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| author | Roger Frank <rfrank@pglaf.org> | 2025-10-14 20:07:12 -0700 |
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You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Passeggiate per l'Italia, Volume 2 + +Author: Ferdinando Gregorovius + +Release Date: August 15, 2011 [EBook #37099] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOLUME 2 *** + + + + +Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and +the Online Distributed Proofreading Team at +https://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive/Canadian +Libraries) + + + + + + + + + + + FERDINANDO GREGOROVIUS + + + Passeggiate per l'Italia + + + Subiaco + Attraverso l'Umbria + e la Sabina--Il Ghetto + e gli Ebrei di Roma--Macchiette + romane--Storia del Tevere--L'impero, + Roma e la Germania--Una + settimana di Pentecoste + in + Abruzzo + + + _Versione dal tedesco_ + + + ULISSE CARBONI--LIBRAIO EDITORE + ROMA + _Via delle Muratte, 77_ + 1907 + + + + + I diritti sulla presente traduzione sono riservati + + Stab. Tip. della Società Poligrafica Editrice + Roma, Piazza Pigna, 53. + + + + +Varî critici italiani, occupandosi del primo volume di queste +«Passeggiate per l'Italia» con cortesi parole di lode al coraggioso +editore romano ed al traduttore, domandavano per quali ragioni +quest'ultimo avesse voluto mantenere l'incognito. «Dinanzi ad opere +severe e poderose, quali appunto quelle del Gregorovius,--scriveva uno +di questi critici--il traduttore, responsabile dinanzi all'autore ed al +pubblico dell'opera sua, ha il dovere sacrosanto di far conoscere il +proprio nome». + +L'appunto, lo riconosco completamente, era giusto, e son qui a fare +doverosa ammenda ed insieme a giustificarmi. + +Per ragioni, che sarebbe fuor di luogo qui esporre, consegnato il +manoscritto del primo volume, non mi fu affatto possibile rivedere, +neppur fugacemente, le bozze e curar l'edizione; cosa, questa, che +dovette essere affidata ad altra cortese persona. Per questo, per questo +solo, non credetti opportuno apporre il mio nome al primo volume. + +Premessa questa breve, ma doverosa giustificazione, tengo a render qui +vive grazie al signor Attilio Rinieri de Rocchi, che mi aiutò nella non +lieve fatica della traduzione, ed all'egregio avvocato Francesco Zunini +che corredò, con paziente lavoro di ricerca, i vari capitoli, di cui +questo volume si compone, di dotte ed utili note. + +Ed ora invito i lettori a seguire il grande storico in queste sue nuove +«Passeggiate» descritte in varie date, ma comprese tutte nel febbrile +periodo della nostra insurrezione, nel periodo in cui il potere +temporale dei papi oscillava sempre più, avvicinandosi al crollo finale. +La «Saturnia tellus» si è trasformata: è dunque bene che rimangano +consacrate, in geniale opera d'arte, le impressioni subìte in quella +terra da un così profondo conoscitore della storia e della vita romana, +quale fu appunto Ferdinando Gregorovius. + +_Roma, nel dicembre 1906_. + + MARIO CORSI. + + + + +SUBIACO. + +La più antica abbazia dei Benedettini dell'Occidente. + +(1858). + + + + +SUBIACO. + +La più antica abbazia dei Benedettini dell'Occidente. + +(1858). + + +A ventiquattro miglia da Roma, in una delle più belle vallate della +Campagna romana, irrigata dal gelido Aniene, giace la famosa abbazia dei +Benedettini di Subiaco. Gli Appennini distaccano qui una catena di +monti, le alture Simbruine, che dividono lo Stato della Chiesa dal Regno +di Napoli, la terra di confine del quale è l'antica regione dei Marsi, +oggi Marsica, provincia appartenente agli Abbruzzi. L'Aniene scaturisce +su questo confine, sopra Filettino, e, precipitando impetuoso, forma una +lunga ed in parte angusta valle, che fino a Tivoli è limitata da monti +ricoperti di boschi di castagni e di olivi. Sulla sommità di questi +monti si ergono, lungo il corso della corrente, dei cupi castelli +medioevali, Filettino, Trevi, Jenne, Subiaco, Agosta, Cervara, Marano, +Anticoli, Roviano, Cantalupo, Saracinesco, Vicovaro, San Polo, Castel +Madama e Tivoli. Questo è anche per la maggior parte il territorio di +quell'antica abbazia benedettina, luogo memorabile dell'ancor poco +conosciuto medio evo del Lazio romano, culla del monachismo +dell'Occidente. + +Da questa selvaggia solitudine, fra i monti brulli ebbero origine tutti +i monasteri che, sotto forma di colonie della Chiesa romana, si sparsero +per tutta l'Italia, la Sicilia, la Germania, la Francia ed anche per la +lontana Britannia. I monaci mantennero stretti i rapporti fra queste +regioni e Roma, e, in mezzo alle barbarie di secoli oscuri, essi posero +i germi della civiltà (meriti che possiamo ancora riconoscer loro) e +tennero viva la coltura classica, copiando, scrivendo, e studiando i +codici, alla fioca luce della lampada, nelle loro buie celle, mentre +tramandavano gli avvenimenti del loro tempo in cronache e notizie di +inestimabile valore. Così è: uomini che si erano allontanati per +principio dal rumore del mondo, divennero i padri degli scritti storici, +fatto questo che cessa di parere strano, quando si pensi che i chiostri +in quei secoli avevano stretti e continui rapporti con la vita politica. + +Voglio in queste pagine fare la storia, per sommi capi, di una delle più +notevoli abbazie. Dal punto di vista storico e scientifico, Subiaco è +certamente superata da Montecassino, e di molto: questo chiostro è il +più antico antenato di quello che sorge presso il Liri; per tutto il +medio evo anzi fu il faro solitario della scienza, come lo attestano +oggi i suoi preziosi archivi e la dottrina diligente de' suoi monaci. Ma +anche la storia di Subiaco è interessantissima per la cronaca degli +avvenimenti del medio evo negli stati romani, ed è anche un quadro, +ricco d'insegnamenti, del feudalismo ecclesiastico. Mentre intorno a +questo chiostro si andava a poco a poco formando uno Stato feudale da +lui dipendente, esso entrava come possente principato nella +giurisdizione territoriale romana, il cui re era l'abate, ed i potenti +baroni erano i monaci, ai quali per lungo tempo rimasero devote ed +ubbidienti le città, i cavalieri ed il popolo della campagna. + +La fondazione dell'abbazia risale al tempo in cui l'eroica stirpe dei +Goti dominava, con Teodorico, Roma e l'Italia, e ritardava con savie +leggi, ancora per un mezzo secolo, il tramonto definitivo della civiltà +romana; ma il crollo dell'impero era già completamente avvenuto. Allora, +mentre si andava disgregando l'antico ordinamento del mondo, e si +spezzavano i legami di stato e di città, si manifestò nel popolo il +bisogno di fuggire dalla società e di rifugiarsi in una vita di +solitudine e di pace, come già era avvenuto al principio del secolo +quarto. Benedetto fondò il monacato occidentale, e fu, col suo più +giovane contemporaneo, Gregorio Magno, uno dei creatori della gerarchia +romana. Quanto questa gli dovesse, anche quel pontefice lo riconobbe; +egli stesso, nel secondo libro de' suoi dialoghi, parlò dell'opera del +suo fratello d'armi di Subiaco, che aveva liberato l'Occidente dalla +signoria dei bizantini, aveva istituito una regola nazionale romana, e +aveva inviato per tutte le regioni i suoi seguaci, onde collegarle a +Roma. + +Benedetto nacque a Nursia nella Valeria[1] nell'anno 480, ed all'età di +quattordici anni venne a Roma, per iniziarsi agli studî di umanità. Ma +presto, assalito dalla brama della solitudine, cominciò ad errare per i +deserti monti Simbruini, e qui visse, in una caverna, assorto in +estatiche meditazioni. Il luogo si chiamava _Sublacus_, ed era noto +anche a Plinio per una bella villa di Nerone, il quale aveva fatto, +sbarrando con una arginatura l'Aniene, costruire quivi tre laghetti +artificiali, per pescarvi le trote con reti d'oro. Queste trote sono +ancora famose come al tempo di Nerone, ma i laghetti durante il medio +evo scomparvero. Al tempo in cui il giovane romito viveva lassù, non +esisteva ancora la città di Subiaco;[2] però sulle rovine della villa di +Nerone era sorto un chiostro dedicato a S. Clemente, ed uno de' suoi +monaci, di nome Romano, soleva ogni giorno portare del cibo alla grotta +del giovane Benedetto. Questi, persuaso da sua sorella Scolastica, uscì +finalmente dalla caverna, come Maometto; la fama della sua santità si +era già diffusa, e siccome molti romani si erano uniti all'ispirato +anacoreta, egli gettò le regole fondamentali dell'Ordine e divise i +fratelli in dodici piccoli chiostri. Questi si trovavano tutti nella +medesima valle, nella selvaggia solitudine dei monti. Nel contemplare +quel solenne cerchio di monti, che ora rudi e ripidi si slanciano +nell'azzurro, ora invece gaiamente coperti di verdeggianti boschetti, +nei quali risuona la dolce canzone dell'usignuolo, non si può fare a +meno di apprezzare il sentimento della natura, che albergava nell'animo +del giovane ispirato. Non una di quelle incantevoli vedute, cui solo +l'orizzonte è limite, delle quali è ricca la Campagna romana, alletta e +trattiene qui l'occhio, ebro di sole e di vita; no: l'orizzonte è qui +chiuso e costretto da rupi selvagge. + +Verso settentrione si innalzano, simili a giganteschi promontorî, due +grandi monti, fra i quali precipita l'Aniene, che si apre violentemente +la via fra enormi blocchi di rocce, attraverso ombrosi scoscendimenti, +e, col suo eterno e melanconico strepito, immerge nel sogno l'anima del +solitario viandante. + +Qui, sulle nude pareti rocciose, in dodici chiostri, abitavano i santi +di Roma, simili a corvi montani, e la valle di Subiaco poteva +paragonarsi ad una di quelle deserte valli d'Egitto, dove Atanasio ed +Antonio riunirono intorno a loro innumerevoli schiere di anacoreti. + +Ma l'invidia di un prete delle vicinanze di Vicovaro (Varia), scacciò il +patriarca da Subiaco; Pelagio[3] tentò un giorno di mandare all'aria +quei chiostri col lascivo allettamento di belle ragazze, che ebbe +l'impudenza di mandare nelle celle dei monaci; allora Benedetto +abbandonò il luogo profanato, dove aveva per molti anni meditato e +studiato colla compagnia di tre giovani corvi da lui allevati, e si +diresse a Montecassino, dove l'anno 529 fondò il famosissimo chiostro. +Ma in Subiaco qualche cosa di lui era rimasto; egli stesso vi aveva +lasciato Onorato come suo successore, in qualità di abate. La storia dei +dodici chiostri è poco conosciuta: sembra che la tremenda guerra di +distruzione dei Goti abbia impedito loro di prosperare. Onorato +costrusse il chiostro principale, consacrato ai santi Cosma e Damiano; è +questo il solo rimasto dei dodici, e porta il nome di S. Scolastica. I +Longobardi distrussero gli altri nel 601;[4] i Benedettini scacciati si +rifugiarono in Roma, dove il papa aprì[5] loro il chiostro di S. Erasmo, +sul monte Celio. Gregorio Magno ci si presenta come il vero fondatore +della potenza mondiale dell'abbazia di Subiaco; a lui è attribuito un +atto con cui nel 599 avrebbe concesso a quell'abbazia una quantità di +beneficî e di privilegi, e questa pergamena apocrifa è diventata poi la +base sulla quale i Benedettini si sono arrogati infiniti diritti. +L'originale è contenuto solo in un rescritto, detto autentico, del 1654. +Ci sono anche altri documenti di questo genere, donazioni di Gregorio IV +e di Nicolò I, e dei re Ugo e Lotario, dell'anno 941, che nessuno +studioso di coscienza può ritenere genuini. Le falsificazioni si +diffusero tanto nel chiostro, che Leone IX nel 1051 bruciò di sua mano +molti documenti. + +L'abbazia di Benedetto rimase abbandonata per 104 anni, finchè Giovanni +VII,[6] nel 705, la popolò nuovamente. Ma i Saraceni la distrussero +nell'840, finchè sotto l'abate Pietro I, alla metà di quel secolo, fu +nuovamente riedificata. Abbattuta per l'ultima volta dagli Ungheresi, +nel 938, fu finalmente ricostruita da Benedetto VII, nell'anno 981; +questo pontefice consacrò, il 4 decembre, la chiesa del chiostro sotto +il patronato di S. Benedetto e di S. Scolastica. Da quel tempo l'abbazia +non ha sofferto più danni per mano di nemici, ed ha cominciato a +fiorire, arricchita da donazioni valide e non contestate. + +I cronisti narrano che la potenza feudale di Subiaco cominciò nel secolo +XI, nel tempo in cui il feudalismo si andava estendendo in tutte le +regioni. La considerazione del chiostro era divenuta così grande, che +potenti baroni della Campagna romana donavano a S. Benedetto castelli e +possessi; così il conte della Marsica, Rainaldo, concesse ai monaci +Arsoli, Anticoli, Roviano e molti castelli con essi passarono all'eterno +feudo dell'abbazia. Gli abati in questo tempo divennero i veri baroni. +Ma è assai strano che Subiaco stessa, che si era accresciuta e, prima, +formata sotto la protezione dell'abbazia, non cadesse in potere degli +abati. Nel cortile del chiostro di Santa Scolastica si vede, nella +parete presso la porta della chiesa, una pietra murata: essa contiene +un'iscrizione del 1052, del quarto anno cioè del pontificato di Leone +IX, la quale dice che il venerando abate Uberto edificò la torre del +chiostro in onore di Cristo, del suo rappresentante Benedetto e della +sorella di lui Scolastica; enumera quindi tutti i possessi del chiostro, +la grotta di Benedetto, i due laghetti che ancora esistevano, il fiume +Aniene, con l'uso del mulino e il diritto di pesca, e ventiquattro +castelli nel territorio dell'Aniene. + +La città di Subiaco però non vi è nominata.[7] Molto probabilmente +divenne soggetta al chiostro dopo che l'abate Giovanni V, nell'anno +1068, ebbe costruito sul luogo la _rocca_, o fortezza, come afferma un +cronista dell'abbazia. Questa fortezza si erge ancora presso il palazzo +municipale, sebbene assai cambiata di aspetto, sul monte piramidale, sui +fianchi del quale è fabbricata la città. + +Giovanni V, cardinale diacono di S. Maria in Dominica a Roma, abate +possente e guerriero, sembra sia stato il vero fondatore della potenza +temporale di Subiaco. Per 59 anni egli vi regnò come principe; condusse +guerre fortunate contro i baroni delle vicinanze, e dopo aver riempito +di ricchezze il chiostro, ed edificata una chiesa sopra la grotta di +Benedetto (_sacrum specus_) per perpetuarne la memoria, morì assai +vecchio nel 1121. Da quel tempo gli abati benedettini furono annoverati +fra i principi guerrieri e temuti della Campagna romana, come gli Orsini +e i Colonna, coi quali osarono gareggiare. I loro vassalli, i contadini +e gli abitanti dei castelli che loro appartenevano, gemevano sotto un +dispotismo feudale, tanto più terribile, in quanto che era esercitato da +uomini le cui passioni non potevano essere attenuate o limitate da +nessun riguardo politico. Essi stessi erano i ministri del dispotismo +del chiostro e del potere dell'abate sovrano, da loro eletto; ma, +d'altro canto, si rifacevano sui vassalli, come incaricati di riscuotere +le imposte, come segretari e giudici, senza appello, di vita e di morte. +L'abate mandava in ogni castello un monaco che vi esercitava da signore +una giustizia barbarica, e per primo, nell'anno 1232, Gregorio IX +dispose, per alleviare la sorte dei vassalli, che ogniqualvolta i +castellani avessero da rendere giustizia, dovessero unirsi una specie di +procuratore legale scelto nella cittadinanza. In principio si chiamò, +secondo l'uso del tempo, _buon uomo_, poi _castellano_. Finalmente il +diritto di rendere giustizia fu tolto ai monaci, che restarono però +amministratori ed esattori delle imposte, col diritto di sorvegliare le +moltitudini; il preposto al castello, nominato dall'abate, esercitava la +giustizia indipendentemente da lui, ma in suo nome. + +I sudditi dell'abbazia si dividevano in tre classi: i liberi, che non +erano obbligati a servire come soldati del chiostro, perchè non +portavano rendite al feudo; i _milites_, che, nella loro qualità di +vassalli del chiostro, dovevano servirlo con le armi, e finalmente i +contadini o servi della gleba, tutti dipendenti da un connestabile. Così +l'abate imperava su un piccolo esercito di vassalli obbligati al +servizio militare; più tardi egli assoldò anche delle bande, nè più, nè +meno degli altri baroni, e, se era di spirito bellicoso, guidò in +persona a cavallo le sue truppe alla battaglia, con lo scudo e la +spada. + +Le ostilità con i vicini vescovi di Preneste, Tivoli, Anagni, o con i +baroni dei dintorni, diedero spesso occasione a fatti d'arme; anche +entro le tombe si poneva la spada al fianco dell'abate. + +Essi appartenevano alle più note famiglie nobili della Campagna romana, +come, fra gli altri, ricorderò il bellicoso Lando, nipote di Innocenzo +III, dell'illustre prosapia dei Conti di Segni; morì questi nel 1244. Ma +nè la ferrea potestà che esercitavano, nè la severa disciplina +preservarono talora il chiostro dai più funesti scompigli. Le condizioni +e gli eventi del papato in Roma si riflettevano in piccolo sull'abbazia +di Subiaco. + +I monaci erano animati da un vivacissimo spirito di parte, e l'audace +ambizione di alcuni di essi si faceva beffe di tutte le leggi di +Benedetto. Dopo la morte dell'abate, nell'anno 1276, il monaco Pelagio, +raccolti armati per costituirsi signore temporale del luogo, assalì il +chiostro, scacciò i monaci, e dopo aver saccheggiato il tesoro, ritornò +a Cervara, luogo selvaggio, rupestre, sopra Subiaco, dove si tenne +armato per quattro anni, aspettando che l'abbazia rimanesse indifesa e +senza capo. + +Il papa scelse un nuovo abate e lo mandò contro di lui con molte truppe, +che solo dopo un difficile assedio riuscirono a sopraffare i ribelli. + +Questo stato di cose peggiorò durante l'esilio avignonese, e per molti +anni l'abbazia rimase senza capo; quando poi un papa vi mandò un abate +di Avignone, che col suo reggimento tirannico mise la disperazione così +nei monaci come nei vassalli. Bartolomeo da Montecassino, consacrato +abate nel 1318, vi condusse la più scandalosa esistenza; sulla fortezza +stabilì un _harem_ di belle ragazze ed i monaci seguirono il suo +esempio. + +Il chiostro minacciava di dissolversi: se così non accadde, fu per la +severità del francese Ademaro. Questo tirannello divenne abate nell'anno +1353. Ci possiamo immaginare facilmente l'ambiente, quando si sappia che +Ademaro non esitò a far un bel giorno appiccare per le gambe sette +monaci suoi nemici, che furono bruciati a fuoco lento. Era ghibellino +convinto; battè una volta sull'Aniene, presso la porta di Subiaco, le +truppe del vescovo di Tivoli, partigiano del papa. Ancora oggi gli +abitanti mostrano allo straniero il ponte ad un arco, munito di torre, +che conduce a Subiaco, attraverso l'Aniene, quello stesso che Ademaro +aveva fatto edificare col bottino dai prigionieri di Tivoli. + +Il disordine era giunto al colmo; uno dopo l'altro gli abati erano +costretti ad abbandonare la dignità. Vedendo infruttuose le riforme più +volte tentate con decreti ed ordinanze della Curia romana, Urbano VI +risolvette di por fine con un'azione repressiva e vigorosa a +quell'anarchia. Con la bolla dell'anno 1386 egli tolse ai monaci il loro +antico e prezioso diritto di eleggere l'abate. Dalla fondazione del +chiostro essi avevano eletto 57 abati, ed erano fieri del privilegio del +loro piccolo principato elettivo, che sorpassava per venerabile età i +regni della terra; a malincuore dunque dovettero piegarsi all'ordine +pontificio, e da quel tempo cominciò a declinare lo splendore di questa +abbazia benedettina. + +Furono i pontefici che scelsero d'allora in poi gli abati, e questi +nuovi capi del chiostro si dissero _manuales_, perchè ricevevano +l'investitura dalle mani del papa. Il primo di questi fu Tommaso da +Celano, ardente seguace di Urbano, uomo di qualità e doti superiori. +Tale ordine di cose durò fino all'anno 1455, nel quale gli abati, sino +allora arbitri della forza e giurisdizione feudale, e di essa +terribilmente armati, perdettero anche questo diritto. + +Si narra che la continua tirannide che esercitavano sui loro sottoposti +sia stata la causa di tale perdita. Finchè il loro governo come una +maledizione posò sui poveri sudditi, che riempivano le carceri, e spesso +erano anche precipitati nei pozzi sotterranei della fortezza, i lamenti +del popolo si alzarono alti e strazianti. Un caso segnò il momento della +liberazione. Nel novembre 1454 quindici giovanetti schernirono per via +due monaci e aizzarono contro loro dei cani: i fratelli del chiostro se +ne lagnarono presso l'abate e la notte seguente questi mandò i suoi +birri alle case ove abitavano i giovani, appartenenti alle più note +famiglie del luogo, e al cader del sole la popolazione vide i quindici +infelici impiccati alla forca, in un punto che anche oggi si chiama +_Colle delle Forche_. Allora la popolazione si sollevò, assalì il +chiostro, uccise i monaci, li precipitò dalle finestre nell'abisso, e +devastò l'abbazia. In seguito a questo fatto, Callisto III, il 16 +gennaio 1455, ridusse Subiaco in commenda e dispose che un cardinale ne +godesse i ricchi beneficî, sotto il titolo di abate; ed il primo fu il +dotto spagnolo Juan Torquemada, cardinale di Santa Maria in Trastevere, +cui comandò di riformare l'ordinamento di Subiaco e di tutti i castelli +dipendenti. Fu allora stabilito un nuovo statuto, secondo il quale ogni +abate era obbligato al giuramento di governare rettamente innanzi ai +membri della comunità di Subiaco, mentre da parte sua la popolazione +doveva giurare a lui fedeltà. Al primo cardinale abate Torquemada ed a +questo chiostro spetta la bella fama di avere dato alla luce la prima +opera stampata fuori di Germania.[8] Ne furono editori Corrado +Schweinheym e Arnoldo Pannartz che, prima di stabilire la stamperia +romana al palazzo Massimi, trovarono ospitali accoglienze a Subiaco. Qui +anzi essi terminarono il 30 ottobre 1465 di stampare le _Istituzioni_ di +Lattanzio, e pubblicarono nel 1467 l'opera di S. Agostino: _De civitate +Dei_. Questi magnifici ricordi della signoria monacale a Subiaco sono +insieme degni monumenti della nostra patria tedesca; ancor oggi li +conserva la biblioteca del chiostro di S. Scolastica. + +Torquemada morì in Roma nel 1467 e gli successe un altro spagnolo, +Rodrigo Borgia, divenuto poi Alessandro VI. + +In Subiaco le preziose opere di stampa non ricordano il suo nome, ma lo +ricorda la rocca del palazzo, a cui nel 1476 aggiunse un'ala sormontata +dalla torre quadrata. Si vede ancora il toro del suo stemma sul muro +esterno, dove un'iscrizione dice che il cardinale Rodrigo munì la rocca +per la difesa dei monaci e dell'abbazia e per la sicurezza dei confini +della Chiesa Romana. Sedici anni dopo fu inalzato al seggio pontificio; +egli pagò anche il voto datogli nel conclave dal cardinale Giovanni +Colonna, avendogli promessa l'abbazia di cui sino ad allora aveva goduto +i beneficî. Ma l'amicizia fra Alessandro VI e i Colonna ebbe breve +durata: la più potente famiglia romana cominciò ad attraversare i +disegni dei Borgia, che miravano a formare un grande dominio temporale, +per mezzo della forza e dell'astuzia, a danno dei grandi baroni. Il +cardinale Colonna dovette far vela per la Sicilia ed abbandonare la +commenda, che per tutta la durata del pontificato di Alessandro, fu +occupata dal palermitano Luigi de Aspris. + +Era quel terribile papa appena morto, che Colonna fu reintegrato nella +commenda dal suo successore, Giulio II. Nel 1508 la passò egli stesso al +famoso suo nipote Pompeo: questo lascivo cardinale dicesi conducesse a +Subiaco la bella Marsilia, figlia di Attilio Corsi. Un giorno il padre +brandendo un pugnale riuscì a penetrare nella camera del seduttore, ma +fu afferrato dai servi e gettato in un sotterraneo segreto. Pompeo si +era già guastato con Giulio II, che aveva riunito l'abbazia di Subiaco +con quella di Farfa, terzo degli antichi conventi benedettini, fondato +nel VI secolo nel territorio sabino, ed allargato ed esteso dai duchi +longobardi di Spoleto, nei dominî dei quali il monastero si trovava. I +rapporti fra le due abbazie diedero d'allora in poi occasione a continue +lotte: un partito voleva riunirsi ai monaci di Montecassino, ciò che +ebbe luogo nel 1514; l'altro, il partito tedesco, stava invece per la +fusione con l'abbazia di Farfa. Farfa aveva il titolo di abbazia +imperiale e contava molti tedeschi fra i suoi monaci: essi ricorsero più +volte all'imperatore e, più volte scacciati da Montecassino, i +benedettini vi furono reintegrati dai papi. + +Pompeo Colonna, scomunicato da Giulio II, ma riammesso in grembo alla +madre Chiesa da Leone X, passò la commenda al nipote Scipione. I Colonna +erano potenti nella Campagna romana, dove si erano formati un piccolo +regno delle città degli Ernici e dei Volsci; essi pensavano perciò +d'incorporare anche Subiaco nei loro possessi, e siccome i cardinali di +questa famiglia ottenevano dai papi che fosse assegnata la commenda ai +loro nipoti, viventi ancor essi, così fu loro possibile di essere +padroni di Subiaco per ben 116 anni. Per tutto questo periodo il paese +rimase ai Colonna, nonostante le continue lotte coi papi. Clemente VII +subì per questo una tremenda sconfitta. Le sue truppe distrussero nel +1527 la rocca di Subiaco, ma il 28 giugno dell'anno successivo furono +completamente battute, sotto il comando di Napoleone Orsini. La +bandiera tolta in quella giornata alle truppe pontificie, si conserva, +come trofeo, nella chiesa di S. Scolastica, e ogni anno, nello +anniversario, si festeggia a Subiaco, con una processione, questa +vittoria ottenuta su di un pontefice. + +Questi ricordi storici sono ancora vivi in tutta la regione. + +Il dominio dei Colonna fu un governo baronale, fatto di arbitrio, senza +legge, simile al dominio lombardo-spagnolo dipinto dal Manzoni nel suo +romanzo. Questi cardinali non vedevano nella porpora che indossavano che +il manto della sovranità; dei banditi assoldati, già noti allora sotto +il nome di _bravi_, obbedivano fedelmente ai loro minimi cenni, e nè la +proprietà, nè l'onore delle famiglie erano sacri a quelle masnade +accampate nel cortile della rocca. Mentre duravano ancora le contese tra +Farfa e Montecassino, una notte, Scacciadiavolo, il temuto bravo di +Pompeo, con 44 armati piombò sul chiostro di S. Scolastica, lo +saccheggiò e ne scacciò tutti i monaci. Si dice che vi avesse avuto mano +anche il cardinale; fatto si è che egli fu destituito dal papa, ma per +esser subito dopo rimesso al suo posto. La storia di quel tempo è piena +di simili violenze, e molti luoghi di Subiaco ne tramandano la cupa +memoria: si mostra ancora la piazza, per esempio, in cui parecchi +cittadini furono sepolti vivi. Subiaco vide, fra le altre atrocità, +anche lo spaventoso matricidio che impedì la grazia della famiglia +Cenci. Un membro della casa Santa Croce di Roma avendo nel 1599 +strangolato la sua propria madre a Subiaco, il papa, appena saputolo, +firmò la condanna a morte di Beatrice Cenci, della matrigna e del +fratello. + +Intanto la potestà di Subiaco passava dall'uno all'altro Colonna, la +storia dei quali è legata a quella del chiostro; così Marcantonio +Colonna, così Camillo e finalmente Ascanio, che fu della famiglia +Colonna l'ultimo cardinale-abate di Subiaco. Abitava questi nella rocca, +spudoratamente, con la sua amante Artemisia, che aveva elevato a sua +sostituta nella direzione dell'abbazia, ogniqualvolta egli doveva +assentarsi; la cosa sollevò tanto scandalo che la commenda fu tolta ai +Colonna. Dopo la morte di Ascanio, nel 1608, il papa l'assegnò a suo +nipote Scipione Caffarelli Borghese, che la tenne fino al 1633. + +I Colonna non hanno lasciato in Subiaco nessun bel ricordo; si vedono +soltanto nella fortezza, che essi fecero costruire ed abbellire, delle +stanze ornate dei loro stemmi. + +Mentre fino al secolo xvi gli Orsini e i Colonna furono i padroni veri e +propri della Campagna romana, dopo il XVI secolo subentrarono in questo +dominio le più recenti famiglie, i Borghese e i Barberini, portate su da +papi nepotisti. Essi acquistarono le più belle proprietà del Lazio, e le +posseggono ancora (1858). Le città di questa regione mostrano sempre i +loro palazzi massicci e spaziosi, dalle cui pareti pendono i polverosi +ritratti dei baroni di quel tempo. Se ne trovano molti; ed anche nella +cittaduzza montana degli Ernici, dove scrivo queste righe, mi trovo in +mezzo a quadri famigliari di antichi cardinali e di maestose dame del +secolo XVII; fra i cardinali ho notato il volto roseo di Scipione +Borghese. Era il tempo dell'assolutismo galante e sensuale, in parrucca +incipriata e calze di seta, il cui carattere era imbelle, intrigante e +scandaloso, non meno che prosaico. I baroni in corazza e maglia del +medio evo si eran mutati in principi molli che, sdraiati sui divani +delle loro camere, gustavano i frutti che il vassallo tremante portava +loro al castello. Ogni volta che i cardinali facevano il loro ingresso +in Subiaco per prendere possesso dei beneficî, arrivavano alla testa di +un piccolo esercito mercenario, e, accompagnati da un nugolo di servi, +ricevevano sulla porta dalle mani del magistrato le chiavi della città. + +I Borghese furono presto cacciati da Subiaco dai Barberini. Urbano +VIII, capostipite di questa ricca casa, assegnò la commenda al nepote +Antonio, nel 1633; da questo tempo i Barberini seppero molto bene +seguire l'esempio dei Colonna, poichè per 105 anni l'abbazia rimase +nelle loro mani; Antonio accrebbe anche la potenza del cardinale-abate; +aggiunse al diritto di giurisdizione baronale anche quello vescovile, +che fino ad allora avevano esercitato i vescovi confinanti di Tivoli, +Anagni e Palestrina, sui diversi castelli. Così il commendatore di +Subiaco fu insieme barone e vescovo, con terrore del povero popolo. Le +leggi erano così inumane che solo per aver preso una quaglia o un +fagiano si era puniti con dieci anni di galera. Tuttavia il governo dei +Barberini portò un po' di bene: Subiaco, per la sua posizione naturale, +su di una ricchissima corrente di acqua, era specialmente adatta +all'industria, e deve al primo Barberini le fabbriche di carta, di +cotone e di stoffe colorate, che occupano e nutrono anche oggi alcune +centinaia di operai; nulla però si è potuto fare per sviluppare queste +industrie, poichè esse son rimaste un monopolio della commenda +cardinalizia. + +Intanto i monaci non avevano dimenticato che essi un tempo erano stati i +signori feudali dell'abbazia; colsero dunque l'occasione della morte di +Francesco Barberini, nel 1738, per far valere i loro antichi diritti. +Nominarono vicario quegli che era stato abate, Bernardo si lasciò +condurre nella chiesa della città, ricevette là dal gonfaloniere del +popolo il giuramento dei sudditi, giurò egli stesso gli statuti, e dopo +una completa cerimonia di presa di possesso, fu portato in processione +per Subiaco, imitando in tal modo l'insediamento di un nuovo papa. Così, +come se fosse stato un abate del xiii secolo, promulgò editti, insediò +suoi agenti nei castelli, fece grazie, richiamò esiliati e tenne un +linguaggio da principe. L'editto inaugurale del suo governo comincia con +queste pompose parole: «Noi, Don Bernardo Cretoni, dell'ordine di S. +Benedetto, monaco e professo del sacro imperiale chiostro di S. Maria +della Farfa, e per grazia di Dio abate regolare del sacro chiostro di S. +Scolastica, e, per grazia della Santa Sede Apostolica, Vicario della +medesima Santa Sede apostolica, vicereggente temporale e spirituale». Ma +lo sfrontato abate trovò la più ostinata resistenza nel popolo, cui non +sorrideva punto l'idea di tornare sotto il dispotismo della cocolla, ed +un'eguale resistenza nella gelosia della parte religiosa secolare della +città. Gli uni e gli altri ricorsero al Pontefice, e questi diede la +commenda al cardinale Spinoza, che come plenipotenziario prese +finalmente possesso di Subiaco. + +Verso la metà del secolo XVIII era divenuto acerbissimo l'odio contro +tutte le istituzioni feudali e il monacato, venuto in contrasto con gli +stati laici, doveva risentirne gli effetti. A Subiaco si formò una +congiura contro i benedettini; si cantavano canzoni di scherno contro i +monaci e nelle strade, dei declamatori raccontavano la storia del +chiostro, eccitando la popolazione con la narrazione dei soprusi e delle +violenze patite. I monaci, che non avevano potuto reprimere una +sollevazione avvenuta il 13 maggio 1752, invocarono l'aiuto delle truppe +romane: una compagnia di côrsi entrò in Subiaco, e con essa un +commissario pontificio per farvi un'inchiesta. Avendo la commissione +riconosciuto quale era la radice del male, papa Benedetto XIV risolvè di +abolire i diritti feudali dei benedettini. Un papa che aveva il nome di +Benedetto ebbe il coraggio di rinnegarlo, e, mentre egli annientava uno +dei più antichi principati ecclesiastici del mondo, si metteva su quella +via di riforme nella quale poi doveva seguirlo l'infelice suo +successore. Egli abolì per sempre, il 7 novembre 1753, la giurisdizione +temporale del cardinale-abate di Subiaco, e gli lasciò soltanto alcuni +titoli e rendite di natura feudale, che sussistono ancora in gran parte +e sono abbastanza gravosi. Il principato temporale passò allo Stato e fu +esercitato da un governatore e da un giudice, che venivano nominati +dalla _Sacra Consulta_. La commenda cardinalizia rimase un beneficio +semplicemente spirituale; il suo primo titolare, in questa nuova +condizione, fu Giovanni Battista Banchieri. + +Questa fu la fine dell'ordinamento medioevale della famosa abbazia, e da +quel tempo la sua storia perdè ogni interesse. Però fra i suoi +cardinali-commendatori ve n'è uno notevole per avere efficacemente +favorito, secondo le esigenze dei nuovi tempi, la civilizzazione di +quella regione, ed è Pio VI, Braschi, che, nominato cardinale-abate nel +1773, rimase tale anche quando fu fatto papa, e colmò Subiaco di +beneficî. Oltre alla costruzione di vari edifici, come la cattedrale, un +grande seminario, il restauro del palazzo, ed altro, suo titolo +principale alla riconoscenza di quella popolazione è la bella strada +che, lungo l'Aniene, conduce a Tivoli: per mezzo di questa strada egli +collegò l'abbazia alla capitale della regione. I cittadini di Subiaco +gli innalzarono perciò un arco di trionfo, sul modello dell'arco di +Tito; è un ornamento di quel luogo che il medesimo pontefice aveva fatto +diventare città. Pio VI entrò a Subiaco nel maggio 1789 passando per +questa porta d'onore. + +Ma ben presto la Repubblica franco-romana abbattè quello che rimaneva; +due volte essa soppresse il chiostro, finchè Pio VII lo ristabilì nel +1814. Gli ordinamenti dell'abbazia sono da quel tempo rimasti come erano +stati fissati nel 1753; il cardinale-abate possiede uno dei più ricchi +beneficî della chiesa; i monaci, non più signori di castelli e di +vassalli, hanno ancora molti beni e coloni; i loro possessi, coltivati a +olivi ed a viti, giungono sino ai piedi dei monti Volsci. L'ammontare +della rendita annuale che appartiene anche oggi al chiostro, è valutata +da 8 a 10,000 scudi. + +L'abbazia stessa conta presentemente nel suo territorio 21,000 e più +abitanti, ripartiti in sedici villaggi e castelli: Subiaco, Trevi, +Jenne, Cervara, Camerata, Marano, Agosta, Rocca Canterano, Canterano, +Rocca di Mezzo, Cerreto, Rocca Santo Stefano, Civitella, Rojate, Affile +e Ponza. Fra questi Trevi e Affile sono antiche colonie romane. Meglio +che da qualunque altro luogo, la vista di questa regione, ch'è il +territorio superiore dell'Aniene, si gode da una delle alture del +Serrone, che separa la valle dell'Aniene da quella del Sacco. I castelli +dell'abbazia sono situati, eccetto Subiaco, sulle sommità rupestri dei +monti, e sono grigi come le pietre calcaree che li circondano. Il +bizzarro modo di edificare, la selvaggia solitudine, le vesti, l'idioma, +i costumi, rendono la regione degna di grande attenzione. Ma spaventosa +è la miseria di quei montanari: il loro nutrimento, che si limita spesso +a cattivo granturco, è meno sicuro di quello degli animali della +campagna, per i quali la natura ha in qualche modo provveduto. In nessun +luogo d'Italia ho visto una miseria più spaventosa quanto in alcuni di +quei luoghi. Bisogna entrare nelle stamberghe di quei coloni dei monti, +o vederli vangare la terra, al melanconico canto dei loro ritornelli, e +lavorare più accanitamente dei muli, per compiangerli quanto essi +meritano. Meglio che nelle cronache del tempo, nei loro cenci e nei +volti emaciati e pallidi per la febbre si legge la storia delle violenze +della potestà feudale dei baroni e dei monaci. + +Più viva e interessante della storia politica del chiostro sarà pel +lettore la descrizione di quelle particolarità che allontanano l'occhio +dell'osservatore dalla miseria della popolazione, e lo volgono altrove. +Mentre il vassallo serviva e soffriva la fame, il monaco ben nutrito +risedeva nel suo chiostro, e lo abbelliva con quadri artistici e con +memorie di altri tempi; della qual cosa noi dobbiamo essergli grati. +Esistono due chiostri a Subiaco, che stanno sotto un solo abate e +formano una sola corporazione: di S. Scolastica il primo, il secondo di +S. Benedetto, chiamato anche _Sacrum specus_. Giacciono ambedue fuori +della città, sulla riva destra dell'Aniene, nella solitudine dei monti. +Il primo è il più antico: è una bizzarra e pittoresca massa di edifici, +fra i quali si erge una torre quadrata, innalzata dall'abate Umberto, +nel 1053. Il miscuglio di stile romano e gotico delle finestre e delle +nicchie rivela la traccia di diverse epoche, ma nel complesso mostra +ancora soltanto alcuni resti dell'epoca più vetusta, specialmente nei +cortili. Il chiostro fu più volte restaurato e la sua chiesa attuale è +una costruzione del secolo scorso. A questo secolo noi dobbiamo anche +attribuire la facciata del convento, mentre la corte seconda, o interna, +rimonta, come si rileva dall'arco romano e dai pilastri, al secolo XVII. +Pitture moderne sulle pareti e sui pilastri, in condizioni miserevoli, +ricordano la storia dell'abbazia; vi sono rappresentate in grandezza +naturale le figure dei papi e dei principi che visitarono il chiostro, +fra gli altri l'imperatore Ottone III e l'imperatrice Agnese. Alcune +iscrizioni recano la lista completa dei luoghi posseduti un tempo +dall'abbazia. + +Di qui si passa in un cortile intermedio, situato dinanzi all'entrata +della chiesa: è notevole per alcuni resti di architettura gotica, +specialmente per un grande arco di pietra, scannellato, ornato di +figurine e di spirali. Qui si trova anche il più antico monumento +posseduto da S. Scolastica, cioè un rozzo bassorilievo in marmo del 981, +del tempo degli Ottoni tedeschi e della più profonda barbarie romana. È +un quadrato di alcuni piedi di larghezza e di eguale altezza, che porta +scolpite quà e là immagini medioevali. Su di un fusto ornato di foglie +si erge un vaso: due bestie orecchiute si arrampicano con le quattro +zampe sul fusto, sollevandosi per bere il contenuto del vaso. Il loro +aspetto è così enigmatico, che non mi credo nel caso di poter decidere +se siano lupi o cervi, volpi o cani, od altri animali. Sul dorso di una +sta un uccello in atto di beccare. Tutt'intorno corrono fregi e ornati +in pietra. Il corpo di una delle bestie contiene una iscrizione che +ricorda come Benedetto VII consacrasse la chiesa del chiostro il 4 +dicembre 981. + + EDIFICATIO UIUS ECCLE [=SC]E SCOLASTICE TEMPORE + DOMNI BENEDICTI VII [=PP]. AB. IPSO [=PPA] DEDICATA + Q. D. [=S]. [=AN]. AB INCARNATIONE DNI CCCCCCCCCLXXXI + M. DE[=CB]. D. III. INDICTIONE VIII. + +Sul bassorilievo si trova un'altra iscrizione rovinata, della quale mi è +stato impossibile decifrare il principio. Di fronte a questa, accanto +alla porta della chiesa, si legge l'iscrizione del tempo di Leone IX, di +cui ho già parlato. + +La chiesa stessa, della quale la primitiva fabbrica era stata consacrata +da Benedetto VII, non ha più nulla di antico. Ma se si entra nel vero e +proprio cortile del chiostro, a destra, si trova uno spazio quadrato +intorno ad un pozzo ornato di quelle piccole colonne ed archi rotondi +come se ne vedono a Roma in molti chiostri: è del principio del secolo +XIII, memoria del potente abate Lando e della famosa famiglia artistica +romana dei _Cosmati_. Gli esametri sull'entrata principale dicono: + + COSMUS ET FILII LUCAS ET JACOBUS ALTER + ROMANI CIVES IN MARMORIS ARTE PERITI + HOC OPUS EXPLERUNT ABBATIS TEMPORE LANDI. + +Questi degni maestri furono più felici nei loro monumenti funerari e +tabernacoli che in questa costruzione, che non può in nessun modo +sostenere il confronto col chiostro dei benedettini di S. Paolo in Roma. +Le colonne (ogni due ve n'è una doppia e contorta) sono semplici e +rozze; i capitelli sono brutti e a forma di trave; nè mosaici, nè +intagli ornano l'arco e il cornicione. L'arte sembra qui essersi +adattata alla rozzezza della campagna. + +Questi sono essenzialmente gli unici o i più notevoli resti di un +passato così ricco e così lungo, che ha subìto tante devastazioni. Gli +edifici del chiostro, spaziosi nell'interno, con molti corridoi, celle, +camere, e sale per usi diversi, sono in gran parte recenti. Sono entrato +con piacere e curiosità solo nelle biblioteche e nell'archivio dei +benedettini; i ben catalogati scaffali contengono materiali preziosi per +la conoscenza del Lazio nel medio evo. Alcuni scaffali sono consultabili +e visibili a tutti, altri inaccessibili, e la bacchetta magica del +Muratori stesso non riuscì a farne aprire i ripostigli. Di gran pregio è +il _Regestum insigne veterum monumentorum Monasteri Scholastici_, in +pergamena, raccolta di documenti dal nono secolo in poi.[9] Mancano +documenti anteriori. Nessuna delle cronache di Subiaco è stata data alle +stampe, eccettuata una anonima che giunge sino al 1390 ed è edita dal +Muratori. A questo fu interdetta la stampa di una cronaca più +particolareggiata, scritta da un tedesco di Treviri nel 1629: _Chronicon +Sublacense P. D. Cherubini Mirtii Trevirensis anno Dni_ 1629.[10] I +monaci permettono di vederla: è assai più completa dell'altra, neppure +quella stampata, di Guglielmo Capisacchi di Narni (1573); non può dirsi +un lavoro notevole, ma solo una compilazione, senza corredo di +documenti. La storia dell'abbazia giace ancora sepolta in questi +archivi; l'ha scritta di nuovo il canonico Janucelli, ma anche l'opera +sua non è scientifica. Ho avuto fra mano un manoscritto del 1833, che +contiene una storia abbastanza esatta dell'abbazia; n'è autore Silvio +Mariani, di Subiaco, morto testè in Grecia. Egli si è servito dei +cronisti sopra nominati, ed anche di alcuni documenti, ma la sua opera +non è, essa pure, che manoscritta. È dettata con spirito liberale e +consta di 492 pagine: debbo ad essa molte delle notizie che qui sopra ho +riportato. + +La biblioteca è piccola ma notevole per quegli antichissimi incunabuli +tedeschi di cui ho già dato notizia. Ho preso in mano con gioia i +preziosi, belli e ben stampati volumi _in-folio_ che mi porgeva un +giovane benedettino tedesco. In fondo all'opera di Lattanzio ho trovato +scritto: «_Lactantii Firmiani de divinis institutionibus adversus gentes +libri septem, nec non ejusdem ad Donatum de ira Dei liber unus, una_ +_cum libro de opificio hoîs ad Demetrianum finiunt. Sub anno Dni +MCCCCLXV pontificatus Pauli papae. Anno ejus secundo. Indictione XIII +die vero antipenultima mensis Octobris. In venerabili monasterio +Sublacensi. Deo gratias_». + +Spontaneo grido di gioia, questo, di quei bravi stampatori che, per +modestia, nemmeno hanno manifestato il loro nome. Ciò mi ricorda il +motto che i greci e i latini del medio evo ponevano in fondo al +manoscritto copiato, per coronare le proprie fatiche: + + hôsper xenoi kairousi patrida blepein + houtôs kai hoi graphousi telos bibliou.[11] + +S. Scolastica conta ancor oggi circa settanta fratelli, fra cui parecchi +tedeschi, e l'attuale abate, Don Pietro Casaretto, ha severamente +riformato la disciplina dell'ordine. Ora, a quanto mi si è detto, i +monaci sono stati messi a magro regime; ma visitando la bella cucina, +dalla volta profonda, un odore gradevole di grasso, degno di Omero, mi +ha colpito le narici e non mi è parso esattamente secondo la regola +pitagorica di S. Benedetto, proibente l'uso della carne. + +Passiamo ora al vero santuario dei Benedettini, a quel piccolo secondo +chiostro che alla metà del secolo XI fu edificato sulla grotta di +Benedetto, e per questo chiamato _sacro speco_. I monaci di Montecassino +nel 1688 aprirono una strada per salirvi, via ripida, che conduce, +traverso le rupi, alla grotta, offrendo magnifici panorami. Mentre il +viaggiatore ha sotto i piedi la corrente spumeggiante, vede la bella +valle di Subiaco e il burrone dell'Aniene. In lontananza, dove la valle +sembra chiudersi, si scorge l'alpestre paese di Jenne, patria di +Alessandro IV e dell'abate Lando dei conti di Segni. Immediatamente +prima della grotta si trova un ombroso e oscuro boschetto di quercie, +che forse già attrasse il solitario Benedetto, e che anche oggi, come un +bosco sacro degli antichi, annuncia la vicinanza di un mistero. + +I piccoli fabbricati, fondati l'uno di seguito all'altro sulla grotta, +sono appoggiati alla parete scoscesa della rupe, e presentano +all'aspetto un miscuglio originale di stili e sono ornati fin +dall'esterno di pitture. Si passa sopra un ponte murato, che deve essere +stato nel medio evo un ponte levatoio, e si penetra in una lunga +galleria che conduce nell'interno ed è ornata d'imagini non antiche +degli evangelisti. Su di una parete si leggono questi buoni distici: + + Lumina si quaeris Benedicte quid eligis antra? + Quaesiti servant luminis antra nihil. + + Sed perge in tenebris radiorum quaerere lucem, + Nonnisi ab obscura sidera nocte micant. + +E sotto: + + D. O. M. ordinis S. Benedicti Occidentalium Monachorum Patriarchae + cunabula. + +In verità mi son creduto d'un tratto piombato nella misteriosa atmosfera +di quei tempi straordinari, allorchè, passato dalla galleria nella prima +chiesa, improvvisamente mi sono trovato in un piccolo duomo di splendida +architettura gotica, nel soffitto e nelle pareti del quale si andavano +già attenuando, per l'annerirsi graduale degli affreschi, il barbaglìo +di luci multicolori. Invisibili monaci cantavano in coro il vespro; le +loro voci possenti di basso risuonavano solenni e ritmiche attraverso +l'ombra crepuscolare della chiesa, e nelle pause delle loro litanie si +udiva il rauco gracchiare dei corvi. Tre corvi novelli sono infatti +nutriti nel chiostro in memoria di S. Benedetto, e sembra che il numero +tradizionale di questi simboli viventi dell'ordine non venga mai +oltrepassato. + +Sarebbe difficile una descrizione minuta del chiostro, tanto famoso per +i suoi dipinti. Molti sono i tempietti e le cappelle, di costruzione +laberintica, siccome si conviene ad un edificio fabbricato tra le rupi. +Quei tempietti e quelle cappelle in parte sono fondati sulle grotte +stesse, delle quali talora è visibile la nuda roccia; in parte sono +appoggiati sulla parete della rupe. Si scende da una chiesa all'altra +mediante scalini, e si crederebbe di essere dentro a catacombe montane, +cariche di colori, scintillanti di ceri sugli altari. In queste cripte +non si trovano soffitti o pareti che non siano ornati di affreschi, +rappresentanti la vita di Benedetto, scene della storia del chiostro e +della vita dei santi, o rappresentazioni allegoriche. La storia del +monacato raggiunge con la vita di S. Benedetto il suo punto culminante +epico-eroico, parallelamente ai canti cavallereschi delle lingue +neo-latine. Non terribile come le leggende dei martiri del +cristianesimo, che sostenevano la loro disperata lotta per la vita, ma +penetrato di una mite dolcezza fantastica, esso spiega una ricchezza +sorprendente di gradevoli motivi artistici. Mi sembra anche che i +miracoli di Benedetto abbiano in sè più poesia di quelli degli altri +santi, pochi eccettuati. L'amore fraterno tempera in essi l'egoismo di +una esistenza d'eremita, separata del tutto dal mondo, e nobili ci +sembrano in essa le avventure di Benedetto e di Scolastica, la loro +solitudine, il lungo peregrinare sui monti, la distruzione dei templi +pagani, l'erezione di nuovi chiostri. Al maestro si uniscono nobili +giovani; fra gli altri Placido, l'apostolo di Sicilia, e Mauro, +l'apostolo di Francia; essi guidano la fantasia dalla limitata +solitudine dell'eremita ad un orizzonte pieno di storia e di destino. La +vita di Benedetto si prestava ad essere soggetto di pittura; e perciò +questo grandioso ciclo del monacato, che ha avuto la sua influenza anche +sui poemi del Graal e di Titurello, ha trovato in Subiaco la sua +rappresentazione classica. + +L'intero Lazio non ha nulla di simile a questi quadri, se non forse, in +un certo senso, le pitture della cripta del duomo di Anagni. Il loro +studio è utile per la storia dell'arte, appartenendo questi affreschi a +stili diversi: a quello bizantino, a quello di Cimabue e di Giotto, fino +ai secoli xv e xvi. Ne parlerò brevemente. + +La prima chiesuola, edificata, secondo un'iscrizione, dall'abate +Giovanni V, nel 1116, fu ornata con affreschi nel 1220 da Giovanni VI. +Questi affreschi ricoprono letteralmente le pareti, e, benchè rozzi ed +imperfetti nel disegno, mostrano tuttavia una rara freschezza di vita ed +una potenza epica naturale, straordinaria nello stile delle cronache +trasportato nella pittura, se ci è lecito usare questa espressione. A +destra e a sinistra sono rappresentate molte scene della vita di +Cristo, il suo ingresso in Gerusalemme, quadro ricco di figure, la sua +passione e gli avvenimenti dopo la sua morte. In oggi gran parte sono +anneriti; pure, per fortuna, essendo stati fatti dei restauri, appaiono +meno danneggiati dei quadri che trattano la vita di S. Benedetto. In uno +di questi il santo è rappresentato mentre si rotola tra le spine per +allontanare l'apparizione di una splendida donna, ed in un altro lo si +vede intento a scrivere, nella sua grotta, le regole dell'ordine; e +sotto v'è questo antico tetrastico leonino: + + Hic mons est pinguis, multis claruit signis, + A Domino missus sanctus fuit Benedictus, + Mansit in cripta, fuit hic nova Regula scripta. + Quisquis amas Christum talem sortire Magistrum. + +Una piccola tribuna, scavata nella volta nuda della roccia, chiude +questa chiesuola; dinanzi ad essa stanno, all'estremità della navata, +tre archi acuti su eleganti colonne, a foggia di arco trionfale, le cui +lunette sono ornate dai ritratti dei genitori di Benedetto, Probo e +Abbondanza.[12] Dietro vi è un piccolo altare-tabernacolo, l'unico +lavoro così detto alessandrino che io abbia trovato nel chiostro, nel +quale altare il mosaico, contrariamente all'uso del tempo, è stato +surrogato da un affresco. + +Una serie di piccolissime cappelle conduce nell'interno e forma un corto +e angusto passaggio che si può paragonare alla navata traversale d'una +chiesa. Anche qui tutte le pareti sono coperte di quadri, che sono +stati, però, di recente restaurati in modo vergognoso, con colori +stridenti ed eccessivi. Sono quadrucci isolati, o piccole composizioni: +vi si vede, Benedetto che cena con la sorella, la morte di due santi e +quella di Placido e di Mauro. Si trova anche lassù un antico sarcofago +di bambino, circondato da graziosi bassorilievi che raffigurano degli +uccelli ed è innalzato sopra una piccola colonna per servire da +vaschetta. Una scala conduce nella chiesa inferiore o media, +particolarmente memorabile; anche qui tutte le pareti erano coperte di +pitture, ed alcune iscrizioni ci hanno conservato il tempo e il nome +dell'artista. Vi si legge in caratteri gotici: «_Magister Conxolus +pinxit hoc opus_»; altrove: «_Stamatico Greco pictor perfecit A. D. +MCCCCLXXXX_». Consolo fu pittore della fine del xiii secolo, prima +dunque di Cimabue, e prima che la pittura italiana si liberasse dai +caratteri tipici dello stile bizantino. Forse egli è lo stesso artista +che ornò di pitture murali il vestibolo di S. Lorenzo fuori le mura a +Roma, sotto Onorio III, ambedue questi lavori essendo di quel tempo e +della stessa scuola. I dipinti di Consolo--e di lui sono la maggior +parte degli affreschi del chiostro--conservano ancora la maniera greca, +ma certo non in tutta la sua violenta e cruda magrezza. Si trovano fra +di essi sorprendenti figure di nobili forme, e con una semplicità di +panneggiamento, che rammenta l'arte antica. Ad ogni modo questo antico +maestro, il cui nome (da kompsos?) sembra rivelare il greco, è molto +efficace e forse egli dipingeva, come scolpivano i Cosmati, greci essi +pure (kosmêtês) e suoi contemporanei, a Roma, a Subiaco e nella cripta +del duomo di Anagni. + +Vi sono in questa chiesa sotterranea pitture di soggetti disparatissimi; +la maggior parte riferentisi alla storia del chiostro. Sotto la scala si +vede Innocenzo III consegnare un diploma all'abate Giovanni VI, e +Gregorio I dare all'abate Onorato l'atto di donazione. Parecchi trattano +la vita di S. Benedetto; uno, che lo rappresenta con la nutrice, è +notevolissimo per la gradevole figura della donna e l'ottimo +panneggiamento; un altro rappresenta, in modo originale, la sua morte: +il santo con la tonaca nera sta su di un giaciglio; dalla sua bocca un +raggio di luce conduce alla piccola nuda figura della sua anima, che un +angelo alato già reca fra le sue mani. L'angelo ha una bella +espressione, un pronunciato profilo greco e gli occhi a mandorla. La +dolce inclinazione della testa, già prima di Giotto espressione +caratteristica del grazioso, ricorda vivamente le migliori imagini delle +catacombe. Questa mirabile figura di un tono medio bruno non è stata, +fortunatamente, ritoccata. Vi sono molti altri quadri con figure di +bambini, di cui è inutile parlare: non tutte sono del medesimo artista, +e talune senza dubbio appartengono già al secolo XI, poichè strettamente +fedeli alle peggiori forme bizantine. Tali sono i colossali quadri del +soffitto, rappresentanti apostoli e santi che contrastano aspramente con +gli affreschi delle pareti, e che sono stati barbaramente restaurati. + +Nella parte centrale della chiesa si trova anche la grotta di Benedetto, +che mi ha ricordato assai vivamente la grotta famosa di S. Rosalia a +Palermo, sul monte Pellegrino. Sotto un ricchissimo altare sta una +marmorea figura del giovane santo in preghiera innanzi la croce; è +un'opera non cattiva della scuola del Bernini;[13] e forse l'effetto +che produce è accresciuto dalla penombra in cui si trova. Qui tutto ha +un carattere di giocondità; la graziosa piccolezza di queste chiesuole, +cappelle e grotte, splendenti e multicolori, sembra un giuoco di +fantasia, come non ho visto mai in altre rappresentazioni religiose. Si +potrebbe dire un libro illustrato di poetiche leggende, prive di dolore +e di sangue, ma ricche di fantastico colorito, come la vita dei pii +anacoreti nel deserto. + +La religione vi è presentata sotto forma di favola, e produce un effetto +corrispondente a questa. Il carattere del chiostro è appunto questo, ed +è forse unico nel suo genere. Ivi lo spirito non è mai portato a gravi +pensieri; in questa sacra grotta nemmeno il più fervente dei cattolici +potrebbe sentirsi penetrato di venerazione: gli stessi artisti, che +avrebbero voluto suscitare il senso della pietà con quadri melanconici, +sono stati dalla scherzosa giocondità dell'insieme eccitati +invincibilmente ad intonarsi all'ambiente. Questo ho sentito in due +affreschi, che stanno di fronte, sulle strette pareti, presso una scala +che dalla grotta mena nella sottostante cappella. Rappresentano il +«Trionfo della Morte», secondo la nota canzone del Petrarca: la Morte, +funebre cavaliere, dopo aver saltato a cavallo su dei cadaveri, +colpisce con la spada un giovane che s'intrattiene con un compagno a +parlare. Di fronte stanno tre tombe aperte: nella prima giace una +giovane donna, morta da poco tempo; nell'altra si scorge il suo corpo +già nauseabondo e decomposto; nella terza finalmente il suo scheletro. +Un vecchio pare spieghi queste varie fasi del nulla; egli ammaestra tre +bei giovanetti, in eleganti abiti, coi falchetti sul pugno, che +gravemente lo ascoltano. L'autore di questo memorabile quadro, che +disgraziatamente ha molto sofferto, non è conosciuto; sembra sia +dell'epoca del Ghirlandaio. Di lui forse è pure la Strage degl'Innocenti +a Betlemme. Questo soggetto è trattato artisticamente e semplicemente: +un gruppo di madri, con i bimbi lattanti fra le braccia, con ansia +affettuosa li stringono al seno; verso di esse si avanzano dei guerrieri +con la spada sguainata. Io non ho mai visto trattato con tanto +sentimento drammatico ed estetico questa scena piena di orrore, soggetto +preferito della pittura di tutte le epoche; e tanto più si deve lodare +l'ingegno dell'artista, se si ricorda il ributtante carnaio +rappresentato negli arazzi del Vaticano! L'artista di Subiaco ha capito +che egli avrebbe potuto commuovere anche facendo solo indovinare o +temere l'inumano. Il quadro è di proporzioni assai piccole. + +Ho trovato anche altre rappresentazioni artistiche originali; +specialmente due figure di S. Stefano e di S. Lorenzo. Il primo santo è +lapidato; il pittore o il restauratore ha voluto con strano pensiero +inserire nel quadro delle vere pietre, e nel suo zelo ha rappresentato +materialmente l'aureola, rompendola coi sassi. S. Lorenzo è una graziosa +figura giovanile, vestita di un ricco panneggiamento; tiene nella destra +la palma, nella sinistra il libro e sta eretto sulla graticola. + +Aggiungo ancora che dalla cappella descritta si scende in un'ultima +grotta, assai piccola; si dice che qui Benedetto abbia ammaestrato nelle +sacre scrittura i suoi scolari. + +Le pareti sono coperte di stucchi e mostrano resti di antichissima +pittura. Tali sono le principali curiosità del chiostro; ma non vogliamo +dimenticare la parte superiore, da dove si gode una vista superba della +rupe gigantesca sulla quale questi santuarî sono costruiti. Essa cade a +piombo, e sembra volersi precipitare sul chiostro; ma fortunatamente si +trova là effigiato il santo che con la mano stesa, come per trattenerla, +sembra esclamare: Fermati, o rupe; non danneggiare i figli miei! Quando +sono entrato nel cortile ho trovato appollaiati ai piedi della figura +del santo tre corvi, che raucamente gracchiavano. Questi sinistri +uccelli con le loro voci lugubri e le tonache nere da benedettini mi +sono sembrati attributi propri del santo, come nell'antica mitologia +altri uccelli sono sacri ad altri Dei. + +I corvi hanno una parte di qualche importanza nella storia di Benedetto, +dissi già che lo accompagnarono nel suo viaggio da Subiaco a +Montecassino, e aggiungo ora che gli salvarono la vita. Infatti, avendo +un nemico mandato a Benedetto del cibo avvelenato, essi lo portarono +via, lontano, sulle rupi. Il corvo dei monti mi è sembrato un vero +uccello da monaci; in ogni modo è un simbolo migliore di quello dei +domenicani, consistente in un cane con la face in bocca. + +Anche in un altro luogo mi sono ricordato dell'antichità, anzi di un +nome celebre. Vi è nel chiostro anche un giardino di rose, sulla sommità +della rupe. Un tempo erano rovi, precisamente quelli nei quali Benedetto +si era avvoltolato a corpo nudo. Quando nel 1223 il famoso fondatore +dell'ordine francescano visitò Subiaco, innestò alle spine delle rose, +le cui discendenti stanno ancora in fiore. Col tempo si sono scoperte +meravigliose virtù in queste rose. Un monaco mi disse seriamente che +esse, ridotte in polvere e inghiottite, guariscono qualunque malattia o +incantesimo. Il monaco non mi disse però se esse possiedono anche la +preziosa virtù delle rose di Apuleio; in ogni modo non avrei potuto +verificarla. + + + + +ATTRAVERSO L'UMBRIA E LA SABINA. + +(1861). + + + + +Attraverso l'Umbria e la Sabina. + +(1861). + + +Una gita da Roma nella Tuscia romana, nella Sabina e nell'Umbria è oggi +tanto più attraente, in quanto che chi viaggia in queste province, or' +ora annesse al regno d'Italia, ha campo di fare molte e nuove +osservazioni importanti. Invece di viaggiare con la diligenza, è assai +meglio prendere un _vetturino_ fino a Perugia. L'istituzione italiana +dei vetturini sarà fra pochi anni soppiantata dalle ferrovie, e vi sarà +certo chi li rimpiangerà, perchè, se non sempre comodo, questo mezzo di +viaggiare ha pure i suoi vantaggi, primo fra tutti quello di far +conoscere la regione che si attraversa, cosa in ferrovia quasi +impossibile. Il mio vetturino trottava allegramente sull'antica via +Flaminia, di buon mattino, sotto uno splendido cielo di settembre. +Meraviglioso è un viaggio attraverso questa campagna; il Soratte e i +monti Sabini, dalle linee vigorose, offrono a destra le più gradevoli +vedute. Di paesi se ne incontrano pochi in questo deserto; dopo il terzo +miglio si trova Prima Porta, _Saxa Rubra_ degli antichi, così detta per +i grossi massi di tufo rosso che vi si trovano. Questa pietra vulcanica +è particolare della regione tosco-romana; essa forma pittoresche +colline, scoscendimenti, mura naturali e contrafforti. Chi conosce Veio +e Civita Castellana, si ricorderà di questa caratteristica che tanto si +discosta da quella del Lazio. + +Il Tevere scorre attraverso il paese in belle volute, piacevolmente +incorniciato da lontane catene di monti. Lo si perde di vista, quando si +piega a sinistra, verso Castelnuovo, per raggiungere Rignano. Lungo la +strada incontrai un plotone di cavalleria pontificia, che in mezzo alla +polvere trottava rapidamente; compresi subito quale scopo aveva +quest'ultima commedia militare nel territorio papale. + +Si sa bene che la Tuscia romana, separata per mezzo del Tevere dalla +Campagna romana o Lazio, è chiamata Patrimonio di S. Pietro. A torto si +fa datare questo possesso dalla donazione della contessa Matilde, la +famosa paladina della gerarchia romana, che non aveva veramente dei +dominî in quei luoghi, ma possedeva invece qua e là nel Lazio molti +castelli. Ciò che si chiama Patrimonio di S. Pietro fu essenzialmente la +parte fondamentale e più antica degli Stati della Chiesa; qui sono gli +inizî del possesso, e il primo dominio temporale della Santa Sede fu +Sutri, sul lago di Bracciano, dono del re longobardo Luitprando. + +Nell'epoca carolingia il vescovo romano signoreggiava su tutte le +attuali città della Tuscia romana, la quale era amministrata da suoi +delegati col nome di _Duces, Comites, Rectores_. Ma a poco a poco questo +possesso si perdè, e dopo la caduta del regno carolingio alcuni conti +ereditarî se ne impadronirono. Ai tempi della contessa Matilde il +pontefice non aveva più possessi, sia temporalmente che politicamente, +nè in Tuscia, nè in Sabina; cento piccoli conti e baroni v'imperavano, +in barba alle donazioni di Pipino e di Carlo. Ci vollero molte guerre e +molti secoli per rimettere la Santa Sede in possesso dell'antico +patrimonio. + +Ci fermammo sei ore a Rignano, paese appartenente alla Comarca di Roma; +al di là comincia la delegazione di Viterbo. È piccolo e di poco +interesse, per quanto fosse ducato, come molti altri paesetti romani. Il +primogenito di casa Massimo porta il titolo di duca di Rignano. + +Nell'albergo del paese trovai un colonnello pontificio che era partito +in congedo pel suo paese, Macerata, ma che era stato rimandato indietro +a Narni dai piemontesi, perchè sul suo passaporto mancava il visto del +console italiano. Egli mi parlò della severità delle guardie italiane di +confine. + +Mi disse che tutto ciò che veniva da Roma era sospetto di mene +reazionarie. Correvano, anche per Rignano e gli altri luoghi vicini, +voci sull'irruzione di 200 napoletani, e di una banda reazionaria che, +movendo da Corneto, si preparava a passare il fiume. + +Qualcuno assicurava anche di aver visto la truppa, e si temevano +eccessi, come nel napoletano. Anche il mio vetturino si impensierì e +decise di accorciare la tappa giornaliera, fermandosi a Civita +Castellana. Era dunque il movimento di questa truppa di zuavi, o altro +che fosse, che aveva determinato l'avanzata della cavalleria papalina +lungo la corrente del fiume. Senza saper più nulla di positivo su questa +cavalleria, nel pomeriggio continuammo la nostra magnifica gita +attraverso la Campagna. + +La campagna si faceva sempre più bella, di mano in mano che si avanzava +verso Civita Castellana. Si passò sulla via Flaminia proprio ai piedi +del Soratte, ed io potei osservare per un bel pezzo di strada il paese, +la torre medioevale e la chiesa sorgenti sulla sua sommità. Quel monte, +a cui Orazio e Virgilio han consacrato celebri versi, è in terra +etrusca, ed è visibile anche da Roma. + +Si leva isolato, in una massa rossastra, acuta e bella di pietra +calcarea, di fianco al Tevere. Il suo aspetto d'isola, i suoi colori, e +la gradevole forma, mi ricordarono il monte Cairo nelle vicinanze di S. +Germano. La sua altezza supera i 2000 piedi. + +L'archeologo lo conosce per il culto primitivo che avevano per lui gli +abitanti, e lo storico per doverlo spesso ricordare nel medioevo. + +Quel papa Silvestro che si lasciò regalare dall'imperatore +Costantino--quando, secondo la leggenda, lo battezzò nel palazzo +Laterano--Roma e tutta l'Italia, anzi tutto l'Occidente (e per quanto +tempo non si è creduto a questa ridicola donazione?), quel papa +fortunato visse nelle solitudini del Soratte, finchè durò l'ultima +persecuzione dei cristiani. In suo onore fu eretto nel medio evo il +chiostro di S. Silvestro, sulla cima del monte, e, si dice, sulle rovine +di un tempio di Apollo. Per molto tempo questo chiostro fu celebre e +visitato, come uno dei più antichi nella regione romana. Carlomanno, il +primogenito del grande eroe franco Carlo Martello, vi vestì l'abito nel +746, ma cambiò poi l'eremitaggio con quello più bello di Montecassino, +per sottrarsi alle moleste visite che non cessavano di fargli i nobili +franchi, quando si recavano a Roma. + +Anche altri chiostri sorsero in questo luogo: ai piedi del monte era +quello di S. Andrea, ora distrutto, dove nel secolo x il monaco +Benedetto scrisse una cronaca ricca di notizie storiche. Pertz la trovò +a Roma nella biblioteca Chigiana e la fece stampare nei _Monumenta +Germaniae_. Questi luoghi si possono veramente considerare, qui sui +confini dell'antica Sabina, come la culla dei benedettini. Di là dal +Tevere, poco lungi dal Soratte, giace anche oggi il chiostro primitivo +di Farfa, oggi abbandonato, famosa costruzione longobarda, abbazia +imperiale e ghibellina che diede spesso alloggio agli imperatori +tedeschi che scesero nella valle del Tevere. I ricercatori di notizie +del medio evo romano devono alla diligenza e sagacia dei suoi monaci il +prezioso codice dei _Regesti_ di Farfa, che la Vaticana conserva. Questa +importantissima raccolta di monumenti, appendice importantissima ai +_Regesti_ di Pietro Diacono di Montecassino, è oggi una delle principali +fonti d'investigazione storica. E davvero con non lieve interesse +osserveremo la grandiosa campagna intorno al Soratte, se ricorderemo +che più d'uno dei nostri imperatori tedeschi di qui scese verso Roma, al +tempo delle lotte col papato gregoriano. + +Ai piedi del monte esiste ancora il guado del Tevere che gl'imperatori +solevano passare, presso l'antico _Flaianum_, oggi Fiano. + +Molto mi dispiacque di non poter visitare il paese di Sant'Oreste, +appollaiato graziosamente in cima al monte. Gli archeologi pretendono +che il famoso tempio di Feronia sorgesse un giorno lassù, e che la +città, costruita in quel luogo, si chiamasse Sant'Edistio, corrotto poi +in San Resto e Sant'Oreste; ma è più verosimile che il nome venisse alla +città da quello stesso del monte Soratte, che durante le oscurità +medioevali si sarebbe poi mutato nel nome di un santo ignoto o apocrifo. + +Alle sei giungemmo a Civita Castellana. Il panorama di questo luogo +meraviglioso è insuperabile, più bello ancora di quello di Veio. Il +paese si leva su erte rocce rossastre, coperte da piante rampicanti, +simili a mura naturali; ai suoi piedi scorre il fiume Treia. È ben +fabbricato, ha molti ponti, uno dei quali somiglia al nuovo ponte +dell'Ariccia, pur non essendo così grandioso. La valle, stretta e +bellissima, formata dalle rupi che il Treia attraversa, è ricca di +singolari vedute, tali da formare certo l'ammirazione di ogni pittore. +La posizione di questa città etrusca è stata scelta con rara fortuna ed +acume. + +Qui certo fu la primitiva Faleria. Nel medio evo, quando i saraceni +resero malsicuri questi dintorni (essi distrussero una volta anche +l'abbazia di Farfa), l'antichissima Faleria, abbandonata fin allora, fu +ripopolata, perchè fortemente situata su una piattaforma di rupi; così +si formò Civita Castellana, sede di conti per molto tempo, e spesso +nominata nella storia dei papi. Il terribile avversario di Gregorio VII, +Guiberto di Ravenna, antipapa col nome di Clemente III, passò qui i suoi +ultimi anni, e quivi morì. Anche Alessandro III vi finì i suoi giorni. +Oggi questa ospitale e spaziosa città (di soli 2400 abitanti) offre +poche cose degne di nota. Da tempo antico è vescovado, come quasi ogni +altro luogo un po' importante del Patrimonio di San Pietro. La +cattedrale di Santa Maria è degna di esser visitata, col suo portale +romanico e il vestibolo, notevole monumento del XIII secolo. Ha archi e +finestre in stile gotico-romanico; colonne e un architrave a mosaico. +Nel vestibolo si conservano antiche iscrizioni, la più vetusta delle +quali ricorda una donazione di beni fatta alla Chiesa nel IX secolo. + +La città, del resto, non ha reliquie municipali interessanti; del +periodo feudale non resta che l'antico castello, costruzione della fine +del secolo XV, con le armi dei Borgia; Alessandro VI lo fece costruire +da Antonio Sangallo. Servì negli ultimi tempi come prigione di Stato, e +molti visitatori ricordano di avervi veduto il famigerato brigante +Gasparone, parente del cardinale Antonelli.[14] Io dimenticai di +domandare se viveva ancora. Mi ricordo che a Roma qualcuno narrava di +averlo visitato, per curiosità, e di avergli chiesto quanti omicidî +avesse commesso, al che aveva egli risposto: «Non molti, forse appena +una ventina». + +Oggi la bandiera francese sventola sulla torre pittoresca e nera di +Civita Castellana, poichè questo è il punto estremo del _Patrimonium +Petri_ verso la Sabina, e l'occupa una guarnigione di truppe +napoleoniche. Alcuni soldati francesi mi dipinsero come molto triste e +noioso il loro soggiorno in quel luogo solitario e remoto; ed avevano +veramente ragione di lamentarsi, perchè ivi è impossibile ripararsi +contro l'inclemenza del sole, che dardeggia senza pietà. + +Dopo una notte di riposo, passata nel discreto albergo della Posta, che +trovandosi nel punto dove convergono le strade dalla Sabina, da Nepi, +Amelia e Viterbo, è abbastanza frequentato, mi accinsi a passare i +confini pontifici e ad entrare negli Stati piemontesi. Il segno del +confine era il Tevere, che col suo corso divide le terre del +_Patrimonium Petri_ dall'Umbria e dalla Sabina. + +Partito la mattina alle cinque da Civita Castellana, giunsi in poche ore +a Borghetto, pittoresco castello sul fiume, oggi l'ultimo villaggio +pontificio, sotto il quale il Tevere scorre in una larga e bella valle; +gli sono vicini i monti della Sabina, e con essi molte località, ora +(1861) piene di piemontesi e di lombardi. + +Qui il fiume, già abbastanza largo, è traversato dal ponte Felice, bel +monumento costruito da Sisto V (Felice Peretti) nel 1589.[15] Fino a +questa località il Tevere può essere risalito da battelli, anzi da +qualche anno, da Ripetta a Roma, è stato stabilito un traffico per mezzo +di battelli a vapore, e così la capitale è collegata alla Sabina. La +siccità estiva aveva molto assottigliata la corrente, e fra tutto io non +vidi che due o tre barconi di carbone, legati alla sponda. In mezzo al +ponte, sopra l'iscrizione di Sisto V, sventolava la bandiera francese. +Di là da questo confine comincia il nuovo Stato, che la rivoluzione +italiana nel 1859 creò _per fas et per nefas_. All'estremità del ponte +erano due tricolori italiani, ancora incoronati di alloro appassito. +Sembravano gettare sguardi sospettosi sullo stendardo di Francia, mentre +i robusti granatieri piemontesi stavano in sentinella dinanzi ad una +vicina capanna. Essi avevano un aspetto grave e sospettoso, quando mi +chiesero il passaporto nel loro sgradevole dialetto. Mentre lo +esaminavano, volli utilizzare quel tempo di attesa, ritornando in mezzo +al ponte per copiare le iscrizioni di Sisto V e di Urbano VIII. +Ma--strano a dirsi--un granatiere me lo impedì: egli mi venne dietro, e +mi dichiarò abbastanza vivacemente che non poteva permettermi di +ripassare il ponte, e che egli stesso non poteva varcare di un sol passo +la bandiera francese. Così dovetti convincermi dell'efficacia di quel +simbolo. Ogni rimostranza fu inutile, il bravo soldato non volle udir +ragioni, ed io dovetti tornar indietro. Del resto, tanto egli che +l'impiegato della dogana furono con me perfettamente corretti. Il +panorama della Sabina che si gode dal ponte è bello e vasto. Di contro è +l'antico e cupo Magliano, sede di un vescovo che qualche mese fa fu +incarcerato; più oltre Poggio Mirteto, ora una delle stazioni più +importanti dell'esercito piemontese di confine, mentre il governatore +civile di tutta la Sabina risiede in Rieti, città più grande, fino a +poco fa residenza del delegato pontificio. + +M'internai nella bella regione montuosa, piena di colli ridenti, ricchi +di vino, olio e castagne, abitata da gente forte, onesta e patriarcale, +ma ignorante e primitiva. Il carattere di questa regione non ha nulla di +comune con quello del Lazio, pieno di sole e di luce; somiglia piuttosto +a quello dell'Appennino centrale. La straordinaria siccità dell'estate +aveva anche là bruciato i campi; il granturco presentava un aspetto +deplorevole; anche l'olivo era poco rigoglioso; solo le viti +promettevano un abbondante raccolto. + +La prima città che si trova su quella strada è l'antichissima, ora assai +piccola, città di Otricoli, nella quale si rinvennero molte antichità +celebri, fra le quali la testa di Giove del Vaticano. Notiamo anche che +ivi fu arrestato dai cavalieri del Barbarossa il famoso Arnaldo da +Brescia, che fu consegnato ai cardinali e giustiziato poi a Roma. Egli +aveva già ai suoi tempi insegnato ciò che ora l'Italia chiede ai papi. + +Per dimostrare l'annessione all'Italia, quasi non bastassero le +bandiere, che già in gran copia avevo vedute, si aggiungevano ora le +armi di Savoia, dipinte di fresco sui muri. Vidi sempre in maggior +numero granatieri, lancieri, bersaglieri coi cappelli piumati e le +mantelline turchine, simili a comparse teatrali; più là trovai la +guardia nazionale, dalle poco brillanti uniformi. + +Otricoli fa parte dell'Umbria, ma il confine fra le due provincie è +difficilmente rintracciabile e sempre variabile. Oggi questa città +appartiene alla delegazione di Spoleto, e da essa si entra nel +territorio dell'antico e una volta così potente ducato. + +Sotto Otricoli si apre la stretta e selvaggia valle della Nera, +impetuoso fiume montano che si dirige verso il Tevere, e che una volta +segnava il confine geografico fra l'Umbria e la Sabina. Viene quindi +Narni, una delle più antiche città umbre, col suo bel castello e i +campanili delle sue chiese. Il luogo è assai ameno; la Nera, uscendo +dalla sua strada incassata fra le rupi, entra in una valle grandiosa e +scorre fra armoniose colline. Un antico ponte romano riunisce ancora le +due rive. In fondo si scorgono i verdi monti dell'Umbria, amenissimi e +ricchi d'incantevoli luoghi, fra cui ricorderò Amelia. A cinque miglia +di distanza giace l'antica _Interamna_, oggi Terni, in mezzo a verdi +colline, la patria di Tacito. Nulla, credo, possa essere più attraente +di una gita per questi luoghi in primavera o in autunno. + +Oltre il suo bel castello, Narni possiede notevoli chiese e conventi, +come la cattedrale, consacrata al primo vescovo della città, San +Giovenale; però il tesoro maggiore è rappresentato da un dipinto famoso +dello Spagna, l'_Incoronazione della Madonna_, nel convento degli +Zoccolanti.[16] Dello stesso artista si trovano quadri in molti paesi +dell'Umbria; alcuni gli sono però stati erroneamente attribuiti. + +Di mura ciclopiche non si hanno qui che pochi avanzi, e degli antichi +monumenti romani di questa città, dove nacque Nerva, non rimane che il +ponte di Augusto sulla Nera. Quest'opera, un dì grandiosa, appare anche +oggi ammirabile, sebbene dei tre o quattro archi che la componevano, ne +resti uno soltanto. Le imponenti rovine, i flutti vorticosi della Nera, +un vicino convento, la città colla sua solenne architettura, tutto +contribuisce a dare a questo paesaggio un carattere d'incomparabile +bellezza. + +Marziale gli ha dedicato i mirabili versi: + + Narnia sulphureo quam gurgite candidus amnis + Circuit, ancipiti vix adeunda jugo; + + Quid tam saepe meum nobis abducere + Quintum Te juvat, et lenta detinuisse mora? + + Quid Nomentani causam mihi perdis agelli + Propter vicinum qui pretiosus erat? + + Sed jam parce mihi nec abutere, Narnia, Quinto; + Perpetuo liceat sic tibi ponte frui. + +Verso la metà del secolo XII il ponte crollò. Al tempo degli Hohenstaufen +non doveva esistere già più, perchè Parsifal Doria, generale di +Manfredi, si annegò, mentre voleva guadare in quel punto la corrente a +nuoto, col suo cavallo, ambedue coperti di ferro. Si costruì allora il +nuovo ponte, più comodo per la sua posizione, essendo troppo grande la +spesa necessaria per restaurare l'antico. + +La menzione fatta del valoroso Parsifal mi rammenta un'altra grande +figura di guerriero, che forma ancora uno dei vanti dei Narnesi: in +Padova di fronte alla cattedrale sorge il monumento equestre in bronzo +del Gattamelata, opera di Donatello, la prima di questo genere compiuta +in Italia durante il Rinascimento. Fu fatta per incarico della +Repubblica di Venezia, che così volle onorare la memoria di uno de' suoi +più fedeli condottieri, che fino al 1441 aveva servito la bandiera di S. +Marco. Erasmo Gattamelata nacque a Narni. + +Un altro Narnese diede lustro alla città nel secolo XV: il cardinale +Bernardino Eroli, morto nel 1479, di cui la tomba è visibile nelle +grotte di S. Pietro a Roma. + +La famiglia di lui, che esiste ancora a Narni ed è una delle prime del +patriziato, abita un antico palazzo. Uno de' suoi membri è il marchese +Giovanni, distinto antiquario, ricercatore di documenti; egli è +veramente la cronaca vivente della sua città, della quale ha descritto a +fondo e riunito nella sua _Miscellanea Narnese_ le cose più notevoli. Mi +trattenni alquanto in questa città, e visitai questo degno signore. La +vita di un patrizio in un piccolo centro campagnolo deve essere tanto +più limitata e monotona quanto più esso possiede istruzione e talento. +Il marchese, lieto di ricevere un viaggiatore, tanto più poi che veniva +da Roma e che si occupava di storia, mi accolse con grande cortesia, e +soddisfece pienamente alle mie domande circa l'archivio municipale di +Narni, come sopra gli archivi delle altre città umbre, e mi invitò ad +accompagnarlo nel suo studio. Non era uno studio di disegno o di +pittura, ma di fotografia. Quando vi entrai credetti di esser penetrato +in un tepidario, perchè il calore era così intenso da potersi appena +tollerare. Egli mi mostrò i suoi lavori, che erano invero così poco +riusciti da non allettare gran che i visitatori. + +Da Narni m'internai con vera gioia nell'Umbria, in questo giardino +dell'Italia centrale, irrigato da vivaci corsi d'acqua, cosparso di +olivi e di verdeggianti colline. Tutto vi è sereno e aggraziato; persino +il dialetto degli abitanti è pieno di melodia. Non è davvero strano che +la pittura umbra, così gradevolmente viva e ideale, abbia avuto nella +natura la sua fonte precipua. L'Umbria fa veramente intendere che cosa +sia la Toscana, ancora più bella e gradevole. + +Dopo una breve corsa attraverso la campagna fertile e ricca, giunsi a +Terni, patria di Tacito, famosa per le cascate del Velino, città +attivissima di 9000 abitanti. Non vidi le cascate, ma girai per la +città, che si presenta come un borgo abbastanza pulito, nel quale il +periodo del Rinascimento e lo stile baronale pomposo hanno soffocato il +medio evo caratteristico. Molti notevoli palazzi indicano che vi risiede +una ricca nobiltà. Anche la vita politica ha qui uno speciale movimento. + +Essendo una città di qualche importanza, più grande di Narni e, per +numero di abitanti, venendo subito dopo Spoleto, Terni aspira ad avere +un significato politico. L'italianizzazione vi fu accolta con +entusiasmo; su molte insegne di botteghe operaie vidi già i colori +bianco, rosso e verde da poco dipinti; anche sulla mia tavola +all'albergo stava il tricolore. E non faremmo altrettanto noi in +Germania, in analoghe circostanze? + +Cresce in Italia una specie di zucca, detta cocomero, che al di fuori è +verde, e, tagliato, mostra una polpa purpurea, e intorno una zona +bianca: i colori italiani. A questo proposito ricordo di aver veduto +questo spettacolo: un cocomeraro aveva inalberato sul suo banco un +grande tricolore, sopra il quale era dipinta la dea dei cocomeri nei +suoi tre colori naturali; con la scritta in trasparenza: _Natura mi diè +questi colori_. Lo spiritoso cocomeraro faceva un degno richiamo! Anche +nei dominî pontificî la coccarda del governo è di solito rappresentata +da un uovo sodo tagliato in mezzo. Su questi due simboli corrono fra la +popolazione dei saporiti motti di spirito. + +La rivoluzione italiana ha portato con sè, come mi ha insegnato +l'esperienza, una vera rivoluzione nei nomi delle strade e dei caffè, +tanto che chi tornasse dopo una assenza di qualche anno nella sua città, +difficilmente riuscirebbe a raccapezzarcisi. Le piccole piazze coi nomi +di S. Maria, S. Paolo, ed altri, ora prendon nome da Vittorio Emanuele, +e tutti gli altri santi e patroni sono ovunque sostituiti da Garibaldi, +Cavour, Ricasoli, ed altri uomini della spada o del parlamento. Sarebbe +interessante contare i caffè che oggi in Italia hanno il nome di +Garibaldi! + +Terni è ora il quartier generale del comandante Brignone e di molta +fanteria di linea. Io vi trovai i muri delle strade coperti di proclami +per la chiamata delle classi sotto le armi. Mi fu detto che nell'Umbria +la popolazione si sottopone più volontieri che non nelle altre province +dell'ex-Stato pontificio all'obbligo della leva. Anche qui però vi sono +molti disertori che vanno ad alimentare la reazione nel napoletano, +tanto più che la sorveglianza dei confini da quella parte è assai +difficile. Ci vorrà molto tempo perchè gl'italiani si abituino al +servizio militare obbligatorio. L'esenzione dal servizio militare è +stata veramente un prezioso beneficio del regime papale, beneficio +inestimabile per il contadino. + +Grande è il numero degli emigrati romani a Terni, come del resto in +tutta l'Umbria ed in tutta la Sabina. L'emigrazione sparsa nei diversi +luoghi mi fu detto essere superiore a 5000 individui, ma forse questa +cifra è inferiore alla realtà. + +Una gran parte dei forusciti viveva finora in Rieti, ma una discordia +scoppiata fra i romani ed i cittadini di quella città li ha costretti ad +abbandonare il luogo ed a spargersi per l'Umbria. La loro esistenza è +abbastanza difficile e penosa, perchè i comitati creati allo scopo di +soccorrerli hanno mezzi insufficienti. Cospirano attivamente così +vicino a Roma, dove il comitato nazionale è in relazione diretta con +essi. Secondo ogni verosimiglianza sono essi che redigono i giornali +umbro-sabini, come l'_Italia e Roma_ di Perugia. Questi fogli sono letti +avidamente, e molti esemplari penetrano anche nella Città dei Cesari. + +Da Terni partii per Spoleto; percorsi per molte ore una regione +montuosa, fresca, ricca di quercie. Si valica l'Appennino sopra Terni, +o, per meglio dire, attraverso il monte Somma. La strada, assai buona, +giunge fino alla sommità lungo la gola detta _Strettura_, salendo +gradatamente. I due versanti del monte da ambo i lati sono boscosi; non +si vedono paesi; solo qua e là qualche casale. De' bei buoi bianchi +erano stati, per rinforzo, attaccati alla vettura, e mentre essi +lentamente salivano l'erta, potei permettermi una breve camminata su +quella ripida strada. L'aria era fresca e leggera: si sarebbe potuto +camminare ore intere senza stancarsi. Dei briganti non c'era da temere, +poichè tutta l'Umbria ne è immune. Avendo lasciato un po' indietro la +carrozza, vidi d'un tratto un uomo accoccolato, nascosto in un +cespuglio, che appena mi vide si mise a farmi energicamente dei segni, e +precisamente quelli che soglion fare gli italiani per chiamare a sè. Io +mi fermai in mezzo alla strada; l'uomo mi accennò di proseguire il mio +cammino. Voleva dirmi di essere cauto? Finalmente scese egli stesso +dalle rupi nella strada, e lo riconobbi per un giovane e simpatico +milite della guardia nazionale.--Sembra che diffidiate di me--disse--ma +io vi ho fatto cenno soltanto per dirvi che potete continuare la vostra +strada e non guastare così il mio giuoco. Io debbo star qui a +sorvegliare un giovane e una ragazza che stanno laggiù nella valle, e +veder quello che fanno.--Il soldato mi disse queste parole un po' +eccitato. Terribile cosa la gelosia! Anche quella solitudine che +sembrava creata solo per pensieri e fatti patriarcali, nascondeva nel +suo seno il terribile mostro! E non fu inutile la posta del giovane: +dopo poco la coppia sbucò fuori da un cespuglio; la fanciulla si +allontanò dall'amante e seguì la riva del torrente, mentre questi +scompariva. Difficilmente sarà sfuggito ad una _coltellata_! + +Presto raggiungemmo la cima del Somma, dove i buoi furono staccati. Di +qui si scese per la strada che costeggia una gola simile a quella +percorsa all'insù, e che corre per sei miglia attraverso splendidi +monti; dopo poco ci si presentò meravigliosamente la vecchia Spoleto e +sotto a noi la valle del Clitunno, e la pianura ove scorre il Tevere. +Uscendo di mezzo ai monti, Spoleto appare bella come nessun'altra città, +e sopratutto pittoresca, con la sua nera rocca, le molte torri massicce +che la coronano, e le mura merlate. La luce dorata del sole la +illuminava morendo, e contribuiva a dare al quadro magnifico un perfetto +e grandioso carattere storico. Influisce molto vedere da un punto, +piuttosto che da un altro, per la prima volta una città vetusta; la +prima impressione è quella che rimane. Io non conoscevo ancora Spoleto, +che racchiude in sè una storia tanto ricca, che va da Faroaldo, duca +longobardo, fino all'infelice generale Lamoricière, che nel 1860 stabilì +qui il suo quartier generale per la difesa degli Stati della Chiesa +contro gli usurpatori. + +Quando entrai in Spoleto si cancellò dalla mia mente l'imagine di ogni +antico ricordo; sulla bella spianata una folla di gente elegante si +pigiava; le strade erano simpatiche e linde, le case moderne, ed un'aria +di sereno benessere dava l'impressione più gradevole di una vita gaia e +tranquilla. + +Il ducato longobardo di Spoleto fu fondato nel 570, subito dopo che +Alboino discese in Italia col suo popolo. I suoi due primi duchi furono +Faroaldo e Ariulfo; questi, provincia a provincia, tolsero ai greci una +gran parte dell'Italia centrale, e cioè tutta l'Umbria, la Sabina, la +Marsica (oggi Abbruzzo), e le Marche di Fermo e di Camerino. I papi +soffrirono spesso molestie da parte del ducato di Spoleto, fondato alla +fine del VI secolo. Anche quando Carlomagno pose fine al regno +longobardo, rimase tuttavia abbastanza grande la potenza dei duchi di +Spoleto, divenuti vassalli franchi. La Francia stessa assicurava la loro +dignità; dopo la caduta dei Carolingi, Guido di Spoleto potè porsi sul +capo la corona imperiale. Egli la passò quindi al figlio di Lamberto, un +nobile giovane, che morì improvvisamente nell'898 per una caduta da +cavallo. Guido e Lamberto ottennero la corona imperiale e furono i due +imperatori nazionali eletti dal popolo italiano in opposizione ai +candidati di nazione tedesca, sebbene fossero di razza franca. + +Quando più tardi l'impero cadde con gli Ottoni e passò alla nazione +tedesca, gl'imperatori si impadronirono del ducato, e non vi fu più a +Spoleto dinastia ereditaria. In seguito Spoleto fu annesso alle terre +della contessa Matilde, come anche Ancona, finchè i papi con lusinghe ed +astuzie riuscirono ad impossessarsi di quel ducato, sul quale già da +Carlomagno accampavano diritti. Innocenzo III, e specialmente Gregorio +IX, aggiunsero alla Chiesa le Marche di Ancona, Camerino e Fermo. Così +la vera presa di possesso di quei luoghi da parte della Chiesa data dal +principio del sec. XIII; ma dipoi essa perdette di nuovo molte di queste +terre, col volgere degli anni, e, dopo varie vicende, in pochi giorni +nel settembre 1860 le perdette tutte e per sempre. + +Lamoricière aveva scelto Spoleto come suo quartier generale, perchè la +posizione era buona, e potevano di là mandarsi truppe in tre direzioni. +Il generale Schmidt aveva il quartiere a Foligno; Pimodan stava a Terni +con la seconda brigata, e De Courten a Macerata. Lamoricière si +aspettava di dover ripiegare verso il sud contro Garibaldi, che era nel +Napoletano, ma quando seppe del generale Fanti, capì che i piemontesi +avrebbero investito l'Umbria e le Marche. Il giorno 8 settembre i +volontari di Masi irruppero da Città della Pieve nello Stato pontificio +e marciarono su Orvieto. Il 10 settembre Lamoricière riunì le sue +milizie, e il 12 si gettò sulle Marche, seguito da Pimodan. Nella +cittadella di Spoleto aveva lasciato 300 irlandesi del maggiore +O'Reilly, con due cannoni. Questa piccola fortezza fu presa dai +piemontesi del generale Brignone il 17 settembre; secondo le istruzioni +del Lamoricière, gli irlandesi la difesero valorosamente, respinsero un +assalto e si arresero solo dopo 12 ore di combattimento. I piemontesi +ebbero, a detta del Lamoricière, 100 morti e 300 feriti; i papalini 3 +morti e 6 feriti. È abbastanza curioso che nell'ultimo fatto d'armi di +questa fortezza abbiano preso parte degli irlandesi. + +Si vedono ancora le tracce di quella lotta. Ora non vi è più +guarnigione, ma invece un bagno penale. + +Del resto il ricordo di questi fatti si è assai indebolito nella città; +la delegazione si è mutata in una sottoprefettura, dipendente da +Perugia, sede del commissario generale dell'Umbria. Così Spoleto ha +perduto del tutto il carattere di città capoluogo di provincia; la sede +dei delegati poteva essere paragonata ad una piccola corte, e questi +governi provinciali dei cardinali legati godevano d'una certa +indipendenza; tutto questo ora è passato; i prefetti e i sindaci +entreranno al posto delle provincie politiche d'un tempo, le quali +rimarranno solo un ricordo storico. + +Le strade salgono il monte con lieve pendio, e graziose piazze le +interrompono qua e là. Molti luoghi sono assai pittoreschi e veramente +italiani, ma spesso sporchi e mal tenuti. Si vede ancora che questa +città dominò in altri tempi una ricca regione e fu centro d'una +monarchia, benchè conti ora solo 9000 abitanti. Anche qui +nell'architettura il Rinascimento prevale. L'alto medio evo è stato +soffocato dalle epoche successive; dell'antichità romana si vedono +alcuni avanzi, ed una vetusta porta presso il palazzo Gavotti ricorda +Annibale che, dopo la famosa battaglia sul Trasimeno, fu respinto da +Spoleto. Essa si chiama ancora Porta di Annibale o della Fuga.[17] +Invano si ricercherebbero in Spoleto antichità longobarde. La mia prima +domanda fu questa: dov'è il palazzo degli antichi duchi? Nessuno seppe +darmi una risposta, ed anche lo storico del ducato di Spoleto, Gian +Colombino Gatteschi, mi dichiarò d'ignorarlo. Così l'oblio sommerge la +residenza di principi un giorno così grandi e potenti; non ne rimane una +traccia, non una pietra. Solo una dubbia tradizione dice che il palazzo +Arroni, sulla piazza del Duomo, occupi il luogo dove, fin dal primo duca +Faroaldo (539), risiederono Ariolfo Toto, Trasmondo, Angebrando, +Ildebrando, Gisulfo, Lamberto e Guido, finchè coll'ultimo della loro +lunga serie, lo svevo Corrado, il ducato ebbe termine nel 1198. + +Ora il duomo, uno dei più antichi monumenti di Spoleto, sorge su una +bella piazza, con lo sfondo pittoresco delle vette montane. Fu edificato +nel 617 dal terzo duca Teodelapio, poi più volte restaurato. È una bella +ed armonica chiesa, con una torre sulla facciata in stile +romanico-gotico del secolo XIII. L'atrio è moderno: è opera del +Bramante. Un grande mosaico, opera del Solsterno, orna la facciata: +porta la data del 1267. Si osserva in esso con stupore il primo sviluppo +libero dell'arte umbra. In questa chiesa Fra Filippo Lippi, uno dei più +simpatici pittori della seconda metà del secolo XV, si è eternato coi +suoi affreschi nel coro, dove egli stesso giace. L'interno è quasi tutto +restaurato di fresco; delle iscrizioni medioevali non ne rimane alcuna, +nemmeno nell'atrio. Il duomo è oggi il più notevole monumento, +l'ornamento maggiore di Spoleto, insieme con San Pietro, una chiesa di +stile lombardo, degna di molta considerazione. La sua facciata è coperta +di sculture, in alcune delle quali è rappresentata, in modo assai +primitivo, la favola del «_Roman du Renard_». + +Questa comunità conserva un pregevole, anzi meraviglioso affresco dello +Spagna, la Madonna con i santi, ed una iscrizione su marmo, che ricorda +la distruzione della città, compiuta dal Barbarossa. Trascrivo +fedelmente questa iscrizione: + + HOC EST SPOLETVM + CENSV PPLQE REPLETVM + QVOD DEBELLAVIT + FRIDERIGVS ET IGNE CREMAVIT + SI QVERIS QVANDO + POST PARTV VIRGINIS A[=N]O + MCLV + TRES NOVIES SOLES IVLIVS + TVNC MENSIS HABEBAT + +Molto probabilmente in questo incendio la residenza dei duchi di Spoleto +andò perduta. + +In special modo pittoresco è l'acquedotto gigantesco[18] che congiunge +la città al monte Luco. Questo monte è diviso dal colle, su cui sorge la +fortezza, da un abisso di 260 piedi; al disopra di esso è un enorme +ponte di dieci archi. L'edificò il duca longobardo Teodelapio nel 604, e +fu poi più volte restaurato. Se si prende la piccola strada del ponte +per andare a monte Luco, si gode la vista dell'abisso vertiginoso e +profondo, su cui spesso soffia un vento terribile. Questo mi costrinse +anzi a rinunziare di attraversarlo. Monte Luco è il Monserrato +dell'Umbria. + +Dopochè nel VI secolo un santo siriaco, Isacco, ebbe fondato lassù un +eremitaggio, vi sorse nel X secolo il chiostro di S. Giuliano ed una +serie di eremitaggi. Di questi ne restano ancora alcuni, ma gli eremiti +son da lungo tempo scomparsi. Di parecchie delle loro cappelle i +cittadini di Spoleto si sono fatte delle graziose villette. Una +passeggiata nei boschi di quercie del monte è un vero godimento, l'erba +balsamica esala il suo aroma, le brezze agitano le millennarie cime +delle quercie: appena si ode di tanto in tanto un suono, un fremito di +campana: vi regna un silenzio divino. Di lassù si può rintracciare, +nella sottostante campagna, la striscia bianca della via Flaminia, che +sale fino alle porte della città e in lontananza si perde nella pianura. + +Ma più maestosa di ogni altra cosa appare la rocca che domina la città e +la pianura, e che si stacca sui monti solenni: un dado turrito, dalle +linee nobili e armoniche, uno dei più bei monumenti del medio evo. Il +famoso cardinale d'Albornoz, contemporaneo del tribuno Cola di Rienzo, +aveva nel 1356 riedificato questo già antichissimo edificio, che fu poi +terminato da Nicolò V. La memoria degli antichi duchi e dei potestà che +risiedettero in questo castello è del tutto scomparsa, ma dalle finestre +del fosco edificio sembra al viaggiatore di scorgere ancora la figura +di una donna famosa, che fu signora di Spoleto, quella cioè di Lucrezia +Borgia, figlia di Alessandro VI, la Cleopatra del secolo XV. Suo padre +la nominò nel 1499 reggente della città e del distretto di Spoleto, +fatto nuovo questo nella storia della Santa Sede. La bella duchessa +abbandonò Roma a cavallo, con grande seguito, l'8 agosto. Dinanzi a +Spoleto la ricevettero con grande onore i priori della città, e +l'accompagnarono al castello, dove pose la sua residenza. Ella presentò +allora ai suoi dipendenti la sua nomina, ed un Breve di suo padre così +concepito: + +«Amati figli, a voi salute ed apostolica benedizione. Abbiamo conceduto +il possesso del castello e il reggimento delle nostre città di Spoleto e +Fuligno, della loro contea e distretto, alla nostra diletta figlia in +Cristo, donna Lucrezia di Borgia, duchessa di Bisceglie, per il maggior +bene di questi luoghi. Fidando nella particolare intelligenza, fedeltà e +rettitudine della sullodata duchessa, come in altri Brevi abbiamo +dichiarato, ed anche facendo appello alla vostra abituale obbedienza a +Noi ed alla Santa Sede, speriamo che riceviate la vostra nuova duchessa +reggente con gli onori e la riverenza che vi impone la vostra deferenza +verso di Noi. Desideriamo dunque che degnissimamente la riceviate, e +che, per conservare il nostro favore e per evitare la nostra disgrazia, +voi ubbidiate alla duchessa reggente Lucrezia Borgia, in generale e in +particolare, per tutti quei diritti e quelle consuetudini concernenti il +suo governo, e per tutti quei comandi che ad essa piacerà di darvi, come +alla nostra medesima persona, con tutto lo zelo e la diligenza, per +darci novella prova della vostra fedeltà ed obbedienza. A Roma, in S. +Pietro, segnato coll'anello del Pescatore, 8 agosto 1499--Adriano +(Secretario)».[19] + +La vita di Spoleto a Lucrezia Borgia, improvvisamente chiamata a +succedere agli antichi duchi longobardi, dovè certo sembrare noiosa e +intollerabile. Non rimane nulla del suo governo, se non la +riconciliazione avvenuta fra le due comunità di Spoleto e di Terni. +Nell'archivio municipale di Trevi esiste ancora un documento +sottoscritto di sua mano con questa formula: «_Placet ut supra Lucrezia +de Borgia_». Questa donna rimase a Spoleto breve tempo. Il 21 settembre +visitò a Nepi suo padre, e nel mese di ottobre tornò a Roma. Pochi mesi +dopo, nel luglio 1500, le morì lo sposo Alfonso di Aragona, duca di +Bisceglie, che Cesare Borgia fece prima pugnalare sulla scala vaticana, +poi strangolare nel suo palazzo. + +A Spoleto rimasero alcuni suoi impiegati: Antonio degli Umioli di +Gualdo, dottore in diritto, e il suo segretario Cristoforo Piccinino. Il +10 agosto 1500 Alessandro VI affidava il governo della città a Ludovico +Borgia arcivescovo di Valenza. + +Per recarsi da Spoleto a Foligno, bisogna attraversare la famosa valle +del Clitunno, dov'è il piccolo e grazioso tempio di questo dio fluviale, +tempio che non ha però più nulla a che vedere con quello descritto da +Plinio; sorge vicino alla stazione postale detta _Le Vene_, presso la +sorgente di una fonte più pura del cristallo. + +Intorno la campagna è ridente, con lo sfondo incantevole delle montagne +umbre. Percorrendo, come ho fatto, questi dominî che appartennero ai +papi, bisogna convenire che era il loro un ben prezioso Stato, di cui la +corona nessun re avrebbe sdegnato. Se si sono viste con i propri occhi +queste campagne e queste antiche città, si capisce che sarebbe stato +necessario un sovrumano disinteresse per rinunciare a questo antico +possesso ereditario. Ma nulla può contrastare ed opporsi alla forza del +tempo. + +Foligno ha il doppio degli abitanti di Spoleto, ed è città assai +industriale: vi sono fabbriche di carta, di candele di cera e di +confetti; i migliori d'Italia, almeno così dicono. Giace in una pianura +che è il punto d'incrocio ed il centro delle ferrovie umbre e romane, il +che non è senza importanza per l'avvenire della città. + +In essa tutto è più o meno moderno; vi ho però trovato alcuni palazzi +dello stile del Bramante. La cattedrale può dirsi moderna in seguito ai +molti restauri; solo la facciata conserva il suo stile gotico, ed ha un +antico portale. Altre chiese sono notevoli per i loro quadri; così San +Nicolò, possiede un capolavoro della scuola di Foligno, un quadro di +Nicolò Alunno, maestro del Perugino. + +Da Foligno si va in breve tempo a Trevi ed a Spello, che è situata sopra +un'altura. Queste città sono caratteristiche e medioevali; le loro nere +mura turrite e le antiche porte conservano i segni di un lontano +passato. Presso Spello si vedono ancora molte case in rovina, come +furono ridotte dallo spaventevole terremoto del 1831. Ciò non è per vero +una prova dell'attività di questa popolazione. Così ci si avvicina alla +valle del Tevere, che scorre qui fra i colli di Perugia e di Assisi. +Sotto Bastia lo si passa, ancora piccolo ed esiguo. Intorno la campagna +appare fertile e ben coltivata, specialmente a granturco e a viti. + +Passai dinanzi ad Assisi senza entrarvi, perchè pensavo di recarmivi +comodamente da Perugia. La patria di San Francesco sorge solennemente su +un'altura a terrazze, con le molte antichissime torri e le massiccie +mura della chiesa del santo. Due miglia circa al di sotto si vede la +grande chiesa di Santa Maria degli Angeli. Fu costruita nel secolo XVI +sulla cappella di San Francesco, e abbattuta poi dal terremoto. Gregorio +XVI la fece riedificare dall'architetto Poletti.[20] È una copia del San +Pietro di Roma, in proporzioni gigantesche. Quale strano contrasto fra +la città medioevale e questo edificio moderno che non porta più nemmeno +traccia di slancio religioso e mistico! Visitandolo, la prima cosa a cui +vien fatto di pensare è il prezzo che questo tempio deve essere costato. + +Si può dire soltanto a sua lode che è assai ben situato. Nel centro +esiste intatto il santuario di San Francesco: una piccola cappella +gotica, che stona vivamente con ciò che la circonda. Fu edificata in +questo luogo in memoria dell'apparizione delle rose che avrebbe +suggerito al santo, mentre pregava devotamente, di fondare il famoso +ordine. Tavole votive e doni sono appesi nell'oscuro oratorio, +costellato qua e là di ceri, alla luce scialba dei quali si scorgono +fedeli che pregano inginocchiati. Questa cappella è il santuario +dell'Umbria. I due lati esterni sono ornati di affreschi: uno è opera di +Overbeck, e, a quel che si dice, è la migliore sua composizione; +l'altro, molto restaurato, è un bel quadro della scuola del Perugino, +forse dello Spagna. I due quadri sono fra loro nello stesso rapporto in +cui una chiesa nuova sta con una chiesa antica, o come un santo moderno +sta ad uno antico, o almeno come un pittore di santi moderno ad uno +antico. Ogni tempo ha la sua fisonomia, e i fiori artificiali non hanno +nè profumo, nè anima. Il pittore più felice, anzi più grande, non +potrebbe oggi comporre un'opera che esercitasse su di noi il fascino che +esercita un Perugino, uno Spagna, un Pinturicchio. + +Nel convento di Santa Maria vivono 90 francescani. La rivoluzione, come +mi assicurò un monaco, non ha toccato nessuno dei chiostri di Assisi. +Nondimeno questi mi apparve triste e depresso. Quanto si è detto sulle +soppressioni dei monasteri dell'Umbria è inesatto. Dovunque io mi sono +fermato, ho veduto monaci. L'Italia non se ne libererà mai, mai potrà +bandirli del tutto dalle sue terre. Essi appartengono alla terra come i +suoi fiori e i suoi animali. I cappuccini, gli zoccolanti, i +benedettini, gli scolopî ed i varî altri ordini, non sono stati affatto +soppressi, benchè monasteri di altri ordini siano stati chiusi per la +legge Siccardi. I possedimenti della Chiesa, estesissimi nell'Umbria, +sono stati sequestrati e non venduti. È però indiscutibile che qua e là +si è proceduto in modo un po' troppo sommario. + +Alta, su i suoi molti colli, che si levano dal fiume sottostante, di +aspetto vetusto e analogo a quello di Palestrina, Perugia si mostra allo +sguardo del visitatore. Appena entrati in questa città, si sente la sua +imponenza, come città essenzialmente medioevale, ricca di caratteristici +ricordi municipali. Città principale della regione, prospera, lieta, +museo dell'arte umbra, vecchio centro di scienze e lettere, essa fu la +gemma più bella del diadema pontificio, e perciò fu trattata con +indulgenza e considerazione. Fin dall'epoca bizantina Perugia fu, almeno +di nome, possesso della Chiesa, eppure per secoli interi si sottrasse, +come altre città, al dominio di quella, e primeggiò fra le repubbliche +vicine. Governata a volta a volta dai popolari (Raspanti) e dai nobili +(Beccarini), ondeggiante fra guelfi e ghibellini, divenne, per queste +lotte e fazioni, residenza di molti papi, mentre davano opera alla +propria istallazione sulla sede di San Pietro. Il famoso papa Innocenzo +III vi morì nel 1216 e vi fu seppellito sotto la stessa volta che +accolse Martino IV, il quale morì per aver mangiato a cena, un sabato +santo, troppe anguille del lago Trasimeno. Anche Innocenzo IV risiedette +in Perugia. Vi morì pure l'infelice Benedetto XI, l'ultimo dei papi che +regnarono prima dell'esilio di Avignone. + +Durante il secolo XIV questa repubblica municipale fiorì +straordinariamente; tutta l'Umbria le fu soggetta; nel 1370 però dovette +sottomettersi nuovamente al papa. Cinque anni dopo i cittadini si +ribellarono e demolirono la fortezza papale, ma alla fine di quel secolo +furono ancora una volta assoggettati; non per questo cessarono le lotte +intestine. Le famiglie degli Oddi e dei Baglioni, specialmente +quest'ultima, ebbero una parte importante in questi rivolgimenti. Il +noto Braccio Fortebraccio, che nel 1416 si fece signore della città, +nacque a Perugia. Finalmente: Giulio II sottomise Paolo Baglioni, che fu +poi giustiziato da Leone X in Castel Sant'Angelo a Roma. Paolo III +annientò l'ultimo resto dell'indipendenza di Perugia, e d'allora in poi +la repubblica fu retta da cardinali legati, che risiedevano nel nobile +e antico palazzo del Comune. + +Perugia ha, più di molte altre città italiane, mantenuto il suo +carattere medioevale; non si trova qui quella frivolezza moderna che ha +ormai invaso le città; ma v'è comune quella cortesia di modi, seria e +solida, che data dal tempo dei conflitti cittadini fra la nobiltà e la +borghesia. Oggi i nomi dei Braccio e dei Baglioni, dei capi-partito e +dei tiranni, sono eclissati da quelli degli artisti e degli artefici. Il +Perugino è lo splendore, il vanto più bello della città. A Perugia è +stato completamente compreso il valore e la grandezza di quell'ingegno, +che servì di base al genio di Raffaello. Ma non voglio portare nottole +ad Atene, dilungandomi sull'opera di questi grandi artisti. + +Perugia si divide in città alta e città bassa, collegate da strade, +scale e da ponti in mattoni, dai quali si gode la mirabile vista della +città e della campagna. La città alta è la vera ed antica Perugia, ed è +anche la parte più bella: il pittoresco Corso, coi suoi palazzi del +secolo XV ed anche del XVI, è un vero monumento della grandezza +repubblicana. Le loro facciate, romanico-gotiche, si completano l'una +l'altra in modo sorprendente, e sono documenti storici; si potrebbe anzi +dire che ci presentano proprio i lineamenti della città, il suo volto +medesimo. V'è anche il grandioso palazzo comunale, che rimonta al 1281, +cupo e severo, vasto ed oscuro, di architettura moresca alle finestre e +ai portali, decorato degli stemmi dei principi e delle città alleate. Ai +piedi del grifone, emblema di Perugia, sono appese le catene della porta +di Siena, rapite dai Perugini. + +La piazza del Duomo, verso la quale è volto un lato del palazzo +comunale, è ornata anche dalla grande fontana di Giovanni Pisano, e +dalla statua in bronzo di Giulio III. Non dico nulla del Duomo, nè di +molte altre chiese, come S. Domenico, nella quale è la tomba di +Benedetto XI, Sant'Agostino e San Francesco, perchè di esse si è parlato +infinite volte; e infinite volte son stati descritti i tesori conservati +nei grandi palazzi privati: Conestabili, Donini, Baglioni, Bracceschi e +Baldeschi, Monaldi, Penna e Cenci. + +Non lungi dal Corso sorgeva la fortezza pontificia, opera di Paolo III +Farnese e del suo terribile nipote Pier Luigi che straziò infamemente la +città. Questo sinistro edificio fu costruito sul luogo dove sorgeva un +tempo il grande palazzo Baglioni. Nel 1848 fu smantellato a furia di +popolo, ed ora non resta più, per ricordarlo, che un mucchio di pietre; +quel luogo fu anche teatro delle ultime lotte contro Schmidt, +comandante degli svizzeri pontifici. + +Le rovine di questo castello hanno un aspetto melanconico; io vi trovai +una folla di persone, specialmente di giovanotti, che vi passeggiavano +con evidente soddisfazione, e contemplavano con interesse i resti della +loro piccola Bastiglia, mentre si intrattenevano con le narrazioni +dell'ultimo assalto subíto da essa e della capitolazione alle milizie +del generale Fanti. + +La vecchia fortezza non ebbe mai, del resto, un importanza strategica. +Fu soltanto destinata a tenere in freno i cittadini.[21] Le truppe +piemontesi poterono avvicinarvisi da ogni lato e impadronirsene senza +ostacoli, nè resistenza da parte della sua guarnigione. Non si sa bene +che cosa si erigerà su queste rovine; un grande edificio vi farebbe +certo bella figura.[22] La posizione è ottima; la vista incantevole, +scorgendosi la valle del Tevere e la fila dei verdi colli. La piazza +dinanzi agli avanzi della fortezza è già stata chiamata Vittorio +Emanuele, in memoria, come dice una lapide, del 14 marzo, giorno in cui +il Parlamento nazionale lo proclamò re d'Italia. + +Una strada conduce dal castello alla parte inferiore della città. Già +da lungo tempo gli spalti sono stati adibiti come luogo di passeggio. Ma +questo genere di passeggio è spesso malagevole, perchè troppo ripido. +Vidi con piacere i viali di castagni tedeschi, che la siccità aveva del +tutto spogliati di foglie; solo qua e là presentavano alcuni ciuffi di +fiori secchi sui rami. La vegetazione è a Perugia più tarda che nella +valle sottostante; prima della venuta dell'inverno questa città si +ammanta di neve. + +E' sempre consigliabile per un forestiero visitare il passeggio di una +città che ancora non conosce. Talora nei giorni di festa ci si trova la +parte migliore della cittadinanza. Ma sotto questo rispetto io non posso +dire molto bene di Perugia. Anche nei più bei pomeriggi la sua +passeggiata mi apparve poco frequentata; le signore uscite a spasso coi +mariti erano poche; in grande quantità invece le _cocottes_, che si +aggiravano fra i viali, sfacciatamente, con un velo in testa. E' +deplorevole che la rivoluzione del 1859 abbia fatto perdere a molte +città italiane il decoro che le distingueva prima di quell'epoca; almeno +così sembra: le città dell'antico Stato pontificio sono ora in preda +alla più sfrenata licenza. Io non ricordo di aver veduto mai in altro +luogo una così sfrontata mostra di ragazze quale vidi in Perugia, dove, +di pieno giorno, nella strada principale, nel Corso, dei giovani non si +peritavano d'intrattenersi liberamente con queste femmine. E' +incredibile lo strabocchevole numero di fotografie oscene che è sparso +per l'Italia, e che proviene dall'industria francese. E' altamente +encomiabile la proibizione fatta in Roma per mezzo di un editto, della +vendita di simili imagini. Si dovrebbe fare in ogni città la stessa +cosa. Nulla corrompe tanto la pubblica moralità quanto questa licenza. + +Tutto sommato, Perugia è una città priva quasi di vita. Di truppe +regolari ne vidi ben poche; la guardia nazionale ha occupato tutti i +posti. Le truppe volontarie, da poco arrivate, saranno, mi si è detto, +incorporate nell'esercito regolare. Il loro capo, Masi, ora colonnello, +fu in origine segretario di un principe Bonaparte, passò molti anni in +America, dove tentò invano molte speculazioni. Nel '59 passò i confini +della Toscana come capo di bande volontarie e si distinse a +Montefiascone. In lui si è veramente conservato il carattere dei +condottieri del medio evo. + +Gl'italiani odiano il servizio militare regolare, per lo spirito +indipendente del loro carattere, insofferente di ogni giogo. Vidi +l'esercito di Francesco II di Napoli nel 1859, mentre si dirigeva su +Aquila: appariva bene armato e ben organizzato; ma dinanzi ai volontari +di Garibaldi si disperse. Ora quelle truppe disciolte si sono raccolte +qua e là, sotto il comando di briganti e di avventurieri, come Chiavone, +Crocco, Ninco-Nanco e Cipriani, per battersi valorosamente come briganti +e come tali farsi ammazzare. Un metodo di lotta così romantico è +conforme all'indole meridionale. Alle bande di Masi (composte anche di +cavalleria) si uniscono sempre molti volontari, anche di Roma, fuggiti +spesso ancora adolescenti dalle loro case, per servire a Perugia o a +Spoleto. Nei caffè si vedono giovani ufficiali in gruppi vivaci, pieni +d'entusiasmo e di patriottismo. In generale ognuno sembrava qui, come +del resto in tutta l'Umbria, pieno di speranza, quantunque non si +dissimulasse le difficoltà della situazione. Un nucleo di reazionari è +rimasto nella regione, composto specialmente di antichi impiegati,[23] i +quali sono stati lasciati quanto più era possibile nei loro uffici. La +nobiltà umbra, specialmente la perugina e quella che appartiene +all'antico patriziato, è rimasta in gran parte fedele all'antico regime, +temendo di venir soverchiata dalla democrazia, ed anche perchè tutti i +suoi interessi son legati alla Santa Sede. Essa si tiene appartata nei +suoi possessi o nei suoi palazzi cittadini. La nobiltà inferiore al +contrario si è unita volentieri al movimento, e così pure il basso +clero. + +Perugia non possiede meno di 36 fra monasteri e conventi, alcuni dei +quali, quelli dei domenicani per esempio, sono chiusi; i monaci si sono +prudentemente e astutamente ritirati nel territorio romano. I preti +dell'alto clero sono contrari al movimento, ma si comportano con +prudenza. Tutto l'episcopato umbro sta, come un sol uomo, col pontefice, +e questa fermezza del clero in tutta l'Italia, salvo poche eccezioni, ha +qualche cosa d'imponente e di bello. I vescovi, con le loro lettere +pastorali, si sono opposti alle disposizioni del commissario +dell'Umbria, in quanto quelle disposizioni concernevano i conventi, i +possessi della Chiesa, l'abolizione del Foro ecclesiastico e della +sorveglianza del clero sulle scuole. Questo commissario, di nome +Gualterio, non ha dato nessuna importanza alle proteste, e continua +imperturbabilmente l'opera sua. La stampa è libera. Nella papale Perugia +ora si vende liberamente la Bibbia del Diodati, come a Firenze, e presso +i librai si trovano esposte al pubblico vivacissime invettive contro il +papato. La _Gazzetta dell'Umbria_ e l'ebdomadaria _Roma e l'Italia_, +ambedue di Perugia, contengono di continuo articoli roventi contro i +preti della regione e contro i cardinali di Roma. Così l'antico regime, +costretto a limitarsi ad una opposizione del tutto passiva, è +soverchiato dalla potenza del nuovo. + +L'università, un tempo sotto la protezione dei papi, segnalatasi sempre +per valenti insegnanti, è teatro degli stessi antagonismi. Molti +professori, membri della nobiltà umbra, son reazionarî; la parte +giovanile invece si è gettata a capo fitto nella rivoluzione. Il +ristagno negli studi è sensibilissimo, e la gioventù sempre più diserta +le lezioni per prendere le armi. Naturalmente di questi perturbamenti ne +risente soprattutto il mondo letterario, a cui la pace e la +concentrazione sono necessarie. Niente accenna che questo stato di cose +debba cessare. Perugia, come è stato detto ridendo, dovrebbe divenire la +capitale d'Italia: così almeno proporrebbero seriamente alcuni +cittadini, fondando i loro desiderî sul fatto che la città è il punto +più centrale della penisola e per molti rispetti meritevole di tale +onore. + +Lo scopo del mio soggiorno in Perugia era un'accurata indagine negli +archivi della città e specialmente nell'archivio dei Decemviri, al +palazzo pubblico, che doveva servirmi per la storia medioevale di Roma. +Ora tutti gli archivi dei conventi soppressi sono riuniti in quello +municipale. Ne sono stati soppressi 22, ad eccezione di quelli dei frati +questuanti e dei benedettini di San Pietro. Gli stessi conventi furono +già una volta soppressi nel 1810, e molti documenti andarono perduti in +quel tempo. Un professore dell'università, Adamo Rossi, mi condusse nel +chiostro dei Serviti di Santa Maria Nuova, dove in più stanze sono stati +raccolti gli archivi della città. Qui vidi mucchi di pergamene +sovrapposte o sparse sul pavimento, alla rinfusa, spettacolo +melanconico, come di un tesoro troppo grande e troppo pesante per poter +essere sollevato e riordinato. Noi vi penetrammo infatti come veri +ricercatori di tesori, e sollevammo nubi di polvere nel rovistarli, ma +non scoprimmo un sol documento di qualche interesse: tutti avevano +un'importanza strettamente locale. + +L'abbandono di questo convento è incredibile; ne' suoi cortili solitari +cresce l'erba; i ragni tessono le loro tele nelle sale e nei lunghi +corridoi; talora un monaco muto e spettrale si aggira in quella +solitudine come un fantasma del passato. Vi si sente l'odore di un'epoca +tramontata per sempre. + +Nel famoso e vetusto convento di San Pietro, dove vivono ancora otto +monaci, abitò per due anni Gregorio IX, il grande avversario di +Federico II. Conta 900 anni di vita; la sua chiesa, una bella basilica, +con antiche colonne di granito, è ritenuta come la gemma più preziosa +della città, ed è un vero museo della pittura umbra. Contiene splendidi +quadri del Perugino, di Orazio Alfani, del Doni, dello Spagna e di altri +maestri, e preziosissime copie delle opere del Perugino e di Raffaello, +eseguite dal Sassoferrato. I benedettini di questo convento non si +lagnavano della loro sorte; essi sembravano anzi rassegnati. Il degno +abate si mostrava favorevole all'unità d'Italia, solo sperava che Roma +fosse conservata al papa. Io mi accorsi che avrebbe voluto dire qualche +altra cosa che non disse. A quest'abbazia è stato concesso il privilegio +di rimanere intatta, come quella metropolitana di Montecassino, fino +alla morte dell'ultimo monaco. Questi frati hanno ora istituito una +scuola di agricoltura per cinquanta alunni. + +Un giovane benedettino mi condusse nell'archivio del convento, che +conserva diplomi imperiali di Enrico III, di Corrado III e di +Barbarossa, e molte Bolle papali. Formava il suo vanto principale il più +antico documento che Perugia possegga; il privilegio di Benedetto VII, +del 978, fondatore e primo abate del convento. Quando gli svizzeri +pontificî, sotto il comando dello Schmidt, nel 1859 assaltarono Perugia, +fecero un'irruzione nell'abbazia e la devastarono. Gettarono all'aria i +diplomi (così mi fu detto) lacerarono i sigilli delle Bolle e +distrussero anche alcuni preziosi documenti. Di quello di Benedetto VII +ne fu salvato un frammento, che fu poi messo sotto un cristallo alla +parete dell'archivio. Un monaco ha composto sul fatto un epigramma +latino, che tramanda ai posteri i misfatti del _Furor Helveticus_. + +Io continuai il mio viaggio attraverso l'Umbria con lo scopo di far +sempre nuove indagini negli archivi delle varie città, dove fui sempre +ricevuto assai cortesemente, grazie alle lettere che mi aveva dato il +ministro dell'istruzione, Michele Amari. Nessun altro luogo del mio +viaggio mi ha lasciato un'impressione gradevole quanto la città di Todi. + +Questa antichissima città umbra, in origine _Tuder_ o _Tudertum_, sorge +sopra un colle ridente, presso la valle del Tevere, fra vigne e olivi. +Lontana dalle grandi vie di comunicazione, appare come assopita nei +sogni del suo passato, in una placida tranquillità che però non è morte. + +Era già notte quando, giunto con la diligenza ai piedi della collina di +Todi, mi feci condurre alle porte della città per cercare una locanda. +Il mio ingresso fu assai triste e melanconico; le strade strette ed +oscure e la solitaria locanda alla quale fui condotto, non mi presagivan +nulla di buono. Ma dovetti ricredermi la mattina seguente, quando il +sole dissipò la tristezza del luogo. + +In pieno giorno Todi mi apparve come una simpatica cittadina, +incantevolmente situata, conservante quel carattere nettamente +medioevale che ora così poche città possono vantare. Circondata di +vetuste mura, in parte ancora di costruzione etrusca, questa città copre +il colle su cui giace in modo da conservare alle piazze una livellazione +sorprendente, a dispetto della ripidità del monte. Vecchi palazzi, brune +torri medioevali, pittoreschi edifici gotici, chiese e conventi, sono +sormontati dal grandioso duomo. + +Sulla piazza principale sorgono gli edifici pubblici, i monumenti del +tempo in cui Todi era una repubblica libera, arbitra di guerre e di +alleanze, come Terni, Spoleto, ed altre città. Nel secolo XIII, il suo +periodo aureo, essa era in grado di mettere in campo mille cavalieri +armati; e mentre ora non conta che 4000 abitanti, ne contava allora +30,000. La sua costituzione guelfa era profondamente democratica; il +governo era nelle mani delle corporazioni artigiane, che avevano una +rappresentanza al Consiglio. Un potestà e un capitano del popolo, i +quali stavano in carica un solo anno e dovevano essere stranieri, +governavano questo Stato libero e rendevano giustizia. Si trovano nella +loro lista molti nomi romani, delle maggiori famiglie del XIII secolo: +Colonna, Orsini, Frangipani, Annibaldi, Cenci, Caetani, Savelli, +Malabranca, e altri. + +I monumenti più notevoli di questa storica repubblica sono oggi il +palazzo comunale e il palazzo del governatore, ambedue sulla piazza +principale. Il primo è un grande edificio in stile gotico-romanico, di +belle proporzioni, con una splendida scala esterna in pietra. L'altro ha +un'alta torre, ed è coronato su tutta la fronte da merli, ugualmente di +architettura pseudogotica, con una potente torre. In faccia a questi è +la cattedrale pure di architettura pseudo-gotica con un'alta torre, +l'interno ha tre navate, la principale delle quali mostra ancora la +volta gotica primitiva dell'XI e XII secolo; una quarta navata minore è +stata aggiunta in tempi posteriori. Dopo il duomo, la chiesa più +notevole di Todi è San Fortunato, grandioso edificio gotico del secolo +XIII. San Fortunato è il patrono della città, e la sua chiesa è +pittoresca, severa e solenne. + +Durante il mio soggiorno in Todi passai gran tempo a San Fortunato, dove +si trovano gli archivi della città. Ottenuto dal sindaco il permesso di +frequentare l'archivio, l'archivista, Angelo Angelini, mi condusse in +una stanza posta sotto la chiesa, presso la sacrestia. Rimosso un +vecchio inginocchiatoio, ci apparve la porta che metteva direttamente +nell'archivio. In esso, ammonticchiate contro la parete, stavano +innumerevoli pergamene, quasi tutte in uno stato compassionevole, e in +mezzo alla stanza, sopra una tavola, altre pergamene, gettate alla +rinfusa, coperte di un denso strato di polvere, le quali facevano parte +un tempo della biblioteca del cardinal vescovo di Albano, Bentivegna +d'Acqua Sparta. Di quest'uomo fa menzione una volta Dante nel suo poema. +Morì nel 1289. + +La biblioteca si riduce a questo solo archivio; io vi lavorai per molte +ore. Dapprima ero sorvegliato da un valletto del Comune; poi, avendo io +voluto vedere in ciò un segno di sfiducia, me ne fu affidata senz'altro +la chiave, con facoltà di andare e venire a mio piacere. + +Allora si sparse per Todi la voce che uno straniero faceva grandi +ricerche nell'archivio della città; in seguito a questa voce, mi vidi +comparire dinanzi il presidente della corporazione dei sarti, con un +fascio di fogli sotto il braccio, con gli statuti cioè della sua +corporazione. Era un giovane correttamente vestito, dall'aspetto +intelligente. «Io vengo--mi disse--a chiedere il vostro parere, +trovandosi la corporazione in un grande frangente». + +A queste parole repressi a stento un sorriso, pensando che cosa avessi +fatto di grande nel mondo, perchè a me, uno straniero della Prussia +orientale, si venisse a chiedere un parere per una corporazione di sarti +dell'Umbria! Assunsi però un atteggiamento grave e solenne, come un +savio greco. + +Egli proseguì, lamentandosi del governo italiano che aveva osato porre +la mano su tutti i beni delle opere pie e su certe rendite della loro +corporazione. Evidentemente il governo aveva considerato l'_ars +sartorum_ della città come una confraternita o associazione a scopo +religioso. Essa possedeva _ab antiquo_ l'ospedale di San Giacomo. + +Le rendite di questo, 360 scudi all'anno, erano state reclamate e +sequestrate dal governo, contro un derisorio compenso. Il presidente +della corporazione con grande facilità mi disse che la rivoluzione del +60 era stata fatta principalmente dagli operai, e che egli stesso aveva +in quell'epoca preso le armi ed aveva con le truppe marciato contro +Orvieto. E questa era la ricompensa! + +Il governo stesso aveva raccolto quelle rendite, ed aveva con esse +impinguato la cassa ecclesiastica! Il giovane presidente aveva mandato +alla prefettura di Perugia i documenti atti a comprovare i loro diritti, +ma questi documenti non erano stati presi in considerazione. Ora, +siccome queste pergamene erano indecifrabili e in Todi nessuno aveva +potuto ricavarne nulla, mi pregava di esaminarle e di dirgli poi se da +esse si potevano o no rilevare i diritti della corporazione così +bistrattata. + +Io gli dissi di tornare il giorno seguente. Egli venne e si lasciò +persuadere che quei documenti non erano che strumenti notarili e che non +avevano per la corporazione che un valore di antichità: mi confessò di +averlo già sospettato. + +Del resto, questa corporazione dei sarti di Todi è una florida e bella +istituzione medioevale, che conta già più secoli di esistenza. + +Essa ha ancora un capo, _console_, e dodici consiglieri, _fratelli_. I +suoi statuti sono chiaramente esposti in un volume in pergamena di +sessanta fogli: datano dal 1308, ma nel 1492 furono tradotti +dall'originale latino in italiano. + +Trascrivo il principio di questo documento: + +«_El prohemio della matricola de sartori: capitolo I._ + +«Nel nome del Nro signor Iesu Xto et della beatissima sempre vergine +Maria sua madre: et del beato sancto Michele Arcangelo, et del b. sancto +Ioanni Baptista et Ioanni Evangelista, et de beati apostoli S. Pietro et +S. Paolo: et de beati confessori sancto Fortunato, sancto Calisto et S. +Cassiano; et de tutti i sancti et sancte della corte celestiale. Questi +sono i ordinamenti et statuti iscritti dell'arte de sarturi et cinaturi +della città et contado de Todi: facte et ordinate per glomini della +decta arte; nel tempo dello officio de consoli, cioè delli sapienti +homini Iacobuccio Dondreelle; del rione de sancta presedia, et de +Cechole de Manello; del rione della valle; iscripti per me ser Francesco +de maestro Iacomo publico notario della detta arte; nel tempo et negl +anni del signore nell mille trecento otto: nella indictione sexta: nel +tempo del pontificato del nro signore Benedecto papa duodecimo: et addì +venti dua de novembre». + +In Todi conobbi molte gentili persone che in ogni modo mi favorirono, +fra cui Alessandro Natali, già libraio in Roma e cittadino di quella +città, ora editore della «Storia di Todi» del Leoni, e della «Vita di +Bartolomeo d'Alviano», famoso capitano nato a Todi al principio del +secolo XVI. Questo Natali è rettore economo di Monte Cristo già +monastero, ora ospizio dei trovatelli. Mi condusse in questo ospizio, +che ricovera 98 fanciulli. Anche là visitai l'archivio, dove vidi molte +pergamene, che riguardavano il luogo stesso, destinato una volta come +ricovero pei lebbrosi. + +Mi mostrò anche il convento dei Cappuccini a Monte Santo, posto su una +collina, presso la città. La sua piccola chiesa possiede sull'altare +maggiore un pregevole quadro dello Spagna,[24] dello stesso soggetto del +quadro di Narni: l'incoronazione, cioè, della Vergine. Ambedue queste +tele sono autentiche e originali. Il priore ci offrì del caffè, e mi +chiese di Witte, la cui fama di dantista è giunta fino in questa +solitaria cittadina. Mi fu anche mostrato un manoscritto di Fra +Jacopone, di questo profondo mistico dell'ordine di Celestino, nemico +animoso di Bonifacio VIII. Morì a Colazzone nel 1304, ma è sepolto a S. +Fortunato. Si attribuiscono a lui le parole dello _Stabat Mater_, e +forse non a torto. A Monte Santo trovai un monaco intento a copiare un +codice che fra le altre poesie di Fra Jacopone, conteneva anche lo +_Stabat Mater_. Però vi sono manoscritti più antichi delle poesie di +questo francescano, a Venezia e a Firenze; quelli di Todi non possono +rimontare oltre il XV secolo. + +Tutti coloro coi quali feci relazione in Todi, mi parvero soddisfatti +della loro tranquilla ed angusta residenza; al lume di luna, la sera, le +signore si recano alla passeggiata sotto l'antica rocca, ora caduta in +rovina. Da questa si arriva alla chiesa della Consolazione, edificata su +disegni del Bramante. Non v'è in Todi una grande nobiltà feudale: le +antiche famiglie son quasi tutte scomparse. Fra queste nel medio evo +erano considerevoli gli Acti o Atti, gli Oddi, i Fredi, i Bentivenga, i +Caracci, i Pontani, i Landi, i Corradi, gli Astancalli. + +Molti palazzi ricordano ancora queste famiglie, ma sono abitati da altre +o da discendenti impoveriti. Oggi che tutto è fatto per servire ai +bisogni del momento, noi dovremmo sentire vergogna dinanzi a questi +palazzi edificati per sfidare i secoli, palazzi che troviamo fin nelle +minori città! Questo dicevo ad un tal Pierozzi di Todi, dottore in +diritto e autore di commedie in versi. Oh quanti autori drammatici +invidierebbero questo solitario cittadino di Todi che, nel palazzo +ereditato dai padri, gode una serena e vera felicità! + +A Roma mi avevano consigliato di spingermi fino ad Aspra, sui monti +della Sabina, dove è un importante archivio municipale ed una superba +selva. Quando fui di ritorno a Terni, risolsi di andarvi, tanto più che +una buona strada da Terni conduce nelle vicinanze di quel castello. +V'era però un inconveniente di qualche importanza: in Aspra non vi sono +alberghi. Un abitante di Terni si occupò di trovarmi un alloggio, +scrivendo in precedenza una lettera ad un suo conoscente. Noleggiai una +carrozza e partii da Terni alle 4 del mattino del primo agosto. Si +attraversa una regione montuosa da settentrione a mezzogiorno, su una +buona strada, cosparsa di poche e piccole abitazioni e ricca invece di +bei boschi di quercie. Le montagne si aprono e si allontanano a Torri, +antico castello che nel secolo X appartenne alla famiglia romana dei +Crescenzi, potentissima nella Sabina. Nera e pittoresca, sorge su di un +colle, da dove si gode la vista del monte Soratte, della Campagna +romana, dei monti della Sabina, degli Appennini, e a sinistra di un +profondo scoscendimento, dominato da una rupe, sulla quale si leva un +oscuro gruppo di case, circondato da mura nere e coronato di torri. +Questa è Aspra, la _Casperia_ dei Romani, vero nido di aquile, +inaccessibile ed inattaccabile. + +Era mezzodì, ma l'aria era lassù ancora fresca e leggiera. Dopo i molti +e lenti giri che la strada fa nella valle profonda, cominciammo alfine a +salire la montagna faticosamente, e giungemmo dinanzi alle mura. Qui il +cocchiere si arrestò, e mi spiegò che il paese non aveva strade +praticabili. Scesi allora e mi avviai verso la porta. Qual luogo +spaventosamente solitario e selvaggio! Strettissime e oscure vie fra +case ammonticchiate e soffocantesi a vicenda, o piuttosto che vie, letti +di torrenti montani: ecco Aspra. + +Era domenica. Il popolo di Aspra, vestito di giacchette grigio-azzurre, +secondo il costume sabino, giocava a palla dinanzi alle case. Tutti mi +guardarono con grande stupore. Mi feci condurre al Municipio, dove +giunsi dopo un faticoso saliscendi. Il sindaco di Aspra, vestito con la +giacchetta da operaio, mi disse che aveva ricevuto lettere che mi +concernevano da Terni e da Perugia, ma che io non potevo quel giorno +visitare l'archivio, essendo festa, ed essendo il segretario occupato +altrove. Aggiunse che avrei trovato alloggio dal calzolaio, che teneva +una specie di locanda. + +Fui condotto da questo signore in una casa d'aspetto miserabile, e mi fu +mostrato un buco che veniva chiamato anche camera. Aveva una finestra +rotta, che sbatacchiava alla brezza vivace, ma che lasciava però vedere +un panorama d'indescrivibile e sublime solennità. Io mi gettai stanco su +di uno sporco letto in un angolo della stanza, ma dovetti presto +rialzarmi per le punture delle zanzare e di altre bestioline maligne. Il +mio ospite mi pose presto dinanzi un pranzo, che io non toccai, e, +disperato, dichiarai che non potevo rimanere in quel luogo. Mi affrettai +a tornare dal sindaco, che mi accompagnò dal suo segretario. Uniti tutti +e tre sotto un arco che congiungeva due strade, tenemmo consiglio. +Finalmente quei nobili signori risolsero di aprirmi l'archivio, e di +andare in cerca di un alloggio possibile in qualche buona famiglia; +della prima cosa s'incaricò il segretario; della seconda il sindaco. Il +segretario mi condusse dunque al Comune, un fabbricato massiccio ma non +molto antico, e mi fece entrare in una stanzetta, nella quale si +trovavano due armadii con le preziose memorie del Comune. Vi trovai +molti documenti che concernevano il Senato romano medioevale, poichè +Aspra formava in quel tempo una comunità indipendente, come altri paesi +sabini dei dintorni, ma sotto la giurisdizione del Campidoglio, che vi +mandava i suoi rettori, o podestà. Vi erano anche--strano a dirsi--dei +documenti apocrifi del secolo X. + +Al cader della notte il segretario tornò per dirmi che una delle +migliori case del paese era pronta ad accogliermi. Mi condusse, infatti, +in una casa d'aspetto decoroso. Una signora, giovane ed alta, mi +ricevette, e mi disse che la sua casa si onorava di ospitare uno +straniero. I suoi modi erano distinti e civili, come il suo abito. Mi +accompagnò nella mia camera, facendomi traversare un deserto e tetro +salone, dove poche settimane prima era caduto un fulmine; le finestre e +il camino avevano sofferto, come la parete esterna che si era spaccata, +e lasciava scorgere il cielo azzurro. Nulla era stato fatto per riparare +in qualche modo a quello sconcio. Antiche armi familiari mostravano che +la casa era stata un giorno fra le maggiori del paese. + +L'aspetto poco confortante del salone mi rese curioso di vedere la +camera. La signora ne aprì la porta: era abitabile ed aveva un buon +letto romano. Comparve il fratello della signora, un bell'uomo, +cacciatore accanito dei boschi sabini; indossava la divisa di capitano +della guardia nazionale. Fui invitato in modo assai cortese a fare +quello che più mi piaceva, in piena confidenza; ed io accettai le loro +offerte, alla condizione che mi permettessero di fare i miei pasti +presso l'ospite primitivo, al quale ero stato indirizzato da Terni, al +che essi gentilmente acconsentirono. Passai in Aspra due piacevoli +giornate, nonostante l'orribile impressione ricevuta sulle prime. +Lavorai nel piccolo archivio dal mattino alle cinque della sera, ciò che +suscitò in tutti una straordinaria meraviglia. Andavano e venivano +intorno a me dei curiosi; mi salutavano amichevolmente, ma con stupore, +non avendo visto da molti anni un forestiero. Io mostrai al segretario +una preziosa pergamena del tribuno Cola di Rienzo, diretta alla comunità +di Aspra. Mi pregò di fargliene una traduzione italiana, che gli dettai, +e che fu posta come memoria nell'archivio. Nel pomeriggio mi recai con +questo signore e col maestro del paese, un laico, al convento dei +Cappuccini, dove si festeggiava una ricorrenza. Il convento è bello e +solenne, sopra un monte coperto di quercie. Alcune donne stavano +inginocchiate nella piccola chiesa, tutta avvolta nell'ombra. Sul +portale erano altre persone, fra cui le donne del mio compagno, e alcune +fanciulle, delle quali una di straordinaria bellezza, una creatura di +sedici anni appena, nel fiore della sua primavera, ma grave e pensosa. +Felice l'abitante di Aspra, che potrà accogliere quell'essere +incantevole nella sua casa fumosa, battuta dalla folgore! Mi +presentarono a quelle signore, fra le quali divisi dei fiori artificiali +che avevo preso al monastero, e che furono assai graditi. Dove vidi mai +io un panorama così superbamente bello, quale potei godere dall'alto del +monte dei Cappuccini? Dinanzi a me il Soratte grandioso, e la valle del +Tevere, i colli umbri, la Sabina, il Lazio, la Campagna romana: tutta +questa regione immersa nella porpora del tramonto, pareva un'apparizione +fantastica. Sui monti vicini regnava una maestosa solitudine, rotta da +cupi castelli e da città. Verso occidente, lontano molte miglia, si +scopriva una piccola altura, presso la quale un'altra ne sorgeva a forma +di cupola: monte Mario e la cupola di S. Pietro. La sera di Pasqua anche +il popolo di Aspra gode dell'illuminazione di questo monumento +meraviglioso; esso lo scorge, all'estremo orizzonte, come una sfera di +fuoco. Dal tetto del convento contammo ben 28 paesi, più o meno vicini, +dei quali nominerò alcuni pochi, perchè si possa intendere la +straordinaria ampiezza di quella veduta: il Soratte, Civita Castellana, +Ronciglione, Caprarola, Collevecchio, Montasola, Stimigliano, Magliano, +Roccantica, Poggio Sabino, La Fara, Poggio Mirteto, Montopoli, Torrita +sul Tevere, che sembrava una striscia d'argento, Filacciano, Cantalupo, +monte Gennaro, Tivoli, Palestrina, i monti Albani. + +Quando tornammo ad Aspra, il sindaco stava sulla porta della sua casa, e +ci invitò ad entrare. Il bravo uomo si chiamava Asprone; poteva perciò +vantarsi di incarnare perfettamente la comunità, di cui si trovava a +capo. Conobbi anche sua moglie, un'opulenta matrona. Dovetti, solo, +sedermi sul canapè, mentre la moglie del sindaco mi serviva un piatto di +ciambelle sabine. Quindi il sindaco, accesa una candela, discese in +cantina, e tornò poco dopo recando un grosso bocale di terracotta colmo +di vino. Bevemmo abbondantemente, ed io brindai alla prosperità di Aspra +e del suo magistrato, la qual cosa commosse molto i miei ospiti. +Parlarono con meraviglia della mia strana velleità di andare in un luogo +così remoto e perduto fra i monti, per ricercare e leggere antiche +pergamene. Mi pregarono di tornare presto, ma per molte settimane, per +tutto l'autunno. + +Quando lasciai il sindaco, il segretario mi pregò di fare anche a lui +l'onore di una visita: evidentemente non voleva cederla in gentilezza al +suo superiore. La sua giovane moglie mi ricevette nella sua modesta +abitazione, con un bambino al petto, del tutto scoperto, e così rimase a +sedere vicino a me per tutta la visita. Altro vino e altre ciambelle mi +furono offerte. Più tardi presi congedo dai proprietari della casa che +così ospitalmente mi aveva accolto; anche da loro ricevetti calorosi +inviti di ritornare, ed una lettera per dei loro parenti romani. Quando +la mattina dopo mi alzai, un lume ardeva ad una finestra della casa, ma +nessuno si mostrò. Un asinello mi aspettava alla porta, ed io partii da +Aspra lieto e soddisfatto di aver trovato nei cuori di quella +popolazione l'incanto stesso della natura meravigliosa che li +circondava. Attraversata una bella regione montuosa, giunsi a Passo +Corese, dove presi la posta e feci ritorno a Roma. + + NOTA. + +Questo capitolo porta la data del 1861, ma quanto si riferisce alla gita +nell'Umbria e nella Sabina è invece notato sotto l'annata 1864 nei +_Diari romani_ del Gregorovius, tradotti da Romeo Levera e pubblicati +dall'Hoepli nel 1895, ai quali rimandiamo il lettore poichè completano +la narrazione, avvertendo che negli stessi _Diari_ poche note appena ci +informano sulla fermata a Perugia e sul viaggio da Roma a Firenze +nell'agosto 1861. + + + + +IL GHETTO E GLI EBREI DI ROMA. + +(1853). + + + + +Il Ghetto e gli ebrei di Roma. + +(1853). + + +Ammassato in un cupo e triste angolo dell'Urbe, rimpetto al Trastevere, +abita qui da più secoli, quasi reietto dal resto del genere umano, il +popolo degli ebrei di Roma. Di essi tratteranno queste pagine, che +l'autore ha ricavato parte da scritti antichi e moderni, parte dalla +bocca degli stessi ebrei. Più volte chi scrive ha percorso il Ghetto +romano, e la sua popolazione, unica antica rovina vivente fra le rovine +della città, gli è sembrata degna di attento studio. + +L'arco di Tito al Foro rappresenta il trionfo del distruttore di +Gerusalemme. Nel fregio di quest'arco il sacro fiume Giordano è +rappresentato da un vecchio portato su di una lettiga; e sotto la volta +dell'arco, sotto il quale non passerà mai un ebreo,[25] il vincitore ha +fatto scolpire gli oggetti tolti al Tempio di Gerusalemme, il candelabro +a sette braccia, la tavola d'oro, l'arca dell'alleanza, e le trombe +d'argento per l'anno del giubileo. Sono trascorsi quasi 1800 anni da che +l'arco fu eretto, e di quella Roma che dominava il mondo intero non +restano che rovine, polvere, simboli morti del culto antico. Ma se ci si +dirige dall'Arco di Tito verso il Tevere e si percorre il Ghetto, si +vede qua e là, su qualche casa, il candelabro a sette braccia scolpito +nel muro. E' la stessa imagine che si è veduta sull'arco di trionfo; ma +essa sta qui come testimonianza vivente della religione d'Israele, +poichè ancor oggi abitano qui i discendenti di quegli ebrei che Tito +portò seco a Roma. Entrando nella Sinagoga ebraica si scorgono sulle +mura le stesse sculture, le tavole della legge, la tavola d'oro del +Tempio, le trombe del giubileo. Il popolo ebreo tuttora esistente, e non +distrutto, innalza oggi le sue preghiere all'antico Jehova, dinanzi alle +stesse imagini che un giorno Tito portò a Roma. Jehova dura ancora, dopo +scomparso Giove Capitolino. + +Ivi è il portico di Ottavia. Rovinati e cadenti, i suoi grandi archi, i +suoi pilastri si drizzano sempre a lato del Ghetto. E' di là che +Vespasiano e Tito partirono col corteo trionfale per celebrare la loro +vittoria su Israele. Fra gli spettatori eravi pure un ebreo, Giuseppe +Flavio, il famoso storico, che non ebbe vergogna di assistere al trionfo +del vincitore della sua gente e di scriverne una particolareggiata +relazione. + +Dobbiamo a questo vile cortigiano ebreo la descrizione del trionfo. + +«Dopochè--egli narra--l'esercito verso sera fu entrato in città, venne +ordinato sotto il comando de' suoi capi dinanzi al tempio d'Iside; ivi +passarono la notte i due capitani Tito e Vespasiano, che sul fare del +giorno ne uscirono, coronati di alloro e vestiti di porpora, per recarsi +al portico di Ottavia, dove attesero i senatori, i primi magistrati +della città e i cavalieri più nobili. Di fronte al portico era stato +innalzato un palco, su cui stavano sedili d'avorio; i due imperatori vi +presero posto e allora le truppe proruppero in evviva e presero a +vantare le loro geste. I soldati erano senz'armi, vestiti di seta e +coronati di alloro. Vespasiano dopo avere ascoltato gli applausi, fece +fare silenzio, e, sorto in piedi, si velò il capo e pronunziò una +preghiera di ringraziamento. Tito fece lo stesso. Dopo la preghiera +Vespasiano rivolse alcune parole ai convenuti, e congedò i soldati, +perchè si assidessero ad un banchetto, che, secondo l'uso, era stato +preparato dagli imperatori. Quindi l'imperatore tornò alla porta detta +del Trionfo, perchè vi si passava sempre in queste occasioni; quivi +mangiarono, vestirono gli abiti trionfali, offrirono un sacrifizio agli +altari eretti presso la porta; dopo di che ebbe luogo la marcia +trionfale, che attraversò il teatro, affinchè il popolo la potesse +meglio godere». + +Augusto aveva fatto costruire in onore di sua sorella Ottavia quel +magnifico portico a due file di colonne. Una parte della facciata esiste +ancora ed è addossata al mercato del pesce, che confina col Ghetto, +presso la chiesa di S. Angelo in Pescheria, ch'è un'antica basilica, la +cui storia si riconnette con quella degli ebrei, perchè nel medio evo +erano costretti ad ascoltarvi le prediche. E' veramente un caso senza +esempio nella storia che presso quei portici di Ottavia, là dove +Vespasiano e Tito passarono in trionfo, reduci dall'avere sconfitto gli +ebrei e distrutta Gerusalemme, i discendenti d'Israele ponessero la loro +sede in Roma. Intorno a quel portico, una volta magnifico ed ora sepolto +sotto le immondizie, il popolo degli ebrei fa i suoi affari. + +Sulle lastre di marmo delle sue sale e de' suoi templi, i figli dei +prigionieri di Gerusalemme vendono oggi il pesce, senza che nessuno di +essi pensi neppur lontanamente all'importanza che ebbe un giorno questo +luogo nella storia d'Israele. + +Il Ghetto romano è fra tutte le comunità israelitiche d'Europa la più +importante, per i rapporti storici del popolo d'Israele con l'Urbe. +Altre, soprattutto quelle della Spagna e del Portogallo, e la Sinagoga +di Amsterdam, offrono un più vivo interesse, ma tutto teologico, a causa +delle loro scuole talmudiche; nessuna però è tanto antica e tanto +importante quanto la Sinagoga romana: questa rappresenta la più vetusta +radice del cristianesimo nella capitale stessa del mondo cristiano. + +Se si pensa che qui, in questa stessa Roma, il popolo ebraico si +mantiene da oltre 1800 anni, non si può fare a meno di rimanere stupiti +dinanzi alla sua forza di resistenza. Sembra quasi incredibile che una +razza così maltrattata, benchè rinnovata per l'aggiunta di nuove +famiglie, tuttavia quasi sempre della medesima stirpe decadente, abbia +potuto sopravvivere, attraverso i secoli, in quegli stretti vicoli, in +mezzo a quell'atmosfera appestata, conservandosi per secoli sempre la +stessa, quasi vivendo una vita tutta propria. + +Fin dal tempo di Pompeo gli ebrei si stabilirono in Roma. Cacciati +parecchie volte dalla città sotto i primi imperatori, vi fecero sempre +ritorno, ed ai tempi di Tito si stabilirono dove sono tuttora, nel luogo +per essi il più pericoloso del mondo, sotto gli occhi dei loro nemici, +prima, di quei Romani che avevano distrutta Gerusalemme, poi, sotto +quelli dei Papi, rappresentanti di quel Cristo che essi avevano posto in +croce. Fin dai tempi di Pompeo furono fatti segno al disprezzo, e +finalmente, radunati in un ghetto come una corrotta tribù di paria, si +tennero uniti strettamente rimanendo sempre gli stessi, per secoli e +secoli e sopportando la terribile uniformità del loro stato. + +Essi vissero senza speranza, ma pure sperando, secondo il carattere del +popolo d'Israele, cui i profeti promisero il Messia. Impotenti a lottare +apertamente con i loro nemici, si trincerarono nel triste e possente +appoggio della miseria, della consuetudine e della tenacità di propositi +tutta propria della razza ebraica. La loro forza nel soffrire appare +tanto più meravigliosa in quanto che essi non si confortavano, come i +martiri, nel pensiero di una ricompensa in un'altra vita. + +La natura stessa sembra che abbia dotato questa fra le più infelici +classi umane dei più forti istinti di vita. Forse qualunque altra +stirpe in tali condizioni sarebbe scomparsa, incapace di sopportare un +disprezzo così profondo; ma gli ebrei ne furono capaci, e si +conservarono, indistruttibili, nel centro stesso del cattolicismo. +Segregati dal consorzio civile, gli ebrei non tentarono mai di +mescolarsi fra le altre razze; anche i loro tardi nipoti sono oggi +stranieri ai cristiani della città, nè più nè meno di quello che lo +furono i padri loro ai tempi di Pompeo. Allora e sotto gl'imperatori, +sebbene tenuti in grande disprezzo, erano trattati al pari delle altre +sètte orientali, al pari dei siriaci, degli egiziani, dei persiani, e +non vivevano appartati come oggi. Tra le molte sètte religiose +dell'antica Roma gli ebrei costituiscono la sola che si sia conservata, +e conservata senza variare. + +La storia degli ebrei di Roma è, nei primi tempi almeno, difficile a +ricostruirsi, scarse essendo le testimonianze degli scrittori romani. + +I rapporti fra Roma e Gerusalemme datano dal giorno in cui Pompeo entrò +in questa città, e, spintovi dalla curiosità, sordo alle preghiere dei +giudei, osò penetrare nel sacro tempio. Pare sia stato Pompeo a portare +per il primo schiavi ebrei a Roma; certo a quel tempo erano già in +questa città liberti ebrei ed altri loro concittadini, trattivi +probabilmente dal desiderio di lucro. Essi vivevano liberamente, +praticavano pubblicamente i loro riti religiosi, ed i principi e le +principesse ebraiche, onorati allo stesso modo degli altri principi +dell'Asia, poterono qualche volta presentarsi in Senato ed al palazzo +imperiale; allora vi erano ancora principi ebrei. + +Il felice Erode venne più volte a Roma ed entrò nell'intimità dei Cesari +con tutti i titoli della sua regale dignità; fu accolto ai loro +banchetti, e prese posto nel loro palco a teatro. Così pure si videro +nel Palatino Archelao e la principessa Salome, Antipa e Antipatro; +parecchi principi ebrei furono pure educati alla corte imperiale di +Roma, fra cui Agrippa, nipote di Erode, l'avventuriero che fu compagno +di studi di Druso e amico intimo di Caligola. Il giovane ebreo libertino +era appena uscito dalla prigione, dove era stato rinchiuso per debiti, +che Tiberio lo gettò di nuovo in carcere e ve lo lasciò a languire sei +mesi, finchè la morte dell'imperatore lo venne a liberare e Caligola lo +nominò re degli ebrei. + +E' nota la parte brillante che ebbe in Roma Berenice, sorella e amante +di suo fratello Agrippa il giovane, ultimo re degli ebrei. Dopo la +distruzione di Gerusalemme, ebbe stanza nel palazzo di Tito, ma +nonostante i suoi intrighi, non riuscì a salire sul seggio imperiale. + +Dopo Erode Agrippa, nessun altro ebreo occupò più una posizione +importante in Roma, fino al pontificato di Gregorio XVI, che, per +ragioni facili a capirsi, fece la più lusinghiera accoglienza, nello +stesso Vaticano, al barone Rothschild. + +Mentre i principi della Giudea si succedevano a Roma, molti dei loro +correligionari si erano già stabiliti nella città. Cesare fu loro +favorevole, come lo provano i lamenti che essi levarono in suo onore, +allorchè cadde sotto il pugnale degli assassini. Augusto pure lasciò +loro completa libertà di dimorare in Roma e di attendere ai loro affari; +dicesi che alla sua morte abbiano pianto una settimana. A quell'epoca +non si era peranco assegnato loro uno speciale quartiere della città, +sebbene Filone narri che Augusto aveva donato agli ebrei una parte del +Trastevere. Abitavano un po' dappertutto; la maggior parte però +nell'attuale Trastevere, dove sorgeva la loro più antica Sinagoga. +Secondo la tradizione romana, fu là che abitò l'apostolo Pietro, presso +la chiesa di Santa Cecilia, dove dimoravano pure molti ebrei. Un'altra +tradizione vuole che egli abbia dimorato anche sull'Aventino, nella casa +dei santi Aquila e Prisca, due sposi ebrei convertiti al cristianesimo. + +Nella curiosissima opera di Filone, intitolata «L'ambasciata a Caio», si +può vedere sino a qual punto Augusto fosse clemente con gli ebrei. Il +dotto alessandrino afferma che Augusto trattò sempre con dolcezza gli +ebrei, conferma che essi abitavano nel grande quartiere del Trastevere, +erano per lo più schiavi liberati e non furono costretti a mutare le +consuetudini dei loro padri. La liberazione di quegli ebrei è tuttora +ricordata da un bellissimo sepolcro sulla via Appia, che porta i nomi di +due ebrei, Zabda e Akiba. Augusto sapeva, continua Filone, che gli ebrei +possedevano delle sinagoghe, nelle quali si radunavano ogni settimana +per essere ammaestrati nella sapienza dei loro padri. Tollerava pure che +essi, alla nascita di un primo figlio, inviassero a Gerusalemme denaro, +perchè si facessero sacrifici in favore del fanciullo. Eppure egli non +li cacciò mai da Roma, nè li privò del diritto di cittadinanza romana: +non mutò nulla nelle loro sinagoghe e nelle loro adunanze. Arrivò sino +ad ornare il Tempio di Gerusalemme di doni preziosi e offrirvi delle +vittime; e rispettò il sabato a tal segno che ordinò che non si facesse +agli ebrei la distribuzione del grano in quel giorno, ma bensì nel +giorno seguente, non potendo essi il sabato dare nè ricevere denaro, nè +altro. + +Filone fu inviato, nell'anno 40 dell'èra cristiana, dagli ebrei di +Alessandria, alla testa di un'ambasceria, all'imperatore Caligola, per +protestare contro le crudeli persecuzioni che essi soffrivano da parte +degli abitanti di quel grande centro commerciale. Egli narra come +Caligola ricevesse questa deputazione nelle sua villa di campagna: +l'imperatore correva come un pazzo da una camera all'altra, dando ora +ordini di nuove costruzioni, ora per far disporre e collocare antiche +imagini, mentre gli ebrei lo seguivano attraverso la casa, fra le risa +dei presenti. L'imperatore poi domandò loro con scherno perchè non +mangiassero carne suina. «I gridi ed i fischi di quelli che ci +beffavano--dice Filone--erano così forti, che pareva di essere in un +teatro». Abbiamo, dunque, fin dall'antichità, un esempio di quelle scene +che si ripeterono in Roma in ogni tempo, nel medio evo ed anche in +epoche più recenti, per esempio, allorquando gli ebrei, schierati a +Monte Giordano o davanti all'arco di Tito per prestare omaggio al nuovo +papa, rimanevano esposti ai fischi dei monelli ed agli schiamazzi del +popolaccio. + +Caligola aveva una ragione tutta sua di essere irritato contro gli +ebrei. Gli era venuta la fantasia di far erigere una sua statua di +colossale grandezza, nella quale era rappresentato come un Dio, nel +santuario di Gerusalemme; avendo saputo che il popolo ebraico, solo al +mondo, s'era rifiutato di rendergli gli onori divini, ordinò dunque, a +Petronio, governatore della Fenicia, di compiere il suo desiderio. +Allora, se si deve prestar fede a Giuseppe ed a Filone, tutta quanta la +Giudea, vecchi, giovani, donne, fanciulli, si riversò in massa sulla +Fenicia; simili a una nuvola coprirono il paese; ed erano tanti e tali i +loro lamenti e i loro pianti, che quando tacevano, l'eco li ripeteva +ancora a lungo nell'aria. Si gettarono ai piedi di Petronio e lo +supplicarono di ucciderli tutti quanti, dicendo che non avrebbero mai +permesso un simile sfregio al tempio del loro Dio. Questa scena fu una +delle più grandi tragedie di un popolo, delle quali si abbia memoria, e +questa resistenza morale contro Caligola è una delle più belle pagine +della storia ebraica, più luminosa delle geste di Davide e di Salomone. + +Petronio rimase commosso e scrisse all'imperatore per distoglierlo dalla +sua idea. L'amico d'infanzia di Caligola, il re Agrippa, si recò egli +stesso a Roma ad intercedere in favore del suo popolo. Narra Filone che +il suo terrore per la minacciata profanazione del tempio, fu tanto, che +fu portato via svenuto, e poi cadde in una pericolosa malattia. Infine +scrisse a Caligola una splendida lettera, in seguito alla quale il pazzo +tiranno, cui il mondo intero elevava templi, altari, statue, abbandonò +l'idea di far innalzare la sua effige nel santuario di Gerusalemme. + +La morte repentina di Caligola preservò gli ebrei di Roma dalla sua +vendetta. Disgraziatamente Filone non ci dice nulla delle loro +condizioni in quell'epoca. Essi occupavano già il Trastevere e vi +avevano formato una sinagoga di liberti, della quale è fatta menzione +sotto questo nome negli Atti degli Apostoli (I, 9). + +Dacchè i misteri cristiani penetrarono in Roma, gli ebrei e i cristiani +furono confusi in una stessa setta comune, errore facile a spiegarsi, +perchè questi ultimi erano per la massima parte ebrei convertiti. Così +subirono anche le stesse persecuzioni. Nell'anno 51 furono gli uni e gli +altri da Claudio scacciati dalla città. Già prima, Tiberio, dietro +consiglio di Seiano, li aveva fatti una volta deportare in Sardegna, +sotto l'accusa di usura sfrenata. Ma essi seppero ritornare e mantenersi +in Roma; il loro numero aumentò a tal segno, che sotto i primi +imperatori salì a oltre 8000, cifra che, se esatta, supererebbe del +doppio il numero degli ebrei che abitano attualmente la città. + +Quando Tito ebbe finito di distruggere Gerusalemme, fece condurre a Roma +una turba di ebrei prigionieri, parte dei quali fu condannata a morte ed +il resto vi si stabilì. + +Stimo opportuno continuare la descrizione del trionfo di Tito, +affinchè il lettore, a cui sia ignoto Giuseppe Flavio, possa avere +un'idea di quello stupendo spettacolo. «È cosa difficile--dice +Giuseppe[26]--descrivere la varietà di questo spettacolo, la sua +magnificenza sotto ogni riguardo, sia per splendore d'oggetti, sia per +la loro ricchezza e rarità. Tutto ciò che vi può essere di più prezioso +e di più peregrino, comparve in quel giorno a provare la grandezza +dell'impero romano. Si videro oggetti ornati d'oro, d'argento e di +avorio, e non già in piccol numero, ma in tanta copia da sembrare il +corso di un fiume. Si videro abiti tinti della più fine porpora, o +ricamati mirabilmente in Babilonia, pietre scintillanti incastonate in +corone d'oro ed in altri gioielli, ed in tanta abbondanza, da non +crederle vere. Seguivano le imagini degli Dei, di proporzioni +gigantesche e lavorate divinamente; e poi stoffe rare di tutte le +specie, animali rarissimi, ecc. Coloro che prendevano parte al corteo +indossavano abiti purpurei ricamati in oro, ed in special modo erano +ornati i soldati chiamati a partecipare agli onori del trionfo. Anche la +schiera dei prigionieri attirava la generale attenzione: i loro +abbigliamenti, di svariatissimi colori, distraevano gli spettatori dal +triste aspetto delle loro stanche fisonomie. Il massimo stupore +l'eccitarono poi i magnifici baldacchini: si temeva che gli uomini +destinati a portarli non avessero la forza di sorreggerli. Taluni erano +a tre e quattro piani, disposti in modo sorprendente ed artistico. +Parecchi erano ricoperti di tappeti ricamati in oro, e sopra tutti +scintillavano lavori artistici in oro e avorio. La guerra era +rappresentata sotto tutte le sue forme ed in ogni suo aspetto; vi si +scorgevano contrade devastate; intere file di nemici morti o posti in +fuga; prigionieri; immense e alte mura che rovinavano all'urto delle +macchine; ricche città distrutte; torrenti di sangue; disarmati che +imploravano pietà; templi e case in fiamme, precipitanti sui loro +abitatori; e finalmente, in mezzo a tutta quella desolazione, un fiume +che volgeva le sue onde, non già per irrigare i campi e dissetare gli +uomini e gli armenti, ma per spegnere quel generale incendio. + +«Tutto ciò confermavano gli ebrei di aver sofferto durante la guerra. +L'accurata rappresentazione dava un'idea di tutto quanto era avvenuto. +Presso ogni baldacchino stavano i condottieri dell'esercito nemico, +fatti prigionieri. Seguivano numerosissime barche. Il bottino di guerra +era immenso, ma tutto scompariva al cospetto degli arredi del Tempio di +Gerusalemme, che comprendevano la tavola d'oro massiccio, un candelabro +pure d'oro, con le sette lampade, simbolo presso i Giudei della santità +dei sette giorni, e infine, ultima preda, la legge di Dio. Venivano poi +gli uomini recanti statue della vittoria, d'oro e d'avorio, e quindi +Vespasiano e Tito, entrambi a cavallo, ed a fianco di quest'ultimo +Domiziano, riccamente vestito, a cavallo di un magnifico destriero. Meta +del trionfo era il tempio di Giove Capitolino. Giunto davanti a questo, +il corteo si arrestò, giacchè l'araldo, secondo un antico costume, +doveva ivi dare l'annunzio della morte del condottiero generale +dell'esercito nemico. Era questi Simone di Giora, che seguiva esso pure +la marcia trionfale. Venne tratto con una corda al collo, sulla rupe che +sorge di fianco al Foro, e ivi fu percosso con le verghe. In quella +località, secondo le leggi romane, si eseguivano le condanne a morte. +Quando dunque fu annunciato che Simone era morto, si levò un grido +solenne, generale di gioia, ed ebbe principio il sacrificio. Dopo le +preghiere e la solita distribuzione di denaro al popolo, gl'imperatori +fecero ritorno al loro palazzo, dove ebbe luogo un grande banchetto. +Tutta Roma festeggiò questo dì, quale giorno di solenne letizia, per +l'esito felice della guerra, per la fine della discordia civile, per la +speranza di splendido avvenire». + + * * * * * + +Vespasiano innalzò un magnifico tempio alla Pace e vi collocò tutti gli +arredi del santuario di Gerusalemme; le tavole della Legge però furono +conservate nel palazzo dei Cesari. L'arco, nell'interno del quale sono +con tanta maestria rappresentati gli arredi del tempio e la marcia +trionfale, non venne terminato che dopo la morte di Tito. Nel medio evo +fu chiamato «Arco delle sette lampade», o, come si legge nel libro +Mirabilia Urbis Romae «_Arcus septem lucernarum, Titi et Vespasiani, ubi +est candelabrum Moysi cum arca_». I Frangipani, che eran padroni del +Foro e del Colosseo, se ne servirono come porta del loro castello, la +_Turris Cartularia_ al Palatino. Solo sotto Pio VII, nel 1821, l'arco fu +restaurato e ridotto come è oggi. Presentemente è uno dei più bei +monumenti della città, per quanto restaurato alla moderna.[27] + +Tito, dopo il suo trionfo, rifiutò di prendere il titolo di _Judaicus_, +prova questa del disprezzo che gl'ispiravano gli ebrei. Però, come +Vespasiano, tollerò la loro presenza in Roma. Le loro colonie si erano +d'altronde accresciute grandemente per la venuta degli schiavi e dei +liberti. Vespasiano aveva loro concesso il libero esercizio delle loro +pratiche religiose, a condizione che pagassero a Giove Capitolino il +mezzo sesterzio a testa che sino allora avevano versato nel tesoro del +Tempio. Ancora oggi gli ebrei pagano questo tributo alla _Camera +Capitolina_. + +Sotto Domiziano, narra Svetonio, il _fiscus judaicus_ veniva riscosso +con grande rigore. Gli ebrei, che sino ad allora avevano abitato +liberamente il Trastevere, furono da questo imperatore cacciati dalla +città, e fu loro assegnata come residenza la valle della Ninfa Egeria, +dietro un pagamento in denaro. Di ciò fa menzione Giovenale nella satira +terza: + + Hic ubi nocturnae Numa constituebat amicae: + Nunc sacri fontis nemus, et delubra locantur + Judaeis, quorum cophinus foenumque suppellex: + Omnis enim populo mercedem pendere iussa est + Arbor, et ejectis mendicat silva Camoenis. + In vallem Egeriae descendimus, et speluncas + Dissimiles veris. Quanto praestantius esset + Numen aquae, viridi si margine clauderet undas, + Herba, nec ingenuum, violarent marmora tophum! + +Quando Giovenale si recava per la porta Capena nella valle Egeria, +vedeva, a quanto pare, gli ebrei mendicanti andare qua e là come +zingari, con fasci di fieno e ceste sulle spalle. I fasci di fieno +servivano loro di letto, e nelle loro paniere recavano i cenci, di cui +facevano commercio, e il proprio cibo. Secondo quello che hanno lasciato +scritto i Romani, le loro occupazioni e i loro mestieri non differivano +da quelli di oggi. + +Il disprezzo dei Romani per quegli infelici era così grande che si +considerava come un'onta metter piede nelle loro sinagoghe, mentre +partecipare al culto d'Iside, di Mira e di Priapo non era ritenuto +affatto un disonore. Ed è strano che quel culto di Dio che in Roma +rimase in ogni tempo libero da feticismo e idolatria, sia stato trattato +sempre con tanto disprezzo. + +Nella quattordicesima satira Giovenale si lagna della superstizione che +spingeva i Romani ad accostarsi al giudaismo: + + Quidam sortiti metuentem sabbata patrem, + Nil praeter nubes et coeli numen adorant, + Nec distare putant humana carne suillam + Qua pater abstinuit; mox et praeputia ponunt: + Romanos autem soliti contemnere leges, + Judaicum ediscunt, et servant ac metuunt ius, + Tradidit arcano quodcumque volumine Moses. + +A quel tempo gli ebrei solevano già predire la buona ventura, vendere +filtri d'amore e sortilegi. Giovenale infatti ne parla nella satira +sesta. + + Quum dedit ille locum, cophino foenoque relicto, + Arcanam Judaea tremens medicat in aurem, + Interpres legum Solymarum, et magna sacerdos + Arboris, ac summi fida internuntia coeli, + Implet et illa manum, sed parcius. Aere minuto + Qualiacumque voles Judaei somnia vendunt. + +In questi versi Giovenale descrive così vivacemente gli ebrei, che ci +sembra di aver dinanzi veramente un tipo di vecchia strega. Ai tempi di +Domiziano le ebree uscivano spesso, durante la notte dalla valle +d'Egeria per introdursi nella casa di qualche voluttuosa dama romana, e +ciò si è ripetuto sino ai nostri giorni. Numerose donne del Ghetto +vagavano per la città dicendo la buona ventura, spiegando alle nobili +signore i sogni della notte, o vendendo loro filtri d'amore. Appunto a +queste pratiche si riferisce una bolla di Pio V, con la data del 1569, +che comincia con le parole: _Hebraeorum gens sola quondam a Domino +electa_. Questo decreto che bandiva gli ebrei da tutte le città degli +Stati della Chiesa, eccettuate Roma ed Ancona, è un importante documento +storico; ne riporto alcuni passi che corrispondono ai versi di +Giovenale; «Privato de' suoi sacerdoti e dell'autorità della sua legge, +scacciato dal paese dove Dio nella sua misericordia l'aveva +primitivamente stabilito, dal paese in cui scorreva il latte e il miele, +da più secoli il popolo della Giudea erra per il mondo, odiato, coperto +di disprezzo, rivolto a mestieri vergognosi e infami, pronto sempre a +discendere sino alla più abbietta schiavitù per guadagnare di che +vivere». Poi la bolla papale parla dei loro mestieri. «Senza fermarsi a +parlare dell'usura, con cui spogliano di ogni loro avere i cristiani, +noi li denunziamo a tutti come ricettatori, autori o complici di furti, +come soliti a nascondere, a trasformare gli oggetti rubati, sia profani +che sacri, per renderli irriconoscibili. Molti di essi s'introducono, +con la scusa del commercio, nelle case di donne oneste, provocandole ad +ogni sorta d'impudicizia, e peggio ancora, dannandone l'anima con +artifizi diabolici, con vane profezie, con stregonerie, con arti magiche +e sortilegi, facendo credere che son capaci di predire il futuro, +squarciare i veli, trovare tesori, scoprire oggetti celati e rivelare +tante e tante altre cose ancora che non è dato ai semplici mortali di +conoscere». + +L'origine del disprezzo in cui furon costantemente tenuti in ogni tempo +gli ebrei in Roma dipende certo dagli ebrei stessi; essi provocarono +sempre il riso de Romani quasi fossero delle caricature. E' +indiscutibile--senza con ciò voler recare offesa a molti bravi e degni +ebrei e tanto meno all'intero popolo di Israele--che agli occhi di un +europeo il tipo prettamente ebreo presenta un non so che di bizzarro che +lo rende ridicolo, come ridicola doveva essere la grottesca danza di +Davide dinanzi all'arca, cotanto ingrata anche agli occhi di Micol. Si +aggiunga a questo l'idea di esser la nazione prediletta da Dio, +l'opinione generalmente radicata in essi che la storia abbia dato loro +ragione in questa pretesa; finalmente il disprezzo verso tutte le altre +credenze, il ribrezzo di avere un contatto con ogni altra razza umana, +tutto ciò fece scontare a questo popolo la pena del suo amor proprio +nazionale, della sua ripugnanza ad avere rapporti con gli altri uomini, +infino a tanto che furono dai cristiani confinati in un ghetto. + +Poco si sa sulle condizioni degli ebrei a Roma sotto i successivi +imperatori. Quando Adriano ebbe di nuovo distrutto Gerusalemme e +migliaia di ebrei furono venduti per suo ordine sui mercati della Siria, +la colonia di Roma aumentò considerevolmente per le immigrazioni. Essa +continuò ad abitare nel Trastevere. Il suo cimitero era situato dinanzi +alla porta Portese, presso il Gianicolo; lo si scoprì nel XVII secolo. +Gli ebrei ne possedevano un altro davanti alla porta Appia. Si può +vederlo oggi presso S. Sebastiano, nella vigna Rondanini, dove è stato +rimesso alla luce nel 1857. Si compone di catacombe che sembrano del III +secolo e assomigliano in tutto nella loro disposizione a quelle +cristiane di Roma. I sarcofaghi ebraici sono talvolta decorati +d'imagini, vi si vede spesso scolpito il candelabro dai sette bracci. +Gli epitaffi degni di nota non sono mai in ebraico, ma in latino od in +greco, ciò che prova che gli ebrei di Roma in quell'epoca si erano +appropriati la lingua che si parlava intorno a loro. Anche i morti di +quelle catacombe devono avere appartenuto alle due sinagoghe di Roma, di +cui la più antica fu fondata al tempo di Pompeo e la più recente era +essenzialmente alessandrina. Disgraziatamente la storia degli ebrei a +Roma in quel periodo è sepolta nell'oscurità. + +Quando il cristianesimo diventò religione di Stato la posizione degli +ebrei divenne ancor peggiore, perchè al disprezzo che essi ispiravano +nei Romani si unì l'odio dei cristiani. Costantino per il primo vietò +loro di tenere al proprio servizio cristiani, e da allora ciò fu come un +precetto di separazione fra le due comunità. Il codice teodosiano +prescrisse poi leggi ancora più severe per impedire la fusione degli +ebrei e dei cristiani; proibì che si celebrasse in tutto l'impero la +festa di Haman, in cui i giudei avevano l'abitudine di rappresentare il +loro nemico sotto i tratti del crocifisso per poi bruciarlo in mezzo ad +alte grida. + +Al tempo del sacco di Roma per opera di Alarico, gli ebrei del +Trastevere soffrirono crudelmente. Fra i tesori rubati dal re visigoto +vi furono anche i vasi del tempio di Salomone che egli aveva presi a +Roma come preda; alcuni però gli sfuggirono, perchè più tardi Genserico +ne trovò ancora quando giunse a Roma. Trasportati a Cartagine, caddero +nelle mani di Belisario e furon da questi riportati a Bisanzio. Gli +ebrei allora, come afferma Procopio, li reclamarono all'imperatore +Giustiniano, che li fece portare in una chiesa di Gerusalemme. Strana +storia, invero, quella di questi tesori del Tempio, portati altra volta +a Roma da Tito! Ancora nel medio evo, al tempo in cui furon redatte le +«_Mirabilia Urbis Romae_» circolava su ciò una leggenda, si credeva cioè +che l'arca dell'alleanza, il tabernacolo, il candelabro dai sette bracci +e gli abiti di Aronne fossero conservati come reliquie nel Laterano. + +Al tempo dei Goti è menzionata una volta la Sinagoga di Roma; il popolo +la saccheggiò e il nobile Teodorico fece una legge a protezione degli +ebrei. + +Poco si sa sulle condizioni degli ebrei durante i secoli seguenti. +Sappiamo solo che continuarono ad esistere come comunità e che più volte +resero omaggio agli imperatori tedeschi, quando venivano incoronati, +cantando in lingua ebraica le laudi tradizionali. Sempre dimorarono in +Trastevere ed esercitarono il loro commercio vicino ai ponti del fiume e +sui ponti stessi. Infatti il ponte dei Quattro Capi, vicino al Ghetto +attuale, si chiamava «_Pons Iudaeorum_» e anche quello degli Angeli era +designato nello stesso modo: probabilmente dei banchi di ebrei erano +situati su questi ponti. + +Ad eccezione di qualche lampo di odio popolare, gli ebrei del resto non +subirono a Roma quelle feroci persecuzioni che soffrirono in altre città +d'Europa. Roma non è mai stato terreno propizio al fanatismo religioso; +l'antica tradizione di tolleranza verso tutti i popoli vi si è sempre +conservata. Perfino le crociate che provocarono in tutta l'Europa +spaventevoli esplosioni di odio contro gli ebrei, non ebbero le stesse +conseguenze in Roma. Una sola volta, nel 1020, noi troviamo nella +storia notizia di una persecuzione propriamente detta contro gli ebrei, +ed ebbe origine da un terremoto. + +I papi riconobbero sempre la Sinagoga come una legale comunità +dell'urbe; essa era pareggiata alle altre comunità straniere dei greci e +dei germani. L'inquisizione, introdotta ai primi del secolo XIII, ebbe +per essa, al principio, gli stessi riguardi. Così, a un dipresso, gli +ebrei acquistarono in Roma una certa importanza come cambiavalute e come +medici. Il commercio del denaro e la scienza medica essendo passati +quasi interamente nelle loro mani, essi non tardarono in queste qualità +a rendersi necessari al Vaticano. + +Il viaggiatore Beniamino di Tudela, ai tempi di Alessandro III +(1159-1185) contò in Roma 200 ebrei ricchi, liberi, tenuti in grande +considerazione, tra i quali il papa aveva scelto dei servitori. +«Qui--egli dice--si trovano persone sapientissime, fra cui il primo è il +grande rabbino Daniele, un altro rabbino Daniele, un giovane bello e +intelligente frequenta la corte di Alessandro in qualità di ministro del +papa», cioè come banchiere. + +Il curioso è che Pier Leone, l'antipapa Anacleto II (morto nel 1138), +era nipote di un ebreo convertito. La sua famiglia fu annoverata fra le +più grandi famiglie patrizio e per più secoli. Questa razza, largamente +dotata dalla natura e dalla lotta che acuisce l'intelligenza, seppe +dunque infiltrarsi, come di contrabbando, sino nell'intimità dei papi. +Mentre le donne ebree andavano a predire la buona ventura nelle nobili +famiglie, gli ebrei erano ammessi liberamente, in qualità di banchieri o +di medici, presso i papi che si trovavano in ristrettezze finanziarie o +ammalati. + +Si trova il nome di tutti i medici ebrei dei papi nell'opera di +Mandosio, _Degli archiatri pontificj_, completata dal Marini (Roma, +1784). Il primo di questi fu Giosuè Halorki, medico dell'antipapa +Benedetto XIII (1394), il quale sembra aver avuto una speciale +predilezione per gli ebrei. Halorki si fece più tardi battezzare e prese +il nome di Gerolamo di Santa Fede; e sotto questo nome scrisse un libro +contro gli ebrei: «_Hieronimi de Sancta Fede ex Iudaeo Christiani contra +Iudaeorum perfidiam et Talmud tractatus, sive libri duo ad mandatum D. +PP. Benedicti XIII_». + +Egli fu maledetto dalla Sinagoga. + +Innocenzo VII, del quale fu antipapa Benedetto, nel 1406 accordò il +diritto di cittadinanza a certi ebrei di Trastevere, fra cui a Elia di +Sabbato, a Mosè di Lisbona, a Mosè di Tivoli, i quali erano medici e +portavano il titolo di «maestri». Godevano costoro grandi privilegi ed +erano dispensati dal portare il segno obbrobrioso di Giuda.[28] Medico +particolare di Martino V fu Elia, appartenente al Ghetto romano. Così +fino al XVI secolo, nonostante le bolle di scomunica promulgate da più +papi, si trovano medici ebrei in Vaticano. Come orientali, come +imparentati con gli Arabi, gli ebrei furon tenuti ovunque, anche presso +i principi e gl'imperatori, in grande considerazione per la loro +sapienza medica. Samuele Sarfadi, rabbino spagnuolo, uomo dotto ed +eloquente, fu il medico di Leone X. + +Naturalmente qualche cosa del favore che godevano i medici ebrei si +rifletteva sulla comunità di Trastevere; ma a causa della natura stessa +del reggimento della Chiesa, reggimento tutto personale, la sorte degli +ebrei di Roma dipendeva unicamente dal carattere del papa che regnava; e +questa incertezza del domani teneva gli ebrei in continuo timore, e li +esponeva spesso a uno stato senza legge. + +Già parecchi Concilii avevano da molto tempo prescritto la separazione +dei cristiani dagli ebrei, e imposto a questi un marchio distintivo in +segno di disprezzo. Innocenzo III, il promotore dell'inquisizione, +rinnovò queste prescrizioni nel 1215, ed altri papi dopo di lui ne +seguirono l'esempio. Senonchè gli ebrei non le osservavano, riuscivano +ad eluderle, o si riscattavano col denaro. Talora poi un papa più +clemente revocava gli editti che il suo predecessore aveva emanati. + +Giovanni XXII perseguitò gli ebrei e fece pubblicamente bruciare il loro +Talmud; Innocenzo VII invece fu loro favorevole. Fu il romano Martino V +che mostrò ad essi la maggiore benevolenza; rese loro la facoltà di +esercitare medicina e decretò poi che tutti gli ebrei degli stati della +Chiesa, e non più solo quelli di Roma, avrebbero da allora in poi +contribuito alla tassa del carnevale. Ma il suo successore Eugenio IV, +un veneziano nemico della razza trafficante d'Israele, ristrinse di +nuovo i loro diritti; proibì loro di commerciare coi cristiani, di +abitare nelle loro case, di prestare loro assistenza come medici, di +girare per tutta la città, di costruire nuove sinagoghe, e di occupare +alcuna carica pubblica. Decretò inoltre che la testimonianza di un ebreo +contro un cristiano non avesse alcun valore, e infine li obbligò a +pagare annualmente alla Camera capitolina 1130 fiorini ed a contribuire +con altre imposte ai sollazzi del carnevale. + +Era invalso a poco a poco l'uso di valersi in modo indegno degli ebrei +per questi divertimenti carnascialeschi, che avevano luogo in piazza +Navona, sul colle Testaccio e pel Corso. Non solo gl'infelici dovevano +fornire una squadra di vecchi che, vestiti in foggia grottesca, dovevano +precedere la cavalcata dei senatori all'apertura del corso, ma dovevano +anche esporsi all'onta di correre essi stessi. Il veneziano Paolo II fu +il primo che, volendo festeggiare il 1468, anno di pace, offrì ai Romani +lo spettacolo delle corse dei cavalli e della corsa degli ebrei. + +Ancora oggi sopravvive nelle città d'Italia l'uso di solennizzare certi +giorni di festa con le corse dei _Palii_, così dette perchè il premio +consiste in stoffe di seta date al vincitore. Allorchè Paolo II offrì +questo sollazzo al popolo, fece correre negli otto giorni di carnevale +cavalli, asini, bufali, vecchi, giovanotti e ragazzi ebrei. Prima di +lanciare quest'ultimi nella pista, venivano riempiti ben bene di cibo, +per render loro più penosa la corsa e provocare il riso del popolo. Essi +dovevano correre dall'Arco di Domiziano sino alla chiesa di S. Marco, in +mezzo agli urli e agli schiamazzi dei Romani, mentre il Santo Padre +assisteva allo spettacolo da un balcone riccamente addobbato, e rideva +di cuore. Si potrebbe credere che la parte che a queste corse +prendevano gli stessi Romani, togliesse a quella degli ebrei il suo +carattere di umiliante; ma bisogna avvertire che per questi era un +divertimento, a cui essi si offrivano spontaneamente, mentre gli ebrei +vi erano costretti con la forza. Coloro che ai dì nostri hanno assistito +alle corse di cavalli nel Corso, che sostituirono più tardi quelle degli +ebrei, e che hanno visto il popolo quasi folle eccitare gli animali con +grida furiose e con fischi, possono immaginare quello che nei barbari +tempi del medio evo dovessero soffrire gli ebrei correndo lungo il Corso +fra gl'insulti e in mezzo a quel tumulto. + +Per lungo tempo il popolo volle questo spettacolo; io ho trovato, nella +_Roma nova_ di Sprenger del 1667, che gli ebrei dovevano correre nudi, +con una sola fascia intorno ai fianchi, e l'autore dice che i primi a +correre erano gli asini, poi gli ebrei, poi i bufali ed infine i +«barberi». + +Durante due secoli gl'israeliti di Roma soffrirono questo volgare +insulto, sino al giorno in cui Clemente IX, Rospigliosi, nel 1668, +cedendo alle loro suppliche, li esentò dalla corsa a patto che pagassero +un tributo annuo di 300 scudi, e concesse loro che, invece di precedere +la cavalcata del Senatore, prestassero omaggio ai reggitori della città +nella sala del trono, e fornissero i premi per le feste del carnevale. + +Solevano i notabili ebrei, quali rappresentanti della comunità +israelitica, presentarsi ai reggitori della città in Campidoglio nel +primo sabato di carnevale. Giunti nella sala dove quelli sedevano, gli +ebrei si gettavano ai loro piedi e offrivano un mazzo di fiori e 20 +scudi, perchè fossero impiegati ad addobbare il balcone, su cui il +Senato soleva, in piazza del Popolo, prendere posto. Si recavano quindi +dal Senatore e, secondo l'antico uso, lo supplicavano di conceder loro +di abitare ancora in Roma. + +Il Senatore metteva ad essi il piede sulla fronte, poi ordinava loro di +alzarsi e diceva, secondo la consueta formola, che gli ebrei non erano +già ammessi in Roma, ma soltanto tollerati per misericordia. Anche +questa umiliazione è ora scomparsa; ma ancor oggi gli ebrei il primo +sabato delle feste di carnevale vanno al Campidoglio e prestano il loro +omaggio, offrendo il tributo per i palii, che essi devono procurare per +i cavalli che ora divertono il popolo in luogo degli ebrei. + +Non mancavano nel medio evo altre cerimonie, a cui dovevano prender +parte. Nella festa per la presa di possesso del Laterano, fatta dal +nuovo papa, essi dovevano mandare a lui una deputazione, come già un +tempo avevano dovuto prestare omaggio agli imperatori romani. Quando +l'imperatore saliva al trono, gli ebrei facevano per lui in Gerusalemme +offerte e sacrifici; dice già Filone nella sua «Ambasciata a Caio» che +essi tre volte offrirono sacrifici per Caligola, la prima, quando salì +al trono, la seconda, quando cadde gravemente ammalato, e la terza, +quando ritornò vittorioso dalla Germania. Che anche gli ebrei in Roma +facessero lo stesso, è indubitato; essi si presentavano nelle feste di +omaggio innanzi all'imperatore come imploranti protezione, per chiedere +a lui quella tolleranza che era stata loro concessa da Augusto. + +E quando agl'imperatori sottentrarono i papi, mutarono le forme, ma +l'essenza delle cerimonie restò qual'era. Ad ogni omaggio a un nuovo +papa, sulla via che doveva percorrere il corteo, compariva una +delegazione di ebrei col Pentateuco sulle spalle. Secondo una frase di +S. Girolamo, essi eran considerati quasi come i bibliotecari della +religione cristiana, perchè avevano conservato nella loro arca +dell'alleanza l'Antico Testamento. E mentre si accostavano al nuovo papa +per implorare la sua protezione, dicevano di far ciò prima, perchè i +padri loro avevano fatto altrettanto con gl'imperatori, e poi perchè, +attendendo essi il Messia che li doveva liberare dalla schiavitù, ogni +nuovo papa poteva essere appunto quello destinato a rompere il loro +giogo. + +A cominciare da Calisto II, che nel 1119 ricevette dagli ebrei tale +omaggio, esistono documenti che narrano queste cerimonie. In tutte gli +ebrei portavano il Pentateuco sulle spalle, andando incontro ad Eugenio +III, ad Alessandro III, a Gregorio IX. Il Cancellieri, nella sua opera +_Storia dei possessi_, ne dà una minuta descrizione, tolta dai diari dei +maestri di cerimonie della Corte Pontificia. + +Il luogo dove gli ebrei si presentavano al papa non fu sempre lo stesso. +Ai primi del medio evo era nel rione detto «Parione» che gli ebrei +attendevano il pontefice che si recava al Laterano. Il vecchio poema +latino del cardinale Giacomo Stefaneschi, ci descrive l'omaggio degli +israeliti reso a Bonifacio VIII nel 1295: + + «Ecce, super Tiberim positum de marmore pontem + Transierat, provectus equo, turrique relicta + De campo Iudaea canens, quae caecula corde est, + Occurrit vesana duci Parione sub ipso, + Quae Christo gravidam legem plenamque sub umbra + Exhibuit Moysi, Veneratus et ille figuram. + Hanc post terga dedit, cauto sermone locutus. + Ignotus Iudaea deus, sibi cognitus olim. + Qui quondam populus, nunc hostis; qui deus et rex + Obnubi patitur, praesentem temnere mavis, + Quem fragilem reputas hominem, sperasque futurum, + Et latet ipse deus». + +Di qui si scorge che fino da allora la cerimonia dell'omaggio aveva +luogo con quelle forme che furon conservate anche in seguito; gli ebrei +attendevano al suo ritorno il nuovo papa, cantandone le lodi; +presentavano al pontefice il libro della Legge; questi lo prendeva, +faceva le viste di leggerne qualche parola, poi lo restituiva agli ebrei +dicendo: «Confermiamo la Legge, ma condanniamo il popolo ebreo e la sua +interpretazione». Quindi procedeva oltre e gli ebrei facevano ritorno +alle loro dimore, amareggiati dal dolore o confortati dalla speranza, +secondo quello che avevano creduto leggere negli occhi del nuovo papa. + +Spesso si collocavano anche al di là del Ponte di Adriano e talvolta a +Monte Giordano. Sebbene questa collinetta formata di rovine e di +rottami, dovesse il suo nome a Giordano Orsini, membro dell'antica +famiglia patrizia che vi aveva costruito il suo palazzo, forse fu scelta +dagli ebrei per la fortuita coincidenza del nome con quello del biblico +fiume della Giudea. Ivi stavano i discendenti d'Israele, portando un +Pentateuco riccamente legato in oro e ricoperto di un velo, circondati +dal popolo che li insultava e li derideva, finchè non appariva il papa; +allora s'inginocchiavano e gli presentavano il volume della Legge. + +Le ingiurie e i cattivi trattamenti, a cui in queste circostanze gli +ebrei venivano sottoposti crebbero tanto col tempo, che Innocenzo VIII, +nel 1484, cedendo alle loro vive preghiere, consentì che si +presentassero a lui nel cortile di Castel Sant'Angelo. Il maestro delle +cerimonie, Burcardo, così descrive la cerimonia: «Allorchè il papa fu +giunto, dinanzi a Castel Sant'Angiolo si arrestò, e gli ebrei che si +erano fermati presso le fortificazioni inferiori, comparvero col libro +della Legge, che porsero al Santo Padre, rivolgendogli delle frasi in +ebraico che ad un dipresso significavano questo:--Noi, uomini ebrei, in +nome della nostra Sinagoga, preghiamo Vostra Santità di volervi degnare +di accogliere e sanzionare la legge mosaica, che l'onnipotente Dio diede +a Mosè, nostro sacerdote, sul monte Sinai, nella stessa guisa che si +degnarono accettarla e confermarla i venerati pontefici predecessori di +Vostra Santità.--Il papa rispose:--Noi confermiamo la Legge, ma +condanniamo la vostra credenza e la vostra dottrina, imperocchè colui +che voi dite dover venire in terra, già venne e fu nostro Signore Gesù +Cristo, come la Chiesa insegna.--Terminata la cerimonia, gli ebrei si +ritirarono». + +E quando si pensi che questo Castel S. Angelo non era altro che il +mausoleo di Adriano, il quale aveva distrutta da cima a fondo +Gerusalemme per ben due volte, e condotti gli ebrei in schiavitù, sarà +facile comprendere come anche questa stessa località dovesse riuscire +invisa agli ebrei, che non odiavano meno la memoria di Adriano di quella +di Tito. + +Per una eccezione Pio III, nel 1503, trovandosi infermo, ricevette gli +ebrei in una delle sale del Vaticano stesso. Giulio II li ricevette di +bel nuovo alla Mole Adriana, dove gli diressero un lungo sermone, e dove +specialmente parlò con singolare eloquenza il rabbino spagnolo Samuele, +medico del papa. Questi rispose _prout in libello_, vale a dire secondo +la forma stabilita dal libro dei cerimoniali. + +Anche Leone X, Medici, in occasione della elezione del quale, nel 1513, +si fecero le feste più splendide che abbiano mai avuto luogo per un +papa, ricevette gli ebrei in Castel S. Angelo. La scena è stata +descritta dal maestro di cerimonie Paride de' Grassi. Gli ebrei stavano +alla porta del Castello, sopra un palco di legno ricoperto di ricchi +tappeti e di broccati lavorati in oro, e dove ardevano otto grandi +torcie in cera, ed ivi tenevano le tavole della Legge. Allorquando fu +giunto il papa che cavalcava una chinea bianca, gli ebrei lo pregarono, +secondo il solito, di confermare la legge. Il papa prese il libro +aperto dalle loro mani, lesse alcune parole e disse: + +«Noi confermiamo ma non approviamo» dopo di che lasciò cadere a terra il +libro, e proseguì la sua strada. + +Fu questa l'ultima volta che la cerimonia ebbe luogo; da allora in poi +venne soppressa, o perchè progredito lo spirito dei tempi, o per altre +ragioni a noi ignote. + +Fu imposto per contro l'obbligo agli ebrei di addobbare con stoffe +preziose parte delle strade per le quali dovevano passare il nuovo papa +e il suo corteo. Allorquando prese possesso Gregorio XIV, nel 1590, gli +ebrei dovettero parare con tappeti la salita del Campidoglio e l'arco di +Settimio Severo. In seguito venne stabilito che dovessero ornare l'arco +di Tito, e la via che porta al Colosseo. Fu loro pertanto forza +assoggettarsi all'onta di dover adornare l'arco trionfale eretto in +onore del distruttore di Gerusalemme. + +E ciò ebbe luogo alla elezione di tutti i papi che vennero di poi. Gli +ebrei dovettero ogni volta addobbare l'arco di Tito, ed aggiungere ai +tappeti emblemi che si riferissero al papa, contraddistinti da sentenze +latine tolte dall'Antico Testamento. Gli emblemi, ordinariamente in +numero di venticinque, erano per lo più molto significativi, e colle +loro sentenze in linguaggio simbolico prettamente orientali. Vi era +rappresentato, per esempio, l'albero della mirra, che offre spontaneo il +suo balsamo senza che abbisogni d'incisione ed aggiuntovi il detto: +«Benedetto il principe che è generoso». Altrove il pellicano, che nutre +i figli col suo sangue colla scritta: «Si privò di tutto dandolo ai +poverelli» (Salmo 112, 1, 9). Una palma irradiata dal sole e sopra: +«Fiorirai al pari di una palma»; e al di sotto: «Benedetta sia la tua +venuta». Il rinoceronte che immerge il suo corno in una sorgente,--una +conchiglia di mare aperta,--la fenice e l'arcobaleno--un cigno che +mangia spighe mature,--uno sciame d'api,--un gelso,--un'arpa +inghirlandata di fiori,--il mare con sirene che cantano, e sopra il +cielo, verso il quale drizzano il volo molti usignuoli ed al di sotto il +versetto d'Isaia: «Cantano tutti insieme». + +Questo linguaggio figurato ricorda le solennità di ugual natura, colle +quali gli Arabi di Sicilia accoglievano i re normanni loro signori. Gli +ebrei accudivano con lagrime e con lamenti ad ornare il monumento della +loro onta, e quando dall'arco di Tito facevano ritorno al loro sudicio +Ghetto, certamente si purificavano, con lamentazioni geremiache e con +preghiere, della profanazione che avevano dovuto commettere umiliandosi +innanzi al vicario di Cristo. + +Si deve però fare un'osservazione singolare: col rinascimento la +mitologia pagana trovò mezzo di cacciarsi perfino negli usi e negli atti +degli ebrei, particolarmente nei secoli decimosettimo e decimottavo, nei +quali dopo Leone X e Raffaello, rinati gli studi delle antichità, gli +Dei dell'Olimpo tornarono in fiore. Ed è propriamente divertente e piena +di contraddizione la tendenza in questo senso, che si può osservare +negli ebrei di Roma, particolarmente nel secolo XVIII che fu l'età aurea +del Parnaso barocco. In questo, anche gli emblemi degli ebrei divennero +mitologici; le loro poesie di omaggio parlavano di Apollo e delle muse, +facendo una strana miscela di antichità pagana e di Vecchio Testamento, +che pare ed è tanto più singolare, quando si ponga mente che questi +emblemi, queste poesie venivano dal popolo d'Israello, dedicate ad un +papa. I maggiori emblemi mitologici si rinvengono in quelli dedicati a +Pio VI ed a Pio VII. Si vedeva Ercole, dalla cui bocca uscivano le +catene d'oro destinate a trarre a sè i popoli, e sotto il versetto +biblico: «Le labbra dell'uomo pio sono ripiene di dolcezza» (Prov. 10, +32). Vi si scorgeva il monte Parnaso fiancheggiato da due terrazzi +ricoperti di tappeti, su cui stavano cavalli e muli, che mangiavano del +grano, e sotto il versetto di Giobbe: «Esso ci ammaestra per mezzo degli +animali da tiro», miscuglio più barocco che immaginare si potesse, +Parnaso, muli, e Giobbe tutto confuso. Vi si scorgevano Giunone con un +giglio, Atlante che regge il mondo, Minerva coll'olivo, un tempio dove +stava Mercurio colle tre Grazie, e sotto vi si leggeva: «Non torrà gli +averi a coloro che camminano nella diritta via» (Salmi 84, 12). + +E' molto probabile che fra tutte quelle figure mitologiche, quella di +Mercurio, il patrono dei negozianti e dei banchieri, il Rothschild +dell'Olimpo, dovesse essere quella che tornava più accetta, più +intelligibile agli abitanti del Ghetto. Del resto tutti gli emblemi di +quel povero popolo si riferivano sempre più o meno ad un'idea sola; +danaro, sempre danaro; e difatti vi si scorgevano immancabilmente i +corni dell'abbondanza, dai quali sgorgavano monete d'oro, vino e pane. + +Gli ebrei presentarono a Pio VII, Chiaramonti, tutti i loro emblemi e +motti raccolti in un volume splendidamente legato, e maestrevolmente +miniato, e glielo porse in Venezia il rabbino Leone di Leone di Ebron, +vestito alla foggia orientale, con turbante, _haftan_, e lunga barba. Un +poema latino in distici elegiaci lo accompagnava e la dedica in lingua +latina era la seguente: + + PIO SEPTIMO P. O. M. + QUA DIE IMPERII GUBERNACULO SOLEMNITER SUSCEPIT + QUOD BONUM FELIX FAUSTUMQUE SIT + FESTIVISSIMA HEBRAEORUM UNIVERSITAS D. D. D. + +Come si vede, gli ebrei di Roma non avevano abitato senza profitto +presso il classico portico di Ottavia. Il poema poi seguitava dopo aver +cominciato con esclamazioni lagrimose prettamente giudaiche, e prima di +arrivare al papa chiamava in scena Apollo. + + O si me Cythara plectroque juvaret Apollo, + Concinerem summi maxima regna Pii. + Meque peregrinis audiret versibus uti, + Quidquid habet tellus, quidquid ex axis habet. + Principis astra super ferrem clarissima facta, + Queis comes it recti non temerandus amor; + Quippe suis, velut illa, polo fulgoribus umbras + Dimovet, e vulta quos radiante jacit. + Ast pro me Pindi veniant et culmina Musae + Quas cecinit vatum fabula graeca deas. + Hae resona fundant solemnia carmina voce, + Tympana pulsantes, sistra lyrasque manu, + Hae Temidis celebrent servantem jura decorae, + Qua duce subjectis imperat agminibus: + Candoremque sinus dantis cum pace salutem, + Viribus ingenii, pondere consilii. + Magnanimis nitit ille notis, prudentibus aeque. + Ne summum videat gloria tanta diem! + Culmina Gregorium nutu qui celsa creavit, + Sospitet, omnigenis condecoretque bonis, + Edat, ut arbor aquae prope rivos consita, fructus, + Et diadema suum vinciat usque caput. + Hic niteat solusque, ferax sit dactilus ipse: + Adspiciat laetos ire, redire dies. + Gaudeat urbs, precibus nunquam non acribus instet, + Ut sibi sint Pacis numera juncta Piae. + +Per Gregorio XVI gli ebrei fecero dipingere dal pittore Pietro Paoletti +di Belluno, concittadino del nuovo papa, un libro che conteneva tutti +gli emblemi e tutte le poesie, e fattolo riccamente legare lo +presentarono al pontefice, che volle mandarlo in dono al Capitolo della +sua città natia. Anche a Pio IX, attualmente regnante, venne presentato +un libro simile, nel quale il rabbino di Roma, versatissimo nella +letteratura ebraica, e abilissimo calligrafo, a quanto mi assicurarono i +suoi correligionari, raccolse preziosi emblemi, e sentenze bibliche, +scelte con molto criterio ed il libro era tanto riccamente legato ed +ornato, che costò circa cinquecento scudi. + +Tali erano le cerimonie che, secondo gli usi e le costumanze di Roma, si +compivano dagli ebrei nell'occasione della elezione dei papi. Se non +che, anche in altre località avevano luogo funzioni analoghe. Troviamo +nel dizionario del Moroni la minuta descrizione delle solennità, colle +quali gli ebrei di Corfù festeggiarono la nomina di un nuovo +arcivescovo. Quando nel 1780 Francesco Maria Fenzi fece il suo solenne +ingresso in quella città, gli ebrei gli prepararono uno spettacolo +veramente originale. Apriva la marcia un ebreo vestito all'italiana col +bastone del comando, e lo seguivano altri tre, con lunghi bastoni, +questi rappresentano i patriarchi; venivano quindi dodici giovanetti, +vestiti all'italiana, i quali raffiguravano le dodici tribù, ed avevano +tutti in mano un pomo d'argento, e quindi altri dieci giovani, con +mantello sulle spalle, che rappresentavano i dieci rabbini savi, +conservatori della legge mosaica ai tempi dei Cesari. Seguivano ancora +altri undici giovanetti, che portavano mazzi di fiori, i fratelli di +Giuseppe, accompagnati da quattro servitori, come se stessero per +presentarsi al re Faraone; subito dopo otto uomini, portanti vasi e +palme, gli otto conservatori del precetto della circoncisione; quindi +ventiquattro ebrei, il doppio del numero delle tribù, con vassoi e +vasellami d'argento, coi guanti alle mani che raffiguravano il fiore +d'Israello. Seguivano ancora quattro ebrei, con voluminose parrucche e +bastoni; un gruppo di quarantotto ebrei con berrettone di pelo, fra i +quali sei cantori che cantavano salmi; indi una quindicina di +giovanetti, che portavano sul petto l'_urim_ ed il _thummim_; poscia un +nuovo gruppo con frutti e palme, finalmente di nuovo altri cantori. +Venivano dopo i quattro grandi sacerdoti Mosè, Aronne, David e Salomone, +a cui tenevano dietro i leviti. Poscia i tre giovanetti della fornace +ardente. Chiudeva la marcia un gran rabbino decrepito, che pareva la +quaresima ambulante; vestito tutto di bianco, e a fianco del quale +stavano due altri vecchi, con in mano ciascuno un vassoio pieno di +foglie di fiori. Il Pentateuco tutto adorno di campanelli, di frutti, di +corone di argento, era posto sotto un baldacchino bianco, portato da +quattro fra gli ebrei più ragguardevoli. Il libro della legge venne +aperto in sei diversi punti della città, e ricoperto di foglie di fiori +tolte dai bacili, e sempre colle più vive manifestazioni di gioia degli +ebrei. Le foglie, che cadevano a terra, erano raccolte dalle donne +ebree, che se le riponevano, quasi sacre reliquie, in seno. La +processione era divisa in quattro sezioni, in memoria delle quattro +schiavitù d'Egitto, di Babilonia, di Roma, e della presente. +L'arcivescovo finalmente venne ricevuto da sedici ebrei, sopra un palco +eretto in vicinanza del Duomo, e riccamente parato; egli portava la +mitria, e teneva in mano il pastorale; un ebreo postosi il cappello in +capo, e gettato via il mantello, pronunciò un breve discorso di +complimento, cui monsignore fece cortese risposta. + +Come appare chiaro, una simile processione, avente tutta l'impronta +nazionale ebraica, poteva farsi bensì a Corfù, ma non avrebbe potuto +mai aver luogo a Roma. In quest'ultima città, dove il culto cristiano +sfoggia appunto in processioni pubbliche, una processione nazionale +ebraica, avrebbe fatto conoscere con troppa evidenza al popolo che la +pompa cattolica in gran parte non è di origine antica propriamente +cristiana, ma piuttosto una specie di riproduzione delle antiche +processioni degli ebrei. Non era però questa la vera ragione, per la +quale gli ebrei in Roma non comparivano in forma cotanto solenne; +sarebbe superfluo accennarlo. I monelli di Roma avrebbero preso a +sassate una esposizione pubblica dei riti mosaici, e Dio sa di quanti +lazzi, di quanti frizzi quella sarebbe stata oggetto. Inoltre si +sarebbero guardati bene gli ebrei di fare sfoggio di oro e di argento, e +quando comparivano davanti ai papi lo facevano coll'aspetto della +miseria, timidi, tremanti, in apparenza propriamente servile. + +Ma torniamo alle sorti degli ebrei sotto i successori di quel Paolo II +che primo li fece correre nel carnevale. Ora oppressi, ora trattati con +una certa indulgenza, come da Paolo III della famiglia Farnese, la loro +sorte peggiorò sotto il pontificato di Paolo IV. Questo, fanatico +napoletano, della famiglia dei Caraffa, introduttore della tortura e +della censura a Roma, zelante inquisitore, appena salito sulla cattedra +di S. Pietro, pubblicò, nel 1555, la bolla _Cum nimis absurdum_, che +regolava la condizione della corporazione israelitica di Roma. Revocò +tutti i privilegi concessi antecedentemente agli ebrei; vietò ai loro +medici di curare i cristiani, proibì loro di esercitare le arti, il +commercio, le industrie, di possedere beni immobili; accrebbe loro i +tributi e le imposte. Vietò loro perfino di assumere il titolo di _don_ +col quale, secondo l'usanza di Spagna e di Portogallo, si onoravano gli +ebrei più distinti. Allo scopo di separarli e di distinguerli totalmente +dai cristiani, prescrisse non potessero uscire dal Ghetto se non col +cappello e con un velo, entrambi di colore giallo, il cappello per gli +uomini, il velo per le donne. «Imperocchè, dice la bolla, è cosa +assolutamente assurda e sconveniente che gli ebrei i quali per propria +colpa sono caduti in ischiavitù, abusando insolentemente della +misericordia loro dimostrata dai cristiani, abbiano l'impudenza di +abitare promiscuamente con questi, di non portare verun distintivo, di +tenere i cristiani al loro servizio e perfino di acquistare case». + +Finalmente Paolo IV stabilì il Ghetto, quartiere per l'abitazione +obbligatoria degli ebrei. Fino ai suoi tempi avevano questi goduto, +tuttochè non fosse loro espressamente garentita, della libertà di +abitare dove più loro piacesse in Roma. Come era naturale, raramente +risiedevano nel centro della città, nè fra i cristiani che li odiavano, +e si erano stabiliti per lo più nel Trastevere, e sulle sponde del +fiume, fino al ponte di Adriano. Ora il papa assegnò loro un angusto e +separato quartiere, come era stato fatto a Venezia, che comprendeva +poche strette e malsane strade presso il Tevere, e che stendevasi dal +ponte Quattro Capi fino alla Regola. Il quartiere era chiuso da mura con +porte. Ebbe dapprima il nome di _vicus judaeorum_ e più tardi quello di +_Ghetto_: questo deriva probabilmente dalla parola talmudica _ghet_ che +significa «separazione». Fu nel giorno 26 luglio 1556 che gli ebrei +presero possesso del loro ghetto, piangendo e sospirando come i padri +loro quando venivano tratti in schiavitù. + +Paolo IV fu per gli ebrei di Roma il crudele Faraone che li espose a +tutti i mali derivanti dalla mancanza di spazio, e da una località bassa +e umida, per la vicinanza del fiume, il che dava origine ad un intero +esercito di piaghe d'Egitto. Allorquando morto il cupo Caraffa nel 1559, +il popolo romano, per sfogare contro di lui la sua rabbia, si sollevò, +saccheggiando il palazzo dell'inquisizione e la Minerva, sede dei +domenicani, si videro gli ebrei, uomini per natura timidi, che non +avevano preso mai parte alle rivoluzioni, neppure ai tempi di Cola di +Rienzo, sbucare dal loro quartiere, per imprecare essi pure alla memoria +del papa defunto. Un ebreo ebbe perfino l'ardire di mettere sulla statua +di papa Paolo in Campidoglio il suo vergognoso cappello giallo; il +popolo rise, atterrò la statua, la fece a pezzi e la testa del papa con +la tiara fu fatta rotolare nel fango. È facile immaginarsi quale sorte +fosse riserbata agli ebrei, dopo stabilito il nuovo tribunale +dell'Inquisizione. Parecchi ebrei furono bruciati sulla piazza della +Minerva, a Campo de' Fiori, dove solevano avere luogo gli Autos-da-fè. +In quell'epoca venne bruciato anche Giordano Bruno. + +Rinchiusi nel Ghetto, gli ebrei non ne erano punto proprietari, poichè +le case appartenevano ai Romani, e vi avevano stanza pure famiglie +distinte, come i Boccapaduli. Erano quelli proprietari; gli ebrei +soltanto inquilini. Perchè potessero rimanere perpetuamente rinchiusi in +quelle strade, era mestieri assicurare loro un modo durevole di starvi, +poichè senza di questo gli ebrei si sarebbero trovati esposti a due +pericoli: mancanza di tetto, qualora i proprietari non avessero voluto +averli più per inquilini; impossibilità di pagare, o aggravio +incompatibile, quando i proprietari avessero voluto aumentare le +pigioni. Si promulgò pertanto una legge,[29] che ordinava dovessero i +romani restare padroni delle case affittate agli ebrei, ma averne questi +il possesso a titolo enfiteutico; non potessero i proprietari +espellerli, sempre che avessero pagata regolarmente la pigione, nè si +potesse aumentare questa; fosse lecito agli ebrei praticare nelle case +quegli ampliamenti od innovazioni che ritenessero di loro convenienza. +Il diritto derivante da quella legge ebbe il nome che porta tuttora di +_jus Gazagà_. In forza di questo l'ebreo rimaneva proprietario assoluto +del suo contratto di locazione, poteva lasciarlo in retaggio ai +congiunti o ad altri, lo poteva alienare, e ancor oggi è ritenuta cosa +vantaggiosa possedere per _diritto di Gazagà_ un contratto di locazione +trasmissibile per eredità, ed è molto ricercata quella giovane ebrea, +che può recare in dote al suo sposo un tale documento. In forza di +questa legge benefica fu assicurato agli ebrei un tetto. + +Pio V, Ghislieri, nel 1566, confermò la bolla di Paolo IV, promulgò +ordini severi per impedire agli ebrei di vagare per la città e perchè +venissero di notte rinchiusi nel Ghetto. All'Ave Maria le porte di +questo venivano irremissibilmente chiuse, e gli ebrei còlti fuori +andavano soggetti a punizione, sempre quando non riuscissero con danaro +a corrompere i guardiani. Nel 1569 lo stesso papa proibì agli ebrei di +abitare altre città degli Stati della Chiesa, eccetto Roma ed Ancona, +poichè prima erano stati tollerati pure a Benevento e in Avignone. + +Questo editto era stato promulgato appena, che Sisto V lo revocò, +facendo brillare tra le miserie del Ghetto un raggio di umanità. Questo +grande papa, rinnovatore di Roma, dove pressochè ogni strada, ogni +edificio ricorda il suo nome, sentì compassione del popolo d'Israele; +pubblicò nel 1586 la bolla _Christiana pietas, infelicem Hebraeorum +statum commiserans_, con la quale rese gli antichi privilegi agli ebrei. +Permise loro di abitare nello Stato romano, cioè in tutti i luoghi +murati, città e castella dell'agro romano. Loro concesse facoltà di +esercitare qualunque commercio o negozio, ad eccezione di quelli del +vino, grano e carne; permise loro di trafficare liberamente con i +cristiani, di valersi parimenti dell'opera di questi, vietando loro +unicamente di tenere al servizio persone cristiane. Si prese pensiero di +migliorare le loro abitazioni; lasciò ad essi facoltà di aprire scuole o +sinagoghe quante volessero; parimenti permise loro di fondare +biblioteche ebraiche; prescrisse non si potessero chiamare gli ebrei in +giudizio nei giorni delle loro feste; abolì l'obbligo di portare il +segno di Giuda; vietò che si battezzassero a forza i bambini degli +ebrei; e che si aggravassero di tasse straordinarie gli ebrei in +viaggio; diminuì le imposte loro assegnate, riducendole ad un modico +testatico, e al pagamento di una somma fissa per l'acquisto dei palii +del carnevale. Diede per tal guisa Sisto V l'esempio al mondo di un papa +propriamente cristiano, la cui memoria sarà benedetta in ogni tempo; e +tornerà sempre a lode del suo nome, quanto, per impulso d'animo +generoso, operò a vantaggio degli ebrei. + +Finalmente questa volta nella lotteria era toccato un buon numero agli +ebrei, ma appunto, perchè era una lotteria, poteva tutto ad un tratto +venirne fuori uno cattivo. Infatti pochi anni dopo la morte di Sisto V, +Clemente VIII, Aldobrandini, revocò tutte queste liberali disposizioni e +rinnovò l'editto Caraffa, ripiombando gli ebrei nella desolazione. + +Nè solo rimasero in questa misera condizione per tutto il secolo XVII, +ma la loro miseria nel secolo XVIII aumentò per gli editti di Clemente +XI e di Innocenzo XIII. Questi vietò agli ebrei qualunque commercio, ad +eccezione della vendita dei cenci, panni usati e ferri vecchi, o come +dicevasi volgarmente _stracci-ferracci_, e soltanto Benedetto XIV nel +1740 permise loro di aggiungervi la vendita di panni nuovi, alla quale +attendono tuttora assiduamente e con profitto. Si videro pertanto fino +da quel tempo gli ebrei aggirarsi per le case con le loro vecchie +mercanzie e si è udito fin da allora per le strade risuonare il grido +«_aeo!_» col quale annunciavano il loro meschino commercio. + +Ancor oggi si sente spesso in tutte le strade di Roma il malinconico +grido del povero ebreo, che con un sacco sulle spalle lancia il suo +«Ròbbi vè!» + +Il secolo XVII, nel quale i Medici accordarono tante agevolazioni agli +ebrei in Toscana, fu forse l'epoca più infelice per il Ghetto di Roma. +Trovo in un libro romano del 1677 (_Stato vero degli ebrei in Roma_; +Stamperia del Varese) la notizia che a quell'epoca il numero degli ebrei +era di 4500, fra i quali si contavano 200 famiglie agiate. L'autore +dice che nel secolo XVI il Ghetto pagava 4861 scudi annui di tributi, e +che nel secolo XVII non ne pagava più che 3207. Sebbene quello scrittore +sia grandemente ostile agli ebrei, non avrei argomento per tacciarlo di +non esser veritiero. L'autore asserisce che ad onta delle incessanti +lagnanze che gli ebrei andavano movendo di continuo, il Ghetto era +ricco; e che, pagati tutti i tributi, risparmiava ogni quinquennio +19,470 scudi, e che possedeva un capitale di un milione di scudi. Non +c'è dubbio che vi erano in quell'epoca ebrei ricchi a Roma, e che in +mezzo ai manutengoli dei ladri, e ai negromanti del Ghetto, v'erano +degli usurai che accumulavano interessi sopra interessi. Nessun papa +riuscì mai a impedire questa piaga dell'usura nel Ghetto; i nobili +indebitati proteggevano gli ebrei, e mentre il Ghetto era oggetto di +disprezzo generale, il patrizio romano, il cardinale e talora il papa, +accoglievano con complimenti nel loro palazzo, l'usuraio dal giallo +berrettone. L'autore di quello scritto dice che gli ebrei avevano +estorto coll'usura ai cristiani 235,000 scudi, e che non passava sera, +in cui non entrassero per le porte del Ghetto nelle case degli ebrei +almeno 800 scudi usciti dalle tasche dei cristiani. Quel popolo astuto +sapeva far danari con qualsiasi mezzo; e l'usura degli ebrei dava +alimento all'odio dei cristiani per essi. Giovanni di Capistrano aveva +una volta fatto offerta di una flotta ad Eugenio IV per trasportare gli +ebrei di Roma di là dal mare. «Ora che egli è morto, dice il nostro +autore, sarebbe a desiderare potesse mandare dal cielo una flotta a papa +Clemente IX per purgare Roma di tutti quei ribaldi». I Rothschild del +Ghetto romano in quell'epoca esigevano d'ordinario il diciotto per +cento. Oggi ancora il danaro degli ebrei fa le loro vendette sui +cristiani; ancor oggi nel Ghetto s'impresta ad usura. Tutti colà si +agitano, si muovono per guadagnare, per fare danaro, e come potrebbe +essere altrimenti? Un giorno che passavo in una strada del Ghetto, una +povera donna che cuciva dei cenci, mi chiamò dicendomi: «Signore, che +cosa comandate?» Volendo provare la sua presenza di spirito, risposi +subito: «cinque milioni!» E la donna di rimando: «Sta bene! quattro per +me, e uno per voi!» + +Nel XVIII secolo si esigeva con rigore che gli ebrei assistessero in +certi giorni determinati ad una predica, destinata a convertirli. Già +Gregorio XIII nel 1572 aveva prescritto dovessero ascoltare la predica +una volta per settimana. Un ebreo, convertito, come ben si può +immaginare, era stato il promotore di questa usanza, certo Andrea, che +con tutto il servilismo di un convertito, aveva insistito vivamente +presso papa Gregorio per la promulgazione di quell'editto. Si vedevano +pertanto al sabato comparire nel Ghetto gli sbirri che spingevano a +furia di frustate in chiesa gli ebrei, uomini, donne e fanciulli, al di +sopra dei dodici anni. Dovevano assistere alla predica, per lo meno +cento uomini e cinquanta donne, e più tardi il numero fu portato a +trecento. Alla porta della chiesa una guardia contava questi uditori +forzati, e nell'interno della chiesa stessa la polizia li sorvegliava, e +se un qualche ebreo sembrava distratto, o sonnecchiava, era destato da +un colpo di frusta. La predica era fatta da un frate domenicano, dopo +che si era tolto dall'altare il Santissimo Sacramento; e il sermone +versava sul testo dell'Antico Testamento che gli ebrei avevano in quello +stesso giorno udito leggere e spiegare nella loro sinagoga, e che veniva +commentato nel senso del dogma cattolico, allo scopo di far conoscere +agli ebrei la verità cristiana. Queste prediche da principio venivano +fatte in S. Benedetto alla Regola, ma più tardi ebbero luogo in quella +chiesa di S. Angelo in Pescheria, dove Cola di Rienzo aveva tenuto i +suoi primi discorsi infuocati ai Romani. + +Queste prediche vennero ridotte a poco a poco a cinque sole per anno, e +stavano per andare addirittura in disuso, allorquando Leone XII, il +gretto Genga (1823-1829), volle rinnovarne l'obbligo. Oggi però, anche +questa barbarie è scomparsa; venne tolta di mezzo, a quanto mi si disse, +nel primo anno dal pontificato liberale di Pio IX.[30] + +L'ebreo convertito, acquistava come di diritto la cittadinanza romana, +con tutti i vantaggi che sono a questa inerenti. Non era raro che ebrei +appartenenti al Ghetto si facessero battezzare, e questi, come suole +avvenire di tutti coloro che abbracciano una nuova religione, erano i +più fanatici nel volere ottenere conversioni che non quelli stessi che +li avevano convertiti. Si possono leggere ancor oggi sul frontone di una +chiesa che sorge rimpetto al Ghetto, presso il ponte Quattro Capi e dove +sta dipinta una crocifissione, scritte in ebraico ed in latino le parole +del secondo versetto del capitolo sessantesimo quinto d'Isaia: «Io +stendo tutto il giorno le mie mani verso un popolo disobbediente, il +quale batte una via che non è la retta». E questa esortazione fu fatta +incidere da un ebreo convertito. + +Secondo l'uso del medio evo, gli ebrei che si battezzavano in Roma, +assumevano il nome dei loro padrini; e siccome per lo più si ricercavano +questi fra le famiglie più distinte della città, ne avveniva che gli +ebrei in certo qual modo si infiltrassero nel patriziato romano più +antico. Vi furono dei Colonna, dei Massimi, degli Orsini, ebrei ed anzi, +si pretende ora a Roma che parecchie famiglie patrizie, le quali vanno +superbe del loro titolo principesco, dopo essersi spente, siano state +continuate dagli ebrei di Trastevere. + +Anche al giorno d'oggi, in cui sono scomparsi gli antichi maltrattamenti +contro gli ebrei, si osservano per il battesimo solenne di uno di +questi, o di un turco, le solennità che furono anticamente in uso. Hanno +luogo ogni anno, nel sabato santo, nel battistero di S. Giovanni in +Laterano, e siccome questa cerimonia sembra sia considerata come +obbligatoria e deve aver luogo ad ogni costo, quando manca un catecumeno +da battezzare, fa venire un turco od un ebreo da fuori. E' perfino +accaduto che giudei o turchi si sian fatti battezzare più volte per +lucro. Nel 1853 assistei al battesimo di un'ebrea. Essa stava presso la +fonte battesimale avvolta in bianchi veli, con un cero acceso in mano, +simbolo della luce che l'aveva rischiarata, e dopo essere stata unta +sulla fronte e sulla nuca degli olii santi, ricevette il battesimo in +quella vasca di Costantino, dove Cola da Rienzo si era tuffato un giorno +nell'acqua di rose; e quindi fu ricondotta processionalmente al +Laterano. Il cardinale che l'aveva battezzata, la cresimò davanti +all'altare, quindi espresse al popolo la sua gioia per il grande +miracolo compiutosi sotto i suoi occhi, in forza del quale, una creatura +umana, in preda poco prima ai demoni e condannata all'inferno, tutto ad +un tratto si era rivestita della innocenza di un bambino, ed immersa +nella pura luce celeste. + +Anticamente si parlava con maggiore energia; infatti il gesuita Stefano +Menochio, nel suo libro _Stuore_, stampato in Venezia nel 1662; +asserisce che gli ebrei puzzavano nella stessa carne, e che quel cattivo +odore spariva immediatamente in seguito al battesimo. Narra, con tutta +ingenuità, che perfino l'imperatore Marco Aurelio si lagnò del cattivo +odore degli ebrei, e che questo fatto è incontestabile, e che appunto +gli Agareni si fecero battezzare per non puzzare come cani. + +Leone XII, accordò agli ebrei il diritto di acquistare case, purchè ne +possedessero di già l'_Jus Gazagà_. Ampliò pure la periferia del Ghetto, +includendovi la via Reginella ed una parte della pescheria, in guisa +che venne ad avere otto porte, che erano chiuse e guardate la notte. +Durante la dominazione francese in Roma, fu tolto il sequestro degli +ebrei nel Ghetto, essi ebbero facoltà di stabilirsi in qualsiasi parte +della città e di esercitarvi ogni commercio. Ma Pio VII, nel 1814[31] +chiuse di nuovo il Ghetto, e le cose tornarono come prima fino al papa +oggi regnante. + +Torna ad onore di Pio IX l'avere atterrato le mura del Ghetto, la qual +cosa avvenne, come mi accertarono gli ebrei stessi, prima della +rivoluzione di Roma; in guisa che il merito di questa disposizione si +deve attribuire per intiero al pontefice, e non fu una concessione fatta +allo spirito dei tempi. Caddero le mura e le porte del Ghetto, ed in +seguito, in conseguenza delle nuove idee, fu data facoltà agli ebrei di +abitare dove meglio loro piacesse in Roma, e di esercitare liberamente +ogni mestiere e negozio. Il Ghetto pertanto, ha cessato di esistere +quale prigione; ma dura tuttora quale quartiere, il più malinconico di +Roma, ed è raro che un ebreo si prevalga del diritto che gli spetta di +abitare altrove, poichè l'antico e radicato pregiudizio gli rende +malagevole, se non addirittura impossibile, quanto gli è dalla legge +permesso. + +Un giorno, era di sabato, stavo presso la fontana di piazza Navona, +quando parecchie ebree vestite a festa vennero, e si fermarono a +contemplare le sculture della fontana. Una romana le guardò con +disprezzo e rivolgendosi a me disse: «Guardate, guardate, ora sono nè +più nè meno di noi cristiani». + +Le riforme politiche del 1847 posero fine pertanto a quella schiavitù +degli ebrei di Roma, che aveva durato tanti secoli; speriamo almeno che +la potenza della pubblica opinione saprà dimostrarsi superiore ai +pregiudizi qualora mai potesse risorgere, e che le scarse libertà ora +concesse agli ebrei di Roma, si estenderanno tanto da permettere loro di +prendere parte a tutti i vantaggi della coltura e della civiltà. La +prospettiva è tuttora lontana, ma finalmente vi ci siamo avvicinati. La +popolazione del Ghetto sale attualmente a circa 3800 persone, numero +enorme se si confronta al ristretto spazio del Ghetto stesso, che non +equivale in estensione alla quinta parte di parecchie piccole città di +tremila abitanti. Tutta «l'università degli ebrei» è sottoposta alla +Congregazione superiore della Inquisizione, e il loro tribunale è quello +del Cardinale Vicario. Nelle materie di semplice polizia è competente +il presidente della regione di S. Angelo a Campitelli. L'Università +Israelitica poi ha il diritto di regolare la sua amministrazione +interna, per mezzo di tre così detti _fattori del Ghetto_, che durano in +carica sei mesi. Questi sorvegliano l'ordine delle strade, provvedono al +reparto delle imposte, tassando ognuno secondo le proprie facoltà; e +provvedono all'assistenza degli ammalati, e dei poveri. Il Ghetto paga +in complesso allo Stato, ed a parecchie corporazioni religiose, circa +tredicimila franchi annui. + +Abbiamo finito la storia degli ebrei di Roma. Ora vogliamo dare un'idea +del Ghetto nel suo stato attuale.[32] + +Allorquando lo visitai per la prima volta, il Tevere era straripato, e +le sue acque gialle scorrevano per la strada più bassa chiamata +_Fiumara_, le case della quale hanno in parte le loro fondamenta +nell'acqua. Le acque erano salite fino al portico di Ottavia, e +coprivano i piani inferiori delle case circostanti. Qual malinconico +spettacolo presentava il povero quartiere degli ebrei, inondato dalle +acque torbide del Tevere! Ogni anno il popolo d'Israello va soggetto a +questo diluvio; il Ghetto galleggia sulle acque, nè più nè meno che +l'arca di Noè con i suoi uomini e i suoi animali. Ed il male diventa +maggiore allorquando il mare grosso, per il vento di ponente, contrasta +lo sbocco alle acque del fiume ingrossato dalle pioggie; allora chi +abita in basso si rifugia nei piani superiori. Mi si fece osservare il +segno dell'altezza raggiunta dalle acque del fiume nell'inondazione del +1846; allora le acque invasero per intiero tutti i piani inferiori. +Nello scorso autunno e nella primavera di quest'anno l'inondazione fu di +corta durata, abbastanza sensibile però, perchè io potessi formarmi +un'idea precisa dei gravi mali che porta seco. Tuttavia si dice che la +mortalità nel Ghetto non sia maggiore che in altri quartieri della +città; non fu forte nemmeno durante il colera del 1837. La mortalità, se +si giudica dal numero delle lapidi mortuarie degli ebrei, sembra molto +ristretta. Queste lapidi bianche con le loro iscrizioni stanno, miseri +monumenti di reietti, in una località classica di Roma, in un angolo del +Circo Massimo, fra le erbe selvatiche e la cicuta. E là nella più antica +arena di Roma, costrutta fin dai tempi di Tarquinio Prisco, che si trova +oggi il cimitero israelitico, denominato volgarmente _Orto degli +ebrei_.[33] Strano giuoco del destino! + +Vi è come una relazione segreta possente e simbolica tra la fisonomia +dei luoghi e quella degli uomini e delle cose. Ho avuto troppe volte +occasione di far questa osservazione, per non doverla ricordare qui. Ed +anche l'aspetto dei dintorni di questo Ghetto di Roma mi parve tale da +ispirare una profonda malinconia. Non parlo soltanto di quel portico di +Ottavia occupato ora dagli ebrei, che sorge cadente in rovina, aprendo i +neri suoi archi sulla vicina pescheria, fetido ed oscuro mercato, dove i +pesci stanno in mostra sopra banchi di pietra. Se leggiamo poi il nome +della piazza più vicina alla Sinagoga troveremo che porta quello di +_Piazza del__Pianto_, dalla chiesa di S. Maria detta del Pianto, e se +mai vi fu nome che si attagliasse al popolo di Geremia, si è questo; +poichè non vi fu certamente popolo che abbia versato tante lacrime, +quanto quello degli ebrei di Roma. Sulla piazza del Pianto un antico +palazzo sorge fra due chiese. Sopra una di queste si legge la dedica +alla Vergine Maria del Pianto, sull'altra il nome di chi la fece +costruire e cioè Francesco Cenci. Questo nome fa venire i brividi +ricordando la terribile tragedia di Beatrice Cenci, figliuola infelice +di Francesco. Il palazzo della famiglia Cenci si trova proprio di fronte +alla Sinagoga, e nei giorni di festa vi si possono sentire i canti +lamentevoli. + +V'è di più. In questo palazzo oggi abita il pittore Overbeck. Non mi fu +possibile trattenere un sorriso per la strana coincidenza, quando entrai +nello studio, dove le anime pie entrano come in un santuario, e dove un +uomo pallido con lunghi capelli, amabile e dolce, pronuncia a voce +bassissima, appena intelligibile, poche parole, per dare spiegazioni +intorno alle imagini sante che stanno sui cavalletti. Ed anche queste +sono tranquille e quasi atone; un S. Giuseppe morto tra le braccia del +Salvatore; una Madonna addolorata, che ha l'aspetto di un'ombra; un +Cristo che sfugge ai suoi persecutori scomparendo tra le nuvole; teste +di angeli, colle ali e senza corpo; figure ed arte senza vita, discorsi +senza parole, imagini senza colorito; sulle mura la Madonna addolorata; +la passione di Cristo; fuori la storia tragica della Cenci; là il Ghetto +inondato, qui S. Maria del Pianto, e nel mezzo il beato Angelico della +pittura moderna. + +Prima del 1847 un alto muro divideva la piazza dei Cenci da quella detta +Giudia, che ha pure nome di _Piazza delle Scuole_. Aprivasi su questa la +porta principale del Ghetto; mura e porta sono state demolite, ed i +materiali giacciono tuttora in parte al suolo. + +Entriamo ora in una delle strade del Ghetto stesso; colà troveremo +Israello intento ad un incessante lavoro. Le donne ebree stanno sedute +sulla porta delle loro abitazioni, o nella strada stessa, poichè le loro +stanze basse ed oscure mancano di luce, ed ivi stanno assiduamente +occupate nello scernere cenci, nel cucire o fare rammendi. E' +incredibile il caos, e la quantità di stracci e di cenci che si trovano +colà. Si direbbe che gli ebrei vi abbiano radunato quelli del mondo +intero. Stanno ammucchiati davanti alle porte, di ogni foggia, di ogni +colore, antiche stoffe ricamate, broccati, velluti, cenci di colore +rosso, turchino, arancio, bianco, nero, tutti vecchi, laceri, consunti, +in mille e mille pezzi. Io non ne ho veduti mai di simili, nè in tanta +quantità. Gli ebrei potrebbero rivestirne tutto il creato, e mascherare +tutti gli abitanti di Roma da arlecchini. Gli ebrei si immergono in quel +mare di cenci, quasi vi volessero cercare i tesori, o almeno un pezzetto +smarrito di broccato in oro; essi infatti sono ricercatori appassionati +di antichità, nè più nè meno di quegli altri che scavano e smuovono +macerie e rottami, colla speranza di scoprire un pezzo del fusto di una +colonna, un frammento di scultura, una moneta o qualche altra reliquia +del passato. Quei Winckelmann del Ghetto pongono tanto orgoglio +nell'esporre i loro cenci, quanto i mercanti di antichità nell'offrire +dei marmi. Questi magnifica il pregio di un pezzo di giallo antico, +l'ebreo quello di un pezzo di seta gialla; quegli vi vanta il porfido, +il verde antico; l'ebreo uno straccio di damasco di colore verde o di +velluto. Non v'è nè pietra dura, nè alabastro, nè marmo bianco o nero, +nè breccia cui l'antiquario del Ghetto non abbia la sua merce da +contrapporre. Vi si può trovare un saggio di ogni moda, dai tempi di +Erode il grande, fino a quelli dell'inventore del _paletot_ e tutte le +vicende subite dalle fogge di vestire del mondo civile sono abbandonate +alle ipotesi della critica, e chi sa non si possano rinvenire reliquie +storiche di Romolo, di Scipione l'Africano, di Annibale, di Cornelia, di +Augusto, di Carlomagno, di Pericle, di Cleopatra, di Barbarossa, di +Gregorio VII o di Cristoforo Colombo, e chi sa di quanti altri ancora? + +Le figlie di Sion seggono ora sopra tutti que' cenci; cuciono, +rammendano tutto quanto si può ancora rammendare. Sono somme nell'arte +del cucire, del ricamare, del rappezzare, del rammendare; non c'è alcuno +strappo, in una drapperia, in una stoffa, per quanto grande esso sia, +che queste Aracni non riescano a fare scomparire, senza che più ne +rimanga traccia.[34] Tutto questo commercio si pratica per lo più nella +strada inferiore, vicina al Tevere, denominata Fiumara, ed in quelle +laterali, di cui una porta il nome delle Azzimelle, dal pane senza +lievito. Ho spesso guardato con stringimento di cuore quelle povere +creature pallide, deboli, curve sui loro aghi, perpetuamente in moto, +uomini, donne, fanciulli e ragazzi. La miseria traspare da quelle +capigliature incolte, da quei visi di color bruno gialliccio, che non +ricordano in alcun modo la bellezza di Rachele, di Miriam o di Lia. Solo +di quando in quando ti sorprende il lampo dello sguardo di un occhio +nerissimo e profondo che si solleva dall'ago e dal cencio, quasi a dire: +«Ogni ornamento è scomparso dalle figliuole di Sion. Quella che era +principessa fra i pagani, che portò la corona nella sua patria, è ora +condannata a servire e piange tutta la notte per modo che le lagrime le +rigano le gote; non v'è chi si muova a pietà di essa; tutti la +disprezzano, e sono diventati suoi nemici. Il popolo di Giuda è nel +servaggio, condannato alla miseria, ai più duri servigi; abita fra +gl'infedeli, tutti lo maltrattano, non ha nè quiete nè riposo. La +collera di Dio si è tremendamente aggravata sopra la figlia di Sion!» + +Non è però oggetto di queste pagine descrivere le miserie del Ghetto, +del resto miserie eguali, se non maggiori si trovano in tutte le grandi +città del mondo, anche fra le nazioni più civili. Nè si deve credere che +per quanto riguarda le strade e le abitazioni, il Ghetto di Roma sia di +effetto più ripugnante dei quartieri più poveri di Parigi, Londra o +Berlino. Aggiungo volentieri che a Roma gli ebrei sono caritatevolissimi +gli uni verso gli altri; che l'agiato soccorre largamente il povero; +che lo spirito di famiglia, dote caratteristica e costante del popolo +d'Israello, vi si mantiene più vivo che forse in qualunque altra +comunità di ebrei, e come parimenti sia un fatto, che questi uomini +sobri e laboriosi sono raramente processati per delitti. Ciò che +colpisce maggiormente chi si aggira nel Ghetto, è l'angustia, la +sporcizia di quel laberinto di strade, di vicoli fiancheggiati tutti da +case altissime. I poveri ebrei sono quasi come sovrapposti e ammucchiati +in un colombario e tanta angustia di abitazione fa più impressione che +altrove in Roma, città che siede in una vasta pianura, caratteristica +propriamente per gli ampî spazî vuoti, per le dimensioni in ogni cosa +grandiose della sua architettura, per i suoi palazzi colossali e pei +suoi conventi in gran parte deserti. + +Sono meno infelici quegli ebrei che abitano la parte superiore del +Ghetto, e particolarmente la via Rua. Questa strada, più ampia delle +altre, con case abitabili, si potrebbe in certo modo considerare come il +Corso del Ghetto, perchè anche sotto una stessa legge, anche nella +servitù l'uomo fa valere i diritti della disuguaglianza. Nella via Rua +abitano gli ebrei che hanno in tasca il migliore titolo di _Gazagà_; +taluni vi posseggono case, e sono addirittura agiati. Qui stanno le più +belle botteghe dei negozianti in pannine a principiare dalle più ruvide +e grossolane fino alle stoffe più preziose. Gli ebrei che riescono a +diventar ricchi, si portano volontieri, a quanto mi si assicurò, ad +abitare in Toscana.[35] È poi cosa singolare che sulle insegne nel +Ghetto si leggano pochi nomi prettamente ebraici. Gl'israeliti di Roma +hanno preso in gran parte nomi di città italiane, come Asdrubale +Volterra, Samuele Fiano, Pontecorvo, Gonzaga. Parlano pure in generale +l'italiano,[36] e non mi è mai accaduto di sentirli conversare fra loro +in lingua ebraica; anche nel modo di vestire non si distinguono dal +resto della popolazione e neppure alle loro feste mi venne fatto di +notare costumi orientali. + +La parola di festa, accoppiata a quella del Ghetto, suona quasi ironia, +se si pon mente alla storia ed alla condizione attuale degli ebrei; per +questa stessa ragione però un tale spettacolo non può a meno di riuscire +attraente anche in questa Roma, dove le feste sono così numerose. Nei +giorni in cui le strade di Roma sono animate da tutte queste feste, in +cui tutti godono, ammirano, in cui il denaro circola largamente, mentre +tutte le strade, tutte le piazze sono adorne di arazzi, di fiori, mentre +da ogni casa i lumi splendono, e le carrozze succedono alle carrozze, i +pedoni ai pedoni, il popolo d'Israello seduto innanzi la sua porta nel +suo Ghetto, riman tetro e solitario, continua ad affaticarsi nel suo +lavoro, col sudore della sua fronte, senza toglier gli occhi dai mucchi +dei suoi cenci. + +Ma arrivano anche le sue feste. Allora il povero rigattiere lascia in +disparte i suoi stracci, indossa i suoi abiti migliori e raddrizza la +sua incurvata persona. Ed in ciò credo debba consistere la poesia delle +feste, da cui sprigiona il loro più vero significato, esse non compiono +appieno la loro vera missione se non quando strappano l'uomo dal lavoro +quotidiano, sciogliendolo in certo modo dai vincoli della servitù, +trasformandolo in un altro uomo ideale, non più soggetto alla miseria, +alla preoccupazione continua dei mezzi di campare la vita. Questo popolo +singolare, quando si raduna nei giorni delle sue feste, dovunque si sia, +in qualsiasi parte più remota o più inospitale del mondo, si considera +quale l'antico popolo d'Israello, quale il discendente diretto di Abramo +e d'Isacco, il fiore dell'uman genere, che Iddio di sua propria mano +volle porre sulla terra. Ho assistito nel Ghetto alla festa di Pasqua; +seppi per caso che era prossima, passeggiando pel Ghetto, e scorgendo +davanti a tutte le porte i rami di cucina rilucenti di pulizia, e tutte +le fonti occupate da gente che lavava, puliva arredi e masserizie +domestiche. Mi si disse che ciò si faceva a motivo della festa di +Pasqua, che era imminente. + +Dopo le grandi solennità cristiane della settimana santa e della Pasqua, +in S. Pietro e nella Cappella Sistina, che in presenza di tanti +capolavori dell'arte si possono ritenere per le funzioni più imponenti +del culto cristiano, riesce attraente lo assistere in quello angusto ed +oscuro quartiere del Ghetto, ad una festa di Pasqua, e di rinvenire le +antiche basi, appena mutate, del culto cattolico di Roma. Sono +propriamente quelle le radici di questo culto, e quanto più l'albero +crebbe e si è sviluppato ed esteso con magnificenza, tanto più le radici +si sono sepolte nella notte. + +La sinagoga romana comprende cinque scuole in uno stesso fabbricato, la +scuola del Tempio, la Catalana, la Castigliana, la Siciliana, e la +Scuola nuova. Il Ghetto di Roma trovasi dunque diviso in cinque sezioni, +ognuna delle quali rappresenta le nazionalità diverse degli ebrei di +Roma, i cui padri o risi devano fin dall'antichità a Roma, o son venuti +dalla Spagna o dalla Sicilia. Mi si disse che la scuola del Tempio sola +discenda direttamente da quelli portati a Roma da Tito. Ogni sinagoga ha +la sua scuola, nella quale i ragazzi imparano soltanto a leggere, +scrivere e contare; non vi si insegnano però le scienze; ciascuna ha il +suo santo dei santi, dove si conserva il Pentateuco. + +All'esterno la sinagoga si distingue non solo per le sue iscrizioni, ma +anche per la sua architettura. Gli ebrei hanno ornato il loro tempio +quasi di nascosto e di notte tempo. Pare abbiano tolto qua e là, tra la +prodigiosa quantità di marmi, di cui abbonda la città eterna, un paio di +tronchi di colonne, di capitelli, ed alcuni frammenti di marmo per +adornare il loro tempio. Nel mezzo alcune colonne corintie sorreggono un +frontone; nel fregio sono raffigurati in istucco il candelabro a sette +braccia, un'arpa ed una cetra. + +Un rabbino mi aveva invitato ad andare la sera nella sinagoga, dove, mi +aveva detto, si sarebbero cantati i vespri, assicurandomi che avrei +potuto sentire un oratorio ben eseguito. Venuta la sera, gli ebrei si +accalcavano alla porta della sinagoga. Vidi tra la folla parecchi +romani, fra i quali alcuni sacerdoti. Ci fecero aspettare forse una +buona mezz'ora, e non mi dispiacque l'attesa, ed il veder aspettare gli +altri, poichè questo era un segno di giustificata indipendenza, dato +almeno una volta da una razza oppressa e disprezzata. Finalmente le +porte si aprirono, e salito per una stretta scala, arrivai nell'interno +del tempio. + +Avevo veduto la sinagoga di Livorno forse la più ricca del mondo, ma mi +era sembrata assai meno degna di osservazione di questa del Ghetto +romano. L'edificio di Livorno è ampio e sobrio; le sale del tempio di +Roma sono piccole, pittoresche, bizzarramente decorate e di aspetto +esotico. Nella occasione della festa di Pasqua le mura erano state +ricoperte di tappeti di stoffa rossa ricamata in oro, sui quali si +leggevano dei versetti dell'Antico Testamento. Nello stesso modo per le +feste cattoliche si ornano le chiese in Roma con tappeti e stoffe +dorate; è un uso orientale, preso in prestito dal tempio di Salomone. La +gran sala della sinagoga aveva un aspetto imponente e maestoso. Il +soffitto è a cassettoni come quello delle basiliche romane, ma essi sono +soltanto delle imitazioni dipinte. Intorno al fregio si trovano bassi +rilievi di stucco, che rappresentano i varî oggetti riferentisi al culto +israelitico. Vi si scorgono il tempio di Salomone, rappresentato con +tutte le sue porte, le sue sale e i suoi altari, il Mar Rosso, l'arca +santa, coi cherubini, gli abiti e la tiara sacerdotali, da cui traggono +origine i costumi primitivi dei vescovi e dei papi; vasi, piatti, pale, +cucchiai, bacili, padelle e sedili, finalmente tutti gli strumenti +musicali, timballi, tamburi, arpe, cetre, flauti, le trombe del +giubileo, cornamuse, cembali, finanche il sistro d'Iside egiziaca, che +si osserva così di frequente nelle statue del Vaticano. L'immaginazione +degli ebrei, come si vede, volle circondarsi qui di tutti i ricordi del +tempio di Gerusalemme. + +Nella parete a settentrione si apre una finestra di forma circolare, +divisa in dodici campi distinti per varietà di colori, simboleggianti le +dodici tribù d'Israello; e la forma riproduce quella dell'_Urim_ e +_Thummim_, ornamento formato da pietre preziose, che d'ordinario soleva +portare sul petto il gran sacerdote. A ponente sta il coro, di forma +semicircolare, con una tribuna in legno per il primo cantore e per i +cantori. Stanno su questa il candelabro d'argento e altri vasi pure +d'argento, di figura strana, che servono a ornare il Pentateuco. Di +fronte, nella parete a levante trovasi il Santo dei Santi, un tempietto +a colonne corinzie con bastoni sporgenti, che ricordano quelli usati per +portare l'Arca dell'alleanza. Il tutto è ricoperto da una tenda +ricamata; in cima ad ogni cosa campeggia il candelabro a sette braccia. +Il Pentateuco, rotolo voluminoso in pergamena, sta rinchiuso nel Santo +dei Santi. Lo si porta in giro processionalmente per la sala, e dal +pulpito lo si presenta ai quattro punti cardinali, mentre gli ebrei +alzano tutti le braccia, e prorompono in grida. Questo è in certo modo +l'equivalente dell'elevazione per gli israeliti. E' il Dio più possente +della terra, che ancor oggi signoreggia il mondo, non col Verbo ma con +la Lettera, non coll'amore ma con la Legge. Il giudaismo è la più +positiva fra tutte le religioni, e per questo motivo dura oggidì +tuttora. Di fronte alle forme infinitamente varie, riccamente +fantastiche della chiesa cattolica, che ha introdotto nel mondo una +nuova mitologia, si rimane colpiti del carattere così differente di +questo culto di Jehovah, rigido, senza imagini, senza fantasia +ammirabile nella sua assoluta semplicità. + +Gli ebrei seggono nel loro tempio, davanti al loro Dio col capo coperto +dal cappello o da una berretta, quasi fossero pari d'Inghilterra, o si +trovassero alla borsa. Regna la più perfetta disinvoltura nel canto e +nella preghiera; ognuno canta quando vuole, o chiacchiera col suo +vicino. Il primo cantore sta davanti al coro. Mi fece senso la fretta, +colla quale si cantavano, o meglio si mormoravano tutte le preghiere. +Le donne stanno in una galleria superiore, protette da una graticciata e +sono invisibili. + +In un'altra sala si cantavano i vespri. Anche questa era addobbata, e +scintillante di lampade. Il soffitto di essa non era piatto come quello +dell'altra, ma bensì a piani sovrapposti e terminava in una cupola di +forma bizzarra. I cantori sedevano nel coro, dietro al rabbino o primo +cantore. Questi era vestito di un lungo abito nero, e portava in capo +una berretta sacerdotale nera, molto alta, dalla quale scendevano ai due +lati i lembi di un velo bianco. La semplicità di questo costume mi stupì +e mi fece pensare all'antico costume sacerdotale degl'israeliti, la cui +magnificenza rifulge ancora nel costume attuale del papa. Ogni qualvolta +il gran sacerdote nel tempio di Gerusalemme si accostava al tabernacolo, +vestiva una tunica bianca di lino, con una sopravveste a frange, di +colore turchino. Campanelli di oro e palline di granate stavano appese +alle frange. La tunica era fermata da una fascia a cinque striscie, di +oro, porpora, giacinto, scarlatto e bisso. Gli ricopriva le spalle una +specie di manto degli stessi colori, riccamente ornato d'oro, fissato +sul petto da fibbie d'oro, a foggia di scudo, ornate di sardoniche, sul +petto portano l'_Urim_ e il _Thummim_ formato di dodici pietre preziose. +Aveva in capo la tiara di bisso intessuto di giacinto, attorno alla +quale correva una fascia d'oro, su cui stava scritto «_Jehovah_». In tal +guisa è descritto da Giuseppe il costume del gran sacerdote, e si +capisce che il suo aspetto dovesse essere imponente. + +I cantori eseguirono assai bene il vespro, mentre il rabbino pronunciava +di tanto in tanto qualche preghiera coprendosi il volto con il velo, per +palesare la sua afflizione. I canti erano armoniosi, però non di stile +antico, e piuttosto nel gusto di un oratorio moderno. Vi erano belle +voci di giovanetti, bassi stupendi, talchè anche in questo vespro del +Ghetto si poteva riconoscere l'influenza di Roma. Anche il popolo +d'Israele può menar vanto del suo _miserere_. Quella povera gente andava +superba, ed era felice di saper fare essa pure una produzione artistica +nel suo povero quartiere sperduto. Le lodi che loro si manifestavano +erano accolte con vero compiacimento. Avendo espresso il mio elogio +sentii il mio vicino, un giovinetto ebreo, ripetere con premura ai più +lontani l'elogio. «Che cosa ha detto?» «Bene, bene, stupendamente +eseguito. Avete proprio una cappella Sistina». + +Ma è tempo di finire. Valessero se non altro queste pagine ad invogliare +qualcuno a scrivere la storia completa degli ebrei di Roma. Sarebbe +argomento assai più interessante e meritevole di studio, che non le +sterili dissertazioni sopra punti insignificanti di archeologia. Uno +studio sul Ghetto romano potrebbe servire moltissimo a chiarire lo +sviluppo successivo del cristianesimo in Roma, e varrebbe non poco a +completare nel modo più utile la nostra conoscenza della storia della +civiltà.[37] + +L'autore di questo scritto non ebbe per iscopo di trattare soltanto la +questione civile degli ebrei di Roma, ma piuttosto di rappresentare la +vivacità del contrasto fra il cristianesimo storico e il giudaismo +storico nella città eterna. Il carattere di questa metropoli, quale +attualmente si presenta ad un osservatore attento, porta l'impronta dei +tre grandi periodi della civiltà del genere umano: il paganesimo, il +giudaismo e il cristianesimo. A malapena si possono distinguere, +talmente sono connessi, e talmente il culto cristiano ha riuniti in sè +l'elemento giudaico e quello pagano. Per non far parola di questo +ultimo, percorrendo Roma, visitando le sue magnificenze, ad ogni passo +traspare lo spirito, la forma del giudaismo, perfino nei capolavori +dell'arte cristiana. Parlando della scultura, qual'è la più sublime +creazione in marmo del genio cristiano? Il Mosè di Michelangelo, sulla +tomba di papa Giulio II. Parlando della pittura, le stanze e logge di +Raffaello, la cappella Sistina, innumerevoli chiese e musei sono pieni +di rappresentazioni e di scene dell'Antico Testamento. Parlando della +musica, quali sono i pezzi più sublimi, che si eseguiscono durante la +settimana santa nella Cappella Sistina? Le _Lamentazioni di Geremia_ ed +il _Miserere_, canti degli antichi ebrei. E di questo popolo, cui la +sorte affidava i documenti stessi della umanità, e al quale il +cristianesimo ha tolta una parte del suo patrimonio, continua a vivere +in quest'angolo del Ghetto, a due passi da San Pietro, una reliquia +delle più antiche e storicamente notevoli. + +Ma anche questo popolo disprezzato ha voluto vendicarsi a modo suo del +mondo cristiano, poichè a tutti gli altri simboli della sua religione +che ha trasmesso al mondo moderno, uno potentissimo ne ha aggiunto che +resta il più potente di tutti ed è il vitello d'oro, attorno al quale +danza il mondo intiero, come è profetato, scritto e rappresentato nei +libri di Mosè. + + + + +MACCHIETTE ROMANE. + +(1853). + + + + +Macchiette romane. + +(1853). + + +Queste pagine, buttate giù in qualche momento d'ozio, vogliono comparire +variopinte come un carnevale, ed esser quasi un caleidoscopio. Tenteremo +intanto di mettere un po' d'ordine in questo mondo intricato di figure, +che presenterà immagini di vivi e di morti, burattini, ballerini, mimi, +prediche di bimbi, teatri popolari, e altre rarità stupende, in linea +sempre ascendente. + +Il primo atto avrà luogo, come di ragione, sotto terra. + +Una sera durante la settimana dei morti la luce delle torcie mi attirò +ad entrare nel Panteon di Agrippa. Un sacerdote predicava sul +purgatorio, esortando gli uditori a pregare assiduamente, poichè +ricorrevano appunto quei giorni, durante i quali si possono alleviare le +pene espiatorie, ed in cui l'efficacia della preghiera è maggiore. + + Che qui, per quei di là molto s'avanza + +disse già l'anima di Manfredi nel purgatorio. Il sacerdote parlava con +grand'enfasi con voce sonora, e in quel modo teatrale che assumono i +sacerdoti italiani volgendosi al popolo. La sua predica trovava nel +Panteon di Agrippa sede adatta a produrre grande impressione. +«Imperocchè--gridava--noi camminando qui calpestiamo dappertutto cenere: +pensate soltanto agli innumerevoli cristiani che un giorno Nerone, Decio +e Domiziano gettarono in preda alle belve o fecero crocifiggere, +strangolare». La voce del prete risonava potente in quell'ampia e +silenziosa rotonda a metà illuminata, e l'eco ripercotendo sotto quelle +volte i nomi terribili di Nerone, Domiziano, Decio, Diocleziano, parea +volesse evocare gli spiriti dell'antica Roma. Ero seduto presso la tomba +di Raffaello, e gettando lo sguardo in quella mezza oscurità, sui gruppi +dei fedeli inginocchiati e sulla figura bianca del predicatore, questi +mi appariva come un mago in atto di evocare i morti. + +Questa scena del Panteon m'indusse a visitare le chiese sotterranee di +Roma. Durante l'ottavario dei morti si rappresentano in questi sepolcri +storie di martirî e scene bibliche, che sono abbastanza originali. Le +cappelle di questi cimiteri sono per solito due, una superiore ed +un'altra sotterranea, nella quale stanno propriamente le sepolture. +Durante l'ottavario dei morti, nella chiesa superiore s'innalza un +catafalco ricoperto di una coltre nera, circondato da cipressi e da +candelabri, sul quale vengono posati un crocifisso e un teschio. I +sacerdoti cantano i salmi dei morti, e i devoti ed i curiosi, chi in +piedi, chi in ginocchio, riempiono la chiesa, quasi evanescenti in una +nuvola di fumo d'incenso. + +Ecco l'oratorio _della Morte_, presso il ponte Sisto; scendiamo nella +chiesa sotterranea.[38] Vi scorgeremo cose strane. Tutte le pareti, +tutti i soffitti sono ricoperti di rilievi, di rabeschi e di mosaici +fantastici. Sono fiori, rose, stelle, quadrati, croci, ornamenti di ogni +maniera, quali soltanto un'immaginazione orientale può concepire, e +tutto è combinato nel modo più ingegnoso, soltanto con ossa umane. Si +dura fatica a prestare fede ai propri sensi. S'immagini una cappella +sotterranea, riccamente illuminata, costrutta tutta di teschi, di +scheletri, colle pareti formate di ogni maniera di ossami, e la si +popoli di una folla di creature viventi, donne per la maggior parte e +ragazze, signore in abiti di seta, dalle belle e vivaci fisonomie, che +ridono e cinguettano in mezzo a tutto quell'apparato di morte, in +quell'atmosfera impregnata di effluvi cadaverici, avviluppate nei +vortici del fumo degli incensi. + +Presi posto a lato di una ragazza seduta precisamente sotto uno +scheletro che sghignazzava; ella stava chiacchierando allegramente colla +sua vicina di cose che avevano a che fare con tutt'altro che con la +morte: pensoso e quasi atterrito, stavo contemplando lo scheletro e la +sua giovane preda, sulla quale stendeva le mani, poichè la ragazza era +seduta in modo che sembrava caduta fra le braccia dello scheletro. Era +proprio la danza dei morti del nostro Holbein rappresentata al vero. + +Interi scheletri sono posti nelle nicchie della cappella. Ciascuno tiene +fra le ossa delle mani un cartello, su cui si legge una sentenza morale, +un ricordo della vanità della vita, un eccitamento ai vivi di pregare +per i defunti che soffrono e sperano. Certamente ci volle non poca +abilità artistica e pazienza a disporre tutta questa funebre +decorazione. Qui parte delle mura fu ricoperta unicamente di teschi di +bambini, là, di persone adulte, altrove vennero formati arabeschi di +clavicole, di costole, di ossa del petto, di dita, di articolazioni. +Gli stessi candelabri sono formati in modo fantastico di ossa umane, ed +è meraviglioso scorgere come il senso artistico e la legge estetica +siano quasi riusciti a vincere il ribrezzo ispirato dalla materia +adoperata. Ma quantunque l'arte sia riuscita a tanto, e abbia scherzato +colla morte, riducendo a creazioni artistiche quanto ispira il maggior +ribrezzo ai viventi, quanto si usa tener sepolto nelle viscere della +terra, quello spettacolo riesce sempre penoso e repulsivo. Mi parve +rappresentare il colmo dell'abnegazione religiosa più fanatica o, nella +forma più bizzarra, il trionfo sopra la morte e sopra l'orrore che essa +ispira. Se fosse possibile che una di queste cappelle mortuarie +dell'anno 1853 dopo la nascita di Cristo rimanesse sepolta sotto terra +tanto tempo, quanto le tombe degli egiziani e degli etruschi, e venisse +scoperta dopo tre mila anni, sarebbe senza dubbio un monumento +importantissimo per la storia della civiltà, dal quale la posterità +potrebbe farsi un'idea della essenza intrinseca del culto cristiano. Ma, +anche per noi contemporanei, è abbastanza istruttiva la vista di una di +queste cappelle mortuarie dei cristiani di Roma, perchè ci fa penetrare +in modo meraviglioso nella essenza stessa del cristianesimo. + +Gli Egiziani che usavano portare attorno davanti i banchetti le mummie +dei loro antenati, affinchè il gaudente si rammentasse la fine di tutte +le cose, sono considerati da noi quello fra tutti i popoli della terra, +che ha saputo superare meglio l'orrore della morte, e la loro religione +vien chiamata dalla nostra filosofia religione della morte. Ma +difficilmente quei cupi Egiziani avranno fatto cose simili a quelle che +si vedono in queste cappelle cristiane. In nessuna rappresentazione +mistica di una religione la morte e i cadaveri ebbero tanta parte; la +passione, la crocifissione, la deposizione dalla croce, la sepoltura di +Cristo, la sua risurrezione, la lunga schiera dei martiri durante le +persecuzioni di Nerone, Domiziano, Decio, Diocleziano e altri imperatori +hanno dato al culto cristiano un'impronta funerea, han determinato +l'intera concezione della vita e così hanno dato alla vita cristiana, +alla musica, alla scultura, alla pittura, l'idea della morte. La +saggezza profondamente vitale della coscienza tedesca, che s'impossessa +potentemente di tutto quanto ha vita spirituale, seppe, da tutte queste +idee di morte, ricavare la danza dei morti dell'Holbein, +rappresentazione plastica della sapienza dei proverbi di Salomone.[39] + +Ma, a chi mai potrà esser venuto in mente per il primo di formare un +mosaico di ossa umane? Mentre stavo esaminando quella cappella dei +morti, mi sembrava che l'idea ne dovesse esser germogliata nella pazza +fantasia del nostro Hoffmann, oppure mi immaginavo di scorgere un +cappuccino impazzito che, nel cuore della notte, alla luce incerta di +una lampada, stesse ammucchiando e ordinando tutte queste ossa, +prorompendo in una risata quando gli riusciva comporre un rabesco. Uno +scheletro lo aiutava in questo lavoro, era lo scheletro di un artista, +che da vivo era pazzo. Ora stavano vicini l'uno all'altro, maneggiando +tutte quelle ossa, e ridevano ridevano soddisfatti, quando riusciva loro +di disporle artisticamente. Ma è ancor più probabile che tutto quello +strano lavoro sia stato compiuto nelle tenebre da due pazzi fatti +scheletri. «Padre, dicevo ad un cappuccino che mi stava vicino, quale +confusione quando tutte queste ossa, questi teschi dovranno ricercare il +loro posto»--«Sicuro, mi rispose serio il frate, nel giorno del giudizio +universale, quando i morti risorgeranno, qui dentro dovrà esserci un +gran chiasso». + +Anche la cappella dei morti al convento dei cappuccini, in piazza +Barberini, è disposta ed ordinata nello stesso modo di quella di ponte +Sisto. Se non che qui l'arte non è riuscita a superare ugualmente +l'orrore che ispira l'aspetto della morte. Qua e là gli scheletri furono +rivestiti dell'abito cappuccino, ciò che produce un'impressione +terribile. Uno scheletro nudo ispira minor ribrezzo, poichè è cosa +naturale, mentre al contrario, coperto di un abito è orribile, e ha +veramente l'aspetto di uno spettro. Vidi pendere dalla volta due piccoli +spettri, sospesi per aria, come si rappresentano talvolta graziose +figure di angioli; erano gli scheletri di due principessine della casa +Barberini. Mi dissero che la terra che serve per la sepoltura dei +cadaveri, fu portata da Gerusalemme e li consuma rapidamente. + +Nella nostra cappella al ponte Sisto arrivava dalla chiesa superiore la +voce dei preti che andavano salmodiando: «Domine! Domine! Miserere!» +quasi voce delle anime che in purgatorio vanno + + cantando miserere verso a verso. + +Ad un certo punto i fratelloni scesero a basso con stendardi neri, nere +croci, cappucci del pari neri, portando torce ed incensori; si +collocarono nella cappella su due file, e intonarono i salmi +penitenziali. La luce vacillante delle torce, il fumo dell'incenso che +saliva in alto, sembravano dar vita e moto agli scheletri; si sarebbe +detto che tutte quelle ossa intonassero anch'esse l'_In te Domine +speravi_, od il _Beati quorum tecta sunt peccata_. Non so se cantassero +questo o altro; ma l'anima di già oppressa rimaneva davvero atterrita. +Vidi alcune donne vestite a nero che piangevano + + «di pentimento che lagrime spande.» + +e preso da intenso desiderio di aria, di luce, di vita, fuggii, da quel +purgatorio, + + «E quindi uscimmo a riveder le stelle.» + +Ed ora siate benedette care e lucide stelle! voi durate tranquille, +immutabili, nelle notti limpide di questo bel cielo di Roma, gettando la +vostra luce sulle deserte catacombe della storia, come uniche divinità, +che qui abbiano continuato a sussistere! Di quanti mutamenti non foste +voi spettatrici in queste vie! Vedeste i sacerdoti d'Iside, di Melitta, +coribanti e Galli, le processioni di lamento per Adone, i cori di Mitra, +ebrei, cristiani, che si recavano alle loro feste nelle catacombe, o +arsi vivi, negli orti di Nerone, dove ora S. Pietro erge al cielo la +mole della sua cupola! + +Nella oscurità della notte, per la strada deserta, mi apparve una luce +solitaria che si avanzava verso di me. Aspettai per vedere che cosa +fosse. Era un ragazzino di forse quattro anni, bello, biondo, +riccioluto che avanzava, tenendo in mano un piccolo cero acceso. Si +avvicinò, guardando tutto giulivo la fiamma della sua fiaccola, ad un +palazzo, innanzi al quale stava un mucchio di trucioli, e vi appiccò +fuoco. Poi cominciò a saltarvi intorno, sempre tenendo il suo moccolo, +spingendo gli uni contro gli altri i ricci, perchè ardessero tutti. Era +davvero un bel quadro notturno. Capitò un forestiero ed offrì al bimbo +un baiocco, ma questi lo lasciò cadere, dicendo ripetutamente «no, no, +la candela è mia, non voglio darvi la mia candela». Non poteva capire +che gli si volesse fare un dono e quando gli spiegammo che poteva avere +le due cose, il denaro e la candela, allora prese il baiocco, e ci stese +timoroso e quasi piangendo la sua candela. «Che commovente ragazzo, +disse lo straniero, è l'innocenza in persona!» Per me fu uno spirito +luminoso che mi tolse l'impressione orribile del purgatorio, e mi liberò +dai fantasmi. + +In una parte della chiesa che sovrasta a quelle cappelle mortuarie e +anche nei cortili annessi, su palchi eretti appositamente, si +rappresentano con figure di cera storie di martiri, o fatti tolti dalla +Bibbia.[40] Il popolo accorre a tali rappresentazioni, con la stessa +curiosità e con soddisfazione uguali a quelle, con cui presso di noi, +nelle campagne, si accorre ai gabinetti di figure di cera, che fin dai +tempi remoti riproducono gran parte dei fatti dell'Antico Testamento, e +specialmente quello straordinariamente popolare del giudizio di +Salomone. Se il personaggio principale rappresenta un santo od un +martire, non mancano divoti che loro rivolgono le preghiere, +particolarmente per ottenere la liberazione delle anime dei loro cari +dalle pene del purgatorio. Più di un baiocco e di un grosso cade nel +vassoio di rame, posto presso la porta o di fianco al palco, su cui +sorgono le figure. Spesso ancora un chierico va su e giù davanti al +palco, scotendo una grossa borsa che tiene in mano, e facendo risonare +le monete che contiene, per eccitare i fedeli alla carità. + +Nella cappella _della morte_ si era rappresentata una scena tolta dalla +vita di S. Agnese. La giovane martire bionda, ricciuta, compariva tra le +nuvole coperta di veli finissimi, quasi trasparenti, e la veneravano +inginocchiati intorno a lei i membri della sua famiglia. L'atteggiamento +delle figure, la vivacità dei colori, coi quali erano dipinte, +testimoniavano dell'impegno posto dalla Confraternita che aveva ordinata +la rappresentazione, perchè essa non fosse inferiore a nessun'altra, ed +anzi riuscisse a superarle tutte in bellezza. Nella cappella dei morti +di S. Maria in Trastevere si era rappresentato l'incontro di Mosè con +Jetro nel deserto, un vero idillio campestre, con accessori di rupi, di +palme e di un branco di pecore; ma la più splendida di tutte queste +rappresentazioni era quella del cimitero presso S. Giovanni Laterano. + +Qui si era riprodotto il martirio di S. Erasmo. Il santo era +rappresentato appoggiato ad un piedistallo, col ventre sfondato da cui +uscivano gli intestini che due carnefici afferravano e giravano attorno +a un arcolaio. Il santo non vedeva, non sentiva più nulla, poichè il suo +capo morente cadeva a terra. Stava presso di lui un sacerdote di Giove, +colla testa inghirlandata, splendidamente vestito, che additava con un +gesto di compiacenza la statua del nume, che stava in un angolo, e +davanti alla quale ardeva il fuoco del sacrificio. Questo sacerdote +pagano non aveva affatto l'aspetto fanatico o diabolico, ma un'aria +bonacciona, come volesse dire: «Vedi, Erasmo, amico mio, noi ci +prepariamo a strapparti le budella, perchè non hai voluto sacrificare a +questo Giove potentissimo; fallo, te ne scongiuro, figlio mio, finchè +sei ancora in tempo, e tutto sarà dimenticato». Invece l'altitonante +Giove era rappresentato con una faccia orribile, da Kobold o da Moloch. +A tutta la scena del martirio, di cui solo l'ironia può menomare il +senso di crudeltà, è presente l'imperatore Adriano che vi assiste, +tranquillamente seduto sul trono, con contegno maestoso, rivestito della +porpora imperiale con a lato due guardie colla lancia in pugno. Ha una +stupenda barba nera, ed è coronato d'alloro. Mi stupì vedere +quell'imperatore che trattò in generale molto umanamente i cristiani di +Roma, presente a quella scena da cannibali; e devo dichiarare ad onor +suo, che non si prese mai il gusto, tutto giapponese, di far spaccare il +ventre alla gente. + +Le figure del resto erano disposte con molta intelligenza, vi si +scorgeva evidentemente la mano di un artista, e non ricordo aver veduto +mai migliori statue di cera. Per quanto fosse selvaggia, la scena +produceva minor impressione del quadro spaventoso del Poussin nella +pinacoteca Vaticana, che pure la riproduce; poichè qui l'osservatore non +pretendeva trovare un'opera d'arte. Nel quadro del Poussin invece furono +trascurate tutte le leggi più volgari dell'arte e, per provare piacere +nel contemplarlo, bisogna essere un macellaio od un gladiatore. L'arte +cristiana sembra abbia superato il piacere barbaro che gli antichi +Romani provavano a contemplare le ambasce di morte degli uomini e degli +animali; ma riuscì più meschina, più disgustosa. Che cosa infatti può +recare maggiore offesa ai sensi di umanità di un tal quadro, o della +pittura della chiesa di S. Bartolomeo all'isola che rappresenta quel +santo scorticato vivo, oppure degli affreschi della chiesa di S. Stefano +Rotondo, che riproducono le varie specie di supplizi dei martiri, le une +più barbare delle altre, con buon disegno e colori vivaci e con una +verità che grida vendetta in cielo? Se un antico greco potesse visitare +oggi le gallerie d'Italia e le sue chiese, potrebbe credere di esser +capitato in mezzo ad un popolo di ciclopi antropofagi, che avesse una +religione da cannibali riprodotta nella pittura, nonostante tante altre +opere che si direbbero dipinte dalle Grazie in persona. + +Il gusto dei Romani per le figure, per i gruppi, per ogni +rappresentazione scenica è generale e pronunciato in modo meraviglioso. +Non vi è festa, in cui non si possa riconoscere. In parecchie chiese si +possono vedere raffigurate scene bibliche, leggende, la nascita, la +passione di Cristo. Si può osservare questo senso nelle botteghe stesse +dei venditori di commestibili e nei banchi, dove si fanno cuocere cibi +sulla pubblica strada. Anche questi hanno i loro santi, i loro patroni, +le loro feste e gareggiano nell'adornare i loro negozi con fiori, +pitture, lampade, statuette. Non appena arriva il carnevale, le botteghe +dei pizzicagnoli, dei venditori di cacio, di salsicce, di prosciutti e +di altre specie di commestibili, assumono l'aspetto di tempietti, nei +quali in certo modo è venerata una preziosa salsiccia quale divinità +della specie, quasi mistica dea dei salsamentari. Nello stesso modo che +nelle cappelle mortuarie le pareti sono ricoperte ed ornate di teschi e +di ossami, il pizzicagnolo trasforma la sua bottega in una graziosa +cappella di salsicce. Le pareti sono di forme di cacio disposte in +bell'ordine; altre sono composte di pezzi di lardo, di carni bianche, il +tutto ornato di ghirlande, di rabeschi di carta dorata o argentata. La +volta è formata di un mosaico di salsiccie e di salami; altri sono +sospesi per aria, tra i fiori, i rami d'alloro e di mirto, non meno +graziosamente che le baccanti negli affreschi di Pompei, o le seducenti +stagioni di Giulio Romano. Si possono considerare quali opere d'arte, +fatte a forza di salsicce e di salami. Nella parete di mezzo si apre una +grotta misteriosa, dove, fra le salsicce ed i salami, è rappresentata la +passione di Cristo, in un tempietto, attorno a cui si può girare, per +contemplare tutte le figure e figurine. In ogni angolo ardono lampade, +scintillano candele, e l'imaginoso artista salsicciaio, raggiante di +gioia, di amor proprio e di grasso, pare che gridi solennemente dal suo +banco alla folla che ingombra la bottega, «anch'io sono pittore!». +Popolo felice, allegro quanto un fanciullo, ma popolo tuttora fanciullo! +Possiede però tutta la storia universale, pulcinella, l'arte, il sole +del mezzogiorno, fiori, frutta, vino in quantità inesauribile. Si +osservi come questo venditore di commestibili riduca ad una scena di +marionette la grande tragedia dell'umanità, come si comporti fra le sue +salsicce, e vi apparisca quasi trionfatore sopra la morte! + +Questa città di Roma è veramente un mondo di figure originali. Vi si può +trovare rappresentato in figure lo sviluppo di tutta quanta la storia +del mondo, partendo dai musei del Vaticano, del Campidoglio, scendendo +alle chiese, alle fontane del Bernini, fino al teatro dei burattini. Se +in tutte queste figure venisse infusa la vita, potrebbero cacciare dalla +città tutta la popolazione attuale, e sarebbe allora curioso, invero, +quello che ne risulterebbe, a cominciare dall'Apollo del Belvedere fino +al piccolo pagliaccio di piazza Montanara ed al povero S. Erasmo, cui +vengono strappati gl'intestini. Ma non sarebbe soltanto questo un +divertimento burlesco per la fantasia, ma anche argomento di serie +riflessioni. Poichè tutte queste figure, figurine, figuracce di +divinità, di uomini, di animali, sono ad un tempo figure storiche +dell'umanità, e rappresentano lo sviluppo delle sue vicende durante vari +e vari secoli; e alla fine questo burattino potrebbe prendere posto a +fianco del Laocoonte, ed esclamare: «anch'io sono Laocoonte!». + +Attualmente vi sono in Roma due teatri di marionette o di burattini, uno +in piazza Montanara, l'altro in quella di S. Apollinare. Il primo, +quello veramente popolare, frequentato dalle classi inferiori; il +secondo possiede burattini già inciviliti, che recitano anche in abito +nero e guanti gialli, e lo spettacolo ha termine spesso con un magnifico +ballo. I fantocci invece del teatro di piazza Montanara sono tuttora +incolti, recitano in costume medioevale e il loro portamento è tuttora +primitivo, rozzo e senza grazia. Rappresentano spesso storie di +cavalieri antichi, talvolta pongono sulla scena Enea e il re Turno, ma +sopratutto poi romanzi del medio evo, e l'intiero Ariosto di modo che +mantengono viva nel popolo la tradizione di tutte quelle favole +poetiche, ciò che non è piccolo merito. Oggi sta attaccato all'Arco dei +Saponari, vicino al teatro dei burattini, un gran cartellone, in cui si +annunzia in lettere colossali, che si recita la scoperta delle Indie, +fatta da Cristoforo Colombo, nell'anno 1399, che così, conforme alla +verità, è scritto sul maestoso annunzio. + +La piazza Montanara, che più propriamente si dovrebbe chiamare strada, +posta ai piedi della rupe Tarpea, fra questa ed il Tevere, è punto +abituale di ritrovo per il popolo di Roma e particolarmente per le +classi inferiori, e per gli abitanti della campagna, che vengono in +città. Tutto vi spira miseria e sudiciume; dalla qualità delle merci +esposte sui banchi si capisce che qui i contratti si fanno a spiccioli. +Chi sarà difatti che comprerà quei mozziconi di sigaro, che i monelli +raccattano per le vie e che si vedono esposti in vendita entro cassette +di legno? Li comprerà per la sua pipa o il povero, o l'operaio +campagnolo. Non manca neppur qui lo scrivano pubblico seduto al suo +tavolo, all'angolo di una casa, con carta, penne e un enorme calamaio, +pronto a scrivere con uguale facilità lettere amorose, di ricatto, +contratti, ricorsi e suppliche. Il teatro dei burattini ha trovato in +quella strada sede adatta: lo frequentano monelli di strada, mendicanti, +operai, giornalieri, che hanno diritto di rallegrarsi, di ricrearsi la +sera colle favole dell'Ariosto. + +Avviciniamoci alla porta ancora socchiusa del vicolo dei Saponari, dove +tutto è ancora nell'oscurità, e di dove sorge un chiasso, un rumore di +gente che contrasta, si pesta, si affolla davanti al botteghino, dove si +vendono i biglietti e alla scala che porta al teatro. Siamo sempre in +carnevale e il pubblico sarà numeroso. La casa vecchia, sudicia, sorge +in un piccolo vicolo cieco, malamente illuminato da una lampada, quando +non splende la luna. Al piano terreno è una stanzaccia, una specie di +antro, dove si vendono i biglietti. I posti sono di tre specie; si paga +un baiocco per la platea, due baiocchi per il lubbione e tre per il +palchettone. Noi che siamo ricchi, prendiamo i primi posti, abbiamo in +mano il nostro biglietto, e possiamo entrare. Ma, non è questa impresa +di poco momento. La stretta scala è tutta occupata da spettatori +smaniosi d'entrare, e specialmente di monelli, ognuno dei quali vuol +arrivare per primo; tutti si spingono, e fanno un chiasso d'inferno. +Cento piedi e cento mani sono in moto, e nessuna tasca è sicura da una +perquisizione indiscreta. Bisogna passare per una porta stretta, e non +si va avanti che a forza di pugni e di spintoni. Alla porta sta un +cacciatore pontificio, condannato a fare continui sforzi, per non venir +schiacciato dalla folla. + +Siamo riusciti ad arrampicarci nel palchettone per una scala da +pollaio, ed abbiamo preso posto su lunghe e zoppicanti panche di legno +dietro una balaustrata che corre lungo il muro. Possiamo di là +contemplare la sala. Un sipario con figure mitologiche, Apollo, ed +alcune muse, che a malapena si possono riconoscere, tanto tutto è +vecchio e logoro, nasconde per ora i misteri della scena. Pende dalla +volta una specie di cassa di legno, intorno alla quale sono appese le +lampade che fumano, con molti cartocci di carta ficcati nelle fessure, +dei quali non riusciamo a comprendere l'uso. Su quella cassa pestano i +piedi gli spettatori a due baiocchi, poichè a quell'altezza sta il +paradiso terrestre. Sotto di noi giace la platea. Se quando Ercole venne +a Roma per uccidervi il gigante Caco sull'Aventino, avesse visto quella +platea, le avrebbe probabilmente dedicato una delle sue imprese; e +invece di imparare a ripetere oggidì nelle scuole «in settimo luogo +ripulì le stalle di Augia,» diremmo: «in settimo luogo ripulì il teatro +dei burattini di piazza Montanara». Perchè questa platea, da quando +esiste, non ha avuto mai nè l'onore, nè il beneficio di una spazzatura. +Il suo pavimento di nuda terra è ricoperto da uno strato di buccie di +semi di zucca,[41] di pelature di frutta, di pezzi di carta, che formano +un mosaico naturale. Siede sui banchi una gioventù cenciosa, rampolli di +Roma, nutriti del latte della lupa, discendenti rapaci di Romolo, talchè +osservando le fisonomie degli adulti, contemplando le facce abbronzate, +le capigliature folte, nere e incolte di tutti quei mascalzoni, si può +proprio ritenere di essere capitati in mezzo ai briganti ed ai banditi, +cui Romolo dava asilo. Pel momento è innocentissimo il chiasso diabolico +che di laggiù sale alle nostre orecchie; è tutto pacifico lo scopo di +questa riunione, poichè tutta questa gente non ha altro desiderio +fuorchè quello di godersi una bella rappresentazione di marionette, +piacere certo innocente e tutto infantile. Tutta l'assemblea, del resto, +ha l'aspetto di fantocci, poichè in questi giorni di carnevale vengono +nella platea le maschere, e vi si scorgono pulcinella, pagliacci colle +fruste e colle vesciche di porco ripiene d'aria, dottori, ciarlatani. +Prendono posto fra le risate universali; regna un'allegria generale, +chiassosa, e il rumore diventa sempre più infernale. Tutta quella gente +ha bisogno di ristori, di rinfreschi e si vede arrivare un venditore che +con rara abilità riesce a cacciarsi e aggirarsi fra i banchi, tenendo +con le due mani un paniere contenente ciambelle, paste e cartoccini +pieni di semi di zucca tanto graditi. Subito tutta la platea comincia a +rompere coi denti semi di zucca, le cui bucce vanno al suolo ad +aumentare il mosaico e i cartocci vengono conficcati nelle fessure del +lubbione, dove rimangono piantati, o da dove pendono come stallatati in +una caverna. Il rumore ed il tumulto diventano indescrivibili. + +Intanto sono giunte nel palchettone anche alcune dame, ninfe della rupe +Tarpea; è l'ora di dar principio allo spettacolo. Si urla a squarciagola +«Si cominci! Si cominci!» E la musica seda il tumulto. Dio mio, quale +musica! In un angolo del palchettone stanno tre suonatori, uomini dai +polmoni di bronzo, suonatori di tromba dotati di un fiato miracoloso. Se +pure non discendono da quelli che diedero fiato alle trombe di Gerico, +provengono senza dubbio in linea retta da quegli antichi pelasgici +tirreni, che primi portarono le trombe in Italia, e le introdussero +nella città dei Tarquini. La loro musica è proprio musica da atterrare +le mura. Nonostante i fischi, le grida, gli urli, e tutto quel baccano, +i tre musicanti continuano imperterriti a soffiare nei loro strumenti, e +di quando in quando un sonoro squillo di tromba riesce a dominare tutto +quel rumore indiavolato. + +Ora i burattini stanno per entrare in iscena, e potremo vedere le più +belle storie: Carlomagno e i paladini, Orlando, Medoro, Lancillotto, il +mago Malagigi, il sultano Abdorrhaman, Melisandro, Ruggero, il re +Marsilio e la regina Ginevra, eserciti intieri di Mori, di Saraceni, e +assistere a terribili battaglie. + +Oggi si recita la bella storia di _Angelica e Medoro_, ovvero _Orlando +furioso e li Paladini_. Si leva la tela e compaiono i burattini. Vengono +fuori con un salto il prode Orlando e Pulcinella suo scudiero, ed +ambedue non toccano terra; Orlando è ricoperto di ferro dalla testa ai +piedi, e tiene in mano la durlindana, Pulcinella ha i calzoni bianchi, +la veste bianca dalle larghe maniche e il berretto bianco a punta. I +burattini sono alti circa due piedi, le loro membra sono perfettamente +snodate e si prestano a tutti i movimenti; le loro gambe di legno si +agitano di continuo battendo la scena, ed i loro moti, i loro sussulti, +congiunti alla voce rauca e al fare declamatorio dell'attore invisibile +che li fa parlare, producono un effetto veramente comico. + +L'occhio intanto si abitua alle proporzioni di questi fantocci, e quando +uno non vuole obbedire alle fila che lo fanno muovere, si vede tutto a +un tratto comparire una mano d'uomo per richiamarlo al dovere, questa +sembra la mano di un gigante, e pare cosa soprannaturale. + +Mentre i fantocci recitano, e si sfidano enfaticamente l'un l'altro, o +si commuovono nei passi teneri, accade talvolta che qualche spettatore +dalla platea voglia prender parte alla rappresentazione, e getti sulla +scena fra i fantocci un pezzo di legno o altra roba. Una sera, in cui si +recitava la storia dello scellerato Ganelone vidi un giovane scagliare +un pezzo di legno sulla testa del vile traditore, e credo che l'abbia +fatto colla stessa eroica indignazione che spingeva il nobile cavaliere +Don Chisciotte a mandare in pezzi colla sua spada i burattini di un +teatrino, perchè il suo onore non gli consentiva di tollerare che vili +traditori portassero in prigione nel loro castello una nobile e virtuosa +dama. Il pubblico prende sempre viva parte alla rappresentazione, e non +mancano le critiche e le fine osservazioni che provano come gli +spettatori comprendano benissimo ed apprezzino quanto si recita. + +Le scene furiose che si ripetono di frequente, sono quelle che vengono +accolte con maggior allegria. Quando Orlando va in furore pel tradimento +di Angelica, si agita e si dimena con tanta rabbia, con tanta violenza, +che tutta quanta l'armatura, elmo, corazza, bracciali, gambiere, cade +pezzo a pezzo e l'eroe finisce per trovarsi in camicia come Amadigi +delle Gallie. Allora atterra con la spada una capanna da pastore, due +alberi, e una rupe gridando sempre «a terra! a terra!» E anche +Pulcinella si mette ad urlare a sua volta «a terra!» scagliandosi contro +la capanna. + +Nelle scene di battaglie, che si ripetono quasi in tutte le +rappresentazioni, si suona continuamente il tamburo tra le quinte. I +mori, i cavalieri, i paladini combattono durante tre o quattro minuti +con un ardore straordinario; i burattini sono maneggiati dall'alto con +somma destrezza, e le loro membra si prestano a tutti i movimenti con +tanta precisione, che si sentono gli urti delle spade, e si fa un +chiasso indicibile. Vidi Orlando stendere al suolo, sempre colla stessa +bravura, una diecina di pastori ed una quantità sterminata di mori. +Quando ha luogo un battaglia, gli eserciti si avanzano, indietreggiano, +si urtano, ed i morti cadono sempre due a due, perchè i fantocci +arrivano a due a due, combattono due contro due, finchè, divenuta +generale la mischia, o trionfa un paladino, o Pulcinella pone termine, +con un lazzo, alla battaglia. + +Pulcinella, parla sempre con una voce gutturale[42] che si presta +straordinariamente all'effetto comico e si vale per lo più del più puro +dialetto trasteverino. La stravaganza del suo dire è grande, ma spesso i +suoi lazzi sono spiritosissimi. È questa dote caratteristica dei popoli +di razza latina, particolarmente degl'italiani e degli spagnoli. Nella +loro poesia popolare riescono a mescolare, in modo originalissimo, +l'elemento tragico con quello comico. Leporello non è punto diverso da +Pulcinella. Calderon, meglio forse di ogni altro poeta della sua +nazione, ha saputo riprodurne fedelmente e felicemente il carattere +popolare, particolarmente nel suo dramma il _Mago meraviglioso_. Nel +nostro _Faust_ del teatro dei burattini, che pur troppo non si recita +più che raramente, Pulcinella, quantunque truccato da tedesco, pure +conserva la sua vivacità. Invece nel _Faust_ di Goethe, Wagner ha +perduto il suo carattere originario ed è diventato una figura +intellettuale, incomprensibile pel popolo. Pulcinella si è rifugiato in +Mefistofele, e specialmente nella parodia della scena del giardino, il +diavolo sostiene una parte del tutto analoga a quella di Pulcinella; +poichè l'essenza della maschera italiana non consiste già nell'ironia, +ma nella parodia che presenta, come carattere speciale, la stravaganza +delle parole. + +La bella storia di _Cristoforo Colombo_ viene rappresentata al teatro +dei burattini da ben quattordici giorni in fila, e tre volte per sera. +E' un'opera squisita, che eccita grandemente la curiosità, specialmente +per la comparsa improvvisa degl'indiani. La favola si presta a tutte le +condizioni richieste da un dramma romantico, quali il vile tradimento, +l'amore, la gelosia, i sentimenti cavallereschi, le imprese eroiche, le +lotte, e soprattutto battaglie senza fine. Il traditore in questo dramma +è Roldano, unico personaggio importante oltre Colombo; in questo +eccellente dramma Roldano era passato dalla parte degl'indiani, e lo si +vede seduto in trono, coperto di piume da capo a piedi, prendendo +l'aspetto d'un uccello di paradiso. Gl'indiani sono anch'essi coronati +di magnifiche piume, e ne portano pure alle gambe come Mercurio. Roldano +li chiama soldati; del resto sono ben esercitati, e adoperano in +battaglia fucili ed altre armi da fuoco. Colombo è vestito alla +spagnola, con un collare, e porta un berretto nero. Non è considerato +come paladino, ma come ammiraglio, quindi non ha la spada al fianco. +Parla poco, ma in compenso parlano tanto più i suoi aiutanti Pisandro, +Glorimondo e Sanazzaro. Si sfidano alla sua presenza due gentildonne +coperte di corazza, come l'eroine dell'Ariosto, e l'offesa Martidora +uccide la sua nemica ed il marito di questa. Pulcinella sostiene la +parte di scudiero di Colombo. Compare un angelo che dà a Colombo un +anello destinato ad ammaliare Roldano e i suoi indiani, nello stesso +modo che il cavaliere Jone ammaliò col suo corno il sultano di Babilonia +e i pagani. Alla vista dell'anello gl'indiani scompaiono per aria, ma +Roldano cade morto al suolo. Arrivano allora due demoni, muniti di +nodosi randelli, che, dietro ordine di Pulcinella, lo bastonano a +dovere. Quest'atto di giustizia eccita un giubilo indicibile nella +platea che, alla vista di tale azione morale, prende a strepitare come +un nuvolo di rondini; anche il tamburo della giustizia fa udire il suo +rullo, e un sonoro squillo di tromba pone fine alla scena. Vidi alcuni +giovani lanciare pallottole di carta contro il vile traditore, come se +volessero fargli meglio conoscere la giusta indignazione della platea. + +A questo punto cala la tela. Chi non sia stato presente a un intervallo +fra un atto e l'altro al teatro di piazza Montanara in Roma, non può +immaginare che cosa sia chiasso o rumore. Sembrava di essere nell'arca +di Noè, e che tutti gli animali facessero udire contemporaneamente le +loro voci. Mi tornò alla mente la descrizione della vita notturna degli +animali nelle foreste vergini fatta dall'Humboldt; quella gazzarra di +trecento giovani accompagnava colla voce, con mirabile sangue freddo, un +coscenzioso suonatore di tromba. Intanto si alzavano continuamente dalla +platea de' giovani che tentavano di penetrare nel palchettone, +arrampicandosi come tanti scoiattoli, martore o lucertole. Se il +cacciatore pontificio che stava di guardia nel palchettone, se ne +avvedeva, regalava loro un magnifico pugno sulla testa, e li ricacciava +in basso; ma quelli non si smarrivano affatto, e subito ricominciavano +la scalata. Appena poi fu calato il sipario, alcuni si arrampicarono sul +proscenio e sollevarono il telone di sotto in su, per vedere se lo +spettacolo avrebbe tardato molto a ricominciare. + +Le ultime scene del _Cristoforo Colombo_ presentano uno dei più bei +quadri di battaglia, perchè i due eserciti, spagnolo ed indiano, muovono +l'un contro l'altro, scaricando le loro armi da fuoco. Si spara anche un +colpo di cannone, ed allora gli indiani, dopo aver combattuto, muoiono +anche tutti da valorosi, sempre due a due. Lo sparo delle armi da fuoco, +il rullo dei tamburi, lo squillo delle trombe, lo sbattere delle gambe +dei fantocci sul tavolato della scena, le grida della platea producono +il più forte rumore di battaglia, che io abbia mai inteso un teatro. + +Per solito i teatri di burattini danno tre rappresentazioni ogni sera. +Cominciano all'Ave Maria, e alla prima che è sempre breve, tiene dietro +una seconda cui si dà il nome di _Camerata lunga_.[43] Rinunciamo ad +essere spettatori della _Camerata lunga_, e preferiamo recarci all'altro +teatro di burattini in piazza Sant'Apollinare. + +Dovremo, per andarvi, attraversare la fiera di piazza Sant'Eustachio, in +mezzo ad una sterminata folla che grida, fischia, strilla, schiamazza in +modo da assordare. A Roma non si usa, come da noi, fare i regali la +vigilia di Natale; si è scelto un giorno più adatto, quello della +Epifania, in cui i re magi offrirono i doni a Gesù bambino. Per +festeggiare questa ricorrenza, comincia il 6 gennaio una fiera dietro il +Panteon.[44] Le strade che vi portano offrono merci di ogni natura, +specialmente giocattoli, di apparenza quasi sempre elegante e graziosa. +Ve n'è tale quantità da soddisfare tutti i ragazzi del mondo. Una folla +immensa percorre queste strade; alcuni battono tamburelli, altri +soffiano entro conchiglie a foggia di corno, altri ancora battono l'una +contro l'altra delle tavolette, e specialmente poi tutti fischiano entro +fischietti di gesso, simili a balocchi da ragazzi, che raffigurano +pulcinelli, ballerini, cani, uccelli. Ragazzi vestiti da pulcinella +percorrono le strade a schiere, fischiando a squarciagola. Il chiasso è +indiavolato, tutti fischiano, fanno rumore, ed anche persone serie +cedono all'esempio, e si vedono col fischietto alla bocca. Queste +migliaia di voci stridenti producono un effetto tale da far impazzire +anche un filosofo. Strano a dirsi! Quello stesso impulso che spinge +talora gli uomini a dissimulare la loro fisonomia dietro una maschera, +li porta anche a mascherare la loro voce e la loro lingua e ad emettere +i suoni più strani. + +Siamo intanto giunti al teatro di piazza S. Apollinare. Questo secondo +teatro di fantocci, che ebbe dapprima il nome di teatro Fiano,[45] e che +al tempo dell'ultima repubblica romana fu rinomato per la figura +satirica di Cassandrino,[46] attualmente sostituita da quella, +politicamente innocente, di Pulcinella, è come abbiamo già notato un +teatro di burattini inciviliti. Le marionette recitano qui innanzi ad un +pubblico decente, su di una scena piccola, ma molto convenientemente +disposta, ben dipinta, con tutto quanto occorre per una accurata +rappresentazione. Gli spettatori possono prendere posto nella piccola +sala della platea, o sul palchettone. Si pagano tre baiocchi pei posti +nella prima, cinque pel palchettone, e questi prezzi non permettono +l'ingresso alle classi inferiori. Gli spettatori appartengono al ceto +medio, ed anche a quello distinto, che non rifugge dal procurarsi +qualche volta il piacere di una recita di burattini. Il proscenio è bene +illuminato, vi è una piccola orchestra che eseguisce pezzi di musica +negl'intermezzi, ed il sipario è nuovo ed elegante. Anche qui si +recitano drammi romantici, come quello conosciutissimo del _Volfango +fiero_; però i personaggi sono vestiti pulitamente e con eleganza; i +cavalieri portano belle armature, le dame abiti di seta e di velluto; ma +per lo più vi si recita la commedia in abito nero e guanti gialli, +drammi familiari, farse, commedie d'intrigo, in cui talvolta si fanno +figurare ricchi inglesi. Pulcinella è vestito come suo fratello del +teatro di piazza Montanara, e serba la stessa natura; però le sue +maniere sono più civili, più adatte al diverso ambiente, in cui vive. La +sua destrezza però è somma, giacchè quando siede riesce anche ad +incrociare le gambe l'una sull'altra, e a muovere i piedi, come hanno +abitudine di fare gl'inglesi. Nelle nozze, o in altre occasioni solenni, +i cavalieri e le dame siedono, con tutta gravità, sopra cuscini, e +assistono ad un ballo che l'orchestra accompagna colla musica. La +destrezza e la grazia, di cui fanno prova questi fantocci in tali balli, +è in verità meravigliosa, poichè non solo eseguiscono i passi più +difficili, colla leggerezza e col garbo che potrebbero spiegare la +Cerrito, o Pepita, ma tutti i loro movimenti, tutti i loro +atteggiamenti, la convenienza con la quale s'inchinano, ringraziano, +salutano, movendo le braccia, hanno qualche cosa di sorprendente. Nulla +si trascura di quanto può contribuire alla riuscita di un'azione +coreografica. Tutti questi fantocci si muovono, si agitano in allegra +polka, si librano come farfalle, girano in punta di piedi e ogni ballo +finisce sempre con un quadro plastico e qualche volta con un fuoco di +artificio. In una parola, l'arte di far danzare i fantocci raggiunse nel +teatrino di S. Apollinare il _non plus ultra_. + +Abbiamo così veduto almeno una parte lieta di questa Roma seria, +malinconica, severa, e Pulcinella giulivo e festoso in mezzo a tutte +queste rovine, sopra tutte queste catacombe, nè più ne meno dei grilli +che cantano fra l'erba dei ruderi del palazzo dei Cesari, e delle +rondini che cinguettano sulla tomba di Cecilia Metella. + +Vorrei ora accompagnare il mio lettore ancora nel teatro popolare di +piazza Navona, ma sento la voce di un ragazzo che predica e che mi tenta +ad entrare nella antica e bella basilica di _Ara Coeli_, in Campidoglio. +Qui predicano mattina e sera ragazzetti tanto maschi che femmine, nella +settimana che precede la festa dell'Epifania; in questo giorno terminano +le prediche. Non è troppo forte il distacco da un teatro di burattini a +una predica fatta da ragazzi dai sei agli otto anni. Anche qui, centro +dello spettacolo è sempre un fantoccino, il santo bambino di _Ara +Coeli_, adorno di una splendida corona tempestata di pietre preziose. + +In una cappella della chiesa è rappresentata con bell'arte la grotta di +Betlemme e l'adorazione dei Re Magi venuti dall'Oriente; i personaggi +sono di cera, nè mancano gli accessorî delle pecore e del paesaggio. La +Madre di Dio è seduta nella grotta e tiene in grembo il bambino, cui i +re, inginocchiati, presentano i loro doni. All'esterno sta inginocchiata +contro una colonna una figura con un mantello scarlatto, pantaloni +larghi alla turca e turbante in capo, che stende le braccia verso il +bambino, in atto di preghiera. Dalla parte opposta, parimenti contro una +colonna, è una donna di alta statura, di aspetto distinto, che pare +additi il santo bambino a quel mezzo turco che le sta contro. Nella +persona di questo si volle rappresentare, niente meno, l'imperatore +Augusto, e nella donna la Sibilla che secondo una delle leggende più +profonde del Cristianesimo predisse ad Ottaviano, in una visione, la +venuta di quel bimbo, destinato a signoreggiare il mondo. + +Di faccia alla grotta, nella navata opposta della chiesa, s'innalza un +pulpito, dove salgono a predicare, l'uno dopo l'altro, ragazzi dai sei +ai dieci anni, per la durata di circa cinque minuti, e ciò per quasi due +ore, alla presenza di forse qualche migliaio di persone. Sale pel primo +sul pulpito un grazioso ragazzetto, e dopo essersi fatto il segno della +santa croce, prende a recitare, con tutti quei gesti e quegli +atteggiamenti, propri dei ragazzi quando declamano, una predica sulla +venuta al mondo del Salvatore. Dopo di lui viene un ragazzo più grande, +vestito da chierico, che disimpegna ancor meglio la sua parte. Grida in +modo enfatico, scaglia i fulmini della sua eloquenza, nè più nè meno di +cappuccino, gesticolando quanto un tiranno di compagnia drammatica. Si +capisce che ha disposizione naturale per la mimica; ogni volta che nella +predica ricorrono le parole: capo, occhio, orecchio, porta +istintivamente la mano al proprio capo, all'occhio, all'orecchio. +Dovendo nominare il suono dell'arpa, si atteggia immediatamente nel modo +di chi volesse suonare quello strumento. Questa maniera di accennare +fanciullescamente colla mimica le cose di cui fa parola, riesce molto +divertente, e ottiene l'approvazione di tutti gli uditori, alcuni dei +quali sono venuti per devozione ad ascoltare le prediche fatte dai +ragazzi, e altri per divertirsi come ad un teatro di burattini. Nessuno +di quei ragazzi è menomamente imbarazzato, anzi i più sembrano andar +superbi di dover comparire innanzi a tanta gente e, superata +l'impressione del primo momento, la loro voce diventa sempre più sicura, +i loro gesti sempre più teatrali. Molti oratori in parlamento avrebbero +motivo di augurarsi la disinvoltura di quei bambini nel parlare in +pubblico, e pochi oratori poi si possono vantare di avere un uditorio +composto di persone appartenenti a tante nazioni, quanto quello di +questi fanciulli in _Ara Coeli_. + +Dopo i maschi vengono le femmine, graziose ragazzine ricciolute, coi +cappellini guarniti di piume e i vestitini di raso. S'inginocchiano un +momento, fanno il segno della croce e cominciano il loro sermone. È +curioso, a dir vero, sentire quelle creaturine parlare del peccato di +Adamo, dal quale ci ha redenti il Signore; della credenza nella vita +eterna; del Verbo che si è fatto carne in Gesù Cristo; della sua morte +per cui mezzo ha salvato il genere umano. Sarebbe come se i burattini di +piazza Montanara, i piccoli paladini che rappresentano con tanta enfasi +azioni eroiche, parlassero in onore di Gesù Cristo e snudando la spada +contro i mori, sfidassero a battaglia tutto l'esercito degl'infedeli; o +se le damine di quelle scene, interrompendo le loro declamazioni +sentimentali, cominciassero tutt'ad un tratto a vantare le delizie +dell'amor divino. + +Vedendo questi piccoli oratori, si crederebbe che anche i loro sermoni e +le cose che dicono, dovessero esser puerili, e si dovessero considerare +come un passatempo, cui si dovesse, in certo modo, assistere col +microscopio; ma la cosa è molto diversa; sono vere e proprie prediche in +istile solenne, cui non manca l'apparato di erudite citazioni. E non è +raro udire ragazzine, talvolta di poco più di sei anni, corroborare le +verità che bandiscono, colla autorità dei Santi Padri, e dire: così +asserisce, così c'insegna S. Paolo, S. Bernardo, S. Agostino, +Tertulliano. + +Credo stia scritto in qualche luogo: «Quando taceranno i profeti, +parleranno i bambini, e quando taceranno i bambini, i sassi diranno +_amen!_» Del resto in qualche luogo ora cominciano a parlare i tavolini; +ma l'uomo serio, e veramente religioso, non può a meno di restare +colpito da questo culto di ragazzi in _Ara Coeli_, e considerarlo come +una metamorfosi del cristianesimo. Che cosa direbbero S. Pietro e S. +Paolo, se capitassero mai in quella chiesa, e vedessero qual risultato +abbiano avuto le loro predicazioni? + +Osserverò soltanto che la signora Enrichetta Beecher Stowe, autrice +della _Capanna dello zio Tom_, che esaltando oltremisura la precocità +del nostro secolo, ci presentò nella sua Evangelina, di cinque anni, un +predicatore metodista, per non dire addirittura un genio del +cristianesimo, potrebbe trovare nello spazio di un'ora in _Ara Coeli_, +per lo meno dodici piccole Evangeline, che per di più hanno studiato e +conoscono tutti i Santi Padri. + +I ragazzi intanto che hanno sorriso all'immagine del bambino, in braccio +a Maria come ad un fantoccio, finita la predica, s'inginocchiano e +recitano una preghiera al bambinello. Una ragazzina gli dice: «O +dilettissimo fra tutti i fanciulli, degnati di volgere i tuoi occhi +sopra di noi e di gettare uno sguardo di misericordia sopra noi +peccatori!». La considerazione di cui gode in Roma il bambino di _Ara +Coeli_ è immensa, e vi si rannoda anche una leggenda. Anni sono una +giovane inglese, s'innamorò a morte di lui; andava ogni giorno in chiesa +per visitarlo, e la sua passione andò tant'oltre, che un bel giorno si +decise a rapirlo. Fece fare in segreto un altro bambino identico, un +bimbo lattante, lo portò in chiesa, e lo sostituì a quello legittimo che +si portò a casa. Ma giunta la notte tutte le campane della chiesa e del +monastero presero a suonare; i monaci uscirono e trovarono il bambino +inginocchiato fuori della porta del tempio, in atto di volere bussare. +Esso era fuggito dalla casa dell'inglese, ed era ritornato; questa è la +leggenda del bambino d'Aracoeli. Dopo d'allora la sua reputazione +crebbe, e lo si vede anche spesso uscire in carrozza, quando lo portano +a far visita a qualche ammalato.[47] Nell'ultima rivoluzione di Roma +ebbe anche la sua parte: il popolo aveva fatto a pezzi ed incendiato le +carrozze dei cardinali, ed aveva anche tirato fuori dalla rimessa la +vettura di gala del Papa, che voleva distruggere. Alcune persone +assennate, o del partito favorevole al Papa, tentavano opporsi a +quell'atto vandalico e per salvare la carrozza del Santo Padre proposero +di offrirla in dono al bambino di _Ara Coeli_. Nessuno dei repubblicani +si arrischiò a contraddire questa proposta, e il bambino venne messo +solennemente in possesso della carrozza papale, ed anzi, per provare che +era diventata veramente sua, i frati lo mandarono un giorno a spasso sul +Corso, nella carrozza papale. + +Stiamo ora a vedere: La processione si muove, il bambino è tolto di +grembo alla divina Madre; lo si porta in giro per la chiesa e sulla +scala esterna, da dove lo si mostra al popolo, quindi la processione lo +riporta nella sua nicchia. Vi sono stupende teste artistiche tra quei +frati francescani di _Ara Coeli_, che, mezzo sepolte nella tonaca, +somigliano a un blocco di travertino romano che esca di terra, con una +iscrizione mezzo cancellata; vi sono teste che paiono di bronzo, altre +voluminose come quella dell'imperatore Claudio, e faccie piene come +quella di Nerone. + +E basti delle prediche dei bambini. + +Andiamo invece al teatro popolare Emiliani, l'infimo tra tutti quelli di +prosa. La compagnia drammatica Emiliani, non meno che i burattini di +piazza Montanara, ha posto le sue tende in località adatta al suo +repertorio, cioè in piazza Navona.[48] In questa grande piazza, la più +bella di Roma, e che fu lo stadio di Domiziano, hanno luogo nel mese di +agosto le feste popolari, poichè allora si chiudono le fontane, si +inonda la piazza, e la popolazione deve attraversarla in carrozza, +quando non preferisca passarla a guado, come certuni fanno per +divertimento.[49] Nel mezzo della piazza sorge la magnifica fontana +fantastica del Bernini, composta di un rozzo scoglio, ai cui angoli +stanno le statue colossali di quattro divinità fluviali: il Nilo, il +Gange, il Danubio, e il Rio della Plata, e in cima a tutto sta +l'obelisco del circo di Massenzio. Due altre fontane versano le loro +acque alle due estremità della piazza. Intorno all'obelisco, nel tratto +della piazza compreso fra le due fontane laterali, si raduna ogni giorno +da mattina a sera grande quantità di gente, poichè lo occupano venditori +di castagne arrostite, erbivendoli, fruttivendoli, rigattieri, +ferravecchi, e la piccola borghesia accorre a comperare quanto le +occorre. La folla richiama sulla piazza ciarlatani, giocolieri, domatori +di belve; e squilli di tromba annunziano di tanto in tanto gli +spettacoli offerti al pubblico. Di quando in quando si sente anche +risuonare sulla piazza una voce potente, che grida «ai biglietti! ai +biglietti!» Sulla porta del teatro, che non si distingue da quelle delle +case vicine se non per un enorme cartellone, stanno venditori di +pasticcini e di semi di zucca, che tengono la loro merce in vista, su +banchi elegantemente arredati. La folla si avvicina alla cassa e si +compone per lo più di persone del medio ceto, di bottegai, di piccoli +possidenti, che sono in grado di spendere da tre a cinque baiocchi per +passare una sera al teatro. + +La sala è disposta in tutto come quella del teatro di piazza Montanara, +ma è più grande. Il contegno degli spettatori della platea che +accompagnano una musica scordata pestando i piedi, fischiando, o +battendo il tempo colle dita sulla spalliera dei banchi, rammenta più di +una volta il pubblico del teatro di piazza Montanara. Qui le donne, sono +di più e l'allegria, secondo il lodevole costume del popolo italiano, +non passa mai i confini della decenza. Si possono vedere sui banchi +della mamme che allattano tranquillamente le loro creature, mentre si +godono la rappresentazione, cui prendono viva parte. Si alza la tela, +sulla quale è dipinta una scena di satiri, col vecchio Sileno ebbro, e +siccome non sappiamo che cosa si reciti, è necessario stare attenti. +Compare un vecchio usuraio che attira a sè la cantiniera di un +reggimento, alla cui mano pretendono un cadetto ed un sergente. Questi +fa la parte del buffone, non fa altro che bere continuamente acquavite. +Mentre sta sulla scena, arriva un personaggio pallido, piuttosto alto, +con baffi e basette, che calza stivaloni. Dice, a parte, essere venuto +per visitare i suoi soldati, il che ci fa nascere il dubbio possa +essere, se non addirittura un re, almeno un gran generale. Mentre +passeggia su e giù per la scena, arricciandosi i baffi, e facendo +risonare gli speroni, cava di tasca un'enorme tabacchiera, fiutando +tabacco di continuo, talchè in breve ne ha coperti i risvolti +dell'uniforme. Il personaggio misterioso si presenta al sergente come un +povero veterano, e gli chiede che cosa potrebbe fare per lui nel caso +avesse bisogno di denaro. Allora il sergente gli fa vedere la lama della +sua spada confessandogli di aver venduto quella di acciaio, che ha +sostituito con un'altra di legno; in quel mentre arriva lo strozzino. Il +vecchio Federico, poichè il marziale veterano con baffi e basette è +proprio lui in persona, gli vende la sua tabacchiera d'oro, per il +prezzo derisorio di un federico d'oro. + +Nell'atto seguente il sergente ubriaco dorme su di una seggiola e giunge +un tamburino che lo desta, battendo un gran colpo sulla sua cassa. +Compaiono sei cacciatori pontifici che arrestano l'usuraio ed appare +allora il vecchio Federico in grande uniforme, con enormi mostre gialle, +sempre con baffi e basette, e con un immenso cappello a lucerna. Il +sergente ubriaco non tarda ad alzarsi ed a mettersi in posizione, ma +vacilla continuamente, il che eccita una viva ilarità nel pubblico, +mentre il vecchio Federico fa finta di non avvedersene, ed accenna a +voler punire severamente tanto l'usuraio, che il sergente. Vuol far +decapitare il primo, e il sergente stesso deve procedere a questa +esecuzione colla sua propria spada. L'usuraio, dopo infinite preghiere e +suppliche, si rassegna alla sua sorte e si è già messo ginocchioni; il +sergente pure, dopo molte difficoltà, si persuade ad eseguire la sua +parte: colloca la sua vittima nella posizione più adatta, poi si +inginocchia e prega la Madonna di assisterlo in quel duro frangente. +Finalmente quando si rialza e si apparecchia a dare il colpo, grida +tutt'ad un tratto: «Miracolo! Miracolo! Guardate, la Madonna ha +tramutato in legno la lama della mia spada!» Segue il generoso perdono +del vecchio Federico che condanna però l'usuraio a mantenere per tre +giorni il reggimento a tutte sue spese. Il vecchio Federico vien +chiamato alla ribalta, e con adatta concione invita il pubblico +rispettabile a voler onorare il teatro della sua presenza per il domani +a sera, dovendosi rappresentare _Artaserse Re di Persia_, annuncio che è +accolto con viva soddisfazione. + +Questa bella commedia dimostra come il vecchio Federico rimanga, quasi +un mito, vivo anche nella memoria del popolo italiano che ancor oggi +nei tedeschi distingue gli austriaci dai prussiani. Della Prussia non +conosce che la storia del vecchio Federico che considera come un secondo +Attila, e come vincitore degli austriaci. + +Gli attori del teatro di piazza Navona sono mediocrissimi, li direi +inferiori a quelli delle compagnie che recitano sui teatri più meschini +della Germania, e specialmente la parte femminile non si distingue certo +per bellezza. Ogni rappresentazione del teatro Emiliani termina o con un +ballo, o con una pantomima, o con quadri viventi, come la _morte di +Abele_, _Ahasvero_ o _l'Ebreo errante_, _Virginia Romana_, _Salvator +Rosa fra i briganti_, o altre simili scene. + +Una sera il cartellone recava l'annuncio di uno spettacolo molto +promettente, intitolato _Ravanello spaventato da un morto parlante_. +Doveva essere cosa straordinaria ed allegra assai. Era la storia di Don +Giovanni, travestita in romanesco volgare. Il protagonista conservava, +come nel dramma spagnolo, il suo vero nome, chiamandosi don Tenorio, ma +Leporello assumeva il nome di Ravanello; Donna Anna, Don Ottavio ed il +Commendatore non mutavano nome, nè carattere. In questa parodia popolare +Don Giovanni non è per nulla rappresentato come un _Faust_ della +sensualità, ma unicamente come uomo leggiero, privo di senso morale. Il +suo carattere si svolge in un'azione qualsiasi. Egli ammazza il +Commendatore per vendetta, introducendosi notte tempo nella stanza di +lui. Più tardi nel cortile della chiesa ha luogo la scena dell'invito +della statua, a cavallo, come nell'opera di Mozart, soltanto mancano i +frizzi di Leporello. Il Commendatore compare al banchetto, con una +faccia ridicolamente orribile, da diavolo infarinato. Don Giovanni, +atterrito, invita lo spettro a prender posto a tavola ed a servirsi. +«Non mangio, risponde l'ombra». «Vorreste udire della musica?» replica +Don Giovanni. «Sì» risponde lo spettro. Allora la musica suona per +alcuni istanti, mentre Don Giovanni e il Commendatore stanno l'uno di +faccia all'altro senza dir verbo. Questa scena è bella e produce +profonda impressione, perchè la musica vi ha la parte di potenza +celeste, quasi voce di un Dio invisibile, quasi annunzio del giudizio +tremendo che sta per colpire Don Giovanni. Appena cessata la musica, il +Commendatore invita a sua volta don Giovanni a pranzo a casa sua, cioè +fra le tombe, e Tenorio, da vero _caballero_, non attentandosi a +declinare l'invito, risponde che andrà. + +Lo troviamo quindi solo fra le tombe: in mezzo ai monumenti è +apparecchiata una tavola ricoperta d'una coltre nera, sulla quale +stanno fiaschi e bicchieri; la mensa è adorna di teschi umani. Tutt'a un +tratto l'arrivo dello spettro è annunciato, come nella prima scena, da +alcuni colpi sotterranei e subito si erge solenne la sua bianca figura. +«Mangia!» grida lo spettro. Don Giovanni impaurito si ritira e risponde +con voce tremula: «Non posso mangiare». «Vuoi sentire la musica?» «Sì», +risponde don Giovanni. Segue una breve pausa, durante la quale si ode +solamente la musica; i musicanti, quattro suonatori di corno ed uno di +contrabbasso, fanno tutto il loro possibile per produrre un'armonia +infernale, ed era facile, riconoscere, dalla fisonomia degli spettatori, +che raggiungevano pienamente il loro intento. Non appena tace la musica, +lo spettro comincia a parlare, e rivolge in tuono cappuccinesco una viva +esortazione a Don Giovanni, perchè rientri in sè stesso, pensi alla +salute dell'anima e si volga a Dio. Ma Don Giovanni, con alterigia di +cavaliere, rifiuta di convertirsi. Allora viene il colpo di scena +finale: il Commendatore prende Don Giovanni per mano, s'apre una botola, +da cui salgono fiamme terribili di pece greca, e Don Giovanni, appena +vede la voragine, novello Curzio, si slancia eroicamente tra le fiamme. + +Nell'ultima scena si vede l'inferno stesso, colle fiamme rappresentate +da fuochi di bengala, e in mezzo ad esse Don Giovanni quasi nudo, +incatenato, coi capelli irti, sdraiato per terra e tormentato da alcuni +diavoli, ministri della inquisizione infernale. Il dannato urla: «Sono +già mille anni che soffro! Non c'è proprio più salvezza?» E i diavoli +tra le quinte rispondono: «Nessuna! Nessuna!» Scende la tela. Questa è +la riduzione del Don Giovanni ad uso del popolo. Essa non tende che +all'effetto morale; tutta l'allegria e lo spirito sono scomparsi, e +Ravanello è diventato una figura insignificantissima, poichè i lazzi, +con cui comincia, cessano alla metà del dramma. + +Sapevamo che in questo teatro Emiliani si rappresentavano anche di tanto +in tanto tragedie, e non ci siamo voluti privare del piacere di +assistere alla recita della più commovente, forse, fra le tragedie +italiane, la _Francesca da Rimini_. Il famoso episodio dantesco non ha +ispirato soltanto pittori, ma anche poeti, molti dei quali tentarono +portarlo sulle scene, quantunque poco si presti all'effetto drammatico. +Byron stesso dice nei suoi diarii di aver pensato a prendere la +_Francesca da Rimini_ ad argomento di una tragedia. E' un peccato che +non lo abbia fatto, perchè, quando anche non avesse prodotto opera +adatta ad essere rappresentata, era tal poeta da scrivere cosa stupenda. +La grande semplicità dell'azione rende disagevole lo sviluppo +drammatico, e richiede un sommo poeta che senta e sappia parlare il +linguaggio delle passioni. Silvio Pellico fu l'unico che fino ad un +certo punto vi sia riuscito. Nella sua _Francesca da Rimini_ l'azione si +svolge bene; i caratteri sono nobili e ben disegnati, quantunque non sia +grande l'effetto drammatico. Essa è ritenuta opera classica in Italia, e +viene rappresentata tanto nei grandi che nei piccoli teatri. In questi +giorni era rappresentata contemporaneamente qui in Roma in due teatri: +al Valle integralmente, ed in quello Emiliani ridotta a parodia. + +Andiamo a quest'ultimo. Gli attori recitano in dialetto romanesco, cioè +nel più puro linguaggio dei Trasteverini. Francesca da Rimini è +travestita, o per dire più esattamente, è ridotta trasteverina. Sarebbe +come se si recitasse l'_Ifigenia_ del Goethe in basso tedesco, o il +_Faust_ nella traduzione in lingua volgare fiamminga del Bleeschauer. Da +noi non sarebbe possibile fare una caricatura di una tragedia classica; +non sarebbe possibile trovare un teatro, per quanto piccolo e meschino, +che si arrischiasse a presentare al pubblico, ad esempio, la _Maria +Stuarda_, ridotta a parodia. Le tragedie da noi non diventano ridicole +che qualche volta, quando sono male rappresentate; ma non vengono mai +ridotte tali a bella posta. + +Nel teatro di piazza Navona tutto contribuiva a rendere lo spettacolo +ridicolo: il dialetto adoperato dagli attori, ed il loro modo già per sè +stesso deficiente di recitare, particolarmente della Francesca. +Recitando seriamente le parti loro in quel dialetto ridicolo, +convertivano, per così dire, il coturno in pantofola e rassomigliavano +ai personaggi di Piramo e Tisbe.[50] Il vecchio Guido da Polenta si era +fatto una gobba, e recitava come un folletto con brache di velluto e in +maniche di camicia. L'infelice Francesca aveva un aspetto esuberante di +salute, da fare invidia a qualunque serva o campagnola. Lanciotto e +Paolo sembravano due volgari attaccabrighe. Tutti però declamavano con +grande serietà, seguendo l'originale passo passo, i pensieri elevati +della tragedia non erano soltanto voltati in dialetto, ma trasformati +nel senso non meno che nella forma. Era sempre la stessa tragedia, ma +ridotta, in forza del diritto del carnevale, a una farsa. Anche +Melpomene si era in certo modo mascherata, facendosi i baffi col +carbone. + +Lo straniero che non capisce la differenza fra la lingua italiana ed il +dialetto trasteverino, non ride che per la parodia dei modi tragici; ma +il romano ride pure pel dialetto. E' un divertimento di carattere tutto +locale. Quando il vecchio sire di Ravenna disse, per esempio a +Francesca: «_Statte mosca_» l'ilarità fu generale e rumorosa. Domandai +ad un giovanetto seduto presso di me, che era convulso dal gran ridere, +la ragione di tutta quella ilarità: «_Mosca_» mi rispose, vuol dire +«zitto» in trasteverino.[51] Invece di niente i trasteverini dicono +_nientaccio_, ed anzi le terminazioni in _accio_ ed in _uccio_ sono +caratteristiche del loro dialetto, e non mancano mai di eccitare le +risa. Questo dialetto, come buona parte dei dialetti italiani, aggiunge +volentieri in fine la particella _ne_ ed ama raddolcire le finali in +_are_ ed _ire_, dicendo _andane_, _partine_, in vece di _andare_, +_partire_. Sostituisce parimenti volentieri la _r_ alla _l_, dicendo, ad +esempio, _der teatro_ invece di _del teatro_.[52] Del resto, anche +l'espressioni erano ridotte a forma volgare. Lanciotto, per esempio, +dice una volta a Paolo: «Bada; ti voglio triturare come un salame». La +tragedia di Silvio Pellico termina coi versi: + + «basta, onde tra poco + Inorridisca al suo ritorno il sole». + +che in dialetto diventano: «venga al suo ritorno la tremarella al sole». +Il passo di Dante, in cui Paolo e Francesca narrano che leggevano la +storia di Lancillotto e di Ginevra, fu tradotto «noi leggevamo un giorno +la bella storia di Chiarina e di Tamante» che è una canzone côrsa, +diffusa per tutta Italia, e che si vende, stampata su foglio volante, su +tutti i muriccioli. «Che cosa direbbero mai Dante e Silvio Pellico, +domandai a un mio vicino, se potessero vedere la loro favola ridotta a +questo modo, su queste scene?». Il vicino mi fissò meravigliato e quando +parve avesse capito il mio pensiero: «Eh, rispose, si vuol ridere!» E +invero, ho vedute poche cose più ridicole della scena, in cui Lanciotto +uccide Paolo e Francesca; nella quale mentre sono entrambi già stesi a +terra, Paolo dice all'amante «Checca! Perdono!.. Ohimè, essa è crepata, +ora devo crepare anch'io!» e il sire di Ravenna gobbo, in maniche di +camicia e brache di velluto, avvicinandosi ai cadaveri esclama: «Non più +sangue, perchè non venga la tremarella al sole!». Cala la tela. + +Si può assistere al teatro Emiliani anche alla _Medea_ in dialetto +romanesco, od a _Didone abbandonata_, in cui Enea, come fondatore +favoloso di Roma, lusinga il popolo coi ricordi eroici. Di ciò basti, ma +perchè il lettore possa farsi un'idea del dialetto trasteverino, do qui +il principio del cartellone del teatro: + + TEATRO EMILIANI + + _in Piazza Navona_ + + INVITO STRASORDINARIO + + Per la sera der giorno de Giuvedine 27 Gennaro der mille ottocento + cinquantatrene. A Benefiziamento della prima donna Pantomimica + assoluta Marietta Descarsi. Si rappresenterà come dice il + cartellone, Purcinella Impicciato in tra' una Mucchia de sorci dopo + na nova pantomimica tutta de spettacolo, fadica d'un regazzino + granne de 5 anni e questa se chiama Er Naufragiamento de Tom-Pusse. + + Nella Camerata lunga si darà la stessa sera di nuovo il primo + dramma, poi un «Balletto in punta e tacco» quindi il Capo d'Opera + der Sor Pietro Metastasio «Didone abbandonata», infine la + Pantomimica e balletto. Perciò, conchiude il cartellone, venite e + ridete e fate ridere anche l'attrice, di cui è oggi la beneficiata, + ed essa vi darà per rincompensa «tutto quello che tié chiuso nder + petto». + +Dante nel suo libro «De vulgari eloquentia» chiama il dialetto romano il +più brutto dei dialetti d'Italia.[53] + +I due teatri di burattini di piazza Montanara e di S. Apollinare sono +col teatro Emiliani le scene veramente popolari di Roma, che hanno +carattere locale. Conviene aggiungervi nell'inverno il grande teatro +Alibert[54] per l'opera, ed in principio della bella stagione il teatro +popolare che occupa gli avanzi del mausoleo di Augusto.[55] Gli altri +teatri non hanno carattere locale; soltanto quello Capranica, che sta +nella piazza di fianco al collegio dello stesso nome, può essere +considerato come teatro di transizione fra quelli popolari ed i teatri +seri. Vi si recitano tragedie, commedie, drammi, azioni spettacolose, +opere, pantomime e balli di ogni genere. Le parti giocose vi sono +sostenute dallo Stenterello, specie di buffone toscano senza maschera +caratteristica, che quantunque giocoso sostiene qualche volta pure parti +di una tal quale serietà. Egli può dirsi il Pulcinella di tutta l'Italia +superiore e centrale, e lo si vede anche ogni tanto al teatro Emiliani a +fianco di Pulcinella stesso. Per un teatro popolare toscano un buon +Stenterello è indispensabile, quanto un buon tenore od una buona prima +donna per un teatro d'opera. I cartelloni teatrali non mancano mai di +aggiungere, ai titoli delle produzioni rappresentate, le parole _con +Stenterello_ come si aggiungono a quelli dei teatri di burattini le +parole _con Pulcinella_. + +Oltre il teatro Capranica, vi sono in Roma i teatri Torre Argentina, +Valle, e Tordinona detto anche Apollo; quest'ultimo è dedicato +particolarmente all'opera in musica; nell'ultimo inverno vi si dava il +_Trovatore_, opera nuova del Verdi. Il teatro Valle è il più grande fra +quelli in cui si recitano tragedie e commedie; da Pasqua vi recita ed +entusiasma il pubblico che preferisce la tragedia, una buona compagnia +torinese, di cui è principale ornamento la distinta signora Ristori. Vi +si recitano spesso, come in Germania, traduzioni dal francese, qualche +volta anche drammi di Kotzbue e raramente produzioni di Goldoni, di +Silvio Pellico, e più raramente ancora dell'Alfieri, troppo inviso alla +censura papalina. Tutti questi teatri non rientrano nella sfera di +questi cenni sui costumi e sulle cose di Roma.[56] + +Ma è ormai tempo di calare il sipario e di riporre tutti questi fantocci +entro le loro scatole. «Nella commedia, come in questo mondo, dice Don +Chisciotte, recitano imperatori, papi e cento altri personaggi; ma +quando si arriva alla fine, quando scompare la vita, giunge la morte che +spoglia tutti degli abiti e dei costumi dai quali si riconoscevano e si +differenziavano; nella fossa tutti sono uguali». + +Ed ora, lettori miei, voglio presentarvi un personaggio romano, che sta +esposto rigido e morto sul suo letto di parata fra le torce che ardono, +contemplato avidamente a bocca aperta da numerosa folla, particolarmente +di popolani, che non osavano innalzare i loro sguardi verso di lui, +mentre era vivo e che si levavano timidi e rispettosi il cappello quando +passava nella sua carrozza di gala. Era un cardinale, ora giace in una +sala del palazzo della Consulta, steso sul letto funebre rivestito +delle sue principesche vesti rosse. Che meschino apparato per un uomo +che governò lo Stato romano, ed il cui nome fu congiunto agli +avvenimenti più grandi della storia contemporanea! La sala è piccola e +non è delle più pulite. Le stoffe di seta nera del letto funebre sono +vecchie, logore, macchiate, rappezzate in più punti, e di certo hanno +già servito a più di un cardinale. Ardono due ceri, un sacerdote ritto +contro un leggìo recita le preghiere per i morti. La folla entra ed +esce; nella maggior parte sono operai, donne e ragazzi, che contemplano +con indifferenza il viso livido del cadavere, che rammenta una colonna +rotta, di porfido rosso, di un qualche tempio antico. La testa è +voluminosa, marmorea, con pochi capelli bianchi; i suoi tratti denotano +una volontà ferrea e una rassegnazione tranquilla. Poco mancò che si +posasse nel 1846 su questo capo la tiara pontificia, oggetto delle sue +lunghe speranze; quando morì Gregorio XVI, nessuno dubitò della elezione +a Sommo Pontefice di questo rinomato uomo di Stato, ministro di +Gregorio, arcivescovo di Genova, gran priore di Malta, abate di Farfa, +antico nunzio pontificio a Parigi, molti dei cardinali erano sue +creature, il suo partito a Roma era esteso e potente; radunatosi il +conclave, alla prima votazione raccolse la maggiore quantità di voti. +Egli non dubitava affatto della sua elezione e, tranquillo sul suo +esito, già pensava al nome che avrebbe assunto. Ma l'elezione al papato +è come una lotteria; a questo cardinale toccò un biglietto bianco. Un +sacerdote che aveva bussato un giorno alla sua porta a Genova, +chiedendogli protezione e appoggio, il povero conte Mastai Ferretti +ottenne la tiara pontificia, ed il vecchio Lambruschini si dovette +inginocchiare innanzi a lui, e baciare i piedi di Sua Santità. Ora è qui +esposto Lambruschini, il genovese altero, inflessibile, che non aveva +mai ceduto a nessuno, che aveva regnato per Gregorio: uomo di grande +energia, di natura dispotica, di un rigorismo monacale, inaccessibile a +tutte le passioni umane, preoccupato unicamente della signoria della +Chiesa, uno dei pochi superstiti del tempo antico, della vecchia scuola. +Vide cinque papi sulla cattedra di S. Pietro, il sesto gli tolse la +tiara. A quali solenni avvenimenti non aveva egli assistito dalla +rivoluzione francese a quella di Roma del 1848! Quante persone, +imperatori, re, principi regnanti e spodestati, non aveva conosciuto! +Invecchiato nel culto della teocrazia, promotore indefesso dello +assolutismo della Chiesa, gli era toccato assistere all'ultima +rivoluzione che Pio IX stesso aveva provocato colle riforme; decrepito, +sull'orlo della tomba, aveva dovuto fuggire da Roma come un malfattore. +Lo avevo visto molte volte nelle solennità della Chiesa, accasciato per +gli anni, incurvato, tremante, dignitoso come un patriarca, seguire +vacillante la processione, o entrare nella cappella Sistina. Tutti gli +occhi erano rivolti su di lui, e la folla mormorava «Quello è +Lambruschini!» Ed ora il mendicante cencioso, il povero operaio, lo +contemplano sul suo catafalco, e ripetono franchi e liberi da ogni +timore: «Ecco Lambruschini!» Ora giace là, oggetto indifferente, +estraneo al mondo, alla storia, fantoccio ormai dimenticato che ha +sostenuto la sua parte, e che deve cedere il posto ad altri. Tutta +questa pubblicità, questa esposizione di un cadavere, ha qualche cosa +che incute terrore, e mi spingeva quasi a rivolgere un ultimo discorso +al defunto cardinale, mentre stavo pensando al suo grado eminente, alla +sua grande attività, alla sua vecchiaia, e contemplavo con rispetto la +sua salma. + +Ma chi si dà pensiero della vita o della morte d'imperatori, re, papi, +cardinali, o di qualsiasi altra persona, qui in Roma? In mezzo a tutte +queste grandi rovine della storia universale, tutto quanto in altri +luoghi sarebbe grande, solenne, qui diventa piccolo, meschino, come una +rappresentazione di marionette; poichè qui impera quasi un tanfo di +porpora e l'aria è come impregnata di nomi d'imperatori e papi defunti. + +Proseguendo a passare in rivista questo mondo di fantocci dove dovrò +condurre i miei lettori? Sul Corso, dove pendono da ogni finestra +tappeti rossi gallonati d'oro; dove mille belle donne sorridono dai +balconi, gettando un nuvolo di fiori, che cadono a terra come quelli +della pianta di pesco, quando il venticello di primavera agita i suoi +rami. Rechiamoci alla chiesa di S. Antonio presso le terme di +Diocleziano, dove si dirigono in lunga fila cavalli bardati in varie +fogge, dove potremo ammirare le carrozze del papa e la sua bella mula +bianca, e lo stupendo equipaggio del duca Boncompagni-Ludovisi tirato da +sedici cavalli, che l'abilissimo cocchiere guida da solo stando in +serpa.[57] Ma tutto questo attrae meno folla che la comparsa +meravigliosa del _grasso lucido_. + +La nostra attenzione però si concentra su quella lunga fila di persone +che camminano solennemente a due a due, e che sembrano tuttora +appartenere al medio evo come altrettante figure dipinte da Giotto, dal +Ghirlandajo, o da Sandro Botticelli. Tutti questi uomini, vestiti di una +lunga tonaca rossa, hanno la testa coperta da un cappuccio a punta, che +scende fino a ricoprire anche la loro faccia, con due aperture per gli +occhi; camminano tutti a piedi scalzi. Hanno i lombi cinti da un +cilicio, alcuni portano croci, ma i due spettri rossi che aprono la +marcia portano in mano teschi umani e ossa di morto.[58] Mormorano preci +camminando. E' la compagnia dei Sacconi rossi; la loro figura è proprio +bizzarra, e riconduce ai tempi antichi. Ma vi sono anche confraternite +di altri colori, e passeggiando la sera per Roma è facile imbattersi in +cortei funebri, nei quali i fratelli portano cappuccio nero, o celeste, +e sono vestiti di bianco o di giallo. Queste figure si possono vedere +ogni giorno per Roma, e quando s'incontrano nei quartieri più deserti e +più antichi della città, come le regioni Monti, Campitelli, o in +Trastevere, o soltanto quando i cappuccini precedono il feretro colle +loro tonache color tabacco, colle loro barbe inargentate, portando un +cero acceso, preceduti alla lor volta dalla croce, le piazze e le +strade deserte della città assumono un aspetto indicibile di morte e di +malinconia. + +Il culto di Roma, anzi tutta la vita interna della città, ha il +carattere di una processione; e questa è davvero la città delle +processioni. E quando non si fanno processioni, che cominciano +principalmente nei mesi di maggio e di giugno, vi sono altre comitive +che vanno a due a due per le piazze della città, e danno loro un aspetto +solenne. Osservate: sono ragazzine che camminano processionalmente, +guidate e dirette da monache. Sono vestite di nero con un fazzoletto +bianco al collo, portano una cuffia bianca con nastri neri; precedono le +più piccine, quindi in linea crescente arrivano giovani dai diciotto ai +venti anni. Sono allieve di un istituto, che vanno alla passeggiata. +S'incontrano con una camerata di giovanetti, pur essi condotti a +passeggio guidati da preti. Anche questi camminano a due a due, disposti +del pari in linea crescente. Vestono abito nero, portano il cappello a +cilindro anche i più piccoli, e questa schiera di trenta a cinquanta +ragazzi, vestiti in questo modo severo, che li fa sembrare nani +invecchiati, produce un'impressione che eccita l'ilarità. Quando +s'incontrano questi ragazzi neri con quelle ragazze nere, si lanciano a +vicenda sguardi pieni di desiderio; ma si passano a fianco senza dir +parola. Poverini! Non parlano, non odono, sono sordomuti gli uni e le +altre, e soltanto a segni possono comunicarsi i loro pensieri. + +Sarebbe impossibile enumerare tutte le corporazioni e le comunità che +s'incontrano per Roma, procedenti così due a due, nella loro uniforme. +Sono centinaia, in questa città, le provincie del socialismo clericale, +centinaia i falansteri ecclesiastici, da superare la fantasia di Goethe +o di Fourier. + +Ecco, compare un'altra comitiva di giovani vestiti di una specie di +_caftan_ alla turca, col colletto diritto, filettato di rosso, fra loro +vi sono due mori, e molte faccie olivastre, abbronzate, parlano tutte le +lingue dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia; parlano il cinese, +l'indostano, il persiano, l'abissino, il copto, le lingue del Malabar e +dell'Orange: sono allievi del collegio di Propaganda, futuri missionari. +Questi altri invece che s'avanzano, dalla capigliatura bionda e +dall'abito tutto rosso, parlano tutti tedesco; sono allievi del Collegio +germanico.[59] Ed ecco ancora altri collegi dalle vesti turchine, nere, +bianche, sono inglesi, scozzesi, allievi del Collegio Nazareno, o +dell'altro dei nobili. Chi li potrebbe nominar tutti? + +Intanto questo _grasso lucido_ che ci ha sempre seguito e accompagnato, +vuole oramai che si parli di lui; deve però avere ancora un tantino di +pazienza, perchè abbiamo da vedere ancora un altro spettacolo curioso. +Venite meco, o lettori, sulla piazza di S. Giovanni in Laterano, e +ricordate che siamo nello splendido mese di giugno; qui deve svolgersi +una gran processione: vi saranno tutti gli ordini religiosi, +innumerevoli confraternite, parecchie belle ragazze con coroncine +d'argento in capo, e abiti che non sono cuciti, ma tenuti insieme +unicamente a forza di spilli come un mosaico;[60] vedrete croci +gigantesche oscillare nell'aria, non sostenute dagli uomini che le +portano, ma che si appoggiano soltanto su di una borsa di cuoio che i +portatori recano sul petto, e ciò malgrado son maneggiate con tale +destrezza che ogni giocoliere invidierebbe.[61] Questa processione +sterminata passerà in mezzo all'ospedale di S. Giovanni tra una fila di +letti, sui quali sono donne e ragazze malate, che riceveranno la +benedizione. Avete visto o sentito mai, lettori miei, nulla di simile? +Ragazze ammalate che ricevono visite non solo dai loro cari, ma dal +popolo romano, da tutti i Quiriti? Le porte dell'ospedale sono aperte, +dovunque sono fiori e fronde, alabardieri svizzeri stanno impalati sulla +soglia imponenti e rossicci come garofani o gigli rossi, ma a nessuno è +vietato l'ingresso: entrano le persone a centinaia; entriamo noi pure. +Qual vista! Dove siamo mai? Passiamo pian piano, non ci è permesso +fermarci presso i letti. Osservate, quanto è bella e ariosa la corsia, +con quanto gusto è decorata! Oggi la malattia celebra la sua festa e +prende in prestito dalla salute belletto e ornamenti, poichè in questa +Roma tutti vogliono fare la loro comparsa almeno una volta, tutti avere +la loro festa, la gente ricca e felice, i mendicanti, gli storpi ed +anche i morti. Guardate la doppia fila di letti, come sono puliti e +bianchi, come sono ornati di tappeti rossi, gallonati d'oro e di fiori +artisticamente disposti. Ogni letto pare una poesia di Matthisson, o di +Geibel. In ognuno sta seduta o coricata languidamente una ragazza o una +donna, vestita di lini candidi come la neve. Molte hanno l'aspetto +aggravato, ma molte appariscono più belle per la malattia. Osservate +quella ragazza, come la sua fisonomia è trasformata dalla convalescenza, +e come splende pel fascino incontrastabile della debolezza; i suoi occhi +nerissimi scintillano come illuminati dalle reminiscenze. Non tarderanno +a riacquistare tutto il loro splendore. Vorreste arrestarvi, o miei +lettori? Ma non è permesso; ai piedi di quel letto, custode dell'onore, +sta un giovane soldato armato di fucile, tal quale come se fosse di +sentinella ad una polveriera. E là, dove sta seduta quella ragazza, cui +l'ardore della febbre imporpora le gote e i cui sguardi si perdono quasi +vaganti nello spazio, là siedono le vecchie infermiere, vestite di +giallo, simili alle Parche. Usciamo, usciamo, che questa stanza è più +pericolosa della stessa malaria, al lume di luna. Potrete ora dire di +avere visto una scena di spedale, di questa singolarissima città di +Roma. + +Come potremmo intanto sfuggire al _grasso lucido_! Ecco un circolo di +persone, in una strada qualunque, dal cui centro sorge una voce che +declama. Andiamo a quella volta, che cosa troviamo? _Il legittimo grasso +lucido._ Scorgiamo sull'angolo di una casa un cartellone rosso, +attaccato or ora: ci affrettiamo a leggerlo; che cosa sarà mai? _Il +legittimo grasso lucido._ Siamo seduti al caffè Ruspoli, un ragazzetto +s'aggira per le sale, offrendo un foglietto agli avventori. Che cosa vi +sta scritto? _Il legittimo grasso lucido._ Questo _legittimo grasso +lucido_ ha dunque esso pure un diritto incontestabile di attirare a sè +l'attenzione generale, e certo non è poco merito l'aver inventato, +nell'anno 1850 dalla nascita di Cristo, una vernice lucida; che non +contiene nè vetriolo, nè alcun'altra sostanza corrosiva, e che non solo +ammorbidisce in sommo grado qualunque cuoio, ma possiede per di più la +virtù di aumentarne la durata in modo incredibile e meraviglioso. Una +tale invenzione è degna di esser esposta al pubblico, ai piedi +dell'obelisco, in faccia al Panteon. Stanno là, presso un tavolo coperto +di scatolette di latta, contenenti la preziosa vernice, due oratori +popolari che parlano per ore intere, con un fiume di eloquenza che mai +non si arresta nel suo corso, della eccellenza del _grasso lucido_. Se +si desse al più grande fra tutti i filosofi l'incarico di dire qualcosa +in lode di un lucido da scarpe, in due minuti avrebbe finito; ma +quest'uomo con un abito unto e con un panciotto di velluto, che sembrano +anch'essi coperti di grasso lucido, parla ore intere senza mai fermarsi, +sulle materie che compongono il _grasso_ _lucido_, sui suoi pregi, e +non divaga mai dal suo tema; trova sempre nuovi argomenti, nuove idee, +nuove immagini, riferentesi al _grasso lucido_, e al rapporto che ha con +l'economia domestica, con la civiltà umana, con le varie specie di +corami, col tempo, con la temperatura, col sole, con le stelle, con la +sua influenza sull'anima umana. + +Fin dalla prima mezz'ora cadono le bende dagli occhi degli uditori, +cominciano quasi a persuadersi delle specialità, dell'eccellenza del +_grasso lucido_; a poco a poco giungono a capirne l'immensa importanza, +e, quasi quasi, non riescono a spiegarsi come abbiano potuto vivere fino +a quell'istante privi di quel ritrovato sublime. Intanto l'oratore +continua a spolmonarsi. Gorgia, Protagora e Carneade non hanno mai +vantato tanto la giustizia, quanto egli il _grasso lucido_. Meriterebbe +che si istituisse nella Università di Padova una cattedra, dalla quale +potesse parlarne _ex professo_; egli si dà già per professore e membro +di parecchie accademie scientifiche, come pure il suo collega; e +additando questo, avverte che il signor professore ha scritto non meno +di undici volumi intorno al _grasso lucido_. «Non è vero, professore, +che hai dimostrato nel tuo decimo volume, che questo insuperabile +_grasso lucido_, unico in Europa, possiede la proprietà di ammorbidire +il più duro cuoio di bue, e di renderlo soffice come un velluto?». Il +professore risponde di sì e siccome l'altro è rauco, e non può ormai più +continuare, comincia a sua volta a vantare i pregi dell'incomparabile +specialità. + +Dimostra in primo luogo in che consista il _grasso lucido_. «Si vorrà +sostenere, egli dice, che questo _grasso lucido_, contiene sali +alcalini, sostanze corrosive. Ora domando io, credete voi che un uomo +vivente possa trangugiare impunemente del vetriolo? Credete voi davvero +che un uomo possa mangiare acido solforico? Ebbene, voglio darvi una +prova convincente; mangerò alla vostra presenza questo _grasso lucido_, +esso non mi ucciderà, non mi darà alcun disturbo, ma al contrario mi +procurerà la stessa soddisfazione che potrebbe darmi la polenta più +squisita». Detto fatto, il professore trangugia una discreta quantità di +_grasso lucido_, dopo di che l'uditorio rimane profondamente scosso e +persuaso che il _grasso lucido_ certo non contiene vetriolo. «Compratelo +dunque, urla il grande filosofo, approfittate di questo solo e unico +_grasso lucido_ eminentemente economico, indispensabile e innocuo. La +scatoletta non costa che tredici baiocchi. Ma che ho detto? Tredici +baiocchi? Sono dodici! Guardate! Anzi ve la do per dieci!». + +E per dimostrare che il grasso rende lucida qualsiasi sostanza, agguanta +un pezzo di carta e lo vernicia con singolare destrezza, e con un +sorriso di compiacenza; afferra quindi un giovinotto, e sempre +declamando e gesticolando gli lustra una scarpa. Il giovane è raggiante +di soddisfazione, quasi non è ancor persuaso della fortuna toccatagli, +poichè non gli è accaduto mai, dacchè è al mondo, di avere una scarpa +lucida. «Vedete, dice il professore, questa scarpa pareva poco fa la +scarpa di un porco, ora riluce come l'argento; un bambino appena nato +potrebbe ridurla così, senza la menoma fatica». Il giovinetto se ne va +con una scarpa lucidata e l'altra no, e non alza l'occhio per tutta la +strada dalla sua scarpa lustra, come se volesse specchiarsi nella sua +felicità. + +Questa rappresentazione del _grasso lucido_ ci mette in grado di +frequentare la buona società, e di andare anzi ad una festa da ballo. + +Questa non si darà nè presso il duca Torlonia, nè in casa del duca +Braschi; ma sarà più interessante e più degna di osservazione che non un +ballo in appartamenti principeschi e nei costumi dell'epoca di Luigi +XIV. Sarà il così detto ballo dei modelli, in una vasta e deserta sala +di via Claudiana.[62] + +Vi è in Roma una classe di persone, la cui vita è tanto strana e +singolare, che potrebbe fornire ai novellieri migliori argomenti, che +non la vita di quella Maria dei Fiori, e di quelle _grisettes_ che la +moderna letteratura francese innalzò a ideali della bellezza muliebre e +al grado di muse della poesia. Le persone che troveremo a questo ballo +sono modelli degli artisti, tanto uomini quanto donne, che hanno la +triste sorte di dover stare parecchie ore della giornata nella +immobilità più perfetta. Campano la loro esistenza in grazia delle belle +e caratteristiche forme del corpo. Si presentano in tutti gli +atteggiamenti possibili. Una ragazza rappresenterà oggi la Venere dei +Medici, domani Diana, Arianna, la Madonna, una Baccante, la Maddalena, +Psiche, una dea, una schiava, Miriam, una vestale; oggi sarà nuda, +domani tutta velata; vestita dei costumi più ricchi e più svariati: ora +da turca, ora da greca, ora da donna di Albano, o della campagna romana, +o da antica romana. La povera creatura deve ridursi ad una specie di +statua, il cui incarico è di rimanere quanto più sia possibile +immobile, nella posizione assegnatale dall'artista che la tratta quasi +come un manichino, facendole muovere gambe e braccia, e tutto il corpo +fino a che l'abbia ridotta a quella attitudine che desidera. + +Oltre le grandi accademie, dove si tiene in giorni ed ore determinate la +scuola di disegno, vi sono anche accademie private che provvedono +modelli, e nelle quali si può avere accesso pagando una modica +retribuzione. La più famosa è quella di Nicola di via Claudiana che ha +una particolare abilità nel fare il modello, e nell'arte della +rappresentazione plastica può gareggiare col migliore commediante.[63] + +Una sala di disegno del modello offre uno spettacolo veramente nuovo e +singolare; non l'avevo veduta mai nemmeno dipinta, e il vederla in +natura, mi persuase che potrebbe dare argomento ad un bel quadro di +genere. In una squallida sala il modello, sia uomo che donna, sta +immobile come una statua, su di una specie di piedistallo. Intorno a lui +seggono i disegnatori disposti ad anfiteatro, e talvolta salgono ad un +centinaio, appartenenti a tutte le nazionalità, francesi, inglesi, +tedeschi, americani, polacchi, russi, danesi, belgi, italiani. Ognuno ha +davanti a sè un tavolinetto e un piccolo lume, e copia il modello ora +seduto, ora in piedi, di fronte, a tergo, di fianco; chi lo disegna a +matita, chi col gesso, altri ancora all'acquerello, taluni addirittura +da principianti, altri mediocremente, alcuni in modo eccellente. Gli uni +lo disegnano tal quale è, gli altri lo abbelliscono, e quella specie di +statua assume diversi caratteri, come uno scritto affidato a diversi +copisti. Questa sala fa pensare ad una tipografia, dove ogni +compositore, seduto, colla sua lampada innanzi, getta a capo chino il +suo sguardo alternativamente sul manoscritto e sulla composizione. Nel +vedere i movimenti simultanei di tutti quei disegnatori silenziosi, +collo sguardo di continuo rivolto verso il modello che sorge immobile +dal suo piedistallo come un idolo, mentre da una parte non è possibile +trattenere il sorriso, dall'altra si prova compassione per quella povera +creatura, bersagliata da continui ed incessanti sguardi, condannata a un +supplizio di genere nuovo, quello di farsi vedere e lasciarsi disegnare. + +Già da due ore la vittima si trova nella stessa posizione; la sua faccia +è accesa; l'occhio infuocato, tutti i suoi lineamenti e la respirazione +affannosa accennano a stanchezza. Che penserà mai quella statua vivente? +Probabilmente a nulla. Di quando in quando spunta sulle sue labbra un +sorriso, e si capisce che le chiude convulsamente per non prorompere in +uno scroscio, che d'un colpo guasterebbe la sua posizione. Forse si +sente ridicola; forse le sembrano stupidi e ridicoli tutti quei +disegnatori; forse la fisonomia di uno scarabocchiatore biondo sembrò +buffa alla giovane romana, ed eccitò la sua ilarità. + +Il proprietario di quella sala dà in carnevale, in onore dei modelli, +una festa da ballo, alla quale essi prendono parte in costume, e vi sono +invitati gli artisti e i loro amici; anche gli stranieri possono +procurarsi un biglietto d'invito. + +Per avere un'idea delle danze nazionali dei romani, per vederle eseguite +in tutta la loro varietà, in tutta la loro grazia, bisogna assistere ad +uno di questi balli, offerti ai modelli. Lo spettacolo è reso ancor più +attraente dalla varietà dei costumi, tra i quali primeggiano quelli +della campagna romana, e i migliori sono quello di Albano, e l'altro +così ricco di Nettuno. Anche l'orchestra, composta di mandolini e di +tamburelli, ha carattere completamente nazionale. Anche d'ottobre si può +vedere la gioventù romana eseguire nelle osterie e nei campi le sue +danze nazionali, perchè nel tempo delle vendemmie accorrono fuori delle +porte, specialmente della porta Angelica, numerose brigate di ragazze e +di giovanotti; e si possono vedere suonare il tamburello, e ballare alle +falde di Monte Mario, sulle strade, o nelle osterie. Talora alla sera +queste ragazze rientrano in città, cantando, e quando si vedono passare +per le vie, talune con un tirso adorno di fiori, altre con fiaccole, +cantando vivaci ed allegre canzoni si crederebbe di veder passare un +corteo di Menadi o di Baccanti. + +Entriamo ora nella vasta sala di via Claudiana che il proprietario ha +decorato con particolar cura. Dalla volta pendono ghirlande di fiori, +altre corrono lungo i muri, altre sostengono il lampadario. Non mancano +strisce di carta d'oro e d'argento, nè numerose lanterne colorate. La +decorazione ha qualcosa di campestre, il pavimento è nero come la terra, +e per di più ineguale; i suonatori sono già al loro posto, coi loro +strumenti, tamburelli e mandolini, le modelle stanno sedute presso le +pareti, prosciolte questa volta dalla loro immobilità, anzi piene di +vivacità e di brio. Molte vengono dal Corso, dove sono state, sedute +sopra sedie date a nolo lungo i palazzi, a ricevere od a distribuire +fiori. Le madri accompagnano le figlie, perchè tutte le modelle che +hanno cura della loro reputazione, sono sempre accompagnate dalla mamma, +anche quando vanno nelle accademie a posare. + +La società è molto mista, perchè arrivano anche dal Corso numerose +maschere di second'ordine, e la sala non tarda ad essere invasa da +forestieri di ogni paese, che desiderano veder ballare le modelle. La +decenza naturale, i modi piacevoli e disinvolti di queste povere ragazze +sono davvero sorprendenti; la finezza naturale del popolo italiano si +trova sempre e dovunque in tutte le classi della società; se questo +ballo, in cui i modelli danzano con trasporto, durasse anche fino a +giorno chiaro, lo spettatore non potrebbe mai sorprendere un atto meno +che conveniente, o che, soprattutto, varcasse i confini della decenza. + +Sono giovani allegre e piene di brio, che godono nel ballare; ed è un +vero godimento ammirare la vivacità e la grazia dei loro movimenti, e +vedere sui loro volti dipinta la gioia e la soddisfazione. Chi non +avesse mai assistito ad un ballo nazionale nei paesi meridionali, o vi +avesse visto solamente le feste del gran mondo, e le assurdità dei balli +da teatro, non potrebbe fare a meno di prender viva parte alla mimica +animata e vivace di uno di questi balli veramente popolari. La musica +adatta dei mandolini e dei tamburelli, coi loro suoni alquanto +striduli, la varietà dei costumi e dei colori, l'oro, il rosso, il +verde, le belle e giovanili forme dei ballerini e delle ballerine, la +distinzione e la nobiltà di quei profili romani, producono un effetto +stupendo, e spesso l'intrecciarsi di tutte quelle figure, il loro +volteggiare, cambiar posizione, apparire, scomparire, ricomparire, +sempre con grazia, vivacità, e disinvoltura, danno l'idea di una +scoltura fantastica in rilievo. + +Si ballano varie specie di danze, tanto nazionali che straniere. Il +ballo nazionale, prettamente romano, è il saltarello che vien ballato da +una coppia sola di ballerini. Esso non si svolge in grandi linee; +consiste piuttosto in piccoli movimenti molto rapidi, particolarmente +della parte superiore del corpo. Possiede una somma vivacità mimica, ha +qualcosa delle baccanti, è però meno aggraziato di un ballo saltato che +si svolga in linee circolari.[64] Le ragazze ballano anche la polka che +oramai ha conquistato tutto il mondo, e si provano pure nel waltzer +strisciato, senza raggiungere però l'eccellenza dei tedeschi che si +muovono in linee orizzontali, mentre in Italia, secondo l'indole della +danza nazionale, lo si salta. Il ballo tedesco è una danza comune a due +persone, mentre il ballo italiano consiste piuttosto nell'esporre la +bellezza delle forme del corpo, in una danza di due persone, l'una di +fronte all'altra, ed è quindi più drammatico. + +Intanto che le belle e giovani romane stanno ballando e facendo pompa +delle loro grazie, andremo in fretta a vedere incendiare la girandola, +affinchè tutte le svariate figure che abbiamo visto, e che ebbero +principio colla danza dei morti, abbiano termine, come si conviene, con +un fuoco d'artificio. + +Una volta la girandola si incendiava al Mausoleo di Adriano, lo stesso +giorno in cui s'illuminava la cupola di S. Pietro; ora invece la si +incendia al Pincio, verso piazza del Popolo, sulla quale prospetta +quella stupenda passeggiata. Dicono che da Castel S. Angelo l'effetto +fosse migliore ed è molto probabile, perchè si poteva vedere da tutta la +città; ad ogni modo, anche dal monte Pincio, è sempre uno spettacolo +magico. + +Appena da Castel S. Angelo vien dato il segnale con un colpo di cannone, +tuonano le artiglierie sul Pincio, e la girandola come un'eruzione +vulcanica, o un fiume di fuoco, si slancia fumando e sibilando dalla +spianata che sovrasta la facciata del Pincio. Sorge da terra simile a un +manipolo gigantesco di grano, o ad una pianta di palma, e fischiando, +scoppiettando, sale verso il cielo che pare voglia ricoprire per metà. +L'occhio, affascinato da tutto quel lampo di luce, non ha tempo di +discernere i particolari; prima che si possa fissare, tutta quella mole +di fuoco si trova di già al di sopra del capo di chi la sta osservando +ai piedi dell'obelisco di piazza del Popolo; e mentre va dileguando, +pare piovano miriadi di stelle dal cielo. Non è propriamente uno +spettacolo, ma una vista subitanea e repentina di un'immensa fiammata, +che in un batter d'occhio abbaglia e scompare, lasciando quasi +l'impressione di una visione fantastica. + +La girandola è scomparsa, una nuvola di fumo si dilegua lentamente sulla +piazza del Popolo; le stelle splendono nuovamente nel cielo limpido e +sereno e comincia dietro le piante del Pincio lo scoppio dei mortaretti, +e dei petardi senza luce, quasi forieri di nuove apparizioni. Uno di +questi ultimi scoppia dietro le sfingi di marmo, che stanno all'ingresso +del Pincio, e mentre seguono ai colpi alcune scintille che salgono verso +la nuvola di fumo, le sfingi cupe e misteriose sembrano esseri diabolici +evocati dall'abisso. Ora un fuoco artificiale illumina la facciata di +una chiesa gotica, o di un tempio, che sullo sfondo scuro dei pini +assume l'aspetto di una creazione magica. Il tempio va scomparendo a +poco a poco, ed allora scoppiano le bombe e si sprigionano razzi tinti +in rosso, in violetto, in bianco, che si riversano in innumerevoli +scintille, come pioggia di stelle. La piazza è continuamente illuminata +da tutti questi serpenti di fuoco che salgono nell'aria, e in mezzo a +questa luce, l'obelisco di Sesostri, dedicato un giorno al Sole nella +lontana Eliopoli, sorge solitario offrendo alla vista i geroglifici +della sua meravigliosa scrittura figurata. Le sfingi, l'obelisco +orientale, i pini, i cipressi, le varie e molteplici statue del Pincio, +le colonne rostrate, le fisonomie malinconiche degli schiavi daci col +berretto frigio, Roma armata di lancia, e le tante altre immagini di +marmo che ora compaiono, ora scompaiono in quella luce dubbia, sono un +apparato eccellente, per produrre un effetto veramente magico. Tutto ad +un tratto l'intera città è rintronata dallo scoppio di una bomba e dal +fragore delle artiglierie, e appare immersa in un mare di fuoco ardente, +la bella immagine di Roma eterna, che attraverso tutte le vicende della +storia, mantenne sempre la sua maestà, a cominciare dalla prima +invasione dei Galli ancora barbari, fino all'ultima dei discendenti di +questi. + +Ecco ora un nuovo spettacolo sorprendente! Scaturiscono dai due lati del +Pincio cascate di fuoco, onde fumanti, fosforescenti, che producono +precisamente il rumore di una caduta d'acqua, e sono una riproduzione +stupenda e naturalissima delle cascatelle di Tivoli. Anche queste +scompaiono; ma continuano i razzi a stella, i fuochi d'artificio di ogni +specie, di ogni forma, che riempiono l'atmosfera di luce, di fumo, +dilettevoli a vedere; seguono ruote di fuoco, scintille, covoni +fiammeggianti; tutto ciò strepita, sibila, rimbomba, tutta l'atmosfera è +avvolta in un fumo infuocato e gli spiriti degli elementi sembrano +migliaia di folletti di fuoco, draghi di luce, lucertole, mosche, +lucciole, serpenti di fuoco che festeggino il più pazzo carnevale di +streghe nell'aria, o che traversino il cielo. + +E ora di nuovo silenzio e oscurità. Sono spenti gli ultimi avanzi della +chiesa gotica sul Pincio, e comincia un altro spettacolo. Sorgono fra le +piante del monte, fra i pini, i cipressi, gli allori, figure di animali, +di pesci, che illuminate si innalzano lentamente, e si librano nell'aria +sopra la porta del Popolo. Sono palloni volanti illuminati all'interno, +che salgono ora isolati, ora a tre o quattro insieme; s'innalzano, +scendono, vanno a destra e a sinistra; alcuni molto in alto, presso le +stelle, altri si tengono pigramente in basso; così essi traversano +l'aria smeraldina. Qua e là uno spirito dell'aria prende uno di questi +pesci e lo porta lontano; qui un altro prende fuoco ed avvampa. Anche +quest'apparizione scompare, tuonano ancora una volta tutte le +artiglierie, ancora una piccola girandola di razzi; un ultimo colpo di +cannone e tutto è finito. + +Ma come è mai possibile ritornare a casa, rinchiudersi in una stanza +oscura e malinconica, mentre la luna piena splende in quel cielo +trasparente, e illumina della sua magica luce queste moli gigantesche +della città eterna? + +Bisogna girare per Roma, al lume di luna, evocando i morti che non +tardano a sorgere tutti dalle loro tombe, imperatori e re, guerrieri e +poeti, papi e tribuni, cardinali e nobili del medio evo, per rianimare +tutte queste rovine. + +Saliamo al palazzo dei Cesari, i cui ruderi giganteschi, colonne, archi, +mura, sorgono dai cespugli. Abbiamo sotto i nostri piedi illuminato +magicamente dalla luna, il Colosseo, simbolo della storia grandiosa di +Roma imperiale, quasi gigantesca conca granitica, in cui sembra questa +Roma abbia radunato tutto il sangue della storia universale; di fianco +sorge l'arco di Costantino, limite di separazione fra il mondo pagano ed +il Cristianesimo; più in là l'arco trionfale di Tito, limite di +separazione fra il Giudaismo ed il Cristianesimo; dovunque lo sguardo si +spinga, s'imbatte in rovine della storia, e tutto è silenzioso, tutto +tace. Nelle rovine del palazzo dei Cesari non si ode che il grido della +civetta. Quanti avvenimenti si avvicendarono in questi luoghi! Quante +persone si aggirarono in queste sale imperiali! Augusto, Tiberio, +Caligola, Nerone, Tito, Domiziano, gli Antonini, Eliogabalo, gli dei +della terra ed i suoi demoni. Qui regnarono tutte le passioni; virtù e +vizio, generosità, follia, saggezza, malizia infernale; qui si provarono +tutti i sentimenti che cuore umano può albergare. Qui il mondo fu +governato, torturato, sciupato, giocato in una notte. Qui regnarono +persone di ogni età e di ogni sesso; vecchi e donne; uomini e ragazzi; +schiavi ed eunuchi; qui tutti dettarono leggi. Ora tutto è morto e +silenzioso, quando non si sente il grido della civetta che svolazza +sotto le volte cadenti. Volgiamo lo sguardo alla parte opposta verso la +città eterna; splendono migliaia di lumi, ma essa tace. Centinaia di +cupole, di torri, di colonne, di obelischi s'innalzano verso il cielo +azzurro, rischiarate dalla luna; di quando in quando si sente il suono +di una campana. Tranquillità magica, profonda, quasi il tempo stendesse +su questa Roma un velo impenetrabile di silenzio e di pace. + +Due colonne emergono nella notte da quel labirinto di case, sormontate +da due statue di bronzo, che rappresentano i patroni della città, +dopochè ne discesero gli imperatori. Sono gli apostoli S. Pietro e S. +Paolo, che hanno preso posto sulle colonne di Antonino e di Traiano; il +primo colle chiavi in mano come conquistatore del cielo, di cui può +aprire e chiudere le porte; il secondo con la spada in pugno, come +conquistatore della terra. Stanno questi due guardiani di Roma nel +silenzio della notte, nella aerea loro dimora, dominando tutte le rovine +e tutti i palazzi. + +Forse stanno preparando una solenne allocuzione o una lode a Maria, +perchè fra poco non saranno più soli a dominare Roma; a giorni sorgerà +sopra una terza colonna un'altra figura, una bella vergine coronata di +stelle sopra una mezza luna. Già si vede sulla piazza di Spagna l'antica +colonna pagana sormontata da un casotto di tavole. Furono già poste le +fondamenta e benedette solennemente; gli operai stanno di già lavorando +a lustrarne il fusto, e gli artisti nei loro studi stan preparando la +statua della Vergine Immacolata che Pio IX vuole innalzare su quella +colonna. + +Roma l'8 dicembre 1854 assunse tutto ad un tratto l'aspetto di Nicea. +Due cento cinquantacinque vescovi e prelati, convocati da tutte le parti +del mondo, un popolo di vecchi, un'assemblea di patriarchi dell'orbe +cattolico, uomini simili a Matusalem e Noè, vi si erano radunati. +Ovunque si andasse, ci si aggirava come tra apostoli, padri della Chiesa +e papi risorti. In quelle stesse strade che pochi anni prima brulicavano +delle bandiere tricolori della libertà moderna, non si scorgevano più +che le teste di Medusa antiche e canute dei vescovi della Spagna, del +Portogallo, del Brasile, dell'Irlanda, dell'Austria, delle Indie, della +Scozia, della Francia; si sarebbe potuto credere che per una magia il +tempo fosse tornato indietro di alcuni secoli e fosse risorta la Roma +del medio evo con un concilio lateranense. + +Fu l'8 dicembre 1854 che Pio IX proclamò solennemente il dogma +dell'Immacolata Concezione. Fu questa la conclusione gesuitica delle +riforme del papa, una volta intellettuale e liberale. Su queste riforme +del 1847 e sulla rivoluzione, cui diedero origine, sorgeranno quella +colonna e quella Madonna, per insegnare ai posteri come ogni cosa al +mondo rapidamente si trasformi. + +Fra non molto la Madonna di piazza di Spagna, di fronte al palazzo di +Propaganda, terrà compagnia ai due apostoli, e molte cose avrà da +raccontar loro e da lamentare con loro; poichè in ogni modo sarà anche +essa la Madonna più recente, e in certo modo figliastra della +rivoluzione. Ma dimenticavo la sorella maggiore di lei, che già sorge +sulla più bella colonna di Roma, e che da due secoli e mezzo tiene +compagnia ai due apostoli. E' questa la Madonna di S. Maria Maggiore, +collocata sulla grandiosa colonna corinzia dell'antico tempio della +Pace. Essa è figlia della restaurazione della religione cattolica, +eretta nel 1614; una maestosa Madonna di bronzo, che fu spettatrice +della guerra de' trent'anni. Quanto dovrà meravigliarsi, quando vedrà +sorgere la giovane sua sorella in atto di implorar protezione! + +Ho adempito ora al mio compito: avevo promesso ai miei amici di +presentare loro una varietà di figure romane, le une più degne di +attenzione delle altre; e ora non mi è possibile salire più alto, a meno +che non voglia salire al cielo sulle ali degli angioli, e sulle nuvole, +con quegli uomini e quelle donne che Pio IX ha santificati in questo +stesso anno. Ma un tal volo d'Icaro è pericoloso; ci contenteremo di +rimanere presso S. Pietro e S. Paolo, perchè anche la loro dimora aerea, +in cima ad una colonna, è pur sempre più ferma e più sicura delle +nuvole. + +«Ma», mi domandava un amico, «che cosa ne pensate? verrà un giorno, in +cui S. Pietro e S. Paolo scenderanno dalle loro colonne, e fuggendo per +le porte di Roma, s'incontreranno nel Salvatore, che dirà loro: +«_Domine, quo vadis?_» Quale pazzia fare una simile domanda! ma maggior +pazzia sarebbe il rispondere. Poichè, diceva il savio Apollonio di +Tiana, convien prestar fede a Sofocle, che ha detto stupendamente: + + «vecchiezza e morte + Soli ignoran gli dei; le umane cose + Tutte tramesce onnipossente il tempo». + + + + +STORIA DEL TEVERE. + +(1876). + + + + +Storia del Tevere. + +(1876). + + + Caeruleus Tibris, coelo gratissimus amnis (VIRGILIO). + +Per un istante il mondo civile fu compreso di sgomento al pensiero che +il Tevere stesse per scomparire da Roma, e che al posto delle sue sacre +onde che si svolgono in dolci curve sotto sei vecchi ponti, e traversano +una parte della sublime città,--non fosse più visibile che un magro +ruscello, o un canaletto melmoso, o una via tra due monotone file di +case. + +Questo bizzarro, o, come lo chiamano oggi a Roma, questo fanatico +progetto fu preso da Garibaldi al gran Giulio Cesare. Come il valoroso +generale ebbe compiuto le titaniche lotte della sua esistenza, +combattute contro i mostri della tirannide che straziavano la sua +patria, venne a Roma per intraprendere l'ultima fatica, a simiglianza +di Ercole: e domare il divino fiume Tevere che nemmeno dai Cesari era +stato vinto. Egli somiglia ora al vecchio Faust che si dà a coltivare i +campi, a prosciugare paludi, a bonificare terreni. + +Un uomo, infatti, che come lui aveva consacrata tutta la vita ad +un'opera di distruzione di un vecchio mondo, e di ricostruzione di un +nuovo stato di cose, nel campo politico e sociale, difficilmente avrebbe +potuto, almeno io credo, nella sua azione indefessa, sentire, come noi +sentiamo, il fascino delle memorie storiche e la santità +dell'espressione monumentale, di cui per secoli si è improntata la città +di Roma. Egli non contemplò forse mai Roma dalla cima di Monte Mario o +dal Gianicolo col sentimento profondo di venerazione di Cola di Rienzo, +del Petrarca, di Flavio Biondo, oppure di Gibbon e di Niebuhr; egli non +pensò, fissando lo sguardo sulla maestosa corrente del Tevere, che cosa +sarebbe divenuta Roma, l'eterna città, senza il suo fiume! + +Togliere il Tevere a Roma sarebbe più che togliere gli occhi ad un volto +umano, e lasciare al loro posto le vuote occhiaie. Sarebbe strappare +violentemente alla divina metropoli, se non l'anima, almeno il pensiero. +Sì, il Tevere è il vivo pensiero di Roma; se lo si deviasse e si +colmasse il suo letto, non sarebbe più possibile concepire con +esattezza la configurazione e la forma di Roma; molti luoghi, cui son +collegati ricordi di leggenda o di storia, diverrebbero d'un tratto +irriconoscibili, e Roma sarebbe ridotta ad un palinsesto, del quale +nessuno potrebbe decifrare la primitiva scrittura. + +Finchè il Tevere attraversa Roma e la sua classica campagna, esso è un +fiume sacro della civiltà; è il Nilo dell'Occidente. La leggenda fa +anche nascere dalle sue stesse acque il dominio mondiale di Roma; furono +le sue acque che deposero Romolo e Remo presso le radici dell'albero di +fico, sotto il Palatino; e così fu fondata Roma. Sulle rive del Tevere +furono edificati i templi ai due fondatori del secondo impero romano: +San Pietro e San Paolo; e nei flutti del Tevere fu sommerso, secondo la +leggenda, il simbolo originario della religione giudaica: il candelabro +dai sette bracci del Tempio di Gerusalemme. + +Mille memorie dei tempi antichi e medioevali si specchiano nel Tevere. +Il Ponte Sant'Angelo, sul quale da più di mille anni i popoli +dell'Occidente passano per peregrinare a San Pietro, e Castel +Sant'Angelo, lì presso, costituiscono essi soli due cronache, nelle +quali è racchiusa tutta la storia del Medio Evo. Che sarebbe di loro, se +il Tevere cessasse di scorrere sotto le arcate di quello, sotto le mura +di questo? + +A sua volta ognuno degli antichi ponti della città di Roma è una via +della storia; sotto i loro archi si direbbe che scorra il fiume stesso +del tempo. Chi, stando sul Ponte Cestio--che unisce l'isola al +Trastevere--può contemplare senza commozione profonda l'indescrivibile +aspetto di Roma che si stende sulle due rive, co' suoi antichi templi, +le rovine del palazzo dei Cesari, le brune torri del medioevo, le arcate +spezzate dei ponti, le innumerevoli chiese, le case vetuste e +singolari,--e tutto questo riflesso, come per un raggio sublime, nella +dolce, bionda, luminosa acqua del fiume? E si dovrebbe un giorno, da +quel punto stesso, contemplare una strada, su cui, fra due pareti di +pietra, corressero le vetture e i carri? + +E l'Aventino colle sue verdi e ripide pendici, e il Campidoglio non +dovrebbero più dominare la maestosa corrente? La Ripa romea o grande, la +Ripa greca, l'antichissima Marmorata non dovrebbero più trovarsi se non +nei libri degli antiquari? Il nome di Trastevere diverrebbe dunque +ironia? Le gialle ripe dell'Acqua Acetosa e dei monti Parioli, dove il +Tevere ricorda veramente il Nilo, e dove dopo aver ricevuto l'Aniene +selvaggio, si avanza in tutta la sua maestà per fare il suo ingresso +solenne in Roma: tutto ciò dovrebbe sparire, perdersi nella sabbia? E la +Basilica di San Paolo, là dove il Tevere ha ancora barche a vela, +verrebbe a trovarsi sul limite di una strada polverosa? + +È assurdo parlare con serietà di un simile progetto. L'antico dio +fluviale non si lasciò domare nemmeno da Achille. Come in Omero lo +Scamandro atterrito ricorse a Giunone contro le violenze di Vulcano; un +simile timor panico poteva incutersi al dio Tevere minacciandolo di +morte per esaurimento: così esso fu punito del suo formidabile scoppio +d'ira nel dicembre 1870. Questo anno fatale per le immani catastrofi, +l'anno, in cui precipitò l'impero del terzo Napoleone, in cui si +costituì novamente l'Impero tedesco, in cui il debole Pio IX si lasciò +riconoscere dal Concilio l'attributo della divinità, poco prima di +perdere la sua potenza temporale, quest'anno portò a Roma una delle più +terribili inondazioni. Il Tevere, dicono a Roma, ha sempre predetto i +grandi avvenimenti, o la sua onda li ha di poco seguiti. _Vates_, +veggente, lo chiamò Plinio. + +La corrente uscì subitamente dalle sue rive sulla via Flaminia il 28 +dicembre, alle cinque del mattino e, subito, tutta la parte bassa della +città fu sommersa dalle onde. L'acqua si incanalò, limacciosa e cupa, +pel Corso, e giunse a via del Babuino fino a Piazza di Spagna. Tutto +Campo Marzio, la Lungara, Ripetta, il Ghetto furono coperti dalle acque; +la bellissima Piazza del Popolo si cambiò in un lago, dal quale emergeva +solitario l'obelisco di Eliopoli, la cui base, fino ai leoni che gettano +acqua dalla bocca, era del tutto coperta dai flutti. Si andava per il +Corso e per le altre strade in barchetta, come nei canali di Venezia. I +danni si calcolarono a parecchi milioni. + +I bacchettoni gridarono subito che era quello il dito di Dio, effetto +della scomunica di Pio IX; l'infallibile pontefice poteva ben crederlo, +sebbene egli stesso avesse provocato in Roma una più violenta +inondazione. + +Ogni volta che le cronache medioevali accennano alle piene del Tevere, +parlano anche di un mostruoso drago, o serpente d'acqua, che avrebbe +provocato la piena, scatenando le onde sulla città; ma questa volta +l'inondazione fu accompagnata dalla visita di un nobile re, Vittorio +Emanuele; fu essa che lo condusse nella città, offrendogli un pretesto +per la prima un po' imbarazzante visita. Egli giunse la mattina del 31 +dicembre, e scese al Quirinale. Venuto a prender possesso della città di +Roma in nome dell'Italia, la trovò allagata e desolata, come l'aveva +rappresentata un giorno Cola di Rienzo nelle sue allegorie. A +mezzogiorno si fece condurre, avendo a fianco Lamarmora, per le vie di +Roma, sfigurata e melmosa, e pur prodiga a lui di caldissime +acclamazioni: firmò al Quirinale il primo decreto datato da Roma, col +quale prendeva atto del plebiscito romano. La sera ripartì per Firenze. +Il papa non visitò la sua Roma sofferente, ma restò come _prigioniero_, +chiuso nel suo Vaticano, guardando pensieroso il diluvio dalle alte +finestre. + +Questa inondazione del 1870 eternamente memorabile riportò sul tappeto +un'antichissima e vessata questione: come por fine ad un male che spesso +si ripeteva con grave danno della città, la quale, per di più, stava per +divenir sede del governo italiano? Ai molti e gravi ostacoli di ogni +maniera che si dovevano vincere, si unì anche la minaccia perpetua di +un'inondazione del Tevere. Il Governo italiano, ed anche il Municipio di +Roma (decreto reale 1º gennaio 1871), nominarono delle commissioni che +studiassero e riferissero sui loro lavori intorno a questo problema; +oggi possediamo stampati i risultati di questi studii, ma non sono +decisivi. Disegni e progetti furono presentati in gran quantità allo +scopo di regolare e tener a freno la corrente del Tevere, e a questi +molti altri progetti si aggiunsero, periodicamente rinascenti di secolo +in secolo, e vertenti sul collegamento di Roma al mare, sul rinnovamento +del porto di Traiano, sul prosciugamento delle paludi pontine, sulla +bonifica dell'agro romano. + +Dal 1870 la letteratura relativa al corso del Tevere si è +considerevolmente aumentata. Da quell'epoca sono stati pubblicati più di +80 nuovi scritti, sul problema del Tevere, da ingegneri, tecnici, +professori di matematica e di scienze naturali. A questi studî zelanti +non fu estraneo Garibaldi che si interessò sempre della questione; e +questo è già un merito non indifferente pel grande uomo, non diminuito +dal fatto che i suoi progetti non offrivano possibilità di pratica +attuazione.[65] + +La letteratura sul Tevere non data solo dal 1870, ma segue la storia +delle piene del fiume e, come vedremo, non è possibile rintracciarla +oltre l'anno 1495. Da quest'anno, famoso per la grande inondazione, al +tempo di Alessandro VI Borgia, essa ha proceduto senza interruzione, +poichè ogni nuova manifestazione della collera del fiume ha risollevato +sempre il problema e ha dato origine a scritti sull'argomento. + +Il benemerito bibliotecario dell'Alessandrina di Roma, Enrico Narducci, +ebbe la felice idea di riunire in un catalogo tutti gli scritti +sull'argomento, così pubblicò il suo _Saggio di Bibliografia del +Tevere_.[66] La biblioteca dell'antico _Pater Tiberinus_ non conta oggi +meno di 412 numeri di scritti di ogni specie e natura; di epigrafia, +storia, geografia, archeologia, tecnica, epigrammatica, poesia, e via +dicendo, ed anche di bolle e editti papali;[67] e in essa si ha uno +specchio delle facoltà scientifiche ed immaginative di parecchi secoli. +Se il Narducci ha compilato questo catalogo con grande cura ed amore, +talchè merita non piccola lode per questo lavoro bibliografico, che per +la sua rarità ed importanza è tale da destare grande interesse in ogni +bibliofilo, esso però non può chiamarsi completo, perchè anche alla +ricerca più diligente qualche scritto doveva necessariamente sfuggire. + +Da tutte queste fonti letterarie si potrebbe ricostruire una vera storia +del Tevere, e trattarla sotto varî punti di vista. Il primo sarebbe +quello fisico, e sotto questo aspetto la questione è stata +esaurientemente trattata. Giuseppe Ponzi, professore di storia naturale +a Roma e senatore del Regno, ha pubblicato scritti di questo genere fin +dall'anno 1860: una _Storia geologica del Tevere_ e una _Storia naturale +del Tevere_, degli studii sul suo delta, con la riduzione in scala più +piccola delle carte idrografiche e topografiche del Canevari. + +Un'altro punto di vista sarebbe quello topografico-storico, e si +ricollegherebbe alla storia naturale del Tevere, sebbene la descrizione +dell'aspetto del territorio di Roma, nei tempi preistorici, debba essere +lasciata alla fantasia dei poeti (come ha tentato l'acuto Ampère nella +sua _Histoire Romaine à Rome_), in tempi in cui il Soratte era un'isola, +Monte Mario un promontorio, ed isole erano i sette colli; tuttavia le +più antiche condizioni topografiche dell'origine e della conformazione +di Roma in rapporto al Tevere possono essere ben comprese e +ricostruite. + +Voglio solo ricordare il prosciugamento delle depressioni più antiche, +come il Velabro ed il Foro, che costituisce la prima lotta che Roma +abbia sostenuto contro il Tevere; i rapporti dell'antica fortezza +capitolina, dell'_Arx_, col fiume; l'opera di costruzione delle cloache +della città, e finalmente la costruzione dei ponti. + +Dall'anno 1530 fino ad oggi la storia delle inondazioni del Tevere è +stata accuratamente trattata in relazione alle cause delle inondazioni +stesse. Questa storia rappresenta la desolazione della città di Roma per +opera di quel fiume stesso cui essa deve la sua origine, e che mai ha +potuto tenere a freno. Strano a dirsi, la capitale del mondo maltrattata +da un fiume che è tra i più piccoli d'Europa![68] E non poterono averne +ragione nè gli imperatori romani, dominatori di una metà del mondo, che +provvidero Roma e le provincie di ingenti costruzioni, strade, canali e +porti, nè i loro successori, i papi. E questo rapporto di Roma col +Tevere ci sembrerà tanto più strano, se penseremo alla piccola Olanda +che sostenne col mare le sue lotte titaniche e vittoriose. Il fiero +fiume, in apparenza così mite, rimase effettivamente il solo ribelle +dell'Impero Romano, di cui sempre derise ogni sforzo diretto a domarlo! + +La storia delle sue inondazioni comincia con lo sbarco dei gemelli +Romolo e Remo, quindi con l'origine mistica di Roma, e prosegue, +naturalmente con molte lacune, attraverso i lunghi secoli della +Repubblica e dell'Impero, secondo i dati degli antichi scrittori. + +Ogni straripamento del Tevere spaventava gli antichi romani come +prodigio, come presagio di gravi avvenimenti, o come minaccia dell'ira +divina: e questo pregiudizio continuò sotto il dominio dei papi. Per lo +più all'inondazione seguivano, per le acque rimaste stagnanti qua e là, +gravi malattie con febbri pestilenziali nella popolazione. + +Livio dice più di una volta che queste inondazioni, ai tempi della +Repubblica, spargevano un vero terrore nel popolo e riporta che per +l'espiazione si consultavano i libri della Sibilla e venivano ordinati +pubblici sacrifici e preghiere. Sotto l'imperatore Ottaviano il fiume +visitò nuovamente la città e danneggiò gravemente parecchi edificii nel +Campo Marzio. + +Il popolo superstizioso attribuì una volta (22 a. C.) questo sinistro al +fatto che Augusto non aveva rivestito l'autorità consolare. Si sollevò +allora sdegnato e minacciò di incendiare la Curia, dove si teneva chiuso +il Senato, se questo non avesse subito creato Augusto dittatore e +censore a vita. Così un'inondazione del Tevere contribuì a rafforzare il +potere monarchico. Ricordiamo i versi di Orazio: + + Vidimus flavum Tiberini, retortis + Litore etrusco violenter undis, + Ire dejectum monumenta regis + Templaque Vestae. + +I danni prodotti dal Tevere nella parte bassa di Roma furono già +nell'antichità assai gravi. Più volte il Ponte Sublicio, allora il più +importante, fu rovinato dalla corrente. Si pensò al modo di por rimedio +a questo danno; ma poichè non sappiamo che cosa abbiano progettato +gl'ingegneri di Roma del tempo della Repubblica, possiamo dire che la +storia della questione del Tevere cominci veramente con Cesare. + +Fra i giganteschi progetti di lui eravi quello di deviare il corso del +fiume da Roma, in modo che, girando intorno al Gianicolo, andasse poi a +scaricarsi nel mare attraverso le Paludi Pontine presso il capo Circeo, +invece che ad Ostia. La morte di Cesare impedì la realizzazione di +questo progetto, come di molti altri. Se fosse stato eseguito, non solo +sarebbe mutata la configurazione della città, ma avrebbe subìto grandi +alterazioni anche la sua storia, cambiando praticamente i suoi rapporti +coll'Italia meridionale. + +Il successore di Cesare, Augusto, riprese ad occuparsi della questione +del Tevere, ma in proporzioni più modeste. Egli nominò una Commissione +di più che 700 tecnici, ma non ne risultò che un ripulimento del letto +del fiume, e la creazione di una magistratura permanente i: _curatores +alvei et riparum Tiberis_. Augusto stesso coprì questa carica, ed +Agrippa fu _Curator Tiberis_ a vita. + +La leggenda giudea favoleggiò allora che il primo imperatore di Roma +avesse fatto rivestire il letto del fiume con lastre metalliche. + +L'inondazione del 14 d. C. fece prendere a Tiberio altre misure; egli +affidò lo studio della questione ai senatori Ateio Capitone e Lucio +Arunzio, e nominò una commissione di cinque senatori da scegliersi ogni +anno per la sorveglianza del fiume. Questi si trovarono una volta +d'accordo nel disegno di deviare l'acqua della Chiana (che esce dal lago +di Chiusi e si gettava anticamente nella Paglia, e con questa nel +Tevere) nel letto dell'Arno, ma i fiorentini si opposero, e il Senato +rigettò il progetto. Oggi il senatore Francesco Brioschi, uno dei più +attivi membri della Commissione per la sistemazione del Tevere, chiama +questo la prima idea di un reale rimedio, che l'antichità abbia avuto in +proposito.[69] Nel secolo XVI i Medici di Firenze ripresero quest'antico +progetto e, dopo importantissimi lavori idraulici, la Chiana fu +finalmente portata nell'Arno. + +Sotto l'imperatore Claudio, come afferma un'iscrizione scoperta a Porto +nel 1836, per questo nuovo porto del Tevere furono scavati dei canali +dal fiume al mare (_Emissisque in mare urbem inundationis periculo +liberavit_). Nerone, nel suo pensiero delirante, concepì anche il +disegno di condurre il Tevere a scaricarsi nel golfo di Napoli. Traiano +riprese i lavori dei canali di Claudio, dopo che una piena aveva +desolato Roma, e da lui ebbe nome il canale di Fiumicino (_Fossa +Trajana_), che è il solo rimasto navigabile, mentre il braccio sinistro +del Tevere, naturale, si interrava presso la foce. + +Aureliano che circondò Roma di quelle storiche mura, alle quali, +principalmente nei primi secoli del medioevo, essa dovette la sua +conservazione e i papi la loro indipendenza, fu l'ultimo imperatore +romano che ebbe cura di pulire il letto del fiume e di arginare le +rive. + +Dal tempo di Claudio in poi, i _Curatores_ si limitarono a questi lavori +immediati di ordine pratico, e Plinio, in un passo ove parla +dell'arginatura del fiume, afferma che era divenuto difficile passare da +una riva all'altra (_Hist. Natur._ III. 5). Ogni grandioso progetto fu +abbandonato. + +Il Brioschi scrive: «L'antica Roma, che tanto dovè soffrire delle +inondazioni del Tevere, non ci ha lasciato nulla di durevolmente utile +contro le inondazioni stesse; essa non ci ha lasciato alcun esempio da +seguire, non ci ha additato alcuna strada che potesse condurre alla +soluzione del problema». + +Le cause più gravi dei ripetuti straripamenti del fiume vanno senza +dubbio ricercate nella quantità d'acqua portata a lui dai fiumi Paglia, +Nera ed Aniene. Ultimamente vi si è aggiunta anche quella quantità +d'acqua che i molti acquedotti dell'interno della città versano nel +fiume ed è anche possibile che vi abbia contribuito. Ma anche quando i +Goti assediarono le città e distrussero le condotture d'acqua, le +inondazioni non cessarono, furono anzi in quegli anni molto gravi: +bisogna però anche tener conto del fatto, che dopo la caduta dell'impero +romano e dopo la scomparsa del Senato e di tutte o della più gran parte +delle autorità preposte alla cura ed all'amministrazione della città, +non fu fatto più nulla per lo spurgo dell'alveo e per l'arginatura del +fiume. + +Col vi secolo dell'èra nostra cominciano, con alcune lacune, nelle +cronache medioevali i racconti delle inondazioni. Una delle più +terribili avvenne nel novembre 589, sotto Pelagio II, e fu seguita dalla +peste. + +Gregorio da Tours l'ha descritta: in seguito ad essa caddero dalle +fondamenta gli antichi granai dell'Aventino e molti edificii del Campo +Marzio. Miracolosamente il Panteon resistè, quantunque da tanti secoli +si fosse trovato assai spesso in così grande pericolo, cui edifici men +solidi non avrebbero potuto resistere. + +Molte volte questa magnifica Rotonda d'Agrippa fu inondata a tale +altezza, che si doveva andarvi per mezzo di barche, giungendo la piena +fino all'altar maggiore. + +Non voglio qui ripetere la storia delle piene del Tevere nel medio evo: +da parte dello Stato nulla più venne fatto per la prevenzione del male; +gli argini anzi avvallarono[70], il letto del fiume si alzò, cosicchè i +danni sofferti dalla parte bassa della città dovettero essere più +rilevanti che nei tempi precedenti. Più volte, narrano i cronisti, ponti +e porte furono smantellati. Il crollo d'un antico portico presso S. +Marco (Porticus Palacinae) fu opera d'una piena dell'anno 791, ed ancor +oggi alcuni avanzi di ponti che si trovano nel letto del fiume stanno a +ricordare le inondazioni. La piena penetrava quasi sempre, come nel +decembre 1870, dalla Porta del Popolo (Flaminia) e irrompeva furiosa +nella via Lata, l'attuale Corso, giungendo fino alle falde del +Campidoglio. I mesi delle inondazioni erano da novembre a febbraio, fra +i quali pericolosissimo il primo. + +Dal IX al XIII secolo la storia delle piene è assai monca, non perchè il +fiume visitasse meno spesso la città, ma perchè le cronache non ne +parlano. Il 1º febbraio 1230 Roma fu colpita da una inondazione +spaventosa. Era allora papa, Gregorio IX, il vivacissimo nemico del gran +Federico II di Hohenstaufen. Egli si trovava fuggiasco a Perugia, quando +la repubblica di Roma si levò in arme contro di lui. L'improvvisa +inondazione fece sui Romani l'effetto che già aveva fatto su di essi al +tempo di Augusto; preso da superstizioso spavento, il popolo mandò +legati al Papa supplicandolo di ritornare a Roma. Egli tornò e trovò la +città immersa nella desolazione, cercò di sollevarla, fece ricostruire +il ponte dei Senatori (oggi Ponte Rotto) che era stato abbattuto dalle +acque, fece ripulire i canali di scolo otturati, e altri ne costruì. + +Quarantasette anni dopo, il 25 novembre 1277, mentre la Santa Sede era +vacante e il collegio dei Cardinali riunito a Viterbo doveva eleggere il +nuovo pontefice sotto le pressioni di Carlo d'Angiò (contro i desideri +del quale nominò poi Nicolò III Orsini), il fiume devastò Roma +nuovamente. Questa inondazione è notevole particolarmente, perchè con +essa ha principio la non breve serie di iscrizioni, con cui i Romani +solevano ricordare, sulle facciate delle chiese o delle case, l'altezza +raggiunta dalle più gravi inondazioni. Ancora non esistevano idrometri. + +L'iscrizione di quell'inondazione suona così: + + HUC TYBER ACCESSIT SED TURBIDUS HINC CITO CESSIT + ANNO DOMINI M.CCLXXVII. DIE. VI. NOV. + DIE VI. ECCLESIA VACANTE. + +Il Narducci ha trovato quest'iscrizione, fino allora sconosciuta, in un +manoscritto scorretto della Biblioteca Angelica; essa si trovava in una +scala di marmo presso la chiesa dei Santi Celso e Giuliano in via dei +Banchi. È ancor oggi ben conservata; io stesso la vidi, anni fa, murata +sotto un piccolo arco, non lontano dal palazzo Cicciaporci, sulla parete +della casa che gli sta dirimpetto. È incisa su una lunga e stretta +tavola di marmo, coi caratteri degli ultimi tempi degli Hohenstaufen, +che segnano il passaggio al così detto carattere gotico. + +Gli uomini di quel tempo solevano dare a queste notizie, che noi +esprimiamo con brevità e semplicità statistiche, un'intonazione solenne +e poetica. In ciò sta non piccola parte dell'attrattiva dell'epoca +medioevale, come più di ogni altra cosa dimostrano le iscrizioni +funerarie. Durante il Rinascimento, quando l'epigramma tornò a fiorire, +queste notizie sulle piene del Tevere divennero vere e proprie graziose +poesie latine. Si soleva rappresentare sulla lastra di marmo il fiume +col simbolo di linee ondeggianti, in mezzo alle quali appariva una +barchetta pericolante: una mano coll'indice steso accennava l'imagine. +Spesso vi era anche una croce. Col secolo XVIII l'uso dell'epigramma +tiberino cessa, e prende il suo posto la notizia nuda e cruda. Ora poi +ci si contenta di una linea che segna il livello massimo dell'acque e +delle parole: _Alluvione del Decembre 1870_. Per la maggior parte tali +iscrizioni furono poste sulle facciate delle chiese del Campo Marzio, e +in particolar modo la facciata della Minerva è da considerarsi come +l'idrometro del più lontano medioevo[71]. + +Dopo l'iscrizione del 1277 troviamo una lacuna di cento anni. +L'alluvione dell'8 novembre 1376 si trovava ricordata alla Minerva, su +una lastra di marmo che è andata perduta. Questa alluvione precedè il +più grande avvenimento dell'epoca, il ritorno dei papi da Avignone sotto +Gregorio IX. Dal secolo XV, e precisamente dal 25 Novembre 1415, +possediamo la esatta e completa serie cronologica delle inondazioni, +fino ai nostri giorni. Come esempio dò qui un'iscrizione del tempo di +Sisto IV: + + CREVIT AD HOC SIGNUM TRANSCENDENS LIMINA TYBRIS + OCTAVA JANI, QUAE MEMORANDA DIES. + TERRITA ROMA, NOE REDEUNT NUNC TEMPORA, DIXIT, + DILUVIO, ATQUE ITERUM CORRUET OMNE GENUS. + HUNC ANNUM VERSU LONGO EST DESCRIBERE VERUM + QUAE NUMEROS SIGNAT HIC NOTA JUNCTA DOCET. + M.CCCC.LXXVI. + +Alessandro VI si trovò a due grandi alluvioni, nell'ottobre 1493 e il 5 +decembre 1495. Poco dopo le onde del Tevere dovevano trasportare il +cadavere del figlio di lui, duca di Candia. Suo fratello, Cesare +Borgia, lo aveva fatto trucidare e gettare nel fiume; quel Cesare Borgia +che aveva fatto precipitare dalle mura di Castel Sant'Angelo l'infelice +Astorre Manfredi e tante altre vittime. Al tempo del terrore dei Borgia +non passava notte che non si trovasse qualche ucciso nelle placide onde +del fiume. Ma esso aveva trascinato al mare ne' suoi flutti fatali anche +due imperatori romani, Massenzio e Massimo, un papa romano, Formoso, e +le ceneri di Arnaldo da Brescia. + +L'alluvione dell'anno 1495 è ancora ricordata da parecchie iscrizioni +nel Campo Marzio e cominciano in quell'epoca a pubblicarsi in Roma +scritti relativi al Tevere, per mezzo della stampa, che già dalla +Germania era giunta a Roma. + +Il Narducci indicava come primo scritto di questo genere la poesia del +noto poeta popolare Giuliano Dati dal titolo: _Del Diluvio di Roma del +MCCCCLXXXXV adì IV. di Dicembre. Et daltre cose di gran meraviglia_, con +una incisione in legno rappresentante l'inondazione. + +A questo possiamo aggiungere il componimento poetico di un umanista +tedesco. _Jacobi Locher, alias Philomusi, Carmen de diluvio Romae +effuso. Ibid. Dec. 1495._ + +In questo tempo sembra si siano riprese le ricerche tecniche sulla +questione del Tevere; Bramante, a quel che pare, diede il consiglio di +ritrarre sui colli la Roma abitata, e fece il progetto dei lavori. La +spesa per questo progetto, che è restato assai oscuro, era stata +preventivata in un milione di scudi, per il che Leone X non ne fece poi +niente. Il lettore potrebbe stupirsi che al tempo di Nicolò V, qual +grande ideatore di progetti sull'edilizia romana, che voleva perfino +render navigabile l'Aniene, non si sia pensato a provvedere al fiume, ma +ciò si spiega pensando che il Tevere sotto il suo pontificato si +mantenne abbastanza tranquillo. + +Ci fu un'inondazione sotto Leone X nel 1519; poi la più terribile di +tutte quelle avute sin'allora, quella dell'8 ottobre 1530. Era pontefice +quel disgraziato Clemente VII, sul quale un destino crudele sembrò +dilettarsi a radunare ogni sorta di sventure; tre anni prima egli aveva +assistito al sacco di Roma. I contemporanei ci hanno lasciato +descrizioni complete di quest'ultima inondazione. Vi sono anche +parecchie iscrizioni che vi si riferiscono. Eccone una: + + SEPTIMUS AURATUM CLEMENS GESTABAT ETRUSCUS, + ARTE PEDUM SALIIT QUAM VAGUS VSQUE TIBER + QUIPPE MEMOR CAMPI, QUEM NON COLUERE PRIORES + AMNIBUS EPOTIS IX NOVA TECTA RUIT. + VTQUE FORET SPATII IMPLACABILE ULTOR ADEMPTI + ET CEREREM ET BACCHUM SUSTULIT ATQUE LARES. + RESTAGNAVIT VIII. IDUS OCTOB. + AN. MDXXX. + +(sulle mura dell'antico convento degli Agostani a S. Maria del Popolo). + +Cinquant'anni non bastarono, si disse, a rimetter Roma dai danni che +soffrì in quell'inondazione, che raggiunse, secondo si può rilevare +dall'idrometro di Ripetta, metri 18.97. + +E poco prima Roma aveva subito l'invasione dei soldati di Carlo Quinto! + +Allora il poeta Luigi Alamanni scrisse il suo poema _Il Diluvio romano_, +che dedicò a Francesco I di Francia. + +A quel tempo risale la prima storia delle piene del Tevere, scritta +dall'auditore di Clemente VII, Ludovico Gomez, stampata a Roma nel 1531. +Essa è la base di ogni posteriore lavoro sull'argomento. _De prodigiosis +Tiberis inundationibus ab urbe condita ad annum MDXXXI. Commentarii +Romae apud F. Minutium Calvum, Anno MDXXXI_, in-4. + +Il secolo XVI vide anche le piene del 1547, 1557, 1572, 1589, 1598; +ognuna diede occasione a pubblicazioni dei contemporanei. Andrea Bacci, +famoso medico e scienziato, scrisse nel 1558 il suo libro sul Tevere, +nel quale tratta della natura della corrente e delle inondazioni. Nel +1576 seguì la _Tiberiade_, trattato del giurista Bartolo da +Sassoferrato. La piena del 24 dicembre 1598 diede occasione ad una +quantità grandissima di scritti, e fu la più violenta conosciuta, +raggiungendo un'altezza di metri 19.56. La corrente sommerse il ponte +Sant'Angelo, e ne asportò i parapetti; abbattè metà del ponte Palatino +(chiamato da allora ponte Rotto) e ruinò tutta quella fila di case che +da Tor di Nona va a Ponte Sant'Angelo. Era allora papa Clemente VIII +Aldobrandini. + +Tre giorni prima era tornato trionfante da Ferrara dove aveva preso +possesso degli Stati di Casa d'Este. + +Pubblicò la bolla _De luctuosa Tyberis_ e ordinò pubbliche preghiere. + +Un epigramma, a Castel Sant'Angelo, ora scomparso, diceva: + + ANNO CHRISTIANAE SALUTIS MDIIC + DIE XXIV DECEMBRIS + ERIDANI IMPERIO CLEMENS, ET PACE PER ORBEM + AUREA REDDIDERAT SAECULA, ROMA, TIBI. + CUM SUBITO TYBERIS ASSURGENS HUC EXTOLLIT UNDAS + ET TE PENE SUIS CONTUMULAVIT AQUIS. + SCILICET EXTOLLANT ANIMOS NE GAUDIA NOSTROS + TEMPERAT ADVERSIS PROSPERA QUAEQUE DEUS. + IO. FRANCISCUS ALDO BRANDINUS ARCIS HUJUS + ET. S. R. E. COPIARUM GENERALIS PRAEFECTUS POSUIT + +Furono pubblicati in quell'occasione importanti scritti del Castaldi, +del Castiglione, degli architetti Carlo e Domenico Fontana, di Paolo +Beni, e di altri, che ricercavano le cause del male e proponevano +rimedi. Il governo pontificio prese atto dei progetti, chiese consiglio +a tutti i tecnici d'Italia, emanò editti e decreti, ma nulla fece di +concreto, si ricorse perfino agli incantesimi piuttostochè alla scienza: +Pio V fece gettare nel fiume un _Agnus Dei_ di cera, e credette con +questo di aver scongiurato definitivamente nuove inondazioni. + +Gli scritti sul Tevere continuano nel secolo XVII in grande abbondanza. +Quel secolo contò cinque grandi piene negli anni 1606, 1637, 1647, 1660 +e 1686. La terza cadde sotto il pontificato di Innocenzo X Pamphili, al +tempo della famosa Olimpia Maldacchini, sua cognata, il cui favorito era +un tal Conte Fiume. + +Ciò diede materia allo spiritoso Pasquino per un salacissimo epigramma +che fece scoppiar dalle risa tutta Roma; vi si vedeva raffigurata una +donna nuda, delle linee ondulate, rappresentanti le acque, giungevano +fino alla metà del corpo; e sotto si leggeva: + + _Fin qui arrivò Fiume._ + +Notevoli sono gli scritti di Filippo Maria Bonini: _Il Tevere +incatenato_ (1663) e dell'ingegnere Cornelio Mayer, olandese. Ingegneri +e dotti chiedevano sempre più insistentemente che il Tevere fosse reso +navigabile e che fossero ristabiliti gli antichi porti di Ostia e Porto. +Numerose pubblicazioni trattano l'importante questione, dibattuta fino +ai dì nostri. Si pubblicarono anche delle elegie sul Tevere; un poeta, +Caracci, scrisse una _Assemblea dei Fiumi_ che dedicò a Cristina di +Svezia. Vi si raffigurava un Tevere piangente, uno coronato, uno lieto e +uno festoso nello stile di quell'epoca, in occasione di feste di nozze o +per adulare persone principesche. + +Già nell'anno 1545 Francesco Maria Molza aveva fatto pubblicare la sua +Ninfa Tiberina.[72] + +Nel secolo XVIII il Tevere inondò la città negli anni 1702, 1742, 1750, +1772, 1780, ma senza produr gravi danni. Il Brioschi dice che nel 1742 +si pensò al primo lavoro serio e scientifico per risolvere la questione +del Tevere: la livellazione del fiume dalla confluenza della Nera al +mare, eseguito dagli ingegneri bolognesi Chiesa e Gambarini nel 1744, +per incarico di Benedetto XIV, e stampata a Roma nel 1746. + +I tecnici si erano mostrati contrarii alle proposte di arginare le rive +del fiume, dare un'altro sfogo ai canali di scolo della città; deviare +una parte della corrente, a monte di Roma, con uno o più canali, e +accorciare con tagli opportuni il corso serpeggiante del Tevere al di +sotto della città. + +Essi avevano invece consigliato di togliere i mulini da Roma; di +demolire i resti dei ponti Trionfale e Sublicio, di pulire con gran cura +il letto del fiume, di dare maggiore apertura agli archi dei ponti, di +rimuovere insomma tutti gli altri ostacoli, tenendo conto anche di +quelli prodotti dall'isola tiberina (di San Bartolomeo). + +I consigli pratici di questi ingegneri, nota Brioschi, rimasero +infruttuosi, e dei loro lavori non è rimasto che il piano di +livellamento, che ancor oggi può vantaggiosamente venire consultato. + +Il XIX secolo conta quattro grandi inondazioni; quelle del 1805, 1843, +1846, e del 1870. La prima accadde il 2 febbraio, mentre Pio VII era a +Parigi, ove era andato ad incoronare imperatore Napoleone. In seguito a +quella piena, Ponte Molle, che assai aveva sofferto, fu restaurato come +oggi lo vediamo. Nei primi decennî del secolo videro la luce nuovi +scritti sul Tevere, dei quali son degni di memoria quelli degli +archeologi romani Carlo Fea, Nibby, Rasi e Piale.[73] + +Anche la piena del 1843 accadde nei primi giorni di febbraio, le due +ultime si verificarono il 10 e il 28 decembre. Queste segnano per un +caso assai strano, il sorgere e il cadere dello stesso papa, Pio IX, +l'ultimo dei papi che ha governato Roma da monarca terreno. + +Quando avvenne la prima di queste inondazioni, il 10 dicembre 1846, +erano passati solo cinque mesi dall'elezione di Mastai: il nuovo papa +festeggiava i trionfi dell'amore e dell'entusiamo d'Italia, come non li +ebbe forse mai alcun suo predecessore. Le sue vedute e azioni, ancora +colorite idealisticamente, si unirono con la corrente di pensiero del +tempo, per favorire quella rivoluzione nazionale, le cui onde scatenate +dovevano poi il 20 settembre 1870 inghiottire lo stato della Chiesa. + +Ma quando avvenne l'inondazione del 28 dicembre 1870, Pio IX vide le sue +devastazioni come pontefice infallibile, ma anche come principe +detronizzato e volontario prigioniero in Vaticano. Nello stesso tempo +Napoleone III, precipitato dal trono, giaceva prigioniero in un castello +tedesco! + +L'inondazione del 1870 sarà forse l'ultima a devastare la città di Roma; +se si può supporre che il nuovo governo trovi il vero rimedio al male. +Esso ha trovato la questione totalmente insoluta, perchè dal 1803, +sotto il governo pontificio non si mandò innanzi la cosa: si presero +solo le misure relative al fiume dagli ingegneri Benedetti e Venturoli; +fu messo l'idrometro a Ripetta, e diminuito il numero dei mulini +galleggianti, che datavano dal tempo di Belisario, come asserisce +Procopio. + +Col 1º gennaio 1871 comincia una nuova era nella vessata questione del +Tevere. Le Commissioni di ingegneri del governo italiano e del municipio +romano gareggiarono in attività. Ne risultarono molti lavori tecnici e +memorie degli ingegneri Canevari[74], Possenti, Vescovali e Baccarini. +Furono pubblicate altre opere private: ho già nominate quelle del +Brioschi, che del resto appartiene alla Commissione, e raccomando ai +lettori in modo speciale l'opera del Carcani pubblicata prima del 1870, +alla quale debbo molte notizie, particolarmente per quel che riguarda i +tempi antichi.[75] + +Questi studi, dice Brioschi, condussero ad un progetto generale e tre +particolari. Il primo si accorda (prescindendo dalle condizioni mutate) +con quello che i tecnici avevano proposto ad Augusto, e che da lui fu +cominciato ad eseguire, e fu poi tre secoli dopo ripreso da Aureliano. + +Consiste soprattutto nel pulire il letto del fiume, liberarlo dagli +ostacoli e regolarizzare la corrente. A questi si aggiunsero altri +progetti, la cui arditezza, per quel che riguarda il costo e la +grandiosità dell'impresa, fu poi superata di molto dal progetto di +Garibaldi. Questi considerava il suo piano sotto tre aspetti, come +Giulio Cesare: liberare Roma dalle piene; allacciare la città al mare +con un canale navigabile ed un porto; finalmente bonificare la campagna +romana. + +Due ingegneri, Filopanti e Amadei, limitarono e ridussero questo +progetto, concretandolo in queste linee: deviamento del Tevere in un +nuovo letto; arginamento di questo nuovo letto; deviamento dell'Aniene +nel medesimo; costruzione di un porto fluviale presso Roma; di un canale +nella città e di una strada al posto dell'antico letto, fiancheggiata da +case sui due lati. + +La novità e l'arditezza dell'idea di allontanare da Roma il Tevere, +l'arteria della sua storia, fece rumore nel mondo intero, che non +ricordava più il progetto di Giulio Cesare. I difensori del progetto +facevano anche brillare il miraggio degli innumerevoli tesori che si +sarebbero trovati nel letto del Tevere. + +Questa attraente previsione non poteva dirsi del tutto infondata. Solo +dieci anni prima il rinvenimento dell'antico deposito di marmi sotto +l'Aventino, fatto dal Visconti, aveva meravigliato il mondo intero, ed +ora l'aspettativa di preziose scoperte era esaltata da quel che già si +era rinvenuto negli scavi dell'Esquilino e del Viminale, dove erano +sorti i nuovi quartieri. + +Nonostante tutto ciò che è stato estratto dal secolo XV ad oggi, si può +affermare con sicurezza che nel seno di Roma innumerevoli tesori +aspettano la bacchetta magica che li porti alla luce. Il pensiero di +questi tesori nascosti eccita in modo speciale la fantasia dei Romani; +una volta, con l'autorizzazione del governo pontificio, io stesso ne fui +testimonio, si ricercò nel Colosseo un tesoro del quale alcuni +pretendevano di aver trovato in un libro l'esatta descrizione. + +E non potrebbe il Tevere nascondere tesori nel suo seno intatto? + +Se l'onda del Reno nascondeva il palazzo dei Nibelungi, come dice la +leggenda, non dovrebbe il Tevere albergare qualche antica e più nobile +stirpe? Che cosa non rivelerebbe il suo fondo allo sguardo +dell'universo, quanto oro, quanto marmo, quanto bronzo, quante +iscrizioni? Anche rinunziando a cercare nel suo fango il Licnuco d'oro +di Gerusalemme, molto resterebbe a scoprire di raro e di prezioso che vi +si è affondato nel corso dei secoli. Si narrava nel medio evo che +Gregorio Magno avesse fatto gettare nel Tevere molte antiche statue, e +questa favola probabilmente accenna al fatto che molte opere d'arte vi +si sono, comunque, inabissate. + +Del resto più volte il Tevere ci ha restituito opere dell'antichità. + +Lo scultore Flaminio Vacca ci dà notizie in proposito nel suo ben noto +scritto: _Memorie di varie antichità, trovate in diversi luoghi della +città di Roma_ (1594). Sotto Clemente X fu trovato a Ripa Grande un +tesoro di monete d'oro. Già il Cardinal di Polignac (+ 1741) emise il +progetto di pulire il letto del Tevere e trarne fuori gli oggetti +antichi che vi si trovano. Nel 1773 si fecero ricerche di questo genere +e il genovese Bernardo Poch scrisse in quell'occasione: _De' Marmi +estratti dal Tevere e delle iscrizioni scolpite in essi_. Anche nello +antico porto di Trajano furono trovate varie antichità e così +nell'Aniene. Nel fondo di questo fiume deve ancor trovarsi una tavola +di pietra coll'iscrizione di Narsete, che eresse il ponte Salaro, tavola +che precipitò alla fine del secolo XVIII. E quante preziose sculture che +ornavano le splendide ville che sorsero un tempo sulle due rive, non +potrebbe nascondere l'Aniene! Il progetto di prosciugare il Tevere per +estrarne i tesori nascosti tornò in ogni tempo ad allettare gli spiriti: +lo proponeva nel 1855 Annibale Nuvoli nel suo scritto _Del Tevere_; e +nel 1818 si era già pensato di istituire a quello scopo una società. + +L'idea dunque di un mondo fatato di tesori immersi nel fiume assicurò +per un istante un interesse fantastico al progetto di Garibaldi. Ma +quale più grande e mirabile tesoro per Roma, del Tevere stesso? Come +rassegnarsi a perderlo per l'incerto rinvenimento di questi tesori?[76] + +Ecco il giudizio del Senatore Brioschi sul progetto di Garibaldi: +«Considerandolo dal punto di vista igienico, edilizio, e tecnico, questo +progetto non dovrebbe nel suo complesso venire respinto, ma sotto altri +aspetti esso ha in sè qualche cosa di assolutamente contrario alle +esigenze e ai criteri della moderna civiltà. Mentre infatti tanti +stranieri archeologi e storici vengono a Roma, a passar buona parte dei +loro anni per investigare nei suoi monumenti e nelle sue iscrizioni la +vita di questo popolo che fu il dominatore del mondo; mentre prima cura +del governo nazionale fu di prender possesso di quelle località, dove +nuovi scavi possono condurre a nuove scoperte, e di dare a queste +ricerche un indirizzo saggio e scientifico; sarebbe inconcepibile +determinazione quella di trattare Roma, senza una necessità assoluta, +riconosciuta e dagli italiani tutti e dal mondo civile intero, come una +città dell'America del Sud, e derubarla del suo più grande monumento, di +quel monumento che più d'ogni altro ha determinato, fissato, prodotto la +sua storia. Non so se il generale Garibaldi e i suoi collaboratori hanno +pensato alle conseguenze del loro progetto; ma io oso affermare, e non +dubito che molti saranno con me, che, piuttosto, io mi contenterei come +Augusto, di diminuire in varî modi la violenza delle inondazioni, o +secondo il consiglio di Bramante, riedificherei Roma sui colli». + +Sembra del resto che Garibaldi stesso abbia limitato poi il suo progetto +a diminuire la massa d'acqua del Tevere, lasciandolo scorrere +assottigliato sotto i ponti, fra due ripe provviste di muraglioni e di +banchine. + +A Roma è infatti accarezzata l'idea di costruire un Lungo Tevere che da +Piazza del Popolo conduca a Castel Sant'Angelo. Esso potrebbe, se +grandiosamente costruito e senza badare a risparmiare i milioni, +arricchire la città di un incomparabile ornamento. Pure non si +potrebbero trovare, io spero, molti Romani che desiderassero di vedere +trasportata a Roma la compassata e rigida figura di Firenze moderna coi +suoi Lungarno dai monotoni parapetti di pietra. + +L'Arno, che nell'estate si assottiglia tanto da scomparire, traversa +Firenze tra due muraglioni eguali e diritti, ed ha l'aspetto d'un canale +artificiale. Il Tevere invece ha una corrente vivace, impetuosa, piena +anche nel cuor dell'estate, e la sua bellezza consiste appunto in questa +sua natura selvaggia e libera. + +Esso conserva fin dentro Roma l'aspetto di un libero figlio dei monti, e +scorrendo nella città dei Cesari, non ha dimenticato i verdi colli ed i +campi dell'Umbria, dalla quale discende. + +Al suo ingresso in città, a Porta del Popolo, ai prati di Nerone, a +Ripetta, esso rapisce lo spettatore per la idillica e campestre bellezza +delle sue rive. In quale altra grande città sarebbe dato vedere un fiume +così pittoresco, nel quale, presso il porto di Ripetta, un vecchio +barcarolo, il Caronte del Tevere, da lunghi anni traghetta i passeggeri +sulla sua antica barca coperta da un rozzo e sghembo tetto di legno, +raccomandata ad una lunga fune? Egli lascia la riva laggiù, presso il +luogo dove è stabilito l'idrometro, dove un giorno fu precipitato nel +fiume il duca di Candia, figlio di Alessandro VI, e approda al più +originale e naturale di tutti gli approdi, sulla rena della spiaggia, +dalla quale si sale la ripa su scalini, che i piedi stessi si sono +creati affondandosi nel terreno, per giungere subito, in mezzo alla più +tranquilla solitudine, fra i verdi boschetti e le vigne.[77] + +Al posto di questa classica riva io non mi rassegnerei mai a vedere dei +noiosi e monotoni Lungotevere: questo alito della campagna e della +solitudine, che penetra fin dentro la città, dà a Roma un incanto +speciale e tutto suo. + +La bellezza del Tevere, entro la città, consiste poi soprattutto nelle +sue serpeggianti volute, che i gruppi architettonici delle sponde fanno +così varie e pittoresche! + +Il senatore Brioschi un giorno, mentre mi rassicurava riguardo al +progetto di Garibaldi, dicendomi che sarebbe certamente caduto, riuscì +ad infondermi un altro timore, affermando che si aveva l'intenzione di +togliere al Tevere le sue più forti curve, tagliandole opportunamente, +per facilitare la discesa della corrente. Così ora, appena sfuggito alle +arginature di Garibaldi, il padre Tevere corre quest'altro serio +pericolo! + +I progetti in proposito non sono ancora definitivi ed ancora è incerto a +che cosa riusciranno. Ahimè! già nel 1871 dovemmo dire addio per sempre +all'antico, caro, storico aspetto di Roma; così, presto o tardi muterà +anche l'aspetto del biondo Tevere. Si ricordino però gl'Italiani di +tener conto dei desiderî di tutto il mondo civile: di non guastare +l'antico senza assoluta necessità, e di mantenere con amore ciò che +forma la bellezza tutta particolare della città, bellezza che non +potrebbe più esserle restituita, ed il suo incomparabile incanto +storico. + + +NOTA. + +Trent'anni sono trascorsi da quando Gregorovius scrisse la storia del +Tevere ed un altro capitolo sarebbe da aggiungere: le belle sponde, tra +le quali scorreva libero ed indomito il _Pater Tiberinus_ sono scomparse +e solo a ricordarle ci restano gli acquerelli del Roesler Franz; hanno +preso il loro posto i muraglioni ed i lungo-tevere tanto paventati dal +Gregorovius che sono quasi compiuti ed il simulacro di Garibaldi, che ne +fu il propugnatore indefesso, sta a contemplarli dall'alto del +Gianicolo. + +Questi giganteschi lavori hanno già dato decisivi risultati e la città è +ormai al sicuro dalle inondazioni che prima la invadevano +periodicamente; intanto si stanno riprendendo i progetti per assicurare +la navigabilità da Roma al mare e quella interna fino al confluente +della Nera. + +Non fu possibile conservare alla città il suo aspetto tradizionale, ma a +giustificazione ripetiamo col GEFFROY: + +«Si è sempre visto il periodo nascente infliggere a quello che lo ha +preceduto qualcuno di quei danni che i contemporanei, attaccati alla +tradizione, hanno tenuto come sacrilegi, in attesa che altri monumenti +ed altri ricordi acquistino essi pure la dignità che viene dall'età e +cadano finalmente alla lor volta, sospinti dalle nuove generazioni. E' +la legge della vita». + + + + +L'IMPERO ROMA E LA GERMANIA + + + + +L'Impero, Roma e la Germania. + +A proposito dal Sacro Romano Impero di James Bryce (Londra 1867). + + +Uno studioso inglese, assai giovane ed intelligente, si è proposto un +tema bello ed importante, quello cioè di seguire l'idea dell'Impero +dalla sua origine alla sua fine (1806), nei suoi diversi momenti; ed ha +condotto a termine il suo lavoro servendosi di una profonda cultura +storica e di un'alta visione filosofica. Il suo libro è tra i migliori +pubblicati sull'argomento, e deve essere per i tedeschi di grande +interesse sentire la voce di uno straniero sulla questione del tanto +esaltato e tanto vilipeso Romano Impero della nazione tedesca. Non pochi +invero penseranno subito che un inglese d'oggigiorno non possa trattare +questo tema che con volterriana ironia, ma dovranno riconoscere, letto +il libro, che mai finora è stato parlato sull'argomento con tanta +ampiezza di vedute, con tanto simpatico interesse per il principio +imperiale e per la sua grandezza. + +L'idea imperiale è, coll'idea della Chiesa, uno dei concetti +fondamentali, sui quali si è basata tutta la civiltà occidentale. +Ambedue son formazioni universali, creazioni latine, dalle quali è sorta +la città universale per eccellenza: Roma. Esse hanno plasmato e, fino al +nostro secolo, dominato il mondo europeo; sono state linee fondamentali +della nostra civiltà. Se e perchè, oggi che le reliquie del medioevo +spariscono nell'ultimo processo di dissoluzione, queste idee sono +superate, e se la società europea abbia già acquistato la forza di +prendere una nuova ed organica forma di universale confederazione, +questo dovrà chiedersi ogni pensatore. + +Bryce cominciò la sua trattazione col secondo secolo dell'antico Impero +Romano, senza ricercarne le radici fuori della storia particolare dello +stato romano medesimo e senza gettare un rapido sguardo sull'Oriente e +sul principio autocratico giudaico. + +Ho altrove parlato dello Stato teocratico e della missione universale +del giudaismo, dal quale poteva solo aver origine l'idea cosmopolita del +cristianesimo, che incontrandosi col principio di dominazione mondiale +del popolo romano, assunse una forma del tutto nuova. + +La conquista di metà del mondo conosciuto dovette far sorgere nello +spirito romano il pensiero di uno stato universale romano che, alla +caduta della repubblica, s'incarnò e prese forma decisa nel cesarismo, +assumendo tutta l'importanza di un dogma politico. + +Questo dogma tornò poi anche durante il medio evo nella coscienza +romana, anche nei tempi più infelici della sua decadenza, quando Roma +non era più che il Monte Testaccio della storia mondiale! + +_Roma caput mundi regit orbis frena rotundi_, era il motto inciso nel +sigillo degli imperatori tedeschi. Dante, l'Isaia del suo tempo, è tutto +pieno di questo dogma, e non meno di lui Petrarca e Cola di Rienzo. I +degeneri Romani si riguardavano ancora come i legittimi signori del +mondo, e i depositarii dell'idea imperiale; di questa s'impadronì il +papato, assimilandola all'idea giudaica di una religione di stato e di +un popolo eletto. Così, collo sparire del principio cesareo pagano, Roma +divenne colla Chiesa il centro della monarchia spirituale e temporale. +Questo principio assunse una forza suprema nella storia dell'Occidente, +che per lunghi secoli fu da esso tutta sconvolta; e nessuno può dirlo +meglio del popolo tedesco, che per il primo, col grande avvenimento +della riforma, cominciò a liberarsene. + +Dal tempo di Costantino i confini dell'impero Romano divennero, a poco a +poco, anche quelli della religione cristiana, e quanto più essa +penetrava nello stato, tanto più si diffondeva in esso il principio +imperiale che plasmò e formò la Chiesa romana. Essa divenne la forma +religiosa dell'Impero. Al concetto dell'unità dell'Impero corrispondeva +quello dell'unità della Chiesa. Il capo riconosciuto di ambedue era +l'imperatore, che si chiamò poi anche Pontefice Massimo. Nacque allora +la Chiesa imperiale romana. Come si chiamava romano l'Impero, così si +chiamò romana la Chiesa. Ancora non v'era nessun papa; 400 e più anni +dopo Costantino, si inventò la favola religiosa ben nota, secondo la +quale, quel primo imperatore cristiano si ritirò umilmente in un angolo +del Bosforo per lasciare al Papa il dominio di Roma e di tutto +l'Occidente. Il concetto che il vescovo di Roma non fosse sottoposto +all'Impero e all'imperatore, rimase del tutto ignoto a Costantino, e a +tutti i suoi successori, ed anche ai Carolingi, agli Ottoni, ed agli +Arrighi. La divisione dell'Impero in due parti, Oriente ed Occidente, +non poteva in nessun modo attaccare il principio dell'unità dell'Impero +Romano. + +I Bizantini si chiamarono imperatori romani; essi nominavano i papi, o +ne riconoscevano l'elezione. + +Ma la caduta dell'Impero Romano d'Occidente sotto i barbari, e +l'invasione germanica che, in mezzo alle onde limacciose dei barbari, +diede all'Occidente una nuova conformazione, provocarono la separazione +effettiva dell'Impero, e necessariamente insieme della Chiesa, che qua +fu romano-germanica, là greco-slava. Anche nell'Occidente si delinearono +così due correnti: romanismo e germanismo, sistema universale +dell'accentramento, e libero individualismo. La storia d'Europa sino ai +nostri giorni si è aggirata intorno ai loro contrasti, alle loro +alleanze, alle loro conquiste, alle loro battaglie. + +Ma se i Germani riuscirono a rovesciare l'Impero d'Occidente, non +intaccarono però l'idea dell'Impero, che persistè: la sua tradizione era +inestinguibile. Ogni vita politica delle nazioni era allora concepibile +soltanto sotto le forme dell'Impero, che era il simbolo e l'espressione +della civiltà stessa. Di più il principio imperiale fu validamente +sorretto dalla Chiesa. + +A poco a poco essa era entrata nella organizzazione complicata +dell'Impero, che l'avea aiutata a sorgere, ed aveva ripreso il suo +indirizzo nelle provincie tutte politiche e amministrative. + +I suoi membri erano in istretti rapporti l'uno con l'altro, e +ricorrevano per ogni questione a Roma, secondo la gerarchia, poichè già +essa era riguardata come il centro ideale dell'Impero, dove il Vescovo, +nonostante non poche opposizioni, rappresentava il capo spirituale della +cristianità. Il solido organismo della Chiesa, che aveva ereditato tutta +la civiltà del mondo or ora tramontato e lo spirito politico dei Romani, +potè offrire resistenza all'invasione barbarica, e, nella rovina della +società, mantenere in sè l'idea universale dell'unità della razza umana +e della repubblica cristiana. Ho già parlato dell'importanza di questa +tenace sovravvivenza della città di Roma, che ci sembra una fatale legge +storica. + +La Chiesa salvò e custodì l'idea dell'Impero fra le mura aureliane; +trapiantò nei Germani questa idea latina, e potè così dipoi affermare di +aver essa restaurato l'Impero affidandolo alla nazione germanica. Ma +essa stessa, senza l'Impero, non avrebbe mai potuto mantenere la sua +forza cosmopolita che sarebbe rimasta teorica, o si sarebbe frazionata +in chiese di popoli e di terre diverse, perdendo così il principio +dell'unità e dell'indissolubilità. L'Impero era il correlativo +necessario della Chiesa. + +Ora, poichè nello sfasciarsi dell'Impero Romano d'Occidente, fra le sue +rovine rimase essa sola come un organismo incrollabile e un'autorità +morale inconcussa, le convenne lasciar entrare nella cittadinanza romana +i barbari che possedevano ora tutto l'Occidente. + +La civilizzazione di quei popoli è il fatto più notevole e grandioso +della Chiesa, così grandioso che difficilmente si può abbracciar tutto +con parole. Dove l'Impero Romano aveva diffuso le sue leggi, la sua +favella, le sue colonie, che erano riuscite a latinizzare i Germani, la +Chiesa si preparava a gettare le basi nazionali della sua signoria +gerarchica. Ma per molto tempo ancora i Germani, ritiratisi nel centro o +verso il settentrione delle loro terre, lontani dal Mediterraneo latino, +avevano opposto efficace resistenza al romanismo, difendendo il +principio della loro individualità, che doveva prima o poi entrare +direttamente in lotta con l'idea centrale del mondo latino: la Chiesa +imperiale. + +Ma dapprima la cristianità si romanizzò per le forme esterne +dell'amministrazione e della lingua del culto, per le feste religiose, +per i rapporti con Roma, la nuova Gerusalemme, sulla quale venivano a +poco a poco ad incontrarsi i raggi di due monarchie universali: la +politica e la religiosa. + +Ci vollero tre secoli perchè i Germani fossero tanto maturi da prendere +una supremazia decisiva nell'Occidente, e ciò avvenne sotto la forma +dell'Impero Romano, ristabilito da Carlo Magno, re dei franchi +cattolici. In questa risurrezione dell'Impero la Chiesa ebbe una parte +preponderante. Il fatto dell'incoronazione di Carlo diede poi occasione +ad una dibattutissima questione: qual'era l'origine dell'Impero di Carlo +e dei suoi successori? + +Di dove era scesa la loro autorità? Il popolo e il Senato romano si +dissero nettamente fonte sola e legittima di quella autorità. +L'Imperatore affermava da parte sua di aver ricevuto la corona da Dio, o +per diritto di conquista, il che per i principi equivale sempre, +praticamente, al diritto divino. I papi rispondevano che era stata opera +loro l'incoronazione e l'erezione del nuovo Augusto, e dichiaravano che +l'Imperatore aveva ricevuto la sua corona per investitura papale, come +_Feudo Christi_, o del suo vicario e sotto questo titolo ancora la +riteneva. + +Ma questa famosa disputa appartiene ad un periodo posteriore, quando +verrà ad affermarsi la suprema potestà del papato. Al tempo di Carlo +Magno non c'era ancora nessuno che dubitasse che l'Imperatore, il +successore legittimo di Augusto, di Trajano e di Costantino, non fosse +anche il capo supremo di tutta la repubblica cristiana, ed anche, +perciò, della città di Roma e del suo vescovo. Egli aveva confermato il +papa nel suo ufficio, e questi era stato eletto sotto gli occhi dei suoi +legati plenipotenziari; poteva anche giudicarlo col suo Tribunale. Carlo +Magno indicò a reggere l'Impero suo figlio, in una adunanza imperiale, +senza interpellare il pontefice: non vi poteva essere alcun alto potere +legittimo che quello che veniva dall'Imperatore, o che era da lui +riconosciuto. + +Così si produsse per un momento nella monarchia universale di Carlo +l'accordo e l'unità dell'Impero e della Chiesa, quando suo invitto ed +incontrastato arbitro era l'Imperatore, il cui ufficio era quello di +reggere e mantenere in armonia la repubblica cristiana come _Imperator +pacificus_. + +Ma questo stato ideale fu presto turbato dagli elementi d'inimicizia +rimasti fino allora latenti. Il principio imperiale venne presto a +trovarsi in contrasto col principio romano pontificio; l'Imperatore col +Papa. La lotta di questi due, la più lunga ed acerba che la storia +ricordi, produsse ed accompagnò il processo della civiltà europea. +L'idea latina della monarchia universale fu soltanto pienamente messa in +pratica dalla Chiesa Romana, erede della romanità classica, mentre i +Germani vagheggiavano quell'idea piuttosto da un lato teorico, essendo +troppo contrario a quel principio il loro spirito d'individualità e di +nazionalità nel potere temporale (feudalismo) e spirituale. Essi avevano +la tendenza costante e tenace ad allontanarsi dal centro. Già la +divisione di Verdun aveva spezzato la monarchia occidentale di Carlo +Magno, e al tempo degli ultimi Carolingi la maestà imperiale si era +offuscata al punto da sottomettersi all'investitura papale. La Chiesa +era venuta prendendo chiaramente la forma di una monarchia spirituale +col vero centro in Roma, ed i suoi membri gerarchici eran venuti +attorcigliandosi strettamente all'Impero, avviluppandolo in una +inestricabile e soffocante intessitura. Centinaia di vescovi e di abati +erano i potenti strumenti dei papi, tanto più pericolosi per +l'Imperatore, inquantochè essi erano insieme suoi vassalli, principi +dell'Impero, e membri della feudalità spirituale. La Chiesa si fece così +ogni giorno più potente, finchè colla sua organizzazione, la sua +armonia, e la sua forma spirituale rimase nei suoi dominii speciali; ma +quello stesso indebolirsi progressivo dell'Impero la minacciò ad un +tratto di tale rovina, che essa comprese esserle immediata e +imprescindibile necessità di mantenere o di ristabilire l'Impero stesso +nei suoi diritti. + +Colla caduta dei Carolingi si erano determinate condizioni tali da +produrre nuove invasioni barbariche: il papato vide in pericolo l'unità +della Chiesa, poichè facilmente si sarebbero potute formare delle Chiese +nazionali appoggiate ai principi locali, come già era stato tentato al +tempo dei Carolingi. + +Roma e l'Italia erano agitate da pericolose fazioni. I duchi nazionali +d'Italia cercavano di rendersi indipendenti dall'Impero e di far latina +ed italiana la corona imperiale, ciò che avrebbe portato la conseguenza +di proclamare forzatamente Roma capitale dell'Impero. In Roma stessa la +nobiltà acquistava potenza; essa mirava a fare dell'ufficio pontificio +quasi un feudo derivante dalla sua investitura diretta; ciò che, al +tempo dei conti di Tuscolo, le riuscì esattamente! + +Ma la politica dei papi era nettamente tracciata fin dal tempo del +ritiro di Costantino a Bisanzio. Non consentire in Italia nessun impero +o regno nazionale, e mantenersi libera e fedele Roma. I papi volevano un +Imperatore, e ne avevano bisogno; ma questo doveva star lontano da Roma, +e rimanere unito ad essa solo da un principio teorico che essi stessi +dovevano dirigere e governare. L'Imperatore doveva tutt'al più venire a +Roma per ricevere in ginocchio la corona nella basilica di San Pietro, +come un'investitura papale, e per giurare di difendere la Chiesa e di +rispettare i diritti degli stati che da lei dipendevano. Ma aveva appena +l'Imperatore formulato queste promesse, che il Vicario di Cristo cercava +di disfarsi al più presto del suo gravoso e molesto difensore, +rendendosene di fatto indipendente e riservandosi di chiamarlo in Italia +ogni volta che il suo dominio temporale fosse minacciato da gravi +pericoli, per imporgli il mantenimento delle sue promesse ed esigere +l'opera del suo esercito. + +Non senza gravi motivi la Chiesa aveva sempre cercato di mantenere la +dignità e la potenza imperiale nella dinastia germanica dei Franchi, che +era e rimaneva totalmente straniera. + +Carlo, dopo aver donato ai papi l'ingente patrimonio, aveva abbandonato +Roma, senza farla capitale e sede dell'Impero, e non per mistica +deferenza per il pontefice, ma per quella stessa necessità politica che +costrinse Diocleziano e gl'Imperatori che gli succedettero, a stabilire +la loro sede là dove era necessario tener unite tutte le forze per +resistere alle invasioni barbariche. Così anche il mondo germanico, al +quale era passata l'autorità temporale, doveva cercare il suo centro di +gravità nel suo interno, e non in Roma. + +Per ciò, alla caduta dei Carolingi, la Chiesa si affrettò, per la +necessità della propria conservazione, a rendere l'autorità imperiale ai +Germani, contro il desiderio e malgrado gli sforzi dei duchi italiani. +Ottone il grande fu così il secondo restauratore dell'Impero, che +avvinse alla monarchia tedesca, alla quale rimase per sempre, formando +l'Impero romano dalla nazione tedesca. Da Corrado, i suoi re si +chiamarono, dopo l'elezione, anche re dei Romani, considerando la corona +romana appartenente ai Germani. Così questo stato assunse la legittimità +di un diritto, non però di un dogma, poichè in tempi posteriori i +monarchi di Francia aspirarono alla corona imperiale e lottarono ancora +per ottenerla, e ne portarono una volta il titolo uno spagnolo ed un +inglese, eletti dagli Stati dell'Impero medesimo. + +La continuazione dell'Impero sotto la forma di una dinastia nazionale +(la tedesca) era però contraria al principio romano dell'Impero; +giacchè, dopo che furon sopite nell'antica Roma le lotte nazionali, col +diritto universale alla cittadinanza romana ascesero al trono senza +distinzione Siriaci, Traci, Arabi, Spagnoli, Greci e Goti. Ogni libero +cittadino di Roma poteva aspirare al supremo potere, secondo il concetto +dell'Impero universale. La Chiesa assunse lo stesso principio, essendo +anch'essa universale, Siriaci, Greci, Latini, Germani occuparono senza +contrasto la Santa Sede. Ogni cittadino romano libero poteva occuparla, +purchè vestisse l'abito ecclesiastico. A questo principio la Chiesa +dovette gran parte della sua diffusione e della sua potenza; il giorno +in cui essa rinunziò ad esso, e legò definitivamente la tiara ad una +nazione, l'italiana, come il diadema imperiale si era ristretto ad +un'altra nazione, la tedesca, quel giorno segnò la limitazione della +potenza pontificia e la fine della funzione cosmopolita del Papato. + +Intanto non era un semplice accidente storico quello che risolutamente +attribuiva alla nazione tedesca la potenza imperiale. Il tempo ha +mostrato poi il significato profondo di questo fatto che al tempo di +Ottone I non era stato ancora afferrato. Infatti la nazione tedesca +aveva in sè, più di molte altre, il principio stesso della +universalità, e lo portò fino ai nostri giorni: l'Impero che la dominò +e che durò fino al 1806, fu l'espressione della natura idealistica di +questo popolo. Esso possiede da tempo quella facoltà che le altre +nazioni hanno acquistato appena ai dì nostri, di penetrare +nell'esistenza e nella coscienza profonda dei popoli stranieri, e di +assimilarseli senza perdere la propria individualità, intendendo lo +svolgimento completo dell'umanità in tutte le sue varie fasi. Lo spirito +tedesco è atto a lasciar agire su di sè gli spiriti degli altri popoli, +e farsi così, quasi direi, un'officina della mondiale civiltà. Esso +somiglia in ciò al popolo greco, lo spirito del quale esso aveva preso +dal popolo italiano, per adempire ad una missione mondiale. Novello +Ercole, esso si è sobbarcato a molte fatiche per il bene degli altri, e +anche all'increscioso e lungo servizio della tutela. Anche oggigiorno si +intravede che questo popolo, dopo un languore solo politico, non +intellettuale, si rialzerà ed avrà per sè l'avvenire, poichè la sua +missione non è compiuta, e si compirà sotto nuova forma, ben diversa +dalle conquiste imperiali! La nazione tedesca è paziente e giusta; la +sua rivalità ha già un carattere di universalità; i popoli si lasciano +attirare da essa, perchè subiscono l'influenza del pensiero filosofico +della patria nostra. C'è presso di lei solo _un popolo_ che abbia uno +spiccato carattere mondiale, è la libera Inghilterra anglosassone, +essenzialmente pratica nel suo dominio del mare, nelle sue industrie, +nelle sue colonie. + +Mentre così l'Impero si nazionalizzava con Ottone I, la Chiesa era +minacciata da un grave pericolo; quello della separazione del germanismo +dal romanismo, i quali prima o poi dovevano impegnare una lotta a morte. +Seguiremo il processo di questa lotta, e considereremo i suoi risultati: +la liberazione della Germania dal principio romano, e il ritorno del +Papato e della chiesa imperiale al romanismo. + +L'idea dell'Impero, Impero internazionale, astratto ed ideale, si era +indebolita, mancandole una base nazionale; rifiorì subito e prosperò +invece appena potè appoggiarsi alla nazione tedesca. Passarono tre +secoli da Ottone I alla caduta degli Hohenstaufen, nel qual tempo la +Germania si alzò ad un universale dominio. Sotto gli Ottoni la Chiesa +dovette inchinarsi alla potenza imperiale. I papi furono, come i vescovi +di tutto l'Impero, nominati dagl'Imperatori che si erano arrogati il +diritto della loro scelta. Grande fu la potenza della dinastia Franca: +sotto Arrigo III l'Impero toccò l'apice della potenza. Ricadde poi per +la debolezza dell'infelice Arrigo IV. Le cause di questo fatto sono +molteplici, ma due fra di esse sono essenziali: il movimento +dell'aristocrazia feudale tedesca e la riforma gerarchica della Chiesa, +compiuta dal grande pontefice Ildebrando. L'Impero si era completamente +feudalizzato; l'aristocrazia dei conti e dei duchi cresciuta in potenza +si era arrogata il diritto dell'elezione imperiale, e lo stesso aveva +fatto la nobiltà spirituale dei vescovi, degli abati e dei prelati, i +quali, forniti di smisurate proprietà, avevano preso il primo posto fra +gli Stati, come principi dell'Impero. Così sorse un sistema +clerico-feudale che fiaccò la Corona. Questo fu il principio di ogni +susseguente indebolimento della Germania. + +Al contrario il Papato, rialzandosi dalla sua profonda abbiezione, +saliva ad alta ed universale potenza colla riforma di Ildebrando, il +rivolgimento più grande e profondo che abbia avuto la Chiesa prima della +riforma tedesca. La Chiesa non si staccò dall'Impero, ma si rese +indipendente. La scelta dei pontefici fu sottratta all'influenza +imperiale ed alla sua approvazione, e affidata ad un Senato di +cardinali; la scelta dei vescovi toccò ai Capitoli. La Chiesa tornò alla +gerarchia. Il celibato dei preti alzò una barriera fra il numerosissimo +clero--che era uno stato nello stato, un popolo nel popolo--e la +comunità, dalla quale prima il potere spirituale proveniva direttamente +per elezione. L'abolizione dell'investitura laica del clero minacciava +di sottrarre del tutto quest'ultimo alla potenza imperiale, e, mentre +mirava ancora a fare di tutta Europa un feudo della Chiesa, il papa, con +la donazione della contessa Matilde, si costituiva uno Stato nel cuore +d'Italia, che, a detta del pontefice, gli serviva come emblema della sua +signoria universale. Il diritto canonico, il cui nucleo principale era +formato dal principio della sovranità assoluta del pontefice sulla +Chiesa e sulle nazioni, fu contrapposto al diritto imperiale, e imperò +solo nella lunga lotta contro le eresie, gli scismi, le falsificazioni +dei monaci sulla donazione di Costantino e sui falsi decretali +d'Isidoro. La grande lotta delle investiture agitò l'Europa per mezzo +secolo e finì con un compromesso o concordato che lasciava la vittoria +al Pontefice. + +Il potere spirituale minacciava di soffocare quello temporale: lo +sviluppo della civiltà e la libertà umana in ogni campo risentirono di +questa tendenza, e l'Europa fu minacciata dal pericolo di un dispotismo +orientale. Questo poteva aver origine o dal fatto che l'Impero +soggiogasse la Chiesa o dall'altro che la Chiesa soggiogasse l'Impero. +Ildebrando aveva allontanato il primo pericolo, ma esso ora ricompariva +dall'altro lato, dal lato del papa. Gli Hohenstaufen lo combatterono; +sulla loro bandiera è scritto il principio ghibellino: Separazione del +potere temporale da quello spirituale; il clero privato di ogni diritto +politico usurpato, e ricondotto alle primitive e pure condizioni +cristiane; il potere temporale tolto al pontefice. Questa era l'idea +germanica di Arnaldo da Brescia che non tramontò più, sebbene questo +primo riformatore della debole politica dell'Impero cadesse vittima del +suo tentativo. + +Gli Hohenstaufen opposero all'autocrazia papale l'autocrazia bizantina +imperiale; essi combatterono il diritto canonico col diritto romano che +si era elevato già a scienza; quando i papi affermavano di essere i +vicarii di Cristo, signore della terra e del cielo, e perciò anche +padroni della terra per grazia e diritto divino, ribattevano i dotti +germanici che, secondo il diritto romano, nessun altro monarca v'era +sulla terra all'infuori di Cesare. Ma questa teoria aveva perduto ogni +sua forza col feudalizzarsi dell'Impero. Quel monarca del mondo era in +Germania stessa combattuto dalla nobiltà feudale, che si faceva sempre +più forte, e in Italia dallo spirito nazionale e dalla democrazia. Il +pontefice si alleò coi tre nemici dell'Impero; si nazionalizzò col +principio guelfo; divenne italiano, patriottico proprio, mentre l'Impero +andava perdendo radici in Germania sotto gli Hohenstaufen, e cercava in +Italia una base. Ma non essendogli riuscito di fondersi con la monarchia +tedesca nazionale, l'Impero doveva cadere. + +La lotta vittoriosa dei comuni lombardi contro il Barbarossa segna il +momento, in cui in Italia si formò una nazionalità latina e di carattere +comunale; gli elementi germanici avevano perduto ogni forza ed ogni +personalità. La feudalità era germanica, straniera, e importata: il +comune latino la soverchiò; ma le città italiane non combatterono nella +loro gloriosa guerra il principio imperiale romano, ma il principio +feudale imperiale che era germanico. Il grande Barbarossa si ritirò +saviamente dall'Italia, e rese alle città la loro indipendenza. + +Allora l'Impero avrebbe potuto risorgere e riprender vita come monarchia +tedesca, frenando a tempo questa rinuncia all'Italia. Ma il fatalissimo +matrimonio siciliano di Arrigo VI, e la non ancora esaurita lotta di +principii fra l'Impero e la Chiesa resero questo impossibile. L'astuto +Arrigo arenò nel suo disegno di rendere ereditaria in Germania la corona +imperiale a dispetto dell'aristocrazia temporale e spirituale. In +Italia, dove egli aveva aggiunto alla sua casa le corone di Napoli e di +Sicilia, restaurò il feudalismo germanico sotto le forme di principati +feudali tedeschi, limitò gli Stati della Chiesa, e strinse un anello di +ferro intorno a Roma ed al Papa. Ma la sua morte precoce, la vacanza +dell'Impero e le lotte per la conquista del trono, depressero d'un +tratto nuovamente la potenza imperiale. Il grande Innocenzo III impugnò +la bandiera della nazionalità italiana, battè i signori feudali +tedeschi, e si fece signore di uno Stato della Chiesa rinnovellato, e +protettore d'Italia. Con questo famoso pontefice la Chiesa raggiunge il +suo massimo splendore. Egli fece del Papato il tribunale supremo e +internazionale d'Europa, ciò che era stato un tempo l'Impero ed avrebbe +dovuto essere ancora e rimanere. Il potere temporale e spirituale per un +momento si trovarono riuniti, e minacciarono l'Occidente con un +dispotismo cesareo-papale. + +Contro questa pericolosa potenza della Chiesa al tempo di Innocenzo, che +risolutamente tendeva alla dominazione universale, mentre considerava il +suo stato come un suo feudo privato, sorsero a combattere l'eresia +evangelica e l'Impero monarchico rinnovato dal grande Hohenstaufen +Federico II. Se questi due elementi si fossero alleati, una precoce +riforma avrebbe fiaccato la Chiesa gerarchica; ma i tempi non erano +maturi nel secolo XIII, e non erasi ancora formato un forte stato +nazionale; ma già i germi di una riforma futura da parte della Germania +si diffondevano per tutta Europa. Invano Federico II chiamò i re ed i +popoli ad unirsi sotto la sua bandiera per strappare al papa la +giurisdizione temporale e per rendere al clero il suo carattere +spirituale; rimase solo nell'eroica lotta. Lo spirito indipendente dei +reami che si erano sottratti all'autorità imperiale, l'aristocrazia e la +cittadinanza democratica lo avversarono, alleati del fanatismo +religioso, mentre egli stesso si era allontanato dalla terra nazionale +germanica che, sola, poteva dargli autorità, potenza, vigore. La sua +patria non voleva più in quel tempo sostenere guerre italiche per uno +scopo dinastico; essa lasciò cader Federico. Egli morì incompreso dal +suo tempo, in tragica solitudine, l'ultimo vero Imperatore del grande +Impero; incapace di riunirlo tutto di nuovo in una forte forma +monarchica, egli fu vinto. Gli epigoni della casa Hohenstaufen, Corrado, +Manfredi e Corradino lottarono invano per la ricostituzione del +legittimo Impero. Il tempo lo aveva soverchiato. L'accordo che sembrava +regnare fra l'Italia e la Germania dal tempo di Ottone I, si sciolse; +l'Italia si rese indipendente, di fatto, dall'Impero, le cui ultime +provincie si dissolvevano grado a grado, mentre l'autorità imperiale si +andava perdendo anche in Germania durante il lungo interregno. + +Si potrebbe credere a questo punto che anche l'idea imperiale dovesse +andar perduta sotto le rovine della dinastia degli Hohenstaufen; ma ciò +non accadde in nessun modo. Essa continuò a vivere in Germania e in +Italia come un principio tradizionale di gloria, e dalla Chiesa medesima +essa fu conservata con cura. Solo in apparenza questa era riuscita +vincitrice nella gigantesca contesa cogli Hohenstaufen; in realtà essa +era profondamente scossa ed esaurita dalle sue lotte. Praticamente essa +non poteva mantenere nelle sue mani l'artifizioso congiungimento +dell'autorità temporale e spirituale; esso rimase come dottrina teorica +della Chiesa, alla quale si opponevano lo spirito stesso del +cristianesimo e l'indole occidentale. Il papato si vide isolato, solo, +alla vertiginosa sua altezza. L'Italia, dove esso era tornato come un +trionfatore, non gli offrì più una base razionale, poichè lo vide +incapace a riempire l'abisso che separava tuttora i Guelfi dai +Ghibellini, ed a rovesciare la democrazia comunale che era venuta in +potenza anche nella città di Roma. + +Gl'Italiani si erano liberati dall'Impero feudale tedesco coll'aiuto del +Papa, ma non avevano ora nessuna intenzione di subire la signoria +teocratica di lui. Lo spirito d'individualità insorse contro di lui, +sotto la forma sia di repubblica cittadina, sia di tirannide o signoria. +Si presentò intanto un altro pericolo: lo stato nazionale monarchico, +del quale Federico II aveva portato in Sicilia il disegno, e che si +sviluppava già in Francia. La debolezza della Germania e dell'Impero +fecero sempre la forza della Francia: dopo la caduta degli Hohenstaufen +l'autorità politica passò necessariamente con gran vigore a quella +nazione. Con essa però si era alleato il papato per combattere gli +Hohenstaufen; esso aveva chiamato in Italia una dinastia francese, e, +con Carlo d'Angiò, l'aveva posta sul trono delle Due Sicilie. Così +questa dinastia, appoggiandosi alla Francia, minacciò di divenire un +pericolo per il papato come lo era stato, sullo stesso trono, la +dinastia degli Hohenstaufen che si appoggiava alla Germania. Era +cambiata la provenienza del pericolo, ma il pericolo rimaneva, e presto +il papato se ne doveva accorgere a sue spese. Esso si affrettò a +ristabilire l'impero nella nazione tedesca: Rodolfo di Asburgo fu eletto +re dei Romani e come tale riconosciuto dal Papa. La restaurazione +dell'Impero della nazione tedesca per mezzo degli Asburgo non era più +che una vana apparenza. Gli Asburgo divennero volentieri i difensori +della Chiesa, e ad essa abbandonarono senz'altro tutti i diritti +imperiali, e riconobbero nell'Impero un feudo del pontefice. Già i primi +fondatori di questa dinastia, nella quale la Chiesa ha trovato sempre +finora (1866) la sua più valida difesa, cedevano al romanismo e ad esso +si alleavano. Intanto però lasciavano il papato e l'Italia +tranquillamente al loro destino, giacchè nè Rodolfo, nè Alberto +passarono le Alpi per venire a prendere la corona Imperiale, ciò che +Dante riprova così severamente. I nuovi difensori della Chiesa non +salvarono nemmeno Bonifacio VIII, e non liberarono il papato dalla +schiavitù francese, nella quale esso doveva necessariamente languire +dopo aver voluto ad ogni costo annientare la potenza imperiale. + +L'Impero, entità astratta, non aveva potuto trionfare sulla Chiesa +gerarchica; la nazione francese lo potè. Il papato cadde per sempre +dall'altezza a cui l'aveva innalzato Innocenzo III; esso era stato +forte, finchè era stato in lotta coll'Impero; questa lotta l'aveva +rafforzato; appena essa cessò, il papato si sentì debole. + +Riprendendo l'idea di una completa signoria sulle anime e sui corpi di +tutti gli uomini, di tutti i principi, di tutti i popoli, Bonifacio +VIII lanciò la famosa bolla _Unam Sanctam_, ritorcendo la teoria del +congiungimento dei due poteri nelle mani del pontefice, contro la +monarchia francese, e, ciecamente sfidandola, precipitò in sua balìa. Il +papato fu condotto prigioniero ad Avignone. Là si gallicizzò, e per +settanta anni rimase vassallo dei re di Francia. La Chiesa d'Ildebrando +e l'Impero degli Ottoni erano finiti, deformati dall'aristocrazia +gerarchica e feudale, dall'arbitrio sfrenato e dagli abusi. Queste +grandi forme universali, nelle quali aveva riposato per tanto tempo +l'Occidente, si dissolsero rapidamente sotto l'influenza +dell'individualismo germanico. La monarchia incipiente e l'approssimarsi +della riforma laceravano quà in modo visibile e rapido, là in modo lento +ed oscuro, la grande tela dello spirito medioevale. + +Quando, al principio del secolo XVI, il papato abbandonò il suo terreno +storico, l'Italia, e si ridusse nella lontana Avignone, in quella terra +che agitavano terribili lotte fra Guelfi e Ghibellini, dovè tornare d'un +tratto l'idea dell'Impero e dell'Imperatore come una via di salvezza. + +Questo principio latino si risvegliò con tale delirante e ardente fede +nell'animo degl'infelici Italiani, da ricordare l'attesa del Messia da +parte dei Giudei. Infatti gl'Italiani di quel tempo somigliavano, nelle +loro sventure agli Ebrei: Dante fu il loro profeta. Il suo immortale +ditirambo: _Ahi serva Italia di dolore ostello_, ha avuto la sua +significazione e giustificazione storica fino al nostro tempo, quando +nel dicembre 1866 gli ultimi francesi si imbarcarono a Civita Vecchia. +L'apoteosi dell'Impero fatta da Dante, egli ne vide l'aquila librarsi +fino in paradiso, i suoi ammonimenti all'imperatore, il benvenuto dato +ad Arrigo VII, sono prove del culto per l'Impero che aveva +tradizionalmente profonde radici nel mondo latino, anzi in tutto +l'Occidente. + +Arrigo di Lussemburgo rispose all'appello dei Ghibellini e venne in +Italia a placarla come _Imperator Pacificus_ e a restaurare l'imperiale +maestà, _veltro allegorico_, per dirla con Dante. Ma il suo tragico +viaggio verso Roma e le infelici sue lotte in Toscana mostrarono la +debolezza dell'ideale di fronte alle pratiche circostanze della vita, +l'evanescenza del sogno di fronte alla realtà. Il suo sarcofago, nella +ghibellina città di Pisa, è il monumento funebre di tutto l'impero. + +Ma l'idea imperiale non era morta, e si nutriva col nuovo spirito della +riforma. Sua arme era lo spirito irrequieto e anelante al meglio, che +anima l'umanità, e con essa combatteva ancora la Chiesa dottrinaria. +Mentre dunque l'Impero precipitava sempre più in basso, e perdeva ad uno +ad uno i suoi diritti e le sue provincie, esso persisteva in Occidente +come teoria filosofica, alla quale si alleavano gli elementi +eretico-evangelici che uscivano dal seno della Chiesa corrotta. + +Alle pretese degli arditi papi francesi, i quali, ritirati in Avignone +al sicuro dagli Italiani e dai Tedeschi, reclamavano la signoria +imperiale come loro dovuta, e sempre più cercavano di umiliare l'Impero, +rispondeva lo spirito secolare del tempo nella scuola dei monarchisti, +dei quali era guida e luce Dante Alighieri. La monarchia fu simbolo di +rigenerazione, per la gioventù che cresceva; il principio monarchico +segnò, caso unico nella storia, il progresso della riforma nello spirito +umano per la sua liberazione dai ceppi della Chiesa gerarchica +medioevale. L'opera famosa di Dante, _De Monarchia_, poneva le basi alla +nuova scienza di un diritto di stato, sebbene egli non trattasse di +stati reali, ma di una grande ideale monarchia, o repubblica universale, +sotto lo scettro dell'Imperatore. Con una dialettica scolastica e +sofistica Dante dimostrava che la monarchia universale, l'Impero, era +necessario al bene della società umana; chè l'autorità imperiale +apparteneva di diritto al popolo romano, e, attraverso questo, +all'Imperatore; che l'autorità dell'imperatore derivava immediatamente +da Dio e non dal pontefice. Dimostrava l'indipendenza dell'Impero dalla +Chiesa, e, colla separazione dei due poteri già tentata da Arnaldo da +Brescia e dagli Hohenstaufen, riduceva la Chiesa nei suoi veri confini. + +Il principio ghibellino della indipendenza della monarchia fu subito +diffuso nelle regioni più civili di tutto l'Occidente, considerato da un +punto di vista più o meno filosofico. Le correnti di pensiero +riformatore della Chiesa, muovendo dal dogma della povertà evangelica, +col quale prima i Valdesi, poi i Francescani combatterono la dominazione +universale della Chiesa, la sua gerarchia e il suo potere politico, si +concentrarono nel principio monarchico, e la futura alleanza fra il +regno e la riforma era già di fatto stabilita. Sorse una schiera di +riformatori. I nomi di Marsilio di Padova, di Guglielmo d'Occam, di +Giovanni di Janduno, di Enrico di Halem e di Luitpoldo di Bebenburg +segnano lo svolgimento della nuova lotta per la riforma dell'impero +occidentale e della Chiesa. + +L'opera famosa di Marsilio, il «_Defensor Pacis_» costituiva il +programma di questa grande ed acuta scuola di riformatori, precursori di +Lutero. Essa andava oltre i concetti ancora scolastici di Dante; non si +limitava soltanto ad affermare l'indipendenza dell'Imperatore dal Papa, +ma pretendeva senz'altro la sottomissione del Papa alla potenza +imperiale. Negava e metteva in ridicolo la teoria tomistica +dell'infallibilità e del primato del pontefice; negava la sua autorità +spirituale medesima come capo supremo della Chiesa; affermava +l'uguaglianza evangelica di tutti gli Apostoli e di tutti i sacerdoti. +Il Concilio diceva essere superiore al pontefice, e affermava unico +documento originario della dottrina cristiana essere la Sacra Scrittura. + +Di questi elementi nel tempo si servì Ludovico il Bavaro, quando +intraprese la famosa lotta contro Giovanni XXII. Secondo la teoria di +Dante, che il popolo romano fosse la fonte dell'autorità imperiale, e +secondo la dottrina dei monarchisti, che il re dei Romani, una volta +eletto, non aveva bisogno dell'incoronazione, nè dell'unzione, nè della +confermazione del Papa per essere di pieno diritto Imperatore, Ludovico +prese in S. Pietro a Roma la corona imperiale dalle mani del popolo +romano o dei suoi delegati, i baroni laici. Fu questa una rivoluzione, +il crollo del principio legittimista degli Hohenstaufen, che negava al +popolo romano questo diritto di sovranità. + +Nel giudizio del suo tempo, Ludovico democratizzò l'impero non solo, ma +deprezzò la corona dei Cesari fino a farne un feudo del ruinato +Campidoglio e della meschina repubblica di Roma. La sua azione che +appare così acuta che potrebbe esser chiamata moderna, non era però +l'espressione di una convinzione reale, ma di un sentimento passeggero, +insolente ed altero. Questo primo Imperatore che ebbe la corona dalle +mani del popolo, fu un uomo senza tenacia di volere e senza genio. Egli +si disse, in presenza del Papa, peccatore pentito, e ad Avignone chiese +umilmente l'assoluzione e l'incoronazione papale. Egli rese al pontefice +la sua autorità, sebbene gli Stati di Germania avessero a Rense e a +Francoforte, proprio in quei giorni, fatto la dichiarazione solenne +della indipendenza della corona imperiale dalla Chiesa e dal Papa. +Questa famosa dichiarazione fu il risultato pratico di quella lotta fra +Ludovico e il papato, nella quale l'Imperatore era il reale, se non +apparente, trionfatore. Essa proclamava la separazione della Germania da +Roma, separazione che prima o poi doveva di fatto verificarsi. L'Impero, +che si andava sottraendo così all'autorità della Chiesa, si +circoscriveva sempre più strettamente, o per limitarsi finalmente al +solo Impero tedesco. + +Le idee di Dante e del Petrarca sull'eterna significazione di Roma come +capitale universale e metropoli dell'umanità, e centro della universale +monarchia, trovarono già in quel tempo, col teorico rinascere dello +spirito romano, un'espressione fantastica nel Campidoglio medesimo. +Mentre il papato stava lungi nella sua cattività francese, l'Imperatore +lontano anch'esso e scaduto dall'antica dignità, e l'Impero stesso era +dissolto, sorse il tribuno popolare Cola di Rienzo e proclamò sulle +rovine capitoline gl'inalterabili diritti di sovranità del popolo e del +Senato romano, dinanzi al tribunale del quale, egli invitò a presentarsi +l'Imperatore, i principi dell'impero, e gli alti prelati della Chiesa. +Nel suo delirante pensiero si trovava pure un metodo non privo di +logica; ed i suoi sogni non erano soltanto parto accidentale della sua +fantasia, ma spiegabili derivazioni del processo storico dell'idea +dell'Impero e di Roma, che avrebbero potuto ricondurci ad una misura e +ad un disegno politico che una volta per sempre offrisse un programma +degno di seria considerazione. + +Così l'Impero doveva di nuovo essere nazionalizzato italiano; un +italiano doveva, per libera elezione di tutti i delegati della penisola, +per un plebiscito anzi, essere fatto Imperatore e risiedere in Roma. +Tutte le città furono dichiarate libere e fu accordato loro il diritto +di cittadinanza romana, a titolo originario della loro libertà; tutti +furono invitati a radunarsi, per mezzo dei loro delegati, in Roma loro +madre, ed a formare una confederazione italiana, dalla quale fossero +esclusi gli stranieri. Il motto moderno l'_Italia farà da sè_, e l'idea +della indipendenza nazionale italiana e della sua unità furono in +sostanza già nel pensiero di Cola chiari e precisi, e ciò assicura al +geniale sognatore uno dei primi posti fra i patrioti d'Italia. Il grande +disegno trovò ostacolo nella fugacità del genio politico di Cola, nella +gelosia delle città e dei tiranni della penisola, nell'avversione della +Chiesa, ed anche perchè era vana e irrealizzabile l'idea di una +restaurazione dell'antica repubblica romana. Con Cola il dogma politico +di Roma tramontò, ma la rinascita del mondo antico si effettuò sotto +forme ideali e letterarie. Vicino a Cola dobbiamo porre il Petrarca, il +grande apostolo del Rinascimento, in cui si formò allora quell'ambiente +particolare, sul quale poterono dissolversi e perdersi i partiti dei +Guelfi e dei Ghibellini ed anche l'idea dell'Impero. + +Il disegno di portare in Italia la dignità imperiale fallì così +completamente, ed essa rimase alla corona tedesca. Anzi, caso strano, +più d'una volta essa fu rivestita dal ramo slavo del Lussemburgo, poichè +i successori di Arrigo VII furono i re di Boemia. Con Carlo IV, nipote +di Arrigo, l'Impero toccò l'infimo grado della sua potenza: secondo il +Villani, questo re si recò alla sua incoronazione come un mercante si +reca alla messa. Secondo le istruzioni del pontefice egli si trattenne +in Roma le ore strettamente necessarie per compiere la cerimonia +dell'incoronazione. Abbandonò Roma e l'Italia in mezzo alle ingiurie e +alle beffe, ma con la borsa piena, il più deplorevole Messia che mai +apparisse in Italia, dove era stato chiamato dalle vane e idealistiche +speranze nutrite dal Petrarca; come un tempo suo nonno da quelle di +Dante! Il viaggio di Carlo a Roma finì di distruggere l'ideale dei +ghibellini che fin allora avevano voluto vedere nell'Imperatore il +salvatore d'Italia. + +Nondimeno, l'idea imperiale continuò a vivere, e il potere imperiale fu +ancora teoricamente riguardato come il più alto e più atto a reggere il +mondo; così l'Impero ebbe un vivace risveglio al principio del secolo XV +con Sigismondo, re dei Romani, ultimo discendente di Arrigo VII. La +causa di questo risveglio teorico, ma che pure ebbe anche pratici +risultati, deve ricercarsi nello stato di profonda decadenza nel quale +era precipitata la Chiesa, la quale chiese di nuovo aiuto al potere +imperiale per tentare una via di rinnovamento e di salvezza. Il ritorno +del papato da Avignone a Roma fu seguìto dalla rovina della Chiesa, la +più spaventevole che mai si sia data. + +La sconfinata corruzione della Chiesa minacciava di farle seguire la +sorte dell'Impero, e di scinderla in più Chiese regionali; e per la +durata di due pontificati sembrò imminente una separazione di essa in +una metà germanica ed una romana. Stava in giuoco il concetto +fondamentale della sua universalità: allora accadde che d'un tratto +l'idea dell'Impero acquistò una forza internazionale nuova. La dottrina +di Dante e degli imperialisti del tempo di Ludovico il Bàvaro riprese +vigore e fu seguita anche in Francia, dove il principio monarchico si +era molto sviluppato dopo la lotta fra Bonifacio VIII e Filippo il +Bello. + +Tutti i popoli dell'Occidente guardavano ora all'Imperatore come al capo +della universale Repubblica e al legittimo giudice della Chiesa, il +quale doveva chiamarla dinanzi al suo tribunale supremo per sentenziar +sui corrotti pontefici. Gerson e Pietro d'Ailly presero il posto +occupato un tempo, ma in un cerchio ben più ristretto, da Marsilio da +Padova e dai suoi compagni di lotta. Il Concilio si erigeva sul +pontefice: Sigismondo lo convocò, come re dei Romani, a Costanza. +Questo grande Concilio, che, per l'autorità dell'Imperatore, depose papi +e fece scegliere da un Conclave di deputati nazionali il nuovo Papa, +segnò un'epoca nella storia del mondo. L'idea dell'Impero apparve allora +per l'ultima volta come un principio internazionale di ordine e di pace, +che portava con sè il ricordo di un glorioso passato. Ma con esso si +chiudeva la storia dell'Impero, poichè esso più non riposava sopra un +potere effettivo, ma sopra un dogma ideale. + +Col secolo XV tutti i rapporti politici subiscono grandi variazioni: i +popoli escono dalle forme cattoliche della Chiesa e dell'Impero, e +assumono forma moderna. Il mondo europeo entra in una fase totalmente +nuova del suo sviluppo, e nel secolo XVI esso offre l'aspetto di varii +nuovi gruppi di stati uniti fra loro per mezzo di alleanze e di leghe +determinate da bisogni dinastici o nazionali. Il grande rivolgimento di +tutto l'Occidente, cominciato alla metà del secolo XV e continuato nel +seguente, fu operato da molti e possenti fattori: invenzione della +stampa, rinascimento della cultura e dell'arte classica, caduta sotto i +Turchi dell'Impero bizantino, caduta del dominio arabo in Spagna, +formazione della monarchia spagnola, scoperta dell'America, fondazione +della potenza della dinastia degli Asburgo, sviluppo della monarchia +francese, e finalmente la Riforma. + +Dall'anno 1439 la Corona imperiale tornò agli Asburgo, e rimase in +quella dinastia fino all'anno 1806 senza interruzione, se non di +brevissima durata. Federico III fu anche l'ultimo re che fu incoronato a +Roma, se eccettuiamo fra i successori Carlo V che fu sì incoronato dal +Papa, ma a Bologna, nessun altro Imperatore fu unto e incoronato più +dalle mani stesse del pontefice, ma i re tedeschi dopo la loro elezione +si chiamarono, secondo gli articoli imperiali, imperatori eletti, e fu +aggiunto: del Sacro Romano Impero _della Nazione tedesca_. Di fatto, si +trattava veramente di un Impero tedesco. Si spezzò così ogni legame fra +Roma e l'Italia, e l'Impero, e l'Imperatore tedesco non si recò più in +quella regione che per trattare affari politici o dinastici che +casualmente lo avessero richiesto. + +La dinastia degli Asburgo, nella quale era di fatto divenuta ereditaria +la carica imperiale, radunò sotto di sè, dal tempo di Massimiliano, uno +straordinario dominio, dal Reno al Danubio inferiore, ed a questo fatto +si deve la durata della dignità imperiale in quella casa e lo slancio +che la storia della Germania ha avuto fino ai nostri giorni. Infatti +l'Impero, avendo perduto le sue provincie primitive: l'Italia, la +Borgogna, la Provenza, la Svizzera, cercò nel dominio degli Asburgo, +nella parte orientale dell'Impero, il suo centro di gravità, là dove i +popoli danubiani potevano formare una massa compatta contro l'irruzione +di nuovi barbari, Turchi e Slavi, entro i confini. Bisognava poi pensare +a stabilire un ostacolo ad occidente contro il pericoloso estendersi +della monarchia francese. Ma tanto questi che quei confini furono +debolmente muniti, e la caduta di Vienna sotto i Turchi fu solo impedita +dall'aiuto della Polonia, mentre i confini occidentali furono +ignominiosamente abbandonati. La dinastia degli Asburgo, preoccupata +soltanto di sè e delle sue terre ereditarie, lasciò la Francia spingersi +fino al Reno, mentre, per motivi concernenti la sua politica +particolare, cambiava nel secolo XVIII la Lorena, provincia imperiale, +per la Toscana, che divenne così un possesso dei secondogeniti della +casa di Asburgo. + +La formazione di questa sovranità austriaca, che si andava aggravando +sulla Germania propriamente detta, minacciava di ridurre il popolo +tedesco ad un'appendice dell'Austria, come giustamente dice Bryce. Gli +Asburgo salirono presto sotto Massimiliano e Carlo V ad una tale +potenza, che essi furono di nuovo preoccupati delle antiche idee di +dominio universale, ma con basi molto più reali e positive di un tempo. +Massimiliano tentò seriamente di realizzare la grande idea di farsi +pontefice, per riunire in sè i due poteri temporale e spirituale e +riformare Chiesa ed Impero; suo nipote Carlo V, dopo avere ereditato +l'Olanda, la Spagna intera, Napoli, e conquistato Milano, si vide +arbitro di un grande Impero cesareo, quale nemmeno Carlomagno aveva +posseduto con tanta estensione e potenza d'armati. + +Carlo V, imperatore, avendo ricacciata nei suoi confini la Francia, +eterna rivale della Germania, ingranditasi a spese dell'Impero, si +ripresentò nella storia dell'Occidente un breve periodo simile a quello +reso illustre da Carlo Magno; un periodo storico che poteva consentire +la formazione di un dominio imperiale costretto nelle ferree leggi del +Cesarismo, valido a rendere indipendenza e libertà ai possedimenti già +sottratti all'Impero. + +Per coronare l'edificio, Carlo V avrebbe potuto abbattere il Papato, e +dar mano egli stesso alla desiderata riforma; così avrebbe riunito le +due potenze della Chiesa e dell'Impero, e, nuovo Costantino, fondato una +nuova Chiesa imperiale e nazionale. + +Ma in questi giganteschi disegni non si teneva conto dello spirito +germanico; la Riforma, questo grande fatto liberatore, diede nel momento +opportuno un gran colpo al _Cesaropapismo_ di quell'arbitro del mondo. +Essa fu il risultato di un secolare processo svoltosi nella Chiesa e +nell'Impero; suoi precursori furono tanto gli antichi Imperatori +germanici che combatterono l'assolutismo e il potere temporale dei Papi, +quanto gli eretici evangelici che avevano combattuto il dogma, la +gerarchia e la supremazia spirituale esclusiva del pontefice. L'idea +romana dell'accentramento fu soverchiata e soffocata dal principio della +libertà del pensiero, e l'idea della comunità universale, rappresentata +fin allora dalla Chiesa cattolica romana e dall'Impero a lei legato, si +perdè nella luce della nuova libertà spirituale. + +Gli effetti della rivoluzione degli stati dell'Occidente sarebbero stati +incalcolabili, se Carlo V si fosse messo a capo del movimento della +Riforma. Ma alcuni possedimenti del suo impero, come Napoli, Milano, e +la Spagna bigotta, lo designavano nemico della Riforma, mentre questa +stessa, per il suo principio di decentramento, era pericolosa nemica +dell'idea imperiale e della sua inseparabile Chiesa imperiale. La +Riforma colpì a morte l'idea imperiale; e fu monarchica, perchè aveva +bisogno dell'appoggio dei principi per poter tener testa all'Imperatore +ed al Papa. La vittoria del principe Maurizio di Sassonia pose termine a +questo movimento, arrestando d'un colpo la potenza di Carlo. Il +riconoscimento della confessione di Augusta fiaccò definitivamente il +principio dell'Impero e della Chiesa imperiale. + +Era necessaria un'aspra lotta di cento anni combattuta dalla Chiesa +riformata per la propria esistenza contro la Chiesa cattolica romana, +dalla quale si era scissa, perchè l'opera di Lutero e dei suoi seguaci +acquistasse solida consistenza. Questa terribile lotta per l'esistenza +fiaccò la Germania e la rese politicamente debole. La faticosa +liberazione della nostra patria dalla Chiesa di Roma le costò in fatto +uno sforzo immenso che l'esaurì più profondamente, che non avesse fatto +l'antico legame con Roma e l'Italia che aveva per secoli asservito la +nostra forza nazionale ad un dogma politico-religioso, in una terra +straniera. Ma lievi furono i sacrificii fatti dalla Germania dal tempo +delle guerre di religione fino alla pace di Vestfalia, poichè valsero a +conquistare la libertà della fede e del pensiero, che è la base della +moderna civiltà europea. Il grave pericolo che derivava dalle primitive +tendenze monarchiche della Riforma, per cui si poteva ancora pensare a +riunire il potere temporale e quello spirituale in un pontefice, +principe protestante (secondo l'aforisma _cujus regio ejus religio_), fu +allontanato e superato per lo spirito germanico d'individualità e per +l'indipendenza territoriale dei principi tedeschi. Invece di una Chiesa +generale riformata si ebbero tante singole Chiese, ma anche così +frazionato, lo spirito della Riforma rimase abbastanza potente da tener +testa alla grande nazione del cattolicismo, sia pure colla perdita di +qualche provincia. Il principio della libertà di coscienza ha oggi +generalmente trionfato; anche in Italia, nella immediata vicinanza del +pontefice, esso è divenuto un diritto, oramai acquisito per sempre. E' +il diritto universale di cittadinanza dello spirito occidentale: la +vecchia Chiesa, legata all'Impero o allo Stato, scompare; essa ricade, +libera anche essa, in seno alla società. + +La Riforma aveva risollevato il diritto medioevale dell'Impero, ma il +trattato di Vestfalia, riconoscendo l'eguaglianza delle due confessioni, +nell'Impero, legittimava la separazione di esso da Roma. + +Nel sistema medioevale Chiesa ed Impero non formavano che un solo +organismo; l'Imperatore era difensore di quella, doveva vegliare sulla +sua unità ed inseparabilità, e soprattutto dar opera ad estirpar +l'eresie. Ma ora principi protestanti sedevano in Parlamento presso i +cattolici; ora l'Imperatore era eletto da voti di cattolici e da voti di +eretici, contemporaneamente. La corona rimaneva elettiva: perchè non +avrebbe potuto un principe protestante essere eletto all'Impero? Ma +questo segreto disegno dei protestanti non fu mai colorito. La dignità +imperiale rimase, di fatto, agli Asburgo, per via ereditaria, e per la +tradizione e per la grande potenza privata di quella dinastia. L'Austria +frattanto dominava dunque in Germania, e l'Imperatore mirava solo a +scopi che concernevano l'Austria stessa, il che non mancò di suscitare +nelle grandi case tedesche un vivo malcontento. Già al tempo della pace +di Vestfalia il famoso giurista Chemnitz (Hippolytus a lapide) mirava a +strappare la corona agli Asburgo, sostenendo che il loro dispotismo +imperiale, il loro egoismo di schiatta erano le sole cause della +decadenza della nazione tedesca. «_Extirpatio domus austriacae_» è il +profondo grido che i protestanti gettarono poco prima del 1648. Essi +volevano che tutto ciò che sapeva di romano, fosse estirpato dalla +Germania, che doveva crescere da sè per propria virtù e potenza, e +attaccarono naturalmente anche l'idea imperiale latina che ancora +trovava un'espressione nella casa di Asburgo, così strettamente legata +a Roma. Così colla pace di Vestfalia essi ottennero, la Francia si +affrettò ad assentire, che i principi territoriali della Germania +fossero dichiarati sovrani. + +Quel trattato dichiarava finito l'antico Impero, ed infatti esso non era +più che un'alleanza fra molti stati indipendenti retti da piccoli +sovrani assoluti, il cui capo titolare rimaneva l'Imperatore, i cui +antichi diritti sulla aristocrazia del Parlamento (Reichstag) non erano +più che un'ombra. La sua potenza non gli derivava dall'essere +Imperatore, ma dal popolo delle terre appartenenti alla corona degli +Asburgo, a mantenere ed ingrandire le quali, assiduamente mirava. + +L'Impero non più romano ma tedesco condusse dopo la pace di Vestfalia +un'esistenza che offre la visione storica più deplorevole. Gli stati +vicini erano venuti intaccando le sue terre di confine; la Francia era +giunta, a forza di astuzia e di abili manovre, fino al Reno; la Svezia e +la Danimarca avevan conquistato le Provincie del Nord; la Polonia si +stendeva fino all'Oder; le terre numerose degli Asburgo formavano, nel +sud-est, uno Stato a sè che tentava di assorbire a poco a poco la +Baviera. Il resto della Germania era un caos di staterelli sminuzzati, +di signorie territoriali, di principati retti a sistema assoluto, nei +quali il sentimento nazionale era caduto più in basso che nella vicina e +meno divisa penisola italica. L'Impero stesso era incurabile; le riforme +fatte da un grande imperatore, quale fu Giuseppe II, dovettero +naufragare. + +Per la rigenerazione nazionale e politica della Germania, caduta in così +tristi condizioni, doveva nel nord presentarsi un aiuto insperato. La +storia della formazione e dello sviluppo della monarchia prussiana è +l'unica bella pagina nella storia della lunga decadenza dell'Impero. In +seno a questo nobile germe giaceva nascosto l'avvenire della patria. Lo +stato prussiano divenne la rocca del protestantismo nel continente +europeo, e suo ufficio fu quello di difendere la Germania contro le +ingerenze di Roma, contro la Francia, le popolazioni slave che +minacciavano ad Oriente, e contro la Scandinavia che minacciava al Nord. +Questo ufficio fu coscienziosamente eseguito. + +L'erezione della Prussia a regno nel 1701 segna un'epoca nuova nella +storia tedesca. Da quel punto questo piccolo stato vide nettamente +tracciata dinanzi a sè la strada che doveva seguire. Necessariamente +esso aspirò ad una supremazia sulla parte settentrionale della +Germania, e si trovò rivale della casa d'Austria per l'egemonia tedesca. +L'esistenza della monarchia prussiana era evidentemente e fatalmente +pericolosa per l'Impero: si determinò un dualismo di natura politica e +religiosa che già la Riforma aveva prodotto, e che ebbe per effetto +particolare la formazione della monarchia prussiana. La lotta della +dinastia degli Hohenzollern contro la dinastia degli Asburgo, del regno +tedesco contro l'Austria e l'Impero, fu il punto centrale della storia +della Germania, le cui vicende ormai dipenderanno dalle vicende di +quella lotta. Federico il Grande, vincendo Imperatore ed Impero, +consolidò validamente la sua monarchia; questa, come già quella degli +Asburgo, ma in minori proporzioni, ripeteva le sue origini da una +piccola dinastia mezzoslava; ma seppe tedeschizzarsi, questa piccola +monarchia egoistica, ciò che non riescì mai alla dinastia degli Asburgo +con tutte le sue terre ereditarie, e divenire un'immagine, un modello, +un microcosmo della Germania, assorbendo a poco a poco antiche famiglie +tedesche, annettendosi questa e quella provincia dell'Impero, e +tollerando entro di sè, l'una vicino all'altra, tre confessioni che +godevano tutte di un eguale diritto di cittadinanza. Il sorgere e lo +svilupparsi della Prussia, questo nuovo germoglio fiorito dal tronco di +un vecchio ed illustre albero rinnovellato, l'Impero, è una mirabile +evoluzione, una fatale trasformazione dell'Impero stesso. Quando essa +sarà compiuta, la Prussia passerà, tramonterà anch'essa, cioè ascenderà +gloriosamente nella nuova giovane Germania. Lo spirito della nazionalità +tedesca, con le sue speranze nel futuro, con la sua attività letteraria +e scientifica, si rivolse, fin dal tempo di Federico il Grande, alla +Prussia come al cuore della patria, benchè essa, come già l'Austria +degli Asburgo, sembrasse seguire egoistici disegni d'ingrandimento, +senza preoccuparsi troppo dello sviluppo nazionale. Ma le guerre +d'indipendenza delinearono nettamente la missione della Prussia. Queste +guerre salvarono la nazionalità germanica: l'Impero non c'entrava più, +era da un pezzo tramontato; esse spezzarono il nuovo dominio romano +universale che si era alzato sulle sue rovine. + +L'idea universale dell'Impero, combattuta dalla Riforma, dalla +separazione della Germania da Roma, dal trattato di Vestfalia e dal +sistema politico che ne derivò, era risorta con forza mirabile dalla +Rivoluzione francese e formò il nuovo Cesarismo napoleonico. Il geniale +conquistatore, di razza latina, riportò sul suo trono il principio +della monarchia mondiale, mentre egli, come tutti i suoi predecessori, +si dichiarava successore di Carlo Magno. Con abile mossa storica, egli +si impadronì di un antico e tradizionale principio, e con esso animò, +infuse uno spirito al suo Impero improvvisato, che, altrimenti, sarebbe +stato una riunione ingente di paesi conquistati, che anche un Attila o +un Gengiskan avrebbe potuto raccogliere. Secondo la sua gigantesca +fantasia, egli somiglia per essa come per molti altri tratti a Cola di +Rienzo, ma in grandi proporzioni, la dominazione romana doveva +rinnovarsi e passare dalla nazione tedesca, nella quale si era a lungo +indugiata, a quella francese. Questa era detta una _Translatio_ o +_Restitutio Imperii ad Francos_. Il ristabilimento della Chiesa +cattolica, che la Rivoluzione aveva abbattuto, sta in stretta relazione +con questo disegno napoleonico. Con la Chiesa egli strinse il +Concordato. Egli si rivolse al Pontefice per essere da lui solennemente +unto ed incoronato, come a lui si era un tempo rivolto il re franco +Pipino, per ottenere da lui, in nome della Chiesa, il riconoscimento e +la convalidazione della sua usurpazione. + +Così si trovava ora di nuovo in Europa un Imperatore coronato dal +Pontefice vicario di Dio, il quale, di fronte all'Italia e a Roma, +prendeva l'attitudine che avevano avuto gli antichi Imperatori +germanici. Egli s'incoronò con la corona di ferro dei Longobardi. Chiamò +suo figlio re di Roma, e, come doveva logicamente accadere in questo +rinnovamento dell'idea imperiale, entrò poi in lotta col Pontefice, come +i suoi predecessori, e gli contese, come essi, lo stato, il _dominium +temporale_. Anzi egli giustificò il fatto di togliere al Papa le sue +terre con l'espressiva dichiarazione che egli intendeva revocare tutti i +privilegi che gl'Imperatori suoi predecessori avevano concesso al Papa. +Cola di Rienzo aveva un tempo emesso un editto simile, quando aveva +proclamate nulle le donazioni fatte dagl'Imperatori tutti, fin dal tempo +di Costantino, che ritornavano di diritto al popolo e al Senato romano. + +Bryce osserva che l'Impero tedesco ed il suo Imperatore si trovarono di +fronte all'usurpatore Napoleone nella stessa situazione, in cui si trovò +l'Impero bizantino, quando Carlo Magno usurpò la corona di Costantino. +Ma Vienna o Regensburg fece meno opposizione al conquistatore ed alle +sue pretese di dominio mondiale, di quello che non aveva un giorno fatto +Bisanzio. Quando, alla formazione della Confederazione del Reno, gli +Stati tedeschi del Sud si staccarono dall'Impero, e riconobbero +Napoleone quale loro protettore, l'Imperatore Francesco II depose per +sempre la corona di Costantino, di Carlo Magno, di Carlo Quinto; rimase +Imperatore dei suoi dominî ereditarî di Austria. Non si nota qui una +singolare coincidenza di forme storiche rinnovate? Non si poteva +considerare quella famosa Austria, il baluardo dell'Europa contro i +Turchi, come una specie di nuovo Impero romano d'Oriente? E non subì +essa la stessa sorte dell'Impero bizantino, che si andò lentamente +esaurendo? + +Quando apparve l'atto d'abdicazione dell'Imperatore tedesco del 6 agosto +1806, esso non produsse, osserva con stupore il Bryce, nel mondo che lo +udì, un'impressione molto maggiore di quella che aveva prodotto, al +tempo del conquistatore Odoacre, la caduta dell'antico Impero romano. +Nondimeno ogni patriota ed ogni uomo di pensiero doveva essere +profondamente commosso dalla considerazione che in quel momento la più +antica istituzione dell'Occidente toccò il suo estremo tramonto. +Quell'impero infatti datava da Giulio Cesare! Aveva avuto, come nessuna +altra istituzione all'infuori della Chiesa, 1800 anni di esistenza! La +dignità imperiale era rimasta per un millennio, salvo interruzioni +momentanee, in seno alla nazione tedesca. Le più grandi memorie della +storia dell'Occidente erano ad esso indissolubilmente legate; i +caratteri, le vicende, le forme varie dei popoli erano inseparabili +dalle vicende, dalle forme, dal carattere di esso. L'idea più nobile ed +alta, quella della solidale unione dell'umanità intera, scopo verso il +quale questa deve assiduamente dirigersi, aveva costituito il principio +fondamentale e particolare di questo Impero. Ora, venendo esso ad +estinguersi, non doveva essere una mancanza sensibile nell'organismo +europeo? + +Occupato da lunghi anni dalla trattazione di questo tema, che è uno dei +fondamentali per chi studii la storia della città di Roma nel medio evo, +ho accolto con vera soddisfazione il bellissimo libro del signor Bryce e +ne ho fatto tesoro, e quest'opera è invero ben degna di ogni +considerazione per l'oculatezza e per la chiarezza della visione che +l'autore ha saputo risuscitarci dinanzi, dell'idea imperiale nella +storia. Egli mi aveva già in Roma partecipato le sue idee, oggetto per +me di vera ammirazione. Nemmeno un tedesco potrebbe aver trattato quel +soggetto con maggior perspicacia e profondità. Il suo libro si aggiunge +alla lunga serie di trattati di scienza politica sul principio +imperiale, serie che comincia col _Libellus de Imperatoria Potestate_ +del IX secolo e che continua fino ai dì nostri. Gli studiosi conoscono +a questo proposito la collezione di Schardius e Goldast. + +Nella conclusione della sua opera, Bryce così parla, a glorificazione +dell'Impero, e nelle sue parole pulsa ancora il pensiero di Dante e di +Petrarca: + +«L'opera dell'Impero medioevale fu benefica, ma a proprio danno; esso +nutrì, apparentemente combattè, le nazioni che erano destinate a +prendere poi il posto occupato da lui; esso pose un freno alle barbare +popolazioni del Nord, e le ridusse ad una forma di civiltà; favorì e +conservò le arti e la letteratura dell'antichità. In tempi di violenza e +di dominazione, esso impose ai suoi sudditi il dovere di un'ubbidienza +razionale verso una autorità, il cui motto era: Pace e religione. In un +tempo, in cui più si inasprivano gli odii di nazionalità, esso tenne +alto il principio di una confederazione dei popoli europei, nuocendo +così a sè stesso, poichè aveva bisogno di un potere dispotico centrale. +Non basta: esso insegnò agli uomini il retto uso dell'indipendenza +nazionale, insegnò loro ad innalzarsi ad un concetto di attività e di +libertà spontanee, concetto che è sopra, ma non contro, la legge, e per +giungere al quale l'indipendenza nazionale, se bene intesa, non è essa +stessa che un mezzo». «Da Augusto a Carlo V il mondo civile intero +credette alla sua necessità come fondamento di un eterno ordinamento del +mondo, e i teologi cristiani, non meno chiaramente dei poeti pagani +affermarono che _la caduta dell'Impero doveva essere anche la rovina del +mondo_. Pure ora l'Impero è caduto, ed il mondo sussiste, e si accorge +appena del mutamento. Ma che cos'è questo che abbiamo detto in confronto +a tutto ciò che si potrebbe dire su questo profondo e vastissimo +argomento? Ciò che qui sarebbe necessario, e che praticamente è +impossibile, si è considerare l'Impero come un tutto, come una sola +istituzione, nella quale ha avuto il suo centro la storia di diciotto +secoli, e la cui forma esteriore è rimasta immutata, mentre è cambiato +il suo spirito e la sua essenza. Chi, del resto, sarebbe capace di +rappresentare esattamente il papato? Coloro che non vedono in esso che +un gigantesco albero Upa, pieno di fronde e di eresia, sono tanto lungi +dall'aver penetrato il mistero della sua esistenza, quanto i politicanti +convenzionali, che con frasi rotonde spiegano il suo sviluppo, lo +analizzano come un'opera dell'arte meccanica, misurano le sue energie e +danno uno sguardo sommario e semplicista ai suoi effetti, così ai buoni +come ai cattivi. Egualmente il sacro romano Impero è superiore ad ogni +descrizione o spiegazione. Sapremo ben poco di lui quando avremo +conosciuto le idee che nutriva Giulio Cesare, allorchè gettò le sue +basi, sulle quali Augusto seppe costruire, o quelle di Carlo Magno che +ne ricostruì l'edificio, o quelle di Barbarossa e del nipote di lui, +quando si diedero a frenarne la precipitosa ruina. Le genti future ne +sapranno poco di più, quando considereranno il medio evo ad una maggiore +distanza di noi, che viviamo ancora in un periodo di reazione contro +ogni forma medioevale. Essi vedranno e concepiranno nuove forme della +vita politica, la cui natura noi potremmo appena intuire. Ma quando essi +vedranno più vasto orizzonte, non vedranno perciò più profondamente; al +contrario la loro vista sarà superficiale e leggera. L'Impero, che noi +scorgiamo ancora come una gigantesca figura all'orizzonte del passato, +si sommergerà sempre più nell'ombra ai loro occhi, quanto più essi +seguiranno la strada dell'avvenire. Nondimeno, come potrà esso mai +perdere la sua importanza nella storia del mondo? In lui infatti si è +concentrata la vita dei secoli passati, tutta intera; da lui è fiorita +tutta la vita del mondo moderno». + +Tornerò a questo punto, andando verso la conclusione, all'anno 1806, nel +quale si spense definitivamente l'Impero, nella forma tedesca degli +Asburgo. La vita europea si svolse allora per sedici importantissimi +anni in mezzo a lotte di supremazia e di sviluppo, che diedero origine, +sulle rovine dell'Impero, a forme sociali di tale natura, che sembrarono +avere distrutto fino ai suoi ultimi resti il medio evo per compiere un +nuovo assetto politico. Si spense dunque così del tutto quel principio +dello spirito occidentale, dal quale erano germogliati, e nel quale +avevano trovato la loro espressione, l'Impero e la Chiesa? Oppure, quale +aspetto visibile e riconoscibile hanno questi assunto? + +Osserviamo che l'idea imperiale non tramontò nel 1806, poichè Napoleone +se ne impadronì e la trapiantò dalla Germania, sua sede ormai legittima, +in Francia, fondando una nuova monarchia universale. Era suo disegno di +dare a questa, come autocrate, i cui vassalli fossero i re +dell'Occidente, eguali leggi ed eguale indirizzo verso una forma +generale di civiltà. Come un antico imperatore egli si spinse +nell'Oriente barbarico per allargare i confini dell'Impero, ed avrebbe +trasportato fino a Bisanzio le aquile imperiali, come aveva fatto a +Roma, se la natura stessa delle cose lo avesse consentito. La sua storia +meravigliosa, se considerata esteriormente e da un solo punto di vista, +sembra risuscitare il gigantesco sogno mondiale di Roma, ed il vecchio +principio dell'Occidente, dal quale l'Europa potrà liberarsi solo, +quando avrà raggiunto una forma superiore di libertà e di civiltà. Il +grande sogno si dileguò per incanto al soffio possente del libero vento +che, dal tempo della riforma tedesca, conduce invincibilmente l'Europa +alla libertà e combatte e ricaccia indietro lo spirito medioevale della +reazione. La riforma ha sciolto dai vincoli il pensiero individuale; la +rivoluzione francese ha fatto libera e cosciente l'attività e l'energia +della nazione. Ambedue hanno cooperato a illuminare i popoli, a farli +liberi, forti e clementi, tali infine che non possono più tollerare +alcun dispotismo militare. La caduta di Napoleone dimostrò chiaramente +l'impossibilità di un grande potere centrale. Il mondo diverrebbe più +facilmente tutto repubblicano o cosacco!--era questo un motto famoso del +grande uomo. + +Quando il cesarismo napoleonico precipitò, era giunto il momento di +condurre a termine una riforma politica per mezzo di un concilio di +popoli. Le circostanze si presentavano simili a quelle del tempo, in cui +l'Europa vide il papato minacciar rovina, e tenne a Costanza un +concilio. Come allora inutilmente si tenevano i concilii, così ora +inutilmente si bandiscono i congressi. Il Congresso di Vienna ebbe tanto +buon successo nel dare un nuovo assetto politico all'Europa, quanto il +Concilio di Costanza nel portare riforme sostanziali nella Chiesa. Così +accadde che la storia degli ultimi cinquant'anni non contiene +propriamente altro che la reazione dei popoli contro gli accordi presi +al Congresso di Vienna e la distruzione dell'artificiale edificio che +questi avevano edificato. L'Impero dunque non fu ristabilito, ma rimase +il concetto--non di una potenza centrale europea, ma di una autorità +internazionale, atta a tenere uniti ed alleati i popoli colla _pace_ e +nella _religione_;--questo concetto, che esprimeva un bisogno serio e +reale, che tornava a farsi sentire, fu tradotto in atto nell'alleanza +delle potenze. Il Sacro Romano Impero si cambiava nella Santa Alleanza, +la quale, per quanto nociva allo sviluppo politico degli Stati, aveva +originariamente per base un principio di universale umanità. + +Allora, guidata dalla Santa Alleanza e dai suoi Congressi, comincia la +vergognosa reazione contro le libertà che con tanta fatica erano state +conquistate. Questa reazione non riuscì: i popoli dicevano sempre più +chiaramente le loro ragioni e le loro aspirazioni verso un lontano +ideale di autonomia politica e d'indipendenza. + +La scossa napoleonica aveva destato i popoli dalla loro apatia, e, sotto +la sua impressione, le nazioni si eran levate, coscienti, alle guerre +della liberazione. Egualmente Napoleone, abbandonando ormai il vecchio +sistema dello stato medioevale, aveva attraversato l'Europa, spargendo +su tutti i popoli il fecondo seme democratico della rivoluzione +francese. Questo seme non andò perduto, e le vibrazioni della +rivoluzione continuavano, allargandosi in cerchi sempre più ampi e +sonori. _Riforma e principii del 1789_, erano virtù nascoste e latenti +in quel seme. La teoria dell'equilibrio artificiale delle potenze, che +doveva assicurare la pace all'Europa, cadde completamente, avendo la +base in un'innaturale costrizione e in un mutilamento teorico delle +nazioni, tale che le riducesse alle volute proporzioni rispettive! La +partizione della Polonia era l'ultima grande preoccupazione della +politica del Gabinetto europeo. La lotta del nazionalismo contro le +tendenze della politica ai nostri giorni è stata ben combattuta, e +talora vittoriosamente. Ristabilire la nazionalità voleva dire +rispettare, anzi difendere la sua unità e la sua indivisibilità. + +In questo movimento di tutta l'Europa due nazioni hanno acquistato di +fresco un'importanza decisiva: l'Italia e la Germania, queste due +antiche sorelle nemiche, che un ideale d'universale dominio aveva per +mille anni tenuto in contesa perenne. L'una era stata sede della Chiesa +e del pontefice; l'altra dell'Impero e dell'imperatore. Esse si erano +divisi fra loro questi due poli del mondo politico. Esse avevano +fatalmente subìto la medesima sorte di universale grandezza e di +debolezza nazionale, l'una per causa dell'Impero, l'altra per causa del +Papato. Nell'una s'insinuava tenacemente la Chiesa come una potenza +straniera (romana); nell'altra egualmente l'Impero come una potenza +straniera (tedesca). Ed anche quando l'Impero fu tramontato, e precipitò +la grande monarchia francese, le medioevali relazioni fra le due regioni +continuarono, poichè l'Austria rimase in possesso della Venezia e della +Lombardia, mentre cercava di mantenere la supremazia sulla Germania +intera. Così continuava una fittizia autorità dell'Impero, mentre +l'Austria acquistava, coi secondogeniti della Casa regnante, una grande +potenza nel centro d'Italia. Manteneva intanto, con le strette relazioni +colla Chiesa, quell'ufficio di protettrice della Santa Sede, che già fu +suo nel medio evo, e non perdeva la sua influenza sulla Chiesa stessa. +Recentemente stringeva con Roma il famoso concordato. + +In ambedue queste regioni, l'Italia e la Germania, la lotta per la +nazionalità offre aspetti analoghi. Il Piemonte e la Prussia, divenuti +regni sul principio del secolo XVIII, si rassomigliano per la loro +situazione nordica, per le loro tendenze nazionali ed anche per la +tenace fermezza dei loro sforzi, che presero le mosse da così modesti +principî. Così anche offrono fra loro dei punti di contatto i loro due +uomini di Stato dei tempi recenti; soltanto le proporzioni e le energie +furono differenti. Scopo della nazione italiana erano l'indipendenza e +l'unità, e il Piemonte si mise alla testa della popolazione tutta per +raggiungerle. Le nemiche erano l'Austria, col suo resto di potenza +imperiale, il paese straniero ed oppressore, e la Chiesa, che nel 1815 +aveva riottenuto il suo stato politico, l'alleata naturale dell'idea +imperiale, la nemica naturale dell'unità d'Italia, come di tutta la +civiltà moderna. La vittoria fu ottenuta straordinariamente presto per +il concorde sforzo nazionale, l'aiuto della Francia, le condizioni della +Prussia che lottava per lo stesso fine, e l'opinione pubblica europea +che voleva alfine libera l'Italia. + +Il governo di Napoleone III, senza la volontà del quale l'Italia non +sarebbe mai stata libera, rappresenterà una pagina molto importante +nella storia del nostro secolo, giacchè in esso si trovarono riunite le +idee tutte del tempo e le tendenze politiche, e in esso agirono forze e +correnti contraddittorie in modo assai caratteristico; l'imperatore +stesso poi aveva dato il primo impulso, con e senza la sua volontà, a +quel tentativo di riforma politica che aveva naufragato al Congresso di +Vienna. Era suo il programma delle Convenzioni del 1815: una vera +rivoluzione nella diplomazia europea! Egli si fece così l'alleato dei +popoli che lottavano per la nazionalità, e restaurò quell'Impero +francese di suo zio che aveva soggiogato le nazioni. Ciò faceva il suo +governo incerto in tutte le direzioni; egli spezzò la Santa Alleanza e +la lega delle potenze. Si alleò egli stesso coll'Inghilterra, e ciò gli +assicurò il trono, quel trono che l'Inghilterra stessa, d'accordo colle +terre del continente, aveva rovesciato quando vi sedeva sopra suo zio. +Questi artificî diplomatici però non avrebbero fatto di Napoleone l'uomo +dell'epoca, se egli stesso non si fosse impadronito, per svolgerle, +delle tendenze della sua nazione durante quel periodo, come già nel 1848 +aveva trovato la sua strada appunto al primo scoppiare di quelle +tendenze. L'aiuto che egli offrì all'Italia, ormai matura per la +liberazione, gli valse una riputazione ed una preminenza in Europa. Egli +era salito al trono in mezzo agli assalti che Oudinot aveva dato alle +mura di Roma, e portato e sostenuto dal clero cattolico. Egli si +assicurò Roma, e con essa avocò a sè la più grande questione del +secolo, quella dell'esistenza della Chiesa medioevale come potenza +politica; era il suo turno oramai, dopochè l'Impero che l'aveva fondata +e sorretta aveva toccato la sua fine. Napoleone divenne il protettore e +l'avvocato della Chiesa e occupò quel posto di giudice ed arbitro +internazionale, che prima di lui solo gl'imperatori tedeschi avevano +propriamente occupato. Effettivamente ricomparve per un momento nella +storia l'idea dell'Impero nella potenza temuta di Napoleone III. E' +stato detto che egli avrebbe potuto, imperatore, raggruppare le nazioni +latine sotto la sua egemonia, ma l'indomabile spirito nazionale lo +incamminò su altra strada. In quest'uomo tutto fu dubbioso, equivoco; la +sua spada, a due tagli, ferì anche lui stesso. La bomba di Orsini +affrettò nel suo stato la reazione. Napoleone, protettore di Roma, +doveva anche divenire protettore della nazione italiana che tendeva +all'acquisto e di Venezia e di Roma. Lo spirito nazionale d'Italia lo +soverchiò e gli strappò successivamente le varie parti del suo primitivo +programma. Il progetto di una confederazione guelfa, della quale doveva +far parte l'Austria, ormai ridotta in tristi condizioni, e della quale +il Papa doveva prendere la direzione, venne meno dinanzi alla lotta che +l'Italia intraprese per raggiungere l'unità, nella quale essa si +rinchiuse come per un processo di cristallizzazione. Le provincie della +Chiesa furono acquistate da lei col consenso di Napoleone: la +convenzione di settembre limitava ancor più la potenza del Pontefice, e +della posizione politica della Chiesa faceva una pura questione +territoriale italiana. Seguì poi la emancipazione della nazione +italiana, appena formata, dalla Francia per mezzo dell'alleanza colla +Germania, il grande risultato della quale fu duplice: la rovina +dell'Austria e l'acquisto della Venezia. Napoleone, usando per l'ultima +volta della sua autorità di arbitro internazionale, consegnò questa +all'Italia. Il ritiro dei francesi da Roma nel dicembre 1866 annunziò +definitivamente che Napoleone rinunziava alla sua preminenza imperiale e +lasciava pienamente libera l'Italia una. + +A questo punto un gran mutamento si opera nella storia d'Europa, che il +tempo renderà più visibile e che a noi, attualmente, sembra consistere +principalmente nella caduta irreparabile dell'idea imperiale e della +Chiesa imperiale. Mentre Napoleone abbandonava il Papa al suo destino, +mentre l'Italia si metteva nettamente in contrasto col papato, essendo +divenuta nazione libera, completamente indipendente da Roma, fu dato il +colpo di grazia a quell'antico principio romano, che, non poteva più +sussistere quando la Chiesa aveva perduta la sua sovranità. La debolezza +del papato, inoltre, significa la debolezza del principio di legittimità +e di autorità. L'antica lotta dei due principii dell'Occidente, dello +spirito latino e dello spirito germanico, è stata finalmente decisa, +almeno così sembra, coll'unità d'Italia a spese della Chiesa, e colla +grande battaglia di Sadowa a spese degli Asburgo e della potenza +francese. Lo spirito tedesco della riforma ha ottenuto sui campi della +Boemia una nuova vittoria, che sarà feconda di conseguenze, sul mondo +medioevale, e verosimilmente renderà alla Germania la perduta potenza. +L'Impero si rinnoverà colla Casa degli Hohenzollern che ascende +invincibilmente verso di esso, ma non sarà più una potenza cesarea di +conquista, all'uso antico, ma un'alleanza nazionale, la quale, posta nel +cuore d'Europa, starà a vegliare e salvaguardare la pace, la libertà, la +civiltà dall'Occidente. In questo nuovo Stato tedesco la Chiesa sarà +quantità trascurabile, perchè non più politica, ma socialmente libera. +Nell'avvenire questo Impero tedesco potrebbe radunare intorno a sè in +una confederazione tutti gli elementi germanici dell'Occidente, mentre i +gruppi dei popoli slavi e latini si riunirebbero analogamente fra loro. +La storia mira evidentemente a questo triplice risultato. Allora una +eguale potenza di tutti i popoli, finalmente appagati in tutti i loro +bisogni nazionali, ed una civiltà libera e generale, a cui si giungerà +certamente attraverso mille vie e mille canali, potranno preservarci dal +pericolo di uno squilibrio di potenza, sia dall'una che dall'altra +parte. + + * * * * * + +Quando io scriveva le precedenti pagine, non poteva prevedere quale +stupendo sviluppo fosse per prendere in breve volger d'anni la storia +della mia patria. La folle dichiarazione di guerra di Napoleone III, +derivata dal culto barbarico per l'idolo militare che ancora perdura in +Francia, ha prodotto conseguenze di primaria importanza storica. +L'intelligenza e la forza della nazione tedesca spezzarono la temuta +potenza della Francia imperiale come una canna marcita. L'imperatore +francese, i suoi generali, i suoi marescialli, il suo grande esercito, +una volta terrore del mondo, come per una malìa, son fatti d'un tratto +prigionieri di guerra. Il grande Impero francese si dissolse in polvere +al tocco elettrico dello spirito nazionale tedesco, ed il papato, +l'antico papato imperiale e millenario, si piegò anche esso inaridito ed +inerte. Il re-papa latino e lo imperatore latino precipitarono insieme, +ed in cospetto di Parigi assediata, nella notte di Natale del 1870, 1070 +anni dopo Carlomagno, l'Impero, potenza nazionale tedesca, è ritornato +alla dinastia protestante degli Hohenzollern. La fine dell'Impero nel +1806 appare oggi dunque soltanto come il principio di un interregno, il +più lungo che la storia tedesca conosca. Ora noi incominciamo la riforma +politica della Germania. E' sorprendente e bello poter oggi considerare +la tenacia e la durata dell'idea imperiale, che è divenuta ora mirabile +espressione del principio moderno della libertà di coscienza e della +nazionalità. + +Roma, Natale, 1870. + + + + +UNA SETTIMANA DI PENTECOSTE IN ABRUZZO + +(1871). + + + + +Una settimana di Pentecoste in Abruzzo. + +(1871). + + +Dopo un inverno faticoso, l'amico Lindemann[78] ed io volemmo concederci +lo svago di una gita, durante la settimana di Pentecoste, nel selvaggio +ed ancora così poco noto Abruzzo. + +Avevamo intenzione di vedere Rieti, Aquila e il Gran Sasso d'Italia, +scendere dai monti di Popoli al lago Fucino, visitarvi le opere di +prosciugamento del Torlonia, festeggiare la gloriosa resurrezione +dell'Impero tedesco sul campo di battaglia dell'ultimo Hohenstaufen, e +poi tornare a Roma per Tagliacozzo sulla via Valeria. Tutta questa +regione, indescrivibile paradiso, la visitammo nella fioritura d'un +limpido maggio. Voglio adesso parlarne un poco, almeno dell'ultima tappa +da Popoli a Tagliacozzo, perchè parlare dell'interessantissima Aquila mi +porterebbe via troppo tempo. + +Per godere appieno del paesaggio bellissimo della terra d'Abruzzo, che +dovevamo attraversare, salimmo la vigilia del giorno della nostra +partenza da Aquila, verso sera, sulla fortezza di questa città. Essa +appartiene all'epoca di Carlo V; una possente aquila imperiale bicipite, +di pietra, ed una lunga iscrizione latina, ricordante la costruzione di +questo castello per opera del vicerè don Pedro di Toledo, marchese di +Villafranca, stanno ancora sul ben conservato portale di marmo, di bella +architettura cinquecentesca. Questo castello situato in piano, +circondato da una fossa profonda, rammenta quello simile che si trova a +Milano. Esso non ha più alcuna importanza strategica;[79] serve solo +come caserma e dovemmo abboccarci con l'ufficiale di picchetto, per +ottenere di essere ammessi a visitarlo. Quando rispondemmo alla sua +domanda, relativa alla nostra nazionalità, che uno di noi era tedesco +del sud e l'altro tedesco del nord, alleati d'Italia, quell'ufficiale +dall'aria annoiata e dalle forme erculee, si rischiarò in volto, ci +salutò, togliendosi il berretto, e ci invitò ad entrare. Come si +cambiano i tempi! Anche solo pochi anni fa il nome della nostra patria +avrebbe ottenuto l'effetto opposto! + +Dai merli del castello contemplammo quel superbo panorama degli Abruzzi, +dove le catene dei picchi nevosi si spiegano solenni e severe. Aquila è +situata sui contrafforti del Gran Sasso, da Aquila vediamo questo re +degli Appennini immediatamente sulla nostra sinistra. Nella trasparenza +dell'aria vespertina esso appare così vicino che si distinguono +benissimo gli anfratti, gli spigoli, i rilievi della sua piramide; +eppure ci vogliono due lunghi giorni di viaggio per giungervi! Pochi +hanno asceso questa montagna, ed essa è quasi mitica e sconosciuta, come +tutta la regione limitrofa.[80] E' un nodo montuoso di figura allungata, +di forme gigantesche e massiccie, almeno per quel che si può giudicare +vedendolo da Aquila. Dal centro di questa massa montuosa si alza ora una +specie di cono o di gobba, coperto di neve; questo è il Gran Sasso, il +punto più alto d'Italia: 9000 piedi di altezza.[81] Alla destra di +Aquila si stende un'altra regione montuosa, senza picchi nevosi, la cui +porzione anteriore è però limitata dai nebbiosi e qua e là nevosi monti +sopra Sulmona, ammantati dalla porpora del tramonto e sormontati dalla +maestosa e scintillante Maiella. Dall'altro lato, verso Rieti, la nevosa +Leonessa,[82] monte bellissimo che si vede da Roma. Esso perde appena in +giugno la sua veste di neve, quando sul Pincio fioriscono i granati. Da +Rieti noi l'avevamo costeggiata andando verso Aquila. Così costeggiammo +il Gran Sasso per raggiungere Popoli. + +Questa regione abruzzese non ha ancora ferrovie. Si comincia ora a +tracciarne, essendo esse necessarie, anche per ragioni strategiche. Si +sta costruendo una linea sul Pescara fino al mare Adriatico, dove si +riallaccia alla linea di Ancona, ed è qui il punto centrale di scalo dei +prodotti degli Abruzzi. Questa linea dovrà toccare Sulmona, Popoli, +Aquila, Rieti e Terni e con una diramazione abbracciare la Marsica, il +lago Fucino e Sora, mentre si ricongiungerebbe per Roccasecca alla linea +Napoli-Roma. + +Ora si viaggia in piccole vetture di posta molto primitive, che non +differiscono in nulla da quelle in uso nella Sabina e nella campagna +romana. La strada è bellissima: passa per monti e valli, in regioni +pittoresche con lo sfondo del Gran Sasso, fra castelli e rocche in +rovina, come Poggio Picenze, Barisciano, Castel Nuovo, Ritegna (?) +Navelli, tutti sull'Aterno rumoroso. Fra Collepietro e Popoli varcammo +un alto passo, dal quale si gode una magnifica veduta sulla +lussureggiante vallata di Sulmona, che è come un enorme giardino +racchiuso in un cerchio di nevose montagne. Una volta esse racchiudevano +un lago, come quello Velino presso Rieti. In tempi preistorici tutte +queste valli abruzzesi erano laghi; ora non rimane che il lago Fucino, +ed anche questo sarà presto prosciugato. In basso si scorge Popoli, su +una roccia rossastra; su di esso le torri gialle e le rovine della rocca +dei Cantelmi, e dietro Sulmona, patria d'Ovidio, ai piedi della Maiella +che sembra serrare la valle. La strada che conduce a Popoli scende a +zig-zag con gomiti così bruschi e curve così forti, che rammenta la +strada del Gottardo o altri passi delle Alpi. + +Nulla di più ridente di questa piccola antica città con i suoi frutteti +e le sue vigne assolate; il fiume Aterno prende da questo punto il nome +di Pescara. Chi non conosce questo nome famoso nella storia di Carlo V? +Appena entrati in città, trovammo la popolazione in gran movimento, essa +aveva aspetto contadinesco; una strana comitiva di uomini ci venne +incontro suonando una fanfara; era preceduta da giovanotti che su di +un'alta pertica portavano una caldaia di rame ed altri lucenti utensili +da cucina, tutti adorni di bandierine, fiori e corone. Era un corteo +nuziale, e, secondo l'uso del luogo, la dote della sposa era portata in +processione per viaggio. Popoli è una città di coltivatori e di +vignaioli. I vini degli Abruzzi, o almeno quelli che si fanno là ed a +Sulmona, sono celebrati in tutta la regione, e sarebbero esportati di +più, se fossero migliori le strade. Ci è stato detto che a Popoli si +compra un litro di ottimo vino per l'inverosimile prezzo di un soldo, e +si piantano dei maglioli per nulla inferiori a quelli di Borgogna. + +Popoli, rappresentando il punto di congiunzione delle strade commerciali +di Aquila, Pescara e Sora-Avezzano, è già oggi uno dei luoghi più +popolosi e frequentati degli Abruzzi. Vi notammo infatti un'animazione +che ricordava Napoli e le città meridionali. + +Salimmo sull'antica rocca, donde si gode un incomparabile panorama. I +Cantelmi, stirpe provenzale, la eressero; essi eran venuti a Napoli con +Carlo I d'Angiò, resero grandi servigi a questo conquistatore nella +lotta con Manfredi e Corradino, e, arricchiti di molti feudi nel regno +di Napoli, divennero una delle più potenti famiglie feudali. I Cantelmi +possedettero anche per molto tempo la bella Sora sul Liri. In nessun +altro luogo d'Italia il feudalismo ha fiorito come nel Napoletano. I +Normanni, gli Hohenstaufen, gli Angiò, gli Aragona; poi gli Spagnoli, +dopo Carlo V, crearono infiniti feudi, cosicchè in quella regione si può +dire non esista paese cui non sia annesso un titolo di conte o di +marchese. Nessuna regione, anche, cambiò tanto spesso di signoria per +l'eterna lotta delle dinastie e delle nobiltà. Se non erro, l'attuale +duca di Popoli seguì l'ex-re di Napoli, Francesco, nel suo esilio sul +remoto e gelido lago di Starnberg. Il lago di Starnberg è uno dei luoghi +più pittoreschi e suggestivi che conti la Germania, sulla sua tranquilla +riva ospitale, coronata di boschi e di casolari, ben vi possono i +fuggiaschi affaticati della vita e della storia, riposare nel silenzio e +nell'ombra. Ma ci vuole un'anima tedesca per godere la bionda bellezza +di quella natura e non sentirsi intirizzire; potrebbe un luogo come +quello consolare un esule che ha negli occhi e nel cuore il sole di +Napoli? + +Noi viviamo in tempi, nei quali la dea Fortuna gira assai velocemente la +sua ruota; quando s'ebbe mai più di ora materia per dissertare sul +vecchio tema _de exilio_ e _de varietate fortunae_? Gli antichi Romani, +da Scipione, esempio dell'esule sereno e rassegnato, molto si distinsero +nell'arte di sopportare degnamente l'esilio. Si dice che la religione +cristiana e la diffusa cultura abbiano ai nostri tempi reso i dolori più +tollerabili che nell'antichità, nella quale il più forte di tutti i +sentimenti era l'amor di patria; questa è, e rimarrà, una bella frase. +Queste considerazioni feci anch'io guardando la rocca dei Cantelmi, che +mi faceva ricordare Starnberg e Chiselhurst. Nello sfondo del nostro +viaggio, nube lampeggiante, stava la lotta spaventosa di Parigi colla +Comune. Appena giunti in paese, chiedemmo dei giornali, per conoscere le +ultime notizie. Ci dissero che in Popoli c'è un _Casino_, o meglio una +_Casina_, come chiamano negli Abruzzi e nella Marsica qualche cosa di +molto simile a quello che si chiama _Museum_ nelle città della Germania +meridionale. La sera ci condussero in un caffè, e da questo, salite +parecchie scale, ci trovammo nelle due stanze dove la _Casina di Popoli_ +aveva fissato la sua segreta sede. Alcuni signori giocavano al biliardo +alla luce crepuscolare di fumose lampade; noi fummo gentilmente +introdotti nel gabinetto di lettura, dove trovammo giornali italiani, ma +non molto recenti, che aveva portato la posta di Aquila e di Pescara. + +Per il giorno seguente noleggiammo una vettura per recarci al lago +Fucino per il selvaggio monte di Raiano, viaggio di un giorno intero. + +Una volta vi era servizio di posta con Avezzano; ora non più, non so per +quale ragione, forse perchè si sta costruendo la nuova strada di Aquila +attraverso la montagna. L'antica strada è bellissima e praticabile. +Traversammo il Pescara, vivace corso d'acqua montanino, ricco di trote, +largo qui come il Liri a Ceprano. Attraverso questa regione incantevole +giungemmo a Pentima, poi sull'altipiano dell'antico _Corfinium_ dei +Peligni. + +La bellezza della valle da Sulmona a Popoli, colla catena del Gran Sasso +e le altre montagne intorno, è tale che non può esprimersi con parole. +Io non vidi mai un paesaggio così superbamente stilizzato, come questo +di Corfinio, da non paragonarsi nemmeno colle famose località siciliane. +E' una veduta di alpi e di nevi nella smeraldina limpidezza della luce +del sud. Anche sotto questo cielo i monti hanno nevi eterne, ma queste +non hanno la grandiosità sinistra dell'_elemento_; sembrano essere +state posate sugli spigoli scintillanti da uno spirito di bellezza, per +aumentare lo splendore di queste montagne. Sotto l'azzurro del cielo lo +scintillìo delle nevi ha un risalto speciale, magico. Teatro più bello +dell'altipiano di Corfinio questa scena sublime non potrebbe avere, e si +potrebbero passare delle ore e dei giorni interi assorti nella sua +contemplazione, dimenticando il piccolo mondo degli uomini. + +In mezzo a questa natura grandiosa, quasi eroica, in quest'aria fresca e +serena, potrebbe sorgere una forte città dalla popolazione sana ed +esemplare. Vedemmo molti resti di antiche mura, ed una chiesa non +vecchissima, ma d'una considerevole antichità, unico particolare del +quadro che ricordasse il presente ed il tempo. Essa è di travertino +giallastro e brillante. Si chiama San Pelino, e da essa prende il nome +l'altipiano. Deve essere stata eretta verso il 1400, ma, a giudicare +dalle iscrizioni, prima di essa vi doveva già essere in questo luogo +un'altra chiesa, eretta sulle rovine d'un tempio pagano. Il materiale di +costruzione è stato preso da _Corfinium_, come sì rileva dai frammenti +d'iscrizione che si trovano sulla parete esterna. + +Presso uno di questi frammenti trovai questo scritto medioevale, coi +caratteri del tempo dei Cosmati, e anche coi nomi e le parole usate dai +Cosmati stessi nelle loro iscrizioni: VGO. HOC. F. OPVS. ARNVLFVS. EP. +PLEBI. DI.--ciò che non mancò di meravigliarmi molto. Ancor oggi sul +tabernacolo di S. Paolo a Roma si legge: _Hoc opus fecit Arnolfus cum +socio suo Petro_. + +Come è incomparabilmente grande qui la natura, ugualmente grandi sono le +vestigia della storia di Roma. _Corfinium_ fu per lunga serie d'anni il +centro della più violenta rivoluzione d'Italia, la terribile +sollevazione degli alleati contro i privilegi della sovranità assoluta +di Roma. In questa città gli eroici Marsi, i Sanniti ed altre +popolazioni strinsero alleanza, si dichiararono indipendenti da Roma, +crearono, sotto Quinto Silio, consoli e Senato, e chiamarono _Corfinium, +Italica_. In terribili guerre la Comune delle popolazioni italiane lottò +per la cittadinanza romana; seguirono altre guerre sociali, e la grande +guerra servile: le figure di Mario e Silla, Ottavio, Cinna, Sulpicio e +Rufo, nonchè Pompeo e Cesare, si presentano agli occhi del viaggiatore +che segue col pensiero questa catena galvanica di lotte gigantesche +dell'aristocrazia colla democrazia, del diritto popolare col privilegio, +che conduce all'apparizione del Cristianesimo e del suo ideale +democratico. Ed essa non finisce qui: la lotta è eterna come il +principio che la provocò. + +Mentre noi qui, sulla luminosa pianura di Corfinium, riandiamo col +pensiero quelle rivoluzioni e guerre civili per la conquista dei diritti +da parte dei Comuni d'Italia, i comunardi di Parigi chiamano alla +riscossa le città di Francia contro il principio di stato della +centralizzazione; essi abbattono i monumenti imperiali e regali, e +spargono su di essi infiammato petrolio, facendo di Parigi un rogo. Se +mai la ragione e il diritto furono fondamento di una guerra civile, ciò +accadde nel caso della guerra marsica. + +Un granellino di ragione Bismarck lo trovò anche nel pandemonio della +Comune di Parigi. Negli eccessi della recente rivoluzione parigina +riconosciamo in parte il fanatismo della furia partigiana latina, ed +anche un po' della grandiosità dell'anima romana. I posteri potranno +forse meglio di noi sceverare il torto dalla ragione in questo periodo +storico, e giudicare in modo più mite quello scoppio d'un malore +sociale. La recente storia di Francia offre infatti una forte analogia +con quella dell'antica Roma. + +Già da ottanta anni quella regione è agitata da rivoluzioni che la fanno +oscillare fra la repubblica e l'impero. Il cesarismo romano ha trovato +raramente buon terreno per svilupparsi in Italia, sua terra d'origine, +ma è esulato in Francia. + +In Italia, invece, il principio della centralizzazione romana non passò +allo Stato, ma alla Chiesa ed al potere temporale. + +Sarebbero ben da compiangere gl'Italiani se facessero di Roma, loro +capitale, un vampiro della nazione; certamente al più presto non +mancherebbe un _Corfinium_. Già troppo le differenze e le autonomie +delle Provincie sono state intaccate in Italia; e si deve alle tenaci +tradizioni ed ai resti dei Comuni medioevali, se ancora non sono +sensibili inconvenienti maggiori del nuovo stato di unità. + +Ma, laggiù, da un colle si staccano cupe masse di case, e le torri di +una cattedrale: è Sulmona; e la figura del sereno poeta delle +Metamorfosi e delle Eroidi, poi esule infelice, ci si presenta: Ovidio +fu proprio l'uomo creato per fare le più profonde riflessioni +sull'instabilità della fortuna! Dal luminoso e raffinato mondo romano +egli precipitò fra i selvaggi Sciti del Mar Nero, coperti di pelli di +belve! Quante volte, laggiù, egli non avrà pensato con melanconica e +straziante brama ai monti e alle valli floride della patria sua, ai +giochi della sua giovinezza a' piedi della Maiella! + +Un'altra figura storica, lontana da quella di Ovidio, come la notte dal +giorno, come può esserlo un ascetico santo da un sereno pagano, ci +apparisce dietro Sulmona, e riempie delle fantastiche memorie +medioevali l'azzurro leggermente nevoso della Maiella. Da quelle grotte +un timido montanaro eremita fu sbalzato d'un tratto sul trono +pontificio: Celestino V, predecessore di Bonifacio. In S. Maria di +Collemaggio presso Aquila, dove egli fu condotto da re Carlo di Napoli +per esservi incoronato, egli giace sepolto; ed io visitai là il suo +mausoleo. La sua storia è il più strano episodio del Papato, un poema di +santità, tutto fragrante di romanticismo medioevale, incomparabile ed +unico negli annali della Chiesa. + +Un altro figlio diretto del medioevo leva la sua ombra sulla Maiella: +Cola di Rienzo, l'ultimo tribuno di Roma, in esilio, e non più vestito +di broccato e di seta bianca, ma nella cella di quei Celestini che il +papa-eremita aveva fondato. Anch'egli fu dunque un eremita della +Maiella, cinquant'anni dopo Celestino. Dopo la sua cacciata dal +Campidoglio, andò errabondo nel napoletano, e si rifugiò poi in queste +solitudini, visse cogli eremiti, assorto in meditazioni sulla riforma +universale, alla quale si credeva chiamato. Di là mosse verso Praga, per +partecipare all'Imperatore Carlo le profezie degli eremiti abruzzesi e +le sue proprie idee geniali. + +Da _Corfinium_ quante prospettive storiche si presentano alla mente del +viaggiatore! Quinto Silio, Ovidio, Celestino, Cola di Rienzo. E +dovunque, davvero, in Italia, in questi paradisi naturali che da una +bellezza conducono ad una bellezza più grande, dovunque troviamo vive e +fresche le fonti della storia! Da ogni lato balzano figure del mito e +della storia più ricca e più grande del mondo! + +Nessuna terra è più suggestiva, in nessuna terra pulsa come in questa il +sangue della civiltà! + +Se oggi essa appare monumentale, e di sasso, essa getterà un giorno la +maschera! Questo inesauribile campo di sèmina della civiltà ha anche +un'altra missione, oltre quella di essere il camposanto di un grande +passato. Lo spirito luminoso di questa nazione tornerà, presto lo +speriamo, a splendere come al tempo di Dante e di Raffaello! + +Montammo in carrozza e giungemmo presto a Raiano, piccolo villaggio +all'estremità dell'altipiano, dal quale poi si sale alla Costa (?), +possente fianco del monte, attraverso il quale, dopo molte ore di +cammino si giunge al lago Fucino. Si sale lentamente serpeggiando. A +Raiano rinforzammo con buoi il nostro tiro. Andando innanzi incontrammo +una numeroso gregge di pecore e di capre che i pastori, uomini +giganteschi, coperte di pelli le spalle, impugnando il pungolo, +conducevano lentamente alla montagna. Più oltre vedemmo i pendìi tutti +coperti di greggi, che vi passano l'estate. Cani dal lungo pelame, della +grandezza dei San Bernardo, fanno la guardia; essi portano un collare di +cuoio con punte di ferro, che li protegge dal dente dei lupi abruzzesi. + +Giungemmo alla prima altura sopra Raiano, donde si godono sempre nuove e +incantevoli vedute del Gran Sasso, del monte Golgano(?), della Maiella e +di tutta quella regione montuosa, strana solitudine di rupi rossastre +appoggiate la une sulle altre o spaccate da profondi crepacci di mille +forme, sormontate dal maestoso Gran Sasso. + +In questo luogo il fiume Pescara si perde sotterra; si passa quindi una +valle, dopo Goriano Sicoli, e più là fra umide e cupe montagne si apre +un passo, chiamato Forca,[83] come molti son chiamati in Svizzera. + +Vi giungemmo a mezzogiorno. Si poteva essere a 4000 piedi sul mare, ma +l'aria vi era tepida e dolce; delle allodole cantavano e degli usignoli +svolazzarono da un cespuglio. + +A Forca ci imbattemmo cogli ultimi viandanti, cavalieri o pedoni; poi +non si incontrarono più che greggi di pecore inerpicantesi sui dirupi. +Ai lati strade mulattiere conducono ad Alba[84] e ad Avezzano, e sono +antichissime; nel medioevo servivano da strade militari. Così procedemmo +per ore sulla roccia brulla, di color bruno. Degli amici di Roma avevano +trovato rischiosa la nostra gita in questa solitaria contrada che, dopo +le Calabrie, è la più frequentata dai briganti. + +Fino al 1860 ne era abbondantemente infestata, ed ancora se ne +incontrano nei dintorni di Sulmona. Il vetturale non si stancava di +narrarci, durante il viaggio, queste storie di briganti; una l'ho ancora +in mente. Sette fratelli, di forza erculea, divennero un bel giorno +banditi e, venuti in queste montagne, si diedero a rubare, ad uccidere, +a sequestrare persone, a far bottino, di notte, di centinaia di pecore. +Cinque di essi morirono, due scomparvero. Alcuni cittadini di Aquila che +qualche anno dopo portarono al mercato di Trieste seta grezza da +vendere, riconobbero i due malandrini in due mercanti che avevano +stabilito in quella città un fiorente commercio. Il governo austriaco li +consegnò a quello italiano, e quei banditi sono ora, rinchiusi nelle +prigioni di Aquila, dove attendono la loro condanna a morte. + +Ancora un'altura, e dinanzi agli occhi si stende una profonda +depressione larga più miglia, superbamente circondata da altissimi +monti, oscurati ora dall'avvicinarsi del temporale. A destra si erge una +catena, la cui più alta vetta, una doppia piramide colossale, è ancora +coperta di neve. È il monte Velino, che divide il territorio d'Aquila da +quello di Alba; alla sua base giace il campo di battaglia di Corradino, +e più sotto il lago Fucino. A questo punto fui deluso nella mia +aspettativa. Mi aspettavo uno specchio d'acqua scintillante ed azzurro, +e vidi un lago oscuro per l'ombra del cielo e dei monti, di un +grigio-plumbeo confuso. Mi parve un morente che prendesse congedo dalla +dolce vita, e la sua vista mi depresse e mi mise di cattivo umore. + +Ma quando ci fummo avvicinati, a circa un'ora di distanza, esso cominciò +a sorriderci azzurro, e mostrò di avere ancora un bacino abbastanza +considerevole, grande all'incirca come il lago di Bracciano. Pure non +potrà aver più di 21 miglia di perimetro. Quando era ancora intatto ne +aveva 35. Più di 15 miglia mi parve dover essersi ristretto! Scendemmo +alla località più vicina alla riva del lago, ad un castello detto +Cerchio, che ora si trova a 4 miglia dalle acque. Ci riposammo in una +solitaria taverna, e proseguimmo per Avezzano. + +Vedemmo per via uomini occupati a costruire strade, ponti, tagliare +pietre; tutta una vita febbrile di lavoro, prodotta dalle opere di +prosciugamento. Ai lati della strada si ergevano ridenti alture coperte +di orti e di vigne, che un tempo erano state in riva al lago. Sopra un +notevole villaggio, detto Celano, si vede un grande castello con mura +merlate; Celano fu un tempo con Alba e Tagliacozzo una delle capitali +della Marsica nel medioevo. + +L'antica Marsica, detta anche, per la strada consolare, provincia +Valeria, poi Abruzzo, giungeva fino al lago Fucino. Ma nè +nell'antichità, nè nel medioevo i suoi confini sono nettamente +assegnabili. La sua sorte durante il medioevo o è immersa nell'oscurità, +o è inestricabile confusione. Al principio del secolo VII Valeria è +detta la capitale episcopale della Marsica, luogo d'origine del +pontefice Bonifacio IV (608-615). Se questa città sia scomparsa, se sia +stata l'antico Marruvium, e se sia mai esistita una _Civitas Marsicana_, +è incerto. Quando i Longobardi s'impossessarono delle antiche città +romane, la regione Marsica intorno al lago manteneva il suo antico nome, +ed era un _castaldato_. Il _Castaldius Marsorum_ è nominato spesso nei +documenti del secolo VIII, come anche le città di Celano, Transaqua,[85] +Atrano, Alba, ed altre. Forse esso aveva la sua sede a Celano. Quando i +duchi longobardi di Spoleto soggiacquero ai Franchi, il castaldato +divenne una contea. I conti della Marsica datano, sembra, +dall'imperatore Ludovico II. Stirpi franche soppiantarono le longobarde. +Nel secolo XI la casa dei conti Trasimondo, Berardo e Oderisio divenne +assai ragguardevole; essa affermava di discendere dai Carolingi. I conti +di Celano erano ancora potenti al tempo dell'imperatore Federigo II, dal +quale si staccarono per volgersi al papa. Cogli Angiò altri rapporti si +stabiliscono; le condizioni mutano, e i romani Orsini entrano nella +regione del lago Fucino; alla fine del secolo XIII Carlo II di Napoli +l'investe delle contee di Tagliacozzo e di Alba. Contro di loro lottano +più tardi i Colonna, per il possesso della Marsica, quando Martino V +diede Alba e Celano ai suoi fratelli. I Colonna si chiamarono dal 1432 +duchi della Marsica, e vi possedevano allora ben 44 località, fra cui +Alba, Avezzano, Celano e Transaqua. Nel 1463 perdettero Celano che passò +ad Antonio Piccolomini, nipote di Pio II. Mantennero Tagliacozzo e +Alba. Avezzano divenne proprietà degli Orsini, ma per poco tempo; i +Colonna cacciarono dalla Marsica la famiglia rivale. + +Noi non avevamo tempo di visitare l'interessante Celano, e ci limitammo +ad Avezzano. Questa cittadina giace in piano, in un ridente e +lussureggiante paesaggio, a tre quarti d'ora dal lago. Ha ancora antichi +edifici di stile gotico-romanico, e la bella rocca degli Orsini. + +Il famoso _Gentile Virginio_ la eresse nel 1490, essa ricorda il +castello di Bracciano, eretto da Napoleone, padre di Virginio. + +Marcantonio Colonna, il vincitore di Lepanto, ingrandì il castello, vi +pose dei trofei della guerra contro i Turchi, adornò le sale con +pitture, delle quali non resta più traccia. Sul portale della rocca si +legge una iscrizione, nella quale egli si chiama: _Marsorum +Talliacotiique Dux, Marchio Atisse, Albe et Manupelli Comes_. + +I tempi degli Orsini e dei Colonna, di questi re della Campagna romana, +i cui nomi e le cui imprese riempirono dei secoli, sono divenuti +leggendarii, come il ducato dei Marsi. La rocca di Avezzano, oggi +proprietà dei Barberini Colonna, è divenuta una miserabile caserma, e +solo lo stemma degli Orsini e dei Colonna ricorda ormai il suo grande +passato. Il re della Marsica è oggi Torlonia; egli ha denari e possiede +il genio dell'industria. A due passi dall'antico castello si vede una +nuova grande piazza, ad un angolo della quale sta scritto: Piazza +Torlonia. Là il Creso di Roma si fabbrica un palazzo; dovunque si vada +in questi paesi, si sente parlare di lui. + +Nelle città della Marsica i coloni e i vassalli maledivano un giorno gli +storici loro tiranni Colonna ed Orsini, che coprivano ogni anno di ferro +e di fuoco quella regione incantata che giace sulle rive del lago di +Fucino. Ma oggi il nome, per nulla storico, di Torlonia è ripetuto qui +con stima e riconoscenza da poveri e ricchi, signori e plebei. Torlonia +coi denari ha fatto risorgere questa regione. Egli arma migliaia di +uomini di pala e di vanga; migliaia di uomini egli nutre; dà in affitto +i campi a famiglie e comunità. Ha riscattato dal lago miglia e miglia di +terra, e vi sorgeranno nuove città; per 99 anni egli sarà il re della +Marsica e possederà la nuova terra; vi avrà un monumento che tramanderà +ai posteri la gloria di questo grande prosciugatore. + +All'albergo di Avezzano chiedemmo, maliziosamente, pesci del lago. Non +ne avevano; i pesci erano morti a migliaia sulle rive lasciate a secco +dai lavori intrapresi; devono aver ricoperto d'argento una ben vasta +estensione di terra! Che cosa c'importa dei pesci! ci disse l'ostessa, +fanatica partigiana del prosciugamento, se noi guadagniamo dei campi? +Che c'importa del lago, se avremo dei giardini? Nella nuova terra +fioriranno i nuovi coloni. Ciò è esatto, ma sarà distrutta così una +grande opera naturale, e l'Italia sarà vedovata per sempre di una +meraviglia della natura, di uno dei più fulgidi suoi gioielli. Io non so +assuefarmi all'idea che questo solenne lago, che per migliaia e migliaia +d'anni ha specchiato nelle sue acque questi monti severi e maestosi, +debba scomparire per sempre. Temo che ugual sorte tocchi presto anche al +Trasimeno: anche quello vorranno versare nel mare, per guadagnar pascoli +e campi; e chi sa che già non stiano furtivamente visitando le sue coste +dei funesti capitalisti intenti a calcolare in quanta prosa sonante si +possa convertire questa incantevole poesia naturale! Sì, il denaro e le +macchine a vapore van prosciugando nel mondo la poesia, ma solo un +mercante potrà rallegrarsi di questo. + +Le rive del lago non misurano più che tre miglia. Dove poco fa si +agitavano le onde e i pescatori gettavano le reti, sono ora verdi +seminati, campi solcati dall'aratro, e divisi fra loro da segni di +confine portanti lo stemma e le iniziali di Torlonia. L'allodola già ha +nidificato sulla nuova terra, e l'allegra figlia dei campi intona già su +di essa canti di giubilo. + +Il Comune di Avezzano intentò lite al Torlonia, facendo valere i propri +diritti sulla nuova regione; ma i contendenti si accordarono per una +certa somma di denaro. + +Arrivammo al cantiere dei lavori, dove ci si presentò uno strano +spettacolo, che in piccolo ricordava i lavori del canale di Suez. Un +canale largo e profondo è stato scavato dalla sponda del lago: in questo +scorrerà l'acqua del lago, quando sarà compiuto il prosciugamento e +quando sarà stata tagliata la diga. Delle cateratte massiccie, di pietra +bianca squadrata, sono state costruite con fattura semplice e solida. +Nel canale ed intorno erano centinaia di operai occupati a riempire di +melma dei cesti e a portarli via su di un colle vicino. In gran parte +eran donne che compivano questo lavoro. I loro fazzoletti rossi, le loro +vesti variopinte, secondo il costume di Sora, davano alla riva un +aspetto straordinariamente animato. Il nuovo canale viene a trovarsi in +una posizione molto più bassa dell'antico per mezzo del quale già una +parte del lago era stata prosciugata. E questo canale si dirige +direttamente verso il monte Salviano dove sono anche gli antichi +emissarii di Claudio. + +Vedemmo anche tre colossali gallerie, una sopra l'altra, parte in +muratura, parte scavate nella roccia, che si trovano molto al di sopra +della superficie del suolo. Di là dal monte scorre il Liri, presso +Capistrello, attraverso la valle di Nerfa, dalla quale scaturisce presso +Cappadocia; in questo Liri sarà condotto il Fucino. L'emissario di +Claudio fu già espurgato dall'imperatore Federigo II, poichè già per +molti secoli ed anche nell'anno 1826 era stato più volte tentato il +prosciugamento del lago. Questo tentativo ebbe felice esito soltanto nel +nostro tempo; una società di capitalisti, fra cui molti francesi, +intraprese circa 12 anni fa questa grande opera. L'emissario di Claudio +fu in questa occasione riattivato, approfondito ed allargato. Torlonia, +finalmente, assunse per suo conto l'alta direzione di tutta l'impresa. +Fra pochi anni il prosciugamento del lago sarà compiuto.[86] + +Dall'alto dell'emissario di Claudio si vede assai bene tutta la +superficie del lago ed i monti all'intorno. A mezzogiorno si elevano i +monti di Sora; nel vederli mi ricordai delle mie gite sul Liri. Cinque +anni fa da Sora, dove mi ero dovuto fermare in quarantena, essendo +scoppiato il colèra, volevo partire per Avezzano, ma i briganti +m'impedirono di prender quella via. I monti della Maiella appaiono ad +occidente. Eppure è sempre il monte Velino quello che attira su di sè +l'attenzione dello spettatore; anche se si è volto altrove lo sguardo, +bisogna riportarlo su di esso, tanto appare mirabile per la sua +adamantina figura. Sembra che non riceva luce dal cielo, ma che +risplenda di luce propria ed illumini i monti, il lago ed i piani. + +Che meraviglioso specchio dev'essere stato il lago nella sua integrità! +Ancora esso appare così incantevole nello splendore della sera, che si +può pensare, guardandolo, alle ninfe e alle galatee nuotanti nei suoi +flutti. Le ninfe presto moriranno come i poveri pesci e cederanno il +posto al fieno e alle biade. Le fronti celesti dei monti che si sono +specchiate finora in quest'onda favolosa, presto dovranno prendere +congedo dal loro amico, il Dio Fucino. Presso Trasacco veleggiano ancora +delle oscure barche e lì vicino s'innalzano al cielo bianche nubi di +vapore che vengono dalle macchine che aspirano l'anima al povero lago. +Torlonia, il grande seccatore della natura, è sordo all'appello delle +ninfe; egli non teme neppure la vendetta dei pesci che potrebbero +tormentare i suoi sogni. Egli non crede più alla mitologia d'Ovidio; ha +denari e può sfidare gli dei, che dichiareranno fallimento. Potesse egli +almeno risollevare dal lago le città che vi sono sprofondate, Marruvium +e Pinna! Una leggenda narra ch'esse vi sono sepolte. + +Prendemmo di buon mattino una carrozza per andare a visitare il campo di +battaglia di Corradino e la vicina Tagliacozzo. Era un'incantevole +mattinata primaverile, il monte Velino coi suoi campi di neve, tutti i +solenni monti d'intorno, lo specchio azzurro del lago, le castella +merlate sui verdi colli, risplendevano in un'atmosfera limpidissima: +tutto aveva un aspetto fantastico di linee e di forme nella placida +tranquillità della natura. Colle parole non si può esprimere ciò che io +sentivo. Neppure nei sogni più belli potrebbe una fantasia di poeta, +fosse anche Dante od Omero, immaginare uno scenario di così eterea +bellezza, come questo che fu teatro della cupa tragedia di Corradino. +Solo un campo di battaglia conosco, che gli si possa paragonare, sebbene +di genere differente: è quello dove cadde, presso il Vesuvio l'eroe goto +Teia. + +Tutta questa scena ha per centro il Velino; esso ha la natura distesa +reverente ai suoi piedi, come un tappeto; il lago, le rive ridenti, i +campi palentini bagnati dal Salto. Dal monte maestoso si staccano delle +alture, sulle quali sorgono le antiche rocche dei Marsi, rovinate e +corrose dall'edera, intere cittadelle medioevali con chiese, conventi e +castelli. A destra si erge, come un'isola verde, e un tempo emergeva +dalle onde del Fucino un colle roccioso, sul quale si trova la favolosa +Alba Marsorum, o Fucentia, con resti di mura ciclopiche e antichi +templi. In essa condusse melanconica esistenza Perseo, re della +Macedonia, cui toccò la sorte di Corradino! In questa lontana Alba egli +si sarà trovato come in un luogo incantato; e invero quale più +straordinaria prigione per un re? Al di sotto, Androsano; più là, su un +dolce pendio verdeggiante, Magliano, e sopra, addossati a gigantesche +rupi oscure, Massa,[87] Corona e Rosciolo. L'Imele, detto anche +Salto,[88] si getta nel fiume Velino, che a sua volta si getta nella +Nera e questa nel Tevere. Esso si svolge in curve fra questi monti, +lungo una valle, nel lato opposto della quale si trova l'ultima montagna +_Fontecellese_. Sul pendio di questa sta Tagliacozzo, ma ancora non si +può vedere. + +Con una risoluzione disperata rinunziammo ad Alba, e ci dirigemmo sulla +pianura palentina. Traversammo prima il villaggio di Cappelle, coronato +di giardini. Qui già cominciano i campi palentini che si estendono fin +sotto Scurcola e Tagliacozzo. A destra la pianura è chiusa dal monte S. +Nicola, sul quale si trova Scurcola coronata dalle alture di Magliano e +di Alba. Di fronte ad Alba si alza il colle S. Felice, dove, secondo la +tradizione, il vecchio Erardo di Valery aveva nascosto nei cespugli +quella retroguardia che decise le sorti della battaglia. Anche oggi quel +luogo si chiama _Le difense_.[89] Nello sfondo si scorge il monte S. +Antonio (?) coperto di neve, gli alti monti di Capistrello e Corcumello, +e molte altre punte gigantesche. L'altipiano fra la Scurcola e S. Felice +si chiama _la Palenda_, il vero centro del Campo palentino solcato dal +Salto. Carlo d'Angiò era venuto da Aquila attraverso il passo del Monte +Velino, e aveva preso posizione sulla destra del Salto sotto Alba. +Corradino era venuto da Tagliacozzo per la via Valeria, e si era posto +sulla sinistra del Salto, sulla _Villa Pontium_, sotto la Scurcola. Per +una notte mantennero i due avversari queste posizioni, finchè il +Senatore di Roma, Don Arrigo di Castiglia, passò il Salto e impegnò la +lotta. + +La battaglia è chiamata con varî nomi dai cronisti del tempo, di +Tagliacozzo, di Alba, di Campo Palentino, della Scurcola. + +Anche Dante dice: + + e là da Tagliacozzo + Dove senz'arme vinse il vecchio Alardo; + +Questo prova soltanto che Tagliacozzo al tempo di Dante era il luogo +più importante dei dintorni, mentre Scurcola era un piccolo castello +dipendente da Alba, e del quale appena si conosceva il nome. +Indubbiamente la battaglia dovrebbe prender nome dalla Scurcola, perchè +il Campo Palentino, che Carlo in alcuni documenti indica come luogo +dello scontro, si trova esattamente sopra Scurcola. Il feroce vincitore +a ricordo della battaglia costruì lì stesso il convento di S. Maria +della Vittoria, immediatamente presso il ponte sul Salto e presso la +_Villa_ o _Castrum Pontium_, dove Corradino tenne il suo ultimo quartier +generale. + +Ecco il fiume ed il ponte! Dei pioppi fiancheggiano il fiume, dove +stanno a lavoro alcune donne con dei bambini. Due passi ancora, e siamo +di fronte a neri avanzi di mura e di pilastri, ultimi resti dell'abbazia +di S. Maria della Vittoria. Carlo d'Angiò più volte visitò questo +convento, per inebriarsi al ricordo della battaglia. Un paio dei +documenti che lo riguardano son datati di là. Non si sa in qual tempo +l'abbazia decadde e andò a rovina. + +Ci affrettammo a salire alla Scurcola. Questo villaggio copre col suo +labirinto di strettissime strade il dorso roccioso del monte, la cui +pietra serve in parte di selciato alle vie. Sul punto più alto si trova +la cattedrale, S. Maria, che sembra appoggiarsi alla torre rotonda +dell'antica rocca, oggi in rovina. Gli Orsini la costruirono, secondo mi +fu detto; poi appartenne ai Colonna che anche oggi portano il titolo di +baroni della Scurcola. L'edera avvolge strettamente mura e portale, e +nasconde lo stemma. + +Tutto il paese è come il monumento dell'antica battaglia. Si leggono con +strano stupore i nomi storici di queste sporche e strette viuzze: _Via +Carlo d'Angiò, Via Corradino, Via Ghibellina_. Gli abitanti stessi +sembrano viventi tradizioni di quell'avvenimento, che è la gloria e il +vanto del luogo, e l'unica ragione di visitarlo. Come a Benevento non è +spento il ricordo della battaglia di Manfredi, così qui il ricordo di +quella di Corradino. Ogni scurcolano colto sembra conoscere fin nei più +minuti particolari la storia della caduta di quel principe, e potrebbe +servire di guida ad ogni straniero. Un cortese canonico ci condusse +nella chiesa. Essa ha ancora un portale gotico del tempo degli Angiò, ma +nell'interno è del tutto rinnovata; il sacerdote ci mostrò il tesoro più +prezioso del suo luogo natio: un'immagine della Madonna che Carlo stesso +fece eseguire per S. Maria della Vittoria; e ci fornì alcune +indicazioni relative ad essa. L'immagine è di legno dorato, e +rappresenta la Madonna seduta; essa ha fra le braccia il Bambino, che +tiene in mano il globo del mondo. E' un lavoro che non ha nessun +carattere barbarico, di un genere sorto prima in Italia che in Francia, +come conferma la tradizione della Scurcola. Si trovò quell'immagine +sotto le rovine di quel chiostro nel 1757, e fu trasportata nella chiesa +del villaggio. In questa occasione si ebbe il barbaro gusto di coronare +con due laminette d'oro le due teste delle immagini. Nella sacrestia se +ne conserva anche la custodia in legno, fregiata dei gigli degli Angiò e +ornata d'immagini ben conservate e di ottima esecuzione, rappresentanti +la crocifissione di Cristo ed altre scene bibliche. + +Scendendo dalla rocca e dalla chiesa girammo nella parte inferiore della +cittadina, cercando se vi fosse nulla di notevole da scoprirsi. Una +piccola piazza, detta _Piazza del Municipio_, attrasse la nostra +attenzione, avendo veduto sullo stemma del municipio questa scritta: +_Domus Universitatis Scurculae_. Nello stemma si distingueva un ponte +con cinque gigli. Il sindaco del luogo, un distinto e solenne vecchio +dalla lunga barba grigia, mi disse che quello stemma aveva origine dal +_Castrum S. Mariae in Pontibus_, che una volta i Templari avevano +posseduto presso il Ponte del Salto; questo dev'essere quel _Castrum +pontium_ dove risiedette Corradino. + +Il sindaco ed altri signori si riempirono di ammirazione per le +battaglie tedesche, che han fiaccato perfino la grande Francia, e +riandammo insieme la storia del nostro grande Impero, la sua grandezza e +la sua caduta al tempo degli Hohenstaufen, le sventure e le lotte della +nostra patria che susseguirono: l'apparizione ai dì nostri di un +Barbarossa, tarda ma feconda di un Messia; il rinnovamento dell'Impero +degli Hohenstaufen negli Hohenzollern. Ciò che Arrigo IV aveva invano +tentato, l'unificazione della Germania sotto una dinastia ereditaria, è +stato raggiunto solo ora, dopo 600 anni. Gli Hohenstaufen caddero, +perchè si allontanarono dal suolo nazionale e spostarono il centro di +gravità dell'Impero nella straniera Italia, ancora chiusa all'ideale di +una monarchia universale romana. Anche il nobile Arrigo VII scontò quel +sogno cesareo con una morte subitanea in Italia. Quante rivoluzioni e +quante lotte di pensiero politico e religioso, prima di veder vinto +questo principio imperiale romano, prima che in vista di Parigi +assediata, nel castello di Luigi XIV a Versailles, fosse alfine +proclamato l'Impero nazionale tedesco! «Bisogna che il sangue sparso da +Corradino sia presto o tardi vendicato», diceva, già ai tempi di Carlo +V, Reissner il biografo di Frundsberg. Il sangue di Corradino è ora per +sempre vendicato, ed anche i delitti degli Hohenstaufen in Italia +(seppure, con le idee di quel tempo relative al diritto si può parlare +di delitti) son tutti espiati. I grandi imperatori svevi stanno +solennemente al culmine della nostra storia, e ne rimarranno le più +eroiche figure, finchè duri la memoria tedesca. + +Credo che a nessun tedesco prima che a noi due, in quel giorno, sia +stato mai concesso di guardare il campo di battaglia di Corradino con +occhio così orgoglioso e sereno. Con quali sentimenti il nobile Raumer +considererebbe oggi queste pianure palentine, egli che le visitò e le +studiò nel 1817, due anni dopo la caduta definitiva del primo Napoleone? +Come lungi era allora da lui, che ci ha dato una storia nazionale degli +Hohenstaufen, il pensiero che egli avrebbe assistito, in una tarda età +da patriarca, alla caduta di un altro Napoleone e alla ricostituzione +della Germania in Impero nazionale e prima potenza del mondo! Tanto +scherno, tante oltraggiose ingiurie e tanto danno ebbe a patire la +nostra patria dalla Francia fin dai tempi degli Angiò, per tanto tempo +fummo deboli, esautorati, perchè divisi, che ora ci sarà alfine permesso +di alzare orgogliosamente la testa. Dai campi palentini della Scurcola +vada dunque un saluto di giubilo alla patria, al grande nuovo imperatore +del ceppo degli Hohenzollern, al ristabilitore dell'Impero, e a tutti +gli uomini che con la spada e con lo spirito han contribuito a renderci +il nostro Impero tedesco. I loro nomi e le loro imprese passeranno di +generazione in generazione divenendo forse mito, e come oggi dei tardi +nepoti sui campi della Scurcola ripensano ai tempi eroici di quella +battaglia, un giorno sui campi di Wörth, di Metz, Sedan e Parigi, altri +riandranno con la mente ai tempi gloriosi in cui su quei campi si formò +la libera ed una Germania. + +Ecco Tagliacozzo! Ha un aspetto cupo, visto così in distanza, con la +rocca dei Colonna in rovina, tutto raccolto sul dorso accidentato del +monte rupestre! Ci aspettavamo una massiccia mole di pietra, quando +passammo attraverso la grande _Porta Marsicana_, e invece trovammo con +meraviglia una piazza gradevole, con una bella fonte, circondata da +pittoreschi edifici con balconi e finestre gotiche, e palazzi del +Rinascimento. Entrammo in un albergo le cui dimensioni di palazzo, come +la grande e bella strada nella quale si trova, ci riempirono di stupore. +Nei secoli XV e XVI debbono aver fiorito qui delle ricche famiglie +all'ombra della signoria colonnese. Io avevo in questa città un amico +che più volte a Roma mi aveva invitato a visitarlo, ma disgraziatamente +non si trovava in città; trovai però sulla porta della farmacia suo +nipote, un giovane che fece volentieri le parti dello zio. Dovemmo alla +sua gentilezza, se visitammo tutto ciò che vi è di notevole in questo +luogo. Nei documenti è chiamato _Taliacotium_, antica città degli Equi o +Cicolani. Ma essendo stato tradotto _Tagliacozzo_ in volgare, così +vediamo nello stemma cittadino due cavalieri che tagliano una clamide. +Vidi questo stemma al municipio, che si è annidato in un antico convento +abbandonato. + +Il signor B. ci condusse in molte vetuste chiese e finalmente al palazzo +Colonna, un palazzo che ha apparenza di fortezza, la cui parte superiore +è, per le finestre, di stile gotico del secolo XIV, e il portale invece +appartiene al puro Rinascimento. Lo stemma d'Aragona dimostra che la +costruzione del palazzo va attribuita ad un Orsini; infatti molti Orsini +entrarono nella famiglia degli Aragona di Napoli. Questo castello fu +forse costruito da Giordano Orsini; il nemico di Cesare Borgia, si +chiamava _de Aragonia_, conte di Tagliacozzo. Fu nell'anno 1499 che il +re Federigo di Napoli decretò che Tagliacozzo ed Alba dovessero +appartenere ai Colonna, come anche la baronia di Carsòli. + +Nell'interno di questo palazzo trovammo grandiose sale adorne di antichi +ritratti di famiglia, i cui nomi nessuno più potrebbe dire. Alcune pie +suore vi tengono ora una scuola per bambine. Noi ammirammo stupiti la +giovinezza, la grazia e la bellezza di forme di due fra queste monache, +che eran venute dal Piemonte. Esse ci fecero visitare compiacentemente +tutto il palazzo, e anche la cappella notevole per antiche pitture. +Questi dipinti, del secolo XV, sono però molto ritoccati; fra gli altri +vi è una bella adorazione della Vergine e del Bambino. Anche la loggia +del palazzo è degna di nota; queste logge, così belle e pittoresche, non +mancano quasi mai nei palazzi baronali. Quella di Tagliacozzo mi ricordò +esattamente l'altra del palazzo colonnese a Genazzano, nella quale son +dipinte le città che i Colonna possedevano. La loggia di questo castello +si apre sul monte Velino; poggia su colonne corinzie; ha sulle pareti +affreschi della scuola toscana; immagini di imperatori romani e di +generali; vi è anche il poeta Ovidio, in toga rossa come un cardinale. + +Visitammo finalmente, per espresso desiderio delle suore, la loro scuola +femminile che occupa una delle più grandi sale del castello. Là dovemmo, +con cipiglio da ispettori, osservare dei quaderni che quelle bambine non +si stancavano mai di presentarci ed anche assistere ad un esperimento di +geografia. + +Un antico castello baronale non potrebbe trovare oggi migliore uso che +quello di albergare una scuola. In Italia mancano le scuole popolari ed +esse sole potranno diradare la profonda ignoranza ed anche l'immoralità, +nella quale giace ancora una parte di questo popolo. + +Il partito reazionario era molto forte in Tagliacozzo, secondo ci fu +detto, ed il passato governo napoletano conta ancora in questa città i +suoi partigiani. Dopo il sessanta vi furono scontri sanguinosi con le +schiere dei volontari e rappresaglie e vendette da ambo le parti. Questo +stato di cose fu favorito dalla vicinanza del confine dello stato +pontificio, dal quale la reazione potè ancora sentirsi appoggiata, ma +anche qui è cominciato un periodo di calma ed i briganti tanto ufficiali +che privati sono scomparsi.[90] + +A Tagliacozzo la via Valeria finisce a cul di sacco. Nessuna strada +carrozzabile conduce in Sabina, dove noi volevamo andare; vi sono solo +strade mulattiere sul ripido dorso dei monti. Noleggiammo dei cavalli da +montagna, grosse bestie dall'ossatura poderosa, che sono abituate ad +arrampicarsi per questi sentieri dirupati. Ognuno di essi aveva _una +guida_ che lo tirava con una fune, guida abituata come lui ad +arrampicarsi. Così andammo cavalcando, da Tagliacozzo attraverso la +gigantesca solitudine montuosa, e per otto ore passammo attraverso rupi +scoscese, boschi di quercie e di faggi dalla densa ombra, traversammo +torrenti e fiumicelli, sui quali non erano ponti. + +Vedemmo durante il cammino la rocca di Tagliacozzo in rovina, poi +l'altissima Roccacerro; appena giungemmo qui, cambiammo direzione, dando +l'ultimo addio al paesaggio della Marsica. Presenta esso un panorama +meraviglioso di catene montuose dalle nude sfumatore che salgono al +cielo per giganteschi scalini. Maestosamente s'innalza su di esse il +monte Velino, in lontananza i monti di Sulmona e di Sora; nel centro +s'innalza monumentale, sulla cupa massa delle rupi, la rocca di +Tagliacozzo che sembra liberamente librarsi nell'aria a guisa di +un'aquila. Il mio amico Lindemann, maestro del paesaggio italiano, +rimaneva rapito della sublimità di questa incomparabile scena. Essa +potrebbe ispirare un quadro del più alto stile eroico, ed io mi auguro +che egli voglia farne un'opera d'arte degna del suo _Etna_; mi +piacerebbe anche vedere dipinto dalla sua mano il campo di battaglia di +Corradino col monte Velino per isfondo. + +Un pericoloso sentiero dirupato ci condusse a Colli, annidato nell'alta +solitudine delle rupi. Anche qui facemmo l'osservazione che lo stile del +Rinascimento, della fine del XV e del principio del XVI secolo, è la +forma architettonica corrente in tutte le località anche le più piccole +della regione. In questi Castelli durano inalterati degli edifici per +trecento e quattrocento anni, costruiti come sono con le pietre di +questi monti. Trovammo infatti delle bellissime finestre e porte del +Rinascimento nei villaggi più piccoli e più miserabili; mentre negli +Abruzzi, già ad Antrodoco ed a Cittàducale, trovammo predominanti le +forme gotiche. Sembra che queste si siano mantenute più a lungo in +quella regione che nel Romano dove cominciarono a venir meno dopo la +metà del XV secolo. Questi due stili compendiano i caratteri +architettonici di tutte le contrade che visitammo. + +Da Colli scendemmo in un bellissimo bosco di quercie, attraverso il +quale scorre un affluente del Salto, il Torano. Passammo quindi per +Carsòli e dopo una cavalcata di parecchie ore attraverso i deserti ed +umidi monti di Riofreddo e di Oricola giungemmo finalmente ad Arsoli +sulla via Valeria, feudo dei romani Massimo, con uno splendido lume di +luna. A questo punto risalutammo con profondo sentimento patriottico, la +vetusta terra romana, la campagna di Roma, come già a quel punto si +chiama. La strada conduce da Arsoli attraverso la bella valle +dell'Aniene a Tivoli, e da Tivoli a Roma.[91] + + +NOTA + +Segnaliamo al lettore l'opera d'imminente pubblicazione _Roma e lo Stato +del Papa dal ritorno di Pio IX al XX Settembre_ di R. DE CESARE, nella +quale si trovano importanti notizie sugli ebrei di Roma (vol. 1º, cap. +XV); sulla scuola di nudo di Gigi (vol. 1º, cap. XII); sui teatri (vol. +1º, cap. XVI); sulle processioni (vol. 2º, cap. XX); notizie che +chiariscono e completano quanto descrive il Gregorovius nel _Ghetto e +gli ebrei di Roma_ e nelle _Macchiette romane_; in proposito è anche da +consultare l'opera di WILLIAM WETMORE STORY, _Roba di Roma_. + + +NOTE: + +[1] Oggi Norcia nell'Umbria. _(N. d. T.)_. + +[2] Secondo Jannuccelli, _Dissertazione sull'origine di Subiaco_, gli +schiavi cristiani, impiegati da Nerone per la costruzione della sua +magnifica villa _sublacense_, dettero origine alla città. _(N. d. T.)_. + +[3] Questo prete è anche conosciuto sotto il nome di Fiorenzo o +Fiorentino. _(N. d. T.)_. + +[4] Non esiste alcun documento del VII secolo intorno a Subiaco. + +[5] Fu papa Leone VII che posteriormente al VII secolo donò il convento +di S. Erasmo ai Benedettini. _(N. d. T.)_. + +[6] Per molto tempo si è creduto, stando ad una bolla attribuita a +Giovanni VII, che il ripopolamento dell'abbazia fosse dovuto a questo +papa; oggi si è potuto stabilire che quella bolla è invece del papa +Giovanni XVII (Vedi _Regestum Sublacense_). _(N. d. T.)_. + +[7] La rocca abbaziale, costruita nel secolo xi dall'abate Giovanni V, +nel punto culminante del paese, farebbe ritenere Subiaco feudo del +monastero. _(N. d. T.)_. + +[8] Intorno alla prima stamperia in Italia ed ai primi tipografi a +Subiaco, vedi prefazione del _Chronicon Sublacense_ del Padre Cherubino +Mirzio pubblicata a Roma nel 1884 a cura della Società Romana di Storia +Patria. _(N. d. T.)_. + +[9] Questo Regestum è stato pubblicato nel 1882 a cura della Società +Romana di Storia patria. _(N. d. T.)_. + +[10] Anche il _Chronicon Sublacense_ del Mirzio fu pubblicato nel 1884 a +cura della stessa Società. _(N. d. T.)_. + +[11] Come ai viaggiatori è dolce rivedere la patria, così ai copisti la +fine del libro. _(N. d. T.)_. + +[12] Probo o Euprobo della famiglia Anicia ed Abbondanza di quella dei +Reguardati furono i genitori di Benedetto e di Scolastica, nati da un +sol parto. _(N. d. T.)_. + +[13] È opera del Raggi, detto il _Lombardo_, allievo del Bernini. _(N. +d. T.)_. + +[14] Gasparone fu liberato nel 1871 e spesso fu veduto in Roma, dove gli +erano resi omaggi come ad una vittima dell'epoca papale. + +[15] Ponte Felice fu costruito da Augusto e restaurato da Sisto V. _(N. +d. T.)_. + +[16] Questo quadro, attribuito anche al Ghirlandaio, dalla chiesa di S. +Gerolamo degli Zoccolanti fu trasportato nel Palazzo pubblico. _(N. d. +T.)_. + +[17] Sulla porta è incisa la seguente iscrizione + + ANNIBAL CAESIS AD TRASIMENVM ROMANIS VRBEM ROMAM INFENSO AGMINE + PETENS SPOLETO MAGNA SVORUM CLADE REPULSVS INSIGNI FVGA PORTAE + NOMEN FECIT + + _(N. d. T.)_. + +[18] Questo acquedotto-viadotto è chiamato _Ponte delle Torri_ da due +torri erette alle estremità. _(N. d. T.)_. + +[19] Il breve è nell'Archivio di Stato di Spoleto. Vedi F. GREGOROVIUS, +_Lucrezia Borgia_, Firenze, Le Monnier, 1874, pag. 113. _(N. d. T.)_. + +[20] La Chiesa di S. Maria degli Angeli detta anche _Portiuncula_ perchè +innalzata sul poco terreno concesso a S. Francesco dai benedettini per +fondarvi il suo ordine, fu cominciata nel 1569 su disegni del Vignola da +Galeazzo Alessi e Giulio Ponti. Al Poletti si dava l'attuale facciata. +_(N. d. T.)_. + +[21] _«Ad coërcendam Perusinorum audaciam»_ così diceva il decreto di +Paolo III che ordinava la costruzione della fortezza. + +[22] Oggi nel centro della spianata già occupata dalla fortezza sorge il +palazzo provinciale. _(N. d. T.)_. + +[23] Membri dell'aristocrazia e del clero. + +[24] Oggi il dipinto si trova nella pinacoteca del palazzo comunale. +_(N. d. T.)_. + +[25] La tradizione popolare voleva che gli Ebrei provassero spavento e +ripugnanza a passare sotto questo monumento. _(N. d. T.)_. + +[26] _Della guerra giudaica_, VII, 5 _(N. d. T.)_. + +[27] La restaurazione si deve al Valadier e fu fatto per consolidare +l'arco in seguito al suo isolamento, la parte ricostruita, affinchè si +distinguesse, fu eseguita in travertino e senza sculture. _(N. d. T.)_. + +[28] Gli ebrei dovevano portare in testa in segno di riconoscimento un +cenciolino di color giallo detto _sciamanno_ dall'ebraico _Siman_ +(segno). Pio VIII abolì ufficialmente quest'obbligo che dopo la +restaurazione del 1814 era rimasto lettera morta. _(N. d. T.)_. + +[29] L'_jus di gazagà_ che in ebraico vale _possesso continuato_ +cominciò ad essere regolato col breve «Dudum» del 27 febbraio 1562 da +Pio IV, Medici (1559-1565), e venne in seguito perfezionato da Clemente +VIII, Aldobrandini (1569-1605), col breve «_Viam veritatis_» del 5 +giugno 1604. + +Intorno all'_jus di gazagà_ vedi lo scritto di A. Baccelli in _Studi +giuridici e questioni forensi_, Roma, 1904. _(N. d. T.)_. + +[30] Fu don Michelangelo Caetani Duca di Sermoneta, che nel 1848 ottenne +da Pio IX che gli ebrei non fossero forzati ad assistere alle prediche. +_(N. d. T.)_. + +[31] Editto del Cardinale Rivarola, 12 aprile 1814. _(N. d. T.)_. + +[32] Da quando il Gregorovius scrisse queste pagine sono scorsi più di +cinquanta anni; da quell'epoca gli ebrei hanno acquistato tutti i +diritti degli altri cittadini ed il Ghetto è scomparso. La sua completa +demolizione, eseguita dal 1885 al 1888, venne compresa nel piano +regolatore della città ed in quello dei lavori del Tevere e l'area su +cui sorgevano i poveri ed infetti abituri degli ebrei e che va dal +portico d'Ottavia al palazzo Cenci, costeggiando il Tevere, lungo i +muraglioni tra il ponte Quattro Capi e quello Garibaldi, è destinata +alla fabbricazione e vi sorge maestoso il nuovo monumentale tempio +israelitico costruito nel 1903 su disegni del Costa e dell'Armanni. + +La popolazione del Ghetto si è sparsa un po' per tutta la città: un +forte nucleo ha passato il ponte Garibaldi per andare ad abitare il +nuovo quartiere dei Prati di San Cosimato alle falde del Gianicolo; però +nelle vecchie strade circostanti al Ghetto si vedono tuttora molte +botteghe di ebrei. _(N. d. T.)_. + +[33] Il popolo lo chiama l'_Ortaccio_; la strada che vi conduce è ancor +oggi chiamata: Via dell'Orto degli Ebrei, ora non vi si seppellisce più, +è stato invece aperto al Camposanto del Verano un reparto israelitico. +_(N. d. T.)_. + +[34] Le ebree erano e sono tuttora abilissime nel _ricucire all'ago +d'oro_, cioè nel riconnettere due o più parti di panno in guisa che non +se ne scorga la commessione. _(N. d. T.)_. + +[35] Specialmente a Livorno che l'About nella sua _Rome contemporaine_ +chiama il paradiso degli Ebrei, mentre Roma ne era l'inferno. _(N. d. +T.)_. + +[36] Il romanesco del Ghetto differiva da quello comune sia per alcune +voci e modi speciali, come le esclamazioni: _mordivoi!_ (accorciamento +di _per amor di voi_ usato nel parlare altrui e come voce prenominale di +apostrofe); _badonai!_ (perdio!); _per la vita mia!_; _per la vita di +mio padre!_; sia per altre particolarità-come l'allargamento della +vocale e accentata in _fonnamènto, testamènto, tètto,_ e simili; sia per +cambiar sempre in maschili i plurali femminili, così: _li lèggi, li +scòli, li raggioni, ròbbi vècchi_ (grido quest'ultimo dei rigattieri +ebrei). + +Così un ebreo era riconosciuto tra mille e dileggiato pel suo modo di +parlare e per la pronuncia speciale di un dialetto molto simile al +romanesco, di cui non era che una variante caratterizzata dalla +cantilena nasale e strisciata. Questo dialetto conservava alcune parole +e frasi ebraiche, alcune delle quali, principalmente a causa di scherno, +passarono storpiate nel romanesco, come ad esempio: + +_Badanai_ da _Badonai_, adoperato a significare gli stessi ebrei. + +_Tatanai_ da _Adonai_, indica grida confuse di più persone; derivato +probabilmente dalle replicate invocazioni ad _Adonai_ (Dio) nelle +preghiere dette in comune nella sinagoga. + +_Baruccabbà_ dalle prime due parole del saluto rituale _Baruh abba +bescem Adonai_ (Benedictus qui venit in nomine Domini) di cui +gl'israeliti si servivano e che divenne nel romanesco nomignolo di +scherno per gli ebrei. + +_Tareffe_, denota magagnato, puzzolente, tolto dall'ebraico _taref_, +derivato dal verbo _taraf_, sbranare, dilaniare, che si applica alle +carni illecite, sia perchè non macellate secondo il rito, sia perchè +appartenenti ad animali vietati. + +_Cascerro_, da _cascer_, vale retto, congruo, conveniente, è l'opposto +di _taref_. + +_Aèo_, era uno dei gridi dei cenciaiuoli girovaghi ebrei, oggi +scomparso, si usa in senso metaforico a denotare malandato, guasto. + +Quantunque il Ghetto sia sparito ed i suoi abitanti si siano dispersi +per i diversi rioni della città, tuttavia persiste la differenza nel +modo di parlare degli ebrei, sebbene accenni e sia destinata a +scomparire. + +(Vedi _passim_ i _Sonetti romaneschi_ di G. G. Belli, editi a cura di +Luigi Morandi. Lapi, Città di Castello, 1886-1889). _(N. d. T.)_. + +[37] Intorno al Ghetto ed agli ebrei in Roma vedi: NATALI, _Il Ghetto di +Roma_, Roma 1887; BARACCONI, _I Rioni di Roma_, Torino, 1905; AMPÈRE, +_L'Empire Romain à Rome_, Paris, 1867; ABOUT, _Rome contemporaine_, +Paris, 1861; VALADIER, _Rome vraie_, Paris, 1867; BERLINER, _Ein beitrag +zur geschichte der Juden in Rom_, Berlin, 1890; AUGUSTUS J. C. HARE, +_Walks in Rome_, London, 1905; Dott. PHILIPH, _The Jews in Rome_. _(N. +d. T.)_. + +[38] È questa la chiesa di S. Maria dell'Orazione e Morte in via Giulia, +detta semplicemente _La Morte_, dove ha sede l'Arciconfraternita dello +stesso nome, detto anche _La buona Morte_, che ha lo scopo di andare a +raccogliere i cadaveri abbandonati per la campagna e quelli dei poveri +morti in città, ai quali anticamente dava sepoltura nel suo oratorio. +_(N. d. T.)_. + +[39] Hans Holbein il giovane (1499-1554) dipinse la _Danza dei morti_ +che si trova nel palazzo di città di Basilea. _(N. d. T.)_. + +[40] Sulle rappresentazioni sacre in occasione della commemorazione dei +defunti, vedi _Cracas_, III serie, anno I, n. 9. _(N. d. T.)_. + +[41] I semi di zucca salati sono detti in romanesco _bruscolini_ e +_bruscolinaro_ colui che li vende. _(N. d. T.)_. + +[42] I burattinai solevano dare la voce a Pulcinella, quando non lo +facevano parlare in dialetto napoletano, mediante un istrumento detto +_pivetta_, formato da due pezzi di latta riuniti da un cordone, +attraverso i quali la voce passando acquistava un suono stridulo e +ridicolo simile al chiocciare di una gallina. La _pivetta_ è ancora +usata dai burattinai girovaghi. _(N. d. T.)_. + +[43] Ogni rappresentazione si diceva _camerata_ o più popolarmente, +anche adesso _infornata_, perchè l'angustia del luogo fa soffrire il +caldo di un forno. _(N. d. T.)_. + +[44] I casotti per la fiera, in cui si vendevano specialmente pupazzi da +presepio fino a Natale e dopo fino all'Epifania giocattoli, si erigevano +all'ingresso dell'Avvento; la fiera fu poi trasportata in piazza Navona, +dove ora agonizza; il chiasso vi si fa specialmente durante la notte +della Befana. _(N. d. T.)_. + +[45] Il Bertolotti nel suo articolo «Le rappresentazioni coi burattini a +Roma» in _Fanfulla_, 1882, n. 64, dà al teatro il nome di _Fiando_. +Ricordiamo che Fiando fu un burattinaio celebre in tutta Italia per le +sue marionette incivilite e perfezionate; però a Roma si seguitò a +chiamare Fiano il teatrino di S. Apollinare perchè prima di questo un +altro ne esisteva nel palazzo Fiano in piazza S. Lorenzo in Lucina di +fianco alla Chiesa e Fiano indicò per antonomasia teatro dei burattini. +_(N. d. T.)_. + +[46] Sui burattini di Roma e specialmente su _Cassandrino_, vedi +STENDHAL, _Rome, Naples et Florence_, Paris, Levy, 1872, pag. 317, e +FREDERIC MERCEY, articolo nella _Revue des Deux Mondes_, 15 aprile 1840. +Vedi anche MAES, _Curiosità romane_, Serie III, Roma, 1885. _(N. d. +T.)_. + +[47] I religiosi zoccolanti di S. Maria in Aracoeli trasportavano in +vettura a passo lento il bambino per visitare gli infermi ridotti agli +estremi. _(N. d. T.)_. + +[48] Il teatro Emiliani occupava il vasto locale dove oggi è il deposito +di ferramenta della ditta Monami dal lato tra la via S. Agnese e il +vicolo dei Lorenesi. _(N. d. T.)_. + +[49] Piazza Navona veniva allagata tutti i sabati durante il mese di +agosto. _(N. d. T.)_. + +[50] Coppia di amanti babilonesi, le cui avventure celebrate da Ovidio +nelle _Metamorfosi_, 4, 55 e seg., ricordate da Dante, _Purg._ 27-37, e +da Shakespeare nel _Sogno di una notte d'estate_, divennero +eccessivamente popolari in grazia alle rozze incisioni che formarono +l'ornamento delle case operaie e contadine. _(N. d. T.)_. + +[51] _Far mosca_ per far silenzio è pure del fiorentino; in romanesco si +dice comunemente: _Zitto e mosca!_ o semplicemente _mosca!_ ed anche +_far moschiera_ quando si vuol dare maggior caricatura al discorso. _(N. +d. T.)_. + +[52] Sul dialetto romanesco vedi BELLI, introduzione ai _Sonetti_, vol. +1º, Ed. Lapi, Città di Castello, 1882; SABATINI F., _Volgo di Roma_ e +_L'ortografia del dialetto romanesco_, Roma, Loescher, 1890. _(N. d. +T.)_. + +[53] Però ha prodotto quel monumento che sono i Sonetti del Belli, ai +quali rimandiamo una volta per tutte il lettore, come alla più completa +illustrazione di tutto quanto è descritto in queste pagine. _(N. d. +T.)_. + +[54] Il teatro delle dame, detto d'Alibert nel vicolo dello stesso nome, +presso piazza di Spagna, era il più vasto teatro di Roma, ma anche il +più disadorno e di cattiva forma, fu distrutto da un incendio il 15 +febbraio 1863. _(N. d. T.)_. + +[55] L'anfiteatro scoperto Corea in via dei Pontefici era annesso al +palazzo della famiglia Corea ed era fondato sulle sostruzioni del +mausoleo di Augusto; fino alla proibizione di Pio VIII vi si fecero le +giostre delle vaccine; fu famoso per i _fochetti_, fuochi d'artificio +che vi si incendiavano nelle domeniche d'estate; in generale gli +spettacoli vi terminavano all'Ave Maria. Oggi è sparito ed al suo posto +sorge il teatro Umberto I. _(N. d. T.)_. + +[56] Di questi altri teatri quello Capranica è stato chiuso e l'Apollo +fu demolito in seguito ai lavori del Tevere. _(N. d. T.)_. + +[57] Per la benedizione dei cavalli che si fa in occasione della festa +di S. Antonio abate che ricorre il 17 gennaio. _(N. d. T.)_. + +[58] Precedono i convogli funebri i così detti _mandatari_, specie di +servi delle confraternite, vestiti di una livrea dai colori della +compagnia. _(N. d. T.)_. + +[59] Il popolo li chiama _gamberi cotti_, appunto dal colore del +vestito. _(N. d. T.)_. + +[60] Queste ragazze che vanno in processione sono per lo più zitelle, +cui è stata assegnata nell'anno una dote da qualche congrega e si +chiamano le _ammantate_ dal manto bianco che le ricopre e che è di un +tessuto fine, sul quale vengono infilati degli spilli comuni in modo che +formino dei disegni, per lo più di fiori, che rilucono come se fossero +d'argento. _(N. d. T.)_. + +[61] Questa croce immane di cartapesta, che vien portata nelle +processioni, vien detta _tronco_ perchè foggiata in due grossi tronchi +d'albero nella loro rozzezza naturale. _(N. d. T.)_. + +[62] Via Claudiana, per quanto ci consta, non è mai esistita. _(N. d. +T.)_. + +[63] Verso il tempo, in cui furon scritte queste pagine fu famosa +l'accademia del modello Giggi Tallariti che ebbe sede prima in piazza S. +Silvestro, rimpetto alla posta attuale, poi in via Margutta. _(N. d. +T.)_. + +[64] Sul saltarello, ballo figurato che ricorda la tarantella napoletana +e che prende il nome dal salto che spiccano i ballerini ad una battuta +più marcata di tamburello, vedi _Cracas_, III serie, anno 1º, N. 6. +_(N. d. T.)_. + +[65] Il Consiglio comunale di Roma nella seduta 19 maggio 1882 decretò +la coniazione di una medaglia d'oro in onore di Garibaldi «a titolo di +benemerenza cittadina per la grande iniziativa da lui presa, affinchè lo +Stato provvedesse all'attuazione dei lavori necessari per la +sistemazione del Tevere». _(N. d. T.)_. + +[66] _Saggio di Bibliografia del Tevere_ presentato alla Società +Geografica italiana nella tornata del 13 febbraio 1876 dal socio ENRICO +NARDUCCI. Roma--Giuseppe Civelli, 1876. + +[67] I bandi e chirografi, le bolle, gli editti, gli statuti, le +notificazioni e le disposizioni dirette specialmente a regolare la +navigabilità e la navigazione sono moltissimi e vanno dal 1562 al 1869; +sono interessantissimi per la storia del nostro fiume ed alcuni hanno +tuttora vigore, come quelli che regolano la polizia delle ripe e +dell'alveo e la servitù della via alzaia. _(N. d. T.)_. + +[68] 370 km. di corso, 340 dalla sorgente a Roma, 30 da Roma al mare. Il +suo corso attraverso la città di Roma è di 4105 metri. Massima larghezza +a Ponte Molle 160 m. Profondità media 8 m. (M. CARCANI. _Il Tevere e le +sue inondazioni_, Roma, 1875). + +[69] FRANCESCO BRIOSCHI: _Le inondazioni del Tevere_ in Roma. Roma, +1876. + +[70] Intorno all'arginatura delle ripe del Tevere sotto i Romani, vedi +lo scritto del Borsari nel _Bollettino della Commissione archeologica +comunale di Roma_, 1889, pag. 165 e seg. L'intiera materia delle +inondazioni, della navigazione del Tevere e dei provvedimenti +relativamente ad esse presi nei tempi antichi, è ampiamente trattata dal +PRELLER in un articolo intitolato _Rom und der Tiber_, nelle _Berichte +der Sächsischen Gesellschaft_, 1848-49. _(N. d. T.)_. + +[71] Gli epigrammi sulle inondazioni del Tevere si trovano sparsi nelle +raccolte d'iscrizioni del Galletti e Forcella, nel _Tevere incatenato_ +del Bonini, nel Narducci, nel Carcani, etc. + +[72] Anche nel 1852 è comparso un poema _Il Tevere_ del romano Giuseppe +Gioacchino Belli. + +[73] L'amministrazione francese, durante il periodo napoleonico dal 1809 +al 1814, aveva stabilito di costruire i muraglioni lungo il Tevere +urbano ed il relativo progetto era stato redatto dall'ingegnere francese +Navier. Vedi: TOURNON, _Études statistiques sur Rome et la partie +occidentale des États romains, Paris, 1831,_ vol. 2º, libro V, cap. IV, +pag. 178. Il TOURNON soggiunge, profeticamente, che prima o poi, +l'esecuzione di tale progetto si sarebbe imposta ad un governo, pel +quale il risanamento e l'abbellimento di Roma fossero interessi di primo +ordine _(N. d. T.)_. + +[74] Il Canevari fu il relatore (22 Luglio 1871) della Commissione +nominata dal Consiglio Comunale nella seduta 3 Giugno 1871 e nella sua +relazione si accenna già ai lungotevere ed ai muraglioni di sponda. _(N. +d. T.)_. + +[75] Questa importante operetta originariamente vide la luce nel 1859 +nel periodico l'_Album_, mutilata dalla censura, fu nuovamente +pubblicata dalla «Casa Italiana Editrice di Roma» nel 1883, tralasciando +però di riportare le importantissime iscrizioni relative alle piene. +_(N. d. T.)_. + +[76] Negli scavi fatti per le fondazioni dei muraglioni e delle pile dei +nuovi ponti sono venuti alla luce diversi oggetti, non tanti però quanti +si sperava e sono stati depositati nel Museo Nazionale Romano nelle +Terme Diocleziane. _(N. d. T.)_. + +[77] È questo oggi il quartiere dei Prati di Castello che tre ponti +(Margherita, Cavour e Umberto) collegano alla vecchia città. _(N. d. +T.)_. + +[78] Il pittore tedesco Karl Lindemann-Frommel (1819-1891), socio +dell'Accademia di S. Luca fu per molti anni intimo amico del Gregorovius +e ne illustrò l'idillio «Capri». + +[79] Anche questa rocca, come quella di Perugia, era stata elevata «_ad +reprimendam audaciam Aquilanorum_» come ricordava una lapida che era +sulla porta. + +[80] Oggi è meta di molte ascensioni e la Sezione di Roma del Club +Alpino italiano vi ha costruito un rifugio (2200 m.) inaugurato nel +1886. _(N. d. T.)_. + +[81] La vetta più alta è il monte Corno o Corno grande (2921 m.). _(N. +d. T.)_. + +[82] È la giogaia del Terminillo (2213 m.). _(N. d. T.)_. + +[83] È questo il famoso passo di _Forca Caruso_ che mette in +comunicazione la conca di Celano con la valle dell'Aterno, è una specie +di seno tra due alte montagne; ha fama spaventosa, più che per l'orrida +natura, per le leggende che la fantasia popolare vi riconnette. _(N. d. +T.)_. + +[84] Alba Fucense. _(N. d. T.)_. + +[85] Oggi Trasacco. _(N. d. T.)_. + +[86] I lavori di prosciugamento e bonifica del lago di Fucino, che hanno +trasformato l'antico bacino del lago in _16000_ ettari di terreno +coltivato e ferace, furono iniziati nel 1854 da una Società per azioni +cui, scarseggiando essa di mezzi, si sostituì il principe Alessandro +Torlonia, che aveva già sottoscritto metà del capitale e che disse +risolutamente: «O io asciugo il Fucino o il Fucino asciuga me». Solo nel +giugno 1876 emersero le terre più basse ed oggi il piano dove posa la +statua della Vergine sopra un piedistallo alto sette metri e mezzo, in +testa al nuovo emissario, indica l'altezza cui giungevano le acque del +lago. Per il prosciugamento e la bonifica furon spesi 43 milioni e +137,209 lire, di cui 24,263,994 pel solo prosciugamento. Torlonia fu +creato da Vittorio Emanuele II principe del Fucino. Sul territorio +bonificato vivono circa 7000 agricoltori ed altrettanti operai, +subentrati ai due o trecento pescatori che prima vivevano sulle sponde +del lago. _(N. d. T.)_. + +[87] Massa d'Alba. _(N. d. T.)_. + +[88] Il Salto è detto Imele alle sue sorgenti. _(N. d. T.)_. + +[89] Facciamo notare che la parola _difesa_, nelle Provincie facenti +parte dell'ex regno di Napoli, è adoperata per denotare quella porzione +del demanio comunale convertita dai baroni in loro esclusivo dominio, +cingendola, a difesa, con siepi ed altri ripari, per impedire ai +cittadini di penetrarvi per l'esercizio degli usi civici. + +La parola difesa è anche adoperata ad indicare il demanio chiuso per +tutto l'anno all'esercizio degli usi altre volte denota la chiusura per +un determinato periodo o la riserva per il raccolto di alcuni frutti, +come la ghianda e le castagne, altre volte ancora che il demanio è +chiuso sempre per il popolo ed aperto per gli altri usi. (Vedi: _Nozioni +di diritto demaniale feudale_ per DONATO A. TOMMASI in Forti, e DE +RENSIS, _Il Codice dei Demani comunali nelle provincie napoletane e +siciliane_, Roma, 1906). + +E' dunque più che probabile che per una di queste ragioni la località +venga chiamata _Difese_, e che lo sventurato Corradino non c'entri +affatto. _(N. d. T.)_. + +[91] Vedi: BIANCO, _Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 +al 1863_, Milano, 1864. _(N. d. T.)_. + +[92] Consulta _Guida dell'Abruzzo_ di C. ABBATE, Roma, 1903. _(N. d. +T.)_. + + + + +INDICE + + +Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . Pag. III + +Subiaco . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1 + +Attraverso l'Umbria e la Sabina . . . . . » 49 + +Il Ghetto e gli Ebrei di Roma . . . . . . » 115 + +Macchiette romane . . . . . . . . . . . . » 199 + +Storia del Tevere . . . . . . . . . . . . » 289 + +L'impero, Roma e la Germania . . . . . . » 331 + +Una settimana di Pentecoste in Abruzzo . » 399 + + + + +Nota del Trascrittore + + +L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute, +correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Le parole in +greco a pag. 35 e 42 sono state traslitterate. Tutte le occorrenze +dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state +normalizzate in (N. d. T.). + +Grafie alternative mantenute: + + E'/È + imagine/immagine + de/de' + Aracoeli/Ara Coeli + Lungotevere/lungotevere/lungo-tevere + pseudogotica/pseudo-gotica + della morte/della Morte + Imperator pacificus/Imperator Pacificus + jus Gazagà/Jus Gazagà/jus di gazagà + Sacrum specus/sacrum specus + accessori/accessorî + ampi/ampî + Bavaro/Bàvaro + Castrum Pontium/Castrum pontium + colera/colèra + desideri/desiderî + pontifici/pontificî + qua/quà + reazionari/reazionarî + studi/studî + subite/subìte + subíto/subìto + vari/varî + +Altre correzioni: + pag. 169 si è udito [udì] fin da allora + pag. 190 e si è sviluppato [sviluppò] ed esteso con magnificenza, + pag. 231 battono l'una contro l'altra [l'altro] delle tavolette + pag. 310 un'intonazione [intozione] solenne e poetica + pag. 323 + sostituisce il simbolo obelisco dell'originale + pag. 358 Gli epigoni della casa Hohenstaufen [Hoherstaufen] + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Volume 2, by +Ferdinando Gregorovius + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOLUME 2 *** + +***** This file should be named 37099-8.txt or 37099-8.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + https://www.gutenberg.org/3/7/0/9/37099/ + +Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and +the Online Distributed Proofreading Team at +https://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive/Canadian +Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. Special rules, +set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to +copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to +protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project +Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you +charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you +do not charge anything for copies of this eBook, complying with the +rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose +such as creation of derivative works, reports, performances and +research. They may be modified and printed and given away--you may do +practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is +subject to the trademark license, especially commercial +redistribution. + + + +*** START: FULL LICENSE *** + +THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE +PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK + +To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free +distribution of electronic works, by using or distributing this work +(or any other work associated in any way with the phrase "Project +Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project +Gutenberg-tm License (available with this file or online at +https://gutenberg.org/license). + + +Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm +electronic works + +1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm +electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to +and accept all the terms of this license and intellectual property +(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all +the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy +all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession. +If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project +Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the +terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or +entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8. + +1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be +used on or associated in any way with an electronic work by people who +agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few +things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works +even without complying with the full terms of this agreement. See +paragraph 1.C below. 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If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived +from the public domain (does not contain a notice indicating that it is +posted with permission of the copyright holder), the work can be copied +and distributed to anyone in the United States without paying any fees +or charges. If you are redistributing or providing access to a work +with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the +work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1 +through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the +Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or +1.E.9. + +1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted +with the permission of the copyright holder, your use and distribution +must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional +terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked +to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the +permission of the copyright holder found at the beginning of this work. + +1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm +License terms from this work, or any files containing a part of this +work or any other work associated with Project Gutenberg-tm. + +1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this +electronic work, or any part of this electronic work, without +prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with +active links or immediate access to the full terms of the Project +Gutenberg-tm License. + +1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary, +compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any +word processing or hypertext form. 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Royalty payments should be clearly marked as such and + sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the + address specified in Section 4, "Information about donations to + the Project Gutenberg Literary Archive Foundation." + +- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies + you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he + does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm + License. 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Except for the limited right of replacement or refund set forth +in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER +WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO +WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE. + +1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied +warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages. +If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the +law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be +interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by +the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any +provision of this agreement shall not void the remaining provisions. + +1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the +trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone +providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance +with this agreement, and any volunteers associated with the production, +promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works, +harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees, +that arise directly or indirectly from any of the following which you do +or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm +work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any +Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause. + + +Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm + +Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of +electronic works in formats readable by the widest variety of computers +including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at https://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +https://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact +information can be found at the Foundation's web site and official +page at https://pglaf.org + +For additional contact information: + Dr. Gregory B. Newby + Chief Executive and Director + gbnewby@pglaf.org + + +Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation + +Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide +spread public support and donations to carry out its mission of +increasing the number of public domain and licensed works that can be +freely distributed in machine readable form accessible by the widest +array of equipment including outdated equipment. Many small donations +($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt +status with the IRS. + +The Foundation is committed to complying with the laws regulating +charities and charitable donations in all 50 states of the United +States. Compliance requirements are not uniform and it takes a +considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up +with these requirements. We do not solicit donations in locations +where we have not received written confirmation of compliance. To +SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any +particular state visit https://pglaf.org + +While we cannot and do not solicit contributions from states where we +have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition +against accepting unsolicited donations from donors in such states who +approach us with offers to donate. + +International donations are gratefully accepted, but we cannot make +any statements concerning tax treatment of donations received from +outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff. + +Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation +methods and addresses. Donations are accepted in a number of other +ways including including checks, online payments and credit card +donations. To donate, please visit: https://pglaf.org/donate + + +Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic +works. + +Professor Michael S. Hart was the originator of the Project Gutenberg-tm +concept of a library of electronic works that could be freely shared +with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project +Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support. + + +Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed +editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S. +unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + https://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. diff --git a/37099-8.zip b/37099-8.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..42451e7 --- /dev/null +++ b/37099-8.zip diff --git a/37099-h.zip b/37099-h.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..005bdd6 --- /dev/null +++ b/37099-h.zip diff --git a/37099-h/37099-h.htm b/37099-h/37099-h.htm new file mode 100644 index 0000000..43d6acd --- /dev/null +++ b/37099-h/37099-h.htm @@ -0,0 +1,14926 @@ +<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN" + "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd"> +<!-- $Id: header.txt 236 2009-12-07 18:57:00Z vlsimpson $ --> + +<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it"> + <head> + <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html;charset=iso-8859-1" /> + <meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css" /> + <title> + The Project Gutenberg eBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 2, by Ferdinando Gregorovius. + </title> + + <style type="text/css"> + +body { + margin-left: 10%; + margin-right: 10%; +} + +p { + margin-top: .75em; + text-align: justify; +} + +h1 { text-align: center; line-height: 1.5; font-weight: 500; } + +h2 { text-align: center; margin-top: 3em; + margin-bottom: 3em; } + +hr { + width: 65%; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; + margin-left: auto; + margin-right: auto; + clear: both; +} + +hr.minor { width: 15%; + margin-top: .75em; + margin-bottom: .75em; } + +.pagenum { /* uncomment the next line for invisible page numbers */ + /* visibility: hidden; */ + position: absolute; + left: 92%; + font-size: 70%; + text-align: right; +} /* page numbers */ + +.title { text-align: center; margin-top: 3em; margin-bottom: 3em; } + +.center {text-align: center;} + +.inscr { text-align: center; font-size: 90%; line-height: 1.3em; } + +.left { text-align: left; margin-left: 5%; } + +.right { text-align: right; margin-right: 5%; } + +.small { font-size: 70%; } + +.big { font-size: 130%; } + +.lighter { font-weight: 500; } + +.smcap {font-variant: small-caps;} + +.o { text-decoration: overline; } + +.TOC { position: relative; text-align: left; + margin-left: 20%; margin-right: 20%; + list-style-type: none; } + +.TOC li { text-indent: -1em; margin-right: 15%; + font-size: 105%; line-height: 1.3em; } + +span.tocright { position: absolute; right: 0;} + +.tnote { border: dashed 1px; margin-left: 20%; margin-right: 17%; + margin-top: 6em; padding-bottom: .5em; padding-top: .5em; + padding-left: 2em; padding-right: 2em; + font-size: 90%; } + +.tnote h2 { text-align: center; /* all headings centered */ + clear: both; + font-weight: 500; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; } + +.tnote ul { text-align: left; margin-left: 5%; + list-style-type: none } + +.u {text-decoration: underline;} + +.caption {font-weight: bold;} + +/* Images */ +.figcenter { + margin: auto; + text-align: center; +} + +.figleft { + float: left; + clear: left; + margin-left: 0; + margin-bottom: 1em; + margin-top: 1em; + margin-right: 1em; + padding: 0; + text-align: center; +} + +.figright { + float: right; + clear: right; + margin-left: 1em; + margin-bottom: + 1em; + margin-top: 1em; + margin-right: 0; + padding: 0; + text-align: center; +} + +/* Footnotes */ +.footnotes {border: dashed 1px;} + +.footnote {margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 0.9em;} + +.footnote .label {position: absolute; right: 84%; text-align: right;} + +.fnanchor { + vertical-align: super; + font-size: .8em; + text-decoration: + none; +} + +/* Poetry */ +.poem { + margin-left:10%; + margin-right:10%; + text-align: left; +} + +.poem br {display: none;} + +.poem .stanza {margin: 1em 0em 1em 0em;} + +.poem span.i0 { + display: block; + margin-left: 0em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} + +.poem span.i2 { + display: block; + margin-left: 2em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} + +.poem span.i4 { + display: block; + margin-left: 4em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} +.poem span.i6 { + display: block; + margin-left: 6em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} + + </style> + </head> +<body> + + +<pre> + +The Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Volume 2, by +Ferdinando Gregorovius + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Passeggiate per l'Italia, Volume 2 + +Author: Ferdinando Gregorovius + +Release Date: August 15, 2011 [EBook #37099] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOLUME 2 *** + + + + +Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and +the Online Distributed Proofreading Team at +https://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive/Canadian +Libraries) + + + + + + +</pre> + + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_i" id="Page_i">[i]</a></span></p> + +<p class="title">FERDINANDO GREGOROVIUS</p> + +<h1><span class="big">Passeggiate per l'Italia</span></h1> +<div class="figcenter" style="width: 120px;"> +<img src="images/ill002.jpg" width="120" height="55" alt="" title="" /> +</div> +<p class="title">Subiaco<br /> +Attraverso l'Umbria<br /> +e la Sabina—Il Ghetto<br /> +e gli Ebrei di Roma—Macchiette<br /> +romane—Storia del Tevere—L'impero,<br /> +Roma e la Germania—Una<br /> +settimana di Pentecoste<br /> +in<br /> +Abruzzo</p> + +<hr class="minor" /> +<p class="center"><i>Versione dal tedesco</i></p> +<hr class="minor" /> + +<p class="title"><span class="smcap">Ulisse Carboni—Libraio Editore</span><br /> +ROMA<br /> +<i>Via delle Muratte, 77</i><br /> +1907</p> +<hr style="visibility: hidden;" /> + +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_ii" id="Page_ii">[ii]</a></span></p> + +<p class="title"> +I diritti sulla presente traduzione sono riservati +</p> + +<p class="title"> +Stab. Tip. della Società Poligrafica Editrice<br /> +Roma, Piazza Pigna, 53.</p> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_iii" id="Page_iii">[iii]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2><a name="Vari_critici_italiani_occupandosi_del_primo_volume" id="Vari_critici_italiani_occupandosi_del_primo_volume"></a></h2> +<p>Varî critici italiani, occupandosi del primo volume +di queste «Passeggiate per l'Italia» con cortesi +parole di lode al coraggioso editore romano ed al +traduttore, domandavano per quali ragioni quest'ultimo +avesse voluto mantenere l'incognito. «Dinanzi +ad opere severe e poderose, quali appunto quelle +del Gregorovius,—scriveva uno di questi critici—il +traduttore, responsabile dinanzi all'autore ed +al pubblico dell'opera sua, ha il dovere sacrosanto +di far conoscere il proprio nome».</p> + +<p>L'appunto, lo riconosco completamente, era giusto, +e son qui a fare doverosa ammenda ed insieme +a giustificarmi.</p> + +<p>Per ragioni, che sarebbe fuor di luogo qui esporre, +consegnato il manoscritto del primo volume, non +mi fu affatto possibile rivedere, neppur fugacemente, +le bozze e curar l'edizione; cosa, questa, che +dovette essere affidata ad altra cortese persona. +Per questo, per questo solo, non credetti opportuno +<span class="pagenum"><a name="Page_iv" id="Page_iv">[iv]</a></span>apporre il mio nome al primo volume.</p> + +<p>Premessa questa breve, ma doverosa giustificazione, +tengo a render qui vive grazie al signor +Attilio Rinieri de Rocchi, che mi aiutò nella non +lieve fatica della traduzione, ed all'egregio avvocato +Francesco Zunini che corredò, con paziente +lavoro di ricerca, i vari capitoli, di cui questo +volume si compone, di dotte ed utili note.</p> + +<p>Ed ora invito i lettori a seguire il grande storico +in queste sue nuove «Passeggiate» descritte +in varie date, ma comprese tutte nel febbrile periodo +della nostra insurrezione, nel periodo in cui il +potere temporale dei papi oscillava sempre più, +avvicinandosi al crollo finale. La «Saturnia tellus» +si è trasformata: è dunque bene che rimangano +consacrate, in geniale opera d'arte, le impressioni +subìte in quella terra da un così profondo conoscitore +della storia e della vita romana, quale fu +appunto Ferdinando Gregorovius.</p> + +<p> +<i>Roma, nel dicembre 1906</i>. +</p> +<p class="right"><span class="smcap">Mario Corsi</span>. +<span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[1]</a></span> +</p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"><a name="SUBIACO" id="SUBIACO"></a>SUBIACO.<br /> +<span class="small">La più antica abbazia dei Benedettini<br /> +dell'Occidente.<br /> +(1858).</span></h2> +<hr /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[3]</a></span></p> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter">SUBIACO.<br /> + +<span class="small">La più antica abbazia dei Benedettini<br /> +dell'Occidente<br /> + +(1858).</span></h2> + +<p>A ventiquattro miglia da Roma, in una +delle più belle vallate della Campagna romana, +irrigata dal gelido Aniene, giace la +famosa abbazia dei Benedettini di Subiaco. +Gli Appennini distaccano qui una catena +di monti, le alture Simbruine, che dividono +lo Stato della Chiesa dal Regno di Napoli, +la terra di confine del quale è l'antica regione +dei Marsi, oggi Marsica, provincia +appartenente agli Abbruzzi. L'Aniene scaturisce +su questo confine, sopra Filettino, +e, precipitando impetuoso, forma una lunga +ed in parte angusta valle, che fino a Tivoli +è limitata da monti ricoperti di boschi +di castagni e di olivi. Sulla sommità +di questi monti si ergono, lungo il corso +della corrente, dei cupi castelli medioevali, +Filettino, Trevi, Jenne, Subiaco, Agosta,<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[4]</a></span> +Cervara, Marano, Anticoli, Roviano, Cantalupo, +Saracinesco, Vicovaro, San Polo, +Castel Madama e Tivoli. Questo è anche +per la maggior parte il territorio di quell'antica +abbazia benedettina, luogo memorabile +dell'ancor poco conosciuto medio evo +del Lazio romano, culla del monachismo +dell'Occidente.</p> + +<p>Da questa selvaggia solitudine, fra i monti +brulli ebbero origine tutti i monasteri che, +sotto forma di colonie della Chiesa romana, +si sparsero per tutta l'Italia, la Sicilia, la +Germania, la Francia ed anche per la lontana +Britannia. I monaci mantennero stretti +i rapporti fra queste regioni e Roma, e, in +mezzo alle barbarie di secoli oscuri, essi +posero i germi della civiltà (meriti che possiamo +ancora riconoscer loro) e tennero +viva la coltura classica, copiando, scrivendo, +e studiando i codici, alla fioca luce della +lampada, nelle loro buie celle, mentre tramandavano +gli avvenimenti del loro tempo +in cronache e notizie di inestimabile valore. +Così è: uomini che si erano allontanati per +principio dal rumore del mondo, divennero +i padri degli scritti storici, fatto questo che +cessa di parere strano, quando si pensi che +i chiostri in quei secoli avevano stretti e +continui rapporti con la vita politica.</p> + +<p>Voglio in queste pagine fare la storia, +per sommi capi, di una delle più notevoli<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[5]</a></span> +abbazie. Dal punto di vista storico e scientifico, +Subiaco è certamente superata da +Montecassino, e di molto: questo chiostro +è il più antico antenato di quello che sorge +presso il Liri; per tutto il medio evo anzi +fu il faro solitario della scienza, come lo +attestano oggi i suoi preziosi archivi e la +dottrina diligente de' suoi monaci. Ma anche +la storia di Subiaco è interessantissima +per la cronaca degli avvenimenti +del medio evo negli stati romani, ed è anche +un quadro, ricco d'insegnamenti, del +feudalismo ecclesiastico. Mentre intorno a +questo chiostro si andava a poco a poco +formando uno Stato feudale da lui dipendente, +esso entrava come possente principato +nella giurisdizione territoriale romana, +il cui re era l'abate, ed i potenti baroni +erano i monaci, ai quali per lungo tempo +rimasero devote ed ubbidienti le città, i +cavalieri ed il popolo della campagna.</p> + +<p>La fondazione dell'abbazia risale al tempo +in cui l'eroica stirpe dei Goti dominava, con +Teodorico, Roma e l'Italia, e ritardava con +savie leggi, ancora per un mezzo secolo, +il tramonto definitivo della civiltà romana; +ma il crollo dell'impero era già completamente +avvenuto. Allora, mentre si andava +disgregando l'antico ordinamento del +mondo, e si spezzavano i legami di stato +e di città, si manifestò nel popolo il bisogno<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[6]</a></span> +di fuggire dalla società e di rifugiarsi +in una vita di solitudine e di pace, come +già era avvenuto al principio del secolo +quarto. Benedetto fondò il monacato occidentale, +e fu, col suo più giovane contemporaneo, +Gregorio Magno, uno dei creatori +della gerarchia romana. Quanto questa gli +dovesse, anche quel pontefice lo riconobbe; +egli stesso, nel secondo libro de' suoi dialoghi, +parlò dell'opera del suo fratello +d'armi di Subiaco, che aveva liberato l'Occidente +dalla signoria dei bizantini, aveva +istituito una regola nazionale romana, e +aveva inviato per tutte le regioni i suoi +seguaci, onde collegarle a Roma.</p> + +<p>Benedetto nacque a Nursia nella Valeria<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a> +nell'anno 480, ed all'età di quattordici +anni venne a Roma, per iniziarsi agli studî +di umanità. Ma presto, assalito dalla brama +della solitudine, cominciò ad errare per i +deserti monti Simbruini, e qui visse, in una +caverna, assorto in estatiche meditazioni. +Il luogo si chiamava <i>Sublacus</i>, ed era noto +anche a Plinio per una bella villa di Nerone, +il quale aveva fatto, sbarrando con +una arginatura l'Aniene, costruire quivi tre +laghetti artificiali, per pescarvi le trote con +reti d'oro. Queste trote sono ancora famose +come al tempo di Nerone, ma i laghetti +<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[7]</a></span> +durante il medio evo scomparvero. +Al tempo in cui il giovane romito viveva +lassù, non esisteva ancora la città di Subiaco;<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a> +però sulle rovine della villa di Nerone +era sorto un chiostro dedicato a S. Clemente, +ed uno de' suoi monaci, di nome +Romano, soleva ogni giorno portare del +cibo alla grotta del giovane Benedetto. +Questi, persuaso da sua sorella Scolastica, +uscì finalmente dalla caverna, come +Maometto; la fama della sua santità si era +già diffusa, e siccome molti romani si erano +uniti all'ispirato anacoreta, egli gettò le +regole fondamentali dell'Ordine e divise i +fratelli in dodici piccoli chiostri. Questi si +trovavano tutti nella medesima valle, nella +selvaggia solitudine dei monti. Nel contemplare +quel solenne cerchio di monti, che ora +rudi e ripidi si slanciano nell'azzurro, ora +invece gaiamente coperti di verdeggianti +boschetti, nei quali risuona la dolce canzone +dell'usignuolo, non si può fare a meno di +apprezzare il sentimento della natura, che +albergava nell'animo del giovane ispirato. +Non una di quelle incantevoli vedute, cui +solo l'orizzonte è limite, delle quali è ricca +la Campagna romana, alletta e trattiene qui +<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[8]</a></span> +l'occhio, ebro di sole e di vita; no: l'orizzonte +è qui chiuso e costretto da rupi selvagge.</p> + +<p>Verso settentrione si innalzano, simili a +giganteschi promontorî, due grandi monti, +fra i quali precipita l'Aniene, che si apre +violentemente la via fra enormi blocchi di +rocce, attraverso ombrosi scoscendimenti, +e, col suo eterno e melanconico strepito, +immerge nel sogno l'anima del solitario +viandante.</p> + +<p>Qui, sulle nude pareti rocciose, in dodici +chiostri, abitavano i santi di Roma, +simili a corvi montani, e la valle di Subiaco +poteva paragonarsi ad una di quelle +deserte valli d'Egitto, dove Atanasio ed +Antonio riunirono intorno a loro innumerevoli +schiere di anacoreti.</p> + +<p>Ma l'invidia di un prete delle vicinanze +di Vicovaro (Varia), scacciò il patriarca da +Subiaco; Pelagio<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> tentò un giorno di mandare +all'aria quei chiostri col lascivo allettamento +di belle ragazze, che ebbe l'impudenza +di mandare nelle celle dei monaci; +allora Benedetto abbandonò il luogo +profanato, dove aveva per molti anni meditato +e studiato colla compagnia di tre +giovani corvi da lui allevati, e si diresse +a Montecassino, dove l'anno 529 fondò il +<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[9]</a></span> +famosissimo chiostro. Ma in Subiaco qualche +cosa di lui era rimasto; egli stesso vi +aveva lasciato Onorato come suo successore, +in qualità di abate. La storia dei +dodici chiostri è poco conosciuta: sembra +che la tremenda guerra di distruzione dei +Goti abbia impedito loro di prosperare. +Onorato costrusse il chiostro principale, +consacrato ai santi Cosma e Damiano; è +questo il solo rimasto dei dodici, e porta +il nome di S. Scolastica. I Longobardi distrussero +gli altri nel 601;<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a> i Benedettini +scacciati si rifugiarono in Roma, dove il +papa aprì<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a> loro il chiostro di S. Erasmo, +sul monte Celio. Gregorio Magno ci si presenta +come il vero fondatore della potenza +mondiale dell'abbazia di Subiaco; a lui è +attribuito un atto con cui nel 599 avrebbe +concesso a quell'abbazia una quantità di beneficî +e di privilegi, e questa pergamena apocrifa +è diventata poi la base sulla quale i Benedettini +si sono arrogati infiniti diritti. L'originale +è contenuto solo in un rescritto, +detto autentico, del 1654. Ci sono anche altri +documenti di questo genere, donazioni di +Gregorio IV e di Nicolò I, e dei re Ugo +e Lotario, dell'anno 941, che nessuno studioso +<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[10]</a></span> +di coscienza può ritenere genuini. +Le falsificazioni si diffusero tanto nel chiostro, +che Leone IX nel 1051 bruciò di sua +mano molti documenti.</p> + +<p>L'abbazia di Benedetto rimase abbandonata +per 104 anni, finchè Giovanni VII,<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a> nel +705, la popolò nuovamente. Ma i Saraceni +la distrussero nell'840, finchè sotto l'abate +Pietro I, alla metà di quel secolo, fu nuovamente +riedificata. Abbattuta per l'ultima +volta dagli Ungheresi, nel 938, fu finalmente +ricostruita da Benedetto VII, nell'anno +981; questo pontefice consacrò, il +4 decembre, la chiesa del chiostro sotto il +patronato di S. Benedetto e di S. Scolastica. +Da quel tempo l'abbazia non ha sofferto più +danni per mano di nemici, ed ha cominciato +a fiorire, arricchita da donazioni valide +e non contestate.</p> + +<p>I cronisti narrano che la potenza feudale +di Subiaco cominciò nel secolo XI, nel +tempo in cui il feudalismo si andava estendendo +in tutte le regioni. La considerazione +del chiostro era divenuta così grande, +che potenti baroni della Campagna romana +donavano a S. Benedetto castelli e possessi; +così il conte della Marsica, Rainaldo, +<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[11]</a></span> +concesse ai monaci Arsoli, Anticoli, Roviano +e molti castelli con essi passarono +all'eterno feudo dell'abbazia. Gli abati in +questo tempo divennero i veri baroni. Ma +è assai strano che Subiaco stessa, che si era +accresciuta e, prima, formata sotto la protezione +dell'abbazia, non cadesse in potere +degli abati. Nel cortile del chiostro di Santa +Scolastica si vede, nella parete presso la +porta della chiesa, una pietra murata: essa +contiene un'iscrizione del 1052, del quarto +anno cioè del pontificato di Leone IX, la +quale dice che il venerando abate Uberto +edificò la torre del chiostro in onore di +Cristo, del suo rappresentante Benedetto +e della sorella di lui Scolastica; enumera +quindi tutti i possessi del chiostro, la grotta +di Benedetto, i due laghetti che ancora esistevano, +il fiume Aniene, con l'uso del mulino +e il diritto di pesca, e ventiquattro castelli +nel territorio dell'Aniene.</p> + +<p>La città di Subiaco però non vi è nominata.<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a> +Molto probabilmente divenne soggetta +al chiostro dopo che l'abate Giovanni +V, nell'anno 1068, ebbe costruito sul +luogo la <i>rocca</i>, o fortezza, come afferma un +cronista dell'abbazia. Questa fortezza si +<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[12]</a></span> +erge ancora presso il palazzo municipale, +sebbene assai cambiata di aspetto, sul monte +piramidale, sui fianchi del quale è fabbricata +la città.</p> + +<p>Giovanni V, cardinale diacono di S. Maria +in Dominica a Roma, abate possente e +guerriero, sembra sia stato il vero fondatore +della potenza temporale di Subiaco. +Per 59 anni egli vi regnò come principe; +condusse guerre fortunate contro i baroni +delle vicinanze, e dopo aver riempito di ricchezze +il chiostro, ed edificata una chiesa +sopra la grotta di Benedetto (<i>sacrum specus</i>) +per perpetuarne la memoria, morì assai +vecchio nel 1121. Da quel tempo gli abati +benedettini furono annoverati fra i principi +guerrieri e temuti della Campagna romana, +come gli Orsini e i Colonna, coi quali osarono +gareggiare. I loro vassalli, i contadini +e gli abitanti dei castelli che loro appartenevano, +gemevano sotto un dispotismo +feudale, tanto più terribile, in quanto +che era esercitato da uomini le cui passioni +non potevano essere attenuate o limitate +da nessun riguardo politico. Essi +stessi erano i ministri del dispotismo del +chiostro e del potere dell'abate sovrano, da +loro eletto; ma, d'altro canto, si rifacevano +sui vassalli, come incaricati di riscuotere +le imposte, come segretari e giudici, senza +appello, di vita e di morte. L'abate mandava<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[13]</a></span> +in ogni castello un monaco che vi +esercitava da signore una giustizia barbarica, +e per primo, nell'anno 1232, Gregorio +IX dispose, per alleviare la sorte +dei vassalli, che ogniqualvolta i castellani +avessero da rendere giustizia, dovessero +unirsi una specie di procuratore legale +scelto nella cittadinanza. In principio si +chiamò, secondo l'uso del tempo, <i>buon +uomo</i>, poi <i>castellano</i>. Finalmente il diritto +di rendere giustizia fu tolto ai monaci, che +restarono però amministratori ed esattori +delle imposte, col diritto di sorvegliare le +moltitudini; il preposto al castello, nominato +dall'abate, esercitava la giustizia indipendentemente +da lui, ma in suo nome.</p> + +<p>I sudditi dell'abbazia si dividevano in tre +classi: i liberi, che non erano obbligati a +servire come soldati del chiostro, perchè +non portavano rendite al feudo; i <i>milites</i>, +che, nella loro qualità di vassalli del chiostro, +dovevano servirlo con le armi, e finalmente +i contadini o servi della gleba, +tutti dipendenti da un connestabile. Così +l'abate imperava su un piccolo esercito di +vassalli obbligati al servizio militare; più +tardi egli assoldò anche delle bande, nè più, +nè meno degli altri baroni, e, se era di spirito +bellicoso, guidò in persona a cavallo le +sue truppe alla battaglia, con lo scudo e la +spada.<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[14]</a></span></p> + +<p>Le ostilità con i vicini vescovi di Preneste, +Tivoli, Anagni, o con i baroni dei +dintorni, diedero spesso occasione a fatti +d'arme; anche entro le tombe si poneva +la spada al fianco dell'abate.</p> + +<p>Essi appartenevano alle più note famiglie +nobili della Campagna romana, come, fra +gli altri, ricorderò il bellicoso Lando, nipote +di Innocenzo III, dell'illustre prosapia dei +Conti di Segni; morì questi nel 1244. Ma nè +la ferrea potestà che esercitavano, nè la severa +disciplina preservarono talora il chiostro +dai più funesti scompigli. Le condizioni +e gli eventi del papato in Roma si riflettevano +in piccolo sull'abbazia di Subiaco.</p> + +<p>I monaci erano animati da un vivacissimo +spirito di parte, e l'audace ambizione di +alcuni di essi si faceva beffe di tutte le leggi +di Benedetto. Dopo la morte dell'abate, nell'anno +1276, il monaco Pelagio, raccolti armati +per costituirsi signore temporale del +luogo, assalì il chiostro, scacciò i monaci, +e dopo aver saccheggiato il tesoro, ritornò +a Cervara, luogo selvaggio, rupestre, sopra +Subiaco, dove si tenne armato per quattro +anni, aspettando che l'abbazia rimanesse +indifesa e senza capo.</p> + +<p>Il papa scelse un nuovo abate e lo mandò +contro di lui con molte truppe, che solo +dopo un difficile assedio riuscirono a sopraffare +i ribelli.<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[15]</a></span></p> + +<p>Questo stato di cose peggiorò durante +l'esilio avignonese, e per molti anni l'abbazia +rimase senza capo; quando poi un +papa vi mandò un abate di Avignone, che +col suo reggimento tirannico mise la disperazione +così nei monaci come nei vassalli. +Bartolomeo da Montecassino, consacrato +abate nel 1318, vi condusse la più scandalosa +esistenza; sulla fortezza stabilì un +<i>harem</i> di belle ragazze ed i monaci seguirono +il suo esempio.</p> + +<p>Il chiostro minacciava di dissolversi: se +così non accadde, fu per la severità del +francese Ademaro. Questo tirannello divenne +abate nell'anno 1353. Ci possiamo immaginare +facilmente l'ambiente, quando si +sappia che Ademaro non esitò a far un +bel giorno appiccare per le gambe sette +monaci suoi nemici, che furono bruciati a +fuoco lento. Era ghibellino convinto; battè +una volta sull'Aniene, presso la porta di +Subiaco, le truppe del vescovo di Tivoli, +partigiano del papa. Ancora oggi gli abitanti +mostrano allo straniero il ponte ad +un arco, munito di torre, che conduce a +Subiaco, attraverso l'Aniene, quello stesso +che Ademaro aveva fatto edificare col bottino +dai prigionieri di Tivoli.</p> + +<p>Il disordine era giunto al colmo; uno +dopo l'altro gli abati erano costretti ad abbandonare +la dignità. Vedendo infruttuose<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[16]</a></span> +le riforme più volte tentate con decreti ed +ordinanze della Curia romana, Urbano VI +risolvette di por fine con un'azione repressiva +e vigorosa a quell'anarchia. Con +la bolla dell'anno 1386 egli tolse ai monaci +il loro antico e prezioso diritto di eleggere +l'abate. Dalla fondazione del chiostro +essi avevano eletto 57 abati, ed erano fieri +del privilegio del loro piccolo principato +elettivo, che sorpassava per venerabile età +i regni della terra; a malincuore dunque +dovettero piegarsi all'ordine pontificio, e da +quel tempo cominciò a declinare lo splendore +di questa abbazia benedettina.</p> + +<p>Furono i pontefici che scelsero d'allora in +poi gli abati, e questi nuovi capi del chiostro +si dissero <i>manuales</i>, perchè ricevevano +l'investitura dalle mani del papa. Il primo +di questi fu Tommaso da Celano, ardente +seguace di Urbano, uomo di qualità e doti +superiori. Tale ordine di cose durò fino +all'anno 1455, nel quale gli abati, sino +allora arbitri della forza e giurisdizione feudale, +e di essa terribilmente armati, perdettero +anche questo diritto.</p> + +<p>Si narra che la continua tirannide che +esercitavano sui loro sottoposti sia stata +la causa di tale perdita. Finchè il loro +governo come una maledizione posò sui +poveri sudditi, che riempivano le carceri, +e spesso erano anche precipitati nei pozzi<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[17]</a></span> +sotterranei della fortezza, i lamenti del popolo +si alzarono alti e strazianti. Un caso +segnò il momento della liberazione. Nel +novembre 1454 quindici giovanetti schernirono +per via due monaci e aizzarono +contro loro dei cani: i fratelli del chiostro +se ne lagnarono presso l'abate e la +notte seguente questi mandò i suoi birri +alle case ove abitavano i giovani, appartenenti +alle più note famiglie del luogo, +e al cader del sole la popolazione vide i +quindici infelici impiccati alla forca, in un +punto che anche oggi si chiama <i>Colle delle +Forche</i>. Allora la popolazione si sollevò, +assalì il chiostro, uccise i monaci, li precipitò +dalle finestre nell'abisso, e devastò l'abbazia. +In seguito a questo fatto, Callisto III, +il 16 gennaio 1455, ridusse Subiaco in commenda +e dispose che un cardinale ne godesse +i ricchi beneficî, sotto il titolo di abate; +ed il primo fu il dotto spagnolo Juan Torquemada, +cardinale di Santa Maria in Trastevere, +cui comandò di riformare l'ordinamento +di Subiaco e di tutti i castelli dipendenti. +Fu allora stabilito un nuovo statuto, +secondo il quale ogni abate era obbligato +al giuramento di governare rettamente innanzi +ai membri della comunità di Subiaco, +mentre da parte sua la popolazione doveva +giurare a lui fedeltà. Al primo cardinale +abate Torquemada ed a questo chiostro<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[18]</a></span> +spetta la bella fama di avere dato alla luce la +prima opera stampata fuori di Germania.<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a> +Ne furono editori Corrado Schweinheym e +Arnoldo Pannartz che, prima di stabilire la +stamperia romana al palazzo Massimi, trovarono +ospitali accoglienze a Subiaco. Qui +anzi essi terminarono il 30 ottobre 1465 +di stampare le <i>Istituzioni</i> di Lattanzio, e +pubblicarono nel 1467 l'opera di S. Agostino: +<i>De civitate Dei</i>. Questi magnifici +ricordi della signoria monacale a Subiaco +sono insieme degni monumenti della nostra +patria tedesca; ancor oggi li conserva la +biblioteca del chiostro di S. Scolastica.</p> + +<p>Torquemada morì in Roma nel 1467 e +gli successe un altro spagnolo, Rodrigo +Borgia, divenuto poi Alessandro VI.</p> + +<p>In Subiaco le preziose opere di stampa +non ricordano il suo nome, ma lo ricorda +la rocca del palazzo, a cui nel 1476 aggiunse +un'ala sormontata dalla torre quadrata. Si +vede ancora il toro del suo stemma sul +muro esterno, dove un'iscrizione dice che +il cardinale Rodrigo munì la rocca per la +difesa dei monaci e dell'abbazia e per la +sicurezza dei confini della Chiesa Romana. +Sedici anni dopo fu inalzato al seggio pontificio; +<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[19]</a></span> +egli pagò anche il voto datogli nel +conclave dal cardinale Giovanni Colonna, +avendogli promessa l'abbazia di cui sino ad +allora aveva goduto i beneficî. Ma l'amicizia +fra Alessandro VI e i Colonna ebbe +breve durata: la più potente famiglia romana +cominciò ad attraversare i disegni dei +Borgia, che miravano a formare un grande +dominio temporale, per mezzo della forza +e dell'astuzia, a danno dei grandi baroni. Il +cardinale Colonna dovette far vela per la Sicilia +ed abbandonare la commenda, che +per tutta la durata del pontificato di Alessandro, +fu occupata dal palermitano Luigi +de Aspris.</p> + +<p>Era quel terribile papa appena morto, che +Colonna fu reintegrato nella commenda dal +suo successore, Giulio II. Nel 1508 la passò +egli stesso al famoso suo nipote Pompeo: +questo lascivo cardinale dicesi conducesse +a Subiaco la bella Marsilia, figlia di Attilio +Corsi. Un giorno il padre brandendo un pugnale +riuscì a penetrare nella camera del +seduttore, ma fu afferrato dai servi e gettato +in un sotterraneo segreto. Pompeo si +era già guastato con Giulio II, che aveva +riunito l'abbazia di Subiaco con quella di +Farfa, terzo degli antichi conventi benedettini, +fondato nel VI secolo nel territorio +sabino, ed allargato ed esteso dai duchi longobardi +di Spoleto, nei dominî dei quali<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[20]</a></span> +il monastero si trovava. I rapporti fra le +due abbazie diedero d'allora in poi occasione +a continue lotte: un partito voleva +riunirsi ai monaci di Montecassino, ciò che +ebbe luogo nel 1514; l'altro, il partito tedesco, +stava invece per la fusione con l'abbazia +di Farfa. Farfa aveva il titolo di abbazia +imperiale e contava molti tedeschi +fra i suoi monaci: essi ricorsero più volte +all'imperatore e, più volte scacciati da Montecassino, +i benedettini vi furono reintegrati +dai papi.</p> + +<p>Pompeo Colonna, scomunicato da Giulio +II, ma riammesso in grembo alla madre +Chiesa da Leone X, passò la commenda al +nipote Scipione. I Colonna erano potenti +nella Campagna romana, dove si erano formati +un piccolo regno delle città degli Ernici +e dei Volsci; essi pensavano perciò d'incorporare +anche Subiaco nei loro possessi, +e siccome i cardinali di questa famiglia +ottenevano dai papi che fosse assegnata la +commenda ai loro nipoti, viventi ancor essi, +così fu loro possibile di essere padroni di +Subiaco per ben 116 anni. Per tutto questo +periodo il paese rimase ai Colonna, nonostante +le continue lotte coi papi. Clemente +VII subì per questo una tremenda +sconfitta. Le sue truppe distrussero nel +1527 la rocca di Subiaco, ma il 28 giugno +dell'anno successivo furono completamente<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[21]</a></span> +battute, sotto il comando di Napoleone Orsini. +La bandiera tolta in quella giornata +alle truppe pontificie, si conserva, come +trofeo, nella chiesa di S. Scolastica, e ogni +anno, nello anniversario, si festeggia a Subiaco, +con una processione, questa vittoria +ottenuta su di un pontefice.</p> + +<p>Questi ricordi storici sono ancora vivi +in tutta la regione.</p> + +<p>Il dominio dei Colonna fu un governo +baronale, fatto di arbitrio, senza legge, simile +al dominio lombardo-spagnolo dipinto +dal Manzoni nel suo romanzo. Questi cardinali +non vedevano nella porpora che indossavano +che il manto della sovranità; +dei banditi assoldati, già noti allora sotto +il nome di <i>bravi</i>, obbedivano fedelmente +ai loro minimi cenni, e nè la proprietà, +nè l'onore delle famiglie erano sacri a +quelle masnade accampate nel cortile della +rocca. Mentre duravano ancora le contese +tra Farfa e Montecassino, una notte, Scacciadiavolo, +il temuto bravo di Pompeo, con +44 armati piombò sul chiostro di S. Scolastica, +lo saccheggiò e ne scacciò tutti i +monaci. Si dice che vi avesse avuto mano +anche il cardinale; fatto si è che egli fu destituito +dal papa, ma per esser subito dopo +rimesso al suo posto. La storia di quel +tempo è piena di simili violenze, e molti +luoghi di Subiaco ne tramandano la cupa<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[22]</a></span> +memoria: si mostra ancora la piazza, per +esempio, in cui parecchi cittadini furono +sepolti vivi. Subiaco vide, fra le altre atrocità, +anche lo spaventoso matricidio che +impedì la grazia della famiglia Cenci. Un +membro della casa Santa Croce di Roma +avendo nel 1599 strangolato la sua propria +madre a Subiaco, il papa, appena saputolo, +firmò la condanna a morte di Beatrice Cenci, +della matrigna e del fratello.</p> + +<p>Intanto la potestà di Subiaco passava dall'uno +all'altro Colonna, la storia dei quali è +legata a quella del chiostro; così Marcantonio +Colonna, così Camillo e finalmente +Ascanio, che fu della famiglia Colonna l'ultimo +cardinale-abate di Subiaco. Abitava +questi nella rocca, spudoratamente, con la +sua amante Artemisia, che aveva elevato a +sua sostituta nella direzione dell'abbazia, +ogniqualvolta egli doveva assentarsi; la +cosa sollevò tanto scandalo che la commenda +fu tolta ai Colonna. Dopo la morte di +Ascanio, nel 1608, il papa l'assegnò a suo +nipote Scipione Caffarelli Borghese, che la +tenne fino al 1633.</p> + +<p>I Colonna non hanno lasciato in Subiaco +nessun bel ricordo; si vedono soltanto nella +fortezza, che essi fecero costruire ed abbellire, +delle stanze ornate dei loro stemmi.</p> + +<p>Mentre fino al secolo xvi gli Orsini e i +Colonna furono i padroni veri e propri della<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[23]</a></span> +Campagna romana, dopo il <span class="smcap">XVI</span> secolo subentrarono +in questo dominio le più recenti +famiglie, i Borghese e i Barberini, +portate su da papi nepotisti. Essi acquistarono +le più belle proprietà del Lazio, e le +posseggono ancora (1858). Le città di questa +regione mostrano sempre i loro palazzi +massicci e spaziosi, dalle cui pareti pendono +i polverosi ritratti dei baroni di quel tempo. +Se ne trovano molti; ed anche nella cittaduzza +montana degli Ernici, dove scrivo +queste righe, mi trovo in mezzo a quadri +famigliari di antichi cardinali e di maestose +dame del secolo <span class="smcap">XVII</span>; fra i cardinali ho notato +il volto roseo di Scipione Borghese. +Era il tempo dell'assolutismo galante e +sensuale, in parrucca incipriata e calze di +seta, il cui carattere era imbelle, intrigante +e scandaloso, non meno che prosaico. I baroni +in corazza e maglia del medio evo si +eran mutati in principi molli che, sdraiati +sui divani delle loro camere, gustavano i +frutti che il vassallo tremante portava +loro al castello. Ogni volta che i cardinali +facevano il loro ingresso in Subiaco per +prendere possesso dei beneficî, arrivavano +alla testa di un piccolo esercito mercenario, +e, accompagnati da un nugolo di servi, +ricevevano sulla porta dalle mani del magistrato +le chiavi della città.</p> + +<p>I Borghese furono presto cacciati da Subiaco<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[24]</a></span> +dai Barberini. Urbano VIII, capostipite +di questa ricca casa, assegnò la commenda +al nepote Antonio, nel 1633; da questo +tempo i Barberini seppero molto bene seguire +l'esempio dei Colonna, poichè per 105 +anni l'abbazia rimase nelle loro mani; Antonio +accrebbe anche la potenza del cardinale-abate; +aggiunse al diritto di giurisdizione +baronale anche quello vescovile, +che fino ad allora avevano esercitato i vescovi +confinanti di Tivoli, Anagni e Palestrina, +sui diversi castelli. Così il commendatore +di Subiaco fu insieme barone +e vescovo, con terrore del povero popolo. +Le leggi erano così inumane che solo per +aver preso una quaglia o un fagiano si +era puniti con dieci anni di galera. Tuttavia +il governo dei Barberini portò un +po' di bene: Subiaco, per la sua posizione +naturale, su di una ricchissima corrente di +acqua, era specialmente adatta all'industria, +e deve al primo Barberini le fabbriche di +carta, di cotone e di stoffe colorate, che +occupano e nutrono anche oggi alcune centinaia +di operai; nulla però si è potuto fare +per sviluppare queste industrie, poichè esse +son rimaste un monopolio della commenda +cardinalizia.</p> + +<p>Intanto i monaci non avevano dimenticato +che essi un tempo erano stati i signori +feudali dell'abbazia; colsero dunque l'occasione<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[25]</a></span> +della morte di Francesco Barberini, +nel 1738, per far valere i loro antichi diritti. +Nominarono vicario quegli che era +stato abate, Bernardo si lasciò condurre +nella chiesa della città, ricevette là dal +gonfaloniere del popolo il giuramento dei +sudditi, giurò egli stesso gli statuti, e dopo +una completa cerimonia di presa di possesso, +fu portato in processione per Subiaco, +imitando in tal modo l'insediamento di un +nuovo papa. Così, come se fosse stato un +abate del xiii secolo, promulgò editti, insediò +suoi agenti nei castelli, fece grazie, richiamò +esiliati e tenne un linguaggio da +principe. L'editto inaugurale del suo governo +comincia con queste pompose parole: +«Noi, Don Bernardo Cretoni, dell'ordine +di S. Benedetto, monaco e professo +del sacro imperiale chiostro di S. Maria +della Farfa, e per grazia di Dio abate regolare +del sacro chiostro di S. Scolastica, +e, per grazia della Santa Sede Apostolica, +Vicario della medesima Santa Sede apostolica, +vicereggente temporale e spirituale». +Ma lo sfrontato abate trovò la più ostinata +resistenza nel popolo, cui non sorrideva +punto l'idea di tornare sotto il dispotismo +della cocolla, ed un'eguale resistenza nella +gelosia della parte religiosa secolare della +città. Gli uni e gli altri ricorsero al Pontefice, +e questi diede la commenda al cardinale<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[26]</a></span> +Spinoza, che come plenipotenziario +prese finalmente possesso di Subiaco.</p> + +<p>Verso la metà del secolo <span class="smcap">XVIII</span> era divenuto +acerbissimo l'odio contro tutte le +istituzioni feudali e il monacato, venuto +in contrasto con gli stati laici, doveva risentirne +gli effetti. A Subiaco si formò una +congiura contro i benedettini; si cantavano +canzoni di scherno contro i monaci e nelle +strade, dei declamatori raccontavano la storia +del chiostro, eccitando la popolazione con +la narrazione dei soprusi e delle violenze patite. +I monaci, che non avevano potuto reprimere +una sollevazione avvenuta il 13 maggio +1752, invocarono l'aiuto delle truppe +romane: una compagnia di côrsi entrò in +Subiaco, e con essa un commissario pontificio +per farvi un'inchiesta. Avendo la +commissione riconosciuto quale era la radice +del male, papa Benedetto XIV risolvè +di abolire i diritti feudali dei benedettini. +Un papa che aveva il nome di Benedetto +ebbe il coraggio di rinnegarlo, e, mentre +egli annientava uno dei più antichi principati +ecclesiastici del mondo, si metteva su +quella via di riforme nella quale poi doveva +seguirlo l'infelice suo successore. +Egli abolì per sempre, il 7 novembre 1753, +la giurisdizione temporale del cardinale-abate +di Subiaco, e gli lasciò soltanto alcuni +titoli e rendite di natura feudale, che<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[27]</a></span> +sussistono ancora in gran parte e sono +abbastanza gravosi. Il principato temporale +passò allo Stato e fu esercitato da un +governatore e da un giudice, che venivano +nominati dalla <i>Sacra Consulta</i>. La commenda +cardinalizia rimase un beneficio semplicemente +spirituale; il suo primo titolare, +in questa nuova condizione, fu Giovanni +Battista Banchieri.</p> + +<p>Questa fu la fine dell'ordinamento medioevale +della famosa abbazia, e da quel +tempo la sua storia perdè ogni interesse. +Però fra i suoi cardinali-commendatori ve +n'è uno notevole per avere efficacemente +favorito, secondo le esigenze dei nuovi +tempi, la civilizzazione di quella regione, +ed è Pio VI, Braschi, che, nominato cardinale-abate +nel 1773, rimase tale anche +quando fu fatto papa, e colmò Subiaco +di beneficî. Oltre alla costruzione di vari +edifici, come la cattedrale, un grande seminario, +il restauro del palazzo, ed altro, +suo titolo principale alla riconoscenza di +quella popolazione è la bella strada che, +lungo l'Aniene, conduce a Tivoli: per mezzo +di questa strada egli collegò l'abbazia +alla capitale della regione. I cittadini di +Subiaco gli innalzarono perciò un arco di +trionfo, sul modello dell'arco di Tito; è un +ornamento di quel luogo che il medesimo +pontefice aveva fatto diventare città. Pio VI<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[28]</a></span> +entrò a Subiaco nel maggio 1789 passando +per questa porta d'onore.</p> + +<p>Ma ben presto la Repubblica franco-romana +abbattè quello che rimaneva; due +volte essa soppresse il chiostro, finchè +Pio VII lo ristabilì nel 1814. Gli ordinamenti +dell'abbazia sono da quel tempo rimasti +come erano stati fissati nel 1753; il cardinale-abate +possiede uno dei più ricchi beneficî +della chiesa; i monaci, non più signori di +castelli e di vassalli, hanno ancora molti +beni e coloni; i loro possessi, coltivati a +olivi ed a viti, giungono sino ai piedi dei +monti Volsci. L'ammontare della rendita +annuale che appartiene anche oggi al chiostro, +è valutata da 8 a 10,000 scudi.</p> + +<p>L'abbazia stessa conta presentemente +nel suo territorio 21,000 e più abitanti, +ripartiti in sedici villaggi e castelli: Subiaco, +Trevi, Jenne, Cervara, Camerata, +Marano, Agosta, Rocca Canterano, Canterano, +Rocca di Mezzo, Cerreto, Rocca +Santo Stefano, Civitella, Rojate, Affile e +Ponza. Fra questi Trevi e Affile sono antiche +colonie romane. Meglio che da qualunque +altro luogo, la vista di questa regione, +ch'è il territorio superiore dell'Aniene, +si gode da una delle alture del Serrone, +che separa la valle dell'Aniene da quella +del Sacco. I castelli dell'abbazia sono situati, +eccetto Subiaco, sulle sommità rupestri<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[29]</a></span> +dei monti, e sono grigi come le pietre +calcaree che li circondano. Il bizzarro modo +di edificare, la selvaggia solitudine, le vesti, +l'idioma, i costumi, rendono la regione +degna di grande attenzione. Ma spaventosa +è la miseria di quei montanari: il loro +nutrimento, che si limita spesso a cattivo +granturco, è meno sicuro di quello degli +animali della campagna, per i quali la natura +ha in qualche modo provveduto. In +nessun luogo d'Italia ho visto una miseria +più spaventosa quanto in alcuni di quei +luoghi. Bisogna entrare nelle stamberghe +di quei coloni dei monti, o vederli vangare +la terra, al melanconico canto dei loro +ritornelli, e lavorare più accanitamente dei +muli, per compiangerli quanto essi meritano. +Meglio che nelle cronache del tempo, +nei loro cenci e nei volti emaciati e pallidi +per la febbre si legge la storia delle violenze +della potestà feudale dei baroni e dei +monaci.</p> + +<p>Più viva e interessante della storia politica +del chiostro sarà pel lettore la descrizione +di quelle particolarità che allontanano +l'occhio dell'osservatore dalla +miseria della popolazione, e lo volgono +altrove. Mentre il vassallo serviva e soffriva +la fame, il monaco ben nutrito risedeva +nel suo chiostro, e lo abbelliva con +quadri artistici e con memorie di altri<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[30]</a></span> +tempi; della qual cosa noi dobbiamo essergli +grati. Esistono due chiostri a Subiaco, +che stanno sotto un solo abate e formano +una sola corporazione: di S. Scolastica il +primo, il secondo di S. Benedetto, chiamato +anche <i>Sacrum specus</i>. Giacciono ambedue +fuori della città, sulla riva destra dell'Aniene, +nella solitudine dei monti. Il primo +è il più antico: è una bizzarra e pittoresca +massa di edifici, fra i quali si erge una +torre quadrata, innalzata dall'abate Umberto, +nel 1053. Il miscuglio di stile romano +e gotico delle finestre e delle nicchie +rivela la traccia di diverse epoche, +ma nel complesso mostra ancora soltanto +alcuni resti dell'epoca più vetusta, specialmente +nei cortili. Il chiostro fu più volte +restaurato e la sua chiesa attuale è una +costruzione del secolo scorso. A questo +secolo noi dobbiamo anche attribuire la +facciata del convento, mentre la corte seconda, +o interna, rimonta, come si rileva +dall'arco romano e dai pilastri, al +secolo XVII. Pitture moderne sulle pareti +e sui pilastri, in condizioni miserevoli, ricordano +la storia dell'abbazia; vi sono +rappresentate in grandezza naturale le figure +dei papi e dei principi che visitarono +il chiostro, fra gli altri l'imperatore Ottone +III e l'imperatrice Agnese. Alcune<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[31]</a></span> +iscrizioni recano la lista completa dei luoghi +posseduti un tempo dall'abbazia.</p> + +<p>Di qui si passa in un cortile intermedio, +situato dinanzi all'entrata della chiesa: è +notevole per alcuni resti di architettura gotica, +specialmente per un grande arco di +pietra, scannellato, ornato di figurine e di +spirali. Qui si trova anche il più antico +monumento posseduto da S. Scolastica, +cioè un rozzo bassorilievo in marmo del +981, del tempo degli Ottoni tedeschi e della +più profonda barbarie romana. È un quadrato +di alcuni piedi di larghezza e di eguale +altezza, che porta scolpite quà e là immagini +medioevali. Su di un fusto ornato di +foglie si erge un vaso: due bestie orecchiute +si arrampicano con le quattro zampe +sul fusto, sollevandosi per bere il contenuto +del vaso. Il loro aspetto è così enigmatico, +che non mi credo nel caso di poter decidere +se siano lupi o cervi, volpi o cani, od altri +animali. Sul dorso di una sta un uccello +in atto di beccare. Tutt'intorno corrono +fregi e ornati in pietra. Il corpo di una +delle bestie contiene una iscrizione che ricorda +come Benedetto VII consacrasse la +chiesa del chiostro il 4 dicembre 981.</p> + +<p class="inscr">EDIFICATIO UIUS ECCLE <span class="o">SC</span>E SCOLASTICE TEMPORE<br /> +DOMNI BENEDICTI VII <span class="o">PP</span>. AB. IPSO <span class="o">PPA</span> DEDICATA<br /> +Q. D. <span class="o">S</span>. <span class="o">AN</span>. AB INCARNATIONE DNI CCCCCCCCCLXXXI<br /> +M. DE<span class="o">CB</span>. D. III. INDICTIONE VIII.</p><p><span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[32]</a></span></p> + +<p>Sul bassorilievo si trova un'altra iscrizione +rovinata, della quale mi è stato impossibile +decifrare il principio. Di fronte a +questa, accanto alla porta della chiesa, si +legge l'iscrizione del tempo di Leone IX, +di cui ho già parlato.</p> + +<p>La chiesa stessa, della quale la primitiva +fabbrica era stata consacrata da Benedetto +VII, non ha più nulla di antico. Ma se si +entra nel vero e proprio cortile del chiostro, +a destra, si trova uno spazio quadrato intorno +ad un pozzo ornato di quelle piccole +colonne ed archi rotondi come se ne vedono +a Roma in molti chiostri: è del principio +del secolo XIII, memoria del potente +abate Lando e della famosa famiglia artistica +romana dei <i>Cosmati</i>. Gli esametri +sull'entrata principale dicono:</p> + +<p class="inscr">COSMUS ET FILII LUCAS ET JACOBUS ALTER<br /> +ROMANI CIVES IN MARMORIS ARTE PERITI<br /> +HOC OPUS EXPLERUNT ABBATIS TEMPORE LANDI.</p> + +<p>Questi degni maestri furono più felici nei +loro monumenti funerari e tabernacoli che +in questa costruzione, che non può in nessun +modo sostenere il confronto col chiostro +dei benedettini di S. Paolo in Roma. Le +colonne (ogni due ve n'è una doppia e contorta) +sono semplici e rozze; i capitelli sono +brutti e a forma di trave; nè mosaici, nè +intagli ornano l'arco e il cornicione. L'arte<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[33]</a></span> +sembra qui essersi adattata alla rozzezza +della campagna.</p> + +<p>Questi sono essenzialmente gli unici o +i più notevoli resti di un passato così ricco +e così lungo, che ha subìto tante devastazioni. +Gli edifici del chiostro, spaziosi nell'interno, +con molti corridoi, celle, camere, +e sale per usi diversi, sono in gran parte +recenti. Sono entrato con piacere e curiosità +solo nelle biblioteche e nell'archivio +dei benedettini; i ben catalogati scaffali +contengono materiali preziosi per la conoscenza +del Lazio nel medio evo. Alcuni +scaffali sono consultabili e visibili a tutti, +altri inaccessibili, e la bacchetta magica del +Muratori stesso non riuscì a farne aprire +i ripostigli. Di gran pregio è il <i>Regestum +insigne veterum monumentorum Monasteri +Scholastici</i>, in pergamena, raccolta +di documenti dal nono secolo in poi.<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a> Mancano +documenti anteriori. Nessuna delle +cronache di Subiaco è stata data alle stampe, +eccettuata una anonima che giunge sino +al 1390 ed è edita dal Muratori. A questo +fu interdetta la stampa di una cronaca più +particolareggiata, scritta da un tedesco di +Treviri nel 1629: <i>Chronicon Sublacense P. +D. Cherubini Mirtii Trevirensis anno Dni</i> +<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[34]</a></span> +1629.<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a> I monaci permettono di vederla: +è assai più completa dell'altra, neppure +quella stampata, di Guglielmo Capisacchi +di Narni (1573); non può dirsi un lavoro +notevole, ma solo una compilazione, senza +corredo di documenti. La storia dell'abbazia +giace ancora sepolta in questi archivi; +l'ha scritta di nuovo il canonico +Janucelli, ma anche l'opera sua non è scientifica. +Ho avuto fra mano un manoscritto +del 1833, che contiene una storia abbastanza +esatta dell'abbazia; n'è autore Silvio +Mariani, di Subiaco, morto testè in +Grecia. Egli si è servito dei cronisti sopra +nominati, ed anche di alcuni documenti, +ma la sua opera non è, essa pure, che manoscritta. +È dettata con spirito liberale e +consta di 492 pagine: debbo ad essa molte +delle notizie che qui sopra ho riportato.</p> + +<p>La biblioteca è piccola ma notevole per +quegli antichissimi incunabuli tedeschi di +cui ho già dato notizia. Ho preso in mano +con gioia i preziosi, belli e ben stampati volumi +<i>in-folio</i> che mi porgeva un giovane +benedettino tedesco. In fondo all'opera di +Lattanzio ho trovato scritto: «<i>Lactantii +Firmiani de divinis institutionibus adversus +gentes libri septem, nec non ejusdem +ad Donatum de ira Dei liber unus, una</i> +<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[35]</a></span> +<i>cum libro de opificio hoîs ad Demetrianum +finiunt. Sub anno Dni MCCCCLXV pontificatus +Pauli papae. Anno ejus secundo. +Indictione XIII die vero antipenultima +mensis Octobris. In venerabili monasterio +Sublacensi. Deo gratias</i>».</p> + +<p>Spontaneo grido di gioia, questo, di quei +bravi stampatori che, per modestia, nemmeno +hanno manifestato il loro nome. Ciò +mi ricorda il motto che i greci e i latini +del medio evo ponevano in fondo al manoscritto +copiato, per coronare le proprie +fatiche:</p> + +<p class="center"> +ὥσπερ ξένοι χαίρουσι πάτριδα βλέπειν<br /> +οὕτως καὶ οἳ γράφουσι τέλος βιβλίου. + +<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a> +</p> +<p>S. Scolastica conta ancor oggi circa settanta +fratelli, fra cui parecchi tedeschi, e +l'attuale abate, Don Pietro Casaretto, ha +severamente riformato la disciplina dell'ordine. +Ora, a quanto mi si è detto, i monaci +sono stati messi a magro regime; +ma visitando la bella cucina, dalla volta +profonda, un odore gradevole di grasso, +degno di Omero, mi ha colpito le narici e +non mi è parso esattamente secondo la regola +pitagorica di S. Benedetto, proibente +l'uso della carne.</p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[36]</a></span></p> +<p>Passiamo ora al vero santuario dei Benedettini, +a quel piccolo secondo chiostro +che alla metà del secolo XI fu edificato sulla +grotta di Benedetto, e per questo chiamato +<i>sacro speco</i>. I monaci di Montecassino +nel 1688 aprirono una strada per salirvi, +via ripida, che conduce, traverso le rupi, +alla grotta, offrendo magnifici panorami. +Mentre il viaggiatore ha sotto i piedi la +corrente spumeggiante, vede la bella valle +di Subiaco e il burrone dell'Aniene. In lontananza, +dove la valle sembra chiudersi, +si scorge l'alpestre paese di Jenne, patria +di Alessandro IV e dell'abate Lando dei +conti di Segni. Immediatamente prima della +grotta si trova un ombroso e oscuro boschetto +di quercie, che forse già attrasse +il solitario Benedetto, e che anche oggi, +come un bosco sacro degli antichi, annuncia +la vicinanza di un mistero.</p> + +<p>I piccoli fabbricati, fondati l'uno di seguito +all'altro sulla grotta, sono appoggiati +alla parete scoscesa della rupe, e presentano +all'aspetto un miscuglio originale di +stili e sono ornati fin dall'esterno di pitture. +Si passa sopra un ponte murato, che deve +essere stato nel medio evo un ponte levatoio, +e si penetra in una lunga galleria che +conduce nell'interno ed è ornata d'imagini +non antiche degli evangelisti. Su di una +parete si leggono questi buoni distici:<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[37]</a></span></p> +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Lumina si quaeris Benedicte quid eligis antra?<br /></span> +<span class="i0">Quaesiti servant luminis antra nihil.<br /></span> +</div> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Sed perge in tenebris radiorum quaerere lucem,<br /></span> +<span class="i0">Nonnisi ab obscura sidera nocte micant.<br /></span> +</div> +</div> +<p>E sotto:</p> + +<blockquote><p>D. O. M. ordinis S. Benedicti Occidentalium Monachorum +Patriarchae cunabula.</p></blockquote> + +<p>In verità mi son creduto d'un tratto piombato +nella misteriosa atmosfera di quei +tempi straordinari, allorchè, passato dalla +galleria nella prima chiesa, improvvisamente +mi sono trovato in un piccolo duomo +di splendida architettura gotica, nel soffitto +e nelle pareti del quale si andavano già +attenuando, per l'annerirsi graduale degli +affreschi, il barbaglìo di luci multicolori. +Invisibili monaci cantavano in coro il vespro; +le loro voci possenti di basso risuonavano +solenni e ritmiche attraverso +l'ombra crepuscolare della chiesa, e nelle +pause delle loro litanie si udiva il rauco +gracchiare dei corvi. Tre corvi novelli sono +infatti nutriti nel chiostro in memoria di +S. Benedetto, e sembra che il numero tradizionale +di questi simboli viventi dell'ordine +non venga mai oltrepassato.</p> + +<p>Sarebbe difficile una descrizione minuta +del chiostro, tanto famoso per i suoi dipinti. +Molti sono i tempietti e le cappelle, di costruzione +laberintica, siccome si conviene<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[38]</a></span> +ad un edificio fabbricato tra le rupi. Quei +tempietti e quelle cappelle in parte sono +fondati sulle grotte stesse, delle quali talora +è visibile la nuda roccia; in parte sono +appoggiati sulla parete della rupe. Si scende +da una chiesa all'altra mediante scalini, e +si crederebbe di essere dentro a catacombe +montane, cariche di colori, scintillanti di +ceri sugli altari. In queste cripte non si +trovano soffitti o pareti che non siano ornati +di affreschi, rappresentanti la vita di +Benedetto, scene della storia del chiostro +e della vita dei santi, o rappresentazioni allegoriche. +La storia del monacato raggiunge +con la vita di S. Benedetto il suo punto +culminante epico-eroico, parallelamente ai +canti cavallereschi delle lingue neo-latine. +Non terribile come le leggende dei martiri +del cristianesimo, che sostenevano la loro +disperata lotta per la vita, ma penetrato +di una mite dolcezza fantastica, esso spiega +una ricchezza sorprendente di gradevoli +motivi artistici. Mi sembra anche che i miracoli +di Benedetto abbiano in sè più poesia +di quelli degli altri santi, pochi eccettuati. +L'amore fraterno tempera in essi l'egoismo +di una esistenza d'eremita, separata del +tutto dal mondo, e nobili ci sembrano in +essa le avventure di Benedetto e di Scolastica, +la loro solitudine, il lungo peregrinare +sui monti, la distruzione dei templi<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[39]</a></span> +pagani, l'erezione di nuovi chiostri. Al maestro +si uniscono nobili giovani; fra gli altri +Placido, l'apostolo di Sicilia, e Mauro, l'apostolo +di Francia; essi guidano la fantasia +dalla limitata solitudine dell'eremita ad un +orizzonte pieno di storia e di destino. La +vita di Benedetto si prestava ad essere +soggetto di pittura; e perciò questo grandioso +ciclo del monacato, che ha avuto la +sua influenza anche sui poemi del Graal +e di Titurello, ha trovato in Subiaco la sua +rappresentazione classica.</p> + +<p>L'intero Lazio non ha nulla di simile a +questi quadri, se non forse, in un certo +senso, le pitture della cripta del duomo di +Anagni. Il loro studio è utile per la storia +dell'arte, appartenendo questi affreschi a +stili diversi: a quello bizantino, a quello +di Cimabue e di Giotto, fino ai secoli xv e +xvi. Ne parlerò brevemente.</p> + +<p>La prima chiesuola, edificata, secondo +un'iscrizione, dall'abate Giovanni V, nel +1116, fu ornata con affreschi nel 1220 da +Giovanni VI. Questi affreschi ricoprono +letteralmente le pareti, e, benchè rozzi ed +imperfetti nel disegno, mostrano tuttavia +una rara freschezza di vita ed una potenza +epica naturale, straordinaria nello stile delle +cronache trasportato nella pittura, se ci è +lecito usare questa espressione. A destra e a +sinistra sono rappresentate molte scene<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[40]</a></span> +della vita di Cristo, il suo ingresso in Gerusalemme, +quadro ricco di figure, la sua passione +e gli avvenimenti dopo la sua morte. +In oggi gran parte sono anneriti; pure, per +fortuna, essendo stati fatti dei restauri, +appaiono meno danneggiati dei quadri che +trattano la vita di S. Benedetto. In uno +di questi il santo è rappresentato mentre +si rotola tra le spine per allontanare l'apparizione +di una splendida donna, ed in un +altro lo si vede intento a scrivere, nella +sua grotta, le regole dell'ordine; e sotto +v'è questo antico tetrastico leonino:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> + +<span class="i0">Hic mons est pinguis, multis claruit signis,<br /></span> +<span class="i0">A Domino missus sanctus fuit Benedictus,<br /></span> +<span class="i0">Mansit in cripta, fuit hic nova Regula scripta.<br /></span> +<span class="i0">Quisquis amas Christum talem sortire Magistrum.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Una piccola tribuna, scavata nella volta +nuda della roccia, chiude questa chiesuola; +dinanzi ad essa stanno, all'estremità della +navata, tre archi acuti su eleganti colonne, +a foggia di arco trionfale, le cui lunette +sono ornate dai ritratti dei genitori di Benedetto, +Probo e Abbondanza.<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a> Dietro vi è +un piccolo altare-tabernacolo, l'unico lavoro +così detto alessandrino che io abbia +<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[41]</a></span> +trovato nel chiostro, nel quale altare il mosaico, +contrariamente all'uso del tempo, è +stato surrogato da un affresco.</p> + +<p>Una serie di piccolissime cappelle conduce +nell'interno e forma un corto e angusto +passaggio che si può paragonare +alla navata traversale d'una chiesa. Anche +qui tutte le pareti sono coperte di quadri, +che sono stati, però, di recente restaurati +in modo vergognoso, con colori stridenti +ed eccessivi. Sono quadrucci isolati, +o piccole composizioni: vi si vede, +Benedetto che cena con la sorella, la +morte di due santi e quella di Placido e di +Mauro. Si trova anche lassù un antico sarcofago +di bambino, circondato da graziosi +bassorilievi che raffigurano degli uccelli ed +è innalzato sopra una piccola colonna per +servire da vaschetta. Una scala conduce +nella chiesa inferiore o media, particolarmente +memorabile; anche qui tutte le pareti +erano coperte di pitture, ed alcune iscrizioni +ci hanno conservato il tempo e il +nome dell'artista. Vi si legge in caratteri +gotici: «<i>Magister Conxolus pinxit hoc +opus</i>»; altrove: «<i>Stamatico Greco pictor +perfecit A. D. MCCCCLXXXX</i>». Consolo +fu pittore della fine del xiii secolo, +prima dunque di Cimabue, e prima che la +pittura italiana si liberasse dai caratteri +tipici dello stile bizantino. Forse egli è lo<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[42]</a></span> +stesso artista che ornò di pitture murali +il vestibolo di S. Lorenzo fuori le mura a +Roma, sotto Onorio III, ambedue questi +lavori essendo di quel tempo e della stessa +scuola. I dipinti di Consolo—e di lui sono +la maggior parte degli affreschi del chiostro—conservano +ancora la maniera greca, +ma certo non in tutta la sua violenta e +cruda magrezza. Si trovano fra di essi +sorprendenti figure di nobili forme, e con +una semplicità di panneggiamento, che rammenta +l'arte antica. Ad ogni modo questo +antico maestro, il cui nome (da κομψός?) sembra +rivelare il greco, è molto efficace e +forse egli dipingeva, come scolpivano i +Cosmati, greci essi pure (κοσμήτης) e suoi contemporanei, +a Roma, a Subiaco e nella +cripta del duomo di Anagni.</p> + +<p>Vi sono in questa chiesa sotterranea pitture +di soggetti disparatissimi; la maggior +parte riferentisi alla storia del chiostro. +Sotto la scala si vede Innocenzo III consegnare +un diploma all'abate Giovanni VI, +e Gregorio I dare all'abate Onorato l'atto +di donazione. Parecchi trattano la vita +di S. Benedetto; uno, che lo rappresenta +con la nutrice, è notevolissimo per la +gradevole figura della donna e l'ottimo +panneggiamento; un altro rappresenta, in +modo originale, la sua morte: il santo +con la tonaca nera sta su di un giaciglio;<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[43]</a></span> +dalla sua bocca un raggio di luce conduce +alla piccola nuda figura della sua anima, +che un angelo alato già reca fra le sue +mani. L'angelo ha una bella espressione, +un pronunciato profilo greco e gli occhi +a mandorla. La dolce inclinazione della +testa, già prima di Giotto espressione caratteristica +del grazioso, ricorda vivamente +le migliori imagini delle catacombe. Questa +mirabile figura di un tono medio bruno non +è stata, fortunatamente, ritoccata. Vi sono +molti altri quadri con figure di bambini, +di cui è inutile parlare: non tutte sono del +medesimo artista, e talune senza dubbio appartengono +già al secolo XI, poichè strettamente +fedeli alle peggiori forme bizantine. +Tali sono i colossali quadri del soffitto, +rappresentanti apostoli e santi che contrastano +aspramente con gli affreschi delle +pareti, e che sono stati barbaramente restaurati.</p> + +<p>Nella parte centrale della chiesa si trova +anche la grotta di Benedetto, che mi ha +ricordato assai vivamente la grotta famosa +di S. Rosalia a Palermo, sul monte +Pellegrino. Sotto un ricchissimo altare sta +una marmorea figura del giovane santo +in preghiera innanzi la croce; è un'opera +non cattiva della scuola del Bernini;<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a> e forse +<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[44]</a></span> +l'effetto che produce è accresciuto dalla +penombra in cui si trova. Qui tutto ha un +carattere di giocondità; la graziosa piccolezza +di queste chiesuole, cappelle e grotte, +splendenti e multicolori, sembra un giuoco +di fantasia, come non ho visto mai in altre +rappresentazioni religiose. Si potrebbe dire +un libro illustrato di poetiche leggende, +prive di dolore e di sangue, ma ricche +di fantastico colorito, come la vita dei pii +anacoreti nel deserto.</p> + +<p>La religione vi è presentata sotto forma +di favola, e produce un effetto corrispondente +a questa. Il carattere del chiostro è +appunto questo, ed è forse unico nel suo +genere. Ivi lo spirito non è mai portato +a gravi pensieri; in questa sacra grotta +nemmeno il più fervente dei cattolici potrebbe +sentirsi penetrato di venerazione: +gli stessi artisti, che avrebbero voluto suscitare +il senso della pietà con quadri melanconici, +sono stati dalla scherzosa giocondità +dell'insieme eccitati invincibilmente +ad intonarsi all'ambiente. Questo ho +sentito in due affreschi, che stanno di +fronte, sulle strette pareti, presso una +scala che dalla grotta mena nella sottostante +cappella. Rappresentano il «Trionfo +della Morte», secondo la nota canzone del +Petrarca: la Morte, funebre cavaliere, dopo +aver saltato a cavallo su dei cadaveri, colpisce<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[45]</a></span> +con la spada un giovane che s'intrattiene +con un compagno a parlare. Di +fronte stanno tre tombe aperte: nella prima +giace una giovane donna, morta da poco +tempo; nell'altra si scorge il suo corpo +già nauseabondo e decomposto; nella terza +finalmente il suo scheletro. Un vecchio +pare spieghi queste varie fasi del nulla; +egli ammaestra tre bei giovanetti, in eleganti +abiti, coi falchetti sul pugno, che +gravemente lo ascoltano. L'autore di questo +memorabile quadro, che disgraziatamente +ha molto sofferto, non è conosciuto; sembra +sia dell'epoca del Ghirlandaio. Di lui +forse è pure la Strage degl'Innocenti a +Betlemme. Questo soggetto è trattato artisticamente +e semplicemente: un gruppo +di madri, con i bimbi lattanti fra le braccia, +con ansia affettuosa li stringono al seno; +verso di esse si avanzano dei guerrieri con +la spada sguainata. Io non ho mai visto +trattato con tanto sentimento drammatico +ed estetico questa scena piena di orrore, +soggetto preferito della pittura di tutte le +epoche; e tanto più si deve lodare l'ingegno +dell'artista, se si ricorda il ributtante +carnaio rappresentato negli arazzi del Vaticano! +L'artista di Subiaco ha capito che +egli avrebbe potuto commuovere anche facendo +solo indovinare o temere l'inumano. +Il quadro è di proporzioni assai piccole.<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[46]</a></span></p> + +<p>Ho trovato anche altre rappresentazioni +artistiche originali; specialmente due figure +di S. Stefano e di S. Lorenzo. Il primo +santo è lapidato; il pittore o il restauratore +ha voluto con strano pensiero inserire +nel quadro delle vere pietre, e nel suo zelo +ha rappresentato materialmente l'aureola, +rompendola coi sassi. S. Lorenzo è una +graziosa figura giovanile, vestita di un +ricco panneggiamento; tiene nella destra +la palma, nella sinistra il libro e sta eretto +sulla graticola.</p> + +<p>Aggiungo ancora che dalla cappella descritta +si scende in un'ultima grotta, assai +piccola; si dice che qui Benedetto abbia +ammaestrato nelle sacre scrittura i suoi +scolari.</p> + +<p>Le pareti sono coperte di stucchi e mostrano +resti di antichissima pittura. Tali +sono le principali curiosità del chiostro; +ma non vogliamo dimenticare la parte superiore, +da dove si gode una vista superba +della rupe gigantesca sulla quale questi +santuarî sono costruiti. Essa cade a piombo, +e sembra volersi precipitare sul chiostro; +ma fortunatamente si trova là effigiato il +santo che con la mano stesa, come per +trattenerla, sembra esclamare: Fermati, o +rupe; non danneggiare i figli miei! Quando +sono entrato nel cortile ho trovato appollaiati +ai piedi della figura del santo tre<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[47]</a></span> +corvi, che raucamente gracchiavano. Questi +sinistri uccelli con le loro voci lugubri e +le tonache nere da benedettini mi sono +sembrati attributi propri del santo, come +nell'antica mitologia altri uccelli sono sacri +ad altri Dei.</p> + +<p>I corvi hanno una parte di qualche +importanza nella storia di Benedetto, dissi +già che lo accompagnarono nel suo viaggio +da Subiaco a Montecassino, e aggiungo +ora che gli salvarono la vita. Infatti, avendo +un nemico mandato a Benedetto del cibo +avvelenato, essi lo portarono via, lontano, +sulle rupi. Il corvo dei monti mi è sembrato +un vero uccello da monaci; in ogni +modo è un simbolo migliore di quello dei +domenicani, consistente in un cane con la +face in bocca.</p> + +<p>Anche in un altro luogo mi sono ricordato +dell'antichità, anzi di un nome celebre. +Vi è nel chiostro anche un giardino di +rose, sulla sommità della rupe. Un tempo +erano rovi, precisamente quelli nei quali +Benedetto si era avvoltolato a corpo nudo. +Quando nel 1223 il famoso fondatore dell'ordine +francescano visitò Subiaco, innestò +alle spine delle rose, le cui discendenti +stanno ancora in fiore. Col tempo si sono +scoperte meravigliose virtù in queste rose. +Un monaco mi disse seriamente che esse, +ridotte in polvere e inghiottite, guariscono<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[48]</a></span> +qualunque malattia o incantesimo. Il monaco +non mi disse però se esse possiedono +anche la preziosa virtù delle rose di +Apuleio; in ogni modo non avrei potuto +verificarla.<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[49]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"><a name="ATTRAVERSO_LUMBRIA" id="ATTRAVERSO_LUMBRIA"></a>ATTRAVERSO L'UMBRIA<br /> +E LA SABINA.<br /> +(1861).</h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[51]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> +<h2 class="lighter"><a name="Attraverso_lUmbria_e_la_Sabina" id="Attraverso_lUmbria_e_la_Sabina"></a>Attraverso l'Umbria e la Sabina.<br /> + +<span class="small">(1861).</span></h2> + +<p>Una gita da Roma nella Tuscia romana, +nella Sabina e nell'Umbria è oggi tanto +più attraente, in quanto che chi viaggia +in queste province, or' ora annesse al +regno d'Italia, ha campo di fare molte +e nuove osservazioni importanti. Invece +di viaggiare con la diligenza, è assai meglio +prendere un <i>vetturino</i> fino a Perugia. +L'istituzione italiana dei vetturini sarà fra +pochi anni soppiantata dalle ferrovie, e vi +sarà certo chi li rimpiangerà, perchè, se +non sempre comodo, questo mezzo di viaggiare +ha pure i suoi vantaggi, primo fra +tutti quello di far conoscere la regione +che si attraversa, cosa in ferrovia quasi +impossibile. Il mio vetturino trottava allegramente +sull'antica via Flaminia, di +buon mattino, sotto uno splendido cielo di +settembre. Meraviglioso è un viaggio attraverso +questa campagna; il Soratte e<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[52]</a></span> +i monti Sabini, dalle linee vigorose, offrono +a destra le più gradevoli vedute. Di +paesi se ne incontrano pochi in questo deserto; +dopo il terzo miglio si trova Prima +Porta, <i>Saxa Rubra</i> degli antichi, così detta +per i grossi massi di tufo rosso che vi si +trovano. Questa pietra vulcanica è particolare +della regione tosco-romana; essa forma +pittoresche colline, scoscendimenti, mura +naturali e contrafforti. Chi conosce Veio e +Civita Castellana, si ricorderà di questa +caratteristica che tanto si discosta da quella +del Lazio.</p> + +<p>Il Tevere scorre attraverso il paese in +belle volute, piacevolmente incorniciato da +lontane catene di monti. Lo si perde di vista, +quando si piega a sinistra, verso Castelnuovo, +per raggiungere Rignano. Lungo la +strada incontrai un plotone di cavalleria +pontificia, che in mezzo alla polvere trottava +rapidamente; compresi subito quale +scopo aveva quest'ultima commedia militare +nel territorio papale.</p> + +<p>Si sa bene che la Tuscia romana, separata +per mezzo del Tevere dalla Campagna +romana o Lazio, è chiamata Patrimonio +di S. Pietro. A torto si fa datare +questo possesso dalla donazione della contessa +Matilde, la famosa paladina della gerarchia +romana, che non aveva veramente +dei dominî in quei luoghi, ma possedeva<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[53]</a></span> +invece qua e là nel Lazio molti castelli. Ciò +che si chiama Patrimonio di S. Pietro fu +essenzialmente la parte fondamentale e più +antica degli Stati della Chiesa; qui sono +gli inizî del possesso, e il primo dominio +temporale della Santa Sede fu Sutri, sul +lago di Bracciano, dono del re longobardo +Luitprando.</p> + +<p>Nell'epoca carolingia il vescovo romano +signoreggiava su tutte le attuali città della +Tuscia romana, la quale era amministrata +da suoi delegati col nome di <i>Duces, Comites, +Rectores</i>. Ma a poco a poco questo +possesso si perdè, e dopo la caduta del +regno carolingio alcuni conti ereditarî se +ne impadronirono. Ai tempi della contessa +Matilde il pontefice non aveva più possessi, +sia temporalmente che politicamente, +nè in Tuscia, nè in Sabina; cento piccoli +conti e baroni v'imperavano, in barba alle +donazioni di Pipino e di Carlo. Ci vollero +molte guerre e molti secoli per rimettere +la Santa Sede in possesso dell'antico patrimonio.</p> + +<p>Ci fermammo sei ore a Rignano, paese +appartenente alla Comarca di Roma; al +di là comincia la delegazione di Viterbo. +È piccolo e di poco interesse, per quanto +fosse ducato, come molti altri paesetti romani. +Il primogenito di casa Massimo porta +il titolo di duca di Rignano.<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[54]</a></span></p> + +<p>Nell'albergo del paese trovai un colonnello +pontificio che era partito in congedo +pel suo paese, Macerata, ma che era stato +rimandato indietro a Narni dai piemontesi, +perchè sul suo passaporto mancava il visto +del console italiano. Egli mi parlò della +severità delle guardie italiane di confine.</p> + +<p>Mi disse che tutto ciò che veniva da +Roma era sospetto di mene reazionarie. +Correvano, anche per Rignano e gli altri +luoghi vicini, voci sull'irruzione di 200 napoletani, +e di una banda reazionaria che, +movendo da Corneto, si preparava a passare +il fiume.</p> + +<p>Qualcuno assicurava anche di aver visto +la truppa, e si temevano eccessi, come nel +napoletano. Anche il mio vetturino si impensierì +e decise di accorciare la tappa +giornaliera, fermandosi a Civita Castellana. +Era dunque il movimento di questa truppa +di zuavi, o altro che fosse, che aveva determinato +l'avanzata della cavalleria papalina +lungo la corrente del fiume. Senza +saper più nulla di positivo su questa cavalleria, +nel pomeriggio continuammo la +nostra magnifica gita attraverso la Campagna.</p> + +<p>La campagna si faceva sempre più bella, +di mano in mano che si avanzava verso +Civita Castellana. Si passò sulla via Flaminia +proprio ai piedi del Soratte, ed io<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[55]</a></span> +potei osservare per un bel pezzo di strada +il paese, la torre medioevale e la chiesa +sorgenti sulla sua sommità. Quel monte, +a cui Orazio e Virgilio han consacrato celebri +versi, è in terra etrusca, ed è visibile +anche da Roma.</p> + +<p>Si leva isolato, in una massa rossastra, +acuta e bella di pietra calcarea, di fianco +al Tevere. Il suo aspetto d'isola, i suoi +colori, e la gradevole forma, mi ricordarono +il monte Cairo nelle vicinanze di S. Germano. +La sua altezza supera i 2000 piedi.</p> + +<p>L'archeologo lo conosce per il culto primitivo +che avevano per lui gli abitanti, e +lo storico per doverlo spesso ricordare nel +medioevo.</p> + +<p>Quel papa Silvestro che si lasciò regalare +dall'imperatore Costantino—quando, +secondo la leggenda, lo battezzò nel palazzo +Laterano—Roma e tutta l'Italia, +anzi tutto l'Occidente (e per quanto tempo +non si è creduto a questa ridicola donazione?), +quel papa fortunato visse nelle solitudini +del Soratte, finchè durò l'ultima +persecuzione dei cristiani. In suo onore fu +eretto nel medio evo il chiostro di S. Silvestro, +sulla cima del monte, e, si dice, +sulle rovine di un tempio di Apollo. Per +molto tempo questo chiostro fu celebre e +visitato, come uno dei più antichi nella +regione romana. Carlomanno, il primogenito<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[56]</a></span> +del grande eroe franco Carlo Martello, +vi vestì l'abito nel 746, ma cambiò +poi l'eremitaggio con quello più bello di +Montecassino, per sottrarsi alle moleste +visite che non cessavano di fargli i nobili +franchi, quando si recavano a Roma.</p> + +<p>Anche altri chiostri sorsero in questo +luogo: ai piedi del monte era quello di +S. Andrea, ora distrutto, dove nel secolo x +il monaco Benedetto scrisse una cronaca +ricca di notizie storiche. Pertz la trovò a +Roma nella biblioteca Chigiana e la fece +stampare nei <i>Monumenta Germaniae</i>. Questi +luoghi si possono veramente considerare, +qui sui confini dell'antica Sabina, come la +culla dei benedettini. Di là dal Tevere, +poco lungi dal Soratte, giace anche oggi il +chiostro primitivo di Farfa, oggi abbandonato, +famosa costruzione longobarda, abbazia +imperiale e ghibellina che diede spesso +alloggio agli imperatori tedeschi che scesero +nella valle del Tevere. I ricercatori +di notizie del medio evo romano devono +alla diligenza e sagacia dei suoi monaci +il prezioso codice dei <i>Regesti</i> di Farfa, che +la Vaticana conserva. Questa importantissima +raccolta di monumenti, appendice +importantissima ai <i>Regesti</i> di Pietro Diacono +di Montecassino, è oggi una delle +principali fonti d'investigazione storica. E +davvero con non lieve interesse osserveremo<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[57]</a></span> +la grandiosa campagna intorno al +Soratte, se ricorderemo che più d'uno dei +nostri imperatori tedeschi di qui scese +verso Roma, al tempo delle lotte col papato +gregoriano.</p> + +<p>Ai piedi del monte esiste ancora il guado +del Tevere che gl'imperatori solevano passare, +presso l'antico <i>Flaianum</i>, oggi Fiano.</p> + +<p>Molto mi dispiacque di non poter visitare +il paese di Sant'Oreste, appollaiato graziosamente +in cima al monte. Gli archeologi +pretendono che il famoso tempio di +Feronia sorgesse un giorno lassù, e che la +città, costruita in quel luogo, si chiamasse +Sant'Edistio, corrotto poi in San Resto e +Sant'Oreste; ma è più verosimile che il +nome venisse alla città da quello stesso +del monte Soratte, che durante le oscurità +medioevali si sarebbe poi mutato nel nome +di un santo ignoto o apocrifo.</p> + +<p>Alle sei giungemmo a Civita Castellana. +Il panorama di questo luogo meraviglioso +è insuperabile, più bello ancora di quello +di Veio. Il paese si leva su erte rocce rossastre, +coperte da piante rampicanti, simili +a mura naturali; ai suoi piedi scorre +il fiume Treia. È ben fabbricato, ha molti +ponti, uno dei quali somiglia al nuovo ponte +dell'Ariccia, pur non essendo così grandioso. +La valle, stretta e bellissima, formata +dalle rupi che il Treia attraversa, è<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[58]</a></span> +ricca di singolari vedute, tali da formare +certo l'ammirazione di ogni pittore. La posizione +di questa città etrusca è stata scelta +con rara fortuna ed acume.</p> + +<p>Qui certo fu la primitiva Faleria. Nel +medio evo, quando i saraceni resero malsicuri +questi dintorni (essi distrussero una +volta anche l'abbazia di Farfa), l'antichissima +Faleria, abbandonata fin allora, fu ripopolata, +perchè fortemente situata su una +piattaforma di rupi; così si formò Civita +Castellana, sede di conti per molto tempo, +e spesso nominata nella storia dei papi. Il +terribile avversario di Gregorio VII, Guiberto +di Ravenna, antipapa col nome di +Clemente III, passò qui i suoi ultimi anni, +e quivi morì. Anche Alessandro III vi finì +i suoi giorni. Oggi questa ospitale e spaziosa +città (di soli 2400 abitanti) offre poche +cose degne di nota. Da tempo antico è vescovado, +come quasi ogni altro luogo un +po' importante del Patrimonio di San Pietro. +La cattedrale di Santa Maria è degna di +esser visitata, col suo portale romanico e il +vestibolo, notevole monumento del XIII secolo. +Ha archi e finestre in stile gotico-romanico; +colonne e un architrave a mosaico. +Nel vestibolo si conservano antiche iscrizioni, +la più vetusta delle quali ricorda +una donazione di beni fatta alla Chiesa nel +IX secolo.<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[59]</a></span></p> + +<p>La città, del resto, non ha reliquie municipali +interessanti; del periodo feudale +non resta che l'antico castello, costruzione +della fine del secolo XV, con le armi dei +Borgia; Alessandro VI lo fece costruire da +Antonio Sangallo. Servì negli ultimi tempi +come prigione di Stato, e molti visitatori +ricordano di avervi veduto il famigerato +brigante Gasparone, parente del cardinale +Antonelli.<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a> Io dimenticai di domandare se +viveva ancora. Mi ricordo che a Roma +qualcuno narrava di averlo visitato, per +curiosità, e di avergli chiesto quanti omicidî +avesse commesso, al che aveva egli risposto: +«Non molti, forse appena una ventina».</p> + +<p>Oggi la bandiera francese sventola sulla +torre pittoresca e nera di Civita Castellana, +poichè questo è il punto estremo del <i>Patrimonium +Petri</i> verso la Sabina, e l'occupa +una guarnigione di truppe napoleoniche. +Alcuni soldati francesi mi dipinsero come +molto triste e noioso il loro soggiorno in +quel luogo solitario e remoto; ed avevano +veramente ragione di lamentarsi, perchè +ivi è impossibile ripararsi contro l'inclemenza +del sole, che dardeggia senza pietà.</p> + +<p>Dopo una notte di riposo, passata nel +discreto albergo della Posta, che trovandosi +<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[60]</a></span> +nel punto dove convergono le strade +dalla Sabina, da Nepi, Amelia e Viterbo, +è abbastanza frequentato, mi accinsi a passare +i confini pontifici e ad entrare negli +Stati piemontesi. Il segno del confine era +il Tevere, che col suo corso divide le terre +del <i>Patrimonium Petri</i> dall'Umbria e dalla +Sabina.</p> + +<p>Partito la mattina alle cinque da Civita +Castellana, giunsi in poche ore a Borghetto, +pittoresco castello sul fiume, oggi l'ultimo +villaggio pontificio, sotto il quale il Tevere +scorre in una larga e bella valle; gli sono +vicini i monti della Sabina, e con essi molte +località, ora (1861) piene di piemontesi e +di lombardi.</p> + +<p>Qui il fiume, già abbastanza largo, è traversato +dal ponte Felice, bel monumento costruito +da Sisto V (Felice Peretti) nel 1589.<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a> +Fino a questa località il Tevere può essere +risalito da battelli, anzi da qualche anno, da +Ripetta a Roma, è stato stabilito un traffico +per mezzo di battelli a vapore, e così la capitale +è collegata alla Sabina. La siccità +estiva aveva molto assottigliata la corrente, +e fra tutto io non vidi che due o tre barconi +di carbone, legati alla sponda. In mezzo al +ponte, sopra l'iscrizione di Sisto V, sventolava +la bandiera francese. Di là da questo +<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[61]</a></span> +confine comincia il nuovo Stato, che la rivoluzione +italiana nel 1859 creò <i>per fas et +per nefas</i>. All'estremità del ponte erano +due tricolori italiani, ancora incoronati di alloro +appassito. Sembravano gettare sguardi +sospettosi sullo stendardo di Francia, mentre +i robusti granatieri piemontesi stavano +in sentinella dinanzi ad una vicina capanna. +Essi avevano un aspetto grave e sospettoso, +quando mi chiesero il passaporto nel loro +sgradevole dialetto. Mentre lo esaminavano, +volli utilizzare quel tempo di attesa, ritornando +in mezzo al ponte per copiare le +iscrizioni di Sisto V e di Urbano VIII. Ma—strano +a dirsi—un granatiere me lo impedì: +egli mi venne dietro, e mi dichiarò +abbastanza vivacemente che non poteva +permettermi di ripassare il ponte, e che +egli stesso non poteva varcare di un sol +passo la bandiera francese. Così dovetti +convincermi dell'efficacia di quel simbolo. +Ogni rimostranza fu inutile, il bravo soldato +non volle udir ragioni, ed io dovetti +tornar indietro. Del resto, tanto egli che +l'impiegato della dogana furono con me +perfettamente corretti. Il panorama della Sabina +che si gode dal ponte è bello e vasto. +Di contro è l'antico e cupo Magliano, sede +di un vescovo che qualche mese fa fu +incarcerato; più oltre Poggio Mirteto, ora +una delle stazioni più importanti dell'esercito<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[62]</a></span> +piemontese di confine, mentre il governatore +civile di tutta la Sabina risiede +in Rieti, città più grande, fino a poco fa +residenza del delegato pontificio.</p> + +<p>M'internai nella bella regione montuosa, +piena di colli ridenti, ricchi di vino, olio +e castagne, abitata da gente forte, onesta +e patriarcale, ma ignorante e primitiva. Il +carattere di questa regione non ha nulla di +comune con quello del Lazio, pieno di sole +e di luce; somiglia piuttosto a quello dell'Appennino +centrale. La straordinaria siccità +dell'estate aveva anche là bruciato i +campi; il granturco presentava un aspetto +deplorevole; anche l'olivo era poco rigoglioso; +solo le viti promettevano un abbondante +raccolto.</p> + +<p>La prima città che si trova su quella +strada è l'antichissima, ora assai piccola, +città di Otricoli, nella quale si rinvennero +molte antichità celebri, fra le quali la testa +di Giove del Vaticano. Notiamo anche che +ivi fu arrestato dai cavalieri del Barbarossa +il famoso Arnaldo da Brescia, che fu consegnato +ai cardinali e giustiziato poi a +Roma. Egli aveva già ai suoi tempi insegnato +ciò che ora l'Italia chiede ai papi.</p> + +<p>Per dimostrare l'annessione all'Italia, +quasi non bastassero le bandiere, che già +in gran copia avevo vedute, si aggiungevano +ora le armi di Savoia, dipinte di fresco<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[63]</a></span> +sui muri. Vidi sempre in maggior numero +granatieri, lancieri, bersaglieri coi cappelli +piumati e le mantelline turchine, simili a +comparse teatrali; più là trovai la guardia +nazionale, dalle poco brillanti uniformi.</p> + +<p>Otricoli fa parte dell'Umbria, ma il confine +fra le due provincie è difficilmente rintracciabile +e sempre variabile. Oggi questa +città appartiene alla delegazione di Spoleto, +e da essa si entra nel territorio dell'antico +e una volta così potente ducato.</p> + +<p>Sotto Otricoli si apre la stretta e selvaggia +valle della Nera, impetuoso fiume +montano che si dirige verso il Tevere, e +che una volta segnava il confine geografico +fra l'Umbria e la Sabina. Viene quindi +Narni, una delle più antiche città umbre, +col suo bel castello e i campanili delle sue +chiese. Il luogo è assai ameno; la Nera, +uscendo dalla sua strada incassata fra le +rupi, entra in una valle grandiosa e scorre +fra armoniose colline. Un antico ponte romano +riunisce ancora le due rive. In fondo +si scorgono i verdi monti dell'Umbria, amenissimi +e ricchi d'incantevoli luoghi, fra +cui ricorderò Amelia. A cinque miglia di +distanza giace l'antica <i>Interamna</i>, oggi +Terni, in mezzo a verdi colline, la patria +di Tacito. Nulla, credo, possa essere più +attraente di una gita per questi luoghi in +primavera o in autunno.<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[64]</a></span></p> + +<p>Oltre il suo bel castello, Narni possiede notevoli +chiese e conventi, come la cattedrale, +consacrata al primo vescovo della città, +San Giovenale; però il tesoro maggiore è +rappresentato da un dipinto famoso dello +Spagna, l'<i>Incoronazione della Madonna</i>, +nel convento degli Zoccolanti.<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a> Dello stesso +artista si trovano quadri in molti paesi +dell'Umbria; alcuni gli sono però stati erroneamente +attribuiti.</p> + +<p>Di mura ciclopiche non si hanno qui che +pochi avanzi, e degli antichi monumenti +romani di questa città, dove nacque Nerva, +non rimane che il ponte di Augusto sulla +Nera. Quest'opera, un dì grandiosa, appare +anche oggi ammirabile, sebbene dei tre o +quattro archi che la componevano, ne resti +uno soltanto. Le imponenti rovine, i flutti +vorticosi della Nera, un vicino convento, la +città colla sua solenne architettura, tutto +contribuisce a dare a questo paesaggio un +carattere d'incomparabile bellezza.</p> + +<p>Marziale gli ha dedicato i mirabili versi:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> + +<div class="stanza"> +<span class="i0">Narnia sulphureo quam gurgite candidus amnis<br /></span> +<span class="i0">Circuit, ancipiti vix adeunda jugo;<br /></span> +</div> + +<div class="stanza"> +<span class="i0">Quid tam saepe meum nobis abducere Quintum<br /></span> +<span class="i0">Te juvat, et lenta detinuisse mora?<br /></span> +</div> + +<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[65]</a></span> + +<div class="stanza"> +<span class="i0">Quid Nomentani causam mihi perdis agelli<br /></span> +<span class="i0">Propter vicinum qui pretiosus erat?<br /></span> +</div> + +<div class="stanza"> +<span class="i0">Sed jam parce mihi nec abutere, Narnia, Quinto;<br /></span> +<span class="i0">Perpetuo liceat sic tibi ponte frui.<br /></span> +</div> + +</div> +<p>Verso la metà del secolo XII il ponte +crollò. Al tempo degli Hohenstaufen non +doveva esistere già più, perchè Parsifal +Doria, generale di Manfredi, si annegò, mentre +voleva guadare in quel punto la corrente +a nuoto, col suo cavallo, ambedue +coperti di ferro. Si costruì allora il nuovo +ponte, più comodo per la sua posizione, +essendo troppo grande la spesa necessaria +per restaurare l'antico.</p> + +<p>La menzione fatta del valoroso Parsifal +mi rammenta un'altra grande figura di guerriero, +che forma ancora uno dei vanti dei +Narnesi: in Padova di fronte alla cattedrale +sorge il monumento equestre in bronzo del +Gattamelata, opera di Donatello, la prima di +questo genere compiuta in Italia durante il +Rinascimento. Fu fatta per incarico della +Repubblica di Venezia, che così volle onorare +la memoria di uno de' suoi più fedeli +condottieri, che fino al 1441 aveva servito +la bandiera di S. Marco. Erasmo Gattamelata +nacque a Narni.</p> + +<p>Un altro Narnese diede lustro alla città +nel secolo XV: il cardinale Bernardino Eroli, +morto nel 1479, di cui la tomba è visibile +nelle grotte di S. Pietro a Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[66]</a></span></p> + +<p>La famiglia di lui, che esiste ancora a +Narni ed è una delle prime del patriziato, +abita un antico palazzo. Uno de' suoi membri +è il marchese Giovanni, distinto antiquario, +ricercatore di documenti; egli è +veramente la cronaca vivente della sua +città, della quale ha descritto a fondo e riunito +nella sua <i>Miscellanea Narnese</i> le cose +più notevoli. Mi trattenni alquanto in questa +città, e visitai questo degno signore. La vita +di un patrizio in un piccolo centro campagnolo +deve essere tanto più limitata e monotona +quanto più esso possiede istruzione +e talento. Il marchese, lieto di ricevere un +viaggiatore, tanto più poi che veniva da +Roma e che si occupava di storia, mi accolse +con grande cortesia, e soddisfece pienamente +alle mie domande circa l'archivio +municipale di Narni, come sopra gli archivi +delle altre città umbre, e mi invitò ad accompagnarlo +nel suo studio. Non era uno +studio di disegno o di pittura, ma di fotografia. +Quando vi entrai credetti di esser +penetrato in un tepidario, perchè il calore +era così intenso da potersi appena tollerare. +Egli mi mostrò i suoi lavori, che +erano invero così poco riusciti da non allettare +gran che i visitatori.</p> + +<p>Da Narni m'internai con vera gioia nell'Umbria, +in questo giardino dell'Italia centrale, +irrigato da vivaci corsi d'acqua, cosparso<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[67]</a></span> +di olivi e di verdeggianti colline. +Tutto vi è sereno e aggraziato; persino +il dialetto degli abitanti è pieno di melodia. +Non è davvero strano che la pittura umbra, +così gradevolmente viva e ideale, abbia +avuto nella natura la sua fonte precipua. +L'Umbria fa veramente intendere che cosa +sia la Toscana, ancora più bella e gradevole.</p> + +<p>Dopo una breve corsa attraverso la campagna +fertile e ricca, giunsi a Terni, patria +di Tacito, famosa per le cascate del Velino, +città attivissima di 9000 abitanti. Non +vidi le cascate, ma girai per la città, che +si presenta come un borgo abbastanza pulito, +nel quale il periodo del Rinascimento +e lo stile baronale pomposo hanno soffocato +il medio evo caratteristico. Molti notevoli +palazzi indicano che vi risiede una +ricca nobiltà. Anche la vita politica ha +qui uno speciale movimento.</p> + +<p>Essendo una città di qualche importanza, +più grande di Narni e, per numero di abitanti, +venendo subito dopo Spoleto, Terni +aspira ad avere un significato politico. L'italianizzazione +vi fu accolta con entusiasmo; +su molte insegne di botteghe operaie vidi +già i colori bianco, rosso e verde da poco +dipinti; anche sulla mia tavola all'albergo +stava il tricolore. E non faremmo altrettanto +noi in Germania, in analoghe circostanze?<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[68]</a></span></p> + +<p>Cresce in Italia una specie di zucca, +detta cocomero, che al di fuori è verde, e, +tagliato, mostra una polpa purpurea, e intorno +una zona bianca: i colori italiani. A +questo proposito ricordo di aver veduto +questo spettacolo: un cocomeraro aveva +inalberato sul suo banco un grande tricolore, +sopra il quale era dipinta la dea dei +cocomeri nei suoi tre colori naturali; con +la scritta in trasparenza: <i>Natura mi diè +questi colori</i>. Lo spiritoso cocomeraro faceva +un degno richiamo! Anche nei dominî +pontificî la coccarda del governo è di solito +rappresentata da un uovo sodo tagliato in +mezzo. Su questi due simboli corrono fra +la popolazione dei saporiti motti di spirito.</p> + +<p>La rivoluzione italiana ha portato con +sè, come mi ha insegnato l'esperienza, una +vera rivoluzione nei nomi delle strade e +dei caffè, tanto che chi tornasse dopo una +assenza di qualche anno nella sua città, +difficilmente riuscirebbe a raccapezzarcisi. +Le piccole piazze coi nomi di S. Maria, +S. Paolo, ed altri, ora prendon nome da +Vittorio Emanuele, e tutti gli altri santi e +patroni sono ovunque sostituiti da Garibaldi, +Cavour, Ricasoli, ed altri uomini +della spada o del parlamento. Sarebbe interessante +contare i caffè che oggi in Italia +hanno il nome di Garibaldi!</p> + +<p>Terni è ora il quartier generale del comandante<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[69]</a></span> +Brignone e di molta fanteria di +linea. Io vi trovai i muri delle strade coperti +di proclami per la chiamata delle +classi sotto le armi. Mi fu detto che nell'Umbria +la popolazione si sottopone più +volontieri che non nelle altre province +dell'ex-Stato pontificio all'obbligo della leva. +Anche qui però vi sono molti disertori che +vanno ad alimentare la reazione nel napoletano, +tanto più che la sorveglianza dei +confini da quella parte è assai difficile. Ci +vorrà molto tempo perchè gl'italiani si +abituino al servizio militare obbligatorio. +L'esenzione dal servizio militare è stata veramente +un prezioso beneficio del regime +papale, beneficio inestimabile per il contadino.</p> + +<p>Grande è il numero degli emigrati romani +a Terni, come del resto in tutta l'Umbria +ed in tutta la Sabina. L'emigrazione +sparsa nei diversi luoghi mi fu detto essere +superiore a 5000 individui, ma forse +questa cifra è inferiore alla realtà.</p> + +<p>Una gran parte dei forusciti viveva finora +in Rieti, ma una discordia scoppiata +fra i romani ed i cittadini di quella città +li ha costretti ad abbandonare il luogo ed +a spargersi per l'Umbria. La loro esistenza +è abbastanza difficile e penosa, perchè i +comitati creati allo scopo di soccorrerli +hanno mezzi insufficienti. Cospirano attivamente<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[70]</a></span> +così vicino a Roma, dove il comitato +nazionale è in relazione diretta con +essi. Secondo ogni verosimiglianza sono +essi che redigono i giornali umbro-sabini, +come l'<i>Italia e Roma</i> di Perugia. Questi +fogli sono letti avidamente, e molti esemplari +penetrano anche nella Città dei Cesari.</p> + +<p>Da Terni partii per Spoleto; percorsi +per molte ore una regione montuosa, fresca, +ricca di quercie. Si valica l'Appennino +sopra Terni, o, per meglio dire, attraverso +il monte Somma. La strada, assai buona, +giunge fino alla sommità lungo la gola +detta <i>Strettura</i>, salendo gradatamente. I +due versanti del monte da ambo i lati sono +boscosi; non si vedono paesi; solo qua e +là qualche casale. De' bei buoi bianchi +erano stati, per rinforzo, attaccati alla vettura, +e mentre essi lentamente salivano +l'erta, potei permettermi una breve camminata +su quella ripida strada. L'aria era +fresca e leggera: si sarebbe potuto camminare +ore intere senza stancarsi. Dei briganti +non c'era da temere, poichè tutta +l'Umbria ne è immune. Avendo lasciato un +po' indietro la carrozza, vidi d'un tratto un +uomo accoccolato, nascosto in un cespuglio, +che appena mi vide si mise a farmi energicamente +dei segni, e precisamente quelli +che soglion fare gli italiani per chiamare<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[71]</a></span> +a sè. Io mi fermai in mezzo alla strada; +l'uomo mi accennò di proseguire il mio cammino. +Voleva dirmi di essere cauto? Finalmente +scese egli stesso dalle rupi nella +strada, e lo riconobbi per un giovane e simpatico +milite della guardia nazionale.—Sembra +che diffidiate di me—disse—ma +io vi ho fatto cenno soltanto per dirvi che +potete continuare la vostra strada e non +guastare così il mio giuoco. Io debbo star +qui a sorvegliare un giovane e una ragazza +che stanno laggiù nella valle, e veder +quello che fanno.—Il soldato mi disse +queste parole un po' eccitato. Terribile +cosa la gelosia! Anche quella solitudine +che sembrava creata solo per pensieri e +fatti patriarcali, nascondeva nel suo seno +il terribile mostro! E non fu inutile la +posta del giovane: dopo poco la coppia +sbucò fuori da un cespuglio; la fanciulla +si allontanò dall'amante e seguì la riva del +torrente, mentre questi scompariva. Difficilmente +sarà sfuggito ad una <i>coltellata</i>!</p> + +<p>Presto raggiungemmo la cima del Somma, +dove i buoi furono staccati. Di qui si scese +per la strada che costeggia una gola simile +a quella percorsa all'insù, e che corre +per sei miglia attraverso splendidi monti; +dopo poco ci si presentò meravigliosamente +la vecchia Spoleto e sotto a noi la valle +del Clitunno, e la pianura ove scorre il<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[72]</a></span> +Tevere. Uscendo di mezzo ai monti, Spoleto +appare bella come nessun'altra città, +e sopratutto pittoresca, con la sua nera +rocca, le molte torri massicce che la coronano, +e le mura merlate. La luce dorata +del sole la illuminava morendo, e contribuiva +a dare al quadro magnifico un +perfetto e grandioso carattere storico. Influisce +molto vedere da un punto, piuttosto +che da un altro, per la prima volta una +città vetusta; la prima impressione è quella +che rimane. Io non conoscevo ancora Spoleto, +che racchiude in sè una storia tanto +ricca, che va da Faroaldo, duca longobardo, +fino all'infelice generale Lamoricière, che +nel 1860 stabilì qui il suo quartier generale +per la difesa degli Stati della Chiesa contro +gli usurpatori.</p> + +<p>Quando entrai in Spoleto si cancellò dalla +mia mente l'imagine di ogni antico ricordo; +sulla bella spianata una folla di gente elegante +si pigiava; le strade erano simpatiche +e linde, le case moderne, ed un'aria di sereno +benessere dava l'impressione più gradevole +di una vita gaia e tranquilla.</p> + +<p>Il ducato longobardo di Spoleto fu fondato +nel 570, subito dopo che Alboino discese +in Italia col suo popolo. I suoi due primi +duchi furono Faroaldo e Ariulfo; questi, +provincia a provincia, tolsero ai greci una +gran parte dell'Italia centrale, e cioè tutta<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[73]</a></span> +l'Umbria, la Sabina, la Marsica (oggi Abbruzzo), +e le Marche di Fermo e di Camerino. +I papi soffrirono spesso molestie +da parte del ducato di Spoleto, fondato +alla fine del VI secolo. Anche quando Carlomagno +pose fine al regno longobardo, +rimase tuttavia abbastanza grande la potenza +dei duchi di Spoleto, divenuti vassalli +franchi. La Francia stessa assicurava +la loro dignità; dopo la caduta dei Carolingi, +Guido di Spoleto potè porsi sul capo +la corona imperiale. Egli la passò quindi +al figlio di Lamberto, un nobile giovane, +che morì improvvisamente nell'898 per una +caduta da cavallo. Guido e Lamberto ottennero +la corona imperiale e furono i due +imperatori nazionali eletti dal popolo italiano +in opposizione ai candidati di nazione +tedesca, sebbene fossero di razza franca.</p> + +<p>Quando più tardi l'impero cadde con gli +Ottoni e passò alla nazione tedesca, gl'imperatori +si impadronirono del ducato, e non +vi fu più a Spoleto dinastia ereditaria. In +seguito Spoleto fu annesso alle terre della +contessa Matilde, come anche Ancona, finchè +i papi con lusinghe ed astuzie riuscirono +ad impossessarsi di quel ducato, sul +quale già da Carlomagno accampavano diritti. +Innocenzo III, e specialmente Gregorio +IX, aggiunsero alla Chiesa le Marche +di Ancona, Camerino e Fermo. Così la vera<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[74]</a></span> +presa di possesso di quei luoghi da parte +della Chiesa data dal principio del sec. XIII; +ma dipoi essa perdette di nuovo molte di +queste terre, col volgere degli anni, e, dopo +varie vicende, in pochi giorni nel settembre +1860 le perdette tutte e per sempre.</p> + +<p>Lamoricière aveva scelto Spoleto come +suo quartier generale, perchè la posizione +era buona, e potevano di là mandarsi truppe +in tre direzioni. Il generale Schmidt aveva +il quartiere a Foligno; Pimodan stava a +Terni con la seconda brigata, e De Courten +a Macerata. Lamoricière si aspettava di +dover ripiegare verso il sud contro Garibaldi, +che era nel Napoletano, ma quando +seppe del generale Fanti, capì che i piemontesi +avrebbero investito l'Umbria e le Marche. +Il giorno 8 settembre i volontari di Masi +irruppero da Città della Pieve nello Stato +pontificio e marciarono su Orvieto. Il 10 settembre +Lamoricière riunì le sue milizie, +e il 12 si gettò sulle Marche, seguito da Pimodan. +Nella cittadella di Spoleto aveva lasciato +300 irlandesi del maggiore O'Reilly, +con due cannoni. Questa piccola fortezza +fu presa dai piemontesi del generale Brignone +il 17 settembre; secondo le istruzioni +del Lamoricière, gli irlandesi la difesero valorosamente, +respinsero un assalto e si arresero +solo dopo 12 ore di combattimento. I +piemontesi ebbero, a detta del Lamoricière,<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[75]</a></span> +100 morti e 300 feriti; i papalini 3 morti +e 6 feriti. È abbastanza curioso che nell'ultimo +fatto d'armi di questa fortezza abbiano +preso parte degli irlandesi.</p> + +<p>Si vedono ancora le tracce di quella +lotta. Ora non vi è più guarnigione, ma +invece un bagno penale.</p> + +<p>Del resto il ricordo di questi fatti si è +assai indebolito nella città; la delegazione +si è mutata in una sottoprefettura, dipendente +da Perugia, sede del commissario +generale dell'Umbria. Così Spoleto ha perduto +del tutto il carattere di città capoluogo +di provincia; la sede dei delegati poteva +essere paragonata ad una piccola corte, e +questi governi provinciali dei cardinali legati +godevano d'una certa indipendenza; +tutto questo ora è passato; i prefetti e i sindaci +entreranno al posto delle provincie +politiche d'un tempo, le quali rimarranno +solo un ricordo storico.</p> + +<p>Le strade salgono il monte con lieve +pendio, e graziose piazze le interrompono +qua e là. Molti luoghi sono assai pittoreschi +e veramente italiani, ma spesso sporchi +e mal tenuti. Si vede ancora che questa città +dominò in altri tempi una ricca regione e +fu centro d'una monarchia, benchè conti +ora solo 9000 abitanti. Anche qui nell'architettura +il Rinascimento prevale. L'alto +medio evo è stato soffocato dalle epoche<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[76]</a></span> +successive; dell'antichità romana si vedono +alcuni avanzi, ed una vetusta porta presso +il palazzo Gavotti ricorda Annibale che, +dopo la famosa battaglia sul Trasimeno, +fu respinto da Spoleto. Essa si chiama +ancora Porta di Annibale o della Fuga.<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a> Invano +si ricercherebbero in Spoleto antichità +longobarde. La mia prima domanda fu questa: +dov'è il palazzo degli antichi duchi? +Nessuno seppe darmi una risposta, ed anche +lo storico del ducato di Spoleto, Gian Colombino +Gatteschi, mi dichiarò d'ignorarlo. +Così l'oblio sommerge la residenza di principi +un giorno così grandi e potenti; non +ne rimane una traccia, non una pietra. Solo +una dubbia tradizione dice che il palazzo +Arroni, sulla piazza del Duomo, occupi il +luogo dove, fin dal primo duca Faroaldo +(539), risiederono Ariolfo Toto, Trasmondo, +Angebrando, Ildebrando, Gisulfo, Lamberto +e Guido, finchè coll'ultimo della loro lunga +serie, lo svevo Corrado, il ducato ebbe termine +nel 1198.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[77]</a></span></p> +<p>Ora il duomo, uno dei più antichi monumenti +di Spoleto, sorge su una bella +piazza, con lo sfondo pittoresco delle vette +montane. Fu edificato nel 617 dal terzo +duca Teodelapio, poi più volte restaurato. +È una bella ed armonica chiesa, con una +torre sulla facciata in stile romanico-gotico +del secolo XIII. L'atrio è moderno: è opera +del Bramante. Un grande mosaico, opera +del Solsterno, orna la facciata: porta la data +del 1267. Si osserva in esso con stupore +il primo sviluppo libero dell'arte umbra. +In questa chiesa Fra Filippo Lippi, uno dei +più simpatici pittori della seconda metà +del secolo XV, si è eternato coi suoi affreschi +nel coro, dove egli stesso giace. L'interno +è quasi tutto restaurato di fresco; +delle iscrizioni medioevali non ne rimane +alcuna, nemmeno nell'atrio. Il duomo è +oggi il più notevole monumento, l'ornamento +maggiore di Spoleto, insieme con San +Pietro, una chiesa di stile lombardo, degna +di molta considerazione. La sua facciata è +coperta di sculture, in alcune delle quali +è rappresentata, in modo assai primitivo, +la favola del «<i>Roman du Renard</i>».</p> + +<p>Questa comunità conserva un pregevole, +anzi meraviglioso affresco dello Spagna, +la Madonna con i santi, ed una iscrizione +su marmo, che ricorda la distruzione della<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[78]</a></span> +città, compiuta dal Barbarossa. Trascrivo +fedelmente questa iscrizione:</p> + +<p class="inscr">HOC EST SPOLETVM<br /> +CENSV PPLQE REPLETVM<br /> +QVOD DEBELLAVIT<br /> +FRIDERIGVS ET IGNE CREMAVIT<br /> +SI QVERIS QVANDO<br /> +POST PARTV VIRGINIS A<span class="o">N</span>O<br /> +MCLV<br /> +TRES NOVIES SOLES IVLIVS<br /> +TVNC MENSIS HABEBAT</p> + +<p>Molto probabilmente in questo incendio +la residenza dei duchi di Spoleto andò +perduta.</p> + +<p>In special modo pittoresco è l'acquedotto +gigantesco<a name="FNanchor_18_18" id="FNanchor_18_18"></a><a href="#Footnote_18_18" class="fnanchor">[18]</a> che congiunge la città al monte +Luco. Questo monte è diviso dal colle, su +cui sorge la fortezza, da un abisso di 260 +piedi; al disopra di esso è un enorme ponte +di dieci archi. L'edificò il duca longobardo +Teodelapio nel 604, e fu poi più volte restaurato. +Se si prende la piccola strada +del ponte per andare a monte Luco, si gode +la vista dell'abisso vertiginoso e profondo, +su cui spesso soffia un vento terribile. Questo +mi costrinse anzi a rinunziare di attraversarlo. +Monte Luco è il Monserrato dell'Umbria.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[79]</a></span></p> +<p>Dopochè nel VI secolo un santo +siriaco, Isacco, ebbe fondato lassù un eremitaggio, +vi sorse nel X secolo il chiostro +di S. Giuliano ed una serie di eremitaggi. +Di questi ne restano ancora alcuni, ma +gli eremiti son da lungo tempo scomparsi. +Di parecchie delle loro cappelle i cittadini +di Spoleto si sono fatte delle graziose villette. +Una passeggiata nei boschi di quercie +del monte è un vero godimento, l'erba balsamica +esala il suo aroma, le brezze agitano +le millennarie cime delle quercie: appena +si ode di tanto in tanto un suono, +un fremito di campana: vi regna un silenzio +divino. Di lassù si può rintracciare, nella sottostante +campagna, la striscia bianca della +via Flaminia, che sale fino alle porte della +città e in lontananza si perde nella pianura.</p> + +<p>Ma più maestosa di ogni altra cosa appare +la rocca che domina la città e la +pianura, e che si stacca sui monti solenni: +un dado turrito, dalle linee nobili e armoniche, +uno dei più bei monumenti del medio +evo. Il famoso cardinale d'Albornoz, contemporaneo +del tribuno Cola di Rienzo, +aveva nel 1356 riedificato questo già antichissimo +edificio, che fu poi terminato da +Nicolò V. La memoria degli antichi duchi +e dei potestà che risiedettero in questo +castello è del tutto scomparsa, ma dalle +finestre del fosco edificio sembra al viaggiatore<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[80]</a></span> +di scorgere ancora la figura di una +donna famosa, che fu signora di Spoleto, +quella cioè di Lucrezia Borgia, figlia di +Alessandro VI, la Cleopatra del secolo XV. +Suo padre la nominò nel 1499 reggente +della città e del distretto di Spoleto, fatto +nuovo questo nella storia della Santa Sede. +La bella duchessa abbandonò Roma a cavallo, +con grande seguito, l'8 agosto. Dinanzi +a Spoleto la ricevettero con grande +onore i priori della città, e l'accompagnarono +al castello, dove pose la sua residenza. +Ella presentò allora ai suoi dipendenti la +sua nomina, ed un Breve di suo padre così +concepito:</p> + +<p>«Amati figli, a voi salute ed apostolica +benedizione. Abbiamo conceduto il possesso +del castello e il reggimento delle nostre +città di Spoleto e Fuligno, della loro contea +e distretto, alla nostra diletta figlia in Cristo, +donna Lucrezia di Borgia, duchessa di Bisceglie, +per il maggior bene di questi luoghi. +Fidando nella particolare intelligenza, +fedeltà e rettitudine della sullodata duchessa, +come in altri Brevi abbiamo dichiarato, +ed anche facendo appello alla vostra +abituale obbedienza a Noi ed alla Santa +Sede, speriamo che riceviate la vostra nuova +duchessa reggente con gli onori e la riverenza +che vi impone la vostra deferenza +verso di Noi. Desideriamo dunque che degnissimamente<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[81]</a></span> +la riceviate, e che, per conservare +il nostro favore e per evitare la +nostra disgrazia, voi ubbidiate alla duchessa +reggente Lucrezia Borgia, in generale e +in particolare, per tutti quei diritti e quelle +consuetudini concernenti il suo governo, e +per tutti quei comandi che ad essa piacerà +di darvi, come alla nostra medesima persona, +con tutto lo zelo e la diligenza, per +darci novella prova della vostra fedeltà ed +obbedienza. A Roma, in S. Pietro, segnato +coll'anello del Pescatore, 8 agosto 1499—Adriano (Secretario)».<a name="FNanchor_19_19" id="FNanchor_19_19"></a><a href="#Footnote_19_19" class="fnanchor">[19]</a></p> + +<p>La vita di Spoleto a Lucrezia Borgia, +improvvisamente chiamata a succedere agli +antichi duchi longobardi, dovè certo sembrare +noiosa e intollerabile. Non rimane +nulla del suo governo, se non la riconciliazione +avvenuta fra le due comunità di +Spoleto e di Terni. Nell'archivio municipale +di Trevi esiste ancora un documento sottoscritto +di sua mano con questa formula: +«<i>Placet ut supra Lucrezia de Borgia</i>». +Questa donna rimase a Spoleto breve tempo. +Il 21 settembre visitò a Nepi suo padre, +e nel mese di ottobre tornò a Roma. Pochi +mesi dopo, nel luglio 1500, le morì lo sposo +Alfonso di Aragona, duca di Bisceglie, che +<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[82]</a></span> +Cesare Borgia fece prima pugnalare sulla +scala vaticana, poi strangolare nel suo palazzo.</p> + +<p>A Spoleto rimasero alcuni suoi impiegati: +Antonio degli Umioli di Gualdo, dottore +in diritto, e il suo segretario Cristoforo +Piccinino. Il 10 agosto 1500 Alessandro VI +affidava il governo della città a Ludovico +Borgia arcivescovo di Valenza.</p> + +<p>Per recarsi da Spoleto a Foligno, bisogna +attraversare la famosa valle del Clitunno, +dov'è il piccolo e grazioso tempio di questo +dio fluviale, tempio che non ha però più +nulla a che vedere con quello descritto da +Plinio; sorge vicino alla stazione postale +detta <i>Le Vene</i>, presso la sorgente di una +fonte più pura del cristallo.</p> + +<p>Intorno la campagna è ridente, con lo +sfondo incantevole delle montagne umbre. +Percorrendo, come ho fatto, questi dominî +che appartennero ai papi, bisogna +convenire che era il loro un ben prezioso +Stato, di cui la corona nessun re avrebbe +sdegnato. Se si sono viste con i propri occhi +queste campagne e queste antiche città, si +capisce che sarebbe stato necessario un sovrumano +disinteresse per rinunciare a questo +antico possesso ereditario. Ma nulla può +contrastare ed opporsi alla forza del tempo.</p> + +<p>Foligno ha il doppio degli abitanti di +Spoleto, ed è città assai industriale: vi<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[83]</a></span> +sono fabbriche di carta, di candele di cera +e di confetti; i migliori d'Italia, almeno +così dicono. Giace in una pianura che è il +punto d'incrocio ed il centro delle ferrovie +umbre e romane, il che non è senza importanza +per l'avvenire della città.</p> + +<p>In essa tutto è più o meno moderno; vi +ho però trovato alcuni palazzi dello stile +del Bramante. La cattedrale può dirsi moderna +in seguito ai molti restauri; solo la +facciata conserva il suo stile gotico, ed ha +un antico portale. Altre chiese sono notevoli +per i loro quadri; così San Nicolò, +possiede un capolavoro della scuola di Foligno, +un quadro di Nicolò Alunno, maestro +del Perugino.</p> + +<p>Da Foligno si va in breve tempo a Trevi +ed a Spello, che è situata sopra un'altura. +Queste città sono caratteristiche e medioevali; +le loro nere mura turrite e le antiche +porte conservano i segni di un lontano +passato. Presso Spello si vedono ancora +molte case in rovina, come furono ridotte +dallo spaventevole terremoto del 1831. Ciò +non è per vero una prova dell'attività di +questa popolazione. Così ci si avvicina alla +valle del Tevere, che scorre qui fra i colli +di Perugia e di Assisi. Sotto Bastia lo si +passa, ancora piccolo ed esiguo. Intorno +la campagna appare fertile e ben coltivata, +specialmente a granturco e a viti.<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[84]</a></span></p> + +<p>Passai dinanzi ad Assisi senza entrarvi, +perchè pensavo di recarmivi comodamente +da Perugia. La patria di San Francesco +sorge solennemente su un'altura a terrazze, +con le molte antichissime torri e le massiccie +mura della chiesa del santo. Due miglia +circa al di sotto si vede la grande chiesa +di Santa Maria degli Angeli. Fu costruita +nel secolo XVI sulla cappella di San Francesco, +e abbattuta poi dal terremoto. Gregorio +XVI la fece riedificare dall'architetto +Poletti.<a name="FNanchor_20_20" id="FNanchor_20_20"></a><a href="#Footnote_20_20" class="fnanchor">[20]</a> È una copia del San Pietro di +Roma, in proporzioni gigantesche. Quale +strano contrasto fra la città medioevale e +questo edificio moderno che non porta più +nemmeno traccia di slancio religioso e mistico! +Visitandolo, la prima cosa a cui vien +fatto di pensare è il prezzo che questo +tempio deve essere costato.</p> + +<p>Si può dire soltanto a sua lode che è +assai ben situato. Nel centro esiste intatto +il santuario di San Francesco: una +piccola cappella gotica, che stona vivamente +con ciò che la circonda. Fu edificata +in questo luogo in memoria dell'apparizione +delle rose che avrebbe suggerito +<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[85]</a></span> +al santo, mentre pregava devotamente, +di fondare il famoso ordine. Tavole votive +e doni sono appesi nell'oscuro oratorio, +costellato qua e là di ceri, alla luce scialba +dei quali si scorgono fedeli che pregano +inginocchiati. Questa cappella è il santuario +dell'Umbria. I due lati esterni sono ornati +di affreschi: uno è opera di Overbeck, e, a +quel che si dice, è la migliore sua composizione; +l'altro, molto restaurato, è un +bel quadro della scuola del Perugino, forse +dello Spagna. I due quadri sono fra loro +nello stesso rapporto in cui una chiesa +nuova sta con una chiesa antica, o come +un santo moderno sta ad uno antico, o almeno +come un pittore di santi moderno ad +uno antico. Ogni tempo ha la sua fisonomia, +e i fiori artificiali non hanno nè profumo, +nè anima. Il pittore più felice, anzi +più grande, non potrebbe oggi comporre +un'opera che esercitasse su di noi il fascino +che esercita un Perugino, uno Spagna, un +Pinturicchio.</p> + +<p>Nel convento di Santa Maria vivono 90 +francescani. La rivoluzione, come mi assicurò +un monaco, non ha toccato nessuno +dei chiostri di Assisi. Nondimeno questi mi +apparve triste e depresso. Quanto si è detto +sulle soppressioni dei monasteri dell'Umbria +è inesatto. Dovunque io mi sono fermato, +ho veduto monaci. L'Italia non se<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[86]</a></span> +ne libererà mai, mai potrà bandirli del tutto +dalle sue terre. Essi appartengono alla terra +come i suoi fiori e i suoi animali. I cappuccini, +gli zoccolanti, i benedettini, gli scolopî +ed i varî altri ordini, non sono stati +affatto soppressi, benchè monasteri di altri +ordini siano stati chiusi per la legge Siccardi. +I possedimenti della Chiesa, estesissimi +nell'Umbria, sono stati sequestrati e +non venduti. È però indiscutibile che qua +e là si è proceduto in modo un po' troppo +sommario.</p> + +<p>Alta, su i suoi molti colli, che si levano +dal fiume sottostante, di aspetto vetusto +e analogo a quello di Palestrina, Perugia +si mostra allo sguardo del visitatore. +Appena entrati in questa città, si sente la +sua imponenza, come città essenzialmente +medioevale, ricca di caratteristici ricordi +municipali. Città principale della regione, +prospera, lieta, museo dell'arte umbra, vecchio +centro di scienze e lettere, essa fu la +gemma più bella del diadema pontificio, e +perciò fu trattata con indulgenza e considerazione. +Fin dall'epoca bizantina Perugia +fu, almeno di nome, possesso della Chiesa, +eppure per secoli interi si sottrasse, come +altre città, al dominio di quella, e primeggiò +fra le repubbliche vicine. Governata a +volta a volta dai popolari (Raspanti) e dai +nobili (Beccarini), ondeggiante fra guelfi e<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[87]</a></span> +ghibellini, divenne, per queste lotte e fazioni, +residenza di molti papi, mentre davano +opera alla propria istallazione sulla +sede di San Pietro. Il famoso papa Innocenzo +III vi morì nel 1216 e vi fu seppellito +sotto la stessa volta che accolse Martino +IV, il quale morì per aver mangiato +a cena, un sabato santo, troppe anguille +del lago Trasimeno. Anche Innocenzo IV +risiedette in Perugia. Vi morì pure l'infelice +Benedetto XI, l'ultimo dei papi che +regnarono prima dell'esilio di Avignone.</p> + +<p>Durante il secolo XIV questa repubblica +municipale fiorì straordinariamente; tutta +l'Umbria le fu soggetta; nel 1370 però dovette +sottomettersi nuovamente al papa. +Cinque anni dopo i cittadini si ribellarono +e demolirono la fortezza papale, ma alla +fine di quel secolo furono ancora una volta +assoggettati; non per questo cessarono +le lotte intestine. Le famiglie degli Oddi +e dei Baglioni, specialmente quest'ultima, +ebbero una parte importante in questi rivolgimenti. +Il noto Braccio Fortebraccio, +che nel 1416 si fece signore della città, +nacque a Perugia. Finalmente: Giulio II +sottomise Paolo Baglioni, che fu poi giustiziato +da Leone X in Castel Sant'Angelo +a Roma. Paolo III annientò l'ultimo resto +dell'indipendenza di Perugia, e d'allora in +poi la repubblica fu retta da cardinali legati,<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[88]</a></span> +che risiedevano nel nobile e antico +palazzo del Comune.</p> + +<p>Perugia ha, più di molte altre città italiane, +mantenuto il suo carattere medioevale; +non si trova qui quella frivolezza +moderna che ha ormai invaso le città; ma +v'è comune quella cortesia di modi, seria +e solida, che data dal tempo dei conflitti +cittadini fra la nobiltà e la borghesia. Oggi +i nomi dei Braccio e dei Baglioni, dei capi-partito +e dei tiranni, sono eclissati da quelli +degli artisti e degli artefici. Il Perugino è +lo splendore, il vanto più bello della città. +A Perugia è stato completamente compreso +il valore e la grandezza di quell'ingegno, +che servì di base al genio di Raffaello. Ma +non voglio portare nottole ad Atene, dilungandomi +sull'opera di questi grandi artisti.</p> + +<p>Perugia si divide in città alta e città +bassa, collegate da strade, scale e da ponti +in mattoni, dai quali si gode la mirabile +vista della città e della campagna. La città +alta è la vera ed antica Perugia, ed è anche +la parte più bella: il pittoresco Corso, coi +suoi palazzi del secolo XV ed anche del XVI, +è un vero monumento della grandezza repubblicana. +Le loro facciate, romanico-gotiche, +si completano l'una l'altra in modo +sorprendente, e sono documenti storici; si +potrebbe anzi dire che ci presentano proprio +i lineamenti della città, il suo volto<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[89]</a></span> +medesimo. V'è anche il grandioso palazzo +comunale, che rimonta al 1281, cupo e severo, +vasto ed oscuro, di architettura moresca +alle finestre e ai portali, decorato +degli stemmi dei principi e delle città alleate. +Ai piedi del grifone, emblema di Perugia, +sono appese le catene della porta +di Siena, rapite dai Perugini.</p> + +<p>La piazza del Duomo, verso la quale è +volto un lato del palazzo comunale, è ornata +anche dalla grande fontana di Giovanni +Pisano, e dalla statua in bronzo di +Giulio III. Non dico nulla del Duomo, nè +di molte altre chiese, come S. Domenico, +nella quale è la tomba di Benedetto XI, +Sant'Agostino e San Francesco, perchè di +esse si è parlato infinite volte; e infinite +volte son stati descritti i tesori conservati +nei grandi palazzi privati: Conestabili, +Donini, Baglioni, Bracceschi e Baldeschi, +Monaldi, Penna e Cenci.</p> + +<p>Non lungi dal Corso sorgeva la fortezza +pontificia, opera di Paolo III Farnese e del +suo terribile nipote Pier Luigi che straziò +infamemente la città. Questo sinistro edificio +fu costruito sul luogo dove sorgeva +un tempo il grande palazzo Baglioni. Nel +1848 fu smantellato a furia di popolo, +ed ora non resta più, per ricordarlo, che +un mucchio di pietre; quel luogo fu anche<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[90]</a></span> +teatro delle ultime lotte contro Schmidt, +comandante degli svizzeri pontifici.</p> + +<p>Le rovine di questo castello hanno un +aspetto melanconico; io vi trovai una folla +di persone, specialmente di giovanotti, che +vi passeggiavano con evidente soddisfazione, +e contemplavano con interesse i resti +della loro piccola Bastiglia, mentre si intrattenevano +con le narrazioni dell'ultimo +assalto subíto da essa e della capitolazione +alle milizie del generale Fanti.</p> + +<p>La vecchia fortezza non ebbe mai, del +resto, un importanza strategica. Fu soltanto +destinata a tenere in freno i cittadini.<a name="FNanchor_21_21" id="FNanchor_21_21"></a><a href="#Footnote_21_21" class="fnanchor">[21]</a> +Le truppe piemontesi poterono avvicinarvisi +da ogni lato e impadronirsene +senza ostacoli, nè resistenza da parte della +sua guarnigione. Non si sa bene che cosa +si erigerà su queste rovine; un grande +edificio vi farebbe certo bella figura.<a name="FNanchor_22_22" id="FNanchor_22_22"></a><a href="#Footnote_22_22" class="fnanchor">[22]</a> La +posizione è ottima; la vista incantevole, +scorgendosi la valle del Tevere e la fila dei +verdi colli. La piazza dinanzi agli avanzi +della fortezza è già stata chiamata Vittorio +Emanuele, in memoria, come dice +una lapide, del 14 marzo, giorno in cui il +Parlamento nazionale lo proclamò re d'Italia.</p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[91]</a></span></p><p>Una strada conduce dal castello alla parte +inferiore della città. Già da lungo tempo +gli spalti sono stati adibiti come luogo di +passeggio. Ma questo genere di passeggio +è spesso malagevole, perchè troppo ripido. +Vidi con piacere i viali di castagni tedeschi, +che la siccità aveva del tutto spogliati +di foglie; solo qua e là presentavano +alcuni ciuffi di fiori secchi sui rami. La +vegetazione è a Perugia più tarda che nella +valle sottostante; prima della venuta dell'inverno +questa città si ammanta di neve.</p> + +<p>E' sempre consigliabile per un forestiero +visitare il passeggio di una città che ancora +non conosce. Talora nei giorni di festa +ci si trova la parte migliore della cittadinanza. +Ma sotto questo rispetto io non +posso dire molto bene di Perugia. Anche +nei più bei pomeriggi la sua passeggiata +mi apparve poco frequentata; le signore +uscite a spasso coi mariti erano poche; +in grande quantità invece le <i>cocottes</i>, che +si aggiravano fra i viali, sfacciatamente, +con un velo in testa. E' deplorevole che +la rivoluzione del 1859 abbia fatto perdere +a molte città italiane il decoro che le distingueva +prima di quell'epoca; almeno +così sembra: le città dell'antico Stato pontificio +sono ora in preda alla più sfrenata +licenza. Io non ricordo di aver veduto mai +in altro luogo una così sfrontata mostra di<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[92]</a></span> +ragazze quale vidi in Perugia, dove, di +pieno giorno, nella strada principale, nel +Corso, dei giovani non si peritavano d'intrattenersi +liberamente con queste femmine. +E' incredibile lo strabocchevole numero di +fotografie oscene che è sparso per l'Italia, +e che proviene dall'industria francese. +E' altamente encomiabile la proibizione +fatta in Roma per mezzo di un editto, della +vendita di simili imagini. Si dovrebbe fare +in ogni città la stessa cosa. Nulla corrompe +tanto la pubblica moralità quanto questa +licenza.</p> + +<p>Tutto sommato, Perugia è una città priva +quasi di vita. Di truppe regolari ne vidi +ben poche; la guardia nazionale ha occupato +tutti i posti. Le truppe volontarie, +da poco arrivate, saranno, mi si è detto, +incorporate nell'esercito regolare. Il loro +capo, Masi, ora colonnello, fu in origine +segretario di un principe Bonaparte, passò +molti anni in America, dove tentò invano +molte speculazioni. Nel '59 passò i confini +della Toscana come capo di bande volontarie +e si distinse a Montefiascone. In lui +si è veramente conservato il carattere dei +condottieri del medio evo.</p> + +<p>Gl'italiani odiano il servizio militare regolare, +per lo spirito indipendente del loro +carattere, insofferente di ogni giogo. Vidi +l'esercito di Francesco II di Napoli nel 1859,<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[93]</a></span> +mentre si dirigeva su Aquila: appariva +bene armato e ben organizzato; ma dinanzi +ai volontari di Garibaldi si disperse. Ora +quelle truppe disciolte si sono raccolte qua +e là, sotto il comando di briganti e di avventurieri, +come Chiavone, Crocco, Ninco-Nanco +e Cipriani, per battersi valorosamente +come briganti e come tali farsi ammazzare. +Un metodo di lotta così romantico +è conforme all'indole meridionale. Alle +bande di Masi (composte anche di cavalleria) +si uniscono sempre molti volontari, +anche di Roma, fuggiti spesso ancora adolescenti +dalle loro case, per servire a Perugia +o a Spoleto. Nei caffè si vedono giovani +ufficiali in gruppi vivaci, pieni d'entusiasmo +e di patriottismo. In generale ognuno sembrava +qui, come del resto in tutta l'Umbria, +pieno di speranza, quantunque non si dissimulasse +le difficoltà della situazione. Un +nucleo di reazionari è rimasto nella regione, +composto specialmente di antichi +impiegati,<a name="FNanchor_23_23" id="FNanchor_23_23"></a><a href="#Footnote_23_23" class="fnanchor">[23]</a> i quali sono stati lasciati quanto +più era possibile nei loro uffici. La nobiltà +umbra, specialmente la perugina e quella +che appartiene all'antico patriziato, è rimasta +in gran parte fedele all'antico regime, +temendo di venir soverchiata dalla +democrazia, ed anche perchè tutti i suoi +<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[94]</a></span> +interessi son legati alla Santa Sede. Essa +si tiene appartata nei suoi possessi o nei +suoi palazzi cittadini. La nobiltà inferiore +al contrario si è unita volentieri al movimento, +e così pure il basso clero.</p> + +<p>Perugia non possiede meno di 36 fra monasteri +e conventi, alcuni dei quali, quelli +dei domenicani per esempio, sono chiusi; +i monaci si sono prudentemente e astutamente +ritirati nel territorio romano. I preti +dell'alto clero sono contrari al movimento, +ma si comportano con prudenza. +Tutto l'episcopato umbro sta, come un sol +uomo, col pontefice, e questa fermezza del +clero in tutta l'Italia, salvo poche eccezioni, +ha qualche cosa d'imponente e di +bello. I vescovi, con le loro lettere pastorali, +si sono opposti alle disposizioni del +commissario dell'Umbria, in quanto quelle +disposizioni concernevano i conventi, i possessi +della Chiesa, l'abolizione del Foro ecclesiastico +e della sorveglianza del clero +sulle scuole. Questo commissario, di nome +Gualterio, non ha dato nessuna importanza +alle proteste, e continua imperturbabilmente +l'opera sua. La stampa è libera. +Nella papale Perugia ora si vende liberamente +la Bibbia del Diodati, come a Firenze, +e presso i librai si trovano esposte +al pubblico vivacissime invettive contro il +papato. La <i>Gazzetta dell'Umbria</i> e l'ebdomadaria<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[95]</a></span> +<i>Roma e l'Italia</i>, ambedue di +Perugia, contengono di continuo articoli +roventi contro i preti della regione e contro +i cardinali di Roma. Così l'antico regime, +costretto a limitarsi ad una opposizione +del tutto passiva, è soverchiato dalla +potenza del nuovo.</p> + +<p>L'università, un tempo sotto la protezione +dei papi, segnalatasi sempre per valenti +insegnanti, è teatro degli stessi antagonismi. +Molti professori, membri della +nobiltà umbra, son reazionarî; la parte +giovanile invece si è gettata a capo fitto +nella rivoluzione. Il ristagno negli studi è +sensibilissimo, e la gioventù sempre più +diserta le lezioni per prendere le armi. Naturalmente +di questi perturbamenti ne risente +soprattutto il mondo letterario, a cui la pace +e la concentrazione sono necessarie. Niente +accenna che questo stato di cose debba cessare. +Perugia, come è stato detto ridendo, +dovrebbe divenire la capitale d'Italia: così +almeno proporrebbero seriamente alcuni +cittadini, fondando i loro desiderî sul fatto +che la città è il punto più centrale della penisola +e per molti rispetti meritevole di +tale onore.</p> + +<p>Lo scopo del mio soggiorno in Perugia +era un'accurata indagine negli archivi +della città e specialmente nell'archivio dei +Decemviri, al palazzo pubblico, che doveva<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[96]</a></span> +servirmi per la storia medioevale di Roma. +Ora tutti gli archivi dei conventi soppressi +sono riuniti in quello municipale. Ne sono +stati soppressi 22, ad eccezione di quelli +dei frati questuanti e dei benedettini di +San Pietro. Gli stessi conventi furono già +una volta soppressi nel 1810, e molti documenti +andarono perduti in quel tempo. +Un professore dell'università, Adamo Rossi, +mi condusse nel chiostro dei Serviti di Santa +Maria Nuova, dove in più stanze sono stati +raccolti gli archivi della città. Qui vidi +mucchi di pergamene sovrapposte o sparse +sul pavimento, alla rinfusa, spettacolo melanconico, +come di un tesoro troppo grande +e troppo pesante per poter essere sollevato e +riordinato. Noi vi penetrammo infatti come +veri ricercatori di tesori, e sollevammo +nubi di polvere nel rovistarli, ma non scoprimmo +un sol documento di qualche interesse: +tutti avevano un'importanza strettamente +locale.</p> + +<p>L'abbandono di questo convento è incredibile; +ne' suoi cortili solitari cresce l'erba; +i ragni tessono le loro tele nelle sale e nei +lunghi corridoi; talora un monaco muto +e spettrale si aggira in quella solitudine +come un fantasma del passato. Vi si sente +l'odore di un'epoca tramontata per sempre.</p> + +<p>Nel famoso e vetusto convento di San +Pietro, dove vivono ancora otto monaci,<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[97]</a></span> +abitò per due anni Gregorio IX, il grande +avversario di Federico II. Conta 900 anni +di vita; la sua chiesa, una bella basilica, +con antiche colonne di granito, è ritenuta +come la gemma più preziosa della città, +ed è un vero museo della pittura umbra. +Contiene splendidi quadri del Perugino, di +Orazio Alfani, del Doni, dello Spagna e +di altri maestri, e preziosissime copie delle +opere del Perugino e di Raffaello, eseguite +dal Sassoferrato. I benedettini di questo +convento non si lagnavano della loro sorte; +essi sembravano anzi rassegnati. Il degno +abate si mostrava favorevole all'unità d'Italia, +solo sperava che Roma fosse conservata +al papa. Io mi accorsi che avrebbe +voluto dire qualche altra cosa che non +disse. A quest'abbazia è stato concesso il +privilegio di rimanere intatta, come quella +metropolitana di Montecassino, fino alla +morte dell'ultimo monaco. Questi frati hanno +ora istituito una scuola di agricoltura per +cinquanta alunni.</p> + +<p>Un giovane benedettino mi condusse nell'archivio +del convento, che conserva diplomi +imperiali di Enrico III, di Corrado III +e di Barbarossa, e molte Bolle papali. Formava +il suo vanto principale il più antico +documento che Perugia possegga; il privilegio +di Benedetto VII, del 978, fondatore +e primo abate del convento. Quando<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[98]</a></span> +gli svizzeri pontificî, sotto il comando dello +Schmidt, nel 1859 assaltarono Perugia, fecero +un'irruzione nell'abbazia e la devastarono. +Gettarono all'aria i diplomi (così mi +fu detto) lacerarono i sigilli delle Bolle e +distrussero anche alcuni preziosi documenti. +Di quello di Benedetto VII ne fu salvato +un frammento, che fu poi messo sotto un +cristallo alla parete dell'archivio. Un monaco +ha composto sul fatto un epigramma +latino, che tramanda ai posteri i misfatti +del <i>Furor Helveticus</i>.</p> + +<p>Io continuai il mio viaggio attraverso +l'Umbria con lo scopo di far sempre nuove +indagini negli archivi delle varie città, dove +fui sempre ricevuto assai cortesemente, grazie +alle lettere che mi aveva dato il ministro +dell'istruzione, Michele Amari. Nessun +altro luogo del mio viaggio mi ha lasciato +un'impressione gradevole quanto la città +di Todi.</p> + +<p>Questa antichissima città umbra, in origine +<i>Tuder</i> o <i>Tudertum</i>, sorge sopra un +colle ridente, presso la valle del Tevere, +fra vigne e olivi. Lontana dalle grandi vie +di comunicazione, appare come assopita +nei sogni del suo passato, in una placida +tranquillità che però non è morte.</p> + +<p>Era già notte quando, giunto con la diligenza +ai piedi della collina di Todi, mi +feci condurre alle porte della città per cercare<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[99]</a></span> +una locanda. Il mio ingresso fu assai +triste e melanconico; le strade strette ed +oscure e la solitaria locanda alla quale +fui condotto, non mi presagivan nulla di +buono. Ma dovetti ricredermi la mattina +seguente, quando il sole dissipò la tristezza +del luogo.</p> + +<p>In pieno giorno Todi mi apparve come +una simpatica cittadina, incantevolmente +situata, conservante quel carattere nettamente +medioevale che ora così poche città +possono vantare. Circondata di vetuste +mura, in parte ancora di costruzione etrusca, +questa città copre il colle su cui giace +in modo da conservare alle piazze una livellazione +sorprendente, a dispetto della +ripidità del monte. Vecchi palazzi, brune +torri medioevali, pittoreschi edifici gotici, +chiese e conventi, sono sormontati dal grandioso +duomo.</p> + +<p>Sulla piazza principale sorgono gli edifici +pubblici, i monumenti del tempo in cui +Todi era una repubblica libera, arbitra di +guerre e di alleanze, come Terni, Spoleto, +ed altre città. Nel secolo XIII, il suo periodo +aureo, essa era in grado di mettere +in campo mille cavalieri armati; e mentre +ora non conta che 4000 abitanti, ne contava +allora 30,000. La sua costituzione guelfa +era profondamente democratica; il governo +era nelle mani delle corporazioni artigiane,<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[100]</a></span> +che avevano una rappresentanza al Consiglio. +Un potestà e un capitano del popolo, +i quali stavano in carica un solo anno +e dovevano essere stranieri, governavano +questo Stato libero e rendevano giustizia. +Si trovano nella loro lista molti nomi romani, +delle maggiori famiglie del XIII secolo: +Colonna, Orsini, Frangipani, Annibaldi, +Cenci, Caetani, Savelli, Malabranca, e +altri.</p> + +<p>I monumenti più notevoli di questa storica +repubblica sono oggi il palazzo comunale +e il palazzo del governatore, ambedue +sulla piazza principale. Il primo è +un grande edificio in stile gotico-romanico, +di belle proporzioni, con una splendida +scala esterna in pietra. L'altro ha un'alta +torre, ed è coronato su tutta la fronte da +merli, ugualmente di architettura pseudogotica, +con una potente torre. In faccia a +questi è la cattedrale pure di architettura +pseudo-gotica con un'alta torre, l'interno +ha tre navate, la principale delle quali mostra +ancora la volta gotica primitiva dell'XI +e XII secolo; una quarta navata minore è +stata aggiunta in tempi posteriori. Dopo +il duomo, la chiesa più notevole di Todi +è San Fortunato, grandioso edificio gotico +del secolo <span class="smcap">XIII</span>. San Fortunato è il patrono +della città, e la sua chiesa è pittoresca, severa +e solenne.<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[101]</a></span></p> + +<p>Durante il mio soggiorno in Todi passai +gran tempo a San Fortunato, dove si trovano +gli archivi della città. Ottenuto dal +sindaco il permesso di frequentare l'archivio, +l'archivista, Angelo Angelini, mi condusse +in una stanza posta sotto la chiesa, +presso la sacrestia. Rimosso un vecchio +inginocchiatoio, ci apparve la porta che +metteva direttamente nell'archivio. In esso, +ammonticchiate contro la parete, stavano +innumerevoli pergamene, quasi tutte in +uno stato compassionevole, e in mezzo alla +stanza, sopra una tavola, altre pergamene, +gettate alla rinfusa, coperte di un denso +strato di polvere, le quali facevano parte un +tempo della biblioteca del cardinal vescovo +di Albano, Bentivegna d'Acqua Sparta. Di +quest'uomo fa menzione una volta Dante +nel suo poema. Morì nel 1289.</p> + +<p>La biblioteca si riduce a questo solo +archivio; io vi lavorai per molte ore. Dapprima +ero sorvegliato da un valletto del +Comune; poi, avendo io voluto vedere in +ciò un segno di sfiducia, me ne fu affidata +senz'altro la chiave, con facoltà di andare +e venire a mio piacere.</p> + +<p>Allora si sparse per Todi la voce che +uno straniero faceva grandi ricerche nell'archivio +della città; in seguito a questa +voce, mi vidi comparire dinanzi il presidente +della corporazione dei sarti, con<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[102]</a></span> +un fascio di fogli sotto il braccio, con gli +statuti cioè della sua corporazione. Era un +giovane correttamente vestito, dall'aspetto +intelligente. «Io vengo—mi disse—a chiedere +il vostro parere, trovandosi la corporazione +in un grande frangente».</p> + +<p>A queste parole repressi a stento un sorriso, +pensando che cosa avessi fatto di +grande nel mondo, perchè a me, uno straniero +della Prussia orientale, si venisse a +chiedere un parere per una corporazione +di sarti dell'Umbria! Assunsi però un atteggiamento +grave e solenne, come un +savio greco.</p> + +<p>Egli proseguì, lamentandosi del governo +italiano che aveva osato porre la mano +su tutti i beni delle opere pie e su certe +rendite della loro corporazione. Evidentemente +il governo aveva considerato l'<i>ars +sartorum</i> della città come una confraternita +o associazione a scopo religioso. Essa +possedeva <i>ab antiquo</i> l'ospedale di San +Giacomo.</p> + +<p>Le rendite di questo, 360 scudi all'anno, +erano state reclamate e sequestrate dal +governo, contro un derisorio compenso. Il +presidente della corporazione con grande +facilità mi disse che la rivoluzione del 60 +era stata fatta principalmente dagli operai, +e che egli stesso aveva in quell'epoca +preso le armi ed aveva con le truppe marciato<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[103]</a></span> +contro Orvieto. E questa era la ricompensa!</p> + +<p>Il governo stesso aveva raccolto quelle +rendite, ed aveva con esse impinguato +la cassa ecclesiastica! Il giovane presidente +aveva mandato alla prefettura di Perugia +i documenti atti a comprovare i +loro diritti, ma questi documenti non erano +stati presi in considerazione. Ora, siccome +queste pergamene erano indecifrabili e +in Todi nessuno aveva potuto ricavarne +nulla, mi pregava di esaminarle e di dirgli +poi se da esse si potevano o no rilevare +i diritti della corporazione così bistrattata.</p> + +<p>Io gli dissi di tornare il giorno seguente. +Egli venne e si lasciò persuadere che quei +documenti non erano che strumenti notarili +e che non avevano per la corporazione +che un valore di antichità: mi confessò +di averlo già sospettato.</p> + +<p>Del resto, questa corporazione dei sarti +di Todi è una florida e bella istituzione +medioevale, che conta già più secoli di +esistenza.</p> + +<p>Essa ha ancora un capo, <i>console</i>, e dodici +consiglieri, <i>fratelli</i>. I suoi statuti sono chiaramente +esposti in un volume in pergamena +di sessanta fogli: datano dal 1308, ma +nel 1492 furono tradotti dall'originale latino +in italiano.<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[104]</a></span></p> + +<p>Trascrivo il principio di questo documento:</p> + +<p>«<i>El prohemio della matricola de sartori: +capitolo I.</i></p> + +<p>«Nel nome del Nro signor Iesu Xto et +della beatissima sempre vergine Maria sua +madre: et del beato sancto Michele Arcangelo, +et del b. sancto Ioanni Baptista +et Ioanni Evangelista, et de beati apostoli +S. Pietro et S. Paolo: et de beati confessori +sancto Fortunato, sancto Calisto et +S. Cassiano; et de tutti i sancti et sancte +della corte celestiale. Questi sono i ordinamenti +et statuti iscritti dell'arte de sarturi +et cinaturi della città et contado de +Todi: facte et ordinate per glomini della +decta arte; nel tempo dello officio de consoli, +cioè delli sapienti homini Iacobuccio +Dondreelle; del rione de sancta presedia, +et de Cechole de Manello; del rione della +valle; iscripti per me ser Francesco de +maestro Iacomo publico notario della detta +arte; nel tempo et negl anni del signore +nell mille trecento otto: nella indictione +sexta: nel tempo del pontificato del nro +signore Benedecto papa duodecimo: et addì +venti dua de novembre».</p> + +<p>In Todi conobbi molte gentili persone +che in ogni modo mi favorirono, fra cui +Alessandro Natali, già libraio in Roma e<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[105]</a></span> +cittadino di quella città, ora editore della +«Storia di Todi» del Leoni, e della «Vita di +Bartolomeo d'Alviano», famoso capitano +nato a Todi al principio del secolo XVI. +Questo Natali è rettore economo di Monte +Cristo già monastero, ora ospizio dei trovatelli. +Mi condusse in questo ospizio, che +ricovera 98 fanciulli. Anche là visitai l'archivio, +dove vidi molte pergamene, che +riguardavano il luogo stesso, destinato una +volta come ricovero pei lebbrosi.</p> + +<p>Mi mostrò anche il convento dei Cappuccini +a Monte Santo, posto su una collina, +presso la città. La sua piccola chiesa +possiede sull'altare maggiore un pregevole +quadro dello Spagna,<a name="FNanchor_24_24" id="FNanchor_24_24"></a><a href="#Footnote_24_24" class="fnanchor">[24]</a> dello stesso soggetto +del quadro di Narni: l'incoronazione, cioè, +della Vergine. Ambedue queste tele sono +autentiche e originali. Il priore ci offrì del +caffè, e mi chiese di Witte, la cui fama +di dantista è giunta fino in questa solitaria +cittadina. Mi fu anche mostrato un manoscritto +di Fra Jacopone, di questo profondo +mistico dell'ordine di Celestino, nemico +animoso di Bonifacio VIII. Morì a Colazzone +nel 1304, ma è sepolto a S. Fortunato. +Si attribuiscono a lui le parole dello +<i>Stabat Mater</i>, e forse non a torto. A Monte +Santo trovai un monaco intento a copiare +<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[106]</a></span> +un codice che fra le altre poesie di Fra Jacopone, +conteneva anche lo <i>Stabat Mater</i>. +Però vi sono manoscritti più antichi delle +poesie di questo francescano, a Venezia +e a Firenze; quelli di Todi non possono +rimontare oltre il XV secolo.</p> + +<p>Tutti coloro coi quali feci relazione in +Todi, mi parvero soddisfatti della loro tranquilla +ed angusta residenza; al lume di +luna, la sera, le signore si recano alla passeggiata +sotto l'antica rocca, ora caduta +in rovina. Da questa si arriva alla chiesa +della Consolazione, edificata su disegni del +Bramante. Non v'è in Todi una grande +nobiltà feudale: le antiche famiglie son +quasi tutte scomparse. Fra queste nel medio +evo erano considerevoli gli Acti o Atti, +gli Oddi, i Fredi, i Bentivenga, i Caracci, +i Pontani, i Landi, i Corradi, gli Astancalli.</p> + +<p>Molti palazzi ricordano ancora queste +famiglie, ma sono abitati da altre o da +discendenti impoveriti. Oggi che tutto è +fatto per servire ai bisogni del momento, +noi dovremmo sentire vergogna dinanzi a +questi palazzi edificati per sfidare i secoli, +palazzi che troviamo fin nelle minori città! +Questo dicevo ad un tal Pierozzi di Todi, +dottore in diritto e autore di commedie +in versi. Oh quanti autori drammatici invidierebbero +questo solitario cittadino di<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[107]</a></span> +Todi che, nel palazzo ereditato dai padri, +gode una serena e vera felicità!</p> + +<p>A Roma mi avevano consigliato di spingermi +fino ad Aspra, sui monti della Sabina, +dove è un importante archivio municipale +ed una superba selva. Quando fui +di ritorno a Terni, risolsi di andarvi, tanto +più che una buona strada da Terni conduce +nelle vicinanze di quel castello. V'era +però un inconveniente di qualche importanza: +in Aspra non vi sono alberghi. Un +abitante di Terni si occupò di trovarmi +un alloggio, scrivendo in precedenza una +lettera ad un suo conoscente. Noleggiai una +carrozza e partii da Terni alle 4 del mattino +del primo agosto. Si attraversa una regione +montuosa da settentrione a mezzogiorno, su +una buona strada, cosparsa di poche e piccole +abitazioni e ricca invece di bei boschi +di quercie. Le montagne si aprono e si +allontanano a Torri, antico castello che +nel secolo <span class="smcap">X</span> appartenne alla famiglia romana +dei Crescenzi, potentissima nella Sabina. +Nera e pittoresca, sorge su di un +colle, da dove si gode la vista del monte +Soratte, della Campagna romana, dei monti +della Sabina, degli Appennini, e a sinistra +di un profondo scoscendimento, dominato +da una rupe, sulla quale si leva un oscuro +gruppo di case, circondato da mura nere +e coronato di torri. Questa è Aspra, la <i>Casperia</i><span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[108]</a></span> +dei Romani, vero nido di aquile, inaccessibile +ed inattaccabile.</p> + +<p>Era mezzodì, ma l'aria era lassù ancora +fresca e leggiera. Dopo i molti e lenti giri +che la strada fa nella valle profonda, cominciammo +alfine a salire la montagna faticosamente, +e giungemmo dinanzi alle +mura. Qui il cocchiere si arrestò, e mi +spiegò che il paese non aveva strade praticabili. +Scesi allora e mi avviai verso la +porta. Qual luogo spaventosamente solitario +e selvaggio! Strettissime e oscure +vie fra case ammonticchiate e soffocantesi +a vicenda, o piuttosto che vie, letti di torrenti +montani: ecco Aspra.</p> + +<p>Era domenica. Il popolo di Aspra, vestito +di giacchette grigio-azzurre, secondo +il costume sabino, giocava a palla dinanzi +alle case. Tutti mi guardarono con grande +stupore. Mi feci condurre al Municipio, dove +giunsi dopo un faticoso saliscendi. Il sindaco +di Aspra, vestito con la giacchetta da +operaio, mi disse che aveva ricevuto lettere +che mi concernevano da Terni e da Perugia, +ma che io non potevo quel giorno visitare +l'archivio, essendo festa, ed essendo +il segretario occupato altrove. Aggiunse +che avrei trovato alloggio dal calzolaio, +che teneva una specie di locanda.</p> + +<p>Fui condotto da questo signore in una +casa d'aspetto miserabile, e mi fu mostrato<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[109]</a></span> +un buco che veniva chiamato anche camera. +Aveva una finestra rotta, che sbatacchiava +alla brezza vivace, ma che lasciava +però vedere un panorama d'indescrivibile +e sublime solennità. Io mi gettai +stanco su di uno sporco letto in un angolo +della stanza, ma dovetti presto rialzarmi +per le punture delle zanzare e di altre bestioline +maligne. Il mio ospite mi pose presto +dinanzi un pranzo, che io non toccai, e, +disperato, dichiarai che non potevo rimanere +in quel luogo. Mi affrettai a tornare +dal sindaco, che mi accompagnò dal suo +segretario. Uniti tutti e tre sotto un arco +che congiungeva due strade, tenemmo consiglio. +Finalmente quei nobili signori risolsero +di aprirmi l'archivio, e di andare +in cerca di un alloggio possibile in qualche +buona famiglia; della prima cosa s'incaricò +il segretario; della seconda il sindaco. Il segretario +mi condusse dunque al Comune, +un fabbricato massiccio ma non molto antico, +e mi fece entrare in una stanzetta, +nella quale si trovavano due armadii con +le preziose memorie del Comune. Vi trovai +molti documenti che concernevano il Senato +romano medioevale, poichè Aspra +formava in quel tempo una comunità indipendente, +come altri paesi sabini dei dintorni, +ma sotto la giurisdizione del Campidoglio, +che vi mandava i suoi rettori, o<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[110]</a></span> +podestà. Vi erano anche—strano a dirsi—dei +documenti apocrifi del secolo <span class="smcap">X</span>.</p> + +<p>Al cader della notte il segretario tornò +per dirmi che una delle migliori case del +paese era pronta ad accogliermi. Mi condusse, +infatti, in una casa d'aspetto decoroso. +Una signora, giovane ed alta, mi +ricevette, e mi disse che la sua casa si +onorava di ospitare uno straniero. I suoi +modi erano distinti e civili, come il suo +abito. Mi accompagnò nella mia camera, +facendomi traversare un deserto e tetro +salone, dove poche settimane prima era +caduto un fulmine; le finestre e il camino +avevano sofferto, come la parete esterna +che si era spaccata, e lasciava scorgere +il cielo azzurro. Nulla era stato fatto per +riparare in qualche modo a quello sconcio. +Antiche armi familiari mostravano che la +casa era stata un giorno fra le maggiori +del paese.</p> + +<p>L'aspetto poco confortante del salone mi +rese curioso di vedere la camera. La +signora ne aprì la porta: era abitabile ed +aveva un buon letto romano. Comparve il +fratello della signora, un bell'uomo, cacciatore +accanito dei boschi sabini; indossava +la divisa di capitano della guardia +nazionale. Fui invitato in modo assai cortese +a fare quello che più mi piaceva, in +piena confidenza; ed io accettai le loro offerte,<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[111]</a></span> +alla condizione che mi permettessero +di fare i miei pasti presso l'ospite primitivo, +al quale ero stato indirizzato da Terni, +al che essi gentilmente acconsentirono. +Passai in Aspra due piacevoli giornate, nonostante +l'orribile impressione ricevuta sulle +prime. Lavorai nel piccolo archivio dal +mattino alle cinque della sera, ciò che suscitò +in tutti una straordinaria meraviglia. +Andavano e venivano intorno a me dei curiosi; +mi salutavano amichevolmente, ma +con stupore, non avendo visto da molti +anni un forestiero. Io mostrai al segretario +una preziosa pergamena del tribuno Cola +di Rienzo, diretta alla comunità di Aspra. +Mi pregò di fargliene una traduzione italiana, +che gli dettai, e che fu posta come memoria +nell'archivio. Nel pomeriggio mi recai +con questo signore e col maestro del paese, +un laico, al convento dei Cappuccini, dove +si festeggiava una ricorrenza. Il convento +è bello e solenne, sopra un monte coperto +di quercie. Alcune donne stavano inginocchiate +nella piccola chiesa, tutta avvolta +nell'ombra. Sul portale erano altre persone, +fra cui le donne del mio compagno, e alcune +fanciulle, delle quali una di straordinaria +bellezza, una creatura di sedici anni +appena, nel fiore della sua primavera, ma +grave e pensosa. Felice l'abitante di Aspra, +che potrà accogliere quell'essere incantevole<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[112]</a></span> +nella sua casa fumosa, battuta dalla +folgore! Mi presentarono a quelle signore, +fra le quali divisi dei fiori artificiali che +avevo preso al monastero, e che furono +assai graditi. Dove vidi mai io un panorama +così superbamente bello, quale potei +godere dall'alto del monte dei Cappuccini? +Dinanzi a me il Soratte grandioso, e la +valle del Tevere, i colli umbri, la Sabina, +il Lazio, la Campagna romana: tutta questa +regione immersa nella porpora del tramonto, +pareva un'apparizione fantastica. +Sui monti vicini regnava una maestosa +solitudine, rotta da cupi castelli e da città. +Verso occidente, lontano molte miglia, si +scopriva una piccola altura, presso la quale +un'altra ne sorgeva a forma di cupola: +monte Mario e la cupola di S. Pietro. La +sera di Pasqua anche il popolo di Aspra +gode dell'illuminazione di questo monumento +meraviglioso; esso lo scorge, all'estremo +orizzonte, come una sfera di fuoco. +Dal tetto del convento contammo ben 28 +paesi, più o meno vicini, dei quali nominerò +alcuni pochi, perchè si possa intendere +la straordinaria ampiezza di quella veduta: +il Soratte, Civita Castellana, Ronciglione, +Caprarola, Collevecchio, Montasola, Stimigliano, +Magliano, Roccantica, Poggio Sabino, +La Fara, Poggio Mirteto, Montopoli, +Torrita sul Tevere, che sembrava una striscia<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[113]</a></span> +d'argento, Filacciano, Cantalupo, monte +Gennaro, Tivoli, Palestrina, i monti Albani.</p> + +<p>Quando tornammo ad Aspra, il sindaco +stava sulla porta della sua casa, e ci invitò +ad entrare. Il bravo uomo si chiamava +Asprone; poteva perciò vantarsi di +incarnare perfettamente la comunità, di cui +si trovava a capo. Conobbi anche sua moglie, +un'opulenta matrona. Dovetti, solo, sedermi +sul canapè, mentre la moglie del sindaco +mi serviva un piatto di ciambelle sabine. +Quindi il sindaco, accesa una candela, +discese in cantina, e tornò poco dopo +recando un grosso bocale di terracotta +colmo di vino. Bevemmo abbondantemente, +ed io brindai alla prosperità di Aspra e del +suo magistrato, la qual cosa commosse +molto i miei ospiti. Parlarono con meraviglia +della mia strana velleità di andare +in un luogo così remoto e perduto fra i +monti, per ricercare e leggere antiche pergamene. +Mi pregarono di tornare presto, ma +per molte settimane, per tutto l'autunno.</p> + +<p>Quando lasciai il sindaco, il segretario +mi pregò di fare anche a lui l'onore di una +visita: evidentemente non voleva cederla +in gentilezza al suo superiore. La sua giovane +moglie mi ricevette nella sua modesta +abitazione, con un bambino al petto, del +tutto scoperto, e così rimase a sedere vicino +a me per tutta la visita. Altro vino e<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[114]</a></span> +altre ciambelle mi furono offerte. Più tardi +presi congedo dai proprietari della casa che +così ospitalmente mi aveva accolto; anche +da loro ricevetti calorosi inviti di ritornare, +ed una lettera per dei loro parenti romani. +Quando la mattina dopo mi alzai, un lume +ardeva ad una finestra della casa, ma nessuno +si mostrò. Un asinello mi aspettava +alla porta, ed io partii da Aspra lieto e soddisfatto +di aver trovato nei cuori di quella +popolazione l'incanto stesso della natura +meravigliosa che li circondava. Attraversata +una bella regione montuosa, giunsi a +Passo Corese, dove presi la posta e feci +ritorno a Roma.</p> + +<p class="center">NOTA.</p> + +<p class="small">Questo capitolo porta la data del 1861, ma quanto +si riferisce alla gita nell'Umbria e nella Sabina è invece +notato sotto l'annata 1864 nei <i>Diari romani</i> del +Gregorovius, tradotti da Romeo Levera e pubblicati +dall'Hoepli nel 1895, ai quali rimandiamo il lettore +poichè completano la narrazione, avvertendo che negli +stessi <i>Diari</i> poche note appena ci informano sulla fermata +a Perugia e sul viaggio da Roma a Firenze nell'agosto +1861.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[115]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"><a name="IL_GHETTO" id="IL_GHETTO"></a>IL GHETTO<br /> +E GLI EBREI DI ROMA.<br /> +(1853).</h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[117]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter"><a name="Il_Ghetto_e_gli_ebrei_di_Roma" id="Il_Ghetto_e_gli_ebrei_di_Roma"></a>Il Ghetto e gli ebrei di Roma.<br /> +(1853). +</h2> + +<p>Ammassato in un cupo e triste angolo +dell'Urbe, rimpetto al Trastevere, abita qui +da più secoli, quasi reietto dal resto del +genere umano, il popolo degli ebrei di +Roma. Di essi tratteranno queste pagine, +che l'autore ha ricavato parte da scritti +antichi e moderni, parte dalla bocca degli +stessi ebrei. Più volte chi scrive ha percorso +il Ghetto romano, e la sua popolazione, +unica antica rovina vivente fra le +rovine della città, gli è sembrata degna +di attento studio.</p> + +<p>L'arco di Tito al Foro rappresenta il +trionfo del distruttore di Gerusalemme. Nel +fregio di quest'arco il sacro fiume Giordano +è rappresentato da un vecchio portato su +di una lettiga; e sotto la volta dell'arco,<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[118]</a></span> +sotto il quale non passerà mai un ebreo,<a name="FNanchor_25_25" id="FNanchor_25_25"></a><a href="#Footnote_25_25" class="fnanchor">[25]</a> +il vincitore ha fatto scolpire gli oggetti +tolti al Tempio di Gerusalemme, il candelabro +a sette braccia, la tavola d'oro, +l'arca dell'alleanza, e le trombe d'argento +per l'anno del giubileo. Sono trascorsi +quasi 1800 anni da che l'arco fu eretto, +e di quella Roma che dominava il mondo +intero non restano che rovine, polvere, +simboli morti del culto antico. Ma se ci +si dirige dall'Arco di Tito verso il Tevere +e si percorre il Ghetto, si vede qua e là, +su qualche casa, il candelabro a sette braccia +scolpito nel muro. E' la stessa imagine +che si è veduta sull'arco di trionfo; +ma essa sta qui come testimonianza vivente +della religione d'Israele, poichè ancor +oggi abitano qui i discendenti di quegli +ebrei che Tito portò seco a Roma. Entrando +nella Sinagoga ebraica si scorgono sulle +mura le stesse sculture, le tavole della +legge, la tavola d'oro del Tempio, le trombe +del giubileo. Il popolo ebreo tuttora esistente, +e non distrutto, innalza oggi le sue +preghiere all'antico Jehova, dinanzi alle +stesse imagini che un giorno Tito portò +a Roma. Jehova dura ancora, dopo scomparso +Giove Capitolino.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[119]</a></span></p> +<p>Ivi è il portico di Ottavia. Rovinati e +cadenti, i suoi grandi archi, i suoi pilastri +si drizzano sempre a lato del Ghetto. E' di +là che Vespasiano e Tito partirono col +corteo trionfale per celebrare la loro vittoria +su Israele. Fra gli spettatori eravi +pure un ebreo, Giuseppe Flavio, il famoso +storico, che non ebbe vergogna di assistere +al trionfo del vincitore della sua gente e +di scriverne una particolareggiata relazione.</p> + +<p>Dobbiamo a questo vile cortigiano ebreo +la descrizione del trionfo.</p> + +<p>«Dopochè—egli narra—l'esercito verso +sera fu entrato in città, venne ordinato +sotto il comando de' suoi capi dinanzi al +tempio d'Iside; ivi passarono la notte i +due capitani Tito e Vespasiano, che sul +fare del giorno ne uscirono, coronati di +alloro e vestiti di porpora, per recarsi al +portico di Ottavia, dove attesero i senatori, +i primi magistrati della città e i cavalieri +più nobili. Di fronte al portico era stato +innalzato un palco, su cui stavano sedili +d'avorio; i due imperatori vi presero posto +e allora le truppe proruppero in evviva e +presero a vantare le loro geste. I soldati +erano senz'armi, vestiti di seta e coronati +di alloro. Vespasiano dopo avere ascoltato +gli applausi, fece fare silenzio, e, sorto +in piedi, si velò il capo e pronunziò una +preghiera di ringraziamento. Tito fece lo<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[120]</a></span> +stesso. Dopo la preghiera Vespasiano rivolse +alcune parole ai convenuti, e congedò +i soldati, perchè si assidessero ad un banchetto, +che, secondo l'uso, era stato preparato +dagli imperatori. Quindi l'imperatore +tornò alla porta detta del Trionfo, perchè +vi si passava sempre in queste occasioni; +quivi mangiarono, vestirono gli abiti trionfali, +offrirono un sacrifizio agli altari eretti +presso la porta; dopo di che ebbe luogo +la marcia trionfale, che attraversò il teatro, +affinchè il popolo la potesse meglio godere».</p> + +<p>Augusto aveva fatto costruire in onore +di sua sorella Ottavia quel magnifico portico +a due file di colonne. Una parte della +facciata esiste ancora ed è addossata al +mercato del pesce, che confina col Ghetto, +presso la chiesa di S. Angelo in Pescheria, +ch'è un'antica basilica, la cui storia si riconnette +con quella degli ebrei, perchè nel +medio evo erano costretti ad ascoltarvi le +prediche. E' veramente un caso senza esempio +nella storia che presso quei portici di Ottavia, +là dove Vespasiano e Tito passarono +in trionfo, reduci dall'avere sconfitto gli +ebrei e distrutta Gerusalemme, i discendenti +d'Israele ponessero la loro sede in Roma. +Intorno a quel portico, una volta magnifico +ed ora sepolto sotto le immondizie, il +popolo degli ebrei fa i suoi affari.<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[121]</a></span></p> + +<p>Sulle lastre di marmo delle sue sale e +de' suoi templi, i figli dei prigionieri di +Gerusalemme vendono oggi il pesce, senza +che nessuno di essi pensi neppur lontanamente +all'importanza che ebbe un giorno +questo luogo nella storia d'Israele.</p> + +<p>Il Ghetto romano è fra tutte le comunità +israelitiche d'Europa la più importante, +per i rapporti storici del popolo d'Israele +con l'Urbe. Altre, soprattutto quelle della +Spagna e del Portogallo, e la Sinagoga di +Amsterdam, offrono un più vivo interesse, +ma tutto teologico, a causa delle loro scuole +talmudiche; nessuna però è tanto antica +e tanto importante quanto la Sinagoga romana: +questa rappresenta la più vetusta +radice del cristianesimo nella capitale stessa +del mondo cristiano.</p> + +<p>Se si pensa che qui, in questa stessa +Roma, il popolo ebraico si mantiene da +oltre 1800 anni, non si può fare a meno +di rimanere stupiti dinanzi alla sua forza +di resistenza. Sembra quasi incredibile che +una razza così maltrattata, benchè rinnovata +per l'aggiunta di nuove famiglie, tuttavia +quasi sempre della medesima stirpe +decadente, abbia potuto sopravvivere, attraverso +i secoli, in quegli stretti vicoli, in +mezzo a quell'atmosfera appestata, conservandosi +per secoli sempre la stessa, quasi +vivendo una vita tutta propria.<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122">[122]</a></span></p> + +<p>Fin dal tempo di Pompeo gli ebrei si +stabilirono in Roma. Cacciati parecchie +volte dalla città sotto i primi imperatori, +vi fecero sempre ritorno, ed ai tempi di +Tito si stabilirono dove sono tuttora, nel +luogo per essi il più pericoloso del mondo, +sotto gli occhi dei loro nemici, prima, di +quei Romani che avevano distrutta Gerusalemme, +poi, sotto quelli dei Papi, rappresentanti +di quel Cristo che essi avevano +posto in croce. Fin dai tempi di +Pompeo furono fatti segno al disprezzo, +e finalmente, radunati in un ghetto come +una corrotta tribù di paria, si tennero uniti +strettamente rimanendo sempre gli stessi, +per secoli e secoli e sopportando la terribile +uniformità del loro stato.</p> + +<p>Essi vissero senza speranza, ma pure +sperando, secondo il carattere del popolo +d'Israele, cui i profeti promisero il Messia. +Impotenti a lottare apertamente con i +loro nemici, si trincerarono nel triste e possente +appoggio della miseria, della consuetudine +e della tenacità di propositi tutta +propria della razza ebraica. La loro forza +nel soffrire appare tanto più meravigliosa +in quanto che essi non si confortavano, +come i martiri, nel pensiero di una ricompensa +in un'altra vita.</p> + +<p>La natura stessa sembra che abbia dotato +questa fra le più infelici classi umane<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[123]</a></span> +dei più forti istinti di vita. Forse qualunque +altra stirpe in tali condizioni sarebbe scomparsa, +incapace di sopportare un disprezzo +così profondo; ma gli ebrei ne furono capaci, +e si conservarono, indistruttibili, nel centro +stesso del cattolicismo. Segregati dal consorzio +civile, gli ebrei non tentarono mai +di mescolarsi fra le altre razze; anche i loro +tardi nipoti sono oggi stranieri ai cristiani +della città, nè più nè meno di quello che +lo furono i padri loro ai tempi di Pompeo. +Allora e sotto gl'imperatori, sebbene tenuti +in grande disprezzo, erano trattati al pari +delle altre sètte orientali, al pari dei siriaci, +degli egiziani, dei persiani, e non vivevano +appartati come oggi. Tra le molte sètte religiose +dell'antica Roma gli ebrei costituiscono +la sola che si sia conservata, e conservata +senza variare.</p> + +<p>La storia degli ebrei di Roma è, nei primi +tempi almeno, difficile a ricostruirsi, scarse +essendo le testimonianze degli scrittori romani.</p> + +<p>I rapporti fra Roma e Gerusalemme datano +dal giorno in cui Pompeo entrò in +questa città, e, spintovi dalla curiosità, sordo +alle preghiere dei giudei, osò penetrare nel +sacro tempio. Pare sia stato Pompeo a portare +per il primo schiavi ebrei a Roma; +certo a quel tempo erano già in questa città +liberti ebrei ed altri loro concittadini, trattivi<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[124]</a></span> +probabilmente dal desiderio di lucro. +Essi vivevano liberamente, praticavano +pubblicamente i loro riti religiosi, ed i principi +e le principesse ebraiche, onorati allo +stesso modo degli altri principi dell'Asia, +poterono qualche volta presentarsi in Senato +ed al palazzo imperiale; allora vi erano +ancora principi ebrei.</p> + +<p>Il felice Erode venne più volte a Roma +ed entrò nell'intimità dei Cesari con tutti +i titoli della sua regale dignità; fu accolto +ai loro banchetti, e prese posto nel loro +palco a teatro. Così pure si videro nel Palatino +Archelao e la principessa Salome, +Antipa e Antipatro; parecchi principi ebrei +furono pure educati alla corte imperiale di +Roma, fra cui Agrippa, nipote di Erode, +l'avventuriero che fu compagno di studi +di Druso e amico intimo di Caligola. Il giovane +ebreo libertino era appena uscito dalla +prigione, dove era stato rinchiuso per debiti, +che Tiberio lo gettò di nuovo in carcere +e ve lo lasciò a languire sei mesi, finchè +la morte dell'imperatore lo venne a +liberare e Caligola lo nominò re degli +ebrei.</p> + +<p>E' nota la parte brillante che ebbe in Roma +Berenice, sorella e amante di suo fratello +Agrippa il giovane, ultimo re degli +ebrei. Dopo la distruzione di Gerusalemme, +ebbe stanza nel palazzo di Tito, ma nonostante<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[125]</a></span> +i suoi intrighi, non riuscì a salire +sul seggio imperiale.</p> + +<p>Dopo Erode Agrippa, nessun altro ebreo +occupò più una posizione importante in +Roma, fino al pontificato di Gregorio XVI, +che, per ragioni facili a capirsi, fece la più +lusinghiera accoglienza, nello stesso Vaticano, +al barone Rothschild.</p> + +<p>Mentre i principi della Giudea si succedevano +a Roma, molti dei loro correligionari +si erano già stabiliti nella città. Cesare +fu loro favorevole, come lo provano +i lamenti che essi levarono in suo onore, +allorchè cadde sotto il pugnale degli assassini. +Augusto pure lasciò loro completa libertà +di dimorare in Roma e di attendere +ai loro affari; dicesi che alla sua morte abbiano +pianto una settimana. A quell'epoca +non si era peranco assegnato loro uno speciale +quartiere della città, sebbene Filone +narri che Augusto aveva donato agli ebrei +una parte del Trastevere. Abitavano un +po' dappertutto; la maggior parte però nell'attuale +Trastevere, dove sorgeva la loro +più antica Sinagoga. Secondo la tradizione +romana, fu là che abitò l'apostolo Pietro, +presso la chiesa di Santa Cecilia, dove dimoravano +pure molti ebrei. Un'altra tradizione +vuole che egli abbia dimorato anche sull'Aventino, +nella casa dei santi Aquila e Prisca, +due sposi ebrei convertiti al cristianesimo.<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[126]</a></span></p> + +<p>Nella curiosissima opera di Filone, intitolata +«L'ambasciata a Caio», si può vedere +sino a qual punto Augusto fosse clemente +con gli ebrei. Il dotto alessandrino +afferma che Augusto trattò sempre con dolcezza +gli ebrei, conferma che essi abitavano +nel grande quartiere del Trastevere, +erano per lo più schiavi liberati e non +furono costretti a mutare le consuetudini +dei loro padri. La liberazione di quegli ebrei +è tuttora ricordata da un bellissimo sepolcro +sulla via Appia, che porta i nomi di due +ebrei, Zabda e Akiba. Augusto sapeva, +continua Filone, che gli ebrei possedevano +delle sinagoghe, nelle quali si radunavano +ogni settimana per essere ammaestrati +nella sapienza dei loro padri. Tollerava pure +che essi, alla nascita di un primo figlio, +inviassero a Gerusalemme denaro, perchè +si facessero sacrifici in favore del fanciullo. +Eppure egli non li cacciò mai da Roma, nè +li privò del diritto di cittadinanza romana: +non mutò nulla nelle loro sinagoghe e nelle +loro adunanze. Arrivò sino ad ornare il +Tempio di Gerusalemme di doni preziosi +e offrirvi delle vittime; e rispettò il sabato +a tal segno che ordinò che non si facesse +agli ebrei la distribuzione del grano in quel +giorno, ma bensì nel giorno seguente, non +potendo essi il sabato dare nè ricevere +denaro, nè altro.<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[127]</a></span></p> + +<p>Filone fu inviato, nell'anno 40 dell'èra +cristiana, dagli ebrei di Alessandria, alla +testa di un'ambasceria, all'imperatore Caligola, +per protestare contro le crudeli persecuzioni +che essi soffrivano da parte degli +abitanti di quel grande centro commerciale. +Egli narra come Caligola ricevesse questa +deputazione nelle sua villa di campagna: +l'imperatore correva come un pazzo da +una camera all'altra, dando ora ordini di +nuove costruzioni, ora per far disporre e +collocare antiche imagini, mentre gli ebrei +lo seguivano attraverso la casa, fra le risa +dei presenti. L'imperatore poi domandò +loro con scherno perchè non mangiassero +carne suina. «I gridi ed i fischi di quelli che +ci beffavano—dice Filone—erano così forti, +che pareva di essere in un teatro». Abbiamo, +dunque, fin dall'antichità, un esempio +di quelle scene che si ripeterono in Roma +in ogni tempo, nel medio evo ed anche in +epoche più recenti, per esempio, allorquando +gli ebrei, schierati a Monte Giordano o davanti +all'arco di Tito per prestare omaggio +al nuovo papa, rimanevano esposti ai fischi +dei monelli ed agli schiamazzi del popolaccio.</p> + +<p>Caligola aveva una ragione tutta sua di +essere irritato contro gli ebrei. Gli era +venuta la fantasia di far erigere una sua +statua di colossale grandezza, nella quale<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[128]</a></span> +era rappresentato come un Dio, nel santuario +di Gerusalemme; avendo saputo che il +popolo ebraico, solo al mondo, s'era rifiutato +di rendergli gli onori divini, ordinò dunque, +a Petronio, governatore della Fenicia, +di compiere il suo desiderio. Allora, se si +deve prestar fede a Giuseppe ed a Filone, +tutta quanta la Giudea, vecchi, giovani, +donne, fanciulli, si riversò in massa sulla +Fenicia; simili a una nuvola coprirono il +paese; ed erano tanti e tali i loro lamenti +e i loro pianti, che quando tacevano, l'eco +li ripeteva ancora a lungo nell'aria. Si gettarono +ai piedi di Petronio e lo supplicarono +di ucciderli tutti quanti, dicendo che +non avrebbero mai permesso un simile +sfregio al tempio del loro Dio. Questa scena +fu una delle più grandi tragedie di un popolo, +delle quali si abbia memoria, e questa +resistenza morale contro Caligola è una +delle più belle pagine della storia ebraica, +più luminosa delle geste di Davide e di +Salomone.</p> + +<p>Petronio rimase commosso e scrisse all'imperatore +per distoglierlo dalla sua idea. +L'amico d'infanzia di Caligola, il re Agrippa, +si recò egli stesso a Roma ad intercedere +in favore del suo popolo. Narra Filone +che il suo terrore per la minacciata profanazione +del tempio, fu tanto, che fu portato +via svenuto, e poi cadde in una pericolosa<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[129]</a></span> +malattia. Infine scrisse a Caligola +una splendida lettera, in seguito alla +quale il pazzo tiranno, cui il mondo intero +elevava templi, altari, statue, abbandonò +l'idea di far innalzare la sua effige +nel santuario di Gerusalemme.</p> + +<p>La morte repentina di Caligola preservò +gli ebrei di Roma dalla sua vendetta. Disgraziatamente +Filone non ci dice nulla +delle loro condizioni in quell'epoca. Essi +occupavano già il Trastevere e vi avevano +formato una sinagoga di liberti, della quale +è fatta menzione sotto questo nome negli +Atti degli Apostoli (I, 9).</p> + +<p>Dacchè i misteri cristiani penetrarono in +Roma, gli ebrei e i cristiani furono confusi +in una stessa setta comune, errore facile +a spiegarsi, perchè questi ultimi erano +per la massima parte ebrei convertiti. Così +subirono anche le stesse persecuzioni. Nell'anno +51 furono gli uni e gli altri da +Claudio scacciati dalla città. Già prima, +Tiberio, dietro consiglio di Seiano, li aveva +fatti una volta deportare in Sardegna, sotto +l'accusa di usura sfrenata. Ma essi seppero +ritornare e mantenersi in Roma; il +loro numero aumentò a tal segno, che +sotto i primi imperatori salì a oltre 8000, +cifra che, se esatta, supererebbe del doppio +il numero degli ebrei che abitano attualmente +la città.<span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[130]</a></span></p> + +<p>Quando Tito ebbe finito di distruggere +Gerusalemme, fece condurre a Roma una +turba di ebrei prigionieri, parte dei quali +fu condannata a morte ed il resto vi si +stabilì.</p> + +<p>Stimo opportuno continuare la descrizione +del trionfo di Tito, affinchè il lettore, +a cui sia ignoto Giuseppe Flavio, possa avere +un'idea di quello stupendo spettacolo. «È +cosa difficile—dice Giuseppe<a name="FNanchor_26_26" id="FNanchor_26_26"></a><a href="#Footnote_26_26" class="fnanchor">[26]</a>—descrivere la +varietà di questo spettacolo, la sua magnificenza +sotto ogni riguardo, sia per splendore +d'oggetti, sia per la loro ricchezza e +rarità. Tutto ciò che vi può essere di più +prezioso e di più peregrino, comparve in +quel giorno a provare la grandezza dell'impero +romano. Si videro oggetti ornati d'oro, +d'argento e di avorio, e non già in piccol +numero, ma in tanta copia da sembrare +il corso di un fiume. Si videro abiti tinti +della più fine porpora, o ricamati mirabilmente +in Babilonia, pietre scintillanti incastonate +in corone d'oro ed in altri gioielli, +ed in tanta abbondanza, da non crederle +vere. Seguivano le imagini degli Dei, di +proporzioni gigantesche e lavorate divinamente; +e poi stoffe rare di tutte le specie, +animali rarissimi, ecc. Coloro che prendevano +parte al corteo indossavano abiti</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[131]</a></span></p> +<p>purpurei ricamati in oro, ed in special modo +erano ornati i soldati chiamati a partecipare +agli onori del trionfo. Anche la schiera dei +prigionieri attirava la generale attenzione: +i loro abbigliamenti, di svariatissimi colori, +distraevano gli spettatori dal triste aspetto +delle loro stanche fisonomie. Il massimo stupore +l'eccitarono poi i magnifici baldacchini: +si temeva che gli uomini destinati a portarli +non avessero la forza di sorreggerli. Taluni +erano a tre e quattro piani, disposti +in modo sorprendente ed artistico. Parecchi +erano ricoperti di tappeti ricamati in oro, +e sopra tutti scintillavano lavori artistici +in oro e avorio. La guerra era rappresentata +sotto tutte le sue forme ed in ogni +suo aspetto; vi si scorgevano contrade devastate; +intere file di nemici morti o posti +in fuga; prigionieri; immense e alte mura +che rovinavano all'urto delle macchine; ricche +città distrutte; torrenti di sangue; disarmati +che imploravano pietà; templi e +case in fiamme, precipitanti sui loro abitatori; +e finalmente, in mezzo a tutta quella desolazione, +un fiume che volgeva le sue onde, +non già per irrigare i campi e dissetare +gli uomini e gli armenti, ma per spegnere +quel generale incendio.</p> + +<p>«Tutto ciò confermavano gli ebrei di +aver sofferto durante la guerra. L'accurata +rappresentazione dava un'idea di tutto<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[132]</a></span> +quanto era avvenuto. Presso ogni baldacchino +stavano i condottieri dell'esercito +nemico, fatti prigionieri. Seguivano numerosissime +barche. Il bottino di guerra era +immenso, ma tutto scompariva al cospetto +degli arredi del Tempio di Gerusalemme, +che comprendevano la tavola d'oro massiccio, +un candelabro pure d'oro, con le sette +lampade, simbolo presso i Giudei della santità +dei sette giorni, e infine, ultima preda, +la legge di Dio. Venivano poi gli uomini +recanti statue della vittoria, d'oro e d'avorio, +e quindi Vespasiano e Tito, entrambi +a cavallo, ed a fianco di quest'ultimo Domiziano, +riccamente vestito, a cavallo di +un magnifico destriero. Meta del trionfo +era il tempio di Giove Capitolino. Giunto +davanti a questo, il corteo si arrestò, giacchè +l'araldo, secondo un antico costume, +doveva ivi dare l'annunzio della morte del +condottiero generale dell'esercito nemico. +Era questi Simone di Giora, che seguiva +esso pure la marcia trionfale. Venne tratto +con una corda al collo, sulla rupe che sorge +di fianco al Foro, e ivi fu percosso con le verghe. +In quella località, secondo le leggi romane, +si eseguivano le condanne a morte. +Quando dunque fu annunciato che Simone +era morto, si levò un grido solenne, generale +di gioia, ed ebbe principio il sacrificio. +Dopo le preghiere e la solita distribuzione<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[133]</a></span> +di denaro al popolo, gl'imperatori +fecero ritorno al loro palazzo, dove ebbe +luogo un grande banchetto. Tutta Roma festeggiò +questo dì, quale giorno di solenne +letizia, per l'esito felice della guerra, per +la fine della discordia civile, per la speranza +di splendido avvenire».</p> + +<hr style="width: 45%;" /> + +<p>Vespasiano innalzò un magnifico tempio +alla Pace e vi collocò tutti gli arredi del +santuario di Gerusalemme; le tavole della +Legge però furono conservate nel palazzo +dei Cesari. L'arco, nell'interno del quale +sono con tanta maestria rappresentati gli +arredi del tempio e la marcia trionfale, non +venne terminato che dopo la morte di Tito. +Nel medio evo fu chiamato «Arco delle +sette lampade», o, come si legge nel libro +Mirabilia Urbis Romae «<i>Arcus septem +lucernarum, Titi et Vespasiani, ubi est +candelabrum Moysi cum arca</i>». I Frangipani, +che eran padroni del Foro e del +Colosseo, se ne servirono come porta del +loro castello, la <i>Turris Cartularia</i> al Palatino. +Solo sotto Pio VII, nel 1821, l'arco +fu restaurato e ridotto come è oggi. Presentemente +è uno dei più bei monumenti<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[134]</a></span> +della città, per quanto restaurato alla moderna.<a name="FNanchor_27_27" id="FNanchor_27_27"></a><a href="#Footnote_27_27" class="fnanchor">[27]</a></p> + +<p>Tito, dopo il suo trionfo, rifiutò di prendere +il titolo di <i>Judaicus</i>, prova questa +del disprezzo che gl'ispiravano gli ebrei. +Però, come Vespasiano, tollerò la loro presenza +in Roma. Le loro colonie si erano +d'altronde accresciute grandemente per la +venuta degli schiavi e dei liberti. Vespasiano +aveva loro concesso il libero +esercizio delle loro pratiche religiose, a +condizione che pagassero a Giove Capitolino +il mezzo sesterzio a testa che sino +allora avevano versato nel tesoro del Tempio. +Ancora oggi gli ebrei pagano questo +tributo alla <i>Camera Capitolina</i>.</p> + +<p>Sotto Domiziano, narra Svetonio, il <i>fiscus +judaicus</i> veniva riscosso con grande rigore. +Gli ebrei, che sino ad allora avevano abitato +liberamente il Trastevere, furono da +questo imperatore cacciati dalla città, e +fu loro assegnata come residenza la valle +della Ninfa Egeria, dietro un pagamento +in denaro. Di ciò fa menzione Giovenale +nella satira terza:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Hic ubi nocturnae Numa constituebat amicae:<br /></span> +<span class="i0">Nunc sacri fontis nemus, et delubra locantur<br /></span> +<span class="i0">Judaeis, quorum cophinus foenumque suppellex:<br /></span> +<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[135]</a></span> +<span class="i0">Omnis enim populo mercedem pendere iussa est<br /></span> +<span class="i0">Arbor, et ejectis mendicat silva Camoenis.<br /></span> +<span class="i0">In vallem Egeriae descendimus, et speluncas<br /></span> +<span class="i0">Dissimiles veris. Quanto praestantius esset<br /></span> +<span class="i0">Numen aquae, viridi si margine clauderet undas,<br /></span> +<span class="i0">Herba, nec ingenuum, violarent marmora tophum!<br /></span> +</div> +</div> +<p>Quando Giovenale si recava per la porta +Capena nella valle Egeria, vedeva, a quanto +pare, gli ebrei mendicanti andare qua e +là come zingari, con fasci di fieno e ceste +sulle spalle. I fasci di fieno servivano loro +di letto, e nelle loro paniere recavano i +cenci, di cui facevano commercio, e il +proprio cibo. Secondo quello che hanno +lasciato scritto i Romani, le loro occupazioni +e i loro mestieri non differivano da +quelli di oggi.</p> + +<p>Il disprezzo dei Romani per quegli infelici +era così grande che si considerava come +un'onta metter piede nelle loro sinagoghe, +mentre partecipare al culto d'Iside, di Mira +e di Priapo non era ritenuto affatto un disonore. +Ed è strano che quel culto di Dio che +in Roma rimase in ogni tempo libero da feticismo +e idolatria, sia stato trattato sempre +con tanto disprezzo.</p> + +<p>Nella quattordicesima satira Giovenale +si lagna della superstizione che spingeva i +Romani ad accostarsi al giudaismo:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Quidam sortiti metuentem sabbata patrem,<br /></span> +<span class="i0">Nil praeter nubes et coeli numen adorant,<br /></span> +<span class="i0">Nec distare putant humana carne suillam<br /></span> +<span class="i0">Qua pater abstinuit; mox et praeputia ponunt:<br /></span> +<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[136]</a></span> +<span class="i0">Romanos autem soliti contemnere leges,<br /></span> +<span class="i0">Judaicum ediscunt, et servant ac metuunt ius,<br /></span> +<span class="i0">Tradidit arcano quodcumque volumine Moses.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>A quel tempo gli ebrei solevano già predire +la buona ventura, vendere filtri d'amore +e sortilegi. Giovenale infatti ne parla nella +satira sesta.</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Quum dedit ille locum, cophino foenoque relicto,<br /></span> +<span class="i0">Arcanam Judaea tremens medicat in aurem,<br /></span> +<span class="i0">Interpres legum Solymarum, et magna sacerdos<br /></span> +<span class="i0">Arboris, ac summi fida internuntia coeli,<br /></span> +<span class="i0">Implet et illa manum, sed parcius. Aere minuto<br /></span> +<span class="i0">Qualiacumque voles Judaei somnia vendunt.<br /></span> +</div> +</div> +<p>In questi versi Giovenale descrive così +vivacemente gli ebrei, che ci sembra di aver +dinanzi veramente un tipo di vecchia strega. +Ai tempi di Domiziano le ebree uscivano +spesso, durante la notte dalla valle d'Egeria +per introdursi nella casa di qualche voluttuosa +dama romana, e ciò si è ripetuto sino +ai nostri giorni. Numerose donne del Ghetto +vagavano per la città dicendo la buona ventura, +spiegando alle nobili signore i sogni +della notte, o vendendo loro filtri d'amore. +Appunto a queste pratiche si riferisce una +bolla di Pio V, con la data del 1569, che comincia +con le parole: <i>Hebraeorum gens +sola quondam a Domino electa</i>. Questo decreto +che bandiva gli ebrei da tutte le città +degli Stati della Chiesa, eccettuate Roma ed +Ancona, è un importante documento storico; +ne riporto alcuni passi che corrispondono<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[137]</a></span> +ai versi di Giovenale; «Privato de' +suoi sacerdoti e dell'autorità della sua legge, +scacciato dal paese dove Dio nella sua misericordia +l'aveva primitivamente stabilito, dal +paese in cui scorreva il latte e il miele, da +più secoli il popolo della Giudea erra per +il mondo, odiato, coperto di disprezzo, +rivolto a mestieri vergognosi e infami, +pronto sempre a discendere sino alla più +abbietta schiavitù per guadagnare di che +vivere». Poi la bolla papale parla dei loro +mestieri. «Senza fermarsi a parlare dell'usura, +con cui spogliano di ogni loro +avere i cristiani, noi li denunziamo a tutti +come ricettatori, autori o complici di furti, +come soliti a nascondere, a trasformare gli +oggetti rubati, sia profani che sacri, per renderli +irriconoscibili. Molti di essi s'introducono, +con la scusa del commercio, nelle +case di donne oneste, provocandole ad ogni +sorta d'impudicizia, e peggio ancora, dannandone +l'anima con artifizi diabolici, con +vane profezie, con stregonerie, con arti magiche +e sortilegi, facendo credere che son +capaci di predire il futuro, squarciare i veli, +trovare tesori, scoprire oggetti celati e rivelare +tante e tante altre cose ancora che +non è dato ai semplici mortali di conoscere».</p> + +<p>L'origine del disprezzo in cui furon costantemente +tenuti in ogni tempo gli ebrei +in Roma dipende certo dagli ebrei stessi; essi<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[138]</a></span> +provocarono sempre il riso de Romani quasi +fossero delle caricature. E' indiscutibile—senza +con ciò voler recare offesa a molti +bravi e degni ebrei e tanto meno all'intero +popolo di Israele—che agli occhi di +un europeo il tipo prettamente ebreo presenta +un non so che di bizzarro che lo +rende ridicolo, come ridicola doveva essere +la grottesca danza di Davide dinanzi +all'arca, cotanto ingrata anche agli occhi +di Micol. Si aggiunga a questo l'idea di +esser la nazione prediletta da Dio, l'opinione +generalmente radicata in essi che la +storia abbia dato loro ragione in questa +pretesa; finalmente il disprezzo verso tutte +le altre credenze, il ribrezzo di avere un +contatto con ogni altra razza umana, tutto +ciò fece scontare a questo popolo la pena +del suo amor proprio nazionale, della sua +ripugnanza ad avere rapporti con gli altri +uomini, infino a tanto che furono dai cristiani +confinati in un ghetto.</p> + +<p>Poco si sa sulle condizioni degli ebrei a +Roma sotto i successivi imperatori. Quando +Adriano ebbe di nuovo distrutto Gerusalemme +e migliaia di ebrei furono venduti +per suo ordine sui mercati della Siria, la +colonia di Roma aumentò considerevolmente +per le immigrazioni. Essa continuò +ad abitare nel Trastevere. Il suo cimitero +era situato dinanzi alla porta Portese,<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[139]</a></span> +presso il Gianicolo; lo si scoprì nel <span class="smcap">XVII</span> secolo. +Gli ebrei ne possedevano un altro +davanti alla porta Appia. Si può vederlo +oggi presso S. Sebastiano, nella vigna Rondanini, +dove è stato rimesso alla luce nel +1857. Si compone di catacombe che sembrano +del III secolo e assomigliano in tutto +nella loro disposizione a quelle cristiane +di Roma. I sarcofaghi ebraici sono talvolta +decorati d'imagini, vi si vede spesso scolpito +il candelabro dai sette bracci. Gli epitaffi +degni di nota non sono mai in ebraico, +ma in latino od in greco, ciò che prova +che gli ebrei di Roma in quell'epoca si +erano appropriati la lingua che si parlava +intorno a loro. Anche i morti di quelle catacombe +devono avere appartenuto alle due +sinagoghe di Roma, di cui la più antica +fu fondata al tempo di Pompeo e la più +recente era essenzialmente alessandrina. +Disgraziatamente la storia degli ebrei a +Roma in quel periodo è sepolta nell'oscurità.</p> + +<p>Quando il cristianesimo diventò religione +di Stato la posizione degli ebrei divenne +ancor peggiore, perchè al disprezzo che +essi ispiravano nei Romani si unì l'odio +dei cristiani. Costantino per il primo vietò +loro di tenere al proprio servizio cristiani, +e da allora ciò fu come un precetto di +separazione fra le due comunità. Il codice<span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[140]</a></span> +teodosiano prescrisse poi leggi ancora più +severe per impedire la fusione degli ebrei +e dei cristiani; proibì che si celebrasse in +tutto l'impero la festa di Haman, in cui i +giudei avevano l'abitudine di rappresentare +il loro nemico sotto i tratti del crocifisso +per poi bruciarlo in mezzo ad alte +grida.</p> + +<p>Al tempo del sacco di Roma per opera +di Alarico, gli ebrei del Trastevere soffrirono +crudelmente. Fra i tesori rubati dal +re visigoto vi furono anche i vasi del tempio +di Salomone che egli aveva presi a +Roma come preda; alcuni però gli sfuggirono, +perchè più tardi Genserico ne trovò +ancora quando giunse a Roma. Trasportati +a Cartagine, caddero nelle mani di Belisario +e furon da questi riportati a Bisanzio. Gli +ebrei allora, come afferma Procopio, li +reclamarono all'imperatore Giustiniano, +che li fece portare in una chiesa di Gerusalemme. +Strana storia, invero, quella +di questi tesori del Tempio, portati altra +volta a Roma da Tito! Ancora nel medio +evo, al tempo in cui furon redatte le +«<i>Mirabilia Urbis Romae</i>» circolava su +ciò una leggenda, si credeva cioè che l'arca +dell'alleanza, il tabernacolo, il candelabro +dai sette bracci e gli abiti di Aronne fossero +conservati come reliquie nel Laterano.<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[141]</a></span></p> + +<p>Al tempo dei Goti è menzionata una +volta la Sinagoga di Roma; il popolo la +saccheggiò e il nobile Teodorico fece una +legge a protezione degli ebrei.</p> + +<p>Poco si sa sulle condizioni degli ebrei +durante i secoli seguenti. Sappiamo solo +che continuarono ad esistere come comunità +e che più volte resero omaggio agli imperatori +tedeschi, quando venivano incoronati, +cantando in lingua ebraica le laudi +tradizionali. Sempre dimorarono in Trastevere +ed esercitarono il loro commercio +vicino ai ponti del fiume e sui ponti stessi. +Infatti il ponte dei Quattro Capi, vicino al +Ghetto attuale, si chiamava «<i>Pons Iudaeorum</i>» +e anche quello degli Angeli +era designato nello stesso modo: probabilmente +dei banchi di ebrei erano situati +su questi ponti.</p> + +<p>Ad eccezione di qualche lampo di odio +popolare, gli ebrei del resto non subirono +a Roma quelle feroci persecuzioni che soffrirono +in altre città d'Europa. Roma non +è mai stato terreno propizio al fanatismo +religioso; l'antica tradizione di tolleranza +verso tutti i popoli vi si è sempre conservata. +Perfino le crociate che provocarono +in tutta l'Europa spaventevoli esplosioni +di odio contro gli ebrei, non ebbero +le stesse conseguenze in Roma. Una +sola volta, nel 1020, noi troviamo nella<span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[142]</a></span> +storia notizia di una persecuzione propriamente +detta contro gli ebrei, ed ebbe +origine da un terremoto.</p> + +<p>I papi riconobbero sempre la Sinagoga +come una legale comunità dell'urbe; essa +era pareggiata alle altre comunità straniere +dei greci e dei germani. L'inquisizione, +introdotta ai primi del secolo XIII, ebbe per +essa, al principio, gli stessi riguardi. Così, +a un dipresso, gli ebrei acquistarono in +Roma una certa importanza come cambiavalute +e come medici. Il commercio del +denaro e la scienza medica essendo passati +quasi interamente nelle loro mani, essi non +tardarono in queste qualità a rendersi necessari +al Vaticano.</p> + +<p>Il viaggiatore Beniamino di Tudela, ai +tempi di Alessandro III (1159-1185) contò +in Roma 200 ebrei ricchi, liberi, tenuti in +grande considerazione, tra i quali il papa +aveva scelto dei servitori. «Qui—egli dice—si +trovano persone sapientissime, fra cui +il primo è il grande rabbino Daniele, un +altro rabbino Daniele, un giovane bello e +intelligente frequenta la corte di Alessandro +in qualità di ministro del papa», +cioè come banchiere.</p> + +<p>Il curioso è che Pier Leone, l'antipapa +Anacleto II (morto nel 1138), era nipote +di un ebreo convertito. La sua famiglia fu +annoverata fra le più grandi famiglie patrizio<span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[143]</a></span> +e per più secoli. Questa razza, largamente +dotata dalla natura e dalla lotta +che acuisce l'intelligenza, seppe dunque +infiltrarsi, come di contrabbando, sino nell'intimità +dei papi. Mentre le donne ebree +andavano a predire la buona ventura nelle +nobili famiglie, gli ebrei erano ammessi +liberamente, in qualità di banchieri o di +medici, presso i papi che si trovavano in +ristrettezze finanziarie o ammalati.</p> + +<p>Si trova il nome di tutti i medici ebrei +dei papi nell'opera di Mandosio, <i>Degli archiatri +pontificj</i>, completata dal Marini +(Roma, 1784). Il primo di questi fu Giosuè Halorki, +medico dell'antipapa Benedetto XIII +(1394), il quale sembra aver avuto una speciale +predilezione per gli ebrei. Halorki si +fece più tardi battezzare e prese il nome +di Gerolamo di Santa Fede; e sotto questo +nome scrisse un libro contro gli ebrei: +«<i>Hieronimi de Sancta Fede ex Iudaeo +Christiani contra Iudaeorum perfidiam +et Talmud tractatus, sive libri duo ad +mandatum D. PP. Benedicti XIII</i>».</p> + +<p>Egli fu maledetto dalla Sinagoga.</p> + +<p>Innocenzo VII, del quale fu antipapa +Benedetto, nel 1406 accordò il diritto di +cittadinanza a certi ebrei di Trastevere, fra +cui a Elia di Sabbato, a Mosè di Lisbona, +a Mosè di Tivoli, i quali erano medici e +portavano il titolo di «maestri». Godevano<span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[144]</a></span> +costoro grandi privilegi ed erano dispensati +dal portare il segno obbrobrioso +di Giuda.<a name="FNanchor_28_28" id="FNanchor_28_28"></a><a href="#Footnote_28_28" class="fnanchor">[28]</a> Medico particolare di Martino +V fu Elia, appartenente al Ghetto romano. +Così fino al XVI secolo, nonostante le bolle di +scomunica promulgate da più papi, si trovano +medici ebrei in Vaticano. Come orientali, +come imparentati con gli Arabi, gli +ebrei furon tenuti ovunque, anche presso +i principi e gl'imperatori, in grande considerazione +per la loro sapienza medica. +Samuele Sarfadi, rabbino spagnuolo, uomo +dotto ed eloquente, fu il medico di Leone X.</p> + +<p>Naturalmente qualche cosa del favore che +godevano i medici ebrei si rifletteva sulla +comunità di Trastevere; ma a causa della +natura stessa del reggimento della Chiesa, +reggimento tutto personale, la sorte degli +ebrei di Roma dipendeva unicamente dal +carattere del papa che regnava; e questa +incertezza del domani teneva gli ebrei in +continuo timore, e li esponeva spesso a uno +stato senza legge.</p> + +<p>Già parecchi Concilii avevano da molto +tempo prescritto la separazione dei cristiani +dagli ebrei, e imposto a questi un marchio +distintivo in segno di disprezzo. Innocenzo +<span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[145]</a></span> +III, il promotore dell'inquisizione, rinnovò +queste prescrizioni nel 1215, ed altri +papi dopo di lui ne seguirono l'esempio. +Senonchè gli ebrei non le osservavano, riuscivano +ad eluderle, o si riscattavano col +denaro. Talora poi un papa più clemente +revocava gli editti che il suo predecessore +aveva emanati.</p> + +<p>Giovanni XXII perseguitò gli ebrei e +fece pubblicamente bruciare il loro Talmud; +Innocenzo VII invece fu loro favorevole. +Fu il romano Martino V che mostrò ad +essi la maggiore benevolenza; rese loro la +facoltà di esercitare medicina e decretò +poi che tutti gli ebrei degli stati della +Chiesa, e non più solo quelli di Roma, avrebbero +da allora in poi contribuito alla +tassa del carnevale. Ma il suo successore +Eugenio IV, un veneziano nemico della +razza trafficante d'Israele, ristrinse di nuovo +i loro diritti; proibì loro di commerciare +coi cristiani, di abitare nelle loro case, di +prestare loro assistenza come medici, di +girare per tutta la città, di costruire nuove +sinagoghe, e di occupare alcuna carica +pubblica. Decretò inoltre che la testimonianza +di un ebreo contro un cristiano non +avesse alcun valore, e infine li obbligò +a pagare annualmente alla Camera capitolina +1130 fiorini ed a contribuire con altre +imposte ai sollazzi del carnevale.<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[146]</a></span></p> + +<p>Era invalso a poco a poco l'uso di valersi +in modo indegno degli ebrei per questi +divertimenti carnascialeschi, che avevano +luogo in piazza Navona, sul colle Testaccio +e pel Corso. Non solo gl'infelici dovevano +fornire una squadra di vecchi che, +vestiti in foggia grottesca, dovevano precedere +la cavalcata dei senatori all'apertura +del corso, ma dovevano anche esporsi all'onta +di correre essi stessi. Il veneziano +Paolo II fu il primo che, volendo festeggiare +il 1468, anno di pace, offrì ai Romani +lo spettacolo delle corse dei cavalli e della +corsa degli ebrei.</p> + +<p>Ancora oggi sopravvive nelle città d'Italia +l'uso di solennizzare certi giorni di +festa con le corse dei <i>Palii</i>, così dette +perchè il premio consiste in stoffe di seta +date al vincitore. Allorchè Paolo II offrì +questo sollazzo al popolo, fece correre negli +otto giorni di carnevale cavalli, asini, bufali, +vecchi, giovanotti e ragazzi ebrei. Prima +di lanciare quest'ultimi nella pista, venivano +riempiti ben bene di cibo, per render loro più +penosa la corsa e provocare il riso del +popolo. Essi dovevano correre dall'Arco di +Domiziano sino alla chiesa di S. Marco, +in mezzo agli urli e agli schiamazzi dei +Romani, mentre il Santo Padre assisteva +allo spettacolo da un balcone riccamente +addobbato, e rideva di cuore. Si potrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[147]</a></span> +credere che la parte che a queste corse prendevano +gli stessi Romani, togliesse a quella +degli ebrei il suo carattere di umiliante; +ma bisogna avvertire che per questi era +un divertimento, a cui essi si offrivano +spontaneamente, mentre gli ebrei vi erano +costretti con la forza. Coloro che ai dì +nostri hanno assistito alle corse di cavalli +nel Corso, che sostituirono più tardi +quelle degli ebrei, e che hanno visto il popolo +quasi folle eccitare gli animali con +grida furiose e con fischi, possono immaginare +quello che nei barbari tempi del +medio evo dovessero soffrire gli ebrei correndo +lungo il Corso fra gl'insulti e in +mezzo a quel tumulto.</p> + +<p>Per lungo tempo il popolo volle questo +spettacolo; io ho trovato, nella <i>Roma +nova</i> di Sprenger del 1667, che gli ebrei +dovevano correre nudi, con una sola fascia +intorno ai fianchi, e l'autore dice che i +primi a correre erano gli asini, poi gli +ebrei, poi i bufali ed infine i «barberi».</p> + +<p>Durante due secoli gl'israeliti di Roma +soffrirono questo volgare insulto, sino al +giorno in cui Clemente IX, Rospigliosi, nel +1668, cedendo alle loro suppliche, li esentò +dalla corsa a patto che pagassero un tributo +annuo di 300 scudi, e concesse loro +che, invece di precedere la cavalcata del +Senatore, prestassero omaggio ai reggitori<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[148]</a></span> +della città nella sala del trono, e fornissero +i premi per le feste del carnevale.</p> + +<p>Solevano i notabili ebrei, quali rappresentanti +della comunità israelitica, presentarsi +ai reggitori della città in Campidoglio +nel primo sabato di carnevale. Giunti nella +sala dove quelli sedevano, gli ebrei si gettavano +ai loro piedi e offrivano un mazzo +di fiori e 20 scudi, perchè fossero impiegati +ad addobbare il balcone, su cui il Senato +soleva, in piazza del Popolo, prendere +posto. Si recavano quindi dal Senatore e, +secondo l'antico uso, lo supplicavano di conceder +loro di abitare ancora in Roma.</p> + +<p>Il Senatore metteva ad essi il piede sulla +fronte, poi ordinava loro di alzarsi e diceva, +secondo la consueta formola, che gli ebrei +non erano già ammessi in Roma, ma soltanto +tollerati per misericordia. Anche +questa umiliazione è ora scomparsa; ma ancor +oggi gli ebrei il primo sabato delle feste +di carnevale vanno al Campidoglio e prestano +il loro omaggio, offrendo il tributo +per i palii, che essi devono procurare per +i cavalli che ora divertono il popolo in +luogo degli ebrei.</p> + +<p>Non mancavano nel medio evo altre cerimonie, +a cui dovevano prender parte. +Nella festa per la presa di possesso +del Laterano, fatta dal nuovo papa, essi +dovevano mandare a lui una deputazione,<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[149]</a></span> +come già un tempo avevano dovuto prestare +omaggio agli imperatori romani. +Quando l'imperatore saliva al trono, gli +ebrei facevano per lui in Gerusalemme offerte +e sacrifici; dice già Filone nella sua +«Ambasciata a Caio» che essi tre volte +offrirono sacrifici per Caligola, la prima, +quando salì al trono, la seconda, quando +cadde gravemente ammalato, e la terza, +quando ritornò vittorioso dalla Germania. +Che anche gli ebrei in Roma facessero lo +stesso, è indubitato; essi si presentavano +nelle feste di omaggio innanzi all'imperatore +come imploranti protezione, per chiedere +a lui quella tolleranza che era stata +loro concessa da Augusto</p> + +<p>E quando agl'imperatori sottentrarono i +papi, mutarono le forme, ma l'essenza delle +cerimonie restò qual'era. Ad ogni omaggio +a un nuovo papa, sulla via che doveva percorrere +il corteo, compariva una delegazione +di ebrei col Pentateuco sulle spalle. Secondo +una frase di S. Girolamo, essi eran +considerati quasi come i bibliotecari della +religione cristiana, perchè avevano conservato +nella loro arca dell'alleanza l'Antico +Testamento. E mentre si accostavano al +nuovo papa per implorare la sua protezione, +dicevano di far ciò prima, perchè i padri loro +avevano fatto altrettanto con gl'imperatori, +e poi perchè, attendendo essi il Messia<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[150]</a></span> +che li doveva liberare dalla schiavitù, +ogni nuovo papa poteva essere appunto +quello destinato a rompere il loro giogo.</p> + +<p>A cominciare da Calisto II, che nel 1119 +ricevette dagli ebrei tale omaggio, esistono +documenti che narrano queste cerimonie. +In tutte gli ebrei portavano il Pentateuco +sulle spalle, andando incontro ad Eugenio +III, ad Alessandro III, a Gregorio IX. +Il Cancellieri, nella sua opera <i>Storia dei +possessi</i>, ne dà una minuta descrizione, tolta +dai diari dei maestri di cerimonie della Corte +Pontificia.</p> + +<p>Il luogo dove gli ebrei si presentavano +al papa non fu sempre lo stesso. Ai primi +del medio evo era nel rione detto «Parione» +che gli ebrei attendevano il pontefice che +si recava al Laterano. Il vecchio poema latino +del cardinale Giacomo Stefaneschi, ci descrive +l'omaggio degli israeliti reso a Bonifacio +VIII nel 1295:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">«Ecce, super Tiberim positum de marmore pontem<br /></span> +<span class="i0">Transierat, provectus equo, turrique relicta<br /></span> +<span class="i0">De campo Iudaea canens, quae caecula corde est,<br /></span> +<span class="i0">Occurrit vesana duci Parione sub ipso,<br /></span> +<span class="i0">Quae Christo gravidam legem plenamque sub umbra<br /></span> +<span class="i0">Exhibuit Moysi, Veneratus et ille figuram.<br /></span> +<span class="i0">Hanc post terga dedit, cauto sermone locutus.<br /></span> +<span class="i0">Ignotus Iudaea deus, sibi cognitus olim.<br /></span> +<span class="i0">Qui quondam populus, nunc hostis; qui deus et rex<br /></span> +<span class="i0">Obnubi patitur, praesentem temnere mavis,<br /></span> +<span class="i0">Quem fragilem reputas hominem, sperasque futurum,<br /></span> +<span class="i0">Et latet ipse deus».<br /></span> +</div> +</div> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[151]</a></span></p> + +<p>Di qui si scorge che fino da allora la +cerimonia dell'omaggio aveva luogo con +quelle forme che furon conservate anche +in seguito; gli ebrei attendevano al +suo ritorno il nuovo papa, cantandone le +lodi; presentavano al pontefice il libro della +Legge; questi lo prendeva, faceva le viste +di leggerne qualche parola, poi lo restituiva +agli ebrei dicendo: «Confermiamo la Legge, +ma condanniamo il popolo ebreo e la +sua interpretazione». Quindi procedeva +oltre e gli ebrei facevano ritorno alle loro +dimore, amareggiati dal dolore o confortati +dalla speranza, secondo quello che avevano +creduto leggere negli occhi del nuovo +papa.</p> + +<p>Spesso si collocavano anche al di là +del Ponte di Adriano e talvolta a Monte +Giordano. Sebbene questa collinetta formata +di rovine e di rottami, dovesse il suo +nome a Giordano Orsini, membro dell'antica +famiglia patrizia che vi aveva costruito +il suo palazzo, forse fu scelta dagli ebrei per +la fortuita coincidenza del nome con quello +del biblico fiume della Giudea. Ivi stavano +i discendenti d'Israele, portando un Pentateuco +riccamente legato in oro e ricoperto +di un velo, circondati dal popolo che li insultava +e li derideva, finchè non appariva +il papa; allora s'inginocchiavano e gli presentavano +il volume della Legge.<span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152">[152]</a></span></p> + +<p>Le ingiurie e i cattivi trattamenti, a cui +in queste circostanze gli ebrei venivano +sottoposti crebbero tanto col tempo, che +Innocenzo VIII, nel 1484, cedendo alle loro +vive preghiere, consentì che si presentassero +a lui nel cortile di Castel Sant'Angelo. +Il maestro delle cerimonie, Burcardo, +così descrive la cerimonia: «Allorchè il +papa fu giunto, dinanzi a Castel Sant'Angiolo +si arrestò, e gli ebrei che si erano +fermati presso le fortificazioni inferiori, +comparvero col libro della Legge, che porsero +al Santo Padre, rivolgendogli delle +frasi in ebraico che ad un dipresso significavano +questo:—Noi, uomini ebrei, in +nome della nostra Sinagoga, preghiamo +Vostra Santità di volervi degnare di accogliere +e sanzionare la legge mosaica, che +l'onnipotente Dio diede a Mosè, nostro sacerdote, +sul monte Sinai, nella stessa guisa +che si degnarono accettarla e confermarla +i venerati pontefici predecessori di Vostra +Santità.—Il papa rispose:—Noi confermiamo +la Legge, ma condanniamo la vostra +credenza e la vostra dottrina, imperocchè +colui che voi dite dover venire in terra, già +venne e fu nostro Signore Gesù Cristo, +come la Chiesa insegna.—Terminata la cerimonia, +gli ebrei si ritirarono».</p> + +<p>E quando si pensi che questo Castel +S. Angelo non era altro che il mausoleo<span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[153]</a></span> +di Adriano, il quale aveva distrutta da cima +a fondo Gerusalemme per ben due volte, +e condotti gli ebrei in schiavitù, sarà facile +comprendere come anche questa stessa +località dovesse riuscire invisa agli ebrei, +che non odiavano meno la memoria di +Adriano di quella di Tito.</p> + +<p>Per una eccezione Pio III, nel 1503, trovandosi +infermo, ricevette gli ebrei in una +delle sale del Vaticano stesso. Giulio II li +ricevette di bel nuovo alla Mole Adriana, +dove gli diressero un lungo sermone, e +dove specialmente parlò con singolare eloquenza +il rabbino spagnolo Samuele, medico +del papa. Questi rispose <i>prout in libello</i>, +vale a dire secondo la forma stabilita +dal libro dei cerimoniali.</p> + +<p>Anche Leone X, Medici, in occasione +della elezione del quale, nel 1513, si fecero +le feste più splendide che abbiano mai +avuto luogo per un papa, ricevette gli +ebrei in Castel S. Angelo. La scena è +stata descritta dal maestro di cerimonie +Paride de' Grassi. Gli ebrei stavano alla +porta del Castello, sopra un palco di legno +ricoperto di ricchi tappeti e di broccati +lavorati in oro, e dove ardevano otto grandi +torcie in cera, ed ivi tenevano le tavole +della Legge. Allorquando fu giunto il papa +che cavalcava una chinea bianca, gli ebrei +lo pregarono, secondo il solito, di confermare<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[154]</a></span> +la legge. Il papa prese il libro aperto +dalle loro mani, lesse alcune parole e disse:</p> + +<p>«Noi confermiamo ma non approviamo» +dopo di che lasciò cadere a terra il libro, +e proseguì la sua strada.</p> + +<p>Fu questa l'ultima volta che la cerimonia +ebbe luogo; da allora in poi venne +soppressa, o perchè progredito lo spirito +dei tempi, o per altre ragioni a noi ignote.</p> + +<p>Fu imposto per contro l'obbligo agli +ebrei di addobbare con stoffe preziose parte +delle strade per le quali dovevano passare +il nuovo papa e il suo corteo. Allorquando +prese possesso Gregorio XIV, nel +1590, gli ebrei dovettero parare con tappeti +la salita del Campidoglio e l'arco di +Settimio Severo. In seguito venne stabilito +che dovessero ornare l'arco di Tito, +e la via che porta al Colosseo. Fu loro +pertanto forza assoggettarsi all'onta di dover +adornare l'arco trionfale eretto in onore +del distruttore di Gerusalemme.</p> + +<p>E ciò ebbe luogo alla elezione di tutti +i papi che vennero di poi. Gli ebrei dovettero +ogni volta addobbare l'arco di Tito, +ed aggiungere ai tappeti emblemi che si +riferissero al papa, contraddistinti da sentenze +latine tolte dall'Antico Testamento. +Gli emblemi, ordinariamente in numero di +venticinque, erano per lo più molto significativi, +e colle loro sentenze in linguaggio<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[155]</a></span> +simbolico prettamente orientali. Vi era +rappresentato, per esempio, l'albero della +mirra, che offre spontaneo il suo balsamo +senza che abbisogni d'incisione ed aggiuntovi +il detto: «Benedetto il principe +che è generoso». Altrove il pellicano, che +nutre i figli col suo sangue colla scritta: +«Si privò di tutto dandolo ai poverelli» +(Salmo 112, 1, 9). Una palma irradiata dal +sole e sopra: «Fiorirai al pari di una palma»; +e al di sotto: «Benedetta sia la tua +venuta». Il rinoceronte che immerge il suo +corno in una sorgente,—una conchiglia di +mare aperta,—la fenice e l'arcobaleno—un +cigno che mangia spighe mature,—uno +sciame d'api,—un gelso,—un'arpa inghirlandata +di fiori,—il mare con sirene +che cantano, e sopra il cielo, verso il quale +drizzano il volo molti usignuoli ed al di +sotto il versetto d'Isaia: «Cantano tutti +insieme».</p> + +<p>Questo linguaggio figurato ricorda le +solennità di ugual natura, colle quali gli +Arabi di Sicilia accoglievano i re normanni +loro signori. Gli ebrei accudivano +con lagrime e con lamenti ad ornare il +monumento della loro onta, e quando dall'arco +di Tito facevano ritorno al loro +sudicio Ghetto, certamente si purificavano, +con lamentazioni geremiache e con preghiere, +della profanazione che avevano<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[156]</a></span> +dovuto commettere umiliandosi innanzi al +vicario di Cristo.</p> + +<p>Si deve però fare un'osservazione singolare: +col rinascimento la mitologia pagana +trovò mezzo di cacciarsi perfino negli +usi e negli atti degli ebrei, particolarmente +nei secoli decimosettimo e decimottavo, +nei quali dopo Leone X e Raffaello, +rinati gli studi delle antichità, gli Dei dell'Olimpo +tornarono in fiore. Ed è propriamente +divertente e piena di contraddizione +la tendenza in questo senso, che si può +osservare negli ebrei di Roma, particolarmente +nel secolo <span class="smcap">XVIII</span> che fu l'età aurea +del Parnaso barocco. In questo, anche gli +emblemi degli ebrei divennero mitologici; +le loro poesie di omaggio parlavano +di Apollo e delle muse, facendo una strana +miscela di antichità pagana e di Vecchio +Testamento, che pare ed è tanto più +singolare, quando si ponga mente che +questi emblemi, queste poesie venivano +dal popolo d'Israello, dedicate ad un papa. +I maggiori emblemi mitologici si rinvengono +in quelli dedicati a Pio VI ed a +Pio VII. Si vedeva Ercole, dalla cui bocca +uscivano le catene d'oro destinate a trarre +a sè i popoli, e sotto il versetto biblico: +«Le labbra dell'uomo pio sono ripiene di +dolcezza» (Prov. 10, 32). Vi si scorgeva il +monte Parnaso fiancheggiato da due terrazzi<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[157]</a></span> +ricoperti di tappeti, su cui stavano +cavalli e muli, che mangiavano del grano, e +sotto il versetto di Giobbe: «Esso ci ammaestra +per mezzo degli animali da tiro», +miscuglio più barocco che immaginare si +potesse, Parnaso, muli, e Giobbe tutto confuso. +Vi si scorgevano Giunone con un +giglio, Atlante che regge il mondo, Minerva +coll'olivo, un tempio dove stava Mercurio +colle tre Grazie, e sotto vi si leggeva: +«Non torrà gli averi a coloro che camminano +nella diritta via» (Salmi 84, 12).</p> + +<p>E' molto probabile che fra tutte quelle +figure mitologiche, quella di Mercurio, il +patrono dei negozianti e dei banchieri, il +Rothschild dell'Olimpo, dovesse essere +quella che tornava più accetta, più intelligibile +agli abitanti del Ghetto. Del resto +tutti gli emblemi di quel povero popolo +si riferivano sempre più o meno ad un'idea +sola; danaro, sempre danaro; e difatti vi +si scorgevano immancabilmente i corni +dell'abbondanza, dai quali sgorgavano monete +d'oro, vino e pane.</p> + +<p>Gli ebrei presentarono a Pio VII, Chiaramonti, +tutti i loro emblemi e motti raccolti +in un volume splendidamente legato, +e maestrevolmente miniato, e glielo porse +in Venezia il rabbino Leone di Leone di +Ebron, vestito alla foggia orientale, con +turbante, <i>haftan</i>, e lunga barba. Un poema<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[158]</a></span> +latino in distici elegiaci lo accompagnava +e la dedica in lingua latina era la seguente:</p> + +<p class="inscr"> +PIO SEPTIMO P. O. M.<br /> +QUA DIE IMPERII GUBERNACULO SOLEMNITER SUSCEPIT<br /> +QUOD BONUM FELIX FAUSTUMQUE SIT<br /> +FESTIVISSIMA HEBRAEORUM UNIVERSITAS D. D. D.<br /> +</p> + +<p>Come si vede, gli ebrei di Roma non +avevano abitato senza profitto presso il +classico portico di Ottavia. Il poema poi +seguitava dopo aver cominciato con esclamazioni +lagrimose prettamente giudaiche, +e prima di arrivare al papa chiamava in +scena Apollo.</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">O si me Cythara plectroque juvaret Apollo,<br /></span> +<span class="i0">Concinerem summi maxima regna Pii.<br /></span> +<span class="i0">Meque peregrinis audiret versibus uti,<br /></span> +<span class="i0">Quidquid habet tellus, quidquid ex axis habet.<br /></span> +<span class="i0">Principis astra super ferrem clarissima facta,<br /></span> +<span class="i0">Queis comes it recti non temerandus amor;<br /></span> +<span class="i0">Quippe suis, velut illa, polo fulgoribus umbras<br /></span> +<span class="i0">Dimovet, e vulta quos radiante jacit.<br /></span> +<span class="i0">Ast pro me Pindi veniant et culmina Musae<br /></span> +<span class="i0">Quas cecinit vatum fabula graeca deas.<br /></span> +<span class="i0">Hae resona fundant solemnia carmina voce,<br /></span> +<span class="i0">Tympana pulsantes, sistra lyrasque manu,<br /></span> +<span class="i0">Hae Temidis celebrent servantem jura decorae,<br /></span> +<span class="i0">Qua duce subjectis imperat agminibus:<br /></span> +<span class="i0">Candoremque sinus dantis cum pace salutem,<br /></span> +<span class="i0">Viribus ingenii, pondere consilii.<br /></span> +<span class="i0">Magnanimis nitit ille notis, prudentibus aeque.<br /></span> +<span class="i0">Ne summum videat gloria tanta diem!<br /></span> +<span class="i0">Culmina Gregorium nutu qui celsa creavit,<br /></span> +<span class="i0">Sospitet, omnigenis condecoretque bonis,<br /></span> +<span class="i0">Edat, ut arbor aquae prope rivos consita, fructus,<br /></span> +<span class="i0">Et diadema suum vinciat usque caput.<br /></span> +<span class="i0">Hic niteat solusque, ferax sit dactilus ipse:<br /></span> +<span class="i0">Adspiciat laetos ire, redire dies.<br /></span> +<span class="i0">Gaudeat urbs, precibus nunquam non acribus instet,<br /></span> +<span class="i0">Ut sibi sint Pacis numera juncta Piae.<br /></span> +<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[159]</a></span> +</div> +</div> +<p>Per Gregorio XVI gli ebrei fecero dipingere +dal pittore Pietro Paoletti di Belluno, +concittadino del nuovo papa, un libro +che conteneva tutti gli emblemi e tutte le +poesie, e fattolo riccamente legare lo presentarono +al pontefice, che volle mandarlo +in dono al Capitolo della sua città +natia. Anche a Pio IX, attualmente regnante, +venne presentato un libro simile, +nel quale il rabbino di Roma, versatissimo +nella letteratura ebraica, e abilissimo calligrafo, +a quanto mi assicurarono i suoi +correligionari, raccolse preziosi emblemi, +e sentenze bibliche, scelte con molto criterio +ed il libro era tanto riccamente legato +ed ornato, che costò circa cinquecento +scudi.</p> + +<p>Tali erano le cerimonie che, secondo gli +usi e le costumanze di Roma, si compivano +dagli ebrei nell'occasione della elezione +dei papi. Se non che, anche in altre +località avevano luogo funzioni analoghe. +Troviamo nel dizionario del Moroni la minuta +descrizione delle solennità, colle quali +gli ebrei di Corfù festeggiarono la nomina +di un nuovo arcivescovo. Quando nel +1780 Francesco Maria Fenzi fece il suo +solenne ingresso in quella città, gli ebrei +gli prepararono uno spettacolo veramente +originale. Apriva la marcia un ebreo +vestito all'italiana col bastone del comando,<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[160]</a></span> +e lo seguivano altri tre, con lunghi +bastoni, questi rappresentano i patriarchi; +venivano quindi dodici giovanetti, vestiti +all'italiana, i quali raffiguravano le dodici +tribù, ed avevano tutti in mano un pomo +d'argento, e quindi altri dieci giovani, con +mantello sulle spalle, che rappresentavano i +dieci rabbini savi, conservatori della legge +mosaica ai tempi dei Cesari. Seguivano ancora +altri undici giovanetti, che portavano +mazzi di fiori, i fratelli di Giuseppe, accompagnati +da quattro servitori, come se stessero +per presentarsi al re Faraone; subito +dopo otto uomini, portanti vasi e palme, gli +otto conservatori del precetto della circoncisione; +quindi ventiquattro ebrei, il doppio +del numero delle tribù, con vassoi e vasellami +d'argento, coi guanti alle mani che raffiguravano +il fiore d'Israello. Seguivano ancora +quattro ebrei, con voluminose parrucche +e bastoni; un gruppo di quarantotto +ebrei con berrettone di pelo, fra +i quali sei cantori che cantavano salmi; +indi una quindicina di giovanetti, che +portavano sul petto l'<i>urim</i> ed il <i>thummim</i>; +poscia un nuovo gruppo con frutti e palme, +finalmente di nuovo altri cantori. Venivano +dopo i quattro grandi sacerdoti +Mosè, Aronne, David e Salomone, a cui +tenevano dietro i leviti. Poscia i tre giovanetti +della fornace ardente. Chiudeva la<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[161]</a></span> +marcia un gran rabbino decrepito, che +pareva la quaresima ambulante; vestito +tutto di bianco, e a fianco del quale stavano +due altri vecchi, con in mano ciascuno +un vassoio pieno di foglie di fiori. +Il Pentateuco tutto adorno di campanelli, +di frutti, di corone di argento, era posto +sotto un baldacchino bianco, portato da +quattro fra gli ebrei più ragguardevoli. +Il libro della legge venne aperto in sei +diversi punti della città, e ricoperto di +foglie di fiori tolte dai bacili, e sempre +colle più vive manifestazioni di gioia degli +ebrei. Le foglie, che cadevano a terra, +erano raccolte dalle donne ebree, che se +le riponevano, quasi sacre reliquie, in seno. +La processione era divisa in quattro sezioni, +in memoria delle quattro schiavitù d'Egitto, +di Babilonia, di Roma, e della presente. +L'arcivescovo finalmente venne ricevuto +da sedici ebrei, sopra un palco +eretto in vicinanza del Duomo, e riccamente +parato; egli portava la mitria, e +teneva in mano il pastorale; un ebreo postosi +il cappello in capo, e gettato via il +mantello, pronunciò un breve discorso di +complimento, cui monsignore fece cortese +risposta.</p> + +<p>Come appare chiaro, una simile processione, +avente tutta l'impronta nazionale +ebraica, poteva farsi bensì a Corfù,<span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162">[162]</a></span> +ma non avrebbe potuto mai aver luogo a +Roma. In quest'ultima città, dove il culto +cristiano sfoggia appunto in processioni pubbliche, +una processione nazionale ebraica, +avrebbe fatto conoscere con troppa evidenza +al popolo che la pompa cattolica in +gran parte non è di origine antica propriamente +cristiana, ma piuttosto una specie di +riproduzione delle antiche processioni degli +ebrei. Non era però questa la vera ragione, +per la quale gli ebrei in Roma non comparivano +in forma cotanto solenne; sarebbe +superfluo accennarlo. I monelli di Roma +avrebbero preso a sassate una esposizione +pubblica dei riti mosaici, e Dio sa di quanti +lazzi, di quanti frizzi quella sarebbe stata +oggetto. Inoltre si sarebbero guardati bene +gli ebrei di fare sfoggio di oro e di +argento, e quando comparivano davanti ai +papi lo facevano coll'aspetto della miseria, +timidi, tremanti, in apparenza propriamente +servile.</p> + +<p>Ma torniamo alle sorti degli ebrei sotto +i successori di quel Paolo II che primo li +fece correre nel carnevale. Ora oppressi, ora +trattati con una certa indulgenza, come da +Paolo III della famiglia Farnese, la loro +sorte peggiorò sotto il pontificato di Paolo +IV. Questo, fanatico napoletano, della famiglia +dei Caraffa, introduttore della tortura +e della censura a Roma, zelante inquisitore,<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[163]</a></span> +appena salito sulla cattedra di +S. Pietro, pubblicò, nel 1555, la bolla <i>Cum +nimis absurdum</i>, che regolava la condizione +della corporazione israelitica di Roma. Revocò +tutti i privilegi concessi antecedentemente +agli ebrei; vietò ai loro medici di +curare i cristiani, proibì loro di esercitare le +arti, il commercio, le industrie, di possedere +beni immobili; accrebbe loro i tributi e le +imposte. Vietò loro perfino di assumere il +titolo di <i>don</i> col quale, secondo l'usanza +di Spagna e di Portogallo, si onoravano gli +ebrei più distinti. Allo scopo di separarli +e di distinguerli totalmente dai cristiani, +prescrisse non potessero uscire dal Ghetto +se non col cappello e con un velo, entrambi +di colore giallo, il cappello per gli +uomini, il velo per le donne. «Imperocchè, +dice la bolla, è cosa assolutamente assurda +e sconveniente che gli ebrei i quali +per propria colpa sono caduti in ischiavitù, +abusando insolentemente della misericordia +loro dimostrata dai cristiani, abbiano l'impudenza +di abitare promiscuamente con +questi, di non portare verun distintivo, di +tenere i cristiani al loro servizio e perfino +di acquistare case».</p> + +<p>Finalmente Paolo IV stabilì il Ghetto, +quartiere per l'abitazione obbligatoria degli +ebrei. Fino ai suoi tempi avevano questi +goduto, tuttochè non fosse loro espressamente<span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164">[164]</a></span> +garentita, della libertà di abitare +dove più loro piacesse in Roma. Come era +naturale, raramente risiedevano nel centro +della città, nè fra i cristiani che li odiavano, +e si erano stabiliti per lo più nel Trastevere, +e sulle sponde del fiume, fino al ponte +di Adriano. Ora il papa assegnò loro un +angusto e separato quartiere, come era +stato fatto a Venezia, che comprendeva +poche strette e malsane strade presso il +Tevere, e che stendevasi dal ponte Quattro +Capi fino alla Regola. Il quartiere era +chiuso da mura con porte. Ebbe dapprima +il nome di <i>vicus judaeorum</i> e più tardi +quello di <i>Ghetto</i>: questo deriva probabilmente +dalla parola talmudica <i>ghet</i> che significa +«separazione». Fu nel giorno 26 +luglio 1556 che gli ebrei presero possesso +del loro ghetto, piangendo e sospirando +come i padri loro quando venivano tratti +in schiavitù.</p> + +<p>Paolo IV fu per gli ebrei di Roma il +crudele Faraone che li espose a tutti i +mali derivanti dalla mancanza di spazio, +e da una località bassa e umida, per la +vicinanza del fiume, il che dava origine +ad un intero esercito di piaghe d'Egitto. +Allorquando morto il cupo Caraffa nel 1559, +il popolo romano, per sfogare contro di lui +la sua rabbia, si sollevò, saccheggiando il +palazzo dell'inquisizione e la Minerva, sede<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[165]</a></span> +dei domenicani, si videro gli ebrei, uomini +per natura timidi, che non avevano preso +mai parte alle rivoluzioni, neppure ai tempi +di Cola di Rienzo, sbucare dal loro quartiere, +per imprecare essi pure alla memoria +del papa defunto. Un ebreo ebbe perfino +l'ardire di mettere sulla statua di papa +Paolo in Campidoglio il suo vergognoso +cappello giallo; il popolo rise, atterrò la +statua, la fece a pezzi e la testa del papa +con la tiara fu fatta rotolare nel fango. È +facile immaginarsi quale sorte fosse riserbata +agli ebrei, dopo stabilito il nuovo +tribunale dell'Inquisizione. Parecchi ebrei +furono bruciati sulla piazza della Minerva, +a Campo de' Fiori, dove solevano avere +luogo gli Autos-da-fè. In quell'epoca venne +bruciato anche Giordano Bruno.</p> + +<p>Rinchiusi nel Ghetto, gli ebrei non ne +erano punto proprietari, poichè le case appartenevano +ai Romani, e vi avevano stanza +pure famiglie distinte, come i Boccapaduli. +Erano quelli proprietari; gli ebrei soltanto +inquilini. Perchè potessero rimanere perpetuamente +rinchiusi in quelle strade, era +mestieri assicurare loro un modo durevole +di starvi, poichè senza di questo gli +ebrei si sarebbero trovati esposti a due +pericoli: mancanza di tetto, qualora i proprietari +non avessero voluto averli più per +inquilini; impossibilità di pagare, o aggravio<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[166]</a></span> +incompatibile, quando i proprietari +avessero voluto aumentare le pigioni. Si +promulgò pertanto una legge,<a name="FNanchor_29_29" id="FNanchor_29_29"></a><a href="#Footnote_29_29" class="fnanchor">[29]</a> che ordinava +dovessero i romani restare padroni delle +case affittate agli ebrei, ma averne questi +il possesso a titolo enfiteutico; non potessero +i proprietari espellerli, sempre che +avessero pagata regolarmente la pigione, +nè si potesse aumentare questa; fosse +lecito agli ebrei praticare nelle case quegli +ampliamenti od innovazioni che ritenessero +di loro convenienza. Il diritto derivante da +quella legge ebbe il nome che porta tuttora +di <i>jus Gazagà</i>. In forza di questo l'ebreo +rimaneva proprietario assoluto del suo +contratto di locazione, poteva lasciarlo in +retaggio ai congiunti o ad altri, lo poteva +alienare, e ancor oggi è ritenuta cosa vantaggiosa +possedere per <i>diritto di Gazagà</i> +un contratto di locazione trasmissibile per +eredità, ed è molto ricercata quella giovane +ebrea, che può recare in dote al suo sposo +un tale documento. In forza di questa +<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[167]</a></span> +legge benefica fu assicurato agli ebrei un +tetto.</p> + +<p>Pio V, Ghislieri, nel 1566, confermò la +bolla di Paolo IV, promulgò ordini severi +per impedire agli ebrei di vagare per la +città e perchè venissero di notte rinchiusi +nel Ghetto. All'Ave Maria le porte di +questo venivano irremissibilmente chiuse, +e gli ebrei còlti fuori andavano soggetti +a punizione, sempre quando non riuscissero +con danaro a corrompere i guardiani. Nel +1569 lo stesso papa proibì agli ebrei di abitare +altre città degli Stati della Chiesa, eccetto +Roma ed Ancona, poichè prima erano +stati tollerati pure a Benevento e in Avignone.</p> + +<p>Questo editto era stato promulgato appena, +che Sisto V lo revocò, facendo brillare +tra le miserie del Ghetto un raggio di +umanità. Questo grande papa, rinnovatore +di Roma, dove pressochè ogni strada, ogni +edificio ricorda il suo nome, sentì compassione +del popolo d'Israele; pubblicò nel +1586 la bolla <i>Christiana pietas, infelicem +Hebraeorum statum commiserans</i>, con la +quale rese gli antichi privilegi agli ebrei. +Permise loro di abitare nello Stato romano, +cioè in tutti i luoghi murati, città e castella +dell'agro romano. Loro concesse facoltà di +esercitare qualunque commercio o negozio, +ad eccezione di quelli del vino, grano e<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[168]</a></span> +carne; permise loro di trafficare liberamente +con i cristiani, di valersi parimenti dell'opera +di questi, vietando loro unicamente +di tenere al servizio persone cristiane. Si +prese pensiero di migliorare le loro abitazioni; +lasciò ad essi facoltà di aprire scuole +o sinagoghe quante volessero; parimenti +permise loro di fondare biblioteche ebraiche; +prescrisse non si potessero chiamare +gli ebrei in giudizio nei giorni delle loro +feste; abolì l'obbligo di portare il segno di +Giuda; vietò che si battezzassero a forza i +bambini degli ebrei; e che si aggravassero +di tasse straordinarie gli ebrei in viaggio; +diminuì le imposte loro assegnate, riducendole +ad un modico testatico, e al pagamento +di una somma fissa per l'acquisto dei palii +del carnevale. Diede per tal guisa Sisto V +l'esempio al mondo di un papa propriamente +cristiano, la cui memoria sarà benedetta +in ogni tempo; e tornerà sempre +a lode del suo nome, quanto, per impulso +d'animo generoso, operò a vantaggio degli +ebrei.</p> + +<p>Finalmente questa volta nella lotteria era +toccato un buon numero agli ebrei, ma appunto, +perchè era una lotteria, poteva tutto +ad un tratto venirne fuori uno cattivo. Infatti +pochi anni dopo la morte di Sisto V, +Clemente VIII, Aldobrandini, revocò tutte +queste liberali disposizioni e rinnovò l'editto<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[169]</a></span> +Caraffa, ripiombando gli ebrei nella desolazione.</p> + +<p>Nè solo rimasero in questa misera condizione +per tutto il secolo XVII, ma la loro miseria +nel secolo XVIII aumentò per gli editti +di Clemente XI e di Innocenzo XIII. Questi +vietò agli ebrei qualunque commercio, ad +eccezione della vendita dei cenci, panni +usati e ferri vecchi, o come dicevasi volgarmente +<i>stracci-ferracci</i>, e soltanto Benedetto +XIV nel 1740 permise loro di aggiungervi +la vendita di panni nuovi, alla quale +attendono tuttora assiduamente e con profitto. +Si videro pertanto fino da quel tempo +gli ebrei aggirarsi per le case con le loro +vecchie mercanzie e si è udito fin da allora +per le strade risuonare il grido «<i>aeo!</i>» +col quale annunciavano il loro meschino +commercio.</p> + +<p>Ancor oggi si sente spesso in tutte le +strade di Roma il malinconico grido del +povero ebreo, che con un sacco sulle spalle +lancia il suo «Ròbbi vè!»</p> + +<p>Il secolo XVII, nel quale i Medici accordarono +tante agevolazioni agli ebrei in Toscana, +fu forse l'epoca più infelice per il +Ghetto di Roma. Trovo in un libro romano +del 1677 (<i>Stato vero degli ebrei in Roma</i>; +Stamperia del Varese) la notizia che a +quell'epoca il numero degli ebrei era di +4500, fra i quali si contavano 200 famiglie<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[170]</a></span> +agiate. L'autore dice che nel secolo +<span class="smcap">XVI</span> il Ghetto pagava 4861 scudi annui +di tributi, e che nel secolo XVII non ne pagava +più che 3207. Sebbene quello scrittore +sia grandemente ostile agli ebrei, non avrei +argomento per tacciarlo di non esser veritiero. +L'autore asserisce che ad onta delle +incessanti lagnanze che gli ebrei andavano +movendo di continuo, il Ghetto era ricco; +e che, pagati tutti i tributi, risparmiava +ogni quinquennio 19,470 scudi, e che possedeva +un capitale di un milione di scudi. Non +c'è dubbio che vi erano in quell'epoca ebrei +ricchi a Roma, e che in mezzo ai manutengoli +dei ladri, e ai negromanti del Ghetto, +v'erano degli usurai che accumulavano interessi +sopra interessi. Nessun papa riuscì +mai a impedire questa piaga dell'usura nel +Ghetto; i nobili indebitati proteggevano gli +ebrei, e mentre il Ghetto era oggetto di disprezzo +generale, il patrizio romano, il cardinale +e talora il papa, accoglievano con +complimenti nel loro palazzo, l'usuraio dal +giallo berrettone. L'autore di quello scritto +dice che gli ebrei avevano estorto coll'usura +ai cristiani 235,000 scudi, e che non passava +sera, in cui non entrassero per le porte +del Ghetto nelle case degli ebrei almeno +800 scudi usciti dalle tasche dei cristiani. +Quel popolo astuto sapeva far danari con +qualsiasi mezzo; e l'usura degli ebrei dava<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[171]</a></span> +alimento all'odio dei cristiani per essi. Giovanni +di Capistrano aveva una volta fatto +offerta di una flotta ad Eugenio IV per trasportare +gli ebrei di Roma di là dal mare. +«Ora che egli è morto, dice il nostro autore, +sarebbe a desiderare potesse mandare +dal cielo una flotta a papa Clemente IX +per purgare Roma di tutti quei ribaldi». I +Rothschild del Ghetto romano in quell'epoca +esigevano d'ordinario il diciotto per +cento. Oggi ancora il danaro degli ebrei +fa le loro vendette sui cristiani; ancor oggi +nel Ghetto s'impresta ad usura. Tutti +colà si agitano, si muovono per guadagnare, +per fare danaro, e come potrebbe +essere altrimenti? Un giorno che passavo +in una strada del Ghetto, una povera donna +che cuciva dei cenci, mi chiamò dicendomi: +«Signore, che cosa comandate?» Volendo +provare la sua presenza di spirito, risposi +subito: «cinque milioni!» E la donna di +rimando: «Sta bene! quattro per me, e uno +per voi!»</p> + +<p>Nel <span class="smcap">XVIII</span> secolo si esigeva con rigore +che gli ebrei assistessero in certi giorni +determinati ad una predica, destinata a convertirli. +Già Gregorio XIII nel 1572 aveva +prescritto dovessero ascoltare la predica +una volta per settimana. Un ebreo, convertito, +come ben si può immaginare, era stato +il promotore di questa usanza, certo<span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172">[172]</a></span> +Andrea, che con tutto il servilismo di +un convertito, aveva insistito vivamente +presso papa Gregorio per la promulgazione +di quell'editto. Si vedevano pertanto al sabato +comparire nel Ghetto gli sbirri che +spingevano a furia di frustate in chiesa gli +ebrei, uomini, donne e fanciulli, al di sopra +dei dodici anni. Dovevano assistere alla predica, +per lo meno cento uomini e cinquanta +donne, e più tardi il numero fu portato a +trecento. Alla porta della chiesa una guardia +contava questi uditori forzati, e nell'interno +della chiesa stessa la polizia li sorvegliava, +e se un qualche ebreo sembrava +distratto, o sonnecchiava, era destato da un +colpo di frusta. La predica era fatta da un +frate domenicano, dopo che si era tolto +dall'altare il Santissimo Sacramento; e il +sermone versava sul testo dell'Antico Testamento +che gli ebrei avevano in quello +stesso giorno udito leggere e spiegare +nella loro sinagoga, e che veniva commentato +nel senso del dogma cattolico, allo +scopo di far conoscere agli ebrei la verità +cristiana. Queste prediche da principio venivano +fatte in S. Benedetto alla Regola, ma +più tardi ebbero luogo in quella chiesa +di S. Angelo in Pescheria, dove Cola di +Rienzo aveva tenuto i suoi primi discorsi +infuocati ai Romani.</p> + +<p>Queste prediche vennero ridotte a poco a<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[173]</a></span> +poco a cinque sole per anno, e stavano +per andare addirittura in disuso, allorquando +Leone XII, il gretto Genga (1823-1829), volle +rinnovarne l'obbligo. Oggi però, anche questa +barbarie è scomparsa; venne tolta di +mezzo, a quanto mi si disse, nel primo +anno dal pontificato liberale di Pio IX.<a name="FNanchor_30_30" id="FNanchor_30_30"></a><a href="#Footnote_30_30" class="fnanchor">[30]</a></p> + +<p>L'ebreo convertito, acquistava come di +diritto la cittadinanza romana, con tutti +i vantaggi che sono a questa inerenti. Non +era raro che ebrei appartenenti al Ghetto +si facessero battezzare, e questi, come +suole avvenire di tutti coloro che abbracciano +una nuova religione, erano i più fanatici +nel volere ottenere conversioni che +non quelli stessi che li avevano convertiti. +Si possono leggere ancor oggi sul frontone +di una chiesa che sorge rimpetto al Ghetto, +presso il ponte Quattro Capi e dove sta +dipinta una crocifissione, scritte in ebraico +ed in latino le parole del secondo versetto +del capitolo sessantesimo quinto d'Isaia: +«Io stendo tutto il giorno le mie mani +verso un popolo disobbediente, il quale +batte una via che non è la retta». E +questa esortazione fu fatta incidere da un +ebreo convertito.</p> + +<p>Secondo l'uso del medio evo, gli ebrei +<span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174">[174]</a></span> +che si battezzavano in Roma, assumevano +il nome dei loro padrini; e siccome per lo +più si ricercavano questi fra le famiglie +più distinte della città, ne avveniva che gli +ebrei in certo qual modo si infiltrassero +nel patriziato romano più antico. Vi furono +dei Colonna, dei Massimi, degli Orsini, +ebrei ed anzi, si pretende ora a Roma che +parecchie famiglie patrizie, le quali vanno +superbe del loro titolo principesco, dopo +essersi spente, siano state continuate dagli +ebrei di Trastevere.</p> + +<p>Anche al giorno d'oggi, in cui sono +scomparsi gli antichi maltrattamenti contro +gli ebrei, si osservano per il battesimo +solenne di uno di questi, o di un turco, +le solennità che furono anticamente in uso. +Hanno luogo ogni anno, nel sabato santo, +nel battistero di S. Giovanni in Laterano, +e siccome questa cerimonia sembra sia +considerata come obbligatoria e deve aver +luogo ad ogni costo, quando manca un +catecumeno da battezzare, fa venire un +turco od un ebreo da fuori. E' perfino +accaduto che giudei o turchi si sian fatti +battezzare più volte per lucro. Nel 1853 +assistei al battesimo di un'ebrea. Essa stava +presso la fonte battesimale avvolta in +bianchi veli, con un cero acceso in mano, +simbolo della luce che l'aveva rischiarata, +e dopo essere stata unta sulla fronte e sulla<span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[175]</a></span> +nuca degli olii santi, ricevette il battesimo +in quella vasca di Costantino, dove Cola da +Rienzo si era tuffato un giorno nell'acqua +di rose; e quindi fu ricondotta processionalmente +al Laterano. Il cardinale che +l'aveva battezzata, la cresimò davanti all'altare, +quindi espresse al popolo la sua +gioia per il grande miracolo compiutosi +sotto i suoi occhi, in forza del quale, una +creatura umana, in preda poco prima ai +demoni e condannata all'inferno, tutto ad +un tratto si era rivestita della innocenza +di un bambino, ed immersa nella pura luce +celeste.</p> + +<p>Anticamente si parlava con maggiore +energia; infatti il gesuita Stefano Menochio, +nel suo libro <i>Stuore</i>, stampato in +Venezia nel 1662; asserisce che gli ebrei +puzzavano nella stessa carne, e che quel cattivo +odore spariva immediatamente in seguito +al battesimo. Narra, con tutta ingenuità, +che perfino l'imperatore Marco Aurelio +si lagnò del cattivo odore degli ebrei, +e che questo fatto è incontestabile, e che +appunto gli Agareni si fecero battezzare +per non puzzare come cani.</p> + +<p>Leone XII, accordò agli ebrei il diritto +di acquistare case, purchè ne possedessero +di già l'<i>Jus Gazagà</i>. Ampliò pure la periferia +del Ghetto, includendovi la via Reginella +ed una parte della pescheria, in guisa<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[176]</a></span> +che venne ad avere otto porte, che erano +chiuse e guardate la notte. Durante la dominazione +francese in Roma, fu tolto il sequestro +degli ebrei nel Ghetto, essi ebbero +facoltà di stabilirsi in qualsiasi parte della +città e di esercitarvi ogni commercio. Ma +Pio VII, nel 1814<a name="FNanchor_31_31" id="FNanchor_31_31"></a><a href="#Footnote_31_31" class="fnanchor">[31]</a> chiuse di nuovo il Ghetto, +e le cose tornarono come prima fino al +papa oggi regnante.</p> + +<p>Torna ad onore di Pio IX l'avere atterrato +le mura del Ghetto, la qual cosa avvenne, +come mi accertarono gli ebrei stessi, +prima della rivoluzione di Roma; in guisa +che il merito di questa disposizione si deve +attribuire per intiero al pontefice, e non +fu una concessione fatta allo spirito dei +tempi. Caddero le mura e le porte del +Ghetto, ed in seguito, in conseguenza delle +nuove idee, fu data facoltà agli ebrei di +abitare dove meglio loro piacesse in Roma, +e di esercitare liberamente ogni mestiere +e negozio. Il Ghetto pertanto, ha cessato +di esistere quale prigione; ma dura tuttora +quale quartiere, il più malinconico di Roma, +ed è raro che un ebreo si prevalga del diritto +che gli spetta di abitare altrove, +poichè l'antico e radicato pregiudizio gli +rende malagevole, se non addirittura impossibile, +<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[177]</a></span> +quanto gli è dalla legge permesso.</p> + +<p>Un giorno, era di sabato, stavo presso +la fontana di piazza Navona, quando parecchie +ebree vestite a festa vennero, e si +fermarono a contemplare le sculture della +fontana. Una romana le guardò con disprezzo +e rivolgendosi a me disse: «Guardate, +guardate, ora sono nè più nè meno di +noi cristiani».</p> + +<p>Le riforme politiche del 1847 posero fine +pertanto a quella schiavitù degli ebrei +di Roma, che aveva durato tanti secoli; +speriamo almeno che la potenza della pubblica +opinione saprà dimostrarsi superiore +ai pregiudizi qualora mai potesse risorgere, +e che le scarse libertà ora concesse +agli ebrei di Roma, si estenderanno tanto +da permettere loro di prendere parte a +tutti i vantaggi della coltura e della civiltà. +La prospettiva è tuttora lontana, ma finalmente +vi ci siamo avvicinati. La popolazione +del Ghetto sale attualmente a +circa 3800 persone, numero enorme se +si confronta al ristretto spazio del Ghetto +stesso, che non equivale in estensione alla +quinta parte di parecchie piccole città di +tremila abitanti. Tutta «l'università degli +ebrei» è sottoposta alla Congregazione +superiore della Inquisizione, e il loro tribunale +è quello del Cardinale Vicario. Nelle<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[178]</a></span> +materie di semplice polizia è competente +il presidente della regione di S. Angelo a +Campitelli. L'Università Israelitica poi ha +il diritto di regolare la sua amministrazione +interna, per mezzo di tre così detti +<i>fattori del Ghetto</i>, che durano in carica +sei mesi. Questi sorvegliano l'ordine delle +strade, provvedono al reparto delle imposte, +tassando ognuno secondo le proprie facoltà; +e provvedono all'assistenza degli ammalati, +e dei poveri. Il Ghetto paga in complesso +allo Stato, ed a parecchie corporazioni religiose, +circa tredicimila franchi annui.</p> + +<p>Abbiamo finito la storia degli ebrei di +Roma. Ora vogliamo dare un'idea del +Ghetto nel suo stato attuale.<a name="FNanchor_32_32" id="FNanchor_32_32"></a><a href="#Footnote_32_32" class="fnanchor">[32]</a></p> + +<p>Allorquando lo visitai per la prima volta, +<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[179]</a></span> +il Tevere era straripato, e le sue acque +gialle scorrevano per la strada più bassa +chiamata <i>Fiumara</i>, le case della quale hanno +in parte le loro fondamenta nell'acqua. Le +acque erano salite fino al portico di Ottavia, +e coprivano i piani inferiori delle +case circostanti. Qual malinconico spettacolo +presentava il povero quartiere degli +ebrei, inondato dalle acque torbide del Tevere! +Ogni anno il popolo d'Israello va +soggetto a questo diluvio; il Ghetto galleggia +sulle acque, nè più nè meno che +l'arca di Noè con i suoi uomini e i suoi +animali. Ed il male diventa maggiore allorquando +il mare grosso, per il vento +di ponente, contrasta lo sbocco alle acque +del fiume ingrossato dalle pioggie; allora +chi abita in basso si rifugia nei piani superiori. +Mi si fece osservare il segno dell'altezza +raggiunta dalle acque del fiume +nell'inondazione del 1846; allora le acque +invasero per intiero tutti i piani inferiori. +Nello scorso autunno e nella primavera +di quest'anno l'inondazione fu di corta durata, +abbastanza sensibile però, perchè io +potessi formarmi un'idea precisa dei gravi +mali che porta seco. Tuttavia si dice che +la mortalità nel Ghetto non sia maggiore +che in altri quartieri della città; non fu +forte nemmeno durante il colera del 1837. +La mortalità, se si giudica dal numero<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[180]</a></span> +delle lapidi mortuarie degli ebrei, sembra +molto ristretta. Queste lapidi bianche con +le loro iscrizioni stanno, miseri monumenti +di reietti, in una località classica di Roma, +in un angolo del Circo Massimo, fra le erbe +selvatiche e la cicuta. E là nella più antica +arena di Roma, costrutta fin dai tempi di +Tarquinio Prisco, che si trova oggi il cimitero +israelitico, denominato volgarmente +<i>Orto degli ebrei</i>.<a name="FNanchor_33_33" id="FNanchor_33_33"></a><a href="#Footnote_33_33" class="fnanchor">[33]</a> Strano giuoco del destino!</p> + +<p>Vi è come una relazione segreta possente +e simbolica tra la fisonomia dei luoghi +e quella degli uomini e delle cose. Ho +avuto troppe volte occasione di far questa +osservazione, per non doverla ricordare qui. +Ed anche l'aspetto dei dintorni di questo +Ghetto di Roma mi parve tale da ispirare +una profonda malinconia. Non parlo soltanto +di quel portico di Ottavia occupato +ora dagli ebrei, che sorge cadente in rovina, +aprendo i neri suoi archi sulla vicina +pescheria, fetido ed oscuro mercato, +dove i pesci stanno in mostra sopra banchi +di pietra. Se leggiamo poi il nome +della piazza più vicina alla Sinagoga troveremo +che porta quello di <i>Piazza del</i> +<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[181]</a></span> +<i>Pianto</i>, dalla chiesa di S. Maria detta del +Pianto, e se mai vi fu nome che si attagliasse +al popolo di Geremia, si è questo; +poichè non vi fu certamente popolo che +abbia versato tante lacrime, quanto quello +degli ebrei di Roma. Sulla piazza del Pianto +un antico palazzo sorge fra due chiese. +Sopra una di queste si legge la dedica +alla Vergine Maria del Pianto, sull'altra il +nome di chi la fece costruire e cioè Francesco +Cenci. Questo nome fa venire i brividi +ricordando la terribile tragedia di Beatrice +Cenci, figliuola infelice di Francesco. Il +palazzo della famiglia Cenci si trova proprio +di fronte alla Sinagoga, e nei giorni +di festa vi si possono sentire i canti lamentevoli.</p> + +<p>V'è di più. In questo palazzo oggi +abita il pittore Overbeck. Non mi fu possibile +trattenere un sorriso per la strana +coincidenza, quando entrai nello studio, +dove le anime pie entrano come in un +santuario, e dove un uomo pallido con +lunghi capelli, amabile e dolce, pronuncia +a voce bassissima, appena intelligibile, +poche parole, per dare spiegazioni +intorno alle imagini sante che stanno sui +cavalletti. Ed anche queste sono tranquille +e quasi atone; un S. Giuseppe morto +tra le braccia del Salvatore; una Madonna +addolorata, che ha l'aspetto di un'ombra;<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[182]</a></span> +un Cristo che sfugge ai suoi persecutori +scomparendo tra le nuvole; teste di angeli, +colle ali e senza corpo; figure ed arte senza +vita, discorsi senza parole, imagini senza +colorito; sulle mura la Madonna addolorata; +la passione di Cristo; fuori la storia +tragica della Cenci; là il Ghetto inondato, +qui S. Maria del Pianto, e nel mezzo il +beato Angelico della pittura moderna.</p> + +<p>Prima del 1847 un alto muro divideva +la piazza dei Cenci da quella detta Giudia, +che ha pure nome di <i>Piazza delle Scuole</i>. +Aprivasi su questa la porta principale del +Ghetto; mura e porta sono state demolite, +ed i materiali giacciono tuttora in parte +al suolo.</p> + +<p>Entriamo ora in una delle strade del +Ghetto stesso; colà troveremo Israello intento +ad un incessante lavoro. Le donne +ebree stanno sedute sulla porta delle loro +abitazioni, o nella strada stessa, poichè +le loro stanze basse ed oscure mancano +di luce, ed ivi stanno assiduamente occupate +nello scernere cenci, nel cucire o +fare rammendi. E' incredibile il caos, e la +quantità di stracci e di cenci che si trovano +colà. Si direbbe che gli ebrei vi abbiano +radunato quelli del mondo intero. +Stanno ammucchiati davanti alle porte, di +ogni foggia, di ogni colore, antiche stoffe +ricamate, broccati, velluti, cenci di colore<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[183]</a></span> +rosso, turchino, arancio, bianco, nero, tutti +vecchi, laceri, consunti, in mille e mille +pezzi. Io non ne ho veduti mai di simili, +nè in tanta quantità. Gli ebrei potrebbero +rivestirne tutto il creato, e mascherare +tutti gli abitanti di Roma da arlecchini. +Gli ebrei si immergono in quel mare di +cenci, quasi vi volessero cercare i tesori, +o almeno un pezzetto smarrito di broccato +in oro; essi infatti sono ricercatori appassionati +di antichità, nè più nè meno di +quegli altri che scavano e smuovono macerie +e rottami, colla speranza di scoprire +un pezzo del fusto di una colonna, un frammento +di scultura, una moneta o qualche +altra reliquia del passato. Quei Winckelmann +del Ghetto pongono tanto orgoglio +nell'esporre i loro cenci, quanto i mercanti +di antichità nell'offrire dei marmi. Questi +magnifica il pregio di un pezzo di giallo +antico, l'ebreo quello di un pezzo di seta +gialla; quegli vi vanta il porfido, il verde +antico; l'ebreo uno straccio di damasco +di colore verde o di velluto. Non v'è +nè pietra dura, nè alabastro, nè marmo +bianco o nero, nè breccia cui l'antiquario +del Ghetto non abbia la sua merce da contrapporre. +Vi si può trovare un saggio di +ogni moda, dai tempi di Erode il grande, +fino a quelli dell'inventore del <i>paletot</i> e +tutte le vicende subite dalle fogge di vestire<span class="pagenum"><a name="Page_184" id="Page_184">[184]</a></span> +del mondo civile sono abbandonate +alle ipotesi della critica, e chi sa non si +possano rinvenire reliquie storiche di Romolo, +di Scipione l'Africano, di Annibale, di +Cornelia, di Augusto, di Carlomagno, di Pericle, +di Cleopatra, di Barbarossa, di Gregorio +VII o di Cristoforo Colombo, e chi +sa di quanti altri ancora?</p> + +<p>Le figlie di Sion seggono ora sopra +tutti que' cenci; cuciono, rammendano tutto +quanto si può ancora rammendare. Sono +somme nell'arte del cucire, del ricamare, +del rappezzare, del rammendare; non c'è +alcuno strappo, in una drapperia, in una +stoffa, per quanto grande esso sia, che +queste Aracni non riescano a fare scomparire, +senza che più ne rimanga traccia.<a name="FNanchor_34_34" id="FNanchor_34_34"></a><a href="#Footnote_34_34" class="fnanchor">[34]</a> +Tutto questo commercio si pratica per lo +più nella strada inferiore, vicina al Tevere, +denominata Fiumara, ed in quelle +laterali, di cui una porta il nome delle Azzimelle, +dal pane senza lievito. Ho spesso +guardato con stringimento di cuore quelle +povere creature pallide, deboli, curve sui +loro aghi, perpetuamente in moto, uomini, +donne, fanciulli e ragazzi. La miseria traspare +da quelle capigliature incolte, da</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[185]</a></span></p> +<p>quei visi di color bruno gialliccio, che non +ricordano in alcun modo la bellezza di Rachele, +di Miriam o di Lia. Solo di quando +in quando ti sorprende il lampo dello +sguardo di un occhio nerissimo e profondo +che si solleva dall'ago e dal cencio, +quasi a dire: «Ogni ornamento è scomparso +dalle figliuole di Sion. Quella che era principessa +fra i pagani, che portò la corona +nella sua patria, è ora condannata a servire +e piange tutta la notte per modo che +le lagrime le rigano le gote; non v'è chi +si muova a pietà di essa; tutti la disprezzano, +e sono diventati suoi nemici. Il popolo +di Giuda è nel servaggio, condannato +alla miseria, ai più duri servigi; abita fra +gl'infedeli, tutti lo maltrattano, non ha nè +quiete nè riposo. La collera di Dio si è +tremendamente aggravata sopra la figlia +di Sion!»</p> + +<p>Non è però oggetto di queste pagine +descrivere le miserie del Ghetto, del resto +miserie eguali, se non maggiori si trovano +in tutte le grandi città del mondo, anche +fra le nazioni più civili. Nè si deve credere +che per quanto riguarda le strade e le abitazioni, +il Ghetto di Roma sia di effetto +più ripugnante dei quartieri più poveri di +Parigi, Londra o Berlino. Aggiungo volentieri +che a Roma gli ebrei sono caritatevolissimi +gli uni verso gli altri; che<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[186]</a></span> +l'agiato soccorre largamente il povero; +che lo spirito di famiglia, dote caratteristica +e costante del popolo d'Israello, vi si +mantiene più vivo che forse in qualunque +altra comunità di ebrei, e come parimenti +sia un fatto, che questi uomini sobri e laboriosi +sono raramente processati per delitti. +Ciò che colpisce maggiormente chi +si aggira nel Ghetto, è l'angustia, la sporcizia +di quel laberinto di strade, di vicoli +fiancheggiati tutti da case altissime. I poveri +ebrei sono quasi come sovrapposti +e ammucchiati in un colombario e tanta angustia +di abitazione fa più impressione che +altrove in Roma, città che siede in una +vasta pianura, caratteristica propriamente +per gli ampî spazî vuoti, per le dimensioni +in ogni cosa grandiose della sua architettura, +per i suoi palazzi colossali e pei suoi +conventi in gran parte deserti.</p> + +<p>Sono meno infelici quegli ebrei che +abitano la parte superiore del Ghetto, e +particolarmente la via Rua. Questa strada, +più ampia delle altre, con case abitabili, +si potrebbe in certo modo considerare come +il Corso del Ghetto, perchè anche sotto +una stessa legge, anche nella servitù l'uomo +fa valere i diritti della disuguaglianza. +Nella via Rua abitano gli ebrei che hanno +in tasca il migliore titolo di <i>Gazagà</i>; taluni +vi posseggono case, e sono addirittura<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[187]</a></span> +agiati. Qui stanno le più belle botteghe dei +negozianti in pannine a principiare dalle più +ruvide e grossolane fino alle stoffe più +preziose. Gli ebrei che riescono a diventar +ricchi, si portano volontieri, a quanto mi +si assicurò, ad abitare in Toscana.<a name="FNanchor_35_35" id="FNanchor_35_35"></a><a href="#Footnote_35_35" class="fnanchor">[35]</a> È +poi cosa singolare che sulle insegne nel +Ghetto si leggano pochi nomi prettamente +ebraici. Gl'israeliti di Roma hanno preso in +gran parte nomi di città italiane, come +Asdrubale Volterra, Samuele Fiano, Pontecorvo, +Gonzaga. Parlano pure in generale +l'italiano,<a name="FNanchor_36_36" id="FNanchor_36_36"></a><a href="#Footnote_36_36" class="fnanchor">[36]</a> e non mi è mai accaduto di + +<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[188]</a></span>sentirli conversare fra loro in lingua ebraica; +anche nel modo di vestire non si distinguono +dal resto della popolazione e neppure alle +loro feste mi venne fatto di notare costumi +orientali.</p> + +<p>La parola di festa, accoppiata a quella +del Ghetto, suona quasi ironia, se si pon +mente alla storia ed alla condizione attuale +degli ebrei; per questa stessa ragione però +un tale spettacolo non può a meno di riuscire +attraente anche in questa Roma, dove +le feste sono così numerose. Nei giorni in +cui le strade di Roma sono animate da tutte +queste feste, in cui tutti godono, ammirano, +<span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[189]</a></span>in cui il denaro circola largamente, mentre +tutte le strade, tutte le piazze sono adorne +di arazzi, di fiori, mentre da ogni casa i lumi +splendono, e le carrozze succedono alle carrozze, +i pedoni ai pedoni, il popolo d'Israello +seduto innanzi la sua porta nel suo Ghetto, +riman tetro e solitario, continua ad affaticarsi +nel suo lavoro, col sudore della sua +fronte, senza toglier gli occhi dai mucchi +dei suoi cenci.</p> + +<p>Ma arrivano anche le sue feste. Allora +il povero rigattiere lascia in disparte i suoi +stracci, indossa i suoi abiti migliori e raddrizza +la sua incurvata persona. Ed in ciò +credo debba consistere la poesia delle feste, +da cui sprigiona il loro più vero significato, +esse non compiono appieno la loro vera +missione se non quando strappano l'uomo +dal lavoro quotidiano, sciogliendolo in certo +modo dai vincoli della servitù, trasformandolo +in un altro uomo ideale, non più soggetto +alla miseria, alla preoccupazione continua +dei mezzi di campare la vita. Questo +popolo singolare, quando si raduna nei +giorni delle sue feste, dovunque si sia, in +qualsiasi parte più remota o più inospitale +del mondo, si considera quale l'antico popolo +d'Israello, quale il discendente diretto +di Abramo e d'Isacco, il fiore dell'uman +genere, che Iddio di sua propria mano volle +porre sulla terra. Ho assistito nel Ghetto<span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[190]</a></span> +alla festa di Pasqua; seppi per caso che +era prossima, passeggiando pel Ghetto, e +scorgendo davanti a tutte le porte i rami +di cucina rilucenti di pulizia, e tutte le +fonti occupate da gente che lavava, puliva +arredi e masserizie domestiche. Mi +si disse che ciò si faceva a motivo della +festa di Pasqua, che era imminente.</p> + +<p>Dopo le grandi solennità cristiane della +settimana santa e della Pasqua, in S. Pietro +e nella Cappella Sistina, che in presenza +di tanti capolavori dell'arte si possono +ritenere per le funzioni più imponenti +del culto cristiano, riesce attraente lo assistere +in quello angusto ed oscuro quartiere +del Ghetto, ad una festa di Pasqua, +e di rinvenire le antiche basi, appena mutate, +del culto cattolico di Roma. Sono propriamente +quelle le radici di questo culto, +e quanto più l'albero crebbe e si è sviluppato +ed esteso con magnificenza, tanto +più le radici si sono sepolte nella notte.</p> + +<p>La sinagoga romana comprende cinque +scuole in uno stesso fabbricato, la scuola +del Tempio, la Catalana, la Castigliana, la +Siciliana, e la Scuola nuova. Il Ghetto di +Roma trovasi dunque diviso in cinque sezioni, +ognuna delle quali rappresenta le +nazionalità diverse degli ebrei di Roma, i +cui padri o risi devano fin dall'antichità +a Roma, o son venuti dalla Spagna o<span class="pagenum"><a name="Page_191" id="Page_191">[191]</a></span> +dalla Sicilia. Mi si disse che la scuola del +Tempio sola discenda direttamente da quelli +portati a Roma da Tito. Ogni sinagoga ha +la sua scuola, nella quale i ragazzi imparano +soltanto a leggere, scrivere e contare; +non vi si insegnano però le scienze; +ciascuna ha il suo santo dei santi, dove si +conserva il Pentateuco.</p> + +<p>All'esterno la sinagoga si distingue non +solo per le sue iscrizioni, ma anche per +la sua architettura. Gli ebrei hanno ornato +il loro tempio quasi di nascosto e +di notte tempo. Pare abbiano tolto qua e là, +tra la prodigiosa quantità di marmi, di cui +abbonda la città eterna, un paio di tronchi +di colonne, di capitelli, ed alcuni frammenti +di marmo per adornare il loro tempio. Nel +mezzo alcune colonne corintie sorreggono +un frontone; nel fregio sono raffigurati in +istucco il candelabro a sette braccia, un'arpa +ed una cetra.</p> + +<p>Un rabbino mi aveva invitato ad andare +la sera nella sinagoga, dove, mi aveva +detto, si sarebbero cantati i vespri, assicurandomi +che avrei potuto sentire un +oratorio ben eseguito. Venuta la sera, gli +ebrei si accalcavano alla porta della sinagoga. +Vidi tra la folla parecchi romani, +fra i quali alcuni sacerdoti. Ci fecero aspettare +forse una buona mezz'ora, e non mi +dispiacque l'attesa, ed il veder aspettare<span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192">[192]</a></span> +gli altri, poichè questo era un segno di +giustificata indipendenza, dato almeno una +volta da una razza oppressa e disprezzata. Finalmente +le porte si aprirono, e salito per +una stretta scala, arrivai nell'interno del +tempio.</p> + +<p>Avevo veduto la sinagoga di Livorno +forse la più ricca del mondo, ma mi era +sembrata assai meno degna di osservazione +di questa del Ghetto romano. L'edificio +di Livorno è ampio e sobrio; le sale +del tempio di Roma sono piccole, pittoresche, +bizzarramente decorate e di aspetto +esotico. Nella occasione della festa di Pasqua +le mura erano state ricoperte di tappeti di +stoffa rossa ricamata in oro, sui quali si +leggevano dei versetti dell'Antico Testamento. +Nello stesso modo per le feste cattoliche +si ornano le chiese in Roma con +tappeti e stoffe dorate; è un uso orientale, +preso in prestito dal tempio di Salomone. +La gran sala della sinagoga aveva un +aspetto imponente e maestoso. Il soffitto +è a cassettoni come quello delle basiliche +romane, ma essi sono soltanto delle imitazioni +dipinte. Intorno al fregio si trovano +bassi rilievi di stucco, che rappresentano i +varî oggetti riferentisi al culto israelitico. +Vi si scorgono il tempio di Salomone, rappresentato +con tutte le sue porte, le sue +sale e i suoi altari, il Mar Rosso, l'arca santa,<span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[193]</a></span> +coi cherubini, gli abiti e la tiara sacerdotali, +da cui traggono origine i costumi primitivi +dei vescovi e dei papi; vasi, piatti, +pale, cucchiai, bacili, padelle e sedili, finalmente +tutti gli strumenti musicali, timballi, +tamburi, arpe, cetre, flauti, le trombe del +giubileo, cornamuse, cembali, finanche il sistro +d'Iside egiziaca, che si osserva così di +frequente nelle statue del Vaticano. L'immaginazione +degli ebrei, come si vede, +volle circondarsi qui di tutti i ricordi del +tempio di Gerusalemme.</p> + +<p>Nella parete a settentrione si apre una +finestra di forma circolare, divisa in dodici +campi distinti per varietà di colori, simboleggianti +le dodici tribù d'Israello; e la +forma riproduce quella dell'<i>Urim</i> e <i>Thummim</i>, +ornamento formato da pietre preziose, +che d'ordinario soleva portare sul petto il +gran sacerdote. A ponente sta il coro, +di forma semicircolare, con una tribuna in +legno per il primo cantore e per i cantori. +Stanno su questa il candelabro d'argento e +altri vasi pure d'argento, di figura strana, +che servono a ornare il Pentateuco. Di +fronte, nella parete a levante trovasi il Santo +dei Santi, un tempietto a colonne corinzie +con bastoni sporgenti, che ricordano quelli +usati per portare l'Arca dell'alleanza. Il +tutto è ricoperto da una tenda ricamata; +in cima ad ogni cosa campeggia il candelabro<span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194">[194]</a></span> +a sette braccia. Il Pentateuco, rotolo +voluminoso in pergamena, sta rinchiuso +nel Santo dei Santi. Lo si porta +in giro processionalmente per la sala, e dal +pulpito lo si presenta ai quattro punti cardinali, +mentre gli ebrei alzano tutti le +braccia, e prorompono in grida. Questo è +in certo modo l'equivalente dell'elevazione +per gli israeliti. E' il Dio più possente +della terra, che ancor oggi signoreggia +il mondo, non col Verbo ma con la +Lettera, non coll'amore ma con la Legge. +Il giudaismo è la più positiva fra tutte +le religioni, e per questo motivo dura oggidì +tuttora. Di fronte alle forme infinitamente +varie, riccamente fantastiche della +chiesa cattolica, che ha introdotto nel mondo +una nuova mitologia, si rimane colpiti +del carattere così differente di questo culto +di Jehovah, rigido, senza imagini, senza +fantasia ammirabile nella sua assoluta semplicità.</p> + +<p>Gli ebrei seggono nel loro tempio, davanti +al loro Dio col capo coperto dal cappello +o da una berretta, quasi fossero pari +d'Inghilterra, o si trovassero alla borsa. +Regna la più perfetta disinvoltura nel canto +e nella preghiera; ognuno canta quando +vuole, o chiacchiera col suo vicino. Il primo +cantore sta davanti al coro. Mi fece senso +la fretta, colla quale si cantavano, o meglio<span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[195]</a></span> +si mormoravano tutte le preghiere. Le +donne stanno in una galleria superiore, +protette da una graticciata e sono invisibili.</p> + +<p>In un'altra sala si cantavano i vespri. +Anche questa era addobbata, e scintillante +di lampade. Il soffitto di essa non era +piatto come quello dell'altra, ma bensì a +piani sovrapposti e terminava in una cupola +di forma bizzarra. I cantori sedevano nel +coro, dietro al rabbino o primo cantore. +Questi era vestito di un lungo abito nero, +e portava in capo una berretta sacerdotale +nera, molto alta, dalla quale scendevano +ai due lati i lembi di un velo bianco. La +semplicità di questo costume mi stupì e +mi fece pensare all'antico costume sacerdotale +degl'israeliti, la cui magnificenza +rifulge ancora nel costume attuale del papa. +Ogni qualvolta il gran sacerdote nel tempio +di Gerusalemme si accostava al tabernacolo, +vestiva una tunica bianca di lino, con +una sopravveste a frange, di colore turchino. +Campanelli di oro e palline di granate +stavano appese alle frange. La tunica +era fermata da una fascia a cinque +striscie, di oro, porpora, giacinto, scarlatto +e bisso. Gli ricopriva le spalle una specie +di manto degli stessi colori, riccamente ornato +d'oro, fissato sul petto da fibbie d'oro, +a foggia di scudo, ornate di sardoniche,<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[196]</a></span> +sul petto portano l'<i>Urim</i> e il <i>Thummim</i> +formato di dodici pietre preziose. Aveva in +capo la tiara di bisso intessuto di giacinto, +attorno alla quale correva una fascia d'oro, +su cui stava scritto «<i>Jehovah</i>». In tal guisa +è descritto da Giuseppe il costume del gran +sacerdote, e si capisce che il suo aspetto +dovesse essere imponente.</p> + +<p>I cantori eseguirono assai bene il vespro, +mentre il rabbino pronunciava di tanto in +tanto qualche preghiera coprendosi il volto +con il velo, per palesare la sua afflizione. +I canti erano armoniosi, però non di stile +antico, e piuttosto nel gusto di un oratorio +moderno. Vi erano belle voci di giovanetti, +bassi stupendi, talchè anche in questo vespro +del Ghetto si poteva riconoscere l'influenza +di Roma. Anche il popolo d'Israele +può menar vanto del suo <i>miserere</i>. Quella +povera gente andava superba, ed era felice +di saper fare essa pure una produzione artistica +nel suo povero quartiere sperduto. +Le lodi che loro si manifestavano erano +accolte con vero compiacimento. Avendo +espresso il mio elogio sentii il mio vicino, +un giovinetto ebreo, ripetere con premura +ai più lontani l'elogio. «Che cosa ha detto?» +«Bene, bene, stupendamente eseguito. Avete +proprio una cappella Sistina».</p> + +<p>Ma è tempo di finire. Valessero se non +altro queste pagine ad invogliare qualcuno<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[197]</a></span> +a scrivere la storia completa degli ebrei di +Roma. Sarebbe argomento assai più interessante +e meritevole di studio, che non le sterili +dissertazioni sopra punti insignificanti +di archeologia. Uno studio sul Ghetto romano +potrebbe servire moltissimo a chiarire +lo sviluppo successivo del cristianesimo +in Roma, e varrebbe non poco a completare +nel modo più utile la nostra conoscenza +della storia della civiltà.<a name="FNanchor_37_37" id="FNanchor_37_37"></a><a href="#Footnote_37_37" class="fnanchor">[37]</a></p> + +<p>L'autore di questo scritto non ebbe per +iscopo di trattare soltanto la questione civile +degli ebrei di Roma, ma piuttosto di +rappresentare la vivacità del contrasto fra +il cristianesimo storico e il giudaismo storico +nella città eterna. Il carattere di questa +metropoli, quale attualmente si presenta ad +un osservatore attento, porta l'impronta +dei tre grandi periodi della civiltà del genere +umano: il paganesimo, il giudaismo e +il cristianesimo. A malapena si possono +distinguere, talmente sono connessi, e talmente +il culto cristiano ha riuniti in sè l'elemento +giudaico e quello pagano. Per non</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[198]</a></span></p> +<p>far parola di questo ultimo, percorrendo Roma, +visitando le sue magnificenze, ad ogni +passo traspare lo spirito, la forma del giudaismo, +perfino nei capolavori dell'arte cristiana. +Parlando della scultura, qual'è la +più sublime creazione in marmo del genio +cristiano? Il Mosè di Michelangelo, sulla +tomba di papa Giulio II. Parlando della +pittura, le stanze e logge di Raffaello, la +cappella Sistina, innumerevoli chiese e musei +sono pieni di rappresentazioni e di scene +dell'Antico Testamento. Parlando della musica, +quali sono i pezzi più sublimi, che si +eseguiscono durante la settimana santa +nella Cappella Sistina? Le <i>Lamentazioni +di Geremia</i> ed il <i>Miserere</i>, canti degli antichi +ebrei. E di questo popolo, cui la +sorte affidava i documenti stessi della umanità, +e al quale il cristianesimo ha tolta +una parte del suo patrimonio, continua a +vivere in quest'angolo del Ghetto, a due +passi da San Pietro, una reliquia delle più +antiche e storicamente notevoli.</p> + +<p>Ma anche questo popolo disprezzato ha +voluto vendicarsi a modo suo del mondo +cristiano, poichè a tutti gli altri simboli +della sua religione che ha trasmesso al +mondo moderno, uno potentissimo ne ha +aggiunto che resta il più potente di tutti +ed è il vitello d'oro, attorno al quale danza +il mondo intiero, come è profetato, scritto +e rappresentato nei libri di Mosè.<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[199]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"><a name="MACCHIETTE_ROMANE" id="MACCHIETTE_ROMANE"></a>MACCHIETTE ROMANE.<br /> +(1853).</h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[201]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter">Macchiette romane.<br /> + +<span class="small"> + +(1853).</span></h2> + +<p>Queste pagine, buttate giù in qualche momento +d'ozio, vogliono comparire variopinte +come un carnevale, ed esser quasi un caleidoscopio. +Tenteremo intanto di mettere +un po' d'ordine in questo mondo intricato +di figure, che presenterà immagini di vivi +e di morti, burattini, ballerini, mimi, prediche +di bimbi, teatri popolari, e altre rarità +stupende, in linea sempre ascendente.</p> + +<p>Il primo atto avrà luogo, come di ragione, +sotto terra.</p> + +<p>Una sera durante la settimana dei morti +la luce delle torcie mi attirò ad entrare +nel Panteon di Agrippa. Un sacerdote predicava +sul purgatorio, esortando gli uditori +a pregare assiduamente, poichè ricorrevano +appunto quei giorni, durante i quali +si possono alleviare le pene espiatorie, ed in +cui l'efficacia della preghiera è maggiore.</p> + +<p class="center"> +Che qui, per quei di là molto s'avanza</p> +<p>disse già l'anima di Manfredi nel purgatorio. +Il sacerdote parlava con grand'enfasi<span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[202]</a></span> +con voce sonora, e in quel modo teatrale +che assumono i sacerdoti italiani volgendosi +al popolo. La sua predica trovava nel +Panteon di Agrippa sede adatta a produrre +grande impressione. «Imperocchè—gridava—noi +camminando qui calpestiamo +dappertutto cenere: pensate soltanto agli +innumerevoli cristiani che un giorno Nerone, +Decio e Domiziano gettarono in preda +alle belve o fecero crocifiggere, strangolare». +La voce del prete risonava potente +in quell'ampia e silenziosa rotonda a metà +illuminata, e l'eco ripercotendo sotto quelle +volte i nomi terribili di Nerone, Domiziano, +Decio, Diocleziano, parea volesse +evocare gli spiriti dell'antica Roma. Ero +seduto presso la tomba di Raffaello, e gettando +lo sguardo in quella mezza oscurità, +sui gruppi dei fedeli inginocchiati e sulla +figura bianca del predicatore, questi mi appariva +come un mago in atto di evocare i +morti.</p> + +<p>Questa scena del Panteon m'indusse a +visitare le chiese sotterranee di Roma. +Durante l'ottavario dei morti si rappresentano +in questi sepolcri storie di martirî e +scene bibliche, che sono abbastanza originali. +Le cappelle di questi cimiteri sono +per solito due, una superiore ed un'altra +sotterranea, nella quale stanno propriamente +le sepolture. Durante l'ottavario dei<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[203]</a></span> +morti, nella chiesa superiore s'innalza un +catafalco ricoperto di una coltre nera, circondato +da cipressi e da candelabri, sul +quale vengono posati un crocifisso e un teschio. +I sacerdoti cantano i salmi dei morti, +e i devoti ed i curiosi, chi in piedi, chi in +ginocchio, riempiono la chiesa, quasi evanescenti +in una nuvola di fumo d'incenso.</p> + +<p>Ecco l'oratorio <i>della Morte</i>, presso il +ponte Sisto; scendiamo nella chiesa sotterranea.<a name="FNanchor_38_38" id="FNanchor_38_38"></a><a href="#Footnote_38_38" class="fnanchor">[38]</a> +Vi scorgeremo cose strane. Tutte +le pareti, tutti i soffitti sono ricoperti di +rilievi, di rabeschi e di mosaici fantastici. +Sono fiori, rose, stelle, quadrati, croci, ornamenti +di ogni maniera, quali soltanto +un'immaginazione orientale può concepire, +e tutto è combinato nel modo più ingegnoso, +soltanto con ossa umane. Si dura +fatica a prestare fede ai propri sensi. S'immagini +una cappella sotterranea, riccamente +illuminata, costrutta tutta di teschi, +di scheletri, colle pareti formate di ogni +maniera di ossami, e la si popoli di una +folla di creature viventi, donne per la maggior +<span class="pagenum"><a name="Page_204" id="Page_204">[204]</a></span> +parte e ragazze, signore in abiti di +seta, dalle belle e vivaci fisonomie, che ridono +e cinguettano in mezzo a tutto quell'apparato +di morte, in quell'atmosfera impregnata +di effluvi cadaverici, avviluppate +nei vortici del fumo degli incensi.</p> + +<p>Presi posto a lato di una ragazza seduta +precisamente sotto uno scheletro che +sghignazzava; ella stava chiacchierando +allegramente colla sua vicina di cose che +avevano a che fare con tutt'altro che con +la morte: pensoso e quasi atterrito, stavo +contemplando lo scheletro e la sua giovane +preda, sulla quale stendeva le mani, poichè +la ragazza era seduta in modo che sembrava +caduta fra le braccia dello scheletro. +Era proprio la danza dei morti del nostro +Holbein rappresentata al vero.</p> + +<p>Interi scheletri sono posti nelle nicchie +della cappella. Ciascuno tiene fra le ossa +delle mani un cartello, su cui si legge una +sentenza morale, un ricordo della vanità +della vita, un eccitamento ai vivi di pregare +per i defunti che soffrono e sperano. +Certamente ci volle non poca abilità artistica +e pazienza a disporre tutta questa funebre +decorazione. Qui parte delle mura +fu ricoperta unicamente di teschi di bambini, +là, di persone adulte, altrove vennero +formati arabeschi di clavicole, di costole, +di ossa del petto, di dita, di articolazioni.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[205]</a></span> +Gli stessi candelabri sono formati +in modo fantastico di ossa umane, ed è meraviglioso +scorgere come il senso artistico +e la legge estetica siano quasi riusciti a +vincere il ribrezzo ispirato dalla materia +adoperata. Ma quantunque l'arte sia riuscita +a tanto, e abbia scherzato colla morte, +riducendo a creazioni artistiche quanto +ispira il maggior ribrezzo ai viventi, quanto +si usa tener sepolto nelle viscere della +terra, quello spettacolo riesce sempre penoso +e repulsivo. Mi parve rappresentare il +colmo dell'abnegazione religiosa più fanatica +o, nella forma più bizzarra, il trionfo +sopra la morte e sopra l'orrore che essa +ispira. Se fosse possibile che una di queste +cappelle mortuarie dell'anno 1853 dopo la +nascita di Cristo rimanesse sepolta sotto +terra tanto tempo, quanto le tombe degli +egiziani e degli etruschi, e venisse scoperta +dopo tre mila anni, sarebbe senza dubbio +un monumento importantissimo per la storia +della civiltà, dal quale la posterità potrebbe +farsi un'idea della essenza intrinseca +del culto cristiano. Ma, anche per noi contemporanei, +è abbastanza istruttiva la vista +di una di queste cappelle mortuarie dei cristiani +di Roma, perchè ci fa penetrare in +modo meraviglioso nella essenza stessa del +cristianesimo.</p> + +<p>Gli Egiziani che usavano portare attorno<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[206]</a></span> +davanti i banchetti le mummie dei loro antenati, +affinchè il gaudente si rammentasse +la fine di tutte le cose, sono considerati da +noi quello fra tutti i popoli della terra, che +ha saputo superare meglio l'orrore della +morte, e la loro religione vien chiamata +dalla nostra filosofia religione della morte. +Ma difficilmente quei cupi Egiziani avranno +fatto cose simili a quelle che si vedono in +queste cappelle cristiane. In nessuna rappresentazione +mistica di una religione la morte +e i cadaveri ebbero tanta parte; la passione, +la crocifissione, la deposizione dalla croce, +la sepoltura di Cristo, la sua risurrezione, +la lunga schiera dei martiri durante le persecuzioni +di Nerone, Domiziano, Decio, +Diocleziano e altri imperatori hanno dato +al culto cristiano un'impronta funerea, +han determinato l'intera concezione della +vita e così hanno dato alla vita cristiana, +alla musica, alla scultura, alla pittura, +l'idea della morte. La saggezza profondamente +vitale della coscienza tedesca, che +s'impossessa potentemente di tutto quanto +ha vita spirituale, seppe, da tutte queste +idee di morte, ricavare la danza dei morti +dell'Holbein, rappresentazione plastica della +sapienza dei proverbi di Salomone.<a name="FNanchor_39_39" id="FNanchor_39_39"></a><a href="#Footnote_39_39" class="fnanchor">[39]</a></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[207]</a></span></p> +<p>Ma, a chi mai potrà esser venuto in mente +per il primo di formare un mosaico di ossa +umane? Mentre stavo esaminando quella +cappella dei morti, mi sembrava che l'idea +ne dovesse esser germogliata nella pazza +fantasia del nostro Hoffmann, oppure mi +immaginavo di scorgere un cappuccino +impazzito che, nel cuore della notte, alla +luce incerta di una lampada, stesse ammucchiando +e ordinando tutte queste ossa, prorompendo +in una risata quando gli riusciva +comporre un rabesco. Uno scheletro lo aiutava +in questo lavoro, era lo scheletro di +un artista, che da vivo era pazzo. Ora stavano +vicini l'uno all'altro, maneggiando +tutte quelle ossa, e ridevano ridevano soddisfatti, +quando riusciva loro di disporle artisticamente. +Ma è ancor più probabile che +tutto quello strano lavoro sia stato compiuto +nelle tenebre da due pazzi fatti scheletri. +«Padre, dicevo ad un cappuccino che mi +stava vicino, quale confusione quando tutte +queste ossa, questi teschi dovranno ricercare +il loro posto»—«Sicuro, mi rispose +serio il frate, nel giorno del giudizio universale, +quando i morti risorgeranno, qui +dentro dovrà esserci un gran chiasso».</p> + +<p>Anche la cappella dei morti al convento +dei cappuccini, in piazza Barberini, è disposta +ed ordinata nello stesso modo di +quella di ponte Sisto. Se non che qui l'arte<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[208]</a></span> +non è riuscita a superare ugualmente l'orrore +che ispira l'aspetto della morte. Qua +e là gli scheletri furono rivestiti dell'abito +cappuccino, ciò che produce un'impressione +terribile. Uno scheletro nudo ispira +minor ribrezzo, poichè è cosa naturale, +mentre al contrario, coperto di un abito è +orribile, e ha veramente l'aspetto di uno +spettro. Vidi pendere dalla volta due piccoli +spettri, sospesi per aria, come si rappresentano +talvolta graziose figure di angioli; +erano gli scheletri di due principessine +della casa Barberini. Mi dissero che la +terra che serve per la sepoltura dei cadaveri, +fu portata da Gerusalemme e li consuma +rapidamente.</p> + +<p>Nella nostra cappella al ponte Sisto arrivava +dalla chiesa superiore la voce dei +preti che andavano salmodiando: «Domine! +Domine! Miserere!» quasi voce +delle anime che in purgatorio vanno</p> + +<p class="center"> +cantando miserere verso a verso. +</p> + +<p>Ad un certo punto i fratelloni scesero a +basso con stendardi neri, nere croci, cappucci +del pari neri, portando torce ed incensori; +si collocarono nella cappella su due +file, e intonarono i salmi penitenziali. La +luce vacillante delle torce, il fumo dell'incenso +che saliva in alto, sembravano dar +vita e moto agli scheletri; si sarebbe detto<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[209]</a></span> +che tutte quelle ossa intonassero anch'esse +l'<i>In te Domine speravi</i>, od il <i>Beati quorum +tecta sunt peccata</i>. Non so se cantassero +questo o altro; ma l'anima di già oppressa +rimaneva davvero atterrita. Vidi alcune +donne vestite a nero che piangevano</p> + +<p class="center"> +«di pentimento che lagrime spande.»<br /> +</p> + +<p>e preso da intenso desiderio di aria, di +luce, di vita, fuggii, da quel purgatorio,</p> + +<p class="center"> +«E quindi uscimmo a riveder le stelle.»<br /> +</p> + +<p>Ed ora siate benedette care e lucide +stelle! voi durate tranquille, immutabili, +nelle notti limpide di questo bel cielo di +Roma, gettando la vostra luce sulle deserte +catacombe della storia, come uniche divinità, +che qui abbiano continuato a sussistere! +Di quanti mutamenti non foste voi +spettatrici in queste vie! Vedeste i sacerdoti +d'Iside, di Melitta, coribanti e Galli, +le processioni di lamento per Adone, i cori +di Mitra, ebrei, cristiani, che si recavano +alle loro feste nelle catacombe, o arsi vivi, +negli orti di Nerone, dove ora S. Pietro +erge al cielo la mole della sua cupola!</p> + +<p>Nella oscurità della notte, per la strada +deserta, mi apparve una luce solitaria che +si avanzava verso di me. Aspettai per vedere +che cosa fosse. Era un ragazzino di +forse quattro anni, bello, biondo, riccioluto<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[210]</a></span> +che avanzava, tenendo in mano un piccolo +cero acceso. Si avvicinò, guardando tutto +giulivo la fiamma della sua fiaccola, ad un +palazzo, innanzi al quale stava un mucchio +di trucioli, e vi appiccò fuoco. Poi cominciò +a saltarvi intorno, sempre tenendo il suo +moccolo, spingendo gli uni contro gli altri +i ricci, perchè ardessero tutti. Era davvero +un bel quadro notturno. Capitò un forestiero +ed offrì al bimbo un baiocco, ma questi +lo lasciò cadere, dicendo ripetutamente +«no, no, la candela è mia, non voglio +darvi la mia candela». Non poteva capire +che gli si volesse fare un dono e quando +gli spiegammo che poteva avere le due +cose, il denaro e la candela, allora prese +il baiocco, e ci stese timoroso e quasi piangendo +la sua candela. «Che commovente +ragazzo, disse lo straniero, è l'innocenza +in persona!» Per me fu uno spirito luminoso +che mi tolse l'impressione orribile +del purgatorio, e mi liberò dai fantasmi.</p> + +<p>In una parte della chiesa che sovrasta a +quelle cappelle mortuarie e anche nei cortili +annessi, su palchi eretti appositamente, +si rappresentano con figure di cera storie +di martiri, o fatti tolti dalla Bibbia.<a name="FNanchor_40_40" id="FNanchor_40_40"></a><a href="#Footnote_40_40" class="fnanchor">[40]</a> Il +popolo accorre a tali rappresentazioni, con +<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[211]</a></span> +la stessa curiosità e con soddisfazione uguali +a quelle, con cui presso di noi, nelle campagne, +si accorre ai gabinetti di figure di +cera, che fin dai tempi remoti riproducono +gran parte dei fatti dell'Antico Testamento, +e specialmente quello straordinariamente +popolare del giudizio di Salomone. Se +il personaggio principale rappresenta un +santo od un martire, non mancano divoti +che loro rivolgono le preghiere, particolarmente +per ottenere la liberazione delle +anime dei loro cari dalle pene del purgatorio. +Più di un baiocco e di un grosso cade +nel vassoio di rame, posto presso la porta +o di fianco al palco, su cui sorgono le figure. +Spesso ancora un chierico va su e giù davanti +al palco, scotendo una grossa borsa +che tiene in mano, e facendo risonare le +monete che contiene, per eccitare i fedeli +alla carità.</p> + +<p>Nella cappella <i>della morte</i> si era rappresentata +una scena tolta dalla vita di +S. Agnese. La giovane martire bionda, +ricciuta, compariva tra le nuvole coperta di +veli finissimi, quasi trasparenti, e la veneravano +inginocchiati intorno a lei i membri +della sua famiglia. L'atteggiamento delle figure, +la vivacità dei colori, coi quali erano +dipinte, testimoniavano dell'impegno posto +dalla Confraternita che aveva ordinata la +rappresentazione, perchè essa non fosse<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[212]</a></span> +inferiore a nessun'altra, ed anzi riuscisse +a superarle tutte in bellezza. Nella cappella +dei morti di S. Maria in Trastevere +si era rappresentato l'incontro di Mosè con +Jetro nel deserto, un vero idillio campestre, +con accessori di rupi, di palme e di un +branco di pecore; ma la più splendida di +tutte queste rappresentazioni era quella +del cimitero presso S. Giovanni Laterano.</p> + +<p>Qui si era riprodotto il martirio di +S. Erasmo. Il santo era rappresentato appoggiato +ad un piedistallo, col ventre +sfondato da cui uscivano gli intestini che +due carnefici afferravano e giravano attorno +a un arcolaio. Il santo non vedeva, +non sentiva più nulla, poichè il suo capo +morente cadeva a terra. Stava presso di +lui un sacerdote di Giove, colla testa inghirlandata, +splendidamente vestito, che additava +con un gesto di compiacenza la +statua del nume, che stava in un angolo, +e davanti alla quale ardeva il fuoco del +sacrificio. Questo sacerdote pagano non +aveva affatto l'aspetto fanatico o diabolico, +ma un'aria bonacciona, come volesse +dire: «Vedi, Erasmo, amico mio, noi ci +prepariamo a strapparti le budella, perchè +non hai voluto sacrificare a questo Giove +potentissimo; fallo, te ne scongiuro, figlio +mio, finchè sei ancora in tempo, e tutto +sarà dimenticato». Invece l'altitonante<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[213]</a></span> +Giove era rappresentato con una faccia orribile, +da Kobold o da Moloch. A tutta la +scena del martirio, di cui solo l'ironia può +menomare il senso di crudeltà, è presente +l'imperatore Adriano che vi assiste, tranquillamente +seduto sul trono, con contegno +maestoso, rivestito della porpora imperiale +con a lato due guardie colla lancia in +pugno. Ha una stupenda barba nera, ed è +coronato d'alloro. Mi stupì vedere quell'imperatore +che trattò in generale molto +umanamente i cristiani di Roma, presente +a quella scena da cannibali; e devo dichiarare +ad onor suo, che non si prese mai +il gusto, tutto giapponese, di far spaccare +il ventre alla gente.</p> + +<p>Le figure del resto erano disposte con +molta intelligenza, vi si scorgeva evidentemente +la mano di un artista, e non ricordo +aver veduto mai migliori statue di +cera. Per quanto fosse selvaggia, la scena +produceva minor impressione del quadro +spaventoso del Poussin nella pinacoteca +Vaticana, che pure la riproduce; poichè +qui l'osservatore non pretendeva trovare +un'opera d'arte. Nel quadro del Poussin +invece furono trascurate tutte le leggi +più volgari dell'arte e, per provare piacere +nel contemplarlo, bisogna essere un macellaio +od un gladiatore. L'arte cristiana +sembra abbia superato il piacere barbaro<span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214">[214]</a></span> +che gli antichi Romani provavano a contemplare +le ambasce di morte degli uomini e +degli animali; ma riuscì più meschina, +più disgustosa. Che cosa infatti può recare +maggiore offesa ai sensi di umanità +di un tal quadro, o della pittura della chiesa +di S. Bartolomeo all'isola che rappresenta +quel santo scorticato vivo, oppure degli +affreschi della chiesa di S. Stefano Rotondo, +che riproducono le varie specie di supplizi +dei martiri, le une più barbare delle altre, +con buon disegno e colori vivaci e con una +verità che grida vendetta in cielo? Se un +antico greco potesse visitare oggi le gallerie +d'Italia e le sue chiese, potrebbe +credere di esser capitato in mezzo ad un +popolo di ciclopi antropofagi, che avesse +una religione da cannibali riprodotta nella +pittura, nonostante tante altre opere che +si direbbero dipinte dalle Grazie in persona.</p> + +<p>Il gusto dei Romani per le figure, per i +gruppi, per ogni rappresentazione scenica +è generale e pronunciato in modo meraviglioso. +Non vi è festa, in cui non si possa +riconoscere. In parecchie chiese si possono +vedere raffigurate scene bibliche, +leggende, la nascita, la passione di Cristo. +Si può osservare questo senso nelle botteghe +stesse dei venditori di commestibili e +nei banchi, dove si fanno cuocere cibi +sulla pubblica strada. Anche questi hanno<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[215]</a></span> +i loro santi, i loro patroni, le loro feste +e gareggiano nell'adornare i loro negozi +con fiori, pitture, lampade, statuette. Non +appena arriva il carnevale, le botteghe +dei pizzicagnoli, dei venditori di cacio, di +salsicce, di prosciutti e di altre specie di +commestibili, assumono l'aspetto di tempietti, +nei quali in certo modo è venerata +una preziosa salsiccia quale divinità della +specie, quasi mistica dea dei salsamentari. +Nello stesso modo che nelle cappelle mortuarie +le pareti sono ricoperte ed ornate +di teschi e di ossami, il pizzicagnolo trasforma +la sua bottega in una graziosa cappella +di salsicce. Le pareti sono di forme di +cacio disposte in bell'ordine; altre sono composte +di pezzi di lardo, di carni bianche, il +tutto ornato di ghirlande, di rabeschi di +carta dorata o argentata. La volta è formata +di un mosaico di salsiccie e di salami; altri +sono sospesi per aria, tra i fiori, i rami +d'alloro e di mirto, non meno graziosamente +che le baccanti negli affreschi di +Pompei, o le seducenti stagioni di Giulio +Romano. Si possono considerare quali opere +d'arte, fatte a forza di salsicce e di +salami. Nella parete di mezzo si apre una +grotta misteriosa, dove, fra le salsicce ed +i salami, è rappresentata la passione di Cristo, +in un tempietto, attorno a cui si +può girare, per contemplare tutte le figure<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[216]</a></span> +e figurine. In ogni angolo ardono lampade, +scintillano candele, e l'imaginoso artista +salsicciaio, raggiante di gioia, di amor +proprio e di grasso, pare che gridi solennemente +dal suo banco alla folla che ingombra +la bottega, «anch'io sono pittore!». +Popolo felice, allegro quanto un +fanciullo, ma popolo tuttora fanciullo! Possiede +però tutta la storia universale, pulcinella, +l'arte, il sole del mezzogiorno, fiori, +frutta, vino in quantità inesauribile. Si osservi +come questo venditore di commestibili +riduca ad una scena di marionette la +grande tragedia dell'umanità, come si comporti +fra le sue salsicce, e vi apparisca quasi +trionfatore sopra la morte!</p> + +<p>Questa città di Roma è veramente un +mondo di figure originali. Vi si può trovare +rappresentato in figure lo sviluppo di tutta +quanta la storia del mondo, partendo dai +musei del Vaticano, del Campidoglio, scendendo +alle chiese, alle fontane del Bernini, +fino al teatro dei burattini. Se in tutte queste +figure venisse infusa la vita, potrebbero cacciare +dalla città tutta la popolazione attuale, +e sarebbe allora curioso, invero, quello che +ne risulterebbe, a cominciare dall'Apollo +del Belvedere fino al piccolo pagliaccio +di piazza Montanara ed al povero S. Erasmo, +cui vengono strappati gl'intestini. +Ma non sarebbe soltanto questo un divertimento<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[217]</a></span> +burlesco per la fantasia, ma anche +argomento di serie riflessioni. Poichè tutte +queste figure, figurine, figuracce di divinità, +di uomini, di animali, sono ad un tempo +figure storiche dell'umanità, e rappresentano +lo sviluppo delle sue vicende durante +vari e vari secoli; e alla fine questo burattino +potrebbe prendere posto a fianco del +Laocoonte, ed esclamare: «anch'io sono +Laocoonte!».</p> + +<p>Attualmente vi sono in Roma due teatri +di marionette o di burattini, uno in piazza +Montanara, l'altro in quella di S. Apollinare. +Il primo, quello veramente popolare, +frequentato dalle classi inferiori; il secondo +possiede burattini già inciviliti, che +recitano anche in abito nero e guanti gialli, +e lo spettacolo ha termine spesso con un +magnifico ballo. I fantocci invece del teatro +di piazza Montanara sono tuttora incolti, +recitano in costume medioevale e il loro +portamento è tuttora primitivo, rozzo e +senza grazia. Rappresentano spesso storie +di cavalieri antichi, talvolta pongono sulla +scena Enea e il re Turno, ma sopratutto +poi romanzi del medio evo, e l'intiero Ariosto +di modo che mantengono viva nel popolo +la tradizione di tutte quelle favole +poetiche, ciò che non è piccolo merito. +Oggi sta attaccato all'Arco dei Saponari, +vicino al teatro dei burattini, un gran cartellone,<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[218]</a></span> +in cui si annunzia in lettere colossali, +che si recita la scoperta delle Indie, +fatta da Cristoforo Colombo, nell'anno 1399, +che così, conforme alla verità, è scritto sul +maestoso annunzio.</p> + +<p>La piazza Montanara, che più propriamente +si dovrebbe chiamare strada, posta +ai piedi della rupe Tarpea, fra questa +ed il Tevere, è punto abituale di ritrovo +per il popolo di Roma e particolarmente +per le classi inferiori, e per gli abitanti +della campagna, che vengono in città. +Tutto vi spira miseria e sudiciume; dalla +qualità delle merci esposte sui banchi si +capisce che qui i contratti si fanno a +spiccioli. Chi sarà difatti che comprerà +quei mozziconi di sigaro, che i monelli +raccattano per le vie e che si vedono +esposti in vendita entro cassette di legno? +Li comprerà per la sua pipa o il povero, +o l'operaio campagnolo. Non manca neppur +qui lo scrivano pubblico seduto al +suo tavolo, all'angolo di una casa, con +carta, penne e un enorme calamaio, pronto +a scrivere con uguale facilità lettere amorose, +di ricatto, contratti, ricorsi e suppliche. +Il teatro dei burattini ha trovato in +quella strada sede adatta: lo frequentano +monelli di strada, mendicanti, operai, giornalieri, +che hanno diritto di rallegrarsi, di +ricrearsi la sera colle favole dell'Ariosto.</p> + +<p>Avviciniamoci alla porta ancora socchiusa<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[219]</a></span> +del vicolo dei Saponari, dove tutto +è ancora nell'oscurità, e di dove sorge un +chiasso, un rumore di gente che contrasta, +si pesta, si affolla davanti al botteghino, +dove si vendono i biglietti e alla scala +che porta al teatro. Siamo sempre in carnevale +e il pubblico sarà numeroso. La +casa vecchia, sudicia, sorge in un piccolo +vicolo cieco, malamente illuminato +da una lampada, quando non splende la +luna. Al piano terreno è una stanzaccia, +una specie di antro, dove si vendono i biglietti. +I posti sono di tre specie; si paga +un baiocco per la platea, due baiocchi per +il lubbione e tre per il palchettone. Noi che +siamo ricchi, prendiamo i primi posti, abbiamo +in mano il nostro biglietto, e possiamo +entrare. Ma, non è questa impresa +di poco momento. La stretta scala è tutta +occupata da spettatori smaniosi d'entrare, +e specialmente di monelli, ognuno dei quali +vuol arrivare per primo; tutti si spingono, +e fanno un chiasso d'inferno. Cento piedi +e cento mani sono in moto, e nessuna tasca +è sicura da una perquisizione indiscreta. +Bisogna passare per una porta stretta, e +non si va avanti che a forza di pugni e di +spintoni. Alla porta sta un cacciatore pontificio, +condannato a fare continui sforzi, per +non venir schiacciato dalla folla.</p> + +<p>Siamo riusciti ad arrampicarci nel palchettone +per una scala da pollaio, ed abbiamo<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[220]</a></span> +preso posto su lunghe e zoppicanti panche +di legno dietro una balaustrata che corre +lungo il muro. Possiamo di là contemplare +la sala. Un sipario con figure mitologiche, +Apollo, ed alcune muse, che a malapena +si possono riconoscere, tanto tutto è vecchio +e logoro, nasconde per ora i misteri +della scena. Pende dalla volta una specie di +cassa di legno, intorno alla quale sono appese +le lampade che fumano, con molti cartocci +di carta ficcati nelle fessure, dei quali +non riusciamo a comprendere l'uso. Su +quella cassa pestano i piedi gli spettatori a +due baiocchi, poichè a quell'altezza sta il +paradiso terrestre. Sotto di noi giace la +platea. Se quando Ercole venne a Roma +per uccidervi il gigante Caco sull'Aventino, +avesse visto quella platea, le avrebbe probabilmente +dedicato una delle sue imprese; +e invece di imparare a ripetere oggidì nelle +scuole «in settimo luogo ripulì le stalle +di Augia,» diremmo: «in settimo luogo +ripulì il teatro dei burattini di piazza Montanara». +Perchè questa platea, da quando +esiste, non ha avuto mai nè l'onore, nè il +beneficio di una spazzatura. Il suo pavimento +di nuda terra è ricoperto da uno strato +di buccie di semi di zucca,<a name="FNanchor_41_41" id="FNanchor_41_41"></a><a href="#Footnote_41_41" class="fnanchor">[41]</a> di pelature di</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[221]</a></span></p> +<p>frutta, di pezzi di carta, che formano un +mosaico naturale. Siede sui banchi una +gioventù cenciosa, rampolli di Roma, nutriti +del latte della lupa, discendenti rapaci +di Romolo, talchè osservando le fisonomie +degli adulti, contemplando le facce +abbronzate, le capigliature folte, nere e +incolte di tutti quei mascalzoni, si può proprio +ritenere di essere capitati in mezzo +ai briganti ed ai banditi, cui Romolo dava +asilo. Pel momento è innocentissimo il +chiasso diabolico che di laggiù sale alle +nostre orecchie; è tutto pacifico lo scopo +di questa riunione, poichè tutta questa +gente non ha altro desiderio fuorchè quello +di godersi una bella rappresentazione di +marionette, piacere certo innocente e tutto +infantile. Tutta l'assemblea, del resto, ha +l'aspetto di fantocci, poichè in questi giorni +di carnevale vengono nella platea le maschere, +e vi si scorgono pulcinella, pagliacci +colle fruste e colle vesciche di porco +ripiene d'aria, dottori, ciarlatani. Prendono +posto fra le risate universali; regna un'allegria +generale, chiassosa, e il rumore diventa +sempre più infernale. Tutta quella +gente ha bisogno di ristori, di rinfreschi +e si vede arrivare un venditore che con +rara abilità riesce a cacciarsi e aggirarsi +fra i banchi, tenendo con le due mani un +paniere contenente ciambelle, paste e cartoccini<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[222]</a></span> +pieni di semi di zucca tanto graditi. +Subito tutta la platea comincia a rompere +coi denti semi di zucca, le cui bucce vanno +al suolo ad aumentare il mosaico e i cartocci +vengono conficcati nelle fessure del lubbione, +dove rimangono piantati, o da dove pendono +come stallatati in una caverna. Il rumore +ed il tumulto diventano indescrivibili.</p> + +<p>Intanto sono giunte nel palchettone anche +alcune dame, ninfe della rupe Tarpea; è +l'ora di dar principio allo spettacolo. Si urla +a squarciagola «Si cominci! Si cominci!» +E la musica seda il tumulto. Dio mio, quale +musica! In un angolo del palchettone stanno +tre suonatori, uomini dai polmoni di bronzo, +suonatori di tromba dotati di un fiato miracoloso. +Se pure non discendono da quelli +che diedero fiato alle trombe di Gerico, +provengono senza dubbio in linea retta +da quegli antichi pelasgici tirreni, che +primi portarono le trombe in Italia, e le +introdussero nella città dei Tarquini. La loro +musica è proprio musica da atterrare le +mura. Nonostante i fischi, le grida, gli urli, +e tutto quel baccano, i tre musicanti continuano +imperterriti a soffiare nei loro strumenti, +e di quando in quando un sonoro +squillo di tromba riesce a dominare tutto +quel rumore indiavolato.</p> + +<p>Ora i burattini stanno per entrare in iscena, +e potremo vedere le più belle storie: Carlomagno<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[223]</a></span> +e i paladini, Orlando, Medoro, Lancillotto, +il mago Malagigi, il sultano Abdorrhaman, +Melisandro, Ruggero, il re Marsilio +e la regina Ginevra, eserciti intieri +di Mori, di Saraceni, e assistere a terribili +battaglie.</p> + +<p>Oggi si recita la bella storia di <i>Angelica +e Medoro</i>, ovvero <i>Orlando furioso e li Paladini</i>. +Si leva la tela e compaiono i +burattini. Vengono fuori con un salto il +prode Orlando e Pulcinella suo scudiero, +ed ambedue non toccano terra; Orlando è +ricoperto di ferro dalla testa ai piedi, e +tiene in mano la durlindana, Pulcinella +ha i calzoni bianchi, la veste bianca dalle +larghe maniche e il berretto bianco a punta. +I burattini sono alti circa due piedi, le loro +membra sono perfettamente snodate e si +prestano a tutti i movimenti; le loro gambe +di legno si agitano di continuo battendo la +scena, ed i loro moti, i loro sussulti, congiunti +alla voce rauca e al fare declamatorio +dell'attore invisibile che li fa parlare, +producono un effetto veramente comico.</p> + +<p>L'occhio intanto si abitua alle proporzioni +di questi fantocci, e quando uno non +vuole obbedire alle fila che lo fanno muovere, +si vede tutto a un tratto comparire +una mano d'uomo per richiamarlo al +dovere, questa sembra la mano di un gigante, +e pare cosa soprannaturale.<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[224]</a></span></p> + +<p>Mentre i fantocci recitano, e si sfidano +enfaticamente l'un l'altro, o si commuovono +nei passi teneri, accade talvolta che +qualche spettatore dalla platea voglia prender +parte alla rappresentazione, e getti +sulla scena fra i fantocci un pezzo di legno +o altra roba. Una sera, in cui si recitava la +storia dello scellerato Ganelone vidi un giovane +scagliare un pezzo di legno sulla testa +del vile traditore, e credo che l'abbia fatto +colla stessa eroica indignazione che spingeva +il nobile cavaliere Don Chisciotte a +mandare in pezzi colla sua spada i burattini +di un teatrino, perchè il suo onore non +gli consentiva di tollerare che vili traditori +portassero in prigione nel loro castello una +nobile e virtuosa dama. Il pubblico prende +sempre viva parte alla rappresentazione, e +non mancano le critiche e le fine osservazioni +che provano come gli spettatori comprendano +benissimo ed apprezzino quanto +si recita.</p> + +<p>Le scene furiose che si ripetono di frequente, +sono quelle che vengono accolte +con maggior allegria. Quando Orlando va +in furore pel tradimento di Angelica, si +agita e si dimena con tanta rabbia, con +tanta violenza, che tutta quanta l'armatura, +elmo, corazza, bracciali, gambiere, cade +pezzo a pezzo e l'eroe finisce per trovarsi +in camicia come Amadigi delle Gallie.<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[225]</a></span> +Allora atterra con la spada una capanna +da pastore, due alberi, e una rupe gridando +sempre «a terra! a terra!» E anche Pulcinella +si mette ad urlare a sua volta «a +terra!» scagliandosi contro la capanna.</p> + +<p>Nelle scene di battaglie, che si ripetono +quasi in tutte le rappresentazioni, si suona +continuamente il tamburo tra le quinte. I +mori, i cavalieri, i paladini combattono durante +tre o quattro minuti con un ardore +straordinario; i burattini sono maneggiati +dall'alto con somma destrezza, e le loro +membra si prestano a tutti i movimenti con +tanta precisione, che si sentono gli urti +delle spade, e si fa un chiasso indicibile. +Vidi Orlando stendere al suolo, sempre +colla stessa bravura, una diecina di pastori +ed una quantità sterminata di mori. Quando +ha luogo un battaglia, gli eserciti si avanzano, +indietreggiano, si urtano, ed i morti +cadono sempre due a due, perchè i fantocci +arrivano a due a due, combattono +due contro due, finchè, divenuta generale +la mischia, o trionfa un paladino, o Pulcinella +pone termine, con un lazzo, alla battaglia.</p> + +<p>Pulcinella, parla sempre con una voce +gutturale<a name="FNanchor_42_42" id="FNanchor_42_42"></a><a href="#Footnote_42_42" class="fnanchor">[42]</a> che si presta straordinariamente +<span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226">[226]</a></span> +all'effetto comico e si vale per lo più del +più puro dialetto trasteverino. La stravaganza +del suo dire è grande, ma spesso +i suoi lazzi sono spiritosissimi. È questa +dote caratteristica dei popoli di razza latina, +particolarmente degl'italiani e degli +spagnoli. Nella loro poesia popolare riescono +a mescolare, in modo originalissimo, +l'elemento tragico con quello comico. Leporello +non è punto diverso da Pulcinella. +Calderon, meglio forse di ogni altro poeta +della sua nazione, ha saputo riprodurne fedelmente +e felicemente il carattere popolare, +particolarmente nel suo dramma il +<i>Mago meraviglioso</i>. Nel nostro <i>Faust</i> del +teatro dei burattini, che pur troppo non si +recita più che raramente, Pulcinella, quantunque +truccato da tedesco, pure conserva +la sua vivacità. Invece nel <i>Faust</i> di Goethe, +Wagner ha perduto il suo carattere originario +ed è diventato una figura intellettuale, +incomprensibile pel popolo. Pulcinella +si è rifugiato in Mefistofele, e specialmente +nella parodia della scena del giardino, +il diavolo sostiene una parte del tutto +analoga a quella di Pulcinella; poichè l'essenza +della maschera italiana non consiste +<span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[227]</a></span>già nell'ironia, ma nella parodia che +presenta, come carattere speciale, la stravaganza +delle parole.</p> + +<p>La bella storia di <i>Cristoforo Colombo</i> +viene rappresentata al teatro dei burattini +da ben quattordici giorni in fila, e tre volte +per sera. E' un'opera squisita, che eccita +grandemente la curiosità, specialmente per +la comparsa improvvisa degl'indiani. La favola +si presta a tutte le condizioni richieste +da un dramma romantico, quali il vile tradimento, +l'amore, la gelosia, i sentimenti +cavallereschi, le imprese eroiche, le lotte, +e soprattutto battaglie senza fine. Il traditore +in questo dramma è Roldano, unico +personaggio importante oltre Colombo; in +questo eccellente dramma Roldano era passato +dalla parte degl'indiani, e lo si vede +seduto in trono, coperto di piume da capo +a piedi, prendendo l'aspetto d'un uccello +di paradiso. Gl'indiani sono anch'essi coronati +di magnifiche piume, e ne portano +pure alle gambe come Mercurio. Roldano +li chiama soldati; del resto sono ben esercitati, +e adoperano in battaglia fucili ed +altre armi da fuoco. Colombo è vestito alla +spagnola, con un collare, e porta un berretto +nero. Non è considerato come paladino, +ma come ammiraglio, quindi non ha +la spada al fianco. Parla poco, ma in compenso +parlano tanto più i suoi aiutanti Pisandro,<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[228]</a></span> +Glorimondo e Sanazzaro. Si sfidano +alla sua presenza due gentildonne +coperte di corazza, come l'eroine dell'Ariosto, +e l'offesa Martidora uccide la sua nemica +ed il marito di questa. Pulcinella sostiene +la parte di scudiero di Colombo. +Compare un angelo che dà a Colombo +un anello destinato ad ammaliare Roldano +e i suoi indiani, nello stesso modo che il +cavaliere Jone ammaliò col suo corno +il sultano di Babilonia e i pagani. Alla +vista dell'anello gl'indiani scompaiono per +aria, ma Roldano cade morto al suolo. +Arrivano allora due demoni, muniti di +nodosi randelli, che, dietro ordine di Pulcinella, +lo bastonano a dovere. Quest'atto +di giustizia eccita un giubilo indicibile nella +platea che, alla vista di tale azione morale, +prende a strepitare come un nuvolo di rondini; +anche il tamburo della giustizia fa +udire il suo rullo, e un sonoro squillo di +tromba pone fine alla scena. Vidi alcuni +giovani lanciare pallottole di carta contro +il vile traditore, come se volessero fargli +meglio conoscere la giusta indignazione +della platea.</p> + +<p>A questo punto cala la tela. Chi non sia +stato presente a un intervallo fra un atto e +l'altro al teatro di piazza Montanara in +Roma, non può immaginare che cosa sia +chiasso o rumore. Sembrava di essere nell'arca<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[229]</a></span> +di Noè, e che tutti gli animali facessero +udire contemporaneamente le loro +voci. Mi tornò alla mente la descrizione +della vita notturna degli animali nelle foreste +vergini fatta dall'Humboldt; quella +gazzarra di trecento giovani accompagnava +colla voce, con mirabile sangue freddo, un +coscenzioso suonatore di tromba. Intanto si +alzavano continuamente dalla platea de' giovani +che tentavano di penetrare nel palchettone, +arrampicandosi come tanti scoiattoli, +martore o lucertole. Se il cacciatore pontificio +che stava di guardia nel palchettone, se +ne avvedeva, regalava loro un magnifico pugno +sulla testa, e li ricacciava in basso; +ma quelli non si smarrivano affatto, e subito +ricominciavano la scalata. Appena poi +fu calato il sipario, alcuni si arrampicarono +sul proscenio e sollevarono il telone +di sotto in su, per vedere se lo spettacolo +avrebbe tardato molto a ricominciare.</p> + +<p>Le ultime scene del <i>Cristoforo Colombo</i> +presentano uno dei più bei quadri di battaglia, +perchè i due eserciti, spagnolo ed +indiano, muovono l'un contro l'altro, scaricando +le loro armi da fuoco. Si spara +anche un colpo di cannone, ed allora gli +indiani, dopo aver combattuto, muoiono anche +tutti da valorosi, sempre due a due. Lo +sparo delle armi da fuoco, il rullo dei tamburi, +lo squillo delle trombe, lo sbattere<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[230]</a></span> +delle gambe dei fantocci sul tavolato della +scena, le grida della platea producono il +più forte rumore di battaglia, che io abbia +mai inteso un teatro.</p> + +<p>Per solito i teatri di burattini danno tre +rappresentazioni ogni sera. Cominciano all'Ave +Maria, e alla prima che è sempre +breve, tiene dietro una seconda cui si dà +il nome di <i>Camerata lunga</i>.<a name="FNanchor_43_43" id="FNanchor_43_43"></a><a href="#Footnote_43_43" class="fnanchor">[43]</a> Rinunciamo +ad essere spettatori della <i>Camerata lunga</i>, +e preferiamo recarci all'altro teatro di burattini +in piazza Sant'Apollinare.</p> + +<p>Dovremo, per andarvi, attraversare la +fiera di piazza Sant'Eustachio, in mezzo +ad una sterminata folla che grida, fischia, +strilla, schiamazza in modo da assordare. +A Roma non si usa, come da noi, fare i +regali la vigilia di Natale; si è scelto un +giorno più adatto, quello della Epifania, +in cui i re magi offrirono i doni a Gesù +bambino. Per festeggiare questa ricorrenza, +comincia il 6 gennaio una fiera dietro +il Panteon.<a name="FNanchor_44_44" id="FNanchor_44_44"></a><a href="#Footnote_44_44" class="fnanchor">[44]</a> Le strade che vi portano offrono +<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[231]</a></span>merci di ogni natura, specialmente giocattoli, +di apparenza quasi sempre elegante +e graziosa. Ve n'è tale quantità da soddisfare +tutti i ragazzi del mondo. Una folla +immensa percorre queste strade; alcuni +battono tamburelli, altri soffiano entro conchiglie +a foggia di corno, altri ancora +battono l'una contro l'altra delle tavolette, +e specialmente poi tutti fischiano entro fischietti +di gesso, simili a balocchi da ragazzi, +che raffigurano pulcinelli, ballerini, cani, +uccelli. Ragazzi vestiti da pulcinella percorrono +le strade a schiere, fischiando a +squarciagola. Il chiasso è indiavolato, tutti +fischiano, fanno rumore, ed anche persone +serie cedono all'esempio, e si vedono col +fischietto alla bocca. Queste migliaia di +voci stridenti producono un effetto tale da +far impazzire anche un filosofo. Strano +a dirsi! Quello stesso impulso che spinge +talora gli uomini a dissimulare la loro +fisonomia dietro una maschera, li porta +anche a mascherare la loro voce e la loro +lingua e ad emettere i suoni più strani.</p> + +<p>Siamo intanto giunti al teatro di piazza +S. Apollinare. Questo secondo teatro di +fantocci, che ebbe dapprima il nome di teatro +Fiano,<a name="FNanchor_45_45" id="FNanchor_45_45"></a><a href="#Footnote_45_45" class="fnanchor">[45]</a> e che al tempo dell'ultima repubblica +<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[232]</a></span> +romana fu rinomato per la figura +satirica di Cassandrino,<a name="FNanchor_46_46" id="FNanchor_46_46"></a><a href="#Footnote_46_46" class="fnanchor">[46]</a> attualmente sostituita +da quella, politicamente innocente, +di Pulcinella, è come abbiamo già notato +un teatro di burattini inciviliti. Le marionette +recitano qui innanzi ad un pubblico +decente, su di una scena piccola, ma +molto convenientemente disposta, ben dipinta, +con tutto quanto occorre per una +accurata rappresentazione. Gli spettatori +possono prendere posto nella piccola sala +della platea, o sul palchettone. Si pagano +tre baiocchi pei posti nella prima, cinque +pel palchettone, e questi prezzi non permettono +l'ingresso alle classi inferiori. Gli +spettatori appartengono al ceto medio, ed +anche a quello distinto, che non rifugge +dal procurarsi qualche volta il piacere di una +recita di burattini. Il proscenio è bene illuminato, +vi è una piccola orchestra che +eseguisce pezzi di musica negl'intermezzi, +<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[233]</a></span> +ed il sipario è nuovo ed elegante. Anche +qui si recitano drammi romantici, come +quello conosciutissimo del <i>Volfango fiero</i>; +però i personaggi sono vestiti pulitamente +e con eleganza; i cavalieri portano belle +armature, le dame abiti di seta e di velluto; +ma per lo più vi si recita la commedia +in abito nero e guanti gialli, drammi +familiari, farse, commedie d'intrigo, in cui +talvolta si fanno figurare ricchi inglesi. +Pulcinella è vestito come suo fratello del +teatro di piazza Montanara, e serba la +stessa natura; però le sue maniere sono +più civili, più adatte al diverso ambiente, +in cui vive. La sua destrezza però è somma, +giacchè quando siede riesce anche ad incrociare +le gambe l'una sull'altra, e a +muovere i piedi, come hanno abitudine di +fare gl'inglesi. Nelle nozze, o in altre occasioni +solenni, i cavalieri e le dame siedono, +con tutta gravità, sopra cuscini, e +assistono ad un ballo che l'orchestra accompagna +colla musica. La destrezza e la +grazia, di cui fanno prova questi fantocci +in tali balli, è in verità meravigliosa, poichè +non solo eseguiscono i passi più difficili, +colla leggerezza e col garbo che potrebbero +spiegare la Cerrito, o Pepita, ma +tutti i loro movimenti, tutti i loro atteggiamenti, +la convenienza con la quale s'inchinano, +ringraziano, salutano, movendo le<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234">[234]</a></span> +braccia, hanno qualche cosa di sorprendente. +Nulla si trascura di quanto può +contribuire alla riuscita di un'azione coreografica. +Tutti questi fantocci si muovono, +si agitano in allegra polka, si librano +come farfalle, girano in punta di piedi e +ogni ballo finisce sempre con un quadro +plastico e qualche volta con un fuoco di +artificio. In una parola, l'arte di far danzare +i fantocci raggiunse nel teatrino di +S. Apollinare il <i>non plus ultra</i>.</p> + +<p>Abbiamo così veduto almeno una parte +lieta di questa Roma seria, malinconica, +severa, e Pulcinella giulivo e festoso in +mezzo a tutte queste rovine, sopra tutte +queste catacombe, nè più ne meno dei +grilli che cantano fra l'erba dei ruderi del +palazzo dei Cesari, e delle rondini che +cinguettano sulla tomba di Cecilia Metella.</p> + +<p>Vorrei ora accompagnare il mio lettore +ancora nel teatro popolare di piazza Navona, +ma sento la voce di un ragazzo che +predica e che mi tenta ad entrare nella antica +e bella basilica di <i>Ara Coeli</i>, in Campidoglio. +Qui predicano mattina e sera ragazzetti +tanto maschi che femmine, nella settimana +che precede la festa dell'Epifania; +in questo giorno terminano le prediche. +Non è troppo forte il distacco da un teatro +di burattini a una predica fatta da ragazzi +dai sei agli otto anni. Anche qui, centro<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[235]</a></span> +dello spettacolo è sempre un fantoccino, +il santo bambino di <i>Ara Coeli</i>, adorno di +una splendida corona tempestata di pietre +preziose.</p> + +<p>In una cappella della chiesa è rappresentata +con bell'arte la grotta di Betlemme +e l'adorazione dei Re Magi venuti dall'Oriente; +i personaggi sono di cera, nè mancano +gli accessorî delle pecore e del paesaggio. +La Madre di Dio è seduta nella +grotta e tiene in grembo il bambino, cui +i re, inginocchiati, presentano i loro doni. +All'esterno sta inginocchiata contro una +colonna una figura con un mantello scarlatto, +pantaloni larghi alla turca e turbante +in capo, che stende le braccia verso il +bambino, in atto di preghiera. Dalla parte +opposta, parimenti contro una colonna, è +una donna di alta statura, di aspetto distinto, +che pare additi il santo bambino +a quel mezzo turco che le sta contro. +Nella persona di questo si volle rappresentare, +niente meno, l'imperatore Augusto, +e nella donna la Sibilla che secondo +una delle leggende più profonde del Cristianesimo +predisse ad Ottaviano, in una +visione, la venuta di quel bimbo, destinato +a signoreggiare il mondo.</p> + +<p>Di faccia alla grotta, nella navata opposta +della chiesa, s'innalza un pulpito, +dove salgono a predicare, l'uno dopo l'altro,<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236">[236]</a></span> +ragazzi dai sei ai dieci anni, per la +durata di circa cinque minuti, e ciò per +quasi due ore, alla presenza di forse qualche +migliaio di persone. Sale pel primo +sul pulpito un grazioso ragazzetto, e dopo +essersi fatto il segno della santa croce, +prende a recitare, con tutti quei gesti e +quegli atteggiamenti, propri dei ragazzi +quando declamano, una predica sulla venuta +al mondo del Salvatore. Dopo di lui +viene un ragazzo più grande, vestito da +chierico, che disimpegna ancor meglio la +sua parte. Grida in modo enfatico, scaglia +i fulmini della sua eloquenza, nè +più nè meno di cappuccino, gesticolando +quanto un tiranno di compagnia drammatica. +Si capisce che ha disposizione naturale +per la mimica; ogni volta che nella +predica ricorrono le parole: capo, occhio, +orecchio, porta istintivamente la mano al +proprio capo, all'occhio, all'orecchio. Dovendo +nominare il suono dell'arpa, si atteggia +immediatamente nel modo di chi +volesse suonare quello strumento. Questa +maniera di accennare fanciullescamente +colla mimica le cose di cui fa parola, riesce +molto divertente, e ottiene l'approvazione +di tutti gli uditori, alcuni dei quali sono +venuti per devozione ad ascoltare le prediche +fatte dai ragazzi, e altri per divertirsi +come ad un teatro di burattini. Nessuno<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[237]</a></span> +di quei ragazzi è menomamente imbarazzato, +anzi i più sembrano andar superbi di +dover comparire innanzi a tanta gente e, superata +l'impressione del primo momento, +la loro voce diventa sempre più sicura, i +loro gesti sempre più teatrali. Molti oratori +in parlamento avrebbero motivo di augurarsi +la disinvoltura di quei bambini nel +parlare in pubblico, e pochi oratori poi si +possono vantare di avere un uditorio composto +di persone appartenenti a tante nazioni, +quanto quello di questi fanciulli in +<i>Ara Coeli</i>.</p> + +<p>Dopo i maschi vengono le femmine, +graziose ragazzine ricciolute, coi cappellini +guarniti di piume e i vestitini di raso. +S'inginocchiano un momento, fanno il segno +della croce e cominciano il loro sermone. +È curioso, a dir vero, sentire quelle +creaturine parlare del peccato di Adamo, +dal quale ci ha redenti il Signore; della +credenza nella vita eterna; del Verbo che +si è fatto carne in Gesù Cristo; della sua +morte per cui mezzo ha salvato il genere +umano. Sarebbe come se i burattini di +piazza Montanara, i piccoli paladini che +rappresentano con tanta enfasi azioni eroiche, +parlassero in onore di Gesù Cristo e +snudando la spada contro i mori, sfidassero +a battaglia tutto l'esercito degl'infedeli; +o se le damine di quelle scene, interrompendo<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[238]</a></span> +le loro declamazioni sentimentali, +cominciassero tutt'ad un tratto a vantare +le delizie dell'amor divino.</p> + +<p>Vedendo questi piccoli oratori, si crederebbe +che anche i loro sermoni e le cose che +dicono, dovessero esser puerili, e si dovessero +considerare come un passatempo, cui +si dovesse, in certo modo, assistere col microscopio; +ma la cosa è molto diversa; sono +vere e proprie prediche in istile solenne, +cui non manca l'apparato di erudite citazioni. +E non è raro udire ragazzine, talvolta +di poco più di sei anni, corroborare le verità +che bandiscono, colla autorità dei Santi +Padri, e dire: così asserisce, così c'insegna +S. Paolo, S. Bernardo, S. Agostino, +Tertulliano.</p> + +<p>Credo stia scritto in qualche luogo: +«Quando taceranno i profeti, parleranno i +bambini, e quando taceranno i bambini, i +sassi diranno <i>amen!</i>» Del resto in qualche +luogo ora cominciano a parlare i tavolini; +ma l'uomo serio, e veramente religioso, +non può a meno di restare colpito da +questo culto di ragazzi in <i>Ara Coeli</i>, e +considerarlo come una metamorfosi del +cristianesimo. Che cosa direbbero S. Pietro +e S. Paolo, se capitassero mai in quella +chiesa, e vedessero qual risultato abbiano +avuto le loro predicazioni?<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[239]</a></span></p> + +<p>Osserverò soltanto che la signora Enrichetta +Beecher Stowe, autrice della <i>Capanna +dello zio Tom</i>, che esaltando oltremisura +la precocità del nostro secolo, ci +presentò nella sua Evangelina, di cinque +anni, un predicatore metodista, per non +dire addirittura un genio del cristianesimo, +potrebbe trovare nello spazio di un'ora in +<i>Ara Coeli</i>, per lo meno dodici piccole Evangeline, +che per di più hanno studiato e conoscono +tutti i Santi Padri.</p> + +<p>I ragazzi intanto che hanno sorriso all'immagine +del bambino, in braccio a Maria +come ad un fantoccio, finita la predica, s'inginocchiano +e recitano una preghiera al +bambinello. Una ragazzina gli dice: «O dilettissimo +fra tutti i fanciulli, degnati di volgere +i tuoi occhi sopra di noi e di gettare uno +sguardo di misericordia sopra noi peccatori!». +La considerazione di cui gode in +Roma il bambino di <i>Ara Coeli</i> è immensa, +e vi si rannoda anche una leggenda. Anni +sono una giovane inglese, s'innamorò a +morte di lui; andava ogni giorno in chiesa +per visitarlo, e la sua passione andò tant'oltre, +che un bel giorno si decise a rapirlo. +Fece fare in segreto un altro bambino identico, +un bimbo lattante, lo portò in chiesa, e +lo sostituì a quello legittimo che si portò a +casa. Ma giunta la notte tutte le campane +della chiesa e del monastero presero a suonare;<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[240]</a></span> +i monaci uscirono e trovarono il bambino +inginocchiato fuori della porta del +tempio, in atto di volere bussare. Esso +era fuggito dalla casa dell'inglese, ed era +ritornato; questa è la leggenda del bambino +d'Aracoeli. Dopo d'allora la sua reputazione +crebbe, e lo si vede anche +spesso uscire in carrozza, quando lo portano +a far visita a qualche ammalato.<a name="FNanchor_47_47" id="FNanchor_47_47"></a><a href="#Footnote_47_47" class="fnanchor">[47]</a> +Nell'ultima rivoluzione di Roma ebbe anche +la sua parte: il popolo aveva fatto a pezzi +ed incendiato le carrozze dei cardinali, ed +aveva anche tirato fuori dalla rimessa la +vettura di gala del Papa, che voleva distruggere. +Alcune persone assennate, o del +partito favorevole al Papa, tentavano opporsi +a quell'atto vandalico e per salvare +la carrozza del Santo Padre proposero di +offrirla in dono al bambino di <i>Ara Coeli</i>. +Nessuno dei repubblicani si arrischiò a contraddire +questa proposta, e il bambino venne +messo solennemente in possesso della carrozza +papale, ed anzi, per provare che era +diventata veramente sua, i frati lo mandarono +un giorno a spasso sul Corso, nella +carrozza papale.</p> + +<p>Stiamo ora a vedere: La processione si +muove, il bambino è tolto di grembo alla divina</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[241]</a></span></p> +<p>Madre; lo si porta in giro per la chiesa +e sulla scala esterna, da dove lo si mostra +al popolo, quindi la processione lo riporta +nella sua nicchia. Vi sono stupende teste +artistiche tra quei frati francescani di <i>Ara +Coeli</i>, che, mezzo sepolte nella tonaca, somigliano +a un blocco di travertino romano +che esca di terra, con una iscrizione mezzo +cancellata; vi sono teste che paiono di +bronzo, altre voluminose come quella dell'imperatore +Claudio, e faccie piene come +quella di Nerone.</p> + +<p>E basti delle prediche dei bambini.</p> + +<p>Andiamo invece al teatro popolare Emiliani, +l'infimo tra tutti quelli di prosa. La +compagnia drammatica Emiliani, non meno +che i burattini di piazza Montanara, ha +posto le sue tende in località adatta al suo +repertorio, cioè in piazza Navona.<a name="FNanchor_48_48" id="FNanchor_48_48"></a><a href="#Footnote_48_48" class="fnanchor">[48]</a> In questa +grande piazza, la più bella di Roma, +e che fu lo stadio di Domiziano, hanno +luogo nel mese di agosto le feste popolari, +poichè allora si chiudono le fontane, si +inonda la piazza, e la popolazione deve +attraversarla in carrozza, quando non preferisca +passarla a guado, come certuni fanno +<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[242]</a></span> +per divertimento.<a name="FNanchor_49_49" id="FNanchor_49_49"></a><a href="#Footnote_49_49" class="fnanchor">[49]</a> Nel mezzo della piazza +sorge la magnifica fontana fantastica del +Bernini, composta di un rozzo scoglio, ai cui +angoli stanno le statue colossali di quattro +divinità fluviali: il Nilo, il Gange, il Danubio, +e il Rio della Plata, e in cima a tutto sta +l'obelisco del circo di Massenzio. Due altre +fontane versano le loro acque alle due estremità +della piazza. Intorno all'obelisco, nel +tratto della piazza compreso fra le due fontane +laterali, si raduna ogni giorno da mattina +a sera grande quantità di gente, poichè +lo occupano venditori di castagne arrostite, +erbivendoli, fruttivendoli, rigattieri, ferravecchi, +e la piccola borghesia accorre a +comperare quanto le occorre. La folla richiama +sulla piazza ciarlatani, giocolieri, +domatori di belve; e squilli di tromba annunziano +di tanto in tanto gli spettacoli +offerti al pubblico. Di quando in quando si +sente anche risuonare sulla piazza una voce +potente, che grida «ai biglietti! ai biglietti!» +Sulla porta del teatro, che non si distingue +da quelle delle case vicine se non per un +enorme cartellone, stanno venditori di pasticcini +e di semi di zucca, che tengono la +loro merce in vista, su banchi elegantemente +arredati. La folla si avvicina alla +<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[243]</a></span> +cassa e si compone per lo più di persone del +medio ceto, di bottegai, di piccoli possidenti, +che sono in grado di spendere da tre +a cinque baiocchi per passare una sera al +teatro.</p> + +<p>La sala è disposta in tutto come quella +del teatro di piazza Montanara, ma è più +grande. Il contegno degli spettatori della +platea che accompagnano una musica scordata +pestando i piedi, fischiando, o battendo +il tempo colle dita sulla spalliera dei banchi, +rammenta più di una volta il pubblico del +teatro di piazza Montanara. Qui le donne, +sono di più e l'allegria, secondo il lodevole +costume del popolo italiano, non passa +mai i confini della decenza. Si possono +vedere sui banchi della mamme che allattano +tranquillamente le loro creature, +mentre si godono la rappresentazione, +cui prendono viva parte. Si alza la tela, +sulla quale è dipinta una scena di satiri, +col vecchio Sileno ebbro, e siccome non +sappiamo che cosa si reciti, è necessario +stare attenti. Compare un vecchio usuraio +che attira a sè la cantiniera di un reggimento, +alla cui mano pretendono un cadetto +ed un sergente. Questi fa la parte +del buffone, non fa altro che bere continuamente +acquavite. Mentre sta sulla scena, +arriva un personaggio pallido, piuttosto +alto, con baffi e basette, che calza stivaloni.<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[244]</a></span> +Dice, a parte, essere venuto per visitare +i suoi soldati, il che ci fa nascere il +dubbio possa essere, se non addirittura un +re, almeno un gran generale. Mentre passeggia +su e giù per la scena, arricciandosi i +baffi, e facendo risonare gli speroni, cava +di tasca un'enorme tabacchiera, fiutando +tabacco di continuo, talchè in breve ne +ha coperti i risvolti dell'uniforme. Il personaggio +misterioso si presenta al sergente +come un povero veterano, e gli chiede che +cosa potrebbe fare per lui nel caso avesse +bisogno di denaro. Allora il sergente gli +fa vedere la lama della sua spada confessandogli +di aver venduto quella di acciaio, +che ha sostituito con un'altra di legno; in +quel mentre arriva lo strozzino. Il vecchio +Federico, poichè il marziale veterano con +baffi e basette è proprio lui in persona, gli +vende la sua tabacchiera d'oro, per il prezzo +derisorio di un federico d'oro.</p> + +<p>Nell'atto seguente il sergente ubriaco +dorme su di una seggiola e giunge un tamburino +che lo desta, battendo un gran colpo +sulla sua cassa. Compaiono sei cacciatori +pontifici che arrestano l'usuraio ed appare +allora il vecchio Federico in grande uniforme, +con enormi mostre gialle, sempre +con baffi e basette, e con un immenso cappello +a lucerna. Il sergente ubriaco non +tarda ad alzarsi ed a mettersi in posizione,<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[245]</a></span> +ma vacilla continuamente, il che eccita +una viva ilarità nel pubblico, mentre il +vecchio Federico fa finta di non avvedersene, +ed accenna a voler punire severamente +tanto l'usuraio, che il sergente. Vuol +far decapitare il primo, e il sergente stesso +deve procedere a questa esecuzione colla +sua propria spada. L'usuraio, dopo infinite +preghiere e suppliche, si rassegna alla sua +sorte e si è già messo ginocchioni; il sergente +pure, dopo molte difficoltà, si persuade +ad eseguire la sua parte: colloca la +sua vittima nella posizione più adatta, poi +si inginocchia e prega la Madonna di assisterlo +in quel duro frangente. Finalmente +quando si rialza e si apparecchia a dare +il colpo, grida tutt'ad un tratto: «Miracolo! +Miracolo! Guardate, la Madonna ha tramutato +in legno la lama della mia spada!» +Segue il generoso perdono del vecchio +Federico che condanna però l'usuraio a +mantenere per tre giorni il reggimento a +tutte sue spese. Il vecchio Federico vien +chiamato alla ribalta, e con adatta concione +invita il pubblico rispettabile a voler +onorare il teatro della sua presenza per +il domani a sera, dovendosi rappresentare +<i>Artaserse Re di Persia</i>, annuncio che è +accolto con viva soddisfazione.</p> + +<p>Questa bella commedia dimostra come +il vecchio Federico rimanga, quasi un mito,<span class="pagenum"><a name="Page_246" id="Page_246">[246]</a></span> +vivo anche nella memoria del popolo italiano +che ancor oggi nei tedeschi distingue +gli austriaci dai prussiani. Della Prussia +non conosce che la storia del vecchio +Federico che considera come un secondo +Attila, e come vincitore degli austriaci.</p> + +<p>Gli attori del teatro di piazza Navona +sono mediocrissimi, li direi inferiori a quelli +delle compagnie che recitano sui teatri più +meschini della Germania, e specialmente +la parte femminile non si distingue certo +per bellezza. Ogni rappresentazione del +teatro Emiliani termina o con un ballo, o +con una pantomima, o con quadri viventi, +come la <i>morte di Abele</i>, <i>Ahasvero</i> o <i>l'Ebreo +errante</i>, <i>Virginia Romana</i>, <i>Salvator Rosa +fra i briganti</i>, o altre simili scene.</p> + +<p>Una sera il cartellone recava l'annuncio +di uno spettacolo molto promettente, intitolato +<i>Ravanello spaventato da un morto +parlante</i>. Doveva essere cosa straordinaria +ed allegra assai. Era la storia di Don Giovanni, +travestita in romanesco volgare. Il +protagonista conservava, come nel dramma +spagnolo, il suo vero nome, chiamandosi +don Tenorio, ma Leporello assumeva il nome +di Ravanello; Donna Anna, Don Ottavio ed +il Commendatore non mutavano nome, nè +carattere. In questa parodia popolare Don +Giovanni non è per nulla rappresentato come +un <i>Faust</i> della sensualità, ma unicamente<span class="pagenum"><a name="Page_247" id="Page_247">[247]</a></span> +come uomo leggiero, privo di senso morale. +Il suo carattere si svolge in un'azione qualsiasi. +Egli ammazza il Commendatore per +vendetta, introducendosi notte tempo nella +stanza di lui. Più tardi nel cortile della +chiesa ha luogo la scena dell'invito della +statua, a cavallo, come nell'opera di Mozart, +soltanto mancano i frizzi di Leporello. Il +Commendatore compare al banchetto, con +una faccia ridicolamente orribile, da diavolo +infarinato. Don Giovanni, atterrito, invita +lo spettro a prender posto a tavola ed +a servirsi. «Non mangio, risponde l'ombra». +«Vorreste udire della musica?» replica +Don Giovanni. «Sì» risponde lo spettro. +Allora la musica suona per alcuni istanti, +mentre Don Giovanni e il Commendatore +stanno l'uno di faccia all'altro senza dir +verbo. Questa scena è bella e produce profonda +impressione, perchè la musica vi ha +la parte di potenza celeste, quasi voce di +un Dio invisibile, quasi annunzio del giudizio +tremendo che sta per colpire Don Giovanni. +Appena cessata la musica, il Commendatore +invita a sua volta don Giovanni a +pranzo a casa sua, cioè fra le tombe, e +Tenorio, da vero <i>caballero</i>, non attentandosi +a declinare l'invito, risponde che andrà.</p> + +<p>Lo troviamo quindi solo fra le tombe: +in mezzo ai monumenti è apparecchiata +una tavola ricoperta d'una coltre nera, sulla<span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[248]</a></span> +quale stanno fiaschi e bicchieri; la mensa +è adorna di teschi umani. Tutt'a un tratto +l'arrivo dello spettro è annunciato, come +nella prima scena, da alcuni colpi sotterranei +e subito si erge solenne la sua bianca +figura. «Mangia!» grida lo spettro. Don Giovanni +impaurito si ritira e risponde con voce +tremula: «Non posso mangiare». «Vuoi +sentire la musica?» «Sì», risponde don +Giovanni. Segue una breve pausa, durante +la quale si ode solamente la musica; i musicanti, +quattro suonatori di corno ed uno +di contrabbasso, fanno tutto il loro possibile +per produrre un'armonia infernale, +ed era facile, riconoscere, dalla fisonomia +degli spettatori, che raggiungevano pienamente +il loro intento. Non appena tace la +musica, lo spettro comincia a parlare, e +rivolge in tuono cappuccinesco una viva +esortazione a Don Giovanni, perchè rientri +in sè stesso, pensi alla salute dell'anima +e si volga a Dio. Ma Don Giovanni, con +alterigia di cavaliere, rifiuta di convertirsi. +Allora viene il colpo di scena finale: il +Commendatore prende Don Giovanni per +mano, s'apre una botola, da cui salgono +fiamme terribili di pece greca, e Don Giovanni, +appena vede la voragine, novello +Curzio, si slancia eroicamente tra le fiamme.</p> + +<p>Nell'ultima scena si vede l'inferno stesso, +colle fiamme rappresentate da fuochi di bengala,<span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[249]</a></span> +e in mezzo ad esse Don Giovanni quasi +nudo, incatenato, coi capelli irti, sdraiato +per terra e tormentato da alcuni diavoli, +ministri della inquisizione infernale. Il dannato +urla: «Sono già mille anni che soffro! +Non c'è proprio più salvezza?» E i diavoli +tra le quinte rispondono: «Nessuna! +Nessuna!» Scende la tela. Questa è la +riduzione del Don Giovanni ad uso del +popolo. Essa non tende che all'effetto morale; +tutta l'allegria e lo spirito sono scomparsi, +e Ravanello è diventato una figura +insignificantissima, poichè i lazzi, con cui +comincia, cessano alla metà del dramma.</p> + +<p>Sapevamo che in questo teatro Emiliani +si rappresentavano anche di tanto in tanto +tragedie, e non ci siamo voluti privare +del piacere di assistere alla recita della +più commovente, forse, fra le tragedie italiane, +la <i>Francesca da Rimini</i>. Il famoso +episodio dantesco non ha ispirato soltanto +pittori, ma anche poeti, molti dei quali tentarono +portarlo sulle scene, quantunque +poco si presti all'effetto drammatico. Byron +stesso dice nei suoi diarii di aver pensato +a prendere la <i>Francesca da Rimini</i> ad +argomento di una tragedia. E' un peccato +che non lo abbia fatto, perchè, quando anche +non avesse prodotto opera adatta ad +essere rappresentata, era tal poeta da scrivere +cosa stupenda. La grande semplicità<span class="pagenum"><a name="Page_250" id="Page_250">[250]</a></span> +dell'azione rende disagevole lo sviluppo +drammatico, e richiede un sommo poeta +che senta e sappia parlare il linguaggio +delle passioni. Silvio Pellico fu l'unico che +fino ad un certo punto vi sia riuscito. Nella +sua <i>Francesca da Rimini</i> l'azione si svolge +bene; i caratteri sono nobili e ben disegnati, +quantunque non sia grande l'effetto +drammatico. Essa è ritenuta opera classica +in Italia, e viene rappresentata tanto +nei grandi che nei piccoli teatri. In questi +giorni era rappresentata contemporaneamente +qui in Roma in due teatri: al Valle +integralmente, ed in quello Emiliani ridotta +a parodia.</p> + +<p>Andiamo a quest'ultimo. Gli attori recitano +in dialetto romanesco, cioè nel più +puro linguaggio dei Trasteverini. Francesca +da Rimini è travestita, o per dire più +esattamente, è ridotta trasteverina. Sarebbe +come se si recitasse l'<i>Ifigenia</i> del Goethe +in basso tedesco, o il <i>Faust</i> nella traduzione +in lingua volgare fiamminga del Bleeschauer. +Da noi non sarebbe possibile fare +una caricatura di una tragedia classica; +non sarebbe possibile trovare un teatro, +per quanto piccolo e meschino, che si arrischiasse +a presentare al pubblico, ad esempio, +la <i>Maria Stuarda</i>, ridotta a parodia. +Le tragedie da noi non diventano ridicole +che qualche volta, quando sono male rappresentate;<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[251]</a></span> +ma non vengono mai ridotte +tali a bella posta.</p> + +<p>Nel teatro di piazza Navona tutto contribuiva +a rendere lo spettacolo ridicolo: +il dialetto adoperato dagli attori, ed il loro +modo già per sè stesso deficiente di recitare, +particolarmente della Francesca. Recitando +seriamente le parti loro in quel dialetto +ridicolo, convertivano, per così dire, il coturno +in pantofola e rassomigliavano ai personaggi +di Piramo e Tisbe.<a name="FNanchor_50_50" id="FNanchor_50_50"></a><a href="#Footnote_50_50" class="fnanchor">[50]</a> Il vecchio +Guido da Polenta si era fatto una gobba, +e recitava come un folletto con brache di +velluto e in maniche di camicia. L'infelice +Francesca aveva un aspetto esuberante di +salute, da fare invidia a qualunque serva o +campagnola. Lanciotto e Paolo sembravano +due volgari attaccabrighe. Tutti però declamavano +con grande serietà, seguendo +l'originale passo passo, i pensieri elevati +della tragedia non erano soltanto voltati +in dialetto, ma trasformati nel senso non +meno che nella forma. Era sempre la stessa +tragedia, ma ridotta, in forza del diritto del +carnevale, a una farsa. Anche Melpomene +<span class="pagenum"><a name="Page_252" id="Page_252">[252]</a></span> +si era in certo modo mascherata, facendosi +i baffi col carbone.</p> + +<p>Lo straniero che non capisce la differenza +fra la lingua italiana ed il dialetto +trasteverino, non ride che per la parodia +dei modi tragici; ma il romano ride pure +pel dialetto. E' un divertimento di carattere +tutto locale. Quando il vecchio sire +di Ravenna disse, per esempio a Francesca: +«<i>Statte mosca</i>» l'ilarità fu generale +e rumorosa. Domandai ad un giovanetto +seduto presso di me, che era convulso dal +gran ridere, la ragione di tutta quella ilarità: +«<i>Mosca</i>» mi rispose, vuol dire «zitto» +in trasteverino.<a name="FNanchor_51_51" id="FNanchor_51_51"></a><a href="#Footnote_51_51" class="fnanchor">[51]</a> Invece di niente i trasteverini +dicono <i>nientaccio</i>, ed anzi le terminazioni +in <i>accio</i> ed in <i>uccio</i> sono caratteristiche +del loro dialetto, e non mancano +mai di eccitare le risa. Questo dialetto, +come buona parte dei dialetti italiani, aggiunge +volentieri in fine la particella <i>ne</i> ed +ama raddolcire le finali in <i>are</i> ed <i>ire</i>, dicendo +<i>andane</i>, <i>partine</i>, in vece di <i>andare</i>, +<i>partire</i>. Sostituisce parimenti volentieri +la <i>r</i> alla <i>l</i>, dicendo, ad esempio, <i>der teatro</i> +invece di <i>del teatro</i>.<a name="FNanchor_52_52" id="FNanchor_52_52"></a><a href="#Footnote_52_52" class="fnanchor">[52]</a> Del resto, anche +<span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[253]</a></span>l'espressioni erano ridotte a forma volgare. +Lanciotto, per esempio, dice una +volta a Paolo: «Bada; ti voglio triturare +come un salame». La tragedia di Silvio +Pellico termina coi versi:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0" style="text-align: right">«basta, onde tra poco<br /></span> +<span class="i0" style="text-align: right">Inorridisca al suo ritorno il sole».<br /></span> +</div> +</div> + +<p>che in dialetto diventano: «venga al suo +ritorno la tremarella al sole». Il passo di +Dante, in cui Paolo e Francesca narrano +che leggevano la storia di Lancillotto e +di Ginevra, fu tradotto «noi leggevamo +un giorno la bella storia di Chiarina e di +Tamante» che è una canzone côrsa, diffusa +per tutta Italia, e che si vende, stampata +su foglio volante, su tutti i muriccioli. +«Che cosa direbbero mai Dante +e Silvio Pellico, domandai a un mio vicino, +se potessero vedere la loro favola +ridotta a questo modo, su queste scene?». +Il vicino mi fissò meravigliato e quando +parve avesse capito il mio pensiero: «Eh, +rispose, si vuol ridere!» E invero, ho vedute +poche cose più ridicole della scena, +in cui Lanciotto uccide Paolo e Francesca; +nella quale mentre sono entrambi +già stesi a terra, Paolo dice all'amante +«Checca! Perdono!.. Ohimè, essa è crepata, +<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[254]</a></span>ora devo crepare anch'io!» e il sire di +Ravenna gobbo, in maniche di camicia e +brache di velluto, avvicinandosi ai cadaveri +esclama: «Non più sangue, perchè non +venga la tremarella al sole!». Cala la tela.</p> + +<p>Si può assistere al teatro Emiliani anche +alla <i>Medea</i> in dialetto romanesco, od a <i>Didone +abbandonata</i>, in cui Enea, come fondatore +favoloso di Roma, lusinga il popolo +coi ricordi eroici. Di ciò basti, ma perchè +il lettore possa farsi un'idea del dialetto +trasteverino, do qui il principio del cartellone +del teatro:</p> + +<p class="center">TEATRO EMILIANI</p> + +<p class="center"><i>in Piazza Navona</i></p> + +<p class="center">INVITO STRASORDINARIO</p> + +<blockquote><p>Per la sera der giorno de Giuvedine 27 Gennaro +der mille ottocento cinquantatrene. A Benefiziamento +della prima donna Pantomimica assoluta Marietta Descarsi. +Si rappresenterà come dice il cartellone, Purcinella +Impicciato in tra' una Mucchia de sorci dopo +na nova pantomimica tutta de spettacolo, fadica d'un +regazzino granne de 5 anni e questa se chiama Er +Naufragiamento de Tom-Pusse.</p> + +<p>Nella Camerata lunga si darà la stessa sera di +nuovo il primo dramma, poi un «Balletto in punta e +tacco» quindi il Capo d'Opera der Sor Pietro Metastasio +«Didone abbandonata», infine la Pantomimica e +balletto. Perciò, conchiude il cartellone, venite e ridete +e fate ridere anche l'attrice, di cui è oggi la beneficiata, +ed essa vi darà per rincompensa «tutto quello +che tié chiuso nder petto».</p></blockquote><p><span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[255]</a></span></p> + +<p>Dante nel suo libro «De vulgari eloquentia» +chiama il dialetto romano il più +brutto dei dialetti d'Italia.<a name="FNanchor_53_53" id="FNanchor_53_53"></a><a href="#Footnote_53_53" class="fnanchor">[53]</a></p> + +<p>I due teatri di burattini di piazza Montanara +e di S. Apollinare sono col teatro +Emiliani le scene veramente popolari di +Roma, che hanno carattere locale. Conviene +aggiungervi nell'inverno il grande +teatro Alibert<a name="FNanchor_54_54" id="FNanchor_54_54"></a><a href="#Footnote_54_54" class="fnanchor">[54]</a> per l'opera, ed in principio +della bella stagione il teatro popolare che +occupa gli avanzi del mausoleo di Augusto.<a name="FNanchor_55_55" id="FNanchor_55_55"></a><a href="#Footnote_55_55" class="fnanchor">[55]</a> +Gli altri teatri non hanno carattere +locale; soltanto quello Capranica, che sta +nella piazza di fianco al collegio dello stesso +nome, può essere considerato come teatro +di transizione fra quelli popolari ed i teatri +seri. Vi si recitano tragedie, commedie, +drammi, azioni spettacolose, opere, pantomime +<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256">[256]</a></span>e balli di ogni genere. Le parti +giocose vi sono sostenute dallo Stenterello, +specie di buffone toscano senza maschera +caratteristica, che quantunque giocoso sostiene +qualche volta pure parti di una tal +quale serietà. Egli può dirsi il Pulcinella +di tutta l'Italia superiore e centrale, e lo +si vede anche ogni tanto al teatro Emiliani +a fianco di Pulcinella stesso. Per un +teatro popolare toscano un buon Stenterello +è indispensabile, quanto un buon +tenore od una buona prima donna per +un teatro d'opera. I cartelloni teatrali non +mancano mai di aggiungere, ai titoli delle +produzioni rappresentate, le parole <i>con +Stenterello</i> come si aggiungono a quelli +dei teatri di burattini le parole <i>con Pulcinella</i>.</p> + +<p>Oltre il teatro Capranica, vi sono in Roma +i teatri Torre Argentina, Valle, e Tordinona +detto anche Apollo; quest'ultimo è dedicato +particolarmente all'opera in musica; nell'ultimo +inverno vi si dava il <i>Trovatore</i>, opera +nuova del Verdi. Il teatro Valle è il più +grande fra quelli in cui si recitano tragedie +e commedie; da Pasqua vi recita ed entusiasma +il pubblico che preferisce la tragedia, +una buona compagnia torinese, di +cui è principale ornamento la distinta signora +Ristori. Vi si recitano spesso, come +in Germania, traduzioni dal francese, qualche<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[257]</a></span> +volta anche drammi di Kotzbue e raramente +produzioni di Goldoni, di Silvio +Pellico, e più raramente ancora dell'Alfieri, +troppo inviso alla censura papalina. Tutti +questi teatri non rientrano nella sfera di +questi cenni sui costumi e sulle cose di +Roma.<a name="FNanchor_56_56" id="FNanchor_56_56"></a><a href="#Footnote_56_56" class="fnanchor">[56]</a></p> + +<p>Ma è ormai tempo di calare il sipario +e di riporre tutti questi fantocci entro le +loro scatole. «Nella commedia, come in +questo mondo, dice Don Chisciotte, recitano +imperatori, papi e cento altri personaggi; +ma quando si arriva alla fine, quando +scompare la vita, giunge la morte che +spoglia tutti degli abiti e dei costumi dai +quali si riconoscevano e si differenziavano; +nella fossa tutti sono uguali».</p> + +<p>Ed ora, lettori miei, voglio presentarvi +un personaggio romano, che sta esposto +rigido e morto sul suo letto di parata fra +le torce che ardono, contemplato avidamente +a bocca aperta da numerosa folla, +particolarmente di popolani, che non osavano +innalzare i loro sguardi verso di lui, +mentre era vivo e che si levavano timidi +e rispettosi il cappello quando passava +nella sua carrozza di gala. Era un cardinale, +ora giace in una sala del palazzo +<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[258]</a></span> +della Consulta, steso sul letto funebre rivestito +delle sue principesche vesti rosse. +Che meschino apparato per un uomo che +governò lo Stato romano, ed il cui nome +fu congiunto agli avvenimenti più grandi +della storia contemporanea! La sala è piccola +e non è delle più pulite. Le stoffe di +seta nera del letto funebre sono vecchie, +logore, macchiate, rappezzate in più punti, +e di certo hanno già servito a più di un +cardinale. Ardono due ceri, un sacerdote +ritto contro un leggìo recita le +preghiere per i morti. La folla entra ed +esce; nella maggior parte sono operai, +donne e ragazzi, che contemplano con indifferenza +il viso livido del cadavere, che rammenta +una colonna rotta, di porfido rosso, +di un qualche tempio antico. La testa è +voluminosa, marmorea, con pochi capelli +bianchi; i suoi tratti denotano una volontà +ferrea e una rassegnazione tranquilla. Poco +mancò che si posasse nel 1846 su questo +capo la tiara pontificia, oggetto delle sue +lunghe speranze; quando morì Gregorio +XVI, nessuno dubitò della elezione a +Sommo Pontefice di questo rinomato uomo +di Stato, ministro di Gregorio, arcivescovo +di Genova, gran priore di Malta, abate di +Farfa, antico nunzio pontificio a Parigi, +molti dei cardinali erano sue creature, il +suo partito a Roma era esteso e potente;<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[259]</a></span> +radunatosi il conclave, alla prima votazione +raccolse la maggiore quantità di voti. +Egli non dubitava affatto della sua elezione +e, tranquillo sul suo esito, già pensava +al nome che avrebbe assunto. Ma l'elezione +al papato è come una lotteria; a questo +cardinale toccò un biglietto bianco. Un sacerdote +che aveva bussato un giorno alla +sua porta a Genova, chiedendogli protezione +e appoggio, il povero conte Mastai +Ferretti ottenne la tiara pontificia, ed il +vecchio Lambruschini si dovette inginocchiare +innanzi a lui, e baciare i piedi di +Sua Santità. Ora è qui esposto Lambruschini, +il genovese altero, inflessibile, che +non aveva mai ceduto a nessuno, che aveva +regnato per Gregorio: uomo di grande +energia, di natura dispotica, di un rigorismo +monacale, inaccessibile a tutte le +passioni umane, preoccupato unicamente +della signoria della Chiesa, uno dei pochi +superstiti del tempo antico, della vecchia +scuola. Vide cinque papi sulla cattedra di +S. Pietro, il sesto gli tolse la tiara. A quali +solenni avvenimenti non aveva egli assistito +dalla rivoluzione francese a quella +di Roma del 1848! Quante persone, imperatori, +re, principi regnanti e spodestati, +non aveva conosciuto! Invecchiato nel culto +della teocrazia, promotore indefesso dello +assolutismo della Chiesa, gli era toccato<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[260]</a></span> +assistere all'ultima rivoluzione che Pio IX +stesso aveva provocato colle riforme; decrepito, +sull'orlo della tomba, aveva dovuto +fuggire da Roma come un malfattore. Lo +avevo visto molte volte nelle solennità della +Chiesa, accasciato per gli anni, incurvato, +tremante, dignitoso come un patriarca, seguire +vacillante la processione, o entrare +nella cappella Sistina. Tutti gli occhi erano +rivolti su di lui, e la folla mormorava +«Quello è Lambruschini!» Ed ora il mendicante +cencioso, il povero operaio, lo contemplano +sul suo catafalco, e ripetono +franchi e liberi da ogni timore: «Ecco Lambruschini!» +Ora giace là, oggetto indifferente, +estraneo al mondo, alla storia, fantoccio +ormai dimenticato che ha sostenuto +la sua parte, e che deve cedere il posto +ad altri. Tutta questa pubblicità, questa +esposizione di un cadavere, ha qualche cosa +che incute terrore, e mi spingeva quasi a +rivolgere un ultimo discorso al defunto cardinale, +mentre stavo pensando al suo grado +eminente, alla sua grande attività, alla sua +vecchiaia, e contemplavo con rispetto la +sua salma.</p> + +<p>Ma chi si dà pensiero della vita o della +morte d'imperatori, re, papi, cardinali, o +di qualsiasi altra persona, qui in Roma? +In mezzo a tutte queste grandi rovine della +storia universale, tutto quanto in altri luoghi<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[261]</a></span> +sarebbe grande, solenne, qui diventa +piccolo, meschino, come una rappresentazione +di marionette; poichè qui impera +quasi un tanfo di porpora e l'aria è come +impregnata di nomi d'imperatori e papi +defunti.</p> + +<p>Proseguendo a passare in rivista questo +mondo di fantocci dove dovrò condurre i +miei lettori? Sul Corso, dove pendono da +ogni finestra tappeti rossi gallonati d'oro; +dove mille belle donne sorridono dai balconi, +gettando un nuvolo di fiori, che cadono +a terra come quelli della pianta di +pesco, quando il venticello di primavera +agita i suoi rami. Rechiamoci alla chiesa di +S. Antonio presso le terme di Diocleziano, +dove si dirigono in lunga fila cavalli bardati +in varie fogge, dove potremo ammirare +le carrozze del papa e la sua bella +mula bianca, e lo stupendo equipaggio del +duca Boncompagni-Ludovisi tirato da sedici +cavalli, che l'abilissimo cocchiere guida +da solo stando in serpa.<a name="FNanchor_57_57" id="FNanchor_57_57"></a><a href="#Footnote_57_57" class="fnanchor">[57]</a> Ma tutto questo +attrae meno folla che la comparsa meravigliosa +del <i>grasso lucido</i>.</p> + +<p>La nostra attenzione però si concentra +su quella lunga fila di persone che camminano +solennemente a due a due, e che +<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[262]</a></span> +sembrano tuttora appartenere al medio evo +come altrettante figure dipinte da Giotto, +dal Ghirlandajo, o da Sandro Botticelli. +Tutti questi uomini, vestiti di una lunga +tonaca rossa, hanno la testa coperta da un +cappuccio a punta, che scende fino a ricoprire +anche la loro faccia, con due aperture +per gli occhi; camminano tutti a piedi +scalzi. Hanno i lombi cinti da un cilicio, +alcuni portano croci, ma i due spettri rossi +che aprono la marcia portano in mano +teschi umani e ossa di morto.<a name="FNanchor_58_58" id="FNanchor_58_58"></a><a href="#Footnote_58_58" class="fnanchor">[58]</a> Mormorano +preci camminando. E' la compagnia dei +Sacconi rossi; la loro figura è proprio bizzarra, +e riconduce ai tempi antichi. Ma vi +sono anche confraternite di altri colori, e +passeggiando la sera per Roma è facile +imbattersi in cortei funebri, nei quali i fratelli +portano cappuccio nero, o celeste, e +sono vestiti di bianco o di giallo. Queste +figure si possono vedere ogni giorno per +Roma, e quando s'incontrano nei quartieri +più deserti e più antichi della città, +come le regioni Monti, Campitelli, o in Trastevere, +o soltanto quando i cappuccini precedono +il feretro colle loro tonache color +tabacco, colle loro barbe inargentate, portando +un cero acceso, preceduti alla lor volta +<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[263]</a></span> +dalla croce, le piazze e le strade deserte +della città assumono un aspetto indicibile +di morte e di malinconia.</p> + +<p>Il culto di Roma, anzi tutta la vita interna +della città, ha il carattere di una processione; +e questa è davvero la città delle +processioni. E quando non si fanno processioni, +che cominciano principalmente nei +mesi di maggio e di giugno, vi sono altre +comitive che vanno a due a due per le +piazze della città, e danno loro un aspetto +solenne. Osservate: sono ragazzine che +camminano processionalmente, guidate e +dirette da monache. Sono vestite di nero +con un fazzoletto bianco al collo, portano +una cuffia bianca con nastri neri; precedono +le più piccine, quindi in linea crescente +arrivano giovani dai diciotto ai +venti anni. Sono allieve di un istituto, che +vanno alla passeggiata. S'incontrano con +una camerata di giovanetti, pur essi condotti +a passeggio guidati da preti. Anche +questi camminano a due a due, disposti +del pari in linea crescente. Vestono +abito nero, portano il cappello a cilindro +anche i più piccoli, e questa schiera di trenta +a cinquanta ragazzi, vestiti in questo modo +severo, che li fa sembrare nani invecchiati, +produce un'impressione che eccita +l'ilarità. Quando s'incontrano questi ragazzi +neri con quelle ragazze nere, si lanciano<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[264]</a></span> +a vicenda sguardi pieni di desiderio; +ma si passano a fianco senza dir parola. +Poverini! Non parlano, non odono, sono +sordomuti gli uni e le altre, e soltanto a +segni possono comunicarsi i loro pensieri.</p> + +<p>Sarebbe impossibile enumerare tutte le +corporazioni e le comunità che s'incontrano +per Roma, procedenti così due a due, nella +loro uniforme. Sono centinaia, in questa +città, le provincie del socialismo clericale, +centinaia i falansteri ecclesiastici, da superare +la fantasia di Goethe o di Fourier.</p> + +<p>Ecco, compare un'altra comitiva di +giovani vestiti di una specie di <i>caftan</i> +alla turca, col colletto diritto, filettato di +rosso, fra loro vi sono due mori, e molte +faccie olivastre, abbronzate, parlano tutte +le lingue dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia; +parlano il cinese, l'indostano, il persiano, +l'abissino, il copto, le lingue del Malabar e +dell'Orange: sono allievi del collegio di +Propaganda, futuri missionari. Questi altri +invece che s'avanzano, dalla capigliatura +bionda e dall'abito tutto rosso, parlano +tutti tedesco; sono allievi del Collegio +germanico.<a name="FNanchor_59_59" id="FNanchor_59_59"></a><a href="#Footnote_59_59" class="fnanchor">[59]</a> Ed ecco ancora altri collegi +dalle vesti turchine, nere, bianche, sono inglesi, +scozzesi, allievi del Collegio Nazareno, +<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[265]</a></span> +o dell'altro dei nobili. Chi li potrebbe +nominar tutti?</p> + +<p>Intanto questo <i>grasso lucido</i> che ci ha +sempre seguito e accompagnato, vuole oramai +che si parli di lui; deve però avere ancora +un tantino di pazienza, perchè abbiamo +da vedere ancora un altro spettacolo curioso. +Venite meco, o lettori, sulla piazza +di S. Giovanni in Laterano, e ricordate che +siamo nello splendido mese di giugno; qui +deve svolgersi una gran processione: vi saranno +tutti gli ordini religiosi, innumerevoli +confraternite, parecchie belle ragazze con +coroncine d'argento in capo, e abiti che +non sono cuciti, ma tenuti insieme unicamente +a forza di spilli come un mosaico;<a name="FNanchor_60_60" id="FNanchor_60_60"></a><a href="#Footnote_60_60" class="fnanchor">[60]</a> +vedrete croci gigantesche oscillare nell'aria, +non sostenute dagli uomini che le portano, +ma che si appoggiano soltanto su di una +borsa di cuoio che i portatori recano sul +petto, e ciò malgrado son maneggiate +con tale destrezza che ogni giocoliere invidierebbe.<a name="FNanchor_61_61" id="FNanchor_61_61"></a><a href="#Footnote_61_61" class="fnanchor">[61]</a> +Questa processione sterminata +<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[266]</a></span> +passerà in mezzo all'ospedale di S. Giovanni +tra una fila di letti, sui quali sono +donne e ragazze malate, che riceveranno +la benedizione. Avete visto o sentito mai, +lettori miei, nulla di simile? Ragazze ammalate +che ricevono visite non solo dai loro +cari, ma dal popolo romano, da tutti i Quiriti? +Le porte dell'ospedale sono aperte, +dovunque sono fiori e fronde, alabardieri +svizzeri stanno impalati sulla soglia imponenti +e rossicci come garofani o gigli +rossi, ma a nessuno è vietato l'ingresso: +entrano le persone a centinaia; entriamo +noi pure. Qual vista! Dove siamo mai? +Passiamo pian piano, non ci è permesso +fermarci presso i letti. Osservate, quanto +è bella e ariosa la corsia, con quanto +gusto è decorata! Oggi la malattia celebra +la sua festa e prende in prestito dalla salute +belletto e ornamenti, poichè in questa +Roma tutti vogliono fare la loro comparsa +almeno una volta, tutti avere la loro festa, +la gente ricca e felice, i mendicanti, gli +storpi ed anche i morti. Guardate la doppia +fila di letti, come sono puliti e bianchi, +come sono ornati di tappeti rossi, gallonati +d'oro e di fiori artisticamente disposti. Ogni +letto pare una poesia di Matthisson, o di +Geibel. In ognuno sta seduta o coricata +languidamente una ragazza o una donna, +vestita di lini candidi come la neve. Molte<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[267]</a></span> +hanno l'aspetto aggravato, ma molte appariscono +più belle per la malattia. Osservate +quella ragazza, come la sua fisonomia è +trasformata dalla convalescenza, e come +splende pel fascino incontrastabile della +debolezza; i suoi occhi nerissimi scintillano +come illuminati dalle reminiscenze. Non +tarderanno a riacquistare tutto il loro splendore. +Vorreste arrestarvi, o miei lettori? +Ma non è permesso; ai piedi di quel letto, +custode dell'onore, sta un giovane soldato +armato di fucile, tal quale come se +fosse di sentinella ad una polveriera. E là, +dove sta seduta quella ragazza, cui l'ardore +della febbre imporpora le gote e i cui +sguardi si perdono quasi vaganti nello +spazio, là siedono le vecchie infermiere, +vestite di giallo, simili alle Parche. Usciamo, +usciamo, che questa stanza è più pericolosa +della stessa malaria, al lume di luna. Potrete +ora dire di avere visto una scena di +spedale, di questa singolarissima città di +Roma.</p> + +<p>Come potremmo intanto sfuggire al +<i>grasso lucido</i>! Ecco un circolo di persone, +in una strada qualunque, dal cui centro +sorge una voce che declama. Andiamo a +quella volta, che cosa troviamo? <i>Il legittimo +grasso lucido.</i> Scorgiamo sull'angolo +di una casa un cartellone rosso, attaccato +or ora: ci affrettiamo a leggerlo; che cosa<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[268]</a></span> +sarà mai? <i>Il legittimo grasso lucido.</i> Siamo +seduti al caffè Ruspoli, un ragazzetto s'aggira +per le sale, offrendo un foglietto agli +avventori. Che cosa vi sta scritto? <i>Il legittimo +grasso lucido.</i> Questo <i>legittimo +grasso lucido</i> ha dunque esso pure un diritto +incontestabile di attirare a sè l'attenzione +generale, e certo non è poco merito +l'aver inventato, nell'anno 1850 dalla nascita +di Cristo, una vernice lucida; che non +contiene nè vetriolo, nè alcun'altra sostanza +corrosiva, e che non solo ammorbidisce in +sommo grado qualunque cuoio, ma possiede +per di più la virtù di aumentarne la +durata in modo incredibile e meraviglioso. +Una tale invenzione è degna di esser esposta +al pubblico, ai piedi dell'obelisco, in +faccia al Panteon. Stanno là, presso un +tavolo coperto di scatolette di latta, contenenti +la preziosa vernice, due oratori popolari +che parlano per ore intere, con un +fiume di eloquenza che mai non si arresta +nel suo corso, della eccellenza del <i>grasso +lucido</i>. Se si desse al più grande fra tutti +i filosofi l'incarico di dire qualcosa in lode +di un lucido da scarpe, in due minuti +avrebbe finito; ma quest'uomo con un abito +unto e con un panciotto di velluto, che +sembrano anch'essi coperti di grasso lucido, +parla ore intere senza mai fermarsi, +sulle materie che compongono il <i>grasso</i><span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[269]</a></span> +<i>lucido</i>, sui suoi pregi, e non divaga mai +dal suo tema; trova sempre nuovi argomenti, +nuove idee, nuove immagini, riferentesi +al <i>grasso lucido</i>, e al rapporto +che ha con l'economia domestica, con la +civiltà umana, con le varie specie di corami, +col tempo, con la temperatura, col +sole, con le stelle, con la sua influenza sull'anima +umana.</p> + +<p>Fin dalla prima mezz'ora cadono le bende +dagli occhi degli uditori, cominciano quasi +a persuadersi delle specialità, dell'eccellenza +del <i>grasso lucido</i>; a poco a poco +giungono a capirne l'immensa importanza, +e, quasi quasi, non riescono a spiegarsi come +abbiano potuto vivere fino a quell'istante +privi di quel ritrovato sublime. Intanto +l'oratore continua a spolmonarsi. Gorgia, +Protagora e Carneade non hanno mai +vantato tanto la giustizia, quanto egli il +<i>grasso lucido</i>. Meriterebbe che si istituisse +nella Università di Padova una cattedra, +dalla quale potesse parlarne <i>ex professo</i>; +egli si dà già per professore e membro +di parecchie accademie scientifiche, come +pure il suo collega; e additando questo, +avverte che il signor professore ha scritto +non meno di undici volumi intorno al +<i>grasso lucido</i>. «Non è vero, professore, +che hai dimostrato nel tuo decimo volume, +che questo insuperabile <i>grasso lucido</i>, unico<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270">[270]</a></span> +in Europa, possiede la proprietà di ammorbidire +il più duro cuoio di bue, e di +renderlo soffice come un velluto?». Il professore +risponde di sì e siccome l'altro è +rauco, e non può ormai più continuare, comincia +a sua volta a vantare i pregi dell'incomparabile +specialità.</p> + +<p>Dimostra in primo luogo in che consista +il <i>grasso lucido</i>. «Si vorrà sostenere, +egli dice, che questo <i>grasso lucido</i>, contiene +sali alcalini, sostanze corrosive. Ora +domando io, credete voi che un uomo vivente +possa trangugiare impunemente del +vetriolo? Credete voi davvero che un uomo +possa mangiare acido solforico? Ebbene, voglio +darvi una prova convincente; mangerò +alla vostra presenza questo <i>grasso lucido</i>, +esso non mi ucciderà, non mi darà alcun disturbo, +ma al contrario mi procurerà la stessa +soddisfazione che potrebbe darmi la polenta +più squisita». Detto fatto, il professore +trangugia una discreta quantità di <i>grasso lucido</i>, +dopo di che l'uditorio rimane profondamente +scosso e persuaso che il <i>grasso +lucido</i> certo non contiene vetriolo. «Compratelo +dunque, urla il grande filosofo, approfittate +di questo solo e unico <i>grasso lucido</i> +eminentemente economico, indispensabile e +innocuo. La scatoletta non costa che tredici +baiocchi. Ma che ho detto? Tredici baiocchi?<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[271]</a></span> +Sono dodici! Guardate! Anzi ve la do +per dieci!».</p> + +<p>E per dimostrare che il grasso rende lucida +qualsiasi sostanza, agguanta un pezzo +di carta e lo vernicia con singolare destrezza, +e con un sorriso di compiacenza; +afferra quindi un giovinotto, e sempre declamando +e gesticolando gli lustra una +scarpa. Il giovane è raggiante di soddisfazione, +quasi non è ancor persuaso della +fortuna toccatagli, poichè non gli è accaduto +mai, dacchè è al mondo, di avere +una scarpa lucida. «Vedete, dice il professore, +questa scarpa pareva poco fa la scarpa +di un porco, ora riluce come l'argento; +un bambino appena nato potrebbe ridurla +così, senza la menoma fatica». Il giovinetto +se ne va con una scarpa lucidata e +l'altra no, e non alza l'occhio per tutta +la strada dalla sua scarpa lustra, come se +volesse specchiarsi nella sua felicità.</p> + +<p>Questa rappresentazione del <i>grasso lucido</i> +ci mette in grado di frequentare la +buona società, e di andare anzi ad una +festa da ballo.</p> + +<p>Questa non si darà nè presso il duca Torlonia, +nè in casa del duca Braschi; ma +sarà più interessante e più degna di osservazione +che non un ballo in appartamenti +principeschi e nei costumi dell'epoca di +Luigi XIV. Sarà il così detto ballo dei<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[272]</a></span> +modelli, in una vasta e deserta sala di +via Claudiana.<a name="FNanchor_62_62" id="FNanchor_62_62"></a><a href="#Footnote_62_62" class="fnanchor">[62]</a></p> + +<p>Vi è in Roma una classe di persone, +la cui vita è tanto strana e singolare, che +potrebbe fornire ai novellieri migliori argomenti, +che non la vita di quella Maria dei +Fiori, e di quelle <i>grisettes</i> che la moderna +letteratura francese innalzò a ideali della +bellezza muliebre e al grado di muse della +poesia. Le persone che troveremo a questo +ballo sono modelli degli artisti, tanto uomini +quanto donne, che hanno la triste +sorte di dover stare parecchie ore della +giornata nella immobilità più perfetta. +Campano la loro esistenza in grazia delle +belle e caratteristiche forme del corpo. +Si presentano in tutti gli atteggiamenti +possibili. Una ragazza rappresenterà oggi la +Venere dei Medici, domani Diana, Arianna, +la Madonna, una Baccante, la Maddalena, +Psiche, una dea, una schiava, Miriam, +una vestale; oggi sarà nuda, domani tutta +velata; vestita dei costumi più ricchi e +più svariati: ora da turca, ora da greca, +ora da donna di Albano, o della campagna +romana, o da antica romana. La povera +creatura deve ridursi ad una specie di statua, +il cui incarico è di rimanere quanto +<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[273]</a></span> +più sia possibile immobile, nella posizione +assegnatale dall'artista che la tratta quasi +come un manichino, facendole muovere +gambe e braccia, e tutto il corpo fino a +che l'abbia ridotta a quella attitudine che +desidera.</p> + +<p>Oltre le grandi accademie, dove si tiene +in giorni ed ore determinate la scuola di +disegno, vi sono anche accademie private +che provvedono modelli, e nelle quali si +può avere accesso pagando una modica +retribuzione. La più famosa è quella di Nicola +di via Claudiana che ha una particolare +abilità nel fare il modello, e nell'arte della +rappresentazione plastica può gareggiare +col migliore commediante.<a name="FNanchor_63_63" id="FNanchor_63_63"></a><a href="#Footnote_63_63" class="fnanchor">[63]</a></p> + +<p>Una sala di disegno del modello offre +uno spettacolo veramente nuovo e singolare; +non l'avevo veduta mai nemmeno +dipinta, e il vederla in natura, mi persuase +che potrebbe dare argomento ad +un bel quadro di genere. In una squallida +sala il modello, sia uomo che donna, sta +immobile come una statua, su di una +specie di piedistallo. Intorno a lui seggono +i disegnatori disposti ad anfiteatro, +e talvolta salgono ad un centinaio, appartenenti +<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[274]</a></span> +a tutte le nazionalità, francesi, +inglesi, tedeschi, americani, polacchi, +russi, danesi, belgi, italiani. Ognuno ha +davanti a sè un tavolinetto e un piccolo +lume, e copia il modello ora seduto, ora in +piedi, di fronte, a tergo, di fianco; chi lo +disegna a matita, chi col gesso, altri ancora +all'acquerello, taluni addirittura da +principianti, altri mediocremente, alcuni +in modo eccellente. Gli uni lo disegnano tal +quale è, gli altri lo abbelliscono, e quella +specie di statua assume diversi caratteri, +come uno scritto affidato a diversi copisti. +Questa sala fa pensare ad una tipografia, +dove ogni compositore, seduto, colla sua +lampada innanzi, getta a capo chino il suo +sguardo alternativamente sul manoscritto +e sulla composizione. Nel vedere i movimenti +simultanei di tutti quei disegnatori +silenziosi, collo sguardo di continuo rivolto +verso il modello che sorge immobile +dal suo piedistallo come un idolo, +mentre da una parte non è possibile trattenere +il sorriso, dall'altra si prova compassione +per quella povera creatura, bersagliata +da continui ed incessanti sguardi, +condannata a un supplizio di genere nuovo, +quello di farsi vedere e lasciarsi disegnare.</p> + +<p>Già da due ore la vittima si trova nella +stessa posizione; la sua faccia è accesa; l'occhio +infuocato, tutti i suoi lineamenti e<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[275]</a></span> +la respirazione affannosa accennano a stanchezza. +Che penserà mai quella statua vivente? +Probabilmente a nulla. Di quando +in quando spunta sulle sue labbra un sorriso, +e si capisce che le chiude convulsamente +per non prorompere in uno scroscio, +che d'un colpo guasterebbe la sua +posizione. Forse si sente ridicola; forse le +sembrano stupidi e ridicoli tutti quei disegnatori; +forse la fisonomia di uno scarabocchiatore +biondo sembrò buffa alla giovane +romana, ed eccitò la sua ilarità.</p> + +<p>Il proprietario di quella sala dà in carnevale, +in onore dei modelli, una festa da ballo, +alla quale essi prendono parte in costume, +e vi sono invitati gli artisti e i loro amici; +anche gli stranieri possono procurarsi un +biglietto d'invito.</p> + +<p>Per avere un'idea delle danze nazionali +dei romani, per vederle eseguite in tutta la +loro varietà, in tutta la loro grazia, bisogna +assistere ad uno di questi balli, offerti +ai modelli. Lo spettacolo è reso ancor più +attraente dalla varietà dei costumi, tra i +quali primeggiano quelli della campagna +romana, e i migliori sono quello di Albano, +e l'altro così ricco di Nettuno. Anche l'orchestra, +composta di mandolini e di tamburelli, +ha carattere completamente nazionale. +Anche d'ottobre si può vedere la +gioventù romana eseguire nelle osterie e<span class="pagenum"><a name="Page_276" id="Page_276">[276]</a></span> +nei campi le sue danze nazionali, perchè +nel tempo delle vendemmie accorrono fuori +delle porte, specialmente della porta Angelica, +numerose brigate di ragazze e di giovanotti; +e si possono vedere suonare il +tamburello, e ballare alle falde di Monte +Mario, sulle strade, o nelle osterie. Talora +alla sera queste ragazze rientrano in città, +cantando, e quando si vedono passare per +le vie, talune con un tirso adorno di fiori, +altre con fiaccole, cantando vivaci ed allegre +canzoni si crederebbe di veder passare +un corteo di Menadi o di Baccanti.</p> + +<p>Entriamo ora nella vasta sala di via +Claudiana che il proprietario ha decorato +con particolar cura. Dalla volta pendono +ghirlande di fiori, altre corrono lungo i +muri, altre sostengono il lampadario. Non +mancano strisce di carta d'oro e d'argento, +nè numerose lanterne colorate. La decorazione +ha qualcosa di campestre, il pavimento +è nero come la terra, e per di più ineguale; +i suonatori sono già al loro posto, +coi loro strumenti, tamburelli e mandolini, +le modelle stanno sedute presso le pareti, +prosciolte questa volta dalla loro immobilità, +anzi piene di vivacità e di brio. Molte vengono +dal Corso, dove sono state, sedute +sopra sedie date a nolo lungo i palazzi, a +ricevere od a distribuire fiori. Le madri +accompagnano le figlie, perchè tutte le modelle<span class="pagenum"><a name="Page_277" id="Page_277">[277]</a></span> +che hanno cura della loro reputazione, +sono sempre accompagnate dalla mamma, +anche quando vanno nelle accademie a +posare.</p> + +<p>La società è molto mista, perchè arrivano +anche dal Corso numerose maschere +di second'ordine, e la sala non tarda ad +essere invasa da forestieri di ogni paese, +che desiderano veder ballare le modelle. La +decenza naturale, i modi piacevoli e disinvolti +di queste povere ragazze sono davvero +sorprendenti; la finezza naturale del +popolo italiano si trova sempre e dovunque +in tutte le classi della società; se questo +ballo, in cui i modelli danzano con trasporto, +durasse anche fino a giorno chiaro, lo spettatore +non potrebbe mai sorprendere un +atto meno che conveniente, o che, soprattutto, +varcasse i confini della decenza.</p> + +<p>Sono giovani allegre e piene di brio, che +godono nel ballare; ed è un vero godimento +ammirare la vivacità e la grazia dei +loro movimenti, e vedere sui loro volti dipinta +la gioia e la soddisfazione. Chi non +avesse mai assistito ad un ballo nazionale +nei paesi meridionali, o vi avesse visto +solamente le feste del gran mondo, e le assurdità +dei balli da teatro, non potrebbe fare +a meno di prender viva parte alla mimica +animata e vivace di uno di questi balli veramente +popolari. La musica adatta dei mandolini<span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[278]</a></span> +e dei tamburelli, coi loro suoni alquanto +striduli, la varietà dei costumi e dei +colori, l'oro, il rosso, il verde, le belle e giovanili +forme dei ballerini e delle ballerine, +la distinzione e la nobiltà di quei profili +romani, producono un effetto stupendo, e +spesso l'intrecciarsi di tutte quelle figure, +il loro volteggiare, cambiar posizione, apparire, +scomparire, ricomparire, sempre +con grazia, vivacità, e disinvoltura, danno +l'idea di una scoltura fantastica in rilievo.</p> + +<p>Si ballano varie specie di danze, tanto +nazionali che straniere. Il ballo nazionale, +prettamente romano, è il saltarello che vien +ballato da una coppia sola di ballerini. Esso +non si svolge in grandi linee; consiste piuttosto +in piccoli movimenti molto rapidi, +particolarmente della parte superiore del +corpo. Possiede una somma vivacità mimica, +ha qualcosa delle baccanti, è però +meno aggraziato di un ballo saltato che si +svolga in linee circolari.<a name="FNanchor_64_64" id="FNanchor_64_64"></a><a href="#Footnote_64_64" class="fnanchor">[64]</a> Le ragazze ballano +anche la polka che oramai ha conquistato +tutto il mondo, e si provano pure nel +waltzer strisciato, senza raggiungere però +l'eccellenza dei tedeschi che si muovono +in linee orizzontali, mentre in Italia, secondo +<span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[279]</a></span> +l'indole della danza nazionale, lo si +salta. Il ballo tedesco è una danza comune +a due persone, mentre il ballo italiano consiste +piuttosto nell'esporre la bellezza delle +forme del corpo, in una danza di due persone, +l'una di fronte all'altra, ed è quindi +più drammatico.</p> + +<p>Intanto che le belle e giovani romane +stanno ballando e facendo pompa delle loro +grazie, andremo in fretta a vedere incendiare +la girandola, affinchè tutte le svariate +figure che abbiamo visto, e che ebbero +principio colla danza dei morti, abbiano +termine, come si conviene, con un +fuoco d'artificio.</p> + +<p>Una volta la girandola si incendiava al +Mausoleo di Adriano, lo stesso giorno in +cui s'illuminava la cupola di S. Pietro; ora +invece la si incendia al Pincio, verso piazza +del Popolo, sulla quale prospetta quella +stupenda passeggiata. Dicono che da Castel +S. Angelo l'effetto fosse migliore ed +è molto probabile, perchè si poteva vedere +da tutta la città; ad ogni modo, anche dal +monte Pincio, è sempre uno spettacolo +magico.</p> + +<p>Appena da Castel S. Angelo vien dato +il segnale con un colpo di cannone, tuonano +le artiglierie sul Pincio, e la girandola +come un'eruzione vulcanica, o un fiume +di fuoco, si slancia fumando e sibilando<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280">[280]</a></span> +dalla spianata che sovrasta la facciata del +Pincio. Sorge da terra simile a un manipolo +gigantesco di grano, o ad una pianta +di palma, e fischiando, scoppiettando, sale +verso il cielo che pare voglia ricoprire per +metà. L'occhio, affascinato da tutto quel +lampo di luce, non ha tempo di discernere +i particolari; prima che si possa fissare, +tutta quella mole di fuoco si trova di già +al di sopra del capo di chi la sta osservando +ai piedi dell'obelisco di piazza del +Popolo; e mentre va dileguando, pare piovano +miriadi di stelle dal cielo. Non è propriamente +uno spettacolo, ma una vista subitanea +e repentina di un'immensa fiammata, +che in un batter d'occhio abbaglia +e scompare, lasciando quasi l'impressione +di una visione fantastica.</p> + +<p>La girandola è scomparsa, una nuvola +di fumo si dilegua lentamente sulla piazza +del Popolo; le stelle splendono nuovamente +nel cielo limpido e sereno e comincia dietro +le piante del Pincio lo scoppio dei mortaretti, +e dei petardi senza luce, quasi forieri +di nuove apparizioni. Uno di questi +ultimi scoppia dietro le sfingi di marmo, +che stanno all'ingresso del Pincio, e mentre +seguono ai colpi alcune scintille che +salgono verso la nuvola di fumo, le sfingi +cupe e misteriose sembrano esseri diabolici +evocati dall'abisso. Ora un fuoco artificiale<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[281]</a></span> +illumina la facciata di una chiesa +gotica, o di un tempio, che sullo sfondo +scuro dei pini assume l'aspetto di una +creazione magica. Il tempio va scomparendo +a poco a poco, ed allora scoppiano +le bombe e si sprigionano razzi tinti in +rosso, in violetto, in bianco, che si riversano +in innumerevoli scintille, come pioggia +di stelle. La piazza è continuamente +illuminata da tutti questi serpenti di fuoco +che salgono nell'aria, e in mezzo a questa +luce, l'obelisco di Sesostri, dedicato un +giorno al Sole nella lontana Eliopoli, sorge +solitario offrendo alla vista i geroglifici +della sua meravigliosa scrittura figurata. +Le sfingi, l'obelisco orientale, i pini, i cipressi, +le varie e molteplici statue del Pincio, +le colonne rostrate, le fisonomie malinconiche +degli schiavi daci col berretto frigio, +Roma armata di lancia, e le tante altre immagini +di marmo che ora compaiono, ora +scompaiono in quella luce dubbia, sono un +apparato eccellente, per produrre un effetto +veramente magico. Tutto ad un tratto +l'intera città è rintronata dallo scoppio di +una bomba e dal fragore delle artiglierie, +e appare immersa in un mare di fuoco +ardente, la bella immagine di Roma eterna, +che attraverso tutte le vicende della storia, +mantenne sempre la sua maestà, a cominciare +dalla prima invasione dei Galli ancora<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[282]</a></span> +barbari, fino all'ultima dei discendenti di +questi.</p> + +<p>Ecco ora un nuovo spettacolo sorprendente! +Scaturiscono dai due lati del Pincio +cascate di fuoco, onde fumanti, fosforescenti, +che producono precisamente il rumore di +una caduta d'acqua, e sono una riproduzione +stupenda e naturalissima delle cascatelle +di Tivoli. Anche queste scompaiono; ma +continuano i razzi a stella, i fuochi d'artificio +di ogni specie, di ogni forma, che +riempiono l'atmosfera di luce, di fumo, dilettevoli +a vedere; seguono ruote di fuoco, +scintille, covoni fiammeggianti; tutto ciò +strepita, sibila, rimbomba, tutta l'atmosfera +è avvolta in un fumo infuocato e gli spiriti +degli elementi sembrano migliaia di +folletti di fuoco, draghi di luce, lucertole, +mosche, lucciole, serpenti di fuoco che festeggino +il più pazzo carnevale di streghe +nell'aria, o che traversino il cielo.</p> + +<p>E ora di nuovo silenzio e oscurità. Sono +spenti gli ultimi avanzi della chiesa gotica +sul Pincio, e comincia un altro spettacolo. +Sorgono fra le piante del monte, fra i pini, +i cipressi, gli allori, figure di animali, di +pesci, che illuminate si innalzano lentamente, +e si librano nell'aria sopra la porta +del Popolo. Sono palloni volanti illuminati +all'interno, che salgono ora isolati, ora a +tre o quattro insieme; s'innalzano, scendono,<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[283]</a></span> +vanno a destra e a sinistra; alcuni +molto in alto, presso le stelle, altri si tengono +pigramente in basso; così essi traversano +l'aria smeraldina. Qua e là uno +spirito dell'aria prende uno di questi pesci +e lo porta lontano; qui un altro prende fuoco +ed avvampa. Anche quest'apparizione scompare, +tuonano ancora una volta tutte le +artiglierie, ancora una piccola girandola +di razzi; un ultimo colpo di cannone e +tutto è finito.</p> + +<p>Ma come è mai possibile ritornare a casa, +rinchiudersi in una stanza oscura e malinconica, +mentre la luna piena splende in quel +cielo trasparente, e illumina della sua magica +luce queste moli gigantesche della +città eterna?</p> + +<p>Bisogna girare per Roma, al lume di +luna, evocando i morti che non tardano +a sorgere tutti dalle loro tombe, imperatori +e re, guerrieri e poeti, papi e tribuni, +cardinali e nobili del medio evo, per rianimare +tutte queste rovine.</p> + +<p>Saliamo al palazzo dei Cesari, i cui ruderi +giganteschi, colonne, archi, mura, sorgono +dai cespugli. Abbiamo sotto i nostri piedi +illuminato magicamente dalla luna, il Colosseo, +simbolo della storia grandiosa di +Roma imperiale, quasi gigantesca conca +granitica, in cui sembra questa Roma abbia +radunato tutto il sangue della storia universale;<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[284]</a></span> +di fianco sorge l'arco di Costantino, +limite di separazione fra il mondo pagano +ed il Cristianesimo; più in là l'arco +trionfale di Tito, limite di separazione fra +il Giudaismo ed il Cristianesimo; dovunque +lo sguardo si spinga, s'imbatte in rovine +della storia, e tutto è silenzioso, tutto tace. +Nelle rovine del palazzo dei Cesari non si +ode che il grido della civetta. Quanti avvenimenti +si avvicendarono in questi luoghi! +Quante persone si aggirarono in queste +sale imperiali! Augusto, Tiberio, Caligola, +Nerone, Tito, Domiziano, gli Antonini, Eliogabalo, +gli dei della terra ed i suoi demoni. +Qui regnarono tutte le passioni; +virtù e vizio, generosità, follia, saggezza, +malizia infernale; qui si provarono tutti i +sentimenti che cuore umano può albergare. +Qui il mondo fu governato, torturato, sciupato, +giocato in una notte. Qui regnarono +persone di ogni età e di ogni sesso; vecchi +e donne; uomini e ragazzi; schiavi ed eunuchi; +qui tutti dettarono leggi. Ora tutto +è morto e silenzioso, quando non si sente +il grido della civetta che svolazza sotto +le volte cadenti. Volgiamo lo sguardo alla +parte opposta verso la città eterna; splendono +migliaia di lumi, ma essa tace. Centinaia +di cupole, di torri, di colonne, di +obelischi s'innalzano verso il cielo azzurro, +rischiarate dalla luna; di quando in quando<span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[285]</a></span> +si sente il suono di una campana. Tranquillità +magica, profonda, quasi il tempo +stendesse su questa Roma un velo impenetrabile +di silenzio e di pace.</p> + +<p>Due colonne emergono nella notte da +quel labirinto di case, sormontate da due +statue di bronzo, che rappresentano i patroni +della città, dopochè ne discesero gli +imperatori. Sono gli apostoli S. Pietro e +S. Paolo, che hanno preso posto sulle colonne +di Antonino e di Traiano; il primo +colle chiavi in mano come conquistatore +del cielo, di cui può aprire e chiudere le +porte; il secondo con la spada in pugno, +come conquistatore della terra. Stanno +questi due guardiani di Roma nel silenzio +della notte, nella aerea loro dimora, dominando +tutte le rovine e tutti i palazzi.</p> + +<p>Forse stanno preparando una solenne +allocuzione o una lode a Maria, perchè fra +poco non saranno più soli a dominare +Roma; a giorni sorgerà sopra una terza +colonna un'altra figura, una bella vergine +coronata di stelle sopra una mezza luna. +Già si vede sulla piazza di Spagna l'antica +colonna pagana sormontata da un casotto +di tavole. Furono già poste le fondamenta +e benedette solennemente; gli operai stanno +di già lavorando a lustrarne il fusto, e gli +artisti nei loro studi stan preparando la statua<span class="pagenum"><a name="Page_286" id="Page_286">[286]</a></span> +della Vergine Immacolata che Pio IX +vuole innalzare su quella colonna.</p> + +<p>Roma l'8 dicembre 1854 assunse tutto +ad un tratto l'aspetto di Nicea. Due cento +cinquantacinque vescovi e prelati, convocati +da tutte le parti del mondo, un +popolo di vecchi, un'assemblea di patriarchi +dell'orbe cattolico, uomini simili a Matusalem +e Noè, vi si erano radunati. Ovunque +si andasse, ci si aggirava come tra +apostoli, padri della Chiesa e papi risorti. +In quelle stesse strade che pochi anni prima +brulicavano delle bandiere tricolori della +libertà moderna, non si scorgevano più +che le teste di Medusa antiche e canute +dei vescovi della Spagna, del Portogallo, +del Brasile, dell'Irlanda, dell'Austria, delle +Indie, della Scozia, della Francia; si sarebbe +potuto credere che per una magia +il tempo fosse tornato indietro di alcuni +secoli e fosse risorta la Roma del medio +evo con un concilio lateranense.</p> + +<p>Fu l'8 dicembre 1854 che Pio IX proclamò +solennemente il dogma dell'Immacolata +Concezione. Fu questa la conclusione +gesuitica delle riforme del papa, una +volta intellettuale e liberale. Su queste riforme +del 1847 e sulla rivoluzione, cui diedero +origine, sorgeranno quella colonna e +quella Madonna, per insegnare ai posteri<span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[287]</a></span> +come ogni cosa al mondo rapidamente si +trasformi.</p> + +<p>Fra non molto la Madonna di piazza di +Spagna, di fronte al palazzo di Propaganda, +terrà compagnia ai due apostoli, e molte +cose avrà da raccontar loro e da lamentare +con loro; poichè in ogni modo sarà +anche essa la Madonna più recente, e in +certo modo figliastra della rivoluzione. Ma +dimenticavo la sorella maggiore di lei, che +già sorge sulla più bella colonna di Roma, +e che da due secoli e mezzo tiene compagnia +ai due apostoli. E' questa la Madonna +di S. Maria Maggiore, collocata sulla +grandiosa colonna corinzia dell'antico tempio +della Pace. Essa è figlia della restaurazione +della religione cattolica, eretta nel +1614; una maestosa Madonna di bronzo, +che fu spettatrice della guerra de' trent'anni. +Quanto dovrà meravigliarsi, quando +vedrà sorgere la giovane sua sorella in +atto di implorar protezione!</p> + +<p>Ho adempito ora al mio compito: avevo +promesso ai miei amici di presentare loro +una varietà di figure romane, le une più +degne di attenzione delle altre; e ora non +mi è possibile salire più alto, a meno che +non voglia salire al cielo sulle ali degli +angioli, e sulle nuvole, con quegli uomini +e quelle donne che Pio IX ha santificati in +questo stesso anno. Ma un tal volo d'Icaro<span class="pagenum"><a name="Page_288" id="Page_288">[288]</a></span> +è pericoloso; ci contenteremo di rimanere +presso S. Pietro e S. Paolo, perchè anche +la loro dimora aerea, in cima ad una colonna, +è pur sempre più ferma e più sicura +delle nuvole.</p> + +<p>«Ma», mi domandava un amico, «che cosa +ne pensate? verrà un giorno, in cui S. Pietro +e S. Paolo scenderanno dalle loro colonne, +e fuggendo per le porte di Roma, s'incontreranno +nel Salvatore, che dirà loro: «<i>Domine, +quo vadis?</i>» Quale pazzia fare una +simile domanda! ma maggior pazzia sarebbe +il rispondere. Poichè, diceva il savio +Apollonio di Tiana, convien prestar fede a +Sofocle, che ha detto stupendamente:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i2">«vecchiezza e morte<br /></span> +<span class="i0" >Soli ignoran gli dei; le umane cose<br /></span> +<span class="i0">Tutte tramesce onnipossente il tempo».<br /></span> +</div> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[289]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"><a name="STORIA_DEL_TEVERE" id="STORIA_DEL_TEVERE"></a>STORIA DEL TEVERE.<br /> +<span class="small">(1876).</span></h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[291]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter">Storia del Tevere.<br /> + +<span class="small"> +(1876).</span></h2> + +<p class="right">Caeruleus Tibris, coelo gratissimus +amnis (<span class="smcap">Virgilio</span>).</p> + +<p>Per un istante il mondo civile fu compreso +di sgomento al pensiero che il Tevere +stesse per scomparire da Roma, e che al +posto delle sue sacre onde che si svolgono +in dolci curve sotto sei vecchi ponti, e traversano +una parte della sublime città,—non +fosse più visibile che un magro ruscello, +o un canaletto melmoso, o una via +tra due monotone file di case.</p> + +<p>Questo bizzarro, o, come lo chiamano +oggi a Roma, questo fanatico progetto fu +preso da Garibaldi al gran Giulio Cesare. +Come il valoroso generale ebbe compiuto le +titaniche lotte della sua esistenza, combattute +contro i mostri della tirannide che straziavano +la sua patria, venne a Roma per +intraprendere l'ultima fatica, a simiglianza<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[292]</a></span> +di Ercole: e domare il divino fiume Tevere +che nemmeno dai Cesari era stato vinto. +Egli somiglia ora al vecchio Faust che +si dà a coltivare i campi, a prosciugare +paludi, a bonificare terreni.</p> + +<p>Un uomo, infatti, che come lui aveva consacrata +tutta la vita ad un'opera di distruzione +di un vecchio mondo, e di ricostruzione +di un nuovo stato di cose, nel campo +politico e sociale, difficilmente avrebbe potuto, +almeno io credo, nella sua azione indefessa, +sentire, come noi sentiamo, il fascino +delle memorie storiche e la santità dell'espressione +monumentale, di cui per secoli +si è improntata la città di Roma. Egli non +contemplò forse mai Roma dalla cima di Monte +Mario o dal Gianicolo col sentimento +profondo di venerazione di Cola di Rienzo, +del Petrarca, di Flavio Biondo, oppure di +Gibbon e di Niebuhr; egli non pensò, fissando +lo sguardo sulla maestosa corrente +del Tevere, che cosa sarebbe divenuta +Roma, l'eterna città, senza il suo fiume!</p> + +<p>Togliere il Tevere a Roma sarebbe più +che togliere gli occhi ad un volto umano, +e lasciare al loro posto le vuote occhiaie. +Sarebbe strappare violentemente alla divina +metropoli, se non l'anima, almeno il pensiero. +Sì, il Tevere è il vivo pensiero di Roma; +se lo si deviasse e si colmasse il suo letto, +non sarebbe più possibile concepire con<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[293]</a></span> +esattezza la configurazione e la forma di +Roma; molti luoghi, cui son collegati ricordi +di leggenda o di storia, diverrebbero +d'un tratto irriconoscibili, e Roma sarebbe +ridotta ad un palinsesto, del quale nessuno +potrebbe decifrare la primitiva scrittura.</p> + +<p>Finchè il Tevere attraversa Roma e la +sua classica campagna, esso è un fiume +sacro della civiltà; è il Nilo dell'Occidente. +La leggenda fa anche nascere dalle sue +stesse acque il dominio mondiale di Roma; +furono le sue acque che deposero Romolo +e Remo presso le radici dell'albero di fico, +sotto il Palatino; e così fu fondata Roma. +Sulle rive del Tevere furono edificati i +templi ai due fondatori del secondo impero +romano: San Pietro e San Paolo; +e nei flutti del Tevere fu sommerso, secondo +la leggenda, il simbolo originario +della religione giudaica: il candelabro dai +sette bracci del Tempio di Gerusalemme.</p> + +<p>Mille memorie dei tempi antichi e medioevali +si specchiano nel Tevere. Il Ponte +Sant'Angelo, sul quale da più di mille anni +i popoli dell'Occidente passano per peregrinare +a San Pietro, e Castel Sant'Angelo, +lì presso, costituiscono essi soli due cronache, +nelle quali è racchiusa tutta la storia +del Medio Evo. Che sarebbe di loro, se il<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[294]</a></span> +Tevere cessasse di scorrere sotto le arcate +di quello, sotto le mura di questo?</p> + +<p>A sua volta ognuno degli antichi ponti +della città di Roma è una via della storia; +sotto i loro archi si direbbe che scorra il +fiume stesso del tempo. Chi, stando sul +Ponte Cestio—che unisce l'isola al Trastevere—può +contemplare senza commozione +profonda l'indescrivibile aspetto di +Roma che si stende sulle due rive, co' suoi +antichi templi, le rovine del palazzo dei Cesari, +le brune torri del medioevo, le arcate +spezzate dei ponti, le innumerevoli chiese, +le case vetuste e singolari,—e tutto questo +riflesso, come per un raggio sublime, nella +dolce, bionda, luminosa acqua del fiume? +E si dovrebbe un giorno, da quel punto +stesso, contemplare una strada, su cui, fra +due pareti di pietra, corressero le vetture +e i carri?</p> + +<p>E l'Aventino colle sue verdi e ripide pendici, +e il Campidoglio non dovrebbero più +dominare la maestosa corrente? La Ripa +romea o grande, la Ripa greca, l'antichissima +Marmorata non dovrebbero più trovarsi +se non nei libri degli antiquari? Il nome +di Trastevere diverrebbe dunque ironia? +Le gialle ripe dell'Acqua Acetosa e dei +monti Parioli, dove il Tevere ricorda veramente +il Nilo, e dove dopo aver ricevuto +l'Aniene selvaggio, si avanza in<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[295]</a></span> +tutta la sua maestà per fare il suo ingresso +solenne in Roma: tutto ciò dovrebbe sparire, +perdersi nella sabbia? E la Basilica +di San Paolo, là dove il Tevere ha ancora +barche a vela, verrebbe a trovarsi +sul limite di una strada polverosa?</p> + +<p>È assurdo parlare con serietà di un simile +progetto. L'antico dio fluviale non si lasciò +domare nemmeno da Achille. Come in +Omero lo Scamandro atterrito ricorse a Giunone +contro le violenze di Vulcano; un simile +timor panico poteva incutersi al dio Tevere +minacciandolo di morte per esaurimento: +così esso fu punito del suo formidabile +scoppio d'ira nel dicembre 1870. Questo +anno fatale per le immani catastrofi, l'anno, +in cui precipitò l'impero del terzo Napoleone, +in cui si costituì novamente l'Impero +tedesco, in cui il debole Pio IX si +lasciò riconoscere dal Concilio l'attributo +della divinità, poco prima di perdere la +sua potenza temporale, quest'anno portò a +Roma una delle più terribili inondazioni. +Il Tevere, dicono a Roma, ha sempre predetto +i grandi avvenimenti, o la sua onda +li ha di poco seguiti. <i>Vates</i>, veggente, lo +chiamò Plinio.</p> + +<p>La corrente uscì subitamente dalle sue +rive sulla via Flaminia il 28 dicembre, alle +cinque del mattino e, subito, tutta la parte +bassa della città fu sommersa dalle onde.<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[296]</a></span> +L'acqua si incanalò, limacciosa e cupa, pel +Corso, e giunse a via del Babuino fino a +Piazza di Spagna. Tutto Campo Marzio, +la Lungara, Ripetta, il Ghetto furono coperti +dalle acque; la bellissima Piazza del +Popolo si cambiò in un lago, dal quale +emergeva solitario l'obelisco di Eliopoli, +la cui base, fino ai leoni che gettano acqua +dalla bocca, era del tutto coperta dai flutti. +Si andava per il Corso e per le altre strade +in barchetta, come nei canali di Venezia. +I danni si calcolarono a parecchi milioni.</p> + +<p>I bacchettoni gridarono subito che era +quello il dito di Dio, effetto della scomunica +di Pio IX; l'infallibile pontefice poteva +ben crederlo, sebbene egli stesso avesse +provocato in Roma una più violenta inondazione.</p> + +<p>Ogni volta che le cronache medioevali +accennano alle piene del Tevere, parlano +anche di un mostruoso drago, o serpente +d'acqua, che avrebbe provocato la piena, +scatenando le onde sulla città; ma questa +volta l'inondazione fu accompagnata dalla +visita di un nobile re, Vittorio Emanuele; +fu essa che lo condusse nella città, offrendogli +un pretesto per la prima un po' imbarazzante +visita. Egli giunse la mattina +del 31 dicembre, e scese al Quirinale. Venuto +a prender possesso della città di Roma +in nome dell'Italia, la trovò allagata e<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[297]</a></span> +desolata, come l'aveva rappresentata un +giorno Cola di Rienzo nelle sue allegorie. +A mezzogiorno si fece condurre, avendo +a fianco Lamarmora, per le vie di Roma, +sfigurata e melmosa, e pur prodiga a lui +di caldissime acclamazioni: firmò al Quirinale +il primo decreto datato da Roma, +col quale prendeva atto del plebiscito romano. +La sera ripartì per Firenze. Il papa +non visitò la sua Roma sofferente, ma +restò come <i>prigioniero</i>, chiuso nel suo Vaticano, +guardando pensieroso il diluvio dalle +alte finestre.</p> + +<p>Questa inondazione del 1870 eternamente +memorabile riportò sul tappeto +un'antichissima e vessata questione: come +por fine ad un male che spesso si ripeteva +con grave danno della città, la quale, per +di più, stava per divenir sede del governo +italiano? Ai molti e gravi ostacoli di ogni +maniera che si dovevano vincere, si unì +anche la minaccia perpetua di un'inondazione +del Tevere. Il Governo italiano, +ed anche il Municipio di Roma (decreto +reale 1<sup>o</sup> gennaio 1871), nominarono delle +commissioni che studiassero e riferissero +sui loro lavori intorno a questo +problema; oggi possediamo stampati i risultati +di questi studii, ma non sono decisivi. +Disegni e progetti furono presentati +in gran quantità allo scopo di regolare e<span class="pagenum"><a name="Page_298" id="Page_298">[298]</a></span> +tener a freno la corrente del Tevere, e a +questi molti altri progetti si aggiunsero, +periodicamente rinascenti di secolo in secolo, +e vertenti sul collegamento di Roma +al mare, sul rinnovamento del porto di +Traiano, sul prosciugamento delle paludi +pontine, sulla bonifica dell'agro romano.</p> + +<p>Dal 1870 la letteratura relativa al corso +del Tevere si è considerevolmente aumentata. +Da quell'epoca sono stati pubblicati +più di 80 nuovi scritti, sul problema del +Tevere, da ingegneri, tecnici, professori +di matematica e di scienze naturali. A +questi studî zelanti non fu estraneo Garibaldi +che si interessò sempre della questione; +e questo è già un merito non indifferente +pel grande uomo, non diminuito +dal fatto che i suoi progetti non offrivano +possibilità di pratica attuazione.<a name="FNanchor_65_65" id="FNanchor_65_65"></a><a href="#Footnote_65_65" class="fnanchor">[65]</a></p> + +<p>La letteratura sul Tevere non data solo +dal 1870, ma segue la storia delle piene +del fiume e, come vedremo, non è possibile +rintracciarla oltre l'anno 1495. Da +quest'anno, famoso per la grande inondazione, +al tempo di Alessandro VI Borgia, +essa ha proceduto senza interruzione, poichè +<span class="pagenum"><a name="Page_299" id="Page_299">[299]</a></span> +ogni nuova manifestazione della collera +del fiume ha risollevato sempre il +problema e ha dato origine a scritti sull'argomento.</p> + +<p>Il benemerito bibliotecario dell'Alessandrina +di Roma, Enrico Narducci, ebbe la +felice idea di riunire in un catalogo tutti +gli scritti sull'argomento, così pubblicò il +suo <i>Saggio di Bibliografia del Tevere</i>.<a name="FNanchor_66_66" id="FNanchor_66_66"></a><a href="#Footnote_66_66" class="fnanchor">[66]</a> +La biblioteca dell'antico <i>Pater Tiberinus</i> +non conta oggi meno di 412 numeri di scritti +di ogni specie e natura; di epigrafia, storia, +geografia, archeologia, tecnica, epigrammatica, +poesia, e via dicendo, ed anche di +bolle e editti papali;<a name="FNanchor_67_67" id="FNanchor_67_67"></a><a href="#Footnote_67_67" class="fnanchor">[67]</a> e in essa si ha uno +specchio delle facoltà scientifiche ed immaginative +di parecchi secoli. Se il Narducci ha +compilato questo catalogo con grande cura +ed amore, talchè merita non piccola lode +per questo lavoro bibliografico, che per la +sua rarità ed importanza è tale da destare +<span class="pagenum"><a name="Page_300" id="Page_300">[300]</a></span> +grande interesse in ogni bibliofilo, esso +però non può chiamarsi completo, perchè +anche alla ricerca più diligente qualche +scritto doveva necessariamente sfuggire.</p> + +<p>Da tutte queste fonti letterarie si potrebbe +ricostruire una vera storia del Tevere, e +trattarla sotto varî punti di vista. Il primo +sarebbe quello fisico, e sotto questo aspetto +la questione è stata esaurientemente trattata. +Giuseppe Ponzi, professore di storia +naturale a Roma e senatore del Regno, +ha pubblicato scritti di questo genere fin +dall'anno 1860: una <i>Storia geologica del +Tevere</i> e una <i>Storia naturale del Tevere</i>, +degli studii sul suo delta, con la riduzione +in scala più piccola delle carte idrografiche +e topografiche del Canevari.</p> + +<p>Un'altro punto di vista sarebbe quello +topografico-storico, e si ricollegherebbe alla +storia naturale del Tevere, sebbene la descrizione +dell'aspetto del territorio di Roma, +nei tempi preistorici, debba essere lasciata +alla fantasia dei poeti (come ha tentato +l'acuto Ampère nella sua <i>Histoire Romaine +à Rome</i>), in tempi in cui il Soratte +era un'isola, Monte Mario un promontorio, +ed isole erano i sette colli; tuttavia le più +antiche condizioni topografiche dell'origine +e della conformazione di Roma in rapporto +al Tevere possono essere ben comprese e +ricostruite.<span class="pagenum"><a name="Page_301" id="Page_301">[301]</a></span></p> + +<p>Voglio solo ricordare il prosciugamento +delle depressioni più antiche, come il Velabro +ed il Foro, che costituisce la prima +lotta che Roma abbia sostenuto contro +il Tevere; i rapporti dell'antica fortezza +capitolina, dell'<i>Arx</i>, col fiume; l'opera di +costruzione delle cloache della città, e finalmente +la costruzione dei ponti.</p> + +<p>Dall'anno 1530 fino ad oggi la storia +delle inondazioni del Tevere è stata accuratamente +trattata in relazione alle cause +delle inondazioni stesse. Questa storia rappresenta +la desolazione della città di Roma +per opera di quel fiume stesso cui essa +deve la sua origine, e che mai ha potuto +tenere a freno. Strano a dirsi, la capitale +del mondo maltrattata da un fiume che è +tra i più piccoli d'Europa!<a name="FNanchor_68_68" id="FNanchor_68_68"></a><a href="#Footnote_68_68" class="fnanchor">[68]</a> E non poterono +averne ragione nè gli imperatori romani, +dominatori di una metà del mondo, +che provvidero Roma e le provincie di ingenti +costruzioni, strade, canali e porti, nè +i loro successori, i papi. E questo rapporto +di Roma col Tevere ci sembrerà tanto +più strano, se penseremo alla piccola Olanda +che sostenne col mare le sue lotte titaniche +<span class="pagenum"><a name="Page_302" id="Page_302">[302]</a></span> +e vittoriose. Il fiero fiume, in apparenza +così mite, rimase effettivamente il solo +ribelle dell'Impero Romano, di cui sempre +derise ogni sforzo diretto a domarlo!</p> + +<p>La storia delle sue inondazioni comincia +con lo sbarco dei gemelli Romolo e Remo, +quindi con l'origine mistica di Roma, e prosegue, +naturalmente con molte lacune, attraverso +i lunghi secoli della Repubblica +e dell'Impero, secondo i dati degli antichi +scrittori.</p> + +<p>Ogni straripamento del Tevere spaventava +gli antichi romani come prodigio, +come presagio di gravi avvenimenti, o +come minaccia dell'ira divina: e questo +pregiudizio continuò sotto il dominio dei +papi. Per lo più all'inondazione seguivano, +per le acque rimaste stagnanti qua e là, +gravi malattie con febbri pestilenziali nella +popolazione.</p> + +<p>Livio dice più di una volta che queste +inondazioni, ai tempi della Repubblica, spargevano +un vero terrore nel popolo e riporta +che per l'espiazione si consultavano +i libri della Sibilla e venivano ordinati pubblici +sacrifici e preghiere. Sotto l'imperatore +Ottaviano il fiume visitò nuovamente +la città e danneggiò gravemente parecchi +edificii nel Campo Marzio.</p> + +<p>Il popolo superstizioso attribuì una volta +(22 a. C.) questo sinistro al fatto che Augusto<span class="pagenum"><a name="Page_303" id="Page_303">[303]</a></span> +non aveva rivestito l'autorità consolare. +Si sollevò allora sdegnato e minacciò +di incendiare la Curia, dove si teneva +chiuso il Senato, se questo non avesse subito +creato Augusto dittatore e censore +a vita. Così un'inondazione del Tevere contribuì +a rafforzare il potere monarchico. +Ricordiamo i versi di Orazio:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Vidimus flavum Tiberini, retortis<br /></span> +<span class="i0">Litore etrusco violenter undis,<br /></span> +<span class="i0">Ire dejectum monumenta regis<br /></span> +<span class="i0" style="margin-left: 5.5em;">Templaque Vestae.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>I danni prodotti dal Tevere nella parte +bassa di Roma furono già nell'antichità +assai gravi. Più volte il Ponte Sublicio, +allora il più importante, fu rovinato dalla +corrente. Si pensò al modo di por rimedio +a questo danno; ma poichè non sappiamo +che cosa abbiano progettato gl'ingegneri +di Roma del tempo della Repubblica, possiamo +dire che la storia della questione +del Tevere cominci veramente con Cesare.</p> + +<p>Fra i giganteschi progetti di lui eravi +quello di deviare il corso del fiume da +Roma, in modo che, girando intorno al +Gianicolo, andasse poi a scaricarsi nel mare +attraverso le Paludi Pontine presso il capo +Circeo, invece che ad Ostia. La morte di Cesare +impedì la realizzazione di questo progetto, +come di molti altri. Se fosse stato +eseguito, non solo sarebbe mutata la configurazione<span class="pagenum"><a name="Page_304" id="Page_304">[304]</a></span> +della città, ma avrebbe subìto +grandi alterazioni anche la sua storia, +cambiando praticamente i suoi rapporti +coll'Italia meridionale.</p> + +<p>Il successore di Cesare, Augusto, riprese +ad occuparsi della questione del Tevere, +ma in proporzioni più modeste. Egli +nominò una Commissione di più che 700 +tecnici, ma non ne risultò che un ripulimento +del letto del fiume, e la creazione +di una magistratura permanente i: <i>curatores +alvei et riparum Tiberis</i>. Augusto +stesso coprì questa carica, ed Agrippa fu +<i>Curator Tiberis</i> a vita.</p> + +<p>La leggenda giudea favoleggiò allora +che il primo imperatore di Roma avesse +fatto rivestire il letto del fiume con lastre +metalliche.</p> + +<p>L'inondazione del 14 d. C. fece prendere +a Tiberio altre misure; egli affidò lo +studio della questione ai senatori Ateio Capitone +e Lucio Arunzio, e nominò una commissione +di cinque senatori da scegliersi +ogni anno per la sorveglianza del fiume. +Questi si trovarono una volta d'accordo +nel disegno di deviare l'acqua della Chiana +(che esce dal lago di Chiusi e si gettava +anticamente nella Paglia, e con questa +nel Tevere) nel letto dell'Arno, ma i fiorentini +si opposero, e il Senato rigettò il +progetto. Oggi il senatore Francesco Brioschi,<span class="pagenum"><a name="Page_305" id="Page_305">[305]</a></span> +uno dei più attivi membri della Commissione +per la sistemazione del Tevere, +chiama questo la prima idea di un reale +rimedio, che l'antichità abbia avuto in proposito.<a name="FNanchor_69_69" id="FNanchor_69_69"></a><a href="#Footnote_69_69" class="fnanchor">[69]</a> +Nel secolo <span class="smcap">xvi</span> i Medici di Firenze +ripresero quest'antico progetto e, +dopo importantissimi lavori idraulici, la +Chiana fu finalmente portata nell'Arno.</p> + +<p>Sotto l'imperatore Claudio, come afferma +un'iscrizione scoperta a Porto nel 1836, per +questo nuovo porto del Tevere furono scavati +dei canali dal fiume al mare (<i>Emissisque in +mare urbem inundationis periculo liberavit</i>). +Nerone, nel suo pensiero delirante, +concepì anche il disegno di condurre il +Tevere a scaricarsi nel golfo di Napoli. +Traiano riprese i lavori dei canali di Claudio, +dopo che una piena aveva desolato +Roma, e da lui ebbe nome il canale di +Fiumicino (<i>Fossa Trajana</i>), che è il solo +rimasto navigabile, mentre il braccio sinistro +del Tevere, naturale, si interrava +presso la foce.</p> + +<p>Aureliano che circondò Roma di quelle +storiche mura, alle quali, principalmente +nei primi secoli del medioevo, essa dovette +la sua conservazione e i papi la loro +indipendenza, fu l'ultimo imperatore romano +<span class="pagenum"><a name="Page_306" id="Page_306">[306]</a></span> +che ebbe cura di pulire il letto del fiume +e di arginare le rive.</p> + +<p>Dal tempo di Claudio in poi, i <i>Curatores</i> +si limitarono a questi lavori immediati di ordine +pratico, e Plinio, in un passo ove parla +dell'arginatura del fiume, afferma che era +divenuto difficile passare da una riva all'altra +(<i>Hist. Natur.</i> III. 5). Ogni grandioso +progetto fu abbandonato.</p> + +<p>Il Brioschi scrive: «L'antica Roma, che +tanto dovè soffrire delle inondazioni del +Tevere, non ci ha lasciato nulla di durevolmente +utile contro le inondazioni stesse; +essa non ci ha lasciato alcun esempio da +seguire, non ci ha additato alcuna strada +che potesse condurre alla soluzione del +problema».</p> + +<p>Le cause più gravi dei ripetuti straripamenti +del fiume vanno senza dubbio ricercate +nella quantità d'acqua portata a +lui dai fiumi Paglia, Nera ed Aniene. Ultimamente +vi si è aggiunta anche quella +quantità d'acqua che i molti acquedotti +dell'interno della città versano nel fiume +ed è anche possibile che vi abbia contribuito. +Ma anche quando i Goti assediarono +le città e distrussero le condotture d'acqua, +le inondazioni non cessarono, furono +anzi in quegli anni molto gravi: bisogna +però anche tener conto del fatto, che dopo la +caduta dell'impero romano e dopo la scomparsa<span class="pagenum"><a name="Page_307" id="Page_307">[307]</a></span> +del Senato e di tutte o della più gran +parte delle autorità preposte alla cura ed +all'amministrazione della città, non fu fatto +più nulla per lo spurgo dell'alveo e per l'arginatura +del fiume.</p> + +<p>Col vi secolo dell'èra nostra cominciano, +con alcune lacune, nelle cronache medioevali +i racconti delle inondazioni. Una delle +più terribili avvenne nel novembre 589, +sotto Pelagio II, e fu seguita dalla peste.</p> + +<p>Gregorio da Tours l'ha descritta: in seguito +ad essa caddero dalle fondamenta +gli antichi granai dell'Aventino e molti +edificii del Campo Marzio. Miracolosamente +il Panteon resistè, quantunque da tanti +secoli si fosse trovato assai spesso in così +grande pericolo, cui edifici men solidi non +avrebbero potuto resistere.</p> + +<p>Molte volte questa magnifica Rotonda +d'Agrippa fu inondata a tale altezza, che +si doveva andarvi per mezzo di barche, +giungendo la piena fino all'altar maggiore.</p> + +<p>Non voglio qui ripetere la storia delle +piene del Tevere nel medio evo: da parte +dello Stato nulla più venne fatto per la prevenzione +del male; gli argini anzi avvallarono<a name="FNanchor_70_70" id="FNanchor_70_70"></a><a href="#Footnote_70_70" class="fnanchor">[70]</a>, +il letto del fiume si alzò, cosicchè i +<span class="pagenum"><a name="Page_308" id="Page_308">[308]</a></span> +danni sofferti dalla parte bassa della città dovettero +essere più rilevanti che nei tempi precedenti. +Più volte, narrano i cronisti, ponti e +porte furono smantellati. Il crollo d'un antico +portico presso S. Marco (Porticus Palacinae) +fu opera d'una piena dell'anno +791, ed ancor oggi alcuni avanzi di ponti +che si trovano nel letto del fiume stanno a +ricordare le inondazioni. La piena penetrava +quasi sempre, come nel decembre +1870, dalla Porta del Popolo (Flaminia) e +irrompeva furiosa nella via Lata, l'attuale +Corso, giungendo fino alle falde del Campidoglio. +I mesi delle inondazioni erano da +novembre a febbraio, fra i quali pericolosissimo +il primo.</p> + +<p>Dal <span class="smcap">ix</span> al <span class="smcap">xiii</span> secolo la storia delle piene +è assai monca, non perchè il fiume visitasse +meno spesso la città, ma perchè le +cronache non ne parlano. Il 1<sup>o</sup> febbraio 1230 +Roma fu colpita da una inondazione spaventosa. +Era allora papa, Gregorio IX, il +vivacissimo nemico del gran Federico II di +Hohenstaufen. Egli si trovava fuggiasco a +Perugia, quando la repubblica di Roma si +levò in arme contro di lui. L'improvvisa +<span class="pagenum"><a name="Page_309" id="Page_309">[309]</a></span>inondazione fece sui Romani l'effetto che +già aveva fatto su di essi al tempo di Augusto; +preso da superstizioso spavento, il +popolo mandò legati al Papa supplicandolo +di ritornare a Roma. Egli tornò e trovò la +città immersa nella desolazione, cercò di sollevarla, +fece ricostruire il ponte dei Senatori +(oggi Ponte Rotto) che era stato abbattuto +dalle acque, fece ripulire i canali di scolo +otturati, e altri ne costruì.</p> + +<p>Quarantasette anni dopo, il 25 novembre +1277, mentre la Santa Sede era vacante e il +collegio dei Cardinali riunito a Viterbo doveva +eleggere il nuovo pontefice sotto le +pressioni di Carlo d'Angiò (contro i desideri +del quale nominò poi Nicolò III Orsini), +il fiume devastò Roma nuovamente. Questa +inondazione è notevole particolarmente, +perchè con essa ha principio la non breve +serie di iscrizioni, con cui i Romani solevano +ricordare, sulle facciate delle chiese +o delle case, l'altezza raggiunta dalle più +gravi inondazioni. Ancora non esistevano +idrometri.</p> + +<p>L'iscrizione di quell'inondazione suona +così:</p> + +<p class="inscr"> +HUC TYBER ACCESSIT SED TURBIDUS HINC CITO CESSIT<br /> +ANNO DOMINI M.CCLXXVII. DIE. VI. NOV.<br /> +DIE VI. ECCLESIA VACANTE.<br /> +</p> + +<p>Il Narducci ha trovato quest'iscrizione, fino +allora sconosciuta, in un manoscritto scorretto<span class="pagenum"><a name="Page_310" id="Page_310">[310]</a></span> +della Biblioteca Angelica; essa si trovava +in una scala di marmo presso la +chiesa dei Santi Celso e Giuliano in via dei +Banchi. È ancor oggi ben conservata; io +stesso la vidi, anni fa, murata sotto un piccolo +arco, non lontano dal palazzo Cicciaporci, +sulla parete della casa che gli sta +dirimpetto. È incisa su una lunga e stretta +tavola di marmo, coi caratteri degli ultimi +tempi degli Hohenstaufen, che segnano il +passaggio al così detto carattere gotico.</p> + +<p>Gli uomini di quel tempo solevano dare +a queste notizie, che noi esprimiamo con +brevità e semplicità statistiche, un'intonazione +solenne e poetica. In ciò sta non +piccola parte dell'attrattiva dell'epoca medioevale, +come più di ogni altra cosa dimostrano +le iscrizioni funerarie. Durante +il Rinascimento, quando l'epigramma tornò +a fiorire, queste notizie sulle piene del Tevere +divennero vere e proprie graziose +poesie latine. Si soleva rappresentare sulla +lastra di marmo il fiume col simbolo di linee +ondeggianti, in mezzo alle quali appariva +una barchetta pericolante: una mano coll'indice +steso accennava l'imagine. Spesso vi +era anche una croce. Col secolo <span class="smcap">xviii</span> l'uso +dell'epigramma tiberino cessa, e prende il +suo posto la notizia nuda e cruda. Ora +poi ci si contenta di una linea che segna +il livello massimo dell'acque e delle parole:<span class="pagenum"><a name="Page_311" id="Page_311">[311]</a></span> +<i>Alluvione del Decembre 1870</i>. Per la maggior +parte tali iscrizioni furono poste sulle +facciate delle chiese del Campo Marzio, e +in particolar modo la facciata della Minerva +è da considerarsi come l'idrometro +del più lontano medioevo<a name="FNanchor_71_71" id="FNanchor_71_71"></a><a href="#Footnote_71_71" class="fnanchor">[71]</a>.</p> + +<p>Dopo l'iscrizione del 1277 troviamo una +lacuna di cento anni. L'alluvione dell'8 novembre +1376 si trovava ricordata alla Minerva, +su una lastra di marmo che è andata +perduta. Questa alluvione precedè il +più grande avvenimento dell'epoca, il ritorno +dei papi da Avignone sotto Gregorio +IX. Dal secolo <span class="smcap">xv</span>, e precisamente dal +25 Novembre 1415, possediamo la esatta +e completa serie cronologica delle inondazioni, +fino ai nostri giorni. Come esempio +dò qui un'iscrizione del tempo di Sisto IV:</p> + +<p class="inscr"> +CREVIT AD HOC SIGNUM TRANSCENDENS LIMINA TYBRIS<br /> +OCTAVA JANI, QUAE MEMORANDA DIES.<br /> +TERRITA ROMA, NOE REDEUNT NUNC TEMPORA, DIXIT,<br /> +DILUVIO, ATQUE ITERUM CORRUET OMNE GENUS.<br /> +HUNC ANNUM VERSU LONGO EST DESCRIBERE VERUM<br /> +QUAE NUMEROS SIGNAT HIC NOTA JUNCTA DOCET.<br /> +M.CCCC.LXXVI. +</p> + +<p>Alessandro VI si trovò a due grandi +alluvioni, nell'ottobre 1493 e il 5 decembre +1495. Poco dopo le onde del Tevere +dovevano trasportare il cadavere del figlio +<span class="pagenum"><a name="Page_312" id="Page_312">[312]</a></span> +di lui, duca di Candia. Suo fratello, Cesare +Borgia, lo aveva fatto trucidare e +gettare nel fiume; quel Cesare Borgia che +aveva fatto precipitare dalle mura di Castel +Sant'Angelo l'infelice Astorre Manfredi +e tante altre vittime. Al tempo del +terrore dei Borgia non passava notte che +non si trovasse qualche ucciso nelle placide +onde del fiume. Ma esso aveva trascinato +al mare ne' suoi flutti fatali anche +due imperatori romani, Massenzio e Massimo, +un papa romano, Formoso, e le ceneri +di Arnaldo da Brescia.</p> + +<p>L'alluvione dell'anno 1495 è ancora ricordata +da parecchie iscrizioni nel Campo +Marzio e cominciano in quell'epoca a pubblicarsi +in Roma scritti relativi al Tevere, +per mezzo della stampa, che già dalla +Germania era giunta a Roma.</p> + +<p>Il Narducci indicava come primo scritto di +questo genere la poesia del noto poeta popolare +Giuliano Dati dal titolo: <i>Del Diluvio +di Roma del MCCCCLXXXXV adì +IV. di Dicembre. Et daltre cose di gran +meraviglia</i>, con una incisione in legno rappresentante +l'inondazione.</p> + +<p>A questo possiamo aggiungere il componimento +poetico di un umanista tedesco. +<i>Jacobi Locher, alias Philomusi, Carmen +de diluvio Romae effuso. Ibid. Dec. 1495.</i></p> + +<p>In questo tempo sembra si siano riprese<span class="pagenum"><a name="Page_313" id="Page_313">[313]</a></span> +le ricerche tecniche sulla questione del Tevere; +Bramante, a quel che pare, diede il +consiglio di ritrarre sui colli la Roma abitata, +e fece il progetto dei lavori. La spesa +per questo progetto, che è restato assai +oscuro, era stata preventivata in un milione +di scudi, per il che Leone X non ne fece +poi niente. Il lettore potrebbe stupirsi +che al tempo di Nicolò V, qual grande +ideatore di progetti sull'edilizia romana, +che voleva perfino render navigabile l'Aniene, +non si sia pensato a provvedere al +fiume, ma ciò si spiega pensando che il +Tevere sotto il suo pontificato si mantenne +abbastanza tranquillo.</p> + +<p>Ci fu un'inondazione sotto Leone X nel +1519; poi la più terribile di tutte quelle avute +sin'allora, quella dell'8 ottobre 1530. Era +pontefice quel disgraziato Clemente VII, sul +quale un destino crudele sembrò dilettarsi +a radunare ogni sorta di sventure; tre +anni prima egli aveva assistito al sacco +di Roma. I contemporanei ci hanno lasciato +descrizioni complete di quest'ultima inondazione. +Vi sono anche parecchie iscrizioni +che vi si riferiscono. Eccone una:</p> + +<p class="inscr"> +SEPTIMUS AURATUM CLEMENS GESTABAT ETRUSCUS,<br /> +ARTE PEDUM SALIIT QUAM VAGUS VSQUE TIBER<br /> +QUIPPE MEMOR CAMPI, QUEM NON COLUERE PRIORES<br /> +AMNIBUS EPOTIS IX NOVA TECTA RUIT.<br /> +VTQUE FORET SPATII IMPLACABILE ULTOR ADEMPTI<br /> +ET CEREREM ET BACCHUM SUSTULIT ATQUE LARES.<br /> +RESTAGNAVIT VIII. IDUS OCTOB.<br /> +AN. MDXXX.<br /></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_314" id="Page_314">[314]</a></span> +(sulle mura dell'antico convento degli Agostani +a S. Maria del Popolo).</p> + +<p>Cinquant'anni non bastarono, si disse, a +rimetter Roma dai danni che soffrì in quell'inondazione, +che raggiunse, secondo si +può rilevare dall'idrometro di Ripetta, metri +18.97.</p> + +<p>E poco prima Roma aveva subito l'invasione +dei soldati di Carlo Quinto!</p> + +<p>Allora il poeta Luigi Alamanni scrisse +il suo poema <i>Il Diluvio romano</i>, che dedicò +a Francesco I di Francia.</p> + +<p>A quel tempo risale la prima storia delle +piene del Tevere, scritta dall'auditore di +Clemente VII, Ludovico Gomez, stampata +a Roma nel 1531. Essa è la base di ogni +posteriore lavoro sull'argomento. <i>De prodigiosis +Tiberis inundationibus ab urbe +condita ad annum MDXXXI. Commentarii +Romae apud F. Minutium Calvum, Anno +MDXXXI</i>, in-4.</p> + +<p>Il secolo <span class="smcap">xvi</span> vide anche le piene del +1547, 1557, 1572, 1589, 1598; ognuna diede +occasione a pubblicazioni dei contemporanei. +Andrea Bacci, famoso medico e scienziato, +scrisse nel 1558 il suo libro sul Tevere, +nel quale tratta della natura della +corrente e delle inondazioni. Nel 1576 seguì +la <i>Tiberiade</i>, trattato del giurista +Bartolo da Sassoferrato. La piena del 24 +dicembre 1598 diede occasione ad una quantità<span class="pagenum"><a name="Page_315" id="Page_315">[315]</a></span> +grandissima di scritti, e fu la più violenta +conosciuta, raggiungendo un'altezza +di metri 19.56. La corrente sommerse il +ponte Sant'Angelo, e ne asportò i parapetti; +abbattè metà del ponte Palatino (chiamato +da allora ponte Rotto) e ruinò tutta quella +fila di case che da Tor di Nona va a Ponte +Sant'Angelo. Era allora papa Clemente +VIII Aldobrandini.</p> + +<p>Tre giorni prima era tornato trionfante +da Ferrara dove aveva preso possesso degli +Stati di Casa d'Este.</p> + +<p>Pubblicò la bolla <i>De luctuosa Tyberis</i> e +ordinò pubbliche preghiere.</p> + +<p>Un epigramma, a Castel Sant'Angelo, +ora scomparso, diceva:</p> + +<p class="inscr"> +ANNO CHRISTIANAE SALUTIS MDIIC<br /> +DIE XXIV DECEMBRIS<br /> +ERIDANI IMPERIO CLEMENS, ET PACE PER ORBEM<br /> +AUREA REDDIDERAT SAECULA, ROMA, TIBI.<br /> +CUM SUBITO TYBERIS ASSURGENS HUC EXTOLLIT UNDAS<br /> +ET TE PENE SUIS CONTUMULAVIT AQUIS.<br /> +SCILICET EXTOLLANT ANIMOS NE GAUDIA NOSTROS<br /> +TEMPERAT ADVERSIS PROSPERA QUAEQUE DEUS.<br /> +IO. FRANCISCUS ALDO BRANDINUS ARCIS HUJUS<br /> +ET. S. R. E. COPIARUM GENERALIS PRAEFECTUS POSUIT +</p> + +<p>Furono pubblicati in quell'occasione importanti +scritti del Castaldi, del Castiglione, +degli architetti Carlo e Domenico Fontana, +di Paolo Beni, e di altri, che ricercavano +le cause del male e proponevano rimedi. +Il governo pontificio prese atto dei progetti, +chiese consiglio a tutti i tecnici<span class="pagenum"><a name="Page_316" id="Page_316">[316]</a></span> +d'Italia, emanò editti e decreti, ma nulla +fece di concreto, si ricorse perfino agli +incantesimi piuttostochè alla scienza: Pio +V fece gettare nel fiume un <i>Agnus Dei</i> +di cera, e credette con questo di aver scongiurato +definitivamente nuove inondazioni.</p> + +<p>Gli scritti sul Tevere continuano nel secolo +<span class="smcap">xvii</span> in grande abbondanza. Quel secolo +contò cinque grandi piene negli anni +1606, 1637, 1647, 1660 e 1686. La terza +cadde sotto il pontificato di Innocenzo X +Pamphili, al tempo della famosa Olimpia +Maldacchini, sua cognata, il cui favorito +era un tal Conte Fiume.</p> + +<p>Ciò diede materia allo spiritoso Pasquino +per un salacissimo epigramma che fece +scoppiar dalle risa tutta Roma; vi si vedeva +raffigurata una donna nuda, delle linee +ondulate, rappresentanti le acque, giungevano +fino alla metà del corpo; e sotto +si leggeva:</p> + +<p class="center"> +<i>Fin qui arrivò Fiume.</i><br /> +</p> + +<p>Notevoli sono gli scritti di Filippo Maria +Bonini: <i>Il Tevere incatenato</i> (1663) e +dell'ingegnere Cornelio Mayer, olandese. +Ingegneri e dotti chiedevano sempre più +insistentemente che il Tevere fosse reso +navigabile e che fossero ristabiliti gli antichi +porti di Ostia e Porto. Numerose pubblicazioni +trattano l'importante questione,<span class="pagenum"><a name="Page_317" id="Page_317">[317]</a></span> +dibattuta fino ai dì nostri. Si pubblicarono +anche delle elegie sul Tevere; un poeta, +Caracci, scrisse una <i>Assemblea dei Fiumi</i> +che dedicò a Cristina di Svezia. Vi si raffigurava +un Tevere piangente, uno coronato, +uno lieto e uno festoso nello stile di quell'epoca, +in occasione di feste di nozze o per +adulare persone principesche.</p> + +<p>Già nell'anno 1545 Francesco Maria Molza +aveva fatto pubblicare la sua Ninfa Tiberina.<a name="FNanchor_72_72" id="FNanchor_72_72"></a><a href="#Footnote_72_72" class="fnanchor">[72]</a></p> + +<p>Nel secolo <span class="smcap">xviii</span> il Tevere inondò la città +negli anni 1702, 1742, 1750, 1772, 1780, +ma senza produr gravi danni. Il Brioschi +dice che nel 1742 si pensò al primo lavoro +serio e scientifico per risolvere la questione +del Tevere: la livellazione del fiume dalla +confluenza della Nera al mare, eseguito dagli +ingegneri bolognesi Chiesa e Gambarini +nel 1744, per incarico di Benedetto XIV, +e stampata a Roma nel 1746.</p> + +<p>I tecnici si erano mostrati contrarii alle +proposte di arginare le rive del fiume, dare +un'altro sfogo ai canali di scolo della città; +deviare una parte della corrente, a monte di +Roma, con uno o più canali, e accorciare +con tagli opportuni il corso serpeggiante +del Tevere al di sotto della città.</p> + +<p>Essi avevano invece consigliato di togliere +<span class="pagenum"><a name="Page_318" id="Page_318">[318]</a></span> +i mulini da Roma; di demolire i +resti dei ponti Trionfale e Sublicio, di pulire +con gran cura il letto del fiume, di dare +maggiore apertura agli archi dei ponti, di +rimuovere insomma tutti gli altri ostacoli, +tenendo conto anche di quelli prodotti dall'isola +tiberina (di San Bartolomeo).</p> + +<p>I consigli pratici di questi ingegneri, +nota Brioschi, rimasero infruttuosi, e dei +loro lavori non è rimasto che il piano +di livellamento, che ancor oggi può vantaggiosamente +venire consultato.</p> + +<p>Il <span class="smcap">xix</span> secolo conta quattro grandi inondazioni; +quelle del 1805, 1843, 1846, e del +1870. La prima accadde il 2 febbraio, mentre +Pio VII era a Parigi, ove era andato ad incoronare +imperatore Napoleone. In seguito +a quella piena, Ponte Molle, che assai aveva +sofferto, fu restaurato come oggi lo vediamo. +Nei primi decennî del secolo videro la luce +nuovi scritti sul Tevere, dei quali son degni +di memoria quelli degli archeologi romani +Carlo Fea, Nibby, Rasi e Piale.<a name="FNanchor_73_73" id="FNanchor_73_73"></a><a href="#Footnote_73_73" class="fnanchor">[73]</a></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_319" id="Page_319">[319]</a></span></p> +<p>Anche la piena del 1843 accadde nei +primi giorni di febbraio, le due ultime si +verificarono il 10 e il 28 decembre. Queste +segnano per un caso assai strano, il +sorgere e il cadere dello stesso papa, Pio IX, +l'ultimo dei papi che ha governato Roma +da monarca terreno.</p> + +<p>Quando avvenne la prima di queste inondazioni, +il 10 dicembre 1846, erano passati +solo cinque mesi dall'elezione di Mastai: il +nuovo papa festeggiava i trionfi dell'amore +e dell'entusiamo d'Italia, come non li ebbe +forse mai alcun suo predecessore. Le sue +vedute e azioni, ancora colorite idealisticamente, +si unirono con la corrente di pensiero +del tempo, per favorire quella rivoluzione +nazionale, le cui onde scatenate +dovevano poi il 20 settembre 1870 inghiottire +lo stato della Chiesa.</p> + +<p>Ma quando avvenne l'inondazione del 28 +dicembre 1870, Pio IX vide le sue devastazioni +come pontefice infallibile, ma anche +come principe detronizzato e volontario +prigioniero in Vaticano. Nello stesso tempo +Napoleone III, precipitato dal trono, giaceva +prigioniero in un castello tedesco!</p> + +<p>L'inondazione del 1870 sarà forse l'ultima +a devastare la città di Roma; se si può +supporre che il nuovo governo trovi il +vero rimedio al male. Esso ha trovato la +questione totalmente insoluta, perchè dal<span class="pagenum"><a name="Page_320" id="Page_320">[320]</a></span> +1803, sotto il governo pontificio non si +mandò innanzi la cosa: si presero solo le +misure relative al fiume dagli ingegneri +Benedetti e Venturoli; fu messo l'idrometro +a Ripetta, e diminuito il numero +dei mulini galleggianti, che datavano dal +tempo di Belisario, come asserisce Procopio.</p> + +<p>Col 1<sup>o</sup> gennaio 1871 comincia una nuova +era nella vessata questione del Tevere. Le +Commissioni di ingegneri del governo italiano +e del municipio romano gareggiarono +in attività. Ne risultarono molti lavori +tecnici e memorie degli ingegneri Canevari<a name="FNanchor_74_74" id="FNanchor_74_74"></a><a href="#Footnote_74_74" class="fnanchor">[74]</a>, +Possenti, Vescovali e Baccarini. +Furono pubblicate altre opere private: ho +già nominate quelle del Brioschi, che del +resto appartiene alla Commissione, e raccomando +ai lettori in modo speciale l'opera +del Carcani pubblicata prima del 1870, alla +quale debbo molte notizie, particolarmente +per quel che riguarda i tempi antichi.<a name="FNanchor_75_75" id="FNanchor_75_75"></a><a href="#Footnote_75_75" class="fnanchor">[75]</a></p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_321" id="Page_321">[321]</a></span></p><p>Questi studi, dice Brioschi, condussero +ad un progetto generale e tre particolari. +Il primo si accorda (prescindendo dalle condizioni +mutate) con quello che i tecnici avevano +proposto ad Augusto, e che da lui fu +cominciato ad eseguire, e fu poi tre secoli +dopo ripreso da Aureliano.</p> + +<p>Consiste soprattutto nel pulire il letto del +fiume, liberarlo dagli ostacoli e regolarizzare +la corrente. A questi si aggiunsero altri +progetti, la cui arditezza, per quel che +riguarda il costo e la grandiosità dell'impresa, +fu poi superata di molto dal progetto +di Garibaldi. Questi considerava il suo piano +sotto tre aspetti, come Giulio Cesare: liberare +Roma dalle piene; allacciare la città +al mare con un canale navigabile ed un +porto; finalmente bonificare la campagna +romana.</p> + +<p>Due ingegneri, Filopanti e Amadei, limitarono +e ridussero questo progetto, concretandolo +in queste linee: deviamento del Tevere +in un nuovo letto; arginamento di questo +nuovo letto; deviamento dell'Aniene nel +medesimo; costruzione di un porto fluviale +presso Roma; di un canale nella città e di +una strada al posto dell'antico letto, fiancheggiata +da case sui due lati.</p> + +<p>La novità e l'arditezza dell'idea di allontanare +da Roma il Tevere, l'arteria della +sua storia, fece rumore nel mondo intero,<span class="pagenum"><a name="Page_322" id="Page_322">[322]</a></span> +che non ricordava più il progetto di Giulio +Cesare. I difensori del progetto facevano +anche brillare il miraggio degli innumerevoli +tesori che si sarebbero trovati nel letto +del Tevere.</p> + +<p>Questa attraente previsione non poteva +dirsi del tutto infondata. Solo dieci anni +prima il rinvenimento dell'antico deposito +di marmi sotto l'Aventino, fatto dal Visconti, +aveva meravigliato il mondo intero, +ed ora l'aspettativa di preziose scoperte +era esaltata da quel che già si era rinvenuto +negli scavi dell'Esquilino e del Viminale, +dove erano sorti i nuovi quartieri.</p> + +<p>Nonostante tutto ciò che è stato estratto +dal secolo <span class="smcap">xv</span> ad oggi, si può affermare con +sicurezza che nel seno di Roma innumerevoli +tesori aspettano la bacchetta magica +che li porti alla luce. Il pensiero di +questi tesori nascosti eccita in modo speciale +la fantasia dei Romani; una volta, con l'autorizzazione +del governo pontificio, io stesso +ne fui testimonio, si ricercò nel Colosseo +un tesoro del quale alcuni pretendevano +di aver trovato in un libro l'esatta descrizione.</p> + +<p>E non potrebbe il Tevere nascondere tesori +nel suo seno intatto?</p> + +<p>Se l'onda del Reno nascondeva il palazzo +dei Nibelungi, come dice la leggenda, non dovrebbe +il Tevere albergare qualche antica e<span class="pagenum"><a name="Page_323" id="Page_323">[323]</a></span> +più nobile stirpe? Che cosa non rivelerebbe il +suo fondo allo sguardo dell'universo, quanto +oro, quanto marmo, quanto bronzo, quante +iscrizioni? Anche rinunziando a cercare +nel suo fango il Licnuco d'oro di Gerusalemme, +molto resterebbe a scoprire di raro +e di prezioso che vi si è affondato nel corso +dei secoli. Si narrava nel medio evo che +Gregorio Magno avesse fatto gettare nel Tevere +molte antiche statue, e questa favola +probabilmente accenna al fatto che molte +opere d'arte vi si sono, comunque, inabissate.</p> + +<p>Del resto più volte il Tevere ci ha restituito +opere dell'antichità.</p> + +<p>Lo scultore Flaminio Vacca ci dà notizie +in proposito nel suo ben noto scritto: +<i>Memorie di varie antichità, trovate in diversi +luoghi della città di Roma</i> (1594). +Sotto Clemente X fu trovato a Ripa Grande +un tesoro di monete d'oro. Già il Cardinal +di Polignac († 1741) emise il progetto di pulire +il letto del Tevere e trarne fuori gli +oggetti antichi che vi si trovano. Nel 1773 +si fecero ricerche di questo genere e il +genovese Bernardo Poch scrisse in quell'occasione: +<i>De' Marmi estratti dal Tevere +e delle iscrizioni scolpite in essi</i>. Anche +nello antico porto di Trajano furono +trovate varie antichità e così nell'Aniene. +Nel fondo di questo fiume deve ancor trovarsi<span class="pagenum"><a name="Page_324" id="Page_324">[324]</a></span> +una tavola di pietra coll'iscrizione di +Narsete, che eresse il ponte Salaro, tavola +che precipitò alla fine del secolo <span class="smcap">xviii</span>. +E quante preziose sculture che ornavano +le splendide ville che sorsero un tempo sulle +due rive, non potrebbe nascondere l'Aniene! +Il progetto di prosciugare il Tevere +per estrarne i tesori nascosti tornò in ogni +tempo ad allettare gli spiriti: lo proponeva +nel 1855 Annibale Nuvoli nel suo scritto +<i>Del Tevere</i>; e nel 1818 si era già pensato +di istituire a quello scopo una società.</p> + +<p>L'idea dunque di un mondo fatato di tesori +immersi nel fiume assicurò per un +istante un interesse fantastico al progetto +di Garibaldi. Ma quale più grande e mirabile +tesoro per Roma, del Tevere stesso? +Come rassegnarsi a perderlo per l'incerto +rinvenimento di questi tesori?<a name="FNanchor_76_76" id="FNanchor_76_76"></a><a href="#Footnote_76_76" class="fnanchor">[76]</a></p> + +<p>Ecco il giudizio del Senatore Brioschi sul +progetto di Garibaldi: «Considerandolo dal +punto di vista igienico, edilizio, e tecnico, +questo progetto non dovrebbe nel suo complesso +venire respinto, ma sotto altri aspetti +esso ha in sè qualche cosa di assolutamente +contrario alle esigenze e ai criteri della moderna +civiltà. Mentre infatti tanti stranieri +<span class="pagenum"><a name="Page_325" id="Page_325">[325]</a></span> +archeologi e storici vengono a Roma, a +passar buona parte dei loro anni per investigare +nei suoi monumenti e nelle sue +iscrizioni la vita di questo popolo che fu +il dominatore del mondo; mentre prima +cura del governo nazionale fu di prender +possesso di quelle località, dove nuovi scavi +possono condurre a nuove scoperte, e di +dare a queste ricerche un indirizzo saggio +e scientifico; sarebbe inconcepibile determinazione +quella di trattare Roma, senza +una necessità assoluta, riconosciuta e dagli +italiani tutti e dal mondo civile intero, +come una città dell'America del Sud, e +derubarla del suo più grande monumento, +di quel monumento che più d'ogni altro +ha determinato, fissato, prodotto la sua +storia. Non so se il generale Garibaldi e +i suoi collaboratori hanno pensato alle conseguenze +del loro progetto; ma io oso affermare, +e non dubito che molti saranno +con me, che, piuttosto, io mi contenterei +come Augusto, di diminuire in varî modi +la violenza delle inondazioni, o secondo il +consiglio di Bramante, riedificherei Roma +sui colli».</p> + +<p>Sembra del resto che Garibaldi stesso +abbia limitato poi il suo progetto a diminuire +la massa d'acqua del Tevere, lasciandolo +scorrere assottigliato sotto i ponti, +fra due ripe provviste di muraglioni e di +banchine.<span class="pagenum"><a name="Page_326" id="Page_326">[326]</a></span></p> + +<p>A Roma è infatti accarezzata l'idea di +costruire un Lungo Tevere che da Piazza +del Popolo conduca a Castel Sant'Angelo. +Esso potrebbe, se grandiosamente costruito +e senza badare a risparmiare i milioni, arricchire +la città di un incomparabile ornamento. +Pure non si potrebbero trovare, +io spero, molti Romani che desiderassero +di vedere trasportata a Roma la compassata +e rigida figura di Firenze moderna +coi suoi Lungarno dai monotoni parapetti +di pietra.</p> + +<p>L'Arno, che nell'estate si assottiglia tanto +da scomparire, traversa Firenze tra due +muraglioni eguali e diritti, ed ha l'aspetto +d'un canale artificiale. Il Tevere invece +ha una corrente vivace, impetuosa, piena +anche nel cuor dell'estate, e la sua bellezza +consiste appunto in questa sua natura selvaggia +e libera.</p> + +<p>Esso conserva fin dentro Roma l'aspetto +di un libero figlio dei monti, e scorrendo +nella città dei Cesari, non ha dimenticato +i verdi colli ed i campi dell'Umbria, dalla +quale discende.</p> + +<p>Al suo ingresso in città, a Porta del Popolo, +ai prati di Nerone, a Ripetta, esso +rapisce lo spettatore per la idillica e campestre +bellezza delle sue rive. In quale altra +grande città sarebbe dato vedere un fiume +così pittoresco, nel quale, presso il porto<span class="pagenum"><a name="Page_327" id="Page_327">[327]</a></span> +di Ripetta, un vecchio barcarolo, il Caronte +del Tevere, da lunghi anni traghetta i passeggeri +sulla sua antica barca coperta da un +rozzo e sghembo tetto di legno, raccomandata +ad una lunga fune? Egli lascia la riva +laggiù, presso il luogo dove è stabilito +l'idrometro, dove un giorno fu precipitato +nel fiume il duca di Candia, figlio di +Alessandro VI, e approda al più originale +e naturale di tutti gli approdi, sulla rena +della spiaggia, dalla quale si sale la ripa +su scalini, che i piedi stessi si sono creati +affondandosi nel terreno, per giungere subito, +in mezzo alla più tranquilla solitudine, +fra i verdi boschetti e le vigne.<a name="FNanchor_77_77" id="FNanchor_77_77"></a><a href="#Footnote_77_77" class="fnanchor">[77]</a></p> + +<p>Al posto di questa classica riva io non +mi rassegnerei mai a vedere dei noiosi e +monotoni Lungotevere: questo alito della +campagna e della solitudine, che penetra +fin dentro la città, dà a Roma un incanto +speciale e tutto suo.</p> + +<p>La bellezza del Tevere, entro la città, +consiste poi soprattutto nelle sue serpeggianti +volute, che i gruppi architettonici +delle sponde fanno così varie e pittoresche!</p> + +<p>Il senatore Brioschi un giorno, mentre +mi rassicurava riguardo al progetto di Garibaldi, +dicendomi che sarebbe certamente +<span class="pagenum"><a name="Page_328" id="Page_328">[328]</a></span> +caduto, riuscì ad infondermi un altro timore, +affermando che si aveva l'intenzione di +togliere al Tevere le sue più forti curve, +tagliandole opportunamente, per facilitare +la discesa della corrente. Così ora, appena +sfuggito alle arginature di Garibaldi, il padre +Tevere corre quest'altro serio pericolo!</p> + +<p>I progetti in proposito non sono ancora +definitivi ed ancora è incerto a che cosa riusciranno. +Ahimè! già nel 1871 dovemmo dire +addio per sempre all'antico, caro, storico +aspetto di Roma; così, presto o tardi muterà +anche l'aspetto del biondo Tevere. Si ricordino +però gl'Italiani di tener conto dei desiderî +di tutto il mondo civile: di non guastare +l'antico senza assoluta necessità, e di mantenere +con amore ciò che forma la bellezza +tutta particolare della città, bellezza +che non potrebbe più esserle restituita, ed +il suo incomparabile incanto storico.</p> + +<p class="center">NOTA.</p> + +<p class="small">Trent'anni sono trascorsi da quando Gregorovius +scrisse la storia del Tevere ed un altro capitolo sarebbe +da aggiungere: le belle sponde, tra le quali scorreva +libero ed indomito il <i>Pater Tiberinus</i> sono scomparse +e solo a ricordarle ci restano gli acquerelli del +Roesler Franz; hanno preso il loro posto i muraglioni +ed i lungo-tevere tanto paventati dal Gregorovius +che sono quasi compiuti ed il simulacro di Garibaldi, +che ne fu il propugnatore indefesso, sta a contemplarli +dall'alto del Gianicolo.</p> + +<p class="small">Questi giganteschi lavori hanno già dato decisivi +risultati e la città è ormai al sicuro dalle inondazioni<span class="pagenum"><a name="Page_329" id="Page_329">[329]</a></span> +che prima la invadevano periodicamente; intanto si +stanno riprendendo i progetti per assicurare la navigabilità +da Roma al mare e quella interna fino al confluente +della Nera.</p> + +<p class="small">Non fu possibile conservare alla città il suo aspetto +tradizionale, ma a giustificazione ripetiamo col <span class="smcap">Geffroy</span>:</p> + +<p class="small">«Si è sempre visto il periodo nascente infliggere +a quello che lo ha preceduto qualcuno di quei danni +che i contemporanei, attaccati alla tradizione, hanno +tenuto come sacrilegi, in attesa che altri monumenti +ed altri ricordi acquistino essi pure la dignità che +viene dall'età e cadano finalmente alla lor volta, +sospinti dalle nuove generazioni. E' la legge della +vita».<span class="pagenum"><a name="Page_331" id="Page_331">[331]</a></span><span class="pagenum"></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"><a name="LIMPERO_ROMA_E_LA_GERMANIA" id="LIMPERO_ROMA_E_LA_GERMANIA"></a>L'IMPERO<br />ROMA E LA GERMANIA +</h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_333" id="Page_333">[333]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter">L'Impero, Roma e la Germania.<br /> + +<span class="small">A proposito dal Sacro Romano Impero di James Bryce +<br />(Londra 1867).</span></h2> + +<p>Uno studioso inglese, assai giovane ed +intelligente, si è proposto un tema bello +ed importante, quello cioè di seguire l'idea +dell'Impero dalla sua origine alla sua +fine (1806), nei suoi diversi momenti; ed +ha condotto a termine il suo lavoro servendosi +di una profonda cultura storica e di +un'alta visione filosofica. Il suo libro è +tra i migliori pubblicati sull'argomento, e +deve essere per i tedeschi di grande interesse +sentire la voce di uno straniero +sulla questione del tanto esaltato e tanto +vilipeso Romano Impero della nazione tedesca. +Non pochi invero penseranno subito<span class="pagenum"><a name="Page_334" id="Page_334">[334]</a></span> +che un inglese d'oggigiorno non possa +trattare questo tema che con volterriana +ironia, ma dovranno riconoscere, letto il +libro, che mai finora è stato parlato sull'argomento +con tanta ampiezza di vedute, +con tanto simpatico interesse per il principio +imperiale e per la sua grandezza.</p> + +<p>L'idea imperiale è, coll'idea della Chiesa, +uno dei concetti fondamentali, sui quali si +è basata tutta la civiltà occidentale. Ambedue +son formazioni universali, creazioni +latine, dalle quali è sorta la città universale +per eccellenza: Roma. Esse hanno +plasmato e, fino al nostro secolo, dominato +il mondo europeo; sono state linee fondamentali +della nostra civiltà. Se e perchè, +oggi che le reliquie del medioevo spariscono +nell'ultimo processo di dissoluzione, +queste idee sono superate, e se la società +europea abbia già acquistato la forza di prendere +una nuova ed organica forma di +universale confederazione, questo dovrà +chiedersi ogni pensatore.</p> + +<p>Bryce cominciò la sua trattazione col +secondo secolo dell'antico Impero Romano, +senza ricercarne le radici fuori della storia +particolare dello stato romano medesimo +e senza gettare un rapido sguardo sull'Oriente +e sul principio autocratico giudaico.</p> + +<p>Ho altrove parlato dello Stato teocratico<span class="pagenum"><a name="Page_335" id="Page_335">[335]</a></span> +e della missione universale del giudaismo, +dal quale poteva solo aver origine l'idea +cosmopolita del cristianesimo, che incontrandosi +col principio di dominazione mondiale +del popolo romano, assunse una forma +del tutto nuova.</p> + +<p>La conquista di metà del mondo conosciuto +dovette far sorgere nello spirito romano +il pensiero di uno stato universale +romano che, alla caduta della repubblica, +s'incarnò e prese forma decisa nel +cesarismo, assumendo tutta l'importanza +di un dogma politico.</p> + +<p>Questo dogma tornò poi anche durante +il medio evo nella coscienza romana, anche +nei tempi più infelici della sua decadenza, +quando Roma non era più che il Monte +Testaccio della storia mondiale!</p> + +<p><i>Roma caput mundi regit orbis frena +rotundi</i>, era il motto inciso nel sigillo degli +imperatori tedeschi. Dante, l'Isaia del suo +tempo, è tutto pieno di questo dogma, e +non meno di lui Petrarca e Cola di Rienzo. +I degeneri Romani si riguardavano ancora +come i legittimi signori del mondo, e i +depositarii dell'idea imperiale; di questa +s'impadronì il papato, assimilandola all'idea +giudaica di una religione di stato e +di un popolo eletto. Così, collo sparire del +principio cesareo pagano, Roma divenne +colla Chiesa il centro della monarchia spirituale<span class="pagenum"><a name="Page_336" id="Page_336">[336]</a></span> +e temporale. Questo principio assunse +una forza suprema nella storia dell'Occidente, +che per lunghi secoli fu da +esso tutta sconvolta; e nessuno può dirlo +meglio del popolo tedesco, che per il primo, +col grande avvenimento della riforma, cominciò +a liberarsene.</p> + +<p>Dal tempo di Costantino i confini dell'impero +Romano divennero, a poco a poco, +anche quelli della religione cristiana, e +quanto più essa penetrava nello stato, tanto +più si diffondeva in esso il principio imperiale +che plasmò e formò la Chiesa romana. +Essa divenne la forma religiosa dell'Impero. +Al concetto dell'unità dell'Impero +corrispondeva quello dell'unità della +Chiesa. Il capo riconosciuto di ambedue +era l'imperatore, che si chiamò poi anche +Pontefice Massimo. Nacque allora la Chiesa +imperiale romana. Come si chiamava romano +l'Impero, così si chiamò romana +la Chiesa. Ancora non v'era nessun papa; +400 e più anni dopo Costantino, si inventò +la favola religiosa ben nota, secondo la +quale, quel primo imperatore cristiano si +ritirò umilmente in un angolo del Bosforo +per lasciare al Papa il dominio di Roma +e di tutto l'Occidente. Il concetto che il +vescovo di Roma non fosse sottoposto all'Impero +e all'imperatore, rimase del tutto +ignoto a Costantino, e a tutti i suoi successori,<span class="pagenum"><a name="Page_337" id="Page_337">[337]</a></span> +ed anche ai Carolingi, agli Ottoni, +ed agli Arrighi. La divisione dell'Impero +in due parti, Oriente ed Occidente, non poteva +in nessun modo attaccare il principio +dell'unità dell'Impero Romano.</p> + +<p>I Bizantini si chiamarono imperatori romani; +essi nominavano i papi, o ne riconoscevano +l'elezione.</p> + +<p>Ma la caduta dell'Impero Romano d'Occidente +sotto i barbari, e l'invasione germanica +che, in mezzo alle onde limacciose +dei barbari, diede all'Occidente una nuova +conformazione, provocarono la separazione +effettiva dell'Impero, e necessariamente insieme +della Chiesa, che qua fu romano-germanica, +là greco-slava. Anche nell'Occidente +si delinearono così due correnti: +romanismo e germanismo, sistema universale +dell'accentramento, e libero individualismo. +La storia d'Europa sino ai nostri +giorni si è aggirata intorno ai loro contrasti, +alle loro alleanze, alle loro conquiste, alle +loro battaglie.</p> + +<p>Ma se i Germani riuscirono a rovesciare +l'Impero d'Occidente, non intaccarono però +l'idea dell'Impero, che persistè: la sua tradizione +era inestinguibile. Ogni vita politica +delle nazioni era allora concepibile soltanto +sotto le forme dell'Impero, che era il simbolo +e l'espressione della civiltà stessa. Di<span class="pagenum"><a name="Page_338" id="Page_338">[338]</a></span> +più il principio imperiale fu validamente +sorretto dalla Chiesa.</p> + +<p>A poco a poco essa era entrata nella +organizzazione complicata dell'Impero, che +l'avea aiutata a sorgere, ed aveva ripreso +il suo indirizzo nelle provincie tutte politiche +e amministrative.</p> + +<p>I suoi membri erano in istretti rapporti +l'uno con l'altro, e ricorrevano per ogni +questione a Roma, secondo la gerarchia, +poichè già essa era riguardata come il +centro ideale dell'Impero, dove il Vescovo, +nonostante non poche opposizioni, rappresentava +il capo spirituale della cristianità. +Il solido organismo della Chiesa, che aveva +ereditato tutta la civiltà del mondo or ora +tramontato e lo spirito politico dei Romani, +potè offrire resistenza all'invasione barbarica, +e, nella rovina della società, mantenere +in sè l'idea universale dell'unità della razza +umana e della repubblica cristiana. Ho già +parlato dell'importanza di questa tenace +sovravvivenza della città di Roma, che ci +sembra una fatale legge storica.</p> + +<p>La Chiesa salvò e custodì l'idea dell'Impero +fra le mura aureliane; trapiantò nei +Germani questa idea latina, e potè così +dipoi affermare di aver essa restaurato +l'Impero affidandolo alla nazione germanica. +Ma essa stessa, senza l'Impero, non +avrebbe mai potuto mantenere la sua forza<span class="pagenum"><a name="Page_339" id="Page_339">[339]</a></span> +cosmopolita che sarebbe rimasta teorica, +o si sarebbe frazionata in chiese di popoli e +di terre diverse, perdendo così il principio +dell'unità e dell'indissolubilità. L'Impero +era il correlativo necessario della Chiesa.</p> + +<p>Ora, poichè nello sfasciarsi dell'Impero +Romano d'Occidente, fra le sue rovine rimase +essa sola come un organismo incrollabile +e un'autorità morale inconcussa, le +convenne lasciar entrare nella cittadinanza +romana i barbari che possedevano ora +tutto l'Occidente.</p> + +<p>La civilizzazione di quei popoli è il fatto +più notevole e grandioso della Chiesa, così +grandioso che difficilmente si può abbracciar +tutto con parole. Dove l'Impero Romano +aveva diffuso le sue leggi, la sua +favella, le sue colonie, che erano riuscite +a latinizzare i Germani, la Chiesa si preparava +a gettare le basi nazionali della sua +signoria gerarchica. Ma per molto tempo +ancora i Germani, ritiratisi nel centro o +verso il settentrione delle loro terre, lontani +dal Mediterraneo latino, avevano opposto +efficace resistenza al romanismo, difendendo +il principio della loro individualità, +che doveva prima o poi entrare direttamente +in lotta con l'idea centrale del mondo +latino: la Chiesa imperiale.</p> + +<p>Ma dapprima la cristianità si romanizzò +per le forme esterne dell'amministrazione<span class="pagenum"><a name="Page_340" id="Page_340">[340]</a></span> +e della lingua del culto, per le feste religiose, +per i rapporti con Roma, la nuova +Gerusalemme, sulla quale venivano a poco +a poco ad incontrarsi i raggi di due monarchie +universali: la politica e la religiosa.</p> + +<p>Ci vollero tre secoli perchè i Germani fossero +tanto maturi da prendere una supremazia +decisiva nell'Occidente, e ciò avvenne +sotto la forma dell'Impero Romano, ristabilito +da Carlo Magno, re dei franchi cattolici. +In questa risurrezione dell'Impero +la Chiesa ebbe una parte preponderante. +Il fatto dell'incoronazione di Carlo diede +poi occasione ad una dibattutissima questione: +qual'era l'origine dell'Impero di +Carlo e dei suoi successori?</p> + +<p>Di dove era scesa la loro autorità? Il +popolo e il Senato romano si dissero nettamente +fonte sola e legittima di quella +autorità. L'Imperatore affermava da parte +sua di aver ricevuto la corona da Dio, o per +diritto di conquista, il che per i principi +equivale sempre, praticamente, al diritto +divino. I papi rispondevano che era stata +opera loro l'incoronazione e l'erezione del +nuovo Augusto, e dichiaravano che l'Imperatore +aveva ricevuto la sua corona per +investitura papale, come <i>Feudo Christi</i>, o +del suo vicario e sotto questo titolo ancora +la riteneva.<span class="pagenum"><a name="Page_341" id="Page_341">[341]</a></span></p> + +<p>Ma questa famosa disputa appartiene ad +un periodo posteriore, quando verrà ad affermarsi +la suprema potestà del papato. +Al tempo di Carlo Magno non c'era ancora +nessuno che dubitasse che l'Imperatore, il +successore legittimo di Augusto, di Trajano +e di Costantino, non fosse anche il capo +supremo di tutta la repubblica cristiana, +ed anche, perciò, della città di Roma e del +suo vescovo. Egli aveva confermato il +papa nel suo ufficio, e questi era stato +eletto sotto gli occhi dei suoi legati plenipotenziari; +poteva anche giudicarlo col suo +Tribunale. Carlo Magno indicò a reggere +l'Impero suo figlio, in una adunanza imperiale, +senza interpellare il pontefice: non +vi poteva essere alcun alto potere legittimo +che quello che veniva dall'Imperatore, +o che era da lui riconosciuto.</p> + +<p>Così si produsse per un momento nella +monarchia universale di Carlo l'accordo e +l'unità dell'Impero e della Chiesa, quando +suo invitto ed incontrastato arbitro era +l'Imperatore, il cui ufficio era quello di +reggere e mantenere in armonia la repubblica +cristiana come <i>Imperator pacificus</i>.</p> + +<p>Ma questo stato ideale fu presto turbato +dagli elementi d'inimicizia rimasti fino allora +latenti. Il principio imperiale venne +presto a trovarsi in contrasto col principio +romano pontificio; l'Imperatore col Papa. La<span class="pagenum"><a name="Page_342" id="Page_342">[342]</a></span> +lotta di questi due, la più lunga ed acerba +che la storia ricordi, produsse ed accompagnò +il processo della civiltà europea. +L'idea latina della monarchia universale +fu soltanto pienamente messa in pratica +dalla Chiesa Romana, erede della romanità +classica, mentre i Germani vagheggiavano +quell'idea piuttosto da un lato +teorico, essendo troppo contrario a quel +principio il loro spirito d'individualità e di +nazionalità nel potere temporale (feudalismo) +e spirituale. Essi avevano la tendenza +costante e tenace ad allontanarsi dal +centro. Già la divisione di Verdun aveva +spezzato la monarchia occidentale di Carlo +Magno, e al tempo degli ultimi Carolingi +la maestà imperiale si era offuscata al +punto da sottomettersi all'investitura papale. +La Chiesa era venuta prendendo chiaramente +la forma di una monarchia spirituale +col vero centro in Roma, ed i suoi +membri gerarchici eran venuti attorcigliandosi +strettamente all'Impero, avviluppandolo +in una inestricabile e soffocante intessitura. +Centinaia di vescovi e di abati erano +i potenti strumenti dei papi, tanto più pericolosi +per l'Imperatore, inquantochè essi +erano insieme suoi vassalli, principi dell'Impero, +e membri della feudalità spirituale. +La Chiesa si fece così ogni giorno +più potente, finchè colla sua organizzazione,<span class="pagenum"><a name="Page_343" id="Page_343">[343]</a></span> +la sua armonia, e la sua forma spirituale +rimase nei suoi dominii speciali; +ma quello stesso indebolirsi progressivo +dell'Impero la minacciò ad un tratto di +tale rovina, che essa comprese esserle immediata +e imprescindibile necessità di mantenere +o di ristabilire l'Impero stesso nei +suoi diritti.</p> + +<p>Colla caduta dei Carolingi si erano determinate +condizioni tali da produrre nuove +invasioni barbariche: il papato vide in pericolo +l'unità della Chiesa, poichè facilmente +si sarebbero potute formare delle +Chiese nazionali appoggiate ai principi +locali, come già era stato tentato al tempo +dei Carolingi.</p> + +<p>Roma e l'Italia erano agitate da pericolose +fazioni. I duchi nazionali d'Italia +cercavano di rendersi indipendenti dall'Impero +e di far latina ed italiana la corona +imperiale, ciò che avrebbe portato la conseguenza +di proclamare forzatamente Roma +capitale dell'Impero. In Roma stessa la +nobiltà acquistava potenza; essa mirava a +fare dell'ufficio pontificio quasi un feudo +derivante dalla sua investitura diretta; +ciò che, al tempo dei conti di Tuscolo, le +riuscì esattamente!</p> + +<p>Ma la politica dei papi era nettamente +tracciata fin dal tempo del ritiro di Costantino +a Bisanzio. Non consentire in Italia<span class="pagenum"><a name="Page_344" id="Page_344">[344]</a></span> +nessun impero o regno nazionale, e mantenersi +libera e fedele Roma. I papi volevano +un Imperatore, e ne avevano bisogno; +ma questo doveva star lontano da Roma, +e rimanere unito ad essa solo da un principio +teorico che essi stessi dovevano dirigere +e governare. L'Imperatore doveva +tutt'al più venire a Roma per ricevere in ginocchio +la corona nella basilica di San +Pietro, come un'investitura papale, e per +giurare di difendere la Chiesa e di rispettare +i diritti degli stati che da lei dipendevano. +Ma aveva appena l'Imperatore formulato +queste promesse, che il Vicario di +Cristo cercava di disfarsi al più presto del +suo gravoso e molesto difensore, rendendosene +di fatto indipendente e riservandosi +di chiamarlo in Italia ogni volta che il +suo dominio temporale fosse minacciato +da gravi pericoli, per imporgli il mantenimento +delle sue promesse ed esigere l'opera +del suo esercito.</p> + +<p>Non senza gravi motivi la Chiesa aveva +sempre cercato di mantenere la dignità e +la potenza imperiale nella dinastia germanica +dei Franchi, che era e rimaneva totalmente +straniera.</p> + +<p>Carlo, dopo aver donato ai papi l'ingente +patrimonio, aveva abbandonato Roma, senza +farla capitale e sede dell'Impero, e non per +mistica deferenza per il pontefice, ma per<span class="pagenum"><a name="Page_345" id="Page_345">[345]</a></span> +quella stessa necessità politica che costrinse +Diocleziano e gl'Imperatori che gli succedettero, +a stabilire la loro sede là dove +era necessario tener unite tutte le forze +per resistere alle invasioni barbariche. Così +anche il mondo germanico, al quale era +passata l'autorità temporale, doveva cercare +il suo centro di gravità nel suo interno, +e non in Roma.</p> + +<p>Per ciò, alla caduta dei Carolingi, la +Chiesa si affrettò, per la necessità della +propria conservazione, a rendere l'autorità +imperiale ai Germani, contro il desiderio +e malgrado gli sforzi dei duchi italiani. +Ottone il grande fu così il secondo restauratore +dell'Impero, che avvinse alla monarchia +tedesca, alla quale rimase per sempre, +formando l'Impero romano dalla nazione +tedesca. Da Corrado, i suoi re si +chiamarono, dopo l'elezione, anche re dei +Romani, considerando la corona romana +appartenente ai Germani. Così questo stato +assunse la legittimità di un diritto, non +però di un dogma, poichè in tempi posteriori +i monarchi di Francia aspirarono alla +corona imperiale e lottarono ancora per +ottenerla, e ne portarono una volta il titolo +uno spagnolo ed un inglese, eletti +dagli Stati dell'Impero medesimo.</p> + +<p>La continuazione dell'Impero sotto la +forma di una dinastia nazionale (la tedesca)<span class="pagenum"><a name="Page_346" id="Page_346">[346]</a></span> +era però contraria al principio romano +dell'Impero; giacchè, dopo che furon sopite +nell'antica Roma le lotte nazionali, col +diritto universale alla cittadinanza romana +ascesero al trono senza distinzione Siriaci, +Traci, Arabi, Spagnoli, Greci e Goti. Ogni +libero cittadino di Roma poteva aspirare +al supremo potere, secondo il concetto +dell'Impero universale. La Chiesa assunse +lo stesso principio, essendo anch'essa universale, +Siriaci, Greci, Latini, Germani occuparono +senza contrasto la Santa Sede. +Ogni cittadino romano libero poteva occuparla, +purchè vestisse l'abito ecclesiastico. +A questo principio la Chiesa dovette +gran parte della sua diffusione e della sua +potenza; il giorno in cui essa rinunziò ad +esso, e legò definitivamente la tiara ad una +nazione, l'italiana, come il diadema imperiale +si era ristretto ad un'altra nazione, la +tedesca, quel giorno segnò la limitazione +della potenza pontificia e la fine della funzione +cosmopolita del Papato.</p> + +<p>Intanto non era un semplice accidente +storico quello che risolutamente attribuiva +alla nazione tedesca la potenza imperiale. +Il tempo ha mostrato poi il significato +profondo di questo fatto che al tempo +di Ottone I non era stato ancora afferrato. +Infatti la nazione tedesca aveva in sè, più +di molte altre, il principio stesso della universalità,<span class="pagenum"><a name="Page_347" id="Page_347">[347]</a></span> +e lo portò fino ai nostri giorni: +l'Impero che la dominò e che durò fino +al 1806, fu l'espressione della natura idealistica +di questo popolo. Esso possiede da +tempo quella facoltà che le altre nazioni +hanno acquistato appena ai dì nostri, di +penetrare nell'esistenza e nella coscienza +profonda dei popoli stranieri, e di assimilarseli +senza perdere la propria individualità, +intendendo lo svolgimento completo +dell'umanità in tutte le sue varie fasi. Lo +spirito tedesco è atto a lasciar agire su +di sè gli spiriti degli altri popoli, e farsi +così, quasi direi, un'officina della mondiale +civiltà. Esso somiglia in ciò al popolo greco, +lo spirito del quale esso aveva preso dal +popolo italiano, per adempire ad una missione +mondiale. Novello Ercole, esso si è +sobbarcato a molte fatiche per il bene degli +altri, e anche all'increscioso e lungo +servizio della tutela. Anche oggigiorno si +intravede che questo popolo, dopo un languore +solo politico, non intellettuale, si +rialzerà ed avrà per sè l'avvenire, poichè +la sua missione non è compiuta, e si compirà +sotto nuova forma, ben diversa dalle +conquiste imperiali! La nazione tedesca è +paziente e giusta; la sua rivalità ha già +un carattere di universalità; i popoli si lasciano +attirare da essa, perchè subiscono +l'influenza del pensiero filosofico della patria<span class="pagenum"><a name="Page_348" id="Page_348">[348]</a></span> +nostra. C'è presso di lei solo <i>un popolo</i> +che abbia uno spiccato carattere mondiale, +è la libera Inghilterra anglosassone, essenzialmente +pratica nel suo dominio del mare, +nelle sue industrie, nelle sue colonie.</p> + +<p>Mentre così l'Impero si nazionalizzava +con Ottone I, la Chiesa era minacciata da +un grave pericolo; quello della separazione +del germanismo dal romanismo, i quali +prima o poi dovevano impegnare una lotta +a morte. Seguiremo il processo di questa +lotta, e considereremo i suoi risultati: la +liberazione della Germania dal principio +romano, e il ritorno del Papato e della +chiesa imperiale al romanismo.</p> + +<p>L'idea dell'Impero, Impero internazionale, +astratto ed ideale, si era indebolita, +mancandole una base nazionale; rifiorì subito +e prosperò invece appena potè appoggiarsi +alla nazione tedesca. Passarono tre +secoli da Ottone I alla caduta degli Hohenstaufen, +nel qual tempo la Germania si alzò +ad un universale dominio. Sotto gli Ottoni +la Chiesa dovette inchinarsi alla potenza +imperiale. I papi furono, come i vescovi +di tutto l'Impero, nominati dagl'Imperatori +che si erano arrogati il diritto della +loro scelta. Grande fu la potenza della dinastia +Franca: sotto Arrigo III l'Impero +toccò l'apice della potenza. Ricadde poi per +la debolezza dell'infelice Arrigo IV. Le<span class="pagenum"><a name="Page_349" id="Page_349">[349]</a></span> +cause di questo fatto sono molteplici, ma +due fra di esse sono essenziali: il movimento +dell'aristocrazia feudale tedesca e la +riforma gerarchica della Chiesa, compiuta +dal grande pontefice Ildebrando. L'Impero +si era completamente feudalizzato; l'aristocrazia +dei conti e dei duchi cresciuta in +potenza si era arrogata il diritto dell'elezione +imperiale, e lo stesso aveva fatto la +nobiltà spirituale dei vescovi, degli abati +e dei prelati, i quali, forniti di smisurate +proprietà, avevano preso il primo posto fra +gli Stati, come principi dell'Impero. Così +sorse un sistema clerico-feudale che fiaccò +la Corona. Questo fu il principio di ogni +susseguente indebolimento della Germania.</p> + +<p>Al contrario il Papato, rialzandosi dalla +sua profonda abbiezione, saliva ad alta ed +universale potenza colla riforma di Ildebrando, +il rivolgimento più grande e profondo +che abbia avuto la Chiesa prima della +riforma tedesca. La Chiesa non si staccò +dall'Impero, ma si rese indipendente. La +scelta dei pontefici fu sottratta all'influenza +imperiale ed alla sua approvazione, e affidata +ad un Senato di cardinali; la scelta +dei vescovi toccò ai Capitoli. La Chiesa +tornò alla gerarchia. Il celibato dei preti +alzò una barriera fra il numerosissimo clero—che +era uno stato nello stato, un popolo +nel popolo—e la comunità, dalla quale<span class="pagenum"><a name="Page_350" id="Page_350">[350]</a></span> +prima il potere spirituale proveniva direttamente +per elezione. L'abolizione dell'investitura +laica del clero minacciava di sottrarre +del tutto quest'ultimo alla potenza +imperiale, e, mentre mirava ancora a fare +di tutta Europa un feudo della Chiesa, il +papa, con la donazione della contessa Matilde, +si costituiva uno Stato nel cuore d'Italia, +che, a detta del pontefice, gli serviva +come emblema della sua signoria universale. +Il diritto canonico, il cui nucleo principale +era formato dal principio della sovranità +assoluta del pontefice sulla Chiesa +e sulle nazioni, fu contrapposto al diritto +imperiale, e imperò solo nella lunga lotta +contro le eresie, gli scismi, le falsificazioni +dei monaci sulla donazione di Costantino +e sui falsi decretali d'Isidoro. La grande +lotta delle investiture agitò l'Europa per +mezzo secolo e finì con un compromesso +o concordato che lasciava la vittoria al +Pontefice.</p> + +<p>Il potere spirituale minacciava di soffocare +quello temporale: lo sviluppo della +civiltà e la libertà umana in ogni campo +risentirono di questa tendenza, e l'Europa +fu minacciata dal pericolo di un dispotismo +orientale. Questo poteva aver origine o dal +fatto che l'Impero soggiogasse la Chiesa +o dall'altro che la Chiesa soggiogasse l'Impero. +Ildebrando aveva allontanato il primo<span class="pagenum"><a name="Page_351" id="Page_351">[351]</a></span> +pericolo, ma esso ora ricompariva dall'altro +lato, dal lato del papa. Gli Hohenstaufen +lo combatterono; sulla loro bandiera è +scritto il principio ghibellino: Separazione +del potere temporale da quello spirituale; +il clero privato di ogni diritto politico usurpato, +e ricondotto alle primitive e pure condizioni +cristiane; il potere temporale tolto +al pontefice. Questa era l'idea germanica +di Arnaldo da Brescia che non tramontò +più, sebbene questo primo riformatore della +debole politica dell'Impero cadesse vittima +del suo tentativo.</p> + +<p>Gli Hohenstaufen opposero all'autocrazia +papale l'autocrazia bizantina imperiale; +essi combatterono il diritto canonico col +diritto romano che si era elevato già a +scienza; quando i papi affermavano di essere +i vicarii di Cristo, signore della terra +e del cielo, e perciò anche padroni della +terra per grazia e diritto divino, ribattevano +i dotti germanici che, secondo il diritto +romano, nessun altro monarca v'era +sulla terra all'infuori di Cesare. Ma questa +teoria aveva perduto ogni sua forza col +feudalizzarsi dell'Impero. Quel monarca del +mondo era in Germania stessa combattuto +dalla nobiltà feudale, che si faceva sempre +più forte, e in Italia dallo spirito nazionale +e dalla democrazia. Il pontefice si alleò coi +tre nemici dell'Impero; si nazionalizzò col<span class="pagenum"><a name="Page_352" id="Page_352">[352]</a></span> +principio guelfo; divenne italiano, patriottico +proprio, mentre l'Impero andava perdendo +radici in Germania sotto gli Hohenstaufen, +e cercava in Italia una base. Ma +non essendogli riuscito di fondersi con la +monarchia tedesca nazionale, l'Impero doveva +cadere.</p> + +<p>La lotta vittoriosa dei comuni lombardi +contro il Barbarossa segna il momento, in +cui in Italia si formò una nazionalità latina +e di carattere comunale; gli elementi +germanici avevano perduto ogni forza ed +ogni personalità. La feudalità era germanica, +straniera, e importata: il comune latino +la soverchiò; ma le città italiane non +combatterono nella loro gloriosa guerra il +principio imperiale romano, ma il principio +feudale imperiale che era germanico. Il +grande Barbarossa si ritirò saviamente dall'Italia, +e rese alle città la loro indipendenza.</p> + +<p>Allora l'Impero avrebbe potuto risorgere +e riprender vita come monarchia tedesca, +frenando a tempo questa rinuncia all'Italia. +Ma il fatalissimo matrimonio siciliano di +Arrigo VI, e la non ancora esaurita lotta +di principii fra l'Impero e la Chiesa resero +questo impossibile. L'astuto Arrigo arenò +nel suo disegno di rendere ereditaria in +Germania la corona imperiale a dispetto +dell'aristocrazia temporale e spirituale.<span class="pagenum"><a name="Page_353" id="Page_353">[353]</a></span> +In Italia, dove egli aveva aggiunto alla +sua casa le corone di Napoli e di Sicilia, +restaurò il feudalismo germanico sotto le +forme di principati feudali tedeschi, limitò +gli Stati della Chiesa, e strinse un anello +di ferro intorno a Roma ed al Papa. Ma la +sua morte precoce, la vacanza dell'Impero +e le lotte per la conquista del trono, depressero +d'un tratto nuovamente la potenza imperiale. +Il grande Innocenzo III impugnò la +bandiera della nazionalità italiana, battè i +signori feudali tedeschi, e si fece signore +di uno Stato della Chiesa rinnovellato, e +protettore d'Italia. Con questo famoso pontefice +la Chiesa raggiunge il suo massimo +splendore. Egli fece del Papato il tribunale +supremo e internazionale d'Europa, ciò che +era stato un tempo l'Impero ed avrebbe +dovuto essere ancora e rimanere. Il potere +temporale e spirituale per un momento si +trovarono riuniti, e minacciarono l'Occidente +con un dispotismo cesareo-papale.</p> + +<p>Contro questa pericolosa potenza della +Chiesa al tempo di Innocenzo, che risolutamente +tendeva alla dominazione universale, +mentre considerava il suo stato +come un suo feudo privato, sorsero a combattere +l'eresia evangelica e l'Impero monarchico +rinnovato dal grande Hohenstaufen +Federico II. Se questi due elementi si fossero +alleati, una precoce riforma avrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_354" id="Page_354">[354]</a></span> +fiaccato la Chiesa gerarchica; ma i tempi +non erano maturi nel secolo <span class="smcap">xiii</span>, e non +erasi ancora formato un forte stato nazionale; +ma già i germi di una riforma futura +da parte della Germania si diffondevano +per tutta Europa. Invano Federico II +chiamò i re ed i popoli ad unirsi sotto la +sua bandiera per strappare al papa la giurisdizione +temporale e per rendere al clero +il suo carattere spirituale; rimase solo nell'eroica +lotta. Lo spirito indipendente dei +reami che si erano sottratti all'autorità imperiale, +l'aristocrazia e la cittadinanza democratica +lo avversarono, alleati del fanatismo +religioso, mentre egli stesso si era +allontanato dalla terra nazionale germanica +che, sola, poteva dargli autorità, potenza, +vigore. La sua patria non voleva più in +quel tempo sostenere guerre italiche per +uno scopo dinastico; essa lasciò cader +Federico. Egli morì incompreso dal suo +tempo, in tragica solitudine, l'ultimo vero +Imperatore del grande Impero; incapace di +riunirlo tutto di nuovo in una forte forma +monarchica, egli fu vinto. Gli epigoni della +casa Hohenstaufen, Corrado, Manfredi e +Corradino lottarono invano per la ricostituzione +del legittimo Impero. Il tempo lo +aveva soverchiato. L'accordo che sembrava +regnare fra l'Italia e la Germania dal tempo +di Ottone I, si sciolse; l'Italia si rese indipendente,<span class="pagenum"><a name="Page_355" id="Page_355">[355]</a></span> +di fatto, dall'Impero, le cui ultime +provincie si dissolvevano grado a +grado, mentre l'autorità imperiale si andava +perdendo anche in Germania durante +il lungo interregno.</p> + +<p>Si potrebbe credere a questo punto che +anche l'idea imperiale dovesse andar perduta +sotto le rovine della dinastia degli Hohenstaufen; +ma ciò non accadde in nessun +modo. Essa continuò a vivere in Germania +e in Italia come un principio tradizionale di +gloria, e dalla Chiesa medesima essa fu +conservata con cura. Solo in apparenza +questa era riuscita vincitrice nella gigantesca +contesa cogli Hohenstaufen; in realtà +essa era profondamente scossa ed esaurita +dalle sue lotte. Praticamente essa non poteva +mantenere nelle sue mani l'artifizioso +congiungimento dell'autorità temporale e +spirituale; esso rimase come dottrina teorica +della Chiesa, alla quale si opponevano +lo spirito stesso del cristianesimo e l'indole +occidentale. Il papato si vide isolato, solo, +alla vertiginosa sua altezza. L'Italia, dove +esso era tornato come un trionfatore, non +gli offrì più una base razionale, poichè lo +vide incapace a riempire l'abisso che separava +tuttora i Guelfi dai Ghibellini, ed a +rovesciare la democrazia comunale che +era venuta in potenza anche nella città di +Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_356" id="Page_356">[356]</a></span></p> + +<p>Gl'Italiani si erano liberati dall'Impero +feudale tedesco coll'aiuto del Papa, ma non +avevano ora nessuna intenzione di subire +la signoria teocratica di lui. Lo spirito +d'individualità insorse contro di lui, sotto +la forma sia di repubblica cittadina, sia di +tirannide o signoria. Si presentò intanto +un altro pericolo: lo stato nazionale monarchico, +del quale Federico II aveva portato +in Sicilia il disegno, e che si sviluppava +già in Francia. La debolezza della Germania +e dell'Impero fecero sempre la forza +della Francia: dopo la caduta degli Hohenstaufen +l'autorità politica passò necessariamente +con gran vigore a quella nazione. +Con essa però si era alleato il papato per +combattere gli Hohenstaufen; esso aveva +chiamato in Italia una dinastia francese, e, +con Carlo d'Angiò, l'aveva posta sul trono +delle Due Sicilie. Così questa dinastia, appoggiandosi +alla Francia, minacciò di divenire +un pericolo per il papato come lo +era stato, sullo stesso trono, la dinastia +degli Hohenstaufen che si appoggiava alla +Germania. Era cambiata la provenienza del +pericolo, ma il pericolo rimaneva, e presto +il papato se ne doveva accorgere a sue +spese. Esso si affrettò a ristabilire l'impero +nella nazione tedesca: Rodolfo di Asburgo +fu eletto re dei Romani e come tale riconosciuto +dal Papa. La restaurazione dell'Impero<span class="pagenum"><a name="Page_357" id="Page_357">[357]</a></span> +della nazione tedesca per mezzo +degli Asburgo non era più che una vana +apparenza. Gli Asburgo divennero volentieri +i difensori della Chiesa, e ad essa abbandonarono +senz'altro tutti i diritti imperiali, +e riconobbero nell'Impero un feudo +del pontefice. Già i primi fondatori di questa +dinastia, nella quale la Chiesa ha trovato +sempre finora (1866) la sua più valida +difesa, cedevano al romanismo e ad esso +si alleavano. Intanto però lasciavano il +papato e l'Italia tranquillamente al loro destino, +giacchè nè Rodolfo, nè Alberto passarono +le Alpi per venire a prendere la corona +Imperiale, ciò che Dante riprova così +severamente. I nuovi difensori della Chiesa +non salvarono nemmeno Bonifacio VIII, e +non liberarono il papato dalla schiavitù +francese, nella quale esso doveva necessariamente +languire dopo aver voluto ad ogni +costo annientare la potenza imperiale.</p> + +<p>L'Impero, entità astratta, non aveva potuto +trionfare sulla Chiesa gerarchica; la +nazione francese lo potè. Il papato cadde +per sempre dall'altezza a cui l'aveva innalzato +Innocenzo III; esso era stato forte, finchè +era stato in lotta coll'Impero; questa +lotta l'aveva rafforzato; appena essa cessò, +il papato si sentì debole.</p> + +<p>Riprendendo l'idea di una completa signoria +sulle anime e sui corpi di tutti gli<span class="pagenum"><a name="Page_358" id="Page_358">[358]</a></span> +uomini, di tutti i principi, di tutti i popoli, +Bonifacio VIII lanciò la famosa bolla <i>Unam +Sanctam</i>, ritorcendo la teoria del congiungimento +dei due poteri nelle mani del pontefice, +contro la monarchia francese, e, ciecamente +sfidandola, precipitò in sua balìa. +Il papato fu condotto prigioniero ad Avignone. +Là si gallicizzò, e per settanta anni +rimase vassallo dei re di Francia. La Chiesa +d'Ildebrando e l'Impero degli Ottoni erano +finiti, deformati dall'aristocrazia gerarchica +e feudale, dall'arbitrio sfrenato e dagli +abusi. Queste grandi forme universali, nelle +quali aveva riposato per tanto tempo l'Occidente, +si dissolsero rapidamente sotto +l'influenza dell'individualismo germanico. +La monarchia incipiente e l'approssimarsi +della riforma laceravano quà in modo visibile +e rapido, là in modo lento ed oscuro, +la grande tela dello spirito medioevale.</p> + +<p>Quando, al principio del secolo <span class="smcap">xvi</span>, il +papato abbandonò il suo terreno storico, +l'Italia, e si ridusse nella lontana Avignone, +in quella terra che agitavano terribili +lotte fra Guelfi e Ghibellini, dovè +tornare d'un tratto l'idea dell'Impero e dell'Imperatore +come una via di salvezza.</p> + +<p>Questo principio latino si risvegliò con +tale delirante e ardente fede nell'animo degl'infelici +Italiani, da ricordare l'attesa del +Messia da parte dei Giudei. Infatti gl'Italiani<span class="pagenum"><a name="Page_359" id="Page_359">[359]</a></span> +di quel tempo somigliavano, nelle loro +sventure agli Ebrei: Dante fu il loro profeta. +Il suo immortale ditirambo: <i>Ahi serva +Italia di dolore ostello</i>, ha avuto la sua +significazione e giustificazione storica fino +al nostro tempo, quando nel dicembre 1866 +gli ultimi francesi si imbarcarono a Civita +Vecchia. L'apoteosi dell'Impero fatta da +Dante, egli ne vide l'aquila librarsi fino in +paradiso, i suoi ammonimenti all'imperatore, +il benvenuto dato ad Arrigo VII, sono +prove del culto per l'Impero che aveva +tradizionalmente profonde radici nel mondo +latino, anzi in tutto l'Occidente.</p> + +<p>Arrigo di Lussemburgo rispose all'appello +dei Ghibellini e venne in Italia a placarla +come <i>Imperator Pacificus</i> e a restaurare +l'imperiale maestà, <i>veltro allegorico</i>, +per dirla con Dante. Ma il suo tragico +viaggio verso Roma e le infelici sue lotte +in Toscana mostrarono la debolezza dell'ideale +di fronte alle pratiche circostanze +della vita, l'evanescenza del sogno di fronte +alla realtà. Il suo sarcofago, nella ghibellina +città di Pisa, è il monumento funebre +di tutto l'impero.</p> + +<p>Ma l'idea imperiale non era morta, e si +nutriva col nuovo spirito della riforma. Sua +arme era lo spirito irrequieto e anelante +al meglio, che anima l'umanità, e con essa +combatteva ancora la Chiesa dottrinaria.<span class="pagenum"><a name="Page_360" id="Page_360">[360]</a></span> +Mentre dunque l'Impero precipitava sempre +più in basso, e perdeva ad uno ad uno +i suoi diritti e le sue provincie, esso persisteva +in Occidente come teoria filosofica, +alla quale si alleavano gli elementi eretico-evangelici +che uscivano dal seno della Chiesa +corrotta.</p> + +<p>Alle pretese degli arditi papi francesi, i +quali, ritirati in Avignone al sicuro dagli +Italiani e dai Tedeschi, reclamavano la signoria +imperiale come loro dovuta, e sempre +più cercavano di umiliare l'Impero, +rispondeva lo spirito secolare del tempo +nella scuola dei monarchisti, dei quali era +guida e luce Dante Alighieri. La monarchia +fu simbolo di rigenerazione, per la +gioventù che cresceva; il principio monarchico +segnò, caso unico nella storia, il +progresso della riforma nello spirito umano +per la sua liberazione dai ceppi della Chiesa +gerarchica medioevale. L'opera famosa di +Dante, <i>De Monarchia</i>, poneva le basi alla +nuova scienza di un diritto di stato, sebbene +egli non trattasse di stati reali, ma +di una grande ideale monarchia, o repubblica +universale, sotto lo scettro dell'Imperatore. +Con una dialettica scolastica e sofistica +Dante dimostrava che la monarchia +universale, l'Impero, era necessario al bene +della società umana; chè l'autorità imperiale +apparteneva di diritto al popolo romano,<span class="pagenum"><a name="Page_361" id="Page_361">[361]</a></span> +e, attraverso questo, all'Imperatore; che +l'autorità dell'imperatore derivava immediatamente +da Dio e non dal pontefice. Dimostrava +l'indipendenza dell'Impero dalla +Chiesa, e, colla separazione dei due poteri +già tentata da Arnaldo da Brescia e dagli +Hohenstaufen, riduceva la Chiesa nei suoi +veri confini.</p> + +<p>Il principio ghibellino della indipendenza +della monarchia fu subito diffuso nelle regioni +più civili di tutto l'Occidente, considerato +da un punto di vista più o meno +filosofico. Le correnti di pensiero riformatore +della Chiesa, muovendo dal dogma +della povertà evangelica, col quale prima i +Valdesi, poi i Francescani combatterono la +dominazione universale della Chiesa, la sua +gerarchia e il suo potere politico, si concentrarono +nel principio monarchico, e la +futura alleanza fra il regno e la riforma +era già di fatto stabilita. Sorse una schiera +di riformatori. I nomi di Marsilio di Padova, +di Guglielmo d'Occam, di Giovanni +di Janduno, di Enrico di Halem e di Luitpoldo +di Bebenburg segnano lo svolgimento +della nuova lotta per la riforma +dell'impero occidentale e della Chiesa.</p> + +<p>L'opera famosa di Marsilio, il «<i>Defensor +Pacis</i>» costituiva il programma di questa +grande ed acuta scuola di riformatori, precursori +di Lutero. Essa andava oltre i concetti<span class="pagenum"><a name="Page_362" id="Page_362">[362]</a></span> +ancora scolastici di Dante; non si limitava +soltanto ad affermare l'indipendenza +dell'Imperatore dal Papa, ma pretendeva +senz'altro la sottomissione del Papa alla potenza +imperiale. Negava e metteva in ridicolo +la teoria tomistica dell'infallibilità e +del primato del pontefice; negava la sua autorità +spirituale medesima come capo supremo +della Chiesa; affermava l'uguaglianza +evangelica di tutti gli Apostoli e di tutti i sacerdoti. +Il Concilio diceva essere superiore +al pontefice, e affermava unico documento +originario della dottrina cristiana essere la +Sacra Scrittura.</p> + +<p>Di questi elementi nel tempo si servì Ludovico +il Bavaro, quando intraprese la famosa +lotta contro Giovanni XXII. Secondo +la teoria di Dante, che il popolo romano +fosse la fonte dell'autorità imperiale, e secondo +la dottrina dei monarchisti, che il re +dei Romani, una volta eletto, non aveva bisogno +dell'incoronazione, nè dell'unzione, +nè della confermazione del Papa per essere +di pieno diritto Imperatore, Ludovico prese +in S. Pietro a Roma la corona imperiale +dalle mani del popolo romano o dei suoi +delegati, i baroni laici. Fu questa una rivoluzione, +il crollo del principio legittimista +degli Hohenstaufen, che negava al +popolo romano questo diritto di sovranità.<span class="pagenum"><a name="Page_363" id="Page_363">[363]</a></span></p> + +<p>Nel giudizio del suo tempo, Ludovico +democratizzò l'impero non solo, ma deprezzò +la corona dei Cesari fino a farne un +feudo del ruinato Campidoglio e della meschina +repubblica di Roma. La sua azione +che appare così acuta che potrebbe esser +chiamata moderna, non era però l'espressione +di una convinzione reale, ma di un +sentimento passeggero, insolente ed altero. +Questo primo Imperatore che ebbe la corona +dalle mani del popolo, fu un uomo senza tenacia +di volere e senza genio. Egli si disse, +in presenza del Papa, peccatore pentito, e +ad Avignone chiese umilmente l'assoluzione +e l'incoronazione papale. Egli rese al pontefice +la sua autorità, sebbene gli Stati di +Germania avessero a Rense e a Francoforte, +proprio in quei giorni, fatto la dichiarazione +solenne della indipendenza della corona +imperiale dalla Chiesa e dal Papa. Questa +famosa dichiarazione fu il risultato +pratico di quella lotta fra Ludovico e il papato, +nella quale l'Imperatore era il reale, +se non apparente, trionfatore. Essa proclamava +la separazione della Germania da +Roma, separazione che prima o poi doveva +di fatto verificarsi. L'Impero, che si andava +sottraendo così all'autorità della Chiesa, si +circoscriveva sempre più strettamente, o +per limitarsi finalmente al solo Impero tedesco.<span class="pagenum"><a name="Page_364" id="Page_364">[364]</a></span></p> + +<p>Le idee di Dante e del Petrarca sull'eterna +significazione di Roma come capitale universale +e metropoli dell'umanità, e centro +della universale monarchia, trovarono già +in quel tempo, col teorico rinascere dello +spirito romano, un'espressione fantastica +nel Campidoglio medesimo. Mentre il papato +stava lungi nella sua cattività francese, +l'Imperatore lontano anch'esso e scaduto +dall'antica dignità, e l'Impero stesso era dissolto, +sorse il tribuno popolare Cola di +Rienzo e proclamò sulle rovine capitoline +gl'inalterabili diritti di sovranità del popolo +e del Senato romano, dinanzi al tribunale +del quale, egli invitò a presentarsi +l'Imperatore, i principi dell'impero, e gli +alti prelati della Chiesa. Nel suo delirante +pensiero si trovava pure un metodo non +privo di logica; ed i suoi sogni non erano +soltanto parto accidentale della sua fantasia, +ma spiegabili derivazioni del processo +storico dell'idea dell'Impero e di Roma, +che avrebbero potuto ricondurci ad una +misura e ad un disegno politico che una +volta per sempre offrisse un programma +degno di seria considerazione.</p> + +<p>Così l'Impero doveva di nuovo essere +nazionalizzato italiano; un italiano doveva, +per libera elezione di tutti i delegati della +penisola, per un plebiscito anzi, essere fatto +Imperatore e risiedere in Roma. Tutte le<span class="pagenum"><a name="Page_365" id="Page_365">[365]</a></span> +città furono dichiarate libere e fu accordato +loro il diritto di cittadinanza romana, +a titolo originario della loro libertà; tutti +furono invitati a radunarsi, per mezzo dei +loro delegati, in Roma loro madre, ed a formare +una confederazione italiana, dalla quale +fossero esclusi gli stranieri. Il motto moderno +l'<i>Italia farà da sè</i>, e l'idea della +indipendenza nazionale italiana e della sua +unità furono in sostanza già nel pensiero +di Cola chiari e precisi, e ciò assicura al +geniale sognatore uno dei primi posti fra +i patrioti d'Italia. Il grande disegno trovò +ostacolo nella fugacità del genio politico +di Cola, nella gelosia delle città e dei tiranni +della penisola, nell'avversione della +Chiesa, ed anche perchè era vana e irrealizzabile +l'idea di una restaurazione dell'antica +repubblica romana. Con Cola il +dogma politico di Roma tramontò, ma la +rinascita del mondo antico si effettuò sotto +forme ideali e letterarie. Vicino a Cola dobbiamo +porre il Petrarca, il grande apostolo +del Rinascimento, in cui si formò +allora quell'ambiente particolare, sul quale +poterono dissolversi e perdersi i partiti dei +Guelfi e dei Ghibellini ed anche l'idea dell'Impero.</p> + +<p>Il disegno di portare in Italia la dignità +imperiale fallì così completamente, ed essa +rimase alla corona tedesca. Anzi, caso<span class="pagenum"><a name="Page_366" id="Page_366">[366]</a></span> +strano, più d'una volta essa fu rivestita +dal ramo slavo del Lussemburgo, poichè +i successori di Arrigo VII furono i re di +Boemia. Con Carlo IV, nipote di Arrigo, +l'Impero toccò l'infimo grado della sua potenza: +secondo il Villani, questo re si recò +alla sua incoronazione come un mercante si +reca alla messa. Secondo le istruzioni del +pontefice egli si trattenne in Roma le ore +strettamente necessarie per compiere la +cerimonia dell'incoronazione. Abbandonò +Roma e l'Italia in mezzo alle ingiurie e +alle beffe, ma con la borsa piena, il più +deplorevole Messia che mai apparisse in +Italia, dove era stato chiamato dalle vane +e idealistiche speranze nutrite dal Petrarca; +come un tempo suo nonno da quelle di +Dante! Il viaggio di Carlo a Roma finì di +distruggere l'ideale dei ghibellini che fin +allora avevano voluto vedere nell'Imperatore +il salvatore d'Italia.</p> + +<p>Nondimeno, l'idea imperiale continuò a +vivere, e il potere imperiale fu ancora teoricamente +riguardato come il più alto e più +atto a reggere il mondo; così l'Impero ebbe +un vivace risveglio al principio del secolo +<span class="smcap">xv</span> con Sigismondo, re dei Romani, +ultimo discendente di Arrigo VII. La causa +di questo risveglio teorico, ma che pure +ebbe anche pratici risultati, deve ricercarsi +nello stato di profonda decadenza nel quale<span class="pagenum"><a name="Page_367" id="Page_367">[367]</a></span> +era precipitata la Chiesa, la quale chiese +di nuovo aiuto al potere imperiale per tentare +una via di rinnovamento e di salvezza. +Il ritorno del papato da Avignone a Roma +fu seguìto dalla rovina della Chiesa, la più +spaventevole che mai si sia data.</p> + +<p>La sconfinata corruzione della Chiesa +minacciava di farle seguire la sorte dell'Impero, +e di scinderla in più Chiese regionali; +e per la durata di due pontificati +sembrò imminente una separazione di essa +in una metà germanica ed una romana. +Stava in giuoco il concetto fondamentale +della sua universalità: allora accadde che +d'un tratto l'idea dell'Impero acquistò una +forza internazionale nuova. La dottrina di +Dante e degli imperialisti del tempo di +Ludovico il Bàvaro riprese vigore e fu seguita +anche in Francia, dove il principio +monarchico si era molto sviluppato dopo +la lotta fra Bonifacio VIII e Filippo il Bello.</p> + +<p>Tutti i popoli dell'Occidente guardavano +ora all'Imperatore come al capo della universale +Repubblica e al legittimo giudice +della Chiesa, il quale doveva chiamarla +dinanzi al suo tribunale supremo per sentenziar +sui corrotti pontefici. Gerson e Pietro +d'Ailly presero il posto occupato un tempo, +ma in un cerchio ben più ristretto, da Marsilio +da Padova e dai suoi compagni di +lotta. Il Concilio si erigeva sul pontefice:<span class="pagenum"><a name="Page_368" id="Page_368">[368]</a></span> +Sigismondo lo convocò, come re dei Romani, +a Costanza. Questo grande Concilio, +che, per l'autorità dell'Imperatore, depose +papi e fece scegliere da un Conclave di +deputati nazionali il nuovo Papa, segnò +un'epoca nella storia del mondo. L'idea +dell'Impero apparve allora per l'ultima +volta come un principio internazionale di +ordine e di pace, che portava con sè il +ricordo di un glorioso passato. Ma con +esso si chiudeva la storia dell'Impero, poichè +esso più non riposava sopra un potere +effettivo, ma sopra un dogma ideale.</p> + +<p>Col secolo <span class="smcap">xv</span> tutti i rapporti politici +subiscono grandi variazioni: i popoli escono +dalle forme cattoliche della Chiesa e dell'Impero, +e assumono forma moderna. Il +mondo europeo entra in una fase totalmente +nuova del suo sviluppo, e nel secolo +<span class="smcap">xvi</span> esso offre l'aspetto di varii nuovi +gruppi di stati uniti fra loro per mezzo +di alleanze e di leghe determinate da bisogni +dinastici o nazionali. Il grande rivolgimento +di tutto l'Occidente, cominciato +alla metà del secolo <span class="smcap">xv</span> e continuato nel +seguente, fu operato da molti e possenti +fattori: invenzione della stampa, rinascimento +della cultura e dell'arte classica, +caduta sotto i Turchi dell'Impero bizantino, +caduta del dominio arabo in Spagna, +formazione della monarchia spagnola, scoperta<span class="pagenum"><a name="Page_369" id="Page_369">[369]</a></span> +dell'America, fondazione della potenza +della dinastia degli Asburgo, sviluppo +della monarchia francese, e finalmente la +Riforma.</p> + +<p>Dall'anno 1439 la Corona imperiale tornò +agli Asburgo, e rimase in quella dinastia +fino all'anno 1806 senza interruzione, se +non di brevissima durata. Federico III fu +anche l'ultimo re che fu incoronato a Roma, +se eccettuiamo fra i successori Carlo V +che fu sì incoronato dal Papa, ma a Bologna, +nessun altro Imperatore fu unto e incoronato +più dalle mani stesse del pontefice, +ma i re tedeschi dopo la loro elezione si +chiamarono, secondo gli articoli imperiali, +imperatori eletti, e fu aggiunto: del Sacro +Romano Impero <i>della Nazione tedesca</i>. Di +fatto, si trattava veramente di un Impero +tedesco. Si spezzò così ogni legame fra +Roma e l'Italia, e l'Impero, e l'Imperatore +tedesco non si recò più in quella regione +che per trattare affari politici o dinastici +che casualmente lo avessero richiesto.</p> + +<p>La dinastia degli Asburgo, nella quale +era di fatto divenuta ereditaria la carica +imperiale, radunò sotto di sè, dal tempo +di Massimiliano, uno straordinario dominio, +dal Reno al Danubio inferiore, ed a questo +fatto si deve la durata della dignità imperiale +in quella casa e lo slancio che la +storia della Germania ha avuto fino ai<span class="pagenum"><a name="Page_370" id="Page_370">[370]</a></span> +nostri giorni. Infatti l'Impero, avendo perduto +le sue provincie primitive: l'Italia, la +Borgogna, la Provenza, la Svizzera, cercò +nel dominio degli Asburgo, nella parte +orientale dell'Impero, il suo centro di gravità, +là dove i popoli danubiani potevano +formare una massa compatta contro l'irruzione +di nuovi barbari, Turchi e Slavi, +entro i confini. Bisognava poi pensare a +stabilire un ostacolo ad occidente contro +il pericoloso estendersi della monarchia +francese. Ma tanto questi che quei confini +furono debolmente muniti, e la caduta di +Vienna sotto i Turchi fu solo impedita +dall'aiuto della Polonia, mentre i confini +occidentali furono ignominiosamente abbandonati. +La dinastia degli Asburgo, preoccupata +soltanto di sè e delle sue terre ereditarie, +lasciò la Francia spingersi fino al +Reno, mentre, per motivi concernenti la +sua politica particolare, cambiava nel secolo +<span class="smcap">xviii</span> la Lorena, provincia imperiale, +per la Toscana, che divenne così un +possesso dei secondogeniti della casa di +Asburgo.</p> + +<p>La formazione di questa sovranità austriaca, +che si andava aggravando sulla +Germania propriamente detta, minacciava +di ridurre il popolo tedesco ad un'appendice +dell'Austria, come giustamente dice +Bryce. Gli Asburgo salirono presto sotto<span class="pagenum"><a name="Page_371" id="Page_371">[371]</a></span> +Massimiliano e Carlo V ad una tale potenza, +che essi furono di nuovo preoccupati +delle antiche idee di dominio universale, +ma con basi molto più reali e positive +di un tempo. Massimiliano tentò seriamente +di realizzare la grande idea di +farsi pontefice, per riunire in sè i due poteri +temporale e spirituale e riformare +Chiesa ed Impero; suo nipote Carlo V, +dopo avere ereditato l'Olanda, la Spagna +intera, Napoli, e conquistato Milano, si vide +arbitro di un grande Impero cesareo, quale +nemmeno Carlomagno aveva posseduto con +tanta estensione e potenza d'armati.</p> + +<p>Carlo V, imperatore, avendo ricacciata +nei suoi confini la Francia, eterna rivale +della Germania, ingranditasi a spese dell'Impero, +si ripresentò nella storia dell'Occidente +un breve periodo simile a quello +reso illustre da Carlo Magno; un periodo +storico che poteva consentire la formazione +di un dominio imperiale costretto nelle +ferree leggi del Cesarismo, valido a rendere +indipendenza e libertà ai possedimenti +già sottratti all'Impero.</p> + +<p>Per coronare l'edificio, Carlo V avrebbe +potuto abbattere il Papato, e dar mano +egli stesso alla desiderata riforma; così +avrebbe riunito le due potenze della Chiesa +e dell'Impero, e, nuovo Costantino, fondato +una nuova Chiesa imperiale e nazionale.<span class="pagenum"><a name="Page_372" id="Page_372">[372]</a></span></p> + +<p>Ma in questi giganteschi disegni non si +teneva conto dello spirito germanico; la +Riforma, questo grande fatto liberatore, +diede nel momento opportuno un gran colpo +al <i>Cesaropapismo</i> di quell'arbitro del mondo. +Essa fu il risultato di un secolare processo +svoltosi nella Chiesa e nell'Impero; +suoi precursori furono tanto gli antichi Imperatori +germanici che combatterono l'assolutismo +e il potere temporale dei Papi, +quanto gli eretici evangelici che avevano +combattuto il dogma, la gerarchia e la supremazia +spirituale esclusiva del pontefice. +L'idea romana dell'accentramento fu soverchiata +e soffocata dal principio della libertà +del pensiero, e l'idea della comunità +universale, rappresentata fin allora dalla +Chiesa cattolica romana e dall'Impero a +lei legato, si perdè nella luce della nuova +libertà spirituale.</p> + +<p>Gli effetti della rivoluzione degli stati +dell'Occidente sarebbero stati incalcolabili, +se Carlo V si fosse messo a capo del movimento +della Riforma. Ma alcuni possedimenti +del suo impero, come Napoli, Milano, +e la Spagna bigotta, lo designavano nemico +della Riforma, mentre questa stessa, per +il suo principio di decentramento, era pericolosa +nemica dell'idea imperiale e della +sua inseparabile Chiesa imperiale. La Riforma +colpì a morte l'idea imperiale; e fu<span class="pagenum"><a name="Page_373" id="Page_373">[373]</a></span> +monarchica, perchè aveva bisogno dell'appoggio +dei principi per poter tener testa +all'Imperatore ed al Papa. La vittoria del +principe Maurizio di Sassonia pose termine +a questo movimento, arrestando d'un +colpo la potenza di Carlo. Il riconoscimento +della confessione di Augusta fiaccò definitivamente +il principio dell'Impero e della +Chiesa imperiale.</p> + +<p>Era necessaria un'aspra lotta di cento +anni combattuta dalla Chiesa riformata per +la propria esistenza contro la Chiesa cattolica +romana, dalla quale si era scissa, perchè +l'opera di Lutero e dei suoi seguaci acquistasse +solida consistenza. Questa terribile +lotta per l'esistenza fiaccò la Germania e +la rese politicamente debole. La faticosa +liberazione della nostra patria dalla Chiesa +di Roma le costò in fatto uno sforzo immenso +che l'esaurì più profondamente, che +non avesse fatto l'antico legame con Roma +e l'Italia che aveva per secoli asservito la +nostra forza nazionale ad un dogma politico-religioso, +in una terra straniera. Ma +lievi furono i sacrificii fatti dalla Germania +dal tempo delle guerre di religione fino +alla pace di Vestfalia, poichè valsero a conquistare +la libertà della fede e del pensiero, +che è la base della moderna civiltà europea. +Il grave pericolo che derivava dalle +primitive tendenze monarchiche della Riforma,<span class="pagenum"><a name="Page_374" id="Page_374">[374]</a></span> +per cui si poteva ancora pensare +a riunire il potere temporale e quello spirituale +in un pontefice, principe protestante +(secondo l'aforisma <i>cujus regio ejus +religio</i>), fu allontanato e superato per lo +spirito germanico d'individualità e per l'indipendenza +territoriale dei principi tedeschi. +Invece di una Chiesa generale riformata +si ebbero tante singole Chiese, ma anche +così frazionato, lo spirito della Riforma rimase +abbastanza potente da tener testa alla +grande nazione del cattolicismo, sia pure +colla perdita di qualche provincia. Il principio +della libertà di coscienza ha oggi generalmente +trionfato; anche in Italia, nella +immediata vicinanza del pontefice, esso è +divenuto un diritto, oramai acquisito per +sempre. E' il diritto universale di cittadinanza +dello spirito occidentale: la vecchia +Chiesa, legata all'Impero o allo Stato, scompare; +essa ricade, libera anche essa, in seno +alla società.</p> + +<p>La Riforma aveva risollevato il diritto +medioevale dell'Impero, ma il trattato di +Vestfalia, riconoscendo l'eguaglianza delle +due confessioni, nell'Impero, legittimava la +separazione di esso da Roma.</p> + +<p>Nel sistema medioevale Chiesa ed Impero +non formavano che un solo organismo; +l'Imperatore era difensore di quella, +doveva vegliare sulla sua unità ed inseparabilità,<span class="pagenum"><a name="Page_375" id="Page_375">[375]</a></span> +e soprattutto dar opera ad estirpar +l'eresie. Ma ora principi protestanti sedevano +in Parlamento presso i cattolici; +ora l'Imperatore era eletto da voti di cattolici +e da voti di eretici, contemporaneamente. +La corona rimaneva elettiva: perchè +non avrebbe potuto un principe protestante +essere eletto all'Impero? Ma questo segreto +disegno dei protestanti non fu mai colorito. +La dignità imperiale rimase, di fatto, agli +Asburgo, per via ereditaria, e per la tradizione +e per la grande potenza privata +di quella dinastia. L'Austria frattanto dominava +dunque in Germania, e l'Imperatore +mirava solo a scopi che concernevano +l'Austria stessa, il che non mancò di suscitare +nelle grandi case tedesche un vivo +malcontento. Già al tempo della pace di +Vestfalia il famoso giurista Chemnitz (Hippolytus +a lapide) mirava a strappare la corona +agli Asburgo, sostenendo che il loro +dispotismo imperiale, il loro egoismo di +schiatta erano le sole cause della decadenza +della nazione tedesca. «<i>Extirpatio domus +austriacae</i>» è il profondo grido che i protestanti +gettarono poco prima del 1648. Essi +volevano che tutto ciò che sapeva di romano, +fosse estirpato dalla Germania, che +doveva crescere da sè per propria virtù e +potenza, e attaccarono naturalmente anche +l'idea imperiale latina che ancora trovava<span class="pagenum"><a name="Page_376" id="Page_376">[376]</a></span> +un'espressione nella casa di Asburgo, così +strettamente legata a Roma. Così colla +pace di Vestfalia essi ottennero, la Francia +si affrettò ad assentire, che i principi +territoriali della Germania fossero dichiarati +sovrani.</p> + +<p>Quel trattato dichiarava finito l'antico +Impero, ed infatti esso non era più che +un'alleanza fra molti stati indipendenti retti +da piccoli sovrani assoluti, il cui capo titolare +rimaneva l'Imperatore, i cui antichi +diritti sulla aristocrazia del Parlamento +(Reichstag) non erano più che un'ombra. +La sua potenza non gli derivava dall'essere +Imperatore, ma dal popolo delle terre appartenenti +alla corona degli Asburgo, a +mantenere ed ingrandire le quali, assiduamente +mirava.</p> + +<p>L'Impero non più romano ma tedesco +condusse dopo la pace di Vestfalia un'esistenza +che offre la visione storica più deplorevole. +Gli stati vicini erano venuti intaccando +le sue terre di confine; la Francia +era giunta, a forza di astuzia e di +abili manovre, fino al Reno; la Svezia e +la Danimarca avevan conquistato le Provincie +del Nord; la Polonia si stendeva fino +all'Oder; le terre numerose degli Asburgo +formavano, nel sud-est, uno Stato a sè che +tentava di assorbire a poco a poco la Baviera. +Il resto della Germania era un caos<span class="pagenum"><a name="Page_377" id="Page_377">[377]</a></span> +di staterelli sminuzzati, di signorie territoriali, +di principati retti a sistema assoluto, +nei quali il sentimento nazionale era +caduto più in basso che nella vicina e meno +divisa penisola italica. L'Impero stesso era +incurabile; le riforme fatte da un grande +imperatore, quale fu Giuseppe II, dovettero +naufragare.</p> + +<p>Per la rigenerazione nazionale e politica +della Germania, caduta in così tristi condizioni, +doveva nel nord presentarsi un +aiuto insperato. La storia della formazione +e dello sviluppo della monarchia prussiana +è l'unica bella pagina nella storia della +lunga decadenza dell'Impero. In seno a +questo nobile germe giaceva nascosto l'avvenire +della patria. Lo stato prussiano divenne +la rocca del protestantismo nel continente +europeo, e suo ufficio fu quello +di difendere la Germania contro le ingerenze +di Roma, contro la Francia, le popolazioni +slave che minacciavano ad Oriente, +e contro la Scandinavia che minacciava +al Nord. Questo ufficio fu coscienziosamente +eseguito.</p> + +<p>L'erezione della Prussia a regno nel 1701 +segna un'epoca nuova nella storia tedesca. +Da quel punto questo piccolo stato vide +nettamente tracciata dinanzi a sè la strada +che doveva seguire. Necessariamente esso +aspirò ad una supremazia sulla parte settentrionale<span class="pagenum"><a name="Page_378" id="Page_378">[378]</a></span> +della Germania, e si trovò rivale +della casa d'Austria per l'egemonia +tedesca. L'esistenza della monarchia prussiana +era evidentemente e fatalmente pericolosa +per l'Impero: si determinò un dualismo +di natura politica e religiosa che già +la Riforma aveva prodotto, e che ebbe +per effetto particolare la formazione della +monarchia prussiana. La lotta della dinastia +degli Hohenzollern contro la dinastia +degli Asburgo, del regno tedesco contro +l'Austria e l'Impero, fu il punto centrale +della storia della Germania, le cui vicende +ormai dipenderanno dalle vicende di quella +lotta. Federico il Grande, vincendo Imperatore +ed Impero, consolidò validamente la sua +monarchia; questa, come già quella degli +Asburgo, ma in minori proporzioni, ripeteva +le sue origini da una piccola dinastia +mezzoslava; ma seppe tedeschizzarsi, +questa piccola monarchia egoistica, ciò che +non riescì mai alla dinastia degli Asburgo +con tutte le sue terre ereditarie, e divenire +un'immagine, un modello, un microcosmo +della Germania, assorbendo a poco a poco +antiche famiglie tedesche, annettendosi questa +e quella provincia dell'Impero, e tollerando +entro di sè, l'una vicino all'altra, tre +confessioni che godevano tutte di un eguale +diritto di cittadinanza. Il sorgere e lo svilupparsi +della Prussia, questo nuovo germoglio<span class="pagenum"><a name="Page_379" id="Page_379">[379]</a></span> +fiorito dal tronco di un vecchio ed illustre +albero rinnovellato, l'Impero, è una mirabile +evoluzione, una fatale trasformazione +dell'Impero stesso. Quando essa sarà compiuta, +la Prussia passerà, tramonterà anch'essa, +cioè ascenderà gloriosamente nella +nuova giovane Germania. Lo spirito della +nazionalità tedesca, con le sue speranze +nel futuro, con la sua attività letteraria +e scientifica, si rivolse, fin dal tempo +di Federico il Grande, alla Prussia come +al cuore della patria, benchè essa, come +già l'Austria degli Asburgo, sembrasse +seguire egoistici disegni d'ingrandimento, +senza preoccuparsi troppo dello sviluppo +nazionale. Ma le guerre d'indipendenza +delinearono nettamente la missione della +Prussia. Queste guerre salvarono la nazionalità +germanica: l'Impero non c'entrava +più, era da un pezzo tramontato; +esse spezzarono il nuovo dominio romano +universale che si era alzato sulle sue rovine.</p> + +<p>L'idea universale dell'Impero, combattuta +dalla Riforma, dalla separazione della +Germania da Roma, dal trattato di Vestfalia +e dal sistema politico che ne derivò, +era risorta con forza mirabile dalla Rivoluzione +francese e formò il nuovo Cesarismo +napoleonico. Il geniale conquistatore, +di razza latina, riportò sul suo trono<span class="pagenum"><a name="Page_380" id="Page_380">[380]</a></span> +il principio della monarchia mondiale, +mentre egli, come tutti i suoi predecessori, +si dichiarava successore di Carlo +Magno. Con abile mossa storica, egli si +impadronì di un antico e tradizionale principio, +e con esso animò, infuse uno spirito +al suo Impero improvvisato, che, altrimenti, +sarebbe stato una riunione ingente +di paesi conquistati, che anche un Attila +o un Gengiskan avrebbe potuto raccogliere. +Secondo la sua gigantesca fantasia, +egli somiglia per essa come per molti altri +tratti a Cola di Rienzo, ma in grandi proporzioni, +la dominazione romana doveva +rinnovarsi e passare dalla nazione tedesca, +nella quale si era a lungo indugiata, a +quella francese. Questa era detta una <i>Translatio</i> +o <i>Restitutio Imperii ad Francos</i>. Il +ristabilimento della Chiesa cattolica, che +la Rivoluzione aveva abbattuto, sta in +stretta relazione con questo disegno napoleonico. +Con la Chiesa egli strinse il +Concordato. Egli si rivolse al Pontefice +per essere da lui solennemente unto ed +incoronato, come a lui si era un tempo +rivolto il re franco Pipino, per ottenere +da lui, in nome della Chiesa, il riconoscimento +e la convalidazione della sua usurpazione.</p> + +<p>Così si trovava ora di nuovo in Europa +un Imperatore coronato dal Pontefice vicario<span class="pagenum"><a name="Page_381" id="Page_381">[381]</a></span> +di Dio, il quale, di fronte all'Italia +e a Roma, prendeva l'attitudine che avevano +avuto gli antichi Imperatori germanici. +Egli s'incoronò con la corona di +ferro dei Longobardi. Chiamò suo figlio +re di Roma, e, come doveva logicamente +accadere in questo rinnovamento dell'idea +imperiale, entrò poi in lotta col Pontefice, +come i suoi predecessori, e gli contese, +come essi, lo stato, il <i>dominium +temporale</i>. Anzi egli giustificò il fatto di +togliere al Papa le sue terre con l'espressiva +dichiarazione che egli intendeva revocare +tutti i privilegi che gl'Imperatori +suoi predecessori avevano concesso al Papa. +Cola di Rienzo aveva un tempo emesso +un editto simile, quando aveva proclamate +nulle le donazioni fatte dagl'Imperatori +tutti, fin dal tempo di Costantino, che +ritornavano di diritto al popolo e al Senato +romano.</p> + +<p>Bryce osserva che l'Impero tedesco ed +il suo Imperatore si trovarono di fronte +all'usurpatore Napoleone nella stessa situazione, +in cui si trovò l'Impero bizantino, +quando Carlo Magno usurpò la corona di +Costantino. Ma Vienna o Regensburg fece +meno opposizione al conquistatore ed alle +sue pretese di dominio mondiale, di quello +che non aveva un giorno fatto Bisanzio. +Quando, alla formazione della Confederazione<span class="pagenum"><a name="Page_382" id="Page_382">[382]</a></span> +del Reno, gli Stati tedeschi del Sud +si staccarono dall'Impero, e riconobbero Napoleone +quale loro protettore, l'Imperatore +Francesco II depose per sempre la corona +di Costantino, di Carlo Magno, di Carlo +Quinto; rimase Imperatore dei suoi dominî +ereditarî di Austria. Non si nota qui una singolare +coincidenza di forme storiche rinnovate? +Non si poteva considerare quella +famosa Austria, il baluardo dell'Europa +contro i Turchi, come una specie di nuovo +Impero romano d'Oriente? E non subì +essa la stessa sorte dell'Impero bizantino, +che si andò lentamente esaurendo?</p> + +<p>Quando apparve l'atto d'abdicazione dell'Imperatore +tedesco del 6 agosto 1806, esso +non produsse, osserva con stupore il Bryce, +nel mondo che lo udì, un'impressione molto +maggiore di quella che aveva prodotto, al +tempo del conquistatore Odoacre, la caduta +dell'antico Impero romano. Nondimeno ogni +patriota ed ogni uomo di pensiero doveva +essere profondamente commosso dalla considerazione +che in quel momento la più antica +istituzione dell'Occidente toccò il suo +estremo tramonto. Quell'impero infatti datava +da Giulio Cesare! Aveva avuto, come +nessuna altra istituzione all'infuori della +Chiesa, 1800 anni di esistenza! La dignità +imperiale era rimasta per un millennio, salvo +interruzioni momentanee, in seno alla nazione<span class="pagenum"><a name="Page_383" id="Page_383">[383]</a></span> +tedesca. Le più grandi memorie della +storia dell'Occidente erano ad esso indissolubilmente +legate; i caratteri, le vicende, le +forme varie dei popoli erano inseparabili +dalle vicende, dalle forme, dal carattere di +esso. L'idea più nobile ed alta, quella della +solidale unione dell'umanità intera, scopo +verso il quale questa deve assiduamente +dirigersi, aveva costituito il principio fondamentale +e particolare di questo Impero. +Ora, venendo esso ad estinguersi, non doveva +essere una mancanza sensibile nell'organismo +europeo?</p> + +<p>Occupato da lunghi anni dalla trattazione +di questo tema, che è uno dei fondamentali +per chi studii la storia della città di Roma +nel medio evo, ho accolto con vera soddisfazione +il bellissimo libro del signor Bryce e +ne ho fatto tesoro, e quest'opera è invero +ben degna di ogni considerazione per l'oculatezza +e per la chiarezza della visione che +l'autore ha saputo risuscitarci dinanzi, dell'idea +imperiale nella storia. Egli mi aveva +già in Roma partecipato le sue idee, oggetto +per me di vera ammirazione. Nemmeno +un tedesco potrebbe aver trattato quel +soggetto con maggior perspicacia e profondità. +Il suo libro si aggiunge alla lunga serie +di trattati di scienza politica sul principio imperiale, +serie che comincia col <i>Libellus de +Imperatoria Potestate</i> del <span class="smcap">IX</span> secolo e che<span class="pagenum"><a name="Page_384" id="Page_384">[384]</a></span> +continua fino ai dì nostri. Gli studiosi conoscono +a questo proposito la collezione +di Schardius e Goldast.</p> + +<p>Nella conclusione della sua opera, Bryce +così parla, a glorificazione dell'Impero, e +nelle sue parole pulsa ancora il pensiero +di Dante e di Petrarca:</p> + +<p>«L'opera dell'Impero medioevale fu benefica, +ma a proprio danno; esso nutrì, apparentemente +combattè, le nazioni che erano +destinate a prendere poi il posto occupato da +lui; esso pose un freno alle barbare popolazioni +del Nord, e le ridusse ad una forma di +civiltà; favorì e conservò le arti e la letteratura +dell'antichità. In tempi di violenza e di +dominazione, esso impose ai suoi sudditi il +dovere di un'ubbidienza razionale verso una +autorità, il cui motto era: Pace e religione. +In un tempo, in cui più si inasprivano gli +odii di nazionalità, esso tenne alto il principio +di una confederazione dei popoli europei, +nuocendo così a sè stesso, poichè aveva +bisogno di un potere dispotico centrale. +Non basta: esso insegnò agli uomini il +retto uso dell'indipendenza nazionale, insegnò +loro ad innalzarsi ad un concetto di +attività e di libertà spontanee, concetto che +è sopra, ma non contro, la legge, e per giungere +al quale l'indipendenza nazionale, se +bene intesa, non è essa stessa che un mezzo». +«Da Augusto a Carlo V il mondo civile<span class="pagenum"><a name="Page_385" id="Page_385">[385]</a></span> +intero credette alla sua necessità come fondamento +di un eterno ordinamento del +mondo, e i teologi cristiani, non meno chiaramente +dei poeti pagani affermarono che +<i>la caduta dell'Impero doveva essere anche +la rovina del mondo</i>. Pure ora l'Impero +è caduto, ed il mondo sussiste, e si accorge +appena del mutamento. Ma che cos'è +questo che abbiamo detto in confronto a +tutto ciò che si potrebbe dire su questo profondo +e vastissimo argomento? Ciò che qui +sarebbe necessario, e che praticamente è impossibile, +si è considerare l'Impero come +un tutto, come una sola istituzione, nella +quale ha avuto il suo centro la storia di diciotto +secoli, e la cui forma esteriore è rimasta +immutata, mentre è cambiato il suo spirito +e la sua essenza. Chi, del resto, sarebbe +capace di rappresentare esattamente il papato? +Coloro che non vedono in esso che un +gigantesco albero Upa, pieno di fronde e di +eresia, sono tanto lungi dall'aver penetrato il +mistero della sua esistenza, quanto i politicanti +convenzionali, che con frasi rotonde +spiegano il suo sviluppo, lo analizzano come +un'opera dell'arte meccanica, misurano le +sue energie e danno uno sguardo sommario +e semplicista ai suoi effetti, così ai buoni +come ai cattivi. Egualmente il sacro romano +Impero è superiore ad ogni descrizione o +spiegazione. Sapremo ben poco di lui quando<span class="pagenum"><a name="Page_386" id="Page_386">[386]</a></span> +avremo conosciuto le idee che nutriva Giulio +Cesare, allorchè gettò le sue basi, sulle +quali Augusto seppe costruire, o quelle di +Carlo Magno che ne ricostruì l'edificio, o +quelle di Barbarossa e del nipote di lui, +quando si diedero a frenarne la precipitosa +ruina. Le genti future ne sapranno poco +di più, quando considereranno il medio evo +ad una maggiore distanza di noi, che viviamo +ancora in un periodo di reazione contro +ogni forma medioevale. Essi vedranno +e concepiranno nuove forme della vita politica, +la cui natura noi potremmo appena intuire. +Ma quando essi vedranno più vasto +orizzonte, non vedranno perciò più profondamente; +al contrario la loro vista +sarà superficiale e leggera. L'Impero, che +noi scorgiamo ancora come una gigantesca +figura all'orizzonte del passato, si sommergerà +sempre più nell'ombra ai loro occhi, +quanto più essi seguiranno la strada dell'avvenire. +Nondimeno, come potrà esso mai +perdere la sua importanza nella storia del +mondo? In lui infatti si è concentrata la +vita dei secoli passati, tutta intera; da lui +è fiorita tutta la vita del mondo moderno».</p> + +<p>Tornerò a questo punto, andando verso +la conclusione, all'anno 1806, nel quale si +spense definitivamente l'Impero, nella forma +tedesca degli Asburgo. La vita europea +si svolse allora per sedici importantissimi<span class="pagenum"><a name="Page_387" id="Page_387">[387]</a></span> +anni in mezzo a lotte di supremazia e di sviluppo, +che diedero origine, sulle rovine +dell'Impero, a forme sociali di tale natura, +che sembrarono avere distrutto fino ai suoi +ultimi resti il medio evo per compiere un +nuovo assetto politico. Si spense dunque così +del tutto quel principio dello spirito occidentale, +dal quale erano germogliati, e nel +quale avevano trovato la loro espressione, +l'Impero e la Chiesa? Oppure, quale aspetto +visibile e riconoscibile hanno questi assunto?</p> + +<p>Osserviamo che l'idea imperiale non tramontò +nel 1806, poichè Napoleone se ne +impadronì e la trapiantò dalla Germania, +sua sede ormai legittima, in Francia, fondando +una nuova monarchia universale. +Era suo disegno di dare a questa, come +autocrate, i cui vassalli fossero i re dell'Occidente, +eguali leggi ed eguale indirizzo +verso una forma generale di civiltà. Come +un antico imperatore egli si spinse nell'Oriente +barbarico per allargare i confini +dell'Impero, ed avrebbe trasportato fino +a Bisanzio le aquile imperiali, come aveva +fatto a Roma, se la natura stessa delle cose +lo avesse consentito. La sua storia meravigliosa, +se considerata esteriormente e da +un solo punto di vista, sembra risuscitare +il gigantesco sogno mondiale di Roma, ed +il vecchio principio dell'Occidente, dal quale<span class="pagenum"><a name="Page_388" id="Page_388">[388]</a></span> +l'Europa potrà liberarsi solo, quando avrà +raggiunto una forma superiore di libertà +e di civiltà. Il grande sogno si dileguò per +incanto al soffio possente del libero vento +che, dal tempo della riforma tedesca, conduce +invincibilmente l'Europa alla libertà +e combatte e ricaccia indietro lo spirito +medioevale della reazione. La riforma ha +sciolto dai vincoli il pensiero individuale; +la rivoluzione francese ha fatto libera e +cosciente l'attività e l'energia della nazione. +Ambedue hanno cooperato a illuminare i +popoli, a farli liberi, forti e clementi, tali +infine che non possono più tollerare alcun +dispotismo militare. La caduta di Napoleone +dimostrò chiaramente l'impossibilità +di un grande potere centrale. Il mondo diverrebbe +più facilmente tutto repubblicano +o cosacco!—era questo un motto famoso +del grande uomo.</p> + +<p>Quando il cesarismo napoleonico precipitò, +era giunto il momento di condurre a +termine una riforma politica per mezzo di +un concilio di popoli. Le circostanze si presentavano +simili a quelle del tempo, in cui +l'Europa vide il papato minacciar rovina, +e tenne a Costanza un concilio. Come allora +inutilmente si tenevano i concilii, così +ora inutilmente si bandiscono i congressi. +Il Congresso di Vienna ebbe tanto buon +successo nel dare un nuovo assetto politico<span class="pagenum"><a name="Page_389" id="Page_389">[389]</a></span> +all'Europa, quanto il Concilio di Costanza +nel portare riforme sostanziali nella Chiesa. +Così accadde che la storia degli ultimi cinquant'anni +non contiene propriamente altro +che la reazione dei popoli contro gli +accordi presi al Congresso di Vienna e la +distruzione dell'artificiale edificio che questi +avevano edificato. L'Impero dunque non +fu ristabilito, ma rimase il concetto—non +di una potenza centrale europea, ma di +una autorità internazionale, atta a tenere +uniti ed alleati i popoli colla <i>pace</i> e nella +<i>religione</i>;—questo concetto, che esprimeva +un bisogno serio e reale, che tornava +a farsi sentire, fu tradotto in atto +nell'alleanza delle potenze. Il Sacro Romano +Impero si cambiava nella Santa Alleanza, +la quale, per quanto nociva allo sviluppo +politico degli Stati, aveva originariamente +per base un principio di universale umanità.</p> + +<p>Allora, guidata dalla Santa Alleanza e +dai suoi Congressi, comincia la vergognosa +reazione contro le libertà che con tanta +fatica erano state conquistate. Questa reazione +non riuscì: i popoli dicevano sempre +più chiaramente le loro ragioni e le +loro aspirazioni verso un lontano ideale di +autonomia politica e d'indipendenza.</p> + +<p>La scossa napoleonica aveva destato i +popoli dalla loro apatia, e, sotto la sua impressione, +le nazioni si eran levate, coscienti,<span class="pagenum"><a name="Page_390" id="Page_390">[390]</a></span> +alle guerre della liberazione. Egualmente +Napoleone, abbandonando ormai il +vecchio sistema dello stato medioevale, +aveva attraversato l'Europa, spargendo su +tutti i popoli il fecondo seme democratico +della rivoluzione francese. Questo seme non +andò perduto, e le vibrazioni della rivoluzione +continuavano, allargandosi in cerchi +sempre più ampi e sonori. <i>Riforma e +principii del 1789</i>, erano virtù nascoste +e latenti in quel seme. La teoria dell'equilibrio +artificiale delle potenze, che doveva +assicurare la pace all'Europa, cadde completamente, +avendo la base in un'innaturale +costrizione e in un mutilamento teorico +delle nazioni, tale che le riducesse alle volute +proporzioni rispettive! La partizione +della Polonia era l'ultima grande preoccupazione +della politica del Gabinetto europeo. +La lotta del nazionalismo contro le +tendenze della politica ai nostri giorni è +stata ben combattuta, e talora vittoriosamente. +Ristabilire la nazionalità voleva dire +rispettare, anzi difendere la sua unità e la +sua indivisibilità.</p> + +<p>In questo movimento di tutta l'Europa +due nazioni hanno acquistato di fresco +un'importanza decisiva: l'Italia e la Germania, +queste due antiche sorelle nemiche, +che un ideale d'universale dominio aveva +per mille anni tenuto in contesa perenne.<span class="pagenum"><a name="Page_391" id="Page_391">[391]</a></span> +L'una era stata sede della Chiesa e del +pontefice; l'altra dell'Impero e dell'imperatore. +Esse si erano divisi fra loro questi +due poli del mondo politico. Esse avevano +fatalmente subìto la medesima sorte di universale +grandezza e di debolezza nazionale, +l'una per causa dell'Impero, l'altra per causa +del Papato. Nell'una s'insinuava tenacemente +la Chiesa come una potenza straniera +(romana); nell'altra egualmente l'Impero +come una potenza straniera (tedesca). +Ed anche quando l'Impero fu tramontato, +e precipitò la grande monarchia francese, +le medioevali relazioni fra le due regioni +continuarono, poichè l'Austria rimase in +possesso della Venezia e della Lombardia, +mentre cercava di mantenere la supremazia +sulla Germania intera. Così continuava +una fittizia autorità dell'Impero, mentre +l'Austria acquistava, coi secondogeniti della +Casa regnante, una grande potenza nel centro +d'Italia. Manteneva intanto, con le strette +relazioni colla Chiesa, quell'ufficio di protettrice +della Santa Sede, che già fu suo nel +medio evo, e non perdeva la sua influenza +sulla Chiesa stessa. Recentemente stringeva +con Roma il famoso concordato.</p> + +<p>In ambedue queste regioni, l'Italia e la +Germania, la lotta per la nazionalità offre +aspetti analoghi. Il Piemonte e la Prussia, +divenuti regni sul principio del secolo <span class="smcap">XVIII</span>,<span class="pagenum"><a name="Page_392" id="Page_392">[392]</a></span> +si rassomigliano per la loro situazione nordica, +per le loro tendenze nazionali ed anche +per la tenace fermezza dei loro sforzi, +che presero le mosse da così modesti principî. +Così anche offrono fra loro dei punti +di contatto i loro due uomini di Stato dei +tempi recenti; soltanto le proporzioni e le +energie furono differenti. Scopo della nazione +italiana erano l'indipendenza e l'unità, +e il Piemonte si mise alla testa della popolazione +tutta per raggiungerle. Le nemiche +erano l'Austria, col suo resto di potenza +imperiale, il paese straniero ed oppressore, +e la Chiesa, che nel 1815 aveva +riottenuto il suo stato politico, l'alleata +naturale dell'idea imperiale, la nemica naturale +dell'unità d'Italia, come di tutta la +civiltà moderna. La vittoria fu ottenuta +straordinariamente presto per il concorde +sforzo nazionale, l'aiuto della Francia, le +condizioni della Prussia che lottava per lo +stesso fine, e l'opinione pubblica europea +che voleva alfine libera l'Italia.</p> + +<p>Il governo di Napoleone III, senza la volontà +del quale l'Italia non sarebbe mai +stata libera, rappresenterà una pagina molto +importante nella storia del nostro secolo, +giacchè in esso si trovarono riunite le idee +tutte del tempo e le tendenze politiche, e +in esso agirono forze e correnti contraddittorie +in modo assai caratteristico; l'imperatore<span class="pagenum"><a name="Page_393" id="Page_393">[393]</a></span> +stesso poi aveva dato il primo impulso, +con e senza la sua volontà, a quel +tentativo di riforma politica che aveva naufragato +al Congresso di Vienna. Era suo +il programma delle Convenzioni del 1815: +una vera rivoluzione nella diplomazia europea! +Egli si fece così l'alleato dei popoli +che lottavano per la nazionalità, e restaurò +quell'Impero francese di suo zio che aveva +soggiogato le nazioni. Ciò faceva il suo +governo incerto in tutte le direzioni; egli +spezzò la Santa Alleanza e la lega delle +potenze. Si alleò egli stesso coll'Inghilterra, +e ciò gli assicurò il trono, quel trono che +l'Inghilterra stessa, d'accordo colle terre +del continente, aveva rovesciato quando vi +sedeva sopra suo zio. Questi artificî diplomatici +però non avrebbero fatto di Napoleone +l'uomo dell'epoca, se egli stesso +non si fosse impadronito, per svolgerle, +delle tendenze della sua nazione durante +quel periodo, come già nel 1848 aveva trovato +la sua strada appunto al primo scoppiare +di quelle tendenze. L'aiuto che egli +offrì all'Italia, ormai matura per la liberazione, +gli valse una riputazione ed una preminenza +in Europa. Egli era salito al trono +in mezzo agli assalti che Oudinot aveva +dato alle mura di Roma, e portato e sostenuto +dal clero cattolico. Egli si assicurò +Roma, e con essa avocò a sè la più grande<span class="pagenum"><a name="Page_394" id="Page_394">[394]</a></span> +questione del secolo, quella dell'esistenza +della Chiesa medioevale come potenza politica; +era il suo turno oramai, dopochè +l'Impero che l'aveva fondata e sorretta +aveva toccato la sua fine. Napoleone divenne +il protettore e l'avvocato della Chiesa e occupò +quel posto di giudice ed arbitro internazionale, +che prima di lui solo gl'imperatori +tedeschi avevano propriamente occupato. +Effettivamente ricomparve per un +momento nella storia l'idea dell'Impero +nella potenza temuta di Napoleone III. E' +stato detto che egli avrebbe potuto, imperatore, +raggruppare le nazioni latine sotto +la sua egemonia, ma l'indomabile spirito +nazionale lo incamminò su altra strada. In +quest'uomo tutto fu dubbioso, equivoco; +la sua spada, a due tagli, ferì anche lui +stesso. La bomba di Orsini affrettò nel suo +stato la reazione. Napoleone, protettore di +Roma, doveva anche divenire protettore +della nazione italiana che tendeva all'acquisto +e di Venezia e di Roma. Lo spirito +nazionale d'Italia lo soverchiò e gli +strappò successivamente le varie parti del +suo primitivo programma. Il progetto di +una confederazione guelfa, della quale doveva +far parte l'Austria, ormai ridotta in +tristi condizioni, e della quale il Papa doveva +prendere la direzione, venne meno +dinanzi alla lotta che l'Italia intraprese per<span class="pagenum"><a name="Page_395" id="Page_395">[395]</a></span> +raggiungere l'unità, nella quale essa si rinchiuse +come per un processo di cristallizzazione. +Le provincie della Chiesa furono +acquistate da lei col consenso di Napoleone: +la convenzione di settembre limitava ancor +più la potenza del Pontefice, e della posizione +politica della Chiesa faceva una pura +questione territoriale italiana. Seguì poi la +emancipazione della nazione italiana, appena +formata, dalla Francia per mezzo dell'alleanza +colla Germania, il grande risultato +della quale fu duplice: la rovina dell'Austria +e l'acquisto della Venezia. Napoleone, +usando per l'ultima volta della sua +autorità di arbitro internazionale, consegnò +questa all'Italia. Il ritiro dei francesi da +Roma nel dicembre 1866 annunziò definitivamente +che Napoleone rinunziava alla +sua preminenza imperiale e lasciava pienamente +libera l'Italia una.</p> + +<p>A questo punto un gran mutamento si +opera nella storia d'Europa, che il tempo +renderà più visibile e che a noi, attualmente, +sembra consistere principalmente +nella caduta irreparabile dell'idea imperiale +e della Chiesa imperiale. Mentre Napoleone +abbandonava il Papa al suo destino, mentre +l'Italia si metteva nettamente in contrasto +col papato, essendo divenuta nazione libera, +completamente indipendente da Roma, fu +dato il colpo di grazia a quell'antico principio<span class="pagenum"><a name="Page_396" id="Page_396">[396]</a></span> +romano, che, non poteva più sussistere +quando la Chiesa aveva perduta la +sua sovranità. La debolezza del papato, +inoltre, significa la debolezza del principio +di legittimità e di autorità. L'antica lotta +dei due principii dell'Occidente, dello spirito +latino e dello spirito germanico, è stata +finalmente decisa, almeno così sembra, coll'unità +d'Italia a spese della Chiesa, e colla +grande battaglia di Sadowa a spese degli +Asburgo e della potenza francese. Lo spirito +tedesco della riforma ha ottenuto sui +campi della Boemia una nuova vittoria, che +sarà feconda di conseguenze, sul mondo +medioevale, e verosimilmente renderà alla +Germania la perduta potenza. L'Impero si +rinnoverà colla Casa degli Hohenzollern che +ascende invincibilmente verso di esso, ma +non sarà più una potenza cesarea di conquista, +all'uso antico, ma un'alleanza nazionale, +la quale, posta nel cuore d'Europa, +starà a vegliare e salvaguardare la pace, la +libertà, la civiltà dall'Occidente. In questo +nuovo Stato tedesco la Chiesa sarà quantità +trascurabile, perchè non più politica, +ma socialmente libera. Nell'avvenire questo +Impero tedesco potrebbe radunare intorno +a sè in una confederazione tutti gli +elementi germanici dell'Occidente, mentre +i gruppi dei popoli slavi e latini si riunirebbero +analogamente fra loro. La storia<span class="pagenum"><a name="Page_397" id="Page_397">[397]</a></span> +mira evidentemente a questo triplice risultato. +Allora una eguale potenza di tutti i +popoli, finalmente appagati in tutti i loro +bisogni nazionali, ed una civiltà libera e +generale, a cui si giungerà certamente attraverso +mille vie e mille canali, potranno +preservarci dal pericolo di uno squilibrio +di potenza, sia dall'una che dall'altra parte.</p> + +<hr style="width: 45%;" /> + +<p>Quando io scriveva le precedenti pagine, +non poteva prevedere quale stupendo sviluppo +fosse per prendere in breve volger +d'anni la storia della mia patria. La folle +dichiarazione di guerra di Napoleone III, +derivata dal culto barbarico per l'idolo militare +che ancora perdura in Francia, ha +prodotto conseguenze di primaria importanza +storica. L'intelligenza e la forza della +nazione tedesca spezzarono la temuta potenza +della Francia imperiale come una +canna marcita. L'imperatore francese, i suoi +generali, i suoi marescialli, il suo grande +esercito, una volta terrore del mondo, come +per una malìa, son fatti d'un tratto prigionieri +di guerra. Il grande Impero francese si dissolse +in polvere al tocco elettrico dello spirito +nazionale tedesco, ed il papato, l'antico papato +imperiale e millenario, si piegò anche +esso inaridito ed inerte. Il re-papa latino e lo<span class="pagenum"><a name="Page_398" id="Page_398">[398]</a></span> +imperatore latino precipitarono insieme, ed +in cospetto di Parigi assediata, nella notte +di Natale del 1870, 1070 anni dopo Carlomagno, +l'Impero, potenza nazionale tedesca, +è ritornato alla dinastia protestante +degli Hohenzollern. La fine dell'Impero nel +1806 appare oggi dunque soltanto come il +principio di un interregno, il più lungo che +la storia tedesca conosca. Ora noi incominciamo +la riforma politica della Germania. +E' sorprendente e bello poter oggi considerare +la tenacia e la durata dell'idea imperiale, +che è divenuta ora mirabile espressione +del principio moderno della libertà di +coscienza e della nazionalità.</p> + +<p>Roma, Natale, 1870. +<span class="pagenum"><a name="Page_399" id="Page_399">[399]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"><a name="UNA_SETTIMANA_DI_PENTECOSTE_IN_ABRUZZO" id="UNA_SETTIMANA_DI_PENTECOSTE_IN_ABRUZZO"></a>UNA SETTIMANA<br /> +DI PENTECOSTE IN ABRUZZO<br /> +(1871). +</h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_401" id="Page_401">[401]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter">Una settimana di Pentecoste in Abruzzo.<br /> + +(1871).</h2> + +<p>Dopo un inverno faticoso, l'amico Lindemann<a name="FNanchor_78_78" id="FNanchor_78_78"></a><a href="#Footnote_78_78" class="fnanchor">[78]</a> +ed io volemmo concederci lo svago +di una gita, durante la settimana di Pentecoste, +nel selvaggio ed ancora così poco +noto Abruzzo.</p> + +<p>Avevamo intenzione di vedere Rieti, +Aquila e il Gran Sasso d'Italia, scendere +dai monti di Popoli al lago Fucino, visitarvi +le opere di prosciugamento del Torlonia, +festeggiare la gloriosa resurrezione +dell'Impero tedesco sul campo di battaglia +dell'ultimo Hohenstaufen, e poi tornare a +Roma per Tagliacozzo sulla via Valeria. +Tutta questa regione, indescrivibile paradiso, +<span class="pagenum"><a name="Page_402" id="Page_402">[402]</a></span> +la visitammo nella fioritura d'un limpido +maggio. Voglio adesso parlarne un +poco, almeno dell'ultima tappa da Popoli a +Tagliacozzo, perchè parlare dell'interessantissima +Aquila mi porterebbe via troppo +tempo.</p> + +<p>Per godere appieno del paesaggio bellissimo +della terra d'Abruzzo, che dovevamo +attraversare, salimmo la vigilia del +giorno della nostra partenza da Aquila, +verso sera, sulla fortezza di questa città. +Essa appartiene all'epoca di Carlo V; una +possente aquila imperiale bicipite, di pietra, +ed una lunga iscrizione latina, ricordante la +costruzione di questo castello per opera +del vicerè don Pedro di Toledo, marchese +di Villafranca, stanno ancora sul ben conservato +portale di marmo, di bella architettura +cinquecentesca. Questo castello situato +in piano, circondato da una fossa +profonda, rammenta quello simile che si +trova a Milano. Esso non ha più alcuna +importanza strategica;<a name="FNanchor_79_79" id="FNanchor_79_79"></a><a href="#Footnote_79_79" class="fnanchor">[79]</a> serve solo come +caserma e dovemmo abboccarci con l'ufficiale +di picchetto, per ottenere di essere +ammessi a visitarlo. Quando rispondemmo +alla sua domanda, relativa alla nostra nazionalità, +<span class="pagenum"><a name="Page_403" id="Page_403">[403]</a></span> +che uno di noi era tedesco del +sud e l'altro tedesco del nord, alleati d'Italia, +quell'ufficiale dall'aria annoiata e dalle +forme erculee, si rischiarò in volto, ci salutò, +togliendosi il berretto, e ci invitò ad +entrare. Come si cambiano i tempi! Anche +solo pochi anni fa il nome della nostra +patria avrebbe ottenuto l'effetto opposto!</p> + +<p>Dai merli del castello contemplammo +quel superbo panorama degli Abruzzi, dove +le catene dei picchi nevosi si spiegano +solenni e severe. Aquila è situata sui contrafforti +del Gran Sasso, da Aquila vediamo +questo re degli Appennini immediatamente +sulla nostra sinistra. Nella trasparenza dell'aria +vespertina esso appare così vicino +che si distinguono benissimo gli anfratti, gli +spigoli, i rilievi della sua piramide; eppure ci +vogliono due lunghi giorni di viaggio per +giungervi! Pochi hanno asceso questa montagna, +ed essa è quasi mitica e sconosciuta, +come tutta la regione limitrofa.<a name="FNanchor_80_80" id="FNanchor_80_80"></a><a href="#Footnote_80_80" class="fnanchor">[80]</a> E' un +nodo montuoso di figura allungata, di forme +gigantesche e massiccie, almeno per quel +che si può giudicare vedendolo da Aquila. +Dal centro di questa massa montuosa si +alza ora una specie di cono o di gobba, +coperto di neve; questo è il Gran Sasso, +<span class="pagenum"><a name="Page_404" id="Page_404">[404]</a></span> +il punto più alto d'Italia: 9000 piedi di +altezza.<a name="FNanchor_81_81" id="FNanchor_81_81"></a><a href="#Footnote_81_81" class="fnanchor">[81]</a> Alla destra di Aquila si stende +un'altra regione montuosa, senza picchi +nevosi, la cui porzione anteriore è però +limitata dai nebbiosi e qua e là nevosi +monti sopra Sulmona, ammantati dalla porpora +del tramonto e sormontati dalla maestosa +e scintillante Maiella. Dall'altro lato, +verso Rieti, la nevosa Leonessa,<a name="FNanchor_82_82" id="FNanchor_82_82"></a><a href="#Footnote_82_82" class="fnanchor">[82]</a> monte +bellissimo che si vede da Roma. Esso perde +appena in giugno la sua veste di neve, +quando sul Pincio fioriscono i granati. Da +Rieti noi l'avevamo costeggiata andando +verso Aquila. Così costeggiammo il Gran +Sasso per raggiungere Popoli.</p> + +<p>Questa regione abruzzese non ha ancora +ferrovie. Si comincia ora a tracciarne, essendo +esse necessarie, anche per ragioni +strategiche. Si sta costruendo una linea +sul Pescara fino al mare Adriatico, dove +si riallaccia alla linea di Ancona, ed è +qui il punto centrale di scalo dei prodotti +degli Abruzzi. Questa linea dovrà +toccare Sulmona, Popoli, Aquila, Rieti e +Terni e con una diramazione abbracciare +la Marsica, il lago Fucino e Sora, mentre +si ricongiungerebbe per Roccasecca alla +linea Napoli-Roma.</p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_405" id="Page_405">[405]</a></span></p><p>Ora si viaggia in piccole vetture di posta +molto primitive, che non differiscono in +nulla da quelle in uso nella Sabina e nella +campagna romana. La strada è bellissima: +passa per monti e valli, in regioni pittoresche +con lo sfondo del Gran Sasso, fra +castelli e rocche in rovina, come Poggio Picenze, +Barisciano, Castel Nuovo, Ritegna (?) +Navelli, tutti sull'Aterno rumoroso. Fra +Collepietro e Popoli varcammo un alto +passo, dal quale si gode una magnifica +veduta sulla lussureggiante vallata di Sulmona, +che è come un enorme giardino +racchiuso in un cerchio di nevose montagne. +Una volta esse racchiudevano un +lago, come quello Velino presso Rieti. In +tempi preistorici tutte queste valli abruzzesi +erano laghi; ora non rimane che il +lago Fucino, ed anche questo sarà presto +prosciugato. In basso si scorge Popoli, su +una roccia rossastra; su di esso le torri +gialle e le rovine della rocca dei Cantelmi, +e dietro Sulmona, patria d'Ovidio, ai piedi +della Maiella che sembra serrare la valle. +La strada che conduce a Popoli scende a +zig-zag con gomiti così bruschi e curve +così forti, che rammenta la strada del Gottardo +o altri passi delle Alpi.</p> + +<p>Nulla di più ridente di questa piccola +antica città con i suoi frutteti e le sue +vigne assolate; il fiume Aterno prende da<span class="pagenum"><a name="Page_406" id="Page_406">[406]</a></span> +questo punto il nome di Pescara. Chi non +conosce questo nome famoso nella storia +di Carlo V? Appena entrati in città, trovammo +la popolazione in gran movimento, +essa aveva aspetto contadinesco; una strana +comitiva di uomini ci venne incontro suonando +una fanfara; era preceduta da giovanotti +che su di un'alta pertica portavano +una caldaia di rame ed altri lucenti utensili +da cucina, tutti adorni di bandierine, +fiori e corone. Era un corteo nuziale, e, +secondo l'uso del luogo, la dote della sposa +era portata in processione per viaggio. +Popoli è una città di coltivatori e di vignaioli. +I vini degli Abruzzi, o almeno +quelli che si fanno là ed a Sulmona, sono +celebrati in tutta la regione, e sarebbero +esportati di più, se fossero migliori le strade. +Ci è stato detto che a Popoli si compra un +litro di ottimo vino per l'inverosimile prezzo +di un soldo, e si piantano dei maglioli per +nulla inferiori a quelli di Borgogna.</p> + +<p>Popoli, rappresentando il punto di congiunzione +delle strade commerciali di Aquila, +Pescara e Sora-Avezzano, è già oggi uno +dei luoghi più popolosi e frequentati degli +Abruzzi. Vi notammo infatti un'animazione +che ricordava Napoli e le città meridionali.</p> + +<p>Salimmo sull'antica rocca, donde si gode +un incomparabile panorama. I Cantelmi, +stirpe provenzale, la eressero; essi eran<span class="pagenum"><a name="Page_407" id="Page_407">[407]</a></span> +venuti a Napoli con Carlo I d'Angiò, resero +grandi servigi a questo conquistatore nella +lotta con Manfredi e Corradino, e, arricchiti +di molti feudi nel regno di Napoli, +divennero una delle più potenti famiglie +feudali. I Cantelmi possedettero anche per +molto tempo la bella Sora sul Liri. In +nessun altro luogo d'Italia il feudalismo +ha fiorito come nel Napoletano. I Normanni, +gli Hohenstaufen, gli Angiò, gli Aragona; +poi gli Spagnoli, dopo Carlo V, crearono +infiniti feudi, cosicchè in quella regione si +può dire non esista paese cui non sia annesso +un titolo di conte o di marchese. +Nessuna regione, anche, cambiò tanto spesso +di signoria per l'eterna lotta delle dinastie +e delle nobiltà. Se non erro, l'attuale duca +di Popoli seguì l'ex-re di Napoli, Francesco, +nel suo esilio sul remoto e gelido +lago di Starnberg. Il lago di Starnberg è +uno dei luoghi più pittoreschi e suggestivi +che conti la Germania, sulla sua tranquilla +riva ospitale, coronata di boschi e di casolari, +ben vi possono i fuggiaschi affaticati +della vita e della storia, riposare nel +silenzio e nell'ombra. Ma ci vuole un'anima +tedesca per godere la bionda bellezza di +quella natura e non sentirsi intirizzire; +potrebbe un luogo come quello consolare +un esule che ha negli occhi e nel cuore +il sole di Napoli?<span class="pagenum"><a name="Page_408" id="Page_408">[408]</a></span></p> + +<p>Noi viviamo in tempi, nei quali la dea +Fortuna gira assai velocemente la sua ruota; +quando s'ebbe mai più di ora materia per +dissertare sul vecchio tema <i>de exilio</i> e +<i>de varietate fortunae</i>? Gli antichi Romani, +da Scipione, esempio dell'esule sereno e +rassegnato, molto si distinsero nell'arte di +sopportare degnamente l'esilio. Si dice che +la religione cristiana e la diffusa cultura +abbiano ai nostri tempi reso i dolori più +tollerabili che nell'antichità, nella quale il +più forte di tutti i sentimenti era l'amor +di patria; questa è, e rimarrà, una bella frase. +Queste considerazioni feci anch'io guardando +la rocca dei Cantelmi, che mi faceva +ricordare Starnberg e Chiselhurst. Nello +sfondo del nostro viaggio, nube lampeggiante, +stava la lotta spaventosa di Parigi +colla Comune. Appena giunti in paese, chiedemmo +dei giornali, per conoscere le ultime +notizie. Ci dissero che in Popoli c'è un <i>Casino</i>, +o meglio una <i>Casina</i>, come chiamano +negli Abruzzi e nella Marsica qualche cosa +di molto simile a quello che si chiama <i>Museum</i> +nelle città della Germania meridionale. +La sera ci condussero in un caffè, e +da questo, salite parecchie scale, ci trovammo +nelle due stanze dove la <i>Casina di +Popoli</i> aveva fissato la sua segreta sede. +Alcuni signori giocavano al biliardo alla +luce crepuscolare di fumose lampade; noi<span class="pagenum"><a name="Page_409" id="Page_409">[409]</a></span> +fummo gentilmente introdotti nel gabinetto +di lettura, dove trovammo giornali italiani, +ma non molto recenti, che aveva portato +la posta di Aquila e di Pescara.</p> + +<p>Per il giorno seguente noleggiammo una +vettura per recarci al lago Fucino per il +selvaggio monte di Raiano, viaggio di un +giorno intero.</p> + +<p>Una volta vi era servizio di posta con +Avezzano; ora non più, non so per quale ragione, +forse perchè si sta costruendo la nuova +strada di Aquila attraverso la montagna. +L'antica strada è bellissima e praticabile. +Traversammo il Pescara, vivace corso d'acqua +montanino, ricco di trote, largo qui +come il Liri a Ceprano. Attraverso questa +regione incantevole giungemmo a Pentima, +poi sull'altipiano dell'antico <i>Corfinium</i> dei +Peligni.</p> + +<p>La bellezza della valle da Sulmona a Popoli, +colla catena del Gran Sasso e le altre +montagne intorno, è tale che non può esprimersi +con parole. Io non vidi mai un paesaggio +così superbamente stilizzato, come +questo di Corfinio, da non paragonarsi nemmeno +colle famose località siciliane. E' una +veduta di alpi e di nevi nella smeraldina +limpidezza della luce del sud. Anche sotto +questo cielo i monti hanno nevi eterne, +ma queste non hanno la grandiosità sinistra +dell'<i>elemento</i>; sembrano essere state<span class="pagenum"><a name="Page_410" id="Page_410">[410]</a></span> +posate sugli spigoli scintillanti da uno spirito +di bellezza, per aumentare lo splendore +di queste montagne. Sotto l'azzurro +del cielo lo scintillìo delle nevi ha un risalto +speciale, magico. Teatro più bello dell'altipiano +di Corfinio questa scena sublime +non potrebbe avere, e si potrebbero passare +delle ore e dei giorni interi assorti +nella sua contemplazione, dimenticando il +piccolo mondo degli uomini.</p> + +<p>In mezzo a questa natura grandiosa, +quasi eroica, in quest'aria fresca e serena, +potrebbe sorgere una forte città dalla popolazione +sana ed esemplare. Vedemmo molti +resti di antiche mura, ed una chiesa non vecchissima, +ma d'una considerevole antichità, +unico particolare del quadro che ricordasse +il presente ed il tempo. Essa è di travertino +giallastro e brillante. Si chiama San +Pelino, e da essa prende il nome l'altipiano. +Deve essere stata eretta verso il 1400, ma, +a giudicare dalle iscrizioni, prima di essa +vi doveva già essere in questo luogo un'altra +chiesa, eretta sulle rovine d'un tempio pagano. +Il materiale di costruzione è stato +preso da <i>Corfinium</i>, come sì rileva dai frammenti +d'iscrizione che si trovano sulla parete +esterna.</p> + +<p>Presso uno di questi frammenti trovai +questo scritto medioevale, coi caratteri del +tempo dei Cosmati, e anche coi nomi e le<span class="pagenum"><a name="Page_411" id="Page_411">[411]</a></span> +parole usate dai Cosmati stessi nelle loro +iscrizioni: VGO. HOC. F. OPVS. ARNVLFVS. +EP. PLEBI. DI.—ciò che non mancò +di meravigliarmi molto. Ancor oggi sul tabernacolo +di S. Paolo a Roma si legge: <i>Hoc +opus fecit Arnolfus cum socio suo Petro</i>.</p> + +<p>Come è incomparabilmente grande qui +la natura, ugualmente grandi sono le vestigia +della storia di Roma. <i>Corfinium</i> fu +per lunga serie d'anni il centro della più +violenta rivoluzione d'Italia, la terribile sollevazione +degli alleati contro i privilegi +della sovranità assoluta di Roma. In questa +città gli eroici Marsi, i Sanniti ed altre popolazioni +strinsero alleanza, si dichiararono +indipendenti da Roma, crearono, sotto Quinto +Silio, consoli e Senato, e chiamarono <i>Corfinium, +Italica</i>. In terribili guerre la Comune +delle popolazioni italiane lottò per la +cittadinanza romana; seguirono altre guerre +sociali, e la grande guerra servile: le figure +di Mario e Silla, Ottavio, Cinna, Sulpicio +e Rufo, nonchè Pompeo e Cesare, si presentano +agli occhi del viaggiatore che segue +col pensiero questa catena galvanica +di lotte gigantesche dell'aristocrazia colla +democrazia, del diritto popolare col privilegio, +che conduce all'apparizione del Cristianesimo +e del suo ideale democratico. Ed +essa non finisce qui: la lotta è eterna come +il principio che la provocò.<span class="pagenum"><a name="Page_412" id="Page_412">[412]</a></span></p> + +<p>Mentre noi qui, sulla luminosa pianura di +Corfinium, riandiamo col pensiero quelle +rivoluzioni e guerre civili per la conquista +dei diritti da parte dei Comuni d'Italia, i +comunardi di Parigi chiamano alla riscossa +le città di Francia contro il principio di +stato della centralizzazione; essi abbattono +i monumenti imperiali e regali, e spargono +su di essi infiammato petrolio, facendo di +Parigi un rogo. Se mai la ragione e il +diritto furono fondamento di una guerra +civile, ciò accadde nel caso della guerra +marsica.</p> + +<p>Un granellino di ragione Bismarck lo +trovò anche nel pandemonio della Comune +di Parigi. Negli eccessi della recente rivoluzione +parigina riconosciamo in parte il +fanatismo della furia partigiana latina, ed +anche un po' della grandiosità dell'anima +romana. I posteri potranno forse meglio di +noi sceverare il torto dalla ragione in questo +periodo storico, e giudicare in modo più +mite quello scoppio d'un malore sociale. La +recente storia di Francia offre infatti una +forte analogia con quella dell'antica Roma.</p> + +<p>Già da ottanta anni quella regione è agitata +da rivoluzioni che la fanno oscillare +fra la repubblica e l'impero. Il cesarismo +romano ha trovato raramente buon terreno +per svilupparsi in Italia, sua terra d'origine, +ma è esulato in Francia.<span class="pagenum"><a name="Page_413" id="Page_413">[413]</a></span></p> + +<p>In Italia, invece, il principio della centralizzazione +romana non passò allo Stato, ma +alla Chiesa ed al potere temporale.</p> + +<p>Sarebbero ben da compiangere gl'Italiani +se facessero di Roma, loro capitale, +un vampiro della nazione; certamente al più +presto non mancherebbe un <i>Corfinium</i>. Già +troppo le differenze e le autonomie delle +Provincie sono state intaccate in Italia; e +si deve alle tenaci tradizioni ed ai resti dei +Comuni medioevali, se ancora non sono sensibili +inconvenienti maggiori del nuovo stato +di unità.</p> + +<p>Ma, laggiù, da un colle si staccano cupe +masse di case, e le torri di una cattedrale: +è Sulmona; e la figura del sereno poeta +delle Metamorfosi e delle Eroidi, poi esule +infelice, ci si presenta: Ovidio fu proprio +l'uomo creato per fare le più profonde riflessioni +sull'instabilità della fortuna! Dal +luminoso e raffinato mondo romano egli +precipitò fra i selvaggi Sciti del Mar Nero, +coperti di pelli di belve! Quante volte, laggiù, +egli non avrà pensato con melanconica +e straziante brama ai monti e alle valli floride +della patria sua, ai giochi della sua +giovinezza a' piedi della Maiella!</p> + +<p>Un'altra figura storica, lontana da quella +di Ovidio, come la notte dal giorno, come +può esserlo un ascetico santo da un sereno +pagano, ci apparisce dietro Sulmona,<span class="pagenum"><a name="Page_414" id="Page_414">[414]</a></span> +e riempie delle fantastiche memorie medioevali +l'azzurro leggermente nevoso della +Maiella. Da quelle grotte un timido montanaro +eremita fu sbalzato d'un tratto sul +trono pontificio: Celestino V, predecessore +di Bonifacio. In S. Maria di Collemaggio +presso Aquila, dove egli fu condotto da +re Carlo di Napoli per esservi incoronato, +egli giace sepolto; ed io visitai là il suo +mausoleo. La sua storia è il più strano episodio +del Papato, un poema di santità, tutto +fragrante di romanticismo medioevale, incomparabile +ed unico negli annali della Chiesa.</p> + +<p>Un altro figlio diretto del medioevo leva +la sua ombra sulla Maiella: Cola di Rienzo, +l'ultimo tribuno di Roma, in esilio, e non +più vestito di broccato e di seta bianca, ma +nella cella di quei Celestini che il papa-eremita +aveva fondato. Anch'egli fu dunque +un eremita della Maiella, cinquant'anni dopo +Celestino. Dopo la sua cacciata dal Campidoglio, +andò errabondo nel napoletano, e si +rifugiò poi in queste solitudini, visse cogli +eremiti, assorto in meditazioni sulla riforma +universale, alla quale si credeva chiamato. +Di là mosse verso Praga, per partecipare +all'Imperatore Carlo le profezie degli eremiti +abruzzesi e le sue proprie idee geniali.</p> + +<p>Da <i>Corfinium</i> quante prospettive storiche +si presentano alla mente del viaggiatore!<span class="pagenum"><a name="Page_415" id="Page_415">[415]</a></span> +Quinto Silio, Ovidio, Celestino, Cola +di Rienzo. E dovunque, davvero, in Italia, +in questi paradisi naturali che da una bellezza +conducono ad una bellezza più grande, +dovunque troviamo vive e fresche le fonti +della storia! Da ogni lato balzano figure +del mito e della storia più ricca e più grande +del mondo!</p> + +<p>Nessuna terra è più suggestiva, in nessuna +terra pulsa come in questa il sangue +della civiltà!</p> + +<p>Se oggi essa appare monumentale, e di +sasso, essa getterà un giorno la maschera! +Questo inesauribile campo di sèmina della +civiltà ha anche un'altra missione, oltre +quella di essere il camposanto di un grande +passato. Lo spirito luminoso di questa nazione +tornerà, presto lo speriamo, a splendere +come al tempo di Dante e di Raffaello!</p> + +<p>Montammo in carrozza e giungemmo presto +a Raiano, piccolo villaggio all'estremità +dell'altipiano, dal quale poi si sale alla +Costa (?), possente fianco del monte, attraverso +il quale, dopo molte ore di cammino si +giunge al lago Fucino. Si sale lentamente +serpeggiando. A Raiano rinforzammo con +buoi il nostro tiro. Andando innanzi incontrammo +una numeroso gregge di pecore e di +capre che i pastori, uomini giganteschi, coperte +di pelli le spalle, impugnando il pungolo,<span class="pagenum"><a name="Page_416" id="Page_416">[416]</a></span> +conducevano lentamente alla montagna. +Più oltre vedemmo i pendìi tutti coperti +di greggi, che vi passano l'estate. Cani dal +lungo pelame, della grandezza dei San Bernardo, +fanno la guardia; essi portano un +collare di cuoio con punte di ferro, che li +protegge dal dente dei lupi abruzzesi.</p> + +<p>Giungemmo alla prima altura sopra +Raiano, donde si godono sempre nuove e incantevoli +vedute del Gran Sasso, del monte +Golgano(?), della Maiella e di tutta quella regione +montuosa, strana solitudine di rupi +rossastre appoggiate la une sulle altre o +spaccate da profondi crepacci di mille forme, +sormontate dal maestoso Gran Sasso.</p> + +<p>In questo luogo il fiume Pescara si perde +sotterra; si passa quindi una valle, dopo +Goriano Sicoli, e più là fra umide e cupe +montagne si apre un passo,chiamato Forca,<a name="FNanchor_83_83" id="FNanchor_83_83"></a><a href="#Footnote_83_83" class="fnanchor">[83]</a> +come molti son chiamati in Svizzera.</p> + +<p>Vi giungemmo a mezzogiorno. Si poteva +essere a 4000 piedi sul mare, ma l'aria +vi era tepida e dolce; delle allodole cantavano +e degli usignoli svolazzarono da +un cespuglio.</p> + +<p>A Forca ci imbattemmo cogli ultimi +<span class="pagenum"><a name="Page_417" id="Page_417">[417]</a></span> +viandanti, cavalieri o pedoni; poi non si +incontrarono più che greggi di pecore +inerpicantesi sui dirupi. Ai lati strade mulattiere +conducono ad Alba<a name="FNanchor_84_84" id="FNanchor_84_84"></a><a href="#Footnote_84_84" class="fnanchor">[84]</a> e ad Avezzano, +e sono antichissime; nel medioevo servivano +da strade militari. Così procedemmo +per ore sulla roccia brulla, di color bruno. +Degli amici di Roma avevano trovato rischiosa +la nostra gita in questa solitaria +contrada che, dopo le Calabrie, è la più +frequentata dai briganti.</p> + +<p>Fino al 1860 ne era abbondantemente +infestata, ed ancora se ne incontrano nei +dintorni di Sulmona. Il vetturale non si +stancava di narrarci, durante il viaggio, +queste storie di briganti; una l'ho ancora +in mente. Sette fratelli, di forza erculea, +divennero un bel giorno banditi e, venuti in +queste montagne, si diedero a rubare, +ad uccidere, a sequestrare persone, a far +bottino, di notte, di centinaia di pecore. +Cinque di essi morirono, due scomparvero. +Alcuni cittadini di Aquila che qualche +anno dopo portarono al mercato di +Trieste seta grezza da vendere, riconobbero +i due malandrini in due mercanti che +avevano stabilito in quella città un fiorente +commercio. Il governo austriaco li +consegnò a quello italiano, e quei banditi +<span class="pagenum"><a name="Page_418" id="Page_418">[418]</a></span> +sono ora, rinchiusi nelle prigioni di Aquila, +dove attendono la loro condanna a morte.</p> + +<p>Ancora un'altura, e dinanzi agli occhi +si stende una profonda depressione larga +più miglia, superbamente circondata da +altissimi monti, oscurati ora dall'avvicinarsi +del temporale. A destra si erge +una catena, la cui più alta vetta, una doppia +piramide colossale, è ancora coperta +di neve. È il monte Velino, che divide il +territorio d'Aquila da quello di Alba; alla +sua base giace il campo di battaglia di +Corradino, e più sotto il lago Fucino. A +questo punto fui deluso nella mia aspettativa. +Mi aspettavo uno specchio d'acqua +scintillante ed azzurro, e vidi un lago +oscuro per l'ombra del cielo e dei monti, +di un grigio-plumbeo confuso. Mi parve +un morente che prendesse congedo dalla +dolce vita, e la sua vista mi depresse e +mi mise di cattivo umore.</p> + +<p>Ma quando ci fummo avvicinati, a circa +un'ora di distanza, esso cominciò a sorriderci +azzurro, e mostrò di avere ancora +un bacino abbastanza considerevole, grande +all'incirca come il lago di Bracciano. Pure +non potrà aver più di 21 miglia di perimetro. +Quando era ancora intatto ne aveva +35. Più di 15 miglia mi parve dover essersi +ristretto! Scendemmo alla località più +vicina alla riva del lago, ad un castello<span class="pagenum"><a name="Page_419" id="Page_419">[419]</a></span> +detto Cerchio, che ora si trova a 4 miglia +dalle acque. Ci riposammo in una solitaria +taverna, e proseguimmo per Avezzano.</p> + +<p>Vedemmo per via uomini occupati a +costruire strade, ponti, tagliare pietre; +tutta una vita febbrile di lavoro, prodotta +dalle opere di prosciugamento. Ai lati della +strada si ergevano ridenti alture coperte +di orti e di vigne, che un tempo erano +state in riva al lago. Sopra un notevole +villaggio, detto Celano, si vede un grande +castello con mura merlate; Celano fu un +tempo con Alba e Tagliacozzo una delle +capitali della Marsica nel medioevo.</p> + +<p>L'antica Marsica, detta anche, per la +strada consolare, provincia Valeria, poi +Abruzzo, giungeva fino al lago Fucino. +Ma nè nell'antichità, nè nel medioevo i +suoi confini sono nettamente assegnabili. +La sua sorte durante il medioevo o è immersa +nell'oscurità, o è inestricabile confusione. +Al principio del secolo VII Valeria +è detta la capitale episcopale della Marsica, +luogo d'origine del pontefice Bonifacio IV +(608-615). Se questa città sia scomparsa, +se sia stata l'antico Marruvium, e se sia +mai esistita una <i>Civitas Marsicana</i>, è incerto. +Quando i Longobardi s'impossessarono +delle antiche città romane, la regione +Marsica intorno al lago manteneva il suo +antico nome, ed era un <i>castaldato</i>. Il <i>Castaldius<span class="pagenum"><a name="Page_420" id="Page_420">[420]</a></span> +Marsorum</i> è nominato spesso nei +documenti del secolo <span class="smcap">VIII</span>, come anche le +città di Celano, Transaqua,<a name="FNanchor_85_85" id="FNanchor_85_85"></a><a href="#Footnote_85_85" class="fnanchor">[85]</a> Atrano, Alba, +ed altre. Forse esso aveva la sua sede a +Celano. Quando i duchi longobardi di Spoleto +soggiacquero ai Franchi, il castaldato +divenne una contea. I conti della Marsica +datano, sembra, dall'imperatore Ludovico II. +Stirpi franche soppiantarono le longobarde. +Nel secolo <span class="smcap">XI</span> la casa dei conti Trasimondo, +Berardo e Oderisio divenne assai ragguardevole; +essa affermava di discendere +dai Carolingi. I conti di Celano erano ancora +potenti al tempo dell'imperatore Federigo +II, dal quale si staccarono per volgersi +al papa. Cogli Angiò altri rapporti +si stabiliscono; le condizioni mutano, e i romani +Orsini entrano nella regione del lago +Fucino; alla fine del secolo <span class="smcap">XIII</span> Carlo II di +Napoli l'investe delle contee di Tagliacozzo +e di Alba. Contro di loro lottano più tardi +i Colonna, per il possesso della Marsica, +quando Martino V diede Alba e Celano ai +suoi fratelli. I Colonna si chiamarono dal +1432 duchi della Marsica, e vi possedevano +allora ben 44 località, fra cui Alba, Avezzano, +Celano e Transaqua. Nel 1463 perdettero +Celano che passò ad Antonio Piccolomini, +nipote di Pio II. Mantennero Tagliacozzo +<span class="pagenum"><a name="Page_421" id="Page_421">[421]</a></span> +e Alba. Avezzano divenne proprietà +degli Orsini, ma per poco tempo; i +Colonna cacciarono dalla Marsica la famiglia +rivale.</p> + +<p>Noi non avevamo tempo di visitare l'interessante +Celano, e ci limitammo ad Avezzano. +Questa cittadina giace in piano, in +un ridente e lussureggiante paesaggio, a +tre quarti d'ora dal lago. Ha ancora antichi +edifici di stile gotico-romanico, e la +bella rocca degli Orsini.</p> + +<p>Il famoso <i>Gentile Virginio</i> la eresse nel +1490, essa ricorda il castello di Bracciano, +eretto da Napoleone, padre di Virginio.</p> + +<p>Marcantonio Colonna, il vincitore di Lepanto, +ingrandì il castello, vi pose dei trofei +della guerra contro i Turchi, adornò le sale +con pitture, delle quali non resta più traccia. +Sul portale della rocca si legge una +iscrizione, nella quale egli si chiama: <i>Marsorum +Talliacotiique Dux, Marchio Atisse, +Albe et Manupelli Comes</i>.</p> + +<p>I tempi degli Orsini e dei Colonna, di +questi re della Campagna romana, i cui +nomi e le cui imprese riempirono dei secoli, +sono divenuti leggendarii, come il ducato +dei Marsi. La rocca di Avezzano, oggi proprietà +dei Barberini Colonna, è divenuta +una miserabile caserma, e solo lo stemma +degli Orsini e dei Colonna ricorda ormai il +suo grande passato. Il re della Marsica è<span class="pagenum"><a name="Page_422" id="Page_422">[422]</a></span> +oggi Torlonia; egli ha denari e possiede +il genio dell'industria. A due passi dall'antico +castello si vede una nuova grande +piazza, ad un angolo della quale sta scritto: +Piazza Torlonia. Là il Creso di Roma si +fabbrica un palazzo; dovunque si vada in +questi paesi, si sente parlare di lui.</p> + +<p>Nelle città della Marsica i coloni e i vassalli +maledivano un giorno gli storici loro +tiranni Colonna ed Orsini, che coprivano +ogni anno di ferro e di fuoco quella regione +incantata che giace sulle rive del lago +di Fucino. Ma oggi il nome, per nulla storico, +di Torlonia è ripetuto qui con stima e riconoscenza +da poveri e ricchi, signori e +plebei. Torlonia coi denari ha fatto risorgere +questa regione. Egli arma migliaia di +uomini di pala e di vanga; migliaia di +uomini egli nutre; dà in affitto i campi a +famiglie e comunità. Ha riscattato dal lago +miglia e miglia di terra, e vi sorgeranno +nuove città; per 99 anni egli sarà il re della +Marsica e possederà la nuova terra; vi +avrà un monumento che tramanderà ai posteri +la gloria di questo grande prosciugatore.</p> + +<p>All'albergo di Avezzano chiedemmo, maliziosamente, +pesci del lago. Non ne avevano; +i pesci erano morti a migliaia sulle +rive lasciate a secco dai lavori intrapresi; +devono aver ricoperto d'argento una ben<span class="pagenum"><a name="Page_423" id="Page_423">[423]</a></span> +vasta estensione di terra! Che cosa c'importa +dei pesci! ci disse l'ostessa, fanatica +partigiana del prosciugamento, se noi guadagniamo +dei campi? Che c'importa del +lago, se avremo dei giardini? Nella nuova +terra fioriranno i nuovi coloni. Ciò è esatto, +ma sarà distrutta così una grande opera +naturale, e l'Italia sarà vedovata per sempre +di una meraviglia della natura, di uno +dei più fulgidi suoi gioielli. Io non so assuefarmi +all'idea che questo solenne lago, +che per migliaia e migliaia d'anni ha specchiato +nelle sue acque questi monti severi +e maestosi, debba scomparire per sempre. +Temo che ugual sorte tocchi presto anche +al Trasimeno: anche quello vorranno versare +nel mare, per guadagnar pascoli e +campi; e chi sa che già non stiano furtivamente +visitando le sue coste dei funesti +capitalisti intenti a calcolare in quanta prosa +sonante si possa convertire questa incantevole +poesia naturale! Sì, il denaro e le +macchine a vapore van prosciugando nel +mondo la poesia, ma solo un mercante +potrà rallegrarsi di questo.</p> + +<p>Le rive del lago non misurano più che +tre miglia. Dove poco fa si agitavano le +onde e i pescatori gettavano le reti, sono +ora verdi seminati, campi solcati dall'aratro, +e divisi fra loro da segni di confine +portanti lo stemma e le iniziali di Torlonia.<span class="pagenum"><a name="Page_424" id="Page_424">[424]</a></span> +L'allodola già ha nidificato sulla nuova +terra, e l'allegra figlia dei campi intona già +su di essa canti di giubilo.</p> + +<p>Il Comune di Avezzano intentò lite al +Torlonia, facendo valere i propri diritti +sulla nuova regione; ma i contendenti si accordarono +per una certa somma di denaro.</p> + +<p>Arrivammo al cantiere dei lavori, dove +ci si presentò uno strano spettacolo, che +in piccolo ricordava i lavori del canale di +Suez. Un canale largo e profondo è stato +scavato dalla sponda del lago: in questo +scorrerà l'acqua del lago, quando sarà compiuto +il prosciugamento e quando sarà stata +tagliata la diga. Delle cateratte massiccie, di +pietra bianca squadrata, sono state costruite +con fattura semplice e solida. Nel canale +ed intorno erano centinaia di operai occupati +a riempire di melma dei cesti e a portarli +via su di un colle vicino. In gran parte +eran donne che compivano questo lavoro. +I loro fazzoletti rossi, le loro vesti variopinte, +secondo il costume di Sora, davano +alla riva un aspetto straordinariamente animato. +Il nuovo canale viene a trovarsi in +una posizione molto più bassa dell'antico +per mezzo del quale già una parte del lago +era stata prosciugata. E questo canale si +dirige direttamente verso il monte Salviano +dove sono anche gli antichi emissarii di +Claudio.<span class="pagenum"><a name="Page_425" id="Page_425">[425]</a></span></p> + +<p>Vedemmo anche tre colossali gallerie, +una sopra l'altra, parte in muratura, parte +scavate nella roccia, che si trovano molto +al di sopra della superficie del suolo. Di +là dal monte scorre il Liri, presso Capistrello, +attraverso la valle di Nerfa, dalla +quale scaturisce presso Cappadocia; in +questo Liri sarà condotto il Fucino. L'emissario +di Claudio fu già espurgato dall'imperatore +Federigo II, poichè già per +molti secoli ed anche nell'anno 1826 era +stato più volte tentato il prosciugamento +del lago. Questo tentativo ebbe felice +esito soltanto nel nostro tempo; una società +di capitalisti, fra cui molti francesi, +intraprese circa 12 anni fa questa grande +opera. L'emissario di Claudio fu in questa +occasione riattivato, approfondito ed allargato. +Torlonia, finalmente, assunse per +suo conto l'alta direzione di tutta l'impresa. +Fra pochi anni il prosciugamento del lago +sarà compiuto.<a name="FNanchor_86_86" id="FNanchor_86_86"></a><a href="#Footnote_86_86" class="fnanchor">[86]</a></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_426" id="Page_426">[426]</a></span></p> +<p>Dall'alto dell'emissario di Claudio si +vede assai bene tutta la superficie del +lago ed i monti all'intorno. A mezzogiorno +si elevano i monti di Sora; nel vederli mi +ricordai delle mie gite sul Liri. Cinque anni +fa da Sora, dove mi ero dovuto fermare +in quarantena, essendo scoppiato il colèra, +volevo partire per Avezzano, ma i briganti +m'impedirono di prender quella via. I +monti della Maiella appaiono ad occidente. +Eppure è sempre il monte Velino quello +che attira su di sè l'attenzione dello spettatore; +anche se si è volto altrove lo +sguardo, bisogna riportarlo su di esso, +tanto appare mirabile per la sua adamantina +figura. Sembra che non riceva luce +dal cielo, ma che risplenda di luce propria +ed illumini i monti, il lago ed i piani.</p> + +<p>Che meraviglioso specchio dev'essere +stato il lago nella sua integrità! Ancora esso +appare così incantevole nello splendore della +sera, che si può pensare, guardandolo, alle +ninfe e alle galatee nuotanti nei suoi flutti. +Le ninfe presto moriranno come i poveri +pesci e cederanno il posto al fieno e alle +<span class="pagenum"><a name="Page_427" id="Page_427">[427]</a></span>biade. Le fronti celesti dei monti che si +sono specchiate finora in quest'onda favolosa, +presto dovranno prendere congedo +dal loro amico, il Dio Fucino. Presso +Trasacco veleggiano ancora delle oscure +barche e lì vicino s'innalzano al cielo +bianche nubi di vapore che vengono dalle +macchine che aspirano l'anima al povero +lago. Torlonia, il grande seccatore della +natura, è sordo all'appello delle ninfe; egli +non teme neppure la vendetta dei pesci che +potrebbero tormentare i suoi sogni. Egli +non crede più alla mitologia d'Ovidio; ha +denari e può sfidare gli dei, che dichiareranno +fallimento. Potesse egli almeno risollevare +dal lago le città che vi sono +sprofondate, Marruvium e Pinna! Una leggenda +narra ch'esse vi sono sepolte.</p> + +<p>Prendemmo di buon mattino una carrozza +per andare a visitare il campo di +battaglia di Corradino e la vicina Tagliacozzo. +Era un'incantevole mattinata primaverile, +il monte Velino coi suoi campi di +neve, tutti i solenni monti d'intorno, lo +specchio azzurro del lago, le castella merlate +sui verdi colli, risplendevano in un'atmosfera +limpidissima: tutto aveva un aspetto +fantastico di linee e di forme nella placida +tranquillità della natura. Colle parole non si +può esprimere ciò che io sentivo. Neppure +nei sogni più belli potrebbe una fantasia<span class="pagenum"><a name="Page_428" id="Page_428">[428]</a></span> +di poeta, fosse anche Dante od Omero, immaginare +uno scenario di così eterea bellezza, +come questo che fu teatro della +cupa tragedia di Corradino. Solo un campo +di battaglia conosco, che gli si possa paragonare, +sebbene di genere differente: è +quello dove cadde, presso il Vesuvio l'eroe +goto Teia.</p> + +<p>Tutta questa scena ha per centro il Velino; +esso ha la natura distesa reverente +ai suoi piedi, come un tappeto; il lago, +le rive ridenti, i campi palentini bagnati +dal Salto. Dal monte maestoso si staccano +delle alture, sulle quali sorgono le antiche +rocche dei Marsi, rovinate e corrose dall'edera, +intere cittadelle medioevali con +chiese, conventi e castelli. A destra si erge, +come un'isola verde, e un tempo emergeva +dalle onde del Fucino un colle roccioso, +sul quale si trova la favolosa Alba Marsorum, +o Fucentia, con resti di mura ciclopiche +e antichi templi. In essa condusse +melanconica esistenza Perseo, re della Macedonia, +cui toccò la sorte di Corradino! +In questa lontana Alba egli si sarà trovato +come in un luogo incantato; e invero +quale più straordinaria prigione per un re? +Al di sotto, Androsano; più là, su un dolce +pendio verdeggiante, Magliano, e sopra, addossati +a gigantesche rupi oscure, Massa, +<a name="FNanchor_87_87" id="FNanchor_87_87"></a><a href="#Footnote_87_87" class="fnanchor">[87]</a> +<span class="pagenum"><a name="Page_429" id="Page_429">[429]</a></span> +Corona e Rosciolo. L'Imele, detto anche +Salto,<a name="FNanchor_88_88" id="FNanchor_88_88"></a><a href="#Footnote_88_88" class="fnanchor">[88]</a> si getta nel fiume Velino, che a sua +volta si getta nella Nera e questa nel Tevere. +Esso si svolge in curve fra questi monti, +lungo una valle, nel lato opposto della quale +si trova l'ultima montagna <i>Fontecellese</i>. Sul +pendio di questa sta Tagliacozzo, ma ancora +non si può vedere.</p> + +<p>Con una risoluzione disperata rinunziammo +ad Alba, e ci dirigemmo sulla +pianura palentina. Traversammo prima il +villaggio di Cappelle, coronato di giardini. +Qui già cominciano i campi palentini che si +estendono fin sotto Scurcola e Tagliacozzo. +A destra la pianura è chiusa dal monte S. Nicola, +sul quale si trova Scurcola coronata +dalle alture di Magliano e di Alba. Di fronte +ad Alba si alza il colle S. Felice, dove, secondo +la tradizione, il vecchio Erardo di +Valery aveva nascosto nei cespugli quella +retroguardia che decise le sorti della battaglia. +Anche oggi quel luogo si chiama +<i>Le difense</i>.<a name="FNanchor_89_89" id="FNanchor_89_89"></a><a href="#Footnote_89_89" class="fnanchor">[89]</a> Nello sfondo si scorge il monte + +<span class="pagenum"><a name="Page_430" id="Page_430">[430]</a></span>S. Antonio (?) coperto di neve, gli alti monti +di Capistrello e Corcumello, e molte altre +punte gigantesche. L'altipiano fra la Scurcola +e S. Felice si chiama <i>la Palenda</i>, il +vero centro del Campo palentino solcato dal +Salto. Carlo d'Angiò era venuto da Aquila attraverso +il passo del Monte Velino, e aveva +preso posizione sulla destra del Salto sotto +Alba. Corradino era venuto da Tagliacozzo +per la via Valeria, e si era posto sulla sinistra +del Salto, sulla <i>Villa Pontium</i>, sotto +la Scurcola. Per una notte mantennero i due +avversari queste posizioni, finchè il Senatore +di Roma, Don Arrigo di Castiglia, +passò il Salto e impegnò la lotta.</p> + +<p>La battaglia è chiamata con varî nomi +dai cronisti del tempo, di Tagliacozzo, di +Alba, di Campo Palentino, della Scurcola.</p> + +<p>Anche Dante dice:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i6">e là da Tagliacozzo<br /></span> +<span class="i0" >Dove senz'arme vinse il vecchio Alardo;<br /></span> +</div> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_431" id="Page_431">[431]</a></span></p> +<p>Questo prova soltanto che Tagliacozzo +al tempo di Dante era il luogo più importante +dei dintorni, mentre Scurcola era +un piccolo castello dipendente da Alba, e +del quale appena si conosceva il nome. Indubbiamente +la battaglia dovrebbe prender +nome dalla Scurcola, perchè il Campo Palentino, +che Carlo in alcuni documenti indica +come luogo dello scontro, si trova +esattamente sopra Scurcola. Il feroce vincitore +a ricordo della battaglia costruì lì +stesso il convento di S. Maria della Vittoria, +immediatamente presso il ponte sul +Salto e presso la <i>Villa</i> o <i>Castrum Pontium</i>, +dove Corradino tenne il suo ultimo +quartier generale.</p> + +<p>Ecco il fiume ed il ponte! Dei pioppi +fiancheggiano il fiume, dove stanno a lavoro +alcune donne con dei bambini. Due +passi ancora, e siamo di fronte a neri +avanzi di mura e di pilastri, ultimi resti +dell'abbazia di S. Maria della Vittoria. Carlo +d'Angiò più volte visitò questo convento, +per inebriarsi al ricordo della battaglia. +Un paio dei documenti che lo riguardano +son datati di là. Non si sa in qual tempo +l'abbazia decadde e andò a rovina.</p> + +<p>Ci affrettammo a salire alla Scurcola. +Questo villaggio copre col suo labirinto +di strettissime strade il dorso roccioso del +monte, la cui pietra serve in parte di<span class="pagenum"><a name="Page_432" id="Page_432">[432]</a></span> +selciato alle vie. Sul punto più alto si +trova la cattedrale, S. Maria, che sembra +appoggiarsi alla torre rotonda dell'antica +rocca, oggi in rovina. Gli Orsini la +costruirono, secondo mi fu detto; poi appartenne +ai Colonna che anche oggi portano +il titolo di baroni della Scurcola. L'edera +avvolge strettamente mura e portale, +e nasconde lo stemma.</p> + +<p>Tutto il paese è come il monumento +dell'antica battaglia. Si leggono con strano +stupore i nomi storici di queste sporche +e strette viuzze: <i>Via Carlo d'Angiò, +Via Corradino, Via Ghibellina</i>. Gli abitanti +stessi sembrano viventi tradizioni di quell'avvenimento, +che è la gloria e il vanto +del luogo, e l'unica ragione di visitarlo. +Come a Benevento non è spento il ricordo +della battaglia di Manfredi, così qui il ricordo +di quella di Corradino. Ogni scurcolano +colto sembra conoscere fin nei più +minuti particolari la storia della caduta di +quel principe, e potrebbe servire di guida +ad ogni straniero. Un cortese canonico +ci condusse nella chiesa. Essa ha ancora +un portale gotico del tempo degli Angiò, +ma nell'interno è del tutto rinnovata; il +sacerdote ci mostrò il tesoro più prezioso +del suo luogo natio: un'immagine della Madonna +che Carlo stesso fece eseguire per +S. Maria della Vittoria; e ci fornì alcune<span class="pagenum"><a name="Page_433" id="Page_433">[433]</a></span> +indicazioni relative ad essa. L'immagine +è di legno dorato, e rappresenta la Madonna +seduta; essa ha fra le braccia il +Bambino, che tiene in mano il globo del +mondo. E' un lavoro che non ha nessun +carattere barbarico, di un genere sorto +prima in Italia che in Francia, come conferma la +tradizione della Scurcola. Si trovò +quell'immagine sotto le rovine di quel +chiostro nel 1757, e fu trasportata nella +chiesa del villaggio. In questa occasione +si ebbe il barbaro gusto di coronare con +due laminette d'oro le due teste delle immagini. +Nella sacrestia se ne conserva +anche la custodia in legno, fregiata dei +gigli degli Angiò e ornata d'immagini +ben conservate e di ottima esecuzione, +rappresentanti la crocifissione di Cristo +ed altre scene bibliche.</p> + +<p>Scendendo dalla rocca e dalla chiesa +girammo nella parte inferiore della cittadina, +cercando se vi fosse nulla di notevole +da scoprirsi. Una piccola piazza, detta +<i>Piazza del Municipio</i>, attrasse la nostra +attenzione, avendo veduto sullo stemma +del municipio questa scritta: <i>Domus Universitatis +Scurculae</i>. Nello stemma si distingueva +un ponte con cinque gigli. Il sindaco +del luogo, un distinto e solenne vecchio +dalla lunga barba grigia, mi disse +che quello stemma aveva origine dal <i>Castrum</i><span class="pagenum"><a name="Page_434" id="Page_434">[434]</a></span> +<i>S. Mariae in Pontibus</i>, che una +volta i Templari avevano posseduto presso +il Ponte del Salto; questo dev'essere quel +<i>Castrum pontium</i> dove risiedette Corradino.</p> + +<p>Il sindaco ed altri signori si riempirono +di ammirazione per le battaglie tedesche, +che han fiaccato perfino la grande Francia, +e riandammo insieme la storia del nostro +grande Impero, la sua grandezza e la sua +caduta al tempo degli Hohenstaufen, le +sventure e le lotte della nostra patria che +susseguirono: l'apparizione ai dì nostri di +un Barbarossa, tarda ma feconda di un +Messia; il rinnovamento dell'Impero degli +Hohenstaufen negli Hohenzollern. Ciò che +Arrigo IV aveva invano tentato, l'unificazione +della Germania sotto una dinastia +ereditaria, è stato raggiunto solo ora, dopo +600 anni. Gli Hohenstaufen caddero, perchè +si allontanarono dal suolo nazionale e spostarono +il centro di gravità dell'Impero +nella straniera Italia, ancora chiusa all'ideale +di una monarchia universale romana. +Anche il nobile Arrigo VII scontò +quel sogno cesareo con una morte subitanea +in Italia. Quante rivoluzioni e quante +lotte di pensiero politico e religioso, prima +di veder vinto questo principio imperiale +romano, prima che in vista di Parigi assediata, +nel castello di Luigi XIV a Versailles,<span class="pagenum"><a name="Page_435" id="Page_435">[435]</a></span> +fosse alfine proclamato l'Impero +nazionale tedesco! «Bisogna che il sangue +sparso da Corradino sia presto o tardi vendicato», +diceva, già ai tempi di Carlo V, +Reissner il biografo di Frundsberg. Il sangue +di Corradino è ora per sempre vendicato, +ed anche i delitti degli Hohenstaufen in +Italia (seppure, con le idee di quel tempo relative +al diritto si può parlare di delitti) son +tutti espiati. I grandi imperatori svevi stanno +solennemente al culmine della nostra storia, +e ne rimarranno le più eroiche figure, finchè +duri la memoria tedesca.</p> + +<p>Credo che a nessun tedesco prima che a noi +due, in quel giorno, sia stato mai concesso +di guardare il campo di battaglia di Corradino +con occhio così orgoglioso e sereno. +Con quali sentimenti il nobile Raumer considererebbe +oggi queste pianure palentine, +egli che le visitò e le studiò nel 1817, due +anni dopo la caduta definitiva del primo +Napoleone? Come lungi era allora da lui, +che ci ha dato una storia nazionale degli +Hohenstaufen, il pensiero che egli avrebbe +assistito, in una tarda età da patriarca, +alla caduta di un altro Napoleone e alla +ricostituzione della Germania in Impero +nazionale e prima potenza del mondo! +Tanto scherno, tante oltraggiose ingiurie +e tanto danno ebbe a patire la nostra patria +dalla Francia fin dai tempi degli Angiò,<span class="pagenum"><a name="Page_436" id="Page_436">[436]</a></span> +per tanto tempo fummo deboli, esautorati, +perchè divisi, che ora ci sarà alfine permesso +di alzare orgogliosamente la testa. +Dai campi palentini della Scurcola vada +dunque un saluto di giubilo alla patria, al +grande nuovo imperatore del ceppo degli +Hohenzollern, al ristabilitore dell'Impero, +e a tutti gli uomini che con la spada e +con lo spirito han contribuito a renderci +il nostro Impero tedesco. I loro nomi e le +loro imprese passeranno di generazione in +generazione divenendo forse mito, e come +oggi dei tardi nepoti sui campi della Scurcola +ripensano ai tempi eroici di quella +battaglia, un giorno sui campi di Wörth, +di Metz, Sedan e Parigi, altri riandranno +con la mente ai tempi gloriosi in cui su +quei campi si formò la libera ed una Germania.</p> + +<p>Ecco Tagliacozzo! Ha un aspetto cupo, +visto così in distanza, con la rocca dei +Colonna in rovina, tutto raccolto sul dorso +accidentato del monte rupestre! Ci aspettavamo +una massiccia mole di pietra, +quando passammo attraverso la grande +<i>Porta Marsicana</i>, e invece trovammo +con meraviglia una piazza gradevole, con +una bella fonte, circondata da pittoreschi +edifici con balconi e finestre gotiche, e +palazzi del Rinascimento. Entrammo in un +albergo le cui dimensioni di palazzo, come<span class="pagenum"><a name="Page_437" id="Page_437">[437]</a></span> +la grande e bella strada nella quale si +trova, ci riempirono di stupore. Nei secoli +<span class="smcap">xv</span> e <span class="smcap">xvi</span> debbono aver fiorito qui +delle ricche famiglie all'ombra della signoria +colonnese. Io avevo in questa città +un amico che più volte a Roma mi aveva +invitato a visitarlo, ma disgraziatamente +non si trovava in città; trovai però sulla +porta della farmacia suo nipote, un giovane +che fece volentieri le parti dello zio. Dovemmo +alla sua gentilezza, se visitammo +tutto ciò che vi è di notevole in questo +luogo. Nei documenti è chiamato <i>Taliacotium</i>, +antica città degli Equi o Cicolani. +Ma essendo stato tradotto <i>Tagliacozzo</i> in +volgare, così vediamo nello stemma cittadino +due cavalieri che tagliano una clamide. +Vidi questo stemma al municipio, che si è +annidato in un antico convento abbandonato.</p> + +<p>Il signor B. ci condusse in molte vetuste +chiese e finalmente al palazzo Colonna, +un palazzo che ha apparenza di fortezza, +la cui parte superiore è, per le finestre, +di stile gotico del secolo <span class="smcap">xiv</span>, e il portale +invece appartiene al puro Rinascimento. +Lo stemma d'Aragona dimostra che la costruzione +del palazzo va attribuita ad un +Orsini; infatti molti Orsini entrarono nella +famiglia degli Aragona di Napoli. Questo +castello fu forse costruito da Giordano Orsini; +il nemico di Cesare Borgia, si chiamava<span class="pagenum"><a name="Page_438" id="Page_438">[438]</a></span> +<i>de Aragonia</i>, conte di Tagliacozzo. +Fu nell'anno 1499 che il re Federigo di +Napoli decretò che Tagliacozzo ed Alba +dovessero appartenere ai Colonna, come +anche la baronia di Carsòli.</p> + +<p>Nell'interno di questo palazzo trovammo +grandiose sale adorne di antichi ritratti di +famiglia, i cui nomi nessuno più potrebbe +dire. Alcune pie suore vi tengono ora una +scuola per bambine. Noi ammirammo stupiti +la giovinezza, la grazia e la bellezza di forme +di due fra queste monache, che eran venute +dal Piemonte. Esse ci fecero visitare compiacentemente +tutto il palazzo, e anche la cappella +notevole per antiche pitture. Questi +dipinti, del secolo <span class="smcap">xv</span>, sono però molto ritoccati; +fra gli altri vi è una bella adorazione +della Vergine e del Bambino. Anche +la loggia del palazzo è degna di nota; +queste logge, così belle e pittoresche, non +mancano quasi mai nei palazzi baronali. +Quella di Tagliacozzo mi ricordò esattamente +l'altra del palazzo colonnese a Genazzano, +nella quale son dipinte le città +che i Colonna possedevano. La loggia di +questo castello si apre sul monte Velino; +poggia su colonne corinzie; ha sulle pareti +affreschi della scuola toscana; immagini +di imperatori romani e di generali; +vi è anche il poeta Ovidio, in toga rossa +come un cardinale.<span class="pagenum"><a name="Page_439" id="Page_439">[439]</a></span></p> + +<p>Visitammo finalmente, per espresso desiderio +delle suore, la loro scuola femminile +che occupa una delle più grandi sale del castello. +Là dovemmo, con cipiglio da ispettori, +osservare dei quaderni che quelle bambine +non si stancavano mai di presentarci ed +anche assistere ad un esperimento di geografia.</p> + +<p>Un antico castello baronale non potrebbe +trovare oggi migliore uso che quello di +albergare una scuola. In Italia mancano le +scuole popolari ed esse sole potranno diradare +la profonda ignoranza ed anche l'immoralità, +nella quale giace ancora una parte +di questo popolo.</p> + +<p>Il partito reazionario era molto forte in +Tagliacozzo, secondo ci fu detto, ed il passato +governo napoletano conta ancora in +questa città i suoi partigiani. Dopo il sessanta +vi furono scontri sanguinosi con le +schiere dei volontari e rappresaglie e vendette +da ambo le parti. Questo stato di cose +fu favorito dalla vicinanza del confine dello +stato pontificio, dal quale la reazione potè +ancora sentirsi appoggiata, ma anche qui +è cominciato un periodo di calma ed i briganti +tanto ufficiali che privati sono scomparsi.<a name="FNanchor_90_90" id="FNanchor_90_90"></a><a href="#Footnote_90_90" class="fnanchor">[90]</a></p> + +<p>A Tagliacozzo la via Valeria finisce a +<span class="pagenum"><a name="Page_440" id="Page_440">[440]</a></span> +cul di sacco. Nessuna strada carrozzabile +conduce in Sabina, dove noi volevamo +andare; vi sono solo strade mulattiere +sul ripido dorso dei monti. Noleggiammo +dei cavalli da montagna, grosse +bestie dall'ossatura poderosa, che sono abituate +ad arrampicarsi per questi sentieri +dirupati. Ognuno di essi aveva <i>una guida</i> +che lo tirava con una fune, guida abituata +come lui ad arrampicarsi. Così andammo +cavalcando, da Tagliacozzo attraverso la +gigantesca solitudine montuosa, e per otto +ore passammo attraverso rupi scoscese, +boschi di quercie e di faggi dalla densa +ombra, traversammo torrenti e fiumicelli, +sui quali non erano ponti.</p> + +<p>Vedemmo durante il cammino la rocca +di Tagliacozzo in rovina, poi l'altissima +Roccacerro; appena giungemmo qui, cambiammo +direzione, dando l'ultimo addio +al paesaggio della Marsica. Presenta esso +un panorama meraviglioso di catene montuose +dalle nude sfumatore che salgono al +cielo per giganteschi scalini. Maestosamente +s'innalza su di esse il monte Velino, +in lontananza i monti di Sulmona e di Sora; +nel centro s'innalza monumentale, sulla +cupa massa delle rupi, la rocca di Tagliacozzo +che sembra liberamente librarsi nell'aria +a guisa di un'aquila. Il mio amico +Lindemann, maestro del paesaggio italiano,<span class="pagenum"><a name="Page_441" id="Page_441">[441]</a></span> +rimaneva rapito della sublimità di questa +incomparabile scena. Essa potrebbe ispirare +un quadro del più alto stile eroico, ed io +mi auguro che egli voglia farne un'opera +d'arte degna del suo <i>Etna</i>; mi piacerebbe +anche vedere dipinto dalla sua mano il +campo di battaglia di Corradino col monte +Velino per isfondo.</p> + +<p>Un pericoloso sentiero dirupato ci condusse +a Colli, annidato nell'alta solitudine +delle rupi. Anche qui facemmo l'osservazione +che lo stile del Rinascimento, della +fine del <span class="smcap">xv</span> e del principio del <span class="smcap">xvi</span> secolo, +è la forma architettonica corrente in tutte +le località anche le più piccole della regione. +In questi Castelli durano inalterati degli +edifici per trecento e quattrocento anni, costruiti +come sono con le pietre di questi +monti. Trovammo infatti delle bellissime +finestre e porte del Rinascimento nei villaggi +più piccoli e più miserabili; mentre +negli Abruzzi, già ad Antrodoco ed a Cittàducale, +trovammo predominanti le forme +gotiche. Sembra che queste si siano mantenute +più a lungo in quella regione che +nel Romano dove cominciarono a venir +meno dopo la metà del <span class="smcap">xv</span> secolo. Questi +due stili compendiano i caratteri architettonici +di tutte le contrade che visitammo.</p> + +<p>Da Colli scendemmo in un bellissimo +bosco di quercie, attraverso il quale scorre<span class="pagenum"><a name="Page_442" id="Page_442">[442]</a></span> +un affluente del Salto, il Torano. Passammo +quindi per Carsòli e dopo una cavalcata +di parecchie ore attraverso i deserti ed +umidi monti di Riofreddo e di Oricola +giungemmo finalmente ad Arsoli sulla via +Valeria, feudo dei romani Massimo, con +uno splendido lume di luna. A questo punto +risalutammo con profondo sentimento patriottico, +la vetusta terra romana, la campagna +di Roma, come già a quel punto si +chiama. La strada conduce da Arsoli attraverso +la bella valle dell'Aniene a Tivoli, +e da Tivoli a Roma.<a name="FNanchor_91_91" id="FNanchor_91_91"></a><a href="#Footnote_91_91" class="fnanchor"> +[91]</a></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_443" id="Page_443">[443]</a></span></p> + +<p class="center">NOTA</p> + +<p class="small">Segnaliamo al lettore l'opera d'imminente pubblicazione +<i>Roma e lo Stato del Papa dal ritorno di Pio IX +al XX Settembre</i> di <span class="smcap">R. De Cesare</span>, nella quale si trovano +importanti notizie sugli ebrei di Roma (vol. 1<sup>o</sup>, +cap. XV); sulla scuola di nudo di Gigi (vol. 1<sup>o</sup>, cap. XII); +sui teatri (vol. 1<sup>o</sup>, cap. XVI); sulle processioni (vol. 2<sup>o</sup>, +cap. XX); notizie che chiariscono e completano quanto +descrive il Gregorovius nel <i>Ghetto e gli ebrei di Roma</i> +e nelle <i>Macchiette romane</i>; in proposito è anche da +consultare l'opera di <span class="smcap">William Wetmore Story</span>, <i>Roba +di Roma</i>.</p> + +<div class="footnotes"> +<p class="title"><span class="big">NOTE:</span></p> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Oggi Norcia nell'Umbria. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Secondo Jannuccelli, <i>Dissertazione sull'origine +di Subiaco</i>, gli schiavi cristiani, impiegati da Nerone +per la costruzione della sua magnifica villa <i>sublacense</i>, +dettero origine alla città. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Questo prete è anche conosciuto sotto il nome +di Fiorenzo o Fiorentino. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Non esiste alcun documento del VII secolo intorno +a Subiaco.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Fu papa Leone VII che posteriormente al VII secolo +donò il convento di S. Erasmo ai Benedettini. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> Per molto tempo si è creduto, stando ad una +bolla attribuita a Giovanni VII, che il ripopolamento +dell'abbazia fosse dovuto a questo papa; oggi si è potuto +stabilire che quella bolla è invece del papa Giovanni +XVII (Vedi <i>Regestum Sublacense</i>). <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> La rocca abbaziale, costruita nel secolo xi dall'abate +Giovanni V, nel punto culminante del paese, +farebbe ritenere Subiaco feudo del monastero. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> Intorno alla prima stamperia in Italia ed ai primi +tipografi a Subiaco, vedi prefazione del <i>Chronicon +Sublacense</i> del Padre Cherubino Mirzio pubblicata a +Roma nel 1884 a cura della Società Romana di Storia +Patria. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> Questo Regestum è stato pubblicato nel 1882 a +cura della Società Romana di Storia patria. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> Anche il <i>Chronicon Sublacense</i> del Mirzio fu pubblicato +nel 1884 a cura della stessa Società. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> Come ai viaggiatori è dolce rivedere la patria, +così ai copisti la fine del libro. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> Probo o Euprobo della famiglia Anicia ed Abbondanza +di quella dei Reguardati furono i genitori +di Benedetto e di Scolastica, nati da un sol parto. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> È opera del Raggi, detto il <i>Lombardo</i>, allievo del +Bernini. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_14_14" id="Footnote_14_14"></a><a href="#FNanchor_14_14"><span class="label">[14]</span></a> Gasparone fu liberato nel 1871 e spesso fu veduto +in Roma, dove gli erano resi omaggi come ad una vittima +dell'epoca papale.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_15_15" id="Footnote_15_15"></a><a href="#FNanchor_15_15"><span class="label">[15]</span></a> Ponte Felice fu costruito da Augusto e restaurato +da Sisto V. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_16_16" id="Footnote_16_16"></a><a href="#FNanchor_16_16"><span class="label">[16]</span></a> Questo quadro, attribuito anche al Ghirlandaio, +dalla chiesa di S. Gerolamo degli Zoccolanti fu trasportato +nel Palazzo pubblico. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_17_17" id="Footnote_17_17"></a><a href="#FNanchor_17_17"><span class="label">[17]</span></a> +Sulla porta è incisa la seguente iscrizione</p> + +<p class="inscr">ANNIBAL<br /> +CAESIS AD TRASIMENVM ROMANIS<br /> +VRBEM ROMAM INFENSO AGMINE PETENS<br /> +SPOLETO<br /> +MAGNA SVORUM CLADE REPULSVS<br /> +INSIGNI FVGA PORTAE NOMEN FECIT<br /> +</p> +<p><i>(N. d. T.)</i>.</p> +</div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_18_18" id="Footnote_18_18"></a><a href="#FNanchor_18_18"><span class="label">[18]</span></a> Questo acquedotto-viadotto è chiamato <i>Ponte delle +Torri</i> da due torri erette alle estremità. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_19_19" id="Footnote_19_19"></a><a href="#FNanchor_19_19"><span class="label">[19]</span></a> Il breve è nell'Archivio di Stato di Spoleto. Vedi +F. GREGOROVIUS, <i>Lucrezia Borgia</i>, Firenze, Le Monnier, +1874, pag. 113. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_20_20" id="Footnote_20_20"></a><a href="#FNanchor_20_20"><span class="label">[20]</span></a> La Chiesa di S. Maria degli Angeli detta anche +<i>Portiuncula</i> perchè innalzata sul poco terreno concesso +a S. Francesco dai benedettini per fondarvi il suo ordine, +fu cominciata nel 1569 su disegni del Vignola +da Galeazzo Alessi e Giulio Ponti. Al Poletti si dava +l'attuale facciata. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_21_21" id="Footnote_21_21"></a><a href="#FNanchor_21_21"><span class="label">[21]</span></a> <i>«Ad coërcendam Perusinorum audaciam»</i> così +diceva il decreto di Paolo III che ordinava la costruzione +della fortezza.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_22_22" id="Footnote_22_22"></a><a href="#FNanchor_22_22"><span class="label">[22]</span></a> Oggi nel centro della spianata già occupata dalla +fortezza sorge il palazzo provinciale. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_23_23" id="Footnote_23_23"></a><a href="#FNanchor_23_23"><span class="label">[23]</span></a> Membri dell'aristocrazia e del clero.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_24_24" id="Footnote_24_24"></a><a href="#FNanchor_24_24"><span class="label">[24]</span></a> Oggi il dipinto si trova nella pinacoteca del palazzo +comunale. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_25_25" id="Footnote_25_25"></a><a href="#FNanchor_25_25"><span class="label">[25]</span></a> La tradizione popolare voleva che gli Ebrei provassero +spavento e ripugnanza a passare sotto questo +monumento. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_26_26" id="Footnote_26_26"></a><a href="#FNanchor_26_26"><span class="label">[26]</span></a> <i>Della guerra giudaica</i>, VII, 5 <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_27_27" id="Footnote_27_27"></a><a href="#FNanchor_27_27"><span class="label">[27]</span></a> La restaurazione si deve al Valadier e fu fatto per +consolidare l'arco in seguito al suo isolamento, la parte +ricostruita, affinchè si distinguesse, fu eseguita in travertino +e senza sculture. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_28_28" id="Footnote_28_28"></a><a href="#FNanchor_28_28"><span class="label">[28]</span></a> Gli ebrei dovevano portare in testa in segno di +riconoscimento un cenciolino di color giallo detto <i>sciamanno</i> +dall'ebraico <i>Siman</i> (segno). Pio VIII abolì ufficialmente +quest'obbligo che dopo la restaurazione +del 1814 era rimasto lettera morta. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_29_29" id="Footnote_29_29"></a><a href="#FNanchor_29_29"><span class="label">[29]</span></a> L'<i>jus di gazagà</i> che in ebraico vale <i>possesso continuato</i> +cominciò ad essere regolato col breve «Dudum» +del 27 febbraio 1562 da Pio IV, Medici (1559-1565), +e venne in seguito perfezionato da Clemente VIII, +Aldobrandini (1569-1605), col breve «<i>Viam veritatis</i>» +del 5 giugno 1604. +</p><p> +Intorno all'<i>jus di gazagà</i> vedi lo scritto di A. Baccelli +in <i>Studi giuridici e questioni forensi</i>, Roma, 1904. + +<i>(N. d. T.)</i>.<br /> +</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_30_30" id="Footnote_30_30"></a><a href="#FNanchor_30_30"><span class="label">[30]</span></a> Fu don Michelangelo Caetani Duca di Sermoneta, +che nel 1848 ottenne da Pio IX che gli ebrei non fossero +forzati ad assistere alle prediche. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_31_31" id="Footnote_31_31"></a><a href="#FNanchor_31_31"><span class="label">[31]</span></a> Editto del Cardinale Rivarola, 12 aprile 1814. + +<i>(N. d. T.)</i><br /> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_32_32" id="Footnote_32_32"></a><a href="#FNanchor_32_32"><span class="label">[32]</span></a> Da quando il Gregorovius scrisse queste pagine +sono scorsi più di cinquanta anni; da quell'epoca gli +ebrei hanno acquistato tutti i diritti degli altri cittadini +ed il Ghetto è scomparso. La sua completa demolizione, +eseguita dal 1885 al 1888, venne compresa nel +piano regolatore della città ed in quello dei lavori del +Tevere e l'area su cui sorgevano i poveri ed infetti +abituri degli ebrei e che va dal portico d'Ottavia al +palazzo Cenci, costeggiando il Tevere, lungo i muraglioni +tra il ponte Quattro Capi e quello Garibaldi, è +destinata alla fabbricazione e vi sorge maestoso il +nuovo monumentale tempio israelitico costruito nel +1903 su disegni del Costa e dell'Armanni. +</p><p> +La popolazione del Ghetto si è sparsa un po' per +tutta la città: un forte nucleo ha passato il ponte Garibaldi +per andare ad abitare il nuovo quartiere dei +Prati di San Cosimato alle falde del Gianicolo; però +nelle vecchie strade circostanti al Ghetto si vedono +tuttora molte botteghe di ebrei. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_33_33" id="Footnote_33_33"></a><a href="#FNanchor_33_33"><span class="label">[33]</span></a> Il popolo lo chiama l'<i>Ortaccio</i>; la strada che vi +conduce è ancor oggi chiamata: Via dell'Orto degli +Ebrei, ora non vi si seppellisce più, è stato invece +aperto al Camposanto del Verano un reparto israelitico. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_34_34" id="Footnote_34_34"></a><a href="#FNanchor_34_34"><span class="label">[34]</span></a> Le ebree erano e sono tuttora abilissime nel <i>ricucire +all'ago d'oro</i>, cioè nel riconnettere due o più +parti di panno in guisa che non se ne scorga la commessione. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_35_35" id="Footnote_35_35"></a><a href="#FNanchor_35_35"><span class="label">[35]</span></a> Specialmente a Livorno che l'About nella sua +<i>Rome contemporaine</i> chiama il paradiso degli Ebrei, +mentre Roma ne era l'inferno. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_36_36" id="Footnote_36_36"></a><a href="#FNanchor_36_36"><span class="label">[36]</span></a> Il romanesco del Ghetto differiva da quello comune +sia per alcune voci e modi speciali, come le +esclamazioni: <i>mordivoi!</i> (accorciamento di <i>per amor +di voi</i> usato nel parlare altrui e come voce prenominale +di apostrofe); <i>badonai!</i> (perdio!); <i>per la vita mia!</i>; +<i>per la vita di mio padre!</i>; sia per altre particolarità-come +l'allargamento della vocale e accentata in <i>fonnamènto, +testamènto, tètto,</i> e simili; sia per cambiar +sempre in maschili i plurali femminili, così: <i>li lèggi, +li scòli, li raggioni, ròbbi vècchi</i> (grido quest'ultimo +dei rigattieri ebrei). +</p><p> +Così un ebreo era riconosciuto tra mille e dileggiato +pel suo modo di parlare e per la pronuncia speciale +di un dialetto molto simile al romanesco, di cui +non era che una variante caratterizzata dalla cantilena +nasale e strisciata. Questo dialetto conservava alcune +parole e frasi ebraiche, alcune delle quali, principalmente +a causa di scherno, passarono storpiate nel romanesco, +come ad esempio: +</p><p> +<i>Badanai</i> da <i>Badonai</i>, adoperato a significare gli +stessi ebrei. +</p><p> +<i>Tatanai</i> da <i>Adonai</i>, indica grida confuse di più +persone; derivato probabilmente dalle replicate invocazioni +ad <i>Adonai</i> (Dio) nelle preghiere dette in comune +nella sinagoga. +</p><p> +<i>Baruccabbà</i> dalle prime due parole del saluto rituale +<i>Baruh abba bescem Adonai</i> (Benedictus qui +venit in nomine Domini) di cui gl'israeliti si servivano +e che divenne nel romanesco nomignolo di +scherno per gli ebrei. +</p><p> +<i>Tareffe</i>, denota magagnato, puzzolente, tolto dall'ebraico +<i>taref</i>, derivato dal verbo <i>taraf</i>, sbranare, dilaniare, +che si applica alle carni illecite, sia perchè +non macellate secondo il rito, sia perchè appartenenti +ad animali vietati. +</p><p> +<i>Cascerro</i>, da <i>cascer</i>, vale retto, congruo, conveniente, +è l'opposto di <i>taref</i>. +</p><p> +<i>Aèo</i>, era uno dei gridi dei cenciaiuoli girovaghi +ebrei, oggi scomparso, si usa in senso metaforico a +denotare malandato, guasto. +</p><p> +Quantunque il Ghetto sia sparito ed i suoi abitanti +si siano dispersi per i diversi rioni della città, tuttavia +persiste la differenza nel modo di parlare degli ebrei, +sebbene accenni e sia destinata a scomparire. +</p><p> +(Vedi <i>passim</i> i <i>Sonetti romaneschi</i> di G. G. Belli, +editi a cura di Luigi Morandi. Lapi, Città di Castello, +1886-1889). <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_37_37" id="Footnote_37_37"></a><a href="#FNanchor_37_37"><span class="label">[37]</span></a> Intorno al Ghetto ed agli ebrei in Roma vedi: +<span class="smcap">Natali</span>, <i>Il Ghetto di Roma</i>, Roma 1887; <span class="smcap">Baracconi</span>, +<i>I Rioni di Roma</i>, Torino, 1905; <span class="smcap">Ampère</span>, <i>L'Empire +Romain à Rome</i>, Paris, 1867; <span class="smcap">About</span>, <i>Rome contemporaine</i>, +Paris, 1861; <span class="smcap">Valadier</span>, <i>Rome vraie</i>, Paris, 1867; +<span class="smcap">Berliner</span>, <i>Ein beitrag zur geschichte der Juden in +Rom</i>, Berlin, 1890; <span class="smcap">Augustus J. C. Hare</span>, <i>Walks in +Rome</i>, London, 1905; Dott. <span class="smcap">Philiph</span>, <i>The Jews in Rome</i>. + +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_38_38" id="Footnote_38_38"></a><a href="#FNanchor_38_38"><span class="label">[38]</span></a> È questa la chiesa di S. Maria dell'Orazione e +Morte in via Giulia, detta semplicemente <i>La Morte</i>, +dove ha sede l'Arciconfraternita dello stesso nome, +detto anche <i>La buona Morte</i>, che ha lo scopo di andare +a raccogliere i cadaveri abbandonati per la campagna +e quelli dei poveri morti in città, ai quali anticamente +dava sepoltura nel suo oratorio. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_39_39" id="Footnote_39_39"></a><a href="#FNanchor_39_39"><span class="label">[39]</span></a> Hans Holbein il giovane (1499-1554) dipinse la +<i>Danza dei morti</i> che si trova nel palazzo di città di +Basilea. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_40_40" id="Footnote_40_40"></a><a href="#FNanchor_40_40"><span class="label">[40]</span></a> Sulle rappresentazioni sacre in occasione della +commemorazione dei defunti, vedi <i>Cracas</i>, III serie, +anno I, n. 9. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_41_41" id="Footnote_41_41"></a><a href="#FNanchor_41_41"><span class="label">[41]</span></a> I semi di zucca salati sono detti in romanesco +<i>bruscolini</i> e <i>bruscolinaro</i> colui che li vende. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_42_42" id="Footnote_42_42"></a><a href="#FNanchor_42_42"><span class="label">[42]</span></a> I burattinai solevano dare la voce a Pulcinella, +quando non lo facevano parlare in dialetto napoletano, +mediante un istrumento detto <i>pivetta</i>, formato da due +pezzi di latta riuniti da un cordone, attraverso i quali +la voce passando acquistava un suono stridulo e ridicolo +simile al chiocciare di una gallina. La <i>pivetta</i> +è ancora usata dai burattinai girovaghi. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_43_43" id="Footnote_43_43"></a><a href="#FNanchor_43_43"><span class="label">[43]</span></a> Ogni rappresentazione si diceva <i>camerata</i> o più +popolarmente, anche adesso <i>infornata</i>, perchè l'angustia +del luogo fa soffrire il caldo di un forno. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_44_44" id="Footnote_44_44"></a><a href="#FNanchor_44_44"><span class="label">[44]</span></a> I casotti per la fiera, in cui si vendevano specialmente +pupazzi da presepio fino a Natale e dopo fino all'Epifania +giocattoli, si erigevano all'ingresso dell'Avvento; +la fiera fu poi trasportata in piazza Navona, +dove ora agonizza; il chiasso vi si fa specialmente +durante la notte della Befana. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_45_45" id="Footnote_45_45"></a><a href="#FNanchor_45_45"><span class="label">[45]</span></a> Il Bertolotti nel suo articolo «Le rappresentazioni +coi burattini a Roma» in <i>Fanfulla</i>, 1882, n. 64, +dà al teatro il nome di <i>Fiando</i>. Ricordiamo che Fiando +fu un burattinaio celebre in tutta Italia per le sue +marionette incivilite e perfezionate; però a Roma si +seguitò a chiamare Fiano il teatrino di S. Apollinare +perchè prima di questo un altro ne esisteva nel palazzo +Fiano in piazza S. Lorenzo in Lucina di fianco +alla Chiesa e Fiano indicò per antonomasia teatro dei +burattini. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_46_46" id="Footnote_46_46"></a><a href="#FNanchor_46_46"><span class="label">[46]</span></a> Sui burattini di Roma e specialmente su <i>Cassandrino</i>, +vedi <span class="smcap">Stendhal</span>, <i>Rome, Naples et Florence</i>, Paris, +Levy, 1872, pag. 317, e <span class="smcap">Frederic Mercey</span>, articolo nella +<i>Revue des Deux Mondes</i>, 15 aprile 1840. Vedi anche +<span class="smcap">Maes</span>, <i>Curiosità romane</i>, Serie III, Roma, 1885. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_47_47" id="Footnote_47_47"></a><a href="#FNanchor_47_47"><span class="label">[47]</span></a> I religiosi zoccolanti di S. Maria in Aracoeli +trasportavano in vettura a passo lento il bambino per +visitare gli infermi ridotti agli estremi. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_48_48" id="Footnote_48_48"></a><a href="#FNanchor_48_48"><span class="label">[48]</span></a> Il teatro Emiliani occupava il vasto locale dove +oggi è il deposito di ferramenta della ditta Monami +dal lato tra la via S. Agnese e il vicolo dei Lorenesi. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_49_49" id="Footnote_49_49"></a><a href="#FNanchor_49_49"><span class="label">[49]</span></a> Piazza Navona veniva allagata tutti i sabati durante +il mese di agosto. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_50_50" id="Footnote_50_50"></a><a href="#FNanchor_50_50"><span class="label">[50]</span></a> Coppia di amanti babilonesi, le cui avventure celebrate +da Ovidio nelle <i>Metamorfosi</i>, 4, 55 e seg., ricordate +da Dante, <i>Purg.</i> 27-37, e da Shakespeare nel +<i>Sogno di una notte d'estate</i>, divennero eccessivamente +popolari in grazia alle rozze incisioni che formarono +l'ornamento delle case operaie e contadine. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_51_51" id="Footnote_51_51"></a><a href="#FNanchor_51_51"><span class="label">[51]</span></a> <i>Far mosca</i> per far silenzio è pure del fiorentino; +in romanesco si dice comunemente: <i>Zitto e mosca!</i> o +semplicemente <i>mosca!</i> ed anche <i>far moschiera</i> quando si +vuol dare maggior caricatura al discorso. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_52_52" id="Footnote_52_52"></a><a href="#FNanchor_52_52"><span class="label">[52]</span></a> Sul dialetto romanesco vedi <span class="smcap">Belli</span>, introduzione ai +<i>Sonetti</i>, vol. 1<sup>o</sup>, Ed. Lapi, Città di Castello, 1882; <span class="smcap">Sabatini</span> +F., <i>Volgo di Roma</i> e <i>L'ortografia del dialetto romanesco</i>, +Roma, Loescher, 1890. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_53_53" id="Footnote_53_53"></a><a href="#FNanchor_53_53"><span class="label">[53]</span></a> Però ha prodotto quel monumento che sono i Sonetti +del Belli, ai quali rimandiamo una volta per tutte +il lettore, come alla più completa illustrazione di tutto +quanto è descritto in queste pagine. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_54_54" id="Footnote_54_54"></a><a href="#FNanchor_54_54"><span class="label">[54]</span></a> Il teatro delle dame, detto d'Alibert nel vicolo +dello stesso nome, presso piazza di Spagna, era il più +vasto teatro di Roma, ma anche il più disadorno e di +cattiva forma, fu distrutto da un incendio il 15 febbraio +1863. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_55_55" id="Footnote_55_55"></a><a href="#FNanchor_55_55"><span class="label">[55]</span></a> L'anfiteatro scoperto Corea in via dei Pontefici +era annesso al palazzo della famiglia Corea ed era +fondato sulle sostruzioni del mausoleo di Augusto; +fino alla proibizione di Pio VIII vi si fecero le giostre +delle vaccine; fu famoso per i <i>fochetti</i>, fuochi d'artificio +che vi si incendiavano nelle domeniche d'estate; +in generale gli spettacoli vi terminavano all'Ave Maria. +Oggi è sparito ed al suo posto sorge il teatro +Umberto I. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_56_56" id="Footnote_56_56"></a><a href="#FNanchor_56_56"><span class="label">[56]</span></a> Di questi altri teatri quello Capranica è stato +chiuso e l'Apollo fu demolito in seguito ai lavori del +Tevere. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_57_57" id="Footnote_57_57"></a><a href="#FNanchor_57_57"><span class="label">[57]</span></a> Per la benedizione dei cavalli che si fa in occasione +della festa di S. Antonio abate che ricorre il 17 gennaio. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_58_58" id="Footnote_58_58"></a><a href="#FNanchor_58_58"><span class="label">[58]</span></a> Precedono i convogli funebri i così detti <i>mandatari</i>, +specie di servi delle confraternite, vestiti di una +livrea dai colori della compagnia. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_59_59" id="Footnote_59_59"></a><a href="#FNanchor_59_59"><span class="label">[59]</span></a> Il popolo li chiama <i>gamberi cotti</i>, appunto dal +colore del vestito. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_60_60" id="Footnote_60_60"></a><a href="#FNanchor_60_60"><span class="label">[60]</span></a> Queste ragazze che vanno in processione sono per +lo più zitelle, cui è stata assegnata nell'anno una dote +da qualche congrega e si chiamano le <i>ammantate</i> dal +manto bianco che le ricopre e che è di un tessuto fine, +sul quale vengono infilati degli spilli comuni in modo +che formino dei disegni, per lo più di fiori, che rilucono +come se fossero d'argento. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_61_61" id="Footnote_61_61"></a><a href="#FNanchor_61_61"><span class="label">[61]</span></a> Questa croce immane di cartapesta, che vien portata +nelle processioni, vien detta <i>tronco</i> perchè foggiata +in due grossi tronchi d'albero nella loro rozzezza +naturale. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_62_62" id="Footnote_62_62"></a><a href="#FNanchor_62_62"><span class="label">[62]</span></a> Via Claudiana, per quanto ci consta, non è mai esistita. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_63_63" id="Footnote_63_63"></a><a href="#FNanchor_63_63"><span class="label">[63]</span></a> Verso il tempo, in cui furon scritte queste pagine +fu famosa l'accademia del modello Giggi Tallariti che +ebbe sede prima in piazza S. Silvestro, rimpetto alla +posta attuale, poi in via Margutta. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_64_64" id="Footnote_64_64"></a><a href="#FNanchor_64_64"><span class="label">[64]</span></a> Sul saltarello, ballo figurato che ricorda la tarantella +napoletana e che prende il nome dal salto che spiccano +i ballerini ad una battuta più marcata di tamburello, +vedi <i>Cracas</i>, III serie, anno 1<sup>o</sup>, N. 6. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_65_65" id="Footnote_65_65"></a><a href="#FNanchor_65_65"><span class="label">[65]</span></a> Il Consiglio comunale di Roma nella seduta 19 +maggio 1882 decretò la coniazione di una medaglia d'oro +in onore di Garibaldi «a titolo di benemerenza cittadina +per la grande iniziativa da lui presa, affinchè +lo Stato provvedesse all'attuazione dei lavori necessari +per la sistemazione del Tevere». <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_66_66" id="Footnote_66_66"></a><a href="#FNanchor_66_66"><span class="label">[66]</span></a> <i>Saggio di Bibliografia del Tevere</i> presentato alla +Società Geografica italiana nella tornata del 13 febbraio +1876 dal socio <span class="smcap">Enrico Narducci</span>. Roma—Giuseppe Civelli, +1876.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_67_67" id="Footnote_67_67"></a><a href="#FNanchor_67_67"><span class="label">[67]</span></a> I bandi e chirografi, le bolle, gli editti, gli statuti, +le notificazioni e le disposizioni dirette specialmente +a regolare la navigabilità e la navigazione sono moltissimi +e vanno dal 1562 al 1869; sono interessantissimi +per la storia del nostro fiume ed alcuni hanno tuttora +vigore, come quelli che regolano la polizia delle ripe +e dell'alveo e la servitù della via alzaia. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_68_68" id="Footnote_68_68"></a><a href="#FNanchor_68_68"><span class="label">[68]</span></a> 370 km. di corso, 340 dalla sorgente a Roma, 30 +da Roma al mare. Il suo corso attraverso la città di +Roma è di 4105 metri. Massima larghezza a Ponte +Molle 160 m. Profondità media 8 m. (<span class="smcap">M. Carcani</span>. <i>Il +Tevere e le sue inondazioni</i>, Roma, 1875).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_69_69" id="Footnote_69_69"></a><a href="#FNanchor_69_69"><span class="label">[69]</span></a> <span class="smcap">Francesco Brioschi</span>: <i>Le inondazioni del Tevere</i> +in Roma. Roma, 1876.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_70_70" id="Footnote_70_70"></a><a href="#FNanchor_70_70"><span class="label">[70]</span></a> Intorno all'arginatura delle ripe del Tevere sotto +i Romani, vedi lo scritto del Borsari nel <i>Bollettino della +Commissione archeologica comunale di Roma</i>, 1889, +pag. 165 e seg. L'intiera materia delle inondazioni, +della navigazione del Tevere e dei provvedimenti relativamente +ad esse presi nei tempi antichi, è ampiamente +trattata dal <span class="smcap">Preller</span> in un articolo intitolato +<i>Rom und der Tiber</i>, nelle <i>Berichte der Sächsischen +Gesellschaft</i>, 1848-49. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_71_71" id="Footnote_71_71"></a><a href="#FNanchor_71_71"><span class="label">[71]</span></a> Gli epigrammi sulle inondazioni del Tevere si +trovano sparsi nelle raccolte d'iscrizioni del Galletti +e Forcella, nel <i>Tevere incatenato</i> del Bonini, nel Narducci, +nel Carcani, etc.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_72_72" id="Footnote_72_72"></a><a href="#FNanchor_72_72"><span class="label">[72]</span></a> Anche nel 1852 è comparso un poema <i>Il Tevere</i> +del romano Giuseppe Gioacchino Belli.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_73_73" id="Footnote_73_73"></a><a href="#FNanchor_73_73"><span class="label">[73]</span></a> L'amministrazione francese, durante il periodo napoleonico +dal 1809 al 1814, aveva stabilito di costruire +i muraglioni lungo il Tevere urbano ed il relativo +progetto era stato redatto dall'ingegnere francese +Navier. Vedi: <span class="smcap">Tournon</span>, <i>Études statistiques sur Rome +et la partie occidentale des États romains, Paris, 1831,</i> +vol. 2<sup>o</sup>, libro V, cap. IV, pag. 178. Il <span class="smcap">Tournon</span> soggiunge, +profeticamente, che prima o poi, l'esecuzione di tale +progetto si sarebbe imposta ad un governo, pel +quale il risanamento e l'abbellimento di Roma fossero +interessi di primo ordine <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_74_74" id="Footnote_74_74"></a><a href="#FNanchor_74_74"><span class="label">[74]</span></a> Il Canevari fu il relatore (22 Luglio 1871) della +Commissione nominata dal Consiglio Comunale nella +seduta 3 Giugno 1871 e nella sua relazione si accenna +già ai lungotevere ed ai muraglioni di sponda. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_75_75" id="Footnote_75_75"></a><a href="#FNanchor_75_75"><span class="label">[75]</span></a> Questa importante operetta originariamente vide +la luce nel 1859 nel periodico l'<i>Album</i>, mutilata dalla +censura, fu nuovamente pubblicata dalla «Casa Italiana +Editrice di Roma» nel 1883, tralasciando però di +riportare le importantissime iscrizioni relative alle +piene. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_76_76" id="Footnote_76_76"></a><a href="#FNanchor_76_76"><span class="label">[76]</span></a> Negli scavi fatti per le fondazioni dei muraglioni +e delle pile dei nuovi ponti sono venuti alla luce diversi +oggetti, non tanti però quanti si sperava e sono +stati depositati nel Museo Nazionale Romano nelle +Terme Diocleziane. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_77_77" id="Footnote_77_77"></a><a href="#FNanchor_77_77"><span class="label">[77]</span></a> È questo oggi il quartiere dei Prati di Castello +che tre ponti (Margherita, Cavour e Umberto) collegano +alla vecchia città. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_78_78" id="Footnote_78_78"></a><a href="#FNanchor_78_78"><span class="label">[78]</span></a> Il pittore tedesco Karl Lindemann-Frommel +(1819-1891), socio dell'Accademia di S. Luca fu per +molti anni intimo amico del Gregorovius e ne illustrò +l'idillio «Capri».</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_79_79" id="Footnote_79_79"></a><a href="#FNanchor_79_79"><span class="label">[79]</span></a> Anche questa rocca, come quella di Perugia, +era stata elevata «<i>ad reprimendam audaciam Aquilanorum</i>» +come ricordava una lapida che era sulla +porta.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_80_80" id="Footnote_80_80"></a><a href="#FNanchor_80_80"><span class="label">[80]</span></a> Oggi è meta di molte ascensioni e la Sezione di +Roma del Club Alpino italiano vi ha costruito un +rifugio (2200 m.) inaugurato nel 1886. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_81_81" id="Footnote_81_81"></a><a href="#FNanchor_81_81"><span class="label">[81]</span></a> La vetta più alta è il monte Corno o Corno +grande (2921 m.). <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_82_82" id="Footnote_82_82"></a><a href="#FNanchor_82_82"><span class="label">[82]</span></a> È la giogaia del Terminillo (2213 m.). <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_83_83" id="Footnote_83_83"></a><a href="#FNanchor_83_83"><span class="label">[83]</span></a> È questo il famoso passo di <i>Forca Caruso</i> che +mette in comunicazione la conca di Celano con la +valle dell'Aterno, è una specie di seno tra due alte +montagne; ha fama spaventosa, più che per l'orrida +natura, per le leggende che la fantasia popolare vi +riconnette. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_84_84" id="Footnote_84_84"></a><a href="#FNanchor_84_84"><span class="label">[84]</span></a> Alba Fucense. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_85_85" id="Footnote_85_85"></a><a href="#FNanchor_85_85"><span class="label">[85]</span></a> Oggi Trasacco. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_86_86" id="Footnote_86_86"></a><a href="#FNanchor_86_86"><span class="label">[86]</span></a> I lavori di prosciugamento e bonifica del lago di +Fucino, che hanno trasformato l'antico bacino del lago +in <i>16000</i> ettari di terreno coltivato e ferace, furono +iniziati nel 1854 da una Società per azioni cui, scarseggiando +essa di mezzi, si sostituì il principe Alessandro +Torlonia, che aveva già sottoscritto metà del +capitale e che disse risolutamente: «O io asciugo il +Fucino o il Fucino asciuga me». Solo nel giugno 1876 +emersero le terre più basse ed oggi il piano dove posa +la statua della Vergine sopra un piedistallo alto +sette metri e mezzo, in testa al nuovo emissario, indica +l'altezza cui giungevano le acque del lago. Per il +prosciugamento e la bonifica furon spesi 43 milioni e +137,209 lire, di cui 24,263,994 pel solo prosciugamento. +Torlonia fu creato da Vittorio Emanuele II principe +del Fucino. Sul territorio bonificato vivono circa +7000 agricoltori ed altrettanti operai, subentrati ai +due o trecento pescatori che prima vivevano sulle +sponde del lago. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_87_87" id="Footnote_87_87"></a><a href="#FNanchor_87_87"><span class="label">[87]</span></a> Massa d'Alba. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_88_88" id="Footnote_88_88"></a><a href="#FNanchor_88_88"><span class="label">[88]</span></a> Il Salto è detto Imele alle sue sorgenti. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_89_89" id="Footnote_89_89"></a><a href="#FNanchor_89_89"><span class="label">[89]</span></a> Facciamo notare che la parola <i>difesa</i>, nelle Provincie +facenti parte dell'ex regno di Napoli, è adoperata +per denotare quella porzione del demanio comunale +convertita dai baroni in loro esclusivo dominio, +cingendola, a difesa, con siepi ed altri ripari, per impedire +ai cittadini di penetrarvi per l'esercizio degli +usi civici. +</p><p> +La parola difesa è anche adoperata ad indicare il +demanio chiuso per tutto l'anno all'esercizio degli usi +altre volte denota la chiusura per un determinato periodo +o la riserva per il raccolto di alcuni frutti, come +la ghianda e le castagne, altre volte ancora che il +demanio è chiuso sempre per il popolo ed aperto per +gli altri usi. (Vedi: <i>Nozioni di diritto demaniale feudale</i> +per <span class="smcap">Donato A. Tommasi</span> in Forti, e <span class="smcap">De Rensis</span>, +<i>Il Codice dei Demani comunali nelle provincie napoletane +e siciliane</i>, Roma, 1906). +</p><p> +E' dunque più che probabile che per una di queste +ragioni la località venga chiamata <i>Difese</i>, e che lo +sventurato Corradino non c'entri affatto. +<i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_90_90" id="Footnote_90_90"></a><a href="#FNanchor_90_90"><span class="label">[90]</span></a> Vedi: <span class="smcap">Bianco</span>, <i>Il brigantaggio alla frontiera pontificia +dal 1860 al 1863</i>, Milano, 1864. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_91_91" id="Footnote_91_91"></a><a href="#FNanchor_91_91"><span class="label">[91]</span></a> Consulta <i>Guida dell'Abruzzo</i> di <span class="smcap">C. Abbate</span>, Roma, +1903. <i>(N. d. T.)</i>.</p></div> + +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_445" id="Page_445">[445]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> + +<p class="title"><span class="big">INDICE</span></p> + +<ul class="TOC"> +<li>Prefazione <span class="tocright">Pag. <a href="#Page_iii"><span class="smcap">iii</span></a></span></li> +<li>Subiaco <span class="tocright"> » <a href="#SUBIACO"><span class="smcap"> 1</span></a></span></li> +<li>Attraverso l'Umbria e la Sabina <span class="tocright"> » <a href="#ATTRAVERSO_LUMBRIA"><span class="smcap"> 49</span></a></span></li> +<li>Il Ghetto e gli Ebrei di Roma <span class="tocright"> » <a href="#IL_GHETTO"><span class="smcap"> 115</span></a></span></li> +<li>Macchiette romane <span class="tocright"> » <a href="#MACCHIETTE_ROMANE"><span class="smcap"> 199</span></a></span></li> +<li>Storia del Tevere <span class="tocright"> » <a href="#STORIA_DEL_TEVERE"><span class="smcap"> 289</span></a></span></li> +<li>L'impero, Roma e la Germania <span class="tocright"> » <a href="#LIMPERO_ROMA_E_LA_GERMANIA"><span class="smcap"> 331</span></a></span></li> +<li>Una settimana di Pentecoste in Abruzzo <span class="tocright"> » <a href="#UNA_SETTIMANA_DI_PENTECOSTE_IN_ABRUZZO"><span class="smcap"> 399</span></a></span></li> +</ul> + +<div class="tnote"> +<h2>Nota del Trascrittore</h2> + +<p>L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute, +correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. +Tutte le occorrenze +dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state +normalizzate in (N. d. T.). Grafie alternative mantenute:</p> +<ul> +<li>E'/È</li> +<li>imagine/immagine</li> +<li>de/de'</li> +<li>Aracoeli/Ara Coeli</li> +<li>Lungotevere/lungotevere/lungo-tevere</li> +<li>pseudogotica/pseudo-gotica</li> +<li>della morte/della Morte</li> +<li>Imperator pacificus/Imperator Pacificus</li> +<li>jus Gazagà/Jus Gazagà/jus di gazagà</li> +<li>Sacrum specus/sacrum specus</li> +<li>accessori/accessorî</li> +<li>ampi/ampî</li> +<li>Bavaro/Bàvaro</li> +<li>Castrum Pontium/Castrum pontium</li> +<li>colera/colèra</li> +<li>desideri/desiderî</li> +<li>pontifici/pontificî</li> +<li>qua/quà</li> +<li>reazionari/reazionarî</li> +<li>studi/studî</li> +<li>subite/subìte</li> +<li>subíto/subìto</li> +<li>vari/varî</li> +</ul> +<p> +Altre correzioni:</p> +<ul> +<li>pag. 169 si è udito [udì] fin da allora</li> +<li>pag. 190 e si è sviluppato [sviluppò] ed esteso con magnificenza,</li> +<li>pag. 231 battono l'una contro l'altra [l'altro] delle tavolette</li> +<li>pag. 310 un'intonazione [intozione] solenne e poetica</li> +<li>pag. 358 Gli epigoni della casa Hohenstaufen [Hoherstaufen]</li> +</ul> + +</div> + + + + + + + +<pre> + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Volume 2, by +Ferdinando Gregorovius + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOLUME 2 *** + +***** This file should be named 37099-h.htm or 37099-h.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + https://www.gutenberg.org/3/7/0/9/37099/ + +Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and +the Online Distributed Proofreading Team at +https://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive/Canadian +Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at https://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +https://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. 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Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + https://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. + + +</pre> + +</body> +</html> diff --git a/37099-h/images/decorazione.jpg b/37099-h/images/decorazione.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..747a3fb --- /dev/null +++ b/37099-h/images/decorazione.jpg diff --git a/37099-h/images/ill002.jpg b/37099-h/images/ill002.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..92e5066 --- /dev/null +++ b/37099-h/images/ill002.jpg diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt new file mode 100644 index 0000000..6312041 --- /dev/null +++ b/LICENSE.txt @@ -0,0 +1,11 @@ +This eBook, including all associated images, markup, improvements, +metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be +in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES. + +Procedures for determining public domain status are described in +the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org. + +No investigation has been made concerning possible copyrights in +jurisdictions other than the United States. 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