISPOSTA DI GONNELLA A BONAGIUNTA
+
+Perché vera arte non si può imparare?
+
+ Pensávati non fare indivinero,
+ sí com' tu fáme, che vòi che si sprima
+ per aventura e non per maestero
+ lo tuo risposo e t'ange ch'io 'l riprima.
+ Poich'eo sperava non esser fallèro
+ tal senno, che si dice che sublima:
+ chi bene intende pò dar di legero
+ risposa, che per lui si diprima.
+ Ingegno aiuta l'arte, e ciò dicido,
+ unde natura apprende affinamento:
+ folle fôra chi cher rasone e salla!
+ Ma sai che chero e sovente mi strido:
+ ver'arte und'è che non ha prendimento?
+ Acel di monte pelle equo di stalla.
+
+V
+
+RISPOSTA DI BONAGIUNTA A GONNELLA
+
+L'arte corregge la natura; ma, mentre vuol sollevarla, non cerchi
+d'opprimerla.
+
+ Naturalmente falla lo pensero,
+ quando contra rason lo corpo opprima,
+ como fa l'arte, quand'è di mistero;
+ vòle inantir natura, si part'ima.
+ Perché natura dá ciò ch'è primero
+ e poi l'arte lo segue e lo dirima;
+ e sa piú d'arte chi è piú 'ngegnero
+ e meno chi piú sente de l'alchima.
+ Unde l'alchima verace non crido,
+ perch'è formata di transmutamento:
+ di sí falsi color tra' le metalla!
+ Ma se ver'arte no s'aprende, fido
+ che sia peccato contra, parimento;
+ ché non è frutto se non è di talla.
+
+
+II
+
+TENZONE FRA BARTOLOMEO E BONODICO
+
+I
+
+BARTOLOMEO A BONODICO
+
+Se donna gentile debba amare amante baldo e ardito o incerto e
+dubbioso.
+
+ Vostro saver provato m'è mistieri,
+ poi mi so' in tutta dubitanza.
+ Di dui amanti molto piacentieri,
+ ch'aman di fino core un'alta amanza,
+ l'un ha baldeza e mostra volentieri
+ ciò che gli avèn per lei con arditanza;
+ l'altr'è dottoso e biasma li parlieri,
+ ch'a la sua donna contan lor pesanza.
+ A cui degia donar so intendimento
+ la gentil donna, che di ciò è sagia?
+ Ch'io no nd'ho caunoscenza in veritate.
+ Però vi prego claro intendimento
+ per vostra bontá tostamente n'agia,
+ scrivendomi di ciò la veritate.
+
+II
+
+BONODICO A BARTOLOMEO
+
+Donna valente deve amare colui che a lei piaccia.
+
+ Giá non sète di senno sí legieri
+ che v'abisogni il meo per far certanza;
+ ma piaquevo per mettervi 'n penseri
+ di ciò che dite d'altrui innamoranza.
+ S'eo vi rispondo co' nd' agio sentieri,
+ rason, ch'è 'n voi, damende baldanza,
+ poich'amor nasce, regna per piaceri
+ e per altra vertú non fa mutanza.
+ Amar non pò contra 'l suo piacimento
+ donna valente, col fin amor sagia:
+ voi ne savete 'l ver, che mi negate.
+ Altro non vo' dichiaro, ch'eo non sento:
+ non richerete in me piú ch'eo non n'agia;
+ s'eo vi discrivo fallo, voi mendate.
+
+
+
+
+III
+
+GONNELLA DEGLI ANTELMINELLI
+
+
+STANZA
+
+Come deve contenersi il franco amatore?
+
+ Certo, non si convene
+ presiar donna, s'amore
+ no la vince o merzede.
+ Donqua, com' si mantene
+ lo leale amadore,
+ che vòl servire in fede?
+ Ché per laudar menzogna non dé' dire,
+ e ben fôra fallire
+ donna laudare, cui no stringe amanza
+ o per bon ciasimento o per pietanza.
+
+
+
+
+IV
+
+FREDI
+
+
+CANZONE
+
+È caduto dall'altezza primiera, ma spera di risollevarsi.
+
+ Dogliosamente con gran malenanza
+ conven ch'io canti e mostri mia graveza,
+ ché per servire sono in disperanza,
+ la mia fede m'ha tolta l'alegreza.
+ Però di canto non posso partire 5
+ poich'a la morte mi vado apressando,
+ sí come 'l cecen, che more cantando,
+ la mia vita si parte e vo' morire.
+ Partomi di sollazo e d'ogne gioco,
+ e ciascun altro faccia a mia parvenza, 10
+ ché dentro l'aigua m'ha brusciato il foco,
+ mia sicurtate m'ha dato spavenza.
+ Fui miso in gioco e frastenuto in pianto,
+ sí falsamente mi sguardao so sguardo,
+ sí come a lo leone lo lupardo, 15
+ ch'a tradimento li levao l'amanto.
+ Per tradimento sono dismaruto,
+ di qual null'omo potesi guardare;
+ e son sí preso e sí forte feruto,
+ ch'agio dottanza di poter campare. 20
+ Poiché le piaque a quella, c'ha in podere
+ la rota di Fortuna permutare,
+ però le piaccia di me ralegrare:
+ cui ha saglito, facialo cadere.
+ Facia 'n tal guisa che naturalmente 25
+ vadan le doglie, che ho non pe' rasone,
+ ché non è gioco d'essere servente
+ a chi è meno di sua condizione.
+ E rason porta di punir li mali,
+ però si guardi chi mi tene a dura, 30
+ ché la pantera ha in sé ben tal natura,
+ ch'a la sua lena tragon li animali.
+ S'eo trago a voi non voi' piú star tardando,
+ ch'io non saccia in che guisa mi trovo:
+ ardo, consumo e struggo, pur pensando 35
+ com' son caduto e unde e com' mi trovo.
+ Però ciascun faccia di sé mutanza
+ e agia in sé fermeza e novo core:
+ lo fenix arde e rinova megliore,
+ non dotti l'om penar per meglioranza. 40
+ Però la sesta faccia movimento,
+ ancor che paia altrui disordinato,
+ e faccia mostra per avedimento
+ che ciascun guardi chi siede in mio stato.
+ Ché ciascun d'alto potesi bassare, 45
+ se regimento non ha chi 'l difenda:
+ lo leofante null'omo riprenda,
+ se quando cade non si può levare.
+
+
+
+
+V
+
+DOTTO REALI
+
+
+CANZONE
+
+Privazioni e disagi, che sostiene per causa d'amore.
+
+ Di ciò che 'l meo cor sente,
+ inver, neente — taccio:
+ saccio; — però fo laccio
+ per prender amore.
+ Vero è, non disdico: 5
+ s'eo dico — vento — spento,
+ contra talento — sento
+ sí alto valore.
+ Provo — novo — trovare:
+ parlare — d'amare — mi face 10
+ amore, ch'è verace.
+ Aggio — saggio — veduto
+ compiuto — che muto — non tace,
+ né per natur' ha pace.
+ Però di dir non lasso, 15
+ né passo — ditto — dritto:
+ in ch'io son fitto, — gitto
+ mio greve pensero.
+ Ca quei che piú par gioia
+ m'è en noia: poco — foco 20
+ in loco — pare gioco,
+ crescendo par fèro.
+ Quale — male, — s'uzansa
+ l'avansa, — bassansa — può avere,
+ se non per astenere? 25
+ Tempo — ben pò — fuggire
+ soffrire... — , d'audire
+ di ciascun c'ha savere.
+ Ché ciascuna vertude
+ conclude — fede; — crede 30
+ omo che vede; — chiede
+ ch'è ciò che vòl; tene
+ non ch'è fé per credensa,
+ sentensa — spera — vera,
+ ch'è luce intera — clera, 35
+ per cui vita vene.
+ Morte — forte — disdegna:
+ spegna — non segna — fallire,
+ ma dá fallo fuggire.
+ Arte — parte — per pianto, 40
+ di tanto — o quanto — ben dire
+ si può sensa finire.
+ Oh quante pene passa
+ chi lassa — voglia! — Doglia
+ da sé dispoglia, — scoglia, 45
+ como fa serpente.
+ Seguirla no è vita
+ nodrita, — ch'ira — tira
+ lo core, gira. — Mira:
+ male chi non sente! 50
+ Molte — volte si sferra
+ chi serra — ... — chi caccia
+ visii, vertú allaccia.
+ Fama — chiama — chi pensa;
+ non tensa, — offensa — non faccia 55
+ omo tal, che sé isfaccia.
+ Però di dir non tardi,
+ ma guardi — danno, — c'hanno
+ quei che non sanno: — stanno
+ in vita penosa. 60
+ In ciò saver si loda:
+ chi mod'ha, — cura — pura
+ con mizura: — dura
+ in cui senno posa.
+ Ésca — pesca — chi prende: 65
+ sé vende — chi rende — penseri
+ assai piú leggeri.
+
+
+SONETTI
+
+
+I
+
+A MEO ABBRACCIAVACCA
+
+Domanda schiarimenti perché egli abbia cuore scontento e volontá
+imperfetta.
+
+ A te, Meo Abracciavacca, Dotto Reali, menimo frate dell'ordine
+ dei cavalieri di beata Maria, manda salute.
+
+ Pensando che lo cor dell'omo non si chiami contento in de lo
+ stato là' u' si trova; e sí come sono divizi li stati e le
+ condissioni dell'omo, cosí sono divize le volontadi. E per le
+ volontade, che sono diverse in del corpo de l'omo, perfessione
+ non si trova in intelletto, ma parte de le cose si puon sentire
+ per esperiensa e per ingegno; e ciò giudica ragione umana. E io,
+ conoscendo in me simile core e volontade per defettiva parte del
+ mio sentire, mi movo per fare me chiaro del mio difetto. E,
+ accioché scuritate riceva lume da quella parte che dar lo pò,
+ mando a te questo sonetto per tutte quelle cose che di sopra son
+ ditte. E risponsione mi manda di ciò che senti. E mostralo a
+ frate Gaddo e a Finfo.
+
+ Similimente canoscensa move
+ lo cor dell'om, che spesso si disforma,
+ sí come l'aire face quando plove,
+ che per contrario vento si riforma.
+
+ E venta puro e mostra cose nòve
+ in occhio d'om per parer non per forma.
+ A simil, parlo per intender prove
+ del meo defetto da ciò che piú forma.
+
+ E ciò è mezzo di principio fine,
+ e di fine principio naturale,
+ ch'assai paleze mostra, in cui figura
+
+ qual d'esti dui piú sente, e chi di fine
+ intenda, non che porti naturale,
+ per sé manda per compier la figura.
+
+
+II
+
+Allo stesso
+
+Sulla questione: Se l'anima viene compíta da Dio, com'è che può
+fallire?
+
+ A piò voler mostrar che porti vero
+ non magistero — di ciò sta nascoso,
+ e di ciò spesso me medesmo chero
+ e sí mi fero — ch'eo vivo doglioso.
+
+ Qual per natura pò sentire intero
+ ciò ch'è mistero, — di che non dire oso?
+ Per me comune piò che 'l lume cero
+ non mi dispero — e faccio risposo.
+
+ A intelletto volontá pertene,
+ perché convene — che l'alm'aggia vita
+ e sia finita, — ben discenda pura.
+
+ Ché suo vazel tal natura — mantene,
+ qual li adivene — da quella ch'è unita,
+ ancor ch'aita — sia d'altra fattura.
+
+
+
+
+NOTA
+
+
+Si ripubblicano qui quei _Rimatori lucchesi del secolo XIII_, che eran
+comparsi or non è molto nella _Biblioteca storica della letteratura
+italiana_ (n. VII, Bergamo, 1905) diretta da F. Novati[3]. Il
+patrimonio poetico di Gonnella Antelminelli[4], Bonodico[5],
+Bartolomeo, Fredi e Dotto Reali riman sempre lo stesso; qualche
+leggera variazione si ha invece per quello di Bonagiunta Orbicciani.
+Il son. XI «In prima or m'è noveltá bona giunta», che a noi primamente
+era sembrato potersi attribuire all'Orbicciani, per quanto adespoto
+nell'unico cd. antico che lo conteneva (Pal. 418[6]), bisognerá
+toglierglielo addirittura. Non tutto è piano e chiaro; ma il «ser
+Bonagiunta» del v. 7 è un vero e proprio vocativo. Sí che
+non può essere autore del sonetto colui, al quale esso viene
+indirizzato[7]. Cosí, per le buone ragioni messe innanzi specialmente
+dal Rossi[8], va ritenuto spurio il son. «Chi se medesmo inganna per
+neghienza», che era stato collocato fra le rime di «dubbia
+autenticitá»[9].
+
+In compenso, per merito di un noto valente studioso, acquista
+sicuramente la ball. «Fermamente intenza» (n. V)[10]; e noi ora gli
+assegnamo senz'altro la canz. «Ben mi credea in tutto esser d'Amore»
+(n. XI). Un tempo, è vero, ci era sembrata l'opera di un
+falsificatore, sebbene abilissimo, anche perché conservataci solo
+dalla _Raccolta giuntina_ del 1527 (IX, 108)[11]. Ma recenti studi han
+dimostrato la estrema attendibilitá di quella silloge[12]. Che tale
+canzone poi derivi da un ms., che potrebbe anche essere il Pal. 418,
+ha reso evidente, a parer nostro, F. Pellegrini[13]. Qui si
+aggiunge a rincalzo della derivazione manoscritta che «addivenir» del
+v. 36 va manifestamente corretto in «a divenir». I Giunti si trovaron
+dinanzi ad uno di quei raddoppiamenti cosí frequenti nelle antiche
+scritture fiorentine «a ddivenir», e non lo seppero intendere.
+
+Quanto al tempo, con gli spunti di «dolce stil nuovo» che lascia
+intravedere[14], deve con molta verisimiglianza riportarsi agli ultimi
+anni del rimatore[15].
+
+Le osservazioni, che la prima edizione ispirò a una critica acuta e
+sagace, han giovato non poco alla presente ristampa. Alla quale
+apportammo anche di nostro tutti quei miglioramenti, che consigliavano
+i progressi ulteriori degli studi e l'attenta riesamina del testo[16].
+Tenendo ben presente il pubblico, al quale ora ci rivolgevamo, fu
+nostra massima cura di render sempre chiaro, per quanto era possibile,
+il pensiero di questi rimatori e di dar la esatta corrispondenza
+moderna di vocaboli ed espressioni antiche. La disposizione del testo
+è sempre quella; soltanto fu introdotta una leggera trasposizione per
+le tenzoni, ché parve opportuno, a meglio e piú prontamente
+intenderle, ravvicinar fra loro i vari sonetti di «proposta» e di
+«risposta». Naturalmente anche i criteri, con cui fu messo insieme,
+son rimasti gli stessi: tuttavia la voce dei cdd. diversi da quello,
+su cui il componimento veniva esemplato, fu piú spesso tenuta presente
+ed ascoltata.
+
+Di regola, però, quando la lezione del cd. esemplato vada bene per il
+senso, si adotta, anche se l'accordo degli altri cdd. dov'è alquanto
+diversa possa invitare a sostituirla. Evidentemente alcune volte, nei
+cdd. meno antichi, la parola è ammodernata: c. II, 14 «gioia», 18
+«dee»; ball. III, 9 «ond'» etc.; talvolta non c'è nessuna ragione
+perché Bonagiunta, nella condizione speciale in cui si trovava[17],
+non abbia scritto cosí come il cd. porta: c. I, 6 «cusí», III,
+14 «du'»; ball. II, 18 «sprendore», 24 «criatura», 30 «smirato», III,
+19 «sono», ecc. Certo, non si esclude che in qualche parte la vera
+lezione possa nascondersi negli altri cdd., se anche sieno in lieve
+disaccordo: cfr., ad es., c. III, 13 «sentire, sentore», ecc.
+
+Anche dal punto di vista della metrica, questa edizione si trova
+avvantaggiata[18]. Dopo lo studio del Parodi, è indubitato il trionfo
+della rima siciliana di fronte alla cosí detta rima impropria:
+l'accolgo, quindi, nei casi, in cui egli ebbe giá ad indicarla per i
+nostri rimatori[19]. Solo nei due son. VIII, 11-14 «inamora: criatora»
+e XVIII, 10-13 «sono: alcono», la forma con «o» mi sembra preferibile
+(cd. «criatura» e «alcuno») perché l'«u» in «o» ha l'appoggio di un
+altro testo lucchese[20]: «alcono» è inoltre forma guittonesca[21] e,
+per conseguenza, possibilissima in Bonagiunta. Per la stessa ragione,
+in c. XI «misora» 31 e «vertode» 33[22]. Se non che, fino a che
+ulteriori studi non ci avran meglio chiariti sulle abitudini metriche
+degli antichi rimatori, sará prudente ed opportuno non spingersi piú
+oltre. Ché si corre il rischio di giudicare della metrica del sec.
+XIII — per necessitá di cose imperfetta — secondo criteri affatto
+moderni[23].
+
+In altra parte di questo volume sono esposte le norme relative alla
+grafia adottata[24]. Con tutto ciò qualche incongruenza resta.
+Minuzie. Senza dubbio! Ma il far diversamente avrebbe richiesto
+una serie di piccole ricerche, a cui non era qui il caso di
+sottoporsi. Quello che importa è che niente è stato toccato, che possa
+in qualche maniera aver relazione col dialetto di questi rimatori o
+trovi una qualche rispondenza nella realtà fonica toscana.
+
+Poche aggiunte, e d'importanza minima, debbo fare alla bibliografia.
+
+
+CODICI.
+
+_a_) Vaticano 4823. Per quanto ci riguarda, non è che tarda copia
+(sec. XVI) del Vat. 3793[25]. Contiene: di Bonagiunta c. IV (129v), V
+(129r), VI (128r), VIII (127v), IX (284r), X (124v); disc. I (125v),
+II (126v); son. I (401r), XI (342r), XII (342r) XIII, 2 (400v), XIV, 2
+(401r) — di Fredi c. I (106v) — di Dotto Reali son. I (6r)[26].
+
+_b_) Chigiano L. IV, 131: di vario tempo e di varie mani[27]. La
+maggior parte dei componimenti che contiene deriva dal Pal. 418[28].
+Tali sono: di Bonagiunta c. IV (p. 85), V (p. 120), VI (p. 90), IX (p.
+102); disc. I (p. 115); ball. I (p. 81), III (p. 15), IV (p. 35). I
+due son. I (p. 839) e IV (p. 849)[29] invece si trovano in quella
+sezione, sulla cui provenienza si discute[30]. Essi certo non derivano
+dalla raccolta di rime antiche pubblicate dal Corbinelli in fine de
+«La bella mano»; la collazione da me istituita permette di affermare
+la strettissima relazione di questo testo con quello del
+Mediceo-Laurenziano pl. XC inf. 37[31]. Sí che l'ignoranza di questo
+cd. nessun danno produsse alla primitiva costituzione della lezione
+dei due sonetti.
+
+
+STAMPE.
+
+α) V. NANNUCCI, _Manuale della letteratura del primo secolo
+della lingua italiana_, Firenze, 1843, I, 187 sgg. Contiene di
+Bonagiunta c. VI e XI; ball. II; son. III, IV, VIII[32].
+
+β) H. KNOBLOCH, _Die Streitgedichte im Provenzalischen und
+Altfranzösischen_, Breslau, 1886. Contiene il son. di Bartolomeo
+«Vostro saver provato m'è mistieri» (p. 68).
+
+γ) B. WIESE, _Altitalienisches Elementarbuch_, Heidelberg,
+1904. Contiene di Bonagiunta c. X (p. 208).
+
+Seguono alcune osservazioni intorno ai singoli componimenti.
+
+
+BONAGIUNTA
+
+CANZONI
+
+ I, 10-2. Il paragone trae la sua origine dalla credenza che
+ trovasi riferita, ad es., in un antico poemetto francese, nel
+ quale appunto, a proposito della «balena» «_Qui de biens est
+ farsie et plainne_» si dice fra l'altro: «_Quant elle est prise
+ et atrappée — Mieus en vaut toute la contrée_»: cfr. G. RAYNAUD,
+ _Mélanges de philologie romane_, Paris, 1913, p. 137. Altrimenti
+ spiega quest'allusione G. BERTONI, in _Zeitsch._, XXXVI, 569-71.
+
+ I, 55-60. «Ma per ragione di buona speranza, come l'oliva non
+ cangia la verdura, cosí io non cangio il mio buon volere e il
+ cor gioioso, piacente e amoroso, per quanto mi sia cangiato
+ l'aspetto».
+
+ II, 24. «Come l'oscuritá è diversa dallo splendore».
+
+ II, 33. «Non partire» dipende da «faraggio» del v. p. Tutto il
+ verso mi pare poi debba intendersi: «non partirò giammai»;
+ «tutto tempo» è lo stesso che «giammai», da cui è rinforzato.
+
+ III. Per quanto riguarda lo schema metrico, in relazione a
+ quello proposto, è probabile che nella seconda «volta» della
+ prima strofa (specialmente vv. 14-5) si debba trattar
+ d'assonanza; ma la seconda «volta» della seconda strofa (vv.
+ 32-3) è certo errata: cfr. in contrario WIESE, _Archiv_ cit.,
+ CXVII, 217. Il Wiese, invece, ha ragione quando afferma che gli
+ ultimi otto versi (73-80) appartengono ad una nuova strofa, non
+ al commiato. La canzone è dunque incompiuta.
+
+ III, 36. Il sogg. di «vien» è «sofferire», che si rileva da
+ quanto precede.
+
+ III, 77. La corr. «ria» (cd. «seria») è del WIESE, _Archiv_
+ cit., CXVII, 217.
+
+ IV, 12-3. «acciocché, per la mia fermezza, fossi sicuro di non
+ render vana la mia fatica».
+
+ IV, 20. «Io non credo — ciò che sarebbe offensivo — ».
+
+ V, 36-8. Per la correz., cfr. ROSSI in _Gior. st. d. l. it._,
+ XLIX, 382. Sulla lezione di questi e dei sgg. vv. riportata
+ nella _Poetica_ del Trissino da un cd., che forse era
+ l'archetipo del Pal. 418, cfr. MASSÈRA, _Una ballata_ cit., pp.
+ 2-3 dell'estr. Quanto al significato, «sua» del v. 36 si
+ riferisce a «core» del v. 33.
+
+ VI. Riguardo allo schema metrico, ci pare di dover sostenere
+ ancora quanto dicemmo ne _I Rimatori lucchesi_ cit., pp. 111-2.
+ Le proposte del WIESE, _Archiv_ cit., CXVII, 218, ci allontanano
+ troppo dai cdd. e non sembrano interamente accettabili.
+
+ VI, 12. Per aver la rimalmezzo, come nei vv. corrispondenti
+ delle altre strofe, si ha da correggere il «tanto» dei cdd. in
+ «tutto»?
+
+ VI, 19-20. «che amore non è diverso da vera perfezione».
+
+ VI, 53. «E quel che io dico mi sembra un dir nulla». Manca la
+ rimalmezzo: la proposta del WIESE, _Archiv_ cit., CXVII, 218
+ («mando») urta contro la lettura dei mss.
+
+ VII, 1-6. «Sperando da lungo tempo di trarre a mio vantaggio la
+ contesa impegnata con la mia donna, la quale mi dá tal coraggio
+ ch'io credo sovrastare ogni altro uomo, conoscenza, che proviene
+ da obbedienza, mi consiglia a ben servire».
+
+ VII, 10. La rimalmezzo è casuale, mancando nel verso
+ corrispondente dell'altra strofa.
+
+ VII, 14-5. «Non è dubbio che conoscenza nasce da senno fino; e
+ ciò è provato».
+
+ VII, 23. «che l'una cosa (il «ben fare» e il «comportar
+ sofferenza» = esser sofferenti) possa stare insieme con
+ l'altra («usar villania» ed «esser folli»).
+
+ VII, 29. «contrar'.». La lieve correzione (cd. «contrario») è
+ voluta dalla metrica. Per i molti esempi nei rimatori antichi di
+ simili troncamenti, fra i quali è citato pur questo, cfr.
+ NANNUCCI, _Teoria dei nomi della lingua italiana_, Firenze,
+ 1858, p. 632.
+
+ VIII. Il dubbio sulla sua autenticitá, espresso dallo ZACCAGNINI
+ in _Rass. crit._ cit., XI, 37-8, non ha fondamento.
+
+ VIII, 24-6. «e (l'amore) raccomanda continuamente di seguire la
+ via amorosa, perché volle stare insieme con loro (con gli
+ uccelli)».
+
+ IX, 2-3. «sono da considerare da ciascuno amatore».
+
+ IX, 14. Sottintendi «che».
+
+ X, 13. Meglio col cd. «pensos'a nott'e dia»?
+
+ X, 21. «m'ha conquiso». Per la correzione (cd. «mi comquise»)
+ cfr. WIESE, _Archiv_ cit., CXVII, 219.
+
+ X, 29. Il cd. legge «osmantenere». Il WIESE, _Altitalienisches
+ Elementarbuch_ cit., p. 209 propone: «A fin [di pietanza]
+ ottenere».
+
+ X, 42 sgg. Il PARODI, _Rima siciliana_ cit., p. 124 _n._, si
+ domanda — cosa che a me non sembra necessaria — se le finali in
+ «-ente» di questa strofa non sieno da trasformare in «-enti»,
+ trovandosi in «gente» l'«-i» finale per «-e» del siciliano.
+
+ X, 43. «ch'è regina». La correzione era prima dubitativamente
+ proposta in nota ne _I Rimatori lucchesi_ cit., p. 115.
+ Diversamente pensa il PARODI, _Rima siciliana_ cit., p. 128 _n_.
+
+ XI. Riunisco qui le varianti. 4. Hor, 5. hauia, 27. Anchor, 30.
+ alchun, 31. misura, 32. huom, 33. uertude, 34. huom, 36.
+ addiuenir, 37. Ciaschuna, 53. humiliare, 56. Ch'allaccio, 61.
+ ché detto, 62. ché á dire.
+
+ XI, 1. Nella stampa, è lasciato un po' di spazio per la iniziale
+ grande, che manca: c'è invece una b minuscola.
+
+ XI, 52-4. «Prima di servirla, mi trovo che l'avvenente, per
+ darmi gioia, umilia verso di me guiderdone (= ricompensa) si
+ soave».
+
+ XI, 56. La correzione è del PELLEGRINI: cfr. _Rass. bibliogr._
+ cit., XXI, p. 19.
+
+DISCORDI
+
+ I, 1-12. A considerare la prima parte della strofa di ottonari,
+ anzi che di settenari, come giá mi parve, mi ha indotto e il piú
+ attento esame della lezione dei cdd. (cfr. specialmente i vv.
+ 1-2) e il confronto con la seconda parte.
+
+ I, 62. Secondo il v. 60, sottintendi «è», che si riferisce a
+ «spera» e «cèra».
+
+ II. Relativamente alla ricostruzione metrica, ora mi pare che
+ l'APPEL abbia ragione (cfr. in contrario _I Rimatori lucchesi_
+ cit., p. LXVI, n. 2) per quanto riguarda i vv. 43-8, che
+ egli collega alla strofa sg. D'altra parte, non so rinunziare a
+ vedere fra le varie strofe quel cotal legame, su cui cfr.
+ BIADENE, _Il collegamento delle stanze mediante la rima nella
+ canzone italiana dei secoli XIII e XIV_, Firenze, 1885, p. 13:
+ cfr. V. 15 «Davante», v. 22 «falla», v. 34 «languisco». Certo,
+ nella quarta strofa, che comincia appunto al v. 43, questo
+ legame manca. Io ho l'impressione che ciò provenga da un
+ trascorso del rimatore. Manca ancora, è vero, nell'ultima
+ strofa: v. 61 sgg. Se non che, essa ne sará priva perché
+ considerata stante a sè, come una specie di commiato.
+
+ II, 42. «che». È un «che» ripetuto, come si ritrova in antico
+ italiano e anche in provenzale: NANNUCCI, _Analisi critica dei
+ verbi italiani_, Firenze, 1843, p. 91, n. 6.
+
+ II, 46-8. «(e intanto) sto nascosto piú di quello che non stesse
+ Adamo, quand'ebbe mangiato il frutto proibito».
+
+ II, 53-3. Sottintendi «a».
+
+BALLATE
+
+ I, 17. Sia permesso riferir qui le due strofe, che nel cd. Pal.
+ 418 seguono a questo verso e che ritenemmo interpolate (cfr.
+ anche WIESE, _Archiv_ cit., CXVII, 220): cfr. _I Rimatori
+ lucchesi_ cit., pp. 117-8.
+
+ _a_) Radice è di viltade _b_) Nessuno è più ingannato
+ c'a tucti ben dispiace ke de la sua persona:
+ lodare on sua bontade; ké tal si tien biasmato
+ e prodeza ki face, ke Dio li dá corona,
+ quei ke la fa ne cade, e tal si tien laudato
+ e quei che la tace ke lo contraro dona
+ ne cresce fermamente. a llui similemente.
+
+ I, 51. Sottintendi «che».
+
+ II, 29. «vostro viso» equivale evidentemente a «in vostro viso»;
+ l'accordo dei cdd. non mi autorizza a proporre: «'n vostro
+ viso».
+
+ II, 32-3. «vue» è correzione del WIESE, _Archiv_ cit., CXVII,
+ 220; il PARODI, _Rima siciliana_ cit., p. 124 n. proporrebbe:
+ «vui»: «fui». Per la correzione, piú propriamente, del v. 33,
+ cfr. ROSSI in _Gior. st. d. l. it_., XLIX, 383.
+
+ III, 10-1, «degno voi» = degno di voi.
+
+ III, 22. «vita» deve certo esser sostituita da qualche altra
+ parola (cfr. anche quanto possono apprendere i cdd.); ma non
+ riesco a trovarla. Forse un lucch. «lita» = «lite?».
+
+ IV. Il tipo composito della strofa è da mettere in relazione con
+ quelli, di cui parla il CASINI, _Studi di poesia antica_, Cittá
+ di Castello, 1914, p. 40 sgg.
+
+ IV, 5. La correzione «tucto» dei cdd. in «tutta» è
+ indispensabile.
+
+ V. Seguo la ricostruzione del MASSÈRA (cfr. sopra); me ne
+ allontano solo, oltre che in qualche lieve ritocco
+ d'interpunzione, al v. 64, dove, col cd., ammetto lo iato
+ (MASSÈRA: «ke è diricta e vera)».
+
+ V, 34. «la rivera»: è il Serchio, sotto il qual nome, per
+ metonimia, è da intendere Lucca stessa.
+
+SONETTI
+
+ I. Il son. di risposta del Guinizelli «Omo ch'è saggio non corre
+ leggero», essendo ben noto, è superfluo riprodurlo qui: cfr.
+ CASINI, _Rime dei poeti bolognesi del secolo XIII_, Bologna,
+ 1881, p. 40.
+
+ I, 2. «piacenti»: l'accordo della maggior parte dei cdd. mi ha
+ indotto a preferire questa lezione a «amorozi».
+
+ II, 4. Cd. «ispeme».
+
+ IV, 10. «ispene». La maggior parte dei cdd., che hanno «spene»,
+ autorizza la correzione.
+
+ V, 10-13. Sarebbe pur possibile una rima siciliana in «ire»:
+ cfr. PARODI, _Rima siciliana_ cit., p. 124 n. e 131.
+
+ VII, 4. Cd. «gioie ed».
+
+ VIII, 12. «(Il vostro cuore) vede il mio volto che ciò non
+ ostante implora».
+
+ IX, 5. «Chi sí non fa». Cioè: chi non cerca di aver «sapere».
+
+ IX, 14. «Il cagnolino battuto fa temere il leone».
+
+ XI, 1-4. «Molti, come appare dai versi amorosi che scrivono
+ senza saper niente della verità, stanno nel fuoco d'amore, ma
+ sono innamorati ingenui e che si fondan su nulla».
+
+ XII, 7-8. «In cuore le rendo onore e lode; e, tale essendo il
+ mio cuore, non cado in dimostrazione esteriore di speranza (=
+ nascondo sul volto la speranza)».
+
+ XII, 11. «(il pregio e il valore) rimuovono gli sdegni, e (per
+ essi pregio e valore) si spenge l'orgoglio».
+
+ XII, 12-4. «La mia fede spera per il suo servire, il mio senno
+ pensa che la lode sia il fondamento della speranza. Chi vive con
+ inganno perisca di cordoglio!».
+
+ XIII, 1. Il son. è nel cd. Vat. 3793 — unico che ce lo tramandi
+ — e precede immediatamente (n. 781) il son. di B. — Raccolgo qui
+ le varianti: 1. bene... omo nom... trouare 3. sauere 4.
+ bisongnasse 5. male parlare... tale 6. pari... omo 7. amore 9.
+ comsilglio 11. partire 12. aportatore.
+
+ XIV, 1. Il son. è nel cd. Vat. 3793, che pure unico ce lo
+ tramanda, e precede ancora immediatamente (n. 783) la risposta
+ di B.: vedilo pure in MONACI, _Crestomazia italiana_, p. 308. —
+ Ecco le varianti: 1. bem 2. rimonddo 3. fare piaciere... buoni
+ 4. omo... monddo 5. ciausire 6. nom... pieto uidale... buono
+ dismonddo 7. come 8. loro monddo 10. alti (per la corr. cfr. il
+ passo corrispondente in XIV, 2, v. 10) 11. bene 12. vm
+ comsilglio 12. bene.
+ XIV, 2, 6. «fan». La correzione (cd. «fa») è del WIESE, _Archiv_
+ cit., CXVII, 221.
+
+ XIV, 2, 7-8. «I quali lodano in voi i due che son fra loro
+ eguali, anzi egualissimi, Folchetto e Dismondo».
+
+ XVI, 14. Se lo iato sembri troppo ardito, si corregga: «in mia
+ balia», come propone il WIESE, _Archiv_ cit., CXVII, 221.
+
+ XVIII, 1-4. «Con tutta sicurezza, poiché son vostro, dirò ciò
+ che avviene de' vostri versi, fra i quali ho trovato un certo
+ numero di sonetti, che hanno addosso spiriti malvagi».
+
+ XVIII, 12. «o perché» (cd. «perké»): la correzione mi par
+ sicura, anche per ragioni metriche.
+
+ I di d. a., 5 «val»: cd. «vale».
+
+TENZONE FRA GONNELLA ANTELMINELLI, BONAGIUNTA E BONODICO
+
+ I, 3-4. «L'un ferro lima l'altro, perché l'uno dei due è piú
+ forte, perché cosí proviene dalla miniera o per la tempera
+ ricevuta? Oppure l'uno dei due si lascia limare a causa della
+ sua maggiore dolcezza?».
+
+ I, 5. Il soggetto è il «ferro».
+
+ I, 9. «Aspetto la soluzione e confido di ottenerla».
+
+ I, 14. Per riaffermar che gli alchimisti e coloro che mutano ad
+ ogni parola il loro discorso sono stolti, conchiude: «la
+ farfalla trae al lume stoltamente (non per senno)».
+
+ II, 1. «Che» = di cui.
+
+ II, 3-8. «L'un ferro vince l'altro per forza dell'acciaio, che è
+ come il fiore del ferro, il quale vien fuori per opera del
+ fuoco, quando il ferro è divenuto bianco da nero che era, e
+ l'acciaio si mette dalla parte del taglio e sulla punta, e il
+ ferro acquista piú forza nel suo stato primiero, sí che altro
+ ferro non porta via nulla da lui».
+
+ II, 9-11. Rispondono alla «natural rasion» del v. 11 del s. 1
+ del Gonnella.
+
+ II, 12-4. Rispondono al «senno» del v. 11 del son. 1 del
+ Gonnella: Bonagiunta non è stato lieto del complimento, che il
+ Gonnella gli aveva rivolto.
+
+ III, 2-4. «Il ferro si corrode per mezzo del ferro, perché la
+ sua virtú, per artifizio, si muta in maggior durezza di quel che
+ era».
+
+ III, 14. «per allumar» = quando si accende il lume.
+
+ IV, 1. «Pensavo che tu non facessi l'indovino».
+
+ IV, 8. «che per lui si diprima» = decisiva.
+
+ IV, 14. «Asinello di monte (animale allo stato di natura) supera
+ cavallo di stalla (animale, su cui ha agito l'arte)». Parrebbe
+ un proverbio.
+ V, 4 «vuole avanzare la natura e invece è a grande distanza da
+ lei».
+
+ V, 12-4. «Ma se vera arte non si apprende, credo che si pecchi
+ anche in senso contrario, ugualmente (cfr. i vv. 13-4 del son.
+ IV): perché gli alberi da frutto vengono dalla propagazione
+ artificiale».
+
+TENZONE FRA BARTOLOMEO E BONODICO
+
+ II, 3 «piaquevo» = vi piacque (di rivolgervi a me).
+
+
+FREDI
+
+ I, 41 sgg. Non mi è chiara l'allusione.
+
+
+DOTTO REALI
+
+CANZONE
+
+ 1. «Di quello che il mio cuore prova, davvero non taccio niente.
+ Ma io son savio; per questo adopero mezzi insidiosi per prender
+ l'amore. Vero è, non lo nego: s'io dico che l'amore è come un
+ vento estinto, giudico di sí alto valore contrariamente al mio
+ modo di sentire. Io ho una nuova maniera di far versi: ché il
+ mio verace amore mi fa parlar d'amore. Del resto, ho veduto un
+ perfetto sapiente che non tace, standosene muto, né è
+ naturalmente quieto.
+
+ 2. Per questo non tralascio di far versi, né trascuro il canto:
+ manifesto il mio grave pensiero, in cui son fitto. Ché quegli
+ che piú mostra gioia m'annoia: un piccolo fuoco, a suo luogo, è
+ piacevole; ma se cresca, è increscioso. Qual male, se la
+ consuetudine lo rende piú grave, può diminuire, se non ci se ne
+ astenga? Il tempo ben può allontanare il dolore, secondo ch'io
+ odo da ciascuno che sia saggio.
+
+ 3. La fede comprende in sé tutte le virtú: uomo che vede, crede;
+ domanda che avvenga ciò che vuole; tiene ciò che è fede non per
+ credenza (= senza rendersene ragione), ma spera vera sentenza,
+ che è luce intera, chiara, da cui vien la vita. Egli disdegna
+ fortemente la morte, la quale cancella, non registra, il fallo,
+ permette anzi di fuggirlo. — Ma per il dolore l'arte mi vien
+ meno: su tale argomento si posson far versi infinitamente.
+
+ 4. Oh, quante pene evita colui che non segue il suo talento!
+ Egli allontana da sé il dolore, se ne libera, come il serpente
+ si libera della sua pelle. Seguire il proprio talento è vita
+ infelice, ché l'ira strazia il cuore e l'offende. Sta' attento:
+ fa male chi non ascolta! Molte volte ci rimette (= perde il
+ ferro) chi serra... chi allontana i vizi, afferra le virtú. Chi
+ pensa, cerca fama; non faccia tenzone, non faccia offesa chi non
+ val nulla.
+ 5. Per questo chi ha senno non tardi a far versi, ma consideri
+ il danno che hanno gli stolti: essi vivono penosamente. In ciò
+ si loda il sapere: nell'aver moderazione e cura pura con misura:
+ chi ha senno non varia. Chi prende l'èsca, pesca, e chi ha
+ pensieri troppo leggeri si lascia ingannare».
+
+ I, 27. Il passo è corrotto (anche la metrica è offesa); ma non
+ so presentare una proposta soddisfacente.
+
+ I, 41. La correzione (_I Rim. lucch_.: ben dir di tanto — o
+ quanto) è del WIESE, _Archiv_ cit., CXVII, 222.
+
+SONETTI
+
+ I. La «risposta» vedila in ZACCAGNINI, _I Rimatori pistoiesi dei
+ secoli XIII e XIV_, Pistoia, 1907, p. 34, e ora in questo vol.,
+ p. 15.
+
+ I, 6 «per parer non per forma»: «che sono apparenza, non
+ sostanza».
+
+ I, 8 «defetto da ciò che piú forma»: «difetto proveniente
+ dall'intelligenza».
+
+ I, 9-10. «E l'intender la ragione del difetto è mezzo ch'è fine
+ del principio ed è, a sua volta, principio naturale del fine».
+
+ I, 11-14. Quest'ultimi versi non mi son chiari.
+
+ II. La «proposta» in ZACCAGNINI, _I Rimatori pistoiesi_ cit., p.
+ 32 e ora in questo vol., p. 15.
+
+ II, 1-2. «A voler maggiormente dimostrare che tu apporti veritá,
+ non esiste una dottrina recondita».
+
+
+
+
+GLOSSARIO
+
+
+[B. = Bonagiunta; G. = Gonnella; Bo. = Bonodico; Ba. = Bartolomeo; F.
+= Fredi; D. R. = Dotto Reali — t. = tenzone; c. = canzone; d. =
+discordo; b. = ballata; st. = stanza; s. = sonetto; s. d. d. a. =
+sonetto di dubbia autenticitá.
+
+La cifra romana risponde al numero del componimento; l'araba al verso.
+
+Quando il rinvio è fatto senza alcuna indicazione di autore, s'intende
+sempre che la voce appartiene a Bonagiunta.
+
+Qualche leggera infrazione all'ordine strettamente alfabetico è dovuta
+alla necessità di non separare voci, che riposano sulla stessa base
+etimologica. Es. «insegnamento», «'nsegnamento»; «disianza»,
+«desianza»; ecc.]
+
+
+_abondare. (che 'l meo core) abonda_ (b. IV, 11) — che sopraffa il m.
+c.
+
+_Acel_ G. (t.) (s. iv, 14) — asinello.
+
+_acento (per)_ G. (t.) (s. I, 13) — ad ogni parola.
+
+_aciero_ B. (t.) (s. II, 3) — acciaio.
+
+_a ciò_ (s. XJ, 7) — perciò.
+
+_Acciò_ (c. II, 13) — perché.
+
+_acrescensa (vene in)_ (s. XIJ, 9) — cresce.
+
+_acrescenza (trar in)_ (c. VIJ, 1-2) — trarre a vantaggio.
+
+_acrescimento_ (c. IV, 26) — lode, innalzamento.
+
+_adastare. (m)'adasta_ (b. II, 20) m'eccita; _adasta_ (s. XV, 5) —
+irrita.
+
+_adivenire, adivene_ (s. XVIIJ, 2) — accade; D. R. (s. II, 13) —
+proviene.
+
+_adoblare. (m)'adoblaran_ (c. X, 33) — addoppieranno.
+
+_adorneze_ (b. II, 8) — ornamenti.
+
+_adovenire, adovene_ (s. VI, 1) — accade; _(s)'adovegna_ (s. XVIIJ, 9)
+— accada.
+
+_Adunqua_ (c. X, 35 ecc.) — dunque.
+
+_afare (loda lo su')_ (b. I, 2) — si loda.
+
+_affinamento_ (c. VIIJ, 8) — perfezionamento.
+
+_afinata_ (c. VIIJ, 16) — perfetta.
+
+_agradito (ha)_ (c. VIIJ, 28) — ha reso gradito.
+
+_aigua_ (s. VJ, 9 ecc.) — acqua.
+
+_aire_ (c. I, 21 ecc.) — aria.
+
+_aita_ D. R. (s. II, 14) — opera, lavoro.
+
+_albóre_ (c. X, 3) — alberi.
+
+_árbore_ (c. XJ, 40) — albero.
+
+_alchima_ G. (t.) (s. I, 12 ecc.) — alchimia.
+
+_alcidere. (m)'alcida_ (s. III, 2) — mi uccida.
+
+_ancidere. ancidetimi_ (b. IV, 20) — uccidetemi; _(m)'ancidesse_ (b.
+IV, 24) — m'uccidessi; _ancisi_ (s. XVIJ, 4) — uccisi.
+
+_allacciare. allaccia_ D. R. (c. 53) — afferra, prende col laccio.
+
+_allegransa_ (e. II, 9 ecc.) e
+
+_allegranza_ (d. I, 10) e
+
+_alegressa_ (b. I, 28 ecc.) — allegrezza.
+
+_allumar_ Bo. (t.) (s. III, 14) — accendere il lume.
+
+_allungiato_ (c. XI, 2) — allontanato.
+
+_alori_ (d. I, 15) — odori.
+
+_altera_ (d. I, 59) — bella; (s. X, 9) — alta (in senso buono).
+
+_altero_ (c. III, 42) — alto (in senso buono).
+
+_altesse_ (d. I, 47) — altezze.
+
+_altura_ (b. II, 34; b. V, 33) — altezza (in senso morale),
+eccellenza.
+
+_altura (in)_ (c. XJ, 41) — in alto.
+
+_alumato_ (s. XJ, 13) — acceso.
+
+_amadore_ (c. X, 6) — amanti.
+
+_amansa_ (d. II, 62) e
+
+_amanza_ (c. VJ, 26 ecc.) — amore; (c. XJ, 25) — donna amata; _un'alta
+amanza_ Ba. (t.) (s. I, 4) — una donna di nobil condizione.
+
+_ambur_ (c. III, 5 ecc.) — ambedue.
+
+_amollare. (m)'amollo_ B. (t.) (s. II, 14) — mi piego, cedo.
+
+_amoranza (metta in)_ (c. VI, 6) — metta in amore.
+
+_amortare_ (s. VJ, 14) — smorzare.
+
+_ane_ (c. IV, 48) — affanni.
+
+_aparegiare. (s)'aparegiasse_ (s. X, 8) — si potesse paragonare.
+
+_apari_ (s. XIV, 2, 6) — insegnamenti.
+
+_aprendersi. s'aprende_ (s. VJ, 13) — prende.
+
+_ardere. (m)'ardi_ (c. X, 30) — mi infiamma (d'amore).
+
+_arditanza (con)_ Ba. (t.) (s. I, 6) — arditamente.
+
+_arditesse_ (b. I, 23) — arditezze.
+
+_argoglioso_ (c. X, 37) — orgoglioso.
+
+_artificero_ Bo. (t.) (s. III, 3) — artifizio.
+
+_asimigliare_ (c. VIJ, 8) — paragonare.
+
+_aspido_ (b. I, 38) — aspide.
+
+_assisi (cosí)_ (s. XVIJ, 8) — in tale stato.
+
+_astutare_ (b. IV, 12) — spengere, mitigare.
+
+_atenenza (avere.... di)_ (s. V, 14) — possedere.
+
+_atenere. (v)'atenete_ (d. I, 43) — vi astenete.
+
+_atri_ (c. XJ, 42) — altri.
+
+_atro_ (c. VIIJ, 13) — altro.
+
+_atto_ Bo. (t.) (s. III, 6), — azione.
+
+_atutare. (s)'atutasse_ (c. II, 6) — dileguasse, svanisse.
+
+_aucel_ B. (t.) (s. II, 9) — uccello.
+
+_auselli_ (d. I, 5) — uccelli.
+
+_aulente_ (s. VIJ, 14 ecc.) — olezzante.
+
+_aunore_ (b. V, 40; s. XIJ, 7) — onore.
+
+_auro_ (b. V, 48) — oro.
+
+_autrui_ (c. II, 11) — altrui.
+
+_auzidere. (m)'auzide_ (c. X, 49) — m'uccide.
+
+_avallare. (m)'avalla_ B. (t.) (s. II, 14) — mi vince, mi abbatte.
+
+_avanti_ (c. I, 20) — anzi.
+
+_avansare_ (s. I, 4) — sorpassare; _avansa_ D. R. (c. 24) — rende piú
+grave.
+
+
+_baldeza_ Ba. (t.) (s. I, 5) — baldanza.
+
+_balía_ (b. I, 8) — forza, potere.
+
+_bassansa (può avere)_ D. R. (c. 24) — può diminuire.
+
+_bassare_ F. (c. 45) — cadere in basso.
+
+_bastanza (fôra)_ (c. VI, 35) — sarebbe assai.
+
+_ben_ (c. VJ, 46) — quand'anche; D. R. (s. II, 11) — benché.
+
+_brusciato_ F. (c. 11) — bruciato.
+
+
+_Ca_ D. R. (c. 19) — che.
+
+_càggere. cagio_ (s. XIJ, 8) — cado.
+
+_callare. (si) calla_ Bo. (t.) (s. III, 14) — si cala.
+
+_cannoscensa_ (c. III, 37) e
+
+_canoscensa_ (c. III, 36; D. R. s. I, 1) e
+
+_canoscenza_ (b. I, 7) e
+
+_caonoscensa_ (s. XIJ, 10) e
+
+_caonoscenza_ (s. XIIJ, 2) e
+
+_caunoscensa_ (c. V, 13) e
+
+_caunoscenza_ (c. VJ, 18 ecc.) e
+
+_cognoscenza_ (c. VIJ, 13) — conoscenza, sapere.
+
+_cansare. cansa_ (d. II, 64) — allontana.
+
+_casione_ (d. I, 22) — pretesto; (b. IV, 30) — causa.
+
+_catel_ (s. IX, 14) — cagnolino.
+
+_caunoscenti_ (s. X, 6) — sagge; (b. V, 26) — saggi.
+
+_caunoscére_ (s. X, 5) — conoscere.
+
+_cecen_ F. (c. 7) — cigno.
+
+_cèra_ (c. 11, 19 ecc.) — volto, viso.
+
+_certanza (far)_ Bo. (t.) (s. II, 2) — esser sicuro.
+
+_chera_ (s. X, 12) — chiara.
+
+_cherère. chero_ (s. III, 9 ecc); _chiero_ (b. III, 17) chiedo,
+domando — _cher_ G. (t.) (s. IV, 11) domanda — _cherendo_ (s. XV, 1)
+cercando.
+
+_chi_ F. (c. 46) — che, il quale.
+
+_chiunqua_ (s. II, 8) — chiunque.
+
+_ciasimento_ G. (st. 10) — discernimento, scelta.
+
+_claro_ Ba. (t.) (s. I, 12) — chiaro.
+
+_clera_ D. R. (c. 35) — chiara.
+
+_co'_ Bo. (t.) (s. II, 5) e
+
+_com'_ G. (t.) (s. IV, 2 ecc.) e
+
+_como_ B. (t.) (s. V, 3) — come.
+
+_colpare. colpa_ (c. V, 22) — colpisce.
+
+_colpare. (ci) colpasse_ (b. IV, 30) — ci avessi colpa.
+
+_compimento_ (c. VJ, 20) — perfezione.
+
+_compire_ (c. IX, 31) — giungere a termine.
+
+_compita_ (c. IX, 41 e 49) — perfetta.
+
+_compiuto_ D. R. (c. 13) — perfetto.
+
+_comune (usar.... con)_ (c. VIIJ, 26) — stare insieme con.
+
+_concludere. (si) conclude_ (c. I, 20) — si oscura, si annera;
+_conclude_ D. R. (c. 30) — comprende.
+
+_contansa_ (c. III, 64) — rinomanza.
+
+_contendenza_ (c. VIJ, 2) — contesa.
+
+_contradiare_ (s. XVJ, 7) — contrariare.
+
+_convento (per tal)_ (c. VJ, 45) — per tal patto, in maniera tale.
+
+_convitare, (vi) convitano d'amare_ (s. VIIJ, 13) — vi invitano ad
+amare.
+
+_continuati_ (c. IX, 49) — pieni.
+
+_coragio_ (c. IV, 11 ecc.) — cuore; (c. IX, 36 e XI, 6) — desiderio.
+
+_corrompere. corrompe_ G. (t.) (s. I, 5) — si corrompe.
+
+_cortezia_ (c. III, 46) — cortesia.
+
+_costumanza_ (c. XJ, 57) — costume, abitudine.
+
+_credensa_ D. R. (c. 33) — credenza.
+
+_crescensa (prende)_ (c. V, 14) — acquista pregio.
+
+_crescere. (gli) cresce_ (s. II, 3) — lo assale con violenza —
+_cresce_ G. (t.) (s. I, 5; B. (t.) s. II, 7) — acquista più forza.
+
+_criarsi. si cria_ (c. III, 50) — si trova.
+
+_criatora_ (s. VIIJ, 14) e
+
+_criatura_ (b. II, 24) — creatura.
+
+_cridere. crido_ B. (t.) (s. V, 9) — credo.
+
+_crudellesse_ (d. I, 51) — crudeltá.
+
+_crudera_ (b. IV, 27) — crudele.
+
+_cuocere. coco_ (b. IV, 2; s. VI, 11) — brucio; _cuoce_ (c. V, 22) —
+scotta.
+
+
+_damagio_ (s. II, 3) — danno.
+
+_dare. (né) dànno_ (s. XJ, 5) — né fanno doni.
+
+_defetto_ D. R. (s. I, 8) — difetto.
+
+_dettati_ (s. XVIIJ, 2) — rime, versi.
+
+_detto_ (s. XIV, 2, 12) — parola; (s. XIIJ, 2, 7) — rime, versi.
+
+_ditto_ D. R. (c. 16); _ditti_ (s. I, 2) — rime, versi.
+
+_dichinare. dichina_ (c. VIIJ, 39) — umilia, avvilisce.
+
+_dichino (sta al)_ (s. IX, 3) — è disprezzato.
+
+_dicidere. dicido_ G. (t.) (s. IV, 9) — decido.
+
+_dicimare. (si) dicima_ G. (t.) (s. I, 4) — si spunta, si lascia
+corrodere.
+
+_dicrescere. dicresce_ G. (t.) (s. I, 5) — diminuisce, perde di forza.
+
+_dilettanza_ (c. XJ, 58) — diletto.
+
+_dimino_ (s. IX, 5) — signoria.
+
+_dimostranza (far)_ (d. I, 8; d. II, 51) — far dimostrazione,
+dimostrare; _dimostranza_ (b. IV, 19) — apparenza.
+
+_diporto_ (d. I, 28; s. VII, 10) — diletto.
+
+_diprimere. (si) diprima_ G. (t.) (s. IV, 8) — si vinca.
+
+_dire_ D. R. (c. 41) — far versi; _(non) dicon_ (s. XJ, 5) — non fanno
+versi.
+
+_dirieto_ (b. I, 37) — dietro.
+
+_dirimere. dirima_ B. (t.) (s. V, 6) — distingue, differenzia; Bo.
+(t.) (s. III, 4) — si muta.
+
+_disbasato_ (s. IV, 4) — messo in basso.
+
+_discrivere. discrivo_ Bo. (t.) (s. II, 14) — scrivo.
+
+_disdire. disdico_ D. R. (c. 5) — nego.
+
+_disferare_ (s. III, 2) — trarre il ferro: _(non) disferate_ (s. III,
+11) — non traete il ferro.
+
+_disfidare. (mi) disfido_ G. (t.) (s. I, 12) — diffido.
+
+_disformare. (si) disforma_ D. R. (s. I, 2) — prende forme diverse.
+
+_disiansa_ (c. II, 25) e
+
+_desianza_ (c. V, 5) — desiderio.
+
+_dismaruto_ F. (c. 17) — smarrito.
+
+_dismizuransa_ (c. II, 28) — mancanza di misura.
+
+_dispári (che fa.. ad)_(s. XIV, 2, 2) — che si distingue da.
+
+_disperanza (sono in)_ F. (c. 3) — son disperato, sono in
+disperazione.
+
+_dissimigliansa_ (s. I, 12) — stranezza.
+
+_distornare. distorna_ (s. IX, 9) — cancella.
+
+_distringere. (mi) distringe_ (c. X, 16) — mi ritiene.
+
+_diversitate_ (s. XJ, 8) — stranezza.
+
+_divizione_ (c. II, 23) — diversitá.
+
+_dogli_ (d. II, 8) — dolori.
+
+_doglia_ D. R. (c. 44) — dolore.
+
+_doglienz(a)_ (s. XV, 10) — dolore.
+
+_dolire_ (s. II, 9) — dolere.
+
+_dolze_ (b. IV, 2) — dolce.
+
+_dolzore_ (s. XIJ, 3) — dolcezza.
+
+_donare_. _(mi) dona_ (c. VII, 5) — mi consiglia.
+
+_Donqua_ (c. VIIJ, 27 ecc.) — dunque.
+
+_dottanza_ (b. IV, 21; F. c. 20) — timore.
+
+_dottare_. _dotti_ F. (c. 40) — dubiti, esiti.
+
+_dottor (di rima)_ G. (t.) (s. I, 8) — poeta.
+
+_dottoso_ (c. VIIJ, 4; Ba. (t.) s. I, 7) — che teme, timido.
+
+_dovenuto_ (s. V, 9) — accaduto: cfr. _adovenire_.
+
+_driti_ (b. I, 41) — dritti.
+
+_dubitanza (so' in tutta)_ Ba. (t.) (s. I, 2) — sono nel dubbio piú
+assoluto.
+
+_dura (tene a)_ F. (c. 30) — tiene duramente.
+
+_durare. dura_ (b. II, 14) — si estende; _dura_ (b. II, 15) —
+sostiene, soffre.
+
+_duresse (non state piú in)_ (d. I, 46) — non siate piú dure;
+_duresse_ (d. I, 48, d. II, 13) — durezze.
+
+
+_entendanza_ (c. IX, 27) — intendimento.
+
+_equo_ G. (t.) (s. IV, 14) — cavallo.
+
+_eransa_ (c. II, 16) — affanno.
+
+_erransa (torna in)_ (c. I, 53-4) — mi è sventura.
+
+_erranza_ (c. XJ, 4) — affanno amoroso.
+
+_erore_ (d. II, 48) — errore.
+
+_errore_ (c. XJ, 21; s. XVIJ, 6) — affanno, travaglio.
+
+_esempro (ad)_ (b. V, 28) — ad esempio, come.
+
+_esporre. ispogna_ (s. I, 10) — dichiari, interpreti.
+
+
+_falenza_ (b. I, 5) e
+
+_fallanza_ (c. IV, 22 ecc.) e
+
+_fallensa_ (s. XV, 6) — fallo.
+
+_fallero_ G. (t.) (s. IV, 5) — fallace.
+
+_fallimento_ (c. VJ, 21) — fallo.
+
+_fallire_ (s. IV, 11) — perdere; _fallisce_ (c. XJ, 31) — erra;
+_falla_ (s. VIJ, 13) — manca; _falisse_ (s. VIJ, 8) — mancasse.
+
+_fantino_ (s. IX, 1) — fanciullo.
+
+_fede (in)_ G. (st. 6) — fedelmente.
+
+_fello (fallo)_ (s. VJ, 5) — lo irrita.
+
+_fenire_ (s. V, 4) — finire.
+
+_fenix (lo)_ F. (39) — (la) fenice.
+
+_feresse_ (d. I, 50) — fierezze.
+
+_feruta_ (s. III, 11) — ferita.
+
+_feruto_ (s. III, 1 e 5; F. c. 19) — ferito.
+
+_fi_ B. (t.) (s. II, 10) — fu.
+
+_fidanza_ (d. I, 58) — fiducia.
+
+_figura ('n)_ (s. XJ, 14) — finto.
+
+_fina_ (c. VIIJ, 33) — perfetta.
+
+_fin(o)_ (s. XIJ, 1 e XIIJ, 2, 13); Bo. (t.) (s. II, 10) — perfetto;
+(s. IX, 7) — come si deve; Ba. (t.) (I, 4) — fino core, perfetto
+amore.
+
+_fine (di)_ D. R. (s. I, 12) — finamente.
+
+_finita_ (b. III, 18) — morte.
+
+_finita_ D. R. (s. II, 11) — imperfetta.
+
+_fior (la)_ (s. VIJ, 5) e
+
+_flor_ B. (t.) (II, 4) e
+
+_flore_ (c. VJ, 7) — fiore.
+
+_fiorere. fiore_ (c. VIIJ, 15) — fiorisce.
+
+_florere. flore_ (c. VIIJ, 9) — fiorisce.
+
+_fochio_ (b. I, 29) — fuoco.
+
+_forma_ (c. XJ, 65) — fattezze.
+
+_forsa_ (s. I, 14) — forza.
+
+_fortesse_ (d. I, 44) — fortezze.
+
+_frangente_ (b. IV, 17) — tempestosa (l'it. antico conosce la parola
+come sostantivo, nel significato di «onda», «tempesta»).
+
+_frastenuto_ F. (c. 13) — trattenuto.
+
+_fredura_ B. (t.) (s. II, 10) — freddo.
+
+_frondire. fronde_ (c. VIIJ, 15) — frondeggia.
+
+_fruttare. frutta_ (c. VIIJ, 15) — fruttifica.
+
+_fruttiferosa_ (c. XJ, 40) — fruttifera.
+
+
+_gente_ (c. V, 21 ecc.) — gentile.
+
+_gialura_ (s. VIIJ, 2) — gelo.
+
+_girare. gira_ D. R. (c. 49) — offende.
+
+_gittare. gitto_ D. R. (c. 17) — manifesto.
+
+_giudía_ (b. IV, 28) — giudea.
+
+_giunta_ (s. XIIJ, 2, 2) — aggiunta, (s. XIIJ, 2, 6) — arrivo, (s.
+XIIJ, 2, 8) — arrivata.
+
+_goliare. golia_ (c. IV, 30) — brama, desidera.
+
+_gradire_ (c. II, 22) — apprezzare.
+
+_grandire_ (c. XJ, 8) — esaltare.
+
+_graveza_ F. (c. 2) — dolore.
+
+_graziosa_ (c. IX, 11) — benigna.
+
+_guerrera_ (c. II, 31) — nemica.
+
+_guisa (tanta)_ (d. II, 10) — in tanta guisa.
+
+
+_ima_ B. (t.) (s. V, 4) — a grande distanza.
+
+_imbardare. (ne) 'mbardo_ (d. II, 58) — ne innamoro.
+
+_imperare. lo 'mpera_ (b. V, 54) — comanda a lui.
+
+_imprumera_ (b. IV, 9) — primiera.
+
+_inalturate_ (s. X, 9) — poste in alto (in senso morale).
+
+_inantir_ B. (t.) (s. V, 4) — avanzare.
+
+_inardir (e)_ (s. d. d. a., 2) — rinfrancare.
+
+_incarnare_ (d. II, 45) — raggiungere (il fine). Questo significato
+secondario deriva, certo, dalla espressione «incarnare i falconi»
+ammaestrarli a ghermire: cfr. Petrocchi, N. D. ad v. — _incarnato_ (s.
+XJ, 14) — vero.
+
+_incendere. (lo) 'ncende_ (s. VJ, 5) — lo brucia — _incende_ (s. VJ,
+14) — brucia.
+
+_incuminzanza_ (c. IV, 17) — incominciamento.
+
+_indivinero_ G. (t.) (s. IV, 1) — indovino.
+
+_infinger(si), mi s'infinge_ (c. X, 19) — mi si mostra restía.
+
+_innamoranza_ Bo. (t.) (s. II, 4) — amore.
+
+_innavanzare. (s)'innavanza_ (d. I, 12) — s'esalta.
+
+_insegnamente_ (c. X, 44) — insegnamenti.
+
+_insegnamento_ (c. II, 15) — ragione; (c. III, 54) — sapere.
+
+_'nsegnamento_ (c. VI, 17) — sapere.
+
+_intalentare, (v)'intalenti_ (s. XIIJ, 2, 6) — vi piaccia.
+
+_intendensa_ (c. III, 61) e
+
+_'ntendenza_ (c. VJ, 16) — intendimento.
+
+_intendersi. (in fior m)'intendo_ (s. VIJ, 12) — m'innamoro del fiore.
+
+_intendimenti_ (c. IX, 4) — attenzioni.
+
+_intendimento_ (d. II, 17) — speranza: Ba. (t.) (s. I, 9) amore; Ba.
+(t.) (s. I, 12) — spiegazione.
+
+_intenza_ (b. V, 1) — intenzione, intelligenza, contrasto (?).
+
+_ira_ (s. VJ, 7) — dolore.
+
+_iscanoscienti_ (b. I, 33) — villani.
+
+_isfare. (se) isfaccia_ D. R. (c. 56) — che si disfaccia, che sia
+debole, che non valga nulla.
+
+_ispene (tener)_ (s. IV, 10) — sperare.
+
+_issa_ (d. I, 35) — ora, adesso.
+
+
+_laldatore_ (b. I, 18) — laudatore.
+
+_lanciato_ (c. X, 16) — ferito.
+
+_latin_ G. (t.) (s. I, 7) — chiaro.
+
+_latino_ Bo. (t.) (s. III, 7) — chiaro; _in suo latino_ (c. X, 4) — in
+suo linguaggio.
+
+_laudore_ (s. XIJ, 7) e
+
+_lausor_ (s. XIJ, 13) — lode.
+
+_leansa_ (c. III, 49) — lealtá.
+
+_legero (di)_ G. (t.) (s. IV, 7) — facilmente.
+
+_legieri_ Bo. (t.) (s. II, 1) — leggero.
+
+_lena_ F. (c. 32) — alito.
+
+_leofante_ F. (c. 47) — elefante.
+
+_lontana_ (c. III, 64) — molto estesa.
+
+_lumato_ (b. I, 29) — acceso.
+
+_lumera_ (c. II, 24; c. XI, 24) — splendore; (s. I, 5) — lume.
+
+_lupardo_ F. (c. 15) — leopardo.
+
+
+_ma'_ (s. V, 10) — malamente.
+
+_maestero_ G. (t.) (s. IV, 3) — abilitá.
+
+_magistero_ D. R. (s. II, 2) — dottrina.
+
+_mainera_ (c. II, 7 ecc.) e
+
+_manera_ (c. V, 37 ecc.) — maniera.
+
+_malenanza_ (c. VJ, 34) — male; F. (c. I) — affanno, doglia.
+
+_mallare. (si) malla_ Bo. (t.) (s. III, 11) — si nasconde.
+
+_mantenere. mantene_ (c. V, 15) D. R. (s. II, 12) — possiede, ha.
+
+_martire_ (c. X, 33) — tormenti.
+
+_martore_ (s. d. d. a., 6) — martoro.
+
+_me'_ (s. XV, 3) e
+
+_mei_ (c. I, 36) — meglio.
+
+_meglioranza_ F. (c. 40) — miglioramento, il divenir migliore.
+
+_menare. signoria menando_ (s. XVJ, 6) — signoreggiando.
+
+_mendare. mendate_ Bo. (t.) (s. II, 14) — correggete(lo).
+
+_mente (pur guardandovi)_ (b. II, 27) — pur guardandovi (?). O è una
+tmesi?; _mente (la tene)_ (c. V, 18) — la considera.
+
+_mentire. mentisce_ (c. IX, 50) — smentisce.
+
+_meritare. merita_ (c. IX, 6) — compensa, rimerita — _meritato_ (s.
+XJ, 10) — ricompensato.
+
+_merzé_ (b. III, 18) e
+
+_merzide_ (c. X, 46) — mercede.
+
+_messione (far)_ (d. I, 25) — esser liberali; _non fa messione_ (c.
+III, 62) — non è liberale.
+
+_messire_ (d. II, 30) — messere.
+
+_metalla_ B. (t.) (s. V, 11) — metalli.
+
+_mettere. mettesse_ (b. V, 48) — spendesse.
+
+_miso_ (s. XIV, 2. 10; F. c. 13) — messo.
+
+_misora_ (c. XJ, 31) e
+
+_mizura_ D. R. (c. 63) — misura.
+
+_mistero_ (di) B. (t.) (s. V, 3) — misteriosa, arcana.
+
+_mistieri (m'è)_ Ba. (t.) (s. I, 1) — mi fa d'uopo.
+
+_mod(o)_ D. R. (c. 62) — moderazione.
+
+_molleza_ G. (t.) (s. I, 4) — dolcezza.
+
+_mondo_ (s. XIV, 2, 4) — schietto, puro.
+
+_montare. monta_ (c. III, 28) — importa, è pregiato — _montasi_ (c.
+VIIJ, 14) — si accresce — _montare in grande affare_ (c. III, 34-5) —
+essere altamente pregiato.
+
+_mossare. (si) mossa_ (b. I, 31) — si mostra.
+
+_movere. move_ D. R. (s. I, 1) — agita.
+
+_movimento_ (c. II, 30) — commozione.
+
+_mutanza (non fa)_ Bo. (t.) (s. II, 8) — non muta, non fa mutamento —
+_(faccia di sé) mutanza_ F. (c. 37) — cambi, muti, faccia mutamento.
+
+
+_'ncrescenza_ (b. IV, 17) — il crescere, il sopravanzare.
+
+_nd'_ (c. I, 43 ecc.) e
+
+_nde_ (c. V, 24 ecc.) — ne.
+
+_nessuna_ (c. III, 26) — alcuna.
+
+_'ngegna_ (_a_) (s. XIJ, 14) — con inganno.
+
+_'ngegnero_ (_chi è piú_) B. (t.) (s. V, 7) — chi ha piú ingegno.
+
+_niente (torn'al)_ (b. I, 3) — non val niente — _niente (non fue che
+montasse)_ (b. IV, 31) — non fu di nessuna importanza.
+
+_neente_ D. R. (c. 2) e
+
+_neiente_ (s. d. d. a., 5) — niente.
+
+_nieve_ (s. VIIJ, 1) — neve.
+
+_nodrire. nodrisco_ (d. II, 36) — mi nutro.
+
+_Nossa Donna_ (s. XVIIJ, 6) — Nostra Donna, la Madonna.
+
+_Novellamente_ (c. V, 1) — da poco tempo.
+
+_'ntensione_ (c. I, 59 e II, 32: int.) — speranza.
+
+
+_odiozo_ (c. I, 31) — infesto, nemico.
+
+_odito_ (d. I, 9) — udito.
+
+_ofensione_ (b. IV, 31) e
+
+_offensa_ D. R. (c. 55) — offesa.
+
+_ogna_ (s. III, 8 ecc.) — ogni.
+
+_omne_ Bo. (t.) (s. III, 8) — ogni cosa.
+
+_onoranza_ (c. IV, 21 ecc.) — onore.
+
+_or_ (s. XIV, 1, 14) — oppure.
+
+_ore (a tutt')_ (c. III, 44) — continuamente.
+
+_ottima_ (c. XJ, 43) — ottima, la più perfetta.
+
+
+_paleze_ D. R. (s. I, 11) — palese.
+
+_paragio_ (c. VIJ, 7) — stato, condizione.
+
+_pararsi. ch'avanti a voi si pari_ (s. XIV, 2, 3) — che si paragoni
+con voi.
+
+_pareggiare. pareggiasse_ (b. II, 13) — stesse al paragone.
+
+_parenza_ (s. X, 7) — apparenza.
+
+_parere. pare_ (s. VJ, 2) — appare; _pare_ D. R. (c. 19) — mostra.
+
+_pari_ (s. XIV, 2, 4) — simile.
+
+_parimento_ B. (t.) (s. V, 13) — parimente, ugualmente.
+
+_parlatura_ (s. I, 11) — modo di parlare.
+
+_parlieri_ Ba. (t.) (s. I, 7) — ciarloni.
+
+_parpaglion_ Bo. (t.) (s. III, 14) — farfalla.
+
+_partita (ben)_ (c. V, 27) — perfetta nelle sue parti.
+
+_partito_ (s. I, 6) — parte.
+
+_parvenza (a mia)_ F. (c. 10) — come me, a mia somiglianza.
+
+_passare. passa_ D. R. (c. 43) — evita.
+
+_patire. pata_ (s. XV, 2) — patisca; _patuto_ (s. d. d. a., 11) —
+patito.
+
+_pegnare. pegno_ (b. III, 12) — do in pegno.
+
+_péllere. pelle_ G. (t.) (s. IV, 14) — supera, vince.
+
+_penetente (serestene)_ (b. IV, 24) — ne portereste pena.
+
+_penitensa_ (s. XV, 2) — penitenza.
+
+_pensagione_ (c. II, 20 e 38) — pensiero.
+
+_penseri (per mettervi 'n)_ Bo. (t.) (s. II, 3) — perché dubitavate,
+per il dubitare che voi facevate; _penseri_ D. R. (c. 66) — pensieri.
+
+_pensero_ B. (t.) (s. V, 1) — pensiero; _per pensero_ Bo. (t.) (s.
+III, 1) — secondo quel che mi sembra.
+
+_per_ B. (t.) (s. II, 3) — per forza.
+
+_percepenza_ (c. IX, 12) — percezione.
+
+_pertenere. pertene_ (b. III, 8) — appartiene, si addice;
+_pertene...a_ D. R. (s. II, 9) — dipende da.
+
+_pesanza_ Ba. (t.) (s. I, 8) — affanno, tormento.
+
+_piacensa_ (c. V, 9) e
+
+_piacenza_ (c. XI, 9; s. X, 1) — bellezza; (c. VJ, 15) — piacere; (c.
+IX, 15) — gentilezza.
+
+_plagensa_ (c. II, 37 ecc.) — bellezza.
+
+_piacentieri_ Ba. (t.) (s. I, 3) — gentili, che dánno piacere.
+
+_piaceri_ Bo. (t.) (s. II, 7) — piacere.
+
+_piacimento (sta 'n vigore di tutto)_ (c. VIIJ, 10-1) — ha in sé tutti
+i diletti; _piacimento_ B. (t.) (s. II, 13) e Bo. (t.) (s. II, 9) —
+piacere.
+
+_piare. pia_ (c. I, 46) — Si dice degli uccelli «che cantano in amore»
+(PETR.).
+
+_pietanza_ (c. VIIJ, 30 ecc.) — pietá.
+
+_pintura_ (c. VI, 30) — pittura, quadro.
+
+_piò_ (s. IV, 3); D. R. (s. II, 1 e 7) — più.
+
+_plovere. plove_ D. R. (s. I, 3) — piove.
+
+_ponto_ (b. II, 23) — punto.
+
+_pratora_ (d. I, 2) — prati.
+
+_prendimento (non ha)_ G. (t.) (s. IV, 13) — non si apprende.
+
+_prescio_ (b. I, 13 ecc.) e
+
+_presgio_ (s. XIV, 2, 1) — pregio.
+
+_presiar(e)_ G. (st. 2) — pregiare.
+
+_preso_ (c. VJ, 15; c. VII, 9) — pregio.
+
+_primero_ B. (t.) (s. II, 7) — primiero; B. (t.) (s. V, 5) — la
+materia prima; _sta primero_ Bo. (t.) (s. III, 5) — resta com'era
+prima.
+
+_priso_ (b. II, 3) — preso.
+
+_priva_ (c. I, 23) — priva di vita. È sinonimo di «morta» che precede.
+
+_procaccio_ (c. II, 5) — guadagno.
+
+_prodessa_ (b. I, 26) — prodezza.
+
+_prodesse_ (b. I, 21) — prodezze.
+
+_propria_ (c. VI, 31) — originale.
+
+_provamento_ Bo. (t.) (s. III, 10) — prova.
+
+_proventi (stan piú)_ (b. V, 30) — piú obbediscono.
+
+
+_quagli_ (s. IX, 4) — quali.
+
+_quine_ (s. I, 7) — qui.
+
+
+_ralegranza_ (c. VI, 2 e 3) — allegrezza.
+
+_rasion(e)_ (c. XI, 49 ecc.) e
+
+_rason(e)_ B. (t.) (s. II, 1 ecc.) — ragione.
+
+_regimento_ F. (c. 46) — sostegno.
+
+_renverdire_ (s. d. d. a., 14) — rinverdire.
+
+_reo_ (c. I, 53) — crudele.
+
+_reto_ (c. VJ, 46) — dietro.
+
+_ricca_ (c. IV, 17) — bella; _faraggio ricca_ (c. II, 32) — appagherò;
+(c. VII, 11) — grande.
+
+_rifinare. rifino_ (c. X, 8) — cesso (di cantare).
+
+_rifrescare. rifresca_ (s. II, 14) — rinfresca.
+
+_riguardato_ (c. XJ, 6) — protetto.
+
+_riguardi_ (c. X, 15, 27) — sguardi.
+
+_rinfrangere. rinfrangesse_ (b. IV, 23) — si spezzasse.
+
+_riprendensa_(c. II, 8) — riprensione.
+
+_riprimere. riprima_ G. (t.) (IV, 4) — reprima.
+
+_risemblare. risembla_ (s. VJ, 3) — sembra.
+
+_risentire (de lo)_ (c. II, 2) — ridestare a.
+
+_risposa_ G. (t.) (s. IV, 8) e
+
+_risposo_ G. (t.) (s. IV, 4) e D. R. (s. II, 8) — risposta.
+
+_risprendere. risprende_ (s. X, 14) — risplende.
+
+_ristauro_ (b. V, 50) — ristoro.
+
+_ritenenza_ (b. IV, 16) — ritegno.
+
+_ritenire_ (s. V, 6) — ritenere.
+
+_rivera_ (d. I, 1; b. V, 34) — riviera.
+
+
+_saggiare. sagio_ (s. XIIJ, 1, 5; XIIJ, 2, 7) — provo, misuro.
+
+_sagio_ (s. XIIJ, 1, 1) — sapiente; (s. XIIJ, 1, 3) saggio; (s. XIIJ,
+2, 1) saggezza; (s. XIIJ, 2, 3) — poeta; (s. XIIJ, 2, 5) — gusto.
+
+_saglire_ (c. III, 24) — salire; _saglito_ F. (c. 24) — salito.
+
+_saucido_ Bo. (t.) (s. III, 12) — ?.
+
+_scarso_ (c. XJ, 36) — avaro.
+
+_scaunoscenza_ (c. VIJ, 17) — difetto di conoscenza, ignoranza.
+
+_schifare. schifa_ (s. IX, 3) — scansa, sfugge.
+
+_scogliare. scoglia_ D. R. (c. 45) — muta la pelle, si libera.
+
+_scrittura_ (s. I, 14) — studio.
+
+_sdegna_ (s. XIJ, 11) — sdegni.
+
+_seguiti (son)_ (s. IX, 2) — hanno seguito.
+
+_sensa_ D. R. (c. 42) — senza.
+
+_sentensa_ (c. III, 31) — soluzione; D. R. (c. 34) — sentenza.
+
+_sentenza_ Bo. (t.) (s. III, 9) — senno; Go. (t.) (s. I, 9) —
+soluzione.
+
+_sentieri (agio)_ Bo. (t.) (s. II, 5) — sento, ho sentore.
+
+_sentire_ (c. I, 2) — dolere D. R. (s. II, 5) — conoscere; _sento_ D.
+R. (c. 7) — penso; _sente_ (c. V, 22) — fa male; B. (t.) (s. V, 8) —
+_piú sente de l'_, piú è versato nell'; _sente_ (s. IX, 11) — se ne
+accorgerá; D. R. (c. 1) — prova.
+
+_serino_ (c. X, 2) — sereno.
+
+_sfogliamento_ (s. d. d. a., 14) — lo sfogliarsi.
+
+_sguardare. sguardo_ (d. II, 55) — guardo.
+
+_signoragio_ (c. IV, 10 ecc.) — signoria, potenza.
+
+_simil (a)_ D. R. (s. I, 7) — in tale condizione, cosí essendo le
+cose.
+
+_similemente_ (b. II, 31) e
+
+_similimente_ D. R. (s. I, 1) — similmente.
+
+_smarruto_ (c. II, 26) — smarrito.
+
+_smirato_ (b. II, 30) — limpido.
+
+_so_ (s. IX, 5); F. (c. 14) — suo.
+
+_soferenza_ (s. III, 13) e
+
+_sofrenza_ (s. III, 7; s. d. d. a., 10) — tolleranza.
+
+_sofferére_ (e. VIJ, 23) — sopportare.
+
+_soldare. solda_ (b. II, 34) — soddisfa, appaga.
+
+_soperchio (far)_ (s. IV, 13) — esser tracotante.
+
+_sormontare_ (c. VIIJ, 13) — avanzare; (s. d. d. a., 12) —
+soverchiare.
+
+_sotano_ (d. II, 32) — inferiore.
+
+_sottigliansa_ (s. I, 9) — sottigliezza.
+
+_sparere_ (c. XJ, 18) — perder di pregio.
+
+_spavenza_ F. (c. 12) — spavento.
+
+_spegnare. spegnasende_ (s. XIJ, 11) — se ne spenge; _spegna_ D. R.
+(c. 38) — cancella.
+
+_spene (tene)_ (s. XIJ, 12) — spera.
+
+_spera_ (c. XJ, 23) — specchio; (s. I, 7) — sole.
+
+_spera_ (d. I, 61; s. III, 9) — speranza.
+
+_spiagensa_ (s. XV, 4) — dispiacere.
+
+_sprendere. isprendete_ (s. X, 13) — splendete; _isprendente_ (s. X,
+13) — splendente.
+
+_sprendore_ (b. II, 18 ecc.) — splendore.
+
+_sprimare. (si) sprima_ B. (t.) (s. II, 4) — vien fuori; Bo. (t.) (s.
+III, 6) — cambia, muta.
+
+_sprimere. (si) sprima_ G (t.) (IV, 2) — si esprima.
+
+_stagione (ogna)_ (c. III, 22); _stasione (ogne)_ (c. VIIJ, 14) —
+sempre; _a la stasion_ (c. VIIJ, 39) — talvolta.
+
+_stare. (pur) istando_ (s. VIIJ, 9) — col tempo.
+
+_stesse_ (b. I, 19) — stesso.
+
+_stranero_ (c. XJ, 3) — strano.
+
+_stranianza_ (b. IV, 9) — inesperienza.
+
+_straniata_ (c. IX, 18) — allontanata.
+
+_stridere. (mi) strido_ G. (t.) (IV, 12) — mi chiedo gridando
+(dall'assillo del pensiero).
+
+_strimare. strima_ B. (t.) (s. II, 8) — assottiglia, porta via; _si
+strima_ Bo. (t.) (s. III, 2) — si assottiglia.
+
+_stringer(e)_ (s. IX, 10) — costringere, dominare.
+
+_strutto_ (c. VI, 11) — distrutto.
+
+_sublimare. sublima_ G. (t.) (s. IV, 6) — vola cosí in alto.
+
+_succiso_ (c. V, 35) — tagliato, strappato.
+
+
+_talento (l'ho 'n)_ (d. II, 5) — mi piace.
+
+_talore_ (c. VIIJ, 38) — talora.
+
+_taupin_ (s. V, 12) — tapino.
+
+_temenza_ (s. XVIJ, 4) e
+
+_temore_ (s. d. d. a., 4) — timore.
+
+_tempestanza_ (d. II, 42) — tempesta.
+
+_tempestare. tempesto_ (c. VIIJ, 32) — sono in tempesta.
+
+_tenere. (la) tegna_ (s. XIJ, 13) — sia il fondamento della.
+
+_tensa_ D. R. (c. 55) — tenzone.
+
+_termino (in piccolo...)_ (s. V, 11) — in poco tempo.
+
+_tesauro_ (b. V, 46) — tesoro.
+
+_tinto_ (c. XJ, 12) — tintura.
+
+_tirare. tira_ D. R. (c. 48) — strazia.
+
+_togliere. tolle_ Bo. (t.) (s. III, 5) — diminuisce, si assottiglia.
+
+_tormente_ (c. X, 48) — tormenti.
+
+_traier (canson)_ (s. I, 14) — far canzoni; _trare_ (s. III, 4) —
+trarre; _tragio_ (s. XIJ, 5) — traggo; _trai_ (s. X, 11) — trae.
+
+_transiti_ (s. IX, 8) — passati.
+
+_transmutamento_ B. (t.) (s. V, 10) — cambiamento.
+
+_traportare_ (c. VJ, 34) — cambiare.
+
+_tremore_ (s. XVIJ, 3) — trèmito.
+
+_trovare_ D. R. (c. 9) — modo di far versi.
+
+_tutor_ (c. X, 19, 38) — sempre.
+
+_tuttavia_ (c. VIIJ, 25) — continuamente.
+
+
+_u_ (c. III, 72) — o.
+
+_ubidenza_ (c. VIJ, 6, 12) — obbedienza.
+
+_unque_ (c. X, 32 ecc.) — mai.
+
+_usagio_ (s. II, 5; XIJ, 2) — uso.
+
+_usato (lung'...)_ (s. XJ, 11) — paziente, longanime.
+
+_uzansa_ D. R. (c. 23) — consuetudine.
+
+
+_valensa_ (c. III, 57; s. XIJ, 10) — valore, virtú; (s. XIJ, 13) —
+senno.
+
+_valenza_ (s. X, 3) — valore, virtú.
+
+_valimento_ (c. III, 49; c. VJ, 48) — virtú; (s. d. d. a., 13) —
+valore.
+
+_vazel_ D. R. (s. II, 12) — piccolo vaso, il corpo.
+
+_ventare. venta_ D. R. (s. I, 5) — spira.
+
+_vertode_ (c. XJ, 33) — virtú.
+
+_vilitate_ (s. d. d. a., 3) — viltá.
+
+_visagio (non cagio'n)_ (s. XIJ, 7-8) — non cado in dimostrazione
+esterna.
+
+_visaggio_ (c. XJ, 17) — viso.
+
+_visii_ D. R. (c. 53) — vizi.
+
+_vo'_ Bo. (t.) (s. II, 12) — vi, a voi.
+
+_volenza_ (s. x, 11) — volere.
+
+_volo (con...)_ (s. XIV, 2, 13) — alla sfuggita, affrettatamente,
+senza pensarci.
+
+_vossi_ (s. XVIIJ, 2) — vostri.
+
+_vosso_ (s. XVIIJ, 1) — vostro.
+
+
+_zitello_ (s. VI, 1) — fanciullo.
+
+
+
+
+III
+
+I RIMATORI PISANI
+
+A CURA DI GUIDO ZACCAGNINI
+
+
+
+
+I
+
+GALLO o GALLETTO
+
+
+I
+
+Ha ricevuto da madonna una rosa e molto spera per questo lusinghiero
+principio.
+
+ In alta donna ho miso mia 'ntendanza,
+ in quella c'ha 'n bailía
+ gioi' e solazzo e tutto insegnamento.
+ Lo meo core in altezza s'inavanza;
+ piò che io non solía, 5
+ conforteraggio lo mio 'ntendimento.
+ Ché ben conosco e aggiolo provato
+ che ogne bon servire è meritato,
+ chi serve a bon signore a piagimento.
+ A piagimento, con fina leanza, 10
+ lo mio cor s'umelía,
+ e servo lá 'v'è tutto addornamento.
+ Li amadori lo sacciano 'n certanza
+ ch'i' ho ciò ch'e' golía;
+ ch'io servo l'alta donna a suo talento.
+ A dirlome mandao per suo celato, 15
+ ch'ogni meo bon servir li è tanto in grato,
+ ch'a pro d'essa verrand'a perdimento.
+ A perdimento perdei mi' allegranza;
+ per ciò ch'io mi dolía,
+ mi fa sbaudir, poi so a comandamento 20
+ di quella che mi tiene 'n sua possanza.
+ Senz'ella non valía,
+ or vivo in bona spene e gioi' sento.
+ Tal forz'ha l'alta donna dal su' lato,
+ che lo vil omo fa esser pregiato 25
+ e lo mutulo torna in parlamento.
+ In parlamento e 'n gioco e 'n allegranza,
+ piú ch'eo non solía,
+ viviamo insembre senza partimento.
+ Li mai parlieri, che metteno scordanza 30
+ in mar di Cicilía
+ possan 'negare, e viver a tormento;
+ ca per li fini amanti è giudicato:
+ «Launque è mal parlier sia frustato».
+ A l'alta donna piace esto convento. 35
+ Convento mi donao di su' amanza
+ un giorno ch'io sallía
+ a lo giardino in suo difendimento.
+ Una rosa mandaomi per simiglianza;
+ piú ch'altro fiore aulía; 40
+ und'io lo tegno bon cominciamento.
+ Dall'alta donna, che 'n m'ha sigurato
+ col su' aulente fior che m'ha donato,
+ bon cominciare aspetta compimento.
+
+
+II
+
+CANZONE EQUIVOCA
+
+Si lagna che da piú d'un anno sia caduto in servitú di lei e ne loda
+le bellezze.
+
+ Credea essere, lasso!
+ como quei che si parte
+ da ciò che piò gli è danno.
+ Or son caduto, oi lasso!
+ loco non ebbi parte, 5
+ trapassat'è piò d'anno,
+ com'este ad esser servo
+ de voi, donna, cui servo
+ de bon cor, ciò m'è viso.
+ Sí siete adorna e gente, 10
+ faite stordir la gente,
+ quando vo' mira 'n viso.
+ Ed eo, ponendo mente
+ la vostra fresca cèra
+ ch'è bianca piú che riso, 15
+ feristemi a la mente,
+ und'ardo como cera:
+ levastemi lo riso.
+ Le man vostre e la gola
+ cogli occhi mi dan gola, 20
+ tanto a veder, s'io miro,
+ mostran che l'autre membra
+ vaglian piò, ciò mi membra;
+ pur de tanto mi smiro.
+ Volea veder non pare 25
+ nessuna donna roma
+ quanto voi bella sia;
+ non trovai vostra pare,
+ cercat'ho infin a Roma;
+ grazia e mercé vo' sia. 30
+ Le vostre beltá sole,
+ che lucen piò che sole,
+ m'hano d'amore punto,
+ ch'eo n'era sordo e muto;
+ or me ne vesto e muto 35
+ e cantone ogni punto.
+ Lo meo cor non fa fallo,
+ se da me si diparte
+ e saglie in voi al pè:
+ mai mio conforta fallo, 40
+ no' 'n loco né 'n parte,
+ e piò ch'arcione in Alpe
+ m'ha 'l piè legato e serra,
+ e poi mi stringe e serra
+ e non vòl ch'eo sormonte 45
+ lo vostro amor, ch'è colpa
+ a meve sanza colpa,
+ fam'esser pian di monte.
+ Lo vostro amor mi cura,
+ di vano amor m'ha mondo, 50
+ e son piò fermo e saggio
+ poi che 'n voi misi cura,
+ sovrana d'esto mondo,
+ che d'amor siete saggio,
+ s'al vostro amor m'aresto. 55
+ A assai piò sottil resto
+ si lega saggio e matto.
+ Di bella donna gallo,
+ ch'amo, ben dico Gallo,
+ ch'a ciascun ne do matto. 60
+
+
+
+
+II
+
+LEONARDO DEL GUALLACCA
+
+
+A GALLO
+
+Brutti lacci quelli d'Amore, e quanti affanni esso procura!
+
+ Sí come 'l pescio al lasso,
+ ch'è preso a falsa parte,
+ son quei ch'a amor s'adanno;
+ peggior gittan che l'asso.
+ Salamon, che sepp'arte, 5
+ disse lo mal ched'hanno.
+ Al suo senno m'aservo:
+ con amor non conservo,
+ che fe' fallir Daviso,
+ lo profeta piagente; 10
+ pogo no 'n fo piangente
+ fòra di paradiso.
+ Se lo scritto non mente,
+ per femmina treccera
+ si fo' Merlin deriso; 15
+ e Sanson malamente
+ tradil una leccera;
+ Troia strusse Pariso
+ per Alèna pargòla,
+ sí che mai non par gola; 20
+ sí la strusse la miro.
+ Quando d'Eva mi membra,
+ null'altr'al cor mi membra:
+ di lor opre mi smiro.
+ Chi vòl da lor campare, 25
+ tagli la lor paròma,
+ ch'è piena di falsía.
+ Mentre che pòn trappare,
+ allor dicen ch'a Roma
+ creden vogar van sia. 30
+ Ed io però lassòle;
+ ciascuna è tal qual sòle,
+ d'esto senno no spunto,
+ né non me ne rimuto
+ né 'n versi ne rimuto; 35
+ sempre piò ci propunto.
+ Chi s'innamora in fallo,
+ odit'ho in saggia parte,
+ mant'ha di male palpe.
+ Chi bon senn'ha, rifallo, 40
+ e chi ben si comparte,
+ vive come 'n mar salpe.
+ Foll'è chi quivi serra;
+ chi saglie 'n alta serra
+ uop' è ch'abasso smonte; 45
+ cui amor fier, mal colpa,
+ tanto val ch'a me scolpa
+ amor, e guai chi amonte.
+ La chiar'aire fu scura
+ a Gilio e Fioresmondo; 50
+ lo lor detto fals'aggio:
+ e chi vi s'asicura,
+ guardin a quei ch'al mondo
+ ne dan d'amor lo saggio.
+ Serventese, a dir esto 55
+ va', che per serv'i' resto
+ piò puro ch'oro matto,
+ a quei c'ha nom di Gallo;
+ se Dio di mal tragállo,
+ non crea a vista né ad atto. 60
+ Qual om è d'amor preso,
+ arivat'è a mal porto,
+ alor non è in sua báglia.
+ Dal tersolett' ho apreso,
+ a sua guisa mi porto. 65
+ S'alcuna mi si báglia,
+ prendo del su' mistero
+ quello che m'è mistero,
+ e per altro non l'amo;
+ per vista che me faccia, 70
+ né per beltá di faccia,
+ piò non abocco a l'amo.
+
+
+
+
+III
+
+PANUCCIO DEL BAGNO
+
+
+I
+
+È contento di servire madonna.
+
+ Madonna, vostr'altèro plagimento
+ e la gran conoscenza
+ e la valenza — che 'n voi tuttor regna,
+ e stat'han preso altèro a compimento
+ con sí vera potenza 5
+ ch'ognor crescenz'ha — in altura degna,
+ han conceduto in me, servo di voi,
+ perfezione, in coi
+ han messo di voler propio fiso,
+ d'ogni penser diviso, 10
+ di voi solo 'n servir la signoria
+ fermato, e ciò meo cor solo disia.
+ Del vostro signoraggio, donna, sono
+ con compiuto volere
+ e col podere — intero in vui servire; 15
+ e mai che solo ciò nente ragiono,
+ né giá d'altro piacere
+ pori' avere, — potess'unde gioire!
+ Unde sovrana aver dunque gioi' deggio,
+ quasi poi certo veggio 20
+ che non v'è solo meo placer servire,
+ ma stimo, al mio sentire,
+ ch'amor tanto di voi in me procede,
+ che degno in tanto sia meo cor non crede.
+ Degn'esser quanto so' non fôr amato 25
+ da voi, donna piagente,
+ sí veramente, — com'eo credo fiso;
+ ma voi pur degna siete che sia dato
+ amor chi fermamente
+ per voi servente — di voi è assiso. 30
+ E come veramente, donna, e' degno
+ diven', ché 'lor che segno
+ vedeste per sembianza ch'io v'amava
+ e servir disiava,
+ el meo cor conosceste sí com'era 35
+ di voi per vostra conoscenza altèra.
+ Poi certa, donna, vi fe' conoscenza
+ del meo e vostro core,
+ ch'era d'amore — di voi, siccom'è, priso,
+ fu 'l vostr'altèr de sí nobile essenza 40
+ che mi donò sentore,
+ quasi colore — di ben a voi commiso,
+ dandomi quasi ferma intenzione
+ ch'è vostra oppenione
+ per sembianza vi dovesse amare, 45
+ servire e onorare;
+ ed eo sí fo, und'ho magn'alegrezza,
+ poi m'ha degnato a servo vostr'altezza.
+ Senz'alcun quasi par sono 'n gran gioia
+ poi ferm'aggio voglienza 50
+ servir, flor di plagenza, — vostr'altura;
+ né giá mai non credo alcuna noia,
+ pesanza, né doglienza,
+ poi la mia intenza — in voi solo dimora,
+ considerando che d'ogne vertude 55
+ siete, u' si conchiude
+ fontana e di saver pregi' e orranza,
+ senz'alcuna fallanza,
+ regnando in voi per sè ciascuno bene,
+ a perfezion con voi tuttor convene. 60
+ Donna, po' immaginai
+ la piagente di voi nel cor figora,
+ è stata mia dimora
+ in chiarezza lucente in parte 'v'era;
+ ché, prima ciò fusse, era 65
+ in tenebra d'errore, in parte scora,
+ ove giá alcun'ora
+ di ben non mi sovenne quasi mai,
+ ma poi ch'a voi fermai,
+ servendo, pien di gio' so' stato intera, 70
+ om' tornato di fèra,
+ da voi sí so' allumato, poi v'amai.
+
+
+II
+
+È contento di soffrire gravi pene per lei.
+
+ Di sí alta valenz' a signoria,
+ uv'i' son 'maginando,
+ m'ha dato Amor, tuttor servo, piacere,
+ che, sua considerando alta bailía,
+ e che, pregio montando, 5
+ li avanza ognor servire, und'ho volere,
+ e costringo 'l meo cor di sofferenza
+ ne la gravosa pena,
+ la qual di su' altezza, avendo fede,
+ intera mi procede, 10
+ ché giá non manca a di sí gran valenza
+ signoria provedenza
+ di proveder ciascun leal servente,
+ unde m'allegro in pene sofferente.
+ Rallegrando isperanza il mio coraggio, 15
+ simiglia sostenendo,
+ grave ognor pene, credo udendo dire,
+ ma la potenza, di cui so' 'n servaggio,
+ e la figur'avendo
+ 'maginata nel core ad ubidire, 20
+ parte natura e muta di suo loco,
+ disnaturando prende
+ di selvaggia mainera tanta possa;
+ und'è che non si' mossa
+ giammai, sperando quasi di conforto, 25
+ la speranza di porto,
+ poi sempr'a voglia di servir s'inchina
+ sormontando 'l meo core e mai non fina.
+ Servire in me non fina voglia pare
+ d'amoroso; sí ha preso 30
+ lo meo cor di disio volere fiso.
+ E divisando che temo d'amare
+ ch'i' sia di lei ripreso,
+ com'om' d'altezza ch'è 'n tutto diviso,
+ tutto temenza n'aggio, sí conforto, 35
+ isperando tuttore,
+ considerando la sua canoscenza:
+ unde i' fosse piagenza,
+ mantenendo vorria mevi servente;
+ che sí lealemente 40
+ fermo mi troverebbe in cor siguro,
+ simile quasi como l'oro puro.
+ Servente puro me trovando e vero
+ di lei fermo tenesse
+ vorria, né piú disio mantener pregio: 45
+ e me trovando come sono e spero,
+ quasi tem'e' di me, se
+ tanto di virtú lei valere i' pregio.
+ La quale, come sòle us' e natura,
+ che non giá punto viso 50
+ in opera di lei manchi 'n alcuna;
+ ma in lei tuttor s'aduna,
+ che non guardando di suo ben volere
+ il mio pogo podere,
+ mi derea gioia e mia poga possanza 55
+ con tutto ognor valore in lei amanza.
+ Quasi como chiarezza in parte scura
+ di foco chiaror rende,
+ sí m'ha chiarito 'l suo piagente viso;
+ ché prima vista avesse mia dimora 60
+ lei, che chiarezze stende,
+ era 'n tenebre quasi in lor compriso;
+ ma poi ch'io lei amando, 'maginai
+ la sua forma 'n figura,
+ onni valore, s'i'ho, da lei mi venne, 65
+ né mai cura non tenne
+ che sol di lei servir meo cor di cosa;
+ sperando, in ciò posa,
+ fermo, solo di lei ogni mercede,
+ e se pen'or sostene, gioi'aver crede. 70
+ Sofferenza vertú, und'eo rallegro,
+ in pene sembra, poi tal modo ho priso;
+ che non giá guaire priso
+ quale soffrenz'ha in ben, ché non giá grande
+ virtú di lui si spande, 75
+ com'om' soffrenz'ha in pene e 'n gran doglienza:
+ und'ho soffrir voglienza,
+ isforzandom' ognor, in ciò non pigro.
+
+
+III
+
+Si lagna d'aver perduto la gioia che prima aveva avuto, amando
+madonna.
+
+ Sí dilettosa gioia
+ non cred'om'nato sia giammai portasse,
+ di che si contentasse;
+ ch'altro maggior disio li dá rancura,
+ u' port'alcuna noia, 5
+ non potendo complir sua disianza:
+ ché ciascun giorno innanza
+ e monta in piú voler d'omo natura;
+ und'el non mai si paga né contenta,
+ ché suo voler non lenta, 10
+ ma cresce disiando maggior cosa,
+ unde non prende posa,
+ né perfetta di gioi' port'allegranza,
+ ché quant' ha piú voler, d'aver piú 'nnanza.
+ Sí perfett'allegranza 15
+ e compimento portai d'ogni bene:
+ se considero bene,
+ sovrano 'n gioia fui...
+ ... e 'n benenanza,
+ ch'avea da quella di cui son servente; 20
+ che li fosse piagente
+ parea per sua mostranza il meo servire
+ né cos'altra di lei piú disiando
+ che leal solo stando
+ in lei fermo servire, e 'n ciò che m'era, 25
+ che mi donava intera
+ di gioia benenanza e compimento,
+ nè piú d'aver mi montava talento.
+ E poi com' alcun tempo
+ portai sí intera e dilettosa gioia, 30
+ via maggiormente in noia
+ son stato doloroso e 'n grave pena,
+ ché partire no men pò
+ isperanza di tal gioia passata;
+ ché chi ha gioi' portata, 35
+ partendo d'ella, pena a morte mena.
+ Però che 'l male avante benenanza
+ non grev'è a simiglianza,
+ quasi nente ver' bene aver sentito:
+ ché poi il ben è fallito, 40
+ appresso pena dá confusione
+ e maggiormente grav'è per ragione.
+ La dolorosa pena,
+ ove sono distretto interamente,
+ la qual mi dá sovente 45
+ morte passional, tuttor vivendo,
+ e ch' un' or' non m'allena,
+ da quella ch'i' amo in me ognor discende,
+ che ciascun' ora accende
+ gravoso in me languir, lasso, dolendo; 50
+ ché crudeltá mi mostra in sua sembianza
+ e con fer' orgoglianza,
+ servendo lei, disdegna il meo servire,
+ unde 'n fèro languire
+ piú ch'alcun altro sono e doloroso, 55
+ sostenendo tormento ogni gravoso.
+ Fèra ragion m'apporta
+ di sí grave tormento tal cagione,
+ poi senza offensione
+ tal' ho comis'alcuna 'n lei doglienza, 60
+ ma sempr'è stat'accorta
+ e presa di voler l'anima mia
+ servir, poi 'n signoria
+ di lei fui servo intero a sua potenza;
+ und'è che la mia vita quasi è morte: 65
+ in tanta pena forte
+ mi dá tormento e 'l meo servire isdegna
+ e la morte m'assegna.
+ Mi fòra vita, in cor perché finita
+ sería mia doglia e l'angosciosa vita. 70
+ Mia canzon, or ti parte
+ e mostra 'l gran tormento, il qual eo sento,
+ avegna il compimento
+ non ho potuto dir quanto m'abonda;
+ ché, sí com'è in mar l'onda, 75
+ no n'aggio posa, né d'alcun ben parte
+ a quella per cui son in sí rea parte.
+
+
+IV
+
+Si lagna delle pene in cui si trova per servire madonna.
+
+ Poi contra voglia dir pena convene
+ a me, quasi dolendo
+ per soverchia montanza in cui sormonta,
+ ne la qual falso diletto mi tene,
+ u' mi mise vogliendo 5
+ l'anima un disio col cor congionta
+ di quella, in cui piacer era coverto,
+ quando parea piú vero,
+ ch'amor cognosco di falso colore,
+ del qual m'ha priso, poi fumi proferto: 10
+ immaginandol clero
+ da lei, di conoscenza fui 'n errore,
+ perch'io l'elessi a mio proprio signore.
+ Non conoscendo, falsezza stimando
+ del piager, ma pur fiso 15
+ dell'alma imaginai il suo diletto,
+ e concedette amore in lei fermando,
+ d'ogn'intenzion diviso,
+ fui a sua signoria servo soggetto
+ d'amore 'n atto, distretto 'n potenza: 20
+ di lei sua forma prese,
+ al suo voler per lui i' foi congiunto,
+ e sommisili arbitro e mia voglienza,
+ di lei servire accese,
+ u' conoscendo, mai non fallai punto; 25
+ or d'allegrezza m'ha tutto digiunto.
+ Fermato a perfezione a suo volere,
+ di me non forz'avendo,
+ in ardente mi mise coral foco;
+ ma ciò mi porge, lasso! piú dolere, 30
+ per difetto sentendo
+ di conoscenza aver pene non poco;
+ ché poi mi mostrò, lasso, la sembianza
+ de la sua opinione,
+ la quale, aviso, in lei tuttor regnava 35
+ di piacer contra, und'ho gran malenanza
+ in vita e confusione;
+ ché 'l meo servir gradisse lei pensava,
+ or mortalmente conosco fallava.
+ Fallando in conoscenza, in signoria 40
+ di morte sono ognora,
+ né morir posso e 'n morte ognora vivo.
+ E porge tal cagione in me sí ria
+ pena, che fòr misora
+ grav'è. Sembro aver vita sí pensivo, 45
+ per ch'io non parto giá d'intenzione,
+ ché, se mi fusse danno
+ la morte, in vita solo un'or' regnasse,
+ ma, tormentando, di vita ho cagione,
+ e piú mi monta affanno 50
+ che s'a morte lo spirto mi mancasse,
+ e qual piú pregiudicio mi portasse.
+ La principal del meo dolor cagione
+ aggio costretto a dire
+ ne la fine per piú dolor mostrare, 55
+ e dico piú mi dá confusione
+ d'ogni greve languire
+ la reprension che pote in lei montare,
+ considerando l'altèra valenza
+ di natura discesa 60
+ e lo suo gentil core inganno tegna,
+ unde, in alcuna guisa, di fallenza
+ di vertú sia ripresa;
+ perché maggior di ciò pena in me regna,
+ considerando in lei cosa non degna. 65
+ Se 'n alcuna mainera giá potesse
+ da la follia presente dipartire,
+ isforzereimi a valere alquanto,
+ però ch'assai piú manto
+ fall'è, cernendo, in mal perseverare, 70
+ che non giá fôra stare
+ nel mal, non conoscendo. Ma non posso;
+ ché voler non s'è mosso;
+ und'e', di ragion om, fatto son fèra,
+ seguitando carrèra 75
+ dal piager falso, c'ha in me pene messe.
+
+
+V
+
+Ancora mostra il suo dolore per la crudeltá di lei.
+
+ La dolorosa e mia grave doglienza
+ conven ch'eo dica in canto,
+ com'altri lo piacere e l'allegrezza,
+ distringendomi a ciò la mia voglienza,
+ avegna me' sia pianto, 5
+ como m'ha preso, lasso! 'n cor fermezza,
+ e la chiarezza — di ciò è sembianza
+ ch'eo mi somisi intero in signoraggio,
+ fermo avendo coraggio
+ d'altèra donna di servir natora, 10
+ u' solo un'ora — mai feci fallanza,
+ poi per piacer mi strinsi in suo servaggio,
+ und' ho greve dannaggio,
+ ché mi disdegna e dá pena su' altora.
+ Perfetto in signoria mi misi servo, 15
+ senn'e voler congiunto
+ ad un disio, il suo pregio servendo,
+ e conservendo ciò, com'or conservo,
+ d'ogni penser digiunto
+ sono, 'n ciò servo, 'ntera voglia avendo, 20
+ ed attendendo ne in parte diletto,
+ il qual per lo piacere imaginai;
+ e perché mi fermai
+ sotto sua signoria interamente,
+ sol che servente — fusse lei soggetto, 25
+ piacer disio e tal voglia portai,
+ e piú non disiai,
+ nel primo: ed or desio simelemente.
+ Non disiando che solo servire,
+ di ciò contento fui, 30
+ in alcun'ora: quasi per sembianza
+ dimostrando ver' me fusse in gradire
+ gioi' lei servisse in cui
+ di ciò sorrise con gran benenanza.
+ Ma poi in fallanza — mea vista tornando, 35
+ viddi in tutto lo contraro aperto,
+ quasi di ciò isperto,
+ poi sua vista fermata m'è in disdegno,
+ ed io tal segno — per vero approvando,
+ di gio' m'ha miso tale in pena certo, 40
+ di ciascun ben diserto
+ e fermo in vita amara e 'n morte regno.
+ Regnando in morte, sono in suo podere
+ nascoso e forse pare;
+ tanto ne l'alma mia monta dolore, 45
+ che, sostenendo 'n pena sí piacere,
+ non sí grav'è penare,
+ ma grave è piú via troppo e monta ardore,
+ ch'io tuttore — contrar me' voler porto,
+ poi miso in parte m'ha sí dolorosa, 50
+ ove pena gravosa
+ m'abbonda ciascun'or, com'aigua in fonte,
+ ch'el del monte — di gioi' m'ha indi sporto,
+ unde la pena m'è via piú dogliosa,
+ poi di gioi' dilettosa 55
+ m'ha miso in pene piú ch'io non ho cónte.
+ Contat'ho parte di mia pen'alcona,
+ ma non quante in me regna
+ per non potenza a dire avendo intera;
+ ché 'l core e 'l dir mi manca e abandona, 60
+ e, come foco in legna
+ s'apprende, pianto in lui simel mainera,
+ und'è che fèra — tal ho 'n pena vita:
+ poi, disiando servir fermo intero,
+ son di ciascun ben vero 65
+ e di speranza d'aver gioi' luntano;
+ ma' non istrano — di doglia 'nfinita,
+ ov'io consomo com'al foco cero,
+ né cosa mai ispero
+ mi possa, disdegnand'ella, far sano. 70
+ D'altèra signoria
+ 'maginando beltate e piú valore,
+ mi misi servidore,
+ ov'io son servo, quando a lei gradisse,
+ né mai so ch'io fallisse; 75
+ ma per bassezza me forse disdegna,
+ ma perciò ch'io mai vegna
+ quant'ho di voler manto non m'è viso,
+ ma tuttora strò fiso,
+ né per tormento alcun mutando via. 80
+ S'umeltá con fermezza
+ nel suo scendesse disdegnoso core,
+ ogni pianto e dolore
+ di me mi parrea gioi' ed allegrezza.
+
+
+VI
+
+Si lamenta ancora di dover tanto soffrire per essere servo d'Amore.
+
+ Considerando la vera partenza
+ c'ho fatta intera d'ogni vano amore,
+ e 'l gravoso dolore
+ ch'aggio sentito 'n sua star signoria,
+ pòte di gioia aver meo cor essenza, 5
+ poi che disfatto lui ho, meo guerrero,
+ e preso in disamore
+ ogni d'amanza sua cosa e poi via,
+ la qual quando seguía,
+ porgea tristizia in me d'ognunque pene, 10
+ non resentendo bene
+ d'alcun piacer, ma greve ogni doglienza;
+ unde miso a perdenza
+ avea mia mente, corpo, alma e core,
+ su' poderato essendo in me furore. 15
+ E quanto d'altro piú fui doloroso,
+ ciascun dolor di lui, lasso! sentendo,
+ tanto dico, gioiendo,
+ deggio portar via più d'altr'allegrezza,
+ poi che 'n vertá sono vero amoroso, 20
+ e, partito d'amore, amor prendendo
+ e diritta seguendo
+ d'anima voglia, che fu in iscurezza,
+ la qual giunse gravezza,
+ e reformando in lei iroso male, 25
+ imperciò ch'è penale
+ possa seguir diritta e torta intenza,
+ ma, or che dipartenza
+ ho di lui fatto, seguo ogni memòra
+ e quant'ontai con esso senza mora. 30
+ Non sentimento mai ebbi di gioia,
+ seguendo in lui voler fer' ed ontoso,
+ né mai ebbi riposo
+ per isperanza d'alcun ben che sia:
+ e che sembrav'a me bene, era noia 35
+ e ogni vero bene, oltra gravoso,
+ per che sempre angoscioso
+ viveva dimorando in tal follia.
+ Unde perduto avía
+ ogne vertú che mise in me natura, 40
+ sí che solo figura
+ mantenea d'omo e non punto scienza
+ e l'alta canoscenza
+ de la ragion, la qual or non tutt'aggio,
+ unde vivea ferale oltra selvaggio. 45
+ Del dolor che porgea in me mainera
+ chero ferma cagione adimostrare,
+ e volendo contare
+ com' riformava in me suo gran tormento,
+ non tormentava me di doglia fèra, 50
+ come sensibil corpo in dar penare,
+ ma solo in disiare,
+ tardando ciò che m'era piacimento;
+ ché non pò far contento
+ alcuna cosa u'om' non porti amanza, 55
+ tuttor sia 'n sua possanza,
+ e dove porti giá non possa avere.
+ Ah! che grev'è 'l dolere
+ u' solo perda alquanto d'ella viso:
+ dico tormenta, se disira fiso. 60
+ E non sentiva per lo su' operare,
+ ma cagion era in ciò ch'era operato,
+ unde segondo stato
+ di natura mi dava isvariamento;
+ farmi voler che non potea 'cquistare 65
+ e perder che gradivo avea 'cquistato
+ e 'n ciascun d'esti grato
+ porgiami svariato sentimento.
+ E tal suo creamento
+ adoperava in me diversa offensa, 70
+ e dico: — Om' per potenza
+ ciò ch'ha 'quistato amando u' prende gioia,
+ sed ei perde, poi noia
+ gli abbonda maggio che non fé il deletto,
+ per che nostra natura è in defetto. —  75
+ Com'operava in mevi il suo sentire,
+ tutto languir diviso ogni piacere,
+ al desentir dolere
+ da me diviso d'ognunque suo male,
+ e dammi noia in che ferm' ho gradire 80
+ e fammi che volea tutto isvolere
+ ed el desio podere
+ ch'era costretto a desiar infinale
+ e diverso, giá quale
+ non potea aver mai compimento 85
+ ed il suo potimento
+ diliberato in tutto aver disio,
+ sí che mis' ho in obrío
+ ogni sentir di lui fermo e ricordo,
+ stando a membranza di lui, mai sempre ordo. 90
+ Se disdegnanza Amore alcuna ha presa,
+ volendo apporre offesa,
+ ch'e' fui'n sua signoria, or ne son fòra,
+ di colui che restora
+ il tormento c'ha avuto ogni mio fallo 95
+ e che per vero sallo,
+ ni vorrea senza stato esser sua doglia,
+ per la qual credo in me piú gioi' s'acoglia.
+ Anco maggio difensa,
+ la qual misura sostien di ragione, 100
+ ha maggi' offensione,
+ ch'om non seguir dea mal tutto deletto,
+ né senta ov'ha defetto
+ maggiormente non donque ov'ha 'frissione
+ e corporale eterna confusione. 105
+
+
+VII
+
+Si lamenta delle prepotenze e ingiustizie che commetteva in Pisa la
+parte che spadroneggiava al governo della cosa pubblica.
+
+ La dolorosa noia,
+ ch'aggio dentro al meo core,
+ che non mostri di fòre
+ non posso: tanto sostener m'avanza,
+ montando malenanza 5
+ e soverchiando me da tutte parte,
+ poi che tra gente croia
+ (come non saggi, alpestri,
+ ch'aver degni capestri
+ lor serian, distringendo come fère, 10
+ quale piú son crudère),
+ dimorar mi convene e stare 'n parte,
+ e non solo dimor con loro usando,
+ ma mi convene stando
+ sotto lor suggezion quasi che muto, 15
+ di che son dipartuto
+ d'ogni piacer, poi lor signoria venne:
+ e come ciò sostenne
+ venisse, u' sosten regno, eo meraviglio
+ Dio, poi comunitá mis'ha 'n disguiglio. 20
+ Mis'hanno in disguiglianza
+ ragione e conculcata
+ e per loro scalcata,
+ li lor seguendo pur propi misteri
+ e i malvagi penseri 25
+ seguitando, non punto in lor ragione.
+ Lá ch'era comunanza
+ hanno sodutta in parte,
+ ed han miso in disparte
+ li valorosi e degni e bon rettori, 30
+ per li quali e' maggiori
+ con parvi dividían onor comone;
+ ora l'hanno condutto in propietate,
+ perché la volontate
+ lor tanto fèra il senno ha suggiugato, 35
+ e giá non è mostrato,
+ ch'è sol voler per lor fer' e mortale,
+ il quale ha miso a male
+ ed a danno, volendo, loro terra
+ e perdute castella e piano in guerra. 40
+ E quei ch'erano degni,
+ e che 'n vero son anco,
+ mis' han dal lato manco,
+ crescendo onor, rettori ed avanzando
+ e non quasi mancando 45
+ per lor ragion, ma sol era ben retta,
+ di che si vên gran segni:
+ giustizia conservata
+ era per lor montata,
+ sí che mal fare alcun non quasi ardía, 50
+ perché 'l mal si punía,
+ la terra d'ogni scuso era ben retta.
+ Or giustizia è deserta, ond'è caduta,
+ con ragione perduta,
+ ché piú ladroni son che mercatanti, 55
+ e quasi certo i santi
+ son dirubbati e no solo i palagi,
+ ed a ciascuno adagi
+ par de' detti signor, ma ciò non sono,
+ ché l'un perisce e l'altr'ha 'n mal perdono. 60
+ Portano perdonanza
+ i lor propi 'n mal fare,
+ e piú che meritare
+ è intra loro alcun che l'òr vorria,
+ però che la lor via 65
+ la fine e 'l primo e 'l mezzo è propio a male;
+ ed altri, s'è 'n fallanza,
+ greve sostegnon pena,
+ e chi lor guerra mena
+ quant' a lor terra son siguri 'n tutto 70
+ e riprendon condutto
+ di ciò che volno in lor cittá, el quale
+ e le terre, che son tante perdute,
+ non giá l'hanno volute
+ difender, ma perdute sian lor piace, 75
+ e, divietato, han pace,
+ solo a confusion d'omin di parte.
+ E ciò fatt'hanno ad arte,
+ unde procederá in loro gran danno,
+ ché non sofferrá Dio sí grande inganno. 80
+ Se mi distringe doglia,
+ non certo è meraviglia,
+ ma crudeltá somiglia
+ a cui non prende doglia e pena monta,
+ veggendo che si ponta 85
+ alcuna parte in mal far quanto pòte,
+ e quei che piena voglia
+ aviano 'n bene ovrare,
+ e tutto il lor pensare
+ solamente era in ciò, sono a nente 90
+ per sí smodata gente,
+ und'onni gioi' per me son vane e vòte,
+ ché sento in tutto morta ora giustizia
+ ed avanzar malizia
+ e 'l mal ben conculcare, somettendo 95
+ e montando e crescendo
+ islealtate, inganno e disragione,
+ di che mia 'ntenzione
+ non è che lungo tempo Dio il sostegna,
+ che non soffrir vorrá cosa sí 'ndegna. 100
+ Seminato nel campo fer' han seme
+ e seme simel sé ciascun arende,
+ und'è folle chi attende
+ di seminato gran piggior che gioglio,
+ perché non tanto doglio 105
+ che frutto e seme cosa una fi' 'nseme.
+ Per soverchi'abondanza
+ ch'avea ed ho di gravosa doglienza,
+ m' have la mia voglienza
+ sommosso a conto far di sí gran torto, 110
+ il qual greve m'ha porto
+ cagion dogliosa e fèra di dolere,
+ poi che 'l bene a podere
+ sento perire e 'l mal tuttora avanza.
+
+
+VIII
+
+Vorrebbe trovar rimedio contro le pene d'amore, ma non sa come.
+
+ Dolorosa doglienza in dir m'adduce,
+ non potendo celar, tacendo, 'l core:
+ tanto m'avanza ognor pen'e dolore
+ che pregio men che nente vita u' regno.
+ Considerando, lasso!, son ritegno 5
+ d'ogni languire, avendo mia vita agra
+ e di ciascun plager lontana e magra,
+ avendo di vertú perduta luce.
+ Poi del mio cor disio metter soffersi
+ in seguitar, perdendo ragion vera, 10
+ e sommettendo arbitro 've non era,
+ ciò è servaggio di natura umana,
+ u' non guardai avendo mente sana;
+ ma or somiso aver non vorea dico,
+ ché d'allegrezze, di gioi' son mendíco, 15
+ ritegno di dolor fonte diversi.
+ Disnaturando natura, seguendo
+ di sottometter voglia altrui 'n servaggio,
+ ché chiar conosco che l'uman lignaggio
+ d'aver fugge signor naturalmente, 20
+ ma diviso da ciò diversamente,
+ regnando in me avendo gran diletto
+ d'essere servo di cui son soggetto,
+ in seguitare affanno sostenendo.
+ E poi congiunsi mevi a tal desire, 25
+ non mai d'intenzion tal fei partenza,
+ ma misi 'ngegno a ciò e tutta potenza
+ e d'altro in me poder giá non ritenni
+ che sol servendo u' manco lei non venni,
+ e che i fosse piager fece mostranza, 30
+ siccome quasi me parv'accordanza,
+ und'alquanto mi fe' gioia sentire.
+ Dimorando plager tal quasi un'ora,
+ se piú non manto fu, se bene e' membro,
+ presente a ciò sua vista mevi sembrò 35
+ piú che dir non poría, crudele e fèra,
+ e visai la sua voglia ch'era intera
+ di darmi pene, u' son, sí dolorose
+ che sostenerle alcun tanto gravose
+ parva in vita serea sua dimora. 40
+ Ed avanzando in me piú 'l dolor monta
+ e quasi dico nente ver' ch'io celo,
+ ché corpo alcun, non credo, è sotto 'l celo
+ che regni 'n vita, un'or' vi dimorasse
+ e che senza dimora noi' fallasse; 45
+ ma per penare piú vit'ho languendo
+ e soccorso di scampo non attendo,
+ poi non d'aver per me mai ben si conta.
+ Se, com'eo dico, u' piú mi stringe pena
+ di tal cagione, piú deggio dolere, 50
+ poi veggio e sento che nel me' podere
+ non si riten di ciò che dipart'omo,
+ ciò è ragion da fèra: o lasso! como
+ ne son diviso e tralassato intero,
+ e seguitando voler tanto fèro, 55
+ quale tuttor seguir mi' alma pena!
+ Per che mia vita, dico, è piú ferale
+ che d'animale alcun, perché natura
+ segue, ma pure in me tanto ismisura
+ che fuggo e lasso lei, seguendo 'l contra. 60
+ E d'aver signoria non giá fui contra,
+ somettendoli arbitro e mia franchezza;
+ unde, piú ch'aggio ditto, in me gravezza
+ di greve pene agiunt'anche ogne male.
+ Poiché mi sembra e che 'l conosco fallo 65
+ perché non, lasso, in ciò, rimedio prendo?
+ E no m'ofender piú ove m'ofendo,
+ partir mia voglia di tal signoria?
+ Dico che 'n farlo in me non ho bailía,
+ poich'a ciò falso plager mi congiunse, 70
+ che d'anima e da cor vertú digiunse
+ e ciascuna potenza senza fallo:
+ perché 'mpossibil m'è farne partenza,
+ ché 'l mio volere a ciò è sottoposto,
+ e di maniera tale son disposto 75
+ che d'alcun qualsia bene i' non ho segno:
+ e conosco a ragion di ciò son degno.
+ Ma non mi dol però meno 'l tormento
+ ch'eo doloroso pur languisco e sento
+ e che porti conven cor di doglienza. 80
+ Provato folle, me dico, simiglia
+ chi segue 'l suo dannaggio e ha 'l pro contra:
+ e 'n me quel che contat'ho sovra 'ncontra,
+ perch'alcun sia piú ch'eo folle non credo,
+ poich'eo non presi, allor potea, rimedo, 85
+ e di quel ch'ora seguo maggiormente
+ poi son disposto tanto malamente,
+ che s'alcuno, com'i', è gran meraviglia.
+ Meo cordoglio e lamento, ora te move
+ e te presenta avante a cui ti mando 90
+ e cerne 'l meo dolor tutto nomando,
+ non voglia contar lui el mio tormento
+ e di' che sguardi ben s'a ragion sento
+ e corregga tuo fallo e comendi ove.
+
+
+IX
+
+Dice d'esser tutto preso dall'amore di lei e di non avere altro
+pensiero.
+
+ Vero è che stato son manta stagione
+ senza d'amanza alcun far prendimento,
+ potendo elegimento
+ di tal fare, in cui ver' ben fosse appriso;
+ e ho fedel ver' ciò misa intenzione, 5
+ saver, penser non lento e provedenza,
+ né mai feci prendenza.
+ Pertanto cauto in ciò fatt'ho, diviso,
+ perciò ched'è diviso
+ del mi' cor fermo sempre ogne volere, 10
+ che non solo piagere
+ come ne li altri in me confermi amanza,
+ ma sí sempre possanza
+ di piagimento, gentilezza e bene:
+ per ciò che non disvene 15
+ en nei gentil virtú senza fallanza.
+ Non fei prendenza d'amanza in desire,
+ perciò ch'ove ho trovato esser plagenza,
+ non trovato ho potenza
+ d'altre virtú che son sovramagiore; 20
+ ma or l'ho priso, a ciò ch'aggio sentire
+ di tale in cui piacere e virtú trovo,
+ e non solo io l'aprovo,
+ ma suoie operazion, suo gran valore;
+ ché eo quasi un colore 25
+ cerno di suoie virtú quanto a sembianza.
+ Che se far dimostranza
+ volesse, in dir, del suo gran valimento,
+ daría conoscimento
+ a ciascun chiaro di lei fermamente, 30
+ per ciò che veramente
+ altra no ha ver' lei mai parimento.
+ Come a la sovra sua cara valenza
+ non pote altra aver mai simiglianza,
+ cusí senza fallanza 35
+ non pò mio amore alcun altro semblare;
+ ch'eo no ho solo in lei d'amor voglienza,
+ ch'è, in altrui, voler con seco om bene;
+ ma mia voglienza è bene
+ in suo piager lo mio sempre di fare; 40
+ e ciò deo certo fare,
+ ch'ella m'ha fatto quel che in me non sono:
+ ché per suo caro dono
+ del suo remiro tanto virtuoso
+ m'ha fatto grazïoso 45
+ in sua potenza, nel mio cor passando,
+ ove mise formando
+ del suo degno sentir fermo riposo.
+ Preso ha riposo in me suo pensamento
+ e l'alma forma di sua simiglianza, 50
+ la qual dato ha mutanza
+ a l'ofuscato mio primero stato
+ per suo gran virtuoso operamento:
+ ché miso ha dignità nel cor non degno,
+ e 'l suo valor sí degno 55
+ ha l'esser mio nel suo giá trasformato:
+ ché per mio vero grato
+ e sua virtú, son fatto un altro lei.
+ Vero è ch'ella non mei,
+ perché può fare assai piú ch'io non posso, 60
+ ha ciò ch'eo son commosso,
+ ov'ell'è sempre 'n sua magna virtute,
+ poiché mi die' salute
+ del suo sentire, assai piú che 'n dir mosso.
+ Non mostro in dire quanto in cor mi posa 65
+ sua benvoglienza e suo caro pensero;
+ perciò che sería fèro
+ poterlo a lingua alcun' sí divisare,
+ ché 'l cor non pò pensar tanto gran cosa:
+ ché quando a ciò pensar provando intende, 70
+ certo adesso 'l comprende
+ ismarimento che 'l fa svariare.
+ E se 'n sé vòl tornare,
+ conven che solo stia tanto al sentire;
+ e quel po' sofferire, 75
+ perché tal sentimento è virtuoso:
+ ché 'l suo vero riposo
+ ha d'alegrezza in sé spiriti vivi,
+ li quai son sí gradivi
+ che fanno in tutto mio esser gioioso. 80
+ Va', mia nova canzone,
+ tutto quanto conven non forse degna,
+ a quella in cui cor regna
+ quanto si sa di ben piú divisare.
+ E 'ntende a lei mostrare 85
+ come sua gran virtú, sua gran carezza
+ m'hanno dato fermezza
+ di sua amanza, che è senza aver pare.
+
+
+X
+
+RINTRONICO
+
+Consiglia a soffrire le avversitá con rassegnazione, sperando d'averne
+un giorno lenimento.
+
+ Magna medela a grave e perigliosa
+ del tutto infermitá so che convene,
+ ché parva parvo so dá curamento;
+ e chi infirma greve e ponderosa
+ a possibile far cherenza dene, 5
+ e non cui falla punto potimento;
+ ché non ha valimento
+ picciula cura gran piaga sanare,
+ né poi pot'om' trovare
+ guerenza in quello dal quale divia. 10
+ Stolti, è grave via
+ poter sanare u' tutta è violenza,
+ e non queta l'om' mai sua essenza.
+ Per che mia voglia sre' desiderosa
+ che d'altra parte aver conforto e spene 15
+ desiderato avessi e stettamento;
+ perché di lui m'è via onne stremosa
+ referendol del tutto, e aspra ène,
+ unde, parlando, dir quasi pavento:
+ ché dare spiramento 20
+ è dificile me, e mitigare,
+ però che se penare
+ mettesse 'n ciò, sre' vano al tutto pria,
+ appresso poi seria
+ la fine ad onta, diviso, aderenza, 25
+ unde aliena sre' me' provedenza.
+ Però l'omo en cui è poderosa
+ aversitade, dea potenze e lene
+ metter: creando vigore sia 'ntento;
+ né de' sua voglia esser nighettosa, 30
+ né di vilezza le suoie opre piene,
+ né ira fare in lui occupamento;
+ ma levar, sanamento
+ se de' isperando da colui che pare,
+ siccome vero pare, 35
+ no ha, ni ebbe, ni mai aver dia,
+ il qual sempre desia
+ prosperitá a om' dare e valenza
+ e vòle e pò per sua magna eccellenza.
+ Prova vera vertú vertudiosa 40
+ colui ch'aversitá fermo destene,
+ per sua valenza a farne occultamento,
+ e 'n tal mainera de' lui graziosa
+ esser, dico, se vero ei cerne bene;
+ ché, come purga metallo elemento, 45
+ cosí ho credimento
+ che sia d'aversitá 'l propio purgare,
+ vincere e conculcare
+ di ciascun vizii che parato stia
+ voler, che noi' sería 50
+ fòr d'altro frutto: e ciò è pacienza
+ che dá vertú in cui fa su' aderenza.
+ Tant'è magna di Dio e valorosa
+ la potenza, che cose onne sosténe,
+ ch'a' monti pò legger dar mutamento, 55
+ e chiara cosa far ch'è tenebrosa
+ e diletto tornar, tormento s'éne,
+ e qual piú vivo par dar finimento.
+ Dunque dischiaramento
+ e libertá pòn servo seguitare, 60
+ e ciò hae sperare,
+ ché disse santo di filosofia,
+ in cui non fu falsía:
+ «S'avesse om' fede, o vera intelligenza,
+ fare' mover li monti a sua indigenza». 65
+ Donqu'è provedimento
+ per fede e spera voler seguitare
+ e retto in lui sperare
+ aver ch'è quello che cotidio cria
+ remedi, e quai pensria 70
+ animo mai, sí pog'ha percepenza,
+ ma ei bensí in cui somm'è prudenza.
+
+
+XI
+
+Non potendo piú reggere alle amare pene che lo affliggono, si risolve
+a parlarne, ma in forma coperta, perché non lo intenda un tal Corso.
+
+ Di dir giá piú non celo,
+ poi tante pene ho possa.
+ Doglia m'è 'n cor ripresa,
+ ch'è alcun non sotto 'l celo
+ ch'om' di tal vertú possa. 5
+ Donque 'l dir non ripresa
+ che di tai pene regno
+ fusse, con quale io regno,
+ over pur che di parte
+ in rea non fusse parte, 10
+ ch'altro sostenere omo
+ no le porea quale ho mò.
+ Dunque, se 'n dir disovro,
+ biasmo in me non giá monta
+ a cotal pena fèra 15
+ ché ad ognor' om' credo sovro
+ son di doglia tal monta,
+ che nol sofferea fèra,
+ e poi nel meo cor aggio
+ a lui voler coraggio 20
+ con pura contar fede,
+ unde mi scende fede,
+ se non poder mi manca,
+ ver' mia ragion sia manca.
+ Rappresento ove servo 25
+ sommisi il meo potere,
+ non giá per mia ignoranza,
+ uvi 'n cor sono e servo,
+ come cert'ho potere,
+ seguir sua magn'oranza. 30
+ E per piager che porto
+ fo d'ella in me un deporto,
+ imaginandol pena
+ a darmi affanno 'n pena:
+ a cosí mortal passo 35
+ son lá dovunqu'i' passo.
+ Che poi chiaro nel viso
+ la mia conobbe essenza,
+ fu ver' me adesso contra,
+ e in un'ora diviso 40
+ fui mai di gio' e senza,
+ poi fu pena mi contra.
+ Tanto crudel fu' punto
+ di dardo, il qual m'ha punto,
+ che giá alcun no di pare 45
+ fu sí como mi pare,
+ ch'ognora in morte vivo,
+ se par' voi piú vivo.
+ Se dir vòle soccorso
+ alcuno aver di porto, 50
+ u' gioi' potesse avere,
+ rispondo: — Sí son corso,
+ che non venire a porto
+ per mio spero savere;
+ ma se giá avenire, 55
+ se ciò farmi venire
+ poria, volesse tale,
+ che m'ha condutto a tale,
+ per creder parto nome,
+ cui sovra scritto ho nome. 60
+ Lo meo palese dire
+ ho, per non voler dire,
+ in parte scura messo,
+ e che a non dir sia me' so
+ a ciascun lo meo corso, 65
+ ché no' lo intenda Corso.
+
+
+XII
+
+Anche qui parla chiuso, per dare sfogo al dolore che lo affanna.
+
+ Poi che mia voglia varca
+ sofferenza, convene
+ tutto che sento ch'apra;
+ perché nel meo cor varca
+ sua forza e sí convene, 5
+ ma 'n parvo dir n'ho capra,
+ perché non con voglia empia,
+ ma pur chiara e che m'empia
+ quella sperando u' servo,
+ il meo dir cui reservo, 10
+ se di fallo avesse ombra,
+ perché 'l meo cor no' ombra.
+ Cui amoroso isguardo,
+ de l'alma porto forma:
+ come sol valca vetro, 15
+ come figura isguardo,
+ entrò 'n me en so' forma,
+ cui seguí mai non vetro;
+ sí forte ha miso destra
+ me che 'n guisa ogni destra 20
+ lei servir chero e larga
+ nell'affannarmi larga.
+ Vita di gioia magra,
+ ch'altro savor no m'agra!
+ Considerando sovra 25
+ di tutte l'autre donne
+ come pur or v'è 'n petra,
+ ché non giá mai si sovra
+ d'ovra di pregio donne,
+ quale maggie omo 'mpetra; 30
+ che, come in fonte surge
+ aigua, sí 'n lei si surge
+ virtú che 'n lei poi regna.
+ Donque, s'ella mi regna,
+ esser sovra in gioi' parmi, 35
+ perché nullo è par' mi.
+ Lo ver plager, che porto
+ della diva lor magna,
+ piú è, pensando solo,
+ che d'ogni vertú porto, 40
+ ed ho nel suo cor magna,
+ siccome fo, ché solo
+ per sua sembianza porta
+ mevi che 'n vertá porta
+ per considranza in mente. 45
+ Quando 'n ciò tegno mente
+ ch'a ciascun'or' mi membra,
+ di gioi' pien'è ogni membra.
+ Per non potere aggio orma
+ come celar non saggio 50
+ cernita del meo bene;
+ tanto voler vinto or m'ha;
+ ma pur ver dirò saggio
+ che 'l conto vero bene;
+ ché s'avesse sol pena, 55
+ ed invan la mia pena,
+ servendo, fusse i contra,
+ sí m'è gran gioia contra.
+ pur che lei ami e serva
+ e piú sua voglia serva. 60
+ Lo meo dir parlo chiuso,
+ perché quello in lui chiuso
+ vidivi quasi fiore,
+ se di pregio onne fiore
+ in lui contensi e conta 65
+ sovra ciascuna conta.
+ So che porea dire omo
+ me: — Perché parlat'ha' mò,
+ voi non sentendo folle? —
+ Dico 'n ciò, come folle 70
+ venta, quando si mena;
+ cusí voglia mi mena.
+
+
+XIII
+
+L'anima viene pura dall'alto; ma si guasta poi e si travia, come
+quella del poeta, che ha dato a madonna l'impero del suo cuore.
+
+ Lasso, sovente — sent'e' — che natura
+ vene d'altura — pura — a la mia mente,
+ che pria saccente — mente — alto procura,
+ d'om criatura — cura — finalmente.
+ E poi seguente — gente — i dá drittura,
+ d'ogni misura — fura — vil nocente,
+ poi, se piagente — sente — in lui bruttura,
+ seguir rancura — dura — malamente.
+ Ed eo dolente — chent'è — il mi' operare?
+ Pure 'n fallare — pare — , e ciò è clero,
+ che sia del vero — però — bene spento.
+ E ciò contento — sento — mevi amare,
+ vertú affondare, — dare — a vizio altèro
+ sor mev'impero: — pero, — se non pento!
+
+
+XIV
+
+Instabilitá della fortuna.
+
+ Se quei che regna e 'n segnoria empera,
+ avesse vera — 'n suo stato fermezza,
+ serea giá questo, al mio viso, mainera
+ d'avere spera — aver non mai altezza
+ omo ch'è basso, ma d'aver misera, 5
+ e serea fèra — -sua vita 'n gravezza;
+ ma noi veggiam che piú grandezz'altèra
+ conven pur pèra — e piú affondar s'appressa.
+ Perché di rota ha 'l mondo simiglianza
+ che non posanza — ha mai, ma va volgendo, 10
+ saggio, temendo, — vive alto mutanza.
+ Però chi bass'è, no stia in disperanza,
+ faccia mostranza, — fortuna salendo,
+ sé contenendo, — allegro in gran possanza.
+ Sed alcun folle se trova ne l'alto, 15
+ senza defalto — su cred'esser fermo,
+ poi vesi, sper' mo, — far di sotto 'l salto:
+ chi è 'n grande assalto — non cre' regni guer' mo.
+
+
+XV
+
+Conforta un amico d'un grave dolore che lo affanna.
+
+ Dolendo, amico, di gravosa pena
+ d'affanno, il quale in te, aviso, regna,
+ dolor portando, il qual giá non m'alena,
+ (u' doglia amico doler cosa è degna),
+ mia volontá m'ha somosso e mi mena
+ a dir cosa, conforto unde te vegna,
+ se giá porò; e 'n ciò meo cor se pena
+ e si travaglia, perché ciò divegna.
+ Virtute, amico, di saggi'om' piú pare
+ affanno periglioso portar retto,
+ che allegrezza, u' ciascun si contene.
+ Ché non è vero pregio comportare
+ ciò che comportan tutti, ma star retto,
+ ov'ogn'om cade: tal'è pregio bene.
+
+
+XVI
+
+Dice ad un amico come giá da tre anni sia servo d'amore, e gli domanda
+consiglio.
+
+ Rapresentando a canoscenza vostra
+ meo doloroso mal, grave, diverso,
+ sono mosso, facendo vo' alcun verso,
+ responsion volendo vi dia giostra,
+ a ciò che la vertú che 'n voi enchiostra,
+ mi dia consiglio in che dir vogli' or verso,
+ ché conobbi per vero bianco il perso,
+ per ingannevil fatta mi fu mostra.
+ Ciò fu sembianza ria, la qual vi mostra
+ il meo dir da diritto fu isperso,
+ unde diletto immaginai e postra
+ de la 'maginazion ebbi il rio verso,
+ ch'eo mi legai di sua potenza in chiostra,
+ somettendo mi' arbitro, ann'è ben terso.
+
+
+XVII
+
+Esorta altri a mostrare, ch'è tempo, il proprio valore, per togliersi
+dal basso stato, ov'è caduto.
+
+ Preg'a chi dorme ch'oramai si svegli,
+ e nel su' core — ingenneri vigore,
+ e quanto può, pugnando, s'aparegli
+ gir'avanzando, — conquistando onore.
+ Tutto d'esser non sian gli omin paregli, 5
+ ma quei che men si tragga 'nver' valore,
+ non si neghisca 'n essenzia, ove 'nvegli,
+ che sia divisa da vero labore,
+ perché col tempo ovrar, dico, è savere:
+ donque chi sente sé 'n tempo, sti' accorto 10
+ in solicito stato avere altèro.
+ E quei che ciò non fa, degn'è d'avere
+ su' stato in valle, di ciascun ben corto,
+ e chi ciò segue, signoria e 'mpero.
+ Ciascun om' general che dico intenda, 15
+ la cui dimorazion nel vallo è posta,
+ intendimento d'alto montar prenda,
+ no stia tuttor la sua valenza ascosta.
+
+
+XVIII
+
+Discopre le sue pene per essere in signoria d'Amore.
+
+ Piggiore stimo che morso di capra,
+ ov'Amor fier d'artiglio e dá di becco;
+ ché quasi sembro lui albore secco,
+ quale 'n cui regni, e bene in lui non capra.
+ Ma dico che conven su' cor che s'apra, 5
+ a perder sa vertú rimane istecco,
+ ché non fa frutto, e 'n falso dir non pecco,
+ ché per me 'l provo e per altrui si saprá.
+ E poi fu' in signoria di suo soperchio,
+ mis'ha 'n tormento di mia vita il corso, 10
+ di greve affanno e di piager sí magra.
+ Tant'è sua signoria diversa ed agra,
+ chi sottoposto è lei, va a morte a corso:
+ per languir ch'ho di lui, ciò discoperchio.
+ Del mal diritto al contraro fa cerna, 15
+ perché chi non è ad esso sottoposto,
+ di ben a perfezion venir pò tosto.
+
+
+XIX
+
+Si lamenta di vedere abbandonata la giustizia e trionfare la slealtá.
+
+ Lasso di far piú verso
+ son, poi veggi' ogn'om' manco
+ d'amore far tuttor del dritto inverso,
+ ché qual ten om' piú franco
+ di lealtate, perso 5
+ tosto fa sé veder, se pò, del bianco:
+ ché donna, né converso
+ non sol cor aggia stanco
+ di ciò pensare e fare, und'è ben perso —
+ sicché: Vertú non branco —  10
+ pò dire, — anzi l'avverso —
+ leal om': sí l'ha preso per lo fianco
+ islealtat'e inganno, ch'ognor monta
+ e lo mondo governa,
+ sicch'a quella lanterna 15
+ vol gire ogn'omo e in ciò far si ponta;
+ tanto ch'obbriat' hanno la superna
+ membranza, dove l'onta
+ e 'l ben d'ogn'om' si conta,
+ e di ciascuno han merto in sempiterna. 20
+
+
+XX
+
+Ogni sua volontá, ogni diletto è in piacere a lei.
+
+ Sovrapiagente mia gioia gioiosa
+ e nova vita senza cui son morto,
+ passato ho 'l mar di mia vita angosciosa,
+ e te eletta sola ho per mio porto:
+ e ho fermato in te tutta mia posa,
+ et se' tutto diletto e mio diporto.
+ Eo partit'ho teco ogne mia cosa:
+ senza 'l mi' cor cre' tu ch'i' gía nel porto?
+ Quel che teco ho partito, è la mia vita:
+ ché dato ho te di mio viver l'essenza
+ e me tenuto tuo aggio in parere:
+ unde tanto per me cosa è gradita,
+ quanto gradisce a te e in te m'agenza,
+ ch'io altro non ho piú che 'l tuo volere.
+
+
+XXI
+
+Amore ha preso tutta la sua anima ed è porto d'ogni sua virtú.
+
+ Amor s'ha il mio voler miso di sovra;
+ s'ovra — non falla, giammai non diviso
+ che sua virtú da me sia punto sovra,
+ s'ovra — sí forte lo parer diviso.
+ E l'alma ha vinta ognor, se poso o s'ovro,
+ s'ovro, — è da me non mai punto e' diviso,
+ tutto non com'elli è tanto sovro,
+ s'ovro, — da me astenne saetta di viso.
+ E quello amore in me, che tanto porto,
+ porto — è d'onne virtú, non sol di parte
+ parte — , da cui non mai lei tanto regna,
+ in che pensando benenanza porto;
+ porto — sentir di lei m'è d'onne parte,
+ parte — di ben di sé vero in cui regna.
+
+
+XXII
+
+Ha la graziosa immagine di madonna fissa sempre in cuore.
+
+ Non posso proferir quant'ho voglienza
+ di te sempre servir, mia gentil cosa,
+ per ciò ch'appena pò pensar mi' intenza
+ quanto tu' amore in meve prende posa.
+ Amor s'è priso in me sovrapotenza,
+ e sua virtú che par forsi nascosa,
+ ha la figura di tua gran piagenza
+ formata nel mi' core sí graziosa,
+ ché se 'l sol pare, over che 'l sia nascosa,
+ se corro u poso, — ovonque io sempre sia,
+ tua forma nel mi' cor piagente sguardo.
+ E quando te vedo, lasso, non oso,
+ né veder posso; miro, in fede mia,
+ dentro al mio core, ove io te porto e guardo.
+
+
+
+
+IV
+
+BETTO METTEFUOCO
+
+
+Si mostra lieto di essere in servitú d'Amore per una donna avvenente.
+
+ Amore, perché m'hai
+ distretto in tal misura,
+ ch'eo non posso contare
+ ben le mie pene a chi mi fôra 'n grado?
+ Ardir non poss'ormai 5
+ di dir, tant'ho paura!
+ Cusí mi fa' dottare
+ di perder quell'und'eo allegro vado.
+ Molt'ho grand'allegrezza
+ de la dolse 'contezza 10
+ ch'agio co' l'avenente,
+ che par che i sia piagente — mia contanza.
+ Però 'nde temo forte,
+ e paur'ho di morte,
+ che no le dispiacesse 15
+ s'eo piú su le dicesse — ch'aggio usanza.
+ Se vo' vegno, e non veggo
+ o sprendïente viso
+ che sguardi con pietanza
+ e parli dolcemente con placire, 20
+ tuttor con voi mi reggo
+ e non ne son diviso.
+ Vivendo in isperanza,
+ son gai' e fresco e raffino 'n servire;
+ né lo meo pensamento 25
+ non può escir di tormento,
+ pensando a farv'onore,
+ donna di gran valore, — pienamente:
+ ca per lo vostro bene
+ mi pare escir di pene, 30
+ cusí forte mi piace,
+ piò che lo meo non face — fermamente.
+ Or dunqua com' faraggio,
+ poi la mia malatia
+ non oso adimostrare 35
+ a chi mi può guerir e far gioioso?
+ Ben so che ne moraggio
+ di corto qualche dia:
+ nonde porò campare,
+ se no m'aiuta 'l viso grazïoso, 40
+ per cui piango e sospiro
+ tuttor, quando la smiro,
+ e dico 'nver' di mei:
+ — Lasso! Perché colei — eo amai tanto?
+ Possa riprendo 'l dire 45
+ c'ho fatto e dico: — Sire
+ Deo, cotal fenita
+ facesse la mia vita — e fôra santo! —
+ Madonna, penso forte
+ de la mia natura 50
+ che passa l'assessino
+ del Veglio de montagna disperato;
+ che per metersi a morte
+ passa in aventura;
+ e gli è cosí latino, 55
+ nol gli è gravoso, ch'egli è ingannato,
+ ché 'l Veglio a lo' 'mprimero
+ lo tene in del verdero,
+ e fái parer che sia
+ quel che fa notte e dia — di bono core. 60
+ Ma io, ched ho veduto
+ lo mondo e conosciuto,
+ agio ferma credenza
+ che la vostra potenza — sia magiore.
+ S'eo sono inamorato 65
+ cosí in dismisuranza,
+ e' credo fare acquisto
+ due cose: quelle ond'io fallo e son saggio.
+ Saggio son: ché fermato
+ so senza dubitanza 70
+ lá 've compose Cristo
+ bellezze tante, ch'altrui fann'oltraggio;
+ che son sí sprendiente,
+ ch'io non posso neiente
+ contarle bene e dire: 75
+ ché fa tutto avenire — a chi la guarda.
+ Fallo: ch'amo l'altezza,
+ somma di gentilezza
+ al meo parer che sia,
+ in cui tutto m'avía — arimembrando.
+
+
+
+
+V
+
+CIOLO DELLA BARBA
+
+
+Chiede a madonna, poiché è in tutto servo di lei, che si mova a pietá
+del suo amore.
+
+ Compiutamente mess'ho intenzïone
+ di forza e di podere
+ che d'una cosa agiate disidranza:
+ di non far tanto ch'om'agia ragione
+ di vedermi dolere, 5
+ perché nel mondo non corre un'usanza.
+ Ché se Ventura de rota ha fermezza
+ in de l'altezza — di voi che mostrate,
+ in ciò considerate — ch'io son vostro,
+ piú che nel mio cantare non vi mostro. 10
+ Se non vi mostro le pene e la doglia
+ che per amor patisco,
+ temendo eo veo e sonde pauroso
+ ch'enver' di me non vi si sforzi voglia
+ del penar ch'io norisco. 15
+ Inorando voi, sonde dubitoso;
+ ma so che possedete canoscenza,
+ di che s'agenza, — tutta benenanza:
+ onde la mia speranza — si conforta,
+ com' fenice per rinovar s'amorta. 20
+ Morir meglio mi fôra naturali,
+ pensando li martiri
+ ch'i' ho patuto e pato nott'e dia,
+ con altre cose che non mi son 'guali
+ de li mïei desiri, 25
+ come compresi di voi, donna mia.
+ Non l'auso dir, ché la mente ho raminga,
+ né da la lingua — no 'm pò pervenire,
+ potendomi salire — se v'è 'n piagenza,
+ come l'aringhe fan contro a corenza. 30
+ A tale corso mi donao natura,
+ no mi n' posso partire:
+ partire me m' potesse voi dimora,
+ da ch'io 'n voi vegio tanta diritura
+ di somma di savire, 35
+ che sovr'a l'altre vinde porto onora
+ Poi che m'avete tutto in vostra baglia,
+ ora vi caglia — di me, che v'ho fede,
+ prendendoven mercede — , se vo' membra
+ ch'io non fenisca com' la fior tembra. 40
+
+
+
+
+VI
+
+PUCCIANDONE MARTELLI
+
+
+I
+
+Si lagna delle pene che gli dá Amore e chiede a madonna che si mova a
+pietá del suo dolore.
+
+ Lo fermo intendimento, ched eo aggio,
+ porto 'nfra vene sí celatamente,
+ che quei che da me piú creder lo sente,
+ ne sa altrettanto quanto 'l piú selvaggio.
+ E regna in me sí vertudiosamente 5
+ Amore, che 'n tal loco, u' lo cor aggio,
+ mi fa stare, ché certo non saggio
+ sería, se stesse senza forza niente.
+ Tal è lo convenente.
+ O bona gente, per Dio non guardate 10
+ d'Amor, ché 'n veritate
+ pien è d'erro', che 'n gio' m'ha dato pene,
+ e di tale mi tene — innamorato,
+ che eo da lei son neente amato:
+ signor senza pietate, 15
+ che giá non è tra cui mi ten servente
+ e grave senza colpa penetente.
+ Tant'è savere in lei con grande onore,
+ e gran beltá ch'affina canoscenza,
+ ed umiltá ch'adorna la piagenza, 20
+ che non si cred'ella che per amore
+ ma' metta sua vertú a mia potenza,
+ a voler prender loco in tale core,
+ che non si vòle a compagna valore:
+ ha 'n tale core Amor sua convenenza. 25
+ Certo non ha valenza,
+ né gentilezza, come dicen manti,
+ che vòle usare avanti
+ ignoranza ch'entrare in cor gentile:
+ troppo tornerá a vile — ran carezza, 30
+ ed in bassanza la sua grande altezza.
+ Ben doveriano erranti
+ andar li boni, poi che 'n sconoscenza
+ tornano Amor, che fu lor mantenenza.
+ Però di questo tanto mi dispero, 35
+ ch'eo no so' bon per nessuna mainera,
+ e le mie pene nente m'alegera,
+ e fami stare in tal loco crudero
+ . . . . . . . . . . . . . .
+ . . . . . . . . . . . . . 40
+ . . . . . . . che sovente vi fèro,
+ com'a nemico m'è mostrata cèra:
+ ché, meglio che non era
+ in qua dirieto Amor gentile e puro,
+ per certo m'asicuro 45
+ ch'egli sería, se in madonna intrasse,
+ ed in gio' ritornasse — le gran pene
+ ..... che lo meo cor sostene.
+ Ed eo altro non curo
+ se non di lei servir, ch'è luce e spera, 50
+ che 'n tutto de l'amor no mi dispera.
+ Entra in madonna, Amor, ch'è 'n gentil loco
+ e pártiti da volontá non fina,
+ di tutto bella troverai regina,
+ e sí n'afinerai com'oro al foco: 55
+ ché noi vedem che d'om' che s'ataupina,
+ giá no li piace solazzo né gioco,
+ e chiamasi contento d'uno poco:
+ tale natura ha volontá meschina,
+ e sí ti parrá fina. 60
+ Amore, se risurgi la mia mente,
+ cosí forte seguente
+ ti parraggio, che farai acordanza
+ con lei di darmi amanza. — D'ella faccio
+ non folle pensare a star selvaggio, 65
+ di lei nascosamente,
+ che mi diven com'omo che camina,
+ che cela l'ora a tal che seco mina.
+ Tal non credea che fosse convenenza
+ che in voi m'intendesse sí corale 70
+ e ben savesse come Amor m'assale:
+ giá non sa bene di me riprendenza,
+ ch'eo non sono innamorato tale,
+ ch'eo da voi mai faccia partenza.
+ Mercé, madonna, aggiate provedenza 75
+ d'alleggiar lo meo gravoso male,
+ da che poco mi vale
+ lo pur tanto chiamare voi merzede.
+ S'eo fosse om' senza fede
+ dovreste aver mercede — ..... 80
+ alquanto de lo molto meo tormento.
+ Ben aggio speramento — non fi' grave,
+ ché lo meo cor crede
+ fará acordanza Amor fina 'guale
+ d'intrare in vostro core naturale. 85
+
+
+II
+
+Della gioia che prova a guardar lei.
+
+ Tuttora aggio di voi rimembranza
+ e disianza, — donna mia valente.
+ Tuttor mi membra e disio vedere
+ la piacente beltá, donna amorosa,
+ che 'n voi fa porto con tutto savere, 5
+ cèra avenente, fresca e grazïosa.
+ La rimembranza tenemi in piacere,
+ e lo disio in gran pena angosciosa,
+ s'eo non vi veo, disiato amore,
+ in cui lo core — tegno con la mente. 10
+ Quando vi veo, donna, in cui speranza
+ tegno, con tutta fina benvoglienza,
+ aggio allegranza, gioia e beninanza
+ e donami valor con gran piacenza
+ la vostra sovrangelica sembianza, 15
+ che 'nver' me faite, senza percepenza
+ de li noiosi e de li mal parlieri,
+ che..... — parlan malamente.
+ Poi de' sembianti tant'aggio allegrezza:
+ ben averia, se osass'ella mostrare. 20
+ Lo mio disio fermat'ho 'n tale altezza,
+ che di gran gio' viverò senza pare.
+ Pregovi per la vostra gentilezza
+ che non vi spiaccia lo meo innamorare.
+ Quanto mi donerete piú podere, 25
+ meglio servére — vi porò sovente.
+ Entr'a lo cor m'intrao con tal dolzore
+ lo primo isguardo di voi, donna mia,
+ che m'infiammao di tanto fino amore,
+ che monta in me cosí ciascuna dia, 30
+ che in nulla guisa, donna di valore,
+ a compimento contar lo poría
+ lingua che parli; tant'aggio abondanza,
+ servando amanza — ver' voi lealmente.
+ Ben mi laudo d'Amor, che m'ha donato 35
+ voler cotanto altèro intendimento,
+ che m'ha di tale donna innamorato,
+ ched è somma di tutto piacimento.
+ Poi che sí altamente m'ha locato,
+ faccia che piaccia lo meo servimento 40
+ a quella ched in sua balía mi tene,
+ e la mia spene — v'aggio interamente.
+
+
+III
+
+Si lagna che madonna lo faccia tanto soffrire.
+
+ Signor senza pietanza, udit'ho dire,
+ deve tosto fallire
+ e vana divenir sua signoria.
+ Senza pietá, mia donna, siete e sire.
+ Penser'ho di partire 5
+ me' cor e mente da tale follia;
+ ché solo v'ingegnate me schernire,
+ tempestar e languire
+ e tormentar mi faite nott'e dia.
+ Talor mostranza faitemi 'n servire, 10
+ ma non pote granire,
+ sí come fior che vento lo disvia.
+ L'albor e 'l vento siete veramente,
+ ché faite 'l fior, potetelo granare,
+ poi faitelo fallare 15
+ e vana divenir la mia speranza.
+ Deo vi lassi trovar miglior servente
+ e me signor che faccia meritare,
+ ché tropp'è greve amare
+ lo mio, se per servir ho malenanza. 20
+
+
+IV
+
+Si lamenta che Amore lo abbia ingannato e lo prega a far sí che
+madonna abbia pietá di lui.
+
+ Madonna, vo' isguardando senti' amore,
+ che dentro da lo core
+ mi fue molto piacente,
+ cotanto umilemente
+ inver' me si mostrao. 5
+ Ver' lui mi misi a gir con gran baldore,
+ credendo aver bonore
+ da lui, al meo vivente.
+ Ello veracemente
+ di voi m'innamorao, 10
+ e bene m'onorao
+ di tanto, che 'n altura
+ mise in me la mia cura;
+ e, quando m'alacciao,
+ credetti che facesse a voi volere 15
+ ciò che mi fosse gioia e gran piacere.
+ Da poi ch'Amor non vòlse ch'io avesse
+ da vo' grande allegresse,
+ né gioco né solaccio,
+ meraviglia me faccio 20
+ che m'ha cosí ingannato.
+ Ora ver' me vi fa mostrar feresse
+ e grandi crudelesse:
+ e no mi fe' minaccio,
+ quando mi mise il laccio, 25
+ und'eo sono allacciato,
+ e sí preso e legato,
+ che giá mai, al ver dire,
+ no mi poría partire,
+ tanto m'ha innamorato, 30
+ che a lo mio vivente soffriraggio
+ lo male e 'l ben che da voi, donna, avraggio.
+ Amor, poi ch'a madonna tormentare
+ mi fai come lo mare,
+ quando, di gran tempesta, 35
+ a la nave non resta
+ di dar gravoso afanno,
+ altrui non aggio, cui mi richiamare,
+ se non te, che scampare
+ mi puoi d'esta molesta 40
+ e darmi gioia e festa
+ di tutto lo meo danno;
+ ché certo grande inganno
+ ha' dimostrat'e fatto.
+ Ma poi mi n'ha' trasatto, 45
+ ristaurar come fanno
+ li bon signori a li lor bon serventi,
+ che guigliardonan li lor servimenti.
+ Da cui lo nom' è, Amor, tanto avenente
+ (e tuttor manta gente 50
+ aggi' odito laudare)
+ non mi dovresti fare
+ mostrar tant'argoglianza.
+ A la mia donna, che cura neente,
+ però che 'la non sente 55
+ de le mie pene amare,
+ falline, Amor, saggiare,
+ ch'aggia di me pietanza
+ e mostrimi sembranza
+ d'alcuna benvoglienza; 60
+ ché da la mia intendenza
+ aggio bona speranza,
+ poi m'arai ristaurato de le pene
+ e tutto lo meo mal tornato in bene.
+ Amor, merzé, a madonna sentire 65
+ fa' lo travaglio e l'ire
+ che per lei aggio e sento:
+ forse mi dará 'bento,
+ ch'ará di me pietade;
+ ched io per me non aggio tanto ardire 70
+ ch'eo li le faccia dire:
+ tant'aggio ismarrimento,
+ dubitanza e spavento
+ con gran diversitade,
+ e le sue gran beltade 75
+ temo di riguardare,
+ per non voler mostrare
+ altrui mia volontade.
+ Se tua vertude, Amor, no mi n'aiuta,
+ d'ogn'altra parte ho mia rason perduta. 80
+
+
+V
+
+In madonna è ogni bellezza e gentilezza, ed è onorato chi ha fermezza
+in amar lei.
+
+ Similemente, — gente — criatura,
+ la portatura — pura — ed avenente
+ faite plagente — mente — per natura,
+ sí che 'n altura — cura — vo' la gente.
+ Ch'allor parvente — nente — altra figura
+ non ha fattura — dura — certamente:
+ però neente — sente — di ventura
+ chi sua pintura — scur'ha — no presente.
+ Tanto doblata — data — v'è bellessa
+ e adornessa — messa — con plagensa,
+ ch'ogn'ha che i' pensa — sensa — permirata.
+ Però, amata — fata, — vo' 'n altessa,
+ ché la fermessa — d'essa — conoscenza
+ in sua sentenza — ben sa — onorata.
+
+
+
+
+VII
+
+BACCIARONE DI MESSER BACONE
+
+
+I
+
+Stolti coloro che lodano Amore, fonte di tanti mali.
+
+ Nova m'è volontá nel cor creata,
+ la qual compresa l'alma e 'l corpo m'have,
+ volendo proferisca e dica 'l grave
+ crudele stato ch'è 'n amor fallace.
+ Però ch'alquanto giá fui su' seguace, 5
+ vòl che testimonia rendane dritta,
+ a la gente veder faccia sconfitta
+ che seguen lui, com'ell'è denudata
+ d'onor, di prode e d'alegrezza totta,
+ e come dal piè veste 'n fin al capo 10
+ tutto 'l contrar. S'eo ben dir lo sapo,
+ dironn' un poco, poi no 'l cor mi lascia
+ e come grave a portar son soi' fascia,
+ e com' sre' mei', cui ten, tenessel gotta.
+ Ora dico chi 'l segue com'ei concia, 15
+ che, disconciando loro e i loro e 'l loro,
+ gridan né punto no ne fan mormòro,
+ ma si rallegran com'òr acquistasse.
+ Parmi di tai son lor le vertú casse,
+ non piú che vist'han d'omo razionale; 20
+ poi prenden gioia e del lor cantan male
+ e dánno laude a chi tanto li sconcia,
+ cioè Amor, che non stanchi si veno
+ di coronarlo impero d'ogni bene,
+ e senza lui non mai nullo pervene, 25
+ dicon, a cosa poss'avere onore:
+ unde cotal discende loro errore
+ di lassarsi infrenar di sí reo freno.
+ Non venosi gecchiti di laudare
+ il folle e vano amor, d'ogni ben nudo, 30
+ li matti che si covren del su' scudo,
+ il qual manch'è che di ragnuolo tela
+ e che li porta isportando a vela.
+ Mettonsi 'n mar, creden giunger a porto;
+ poi s'è che nel pereggio gli have accorto, 35
+ alma fa, corpo e aver, tutto affondare.
+ D'onne, donque, reo male è fondamento.
+ Poi tutto tolle bono e 'l contrar porge,
+ come la gente non di lui s'accorge
+ a prender guardia dei suoi inganni felli, 40
+ ch'a Dio li fa ed al mondo ribelli?
+ Meraviglia grand'è com'ei no è spento.
+ Tai laudator lor pòn far plager reo
+ di donar pregio ad un cotale Amore,
+ che tutto trappa bene e dá dolore; 45
+ non giá me coglieranno a quella setta.
+ Alcuna fiata fui 'n sua distretta,
+ non sí disposto, che m'avesse acchiuso
+ ch'eo non potesse giú gire né suso,
+ né suo serv'era, né signor ben meo: 50
+ unde m'accorsi del doglioso passo,
+ ove m'avea condutto e conducía,
+ che parenti ed amici avea 'n obbría
+ e quasi Dio venía dimenticando.
+ Per che nel tutto gli aggio dato bando, 55
+ non piú dimorovi né prendo stasso.
+ Parmi diritta dar possa sentenza
+ chi servito signor ha in sua magione,
+ s'è giusto, come comanda ragione;
+ u, se 'l contraro di ciò il disforma, 60
+ e chi non dimorato loco forma,
+ di sua condizion have neiente;
+ ma tanto com'a voce de la gente,
+ che mante fiate del vero fa 'ntenza.
+ Perché d'amor deo saver far saggio, 65
+ com'omo che del suo sentí tormento,
+ d'ogne, dico, tristor è munimento;
+ colpi di toni quasi son soavi
+ a paraggio dei soi, tanto son gravi
+ ed empi, non pensar porea 'l coraggio. 70
+ Nighettoso fa l'omo il suo defetto
+ a tutte oneste e profittabil cose,
+ ed a seguir l'enique ed odiose
+ prunto, ardito, viziato 'l corregge:
+ cotal d'Amore è sua malvagia legge! 75
+ Ma assai che è da dosso me l'ho spento,
+ ed in tal guisa, in veritá, che pento
+ lo suo mi turberea veder tragetto.
+ Non piú triaca mi fará parere
+ veneno, e fino lo venen triaca, 80
+ ché d'esto far di neun tempo vaca
+ ai denudati c'hano in lui gran fede.
+ Cotal decreto in sua corte possede,
+ se i suoi, non gran fatt'è, falli cadere.
+ Al passo ditt'ho che m'addusse forte, 85
+ di sua sentendo suggizione spersa,
+ e dico come fémi parer persa
+ qual aspra piú e pungent'era ortica,
+ e come mi facea parer nemica
+ cui di nomar mi piace tacer ora, 90
+ senza la qual de vita serea fòra,
+ 'brobbriosa sofferendo e crudel morte.
+ Ché lá, u' tutta gent'hami fallita,
+ e piú chi di me piú mostrava festa,
+ chi dett'ho, non lassatasi la vesta, 95
+ per potersi a la persona dar campo,
+ per pioggia né per vento né per lampo
+ di pensar ciò né far vesi gechita.
+ Poi me condusse in sí crudele errore,
+ che mi facea del corpo il cor odiare, 100
+ un'uncia non avendo del cantare
+ di suo gravoso e sprefondato pondo:
+ or dé' ben dirupare 'n nel profondo
+ chi di tal carco addoss'have la soma
+ e cui afferrat'ha ben per la chioma, 105
+ si' certo ch'onni i' tolle c'ha valore.
+ Miri, miri catuno e ben si guardi
+ di non in tal sommetersi servaggio,
+ ch'adduce noi' e spiacer e dannaggio
+ e tutto quanto dir puosi di male, 110
+ che questa vita tolle e l'eternale.
+ Oh quanto assaporar mei' fôra cardi!
+ O miseri dolenti sciagurati,
+ o netti d'allegrezza e di piacere,
+ fonte d'onni tristizia possedere, 115
+ o spenti di vertú tutt'e di luce,
+ ponendo cura bene, o' vi conduce
+ il vostr'amore, c'ha 'l malvagio conio,
+ odiar via piú l'areste che demonio;
+ ma non tanto potete, sí v'ha orbati. 120
+ Se de la mente gli occhi apriste bene
+ e lo 'ntelletto non fussevi tolto,
+ vedreste chiaro il loco 've v'ha 'nvolto,
+ ch'è tanto laido e disorrato e reo:
+ non savrest'altro dir che: — Merzé, Deo, —  125
+ sí doloroso è tutto che i' tene!
+ Amor (ti chiamo per lo nome, quanto
+ per l'operare parmi ben so chente),
+ di che ditt'ho se gravato ti sente,
+ e vuoi apporre di te vegna gioia, 130
+ piacemi farlo sentenziare a Troia,
+ a cui adosso il tuo affibbiasti manto.
+
+
+II
+
+Si lagna di Amore, che con tante pene lo tormenta, e chiede perdono a
+Dio d'essersi fatto schiavo di lui.
+
+ Sí forte m'ha costretto
+ doglia, di che, penando, doler deggio,
+ siccomo sento e chiar conosco e veggio
+ che d'ogne 'l corpo meo parte tormenta;
+ ch'i' son, saccio, 'n dispetto 5
+ del Signor nostro dibonaire Deo
+ per lo spiacente, che fei, fallo e reo,
+ und'è ragion che mortai pene senta:
+ ché non giá del fallir posso far menda:
+ unde 'l viso mi benda, 10
+ in guisa tal, quando ben penso cioe,
+ che parmi noe
+ ad esto mondo onor mai poss'avere,
+ di che finar non mai deo plangére,
+ oi Deo m'ha in displagere, 15
+ e tutta per me orranz'è fallita
+ in esta vita,
+ e lo contraro temmi ed ha 'n podere.
+ Poi ch'a tanta perdenza
+ solo m'have condutto il meo follore, 20
+ ch'al mondo sono e a Dio 'n disamore,
+ como sperare alcun mai posso bene?
+ Ma deo aver voglienza
+ che la vita mi falli di presente,
+ e de la morte deggi' esser temente, 25
+ perc'ha l'alma mertato eternai pene.
+ Lo viver, donque, e 'l morir mi contrara:
+ or ecco post'amara,
+ che la follia del meo fallo m'ha dato!
+ Perché fui nato, 30
+ poi dovea di me esser micidiale?
+ Ché tanto piagat'aggiomi corale,
+ che la piaga è mortale
+ da no sperarne giammai guerigione.
+ Ahi che fellone 35
+ demonio a far tal mi condusse male!
+ Assai piú è ontoso
+ e pien di crudeltá, ch'eo non diviso,
+ lo fallo che sí fort'hami conquiso,
+ come sovra nel meo contat'ho dire: 40
+ ché chi era amoroso
+ piú di null'altra di me criatura,
+ tanta bestial sommessemi 'smisura
+ ch'a 'ncontradir suo plager èi ardire;
+ e la mainera fu certo di folle, 45
+ qual legger piú si volle:
+ unde confesso che l'onta e 'l dispregio
+ dèsi dir pregio
+ per me, e cosa che piú fiata spico:
+ e di ragion ben anche stammi dico 50
+ che di Dio sia nimico,
+ fòr cui impero nente e rege tene
+ che sia di bene;
+ ma quanto piú ha sensa, piú è iníco.
+ Tuttora in vita moro 55
+ del doloroso, ch'addoss'aggio, assedio;
+ poi non vi poss'alcun prender remedio,
+ ché difesa mi val né render lasso.
+ Sed eo forte doloro,
+ certo neun si dé' meravigliare, 60
+ poi d'ogni parte sí mi veggi'odiare:
+ ma è miracol com'eo non impasso;
+ ché di tal non torment' 'lcun mainera
+ ch'è senza viva spera,
+ e se pur isperato in tutto ène, 65
+ poi morte bene
+ del male aspetta c'ha fatto 'n lui porto;
+ unde la morte gli è quasi un conforto.
+ Ma eo d'esso m'ho torto,
+ ché vita m'odia e morte mi minaccia, 70
+ e ciò mi caccia
+ d'onni loc' u' sperar possa diporto.
+ Ahi, signor Deo, com' faccio,
+ Padre del tutto, fòr nullo par bono,
+ ché non ardisco a chiedervi perdono 75
+ del fallo meo, che sí forte v'ho offeso!
+ Di che ora mi taccio
+ a non parlar volerne piú avante,
+ ché parlat'aggio e dittone sembiante,
+ che alcun mi pote ben aver inteso. 80
+ Unde voi' fine a ciò far oramai,
+ tuttoché non assai
+ a tal ofesa dir eo porea sovra,
+ né tal far ovra
+ che ne potesse giá mai esser mondo, 85
+ se Dio mi perdonasse il fallo e 'l mondo.
+ A ciò cosí rispondo
+ che la colpa, launque son, mi vede,
+ sempre mi féde
+ in quella parte, ove piú mi nascondo. 90
+ Fòr di man petra, e di bocca parola,
+ d'arco saetta, scòla
+ no è di saver tal, che 'l penter poi
+ vaglia ad altroi
+ in guis'alcuna mostrar possa 'l vero. 95
+ Non in tal srei, se ciò fusse, dispero;
+ ma molto fôra clero
+ che mi varrea, però che 'n cielo stelle,
+ né 'n mar candelle
+ d'aigua, quant'eo, no ha, in tal pentèro.
+ Te va', dogliosa mia canzon, mostrando 100
+ e mettendomi in bando
+ di tutte parte, u' pregio ed onor regna,
+ e ti sovegna
+ d'esto far: mai gir sempre seguitando.
+
+
+III
+
+Esprime il dolore che sente a veder governata Pisa da tali che non
+curano il bene e fanno strazio della patria.
+
+ Se doloroso a voler movo dire
+ lo desplagire — che mec'ha contanza,
+ non alcun delmi tornar a fallanza,
+ ché soverchianza — ciò mi fa scovrire.
+ E, pur volendo, non poria covrire 5
+ l'angoscia, che 'l meo cor doglioso serra,
+ ché d'ogne parte gioi' mi veggio torto,
+ e sempre accorto — a darmi 'l contrar erra.
+ Dico isperato di mai son gioire,
+ e de languire — grand'ho siguranza, 10
+ poi tien no' gente di tanta arroganza
+ in doloranza — ch'eo ne voi' morire.
+ Chi di guardar no' non solia né ardire
+ avere 'n parte di mar né di terra,
+ or assai men ch'un om' pregiamme morto: 15
+ sí gran conforto — in esta pres'han guerra.
+ E chi ne ha fatto ciò? Il ben fuggire
+ e 'l mal seguire — di quei che possanza
+ piú 'n Pisa avíano di menar la danza?
+ No l'arditanza — né 'l saver ferire 20
+ di chi ditt'ho, senza cioè fallire.
+ Perché montati in alta furon serra,
+ che non mai vis'è lor falli diporto,
+ né disconforto — non, dicon, li sterra.
+ Unde noi, c'hanno e tienno in lor podire, 25
+ noi' fan sentire — e tanta malenanza,
+ che 'l mondo dovereane aver pesanza
+ e pïetanza — chi del tutto è sire;
+ ch'a pace non giá volno consentire,
+ credendone far albergar sotterra, 30
+ e pensat'han di farne fare 'l porto
+ dentr'a lo sporto, — mentre ciò averrá.
+ Merzé, Signore Deo, di non soffrire
+ sia vo' 'n plagire — tale soverchianza,
+ né tant'odiosa e fera disianza, 35
+ come speranza — lor è di complire;
+ ma di farli vo' piaccia ripentire
+ e 'l poder vostro, che tutto diserra,
+ qual piú ferm'è, mostrate 'n lor di corto:
+ non mai scorto — vesi, altro no sferra. 40
+
+
+
+
+VIII
+
+GERI GIANNINI
+
+
+I
+
+A NATUCCIO CINQUINO
+
+Si duole della sua dolorosa vita e chiede pietá a Dio.
+
+ Meo fero stato — nato — è sí forte,
+ non credo morte — sia con piú dolore,
+ ché d'ogni lato — dato — sommi sorte,
+ e non giá corte, — piene di malore.
+ Viv'affannato, — pato — male storte; 5
+ oimè! che porte — tienmi d'amarore
+ non ben agiato — fiato, — di che tort'è!
+ Cotale scorte — son date al meo core!
+ Che gran fallire — dire — posi 'ntero
+ è del nochero — c'ha esta balanza, 10
+ se piú tardanza — fa, tanto 'l desiede.
+ Al sommo Vero — chero — sua mercede
+ con pura fede, — ne lo quale spero,
+ me partagerò — d'esta malenanza.
+ Conforto — porto — alcuno non par Deo, 15
+ ch'eo tegno 'n feo — la mia vita scura
+ ed ho paura — non mai viver meo.
+
+
+II
+
+RISPOSTA DI NATUCCIO CINQUINO
+
+Comporta il dolore che ha, sperando che abbia una volta a finire.
+
+ Poi sono stato — convitato — a corte
+ da quei che port'è — di chiarir errore,
+ e ha mostrato — per suo dittato — forte
+ ch'entr'a le porte — tene lui l'angore;
+ ed è peccato — ch'è dannato — in torte, 5
+ sí che isport'è — d'onni gran tristore.
+ Piò se' pregiato, — e maggior grato — e sorte,
+ e piú onor t'è — con vero sprendore.
+ Da gradire — è chi 'n dire — fassi clero,
+ ed a l'altèro — sommo umilianza 10
+ con pietanza — magna ver' lui chede,
+ che 'l faccia gire — ov'è piacire — intero;
+ possa lumero — con tutta bastanza
+ ed allegranza — somma tosto vede.
+ Comporto — a torto — lo dolore che ho, 15
+ da possa veo — al mondo nulla dura,
+ dunque rancura — non deggio portar eo.
+
+
+III
+
+A SI. GUI. DA PISTOIA
+
+Se preferisca che la loro amicizia invecchi o sia sempre fresca.
+
+ Magna ferendo me tuba 'n oregli
+ d'orrato ch'ognor in te pregio regna,
+ lo cor mi stringe pur volendo vegli
+ com'eo pensando tuo conto devegna,
+ e con onni argomento m'aparegli
+ pugnando ch'ad amico t'aggia e tegna,
+ in guisa ch'amistá mai non envegli,
+ ma fra noi sempre fresca si contegna.
+ Und'ho pensato de l'acontar mostra
+ il dir sia pria, che 'n ciò vegliat'ho e veglio,
+ parendo me grand'amistanza n'esca.
+ E perch'ho ditto de l'amistá nostra,
+ responsion chero, qual ti sembra meglio,
+ veglia tuttor la mantegnamo, u fresca.
+
+
+
+
+IX
+
+NATUCCIO CINQUINO
+
+TENZONI FRA NATUCCIO E BACCIARONE
+
+
+I
+
+1.
+
+A BACCIARONE DI MESSER BACONE
+
+Perché il dolore e la gioia siano date all'uomo sempre per il suo
+meglio.
+
+ A cui prudenza porge alta lumera
+ di ver sentire in de l'occulte cose,
+ dar al nescente pò vera mainera
+ e chiarir fermo de le piú dubbiose.
+ Ed eo da voi discreto ho ferma spera
+ di chiar savere ciò ch'è 'n me ascose:
+ ch'i'aldo a saggi dire in voce vera
+ che ciò ch'aven piacente over dogliose,
+ cioè cose nel mondo a l'om che regna,
+ sia per miglior di lui senz'alcun fallo;
+ e come sia, non viso è per mia 'ntenza:
+ ché, s'alcun om' resede in vita degna,
+ fôra lui vita mei' che morte stallo:
+ se da ciò poi si parte, e' va a perdenza.
+
+
+2
+
+RISPOSTA DI BACCIARONE
+
+Nel dolore l'uomo impara a soffrire, e nelle prosperitá apprende ad
+esserne grato a Dio.
+
+ Chi nel dolore ha bona sofferenza,
+ vera prudenza — regna in tale core
+ ed in prosperitate canoscenza
+ che tal sentenza — vegna dal Signore.
+ Di tali si pò dir fòr di temenza,
+ a mia parvenza, — ch'è per lor migliore
+ ciò che avène, bon over doglienza:
+ e chi ben pensa — no i' parrá errore.
+ Che se piacere avèn lor, hanne gioia
+ e de la noia — dánsi pace 'ntera:
+ und' han lumera — e fuggon maggior pene.
+ Ma quei, ch'orgoglio e baldanz' hano croia,
+ e volno moia — umilitate vera,
+ la lor mainera — contrar'è di bene.
+
+
+II
+
+1.
+
+A BACCIARONE DI MESSER BACONE
+
+Perché il peccato sia piú amato che fare e dire il bene.
+
+ Aldendo dire l'altèro valore,
+ che 'n vostro core — regna a compimento,
+ distringemi d'averne acontamento
+ per dicimento — o per altro labore.
+ E conoscenza aggio che 'n me fiore
+ no è lo core — d'aver ciò talento;
+ ma volontá mi dona movimento
+ ch'apparimento — faccia all'alto fiore.
+ Unde dimando vo': — Perché 'l peccato
+ è piò amato — che 'l ben fare o dire,
+ poiché di gir — savemo a perdizione? —
+ E ciò credo sia senza questione,
+ qual è cagione — che ciascun, ch'è nato,
+ par ch'obbriato — aggia 'l sommo Sire.
+
+
+2.
+
+RISPOSTA DI BACCIARONE
+
+Il peccato è amato piú del bene a causa dell'abitudine, che è piú
+forte della natura e della ragione.
+
+ Tua scritta intesi bene lo tinore:
+ conoscitore — bon sarei contento
+ esser di ciò che fu tuo piacimento
+ dimandamento — farmi del follore,
+ che 'n dei piú regna d'esser facitore
+ contr' al signore, — non hano spavento:
+ parlo 'n comuno d'esto marrimento,
+ no ched eo sento, — di ciò guardatore.
+ Unde rispondo a te c'hai dimandato:
+ — Saggio se' nato, — se ben sai finire,
+ là u' 'l fallire — e il ben fa locagione.
+ Usanza vince natur' e ragione,
+ perché fellone — fa 'l malvagio usato
+ 'om ordinato — pur a ben seguire. —
+
+
+
+
+X
+
+LOTTO DI SER DATO
+
+
+I
+
+Loda la bellezza e la virtú della sua donna e le chiede scusa se non
+sa celebrarla come essa merita.
+
+ Fior di beltá e d'ogni cosa bona,
+ sí forte lo mio cor immaginat'ha
+ l'alte vertú che fan dimora e stata
+ in de la vostr'onorata persona,
+ che ardente mi dona 5
+ desiderio a farne mostramento,
+ senn' e conoscimento
+ quando obbrío e seguo volontate.
+ E certo in veritate
+ so nente dir poriane a simiglianza 10
+ ver' che grand'abondanza
+ in voi soggiorno fanno e per ragione.
+ Tanta bellezza manten lo suo viso
+ con sí lucente chiaritá innaurato,
+ che la sua cèra par d'angel provato. 15
+ No è donna né om' sí fermo assiso
+ a ovrar, che deviso
+ nond'aggia sua 'ntenzion per riguardare
+ u' sente ch'ell'appare:
+ tanto i' simiglia nobel creatura. 20
+ Tutt'altra sua fattura,
+ di che parlarsi pote onestamente,
+ è sí addorna e gente,
+ non vi si porea apponer mancagione.
+ Lo parlar e l'andar e 'l far dimora 25
+ e li atti e li costumi e i reggimenti
+ umili son, cortesi e sí piacenti
+ e di tanta onestá fan covertora:
+ non guarderá un'ora,
+ né punto in parte o' senta gente sia. 30
+ Quando passa per via,
+ la ruga per miraglio al viso porta;
+ se saluta li è porta,
+ soavemente la rende, e ispande
+ per u' passa sí grande 35
+ odor, non si porea dir per sermone.
+ Di senno tanto assiso ha 'l suo coraggio
+ con canoscenza e con valore intero,
+ con cortesia e con fin pregio altero,
+ alcun om' nonde poteria far saggio; 40
+ perché d'uman lignaggio
+ non sembra sia, ma d'angelicale,
+ e tant'è bontá e tale,
+ e sí sottil lo suo intendiment'have;
+ nulla cos'è sí grave 45
+ ad apprender, no l'apprenda 'l suo core:
+ d'ogni cosa 'l Signore
+ onora e serve senza falligione.
+ A voi, madonna, cui fior conto e chiamo,
+ mercé dimando che 'l vostro perdono 50
+ concediate, se 'l meo dir no è bono,
+ a me che via piú molto che me amo.
+ Lo senno ch'ebbe Adamo,
+ conosco ben non poteria fornire,
+ volendo tutte dire 55
+ le virtú ch'han vostro core fornito.
+ Però molt'ho fallito
+ a cominciar, poi non so far finita;
+ ma par che mi dia vita
+ che 'l saggio conta a voglia operazione. 60
+ Fior d'ogni ben, com'è conto di sovra,
+ poi v'addorna di tante vertú Deo,
+ che tutt'altre passate, al parer meo,
+ pietá aggiate che per me il s'approva
+ e mettetela in ovra 65
+ ver' me, che tuttor so stato gecchito
+ di voi seguir, né quito
+ di voi cred'esser mai, vivo né morto.
+ Unde 'l vostro conforto
+ dimando che spandiate sovra mene, 70
+ che alcun altro bene
+ non m'ha savor per nessuna cagione.
+
+
+II
+
+Si lamenta della sua infelice vita e soprattutto di essere abbandonato
+dalle persone piú care.
+
+ De la fera infertá e angosciosa
+ radicata in diverse e forte pene,
+ la qual dentro e dintorn' al meo cor sento,
+ cura tal voi' pigliar per dilettosa,
+ qual fa lo 'nfermo, quando 'l gran mal mene, 5
+ che si compiange del suo sentimento,
+ e par ch'alleggiamento
+ alcun li sia, ed eo simil voi' fare;
+ le doglie dimostrare,
+ ch'eo soffero con grande compagnia, 10
+ in compianto vorria,
+ sí che, per gran pietá, chi ha potenza
+ di darne guerigion, vegna in voglienza.
+ Savem de certo ched alcuna cosa
+ tanto gentil nostro Signor non fene 15
+ quanto l'omo, né sí siali piacimento,
+ che poi l'ee fatto, fuli sí amoroso,
+ che li dé libertá di male e bene,
+ operar, quanto vole a suo talento.
+ E sí nond'è contento. 20
+ Noi sottoposti ci convene stare,
+ veder, né operare
+ cosa potem che diletto ne sia,
+ né avem signoria
+ di parlar a nessun che conoscenza 25
+ aggia con noi, e ciò n'è gran doglienza.
+ Ed anco maggior doglia e piú gravosa
+ aggiam che non di sovra si contene.
+ Conforto aremmo a ciò trapassamento;
+ ma, sperando d'aver nova gioiosa, 30
+ la contrara di gioia adesso vene
+ tal ch'al cor par voglia dar lungiamento:
+ tant'ha confondimento,
+ che contenti seremmo al trapassare,
+ anzi che dimorare 35
+ in esta vita sí crudele e ria,
+ non fusse che tal via
+ saven' nostr'alme terrèn ch'a perdenza
+ girèno senz'aver giammai redenza.
+ Piú greve pena assai e dolorosa 40
+ haven', ciò sono este fere catene,
+ che altra, und'io fatt'aggia mostramento;
+ ch'ell'è tanto crudele e sí noiosa,
+ che, se consolazion nulla ci vene,
+ tosto da noi li fa far partimento, 45
+ e lo grande tormento,
+ ch'haven' tuttor, ci fa rinovellare,
+ la noi' multiplicare,
+ ch'al corpo darci nullo non poria,
+ e a l'alma bailia 50
+ ha tolto: ché del mal far penitenza
+ non pònno aver, ben c'è gran cordoglienza.
+ E siam sotto signoria sí spietosa,
+ che giá nulla pietá di lor non vene
+ for' con di gente d'altro intendimento: 55
+ s'alcun l'avesse in cor, mostrar non l'osa;
+ ma quell'è leal detto che mantene
+ suo dire e opra a nostro increscimento.
+ Molto piò spiacimento
+ aven che lingua non porea contare, 60
+ e vedenci fallare
+ parenti, amici e mettere 'n obría.
+ Est'è la malatia,
+ di che fatt'ho compianto: gran fallenza
+ fan quei che 'n ciò potrèno dar guirenza. 65
+ A Pisa, meo lamento,
+ nostri tormenti deggi divisare:
+ per volere acquistare
+ e mantenere onore e signoria
+ aven' tal cortesia. 70
+ Consiglio ben chi di servirla ha 'ntenza,
+ guardisi non cadere a tal perdenza.
+
+
+
+
+XI
+
+NOCCO DI CENNI DI FREDIANO
+
+
+Si lagna che madonna gli abbia prima fatto sperare d'aver gioia del
+suo amore, e poi lo abbia ingannato.
+
+ Greve di gioia — pò l'om malenanza
+ far per forza mostranza
+ in vista ben, se 'l cor d'ess'è ripieno.
+ Simil di noia — far pot' allegranza
+ stando 'n fera dottanza 5
+ che pur le pene ch'ha sempre li stièno.
+ Siccome l'albor pò far ch'è silvaggio
+ frutto per sua natura
+ mai bon per sé tanto di su' lignaggio,
+ se non che 'nsetatura 10
+ ched è lui fatta, 'l fa ed el notrica;
+ donque non per sé mica
+ lo fa, ma su' calor; nasce 'l fior pria,
+ unde poi 'l frutto vene:
+ cusí giammai eo non poria mostrare 15
+ ch'avesse gioi' né bene,
+ mentre voi, donna, mi faceste stare,
+ com'ora, 'n tante pene;
+ ma datemi pur tanto un solo ramo
+ di quel frutto ch'eo bramo: 20
+ vedrete in gioi' montarmi e 'n frutto bono,
+ com'om' c'ha gioi' s'attene.
+ Lo frutto bono — da bon albor vene,
+ siccome gioi' da bene
+ nasce e da gioi' ven tutta allegranza, 25
+ avegnia sono — seme 'n dolce speme,
+ ch'amar' frutto n'avène;
+ ma ciò snatura per mala sembianza.
+ Simil l'amaro amore allo 'mprimera
+ mostra dolce 'l veleno, 30
+ cusí lo ingegna e tiene 'n tal maniera
+ ch'ha male e dice beno;
+ ma poi ch'assaporato trova amaro,
+ vuol lassar, parli caro,
+ e poi si pente per l'arra, ch'ha dato, 35
+ unde spesso dice: — Omè! —
+ Ma Amor, volendo, vidde non potea
+ lo simil for' voi farmi:
+ fecemi vista far che vi piacea
+ me e servire 'n voi darmi; 40
+ e io, vedendo ciò, dissi: — Bon frutto
+ da tal albor fia dutto. —
+ Credetti in voi lassarmi ed ei mi prese:
+ cusí per voi ingannome.
+ Saccio per vista assai d'albor venire 45
+ che 'n flor mostra gioire
+ e fanne assai e poghi a ben ne stende;
+ ma poi ch'acquista l'altr'anno in fiorire,
+ frutto per ben seguire,
+ ciò che dimostra in fiore 'n frutto rende. 50
+ Cusí, s'ei mostra di dar allegrezza
+ e poi la torna a noia,
+ convien, se pregio vuol, che tal gravezza
+ ristori per gran gioia;
+ e, se ciò non facesse, non sre' degno 55
+ arbor, mostrando segno
+ in fior di frutto fare e poi fallire;
+ ma sre' laida mostranza.
+ Cusí dir posso di voi, donna gente,
+ che da voi mi fu data, 60
+ in prima vista, d'aver gioi' piagente,
+ e doglia or m'è tornata.
+ Se voi ristoramento a me non date,
+ certo fallo operate,
+ perché, per viste di gioi', me venire 65
+ fatt'avete 'n pesanza.
+ Unde vi prego, donna, che mercede
+ vi stringa, per pietade,
+ a far considerar quant'ho 'n voi fede;
+ c'adesso, in veritate, 70
+ mi tornerete in gioi' onni dolore,
+ over di man d'Amore,
+ cui mi metteste, cavrete tornando
+ in mia primera essenza.
+
+
+
+
+XII
+
+GERONIMO TERRAMAGNINO
+
+
+I
+
+Dice ad un poeta che è bene riflettere lungamente prima di parlare.
+
+ Poi dal mastro Guitton latte tenete,
+ assai, mi par, dovete
+ di vera conoscenza aver effetto,
+ e defettar da voi onni defetto
+ che non bon agia aspetto, 5
+ se di tal mastro bon saver avete.
+ O quanto, quanto e quanto esser dovete,
+ se bene il possedete,
+ glorïoso di tutto bono assetto!
+ E com' dovria il dir vostr'esser retto 10
+ e del contraro netto!
+ Se pensate che dico, cernerete
+ che la vertú si mostra in del parlare,
+ simel vizio v'appare,
+ unde, parlando, l'omo paragona 15
+ la sua propria persona,
+ perché guardar neun troppo si pò.
+ Or intendete ben il meo dir mo',
+ ch'a scoverto vo' do,
+ né scherm'alcun poteteci pigliare. 20
+ Dico: Bon è pensare,
+ anzi la cosa ditta, chi ragiona.
+
+
+II
+
+DOCTRINA DE CORT
+
+Proemi de doctrina de cort.
+
+ El nom de Dieu qu'es subiranz,
+ paire e fill e esperitz sanz,
+ e guidanz de totz pecadors,
+ fauc mon acort pels amadors,
+ ques amon saber ab drechura, 5
+ qals es aycella parladura
+ ques ha en chanz major plajensa
+ e may avinenment s'ajensa.
+ E si enten molt a estendre
+ mon dit, nuls ab drech reprendre 10
+ m'en deu hom, quar en pauche escrich
+ no podon ges caber gran dich,
+ e en breus ditz confusios
+ se concreja mantas sazos.
+ Mas si eu claramen dezir 15
+ e may mas paraulas dir,
+ obs es que mos ditz s'espanda
+ per drech'e per longa landa;
+ e s'afanz feira m'en mestreygir,
+ vigors mon coratg' enpeeygir, 20
+ car ben say que ses gran afan
+ hom no pot far obra prezan.
+ Eu voil que cascus q'a pretz rics
+ l'entende, no avols ni tritz.
+ Don ieu, ~Teramaygnis de Piza~, 25
+ commenz en aquesta guiza.
+
+Començament de doctrina provincial vera e de rahonable locucio.
+
+ Tot en aysi con le rubis
+ sobre totas peyras es fis
+ e l'aurs soblels metailz cars,
+ sobre totz razonatz parlars 30
+ parladura lemoyzina
+ es mays avinentz e fina,
+ quar il quays se razona
+ con la gramatica bona
+ per tots los nombres singulars 35
+ e per tots los plurals anars
+ e per cas e per drech genre
+ la deu dir qui l'am' apenre,
+ e per paraulas ajectivas
+ e per finas substantivas, 40
+ per comunas, oblichs e retz;
+ masculis genre e femnis dretz,
+ per personas e per temps
+ e per motz escriutz ensemps,
+ e per razon continuada 45
+ qui per obs no sia biaysada,
+ e per totas verayas parts
+ d'orazion qui grazid'artz
+ qui te lo sieu cami ubert
+ del parlar razonat per cert: 50
+ so es pels verbs e per los noms,
+ pels particips e pels pronoms,
+ averbis, prepozicions,
+ conjunsions, interjesions.
+ Perque vuoil sapchatz, amador 55
+ qui deziratz haver valor,
+ que totas paraulas bonas
+ substantivas genr' e personas
+ demostron puramen e genz
+ e sostenon grandamenz, 60
+ e sostengudas son vez tal
+ e substansi' han natural.
+ Las ajectivas son del nom,
+ del particip et del pronom,
+ qui no podon sens nom estar 65
+ e han plural e sengular,
+ e mostron calitat e gen
+ e person'en entendimen.
+ Des preposicions aqui
+ e des averbis atressi 70
+ e conjunsion, ieu vos dic,
+ e enterjession, amic,
+ quar singulars ni plurals han,
+ ni demostron genre, ni van
+ per personas ni per temps jes, 75
+ la lur parladura no es
+ sostenguda per alcun fach
+ ni sosten, tan ha flach contrac.
+ Las sustantivas aytals son:
+ «Emperayre», «reys» e «baron», 80
+ e totas autras qui en ver
+ mostron substansa qui vezer
+ se pot o qui vezer nos pot.
+ Don ieu vos dich en cestui mot
+ qu'an nom per ço substantivas 85
+ car sostenon ajectivas;
+ e podets far oracion
+ ses ajectivas ab razon,
+ ab lo verb, aysi com ieu dic:
+ «Seigner suy del castell de Vic». 90
+ Encara: «Cavalliers melur
+ per jutge Ugolim de Galur».
+ Ajectivas hom appella,
+ aysi com «bos», «bels», «bona», «bella»
+ «fortz», «plazens», «sufrens» e «vils», 95
+ «avinenz», «temenz» e «sotils»
+ e las autras per semblansa
+ qui mostron qual ses substansa,
+ o que cant, o que fay,
+ o que sofre, o can que vay; 100
+ ajectivas hom las clama
+ quar dreig entendimen brama
+ le lur lavors ses valedor
+ de la substantiva color.
+ De los ajectius parlars 105
+ de tres maneyras es l'afars:
+ masculin apeyla hom l'un,
+ l'autre femnin, l'autre comun.
+ Mascolis con «bos» e «blancs»,
+ «gays» e «beyls», e «larcs» e «francs», 110
+ e tuyt cill qui mascle mostron.
+ Le femnis es tot aysi con
+ ieu divisi aqui: «franca»,
+ «bona», «bella», «gaya», «blanca»,
+ e tuyt acill qu'hom repauza 115
+ ges en la femnina cauza.
+ Le comuns es si con «sufrenz»,
+ «fortz», «vils» e «sotils» e «plazens»,
+ e tots ceyls de tal maniera
+ obs es q'hom comuns enquiera, 120
+ car los pot hom tan ben asir
+ ab mascle com ab femne dir.
+ Ara tot ayso voil sapchatz
+ que gramatica en vertatz
+ cinc genres razonatz fay: 125
+ masculin e femnin veray,
+ neutre, comu et omne cert,
+ mas, si con hay enanc proert,
+ las paraulas substantivas
+ e totas las ajectivas 130
+ son en chanz sotz masculinas
+ o comunas o femninas,
+ e en la lur entension.
+ Petitas e grandas son,
+ e hom las grandas asear 135
+ ben pot e breumen pauzar
+ enl sengular nominatiu
+ e encaras el vocatiu
+ pel neutre ques es tant adautz,
+ con dis d'~Aurenga Rembautz~: 140
+ «Assats m'es bel, que de novell»:
+ e con dic: «Mas mes q'has castell,
+ e ben m'es aupranar vas Piza».
+ Si van li autre d'aytal guiza.
+ Gramatica fay femnina 145
+ «arbres» e chanz mascolina,
+ e en chanz es femnin «amors».
+ en gramatica mascle «cors»
+ en gramatica neutre «amar»
+ e comuns es ditz en chantar. 150
+ Aysi totas autras del nom
+ paraulas masculinas son
+ o femninas o comunas,
+ que no ne romanen alcunas
+ enforas aycellas totas 155
+ de las quals bay fachas notas
+ qui per cert han breviamenz
+ pel neutre so sapcha, laienz;
+ e nos pot noms substantius
+ abreviar, mas l'ajectius. 160
+ Ben devetz tuyt saber ara
+ lo parlar qui non esgara
+ e celui qu'entendimen fin
+ ha de masclin e de femnin.
+ La parladura ajetiva 165
+ e tota la substantiva
+ s'alonga enls nombres amdos,
+ et dels ses cas es la razos;
+ so es dels singular retz rics
+ e de tots les plurals oblics, 170
+ quar ensemps tuit se resemblon;
+ e atressi s'abrevion
+ en tots los oblics sengulars,
+ encar en los rets plurals cas,
+ car se resemblo eyzamen; 175
+ don vos daray semblan parven
+ de totz retz e oblics complitz
+ con dis us trobayre grazitz,
+ e hac nom ~Giraudos le Ros~:
+ «e qui es mos ‘amichs’ bos 180
+ mostren sa beyla semblança,
+ quar jur que longe sperança».
+ ‘Amics’ es le nominatius
+ singulars, mas vocatius
+ es, con dis cell qui fes la cort: 185
+ «‘Amics’, q'has dich? no sabs confort
+ Son egieignos, e gallart
+ miey dich e miei sotil dart».
+ Encar escriu en aquest fueil
+ si con dis en ~Pons de Capdueill~: 190
+ «‘Amichs’ Beutranz, lo trop amar
+ no vullatz ni lonc esperar».
+ E le pros en ~Peyre Vidals~
+ enls oblics plurals ditz motz tals:
+ «E mos cars filz le coms Henrics 195
+ ha destrutz totz sos enemics».
+ Ara vuoill dir dels plurals retz,
+ q'auzitz los sengulars havetz,
+ con dis ~Andrians del Palais~,
+ trobayre bon e verays: 200
+ «Per qu'ieu part egalmenz
+ lo mal quim fay doler,
+ quel terc vuoll retener,
+ quar totz es trop cozenz.
+ L'autre terç per m'amor 205
+ partan tot entre lor
+ ‘miei amich’ a lur taill;
+ qui no n'ha nos baraill».
+ ~Gauselm Fayditz~ qui hac pretz fi
+ dis enl nominatiu aysi: 210
+ «Quan ‘dui amic’ s'acordon deu voler
+ so que l'us vol zo deu l'autre voler».
+ Del vocatiu plural retrayre
+ vuoill con dis n'Ucs, fis trobayre:
+ «‘Amic veray’, a vos me playgis 215
+ quar fin'amors no me refraygis».
+ L'oblic singular vos desveili
+ com dis en ~Girautz de Borneil~:
+ «E ‘tot home’ qui ben ames
+ hag' robs qu'un bon amic trobes 220
+ en cuy no s'anen duptan».
+ E dis ~Folquets~ de pretz prezan
+ qui dis sobre tots chantars amoros:
+ «Mas trop servirs tendan mantas sazos,
+ quar ‘son amic’ en pert hom, so auch dir». 225
+ Per que ieu vuoill que deiatz presumir
+ e conoyser ben o may
+ lo parlar tot qu'ausy vay,
+ quar totz per aytal semblan
+ se parla con dic denan; 230
+ e per que mai entendimen
+ n'aiatz, dic son variamen.
+
+Nominatiu, «hic amics»; genetiu, «amic»; datiu, «amic», acusatiu,
+«amic»; vocatiu, «amics»; ablatiu, «ab amic», «per amic», «del amic»,
+«en amic», «ses e senes amich». E plural, «amic»; genitiu, «amics»;
+datiu «amics» acusatiu, «amics»; vocatiu, «amic»; ablatiu, «ab amics»,
+«pels amics» «dels amics», «en amichs», «ses e senes amics», etc.
+
+ Dich ay con en aluoygnamen
+ es ditz e en abreviamen
+ le parlars ad retz mascolis, 235
+ ara diray dels feminis.
+ Parladura femmina
+ tals en «a» finis es declina,
+ aysi con «domna», «blanca», «bella»,
+ «gaya», «poma» e «isnella», 240
+ e mantas de cestui anar
+ con savis hom pot esgarar,
+ e con dirai vai sos cors,
+ ses alcunaz autras colors,
+ e es breus els cars sengulars 245
+ e long els plurals variars.
+ Dels singulars vos dauc aytals
+ semblanç com dis ~Peyre Vidals~
+ qui no hac la valor manca:
+ «Car' ‘amia’ dos'e ‘franca’, 250
+ convinenz e ‘bell'’ e ‘bona’,
+ mos cors a vos s'abandona».
+ Encara dis ~Fabres d'Uzes~ le bos:
+ «Nom platz rics hom si no es amoros,
+ nim play ‘domna’ si gent no acuellis, 255
+ nin play donzelz si de gauch no servis».
+ Dic hay cons deu abreviar,
+ ara dich cos deu aluoignar.
+ D'en ~Bernat de Ventadorn~, q'hac
+ pretz sobrels bos, ieu vos retrac 260
+ qar dis en sa chanson en ver:
+ «De la ‘domnas’ me dezesper».
+ Encara vos don semblanz
+ aysi con dis en ~Andrianz~:
+ «Ay ‘domnas’ e seygnor 265
+ de Proens' e d'aillor».
+ Eu voil que vos dejatz garar
+ si con ieu vari son anar.
+
+Nominatio, «franca»; genetiu, «franca»; datiu, «franca»; acusatiu,
+«franca»; vocatiu, «franca»; ablatiu, «ab franca»; e plural,
+«francas»; genetiu, «francas»; datiu, «francas»; acusatiu, «francas»;
+vocatiu, «o francas»; ablatiu, «ab francas», etc.
+
+ De la femnina qui en «a»
+ vay, dic hay segon mon tala, 270
+ ara vuos vuoill ieu dir ies
+ de ceylla qui fenis en «es»,
+ aysi con «sazos» e «amors»,
+ «calors» e «chansos» e «colors»,
+ e l'autre qu'es de simil guiza 275
+ en aysi com hom prims desguiza;
+ enls oblichs singulars breumen
+ es ditz, e en aluoygnamen
+ si deu dir en totz autres cas
+ per ver, e autramen no pas; 280
+ e diray vos en costui mot,
+ si com dis ~Girbertz De si bo tot~:
+ «Ques dobla ‘valors’
+ de far ben e ‘honors’
+ lay on mestier han, 285
+ ans q'hom quera ni demann'».
+ ~Bernatz de Ventador~ le gays,
+ qui motz avinentz retrays,
+ dis en son chan cizamen:
+ «Be es mortz qui d' ‘amor’ no sen 290
+ al cor qalqe dosa ‘sabor’».
+ ~Reigals de Berbezil~, q'honor
+ hac molt, dis en un dels sos canz:
+ «Mas ‘chansos’ er dorgumanz».
+ E dis en ~Folquetz~ de pretz bon: 295
+ «Tant mou de corteza ‘razon’
+ mon chan que no y puese fallir,
+ e manz i dei mell avenir».
+ Encara vos vuoil ieu mostrar
+ con dis en celui eis chantar: 300
+ «S'anc parley en ma ‘canson’»;
+ e dis:
+ «Per tal no m'abandon
+ qu'ieu sempharai auzit dir
+ que mensoygna nos pot cobrir
+ que no mora qualque ‘sazon’». 305
+ E tot aysi vay es espon;
+ e per que haiatz cor mellor
+ diray con sos variars cor:
+
+Nominatio, «hec amors»; genetiu, «amor»; datiu, «amor» acusatiu,
+«amor»; vocatiu, «amors»; ablatiu, «ab amor», etc. E plural, «amors»;
+genetiu, «amors»; datiu, «amors»; acusatiu, «amors»; vocatiu, «amors»;
+ablatiu, «ab amors», etc.
+
+ Encara vuoill qe sapchatz
+ que i ha de paraulas assatz 310
+ qui en los nombres sengulars
+ se luoygnon e els plurals cars,
+ aysi con «ris» e «volentos»,
+ «cors», «solatz», «lais» e «delechos»,
+ e «bras», «glas», «vas», «nas» e «cas», 315
+ «pres», «engres», «lus» e «fals» e «gras»,
+ «reclus», «claus», «repaus», «envers»,
+ «us», «romanz», «vers», «travers», «convers»,
+ e nom propri eizamen
+ de luecs han tal aluoygnamen, 320
+ con «Piza», «Luca», «Florensa»,
+ «Marseylla», «Jenova», «Plajensa».
+
+Nominatio, «cors»; genetiu, «cors»; datiu, «cors»; acusatiu «cors»;
+vocatiu, «cors»; ablatiu, «ab cors»; et plural, «cors»; genetiu,
+«cors»; datiu, «cors»; acusatiu, «cors»; vocatiu, «cors»; ablatiu,
+«cors», etc.
+
+ Per aquestas las autras saber
+ podon li entendedor en ver.
+ Paraulas i ha encara, 325
+ aysi con hom prims esgara,
+ qui se luoygno ab drechura
+ sol per us de parladura
+ en totz los nombres, qar laienz
+ las ditz assatz may avinenz, 330
+ con «chantayritz» e «amayritz»,
+ «emperayritz» e «trobayritz».
+
+Nominatio, «chantayritz»; genetiu, «chantayritz»; datiu,
+«chantayritz»; acusatiu, «chantayritz»; vocatiu, «o chantayritz»;
+ablatiu, «ab chantayritz», etc. Et plural, «chantayritz»; genetiu,
+«chantayritz»; datiu, «chantayritz»; acusatiu, «chantayritz»; vocatiu,
+«o chantayritz»; ablatiu, «ab chantayritz», «ses o senes chantayritz»,
+etc.
+
+ E en aysi con dic hai
+ totz le lur variars vai.
+ Paraulas hi a qui luoygnar 335
+ se podon e abreviar
+ enls acuzatius singulars,
+ tant es avinenz lur atars,
+ con dit: per «pagat» ni has delleygn,
+ e ieu per «pagatz» mi teygn, 340
+ em teygn per «gays» e per «gay»;
+ aysi totz l'autre parlars vay
+ qui es de la lur mainiera;
+ per que ieus diray enquera.
+ E entendatz vos qui prim etz, 345
+ que «totz» en los singulars retz
+ es loncs e enls plutals oblics,
+ con dit ~Arnaut de Maruill~ rics
+ de pretz e de valor fin e grazida:
+ «Si con li peys han e l'ayga lur vida, 350
+ hay en amors e ‘totz’ temp lh'aurai».
+ ~Gauselms Fayditz~ en son complanch retrai:
+ «fortz can es e ‘tot’ lo major dan».
+ Ara doni dels retz plurals semblan,
+ quar fan «tuit», con dis ~Rigals~ de valors: 355
+ «‘Tuit’ demandon qu'es devengud'amors,
+ e ieu a ‘totz’ en diray la vertat».
+ Avans dic en cestui mot
+ qu'enls oblics sengulars fay «tot»,
+ con dis ~Peyre Vidals~ en ver: 360
+ «Tant hai de sen e de saber
+ que del ‘tot’ say mon mell chauzir,
+ e say conoyser e grazir.
+ Mas encara vos vuoill donar
+ semblansa del sieu variar». 365
+
+Nominatio, «tots»; genetiu, «tot»; datiu, «tot»; acusatiu, «tot»;
+vocatiu «totz»; ablatiu, «ab tot». Et plural, «tuyt»; genetiu, «totz»;
+datiu, «totz»; acusatiu, «totz»; vocatiu, «tuyt»; ablatiu, «totz».
+
+ Enl vostre cor sapchatz, aman,
+ q'aysi li ajectiu comun van
+ con «sotils», «vils», «temenz», «sufrenz»,
+ «fortz», «avinenz» e «plazenz»,
+ els singulars se luoygnon 370
+ e enls oblics s'abrevion,
+ enls retz plurals breviamen
+ han e els oblics luoygnamen,
+ e dezir dir verayamenz
+ con vay le lur variamen. 375
+
+Nominatio, «sotils»; genetio, «sotil»; datio, «sotil»; acusatio,
+«sotil»; vocatio, «sotils»; ablatio, «ab sotil», «ses o senes sotil»,
+etc. Et plural, «sotil»; genetio, «sotils»; datio, «sotils»; acusatio,
+«sotils»; vocatiu, «sotil»; ablatiu, «ab sotils», «ses o senes
+sotils», etc.
+
+ Enls primiers retz deu hom «us» dire
+ e en tots oblics «un» assire,
+ e en totz retz si deu dir «dui»
+ en totz oblics «doz» s'adui;
+ totz autres nombres true a mil 380
+ deu hom dir per aytal estil,
+ ses cen, quar sol d'una manieyra
+ es ops que cascuns l'enquera,
+ e per voler primamen far
+ dezir «un» e «doz» variar. 385
+
+Nominatio, «us»; genetiu, «un»; datiu, «un»; acusatio, «un»; vocatio,
+«us»; ablatio, «ab un», etc. Nominatio, «dui»; genetio, «dos»; datio,
+«dos»; acusatio, «dos»; vocatio, «dui»; ablatio, «dos», etc.
+
+ Parlat vos hay de mascolina
+ parladura e femmina,
+ mas encara semblanz vos don
+ de las femnas quis ressemblon
+ els primiers retz, con «sor», «mi donz», 390
+ «nessa», «gasca», «garza», «se donz»:
+ els primiers oblics «mi don»,
+ «soror», «neboda» e «si don»,
+ e «gascona» ab «garzona»; 395
+ e en totz plurals se razona
+ «sorors», «gasconas» e «mas domnas»
+ e «nebodas» e «sas domnas»,
+ e «garzonas», e aysi van
+ las autras de cestui semblan;
+ e per q'haiatz entelech fi 400
+ variaray «soror» aqui.
+
+Nominatio, «sor»; genetio, «sor»; datio, «soror»; acusatio, «soror»;
+vocatio, «sor»; ablatio, «ab soror». Et plural, nominatio, «sorors»;
+genetio, «sorors»; datio, «sorors»; acusatio, «sorors»; vocatio,
+«sorors»; ablatio, «ab sorors», «ses o senes sorors», etc.
+
+ Dels mascolis noms diray
+ con fan els primiers retz oimai,
+ qui fan «Bos», «glotz», «compaygnos»,
+ «gasc», «baytes», «Uc», «Gui», e «Peyros»; 405
+ En totz los oblics sengulars,
+ encara els retz plurals cars,
+ fan «compaygnon», «Ugon», «Peyron»,
+ aysi li autre se varion
+ ents oblics plurals en «ons», 410
+ con «fellons», «barons» e «Peyrons»;
+ e tuyt li autre se varion
+ en aysi com vari «baron».
+
+Nominatio, «baros»; genetio, «baron»; datio, «baron»; acusatio,
+«baron»; vocatio, «baros»; ablatio, «ab baron». Et plural, «baron»;
+genetio, «barons»; datio, «barons»; acusatio, «barons»; vocatio, «o
+baron»; ablatio, «ab barons», etc.
+
+ Encar', amic, devetz saber
+ q'els primiers retz hom ditz «seygner», 415
+ «hom» e «nebotz», «abas» e «coms»,
+ «prestres» e «pastres» e «vescoms»,
+ e tuyt li sengular oblic;
+ e li rech plural van cous dic,
+ si con: «home», «nebot» e «comte», 420
+ «preveyre», «pastor» e «vezcomte»,
+ «seygnor» e «abat» e «enfan»;
+ li oblic plural con diray van,
+ con «coms» e «enfans» e «senyors»,
+ «homes», «preveres» e «pastors»; 425
+ e per que may saber n'haiatz
+ ieu vari «seygnor», so sabchatz:
+
+Nominatio, «seygner»; genetio, «seignor»; datio, «seignor»; acusatio,
+«seignor»; vocatio, «seigner»; ablatio, «seignor». Et plural,
+«seignor»; genetio, «seignors»; datio, «senyors»; acusatio,
+«seignors»; vocatio, «seignor»; ablatio, «ab seignors».
+
+ Dels verbals nons sapchatz aqi
+ que de tres manieras son, si
+ con «trobayre» e «chantayre», 430
+ «consirayre» e «amayre»
+ e «contrayre» e «mentire»
+ e «sufrire» e «jauzire»,
+ e encara «devineyre»
+ e «valeyre» e «condeyre»; 435
+ aysi con hai escrig adretz
+ fan tuit els singulars retz
+ e en totz los oblics primiers
+ e en los retz plurals en vers,
+ aysi fan tuit con «chantador», 440
+ «mentidor» e «devinador»,
+ els plurals oblics en «ors»
+ fan aysi con fay «amadors»;
+ e per un mostraran si con
+ tuit li autre se varion: 445
+
+Nominatio, «trobayre»; genetio, «trobador»; datio, «trobador»;
+acusatio, «trobador»; vocatio, «trobayre»; ablatio, «ab trobador». Et
+plural, «trobador»; genetio, «trobador»; datio, «trobadors»; acusatio,
+«trobadors»; vocatio, «trobador»; ablatio, «ab trobadors».
+
+ De los comuns ajectius,
+ vuoill dir e de lur cors honrius,
+ qui fan enls primiers retz, «mellers»,
+ «menres», «jensers» e «maers»
+ «pejers», «sordejers» e «bellayre»; 450
+ dels primiers oblics retrayre
+ vos dei, qi fan tuit en «or»,
+ si con «jensor» e «bellazor».
+ Eu plural hom los deu luoygnar
+ con s'eschai e abreviar, 455
+ segon que lur er ayziva
+ parladura substantiva;
+ per que ab la mascolina
+ parladura ysis declina:
+
+Nominatio, «mellers»; genetio, «mellor»; datio, «mellor»; acusatio,
+«mellor»; vocatio, «mellers»; ablatio, «ab mellor». Et plural,
+nominatio, «mellor»; genetio, «mellors»; datio, «mellors»; acusatio,
+«mellors»; vocatio, «mellor»; ablatio, «ab mellors», etc.
+
+ Pois qu'eu vos hai parlat del nom, 460
+ razonar dezir del pronom,
+ e derrier del verb diray,
+ en aysi con mell sabray,
+ perque sapchas, amanz grazitz,
+ que en lo primier rech hom ditz 465
+ «aycel», aquel, e «el», «cel», «cest»,
+ «autre», «nos», «tos» e «aquest».
+ En los primier oblics s'adui
+ «luy», «celuy» e «cestui»;
+ enl rech plural ditz hom «il» 470
+ «aquil», «autre», «aquest» e «cill»;
+ enl oblics plurals ditz hom «els»,
+ «autres», «sos», «mos», «los» e «aquells»;
+ e tot aysi con «cel» declin
+ van tuyt li autre mascolin: 475
+
+Nominatio, «cel»; genetiu, «celui»; datio, «celui»: accusatio,
+«celui»; ablatio, «celui». Et pluraliter, «cel»; genetio, «cels»;
+datio, «cels»; acusatio «cels».
+
+ Auzit havetz del mascolin,
+ araus diray del feminin
+ qu'el primier rech deu hom dir «il»,
+ «ma», «ta», «sa», «autra» e «cil»;
+ e tuyt li singular oblic 480
+ van en aysi com ieu vos dic:
+ «ma», «ta», «sa», «la», «cella», «cesta»,
+ «autra», «lei» e «aquesta»;
+ e en totz los plurals cas
+ van aysi com «mas», «tas», «las», «sas», 485
+ encara «autras» e «cellas»,
+ «aquestas», «cestas» e «aquellas».
+ Enls singulars ditz hom «nostra»,
+ «sieua», «tieua» e «vostra»,
+ e en los plurals fay «sieuas», 490
+ «nostras», «tieuas» e «mieuas»;
+ e per q'haiatz major membrança
+ ieu vos declin «il» ses duptansa:
+
+Nominatio, «il»; genetio, «il»; datio, «lei»; acusatio, «lei»;
+ablatio, «ab ley». Et pluraliter, «ellas»; genetio, «ellas»; datio,
+«ellas»; acusatio, «ellas»; vocatio, «ellas», etc.
+
+ Las autras d'aytal conven
+ paraulas vay eizamen. 495
+ Oymai dels averbis vuoill
+ ieu parlar, e jes no m'en tuoill,
+ que tals hi a q'hom deu en ver
+ dir breus e loncs, segons q'obs er,
+ aysi con «mays» e «may», 500
+ e «aillor» e «allors» n'ay
+ e «finamen» e «finamenz»;
+ l'autre van eizamenz.
+ L'autra tota parladura
+ de l'averbi, gay' e pura, 505
+ e de la preposition,
+ e tota la conjuntsion
+ ab la interjession hi es.
+ Totz hom qui prims e savis es,
+ si ben l'esgar, ha obs que sia 510
+ d'un sol semblan tota via.
+ Oymay els parlar acurs
+ del verb, per que es fortz e oscurs,
+ vuoill que ma obra s'espanda
+ per haver larguessa granda, 515
+ so es de «trac», «tras» e «trai»,
+ «retrai», «retras» e «retrai»;
+ encara «crei» e «cre»,
+ «recrei», «recres» e «recre»,
+ «mescrei», «mescres» e «mescrei» i es; 520
+ encara «sui», «es» e «es»,
+ e los quals parlars han fallit
+ mant bon trobador e grazit,
+ per ço car son may salvatge
+ a cells qui no han lo lengatge 525
+ adrech del provensal parlar
+ q'alcun autre q'auga contar,
+ e per aquo en lo prezen
+ de l'indicatiu veramen
+ «trac» e «retrac» variaray: 530
+ «ieu trac», «tu tras», «aquell trai».
+ «Retrac» es de guizas aytals,
+ mas i fayllic ~Peyre Vidals~
+ en aquest xan qu'es tan plazenz
+ «Ges car estius es bells e genz»; 535
+ e dis:
+ «Per qu'eu hai dol esmai
+ tant que per pauc los huoilz non ‘tray’»,
+ quar ell la tersa persona
+ el luec de prima razona,
+ e en luec de «trai» degra dir «trac», 540
+ mas ~Peyre~ d'ayso gach no hac.
+ ~Bernatz de Ventador~ valenç
+ dis, e fallic eizamenz,
+ en lo sieu chanz verai e fi
+ qui comensa e dis aysi: 545
+ «Qan ver la lauzeta mover;
+ d'aysos fay ben femna parer
+ ma domna, per q'eu li ‘retrai’».
+ Ma aquest es parlars malvay
+ qar tersa persona pauzet 550
+ en luec de prim' e razonec,
+ qar c'ell «retrac» hagues dich
+ nulls lh'agra jes contradich.
+ Ara dich aqi con vay «cre»:
+ «yeu crey», «tu cres», «aquell cre», 555
+ «mescre» e «recre», aysi cor,
+ mas ditz ~Bernatz de Ventador~
+ may en cella sieua chanson:
+ «D'ayso quem destruy em confon
+ totas las autras en ‘mescre’». 560
+ Mas ~Girautz de Borneyll~, qui be
+ passet totz los bons trovadors,
+ segon lo dich d'homes mellors,
+ fallich en la chanson, sai jeu,
+ q'aysi comensa: «Jen m'aten», 565
+ e dis aysi con diray:
+ «Quem tray vas tal, ieu sai,
+ q'a la mia fe bem ‘cre’».
+ E ayso chascus savis ve.
+ ~Folquetz de Marseyla~ le fis 570
+ fallic en sa chanson e dis:
+ «Aysi bem play e m'es jen
+ d'amic qu'en joi 's'aten'».
+ D'aquest chan en la cobla quarta,
+ si con dic en cesta carta: 575
+ «E nom semblon be
+ qu'ieu sai e pens e 'cre'».
+ E en un autre sieu chantar
+ lo fez aquest «cre» pecar,
+ e dis aysi: 580
+ «sai e ‘cre’,
+ ques cuciet far de me».
+ Encar en un autre son chan
+ fallic si con doni semblan:
+ «Que l'us autre mal i ve,
+ mas tan say ieu e ‘cre’». 585
+ E le valenç ~Peyre Vidals~,
+ qui fo trobayre molt cabals,
+ faillic en «cre» eizamen,
+ si con diray a prezen:
+ «E doncs poys tan l'am e la ‘cre’, 590
+ la no i dei trobar mala fe».
+ En ~Rembautz~ qui d'Orenga fo
+ fallic en la seua chanso
+ q'aysi comenca en vertat:
+ «Eysamen hay guerrejat», 595
+ en ceylla cobla qui ditz ies:
+ «Domna, be say si merces
+ quar no puesc far tan ric don cous cove
+ d'amic qu'ieu am, e per tant non ‘recre’».
+ E en ~Rembautz~ faillic encara 600
+ en sa chanson, e qui l'esgara
+ la ditz hom: «Nuls e re nom faill»;
+ e dis:
+ «Tan sufri grieu trabaill
+ qu'ieu a pauc nom ‘recre’,
+ mas aysom fay gran be». 605
+ Tuyt aquest trobador valen
+ yeu dic q'an fallic malamen,
+ qar en loc de prim'an parlada
+ tersa person 'e razonada,
+ q'hom deu dir «crey» e «recrey», 610
+ en prima persona «mescrei».
+ Ara dic ieu es ieu vuoill dir,
+ per que nuls i puesca fallir,
+ qar ja mant trobador plazen
+ y han fallit eizamen, 615
+ qar il no han fach esqiu
+ de dir el endicatiu
+ del temps prezen en plural car,
+ si con auzirez razonar,
+ «son» la tersa persona 620
+ e luec de prima, qis razona,
+ «suy» el endicatiu prezen;
+ mas ~Folquetz~ le bos, malamen
+ fallic enl chantar que retray,
+ e en aysi con vos dirai: 625
+ «True que m'esfortz de far una chanson
+ qui me resit d'aquest turmen on ‘son’».
+ En luec de «son», «sui» devia dir.
+ So sapcha chascus ses fallir,
+ q'hom lo deu variar ies: 630
+ «Ieu suy», «tu es», «aquell es»,
+ plural «nos em», «vos etz», «cill son».
+ Qar ell vay d'aytal razon.
+ Ar vuoil dir de «grazi»,
+ «sufri», «parti», «trahi», «noyri». 635
+ Aysi en la persona prima
+ la deu dir cell qui s'aprima
+ del preterit perfech singular,
+ en l'endicatiu parlar;
+ e ayceil qui no vol fallir 640
+ deu en tersa persona dir:
+ «Partic», «sufric», «feric», «trahic»,
+ «grazic», «muric», «vic» e «noyric»;
+ mas en ~Folquetz~, trobayre fis,
+ y fallic en son chan e dis 645
+ en una cobl'ab tal comensame:
+ «On trobaretz may tan de bona fe
+ quant mai nulls hom se meteys no ‘trai’
+ son e sieu com ieu quis seru ‘trai’».
+ Mas «trahic» deuri' aver retrach 650
+ si el volgues haver ben fach.
+ E si alcun er demandatz
+ con pot anar aquest fatz
+ pois que la rima cor en «i»
+ que puesca anar en «ic» aysi, 655
+ adone le prims deu respondre
+ q'alcuns no deu confondre
+ del parlar la drecha via
+ per rima qui obs li sia,
+ mas ell si deu percassar 660
+ de tal paraula trobar
+ que la rima cora en «i»,
+ aysi con fay «parti», «sufri»,
+ e qui no sia biaissada
+ ni en nombre desacordada, 665
+ ni en persona ni en temps,
+ poys li er le dretz ademps.
+ Ben say q'hai gran ardimen dich
+ d'ayso q'aytan hai contradich
+ lo dich q'aytan bon trobador 670
+ han dich, mas li entendedor
+ d'ayso qu'ieu hai dich m'amaran,
+ q'aytals paraulas aysi van;
+ e qui volgues ben esgarar
+ en tot l'autre grazit chantar 675
+ d'aquest meteys trobadors,
+ si fos dels prims entendedrs,
+ certanament majors falsuras
+ y trobera ab drechuras.
+ Si aytal trobador grazit 680
+ en lo lur chantar han fallit,
+ chascus en lo sieu cor albir
+ so q'hom pogues dels malvatz dir.
+ L'autra del verb parladura
+ no poyria dir sens rancura, 685
+ ni ses grans afan e pena,
+ mas esgaratz con si mena
+ per los trobadors verays
+ en totz los lur chantars gays.
+ E si trobaretz alcun motz 690
+ qui per vos no s'entenda tot
+ ab tot lo vari entendimen,
+ y metatz lo cor e la men;
+ e si vos no havetz poder
+ d'entendre celuy e vezer, 695
+ ya nous dovetz vergoygnar
+ de los plus sabis demandar,
+ que asatz deu haver major
+ vergoygna cel qu'a dezhonor
+ y es de demandar s'atrai 700
+ que aicel qui demandan vai,
+ car nuls es qui sapcha tan
+ q'us autre no sapch' atrestan.
+ Doncs chascus en la sa obra
+ per aytal razon se cobra, 705
+ quar cert ben fora fortz cauza
+ q' us hom hagues en cor clauza
+ tota l'esciens'ab lo sen;
+ mas ben crei que no ha talen
+ d'apenre qui no demanda 710
+ totas cellas res a randa
+ las qals per se meteys no sab,
+ e qui d'ayso tem alqun gab,
+ quar nulls pot saber per se sol
+ totas las res q'ama ni voi. 715
+ Per ço qu'aiatz major menbransa
+ vos donarai aytal semblansa
+ del parlar qui en doas rimas cor,
+ si con l'an dich li trobador,
+ si con «leial», «chascun», «talan», 720
+ «fin» e «chanson» e «vilan»;
+ e pot hom dir encara isi:
+ «Leiau», «tala», «villa» e «fi»,
+ «chanso», mas aquest parlar jes
+ con le primiers adretz no es. 725
+ Ara chascus entendeyre
+ cui es sabers valeyre
+ deu ben saber uimay
+ si con aquest parlar vay,
+ e con si deu aluoignar, 730
+ abreviar e variar;
+ e chascus qu'es fis trobayre
+ nol deu de sa rima estraire,
+ ni de la sa drecha via
+ per rima qui obs li sia. 735
+ E si ell comensa chanson,
+ deu continuar sa razon
+ en aysi com le comensa,
+ si ell no vol far fallensa;
+ car may mi play e agrada 740
+ razos ben continuada
+ que mot qan alcus los entresca
+ ab rimas e entrebesca;
+ e si en la tersa persona
+ le comence, la razona 745
+ tota d'aycella maniera
+ que le comensa e l'enquera;
+ e si enl prim' o en segonda,
+ doncha ops q'aisi responda,
+ e celui nombre q'el en ver 750
+ y comensa deu mantener.
+ E nulls per proensal diga
+ alcun mot frances, qar eniga
+ es aytal parladura dir
+ ab la proensal, ses mentir; 755
+ e a chascun verb son conduch
+ y don segon que l'ha construch
+ per los oblics e per los retz
+ si con enquier lo sieu dretz,
+ con s'estay en aluoygnamen, 760
+ encara en abreviamen.
+ Eu voil qe visi barbarism,
+ no y meyta ni solecism,
+ tot que mant trobador prezat
+ y han en lur chantar pauzat, 765
+ mas per aqo s'en escuzon
+ qar qan alcus i fai lo son
+ chantan lo pot abreviar,
+ si con se tayn, e aluoygnar.
+ En vuoill qe en la scrichura 770
+ meta primamen sa cura.
+ Encara sia perceubutz
+ que meta los accens agutz
+ els greus si con s'esthai
+ en celui chantar qe fay, 775
+ en lonch chantar no se luoygn:
+ mas ieu ami que se poygn
+ de trobar razon tan gaya
+ e tan prima q'a totz playa.
+ Oymay chascus entendenz 780
+ deu saber verayamenz
+ qals es l'avinenz parlars
+ qu'es pro grazitz en chantars,
+ e si con lo deu retrar
+ le bos trobayre e menar 785
+ e si con se deu penre gach
+ enl trobar de celui empach
+ de cui hai dith e parlat
+ e mei q'ieu sai razonat.
+ E per ayso finiray 790
+ mon acort com mell sabray
+ en aysi con lo comensey,
+ qar, per cert, aysi far dey
+ si eu vuoill ies prezumir
+ de ben lo mieu lavor finir, 795
+ em torn vas lo seygnor Dieu
+ a lei d'ome de pecat grieu,
+ qar si diray o hay ren dicha
+ qui per luy sia contradicha,
+ lui prech qe m'en deja donar 800
+ lo sieu perdon e autrejar.
+ E sopley totz vos, aman,
+ que qan vos a mi don denan
+ seretz, dejatz clamar pro me,
+ qar ieu mi muer: Merce! merce! 805
+ e qar il mi donec conort
+ e gieygn de far aquest acord.
+
+Acababa es la doctrina de cort provincial e de vera e rabonable
+locucio.
+
+
+
+
+NOTA
+
+
+Un'edizione critica dei rimatori che cantarono a Pisa nel secolo XIII
+sotto l'influsso guittoniano, non è stata finora tentata. Il lavoro, a
+dir vero, non era tale da invogliare; giacché, senza dire che le rime
+di quei rozzissimi poeti ci sono state tramandate in forma
+assai malsicura da pochissimi codici, e spessissimo dal solo
+Laurenziano-Rediano 9 (L), l'oscuritá regna siffattamente nei loro
+noiosi componimenti, che volere intender sempre il loro «dittato
+forte» è impresa disperata. Ciò valga a far perdonare le deficienze
+della presente edizione, la quale, senza alcuna pretensione di
+criticitá, vuol dare semplicemente un testo, quale lo stato odierno
+degli studi permette di esibire.
+
+
+I
+
+GALLO O GALLETTO
+
+Un _Gallus iudex Agnelli_ notò il GASPARY (_St. d. letter. ital._, I,
+423) fra gli ambasciatori pisani al concilio di Lione nel 1275 (cfr.
+MURATORI, _RR. II. SS._, XXIV, 682). In un documento pisano del 17 e
+19 giugno 1282 sono ricordati la podesteria di Volterra di Gerardo
+d'Isacco pisano «_et iudicatus Galli Agnelli de Pisis_» (_Regestum
+Volaterranum_ dello SCHNEIDER, _Regesta chartarum Italiae_, p. 302, n.
+896). E finalmente troviamo nel gennaio 1288 una provvisione fatta «a
+_domino Gallo Angnelli_» e da altri anziani di Pisa (BONAINI, _Statuti
+pisani_, I, 692). Si tratta forse del nostro rimatore.
+
+Riproduco per le due canzoni l'edizione del MONACI, _Crestomazia dei
+primi secoli_, con lievi modifiche d'indole grafica. La canzone I è in
+L e in V (Vaticano 3793).
+
+ Canzone I, v. 4: «s'inavanza». Correggo cosí il «s'avansa» di L,
+ per la misura del verso.
+
+ v. 31: «Cicilía». L ha «seccelía». Seguo V, che ha la forma
+ «Cicilía», corrotta in L.
+
+ v. 40: «aulía». Cosí in V: L ha «auliva».
+
+ Canzone II, v. 7: «com'este». Cosí in V: L ha «como ad esser».
+
+ v. 26: «roma». Cosí credo debba leggersi l'«aroma» di V: L ha al
+ v. 26 «ruma», come al v. 29 «a Ruma». Ma è assai difficile
+ capire che cosa abbia voluto dire il p. con la parola «roma»,
+ suggeritagli probabilmente dalla rima: forse «romana»?
+
+ v. 39: «e saglie». V «salsi»: ricavo la forma da me adottata da
+ L che pure ha «saglisce».
+
+ v. 60: «ch'a ciascun». Cosí in V: L «che ciascun».
+
+
+II
+
+LEONARDO DEL GUALLACCA
+
+Diresse il suo serventese a Gallo, servendosi dello stesso schema
+metrico usato dal suo amico e delle stesse rime.
+
+Anche per questa poesia (che è in L e in V) riproduco la cit. ediz.
+del MONACI, correggendola in qualche parte.
+
+ v. 1: «lasso». V «a nasso»; ma va conservato «lasso» di L,
+ perché è anche nel v. 1 della canzone di Gallo.
+
+ v. 4: «l'asso». È noto che nel giuoco della zara o dei dadi si
+ faceva un tiro infelice, quando si gettava l'asso.
+
+ v. 9: «Daviso». Sta per «David» per tirannia della rima. Il
+ ricordo di Salomone, e soprattutto il v. 10: «lo profeta
+ piagente», fanno congetturare che qui si debba intendere il
+ «daviso» di L e V per «Daviso».
+
+ v. 35: «né 'n versi». Cosí in V: L non ha l'«'n», dopo il «né».
+
+ v. 37: «in fallo». V ha «ispallo» e L «isfallo»; ma credo che
+ sia indispensabile la mia correzione. Il p. vuol dire: Chi
+ s'innamora senza essere riamato («in fallo», «a vuoto»), ho
+ udito dai saggi che si trova assai male.
+
+ v. 40: «rifallo». Cosí in L: V ha «a rio fallo». Forse vuol dire
+ che l'esperienza del male rifá chi ha buon senso?
+
+ v. 43: «chi quivi serra». Cosí in L: V «chi vi serra».
+
+ v. 44: «chi saglie». Cosí in L: V «s'elgli».
+
+ v. 54: «ne dan d'amor». Congetturo che, pel senso, cosí si debba
+ leggere, e non «vedran da lor lo saggio», com'è in L, o «vedran
+ d'Amor lo sagio», com'è in V.
+ v. 60: «Non crea a vista né ad atto». V ed L hanno «né a matto»;
+ ma l'assai facile correzione è suggerita dal senso.
+
+ v. 72: «abocco». Cosí in V: L ha «attoccho».
+
+
+III
+
+PANUCCIO DEL BAGNO
+
+Non fu egli dei Bagni di San Giuliano presso Pisa, come qualcuno ha
+creduto; ma d'una famiglia Del Bagno di Pisa. Infatti trovo che
+Rainerius de Balneo pel novembre e il decembre del 1297 è anziano a
+Pisa (v., nella _Chronica antiqua conventus Sanctae Catharinae de
+Pisis_, ed. da F. BONAINI, nell'_Arch. stor. ital._, 1ª serie, t. VI,
+il _Breve vetus seu Chronica antianorum civitatis Pisarum ab an.
+Dominicae Incarnationis MCCLXXXIX ad an. MCCCCIX_). Pei mesi di
+novembre e dicembre del 1305 è fra gli anziani Puccius de Balneo
+(ivi).
+
+In una sua canzone politica, «La dolorosa noia», si lamenta di
+certuni, «non saggi, alpestri», degni del capestro, che lo
+costringevano a stare dove non avrebbe voluto, in loro soggezione.
+Costoro avevan tolto dal governo «i valorosi e degni e buon rettori» e
+avevan tratte in loro potere tutte le cose del Comune, avevan
+conculcato ogni sentimento di giustizia «e perdute castella e piano in
+guerra». Si allude sicuramente alla cessione di castelli e di parte
+del piano di Pisa, che fu fatta dal conte Ugolino della Gherardesca e
+dagli uomini di sua parte dopo l'infelice battaglia della Meloria. Non
+mi pare vi sia alcun dubbio che in questa canzone Panuccio si lamenti
+della signoria ghibellina, che il conte Ugolino della Gherardesca
+impose a Pisa nel 1285.
+
+Guittoniano puro, Panuccio è, tra i rimatori pisani, il piú oscuro e
+il piú artificioso: la sua poesia è tutta infarcita di forme e di
+reminiscenze provenzali.
+
+Le sue rime sono quasi tutte soltanto nel Laurenziano-Rediano 9 (L),
+pochissime anche nel Vaticano 3793 (V). Sicuramente non appartengono a
+lui alcune canzoni: «Quant'aggio ingegno e forza in veritade» e
+«Chiar' ha 'n sé valore», «Lasso taupino, in che punto crudele», e il
+sonetto «Quando valore e senno d'om' si mostra» che il VALERIANI
+(_Poeti del primo secolo_, 1) gli assegnò: L li dá anonimi.
+
+ Canzone I, v. 4 «e stat'», ecc: Intendi: il «vostr'altèro
+ plagimento e la gran conoscenza e la valenza» hanno preso tale
+ stato altèro e perfezione, che, ecc.
+
+ v. 15: «vui». L ha «lui»: sostituisco «vui», voluto dal senso e
+ riferito a «donna».
+
+ v. 25: «so'». L ha «fo», che non darebbe senso alcuno, né inteso
+ per «faccio» né per «fu»; ma mi pare il senso corra, se si
+ sostituisca «so'» = «sono». Intendi: Non sarei («fôr'» = fôra =
+ sarei) amato, quanto son degno di essere.
+
+ v. 32: «diven'». Intendo «divengo» e spiego: E come io, o donna,
+ veramente divengo degno d'essere amato...
+
+ v. 38: «del». L ha «dal».
+
+ v. 40: «altèr». L ha «altero», che non può stare per la misura
+ del verso.
+
+ v. 42: «a voi». L ha «di voi», evidentemente errato.
+
+ Canzone II. Stampo questa canzone secondo l'ottima edizione che
+ ne ha data LEANDRO BIADENE, _Canzone d'amore di un antico
+ rimatore pisano_, Pisa, Mariotti, 1904, per nozze
+ D'Ancona-Cardoso.
+
+ v. 67: «di cosa». Il VALERIANI mantiene «di cosa», e arzigogola
+ intorno alla forma provenzale «_de re_» e a quella francese «_de
+ rien_»; ma chi mai ha usato questa forma in tal significato? Il
+ BIADENE, p. 16, che ha ben capito il passo, costruisce: «Né mai
+ meo cor non tenne cura di cosa che sol di servir lei», e spiega:
+ «Manifestamente 'di cosa che' vuol dire 'di altra cosa che',
+ oppure 'di cosa alcuna tranne che'».
+
+ Canzone III, v. 18. Questo verso è certo lacunoso, perché
+ dovrebbe essere endecasillabo: anche il v. 19 manca di due
+ sillabe.
+
+ v. 25: «e 'n ciò che m'era». L ha «eccio».
+
+ v. 38: «grev'è a». L ha «grev'a».
+
+ v. 48: Il verso è evidentemente guasto in L: «in me pro scende».
+ Arrischio la mia correzione come semplice congettura.
+
+ v. 50: «gravoso... languir». L ha «gravozi». Per la misura del
+ verso tolgo l'«e» a «languire», com'è in L.
+
+ v. 69: «in cor». L ha «il cor». Intendo: E la morte, che
+ m'assegna, mi sarebbe vita, perché sarebbero finite le pene nel
+ mio cuore.
+
+ Canzone IV, v. 45: «grav'è. Sembro». Cosí correggo L, che ha
+ «sembra», e intendo: Tal cagione mi dá ria pena, che è fuor di
+ misura grave. Cosí pensieroso sembro aver vita...
+
+ v. 50: «e piú mi». L ha «piú enmi».
+
+ v. 51: «lo spirto». L ha «spirito», che non posso accettare per
+ la misura del verso.
+
+ v. 52: «e qual piú pregiudicio». L ha «e qual piú progiudicio».
+
+ v. 64: «pena». L ha «pene».
+ v. 67: «dipartire». Per la misura del verso correggo L, che ha
+ «partire».
+
+ v. 70. Vuoi dire che conoscere il male («cernendo») e
+ perseverare in esso è fallo molto maggiore che essere nel male,
+ cioè fallire, non conoscendolo.
+
+ Canzone V, v. 10: «natora». L ha «di natura»: il «di»
+ probabilmente fu aggiunto per errore, a causa del «di», che è
+ avanti a «servire».
+
+ v. 22: «per lo piacere». L ha «per lor piacere»: ma non saprei a
+ che cosa riferire quel «loro». Intendi: Ed attendendone in parte
+ diletto, il quale io immaginai per il piacere che ne provavo.
+
+ vv. 31-35. Passo assai oscuro. Pare voglia dire: Per qualche ora
+ parve che mostrasse verso di me che le («i») gradisse la gioia
+ con cui io le servivo.
+
+ v. 34: «di ciò sorrise». L ha «di ciò sormize». Correggo,
+ intendendo: Di ciò, cioè della mia gioia in servirla, sorrise
+ con gran benignità. Questo benigno sorriso era la dimostrazione
+ che ella faceva «per sembianza».
+
+ v. 35: «mea vista». L ha «me vista».
+
+ v. 38: «poi». L ha «per».
+
+ v. 42: «'n morte». L ha «e morte»: la correzione mi è suggerita
+ dal principio della strofa seguente: «Regnando in morte».
+
+ v. 50: «m'ha sí». Correggo L, che ha «usima».
+
+ v. 68: «com'al foco cero». L ha «col mal foco cero».
+
+ v. 69: «ispero». Intendi: Né alcuna cosa spero mi possa
+ risanare, finché ella mi disdegna.
+
+ v. 70: «disdegnand'». L ha «desdignand'».
+
+ v. 77: «ma perciò». Il senso, a dir vero, richiederebbe «e
+ perciò». Che si debba leggere proprio cosí?
+
+ Canzone VI, v. 6: «guerrero». Lo schema metrico delle strofe
+ richiedeva qui una rima in «ore». Deve forse leggersi «guerrore»
+ per «guerrero»? Può essere che il copista, trovando questa forma
+ «guerrore» necessaria per la rima, l'abbia voluta correggere in
+ «guerrero». Oppure il poeta s'è contentato d'una specie di
+ consonanza?
+
+ v. 9: «quando». L ha «quanto».
+
+ v. 30: «senza mora». L ha «senza monora». Intendo: Ma ora che mi
+ sono dipartito da lui, mi ricordo di tutto e ricordo quanto
+ contrastai con lui («quanto ontai di lui») senza posa.
+
+ v. 38: «viveva dimorando». L ha «dimorava dimorando».
+
+ v. 59: «d'ella». L ha «ad ella». Intendo: Ahi! penso («aviso»)
+ che forte è il dolore, ove perda soltanto un poco di essa cosa».
+
+ vv. 76-79. Passo assai oscuro e difficile. Parmi si possa cosí
+ intendere: Quando il suo sentire operava in me, penso («diviso»)
+ che ogni piacere languisse, quando io sentiva dolore senza che
+ ne venisse a lei alcun male («diviso d'ognunque suo male»).
+ Credo che forse, invece di «desentir», si debba leggere
+ «resentir».
+ v. 80: «e dammi noia». L ha «e dammi gioia»; ma il senso è, mi
+ pare: E mi dá dispiacere in ciò in cui credo invece d'aver
+ piacere.
+
+ vv. 82-85. Pare voglia dire: Desidero («desio») potere quello
+ che ero costretto a desiderare solo da ultimo («a disiar
+ infinale») e ben diverso da quello che non poteva mai
+ effettuarsi.
+
+ v. 93: «ch'e' fui». L ha «che 'n fui».
+
+ Canzone VII, v. 13: «e non solo dimor'». Cosí in L. Il VALERIANI
+ guasta il senso, per avere la misura del verso, e legge
+ «dimorar»; laddove bastava leggere «solo» invece di «sol» com'è
+ in L, perché il verso tornasse. v. 19: «venisse, u' sosten». Il
+ VALERIANI stampa «'ve Pisa sosten regno», ma non vedo che ci sia
+ ragione di allontanarsi da L, che ha come noi stampiamo.
+ Intendo: E mi meraviglio che Dio sostenne (tollerò) che ciò
+ avvenisse in un paese ov'egli sostien regno (in paese di
+ cristiani), poiché essi hanno messo in «disguiglio» il comune.
+
+ v. 20: «disguiglio». L ha «disviglio», che si corregge
+ facilmente, se si pensa alla «disguiglianza» del verso seguente.
+
+ v. 33: «ora l'hanno». Correggo, per la misura del verso, L, che
+ ha «or l'an».
+
+ v. 40: «piano». L ha «e periano». Accetto la correzione giá
+ fatta dal VALERIANI.
+
+ v. 42: «e che 'n vero». L ha «e che ver».
+
+ v. 53. Aggiungo un «è», che non è in L, ma che è indispensabile
+ pel senso.
+
+ v. 55. L ha «ladron» e «mercanti».
+
+ v. 59. Intendi: E pare che dei detti signori adagi a ciascuno,
+ cioè pare che tutti ne siano contenti.
+
+ v. 75: «sian lor piace». Intendo: E le terre che son tante
+ perdute, non giá l'hanno volute difendere, ma piace loro che
+ siano perdute. Il VALERIANI invece legge: «Ma perdute difender
+ si han, l'or piace», e non so quale senso da ciò potesse
+ ricavare.
+
+ v. 76. Intendo: E, quando è loro vietato far ciò, allora fanno
+ pace solo per far del male agli uomini di parte avversa.
+
+ v. 79: «procederà». L ha «procedrà».
+
+ v. 91: «smodata». L ha «smondata».
+
+ v. 108: «ed ho di gravosa doglienza». Accetto la correzione del
+ VALERIANI: L ha «ed di gravoza dogliensa».
+
+ Canzone VIII, v. 21: «diviso». Il VALERIANI stampa «divis' è da
+ ciò», e veramente L ha «divize da ciò»; ma, leggendo «diviso»,
+ il senso è chiaro: Ma penso («diviso») ben diversamente da ciò.
+
+ v. 37: «ch'era». Aggiungo «ch'», sebbene non sia in L, pel
+ senso.
+
+ v. 41. Il VALERIANI ha tralasciato questo verso.
+
+ v. 55: «fero». L ha «fera».
+ v. 70: «falso». Pel senso, congetturo che cosí si debba leggere,
+ sebbene L abbia «valco».
+
+ v. 83: «'ncontra». L ha «contra». Il VALERIANI non ha affatto
+ inteso questo passo: malamente separa le parole di L, e legge
+ «medico» invece di «me dico», e l'«enme» di L intende «emmi»,
+ «mi è». Cosí come lo stampo, mi pare che il passo dia un senso
+ assai chiaro: Io dico («me dico») che somiglia a un pazzo
+ sperimentato chi segue il suo danno ed ha contrario il bene: in
+ me accade («'ncontra») quel che ho contato sopra.
+
+ v. 85: «allor». L ha «lor».
+
+ v. 92: «el mio tormento». L ha «en mia tormento».
+
+ Canzone IX. È soltanto nel Vaticano 3793 (V). Ho creduto però,
+ anche per questa canzone, di seguire le forme grafiche di L, che
+ piú si attengono all'uso del volgare pisano del secolo XIII.
+
+ v. 6: «lento». V «lente».
+
+ v. 7: «feci». V «fea».
+
+ v. 18: «ch'ove ho trovato». V ha «ch'aveo trovato». Il «trovato
+ ho» del verso seguente suggerisce la correzione da me adottata.
+
+ v. 32: «parimento». V ha «parimente»; ma è facile la correzione,
+ perché questa parola deve rimare con «conoscimento».
+
+ v. 38: «con seco om bene». Mi attengo a V, che ha «con seco hom
+ bene», e correggo la lezione errata data dall'ediz. D'ANCONA e
+ COMPARETTI: «con se combene». Intendo cosí il passo: «Voglienza
+ d'amore» in altrui consiste in volere uomo goder bene con seco
+ (con la donna amata): invece in me consiste in «fare lo mio
+ piagere nel suo».
+
+ v. 40: «di fare». Cosí, certamente, e non «disfare», com'è in V.
+
+ v. 52: «a l'ofuscato». Cosí correggo V, che ha «a lo fustato».
+
+ vv. 59-62. Interpungo e stampo diversamente dal D'ANCONA e
+ COMPARETTI, prima di tutto perché cosí si dá ad «ella» e a «mei»
+ (me) il verbo «ha», che altrimenti mancherebbe; e poi torna
+ meglio l'ordine grammaticale nel v. 61, che in V non dá senso
+ alcuno: «c'acciò ch'eo son commosso». Intendo cosí: Vero è che
+ ella non me (perché ha piú potenza di me) ha ciò per cui io sono
+ commosso, ove ella è (V ha «eran» di facile correzione) sempre
+ nella sua grande virtú.
+
+ v. 73: «vòl». Veramente V ha «sol»; ma il senso richiede questa
+ correzione.
+
+ Canzone X. È soltanto in L, ed ivi è detta «rintronico», parola
+ che pare sia una corruzione italiana della parola provenzale
+ «_retroencha_», con la quale si voleva indicare piú la musica
+ che la forma metrica del componimento.
+
+ v. 4: «infirma». L «infima». Intendi: Chi s'inferma gravemente,
+ deve fare cherenza di medicina «ponderosa». Forse si dovrá
+ leggere «poderosa», assai piú comune nell'antica poesia; tanto
+ piú che il v. 6, «e non cui falla punto potimento», ci fa
+ credere che il p. volesse dire «poderosa» e non «ponderosa».
+ Tuttavia non ho voluto allontanarmi da L, che ha «ponderosa».
+
+ v. 11: «stolti». L ha «colti», che non dá senso. Intendo: Stolti
+ coloro che aspettano a guarire del male d'amore: è difficile
+ guarirlo, quand'esso è violentissimo.
+
+ v. 27: «l'omo». Non è in L; ma congetturo che possa mancare il
+ soggetto del verbo «dea» del verso seguente, poiché il primo
+ verso d'ogni strofa deve essere un endecasillabo, e questo, come
+ è in L, mancherebbe di due sillabe: «Però en cui è poderosa».
+
+ v. 39: «eccellenza». L «eccilensa».
+
+ v. 40: «vertudiosa». L «verturioza».
+
+ v. 42: «a farne». Aggiungo un «a», che non è in L, ma che mi
+ pare necessario.
+
+ v. 49: «vizi». L «visu». Penso che voglia dire: Credo che sia
+ proprio dell'avversitá purgare, vincere e conculcare i vizi di
+ ciascuno che stia pronto a volere, ché «l'avversitá» gli sarebbe
+ di danno senza altro frutto, e ciò è pazienza che dá virtú a
+ colui che sa pazientare.
+
+ v. 69: «Aver ch'è». L «averi den». Cosí correggo, intendendo:
+ Dunque è buon provvedimento voler seguitare con fede e speranza
+ («spera») e avere retto sperare in lui, che è quello che
+ quotidianamente crea rimedi che non mai animo potrebbe
+ escogitare eguali.
+
+ Canzone XI. È in L. Il p. parla oscuramente, in «dittato
+ chiuso».
+
+ v. 4: «è alcun». Veramente L ha «c'alcun»; ma il senso è: Non è
+ alcun uomo sotto il cielo con potenza di tal virtú.
+
+ v. 18: «che». L «o».
+
+ v. 31: «e». L «so».
+
+ v. 38: «conobbe». L «connove».
+
+ v. 55 e sgg. Gli ultimi versi di questa canzone sono un vero
+ indovinello. Pare voglia dire: Ma se tale, che m'ha condotto a
+ questo punto, volesse che giá avvenisse cosí, e se sapesse farmi
+ avvenir ciò, divido («parto») il nome di lui, togliendone quella
+ parte che gli sta innanzi, cioè separo «Corso» da Bonaccorso. Ma
+ chi è mai questo Corso, col nome del quale si chiude la canzone?
+
+ v. 64: «me' so». Cosí separo «messo» di L e intendo: E so che è
+ meglio a non dire a ciascuno il mio corso, perché non lo sappia
+ Corso.
+
+ Canzone XII. È soltanto in L, ove è detta «quivica», «equivoca».
+ Per capire qualcosa in questa oscura poesia, mi sono allontanato
+ in parecchi punti dal testo datone dal VALERIANI.
+
+ v. 6: «n'ho capra». Cioè non ho che cappia, capisca, entri:
+ nello stesso significato è usata questa parola nel sonetto di
+ PANUCCIO, XVIII, 4.
+
+ v. 22: «nell'affannarmi». L «nell'affaimarmi».
+
+ v. 26-7: «l'autre donne». L «l'autre e donne». Ma che cosa vuol
+ dire? Forse si allude con «petra» al nome di madonna o al luogo
+ dove ella era?
+
+ v. 41: Verso assai difficile ad intendersi. Vuol forse dire: Ed
+ io ho nel suo cuore grande virtú?
+
+ v. 58: «si m'è». L «sí mi».
+ v. 63: «vidivi». L «visivi».
+
+ v. 68: «ha' mò». L veramente ha «homo»; ma è certo che qui vuoi
+ dire che un uomo potrebbe domandargli: — Perché hai ora parlato,
+ se anche voi in ciò pensate saggiamente? — Questo «voi» accenna
+ forse alla persona cui è diretta la canzone?
+
+ Sonetto XIII, vv. 1-2. Il VALERIANI scioglie «sente» di L in
+ «sent'e'» (sento eo), e a «pura la mia mente», com'è in L,
+ aggiunge un «a» dopo «pura». Credo che abbia ragione.
+
+ v. 6: «vii». Cosí correggo L, che ha «luil».
+
+ vv. 9-10. Come si vede, mi allontano affatto dal senso e quindi
+ dall'interpunzione del VALERIANI e intendo: Ed io dolente, quale
+ è il mio operare? Si vede manifesto anche nel mio fallare.
+
+ Sonetto XIV. È in L. Anche per questo sonetto non ho tenuto
+ alcun conto dell'errata lezione data dal VALERIANI, il quale
+ interpunge in modo da mostrare di aver malamente inteso il
+ senso. Il quale per me è questo: Se colui che regna ed è signore
+ fosse sicuro della sua signoria, ciò, a mio credere, sarebbe
+ ragione per la quale un uomo, che è basso, non avrebbe mai
+ speranza di salire in altezza, ma d'aver miseria.
+
+ v. 10: «volgendo». L ha «voglendo», erroneamente conservato dal
+ VALERIANI.
+
+ v. 17: «far». L «fa»; ma deve dipendere da «vesi», vedesi.
+
+ v. 18: «non cre'». L ha «non credo»; ma questa forma non può
+ essere conservata per la misura del verso.
+
+ Sonetto XV. È in L.
+
+ Sonetto XVI. È in L.
+
+ v. 3: «sono». L ha «son», a cui aggiungo una sillaba per la
+ misura del verso.
+
+ v. 11: «Postra». Cosí dice L; ma deve intendersi che questa
+ strana forma sia stata adoperata per necessità di rima in luogo
+ di «poscia».
+
+ v. 14: «terso». Si osservi che nel dialetto pisano si usava
+ spesso «s» invece di «z», quindi sta per «terzo». Qui ed
+ altrove, lo dico una volta per sempre, mantengo questa forma
+ ortografica dell'antico dialetto pisano, per la rima. S'intende
+ che, negli altri casi, mi attengo alle norme di questa
+ collezione.
+
+ Sonetto XVII. È in L.
+
+ v. 10: «sé 'n tempo». Aggiungo questo «'n», che non è in L.
+
+ v. 16: «vallo». L «valle».
+
+ v. 18: Questo verso è aggiunto nel margine di L da mano
+ piuttosto antica.
+
+ Sonetto XVIII. È in L.
+
+ v. 16: «chi non è ad esso». Veramente L ha «chi non già 'l meno
+ sottoposto»; ma che cosa mai significherebbero queste parole?
+ Congetturo che «ad esso» si possa sostituire a «meno», riferendo
+ «esso» ad Amore, e si debba togliere «già», che guasta la misura
+ del verso e non è necessario pel senso. Interpetro dunque:
+ Perché chi non è sottoposto ad Amore può venire tosto a
+ perfezione di bene.
+
+ v. 17: «di ben a perfezion». L «di bea perfession».
+
+ Sonetto XIX. È in L.
+
+ v. 11: «avverso». L «abbersa». Intendo tutta la strofe cosí: Ché
+ non solo donna né uomo («converso») abbia core stanco di pensare
+ e fare ciò per cui è perduto il bene, sicché ogni uomo leale può
+ dire: — Non abbranco virtú, anzi il contrario («il male») — ...
+
+ Sonetto XX. È soltanto in V.
+
+ v. 11: «me tenuto tuo». Cosí deve correggersi V, che ha «me
+ tenuto in suo agio il parere». Il senso allora è chiaro: E aggio
+ tenuto me in tuo parere, cioè ho seguito la tua volontà.
+
+ v. 12: «cosa». L «certa», che non darebbe alcun senso.
+
+ Sonetto XXI. Anch'esso in V. È, come dicevano gli antichi, un
+ «sonetto equivoco repetito», cioè ha le rime con le stesse voci
+ (perciò «equivoco»); ma con significato diverso e ripetute al
+ principio de' versi (perciò «repetito»). È difficilissimo ad
+ intendersi.
+
+ Il ms. veramente lo reca in questa forma:
+
+ Amor sa il mio volere miso di non falla giammai non
+ \ / \
+ sovra \
+ / \ \
+ Che sua virtú da me sia punto sí forte lo parere \
+ divizo
+ E l'alma avinta ognora se posoo e da me non mai punto e /
+ \ / /
+ sovro /
+ / \ /
+ tucco non com elli e tanto da me astenne saetta
+
+ Et quella amore in me che tanta ed onne virtú non sol di
+ \ / \
+ porto parte
+ / \ /
+ in che pensando benenenza sentir di lei me donne
+
+ da cui non mai lei tanto
+ / \
+ regna
+ \ /
+ di ben di sé vero in cui
+
+ Sonetto XXII. È soltanto in V.
+
+ v. 10: «corro». V «curo».
+
+
+IV
+
+BETTO METTEFUOCO
+
+Ben poco sappiamo di questo rimatore, e nulla possiamo ricavare
+dall'unica poesia che ci ha lasciata. Una famiglia di questo nome era
+in Pisa sui primi del secolo XIV, ed ebbe qualche potenza, perché un
+Bindo Mettefuoco è notaro degli anziani pel gennaio e il febbraio del
+1303 (v. nella cit. _Chronica antiqua conventus Sanctae Catharinae de
+Pisis_).
+
+Fortunatamente questa canzone è assai meno oscura e artificiosa di
+quelle di Panuccio, e quindi riesce piú facile darne un'edizione
+soddisfacente.
+
+È in L e in V; ma nel primo è mutila (non ve ne sono che tre strofe):
+la terza strofa è invece la seconda in V.
+
+ v. 13: «'nde temo». V ha «ne dotto», che pare in parte
+ correzione di L.
+
+ v. 14: «e paur'». V ha «che paura». Troppi «che» si susseguono;
+ mi pare quindi preferibile la lezione di L.
+
+ v. 15: «no le». Cosí V: L ha «a lei non».
+
+ v. 17: «Se vo' vegno, e non veggo». L ha «se vo veggio non
+ vegho», ove evidentemente è errato quel «veggio»; V «s'eo vengno
+ e non vegio». Prendo da V «vegno», correggendo per tal modo
+ l'errore manifesto di L.
+
+ v. 18: «sprendiente». Cosí L: V ha «splendiente». Preferisco la
+ forma data da L, perché piú corrispondente all'uso antico
+ pisano.
+
+ vv. 19-20: «sguardi... parli». Cosí L, laddove V ha «sguarda» e
+ «parla». Il senso e la grammatica richiedono che qui ci sia il
+ congiuntivo: Se io vengo da voi, e non vedo che il vostro
+ splendente viso guardi con pietà e parli con dolcezza....
+ L'incompiutezza della canzone in L non detrae totalmente, a me
+ pare, alla grande autorevolezza del codice.
+
+ v. 21: «reggo». Cosí L, ed è miglior lezione che il «tegno» di
+ V, il quale non rima con «veggo».
+
+ v. 23: «vivendo». Cosí in L: V ha «servendo»: l'idea di servire
+ è espressa nel verso seguente.
+
+ v. 30: «mi pare». Cosí in L: V ha «mi piace», che non può
+ ammettersi in questo luogo, essendo «piace» proprio nel verso
+ seguente.
+
+ v. 33: «or dunqua». Cosí in V: L ha «dumque».
+
+ v. 35: «non oso». Cosí in L: V ha «no' l'auso».
+
+ v. 37: «Ben so». Cosí in L: V ha «ben credo ne moragio».
+
+ v. 39: «nonde porò». Cosi in L, in forma certo piú antica e
+ quindi piú genuina. V ha «e non credo campare». Si sente qui,
+ come in parecchi altri punti, che lo scrittore di V ha
+ rabberciato il testo che aveva dinanzi.
+
+ v. 40: «grazioso». V ha «lazioso».
+
+ v. 44: «eo». Non è in V.
+
+ v. 45: «possa». Cosí in L: V ha «e poi». Anche qui è evidente
+ l'intenzione dell'amanuense di V di correggere il testo.
+
+ vv. 46-47: «Sire Deo». L ha «sire o Deo», e V «oi sire Deo».
+
+ v. 52: «de montagna». V ha un «la» fra «de» e «montagna», che
+ guasterebbe la misura del verso.
+
+ v. 59: «e fái». V ha «falli»; ma l'ordine grammaticale richiede
+ qui un «e», e mi pare allora naturale la forma antica «fái», i
+ fa, gli fa.
+
+ v. 67: «e'». È indispensabile aggiungerlo per la misura del
+ verso, sebbene non sia in V.
+
+
+V
+
+CIOLO DELLA BARBA
+
+Una famiglia Della Barba era in Pisa nel secolo XIII: infatti un frate
+Egidio Della Barba nel 1270 è ricordato nella cit. _Chronica antiqua
+Sanctae Catharinae_, p. 430. L'unica canzone, che ci rimanga di questo
+rimatore, è conservata soltanto da V, donde la pubblicò per la prima
+volta il GRION nel _Propugnatore_, III, 101. Poi la diedero in
+edizione migliore il D'ANCONA e il COMPARETTI, nella _Collez. di opere
+inedite o rare_ del Romagnoli, 1881, II, 71-76.
+
+ v. 3: «che». Non è in V; ma è indispensabile per la misura del
+ verso.
+
+ v. 4: «ch'om' agia». V ha «com'agio»; ma il senso mostra
+ evidente l'errore.
+
+ v. 7: «de rota». V ha «de la rota»; ma quel «la» v'è di piú,
+ guastando la misura del verso.
+
+ v. 10: «piú che nel». V ha «piú che del».
+
+ v. 13: «e sonde». Aggiungo un «e», che mi pare richiesto dal
+ senso: Temendo io guardo («veo», vedo) e ne sono pauroso...
+
+ v. 17: «possedete». V «presedete».
+
+ V. 20: «com' fenice». V ha «com' fa fenice»; ma anche qui il
+ «fa», per la misura del verso, è di troppo.
+
+ v. 21: «naturali». Cosí è nel ms. «Naturali» per «naturale» è
+ per necessitá di rima, dovendo rimare con «'guali» del v. 24;
+ del resto questa forma di singolare in «i» era frequente nei
+ volgari toscani.
+
+ v. 26: «come compresi». V ha «me ne comprese»; ma è
+ evidentemente errato.
+
+ v. 38: «ora». V ha «or»; ma cosí non tornerebbe la misura del
+ verso.
+
+ v. 40: «la fior tembra». Che cosa sia questo «fior tembra» non
+ comprese bene il GRION. Il TARGIONI-TOZZETTI (_Dizionario
+ botanico_, parte II, p. 212) dice che col nome di «_timbra_» o
+ «_timbro_» intendesi la _Satureia Iuliana_, cioè la santoreggia
+ del monte San Giuliano, che non è altro che la _Micromeria
+ Iuliana_ Benth., come m'informa il mio collega prof. Baroni, il
+ quale mi avverte che codesta pianta ha la corolla caduca. Questa
+ circostanza è importante per l'intelligenza del testo. Infatti
+ il poeta termina invitando madonna ad aver pietà di lui, e a
+ voler che non faccia come il fior «tembra», a cui cade la
+ corolla.
+
+
+VI
+
+PUCCIANDONE MARTELLI
+
+Di Pucciandone Martelli fortunatamente si può attingere qualche
+notizia dalla cit. _Chronica antiqua_ di Santa Caterina, dalla quale
+apparisce che prese parte alla vita pubblica di Pisa, specialmente
+nell'ultimo decennio del secolo XIII. Fu degli anziani per il gennaio
+e il febbraio del 1289, per il novembre e il decembre del 1292, per il
+gennaio e il febbraio del 1295, e infine per il maggio e il giugno del
+1297. Forse è diretto a lui il sonetto CCXCI di Guittone che è in L e
+che incomincia: «Guelfo conte e Pucciandon la voce»?
+
+La maggior parte delle poesie di questo rimatore sono soltanto nel
+Palatino 418 (P); solamente il son. «Signor senza pietanza udit'ho
+dire» è in L. Disgraziatamente in P mancano or qua or lá alcuni versi.
+Il VALERIANI ha stampato le due canzoni e la ballata assai
+scorrettamente, non avendo capito nulla del metro in cui sono scritte.
+
+La ballata ci prova che il Martelli risentí qualcosa dell'influsso
+della nuova scuola fiorentina. Quella ballata, oltreché nel metro, ha
+qualche agilitá e dolcezza nella forma, insolite fra i guittoniani.
+
+Canzone I. È veramente da lamentarsi che il cod. P, che solo conserva
+questa canzone, l'abbia cosí guasta, da rendere difficilissimo
+raccapezzarne lo schema metrico. Certamente vi mancano or qua or lá
+dei versi. Dopo aver fatto vari tentativi, credo che lo schema possa
+essere questo: _ABBA_, _BAAB_ | _bCcD_, _EEcBB_; ma, per ridurre le
+varie strofe a questo schema costante, sono stato costretto a
+rabberciare qua e lá i versi.
+
+ v. 2: «vene». P ha «'nfra meve»; ma mi sembra forma insolita per
+ dire «in me», «dentro di me»: tutt'al piú il p. avrebbe detto
+ «in meve». Congetturalmente quindi correggo «'nfra vene», fra le
+ vene.
+
+ v. 3: «quei». P ha «quelli»; ma in questa forma non torna il
+ verso.
+
+ v. 7: «saggio». P ha «sagio», come piú sotto «selvagio», «agio»
+ ecc. Non credo di dovere accettare queste forme, le quali non si
+ trovano in altri rimatori pisani e che probabilmente derivano
+ dalla grafia particolare dell'amanuense.
+
+ vv. 14-15. Questi versi furono assai malamente stampati dal
+ VALERIANI, che dette il v. 15 cosí: «Son signor senza pietá»,
+ non accorgendosi che in tal modo mancava la rima con i vv.
+ 10-11. Il mezzo migliore per rabberciarli era di trasportare il
+ «son» nel v. 14.
+ v. 20: «ed umiltà». V ha «od».
+
+ v. 20: «adorna». Cosí in P: il VALERIANI, non so perché, legge e
+ stampa «a Donna piagenza».
+
+ v. 22. Il verso certamente in P è guasto. Credo bene pel senso
+ di dover cambiare «a sua potenza» in «a mia potenza», e intendo:
+ Non si creda che ella per amore mai («ma'») metta la sua virtú
+ in mio potere, perché io prenda loco in tale cuore.
+
+ vv. 24-25. Il VALERIANI li stampa lasciando perfino un «non» nel
+ v. 25, e ponendo «aitale», senza accorgersi che bisognava
+ sciogliere in «à 'n tale».
+
+ v. 31: «tornerá». P ha «a tornara», che il VALERIANI cambia
+ arbitrariamente in «ha tornata».
+
+ v. 31: «in bassanza». Ho trasportato queste parole dal v. 30,
+ come sono in P, al v. 31, perché in tutte le strofe di questa
+ canzone il verso quattordicesimo deve essere endecasillabo.
+
+ v. 35 e sgg. Tutta questa strofe è guasta ed è assai difficile
+ ricostruirla. Certo è che, guardando allo schema metrico, non si
+ può lasciare «crudele fero», che P ha al principio del v. 38: e,
+ guardando pure allo schema metrico delle altre strofe, si
+ capisce che manca una parte del secondo piede della fronte.
+
+ v. 45: «m'asicuro». P ha «m'asicura»; ma è evidente che debba
+ correggersi, per aversi rima con «puro» del verso precedente.
+
+ v. 46. Son costretto ad aggiungere «egli» per la misura del
+ verso.
+
+ v. 48. Veramente P ha «che lo meo cor sostene tuttavia»; ma,
+ come si vede nelle altre strofe, questo verso deve rimare col
+ precedente. Credo che debba leggersi: «che tuttavia lo meo cor
+ sostene».
+
+ v. 49. P ha «faria ben ked io d'altro non curo»; ma è
+ evidentemente un verso guasto, anche perché deve essere un
+ settenario e non un endecasillabo.
+
+ v. 52 e sgg. Questa strofa è ancora piú guasta delle altre.
+ Forse qualche verso può togliersi, senza guastare il senso; ed
+ io mi sono sforzato, togliendo alcune parole, a ridurre la
+ strofe allo schema delle altre. Veramente V ha: «Amore, se
+ risurgi la mia mente cosí forte seguente ti parraggio, che farai
+ acordanza con lei di darmi amanza di campare, di che d'ella
+ faccio non folle pensare ma tuttor mi procaccio star selvaggio
+ di lei nascostamente». Quale senso plausibile si può ricavare da
+ queste parole? Senza dire che ne verrebbe fuori una strofe di 18
+ versi e con la sirima diversa da quella di tutte le altre
+ strofe. Cosí come propongo di leggere, il senso è chiaro: Amore,
+ se fai risorgere la mia mente, ti seguerò cosí fortemente, che
+ t'accorderai con lei di concedermi amore. Faccio non folle
+ pensare di lei a star selvaggio, a nascondermi a lei, che mi
+ diviene come l'uomo che cammina, che cela la luce (cioè fa
+ ombra) a chi va con lui. — Ma avrò proprio còlto nel segno? E
+ poi quel «faccio» che rima con «selvaggio» non si dovrà forse
+ leggere «faggio»?
+ v. 54: «regina». P ha «redina».
+
+ v. 60: «parrá». P ha «parerá»; ma cosí non può stare per la
+ misura del verso.
+
+ vv. 70 e sgg. Anche questa strofa è assai guasta e mutila in
+ qualche verso.
+
+ v. 81: P ha «dovreste aver mercede», senz'altro; ma deve mancare
+ la parola finale, perché il verso dovrebbe rimare con «molto»
+ del verso seguente, ov'è la rimalmezzo.
+
+ v. 83. Anche qui, per la misura del verso, credo necessario
+ togliere il «che», che in P è innanzi a «non fi' grave».
+
+ Ballata II. È in P con qualche lacuna. Il VALERIANI non comprese
+ nemmeno che è una ballata.
+
+ v. 15. P ha: «la vostra angelica sembransa»; verso, come si
+ vede, di nove sillabe: né tornerebbe ugualmente, se si leggesse,
+ come fa il VALERIANI, «angelicale». Credo che manchi una parola
+ innanzi ad «angelica», che le dia valore di superlativo:
+ congetturo quindi che manchi «sovra».
+
+ v. 18. Questo verso è certamente mutilo in P, perché quello a
+ esso corrispondente nelle altre strofe è endecasillabo.
+
+ Sonetto III. È in L. È un sonetto doppio.
+
+ v. 18: «me... faccia». Il VALERIANI prende «me» per «me'»
+ (meglio). No: il senso è: Dio vi lasci trovare miglior
+ servitore, e lasci che io trovi un signore che ricompensi.
+
+ Canzone IV, v. 18: «allegresse». Qui mantengo l'ortografia
+ propria dell'antico dialetto pisano, per la rima con «avesse».
+
+ v. 51: «odito». P ha «odite».
+
+ v. 61: «intendenza». Non «intendanza», com'è in P, perché
+ mancherebbe la rima con «benvoglienza».
+
+ Sonetto V. È in L. È un sonetto artificiosissimo per la doppia
+ rimalmezzo che è in tutti i versi. Anche qui, a causa della
+ rima, ho mantenuto le forme ortografiche pisane «bellessa»,
+ «adornessa», ecc.
+
+ v. 11. Verso assai difficile a intendersi. Pare voglia dire: Che
+ vi trova meravigliosissimi («permirata») tutti i sentimenti
+ («ogna sens'ha») che vi pensa («che i pensa»).
+
+
+VII
+
+BACCIARONE DI MESSER BACONE
+
+Anche di questo rimatore ben poco sappiamo. Fu amico di fra Guittone,
+che gli diresse una delle sue lettere, confortandolo a mostrarsi prode
+a vantaggio della sua patria. Quale fu l'occasione per la quale
+l'aretino cercò di stimolare a forti opere di guerra l'amico
+pisano? Dice fra Guittone: «Segondo la parvissima caritate, umanitate
+e bonitate mia, compassione di vostra passione presi; e non solo giá
+voi, ma pisani tutti compatiti e doluti ho quasi aretini, amore che
+porto essi me distringendo» (_Lettere_, ediz. Bottari, p. 70). Egli
+dunque compiange gli amici pisani per qualche grave sventura pubblica.
+Poiché altrove abbiamo veduto Panuccio lamentarsi dello sgoverno dei
+ghibellini in Pisa nel 1285, mi pare assai probabile che a quei fatti
+si riferisca la lettera di Guittone. Il quale, in un altro passo della
+lettera, dice a Bacciarone che, tornato in patria, ben poteva
+provvedere con l'opera sua al bene di essa: «Tornando a casa vostra
+nell'agio vostro, buono parvo for magno sembrerá voi, e quasi
+soavissimo affanno grave, al buono parvo presente, ed al mal grande
+sovvenendo bene» (ivi, p. 71). A quale opera poteva il guelfo rimatore
+d'Arezzo stimolare il signore pisano e i suoi compagni, se non a
+quella d'osteggiare la prepotenza ghibellina? A questi stessi fatti mi
+par certo che si riferisca la canzone III. Le rime di Bacciarone sono
+solamente in L.
+
+ Canzone I, v. 16: «loro e i loro e 'l loro»: cioè danneggiando
+ essi e i loro seguaci e i loro averi.
+
+ v. 52: «conducía». Cosí deve essere per la rima col seguente
+ «obbría»; non «conducea», come ha L.
+
+ v. 96: «per potersi». Mi pare che il senso richieda che cosí si
+ corregga il «poterm'» di L.
+
+ v. 120: «potete». L ha «potetava».
+
+ Canzone II, v. 23: «voglienza». L ha «veglensa».
+
+ v. 49: «fiata spico». L ha «fieta». Intendi: È cosa che odora
+ («fiata») piú che spigo. Lo spigo poi ognun sa che è un'erba
+ aromatica.
+
+ v. 54. Intendi: Quanto piú possiede senza Dio, piú è iniquo.
+
+ v. 62: «impasso», cioè impazzo. Anche qui conservo l'ortografia
+ pisana per la rima con «lasso».
+
+ v. 74: «for' nullo par bono»: cioè fuori di cui non appare alcun
+ buono.
+
+ v. 100: «in tal pentèro». L ha «pente pentero». Intendi: Non vi
+ sono tante stelle in cielo, né gocce d'acqua in mare
+ («candelle»), quante io non ho gocce (lacrime) in tal
+ pentimento.
+
+ Canzone III, vv. 7-8. «Torto» qui sta per «tolto». Il senso è:
+ Perché mi vedo tolta gioia da ogni parte; e il cuore sempre
+ accorto erra a darmi il contrario della gioia, cioè il dolore.
+
+ v. 9: «isperato». L ha «sperato».
+
+ v. 13: «chi di guardar». L ha «che di guardarno
+ v. 17: «e chi ne ha». L ha «e chi 'n dá». Intendo: E chi ha
+ fatto ciò, che si fugga il bene e si segua il male, tra quelli
+ che piú avevano potenza in Pisa?
+
+ v. 22: «furon». L ha «fisson». Il senso è: Non l'ardire di chi
+ ho detto nel saper ferire senza fallir colpo. Perché furon
+ montati in alto monte («serra»), sembra loro («vis'è lor») non
+ manchi diporto, né alcuno sconforto dicono li cacci dalla terra
+ («li sterra»).
+
+ v. 26: «noi'» (noia). L ha «no»; ma il senso richiede questa
+ correzione.
+
+ v. 31. Forse vuol dire: Hanno pensato di far fare il porto
+ dentro la porta di Pisa, finché dura la guerra.
+
+ v. 32: «averrá». È una di quelle che si dicevano rime false.
+
+
+VIII
+
+GERI GIANNINI
+
+Questo rimatore tenzonò con un Si. Gui. da Pistoia (vedi sopra, nei
+_Rimatori pistoiesi_, p. 19) e con Natuccio Cinquino. Il VALERIANI dá
+a lui un terzo sonetto «A quei ch'è sommo dicitore altèro»; ma in L,
+ove sono le rime che di lui rimangono, è di anonimo.
+
+ Sonetto I, v. 10. Il VALERIANI stampa: «E del no chero, ch'ha
+ esta balanza», ma queste parole non dánno senso. Il verso che
+ segue: «se piú tardanza fa, tanto 'l desiede» fa capire che si
+ parla di qualche cosa che tarda a venire. Intendo: Si può
+ («posi») dire che è gran fallire del nocchiero che guida questa
+ bilancia. E il nocchiero parmi che debba intendersi Amore. È un
+ sonetto anche questo assai tenebroso.
+
+ v. 15: «par Deo». Non credo affatto si debba intendere, come
+ vuole il VALERIANI, «per Dio». Il poeta vuol dire: Non ho («non
+ porto») alcun conforto pari a Dio, ossia pari a quello che mi
+ viene da Dio, ché io tengo in servitú («'n feo», in feudo) la
+ mia scura vita, e ho paura di non esser mai padrone di me
+ stesso.
+
+ Sonetto II, v. 9: «chi 'n dire». L ha «chi 'n nire». La
+ correzione è facile, se si pensa al verso corrispondente del
+ Giannini: «che gran fallire dire posi 'ntero». Il VALERIANI
+ stampa «chi in ire».
+
+ Sonetto III. Si. Gui. da Pistoia gli rispose col sonetto «Tanto
+ saggio e bon poi me somegli» (vedi nei _Rimatori pistoiesi_, p.
+ 19).
+
+
+IX
+
+NATUCCIO CINQUINO
+
+Questo rimatore appartenne all'antichissima famiglia pisana dei
+Cinquini (R. RONCIONI, _Delle famiglie pisane_, in _Arch. stor.
+ital._, disp. XIII ter, t. VI, p. II, suppl. 2º, p. 947 sgg.). I
+Cinquini presero attiva parte alla vita pubblica in Pisa negli ultimi
+decenni del secolo XIII: un «Vannes Cinquina» è anziano per il
+settembre e l'ottobre del 1289, un «Guiscarduccius Cinquinus» è degli
+anziani per il marzo e l'aprile del 1289 e del 1290, e un «Bonaiuncta
+Cinquinus» per il settembre e l'ottobre del 1292 (_Chronica antiqua_
+cit.). Credo che si debba identificare il rimatore con quel «Benenatus
+Cinquina», che è anziano per il settembre e l'ottobre del 1299
+(_Chronica_ cit.). Per me Natuccio è lo stesso che Benenatuccio. È
+nuovamente anziano per il luglio e l'agosto del 1305 (ivi). Fu in
+corrispondenza poetica con Bacciarone e con Geri Giannini. I suoi
+sonetti sono soltanto in L.
+
+ Sonetto I, v. 11. Costruisci: «e non è viso (visto) per mia
+ 'ntenza», cioè non vedo da me come ciò possa essere.
+
+ v. 12. Costruisci e intendi: «Se alcun uomo risiede in vita
+ degna, fora mei (meglio) a lui vita che stallo (stanza, dimora)
+ in morte; se da ciò (ossia dalla vita degna) poi si parte, e' va
+ a perdenza».
+
+ Sonetto II. Risponde al sonetto di Natuccio Cinquino: «A cui
+ prudenza porge alta lumera».
+
+ v. 11: «fuggon». L ha «fuggen».
+
+ Sonetto III, v. 6: «no è». Cosí in L e non, come vuole il
+ VALERIANI, «non è».
+
+ v. 9: «vo'». Cosí in L e non «voi», come legge il VALERIANI.
+
+ Sonetto IV, v. 11: «e 'l ben». L ha «e ben»: aggiungo
+ l'articolo, perché richiesto dalla grammatica e perché è innanzi
+ a «fallire».
+
+
+X
+
+LOTTO DI SER DATO
+
+Rimangono di questo rimatore due canzoni, una delle quali: «Della fera
+inferta e angosciosa», è d'argomento politico e pare riferirsi al
+dominio della parte ghibellina in Pisa nel 1285. Sembra quindi
+che anche questa canzone si debba annoverare fra quelle poesie dei
+guelfi pisani che in quel tempo si lagnarono del mal governo dei
+ghibellini e del conte Ugolino della Gherardesca. Le due canzoni sono
+conservate soltanto da L.
+
+ Canzone I, v. 15: «cèra». L «chaira».
+
+ v. 17: «deviso». Intendi: Non v'è donna né uomo cosí fermo
+ nell'operare che non abbia divisa (= distratta) la sua
+ attenzione a riguardare lá dove sente che ella apparisce.
+
+ v. 32. Intendi: Ha per ispecchio la strada («ruga»), ossia ha
+ gli occhi bassi a terra.
+
+ v. 60. L ha «che 'l saggio conta voglia opassione». Per me è
+ evidente che il copista non vide il segno dell'abbreviazione nel
+ «p» di «opassione», oppure, copiando, dimenticò di scriverlo. Il
+ senso è, come dice il VALERIANI: Ché il saggio pone in conto
+ (anche al v. 49 il rimatore ha usato «conto» per «tengo in
+ conto»), cioè a merito, la buona voglia che si ha d'operare.
+
+ Canzone II. Questa canzone ha nelle singole strofe lo stesso
+ schema metrico della canzone che in L segue immediatamente a
+ questa: «Magna medela a grave e perigliosa» di Panuccio del
+ Bagno. È assai probabile che Lotto la indirizzasse a Panuccio e
+ che questi gli rispondesse, cercando di confortarlo delle
+ sventure della patria e della sua parte.
+
+ v. 17: «l'èe». L ha «lei».
+
+ v. 18. Intendi: Che, dopoché Dio ebbe fatto lei («quella cosa»
+ cioè l'uomo), gli fu («fuli») cosí amorosa, cosí cara, che le
+ die' libertá di fare il bene e il male.
+
+ v. 29. Intendi: Conforto a questo avremmo soltanto il
+ «trapassamento» (la morte), parola che è qui nello stesso senso
+ del «trapassare» del v. 34.
+
+ vv. 37-39. Intendi: Se non fosse che sappiamo che le nostre
+ anime terrebbero («terren'») tal via, che girerebbero («giréno»)
+ a perdizione senza aver mai redenzione».
+
+
+XI
+
+NOCCO DI CENNI DI FREDIANO
+
+Furono in Pisa verso la fine del secolo XIII due notai che ebbero nome
+Nocco, un «Noccus de Avane», anziano per il luglio e l'agosto del 1289
+e un «Noccus de Ceuli», anch'egli anziano nello stesso anno per il
+novembre e il decembre (_Chronica antiqua_ cit.). Ma se il rimatore
+debba identificarsi con uno di questi due, è assai difficile
+risolvere. Di lui non rimane se non una sola canzone, che è in
+L. Fu assai malamente stampata dal VALERIANI, il quale ne comprese
+assai poco lo schema metrico.
+
+ v. 21. Il VALERIANI stampa mutilo questo verso «vedrete in gio'
+ montarmi», non essendosi accorto che L aveva anche «e 'n frutto
+ bono».
+
+ v. 37: «ma Amor». L ha «m'amor».
+
+ v. 38: «for' voi». Intendi: Amore, pur volendo, vide che non
+ potea fare a me lo stesso (cioè: come ho detto sopra), senza di
+ voi.
+
+ v. 44: «ingannòme». L ha «ingegnome», mantenuto, senza ragione,
+ dal VALERIANI, il quale, per il senso, è poi costretto a
+ spiegarlo con «ingannommi».
+
+ v. 45: «saccio per vista». L ha «aggio»; ma il senso mi pare
+ richieda «saccio». Il VALERIANI stampa «provista» = «provvista»,
+ non avendo compreso il senso, assai facile del resto, di «per
+ vista», che vale «per averli veduti». Il senso è: So, per averli
+ veduti, che crescono molti alberi.
+
+ v. 50: «'n frutto». L ha «che 'n frutto», ma il «che» è di
+ troppo.
+
+ v. 73: «cavrete». Cosí in L: il VALERIANI stampa invece
+ «m'avrete». Il senso qui è chiaro: Ovvero mi caverete dalle mani
+ d'amore, nelle quali mi metteste, tornandomi nel mio primiero
+ stato.
+
+
+XII
+
+GERONIMO TERRAMAGNINO
+
+Il nome «Geronimo» si ricava dal v. 1 del sonetto di risposta, che in
+L segue all'unico che ci rimanga di lui: quel sonetto d'anonimo
+incomincia «Gieronimo, com' credo, voi sapete».
+
+ v. 9: «assetto». L ha «essetto», dal VALERIANI cambiato in
+ «effetto». Ma non credo che, sebbene Terramagnino fosse poco
+ abile versificatore, si mostrasse però cosí imperito da non
+ sapere trovare una nuova rima e ripetesse proprio la parola
+ «effetto» del v. 3. Intendo: Glorioso di ogni buona provvista
+ («assetto») di dottrina che avete fatta.
+
+
+DOCTRINA DE CORT
+
+Pubblico questo poemetto dal testo che ne ha dato PAUL MEYER nella
+_Romania_, an. XIII, pp. 181 e sgg. da un codice madrileno. Lo
+riproduco con pochissime varianti: ho accettato nel testo alcune
+delle correzioni che il Meyer ha fatte in nota, perché mi è parso
+chiaro che gli errori fossero cosí grossolani da doversi attribuire,
+nella maggior parte dei casi, piú a negligenza di scrittura che ad
+ignoranza dell'autore. Molti altri errori sarebbe troppo arrischiato
+correggere, perché possono essere necessari effetti della scarsa
+conoscenza che Terramagnino aveva della lingua provenzale. Infatti
+dice il Meyer: «_Terramagnino est un grammarien peu intelligent. Il ne
+comprend pas toujours son modèle et dans aucun cas il ne se montre
+capable de le perfectionner_». Il poemetto dunque ha assai poco valore
+come trattatello di grammatica e scarsa originalitá, poiché è un
+rifacimento delle _Razos de trobar_ di Raimondo Vidal. Può avere
+qualche importanza per gli esempi, che assai spesso dá dei trovatori
+provenzali, soprattutto perché alcuni di questi poeti non sono noti
+per altra fonte. «_Toute l'originalité de Terramagnino_ — continua
+infatti il Meyer — _consiste dans le choix des exemples, en général
+tirés des poésies des troubadours, qu'il allègue pour justifier
+chacune des règles qu'il emprunte à R. Vidal, même en des cas où les
+faits sont tellement constants et fréquents qu'il n'est pas besoin de
+les justifier. Ces exemples ne sont jamais ceux de R. Vidal. Notre
+auteur semble s'être fait une loi de remplacer toutes les citations de
+son devancier; on vient de voir qu'il n'a pas toujours été heureux
+dans ses substitutions. La sèrie des exemples qu'il rapporte révèle
+des faits qui ne sont pas sans intérêt pour l'histoire de la poésie
+des troubadours... Terramagnino connaissait des poésies provençales
+qui ne nous sont pas parvenues, ou qui du moins n'ont pas été
+signalées jusqu'à ce jour: nous ne devons pas être surpris si, parmi
+les poésies d'auteurs connus qu'il cite, il s'en trouve que nos
+chansonniers ne contiennent pas_». Dal che si può scorgere come il
+trattatello grammaticale dell'oscuro rimatore pisano non sia inutile
+per la storia della letteratura occitanica e della diffusione di
+questa in Italia. A ogni modo, nonostante i molti errori dell'autore,
+inesperto della lingua occitanica, la _Doctrina de cort_ ci prova come
+i nostri piú antichi rimatori avevano conoscenza vasta e diretta della
+lingua e della letteratura provenzale.
+
+ v. 1. Il ms. ha «en lo».
+
+ v. 4. Il ms. ha «faut mon acort per els».
+
+ v. 10. Il ms. ha «dic» e «mils»: quest'ultimo è certo un errore
+ di scrittura per «nuls»; ma anche questo è errato per «negus».
+ Il ms. ha anche «reprehendre».
+ v. 16. Il MEYER osserva che qui il verso è assai guasto; ma come
+ correggere?
+
+ v. 36: «anars». Il ms. ha «en ars».
+
+ v. 42: «genre». Il ms. ha «jen».
+
+ v. 44: «escriutz». Il ms. ha «eseratz», che mi pare errore di
+ scrittura.
+
+ v. 58: «genr'». Anche qui il ms. ha «jen».
+
+ v. 63: «nom». Il ms. ha «mon», errore certo di scrittura.
+
+ v. 67: «gen». Dovrebbe dire «genre»; ma allora non tornerebbe
+ piú il verso.
+
+ v. 71: «jeu». Il ms. ha «ies».
+
+ v. 74: «genre». Il ms. ha «ien».
+
+ v. 78: «tan». Il ms. ha «can».
+
+ v. 84: «en cestui»: Il ms. ha «entestiu».
+
+ v. 85: «qu'an». Il ms. ha «qu'am».
+
+ vv. 91-2. Il passo è certamente guasto. Il ms. ha «o golim», che
+ si può correggere con «Ugolim».
+
+ vv. 97-98. Anche qui il passo è guasto. Il senso richiederebbe
+ che si dicesse: «E las autras qui per semblansa — mostron
+ qualitat ses substansa»; ma questi versi non sarebbero più
+ ottonari.
+
+ vv. 99-100. Il ms. ha «o que conta, o que fay — o que soste, o
+ con vay»; ma, dice bene il MEYER, l'imitatore non ha ben
+ compreso il testo di R. Vidal, che aveva dinanzi.
+
+ v. 105: «De los». Il ms. ha «dels»; ma cosí non tornerebbe
+ nemmeno la misura del verso.
+
+ v. 131: «sotz». Forse voleva dire «totas».
+
+ v. 164: «masclin»... «femnin». Il ms. ha «mascolin» e «femenin»:
+ ma allora non tornerebbe la misura del verso.
+
+ vv. 181-2. Alla fine di entrambi questi versi nel ms. è «mi
+ desplay», che guasterebbe la misura dei versi.
+
+ v. 202: «quim». Il ms. ha «quin».
+
+ v. 203: «quel». Il ms. ha «qual».
+
+ v. 243: «vai». Il ms. ha «vas».
+
+ v. 268: «anar». Il ms. ha «amar».
+
+ v. 281: «cestui». Il ms. ha «testiu».
+
+ v. 286: «deman'». Dovrebbe dire «demana»; ma allora mancherebbe
+ la rima.
+
+ v. 312: «cars». Il ms. ha «anars».
+
+ v. 313: «ris». Il ms. ha «nis».
+
+ v. 320: «luecs». Il ms. ha «luets».
+
+ v. 323: «las». Il ms. ha «lau».
+
+ v. 331: «chantayritz». Il ms. ha «caucayritz».
+
+ v. 397: «e sas». Il ms. ha «asas».
+
+ v. 455: «s'eschai». Il ms. ha «s'eschar».
+
+ v. 464: «amanz». Il ms. ha «emanz».
+ v. 470: «bom il». Il ms. ha «humil».
+
+ v. 493: «ieu». Il ms. ha «ies».
+
+ v. 506: «preposition». Il ms. ha «proposion».
+
+ v. 554: «con vay cre». Il ms., con evidente errore di scrittura,
+ ha «ton vaycre».
+
+ v. 564: «jen». La rima richiede «jen» e non «jeu», come ha il
+ ms.
+
+ v. 612. Questo verso è guasto nel ms.: «Ara desiu es es vuoill
+ dir».
+
+ v. 613: «i». Il ms. ha «e», errore che mi pare da attribuirsi a
+ svista di scrittura.
+
+ v. 642: «trahic». Il ms. ha «tric», errore anche questo che mi
+ pare da attribuirsi al copista.
+
+ vv. 646-'47. Fra questi due versi manca la rima, forse perché il
+ v. 647 non è di T., ma di Folchetto: altrove però il p. ha
+ sempre trovato modo di rimare i suoi versi con quelli citati.
+
+ v. 687: «si mena». Il ms. ha «s'amena».
+
+ v. 699: «cel qu'a dezhonor». Avrebbe dovuto dire «cel e
+ dezhonor».
+
+ v. 700: «y es». Anche qui v'è certamente errore. Forse doveva
+ dire: «qui de demandar no s'atrai?».
+
+ v. 733: «de sa rima». Il ms. ha «desari ni»; ma per me qui non è
+ dubbio che l'errore sia del copista.
+
+ v. 749: «donch a ops». Il ms. ha «tocha ops»; ma anche qui mi
+ pare si possa credere ad un errore di scrittura.
+
+ v. 784: «e menar». Il ms. ha, col solito errore che per me è
+ certo effetto di negligenza, «amenar».
+
+ v. 788: «sai». Il ms. ha «seu».
+
+ v. 791: «lo». Il ms. ha «ley».
+
+ v. 803: «seretz». Il ms. ha «secretz».
+
+ Correggo in fine il ms. che, certo per errore di scrittura, ha
+ «d'acord», invece di «de cort». Non credo di dover correggere il
+ «rahonable» del ms., sebbene forma catalana, perché
+ Terramagnino, che forse era a mercanteggiare nella Catalogna,
+ può aver introdotta, inavvertitamente, questa forma catalana in
+ luogo di «razonal».
+
+
+
+
+GLOSSARIO
+
+
+_acontamento_ — conoscimento.
+
+_acontanza_ — conoscimento, e anche avvicinamento.
+
+_acontare_ — conoscere.
+
+_acchiuso_ — chiuso (BACCIAR. DI MESSER BACONE, I, 48).
+
+_accorto_ — accolto (BACCIAR., canz. I, 35).
+
+_adagi_ (verbo) accomodi, piaccia (PANUCCIO, VII, 58).
+
+_adanno (s')_ — si danno.
+
+_aderenza_ — applicazione, adattamento? (PANUCCIO, X, 25: «ad onta...
+aderenza» = nonostante che vi abbia applicato qualche conforto?)
+
+_adesso_ — subito (prov. _ades_).
+
+_agensa (m')_ — m'aggentilisce, mi piace (prov. _m'ajensa_).
+
+_agiuntare_ — aggiungere.
+
+_agra_ (agg.) — acerba, amara.
+
+_agra_ (verbo) — aggradisce? (PANUCCIO, canz. XII, 24).
+
+_alcona_ — alcuna (PANUCCIO, V, 57).
+
+_aldo_ — audo, odo (lat. _audio_).
+
+_alegera (m')_ — m'alleggera, m'alleggerisce.
+
+_alena_ (verbo) — allevia, alleggerisce.
+
+_alieno_ — inutile (PANUCCIO, X, 26).
+
+_alleggiare_ — alleggerire.
+
+_allegranza_ — allegrezza.
+
+_allenare_ — alleggerire.
+
+_allor_ — allorché.
+
+_altroi_ — altrui.
+
+_altura_ — altezza.
+
+_aigua_ — acqua.
+
+_amanza_ — amore.
+
+_amarore_ — amaro, amarezza.
+
+_amontare_ — salire (LEONARDO DEL GUALLACCA, 48).
+
+_amorta (s')_ — s'ammorta, s'uccide (prov. _amortar_).
+
+_angore_ — angoscia (lat. _angor_).
+
+_aparegli (m')_ — m'apparecchi.
+
+_arbítro_ — arbitrio.
+
+_arendere_ — rendere.
+
+_arimembrare_ — rimembrare.
+
+_argollianza_ — orgoglio.
+
+_arra_ — pegno, promessa, garanzia (NOCCO, 35).
+
+_ascosta_ — ascosa, nascosta.
+
+_aservirsi_ — asservirsi, obbedire (LEON. DEL GUALL., 71).
+
+_assessino_ — assassino.
+
+_assiso_ — fermo, costante (PANUCCIO, I, 30), anche fornito (LOTTO, I,
+37).
+
+_ataupina (s')_ — diventa tapino, misero (PUCCIAND. MARTELLI, I, 57).
+
+_aulire_ — odorare.
+
+_autro_ — altro.
+
+_auso_ — oso (lat. _audeo_).
+
+_avanza_ — giova.
+
+_aventura_ — avventura, fortuna: «passa in aventura» = si espone alla
+fortuna (BETTO METTEF., 54).
+
+_averrà_ — avverrá.
+
+_aviso_ — penso.
+
+_avraggio_ — avrò.
+
+
+_baglía_ — balía (CIOLO DELLA BARBA, 37).
+
+_baglia_ (verbo) — «S'alcuna mi si baglia» (LEONARDO DEL GUALLACCA,
+66) — S'alcuna cade in mio potere.
+
+_bailia_ — balía, potere.
+
+_balanza_ — bilancia, navicella.
+
+_baldore_ — baldanza.
+
+_bassanza_ — bassezza.
+
+_bastanza_ — sufficienza.
+
+_benenanza_ o _beninanza_ — bene, felicità, benignità.
+
+_beno_ — bene (NOCCO, 32).
+
+_'bento_ — abento, pace, riposo.
+
+_benvoglienza_ — benevolenza (prov. _benvolenza_).
+
+_blasmare_ — biasimare (prov. _blasmar_).
+
+_bonore_ — bene.
+
+_branco_ (verbo) — abbranco.
+
+_'brobbriosa_ — obbrobriosa.
+
+
+_ca_ — che.
+
+_canoscenza_ — conoscenza, perizia, intelligenza (prov.
+_coinossensa_).
+
+_capra_ — cappia, capisca, entri (PANUCCIO, canz. XII, 6 e son. XVIII,
+4).
+
+_carezza_ — pregio (PANUCCIO, IX, 86 e PUCCIANDONE MARTELLI, I, 36).
+
+_calessa_ — delicatezza, gentilezza.
+
+_catuno_ — cadauno, ciascuno.
+
+_'ccorto_ — accorto.
+
+_celato_ — confidente.
+
+_cerna_ — scelta.
+
+_cèra_ — viso, aspetto.
+
+_cerne_ — cerni, spiega (PANUCCIO, canz. VIII, 91).
+
+_cernita_ — veduta? (PANUCCIO, XII, 51).
+
+_chente_ — quale.
+
+_cherenza_ — chiesta.
+
+_cherere_ — chiedere.
+
+_clero_ — chiaro.
+
+_chiostro_ — luogo chiuso.
+
+_ciòe_ — ciò.
+
+_coi_ — cui (PANUCCIO, I, 8).
+
+_colpa_ (verbo) — incolpa, colpisce, (LEON. DEL GUALLACCA, 46).
+
+_compagna_ — compagnia.
+
+_complire_ — effettuare: «complir sua disianza» — realizzare il suo
+desiderio (PANUCCIO, III, 6).
+
+_como_ — come.
+
+_comone_ — comune.
+
+_compimento (a)_ — a perfezione.
+
+_comuno_ — comune: «parlo 'n comuno» (BACCIAR., son. IV).
+
+_condutto (riprendon)_ — riprendono il governo (PANUCCIO, VII, 71).
+
+_conservire_ — restar servo (PANUCCIO, V, 18).
+
+_considranza_ — considerazione.
+
+_consomare_ — consumare.
+
+_contanza_ — contezza, conoscenza (prov. _coidansa_).
+
+_contezza_ — conoscenza, familiaritá, amicizia.
+
+_conta_ (verbo) — tiene in conto, apprezza.
+
+_conto_ (agg.) — gentile.
+
+_conto_ — raccontato.
+
+_contra_ (avv.) — contro.
+
+_contra_ (sost.) — il contrario.
+
+_contrara (la)_ — il contrario: «contrara di gioia» (LOTTO, II, 31) —
+il dolore.
+
+_convento_ — accordo.
+
+_converso_ — uomo, quando sia in contrapposizione a «donna». Vedi v. 7
+della canz. XIX di PANUCCIO DEL BAGNO: «ché donna, né converso».
+
+_coraggio_ — cuore (prov. _coratge_).
+
+_corale_ (agg.) — in cuore, che viene dal cuore: «coral foco»
+(PANUCCIO, IV, 29), fuoco nel cuore.
+
+_corale_ (avv.) — cordialmente.
+
+_cordoglienza_ — cordoglio, dolore.
+
+_corenza_ — corrente (CIOLO DELLA BARBA, 30).
+
+_corto di ciascun bene_ — privo d'ogni bene.
+
+_covertora_ — copertura (LOTTO, I, 28).
+
+_cotidio_ — quotidianamente (PANUCCIO, X, 69).
+
+_creamento_ — creazione, opera (PANUCCIO, VI, 69).
+
+_cre'_ — credi.
+
+_credimento_ — credenza, fede.
+
+_criamento_ — creazione.
+
+_criare_ — creare.
+
+_croio_ — crudele.
+
+_crudero_ — crudele.
+
+_curamento_ — cura.
+
+_cusi_ — cosí.
+
+
+_dannaggio_ — danno (prov. _damnatge_).
+
+_dea_ (verbo) — deva, debba.
+
+_defalto_ — fallo (PANUCCIO, XIV, 16).
+
+_defetto_ — difetto.
+
+_deggi_ — devi.
+
+_deletto_ — diletto.
+
+_delmi_ — me lo deve (BACCIARONE, III, 3).
+
+_dene_ — ne de', ne deve (PANUCCIO, X, 5).
+
+_deporto_ — diporto.
+
+_dési_ — devesi, si deve.
+
+_desentire_ — risentire? (PANUCCIO, VI, 78).
+
+_desiedere_ — cadere di seggio? (GERI GIANNINI, I, 11).
+
+_desplagire_ — dispiacere.
+
+_destene_ — distiene, trattiene? (PANUCCIO, X, 41).
+
+_deritto_ — diritto.
+
+_dia_ — dí.
+
+_día_ (verbo) — deva, debba.
+
+_dibonaire_ — amorevole, buono.
+
+_dicimento_ — dicitura (NATUCCIO CINQUINO, II, 4).
+
+_difensa_ — difesa.
+
+_digiunto_ — disgiunto.
+
+_dilibberare_ — liberare.
+
+_dipartuto_ — dipartito.
+
+_dischiaramento_ — schiaramento, fortuna, felicitá (PANUCCIO, X, 59).
+
+_disconciare_ — guastare, rovinare.
+
+_disconforto_ — disperazione, dolore.
+
+_discoperchio_ — discopro, scopro.
+
+_disformare_ — bruttare, guastare (BACCIARONE DI MESSER BACONE, I,
+60).
+
+_disguiglianza_ — disuguaglianza (PANUCCIO, VII, 20).
+
+_disguiglio_ — disuguaglianza.
+
+_disidranza_ — desideranza, desiderio.
+
+_disnaturare_ — andare contro natura, cambiar natura (PANUCCIO, II,
+23).
+
+_disovro_ — vado sopra, esagero (PANUCCIO, XI, 13).
+
+_disorrato_ — disonorato.
+
+_displagere_ — dispiacere.
+
+_dispero_ — disperazione (BACCIAR. DI MESSER BACONE, II, 96).
+
+_disragione_ — sragionevolezza, torto (PANUCCIO, VII, 97).
+
+_distretto_ — stretto, avvinto.
+
+_distringe (mi)_ — mi stringe, mi assedia.
+
+_disvene_ — disconviene (PANUCCIO, IX, 15).
+
+_dittato_ — dettato.
+
+_diverso_ — strano.
+
+_diviare_ — disviarsi, allontanarsi (PANUCCIO, X, 10).
+
+_diviso_ — penso (prov. _devizo_): anche far capire (PAN., canz. IX,
+68) e far conoscere, annunziare (LOTTO, II, 67).
+
+_doblata_ — doppiata, doppia.
+
+_doglienza_ — dolore.
+
+_dolzore_ — dolcezza.
+
+_donqua_ o _donque_ — dunque.
+
+_dovereane_ — ne dovrebbe.
+
+_drittura_ — dirittura.
+
+_dubitanza_ — dubbio.
+
+_dutto_ — tratto, ricavato (NOCCO, 42).
+
+
+_èe_ — ebbe (LOTTO, II, 17).
+
+_elegimento_ — elezione, scelta.
+
+_empera_ — impera (PAN., XIV, 1).
+
+_enchiostra_ (verbo) — è chiusa (PANUCCIO, XVI, 5).
+
+_ene_ — è.
+
+_eniquo_ — iniquo.
+
+_enver'_ — inverso, verso.
+
+_eo_ — io.
+
+_erro'_ — errore.
+
+_esta_ — codesta.
+
+_eternai_ — eternali, eterne.
+
+
+_faite_ (verbo) — fate.
+
+_fallanza_ e _fallenza_ — errore (prov. _falhensa_).
+
+_falli_ (verbo) — manchi.
+
+_falligione_ — fallo.
+
+_falsía_ — falsitá, errore.
+
+_faraggio_ — farò.
+
+_fascia_ — fasci, lacci (BACCIAR. DI MESSER BACONE, I, 13).
+
+_fède_ — fiede, ferisce.
+
+_fene_ — fece.
+
+_fenire_ — finire.
+
+_fenita_ — finita, fine.
+
+_feo_ — feudo, servitú: «tegno 'n feo», tengo in servitú (GERI
+GIANNINI, I, 16).
+
+_ferale_ — degno di fiera (detto della vita), non umano, che vive come
+una fiera (PANUCCIO DEL BAGNO, VI, 45).
+
+_fiata_ (verbo) — odora.
+
+_fiato_ — respiro, vita: «non ben agiato fiato» — vita non comoda, non
+felice (GERI GIANNINI, I, 7).
+
+_fier_ (verbo) — ferisce (PANUCCIO, XVIII, 2).
+
+_finare_ — finire.
+
+_finimento_ — fine.
+
+_fiore_ — punto (NATUCCIO, son. II, 5).
+
+_fiso_ — fisso, fermo; «volere fiso» (PAN., canz. II, 32): «credo
+fiso» — credo fermamente (PANUCCIO, I, 27).
+
+_foi_ — fui (PANUCCIO, IV, 22).
+
+_folle_ (sost.) — mantice (PANUCCIO, XII, 70), dal lat. _follis_.
+
+_follore_ — follia.
+
+_for'_ — fuori, senza.
+
+_for' misora_ — senza misura.
+
+_fornire_ — bastare (LOTTO, I, 54).
+
+_forsi_ — forse.
+
+_franchezza_ — franchigia, libertá.
+
+_'frizzione_ — afflizione (PANUCCIO, VI, 104).
+
+_fuli_ — gli fu.
+
+_fumi_ — mi fu.
+
+
+_gecchito_ — umile, abbattuto, stanco.
+
+_general_ (avv.) — generalmente.
+
+_gente_ — gentile.
+
+_gioglio_ — loglio.
+
+_giostra_ — briga (PAN., son. XVI, 4).
+
+_girèno_ — girerebbero.
+
+_gola_ (verbo) — s'allegri (da un supposto _golire_): «par gola» —
+pare che s'allegri (LEONARDO DEL GUALLACCA, 20).
+
+_gola_ — (sost.) — brama (GALLO, II, 20).
+
+_golia_ (verbo) — agognava, bramava (GALLO, I, 13).
+
+_gradivo_ — gradito.
+
+_granare_ o _granire_ — sbocciare.
+
+_grato_ (sost.) — piacere (PANUCCIO DEL BAGNO, IX, 57).
+
+_greve_ — grave.
+
+_'guale_ — uguale (CIOLO DELLA BARBA, vv. 24-5: «'guali de li miei
+desiri» — uguali, conformi a' miei desidèri).
+
+_gudire_ — guari (PANUCCIO, II, 73).
+
+_guerenza_ o _guirenza_ — guarigione (prov. _guerensa_, _guirensa_).
+
+_guerigione_ — guarigione.
+
+_guerire_ — guarire.
+
+_guerrero_ (o _guerrore_, come richiederebbe la rima) — nemico
+(PANUCCIO, VI, 6).
+
+_guer mò_ — guari mo' (PAN., son. XIV, «non credo regni guer mò» — non
+credo rimanga ora a lungo).
+
+_guigliardone_ — guiderdone, guadagno.
+
+
+_i_ — le, a lei.
+
+_inchiarire_ — render chiaro, illuminare (PANUCCIO, II, 49).
+
+_increscimento_ — rincrescimento, dispiacere (LOTTO, II, 58).
+
+_in de_ — nella: «in de l'altezza» (CIOLO DELLA BARBA, 8).
+
+_indigenza_ — bisogno: «a sua indigenza — secondo il suo bisogno»
+(PANUCCIO, X, 65).
+
+_infertà_ — infermitá (LOTTO, II, 1).
+
+_infinale_ — alla fine, finalmente (PANUCCIO, VI, 83).
+
+_infirma_ (verbo) — s'inferma, s'ammala (PANUCCIO, X, 4).
+
+_ingannevil_ — ingannevole.
+
+_inico_ — iniquo.
+
+_inorare_ — pregare (CIOLO DELLA BARBA, 16).
+
+_innantire_ — avanzare (prov. _enantir_).
+
+_innaurato_ — splendente (LOTTO, I, 14).
+
+_insegnamento_ — educazione, civiltá.
+
+_insembre_ — insieme.
+
+_insetatura_ — innestatura, innesto, (NOCCO, 10).
+
+_intendenza_ — inclinazione amorosa, amore.
+
+_intendimento_ — amore.
+
+_invegli_ — invecchi.
+
+_inverso_ — l'opposto: «far del dritto inverso» = far l'opposto del
+diritto, del giusto (PANUCCIO, XIX, 3).
+
+_iscurezza_ — oscuritá.
+
+_isguardare_ — guardare.
+
+_isguardo_ — sguardo.
+
+_islealtate_ — slealtá.
+
+_ismarrimento_ — smarrimento.
+
+_ismisurare_ — essere fuor di misura (PANUCCIO, VIII, 59).
+
+_isperso_ — sperduto.
+
+_isperto_ — esperto.
+
+_isporto_ — sporto: «si che isport'è» — cosicché è sporto, cosparso
+d'ogni gran male (GERI GIANNINI, II, 6).
+
+_istecco_ — stecco, spogliato come uno stecco (PANUCCIO, XVIII, 6).
+
+_istranare_ — uscire di strada, allontanarsi (PANUCCIO, V, 67).
+
+_isvariamento_ — varietà (PANUCCIO, VI, 64).
+
+_isvolere_ — disvolere, non volere.
+
+
+_labore_ — fatica (lat. _labor_).
+
+_laido_ — brutto, disonesto.
+
+_lasso_ — laccio.
+
+_latino_ — facile.
+
+_launque_ — lá, ovunque.
+
+_leccera_ — leccona, ciana (ant. franc. lechiere), becera (LEON. DEL
+GUALL., 17).
+
+_lei_ — a lei.
+
+_lena_ — fiato, respiro, le forze vitali (PANUCCIO DEL BAGNO, X, 28).
+
+_levare_ — alleggerire: «ma levar... no ha, ni ebbe, ni mai aver dia»
+(PANUCCIO, X, 33-36) = ma non ha, né ebbe, né mai aver debba
+alleggerimento. «Levar» ha qui forza di sostantivo.
+
+_li_ — gli.
+
+_locagione (fa)_ — ha luogo, dimora (BACCIARONE, p. 211, 11).
+
+_loco_ — dove (GALLO, II, 5, ecc).
+
+_'lor_ — allor.
+
+_lumero_ o _lumera_ — lume.
+
+_lungiamento_ — allungamento, continuazione di dolore.
+
+_luntano_ — lontano (PANUCCIO, V, 66).
+
+
+_maggio_ (agg.) — maggiore.
+
+_magno_ — grande (lat. _magnus_).
+
+_mai che_ — fuorché (prov. _mas que_).
+
+_mainera_ — maniera.
+
+_malenanza_ — male (prov. _malenanse_).
+
+_malparlieri_ — sparlatori, diffamatori.
+
+_mancagione_ — mancanza, difetto.
+
+_manco_ (agg.) — manchevole.
+
+_mantenenza_ — mantenimento (PUCCIAND. MARTELLI, I, 35).
+
+_manto_ — molto (prov. _manto_).
+
+_marrimento_ — smarrimento.
+
+_matto (ne do)_ — Ne do scacco matto (l'immagine è tolta dal giuoco
+degli scacchi), cioè supero tutti (GALLO, II, 60).
+
+_medela_ — medicina (lat. _medela_: PANUCCIO, X, 1).
+
+_me_ o _mei_ — meglio.
+
+_mei_ — me.
+
+_memòrare_ — ricordare.
+
+_memóra_ — memoria (PANUCCIO, VI, 29).
+
+_meno_ — me.
+
+_mevi_ — me.
+
+_mi_ — a me.
+
+_mina_ — mena (forma usata per la rima da PUCCIAND. MARTELLI, I, 70).
+
+_minaccio_ — minaccia (lat. _minacium_).
+
+_miraglio_ — specchio.
+
+_miro_ — medico (ant. franc. _mire_: LEON. DEL GUALL., 21).
+
+_mistero_ — mestiere, bisogno.
+
+_misera_ — miseria.
+
+_mò_ — ora (lat. _modo_).
+
+_molesta_ — molestia (PUCCIAND. MARTELLI, IV, 40).
+
+_monta_ (agg.) — montata.
+
+_montanza_ — aumento, sovrabbondanza.
+
+_montare_ — crescere.
+
+_mora_ — dimora, posa.
+
+_moraggio_ — morrò.
+
+_mormòro_ — mormorio.
+
+_mostranza_ — mostra.
+
+_munimento_ — difesa (lat. _munimentum_).
+
+_mutanza_ — mutazione.
+
+_'mprimera (all')_ — da principio.
+
+
+_naturale_ (avv.) — naturalmente.
+
+_naturali_ (agg.) — naturale (CIOLO DELLA BARBA, 21).
+
+_'ncontradire_ — contraddire.
+
+_neente_ o _nente_ — niente.
+
+_neghire_ — inneghittire, poltrire.
+
+_nesciente_ — che non sa, che ignora.
+
+_neun_ — niuno, nessuno.
+
+_ni_ — né.
+
+_nighettoso_ — neghittoso.
+
+_nobel_ — nobile.
+
+_nocente_ — che nuoce, cattivo.
+
+_nochero_ — nocchiero.
+
+_nòe_ — no.
+
+_noia_ — affanno, dolore.
+
+_nome_ — forse per _nomo_ (PANUCCIO, XI, 58).
+
+_nonde_ — non ne.
+
+_norisco_ — nutrisco (CIOLO DELLA BARBA, 15).
+
+_'nvegliare_ — invecchiare.
+
+
+_obbria_ (sost.) — oblio, dimenticanza.
+
+_obbriare_ — obliare.
+
+_obrio_ — oblio.
+
+_occupamento_ — offuscamento (PANUCCIO, X, 32).
+
+_odire_ — udire.
+
+_offenza_ (anche _offenzione_) — offesa, danno.
+
+_ognunque_ — ogni, qualunque.
+
+_oltragravoso_ — gravosissimo.
+
+_oltraselvaggio_ — piú che selvaggio.
+
+_ombra_ (verbo) — prende ombra (PANUCCIO DEL BAGNO, XII, 12).
+
+_onora_ — onore (CIOLO DELLA BARBA, 36).
+
+_ontare_ — fare onta, ingiuriare, contrastare (PANUCCIO, VI, 30).
+
+_ontoso_ — ingiurioso.
+
+_operamento_ — operazione.
+
+_oreglio_ — orecchio.
+
+_orgoglianza_ — orgoglio.
+
+_oranza_ — orranza, onore.
+
+_ordo_ (agg.) — orrido (sincope: ant. franc. _orde_). Riferito ad
+Amore per le pene che apporta (PANUCCIO, VI, 90).
+
+_ove (comendi)_ — Lo lodi, ove (se) lo meriti (PANUCCIO, VII, 94).
+
+_ovi_ — ove.
+
+_ovra_ — opera.
+
+_ovra (s')_ — se opera.
+
+
+_paga (si)_ — s'appaga (PANUCCIO, III, 9).
+
+_palpe_ — il MONACI intende che sia un cong. pres. di «palpare». Forse
+il v. 39 della canz. di LEONARDO DEL GUALLACCA vuol dire: Molto ha di
+male da toccare, cioè gli toccherà molto male.
+
+_paraggio (a)_ — a somiglianza, a paragone, a confronto (BACCIARONE DI
+MESSER BACONE, I, 69).
+
+_paraggio_ (verbo) — parrò.
+
+_paroma_ — canapo di cui si servono i marinai liguri per legare la
+nave (LEON. DEL GUALL., 26).
+
+_parato_ — pronto (lat. _paratus_).
+
+_pare_ — pari, uguale.
+
+_pareglio_ — pari, simile.
+
+_parimento_ — uguaglianza (PANUCCIO DEL BAGNO, IX, 32).
+
+_parlamento_ — parlata, favella: «lo mutulo torna in parlamento» — il
+mutolo riprende la favella (GALLO, I, 26).
+
+_parli_ — pargli, gli pare.
+
+_parrea_ — parrebbe.
+
+_partagerò_ — mi partirò (GERI GIANNINI, I, 14).
+
+_partimento_ — partenza, fine (GALLO, I, 29).
+
+_parvente_ — apparente.
+
+_parvenza (a mia)_ — a mio parere (BACCIARONE, V, 6).
+
+_parvo_ — piccolo (lat. _parvus_).
+
+_pato_ — patisco.
+
+_patuto_ — patito.
+
+_penale_ — degno di pena, alla stessa guisa che «ferale» per «degno di
+fera»: «Imperciò ch'è penale» (PANUCCIO, VI, 26) — perciocché è cosa
+degna di pena. Oppure si deve leggere: «Imperciò che pena l'è»?
+
+_pensamento_ — pensiero.
+
+_pensivo_ — pensieroso.
+
+_pensria_ — penseria, penserebbe.
+
+_pentèro_ — pentimento (BACCIAR. DI MESSER BACONE, II, 99).
+
+_percepenza_ — intelligenza.
+
+_perdenza_ — perdita.
+
+_perdonanza_ — perdono.
+
+_pereggio_ — peleggio, puleggio, viaggio (BACCIAR. DI MESSER BACONE,
+I, 35).
+
+_permirato_ — meraviglioso (PUCCIAND. MARTELLI, V, 11), dal lat.
+permiratus.
+
+_persò_ — perciò.
+
+_perso_ — scuro, nero.
+
+_pesanza_ — noia, gravezza.
+
+_piacenza_ — piacere.
+
+_pietanza_ — pietá.
+
+_piggiore_ — peggiore.
+
+_pintura_ — pittura.
+
+_piò_ — piú.
+
+_piú via troppo_ — sempre piú (PANUCCIO, V, 48).
+
+_plagente_ — piacente.
+
+_plagenza_ — piacere.
+
+_plagimento_ — piacere, bellezza che dá piacere a chi la mira.
+
+_plangére_ — piangere.
+
+_pò_ — può.
+
+_poderato_ — rinforzato, aumentato (PANUCCIO, VI, 15).
+
+_poderoso_ — potente, forte.
+
+_podere_ — potenza, forza: «a podere» — a tutta forza (PANUCCIO, VII,
+113).
+
+_podire_ — potere.
+
+_pogo_ — poco.
+
+_ponta, (si)_ — si sforza.
+
+_porò_ — potrò.
+
+_portatura_ — portamento.
+
+_posa_ — sosta, dimora (PANUCCIO, XX, 5).
+
+_possa_ — poscia (BETTO METTEF., 51): «da possa» — da poi che (GERI
+GIANNINI, II, 16).
+
+_postra_ — poscia (PAN. DEL B., XVI, 11).
+
+_potimento_ — potenza (PANUCCIO, VI, 86).
+
+_potrèno_ — potrebbero.
+
+_poso_ — riposo (PANUCCIO DEL B., III, 76).
+
+_possibile (a)_ — quanto piú può (PANUCCIO, X, 5).
+
+_prendimento_ (anche _prendenza_) — presa.
+
+_primero_ — primiero.
+
+_pro_ (sost.) — l'utile.
+
+_prode_ — valore.
+
+_profittabile_ — profittevole.
+
+_propunto (ci)_ — c'insisto (LEON. DEL GUALL., 36).
+
+_provedenza_ — provvidenza, avvedimento (PANUCCIO, canz. II, v. 12).
+
+_prunto_ — pronto.
+
+_puosi_ — si può.
+
+
+_quito_ — quieto (LOTTO, I, 67): forma usata per necessitá di rima.
+
+
+_raffino_ — divengo piú fine: «raffino 'n servire» — divengo migliore
+nel servire a madonna (BETTO METTEFUOCO, 24).
+
+_rancura_ — affanno, tormento.
+
+_redenza_ — redenzione (LOTTO, II, 39).
+
+_regnare_ — stare, dimorare.
+
+_remiro_ — aspetto.
+_reo_ — crudele.
+
+_resedere_ — risiedere (NATUCCIO CINQUINO, I, 12).
+
+_resto_ — resta (lat. _arista_), spiga (GALLO, II, 56).
+
+_risurgere_ — far risorgere: «se risurgi la mia mente» (PUCCIAND.
+MARTELLI, I, 62).
+
+_ruga_ — strada (franc. _rue_).
+
+
+_saluta_ — saluto (LOTTO, I, 33).
+
+_sapo_ — so (lat. _sapio_).
+
+_sapra_ (_si_) — si saprá (PAN., son. XVIII, v. 8).
+
+_savemo_ — sappiamo.
+
+_savire_ — sapere.
+
+_sbaudire_ — perdere baldanza (GALLO, I, 20).
+
+_scalcata_ — soppiantata (PANUCCIO, VII, 23).
+
+_sconoscenza_ — ignoranza, ingratitudine.
+
+_scora_ — scura, oscura (PANUCCIO, I, 66).
+
+_scordanza_ — discordia.
+
+_segondo_ — secondo.
+
+_semblanza_ — sembianza, somiglianza.
+
+_semblare_ — assomigliare.
+
+_sensa_ — sensi, sentimenti (PUCCIANDONE, V, 11).
+
+_sentire_ — sentimento, opinione: «al mio sentire» — a mio avviso.
+
+_sentore_ — sentimento (PANUCCIO, I, 41).
+
+_sería_ (anche _serea_) — sarebbe.
+
+_serra_ — montagna (LEON. DEL GUALL., 43, ecc.)
+
+_servente_ — servitore.
+
+_servimento_ — servizio.
+
+_sguardare_ — guardare.
+
+_siccomo_ — siccome.
+
+_signoraggio_ — signoria (prov. _senhoratge_).
+
+_siguranza_ — sicurezza.
+
+_sigurare_ — assicurare (GALLO, I, 42).
+
+_silvaggio_ — selvaggio, inusitato, strano.
+
+_simel_ — simile.
+
+_simiglia_ — simili, pari (PANUCCIO, II, 16).
+
+_smirare_ — rimirare.
+
+_snaturare_ — allontanarsi da natura (NOCCO, 28).
+
+_sodutto_ — sedotto; ma anche guasto, distrutto (PANUCCIO, VII, 28).
+
+_sofferea_ — soffrirebbe.
+
+_sofferenza_ — paziente attesa.
+
+_sofferrá_ — soffrirá.
+
+_soffrenza_ — sofferenza.
+
+_soffriraggio_ — soffrirò.
+
+_soi_ — suoi.
+
+_sòl_ — suole.
+
+_solaccio_ — sollazzo (lat. _solacium_).
+
+_sommiso_ — sottomesso.
+
+_somovere_ — muovere, spingere (PANUCCIO, XV, 5).
+
+_sonde_ — ne sono.
+
+_soperchio_ — sovrabbondanza.
+
+_sormontare_ — salire in alto.
+
+_soverchianza_ — sovrabbondanza.
+
+_sovramagiore_ — grandissimo.
+
+_sovrapiagente_ — piacentissima.
+
+_sovro_ (verbo) — vado sopra, da un supposto _sovrare_ (PANUCCIO, XI,
+16).
+
+_sovro_ (avv.) — sovra, sopra.
+
+_spera_ — speranza (prov. _esper_).
+
+_spera_ — specchio. Anche oggi in Toscana si dice «spera» per
+«specchio».
+
+_speramento_ — speranza.
+
+_spiacimento_ — dispiacimento, dispiacere (LOTTO, II, 59).
+
+_spietosa_ — spietata, senza pietá (LOTTO, II, 53).
+
+_spiramento_ — ispirazione.
+
+_sporto_ — porto (PANUCCIO, V, 53): da _sporgere_, porgere: v. nel _De
+quinquaginta curialitatibus_ di BONVESIN DA RIVA, II, 56 «on sporze a
+verun altro ch'è tego in compania».
+
+_sprefondato_ — sprofondato.
+
+_sprendiente_ — splendente.
+
+_sre'_ — sarebbe (PANUCCIO, X, 14).
+
+_stallo_ — stanza, dimora.
+
+_stasso_ — stanza (BACCIAR. DI MESSER BACONE, I, 56).
+
+_stata_ — stato, stanza (LOTTO, I, 3).
+
+_stato_ — fine: «senza stato» — senza fine (PANUCCIO, VI, 97).
+
+_sterra_ (verbo) — caccia fuori della terra (BACCIARONE, III, 24).
+
+_stettamento_ — lenimento? (PANUCCIO DEL BAGNO, X, 16).
+
+_storte_ — storture (GERI GIANNINI, I, 5: «male storte» — disgrazie,
+contrarietá).
+
+_stremosa_ — estremitá, estremi mali (PANUCCIO, X, 17).
+
+_strò_ — starò (sincope).
+
+_suggizione_ — suggezione, servitú.
+
+_suoie_ — sue (PANUCCIO, IX, 24, 26).
+
+_svariare_ — cambiare.
+
+
+_tembra (la fior tembra)_ — (CIOLO DELLA BARBA, 40): la santoreggia
+del monte San Giuliano.
+
+_terzoletto_ — anche terzuolo, una specie di vela: v. il _Dizionario_
+del TOMMASEO-BELLINI, che cita un esempio del _Ciriffo Calvaneo_.
+
+_testimonia_ — testimonianza.
+
+_tinore_ — tenore.
+
+_tormentare_ — agitare come in una tormenta, tempestare (PUCCIAND.
+MARTELLI, IV, 33).
+
+_tormento (vivere a)_ — vivere in tormenti (GALLO, I, 32).
+
+_torte_ — fasci, legami.
+
+_torte_ (avv.) — a torto: «dannato 'n torte» — dannato a torto (GERI
+GIANNINI, II, 5).
+
+_torto_ — tolto (BACCIARONE, III, 7).
+
+_totta_ — tutta.
+
+_tragállo_ — trággalo, lo tragga (LEON. DEL GUALL., 59).
+
+_tragetto_ — tragitto.
+
+_tralassato_ — tralasciato, abbandonato.
+
+_trappare_ — acchiappare (franc. atraper: LEON. DEL GUALL., 28).
+
+_trasatto_ — lasciato (PUCCIANDONE MARTELLI, IV, 45: «ma poi mi n'ha'
+trasatto», ove, anche per quel che precede, il senso mi pare questo:
+Ma poi tu, o Amore, m'hai lasciato un po' di pace).
+
+_treccera_ — ingannatrice (ant. franc. _trichere_), falsa (L. DEL
+GUALL., 14).
+
+_tristore_ — tristezza, male.
+
+_tuba_ — tromba (lat. _tuba_).
+
+_turberea_ — turberebbe.
+
+_tutto_ — tuttoché, sebbene (PANUCCIO, II, 35).
+
+_tuttore_ — sempre: vale spesso anche «sebbene».
+
+
+_u — o_, ovvero.
+
+_umelia (s')_ — s'umilia.
+
+_umeltá_ — umiltá.
+
+_unde_ — onde, ne, di cui.
+
+_usanza_ — uso, abitudine.
+
+_uso_ — esperienza.
+
+_uvi_ — ove (PANUCCIO, XI, 28).
+
+
+_valca_ — valica, passa.
+
+_valenza_ — valore.
+
+_valimento_ — valore.
+
+_vallo_ — valle.
+
+_varco_ (sost.) — valico, passo.
+
+_veglio_ — vecchio.
+
+_veno (si)_ — si vedono (BACCIAR. DI MESSER BACONE, I, 23).
+
+_ventare_ — dare vento, soffiare (Panuccio, xii, 71).
+
+_veo_ — vedo.
+
+_verdero_ — verziere, verde prato, giardino.
+
+_ver'_ — verso.
+
+_vero_ (avv.) — veramente.
+
+_vertá_ — veritá.
+
+_vertú_ — virtú.
+
+_vertudioso_ — virtuoso.
+
+_vertudiosamente_ — virtuosamente.
+
+_vesi_ — si vede.
+
+_vilezza_ — viltá.
+
+_vinde_ — ve ne (CIOLO DELLA BARBA, 36).
+
+_visare_ — avvisare, esser d'avviso, capire.
+
+_vivente_ (al _meo_) — in vita mia.
+
+_vizo_ — vizio.
+
+_voglia (portare)_ — aver voglia.
+
+_voglienza_ — voglia.
+
+_voi'_ — voio, voglio (BACCIAR. DI MESSER BACONE, II, 81).
+
+_voito_ — vuoto.
+
+_volno_ — vogliono.
+
+_vorea_ e _vorrea_ — vorria, vorrei.
+
+
+NOTE:
+
+[1] Per la risposta di Dotto Reali, si veda fra i Rimatori lucchesi.
+
+[2] Mi corre l'obbligo di ringraziare vivamente il prof. Flaminio
+Pellegrini, che con la sua molta dottrina e con l'autorevole consiglio
+mi ha efficacemente aiutato in questa nuova edizione dei _Rimatori
+pistoiesi_ e anche in quella dei _Rimatori pisani_.
+
+[3] Furono presi in esame da:
+
+G. BERTONI, in _Zeitschrift für rom. Philologie_, XXX [1906], 342-5;
+
+M. PELAEZ, in _Rassegna bibl. della letter. ital._, XIV [1906], 292-4;
+
+G. ZACCAGNINI, in _Rassegna critica della letter. ital._, X [1907],
+34-8;
+
+B. WIESE, in _Archiv für das Studium der neueren Sprachen und
+Literaturen_, CXVII [1907], 214-223;
+
+V. ROSSI, in _Giornale storico della letter. ital._, XLIX [1907],
+373-383;
+
+K. VOSSLER, in _Literaturblatt für germ. und rom. Philologie_, XXVIII
+[1907], 290-4.
+
+[4] Osservò giá il ROSSI, _Gior. st. d. letter. it._ cit., XLIX, 374 e
+n. I, che questo rimatore non è da ritenere come notaio: nei documenti
+egli è costantemente e unicamente designato come «_iudex_».
+
+[5] Il prof. A. Zenatti cortesemente mi comunica che questo rimatore
+deve proprio chiamarsi «Bonodito», come giá noi congetturammo: cfr. _I
+Rimatori lucch._, p. XXXVII. Egli ne fornirá la prova.
+
+[6] Cfr. _I Rim. lucch._, pp. LXXIII-IV.
+
+[7] Cfr. pure ROSSI in _Gior. stor. cit._, XLIX, 377 e ZACCAGNINI in
+_Rass. crit._ cit., XI, 37.
+
+[8] _Gior. stor. cit._, XLIX, 378. Cfr. pure WIESE in _Archiv_ cit.,
+CXVII, 214.
+
+[9] Il WIESE, _Archiv_ cit., CXVII, 214, dubita anche della paternitá
+dei due sonetti «Gli vostri occhi ch'e' m'hanno divisi» (n. XVII) e
+«Con sicurtá dirò po' ch'i' son vosso» (n. XVIII); ma non adduce
+alcuna prova che confermi il suo dubbio. Lo stesso dicasi del
+TOMMASINI-MATTIUCCI, _Bonagiunta Orbicciani nel canto XXIV del
+Purgatorio_, Cittá di Castello, 1911, p. 20, n. 2: cfr. pure, per il
+son. XVII, VOSSLER in _Literaturblatt_ cit., XXVIII, 291. E allora? Il
+loro valore nella produzione poetica di Bonagiunta fu rilevato nel
+nostro saggio, _Sulla cronologia e sul valore delle rime di B. O. da
+Lucca_, Messina, 1902, pp. 39-40. A tal proposito è massimamente
+prezioso il son. XVII «Gli vostri occhi»; per quanto anche il n. XVIII
+«Con sicurtá», pur dopo la nuova interpretazione, possa sempre offrire
+un appoggio alla nostra tesi. La quale, sia detto di passaggio, ha
+trovato un deciso avversario nel TOMMASINI-MATTIUCCI, _Bonagiunta
+Orbicciani_ cit. Ma ad altri (vedili ricordati quivi stesso, pp. 28-9)
+non è parsa poi del tutto cosí ardita da doversi senz'altro metter da
+parte.
+
+[10] A. FR. MASSÈRA, _Una ballata sconosciuta di Bonagiunta
+Orbicciani_, in _Rass. bibl._ cit., XIV, 210 sgg. I vv. 11, 13, 23,
+62, come settenari, apparrebbero veramente allontanarsi dallo schema
+metrico proposto: _a5 a6 a6 x7_; _a7 b8 a7 b8_; _c6 c5 c6 x7_. Ma è da
+notare che i vv. 11 e 62 comincian per vocale, e interviene pertanto
+un'elisione con la finale del v. pr. Nel v. 13, sintatticamente, è
+possibile anche la soppressione del _se_ con cui comincia, se pure non
+è, come nel v. 23, una di quelle apparenti anomalie metriche, che la
+musica faceva scomparire, di cui non mancano esempi: cfr. A. FR.
+MASSÈRA, _Il serventese romagnolo del 1277_, in _Archivio st. ital._,
+1914, disp. 1ª, p. 10, n. 1 dell'estr.
+
+[11] _I Rim. lucch._, cit., p. LXXVIII.
+
+[12] S. DEBENEDETTI, _Nuovi studi sulla Giuntina di rime antiche_,
+Cittá di Castello, 1912. Cfr. poi, a proposito di tale pubblicazione,
+_F. Pellegrini_, in _Rass. bibl._ cit., XXI [1913], 12 sgg.
+
+[13] Cfr. _Rass. bibl._ cit., XXI, 18-9. La correzione del secondo
+passo: «Considerando tutto quel ch'è detto», ecc. è giá in VALERIANI,
+I, 511.
+
+[14] Vedi anche _I Rim. lucch._, pp. LXXVIII-IX.
+
+[15] Il Bertoni proporrebbe una rivendicazione anche per le due
+canzoni «Oramai lo meo core» (per questa canz. vedi pure PELAEZ,
+_Rass. bibl._ cit., XIV, 294) e «Sovente, Amore, aggio visto manti»:
+cfr. _Zeitschrift_ cit., XXX, 344. Ma le sue argomentazioni non son
+riuscite a scuotere la nostra ancor come un tempo ferma opinione in
+contrario.
+
+[16] La prima edizione, con tutto l'apparato critico, mette in grado
+di rendersi conto di ogni piú piccola mutazione. Ogni nuova congettura
+fu esplicitamente avvertita.
+
+[17] Cfr. _I Rim. lucch._ cit., p. XCII.
+
+[18] Gli schemi che raggruppammo alle pp. LXVI-VIII de _I Rim. lucch._
+cit., prima di esser citati, è necessario controllarli con quelli di
+questi nuovi testi.
+
+[19] _Rima siciliana, rima aretina e bolognese_, in _Bull. d. soc.
+dantesca ital._, XX [1913], 123, n. 1. A proposito di questo articolo
+cfr. tuttavia G. BERTONI, in _Fanfulla della domenica_, XXXVI [1914],
+25 gennaio.
+
+[20] Cfr. _Zeitschrift_ cit., XXXI, 178.
+
+[21] PARODI, _Rima siciliana_ cit., pp. 136-8.
+
+[22] Il Petrocchi, _Novo dizionario_, ad v., registra questa forma per
+l'ant. ital.; ma non dá esempi.
+
+[23] È un difetto, in cui cade il WIESE, ad es., nella recensione
+citata. Per conto mio, lo iato, spesso dato anche dall'accordo dei
+cdd., giustifica sicuramente i vv. c. VIII, 2 e 14, IX, 41; dis. 1, 5,
+6, 10; ball. I, 33; ecc.; sono da considerare, senz'altro, come
+bisillabi: «lui» nei son. II, 8 e IV, 8 della tenzone fra il Gonnella,
+Bonagiunta e Bonodico, «poi» nel son. I, 2 della tenzone fra
+Bartolomeo e Bonodico, e come trisillabo: «assai» in D. R. c. I, 67;
+né credo che, a causa della cesura, debbano modificarsi, ad es., c.
+VIII, 17 e ball. II, 13-4 e 23-4.
+
+[24] La misura del verso esige senza discussione «ciera» in ball. IV,
+25.
+
+[25] Cfr. D'ANCONA e COMPARETTI, _Le antiche rime volgari_, Bologna,
+1875, I, p. XX e n. I. A proposito del son. I di Dotto Reali, che non
+è compreso nel Vat. 3793, cfr. sempre quivi.
+
+[26] Le canz. I e III di Bonagiunta, che sono nel Vat. 3793, non son
+quivi trascritte; ma per la I, a 284r, a sinistra, nel margine, è
+notato: «Auegna che partensa. 294. Reale», e per la III, a 129r,
+sempre nel margine, a sinistra: «Similen.te honor. 124. Reale», con
+richiami manifesti (294 e 124) al Vat. 3793.
+
+[27] Vedasi su di esso BARBI, _Per un sonetto attribuito a Dante e per
+due codici di rime antiche_, in _Bull. d. soc. dantesca ital._, XVII
+[1910], p. 255 sgg.
+
+[28] BARBI, _Per un sonetto_ cit., p. 255. Dá anche come di Bonagiunta
+le due canz. «Donna amorosa» (p. 109 e «La mia amorosa mente»
+(p. 111), che nel Pal. 418 seguivano adespote alla ball. I
+dell'Orbicciani.
+
+[29] Il primo verso del son. I si trova pure riferito a p. 739; cosí
+il primo verso del son. IV è a p. 789.
+
+[30] Cfr. BARBI, _Per un sonetto_ cit., p. 256 sgg.
+
+[31] Solo il v. 8 del son. I: «Che passa or sôma luce e di valore» —
+altre poche varianti non hanno alcuna importanza — se ne allontana
+alquanto. Ma dipende certo dal desiderio del trascrittore di dare un
+senso, suo, al passo tormentatissimo.
+
+[32] Il NANNUCCI pubblica anche come di Bonagiunta la canz. «Tanto di
+fino amore son gaudente», avvertendo che essa insieme con la ball.
+«Donna, vostre belleze» «dall'editore fiorentino [VAL., I, 433] sono
+assegnate al Saladino da Pavia; ma nel Codice Pucciano, in quello di
+Pier del Nero ed in altri, vanno sotto il nome del nostro Bonaggiunta»
+(_Manuale_ cit., I, 195). È certo una svista, perché si fatta canzone,
+in tutti i cdd. in cui si trova, è attribuita al Saladino: cfr. G. B.
+FESTA, _Bibliografia delle più antiche rime volgari italiane_, in
+_Romanische Forschungen_, XXV [1908], 2, p. 596, n. 614.
+
+
+ERRATA CORRIGE
+
+ p. 143, v. 4: estat' corr. e stat'
+
+ p. 154, v. 69: i' spero » ispero
+
+ p. 156, v. 59: ad ella » d'ella
+
+ p. 179, v. 10: aver » viver
+
+
+
+
+INDICE DEI CAPOVERSI
+
+
+ A cui prudenza porge alta lumera, Pag. 209
+ Aldendo dire l'altèro valore, 210
+ A me adovene com'a lo zitello, 82
+ Amore amaro, a morte m'hai feruto, 17
+ Amore, perché m'hai, 181
+ Amor s'ha il mio voler miso di sovra, 179
+ A piò voler mostrar che porti vero, 105
+ A scuro loco conven lume clero, 15
+ Avegna che partensa, 49
+
+ Ben mi credea in tutto esser d'Amore, 65
+
+ Certo, non si convene, 97
+ Chi nel dolore ha bona sofferenza, 210
+ Chi va cherendo guerra e lassa pace, 87
+ Compiutamente mess'ho intenzione, 185
+ Con sicurtá dirò, po' ch'i' son vosso, 89
+ Considerando l'altera valenza, 7
+ Considerando la vera partenza, 155
+ Credea essere, lasso, 137
+
+ De la fera infertá e angosciosa, 215
+ De la rason, che non savete vero, 92
+ De la rota son posti esempli assai, 28
+ Del dolor tant'è 'l soverchio fero, 20
+ Dentro da la nieve esce lo foco, 83
+ Dev'omo a la fortuna con coragio, 80
+ Di ciò che 'l meo cor sente, 101
+ Di dir giá piú non celo, 169
+ Dimme, Amore: vorestú tornare, 29
+ Di sí alta valenz'a signoria, 145
+ Dogliosamente con gran malenanza, 99
+ Dolendo, amico, di gravosa pena, 175
+ Dolorosa doglienza in dir m'adduce, 161
+ Donna, vostre bellezze, 73
+
+ El nom de Dieu qu'es subiranz, 224
+ Eo so ben ch'om non poría trovar sagio, 85
+
+ Fèra cagione e dura, 23
+ Fermamente intenza, 77
+ Feruto sono e chi di me è ferente, 80
+ Fin amor mi conforta, 55
+ Fina consideransa, 51
+ Fior di beltá e d'ogni cosa bona, 213
+
+ Giá non sète di senno sí legieri, 95
+ Gli vostri occhi ch'e' m'hanno divisi, 88
+ Gioia né ben non è senza conforto, 57
+ Gravoso affanno e pena, 21
+ Greve di gioia — pò l'om malenanza, 219
+
+ In alta donna ho miso mia 'ntendanza, 135
+ Infra le gioi' piacenti, 61
+
+ La dolorosa e mia grave doglienza, 152
+ La dolorosa noia, 158
+ L'altrier, dormendo, a me se venne Amore, 29
+ L'altrier pensando mi emaginai, 30
+ Lasso di far più verso, 178
+ Lasso, sovente — sent'e' — che natura, 173
+ Lo fermo intendimento, ched eo aggio, 187
+ Lo gran presgio di voi si vola pari, 87
+ Lontana dimoranza, 25
+
+ Madonna, vo' isguardando senti' amore, 192
+ Madonna, vostr'altèra canoscenza, 5
+ Madonna, vostr'altèro plagimento, 143
+ Magna ferendo me tuba 'n oregli, 206
+ Magna medela a grave perigliosa, 167
+ Meo fero stato — nato — è sí forte, 205
+ Molto si fa biasmare, 72
+ Movo di basso e vogli' alto montare, 88
+
+ Naturalmente falla lo pensero, 93
+ Ne l'amoroso foco molti stanno, 84
+ Nel tempo averso om dé' prender conforto, 90
+ Non posso proferir quant'ho voglienza, 180
+ Non so rasion, ma dico per pensero, 92
+ Non volontá, ma omo fa ragione, 14
+ Nova m'è volontá nel cor creata, 195
+ Novellamente amore, 56
+
+ Ogni meo fatto per contrario faccio, 30
+ Oi, amadori, intendete l'affanno, 69
+ Omo, ch'è sagio ne lo cominciare, 81
+
+ Parlare scuro, dimandando, dove, 16
+ Pensando ch'ogni cosa aggio da Dio, 13
+ Pensávati non fare indivinero, 93
+ Per fino amore — lo fiore — del fiore — avragio, 85
+ Però che sète paragon di sagio, 86
+ Piggiore stimo che morso di capra, 177
+ Poi che mia voglia varca, 171
+ Poi contra voglia dir pena convene, 150
+ Poi dal mastro Guitton latte tenete, 223
+ Poi di tutte bontá ben se' dispári, 86
+ Poi sento ch'ogni tutto da Dio tegno, 12
+ Poi sono stato — convitato — a corte, 206
+ Preg'a chi dorme ch'oramai si svegli, 176
+
+ Qual omo è su la rota per ventura, 81
+ Quando apar l'aulente fiore, 63
+ Quando vegio la rivera, 67
+ Quattr'omin son dipinti ne la rota, 31
+
+ Rapresentando a conoscenza vostra, 175
+
+ Saver, che sente un piciolo fantino, 83
+ Se doloroso a voler movo dire, 202
+ Se 'l filosofo dice: — È necessaro, 10
+ S'eo sono innamorato e duro pene, 75
+ Se quei che regna e 'n segnoria empera, 174
+ Sí come 'l pescio al lasso, 139
+ Sí dilettosa gioia, 148
+ Sí forte m'ha costretto, 199
+ Signor senza pietanza, udit'ho dire, 191
+ Similemente canoscensa move, 105
+ Similemente, — gente — criatura, 194
+ Similemente onore, 52
+ Sovente aggio pensato di tacere, 3
+ Sovrapiagente mia gioia gioiosa, 179
+ Sperando lungamente in acrescenza, 59
+
+ Tal è la fiamma e 'l foco, 76
+ Tanto saggio e bon poi me somegli, 19
+ Tua scritta intesi bene lo tinore, 211
+ Tutto el tempo del mondo m'è avenuto, 33
+ Tutto lo mondo si mantien per fiore, 82
+ Tuttora aggio di voi rimembranza, 190
+
+ Una rason, qual eo non sacio, chero, 91
+ Un nobel e gentil imaginare, 28
+ Uno giorno aventuroso, 60
+
+ Vacche né tora piò neente bado, 11
+ Valenz senher, rei dels Aragones, 27
+ Vero è che stato son manta stagione, 164
+ Vita noiosa pena soffrir láne, 17
+ Voi, ch'avete mutata la mainera, 79
+ Vostra piacenza — tien più di piacere, 84
+ Vostro saver provato m'è mistieri, 94
+
+
+
+
+INDICE
+
+
+ I — RIMATORI PISTOIESI
+
+ I. MEO ABBRACCIAVACCA.
+
+ _Canzoni._
+ I. Amore non è cagione di pene ma di gioia, p. 3
+ II. Nella donna, piú che la beltá, è da stimarsi la saggezza, 5
+ III. Fra i tormenti d'Amore si rallegra, pensando alla virtú
+ della sua donna, 7
+
+ _Sonetti._
+ I. A fra Guittone. Se possiamo spegnere gli stimoli della
+ generazione, non astenendoci dal bere e dal mangiare, 10
+ II. Al medesimo. Tornato di Francia, espone le sue miserie, 11
+ III. Al medesimo. Se Dio possa usare misericordia verso di
+ lui peccatore, ivi
+ IV. Al medesimo. Sul medesimo argomento, 12
+ V. A Bindo d'Alessio Donati. Rimprovera l'amico d'essersi
+ perduto in vizi carnali, 13
+ VI. A Dotto Reali. Come mai l'anima, che è formata da Dio,
+ possa essere sopraffatta da altre cure, 15
+ VII. Al medesimo. Si lamenta che gli sia stato risposto
+ oscuramente circa la questione esposta nel sonetto che
+ precede, ivi
+ VIII. A Monte d'Andrea. Eviti le pene d'amore, mutando luogo, 17
+ IX. Amore gli renda piú pietosa la sua donna, ivi
+
+ II. SI. GUI. DA PISTOIA.
+
+ I. A Geri Giannini da Pisa. Si compiace dell'amicizia
+ offertagli da Geri, 19
+ II. Prega Dio che lo liberi dal dolore che l'affanna, 20
+
+ III. LEMMO ORLANDI.
+
+ Canzone I. Si duole con Amore che la sua donna, da benigna,
+ sia ora diventata con lui crudele, 21
+ Canzone II. Adducendo il triste esempio di se medesimo, che,
+ senza saper perché, fu abbandonato dalla sua donna, esorta,
+ chi voglia aver ricompensa del proprio amore, di scegliere
+ una donna piacente e saggia, 23
+ Canzone III. È combattuto dalla necessitá di partire e dal
+ dolore di dover lasciare la sua donna, 25
+
+ IV. PAOLO LANFRANCHI.
+
+ I. Esorta il re d'Aragona a prepararsi a difendersi dal re
+ di Francia, 27
+ II. Ricorda a un uomo, superbo della sua ricchezza,
+ l'instabilitá della fortuna, 28
+ III. Risveglio doloroso, ivi
+ IV. Amore gli dona in sogno un fiore della sua donna, 29
+ V. Amore manifesti alla sua donna le sue pene, ivi
+ VI. Amara delusione, 30
+ VII. Lamenta l'avversa fortuna, che gli fa fare sempre il
+ contrario di quel che vorrebbe, ivi
+ VIII. Vicende di fortuna, 31
+
+ V. MEO DI BUGNO.
+
+ Coscienza netta non cura farneticar di gente, 33
+
+ NOTA, 35
+
+ GLOSSARIO, 43
+
+
+ II — RIMATORI LUCCHESI
+
+ I. BONAGIUNTA ORBICCIANI.
+
+ _Canzoni._
+ I. È colpito dalla sventura; ma non perciò tralascerá di
+ cantare la gioia che gli viene a mancare, 49
+ II. Rinasce all'amore, perché la donna sua lo esorta a
+ sperare, 51
+ III. Sulla natura dell'onore e del piacere, 52
+ IV. Si consola per aver ottenuto ciò che desiderava, 55
+ V. Lodi della sua donna, 56
+ VI. Ama la sua donna, della quale loda le virtú; ma non ha
+ coraggio di manifestarle il suo amore, 57
+ VII. Dopo aver parlato della lotta, che combatte per la sua
+ donna, disserta sul ben fare e sulla follia, 59
+ VIII. Lodi dell'amore: prega madonna che lo voglia amare, 60
+ IX. Si rallegra pensando alla gioia che spera d'avere, 61
+ X. Non ha l'amore della sua donna e vorrebbe dimenticarla:
+ non essendogli ciò possibile, invoca da lei la fine dei
+ suoi mali, 63
+ XI. Credeva di non essere amato: ma ha avuto torto. E n'è
+ lietissimo, 65
+
+ _Discordi._
+ I. Invita pulzelle e maritate a darsi alla gioia e all'amore, 67
+ II. Si lamenta della durezza della donna sua, che un tempo
+ lo aveva fatto sperar bene: ha fiducia però ch'ella un
+ giorno muti pensiero, 69
+
+ _Ballate._
+ I. Non si vantino le proprie virtú. Dio disperda chi male
+ amministra la giustizia, 72
+ II. Varie e tante son le bellezze della donna sua, 73
+ III. Se il poeta è rimeritato del suo affetto, sará il piú
+ felice tra gli amanti, 75
+ IV. L'innamorata arde d'amore e prega l'amante, se ha
+ intenzione di continuare nella sua fierezza, di volerla
+ piuttosto uccidere, 76
+ V. Calda e viva esortazione dell'onore, 77
+
+ _Sonetti._
+ I. Al Guinizelli. Disputa sulla nuova maniera di poetare, 79
+ II. L'uomo deve resistere fortemente ai colpi di fortuna, 80
+ III. Sebbene ferito, tacerá, perché cosí spera di vincere la
+ durezza della donna sua, ivi
+ IV. Chi ha la fortuna favorevole non si rallegri troppo, 81
+ V. Non basta cominciare bene: perseverare bisogna, ivi
+ VI. È come il fanciullo, che torna al fuoco ove s'è bruciato, 82
+ VII. Giuoca intorno alla parola «fiore», ivi
+ VIII. Piú la ama e piú ella non cede, 83
+ IX. Senza sapere, i signori possono perdere la signoria, ivi
+ X. Ella ha in sé ogni cosa piacente, ogni valore, ogni
+ conoscenza, 84
+ XI. Molti amano non ricompensati, e il poeta è fra questi;
+ ma sarebbe cortesia che il suo amore fosse un giorno
+ veramente compreso, ivi
+ XII. Si sente lieto, ché, per ben servire, otterrá l'amore
+ di lei: ma non ne fa mostra, 85
+ XIII.
+ 1. Di un anonimo a Bonagiunta. Come farsi riamare dalla
+ sua donna, ivi
+ 2. Risposta di Bonagiunta. Il vero amore cresce per il
+ servire e per il tacere, e non per il parlare, 86
+ XIV.
+ 1. Di un anonimo a Bonagiunta. Domanda se debba o no
+ manifestare alla donna il suo amore, ivi
+ 2. Risposta di Bonagiunta. Vero amore è quello che è noto
+ tanto all'uomo quanto alla donna, 87
+ XV. Si rifletta prima di operare e di dire, ivi
+ XVI. Vuol salire in alto sulla sedia del comando, 88
+ XVII. Loda le bellezze di lei, » ivi
+ XVIII. Per quanto abbia pregato la Madonna, non ha potuto
+ levar gli spiriti malvagi da alcuni sonetti, 89
+
+ _Sonetto di dubbia autenticitá._
+ Spera di ritornar lieto, 90
+
+ II. TENZONI.
+
+ I. _Tenzone fra Gonnella Antelminelli, Bonagiunta e Bonodico._
+ I. Gonnella a Bonagiunta. Perché il ferro si lima col ferro, 91
+ II. Risposta di Bonagiunta a Gonnella. L'un ferro vince
+ l'altro per forza dell'acciaio, 92
+ III. Risposta di Bonodico a Gonnella. Il ferro corrode il
+ ferro per artifizio, ivi
+ IV. Risposta di Gonnella a Bonagiunta. Perché vera arte
+ non si può imparare?, 93
+ V. Risposta di Bonagiunta a Gonnella. L'arte corregge la
+ natura; ma, mentre vuol sollevarla, non cerchi
+ d'opprimerla, ivi
+
+ II. _Tenzone fra Bartolomeo e Bonodico._
+ I. Bartolomeo a Bonodico. Se donna gentile debba amare
+ amante baldo e ardito o incerto e dubbioso, 94
+ II. Bonodico a Bartolomeo. Donna valente deve amare colui
+ che a lei piaccia, 95
+
+ III. GONNELLA DEGLI ANTELMINELLI.
+
+ _Stanza._ Come deve contenersi il franco amatore?, 97
+
+ IV. FREDI.
+
+ _Canzone._ È caduto dall'altezza primiera, ma spera di
+ risollevarsi, 99
+
+ V. DOTTO REALI.
+
+ _Canzone._ Privazioni e disagi, che sostiene per causa
+ d'amore, 101
+
+ _Sonetti._
+ I. A Meo Abbracciavacca. Domanda schiarimenti perché egli
+ abbia cuore scontento e volontá perfetta, 104
+ II. Allo stesso. Sulla questione: Se l'anima viene compíta
+ da Dio, com'è che può fallire, 105
+
+ NOTA, 107
+
+ GLOSSARIO, 121
+
+
+ III — RIMATORI PISANI
+
+ I. GALLO O GALLETTO.
+
+ I. Ha ricevuto da madonna una rosa e molto spera per questo
+ lusinghiero principio, 135
+ II. Canzone equivoca. Si lagna che da piú d'un anno sia
+ caduto in servitú di lei, e ne loda le bellezze, 137
+
+ II. LEONARDO DEL GUALLACCA.
+
+ A Gallo. Brutti lacci quelli d'Amore, e quanti affanni
+ esso procura!, 139
+
+ III. PANUCCIO DEL BAGNO.
+
+ I. È contento di servire madonna, 143
+ II. È contento di soffrire gravi pene per lei, 145
+ III. Si lagna d'aver perduto la gioia che prima aveva avuto,
+ amando madonna, 148
+ IV. Si lagna delle pene in cui si trova per servire madonna, 150
+ V. Ancora mostra il suo dolore per la crudeltá di lei, 152
+ VI. Si lamenta ancora di dover tanto soffrire per essere
+ servo d'Amore, 155
+ VII. Si lamenta delle prepotenze e ingiustizie che commetteva
+ in Pisa la parte che spadroneggiava al governo della cosa
+ pubblica, 158
+ VIII. Vorrebbe trovar rimedio contro le pene d'amore, ma non
+ sa come, 161
+ IX. Dice d'esser tutto preso dall'amore di lei e di non avere
+ altro pensiero, 164
+ X. Rintronico. Consiglia a soffrire le avversitá con
+ rassegnazione, sperando d'averne un giorno lenimento, 167
+ XI. Non potendo piú reggere alle amare pene che lo
+ affliggono, si risolve a parlarne, ma in forma coperta,
+ perché non lo intenda un tal Corso, 169
+ XII. Anche qui parla chiuso, per dare sfogo al dolore che lo
+ affanna, 171
+ XIII. L'anima viene pura dall'alto; ma si guasta poi e si
+ travia, come quella del poeta, che ha dato a madonna
+ l'impero del suo cuore, 173
+ XIV. Instabilitá della fortuna, 174
+ XV. Conforta un amico d'un grave dolore che lo affanna, 175
+ XVI. Dice ad un amico come giá da tre anni sia servo d'amore,
+ e gli domanda consiglio, ivi
+ XVII. Esorta altri a mostrare, ch'è tempo, il proprio valore,
+ per togliersi dal basso stato, ov'è caduto, 176
+ XVIII. Discopre le sue pene per essere in signoria d'amore, 177
+ XIX. Si lamenta di vedere abbandonata la giustizia e
+ trionfare la slealtá, 178
+ XX. Ogni sua volontá, ogni diletto è in piacere a lei, 179
+ XXI. Amore ha preso tutta la sua anima ed è porto d'ogni
+ sua virtú, ivi
+ XXII. Ha la graziosa immagine di madonna fissa sempre in
+ cuore, 180
+
+ IV. BETTO METTEFUOCO.
+
+ Si mostra lieto di essere in servitú d'Amore per una donna
+ avvenente, 181
+
+ V. CIOLO DELLA BARBA.
+
+ Chiede a madonna, poiché è in tutto servo di lei, che si
+ mova a pietá del suo amore, 185
+
+ VI. PUCCIANDONE MARTELLI.
+
+ I. Si lagna delle pene che gli dá Amore e chiede a madonna
+ che si mova a pietá del suo dolore, 187
+ II. Della gioia che prova a guardar lei, 190
+ III. Si lagna che madonna lo faccia tanto soffrire, 191
+ IV. Si lamenta che Amore lo abbia ingannato, e lo prega a
+ far sí che madonna abbia pietá di lui, 192
+ V. In madonna è ogni bellezza e gentilezza, ed è onorato chi
+ ha fermezza in amar lei, 194
+
+ VII. BACCIARONE DI MESSER BACONE.
+
+ I. Stolti coloro che lodano Amore, fonte di tanti mali, 195
+ II. Si lagna di Amore, che con tante pene lo tormenta, e
+ chiede perdono a Dio d'essersi fatto schiavo di lui, 199
+ III. Esprime il dolore che sente a veder governata Pisa da
+ tali che non curano il bene e fanno strazio della patria, 202
+
+ VIII. GERI GIANNINI.
+
+ I. A Natuccio Cinquino. Si duole della sua dolorosa vita e
+ chiede pietá a Dio, 205
+ II. Risposta di Natuccio Cinquino. Conforta il dolore che ha,
+ sperando che abbia una volta a finire, 206
+ III. A Si. Gui. da Pistoia. Se preferisca che la loro
+ amicizia invecchi o sia sempre fresca, ivi
+
+ IX. NATUCCIO CINQUINO.
+
+ _Tenzoni fra Natuccio e Bacciarone._
+
+ I.
+ 1. A Bacciarone di messer Bacone. Perché il dolore e la
+ gioia siano date all'uomo sempre per il suo meglio, 209
+ 2. Risposta di Bacciarone. Nel dolore l'uomo impara a
+ soffrire, e nelle prosperità apprende ad essere grato
+ a Dio, 210
+ II.
+ 1. A Bacciarone di messer Bacone. Perché il peccato sia
+ piú amato che fare e dire il bene, 210
+ 2. Risposta di Bacciarone. Il peccato è amato piú del bene
+ a causa dell'abitudine, che è piú forte della natura e
+ della ragione, 211
+
+ X. LOTTO DI SER DATO.
+
+ I. Loda la bellezza e la virtú della sua donna e le chiede
+ scusa se non sa celebrarla come essa merita, 213
+ II. Si lamenta della sua infelice vita e soprattutto di
+ essere abbandonato dalle persone piú care, 215
+
+ XI. NOCCO DI CENNI DI FREDIANO.
+
+ Si lagna che madonna gli abbia prima fatto sperare d'aver
+ gioia del suo amore, e poi lo abbia ingannato, 219
+
+ XII. GERONIMO TERRAMAGNINO.
+
+ I. Dice ad un poeta che è bene riflettere lungamente prima
+ di parlare, 223
+ II. Doctrina de cort, 224
+
+ NOTA, 251
+
+ GLOSSARIO, 275
+
+ INDICE DEI CAPOVERSI, 287
+
+
+
+
+ Nota del Trascrittore
+
+ Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute,
+ correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.
+ Le correzioni indicate nella sezione "Errata corrige" sono state
+ riportate nel testo. Il testo spazieggiato nella "Doctrina de
+ cort" è stato segnalato con ~ ~.
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+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
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+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
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+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
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+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
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+particular state visit http://pglaf.org
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+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
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+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
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+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
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+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
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+The Project Gutenberg EBook of Rimatori siculo-toscani del dugento.
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+Title: Rimatori siculo-toscani del dugento
+ Serie prima - Pistoiesi-Lucchesi-Pisani
+
+Editor: Guido Zaccagnini
+ Amos Parducci
+
+Release Date: March 24, 2012 [EBook #39239]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: UTF-8
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK RIMATORI ***
+
+
+
+
+Produced by Claudio Paganelli, Barbara Magni and the Online
+Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (Images
+generously made available by Editore Laterza and the
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+http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia)
+
+
+
+
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+
+</pre>
+
+
+<p class="center">
+<span class="larger">SCRITTORI D'ITALIA</span></p>
+
+<hr class="tiny" />
+
+<p class="center">
+<span class="x-large">RIMATORI SICULO-TOSCANI</span><br />
+<span class="larger">DEL DUGENTO</span><br />
+<br />
+I<br />
+</p>
+
+<hr class="mid" />
+
+<h1>
+RIMATORI<br />
+SICULO-TOSCANI<br />
+<span class="x-small">DEL DUGENTO</span></h1>
+<p class="center">
+<span class="small">SERIE PRIMA</span><br />
+<br />
+<span class="large">PISTOIESI - LUCCHESI - PISANI</span><br />
+<br />
+<span class="x-small">A CURA DI</span><br />
+<span class="small">GUIDO ZACCAGNINI e AMOS PARDUCCI</span><br />
+<br />
+<br />
+<span class="large">BARI</span><br />
+GIUS. LATERZA &amp; FIGLI<br />
+<span class="smaller">TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI</span><br />
+<br />
+1915<br />
+</p>
+
+<hr class="mid" />
+
+<p class="center small">
+PROPRIETÁ LETTERARIA<br />
+<br />
+OTTOBRE MCMXV — 12670<br />
+</p>
+
+<hr />
+
+<p class="center larger"><a name="INDICE_R" id="INDICE_R"></a><a href="#INDICE">INDICE</a></p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1"></a>[1]</span></p>
+
+<h2><a name="I_RIMATORI_PISTOIESI" id="I_RIMATORI_PISTOIESI"></a>I<br />
+<br />
+I RIMATORI PISTOIESI</h2>
+
+<p class="center">A CURA<br /><br />
+DI<br /><br />
+GUIDO ZACCAGNINI</p>
+
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3"></a>[3]</span></p>
+
+<h2><a name="MEO_ABBRACCIAVACCA" id="MEO_ABBRACCIAVACCA"></a>I<br />
+<br />
+MEO ABBRACCIAVACCA</h2>
+
+<h3>CANZONI</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center">Amore non è cagione di pene, ma di gioia.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Sovente aggio pensato di tacere,<br /></span>
+<span class="i0">mettendo in obrianza<br /></span>
+<span class="i0">d'esto modo parlare intendimento,<br /></span>
+<span class="i0">ma poi mi torna, punge e fa dolere<br /></span>
+<span class="i0">la sovraismisuranza  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">di quei c'han ditto d'aver sentimento<br /></span>
+<span class="i0">de l'amoroso, dolce e car valore,<br /></span>
+<span class="i0">nomandolo signore,<br /></span>
+<span class="i0">ch'ard'e consumma di gioi' la verdura<br /></span>
+<span class="i0">del suo fedel: servendolo soggetto,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">sempre li dá paura:<br /></span>
+<span class="i0">vantaggio 'i tolle, ch'avemo da fèra.<br /></span>
+<span class="i0">Eo ne faccio disdetto:<br /></span>
+<span class="i0">se simil dissi mai, cangio carrera.<br /></span>
+<span class="i2">Ché non par vegna da molto savere  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">chi sente sua fallanza,<br /></span>
+<span class="i0">se non volve con vero pentimento.<br /></span>
+<span class="i0">Né l'altrui troppo si dé' sostenere,<br /></span>
+<span class="i0">che pare un'acordanza,<br /></span>
+<span class="i0">come chi dice: stande l'om contento.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4"></a>[4]</span><br /></span>
+<span class="i0">Unde move adistato lo mio core<br /></span>
+<span class="i0">d'essere validore,<br /></span>
+<span class="i0">se posso, difendendo la drittura<br /></span>
+<span class="i0">d'amor, che solo in gioi' have l'assetto<br /></span>
+<span class="i0">e di gioi' si pastura,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">non avendo giá doglia sua rivera.<br /></span>
+<span class="i0">E, se vo' par defetto,<br /></span>
+<span class="i0">non è d'amor, ma d'odio è pecca intera.<br /></span>
+<span class="i2">Poi conoscenza ferma lo piacere,<br /></span>
+<span class="i0">venendo disianza,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">l'omo s'alegge ad esso per talento,<br /></span>
+<span class="i0">e non è, se poi dole, in nel volere,<br /></span>
+<span class="i0">ma, tardando, li avanza,<br /></span>
+<span class="i0">soffrendo disioso lo tormento.<br /></span>
+<span class="i0">Donque n'ha torto ciascun amadore,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">che si biasma d'amore,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è solo volontate chiara e pura,<br /></span>
+<span class="i0">che nasce, immaginato lo diletto,<br /></span>
+<span class="i0">che porge la natura<br /></span>
+<span class="i0">de la vita, montando in tal mainera,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">come fa lo 'ntelletto<br /></span>
+<span class="i0">che di gioi' chere sempre la sua spera.<br /></span>
+<span class="i2">Amor nell'alma credo uno podere<br /></span>
+<span class="i0">che si prende d'amanza,<br /></span>
+<span class="i0">poi lo saver ne fa dimostramento  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">ne le cose partite da valere,<br /></span>
+<span class="i0">over la simiglianza,<br /></span>
+<span class="i0">non dicernendo tutto il compimento.<br /></span>
+<span class="i0">E, se nell'acquistar vene dolore,<br /></span>
+<span class="i0">non s'ama tal sentore.  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">Come calore incontra la freddura,<br /></span>
+<span class="i0">cosí la pena l'amoroso affetto.<br /></span>
+<span class="i0">Ma tanto monta e dura<br /></span>
+<span class="i0">del plagere avisar la luce clera,<br /></span>
+<span class="i0">poi che v'aggia sospetto,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">l'omo affannando segue sua lumera.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5"></a>[5]</span><br /></span>
+<span class="i2">Dett'ho parte, com' so, del meo parere,<br /></span>
+<span class="i0">credo fòr la 'ntendanza<br /></span>
+<span class="i0">dei piú, c'han ditto ch'amor bene ha spento;<br /></span>
+<span class="i0">né questionar di ciò m'è piú calere,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">ché pesami dobblanza,<br /></span>
+<span class="i0">poi non sostene amor lo valimento<br /></span>
+<span class="i0">di quei che 'l contra, né sa suo vigore;<br /></span>
+<span class="i0">perciò istá in errore,<br /></span>
+<span class="i0">biasmando a torto, non ponendo cura,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">né chi rincontra lui non l'ha dispetto.<br /></span>
+<span class="i0">Nonde voi' piú rancura:<br /></span>
+<span class="i0">vaglia nel saggio e nell'altro si pèra,<br /></span>
+<span class="i0">ché io nel mio cospetto<br /></span>
+<span class="i0">tegno che solo ben sia d'amor cèra.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i2">Amor, tuo difensore<br /></span>
+<span class="i0">so' stato: so non è poco ardimento<br /></span>
+<span class="i0">ver' lo forte lamento,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è quasi fermo per la molta usanza.  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">Mostr'ormai tua possanza,<br /></span>
+<span class="i0">facendo tuo guerrer conoscidore.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center">Nella donna, piú che la beltá, è da stimare la saggezza.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Madonna, vostr'altèra canoscenza,<br /></span>
+<span class="i0">e l'onorato bene,<br /></span>
+<span class="i0">che 'n voi convene — tutto in piacimento,<br /></span>
+<span class="i0">mise in voi servir sí la mia 'ntenza,<br /></span>
+<span class="i0">che cura mai non tene,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">né pur sovene — d'altro pensamento;<br /></span>
+<span class="i0">e lo talento — di ciò m'è lumera.<br /></span>
+<span class="i0">Cusí piacer mi trasse in voi compíta,<br /></span>
+<span class="i0">d'ogni valor gradita,<br /></span>
+<span class="i0">di beltade, e di gioia miradore,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">dove tutt'ore — prendeno mainera<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6"></a>[6]</span><br /></span>
+<span class="i0">l'altre valente donne di lor vita.<br /></span>
+<span class="i0">Perciò non ho partita<br /></span>
+<span class="i0">voglia da intenza di star servidore.<br /></span>
+<span class="i2">Star servidore a voi non sería degno,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ma voi, sovrapiagente<br /></span>
+<span class="i0">in vostra mente, — solo nel meo guardo<br /></span>
+<span class="i0">conoscete che 'n cor fedele regno,<br /></span>
+<span class="i0">e ch'eo presi, servente<br /></span>
+<span class="i0">di voi, tacente — l'amoroso dardo.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Per mevi tardo — palese coraggio<br /></span>
+<span class="i0">fatto sería: sacciatelo per certo.<br /></span>
+<span class="i0">Perzò mostrare aperto<br /></span>
+<span class="i0">vorria vostro sentir, dico d'aviso:<br /></span>
+<span class="i0">vedreste priso — me di tal servaggio,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">per la qual donna mai fôra scoperto.<br /></span>
+<span class="i0">Tanto scur ho proferto,<br /></span>
+<span class="i0">ch'odio, servente in core, amore 'n viso.<br /></span>
+<span class="i2">Viso sovente mostra cor palese  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">d'allegrezza smirata,<br /></span>
+<span class="i0">perch'a la fiata — monta in soverchianza;<br /></span>
+<span class="i0">ma quello di piacere over d'ofese<br /></span>
+<span class="i0">covra voglia pensata.<br /></span>
+<span class="i0">Perché, doblata, — grav'è la certanza,<br /></span>
+<span class="i0">donque dobblanza — tenete 'n sentire.  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">Perciò vo' dico, amanti: non beltate<br /></span>
+<span class="i0">solo desiderate,<br /></span>
+<span class="i0">ma donna saggia, di beltate pura;<br /></span>
+<span class="i0">né di natura — signoria soffrire<br /></span>
+<span class="i0">alcun di pari pregio no' stimate,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">ma di grand'amistate<br /></span>
+<span class="i0">che poggia d'onor quanto chin' d'altura.<br /></span>
+<span class="i2">D'altura deggio, dir come poss'eo,<br /></span>
+<span class="i0">lo guigliardon sovrano<br /></span>
+<span class="i0">benedir sano — di vostra 'ntenzione.<br /></span>
+<span class="i0">Donna, ch'avete sola lo cor meo,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">ricevestemi 'n mano:<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7"></a>[7]</span><br /></span>
+<span class="i0">ah! non istrano — d'altro guigliardone,<br /></span>
+<span class="i0">ché di ragione — mi donaste posa<br /></span>
+<span class="i0">d'affanno, di disio, d'attessa forte.  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">Sed eo prendesse morte<br /></span>
+<span class="i0">a vostro grado, me ne plageria,<br /></span>
+<span class="i0">si 'n meretria — voi d'alcuna cosa.<br /></span>
+<span class="i0">Poi che m'avete tolto e preso in sorte,<br /></span>
+<span class="i0">non dubitate, tort'è,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">di mio coraggio, ch'esser non poría.<br /></span>
+<span class="i2">Essere non poría, che 'l core vòle<br /></span>
+<span class="i0">istar dove valor ha<br /></span>
+<span class="i0">la sua dimora — di gioioso stallo;<br /></span>
+<span class="i0">e, se 'l cor pago giá nente si dole,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">dunque 'l partire fôra<br /></span>
+<span class="i0">solo mez'ora — sovra ogn'altro fallo.<br /></span>
+<span class="i0">Cosí intervallo — non sento potesse<br /></span>
+<span class="i0">nel mio servir fedel porger affanno,<br /></span>
+<span class="i0">né 'n voi alcuno inganno.  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">Ché 'l gran valore prima si provede<br /></span>
+<span class="i0">che dia merzede, — che poi non avesse<br /></span>
+<span class="i0">loco né presa, che trovasse danno.<br /></span>
+<span class="i0">Ché molti falsi stanno<br /></span>
+<span class="i0">coverti, pronti parlando gran fede.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>III</h4>
+
+<p class="center">Fra i tormenti d'Amore si rallegra, pensando
+alla virtú della sua donna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Considerando l'altèra valenza,<br /></span>
+<span class="i0">ove piager mi tene,<br /></span>
+<span class="i0">'maginando beltate, lo pensero<br /></span>
+<span class="i0">sovenmi, di speranza e di soffrenza<br /></span>
+<span class="i0">ne le gravose pene,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">di disianza portar piú leggero.<br /></span>
+<span class="i0">Cá lo dispero — non have podere<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8"></a>[8]</span><br /></span>
+<span class="i0">ne l'autro mio volere,<br /></span>
+<span class="i0">acciò ch'a lo signor di valimento<br /></span>
+<span class="i0">non falla vedimento  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">di provedere li leai serventi;<br /></span>
+<span class="i0">unde m'allegro, stando nei tormenti.<br /></span>
+<span class="i2">Dunqu'allegrando selvaggia mainera,<br /></span>
+<span class="i0">natura per potenza<br /></span>
+<span class="i0">di figura piacente muta loco.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">Che 'ntendimento in anche cosa clera<br /></span>
+<span class="i0">turba sentire intenza<br /></span>
+<span class="i0">ne la vita d'ardente coral foco.<br /></span>
+<span class="i0">Ed eo ne gioco. — Non deggi' obbriare<br /></span>
+<span class="i0">quella, che sormontare  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">mi face la natura, modo ed uso.<br /></span>
+<span class="i0">Quasi dato nascoso<br /></span>
+<span class="i0">sono a ubidir mia donna fina,<br /></span>
+<span class="i0">com'al leon soggetta fèra inchina.<br /></span>
+<span class="i2">En dir assai fedel, mia donna, paro  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">in core innamorato;<br /></span>
+<span class="i0">ma ciò, pensando, fall'esser poría,<br /></span>
+<span class="i0">ché spesso viso dolze core amaro<br /></span>
+<span class="i0">tene: poi ch'è provato,<br /></span>
+<span class="i0">nente si cela a mostrar che disia.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">Però vorria — vi fuss'a plagere<br /></span>
+<span class="i0">me servendo tenere;<br /></span>
+<span class="i0">ché sí mi trovereste in cor síguro<br /></span>
+<span class="i0">leal com'oro puro,<br /></span>
+<span class="i0">che, non guardando mia poga possanza,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">mi donereste gioi' di fine amanza.<br /></span>
+<span class="i2">Prendendo loco parlando talento,<br /></span>
+<span class="i0">in voi, gentil sovrana,<br /></span>
+<span class="i0">ragione porterea tal convenensa.<br /></span>
+<span class="i0">Ma, divisando, tem' e' 'l valimento  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">c'avete venir piana<br /></span>
+<span class="i0">mia disianza, sí mi veo 'n bassenza.<br /></span>
+<span class="i0">Poi che temenza — n'aggio, sí conforto:<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9"></a>[9]</span><br /></span>
+<span class="i0">che non será diporto<br /></span>
+<span class="i0">tant'adunato parte per natura,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">for pietate: non dura<br /></span>
+<span class="i0">orgoglio in gentil cosa sí finita,<br /></span>
+<span class="i0">ma l'umeltá fiata onne compíta.<br /></span>
+<span class="i2">Como risprende in iscura partuta<br /></span>
+<span class="i0">cera di foco apprisa,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">si m'ha 'llumato vostra chiara spera.<br /></span>
+<span class="i0">Ché, prim'eo 'maginasse la veduta<br /></span>
+<span class="i0">de l'amorosa intisa,<br /></span>
+<span class="i0">non era quasi punto piú che fèra.  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">Ora, ch'empera — mevi amore 'n core,<br /></span>
+<span class="i0">sento ed ho valore,<br /></span>
+<span class="i0">e ciò che vaglio tegno dall'altura,<br /></span>
+<span class="i0">complita in voi figura<br /></span>
+<span class="i0">d'angelica sembianza e di merzede,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">per cui la pena gioi' lo meo cor crede.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10"></a>[10]</span></p>
+
+<h3>SONETTI</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A fra Guittone</span></p>
+
+<p class="center">Se possiamo spegnere gli stimoli della generazione,
+non astenendoci dal bere e dal mangiare.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Se 'l filosofo dice: — È necessaro<br /></span>
+<span class="i0">mangiar e ber, e luxuria per certo: — <br /></span>
+<span class="i0">parmi che esser possa troppo caro<br /></span>
+<span class="i0">lo corpo casto, se 'l no sta 'n deserto.<br /></span>
+<span class="i2">Ché nostri padri santi apportâro<br /></span>
+<span class="i0">lor vita casta, como pare aperto,<br /></span>
+<span class="i0">erba prendendo ed aigua, refrenâro<br /></span>
+<span class="i0">luxuria, che ci fier tropp'a scoperto.<br /></span>
+<span class="i2">Ché, per mangiare e ber pur dilicato,<br /></span>
+<span class="i0">nel corpo abonda molto nodrimento,<br /></span>
+<span class="i0">che per natura serve al gennerare.<br /></span>
+<span class="i2">Vorrea saver, da saggio regolato,<br /></span>
+<span class="i0">como s'amorta cosí gran talento,<br /></span>
+<span class="i0">non astenendo il bere ed il mangiare.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11"></a>[11]</span></p>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Al medesimo</span></p>
+
+<p class="center">Tornato di Francia, espone le sue miserie.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Vacche né tora piò neente bado,<br /></span>
+<span class="i0">che per li tempi assai m'han corneggiato:<br /></span>
+<span class="i0">fata né strega non m'hav'allacciato,<br /></span>
+<span class="i0">ma la francesca gente non privado.<br /></span>
+<span class="i2">Se dai boni bisogno mi fa rado,<br /></span>
+<span class="i0">doglio piò se ne fosse bandeggiato.<br /></span>
+<span class="i0">Signor, non siate ver' me corucciato,<br /></span>
+<span class="i0">ché lo core ver' voi umile strado.<br /></span>
+<span class="i2">Sacciate, nato fui da strettoia:<br /></span>
+<span class="i0">quanto dibatto piò, stringe, non muta<br /></span>
+<span class="i0">la rota di Fortuna mio tormento.<br /></span>
+<span class="i2">Non son giá mio, né voglio mia sentuta:<br /></span>
+<span class="i0">se mi volless', arei tristo talento,<br /></span>
+<span class="i0">e di quello che vòl mia vista croia.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>III</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Al medesimo</span></p>
+
+<p class="center">Se Dio possa usare misericordia verso di lui peccatore.</p>
+
+<p>Onesto e savio religioso frate Guittone, Meo Abracciavacca.
+A ciò che piú vi piace e' son sempre con volontá di servire.</p>
+
+<p>S'amore crea solo di piacere, e piacere solo di bono, temo
+di convenire a vostra contanza, perché non è fòr d'amore amistate,
+ned amore fòr simile di vertú infra li amici. Mò, sostenendo
+veritá, conoscenza e bono desio, sono costretto a desiderare
+per ragione; unde conforto che 'l sano di voi gusto
+sosterrà lo mio amaro cibo: ché non fôra benignitá scifare bono
+volere d'alcuno che l'have in servire, ma pare dirittura di sovenire
+a colui che si vòle apressare a quello che porge e sovene a
+privadi e a strangi. Perciò vi dimando che sia brunito lo mio ruginoso
+sentore de la quistione di sotto per sonetto hovvi scritto.
+<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12"></a>[12]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Poi sento ch'ogni tutto da Dio tegno,<br /></span>
+<span class="i0">non veggio offensa, ch'om possa mendare,<br /></span>
+<span class="i0">ché alma e corpo e tutto mio sostegno<br /></span>
+<span class="i0">mi die' per lui servendo fòr mancare.<br /></span>
+<span class="i2">Ed eo contr'esso deservendo vegno,<br /></span>
+<span class="i0">di che non saccio u' lui deggia pagare:<br /></span>
+<span class="i0">aldo mi drá misericordia regno,<br /></span>
+<span class="i0">perché lo credo nol posso avisare.<br /></span>
+<span class="i2">Però che pur Dio è somma iustizia,<br /></span>
+<span class="i0">misericordia contra me par sia,<br /></span>
+<span class="i0">ch'omè opra ver' me salute nente.<br /></span>
+<span class="i2">Ditelmi saggio, e poi de lor divizia,<br /></span>
+<span class="i0">chi tene inseme Dio per sua balía<br /></span>
+<span class="i0">assettata ciascuna e 'n sé piacente.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>IV</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Al medesimo</span></p>
+
+<p class="center">Sul medesimo argomento.</p>
+
+<p>Onesto e savio religioso frate Guittone, lo Meo Abracciavacca,
+ch'è vostro, vi si racomanda.</p>
+
+<p>Se veritá cannoscenza sostene e bono amore, convene che
+ogni fine elezione da canoscenza mova ed amore lo confermi.
+Dunque, se, per vera dimostranza di bono, sento me apriso
+d'amore, e poi diletto disiando servir e veder voi, non meraviglio,
+ma laudo, conoscendo ciò ch'amare ed elegere si
+dee in esta parte, e purificando e sanando. Amore, non in
+ozio, ma in continua operazione regna. E quinde intendo vostra
+benignitá, sovenendo e svegliando me, ne la grave e fortunosa
+aversitade, in gioia alcuna, di che fue alquanto brunita la ruginosa
+mia intenzione. Ora sperando sanare la mente in veritá,
+mò vo' dimando risposta di fina sentenzia di ciò ch'i' ho dubbio,
+mandandolovi dichiarando per lo sonetto di sotto scritto. Consimil
+è la lettera e 'l sonetto a l'autro in sentenzia, ma non
+in voce.
+<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13"></a>[13]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Pensando ch'ogni cosa aggio da Dio,<br /></span>
+<span class="i0">non so di che mendar lui possa fallo;<br /></span>
+<span class="i0">ché alma e corpo e vita e mondo 'n fio<br /></span>
+<span class="i0">mi die' per lui servire a fermo stallo.<br /></span>
+<span class="i2">Ed eo 'l diservo, in che tegna disio,<br /></span>
+<span class="i0">non sento di che dica: — Esso disfallo. — <br /></span>
+<span class="i0">Aldo misericordia dir: com'io<br /></span>
+<span class="i0">creder lo possa, non veo, sí n'avallo.<br /></span>
+<span class="i2">Ché pur somma giustizia è fòr defetto.<br /></span>
+<span class="i0">Al vero Dio misericordia come<br /></span>
+<span class="i0">chede contr'essa e m'opera salute<br /></span>
+<span class="i2">vorrial sapere; e poi di loro assetto,<br /></span>
+<span class="i0">avendo pieno ciascuna su' nome<br /></span>
+<span class="i0">dal Signor nostro, ch'è tutto vertute.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>V</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Bindo d'Alessio Donati</span></p>
+
+<p class="center">Rimprovera l'amico d'essersi perduto in vizi carnali.</p>
+
+<p>Amico Bindo, Meo Abracciavacca ciò che piú ti sia bono.</p>
+
+<p>L'amistá fredda, celata d'amici lungiament'è veduta: però convene
+ad essa socorso di parole, almeno visitazione. Unde pesamevi
+non poco non di tuo stato inteso per te alcuna cosa, e
+ponderosa via piú mi grava odita quasi di pubrica voce non
+bene aconcia in tuo pregio. Di che bono comincio torna, per
+sentenzia di troppo avacciata natura, lá dove pregio montato
+avalla, poi suo podere nol sostene. Di che fôra minore assai male
+no aver cominciato che partir di bono comincio. Ché rasa scrittura
+di carta peggio poi loco si scrive, e cosí pregio istinto nel
+core peggio ralluma. Ahi come pare laido ditto, dicendo: — Quei
+fu giá bono! — Ahi, carnal desiderio, quanti nobili e grandi hai
+nabissati! Forsi sembrati scusa s'avete vinto? No, ma defensione
+piú laude porta. Onne operazione vòle misura, e fòr d'essa vizio
+si trova; e quanto meno ende fori, meno have vizio podere.
+Donque, se misurare omo non puote volontá carnale, apressi
+<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14"></a>[14]</span>
+quanto pote a misora. E se mi dici: — Gioventute forte m'asaglie, — dico: — Difendi
+con ragion vecchia c'hai. — Ché gioventude
+s'intende in due modi: quanto al tempo e quanto in
+costumi. E, se ragione loco resistere non pote, fuggi, ché fuggire
+s'intende prodezza, lá dove convene.</p>
+
+<p>Se pronto ti pare mio detto, reputane d'ira furore; e, se ti
+piace, mi scrive quello che la tua coscienza giudica di te dirittamente,
+e al sonetto di sotto risponde con paraule e con operazione.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Non volontá, ma omo fa ragione,<br /></span>
+<span class="i0">perché soverchia vantaggiando fèra;<br /></span>
+<span class="i0">e qual sommette a voglia operazione,<br /></span>
+<span class="i0">torna di sotto, lá dove sopr'era.<br /></span>
+<span class="i2">Perciò chi have saggia oppinione,<br /></span>
+<span class="i0">porta dinanzi di ragion mainera,<br /></span>
+<span class="i0">e di sé dritta d'om fa elezione,<br /></span>
+<span class="i0">unde li surge poi di gioi' lumera.<br /></span>
+<span class="i2">E dunque, amico, c'hai d'omo figura<br /></span>
+<span class="i0">razional, potente, bono e saggio,<br /></span>
+<span class="i0">come ti sottopon vizio carnale?<br /></span>
+<span class="i2">Pensa per che è l'umana natura,<br /></span>
+<span class="i0">che di tutti animai sovr'ha barnaggio:<br /></span>
+<span class="i0">non vorrai, credo, poi vita bestiale.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15"></a>[15]</span></p>
+
+<h4>VI</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Dotto Reali</span></p>
+
+<p class="center">Come mai l'anima, che è formata da Dio,
+possa essere sopraffatta da altre cure<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a>.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">A scuro loco conven lume clero,<br /></span>
+<span class="i0">e saver vero — nel sentir dubbioso,<br /></span>
+<span class="i0">per ciò ch'omo si guardi dall'ostrero,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è tutto fèro — dolor periglioso.<br /></span>
+<span class="i2">Donque chi non per sé vede lumero,<br /></span>
+<span class="i0">véneli chero — fare al poderoso;<br /></span>
+<span class="i0">unde dimando a voi, che siete spero<br /></span>
+<span class="i0">palese altèro — d'onni tenebroso.<br /></span>
+<span class="i2">Io son pensoso; — dico: l'alma vene<br /></span>
+<span class="i0">dal sommo Bene, — donque ven compita:<br /></span>
+<span class="i0">chi mai fallita — pò far sua natura?<br /></span>
+<span class="i2">S'è per fattura — de vasel che tene,<br /></span>
+<span class="i0">perché poi pene — pate ed è schernita,<br /></span>
+<span class="i0">da che sua vita — posa 'n altrui cura?<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>VII</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Al medesimo</span></p>
+
+<p class="center">Si lamenta che gli sia stato risposto oscuramente
+circa la questione esposta nel sonetto che precede.</p>
+
+<p>Messer Dotto frate, Meo Abracciavacca salute di bono amore.</p>
+
+<p>Da lume chiaro di natura prende scuro, e non da scuro chiaro
+lume, perché nond'abisogna vostro mandato. Credo che assai
+prova intelletto vostra operazione; perciò temendo parlo. Dico
+che ogni opera umana solo da volontá di posa move, e mai per
+omo in esto mondo non trovare si pò; e ciò è la cagione che
+<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16"></a>[16]</span>
+'l core non si contenta. Poi dico che ogn'altra criatura naturalmente
+in esto mondo tanto trova sua posa; e, se omo maggiormente
+nobile creatura fo formato, come non sovra l'autre
+criature have perfezione di posa avere? Nente ragion lo vòle
+che lo 'ntelletto posi ned aggia affetto u' non è sua natura, e
+ch'elli non è creato come corpo si crea in esso loco; ma have
+del sommo e perfetto compimento, cusí pur di ragione altra vita
+intendo, ove intelletto posi e sia perfetto. E voi, intendo, siete
+omo razionale, ch'avete presa via di ritornar al perfetto principio
+per fina conoscenza. Se volontate varia per istati diversi,
+non vari operazione d'avere verace spera, venendo a fine fine.
+In ciò che mandasteme lettera e sonetto, perché risposta avete di
+mio sentire, rispondo; e, se vostra intenzione non si pagasse,
+riputatene il poco saver mio, che volontá pur aggio di sodisfare
+ad onne piacer bono: per compimento volontá prendete. A frate
+Gaddo e a Finfo, come imponesteme, il mostrai e diei scritto.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Parlare scuro, dimandando, dove<br /></span>
+<span class="i0">risposta chiere veder chiaro l'orma,<br /></span>
+<span class="i0">non par mistero che sentenzia trove,<br /></span>
+<span class="i0">ma del sentir altrui volere norma.<br /></span>
+<span class="i2">A ciò che 'ntendo dico mezo sove<br /></span>
+<span class="i0">di primo fine, e di fine storma<br /></span>
+<span class="i0">qual nel mezo difetto fine strove:<br /></span>
+<span class="i0">dunqua per fine ten piú vizi a torma.<br /></span>
+<span class="i2">Cosí bono tornare pregio chine<br /></span>
+<span class="i0">di monte 'n valle del prefondo male,<br /></span>
+<span class="i0">a ciò bisogna di ragione cura.<br /></span>
+<span class="i2">Voi conoscete da la rosa spine,<br /></span>
+<span class="i0">seguir convene voi a fine tale,<br /></span>
+<span class="i0">che 'l primo e 'l mezo di lod'agi'altura.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17"></a>[17]</span></p>
+
+<h4>VIII</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Monte d'Andrea</span></p>
+
+<p class="center">Eviti le pene d'amore, mutando luogo.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Vita noiosa pena soffrir láne,<br /></span>
+<span class="i0">dove si spera fine veder porte<br /></span>
+<span class="i0">di gioia porto posandovi, láne<br /></span>
+<span class="i0">con bono tempo fôra tale porte.<br /></span>
+<span class="i2">Ma pena grave perder còi e lane,<br /></span>
+<span class="i0">e credensa piò doglia fine porte,<br /></span>
+<span class="i0">ogne ramo di male parmi láne:<br /></span>
+<span class="i0">me non sopporre, ma ben vorria porte.<br /></span>
+<span class="i2">Chi sta nel monte reo vada 'n nel vallo,<br /></span>
+<span class="i0">e chi nel vallo simel poggi a monte,<br /></span>
+<span class="i0">tanto che trovi loco meno reo.<br /></span>
+<span class="i2">Ché bono non è che dir possa: — Vállo,<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' sento loco fermo ch'aggio, Monte, —<br /></span>
+<span class="i0">cavalieri, baron, conte, né reo.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>IX</h4>
+
+<p class="center">Amore gli renda più pietosa la sua donna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0"><span class="smcap">Poeta.</span>         Amore amaro, a morte m'hai feruto:<br /></span>
+<span class="i4">tuo servo son, non ti fi' onor s'i' pero.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="smcap">Amore</span>.    Ver è, ma vedi ben che l'ha voluto<br /></span>
+<span class="i4">quella da cui son nato e per cui fero.<br /></span>
+<span class="i4">    Or ell'ha di valor pregio compiuto<br /></span>
+<span class="i4">e di beltá sovr'ogne viso clero:<br /></span>
+<span class="i4">e però guarda non gli aggi falluto<br /></span>
+<span class="i4">di vista o di parlare o di pensero.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="smcap">Poeta</span>.         Merzede! Amor, non dir: tu lei m'hai dato;<br /></span>
+<span class="i4">e sai piú di me che non sacc'eo:<br /></span>
+<span class="i4">fálli sentir per certo ciò ch'eo sento.<br /></span>
+<span class="i4">    Forse ch'avrá pietate del mio stato:<br /></span>
+<span class="i4">al colpo periglioso del cor meo<br /></span>
+<span class="i4">dara'li cura: giá non vi sie lento.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19"></a>[19]</span></p>
+
+<h2><a name="SI_GUI" id="SI_GUI"></a>II<br />
+<br />
+SI. GUI. DA PISTOIA</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Geri Giannini da Pisa.</span></p>
+
+<p class="center">Si compiace dell'amicizia offertagli da Geri.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Tanto saggio e bon poi me somegli,<br /></span>
+<span class="i0">me e 'l mio e 'l me' piacer t'assegna,<br /></span>
+<span class="i0">non per merto di tu' don (ch'i' non quegli<br /></span>
+<span class="i0">son che 'l possa sodisfar, né s'avegna),<br /></span>
+<span class="i2">ma per lo tu' valor, che m'ha pres'egli,<br /></span>
+<span class="i0">il faccio, ch'amor me far ciò si degna.<br /></span>
+<span class="i0">Deo! com'el tu' don a me piac'egli,<br /></span>
+<span class="i0">che, fòr dimando, mel desti 'n insegna,<br /></span>
+<span class="i2">piena d'amor e senz'alcuna giostra.<br /></span>
+<span class="i0">Or qual è dunque l'om che 'l tuo conseglio<br /></span>
+<span class="i0">lassasse? Non so, sed elli 'n ben pesca.<br /></span>
+<span class="i2">Unde mi piace l'amistá, poi giostra<br /></span>
+<span class="i0">tanto con le du' l'una per pareglio,<br /></span>
+<span class="i0">fresch'e veglia fra noi sia con bon' ésca.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20"></a>[20]</span></p>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">Prega Dio che lo liberi dal dolore che l'affanna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Del dolor tant'è 'l soverchio fero,<br /></span>
+<span class="i0">che l'alma e 'l corpo e 'l core mio sostene,<br /></span>
+<span class="i0">che, lasso! qual fusseme piú crudero,<br /></span>
+<span class="i0">se 'l vedesse, cordoglio avria di mene.<br /></span>
+<span class="i2">Ahi Deo! perché fuste me piagentero,<br /></span>
+<span class="i0">donando voi me gioi' con ogni bene?<br /></span>
+<span class="i0">Che però il dolor m'è troppo altero:<br /></span>
+<span class="i0">chi piú gioi' ha, poi doglia li è piú pene.<br /></span>
+<span class="i2">Vorria ch'al vostro piacere piacesse<br /></span>
+<span class="i0">pietade, per merzé; sí che la doglia<br /></span>
+<span class="i0">mia crudel oramai tranquilla avesse.<br /></span>
+<span class="i2">Ed è ragion; ché 'l core ho in bona voglia,<br /></span>
+<span class="i0">como di prima era, nelle duresse:<br /></span>
+<span class="i0">Padre pietoso, di pena lo spoglia.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21"></a>[21]</span></p>
+
+<h2><a name="LEMMO_ORLANDI" id="LEMMO_ORLANDI"></a>III<br />
+<br />
+LEMMO ORLANDI</h2>
+
+<h3>CANZONE I</h3>
+
+<p class="center">Si duole con Amore che la sua donna,
+da benigna, sia ora diventata con lui crudele.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Gravoso affanno e pena<br /></span>
+<span class="i0">mi fa' tuttor sentire,<br /></span>
+<span class="i0">Amor, per ben servire<br /></span>
+<span class="i0">quella, di cui m'ha' priso e servo dato.<br /></span>
+<span class="i0">Tutta mia forza e lena  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">ho misa in te seguire;<br /></span>
+<span class="i0">di lei fermo ubidire<br /></span>
+<span class="i0">non son partito, ma leale stato.<br /></span>
+<span class="i0">E tu pur orgoglioso<br /></span>
+<span class="i0">ver' me spietato e fèro  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">se' mostrato e crudero,<br /></span>
+<span class="i0">poi che 'n bailía avesti lo mio core.<br /></span>
+<span class="i0">E' convensi a signore<br /></span>
+<span class="i0">d'essere umile in meritar servente:<br /></span>
+<span class="i0">tu pur di pene mi fai star sofrente.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i2">Sono stato sofrente,<br /></span>
+<span class="i0">e son, di gran tormento,<br /></span>
+<span class="i0">Amor, poi che 'l talento<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22"></a>[22]</span><br /></span>
+<span class="i0">di quella ch'amo cangiasti per vista<br /></span>
+<span class="i0">ver' mei; ché primamente  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">facesti mostramento<br /></span>
+<span class="i0">di far meo cor contento<br /></span>
+<span class="i0">di lei, di quella gioi' ch'or disacquista.<br /></span>
+<span class="i0">Sí che, per tal sembianza,<br /></span>
+<span class="i0">misi 'l core e la mente  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">a servir fermamente<br /></span>
+<span class="i0">tua signoria, Amor, pur'e leale.<br /></span>
+<span class="i0">Ma non è stato tale<br /></span>
+<span class="i0">ver' me 'l suo cor, come mostrar sembianza<br /></span>
+<span class="i0">tu mi facesti, Amor; und'ho pesanza.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i2">Amor, merzé ti chero,<br /></span>
+<span class="i0">poi che son dimorato<br /></span>
+<span class="i0">in sí gravoso stato,<br /></span>
+<span class="i0">com' mi tenesti, sí lunga stagione.<br /></span>
+<span class="i0">Non si' ver' me sí fèro,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'assai m'hai affannato<br /></span>
+<span class="i0">e forte tormentato,<br /></span>
+<span class="i0">seguendot'a tuttor fòr falligione.<br /></span>
+<span class="i0">Mòvet'ormai merzede,<br /></span>
+<span class="i0">lei voler, che disvole  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">(unde 'l meo cor si dole),<br /></span>
+<span class="i0">fa' 'l meo servir, ché sol ciò ti dimando.<br /></span>
+<span class="i0">E, se, merzé chiamando,<br /></span>
+<span class="i0">tu non m'aiuti, Amor, altro non saccio<br /></span>
+<span class="i0">ch'aitar mi possa che la morte avaccio.  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i2">Donna, mercé dimando<br /></span>
+<span class="i0">a voi, che di beltade<br /></span>
+<span class="i0">fior e di nobeltade<br /></span>
+<span class="i0">siete, sovr'onni donna, e di piagenza,<br /></span>
+<span class="i0">ch'agiate provedenza  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">sovr' al mio stato grave e doloroso:<br /></span>
+<span class="i0">in ciò, mercé! sia 'l vostro cor pietoso.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23"></a>[23]</span></p>
+
+<h3>CANZONE II</h3>
+
+<p class="center">Adducendo il triste esempio di se medesimo, che, senza saper perché,
+fu abbandonato dalla sua donna, esorta chi voglia aver ricompensa
+del proprio amore, di scegliere una donna piacente e saggia.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Fèra cagione e dura<br /></span>
+<span class="i0">mi move, lasso! a dir quasi forzato<br /></span>
+<span class="i0">lo doloroso stato,<br /></span>
+<span class="i0">nel qual m'ha miso falsa ismisuranza;<br /></span>
+<span class="i0">non giá per mia fallanza,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">ma per quella di cui servo mi misi,<br /></span>
+<span class="i0">e per cui mi divisi<br /></span>
+<span class="i0">di tutt'altro volere e pensamento,<br /></span>
+<span class="i0">dandomi intenzione<br /></span>
+<span class="i0">che, fòr di falligione,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">dovesse lei amar, leal servendo,<br /></span>
+<span class="i0">la cui vista, cherendo — meo servire,<br /></span>
+<span class="i0">mi fe' servo venire<br /></span>
+<span class="i0">de la sua signoria disideroso.<br /></span>
+<span class="i2">Poi che servo divenni  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">de la sua signoria e disioso<br /></span>
+<span class="i0">del dilett'amoroso<br /></span>
+<span class="i0">che nel meo cor di lei immaginai,<br /></span>
+<span class="i0">addesso mi fermai<br /></span>
+<span class="i0">in tutto d'ubidir lo suo comando,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">per vista dimostrando<br /></span>
+<span class="i0">me ch'era su' fedel serv'ubidente.<br /></span>
+<span class="i0">Und'ella per sembianza<br /></span>
+<span class="i0">mi fece dimostranza<br /></span>
+<span class="i0">ch'allegrezza mostrava 'n suo coraggio,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">poi che 'n suo signoraggio — m'era miso;<br /></span>
+<span class="i0">und'è che 'n gioi' assiso<br /></span>
+<span class="i0">i' fui manta stagion, sol ciò pensando.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24"></a>[24]</span><br /></span>
+<span class="i2">Dimorando 'n tal guisa,<br /></span>
+<span class="i0">perseverando in lei servir tuttora,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">non fu lunga dimora,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo viddi che sua vist'era cangiata,<br /></span>
+<span class="i0">ver' me quasi turbata,<br /></span>
+<span class="i0">non sostenendo me solo guardare.<br /></span>
+<span class="i0">Credetti che provare  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">volesse me com' fusse 'n su' amor fermo.<br /></span>
+<span class="i0">Allor presi conforto,<br /></span>
+<span class="i0">isperand'a bon porto<br /></span>
+<span class="i0">lo meo fermo servir mi conducesse,<br /></span>
+<span class="i0">e che tornar dovesse — pietosa:  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">ed ella d'orgogliosa<br /></span>
+<span class="i0">mainera ver' di me mai sempr'è stata.<br /></span>
+<span class="i2">Però forte mi dole,<br /></span>
+<span class="i0">poi veggio che servendo ho diservito<br /></span>
+<span class="i0">in loco, 've gradito  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">credetti esser per certo fòr fallenza.<br /></span>
+<span class="i0">Ma via maggior doglienza,<br /></span>
+<span class="i0">quasi mortal, mi porge 'l suo fallire,<br /></span>
+<span class="i0">ché per suo folle dire<br /></span>
+<span class="i0">fe' manifesto in parte meo pensero,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">lamentandosi forte<br /></span>
+<span class="i0">di me, che quasi a morte<br /></span>
+<span class="i0">la conducea in farl'increscimento;<br /></span>
+<span class="i0">e sí fèro lamento — fece, a tale<br /></span>
+<span class="i0">che gravoso poi male  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">n'ha dato lei con gran doglia sovente.<br /></span>
+<span class="i2">A ciascun ch'amar vòle<br /></span>
+<span class="i0">dico che deggia, se pòsi, guardare<br /></span>
+<span class="i0">di vana donna amare,<br /></span>
+<span class="i0">gioven troppo di tempo e di savere.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">Ché grave 'n lui dolere<br /></span>
+<span class="i0">prende chi l'ama, doloroso tanto,<br /></span>
+<span class="i0">non si porea dir quanto,<br /></span>
+<span class="i0">per qual s'avesse piò 'n pena d'amore.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25"></a>[25]</span><br /></span>
+<span class="i0">Ma elegga 'n sé, certo  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">chi amar vòle e merto<br /></span>
+<span class="i0">di suo servir, donna piagente e saggia,<br /></span>
+<span class="i0">che benigno cor aggia — fermo e puro,<br /></span>
+<span class="i0">e poi será siguro<br /></span>
+<span class="i0">di non perder di lei gioia, servendo.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i2">Di gioven signoraggio,<br /></span>
+<span class="i0">quale sovra ditt'aggio,<br /></span>
+<span class="i0">leal servendo, merit'aggio avuto.<br /></span>
+<span class="i0">Vorríam'esser partuto, — ma non posso;<br /></span>
+<span class="i0">ché, poi 'l piager è mosso,  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">è legato l'om servo e 'l partir greve.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>III</h3>
+
+<p class="center">È combattuto dalla necessità di partire
+e dal dolore di dover lasciare la sua donna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Lontana dimoranza<br /></span>
+<span class="i0">doglia m'ha dato al cor lunga stagione:<br /></span>
+<span class="i0">or mi dobla cagione<br /></span>
+<span class="i0">di piú grave dolor nuovo partire.<br /></span>
+<span class="i0">D'assai lontano gire  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">isforzami di ciò senn'e ragione,<br /></span>
+<span class="i0">contro all'opinione,<br /></span>
+<span class="i0">piena di voluntade e di pietanza,<br /></span>
+<span class="i0">con grande smisuranza<br /></span>
+<span class="i0">che non alungi me contr'al volere,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">piú che sia del piacere<br /></span>
+<span class="i0">vostro, di cui amor servo mi tene.<br /></span>
+<span class="i0">E pietanza mi vene<br /></span>
+<span class="i0">di voi, ch'avrete del partir dolere.<br /></span>
+<span class="i0">Cosí del rimanere  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">e dell'andare son diverse pene.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27"></a>[27]</span></p>
+
+<h2><a name="PAOLO_LANFRANCHI" id="PAOLO_LANFRANCHI"></a>IV<br />
+<br />
+PAOLO LANFRANCHI</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">Esorta il re d'Aragona a prepararsi a difendersi dal re di Francia.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Valenz senher, rei dels Aragones,<br /></span>
+<span class="i0">a qui prez es honors tut jorn enansa<br /></span>
+<span class="i0">e membre vus, senher, del rei franzes,<br /></span>
+<span class="i0">queus venc a vezer e laiset Fransa,<br /></span>
+<span class="i2">ab dos sos fillz es ab aquel d'Arles:<br /></span>
+<span class="i0">hanc no fes colp d'espaza ni de lansa,<br /></span>
+<span class="i0">e mainz baros menet de leur paes;<br /></span>
+<span class="i0">jorn de lur vida sai n'auran menbransa.<br /></span>
+<span class="i2">Nostre senhier faccia a vus compagna,<br /></span>
+<span class="i0">per que en re nous qual duptar:<br /></span>
+<span class="i0">tal quida hom que perda que gazainha.<br /></span>
+<span class="i2">Seigner es de la terra e de la mar,<br /></span>
+<span class="i0">per quel rei engles e sil d'Espangna<br /></span>
+<span class="i0">ne varran mais, sei vorres ajudar.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28"></a>[28]</span></p>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">Ricorda a un uomo,
+superbo della sua ricchezza, l'instabilità della fortuna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">De la rota son posti esempli assai,<br /></span>
+<span class="i0">che gira e volge e non dimora in loco,<br /></span>
+<span class="i0">e mette in bono stato quel c' ha poco,<br /></span>
+<span class="i0">al poderoso dá tormenti e guai.<br /></span>
+<span class="i2">Or' a che no' tel pensi, po' tu 'l sai<br /></span>
+<span class="i0">che piccola favilla fa gran foco?<br /></span>
+<span class="i0">non t'allegrare troppo né dar gran gioco,<br /></span>
+<span class="i0">ché non se' certo come fenirai.<br /></span>
+<span class="i2">Se alcun è che tu veggi in malo stato,<br /></span>
+<span class="i0">in quel medesmo tu pòi avenire,<br /></span>
+<span class="i0">ch'a te né lui Dio non l'ha giurato.<br /></span>
+<span class="i2">Aggio veduto per li tempi sire,<br /></span>
+<span class="i0">che la ventura l'ha sí governato,<br /></span>
+<span class="i0">che piú che vita desira morire.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>III</h3>
+
+<p class="center">Risveglio doloroso.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Un nobel e gentil imaginare<br /></span>
+<span class="i0">sí mi discese ne la mente mia;<br /></span>
+<span class="i0">in veritá (ch'eo allora dormia)<br /></span>
+<span class="i0">el me paria con la mia donna stare<br /></span>
+<span class="i2">in un giardin, baciare ed abbracciare,<br /></span>
+<span class="i0">rimossa ciascun'altra villania.<br /></span>
+<span class="i0">Ella dicea: — Tu m'hai in tua bailía:<br /></span>
+<span class="i0">fa' di me, o amor, ciò che ti pare. —<br /></span>
+<span class="i2">In quel giardin si avea da l'un canto<br /></span>
+<span class="i0">un rosignol, che dicea in so' latino:<br /></span>
+<span class="i0">— Securamente per vostro amor canto. —<br /></span>
+<span class="i2">I' mi svegliai che sonava matino:<br /></span>
+<span class="i0">considerando il bene ch'avea tanto,<br /></span>
+<span class="i0">venme voglia deventar patarino.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29"></a>[29]</span></p>
+
+<h3>IV</h3>
+
+<p class="center">Amore gli dona in sogno un fiore della sua donna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">L'altrier, dormendo, a me se venne Amore,<br /></span>
+<span class="i0">e destatomi disse: — Eo so' messaggio<br /></span>
+<span class="i0">de la tua donna che t'ama di core,<br /></span>
+<span class="i0">se tu, piú che non suôi, se' fatto saggio. — <br /></span>
+<span class="i2">Da la sua parte mi donò un fiore,<br /></span>
+<span class="i0">che parse per semblant' il so visaggio.<br /></span>
+<span class="i0">Allor nel viso cangiai lo colore,<br /></span>
+<span class="i0">credendo el me dicesse per asaggio.<br /></span>
+<span class="i2">Però con gran temenza il dimandai:<br /></span>
+<span class="i0">— Come si sta la mia donna gentile? —<br /></span>
+<span class="i0">Ed el me disse: — Ben, se tu ben stai. —<br /></span>
+<span class="i2">Allora di pietá devenni umile.<br /></span>
+<span class="i0">Egli sparío; piú non gli parlai;<br /></span>
+<span class="i0">parvemi quasi spirito sottile.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>V</h3>
+
+<p class="center">Amore manifesti alla sua donna le sue pene.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0"><span class="smcap">Poeta</span>.        Dimme, Amore; vorestù tornare<br /></span>
+<span class="i4">da la mia parte a la donna mia?<br /></span>
+<span class="i0"><span class="smcap">Amore</span>.    Sí, se tu vogli, ma ell'è follia:<br /></span>
+<span class="i4">ché talor nòce lo troppo adastare.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="smcap">Poeta</span>.        E lo meo core vi vòl pur andare,<br /></span>
+<span class="i4">e ti demanda en sua compagnia.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="smcap">Amore</span>.    Di presente me meterò en via<br /></span>
+<span class="i4">dapo' ch'eo veggio ch'a lui e te pare.<br /></span>
+<span class="i4">   Or me di' ciò che tu vòi che gli dica:<br /></span>
+<span class="i4">che tu non fini clamare mercede?<br /></span>
+<span class="i4">Perzò non è bisogno andarne mica,<br /></span>
+<span class="i4">   per aventura ch'ella non ti crede.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="smcap">Poeta</span>.     Sí fa'; che di me vive e se nutríca;<br /></span>
+<span class="i4">e 'l cor non pò durar, se no' la vede.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30"></a>[30]</span></p>
+
+<h3>VI</h3>
+
+<p class="center">Amara delusione.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">L'altrier pensando mi emaginai<br /></span>
+<span class="i0">mandare Amore a la donna mia;<br /></span>
+<span class="i0">ed a lui piacque per sua cortesia<br /></span>
+<span class="i0">andar a lei; tanto ne'l pregai.<br /></span>
+<span class="i2">Poi retornò e disseme: — Che fai?<br /></span>
+<span class="i0">tutta l'ho misa ne la tua bailía:<br /></span>
+<span class="i0">I' ti so a dire, ch'ell'è a mezza via,<br /></span>
+<span class="i0">e vien a te, se tu a lei non vai. — <br /></span>
+<span class="i2">Po' me venn'un penser da l'altro lato,<br /></span>
+<span class="i0">e fortemente me represe e disse:<br /></span>
+<span class="i0">— Amico meo, tu hai folle pensato.<br /></span>
+<span class="i2">Or credi tu ch'ella con te venisse?<br /></span>
+<span class="i0">E tu anderesti a lei? Se' tu in istato? —<br /></span>
+<span class="i0">Parveme allor che l'alma se partisse.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>VII</h3>
+
+<p class="center">Lamenta l'avversa fortuna
+che gli fa fare sempre il contrario di quel che vorrebbe.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Ogni meo fatto per contrario faccio,<br /></span>
+<span class="i0">e di niente d'intorno mi guardo:<br /></span>
+<span class="i0">l'estate so' più freddo che no el ghiaccio,<br /></span>
+<span class="i0">l'inverno per il gran calor tutto ardo.<br /></span>
+<span class="i2">Se ho lettera de gioia, sí la straccio,<br /></span>
+<span class="i0">se di dolore, la repogno e guardo;<br /></span>
+<span class="i0">chunque è mio amico, sí i' lo minaccio,<br /></span>
+<span class="i0">se mi saluta, sí me fier d'un dardo.<br /></span>
+<span class="i2">Credo che Dio ensieme e la natura<br /></span>
+<span class="i0">erano irati quando mi creâro,<br /></span>
+<span class="i0">che trasformôrmi d'ogni creatura.<br /></span>
+<span class="i2">Però il lor non gittarono en paro,<br /></span>
+<span class="i0">e l'alma che mi deron clara e pura<br /></span>
+<span class="i0">giammai no' l'averanno en suo reparo.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31"></a>[31]</span></p>
+
+<h3>VIII</h3>
+
+<p class="center">Vicende di fortuna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Quattr'omin son dipinti ne la rota<br /></span>
+<span class="i0">per la ventura dello esemplo dato:<br /></span>
+<span class="i0">e l'altro sta di sopra incoronato,<br /></span>
+<span class="i0">e l'uno in su valentemente nota.<br /></span>
+<span class="i2">E 'l terzo se tien le mani a la gota,<br /></span>
+<span class="i0">ed è vilanamente trabucato,<br /></span>
+<span class="i0">e 'l quarto sta di sotto riversato,<br /></span>
+<span class="i0">e d'ogni estremità li dá sua dota.<br /></span>
+<span class="i2">Io fui quel che lá su andai montando<br /></span>
+<span class="i0">intorno intorno la rota girata,<br /></span>
+<span class="i0">e fui di sopra a tutto il mio comando;<br /></span>
+<span class="i2">poi la testa mi fo incoronata.<br /></span>
+<span class="i0">Or son caggiuto d'ogni ben in bando,<br /></span>
+<span class="i0">nel finimento de la mia giornata.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33"></a>[33]</span></p>
+
+<h2><a name="MEO_DIBUGNO" id="MEO_DIBUGNO"></a>V<br />
+<br />
+MEO DI BUGNO</h2>
+
+<p class="center">Coscienza netta non cura farneticar di gente.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Tutto el tempo del mondo m'è avenuto,<br /></span>
+<span class="i0">e sempre me n'andrò con questa norma,<br /></span>
+<span class="i0">che lá, 've non pongo 'l piè, faccio l'orma,<br /></span>
+<span class="i0">non so qual de' demòni m'ha veduto,<br /></span>
+<span class="i2">che, sendo santo, non serò creduto,<br /></span>
+<span class="i0">anzi me sgrideria la gente a torma.<br /></span>
+<span class="i0">Unde el conven ch'eo vegli e poco dorma,<br /></span>
+<span class="i0">da tante parte me veggio asseduto.<br /></span>
+<span class="i2">Ma non mi muto per altrui parlare:<br /></span>
+<span class="i0">ben è vertá ch'io ne son pur dolente,<br /></span>
+<span class="i0">e come bestia lasso ogn'om belare.<br /></span>
+<span class="i2">Om che si sente iusto ed innocente,<br /></span>
+<span class="i0">a faccia aperta pò securo andare,<br /></span>
+<span class="i0">e non curar ferneticar di gente.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35"></a>[35]</span></p>
+
+<h2><a name="NOTA_I" id="NOTA_I"></a>NOTA</h2>
+
+<p class="nota">I<br />
+<br />
+MEO ABBRACCIAVACCA</p>
+
+<p>Meo di Abbracciavacca di Guidotto de' Ranghiatici pare che
+appartenesse a una famiglia di cambiatori pistoiesi, perché tale fu
+suo padre, che fu console dei cambiatori nel 1237, e un suo figlio,
+Forese, fu nel 1304 nella banca degli Ammannati. Suo padre, e
+forse altri della sua famiglia, furono di parte ghibellina. Meo visse
+assai a lungo, perché era ancora vivo nel dicembre del 1300, quando,
+in un atto notarile di quell'anno un altro suo figlio, Iacopo, è
+detto: «<i>Dominus Pucius (Iacobuccius) Bargomei</i> (sic) <i>Abraciavache
+de Pistorio</i>» (vedi nei miei <i>Rimatori pistoiesi</i>, p. <span class="scp">XLIV</span> e sgg.,
+negli <i>Studi e ricerche di antica storia letteraria pistoiese</i>, nel <i>Bull.
+stor. pist.</i>, <span class="scp">XII</span>, 38 sgg., e in <i>Per la storia letteraria del sec.</i> <span class="scp">XIII</span>
+nel <i>Libro e la stampa</i>, <span class="scp">VI</span>, 78-79).</p>
+
+<p>È dunque un vero fossile della maniera guittoniana, perché
+forse poetava ancora dietro le orme del dittatore, quando giá in Pistoia
+si udivano le dolci note della poesia di Cino. È il piú arido e il
+piú oscuro dei rimatori del gruppo pistoiese. Egli si aggira sempre
+nel circolo delle idee della poesia cortigiana; riproduce, piú o meno
+fedelmente, concetti e forme provenzali, che abbiamo udite le mille
+volte in altri poeti del suo tempo o a lui di poco anteriori; adopera
+tutti gli artifizi della scuola, come le rimalmezzo, le rime imperfette,
+spezzate, equivoche, i sonetti a dialogo, i sonetti con due
+<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36"></a>[36]</span>
+sole rime ed altre consimili preziositá; e soprattutto è oscuro, pesantemente
+oscuro, tanto da rivaleggiare in questo col piú oscuro dei
+guittoniani, Panuccio del Bagno. Di questo rimatore specialmente e
+di fra Guittone d'Arezzo si mostra caldissimo ammiratore e imitatore:
+del primo infatti rimaneggiò una canzone: «Di sí alta valenza
+ha signoria», in quella sua: «Considerando l'altèra valenza»; col
+secondo tenzonò su vari argomenti, e a lui diresse tre epistole in
+prosa. Se mai qualche peculiaritá si voglia trovare in questo oscuro
+e faticoso rimatore, è, a mio parere, l'esagerazione dei difetti della
+scuola, e l'imitazione cosí pedissequa de' provenzali, da non muovere
+un passo nelle canzoni, se non dietro le orme di quelli; cosicché
+si avvertono facilmente, or qua or lá, imitazioni da Bernardo
+di Ventadorn, da Peirol, da Gaucelm Faidit, da Peire Vidal, da
+Blacasset e da altri ancora.</p>
+
+<p>Il testo delle poesie dell'A. è condotto sull'edizione che giá
+ne feci nel 1907 nei <i>Rimatori pistoiesi</i>, e quindi sul Laurenziano-Rediano
+(L), e per la canz. III anche sul Palatino 418 (P): l'ho
+migliorato in alcuni punti, giovandomi delle osservazioni che mi
+furono fatte da coloro che ebbero occasione di recensire il mio
+lavoro, e adattandolo alle norme stabilite per questa collezione.</p>
+
+<p>E ciò s'intenda detto di tutta questa edizione dei <i>Rimatori pistoiesi</i><a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Canz. I, v. 3. Veramente L ha «d'esto mondo»; ma mi sembra che
+qui «mondo» non significhi nulla. Credo che voglia dire: «Spesso ho pensato
+di tacere, abbandonando il proposito di parlarne in questo modo».</p>
+
+<p>v. 28. L, veramente, ha «pena»; ma di questa lezione non riesco a persuadermi.
+Intendo: «Non è colpa intera d'amore, ma d'odio».</p>
+
+<p>v. 31: «ad esso». Cosí credo debba sciogliersi «adesso» di L, riferendo
+«esso» a «piacere».</p>
+
+<p>v. 31. Il <span class="smcap">Casini</span>, nell'ediz. diplomatica che fece del Laurenziano-Rediano
+9, lesse «fa legge»; ma, oltreché codesta frase non dá un senso soddisfacente,
+è proprio scritto «s'alegge».</p>
+
+<p>v. 57. «Con so» manca in L; ma giustamente ve lo aggiunse il Casini.
+<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37"></a>[37]</span></p>
+
+<p>v. 61. «dobblanza». Cosí correggo la mia edizione, poiché mi pare che
+in tal modo corra meglio il senso, e perché anche nella seguente canzone
+al v. 35 si dice: «Dunque dobblanza tenete in sentire». Vuol dire: «Mi
+pesa anche il dubitare (dobblanza = dubitanza, dubbio) di ciò».</p>
+
+<p>Canz. II, v. 11. «Prendendo» ha L; ma non dá alcun senso, quindi
+bene il Gaspary lesse «prendono».</p>
+
+<p>v. 15. L ha «per servire»; ma, poiché ogni strofa incomincia riprendendo
+le ultime parole della strofa precedente, è certo che qui si deve
+leggere «star servidore».</p>
+
+<p>v. 55. Il <span class="smcap">Nannucci</span> volle leggere «torte», e intese che fosse un avverbio
+«a torto»; ma, oltreché codesta sarebbe una forma inconsueta, è da
+credersi che si debba sciogliere in «tort'è», anche perché l'Abbracciavacca
+prediligeva queste rime imperfette.</p>
+
+<p>v. 57. L ha «porea»; ma, poiché la strofe precedente termina con
+«poría», per la sopraddetta ragione deve leggersi «poría».</p>
+
+<p>v. 65. Nella ediz. del 1907 scrissi «né voi»: ma deve correggersi, com'é
+in L, «né in voi».</p>
+
+<p>Canz. III, v. 3. Il <span class="smcap">Biadene</span>, che già pubblicò questa canzone, unisce
+«pensero» con «piager» del v. 2 e ne forma un concetto solo, quello di
+«piacevole pensiero»: credo invece di dover togliere l'«e» dopo «beltate»
+e la virgola che avevo posta dopo «pensiero», e cosí piú facilmente si può
+intendere: «Lo pensiero soviemmi», cioè «mi torna in mente».</p>
+
+<p>v. 19: «non deggi'». Ho aggiunto l'«i» per ragioni fonetiche.</p>
+
+<p>v. 29: «ch'è». Io stesso nella mia vecchia edizione ed anche il Biadene
+abbiamo lasciato «che»; ma certo è meglio intendere cosí: «Poiché è provato,
+cioè si è visto, che sotto viso dolce si nasconde cuore amaro, allora
+non si cela piú...».</p>
+
+<p>v. 39: «ragione». Cosí scrivo, seguendo il <span class="smcap">Biadene</span> ed L, sebbene P
+abbia «rasone».</p>
+
+<p>v. 42: «bassenza». Cosí correggo «bassansa» di P., seguendo, per
+ragioni di rima, L.</p>
+
+<p>Son. I, v. 2: «e luxuria». Nella mia precedente edizione avevo creduto
+aggiungere un «è» innanzi a «luxuria»: ma la risposta di fra Guittone
+fa presupporre una triplice necessità affermata dall'Abbracciavacca.</p>
+
+<p>Lettera I a Fra Guittone. È in L.</p>
+
+<p>Son. III, v. 4: «Ed eo». Cosí è in L, e non «ecco», come errando lesse
+il <span class="smcap">Bottari</span> (<i>Lettere di fra Guittone d'Arezzo</i>, Roma, 1745, p. 76).</p>
+
+<p>v. 7: «Regno»: non «segno», come avevo creduto di leggere, per aver
+un senso più chiaro, nell'ediz. del 1907. «Regno» dice veramente L.</p>
+
+<p>Lettera II a Fra Guittone. È in L, da cui la riproduco. Fu già pubblicata
+dal <span class="smcap">Bottari</span> (<i>Lettere</i> citt., p. 77).</p>
+
+<p>Son. IV, prima terzina. Com'è in L, questa terzina non dà senso. L'ho
+rabberciata, sciogliendo il «che» in «ch'è» nel primo verso e aggiungendo
+la congiunzione «e» nel terzo. Il senso allora corre spedito: «Me ne
+<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38"></a>[38]</span>
+scoraggio, perché anche la giustizia di Dio è senza difetto. Vorrei sapere
+come misericordia chiede contro di essa al vero Dio o mi dà la salvazione
+dell'anima».</p>
+
+<p>Lettera a Bindo di Alessio Donati. È in L, da cui la traggo, correggendo
+l'ediz. cit. del <span class="smcap">Bottari</span>.</p>
+
+<p>Son. V, v. 8: «unde». Cosí ha L, non «onde», come lesse erroneamente
+il <span class="smcap">Bottari</span>.</p>
+
+<p>v. 12: Tolgo l'«e», che avevo creduto di aggiungere, ma che non è
+in L, e sciolgo il «perché» in «per che». Leggo quindi «per che è»,
+giacché nel ms. è anche questo «è».</p>
+
+<p>v. 13: «animai». Veramente L ha «animali»; ma in tal modo non tornerebbe
+più il verso.</p>
+
+<p>Son. VI, v. 12: «S'è per». Attenendomi ad L, correggo cosí la mia antica
+edizione, e il senso è chiaro: «Se è per colpa della fattura del corpo che
+contiene l'anima».</p>
+
+<p>Lettera a Dotto Reali. È in L. La riproduco dall'edizione che ne ha
+data il <span class="smcap">Monaci</span> nella <i>Crestomazia del primo secolo della lingua</i>, con lievissime
+modificazioni grafiche.</p>
+
+<p>Son. VII, v. 4: «volere». L ha «voler»; ma, per necessità di verso,
+ho aggiunta un «e» finale.</p>
+
+<p>v. 8: «ten». Cosí ha L, e non «tien», come, rabberciando, lesse il
+<span class="smcap">Bottari</span>.</p>
+
+<p>v. 14: «di lod'agi'altura». Il <span class="smcap">Bottari</span>: «di loda gialtura».</p>
+
+<p>Son. VIII. Nell'altra mia ediz. ho invertito l'ordine dei vv. 11-2 e 13-4,
+perché lo schema di questo son. corrispondesse a quello di Monte Andrea:
+«Languisce il meo spirto», di cui è risposta a rime obbligate; ma le giuste
+osservazioni, che altri mi ha fatte, m'inducono a rimaner fedele a L, anche
+perché mi sembra che ci si guadagni di chiarezza.</p>
+
+<p>v. 13: «Monte». Mi pare che qui si tratti del vocativo di Monte Andrea.
+Infatti non è presumibile che il rimatore abbia voluto far rimare con
+«monte» del v. 10 proprio la stessa parola nel medesimo significato. Intendo:
+«Chè non v'è buono che possa dire: — Io discendo a valle, perché sento,
+o Monte, che vi posso trovare luogo fermo. — Né cavalieri, né baroni,
+né conti, né re possono dire ciò».</p>
+
+<p>Son. IX, v. 10. Tolgo il «via», che avevo messo nella precedente ediz.,
+perché, oltre che non necessario pel senso, non è in L.</p>
+
+<p>v. 14: «dará li cura». Non occorre allontanarsi da L, che ha «dara li
+cura», per render piú chiaro il senso e cambiare «li» in «la», come feci
+nell'ediz. del 1907. Ma, prendendo «li» come pleonasmo, il senso corre
+assai bene.</p></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39"></a>[39]</span></p>
+
+<p class="nota">II<br />
+<br />
+SI. GUI. DA PISTOIA</p>
+
+<p>Nonostante le piú diligenti ricerche, non ho potuto rintracciare
+chi mai sia questo antico rimatore: forse è Simbuono o Siribuono
+giudice, da Pistoia, a cui qualche cod. attribuisce due canzoni:
+«Spesso di gioia nasce ed incomenza» e «S'eo per cantar potesse
+convertire?». Certo è che il nome di Siribuono non è raro
+nei documenti pistoiesi.</p>
+
+<p>I due sonetti sono nel Laurenziano-Rediano 9.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Son. I, v. 2: «el me' piace». Correggo la mia vecchia ediz., attenendomi
+ad L e intendendo: «Ciò che mi piace [il mio piacere] t'assegna me
+e il mio».</p>
+
+<p>Son. II, v. 2. Mi attengo fedelmente ad L, correggendo la mia ediz.</p>
+
+<p>vv. 1-5. Anche qui credo che bisogni attenersi ad L, perché chiaro
+corre il senso: «Perché, Iddio, ti compiacesti di donarmi gioia con ogni
+bene?».</p></div>
+
+<p class="nota">III<br />
+<br />
+LEMMO ORLANDI</p>
+
+<p>Lemmo di Giovanni d'Orlando appartenne a famiglia popolana
+pistoiese derivata da Carmignano, castello che i pistoiesi avevano
+tolto ai fiorentini. Nacque da un Giovanni di Rolando di Oddo
+intorno al 1260. Nel 1283 condusse in moglie una certa Sobilia, da
+cui ebbe due figli, Vanni e Frosina. Fu, a quel che pare, a Bologna
+con alcuni mercanti, per la maggior parte toscani, nel 1284.
+Morí, poco più che trentenne, non molto prima del 6 gennaio 1294
+(v. i miei <i>Rimatori</i>, p. <span class="scp">LV</span> sgg. e <i>Per la storia letter. del secolo
+XIII</i>, nel <i>Libro e la stampa</i>, <span class="scp">VI</span>, fasc, <span class="scp">IV</span> e <span class="scp">VI</span>).</p>
+
+<p>Assai meno oscuro e artificioso di Meo Abbracciavacca, egli,
+pur ritenendo ancora della scoria guittoniana, provenzaleggia talvolta;
+ma si fa piú chiaro, meno prezioso. Delle sue rime deve
+esser piaciuta assai a' suoi tempi la cobbola «Lontana dimoranza»,
+<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40"></a>[40]</span>
+e ciò prova non solo il fatto che non son pochi i codici che la
+contengono, ma l'averla messa in musica Casella. Le due prime
+canzoni sono nel Laurenziano-Rediano 9, la terza è nel Vaticano
+3214 e nel Riccardiano 2846.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Canz. I, vv. 2-4: «fa'» e «ha'». Cosí interpetro, poiché è certo che in
+tutta la strofa il poeta parla in seconda persona ad Amore.</p>
+
+<p>v. 13: «e'». Ho aggiunto l'apostrofo, perché è qui molto naturale questo
+«e'» = «egli» pleonastico.</p>
+
+<p>v. 20. Pongo un punto e virgola dopo «mei» e muto il «che» in «ché»,
+perché è certo che il senso cosí corre meglio.</p>
+
+<p>v. 34: «com'». Muto pel senso il «con» di L in «com'».</p>
+
+<p>v. 39. Com'è in L, il verso è falso: «Movet'ormai a merzede».</p>
+
+<p>v. 48: «fior' e di nobeltate». Cosí L, e, anche per cagione di senso,
+mi attengo a questo codice.</p>
+
+<p>Canz. II, vv. 34-5. Ho adottata la punteggiatura del Valeriani, perché
+in tal modo il v. 34 spiega come «sua vista era cangiata» verso di lui.</p>
+
+<p>v. 56: «n'ha dato lei». Cosí ha L, e cosí credo si debba leggere, e non
+«n'ha dato a me», come posi nella mia antica ediz., tratto in errore dal
+Valeriani, che aveva rabberciato il passo con un «m'ha dato».</p>
+
+<p>v. 61: «Ché grave 'n lui». Pongo dinanzi a «lui» un «'n», che è in L
+e che avevo soppresso nella mia precedente edizione.</p>
+
+<p>Canz. III, v. 10. Per questo verso adotto, sebbene non sia nei codici,
+la buona lezione data dal <span class="smcap">Nannucci</span> nel suo <i>Manuale</i>.</p>
+
+<p>v. 14: «dolere». Cosí deve certamente leggersi per necessità di rima.</p></div>
+
+<p class="nota">IV<br />
+<br />
+PAOLO LANFRANCHI</p>
+
+<p>Un Paolo Lanfranchi da Pistoia, che è certamente il rimatore,
+perché nessun altro di questo nome apparisce in documenti
+pistoiesi, fu dal febbraio all'ottobre del 1282 a Bologna; vi era ancora
+il 21 gennaio del 1283 (v. il mio art. cit. nel <i>Libro e la stampa</i>,
+p. 144). Di lá, molto probabilmente, visitò insieme con Guiraut
+Riquier e Folquet de Lunel la corte di Pietro III d'Aragona nel
+1283 o nel 1284. Alla corte di quel re, e precisamente fra il 1283
+e il 1285, anno in cui morí Pietro III, scrisse il sonetto in provenzale:
+<i>Valentz segneur</i>. Piú tardi, dalla Spagna fece ritorno in
+Pistoia, donde fu bandito per violenze private nel 1291 (v. i miei
+<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41"></a>[41]</span>
+citt. <i>Studi e ricerche</i>, estr. dal <i>Bull. stor. pist.</i>, <span class="scp">XII</span>, 44). Pare che
+fosse ancora a Bologna nel 1295 (v. nel <i>Libro e la stampa</i>, nell'<i>Appendice</i>).
+Appartenne a una famiglia di mercanti.</p>
+
+<p>Degno di particolare attenzione è il suo sonetto provenzale,
+perché esso e i due di Dante da Maiano, sono i soli che si abbiano
+in quella lingua.</p>
+
+<p>Nelle poesie italiane rifugge dagli artifici, e fa versi facili e talvolta
+anche armoniosi. Nel son. «Un nobel e gentile imaginare»
+si sente sincero, sebbene crudo, il realismo della poesia popolare.
+Qualche sonetto è di argomento politico: pare che vi si alluda alla
+caduta della fortuna di Carlo d'Angiò: cosicché da questi suoi versi
+sembrerebbe che il Lanfranchi fosse stato di parte ghibellina.</p>
+
+<p>Il sonetto provenzale è nel Laurenziano XLI, 42 (L), i sonetti
+italiani sono nel Barberiniano XLV, 47 (oggi Vaticano 3953) (B) e
+due nell'Estense X, B, 10 (E).</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Son. II, v. 2: «gira e volge». Correggo cosí la mia antica ediz., mantenendomi
+fedele a B.</p>
+
+<p>v. 5. Credo bene attenermi a B, abbandonando la lezione data dal
+<span class="smcap">Baudi de Vesme</span>, che per il primo stampò questi sonetti: soltanto tolgo
+il «che» di B dinanzi a «tu 'l sai», e pongo «ora» e non «or» per necessità
+di verso.</p>
+
+<p>v. 7. Anche qui mi attengo a B, che dá un senso piú chiaro della lezione
+da me seguita nella precedente edizione.</p>
+
+<p>Son. III, v. 8. Veramente B ha «fa de mio amore, eo»: ma credo
+che, dividendo opportunamente, si debba leggere «de mi, o amore», e,
+correggendo la forma veneta «de mi» in «di me», venga fuori la lezione
+semplice e chiara «fa' di me, o Amor, ciò».</p>
+
+<p>Son. IV, v. 10. Come è nel ms., il verso manca d'una sillaba: per
+compierlo v'aggiungo il «si» innanzi a «sta».</p>
+
+<p>Son. VI, v. 2. Tolgo il «de», che avevo creduto di aggiungere in principio
+del verso, come non necessario.</p>
+
+<p>v. 12: «con te». Veramente B ha «cum ti», che è forma veneta (si ricordi
+che quel codice fu scritto da Niccolò de Rossi trivigiano), la quale
+agevolmente si può correggere in «con te».</p>
+
+<p>Son. VII, v. 3: «no el ghiaccio». Cosí mi permetto di correggere leggermente
+B, per ottenere la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 11: «transformormi». Cosí correggo, accettando la proposta fatta
+nella sua recensione alla mia ediz. dal <span class="smcap">De Geronimo</span>; intendendo come
+egli dice: «Dio e la natura erano irati, quando mi crearono e mi fecer diverso
+da ogni creatura».</p>
+
+<p>v. 12. Anche qui accetto la spiegazione del <span class="smcap">De Geronimo</span>: «Il rimatore,
+indispettito che Dio e la natura l'abbiano forse creato, in un momento
+<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42"></a>[42]</span>
+d'ira — Il loro — ei dice — quel ch'essi poteano non gittarono in egual
+misura di quel ch'io possa gettar via, e l'anima, che mi dettero chiara e
+pura, non la riavranno essi giammai». — </p>
+
+<p>Son. VIII, v. 4: «nota». Sospetto che debba dire «rota», cioè s'affatica
+seguendo il girare della ruota per arrivare al sommo di essa.</p></div>
+
+<p class="nota">V<br />
+<br />
+MEO DI BUGNO</p>
+
+<p>Pare sia stato figlio di un Bugno di Napoleone, che nel 1284
+fu bandito da Pistoia e che, tornato dall'esilio, fu nel 1287 del
+Consiglio del popolo per il quartiere di Porta S. Andrea; e credo
+sia proprio l'antico rimatore quel «<i>Muccius</i> (o <i>Bartromuccius</i>)
+<i>filius Bugni Napoleonis</i>», che il 21 marzo 1282 fu condannato per
+essere entrato a viva forza in una casa in Ripalta (v. i <i>Rimatori</i>,
+pp. <span class="scp">LXVI-LXVIII</span> e gli <i>Studi e ricerche</i>, pp. 40-41).</p>
+
+<p>Il suo unico sonetto ha qualche sapore di poesia popolare: è
+un sonetto di «noia» e vi si lamenta delle sue disavventure. È
+nel Barber. XLV, 47, oggi Vaticano 3953 (B) e nel R. Archivio di
+Stato di Venezia, <i>Deliberazioni del Maggior Consiglio, Comune I</i>.
+Io mi sono attenuto a B., correggendo il testo dato dal <span class="smcap">Gualandi</span>
+(<i>Accenni alle origini della lingua e della prosa italiana</i>, p. 17).</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43"></a>[43]</span></p>
+
+<h2><a name="GLOSSARIO_I" id="GLOSSARIO_I"></a>GLOSSARIO</h2>
+
+<p>
+<i>adastare</i> — stare, rimanere.
+</p>
+
+<p>
+<i>adesso</i> — subito (prov. <i>ades</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>adistato</i> — eccitato.
+</p>
+
+<p>
+<i>aggio</i> — ho.
+</p>
+
+<p>
+<i>aigua</i> — acqua.
+</p>
+
+<p>
+<i>aldo</i> — audo, odo (lat. <i>audio</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>alegge</i> (s') — elegge (s').
+</p>
+
+<p>
+<i>alungi</i> — allunghi, allontani (prov. <i>alonger</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>apprisa</i> — presa.
+</p>
+
+<p>
+<i>asaggio</i> — saggio, assaggiamento.
+</p>
+
+<p>
+<i>asizo</i> — posto (prov. <i>asiz</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>asseduto</i> — assediato.
+</p>
+
+<p>
+<i>attessa</i> — affanno, tormento.
+</p>
+
+<p>
+<i>autro</i> — altro.
+</p>
+
+<p>
+<i>avallo</i> — cado in valle, m'abbasso, mi scoraggio.
+</p>
+
+<p>
+<i>avegna</i> — avvenga.
+</p>
+
+<p>
+<i>aviso</i> — avviso, opinione; <i>dico di aviso</i> — cosí mi sembra.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>barnaggio</i> — baronaggio, signoria.
+</p>
+
+<p>
+<i>bassenza</i> — bassezza.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>caggiuto</i> — caduto.
+</p>
+
+<p>
+<i>certanza</i> — certezza.
+</p>
+
+<p>
+<i>cherere</i> — chiedere (lat. <i>quaerere</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>chero</i> (sost.) — domanda.
+</p>
+
+<p>
+<i>chi, chine</i> — che.
+</p>
+
+<p>
+<i>clamare</i> — chiamare (lat. <i>clamare</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>clero</i> — chiaro; <i>cosa clera</i> — il viso dell'amata.
+</p>
+
+<p>
+<i>coi</i> — cuoi.
+</p>
+
+<p>
+<i>comando</i> (sost.) — chi comanda (l'astratto per il concreto).
+</p>
+
+<p>
+<i>como</i> — come.
+</p>
+
+<p>
+<i>compagna</i> — compagnia.
+</p>
+
+<p>
+<i>coraggio</i> — cuore (prov. <i>coratge</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>coral</i> — che viene dal cuore (agg. da <i>core</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>corneggiato</i> — colpito con le corna.
+</p>
+
+<p>
+<i>crudero</i> — crudele.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>desirare</i> — desiderare (prov. <i>dezirer</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>dimoranza</i> — dimora.
+</p>
+
+<p>
+<i>dimostranza</i> — dimostrazione.
+</p>
+
+<p>
+<i>disacquista</i> — perde ciò che aveva acquistato.
+</p>
+
+<p>
+<i>disdetto</i> — ritrattazione.
+</p>
+
+<p>
+<i>diservire</i> — mal servire.
+</p>
+
+<p>
+<i>disfallo</i> — libero dal fallo commesso.
+</p>
+
+<p>
+<i>dispero</i> (sost.) — disperazione.
+</p>
+
+<p>
+<i>doblata</i> — raddoppiata (prov. <i>doblar</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>dobblanza</i> — doppiezza, infingimento, incertezza.
+</p>
+
+<p>
+<i>dolze</i> (agg.) — dolce.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44"></a>[44]</span>
+</p>
+
+<p>
+<i>dota</i> — dote. Al v. 8 del son. III del Lanfranchi: «e d'ogni estremitá
+li dá sua dota», intenderei: «ad essa (la ruota della fortuna) regala
+(«li dá sua dota») ogni estremo male».
+</p>
+
+<p>
+<i>dra</i> — contrazione da <i>derá</i>, <i>dará</i>.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>emaginare</i> — immaginare.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>fallenza</i> — fallo (prov. <i>falhensa</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>falligione</i> — fallo, errore.
+</p>
+
+<p>
+<i>fedele</i> — fidente, sicuro.
+</p>
+
+<p>
+<i>fenire</i> — finire.
+</p>
+
+<p>
+<i>ferneticare</i> — farneticare.
+</p>
+
+<p>
+<i>fier</i> — ferisce.
+</p>
+
+<p>
+<i>fio</i> — feudo.
+</p>
+
+<p>
+<i>fini</i> — finisci.
+</p>
+
+<p>
+<i>finimento</i> — fine.
+</p>
+
+<p>
+<i>for'</i> — senza; <i>for' fallenza</i> — senza fallo.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>guardo</i> — custodisco.
+</p>
+
+<p>
+<i>guigliardon</i> — guadagno.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>inanza</i> — avanza (prov. <i>enantir</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>in nel</i> — nel.
+</p>
+
+<p>
+<i>intensa</i> (anche <i>intendimento</i>) — inclinazione amorosa (prov. <i>entensa</i> o <i>entendemens</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>intervallo</i> — momentaneo allontanamento.
+</p>
+
+<p>
+<i>intiza</i> — persona amata.
+</p>
+
+<p>
+<i>ismisuranza</i> — dismisura.
+</p>
+
+<p>
+<i>istrano</i> — m'allontano.
+</p>
+
+<p>
+<i>iusto</i> — giusto (lat. <i>iustus</i>).
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>lane</i> (avv.) — lá.
+</p>
+
+<p>
+<i>larga</i> (è da) — è lontano.
+</p>
+
+<p>
+<i>leai</i> — leali.
+</p>
+
+<p>
+<i>leggero</i> (avv.) — leggermente.
+</p>
+
+<p>
+<i>loco</i> (avv.) — qui.
+</p>
+
+<p>
+<i>lui</i> (dat.) — a lui.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>maginare</i> — immaginare, aver nella mente.
+</p>
+
+<p>
+<i>mainera</i> — maniera; <i>prender mainera</i> — prender norma.
+</p>
+
+<p>
+<i>mano</i> ('n) — in balía.
+</p>
+
+<p>
+<i>membre</i> (da membrare) — ricordivi.
+</p>
+
+<p>
+<i>meretria</i> — meriterei; <i>merteria voi</i> — meriterei presso di voi.
+</p>
+
+<p>
+<i>messaggio</i> — messaggiero.
+</p>
+
+<p>
+<i>meve</i> — me.
+</p>
+
+<p>
+<i>mevi</i> — a me.
+</p>
+
+<p>
+<i>mezore</i> — maggiore.
+</p>
+
+<p>
+<i>miradore</i> — specchio, esempio (prov. <i>mirador</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>mistero</i> — mezzo.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>natura</i> — naturale sentimento.
+</p>
+
+<p>
+<i>nobel</i> — nobile.
+</p>
+
+<p>
+<i>nonde</i> — non ne.
+</p>
+
+<p>
+<i>norma</i> — modo, regola.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>obbriare</i> — obliare.
+</p>
+
+<p>
+<i>obrianza</i> — oblianza, oblío.
+</p>
+
+<p>
+<i>ostrero</i> — nemico, demonio.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>pagentero</i> — benigno.
+</p>
+
+<p>
+<i>pareglio</i> — pari, simigliante.
+</p>
+
+<p>
+<i>paro</i> — paio, sembro.
+</p>
+
+<p>
+<i>partuta</i> — parte.
+</p>
+
+<p>
+<i>patarino</i> — paterino (eretico).
+</p>
+
+<p>
+<i>persò</i> — perciò.
+</p>
+
+<p>
+<i>piacere</i> — volontà.
+</p>
+
+<p>
+<i>pietanza</i> — pietà.
+</p>
+
+<p>
+<i>piò</i> — piú.
+</p>
+
+<p>
+<i>plagere</i> (sost.) — piacere.
+</p>
+
+<p>
+<i>plageria</i> — piacerebbe.
+</p>
+
+<p>
+<i>poderoso</i> — colui che può, e anche possente, ricco (prov. <i>poderos</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>poggia d'onor</i> — fa maggiore onore, sale in onore.
+</p>
+
+<p>
+<i>poi</i> — poiché.
+</p>
+
+<p>
+<i>poi che</i> — sebbene.
+</p>
+
+<p>
+<i>porea</i> — potrebbe.
+</p>
+
+<p>
+<i>porte</i> — porto.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45"></a>[45]</span>
+</p>
+
+<p>
+<i>posi</i> — si può.
+</p>
+
+<p>
+<i>prefondo</i> — profondo.
+</p>
+
+<p>
+<i>priso</i> — preso.
+</p>
+
+<p>
+<i>privado</i> — familiare.
+</p>
+
+<p>
+<i>proferto</i> (ho) — mi sono espresso.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>quida</i> — quieta.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>rancura</i> — dolore.
+</p>
+
+<p>
+<i>regno</i> (verbo) — duro (prov. <i>renhar</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>reo</i> — re.
+</p>
+
+<p>
+<i>reparo</i> — riparo.
+</p>
+
+<p>
+<i>risprende</i> — risplende.
+</p>
+
+<p>
+<i>rivera</i> — stanza.
+</p>
+
+<p>
+<i>saggio</i> (avv.) — saviamente.
+</p>
+
+<p>
+<i>scur</i> (avv.) — oscuramente.
+</p>
+
+<p>
+<i>sembianza</i> — apparenza.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>semblante</i> (per) — per somiglianza (prov. <i>per semblansa</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>sentenzia</i> — spiegazione.
+</p>
+
+<p>
+<i>sentore</i> — sentimento.
+</p>
+
+<p>
+<i>sentuta</i> — sentimento; <i>non voglio mia sentuta</i> — non son padrone del mio sentimento.
+</p>
+
+<p>
+<i>será</i> — sará.
+</p>
+
+<p>
+<i>siguro</i> — sicuro.
+</p>
+
+<p>
+<i>smirata</i> — smisurata.
+</p>
+
+<p>
+<i>soffrenza</i> — sofferenza, paziente attesa.
+</p>
+
+<p>
+<i>sofrente</i> — sofferente.
+</p>
+
+<p>
+<i>somegli</i> (me) — mi sembri.
+</p>
+
+<p>
+<i>sormontare</i> — innalzare.
+</p>
+
+<p>
+<i>sove</i> — sovviene, soccorre.
+</p>
+
+<p>
+<i>soverchianza</i> (montare in) — diventare orgoglioso.
+</p>
+
+<p>
+<i>spera</i> — speranza.
+</p>
+
+<p>
+<i>spero</i> — specchio.
+</p>
+
+<p>
+<i>stallo</i> — dimora; <i>a fermo stallo</i> — in dimora ferma, fermamente, immutabilmente.
+</p>
+
+<p>
+<i>stande</i> — starne.
+</p>
+
+<p>
+<i>storma</i> — s'allontana dalla torma, s'allontana.
+</p>
+
+<p>
+<i>strado</i> — esco di strada.
+</p>
+
+<p>
+<i>Strettoia</i> — immaginario nome di paese, che vuole alludere alle strettezze in cui il poeta si trovò a Pistoia.
+</p>
+
+<p>
+<i>strove</i> — trova.
+</p>
+
+<p>
+<i>suoi</i> — suoli, sei solito.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>tardo</i> (avv.) — tardi.
+</p>
+
+<p>
+<i>torma</i> — schiera.
+</p>
+
+<p>
+<i>trabuccare</i> — traboccare, cadere.
+</p>
+
+<p>
+<i>turba</i> (verbo) — produce turbamento.
+</p>
+
+<p>
+<i>tuttora</i> — sempre.
+</p>
+
+<p class="pad2">
+<i>vallo</i> — valle.
+</p>
+
+<p>
+<i>veduta</i> — oggetto che si vede, figura, immagine.
+</p>
+
+<p>
+<i>veggi</i> — vedi.
+</p>
+
+<p>
+<i>veglia</i> — vecchia.
+</p>
+
+<p>
+<i>venegli</i> — convenegli, gli conviene.
+</p>
+
+<p>
+<i>venme</i> — vennemi, mi venne.
+</p>
+
+<p>
+<i>veo</i> — vedo.
+</p>
+
+<p>
+<i>vertá</i> — veritá (prov. <i>vertatz</i>).
+</p>
+
+<p>
+<i>visaggio</i> — viso.
+</p>
+
+<p>
+<i>visii</i> — cose vedute.
+</p>
+
+<p>
+<i>vo'</i> — voi, a voi, vi.
+</p>
+
+<p>
+<i>vorestu</i> — vorresti tu.
+</p>
+
+<p>
+<i>vorrea</i> — vorrei.
+</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47"></a>[47]</span></p>
+
+<h2><a name="II_RIMATORI_LUCCHESI" id="II_RIMATORI_LUCCHESI"></a>II<br />
+<br />
+RIMATORI LUCCHESI</h2>
+
+<p class="center">A CURA<br /><br />
+DI<br /><br />
+AMOS PARDUCCI</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49"></a>[49]</span></p>
+
+<h2><a name="BONAGIUNTA" id="BONAGIUNTA"></a>I<br />
+<br />
+BONAGIUNTA ORBICCIANI</h2>
+
+<h3>CANZONI</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center">È colpito dalla sventura; ma non perciò tralascerá di cantare
+la gioia che gli viene a mancare.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Avegna che partensa<br /></span>
+<span class="i0">meo cor faccia sentire<br /></span>
+<span class="i0">e gravozi tormenti sopportare,<br /></span>
+<span class="i0">non lasseragio sensa<br /></span>
+<span class="i0">dolse cantare e dire  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">una cusí gran gioia trapassare.<br /></span>
+<span class="i0">E rallegrare — altrui cosí feraggio<br /></span>
+<span class="i0">del meo greve damaggio,<br /></span>
+<span class="i0">per pianto in allegressa convertire;<br /></span>
+<span class="i0">siccome la balena  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">di ciò che rende e mena<br /></span>
+<span class="i0">la parte lá, u' dimora, fa gioire.<br /></span>
+<span class="i2">La gioi', ch'eo perdo e lasso,<br /></span>
+<span class="i0">mi strugge, mi consuma,<br /></span>
+<span class="i0">come candela ch'al foco s'accende.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">E sono stanco e lasso;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50"></a>[50]</span><br /></span>
+<span class="i0">meo foco non alluma,<br /></span>
+<span class="i0">ma quanto piú ci afanno men s'apprende.<br /></span>
+<span class="i0">E non risprende — alcuna mia vertude:<br /></span>
+<span class="i0">avanti si conchiude,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">siccome l'aire quando va tardando;<br /></span>
+<span class="i0">e come l'aigua viva<br /></span>
+<span class="i0">ch'alor è morta e priva<br /></span>
+<span class="i0">quando si va del corso disviando.<br /></span>
+<span class="i2">Disvio sí che bene  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">sentor di me no aggio,<br /></span>
+<span class="i0">non saccio com'eo vivo sí gravozo.<br /></span>
+<span class="i0">Oh Deo! che non m'avene<br /></span>
+<span class="i0">com'al leon selvaggio,<br /></span>
+<span class="i0">che tutto tempo vive poderozo  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">e odiozo — sensa pietate,<br /></span>
+<span class="i0">acciò che 'n veritate<br /></span>
+<span class="i0">lo meo greve dolor mostrar potesse<br /></span>
+<span class="i0">e la mia pena agresta<br /></span>
+<span class="i0">per opra manifesta,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">perché la gente mei me lo credesse?<br /></span>
+<span class="i2">Credo che non feráe<br /></span>
+<span class="i0">lontana dimoransa<br /></span>
+<span class="i0">lo core meo, che tanta pena dura:<br /></span>
+<span class="i0">mentre che viveráe  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">será fòr di speransa<br /></span>
+<span class="i0">d'aver giamai solasso né ventura.<br /></span>
+<span class="i0">Ma se natura, — che nd'ha lo podere,<br /></span>
+<span class="i0">n'avesse lo volere,<br /></span>
+<span class="i0">appena mi poría donar conforto.  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">Como l'augel che pia,<br /></span>
+<span class="i0">lo me' cor piange e cria<br /></span>
+<span class="i0">per la malvagia gente, che m'ha morto.<br /></span>
+<span class="i2">Morto fuss'eo pertanto<br /></span>
+<span class="i0">o nato non fuss'eo  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">o non sentisse ciò ch'eo veggo e sento;<br /></span>
+<span class="i0">perché 'l meo dolse canto<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51"></a>[51]</span><br /></span>
+<span class="i0">amar mi torna e reo<br /></span>
+<span class="i0">e in erransa lo innamoramento!<br /></span>
+<span class="i0">Ma 'l bon talento — ch'aggi' e 'l cor gioioso  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">plagente ed amoroso,<br /></span>
+<span class="i0">como la uliva non cangia verdura,<br /></span>
+<span class="i0">non cang'eo per ragione<br /></span>
+<span class="i0">di fina 'ntensione,<br /></span>
+<span class="i0">ancor mi sia cangiata la figura.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center">Rinasce all'amore,
+perché la donna sua lo esorta a sperare.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Fina consideransa<br /></span>
+<span class="i0">m'ha fatto risentir, ch'avea dormuto,<br /></span>
+<span class="i0">de lo gioiozo meo innamoramento.<br /></span>
+<span class="i0">Com'omo mentre avansa,<br /></span>
+<span class="i0">che cela lo procaccio e stanne muto  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">non s'atutasse per dimostramento,<br /></span>
+<span class="i0">eo non lo celeraggio in tal mainera<br /></span>
+<span class="i0">ch'io n'aggia riprendensa per ragione,<br /></span>
+<span class="i0">ma sí che 'n allegransa lo meo dire<br /></span>
+<span class="i0">si possa convertire.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">celando per l'autrui riprensione,<br /></span>
+<span class="i0">canteragio de la mia gioia intera.<br /></span>
+<span class="i2">Acciò, se in allegransa<br /></span>
+<span class="i0">e 'n gran conforto e in gioi' mi rimuto,<br /></span>
+<span class="i0">non è contra diritto insegnamento;  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ché l'omo fòr d'eransa,<br /></span>
+<span class="i0">sentendosi di gran guiza arriccuto,<br /></span>
+<span class="i0">ben dé' portar gioiozo lo talento.<br /></span>
+<span class="i0">E io porto gioiozo core e cèra,<br /></span>
+<span class="i0">e corpo e mente e tutta pensagione  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">per quella ch'amorozo mi fa gire,<br /></span>
+<span class="i0">in cui si pòn gradire<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52"></a>[52]</span><br /></span>
+<span class="i0">bellesse di sí gran divizione,<br /></span>
+<span class="i0">como l'oscuro in verso la lumera.<br /></span>
+<span class="i2">Cosí la disiansa  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">verrá compíta, e non será smarruto<br /></span>
+<span class="i0">lo mio acquistar per folle pensamento,<br /></span>
+<span class="i0">ché la dismizuransa<br /></span>
+<span class="i0">(ed ha lo core tanto combatuto)<br /></span>
+<span class="i0">non mi dará gravozo movimento.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">E se la gioia non torna guerrera,<br /></span>
+<span class="i0">faraggio ricca la mia intensione<br /></span>
+<span class="i0">e tutto tempo giammai non partire:<br /></span>
+<span class="i0">cosí sensa fallire<br /></span>
+<span class="i0">seraggio fòre de la condissione,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'a li amadori è forte crudera.<br /></span>
+<span class="i2">Ed è la sua plagensa forte e fèra<br /></span>
+<span class="i0">di gran guiza, che fra la pensagione<br /></span>
+<span class="i0">ne nasce erransa e fálla dismarrire,<br /></span>
+<span class="i0">vedendola partire,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">e me medesmo dá per istagione<br /></span>
+<span class="i0">una semblansa, che mi pare spera.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>III</h4>
+
+<p class="center">Sulla natura dell'onore e del piacere.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Similemente onore<br /></span>
+<span class="i0">como 'l piacere,<br /></span>
+<span class="i0">al meo parere,<br /></span>
+<span class="i0">s'acquista e si mantene;<br /></span>
+<span class="i0">e ambur hano un core  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">e un volere,<br /></span>
+<span class="i0">como savere<br /></span>
+<span class="i0">a li bon si convene.<br /></span>
+<span class="i0">Donqua dirá l'on: — Come<br /></span>
+<span class="i0">amburo han piú d'un nome,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53"></a>[53]</span><br /></span>
+<span class="i0">da poi che 'nsieme<br /></span>
+<span class="i0">son d'una speme<br /></span>
+<span class="i0">e d'un volere e d'uno intendimento? —<br /></span>
+<span class="i0">Però che son du' cose<br /></span>
+<span class="i0">in un voler conchiose:  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">dal piacer vène<br /></span>
+<span class="i0">in prima 'l bene,<br /></span>
+<span class="i0">und'onor cresce, ch'è suo compimento.<br /></span>
+<span class="i2">In prima che 'l piacere<br /></span>
+<span class="i0">è l'obedire,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">unde 'l servire<br /></span>
+<span class="i0">si move ogna stagione;<br /></span>
+<span class="i0">e non è alcun savere<br /></span>
+<span class="i0">da piú saglire<br /></span>
+<span class="i0">sensa 'l sufrire  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">per nessuna cagione.<br /></span>
+<span class="i0">Che 'l sofferire è tale,<br /></span>
+<span class="i0">e tanto monta e vale,<br /></span>
+<span class="i0">che fa compire<br /></span>
+<span class="i0">ogni volire  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">e d'ogni bene è somma e sentensa.<br /></span>
+<span class="i0">Chi non è sofferente<br /></span>
+<span class="i0">non può esser piacente,<br /></span>
+<span class="i0">né può montare<br /></span>
+<span class="i0">in grande affare.  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">Cotanto vien da fina canoscensa!<br /></span>
+<span class="i2">Cannoscensa si move<br /></span>
+<span class="i0">da senno intero,<br /></span>
+<span class="i0">corno dal cero,<br /></span>
+<span class="i0">quand'arde, lo sprendore,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">e tutte cose nòve<br /></span>
+<span class="i0">di stato altèro<br /></span>
+<span class="i0">di le' nascêro<br /></span>
+<span class="i0">e nasceno a tutt'ore.<br /></span>
+<span class="i0">A la sua signoria  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">si regge cortezia,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54"></a>[54]</span><br /></span>
+<span class="i0">tutta larghessa,<br /></span>
+<span class="i0">tutta prodessa,<br /></span>
+<span class="i0">pregio e leansa e tutto valimento.<br /></span>
+<span class="i0">Quel corpo lá u' si cria  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">giammai non falleria<br /></span>
+<span class="i0">né per ricchessa,<br /></span>
+<span class="i0">né per grandessa,<br /></span>
+<span class="i0">tanto lo guida fino insegnamento.<br /></span>
+<span class="i2">Tant'è l'om da pregiare  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">di canoscensa<br /></span>
+<span class="i0">e di valensa<br /></span>
+<span class="i0">quant'opra per ragione;<br /></span>
+<span class="i0">e tant'è da blasmare<br /></span>
+<span class="i0">quant'ha potensa  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">e intendensa<br /></span>
+<span class="i0">e non fa messione<br /></span>
+<span class="i0">per venire in orransa,<br /></span>
+<span class="i0">in lontana contansa,<br /></span>
+<span class="i0">e per potere  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">tra i bon capére<br /></span>
+<span class="i0">e conquistar l'onor, che s'abandona<br /></span>
+<span class="i0">per la dismizuransa<br /></span>
+<span class="i0">de la malvagia uzansa,<br /></span>
+<span class="i0">che fa valere  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">poco d'avere<br /></span>
+<span class="i0">piú che bontá u pregio di persona.<br /></span>
+<span class="i2">Se l'onor vi parlasse,<br /></span>
+<span class="i0">signor, ch'andate<br /></span>
+<span class="i0">e cavalcate  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">a guiza di maggiori,<br /></span>
+<span class="i0">non sría chi l'aspettasse,<br /></span>
+<span class="i0">se ben guardate<br /></span>
+<span class="i0">quel ch'operate<br /></span>
+<span class="i0">ver' lui nei vostri cori.  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55"></a>[55]</span></p>
+
+<h4>IV</h4>
+
+<p class="center">Si consola per aver ottenuto ciò che desiderava.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Fin amor mi conforta<br /></span>
+<span class="i0">e lo cor m'intalenta,<br /></span>
+<span class="i0">madonna, ch'io non penta,<br /></span>
+<span class="i0">di voi s'io innamorai.<br /></span>
+<span class="i0">Membrando ciò che porta,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">la vita n'è contenta,<br /></span>
+<span class="i0">avegna ch'io ne senta<br /></span>
+<span class="i0">tormenti pur asai.<br /></span>
+<span class="i0">Ca primamente amai<br /></span>
+<span class="i0">per ben piacere al vostro signoragio  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">d'aver fermo coragio,<br /></span>
+<span class="i0">a ciò ch'io per fermeze non dottasse<br /></span>
+<span class="i0">che'l meo lavor falsasse;<br /></span>
+<span class="i0">ché ch'incomenza mez'ha compimento,<br /></span>
+<span class="i0">se sa perseverare lo suo adoperamento.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i2">Ed io perseverando<br /></span>
+<span class="i0">la ricca incuminzanza,<br /></span>
+<span class="i0">condutt'ho la speranza,<br /></span>
+<span class="i0">al giorno ch'io sperava.<br /></span>
+<span class="i0">Non credo dispresiando  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">che voi contra onoranza<br /></span>
+<span class="i0">cometesse fallanza,<br /></span>
+<span class="i0">ch'io no la domandava;<br /></span>
+<span class="i0">ca ciò ch'io disiava<br /></span>
+<span class="i0">non era fòr di bono intendimento,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">ma vostro acrescimento.<br /></span>
+<span class="i0">Né a bona donna non si disconvene,<br /></span>
+<span class="i0">s'amor la sforza bene;<br /></span>
+<span class="i0">ché tal val molto che nulla varia,<br /></span>
+<span class="i0">per innamoramento di donna, che golía.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56"></a>[56]</span><br /></span>
+<span class="i2">Und'eo no mi dispero<br /></span>
+<span class="i0">di ciò ch'amor mi face,<br /></span>
+<span class="i0">ca guerra no ha pace<br /></span>
+<span class="i0">né amor conoscimento.<br /></span>
+<span class="i0">Se non ho ciò che chero,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">farò come chi tace<br /></span>
+<span class="i0">la cosa che li spiace<br /></span>
+<span class="i0">per fino intendimento.<br /></span>
+<span class="i0">E si serò contento<br /></span>
+<span class="i0">cosí del male e de le gravi pene  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">come sería del bene;<br /></span>
+<span class="i0">ch'Amor ha in sé ben tanto signoragio,<br /></span>
+<span class="i0">che mi pò dar coragio;<br /></span>
+<span class="i0">e l'ire e l'ane e le pene e la noia<br /></span>
+<span class="i0">mi poría ritornare a suo piacere in gioia.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>V</h4>
+
+<p class="center">Lodi della sua donna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Novellamente amore<br /></span>
+<span class="i0">d'una donna piacente<br /></span>
+<span class="i0">mi rallegra e mi conforta,<br /></span>
+<span class="i0">da poi che 'l suo valore<br /></span>
+<span class="i0">mi s'ha fatto servente;  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">che cotanto preso porta<br /></span>
+<span class="i0">d'esser la meglio acorta — tuttavia<br /></span>
+<span class="i0">di null'altra che sia,<br /></span>
+<span class="i0">la cui alta piacensa<br /></span>
+<span class="i0">divisando non si pensa.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">Ell'è quella c'ha morta — villania,<br /></span>
+<span class="i0">l'orgoglio e la follia;<br /></span>
+<span class="i0">e senno e caunoscensa<br /></span>
+<span class="i0">da colei prende crescensa.<br /></span>
+<span class="i2">La beltá, che mantene,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">se pare in nulla parte.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57"></a>[57]</span><br /></span>
+<span class="i0">ogn'altra beltá dispare;<br /></span>
+<span class="i0">chi piú mente la tene,<br /></span>
+<span class="i0">piú fatta par per arte,<br /></span>
+<span class="i0">tuttora piú bella pare.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">E lo suo risguardare — gaio e gente,<br /></span>
+<span class="i0">cui colpa, cuoce e sente<br /></span>
+<span class="i0">di sí dolce ferita<br /></span>
+<span class="i0">che nde cresce gioia e vita;<br /></span>
+<span class="i0">e piú per lo parlare — suo piacente  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">'nnamora tutta gente;<br /></span>
+<span class="i0">cosí è ben partita<br /></span>
+<span class="i0">ch'a dir non sería finita.<br /></span>
+<span class="i2">Per lo piacer m'ha vinto,<br /></span>
+<span class="i0">per lo parlar distretto,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">per l'operare conquiso,<br /></span>
+<span class="i0">per la beltá m'ha cinto,<br /></span>
+<span class="i0">che 'l core da lo petto<br /></span>
+<span class="i0">pare che mi sia diviso,<br /></span>
+<span class="i0">com'albore succiso — con catene.  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">La sua vertute bene<br /></span>
+<span class="i0">vive in tale manera<br /></span>
+<span class="i0">ca, vivendo, par che pèra.<br /></span>
+<span class="i0">Ma l'amoroso viso, — che mi tene<br /></span>
+<span class="i0">in sospiri e in pene,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">non credo che soffèra<br /></span>
+<span class="i0">che per lui morte mi fèra.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>VI</h4>
+
+<p class="center">Ama la sua donna, della quale loda le virtú;
+ma non ha coraggio di manifestarle il suo amore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Gioia né ben non è senza conforto<br /></span>
+<span class="i0">né senza ralegranza,<br /></span>
+<span class="i0">né ralegranza sanza — fino amore:<br /></span>
+<span class="i0">rason è chi venir vole a bon porto<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58"></a>[58]</span><br /></span>
+<span class="i0">de la sua desianza  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">che in amoranza — metta lo suo core;<br /></span>
+<span class="i0">ché per lo flore — spera l'omo frutto<br /></span>
+<span class="i0">e per amor ciò ch'è disiderato.<br /></span>
+<span class="i0">Perché l'amore è dato<br /></span>
+<span class="i0">a gioia e a conforto senza inganno;  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ché, se patisse inganno, — fôra strutto<br /></span>
+<span class="i0">lo ben d'amor, che tanto è conservato,<br /></span>
+<span class="i0">né fôra disiato<br /></span>
+<span class="i0">s'avesse men di gioia che d'afanno.<br /></span>
+<span class="i2">Tant'è la gioia, lo preso e la piacenza,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">la 'ntendenza — e l'onore<br /></span>
+<span class="i0">e lo valore — e 'l fino 'nsegnamento,<br /></span>
+<span class="i0">che nascon d'amorosa caunoscenza,<br /></span>
+<span class="i0">che differenza — amore<br /></span>
+<span class="i0">no è prenditore — da vero compimento.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Ma fallimento — fôra a conquistare<br /></span>
+<span class="i0">senza affanare — cosí gran dilettanza,<br /></span>
+<span class="i0">ca per la soverchianza<br /></span>
+<span class="i0">vive in erranza — quel che s'umilia.<br /></span>
+<span class="i0">Chi gio' non dia — non pò gioia aquistare,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">né bene amare — chi non ha in sé amanza,<br /></span>
+<span class="i0">né compir la speranza<br /></span>
+<span class="i0">chi no lassa di quel che piú disia.<br /></span>
+<span class="i2">Perché sería fallire a dismisura<br /></span>
+<span class="i0">a la pintura — andare  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">chi pò mirare — la propria sustanza;<br /></span>
+<span class="i0">ché di bel giorno vist'ho notte scura,<br /></span>
+<span class="i0">contra natura, — fare<br /></span>
+<span class="i0">e traportare — lo bene in malenanza.<br /></span>
+<span class="i0">Unde bastanza — fôra, donna mia,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">se cortesia — mercede in voi trovasse,<br /></span>
+<span class="i0">che l'afanno passasse<br /></span>
+<span class="i0">e ritornasse — in gioia e in piacere,<br /></span>
+<span class="i0">ché troppo sofferére — mi contraría;<br /></span>
+<span class="i0">com'om, ch'è 'n via — per gir, che dimorasse  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59"></a>[59]</span><br /></span>
+<span class="i0">e 'nanti non andasse<br /></span>
+<span class="i0">né ritornasse — contra suo volere.<br /></span>
+<span class="i2">Volere agio e speranza d'avanzare<br /></span>
+<span class="i0">lo meo cominciamento<br /></span>
+<span class="i0">per tal convento — ch'eo voi sia in piacere.  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">E ben volesse a reto ritornare,<br /></span>
+<span class="i0">contra lo meo talento,<br /></span>
+<span class="i0">né valimento — n'agio né podere.<br /></span>
+<span class="i0">Cosí mi fère — l'amor, che m'ha priso<br /></span>
+<span class="i0">del vostro viso — gente e amoroso,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">per cui vivo gioioso,<br /></span>
+<span class="i0">e disioso — sí ch'eo moro amando!<br /></span>
+<span class="i0">E ciò ch'eo dico nullo dir m'è aviso,<br /></span>
+<span class="i0">sí m'ha conquiso — e fatto pauroso<br /></span>
+<span class="i0">l'amore, ch'agio ascoso,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">piú ch'eo non oso — dire a voi, parlando.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>VII</h4>
+
+<p class="center">Dopo aver parlato della lotta, che combatte per la sua donna
+disserta sul ben fare e sulla follia.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Sperando lungamente in acrescenza<br /></span>
+<span class="i0">trar contendenza — d'alto signoragio,<br /></span>
+<span class="i0">che mi dá tal coragio<br /></span>
+<span class="i0">ch'ogn'altr'om i' ne credo sovrastare,<br /></span>
+<span class="i0">di ben servir mi dona caunoscenza,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">che da ubidenza — nat'è per lignagio.<br /></span>
+<span class="i0">E non è alcun paragio,<br /></span>
+<span class="i0">che a l'ubidir si possa asimigliare,<br /></span>
+<span class="i0">però che fa l'om fin preso aquistare<br /></span>
+<span class="i0">e 'navanzare, e nascende onoranza  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">e ricca nominanza.<br /></span>
+<span class="i0">Servire e ubidenza<br /></span>
+<span class="i0">vegnon da cognoscenza;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60"></a>[60]</span><br /></span>
+<span class="i0">di caunoscenza non è dubitato<br /></span>
+<span class="i0">che nasce per fin senno ed è provato.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i2">Da senno ven largheza, e cortesia<br /></span>
+<span class="i0">oblia — torto, orgoglio e scaunoscenza<br /></span>
+<span class="i0">e tutt'altra fallenza,<br /></span>
+<span class="i0">che per rasion potesse dispiacere.<br /></span>
+<span class="i0">E chi ben fa non usa villania,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">né follia — comporta sofferenza;<br /></span>
+<span class="i0">ed è matta credenza<br /></span>
+<span class="i0">che l'un coll'altro possa sofferére,<br /></span>
+<span class="i0">però che son diversi di valere;<br /></span>
+<span class="i0">ché l'un val pregio, unde s'aquista amore,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">e l'altro disamore.<br /></span>
+<span class="i0">Però han diversitate<br /></span>
+<span class="i0">e contrarietate;<br /></span>
+<span class="i0">ché l'un contrar' per l'altro si disvia,<br /></span>
+<span class="i0">come per morte vita tuttavia.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>VIII</h4>
+
+<p class="center">Lodi dell'amore: prega madonna che lo voglia amare.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Uno giorno aventuroso,<br /></span>
+<span class="i0">pensando in la mia mente<br /></span>
+<span class="i0">com'amor m'avea inalzato,<br /></span>
+<span class="i0">i' stava com'om dottoso,<br /></span>
+<span class="i0">da che meritatamente  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">non serve a chi l'ha onorato.<br /></span>
+<span class="i0">Però vòlsi cantare<br /></span>
+<span class="i0">lo certo affinamento,<br /></span>
+<span class="i0">perché l'amor piú flore<br /></span>
+<span class="i0">e luce e sta 'n vigore  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">di tutto piacimento,<br /></span>
+<span class="i0">gioia tene in talento<br /></span>
+<span class="i0">e fa ogn'atro presio sormontare.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61"></a>[61]</span><br /></span>
+<span class="i2">Montasi ogne stasione,<br /></span>
+<span class="i0">però fronde e fiore e frutta,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">l'afinata gioi' d'amore;<br /></span>
+<span class="i0">per questa sola rasione<br /></span>
+<span class="i0">a lui è data e condutta<br /></span>
+<span class="i0">ogne cosa, c'ha sentore:<br /></span>
+<span class="i0">sí come par, li auselli  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">chiaman sua signoria<br /></span>
+<span class="i0">tra lor divisamente<br /></span>
+<span class="i0">tanto pietosamente,<br /></span>
+<span class="i0">e l'amorosa via<br /></span>
+<span class="i0">commenda tuttavia  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">perché comune vòlse usar con elli.<br /></span>
+<span class="i2">Donqua, la comune usanza<br /></span>
+<span class="i0">ha l'amor cosí agradito,<br /></span>
+<span class="i0">che da tutti 'l fa laudare.<br /></span>
+<span class="i0">Gentil donna, pietanza  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">inver' me, che so' ismarito<br /></span>
+<span class="i0">e tempesto più che mare.<br /></span>
+<span class="i0">Non guardate in me, fina;<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo vi son servidore:<br /></span>
+<span class="i0">tragete simiglianza  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">da l'amorosa usanza,<br /></span>
+<span class="i0">che da piciolo onore<br /></span>
+<span class="i0">ingrandisce talore,<br /></span>
+<span class="i0">e 'l ben possente a la stasion dichina.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>IX</h4>
+
+<p class="center">Si rallegra pensando alla gioia che spera d'avere.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Infra le gioi' piacenti<br /></span>
+<span class="i0">considerando sono<br /></span>
+<span class="i0">a ciascuno amadore<br /></span>
+<span class="i0">li dolci intendimenti,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62"></a>[62]</span><br /></span>
+<span class="i0">unde si move dono,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">che merita l'amore.<br /></span>
+<span class="i0">Ed io n'agio lo core — cosí temente<br /></span>
+<span class="i0">per voi, che 'nfra la gente<br /></span>
+<span class="i0">siete como diamante precioso,<br /></span>
+<span class="i0">fra l'altre gieme tanto grazioso.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i2">Sí graziosa appare<br /></span>
+<span class="i0">a la mia percepenza<br /></span>
+<span class="i0">la gio', che 'l core spera,<br /></span>
+<span class="i0">deo considerare<br /></span>
+<span class="i0">con senno e con piacenza  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">sí com'eo l'agia intera,<br /></span>
+<span class="i0">e no lassar maniera — che sia laudata<br /></span>
+<span class="i0">per me, ch'è straniata.<br /></span>
+<span class="i0">Sí fort'è l'amoroso intendimento<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo nol pozo celar com'eo lo sento.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i2">Sentomi sí gioioso<br /></span>
+<span class="i0">quando mi penso bene<br /></span>
+<span class="i0">la gio', ch'eo degio avere,<br /></span>
+<span class="i0">vivonde coragioso<br /></span>
+<span class="i0">ch'a lo core mi vène  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">un sí fèro volere,<br /></span>
+<span class="i0">che mi tolle'l savere — e l'entendanza;<br /></span>
+<span class="i0">cotant'è l'abondanza<br /></span>
+<span class="i0">de l'amoroso foco, che m'incende,<br /></span>
+<span class="i0">membrando l'alta gio', che 'l core atende.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i2">Atendo di compire,<br /></span>
+<span class="i0">e vado sogiornando<br /></span>
+<span class="i0">in questo mio viagio;<br /></span>
+<span class="i0">e s'eo per tosto gire<br /></span>
+<span class="i0">potesse, come stando,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">compier lo meo coragio,<br /></span>
+<span class="i0">farea questo passagio — in tal manera,<br /></span>
+<span class="i0">che falcon di rivera<br /></span>
+<span class="i0">apena credo ch'avanti mi gisse<br /></span>
+<span class="i0">per fin che 'l meo viagio si compisse.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63"></a>[63]</span><br /></span>
+<span class="i2">Compíta, amorosa,<br /></span>
+<span class="i0">avenente, cortese<br /></span>
+<span class="i0">donna delle migliori,<br /></span>
+<span class="i0">per cui mi è gioiosa<br /></span>
+<span class="i0">la contrada luchese,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">apareno li fiori<br /></span>
+<span class="i0">inver' li nostri amori, — che son cotanti;<br /></span>
+<span class="i0">li amorosi sembianti<br /></span>
+<span class="i0">continuati son di gio' compíta,<br /></span>
+<span class="i0">che no mentisce l'amorosa vita.  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>X</h4>
+
+<p class="center">Non ha l'amore della sua donna e vorrebbe dimenticarla:
+non essendogli ciò possibile, invoca da lei la fine dei suoi mali.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Quando apar l'aulente fiore,<br /></span>
+<span class="i0">lo tempo dolze e serino,<br /></span>
+<span class="i0">gli auscelletti infra gli albóre<br /></span>
+<span class="i0">ciascun canta in suo latino:<br /></span>
+<span class="i0">per lo dolze canto e fino  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">si confortan gli amadore,<br /></span>
+<span class="i0">quegli ch'aman lealmente.<br /></span>
+<span class="i0">Eo lasso no rifino<br /></span>
+<span class="i0">per quella che 'l meo core<br /></span>
+<span class="i0">va pensoso infra la gente.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i2">Per quella, che m'ha in ballía<br /></span>
+<span class="i0">e m'ha d'amore conquiso<br /></span>
+<span class="i0">vo pensoso nott'e dia,<br /></span>
+<span class="i0">per quella col chiaro viso:<br /></span>
+<span class="i0">co' riguardi e dolce riso  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">m'ha lanciato e mi distringe<br /></span>
+<span class="i0">la piú dolze criatura.<br /></span>
+<span class="i0">Lasso! quando m'ebe priso<br /></span>
+<span class="i0">d'amor tutor mi s'infinge,<br /></span>
+<span class="i0">pare di me non ha cura  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64"></a>[64]</span><br /></span>
+<span class="i2">Cogli sguardi m'ha conquiso,<br /></span>
+<span class="i0">parlando ond'io mi doglio,<br /></span>
+<span class="i0">lasso! quando m'ebe priso;<br /></span>
+<span class="i0">or mi va menando orgoglio.<br /></span>
+<span class="i0">Adunque partir mi voglio  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">d'Amore e di suo servire<br /></span>
+<span class="i0">e de li falsi riguardi,<br /></span>
+<span class="i0">e fare ciò ch'io non soglio<br /></span>
+<span class="i0">. . . . . mantenire<br /></span>
+<span class="i0">per quella, che tuto m'ardi.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i2">Ben me ne voría partire<br /></span>
+<span class="i0">s'unque lo potesse fare;<br /></span>
+<span class="i0">m'adoblaran li martíre,<br /></span>
+<span class="i0">non ne poría in ciò campare.<br /></span>
+<span class="i0">Adunqua mi conven stare  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">a la sua dolze speranza<br /></span>
+<span class="i0">e non essere argoglioso,<br /></span>
+<span class="i0">ma tutor merzé chiamare:<br /></span>
+<span class="i0">forse ne verá pietanza<br /></span>
+<span class="i0">quella, c'ha 'l viso amoroso.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i2">Canzonetta dolze e fina,<br /></span>
+<span class="i0">va', saluta la più gente;<br /></span>
+<span class="i0">vann'a quella, ch'è regina<br /></span>
+<span class="i0">di tuti gl'insegnamente.<br /></span>
+<span class="i0">Da mia parte t'apresente,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">e si le chiama merzide<br /></span>
+<span class="i0">che non degia piú sofrire<br /></span>
+<span class="i0">ch'io patisca esti tormente:<br /></span>
+<span class="i0">ca rimembrando m'auzide<br /></span>
+<span class="i0">e d'amor mi fa languire.  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65"></a>[65]</span></p>
+
+<h4>XI</h4>
+
+<p class="center">Credeva di non essere amato; ma ha avuto torto. E n'è lietissimo.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Ben mi credea in tutto esser d'Amore<br /></span>
+<span class="i0">certamente allungiato;<br /></span>
+<span class="i0">sí m'era fatto selvaggio e stranero.<br /></span>
+<span class="i0">Or sento che in erranza era 'l meo core;<br /></span>
+<span class="i0">ché non m'avía ubliato,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">né riguardato il meo coraggio fèro.<br /></span>
+<span class="i0">Poiché servo, m'ha dato, per servire,<br /></span>
+<span class="i0">a quella, a cui grandire<br /></span>
+<span class="i0">si può somma piacenza<br /></span>
+<span class="i0">e somma conoscenza;  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">che tutte gioie di biltate ha vinto,<br /></span>
+<span class="i0">sí come grana vince ogn'altro tinto.<br /></span>
+<span class="i2">Tant'allegrezza nel meo core abbonda<br /></span>
+<span class="i0">di sí alto servaggio<br /></span>
+<span class="i0">che m'ha e tiemmi tutto in suo volere,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">che non posa giá mai, se non com'onda,<br /></span>
+<span class="i0">membrando il suo visaggio<br /></span>
+<span class="i0">ch'ammorza ogn'altro viso e fa sparere<br /></span>
+<span class="i0">in tal manera che lá 've ella appare<br /></span>
+<span class="i0">nessun la può guardare,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">e mettelo in errore.<br /></span>
+<span class="i0">Tant'è lo suo splendore<br /></span>
+<span class="i0">che passa il sole, di vertute spera,<br /></span>
+<span class="i0">e stella e luna ed ogn'altra lumera.<br /></span>
+<span class="i2">Amor, lo tempo ch'era senza amanza,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">mi sembra in veritate,<br /></span>
+<span class="i0">ancor vivesse, ch'era senza vita;<br /></span>
+<span class="i0">ch'a viver senza Amor no è baldanza<br /></span>
+<span class="i0">né possibilitate<br /></span>
+<span class="i0">d'alcun pregio acquistar di gioi' gradita.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66"></a>[66]</span><br /></span>
+<span class="i0">Onde fallisce troppo oltra misora<br /></span>
+<span class="i0">qual uom non s'innamora,<br /></span>
+<span class="i0">ch'Amore ha in sé vertode:<br /></span>
+<span class="i0">del vile uom face prode,<br /></span>
+<span class="i0">s'egli è villano in cortesia lo muta,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">di scarso largo a divenir lo aiuta.<br /></span>
+<span class="i2">Ciascuna guisa d'Amor graziosa,<br /></span>
+<span class="i0">secondo la natura<br /></span>
+<span class="i0">che vien da gentil luoco, ha in sé valore,<br /></span>
+<span class="i0">come arbore quand'è fruttiferosa.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">Qual frutto è piú in altura<br /></span>
+<span class="i0">avanza tutti gli atri di savore.<br /></span>
+<span class="i0">Onde la gioia mia passa l'ottíma,<br /></span>
+<span class="i0">quant'è più d'alta cima;<br /></span>
+<span class="i0">di cui si può dir bene  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">fontana d'ogni bene;<br /></span>
+<span class="i0">ché di lei sorge ogn'altro ben terreno,<br /></span>
+<span class="i0">come acqua viva che mai non vien meno.<br /></span>
+<span class="i2">Dunque m'allegro certo a gran rasione;<br /></span>
+<span class="i0">ch'io mi posso allegrare,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">poi sono amato ed amo sí altamente.<br /></span>
+<span class="i0">Anzi servir, mi trovo guiderdone<br /></span>
+<span class="i0">sí soave umiliare<br /></span>
+<span class="i0">ver' me, per darmi gioia, l'avvinente.<br /></span>
+<span class="i0">Però più graziosa è la mia gioia  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">ca l'aggio senza noia;<br /></span>
+<span class="i0">ché non è costumanza<br /></span>
+<span class="i0">cosí gran dilettanza<br /></span>
+<span class="i0">ch'Amore giá mai desse a nullo amante.<br /></span>
+<span class="i0">Però m'allegro senza simigliante.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Considerando tutto quel ch'è detto<br /></span>
+<span class="i0">a quel ch'è a dir rispetto,<br /></span>
+<span class="i0">è l'ombra, al meo parere;<br /></span>
+<span class="i0">ché non mi par sapere,<br /></span>
+<span class="i0">se di sua forma parlare volesse,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">che solo un membro laudare compiesse.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67"></a>[67]</span></p>
+
+<h3>DISCORDI</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center">Invita pulzelle e maritate a darsi alla gioia e all'amore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Quando vegio la rivera<br /></span>
+<span class="i0">e le pratora fiorire,<br /></span>
+<span class="i0">e partir lo verno ch'era,<br /></span>
+<span class="i0">e la state rivenire,<br /></span>
+<span class="i0">e li auselli in schiera  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">cantare e risbaldire,<br /></span>
+<span class="i0">no mi posso sofferire<br /></span>
+<span class="i0">di non farne dimostranza;<br /></span>
+<span class="i0">ch'io agio odito dire<br /></span>
+<span class="i0">ch'una grande allegranza  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">non si pò bene covrire,<br /></span>
+<span class="i0">se cotanto s'innavanza!<br /></span>
+<span class="i0">E l'amanza — per usanza,<br /></span>
+<span class="i0">c'ho de la frescura,<br /></span>
+<span class="i0">e li alori, — che de' fiori  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">rende la verdura,<br /></span>
+<span class="i0">sí m'incora — e innamora<br /></span>
+<span class="i0">che mi disnatura.<br /></span>
+<span class="i0">Und'io trovo novi canti<br /></span>
+<span class="i0">per solazo degli amanti  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">che ne canti — tutti quanti.<br /></span>
+<span class="i2">Chi trova casione<br /></span>
+<span class="i0">fa contra rasione,<br /></span>
+<span class="i0">ch'or'è la stasione<br /></span>
+<span class="i0">di far messione;  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">a ciò che sia conforto<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68"></a>[68]</span><br /></span>
+<span class="i0">lo tempo, ch'è passato,<br /></span>
+<span class="i0">di quelle, c'han diporto<br /></span>
+<span class="i0">di core innamorato,<br /></span>
+<span class="i0">che non degia esser morto  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">chi di bon cor è amato.<br /></span>
+<span class="i0">Voi, pulzelle,<br /></span>
+<span class="i0">novelle,<br /></span>
+<span class="i0">sí belle,<br /></span>
+<span class="i0">issa vo' intendete;  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">maritate,<br /></span>
+<span class="i0">ch'amate<br /></span>
+<span class="i0">istate<br /></span>
+<span class="i0">lungamente sète;<br /></span>
+<span class="i0">dalli amanti  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">davanti<br /></span>
+<span class="i0">cotanti<br /></span>
+<span class="i0">piú non v'atenete.<br /></span>
+<span class="i0">Rendete le fortesse,<br /></span>
+<span class="i0">ché noi vegnán per esse:  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">non state piú in duresse.<br /></span>
+<span class="i2">Che l'altesse<br /></span>
+<span class="i0">son duresse,<br /></span>
+<span class="i0">che voi dimostrate;<br /></span>
+<span class="i0">e feresse  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">e crudellesse,<br /></span>
+<span class="i0">quando disdegnate.<br /></span>
+<span class="i0">Se paresse<br /></span>
+<span class="i0">a voi stesse,<br /></span>
+<span class="i0">or non v'amantate;  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">e vivete — in allegranza<br /></span>
+<span class="i0">e compiete — la speranza<br /></span>
+<span class="i0">di color, che n'han fidanza,<br /></span>
+<span class="i0">per l'altèra — primavera;<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l tempo è gaudente,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">e la spera — e la cèra<br /></span>
+<span class="i0">chiara de la gente.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69"></a>[69]</span></p>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center">Si lamenta della durezza della donna sua, che un tempo lo aveva fatto
+sperar bene: ha fiducia però ch'ella un giorno muti pensiero.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Oi, amadori, intendete l'affanno<br /></span>
+<span class="i0">doglioso, che m'avene,<br /></span>
+<span class="i0">che mi convene — una donna servire<br /></span>
+<span class="i0">ed ubidire — sovente;<br /></span>
+<span class="i0">però ch'io l'ho 'n talento  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">e penaci la mente<br /></span>
+<span class="i0">e 'l cor ne sta in tormento;<br /></span>
+<span class="i0">e li tormenti e li gravosi dogli,<br /></span>
+<span class="i0">ch'io per suo amor patisco.<br /></span>
+<span class="i0">Non mi faría l'om tanta guisa noia,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">s'io da lei gioia — avesse<br /></span>
+<span class="i0">in vista od in sembiante;<br /></span>
+<span class="i0">ma mostrami duresse<br /></span>
+<span class="i0">quando le son davante.<br /></span>
+<span class="i2">Davante che 'l meo core s'aprendesse  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">del suo dolze piagere,<br /></span>
+<span class="i0">mostravami di darmi intendimento.<br /></span>
+<span class="i0">Or m'ha messo 'n arsura,<br /></span>
+<span class="i0">sí ch'io non ho possanza;<br /></span>
+<span class="i0">di me non mette cura.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Vede se fa fallanza!<br /></span>
+<span class="i0">Ma non falla tanto<br /></span>
+<span class="i0">quella per cui canto,<br /></span>
+<span class="i0">ca s'io fosse santo,<br /></span>
+<span class="i0">sanza il suo volire,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'io no lasasse<br /></span>
+<span class="i0">per ella non pecasse,<br /></span>
+<span class="i0">s'ella m'amasse<br /></span>
+<span class="i0">o mostrasse — piacire.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70"></a>[70]</span><br /></span>
+<span class="i0">E messire — Ivano  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">e 'l dolze Tristano<br /></span>
+<span class="i0">ciascun fue sotano<br /></span>
+<span class="i0">ver' me di languire.<br /></span>
+<span class="i2">S'io languisco,<br /></span>
+<span class="i0">non perisco,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">ma nodrisco — in disianza;<br /></span>
+<span class="i0">vo penando<br /></span>
+<span class="i0">e pensando<br /></span>
+<span class="i0">e chiamando — pietanza:<br /></span>
+<span class="i0">come nave,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">che, soave,<br /></span>
+<span class="i0">che sta in grave — tempestanza.<br /></span>
+<span class="i0">Cotanto amo,<br /></span>
+<span class="i0">che pur bramo<br /></span>
+<span class="i0">d'incarnare infra l'amore:  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i2">sto ne' ramo<br /></span>
+<span class="i0">piú ch'Adamo<br /></span>
+<span class="i0">per lo pome de l'erore.<br /></span>
+<span class="i0">Né non dico,<br /></span>
+<span class="i0">né disdico,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">né non faccio dimostranza<br /></span>
+<span class="i0">né amico,<br /></span>
+<span class="i0">né nemico<br /></span>
+<span class="i0">per la mia dolze speranza.<br /></span>
+<span class="i0">S'eo la sguardo,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">'ncendo ed ardo,<br /></span>
+<span class="i0">tanto temo no le spiaccia;<br /></span>
+<span class="i0">sí ne 'mbardo<br /></span>
+<span class="i0">ca tuto ardo,<br /></span>
+<span class="i0">par che tuto mi disfaccia.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Muovi, dansa,<br /></span>
+<span class="i0">per amansa<br /></span>
+<span class="i0">di quella gentil donzella:<br /></span>
+<span class="i0">di' che cansa<br /></span>
+<span class="i0">la speransa,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71"></a>[71]</span><br /></span>
+<span class="i0">se da me piú si rubella;<br /></span>
+<span class="i0">ché mi tiene<br /></span>
+<span class="i0">'n tante pene<br /></span>
+<span class="i0">ch'io non posso piú durare;<br /></span>
+<span class="i0">ma la spene  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">mi mantiene,<br /></span>
+<span class="i0">per ch'io spero di cantare.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72"></a>[72]</span></p>
+
+<h3>BALLATE</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center">Non si vantino le proprie virtú.
+Dio disperda chi male amministra la giustizia.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Molto si fa biasmare<br /></span>
+<span class="i0">chi loda lo su' afare<br /></span>
+<span class="i0">e poi torn' al niente.<br /></span>
+<span class="i2">E molto piú disvia<br /></span>
+<span class="i0">e cade in gran falenza  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">chi usa pur folia<br /></span>
+<span class="i0">e non ha canoscenza:<br /></span>
+<span class="i0">qual om ha piú balía<br /></span>
+<span class="i0">piú dé' aver soferenza<br /></span>
+<span class="i0">per piacer a la gente.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i2">Molti son che no sanno<br /></span>
+<span class="i0">ben dir, né operare:<br /></span>
+<span class="i0">sed han buon prescio un anno,<br /></span>
+<span class="i0">non è da curuciare;<br /></span>
+<span class="i0">ché tutto torna a danno.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">Falso prescio durare<br /></span>
+<span class="i0">non pora lungamente.<br /></span>
+<span class="i2">Qual om è laldatore<br /></span>
+<span class="i0">de lo su' fatto stesse<br /></span>
+<span class="i0">non ha ben gran valore  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">né ben ferme prodesse;<br /></span>
+<span class="i0">ma l'uom, ch'è di buon cuore,<br /></span>
+<span class="i0">tace le su' arditesse<br /></span>
+<span class="i0">ed ède piú piacente.<br /></span>
+<span class="i2">Valor no sta celato,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">né prescio, né prodessa,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73"></a>[73]</span><br /></span>
+<span class="i0">né omo inamorato,<br /></span>
+<span class="i0">né ben grand'alegressa:<br /></span>
+<span class="i0">come 'l fochio lumato,<br /></span>
+<span class="i0">quando la fiam'ha messa,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">si mossa grandemente.<br /></span>
+<span class="i2">Strugga Dio li noiosi,<br /></span>
+<span class="i0">falsi iscanoscienti,<br /></span>
+<span class="i0">che viven odiosi<br /></span>
+<span class="i0">di que' che son piacenti;  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">dinanzi so' amorosi,<br /></span>
+<span class="i0">dirieto son pungenti,<br /></span>
+<span class="i0">com'aspido serpente.<br /></span>
+<span class="i2">Sieden su per li banchi<br /></span>
+<span class="i0">facendo lor consiglio:  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">dei driti fanno manchi,<br /></span>
+<span class="i0">del nero bianco giglio,<br /></span>
+<span class="i0">e nonde sono istanchi;<br /></span>
+<span class="i0">und'e' mi meraviglio<br /></span>
+<span class="i0">come Dio lo consente.  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i2">Balata, in cortesia,<br /></span>
+<span class="i0">ad onta de' noiosi,<br /></span>
+<span class="i0">saluta tuttavia,<br /></span>
+<span class="i0">conforta li amorosi:<br /></span>
+<span class="i0">e di' lor ch'ancor fia  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">li lor bon cor gioiosi<br /></span>
+<span class="i0">seranno tostamente.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center">Varie e tante son le bellezze della donna sua.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Donna, vostre belleze,<br /></span>
+<span class="i0">ch'avete col bel viso,<br /></span>
+<span class="i0">m'hanno sí priso — e messo in disianza,<br /></span>
+<span class="i0">che d'altra amanza — giá non agio cura.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74"></a>[74]</span><br /></span>
+<span class="i2">Donna, vostre belleze,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'avete col bel viso,<br /></span>
+<span class="i0">mi fan d'amor cantare.<br /></span>
+<span class="i0">Tante avete adorneze,<br /></span>
+<span class="i0">gioco, solazo e riso,<br /></span>
+<span class="i0">che siete fior d'amare.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">Non si poría trovare<br /></span>
+<span class="i0">né donna, né donzella<br /></span>
+<span class="i0">tanto bella — che con voi pareggiasse,<br /></span>
+<span class="i0">chi lo mondo cercasse — quant'el dura.<br /></span>
+<span class="i2">Dura 'l meo core ardore  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">d'uno foco amoroso,<br /></span>
+<span class="i0">che per voi, bella, sento.<br /></span>
+<span class="i0">Tanto mi dá sprendore<br /></span>
+<span class="i0">vostro viso gioioso,<br /></span>
+<span class="i0">che m'adasta il talento.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">S'eo languisco e tormento<br /></span>
+<span class="i0">tutto in gio' lo mi conto,<br /></span>
+<span class="i0">aspettando quel ponto — ch'eo disio<br /></span>
+<span class="i0">di ciò ch'io — credo in voi, gentil criatura.<br /></span>
+<span class="i2">Maritate e pulzelle  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">di voi so' 'nnamorate,<br /></span>
+<span class="i0">pur guardandovi mente.<br /></span>
+<span class="i0">Gigli e rose novelle<br /></span>
+<span class="i0">vostro viso aportate<br /></span>
+<span class="i0">sí smirato e lucente.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">Ed eo similemente<br /></span>
+<span class="i0">'nnamorato son di vue<br /></span>
+<span class="i0">assai piú che non fue — Tristan d'Isolda:<br /></span>
+<span class="i0">meo cor non solda — se non vostr'altura.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75"></a>[75]</span></p>
+
+<h4>III</h4>
+
+<p class="center">Se il poeta è rimeritato del suo affetto,
+sará il piú felice tra gli amanti.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">S'eo sono innamorato e duro pene<br /></span>
+<span class="i0">secondo che m'avene — sia meritato.<br /></span>
+<span class="i2">Se meritato son per bene amare<br /></span>
+<span class="i0">o per servir l'amore interamente,<br /></span>
+<span class="i0">infra gli amanti giá non avrò pare  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">d'aver gio' con disio interamente,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo sono messo tutto in voler fare<br /></span>
+<span class="i0">ciò che pertene a signor bon servente;<br /></span>
+<span class="i0">und'eo spero non essere obliato.<br /></span>
+<span class="i2">Se m'obliaste giá non fôra degno  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">voi, cui tant'amo e cui servo m'apello;<br /></span>
+<span class="i0">che serviragio voi el cor ve pegno:<br /></span>
+<span class="i0">partir non pò da voi, tanto gli è bello.<br /></span>
+<span class="i0">E tanto li agradisce il vostro regno<br /></span>
+<span class="i0">che mai da voi partire non dé' ello,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">non fosse da la morte a voi furato.<br /></span>
+<span class="i2">Gioia aspetto da voi e voi la chiero;<br /></span>
+<span class="i0">merzé, or non vi piaccia mia finita,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo fui, sono e sempre d'esser spero<br /></span>
+<span class="i0">vostro servente tanto ch'avrò vita.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">E se tardate piú, saciate eo pèro,<br /></span>
+<span class="i0">tant'ho nel core affanno, pena e vita:<br /></span>
+<span class="i0">non pò, se no da voi, esser sanato.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76"></a>[76]</span></p>
+
+<h4>IV</h4>
+
+<p class="center">L'innamorata arde d'amore e prega l'amante, se ha intenzione
+di continuare nella sua fierezza, di volerla piuttosto uccidere.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Tal è la fiamma e 'l foco<br /></span>
+<span class="i0">lá 'nd'eo incendo e coco, — o dolze meo sire,<br /></span>
+<span class="i0">che ismarrire — mi fate lo core e la mente.<br /></span>
+<span class="i2">Ismarrire mi fate la mente e lo core,<br /></span>
+<span class="i0">sí che tutta per voi mi distruggo e disfaccio,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">cosí come si sface la rosa e lo fiore<br /></span>
+<span class="i0">quando la sovragiunge fredura né ghiaccio.<br /></span>
+<span class="i0">Cosí son presa al laccio<br /></span>
+<span class="i0">per la stranianza nostra imprumera,<br /></span>
+<span class="i0">come la fèra — amorosa di tutta la gente.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i2">Tant'è 'l foco e la fiamma, che 'l meo core abonda,<br /></span>
+<span class="i0">che non credo che mai si potesse astutare;<br /></span>
+<span class="i0">e non è nullo membro, che no mi si confonda,<br /></span>
+<span class="i0">e non vegio per arte ove possa campare,<br /></span>
+<span class="i0">com' quel che cade al mare,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">che non ha sostegno né ritenenza<br /></span>
+<span class="i0">per la 'ncrescenza — de l'onda, che vede frangente.<br /></span>
+<span class="i2">Se mi sète si fèro com' parete in vista<br /></span>
+<span class="i0">e noioso secondo la ria dimostranza,<br /></span>
+<span class="i0">ancidetimi adesso ch'eo vivo più trista  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">che quand'eo fosse morta; tant'ho grande dottanza!<br /></span>
+<span class="i0">Se la bona speranza,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo agio di voi mi rinfrangesse,<br /></span>
+<span class="i0">s'eo m'ancidesse, — serestene poi penetente.<br /></span>
+<span class="i2">Io non v'oso guardare né 'n viso né 'n ciera  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">né mostrarvi sembianti, come fare solía,<br /></span>
+<span class="i0">ché mi faite una vista mortale e crudera,<br /></span>
+<span class="i0">com'eo fosse di voi nemica giudía.<br /></span>
+<span class="i0">Ed esser non dovria<br /></span>
+<span class="i0">perch'io ci colpasse; ché la casione  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">de l'ofensione — non fue che montasse niente.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77"></a>[77]</span></p>
+
+<h4>V</h4>
+
+<p class="center">Calda e viva esaltazione dell'onore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Fermamente intenza<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  [-enza]<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  [-enza]<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  [-era]<br /></span>
+<span class="i2"> .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">E tutto quanto 'l bene,<br /></span>
+<span class="i0">per lei si mantiene:<br /></span>
+<span class="i0">se non donasse pene,<br /></span>
+<span class="i0">ben fôra gioia intera.<br /></span>
+<span class="i2"> .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  non si trova<br /></span>
+<span class="i0">se non vera prova.<br /></span>
+<span class="i0">Diversamente giova<br /></span>
+<span class="i0">in ciascuna manera.<br /></span>
+<span class="i2">O signori onorati,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">poderosi e caunoscenti,<br /></span>
+<span class="i0">non siate adirati<br /></span>
+<span class="i0">ad esempro di serpenti:<br /></span>
+<span class="i0">quanto son piú incantati,<br /></span>
+<span class="i0">allora stan piú proventi  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78"></a>[78]</span><br /></span>
+<span class="i0">a la lor natura.<br /></span>
+<span class="i0">Con buona ventura<br /></span>
+<span class="i0">per la vostr'altura<br /></span>
+<span class="i0">risprende la rivera.<br /></span>
+<span class="i2">Cosí come nel mondo  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">non ha corpo senza core;<br /></span>
+<span class="i0">e come non ha fondo<br /></span>
+<span class="i0">a contar la gioi' d'amore,<br /></span>
+<span class="i0">cosí nessuno pondo<br /></span>
+<span class="i0">par né simil è d'aunore  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">a ben conquistare<br /></span>
+<span class="i0">e perseverare.<br /></span>
+<span class="i0">Donque chi comprare<br /></span>
+<span class="i0">la vòl, conven che pèra.<br /></span>
+<span class="i2">Ché no si pote avere  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">per aver né per tesauro,<br /></span>
+<span class="i0">senza bono volere,<br /></span>
+<span class="i0">chi mettesse tutto l'auro.<br /></span>
+<span class="i0">Chi ben vuole piacere<br /></span>
+<span class="i0">serva e no aspetti ristauro  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">se non da l'onore,<br /></span>
+<span class="i0">per lo cui amore<br /></span>
+<span class="i0">fatt'è servidore<br /></span>
+<span class="i0">di ciascun che lo 'mpera.<br /></span>
+<span class="i2">E l'onor li daráe  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">sí compiuto guiderdone,<br /></span>
+<span class="i0">che si ricorderáe<br /></span>
+<span class="i0">quando fie di lui menzione,<br /></span>
+<span class="i0">quelli che piú nd' aráe<br /></span>
+<span class="i0">piú fie ricco per rasione  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">di quella riccheza,<br /></span>
+<span class="i0">onde nasce grandeza<br /></span>
+<span class="i0">e tal gentileza<br /></span>
+<span class="i0">ch'è diritta e vera.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79"></a>[79]</span></p>
+
+<h3>SONETTI</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Al Guinizelli</span></p>
+
+<p class="center">Disputa sulla nuova maniera di poetare.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Voi, ch'avete mutata la mainera<br /></span>
+<span class="i0">de li piacenti ditti dell'amore<br /></span>
+<span class="i0">de la forma, dell'esser, lá dov'era,<br /></span>
+<span class="i0">per avansare ogn'altro trovatore;<br /></span>
+<span class="i2">avete fatto come la lumera,<br /></span>
+<span class="i0">ch'a lo scuro partito dá sprendore,<br /></span>
+<span class="i0">ma no quine ove luce l'alta spera,<br /></span>
+<span class="i0">la quale avanza e passa di chiarore.<br /></span>
+<span class="i2">E voi passat'ogn'om di sottigliansa;<br /></span>
+<span class="i0">e non si trov'alcun, che ben ispogna,<br /></span>
+<span class="i0">tant'è iscura vostra parlatura.<br /></span>
+<span class="i2">Ed è tenuta gran dissimigliansa,<br /></span>
+<span class="i0">ancor che 'l senno vegna da Bologna,<br /></span>
+<span class="i0">traier canson per forsa di scrittura.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80"></a>[80]</span></p>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center">L'uomo deve resistere fortemente ai colpi di fortuna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Dev'omo a la fortuna con coragio<br /></span>
+<span class="i0">istar piú forte quando incontra gli ène,<br /></span>
+<span class="i0">e quanto piú gli cresce e fa damagio,<br /></span>
+<span class="i0">alora piú conforta la sua ispene.<br /></span>
+<span class="i2">E questo agio veduto per usagio:<br /></span>
+<span class="i0">che 'l bene e 'l male l'uno e l'altro avene;<br /></span>
+<span class="i0">per me lo dico, che provato l'agio:<br /></span>
+<span class="i0">chiunqua sé sconforta, no fa bene.<br /></span>
+<span class="i2">Ben ce dovemo de lo mal dolire,<br /></span>
+<span class="i0">tempo aspetare e prendere conforto,<br /></span>
+<span class="i0">sí che lo male no tanto rincresca.<br /></span>
+<span class="i2">Eo, disiando, pensaimi morire:<br /></span>
+<span class="i0">ventura m'ha condutto a sí bon porto,<br /></span>
+<span class="i0">che tute le mie pene in gioi' rifresca.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>III</h4>
+
+<p class="center">Sebbene ferito, tacerá,
+perché cosí spera di vincere la durezza della donna sua.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Feruto sono e chi di me è ferente<br /></span>
+<span class="i0">guardi che non m'alcida al disferare,<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' ho veduto perir molta gente,<br /></span>
+<span class="i0">no nel ferire, ma nel ferro trare.<br /></span>
+<span class="i2">Però feruto, voglio istar tacente,<br /></span>
+<span class="i0">portar lo ferro per poter campare,<br /></span>
+<span class="i0">ché per sofrenza diviene om vincente,<br /></span>
+<span class="i0">ch'ogna cosa si vince per durare.<br /></span>
+<span class="i2">Però chero mercé a voi, mia spera,<br /></span>
+<span class="i0">dolce mia donna e tutto mi' conforto,<br /></span>
+<span class="i0">non disferate mia mortal feruta.<br /></span>
+<span class="i2">Mercé, per Deo, non vi placia ch'i' pèra,<br /></span>
+<span class="i0">per soferenza tosto aspetto porto:<br /></span>
+<span class="i0">per lunga pena 'l mi' cor non si muta.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81"></a>[81]</span></p>
+
+<h4>IV</h4>
+
+<p class="center">Chi ha la fortuna favorevole non si rallegri troppo.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Qual omo è su la rota per ventura<br /></span>
+<span class="i0">non si ralegri perché sia inalzato,<br /></span>
+<span class="i0">ché, quanto piò si mostra chiara e pura,<br /></span>
+<span class="i0">alor si gira ed hallo disbasato.<br /></span>
+<span class="i2">E nullo prato ha sí fresca verdura,<br /></span>
+<span class="i0">che gli suoi fiori non cangino istato;<br /></span>
+<span class="i0">e questo saccio ch'avien per natura:<br /></span>
+<span class="i0">piú grave cade chi piú è montato.<br /></span>
+<span class="i2">No se dev'omo troppo ralegrare<br /></span>
+<span class="i0">di gran grandeza né tener ispene,<br /></span>
+<span class="i0">ché gli è gran doglia alegressa fallire.<br /></span>
+<span class="i2">Anzi si deve molto umiliare,<br /></span>
+<span class="i0">non far soperchio perch'agia gran bene,<br /></span>
+<span class="i0">ché ogna monte a valle dé' venire.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>V</h4>
+
+<p class="center">Non basta cominciare bene: perseverare bisogna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Omo, ch'è sagio ne lo cominciare,<br /></span>
+<span class="i0">molto gran bene ne gli può seguire;<br /></span>
+<span class="i0">acciò che saccia ben perseverare,<br /></span>
+<span class="i0">chi ben comincia dovria ben fenire.<br /></span>
+<span class="i2">Non vale incominciar senza durare,<br /></span>
+<span class="i0">né guadagnare sanza ritenire:<br /></span>
+<span class="i0">agio veduto om molt'aquistare<br /></span>
+<span class="i0">in poco tempo tutto impoverire.<br /></span>
+<span class="i2">Per me lo dico, a cui è dovenuto<br /></span>
+<span class="i0">ch'agio perduto, per ma' ritenere,<br /></span>
+<span class="i0">quel ch'aquistai in picolo termíno.<br /></span>
+<span class="i2">Lasso taupin, non val se son pentuto;<br /></span>
+<span class="i0">chi vòl durare dé' misura avere<br /></span>
+<span class="i0">e atenenza di bon senno e fino.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82"></a>[82]</span></p>
+
+<h4>VI</h4>
+
+<p class="center">È come il fanciullo, che torna al fuoco ove s'è bruciato.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">A me adovene com'a lo zitello,<br /></span>
+<span class="i0">quando lo foco davanti li pare,<br /></span>
+<span class="i0">che tanto li risembla chiaro e bello<br /></span>
+<span class="i0">che stendive la mano per pigliare.<br /></span>
+<span class="i2">E lo foco lo 'ncende e fallo fello,<br /></span>
+<span class="i0">ché no è gioco lo foco tocare;<br /></span>
+<span class="i0">poi ch'è pasata l'ira, alora e quello<br /></span>
+<span class="i0">disia inver' lo foco ritornare.<br /></span>
+<span class="i2">Ma eo, che trago l'aigua de lo foco;<br /></span>
+<span class="i0">e no è null'omo, che 'l potesse fare;<br /></span>
+<span class="i0">per lacrime, ch'eo getto, tutto coco,<br /></span>
+<span class="i2">chiare e salse, quant'aqua di mare:<br /></span>
+<span class="i0">candela, che s'aprende senza foco,<br /></span>
+<span class="i0">arde e incende e non si pò amortare.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>VII</h4>
+
+<p class="center">Giuoca intorno alla parola «fiore».</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Tutto lo mondo si mantien per fiore:<br /></span>
+<span class="i0">se fior non fosse, frutto non sería;<br /></span>
+<span class="i0">per lo fiore si mantene amore,<br /></span>
+<span class="i0">gioie e alegreze, ch'è gran signoria.<br /></span>
+<span class="i2">E de la fior son fatto servidore,<br /></span>
+<span class="i0">sí di bon core che piú non poría;<br /></span>
+<span class="i0">in fiore ho messo tutto 'l meo valore;<br /></span>
+<span class="i0">si fiore mi falisse, ben moría.<br /></span>
+<span class="i2">Eo son fiorito e vado piú fiorendo,<br /></span>
+<span class="i0">in fiore ho posto tutto il mi' diporto,<br /></span>
+<span class="i0">per fiore agio la vita certamente.<br /></span>
+<span class="i2">Com' piú fiorisco, piú in fior m'intendo;<br /></span>
+<span class="i0">se fior mi falla, ben sería morto;<br /></span>
+<span class="i0">vostra mercé, madonna, fior aulente.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83"></a>[83]</span></p>
+
+<h4>VIII</h4>
+
+<p class="center">Piú la ama e piú ella non cede.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Dentro da la nieve esce lo foco,<br /></span>
+<span class="i0">e, dimorando ne la sua gialura,<br /></span>
+<span class="i0">e' vincela lo sole a poco a poco;<br /></span>
+<span class="i0">divien cristallo l'aigua, tant'è dura.<br /></span>
+<span class="i2">E quella fiamma si parte da loco<br /></span>
+<span class="i0">e contra de la sua prima natura;<br /></span>
+<span class="i0">e voi, madonna, lo tenete a gioco:<br /></span>
+<span class="i0">com' piú vi prego, piú mi state dura.<br /></span>
+<span class="i2">Ma questo agio veduto pur istando<br /></span>
+<span class="i0">l'acerbo pomo in dolce ritornare,<br /></span>
+<span class="i0">ma giá vostro core non s'inamora.<br /></span>
+<span class="i2">La dolce cèra vede pur clamando,<br /></span>
+<span class="i0">li augelli vi convitano d'amare,<br /></span>
+<span class="i0">amar convene la dolce criatora.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>IX</h4>
+
+<p class="center">Senza sapere, i signori possono perdere la signoria.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Saver, che sente un piciolo fantino,<br /></span>
+<span class="i0">esser devria in signor, che son seguiti;<br /></span>
+<span class="i0">schifa lo loco, ov'ello sta al dichino,<br /></span>
+<span class="i0">e teme i colpi, i quagli ha giá sentiti.<br /></span>
+<span class="i2">Chi sí non fa, pò perder so dimíno<br /></span>
+<span class="i0">e li seguaci trovasi periti;<br /></span>
+<span class="i0">però muti voler chi no l'ha fino<br /></span>
+<span class="i0">e guardi a' tempi, che li son transíti.<br /></span>
+<span class="i2">Ca pentimento non distorna il fatto;<br /></span>
+<span class="i0">megli' è volontá stringer che languire:<br /></span>
+<span class="i0">chi contra face a ciò ch'eo dico, sente.<br /></span>
+<span class="i2">Lo saggio aprende pur senno dal matto;<br /></span>
+<span class="i0">om, c'ha piú possa, piú dé' ubidire:<br /></span>
+<span class="i0">catel battuto fa leon temente.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84"></a>[84]</span></p>
+
+<h4>X</h4>
+
+<p class="center">Ella ha in sè ogni cosa piacente, ogni valore, ogni conoscenza.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Vostra piacenza — tien piú di piacere<br /></span>
+<span class="i0">d'altra piacente; però mi piacete.<br /></span>
+<span class="i0">E la valenza — avete in piú valere<br /></span>
+<span class="i0">d'altro valor; però tanto valete.<br /></span>
+<span class="i2">Se caunoscenza — avete in caunoscére,<br /></span>
+<span class="i0">che caunoscenti cose cognoscete,<br /></span>
+<span class="i0">non è parenza — ch'al vostro parere<br /></span>
+<span class="i0">s'aparegiasse; sí gaia parete.<br /></span>
+<span class="i2">Altèra sovra l'altre inalturate,<br /></span>
+<span class="i0">lo meo volere vòl ciò che volete;<br /></span>
+<span class="i0">cosí vostra volenza a sé mi trai.<br /></span>
+<span class="i2">Chera sovra l'altre rischiarate,<br /></span>
+<span class="i0">d'uno sprendore sprendente isprendete,<br /></span>
+<span class="i0">che piú risprende che del sol li rai.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>XI</h4>
+
+<p class="center">Molti amano non ricompensati, e il poeta è fra questi; ma sarebbe cortesia
+che il suo amore fosse un giorno veramente compreso.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Ne l'amoroso foco molti stanno<br /></span>
+<span class="i0">a grande 'nganno — per la vanitate,<br /></span>
+<span class="i0">per li amorosi detti lor che fanno<br /></span>
+<span class="i0">e nulla sanno — de la veritate.<br /></span>
+<span class="i2">E molti son, che non dicon né dánno;<br /></span>
+<span class="i0">e molti stanno — sanza pietate;<br /></span>
+<span class="i0">ed io son d'esti molti, ch'a ciò vanno<br /></span>
+<span class="i0">con grand'afanno — e con diversitate.<br /></span>
+<span class="i2">E son perseverato in questo ardore<br /></span>
+<span class="i0">con fermo core — e non son meritato,<br /></span>
+<span class="i0">ché lung'usato — m'ha fatto natura.<br /></span>
+<span class="i2">Ma ben sarebe cortesia d'amore<br /></span>
+<span class="i0">se 'l gran calore, — ond'io sono alumato,<br /></span>
+<span class="i0">fosse incarnato — sí com'è 'n figura.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85"></a>[85]</span></p>
+
+<h4>XII</h4>
+
+<p class="center">Si sente lieto, ché, per ben servire, otterrá l'amore di lei;
+ma non ne fa mostra.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Per fino amore — lo fiore — del fiore — avragio<br /></span>
+<span class="i0">perch'a l'usagio — ch'agio — sí convene,<br /></span>
+<span class="i0">del gran dolzore — sentore — al core — ched agio<br /></span>
+<span class="i0">in segnoragio — sagio — mi ritiene.<br /></span>
+<span class="i2">Del meo calore — splendore — de fòre — non tragio:<br /></span>
+<span class="i0">senn'e vantagio — per legnagio — vène;<br /></span>
+<span class="i0">rendo aunore — laudore — in core, — e 'n visagio<br /></span>
+<span class="i0">per tal coragio — non cagio — di spene.<br /></span>
+<span class="i2">Cosí lo bene — vène — in acrescensa,<br /></span>
+<span class="i0">presgi' e valensa — in caonoscensa — regna,<br /></span>
+<span class="i0">disvia sdegna, — spegnasende — orgoglio.<br /></span>
+<span class="i2">La fede spene — tene — per plagensa,<br /></span>
+<span class="i0">valensa — pensa — che lausor la tegna.<br /></span>
+<span class="i0">Chi vive a 'ngegna — pèra — di cordoglio!<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>XIII</h4>
+
+<p class="center">1</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Di un anonimo a Bonagiunta</span></p>
+
+<p class="center">Come farsi riamare dalla sua donna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Eo so ben ch'om non poría trovar sagio<br /></span>
+<span class="i0">sí come voi, maestro Bonagiunta.<br /></span>
+<span class="i0">Però del meo saver levate sagio<br /></span>
+<span class="i0">e lá ove bisognasse fate giunta.<br /></span>
+<span class="i2">Per mal parlar perdéla tal ch'io sagio:<br /></span>
+<span class="i0">par di belleze no la vede om giunta.<br /></span>
+<span class="i0">D'amor mi meritava. Or dite s'agio<br /></span>
+<span class="i0">vita tenebrosa 'n esta giunta.<br /></span>
+<span class="i2">Consiglio chero al vostro gran savere,<br /></span>
+<span class="i0">che mi dichiate, se si può savere,<br /></span>
+<span class="i0">com'eo mi degia partir d'esto amare.<br /></span>
+<span class="i2">Per questo aportator mi fate dire,<br /></span>
+<span class="i0">per cortesia, com'io le mandi a dire<br /></span>
+<span class="i0">ta' motti ch'ella torni a me amare.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86"></a>[86]</span></p>
+
+<p class="center">2</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Bonagiunta</span></p>
+
+<p class="center">Il vero amore cresce per il servire e per il tacere, e non per il parlare.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Però che sète paragon di sagio<br /></span>
+<span class="i0">e d'ogni caonoscenza fina giunta,<br /></span>
+<span class="i0">a voi mi racomando, non per sagio<br /></span>
+<span class="i0">né per maestro, ma per Bonagiunta.<br /></span>
+<span class="i2">E prego Dio che 'l mio frutto agia sagio,<br /></span>
+<span class="i0">che v'intalenti ne la prima giunta:<br /></span>
+<span class="i0">lo vostro detto nobile non sagio,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo non vidi unque cosa sí ben giunta.<br /></span>
+<span class="i2">E non mi si conven tanto savere<br /></span>
+<span class="i0">ch'io consigli lo vostro gran savere<br /></span>
+<span class="i0">di cose, che cotanto sono amare.<br /></span>
+<span class="i2">Ma dicovi ch'i'agio audito dire<br /></span>
+<span class="i0">ca fino amante non vince per dire,<br /></span>
+<span class="i0">ma serve e tace, e quindi cresce amare.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>XIV</h4>
+
+<p class="center">1</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Di un anonimo a Bonagiunta</span></p>
+
+<p class="center">Domanda se debba o no manifestare alla donna il suo amore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Poi di tutte bontá ben se' dispári<br /></span>
+<span class="i0">tu, Bonagiunta, di noia rimondo,<br /></span>
+<span class="i0">di far piacere a li buon tutti pari,<br /></span>
+<span class="i0">e sa' lo fare me' ch'om si' a esto mondo.<br /></span>
+<span class="i2">Di ciausir motti Folchetto tu' pari<br /></span>
+<span class="i0">non fu, né Pier Vidal, né 'l buon Dismondo.<br /></span>
+<span class="i0">Però m'inchino a te, sí com' fe' Pari<br /></span>
+<span class="i0">a Venus, la duchessa di lor mondo.<br /></span>
+<span class="i2">E prego che 'l tuo presgio, che le ale<br /></span>
+<span class="i0">miso 'n alt'ha che lá unque volo;<br /></span>
+<span class="i0">lo 'ntendo da presgiati che ben sallo;<br /></span>
+<span class="i2">un consiglio mi dá che sia leale<br /></span>
+<span class="i0">d'una donna ch'amo e gran ben vòlo:<br /></span>
+<span class="i0">si le 'l dirò or no? ch'anco non sallo.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87"></a>[87]</span></p>
+
+<p class="center">2</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Bonagiunta</span></p>
+
+<p class="center">Vero amore è quello che è noto tanto all'uomo quanto alla donna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Lo gran presgio di voi sí vola pari,<br /></span>
+<span class="i0">che fa dispári — ad ogni altro del mondo,<br /></span>
+<span class="i0">qualunqu'è que', ch'avanti a voi si pari<br /></span>
+<span class="i0">è pari — come rame a l'oro mondo.<br /></span>
+<span class="i2">Però chi vòl valere, da voi impari<br /></span>
+<span class="i0">gli apari — che del mal fan l'om rimondo,<br /></span>
+<span class="i0">che 'n voi commendan li due, che son pari,<br /></span>
+<span class="i0">ma piú che pari — Folchetto né Smondo.<br /></span>
+<span class="i2">E 'l vostro prescio è quello, che le ale<br /></span>
+<span class="i0">miso in alt'ha e hanno fatto gran volo,<br /></span>
+<span class="i0">sí che gran parte de li buoni sallo.<br /></span>
+<span class="i2">E però dico con detto leale<br /></span>
+<span class="i0">che dichiate con senno e non con volo,<br /></span>
+<span class="i0">ch'amor non è s'ambur parti non sallo.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>XV</h4>
+
+<p class="center">Si rifletta prima di operare e di dire.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Chi va cherendo guerra e lassa pace,<br /></span>
+<span class="i0">ragion è che ne pata penitensa:<br /></span>
+<span class="i0">chi non sa ben parlar me' fa se tace,<br /></span>
+<span class="i0">non dica cos'altrui sia spiagensa.<br /></span>
+<span class="i2">Chi adasta lo vespaio follia face,<br /></span>
+<span class="i0">e chi riprende alcun sanza fallensa,<br /></span>
+<span class="i0">e' fra cent'anni si trova verace,<br /></span>
+<span class="i0">chi ha invidia di sé, d'altrui mal pensa.<br /></span>
+<span class="i2">Se vo' saveste quel ch'i' so di voi,<br /></span>
+<span class="i0">voi n'avereste gran doglienz'al core<br /></span>
+<span class="i0">e non direste villania d'altrui.<br /></span>
+<span class="i2">Però ne priego ciascuna di voi,<br /></span>
+<span class="i0">sapete 'l mal? tenetelo nel core;<br /></span>
+<span class="i0">se non volete udir, non dite altrui.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88"></a>[88]</span></p>
+
+<h4>XVI</h4>
+
+<p class="center">Vuol salire in alto sulla sedia del comando.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Movo di basso e vogli'alto montare,<br /></span>
+<span class="i0">come l'augel, che va in alto volando;<br /></span>
+<span class="i0">stendo le braccia, sí voglio alto andare,<br /></span>
+<span class="i0">come la rota in su mi va portando.<br /></span>
+<span class="i2">Nell'alta sedia mi voglio posare<br /></span>
+<span class="i0">a tutta gente signoria menando;<br /></span>
+<span class="i0">nulla persona mel pò contradiare,<br /></span>
+<span class="i0">ché la ventura mi ven seguitando.<br /></span>
+<span class="i2">In cima della rota .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">e a me data la sua signoria.<br /></span>
+<span class="i2">Ben aggia chi m'ha messo in tale stato,<br /></span>
+<span class="i0">ch'unque miglior non lo pori' avere,<br /></span>
+<span class="i0">ch'aggio tutto lo mondo in balía.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>XVII</h4>
+
+<p class="center">Loda le bellezze di lei.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Gli vostri occhi ch'e' m'hanno divisi<br /></span>
+<span class="i0">li spiriti, che son dentro nel core!<br /></span>
+<span class="i0">E escon fuor con sí grande tremore,<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' ho temenza che non sieno ancisi.<br /></span>
+<span class="i2">E poco stando, un sospiro sí mi si<br /></span>
+<span class="i0">parte, ch'ahi! mess'ha l'anima in errore,<br /></span>
+<span class="i0">e ben sembra ne la virtú d'amore<br /></span>
+<span class="i0">guardando gli atti suoi cosí assisi.<br /></span>
+<span class="i2">Ella è saggia e di tanta beltate,<br /></span>
+<span class="i0">che qual la vede convene che allora<br /></span>
+<span class="i0">mova sospiri di pianto d'amore.<br /></span>
+<span class="i2">Però lo dico chi ha gentil core<br /></span>
+<span class="i0">che tegna mente sí com'ella onora<br /></span>
+<span class="i0">ciascuna gente, c'ha in sé nobiltate.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89"></a>[89]</span></p>
+
+<h4>XVIII</h4>
+
+<p class="center">Per quanto abbia pregato la Madonna,
+non ha potuto levar gli spiriti malvagi da alcuni sonetti.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Con sicurtá dirò, po' ch'i' son vosso,<br /></span>
+<span class="i0">ciò ch'adivene di vossi dettati,<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' nd'ho sonetti in quantitá trovati,<br /></span>
+<span class="i0">che di malvagi spiriti hanno adosso.<br /></span>
+<span class="i2">Per la pietá de' quali i' mi son mosso<br /></span>
+<span class="i0">e da la Nossa Donna gli ho menati<br /></span>
+<span class="i0">e con divozion raccomandati<br /></span>
+<span class="i0">e raccomando sempre quanto posso.<br /></span>
+<span class="i2">Ma non son certo perché s'adovegna<br /></span>
+<span class="i0">che per mei preghi partiti non sono;<br /></span>
+<span class="i0">se peccato, che sia in lor, non nòce,<br /></span>
+<span class="i2">o perché mie preghiera non sie degna;<br /></span>
+<span class="i0">però vi prego, se nde fate alcono,<br /></span>
+<span class="i0">che li facciate il segno della croce.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90"></a>[90]</span></p>
+
+<h4>SONETTO DI DUBBIA AUTENTICITÀ</h4>
+
+<p class="center">Spera di ritornar lieto.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Nel tempo averso om dé' prender conforto<br /></span>
+<span class="i0">e con francheza inardir lo su' core,<br /></span>
+<span class="i0">che vilitate no gli dia isconforto,<br /></span>
+<span class="i0">perché perisca per troppo temore.<br /></span>
+<span class="i2">Neiente val chi sé giudica morto,<br /></span>
+<span class="i0">se non contrasta, quanto pò, 'l martore;<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l tempo muta ispessamente porto<br /></span>
+<span class="i0">e torna in alegreza lo dolore.<br /></span>
+<span class="i2">Cosí spero in alegreza tornare<br /></span>
+<span class="i0">e per sofrenza vincer lo tormento,<br /></span>
+<span class="i0">ch'aggio patuto e pato per sofrire.<br /></span>
+<span class="i2">L'aulente fior, che solea sormontare<br /></span>
+<span class="i0">ogn'altra di fin pregio e valimento,<br /></span>
+<span class="i0">su' sfogliamento omai dé' renverdire.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91"></a>[91]</span></p>
+
+<h3>II<br />
+<br />
+TENZONI</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Tenzone fra Gonnella Antelminelli,
+Bonagiunta e Bonodico</span></p>
+
+<p class="center">I</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Gonnella a Bonagiunta</span></p>
+
+<p class="center">Perché il ferro si lima col ferro?</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Una rason, qual eo non sacio, chero:<br /></span>
+<span class="i0">ond'è che ferro per ferro si lima?<br /></span>
+<span class="i0">è natura di vena o di tempèro?<br /></span>
+<span class="i0">o molleza di quel che si dicima?<br /></span>
+<span class="i2">Cresce e dicresce, corrompe e sta 'ntero,<br /></span>
+<span class="i0">per sua natura, sí com' fue di prima?<br /></span>
+<span class="i0">Parlára più latin se non ch'eo spero<br /></span>
+<span class="i0">che tutto sa chi è dottor di rima.<br /></span>
+<span class="i2">Sentenza aspetto e di ciò mi confido:<br /></span>
+<span class="i0">per essa provarò per argomento<br /></span>
+<span class="i0">che senno e natural rasion non falla.<br /></span>
+<span class="i2">D'ogn'arte de l'alchima mi disfido<br /></span>
+<span class="i0">e d'om che muta parlar per acento;<br /></span>
+<span class="i0">non trae per senno al foco la farfalla.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92"></a>[92]</span></p>
+
+<p class="center">II</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Bonagiunta a Gonnella</span></p>
+
+<p class="center">L'un ferro vince l'altro per forza dell'acciaio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">De la rason, che non savete vero,<br /></span>
+<span class="i0">di rasion è che 'l mio parer dé' stima.<br /></span>
+<span class="i0">L'un ferro vince l'altro per aciero,<br /></span>
+<span class="i0">ciò è lo flor del ferro, che si sprima<br /></span>
+<span class="i2">per foco, finch'è blanco ch'era nero;<br /></span>
+<span class="i0">e mettesi dal taglio e da la cima,<br /></span>
+<span class="i0">e cresce in de lo stato primero<br /></span>
+<span class="i0">sí ch'altro ferro da lui non strima.<br /></span>
+<span class="i2">Sentenza dia l'aucel, che fece il nido<br /></span>
+<span class="i0">quando la gran fredura fi col vento;<br /></span>
+<span class="i0">ca per lo caldo ciascun ride e balla.<br /></span>
+<span class="i2">Io sacio che di giorno in giorno grido<br /></span>
+<span class="i0">lo contrario del nostro piacimento:<br /></span>
+<span class="i0">se no m'amollo, tal voler m'avalla.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="center">III</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Bonodico a Gonnella</span></p>
+
+<p class="center">Il ferro corrode il ferro per artifizio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Non so rasion, ma dico per pensero:<br /></span>
+<span class="i0">però lo ferro per ferro si strima<br /></span>
+<span class="i0">che sua vertute per artificero<br /></span>
+<span class="i0">per piú dureza di quel ch'è dirima.<br /></span>
+<span class="i2">Tolle, perde, muta e sta primero,<br /></span>
+<span class="i0">la sua manera per atto si sprima.<br /></span>
+<span class="i0">Latino, come sento, respondèro:<br /></span>
+<span class="i0">ben sa chi omne, ch'è accidente, stima.<br /></span>
+<span class="i2">In cui è la sentenza mi raffido<br /></span>
+<span class="i0">che sia prova d'ogna provamento:<br /></span>
+<span class="i0">lo ver sempre verace non si malla.<br /></span>
+<span class="i2">Per arte molte campane saucido,<br /></span>
+<span class="i0">d'altrui no m'asicuro né spavento:<br /></span>
+<span class="i0">per allumar lo parpaglion si calla.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93"></a>[93]</span></p>
+
+<p class="center">IV</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Gonnella a Bonagiunta</span></p>
+
+<p class="center">Perché vera arte non si può imparare?</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Pensávati non fare indivinero,<br /></span>
+<span class="i0">sí com' tu fáme, che vòi che si sprima<br /></span>
+<span class="i0">per aventura e non per maestero<br /></span>
+<span class="i0">lo tuo risposo e t'ange ch'io 'l riprima.<br /></span>
+<span class="i2">Poich'eo sperava non esser fallèro<br /></span>
+<span class="i0">tal senno, che si dice che sublima:<br /></span>
+<span class="i0">chi bene intende pò dar di legero<br /></span>
+<span class="i0">risposa, che per lui si diprima.<br /></span>
+<span class="i2">Ingegno aiuta l'arte, e ciò dicido,<br /></span>
+<span class="i0">unde natura apprende affinamento:<br /></span>
+<span class="i0">folle fôra chi cher rasone e salla!<br /></span>
+<span class="i2">Ma sai che chero e sovente mi strido:<br /></span>
+<span class="i0">ver'arte und'è che non ha prendimento?<br /></span>
+<span class="i0">Acel di monte pelle equo di stalla.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="center">V</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Bonagiunta a Gonnella</span></p>
+
+<p class="center">L'arte corregge la natura;
+ma, mentre vuol sollevarla, non cerchi d'opprimerla.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Naturalmente falla lo pensero,<br /></span>
+<span class="i0">quando contra rason lo corpo opprima,<br /></span>
+<span class="i0">como fa l'arte, quand'è di mistero;<br /></span>
+<span class="i0">vòle inantir natura, si part'ima.<br /></span>
+<span class="i2">Perché natura dá ciò ch'è primero<br /></span>
+<span class="i0">e poi l'arte lo segue e lo dirima;<br /></span>
+<span class="i0">e sa piú d'arte chi è piú 'ngegnero<br /></span>
+<span class="i0">e meno chi piú sente de l'alchima.<br /></span>
+<span class="i2">Unde l'alchima verace non crido,<br /></span>
+<span class="i0">perch'è formata di transmutamento:<br /></span>
+<span class="i0">di sí falsi color tra' le metalla!<br /></span>
+<span class="i2">Ma se ver'arte no s'aprende, fido<br /></span>
+<span class="i0">che sia peccato contra, parimento;<br /></span>
+<span class="i0">ché non è frutto se non è di talla.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94"></a>[94]</span></p>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Tenzone fra Bartolomeo e Bonodico</span></p>
+
+<p class="center">I</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Bartolomeo a Bonodico</span></p>
+
+<p class="center">Se donna gentile debba amare amante baldo e ardito
+o incerto e dubbioso.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Vostro saver provato m'è mistieri,<br /></span>
+<span class="i0">poi mi so' in tutta dubitanza.<br /></span>
+<span class="i0">Di dui amanti molto piacentieri,<br /></span>
+<span class="i0">ch'aman di fino core un'alta amanza,<br /></span>
+<span class="i2">l'un ha baldeza e mostra volentieri<br /></span>
+<span class="i0">ciò che gli avèn per lei con arditanza;<br /></span>
+<span class="i0">l'altr'è dottoso e biasma li parlieri,<br /></span>
+<span class="i0">ch'a la sua donna contan lor pesanza.<br /></span>
+<span class="i2">A cui degia donar so intendimento<br /></span>
+<span class="i0">la gentil donna, che di ciò è sagia?<br /></span>
+<span class="i0">Ch'io no nd'ho caunoscenza in veritate.<br /></span>
+<span class="i2">Però vi prego claro intendimento<br /></span>
+<span class="i0">per vostra bontá tostamente n'agia,<br /></span>
+<span class="i0">scrivendomi di ciò la veritate.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95"></a>[95]</span></p>
+
+<p class="center">II</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Bonodico a Bartolomeo</span></p>
+
+<p class="center">Donna valente deve amare colui che a lei piaccia.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Giá non sète di senno sí legieri<br /></span>
+<span class="i0">che v'abisogni il meo per far certanza;<br /></span>
+<span class="i0">ma piaquevo per mettervi 'n penseri<br /></span>
+<span class="i0">di ciò che dite d'altrui innamoranza.<br /></span>
+<span class="i2">S'eo vi rispondo co' nd' agio sentieri,<br /></span>
+<span class="i0">rason, ch'è 'n voi, damende baldanza,<br /></span>
+<span class="i0">poich'amor nasce, regna per piaceri<br /></span>
+<span class="i0">e per altra vertú non fa mutanza.<br /></span>
+<span class="i2">Amar non pò contra 'l suo piacimento<br /></span>
+<span class="i0">donna valente, col fin amor sagia:<br /></span>
+<span class="i0">voi ne savete 'l ver, che mi negate.<br /></span>
+<span class="i2">Altro non vo' dichiaro, ch'eo non sento:<br /></span>
+<span class="i0">non richerete in me piú ch'eo non n'agia;<br /></span>
+<span class="i0">s'eo vi discrivo fallo, voi mendate.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97"></a>[97]</span></p>
+
+<h2><a name="GONNELLA" id="GONNELLA"></a>III<br />
+<br />
+GONNELLA DEGLI ANTELMINELLI</h2>
+
+<h3>STANZA</h3>
+
+<p class="center">Come deve contenersi il franco amatore?</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Certo, non si convene<br /></span>
+<span class="i0">presiar donna, s'amore<br /></span>
+<span class="i0">no la vince o merzede.<br /></span>
+<span class="i0">Donqua, com' si mantene<br /></span>
+<span class="i0">lo leale amadore,<br /></span>
+<span class="i0">che vòl servire in fede?<br /></span>
+<span class="i0">Ché per laudar menzogna non dé' dire,<br /></span>
+<span class="i0">e ben fôra fallire<br /></span>
+<span class="i0">donna laudare, cui no stringe amanza<br /></span>
+<span class="i0">o per bon ciasimento o per pietanza.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99"></a>[99]</span></p>
+
+<h2><a name="FREDI" id="FREDI"></a>IV<br />
+<br />
+FREDI</h2>
+
+<h3>CANZONE</h3>
+
+<p class="center">È caduto dall'altezza primiera, ma spera di risollevarsi.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Dogliosamente con gran malenanza<br /></span>
+<span class="i0">conven ch'io canti e mostri mia graveza,<br /></span>
+<span class="i0">ché per servire sono in disperanza,<br /></span>
+<span class="i0">la mia fede m'ha tolta l'alegreza.<br /></span>
+<span class="i0">Però di canto non posso partire  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">poich'a la morte mi vado apressando,<br /></span>
+<span class="i0">sí come 'l cecen, che more cantando,<br /></span>
+<span class="i0">la mia vita si parte e vo' morire.<br /></span>
+<span class="i2">Partomi di sollazo e d'ogne gioco,<br /></span>
+<span class="i0">e ciascun altro faccia a mia parvenza,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ché dentro l'aigua m'ha brusciato il foco,<br /></span>
+<span class="i0">mia sicurtate m'ha dato spavenza.<br /></span>
+<span class="i0">Fui miso in gioco e frastenuto in pianto,<br /></span>
+<span class="i0">sí falsamente mi sguardao so sguardo,<br /></span>
+<span class="i0">sí come a lo leone lo lupardo,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'a tradimento li levao l'amanto.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100"></a>[100]</span><br /></span>
+<span class="i2">Per tradimento sono dismaruto,<br /></span>
+<span class="i0">di qual null'omo potesi guardare;<br /></span>
+<span class="i0">e son sí preso e sí forte feruto,<br /></span>
+<span class="i0">ch'agio dottanza di poter campare.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Poiché le piaque a quella, c'ha in podere<br /></span>
+<span class="i0">la rota di Fortuna permutare,<br /></span>
+<span class="i0">però le piaccia di me ralegrare:<br /></span>
+<span class="i0">cui ha saglito, facialo cadere.<br /></span>
+<span class="i2">Facia 'n tal guisa che naturalmente  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">vadan le doglie, che ho non pe' rasone,<br /></span>
+<span class="i0">ché non è gioco d'essere servente<br /></span>
+<span class="i0">a chi è meno di sua condizione.<br /></span>
+<span class="i0">E rason porta di punir li mali,<br /></span>
+<span class="i0">però si guardi chi mi tene a dura,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">ché la pantera ha in sé ben tal natura,<br /></span>
+<span class="i0">ch'a la sua lena tragon li animali.<br /></span>
+<span class="i2">S'eo trago a voi non voi' piú star tardando,<br /></span>
+<span class="i0">ch'io non saccia in che guisa mi trovo:<br /></span>
+<span class="i0">ardo, consumo e struggo, pur pensando  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">com' son caduto e unde e com' mi trovo.<br /></span>
+<span class="i0">Però ciascun faccia di sé mutanza<br /></span>
+<span class="i0">e agia in sé fermeza e novo core:<br /></span>
+<span class="i0">lo fenix arde e rinova megliore,<br /></span>
+<span class="i0">non dotti l'om penar per meglioranza.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i2">Però la sesta faccia movimento,<br /></span>
+<span class="i0">ancor che paia altrui disordinato,<br /></span>
+<span class="i0">e faccia mostra per avedimento<br /></span>
+<span class="i0">che ciascun guardi chi siede in mio stato.<br /></span>
+<span class="i0">Ché ciascun d'alto potesi bassare,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">se regimento non ha chi 'l difenda:<br /></span>
+<span class="i0">lo leofante null'omo riprenda,<br /></span>
+<span class="i0">se quando cade non si può levare.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101"></a>[101]</span></p>
+
+<h2><a name="DOTTO" id="DOTTO"></a>V<br />
+<br />
+DOTTO REALI</h2>
+
+<h3>CANZONE</h3>
+
+<p class="center">Privazioni e disagi, che sostiene per causa d'amore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Di ciò che 'l meo cor sente,<br /></span>
+<span class="i0">inver, neente — taccio:<br /></span>
+<span class="i0">saccio; — però fo laccio<br /></span>
+<span class="i0">per prender amore.<br /></span>
+<span class="i0">Vero è, non disdico:  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">s'eo dico — vento — spento,<br /></span>
+<span class="i0">contra talento — sento<br /></span>
+<span class="i0">sí alto valore.<br /></span>
+<span class="i0">Provo — novo — trovare:<br /></span>
+<span class="i0">parlare — d'amare — mi face  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">amore, ch'è verace.<br /></span>
+<span class="i0">Aggio — saggio — veduto<br /></span>
+<span class="i0">compiuto — che muto — non tace,<br /></span>
+<span class="i0">né per natur' ha pace.<br /></span>
+<span class="i2">Però di dir non lasso,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">né passo — ditto — dritto:<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102"></a>[102]</span><br /></span>
+<span class="i0">in ch'io son fitto, — gitto<br /></span>
+<span class="i0">mio greve pensero.<br /></span>
+<span class="i0">Ca quei che piú par gioia<br /></span>
+<span class="i0">m'è en noia: poco — foco  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">in loco — pare gioco,<br /></span>
+<span class="i0">crescendo par fèro.<br /></span>
+<span class="i0">Quale — male, — s'uzansa<br /></span>
+<span class="i0">l'avansa, — bassansa — può avere,<br /></span>
+<span class="i0">se non per astenere?  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">Tempo — ben pò — fuggire<br /></span>
+<span class="i0">soffrire... — , d'audire<br /></span>
+<span class="i0">di ciascun c'ha savere.<br /></span>
+<span class="i2">Ché ciascuna vertude<br /></span>
+<span class="i0">conclude — fede; — crede  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">omo che vede; — chiede<br /></span>
+<span class="i0">ch'è ciò che vòl; tene<br /></span>
+<span class="i0">non ch'è fé per credensa,<br /></span>
+<span class="i0">sentensa — spera — vera,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è luce intera — clera,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">per cui vita vene.<br /></span>
+<span class="i0">Morte — forte — disdegna:<br /></span>
+<span class="i0">spegna — non segna — fallire,<br /></span>
+<span class="i0">ma dá fallo fuggire.<br /></span>
+<span class="i0">Arte — parte — per pianto,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">di tanto — o quanto — ben dire<br /></span>
+<span class="i0">si può sensa finire.<br /></span>
+<span class="i2">Oh quante pene passa<br /></span>
+<span class="i0">chi lassa — voglia! — Doglia<br /></span>
+<span class="i0">da sé dispoglia, — scoglia,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">como fa serpente.<br /></span>
+<span class="i0">Seguirla no è vita<br /></span>
+<span class="i0">nodrita, — ch'ira — tira<br /></span>
+<span class="i0">lo core, gira. — Mira:<br /></span>
+<span class="i0">male chi non sente!  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">Molte — volte si sferra<br /></span>
+<span class="i0">chi serra — ... — chi caccia<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103"></a>[103]</span><br /></span>
+<span class="i0">visii, vertú allaccia.<br /></span>
+<span class="i0">Fama — chiama — chi pensa;<br /></span>
+<span class="i0">non tensa, — offensa — non faccia  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">omo tal, che sé isfaccia.<br /></span>
+<span class="i2">Però di dir non tardi,<br /></span>
+<span class="i0">ma guardi — danno, — c'hanno<br /></span>
+<span class="i0">quei che non sanno: — stanno<br /></span>
+<span class="i0">in vita penosa.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">In ciò saver si loda:<br /></span>
+<span class="i0">chi mod'ha, — cura — pura<br /></span>
+<span class="i0">con mizura: — dura<br /></span>
+<span class="i0">in cui senno posa.<br /></span>
+<span class="i0">Ésca — pesca — chi prende:  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">sé vende — chi rende — penseri<br /></span>
+<span class="i0">assai piú leggeri.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104"></a>[104]</span></p>
+
+<h3>SONETTI</h3>
+
+<h4>I</h4>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Meo Abbracciavacca</span></p>
+
+<p class="center">Domanda schiarimenti perché egli abbia cuore scontento
+e volontá imperfetta.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>A te, Meo Abracciavacca, Dotto Reali, menimo frate dell'ordine
+dei cavalieri di beata Maria, manda salute.</p>
+
+<p>Pensando che lo cor dell'omo non si chiami contento in de
+lo stato là' u' si trova; e sí come sono divizi li stati e le condissioni
+dell'omo, cosí sono divize le volontadi. E per le volontade,
+che sono diverse in del corpo de l'omo, perfessione non
+si trova in intelletto, ma parte de le cose si puon sentire per
+esperiensa e per ingegno; e ciò giudica ragione umana. E io,
+conoscendo in me simile core e volontade per defettiva parte
+del mio sentire, mi movo per fare me chiaro del mio difetto.
+E, accioché scuritate riceva lume da quella parte che dar lo pò,
+mando a te questo sonetto per tutte quelle cose che di sopra
+son ditte. E risponsione mi manda di ciò che senti. E mostralo
+a frate Gaddo e a Finfo.</p></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105"></a>[105]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Similimente canoscensa move<br /></span>
+<span class="i0">lo cor dell'om, che spesso si disforma,<br /></span>
+<span class="i0">sí come l'aire face quando plove,<br /></span>
+<span class="i0">che per contrario vento si riforma.<br /></span>
+<span class="i2">E venta puro e mostra cose nòve<br /></span>
+<span class="i0">in occhio d'om per parer non per forma.<br /></span>
+<span class="i0">A simil, parlo per intender prove<br /></span>
+<span class="i0">del meo defetto da ciò che piú forma.<br /></span>
+<span class="i2">E ciò è mezzo di principio fine,<br /></span>
+<span class="i0">e di fine principio naturale,<br /></span>
+<span class="i0">ch'assai paleze mostra, in cui figura<br /></span>
+<span class="i2">qual d'esti dui piú sente, e chi di fine<br /></span>
+<span class="i0">intenda, non che porti naturale,<br /></span>
+<span class="i0">per sé manda per compier la figura.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h4>II</h4>
+
+<p class="center">Allo stesso</p>
+
+<p class="center">Sulla questione: Se l'anima viene compíta da Dio,
+com'è che può fallire?</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">A piò voler mostrar che porti vero<br /></span>
+<span class="i0">non magistero — di ciò sta nascoso,<br /></span>
+<span class="i0">e di ciò spesso me medesmo chero<br /></span>
+<span class="i0">e sí mi fero — ch'eo vivo doglioso.<br /></span>
+<span class="i2">Qual per natura pò sentire intero<br /></span>
+<span class="i0">ciò ch'è mistero, — di che non dire oso?<br /></span>
+<span class="i0">Per me comune piò che 'l lume cero<br /></span>
+<span class="i0">non mi dispero — e faccio risposo.<br /></span>
+<span class="i2">A intelletto volontá pertene,<br /></span>
+<span class="i0">perché convene — che l'alm'aggia vita<br /></span>
+<span class="i0">e sia finita, — ben discenda pura.<br /></span>
+<span class="i2">Ché suo vazel tal natura — mantene,<br /></span>
+<span class="i0">qual li adivene — da quella ch'è unita,<br /></span>
+<span class="i0">ancor ch'aita — sia d'altra fattura.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107"></a>[107]</span></p>
+
+<h2><a name="NOTA_II" id="NOTA_II"></a>NOTA</h2>
+
+<p>Si ripubblicano qui quei <i>Rimatori lucchesi del secolo XIII</i>,
+che eran comparsi or non è molto nella <i>Biblioteca storica della
+letteratura italiana</i> (n. VII, Bergamo, 1905) diretta da F. Novati<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a>.
+Il patrimonio poetico di Gonnella Antelminelli<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a>, Bonodico<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a>,
+Bartolomeo, Fredi e Dotto Reali riman sempre lo stesso; qualche
+leggera variazione si ha invece per quello di Bonagiunta
+Orbicciani. Il son. <span class="scp">XI</span> «In prima or m'è noveltá bona giunta»,
+che a noi primamente era sembrato potersi attribuire all'Orbicciani,
+per quanto adespoto nell'unico cd. antico che lo conteneva
+(Pal. 418<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>), bisognerá toglierglielo addirittura. Non tutto è piano
+e chiaro; ma il «ser Bonagiunta» del v. 7 è un vero e proprio
+vocativo. Sí che non può essere autore del sonetto colui, al quale
+<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108"></a>[108]</span>
+esso viene indirizzato<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a>. Cosí, per le buone ragioni messe innanzi
+specialmente dal Rossi<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>, va ritenuto spurio il son. «Chi se medesmo
+inganna per neghienza», che era stato collocato fra le rime
+di «dubbia autenticitá»<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a>.</p>
+
+<p>In compenso, per merito di un noto valente studioso, acquista
+sicuramente la ball. «Fermamente intenza» (n. <span class="scp">V</span>)<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a>; e noi ora
+gli assegnamo senz'altro la canz. «Ben mi credea in tutto esser
+d'Amore» (n. <span class="scp">XI</span>). Un tempo, è vero, ci era sembrata l'opera di
+un falsificatore, sebbene abilissimo, anche perché conservataci
+solo dalla <i>Raccolta giuntina</i> del 1527 (<span class="scp">IX</span>, 108)<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a>. Ma recenti
+studi han dimostrato la estrema attendibilitá di quella silloge<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a>.
+Che tale canzone poi derivi da un ms., che potrebbe anche essere
+il Pal. 418, ha reso evidente, a parer nostro, F. Pellegrini<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a>.
+<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109"></a>[109]</span>
+Qui si aggiunge a rincalzo della derivazione manoscritta che
+«addivenir» del v. 36 va manifestamente corretto in «a divenir».
+I Giunti si trovaron dinanzi ad uno di quei raddoppiamenti
+cosí frequenti nelle antiche scritture fiorentine «a ddivenir», e
+non lo seppero intendere.</p>
+
+<p>Quanto al tempo, con gli spunti di «dolce stil nuovo» che
+lascia intravedere<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a>, deve con molta verisimiglianza riportarsi
+agli ultimi anni del rimatore<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a>.</p>
+
+<p>Le osservazioni, che la prima edizione ispirò a una critica
+acuta e sagace, han giovato non poco alla presente ristampa.
+Alla quale apportammo anche di nostro tutti quei miglioramenti,
+che consigliavano i progressi ulteriori degli studi e l'attenta riesamina
+del testo<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a>. Tenendo ben presente il pubblico, al quale
+ora ci rivolgevamo, fu nostra massima cura di render sempre
+chiaro, per quanto era possibile, il pensiero di questi rimatori
+e di dar la esatta corrispondenza moderna di vocaboli ed espressioni
+antiche. La disposizione del testo è sempre quella; soltanto
+fu introdotta una leggera trasposizione per le tenzoni, ché parve
+opportuno, a meglio e piú prontamente intenderle, ravvicinar fra
+loro i vari sonetti di «proposta» e di «risposta». Naturalmente
+anche i criteri, con cui fu messo insieme, son rimasti gli stessi:
+tuttavia la voce dei cdd. diversi da quello, su cui il componimento
+veniva esemplato, fu piú spesso tenuta presente ed ascoltata.</p>
+
+<p>Di regola, però, quando la lezione del cd. esemplato vada
+bene per il senso, si adotta, anche se l'accordo degli altri cdd.
+dov'è alquanto diversa possa invitare a sostituirla. Evidentemente
+alcune volte, nei cdd. meno antichi, la parola è ammodernata:
+c. <span class="scp">II</span>, 14 «gioia», 18 «dee»; ball. <span class="scp">III</span>, 9 «ond'» etc.; talvolta
+non c'è nessuna ragione perché Bonagiunta, nella condizione
+speciale in cui si trovava<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a>, non abbia scritto cosí come il cd.
+<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110"></a>[110]</span>
+porta: c. <span class="scp">I</span>, 6 «cusí», <span class="scp">III</span>, 14 «du'»; ball. <span class="scp">II</span>, 18 «sprendore»,
+24 «criatura», 30 «smirato», <span class="scp">III</span>, 19 «sono», ecc. Certo, non si
+esclude che in qualche parte la vera lezione possa nascondersi negli
+altri cdd., se anche sieno in lieve disaccordo: cfr., ad es., c. <span class="scp">III</span>,
+13 «sentire, sentore», ecc.</p>
+
+<p>Anche dal punto di vista della metrica, questa edizione si
+trova avvantaggiata<a name="FNanchor_18_18" id="FNanchor_18_18"></a><a href="#Footnote_18_18" class="fnanchor">[18]</a>. Dopo lo studio del Parodi, è indubitato
+il trionfo della rima siciliana di fronte alla cosí detta rima impropria:
+l'accolgo, quindi, nei casi, in cui egli ebbe giá ad indicarla
+per i nostri rimatori<a name="FNanchor_19_19" id="FNanchor_19_19"></a><a href="#Footnote_19_19" class="fnanchor">[19]</a>. Solo nei due son. <span class="scp">VIII</span>, 11-14 «inamora:
+criatora» e <span class="scp">XVIII</span>, 10-13 «sono: alcono», la forma con «o»
+mi sembra preferibile (cd. «criatura» e «alcuno») perché l'«u» in
+«o» ha l'appoggio di un altro testo lucchese<a name="FNanchor_20_20" id="FNanchor_20_20"></a><a href="#Footnote_20_20" class="fnanchor">[20]</a>: «alcono» è inoltre
+forma guittonesca<a name="FNanchor_21_21" id="FNanchor_21_21"></a><a href="#Footnote_21_21" class="fnanchor">[21]</a> e, per conseguenza, possibilissima in Bonagiunta.
+Per la stessa ragione, in c. <span class="scp">XI</span> «misora» 31 e «vertode»
+33<a name="FNanchor_22_22" id="FNanchor_22_22"></a><a href="#Footnote_22_22" class="fnanchor">[22]</a>. Se non che, fino a che ulteriori studi non ci avran meglio
+chiariti sulle abitudini metriche degli antichi rimatori, sará prudente
+ed opportuno non spingersi piú oltre. Ché si corre il rischio
+di giudicare della metrica del sec. <span class="scp">XIII</span> — per necessitá di cose
+imperfetta — secondo criteri affatto moderni<a name="FNanchor_23_23" id="FNanchor_23_23"></a><a href="#Footnote_23_23" class="fnanchor">[23]</a>.</p>
+
+<p>In altra parte di questo volume sono esposte le norme relative
+alla grafia adottata<a name="FNanchor_24_24" id="FNanchor_24_24"></a><a href="#Footnote_24_24" class="fnanchor">[24]</a>. Con tutto ciò qualche incongruenza resta.
+Minuzie. Senza dubbio! Ma il far diversamente avrebbe richiesto
+<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111"></a>[111]</span>
+una serie di piccole ricerche, a cui non era qui il caso di sottoporsi.
+Quello che importa è che niente è stato toccato, che possa
+in qualche maniera aver relazione col dialetto di questi rimatori
+o trovi una qualche rispondenza nella realtà fonica toscana.</p>
+
+<p>Poche aggiunte, e d'importanza minima, debbo fare alla bibliografia.</p>
+
+<p class="nota"><span class="smcap">Codici.</span></p>
+
+<p><i>a</i>) Vaticano 4823. Per quanto ci riguarda, non è che tarda
+copia (sec. <span class="scp">XVI</span>) del Vat. 3793<a name="FNanchor_25_25" id="FNanchor_25_25"></a><a href="#Footnote_25_25" class="fnanchor">[25]</a>. Contiene: di Bonagiunta c. <span class="scp">IV</span>
+(129<sup>v</sup>), <span class="scp">V</span> (129<sup>r</sup>), <span class="scp">VI</span> (128<sup>r</sup>), <span class="scp">VIII</span> (127<sup>v</sup>), <span class="scp">IX</span> (284<sup>r</sup>), <span class="scp">X</span> (124<sup>v</sup>); disc. <span class="scp">I</span>
+(125<sup>v</sup>), <span class="scp">II</span> (126<sup>v</sup>); son. <span class="scp">I</span> (401<sup>r</sup>), <span class="scp">XI</span> (342<sup>r</sup>), <span class="scp">XII</span> (342<sup>r</sup>) <span class="scp">XIII</span>, 2 (400<sup>v</sup>),
+<span class="scp">XIV</span>, 2 (401<sup>r</sup>) — di Fredi c. <span class="scp">I</span> (106<sup>v</sup>) — di Dotto Reali son. <span class="scp">I</span> (6<sup>r</sup>)<a name="FNanchor_26_26" id="FNanchor_26_26"></a><a href="#Footnote_26_26" class="fnanchor">[26]</a>.</p>
+
+<p><i>b</i>) Chigiano L. <span class="scp">IV</span>, 131: di vario tempo e di varie mani<a name="FNanchor_27_27" id="FNanchor_27_27"></a><a href="#Footnote_27_27" class="fnanchor">[27]</a>. La
+maggior parte dei componimenti che contiene deriva dal Pal.
+418<a name="FNanchor_28_28" id="FNanchor_28_28"></a><a href="#Footnote_28_28" class="fnanchor">[28]</a>. Tali sono: di Bonagiunta c. <span class="scp">IV</span> (p. 85), <span class="scp">V</span> (p. 120), <span class="scp">VI</span> (p. 90),
+<span class="scp">IX</span> (p. 102); disc. <span class="scp">I</span> (p. 115); ball. <span class="scp">I</span> (p. 81), <span class="scp">III</span> (p. 15), <span class="scp">IV</span> (p. 35).
+I due son. <span class="scp">I</span> (p. 839) e <span class="scp">IV</span> (p. 849)<a name="FNanchor_29_29" id="FNanchor_29_29"></a><a href="#Footnote_29_29" class="fnanchor">[29]</a> invece si trovano in quella
+sezione, sulla cui provenienza si discute<a name="FNanchor_30_30" id="FNanchor_30_30"></a><a href="#Footnote_30_30" class="fnanchor">[30]</a>. Essi certo non derivano
+dalla raccolta di rime antiche pubblicate dal Corbinelli in
+fine de «La bella mano»; la collazione da me istituita permette
+di affermare la strettissima relazione di questo testo con quello
+<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112"></a>[112]</span>
+del Mediceo-Laurenziano pl. <span class="scp">XC</span> inf. 37<a name="FNanchor_31_31" id="FNanchor_31_31"></a><a href="#Footnote_31_31" class="fnanchor">[31]</a>. Sí che l'ignoranza di
+questo cd. nessun danno produsse alla primitiva costituzione
+della lezione dei due sonetti.</p>
+
+<p class="nota"><span class="smcap">Stampe.</span></p>
+
+<p>α) <span class="smcap">V. Nannucci</span>, <i>Manuale della letteratura del primo secolo
+della lingua italiana</i>, Firenze, 1843, <span class="scp">I</span>, 187 sgg. Contiene di Bonagiunta
+c. <span class="scp">VI</span> e <span class="scp">XI</span>; ball. <span class="scp">II</span>; son. <span class="scp">III</span>, <span class="scp">IV</span>, <span class="scp">VIII</span><a name="FNanchor_32_32" id="FNanchor_32_32"></a><a href="#Footnote_32_32" class="fnanchor">[32]</a>.</p>
+
+<p>β) <span class="smcap">H. Knobloch</span>, <i>Die Streitgedichte im Provenzalischen und
+Altfranzösischen</i>, Breslau, 1886. Contiene il son. di Bartolomeo
+«Vostro saver provato m'è mistieri» (p. 68).</p>
+
+<p>γ) <span class="smcap">B. Wiese</span>, <i>Altitalienisches Elementarbuch</i>, Heidelberg, 1904.
+Contiene di Bonagiunta c. <span class="scp">X</span> (p. 208).</p>
+
+<p>Seguono alcune osservazioni intorno ai singoli componimenti.</p>
+
+<p class="nota">BONAGIUNTA<br />
+<br />
+CANZONI</p>
+
+<div class="blockquote"><p>I, 10-2. Il paragone trae la sua origine dalla credenza che trovasi riferita,
+ad es., in un antico poemetto francese, nel quale appunto, a proposito
+della «balena» «<i>Qui de biens est farsie et plainne</i>» si dice fra l'altro:
+«<i>Quant elle est prise et atrappée — Mieus en vaut toute la contrée</i>»:
+cfr. <span class="smcap">G. Raynaud</span>, <i>Mélanges de philologie romane</i>, Paris, 1913, p. 137.
+Altrimenti spiega quest'allusione <span class="smcap">G. Bertoni</span>, in <i>Zeitsch.</i>, <span class="scp">XXXVI</span>, 569-71.
+<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113"></a>[113]</span></p>
+
+<p>I, 55-60. «Ma per ragione di buona speranza, come l'oliva non cangia
+la verdura, cosí io non cangio il mio buon volere e il cor gioioso, piacente
+e amoroso, per quanto mi sia cangiato l'aspetto».</p>
+
+<p>II, 24. «Come l'oscuritá è diversa dallo splendore».</p>
+
+<p>II, 33. «Non partire» dipende da «faraggio» del v. p. Tutto il verso
+mi pare poi debba intendersi: «non partirò giammai»; «tutto tempo» è
+lo stesso che «giammai», da cui è rinforzato.</p>
+
+<p>III. Per quanto riguarda lo schema metrico, in relazione a quello
+proposto, è probabile che nella seconda «volta» della prima strofa (specialmente
+vv. 14-5) si debba trattar d'assonanza; ma la seconda «volta»
+della seconda strofa (vv. 32-3) è certo errata: cfr. in contrario <span class="smcap">Wiese</span>,
+<i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 217. Il Wiese, invece, ha ragione quando afferma che
+gli ultimi otto versi (73-80) appartengono ad una nuova strofa, non al
+commiato. La canzone è dunque incompiuta.</p>
+
+<p>III, 36. Il sogg. di «vien» è «sofferire», che si rileva da quanto precede.</p>
+
+<p>III, 77. La corr. «ria» (cd. «seria») è del <span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 217.</p>
+
+<p>IV, 12-3. «acciocché, per la mia fermezza, fossi sicuro di non render
+vana la mia fatica».</p>
+
+<p>IV, 20. «Io non credo — ciò che sarebbe offensivo — ».</p>
+
+<p>V, 36-8. Per la correz., cfr. <span class="smcap">Rossi</span> in <i>Gior. st. d. l. it.</i>, <span class="scp">XLIX</span>, 382.
+Sulla lezione di questi e dei sgg. vv. riportata nella <i>Poetica</i> del Trissino
+da un cd., che forse era l'archetipo del Pal. 418, cfr. <span class="smcap">Massèra</span>, <i>Una
+ballata</i> cit., pp. 2-3 dell'estr. Quanto al significato, «sua» del v. 36 si riferisce
+a «core» del v. 33.</p>
+
+<p>VI. Riguardo allo schema metrico, ci pare di dover sostenere ancora
+quanto dicemmo ne <i>I Rimatori lucchesi</i> cit., pp. 111-2. Le proposte del
+<span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 218, ci allontanano troppo dai cdd. e non sembrano
+interamente accettabili.</p>
+
+<p>VI, 12. Per aver la rimalmezzo, come nei vv. corrispondenti delle
+altre strofe, si ha da correggere il «tanto» dei cdd. in «tutto»?</p>
+
+<p>VI, 19-20. «che amore non è diverso da vera perfezione».</p>
+
+<p>VI, 53. «E quel che io dico mi sembra un dir nulla». Manca la rimalmezzo:
+la proposta del <span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 218 («mando»)
+urta contro la lettura dei mss.</p>
+
+<p>VII, 1-6. «Sperando da lungo tempo di trarre a mio vantaggio la contesa
+impegnata con la mia donna, la quale mi dá tal coraggio ch'io
+credo sovrastare ogni altro uomo, conoscenza, che proviene da obbedienza,
+mi consiglia a ben servire».</p>
+
+<p>VII, 10. La rimalmezzo è casuale, mancando nel verso corrispondente
+dell'altra strofa.</p>
+
+<p>VII, 14-5. «Non è dubbio che conoscenza nasce da senno fino; e ciò
+è provato».</p>
+
+<p>VII, 23. «che l'una cosa (il «ben fare» e il «comportar sofferenza»
+<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114"></a>[114]</span>
+= esser sofferenti) possa stare insieme con l'altra («usar villania» ed «esser
+folli»).</p>
+
+<p>VII, 29. «contrar'.». La lieve correzione (cd. «contrario») è voluta
+dalla metrica. Per i molti esempi nei rimatori antichi di simili troncamenti,
+fra i quali è citato pur questo, cfr. <span class="smcap">Nannucci</span>, <i>Teoria dei nomi
+della lingua italiana</i>, Firenze, 1858, p. 632.</p>
+
+<p>VIII. Il dubbio sulla sua autenticitá, espresso dallo <span class="smcap">Zaccagnini</span> in
+<i>Rass. crit.</i> cit., <span class="scp">XI</span>, 37-8, non ha fondamento.</p>
+
+<p>VIII, 24-6. «e (l'amore) raccomanda continuamente di seguire la via
+amorosa, perché volle stare insieme con loro (con gli uccelli)».</p>
+
+<p>IX, 2-3. «sono da considerare da ciascuno amatore».</p>
+
+<p>IX, 14. Sottintendi «che».</p>
+
+<p>X, 13. Meglio col cd. «pensos'a nott'e dia»?</p>
+
+<p>X, 21. «m'ha conquiso». Per la correzione (cd. «mi comquise») cfr.
+<span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 219.</p>
+
+<p>X, 29. Il cd. legge «osmantenere». Il <span class="smcap">Wiese</span>, <i>Altitalienisches Elementarbuch</i>
+cit., p. 209 propone: «A fin [di pietanza] ottenere».</p>
+
+<p>X, 42 sgg. Il <span class="smcap">Parodi</span>, <i>Rima siciliana</i> cit., p. 124 <i>n.</i>, si domanda — cosa
+che a me non sembra necessaria — se le finali in «-ente» di questa
+strofa non sieno da trasformare in «-enti», trovandosi in «gente» l'«-i»
+finale per «-e» del siciliano.</p>
+
+<p>X, 43. «ch'è regina». La correzione era prima dubitativamente proposta
+in nota ne <i>I Rimatori lucchesi</i> cit., p. 115. Diversamente pensa il
+<span class="smcap">Parodi</span>, <i>Rima siciliana</i> cit., p. 128 <i>n</i>.</p>
+
+<p>XI. Riunisco qui le varianti. 4. Hor, 5. hauia, 27. Anchor, 30. alchun,
+31. misura, 32. huom, 33. uertude, 34. huom, 36. addiuenir, 37. Ciaschuna,
+53. humiliare, 56. Ch'allaccio, 61. ché detto, 62. ché á dire.</p>
+
+<p>XI, 1. Nella stampa, è lasciato un po' di spazio per la iniziale grande,
+che manca: c'è invece una b minuscola.</p>
+
+<p>XI, 52-4. «Prima di servirla, mi trovo che l'avvenente, per darmi
+gioia, umilia verso di me guiderdone (= ricompensa) si soave».</p>
+
+<p>XI, 56. La correzione è del <span class="smcap">Pellegrini</span>: cfr. <i>Rass. bibliogr.</i> cit., <span class="scp">XXI</span>,
+p. 19.</p></div>
+
+<p class="nota">DISCORDI</p>
+
+<div class="blockquote"><p>I, 1-12. A considerare la prima parte della strofa di ottonari, anzi che
+di settenari, come giá mi parve, mi ha indotto e il piú attento esame
+della lezione dei cdd. (cfr. specialmente i vv. 1-2) e il confronto con la
+seconda parte.</p>
+
+<p>I, 62. Secondo il v. 60, sottintendi «è», che si riferisce a «spera» e
+«cèra».</p>
+
+<p>II. Relativamente alla ricostruzione metrica, ora mi pare che l'<span class="smcap">Appel</span>
+abbia ragione (cfr. in contrario <i>I Rimatori lucchesi</i> cit., p. <span class="scp">LXVI</span>, n. 2)
+<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115"></a>[115]</span>
+per quanto riguarda i vv. 43-8, che egli collega alla strofa sg. D'altra
+parte, non so rinunziare a vedere fra le varie strofe quel cotal legame,
+su cui cfr. <span class="smcap">Biadene</span>, <i>Il collegamento delle stanze mediante la rima
+nella canzone italiana dei secoli XIII e XIV</i>, Firenze, 1885, p. 13: cfr.
+V. 15 «Davante», v. 22 «falla», v. 34 «languisco». Certo, nella quarta
+strofa, che comincia appunto al v. 43, questo legame manca. Io ho l'impressione
+che ciò provenga da un trascorso del rimatore. Manca ancora,
+è vero, nell'ultima strofa: v. 61 sgg. Se non che, essa ne sará priva
+perché considerata stante a sè, come una specie di commiato.</p>
+
+<p>II, 42. «che». È un «che» ripetuto, come si ritrova in antico italiano
+e anche in provenzale: <span class="smcap">Nannucci</span>, <i>Analisi critica dei verbi italiani</i>, Firenze,
+1843, p. 91, n. 6.</p>
+
+<p>II, 46-8. «(e intanto) sto nascosto piú di quello che non stesse Adamo,
+quand'ebbe mangiato il frutto proibito».</p>
+
+<p>II, 53-3. Sottintendi «a».</p></div>
+
+<p class="nota">BALLATE</p>
+
+<div class="blockquote"><p>I, 17. Sia permesso riferir qui le due strofe, che nel cd. Pal. 418 seguono
+a questo verso e che ritenemmo interpolate (cfr. anche <span class="smcap">Wiese</span>,
+<i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 220): cfr. <i>I Rimatori lucchesi</i> cit., pp. 117-8.</p>
+
+<table class="ball" summary="ballata">
+ <tr>
+ <td><i>a</i>) Radice è di viltade</td> <td><i>b</i>) Nessuno è più ingannato</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>c'a tucti ben dispiace</td> <td>ke de la sua persona:</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>lodare on sua bontade;</td> <td>ké tal si tien biasmato</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>e prodeza ki face,</td> <td>ke Dio li dá corona,</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>quei ke la fa ne cade,</td> <td>e tal si tien laudato</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>e quei che la tace</td> <td>ke lo contraro dona</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>ne cresce fermamente.</td> <td>a llui similemente.</td>
+ </tr>
+</table>
+
+<p>I, 51. Sottintendi «che».</p>
+
+<p>II, 29. «vostro viso» equivale evidentemente a «in vostro viso»;
+l'accordo dei cdd. non mi autorizza a proporre: «'n vostro viso».</p>
+
+<p>II, 32-3. «vue» è correzione del <span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 220; il
+<span class="smcap">Parodi</span>, <i>Rima siciliana</i> cit., p. 124 n. proporrebbe: «vui»: «fui». Per
+la correzione, piú propriamente, del v. 33, cfr. <span class="smcap">Rossi</span> in <i>Gior. st. d. l. it</i>.,
+<span class="scp">XLIX</span>, 383.</p>
+
+<p>III, 10-1, «degno voi» = degno di voi.</p>
+
+<p>III, 22. «vita» deve certo esser sostituita da qualche altra parola
+(cfr. anche quanto possono apprendere i cdd.); ma non riesco a trovarla.
+Forse un lucch. «lita» = «lite?».</p>
+
+<p>IV. Il tipo composito della strofa è da mettere in relazione con quelli,
+di cui parla il <span class="smcap">Casini</span>, <i>Studi di poesia antica</i>, Cittá di Castello, 1914,
+p. 40 sgg.</p>
+
+<p>IV, 5. La correzione «tucto» dei cdd. in «tutta» è indispensabile.</p>
+
+<p>V. Seguo la ricostruzione del <span class="smcap">Massèra</span> (cfr. sopra); me ne allontano
+<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116"></a>[116]</span>
+solo, oltre che in qualche lieve ritocco d'interpunzione, al v. 64, dove,
+col cd., ammetto lo iato (<span class="smcap">Massèra</span>: «ke è diricta e vera)».</p>
+
+<p>V, 34. «la rivera»: è il Serchio, sotto il qual nome, per metonimia,
+è da intendere Lucca stessa.</p></div>
+
+<p class="nota">SONETTI</p>
+
+<div class="blockquote"><p>I. Il son. di risposta del Guinizelli «Omo ch'è saggio non corre leggero»,
+essendo ben noto, è superfluo riprodurlo qui: cfr. <span class="smcap">Casini</span>, <i>Rime dei
+poeti bolognesi del secolo XIII</i>, Bologna, 1881, p. 40.</p>
+
+<p>I, 2. «piacenti»: l'accordo della maggior parte dei cdd. mi ha indotto
+a preferire questa lezione a «amorozi».</p>
+
+<p>II, 4. Cd. «ispeme».</p>
+
+<p>IV, 10. «ispene». La maggior parte dei cdd., che hanno «spene»,
+autorizza la correzione.</p>
+
+<p>V, 10-13. Sarebbe pur possibile una rima siciliana in «ire»: cfr. <span class="smcap">Parodi</span>,
+<i>Rima siciliana</i> cit., p. 124 n. e 131.</p>
+
+<p>VII, 4. Cd. «gioie ed».</p>
+
+<p>VIII, 12. «(Il vostro cuore) vede il mio volto che ciò non ostante implora».</p>
+
+<p>IX, 5. «Chi sí non fa». Cioè: chi non cerca di aver «sapere».</p>
+
+<p>IX, 14. «Il cagnolino battuto fa temere il leone».</p>
+
+<p>XI, 1-4. «Molti, come appare dai versi amorosi che scrivono senza
+saper niente della verità, stanno nel fuoco d'amore, ma sono innamorati
+ingenui e che si fondan su nulla».</p>
+
+<p>XII, 7-8. «In cuore le rendo onore e lode; e, tale essendo il mio cuore,
+non cado in dimostrazione esteriore di speranza (= nascondo sul volto la
+speranza)».</p>
+
+<p>XII, 11. «(il pregio e il valore) rimuovono gli sdegni, e (per essi pregio
+e valore) si spenge l'orgoglio».</p>
+
+<p>XII, 12-4. «La mia fede spera per il suo servire, il mio senno pensa
+che la lode sia il fondamento della speranza. Chi vive con inganno perisca
+di cordoglio!».</p>
+
+<p>XIII, 1. Il son. è nel cd. Vat. 3793 — unico che ce lo tramandi — e
+precede immediatamente (n. 781) il son. di B. — Raccolgo qui le varianti:
+1. bene... omo nom... trouare 3. sauere 4. bisongnasse 5. male parlare...
+tale 6. pari... omo 7. amore 9. comsilglio 11. partire 12. aportatore.</p>
+
+<p>XIV, 1. Il son. è nel cd. Vat. 3793, che pure unico ce lo tramanda,
+e precede ancora immediatamente (n. 783) la risposta di B.: vedilo pure
+in <span class="smcap">Monaci</span>, <i>Crestomazia italiana</i>, p. 308. — Ecco le varianti: 1. bem
+2. rimonddo 3. fare piaciere... buoni 4. omo... monddo 5. ciausire 6. nom...
+pieto uidale... buono dismonddo 7. come 8. loro monddo 10. alti (per la
+corr. cfr. il passo corrispondente in <span class="scp">XIV</span>, 2, v. 10) 11. bene 12. vm comsilglio
+12. bene.
+<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117"></a>[117]</span></p>
+
+<p>XIV, 2, 6. «fan». La correzione (cd. «fa») è del <span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit.,
+<span class="scp">CXVII</span>, 221.</p>
+
+<p>XIV, 2, 7-8. «I quali lodano in voi i due che son fra loro eguali, anzi
+egualissimi, Folchetto e Dismondo».</p>
+
+<p>XVI, 14. Se lo iato sembri troppo ardito, si corregga: «in mia balia»,
+come propone il <span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 221.</p>
+
+<p>XVIII, 1-4. «Con tutta sicurezza, poiché son vostro, dirò ciò che
+avviene de' vostri versi, fra i quali ho trovato un certo numero di sonetti,
+che hanno addosso spiriti malvagi».</p>
+
+<p>XVIII, 12. «o perché» (cd. «perké»): la correzione mi par sicura,
+anche per ragioni metriche.</p>
+
+<p>I di d. a., 5 «val»: cd. «vale».</p></div>
+
+<p class="nota">TENZONE FRA GONNELLA ANTELMINELLI,
+BONAGIUNTA E BONODICO</p>
+
+<div class="blockquote"><p>I, 3-4. «L'un ferro lima l'altro, perché l'uno dei due è piú forte, perché
+cosí proviene dalla miniera o per la tempera ricevuta? Oppure l'uno dei
+due si lascia limare a causa della sua maggiore dolcezza?».</p>
+
+<p>I, 5. Il soggetto è il «ferro».</p>
+
+<p>I, 9. «Aspetto la soluzione e confido di ottenerla».</p>
+
+<p>I, 14. Per riaffermar che gli alchimisti e coloro che mutano ad ogni
+parola il loro discorso sono stolti, conchiude: «la farfalla trae al lume
+stoltamente (non per senno)».</p>
+
+<p>II, 1. «Che» = di cui.</p>
+
+<p>II, 3-8. «L'un ferro vince l'altro per forza dell'acciaio, che è come il
+fiore del ferro, il quale vien fuori per opera del fuoco, quando il ferro
+è divenuto bianco da nero che era, e l'acciaio si mette dalla parte del
+taglio e sulla punta, e il ferro acquista piú forza nel suo stato primiero,
+sí che altro ferro non porta via nulla da lui».</p>
+
+<p>II, 9-11. Rispondono alla «natural rasion» del v. 11 del s. 1 del
+Gonnella.</p>
+
+<p>II, 12-4. Rispondono al «senno» del v. 11 del son. 1 del Gonnella:
+Bonagiunta non è stato lieto del complimento, che il Gonnella gli aveva
+rivolto.</p>
+
+<p>III, 2-4. «Il ferro si corrode per mezzo del ferro, perché la sua virtú,
+per artifizio, si muta in maggior durezza di quel che era».</p>
+
+<p>III, 14. «per allumar» = quando si accende il lume.</p>
+
+<p>IV, 1. «Pensavo che tu non facessi l'indovino».</p>
+
+<p>IV, 8. «che per lui si diprima» = decisiva.</p>
+
+<p>IV, 14. «Asinello di monte (animale allo stato di natura) supera cavallo
+di stalla (animale, su cui ha agito l'arte)». Parrebbe un proverbio.
+<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118"></a>[118]</span></p>
+
+<p>V, 4 «vuole avanzare la natura e invece è a grande distanza da lei».</p>
+
+<p>V, 12-4. «Ma se vera arte non si apprende, credo che si pecchi anche
+in senso contrario, ugualmente (cfr. i vv. 13-4 del son. IV): perché gli
+alberi da frutto vengono dalla propagazione artificiale».</p></div>
+
+<p class="nota">TENZONE FRA BARTOLOMEO E BONODICO</p>
+
+<div class="blockquote"><p>II, 3 «piaquevo» = vi piacque (di rivolgervi a me).</p></div>
+
+<p class="nota">FREDI</p>
+
+<div class="blockquote"><p>I, 41 sgg. Non mi è chiara l'allusione.</p></div>
+
+<p class="nota">DOTTO REALI</p>
+
+<p class="nota">CANZONE</p>
+
+<div class="blockquote"><p>1. «Di quello che il mio cuore prova, davvero non taccio niente. Ma
+io son savio; per questo adopero mezzi insidiosi per prender l'amore.
+Vero è, non lo nego: s'io dico che l'amore è come un vento estinto,
+giudico di sí alto valore contrariamente al mio modo di sentire. Io ho
+una nuova maniera di far versi: ché il mio verace amore mi fa parlar
+d'amore. Del resto, ho veduto un perfetto sapiente che non tace, standosene
+muto, né è naturalmente quieto.</p>
+
+<p>2. Per questo non tralascio di far versi, né trascuro il canto: manifesto
+il mio grave pensiero, in cui son fitto. Ché quegli che piú mostra gioia
+m'annoia: un piccolo fuoco, a suo luogo, è piacevole; ma se cresca, è
+increscioso. Qual male, se la consuetudine lo rende piú grave, può diminuire,
+se non ci se ne astenga? Il tempo ben può allontanare il dolore,
+secondo ch'io odo da ciascuno che sia saggio.</p>
+
+<p>3. La fede comprende in sé tutte le virtú: uomo che vede, crede;
+domanda che avvenga ciò che vuole; tiene ciò che è fede non per credenza
+(= senza rendersene ragione), ma spera vera sentenza, che è luce
+intera, chiara, da cui vien la vita. Egli disdegna fortemente la morte, la
+quale cancella, non registra, il fallo, permette anzi di fuggirlo. — Ma per
+il dolore l'arte mi vien meno: su tale argomento si posson far versi infinitamente.</p>
+
+<p>4. Oh, quante pene evita colui che non segue il suo talento! Egli allontana
+da sé il dolore, se ne libera, come il serpente si libera della sua
+pelle. Seguire il proprio talento è vita infelice, ché l'ira strazia il cuore
+e l'offende. Sta' attento: fa male chi non ascolta! Molte volte ci rimette
+(= perde il ferro) chi serra... chi allontana i vizi, afferra le virtú. Chi
+pensa, cerca fama; non faccia tenzone, non faccia offesa chi non val nulla.
+<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119"></a>[119]</span></p>
+
+<p>5. Per questo chi ha senno non tardi a far versi, ma consideri il danno
+che hanno gli stolti: essi vivono penosamente. In ciò si loda il sapere:
+nell'aver moderazione e cura pura con misura: chi ha senno non varia.
+Chi prende l'èsca, pesca, e chi ha pensieri troppo leggeri si lascia ingannare».</p>
+
+<p>I, 27. Il passo è corrotto (anche la metrica è offesa); ma non so presentare
+una proposta soddisfacente.</p>
+
+<p>I, 41. La correzione (<i>I Rim. lucch</i>.: ben dir di tanto — o quanto) è del
+<span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 222.</p></div>
+
+<p class="nota">SONETTI</p>
+
+<div class="blockquote"><p>I. La «risposta» vedila in <span class="smcap">Zaccagnini</span>, <i>I Rimatori pistoiesi dei secoli
+XIII e XIV</i>, Pistoia, 1907, p. 34, e ora in questo vol., p. 15.</p>
+
+<p>I, 6 «per parer non per forma»: «che sono apparenza, non sostanza».</p>
+
+<p>I, 8 «defetto da ciò che piú forma»: «difetto proveniente dall'intelligenza».</p>
+
+<p>I, 9-10. «E l'intender la ragione del difetto è mezzo ch'è fine del
+principio ed è, a sua volta, principio naturale del fine».</p>
+
+<p>I, 11-14. Quest'ultimi versi non mi son chiari.</p>
+
+<p>II. La «proposta» in <span class="smcap">Zaccagnini</span>, <i>I Rimatori pistoiesi</i> cit., p. 32 e
+ora in questo vol., p. 15.</p>
+
+<p>II, 1-2. «A voler maggiormente dimostrare che tu apporti veritá, non
+esiste una dottrina recondita».</p></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121"></a>[121]</span></p>
+
+<h2><a name="GLOSSARIO_II" id="GLOSSARIO_II"></a>GLOSSARIO</h2>
+
+<p>[B. = Bonagiunta; G. = Gonnella; Bo. = Bonodico; Ba. = Bartolomeo; F. = Fredi;
+D. R. = Dotto Reali — t. = tenzone; c. = canzone; d. = discordo; b. = ballata; st. =
+stanza; s. = sonetto; s. d. d. a. = sonetto di dubbia autenticitá.</p>
+
+<p>La cifra romana risponde al numero del componimento; l'araba al verso.</p>
+
+<p>Quando il rinvio è fatto senza alcuna indicazione di autore, s'intende sempre
+che la voce appartiene a Bonagiunta.</p>
+
+<p>Qualche leggera infrazione all'ordine strettamente alfabetico è dovuta alla necessità
+di non separare voci, che riposano sulla stessa base etimologica. Es. «insegnamento»,
+«'nsegnamento»; «disianza», «desianza»; ecc.]</p>
+
+<p class="pad2"><i>abondare. (che 'l meo core) abonda</i>
+(b. <span class="scp">IV</span>, 11) — che sopraffa il m. c.</p>
+
+<p><i>Acel</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 14) — asinello.</p>
+
+<p><i>acento (per)</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 13) — ad
+ogni parola.</p>
+
+<p><i>aciero</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 3) — acciaio.</p>
+
+<p><i>a ciò</i> (s. <span class="scp">XJ</span>, 7) — perciò.</p>
+
+<p><i>Acciò</i> (c. <span class="scp">II</span>, 13) — perché.</p>
+
+<p><i>acrescensa (vene in)</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 9) — cresce.</p>
+
+<p><i>acrescenza (trar in)</i> (c. <span class="scp">VIJ</span>, 1-2) — trarre
+a vantaggio.</p>
+
+<p><i>acrescimento</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 26) — lode, innalzamento.</p>
+
+<p><i>adastare. (m)'adasta</i> (b. II, 20)
+m'eccita; <i>adasta</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 5) — irrita.</p>
+
+<p><i>adivenire, adivene</i> (s. <span class="scp">XVIIJ</span>, 2) — accade;
+D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 13) — proviene.</p>
+
+<p><i>adoblare. (m)'adoblaran</i> (c. <span class="scp">X</span>, 33) — addoppieranno.</p>
+
+<p><i>adorneze</i> (b. <span class="scp">II</span>, 8) — ornamenti.</p>
+
+<p><i>adovenire, adovene</i> (s. <span class="scp">VI</span>, 1) — accade;
+<i>(s)'adovegna</i> (s. <span class="scp">XVIIJ</span>, 9) — accada.</p>
+
+<p><i>Adunqua</i> (c. <span class="scp">X</span>, 35 ecc.) — dunque.</p>
+
+<p><i>afare (loda lo su')</i> (b. <span class="scp">I</span>, 2) — si
+loda.</p>
+
+<p><i>affinamento</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 8) — perfezionamento.</p>
+
+<p><i>afinata</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 16) — perfetta.</p>
+
+<p><i>agradito (ha)</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 28) — ha reso
+gradito.</p>
+
+<p><i>aigua</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 9 ecc.) — acqua.</p>
+
+<p><i>aire</i> (c. <span class="scp">I</span>, 21 ecc.) — aria.</p>
+
+<p><i>aita</i> D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 14) — opera, lavoro.</p>
+
+<p><i>albóre</i> (c. <span class="scp">X</span>, 3) — alberi.</p>
+
+<p><i>árbore</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 40) — albero.
+<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122"></a>[122]</span></p>
+
+<p><i>alchima</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 12 ecc.) — alchimia.</p>
+
+<p><i>alcidere. (m)'alcida</i> (s. <span class="scp">III</span>, 2) — mi
+uccida.</p>
+
+<p><i>ancidere. ancidetimi</i> (b. IV, 20) — uccidetemi;
+<i>(m)'ancidesse</i> (b. <span class="scp">IV</span>,
+24) — m'uccidessi; <i>ancisi</i> (s. <span class="scp">XVIJ</span>,
+4) — uccisi.</p>
+
+<p><i>allacciare. allaccia</i> D. R. (c. 53) — afferra,
+prende col laccio.</p>
+
+<p><i>allegransa</i> (e. <span class="scp">II</span>, 9 ecc.) e</p>
+
+<p><i>allegranza</i> (d. <span class="scp">I</span>, 10) e</p>
+
+<p><i>alegressa</i> (b. <span class="scp">I</span>, 28 ecc.) — allegrezza.</p>
+
+<p><i>allumar</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 14) — accendere
+il lume.</p>
+
+<p><i>allungiato</i> (c. <span class="scp">XI</span>, 2) — allontanato.</p>
+
+<p><i>alori</i> (d. <span class="scp">I</span>, 15) — odori.</p>
+
+<p><i>altera</i> (d. <span class="scp">I</span>, 59) — bella; (s. <span class="scp">X</span>, 9) — alta
+(in senso buono).</p>
+
+<p><i>altero</i> (c. <span class="scp">III</span>, 42) — alto (in senso
+buono).</p>
+
+<p><i>altesse</i> (d. <span class="scp">I</span>, 47) — altezze.</p>
+
+<p><i>altura</i> (b. <span class="scp">II</span>, 34; b. <span class="scp">V</span>, 33) — altezza
+(in senso morale), eccellenza.</p>
+
+<p><i>altura (in)</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 41) — in alto.</p>
+
+<p><i>alumato</i> (s. <span class="scp">XJ</span>, 13) — acceso.</p>
+
+<p><i>amadore</i> (c. <span class="scp">X</span>, 6) — amanti.</p>
+
+<p><i>amansa</i> (d. <span class="scp">II</span>, 62) e</p>
+
+<p><i>amanza</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 26 ecc.) — amore;
+(c. <span class="scp">XJ</span>, 25) — donna amata; <i>un'alta
+amanza</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 4) — una
+donna di nobil condizione.</p>
+
+<p><i>ambur</i> (c. <span class="scp">III</span>, 5 ecc.) — ambedue.</p>
+
+<p><i>amollare. (m)'amollo</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>,
+14) — mi piego, cedo.</p>
+
+<p><i>amoranza (metta in)</i> (c. <span class="scp">VI</span>, 6) — metta
+in amore.</p>
+
+<p><i>amortare</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 14) — smorzare.</p>
+
+<p><i>ane</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 48) — affanni.</p>
+
+<p><i>aparegiare. (s)'aparegiasse</i> (s. <span class="scp">X</span>,
+8) — si potesse paragonare.</p>
+
+<p><i>apari</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 6) — insegnamenti.</p>
+
+<p><i>aprendersi. s'aprende</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 13) — prende.</p>
+
+<p><i>ardere. (m)'ardi</i> (c. <span class="scp">X</span>, 30) — mi
+infiamma (d'amore).</p>
+
+<p><i>arditanza (con)</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 6) — arditamente.</p>
+
+<p><i>arditesse</i> (b. <span class="scp">I</span>, 23) — arditezze.</p>
+
+<p><i>argoglioso</i> (c. <span class="scp">X</span>, 37) — orgoglioso.</p>
+
+<p><i>artificero</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 3) — artifizio.</p>
+
+<p><i>asimigliare</i> (c. <span class="scp">VIJ</span>, 8) — paragonare.</p>
+
+<p><i>aspido</i> (b. <span class="scp">I</span>, 38) — aspide.</p>
+
+<p><i>assisi (cosí)</i> (s. <span class="scp">XVIJ</span>, 8) — in tale
+stato.</p>
+
+<p><i>astutare</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 12) — spengere, mitigare.</p>
+
+<p><i>atenenza (avere.... di)</i> (s. <span class="scp">V</span>, 14) — possedere.</p>
+
+<p><i>atenere. (v)'atenete</i> (d. <span class="scp">I</span>, 43) — vi
+astenete.</p>
+
+<p><i>atri</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 42) — altri.</p>
+
+<p><i>atro</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 13) — altro.</p>
+
+<p><i>atto</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 6), — azione.</p>
+
+<p><i>atutare. (s)'atutasse</i> (c. <span class="scp">II</span>, 6) — dileguasse,
+svanisse.</p>
+
+<p><i>aucel</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 9) — uccello.</p>
+
+<p><i>auselli</i> (d. <span class="scp">I</span>, 5) — uccelli.</p>
+
+<p><i>aulente</i> (s. <span class="scp">VIJ</span>, 14 ecc.) — olezzante.</p>
+
+<p><i>aunore</i> (b. <span class="scp">V</span>, 40; s. <span class="scp">XIJ</span>, 7) — onore.</p>
+
+<p><i>auro</i> (b. <span class="scp">V</span>, 48) — oro.</p>
+
+<p><i>autrui</i> (c. <span class="scp">II</span>, 11) — altrui.</p>
+
+<p><i>auzidere. (m)'auzide</i> (c. <span class="scp">X</span>, 49) — m'uccide.</p>
+
+<p><i>avallare. (m)'avalla</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>,
+14) — mi vince, mi abbatte.</p>
+
+<p><i>avanti</i> (c. <span class="scp">I</span>, 20) — anzi.</p>
+
+<p><i>avansare</i> (s. <span class="scp">I</span>, 4) — sorpassare;
+<i>avansa</i> D. R. (c. 24) — rende piú
+grave.</p>
+
+<p class="pad2"><i>baldeza</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 5) — baldanza.</p>
+
+<p><i>balía</i> (b. <span class="scp">I</span>, 8) — forza, potere.</p>
+
+<p><i>bassansa (può avere)</i> D. R. (c. 24) — può
+diminuire.</p>
+
+<p><i>bassare</i> F. (c. 45) — cadere in basso.</p>
+
+<p><i>bastanza (fôra)</i> (c. <span class="scp">VI</span>, 35) — sarebbe
+assai.
+<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123"></a>[123]</span></p>
+
+<p><i>ben</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 46) — quand'anche; D.
+R. (s. <span class="scp">II</span>, 11) — benché.</p>
+
+<p><i>brusciato</i> F. (c. 11) — bruciato.</p>
+
+<p class="pad2"><i>Ca</i> D. R. (c. 19) — che.</p>
+
+<p><i>càggere. cagio</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 8) — cado.</p>
+
+<p><i>callare. (si) calla</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 14) — si
+cala.</p>
+
+<p><i>cannoscensa</i> (c. <span class="scp">III</span>, 37) e</p>
+
+<p><i>canoscensa</i> (c. <span class="scp">III</span>, 36; D. R. s. <span class="scp">I</span>, 1) e</p>
+
+<p><i>canoscenza</i> (b. <span class="scp">I</span>, 7) e</p>
+
+<p><i>caonoscensa</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 10) e</p>
+
+<p><i>caonoscenza</i> (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2) e</p>
+
+<p><i>caunoscensa</i> (c. <span class="scp">V</span>, 13) e</p>
+
+<p><i>caunoscenza</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 18 ecc.) e</p>
+
+<p><i>cognoscenza</i> (c. <span class="scp">VIJ</span>, 13) — conoscenza,
+sapere.</p>
+
+<p><i>cansare. cansa</i> (d. <span class="scp">II</span>, 64) — allontana.</p>
+
+<p><i>casione</i> (d. <span class="scp">I</span>, 22) — pretesto; (b.
+<span class="scp">IV</span>, 30) — causa.</p>
+
+<p><i>catel</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 14) — cagnolino.</p>
+
+<p><i>caunoscenti</i> (s. <span class="scp">X</span>, 6) — sagge; (b.
+<span class="scp">V</span>, 26) — saggi.</p>
+
+<p><i>caunoscére</i> (s. <span class="scp">X</span>, 5) — conoscere.</p>
+
+<p><i>cecen</i> F. (c. 7) — cigno.</p>
+
+<p><i>cèra</i> (c. 11, 19 ecc.) — volto, viso.</p>
+
+<p><i>certanza (far)</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 2) — esser
+sicuro.</p>
+
+<p><i>chera</i> (s. <span class="scp">X</span>, 12) — chiara.</p>
+
+<p><i>cherère. chero</i> (s. <span class="scp">III</span>, 9 ecc);
+<i>chiero</i> (b. <span class="scp">III</span>, 17) chiedo, domando — <i>cher</i>
+G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 11)
+domanda — <i>cherendo</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 1)
+cercando.</p>
+
+<p><i>chi</i> F. (c. 46) — che, il quale.</p>
+
+<p><i>chiunqua</i> (s. <span class="scp">II</span>, 8) — chiunque.</p>
+
+<p><i>ciasimento</i> G. (st. 10) — discernimento,
+scelta.</p>
+
+<p><i>claro</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 12) — chiaro.</p>
+
+<p><i>clera</i> D. R. (c. 35) — chiara.</p>
+
+<p><i>co'</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 5) e</p>
+
+<p><i>com'</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 2 ecc.) e</p>
+
+<p><i>como</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 3) — come.</p>
+
+<p><i>colpare</i>. <i>colpa</i> (c. <span class="scp">V</span>, 22) — colpisce.</p>
+
+<p><i>colpare. (ci) colpasse</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 30) — ci
+avessi colpa.</p>
+
+<p><i>compimento</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 20) — perfezione.</p>
+
+<p><i>compire</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 31) — giungere a
+termine.</p>
+
+<p><i>compita</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 41 e 49) — perfetta.</p>
+
+<p><i>compiuto</i> D. R. (c. 13) — perfetto.</p>
+
+<p><i>comune (usar.... con)</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 26) — stare
+insieme con.</p>
+
+<p><i>concludere. (si) conclude</i> (c. <span class="scp">I</span>, 20) — si
+oscura, si annera; <i>conclude</i> D.
+R. (c. 30) — comprende.</p>
+
+<p><i>contansa</i> (c. <span class="scp">III</span>, 64) — rinomanza.</p>
+
+<p><i>contendenza</i> (c. <span class="scp">VIJ</span>, 2) — contesa.</p>
+
+<p><i>contradiare</i> (s. <span class="scp">XVJ</span>, 7) — contrariare.</p>
+
+<p><i>convento (per tal)</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 45) — per
+tal patto, in maniera tale.</p>
+
+<p><i>convitare, (vi) convitano d'amare</i>
+(s. <span class="scp">VIIJ</span>, 13) — vi invitano ad amare.</p>
+
+<p><i>continuati</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 49) — pieni.</p>
+
+<p><i>coragio</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 11 ecc.) — cuore;
+(c. <span class="scp">IX</span>, 36 e <span class="scp">XI</span>, 6) — desiderio.</p>
+
+<p><i>corrompere. corrompe</i> G. (t.) (s.
+<span class="scp">I</span>, 5) — si corrompe.</p>
+
+<p><i>cortezia</i> (c. <span class="scp">III</span>, 46) — cortesia.</p>
+
+<p><i>costumanza</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 57) — costume,
+abitudine.</p>
+
+<p><i>credensa</i> D. R. (c. 33) — credenza.</p>
+
+<p><i>crescensa (prende)</i> (c. <span class="scp">V</span>, 14) — acquista
+pregio.</p>
+
+<p><i>crescere. (gli) cresce</i> (s. <span class="scp">II</span>, 3) — lo
+assale con violenza — <i>cresce</i>
+G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 5; B. (t.) s. <span class="scp">II</span>, 7) — acquista
+più forza.</p>
+
+<p><i>criarsi. si cria</i> (c. <span class="scp">III</span>, 50) — si
+trova.</p>
+
+<p><i>criatora</i> (s. <span class="scp">VIIJ</span>, 14) e</p>
+
+<p><i>criatura</i> (b. <span class="scp">II</span>, 24) — creatura.</p>
+
+<p><i>cridere. crido</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 9) — credo.</p>
+
+<p><i>crudellesse</i> (d. <span class="scp">I</span>, 51) — crudeltá.</p>
+
+<p><i>crudera</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 27) — crudele.
+<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124"></a>[124]</span></p>
+
+<p><i>cuocere. coco</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 2; s. <span class="scp">VI</span>, 11) — brucio;
+<i>cuoce</i> (c. <span class="scp">V</span>, 22) — scotta.</p>
+
+<p class="pad2"><i>damagio</i> (s. <span class="scp">II</span>, 3) — danno.</p>
+
+<p><i>dare. (né) dànno</i> (s. <span class="scp">XJ</span>, 5) — né fanno doni.</p>
+
+<p><i>defetto</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 8) — difetto.</p>
+
+<p><i>dettati</i> (s. <span class="scp">XVIIJ</span>, 2) — rime, versi.</p>
+
+<p><i>detto</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 12) — parola; (s.
+<span class="scp">XIIJ</span>, 2, 7) — rime, versi.</p>
+
+<p><i>ditto</i> D. R. (c. 16); <i>ditti</i> (s. <span class="scp">I</span>, 2) — rime,
+versi.</p>
+
+<p><i>dichinare. dichina</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 39) — umilia, avvilisce.</p>
+
+<p><i>dichino (sta al)</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 3) — è disprezzato.</p>
+
+<p><i>dicidere. dicido</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 9) — decido.</p>
+
+<p><i>dicimare. (si) dicima</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 4) — si spunta, si lascia corrodere.</p>
+
+<p><i>dicrescere. dicresce</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 5) — diminuisce, perde di forza.</p>
+
+<p><i>dilettanza</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 58) — diletto.</p>
+
+<p><i>dimino</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 5) — signoria.</p>
+
+<p><i>dimostranza (far)</i> (d. <span class="scp">I</span>, 8; d. <span class="scp">II</span>, 51) — far dimostrazione, dimostrare;
+<i>dimostranza</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 19) — apparenza.</p>
+
+<p><i>diporto</i> (d. <span class="scp">I</span>, 28; s. <span class="scp">VII</span>, 10) — diletto.</p>
+
+<p><i>diprimere. (si) diprima</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 8) — si vinca.</p>
+
+<p><i>dire</i> D. R. (c. 41) — far versi; <i>(non)
+dicon</i> (s. <span class="scp">XJ</span>, 5) — non fanno versi.</p>
+
+<p><i>dirieto</i> (b. <span class="scp">I</span>, 37) — dietro.</p>
+
+<p><i>dirimere. dirima</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 6) — distingue, differenzia; Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 4) — si muta.</p>
+
+<p><i>disbasato</i> (s. <span class="scp">IV</span>, 4) — messo in basso.</p>
+
+<p><i>discrivere. discrivo</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 14) — scrivo.</p>
+
+<p><i>disdire. disdico</i> D. R. (c. 5) — nego.</p>
+
+<p><i>disferare</i> (s. <span class="scp">III</span>, 2) — trarre il ferro:
+<i>(non) disferate</i> (s. <span class="scp">III</span>, 11) — non traete il ferro.</p>
+
+<p><i>disfidare. (mi) disfido</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 12) — diffido.</p>
+
+<p><i>disformare. (si) disforma</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 2) — prende forme diverse.</p>
+
+<p><i>disiansa</i> (c. <span class="scp">II</span>, 25) e</p>
+
+<p><i>desianza</i> (c. <span class="scp">V</span>, 5) — desiderio.</p>
+
+<p><i>dismaruto</i> F. (c. 17) — smarrito.</p>
+
+<p><i>dismizuransa</i> (c. <span class="scp">II</span>, 28) — mancanza di misura.</p>
+
+<p><i>dispári (che fa.. ad)</i>(s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 2) — che si distingue da.</p>
+
+<p><i>disperanza (sono in)</i> F. (c. 3) — son disperato, sono in disperazione.</p>
+
+<p><i>dissimigliansa</i> (s. <span class="scp">I</span>, 12) — stranezza.</p>
+
+<p><i>distornare. distorna</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 9) — cancella.</p>
+
+<p><i>distringere. (mi) distringe</i> (c. <span class="scp">X</span>, 16) — mi ritiene.</p>
+
+<p><i>diversitate</i> (s. <span class="scp">XJ</span>, 8) — stranezza.</p>
+
+<p><i>divizione</i> (c. <span class="scp">II</span>, 23) — diversitá.</p>
+
+<p><i>dogli</i> (d. <span class="scp">II</span>, 8) — dolori.</p>
+
+<p><i>doglia</i> D. R. (c. 44) — dolore.</p>
+
+<p><i>doglienz(a)</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 10) — dolore.</p>
+
+<p><i>dolire</i> (s. <span class="scp">II</span>, 9) — dolere.</p>
+
+<p><i>dolze</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 2) — dolce.</p>
+
+<p><i>dolzore</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 3) — dolcezza.</p>
+
+<p><i>donare</i>. <i>(mi) dona</i> (c. <span class="scp">VII</span>, 5) — mi consiglia.</p>
+
+<p><i>Donqua</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 27 ecc.) — dunque.</p>
+
+<p><i>dottanza</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 21; F. c. 20) — timore.</p>
+
+<p><i>dottare</i>. <i>dotti</i> F. (c. 40) — dubiti, esiti.</p>
+
+<p><i>dottor (di rima)</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 8) — poeta.</p>
+
+<p><i>dottoso</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 4; Ba. (t.) s. <span class="scp">I</span>, 7) — che teme, timido.</p>
+
+<p><i>dovenuto</i> (s. <span class="scp">V</span>, 9) — accaduto: cfr. <i>adovenire</i>.</p>
+
+<p><i>driti</i> (b. <span class="scp">I</span>, 41) — dritti.
+<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125"></a>[125]</span></p>
+
+<p><i>dubitanza (so' in tutta)</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 2) — sono nel dubbio piú assoluto.</p>
+
+<p><i>dura (tene a)</i> F. (c. 30) — tiene duramente.</p>
+
+<p><i>durare. dura</i> (b. <span class="scp">II</span>, 14) — si estende;
+<i>dura</i> (b. <span class="scp">II</span>, 15) — sostiene, soffre.</p>
+
+<p><i>duresse (non state piú in)</i> (d. <span class="scp">I</span>, 46) — non
+siate piú dure; <i>duresse</i>
+(d. <span class="scp">I</span>, 48, d. <span class="scp">II</span>, 13) — durezze.</p>
+
+<p class="pad2"><i>entendanza</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 27) — intendimento.</p>
+
+<p><i>equo</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 14) — cavallo.</p>
+
+<p><i>eransa</i> (c. <span class="scp">II</span>, 16) — affanno.</p>
+
+<p><i>erransa (torna in)</i> (c. <span class="scp">I</span>, 53-4) — mi è sventura.</p>
+
+<p><i>erranza</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 4) — affanno amoroso.</p>
+
+<p><i>erore</i> (d. <span class="scp">II</span>, 48) — errore.</p>
+
+<p><i>errore</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 21; s. <span class="scp">XVIJ</span>, 6) — affanno, travaglio.</p>
+
+<p><i>esempro (ad)</i> (b. <span class="scp">V</span>, 28) — ad esempio, come.</p>
+
+<p><i>esporre. ispogna</i> (s. <span class="scp">I</span>, 10) — dichiari, interpreti.</p>
+
+<p class="pad2"><i>falenza</i> (b. <span class="scp">I</span>, 5) e</p>
+
+<p><i>fallanza</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 22 ecc.) e</p>
+
+<p><i>fallensa</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 6) — fallo.</p>
+
+<p><i>fallero</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 5) — fallace.</p>
+
+<p><i>fallimento</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 21) — fallo.</p>
+
+<p><i>fallire</i> (s. <span class="scp">IV</span>, 11) — perdere;
+<i>fallisce</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 31) — erra; <i>falla</i> (s.
+<span class="scp">VIJ</span>, 13) — manca; <i>falisse</i> (s. <span class="scp">VIJ</span>,
+8) — mancasse.</p>
+
+<p><i>fantino</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 1) — fanciullo.</p>
+
+<p><i>fede (in)</i> G. (st. 6) — fedelmente.</p>
+
+<p><i>fello (fallo)</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 5) — lo irrita.</p>
+
+<p><i>fenire</i> (s. <span class="scp">V</span>, 4) — finire.</p>
+
+<p><i>fenix (lo)</i> F. (39) — (la) fenice.</p>
+
+<p><i>feresse</i> (d. <span class="scp">I</span>, 50) — fierezze.</p>
+
+<p><i>feruta</i> (s. <span class="scp">III</span>, 11) — ferita.</p>
+
+<p><i>feruto</i> (s. <span class="scp">III</span>, 1 e 5; F. c. 19) — ferito.</p>
+
+<p><i>fi</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 10) — fu.</p>
+
+<p><i>fidanza</i> (d. <span class="scp">I</span>, 58) — fiducia.</p>
+
+<p><i>figura ('n)</i> (s. <span class="scp">XJ</span>, 14) — finto.</p>
+
+<p><i>fina</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 33) — perfetta.</p>
+
+<p><i>fin(o)</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 1 e <span class="scp">XIIJ</span>, 2, 13); Bo. (t.)
+(s. <span class="scp">II</span>, 10) — perfetto; (s. <span class="scp">IX</span>, 7) — come
+si deve; Ba. (t.) (<span class="scp">I</span>, 4) — fino core,
+perfetto amore.</p>
+
+<p><i>fine (di)</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 12) — finamente.</p>
+
+<p><i>finita</i> (b. <span class="scp">III</span>, 18) — morte.</p>
+
+<p><i>finita</i> D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 11) — imperfetta.</p>
+
+<p><i>fior (la)</i> (s. <span class="scp">VIJ</span>, 5) e</p>
+
+<p><i>flor</i> B. (t.) (<span class="scp">II</span>, 4) e</p>
+
+<p><i>flore</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 7) — fiore.</p>
+
+<p><i>fiorere. fiore</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 15) — fiorisce.</p>
+
+<p><i>florere. flore</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 9) — fiorisce.</p>
+
+<p><i>fochio</i> (b. <span class="scp">I</span>, 29) — fuoco.</p>
+
+<p><i>forma</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 65) — fattezze.</p>
+
+<p><i>forsa</i> (s. <span class="scp">I</span>, 14) — forza.</p>
+
+<p><i>fortesse</i> (d. <span class="scp">I</span>, 44) — fortezze.</p>
+
+<p><i>frangente</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 17) — tempestosa
+(l'it. antico conosce la parola
+come sostantivo, nel significato
+di «onda», «tempesta»).</p>
+
+<p><i>frastenuto</i> F. (c. 13) — trattenuto.</p>
+
+<p><i>fredura</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 10) — freddo.</p>
+
+<p><i>frondire. fronde</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 15) — frondeggia.</p>
+
+<p><i>fruttare. frutta</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 15) — fruttifica.</p>
+
+<p><i>fruttiferosa</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 40) — fruttifera.</p>
+
+<p class="pad2"><i>gente</i> (c. <span class="scp">V</span>, 21 ecc.) — gentile.</p>
+
+<p><i>gialura</i> (s. <span class="scp">VIIJ</span>, 2) — gelo.</p>
+
+<p><i>girare. gira</i> D. R. (c. 49) — offende.</p>
+
+<p><i>gittare. gitto</i> D. R. (c. 17) — manifesto.</p>
+
+<p><i>giudía</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 28) — giudea.</p>
+
+<p><i>giunta</i> (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2, 2) — aggiunta,
+(s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2, 6) — arrivo, (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2,
+8) — arrivata.</p>
+
+<p><i>goliare. golia</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 30) — brama, desidera.
+<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126"></a>[126]</span></p>
+
+<p><i>gradire</i> (c. <span class="scp">II</span>, 22) — apprezzare.</p>
+
+<p><i>grandire</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 8) — esaltare.</p>
+
+<p><i>graveza</i> F. (c. 2) — dolore.</p>
+
+<p><i>graziosa</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 11) — benigna.</p>
+
+<p><i>guerrera</i> (c. <span class="scp">II</span>, 31) — nemica.</p>
+
+<p><i>guisa (tanta)</i> (d. <span class="scp">II</span>, 10) — in tanta
+guisa.</p>
+
+<p class="pad2"><i>ima</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 4) — a grande distanza.</p>
+
+<p><i>imbardare. (ne) 'mbardo</i> (d. <span class="scp">II</span>, 58) — ne
+innamoro.</p>
+
+<p><i>imperare. lo 'mpera</i> (b. <span class="scp">V</span>, 54) — comanda
+a lui.</p>
+
+<p><i>imprumera</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 9) — primiera.</p>
+
+<p><i>inalturate</i> (s. <span class="scp">X</span>, 9) — poste in alto
+(in senso morale).</p>
+
+<p><i>inantir</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 4) — avanzare.</p>
+
+<p><i>inardir (e)</i> (s. d. d. a., 2) — rinfrancare.</p>
+
+<p><i>incarnare</i> (d. <span class="scp">II</span>, 45) — raggiungere
+(il fine). Questo significato secondario
+deriva, certo, dalla espressione
+«incarnare i falconi» ammaestrarli
+a ghermire: cfr. Petrocchi,
+N. D. ad v. — <i>incarnato</i>
+(s. <span class="scp">XJ</span>, 14) — vero.</p>
+
+<p><i>incendere. (lo) 'ncende</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 5) — lo
+brucia — <i>incende</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 14) — brucia.</p>
+
+<p><i>incuminzanza</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 17) — incominciamento.</p>
+
+<p><i>indivinero</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 1) — indovino.</p>
+
+<p><i>infinger(si), mi s'infinge</i> (c. <span class="scp">X</span>, 19) — mi
+si mostra restía.</p>
+
+<p><i>innamoranza</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 4) — amore.</p>
+
+<p><i>innavanzare. (s)'innavanza</i> (d. <span class="scp">I</span>,
+12) — s'esalta.</p>
+
+<p><i>insegnamente</i> (c. <span class="scp">X</span>, 44) — insegnamenti.</p>
+
+<p><i>insegnamento</i> (c. <span class="scp">II</span>, 15) — ragione;
+(c. <span class="scp">III</span>, 54) — sapere.</p>
+
+<p><i>'nsegnamento</i> (c. <span class="scp">VI</span>, 17) — sapere.</p>
+
+<p><i>intalentare, (v)'intalenti</i> (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2,
+6) — vi piaccia.</p>
+
+<p><i>intendensa</i> (c. <span class="scp">III</span>, 61) e</p>
+
+<p><i>'ntendenza</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 16) — intendimento.</p>
+
+<p><i>intendersi. (in fior m)'intendo</i>
+(s. <span class="scp">VIJ</span>, 12) — m'innamoro del
+fiore.</p>
+
+<p><i>intendimenti</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 4) — attenzioni.</p>
+
+<p><i>intendimento</i> (d. <span class="scp">II</span>, 17) — speranza:
+Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 9) amore; Ba. (t.) (s.
+<span class="scp">I</span>, 12) — spiegazione.</p>
+
+<p><i>intenza</i> (b. <span class="scp">V</span>, 1) — intenzione, intelligenza,
+contrasto (?).</p>
+
+<p><i>ira</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 7) — dolore.</p>
+
+<p><i>iscanoscienti</i> (b. <span class="scp">I</span>, 33) — villani.</p>
+
+<p><i>isfare. (se) isfaccia</i> D. R. (c. 56) — che
+si disfaccia, che sia debole,
+che non valga nulla.</p>
+
+<p><i>ispene (tener)</i> (s. <span class="scp">IV</span>, 10) — sperare.</p>
+
+<p><i>issa</i> (d. <span class="scp">I</span>, 35) — ora, adesso.</p>
+
+<p class="pad2"><i>laldatore</i> (b. <span class="scp">I</span>, 18) — laudatore.</p>
+
+<p><i>lanciato</i> (c. <span class="scp">X</span>, 16) — ferito.</p>
+
+<p><i>latin</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 7) — chiaro.</p>
+
+<p><i>latino</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 7) — chiaro;
+<i>in suo latino</i> (c. <span class="scp">X</span>, 4) — in suo
+linguaggio.</p>
+
+<p><i>laudore</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 7) e</p>
+
+<p><i>lausor</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 13) — lode.</p>
+
+<p><i>leansa</i> (c. <span class="scp">III</span>, 49) — lealtá.</p>
+
+<p><i>legero (di)</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 7) — facilmente.</p>
+
+<p><i>legieri</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 1) — leggero.</p>
+
+<p><i>lena</i> F. (c. 32) — alito.</p>
+
+<p><i>leofante</i> F. (c. 47) — elefante.</p>
+
+<p><i>lontana</i> (c. <span class="scp">III</span>, 64) — molto estesa.</p>
+
+<p><i>lumato</i> (b. <span class="scp">I</span>, 29) — acceso.</p>
+
+<p><i>lumera</i> (c. <span class="scp">II</span>, 24; c. <span class="scp">XI</span>, 24) — splendore;
+(s. <span class="scp">I</span>, 5) — lume.</p>
+
+<p><i>lupardo</i> F. (c. 15) — leopardo.
+<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127"></a>[127]</span></p>
+
+<p class="pad2"><i>ma'</i> (s. <span class="scp">V</span>, 10) — malamente.</p>
+
+<p><i>maestero</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 3) — abilitá.</p>
+
+<p><i>magistero</i> D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 2) — dottrina.</p>
+
+<p><i>mainera</i> (c. <span class="scp">II</span>, 7 ecc.) e</p>
+
+<p><i>manera</i> (c. <span class="scp">V</span>, 37 ecc.) — maniera.</p>
+
+<p><i>malenanza</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 34) — male; F.
+(c. <span class="scp">I</span>) — affanno, doglia.</p>
+
+<p><i>mallare. (si) malla</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>,
+11) — si nasconde.</p>
+
+<p><i>mantenere. mantene</i> (c. <span class="scp">V</span>, 15) D.
+R. (s. <span class="scp">II</span>, 12) — possiede, ha.</p>
+
+<p><i>martire</i> (c. <span class="scp">X</span>, 33) — tormenti.</p>
+
+<p><i>martore</i> (s. d. d. a., 6) — martoro.</p>
+
+<p><i>me'</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 3) e</p>
+
+<p><i>mei</i> (c. <span class="scp">I</span>, 36) — meglio.</p>
+
+<p><i>meglioranza</i> F. (c. 40) — miglioramento,
+il divenir migliore.</p>
+
+<p><i>menare. signoria menando</i> (s. <span class="scp">XVJ</span>,
+6) — signoreggiando.</p>
+
+<p><i>mendare. mendate</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>,
+14) — correggete(lo).</p>
+
+<p><i>mente (pur guardandovi)</i> (b. <span class="scp">II</span>,
+27) — pur guardandovi (?). O è
+una tmesi?; <i>mente (la tene)</i> (c. <span class="scp">V</span>,
+18) — la considera.</p>
+
+<p><i>mentire. mentisce</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 50) — smentisce.</p>
+
+<p><i>meritare. merita</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 6) — compensa,
+rimerita — <i>meritato</i> (s. <span class="scp">XJ</span>,
+10) — ricompensato.</p>
+
+<p><i>merzé</i> (b. <span class="scp">III</span>, 18) e</p>
+
+<p><i>merzide</i> (c. <span class="scp">X</span>, 46) — mercede.</p>
+
+<p><i>messione (far)</i> (d. <span class="scp">I</span>, 25) — esser liberali;
+<i>non fa messione</i> (c. <span class="scp">III</span>,
+62) — non è liberale.</p>
+
+<p><i>messire</i> (d. <span class="scp">II</span>, 30) — messere.</p>
+
+<p><i>metalla</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 11) — metalli.</p>
+
+<p><i>mettere. mettesse</i> (b. <span class="scp">V</span>, 48) — spendesse.</p>
+
+<p><i>miso</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2. 10; F. c. 13) — messo.</p>
+
+<p><i>misora</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 31) e</p>
+
+<p><i>mizura</i> D. R. (c. 63) — misura.</p>
+
+<p><i>mistero</i> (di) B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 3) — misteriosa,
+arcana.</p>
+
+<p><i>mistieri (m'è)</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 1) — mi
+fa d'uopo.</p>
+
+<p><i>mod(o)</i> D. R. (c. 62) — moderazione.</p>
+
+<p><i>molleza</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 4) — dolcezza.</p>
+
+<p><i>mondo</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 4) — schietto, puro.</p>
+
+<p><i>montare. monta</i> (c. <span class="scp">III</span>, 28) — importa,
+è pregiato — <i>montasi</i> (c.
+<span class="scp">VIIJ</span>, 14) — si accresce — <i>montare
+in grande affare</i> (c. <span class="scp">III</span>, 34-5) — essere
+altamente pregiato.</p>
+
+<p><i>mossare. (si) mossa</i> (b. <span class="scp">I</span>, 31) — si
+mostra.</p>
+
+<p><i>movere. move</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 1) — agita.</p>
+
+<p><i>movimento</i> (c. <span class="scp">II</span>, 30) — commozione.</p>
+
+<p><i>mutanza (non fa)</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 8) — non
+muta, non fa mutamento — <i>(faccia
+di sé) mutanza</i> F. (c. 37) — cambi,
+muti, faccia mutamento.</p>
+
+<p class="pad2"><i>'ncrescenza</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 17) — il crescere,
+il sopravanzare.</p>
+
+<p><i>nd'</i> (c. <span class="scp">I</span>, 43 ecc.) e</p>
+
+<p><i>nde</i> (c. <span class="scp">V</span>, 24 ecc.) — ne.</p>
+
+<p><i>nessuna</i> (c. <span class="scp">III</span>, 26) — alcuna.</p>
+
+<p><i>'ngegna</i> (<i>a</i>) (s. <span class="scp">XIJ</span>, 14) — con inganno.</p>
+
+<p><i>'ngegnero</i> (<i>chi è piú</i>) B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>,
+7) — chi ha piú ingegno.</p>
+
+<p><i>niente (torn'al)</i> (b. <span class="scp">I</span>, 3) — non val
+niente — <i>niente (non fue che montasse)</i>
+(b. <span class="scp">IV</span>, 31) — non fu di nessuna
+importanza.</p>
+
+<p><i>neente</i> D. R. (c. 2) e</p>
+
+<p><i>neiente</i> (s. d. d. a., 5) — niente.</p>
+
+<p><i>nieve</i> (s. <span class="scp">VIIJ</span>, 1) — neve.</p>
+
+<p><i>nodrire. nodrisco</i> (d. <span class="scp">II</span>, 36) — mi
+nutro.</p>
+
+<p><i>Nossa Donna</i> (s. <span class="scp">XVIIJ</span>, 6) — Nostra
+Donna, la Madonna.</p>
+
+<p><i>Novellamente</i> (c. <span class="scp">V</span>, 1) — da poco
+tempo.</p>
+
+<p><i>'ntensione</i> (c. <span class="scp">I</span>, 59 e <span class="scp">II</span>, 32: int.) — speranza.
+<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128"></a>[128]</span></p>
+
+<p class="pad2"><i>odiozo</i> (c. <span class="scp">I</span>, 31) — infesto, nemico.</p>
+
+<p><i>odito</i> (d. <span class="scp">I</span>, 9) — udito.</p>
+
+<p><i>ofensione</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 31) e</p>
+
+<p><i>offensa</i> D. R. (c. 55) — offesa.</p>
+
+<p><i>ogna</i> (s. <span class="scp">III</span>, 8 ecc.) — ogni.</p>
+
+<p><i>omne</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 8) — ogni cosa.</p>
+
+<p><i>onoranza</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 21 ecc.) — onore.</p>
+
+<p><i>or</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 1, 14) — oppure.</p>
+
+<p><i>ore (a tutt')</i> (c. <span class="scp">III</span>, 44) — continuamente.</p>
+
+<p><i>ottima</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 43) — ottima, la più perfetta.</p>
+
+<p class="pad2"><i>paleze</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 11) — palese.</p>
+
+<p><i>paragio</i> (c. <span class="scp">VIJ</span>, 7) — stato, condizione.</p>
+
+<p><i>pararsi. ch'avanti a voi si pari</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 3) — che si paragoni con voi.</p>
+
+<p><i>pareggiare. pareggiasse</i> (b. <span class="scp">II</span>, 13) — stesse al paragone.</p>
+
+<p><i>parenza</i> (s. <span class="scp">X</span>, 7) — apparenza.</p>
+
+<p><i>parere. pare</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 2) — appare;
+<i>pare</i> D. R. (c. 19) — mostra.</p>
+
+<p><i>pari</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 4) — simile.</p>
+
+<p><i>parimento</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 13) — parimente, ugualmente.</p>
+
+<p><i>parlatura</i> (s. <span class="scp">I</span>, 11) — modo di parlare.</p>
+
+<p><i>parlieri</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 7) — ciarloni.</p>
+
+<p><i>parpaglion</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 14) — farfalla.</p>
+
+<p><i>partita (ben)</i> (c. <span class="scp">V</span>, 27) — perfetta nelle sue parti.</p>
+
+<p><i>partito</i> (s. <span class="scp">I</span>, 6) — parte.</p>
+
+<p><i>parvenza (a mia)</i> F. (c. 10) — come me, a mia somiglianza.</p>
+
+<p><i>passare. passa</i> D. R. (c. 43) — evita.</p>
+
+<p><i>patire. pata</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 2) — patisca;
+<i>patuto</i> (s. d. d. a., 11) — patito.</p>
+
+<p><i>pegnare. pegno</i> (b. <span class="scp">III</span>, 12) — do in pegno.</p>
+
+<p><i>péllere. pelle</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 14) — supera, vince.</p>
+
+<p><i>penetente (serestene)</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 24) — ne portereste pena.</p>
+
+<p><i>penitensa</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 2) — penitenza.</p>
+
+<p><i>pensagione</i> (c. <span class="scp">II</span>, 20 e 38) — pensiero.</p>
+
+<p><i>penseri (per mettervi 'n)</i> Bo. (t.)
+(s. <span class="scp">II</span>, 3) — perché dubitavate, per
+il dubitare che voi facevate; <i>penseri</i>
+D. R. (c. 66) — pensieri.</p>
+
+<p><i>pensero</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 1) — pensiero;
+<i>per pensero</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 1) — secondo
+quel che mi sembra.</p>
+
+<p><i>per</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 3) — per forza.</p>
+
+<p><i>percepenza</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 12) — percezione.</p>
+
+<p><i>pertenere. pertene</i> (b. <span class="scp">III</span>, 8) — appartiene, si addice;
+<i>pertene...a</i> D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 9) — dipende da.</p>
+
+<p><i>pesanza</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 8) — affanno, tormento.</p>
+
+<p><i>piacensa</i> (c. <span class="scp">V</span>, 9) e</p>
+
+<p><i>piacenza</i> (c. <span class="scp">XI</span>, 9; s. <span class="scp">X</span>, 1) — bellezza;
+(c. <span class="scp">VJ</span>, 15) — piacere; (c. <span class="scp">IX</span>, 15) — gentilezza.</p>
+
+<p><i>plagensa</i> (c. <span class="scp">II</span>, 37 ecc.) — bellezza.</p>
+
+<p><i>piacentieri</i> Ba. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 3) — gentili, che dánno piacere.</p>
+
+<p><i>piaceri</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 7) — piacere.</p>
+
+<p><i>piacimento (sta 'n vigore di tutto)</i>
+(c. <span class="scp">VIIJ</span>, 10-1) — ha in sé tutti i
+diletti; <i>piacimento</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>,
+13) e Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 9) — piacere.</p>
+
+<p><i>piare. pia</i> (c. <span class="scp">I</span>, 46) — Si dice degli uccelli «che cantano in amore» (<span class="smcap">Petr.</span>).</p>
+
+<p><i>pietanza</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 30 ecc.) — pietá.</p>
+
+<p><i>pintura</i> (c. <span class="scp">VI</span>, 30) — pittura, quadro.</p>
+
+<p><i>piò</i> (s. <span class="scp">IV</span>, 3); D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 1 e 7) — più.</p>
+
+<p><i>plovere. plove</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 3) — piove.</p>
+
+<p><i>ponto</i> (b. <span class="scp">II</span>, 23) — punto.</p>
+
+<p><i>pratora</i> (d. <span class="scp">I</span>, 2) — prati.</p>
+
+<p><i>mutilaprendimento (non ha)</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>,
+13) — non si apprende.
+<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129"></a>[129]</span></p>
+
+<p><i>prescio</i> (b. <span class="scp">I</span>, 13 ecc.) e</p>
+
+<p><i>presgio</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 1) — pregio.</p>
+
+<p><i>presiar(e)</i> G. (st. 2) — pregiare.</p>
+
+<p><i>preso</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 15; c. <span class="scp">VII</span>, 9) — pregio.</p>
+
+<p><i>primero</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 7) — primiero;
+B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 5) — la materia prima;
+<i>sta primero</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 5) — resta com'era prima.</p>
+
+<p><i>priso</i> (b. <span class="scp">II</span>, 3) — preso.</p>
+
+<p><i>priva</i> (c. <span class="scp">I</span>, 23) — priva di vita. È sinonimo di «morta» che precede.</p>
+
+<p><i>procaccio</i> (c. <span class="scp">II</span>, 5) — guadagno.</p>
+
+<p><i>prodessa</i> (b. <span class="scp">I</span>, 26) — prodezza.</p>
+
+<p><i>prodesse</i> (b. <span class="scp">I</span>, 21) — prodezze.</p>
+
+<p><i>propria</i> (c. <span class="scp">VI</span>, 31) — originale.</p>
+
+<p><i>provamento</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 10) — prova.</p>
+
+<p><i>proventi (stan piú)</i> (b. <span class="scp">V</span>, 30) — piú obbediscono.</p>
+
+<p class="pad2"><i>quagli</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 4) — quali.</p>
+
+<p><i>quine</i> (s. <span class="scp">I</span>, 7) — qui.</p>
+
+<p class="pad2"><i>ralegranza</i> (c. <span class="scp">VI</span>, 2 e 3) — allegrezza.</p>
+
+<p><i>rasion(e)</i> (c. <span class="scp">XI</span>, 49 ecc.) e</p>
+
+<p><i>rason(e)</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 1 ecc.) — ragione.</p>
+
+<p><i>regimento</i> F. (c. 46) — sostegno.</p>
+
+<p><i>renverdire</i> (s. d. d. a., 14) — rinverdire.</p>
+
+<p><i>reo</i> (c. <span class="scp">I</span>, 53) — crudele.</p>
+
+<p><i>reto</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 46) — dietro.</p>
+
+<p><i>ricca</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 17) — bella; <i>faraggio
+ricca</i> (c. <span class="scp">II</span>, 32) — appagherò; (c.
+<span class="scp">VII</span>, 11) — grande.</p>
+
+<p><i>rifinare. rifino</i> (c. <span class="scp">X</span>, 8) — cesso (di cantare).</p>
+
+<p><i>rifrescare. rifresca</i> (s. <span class="scp">II</span>, 14) — rinfresca.</p>
+
+<p><i>riguardato</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 6) — protetto.</p>
+
+<p><i>riguardi</i> (c. <span class="scp">X</span>, 15, 27) — sguardi.</p>
+
+<p><i>rinfrangere. rinfrangesse</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 23) — si spezzasse.</p>
+
+<p><i>riprendensa</i>(c. <span class="scp">II</span>, 8) — riprensione.</p>
+
+<p><i>riprimere. riprima</i> G. (t.) (<span class="scp">IV</span>, 4) — reprima.</p>
+
+<p><i>risemblare. risembla</i> (s. <span class="scp">VJ</span>, 3) — sembra.</p>
+
+<p><i>risentire (de lo)</i> (c. <span class="scp">II</span>, 2) — ridestare a.</p>
+
+<p><i>risposa</i> G. (t.) (s. <span class="scp">I</span>V, 8) e</p>
+
+<p><i>risposo</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 4) e D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 8) — risposta.</p>
+
+<p><i>risprendere. risprende</i> (s. <span class="scp">X</span>, 14) — risplende.</p>
+
+<p><i>ristauro</i> (b. <span class="scp">V</span>, 50) — ristoro.</p>
+
+<p><i>ritenenza</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 16) — ritegno.</p>
+
+<p><i>ritenire</i> (s. <span class="scp">V</span>, 6) — ritenere.</p>
+
+<p><i>rivera</i> (d. <span class="scp">I</span>, 1; b. <span class="scp">V</span>, 34) — riviera.</p>
+
+<p class="pad2"><i>saggiare. sagio</i> (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 1, 5; <span class="scp">XIIJ</span>,
+2, 7) — provo, misuro.</p>
+
+<p><i>sagio</i> (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 1, 1) — sapiente; (s.
+<span class="scp">XIIJ</span>, 1, 3) saggio; (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2, 1)
+saggezza; (s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2, 3) — poeta;
+(s. <span class="scp">XIIJ</span>, 2, 5) — gusto.</p>
+
+<p><i>saglire</i> (c. <span class="scp">III</span>, 24) — salire;
+<i>saglito</i> F. (c. 24) — salito.</p>
+
+<p><i>saucido</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 12) — ?.</p>
+
+<p><i>scarso</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 36) — avaro.</p>
+
+<p><i>scaunoscenza</i> (c. <span class="scp">VIJ</span>, 17) — difetto di conoscenza, ignoranza.</p>
+
+<p><i>schifare. schifa</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 3) — scansa, sfugge.</p>
+
+<p><i>scogliare. scoglia</i> D. R. (c. 45) — muta la pelle, si libera.</p>
+
+<p><i>scrittura</i> (s. <span class="scp">I</span>, 14) — studio.</p>
+
+<p><i>sdegna</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 11) — sdegni.</p>
+
+<p><i>seguiti (son)</i> (s. IX, 2) — hanno seguito.</p>
+
+<p><i>sensa</i> D. R. (c. 42) — senza.</p>
+
+<p><i>sentensa</i> (c. <span class="scp">III</span>, 31) — soluzione;
+D. R. (c. 34) — sentenza.</p>
+
+<p><i>sentenza</i> Bo. (t.) (s. III, 9) — senno;
+Go. (t.) (s. <span class="scp">I</span>, 9) — soluzione.</p>
+
+<p><i>sentieri (agio)</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 5) — sento, ho sentore.
+<span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130"></a>[130]</span></p>
+
+<p><i>sentire</i> (c. I, 2) — dolere D. R. (s. <span class="scp">II</span>,
+5) — conoscere; <i>sento</i> D. R. (c. 7) — penso;
+<i>sente</i> (c. <span class="scp">V</span>, 22) — fa
+male; B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 8) — <i>piú sente
+de l'</i>, piú è versato nell'; <i>sente</i>
+(s. <span class="scp">IX</span>, 11) — se ne accorgerá; D.
+R. (c. 1) — prova.</p>
+
+<p><i>serino</i> (c. <span class="scp">X</span>, 2) — sereno.</p>
+
+<p><i>sfogliamento</i> (s. d. d. a., 14) — lo sfogliarsi.</p>
+
+<p><i>sguardare. sguardo</i> (d. <span class="scp">II</span>, 55) — guardo.</p>
+
+<p><i>signoragio</i> (c. <span class="scp">IV</span>, 10 ecc.) — signoria, potenza.</p>
+
+<p><i>simil (a)</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 7) — in tale condizione, cosí essendo le cose.</p>
+
+<p><i>similemente</i> (b. <span class="scp">II</span>, 31) e</p>
+
+<p><i>similimente</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 1) — similmente.</p>
+
+<p><i>smarruto</i> (c. <span class="scp">II</span>, 26) — smarrito.</p>
+
+<p><i>smirato</i> (b. <span class="scp">II</span>, 30) — limpido.</p>
+
+<p><i>so</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 5); F. (c. 14) — suo.</p>
+
+<p><i>soferenza</i> (s. <span class="scp">III</span>, 13) e</p>
+
+<p><i>sofrenza</i> (s. <span class="scp">III</span>, 7; s. d. d. a., 10) — tolleranza.</p>
+
+<p><i>sofferére</i> (e. <span class="scp">VIJ</span>, 23) — sopportare.</p>
+
+<p><i>soldare. solda</i> (b. <span class="scp">II</span>, 34) — soddisfa, appaga.</p>
+
+<p><i>soperchio (far)</i> (s. <span class="scp">IV</span>, 13) — esser tracotante.</p>
+
+<p><i>sormontare</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 13) — avanzare;
+(s. d. d. a., 12) — soverchiare.</p>
+
+<p><i>sotano</i> (d. <span class="scp">II</span>, 32) — inferiore.</p>
+
+<p><i>sottigliansa</i> (s. <span class="scp">I</span>, 9) — sottigliezza.</p>
+
+<p><i>sparere</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 18) — perder di pregio.</p>
+
+<p><i>spavenza</i> F. (c. 12) — spavento.</p>
+
+<p><i>spegnare. spegnasende</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 11) — se
+ne spenge; <i>spegna</i> D. R.
+(c. 38) — cancella.</p>
+
+<p><i>spene (tene)</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 12) — spera.</p>
+
+<p><i>spera</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 23) — specchio;
+(s. <span class="scp">I</span>, 7) — sole.</p>
+
+<p><i>spera</i> (d. <span class="scp">I</span>, 61; s. <span class="scp">III</span>, 9) — speranza.</p>
+
+<p><i>spiagensa</i> (s. <span class="scp">XV</span>, 4) — dispiacere.</p>
+
+<p><i>sprendere. isprendete</i> (s. <span class="scp">X</span>, 13) — splendete;
+<i>isprendente</i> (s. <span class="scp">X</span>, 13) — splendente.</p>
+
+<p><i>sprendore</i> (b. <span class="scp">II</span>, 18 ecc.) — splendore.</p>
+
+<p><i>sprimare. (si) sprima</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 4) — vien fuori;
+Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 6) — cambia, muta.</p>
+
+<p><i>sprimere. (si) sprima</i> G (t.) (<span class="scp">IV</span>, 2) — si esprima.</p>
+
+<p><i>stagione (ogna)</i> (c. <span class="scp">III</span>, 22); <i>stasione
+(ogne)</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 14) — sempre; <i>a
+la stasion</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 39) — talvolta.</p>
+
+<p><i>stare. (pur) istando</i> (s. <span class="scp">VIIJ</span>, 9) — col tempo.</p>
+
+<p><i>stesse</i> (b. <span class="scp">I</span>, 19) — stesso.</p>
+
+<p><i>stranero</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 3) — strano.</p>
+
+<p><i>stranianza</i> (b. <span class="scp">IV</span>, 9) — inesperienza.</p>
+
+<p><i>straniata</i> (c. <span class="scp">IX</span>, 18) — allontanata.</p>
+
+<p><i>stridere. (mi) strido</i> G. (t.) (<span class="scp">IV</span>, 12) — mi chiedo gridando (dall'assillo del pensiero).</p>
+
+<p><i>strimare. strima</i> B. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 8) — assottiglia,
+porta via; <i>si strima</i>
+Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 2) — si assottiglia.</p>
+
+<p><i>stringer(e)</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 10) — costringere, dominare.</p>
+
+<p><i>strutto</i> (c. <span class="scp">VI</span>, 11) — distrutto.</p>
+
+<p><i>sublimare. sublima</i> G. (t.) (s. <span class="scp">IV</span>, 6) — vola cosí in alto.</p>
+
+<p><i>succiso</i> (c. <span class="scp">V</span>, 35) — tagliato, strappato.</p>
+
+<p class="pad2"><i>talento (l'ho 'n)</i> (d. <span class="scp">II</span>, 5) — mi piace.</p>
+
+<p><i>talore</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 38) — talora.</p>
+
+<p><i>taupin</i> (s. <span class="scp">V</span>, 12) — tapino.</p>
+
+<p><i>temenza</i> (s. <span class="scp">XVIJ</span>, 4) e</p>
+
+<p><i>temore</i> (s. d. d. a., 4) — timore.</p>
+
+<p><i>tempestanza</i> (d. <span class="scp">II</span>, 42) — tempesta.</p>
+
+<p><i>tempestare. tempesto</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 32) — sono in tempesta.</p>
+
+<p><i>tenere. (la) tegna</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 13) — sia il fondamento della.
+<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131"></a>[131]</span></p>
+
+<p><i>tensa</i> D. R. (c. 55) — tenzone.</p>
+
+<p><i>termino (in piccolo...)</i> (s. <span class="scp">V</span>, 11) — in poco tempo.</p>
+
+<p><i>tesauro</i> (b. <span class="scp">V</span>, 46) — tesoro.</p>
+
+<p><i>tinto</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 12) — tintura.</p>
+
+<p><i>tirare. tira</i> D. R. (c. 48) — strazia.</p>
+
+<p><i>togliere. tolle</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">III</span>, 5) — diminuisce,
+si assottiglia.</p>
+
+<p><i>tormente</i> (c. <span class="scp">X</span>, 48) — tormenti.</p>
+
+<p><i>traier (canson)</i> (s. <span class="scp">I</span>, 14) — far canzoni;
+<i>trare</i> (s. <span class="scp">III</span>, 4) — trarre;
+<i>tragio</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 5) — traggo; <i>trai</i>
+(s. <span class="scp">X</span>, 11) — trae.</p>
+
+<p><i>transiti</i> (s. <span class="scp">IX</span>, 8) — passati.</p>
+
+<p><i>transmutamento</i> B. (t.) (s. <span class="scp">V</span>, 10) — cambiamento.</p>
+
+<p><i>traportare</i> (c. <span class="scp">VJ</span>, 34) — cambiare.</p>
+
+<p><i>tremore</i> (s. <span class="scp">XVIJ</span>, 3) — trèmito.</p>
+
+<p><i>trovare</i> D. R. (c. 9) — modo di far versi.</p>
+
+<p><i>tutor</i> (c. <span class="scp">X</span>, 19, 38) — sempre.</p>
+
+<p><i>tuttavia</i> (c. <span class="scp">VIIJ</span>, 25) — continuamente.</p>
+
+<p class="pad2"><i>u</i> (c. <span class="scp">III</span>, 72) — o.</p>
+
+<p><i>ubidenza</i> (c. <span class="scp">VIJ</span>, 6, 12) — obbedienza.</p>
+
+<p><i>unque</i> (c. <span class="scp">X</span>, 32 ecc.) — mai.</p>
+
+<p><i>usagio</i> (s. <span class="scp">II</span>, 5; <span class="scp">XIJ</span>, 2) — uso.</p>
+
+<p><i>usato (lung'...)</i> (s. <span class="scp">XJ</span>, 11) — paziente, longanime.</p>
+
+<p><i>uzansa</i> D. R. (c. 23) — consuetudine.</p>
+
+<p class="pad2"><i>valensa</i> (c. <span class="scp">III</span>, 57; s. <span class="scp">XIJ</span>, 10) — valore,
+virtú; (s. <span class="scp">XIJ</span>, 13) — senno.</p>
+
+<p><i>valenza</i> (s. <span class="scp">X</span>, 3) — valore, virtú.</p>
+
+<p><i>valimento</i> (c. <span class="scp">III</span>, 49; c. <span class="scp">VJ</span>, 48) — virtú;
+(s. d. d. a., 13) — valore.</p>
+
+<p><i>vazel</i> D. R. (s. <span class="scp">II</span>, 12) — piccolo vaso, il corpo.</p>
+
+<p><i>ventare. venta</i> D. R. (s. <span class="scp">I</span>, 5) — spira.</p>
+
+<p><i>vertode</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 33) — virtú.</p>
+
+<p><i>vilitate</i> (s. d. d. a., 3) — viltá.</p>
+
+<p><i>visagio (non cagio'n)</i> (s. <span class="scp">XIJ</span>, 7-8) — non
+cado in dimostrazione esterna.</p>
+
+<p><i>visaggio</i> (c. <span class="scp">XJ</span>, 17) — viso.</p>
+
+<p><i>visii</i> D. R. (c. 53) — vizi.</p>
+
+<p><i>vo'</i> Bo. (t.) (s. <span class="scp">II</span>, 12) — vi, a voi.</p>
+
+<p><i>volenza</i> (s. x, 11) — volere.</p>
+
+<p><i>volo (con...)</i> (s. <span class="scp">XIV</span>, 2, 13) — alla
+sfuggita, affrettatamente, senza pensarci.</p>
+
+<p><i>vossi</i> (s. <span class="scp">XVIIJ</span>, 2) — vostri.</p>
+
+<p><i>vosso</i> (s. <span class="scp">XVIIJ</span>, 1) — vostro.</p>
+
+<p class="pad2"><i>zitello</i> (s. <span class="scp">VI</span>, 1) — fanciullo.</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133"></a>[133]</span></p>
+
+<h2><a name="III_RIMATORI_PISANI" id="III_RIMATORI_PISANI"></a>III<br />
+<br />
+I RIMATORI PISANI</h2>
+
+<p class="center">A CURA<br /><br />
+DI<br /><br />
+GUIDO ZACCAGNINI</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135"></a>[135]</span></p>
+
+<h2><a name="GALLO" id="GALLO"></a>I<br />
+<br />
+GALLO o GALLETTO</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">Ha ricevuto da madonna una rosa e molto spera
+per questo lusinghiero principio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">In alta donna ho miso mia 'ntendanza,<br /></span>
+<span class="i0">in quella c'ha 'n bailía<br /></span>
+<span class="i0">gioi' e solazzo e tutto insegnamento.<br /></span>
+<span class="i0">Lo meo core in altezza s'inavanza;<br /></span>
+<span class="i0">piò che io non solía,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">conforteraggio lo mio 'ntendimento.<br /></span>
+<span class="i0">Ché ben conosco e aggiolo provato<br /></span>
+<span class="i0">che ogne bon servire è meritato,<br /></span>
+<span class="i0">chi serve a bon signore a piagimento.<br /></span>
+<span class="i2">A piagimento, con fina leanza,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">lo mio cor s'umelía,<br /></span>
+<span class="i0">e servo lá 'v'è tutto addornamento.<br /></span>
+<span class="i0">Li amadori lo sacciano 'n certanza<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' ho ciò ch'e' golía;<br /></span>
+<span class="i0">ch'io servo l'alta donna a suo talento.<br /></span>
+<span class="i0">A dirlome mandao per suo celato,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'ogni meo bon servir li è tanto in grato,<br /></span>
+<span class="i0">ch'a pro d'essa verrand'a perdimento.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136"></a>[136]</span><br /></span>
+<span class="i2">A perdimento perdei mi' allegranza;<br /></span>
+<span class="i0">per ciò ch'io mi dolía,<br /></span>
+<span class="i0">mi fa sbaudir, poi so a comandamento  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">di quella che mi tiene 'n sua possanza.<br /></span>
+<span class="i0">Senz'ella non valía,<br /></span>
+<span class="i0">or vivo in bona spene e gioi' sento.<br /></span>
+<span class="i0">Tal forz'ha l'alta donna dal su' lato,<br /></span>
+<span class="i0">che lo vil omo fa esser pregiato  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">e lo mutulo torna in parlamento.<br /></span>
+<span class="i2">In parlamento e 'n gioco e 'n allegranza,<br /></span>
+<span class="i0">piú ch'eo non solía,<br /></span>
+<span class="i0">viviamo insembre senza partimento.<br /></span>
+<span class="i0">Li mai parlieri, che metteno scordanza  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">in mar di Cicilía<br /></span>
+<span class="i0">possan 'negare, e viver a tormento;<br /></span>
+<span class="i0">ca per li fini amanti è giudicato:<br /></span>
+<span class="i0">«Launque è mal parlier sia frustato».<br /></span>
+<span class="i0">A l'alta donna piace esto convento.  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i2">Convento mi donao di su' amanza<br /></span>
+<span class="i0">un giorno ch'io sallía<br /></span>
+<span class="i0">a lo giardino in suo difendimento.<br /></span>
+<span class="i0">Una rosa mandaomi per simiglianza;<br /></span>
+<span class="i0">piú ch'altro fiore aulía;  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">und'io lo tegno bon cominciamento.<br /></span>
+<span class="i0">Dall'alta donna, che 'n m'ha sigurato<br /></span>
+<span class="i0">col su' aulente fior che m'ha donato,<br /></span>
+<span class="i0">bon cominciare aspetta compimento.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137"></a>[137]</span></p>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">CANZONE EQUIVOCA</p>
+
+<p class="center">Si lagna che da piú d'un anno sia caduto in servitú di lei
+e ne loda le bellezze.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Credea essere, lasso!<br /></span>
+<span class="i0">como quei che si parte<br /></span>
+<span class="i0">da ciò che piò gli è danno.<br /></span>
+<span class="i0">Or son caduto, oi lasso!<br /></span>
+<span class="i0">loco non ebbi parte,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">trapassat'è piò d'anno,<br /></span>
+<span class="i0">com'este ad esser servo<br /></span>
+<span class="i0">de voi, donna, cui servo<br /></span>
+<span class="i0">de bon cor, ciò m'è viso.<br /></span>
+<span class="i0">Sí siete adorna e gente,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">faite stordir la gente,<br /></span>
+<span class="i0">quando vo' mira 'n viso.<br /></span>
+<span class="i2">Ed eo, ponendo mente<br /></span>
+<span class="i0">la vostra fresca cèra<br /></span>
+<span class="i0">ch'è bianca piú che riso,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">feristemi a la mente,<br /></span>
+<span class="i0">und'ardo como cera:<br /></span>
+<span class="i0">levastemi lo riso.<br /></span>
+<span class="i0">Le man vostre e la gola<br /></span>
+<span class="i0">cogli occhi mi dan gola,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">tanto a veder, s'io miro,<br /></span>
+<span class="i0">mostran che l'autre membra<br /></span>
+<span class="i0">vaglian piò, ciò mi membra;<br /></span>
+<span class="i0">pur de tanto mi smiro.<br /></span>
+<span class="i2">Volea veder non pare  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">nessuna donna roma<br /></span>
+<span class="i0">quanto voi bella sia;<br /></span>
+<span class="i0">non trovai vostra pare,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138"></a>[138]</span><br /></span>
+<span class="i0">cercat'ho infin a Roma;<br /></span>
+<span class="i0">grazia e mercé vo' sia.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">Le vostre beltá sole,<br /></span>
+<span class="i0">che lucen piò che sole,<br /></span>
+<span class="i0">m'hano d'amore punto,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo n'era sordo e muto;<br /></span>
+<span class="i0">or me ne vesto e muto  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">e cantone ogni punto.<br /></span>
+<span class="i2">Lo meo cor non fa fallo,<br /></span>
+<span class="i0">se da me si diparte<br /></span>
+<span class="i0">e saglie in voi al pè:<br /></span>
+<span class="i0">mai mio conforta fallo,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">no' 'n loco né 'n parte,<br /></span>
+<span class="i0">e piò ch'arcione in Alpe<br /></span>
+<span class="i0">m'ha 'l piè legato e serra,<br /></span>
+<span class="i0">e poi mi stringe e serra<br /></span>
+<span class="i0">e non vòl ch'eo sormonte  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">lo vostro amor, ch'è colpa<br /></span>
+<span class="i0">a meve sanza colpa,<br /></span>
+<span class="i0">fam'esser pian di monte.<br /></span>
+<span class="i2">Lo vostro amor mi cura,<br /></span>
+<span class="i0">di vano amor m'ha mondo,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">e son piò fermo e saggio<br /></span>
+<span class="i0">poi che 'n voi misi cura,<br /></span>
+<span class="i0">sovrana d'esto mondo,<br /></span>
+<span class="i0">che d'amor siete saggio,<br /></span>
+<span class="i0">s'al vostro amor m'aresto.  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">A assai piò sottil resto<br /></span>
+<span class="i0">si lega saggio e matto.<br /></span>
+<span class="i0">Di bella donna gallo,<br /></span>
+<span class="i0">ch'amo, ben dico Gallo,<br /></span>
+<span class="i0">ch'a ciascun ne do matto.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139"></a>[139]</span></p>
+
+<h2><a name="LEONARDO" id="LEONARDO"></a>II<br />
+<br />
+LEONARDO DEL GUALLACCA</h2>
+
+<h3>A GALLO</h3>
+
+<p class="center">Brutti lacci quelli d'Amore, e quanti affanni esso procura!</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Sí come 'l pescio al lasso,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è preso a falsa parte,<br /></span>
+<span class="i0">son quei ch'a amor s'adanno;<br /></span>
+<span class="i0">peggior gittan che l'asso.<br /></span>
+<span class="i0">Salamon, che sepp'arte,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">disse lo mal ched'hanno.<br /></span>
+<span class="i0">Al suo senno m'aservo:<br /></span>
+<span class="i0">con amor non conservo,<br /></span>
+<span class="i0">che fe' fallir Daviso,<br /></span>
+<span class="i0">lo profeta piagente;  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">pogo no 'n fo piangente<br /></span>
+<span class="i0">fòra di paradiso.<br /></span>
+<span class="i2">Se lo scritto non mente,<br /></span>
+<span class="i0">per femmina treccera<br /></span>
+<span class="i0">si fo' Merlin deriso;  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">e Sanson malamente<br /></span>
+<span class="i0">tradil una leccera;<br /></span>
+<span class="i0">Troia strusse Pariso<br /></span>
+<span class="i0">per Alèna pargòla,<br /></span>
+<span class="i0">sí che mai non par gola;  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140"></a>[140]</span><br /></span>
+<span class="i0">sí la strusse la miro.<br /></span>
+<span class="i0">Quando d'Eva mi membra,<br /></span>
+<span class="i0">null'altr'al cor mi membra:<br /></span>
+<span class="i0">di lor opre mi smiro.<br /></span>
+<span class="i2">Chi vòl da lor campare,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">tagli la lor paròma,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è piena di falsía.<br /></span>
+<span class="i0">Mentre che pòn trappare,<br /></span>
+<span class="i0">allor dicen ch'a Roma<br /></span>
+<span class="i0">creden vogar van sia.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">Ed io però lassòle;<br /></span>
+<span class="i0">ciascuna è tal qual sòle,<br /></span>
+<span class="i0">d'esto senno no spunto,<br /></span>
+<span class="i0">né non me ne rimuto<br /></span>
+<span class="i0">né 'n versi ne rimuto;  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">sempre piò ci propunto.<br /></span>
+<span class="i2">Chi s'innamora in fallo,<br /></span>
+<span class="i0">odit'ho in saggia parte,<br /></span>
+<span class="i0">mant'ha di male palpe.<br /></span>
+<span class="i0">Chi bon senn'ha, rifallo,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">e chi ben si comparte,<br /></span>
+<span class="i0">vive come 'n mar salpe.<br /></span>
+<span class="i0">Foll'è chi quivi serra;<br /></span>
+<span class="i0">chi saglie 'n alta serra<br /></span>
+<span class="i0">uop' è ch'abasso smonte;  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">cui amor fier, mal colpa,<br /></span>
+<span class="i0">tanto val ch'a me scolpa<br /></span>
+<span class="i0">amor, e guai chi amonte.<br /></span>
+<span class="i2">La chiar'aire fu scura<br /></span>
+<span class="i0">a Gilio e Fioresmondo;  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">lo lor detto fals'aggio:<br /></span>
+<span class="i0">e chi vi s'asicura,<br /></span>
+<span class="i0">guardin a quei ch'al mondo<br /></span>
+<span class="i0">ne dan d'amor lo saggio.<br /></span>
+<span class="i0">Serventese, a dir esto  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">va', che per serv'i' resto<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141"></a>[141]</span><br /></span>
+<span class="i0">piò puro ch'oro matto,<br /></span>
+<span class="i0">a quei c'ha nom di Gallo;<br /></span>
+<span class="i0">se Dio di mal tragállo,<br /></span>
+<span class="i0">non crea a vista né ad atto.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Qual om è d'amor preso,<br /></span>
+<span class="i0">arivat'è a mal porto,<br /></span>
+<span class="i0">alor non è in sua báglia.<br /></span>
+<span class="i0">Dal tersolett' ho apreso,<br /></span>
+<span class="i0">a sua guisa mi porto.  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">S'alcuna mi si báglia,<br /></span>
+<span class="i0">prendo del su' mistero<br /></span>
+<span class="i0">quello che m'è mistero,<br /></span>
+<span class="i0">e per altro non l'amo;<br /></span>
+<span class="i0">per vista che me faccia,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">né per beltá di faccia,<br /></span>
+<span class="i0">piò non abocco a l'amo.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143"></a>[143]</span></p>
+
+<h2><a name="PANUCCIO" id="PANUCCIO"></a>III<br />
+<br />
+PANUCCIO DEL BAGNO</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">È contento di servire madonna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Madonna, vostr'altèro plagimento<br /></span>
+<span class="i0">e la gran conoscenza<br /></span>
+<span class="i0">e la valenza — che 'n voi tuttor regna,<br /></span>
+<span class="i0"><a name="ec143" id="ec143"></a>e stat'han preso altèro a compimento<br /></span>
+<span class="i0">con sí vera potenza  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'ognor crescenz'ha — in altura degna,<br /></span>
+<span class="i0">han conceduto in me, servo di voi,<br /></span>
+<span class="i0">perfezione, in coi<br /></span>
+<span class="i0">han messo di voler propio fiso,<br /></span>
+<span class="i0">d'ogni penser diviso,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">di voi solo 'n servir la signoria<br /></span>
+<span class="i0">fermato, e ciò meo cor solo disia.<br /></span>
+<span class="i2">Del vostro signoraggio, donna, sono<br /></span>
+<span class="i0">con compiuto volere<br /></span>
+<span class="i0">e col podere — intero in vui servire;  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">e mai che solo ciò nente ragiono,<br /></span>
+<span class="i0">né giá d'altro piacere<br /></span>
+<span class="i0">pori' avere, — potess'unde gioire!<br /></span>
+<span class="i0">Unde sovrana aver dunque gioi' deggio,<br /></span>
+<span class="i0">quasi poi certo veggio  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144"></a>[144]</span><br /></span>
+<span class="i0">che non v'è solo meo placer servire,<br /></span>
+<span class="i0">ma stimo, al mio sentire,<br /></span>
+<span class="i0">ch'amor tanto di voi in me procede,<br /></span>
+<span class="i0">che degno in tanto sia meo cor non crede.<br /></span>
+<span class="i2">Degn'esser quanto so' non fôr amato  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">da voi, donna piagente,<br /></span>
+<span class="i0">sí veramente, — com'eo credo fiso;<br /></span>
+<span class="i0">ma voi pur degna siete che sia dato<br /></span>
+<span class="i0">amor chi fermamente<br /></span>
+<span class="i0">per voi servente — di voi è assiso.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">E come veramente, donna, e' degno<br /></span>
+<span class="i0">diven', ché 'lor che segno<br /></span>
+<span class="i0">vedeste per sembianza ch'io v'amava<br /></span>
+<span class="i0">e servir disiava,<br /></span>
+<span class="i0">el meo cor conosceste sí com'era  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">di voi per vostra conoscenza altèra.<br /></span>
+<span class="i2">Poi certa, donna, vi fe' conoscenza<br /></span>
+<span class="i0">del meo e vostro core,<br /></span>
+<span class="i0">ch'era d'amore — di voi, siccom'è, priso,<br /></span>
+<span class="i0">fu 'l vostr'altèr de sí nobile essenza  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">che mi donò sentore,<br /></span>
+<span class="i0">quasi colore — di ben a voi commiso,<br /></span>
+<span class="i0">dandomi quasi ferma intenzione<br /></span>
+<span class="i0">ch'è vostra oppenione<br /></span>
+<span class="i0">per sembianza vi dovesse amare,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">servire e onorare;<br /></span>
+<span class="i0">ed eo sí fo, und'ho magn'alegrezza,<br /></span>
+<span class="i0">poi m'ha degnato a servo vostr'altezza.<br /></span>
+<span class="i2">Senz'alcun quasi par sono 'n gran gioia<br /></span>
+<span class="i0">poi ferm'aggio voglienza  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">servir, flor di plagenza, — vostr'altura;<br /></span>
+<span class="i0">né giá mai non credo alcuna noia,<br /></span>
+<span class="i0">pesanza, né doglienza,<br /></span>
+<span class="i0">poi la mia intenza — in voi solo dimora,<br /></span>
+<span class="i0">considerando che d'ogne vertude  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">siete, u' si conchiude<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145"></a>[145]</span><br /></span>
+<span class="i0">fontana e di saver pregi' e orranza,<br /></span>
+<span class="i0">senz'alcuna fallanza,<br /></span>
+<span class="i0">regnando in voi per sè ciascuno bene,<br /></span>
+<span class="i0">a perfezion con voi tuttor convene.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Donna, po' immaginai<br /></span>
+<span class="i0">la piagente di voi nel cor figora,<br /></span>
+<span class="i0">è stata mia dimora<br /></span>
+<span class="i0">in chiarezza lucente in parte 'v'era;<br /></span>
+<span class="i0">ché, prima ciò fusse, era  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">in tenebra d'errore, in parte scora,<br /></span>
+<span class="i0">ove giá alcun'ora<br /></span>
+<span class="i0">di ben non mi sovenne quasi mai,<br /></span>
+<span class="i0">ma poi ch'a voi fermai,<br /></span>
+<span class="i0">servendo, pien di gio' so' stato intera,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">om' tornato di fèra,<br /></span>
+<span class="i0">da voi sí so' allumato, poi v'amai.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">È contento di soffrire gravi pene per lei.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Di sí alta valenz' a signoria,<br /></span>
+<span class="i0">uv'i' son 'maginando,<br /></span>
+<span class="i0">m'ha dato Amor, tuttor servo, piacere,<br /></span>
+<span class="i0">che, sua considerando alta bailía,<br /></span>
+<span class="i0">e che, pregio montando,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">li avanza ognor servire, und'ho volere,<br /></span>
+<span class="i0">e costringo 'l meo cor di sofferenza<br /></span>
+<span class="i0">ne la gravosa pena,<br /></span>
+<span class="i0">la qual di su' altezza, avendo fede,<br /></span>
+<span class="i0">intera mi procede,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ché giá non manca a di sí gran valenza<br /></span>
+<span class="i0">signoria provedenza<br /></span>
+<span class="i0">di proveder ciascun leal servente,<br /></span>
+<span class="i0">unde m'allegro in pene sofferente.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146"></a>[146]</span><br /></span>
+<span class="i2">Rallegrando isperanza il mio coraggio,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">simiglia sostenendo,<br /></span>
+<span class="i0">grave ognor pene, credo udendo dire,<br /></span>
+<span class="i0">ma la potenza, di cui so' 'n servaggio,<br /></span>
+<span class="i0">e la figur'avendo<br /></span>
+<span class="i0">'maginata nel core ad ubidire,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">parte natura e muta di suo loco,<br /></span>
+<span class="i0">disnaturando prende<br /></span>
+<span class="i0">di selvaggia mainera tanta possa;<br /></span>
+<span class="i0">und'è che non si' mossa<br /></span>
+<span class="i0">giammai, sperando quasi di conforto,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">la speranza di porto,<br /></span>
+<span class="i0">poi sempr'a voglia di servir s'inchina<br /></span>
+<span class="i0">sormontando 'l meo core e mai non fina.<br /></span>
+<span class="i2">Servire in me non fina voglia pare<br /></span>
+<span class="i0">d'amoroso; sí ha preso  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">lo meo cor di disio volere fiso.<br /></span>
+<span class="i0">E divisando che temo d'amare<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' sia di lei ripreso,<br /></span>
+<span class="i0">com'om' d'altezza ch'è 'n tutto diviso,<br /></span>
+<span class="i0">tutto temenza n'aggio, sí conforto,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">isperando tuttore,<br /></span>
+<span class="i0">considerando la sua canoscenza:<br /></span>
+<span class="i0">unde i' fosse piagenza,<br /></span>
+<span class="i0">mantenendo vorria mevi servente;<br /></span>
+<span class="i0">che sí lealemente  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">fermo mi troverebbe in cor siguro,<br /></span>
+<span class="i0">simile quasi como l'oro puro.<br /></span>
+<span class="i2">Servente puro me trovando e vero<br /></span>
+<span class="i0">di lei fermo tenesse<br /></span>
+<span class="i0">vorria, né piú disio mantener pregio:  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">e me trovando come sono e spero,<br /></span>
+<span class="i0">quasi tem'e' di me, se<br /></span>
+<span class="i0">tanto di virtú lei valere i' pregio.<br /></span>
+<span class="i0">La quale, come sòle us' e natura,<br /></span>
+<span class="i0">che non giá punto viso  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147"></a>[147]</span><br /></span>
+<span class="i0">in opera di lei manchi 'n alcuna;<br /></span>
+<span class="i0">ma in lei tuttor s'aduna,<br /></span>
+<span class="i0">che non guardando di suo ben volere<br /></span>
+<span class="i0">il mio pogo podere,<br /></span>
+<span class="i0">mi derea gioia e mia poga possanza  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">con tutto ognor valore in lei amanza.<br /></span>
+<span class="i2">Quasi como chiarezza in parte scura<br /></span>
+<span class="i0">di foco chiaror rende,<br /></span>
+<span class="i0">sí m'ha chiarito 'l suo piagente viso;<br /></span>
+<span class="i0">ché prima vista avesse mia dimora  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">lei, che chiarezze stende,<br /></span>
+<span class="i0">era 'n tenebre quasi in lor compriso;<br /></span>
+<span class="i0">ma poi ch'io lei amando, 'maginai<br /></span>
+<span class="i0">la sua forma 'n figura,<br /></span>
+<span class="i0">onni valore, s'i'ho, da lei mi venne,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">né mai cura non tenne<br /></span>
+<span class="i0">che sol di lei servir meo cor di cosa;<br /></span>
+<span class="i0">sperando, in ciò posa,<br /></span>
+<span class="i0">fermo, solo di lei ogni mercede,<br /></span>
+<span class="i0">e se pen'or sostene, gioi'aver crede.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i2">Sofferenza vertú, und'eo rallegro,<br /></span>
+<span class="i0">in pene sembra, poi tal modo ho priso;<br /></span>
+<span class="i0">che non giá guaire priso<br /></span>
+<span class="i0">quale soffrenz'ha in ben, ché non giá grande<br /></span>
+<span class="i0">virtú di lui si spande,  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">com'om' soffrenz'ha in pene e 'n gran doglienza:<br /></span>
+<span class="i0">und'ho soffrir voglienza,<br /></span>
+<span class="i0">isforzandom' ognor, in ciò non pigro.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148"></a>[148]</span></p>
+
+<h3>III</h3>
+
+<p class="center">Si lagna d'aver perduto la gioia che prima aveva avuto, amando madonna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Sí dilettosa gioia<br /></span>
+<span class="i0">non cred'om'nato sia giammai portasse,<br /></span>
+<span class="i0">di che si contentasse;<br /></span>
+<span class="i0">ch'altro maggior disio li dá rancura,<br /></span>
+<span class="i0">u' port'alcuna noia,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">non potendo complir sua disianza:<br /></span>
+<span class="i0">ché ciascun giorno innanza<br /></span>
+<span class="i0">e monta in piú voler d'omo natura;<br /></span>
+<span class="i0">und'el non mai si paga né contenta,<br /></span>
+<span class="i0">ché suo voler non lenta,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ma cresce disiando maggior cosa,<br /></span>
+<span class="i0">unde non prende posa,<br /></span>
+<span class="i0">né perfetta di gioi' port'allegranza,<br /></span>
+<span class="i0">ché quant' ha piú voler, d'aver piú 'nnanza.<br /></span>
+<span class="i2">Sí perfett'allegranza  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">e compimento portai d'ogni bene:<br /></span>
+<span class="i0">se considero bene,<br /></span>
+<span class="i0">sovrano 'n gioia fui...<br /></span>
+<span class="i0">... e 'n benenanza,<br /></span>
+<span class="i0">ch'avea da quella di cui son servente;  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">che li fosse piagente<br /></span>
+<span class="i0">parea per sua mostranza il meo servire<br /></span>
+<span class="i0">né cos'altra di lei piú disiando<br /></span>
+<span class="i0">che leal solo stando<br /></span>
+<span class="i0">in lei fermo servire, e 'n ciò che m'era,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">che mi donava intera<br /></span>
+<span class="i0">di gioia benenanza e compimento,<br /></span>
+<span class="i0">nè piú d'aver mi montava talento.<br /></span>
+<span class="i2">E poi com' alcun tempo<br /></span>
+<span class="i0">portai sí intera e dilettosa gioia,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">via maggiormente in noia<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149"></a>[149]</span><br /></span>
+<span class="i0">son stato doloroso e 'n grave pena,<br /></span>
+<span class="i0">ché partire no men pò<br /></span>
+<span class="i0">isperanza di tal gioia passata;<br /></span>
+<span class="i0">ché chi ha gioi' portata,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">partendo d'ella, pena a morte mena.<br /></span>
+<span class="i0">Però che 'l male avante benenanza<br /></span>
+<span class="i0">non grev'è a simiglianza,<br /></span>
+<span class="i0">quasi nente ver' bene aver sentito:<br /></span>
+<span class="i0">ché poi il ben è fallito,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">appresso pena dá confusione<br /></span>
+<span class="i0">e maggiormente grav'è per ragione.<br /></span>
+<span class="i2">La dolorosa pena,<br /></span>
+<span class="i0">ove sono distretto interamente,<br /></span>
+<span class="i0">la qual mi dá sovente  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">morte passional, tuttor vivendo,<br /></span>
+<span class="i0">e ch' un' or' non m'allena,<br /></span>
+<span class="i0">da quella ch'i' amo in me ognor discende,<br /></span>
+<span class="i0">che ciascun' ora accende<br /></span>
+<span class="i0">gravoso in me languir, lasso, dolendo;  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">ché crudeltá mi mostra in sua sembianza<br /></span>
+<span class="i0">e con fer' orgoglianza,<br /></span>
+<span class="i0">servendo lei, disdegna il meo servire,<br /></span>
+<span class="i0">unde 'n fèro languire<br /></span>
+<span class="i0">piú ch'alcun altro sono e doloroso,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">sostenendo tormento ogni gravoso.<br /></span>
+<span class="i2">Fèra ragion m'apporta<br /></span>
+<span class="i0">di sí grave tormento tal cagione,<br /></span>
+<span class="i0">poi senza offensione<br /></span>
+<span class="i0">tal' ho comis'alcuna 'n lei doglienza,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">ma sempr'è stat'accorta<br /></span>
+<span class="i0">e presa di voler l'anima mia<br /></span>
+<span class="i0">servir, poi 'n signoria<br /></span>
+<span class="i0">di lei fui servo intero a sua potenza;<br /></span>
+<span class="i0">und'è che la mia vita quasi è morte:  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">in tanta pena forte<br /></span>
+<span class="i0">mi dá tormento e 'l meo servire isdegna<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150"></a>[150]</span><br /></span>
+<span class="i0">e la morte m'assegna.<br /></span>
+<span class="i0">Mi fòra vita, in cor perché finita<br /></span>
+<span class="i0">sería mia doglia e l'angosciosa vita.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i2">Mia canzon, or ti parte<br /></span>
+<span class="i0">e mostra 'l gran tormento, il qual eo sento,<br /></span>
+<span class="i0">avegna il compimento<br /></span>
+<span class="i0">non ho potuto dir quanto m'abonda;<br /></span>
+<span class="i0">ché, sí com'è in mar l'onda,  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">no n'aggio posa, né d'alcun ben parte<br /></span>
+<span class="i0">a quella per cui son in sí rea parte.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>IV</h3>
+
+<p class="center">Si lagna delle pene in cui si trova per servire madonna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Poi contra voglia dir pena convene<br /></span>
+<span class="i0">a me, quasi dolendo<br /></span>
+<span class="i0">per soverchia montanza in cui sormonta,<br /></span>
+<span class="i0">ne la qual falso diletto mi tene,<br /></span>
+<span class="i0">u' mi mise vogliendo  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">l'anima un disio col cor congionta<br /></span>
+<span class="i0">di quella, in cui piacer era coverto,<br /></span>
+<span class="i0">quando parea piú vero,<br /></span>
+<span class="i0">ch'amor cognosco di falso colore,<br /></span>
+<span class="i0">del qual m'ha priso, poi fumi proferto:  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">immaginandol clero<br /></span>
+<span class="i0">da lei, di conoscenza fui 'n errore,<br /></span>
+<span class="i0">perch'io l'elessi a mio proprio signore.<br /></span>
+<span class="i2">Non conoscendo, falsezza stimando<br /></span>
+<span class="i0">del piager, ma pur fiso  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">dell'alma imaginai il suo diletto,<br /></span>
+<span class="i0">e concedette amore in lei fermando,<br /></span>
+<span class="i0">d'ogn'intenzion diviso,<br /></span>
+<span class="i0">fui a sua signoria servo soggetto<br /></span>
+<span class="i0">d'amore 'n atto, distretto 'n potenza:  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">di lei sua forma prese,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151"></a>[151]</span><br /></span>
+<span class="i0">al suo voler per lui i' foi congiunto,<br /></span>
+<span class="i0">e sommisili arbitro e mia voglienza,<br /></span>
+<span class="i0">di lei servire accese,<br /></span>
+<span class="i0">u' conoscendo, mai non fallai punto;  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">or d'allegrezza m'ha tutto digiunto.<br /></span>
+<span class="i2">Fermato a perfezione a suo volere,<br /></span>
+<span class="i0">di me non forz'avendo,<br /></span>
+<span class="i0">in ardente mi mise coral foco;<br /></span>
+<span class="i0">ma ciò mi porge, lasso! piú dolere,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">per difetto sentendo<br /></span>
+<span class="i0">di conoscenza aver pene non poco;<br /></span>
+<span class="i0">ché poi mi mostrò, lasso, la sembianza<br /></span>
+<span class="i0">de la sua opinione,<br /></span>
+<span class="i0">la quale, aviso, in lei tuttor regnava  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">di piacer contra, und'ho gran malenanza<br /></span>
+<span class="i0">in vita e confusione;<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l meo servir gradisse lei pensava,<br /></span>
+<span class="i0">or mortalmente conosco fallava.<br /></span>
+<span class="i2">Fallando in conoscenza, in signoria  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">di morte sono ognora,<br /></span>
+<span class="i0">né morir posso e 'n morte ognora vivo.<br /></span>
+<span class="i0">E porge tal cagione in me sí ria<br /></span>
+<span class="i0">pena, che fòr misora<br /></span>
+<span class="i0">grav'è. Sembro aver vita sí pensivo,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">per ch'io non parto giá d'intenzione,<br /></span>
+<span class="i0">ché, se mi fusse danno<br /></span>
+<span class="i0">la morte, in vita solo un'or' regnasse,<br /></span>
+<span class="i0">ma, tormentando, di vita ho cagione,<br /></span>
+<span class="i0">e piú mi monta affanno  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">che s'a morte lo spirto mi mancasse,<br /></span>
+<span class="i0">e qual piú pregiudicio mi portasse.<br /></span>
+<span class="i2">La principal del meo dolor cagione<br /></span>
+<span class="i0">aggio costretto a dire<br /></span>
+<span class="i0">ne la fine per piú dolor mostrare,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">e dico piú mi dá confusione<br /></span>
+<span class="i0">d'ogni greve languire<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152"></a>[152]</span><br /></span>
+<span class="i0">la reprension che pote in lei montare,<br /></span>
+<span class="i0">considerando l'altèra valenza<br /></span>
+<span class="i0">di natura discesa  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">e lo suo gentil core inganno tegna,<br /></span>
+<span class="i0">unde, in alcuna guisa, di fallenza<br /></span>
+<span class="i0">di vertú sia ripresa;<br /></span>
+<span class="i0">perché maggior di ciò pena in me regna,<br /></span>
+<span class="i0">considerando in lei cosa non degna.  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i2">Se 'n alcuna mainera giá potesse<br /></span>
+<span class="i0">da la follia presente dipartire,<br /></span>
+<span class="i0">isforzereimi a valere alquanto,<br /></span>
+<span class="i0">però ch'assai piú manto<br /></span>
+<span class="i0">fall'è, cernendo, in mal perseverare,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">che non giá fôra stare<br /></span>
+<span class="i0">nel mal, non conoscendo. Ma non posso;<br /></span>
+<span class="i0">ché voler non s'è mosso;<br /></span>
+<span class="i0">und'e', di ragion om, fatto son fèra,<br /></span>
+<span class="i0">seguitando carrèra  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">dal piager falso, c'ha in me pene messe.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>V</h3>
+
+<p class="center">Ancora mostra il suo dolore per la crudeltá di lei.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">La dolorosa e mia grave doglienza<br /></span>
+<span class="i0">conven ch'eo dica in canto,<br /></span>
+<span class="i0">com'altri lo piacere e l'allegrezza,<br /></span>
+<span class="i0">distringendomi a ciò la mia voglienza,<br /></span>
+<span class="i0">avegna me' sia pianto,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">como m'ha preso, lasso! 'n cor fermezza,<br /></span>
+<span class="i0">e la chiarezza — di ciò è sembianza<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo mi somisi intero in signoraggio,<br /></span>
+<span class="i0">fermo avendo coraggio<br /></span>
+<span class="i0">d'altèra donna di servir natora,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">u' solo un'ora — mai feci fallanza,<br /></span>
+<span class="i0">poi per piacer mi strinsi in suo servaggio,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153"></a>[153]</span><br /></span>
+<span class="i0">und' ho greve dannaggio,<br /></span>
+<span class="i0">ché mi disdegna e dá pena su' altora.<br /></span>
+<span class="i2">Perfetto in signoria mi misi servo,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">senn'e voler congiunto<br /></span>
+<span class="i0">ad un disio, il suo pregio servendo,<br /></span>
+<span class="i0">e conservendo ciò, com'or conservo,<br /></span>
+<span class="i0">d'ogni penser digiunto<br /></span>
+<span class="i0">sono, 'n ciò servo, 'ntera voglia avendo,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">ed attendendo ne in parte diletto,<br /></span>
+<span class="i0">il qual per lo piacere imaginai;<br /></span>
+<span class="i0">e perché mi fermai<br /></span>
+<span class="i0">sotto sua signoria interamente,<br /></span>
+<span class="i0">sol che servente — fusse lei soggetto,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">piacer disio e tal voglia portai,<br /></span>
+<span class="i0">e piú non disiai,<br /></span>
+<span class="i0">nel primo: ed or desio simelemente.<br /></span>
+<span class="i2">Non disiando che solo servire,<br /></span>
+<span class="i0">di ciò contento fui,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">in alcun'ora: quasi per sembianza<br /></span>
+<span class="i0">dimostrando ver' me fusse in gradire<br /></span>
+<span class="i0">gioi' lei servisse in cui<br /></span>
+<span class="i0">di ciò sorrise con gran benenanza.<br /></span>
+<span class="i0">Ma poi in fallanza — mea vista tornando,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">viddi in tutto lo contraro aperto,<br /></span>
+<span class="i0">quasi di ciò isperto,<br /></span>
+<span class="i0">poi sua vista fermata m'è in disdegno,<br /></span>
+<span class="i0">ed io tal segno — per vero approvando,<br /></span>
+<span class="i0">di gio' m'ha miso tale in pena certo,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">di ciascun ben diserto<br /></span>
+<span class="i0">e fermo in vita amara e 'n morte regno.<br /></span>
+<span class="i2">Regnando in morte, sono in suo podere<br /></span>
+<span class="i0">nascoso e forse pare;<br /></span>
+<span class="i0">tanto ne l'alma mia monta dolore,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">che, sostenendo 'n pena sí piacere,<br /></span>
+<span class="i0">non sí grav'è penare,<br /></span>
+<span class="i0">ma grave è piú via troppo e monta ardore,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154"></a>[154]</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'io tuttore — contrar me' voler porto,<br /></span>
+<span class="i0">poi miso in parte m'ha sí dolorosa,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">ove pena gravosa<br /></span>
+<span class="i0">m'abbonda ciascun'or, com'aigua in fonte,<br /></span>
+<span class="i0">ch'el del monte — di gioi' m'ha indi sporto,<br /></span>
+<span class="i0">unde la pena m'è via piú dogliosa,<br /></span>
+<span class="i0">poi di gioi' dilettosa  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">m'ha miso in pene piú ch'io non ho cónte.<br /></span>
+<span class="i2">Contat'ho parte di mia pen'alcona,<br /></span>
+<span class="i0">ma non quante in me regna<br /></span>
+<span class="i0">per non potenza a dire avendo intera;<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l core e 'l dir mi manca e abandona,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">e, come foco in legna<br /></span>
+<span class="i0">s'apprende, pianto in lui simel mainera,<br /></span>
+<span class="i0">und'è che fèra — tal ho 'n pena vita:<br /></span>
+<span class="i0">poi, disiando servir fermo intero,<br /></span>
+<span class="i0">son di ciascun ben vero  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">e di speranza d'aver gioi' luntano;<br /></span>
+<span class="i0">ma' non istrano — di doglia 'nfinita,<br /></span>
+<span class="i0">ov'io consomo com'al foco cero,<br /></span>
+<span class="i0"><a name="ec154" id="ec154"></a>né cosa mai ispero<br /></span>
+<span class="i0">mi possa, disdegnand'ella, far sano.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i2">D'altèra signoria<br /></span>
+<span class="i0">'maginando beltate e piú valore,<br /></span>
+<span class="i0">mi misi servidore,<br /></span>
+<span class="i0">ov'io son servo, quando a lei gradisse,<br /></span>
+<span class="i0">né mai so ch'io fallisse;  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">ma per bassezza me forse disdegna,<br /></span>
+<span class="i0">ma perciò ch'io mai vegna<br /></span>
+<span class="i0">quant'ho di voler manto non m'è viso,<br /></span>
+<span class="i0">ma tuttora strò fiso,<br /></span>
+<span class="i0">né per tormento alcun mutando via.  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i2">S'umeltá con fermezza<br /></span>
+<span class="i0">nel suo scendesse disdegnoso core,<br /></span>
+<span class="i0">ogni pianto e dolore<br /></span>
+<span class="i0">di me mi parrea gioi' ed allegrezza.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155"></a>[155]</span></p>
+
+<h3>VI</h3>
+
+<p class="center">Si lamenta ancora di dover tanto soffrire per essere servo d'Amore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Considerando la vera partenza<br /></span>
+<span class="i0">c'ho fatta intera d'ogni vano amore,<br /></span>
+<span class="i0">e 'l gravoso dolore<br /></span>
+<span class="i0">ch'aggio sentito 'n sua star signoria,<br /></span>
+<span class="i0">pòte di gioia aver meo cor essenza,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">poi che disfatto lui ho, meo guerrero,<br /></span>
+<span class="i0">e preso in disamore<br /></span>
+<span class="i0">ogni d'amanza sua cosa e poi via,<br /></span>
+<span class="i0">la qual quando seguía,<br /></span>
+<span class="i0">porgea tristizia in me d'ognunque pene,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">non resentendo bene<br /></span>
+<span class="i0">d'alcun piacer, ma greve ogni doglienza;<br /></span>
+<span class="i0">unde miso a perdenza<br /></span>
+<span class="i0">avea mia mente, corpo, alma e core,<br /></span>
+<span class="i0">su' poderato essendo in me furore.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i2">E quanto d'altro piú fui doloroso,<br /></span>
+<span class="i0">ciascun dolor di lui, lasso! sentendo,<br /></span>
+<span class="i0">tanto dico, gioiendo,<br /></span>
+<span class="i0">deggio portar via più d'altr'allegrezza,<br /></span>
+<span class="i0">poi che 'n vertá sono vero amoroso,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">e, partito d'amore, amor prendendo<br /></span>
+<span class="i0">e diritta seguendo<br /></span>
+<span class="i0">d'anima voglia, che fu in iscurezza,<br /></span>
+<span class="i0">la qual giunse gravezza,<br /></span>
+<span class="i0">e reformando in lei iroso male,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">imperciò ch'è penale<br /></span>
+<span class="i0">possa seguir diritta e torta intenza,<br /></span>
+<span class="i0">ma, or che dipartenza<br /></span>
+<span class="i0">ho di lui fatto, seguo ogni memòra<br /></span>
+<span class="i0">e quant'ontai con esso senza mora.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156"></a>[156]</span><br /></span>
+<span class="i2">Non sentimento mai ebbi di gioia,<br /></span>
+<span class="i0">seguendo in lui voler fer' ed ontoso,<br /></span>
+<span class="i0">né mai ebbi riposo<br /></span>
+<span class="i0">per isperanza d'alcun ben che sia:<br /></span>
+<span class="i0">e che sembrav'a me bene, era noia  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">e ogni vero bene, oltra gravoso,<br /></span>
+<span class="i0">per che sempre angoscioso<br /></span>
+<span class="i0">viveva dimorando in tal follia.<br /></span>
+<span class="i0">Unde perduto avía<br /></span>
+<span class="i0">ogne vertú che mise in me natura,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">sí che solo figura<br /></span>
+<span class="i0">mantenea d'omo e non punto scienza<br /></span>
+<span class="i0">e l'alta canoscenza<br /></span>
+<span class="i0">de la ragion, la qual or non tutt'aggio,<br /></span>
+<span class="i0">unde vivea ferale oltra selvaggio.  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i2">Del dolor che porgea in me mainera<br /></span>
+<span class="i0">chero ferma cagione adimostrare,<br /></span>
+<span class="i0">e volendo contare<br /></span>
+<span class="i0">com' riformava in me suo gran tormento,<br /></span>
+<span class="i0">non tormentava me di doglia fèra,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">come sensibil corpo in dar penare,<br /></span>
+<span class="i0">ma solo in disiare,<br /></span>
+<span class="i0">tardando ciò che m'era piacimento;<br /></span>
+<span class="i0">ché non pò far contento<br /></span>
+<span class="i0">alcuna cosa u'om' non porti amanza,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">tuttor sia 'n sua possanza,<br /></span>
+<span class="i0">e dove porti giá non possa avere.<br /></span>
+<span class="i0">Ah! che grev'è 'l dolere<br /></span>
+<span class="i0"><a name="ec156" id="ec156"></a>u' solo perda alquanto d'ella viso:<br /></span>
+<span class="i0">dico tormenta, se disira fiso.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">E non sentiva per lo su' operare,<br /></span>
+<span class="i0">ma cagion era in ciò ch'era operato,<br /></span>
+<span class="i0">unde segondo stato<br /></span>
+<span class="i0">di natura mi dava isvariamento;<br /></span>
+<span class="i0">farmi voler che non potea 'cquistare  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">e perder che gradivo avea 'cquistato<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157"></a>[157]</span><br /></span>
+<span class="i0">e 'n ciascun d'esti grato<br /></span>
+<span class="i0">porgiami svariato sentimento.<br /></span>
+<span class="i0">E tal suo creamento<br /></span>
+<span class="i0">adoperava in me diversa offensa,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">e dico: — Om' per potenza<br /></span>
+<span class="i0">ciò ch'ha 'quistato amando u' prende gioia,<br /></span>
+<span class="i0">sed ei perde, poi noia<br /></span>
+<span class="i0">gli abbonda maggio che non fé il deletto,<br /></span>
+<span class="i0">per che nostra natura è in defetto. —   <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i2">Com'operava in mevi il suo sentire,<br /></span>
+<span class="i0">tutto languir diviso ogni piacere,<br /></span>
+<span class="i0">al desentir dolere<br /></span>
+<span class="i0">da me diviso d'ognunque suo male,<br /></span>
+<span class="i0">e dammi noia in che ferm' ho gradire  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i0">e fammi che volea tutto isvolere<br /></span>
+<span class="i0">ed el desio podere<br /></span>
+<span class="i0">ch'era costretto a desiar infinale<br /></span>
+<span class="i0">e diverso, giá quale<br /></span>
+<span class="i0">non potea aver mai compimento  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+<span class="i0">ed il suo potimento<br /></span>
+<span class="i0">diliberato in tutto aver disio,<br /></span>
+<span class="i0">sí che mis' ho in obrío<br /></span>
+<span class="i0">ogni sentir di lui fermo e ricordo,<br /></span>
+<span class="i0">stando a membranza di lui, mai sempre ordo.  <span class="linenum">90</span><br /></span>
+<span class="i2">Se disdegnanza Amore alcuna ha presa,<br /></span>
+<span class="i0">volendo apporre offesa,<br /></span>
+<span class="i0">ch'e' fui'n sua signoria, or ne son fòra,<br /></span>
+<span class="i0">di colui che restora<br /></span>
+<span class="i0">il tormento c'ha avuto ogni mio fallo  <span class="linenum">95</span><br /></span>
+<span class="i0">e che per vero sallo,<br /></span>
+<span class="i0">ni vorrea senza stato esser sua doglia,<br /></span>
+<span class="i0">per la qual credo in me piú gioi' s'acoglia.<br /></span>
+<span class="i2">Anco maggio difensa,<br /></span>
+<span class="i0">la qual misura sostien di ragione,  <span class="linenum">100</span><br /></span>
+<span class="i0">ha maggi' offensione,<br /></span>
+<span class="i0">ch'om non seguir dea mal tutto deletto,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158"></a>[158]</span><br /></span>
+<span class="i0">né senta ov'ha defetto<br /></span>
+<span class="i0">maggiormente non donque ov'ha 'frissione<br /></span>
+<span class="i0">e corporale eterna confusione.  <span class="linenum">105</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>VII</h3>
+
+<p class="center">Si lamenta delle prepotenze e ingiustizie che commetteva in Pisa
+la parte che spadroneggiava al governo della cosa pubblica.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">La dolorosa noia,<br /></span>
+<span class="i0">ch'aggio dentro al meo core,<br /></span>
+<span class="i0">che non mostri di fòre<br /></span>
+<span class="i0">non posso: tanto sostener m'avanza,<br /></span>
+<span class="i0">montando malenanza  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">e soverchiando me da tutte parte,<br /></span>
+<span class="i0">poi che tra gente croia<br /></span>
+<span class="i0">(come non saggi, alpestri,<br /></span>
+<span class="i0">ch'aver degni capestri<br /></span>
+<span class="i0">lor serian, distringendo come fère,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">quale piú son crudère),<br /></span>
+<span class="i0">dimorar mi convene e stare 'n parte,<br /></span>
+<span class="i0">e non solo dimor con loro usando,<br /></span>
+<span class="i0">ma mi convene stando<br /></span>
+<span class="i0">sotto lor suggezion quasi che muto,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">di che son dipartuto<br /></span>
+<span class="i0">d'ogni piacer, poi lor signoria venne:<br /></span>
+<span class="i0">e come ciò sostenne<br /></span>
+<span class="i0">venisse, u' sosten regno, eo meraviglio<br /></span>
+<span class="i0">Dio, poi comunitá mis'ha 'n disguiglio.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i2">Mis'hanno in disguiglianza<br /></span>
+<span class="i0">ragione e conculcata<br /></span>
+<span class="i0">e per loro scalcata,<br /></span>
+<span class="i0">li lor seguendo pur propi misteri<br /></span>
+<span class="i0">e i malvagi penseri  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">seguitando, non punto in lor ragione.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159"></a>[159]</span><br /></span>
+<span class="i0">Lá ch'era comunanza<br /></span>
+<span class="i0">hanno sodutta in parte,<br /></span>
+<span class="i0">ed han miso in disparte<br /></span>
+<span class="i0">li valorosi e degni e bon rettori,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">per li quali e' maggiori<br /></span>
+<span class="i0">con parvi dividían onor comone;<br /></span>
+<span class="i0">ora l'hanno condutto in propietate,<br /></span>
+<span class="i0">perché la volontate<br /></span>
+<span class="i0">lor tanto fèra il senno ha suggiugato,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">e giá non è mostrato,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è sol voler per lor fer' e mortale,<br /></span>
+<span class="i0">il quale ha miso a male<br /></span>
+<span class="i0">ed a danno, volendo, loro terra<br /></span>
+<span class="i0">e perdute castella e piano in guerra.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i2">E quei ch'erano degni,<br /></span>
+<span class="i0">e che 'n vero son anco,<br /></span>
+<span class="i0">mis' han dal lato manco,<br /></span>
+<span class="i0">crescendo onor, rettori ed avanzando<br /></span>
+<span class="i0">e non quasi mancando  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">per lor ragion, ma sol era ben retta,<br /></span>
+<span class="i0">di che si vên gran segni:<br /></span>
+<span class="i0">giustizia conservata<br /></span>
+<span class="i0">era per lor montata,<br /></span>
+<span class="i0">sí che mal fare alcun non quasi ardía,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">perché 'l mal si punía,<br /></span>
+<span class="i0">la terra d'ogni scuso era ben retta.<br /></span>
+<span class="i0">Or giustizia è deserta, ond'è caduta,<br /></span>
+<span class="i0">con ragione perduta,<br /></span>
+<span class="i0">ché piú ladroni son che mercatanti,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">e quasi certo i santi<br /></span>
+<span class="i0">son dirubbati e no solo i palagi,<br /></span>
+<span class="i0">ed a ciascuno adagi<br /></span>
+<span class="i0">par de' detti signor, ma ciò non sono,<br /></span>
+<span class="i0">ché l'un perisce e l'altr'ha 'n mal perdono.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Portano perdonanza<br /></span>
+<span class="i0">i lor propi 'n mal fare,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160"></a>[160]</span><br /></span>
+<span class="i0">e piú che meritare<br /></span>
+<span class="i0">è intra loro alcun che l'òr vorria,<br /></span>
+<span class="i0">però che la lor via  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">la fine e 'l primo e 'l mezzo è propio a male;<br /></span>
+<span class="i0">ed altri, s'è 'n fallanza,<br /></span>
+<span class="i0">greve sostegnon pena,<br /></span>
+<span class="i0">e chi lor guerra mena<br /></span>
+<span class="i0">quant' a lor terra son siguri 'n tutto  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">e riprendon condutto<br /></span>
+<span class="i0">di ciò che volno in lor cittá, el quale<br /></span>
+<span class="i0">e le terre, che son tante perdute,<br /></span>
+<span class="i0">non giá l'hanno volute<br /></span>
+<span class="i0">difender, ma perdute sian lor piace,  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">e, divietato, han pace,<br /></span>
+<span class="i0">solo a confusion d'omin di parte.<br /></span>
+<span class="i0">E ciò fatt'hanno ad arte,<br /></span>
+<span class="i0">unde procederá in loro gran danno,<br /></span>
+<span class="i0">ché non sofferrá Dio sí grande inganno.  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i2">Se mi distringe doglia,<br /></span>
+<span class="i0">non certo è meraviglia,<br /></span>
+<span class="i0">ma crudeltá somiglia<br /></span>
+<span class="i0">a cui non prende doglia e pena monta,<br /></span>
+<span class="i0">veggendo che si ponta  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+<span class="i0">alcuna parte in mal far quanto pòte,<br /></span>
+<span class="i0">e quei che piena voglia<br /></span>
+<span class="i0">aviano 'n bene ovrare,<br /></span>
+<span class="i0">e tutto il lor pensare<br /></span>
+<span class="i0">solamente era in ciò, sono a nente  <span class="linenum">90</span><br /></span>
+<span class="i0">per sí smodata gente,<br /></span>
+<span class="i0">und'onni gioi' per me son vane e vòte,<br /></span>
+<span class="i0">ché sento in tutto morta ora giustizia<br /></span>
+<span class="i0">ed avanzar malizia<br /></span>
+<span class="i0">e 'l mal ben conculcare, somettendo  <span class="linenum">95</span><br /></span>
+<span class="i0">e montando e crescendo<br /></span>
+<span class="i0">islealtate, inganno e disragione,<br /></span>
+<span class="i0">di che mia 'ntenzione<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161"></a>[161]</span><br /></span>
+<span class="i0">non è che lungo tempo Dio il sostegna,<br /></span>
+<span class="i0">che non soffrir vorrá cosa sí 'ndegna.  <span class="linenum">100</span><br /></span>
+<span class="i2">Seminato nel campo fer' han seme<br /></span>
+<span class="i0">e seme simel sé ciascun arende,<br /></span>
+<span class="i0">und'è folle chi attende<br /></span>
+<span class="i0">di seminato gran piggior che gioglio,<br /></span>
+<span class="i0">perché non tanto doglio  <span class="linenum">105</span><br /></span>
+<span class="i0">che frutto e seme cosa una fi' 'nseme.<br /></span>
+<span class="i2">Per soverchi'abondanza<br /></span>
+<span class="i0">ch'avea ed ho di gravosa doglienza,<br /></span>
+<span class="i0">m' have la mia voglienza<br /></span>
+<span class="i0">sommosso a conto far di sí gran torto,  <span class="linenum">110</span><br /></span>
+<span class="i0">il qual greve m'ha porto<br /></span>
+<span class="i0">cagion dogliosa e fèra di dolere,<br /></span>
+<span class="i0">poi che 'l bene a podere<br /></span>
+<span class="i0">sento perire e 'l mal tuttora avanza.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>VIII</h3>
+
+<p class="center">Vorrebbe trovar rimedio contro le pene d'amore, ma non sa come.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Dolorosa doglienza in dir m'adduce,<br /></span>
+<span class="i0">non potendo celar, tacendo, 'l core:<br /></span>
+<span class="i0">tanto m'avanza ognor pen'e dolore<br /></span>
+<span class="i0">che pregio men che nente vita u' regno.<br /></span>
+<span class="i0">Considerando, lasso!, son ritegno  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">d'ogni languire, avendo mia vita agra<br /></span>
+<span class="i0">e di ciascun plager lontana e magra,<br /></span>
+<span class="i0">avendo di vertú perduta luce.<br /></span>
+<span class="i0">Poi del mio cor disio metter soffersi<br /></span>
+<span class="i0">in seguitar, perdendo ragion vera,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">e sommettendo arbitro 've non era,<br /></span>
+<span class="i0">ciò è servaggio di natura umana,<br /></span>
+<span class="i0">u' non guardai avendo mente sana;<br /></span>
+<span class="i0">ma or somiso aver non vorea dico,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162"></a>[162]</span><br /></span>
+<span class="i0">ché d'allegrezze, di gioi' son mendíco,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ritegno di dolor fonte diversi.<br /></span>
+<span class="i2">Disnaturando natura, seguendo<br /></span>
+<span class="i0">di sottometter voglia altrui 'n servaggio,<br /></span>
+<span class="i0">ché chiar conosco che l'uman lignaggio<br /></span>
+<span class="i0">d'aver fugge signor naturalmente,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">ma diviso da ciò diversamente,<br /></span>
+<span class="i0">regnando in me avendo gran diletto<br /></span>
+<span class="i0">d'essere servo di cui son soggetto,<br /></span>
+<span class="i0">in seguitare affanno sostenendo.<br /></span>
+<span class="i0">E poi congiunsi mevi a tal desire,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">non mai d'intenzion tal fei partenza,<br /></span>
+<span class="i0">ma misi 'ngegno a ciò e tutta potenza<br /></span>
+<span class="i0">e d'altro in me poder giá non ritenni<br /></span>
+<span class="i0">che sol servendo u' manco lei non venni,<br /></span>
+<span class="i0">e che i fosse piager fece mostranza,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">siccome quasi me parv'accordanza,<br /></span>
+<span class="i0">und'alquanto mi fe' gioia sentire.<br /></span>
+<span class="i2">Dimorando plager tal quasi un'ora,<br /></span>
+<span class="i0">se piú non manto fu, se bene e' membro,<br /></span>
+<span class="i0">presente a ciò sua vista mevi sembrò  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">piú che dir non poría, crudele e fèra,<br /></span>
+<span class="i0">e visai la sua voglia ch'era intera<br /></span>
+<span class="i0">di darmi pene, u' son, sí dolorose<br /></span>
+<span class="i0">che sostenerle alcun tanto gravose<br /></span>
+<span class="i0">parva in vita serea sua dimora.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">Ed avanzando in me piú 'l dolor monta<br /></span>
+<span class="i0">e quasi dico nente ver' ch'io celo,<br /></span>
+<span class="i0">ché corpo alcun, non credo, è sotto 'l celo<br /></span>
+<span class="i0">che regni 'n vita, un'or' vi dimorasse<br /></span>
+<span class="i0">e che senza dimora noi' fallasse;  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">ma per penare piú vit'ho languendo<br /></span>
+<span class="i0">e soccorso di scampo non attendo,<br /></span>
+<span class="i0">poi non d'aver per me mai ben si conta.<br /></span>
+<span class="i2">Se, com'eo dico, u' piú mi stringe pena<br /></span>
+<span class="i0">di tal cagione, piú deggio dolere,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163"></a>[163]</span><br /></span>
+<span class="i0">poi veggio e sento che nel me' podere<br /></span>
+<span class="i0">non si riten di ciò che dipart'omo,<br /></span>
+<span class="i0">ciò è ragion da fèra: o lasso! como<br /></span>
+<span class="i0">ne son diviso e tralassato intero,<br /></span>
+<span class="i0">e seguitando voler tanto fèro,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">quale tuttor seguir mi' alma pena!<br /></span>
+<span class="i0">Per che mia vita, dico, è piú ferale<br /></span>
+<span class="i0">che d'animale alcun, perché natura<br /></span>
+<span class="i0">segue, ma pure in me tanto ismisura<br /></span>
+<span class="i0">che fuggo e lasso lei, seguendo 'l contra.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">E d'aver signoria non giá fui contra,<br /></span>
+<span class="i0">somettendoli arbitro e mia franchezza;<br /></span>
+<span class="i0">unde, piú ch'aggio ditto, in me gravezza<br /></span>
+<span class="i0">di greve pene agiunt'anche ogne male.<br /></span>
+<span class="i2">Poiché mi sembra e che 'l conosco fallo  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">perché non, lasso, in ciò, rimedio prendo?<br /></span>
+<span class="i0">E no m'ofender piú ove m'ofendo,<br /></span>
+<span class="i0">partir mia voglia di tal signoria?<br /></span>
+<span class="i0">Dico che 'n farlo in me non ho bailía,<br /></span>
+<span class="i0">poich'a ciò falso plager mi congiunse,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">che d'anima e da cor vertú digiunse<br /></span>
+<span class="i0">e ciascuna potenza senza fallo:<br /></span>
+<span class="i0">perché 'mpossibil m'è farne partenza,<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l mio volere a ciò è sottoposto,<br /></span>
+<span class="i0">e di maniera tale son disposto  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">che d'alcun qualsia bene i' non ho segno:<br /></span>
+<span class="i0">e conosco a ragion di ciò son degno.<br /></span>
+<span class="i0">Ma non mi dol però meno 'l tormento<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo doloroso pur languisco e sento<br /></span>
+<span class="i0">e che porti conven cor di doglienza.  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i2">Provato folle, me dico, simiglia<br /></span>
+<span class="i0">chi segue 'l suo dannaggio e ha 'l pro contra:<br /></span>
+<span class="i0">e 'n me quel che contat'ho sovra 'ncontra,<br /></span>
+<span class="i0">perch'alcun sia piú ch'eo folle non credo,<br /></span>
+<span class="i0">poich'eo non presi, allor potea, rimedo,  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+<span class="i0">e di quel ch'ora seguo maggiormente<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164"></a>[164]</span><br /></span>
+<span class="i0">poi son disposto tanto malamente,<br /></span>
+<span class="i0">che s'alcuno, com'i', è gran meraviglia.<br /></span>
+<span class="i2">Meo cordoglio e lamento, ora te move<br /></span>
+<span class="i0">e te presenta avante a cui ti mando  <span class="linenum">90</span><br /></span>
+<span class="i0">e cerne 'l meo dolor tutto nomando,<br /></span>
+<span class="i0">non voglia contar lui el mio tormento<br /></span>
+<span class="i0">e di' che sguardi ben s'a ragion sento<br /></span>
+<span class="i0">e corregga tuo fallo e comendi ove.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>IX</h3>
+
+<p class="center">Dice d'esser tutto preso dall'amore di lei
+e di non avere altro pensiero.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Vero è che stato son manta stagione<br /></span>
+<span class="i0">senza d'amanza alcun far prendimento,<br /></span>
+<span class="i0">potendo elegimento<br /></span>
+<span class="i0">di tal fare, in cui ver' ben fosse appriso;<br /></span>
+<span class="i0">e ho fedel ver' ciò misa intenzione,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">saver, penser non lento e provedenza,<br /></span>
+<span class="i0">né mai feci prendenza.<br /></span>
+<span class="i0">Pertanto cauto in ciò fatt'ho, diviso,<br /></span>
+<span class="i0">perciò ched'è diviso<br /></span>
+<span class="i0">del mi' cor fermo sempre ogne volere,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">che non solo piagere<br /></span>
+<span class="i0">come ne li altri in me confermi amanza,<br /></span>
+<span class="i0">ma sí sempre possanza<br /></span>
+<span class="i0">di piagimento, gentilezza e bene:<br /></span>
+<span class="i0">per ciò che non disvene  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">en nei gentil virtú senza fallanza.<br /></span>
+<span class="i2">Non fei prendenza d'amanza in desire,<br /></span>
+<span class="i0">perciò ch'ove ho trovato esser plagenza,<br /></span>
+<span class="i0">non trovato ho potenza<br /></span>
+<span class="i0">d'altre virtú che son sovramagiore;  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">ma or l'ho priso, a ciò ch'aggio sentire<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165"></a>[165]</span><br /></span>
+<span class="i0">di tale in cui piacere e virtú trovo,<br /></span>
+<span class="i0">e non solo io l'aprovo,<br /></span>
+<span class="i0">ma suoie operazion, suo gran valore;<br /></span>
+<span class="i0">ché eo quasi un colore  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">cerno di suoie virtú quanto a sembianza.<br /></span>
+<span class="i0">Che se far dimostranza<br /></span>
+<span class="i0">volesse, in dir, del suo gran valimento,<br /></span>
+<span class="i0">daría conoscimento<br /></span>
+<span class="i0">a ciascun chiaro di lei fermamente,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">per ciò che veramente<br /></span>
+<span class="i0">altra no ha ver' lei mai parimento.<br /></span>
+<span class="i2">Come a la sovra sua cara valenza<br /></span>
+<span class="i0">non pote altra aver mai simiglianza,<br /></span>
+<span class="i0">cusí senza fallanza  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">non pò mio amore alcun altro semblare;<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo no ho solo in lei d'amor voglienza,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è, in altrui, voler con seco om bene;<br /></span>
+<span class="i0">ma mia voglienza è bene<br /></span>
+<span class="i0">in suo piager lo mio sempre di fare;  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">e ciò deo certo fare,<br /></span>
+<span class="i0">ch'ella m'ha fatto quel che in me non sono:<br /></span>
+<span class="i0">ché per suo caro dono<br /></span>
+<span class="i0">del suo remiro tanto virtuoso<br /></span>
+<span class="i0">m'ha fatto grazïoso  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">in sua potenza, nel mio cor passando,<br /></span>
+<span class="i0">ove mise formando<br /></span>
+<span class="i0">del suo degno sentir fermo riposo.<br /></span>
+<span class="i2">Preso ha riposo in me suo pensamento<br /></span>
+<span class="i0">e l'alma forma di sua simiglianza,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">la qual dato ha mutanza<br /></span>
+<span class="i0">a l'ofuscato mio primero stato<br /></span>
+<span class="i0">per suo gran virtuoso operamento:<br /></span>
+<span class="i0">ché miso ha dignità nel cor non degno,<br /></span>
+<span class="i0">e 'l suo valor sí degno  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">ha l'esser mio nel suo giá trasformato:<br /></span>
+<span class="i0">ché per mio vero grato<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166"></a>[166]</span><br /></span>
+<span class="i0">e sua virtú, son fatto un altro lei.<br /></span>
+<span class="i0">Vero è ch'ella non mei,<br /></span>
+<span class="i0">perché può fare assai piú ch'io non posso,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">ha ciò ch'eo son commosso,<br /></span>
+<span class="i0">ov'ell'è sempre 'n sua magna virtute,<br /></span>
+<span class="i0">poiché mi die' salute<br /></span>
+<span class="i0">del suo sentire, assai piú che 'n dir mosso.<br /></span>
+<span class="i2">Non mostro in dire quanto in cor mi posa  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">sua benvoglienza e suo caro pensero;<br /></span>
+<span class="i0">perciò che sería fèro<br /></span>
+<span class="i0">poterlo a lingua alcun' sí divisare,<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l cor non pò pensar tanto gran cosa:<br /></span>
+<span class="i0">ché quando a ciò pensar provando intende,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">certo adesso 'l comprende<br /></span>
+<span class="i0">ismarimento che 'l fa svariare.<br /></span>
+<span class="i0">E se 'n sé vòl tornare,<br /></span>
+<span class="i0">conven che solo stia tanto al sentire;<br /></span>
+<span class="i0">e quel po' sofferire,  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">perché tal sentimento è virtuoso:<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l suo vero riposo<br /></span>
+<span class="i0">ha d'alegrezza in sé spiriti vivi,<br /></span>
+<span class="i0">li quai son sí gradivi<br /></span>
+<span class="i0">che fanno in tutto mio esser gioioso.  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i2">Va', mia nova canzone,<br /></span>
+<span class="i0">tutto quanto conven non forse degna,<br /></span>
+<span class="i0">a quella in cui cor regna<br /></span>
+<span class="i0">quanto si sa di ben piú divisare.<br /></span>
+<span class="i0">E 'ntende a lei mostrare  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+<span class="i0">come sua gran virtú, sua gran carezza<br /></span>
+<span class="i0">m'hanno dato fermezza<br /></span>
+<span class="i0">di sua amanza, che è senza aver pare.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167"></a>[167]</span></p>
+
+<h3>X</h3>
+
+<p class="center">RINTRONICO</p>
+
+<p class="center">Consiglia a soffrire le avversitá con rassegnazione,
+sperando d'averne un giorno lenimento.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Magna medela a grave e perigliosa<br /></span>
+<span class="i0">del tutto infermitá so che convene,<br /></span>
+<span class="i0">ché parva parvo so dá curamento;<br /></span>
+<span class="i0">e chi infirma greve e ponderosa<br /></span>
+<span class="i0">a possibile far cherenza dene,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">e non cui falla punto potimento;<br /></span>
+<span class="i0">ché non ha valimento<br /></span>
+<span class="i0">picciula cura gran piaga sanare,<br /></span>
+<span class="i0">né poi pot'om' trovare<br /></span>
+<span class="i0">guerenza in quello dal quale divia.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">Stolti, è grave via<br /></span>
+<span class="i0">poter sanare u' tutta è violenza,<br /></span>
+<span class="i0">e non queta l'om' mai sua essenza.<br /></span>
+<span class="i2">Per che mia voglia sre' desiderosa<br /></span>
+<span class="i0">che d'altra parte aver conforto e spene  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">desiderato avessi e stettamento;<br /></span>
+<span class="i0">perché di lui m'è via onne stremosa<br /></span>
+<span class="i0">referendol del tutto, e aspra ène,<br /></span>
+<span class="i0">unde, parlando, dir quasi pavento:<br /></span>
+<span class="i0">ché dare spiramento  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">è dificile me, e mitigare,<br /></span>
+<span class="i0">però che se penare<br /></span>
+<span class="i0">mettesse 'n ciò, sre' vano al tutto pria,<br /></span>
+<span class="i0">appresso poi seria<br /></span>
+<span class="i0">la fine ad onta, diviso, aderenza,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">unde aliena sre' me' provedenza.<br /></span>
+<span class="i2">Però l'omo en cui è poderosa<br /></span>
+<span class="i0">aversitade, dea potenze e lene<br /></span>
+<span class="i0">metter: creando vigore sia 'ntento;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168"></a>[168]</span><br /></span>
+<span class="i0">né de' sua voglia esser nighettosa,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">né di vilezza le suoie opre piene,<br /></span>
+<span class="i0">né ira fare in lui occupamento;<br /></span>
+<span class="i0">ma levar, sanamento<br /></span>
+<span class="i0">se de' isperando da colui che pare,<br /></span>
+<span class="i0">siccome vero pare,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">no ha, ni ebbe, ni mai aver dia,<br /></span>
+<span class="i0">il qual sempre desia<br /></span>
+<span class="i0">prosperitá a om' dare e valenza<br /></span>
+<span class="i0">e vòle e pò per sua magna eccellenza.<br /></span>
+<span class="i2">Prova vera vertú vertudiosa  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">colui ch'aversitá fermo destene,<br /></span>
+<span class="i0">per sua valenza a farne occultamento,<br /></span>
+<span class="i0">e 'n tal mainera de' lui graziosa<br /></span>
+<span class="i0">esser, dico, se vero ei cerne bene;<br /></span>
+<span class="i0">ché, come purga metallo elemento,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">cosí ho credimento<br /></span>
+<span class="i0">che sia d'aversitá 'l propio purgare,<br /></span>
+<span class="i0">vincere e conculcare<br /></span>
+<span class="i0">di ciascun vizii che parato stia<br /></span>
+<span class="i0">voler, che noi' sería  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">fòr d'altro frutto: e ciò è pacienza<br /></span>
+<span class="i0">che dá vertú in cui fa su' aderenza.<br /></span>
+<span class="i2">Tant'è magna di Dio e valorosa<br /></span>
+<span class="i0">la potenza, che cose onne sosténe,<br /></span>
+<span class="i0">ch'a' monti pò legger dar mutamento,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">e chiara cosa far ch'è tenebrosa<br /></span>
+<span class="i0">e diletto tornar, tormento s'éne,<br /></span>
+<span class="i0">e qual piú vivo par dar finimento.<br /></span>
+<span class="i0">Dunque dischiaramento<br /></span>
+<span class="i0">e libertá pòn servo seguitare,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">e ciò hae sperare,<br /></span>
+<span class="i0">ché disse santo di filosofia,<br /></span>
+<span class="i0">in cui non fu falsía:<br /></span>
+<span class="i0">«S'avesse om' fede, o vera intelligenza,<br /></span>
+<span class="i0">fare' mover li monti a sua indigenza».  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169"></a>[169]</span><br /></span>
+<span class="i2">Donqu'è provedimento<br /></span>
+<span class="i0">per fede e spera voler seguitare<br /></span>
+<span class="i0">e retto in lui sperare<br /></span>
+<span class="i0">aver ch'è quello che cotidio cria<br /></span>
+<span class="i0">remedi, e quai pensria  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">animo mai, sí pog'ha percepenza,<br /></span>
+<span class="i0">ma ei bensí in cui somm'è prudenza.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>XI</h3>
+
+<p class="center">Non potendo piú reggere alle amare pene che lo affliggono, si risolve a
+parlarne, ma in forma coperta, perché non lo intenda un tal Corso.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Di dir giá piú non celo,<br /></span>
+<span class="i0">poi tante pene ho possa.<br /></span>
+<span class="i0">Doglia m'è 'n cor ripresa,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è alcun non sotto 'l celo<br /></span>
+<span class="i0">ch'om' di tal vertú possa.  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">Donque 'l dir non ripresa<br /></span>
+<span class="i0">che di tai pene regno<br /></span>
+<span class="i0">fusse, con quale io regno,<br /></span>
+<span class="i0">over pur che di parte<br /></span>
+<span class="i0">in rea non fusse parte,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'altro sostenere omo<br /></span>
+<span class="i0">no le porea quale ho mò.<br /></span>
+<span class="i2">Dunque, se 'n dir disovro,<br /></span>
+<span class="i0">biasmo in me non giá monta<br /></span>
+<span class="i0">a cotal pena fèra  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ché ad ognor' om' credo sovro<br /></span>
+<span class="i0">son di doglia tal monta,<br /></span>
+<span class="i0">che nol sofferea fèra,<br /></span>
+<span class="i0">e poi nel meo cor aggio<br /></span>
+<span class="i0">a lui voler coraggio  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">con pura contar fede,<br /></span>
+<span class="i0">unde mi scende fede,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170"></a>[170]</span><br /></span>
+<span class="i0">se non poder mi manca,<br /></span>
+<span class="i0">ver' mia ragion sia manca.<br /></span>
+<span class="i2">Rappresento ove servo  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">sommisi il meo potere,<br /></span>
+<span class="i0">non giá per mia ignoranza,<br /></span>
+<span class="i0">uvi 'n cor sono e servo,<br /></span>
+<span class="i0">come cert'ho potere,<br /></span>
+<span class="i0">seguir sua magn'oranza.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">E per piager che porto<br /></span>
+<span class="i0">fo d'ella in me un deporto,<br /></span>
+<span class="i0">imaginandol pena<br /></span>
+<span class="i0">a darmi affanno 'n pena:<br /></span>
+<span class="i0">a cosí mortal passo  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">son lá dovunqu'i' passo.<br /></span>
+<span class="i2">Che poi chiaro nel viso<br /></span>
+<span class="i0">la mia conobbe essenza,<br /></span>
+<span class="i0">fu ver' me adesso contra,<br /></span>
+<span class="i0">e in un'ora diviso  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">fui mai di gio' e senza,<br /></span>
+<span class="i0">poi fu pena mi contra.<br /></span>
+<span class="i0">Tanto crudel fu' punto<br /></span>
+<span class="i0">di dardo, il qual m'ha punto,<br /></span>
+<span class="i0">che giá alcun no di pare  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">fu sí como mi pare,<br /></span>
+<span class="i0">ch'ognora in morte vivo,<br /></span>
+<span class="i0">se par' voi piú vivo.<br /></span>
+<span class="i2">Se dir vòle soccorso<br /></span>
+<span class="i0">alcuno aver di porto,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">u' gioi' potesse avere,<br /></span>
+<span class="i0">rispondo: — Sí son corso,<br /></span>
+<span class="i0">che non venire a porto<br /></span>
+<span class="i0">per mio spero savere;<br /></span>
+<span class="i0">ma se giá avenire,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">se ciò farmi venire<br /></span>
+<span class="i0">poria, volesse tale,<br /></span>
+<span class="i0">che m'ha condutto a tale,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171"></a>[171]</span><br /></span>
+<span class="i0">per creder parto nome,<br /></span>
+<span class="i0">cui sovra scritto ho nome.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Lo meo palese dire<br /></span>
+<span class="i0">ho, per non voler dire,<br /></span>
+<span class="i0">in parte scura messo,<br /></span>
+<span class="i0">e che a non dir sia me' so<br /></span>
+<span class="i0">a ciascun lo meo corso,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">ché no' lo intenda Corso.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>XII</h3>
+
+<p class="center">Anche qui parla chiuso, per dare sfogo al dolore che lo affanna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Poi che mia voglia varca<br /></span>
+<span class="i0">sofferenza, convene<br /></span>
+<span class="i0">tutto che sento ch'apra;<br /></span>
+<span class="i0">perché nel meo cor varca<br /></span>
+<span class="i0">sua forza e sí convene,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">ma 'n parvo dir n'ho capra,<br /></span>
+<span class="i0">perché non con voglia empia,<br /></span>
+<span class="i0">ma pur chiara e che m'empia<br /></span>
+<span class="i0">quella sperando u' servo,<br /></span>
+<span class="i0">il meo dir cui reservo,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">se di fallo avesse ombra,<br /></span>
+<span class="i0">perché 'l meo cor no' ombra.<br /></span>
+<span class="i2">Cui amoroso isguardo,<br /></span>
+<span class="i0">de l'alma porto forma:<br /></span>
+<span class="i0">come sol valca vetro,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">come figura isguardo,<br /></span>
+<span class="i0">entrò 'n me en so' forma,<br /></span>
+<span class="i0">cui seguí mai non vetro;<br /></span>
+<span class="i0">sí forte ha miso destra<br /></span>
+<span class="i0">me che 'n guisa ogni destra  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">lei servir chero e larga<br /></span>
+<span class="i0">nell'affannarmi larga.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172"></a>[172]</span><br /></span>
+<span class="i0">Vita di gioia magra,<br /></span>
+<span class="i0">ch'altro savor no m'agra!<br /></span>
+<span class="i2">Considerando sovra  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">di tutte l'autre donne<br /></span>
+<span class="i0">come pur or v'è 'n petra,<br /></span>
+<span class="i0">ché non giá mai si sovra<br /></span>
+<span class="i0">d'ovra di pregio donne,<br /></span>
+<span class="i0">quale maggie omo 'mpetra;  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">che, come in fonte surge<br /></span>
+<span class="i0">aigua, sí 'n lei si surge<br /></span>
+<span class="i0">virtú che 'n lei poi regna.<br /></span>
+<span class="i0">Donque, s'ella mi regna,<br /></span>
+<span class="i0">esser sovra in gioi' parmi,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">perché nullo è par' mi.<br /></span>
+<span class="i2">Lo ver plager, che porto<br /></span>
+<span class="i0">della diva lor magna,<br /></span>
+<span class="i0">piú è, pensando solo,<br /></span>
+<span class="i0">che d'ogni vertú porto,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">ed ho nel suo cor magna,<br /></span>
+<span class="i0">siccome fo, ché solo<br /></span>
+<span class="i0">per sua sembianza porta<br /></span>
+<span class="i0">mevi che 'n vertá porta<br /></span>
+<span class="i0">per considranza in mente.  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">Quando 'n ciò tegno mente<br /></span>
+<span class="i0">ch'a ciascun'or' mi membra,<br /></span>
+<span class="i0">di gioi' pien'è ogni membra.<br /></span>
+<span class="i2">Per non potere aggio orma<br /></span>
+<span class="i0">come celar non saggio  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">cernita del meo bene;<br /></span>
+<span class="i0">tanto voler vinto or m'ha;<br /></span>
+<span class="i0">ma pur ver dirò saggio<br /></span>
+<span class="i0">che 'l conto vero bene;<br /></span>
+<span class="i0">ché s'avesse sol pena,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">ed invan la mia pena,<br /></span>
+<span class="i0">servendo, fusse i contra,<br /></span>
+<span class="i0">sí m'è gran gioia contra.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173"></a>[173]</span><br /></span>
+<span class="i0">pur che lei ami e serva<br /></span>
+<span class="i0">e piú sua voglia serva.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Lo meo dir parlo chiuso,<br /></span>
+<span class="i0">perché quello in lui chiuso<br /></span>
+<span class="i0">vidivi quasi fiore,<br /></span>
+<span class="i0">se di pregio onne fiore<br /></span>
+<span class="i0">in lui contensi e conta  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">sovra ciascuna conta.<br /></span>
+<span class="i2">So che porea dire omo<br /></span>
+<span class="i0">me: — Perché parlat'ha' mò,<br /></span>
+<span class="i0">voi non sentendo folle? —<br /></span>
+<span class="i0">Dico 'n ciò, come folle  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">venta, quando si mena;<br /></span>
+<span class="i0">cusí voglia mi mena.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>XIII</h3>
+
+<p class="center">L'anima viene pura dall'alto; ma si guasta poi e si travia,
+come quella del poeta, che ha dato a madonna l'impero del suo cuore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Lasso, sovente — sent'e' — che natura<br /></span>
+<span class="i0">vene d'altura — pura — a la mia mente,<br /></span>
+<span class="i0">che pria saccente — mente — alto procura,<br /></span>
+<span class="i0">d'om criatura — cura — finalmente.<br /></span>
+<span class="i2">E poi seguente — gente — i dá drittura,<br /></span>
+<span class="i0">d'ogni misura — fura — vil nocente,<br /></span>
+<span class="i0">poi, se piagente — sente — in lui bruttura,<br /></span>
+<span class="i0">seguir rancura — dura — malamente.<br /></span>
+<span class="i2">Ed eo dolente — chent'è — il mi' operare?<br /></span>
+<span class="i0">Pure 'n fallare — pare — , e ciò è clero,<br /></span>
+<span class="i0">che sia del vero — però — bene spento.<br /></span>
+<span class="i2">E ciò contento — sento — mevi amare,<br /></span>
+<span class="i0">vertú affondare, — dare — a vizio altèro<br /></span>
+<span class="i0">sor mev'impero: — pero, — se non pento!<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174"></a>[174]</span></p>
+
+<h3>XIV</h3>
+
+<p class="center">Instabilitá della fortuna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Se quei che regna e 'n segnoria empera,<br /></span>
+<span class="i0">avesse vera — 'n suo stato fermezza,<br /></span>
+<span class="i0">serea giá questo, al mio viso, mainera<br /></span>
+<span class="i0">d'avere spera — aver non mai altezza<br /></span>
+<span class="i2">omo ch'è basso, ma d'aver misera,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">e serea fèra — -sua vita 'n gravezza;<br /></span>
+<span class="i0">ma noi veggiam che piú grandezz'altèra<br /></span>
+<span class="i0">conven pur pèra — e piú affondar s'appressa.<br /></span>
+<span class="i2">Perché di rota ha 'l mondo simiglianza<br /></span>
+<span class="i0">che non posanza — ha mai, ma va volgendo,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">saggio, temendo, — vive alto mutanza.<br /></span>
+<span class="i2">Però chi bass'è, no stia in disperanza,<br /></span>
+<span class="i0">faccia mostranza, — fortuna salendo,<br /></span>
+<span class="i0">sé contenendo, — allegro in gran possanza.<br /></span>
+<span class="i2">Sed alcun folle se trova ne l'alto,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">senza defalto — su cred'esser fermo,<br /></span>
+<span class="i0">poi vesi, sper' mo, — far di sotto 'l salto:<br /></span>
+<span class="i0">chi è 'n grande assalto — non cre' regni guer' mo.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175"></a>[175]</span></p>
+
+<h3>XV</h3>
+
+<p class="center">Conforta un amico d'un grave dolore che lo affanna.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Dolendo, amico, di gravosa pena<br /></span>
+<span class="i0">d'affanno, il quale in te, aviso, regna,<br /></span>
+<span class="i0">dolor portando, il qual giá non m'alena,<br /></span>
+<span class="i0">(u' doglia amico doler cosa è degna),<br /></span>
+<span class="i2">mia volontá m'ha somosso e mi mena<br /></span>
+<span class="i0">a dir cosa, conforto unde te vegna,<br /></span>
+<span class="i0">se giá porò; e 'n ciò meo cor se pena<br /></span>
+<span class="i0">e si travaglia, perché ciò divegna.<br /></span>
+<span class="i2">Virtute, amico, di saggi'om' piú pare<br /></span>
+<span class="i0">affanno periglioso portar retto,<br /></span>
+<span class="i0">che allegrezza, u' ciascun si contene.<br /></span>
+<span class="i2">Ché non è vero pregio comportare<br /></span>
+<span class="i0">ciò che comportan tutti, ma star retto,<br /></span>
+<span class="i0">ov'ogn'om cade: tal'è pregio bene.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>XVI</h3>
+
+<p class="center">Dice ad un amico come giá da tre anni sia servo d'amore,
+e gli domanda consiglio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Rapresentando a canoscenza vostra<br /></span>
+<span class="i0">meo doloroso mal, grave, diverso,<br /></span>
+<span class="i0">sono mosso, facendo vo' alcun verso,<br /></span>
+<span class="i0">responsion volendo vi dia giostra,<br /></span>
+<span class="i2">a ciò che la vertú che 'n voi enchiostra,<br /></span>
+<span class="i0">mi dia consiglio in che dir vogli' or verso,<br /></span>
+<span class="i0">ché conobbi per vero bianco il perso,<br /></span>
+<span class="i0">per ingannevil fatta mi fu mostra.<br /></span>
+<span class="i2">Ciò fu sembianza ria, la qual vi mostra<br /></span>
+<span class="i0">il meo dir da diritto fu isperso,<br /></span>
+<span class="i0">unde diletto immaginai e postra<br /></span>
+<span class="i2">de la 'maginazion ebbi il rio verso,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo mi legai di sua potenza in chiostra,<br /></span>
+<span class="i0">somettendo mi' arbitro, ann'è ben terso.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176"></a>[176]</span></p>
+
+<h3>XVII</h3>
+
+<p class="center">Esorta altri a mostrare, ch'è tempo, il proprio valore,
+per togliersi dal basso stato, ov'è caduto.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Preg'a chi dorme ch'oramai si svegli,<br /></span>
+<span class="i0">e nel su' core — ingenneri vigore,<br /></span>
+<span class="i0">e quanto può, pugnando, s'aparegli<br /></span>
+<span class="i0">gir'avanzando, — conquistando onore.<br /></span>
+<span class="i2">Tutto d'esser non sian gli omin paregli,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">ma quei che men si tragga 'nver' valore,<br /></span>
+<span class="i0">non si neghisca 'n essenzia, ove 'nvegli,<br /></span>
+<span class="i0">che sia divisa da vero labore,<br /></span>
+<span class="i2">perché col tempo ovrar, dico, è savere:<br /></span>
+<span class="i0">donque chi sente sé 'n tempo, sti' accorto  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">in solicito stato avere altèro.<br /></span>
+<span class="i2">E quei che ciò non fa, degn'è d'avere<br /></span>
+<span class="i0">su' stato in valle, di ciascun ben corto,<br /></span>
+<span class="i0">e chi ciò segue, signoria e 'mpero.<br /></span>
+<span class="i2">Ciascun om' general che dico intenda,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">la cui dimorazion nel vallo è posta,<br /></span>
+<span class="i0">intendimento d'alto montar prenda,<br /></span>
+<span class="i0">no stia tuttor la sua valenza ascosta.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177"></a>[177]</span></p>
+
+<h3>XVIII</h3>
+
+<p class="center">Discopre le sue pene per essere in signoria d'Amore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Piggiore stimo che morso di capra,<br /></span>
+<span class="i0">ov'Amor fier d'artiglio e dá di becco;<br /></span>
+<span class="i0">ché quasi sembro lui albore secco,<br /></span>
+<span class="i0">quale 'n cui regni, e bene in lui non capra.<br /></span>
+<span class="i2">Ma dico che conven su' cor che s'apra,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">a perder sa vertú rimane istecco,<br /></span>
+<span class="i0">ché non fa frutto, e 'n falso dir non pecco,<br /></span>
+<span class="i0">ché per me 'l provo e per altrui si saprá.<br /></span>
+<span class="i2">E poi fu' in signoria di suo soperchio,<br /></span>
+<span class="i0">mis'ha 'n tormento di mia vita il corso,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">di greve affanno e di piager sí magra.<br /></span>
+<span class="i2">Tant'è sua signoria diversa ed agra,<br /></span>
+<span class="i0">chi sottoposto è lei, va a morte a corso:<br /></span>
+<span class="i0">per languir ch'ho di lui, ciò discoperchio.<br /></span>
+<span class="i2">Del mal diritto al contraro fa cerna,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">perché chi non è ad esso sottoposto,<br /></span>
+<span class="i0">di ben a perfezion venir pò tosto.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178"></a>[178]</span></p>
+
+<h3>XIX</h3>
+
+<p class="center">Si lamenta di vedere abbandonata la giustizia e trionfare la slealtá.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Lasso di far piú verso<br /></span>
+<span class="i0">son, poi veggi' ogn'om' manco<br /></span>
+<span class="i0">d'amore far tuttor del dritto inverso,<br /></span>
+<span class="i0">ché qual ten om' piú franco<br /></span>
+<span class="i0">di lealtate, perso  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">tosto fa sé veder, se pò, del bianco:<br /></span>
+<span class="i2">ché donna, né converso<br /></span>
+<span class="i0">non sol cor aggia stanco<br /></span>
+<span class="i0">di ciò pensare e fare, und'è ben perso — <br /></span>
+<span class="i0">sicché: Vertú non branco —   <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">pò dire, — anzi l'avverso — <br /></span>
+<span class="i0">leal om': sí l'ha preso per lo fianco<br /></span>
+<span class="i2">islealtat'e inganno, ch'ognor monta<br /></span>
+<span class="i0">e lo mondo governa,<br /></span>
+<span class="i0">sicch'a quella lanterna  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">vol gire ogn'omo e in ciò far si ponta;<br /></span>
+<span class="i2">tanto ch'obbriat' hanno la superna<br /></span>
+<span class="i0">membranza, dove l'onta<br /></span>
+<span class="i0">e 'l ben d'ogn'om' si conta,<br /></span>
+<span class="i0">e di ciascuno han merto in sempiterna.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179"></a>[179]</span></p>
+
+<h3>XX</h3>
+
+<p class="center">Ogni sua volontá, ogni diletto è in piacere a lei.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Sovrapiagente mia gioia gioiosa<br /></span>
+<span class="i0">e nova vita senza cui son morto,<br /></span>
+<span class="i0">passato ho 'l mar di mia vita angosciosa,<br /></span>
+<span class="i0">e te eletta sola ho per mio porto:<br /></span>
+<span class="i2">e ho fermato in te tutta mia posa,<br /></span>
+<span class="i0">et se' tutto diletto e mio diporto.<br /></span>
+<span class="i0">Eo partit'ho teco ogne mia cosa:<br /></span>
+<span class="i0">senza 'l mi' cor cre' tu ch'i' gía nel porto?<br /></span>
+<span class="i2">Quel che teco ho partito, è la mia vita:<br /></span>
+<span class="i0"><a name="ec179" id="ec179"></a>ché dato ho te di mio viver l'essenza<br /></span>
+<span class="i0">e me tenuto tuo aggio in parere:<br /></span>
+<span class="i2">unde tanto per me cosa è gradita,<br /></span>
+<span class="i0">quanto gradisce a te e in te m'agenza,<br /></span>
+<span class="i0">ch'io altro non ho piú che 'l tuo volere.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>XXI</h3>
+
+<p class="center">Amore ha preso tutta la sua anima ed è porto d'ogni sua virtú.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Amor s'ha il mio voler miso di sovra;<br /></span>
+<span class="i0">s'ovra — non falla, giammai non diviso<br /></span>
+<span class="i0">che sua virtú da me sia punto sovra,<br /></span>
+<span class="i0">s'ovra — sí forte lo parer diviso.<br /></span>
+<span class="i2">E l'alma ha vinta ognor, se poso o s'ovro,<br /></span>
+<span class="i0">s'ovro, — è da me non mai punto e' diviso,<br /></span>
+<span class="i0">tutto non com'elli è tanto sovro,<br /></span>
+<span class="i0">s'ovro, — da me astenne saetta di viso.<br /></span>
+<span class="i2">E quello amore in me, che tanto porto,<br /></span>
+<span class="i0">porto — è d'onne virtú, non sol di parte<br /></span>
+<span class="i0">parte — , da cui non mai lei tanto regna,<br /></span>
+<span class="i2">in che pensando benenanza porto;<br /></span>
+<span class="i0">porto — sentir di lei m'è d'onne parte,<br /></span>
+<span class="i0">parte — di ben di sé vero in cui regna.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180"></a>[180]</span></p>
+
+<h3>XXII</h3>
+
+<p class="center">Ha la graziosa immagine di madonna fissa sempre in cuore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Non posso proferir quant'ho voglienza<br /></span>
+<span class="i0">di te sempre servir, mia gentil cosa,<br /></span>
+<span class="i0">per ciò ch'appena pò pensar mi' intenza<br /></span>
+<span class="i0">quanto tu' amore in meve prende posa.<br /></span>
+<span class="i2">Amor s'è priso in me sovrapotenza,<br /></span>
+<span class="i0">e sua virtú che par forsi nascosa,<br /></span>
+<span class="i0">ha la figura di tua gran piagenza<br /></span>
+<span class="i0">formata nel mi' core sí graziosa,<br /></span>
+<span class="i2">ché se 'l sol pare, over che 'l sia nascosa,<br /></span>
+<span class="i0">se corro u poso, — ovonque io sempre sia,<br /></span>
+<span class="i0">tua forma nel mi' cor piagente sguardo.<br /></span>
+<span class="i2">E quando te vedo, lasso, non oso,<br /></span>
+<span class="i0">né veder posso; miro, in fede mia,<br /></span>
+<span class="i0">dentro al mio core, ove io te porto e guardo.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181"></a>[181]</span></p>
+
+<h2><a name="BETTO" id="BETTO"></a>IV<br />
+<br />
+BETTO METTEFUOCO</h2>
+
+<p class="center">Si mostra lieto di essere in servitú d'Amore per una donna avvenente.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Amore, perché m'hai<br /></span>
+<span class="i0">distretto in tal misura,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo non posso contare<br /></span>
+<span class="i0">ben le mie pene a chi mi fôra 'n grado?<br /></span>
+<span class="i0">Ardir non poss'ormai  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">di dir, tant'ho paura!<br /></span>
+<span class="i0">Cusí mi fa' dottare<br /></span>
+<span class="i0">di perder quell'und'eo allegro vado.<br /></span>
+<span class="i0">Molt'ho grand'allegrezza<br /></span>
+<span class="i0">de la dolse 'contezza  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'agio co' l'avenente,<br /></span>
+<span class="i0">che par che i sia piagente — mia contanza.<br /></span>
+<span class="i0">Però 'nde temo forte,<br /></span>
+<span class="i0">e paur'ho di morte,<br /></span>
+<span class="i0">che no le dispiacesse  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">s'eo piú su le dicesse — ch'aggio usanza.<br /></span>
+<span class="i2">Se vo' vegno, e non veggo<br /></span>
+<span class="i0">o sprendïente viso<br /></span>
+<span class="i0">che sguardi con pietanza<br /></span>
+<span class="i0">e parli dolcemente con placire,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">tuttor con voi mi reggo<br /></span>
+<span class="i0">e non ne son diviso.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182"></a>[182]</span><br /></span>
+<span class="i0">Vivendo in isperanza,<br /></span>
+<span class="i0">son gai' e fresco e raffino 'n servire;<br /></span>
+<span class="i0">né lo meo pensamento  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">non può escir di tormento,<br /></span>
+<span class="i0">pensando a farv'onore,<br /></span>
+<span class="i0">donna di gran valore, — pienamente:<br /></span>
+<span class="i0">ca per lo vostro bene<br /></span>
+<span class="i0">mi pare escir di pene,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">cusí forte mi piace,<br /></span>
+<span class="i0">piò che lo meo non face — fermamente.<br /></span>
+<span class="i2">Or dunqua com' faraggio,<br /></span>
+<span class="i0">poi la mia malatia<br /></span>
+<span class="i0">non oso adimostrare  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">a chi mi può guerir e far gioioso?<br /></span>
+<span class="i0">Ben so che ne moraggio<br /></span>
+<span class="i0">di corto qualche dia:<br /></span>
+<span class="i0">nonde porò campare,<br /></span>
+<span class="i0">se no m'aiuta 'l viso grazïoso,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">per cui piango e sospiro<br /></span>
+<span class="i0">tuttor, quando la smiro,<br /></span>
+<span class="i0">e dico 'nver' di mei:<br /></span>
+<span class="i0">— Lasso! Perché colei — eo amai tanto?<br /></span>
+<span class="i0">Possa riprendo 'l dire  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">c'ho fatto e dico: — Sire<br /></span>
+<span class="i0">Deo, cotal fenita<br /></span>
+<span class="i0">facesse la mia vita — e fôra santo! —<br /></span>
+<span class="i2">Madonna, penso forte<br /></span>
+<span class="i0">de la mia natura  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">che passa l'assessino<br /></span>
+<span class="i0">del Veglio de montagna disperato;<br /></span>
+<span class="i0">che per metersi a morte<br /></span>
+<span class="i0">passa in aventura;<br /></span>
+<span class="i0">e gli è cosí latino,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">nol gli è gravoso, ch'egli è ingannato,<br /></span>
+<span class="i0">ché 'l Veglio a lo' 'mprimero<br /></span>
+<span class="i0">lo tene in del verdero,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183"></a>[183]</span><br /></span>
+<span class="i0">e fái parer che sia<br /></span>
+<span class="i0">quel che fa notte e dia — di bono core.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">Ma io, ched ho veduto<br /></span>
+<span class="i0">lo mondo e conosciuto,<br /></span>
+<span class="i0">agio ferma credenza<br /></span>
+<span class="i0">che la vostra potenza — sia magiore.<br /></span>
+<span class="i2">S'eo sono inamorato  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">cosí in dismisuranza,<br /></span>
+<span class="i0">e' credo fare acquisto<br /></span>
+<span class="i0">due cose: quelle ond'io fallo e son saggio.<br /></span>
+<span class="i0">Saggio son: ché fermato<br /></span>
+<span class="i0">so senza dubitanza  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">lá 've compose Cristo<br /></span>
+<span class="i0">bellezze tante, ch'altrui fann'oltraggio;<br /></span>
+<span class="i0">che son sí sprendiente,<br /></span>
+<span class="i0">ch'io non posso neiente<br /></span>
+<span class="i0">contarle bene e dire:  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">ché fa tutto avenire — a chi la guarda.<br /></span>
+<span class="i0">Fallo: ch'amo l'altezza,<br /></span>
+<span class="i0">somma di gentilezza<br /></span>
+<span class="i0">al meo parer che sia,<br /></span>
+<span class="i0">in cui tutto m'avía — arimembrando.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185"></a>[185]</span></p>
+
+<h2><a name="CIOLO" id="CIOLO"></a>V<br />
+<br />
+CIOLO DELLA BARBA</h2>
+
+<p class="center">Chiede a madonna, poiché è in tutto servo di lei,
+che si mova a pietá del suo amore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Compiutamente mess'ho intenzïone<br /></span>
+<span class="i0">di forza e di podere<br /></span>
+<span class="i0">che d'una cosa agiate disidranza:<br /></span>
+<span class="i0">di non far tanto ch'om'agia ragione<br /></span>
+<span class="i0">di vedermi dolere,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">perché nel mondo non corre un'usanza.<br /></span>
+<span class="i0">Ché se Ventura de rota ha fermezza<br /></span>
+<span class="i0">in de l'altezza — di voi che mostrate,<br /></span>
+<span class="i0">in ciò considerate — ch'io son vostro,<br /></span>
+<span class="i0">piú che nel mio cantare non vi mostro.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i2">Se non vi mostro le pene e la doglia<br /></span>
+<span class="i0">che per amor patisco,<br /></span>
+<span class="i0">temendo eo veo e sonde pauroso<br /></span>
+<span class="i0">ch'enver' di me non vi si sforzi voglia<br /></span>
+<span class="i0">del penar ch'io norisco.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">Inorando voi, sonde dubitoso;<br /></span>
+<span class="i0">ma so che possedete canoscenza,<br /></span>
+<span class="i0">di che s'agenza, — tutta benenanza:<br /></span>
+<span class="i0">onde la mia speranza — si conforta,<br /></span>
+<span class="i0">com' fenice per rinovar s'amorta.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186"></a>[186]</span><br /></span>
+<span class="i2">Morir meglio mi fôra naturali,<br /></span>
+<span class="i0">pensando li martiri<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' ho patuto e pato nott'e dia,<br /></span>
+<span class="i0">con altre cose che non mi son 'guali<br /></span>
+<span class="i0">de li mïei desiri,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">come compresi di voi, donna mia.<br /></span>
+<span class="i0">Non l'auso dir, ché la mente ho raminga,<br /></span>
+<span class="i0">né da la lingua — no 'm pò pervenire,<br /></span>
+<span class="i0">potendomi salire — se v'è 'n piagenza,<br /></span>
+<span class="i0">come l'aringhe fan contro a corenza.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i2">A tale corso mi donao natura,<br /></span>
+<span class="i0">no mi n' posso partire:<br /></span>
+<span class="i0">partire me m' potesse voi dimora,<br /></span>
+<span class="i0">da ch'io 'n voi vegio tanta diritura<br /></span>
+<span class="i0">di somma di savire,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">che sovr'a l'altre vinde porto onora<br /></span>
+<span class="i0">Poi che m'avete tutto in vostra baglia,<br /></span>
+<span class="i0">ora vi caglia — di me, che v'ho fede,<br /></span>
+<span class="i0">prendendoven mercede — , se vo' membra<br /></span>
+<span class="i0">ch'io non fenisca com' la fior tembra.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187"></a>[187]</span></p>
+
+<h2><a name="PUCCIANDONE" id="PUCCIANDONE"></a>VI<br />
+<br />
+PUCCIANDONE MARTELLI</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">Si lagna delle pene che gli dá Amore e chiede a madonna
+che si mova a pietá del suo dolore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Lo fermo intendimento, ched eo aggio,<br /></span>
+<span class="i0">porto 'nfra vene sí celatamente,<br /></span>
+<span class="i0">che quei che da me piú creder lo sente,<br /></span>
+<span class="i0">ne sa altrettanto quanto 'l piú selvaggio.<br /></span>
+<span class="i0">E regna in me sí vertudiosamente  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">Amore, che 'n tal loco, u' lo cor aggio,<br /></span>
+<span class="i0">mi fa stare, ché certo non saggio<br /></span>
+<span class="i0">sería, se stesse senza forza niente.<br /></span>
+<span class="i0">Tal è lo convenente.<br /></span>
+<span class="i0">O bona gente, per Dio non guardate  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">d'Amor, ché 'n veritate<br /></span>
+<span class="i0">pien è d'erro', che 'n gio' m'ha dato pene,<br /></span>
+<span class="i0">e di tale mi tene — innamorato,<br /></span>
+<span class="i0">che eo da lei son neente amato:<br /></span>
+<span class="i0">signor senza pietate,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">che giá non è tra cui mi ten servente<br /></span>
+<span class="i0">e grave senza colpa penetente.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188"></a>[188]</span><br /></span>
+<span class="i2">Tant'è savere in lei con grande onore,<br /></span>
+<span class="i0">e gran beltá ch'affina canoscenza,<br /></span>
+<span class="i0">ed umiltá ch'adorna la piagenza,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">che non si cred'ella che per amore<br /></span>
+<span class="i0">ma' metta sua vertú a mia potenza,<br /></span>
+<span class="i0">a voler prender loco in tale core,<br /></span>
+<span class="i0">che non si vòle a compagna valore:<br /></span>
+<span class="i0">ha 'n tale core Amor sua convenenza.  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">Certo non ha valenza,<br /></span>
+<span class="i0">né gentilezza, come dicen manti,<br /></span>
+<span class="i0">che vòle usare avanti<br /></span>
+<span class="i0">ignoranza ch'entrare in cor gentile:<br /></span>
+<span class="i0">troppo tornerá a vile — gran carezza,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">ed in bassanza la sua grande altezza.<br /></span>
+<span class="i0">Ben doveriano erranti<br /></span>
+<span class="i0">andar li boni, poi che 'n sconoscenza<br /></span>
+<span class="i0">tornano Amor, che fu lor mantenenza.<br /></span>
+<span class="i2">Però di questo tanto mi dispero,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'eo no so' bon per nessuna mainera,<br /></span>
+<span class="i0">e le mie pene nente m'alegera,<br /></span>
+<span class="i0">e fami stare in tal loco crudero<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .<br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">.  .  .  .  .  .  . che sovente vi fèro,<br /></span>
+<span class="i0">com'a nemico m'è mostrata cèra:<br /></span>
+<span class="i0">ché, meglio che non era<br /></span>
+<span class="i0">in qua dirieto Amor gentile e puro,<br /></span>
+<span class="i0">per certo m'asicuro  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'egli sería, se in madonna intrasse,<br /></span>
+<span class="i0">ed in gio' ritornasse — le gran pene<br /></span>
+<span class="i0">..... che lo meo cor sostene.<br /></span>
+<span class="i0">Ed eo altro non curo<br /></span>
+<span class="i0">se non di lei servir, ch'è luce e spera,  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">che 'n tutto de l'amor no mi dispera.<br /></span>
+<span class="i2">Entra in madonna, Amor, ch'è 'n gentil loco<br /></span>
+<span class="i0">e pártiti da volontá non fina,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189"></a>[189]</span><br /></span>
+<span class="i0">di tutto bella troverai regina,<br /></span>
+<span class="i0">e sí n'afinerai com'oro al foco:  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">ché noi vedem che d'om' che s'ataupina,<br /></span>
+<span class="i0">giá no li piace solazzo né gioco,<br /></span>
+<span class="i0">e chiamasi contento d'uno poco:<br /></span>
+<span class="i0">tale natura ha volontá meschina,<br /></span>
+<span class="i0">e sí ti parrá fina.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">Amore, se risurgi la mia mente,<br /></span>
+<span class="i0">cosí forte seguente<br /></span>
+<span class="i0">ti parraggio, che farai acordanza<br /></span>
+<span class="i0">con lei di darmi amanza. — D'ella faccio<br /></span>
+<span class="i0">non folle pensare a star selvaggio,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">di lei nascosamente,<br /></span>
+<span class="i0">che mi diven com'omo che camina,<br /></span>
+<span class="i0">che cela l'ora a tal che seco mina.<br /></span>
+<span class="i2">Tal non credea che fosse convenenza<br /></span>
+<span class="i0">che in voi m'intendesse sí corale  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">e ben savesse come Amor m'assale:<br /></span>
+<span class="i0">giá non sa bene di me riprendenza,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo non sono innamorato tale,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo da voi mai faccia partenza.<br /></span>
+<span class="i0">Mercé, madonna, aggiate provedenza  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">d'alleggiar lo meo gravoso male,<br /></span>
+<span class="i0">da che poco mi vale<br /></span>
+<span class="i0">lo pur tanto chiamare voi merzede.<br /></span>
+<span class="i0">S'eo fosse om' senza fede<br /></span>
+<span class="i0">dovreste aver mercede — .....  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i0">alquanto de lo molto meo tormento.<br /></span>
+<span class="i0">Ben aggio speramento — non fi' grave,<br /></span>
+<span class="i0">ché lo meo cor crede<br /></span>
+<span class="i0">fará acordanza Amor fina 'guale<br /></span>
+<span class="i0">d'intrare in vostro core naturale.  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190"></a>[190]</span></p>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">Della gioia che prova a guardar lei.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Tuttora aggio di voi rimembranza<br /></span>
+<span class="i0">e disianza, — donna mia valente.<br /></span>
+<span class="i2">Tuttor mi membra e disio vedere<br /></span>
+<span class="i0">la piacente beltá, donna amorosa,<br /></span>
+<span class="i0">che 'n voi fa porto con tutto savere,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">cèra avenente, fresca e grazïosa.<br /></span>
+<span class="i0">La rimembranza tenemi in piacere,<br /></span>
+<span class="i0">e lo disio in gran pena angosciosa,<br /></span>
+<span class="i0">s'eo non vi veo, disiato amore,<br /></span>
+<span class="i0">in cui lo core — tegno con la mente.  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i2">Quando vi veo, donna, in cui speranza<br /></span>
+<span class="i0">tegno, con tutta fina benvoglienza,<br /></span>
+<span class="i0">aggio allegranza, gioia e beninanza<br /></span>
+<span class="i0">e donami valor con gran piacenza<br /></span>
+<span class="i0">la vostra sovrangelica sembianza,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">che 'nver' me faite, senza percepenza<br /></span>
+<span class="i0">de li noiosi e de li mal parlieri,<br /></span>
+<span class="i0">che..... — parlan malamente.<br /></span>
+<span class="i2">Poi de' sembianti tant'aggio allegrezza:<br /></span>
+<span class="i0">ben averia, se osass'ella mostrare.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Lo mio disio fermat'ho 'n tale altezza,<br /></span>
+<span class="i0">che di gran gio' viverò senza pare.<br /></span>
+<span class="i0">Pregovi per la vostra gentilezza<br /></span>
+<span class="i0">che non vi spiaccia lo meo innamorare.<br /></span>
+<span class="i0">Quanto mi donerete piú podere,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">meglio servére — vi porò sovente.<br /></span>
+<span class="i2">Entr'a lo cor m'intrao con tal dolzore<br /></span>
+<span class="i0">lo primo isguardo di voi, donna mia,<br /></span>
+<span class="i0">che m'infiammao di tanto fino amore,<br /></span>
+<span class="i0">che monta in me cosí ciascuna dia,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_191" id="Page_191"></a>[191]</span><br /></span>
+<span class="i0">che in nulla guisa, donna di valore,<br /></span>
+<span class="i0">a compimento contar lo poría<br /></span>
+<span class="i0">lingua che parli; tant'aggio abondanza,<br /></span>
+<span class="i0">servando amanza — ver' voi lealmente.<br /></span>
+<span class="i2">Ben mi laudo d'Amor, che m'ha donato  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">voler cotanto altèro intendimento,<br /></span>
+<span class="i0">che m'ha di tale donna innamorato,<br /></span>
+<span class="i0">ched è somma di tutto piacimento.<br /></span>
+<span class="i0">Poi che sí altamente m'ha locato,<br /></span>
+<span class="i0">faccia che piaccia lo meo servimento  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">a quella ched in sua balía mi tene,<br /></span>
+<span class="i0">e la mia spene — v'aggio interamente.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>III</h3>
+
+<p class="center">Si lagna che madonna lo faccia tanto soffrire.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Signor senza pietanza, udit'ho dire,<br /></span>
+<span class="i0">deve tosto fallire<br /></span>
+<span class="i0">e vana divenir sua signoria.<br /></span>
+<span class="i0">Senza pietá, mia donna, siete e sire.<br /></span>
+<span class="i0">Penser'ho di partire  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">me' cor e mente da tale follia;<br /></span>
+<span class="i2">ché solo v'ingegnate me schernire,<br /></span>
+<span class="i0">tempestar e languire<br /></span>
+<span class="i0">e tormentar mi faite nott'e dia.<br /></span>
+<span class="i0">Talor mostranza faitemi 'n servire,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ma non pote granire,<br /></span>
+<span class="i0">sí come fior che vento lo disvia.<br /></span>
+<span class="i2">L'albor e 'l vento siete veramente,<br /></span>
+<span class="i0">ché faite 'l fior, potetelo granare,<br /></span>
+<span class="i0">poi faitelo fallare  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">e vana divenir la mia speranza.<br /></span>
+<span class="i2">Deo vi lassi trovar miglior servente<br /></span>
+<span class="i0">e me signor che faccia meritare,<br /></span>
+<span class="i0">ché tropp'è greve amare<br /></span>
+<span class="i0">lo mio, se per servir ho malenanza.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192"></a>[192]</span></p>
+
+<h3>IV</h3>
+
+<p class="center">Si lamenta che Amore lo abbia ingannato e lo prega a far sí
+che madonna abbia pietá di lui.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Madonna, vo' isguardando senti' amore,<br /></span>
+<span class="i0">che dentro da lo core<br /></span>
+<span class="i0">mi fue molto piacente,<br /></span>
+<span class="i0">cotanto umilemente<br /></span>
+<span class="i0">inver' me si mostrao.  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">Ver' lui mi misi a gir con gran baldore,<br /></span>
+<span class="i0">credendo aver bonore<br /></span>
+<span class="i0">da lui, al meo vivente.<br /></span>
+<span class="i0">Ello veracemente<br /></span>
+<span class="i0">di voi m'innamorao,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">e bene m'onorao<br /></span>
+<span class="i0">di tanto, che 'n altura<br /></span>
+<span class="i0">mise in me la mia cura;<br /></span>
+<span class="i0">e, quando m'alacciao,<br /></span>
+<span class="i0">credetti che facesse a voi volere  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ciò che mi fosse gioia e gran piacere.<br /></span>
+<span class="i2">Da poi ch'Amor non vòlse ch'io avesse<br /></span>
+<span class="i0">da vo' grande allegresse,<br /></span>
+<span class="i0">né gioco né solaccio,<br /></span>
+<span class="i0">meraviglia me faccio  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">che m'ha cosí ingannato.<br /></span>
+<span class="i0">Ora ver' me vi fa mostrar feresse<br /></span>
+<span class="i0">e grandi crudelesse:<br /></span>
+<span class="i0">e no mi fe' minaccio,<br /></span>
+<span class="i0">quando mi mise il laccio,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">und'eo sono allacciato,<br /></span>
+<span class="i0">e sí preso e legato,<br /></span>
+<span class="i0">che giá mai, al ver dire,<br /></span>
+<span class="i0">no mi poría partire,<br /></span>
+<span class="i0">tanto m'ha innamorato,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193"></a>[193]</span><br /></span>
+<span class="i0">che a lo mio vivente soffriraggio<br /></span>
+<span class="i0">lo male e 'l ben che da voi, donna, avraggio.<br /></span>
+<span class="i2">Amor, poi ch'a madonna tormentare<br /></span>
+<span class="i0">mi fai come lo mare,<br /></span>
+<span class="i0">quando, di gran tempesta,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">a la nave non resta<br /></span>
+<span class="i0">di dar gravoso afanno,<br /></span>
+<span class="i0">altrui non aggio, cui mi richiamare,<br /></span>
+<span class="i0">se non te, che scampare<br /></span>
+<span class="i0">mi puoi d'esta molesta  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">e darmi gioia e festa<br /></span>
+<span class="i0">di tutto lo meo danno;<br /></span>
+<span class="i0">ché certo grande inganno<br /></span>
+<span class="i0">ha' dimostrat'e fatto.<br /></span>
+<span class="i0">Ma poi mi n'ha' trasatto,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">ristaurar come fanno<br /></span>
+<span class="i0">li bon signori a li lor bon serventi,<br /></span>
+<span class="i0">che guigliardonan li lor servimenti.<br /></span>
+<span class="i2">Da cui lo nom' è, Amor, tanto avenente<br /></span>
+<span class="i0">(e tuttor manta gente  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">aggi' odito laudare)<br /></span>
+<span class="i0">non mi dovresti fare<br /></span>
+<span class="i0">mostrar tant'argoglianza.<br /></span>
+<span class="i0">A la mia donna, che cura neente,<br /></span>
+<span class="i0">però che 'la non sente  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">de le mie pene amare,<br /></span>
+<span class="i0">falline, Amor, saggiare,<br /></span>
+<span class="i0">ch'aggia di me pietanza<br /></span>
+<span class="i0">e mostrimi sembranza<br /></span>
+<span class="i0">d'alcuna benvoglienza;  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">ché da la mia intendenza<br /></span>
+<span class="i0">aggio bona speranza,<br /></span>
+<span class="i0">poi m'arai ristaurato de le pene<br /></span>
+<span class="i0">e tutto lo meo mal tornato in bene.<br /></span>
+<span class="i2">Amor, merzé, a madonna sentire  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">fa' lo travaglio e l'ire<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194"></a>[194]</span><br /></span>
+<span class="i0">che per lei aggio e sento:<br /></span>
+<span class="i0">forse mi dará 'bento,<br /></span>
+<span class="i0">ch'ará di me pietade;<br /></span>
+<span class="i0">ched io per me non aggio tanto ardire  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'eo li le faccia dire:<br /></span>
+<span class="i0">tant'aggio ismarrimento,<br /></span>
+<span class="i0">dubitanza e spavento<br /></span>
+<span class="i0">con gran diversitade,<br /></span>
+<span class="i0">e le sue gran beltade  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">temo di riguardare,<br /></span>
+<span class="i0">per non voler mostrare<br /></span>
+<span class="i0">altrui mia volontade.<br /></span>
+<span class="i0">Se tua vertude, Amor, no mi n'aiuta,<br /></span>
+<span class="i0">d'ogn'altra parte ho mia rason perduta.  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>V</h3>
+
+<p class="center">In madonna è ogni bellezza e gentilezza, ed è onorato
+chi ha fermezza in amar lei.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Similemente, — gente — criatura,<br /></span>
+<span class="i0">la portatura — pura — ed avenente<br /></span>
+<span class="i0">faite plagente — mente — per natura,<br /></span>
+<span class="i0">sí che 'n altura — cura — vo' la gente.<br /></span>
+<span class="i2">Ch'allor parvente — nente — altra figura<br /></span>
+<span class="i0">non ha fattura — dura — certamente:<br /></span>
+<span class="i0">però neente — sente — di ventura<br /></span>
+<span class="i0">chi sua pintura — scur'ha — no presente.<br /></span>
+<span class="i2">Tanto doblata — data — v'è bellessa<br /></span>
+<span class="i0">e adornessa — messa — con plagensa,<br /></span>
+<span class="i0">ch'ogn'ha che i' pensa — sensa — permirata.<br /></span>
+<span class="i2">Però, amata — fata, — vo' 'n altessa,<br /></span>
+<span class="i0">ché la fermessa — d'essa — conoscenza<br /></span>
+<span class="i0">in sua sentenza — ben sa — onorata.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195"></a>[195]</span></p>
+
+<h2><a name="BACCIARONE" id="BACCIARONE"></a>VII<br />
+<br />
+BACCIARONE DI MESSER BACONE</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">Stolti coloro che lodano Amore, fonte di tanti mali.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Nova m'è volontá nel cor creata,<br /></span>
+<span class="i0">la qual compresa l'alma e 'l corpo m'have,<br /></span>
+<span class="i0">volendo proferisca e dica 'l grave<br /></span>
+<span class="i0">crudele stato ch'è 'n amor fallace.<br /></span>
+<span class="i0">Però ch'alquanto giá fui su' seguace,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">vòl che testimonia rendane dritta,<br /></span>
+<span class="i0">a la gente veder faccia sconfitta<br /></span>
+<span class="i0">che seguen lui, com'ell'è denudata<br /></span>
+<span class="i0">d'onor, di prode e d'alegrezza totta,<br /></span>
+<span class="i0">e come dal piè veste 'n fin al capo  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">tutto 'l contrar. S'eo ben dir lo sapo,<br /></span>
+<span class="i0">dironn' un poco, poi no 'l cor mi lascia<br /></span>
+<span class="i0">e come grave a portar son soi' fascia,<br /></span>
+<span class="i0">e com' sre' mei', cui ten, tenessel gotta.<br /></span>
+<span class="i2">Ora dico chi 'l segue com'ei concia,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">che, disconciando loro e i loro e 'l loro,<br /></span>
+<span class="i0">gridan né punto no ne fan mormòro,<br /></span>
+<span class="i0">ma si rallegran com'òr acquistasse.<br /></span>
+<span class="i0">Parmi di tai son lor le vertú casse,<br /></span>
+<span class="i0">non piú che vist'han d'omo razionale;  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196"></a>[196]</span><br /></span>
+<span class="i0">poi prenden gioia e del lor cantan male<br /></span>
+<span class="i0">e dánno laude a chi tanto li sconcia,<br /></span>
+<span class="i0">cioè Amor, che non stanchi si veno<br /></span>
+<span class="i0">di coronarlo impero d'ogni bene,<br /></span>
+<span class="i0">e senza lui non mai nullo pervene,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">dicon, a cosa poss'avere onore:<br /></span>
+<span class="i0">unde cotal discende loro errore<br /></span>
+<span class="i0">di lassarsi infrenar di sí reo freno.<br /></span>
+<span class="i2">Non venosi gecchiti di laudare<br /></span>
+<span class="i0">il folle e vano amor, d'ogni ben nudo,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">li matti che si covren del su' scudo,<br /></span>
+<span class="i0">il qual manch'è che di ragnuolo tela<br /></span>
+<span class="i0">e che li porta isportando a vela.<br /></span>
+<span class="i0">Mettonsi 'n mar, creden giunger a porto;<br /></span>
+<span class="i0">poi s'è che nel pereggio gli have accorto,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">alma fa, corpo e aver, tutto affondare.<br /></span>
+<span class="i0">D'onne, donque, reo male è fondamento.<br /></span>
+<span class="i0">Poi tutto tolle bono e 'l contrar porge,<br /></span>
+<span class="i0">come la gente non di lui s'accorge<br /></span>
+<span class="i0">a prender guardia dei suoi inganni felli,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'a Dio li fa ed al mondo ribelli?<br /></span>
+<span class="i0">Meraviglia grand'è com'ei no è spento.<br /></span>
+<span class="i2">Tai laudator lor pòn far plager reo<br /></span>
+<span class="i0">di donar pregio ad un cotale Amore,<br /></span>
+<span class="i0">che tutto trappa bene e dá dolore;  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">non giá me coglieranno a quella setta.<br /></span>
+<span class="i0">Alcuna fiata fui 'n sua distretta,<br /></span>
+<span class="i0">non sí disposto, che m'avesse acchiuso<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo non potesse giú gire né suso,<br /></span>
+<span class="i0">né suo serv'era, né signor ben meo:  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">unde m'accorsi del doglioso passo,<br /></span>
+<span class="i0">ove m'avea condutto e conducía,<br /></span>
+<span class="i0">che parenti ed amici avea 'n obbría<br /></span>
+<span class="i0">e quasi Dio venía dimenticando.<br /></span>
+<span class="i0">Per che nel tutto gli aggio dato bando,  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">non piú dimorovi né prendo stasso.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197"></a>[197]</span><br /></span>
+<span class="i2">Parmi diritta dar possa sentenza<br /></span>
+<span class="i0">chi servito signor ha in sua magione,<br /></span>
+<span class="i0">s'è giusto, come comanda ragione;<br /></span>
+<span class="i0">u, se 'l contraro di ciò il disforma,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">e chi non dimorato loco forma,<br /></span>
+<span class="i0">di sua condizion have neiente;<br /></span>
+<span class="i0">ma tanto com'a voce de la gente,<br /></span>
+<span class="i0">che mante fiate del vero fa 'ntenza.<br /></span>
+<span class="i0">Perché d'amor deo saver far saggio,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">com'omo che del suo sentí tormento,<br /></span>
+<span class="i0">d'ogne, dico, tristor è munimento;<br /></span>
+<span class="i0">colpi di toni quasi son soavi<br /></span>
+<span class="i0">a paraggio dei soi, tanto son gravi<br /></span>
+<span class="i0">ed empi, non pensar porea 'l coraggio.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i2">Nighettoso fa l'omo il suo defetto<br /></span>
+<span class="i0">a tutte oneste e profittabil cose,<br /></span>
+<span class="i0">ed a seguir l'enique ed odiose<br /></span>
+<span class="i0">prunto, ardito, viziato 'l corregge:<br /></span>
+<span class="i0">cotal d'Amore è sua malvagia legge!  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">Ma assai che è da dosso me l'ho spento,<br /></span>
+<span class="i0">ed in tal guisa, in veritá, che pento<br /></span>
+<span class="i0">lo suo mi turberea veder tragetto.<br /></span>
+<span class="i0">Non piú triaca mi fará parere<br /></span>
+<span class="i0">veneno, e fino lo venen triaca,  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i0">ché d'esto far di neun tempo vaca<br /></span>
+<span class="i0">ai denudati c'hano in lui gran fede.<br /></span>
+<span class="i0">Cotal decreto in sua corte possede,<br /></span>
+<span class="i0">se i suoi, non gran fatt'è, falli cadere.<br /></span>
+<span class="i2">Al passo ditt'ho che m'addusse forte,  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+<span class="i0">di sua sentendo suggizione spersa,<br /></span>
+<span class="i0">e dico come fémi parer persa<br /></span>
+<span class="i0">qual aspra piú e pungent'era ortica,<br /></span>
+<span class="i0">e come mi facea parer nemica<br /></span>
+<span class="i0">cui di nomar mi piace tacer ora,  <span class="linenum">90</span><br /></span>
+<span class="i0">senza la qual de vita serea fòra,<br /></span>
+<span class="i0">'brobbriosa sofferendo e crudel morte.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198"></a>[198]</span><br /></span>
+<span class="i0">Ché lá, u' tutta gent'hami fallita,<br /></span>
+<span class="i0">e piú chi di me piú mostrava festa,<br /></span>
+<span class="i0">chi dett'ho, non lassatasi la vesta,  <span class="linenum">95</span><br /></span>
+<span class="i0">per potersi a la persona dar campo,<br /></span>
+<span class="i0">per pioggia né per vento né per lampo<br /></span>
+<span class="i0">di pensar ciò né far vesi gechita.<br /></span>
+<span class="i2">Poi me condusse in sí crudele errore,<br /></span>
+<span class="i0">che mi facea del corpo il cor odiare,  <span class="linenum">100</span><br /></span>
+<span class="i0">un'uncia non avendo del cantare<br /></span>
+<span class="i0">di suo gravoso e sprefondato pondo:<br /></span>
+<span class="i0">or dé' ben dirupare 'n nel profondo<br /></span>
+<span class="i0">chi di tal carco addoss'have la soma<br /></span>
+<span class="i0">e cui afferrat'ha ben per la chioma,  <span class="linenum">105</span><br /></span>
+<span class="i0">si' certo ch'onni i' tolle c'ha valore.<br /></span>
+<span class="i0">Miri, miri catuno e ben si guardi<br /></span>
+<span class="i0">di non in tal sommetersi servaggio,<br /></span>
+<span class="i0">ch'adduce noi' e spiacer e dannaggio<br /></span>
+<span class="i0">e tutto quanto dir puosi di male,  <span class="linenum">110</span><br /></span>
+<span class="i0">che questa vita tolle e l'eternale.<br /></span>
+<span class="i0">Oh quanto assaporar mei' fôra cardi!<br /></span>
+<span class="i2">O miseri dolenti sciagurati,<br /></span>
+<span class="i0">o netti d'allegrezza e di piacere,<br /></span>
+<span class="i0">fonte d'onni tristizia possedere,  <span class="linenum">115</span><br /></span>
+<span class="i0">o spenti di vertú tutt'e di luce,<br /></span>
+<span class="i0">ponendo cura bene, o' vi conduce<br /></span>
+<span class="i0">il vostr'amore, c'ha 'l malvagio conio,<br /></span>
+<span class="i0">odiar via piú l'areste che demonio;<br /></span>
+<span class="i0">ma non tanto potete, sí v'ha orbati.  <span class="linenum">120</span><br /></span>
+<span class="i0">Se de la mente gli occhi apriste bene<br /></span>
+<span class="i0">e lo 'ntelletto non fussevi tolto,<br /></span>
+<span class="i0">vedreste chiaro il loco 've v'ha 'nvolto,<br /></span>
+<span class="i0">ch'è tanto laido e disorrato e reo:<br /></span>
+<span class="i0">non savrest'altro dir che: — Merzé, Deo, —   <span class="linenum">125</span><br /></span>
+<span class="i0">sí doloroso è tutto che i' tene!<br /></span>
+<span class="i2">Amor (ti chiamo per lo nome, quanto<br /></span>
+<span class="i0">per l'operare parmi ben so chente),<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199"></a>[199]</span><br /></span>
+<span class="i0">di che ditt'ho se gravato ti sente,<br /></span>
+<span class="i0">e vuoi apporre di te vegna gioia,  <span class="linenum">130</span><br /></span>
+<span class="i0">piacemi farlo sentenziare a Troia,<br /></span>
+<span class="i0">a cui adosso il tuo affibbiasti manto.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">Si lagna di Amore, che con tante pene lo tormenta,
+e chiede perdono a Dio d'essersi fatto schiavo di lui.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Sí forte m'ha costretto<br /></span>
+<span class="i0">doglia, di che, penando, doler deggio,<br /></span>
+<span class="i0">siccomo sento e chiar conosco e veggio<br /></span>
+<span class="i0">che d'ogne 'l corpo meo parte tormenta;<br /></span>
+<span class="i0">ch'i' son, saccio, 'n dispetto  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">del Signor nostro dibonaire Deo<br /></span>
+<span class="i0">per lo spiacente, che fei, fallo e reo,<br /></span>
+<span class="i0">und'è ragion che mortai pene senta:<br /></span>
+<span class="i0">ché non giá del fallir posso far menda:<br /></span>
+<span class="i0">unde 'l viso mi benda,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">in guisa tal, quando ben penso cioe,<br /></span>
+<span class="i0">che parmi noe<br /></span>
+<span class="i0">ad esto mondo onor mai poss'avere,<br /></span>
+<span class="i0">di che finar non mai deo plangére,<br /></span>
+<span class="i0">oi Deo m'ha in displagere,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">e tutta per me orranz'è fallita<br /></span>
+<span class="i0">in esta vita,<br /></span>
+<span class="i0">e lo contraro temmi ed ha 'n podere.<br /></span>
+<span class="i2">Poi ch'a tanta perdenza<br /></span>
+<span class="i0">solo m'have condutto il meo follore,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'al mondo sono e a Dio 'n disamore,<br /></span>
+<span class="i0">como sperare alcun mai posso bene?<br /></span>
+<span class="i0">Ma deo aver voglienza<br /></span>
+<span class="i0">che la vita mi falli di presente,<br /></span>
+<span class="i0">e de la morte deggi' esser temente,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">perc'ha l'alma mertato eternai pene.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200"></a>[200]</span><br /></span>
+<span class="i0">Lo viver, donque, e 'l morir mi contrara:<br /></span>
+<span class="i0">or ecco post'amara,<br /></span>
+<span class="i0">che la follia del meo fallo m'ha dato!<br /></span>
+<span class="i0">Perché fui nato,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">poi dovea di me esser micidiale?<br /></span>
+<span class="i0">Ché tanto piagat'aggiomi corale,<br /></span>
+<span class="i0">che la piaga è mortale<br /></span>
+<span class="i0">da no sperarne giammai guerigione.<br /></span>
+<span class="i0">Ahi che fellone  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">demonio a far tal mi condusse male!<br /></span>
+<span class="i2">Assai piú è ontoso<br /></span>
+<span class="i0">e pien di crudeltá, ch'eo non diviso,<br /></span>
+<span class="i0">lo fallo che sí fort'hami conquiso,<br /></span>
+<span class="i0">come sovra nel meo contat'ho dire:  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">ché chi era amoroso<br /></span>
+<span class="i0">piú di null'altra di me criatura,<br /></span>
+<span class="i0">tanta bestial sommessemi 'smisura<br /></span>
+<span class="i0">ch'a 'ncontradir suo plager èi ardire;<br /></span>
+<span class="i0">e la mainera fu certo di folle,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">qual legger piú si volle:<br /></span>
+<span class="i0">unde confesso che l'onta e 'l dispregio<br /></span>
+<span class="i0">dèsi dir pregio<br /></span>
+<span class="i0">per me, e cosa che piú fiata spico:<br /></span>
+<span class="i0">e di ragion ben anche stammi dico  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">che di Dio sia nimico,<br /></span>
+<span class="i0">fòr cui impero nente e rege tene<br /></span>
+<span class="i0">che sia di bene;<br /></span>
+<span class="i0">ma quanto piú ha sensa, piú è iníco.<br /></span>
+<span class="i2">Tuttora in vita moro  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">del doloroso, ch'addoss'aggio, assedio;<br /></span>
+<span class="i0">poi non vi poss'alcun prender remedio,<br /></span>
+<span class="i0">ché difesa mi val né render lasso.<br /></span>
+<span class="i0">Sed eo forte doloro,<br /></span>
+<span class="i0">certo neun si dé' meravigliare,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">poi d'ogni parte sí mi veggi'odiare:<br /></span>
+<span class="i0">ma è miracol com'eo non impasso;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201"></a>[201]</span><br /></span>
+<span class="i0">ché di tal non torment' 'lcun mainera<br /></span>
+<span class="i0">ch'è senza viva spera,<br /></span>
+<span class="i0">e se pur isperato in tutto ène,  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">poi morte bene<br /></span>
+<span class="i0">del male aspetta c'ha fatto 'n lui porto;<br /></span>
+<span class="i0">unde la morte gli è quasi un conforto.<br /></span>
+<span class="i0">Ma eo d'esso m'ho torto,<br /></span>
+<span class="i0">ché vita m'odia e morte mi minaccia,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">e ciò mi caccia<br /></span>
+<span class="i0">d'onni loc' u' sperar possa diporto.<br /></span>
+<span class="i2">Ahi, signor Deo, com' faccio,<br /></span>
+<span class="i0">Padre del tutto, fòr nullo par bono,<br /></span>
+<span class="i0">ché non ardisco a chiedervi perdono  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">del fallo meo, che sí forte v'ho offeso!<br /></span>
+<span class="i0">Di che ora mi taccio<br /></span>
+<span class="i0">a non parlar volerne piú avante,<br /></span>
+<span class="i0">ché parlat'aggio e dittone sembiante,<br /></span>
+<span class="i0">che alcun mi pote ben aver inteso.  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i0">Unde voi' fine a ciò far oramai,<br /></span>
+<span class="i0">tuttoché non assai<br /></span>
+<span class="i0">a tal ofesa dir eo porea sovra,<br /></span>
+<span class="i0">né tal far ovra<br /></span>
+<span class="i0">che ne potesse giá mai esser mondo,  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+<span class="i0">se Dio mi perdonasse il fallo e 'l mondo.<br /></span>
+<span class="i0">A ciò cosí rispondo<br /></span>
+<span class="i0">che la colpa, launque son, mi vede,<br /></span>
+<span class="i0">sempre mi féde<br /></span>
+<span class="i0">in quella parte, ove piú mi nascondo.  <span class="linenum">90</span><br /></span>
+<span class="i2">Fòr di man petra, e di bocca parola,<br /></span>
+<span class="i0">d'arco saetta, scòla<br /></span>
+<span class="i0">no è di saver tal, che 'l penter poi<br /></span>
+<span class="i0">vaglia ad altroi<br /></span>
+<span class="i0">in guis'alcuna mostrar possa 'l vero.  <span class="linenum">95</span><br /></span>
+<span class="i0">Non in tal srei, se ciò fusse, dispero;<br /></span>
+<span class="i0">ma molto fôra clero<br /></span>
+<span class="i0">che mi varrea, però che 'n cielo stelle,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202"></a>[202]</span><br /></span>
+<span class="i0">né 'n mar candelle<br /></span>
+<span class="i0">d'aigua, quant'eo, no ha, in tal pentèro.<br /></span>
+<span class="i2">Te va', dogliosa mia canzon, mostrando  <span class="linenum">100</span><br /></span>
+<span class="i0">e mettendomi in bando<br /></span>
+<span class="i0">di tutte parte, u' pregio ed onor regna,<br /></span>
+<span class="i0">e ti sovegna<br /></span>
+<span class="i0">d'esto far: mai gir sempre seguitando.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>III</h3>
+
+<p class="center">Esprime il dolore che sente a veder governata Pisa da tali
+che non curano il bene e fanno strazio della patria.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Se doloroso a voler movo dire<br /></span>
+<span class="i0">lo desplagire — che mec'ha contanza,<br /></span>
+<span class="i0">non alcun delmi tornar a fallanza,<br /></span>
+<span class="i0">ché soverchianza — ciò mi fa scovrire.<br /></span>
+<span class="i0">E, pur volendo, non poria covrire  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">l'angoscia, che 'l meo cor doglioso serra,<br /></span>
+<span class="i0">ché d'ogne parte gioi' mi veggio torto,<br /></span>
+<span class="i0">e sempre accorto — a darmi 'l contrar erra.<br /></span>
+<span class="i2">Dico isperato di mai son gioire,<br /></span>
+<span class="i0">e de languire — grand'ho siguranza,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">poi tien no' gente di tanta arroganza<br /></span>
+<span class="i0">in doloranza — ch'eo ne voi' morire.<br /></span>
+<span class="i0">Chi di guardar no' non solia né ardire<br /></span>
+<span class="i0">avere 'n parte di mar né di terra,<br /></span>
+<span class="i0">or assai men ch'un om' pregiamme morto:  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">sí gran conforto — in esta pres'han guerra.<br /></span>
+<span class="i2">E chi ne ha fatto ciò? Il ben fuggire<br /></span>
+<span class="i0">e 'l mal seguire — di quei che possanza<br /></span>
+<span class="i0">piú 'n Pisa avíano di menar la danza?<br /></span>
+<span class="i0">No l'arditanza — né 'l saver ferire  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">di chi ditt'ho, senza cioè fallire.<br /></span>
+<span class="i0">Perché montati in alta furon serra,<br /></span>
+<span class="i0">che non mai vis'è lor falli diporto,<br /></span>
+<span class="i0">né disconforto — non, dicon, li sterra.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203"></a>[203]</span><br /></span>
+<span class="i2">Unde noi, c'hanno e tienno in lor podire,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">noi' fan sentire — e tanta malenanza,<br /></span>
+<span class="i0">che 'l mondo dovereane aver pesanza<br /></span>
+<span class="i0">e pïetanza — chi del tutto è sire;<br /></span>
+<span class="i0">ch'a pace non giá volno consentire,<br /></span>
+<span class="i0">credendone far albergar sotterra,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">e pensat'han di farne fare 'l porto<br /></span>
+<span class="i0">dentr'a lo sporto, — mentre ciò averrá.<br /></span>
+<span class="i2">Merzé, Signore Deo, di non soffrire<br /></span>
+<span class="i0">sia vo' 'n plagire — tale soverchianza,<br /></span>
+<span class="i0">né tant'odiosa e fera disianza,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">come speranza — lor è di complire;<br /></span>
+<span class="i0">ma di farli vo' piaccia ripentire<br /></span>
+<span class="i0">e 'l poder vostro, che tutto diserra,<br /></span>
+<span class="i0">qual piú ferm'è, mostrate 'n lor di corto:<br /></span>
+<span class="i0">non mai scorto — vesi, altro no sferra.  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205"></a>[205]</span></p>
+
+<h2><a name="GERI" id="GERI"></a>VIII<br />
+<br />
+GERI GIANNINI</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Natuccio Cinquino</span></p>
+
+<p class="center">Si duole della sua dolorosa vita e chiede pietá a Dio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Meo fero stato — nato — è sí forte,<br /></span>
+<span class="i0">non credo morte — sia con piú dolore,<br /></span>
+<span class="i0">ché d'ogni lato — dato — sommi sorte,<br /></span>
+<span class="i0">e non giá corte, — piene di malore.<br /></span>
+<span class="i2">Viv'affannato, — pato — male storte;  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">oimè! che porte — tienmi d'amarore<br /></span>
+<span class="i0">non ben agiato — fiato, — di che tort'è!<br /></span>
+<span class="i0">Cotale scorte — son date al meo core!<br /></span>
+<span class="i2">Che gran fallire — dire — posi 'ntero<br /></span>
+<span class="i0">è del nochero — c'ha esta balanza,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">se piú tardanza — fa, tanto 'l desiede.<br /></span>
+<span class="i2">Al sommo Vero — chero — sua mercede<br /></span>
+<span class="i0">con pura fede, — ne lo quale spero,<br /></span>
+<span class="i0">me partagerò — d'esta malenanza.<br /></span>
+<span class="i2">Conforto — porto — alcuno non par Deo,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'eo tegno 'n feo — la mia vita scura<br /></span>
+<span class="i0">ed ho paura — non mai viver meo.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206"></a>[206]</span></p>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Natuccio Cinquino</span></p>
+
+<p class="center">Comporta il dolore che ha, sperando che abbia una volta a finire.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Poi sono stato — convitato — a corte<br /></span>
+<span class="i0">da quei che port'è — di chiarir errore,<br /></span>
+<span class="i0">e ha mostrato — per suo dittato — forte<br /></span>
+<span class="i0">ch'entr'a le porte — tene lui l'angore;<br /></span>
+<span class="i2">ed è peccato — ch'è dannato — in torte,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">sí che isport'è — d'onni gran tristore.<br /></span>
+<span class="i0">Piò se' pregiato, — e maggior grato — e sorte,<br /></span>
+<span class="i0">e piú onor t'è — con vero sprendore.<br /></span>
+<span class="i2">Da gradire — è chi 'n dire — fassi clero,<br /></span>
+<span class="i0">ed a l'altèro — sommo umilianza  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">con pietanza — magna ver' lui chede,<br /></span>
+<span class="i2">che 'l faccia gire — ov'è piacire — intero;<br /></span>
+<span class="i0">possa lumero — con tutta bastanza<br /></span>
+<span class="i0">ed allegranza — somma tosto vede.<br /></span>
+<span class="i2">Comporto — a torto — lo dolore che ho,  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">da possa veo — al mondo nulla dura,<br /></span>
+<span class="i0">dunque rancura — non deggio portar eo.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>III</h3>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Si. Gui. da Pistoia</span></p>
+
+<p class="center">Se preferisca che la loro amicizia invecchi o sia sempre fresca.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Magna ferendo me tuba 'n oregli<br /></span>
+<span class="i0">d'orrato ch'ognor in te pregio regna,<br /></span>
+<span class="i0">lo cor mi stringe pur volendo vegli<br /></span>
+<span class="i0">com'eo pensando tuo conto devegna,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207"></a>[207]</span><br /></span>
+<span class="i2">e con onni argomento m'aparegli<br /></span>
+<span class="i0">pugnando ch'ad amico t'aggia e tegna,<br /></span>
+<span class="i0">in guisa ch'amistá mai non envegli,<br /></span>
+<span class="i0">ma fra noi sempre fresca si contegna.<br /></span>
+<span class="i2">Und'ho pensato de l'acontar mostra<br /></span>
+<span class="i0">il dir sia pria, che 'n ciò vegliat'ho e veglio,<br /></span>
+<span class="i0">parendo me grand'amistanza n'esca.<br /></span>
+<span class="i2">E perch'ho ditto de l'amistá nostra,<br /></span>
+<span class="i0">responsion chero, qual ti sembra meglio,<br /></span>
+<span class="i0">veglia tuttor la mantegnamo, u fresca.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209"></a>[209]</span></p>
+
+<h2><a name="NATUCCIO" id="NATUCCIO"></a>IX<br />
+<br />
+NATUCCIO CINQUINO</h2>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Tenzoni fra Natuccio e Bacciarone</span></p>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">1.</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Bacciarone di Messer Bacone</span></p>
+
+<p class="center">Perché il dolore e la gioia siano date all'uomo sempre
+per il suo meglio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">A cui prudenza porge alta lumera<br /></span>
+<span class="i0">di ver sentire in de l'occulte cose,<br /></span>
+<span class="i0">dar al nescente pò vera mainera<br /></span>
+<span class="i0">e chiarir fermo de le piú dubbiose.<br /></span>
+<span class="i2">Ed eo da voi discreto ho ferma spera<br /></span>
+<span class="i0">di chiar savere ciò ch'è 'n me ascose:<br /></span>
+<span class="i0">ch'i'aldo a saggi dire in voce vera<br /></span>
+<span class="i0">che ciò ch'aven piacente over dogliose,<br /></span>
+<span class="i2">cioè cose nel mondo a l'om che regna,<br /></span>
+<span class="i0">sia per miglior di lui senz'alcun fallo;<br /></span>
+<span class="i0">e come sia, non viso è per mia 'ntenza:<br /></span>
+<span class="i2">ché, s'alcun om' resede in vita degna,<br /></span>
+<span class="i0">fôra lui vita mei' che morte stallo:<br /></span>
+<span class="i0">se da ciò poi si parte, e' va a perdenza.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210"></a>[210]</span></p>
+
+<p class="center">2</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Bacciarone</span></p>
+
+<p class="center">Nel dolore l'uomo impara a soffrire,
+e nelle prosperitá apprende ad esserne grato a Dio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Chi nel dolore ha bona sofferenza,<br /></span>
+<span class="i0">vera prudenza — regna in tale core<br /></span>
+<span class="i0">ed in prosperitate canoscenza<br /></span>
+<span class="i0">che tal sentenza — vegna dal Signore.<br /></span>
+<span class="i2">Di tali si pò dir fòr di temenza,<br /></span>
+<span class="i0">a mia parvenza, — ch'è per lor migliore<br /></span>
+<span class="i0">ciò che avène, bon over doglienza:<br /></span>
+<span class="i0">e chi ben pensa — no i' parrá errore.<br /></span>
+<span class="i2">Che se piacere avèn lor, hanne gioia<br /></span>
+<span class="i0">e de la noia — dánsi pace 'ntera:<br /></span>
+<span class="i0">und' han lumera — e fuggon maggior pene.<br /></span>
+<span class="i2">Ma quei, ch'orgoglio e baldanz' hano croia,<br /></span>
+<span class="i0">e volno moia — umilitate vera,<br /></span>
+<span class="i0">la lor mainera — contrar'è di bene.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">1.</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">A Bacciarone di messer Bacone</span></p>
+
+<p class="center">Perché il peccato sia piú amato che fare e dire il bene.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Aldendo dire l'altèro valore,<br /></span>
+<span class="i0">che 'n vostro core — regna a compimento,<br /></span>
+<span class="i0">distringemi d'averne acontamento<br /></span>
+<span class="i0">per dicimento — o per altro labore.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211"></a>[211]</span><br /></span>
+<span class="i2">E conoscenza aggio che 'n me fiore<br /></span>
+<span class="i0">no è lo core — d'aver ciò talento;<br /></span>
+<span class="i0">ma volontá mi dona movimento<br /></span>
+<span class="i0">ch'apparimento — faccia all'alto fiore.<br /></span>
+<span class="i2">Unde dimando vo': — Perché 'l peccato<br /></span>
+<span class="i0">è piò amato — che 'l ben fare o dire,<br /></span>
+<span class="i0">poiché di gir — savemo a perdizione? — <br /></span>
+<span class="i2">E ciò credo sia senza questione,<br /></span>
+<span class="i0">qual è cagione — che ciascun, ch'è nato,<br /></span>
+<span class="i0">par ch'obbriato — aggia 'l sommo Sire.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="center">2.</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Risposta di Bacciarone</span></p>
+
+<p class="center">Il peccato è amato piú del bene a causa dell'abitudine,
+che è piú forte della natura e della ragione.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Tua scritta intesi bene lo tinore:<br /></span>
+<span class="i0">conoscitore — bon sarei contento<br /></span>
+<span class="i0">esser di ciò che fu tuo piacimento<br /></span>
+<span class="i0">dimandamento — farmi del follore,<br /></span>
+<span class="i2">che 'n dei piú regna d'esser facitore<br /></span>
+<span class="i0">contr' al signore, — non hano spavento:<br /></span>
+<span class="i0">parlo 'n comuno d'esto marrimento,<br /></span>
+<span class="i0">no ched eo sento, — di ciò guardatore.<br /></span>
+<span class="i2">Unde rispondo a te c'hai dimandato:<br /></span>
+<span class="i0">— Saggio se' nato, — se ben sai finire,<br /></span>
+<span class="i0">là u' 'l fallire — e il ben fa locagione.<br /></span>
+<span class="i2">Usanza vince natur' e ragione,<br /></span>
+<span class="i0">perché fellone — fa 'l malvagio usato<br /></span>
+<span class="i0">'om ordinato — pur a ben seguire. —<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213"></a>[213]</span></p>
+
+<h2><a name="LOTTO" id="LOTTO"></a>X<br />
+<br />
+LOTTO DI SER DATO</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">Loda la bellezza e la virtú della sua donna e le chiede scusa
+se non sa celebrarla come essa merita.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Fior di beltá e d'ogni cosa bona,<br /></span>
+<span class="i0">sí forte lo mio cor immaginat'ha<br /></span>
+<span class="i0">l'alte vertú che fan dimora e stata<br /></span>
+<span class="i0">in de la vostr'onorata persona,<br /></span>
+<span class="i0">che ardente mi dona  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">desiderio a farne mostramento,<br /></span>
+<span class="i0">senn' e conoscimento<br /></span>
+<span class="i0">quando obbrío e seguo volontate.<br /></span>
+<span class="i0">E certo in veritate<br /></span>
+<span class="i0">so nente dir poriane a simiglianza  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ver' che grand'abondanza<br /></span>
+<span class="i0">in voi soggiorno fanno e per ragione.<br /></span>
+<span class="i2">Tanta bellezza manten lo suo viso<br /></span>
+<span class="i0">con sí lucente chiaritá innaurato,<br /></span>
+<span class="i0">che la sua cèra par d'angel provato.  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">No è donna né om' sí fermo assiso<br /></span>
+<span class="i0">a ovrar, che deviso<br /></span>
+<span class="i0">nond'aggia sua 'ntenzion per riguardare<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214"></a>[214]</span><br /></span>
+<span class="i0">u' sente ch'ell'appare:<br /></span>
+<span class="i0">tanto i' simiglia nobel creatura.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Tutt'altra sua fattura,<br /></span>
+<span class="i0">di che parlarsi pote onestamente,<br /></span>
+<span class="i0">è sí addorna e gente,<br /></span>
+<span class="i0">non vi si porea apponer mancagione.<br /></span>
+<span class="i2">Lo parlar e l'andar e 'l far dimora  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">e li atti e li costumi e i reggimenti<br /></span>
+<span class="i0">umili son, cortesi e sí piacenti<br /></span>
+<span class="i0">e di tanta onestá fan covertora:<br /></span>
+<span class="i0">non guarderá un'ora,<br /></span>
+<span class="i0">né punto in parte o' senta gente sia.  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">Quando passa per via,<br /></span>
+<span class="i0">la ruga per miraglio al viso porta;<br /></span>
+<span class="i0">se saluta li è porta,<br /></span>
+<span class="i0">soavemente la rende, e ispande<br /></span>
+<span class="i0">per u' passa sí grande  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">odor, non si porea dir per sermone.<br /></span>
+<span class="i2">Di senno tanto assiso ha 'l suo coraggio<br /></span>
+<span class="i0">con canoscenza e con valore intero,<br /></span>
+<span class="i0">con cortesia e con fin pregio altero,<br /></span>
+<span class="i0">alcun om' nonde poteria far saggio;  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">perché d'uman lignaggio<br /></span>
+<span class="i0">non sembra sia, ma d'angelicale,<br /></span>
+<span class="i0">e tant'è bontá e tale,<br /></span>
+<span class="i0">e sí sottil lo suo intendiment'have;<br /></span>
+<span class="i0">nulla cos'è sí grave  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">ad apprender, no l'apprenda 'l suo core:<br /></span>
+<span class="i0">d'ogni cosa 'l Signore<br /></span>
+<span class="i0">onora e serve senza falligione.<br /></span>
+<span class="i2">A voi, madonna, cui fior conto e chiamo,<br /></span>
+<span class="i0">mercé dimando che 'l vostro perdono  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">concediate, se 'l meo dir no è bono,<br /></span>
+<span class="i0">a me che via piú molto che me amo.<br /></span>
+<span class="i0">Lo senno ch'ebbe Adamo,<br /></span>
+<span class="i0">conosco ben non poteria fornire,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215"></a>[215]</span><br /></span>
+<span class="i0">volendo tutte dire  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">le virtú ch'han vostro core fornito.<br /></span>
+<span class="i0">Però molt'ho fallito<br /></span>
+<span class="i0">a cominciar, poi non so far finita;<br /></span>
+<span class="i0">ma par che mi dia vita<br /></span>
+<span class="i0">che 'l saggio conta a voglia operazione.  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i2">Fior d'ogni ben, com'è conto di sovra,<br /></span>
+<span class="i0">poi v'addorna di tante vertú Deo,<br /></span>
+<span class="i0">che tutt'altre passate, al parer meo,<br /></span>
+<span class="i0">pietá aggiate che per me il s'approva<br /></span>
+<span class="i0">e mettetela in ovra  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">ver' me, che tuttor so stato gecchito<br /></span>
+<span class="i0">di voi seguir, né quito<br /></span>
+<span class="i0">di voi cred'esser mai, vivo né morto.<br /></span>
+<span class="i0">Unde 'l vostro conforto<br /></span>
+<span class="i0">dimando che spandiate sovra mene,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">che alcun altro bene<br /></span>
+<span class="i0">non m'ha savor per nessuna cagione.<br /></span>
+</div></div>
+
+<h3>II</h3>
+
+<p class="center">Si lamenta della sua infelice vita e soprattutto di essere abbandonato
+dalle persone piú care.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">De la fera infertá e angosciosa<br /></span>
+<span class="i0">radicata in diverse e forte pene,<br /></span>
+<span class="i0">la qual dentro e dintorn' al meo cor sento,<br /></span>
+<span class="i0">cura tal voi' pigliar per dilettosa,<br /></span>
+<span class="i0">qual fa lo 'nfermo, quando 'l gran mal mene,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">che si compiange del suo sentimento,<br /></span>
+<span class="i0">e par ch'alleggiamento<br /></span>
+<span class="i0">alcun li sia, ed eo simil voi' fare;<br /></span>
+<span class="i0">le doglie dimostrare,<br /></span>
+<span class="i0">ch'eo soffero con grande compagnia,  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">in compianto vorria,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216"></a>[216]</span><br /></span>
+<span class="i0">sí che, per gran pietá, chi ha potenza<br /></span>
+<span class="i0">di darne guerigion, vegna in voglienza.<br /></span>
+<span class="i2">Savem de certo ched alcuna cosa<br /></span>
+<span class="i0">tanto gentil nostro Signor non fene  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">quanto l'omo, né sí siali piacimento,<br /></span>
+<span class="i0">che poi l'ee fatto, fuli sí amoroso,<br /></span>
+<span class="i0">che li dé libertá di male e bene,<br /></span>
+<span class="i0">operar, quanto vole a suo talento.<br /></span>
+<span class="i0">E sí nond'è contento.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Noi sottoposti ci convene stare,<br /></span>
+<span class="i0">veder, né operare<br /></span>
+<span class="i0">cosa potem che diletto ne sia,<br /></span>
+<span class="i0">né avem signoria<br /></span>
+<span class="i0">di parlar a nessun che conoscenza  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">aggia con noi, e ciò n'è gran doglienza.<br /></span>
+<span class="i2">Ed anco maggior doglia e piú gravosa<br /></span>
+<span class="i0">aggiam che non di sovra si contene.<br /></span>
+<span class="i0">Conforto aremmo a ciò trapassamento;<br /></span>
+<span class="i0">ma, sperando d'aver nova gioiosa,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">la contrara di gioia adesso vene<br /></span>
+<span class="i0">tal ch'al cor par voglia dar lungiamento:<br /></span>
+<span class="i0">tant'ha confondimento,<br /></span>
+<span class="i0">che contenti seremmo al trapassare,<br /></span>
+<span class="i0">anzi che dimorare  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">in esta vita sí crudele e ria,<br /></span>
+<span class="i0">non fusse che tal via<br /></span>
+<span class="i0">saven' nostr'alme terrèn ch'a perdenza<br /></span>
+<span class="i0">girèno senz'aver giammai redenza.<br /></span>
+<span class="i2">Piú greve pena assai e dolorosa  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">haven', ciò sono este fere catene,<br /></span>
+<span class="i0">che altra, und'io fatt'aggia mostramento;<br /></span>
+<span class="i0">ch'ell'è tanto crudele e sí noiosa,<br /></span>
+<span class="i0">che, se consolazion nulla ci vene,<br /></span>
+<span class="i0">tosto da noi li fa far partimento,  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">e lo grande tormento,<br /></span>
+<span class="i0">ch'haven' tuttor, ci fa rinovellare,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217"></a>[217]</span><br /></span>
+<span class="i0">la noi' multiplicare,<br /></span>
+<span class="i0">ch'al corpo darci nullo non poria,<br /></span>
+<span class="i0">e a l'alma bailia  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">ha tolto: ché del mal far penitenza<br /></span>
+<span class="i0">non pònno aver, ben c'è gran cordoglienza.<br /></span>
+<span class="i2">E siam sotto signoria sí spietosa,<br /></span>
+<span class="i0">che giá nulla pietá di lor non vene<br /></span>
+<span class="i0">for' con di gente d'altro intendimento:  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">s'alcun l'avesse in cor, mostrar non l'osa;<br /></span>
+<span class="i0">ma quell'è leal detto che mantene<br /></span>
+<span class="i0">suo dire e opra a nostro increscimento.<br /></span>
+<span class="i0">Molto piò spiacimento<br /></span>
+<span class="i0">aven che lingua non porea contare,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">e vedenci fallare<br /></span>
+<span class="i0">parenti, amici e mettere 'n obría.<br /></span>
+<span class="i0">Est'è la malatia,<br /></span>
+<span class="i0">di che fatt'ho compianto: gran fallenza<br /></span>
+<span class="i0">fan quei che 'n ciò potrèno dar guirenza.  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i2">A Pisa, meo lamento,<br /></span>
+<span class="i0">nostri tormenti deggi divisare:<br /></span>
+<span class="i0">per volere acquistare<br /></span>
+<span class="i0">e mantenere onore e signoria<br /></span>
+<span class="i0">aven' tal cortesia.  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">Consiglio ben chi di servirla ha 'ntenza,<br /></span>
+<span class="i0">guardisi non cadere a tal perdenza.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219"></a>[219]</span></p>
+
+<h2><a name="NOCCO" id="NOCCO"></a>XI<br />
+<br />
+NOCCO DI CENNI DI FREDIANO</h2>
+
+<p class="center">Si lagna che madonna gli abbia prima fatto sperare d'aver gioia
+del suo amore, e poi lo abbia ingannato.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Greve di gioia — pò l'om malenanza<br /></span>
+<span class="i0">far per forza mostranza<br /></span>
+<span class="i0">in vista ben, se 'l cor d'ess'è ripieno.<br /></span>
+<span class="i0">Simil di noia — far pot' allegranza<br /></span>
+<span class="i0">stando 'n fera dottanza  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">che pur le pene ch'ha sempre li stièno.<br /></span>
+<span class="i0">Siccome l'albor pò far ch'è silvaggio<br /></span>
+<span class="i0">frutto per sua natura<br /></span>
+<span class="i0">mai bon per sé tanto di su' lignaggio,<br /></span>
+<span class="i0">se non che 'nsetatura  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">ched è lui fatta, 'l fa ed el notrica;<br /></span>
+<span class="i0">donque non per sé mica<br /></span>
+<span class="i0">lo fa, ma su' calor; nasce 'l fior pria,<br /></span>
+<span class="i0">unde poi 'l frutto vene:<br /></span>
+<span class="i0">cusí giammai eo non poria mostrare  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">ch'avesse gioi' né bene,<br /></span>
+<span class="i0">mentre voi, donna, mi faceste stare,<br /></span>
+<span class="i0">com'ora, 'n tante pene;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220"></a>[220]</span><br /></span>
+<span class="i0">ma datemi pur tanto un solo ramo<br /></span>
+<span class="i0">di quel frutto ch'eo bramo:  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">vedrete in gioi' montarmi e 'n frutto bono,<br /></span>
+<span class="i0">com'om' c'ha gioi' s'attene.<br /></span>
+<span class="i2">Lo frutto bono — da bon albor vene,<br /></span>
+<span class="i0">siccome gioi' da bene<br /></span>
+<span class="i0">nasce e da gioi' ven tutta allegranza,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">avegnia sono — seme 'n dolce speme,<br /></span>
+<span class="i0">ch'amar' frutto n'avène;<br /></span>
+<span class="i0">ma ciò snatura per mala sembianza.<br /></span>
+<span class="i0">Simil l'amaro amore allo 'mprimera<br /></span>
+<span class="i0">mostra dolce 'l veleno,  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">cusí lo ingegna e tiene 'n tal maniera<br /></span>
+<span class="i0">ch'ha male e dice beno;<br /></span>
+<span class="i0">ma poi ch'assaporato trova amaro,<br /></span>
+<span class="i0">vuol lassar, parli caro,<br /></span>
+<span class="i0">e poi si pente per l'arra, ch'ha dato,  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">unde spesso dice: — Omè! — <br /></span>
+<span class="i0">Ma Amor, volendo, vidde non potea<br /></span>
+<span class="i0">lo simil for' voi farmi:<br /></span>
+<span class="i0">fecemi vista far che vi piacea<br /></span>
+<span class="i0">me e servire 'n voi darmi;  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">e io, vedendo ciò, dissi: — Bon frutto<br /></span>
+<span class="i0">da tal albor fia dutto. — <br /></span>
+<span class="i0">Credetti in voi lassarmi ed ei mi prese:<br /></span>
+<span class="i0">cusí per voi ingannome.<br /></span>
+<span class="i2">Saccio per vista assai d'albor venire  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">che 'n flor mostra gioire<br /></span>
+<span class="i0">e fanne assai e poghi a ben ne stende;<br /></span>
+<span class="i0">ma poi ch'acquista l'altr'anno in fiorire,<br /></span>
+<span class="i0">frutto per ben seguire,<br /></span>
+<span class="i0">ciò che dimostra in fiore 'n frutto rende.  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">Cusí, s'ei mostra di dar allegrezza<br /></span>
+<span class="i0">e poi la torna a noia,<br /></span>
+<span class="i0">convien, se pregio vuol, che tal gravezza<br /></span>
+<span class="i0">ristori per gran gioia;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221"></a>[221]</span><br /></span>
+<span class="i0">e, se ciò non facesse, non sre' degno  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">arbor, mostrando segno<br /></span>
+<span class="i0">in fior di frutto fare e poi fallire;<br /></span>
+<span class="i0">ma sre' laida mostranza.<br /></span>
+<span class="i0">Cusí dir posso di voi, donna gente,<br /></span>
+<span class="i0">che da voi mi fu data,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0">in prima vista, d'aver gioi' piagente,<br /></span>
+<span class="i0">e doglia or m'è tornata.<br /></span>
+<span class="i0">Se voi ristoramento a me non date,<br /></span>
+<span class="i0">certo fallo operate,<br /></span>
+<span class="i0">perché, per viste di gioi', me venire  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">fatt'avete 'n pesanza.<br /></span>
+<span class="i2">Unde vi prego, donna, che mercede<br /></span>
+<span class="i0">vi stringa, per pietade,<br /></span>
+<span class="i0">a far considerar quant'ho 'n voi fede;<br /></span>
+<span class="i0">c'adesso, in veritate,  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">mi tornerete in gioi' onni dolore,<br /></span>
+<span class="i0">over di man d'Amore,<br /></span>
+<span class="i0">cui mi metteste, cavrete tornando<br /></span>
+<span class="i0">in mia primera essenza.<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223"></a>[223]</span></p>
+
+<h2><a name="GERONIMO" id="GERONIMO"></a>XII<br />
+<br />
+GERONIMO TERRAMAGNINO</h2>
+
+<h3>I</h3>
+
+<p class="center">Dice ad un poeta che è bene riflettere lungamente prima di parlare.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Poi dal mastro Guitton latte tenete,<br /></span>
+<span class="i0">assai, mi par, dovete<br /></span>
+<span class="i0">di vera conoscenza aver effetto,<br /></span>
+<span class="i0">e defettar da voi onni defetto<br /></span>
+<span class="i0">che non bon agia aspetto,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">se di tal mastro bon saver avete.<br /></span>
+<span class="i2">O quanto, quanto e quanto esser dovete,<br /></span>
+<span class="i0">se bene il possedete,<br /></span>
+<span class="i0">glorïoso di tutto bono assetto!<br /></span>
+<span class="i0">E com' dovria il dir vostr'esser retto  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">e del contraro netto!<br /></span>
+<span class="i0">Se pensate che dico, cernerete<br /></span>
+<span class="i2">che la vertú si mostra in del parlare,<br /></span>
+<span class="i0">simel vizio v'appare,<br /></span>
+<span class="i0">unde, parlando, l'omo paragona  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">la sua propria persona,<br /></span>
+<span class="i0">perché guardar neun troppo si pò.<br /></span>
+<span class="i2">Or intendete ben il meo dir mo',<br /></span>
+<span class="i0">ch'a scoverto vo' do,<br /></span>
+<span class="i0">né scherm'alcun poteteci pigliare.  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">Dico: Bon è pensare,<br /></span>
+<span class="i0">anzi la cosa ditta, chi ragiona.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224"></a>[224]</span></p>
+
+<h3>II<br />
+<br />
+DOCTRINA DE CORT</h3>
+
+<p class="center">Proemi de doctrina de cort.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">El nom de Dieu qu'es subiranz,<br /></span>
+<span class="i0">paire e fill e esperitz sanz,<br /></span>
+<span class="i0">e guidanz de totz pecadors,<br /></span>
+<span class="i0">fauc mon acort pels amadors,<br /></span>
+<span class="i0">ques amon saber ab drechura,  <span class="linenum">5</span><br /></span>
+<span class="i0">qals es aycella parladura<br /></span>
+<span class="i0">ques ha en chanz major plajensa<br /></span>
+<span class="i0">e may avinenment s'ajensa.<br /></span>
+<span class="i0">E si enten molt a estendre<br /></span>
+<span class="i0">mon dit, nuls ab drech reprendre  <span class="linenum">10</span><br /></span>
+<span class="i0">m'en deu hom, quar en pauche escrich<br /></span>
+<span class="i0">no podon ges caber gran dich,<br /></span>
+<span class="i0">e en breus ditz confusios<br /></span>
+<span class="i0">se concreja mantas sazos.<br /></span>
+<span class="i0">Mas si eu claramen dezir  <span class="linenum">15</span><br /></span>
+<span class="i0">e may mas paraulas dir,<br /></span>
+<span class="i0">obs es que mos ditz s'espanda<br /></span>
+<span class="i0">per drech'e per longa landa;<br /></span>
+<span class="i0">e s'afanz feira m'en mestreygir,<br /></span>
+<span class="i0">vigors mon coratg' enpeeygir,  <span class="linenum">20</span><br /></span>
+<span class="i0">car ben say que ses gran afan<br /></span>
+<span class="i0">hom no pot far obra prezan.<br /></span>
+<span class="i0">Eu voil que cascus q'a pretz rics<br /></span>
+<span class="i0">l'entende, no avols ni tritz.<br /></span>
+<span class="i0">Don ieu, <em>Teramaygnis de Piza</em>,  <span class="linenum">25</span><br /></span>
+<span class="i0">commenz en aquesta guiza.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225"></a>[225]</span></p>
+
+<p>Començament de doctrina provincial vera e de rahonable
+locucio.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Tot en aysi con le rubis<br /></span>
+<span class="i0">sobre totas peyras es fis<br /></span>
+<span class="i0">e l'aurs soblels metailz cars,<br /></span>
+<span class="i0">sobre totz razonatz parlars  <span class="linenum">30</span><br /></span>
+<span class="i0">parladura lemoyzina<br /></span>
+<span class="i0">es mays avinentz e fina,<br /></span>
+<span class="i0">quar il quays se razona<br /></span>
+<span class="i0">con la gramatica bona<br /></span>
+<span class="i0">per tots los nombres singulars  <span class="linenum">35</span><br /></span>
+<span class="i0">e per tots los plurals anars<br /></span>
+<span class="i0">e per cas e per drech genre<br /></span>
+<span class="i0">la deu dir qui l'am' apenre,<br /></span>
+<span class="i0">e per paraulas ajectivas<br /></span>
+<span class="i0">e per finas substantivas,  <span class="linenum">40</span><br /></span>
+<span class="i0">per comunas, oblichs e retz;<br /></span>
+<span class="i0">masculis genre e femnis dretz,<br /></span>
+<span class="i0">per personas e per temps<br /></span>
+<span class="i0">e per motz escriutz ensemps,<br /></span>
+<span class="i0">e per razon continuada  <span class="linenum">45</span><br /></span>
+<span class="i0">qui per obs no sia biaysada,<br /></span>
+<span class="i0">e per totas verayas parts<br /></span>
+<span class="i0">d'orazion qui grazid'artz<br /></span>
+<span class="i0">qui te lo sieu cami ubert<br /></span>
+<span class="i0">del parlar razonat per cert:  <span class="linenum">50</span><br /></span>
+<span class="i0">so es pels verbs e per los noms,<br /></span>
+<span class="i0">pels particips e pels pronoms,<br /></span>
+<span class="i0">averbis, prepozicions,<br /></span>
+<span class="i0">conjunsions, interjesions.<br /></span>
+<span class="i2">Perque vuoil sapchatz, amador  <span class="linenum">55</span><br /></span>
+<span class="i0">qui deziratz haver valor,<br /></span>
+<span class="i0">que totas paraulas bonas<br /></span>
+<span class="i0">substantivas genr' e personas<br /></span>
+<span class="i0">demostron puramen e genz<br /></span>
+<span class="i0">e sostenon grandamenz,  <span class="linenum">60</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226"></a>[226]</span><br /></span>
+<span class="i0">e sostengudas son vez tal<br /></span>
+<span class="i0">e substansi' han natural.<br /></span>
+<span class="i2">Las ajectivas son del nom,<br /></span>
+<span class="i0">del particip et del pronom,<br /></span>
+<span class="i0">qui no podon sens nom estar  <span class="linenum">65</span><br /></span>
+<span class="i0">e han plural e sengular,<br /></span>
+<span class="i0">e mostron calitat e gen<br /></span>
+<span class="i0">e person'en entendimen.<br /></span>
+<span class="i0">Des preposicions aqui<br /></span>
+<span class="i0">e des averbis atressi  <span class="linenum">70</span><br /></span>
+<span class="i0">e conjunsion, ieu vos dic,<br /></span>
+<span class="i0">e enterjession, amic,<br /></span>
+<span class="i0">quar singulars ni plurals han,<br /></span>
+<span class="i0">ni demostron genre, ni van<br /></span>
+<span class="i0">per personas ni per temps jes,  <span class="linenum">75</span><br /></span>
+<span class="i0">la lur parladura no es<br /></span>
+<span class="i0">sostenguda per alcun fach<br /></span>
+<span class="i0">ni sosten, tan ha flach contrac.<br /></span>
+<span class="i2">Las sustantivas aytals son:<br /></span>
+<span class="i0">«Emperayre», «reys» e «baron»,  <span class="linenum">80</span><br /></span>
+<span class="i0">e totas autras qui en ver<br /></span>
+<span class="i0">mostron substansa qui vezer<br /></span>
+<span class="i0">se pot o qui vezer nos pot.<br /></span>
+<span class="i0">Don ieu vos dich en cestui mot<br /></span>
+<span class="i0">qu'an nom per ço substantivas  <span class="linenum">85</span><br /></span>
+<span class="i0">car sostenon ajectivas;<br /></span>
+<span class="i0">e podets far oracion<br /></span>
+<span class="i0">ses ajectivas ab razon,<br /></span>
+<span class="i0">ab lo verb, aysi com ieu dic:<br /></span>
+<span class="i0">«Seigner suy del castell de Vic».  <span class="linenum">90</span><br /></span>
+<span class="i0">Encara: «Cavalliers melur<br /></span>
+<span class="i0">per jutge Ugolim de Galur».<br /></span>
+<span class="i0">Ajectivas hom appella,<br /></span>
+<span class="i0">aysi com «bos», «bels», «bona», «bella»<br /></span>
+<span class="i0">«fortz», «plazens», «sufrens» e «vils»,  <span class="linenum">95</span><br /></span>
+<span class="i0">«avinenz», «temenz» e «sotils»<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227"></a>[227]</span><br /></span>
+<span class="i0">e las autras per semblansa<br /></span>
+<span class="i0">qui mostron qual ses substansa,<br /></span>
+<span class="i0">o que cant, o que fay,<br /></span>
+<span class="i0">o que sofre, o can que vay;  <span class="linenum">100</span><br /></span>
+<span class="i0">ajectivas hom las clama<br /></span>
+<span class="i0">quar dreig entendimen brama<br /></span>
+<span class="i0">le lur lavors ses valedor<br /></span>
+<span class="i0">de la substantiva color.<br /></span>
+<span class="i0">De los ajectius parlars  <span class="linenum">105</span><br /></span>
+<span class="i0">de tres maneyras es l'afars:<br /></span>
+<span class="i0">masculin apeyla hom l'un,<br /></span>
+<span class="i0">l'autre femnin, l'autre comun.<br /></span>
+<span class="i0">Mascolis con «bos» e «blancs»,<br /></span>
+<span class="i0">«gays» e «beyls», e «larcs» e «francs»,  <span class="linenum">110</span><br /></span>
+<span class="i0">e tuyt cill qui mascle mostron.<br /></span>
+<span class="i0">Le femnis es tot aysi con<br /></span>
+<span class="i0">ieu divisi aqui: «franca»,<br /></span>
+<span class="i0">«bona», «bella», «gaya», «blanca»,<br /></span>
+<span class="i0">e tuyt acill qu'hom repauza  <span class="linenum">115</span><br /></span>
+<span class="i0">ges en la femnina cauza.<br /></span>
+<span class="i0">Le comuns es si con «sufrenz»,<br /></span>
+<span class="i0">«fortz», «vils» e «sotils» e «plazens»,<br /></span>
+<span class="i0">e tots ceyls de tal maniera<br /></span>
+<span class="i0">obs es q'hom comuns enquiera,  <span class="linenum">120</span><br /></span>
+<span class="i0">car los pot hom tan ben asir<br /></span>
+<span class="i0">ab mascle com ab femne dir.<br /></span>
+<span class="i2">Ara tot ayso voil sapchatz<br /></span>
+<span class="i0">que gramatica en vertatz<br /></span>
+<span class="i0">cinc genres razonatz fay:  <span class="linenum">125</span><br /></span>
+<span class="i0">masculin e femnin veray,<br /></span>
+<span class="i0">neutre, comu et omne cert,<br /></span>
+<span class="i0">mas, si con hay enanc proert,<br /></span>
+<span class="i0">las paraulas substantivas<br /></span>
+<span class="i0">e totas las ajectivas  <span class="linenum">130</span><br /></span>
+<span class="i0">son en chanz sotz masculinas<br /></span>
+<span class="i0">o comunas o femninas,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228"></a>[228]</span><br /></span>
+<span class="i0">e en la lur entension.<br /></span>
+<span class="i0">Petitas e grandas son,<br /></span>
+<span class="i0">e hom las grandas asear  <span class="linenum">135</span><br /></span>
+<span class="i0">ben pot e breumen pauzar<br /></span>
+<span class="i0">enl sengular nominatiu<br /></span>
+<span class="i0">e encaras el vocatiu<br /></span>
+<span class="i0">pel neutre ques es tant adautz,<br /></span>
+<span class="i0">con dis d'<em>Aurenga Rembautz</em>:  <span class="linenum">140</span><br /></span>
+<span class="i0">«Assats m'es bel, que de novell»:<br /></span>
+<span class="i0">e con dic: «Mas mes q'has castell,<br /></span>
+<span class="i0">e ben m'es aupranar vas Piza».<br /></span>
+<span class="i0">Si van li autre d'aytal guiza.<br /></span>
+<span class="i0">Gramatica fay femnina  <span class="linenum">145</span><br /></span>
+<span class="i0">«arbres» e chanz mascolina,<br /></span>
+<span class="i0">e en chanz es femnin «amors».<br /></span>
+<span class="i0">en gramatica mascle «cors»<br /></span>
+<span class="i0">en gramatica neutre «amar»<br /></span>
+<span class="i0">e comuns es ditz en chantar.  <span class="linenum">150</span><br /></span>
+<span class="i0">Aysi totas autras del nom<br /></span>
+<span class="i0">paraulas masculinas son<br /></span>
+<span class="i0">o femninas o comunas,<br /></span>
+<span class="i0">que no ne romanen alcunas<br /></span>
+<span class="i0">enforas aycellas totas  <span class="linenum">155</span><br /></span>
+<span class="i0">de las quals bay fachas notas<br /></span>
+<span class="i0">qui per cert han breviamenz<br /></span>
+<span class="i0">pel neutre so sapcha, laienz;<br /></span>
+<span class="i0">e nos pot noms substantius<br /></span>
+<span class="i0">abreviar, mas l'ajectius.  <span class="linenum">160</span><br /></span>
+<span class="i0">Ben devetz tuyt saber ara<br /></span>
+<span class="i0">lo parlar qui non esgara<br /></span>
+<span class="i0">e celui qu'entendimen fin<br /></span>
+<span class="i0">ha de masclin e de femnin.<br /></span>
+<span class="i2">La parladura ajetiva  <span class="linenum">165</span><br /></span>
+<span class="i0">e tota la substantiva<br /></span>
+<span class="i0">s'alonga enls nombres amdos,<br /></span>
+<span class="i0">et dels ses cas es la razos;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229"></a>[229]</span><br /></span>
+<span class="i0">so es dels singular retz rics<br /></span>
+<span class="i0">e de tots les plurals oblics,  <span class="linenum">170</span><br /></span>
+<span class="i0">quar ensemps tuit se resemblon;<br /></span>
+<span class="i0">e atressi s'abrevion<br /></span>
+<span class="i0">en tots los oblics sengulars,<br /></span>
+<span class="i0">encar en los rets plurals cas,<br /></span>
+<span class="i0">car se resemblo eyzamen;  <span class="linenum">175</span><br /></span>
+<span class="i0">don vos daray semblan parven<br /></span>
+<span class="i0">de totz retz e oblics complitz<br /></span>
+<span class="i0">con dis us trobayre grazitz,<br /></span>
+<span class="i0">e hac nom <em>Giraudos le Ros</em>:<br /></span>
+<span class="i0">«e qui es mos ‘amichs’ bos  <span class="linenum">180</span><br /></span>
+<span class="i0">mostren sa beyla semblança,<br /></span>
+<span class="i0">quar jur que longe sperança».<br /></span>
+<span class="i0">‘Amics’ es le nominatius<br /></span>
+<span class="i0">singulars, mas vocatius<br /></span>
+<span class="i0">es, con dis cell qui fes la cort:  <span class="linenum">185</span><br /></span>
+<span class="i0">«‘Amics’, q'has dich? no sabs confort<br /></span>
+<span class="i0">Son egieignos, e gallart<br /></span>
+<span class="i0">miey dich e miei sotil dart».<br /></span>
+<span class="i0">Encar escriu en aquest fueil<br /></span>
+<span class="i0">si con dis en <em>Pons de Capdueill</em>:  <span class="linenum">190</span><br /></span>
+<span class="i0">«‘Amichs’ Beutranz, lo trop amar<br /></span>
+<span class="i0">no vullatz ni lonc esperar».<br /></span>
+<span class="i0">E le pros en <em>Peyre Vidals</em><br /></span>
+<span class="i0">enls oblics plurals ditz motz tals:<br /></span>
+<span class="i0">«E mos cars filz le coms Henrics  <span class="linenum">195</span><br /></span>
+<span class="i0">ha destrutz totz sos enemics».<br /></span>
+<span class="i2">Ara vuoill dir dels plurals retz,<br /></span>
+<span class="i0">q'auzitz los sengulars havetz,<br /></span>
+<span class="i0">con dis <em>Andrians del Palais</em>,<br /></span>
+<span class="i0">trobayre bon e verays:  <span class="linenum">200</span><br /></span>
+<span class="i0">«Per qu'ieu part egalmenz<br /></span>
+<span class="i0">lo mal quim fay doler,<br /></span>
+<span class="i0">quel terc vuoll retener,<br /></span>
+<span class="i0">quar totz es trop cozenz.<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230"></a>[230]</span><br /></span>
+<span class="i0">L'autre terç per m'amor  <span class="linenum">205</span><br /></span>
+<span class="i0">partan tot entre lor<br /></span>
+<span class="i0">‘miei amich’ a lur taill;<br /></span>
+<span class="i0">qui no n'ha nos baraill».<br /></span>
+<span class="i2"><em>Gauselm Fayditz</em> qui hac pretz fi<br /></span>
+<span class="i0">dis enl nominatiu aysi:  <span class="linenum">210</span><br /></span>
+<span class="i0">«Quan ‘dui amic’ s'acordon deu voler<br /></span>
+<span class="i0">so que l'us vol zo deu l'autre voler».<br /></span>
+<span class="i0">Del vocatiu plural retrayre<br /></span>
+<span class="i0">vuoill con dis n'Ucs, fis trobayre:<br /></span>
+<span class="i0">«‘Amic veray’, a vos me playgis  <span class="linenum">215</span><br /></span>
+<span class="i0">quar fin'amors no me refraygis».<br /></span>
+<span class="i0">L'oblic singular vos desveili<br /></span>
+<span class="i0">com dis en <em>Girautz de Borneil</em>:<br /></span>
+<span class="i0">«E ‘tot home’ qui ben ames<br /></span>
+<span class="i0">hag' robs qu'un bon amic trobes  <span class="linenum">220</span><br /></span>
+<span class="i0">en cuy no s'anen duptan».<br /></span>
+<span class="i0">E dis <em>Folquets</em> de pretz prezan<br /></span>
+<span class="i0">qui dis sobre tots chantars amoros:<br /></span>
+<span class="i0">«Mas trop servirs tendan mantas sazos,<br /></span>
+<span class="i0">quar ‘son amic’ en pert hom, so auch dir».  <span class="linenum">225</span><br /></span>
+<span class="i0">Per que ieu vuoill que deiatz presumir<br /></span>
+<span class="i0">e conoyser ben o may<br /></span>
+<span class="i0">lo parlar tot qu'ausy vay,<br /></span>
+<span class="i0">quar totz per aytal semblan<br /></span>
+<span class="i0">se parla con dic denan;  <span class="linenum">230</span><br /></span>
+<span class="i0">e per que mai entendimen<br /></span>
+<span class="i0">n'aiatz, dic son variamen.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatiu, «hic amics»; genetiu, «amic»; datiu, «amic»,
+acusatiu, «amic»; vocatiu, «amics»; ablatiu, «ab amic»,
+«per amic», «del amic», «en amic», «ses e senes amich».
+E plural, «amic»; genitiu, «amics»; datiu «amics» acusatiu,
+«amics»; vocatiu, «amic»; ablatiu, «ab amics», «pels
+amics» «dels amics», «en amichs», «ses e senes amics», etc.
+<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231"></a>[231]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Dich ay con en aluoygnamen<br /></span>
+<span class="i0">es ditz e en abreviamen<br /></span>
+<span class="i0">le parlars ad retz mascolis,  <span class="linenum">235</span><br /></span>
+<span class="i0">ara diray dels feminis.<br /></span>
+<span class="i2">Parladura femmina<br /></span>
+<span class="i0">tals en «a» finis es declina,<br /></span>
+<span class="i0">aysi con «domna», «blanca», «bella»,<br /></span>
+<span class="i0">«gaya», «poma» e «isnella»,  <span class="linenum">240</span><br /></span>
+<span class="i0">e mantas de cestui anar<br /></span>
+<span class="i0">con savis hom pot esgarar,<br /></span>
+<span class="i0">e con dirai vai sos cors,<br /></span>
+<span class="i0">ses alcunaz autras colors,<br /></span>
+<span class="i0">e es breus els cars sengulars  <span class="linenum">245</span><br /></span>
+<span class="i0">e long els plurals variars.<br /></span>
+<span class="i0">Dels singulars vos dauc aytals<br /></span>
+<span class="i0">semblanç com dis <em>Peyre Vidals</em><br /></span>
+<span class="i0">qui no hac la valor manca:<br /></span>
+<span class="i0">«Car' ‘amia’ dos'e ‘franca’,  <span class="linenum">250</span><br /></span>
+<span class="i0">convinenz e ‘bell'’ e ‘bona’,<br /></span>
+<span class="i0">mos cors a vos s'abandona».<br /></span>
+<span class="i0">Encara dis <em>Fabres d'Uzes</em> le bos:<br /></span>
+<span class="i0">«Nom platz rics hom si no es amoros,<br /></span>
+<span class="i0">nim play ‘domna’ si gent no acuellis,  <span class="linenum">255</span><br /></span>
+<span class="i0">nin play donzelz si de gauch no servis».<br /></span>
+<span class="i2">Dic hay cons deu abreviar,<br /></span>
+<span class="i0">ara dich cos deu aluoignar.<br /></span>
+<span class="i0">D'en <em>Bernat de Ventadorn</em>, q'hac<br /></span>
+<span class="i0">pretz sobrels bos, ieu vos retrac  <span class="linenum">260</span><br /></span>
+<span class="i0">qar dis en sa chanson en ver:<br /></span>
+<span class="i0">«De la ‘domnas’ me dezesper».<br /></span>
+<span class="i0">Encara vos don semblanz<br /></span>
+<span class="i0">aysi con dis en <em>Andrianz</em>:<br /></span>
+<span class="i0">«Ay ‘domnas’ e seygnor  <span class="linenum">265</span><br /></span>
+<span class="i0">de Proens' e d'aillor».<br /></span>
+<span class="i0">Eu voil que vos dejatz garar<br /></span>
+<span class="i0">si con ieu vari son anar.<br /></span>
+</div></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232"></a>[232]</span></p>
+
+<p>Nominatio, «franca»; genetiu, «franca»; datiu, «franca»;
+acusatiu, «franca»; vocatiu, «franca»; ablatiu, «ab franca»;
+e plural, «francas»; genetiu, «francas»; datiu, «francas»;
+acusatiu, «francas»; vocatiu, «o francas»; ablatiu, «ab francas»,
+etc.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">De la femnina qui en «a»<br /></span>
+<span class="i0">vay, dic hay segon mon tala,  <span class="linenum">270</span><br /></span>
+<span class="i0">ara vuos vuoill ieu dir ies<br /></span>
+<span class="i0">de ceylla qui fenis en «es»,<br /></span>
+<span class="i0">aysi con «sazos» e «amors»,<br /></span>
+<span class="i0">«calors» e «chansos» e «colors»,<br /></span>
+<span class="i0">e l'autre qu'es de simil guiza  <span class="linenum">275</span><br /></span>
+<span class="i0">en aysi com hom prims desguiza;<br /></span>
+<span class="i0">enls oblichs singulars breumen<br /></span>
+<span class="i0">es ditz, e en aluoygnamen<br /></span>
+<span class="i0">si deu dir en totz autres cas<br /></span>
+<span class="i0">per ver, e autramen no pas;  <span class="linenum">280</span><br /></span>
+<span class="i0">e diray vos en costui mot,<br /></span>
+<span class="i0">si com dis <em>Girbertz De si bo tot</em>:<br /></span>
+<span class="i0">«Ques dobla ‘valors’<br /></span>
+<span class="i0">de far ben e ‘honors’<br /></span>
+<span class="i0">lay on mestier han,  <span class="linenum">285</span><br /></span>
+<span class="i0">ans q'hom quera ni demann'».<br /></span>
+<span class="i0"><em>Bernatz de Ventador</em> le gays,<br /></span>
+<span class="i0">qui motz avinentz retrays,<br /></span>
+<span class="i0">dis en son chan cizamen:<br /></span>
+<span class="i0">«Be es mortz qui d' ‘amor’ no sen  <span class="linenum">290</span><br /></span>
+<span class="i0">al cor qalqe dosa ‘sabor’».<br /></span>
+<span class="i0"><em>Reigals de Berbezil</em>, q'honor<br /></span>
+<span class="i0">hac molt, dis en un dels sos canz:<br /></span>
+<span class="i0">«Mas ‘chansos’ er dorgumanz».<br /></span>
+<span class="i0">E dis en <em>Folquetz</em> de pretz bon:  <span class="linenum">295</span><br /></span>
+<span class="i0">«Tant mou de corteza ‘razon’<br /></span>
+<span class="i0">mon chan que no y puese fallir,<br /></span>
+<span class="i0">e manz i dei mell avenir».<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233"></a>[233]</span><br /></span>
+<span class="i0">Encara vos vuoil ieu mostrar<br /></span>
+<span class="i0">con dis en celui eis chantar:  <span class="linenum">300</span><br /></span>
+<span class="i0">«S'anc parley en ma ‘canson’»;<br /></span>
+<span class="i0">e dis:<br /></span>
+<span class="i3">«Per tal no m'abandon<br /></span>
+<span class="i0">qu'ieu sempharai auzit dir<br /></span>
+<span class="i0">que mensoygna nos pot cobrir<br /></span>
+<span class="i0">que no mora qualque ‘sazon’».  <span class="linenum">305</span><br /></span>
+<span class="i0">E tot aysi vay es espon;<br /></span>
+<span class="i0">e per que haiatz cor mellor<br /></span>
+<span class="i0">diray con sos variars cor:<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «hec amors»; genetiu, «amor»; datiu, «amor»
+acusatiu, «amor»; vocatiu, «amors»; ablatiu, «ab amor», etc.
+E plural, «amors»; genetiu, «amors»; datiu, «amors»; acusatiu,
+«amors»; vocatiu, «amors»; ablatiu, «ab amors», etc.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Encara vuoill qe sapchatz<br /></span>
+<span class="i0">que i ha de paraulas assatz  <span class="linenum">310</span><br /></span>
+<span class="i0">qui en los nombres sengulars<br /></span>
+<span class="i0">se luoygnon e els plurals cars,<br /></span>
+<span class="i0">aysi con «ris» e «volentos»,<br /></span>
+<span class="i0">«cors», «solatz», «lais» e «delechos»,<br /></span>
+<span class="i0">e «bras», «glas», «vas», «nas» e «cas»,  <span class="linenum">315</span><br /></span>
+<span class="i0">«pres», «engres», «lus» e «fals» e «gras»,<br /></span>
+<span class="i0">«reclus», «claus», «repaus», «envers»,<br /></span>
+<span class="i0">«us», «romanz», «vers», «travers», «convers»,<br /></span>
+<span class="i0">e nom propri eizamen<br /></span>
+<span class="i0">de luecs han tal aluoygnamen,  <span class="linenum">320</span><br /></span>
+<span class="i0">con «Piza», «Luca», «Florensa»,<br /></span>
+<span class="i0">«Marseylla», «Jenova», «Plajensa».<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «cors»; genetiu, «cors»; datiu, «cors»; acusatiu
+«cors»; vocatiu, «cors»; ablatiu, «ab cors»; et plural,
+«cors»; genetiu, «cors»; datiu, «cors»; acusatiu, «cors»;
+vocatiu, «cors»; ablatiu, «cors», etc.
+<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234"></a>[234]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Per aquestas las autras saber<br /></span>
+<span class="i0">podon li entendedor en ver.<br /></span>
+<span class="i0">Paraulas i ha encara,  <span class="linenum">325</span><br /></span>
+<span class="i0">aysi con hom prims esgara,<br /></span>
+<span class="i0">qui se luoygno ab drechura<br /></span>
+<span class="i0">sol per us de parladura<br /></span>
+<span class="i0">en totz los nombres, qar laienz<br /></span>
+<span class="i0">las ditz assatz may avinenz,  <span class="linenum">330</span><br /></span>
+<span class="i0">con «chantayritz» e «amayritz»,<br /></span>
+<span class="i0">«emperayritz» e «trobayritz».<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «chantayritz»; genetiu, «chantayritz»; datiu,
+«chantayritz»; acusatiu, «chantayritz»; vocatiu, «o chantayritz»;
+ablatiu, «ab chantayritz», etc. Et plural, «chantayritz»;
+genetiu, «chantayritz»; datiu, «chantayritz»; acusatiu, «chantayritz»;
+vocatiu, «o chantayritz»; ablatiu, «ab chantayritz»,
+«ses o senes chantayritz», etc.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">E en aysi con dic hai<br /></span>
+<span class="i0">totz le lur variars vai.<br /></span>
+<span class="i2">Paraulas hi a qui luoygnar  <span class="linenum">335</span><br /></span>
+<span class="i0">se podon e abreviar<br /></span>
+<span class="i0">enls acuzatius singulars,<br /></span>
+<span class="i0">tant es avinenz lur atars,<br /></span>
+<span class="i0">con dit: per «pagat» ni has delleygn,<br /></span>
+<span class="i0">e ieu per «pagatz» mi teygn,  <span class="linenum">340</span><br /></span>
+<span class="i0">em teygn per «gays» e per «gay»;<br /></span>
+<span class="i0">aysi totz l'autre parlars vay<br /></span>
+<span class="i0">qui es de la lur mainiera;<br /></span>
+<span class="i0">per que ieus diray enquera.<br /></span>
+<span class="i2">E entendatz vos qui prim etz,  <span class="linenum">345</span><br /></span>
+<span class="i0">que «totz» en los singulars retz<br /></span>
+<span class="i0">es loncs e enls plutals oblics,<br /></span>
+<span class="i0">con dit <em>Arnaut de Maruill</em> rics<br /></span>
+<span class="i0">de pretz e de valor fin e grazida:<br /></span>
+<span class="i0">«Si con li peys han e l'ayga lur vida,  <span class="linenum">350</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235"></a>[235]</span><br /></span>
+<span class="i0">hay en amors e ‘totz’ temp lh'aurai».<br /></span>
+<span class="i0"><em>Gauselms Fayditz</em> en son complanch retrai:<br /></span>
+<span class="i0">«fortz can es e ‘tot’ lo major dan».<br /></span>
+<span class="i0">Ara doni dels retz plurals semblan,<br /></span>
+<span class="i0">quar fan «tuit», con dis <em>Rigals</em> de valors:  <span class="linenum">355</span><br /></span>
+<span class="i0">«‘Tuit’ demandon qu'es devengud'amors,<br /></span>
+<span class="i0">e ieu a ‘totz’ en diray la vertat».<br /></span>
+<span class="i0">Avans dic en cestui mot<br /></span>
+<span class="i0">qu'enls oblics sengulars fay «tot»,<br /></span>
+<span class="i0">con dis <em>Peyre Vidals</em> en ver:  <span class="linenum">360</span><br /></span>
+<span class="i0">«Tant hai de sen e de saber<br /></span>
+<span class="i0">que del ‘tot’ say mon mell chauzir,<br /></span>
+<span class="i0">e say conoyser e grazir.<br /></span>
+<span class="i0">Mas encara vos vuoill donar<br /></span>
+<span class="i0">semblansa del sieu variar».  <span class="linenum">365</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «tots»; genetiu, «tot»; datiu, «tot»; acusatiu,
+«tot»; vocatiu «totz»; ablatiu, «ab tot». Et plural, «tuyt»;
+genetiu, «totz»; datiu, «totz»; acusatiu, «totz»; vocatiu,
+«tuyt»; ablatiu, «totz».</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Enl vostre cor sapchatz, aman,<br /></span>
+<span class="i0">q'aysi li ajectiu comun van<br /></span>
+<span class="i0">con «sotils», «vils», «temenz», «sufrenz»,<br /></span>
+<span class="i0">«fortz», «avinenz» e «plazenz»,<br /></span>
+<span class="i0">els singulars se luoygnon  <span class="linenum">370</span><br /></span>
+<span class="i0">e enls oblics s'abrevion,<br /></span>
+<span class="i0">enls retz plurals breviamen<br /></span>
+<span class="i0">han e els oblics luoygnamen,<br /></span>
+<span class="i0">e dezir dir verayamenz<br /></span>
+<span class="i0">con vay le lur variamen.  <span class="linenum">375</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «sotils»; genetio, «sotil»; datio, «sotil»; acusatio,
+«sotil»; vocatio, «sotils»; ablatio, «ab sotil», «ses o
+senes sotil», etc. Et plural, «sotil»; genetio, «sotils»; datio,
+«sotils»; acusatio, «sotils»; vocatiu, «sotil»; ablatiu, «ab
+sotils», «ses o senes sotils», etc.
+<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236"></a>[236]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Enls primiers retz deu hom «us» dire<br /></span>
+<span class="i0">e en tots oblics «un» assire,<br /></span>
+<span class="i0">e en totz retz si deu dir «dui»<br /></span>
+<span class="i0">en totz oblics «doz» s'adui;<br /></span>
+<span class="i0">totz autres nombres true a mil  <span class="linenum">380</span><br /></span>
+<span class="i0">deu hom dir per aytal estil,<br /></span>
+<span class="i0">ses cen, quar sol d'una manieyra<br /></span>
+<span class="i0">es ops que cascuns l'enquera,<br /></span>
+<span class="i0">e per voler primamen far<br /></span>
+<span class="i0">dezir «un» e «doz» variar.  <span class="linenum">385</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «us»; genetiu, «un»; datiu, «un»; acusatio,
+«un»; vocatio, «us»; ablatio, «ab un», etc. Nominatio,
+«dui»; genetio, «dos»; datio, «dos»; acusatio, «dos»; vocatio,
+«dui»; ablatio, «dos», etc.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Parlat vos hay de mascolina<br /></span>
+<span class="i0">parladura e femmina,<br /></span>
+<span class="i0">mas encara semblanz vos don<br /></span>
+<span class="i0">de las femnas quis ressemblon<br /></span>
+<span class="i0">els primiers retz, con «sor», «mi donz»,  <span class="linenum">390</span><br /></span>
+<span class="i0">«nessa», «gasca», «garza», «se donz»:<br /></span>
+<span class="i0">els primiers oblics «mi don»,<br /></span>
+<span class="i0">«soror», «neboda» e «si don»,<br /></span>
+<span class="i0">e «gascona» ab «garzona»;  <span class="linenum">395</span><br /></span>
+<span class="i0">e en totz plurals se razona<br /></span>
+<span class="i0">«sorors», «gasconas» e «mas domnas»<br /></span>
+<span class="i0">e «nebodas» e «sas domnas»,<br /></span>
+<span class="i0">e «garzonas», e aysi van<br /></span>
+<span class="i0">las autras de cestui semblan;<br /></span>
+<span class="i0">e per q'haiatz entelech fi  <span class="linenum">400</span><br /></span>
+<span class="i0">variaray «soror» aqui.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «sor»; genetio, «sor»; datio, «soror»; acusatio,
+«soror»; vocatio, «sor»; ablatio, «ab soror». Et plural,
+nominatio, «sorors»; genetio, «sorors»; datio, «sorors»;
+acusatio, «sorors»; vocatio, «sorors»; ablatio, «ab sorors»,
+«ses o senes sorors», etc.
+<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237"></a>[237]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Dels mascolis noms diray<br /></span>
+<span class="i0">con fan els primiers retz oimai,<br /></span>
+<span class="i0">qui fan «Bos», «glotz», «compaygnos»,<br /></span>
+<span class="i0">«gasc», «baytes», «Uc», «Gui», e «Peyros»;  <span class="linenum">405</span><br /></span>
+<span class="i0">En totz los oblics sengulars,<br /></span>
+<span class="i0">encara els retz plurals cars,<br /></span>
+<span class="i0">fan «compaygnon», «Ugon», «Peyron»,<br /></span>
+<span class="i0">aysi li autre se varion<br /></span>
+<span class="i0">ents oblics plurals en «ons»,  <span class="linenum">410</span><br /></span>
+<span class="i0">con «fellons», «barons» e «Peyrons»;<br /></span>
+<span class="i0">e tuyt li autre se varion<br /></span>
+<span class="i0">en aysi com vari «baron».<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «baros»; genetio, «baron»; datio, «baron»;
+acusatio, «baron»; vocatio, «baros»; ablatio, «ab baron».
+Et plural, «baron»; genetio, «barons»; datio, «barons»; acusatio,
+«barons»; vocatio, «o baron»; ablatio, «ab barons», etc.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Encar', amic, devetz saber<br /></span>
+<span class="i0">q'els primiers retz hom ditz «seygner»,  <span class="linenum">415</span><br /></span>
+<span class="i0">«hom» e «nebotz», «abas» e «coms»,<br /></span>
+<span class="i0">«prestres» e «pastres» e «vescoms»,<br /></span>
+<span class="i0">e tuyt li sengular oblic;<br /></span>
+<span class="i0">e li rech plural van cous dic,<br /></span>
+<span class="i0">si con: «home», «nebot» e «comte»,  <span class="linenum">420</span><br /></span>
+<span class="i0">«preveyre», «pastor» e «vezcomte»,<br /></span>
+<span class="i0">«seygnor» e «abat» e «enfan»;<br /></span>
+<span class="i0">li oblic plural con diray van,<br /></span>
+<span class="i0">con «coms» e «enfans» e «senyors»,<br /></span>
+<span class="i0">«homes», «preveres» e «pastors»;  <span class="linenum">425</span><br /></span>
+<span class="i0">e per que may saber n'haiatz<br /></span>
+<span class="i0">ieu vari «seygnor», so sabchatz:<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «seygner»; genetio, «seignor»; datio, «seignor»;
+acusatio, «seignor»; vocatio, «seigner»; ablatio,
+«seignor». Et plural, «seignor»; genetio, «seignors»; datio,
+«senyors»; acusatio, «seignors»; vocatio, «seignor»; ablatio,
+«ab seignors».
+<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238"></a>[238]</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Dels verbals nons sapchatz aqi<br /></span>
+<span class="i0">que de tres manieras son, si<br /></span>
+<span class="i0">con «trobayre» e «chantayre»,  <span class="linenum">430</span><br /></span>
+<span class="i0">«consirayre» e «amayre»<br /></span>
+<span class="i0">e «contrayre» e «mentire»<br /></span>
+<span class="i0">e «sufrire» e «jauzire»,<br /></span>
+<span class="i0">e encara «devineyre»<br /></span>
+<span class="i0">e «valeyre» e «condeyre»;  <span class="linenum">435</span><br /></span>
+<span class="i0">aysi con hai escrig adretz<br /></span>
+<span class="i0">fan tuit els singulars retz<br /></span>
+<span class="i0">e en totz los oblics primiers<br /></span>
+<span class="i0">e en los retz plurals en vers,<br /></span>
+<span class="i0">aysi fan tuit con «chantador»,  <span class="linenum">440</span><br /></span>
+<span class="i0">«mentidor» e «devinador»,<br /></span>
+<span class="i0">els plurals oblics en «ors»<br /></span>
+<span class="i0">fan aysi con fay «amadors»;<br /></span>
+<span class="i0">e per un mostraran si con<br /></span>
+<span class="i0">tuit li autre se varion:  <span class="linenum">445</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «trobayre»; genetio, «trobador»; datio, «trobador»;
+acusatio, «trobador»; vocatio, «trobayre»; ablatio,
+«ab trobador». Et plural, «trobador»; genetio, «trobador»;
+datio, «trobadors»; acusatio, «trobadors»; vocatio, «trobador»;
+ablatio, «ab trobadors».</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">De los comuns ajectius,<br /></span>
+<span class="i0">vuoill dir e de lur cors honrius,<br /></span>
+<span class="i0">qui fan enls primiers retz, «mellers»,<br /></span>
+<span class="i0">«menres», «jensers» e «maers»<br /></span>
+<span class="i0">«pejers», «sordejers» e «bellayre»;  <span class="linenum">450</span><br /></span>
+<span class="i0">dels primiers oblics retrayre<br /></span>
+<span class="i0">vos dei, qi fan tuit en «or»,<br /></span>
+<span class="i0">si con «jensor» e «bellazor».<br /></span>
+<span class="i0">Eu plural hom los deu luoygnar<br /></span>
+<span class="i0">con s'eschai e abreviar,  <span class="linenum">455</span><br /></span>
+<span class="i0">segon que lur er ayziva<br /></span>
+<span class="i0">parladura substantiva;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239"></a>[239]</span><br /></span>
+<span class="i0">per que ab la mascolina<br /></span>
+<span class="i0">parladura ysis declina:<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «mellers»; genetio, «mellor»; datio, «mellor»;
+acusatio, «mellor»; vocatio, «mellers»; ablatio, «ab mellor».
+Et plural, nominatio, «mellor»; genetio, «mellors»; datio,
+«mellors»; acusatio, «mellors»; vocatio, «mellor»; ablatio,
+«ab mellors», etc.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Pois qu'eu vos hai parlat del nom,  <span class="linenum">460</span><br /></span>
+<span class="i0">razonar dezir del pronom,<br /></span>
+<span class="i0">e derrier del verb diray,<br /></span>
+<span class="i0">en aysi con mell sabray,<br /></span>
+<span class="i0">perque sapchas, amanz grazitz,<br /></span>
+<span class="i0">que en lo primier rech hom ditz  <span class="linenum">465</span><br /></span>
+<span class="i0">«aycel», aquel, e «el», «cel», «cest»,<br /></span>
+<span class="i0">«autre», «nos», «tos» e «aquest».<br /></span>
+<span class="i0">En los primier oblics s'adui<br /></span>
+<span class="i0">«luy», «celuy» e «cestui»;<br /></span>
+<span class="i0">enl rech plural ditz hom «il»  <span class="linenum">470</span><br /></span>
+<span class="i0">«aquil», «autre», «aquest» e «cill»;<br /></span>
+<span class="i0">enl oblics plurals ditz hom «els»,<br /></span>
+<span class="i0">«autres», «sos», «mos», «los» e «aquells»;<br /></span>
+<span class="i0">e tot aysi con «cel» declin<br /></span>
+<span class="i0">van tuyt li autre mascolin:  <span class="linenum">475</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «cel»; genetiu, «celui»; datio, «celui»: accusatio,
+«celui»; ablatio, «celui». Et pluraliter, «cel»; genetio,
+«cels»; datio, «cels»; acusatio «cels».</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Auzit havetz del mascolin,<br /></span>
+<span class="i0">araus diray del feminin<br /></span>
+<span class="i0">qu'el primier rech deu hom dir «il»,<br /></span>
+<span class="i0">«ma», «ta», «sa», «autra» e «cil»;<br /></span>
+<span class="i0">e tuyt li singular oblic  <span class="linenum">480</span><br /></span>
+<span class="i0">van en aysi com ieu vos dic:<br /></span>
+<span class="i0">«ma», «ta», «sa», «la», «cella», «cesta»,<br /></span>
+<span class="i0">«autra», «lei» e «aquesta»;<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240"></a>[240]</span><br /></span>
+<span class="i0">e en totz los plurals cas<br /></span>
+<span class="i0">van aysi com «mas», «tas», «las», «sas»,  <span class="linenum">485</span><br /></span>
+<span class="i0">encara «autras» e «cellas»,<br /></span>
+<span class="i0">«aquestas», «cestas» e «aquellas».<br /></span>
+<span class="i0">Enls singulars ditz hom «nostra»,<br /></span>
+<span class="i0">«sieua», «tieua» e «vostra»,<br /></span>
+<span class="i0">e en los plurals fay «sieuas»,  <span class="linenum">490</span><br /></span>
+<span class="i0">«nostras», «tieuas» e «mieuas»;<br /></span>
+<span class="i0">e per q'haiatz major membrança<br /></span>
+<span class="i0">ieu vos declin «il» ses duptansa:<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Nominatio, «il»; genetio, «il»; datio, «lei»; acusatio, «lei»;
+ablatio, «ab ley». Et pluraliter, «ellas»; genetio, «ellas»;
+datio, «ellas»; acusatio, «ellas»; vocatio, «ellas», etc.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Las autras d'aytal conven<br /></span>
+<span class="i0">paraulas vay eizamen.  <span class="linenum">495</span><br /></span>
+<span class="i0">Oymai dels averbis vuoill<br /></span>
+<span class="i0">ieu parlar, e jes no m'en tuoill,<br /></span>
+<span class="i0">que tals hi a q'hom deu en ver<br /></span>
+<span class="i0">dir breus e loncs, segons q'obs er,<br /></span>
+<span class="i0">aysi con «mays» e «may»,  <span class="linenum">500</span><br /></span>
+<span class="i0">e «aillor» e «allors» n'ay<br /></span>
+<span class="i0">e «finamen» e «finamenz»;<br /></span>
+<span class="i0">l'autre van eizamenz.<br /></span>
+<span class="i0">L'autra tota parladura<br /></span>
+<span class="i0">de l'averbi, gay' e pura,  <span class="linenum">505</span><br /></span>
+<span class="i0">e de la preposition,<br /></span>
+<span class="i0">e tota la conjuntsion<br /></span>
+<span class="i0">ab la interjession hi es.<br /></span>
+<span class="i0">Totz hom qui prims e savis es,<br /></span>
+<span class="i0">si ben l'esgar, ha obs que sia  <span class="linenum">510</span><br /></span>
+<span class="i0">d'un sol semblan tota via.<br /></span>
+<span class="i2">Oymay els parlar acurs<br /></span>
+<span class="i0">del verb, per que es fortz e oscurs,<br /></span>
+<span class="i0">vuoill que ma obra s'espanda<br /></span>
+<span class="i0">per haver larguessa granda,  <span class="linenum">515</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241"></a>[241]</span><br /></span>
+<span class="i0">so es de «trac», «tras» e «trai»,<br /></span>
+<span class="i0">«retrai», «retras» e «retrai»;<br /></span>
+<span class="i0">encara «crei» e «cre»,<br /></span>
+<span class="i0">«recrei», «recres» e «recre»,<br /></span>
+<span class="i0">«mescrei», «mescres» e «mescrei» i es;  <span class="linenum">520</span><br /></span>
+<span class="i0">encara «sui», «es» e «es»,<br /></span>
+<span class="i0">e los quals parlars han fallit<br /></span>
+<span class="i0">mant bon trobador e grazit,<br /></span>
+<span class="i0">per ço car son may salvatge<br /></span>
+<span class="i0">a cells qui no han lo lengatge  <span class="linenum">525</span><br /></span>
+<span class="i0">adrech del provensal parlar<br /></span>
+<span class="i0">q'alcun autre q'auga contar,<br /></span>
+<span class="i0">e per aquo en lo prezen<br /></span>
+<span class="i0">de l'indicatiu veramen<br /></span>
+<span class="i0">«trac» e «retrac» variaray:  <span class="linenum">530</span><br /></span>
+<span class="i0">«ieu trac», «tu tras», «aquell trai».<br /></span>
+<span class="i0">«Retrac» es de guizas aytals,<br /></span>
+<span class="i0">mas i fayllic <em>Peyre Vidals</em><br /></span>
+<span class="i0">en aquest xan qu'es tan plazenz<br /></span>
+<span class="i0">«Ges car estius es bells e genz»;  <span class="linenum">535</span><br /></span>
+<span class="i0">e dis:<br /></span>
+<span class="i3">«Per qu'eu hai dol esmai<br /></span>
+<span class="i0">tant que per pauc los huoilz non ‘tray’»,<br /></span>
+<span class="i0">quar ell la tersa persona<br /></span>
+<span class="i0">el luec de prima razona,<br /></span>
+<span class="i0">e en luec de «trai» degra dir «trac»,  <span class="linenum">540</span><br /></span>
+<span class="i0">mas <em>Peyre</em> d'ayso gach no hac.<br /></span>
+<span class="i0"><em>Bernatz de Ventador</em> valenç<br /></span>
+<span class="i0">dis, e fallic eizamenz,<br /></span>
+<span class="i0">en lo sieu chanz verai e fi<br /></span>
+<span class="i0">qui comensa e dis aysi:  <span class="linenum">545</span><br /></span>
+<span class="i0">«Qan ver la lauzeta mover;<br /></span>
+<span class="i0">d'aysos fay ben femna parer<br /></span>
+<span class="i0">ma domna, per q'eu li ‘retrai’».<br /></span>
+<span class="i0">Ma aquest es parlars malvay<br /></span>
+<span class="i0">qar tersa persona pauzet  <span class="linenum">550</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242"></a>[242]</span><br /></span>
+<span class="i0">en luec de prim' e razonec,<br /></span>
+<span class="i0">qar c'ell «retrac» hagues dich<br /></span>
+<span class="i0">nulls lh'agra jes contradich.<br /></span>
+<span class="i2">Ara dich aqi con vay «cre»:<br /></span>
+<span class="i0">«yeu crey», «tu cres», «aquell cre»,  <span class="linenum">555</span><br /></span>
+<span class="i0">«mescre» e «recre», aysi cor,<br /></span>
+<span class="i0">mas ditz <em>Bernatz de Ventador</em><br /></span>
+<span class="i0">may en cella sieua chanson:<br /></span>
+<span class="i0">«D'ayso quem destruy em confon<br /></span>
+<span class="i0">totas las autras en ‘mescre’».  <span class="linenum">560</span><br /></span>
+<span class="i0">Mas <em>Girautz de Borneyll</em>, qui be<br /></span>
+<span class="i0">passet totz los bons trovadors,<br /></span>
+<span class="i0">segon lo dich d'homes mellors,<br /></span>
+<span class="i0">fallich en la chanson, sai jeu,<br /></span>
+<span class="i0">q'aysi comensa: «Jen m'aten»,  <span class="linenum">565</span><br /></span>
+<span class="i0">e dis aysi con diray:<br /></span>
+<span class="i0">«Quem tray vas tal, ieu sai,<br /></span>
+<span class="i0">q'a la mia fe bem ‘cre’».<br /></span>
+<span class="i0">E ayso chascus savis ve.<br /></span>
+<span class="i0"><em>Folquetz de Marseyla</em> le fis  <span class="linenum">570</span><br /></span>
+<span class="i0">fallic en sa chanson e dis:<br /></span>
+<span class="i0">«Aysi bem play e m'es jen<br /></span>
+<span class="i0">d'amic qu'en joi 's'aten'».<br /></span>
+<span class="i0">D'aquest chan en la cobla quarta,<br /></span>
+<span class="i0">si con dic en cesta carta:  <span class="linenum">575</span><br /></span>
+<span class="i0">«E nom semblon be<br /></span>
+<span class="i0">qu'ieu sai e pens e 'cre'».<br /></span>
+<span class="i0">E en un autre sieu chantar<br /></span>
+<span class="i0">lo fez aquest «cre» pecar,<br /></span>
+<span class="i0">e dis aysi:  <span class="linenum">580</span><br /></span>
+<span class="i4">«sai e ‘cre’,<br /></span>
+<span class="i0">ques cuciet far de me».<br /></span>
+<span class="i0">Encar en un autre son chan<br /></span>
+<span class="i0">fallic si con doni semblan:<br /></span>
+<span class="i0">«Que l'us autre mal i ve,<br /></span>
+<span class="i0">mas tan say ieu e ‘cre’».  <span class="linenum">585</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243"></a>[243]</span><br /></span>
+<span class="i0">E le valenç <em>Peyre Vidals</em>,<br /></span>
+<span class="i0">qui fo trobayre molt cabals,<br /></span>
+<span class="i0">faillic en «cre» eizamen,<br /></span>
+<span class="i0">si con diray a prezen:<br /></span>
+<span class="i0">«E doncs poys tan l'am e la ‘cre’,  <span class="linenum">590</span><br /></span>
+<span class="i0">la no i dei trobar mala fe».<br /></span>
+<span class="i0">En <em>Rembautz</em> qui d'Orenga fo<br /></span>
+<span class="i0">fallic en la seua chanso<br /></span>
+<span class="i0">q'aysi comenca en vertat:<br /></span>
+<span class="i0">«Eysamen hay guerrejat»,  <span class="linenum">595</span><br /></span>
+<span class="i0">en ceylla cobla qui ditz ies:<br /></span>
+<span class="i0">«Domna, be say si merces<br /></span>
+<span class="i0">quar no puesc far tan ric don cous cove<br /></span>
+<span class="i0">d'amic qu'ieu am, e per tant non ‘recre’».<br /></span>
+<span class="i0">E en <em>Rembautz</em> faillic encara  <span class="linenum">600</span><br /></span>
+<span class="i0">en sa chanson, e qui l'esgara<br /></span>
+<span class="i0">la ditz hom: «Nuls e re nom faill»;<br /></span>
+<span class="i0">e dis:<br /></span>
+<span class="i3">«Tan sufri grieu trabaill<br /></span>
+<span class="i0">qu'ieu a pauc nom ‘recre’,<br /></span>
+<span class="i0">mas aysom fay gran be».  <span class="linenum">605</span><br /></span>
+<span class="i0">Tuyt aquest trobador valen<br /></span>
+<span class="i0">yeu dic q'an fallic malamen,<br /></span>
+<span class="i0">qar en loc de prim'an parlada<br /></span>
+<span class="i0">tersa person 'e razonada,<br /></span>
+<span class="i0">q'hom deu dir «crey» e «recrey»,  <span class="linenum">610</span><br /></span>
+<span class="i0">en prima persona «mescrei».<br /></span>
+<span class="i2">Ara dic ieu es ieu vuoill dir,<br /></span>
+<span class="i0">per que nuls i puesca fallir,<br /></span>
+<span class="i0">qar ja mant trobador plazen<br /></span>
+<span class="i0">y han fallit eizamen,  <span class="linenum">615</span><br /></span>
+<span class="i0">qar il no han fach esqiu<br /></span>
+<span class="i0">de dir el endicatiu<br /></span>
+<span class="i0">del temps prezen en plural car,<br /></span>
+<span class="i0">si con auzirez razonar,<br /></span>
+<span class="i0">«son» la tersa persona  <span class="linenum">620</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244"></a>[244]</span><br /></span>
+<span class="i0">e luec de prima, qis razona,<br /></span>
+<span class="i0">«suy» el endicatiu prezen;<br /></span>
+<span class="i0">mas <em>Folquetz</em> le bos, malamen<br /></span>
+<span class="i0">fallic enl chantar que retray,<br /></span>
+<span class="i0">e en aysi con vos dirai:  <span class="linenum">625</span><br /></span>
+<span class="i0">«True que m'esfortz de far una chanson<br /></span>
+<span class="i0">qui me resit d'aquest turmen on ‘son’».<br /></span>
+<span class="i0">En luec de «son», «sui» devia dir.<br /></span>
+<span class="i0">So sapcha chascus ses fallir,<br /></span>
+<span class="i0">q'hom lo deu variar ies:  <span class="linenum">630</span><br /></span>
+<span class="i0">«Ieu suy», «tu es», «aquell es»,<br /></span>
+<span class="i0">plural «nos em», «vos etz», «cill son».<br /></span>
+<span class="i0">Qar ell vay d'aytal razon.<br /></span>
+<span class="i2">Ar vuoil dir de «grazi»,<br /></span>
+<span class="i0">«sufri», «parti», «trahi», «noyri».  <span class="linenum">635</span><br /></span>
+<span class="i0">Aysi en la persona prima<br /></span>
+<span class="i0">la deu dir cell qui s'aprima<br /></span>
+<span class="i0">del preterit perfech singular,<br /></span>
+<span class="i0">en l'endicatiu parlar;<br /></span>
+<span class="i0">e ayceil qui no vol fallir  <span class="linenum">640</span><br /></span>
+<span class="i0">deu en tersa persona dir:<br /></span>
+<span class="i0">«Partic», «sufric», «feric», «trahic»,<br /></span>
+<span class="i0">«grazic», «muric», «vic» e «noyric»;<br /></span>
+<span class="i0">mas en <em>Folquetz</em>, trobayre fis,<br /></span>
+<span class="i0">y fallic en son chan e dis  <span class="linenum">645</span><br /></span>
+<span class="i0">en una cobl'ab tal comensame:<br /></span>
+<span class="i0">«On trobaretz may tan de bona fe<br /></span>
+<span class="i0">quant mai nulls hom se meteys no ‘trai’<br /></span>
+<span class="i0">son e sieu com ieu quis seru ‘trai’».<br /></span>
+<span class="i0">Mas «trahic» deuri' aver retrach  <span class="linenum">650</span><br /></span>
+<span class="i0">si el volgues haver ben fach.<br /></span>
+<span class="i0">E si alcun er demandatz<br /></span>
+<span class="i0">con pot anar aquest fatz<br /></span>
+<span class="i0">pois que la rima cor en «i»<br /></span>
+<span class="i0">que puesca anar en «ic» aysi,  <span class="linenum">655</span><br /></span>
+<span class="i0">adone le prims deu respondre<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245"></a>[245]</span><br /></span>
+<span class="i0">q'alcuns no deu confondre<br /></span>
+<span class="i0">del parlar la drecha via<br /></span>
+<span class="i0">per rima qui obs li sia,<br /></span>
+<span class="i0">mas ell si deu percassar  <span class="linenum">660</span><br /></span>
+<span class="i0">de tal paraula trobar<br /></span>
+<span class="i0">que la rima cora en «i»,<br /></span>
+<span class="i0">aysi con fay «parti», «sufri»,<br /></span>
+<span class="i0">e qui no sia biaissada<br /></span>
+<span class="i0">ni en nombre desacordada,  <span class="linenum">665</span><br /></span>
+<span class="i0">ni en persona ni en temps,<br /></span>
+<span class="i0">poys li er le dretz ademps.<br /></span>
+<span class="i2">Ben say q'hai gran ardimen dich<br /></span>
+<span class="i0">d'ayso q'aytan hai contradich<br /></span>
+<span class="i0">lo dich q'aytan bon trobador  <span class="linenum">670</span><br /></span>
+<span class="i0">han dich, mas li entendedor<br /></span>
+<span class="i0">d'ayso qu'ieu hai dich m'amaran,<br /></span>
+<span class="i0">q'aytals paraulas aysi van;<br /></span>
+<span class="i0">e qui volgues ben esgarar<br /></span>
+<span class="i0">en tot l'autre grazit chantar  <span class="linenum">675</span><br /></span>
+<span class="i0">d'aquest meteys trobadors,<br /></span>
+<span class="i0">si fos dels prims entendedrs,<br /></span>
+<span class="i0">certanament majors falsuras<br /></span>
+<span class="i0">y trobera ab drechuras.<br /></span>
+<span class="i0">Si aytal trobador grazit  <span class="linenum">680</span><br /></span>
+<span class="i0">en lo lur chantar han fallit,<br /></span>
+<span class="i0">chascus en lo sieu cor albir<br /></span>
+<span class="i0">so q'hom pogues dels malvatz dir.<br /></span>
+<span class="i2">L'autra del verb parladura<br /></span>
+<span class="i0">no poyria dir sens rancura,  <span class="linenum">685</span><br /></span>
+<span class="i0">ni ses grans afan e pena,<br /></span>
+<span class="i0">mas esgaratz con si mena<br /></span>
+<span class="i0">per los trobadors verays<br /></span>
+<span class="i0">en totz los lur chantars gays.<br /></span>
+<span class="i0">E si trobaretz alcun motz  <span class="linenum">690</span><br /></span>
+<span class="i0">qui per vos no s'entenda tot<br /></span>
+<span class="i0">ab tot lo vari entendimen,<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_246" id="Page_246"></a>[246]</span><br /></span>
+<span class="i0">y metatz lo cor e la men;<br /></span>
+<span class="i0">e si vos no havetz poder<br /></span>
+<span class="i0">d'entendre celuy e vezer,  <span class="linenum">695</span><br /></span>
+<span class="i0">ya nous dovetz vergoygnar<br /></span>
+<span class="i0">de los plus sabis demandar,<br /></span>
+<span class="i0">que asatz deu haver major<br /></span>
+<span class="i0">vergoygna cel qu'a dezhonor<br /></span>
+<span class="i0">y es de demandar s'atrai  <span class="linenum">700</span><br /></span>
+<span class="i0">que aicel qui demandan vai,<br /></span>
+<span class="i0">car nuls es qui sapcha tan<br /></span>
+<span class="i0">q'us autre no sapch' atrestan.<br /></span>
+<span class="i0">Doncs chascus en la sa obra<br /></span>
+<span class="i0">per aytal razon se cobra,  <span class="linenum">705</span><br /></span>
+<span class="i0">quar cert ben fora fortz cauza<br /></span>
+<span class="i0">q' us hom hagues en cor clauza<br /></span>
+<span class="i0">tota l'esciens'ab lo sen;<br /></span>
+<span class="i0">mas ben crei que no ha talen<br /></span>
+<span class="i0">d'apenre qui no demanda  <span class="linenum">710</span><br /></span>
+<span class="i0">totas cellas res a randa<br /></span>
+<span class="i0">las qals per se meteys no sab,<br /></span>
+<span class="i0">e qui d'ayso tem alqun gab,<br /></span>
+<span class="i0">quar nulls pot saber per se sol<br /></span>
+<span class="i0">totas las res q'ama ni voi.  <span class="linenum">715</span><br /></span>
+<span class="i2">Per ço qu'aiatz major menbransa<br /></span>
+<span class="i0">vos donarai aytal semblansa<br /></span>
+<span class="i0">del parlar qui en doas rimas cor,<br /></span>
+<span class="i0">si con l'an dich li trobador,<br /></span>
+<span class="i0">si con «leial», «chascun», «talan»,  <span class="linenum">720</span><br /></span>
+<span class="i0">«fin» e «chanson» e «vilan»;<br /></span>
+<span class="i0">e pot hom dir encara isi:<br /></span>
+<span class="i0">«Leiau», «tala», «villa» e «fi»,<br /></span>
+<span class="i0">«chanso», mas aquest parlar jes<br /></span>
+<span class="i0">con le primiers adretz no es.  <span class="linenum">725</span><br /></span>
+<span class="i2">Ara chascus entendeyre<br /></span>
+<span class="i0">cui es sabers valeyre<br /></span>
+<span class="i0">deu ben saber uimay<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_247" id="Page_247"></a>[247]</span><br /></span>
+<span class="i0">si con aquest parlar vay,<br /></span>
+<span class="i0">e con si deu aluoignar,  <span class="linenum">730</span><br /></span>
+<span class="i0">abreviar e variar;<br /></span>
+<span class="i0">e chascus qu'es fis trobayre<br /></span>
+<span class="i0">nol deu de sa rima estraire,<br /></span>
+<span class="i0">ni de la sa drecha via<br /></span>
+<span class="i0">per rima qui obs li sia.  <span class="linenum">735</span><br /></span>
+<span class="i0">E si ell comensa chanson,<br /></span>
+<span class="i0">deu continuar sa razon<br /></span>
+<span class="i0">en aysi com le comensa,<br /></span>
+<span class="i0">si ell no vol far fallensa;<br /></span>
+<span class="i0">car may mi play e agrada  <span class="linenum">740</span><br /></span>
+<span class="i0">razos ben continuada<br /></span>
+<span class="i0">que mot qan alcus los entresca<br /></span>
+<span class="i0">ab rimas e entrebesca;<br /></span>
+<span class="i0">e si en la tersa persona<br /></span>
+<span class="i0">le comence, la razona  <span class="linenum">745</span><br /></span>
+<span class="i0">tota d'aycella maniera<br /></span>
+<span class="i0">que le comensa e l'enquera;<br /></span>
+<span class="i0">e si enl prim' o en segonda,<br /></span>
+<span class="i0">doncha ops q'aisi responda,<br /></span>
+<span class="i0">e celui nombre q'el en ver  <span class="linenum">750</span><br /></span>
+<span class="i0">y comensa deu mantener.<br /></span>
+<span class="i0">E nulls per proensal diga<br /></span>
+<span class="i0">alcun mot frances, qar eniga<br /></span>
+<span class="i0">es aytal parladura dir<br /></span>
+<span class="i0">ab la proensal, ses mentir;  <span class="linenum">755</span><br /></span>
+<span class="i0">e a chascun verb son conduch<br /></span>
+<span class="i0">y don segon que l'ha construch<br /></span>
+<span class="i0">per los oblics e per los retz<br /></span>
+<span class="i0">si con enquier lo sieu dretz,<br /></span>
+<span class="i0">con s'estay en aluoygnamen,  <span class="linenum">760</span><br /></span>
+<span class="i0">encara en abreviamen.<br /></span>
+<span class="i0">Eu voil qe visi barbarism,<br /></span>
+<span class="i0">no y meyta ni solecism,<br /></span>
+<span class="i0">tot que mant trobador prezat<br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248"></a>[248]</span><br /></span>
+<span class="i0">y han en lur chantar pauzat,  <span class="linenum">765</span><br /></span>
+<span class="i0">mas per aqo s'en escuzon<br /></span>
+<span class="i0">qar qan alcus i fai lo son<br /></span>
+<span class="i0">chantan lo pot abreviar,<br /></span>
+<span class="i0">si con se tayn, e aluoygnar.<br /></span>
+<span class="i0">En vuoill qe en la scrichura  <span class="linenum">770</span><br /></span>
+<span class="i0">meta primamen sa cura.<br /></span>
+<span class="i0">Encara sia perceubutz<br /></span>
+<span class="i0">que meta los accens agutz<br /></span>
+<span class="i0">els greus si con s'esthai<br /></span>
+<span class="i0">en celui chantar qe fay,  <span class="linenum">775</span><br /></span>
+<span class="i0">en lonch chantar no se luoygn:<br /></span>
+<span class="i0">mas ieu ami que se poygn<br /></span>
+<span class="i0">de trobar razon tan gaya<br /></span>
+<span class="i0">e tan prima q'a totz playa.<br /></span>
+<span class="i2">Oymay chascus entendenz  <span class="linenum">780</span><br /></span>
+<span class="i0">deu saber verayamenz<br /></span>
+<span class="i0">qals es l'avinenz parlars<br /></span>
+<span class="i0">qu'es pro grazitz en chantars,<br /></span>
+<span class="i0">e si con lo deu retrar<br /></span>
+<span class="i0">le bos trobayre e menar  <span class="linenum">785</span><br /></span>
+<span class="i0">e si con se deu penre gach<br /></span>
+<span class="i0">enl trobar de celui empach<br /></span>
+<span class="i0">de cui hai dith e parlat<br /></span>
+<span class="i0">e mei q'ieu sai razonat.<br /></span>
+<span class="i0">E per ayso finiray  <span class="linenum">790</span><br /></span>
+<span class="i0">mon acort com mell sabray<br /></span>
+<span class="i0">en aysi con lo comensey,<br /></span>
+<span class="i0">qar, per cert, aysi far dey<br /></span>
+<span class="i0">si eu vuoill ies prezumir<br /></span>
+<span class="i0">de ben lo mieu lavor finir,  <span class="linenum">795</span><br /></span>
+<span class="i0">em torn vas lo seygnor Dieu<br /></span>
+<span class="i0">a lei d'ome de pecat grieu,<br /></span>
+<span class="i0">qar si diray o hay ren dicha<br /></span>
+<span class="i0">qui per luy sia contradicha,<br /></span>
+<span class="i0">lui prech qe m'en deja donar  <span class="linenum">800</span><br /></span>
+<span class="i0"><span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249"></a>[249]</span><br /></span>
+<span class="i0">lo sieu perdon e autrejar.<br /></span>
+<span class="i0">E sopley totz vos, aman,<br /></span>
+<span class="i0">que qan vos a mi don denan<br /></span>
+<span class="i0">seretz, dejatz clamar pro me,<br /></span>
+<span class="i0">qar ieu mi muer: Merce! merce!  <span class="linenum">805</span><br /></span>
+<span class="i0">e qar il mi donec conort<br /></span>
+<span class="i0">e gieygn de far aquest acord.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Acababa es la doctrina de cort provincial e de vera e
+rabonable locucio.</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251"></a>[251]</span></p>
+
+<h2><a name="NOTA_III" id="NOTA_III"></a>NOTA</h2>
+
+<p>Un'edizione critica dei rimatori che cantarono a Pisa nel secolo
+<span class="scp">XIII</span> sotto l'influsso guittoniano, non è stata finora tentata.
+Il lavoro, a dir vero, non era tale da invogliare; giacché, senza
+dire che le rime di quei rozzissimi poeti ci sono state tramandate
+in forma assai malsicura da pochissimi codici, e spessissimo dal
+solo Laurenziano-Rediano 9 (L), l'oscuritá regna siffattamente nei
+loro noiosi componimenti, che volere intender sempre il loro
+«dittato forte» è impresa disperata. Ciò valga a far perdonare
+le deficienze della presente edizione, la quale, senza alcuna pretensione
+di criticitá, vuol dare semplicemente un testo, quale lo
+stato odierno degli studi permette di esibire.</p>
+
+<p class="nota">I<br />
+<br />
+GALLO O GALLETTO</p>
+
+<p>Un <i>Gallus iudex Agnelli</i> notò il <span class="smcap">Gaspary</span> (<i>St. d. letter. ital.</i>,
+<span class="scp">I</span>, 423) fra gli ambasciatori pisani al concilio di Lione nel 1275
+(cfr. <span class="smcap">Muratori</span>, <i>RR. II. SS.</i>, <span class="scp">XXIV</span>, 682). In un documento pisano
+del 17 e 19 giugno 1282 sono ricordati la podesteria di Volterra
+di Gerardo d'Isacco pisano «<i>et iudicatus Galli Agnelli de Pisis</i>»
+(<i>Regestum Volaterranum</i> dello <span class="smcap">Schneider</span>, <i>Regesta chartarum
+Italiae</i>, p. 302, n. 896). E finalmente troviamo nel gennaio 1288
+una provvisione fatta «a <i>domino Gallo Angnelli</i>» e da altri anziani
+di Pisa (<span class="smcap">Bonaini</span>, <i>Statuti pisani</i>, <span class="scp">I</span>, 692). Si tratta forse del nostro
+rimatore.</p>
+
+<p>Riproduco per le due canzoni l'edizione del <span class="smcap">Monaci</span>, <i>Crestomazia
+dei primi secoli</i>, con lievi modifiche d'indole grafica. La
+canzone I è in L e in V (Vaticano 3793).
+<span class="pagenum"><a name="Page_252" id="Page_252"></a>[252]</span></p>
+
+<div class="blockquote"><p>Canzone I, v. 4: «s'inavanza». Correggo cosí il «s'avansa» di L, per
+la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 31: «Cicilía». L ha «seccelía». Seguo V, che ha la forma «Cicilía»,
+corrotta in L.</p>
+
+<p>v. 40: «aulía». Cosí in V: L ha «auliva».</p>
+
+<p>Canzone II, v. 7: «com'este». Cosí in V: L ha «como ad esser».</p>
+
+<p>v. 26: «roma». Cosí credo debba leggersi l'«aroma» di V: L ha al
+v. 26 «ruma», come al v. 29 «a Ruma». Ma è assai difficile capire che
+cosa abbia voluto dire il p. con la parola «roma», suggeritagli probabilmente
+dalla rima: forse «romana»?</p>
+
+<p>v. 39: «e saglie». V «salsi»: ricavo la forma da me adottata da L
+che pure ha «saglisce».</p>
+
+<p>v. 60: «ch'a ciascun». Cosí in V: L «che ciascun».</p></div>
+
+<p class="nota">II<br />
+<br />
+LEONARDO DEL GUALLACCA</p>
+
+<p>Diresse il suo serventese a Gallo, servendosi dello stesso
+schema metrico usato dal suo amico e delle stesse rime.</p>
+
+<p>Anche per questa poesia (che è in L e in V) riproduco la
+cit. ediz. del <span class="smcap">Monaci</span>, correggendola in qualche parte.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>v. 1: «lasso». V «a nasso»; ma va conservato «lasso» di L, perché
+è anche nel v. 1 della canzone di Gallo.</p>
+
+<p>v. 4: «l'asso». È noto che nel giuoco della zara o dei dadi si faceva
+un tiro infelice, quando si gettava l'asso.</p>
+
+<p>v. 9: «Daviso». Sta per «David» per tirannia della rima. Il ricordo
+di Salomone, e soprattutto il v. 10: «lo profeta piagente», fanno congetturare
+che qui si debba intendere il «daviso» di L e V per «Daviso».</p>
+
+<p>v. 35: «né 'n versi». Cosí in V: L non ha l'«'n», dopo il «né».</p>
+
+<p>v. 37: «in fallo». V ha «ispallo» e L «isfallo»; ma credo che sia indispensabile
+la mia correzione. Il p. vuol dire: Chi s'innamora senza essere
+riamato («in fallo», «a vuoto»), ho udito dai saggi che si trova assai male.</p>
+
+<p>v. 40: «rifallo». Cosí in L: V ha «a rio fallo». Forse vuol dire che
+l'esperienza del male rifá chi ha buon senso?</p>
+
+<p>v. 43: «chi quivi serra». Cosí in L: V «chi vi serra».</p>
+
+<p>v. 44: «chi saglie». Cosí in L: V «s'elgli».</p>
+
+<p>v. 54: «ne dan d'amor». Congetturo che, pel senso, cosí si debba
+leggere, e non «vedran da lor lo saggio», com'è in L, o «vedran d'Amor
+lo sagio», com'è in V.
+<span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253"></a>[253]</span></p>
+
+<p>v. 60: «Non crea a vista né ad atto». V ed L hanno «né a matto»;
+ma l'assai facile correzione è suggerita dal senso.</p>
+
+<p>v. 72: «abocco». Cosí in V: L ha «attoccho».</p></div>
+
+<p class="nota">III<br />
+<br />
+PANUCCIO DEL BAGNO</p>
+
+<p>Non fu egli dei Bagni di San Giuliano presso Pisa, come qualcuno
+ha creduto; ma d'una famiglia Del Bagno di Pisa. Infatti
+trovo che Rainerius de Balneo pel novembre e il decembre
+del 1297 è anziano a Pisa (v., nella <i>Chronica antiqua conventus
+Sanctae Catharinae de Pisis</i>, ed. da <span class="smcap">F. Bonaini</span>, nell'<i>Arch. stor.
+ital.</i>, 1ª serie, t. <span class="scp">VI</span>, il <i>Breve vetus seu Chronica antianorum
+civitatis Pisarum ab an. Dominicae Incarnationis MCCLXXXIX ad
+an. MCCCCIX</i>). Pei mesi di novembre e dicembre del 1305 è
+fra gli anziani Puccius de Balneo (ivi).</p>
+
+<p>In una sua canzone politica, «La dolorosa noia», si lamenta
+di certuni, «non saggi, alpestri», degni del capestro, che lo
+costringevano a stare dove non avrebbe voluto, in loro soggezione.
+Costoro avevan tolto dal governo «i valorosi e degni e
+buon rettori» e avevan tratte in loro potere tutte le cose del
+Comune, avevan conculcato ogni sentimento di giustizia «e perdute
+castella e piano in guerra». Si allude sicuramente alla cessione
+di castelli e di parte del piano di Pisa, che fu fatta dal
+conte Ugolino della Gherardesca e dagli uomini di sua parte
+dopo l'infelice battaglia della Meloria. Non mi pare vi sia alcun
+dubbio che in questa canzone Panuccio si lamenti della signoria
+ghibellina, che il conte Ugolino della Gherardesca impose a Pisa
+nel 1285.</p>
+
+<p>Guittoniano puro, Panuccio è, tra i rimatori pisani, il piú oscuro
+e il piú artificioso: la sua poesia è tutta infarcita di forme e di
+reminiscenze provenzali.</p>
+
+<p>Le sue rime sono quasi tutte soltanto nel Laurenziano-Rediano 9
+(L), pochissime anche nel Vaticano 3793 (V). Sicuramente non
+appartengono a lui alcune canzoni: «Quant'aggio ingegno e forza
+in veritade» e «Chiar' ha 'n sé valore», «Lasso taupino, in che
+punto crudele», e il sonetto «Quando valore e senno d'om' si
+<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254"></a>[254]</span>
+mostra» che il <span class="smcap">Valeriani</span> (<i>Poeti del primo secolo</i>, 1) gli assegnò:
+L li dá anonimi.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Canzone I, v. 4 «e stat'», ecc: Intendi: il «vostr'altèro plagimento e la
+gran conoscenza e la valenza» hanno preso tale stato altèro e perfezione,
+che, ecc.</p>
+
+<p>v. 15: «vui». L ha «lui»: sostituisco «vui», voluto dal senso e riferito
+a «donna».</p>
+
+<p>v. 25: «so'». L ha «fo», che non darebbe senso alcuno, né inteso per
+«faccio» né per «fu»; ma mi pare il senso corra, se si sostituisca
+«so'» = «sono». Intendi: Non sarei («fôr'» = fôra = sarei) amato,
+quanto son degno di essere.</p>
+
+<p>v. 32: «diven'». Intendo «divengo» e spiego: E come io, o donna,
+veramente divengo degno d'essere amato...</p>
+
+<p>v. 38: «del». L ha «dal».</p>
+
+<p>v. 40: «altèr». L ha «altero», che non può stare per la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 42: «a voi». L ha «di voi», evidentemente errato.</p>
+
+<p>Canzone II. Stampo questa canzone secondo l'ottima edizione che ne
+ha data <span class="smcap">Leandro Biadene</span>, <i>Canzone d'amore di un antico rimatore
+pisano</i>, Pisa, Mariotti, 1904, per nozze D'Ancona-Cardoso.</p>
+
+<p>v. 67: «di cosa». Il <span class="smcap">Valeriani</span> mantiene «di cosa», e arzigogola intorno
+alla forma provenzale «<i>de re</i>» e a quella francese «<i>de rien</i>»; ma
+chi mai ha usato questa forma in tal significato? Il <span class="smcap">Biadene</span>, p. 16, che
+ha ben capito il passo, costruisce: «Né mai meo cor non tenne cura di
+cosa che sol di servir lei», e spiega: «Manifestamente 'di cosa che' vuol
+dire 'di altra cosa che', oppure 'di cosa alcuna tranne che'».</p>
+
+<p>Canzone III, v. 18. Questo verso è certo lacunoso, perché dovrebbe
+essere endecasillabo: anche il v. 19 manca di due sillabe.</p>
+
+<p>v. 25: «e 'n ciò che m'era». L ha «eccio».</p>
+
+<p>v. 38: «grev'è a». L ha «grev'a».</p>
+
+<p>v. 48: Il verso è evidentemente guasto in L: «in me pro scende».
+Arrischio la mia correzione come semplice congettura.</p>
+
+<p>v. 50: «gravoso... languir». L ha «gravozi». Per la misura del verso
+tolgo l'«e» a «languire», com'è in L.</p>
+
+<p>v. 69: «in cor». L ha «il cor». Intendo: E la morte, che m'assegna,
+mi sarebbe vita, perché sarebbero finite le pene nel mio cuore.</p>
+
+<p>Canzone IV, v. 45: «grav'è. Sembro». Cosí correggo L, che ha «sembra»,
+e intendo: Tal cagione mi dá ria pena, che è fuor di misura grave.
+Cosí pensieroso sembro aver vita...</p>
+
+<p>v. 50: «e piú mi». L ha «piú enmi».</p>
+
+<p>v. 51: «lo spirto». L ha «spirito», che non posso accettare per la
+misura del verso.</p>
+
+<p>v. 52: «e qual piú pregiudicio». L ha «e qual piú progiudicio».</p>
+
+<p>v. 64: «pena». L ha «pene».
+<span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255"></a>[255]</span></p>
+
+<p>v. 67: «dipartire». Per la misura del verso correggo L, che ha «partire».</p>
+
+<p>v. 70. Vuoi dire che conoscere il male («cernendo») e perseverare
+in esso è fallo molto maggiore che essere nel male, cioè fallire, non conoscendolo.</p>
+
+<p>Canzone V, v. 10: «natora». L ha «di natura»: il «di» probabilmente
+fu aggiunto per errore, a causa del «di», che è avanti a «servire».</p>
+
+<p>v. 22: «per lo piacere». L ha «per lor piacere»: ma non saprei a
+che cosa riferire quel «loro». Intendi: Ed attendendone in parte diletto,
+il quale io immaginai per il piacere che ne provavo.</p>
+
+<p>vv. 31-35. Passo assai oscuro. Pare voglia dire: Per qualche ora parve
+che mostrasse verso di me che le («i») gradisse la gioia con cui io le
+servivo.</p>
+
+<p>v. 34: «di ciò sorrise». L ha «di ciò sormize». Correggo, intendendo:
+Di ciò, cioè della mia gioia in servirla, sorrise con gran benignità. Questo
+benigno sorriso era la dimostrazione che ella faceva «per sembianza».</p>
+
+<p>v. 35: «mea vista». L ha «me vista».</p>
+
+<p>v. 38: «poi». L ha «per».</p>
+
+<p>v. 42: «'n morte». L ha «e morte»: la correzione mi è suggerita dal
+principio della strofa seguente: «Regnando in morte».</p>
+
+<p>v. 50: «m'ha sí». Correggo L, che ha «usima».</p>
+
+<p>v. 68: «com'al foco cero». L ha «col mal foco cero».</p>
+
+<p>v. 69: «ispero». Intendi: Né alcuna cosa spero mi possa risanare,
+finché ella mi disdegna.</p>
+
+<p>v. 70: «disdegnand'». L ha «desdignand'».</p>
+
+<p>v. 77: «ma perciò». Il senso, a dir vero, richiederebbe «e perciò».
+Che si debba leggere proprio cosí?</p>
+
+<p>Canzone VI, v. 6: «guerrero». Lo schema metrico delle strofe richiedeva
+qui una rima in «ore». Deve forse leggersi «guerrore» per «guerrero»?
+Può essere che il copista, trovando questa forma «guerrore» necessaria
+per la rima, l'abbia voluta correggere in «guerrero». Oppure il
+poeta s'è contentato d'una specie di consonanza?</p>
+
+<p>v. 9: «quando». L ha «quanto».</p>
+
+<p>v. 30: «senza mora». L ha «senza monora». Intendo: Ma ora che
+mi sono dipartito da lui, mi ricordo di tutto e ricordo quanto contrastai
+con lui («quanto ontai di lui») senza posa.</p>
+
+<p>v. 38: «viveva dimorando». L ha «dimorava dimorando».</p>
+
+<p>v. 59: «d'ella». L ha «ad ella». Intendo: Ahi! penso («aviso») che
+forte è il dolore, ove perda soltanto un poco di essa cosa».</p>
+
+<p>vv. 76-79. Passo assai oscuro e difficile. Parmi si possa cosí intendere:
+Quando il suo sentire operava in me, penso («diviso») che ogni piacere
+languisse, quando io sentiva dolore senza che ne venisse a lei alcun male
+(«diviso d'ognunque suo male»). Credo che forse, invece di «desentir»,
+si debba leggere «resentir».
+<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256"></a>[256]</span></p>
+
+<p>v. 80: «e dammi noia». L ha «e dammi gioia»; ma il senso
+è, mi pare: E mi dá dispiacere in ciò in cui credo invece d'aver
+piacere.</p>
+
+<p>vv. 82-85. Pare voglia dire: Desidero («desio») potere quello che ero
+costretto a desiderare solo da ultimo («a disiar infinale») e ben diverso da
+quello che non poteva mai effettuarsi.</p>
+
+<p>v. 93: «ch'e' fui». L ha «che 'n fui».</p>
+
+<p>Canzone VII, v. 13: «e non solo dimor'». Cosí in L. Il <span class="smcap">Valeriani</span>
+guasta il senso, per avere la misura del verso, e legge «dimorar»; laddove
+bastava leggere «solo» invece di «sol» com'è in L, perché il verso
+tornasse.
+v. 19: «venisse, u' sosten». Il <span class="smcap">Valeriani</span> stampa «'ve Pisa sosten
+regno», ma non vedo che ci sia ragione di allontanarsi da L, che ha come
+noi stampiamo. Intendo: E mi meraviglio che Dio sostenne (tollerò) che
+ciò avvenisse in un paese ov'egli sostien regno (in paese di cristiani),
+poiché essi hanno messo in «disguiglio» il comune.</p>
+
+<p>v. 20: «disguiglio». L ha «disviglio», che si corregge facilmente, se
+si pensa alla «disguiglianza» del verso seguente.</p>
+
+<p>v. 33: «ora l'hanno». Correggo, per la misura del verso, L, che ha
+«or l'an».</p>
+
+<p>v. 40: «piano». L ha «e periano». Accetto la correzione giá fatta
+dal <span class="smcap">Valeriani</span>.</p>
+
+<p>v. 42: «e che 'n vero». L ha «e che ver».</p>
+
+<p>v. 53. Aggiungo un «è», che non è in L, ma che è indispensabile
+pel senso.</p>
+
+<p>v. 55. L ha «ladron» e «mercanti».</p>
+
+<p>v. 59. Intendi: E pare che dei detti signori adagi a ciascuno, cioè
+pare che tutti ne siano contenti.</p>
+
+<p>v. 75: «sian lor piace». Intendo: E le terre che son tante perdute,
+non giá l'hanno volute difendere, ma piace loro che siano perdute. Il
+<span class="smcap">Valeriani</span> invece legge: «Ma perdute difender si han, l'or piace», e non
+so quale senso da ciò potesse ricavare.</p>
+
+<p>v. 76. Intendo: E, quando è loro vietato far ciò, allora fanno pace
+solo per far del male agli uomini di parte avversa.</p>
+
+<p>v. 79: «procederà». L ha «procedrà».</p>
+
+<p>v. 91: «smodata». L ha «smondata».</p>
+
+<p>v. 108: «ed ho di gravosa doglienza». Accetto la correzione del <span class="smcap">Valeriani</span>:
+L ha «ed di gravoza dogliensa».</p>
+
+<p>Canzone VIII, v. 21: «diviso». Il <span class="smcap">Valeriani</span> stampa «divis' è da ciò»,
+e veramente L ha «divize da ciò»; ma, leggendo «diviso», il senso è
+chiaro: Ma penso («diviso») ben diversamente da ciò.</p>
+
+<p>v. 37: «ch'era». Aggiungo «ch'», sebbene non sia in L, pel senso.</p>
+
+<p>v. 41. Il <span class="smcap">Valeriani</span> ha tralasciato questo verso.</p>
+
+<p>v. 55: «fero». L ha «fera».
+<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257"></a>[257]</span></p>
+
+<p>v. 70: «falso». Pel senso, congetturo che cosí si debba leggere, sebbene
+L abbia «valco».</p>
+
+<p>v. 83: «'ncontra». L ha «contra». Il <span class="smcap">Valeriani</span> non ha affatto inteso
+questo passo: malamente separa le parole di L, e legge «medico» invece
+di «me dico», e l'«enme» di L intende «emmi», «mi è». Cosí come lo
+stampo, mi pare che il passo dia un senso assai chiaro: Io dico («me
+dico») che somiglia a un pazzo sperimentato chi segue il suo danno ed
+ha contrario il bene: in me accade («'ncontra») quel che ho contato sopra.</p>
+
+<p>v. 85: «allor». L ha «lor».</p>
+
+<p>v. 92: «el mio tormento». L ha «en mia tormento».</p>
+
+<p>Canzone IX. È soltanto nel Vaticano 3793 (V). Ho creduto però, anche
+per questa canzone, di seguire le forme grafiche di L, che piú si
+attengono all'uso del volgare pisano del secolo XIII.</p>
+
+<p>v. 6: «lento». V «lente».</p>
+
+<p>v. 7: «feci». V «fea».</p>
+
+<p>v. 18: «ch'ove ho trovato». V ha «ch'aveo trovato». Il «trovato
+ho» del verso seguente suggerisce la correzione da me adottata.</p>
+
+<p>v. 32: «parimento». V ha «parimente»; ma è facile la correzione,
+perché questa parola deve rimare con «conoscimento».</p>
+
+<p>v. 38: «con seco om bene». Mi attengo a V, che ha «con seco
+hom bene», e correggo la lezione errata data dall'ediz. <span class="smcap">D'Ancona</span> e <span class="smcap">Comparetti</span>:
+«con se combene». Intendo cosí il passo: «Voglienza d'amore»
+in altrui consiste in volere uomo goder bene con seco (con la donna
+amata): invece in me consiste in «fare lo mio piagere nel suo».</p>
+
+<p>v. 40: «di fare». Cosí, certamente, e non «disfare», com'è in V.</p>
+
+<p>v. 52: «a l'ofuscato». Cosí correggo V, che ha «a lo fustato».</p>
+
+<p>vv. 59-62. Interpungo e stampo diversamente dal <span class="smcap">D'Ancona</span> e <span class="smcap">Comparetti</span>,
+prima di tutto perché cosí si dá ad «ella» e a «mei» (me) il
+verbo «ha», che altrimenti mancherebbe; e poi torna meglio l'ordine
+grammaticale nel v. 61, che in V non dá senso alcuno: «c'acciò ch'eo
+son commosso». Intendo cosí: Vero è che ella non me (perché ha piú
+potenza di me) ha ciò per cui io sono commosso, ove ella è (V ha «eran»
+di facile correzione) sempre nella sua grande virtú.</p>
+
+<p>v. 73: «vòl». Veramente V ha «sol»; ma il senso richiede questa
+correzione.</p>
+
+<p>Canzone X. È soltanto in L, ed ivi è detta «rintronico», parola che pare
+sia una corruzione italiana della parola provenzale «<i>retroencha</i>», con la
+quale si voleva indicare piú la musica che la forma metrica del componimento.</p>
+
+<p>v. 4: «infirma». L «infima». Intendi: Chi s'inferma gravemente,
+deve fare cherenza di medicina «ponderosa». Forse si dovrá leggere
+«poderosa», assai piú comune nell'antica poesia; tanto piú che il v. 6,
+«e non cui falla punto potimento», ci fa credere che il p. volesse dire «poderosa»
+e non «ponderosa». Tuttavia non ho voluto allontanarmi da L,
+che ha «ponderosa».
+<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258"></a>[258]</span></p>
+
+<p>v. 11: «stolti». L ha «colti», che non dá senso. Intendo: Stolti coloro
+che aspettano a guarire del male d'amore: è difficile guarirlo, quand'esso
+è violentissimo.</p>
+
+<p>v. 27: «l'omo». Non è in L; ma congetturo che possa mancare il soggetto
+del verbo «dea» del verso seguente, poiché il primo verso d'ogni
+strofa deve essere un endecasillabo, e questo, come è in L, mancherebbe
+di due sillabe: «Però en cui è poderosa».</p>
+
+<p>v. 39: «eccellenza». L «eccilensa».</p>
+
+<p>v. 40: «vertudiosa». L «verturioza».</p>
+
+<p>v. 42: «a farne». Aggiungo un «a», che non è in L, ma che mi pare
+necessario.</p>
+
+<p>v. 49: «vizi». L «visu». Penso che voglia dire: Credo che sia proprio
+dell'avversitá purgare, vincere e conculcare i vizi di ciascuno che stia
+pronto a volere, ché «l'avversitá» gli sarebbe di danno senza altro
+frutto, e ciò è pazienza che dá virtú a colui che sa pazientare.</p>
+
+<p>v. 69: «Aver ch'è». L «averi den». Cosí correggo, intendendo:
+Dunque è buon provvedimento voler seguitare con fede e speranza
+(«spera») e avere retto sperare in lui, che è quello che quotidianamente
+crea rimedi che non mai animo potrebbe escogitare eguali.</p>
+
+<p>Canzone XI. È in L. Il p. parla oscuramente, in «dittato chiuso».</p>
+
+<p>v. 4: «è alcun». Veramente L ha «c'alcun»; ma il senso è: Non è
+alcun uomo sotto il cielo con potenza di tal virtú.</p>
+
+<p>v. 18: «che». L «o».</p>
+
+<p>v. 31: «e». L «so».</p>
+
+<p>v. 38: «conobbe». L «connove».</p>
+
+<p>v. 55 e sgg. Gli ultimi versi di questa canzone sono un vero indovinello.
+Pare voglia dire: Ma se tale, che m'ha condotto a questo punto,
+volesse che giá avvenisse cosí, e se sapesse farmi avvenir ciò, divido
+(«parto») il nome di lui, togliendone quella parte che gli sta innanzi, cioè
+separo «Corso» da Bonaccorso. Ma chi è mai questo Corso, col nome del
+quale si chiude la canzone?</p>
+
+<p>v. 64: «me' so». Cosí separo «messo» di L e intendo: E so che
+è meglio a non dire a ciascuno il mio corso, perché non lo sappia Corso.</p>
+
+<p>Canzone XII. È soltanto in L, ove è detta «quivica», «equivoca».
+Per capire qualcosa in questa oscura poesia, mi sono allontanato in parecchi
+punti dal testo datone dal <span class="smcap">Valeriani</span>.</p>
+
+<p>v. 6: «n'ho capra». Cioè non ho che cappia, capisca, entri: nello stesso
+significato è usata questa parola nel sonetto di <span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">XVIII</span>, 4.</p>
+
+<p>v. 22: «nell'affannarmi». L «nell'affaimarmi».</p>
+
+<p>v. 26-7: «l'autre donne». L «l'autre e donne». Ma che cosa vuol dire?
+Forse si allude con «petra» al nome di madonna o al luogo dove ella era?</p>
+
+<p>v. 41: Verso assai difficile ad intendersi. Vuol forse dire: Ed io ho nel
+suo cuore grande virtú?</p>
+
+<p>v. 58: «si m'è». L «sí mi».
+<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259"></a>[259]</span></p>
+
+<p>v. 63: «vidivi». L «visivi».</p>
+
+<p>v. 68: «ha' mò». L veramente ha «homo»; ma è certo che qui vuoi
+dire che un uomo potrebbe domandargli: — Perché hai ora parlato, se anche
+voi in ciò pensate saggiamente? — Questo «voi» accenna forse alla
+persona cui è diretta la canzone?</p>
+
+<p>Sonetto XIII, vv. 1-2. Il <span class="smcap">Valeriani</span> scioglie «sente» di L in «sent'e'»
+(sento eo), e a «pura la mia mente», com'è in L, aggiunge un «a» dopo
+«pura». Credo che abbia ragione.</p>
+
+<p>v. 6: «vii». Cosí correggo L, che ha «luil».</p>
+
+<p>vv. 9-10. Come si vede, mi allontano affatto dal senso e quindi dall'interpunzione
+del <span class="smcap">Valeriani</span> e intendo: Ed io dolente, quale è il mio
+operare? Si vede manifesto anche nel mio fallare.</p>
+
+<p>Sonetto XIV. È in L. Anche per questo sonetto non ho tenuto alcun
+conto dell'errata lezione data dal <span class="smcap">Valeriani</span>, il quale interpunge in modo
+da mostrare di aver malamente inteso il senso. Il quale per me è questo:
+Se colui che regna ed è signore fosse sicuro della sua signoria, ciò, a
+mio credere, sarebbe ragione per la quale un uomo, che è basso, non
+avrebbe mai speranza di salire in altezza, ma d'aver miseria.</p>
+
+<p>v. 10: «volgendo». L ha «voglendo», erroneamente conservato dal
+<span class="smcap">Valeriani</span>.</p>
+
+<p>v. 17: «far». L «fa»; ma deve dipendere da «vesi», vedesi.</p>
+
+<p>v. 18: «non cre'». L ha «non credo»; ma questa forma non può essere
+conservata per la misura del verso.</p>
+
+<p>Sonetto XV. È in L.</p>
+
+<p>Sonetto XVI. È in L.</p>
+
+<p>v. 3: «sono». L ha «son», a cui aggiungo una sillaba per la misura
+del verso.</p>
+
+<p>v. 11: «Postra». Cosí dice L; ma deve intendersi che questa strana
+forma sia stata adoperata per necessità di rima in luogo di «poscia».</p>
+
+<p>v. 14: «terso». Si osservi che nel dialetto pisano si usava spesso «s»
+invece di «z», quindi sta per «terzo». Qui ed altrove, lo dico una volta
+per sempre, mantengo questa forma ortografica dell'antico dialetto pisano,
+per la rima. S'intende che, negli altri casi, mi attengo alle norme di questa
+collezione.</p>
+
+<p>Sonetto XVII. È in L.</p>
+
+<p>v. 10: «sé 'n tempo». Aggiungo questo «'n», che non è in L.</p>
+
+<p>v. 16: «vallo». L «valle».</p>
+
+<p>v. 18: Questo verso è aggiunto nel margine di L da mano piuttosto
+antica.</p>
+
+<p>Sonetto XVIII. È in L.</p>
+
+<p>v. 16: «chi non è ad esso». Veramente L ha «chi non già 'l meno
+sottoposto»; ma che cosa mai significherebbero queste parole? Congetturo
+che «ad esso» si possa sostituire a «meno», riferendo «esso» ad Amore, e
+si debba togliere «già», che guasta la misura del verso e non è necessario
+<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260"></a>[260]</span>
+pel senso. Interpetro dunque: Perché chi non è sottoposto ad Amore può
+venire tosto a perfezione di bene.</p>
+
+<p>v. 17: «di ben a perfezion». L «di bea perfession».</p>
+
+<p>Sonetto XIX. È in L.</p>
+
+<p>v. 11: «avverso». L «abbersa». Intendo tutta la strofe cosí: Ché non
+solo donna né uomo («converso») abbia core stanco di pensare e fare ciò
+per cui è perduto il bene, sicché ogni uomo leale può dire: — Non abbranco
+virtú, anzi il contrario («il male») — ...</p>
+
+<p>Sonetto XX. È soltanto in V.</p>
+
+<p>v. 11: «me tenuto tuo». Cosí deve correggersi V, che ha «me tenuto
+in suo agio il parere». Il senso allora è chiaro: E aggio tenuto me in tuo
+parere, cioè ho seguito la tua volontà.</p>
+
+<p>v. 12: «cosa». L «certa», che non darebbe alcun senso.</p>
+
+<p>Sonetto XXI. Anch'esso in V. È, come dicevano gli antichi, un «sonetto
+equivoco repetito», cioè ha le rime con le stesse voci (perciò «equivoco»);
+ma con significato diverso e ripetute al principio de' versi (perciò
+«repetito»). È difficilissimo ad intendersi.</p>
+
+<p>Il ms. veramente lo reca in questa forma:</p>
+
+<table class="son" summary="Sonetto">
+<tr>
+<td style="width: 10%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 5%"> </td>
+<td style="width: 4%"> </td>
+<td style="width: 4%"> </td>
+<td style="width: 4%"> </td>
+<td style="width: 4%"> </td>
+<td style="width: 4%"> </td>
+<td style="width: 15%"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4">Amor sa il mio volere miso di</td>
+<td colspan="4"> </td>
+<td colspan="5">non falla giammai non</td>
+<td colspan="5"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="5"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="4"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="5"> </td>
+<td colspan="2" class="cent">sovra</td>
+<td colspan="7"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="3"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="7"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="2"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4">Che sua virtú da me sia punto</td>
+<td colspan="4"> </td>
+<td colspan="5">sí forte lo parere</td>
+<td colspan="3"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="17"> </td>
+<td>divizo</td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4">E l'alma avinta ognora se posoo</td>
+<td colspan="4"> </td>
+<td colspan="5">e da me non mai punto e</td>
+<td colspan="3"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="7"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="2"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="5"> </td>
+<td colspan="2" class="cent">sovro</td>
+<td colspan="7"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="3"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="5"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="4"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4">tucco non com elli e tanto</td>
+<td colspan="4"> </td>
+<td colspan="5">da me astenne saetta</td>
+<td colspan="5"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="18"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4">Et quella amore in me che tanta</td>
+<td colspan="4"> </td>
+<td colspan="5">ed onne virtú non sol di</td>
+<td colspan="5"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="5"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="4"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="5"> </td>
+<td colspan="2" class="cent">porto</td>
+<td colspan="7"> </td>
+<td colspan="2">parte</td>
+<td colspan="2"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="5"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="4"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="4">in che pensando benenenza</td>
+<td colspan="4"> </td>
+<td colspan="5">sentir di lei me donne</td>
+<td colspan="5"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="18"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="3"> </td>
+<td colspan="6" class="cent">da cui non mai lei tanto</td>
+<td colspan="9"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="6"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="8"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="10"> </td>
+<td colspan="2">regna</td>
+<td colspan="6"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="2"> </td>
+<td class="line">\</td>
+<td colspan="6"> </td>
+<td class="line">/</td>
+<td colspan="8"> </td>
+</tr>
+<tr>
+<td colspan="3"> </td>
+<td colspan="6" class="cent">di ben di sé vero in cui</td>
+<td colspan="9"> </td>
+</tr>
+</table>
+
+<p>Sonetto XXII. È soltanto in V.</p>
+
+<p>v. 10: «corro». V «curo».</p></div>
+
+<p class="nota">IV<br />
+<br />
+BETTO METTEFUOCO</p>
+
+<p>Ben poco sappiamo di questo rimatore, e nulla possiamo ricavare
+dall'unica poesia che ci ha lasciata. Una famiglia di questo nome
+era in Pisa sui primi del secolo <span class="scp">XIV</span>, ed ebbe qualche potenza, perché
+un Bindo Mettefuoco è notaro degli anziani pel gennaio e il
+febbraio del 1303 (v. nella cit. <i>Chronica antiqua conventus Sanctae
+Catharinae de Pisis</i>).
+<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261"></a>[261]</span></p>
+
+<p>Fortunatamente questa canzone è assai meno oscura e artificiosa
+di quelle di Panuccio, e quindi riesce piú facile darne
+un'edizione soddisfacente.</p>
+
+<p>È in L e in V; ma nel primo è mutila (non ve ne sono che
+tre strofe): la terza strofa è invece la seconda in V.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>v. 13: «'nde temo». V ha «ne dotto», che pare in parte correzione di L.</p>
+
+<p>v. 14: «e paur'». V ha «che paura». Troppi «che» si susseguono;
+mi pare quindi preferibile la lezione di L.</p>
+
+<p>v. 15: «no le». Cosí V: L ha «a lei non».</p>
+
+<p>v. 17: «Se vo' vegno, e non veggo». L ha «se vo veggio non vegho»,
+ove evidentemente è errato quel «veggio»; V «s'eo vengno e non
+vegio». Prendo da V «vegno», correggendo per tal modo l'errore manifesto
+di L.</p>
+
+<p>v. 18: «sprendiente». Cosí L: V ha «splendiente». Preferisco la forma
+data da L, perché piú corrispondente all'uso antico pisano.</p>
+
+<p>vv. 19-20: «sguardi... parli». Cosí L, laddove V ha «sguarda» e
+«parla». Il senso e la grammatica richiedono che qui ci sia il congiuntivo:
+Se io vengo da voi, e non vedo che il vostro splendente viso guardi
+con pietà e parli con dolcezza.... L'incompiutezza della canzone in L
+non detrae totalmente, a me pare, alla grande autorevolezza del codice.</p>
+
+<p>v. 21: «reggo». Cosí L, ed è miglior lezione che il «tegno» di V, il
+quale non rima con «veggo».</p>
+
+<p>v. 23: «vivendo». Cosí in L: V ha «servendo»: l'idea di servire è
+espressa nel verso seguente.</p>
+
+<p>v. 30: «mi pare». Cosí in L: V ha «mi piace», che non può ammettersi
+in questo luogo, essendo «piace» proprio nel verso seguente.</p>
+
+<p>v. 33: «or dunqua». Cosí in V: L ha «dumque».</p>
+
+<p>v. 35: «non oso». Cosí in L: V ha «no' l'auso».</p>
+
+<p>v. 37: «Ben so». Cosí in L: V ha «ben credo ne moragio».</p>
+
+<p>v. 39: «nonde porò». Cosi in L, in forma certo piú antica e quindi
+piú genuina. V ha «e non credo campare». Si sente qui, come in parecchi
+altri punti, che lo scrittore di V ha rabberciato il testo che aveva dinanzi.</p>
+
+<p>v. 40: «grazioso». V ha «lazioso».</p>
+
+<p>v. 44: «eo». Non è in V.</p>
+
+<p>v. 45: «possa». Cosí in L: V ha «e poi». Anche qui è evidente l'intenzione
+dell'amanuense di V di correggere il testo.</p>
+
+<p>vv. 46-47: «Sire Deo». L ha «sire o Deo», e V «oi sire Deo».</p>
+
+<p>v. 52: «de montagna». V ha un «la» fra «de» e «montagna», che
+guasterebbe la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 59: «e fái». V ha «falli»; ma l'ordine grammaticale richiede qui
+un «e», e mi pare allora naturale la forma antica «fái», i fa, gli fa.</p>
+
+<p>v. 67: «e'». È indispensabile aggiungerlo per la misura del verso,
+sebbene non sia in V.</p></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262"></a>[262]</span></p>
+
+<p class="nota">V<br />
+<br />
+CIOLO DELLA BARBA</p>
+
+<p>Una famiglia Della Barba era in Pisa nel secolo <span class="scp">XIII</span>: infatti
+un frate Egidio Della Barba nel 1270 è ricordato nella cit. <i>Chronica
+antiqua Sanctae Catharinae</i>, p. 430. L'unica canzone, che ci rimanga
+di questo rimatore, è conservata soltanto da V, donde la
+pubblicò per la prima volta il <span class="smcap">Grion</span> nel <i>Propugnatore</i>, <span class="scp">III</span>, 101.
+Poi la diedero in edizione migliore il <span class="smcap">D'Ancona</span> e il <span class="smcap">Comparetti</span>,
+nella <i>Collez. di opere inedite o rare</i> del Romagnoli, 1881, <span class="scp">II</span>, 71-76.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>v. 3: «che». Non è in V; ma è indispensabile per la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 4: «ch'om' agia». V ha «com'agio»; ma il senso mostra evidente
+l'errore.</p>
+
+<p>v. 7: «de rota». V ha «de la rota»; ma quel «la» v'è di piú, guastando
+la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 10: «piú che nel». V ha «piú che del».</p>
+
+<p>v. 13: «e sonde». Aggiungo un «e», che mi pare richiesto dal senso:
+Temendo io guardo («veo», vedo) e ne sono pauroso...</p>
+
+<p>v. 17: «possedete». V «presedete».</p>
+
+<p>V. 20: «com' fenice». V ha «com' fa fenice»; ma anche qui il «fa»,
+per la misura del verso, è di troppo.</p>
+
+<p>v. 21: «naturali». Cosí è nel ms. «Naturali» per «naturale» è per
+necessitá di rima, dovendo rimare con «'guali» del v. 24; del resto questa
+forma di singolare in «i» era frequente nei volgari toscani.</p>
+
+<p>v. 26: «come compresi». V ha «me ne comprese»; ma è evidentemente
+errato.</p>
+
+<p>v. 38: «ora». V ha «or»; ma cosí non tornerebbe la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 40: «la fior tembra». Che cosa sia questo «fior tembra» non comprese
+bene il <span class="smcap">Grion</span>. Il <span class="smcap">Targioni-Tozzetti</span> (<i>Dizionario botanico</i>, parte <span class="scp">II</span>,
+p. 212) dice che col nome di «<i>timbra</i>» o «<i>timbro</i>» intendesi la <i>Satureia
+Iuliana</i>, cioè la santoreggia del monte San Giuliano, che non è altro che
+la <i>Micromeria Iuliana</i> Benth., come m'informa il mio collega prof. Baroni,
+il quale mi avverte che codesta pianta ha la corolla caduca. Questa
+circostanza è importante per l'intelligenza del testo. Infatti il poeta termina
+invitando madonna ad aver pietà di lui, e a voler che non faccia come il
+fior «tembra», a cui cade la corolla.</p></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263"></a>[263]</span></p>
+
+<p class="nota">VI<br />
+<br />
+PUCCIANDONE MARTELLI</p>
+
+<p>Di Pucciandone Martelli fortunatamente si può attingere qualche
+notizia dalla cit. <i>Chronica antiqua</i> di Santa Caterina, dalla quale
+apparisce che prese parte alla vita pubblica di Pisa, specialmente
+nell'ultimo decennio del secolo <span class="scp">XIII</span>. Fu degli anziani per il gennaio
+e il febbraio del 1289, per il novembre e il decembre del 1292,
+per il gennaio e il febbraio del 1295, e infine per il maggio e il giugno
+del 1297. Forse è diretto a lui il sonetto <span class="scp">CCXCI</span> di Guittone che
+è in L e che incomincia: «Guelfo conte e Pucciandon la voce»?</p>
+
+<p>La maggior parte delle poesie di questo rimatore sono soltanto
+nel Palatino 418 (P); solamente il son. «Signor senza pietanza
+udit'ho dire» è in L. Disgraziatamente in P mancano or qua or
+lá alcuni versi. Il <span class="smcap">Valeriani</span> ha stampato le due canzoni e la ballata
+assai scorrettamente, non avendo capito nulla del metro in
+cui sono scritte.</p>
+
+<p>La ballata ci prova che il Martelli risentí qualcosa dell'influsso
+della nuova scuola fiorentina. Quella ballata, oltreché nel metro, ha
+qualche agilitá e dolcezza nella forma, insolite fra i guittoniani.</p>
+
+<p>Canzone I. È veramente da lamentarsi che il cod. P, che solo conserva
+questa canzone, l'abbia cosí guasta, da rendere difficilissimo raccapezzarne
+lo schema metrico. Certamente vi mancano or qua or lá dei versi. Dopo
+aver fatto vari tentativi, credo che lo schema possa essere questo: <i>ABBA</i>,
+<i>BAAB</i> | <i>bCcD</i>, <i>EEcBB</i>; ma, per ridurre le varie strofe a questo schema
+costante, sono stato costretto a rabberciare qua e lá i versi.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>v. 2: «vene». P ha «'nfra meve»; ma mi sembra forma insolita per
+dire «in me», «dentro di me»: tutt'al piú il p. avrebbe detto «in meve».
+Congetturalmente quindi correggo «'nfra vene», fra le vene.</p>
+
+<p>v. 3: «quei». P ha «quelli»; ma in questa forma non torna il verso.</p>
+
+<p>v. 7: «saggio». P ha «sagio», come piú sotto «selvagio», «agio» ecc.
+Non credo di dovere accettare queste forme, le quali non si trovano in
+altri rimatori pisani e che probabilmente derivano dalla grafia particolare
+dell'amanuense.</p>
+
+<p>vv. 14-15. Questi versi furono assai malamente stampati dal <span class="smcap">Valeriani</span>,
+che dette il v. 15 cosí: «Son signor senza pietá», non accorgendosi che
+in tal modo mancava la rima con i vv. 10-11. Il mezzo migliore per rabberciarli
+era di trasportare il «son» nel v. 14.
+<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264"></a>[264]</span></p>
+
+<p>v. 20: «ed umiltà». V ha «od».</p>
+
+<p>v. 20: «adorna». Cosí in P: il <span class="smcap">Valeriani</span>, non so perché, legge e
+stampa «a Donna piagenza».</p>
+
+<p>v. 22. Il verso certamente in P è guasto. Credo bene pel senso di dover
+cambiare «a sua potenza» in «a mia potenza», e intendo: Non si
+creda che ella per amore mai («ma'») metta la sua virtú in mio potere,
+perché io prenda loco in tale cuore.</p>
+
+<p>vv. 24-25. Il <span class="smcap">Valeriani</span> li stampa lasciando perfino un «non» nel
+v. 25, e ponendo «aitale», senza accorgersi che bisognava sciogliere in
+«à 'n tale».</p>
+
+<p>v. 31: «tornerá». P ha «a tornara», che il <span class="smcap">Valeriani</span> cambia arbitrariamente
+in «ha tornata».</p>
+
+<p>v. 31: «in bassanza». Ho trasportato queste parole dal v. 30, come
+sono in P, al v. 31, perché in tutte le strofe di questa canzone il verso
+quattordicesimo deve essere endecasillabo.</p>
+
+<p>v. 35 e sgg. Tutta questa strofe è guasta ed è assai difficile ricostruirla.
+Certo è che, guardando allo schema metrico, non si può lasciare
+«crudele fero», che P ha al principio del v. 38: e, guardando pure allo
+schema metrico delle altre strofe, si capisce che manca una parte del
+secondo piede della fronte.</p>
+
+<p>v. 45: «m'asicuro». P ha «m'asicura»; ma è evidente che debba correggersi,
+per aversi rima con «puro» del verso precedente.</p>
+
+<p>v. 46. Son costretto ad aggiungere «egli» per la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 48. Veramente P ha «che lo meo cor sostene tuttavia»; ma, come
+si vede nelle altre strofe, questo verso deve rimare col precedente. Credo
+che debba leggersi: «che tuttavia lo meo cor sostene».</p>
+
+<p>v. 49. P ha «faria ben ked io d'altro non curo»; ma è evidentemente
+un verso guasto, anche perché deve essere un settenario e non un endecasillabo.</p>
+
+<p>v. 52 e sgg. Questa strofa è ancora piú guasta delle altre. Forse qualche
+verso può togliersi, senza guastare il senso; ed io mi sono sforzato, togliendo
+alcune parole, a ridurre la strofe allo schema delle altre. Veramente
+V ha: «Amore, se risurgi la mia mente cosí forte seguente ti parraggio,
+che farai acordanza con lei di darmi amanza di campare, di che d'ella
+faccio non folle pensare ma tuttor mi procaccio star selvaggio di lei nascostamente».
+Quale senso plausibile si può ricavare da queste parole?
+Senza dire che ne verrebbe fuori una strofe di 18 versi e con la sirima
+diversa da quella di tutte le altre strofe. Cosí come propongo di leggere,
+il senso è chiaro: Amore, se fai risorgere la mia mente, ti seguerò cosí
+fortemente, che t'accorderai con lei di concedermi amore. Faccio non
+folle pensare di lei a star selvaggio, a nascondermi a lei, che mi diviene
+come l'uomo che cammina, che cela la luce (cioè fa ombra) a chi va con
+lui. — Ma avrò proprio còlto nel segno? E poi quel «faccio» che rima
+con «selvaggio» non si dovrà forse leggere «faggio»?
+<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265"></a>[265]</span></p>
+
+<p>v. 54: «regina». P ha «redina».</p>
+
+<p>v. 60: «parrá». P ha «parerá»; ma cosí non può stare per la misura
+del verso.</p>
+
+<p>vv. 70 e sgg. Anche questa strofa è assai guasta e mutila in qualche
+verso.</p>
+
+<p>v. 81: P ha «dovreste aver mercede», senz'altro; ma deve mancare la
+parola finale, perché il verso dovrebbe rimare con «molto» del verso seguente,
+ov'è la rimalmezzo.</p>
+
+<p>v. 83. Anche qui, per la misura del verso, credo necessario togliere il
+«che», che in P è innanzi a «non fi' grave».</p>
+
+<p>Ballata II. È in P con qualche lacuna. Il <span class="smcap">Valeriani</span> non comprese
+nemmeno che è una ballata.</p>
+
+<p>v. 15. P ha: «la vostra angelica sembransa»; verso, come si vede, di
+nove sillabe: né tornerebbe ugualmente, se si leggesse, come fa il <span class="smcap">Valeriani</span>,
+«angelicale». Credo che manchi una parola innanzi ad «angelica»,
+che le dia valore di superlativo: congetturo quindi che manchi
+«sovra».</p>
+
+<p>v. 18. Questo verso è certamente mutilo in P, perché quello a esso
+corrispondente nelle altre strofe è endecasillabo.</p>
+
+<p>Sonetto III. È in L. È un sonetto doppio.</p>
+
+<p>v. 18: «me... faccia». Il <span class="smcap">Valeriani</span> prende «me» per «me'» (meglio).
+No: il senso è: Dio vi lasci trovare miglior servitore, e lasci che io trovi
+un signore che ricompensi.</p>
+
+<p>Canzone IV, v. 18: «allegresse». Qui mantengo l'ortografia propria
+dell'antico dialetto pisano, per la rima con «avesse».</p>
+
+<p>v. 51: «odito». P ha «odite».</p>
+
+<p>v. 61: «intendenza». Non «intendanza», com'è in P, perché mancherebbe
+la rima con «benvoglienza».</p>
+
+<p>Sonetto V. È in L. È un sonetto artificiosissimo per la doppia rimalmezzo
+che è in tutti i versi. Anche qui, a causa della rima, ho mantenuto
+le forme ortografiche pisane «bellessa», «adornessa», ecc.</p>
+
+<p>v. 11. Verso assai difficile a intendersi. Pare voglia dire: Che vi
+trova meravigliosissimi («permirata») tutti i sentimenti («ogna sens'ha»)
+che vi pensa («che i pensa»).</p></div>
+
+<p class="nota">VII<br />
+<br />
+BACCIARONE DI MESSER BACONE</p>
+
+<p>Anche di questo rimatore ben poco sappiamo. Fu amico di
+fra Guittone, che gli diresse una delle sue lettere, confortandolo
+a mostrarsi prode a vantaggio della sua patria. Quale fu l'occasione
+per la quale l'aretino cercò di stimolare a forti opere di
+<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266"></a>[266]</span>
+guerra l'amico pisano? Dice fra Guittone: «Segondo la parvissima
+caritate, umanitate e bonitate mia, compassione di vostra
+passione presi; e non solo giá voi, ma pisani tutti compatiti e
+doluti ho quasi aretini, amore che porto essi me distringendo»
+(<i>Lettere</i>, ediz. Bottari, p. 70). Egli dunque compiange gli amici pisani
+per qualche grave sventura pubblica. Poiché altrove abbiamo
+veduto Panuccio lamentarsi dello sgoverno dei ghibellini in Pisa
+nel 1285, mi pare assai probabile che a quei fatti si riferisca la
+lettera di Guittone. Il quale, in un altro passo della lettera, dice
+a Bacciarone che, tornato in patria, ben poteva provvedere con
+l'opera sua al bene di essa: «Tornando a casa vostra nell'agio
+vostro, buono parvo for magno sembrerá voi, e quasi soavissimo
+affanno grave, al buono parvo presente, ed al mal grande sovvenendo
+bene» (ivi, p. 71). A quale opera poteva il guelfo rimatore
+d'Arezzo stimolare il signore pisano e i suoi compagni,
+se non a quella d'osteggiare la prepotenza ghibellina? A questi
+stessi fatti mi par certo che si riferisca la canzone <span class="scp">III</span>.
+Le rime di Bacciarone sono solamente in L.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Canzone I, v. 16: «loro e i loro e 'l loro»: cioè danneggiando essi
+e i loro seguaci e i loro averi.</p>
+
+<p>v. 52: «conducía». Cosí deve essere per la rima col seguente «obbría»;
+non «conducea», come ha L.</p>
+
+<p>v. 96: «per potersi». Mi pare che il senso richieda che cosí si corregga
+il «poterm'» di L.</p>
+
+<p>v. 120: «potete». L ha «potetava».</p>
+
+<p>Canzone II, v. 23: «voglienza». L ha «veglensa».</p>
+
+<p>v. 49: «fiata spico». L ha «fieta». Intendi: È cosa che odora («fiata»)
+piú che spigo. Lo spigo poi ognun sa che è un'erba aromatica.</p>
+
+<p>v. 54. Intendi: Quanto piú possiede senza Dio, piú è iniquo.</p>
+
+<p>v. 62: «impasso», cioè impazzo. Anche qui conservo l'ortografia pisana
+per la rima con «lasso».</p>
+
+<p>v. 74: «for' nullo par bono»: cioè fuori di cui non appare alcun
+buono.</p>
+
+<p>v. 100: «in tal pentèro». L ha «pente pentero». Intendi: Non vi
+sono tante stelle in cielo, né gocce d'acqua in mare («candelle»), quante
+io non ho gocce (lacrime) in tal pentimento.</p>
+
+<p>Canzone III, vv. 7-8. «Torto» qui sta per «tolto». Il senso è: Perché
+mi vedo tolta gioia da ogni parte; e il cuore sempre accorto erra a darmi
+il contrario della gioia, cioè il dolore.</p>
+
+<p>v. 9: «isperato». L ha «sperato».</p>
+
+<p>v. 13: «chi di guardar». L ha «che di guardarno
+<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267"></a>[267]</span></p>
+
+<p>v. 17: «e chi ne ha». L ha «e chi 'n dá». Intendo: E chi ha fatto
+ciò, che si fugga il bene e si segua il male, tra quelli che piú avevano
+potenza in Pisa?</p>
+
+<p>v. 22: «furon». L ha «fisson». Il senso è: Non l'ardire di chi ho
+detto nel saper ferire senza fallir colpo. Perché furon montati in alto
+monte («serra»), sembra loro («vis'è lor») non manchi diporto, né alcuno
+sconforto dicono li cacci dalla terra («li sterra»).</p>
+
+<p>v. 26: «noi'» (noia). L ha «no»; ma il senso richiede questa correzione.</p>
+
+<p>v. 31. Forse vuol dire: Hanno pensato di far fare il porto dentro la
+porta di Pisa, finché dura la guerra.</p>
+
+<p>v. 32: «averrá». È una di quelle che si dicevano rime false.</p></div>
+
+<p class="nota">VIII<br />
+<br />
+GERI GIANNINI</p>
+
+<p>Questo rimatore tenzonò con un Si. Gui. da Pistoia (vedi sopra,
+nei <i>Rimatori pistoiesi</i>, p. 19) e con Natuccio Cinquino. Il <span class="smcap">Valeriani</span>
+dá a lui un terzo sonetto «A quei ch'è sommo dicitore altèro»;
+ma in L, ove sono le rime che di lui rimangono, è di
+anonimo.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Sonetto I, v. 10. Il <span class="smcap">Valeriani</span> stampa: «E del no chero, ch'ha esta
+balanza», ma queste parole non dánno senso. Il verso che segue: «se
+piú tardanza fa, tanto 'l desiede» fa capire che si parla di qualche cosa
+che tarda a venire. Intendo: Si può («posi») dire che è gran fallire del
+nocchiero che guida questa bilancia. E il nocchiero parmi che debba intendersi
+Amore. È un sonetto anche questo assai tenebroso.</p>
+
+<p>v. 15: «par Deo». Non credo affatto si debba intendere, come vuole il
+<span class="smcap">Valeriani</span>, «per Dio». Il poeta vuol dire: Non ho («non porto») alcun
+conforto pari a Dio, ossia pari a quello che mi viene da Dio, ché io
+tengo in servitú («'n feo», in feudo) la mia scura vita, e ho paura di non
+esser mai padrone di me stesso.</p>
+
+<p>Sonetto II, v. 9: «chi 'n dire». L ha «chi 'n nire». La correzione
+è facile, se si pensa al verso corrispondente del Giannini: «che gran fallire
+dire posi 'ntero». Il <span class="smcap">Valeriani</span> stampa «chi in ire».</p>
+
+<p>Sonetto III. Si. Gui. da Pistoia gli rispose col sonetto «Tanto saggio
+e bon poi me somegli» (vedi nei <i>Rimatori pistoiesi</i>, p. 19).</p></div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268"></a>[268]</span></p>
+
+<p class="nota">IX<br />
+<br />
+NATUCCIO CINQUINO</p>
+
+<p>Questo rimatore appartenne all'antichissima famiglia pisana
+dei Cinquini (<span class="smcap">R. Roncioni</span>, <i>Delle famiglie pisane</i>, in <i>Arch. stor.
+ital.</i>, disp. <span class="scp">XIII</span> ter, t. <span class="scp">VI</span>, p. <span class="scp">II</span>, suppl. 2º, p. 947 sgg.). I Cinquini
+presero attiva parte alla vita pubblica in Pisa negli ultimi decenni
+del secolo <span class="scp">XIII</span>: un «Vannes Cinquina» è anziano per il settembre
+e l'ottobre del 1289, un «Guiscarduccius Cinquinus» è degli anziani
+per il marzo e l'aprile del 1289 e del 1290, e un «Bonaiuncta
+Cinquinus» per il settembre e l'ottobre del 1292 (<i>Chronica antiqua</i>
+cit.). Credo che si debba identificare il rimatore con quel «Benenatus
+Cinquina», che è anziano per il settembre e l'ottobre del
+1299 (<i>Chronica</i> cit.). Per me Natuccio è lo stesso che Benenatuccio.
+È nuovamente anziano per il luglio e l'agosto del 1305
+(ivi). Fu in corrispondenza poetica con Bacciarone e con Geri
+Giannini. I suoi sonetti sono soltanto in L.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Sonetto I, v. 11. Costruisci: «e non è viso (visto) per mia 'ntenza»,
+cioè non vedo da me come ciò possa essere.</p>
+
+<p>v. 12. Costruisci e intendi: «Se alcun uomo risiede in vita degna,
+fora mei (meglio) a lui vita che stallo (stanza, dimora) in morte; se
+da ciò (ossia dalla vita degna) poi si parte, e' va a perdenza».</p>
+
+<p>Sonetto II. Risponde al sonetto di Natuccio Cinquino: «A cui prudenza
+porge alta lumera».</p>
+
+<p>v. 11: «fuggon». L ha «fuggen».</p>
+
+<p>Sonetto III, v. 6: «no è». Cosí in L e non, come vuole il <span class="smcap">Valeriani</span>,
+«non è».</p>
+
+<p>v. 9: «vo'». Cosí in L e non «voi», come legge il <span class="smcap">Valeriani</span>.</p>
+
+<p>Sonetto IV, v. 11: «e 'l ben». L ha «e ben»: aggiungo l'articolo,
+perché richiesto dalla grammatica e perché è innanzi a «fallire».</p></div>
+
+<p class="nota">X<br />
+<br />
+LOTTO DI SER DATO</p>
+
+<p>Rimangono di questo rimatore due canzoni, una delle quali:
+«Della fera inferta e angosciosa», è d'argomento politico e pare riferirsi
+al dominio della parte ghibellina in Pisa nel 1285. Sembra
+<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269"></a>[269]</span>
+quindi che anche questa canzone si debba annoverare fra quelle
+poesie dei guelfi pisani che in quel tempo si lagnarono del mal
+governo dei ghibellini e del conte Ugolino della Gherardesca.
+Le due canzoni sono conservate soltanto da L.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>Canzone I, v. 15: «cèra». L «chaira».</p>
+
+<p>v. 17: «deviso». Intendi: Non v'è donna né uomo cosí fermo nell'operare
+che non abbia divisa (= distratta) la sua attenzione a riguardare lá
+dove sente che ella apparisce.</p>
+
+<p>v. 32. Intendi: Ha per ispecchio la strada («ruga»), ossia ha gli occhi
+bassi a terra.</p>
+
+<p>v. 60. L ha «che 'l saggio conta voglia opassione». Per me è evidente
+che il copista non vide il segno dell'abbreviazione nel «p» di
+«opassione», oppure, copiando, dimenticò di scriverlo. Il senso è, come
+dice il <span class="smcap">Valeriani</span>: Ché il saggio pone in conto (anche al v. 49 il rimatore
+ha usato «conto» per «tengo in conto»), cioè a merito, la buona
+voglia che si ha d'operare.</p>
+
+<p>Canzone II. Questa canzone ha nelle singole strofe lo stesso schema
+metrico della canzone che in L segue immediatamente a questa: «Magna
+medela a grave e perigliosa» di Panuccio del Bagno. È assai probabile
+che Lotto la indirizzasse a Panuccio e che questi gli rispondesse, cercando
+di confortarlo delle sventure della patria e della sua parte.</p>
+
+<p>v. 17: «l'èe». L ha «lei».</p>
+
+<p>v. 18. Intendi: Che, dopoché Dio ebbe fatto lei («quella cosa» cioè
+l'uomo), gli fu («fuli») cosí amorosa, cosí cara, che le die' libertá di fare il
+bene e il male.</p>
+
+<p>v. 29. Intendi: Conforto a questo avremmo soltanto il «trapassamento»
+(la morte), parola che è qui nello stesso senso del «trapassare» del v. 34.</p>
+
+<p>vv. 37-39. Intendi: Se non fosse che sappiamo che le nostre anime
+terrebbero («terren'») tal via, che girerebbero («giréno») a perdizione
+senza aver mai redenzione».</p></div>
+
+<p class="nota">XI<br />
+<br />
+NOCCO DI CENNI DI FREDIANO</p>
+
+<p>Furono in Pisa verso la fine del secolo <span class="scp">XIII</span> due notai che
+ebbero nome Nocco, un «Noccus de Avane», anziano per il
+luglio e l'agosto del 1289 e un «Noccus de Ceuli», anch'egli anziano
+nello stesso anno per il novembre e il decembre (<i>Chronica
+antiqua</i> cit.). Ma se il rimatore debba identificarsi con uno
+di questi due, è assai difficile risolvere. Di lui non rimane se
+<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270"></a>[270]</span>
+non una sola canzone, che è in L. Fu assai malamente stampata
+dal <span class="smcap">Valeriani</span>, il quale ne comprese assai poco lo schema
+metrico.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>v. 21. Il <span class="smcap">Valeriani</span> stampa mutilo questo verso «vedrete in gio' montarmi»,
+non essendosi accorto che L aveva anche «e 'n frutto bono».</p>
+
+<p>v. 37: «ma Amor». L ha «m'amor».</p>
+
+<p>v. 38: «for' voi». Intendi: Amore, pur volendo, vide che non potea
+fare a me lo stesso (cioè: come ho detto sopra), senza di voi.</p>
+
+<p>v. 44: «ingannòme». L ha «ingegnome», mantenuto, senza ragione,
+dal <span class="smcap">Valeriani</span>, il quale, per il senso, è poi costretto a spiegarlo con «ingannommi».</p>
+
+<p>v. 45: «saccio per vista». L ha «aggio»; ma il senso mi pare richieda
+«saccio». Il <span class="smcap">Valeriani</span> stampa «provista» = «provvista», non avendo
+compreso il senso, assai facile del resto, di «per vista», che vale «per
+averli veduti». Il senso è: So, per averli veduti, che crescono molti
+alberi.</p>
+
+<p>v. 50: «'n frutto». L ha «che 'n frutto», ma il «che» è di troppo.</p>
+
+<p>v. 73: «cavrete». Cosí in L: il <span class="smcap">Valeriani</span> stampa invece «m'avrete».
+Il senso qui è chiaro: Ovvero mi caverete dalle mani d'amore, nelle quali
+mi metteste, tornandomi nel mio primiero stato.</p></div>
+
+<p class="nota">XII<br />
+<br />
+GERONIMO TERRAMAGNINO</p>
+
+<p>Il nome «Geronimo» si ricava dal v. 1 del sonetto di risposta,
+che in L segue all'unico che ci rimanga di lui: quel sonetto
+d'anonimo incomincia «Gieronimo, com' credo, voi sapete».</p>
+
+<div class="blockquote"><p>v. 9: «assetto». L ha «essetto», dal <span class="smcap">Valeriani</span> cambiato in «effetto».
+Ma non credo che, sebbene Terramagnino fosse poco abile versificatore,
+si mostrasse però cosí imperito da non sapere trovare una nuova rima e
+ripetesse proprio la parola «effetto» del v. 3. Intendo: Glorioso di ogni
+buona provvista («assetto») di dottrina che avete fatta.</p></div>
+
+<p class="nota">DOCTRINA DE CORT</p>
+
+<p>Pubblico questo poemetto dal testo che ne ha dato <span class="smcap">Paul
+Meyer</span> nella <i>Romania</i>, an. <span class="scp">XIII</span>, pp. 181 e sgg. da un codice
+madrileno. Lo riproduco con pochissime varianti: ho accettato
+<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271"></a>[271]</span>
+nel testo alcune delle correzioni che il Meyer ha fatte in nota,
+perché mi è parso chiaro che gli errori fossero cosí grossolani
+da doversi attribuire, nella maggior parte dei casi, piú a negligenza
+di scrittura che ad ignoranza dell'autore. Molti altri errori sarebbe
+troppo arrischiato correggere, perché possono essere necessari
+effetti della scarsa conoscenza che Terramagnino aveva della lingua
+provenzale. Infatti dice il Meyer: «<i>Terramagnino est un grammarien
+peu intelligent. Il ne comprend pas toujours son modèle et
+dans aucun cas il ne se montre capable de le perfectionner</i>». Il
+poemetto dunque ha assai poco valore come trattatello di grammatica
+e scarsa originalitá, poiché è un rifacimento delle <i>Razos
+de trobar</i> di Raimondo Vidal. Può avere qualche importanza per
+gli esempi, che assai spesso dá dei trovatori provenzali, soprattutto
+perché alcuni di questi poeti non sono noti per altra fonte.
+«<i>Toute l'originalité de Terramagnino</i> — continua infatti il Meyer — <i>consiste
+dans le choix des exemples, en général tirés des poésies
+des troubadours, qu'il allègue pour justifier chacune des règles
+qu'il emprunte à R. Vidal, même en des cas où les faits sont
+tellement constants et fréquents qu'il n'est pas besoin de les justifier.
+Ces exemples ne sont jamais ceux de R. Vidal. Notre auteur
+semble s'être fait une loi de remplacer toutes les citations de son
+devancier; on vient de voir qu'il n'a pas toujours été heureux dans
+ses substitutions. La sèrie des exemples qu'il rapporte révèle des
+faits qui ne sont pas sans intérêt pour l'histoire de la poésie des
+troubadours... Terramagnino connaissait des poésies provençales
+qui ne nous sont pas parvenues, ou qui du moins n'ont pas été signalées
+jusqu'à ce jour: nous ne devons pas être surpris si, parmi
+les poésies d'auteurs connus qu'il cite, il s'en trouve que nos chansonniers
+ne contiennent pas</i>». Dal che si può scorgere come
+il trattatello grammaticale dell'oscuro rimatore pisano non sia
+inutile per la storia della letteratura occitanica e della diffusione di
+questa in Italia. A ogni modo, nonostante i molti errori dell'autore,
+inesperto della lingua occitanica, la <i>Doctrina de cort</i> ci prova
+come i nostri piú antichi rimatori avevano conoscenza vasta e
+diretta della lingua e della letteratura provenzale.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>v. 1. Il ms. ha «en lo».</p>
+
+<p>v. 4. Il ms. ha «faut mon acort per els».</p>
+
+<p>v. 10. Il ms. ha «dic» e «mils»: quest'ultimo è certo un errore di
+scrittura per «nuls»; ma anche questo è errato per «negus». Il ms. ha
+anche «reprehendre».
+<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272"></a>[272]</span></p>
+
+<p>v. 16. Il <span class="smcap">Meyer</span> osserva che qui il verso è assai guasto; ma come
+correggere?</p>
+
+<p>v. 36: «anars». Il ms. ha «en ars».</p>
+
+<p>v. 42: «genre». Il ms. ha «jen».</p>
+
+<p>v. 44: «escriutz». Il ms. ha «eseratz», che mi pare errore di scrittura.</p>
+
+<p>v. 58: «genr'». Anche qui il ms. ha «jen».</p>
+
+<p>v. 63: «nom». Il ms. ha «mon», errore certo di scrittura.</p>
+
+<p>v. 67: «gen». Dovrebbe dire «genre»; ma allora non tornerebbe piú
+il verso.</p>
+
+<p>v. 71: «jeu». Il ms. ha «ies».</p>
+
+<p>v. 74: «genre». Il ms. ha «ien».</p>
+
+<p>v. 78: «tan». Il ms. ha «can».</p>
+
+<p>v. 84: «en cestui»: Il ms. ha «entestiu».</p>
+
+<p>v. 85: «qu'an». Il ms. ha «qu'am».</p>
+
+<p>vv. 91-2. Il passo è certamente guasto. Il ms. ha «o golim», che si
+può correggere con «Ugolim».</p>
+
+<p>vv. 97-98. Anche qui il passo è guasto. Il senso richiederebbe che
+si dicesse: «E las autras qui per semblansa — mostron qualitat ses
+substansa»; ma questi versi non sarebbero più ottonari.</p>
+
+<p>vv. 99-100. Il ms. ha «o que conta, o que fay — o que soste, o con
+vay»; ma, dice bene il <span class="smcap">Meyer</span>, l'imitatore non ha ben compreso il testo
+di R. Vidal, che aveva dinanzi.</p>
+
+<p>v. 105: «De los». Il ms. ha «dels»; ma cosí non tornerebbe nemmeno
+la misura del verso.</p>
+
+<p>v. 131: «sotz». Forse voleva dire «totas».</p>
+
+<p>v. 164: «masclin»... «femnin». Il ms. ha «mascolin» e «femenin»:
+ma allora non tornerebbe la misura del verso.</p>
+
+<p>vv. 181-2. Alla fine di entrambi questi versi nel ms. è «mi desplay»,
+che guasterebbe la misura dei versi.</p>
+
+<p>v. 202: «quim». Il ms. ha «quin».</p>
+
+<p>v. 203: «quel». Il ms. ha «qual».</p>
+
+<p>v. 243: «vai». Il ms. ha «vas».</p>
+
+<p>v. 268: «anar». Il ms. ha «amar».</p>
+
+<p>v. 281: «cestui». Il ms. ha «testiu».</p>
+
+<p>v. 286: «deman'». Dovrebbe dire «demana»; ma allora mancherebbe
+la rima.</p>
+
+<p>v. 312: «cars». Il ms. ha «anars».</p>
+
+<p>v. 313: «ris». Il ms. ha «nis».</p>
+
+<p>v. 320: «luecs». Il ms. ha «luets».</p>
+
+<p>v. 323: «las». Il ms. ha «lau».</p>
+
+<p>v. 331: «chantayritz». Il ms. ha «caucayritz».</p>
+
+<p>v. 397: «e sas». Il ms. ha «asas».</p>
+
+<p>v. 455: «s'eschai». Il ms. ha «s'eschar».</p>
+
+<p>v. 464: «amanz». Il ms. ha «emanz».
+<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273"></a>[273]</span></p>
+
+<p>v. 470: «bom il». Il ms. ha «humil».</p>
+
+<p>v. 493: «ieu». Il ms. ha «ies».</p>
+
+<p>v. 506: «preposition». Il ms. ha «proposion».</p>
+
+<p>v. 554: «con vay cre». Il ms., con evidente errore di scrittura, ha
+«ton vaycre».</p>
+
+<p>v. 564: «jen». La rima richiede «jen» e non «jeu», come ha il ms.</p>
+
+<p>v. 612. Questo verso è guasto nel ms.: «Ara desiu es es vuoill dir».</p>
+
+<p>v. 613: «i». Il ms. ha «e», errore che mi pare da attribuirsi a svista
+di scrittura.</p>
+
+<p>v. 642: «trahic». Il ms. ha «tric», errore anche questo che mi pare
+da attribuirsi al copista.</p>
+
+<p>vv. 646-'47. Fra questi due versi manca la rima, forse perché il v. 647
+non è di T., ma di Folchetto: altrove però il p. ha sempre trovato modo
+di rimare i suoi versi con quelli citati.</p>
+
+<p>v. 687: «si mena». Il ms. ha «s'amena».</p>
+
+<p>v. 699: «cel qu'a dezhonor». Avrebbe dovuto dire «cel e dezhonor».</p>
+
+<p>v. 700: «y es». Anche qui v'è certamente errore. Forse doveva dire:
+«qui de demandar no s'atrai?».</p>
+
+<p>v. 733: «de sa rima». Il ms. ha «desari ni»; ma per me qui non è
+dubbio che l'errore sia del copista.</p>
+
+<p>v. 749: «donch a ops». Il ms. ha «tocha ops»; ma anche qui
+mi pare si possa credere ad un errore di scrittura.</p>
+
+<p>v. 784: «e menar». Il ms. ha, col solito errore che per me è certo
+effetto di negligenza, «amenar».</p>
+
+<p>v. 788: «sai». Il ms. ha «seu».</p>
+
+<p>v. 791: «lo». Il ms. ha «ley».</p>
+
+<p>v. 803: «seretz». Il ms. ha «secretz».</p>
+
+<p>Correggo in fine il ms. che, certo per errore di scrittura, ha «d'acord»,
+invece di «de cort». Non credo di dover correggere il «rahonable» del
+ms., sebbene forma catalana, perché Terramagnino, che forse era a mercanteggiare
+nella Catalogna, può aver introdotta, inavvertitamente, questa
+forma catalana in luogo di «razonal».</p></div>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275"></a>[275]</span></p>
+
+<h2><a name="GLOSSARIO_III" id="GLOSSARIO_III"></a>GLOSSARIO</h2>
+
+<p><i>acontamento</i> — conoscimento.</p>
+
+<p><i>acontanza</i> — conoscimento, e anche avvicinamento.</p>
+
+<p><i>acontare</i> — conoscere.</p>
+
+<p><i>acchiuso</i> — chiuso (<span class="smcap">Bacciar. di
+messer Bacone</span>, <span class="scp">I</span>, 48).</p>
+
+<p><i>accorto</i> — accolto (<span class="smcap">Bacciar.</span>, canz. <span class="scp">I</span>, 35).</p>
+
+<p><i>adagi</i> (verbo) accomodi, piaccia
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VII</span>, 58).</p>
+
+<p><i>adanno (s')</i> — si danno.</p>
+
+<p><i>aderenza</i> — applicazione, adattamento?
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 25: «ad onta... aderenza» = nonostante
+che vi abbia applicato qualche conforto?)</p>
+
+<p><i>adesso</i> — subito (prov. <i>ades</i>).</p>
+
+<p><i>agensa (m')</i> — m'aggentilisce, mi
+piace (prov. <i>m'ajensa</i>).</p>
+
+<p><i>agiuntare</i> — aggiungere.</p>
+
+<p><i>agra</i> (agg.) — acerba, amara.</p>
+
+<p><i>agra</i> (verbo) — aggradisce? (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+canz. <span class="scp">XII</span>, 24).</p>
+
+<p><i>alcona</i> — alcuna (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">V</span>, 57).</p>
+
+<p><i>aldo</i> — audo, odo (lat. <i>audio</i>).</p>
+
+<p><i>alegera (m')</i> — m'alleggera, m'alleggerisce.</p>
+
+<p><i>alena</i> (verbo) — allevia, alleggerisce.</p>
+
+<p><i>alieno</i> — inutile (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 26).</p>
+
+<p><i>alleggiare</i> — alleggerire.</p>
+
+<p><i>allegranza</i> — allegrezza.</p>
+
+<p><i>allenare</i> — alleggerire.</p>
+
+<p><i>allor</i> — allorché.</p>
+
+<p><i>altroi</i> — altrui.</p>
+
+<p><i>altura</i> — altezza.</p>
+
+<p><i>aigua</i> — acqua.</p>
+
+<p><i>amanza</i> — amore.</p>
+
+<p><i>amarore</i> — amaro, amarezza.</p>
+
+<p><i>amontare</i> — salire (<span class="smcap">Leonardo del
+Guallacca</span>, 48).</p>
+
+<p><i>amorta (s')</i> — s'ammorta, s'uccide
+(prov. <i>amortar</i>).</p>
+
+<p><i>angore</i> — angoscia (lat. <i>angor</i>).</p>
+
+<p><i>aparegli (m')</i> — m'apparecchi.</p>
+
+<p><i>arbítro</i> — arbitrio.</p>
+
+<p><i>arendere</i> — rendere.</p>
+
+<p><i>arimembrare</i> — rimembrare.</p>
+
+<p><i>argollianza</i> — orgoglio.</p>
+
+<p><i>arra</i> — pegno, promessa, garanzia (<span class="smcap">Nocco</span>, 35).</p>
+
+<p><i>ascosta</i> — ascosa, nascosta.</p>
+
+<p><i>aservirsi</i> — asservirsi, obbedire (<span class="smcap">Leon. del Guall.</span>, 71).</p>
+
+<p><i>assessino</i> — assassino.</p>
+
+<p><i>assiso</i> — fermo, costante (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">I</span>, 30), anche fornito (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">I</span>, 37).</p>
+
+<p><i>ataupina (s')</i> — diventa tapino, misero (<span class="smcap">Pucciand. Martelli</span>, <span class="scp">I</span>, 57).
+<span class="pagenum"><a name="Page_276" id="Page_276"></a>[276]</span></p>
+
+<p><i>aulire</i> — odorare.</p>
+
+<p><i>autro</i> — altro.</p>
+
+<p><i>auso</i> — oso (lat. <i>audeo</i>).</p>
+
+<p><i>avanza</i> — giova.</p>
+
+<p><i>aventura</i> — avventura, fortuna: «passa in aventura» = si espone alla fortuna (<span class="smcap">Betto Mettef.</span>, 54).</p>
+
+<p><i>averrà</i> — avverrá.</p>
+
+<p><i>aviso</i> — penso.</p>
+
+<p><i>avraggio</i> — avrò.</p>
+
+<p class="pad2"><i>baglía</i> — balía (<span class="smcap">Ciolo della Barba</span>, 37).</p>
+
+<p><i>baglia</i> (verbo) — «S'alcuna mi si baglia» (<span class="smcap">Leonardo del Guallacca</span>, 66) — S'alcuna cade in mio potere.</p>
+
+<p><i>bailia</i> — balía, potere.</p>
+
+<p><i>balanza</i> — bilancia, navicella.</p>
+
+<p><i>baldore</i> — baldanza.</p>
+
+<p><i>bassanza</i> — bassezza.</p>
+
+<p><i>bastanza</i> — sufficienza.</p>
+
+<p><i>benenanza</i> o <i>beninanza</i> — bene, felicità, benignità.</p>
+
+<p><i>beno</i> — bene (<span class="smcap">Nocco</span>, 32).</p>
+
+<p><i>'bento</i> — abento, pace, riposo.</p>
+
+<p><i>benvoglienza</i> — benevolenza (prov. <i>benvolenza</i>).</p>
+
+<p><i>blasmare</i> — biasimare (prov. <i>blasmar</i>).</p>
+
+<p><i>bonore</i> — bene.</p>
+
+<p><i>branco</i> (verbo) — abbranco.</p>
+
+<p><i>'brobbriosa</i> — obbrobriosa.</p>
+
+<p class="pad2"><i>ca</i> — che.</p>
+
+<p><i>canoscenza</i> — conoscenza, perizia, intelligenza (prov. <i>coinossensa</i>).</p>
+
+<p><i>capra</i> — cappia, capisca, entri (<span class="smcap">Panuccio</span>, canz. <span class="scp">XII</span>, 6 e son. <span class="scp">XVIII</span>, 4).</p>
+
+<p><i>carezza</i> — pregio (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">IX</span>, 86 e <span class="smcap">Pucciandone Martelli</span>, <span class="scp">I</span>, 36).</p>
+
+<p><i>calessa</i> — delicatezza, gentilezza.</p>
+
+<p><i>catuno</i> — cadauno, ciascuno.</p>
+
+<p><i>'ccorto</i> — accorto.</p>
+
+<p><i>celato</i> — confidente.</p>
+
+<p><i>cerna</i> — scelta.</p>
+
+<p><i>cèra</i> — viso, aspetto.</p>
+
+<p><i>cerne</i> — cerni, spiega (<span class="smcap">Panuccio</span>, canz. <span class="scp">VIII</span>, 91).</p>
+
+<p><i>cernita</i> — veduta? (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">XII</span>, 51).</p>
+
+<p><i>chente</i> — quale.</p>
+
+<p><i>cherenza</i> — chiesta.</p>
+
+<p><i>cherere</i> — chiedere.</p>
+
+<p><i>clero</i> — chiaro.</p>
+
+<p><i>chiostro</i> — luogo chiuso.</p>
+
+<p><i>ciòe</i> — ciò.</p>
+
+<p><i>coi</i> — cui (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">I</span>, 8).</p>
+
+<p><i>colpa</i> (verbo) — incolpa, colpisce, (<span class="smcap">Leon. del Guallacca</span>, 46).</p>
+
+<p><i>compagna</i> — compagnia.</p>
+
+<p><i>complire</i> — effettuare: «complir sua disianza» — realizzare il suo desiderio (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">III</span>, 6).</p>
+
+<p><i>como</i> — come.</p>
+
+<p><i>comone</i> — comune.</p>
+
+<p><i>compimento (a)</i> — a perfezione.</p>
+
+<p><i>comuno</i> — comune: «parlo 'n comuno» (<span class="smcap">Bacciar.</span>, son. <span class="scp">IV</span>).</p>
+
+<p><i>condutto (riprendon)</i> — riprendono il governo (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VII</span>, 71).</p>
+
+<p><i>conservire</i> — restar servo (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">V</span>, 18).</p>
+
+<p><i>considranza</i> — considerazione.</p>
+
+<p><i>consomare</i> — consumare.</p>
+
+<p><i>contanza</i> — contezza, conoscenza (prov. <i>coidansa</i>).</p>
+
+<p><i>contezza</i> — conoscenza, familiaritá, amicizia.</p>
+
+<p><i>conta</i> (verbo) — tiene in conto, apprezza.</p>
+
+<p><i>conto</i> (agg.) — gentile.</p>
+
+<p><i>conto</i> — raccontato.</p>
+
+<p><i>contra</i> (avv.) — contro.</p>
+
+<p><i>contra</i> (sost.) — il contrario.
+<span class="pagenum"><a name="Page_277" id="Page_277"></a>[277]</span></p>
+
+<p><i>contrara (la)</i> — il contrario: «contrara
+di gioia» (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>, 31) — il
+dolore.</p>
+
+<p><i>convento</i> — accordo.</p>
+
+<p><i>converso</i> — uomo, quando sia in
+contrapposizione a «donna». Vedi
+v. 7 della canz. <span class="scp">XIX</span> di <span class="smcap">Panuccio
+del Bagno</span>: «ché donna,
+né converso».</p>
+
+<p><i>coraggio</i> — cuore (prov. <i>coratge</i>).</p>
+
+<p><i>corale</i> (agg.) — in cuore, che viene
+dal cuore: «coral foco» (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">IV</span>, 29), fuoco nel cuore.</p>
+
+<p><i>corale</i> (avv.) — cordialmente.</p>
+
+<p><i>cordoglienza</i> — cordoglio, dolore.</p>
+
+<p><i>corenza</i> — corrente (<span class="smcap">Ciolo della
+Barba</span>, 30).</p>
+
+<p><i>corto di ciascun bene</i> — privo
+d'ogni bene.</p>
+
+<p><i>covertora</i> — copertura (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">I</span>,
+28).</p>
+
+<p><i>cotidio</i> — quotidianamente (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">X</span>, 69).</p>
+
+<p><i>creamento</i> — creazione, opera (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 69).</p>
+
+<p><i>cre'</i> — credi.</p>
+
+<p><i>credimento</i> — credenza, fede.</p>
+
+<p><i>criamento</i> — creazione.</p>
+
+<p><i>criare</i> — creare.</p>
+
+<p><i>croio</i> — crudele.</p>
+
+<p><i>crudero</i> — crudele.</p>
+
+<p><i>curamento</i> — cura.</p>
+
+<p><i>cusi</i> — cosí.</p>
+
+<p class="pad2"><i>dannaggio</i> — danno (prov. <i>damnatge</i>).</p>
+
+<p><i>dea</i> (verbo) — deva, debba.</p>
+
+<p><i>defalto</i> — fallo (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">XIV</span>,
+16).</p>
+
+<p><i>defetto</i> — difetto.</p>
+
+<p><i>deggi</i> — devi.</p>
+
+<p><i>deletto</i> — diletto.</p>
+
+<p><i>delmi</i> — me lo deve (<span class="smcap">Bacciarone</span>,
+<span class="scp">III</span>, 3).</p>
+
+<p><i>dene</i> — ne de', ne deve (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">X</span>, 5).</p>
+
+<p><i>deporto</i> — diporto.</p>
+
+<p><i>dési</i> — devesi, si deve.</p>
+
+<p><i>desentire</i> — risentire? (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 78).</p>
+
+<p><i>desiedere</i> — cadere di seggio? (<span class="smcap">Geri
+Giannini</span>, <span class="scp">I</span>, 11).</p>
+
+<p><i>desplagire</i> — dispiacere.</p>
+
+<p><i>destene</i> — distiene, trattiene? (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">X</span>, 41).</p>
+
+<p><i>deritto</i> — diritto.</p>
+
+<p><i>dia</i> — dí.</p>
+
+<p><i>día</i> (verbo) — deva, debba.</p>
+
+<p><i>dibonaire</i> — amorevole, buono.</p>
+
+<p><i>dicimento</i> — dicitura (<span class="smcap">Natuccio
+Cinquino</span>, <span class="scp">II</span>, 4).</p>
+
+<p><i>difensa</i> — difesa.</p>
+
+<p><i>digiunto</i> — disgiunto.</p>
+
+<p><i>dilibberare</i> — liberare.</p>
+
+<p><i>dipartuto</i> — dipartito.</p>
+
+<p><i>dischiaramento</i> — schiaramento,
+fortuna, felicitá (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>,
+59).</p>
+
+<p><i>disconciare</i> — guastare, rovinare.</p>
+
+<p><i>disconforto</i> — disperazione, dolore.</p>
+
+<p><i>discoperchio</i> — discopro, scopro.</p>
+
+<p><i>disformare</i> — bruttare, guastare
+(<span class="smcap">Bacciarone di messer Bacone</span>,
+<span class="scp">I</span>, 60).</p>
+
+<p><i>disguiglianza</i> — disuguaglianza
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VII</span>, 20).</p>
+
+<p><i>disguiglio</i> — disuguaglianza.</p>
+
+<p><i>disidranza</i> — desideranza, desiderio.</p>
+
+<p><i>disnaturare</i> — andare contro natura,
+cambiar natura (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">II</span>, 23).</p>
+
+<p><i>disovro</i> — vado sopra, esagero (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XI</span>, 13).</p>
+
+<p><i>disorrato</i> — disonorato.</p>
+
+<p><i>displagere</i> — dispiacere.</p>
+
+<p><i>dispero</i> — disperazione (<span class="smcap">Bacciar.
+di messer Bacone</span>, <span class="scp">II</span>, 96).
+<span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278"></a>[278]</span></p>
+
+<p><i>disragione</i> — sragionevolezza, torto
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VII</span>, 97).</p>
+
+<p><i>distretto</i> — stretto, avvinto.</p>
+
+<p><i>distringe (mi)</i> — mi stringe, mi assedia.</p>
+
+<p><i>disvene</i> — disconviene (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">IX</span>, 15).</p>
+
+<p><i>dittato</i> — dettato.</p>
+
+<p><i>diverso</i> — strano.</p>
+
+<p><i>diviare</i> — disviarsi, allontanarsi
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 10).</p>
+
+<p><i>diviso</i> — penso (prov. <i>devizo</i>): anche
+far capire (<span class="smcap">Pan.</span>, canz. <span class="scp">IX</span>,
+68) e far conoscere, annunziare
+(<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>, 67).</p>
+
+<p><i>doblata</i> — doppiata, doppia.</p>
+
+<p><i>doglienza</i> — dolore.</p>
+
+<p><i>dolzore</i> — dolcezza.</p>
+
+<p><i>donqua</i> o <i>donque</i> — dunque.</p>
+
+<p><i>dovereane</i> — ne dovrebbe.</p>
+
+<p><i>drittura</i> — dirittura.</p>
+
+<p><i>dubitanza</i> — dubbio.</p>
+
+<p><i>dutto</i> — tratto, ricavato (<span class="smcap">Nocco</span>,
+42).</p>
+
+<p class="pad2"><i>èe</i> — ebbe (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>, 17).</p>
+
+<p><i>elegimento</i> — elezione, scelta.</p>
+
+<p><i>empera</i> — impera (<span class="smcap">Pan.</span>, <span class="scp">XIV</span>, 1).</p>
+
+<p><i>enchiostra</i> (verbo) — è chiusa (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XVI</span>, 5).</p>
+
+<p><i>ene</i> — è.</p>
+
+<p><i>eniquo</i> — iniquo.</p>
+
+<p><i>enver'</i> — inverso, verso.</p>
+
+<p><i>eo</i> — io.</p>
+
+<p><i>erro'</i> — errore.</p>
+
+<p><i>esta</i> — codesta.</p>
+
+<p><i>eternai</i> — eternali, eterne.</p>
+
+<p class="pad2"><i>faite</i> (verbo) — fate.</p>
+
+<p><i>fallanza</i> e <i>fallenza</i> — errore (prov.
+<i>falhensa</i>).</p>
+
+<p><i>falli</i> (verbo) — manchi.</p>
+
+<p><i>falligione</i> — fallo.</p>
+
+<p><i>falsía</i> — falsitá, errore.</p>
+
+<p><i>faraggio</i> — farò.</p>
+
+<p><i>fascia</i> — fasci, lacci (<span class="smcap">Bacciar. di
+messer Bacone</span>, <span class="scp">I</span>, 13).</p>
+
+<p><i>fède</i> — fiede, ferisce.</p>
+
+<p><i>fene</i> — fece.</p>
+
+<p><i>fenire</i> — finire.</p>
+
+<p><i>fenita</i> — finita, fine.</p>
+
+<p><i>feo</i> — feudo, servitú: «tegno 'n
+feo», tengo in servitú (<span class="smcap">Geri
+Giannini</span>, <span class="scp">I</span>, 16).</p>
+
+<p><i>ferale</i> — degno di fiera (detto della
+vita), non umano, che vive come
+una fiera (<span class="smcap">Panuccio del Bagno</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 45).</p>
+
+<p><i>fiata</i> (verbo) — odora.</p>
+
+<p><i>fiato</i> — respiro, vita: «non ben
+agiato fiato» — vita non comoda,
+non felice (<span class="smcap">Geri Giannini</span>,
+<span class="scp">I</span>, 7).</p>
+
+<p><i>fier</i> (verbo) — ferisce (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XVIII</span>, 2).</p>
+
+<p><i>finare</i> — finire.</p>
+
+<p><i>finimento</i> — fine.</p>
+
+<p><i>fiore</i> — punto (<span class="smcap">Natuccio</span>, son. <span class="scp">II</span>,
+5).</p>
+
+<p><i>fiso</i> — fisso, fermo; «volere fiso»
+(<span class="smcap">Pan.</span>, canz. <span class="scp">II</span>, 32): «credo fiso» — credo
+fermamente (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">I</span>, 27).</p>
+
+<p><i>foi</i> — fui (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">IV</span>, 22).</p>
+
+<p><i>folle</i> (sost.) — mantice (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XII</span>, 70), dal lat. <i>follis</i>.</p>
+
+<p><i>follore</i> — follia.</p>
+
+<p><i>for'</i> — fuori, senza.</p>
+
+<p><i>for' misora</i> — senza misura.</p>
+
+<p><i>fornire</i> — bastare (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">I</span>, 54).</p>
+
+<p><i>forsi</i> — forse.</p>
+
+<p><i>franchezza</i> — franchigia, libertá.</p>
+
+<p><i>'frizzione</i> — afflizione (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 104).</p>
+
+<p><i>fuli</i> — gli fu.</p>
+
+<p><i>fumi</i> — mi fu.
+<span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279"></a>[279]</span></p>
+
+<p class="pad2"><i>gecchito</i> — umile, abbattuto, stanco.</p>
+
+<p><i>general</i> (avv.) — generalmente.</p>
+
+<p><i>gente</i> — gentile.</p>
+
+<p><i>gioglio</i> — loglio.</p>
+
+<p><i>giostra</i> — briga (<span class="smcap">Pan.</span>, son. <span class="scp">XVI</span>, 4).</p>
+
+<p><i>girèno</i> — girerebbero.</p>
+
+<p><i>gola</i> (verbo) — s'allegri (da un supposto
+<i>golire</i>): «par gola» — pare
+che s'allegri (<span class="smcap">Leonardo del
+Guallacca</span>, 20).</p>
+
+<p><i>gola</i> — (sost.) — brama (<span class="smcap">Gallo</span>, <span class="scp">II</span>,
+20).</p>
+
+<p><i>golia</i> (verbo) — agognava, bramava
+(<span class="smcap">Gallo</span>, <span class="scp">I</span>, 13).</p>
+
+<p><i>gradivo</i> — gradito.</p>
+
+<p><i>granare</i> o <i>granire</i> — sbocciare.</p>
+
+<p><i>grato</i> (sost.) — piacere (<span class="smcap">Panuccio
+del Bagno</span>, <span class="scp">IX</span>, 57).</p>
+
+<p><i>greve</i> — grave.</p>
+
+<p><i>'guale</i> — uguale (<span class="smcap">Ciolo della
+Barba</span>, vv. 24-5: «'guali de li
+miei desiri» — uguali, conformi
+a' miei desidèri).</p>
+
+<p><i>gudire</i> — guari (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">II</span>, 73).</p>
+
+<p><i>guerenza</i> o <i>guirenza</i> — guarigione
+(prov. <i>guerensa</i>, <i>guirensa</i>).</p>
+
+<p><i>guerigione</i> — guarigione.</p>
+
+<p><i>guerire</i> — guarire.</p>
+
+<p><i>guerrero</i> (o <i>guerrore</i>, come richiederebbe
+la rima) — nemico (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 6).</p>
+
+<p><i>guer mò</i> — guari mo' (<span class="smcap">Pan.</span>, son.
+<span class="scp">XIV</span>, «non credo regni guer mò» — non
+credo rimanga ora a lungo).</p>
+
+<p><i>guigliardone</i> — guiderdone, guadagno.</p>
+
+<p class="pad2"><i>i</i> — le, a lei.</p>
+
+<p><i>inchiarire</i> — render chiaro, illuminare
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">II</span>, 49).</p>
+
+<p><i>increscimento</i> — rincrescimento,
+dispiacere (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>, 58).</p>
+
+<p><i>in de</i> — nella: «in de l'altezza»
+(<span class="smcap">Ciolo della Barba</span>, 8).</p>
+
+<p><i>indigenza</i> — bisogno: «a sua indigenza — secondo
+il suo bisogno»
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 65).</p>
+
+<p><i>infertà</i> — infermitá (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>, 1).</p>
+
+<p><i>infinale</i> — alla fine, finalmente (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 83).</p>
+
+<p><i>infirma</i> (verbo) — s'inferma, s'ammala
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 4).</p>
+
+<p><i>ingannevil</i> — ingannevole.</p>
+
+<p><i>inico</i> — iniquo.</p>
+
+<p><i>inorare</i> — pregare (<span class="smcap">Ciolo della
+Barba</span>, 16).</p>
+
+<p><i>innantire</i> — avanzare (prov. <i>enantir</i>).</p>
+
+<p><i>innaurato</i> — splendente (<span class="smcap">Lotto</span>,
+<span class="scp">I</span>, 14).</p>
+
+<p><i>insegnamento</i> — educazione, civiltá.</p>
+
+<p><i>insembre</i> — insieme.</p>
+
+<p><i>insetatura</i> — innestatura, innesto,
+(<span class="smcap">Nocco</span>, 10).</p>
+
+<p><i>intendenza</i> — inclinazione amorosa,
+amore.</p>
+
+<p><i>intendimento</i> — amore.</p>
+
+<p><i>invegli</i> — invecchi.</p>
+
+<p><i>inverso</i> — l'opposto: «far del dritto
+inverso» = far l'opposto del
+diritto, del giusto (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XIX</span>, 3).</p>
+
+<p><i>iscurezza</i> — oscuritá.</p>
+
+<p><i>isguardare</i> — guardare.</p>
+
+<p><i>isguardo</i> — sguardo.</p>
+
+<p><i>islealtate</i> — slealtá.</p>
+
+<p><i>ismarrimento</i> — smarrimento.</p>
+
+<p><i>ismisurare</i> — essere fuor di misura
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VIII</span>, 59).</p>
+
+<p><i>isperso</i> — sperduto.</p>
+
+<p><i>isperto</i> — esperto.</p>
+
+<p><i>isporto</i> — sporto: «si che isport'è» — cosicché
+è sporto, cosparso d'ogni
+gran male (<span class="smcap">Geri Giannini</span>,
+<span class="scp">II</span>, 6).</p>
+
+<p><i>istecco</i> — stecco, spogliato come uno
+stecco (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">XVIII</span>, 6).
+<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280"></a>[280]</span></p>
+
+<p><i>istranare</i> — uscire di strada, allontanarsi
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">V</span>, 67).</p>
+
+<p><i>isvariamento</i> — varietà (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 64).</p>
+
+<p><i>isvolere</i> — disvolere, non volere.</p>
+
+<p class="pad2"><i>labore</i> — fatica (lat. <i>labor</i>).</p>
+
+<p><i>laido</i> — brutto, disonesto.</p>
+
+<p><i>lasso</i> — laccio.</p>
+
+<p><i>latino</i> — facile.</p>
+
+<p><i>launque</i> — lá, ovunque.</p>
+
+<p><i>leccera</i> — leccona, ciana (ant. franc.
+<i>lechiere</i>), becera (<span class="smcap">Leon. del
+Guall.</span>, 17).</p>
+
+<p><i>lei</i> — a lei.</p>
+
+<p><i>lena</i> — fiato, respiro, le forze vitali
+(<span class="smcap">Panuccio del Bagno</span>, <span class="scp">X</span>,
+28).</p>
+
+<p><i>levare</i> — alleggerire: «ma levar...
+no ha, ni ebbe, ni mai aver dia»
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 33-36) = ma non ha,
+né ebbe, né mai aver debba alleggerimento.
+«Levar» ha qui
+forza di sostantivo.</p>
+
+<p><i>li</i> — gli.</p>
+
+<p><i>locagione (fa)</i> — ha luogo, dimora
+(<span class="smcap">Bacciarone</span>, p. 211, 11).</p>
+
+<p><i>loco</i> — dove (<span class="smcap">Gallo</span>, <span class="scp">II</span>, 5, ecc).</p>
+
+<p><i>'lor</i> — allor.</p>
+
+<p><i>lumero</i> o <i>lumera</i> — lume.</p>
+
+<p><i>lungiamento</i> — allungamento, continuazione
+di dolore.</p>
+
+<p><i>luntano</i> — lontano (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">V</span>,
+66).</p>
+
+<p class="pad2"><i>maggio</i> (agg.) — maggiore.</p>
+
+<p><i>magno</i> — grande (lat. <i>magnus</i>).</p>
+
+<p><i>mai che</i> — fuorché (prov. <i>mas que</i>).</p>
+
+<p><i>mainera</i> — maniera.</p>
+
+<p><i>malenanza</i> — male (prov. <i>malenanse</i>).</p>
+
+<p><i>malparlieri</i> — sparlatori, diffamatori.</p>
+
+<p><i>mancagione</i> — mancanza, difetto.</p>
+
+<p><i>manco</i> (agg.) — manchevole.</p>
+
+<p><i>mantenenza</i> — mantenimento (<span class="smcap">Pucciand.
+Martelli</span>, <span class="scp">I</span>, 35).</p>
+
+<p><i>manto</i> — molto (prov. <i>manto</i>).</p>
+
+<p><i>marrimento</i> — smarrimento.</p>
+
+<p><i>matto (ne do)</i> — Ne do scacco matto
+(l'immagine è tolta dal giuoco
+degli scacchi), cioè supero tutti
+(<span class="smcap">Gallo</span>, <span class="scp">II</span>, 60).</p>
+
+<p><i>medela</i> — medicina (lat. <i>medela</i>:
+<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 1).</p>
+
+<p><i>me</i> o <i>mei</i> — meglio.</p>
+
+<p><i>mei</i> — me.</p>
+
+<p><i>memòrare</i> — ricordare.</p>
+
+<p><i>memóra</i> — memoria (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 29).</p>
+
+<p><i>meno</i> — me.</p>
+
+<p><i>mevi</i> — me.</p>
+
+<p><i>mi</i> — a me.</p>
+
+<p><i>mina</i> — mena (forma usata per la
+rima da <span class="smcap">Pucciand</span>. <span class="smcap">Martelli</span>,
+<span class="scp">I</span>, 70).</p>
+
+<p><i>minaccio</i> — minaccia (lat. <i>minacium</i>).</p>
+
+<p><i>miraglio</i> — specchio.</p>
+
+<p><i>miro</i> — medico (ant. franc. <i>mire</i>:
+<span class="smcap">Leon. del Guall.</span>, 21).</p>
+
+<p><i>mistero</i> — mestiere, bisogno.</p>
+
+<p><i>misera</i> — miseria.</p>
+
+<p><i>mò</i> — ora (lat. <i>modo</i>).</p>
+
+<p><i>molesta</i> — molestia (<span class="smcap">Pucciand.</span>
+<span class="smcap">Martelli</span>, <span class="scp">IV</span>, 40).</p>
+
+<p><i>monta</i> (agg.) — montata.</p>
+
+<p><i>montanza</i> — aumento, sovrabbondanza.</p>
+
+<p><i>montare</i> — crescere.</p>
+
+<p><i>mora</i> — dimora, posa.</p>
+
+<p><i>moraggio</i> — morrò.</p>
+
+<p><i>mormòro</i> — mormorio.</p>
+
+<p><i>mostranza</i> — mostra.</p>
+
+<p><i>munimento</i> — difesa (lat. <i>munimentum</i>).</p>
+
+<p><i>mutanza</i> — mutazione.</p>
+
+<p><i>'mprimera (all')</i> — da principio.
+<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281"></a>[281]</span></p>
+
+<p class="pad2"><i>naturale</i> (avv.) — naturalmente.</p>
+
+<p><i>naturali</i> (agg.) — naturale (<span class="smcap">Ciolo
+della Barba</span>, 21).</p>
+
+<p><i>'ncontradire</i> — contraddire.</p>
+
+<p><i>neente</i> o <i>nente</i> — niente.</p>
+
+<p><i>neghire</i> — inneghittire, poltrire.</p>
+
+<p><i>nesciente</i> — che non sa, che ignora.</p>
+
+<p><i>neun</i> — niuno, nessuno.</p>
+
+<p><i>ni</i> — né.</p>
+
+<p><i>nighettoso</i> — neghittoso.</p>
+
+<p><i>nobel</i> — nobile.</p>
+
+<p><i>nocente</i> — che nuoce, cattivo.</p>
+
+<p><i>nochero</i> — nocchiero.</p>
+
+<p><i>nòe</i> — no.</p>
+
+<p><i>noia</i> — affanno, dolore.</p>
+
+<p><i>nome</i> — forse per <i>nomo</i> (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XI</span>, 58).</p>
+
+<p><i>nonde</i> — non ne.</p>
+
+<p><i>norisco</i> — nutrisco (<span class="smcap">Ciolo della
+Barba</span>, 15).</p>
+
+<p><i>'nvegliare</i> — invecchiare.</p>
+
+<p class="pad2"><i>obbria</i> (sost.) — oblio, dimenticanza.</p>
+
+<p><i>obbriare</i> — obliare.</p>
+
+<p><i>obrio</i> — oblio.</p>
+
+<p><i>occupamento</i> — offuscamento (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">X</span>, 32).</p>
+
+<p><i>odire</i> — udire.</p>
+
+<p><i>offenza</i> (anche <i>offenzione</i>) — offesa,
+danno.</p>
+
+<p><i>ognunque</i> — ogni, qualunque.</p>
+
+<p><i>oltragravoso</i> — gravosissimo.</p>
+
+<p><i>oltraselvaggio</i> — piú che selvaggio.</p>
+
+<p><i>ombra</i> (verbo) — prende ombra
+(<span class="smcap">Panuccio del Bagno</span>, <span class="scp">XII</span>, 12).</p>
+
+<p><i>onora</i> — onore (<span class="smcap">Ciolo della Barba</span>,
+36).</p>
+
+<p><i>ontare</i> — fare onta, ingiuriare, contrastare
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VI</span>, 30).</p>
+
+<p><i>ontoso</i> — ingiurioso.</p>
+
+<p><i>operamento</i> — operazione.</p>
+
+<p><i>oreglio</i> — orecchio.</p>
+
+<p><i>orgoglianza</i> — orgoglio.</p>
+
+<p><i>oranza</i> — orranza, onore.</p>
+
+<p><i>ordo</i> (agg.) — orrido (sincope: ant.
+franc. <i>orde</i>). Riferito ad Amore
+per le pene che apporta (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 90).</p>
+
+<p><i>ove (comendi)</i> — Lo lodi, ove (se)
+lo meriti (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VII</span>, 94).</p>
+
+<p><i>ovi</i> — ove.</p>
+
+<p><i>ovra</i> — opera.</p>
+
+<p><i>ovra (s')</i> — se opera.</p>
+
+<p class="pad2"><i>paga (si)</i> — s'appaga (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">III</span>, 9).</p>
+
+<p><i>palpe</i> — il <span class="smcap">Monaci</span> intende che sia
+un cong. pres. di «palpare».
+Forse il v. 39 della canz. di <span class="smcap">Leonardo
+del Guallacca</span> vuol
+dire: Molto ha di male da toccare,
+cioè gli toccherà molto male.</p>
+
+<p><i>paraggio (a)</i> — a somiglianza, a
+paragone, a confronto (<span class="smcap">Bacciarone
+di messer Bacone</span>, <span class="scp">I</span>, 69).</p>
+
+<p><i>paraggio</i> (verbo) — parrò.</p>
+
+<p><i>paroma</i> — canapo di cui si servono
+i marinai liguri per legare la nave
+(<span class="smcap">Leon. del Guall.</span>, 26).</p>
+
+<p><i>parato</i> — pronto (lat. <i>paratus</i>).</p>
+
+<p><i>pare</i> — pari, uguale.</p>
+
+<p><i>pareglio</i> — pari, simile.</p>
+
+<p><i>parimento</i> — uguaglianza (<span class="smcap">Panuccio
+del Bagno</span>, <span class="scp">IX</span>, 32).</p>
+
+<p><i>parlamento</i> — parlata, favella: «lo
+mutulo torna in parlamento» — il
+mutolo riprende la favella (<span class="smcap">Gallo</span>,
+<span class="scp">I</span>, 26).</p>
+
+<p><i>parli</i> — pargli, gli pare.</p>
+
+<p><i>parrea</i> — parrebbe.</p>
+
+<p><i>partagerò</i> — mi partirò (<span class="smcap">Geri
+Giannini</span>, <span class="scp">I</span>, 14).</p>
+
+<p><i>partimento</i> — partenza, fine (<span class="smcap">Gallo</span>,
+<span class="scp">I</span>, 29).</p>
+
+<p><i>parvente</i> — apparente.</p>
+
+<p><i>parvenza (a mia)</i> — a mio parere
+(<span class="smcap">Bacciarone</span>, <span class="scp">V</span>, 6).</p>
+
+<p><i>parvo</i> — piccolo (lat. <i>parvus</i>).
+<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282"></a>[282]</span></p>
+
+<p><i>pato</i> — patisco.</p>
+
+<p><i>patuto</i> — patito.</p>
+
+<p><i>penale</i> — degno di pena, alla stessa
+guisa che «ferale» per «degno
+di fera»: «Imperciò ch'è penale»
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VI</span>, 26) — perciocché
+è cosa degna di pena.
+Oppure si deve leggere: «Imperciò
+che pena l'è»?</p>
+
+<p><i>pensamento</i> — pensiero.</p>
+
+<p><i>pensivo</i> — pensieroso.</p>
+
+<p><i>pensria</i> — penseria, penserebbe.</p>
+
+<p><i>pentèro</i> — pentimento (<span class="smcap">Bacciar. di
+messer Bacone</span>, <span class="scp">II</span>, 99).</p>
+
+<p><i>percepenza</i> — intelligenza.</p>
+
+<p><i>perdenza</i> — perdita.</p>
+
+<p><i>perdonanza</i> — perdono.</p>
+
+<p><i>pereggio</i> — peleggio, puleggio, viaggio
+(<span class="smcap">Bacciar. di messer Bacone</span>, <span class="scp">I</span>, 35).</p>
+
+<p><i>permirato</i> — meraviglioso (<span class="smcap">Pucciand.
+Martelli</span>, <span class="scp">V</span>, 11), dal
+lat. permiratus.</p>
+
+<p><i>persò</i> — perciò.</p>
+
+<p><i>perso</i> — scuro, nero.</p>
+
+<p><i>pesanza</i> — noia, gravezza.</p>
+
+<p><i>piacenza</i> — piacere.</p>
+
+<p><i>pietanza</i> — pietá.</p>
+
+<p><i>piggiore</i> — peggiore.</p>
+
+<p><i>pintura</i> — pittura.</p>
+
+<p><i>piò</i> — piú.</p>
+
+<p><i>piú via troppo</i> — sempre piú (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">V</span>, 48).</p>
+
+<p><i>plagente</i> — piacente.</p>
+
+<p><i>plagenza</i> — piacere.</p>
+
+<p><i>plagimento</i> — piacere, bellezza che
+dá piacere a chi la mira.</p>
+
+<p><i>plangére</i> — piangere.</p>
+
+<p><i>pò</i> — può.</p>
+
+<p><i>poderato</i> — rinforzato, aumentato
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VI</span>, 15).</p>
+
+<p><i>poderoso</i> — potente, forte.</p>
+
+<p><i>podere</i> — potenza, forza: «a podere» — a
+tutta forza (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VII</span>, 113).</p>
+
+<p><i>podire</i> — potere.</p>
+
+<p><i>pogo</i> — poco.</p>
+
+<p><i>ponta, (si)</i> — si sforza.</p>
+
+<p><i>porò</i> — potrò.</p>
+
+<p><i>portatura</i> — portamento.</p>
+
+<p><i>posa</i> — sosta, dimora (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XX</span>, 5).</p>
+
+<p><i>possa</i> — poscia (<span class="smcap">Betto Mettef.</span>,
+51): «da possa» — da poi che
+(<span class="smcap">Geri Giannini</span>, <span class="scp">II</span>, 16).</p>
+
+<p><i>postra</i> — poscia (<span class="smcap">Pan. del B.</span>, <span class="scp">XVI</span>,
+11).</p>
+
+<p><i>potimento</i> — potenza (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VI</span>, 86).</p>
+
+<p><i>potrèno</i> — potrebbero.</p>
+
+<p><i>poso</i> — riposo (<span class="smcap">Panuccio del B.</span>,
+<span class="scp">III</span>, 76).</p>
+
+<p><i>possibile (a)</i> — quanto piú può
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 5).</p>
+
+<p><i>prendimento</i> (anche <i>prendenza</i>) — presa.</p>
+
+<p><i>primero</i> — primiero.</p>
+
+<p><i>pro</i> (sost.) — l'utile.</p>
+
+<p><i>prode</i> — valore.</p>
+
+<p><i>profittabile</i> — profittevole.</p>
+
+<p><i>propunto (ci)</i> — c'insisto (<span class="smcap">Leon.
+del Guall.</span>, 36).</p>
+
+<p><i>provedenza</i> — provvidenza, avvedimento
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, canz. <span class="scp">II</span>, v. 12).</p>
+
+<p><i>prunto</i> — pronto.</p>
+
+<p><i>puosi</i> — si può.</p>
+
+<p class="pad2"><i>quito</i> — quieto (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">I</span>, 67): forma
+usata per necessitá di rima.</p>
+
+<p class="pad2"><i>raffino</i> — divengo piú fine: «raffino
+'n servire» — divengo migliore nel
+servire a madonna (<span class="smcap">Betto Mettefuoco</span>,
+24).</p>
+
+<p><i>rancura</i> — affanno, tormento.</p>
+
+<p><i>redenza</i> — redenzione (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>,
+39).</p>
+
+<p><i>regnare</i> — stare, dimorare.</p>
+
+<p><i>remiro</i> — aspetto.
+<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283"></a>[283]</span></p>
+
+<p><i>reo</i> — crudele.</p>
+
+<p><i>resedere</i> — risiedere (<span class="smcap">Natuccio
+Cinquino</span>, <span class="scp">I</span>, 12).</p>
+
+<p><i>resto</i> — resta (lat. <i>arista</i>), spiga
+(<span class="smcap">Gallo</span>, <span class="scp">II</span>, 56).</p>
+
+<p><i>risurgere</i> — far risorgere: «se risurgi
+la mia mente» (<span class="smcap">Pucciand.</span>
+<span class="smcap">Martelli</span>, <span class="scp">I</span>, 62).</p>
+
+<p><i>ruga</i> — strada (franc. <i>rue</i>).</p>
+
+<p class="pad2"><i>saluta</i> — saluto (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">I</span>, 33).</p>
+
+<p><i>sapo</i> — so (lat. <i>sapio</i>).</p>
+
+<p><i>sapra</i> (<i>si</i>) — si saprá (<span class="smcap">Pan.</span>, son.
+<span class="scp">XVIII</span>, v. 8).</p>
+
+<p><i>savemo</i> — sappiamo.</p>
+
+<p><i>savire</i> — sapere.</p>
+
+<p><i>sbaudire</i> — perdere baldanza (<span class="smcap">Gallo</span>,
+<span class="scp">I</span>, 20).</p>
+
+<p><i>scalcata</i> — soppiantata (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">VII</span>, 23).</p>
+
+<p><i>sconoscenza</i> — ignoranza, ingratitudine.</p>
+
+<p><i>scora</i> — scura, oscura (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">I</span>, 66).</p>
+
+<p><i>scordanza</i> — discordia.</p>
+
+<p><i>segondo</i> — secondo.</p>
+
+<p><i>semblanza</i> — sembianza, somiglianza.</p>
+
+<p><i>semblare</i> — assomigliare.</p>
+
+<p><i>sensa</i> — sensi, sentimenti (<span class="smcap">Pucciandone</span>,
+<span class="scp">V</span>, 11).</p>
+
+<p><i>sentire</i> — sentimento, opinione: «al
+mio sentire» — a mio avviso.</p>
+
+<p><i>sentore</i> — sentimento (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">I</span>, 41).</p>
+
+<p><i>sería</i> (anche <i>serea</i>) — sarebbe.</p>
+
+<p><i>serra</i> — montagna (<span class="smcap">Leon. del
+Guall.</span>, 43, ecc.)</p>
+
+<p><i>servente</i> — servitore.</p>
+
+<p><i>servimento</i> — servizio.</p>
+
+<p><i>sguardare</i> — guardare.</p>
+
+<p><i>siccomo</i> — siccome.</p>
+
+<p><i>signoraggio</i> — signoria (prov. <i>senhoratge</i>).</p>
+
+<p><i>siguranza</i> — sicurezza.</p>
+
+<p><i>sigurare</i> — assicurare (<span class="smcap">Gallo</span>, <span class="scp">I</span>,
+42).</p>
+
+<p><i>silvaggio</i> — selvaggio, inusitato,
+strano.</p>
+
+<p><i>simel</i> — simile.</p>
+
+<p><i>simiglia</i> — simili, pari (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">II</span>, 16).</p>
+
+<p><i>smirare</i> — rimirare.</p>
+
+<p><i>snaturare</i> — allontanarsi da natura
+(<span class="smcap">Nocco</span>, 28).</p>
+
+<p><i>sodutto</i> — sedotto; ma anche guasto,
+distrutto (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VII</span>, 28).</p>
+
+<p><i>sofferea</i> — soffrirebbe.</p>
+
+<p><i>sofferenza</i> — paziente attesa.</p>
+
+<p><i>sofferrá</i> — soffrirá.</p>
+
+<p><i>soffrenza</i> — sofferenza.</p>
+
+<p><i>soffriraggio</i> — soffrirò.</p>
+
+<p><i>soi</i> — suoi.</p>
+
+<p><i>sòl</i> — suole.</p>
+
+<p><i>solaccio</i> — sollazzo (lat. <i>solacium</i>).</p>
+
+<p><i>sommiso</i> — sottomesso.</p>
+
+<p><i>somovere</i> — muovere, spingere (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">XV</span>, 5).</p>
+
+<p><i>sonde</i> — ne sono.</p>
+
+<p><i>soperchio</i> — sovrabbondanza.</p>
+
+<p><i>sormontare</i> — salire in alto.</p>
+
+<p><i>soverchianza</i> — sovrabbondanza.</p>
+
+<p><i>sovramagiore</i> — grandissimo.</p>
+
+<p><i>sovrapiagente</i> — piacentissima.</p>
+
+<p><i>sovro</i> (verbo) — vado sopra, da un
+supposto <i>sovrare</i> (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">XI</span>,
+16).</p>
+
+<p><i>sovro</i> (avv.) — sovra, sopra.</p>
+
+<p><i>spera</i> — speranza (prov. <i>esper</i>).</p>
+
+<p><i>spera</i> — specchio. Anche oggi in
+Toscana si dice «spera» per
+«specchio».</p>
+
+<p><i>speramento</i> — speranza.</p>
+
+<p><i>spiacimento</i> — dispiacimento, dispiacere
+(<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>, 59).</p>
+
+<p><i>spietosa</i> — spietata, senza pietá
+(<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">II</span>, 53).</p>
+
+<p><i>spiramento</i> — ispirazione.
+<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284"></a>[284]</span></p>
+
+<p><i>sporto</i> — porto (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">V</span>, 53):
+da <i>sporgere</i>, porgere: v. nel <i>De
+quinquaginta curialitatibus</i> di
+<span class="smcap">Bonvesin da Riva</span>, <span class="scp">II</span>, 56 «on
+sporze a verun altro ch'è tego
+in compania».</p>
+
+<p><i>sprefondato</i> — sprofondato.</p>
+
+<p><i>sprendiente</i> — splendente.</p>
+
+<p><i>sre'</i> — sarebbe (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 14).</p>
+
+<p><i>stallo</i> — stanza, dimora.</p>
+
+<p><i>stasso</i> — stanza (<span class="smcap">Bacciar. di messer
+Bacone</span>, <span class="scp">I</span>, 56).</p>
+
+<p><i>stata</i> — stato, stanza (<span class="smcap">Lotto</span>, <span class="scp">I</span>, 3).</p>
+
+<p><i>stato</i> — fine: «senza stato» — senza
+fine (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">VI</span>, 97).</p>
+
+<p><i>sterra</i> (verbo) — caccia fuori della
+terra (<span class="smcap">Bacciarone</span>, <span class="scp">III</span>, 24).</p>
+
+<p><i>stettamento</i> — lenimento? (<span class="smcap">Panuccio
+del Bagno</span>, <span class="scp">X</span>, 16).</p>
+
+<p><i>storte</i> — storture (<span class="smcap">Geri Giannini</span>,
+<span class="scp">I</span>, 5: «male storte» — disgrazie,
+contrarietá).</p>
+
+<p><i>stremosa</i> — estremitá, estremi mali
+(<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">X</span>, 17).</p>
+
+<p><i>strò</i> — starò (sincope).</p>
+
+<p><i>suggizione</i> — suggezione, servitú.</p>
+
+<p><i>suoie</i> — sue (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">IX</span>, 24, 26).</p>
+
+<p><i>svariare</i> — cambiare.</p>
+
+<p class="pad2"><i>tembra (la fior tembra)</i> — (<span class="smcap">Ciolo
+della Barba</span>, 40): la santoreggia
+del monte San Giuliano.</p>
+
+<p><i>terzoletto</i> — anche terzuolo, una
+specie di vela: v. il <i>Dizionario</i>
+del <span class="smcap">Tommaseo-Bellini</span>, che cita
+un esempio del <i>Ciriffo Calvaneo</i>.</p>
+
+<p><i>testimonia</i> — testimonianza.</p>
+
+<p><i>tinore</i> — tenore.</p>
+
+<p><i>tormentare</i> — agitare come in una
+tormenta, tempestare (<span class="smcap">Pucciand.</span>
+<span class="smcap">Martelli</span>, <span class="scp">IV</span>, 33).</p>
+
+<p><i>tormento (vivere a)</i> — vivere in tormenti
+(<span class="smcap">Gallo</span>, <span class="scp">I</span>, 32).</p>
+
+<p><i>torte</i> — fasci, legami.</p>
+
+<p><i>torte</i> (avv.) — a torto: «dannato 'n
+torte» — dannato a torto (<span class="smcap">Geri
+Giannini</span>, <span class="scp">II</span>, 5).</p>
+
+<p><i>torto</i> — tolto (<span class="smcap">Bacciarone</span>, <span class="scp">III</span>, 7).</p>
+
+<p><i>totta</i> — tutta.</p>
+
+<p><i>tragállo</i> — trággalo, lo tragga
+(<span class="smcap">Leon. del Guall.</span>, 59).</p>
+
+<p><i>tragetto</i> — tragitto.</p>
+
+<p><i>tralassato</i> — tralasciato, abbandonato.</p>
+
+<p><i>trappare</i> — acchiappare (franc.
+atraper: <span class="smcap">Leon. del Guall.</span>,
+28).</p>
+
+<p><i>trasatto</i> — lasciato (<span class="smcap">Pucciandone
+Martelli</span>, <span class="scp">IV</span>, 45: «ma poi mi
+n'ha' trasatto», ove, anche per
+quel che precede, il senso mi
+pare questo: Ma poi tu, o Amore,
+m'hai lasciato un po' di
+pace).</p>
+
+<p><i>treccera</i> — ingannatrice (ant. franc.
+<i>trichere</i>), falsa (<span class="smcap">L. del Guall.</span>,
+14).</p>
+
+<p><i>tristore</i> — tristezza, male.</p>
+
+<p><i>tuba</i> — tromba (lat. <i>tuba</i>).</p>
+
+<p><i>turberea</i> — turberebbe.</p>
+
+<p><i>tutto</i> — tuttoché, sebbene (<span class="smcap">Panuccio</span>,
+<span class="scp">II</span>, 35).</p>
+
+<p><i>tuttore</i> — sempre: vale spesso anche
+«sebbene».</p>
+
+<p class="pad2"><i>u — o</i>, ovvero.</p>
+
+<p><i>umelia (s')</i> — s'umilia.</p>
+
+<p><i>umeltá</i> — umiltá.</p>
+
+<p><i>unde</i> — onde, ne, di cui.</p>
+
+<p><i>usanza</i> — uso, abitudine.</p>
+
+<p><i>uso</i> — esperienza.</p>
+
+<p><i>uvi</i> — ove (<span class="smcap">Panuccio</span>, <span class="scp">XI</span>, 28).</p>
+
+<p class="pad2"><i>valca</i> — valica, passa.</p>
+
+<p><i>valenza</i> — valore.</p>
+
+<p><i>valimento</i> — valore.</p>
+
+<p><i>vallo</i> — valle.</p>
+
+<p><i>varco</i> (sost.) — valico, passo.
+<span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285"></a>[285]</span></p>
+
+<p><i>veglio</i> — vecchio.</p>
+
+<p><i>veno (si)</i> — si vedono (<span class="smcap">Bacciar. di
+messer Bacone</span>, <span class="scp">I</span>, 23).</p>
+
+<p><i>ventare</i> — dare vento, soffiare (Panuccio,
+xii, 71).</p>
+
+<p><i>veo</i> — vedo.</p>
+
+<p><i>verdero</i> — verziere, verde prato,
+giardino.</p>
+
+<p><i>ver'</i> — verso.</p>
+
+<p><i>vero</i> (avv.) — veramente.</p>
+
+<p><i>vertá</i> — veritá.</p>
+
+<p><i>vertú</i> — virtú.</p>
+
+<p><i>vertudioso</i> — virtuoso.</p>
+
+<p><i>vertudiosamente</i> — virtuosamente.</p>
+
+<p><i>vesi</i> — si vede.</p>
+
+<p><i>vilezza</i> — viltá.</p>
+
+<p><i>vinde</i> — ve ne (<span class="smcap">Ciolo della Barba</span>,
+36).</p>
+
+<p><i>visare</i> — avvisare, esser d'avviso,
+capire.</p>
+
+<p><i>vivente</i> (al <i>meo</i>) — in vita mia.</p>
+
+<p><i>vizo</i> — vizio.</p>
+
+<p><i>voglia (portare)</i> — aver voglia.</p>
+
+<p><i>voglienza</i> — voglia.</p>
+
+<p><i>voi'</i> — voio, voglio (<span class="smcap">Bacciar. di
+messer Bacone</span>, <span class="scp">II</span>, 81).</p>
+
+<p><i>voito</i> — vuoto.</p>
+
+<p><i>volno</i> — vogliono.</p>
+
+<p><i>vorea</i> e <i>vorrea</i> — vorria vorrei.
+<span class="pagenum"><a name="Page_286" id="Page_286"></a>[286]</span></p>
+
+<h3>NOTE:</h3>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" href="#FNanchor_1_1">[1]</a> Per la risposta di Dotto Reali, si veda fra i Rimatori lucchesi.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" href="#FNanchor_2_2">[2]</a> Mi corre l'obbligo di ringraziare vivamente il prof. Flaminio Pellegrini,
+che con la sua molta dottrina e con l'autorevole consiglio mi ha efficacemente aiutato
+in questa nuova edizione dei <i>Rimatori pistoiesi</i> e anche in quella dei <i>Rimatori
+pisani</i></p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" href="#FNanchor_3_3">[3]</a> Furono presi in esame da:
+</p><div class="blockquote"><p>
+<span class="smcap">G. Bertoni</span>, in <i>Zeitschrift für rom. Philologie</i>, <span class="scp">XXX</span> [1906], 342-5;
+</p><p>
+<span class="smcap">M. Pelaez</span>, in <i>Rassegna bibl. della letter. ital.</i>, <span class="scp">XIV</span> [1906], 292-4;
+</p><p>
+<span class="smcap">G. Zaccagnini</span>, in <i>Rassegna critica della letter. ital.</i>, <span class="scp">X</span> [1907], 34-8;
+</p><p>
+<span class="smcap">B. Wiese</span>, in <i>Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen</i>,
+<span class="scp">CXVII</span> [1907], 214-223;
+</p><p>
+<span class="smcap">V. Rossi</span>, in <i>Giornale storico della letter. ital.</i>, <span class="scp">XLIX</span> [1907], 373-383;
+</p><p>
+<span class="smcap">K. Vossler</span>, in <i>Literaturblatt für germ. und rom. Philologie</i>, <span class="scp">XXVIII</span> [1907], 290-4.</p></div></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" href="#FNanchor_4_4">[4]</a> Osservò giá il <span class="smcap">Rossi</span>, <i>Gior. st. d. letter. it.</i> cit., <span class="scp">XLIX</span>, 374 e n. <span class="scp">I</span>, che questo
+rimatore non è da ritenere come notaio: nei documenti egli è costantemente e unicamente
+designato come «<i>iudex</i>».</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" href="#FNanchor_5_5">[5]</a> Il prof. A. Zenatti cortesemente mi comunica che questo rimatore deve proprio
+chiamarsi «Bonodito», come giá noi congetturammo: cfr. <i>I Rimatori lucch.</i>,
+p. <span class="scp">XXXVII</span>. Egli ne fornirá la prova.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_6_6" href="#FNanchor_6_6">[6]</a> Cfr. <i>I Rim. lucch.</i>, pp. <span class="scp">LXXIII-IV</span>.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_7_7" href="#FNanchor_7_7">[7]</a> Cfr. pure <span class="smcap">Rossi</span> in <i>Gior. stor. cit.</i>, <span class="scp">XLIX</span>, 377 e <span class="smcap">Zaccagnini</span> in <i>Rass. crit.</i>
+cit., <span class="scp">XI</span>, 37.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_8_8" href="#FNanchor_8_8">[8]</a> <i>Gior. stor. cit.</i>, <span class="scp">XLIX</span>, 378. Cfr. pure <span class="smcap">Wiese</span> in <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 214.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" href="#FNanchor_9_9">[9]</a> Il <span class="smcap">Wiese</span>, <i>Archiv</i> cit., <span class="scp">CXVII</span>, 214, dubita anche della paternitá dei due sonetti
+«Gli vostri occhi ch'e' m'hanno divisi» (n. <span class="scp">XVII</span>) e «Con sicurtá dirò po' ch'i'
+son vosso» (n. <span class="scp">XVIII</span>); ma non adduce alcuna prova che confermi il suo dubbio. Lo
+stesso dicasi del <span class="smcap">Tommasini-Mattiucci</span>, <i>Bonagiunta Orbicciani nel canto XXIV
+del Purgatorio</i>, Cittá di Castello, 1911, p. 20, n. 2: cfr. pure, per il son. <span class="scp">XVII</span>, <span class="smcap">Vossler</span>
+in <i>Literaturblatt</i> cit., <span class="scp">XXVIII</span>, 291. E allora? Il loro valore nella produzione poetica di
+Bonagiunta fu rilevato nel nostro saggio, <i>Sulla cronologia e sul valore delle rime di
+B. O. da Lucca</i>, Messina, 1902, pp. 39-40. A tal proposito è massimamente prezioso
+il son. <span class="scp">XVII</span> «Gli vostri occhi»; per quanto anche il n. <span class="scp">XVIII</span> «Con sicurtá», pur dopo
+la nuova interpretazione, possa sempre offrire un appoggio alla nostra tesi. La quale,
+sia detto di passaggio, ha trovato un deciso avversario nel <span class="smcap">Tommasini-Mattiucci</span>,
+<i>Bonagiunta Orbicciani</i> cit. Ma ad altri (vedili ricordati quivi stesso, pp. 28-9) non
+è parsa poi del tutto cosí ardita da doversi senz'altro metter da parte.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" href="#FNanchor_10_10">[10]</a> <span class="smcap">A. Fr. Massèra</span>, <i>Una ballata sconosciuta di Bonagiunta Orbicciani</i>, in <i>Rass.
+bibl.</i> cit., <span class="scp">XIV</span>, 210 sgg. I vv. 11, 13, 23, 62, come settenari, apparrebbero veramente
+allontanarsi dallo schema metrico proposto: <i>a<sup>5</sup> a<sup>6</sup> a<sup>6</sup> x<sup>7</sup></i>; <i>a<sup>7</sup> b<sup>8</sup> a<sup>7</sup> b<sup>8</sup></i>; <i>c<sup>6</sup> c<sup>5</sup> c<sup>6</sup> x<sup>7</sup></i>.
+Ma è da notare che i vv. 11 e 62 comincian per vocale, e interviene pertanto un'elisione
+con la finale del v. pr. Nel v. 13, sintatticamente, è possibile anche la soppressione
+del <i>se</i> con cui comincia, se pure non è, come nel v. 23, una di quelle
+apparenti anomalie metriche, che la musica faceva scomparire, di cui non mancano
+esempi: cfr. <span class="smcap">A. Fr. Massèra</span>, <i>Il serventese romagnolo del 1277</i>, in <i>Archivio st. ital.</i>,
+1914, disp. 1ª, p. 10, n. 1 dell'estr.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_11_11" href="#FNanchor_11_11">[11]</a> <i>I Rim. lucch.</i>, cit., p. <span class="scp">LXXVIII</span>.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_12_12" href="#FNanchor_12_12">[12]</a> <span class="smcap">S. Debenedetti</span>, <i>Nuovi studi sulla Giuntina di rime antiche</i>, Cittá di Castello,
+1912. Cfr. poi, a proposito di tale pubblicazione, <i>F. Pellegrini</i>, in <i>Rass. bibl.</i>
+cit., <span class="scp">XXI</span> [1913], 12 sgg.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_13_13" href="#FNanchor_13_13">[13]</a> Cfr. <i>Rass. bibl.</i> cit., <span class="scp">XXI</span>, 18-9. La correzione del secondo passo: «Considerando
+tutto quel ch'è detto», ecc. è giá in <span class="smcap">Valeriani</span>, <span class="scp">I</span>, 511.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_14_14" href="#FNanchor_14_14">[14]</a> Vedi anche <i>I Rim. lucch.</i>, pp. <span class="scp">LXXVIII-IX</span>.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_15_15" href="#FNanchor_15_15">[15]</a> Il Bertoni proporrebbe una rivendicazione anche per le due canzoni «Oramai
+lo meo core» (per questa canz. vedi pure <span class="smcap">Pelaez</span>, <i>Rass. bibl.</i> cit., <span class="scp">XIV</span>, 294) e «Sovente,
+Amore, aggio visto manti»: cfr. <i>Zeitschrift</i> cit., <span class="scp">XXX</span>, 344. Ma le sue argomentazioni
+non son riuscite a scuotere la nostra ancor come un tempo ferma opinione in contrario.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_16_16" href="#FNanchor_16_16">[16]</a> La prima edizione, con tutto l'apparato critico, mette in grado di rendersi
+conto di ogni piú piccola mutazione. Ogni nuova congettura fu esplicitamente avvertita.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_17_17" href="#FNanchor_17_17">[17]</a> Cfr. <i>I Rim. lucch.</i> cit., p. <span class="scp">XCII</span>.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_18_18" href="#FNanchor_18_18">[18]</a> Gli schemi che raggruppammo alle pp. <span class="scp">LXVI-VIII</span> de <i>I Rim. lucch.</i> cit., prima
+di esser citati, è necessario controllarli con quelli di questi nuovi testi.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_19_19" href="#FNanchor_19_19">[19]</a> <i>Rima siciliana, rima aretina e bolognese</i>, in <i>Bull. d. soc. dantesca ital.</i>, <span class="scp">XX</span>
+[1913], 123, n. 1. A proposito di questo articolo cfr. tuttavia <span class="smcap">G. Bertoni</span>, in <i>Fanfulla
+della domenica</i>, <span class="scp">XXXVI</span> [1914], 25 gennaio.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_20_20" href="#FNanchor_20_20">[20]</a> Cfr. <i>Zeitschrift</i> cit., <span class="scp">XXXI</span>, 178.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_21_21" href="#FNanchor_21_21">[21]</a> <span class="smcap">Parodi</span>, <i>Rima siciliana</i> cit., pp. 136-8.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_22_22" href="#FNanchor_22_22">[22]</a> Il Petrocchi, <i>Novo dizionario</i>, ad v., registra questa forma per l'ant. ital.;
+ma non dá esempi.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_23_23" href="#FNanchor_23_23">[23]</a> È un difetto, in cui cade il <span class="smcap">Wiese</span>, ad es., nella recensione citata. Per conto
+mio, lo iato, spesso dato anche dall'accordo dei cdd., giustifica sicuramente i vv.
+c. <span class="scp">VIII</span>, 2 e 14, <span class="scp">IX</span>, 41; dis. 1, 5, 6, 10; ball. <span class="scp">I</span>, 33; ecc.; sono da considerare, senz'altro,
+come bisillabi: «lui» nei son. <span class="scp">II</span>, 8 e <span class="scp">IV</span>, 8 della tenzone fra il Gonnella, Bonagiunta
+e Bonodico, «poi» nel son. <span class="scp">I</span>, 2 della tenzone fra Bartolomeo e Bonodico, e come
+trisillabo: «assai» in D. R. c. <span class="scp">I</span>, 67; né credo che, a causa della cesura, debbano modificarsi,
+ad es., c. <span class="scp">VIII</span>, 17 e ball. <span class="scp">II</span>, 13-4 e 23-4.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_24_24" href="#FNanchor_24_24">[24]</a> La misura del verso esige senza discussione «ciera» in ball. <span class="scp">IV</span>, 25.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_25_25" href="#FNanchor_25_25">[25]</a> Cfr. <span class="smcap">D'Ancona</span> e <span class="smcap">Comparetti</span>, <i>Le antiche rime volgari</i>, Bologna, 1875, <span class="scp">I</span>,
+p. <span class="scp">XX</span> e n. <span class="scp">I</span>. A proposito del son. <span class="scp">I</span> di Dotto Reali, che non è compreso nel Vat. 3793,
+cfr. sempre quivi.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_26_26" href="#FNanchor_26_26">[26]</a> Le canz. <span class="scp">I</span> e <span class="scp">III</span> di Bonagiunta, che sono nel Vat. 3793, non son quivi trascritte;
+ma per la <span class="scp">I</span>, a 284<sup>r</sup>, a sinistra, nel margine, è notato: «Auegna che partensa.
+294. Reale», e per la <span class="scp">III</span>, a 129<sup>r</sup>, sempre nel margine, a sinistra: «Similen.te honor.
+124. Reale», con richiami manifesti (294 e 124) al Vat. 3793.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_27_27" href="#FNanchor_27_27">[27]</a> Vedasi su di esso <span class="smcap">Barbi</span>, <i>Per un sonetto attribuito a Dante e per due codici
+di rime antiche</i>, in <i>Bull. d. soc. dantesca ital.</i>, <span class="scp">XVII</span> [1910], p. 255 sgg.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_28_28" href="#FNanchor_28_28">[28]</a> <span class="smcap">Barbi</span>, <i>Per un sonetto</i> cit., p. 255. Dá anche come di Bonagiunta le due
+canz. «Donna amorosa» (p. 109 e «La mia amorosa mente» (p. 111), che nel Pal. 418
+seguivano adespote alla ball. <span class="scp">I</span> dell'Orbicciani.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_29_29" href="#FNanchor_29_29">[29]</a> Il primo verso del son. <span class="scp">I</span> si trova pure riferito a p. 739; cosí il primo verso
+del son. <span class="scp">IV</span> è a p. 789.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_30_30" href="#FNanchor_30_30">[30]</a> Cfr. <span class="smcap">Barbi</span>, <i>Per un sonetto</i> cit., p. 256 sgg.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_31_31" href="#FNanchor_31_31">[31]</a> Solo il v. 8 del son. <span class="scp">I</span>: «Che passa or sôma luce e di valore» — altre poche
+varianti non hanno alcuna importanza — se ne allontana alquanto. Ma dipende certo
+dal desiderio del trascrittore di dare un senso, suo, al passo tormentatissimo.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_32_32" href="#FNanchor_32_32">[32]</a> Il <span class="smcap">Nannucci</span> pubblica anche come di Bonagiunta la canz. «Tanto di fino amore
+son gaudente», avvertendo che essa insieme con la ball. «Donna, vostre belleze»
+«dall'editore fiorentino [<span class="smcap">Val.</span>, <span class="scp">I</span>, 433] sono assegnate al Saladino da Pavia; ma nel
+Codice Pucciano, in quello di Pier del Nero ed in altri, vanno sotto il nome del
+nostro Bonaggiunta» (<i>Manuale</i> cit., <span class="scp">I</span>, 195). È certo una svista, perché si fatta canzone,
+in tutti i cdd. in cui si trova, è attribuita al Saladino: cfr. <span class="smcap">G. B. Festa</span>, <i>Bibliografia
+delle più antiche rime volgari italiane</i>, in <i>Romanische Forschungen</i>, <span class="scp">XXV</span>
+[1908], 2, p. 596, n. 614.</p></div>
+
+<hr />
+
+<p class="nota">ERRATA CORRIGE</p>
+
+<table class="errata" summary="Errata Corrige">
+ <tr>
+ <td>p. <a href="#ec143">143</a>, v.   4:</td><td>estat'</td> <td class="cent">corr.</td> <td>e stat'</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>p. <a href="#ec154">154</a>, v. 69:</td><td>i' spero</td> <td class="cent">» </td> <td>ispero</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>p. <a href="#ec156">156</a>, v. 59:</td><td>ad ella</td> <td class="cent">» </td> <td>d'ella</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>p. <a href="#ec179">179</a>, v. 10:</td><td>aver </td> <td class="cent">» </td> <td>viver</td>
+ </tr>
+</table>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287"></a>[287]</span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="INDICE_DEI_CAPOVERSI" id="INDICE_DEI_CAPOVERSI"></a>INDICE DEI CAPOVERSI</h2>
+
+<table class="capov" summary="Indice dei capoversi">
+ <tr>
+ <td>A cui prudenza porge alta lumera,</td> <td class="pag">Pag.</td> <td class="r"><a href="#Page_209">209</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Aldendo dire l'altèro valore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_210">210</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>A me adovene com'a lo zitello, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_82">82</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Amore amaro, a morte m'hai feruto, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_17">17</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Amore, perché m'hai, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_181">181</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Amor s'ha il mio voler miso di sovra, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_179">179</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>A piò voler mostrar che porti vero, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_105">105</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>A scuro loco conven lume clero, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_15">15</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Avegna che partensa, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_49">49</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Ben mi credea in tutto esser d'Amore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_65">65</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Certo, non si convene, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_97">97</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Chi nel dolore ha bona sofferenza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_210">210</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Chi va cherendo guerra e lassa pace, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_87">87</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Compiutamente mess'ho intenzione, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_185">185</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Con sicurtá dirò, po' ch'i' son vosso, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_89">89</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Considerando l'altera valenza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_7">7</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Considerando la vera partenza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_155">155</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Credea essere, lasso, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_137">137</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>De la fera infertá e angosciosa, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_215">215</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>De la rason, che non savete vero, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_92">92</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>De la rota son posti esempli assai, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_28">28</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Del dolor tant'è 'l soverchio fero, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_20">20</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Dentro da la nieve esce lo foco, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_83">83</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Dev'omo a la fortuna con coragio, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_80">80</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Di ciò che 'l meo cor sente, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_101">101</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Di dir giá piú non celo, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_169">169</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Dimme, Amore: vorestú tornare,</td> <td class="pag">»</td><td class="r"><a href="#Page_29">29</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Di sí alta valenz'a signoria, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_145">145</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Dogliosamente con gran malenanza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_99">99</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Dolendo, amico, di gravosa pena, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_175">175</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Dolorosa doglienza in dir m'adduce, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_161">161</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Donna, vostre bellezze, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_73">73</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>El nom de Dieu qu'es subiranz, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_224">224</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Eo so ben ch'om non poría trovar sagio, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_85">85</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Fèra cagione e dura, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_23">23</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Fermamente intenza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_77">77</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Feruto sono e chi di me è ferente, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_80">80</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Fin amor mi conforta, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_55">55</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Fina consideransa, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_51">51</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Fior di beltá e d'ogni cosa bona, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_213">213</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Giá non sète di senno sí legieri, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_95">95</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Gli vostri occhi ch'e' m'hanno divisi, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_88">88</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Gioia né ben non è senza conforto, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_57">57</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Gravoso affanno e pena, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_21">21</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Greve di gioia — pò l'om malenanza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_219">219</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>In alta donna ho miso mia 'ntendanza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_135">135</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Infra le gioi' piacenti, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_61">61</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>La dolorosa e mia grave doglienza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_152">152</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>La dolorosa noia, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_158">158</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>L'altrier, dormendo, a me se venne Amore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_29">29</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>L'altrier pensando mi emaginai, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_30">30</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Lasso di far più verso, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_178">178</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Lasso, sovente — sent'e' — che natura, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_173">173</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Lo fermo intendimento, ched eo aggio, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_187">187</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Lo gran presgio di voi si vola pari, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_87">87</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Lontana dimoranza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_25">25</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Madonna, vo' isguardando senti' amore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_192">192</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Madonna, vostr'altèra canoscenza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_5">5</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Madonna, vostr'altèro plagimento, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_143">143</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Magna ferendo me tuba 'n oregli, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_206">206</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Magna medela a grave perigliosa, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_167">167</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Meo fero stato — nato — è sí forte, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_205">205</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Molto si fa biasmare, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_72">72</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Movo di basso e vogli' alto montare, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_88">88</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Naturalmente falla lo pensero,</td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_93">93</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Ne l'amoroso foco molti stanno, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_84">84</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Nel tempo averso om dé' prender conforto, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_90">90</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Non posso proferir quant'ho voglienza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_180">180</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Non so rasion, ma dico per pensero, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_92">92</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Non volontá, ma omo fa ragione, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_14">14</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Nova m'è volontá nel cor creata, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_195">195</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Novellamente amore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_56">56</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Ogni meo fatto per contrario faccio, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_30">30</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Oi, amadori, intendete l'affanno, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_69">69</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Omo, ch'è sagio ne lo cominciare, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_81">81</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Parlare scuro, dimandando, dove, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_16">16</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Pensando ch'ogni cosa aggio da Dio, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_13">13</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Pensávati non fare indivinero, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_93">93</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Per fino amore — lo fiore — del fiore — avragio, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_85">85</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Però che sète paragon di sagio, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_86">86</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Piggiore stimo che morso di capra, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_177">177</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Poi che mia voglia varca, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_171">171</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Poi contra voglia dir pena convene, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_150">150</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Poi dal mastro Guitton latte tenete, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_223">223</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Poi di tutte bontá ben se' dispári, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_86">86</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Poi sento ch'ogni tutto da Dio tegno, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_12">12</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Poi sono stato — convitato — a corte, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_206">206</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Preg'a chi dorme ch'oramai si svegli, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_176">176</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Qual omo è su la rota per ventura, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_81">81</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Quando apar l'aulente fiore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_63">63</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Quando vegio la rivera, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_67">67</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Quattr'omin son dipinti ne la rota, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_31">31</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Rapresentando a conoscenza vostra, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_175">175</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Saver, che sente un piciolo fantino, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_83">83</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Se doloroso a voler movo dire, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_202">202</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Se 'l filosofo dice: — È necessaro, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_10">10</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>S'eo sono innamorato e duro pene, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_75">75</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Se quei che regna e 'n segnoria empera, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_174">174</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Sí come 'l pescio al lasso, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_139">139</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Sí dilettosa gioia, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_148">148</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Sí forte m'ha costretto, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_199">199</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Signor senza pietanza, udit'ho dire, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_191">191</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Similemente canoscensa move, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_105">105</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Similemente, — gente — criatura, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_194">194</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Similemente onore,</td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_52">52</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Sovente aggio pensato di tacere, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_3">3</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Sovrapiagente mia gioia gioiosa, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_179">179</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Sperando lungamente in acrescenza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_59">59</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Tal è la fiamma e 'l foco, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_76">76</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Tanto saggio e bon poi me somegli, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_19">19</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Tua scritta intesi bene lo tinore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_211">211</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Tutto el tempo del mondo m'è avenuto, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_33">33</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Tutto lo mondo si mantien per fiore, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_82">82</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Tuttora aggio di voi rimembranza, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_190">190</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Una rason, qual eo non sacio, chero, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_91">91</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Un nobel e gentil imaginare, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_28">28</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Uno giorno aventuroso, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_60">60</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Vacche né tora piò neente bado, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_11">11</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Valenz senher, rei dels Aragones, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_27">27</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Vero è che stato son manta stagione, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_164">164</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Vita noiosa pena soffrir láne, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_17">17</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Voi, ch'avete mutata la mainera, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_79">79</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Vostra piacenza — tien più di piacere, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_84">84</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td>Vostro saver provato m'è mistieri, </td> <td class="pag">»</td> <td class="r"><a href="#Page_94">94</a></td>
+ </tr>
+</table>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291"></a>[291]</span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="INDICE" id="INDICE"></a><a href="#INDICE_R">INDICE</a></h2>
+
+<table class="toc" summary="Indice">
+ <tr>
+ <td style="width: 10%"> </td>
+ <td style="width: 80%"> </td>
+ <td style="width: 5%"> </td>
+ <td style="width: 5%"> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4" class="c">I — RIMATORI PISTOIESI</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">I. <span class="smcap">Meo Abbracciavacca.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2">  <i>Canzoni.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Amore non è cagione di pene ma di gioia,</td> <td class="c">p.</td> <td class="pag"><a href="#Page_3">3</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Nella donna, piú che la beltá, è da stimarsi la saggezza, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_5">5</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Fra i tormenti d'Amore si rallegra, pensando alla virtú della sua donna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_7">7</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2">  <i>Sonetti.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>A fra Guittone. Se possiamo spegnere gli stimoli della generazione, non astenendoci dal bere e dal mangiare, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_10">10</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Al medesimo. Tornato di Francia, espone le sue miserie, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_11">11</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Al medesimo. Se Dio possa usare misericordia verso di lui peccatore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_11">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>Al medesimo. Sul medesimo argomento, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_12">12</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>A Bindo d'Alessio Donati. Rimprovera l'amico d'essersi perduto in vizi carnali, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_13">13</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VI.</td> <td>A Dotto Reali. Come mai l'anima, che è formata da Dio, possa essere sopraffatta da altre cure, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_15">15</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VII.</td> <td>Al medesimo. Si lamenta che gli sia stato risposto oscuramente circa la questione esposta nel sonetto che precede, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_15">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VIII.</td> <td>A Monte d'Andrea. Eviti le pene d'amore, mutando luogo, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_17">17</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IX.</td> <td>Amore gli renda piú pietosa la sua donna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_17">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">II. <span class="smcap">Si. Gui. da Pistoia.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>A Geri Giannini da Pisa. Si compiace dell'amicizia offertagli da Geri, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_19">19</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Prega Dio che lo liberi dal dolore che l'affanna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_20">20</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">III. <span class="smcap">Lemmo Orlandi.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">Canzone</td> <td>I. Si duole con Amore che la sua donna, da benigna, sia ora diventata con lui crudele, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_21">21</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">Canzone</td> <td>II. Adducendo il triste esempio di se medesimo, che, senza saper perché, fu abbandonato dalla sua donna, esorta, chi voglia aver ricompensa del proprio amore, di scegliere una donna piacente e saggia, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_23">23</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">Canzone</td> <td>III. È combattuto dalla necessitá di partire e dal dolore di dover lasciare la sua donna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_25">25</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">IV. <span class="smcap">Paolo Lanfranchi.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Esorta il re d'Aragona a prepararsi a difendersi dal re di Francia, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_27">27</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Ricorda a un uomo, superbo della sua ricchezza, l'instabilitá della fortuna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_28">28</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Risveglio doloroso, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_28">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>Amore gli dona in sogno un fiore della sua donna. </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_29">29</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>Amore manifesti alla sua donna le sue pene, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_29">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VI.</td> <td>Amara delusione, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_30">30</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VII.</td> <td>Lamenta l'avversa fortuna, che gli fa fare sempre il contrario di quel che vorrebbe, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_30">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VIII.</td> <td>Vicende di fortuna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_31">31</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">V. <span class="smcap">Meo Di Bugno.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>Coscienza netta non cura farneticar di gente, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_33">33</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2"><span class="smcap">Nota</span>, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_35">35</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2"><span class="smcap">Glossario</span>, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_43">43</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4" class="c">II — RIMATORI LUCCHESI</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">I. <span class="smcap">Bonagiunta Orbicciani.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><i>Canzoni.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>È colpito dalla sventura; ma non perciò tralascerá di cantare la gioia che gli viene a mancare, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_49">49</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Rinasce all'amore, perché la donna sua lo esorta a sperare, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_51">51</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Sulla natura dell'onore e del piacere, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_52">52</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>Si consola per aver ottenuto ciò che desiderava, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_55">55</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>Lodi della sua donna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_56">56</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VI.</td> <td>Ama la sua donna, della quale loda le virtú; ma non ha coraggio di manifestarle il suo amore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_57">57</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VII.</td> <td>Dopo aver parlato della lotta, che combatte per la sua donna, disserta sul ben fare e sulla follia, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_59">59</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VIII.</td> <td>Lodi dell'amore: prega madonna che lo voglia amare, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_60">60</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IX.</td> <td>Si rallegra pensando alla gioia che spera d'avere, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_61">61</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">X.</td> <td>Non ha l'amore della sua donna e vorrebbe dimenticarla: non essendogli ciò possibile, invoca da lei la fine dei suoi mali, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_63">63</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XI.</td> <td>Credeva di non essere amato: ma ha avuto torto. E n'è lietissimo, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_65">65</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><i>Discordi.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Invita pulzelle e maritate a darsi alla gioia e all'amore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_67">67</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Si lamenta della durezza della donna sua, che un tempo lo aveva fatto sperar bene: ha fiducia però ch'ella un giorno muti pensiero, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_69">69</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><i>Ballate.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Non si vantino le proprie virtú. Dio disperda chi male amministra la giustizia, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_72">72</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Varie e tante son le bellezze della donna sua, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_73">73</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Se il poeta è rimeritato del suo affetto, sará il piú felice tra gli amanti, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_75">75</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>L'innamorata arde d'amore e prega l'amante, se ha intenzione di continuare nella sua fierezza, di volerla piuttosto uccidere, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_76">76</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>Calda e viva esortazione dell'onore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_77">77</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><i>Sonetti.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Al Guinizelli. Disputa sulla nuova maniera di poetare, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_79">79</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>L'uomo deve resistere fortemente ai colpi di fortuna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_80">80</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Sebbene ferito, tacerá, perché cosí spera di vincere la durezza della donna sua, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_80">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>Chi ha la fortuna favorevole non si rallegri troppo, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_81">81</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>Non basta cominciare bene: perseverare bisogna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_81">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VI.</td> <td>È come il fanciullo, che torna al fuoco ove s'è bruciato, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_82">82</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VII.</td> <td>Giuoca intorno alla parola «fiore»,</td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_82">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VIII.</td> <td>Piú la ama e piú ella non cede, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_83">83</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IX.</td> <td>Senza sapere, i signori possono perdere la signoria, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_83">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">X.</td> <td>Ella ha in sé ogni cosa piacente, ogni valore, ogni conoscenza, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_84">84</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XI.</td> <td>Molti amano non ricompensati, e il poeta è fra questi; ma sarebbe cortesia che il suo amore fosse un giorno veramente compreso, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_84">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XII.</td> <td>Si sente lieto, ché, per ben servire, otterrá l'amore di lei: ma non ne fa mostra, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_85">85</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XIII.</td> <td>1. Di un anonimo a Bonagiunta. Come farsi riamare dalla sua donna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_85">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>2. Risposta di Bonagiunta. Il vero amore cresce per il servire e per il tacere, e non per il parlare, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_86">86</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XIV.</td> <td>1. Di un anonimo a Bonagiunta. Domanda se debba o no manifestare alla donna il suo amore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_86">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>2. Risposta di Bonagiunta. Vero amore è quello che è noto tanto all'uomo quanto alla donna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_87">87</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XV.</td> <td>Si rifletta prima di operare e di dire, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_87">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XVI.</td> <td>Vuol salire in alto sulla sedia del comando, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_88">88</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XVII.</td> <td>Loda le bellezze di lei, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_88">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XVIII.</td> <td>Per quanto abbia pregato la Madonna, non ha potuto levar gli spiriti malvagi da alcuni sonetti, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_89">89</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4"><i>Sonetto di dubbia autenticitá.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>Spera di ritornar lieto, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_90">90</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">II. <span class="smcap">Tenzoni.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">I. <i>Tenzone fra Gonnella Antelminelli, Bonagiunta e Bonodico.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Gonnella a Bonagiunta. Perché il ferro si lima col ferro, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_91">91</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Risposta di Bonagiunta a Gonnella. L'un ferro vince l'altro per forza dell'acciaio, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_92">92</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Risposta di Bonodico a Gonnella. Il ferro corrode il ferro per artifizio, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_92">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>Risposta di Gonnella a Bonagiunta. Perché vera arte non si può imparare?,</td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_93">93</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>Risposta di Bonagiunta a Gonnella. L'arte corregge la natura; ma, mentre vuol sollevarla, non cerchi d'opprimerla, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_93">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">II. <i>Tenzone fra Bartolomeo e Bonodico.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Bartolomeo a Bonodico. Se donna gentile debba amare amante baldo e ardito o incerto e dubbioso, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_94">94</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Bonodico a Bartolomeo. Donna valente deve amare colui che a lei piaccia, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_95">95</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">III. <span class="smcap">Gonnella degli Antelminelli.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r"><i>Stanza.</i></td> <td>Come deve contenersi il franco amatore?, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_97">97</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">IV. <span class="smcap">Fredi.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r"><i>Canzone.</i></td> <td>È caduto dall'altezza primiera, ma spera di risollevarsi, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_99">99</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">V. <span class="smcap">Dotto Reali.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r"><i>Canzone.</i></td> <td>Privazioni e disagi, che sostiene per causa d'amore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_101">101</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td><i>Sonetti.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>A Meo Abbracciavacca. Domanda schiarimenti perché egli abbia cuore scontento e volontá perfetta, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_104">104</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Allo stesso. Sulla questione: Se l'anima viene compíta da Dio, com'è che può fallire, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_105">105</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2"><span class="smcap">Nota</span>, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_107">107</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2"><span class="smcap">Glossario</span>, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_121">121</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4" class="c">III — RIMATORI PISANI</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">I. <span class="smcap">Gallo</span> o <span class="smcap">Galletto</span>.</td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Ha ricevuto da madonna una rosa e molto spera per questo lusinghiero principio, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_135">135</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Canzone equivoca. Si lagna che da piú d'un anno sia caduto in servitú di lei, e ne loda le bellezze, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_137">137</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">II. <span class="smcap">Leonardo del Guallacca.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>A Gallo. Brutti lacci quelli d'Amore, e quanti affanni esso procura!, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_139">139</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">III. <span class="smcap">Panuccio del Bagno.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>È contento di servire madonna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_143">143</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>È contento di soffrire gravi pene per lei, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_145">145</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Si lagna d'aver perduto la gioia che prima aveva avuto, amando madonna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_148">148</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>Si lagna delle pene in cui si trova per servire madonna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_150">150</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>Ancora mostra il suo dolore per la crudeltá di lei, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_152">152</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VI.</td> <td>Si lamenta ancora di dover tanto soffrire per essere servo d'Amore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_155">155</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VII.</td> <td>Si lamenta delle prepotenze e ingiustizie che commetteva in Pisa la parte che spadroneggiava al governo della cosa pubblica, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_158">158</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">VIII.</td> <td>Vorrebbe trovar rimedio contro le pene d'amore, ma non sa come, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_161">161</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IX.</td> <td>Dice d'esser tutto preso dall'amore di lei e di non avere altro pensiero, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_164">164</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">X.</td> <td>Rintronico. Consiglia a soffrire le avversitá con rassegnazione, sperando d'averne un giorno lenimento, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_167">167</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XI.</td> <td>Non potendo piú reggere alle amare pene che lo affliggono, si risolve a parlarne, ma in forma coperta, perché non lo intenda un tal Corso, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_169">169</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XII.</td> <td>Anche qui parla chiuso, per dare sfogo al dolore che lo affanna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_171">171</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XIII.</td> <td>L'anima viene pura dall'alto; ma si guasta poi e si travia, come quella del poeta, che ha dato a madonna l'impero del suo cuore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_173">173</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XIV.</td> <td>Instabilitá della fortuna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_174">174</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XV.</td> <td>Conforta un amico d'un grave dolore che lo affanna, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_175">175</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XVI.</td> <td>Dice ad un amico come giá da tre anni sia servo d'amore, e gli domanda consiglio, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_175">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XVII.</td> <td>Esorta altri a mostrare, ch'è tempo, il proprio valore, per togliersi dal basso stato, ov'è caduto, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_176">176</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XVIII.</td> <td>Discopre le sue pene per essere in signoria d'amore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_177">177</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XIX.</td> <td>Si lamenta di vedere abbandonata la giustizia e trionfare la slealtá, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_178">178</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XX.</td> <td>Ogni sua volontá, ogni diletto è in piacere a lei, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_179">179</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XXI.</td> <td>Amore ha preso tutta la sua anima ed è porto d'ogni sua virtú, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_179">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">XXII.</td> <td>Ha la graziosa immagine di madonna fissa sempre in cuore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_180">180</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">IV. <span class="smcap">Betto Mettefuoco.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>Si mostra lieto di essere in servitú d'Amore per una donna avvenente, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_181">181</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">V. <span class="smcap">Ciolo Della Barba.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>Chiede a madonna, poiché è in tutto servo di lei, che si mova a pietá del suo amore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_185">185</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">VI. <span class="smcap">Pucciandone Martelli.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Si lagna delle pene che gli dá Amore e chiede a madonna che si mova a pietá del suo dolore, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_187">187</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Della gioia che prova a guardar lei, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_190">190</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Si lagna che madonna lo faccia tanto soffrire, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_191">191</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">IV.</td> <td>Si lamenta che Amore lo abbia ingannato, e lo prega a far sí che madonna abbia pietá di lui, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_192">192</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">V.</td> <td>In madonna è ogni bellezza e gentilezza, ed è onorato chi ha fermezza in amar lei, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_194">194</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">VII. <span class="smcap">Bacciarone di messer Bacone.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Stolti coloro che lodano Amore, fonte di tanti mali, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_195">195</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Si lagna di Amore, che con tante pene lo tormenta, e chiede perdono a Dio d'essersi fatto schiavo di lui, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_199">199</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>Esprime il dolore che sente a veder governata Pisa da tali che non curano il bene e fanno strazio della patria, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_202">202</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">VIII. <span class="smcap">Geri Giannini.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>A Natuccio Cinquino. Si duole della sua dolorosa vita e chiede pietá a Dio, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_205">205</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Risposta di Natuccio Cinquino. Conforta il dolore che ha, sperando che abbia una volta a finire, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_206">206</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">III.</td> <td>A Si. Gui. da Pistoia. Se preferisca che la loro amicizia invecchi o sia sempre fresca, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_206">ivi</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">IX. <span class="smcap">Natuccio Cinquino.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4"><i>Tenzoni fra Natuccio e Bacciarone.</i></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>1. A Bacciarone di messer Bacone. Perché il dolore e la gioia siano date all'uomo sempre per il suo meglio, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_209">209</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td> <td>2. Risposta di Bacciarone. Nel dolore l'uomo impara a soffrire, e nelle prosperità apprende ad essere grato a Dio, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_210">210</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>1. A Bacciarone di messer Bacone. Perché il peccato sia piú amato che fare e dire il bene, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_210">210</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>2. Risposta di Bacciarone. Il peccato è amato piú del bene a causa dell'abitudine, che è piú forte della natura e della ragione, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_211">211</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">X. <span class="smcap">Lotto di ser Dato.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Loda la bellezza e la virtú della sua donna e le chiede scusa se non sa celebrarla come essa merita, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_213">213</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Si lamenta della sua infelice vita e soprattutto di essere abbandonato dalle persone piú care, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_215">215</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">XI. <span class="smcap">Nocco di Cenni di Frediano.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td><td>Si lagna che madonna gli abbia prima fatto sperare d'aver gioia del suo amore, e poi lo abbia ingannato, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_219">219</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="4">XII. <span class="smcap">Geronimo Terramagnino.</span></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">I.</td> <td>Dice ad un poeta che è bene riflettere lungamente prima di parlare, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_223">223</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td class="r">II.</td> <td>Doctrina de cort, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_224">224</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2"><span class="smcap">Nota</span>, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_251">251</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2"><span class="smcap">Glossario</span>, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_275">275</a></td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td> </td>
+ </tr>
+ <tr>
+ <td colspan="2"><span class="smcap">Indice dei capoversi</span>, </td> <td class="c">»</td> <td class="pag"><a href="#Page_287">287</a></td>
+ </tr>
+</table>
+
+<hr />
+
+<div class="tnote"><h2>Nota del Trascrittore</h2>
+
+Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione
+minimi errori tipografici. Le correzioni indicate nella sezione "Errata corrige" sono state riportate nel testo.</div>
+
+
+
+
+
+
+
+<pre>
+
+
+
+
+
+End of Project Gutenberg's Rimatori siculo-toscani del dugento.
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK RIMATORI ***
+
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+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
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+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
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+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
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+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
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+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
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+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
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+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
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+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
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+approach us with offers to donate.
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+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
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+
+
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