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diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes new file mode 100644 index 0000000..6833f05 --- /dev/null +++ b/.gitattributes @@ -0,0 +1,3 @@ +* text=auto +*.txt text +*.md text diff --git a/34518-8.txt b/34518-8.txt new file mode 100644 index 0000000..9bf64f4 --- /dev/null +++ b/34518-8.txt @@ -0,0 +1,3999 @@ +The Project Gutenberg EBook of Cara Speranza, by +Maria Antonietta Torriani Torelli-Viollier + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Cara Speranza + +Author: Maria Antonietta Torriani Torelli-Viollier + +Release Date: November 30, 2010 [EBook #34518] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CARA SPERANZA *** + + + + +Produced by Claudio Paganelli, Barbara Magni and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + + + + + + La Marchesa Colombi + + + Cara Speranza + + + + + MILANO + + CASA EDITRICE + DI C. CHIESA · F.lli OMODEI · ZORINI e F. GUINDANI + + _Galleria Vittorio Emanuele, N. 17-80_ + + 1896 + + +DIRITTI DI PROPRIETÀ RISERVATA. + +Milano, Tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C. + + + + +CARA SPERANZA. + + +Si chiamava Amalia. Però, malgrado quel nome gentile, era una fra le più +rozze campagnuole delle risaie, quando si presentò in casa nostra ad +offrirsi come serva. + +S'era messe le scarpe per la solennità della circostanza, ma, appena +vide il pavimento lucido del nostro gabinetto, rimase sbigottita e si +curvò come per levarsele. Ci volle di molto a persuaderla d'entrare +calzata com'era. + +Tuttavia non era timida nè selvatica, come sono, per lo più, le +contadine; le pareva soltanto una mancanza di rispetto il mettere sul +nostro pavimento le scarpe che aveva strascinate, per una lunga +camminata, nella polvere della strada maestra da Momo a Novara. Ignorava +ogni elemento di civiltà, e, nella sua cortesia istintiva da persona +buona, inventava una civiltà a suo modo, che riesciva grottesca, +sebbene, a conti fatti valesse forse quanto la nostra. Infatti nella +China si tolgono le scarpe prima di entrare nelle case. È questione di +usanze. + +In tutta la persona dell'Amalia si vedevano le traccie della vita e dei +lavori delle risaie. Aveva ventisette anni ma ne dimostrava quaranta. Il +volto era pieno di rughe, i capelli, folti sulla fronte, erano tanto +radi sul cranio, che frammezzo alle ciocche, tirate nella legatura, si +vedeva la pelle bianca sollevarsi. + +Portava la pettinatura del nostro contado, e come tutte le contadine, +che quel peso enorme sul capo rende calve prima del tempo, suppliva alla +capigliatura mancante con due grosse treccie di cotone, girate intorno +ad un cerchietto di filo di ferro coperto di tela; ed in quelle puntava +i grossi spilloni di falso argento. Sui capelli scarsi, quell'edificio +non trovava appoggio sufficiente, e le ballonzolava dietro il capo. Le +mancavano vari denti, e, traverso quei vuoti, le _esse_ uscivano +sibilanti. + +Ma di questi particolari della sua figura l'Amalia non si dava il menomo +pensiero. Era forte e sana, sapeva d'aver ventisette anni. Cosa le +importava di dimostrarne di più? + +Le domandammo se sapesse cucinare. + +Rispose: + +--No. So appena fare la minestra alla nostra maniera da contadini, e +friggere le patate ed i fagiuoli; ma ho buona volontà; imparerò presto. + +--E sai stirare? + +--Neppure. Noi non usiamo stirar nulla... Ma anche questo potrò +impararlo. Non abbiano paura: la _cognizione_ non mi manca; capisco +subito quello che mi insegnano. + +Mio padre domandò: + +--E per le informazioni, a chi debbo rivolgermi? + +--Se vuol andare a Momo, e domandare alla cascina Pometta, dove sono +stata a servire per tredici anni... Ma per la fedeltà può mettermi +nell'oro, guardi, che un quattrino, che è un quattrino, non lo +toccherei. + +Le facemmo altre domande, alle quali rispose con sicurezza, e senza +vantarsi mai. Ci piacque molto, e le proponemmo di venire con noi per un +mese a titolo d'esperimento. Accettò, ma non colla prontezza e lo +slancio che le sue risposte precedenti e le sue maniere espansive ci +avevano fatto aspettare. + +Le domandai: + +--Non sei contenta? + +--Oh, per contenta lo sono di certo... Ed esitava sempre. + +Io soggiunsi per incoraggiarla: + +--Siamo soltanto due da servire: il babbo ed io. + +--Fossero anche dodici, la fatica non mi fa paura. + +Stette ancora titubante, poi soggiunse in fretta come per afferrare la +risoluzione prima che le sfuggisse: + +--Ecco; è meglio che glielo dica addirittura. Io sono una figliola +onesta, non cerco d'andare a spasso, non mi _perdo via_ coi giovanotti, +tiro dritto per la mia strada; ma però; cosa serve nasconderlo? Ho un +bersagliere. + +Aveva pronunciato _bresagliere_, poi aveva messo fuori un gran +sospirone, come per dire: «È fatta!» + +Questo bersagliere abbuiò subito, coll'ombra delle sue piume, la fronte +di mio padre, che disse crollando il capo: + +--Uhm. Ho paura che non facciamo nulla. Ogni volta che andrete fuori +avrete il bersagliere intorno... + +L'Amalia sospirò melanconicamente: + +--Oh! questo non è possibile. Il Re l'ha mandato in _Cicilia_. + +Mio padre che era un vecchio Piemontese devoto alla monarchia ed alla +casa Savoia, approvò vivamente quella disposizione del Re. E l'Amalia, +vedendolo sorridere, riprese fiduciosamente. + +--Serviva anche lui alla Pometta, ma allora non era bersagliere. Abbiamo +cominciato a parlarci, dalla finestra della cucina che guardava +nell'orto, perchè lui era ortolano. E che bel giovine! Se vedesse signor +padrone, alto come lei, e più diritto di lei, perchè quello è giovine, e +lei no, pover'uomo! Però noi si sapeva che doveva andare soldato e ci +promettemmo di aspettarci finchè lui avesse _finito il suo tempo_. Sono +quattro anni che gira per la Cicilia, ed io intanto servo, per mettere +un po' di quattrini da parte; poi, dopo tre anni ancora, tornerà col suo +congedo _risoluto_ e mi sposerà. + +Dacchè il bersagliere era messo al sicuro di là dal mare, mio padre +ammise l'Amalia ad un mese di prova, dopo il quale ella tirò via a +servire senza che nessuno sollevasse la menoma obbiezione. + +Era una donna attiva, intelligente, pulita, e sempre allegra. Diceva +_casa nostra _, diceva _noi_, nominando collettivamente se stessa ed i +padroni, faceva un mondo d'accoglienze ai visitatori che venivano, e +s'informava della loro salute come se fossero suoi amici; ma, in una +famiglia alla buona come la nostra, queste dimestichezze si potevano +perdonare. Imparava ogni cosa con molta facilità, e trovava tempo per la +cucina, per stirare, per tenere in ordine la casa, ed anche per correre +ogni giorno alla posta a domandare se c'erano lettere del bersagliere. + +Ne parlava continuamente. Tutti i vicini di casa, padroni e servitori, i +nostri conoscenti, i portinai, i bottegai della contrada, sapevano che +l'Amalia aveva un innamorato bersagliere; ed appena la vedevano le +domandavano ridendo: + +--E così, Amalia? ha scritto il bersagliere? + +Il pollaiolo le regalava dei mazzi di penne di cappone, che lei metteva +da parte giubilando per «_mandarle in Cicilia alla prima occasione_». +Provava ad inalberarle da un lato del suo capo calvo, e, diceva: + +--Come staranno bene sul cappello del bersagliere! + +Per se stessa non comperava mai nulla. Riceveva col salario i vestiti e +le scarpe, come si usa in provincia, ed il denaro delle sue mesate lo +metteva tutto da parte per quando avrebbe sposato il bersagliere. S'era +fatta lei stessa, col suo filato, varie pezze di tela che serbava +preziosamente nel baule, e non ne avrebbe staccato da farsi una camicia +per nulla al mondo. I doni che le si facevano lungo l'anno, le strenne +di Natale, tutto riponeva per quel giorno desiderato e lontano. + +Ma aveva l'amore gaio; non la si udiva mai rimpiangere la lontananza +dell'innamorato. Era sicura di quell'amore come di respirare e di +vivere; il più lieve dubbio non era mai sorto nel suo cuore onesto; e +quel pensiero del bersagliere la colmava di gioia. + +S'egli tardava a scriverle, la sola supposizione che l'Amalia faceva era +che fosse malato; e allora s'impensieriva e moltiplicava le corse alla +posta. Se incontrava il portalettere, erano sempre delle scene. Voleva +che esaminasse ad una ad una le soprascritte, fin all'ultima; poi le +domandava se era ben sicuro di non avere altre lettere in tasca, o di +averne perduta qualcuna per via. + +Appena la lettera aspettata giungeva poi, era un delirio di giubilo. Non +sapeva leggerla, ma cominciava fin dalla posta a dire agli impiegati: + +--È del bersagliere! Viene nientemeno che dalla Cicilia, e c'è su _Cara +speranza_! E rideva, rideva, finchè le cadevano le lacrime. + +Poi correva verso casa, ed in capo alla contrada alzava la lettera, la +faceva sventolare gridando: + +--C'è la lettera del bersagliere! C'è la lettera del bersagliere! + +Era sempre qualche bottegaio che gliela leggeva. E l'Amalia si piantava +in faccia a lui, ridendo anticipatamente di gioia e guardandolo bene in +viso, come se fosse il bersagliere stesso che parlasse, e lei volesse +vederne il senso delle parole nell'espressione del volto. E, prima che +si cominciasse a leggere, domandava tutta gongolante. + +--C'è «_Cara speranza_» in cima? + +«_Cara speranza_» c'era sempre; e le lettere si somigliavano tutte; ma +l'Amalia esultava, si torceva le mani durante la lettura per comprimere +le grida di piacere. Poi pigliava il foglio e saltava in mezzo al gruppo +d'amici che si erano stretti intorno, e si agitava tanto, che l'aureola +degli spilloni minacciava di strapparle, nella violenza dei rimbalzi, +quei pochi capelli che la reggevano. E baciava la lettera, e rideva, +rideva da perderne il fiato, e per parecchi giorni tutto il casamento +era assordato dalla canzone favorita dall'Amalia: + + O mamma famm el lett, + Che mi faroo la cuna, + L'amor del bersaglier + L'è sta la mia fortuna. + +Tutti compativano la schietta affezione della povera giovane; +quell'amore gioviale faceva piacere; e poi si sapeva che era onesto. Col +mare in mezzo, i due innamorati miravano al buon fine. Senza questo in +provincia non avrebbero tollerato tanto. + +Quella passione immensa arrivò una volta a dare alla contadina una +specie di divinazione. Era qualche tempo che il bersagliere non +scriveva. Quando giunse la lettera, nell'aprirla se ne vide cader fuori +un centesimo. Si fecero molti commenti nel vicinato: + +--Cosa vorrà dire? + +--Una moneta è un simbolo d'amore. + +--Ma non così intera; si deve tagliarla in mezzo, e portarne al collo +metà per ciascuno. + +--Ma che! È perchè possiate giocare a croce e lettera per vedere se vi +vuol bene. + +Ed il pollaiolo, che era il più istruito, e non credeva nè a talismani, +nè ad oroscopi, e rideva delle sentimentalità amorose, diceva con +sussiego: + +--Non istate ad almanaccar tanto: non è altro che uno scherzo. I soldati +sono uomini di mondo; amano ridere... + +Ma l'Amalia rise meno del solito, e baciò la lettera più amorosamente; +ed il domani, quando venne a ricevere gli ordini per la cucina, mi +domandò come si potesse fare per mandare cinque lire fino in Sicilia. +Poi disse: + +--Il bersagliere ha messo un centesimo nella lettera, poveretto. Vuol +dire che ha bisogno di quattrini.--E spedì a Catania un vaglia di cinque +lire. + +Infatti voleva dire così; il suo cuore amoroso aveva indovinato. + +Appunto per quella sua rustichezza affettuosa e bonacciona, l'Amalia +dava nel genio a tutti i nostri parenti ed amici, che coglievano +volentieri l'occasione di farle qualche regaluccio, di darle delle +mancie o delle strenne. In tre anni le riuscì di raggranellare parecchie +centinaia di lire ed un baule di roba. + +Il denaro l'aveva alla Cassa di risparmio, e tratto tratto veniva da me +col libretto, perchè facessi il conto, a che somma era salito il suo +capitale coll'aumento dei frutti. Bastava che potesse contare una lira +più della volta precedente, per essere contentissima. Diceva: + +--È la dote del bersagliere. È il tesoro del bersagliere. Tutto quello +che ho è per lui. + +E scoteva il capo con un'affermazione così energica che la pettinatura +le batteva il cranio come il mantice d'una timonella sgangherata. + +Quei tre anni, durante i quali era stata bene alloggiata e ben nutrita, +non avevano quasi punto invecchiata l'Amalia; ma non erano neppur +riusciti ad abbellirla. Pareva la stessa del primo giorno che l'avevamo +veduta. + +Soltanto, a misura che s'avvicinava il ritorno del bersagliere, la gioia +che le traspariva dagli occhi, dal ridere beato, da tutta la persona, la +rendeva quasi bella. + +Non mancavano che quindici giorni all'arrivo del bersagliere quando io +mi ammalai d'una febbre intermittente e dovetti stare a letto. Mio padre +che, sebbene fosse molto burbero, mi voleva bene, chiamò subito il +medico, e mi curò come se si fosse trattato di una malattia grave. La +povera Amalia, che m'aveva preso tanto affetto, era spaventata all'idea +che dovessi ancora stare in letto quando sarebbe tornato il bersagliere. +Domandava dava ansiosamente al medico: + +--Potrà alzarsi per il giorno quindici? + +Il quindici di novembre era il gran giorno che lei aspettava da sette +anni. + +La mattina del dieci si alzò lei con una guancia enormemente gonfia. Ma +diceva di non soffrire affatto, era semplicemente una flussione. + +--Purchè il bersagliere non mi trovi col viso storto! + +Era la sola cosa di cui si desse pensiero. Poi soggiungeva: + +--Gli farebbe troppo dispiacere di trovare ammalata la sua: «_Cara +speranza_.» + +Non era la vanità che le stava in mente, era il desiderio che nulla +turbasse la gioia del suo fidanzato. Quando venne il medico, e l'Amalia +andò ad aprirgli sfigurata a quel modo, egli la interrogò sul suo male, +le tastò il polso, poi la mandò a letto, ed entrò da me tutto serio ed +accigliato. + +--Quella donna, mi disse, non istà punto, punto bene. Or ora la +visiterò... + +Infatti andò a vederla a letto, e disse che, oltre alla risipola che le +gonfiava il volto, c'era pericolo che le si sviluppasse il tifo. Proibì +assolutamente ogni comunicazione con me, e fece chiudere tutti gli usci, +perchè le nostre camere erano separate soltanto da un corridoio stretto. + +La sera l'Amalia aveva realmente il tifo, e la mattina dopo, colla scusa +che la sua camera non aveva aria bastante, che l'ammalata infettava la +casa, che agitava me colle sue grida deliranti, il medico indusse mio +padre a farla portare in una camera particolare dell'ospedale. + +Avrei voluto vederla prima che se ne andasse, ma assolutamente non +permisero nè che mi alzassi, nè che la portassero nella mia stanza. +Mentre attraversava il corridoio udii che diceva colla sua voce giuliva: + +--Andiamo incontro al bersagliere! Tutta la roba mia è pel bersagliere. +Cara Speranza! Ed intonava la solita canzone: + + O mamma famm el lett + Che mi faroo la cuna... + +Domandai al medico impaurita: + +--Guarirà? + +--Può darsi. Vedremo come passa la prima settimana. + +Non poteva togliermela dal cuore un minuto. Avevo dei presentimenti +tetri. E d'altra parte pensavo: + +--Ma finora non ha fatto che lavorare, senza distrazioni, senza +affezioni di famiglia (perchè i suoi l'avevano mandata a servire a +dodici anni e non se ne erano curati più), senza benessere, senza +soddisfazioni di vanità; ha vissuto per una speranza, s'è appagata d'una +promessa e non ha invidiato nessuno. Bisognerebbe dire che non c'è +giustizia se quella promessa non le fosse mantenuta... + +Infatti non le fu mantenuta. La sera del giorno quattordici morì. Ma +morì in un'estasi di gioia credendosi nelle braccia del suo bersagliere; +ed il suo cadavere rimase sorridente colle labbra aperte sui poveri +denti spezzati e radi. + +Poche ore dopo, giunsero i suoi fratelli, che mio padre aveva fatti +chiamare. + +Io sapeva che la povera donna aveva sempre destinato quanto possedeva al +bersagliere; tutti lo sapevano; ma non c'era nulla di scritto; non aveva +neppure potuto dirlo formalmente a voce prima di morire, perchè era +delirante. E quei parenti, due villani, lenti, freddi ed avidi, che non +avevano fatto mai nulla per lei, si portarono via il frutto delle sue +fatiche e privazioni, la dote del bersagliere, il tesoro d'amore, che la +poveretta aveva impiegato tredici anni a raccogliere. + +Il giorno quindici arrivò il bersagliere e venne direttamente da noi. +Era in viaggio da parecchi giorni, e non sapeva nulla della malattia +dell'Amalia. Mio padre era all'ospedale presso la morta; dovetti far +entrare il soldato nella mia camera, e quasi ne ebbi piacere per +potergli dare la nuova dolorosa colla maggior dolcezza possibile, e +dirgli qualche parola di conforto. + +Era appunto quello che i contadini chiamano un bel giovine; oramai però +era uomo fatto, una grande e grossa persona massiccia, col collo corto, +i capelli fitti e duri come setole, e ritti sopra la fronte stretta, gli +occhi piccoli, il naso corto, il viso largo, e stupido; ecco quel +personaggio adorato. + +Cominciai a dirgli che l'Amalia s'era ammalata, ed egli rimase +impassibile. Aggiunsi che s'era ammalata gravemente, molto gravemente, +che l'avevano portata all'ospedale. + +E lui, duro come un muro, ed egualmente freddo. + +Forse era soggezione, forse quello stupido amor proprio della gente +rozza, di non lasciar scorgere la commozione che considerano come una +debolezza. + +Allora presi coraggio e gli annunciai tutta la disgrazia. + +Si fece rosso rosso, girò nervosamente fra le mani il cappello piumato, +ma non disse nulla. + +Lo esortai ad esser forte, a rassegnarsi, aggiunsi che era una grande +sventura; che tutti la sentivamo, e che fin all'ultima ora la poveretta, +anche delirando, aveva pensato a lui... E gli stesi la mano in atto di +amichevole conforto. + +Egli la vide, ma non si mosse, non la prese, e disse soltanto facendosi +anche più rosso: + +--Si può andare a vederla? + +Gli risposi di sì, gli diedi un biglietto per mio padre che era laggiù a +disporre i funerali, e gli indicai la strada. Egli ascoltò tutto in +silenzio senza guardarmi, poi fece goffamente il saluto militare, e, +sempre muto, se ne andò. + +All'ospedale non domandò di mio padre nè diede il biglietto; però il +babbo era presente quando entrò nella camera della morta. + +Stavano per metterla nella cassa; le avevano tolti gli spilloni, il capo +era scoperto, e la bocca sdentata sorrideva ancora del suo buon sorriso. + +Il bersagliere s'accostò adagio adagio al cadavere, coll'aria +impacciata, senza osare di guardar nessuno; poi, vedendo dall'altro lato +del letto il fratello della morta, che altre volte aveva conosciuto, lo +salutò con un cenno del capo serio, e disse: + +--Accidenti! com'era vecchia! + +Ma non c'era nessuna perfidia in quella parola. Era un'impressione che +riceveva, e la esprimeva in tutta sincerità. Se l'Amalia fosse stata +viva l'avrebbe espressa ugualmente a lei, senza per questo cessare di +chiamarla, nel linguaggio artifizioso delle lettere _Cara Speranza_. + +Infatti, quando stesero la morta nella bara, egli si fece il segno della +croce rapidamente e come di soppiatto, ma arrossì molto, e gli +luccicarono gli occhi. Poi uscì ed andò ad aspettare il corteggio +funebre a cinquanta passi dall'ospedale, fingendo di leggere un affisso. +Lasciò sfilare il funerale modesto, poi si mise a seguirlo di fianco +come se camminasse da quella parte per pura combinazione, e con quel +mortorio non avesse nulla a che fare. Però giunto al cimitero entrò +dietro gli altri, e rimase un po' in disparte col capo chino finchè fu +coperta la fossa. + +Nel ritorno l'altro fratello della morta gli si accostò, e senza saluti +nè parole di benvenuto, gli disse guardandosi la punta degli scarponi: + +--Sicchè la povera Amalia se n'è andata... + +Egli crollò il capo, scosse le spalle, come per cacciarsi un gruppo +dalla gola, poi rispose: + +--Ma! + +E gli voltò la schiena. + +Mio padre raggiunse il soldato, e gli spiegò come a lui non fosse +toccato nulla della piccola eredità, in causa dei fratelli. Ma che, per +riguardo a quella povera anima, noi avevamo ritenute le lettere di lui, +e che poteva venirle a prendere. + +--Oh! sono sciocchezze! + +E diede una grande scrollata di spalle. E, per quanto mio padre lo +interrogasse, non ci fu verso di fargli dire se voleva riaverle, o se +s'avevano da bruciare. + +E le bruciammo noi, mio padre ed io, nel fuoco del caminetto tutte le +_care speranze_ che avevano consolata quella vita povera, laboriosa ed +onesta. + + + + +IL «CURARE» + +RACCONTO DI NATALE + + +Si finiva di pranzare in casa del professor Navaro; un pranzo di soli +uomini ed un pranzo di Natale. + +Il nostro ospite ci aveva fatto assaggiare parecchi de' suoi vini di +Sicilia; eravamo tutti di buon umore. Il professore ci spiegava come +serbasse una specie di venerazione per quella festa, perchè era stata da +tempo immemorabile oggetto di culto nella sua famiglia. + +Ci narrava di un suo nonno, che aveva accolto, in un Natale remoto, un +nemico della sua casa, semplicemente per non respingere chi bussava alla +sua porta in quel giorno solenne; ci narrava di elemosine rovinose, che +i suoi vecchi avevano fatte con gran danno dei loro interessi, nella +stessa solennità e per le stesse ragioni; e descriveva la pompa che +metteva sua madre nell'addobbo della casa, che ornava tutta di piante +verdi e di fiori, nello scambio dei doni, nel pranzo di Natale, al quale +voleva che tutti i membri della famiglia assistessero, qualunque fosse +la distanza che dovevano percorrere per arrivarci. + +Dovevamo appunto a quel culto tradizionale per una consuetudine di +famiglia, il piacere di trovarci là riuniti; perchè ogni anno il +professor Navaro si informava degli studenti che non andavano a far +Natale alle loro case, e li invitava a passarlo con lui e coi suoi +colleghi che, come lui, non avevano famiglia. L'idea che qualcuno +pranzasse solo il giorno di Natale lo commoveva come una disgrazia. + +Mentre prendevamo il caffè, entrò il servitore ad annunciare che una +persona, la quale non aveva voluto dare il suo nome, domandava di +parlare al professore. Questi uscì per raggiungere nel salotto il suo +visitatore, e lo vedemmo ricomparire dopo pochi minuti. + +Però si sarebbe detto che in quel breve tempo fosse stato, non in una +camera ben chiusa e calda, ma all'aria rigida di quella serata di +dicembre, sotto la neve che fioccava fitta, tanto s'era fatto pallido. + +Si rimise a sedere e vedemmo che rabbrividiva tutto. + +Bevve due bicchierini di _cognac_ uno sull'altro, come per riscaldarsi, +ci domandò cosa si stava dicendo, ma non diede retta alla risposta e non +prese parte al discorso. + +Era distratto. Stava muto e pensoso e guardava fissa la brage del +caminetto, con uno sguardo di ribrezzo, come se fosse stata qualche cosa +d'orribile. + +Subivamo tutti l'influenza di quell'improvviso cambiamento d'umore, e, +dopo aver rallentata la conversazione, abbassata la voce, finimmo per +star zitti anche noi, non osando parlare, ed imbarazzati del nostro +silenzio. + +Ad un tratto il professore ci guardò cogli occhi ancora stralunati, e +disse: + +--Scusate; vi ho fatti ammutolire colla mia aria tragica. Ho ricevuto +dianzi una forte scossa morale. Ho visto un individuo che mi ha +ricordato un caso atroce della mia vita. + +Quella scusa non era fatta per rimetterci in allegria, e rimanemmo +ugualmente impacciati e muti. Egli versò dell'altro _cognac_ in giro, ne +bevve appena un sorso, poi si alzò con impeto, e disse risolutamente: + +--Volete che vi narri quella storia? Ora ne ho la testa così piena che +non saprei parlar d'altro. + +Figurarsi se volevamo! il professor Navaro era il più benvoluto ed il +più ammirato dei nostri insegnanti. Il racconto d'un fatto della sua +vita c'interessava tutti vivamente. E per giunta egli narrava bene, con +facilità di parola da vero Siciliano. Ci stringemmo tutti intorno a lui, +ardenti di curiosità, ed egli cominciò a parlare coll'accento vibrato e +gli occhi luccicanti come se fosse già entrato nel vivo del racconto... + +«Nel 1853 studiavo all'università di Messina, ed ero innamorato della +padrona del solo caffè che la polizia borbonica tollerasse. Eravamo in +tre a disputarci le sue grazie, tutti e tre studenti di medicina. + +«Uno de' miei rivali era un certo Turiddu, figlio d'un emigrato, al +quale il Governo aveva permesso da poco tempo di rimpatriare, e che, +durante l'esilio, aveva cominciati gli studi universitarî a Parigi. + +«Era un buon giovine, di modi aperti, leale, buon patriota; ma quando +entrava a parlare dei grandi scienziati francesi, dei loro studi, delle +loro scoperte, non la finiva più. Nominava Velpéau, Nélaton, Ricord, +come fossero stati suoi colleghi. Aveva frequentate le lezioni di Claude +Bernard, e lo considerava, come era realmente del resto, un luminare +della scienza. Tutto questo però, e neppure la rivalità in amore, non +c'impediva d'essere buoni amici. + +«La mia avversione la serbavo tutta per l'altro rivale, Rosario Angherà, +che era, non so bene se figlio o nipote, d'un pezzo grosso, e +frequentava la casa del vescovo. Aveva lo sguardo falso e la parola +melata; non s'abbandonava mai ad impeti di furia nè a sfoghi di +passione. Era insinuante, conciliante, gesuiticamente dolce. Non lo +potevo soffrire. + +«Una sera, alla presenza della bella caffettiera, gli misurai un ceffone +che lo sbattè contro il muro. Si fece pallido di rabbia, ma non reagì. +Raccolse il cappello che gli era caduto, e borbottando sommessamente, +uscì dal caffè dove non si fece più vedere.» + + +Il professor Navaro fece una pausa, durante la quale noi esprimemmo il +nostro biasimo per la condotta di quel gesuita di Rosario, poi riprese: + +«Avevamo per professore di patologia un pover'uomo, il quale suppliva +alla scienza che gli mancava, colle ciarle, col tuono dottorale ed +enfatico, e con una gran fede in sè stesso. Lo chiamavamo il dottor +Dulcamara. Però, se i suoi colleghi ed anche gli studenti lo conoscevano +per quel che valeva, in città era riescito a farsi la riputazione d'uno +scienziato. Si dava sempre l'aria d'un uomo assorto in profondi studi, +ne parlava con grande sfoggio di parole tecniche ascoltandole rimbombare +con compiacenza, ed i profani dicevano: Quanto sa quel professore! + +«Un giorno lo vedemmo venire in iscuola con un'aria più sibillina e +tronfia del solito. + +«Una fortunata occasione, cominciò, una di quelle occasioni che si +offrono soltanto all'uomo che vigila sempre per impadronirsi di ogni +nuova scoperta che possa interessare la scienza, mi permette +d'intrattenervi oggi d'un veleno rarissimo, e di mostrarvene +sperimentalmente gli effetti. È questa certo la prima volta che in +un'università del Regno, e cioè, con carattere scientifico, si presenta +questo preparato, del quale credo che tutti voi ignoriate ancora il +nome. Si chiama il _curare_ ed a me è serbato l'onore di rivelarvene, +pel primo, l'esistenza e le proprietà meravigliose. + +«Non so se i miei compagni fossero nello stesso caso, ma per conto mio +era infatti quella la prima volta che sentivo nominare il _curare_ che, +a quei tempi, era ancora una novità in Europa. + +«Egli girò lo sguardo intorno lentamente per godere della stupefazione +che era certo d'aver suscitata in noi, poi, pavoneggiandosi nella sua +eloquenza, cominciò a divagare sui selvaggi dell'America del Sud, sulle +loro freccie, _che traversano l'etra a volo_, e vanno a colpire _il +pennuto volante presso le nubi, il fiero bisonte nei labirinti della +foresta, e lo piombano fulminato al suolo_. Poi, chiudendo l'inevitabile +esordio che precedeva sempre le sue trattazioni, concluse: + +«--Quelle freccie sono avvelenate col _curare_. + +«L'esordio e la perorazione erano la farina del suo sacco; poi recitava +pagine e pagine, più o meno opportunamente scelte, di qualche trattato o +giornale scientifico, e quella era la sostanza della lezione. + +«Quel giorno la sostanza prometteva d'essere interessante, e ci faceva +sopportar con pazienza i fronzoli rettorici di cui l'ornava il professor +Dulcamara. Cominciò dal fare una descrizione pomposa della «_fiesta de +las juvias_» (festa del veleno) nella quale si raccolgono le liane +necessarie alla preparazione del _curare_. Narrò le varie ipotesi su +quel preparato, che alcuni credono puramente vegetale, altri suppongono +misto con veleni di formiche e serpenti, e che è tuttora misterioso, +perchè il segreto della composizione ne è serbato ai medici, o piuttosto +agli stregoni delle tribù. Poi si dilungò nella relazione degli effetti +del _curare_, il quale, ingoiato riesce inoffensivo, mentre invece +introdotto nel sangue, sia per iniezione sia per ferita d'arma +avvelenata, è un veleno istantaneo e micidiale. + +«--_Ma, araldo mite della fiera e scheletrita mandataria, il curare +riveste la tetra morte colle apparenze soavi del sonno..._ esclamò il +professor Dulcamara esordendo alla parte pratica della lezione; e passò +ad esporre i sintomi particolari di quella morte, che poco dopo potemmo +osservare noi stessi. + +«Era il punto culminante della lezione. + +«Il professore cavò di tasca una busta, l'aperse solennemente, e ci fece +vedere due freccie colla punta avvelenata, che aveva ricevute in dono da +un viaggiatore reduce dall'America. + +«Era trionfante. + +«Ordinò al bidello di portargli un coniglio che aveva fatto tener pronto +per lo sperimento, e lo punse leggermente sulla schiena, senza che +l'animale cessasse di guardar in giro co' suoi occhi d'oro fiammante, e +di agitare febbrilmente il nasino roseo in segno di timido sgomento. + +«Ma pochi minuti dopo se ne andò cheto cheto in un angolo dell'aula, si +rannicchiò contro il muro, ed abbassò gli orecchi sul dorso come se si +disponesse a dormire. Rimase perfettamente tranquillo, ed a poco a poco +s'accasciò; prima le gambe cedettero, e gli si piegò il capo; poi tutto +il corpo cadde sul fianco completamente paralizzato. Sei minuti dopo +essere stato ferito, il coniglio era morto, senza gridi, nè rantoli, nè +convulsioni che indicassero la menoma sofferenza o una lotta tra la vita +e la morte. + +«Durante l'esperimento il professore ci aveva narrati vari esempi, +citando le fonti a cui li aveva attinti, i quali tutti provavano che la +morte per avvelenamento col _curare_, riesce tranquilla e quasi dolce. +Più di tutti ci aveva interessati la relazione della morte di un uomo, +ch'egli aveva letta in una notizia di Watterton sul _curare_, riportata +probabilmente da un giornale. Due Indiani erano a caccia nella foresta; +uno tese l'arco, e scagliò una freccia avvelenata contro una scimmia +rossa che s'era arrampicata ad un albero. Il colpo era quasi +perpendicolare. Là freccia non colpì la scimmia, e nel ricadere ferì +l'Indiano al braccio un po' al disopra del gomito. Egli fu convinto che +tutto era finito per lui. Disse al compagno colla voce commossa e +guardando il suo arco: «Non lo tenderò mai più.» Poi si tolse la scatola +di bambù col veleno, che portava ad armacollo, la pose in terra +coll'arco e le freccie, ci si sdraiò accanto, disse addio all'amico, e +cessò di parlare per sempre. + +«Ci eravamo tutti serrati intorno alla tavola del professore sulla quale +era stato trasportato il coniglio morto, e, per combinazione, mi trovavo +accanto al mio rivale Rosario Angherà. Quando me ne avvidi, feci un atto +di ribrezzo e mi restrinsi come per evitare il suo contatto. Ma egli era +intento ad esaminare la seconda freccia avvelenata rimasta nell'astuccio +del professore, mentre questi finiva il racconto del cacciatore, e +citava le parole stesse del Watterton: «Sarà un conforto per le anime +pietose il sapere che la vittima non ha sofferto, perchè il _wourali_, o +_curare_, distrugge dolcemente la vita.» + + +A questo punto della sua narrazione il nostro ospite pareva stanco: gli +tremava la voce, strascicava lentamente le parole come se gl'increscesse +di pronunciarle, ed era evidente che avrebbe voluto sospendere quel +racconto cominciato con tanto impeto, e che ora gli faceva ribrezzo. Ma +noi lo ascoltavamo tanto avidamente i nostri occhi erano fissi su di lui +con tanta ansietà, rimanevamo così ostinatamente muti quand'egli faceva +una pausa, per timore di distrarlo dall'argomento, che comprese +d'essersi impegnato troppo per retrocedere. Si asciugò il sudore che gli +faceva luccicare il viso, bevve un po' di _cognac_, poi ripigliò: + +«La curiosità mi fece vincere l'avversione, e mi avvicinai a Rosario. +Fremevo d'impazienza che egli deponesse quella freccia, per +impadronirmene alla mia volta; e gli stavo sopra per fargli capire che +si sbrigasse. Ma, vedendo che indugiava sempre, gli dissi stizzosamente: + +«--Quando avrete finito... + +«Egli non si mostrò offeso: mi guardò un minuto, poi torse subito gli +occhi, e, con quella sua falsa mellifluità, mi rispose porgendo la +freccia: + +«--Se volete osservarla voi, prendetela pure... + +«Ma mentre sporgevo la mano per pigliarla, fece un movimento così +rapido, che la punta mi si conficcò nel palmo. + +«Un grido generale, disperato, s'alzò da tutti i petti; tutti gli +sguardi, tutte le braccia si tesero verso di me: esclamazioni d'orrore, +di spavento, di rimprovero, di minaccia, si incrociarono; tutti +parlavano, tutti gesticolavano senza intendersi, mentre il professore +più frenetico di tutti, picchiava disperatamente i pugni sulla tavola +urlando: + +«--Disgraziato! l'avete ucciso! l'avete ucciso!« + + +Sebbene il professor Navaro ci stesse lì dinanzi vegeto e sano a narrare +lo stranissimo caso, noi pure eravamo agitati, come gli studenti di +Messina. Alcuni s'erano alzati ed avvicinati a lui, e gli stavano +intorno appoggiati alle spalliere delle sedie vuote, altri alzavano i +pugni rabbiosi contro l'avvelenatore. Uno studente fece per movere una +domanda, ma parecchie voci l'interruppero: + +--Stia zitto; stiamo a sentire. + +Superato il ribrezzo che gli inspirava il ricordo dell'atto codardo del +suo nemico, il professor Navaro aveva ripreso il suo accento vivo, e +tirò via a narrare, come se risentisse ancora quelle impressioni, e +vedesse quelle scene. + +«Alla prima non avevo capito; la puntura era stata così lieve, che non +avevo pensato alla gravità del caso. Subito però, vedendo il terrore di +tutti, l'idea orrenda della morte m'invase, e, reagendo con tutta la +forza della mia giovine vita, mi posi a gridare: + +«--L'amputazione! Bisogna amputare la mano! + +«Ma la confusione, l'urlìo, il trambusto erano tali, che non potei +essere udito, e dovetti ripetere più volte: + +«--Sentite! sentite! Dacchè non soffro nulla, è segno che il veleno è +localizzato. Amputando la mano si può forse salvarmi. + +«Tutto questo era accaduto rapidissimamente; non eran passati due minuti +dacchè ero stato ferito. Eppure, dovendo parlar forte per esser inteso, +sentii di dover fare una certa fatica; ed ancora, la mia voce non suonò +alta in proporzione dello sforzo fatto: l'udirono appena i più vicini, e +furono loro che lo dissero agli altri, e subito si ripetè da tutte le +parti: + +«--L'amputazione! L'amputazione! È inutile! Ma chissà? Si può tentare! + +«--Un chirurgo! Nella scuola di chirurgia!... + +«Parecchi studenti si precipitarono fuori in cerca del chirurgo. +Intanto si continuava a darmi del _rhum_ ed a domandarmi: + +«--Che cosa sentite? Soffrite molto? + +«No. Non soffrivo punto; ma avevo una gran pena a dirlo. Pareva che la +sede della mia voce fosse scesa in fondo in fondo al petto; l'azione +della gola era insufficiente per attingerla. Risposi una volta o due con +accento fioco, poi la voce non venne più. Movevo le labbra ma non usciva +nessun suono. Intorno dicevano: + +«--Oh Dio! Oh Dio! perde la parola; non parla più; il veleno ha già +fatto il suo effetto; non siamo più in tempo per l'amputazione. + +«Immaginate l'angoscia che provai a quella sentenza; volevo dire di no; +che provassero ad ogni modo; che s'affrettassero... E non potevo dir +nulla. La mia voce era morta. Intanto sentii una grande spossatezza +invadermi le membra, mi mancarono sotto le gambe, e, se non m'avessero +sorretto, sarei caduto. Mi trascinarono fino alla poltrona del +professore, dove mi adagiarono dicendo: + +«--Ha perduti i sensi; è svenuto. + +«Io non ero svenuto: feci un altro sforzo per dirlo, ma fu impossibile. +Cercai di accennare colla mano, ma, con infinito terrore, sentii che la +mano rimaneva immobile come di piombo; volli scuotere il capo, ma anche +il congegno del collo non giocava più; avevo perduto la facoltà di +muovermi! + +«Atterrito, cercai di dare allo sguardo l'espressione della mia +inenarrabile angoscia, ma lo sguardo non può fare lunghi discorsi, e, +per quanto immenso fosse l'interesse con cui mi osservavano, i miei +compagni, dicevano soltanto: + +«--Pare che veda ancora, ma non ci riconosce. + +«E mi chiamavano. + +«Ah! Ah! nessuno potrà mai dire lo sforzo straordinario di volontà ch'io +facevo per dare un'espressione a' miei occhi. Ma lo spavento interno, la +disperazione non si traducevano neppure nello sguardo.» + + +Nel ricordare quell'atroce suplizio, il professor Navaro fremeva tutto. +Non poteva più star fermo; passeggiava per la stanza, agitato, nervoso, +asciugandosi il sudore, e gesticolando rabbiosamente. Pareva che +lottasse ancora contro quell'orribile impotenza. Noi gli tenevamo dietro +ansiosamente cogli sguardi interrogatori, smaniosi d'udire la fine di +quel caso meraviglioso e tremendo. Egli respirò due o tre volte forte, +s'appoggiò alle spalle d'un suo collega come per sentire qualche cosa di +caldo e di vivo accanto a sè, e ripigliò quella storia di morte: + +«Ad un tratto una parola orrenda mi suonò all'orecchio. + +«--L'occhio s'è fatto vitreo. Non vede più. + +«Il professore mi prese una mano e ne pizzicò le carni così forte, che +sentii un gran dolore, ma nessun muscolo si contrasse a quella +sofferenza, ed egli, lasciando ricadere il mio braccio, disse: + +«--Non sente più nulla. + +«Allora mi fecero soffrire delle piccole torture, sempre nella speranza +di risvegliare la mia sensibilità; mi strinsero i lobi degli orecchi +fino allo spasimo, mi strapparono dei capelli, dei peli della barba, mi +bruciarono, mi punsero; io sentivo quei dolori acuti, che aggiunti alla +tortura che provavo, mi irritavano fino alla pazzia, poi udivo ripetere: + +«--No; non sente più nulla. + +«Il professore mi applicò l'orecchio al petto e disse: + +«--Pare che ci sia ancora una lieve pulsazione; ma presto il cuore avrà +cessato di battere; fra pochi minuti sarà morto. Povero giovine! Povero +giovine! + +«Nessuna mente umana ha mai immaginato nulla di tanto crudele. Non +potevo nemmeno girare gli occhi, nemmeno chiuderli! Le mie membra erano +impietrite; ero imprigionato vivo in un corpo morto. Se mi si fossero +rizzati i capelli sulla fronte, come si dice che avvenga per senso di +raccappriccio! Se fossero incanutiti! Si sarebbe capito almeno che +qualche cosa viveva in me; che viveva lo spavento; uno spavento +angoscioso, febbrile, furibondo! + +«Ma nessun segno esterno tradiva la vita del mio cervello, della mia +volontà, la tortura del mio spirito. Rimanevo impassibile e freddo come +una mummia nelle sue bende secolari. + +«Mi sollevarono di peso, e con un immenso mormorio di compassione, mi +portarono, cadavere animato e sensibile, nel gabinetto anatomico, dove +mi stesero sulla tavola. + +«Vidi alcuni de' miei compagni che piangevano; altri, allevati +devotamente, si fecero il segno della croce, poi lo ripeterono su di me. + +«Un vecchio bidello bisbigliava tutto compunto: + +«--_Requiem æterna dona eis, Domine._ + +«Vidi il povero prof. Dulcamara che si mordeva i pugni ed esclamava con +una convinzione, che in quel momento non mi parve neppur comica: + +«--Maledetta la mia scienza! + +«Poi vidi una cosa atroce, mostruosa. Una di quelle infamie che +farebbero fremere d'indignazione tutto un popolo, contro le quali +l'umanità si solleva indignata; e non potei fremere nè sollevarmi! + +«Rosario Angherà, pallido, piangente, mi venne accanto sospirando: + +«--Oh che disgrazia! povero me, che fatalità! + +«Si pose in ginocchio accanto al mio cadavere, e, giungendo le mani come +se pregasse perdono, mi susurrò all'orecchio: + +«--So che tu vivi, che vedi e che senti: ma non lo dirò. M'hai +schiaffeggiato e m'hai chiamato vile; i vili non salvano i coraggiosi, +ma si vendicano. + +«Poi si alzò, e col volto fra le mani, come accasciato dal dolore, uscì, +e tutti lo seguirono. + +«Tutte le furie dell'inferno avevano invaso il mio cuore; l'odiavo come +non s'è forse mai odiato sulla terra; smaniavo d'avventarmi contro di +lui, di stringere fra le mie mani il suo collo torto, di strangolarlo, +di sfracellargli coi miei piedi quella testa falsa, ipocrita, malvagia. +E non avevo la potenza neppur di dire: + +«--È un omicida. + +«Mi sentivo stretto in una guaina di bronzo. + +«Rimasi solo in quella cella buia, su quella fredda tavola di marmo +sulla quale erano stati sparati tanti cadaveri. + +«M'abbandonavano. Mi credevano morto. + +«Allora mi si affacciò alla mente un pensiero pauroso: + +«--Se fossi realmente morto? Se la morte fosse così? Che cosa ne +sappiamo noi? Se lo spirito umano non si spegnesse contemporaneamente al +corpo? Se dovesse stargli unito ancora, chissà per quanto tempo, forse +per sempre, assistere alla putrefazione, alla dissoluzione delle +membra?... E poi?... + +«A quell'idea, provavo quell'estrema disperazione che ci fa urlare come +belve, dilaniare le carni, che ci trascina al delitto, al suicidio. Mi +ricordai un tetro caso d'una giovine, che, dopo esser stata sepolta come +morta, s'era risvegliata nella fossa; ma a lei almeno erano tornate le +forze per urlare, per dibattersi, e fu trovata col capo sfracellato +contro le pareti della bara; mentre io non potevo nulla per abbreviare +il mio supplizio; mi bruciavo internamente di furore, mi sentivo +impazzire a quelle supposizioni spaventose, e rimanevo tranquillo nella +mia solenne immobilità da idolo. + +«Accanto a me, sulla tavola c'era un coltello anatomico. Avevo il capo +rivolto da quella parte e lo vedevo. Mi sarebbe bastato di sporgere una +mano per afferrarlo. + +«Con che ardore desiderai quel coltello! + +«Pensavo che, forse, una ferita al cervello o al cuore, in una parte +essenzialmente vitale, avrebbe spenta la mia anima viva nel mio corpo +morto. Ma poi chissà? Ad ogni modo non avrei potuto ferire che il corpo, +e quello era già cadavere irrigidito. + +«In tutta la mia vita spensierata e giovine, non avevo mai pensato con +tanto solenne spavento alla dualità possibile dell'essere umano; mai +l'idea consolante dell'immortalità dell'anima, s'era presentata ad una +mente d'uomo sotto un aspetto tanto minaccioso e spaventevole.» + + +A misura che il professore Navaro procedeva nel suo racconto, la sua +eccitazione si comunicava a tutti noi. Senza quasi avvedercene, ci +eravamo rizzati in piedi, e gli stavamo raggruppati intorno dinanzi al +fuoco, che nessuno pensava più a ravvivare. + +A momenti ci guardavamo l'un l'altro sbalorditi e dubbiosi, sospettando +che, portata al sommo grado la nostra curiosità, il narratore dovesse +cavarsela collo scioglimento comune a molte novelle fantastiche: + +--A questo punto mi svegliai; avevo sognato. + +Ma poi uno scoppio di voce appassionata, un sospiro affannoso, un +brivido di raccapriccio del professore, ci attestavano la verità del +fatto, ed accrescevano il nostro interessamento. Il professore continuò: + + +«Avevo serbate tutte le mie facoltà intellettuali, ma la misura esatta +del tempo mi sfuggiva. L'impazienza angosciosa allungava enormemente i +minuti. + +«Mi pareva d'essere rimasto lungamente in quella camera squallida, +quando udii distintamente dei passi che s'avvicinavano rapidissimi, e la +voce di Turiddu che gridava: + +«--Lo so di certo. Me l'ha spiegato Claude Bernard. Se fossi stato in +iscuola avrei impedito la circolazione del veleno nel sangue. Ma anche +ora siamo in tempo a salvarlo; non è passato un quarto di ora... + +«Un quarto d'ora! M'era parso lungo per lo meno tre ore! Turiddu spinse +l'uscio, ed ansimante, col viso stravolto, corse a me guardandomi con +infinita pietà. Lo seguivano il professore Dulcamara, parecchi studenti, +ed il professore di chirurgia, che erano riesciti a trovare. Questi +disse: + +«--Se si fosse potuto amputarlo in tempo... + +«--Che! rispose Dulcamara. La morte è venuta istantanea; fu l'affare di +sette minuti. + +«--Ma che morte! ribattè Turiddu. Vi giuro che questo giovine è vivo. In +questo corpo immobile, dietro quest'occhio vitreo, con tutte le +apparenze della morte, la sensibilità e l'intelligenza persistono +intere; egli ci vede e ci sente... + +«Oh la gioia, la gioia infinita che mi invase in quel momento! Mi parve +che quell'incanto malefico fosse vinto; che in quell'eccesso di giubilo +potessi stendere le braccia al mio salvatore. + +«Ma no; nulla. Il piacere, come il dolore mi lasciavano impassibile e +freddo. Intanto il professore tratteneva per le braccia Turiddo, che +dava delle istruzioni ad un compagno, e gli gridava: + +«--Cosa dite! cosa dite, figlio mio! Non vedete che è rigido? Che gli +abbiamo punte le carni, gli abbiamo strappati i capelli e non ha dato +segno di dolore? + +«--Perchè non può dar segni; ma il dolore lo sente. Il _curare_ non +colpisce che i nervi motori; Navaro è morto parzialmente; i nervi motori +sono morti... + +«--Questo è un delirio, tornava a dire il professore. + +«E l'altro più affannato che mai: + +«--È una verità, professore. Io lo sapevo fin da Parigi. Ne ho parlato +anche a Rosario Angherà. Come mai non se n'è ricordato? Si vede che la +disgrazia l'ha sbalordito. Ma non c'è un minuto da perdere. Ora Navaro è +vivo in un corpo paralizzato. Però in meno di mezz'ora saranno +paralizzati anche i polmoni e morirà asfissiato. + +«Queste parole mi spiegarono una sensazione nuova di soffocamento, che +cominciavo a sentire. Era l'asfissia! La morte che avevo invocata prima, +veniva ora che stavano per soccorrermi. Veniva pur troppo, veniva +rapida; e non potevo gridare: + +«--Ma presto; affrettatevi. + +«Turiddo andò all'uscio, e disse: + +«--E non tornano coll'apparecchio per la respirazione artificiale! È il +solo mezzo di salvarlo. + +«Aveva già mandato a prendere l'apparecchio! Ebbi ancora un filo di +speranza. Ma soffocavo. Intanto il professore si opponeva energicamente +a quella prova. Era pura testardaggine? Era la vanità di non voler +vedere smentita la sua sentenza? Tornò ad ascoltarmi il petto, poi +disse: + +«--Via, sentite. Anche il cuore cessa di battere. Quando mai un uomo può +vivere senza che gli batta il cuore? Ma che scienza può insegnarvi +questo, figlio mio? + +«--Vi assicuro, professore, che Claude Bernard... + +«--Ma che Bernard! Sono francesate! Gl'Indiani muoiono da centinaia +d'anni col _curare_ come questo mio povero discepolo, e non sono mai +risuscitati. + +«--No, no, professore. State a sentire, insisteva Turiddo parlando con +una rapidità febbrile, mentre gli altri studenti erano usciti per +sollecitare a far portare l'apparecchio domandato. State a sentire. +L'elemento nervoso sensitivo, l'elemento nervoso motore, e l'elemento +muscolare, hanno ciascuno la sua autonomia. Uno solo può morire, mentre +gli altri vivono. Navaro non può parlare nè muoversi, ma la sua +sensitività ed i suoi muscoli sono vivi; l'elemento nervoso motore, che +trasmette ai muscoli le manifestazioni della sensitività, è il solo +avvelenato; e per mancanza di quel tramite le manifestazioni sono +impossibili. + +«Il prof. Dulcamara alzava le braccia in alto, giungeva le mani, +crollava il capo co' suoi grandi gesti da meridionale, ed esclamava +fuori di sè, andando su e giù per la stanza: + +«--Cosa mi tocca sentire! Cosa mi tocca sentire! + +«Furono le ultime parole che udii. L'apparecchio per la respirazione +artificiale entrava appunto, quando cessai di vedere, udii ronzarmi +negli orecchi dei suoni confusi, e m'avvidi, disperato, che morivo al +momento in cui stavo per esser richiamato alla vita.» + + +Conchiudendo queste parole, il professor Navaro respinse noi tutti, che +lo stringevamo davvicino, e s'accostò alla tavola per versarsi un +bicchierino di _cognac_. Ma noi lo seguimmo domandando: + +--Ma poi? Non è morto, professore, dacchè è qui a narrarlo. Dica, come +finì? + +--Si può figurarselo, riprese con maggior calma, dopo aver bevuto. Dopo +non so quanto tempo, apersi gli occhi, e mi vidi solo con Turiddo, che +mi faceva respirare artificialmente. A quel primo segno di vita egli +mise un grido di gioia e staccò il soffietto... Io ricaddi svenuto. +Allora ricominciò, e dopo più d'un'ora potei muovermi e parlare. La sera +stessa ero completamente guarito, e dopo alcuni giorni stavo anche +meglio di prima. + +--Ma, caro Navaro, esclamò un professore di filosofia: io non capisco +nulla. È uno scherzo, un racconto di fantasia alla Poe che ci ha fatto? +Come mai! Avvelenato, morto a mezzodì, e sano la sera? + +--Morto, no; lo sarei stato fra pochi minuti, e nessuno avrebbe +sospettato mai che avevo vissuto fin allora: perchè il _curare_ +paralizza la circolazione come paralizza tutti i movimenti, perchè, come +s'è detto, agisce sui nervi motori. Ma se colla respirazione artificiale +si riesce in tempo a ravvivare la circolazione ed a mantenerla per un +tempo sufficiente, il _curare_ si elimina per le vie ordinarie e +l'ammalato guarisce. L'importante degli esperimenti di Claude Bernard, +fatti su molti animali e riferiti nel suo libro _La science +experimentale_, sta appunto in questo, d'aver accertato che, per un dato +periodo, prima che la paralisi dei polmoni non abbia prodotta +l'asfissia, quell'essere, che presenta tutti i sintomi della morte, vive +e può essere salvato. Ma io credo d'essere il solo uomo che ha provato +su sè stesso gli effetti di quello strano veleno senza esserne morto. +Più volte mi venne l'idea di pubblicare una memoria su quel caso; ma mi +ripugna di occuparmene. + +--E Rosario! quel gesuita di Rosario, domandammo noi, frementi +d'indignazione. Non l'ha ucciso, professore? Non l'ha denunciato? + +--Sporsi querela contro di lui per omicidio. Ci fu un principio +d'istruzione. Turiddo dichiarò d'avergli tenuto un lungo discorso sugli +effetti del _curare_, e sulla possibilità di salvare chi ne fosse +avvelenato; io deposi le parole che aveva dette a me quando giacevo come +morto; ma egli negò tutto. Ho già detto che aveva delle alte protezioni. +D'altra parte il professor Dulcamara, che era rimasto molto umiliato dal +trionfo di Turiddo sulla sua scienza, finì col persuadersi che quella +era stata una commedia combinata fra Turiddo e me, e continuò a negare +che un uomo veramente avvelenato col _curare_ potesse riaversi. +Conclusione: Non si fece luogo a procedere, e, circa un mese dopo, +Turiddu ed io fummo invitati dalla polizia borbonica a lasciare la +Sicilia, dove eravamo mal notati all'università di Messina, come +imbevuti di idee liberali, e perturbatori dell'ordine. + +«Fu allora che venni in Piemonte, dove terminai gli studi a questa +università di Torino, e, dopo varie vicende, finii, per tornarci col +titolo di professore. + +--Ah! è un'infamia che Rosario sia rimasto impunito! disse qualcuno. E +non ne seppe più nulla, professore? Non lo rivide più? + +--Lo rividi, rispose il professore un po' turbato. Lo rividi una volta +sola... poco fa. Era la persona che mi domandava in salotto. + +A quella rivelazione sorse un grido d'orrore. Tutti ci alzammo, alcuni +cercarono di correre all'uscio, come per far giustizia di quell'uomo. Ma +il professore trattenendoli riprese: + +--Ora è molto lontano. Dacchè le cose sono mutate in Sicilia, è mutata +anche la sua fortuna. È venuto qui povero, umile, malandato, a +domandarmi cento lire per pagare il viaggio e tornare in paese. + +--E gliele ha date, professore? No? + +--Sì, gliele ho date. Ho fatto come i miei vecchi; non ho respinto +neppure il mio assassino il giorno di Natale. + +Poi con un sorriso che rimaneva sempre buono, soggiunse, come per +iscusare la sua buona azione. + +--Dacchè ho ereditato il loro patrimonio, ed i loro nervi eccitabili, +dovevo pure accettare anche i loro pregiudizi. E la parte passiva +dell'eredità. + + + + +SUOR MARIA + +RACCONTO DI NATALE + + +I. + +Erano quattro anni che vivevano insieme il vecchio ed il fanciullo. La +madre di Carlo era morta nel giorno stesso della sua nascita. Tre anni +dopo, il padre, che lavorava da muratore, era caduto da un ponte e s'era +ucciso. Il bimbo era rimasto col nonno paterno, il solo parente che +avesse. + +Abitava una camera terrena fuori di porta Garibaldi. + +Andrea era nato contadino, e non sapeva adattarsi a vivere in città, ad +un piano alto, in una stanza chiusa; aveva bisogno del pian terreno che +aprisse sul cortile, con qualche albero in vista, e l'aria aperta. + +La mattina uscivano assieme, e, dopo un breve tratto, si separavano. +Carlo andava alla scuola; Andrea entrava in città e si recava +all'officina. + +Non si rivedevano più fino alla sera. + +La giornata del nonno finiva assai più tardi della scuola, e Carlo era +sempre il primo a tornare. + +Era un fanciullo un po' viziato dall'amore esclusivo del nonno, e non si +trovava bene che con lui; cogli altri era selvatico; non entrava mai +nelle case dei vicini, i quali, del resto, erano gente occupata e +povera, che non badava a lui. + +Quelle ore d'aspettativa dopo la scuola le passava solo, in casa o nel +cortile, baloccandosi come poteva. + +Poi giungeva il nonno col passo lento d'una persona stanca. + +Poteva aver sessant'anni al più; ma, passati al fuoco della fucina, +maneggiando un martello che, ad ogni colpo, strappa un ruggito dal petto +dell'operaio, sessant'anni contano molto, e sono quasi l'estremo limite +della vecchiezza. + +Fin allora però Andrea resisteva bene alla fatica, e quando Carlo gli +correva incontro nel cortile, e lo accompagnava in casa saltellandogli +intorno e dicendogli che aveva fame, si rallegrava tutto, e non sentiva +più la stanchezza. + +Preparava la minestra lentamente per lasciare al bambino l'illusione di +aiutarlo colle sue manine inesperte; poi sedeva sullo scalino del +focolare, si prendeva il bimbo fra le ginocchia, e, con un cucchiaio +ciascuno, mangiavano nella medesima scodella. + +Era il momento più bello della loro giornata. Facevano a chi prendeva +più cucchiaiate, ed il ragazzo rideva tanto di quel gioco, che +s'imbrodolava tutto e comunicava al vecchio la sua ilarità. + +Carlo raccontava gloriosamente i progressi che faceva alla scuola. + +--Studio l'abaco. Sai quanto fanno due per due? E tre per tre? + +Poi faceva dei disegni per l'avvenire: + +--Farò il soldato di cavalleria, e ti condurrò a spasso a cavallo. + +Il nonno ascoltava quelle ciarle con compiacenza d'amore, senza badare +al tempo che passava. + +Sovente il bambino gli si addormentava tra le braccia chiacchierando. + +Allora il vecchio operaio lo portava sul letto, lo svestiva pian piano +con una delicatezza da donna per non risvegliarlo, poi fumava la sua +pipa in silenzio, e si coricava senza più uscir di casa. + +Dacchè gli era toccata quell'eredità d'affetto, non aveva più messo +piede in un'osteria; non aveva più fatto una partita alla morra. Si era +isolato completamente nell'adorazione del suo figliolo. Vivevano l'uno +per l'altro, si bastavano, si rendevano felici a vicenda. + +Sovente, nelle ore solitarie della sera, Andrea pensava all'avvenire, ai +suoi sessant'anni vicini, all'infanzia acerba di quel fanciullo che gli +dormiva accanto; e tremava, calcolando il poco tempo che gli rimaneva +ancora da lavorare, e forse da vivere. + +E poi? + +Ma si sentiva forte, ed aveva un gran desiderio di resistere finchè il +bimbo potesse aiutarsi da sè; e finiva sempre col dire: «Sarà quel che +Dio vorrà.» E tirava innanzi, felice di quel grande affetto che gli +ringiovaniva il cuore. + + +II. + +Verso la metà di dicembre Carlo cominciò a non parlar più d'altro che +del Natale. Andrea, tornando dal lavoro, lo vedeva far capolino +dall'uscio socchiuso, col visino roseo pel freddo, cogli occhi lucenti +dalla gioia. + +Aspettava il nonno, ansioso di parlare, e gli si precipitava incontro, +cominciando a discorrere tutto ansimante prima d'essere a portata della +voce. + +--I ragazzi della scuola mettono la scarpa sotto il focolare la notte di +Natale, ed il Bambino scende giù dal camino tutto vestito d'oro, con un +gran paniere d'oro pieno di strenne. Metteremo anche noi, nevvero, le +scarpe sotto il focolare? Ma soltanto le mie, perchè ai nonni il Bambino +non porta nulla. + +Da qualche giorno Andrea aveva tutte le membra infreddolite, e tossiva. +Ma, alla vista del bimbo tutto vispo e contento, si rianimava, parlava +anche lui della strenna di ceppo, per informarsi dei desiderii di Carlo +ed appagarli poi; almeno nel limite del possibile, perchè +l'immaginazione del fanciullo faceva certi voli da mettere in pensiero +anche un nonno milionario. + +Sognava una carozzona con due cavalli vivi; una barca grande, da poterla +metterla sul Naviglio ed andarci dentro... + +Però, quando il nonno, per condurlo ad idee più pratiche, gli parlava di +cavallini di legno, di soldatini di piombo, il bimbo si esaltava +ugualmente per quelle inezie come pei suoi grandiosi castelli in aria. + +Organizzavano il programma della loro festa di Natale, ed il pranzo, che +il fanciullo doveva combinare, per metterci tutte le cose che gli +piacevano meglio. Ogni giorno pensava una nuova lista di piatti +insensati, che il nonno approvava sempre. + +Ma l'infreddatura d'Andrea, invece di guarire, andava peggiorando, gli +toglieva l'appetito ed il sonno, lo prostrava. Carlo non capiva gran +cosa, ma soffriva di vedere il suo vecchio a quel modo, e di mangiar +solo. + +Una sera era tornato dalla scuola eccitatissimo per le belle cose che +aveva vedute nelle botteghe dei pasticcieri e dei salumai; era più +chiacchierino del solito, e redigeva un _menu_ di pranzo per Natale, in +cui entravano un gran maiale intero con dei fiocchi rossi sul muso e +sulla coda, un pasticcio fatto come il Duomo, e tutte le sontuosità che +i bottegai mettono in mostra per tentare i ricchi. + +Andrea si dava da fare intorno alla pentola per nascondere le lacrime +copiose che gli piovevano dagli occhi. + +Quel giorno appunto, aveva cominciato a sentire al fianco destro un +dolore pungente, che era andato aumentando d'ora in ora. + +Si contorceva, si mordeva le labbra per non gridare; ma lo spasimo era +tale che lo faceva piangere. + +Vi sono azioni eroiche, scritte nelle storie, che non hanno costate le +sofferenze inaudite, i prodigi di coraggio, che costò ad Andrea la +cucinatura di quella minestra. + +Sperava di resistere finchè il bambino si fosse addormentato. Ma quando +si accostò alla tavola per versare il riso nella scodella, quello sforzo +lieve gli strappò un grido di dolore. + +Carlo era già meravigliato del suo silenzio, fu sbalordito addirittura +da quel grido, e sopratutto dalle lacrime che gonfiavano gli occhi del +vecchio. + +Non aveva mai visto piangere un adulto, rimase impaurito. + +Il nonno gli appariva così differente dal solito, ed il dolore ha sempre +in sè qualche cosa di tanto solenne, che il fanciullo si sentì preso da +una soggezione tutta nuova. Non osava parlare: guardava timidamente il +suo vecchio compagno, e non gli reggeva l'anima di mettersi a mangiare. + +Finalmente il male si fece così violento che il pover'uomo si buttò +attraverso il letto, gemendo: + +--Ah, non ne posso più. Chiama qualcuno. + +Carlo uscì tutto tremante ed andò a bussare all'uscio della stanza +vicina. Fece un grande sforzo, per rivolgere la parola a quella gente +che gli metteva soggezione. + +--Il nonno sta male; piange. + +--Che cos'ha? domandò la Margherita. + +Ma Carlo era già scomparso. + +Ella corse nella stanza d'Andrea, gli rivolse due o tre domande, a cui +il vecchio potè rispondere soltanto con un gemito, poi ordinò a suo +marito d'andare in cerca del medico. + +Era una buona donna, ma ciarlona, e molto rozza. Mentre applicava dei +pannicelli caldi alla parte indolorita dell'infermo, borbottava: + +--È in causa di quel ragazzo che vi siete maltrattato così. Vi logorate +la vita per fargli fare il signore. + +E volgendosi a Carlo gli gridava: + +--Vedi? È per colpa tua che il nonno è malato. Purchè tu abbia da +mangiare e da bere, eh? E che il povero vecchio s'ammazzi al lavoro, non +importa... + +Carlo si stizziva dell'ingiustizia di quei rimproveri. Non capiva che +colpa avesse lui di quella malattia del vecchio. Ne era invece molto +crucciato, e non aveva fatto nulla di cui il nonno avesse dovuto +rimproverarlo. Cercava di connettere l'idea del suo mangiare e bere, +coll'ammazzarsi dell'altro al lavoro; ma non gli riusciva. Guardò la sua +minestra intatta, e disse come per giustificarsi: + +--Non ho neppure mangiato io. + +--Ecco, i ragazzi non pensano che a mangiare; ma c'è altro a fare ora, +che dar da mangiare a te; ribattè la Margherita, prendendo quella scusa +per una insinuazione. + +E tirò via a dire, che i bambini sono tutti egoisti: «e poi, +che costrutto si cava dai sacrifici che si fanno per loro? +Dell'ingratitudine; appena mettono i primi peli al mento si guardano +intorno a cercar moglie, ed i poveri vecchi... + +Era il caso d'un suo figliolo, che le aveva tolte le illusioni materne, +ed essa lo rimproverava a tutti i ragazzi, ne faceva una regola +sconsolante, per sfogare la sua pena in qualche modo. + +Il medico trovò che il male era grave; si trattava d'una pleurite acuta, +ed era urgente di trasportare il malato all'ospedale la sera stessa. + +Quando Carlo vide sollevare di peso il suo nonno, e metterlo nella +portantina, dopo quanto aveva detto la Margherita pensò che fosse una +risoluzione sua di allontanare il vecchio da lui, e la accusò +d'ingiustizia e di crudeltà. + +Quella notte, solo nel letto in cui aveva sempre dormito col suo vecchio +parente, ebbe dei sogni agitati. I vicini, dalla stanza accanto, lo +udirono singhiozzare nel sonno, e la Margherita dichiarò che bisognava +dargli sulla voce, perchè non avesse a far scene che finirebbero per +farlo ammalare anche lui. + +Ed il mattino entrò presto a pigliarlo, lo tirò per forza in casa sua, +mezzo vestito e mezzo da vestire, e lo buttò a sedere dinanzi ad una +scodella di polenta. + +L'intenzione era benevola; ma Carlo era troppo bimbo per poterla +indovinare sotto l'asprezza dei modi. + +Il nonno l'aveva abituato ad esser trattato con amore, ad essere +considerato come un amico. Qualunque cosa egli avesse detta, era sempre +ascoltata con deferenza. + +La noncuranza apparente della Margherita, la privazione di ogni carezza +gli riescivano dolorose come un maltrattamento; ed aggiunte al rancore +profondo che le serbava per avergli portato via il nonno, gli rendevano +uggiosa la compagnia di quella donna, ed insopportabile la vita presso +di lei. + +Cominciavano appunto quel giorno le vacanze di Natale: non poteva +neppure andar a scuola; non sapeva dove stare. Usciva dalla sua stanza +nel cortile, poi rientrava e tornava ad uscire, muto, imbronciato, +intrattabile. + +Ogni tanto piagnucolava: + +--Voglio andare dal nonno. + +--Ci si andrà domenica, gli rispose finalmente la Margherita, e profittò +di quel discorso avviato, per tirar via a dirgli: che il nonno avrebbe +dovuto viziarlo meno, ed insegnargli ad esser un po' più riconoscente +verso i vicini di casa che gli facevano del bene... + +--Quand'è domenica? tornò a domandare il bimbo senza darle retta. + +--Doman l'altro. + +Carlo non aveva idea esatta del tempo; il giorno dopo appena svegliato +disse: + +--È domenica? + +--No; t'ho detto doman l'altro. Se fosse stato oggi, avrei detto domani, +rispose la Margherita con tuono cattedratico. + +--Quand'è doman l'altro? insistè Carlo. + +--Domani. + +Carlo passò un'altra giornata, triste, malcontento, capriccioso. Mangiò +in silenzio, si lasciò sgridare senza rispondere, piagnucolò senza +motivo; e la mattina seguente, prima che la Margherita entrasse nella +sua camera, ne uscì vestito alla peggio, abbottonato a sghembo, e disse +colla fronte accigliata: + +--Oggi è doman l'altro: voglio andare dal nonno. + +Per tutta la strada camminò innanzi, voltandosi appena ad ogni cantonata +come per domandare da che parte dovesse dirigersi, poi tirando via +daccapo frettoloso e muto. + +Voleva essere il primo a rivedere il nonno; gli dava noia che la +Margherita entrasse con lui; gli tardava di parlargli da solo, di +sedergli sulle ginocchia, di dirgli tutto quello che aveva sul cuore. + +Si figurava di trovarlo in una bella stanza, sano ed allegro com'era +stato sempre. Gli avevano detto che all'ospedale lo farebbero guarire, +ed egli lo aveva creduto. Non s'era rassegnato che a quella condizione. + +Invece entrando, vide una corsia lunga lunga, con un altare in fondo +come una chiesa, ed una sfilata di letti, quasi tutti occupati da figure +macilente con un berretto bianco; vide le monache con quella vestitura +stravagante, che passavano, come ombre, di letto in letto, parlando +piano, e fermandosi appena; udì quel rumore triste di tossi, di rantoli, +di scodelle urtate, di lamenti, ripercosso dalle vôlte immense; ed ebbe +paura. + +Si voltò severamente alla Margherita e le domandò: «Dov'è il nonno?» +coll'accento che deve aver avuto il signore domandando a Caino: «Dov'è +Abele?» + +--Numero trentanove, rispose tranquillamente la donna; ed accennò ai +numeri sovrapposti ai letti. + +--È in letto? domandò Carlo stupito. + +--Sicuro; dove vuoi che sia? + +--Allora non l'hanno fatto guarire, avete detto la bugia, ribattè il +bimbo più severo che mai. + +E, vinto il primo sgomento, s'affrettò innanzi solo per trovare il nonno +da sè. + + +III. + +Fu invece Andrea che vide lui, e pregò una suora, che aveva accanto, di +chiamare il fanciullo. + +--Vieni; disse suor Maria facendosi incontro a Carlo, il tuo nonno è là. +E gli porse la mano. Egli prese il giro un po' largo per iscansarla, e +corse al letto indicato. + +Il vecchio fissava con passione su lui i suoi occhi tristi da moribondo, +e susurrava:--Oh, Carlo! Oh, povero Carletto! + +Carlo, ammutolito da quella scena di dolore inaspettata, cercò +d'aggrapparsi alle coperte per alzarsi un poco verso il nonno, ma non +potè riescirvi. Guardò la suora che gli era venuta dietro. Era una donna +matura, delicata ed invecchiata anzi tempo. + +Carlo era avvezzo alle rughe. La vecchiaia d'Andrea era stata la sua +protettrice, la sua compagna; s'era piegata alle sue voglie, aveva +giocato con lui, l'aveva amato e reso felice. Ed egli amava i volti +vecchi; gl'inspiravano confidenza. + +Diede una strappatina all'abito della monaca e le disse accennando al +malato: + +--Non ci arrivo; è alto. + +Suor Maria lo sollevò tra le braccia, e si pose e sedere accanto al +letto, tenendosi il fanciullo inginocchiato in grembo. Così Carlo si +trovò volto a volto col vecchio, che sporse la mano scarna e gli +accarezzò la guancia ed i capelli ripetendo: + +--Povero Carlo! Che il Signore abbia pietà di te povero figliolo! + +Carlo guardava cogli occhi sbarrati senza trovar nulla da dire. + +Gli entrava nel cuore un sentimento nuovo pel suo nonno. Gli pareva di +dover fare il segno della croce davanti a lui, e parlare sommesso come +in chiesa. Lo invadeva il primo senso di dolore, e gli dava un'aria +smarrita. + +Stettero un pezzo in silenzio, uno accanto all'altro; poi la monaca, +vedendo che non dicevano nulla e soffrivano, e che le ciarle della +Margherita, a cui nessuno dava retta, stordivano il malato, volle +abbreviare quella vista e disse a Carlo. + +--Via, dai un bacio al nonno, e poi vai a casa a pregare per lui, che +possa guarir presto. + +Il vecchio sporse avidamente la faccia per ricevere quel bacio, ed il +fanciullo se gli strinse accanto, nascose il volto sulla spalla di lui, +e sfogò in un pianto convulso la passione dolorosa ed ignota che gli +gonfiava il cuore. + +Suor Maria lo tolse di là, e tenendolo per mano, lo ricondusse fin in +fondo alla corsia dicendogli delle parole carezzevoli e consolanti: + +--Il nonno sarebbe presto tornato a casa; Gesù Bambino l'avrebbe fatto +guarire, per fargli passare un bel Natale col suo nipotino... + +Poi alla porta, mentre aspettava la Margherita, a cui il malato aveva +accennato di voler parlare, si accoccolò, si strinse il bimbo tra le +braccia, e lo baciò sulle due guancie. + +Erano i primi baci di donna su quel volto di fanciullo. Due ore prima, +nella sua timidezza selvatica, egli se ne sarebbe scansato rozzamente. +Ma, in quella disposizione d'animo penosa, nell'abbandono che lo +impauriva, sentiva il bisogno di attaccarsi a qualcheduno, ed apprezzò +tutta la dolcezza di quell'atto. + +Lungo la strada del ritorno, e nella lenta giornata solitaria, rammentò +spesso quella monaca buona e desiderò d'averla accanto invece della +Margherita. + +Questa descriveva diffusamente agli altri vicini del casamento la +magrezza del povero Andrea, gli occhi infossati nell'orbita, il naso +assottigliato, che, secondo lei, era un segno di malaugurio; e Carlo, al +cui sguardo inesperto quei particolari erano sfuggiti, se ne risentiva +internamente contro quella donna come se li cagionasse lei. + +E, tra per questo, tra pel confronto che faceva tra lei e suor Maria, +sentiva farsi più forte l'antipatia che aveva risentita dapprincipio per +la vicina. Tratto tratto domandava: + +--Quanti giorni mancano al Natale? + +Non era più la strenna, nè il pranzo, nè la festa che sospirava; era il +ritorno del nonno che la monaca gli aveva promesso, era il termine di +quella esistenza che gli diveniva ogni giorno più uggiosa. + +Quando gli dissero: «mancano soltanto due giorni» provò una grande +gioia. + +Gli pareva d'essere stato tanto a lungo solo in casa della Margherita, e +quel tempo che si esprimeva con quelle brevi parole, _due giorni_, +doveva essere così poco al paragone... + +Ma suor Maria gli aveva raccomandato di pregare pel nonno; e, con quel +malumore che lo invadeva, egli non aveva pregato punto. + +Bisognava pensare a riparare quella mancanza che gli rimordeva la +giovine coscienza. + +Quella notte sognò la chiesa, l'altare illuminato, i canti alti della +benedizione; e la mattina i vicini non lo trovarono più nel suo letto; +la camera era deserta. + +--È un piccolo vagabondo, disse la Margherita. Sarà andato a giocare coi +monelli. Quando avrà fame tornerà. + +In fondo ne era dispiacente ed inquieta: soltanto, invece di dimostrarlo +con rimpianti, il suo carattere aspro si sfogava con rimproveri e male +grazie. + +Passò l'ora della colazione, poi quella del pranzo; si fece buio, ed il +fanciullo non si rivide. + +La Margherita e suo marito lo ricercarono per tutto il casamento, lungo +la contrada; ne domandarono a tutti, lo aspettarono fino a tarda sera, +poi lasciarono l'uscio della sua stanza aperto tutta la notte, ed un +lume acceso, perchè potesse rientrare senza aver paura. + +Ma Carlo non rientrò. + + +IV. + +La vigilia del Natale verso il mezzodì una carrozza si fermò +all'ingresso del cortile. + +--È quel vagabondo di Carlo, disse la Margherita correndo fuori con +premura. + +Ma tosto soggiunse, come per nascondere il sentimento buono che le +faceva provare una vera consolazione pel ritorno del fanciullo: + +--Ecco, me lo riconducono. Il mal seme non si perde mai. E si compose un +viso arcigno mentre si affrettava verso la carrozza. + +Ma ne discese soltanto una suora di carità. + +Invece di ricondurre il bimbo veniva a cercarlo. + +Andrea era in fin di vita, e desiderava vederlo prima di morire. + +La Margherita si senti mancar il cuore a quella notizia; e, nel +malcontento della delusione provata, disse brutalmente: + +--A quest'ora, pensa al suo nonno come alle prime scarpette che ha +portate. È fuggito ieri per andare a far il chiasso fuori, e non è più +tornato nè per mangiare nè per dormire. + +E ricominciò a battere i dintorni in cerca del fanciullo, mentre la +carrozza s'allontanava. + + +Suor Maria s'era fatta monaca a ventisette anni nello scoraggiamento +d'un disinganno d'amore, che aveva troncati dei disegni d'avvenire +lungamente vagheggiati. + +Oltre al dolore della delusione sofferta, aveva contribuito molto a +farle prendere quella risoluzione, l'idea di sfuggire ai commenti della +gente, a cui s'era presentata per molti anni come fidanzata; e +fors'anche una speranza segreta di commuovere l'amante infedele. + +Non per nulla aveva scelto l'ordine delle Suore di carità, dove i voti +sono annuali. + +Ma quando, dopo meno d'un anno, ammogliandosi prosaicamente con una +vedova ricca, quell'uomo tolse alla povera giovine l'ultima illusione, +che mettendo un po' di poesia nel sacrifizio, l'aiutava a sopportarlo, +ella ne sentì tutto il peso, e rimpianse amaramente le gioie dell'amore +e della maternità alle quali aveva rinunciato. + +Era troppo dignitosa per uscire dal convento, _in cerca d'un altro +sposo_, come non avrebbero mancato di dire i malevoli. + +Ma vi rimase senza passione e senza convinzione. + +Il bene, che faceva per vero sentimento di carità, avrebbe preferito +farlo senza quella messa in iscena di regolamenti e di costume, e +sopratutto senza quella privazione d'ogni affetto durevole, che la +isolava e le assiderava il cuore. + +La sua anima appassionata prendeva a ben volere tutti gli infermi, tutti +i trovatelli abbandonati. + +Poi, gli infermi che la morte risparmiava, se ne andavano, e non li +rivedeva più. + +I trovatelli venivano reclamati dai parenti, da una nutrice, da un primo +venuto, che ne aveva bisogno per farsi servire, ed essi pure se ne +andavano, e non li rivedeva più. Tutti i suoi affetti erano troncati, e +la monaca rimaneva sempre sola. + +Intanto gli anni passavano, ed a misura che cresceva in età, suor Maria +trovava più gravosa quella vita di soggezione; anche la sua salute s'era +alterata in quella reclusione continua, nell'aria malsana degli +ospedali. + +Più volte i medici l'avevano consigliata a svestire l'abito religioso +per tornare ad un'esistenza più confacente alla sua salute delicata. + +Suo padre, morendo, le aveva lasciata una rendita sufficiente pe' suoi +bisogni. Allora era già lontano il tempo in cui si sarebbe potuto +supporre che uscisse dal convento _per la smania di pigliar marito_. Non +era più giovine, ed il mondo non si curava più di lei. + +Eppure d'anno in anno differiva quella risoluzione. + +Era una di quelle anime amorose, che hanno bisogno di vivere per +qualcheduno, di sacrificarsi. Vivere per sè stessa, le sembrava l'ultima +espressione dell'egoismo, e, malgrado le esigenze della sua salute, se +ne sarebbe vergognata. + +--Qui almeno sono utile a qualcheduno, pensava. Se proprio mi sentirò +incapace di resistere, uscirò dal convento; ma finchè posso... + +Ed a forza di tirare innanzi, di girar gli ospedali, se n'era fatta +un'abitudine, quasi una necessità; e sebbene non avesse rinunciato al +disegno di rifarsi laica, nessuno ci credeva più; era piuttosto un'idea +vaga, un sogno destinato a rimaner sempre sogno, per consolarla +dell'aridità della sua vita reale. + +Aveva quarantacinque anni quando Carlo l'aveva conosciuta quella +domenica. La mattina il medico le aveva detto: + +--Il numero trentanove va male; ne avrà per un paio di giorni al più. + +La monaca era corsa presso Andrea, e s'era commossa profondamente della +desolazione che turbava le ultime ore di quel vecchio, al pensiero +dell'abbandono in cui lasciava un bambino. + +Lei pure aveva aspettato con ansietà il fanciullo, e mentre l'aveva +tenuto sulle ginocchia, e ne aveva sentito scotere le fragili membra +nella convulsione del pianto, aveva pensato come il vecchio: + +--Cosa sarà di lui? + +Più tardi tornò, sola e pensosa, al letto del moribondo e gli susurrò +dolcemente: + +--Quel bimbo è vostro nipote? + +Il vecchio chinò più volte il capo in atto di sconforto, come per dire: + +--Pur troppo! + +--Non ha nessun parente? domandò ancora la monaca. + +--Solo al mondo! sospirò l'infermo con accento disperato; ed i suoi +poveri occhi spenti si velarono di lagrime. + +Quel giorno Suor Maria fu impensierita e distratta. + +Più volte traversò la corsia senza scopo, e, nell'oratorio, invece di +recitare le solite preghiere, rimase assorta in riflessioni profonde, e +tratto tratto fu udita sospirare: + +--Sono quasi vecchia... Ma! Ma! Cosa fare?... + +Pensava al mondo cui aveva desiderato di tornare, e le pareva che fosse +un deserto. + +Si hanno dei parenti, degli amici; ma col tempo i vecchi muoiono, i +giovani si disperdono. + +Uno che tornasse dopo tanti anni sarebbe isolato... + +Guardava i pochi mobili della sua cella, il letto, il crocifisso, +l'inginocchiatoio, e si sentiva presa da una profonda tenerezza per +quegli oggetti rozzi e logori. + +Un medico, attribuendo quell'eccitamento al suo malessere, la fermò +mentre traversava la corsia, e le disse, toccando leggermente la sua +larga cuffia insaldata: + +--Dovete risolvervi a lasciar la _cornetta_, Suor Maria, se volete star +bene. + +--Oh se fosse per me sola, a questa ora non ci penserei più, sospirò la +suora. Ma, cosa fare? + +Quando Andrea la fece chiamare, per pregarla di condurgli ancora una +volta il bambino prima che morisse, Suor Maria rimase un pezzo immobile +a guardare il moribondo, come combattuta fra due pensieri; poi si avviò +lentamente senza rispondere. + +Ma dopo pochi passi si fermò, tornò risolutamente indietro, e disse: + +--Mettete l'anima in pace, pover'uomo; al vostro bimbo ci penserò io; +uscirò dal convento, e lo terrò con me; siete contento? + +Andrea strinse le mani congiunte, come in atto di adorazione; poi, +nell'impeto della riconoscenza, riuscì a piegare il capo verso la sponda +del letto, dove la monaca posava una mano, e la baciò, lasciandola +bagnata di lagrime. + +Suor Maria uscì subito in carrozza per condurre il fanciullo al suo +vecchio parente; ma Carlo era fuggito, e quando la suora tornò +all'ospedale con quella nuova disperante, Andrea era morto. + +--Meglio così! sospirò la monaca. Dio gli ha risparmiato l'ultimo +dolore. + +Poi chiuse pietosamente gli occhi del morto, e gli coprì il volto col +lenzuolo, pensando a quel bambino che errava abbandonato, con un gran +cruccio sul cuore. + + +V. + +Quella mattina che era uscito solo dalla sua casa, Carlo, dopo aver +dette e ripetute nella chiesa parrocchiale tutte le preghiere che +sapeva, s'avviò per la strada di Circonvallazione, ruminando i suoi +rancori contro la Margherita. + +Se avesse potuto non tornar più in casa se non quando ci tornerebbe il +nonno! + +Gli avevano detto la sera innanzi che mancavano due giorni a Natale. Si +studiava di calcolare quanto poteva esserci di meno dopo quella notte +trascorsa. Ad ogni modo poteva esser poco; e pensava: + +--Appena sarà Natale andrò all'ospedale a prendere il nonno. La monaca +ha detto che il Bambino lo farà guarire. Torneremo a casa insieme, +faremo il nostro pranzo, e saremo contenti come prima. + +Ma intanto cominciava ad aver fame, e, malgrado la sua ostilità contro +la Margherita, la buona scodella di polenta che doveva esserci sulla +tavola a quell'ora, lo consigliava a tornare verso casa. + +Era appunto in quella perplessità, quando si sentì urtare, e riconobbe +un suo compagno, che aveva frequentata la scuola in novembre, e poi era +scomparso. + +--Perchè non vieni più a scuola? domandò Carlo. + +--Siamo andati ad abitare fuori di Porta Romana, e vado alle scuole di +laggiù. + +Carlo gli narrò i casi suoi, ed il suo desiderio di non restituirsi a +domicilio prima di Natale, per aspettare il nonno. + +--Non so dove stare intanto, concluse un po' scoraggiato. + +--Vieni a casa mia, propose ospitalmente il compagno. Mio padre lavora +fuori di Milano, e torna a casa soltanto la sera del sabato. Domani sera +verrà perchè è la vigilia di Natale; ma oggi non c'è. + +--E la tua mamma? domandò Carlo, a cui la Margherita aveva destato in +cuore una grande paura delle massaie. + +--La mia mamma va a servire in città, e sta fuori anche lei tutto il +giorno. + +--Ma io ho fame; osservò il piccolo fuggiasco impensierito. + +--Quando saremo a casa ti darò metà della mia colazione: poi giocheremo +tutto il giorno, e vedremo passare il _tram_, e andremo alla Certosa di +Chiaravalle, dove si sale sul campanile per una scaletta in aria, che fa +paura, ed è facile cader giù... + +Carlo seguì il compagno, sedotto da quella prospettiva; ed i fanciulli +passarono delle buone ore insieme. + +Ma quando cominciò a farsi buio, si trovarono imbarazzati. La mamma +stava per tornare, e pare che non fosse molto indulgente, perchè il suo +figliolo si metteva in grave pensiero. + +--Se ti vede qui mi sgrida; diceva. + +D'altra parte Carlo, dopo essere stato assente tutta la giornata, si +sentiva meno disposto che mai a riaffrontare solo la Margherita: e le +strade buie gli mettevano paura. + +A lungo pensare, il suo ospite trovò un ripiego: in fondo al casamento +c'era un piccolo fienile. + +--Dormirai nel fieno, disse a Carlo. È bello, sai! Ora ti rimpiatti +lassù; ed appena avrò la mia minestra, salirò anch'io e mangeremo +insieme. La mamma non s'accorgerà di nulla. + +La cosa andò benissimo. Carlo s'addormentò, o quasi, prima che il suo +compagno lo lasciasse, e tirò via a dormire fino al mattino. L'altro, +che si divertiva di quella novità d'aver un ospite, e che desiderava di +farlo sgattaiolare prima che il padrone del fienile potesse scoprirlo e +denunciarlo alla sua mamma, era già accanto all'amico quando questi si +destò. + +Lo fece scendere subito, e traverso i campi, lo ricondusse sulla strada, +dividendo con lui un pezzo di polenta fredda ed una cipolla, che sua +madre gli aveva dato per colazione. Prima di lasciar Carlo, gli disse: + +--Vai sempre dritto: poi volta a destra e troverai l'ospedale. Oggi è la +vigilia di Natale, ti lasceranno entrare. Dacchè il tuo nonno deve +uscire domani, è segno che sta bene, e potrà anche venire con te questa +sera. + +Carlo approvò quel facile accomodamento, e s'avviò col cuore leggero. +Ma, appena ebbe passato il dazio, ricominciarono le difficoltà. Quando +doveva voltare a destra? Alla prima contrada? Alla seconda? + +Per non sbagliare, voltò alla prima; prese i bastioni, ed arrivò fino a +Porta Venezia. Ma non s'imbattè in nessuna costruzione che gli +ricordasse l'ospedale. Allora entrò in città, e si diede a camminare di +su, di giù, distraendosi a guardare le botteghe, poi ripigliando la sua +strada, poi fermandosi di nuovo. + +Forse in quei lunghi giri e rigiri passò anche dinanzi all'ospedale; ma +non lo riconobbe. + +Avrebbe voluto domandare a qualcuno dov'era, ma non osava, e camminava +sempre, pensando che finirebbe per arrivarci. + +Nelle prime ore del pomeriggio si trovò in piazza Cavour, all'ingresso +dei giardini pubblici. Andò fino al laghetto a vedere le anatre, poi più +in giù alla grande gabbia degli uccelli, poi tornò indietro, e si fermò +allo steccato, in cui s'aggiravano melanconicamente due cervi +freddolosi. + +Addossati alle sbarre, parecchi bambini eleganti ben ravvoltolati nelle +pelliccie, porgevano delle chicche ai cervi, mentre le bambinaie +discorrevano coi loro conoscenti. + +Un bambinello tutto vestito di bianco, che si reggeva appena, non +riesciva, per quanto allungasse il braccino minuscolo, ad attirare +l'attenzione d'un cervo sul suo pezzo di chicca. Carlo aveva fame, prese +pian piano dalla manina del bimbo quel dono trascurato dall'animale, e +si pose a mangiarlo. + +L'infante rimase stupefatto a guardarlo coi ditini stesi nel suo guanto +bianco; aperse la bocca come per piangere; poi gli venne un'idea più +amena. Prese il resto della chicca che aveva nell'altra mano, e cominciò +a mangiare anche lui, sorridendo a Carlo con aria d'intelligenza. + +Più tardi cominciò a cadere un nevischio gelido; scese la nebbia. Carlo +aveva ripreso ad errare per le contrade, ma il freddo gli penetrava +nelle ossa. + +Avvezzo dal nonno a tutte le agiatezze, quell'umidità che gli gelava i +panni addosso, gli dava noia. + +Si trovava in piazza del Duomo. Pensò che quel giorno non aveva pregato, +e che per questo non gli riusciva di trovar l'ospedale. + +Entrò in chiesa. + +Era un po' assonnato; non si rendeva ben conto di quanto farebbe dopo. + +S'andò a rannicchiare in un angolo buio, nell'ultima cappella a sinistra +che era in riparazione. C'erano ponti da tutti i lati, travi, tele +distese, materiali da lavoro. Ma in quell'ora i lavori erano sospesi, ed +il fanciullo si trovò isolato nella massima tranquillità. + +L'atmosfera interna era tepida; regnava una penombra scura, ma, lungo le +navate, un rumore incessante di passi, faceva sentire che c'era molta +gente in chiesa, e rassicurava il bambino. Da lontano, nel coro, s'udiva +un salmeggiare monotono che conciliava il sonno. + +Carlo, stanco, assiderato, non potè sostenere a lungo l'attenzione alla +preghiera; chinò il capo verso la parete, e s'addormentò. + +Fu risvegliato molte ore dopo, da una molestia allo stomaco. Non era un +dolore. Era uno stiramento, una nausea. Aveva fame. + +Chiamò due o tre volte il nonno; era il nome che gli veniva alle labbra +ogni giorno al primo destarsi, dacchè sapeva parlare. Ma non udì la +buona voce del vecchio, e si ricordò vagamente la sua storia dolorosa. + +Stese le braccia, e sentì che non era in letto. Si rizzò ingranchito, +confuso; fece alcuni passi, ed urtò negli attrezzi degli operai che +ingombravano la cappella. Non sapeva più dove fosse. + +Si pose a camminare a tentoni nell'oscurità, urtando ad ogni tratto, +scansando un intoppo, impigliandosi in un altro; tremava tutto; +piagnucolava, ancora istupidito dal sonno. Finalmente non incontrò più +ostacoli, non trovò più appoggio da nessun lato, si sentì solo, +smarrito, nelle tenebre infinite, nel silenzio pauroso. + +Atterrito cominciò a chiamare strillando; e le vôlte immense ripeterono +le sue grida con un suono cavernoso, che veniva da lontano, si +ripercoteva, si frangeva, si prolungava, e moriva lentamente nel buio e +nel silenzio di tomba. Allora la paura invase la mente del fanciullo +come un delirio. Egli si pose a correre nell'oscurità, urlando, +strillando, disperato, pazzo di terrore. + + +VI. + +Suor Maria vegliava la notte di Natale al letto d'una donna malata. + +Nascondeva il volto fra le braccia incrociate, e piangeva sul suo abito +grigio, pensando il Natale delle famiglie, le madri puerilmente occupate +del segreto delle strenne, i bimbi giulivi intorno alle mense festive. + +Lei pure, dopo aver lottato contro la inerzia delle abitudini, ed aver +vinto, aveva sognato un momento il sorriso d'un fanciulletto, e la sua +prima strenna di ceppo. E quella speranza era nata nel suo cuore in un +impeto di carità per un vecchio moribondo. + +Ma pareva che una maledizione ingiusta la condannasse a vivere solitaria +e senza affetti; anche la buona azione era rimasta infeconda, per non +procurarle una gioia. Ed il vecchio era morto solo; ed il bimbo errava +solo nelle gelide notti d'inverno; e la suora generosa e buona, era sola +fra due letti d'ospedale. + +Fu tolta a quelle meditazioni da una infermiera che veniva a chiamarla. +Si asciugò gli occhi, ricompose le pieghe rigide del suo grembiule da +monaca e s'affrettò dietro la donna. + +Una brigata di giovinotti entrando in Duomo per la messa della +mezzanotte, avevano trovato un bambino svenuto e lo avevano trasportato +all'ospedale. + +Per la prima volta, nella sua lunga pratica d'infermiera, suor Maria +dimenticò la malata affidata alle sue cure, e la notte passò senza +ch'ella ricomparisse nella corsia. + +La mattina di Natale, traverso l'uscio della sua cella, s'udiva uno +strano rumore come il ruzzolare di carrozzelle di legno sul pavimento, +ed il cinguettìo d'una voce infantile. + +Più tardi, all'ora del pranzo, la monaca non scese in refettorio; e la +suora conversa che le recava i piatti dalla cucina, la trovò seduta ad +una piccola mensa allegramente ornata di chicche e di arance, ed +apparecchiata per due. + +Carlo sedeva in faccia a suor Maria, rispondendo amichevolmente alle sue +domande, ingrossando la voce per narrarle il terribile fatto della sua +reclusione in Duomo, interrogando a sua volta circa una certa casetta +bianca con un giardinetto verde, dove la monaca gli diceva che dovevano +recarsi presto, ad abitare insieme. + +Tratto tratto la campana dell'ospedale riprendeva a sonare a morto, e la +suora rabbrividiva. + +Poi s'udì lontan lontano il fischio acuto della locomotiva sibilare fra +i rintocchi lenti della campana. + +Il bambino alzò il dito, come per accennare quel suono ben noto, che gli +richiamava tante storie e promesse serene di viaggi, e susurrò cogli +occhi scintillanti e la bocchina aperta al sorriso. + +--È il nonno che torna! + +--No; è il nonno che parte: rispose gravemente la suora che conosceva la +campana. + +--Va in quel sito lontano dove lo fanno guarire? disse un po' meno lieto +il fanciullo. + +--Sì; in quel sito lontano dove starà sempre bene. + +--Quando tornerà? domandò Carlo. + +--Non tornerà: andremo noi a raggiungerlo. + +Il bambino contento di quella promessa, stese le braccia verso la suora +che lo prese in grembo; poi ricominciò le sue chiacchierine +sconclusionate, con certe note acute, certe risate argentine, che +echeggiavano stranamente fra le muraglie nude della cella. E suor Maria, +abbracciandolo stretto, benediva il cielo che, per una vita di carità, +le aveva concesso un amore; e pensando all'avvenire non si sentiva più +sola. + + + + +SILENZI D'AMORE. + + +Lui si chiamava Fausto; aveva poco più di trentacinque anni, ed era +artista di canto; tenore. + +Lei era una di quelle signore eleganti di cui si dice sempre il casato +ed il titolo, e si possono frequentare un mese senza saperne il nome. + +Non si conoscevano. Fausto era stato a Pegli, dove un'altra dama di +Milano gli aveva dato una lettera di presentazione per la contessa +Floralio di Santigliano, che doveva trovare a Recoaro. + +--Una donnina elegante, spiritosa, simpatica; una giovine vedova. + +Fausto aveva incontrati a Recoaro molti conoscenti: aveva domandato +della contessa: + +--Aveva realmente le attrattive che gli avevano detto? + +--Sì; Ma aveva delle timidezze da provinciale. Non osava stare +all'albergo. Aveva preso alloggio da una famiglia ammodo; una mamma +grassa e tre giovinette magre che si tirava sempre dietro come +un'aureola di onestà. + +Fausto rimise nel portafogli la lettera di presentazione. + +Colla sua bella e florida gioventù, col suo carattere leale, il suo +spirito sereno, il suo gran nome, e la fortuna che gli sorrideva, non +aveva che a presentarsi per incontrare delle simpatie, non gli +occorrevano lettere. + +Da due, tre, dieci persone, la contessa s'intese dire che era arrivato +Fausto, il più celebre dei tenori viventi, che cantava una sola stagione +dell'anno al Covent-Garden o a Pietroburgo, ed in due mesi di trionfi e +di gloria, si faceva una rendita da principe. Tutta Recoaro era agitata +dalla speranza di udirlo. + +--Canterebbe? + +In società no. Era noto che non lo faceva mai. Ma se si fosse combinato +il solito concerto a beneficio?... + +Poi l'amica di Milano scrisse alla contessa: + +«Come aveva trovato il suo raccomandato? Simpatico vero? Si vedevano +spesso? Le faceva la corte?» + +La contessa si meravigliò che non fosse comparso: se ne meravigliò al +casino, se ne meravigliò alla fonte: + +--Ma questo signore è un orso! + +Fausto lo seppe, e, martire della cortesia, si mise i guanti e fece la +visita. + +Fu introdotto in uno di quei salotti borghesi che stanno sempre chiusi +perchè il sole non abbia a sciupare i mobili, e di cui la serva apre le +imposte quando ha fatto entrare un visitatore, lo abbaglia col riflesso +del sollione che batte sul muro bianco di facciata, poi si volta, vede +che si copre gli occhi colle mani, torna a chiudere un po' più, un po' +meno, e lo fa assistere ad una serie d'effetti di luce, pittorici forse, +ma punto comodi. + +Fausto si guardò intorno, e fece una smorfia. Era un salotto freddo ed +inospitale, senza il posto della signora, il suo angolo, la sua nicchia +dove un amico può sederle accanto, presso il suo tavolino, e i suoi +lavori, i suoi libri, i suoi giornali, i suoi albums e discorrere +intimamente, sfogliando di quà, guardando di là, sgomitolando un filo di +seta, disegnando un profilo colla matita, leggicchiando un'epigrafe, +commentando, saltando di palo in frasca, mentre la signora continua a +stare al suo posto a fare quello che stava facendo, senza aver l'aria +d'essere là per riceverlo, di perdere il suo tempo per lui. + +Era il salotto pretenzioso ed ingenuo delle famiglie che ricevono poco, +e, per conseguenza, non sanno ricevere. + +Un divano contro una parete, le poltrone in giro ed una tavola in mezzo +su cui la vanità del proprietario mette in mostra tutti quegli oggetti, +che la sua modestia considera troppo belli per farli servire al loro +scopo. + +Tazze in cui nessuno ha mai bevuto; servizi da thè e da caffè vergini +d'ogni contatto colle bibite suddette; calamai che non conoscono neppur +di vista l'inchiostro; e poi, fiori artificiali, uccelli imbalsamati ed +i ricami più o meno scoloriti delle signorine di casa; e su tutte le +spalliere dei mobili quadrati e dischi all'uncinetto per difendere la +stoffa dal contatto dei visitatori. + +La contessa entrò, salutò in piedi, sedette a disagio sul divano, colle +mani in mano, impacciata di trovarsi là fuor di posto, con quell'aria di +ricevimento che sembra misurare il tempo alle visite. + +Fausto, che era avvezzo ad essere ricevuto fra gli intimi delle belle +signore, rimase stonato anche lui. + +Fecero i discorsi di circostanza: + +--È da parecchio, che è giunto a Recoaro? + +Poi un'occhiatina alla data della lettera che lo presentava, ed un +sorriso dissimulato con ostentazione, ma senza osare di parlarne. + +--E le acque le fanno bene? Io ne bevo tanti bicchieri, e lei? È poco. È +troppo. Quanto tempo si aspetta alla fonte!... + +Una conversazione da far dormire in piedi. La contessa cercò di metterci +qua e là qualche parola spiritosa. Ma non si sentiva a suo agio, ed a +Fausto fecero l'effetto d'una guarnizione di tartufi e d'un bicchiere di +bordeaux introdotti improvvisamente nel _menu_ di un pranzo casalingo. +Non erano in armonia con tutto il resto, stonavano. + +Uscì col fermo proposito di non ripetere la visita che alla vigilia +della partenza, nutrendo speranza di non trovare in casa la signora, e +di potersela cavare col laconico _p. p. c._, in margine di una carta da +visita. + +Ma, per quanto la speranza sia economica a nutrirsi, quella di Fausto +non potè vivere a lungo. + +Il giorno seguente incontrò la contessa alla fonte. + +Era appoggiata colle spalle ad un albero, aspettando il suo turno per +andare a bere. + +Aveva intorno le solite signorine magre ed alcuni uomini. + +Là in piedi, con quell'albero per tutto mobiglio, si trovava assai meno +a disagio che nel salotto borghese. + +Appena Fausto le si fece incontro, gli stese la mano mettendo un «Buon +giorno» tra due virgole del discorso, e continuò a parlare: + +--Senza dubbio, ha sapore d'inchiostro, ma mi ci sono avvezza. Non fosse +altro, a forza di dirlo; è la quarta volta che lo ripeto stamane. + +--Lo ripeta anche a me, disse Fausto. + +--Parlava dell'acqua?... + +--Sfido! Dell'acqua, del sapore d'inchiostro, della maggiore o minore +ripugnanza che ci si ha... Qui si parla a rime obbligate. + +--Ma le signore di spirito sapranno introdurvi qualche variante, ribattè +Fausto coll'intenzione di fare un complimento. + +--È una rima obbligata anche il fare dei madrigali alle signore, disse +la contessa. + +--Ed il presentarli anche quando non sono riesciti nevvero? soggiunse +tutto umiliato il povero Fausto, che avrebbe voluto ritirare il suo. + +--Come vede... rispose la contessa accennando a lui. + +Ma lo disse ridendo per togliere l'amarezza a quell'ironia. Poi troncò +lì quel discorso, presentò Fausto alle signorine Asting, agli altri +conoscenti, e s'avviò per cercare il suo bicchiere. + +Era davvero elegante, ben fatta; vestita bene; era giovine, allegra, +cordialissima, entrava subito in confidenza. Era una di quelle signore, +colle quali gli uomini stanno volentieri in compagnia, perchè sanno +discorrere, tolgono di mezzo la soggezione senza mai perdere la loro +dignità di contegno, e non annoiano mai; una di quelle donne di cui le +altre dicono: + +--Non si capisce che cosa ci trovino gli uomini di attraente. Non è +bella. + +--Non era al casino ieri sera? domandò Fausto. + +E vedendo che la contessa lo guardava ridendo, soggiunse: + +--È anche questa una rima obbligata? + +--Ed anche questa è la quarta volta che si ripete, perchè lei è il +quarto conoscente che incontro. No, al casino non c'ero. La signora +Asting non ci andava, e non mi trova abbastanza vecchia per affidarmi le +sue figlie. Non potevo andarci sola. + +--Se potessi offrirmi di venire a prenderla io... disse Fausto. + +--Sarebbe proprio il caso di dire: _meglio sola che male accompagnata_. + +--Lei almeno non ci pensa affatto a fare dei madrigali. + +--Ma li faccio senza pensarci. + +--Dicendomi che con me sarebbe male accompagnata?... + +--Se fosse vecchio e brutto, non glielo direi. + +--Allora vorrei essere vecchio e brutto. + +La Contessa lo guardò ridendo, ma non rispose. Si vedeva però che aveva +qualche cosa da dire, e Fausto glielo domandò: + +--Perchè ride? Pensa qualche cosa di male sul conto mio? + +--Sì. Penso che è un po' volubile. + +--Può darsi, rispose Fausto. + +Poi accorgendosi che aveva detto una fatuità, soggiunse: + +--Non voglio contraddirla. Ma da che lo argomenta? + +--Fino a ieri s'è tenuto in tasca una lettera a maturar la data, per +evitare di vedermi; ed oggi vorrebbe essere vecchio e brutto per +accompagnarmi. + +--Fino a ieri non la conoscevo. + +Fausto sarebbe andato lontano su quella via, ma lei si limitò ad +inchinarsi ridendo al suo complimento, e parlò di altro. + +Non insisteva mai sui discorsi, quando cominciavano a prendere una piega +galante; li lasciava cadere, salvo ad intavolarne altri che seguiva fino +allo stesso punto, per piantarli lì daccapo. È un gioco che piace molto +alle belle donnine; un gioco pericoloso. È come quella mezza ebbrezza +che procura l'oppio, quell'esaltamento lieve che si attinge in un +bicchiere di Sciampagna, un'ebbrezza, un esaltamento innocenti, ma +terribilmente arrischiati. Un altro bicchiere di Sciampagna, un grano +d'oppio di più, possono trascinare all'ubbriachezza e magari alla morte. +Vi sono tante esistenze oneste che pericolano a questo gioco. + +La sera, Fausto e la Contessa si rividero al passeggio, l'indomani alla +fonte, e così via, come accade sempre alle acque ed ai bagni. Si fa vita +insieme e si è presto amici. + +Erano sempre contenti di ritrovarsi, si mettevano subito in allegria. Ma +non erano mai soli. La Contessa giungeva inevitabilmente accompagnata +dalle signorine Asting, e la conversazione era generale. + +Fausto s'andava ogni giorno innamorando un po' di più della Contessa, e +lei sentiva crescere in modo inquietante la sua simpatia per lui. + +Ma non si conoscevano abbastanza per abbandonarsi ad una fiducia che +poteva essere ingannevole. Stavano in guardia tutti e due. + +Fausto insinuava, quando poteva farlo, qualche parola tra scherzosa e +seria, che turbava la Contessa: qualche volta era lei che la provocava +ed era lui che si turbava. + +Ma ogni volta che stava per affermare a sè stesso: «Sì, è innamorata di +me» si ricordava le notizie che gli avevano date della Contessa al suo +arrivo a Recoaro:--«gentile, cordiale con tutti socievolissima, +brillante, ma buona madre di famiglia ed onesta.» + +Quanto a lei, vedeva quelle esitazioni, capiva che la sua onestà lo +scoraggiava, e ci aveva rabbia. + +Avrebbe voluto che fosse stato certo alla prima che non c'era nessuna +speranza clandestina da fondare su di lei ma che l'amasse ugualmente. +Non era libera? Non erano liberi tutti e due? L'idea che quel sentimento +che l'agitava tutta non trovasse altro riscontro nel cuore di lui +fuorchè la speranza ignobile d'un'avventura galante, l'offendeva. + +Qualche volta si mostrava scettica per strappargli ogni illusione, e +pensava: + +«Meglio che disperi e non mi ami, che amarmi a quel modo.» + +Un giorno che le signorine Asting parlavano di due innamorati da _fatto +diverso_, disse: + +--Se avessero preso del chinino, questa catastrofe non sarebbe accaduta. +Il chinino è un calmante eccellente pei nervi; e l'amore non è che una +malattia nervosa. + +Pare che lei ne faccia uso del chinino, disse Fausto. Ne ha studiato +molto gli effetti. + +Glielo disse a mezza voce perchè gli altri non udissero, irritato da +quella negazione fredda che lo scoraggiava. + +Ma a lei quella parola sommessa, sussurrata come una confidenza fece +l'effetto d'una carezza, malgrado l'insolenza che racchiudeva. +S'indispettiva di non risentirsi di quell'insolenza, ma non si +risentiva. + +Tutto il giorno, tutta la sera, ripensò quella voce bassa, quella frase +mormorata per lei sola, quell'atto intimo di parlarle piano. Le pareva +che l'indomani e tutti i giorni dovesse sempre parlarle così. + +Scrisse una lunga lettera a' suoi due figli; una lettera di madre +appassionata: + +«Non aveva sulla terra altri affetti che loro due, s'era votata ad una +vedovanza perpetua per non defraudarli d'una parte della sua tenerezza. + +«Era impaziente di vedere la fine di quel mese, per andarli a prendere +al collegio, e portarli con sè in villa, e vivere tutto l'autunno in +famiglia. Le era penoso starsene sola a quel modo. Alle acque +s'annoiava... s'annoiava...» + +Voleva persuaderlo a sè stessa; ma invece alle acque ci aveva un +interessamento troppo vivo. Aspettava con impazienza il mattino per +andare alla fonte, e se per caso ne tornava senza una parola che +l'avesse agitata, era triste. + +E le accadeva sovente. Fausto s'annoiava di quella tutela che lei aveva +sempre intorno. Gli pareva un'ostentazione di diffidenza, e si metteva +in diffidenza anche lui. + +La contessa invece avrebbe voluto svincolarsi da quelle soggezioni, ma +era timida, non osava più. + +Prima era andata parecchie volte alla fonte sola: ma, dacchè conosceva +Fausto, le sarebbe sembrato di andare a cercarlo; si sarebbe vergognata +di lui più che degli altri; e si circondava più che mai. + +Avevano tutti e due uno strano modo di parlare fissandosi gli occhi +negli occhi con un'intensità che pareva fatta per accompagnare dei +discorsi appassionati. Invece sovente dicevano: + +«Guardi quel cappellino. Sa chi è quella signora? Oggi le signore Asting +sono più eleganti del solito» e simili sciocchezze. + +E poi, in mancanza di parole affettuose da ricordare, ricordavano gli +sguardi; quell'occhio largo, intento, profondo, ritornava con insistenza +alla loro mente nelle ore solitarie e lente della lontananza, esaltava +la fantasia innamorata, che ne riscaldava, coll'intensità del desiderio, +la muta eloquenza. + +Un giorno qualcuno propose una gita sui somarelli; Fausto mise un grande +impegno nel combinarla, se ne entusiasmò addirittura. Gli pareva che la +campagna, l'allegria della circostanza, gli avrebbero fornita +l'occasione di isolarsi colla contessa un po' a lungo, di parlare con +calma, senza soggezione. + +Non aveva il proposito di precipitarsi a' suoi piedi come faceva nei +melodrammi nella sua qualità di tenore. Anzi, appunto perchè era un +cantante, s'impuntiva a non far nulla di melodrammatico, e per evitare +ogni atteggiamento teatrale, si mostrava prosaico fino all'affettazione. +Ma nella sua anima d'artista sentiva potentemente la poesia della vita. + +Quella donna vedova, indipendente che vedeva ogni giorno senza poter mai +svincolarla dalle soggezioni da giovinetta di cui s'era circondata, quei +discorsi nervosi in cui apparivano lampi di passione, e che, subito +dopo, una nota di scetticismo o di puritanismo smentiva, gli avevano +messa la febbre nel cuore. + +Era risoluto a parlare, ad uscire da quell'incertezza ad ogni costo, a +costo di fare una dichiarazione d'amore sul dorso di un asino. + +Appunto in quel giorno il seguito della Contessa era al gran completo. + +Oltre alla signora Asting, le figlie, i conoscenti soliti, c'era un +giovine di Milano arrivato allora, che le portava una grande provvista +di novità, e le faceva la corte anche lui. + +Fausto non era geloso, e la Contessa neppure. Avevano troppo spirito per +questo. Ma tutti i terzi che s'intromettevano fra loro li irritavano; +d'altra parte, avevano abbastanza pratica di società per saper pigliare +le cose con disinvoltura, e nascondere il loro malcontento. + +Ma nascondendolo agli altri, se lo nascondevano anche a vicenda, e +ciascuno interpretava come indifferenza la rassegnazione dell'altro, e +si scoraggiava, e ci metteva della dignità a dissimulare ed a vincere un +sentimento che non credeva più corrisposto. + +Così non cercarono più di isolarsi. + +Lui andò a far la corte alle altre signore, e lei si lasciò far la corte +dagli altri giovinotti. + +Soltanto tratto tratto si mandavano una parola al volo, si guardavano da +lontano, ed erano sempre quelle occhiate profonde, intime, amorose che +suscitavano una tempesta nel cuore di tutti e due. + +Mentre mangiavano seduti in un prato, Fausto udì la Contessa discorrere +col giovine milanese di una sua idea paradossale di andare in Terra +Santa colla società della _Propaganda Fide_. + +Era smaniosa di vedere quei luoghi pittoreschi tutti idealizzati dalla +poesia del cristianesimo... + +«--E non c'era obbligo di far propaganda, nè di associarsi a tutte le +preghiere ed ai digiuni.» Ciascuno era libero di agire come gli +consigliava la sua coscienza; onestamente, ben inteso. Si pagavano mille +lire e si era provveduti di tutto per sei mesi; viaggio, carovane, guide +per essere accompagnati nei luoghi pericolosi; era anche un'economia... + +--Quando partiamo? disse Fausto. + +--Ma che! Lei crede di trovare sul Golgota codeste fette di +_roast-beef_? rispose la Contessa. + +Aveva sentita una scossa al cuore a quella parola, colla quale pareva +che Fausto volesse dirle che si credeva unito a lei, che le apparteneva +già tanto, da associarsi ad ogni suo disegno stravagante ed +ineffettuabile, e voleva nascondere la sua commozione. + +Lui dovette scusarsi del suo appetito; s'irritò di quella risposta +prosaica. + +Se l'avesse amato, se avesse desiderato di sapersi amata da lui, avrebbe +potuto rispondergli:--Con che diritto, perchè vuol venire con me? + +E lui le avrebbe sussurrato: «--Perchè l'amo.» + +Invece l'aveva evitata quella parola: non voleva udirla. E più tardi, +sola nella sua camera, anche la Contessa rimpiangeva la stessa cosa. Se +avesse osato domandargli perchè si associava a quel suo disegno, egli le +avrebbe risposto: + +«--Perchè l'amo.» + +Risentiva nel silenzio della notte quella parola sussurrata da quella +voce; ne provava un fremito, una soavità infinita. Sperava che gliela +direbbe il domani, e fantasticava la poesia dolce d'una confessione +d'amore. + +Ma i domani si succedevano tutti ugualmente delusori. + +Sempre le stesse soggezioni da cui non osava svincolarsi; sempre la +stessa timidezza, le stesse diffidenze; la stessa conversazione, a +frizzi, scherzosa, paradossale, di cui avevano presa l'abitudine, e che +toglieva ogni valore anche alle espressioni più amorose ed ardite. + +Fausto ebbe ancora una speranza, una sera che la Contessa lo invitò a +prendere il tè. + +Si figurò uno di quei tè intimi, una cuccuma piccina piccina, due sole +tazze, due mani che si sfiorano tremando nell'accendere un fiammifero e +nel dar fuoco allo spirito, due cuori che battono forte forte, mentre +stesi in due poltroncine, col capo abbandonato indietro e la tazza fra +le mani, i due amici, uomo e donna, si mandano traverso il fumo del tè +delle frasi brevi, un po' nervose, colla voce convulsa, collo sguardo +largo e fisso. + +Poi posano le tazze, lui prende quell'occasione per alzarsi, per +accostarsi a lei, le va dietro pian piano, si appoggia alla spalliera +della poltrona, e col capo sul capo di lei, colle labbra che le sfiorano +l'orecchio, coll'alito ardente che le brucia il collo le dice: + +«--Lo sapete, Maria--lo sapete, Bianca--lo sapete, Teresa, che vi voglio +bene?» + +Fra le altre miserie Fausto non conosceva il nome della Contessa. Doveva +mettere dei puntolini al posto del nome, nel suo sogno d'amore. Ma +pazienza; purchè quel sogno si avverasse era anche disposto a chiamarla +Contessa per l'ultima volta. + +Aspettò quella sera commosso, felice, impaziente. Ci andò troppo presto; +ma doveva essere un altro disinganno. + +La Contessa era seduta sul divano colla signora Asting e la signorina +maggiore. Le altre sorelle sonavano un pezzo a quattro mani!!!! + +Se intanto avesse potuto sedere accanto alla Contessa, benedetto il +pezzo a quattro mani che gli avrebbe permesso di parlarle piano. Ma i +posti erano occupati a destra ed a sinistra. Bisognò sentire, +assaporare, lodare il «tremulo» perfettamente eseguito con tanta +agilità, tanta forza, un pezzo così difficile... + +Poi vennero i discorsi musicali. La Contessa era nervosa; voleva che le +opere si musicassero su libretti in prosa. La poesia era una puerilità. +Perchè misurare il pensiero sopra un metro, contarci le parole, fissarci +le cadenze? Questo era ufficio della musica. Ed anche essa doveva essere +semplice, naturale, senz'artificio; un lungo recitativo, filato, +drammatico. Lì sui due piedi, ridusse in prosa da parodia, la CELESTE +AIDA ed il CIEL O MAR! della Gioconda, e volle che Fausto cantasse le +sue arie così. + +Lei aveva fatto la sua parte bene, però; e lui fece bene la sua, come +faceva bene tutto. Aveva quel dono prezioso. Ci mise dell'umorismo. + +Poi la Contessa gli strinse la mano per ringraziarlo, e quella stretta +di mano lunga, espressiva, lo fece tremare di gioia. + +--Ed ora basta, nevvero, di bandire la poesia? le disse. Ora torniamo +poeti. + +--Ma no. La poesia è una convulsione dei nervi, insistè la Contessa, che +li aveva lei i nervi in convulsione, perchè era malcontenta dalla sua +serata. + +--Come l'amore allora? disse Fausto. + +--Come l'amore. + +--E si guarisce anche col chinino? + +--Perchè lo domanda? È poeta lei? + +--No, sono innamorato, rispose Fausto. Ma lo disse stizzito. Quella +scherma di frasi artifiziose, di paradossi, lo irritava. + +Tuttavia la Contessa provò un sussulto al cuore a quella confessione. Ma +le signorine Asting si mordevano le labbra come per reprimere una voglia +di ridere che non avevano, e lei rispose: + +--Ah! allora la compiango. + +--Perchè? domandò Fausto. + +--Perchè è capitato qui dove siamo tutta gente prosaica. + +--Non credono all'amore? + +--Sì; ci crediamo, come alla febbre; e consigliamo il chinino. + +--Io se conoscessi una donna innamorata, le consiglierei le acque di +Recoaro, disse Fausto stizzito. + +--Per averla vicina? + +--No. Non l'avrei vicina perchè parto domani. Per guarirla dell'amore +come lei. + +--La prego di credere che io non ho avuto bisogno di guarire. Non ne ero +malata. + +--Mai? + +--Mai. Poi ripigliò: Forse, quando mi sono maritata...--Era un modo di +troncare il discorso. L'annuncio di quella partenza l'aveva scossa +tutta. Perchè partiva? + +Quella sera si separarono amareggiati, irritati; si strinsero la mano +convulsamente. E nelle lunghe ore d'una notte insonne, la Contessa si +tormentò con pensieri sconfortanti: + +«Dunque non l'amava, non l'aveva amata mai dacchè se ne andava così, +senza rivederla, come un estraneo. Era venuto dopo di lei. Non aveva +scritture che lo chiamassero altrove. Se ne andava per andarsene; perchè +ne aveva assai, di Recoaro. La sua presenza non contava per nulla, non +aveva influenza per trattenerlo. O Dio! E lei che s'era montata la +testa!...» + +La mattina si alzò dal letto scoraggiata, disillusa, ma calma come una +donna ragionevole. Le faceva male di rinunciare a quell'ultima +illusione. Era l'ultima. Aveva già creduto di non poter averne più. Poi +sul suo orizzonte grigio di madre, di vedova, era apparsa quell'ultima +striscia rosea di crepuscolo, quell'ultimo bagliore di luce, +quell'ultimo saluto di sole. + +S'era sentita ravvivare la fantasia, riscaldare il cuore. Ed ora +bisognava rinunciarvi, ritornare al grigio, ritornare alla solitudine +fredda, e alla sua età era per sempre! + +Voleva pensare ad altro. A' suoi figli; ad Alfredo che aveva bisogno dei +bagni di mare: ed al suo villino sul lago di Como a cui si dovevano fare +delle riparazioni importanti e costose. Come tutrice de' suoi figli, +queste dovevano essere le sue cure. Ed intanto le tornavano insistenti +al pensiero due versi d'una romanza moderna che aveva cantata tutto +l'inverno senza badarci. + + La vita è solitudine + Senz'amor, senza sogni e senza Dei. + +Si vestì coll'abito da mattina tutto bianco, che la faceva svelta e +sottile. Poi andò al balcone irritata dalla penombra grigia che +l'avvolgeva, assetata di luce, assetata d'azzurro, e spalancò le gelosie +con un impeto nervoso, mormorando sempre + + La vita è solitudine + Senz'amor, senza sogni e senza Dei. + +Ma rimase là, colle braccia alzate, colla frase interrotta, paralizzata, +immobile, bianca sul fondo scuro del balcone aperto, come una statua in +una nicchia. Aveva ritrovata la poesia rimpianta, aveva ritrovato il suo +amore, il suo sogno, la sua fede. + +Giù nella via, appoggiato al muro di contro al balcone, aveva veduto +Fausto, colla faccia alzata verso di lei, che l'aveva aspettata, che la +guardava fissa co' suoi grandi occhi innamorati. + +Quella dichiarazione tanto aspettata, tanto invocata, che nessuna parola +aveva potuto esprimere, che nessuna dimostrazione era valsa ad +affermare, ora era detta, chiara, appassionata, irrevocabile. In quel +momento ogni dubbio scomparve. Tutta la storia del loro cuore si +rivelava in quello sguardo muto. Non si salutarono. Anche il saluto è +una convenzione e loro erano fuori di tutte le convenzioni, di tutte le +regole. Tra un grande artista e una gran dama, quell'amore dal balcone +alla maniera degli studenti, per non essere ridicolo doveva essere +solenne e grande come una vera passione. + +Da parte di Fausto era un atto disperato. + +Irritato con sè stesso di non poter dire quello che aveva nel cuore, +irritato colla Contessa che non voleva comprenderlo, irritato più che +mai con tutti i terzi e con tutte le soggezioni che si frapponevano tra +loro, in un momento di dispetto si era lasciato sfuggire quella parola: +«Parto domani.» Non era un proposito, non ci aveva pensato, non aveva +risoluto nulla. Ma omai l'aveva detto, e doveva partire per non +suscitare commenti pettegoli. E tuttavia non voleva partire con quella +spina nel cuore; non poteva tollerare quell'incertezza. + +Un momento gli era venuta l'idea di scrivere alla Contessa; ma quando +era stato lì per scrivere l'indirizzo di quella signora, di cui non +conosceva neppur il nome, aveva esitato. + +E se non l'avesse amato? Se fosse stata un'illusione la sua, e lei +dovesse ridere di lui e della sua lettera? Se realmente non avesse +creduto all'amore come diceva? E ad ogni modo, qualunque emozione le +avesse suscitata nell'animo quella confessione scritta, se s'era +proposta serbare il suo segreto, la lettera non avrebbe giovato a +strapparglielo. E due ore dopo, Fausto l'avrebbe riveduta col solito +sorriso sulle labbra, e se c'era stata una tempesta, non ne avrebbe +saputo nulla. Ed egli voleva saperlo, voleva sorprenderla quella +tempesta che rispondeva in un altro cuore alla tempesta del suo. + +Quando mi vedrà, all'alba, fermo in istrada a contemplare la sua +finestra, come un innamorato da romanzo, come un pazzo, non potrà +pigliarlo per un complimento. Dovrà comprendere che l'amo, e confessare +che lo comprende. + +E la Contessa non esitò a confessarlo. Rimase affascinata, col cuore +palpitante, cogli occhi fissi negli occhi di lui, bevendo a larghi sorsi +la felicità, in quel lungo silenzio d'amore. Rimase senza misurare il +tempo, senza contare le ore. Dopo la luce rosea dell'alba, venne un +soffione che le ardeva il capo, che la avvolgeva tutta in un'aureola +d'oro, che le infiammava il volto, che strappava raggi e scintille da' +suoi cappelli biondi. E Fausto dimenticava il tempo, la strada, la +gente, non vedeva che lei in quella gloria di luce e d'amore. + +E quando dovettero ritirarsi, riportarono nel cuore la gioia intensa +dalla passione corrisposta. Non diffidavano più: erano certi l'uno +dell'altra. La società abusa di tutto, toglie il valore ad ogni cosa. Le +più calde proteste sono complimenti; una stretta di mano forte, lunga, +amorosa, è un saluto; le assiduità più insistenti, sono cortesie. Ma +quella corrispondenza muta di due sguardi, l'eloquente poesia di quel +silenzio, non era registrata fra gli atti regolari della vita, non si +poteva giustificare con un nome profano. + +Era il linguaggio della passione. + +Più tardi, quando s'incontrarono alla fonte, la Contessa non era più +timida e peritante; colla sicurezza della felicità, si lasciò dietro un +tratto la sua inevitabile tutela, e, per la prima volta, lei e Fausto, +si trovarono liberi di parlarsi senza testimoni. Ma si erano detto tutto +in quel lungo silenzio d'amore, si sentivano d'accordo. Si strinsero la +mano; poi Fausto le offerse il braccio, e si avviarono lentamente +inebbriati e felici, appoggiati l'una all'altro, come dovevano esserlo +per tutta la vita. + + + + +UNA VOCAZIONE. + + +--Cosa volete? È una necessità... disse il signor Cantinelli avviandosi +verso l'uscio, con un sorriso un po' forzato, sul viso giallastro. Il +Signore m'ha tolta troppo presto la vostra povera mamma... Cosa fare? +Cosa fare? + +Le due ragazze erano sedute una in faccia all'altra, nel vano della +finestra, ai due lati d'un gran telaio sul quale era stesa una stoffa di +seta bianca, destinata a diventare, quando il ricamo fosse finito, uno +stendardo da portare in processione per la festa della Madonna del +rosario. + +Non alzarono gli occhi dal lavoro, e non risposero. + +Il signor Cantinelli stette un momento esitante tra il parlare ancora e +l'andarsene. Aveva detto quanto doveva dire; la nuova ufficiale del suo +secondo matrimonio. Ma quel silenzio, quella freddezza delle sue +figliole, lo lasciavano scontento. Era buono; avrebbe voluto vedere +tutti soddisfatti. E d'altra parte, non poteva nè voleva rinunciare alle +seconde nozze. Cercò di strappare una parola d'approvazione alle ragazze +dicendo: + +--Il Signore ha stabilito così, e sia fatta la sua volontà, nevvero +figliuole? + +--Tu sai quel che fai babbo... rispose la Bianca in fretta, senza +guardarlo. + +La Paola non rispose affatto. + +Allora il signor Cantinelli insinuò la sua persona piccola, ossuta e +magra, traverso l'uscio socchiuso, e, sempre con quel risolino compunto +sul largo viso incorniciato dai capelli e dalle basette biondiccie, +richiuse l'uscio pian piano, e senza rumore. + +Quando fu scomparso, le ragazze affrettarono i punti al ricamo, +vergognose di quell'idea che stava fra loro, sentendosi offese nel loro +pudore delicato di giovinette, e non osando parlarne. + +--Dammi il filo d'oro, disse dopo un tratto la Bianca, questo contorno +deve riuscire bellissimo. + +E guardava attentamente il ricamo, come se da un pezzo non avesse +pensato ad altro, ed il discorso di suo padre non l'avesse menomamente +distratta da quel pensiero. + +--Il filo d'oro è nell'armadio, della nostra camera, rispose la Paola. + +Poi, tirando l'ago in fretta e senza guardare sua sorella soggiunse: + +--La nostra povera camera che dobbiamo abbandonare. + +Le tremava la voce ed era tutta convulsa. + +La Bianca arrossì vivamente, ma non rispose, e non si mosse per andare a +prendere il filo d'oro. L'aveva domandato per dir qualche cosa, ma non +le occorreva. + +Intanto la Paola diventava più agitata. Le tremava la mano, ed il +respiro le si faceva corto ed affannoso. Sentiva il bisogno di sfogare +l'amarezza che le si accumulava in cuore di minuto in minuto. + +Quella nuova inaspettata, impreveduta affatto, l'aveva ferita aspramente +nel suo amor proprio di donna di casa, e più che tutto, nel suo pudore +verginale. + +--È crudele, disse fremendo, essere scacciate dalla nostra camera. E +perchè? Da tre anni che dirigo io la casa, ho sempre bastato a tutto, e +non _ha_ mai dovuto farmi rimproveri, mi pare. + +Parlava di suo padre, ma in quel momento non voleva nominarlo. + +--Dobbiamo rassegnarci, rispose la Bianca in tono conciliante, e sempre +cogli occhi bassi. Dacchè non c'è un'altra camera abbastanza vasta... + +--Ma che bisogno c'era della camera vasta... e del resto? esclamò con +impeto la Paola, rizzandosi tutta nervosa, ed andando a parlare ai vetri +della finestra. Non si stava bene tra noi? Che bisogno c'era?... + +--Forse al babbo riesciva d'imbarazzo l'accompagnarci, il vegliare su +noi... Bisogna aver pazienza... suggerì la Bianca, che, sebbene più +giovine di sua sorella, era più positiva, e meno facile ad eccitarsi. + +--Ma che! Ma che! Io ho ventidue anni, mi so custodire da me, e tu pure; +ed usciamo così poco che non può dargli fastidio l'accompagnarci; in +casa non vien mai nessuno ... + +--Sentiva troppo la perdita della povera mamma, ritornò a dire la +Bianca. Aveva bisogno d'una compagna anche lui... + +--Stai zitta! Stai zitta! gridò la Paola febbrilmente, turandosi le +orecchie. Certe cose mi fanno vergogna. La sua compagna l'ha avuta. Dio +gliel'ha tolta; è una disgrazia; ma non ha diritto lui di trovarsene +un'altra. L'amore il matrimonio, devono legare per sempre, per questa +vita e per l'altra. + +--Sai; ciascuno ha il suo modo di sentire... Ora il babbo ha un'altra +affezione... + +--Oh! alla sua età! Un padre di famiglia... pensa! + +E la Paola si pose a ravviare con una fretta convulsa le sete sparse sul +telaio; poi se lo caricò sulle spalle per andarlo a riporre borbottando: + +--Ah! povera mamma! povera mamma! Chi muor muore, e chi vive si fa core! + +La Bianca le andò dietro nella famosa camera che dovevano abbandonare, e +quando il telaio fu appeso al chiodo in fondo ad un grande armadio, +abbracciò, per di dietro, le spalle della sua sorella maggiore, e +posandole la guancia sulle treccie per non incontrare il suo sguardo +durante quel discorso imbarazzante, le susurrò: + +--Cerchiamo di prendere la cosa in buona parte, Paola. È il nostro +babbo, ed è buono; non tocca a noi di giudicarlo. + +--Io non posso a meno di soffrire; farò male, me ne confesserò; non so +che farci; c'è qualche cosa dentro di me che s'offende, mi vergogno;... +Non so... Al solo pensarci mi vengono le fiamme al viso. + +E con un gesto di ripugnanza esclamò: + +--Oh! alla loro età! + +--Ma via! Sei un'esagerata! Una sensitiva! Lei ha dieci o dodici anni +più di te; non è vecchia. Non sarà una matrigna. Saremo tre sorelle +invece di due... + +--Che! tre sorelle! ribattè la Paola crollando le spalle. Prima di +tutto, non è già più giovane se ha dodici anni più di me. E poi... +poi... Tu non pensi alle conseguenze... + +E non osò dir altro. Arrossirono tutte e due senza guardarsi, come +avrebbero fatto dinanzi ad un'immagine troppo nuda. + + * + * * + +Il signor Cantinelli era molto devoto; frequentava la chiesa ed i +sacramenti, mangiava di magro il venerdì ed il sabato, non lavorava mai +la domenica nè le altre feste comandate, a costo di morir di noia, ed +era in buona fede. + +Aveva ereditato da suo padre un patrimonio meschino, ed un'intelligenza, +ancor più meschina del patrimonio. + +Aveva tentato di studiare per ottenere un grado accademico, ma non era +riuscito. S'era voluto avviarlo al commercio; ma aveva manifestato, alle +prime prove, un'assoluta incapacità. + +S'era dunque accontentato d'un impiego modesto in una banca, dove la sua +grande onestà gli faceva perdonare di non avere altri meriti. + +Da buon cristiano però egli s'appagava del suo stato; era umile, non +aveva ambizioni. Era stato buon marito, ed era buon padre, affettuoso, +carezzevole, perfino sdolcinato; incapace del menomo atto violento, e +neppure d'alzare la voce. + +Badava a fare il suo dovere, come l'intendeva lui, _da galantuomo e da +buon cristiano_, ed era sempre contento. + +Non desiderava la roba d'altri, e, finchè aveva avuto la moglie, e +finchè gli era durato il dolore d'averla perduta, non aveva mai +desiderata neppure la donna d'altri. + +Appena rimasto vedovo aveva ritirate le sue figliole dal convento, aveva +ceduto a loro la camera nuziale coi due lettini gemelli, ed era andato a +dormire nella cameretta, dove stavano le fanciulle quand'erano piccine. + +La Paola aveva assunto il governo della casa che disimpegnava benissimo, +mettendo in ogni cosa la raffinatezza, l'eleganza, l'idealismo che erano +nella sua natura. + +E, tra il lavoro, le preghiere, le pratiche religiose e le carezze che +prodigava alle figliole, quel buon uomo, tutto tenerume, credeva di +poter durare tutta la vita. + +Ma aveva poco più di cinquant'anni; era vegeto, tranquillo; ed un bel +giorno s'avvide che il desiderio peccaminoso della donna d'altri, o +almeno della donna non sua, cominciava a spuntargli nel cuore. + +Se fosse stato prete o frate, nella sua grande onestà avrebbe ricorso ai +cilici, alle macerazioni, magari alla disciplina, e, di certo non +avrebbe trasgredito il suo dovere. + +Ma, dacchè non aveva fatto dei voti, e gli era possibile di conciliare i +suoi desideri col suo dovere, di farsi anzi un dovere di quanto ora lo +turbava come una tentazione, non gli parve vero di mettersi d'accordo +colla santa madre chiesa e con sè stesso, aggiungendo un nuovo piacere +alla sua vita da cuor contento. + +Sicuro della santità delle sue idee, si mise ad adocchiare le donne che +incontrava, specialmente all'uscire dalla chiesa, per esser certo +d'imbattersi in una sposa timorata di Dio; e non tardò ad accorgersi che +una donnetta, belloccia, piccolina e grassa, faceva accelerare le +pulsazioni del suo cuore, ogni volta che lo sfiorava col vestito +passando, o che fermava a caso gli occhi chiari da bionda, nei suoi. + +Le tenne dietro; seppe chi era, e dove abitava, e che era vedova, senza +prole. Le espose nei termini più onesti la sua domanda, che venne +accettata; e, colla coscienza tranquilla ed il cuore giubilante, andò ad +annunciare alle sue figliole la nuova de' suoi serotini amori. + +Aveva cominciato la confidenza abbracciandole, accarezzandole, +vezzeggiandole, com'era sua abitudine. Ma il rossore, la confusione di +loro a quella rivelazione, lo avevano imbarazzato; e se ne era andato +via un po' impensierito, non potendo capire come mai un fatto legittimo +e santo, come il settimo sacramento, potesse offendere chicchessia. + +Non erano coniugi sant'Anna e san Gioachino, san Giuseppe e la +Madonna...? + + * + * * + +Anche la prima moglie del signor Cantinelli era stata allevata +religiosamente, e, vivendo con quel divoto convinto, era diventata +divota, ed aveva inculcati gli stessi sentimenti alle sue figliole. + +Queste non avevano un vero fervore religioso. Avevano accolti sentimenti +e credenze, senza discuterli, e come cose indiscutibili. Non provavano +gran dolcezza nelle preghiere, nè estasi nella meditazione; non si +commovevano alla confessione nè alla comunione; ma avrebbero creduto di +commettere un'enormità trascurando quei sacramenti, o perdendo la messa +una domenica. + +La Bianca, di carattere sereno e calmo come suo padre, di mente +ristretta, punto fantastica, metteva d'accordo le pratiche religiose e +la vita di famiglia, pensava che un giorno o l'altro la domanderebbero +in moglie, si mariterebbe, avrebbe dei figlioli da allevare; ed +aspettava tranquillamente quell'avvenire che le sorrideva. + +La Paola, invece, aveva un ideale poetico, mezzo uomo e mezzo angelo; +pensava all'amore come ad una musica serafica, ad un vincolo misterioso, +solenne ed eterno; il matrimonio se lo figurava «il traversare la vita +tenendosi per mano». Era per lei il colmo della poesia, un quadro di +bellezza, di gioventù, di luce e d'azzurro. + +Nessuno le mostrava mai la parte vera e positiva dell'esistenza nel +matrimonio. Sua sorella, meno idealista, la vedeva da sè. Ma lei avrebbe +avuto bisogno di un correttivo alla mente troppo immaginosa ed alla sua +sensibilità eccessiva. + +E questo correttivo non lo trovava di certo nell'ambiente in cui viveva. +Il riserbo della vita monastica, nel convento, aveva anzi aumentata la +sua suscettibilità. La menoma parola meno che pura, o che lei credesse +tale, la faceva arrossire. Se stava cucendo una camicia, quando entrava +qualcuno, la nascondeva in fretta come una cosa indecente, e per quanto +poteva, evitava persino di nominarla. + +In casa loro non c'erano quadri nè statue profane. Nell'entrata c'era +una nicchia con una statua della Madonna dinanzi alla quale ardeva +sempre un lumicino. Nella camera delle ragazze c'era un'altra madonnina +di gesso. Un bambino Gesù di cera, che riposava da anni ed anni sotto +una campana di vetro nel salotto, era stato pudicamente vestito di una +tunichina di seta bianca, che il tempo aveva ingiallita; e le ragazze +l'avevano veduto sempre così. + +Non erano mai state in una pinacoteca, nè ad una esposizione artistica; +e, persino in istrada, il signor Cantinelli studiava dei giri viziosi +per non farle passare dinanzi ai monumenti, dove avrebbero potuto vedere +qualche figura di donna col petto scoperto o qualche puttino nudo. + +Avevano letti i romanzi della contessa di Segur, della signora Fleuriot, +del padre Bresciani, ed altri dello stesso genere. Ma questi appunto +avevano fomentate le aspirazioni idealiste della Paola, che, nelle +coppie di sposi, voleva vedere soltanto dei Malek Hadel e delle Matilde. + +In tanta purezza d'azzurro, quel matrimonio d'un uomo vecchio con una +donna matura, quel discorso del cambiamento di camera per cedere a loro +la camera comune coi due letti gemelli, suscitò tutte le ripugnanze +della poetica Paola. + +L'amore vecchio, che s'adagiava senza riserbo dov'era passato un altro +amore giovine e pieno delle ingenuità e dei rossori dei primi +sentimenti, offendeva la sua delicatezza di fanciulla, la metteva +nell'imbarazzo, come se avesse commessa lei un'azione sconveniente. + +Il signor Cantinelli presentò le sue figlie alla sposa in una visita di +cerimonia, nella quale si contenne con un grande riserbo; e poi affrettò +le nozze per uscire da quella situazione difficile. + +Fece colla sposa un brevissimo viaggio di nozze, perchè i suoi mezzi e +l'impiego non gli permettevano di prolungarlo e perchè, come padre +affettuoso e compreso del suo dovere, non voleva lasciar lungamente due +giovinette sole. + +E dopo otto giorni tornò a custodirle, offrendo agli occhi modesti delle +due fanciulle, pei quali s'era messa una camicia al bambino Gesù, lo +spettacolo della sua luna di miele; certi baci e certe occhiate da fare +arrossire la Vergine di gesso nella sua nicchia. + +Faceva il suo dovere di sposo cristiano amando la sposa che Dio gli +aveva concessa; e, del resto, era carezzevole per natura, baciucchiava +la moglie come baciucchiava le figlie; di atti scandalosi non sarebbe +stato capace di commetterne; e la sua coscienza non gli rimproverava +nulla. + +Infatti la Bianca non ci vedeva alcun male. + +Quando sua sorella usciva dal salotto tutta rossa ed indignata, +spingendosi indietro l'uscio, per isfuggire la vista di quelle carezze, +lei la seguiva e le diceva: + +--Ma perchè ti agiti a questo modo, Paola? Non vuoi che il babbo voglia +bene alla sua sposa? È la religione stessa che comanda agli sposi +d'amarsi. + +La Paola non rispondeva, come non aveva parlato neppur prima. Non si +rendeva ragione della ripugnanza che provava. Non faceva un torto a suo +padre della sua tenerezza. Ma sentiva che ognuna di quelle carezze +distruggeva una sua illusione; le faceva vedere vecchio, brutto, +materiale, l'amore che lei aveva collocato in alto, sulle nuvole, puro e +bello come una visione di cielo; profanava il suo idolo. + +La Bianca la capiva in parte, ma non poteva ragionarla molto. Era un +argomento troppo scabroso per loro. Tutt'al più le diceva: + +--Tu hai troppa poesia in testa. Ti figuri che tutti abbiamo le tue +delicatezze. Invece il mondo è differente; e bisogna pigliarlo com'è. Se +vorrai maritarti, mia cara, ti ci dovrai avvezzare. + +--No, è impossibile, diceva la Paola, se il matrimonio è così non ne +voglio sapere. + +--Ma come vuoi che sia? insisteva la Bianca, vincendo un poco l'usato +riserbo del loro parlare, per dare un poco d'ilarità alla sorella troppo +ideale. Vuoi che due sposi stiano a guardarsi da lontano come due papi +di gesso? Se si fanno qualche carezza, non ci vedo nulla di male. + +La Paola crollava le spalle e stava zitta. Infatti non avrebbe potuto +dire che ci vedesse del male neppur lei. + +Ma non trovava più bello il matrimonio, dacchè lo vedeva così, e si +sentiva profondamente delusa, e soffriva della sua delusione, e non +sapeva più cosa desiderare nè cosa sperare, dacchè il suo sogno era +svanito. + +A forza di isolarla in un ambiente di purezza ideale, di parlarle col +frasario convenzionale inventato per le ingenue, di accarezzare il suo +pudore esagerato e ritroso da sensitiva, l'avevano lasciato esaltare +fino alla mania. + +Co' suoi ventidue anni e la sua intelligenza, non poteva serbare +l'indifferenza e la fede d'un'ingenua; capiva che fin allora s'era +ingannata; si sentiva fuori dalla normalità; ma non poteva vincere le +sue impressioni, la sua delicatezza nervosa, e soffriva, piangeva, si +eccitava. + + * + * * + +Dopo alcuni mesi la sposa cominciò ad abbandonarsi sulle poltrone in +abito discinto, e lo sposo, più tenero verso di lei, parlava tutto +ringalluzzito, di «quello che verrà,» della culla, dell'allattamento. + +Erano discorsi nuovi in quella casa, dove era molto se, arrossendo e +chinando gli occhi, si diceva che «una tale signora aveva comperato un +figliolo». + +La Paola aveva finito per isolarsi quanto era possibile, nella sua +cameretta. + +Lavorava e pregava in silenzio, teneva sempre gli occhi bassi, ed a poco +a poco, la sua ritrosia sempre allarmata, le aveva dato un aspetto +rigido. + +Un giorno il signor Cantinelli la prese a parte e le disse: + +--Sai, figliola mia, che t'avvicini ai ventitre anni? Non è per dire che +invecchi, gioia mia, ma perchè è tempo di darti marito. Sono certo che +lo desideri. + +--No, no, no! esclamò arrossendo la Paola. + +--Via! tutte le ragazze dicono così. Ma quando lo trovano sono +contentone. E tu l'hai trovato. + +--Non m'importa: Non lo voglio... + +--Ma, no, bimba mia. Non far la ritrosa. Credi che io non abbia capito +che tu ci pativi a veder me e la Rosa che ci vogliamo bene? Ho visto che +avevi spesso gli occhi rossi, specialmente dacchè abbiamo delle +speranze... Si sa, una ragazza alla tua età, desidera d'andare a posto +anche lei, e la vista della felicità degli altri aumenta la sua +impazienza... + +--Babbo. Ti giuro che non desidero di maritarmi. Voglio farmi monaca... +esclamò la Paola tutta nervosa. + +--Non hai mai manifestata questa vocazione, Paola cara. È mio dovere di +esortarti a pensarci seriamente. Darsi al Signore è una buona, una santa +cosa; ma bisogna averne la vocazione; ed io credo d'aver osservato che +tu hai delle altre aspirazioni... + +--Nessun'aspirazione. Hai osservato male, interruppe aspramente la +Paola. Voglio farmi monaca. È un pezzo che ci penso... + +--Ma senti, almeno, quanto volevo dirti. È il nostro fabbriciere della +parrocchia che m'ha parlato d'un buon partito per te... + +--Oh Dio! No no! Com'è possibile sposare uno che non si conosce? No. +Voglio farmi monaca. Digli di no. Nè lui, nè nessuno. Odio questi +matrimoni... + +--Ebbene, insistè il padre, aspetta ancora. Ne troverai uno ti tuo +gusto. Ma intanto questo dovresti vederlo. È un'ottima persona, timorata +di Dio, ed un bell'uomo. Un po' maturo, ma ancora vegeto... + +Queste ultime parole misero addirittura in convulsione la povera +sensitiva, che si nascose il volto gridando di no, che non voleva +saperne, che aveva una assoluta ripugnanza pel matrimonio, che si +sentiva una gran vocazione per la vita monastica, che voleva cominciare +il noviziato, subito, subito... + +In un'altra famiglia quella vocazione senza fervore religioso, +improvvisa e tenace, avrebbe inspirato delle diffidenze, e spinto il +padre ad indagarne il movente. + +Ma in casa Cantinelli, si diceva con convinzione che «darsi al Signore è +una santa cosa quando si ha la vocazione»; e, dacchè la fanciulla +affermava d'averla, il padre devoto avrebbe creduto d'andar contro il +volere di Dio, ostinandosi a contrariarla. + +Una volta presa quella risoluzione, la Paola affrettò le cose, e riesci +ad entrare in convento prima che la sua matrigna partorisse. + +L'idea di trovarsi in casa in quel momento le dava i brividi. + +La Bianca non poteva consolarsi della lontananza di sua sorella. Tanto +più che la Paola, a misura che s'era abbandonata a' suoi scrupoli, s'era +andata separando moralmente da lei, come se le facesse un torto +d'accettare quello stato di cose che le pareva scandaloso. + +Nel suo isolamento la povera Bianca sentiva il bisogno di qualcuno da +amare e da proteggere, come aveva fatto colla sua sorella maggiore. + +A poco a poco si venne affezionando alla matrigna, che era buona e che +aveva bisogno d'assistenza. E quando, due mesi dopo, la sposa la fece +chiamare nella sua camera una mattina, e le presentò un visino violaceo +di bimbo, tutto contornato di fasce e di trine, con due piccoli pugni +stretti che si agitavano inconscientemente fuori dalle fascie, si sentì +tutta intenerita, e pianse di commozione baciando quel nuovo fratello. + +Il giorno stesso scrisse alla Paola: + +«Rinuncia all'idea di abbandonarci per sempre. Torna fra noi. Dio ci ha +mandato un fratellino, piccino e bello come il bambino Gesù. Me lo +lasciano tenere a battesimo da me. Ma se tu vieni ti cederò questa +gioia, e lo chiameremo Paolo, e sarà il tuo fratellino. Quando il +Signore ne manderà un altro quello sarà il mio...» + +La rigida novizia strappò la lettera, e rispose che era più ferma che +mai nel suo proposito di farsi monaca. + +Infatti, otto mesi dopo pronunciò i voti. + + +Col volto pallido, gli occhi sempre bassi, l'aspetto rigido, suora Paola +Immacolata è ora la monaca più fredda e severa del convento. + +Le educande tremano dinanzi a lei, che aspra, nervosa, eccitabile, +aggrava tutte le mancanze e le punisce con un rigore eccessivo ed +inesorabile. + +Quando il signor Cantinelli va a farle una visita traverso la grata del +parlatorio, e la trova gelida, indifferente, completamente staccata da +lui, dalla Bianca, e che non parla mai dei nuovi fratellini che non vide +neppure, torna a casa dicendo: + +--Era una vera vocazione. Il suo cuore era tutto per Dio e per la +religione. Non ha altri amori. Era una vera vocazione. + +La Bianca è la sola che, nella sua semplice bontà, vede qualche cosa di +anormale che non capisce, ma sente, nell'anima di sua sorella; e dice +crollando il capo: + +--Chissà! Forse se fosse stata allevata diversamente... + + + + +RACCONTO ALLA VECCHIA MANIERA. + + +La Carmela aveva conosciuto il suo fidanzato alla Sagra di Galliate. +C'era andata con una sorella del parroco, e s'era trovata tutta confusa +quando arrivando, aveva veduto nel cortile, una folla nera di preti. Non +aveva ancora sedici anni, ed era naturale che fosse molto timida. Aveva +detto alla sua compagna: + +--Ma non ti pare che si dovrà stare in una gran suggezione, noi due sole +fra tanti preti? + +La compagna, che era maggiore di lei di parecchi anni, le aveva +risposto: + +--Se avessi creduto di non veder altri che preti non sarei partita da +Novara, e non t'avrei invitata, poverina. + +Poi aveva soggiunto con un luccicchio giulivo negli occhi: + +--Verrà Giusto, e verrà mio fratello Gaudenzio. + +Giusto era il suo fidanzato, un giovine medico, che aspettava d'essere +nominato medico condotto di Oleggio per isposarla. Ed il fratello +Gaudenzio era uno studente che faceva il quarto anno di legge +all'università di Torino, e che l'Amalia vagheggiava di vedere +innamorato e fidanzato della sua amica. + +Infatti poco dopo arrivarono Giusto e Gaudenzio, con una frotta d'amici, +tutti studenti che erano a Novara in vacanza, fra i quali Mario +Pedrazzi, che aveva ventidue anni, e stava per prendere la laurea da +ingegnere. + +Era bello, biondo, coi capelli ondulati e rigonfi, cogli occhi d'un +grigio chiaro, grandi, un po' infossati, pieni di languidezza e di +mistero. + +Quegli occhi meravigliosi s'erano subito fissati negli occhioni neri +della Carmela, come per magnetizzarla. E l'avevano magnetizzata. + +Prima del pranzo c'era stata la presentazione; a pranzo, seduti accanto, +avevano fatto conoscenza; dopo pranzo, passeggiando in giardino dietro +gli altri due già fidanzati, Mario aveva detto delle cose molto +sentimentali, e la Carmela s'era sentito rimescolare il sangue e +sussultare il cuore; ai vespri avevano sempre tenuti gli occhi fissi +l'uno nell'altro, lasciando che quelle occhiate lunghe e languide +dicessero tutto quanto volevano dire; e la sera, andando alla stazione +per ripartire, lungo la strada buia, Mario, che dava il braccio alla +Carmela, le aveva presa la mano che si appoggiava sulla manica della sua +giacchetta, e le aveva sussurrato: + +--Cara... cara... + +La Carmela non aveva risposto, e lui non aveva aggiunto altro. Ma +avevano continuato a camminare colle mani unite, col braccio di lei +stretto fortemente fra il petto ed il braccio di lui, ed avevano +scambiato ogni sorta di confessioni, di proteste, di promesse in quel +lungo silenzio d'amore. + +Poi, a Novara, quando lei gli aveva stesa la mano alla stazione, prima +d'andarsene col suo babbo che stava ad aspettarla, Mario aveva +sussurrato: + +--Per sempre...? + +E lei aveva chinato il capo con un sì molto sommesso, ma molto chiaro e +risoluto. + +Ma da quel momento non c'erano più stati ravvicinamenti simili fra loro. + +L'Amalia, risentita che la sua amica avesse scelto per l'appunto un +altro invece di suo fratello, s'era messa a trattarla con freddezza, a +stare a distanza, e poco dopo s'era sposata, ed era partita col marito +per Oleggio. + +Intanto Mario era partito di nuovo per Torino a compiere gli studi. + +Ma appena tornato a Novara colla laurea, s'era messo a passare parecchie +volte al giorno sotto le finestre della Carmela, a seguirla in istrada, +da lontano, perchè, naturalmente, lei non usciva sola, a fissarla col +canocchiale tutta la sera, quando gli accadeva di vederla in teatro. + +Parecchie volte s'erano incontrati a qualche festa da ballo di famiglia, +ed allora lui aveva ballato quasi esclusivamente con lei, e le aveva +detto delle cose molto significative, per lei che, grazie al precedente +di Galliate, era in grado di interpretarle: «Che lui aveva sempre avuto +una gran preferenza per le donne brune. Che i dintorni di Novara non +erano poi tanto privi di bellezze pittoresche come si diceva. Lui +trovava che Galliate era un luogo pieno di poesia. Lui vagheggiava un +ideale modesto: avviarsi bene nella sua carriera, associare alla sua +esistenza una dolce compagna, bruna, e passare la vita tra lo studio e +lei, in una bella Casina elegante e piccola...» + +Erano i suoi disegni d'avvenire che le comunicava a quel modo; e la +Carmela ne era felice. + +Due volte il suo babbo le aveva fatte delle proposte di matrimonio. Ma +lei, fedele al fidanzato del suo cuore, aveva rifiutato con un pretesto, +per non tradire il suo segreto. + +Intanto erano passati tre anni. La Carmela ne aveva dicianove. Mario +aveva messo uno studio, e faceva buoni affari. Era tempo di chiudere +quel romanzo di amore, che tutta la città conosceva, ed al quale ogni +mala lingua faceva un'aggiunta, e molti commenti. + +La Carmela in quei tre anni s'era cucito tutto il corredo, s'era +preparati molti ricami in colore, per le poltrone del suo futuro +salotto, aveva imparato a fare delle conserve, a riporre le frutta per +l'inverno, a preparare dei liquori casalinghi, per essere una massaia +modello. + +Ed aspettava fiduciosa e serena d'essere chiamata a mettere in pratica +quelle cognizioni preziose, quando ad un tratto, in una casa terza, in +un giorno di visita, in mezzo ad un circolo di signore, si sentì gettare +brutalmente in faccia la nuova tremenda, che distruggeva tutto il suo +avvenire: + +«L'ingegnere Pedrazzi è sposo.» + +Non svenne, come succede nei romanzi, e non abbreviò neppure la sua +visita per non farsi scorgere. E stette a sentire le doti e la dote +della sposa; una bella dote, perchè Pedrazzi aveva sempre aspirato a +fare un ricco matrimonio; era un giovine serio, badava al sodo, era +certo che farebbe una bella carriera... + +Appena tornata a casa, la Carmela si rinchiuse nella sua camera, e +pianse finchè ebbe lacrime negli occhi. + +Dovette fare uno sforzo per andare a tavola; ma aveva il viso stravolto, +e non mangiò nulla. Se ci fosse stata una mamma, una parente in casa, si +sarebbe avveduta che c'era un guaio. Ma la Carmela viveva sola col suo +babbo, vedovo, il quale badava più agli affari che a lei. E potè +abbandonarsi alla sua desolazione senza essere interrogata. + +Passò la notte intera a ripensarci. + +Certo non avrebbe più osato ricomparire in città dopo una simile +mortificazione. Avrebbe preferito morire. Ma non si muore quando si +vuole. + +La Carmela aveva una sorella molto maggiore di lei, maritata già da +cinque anni con un ricco possidente di un villaggio presso Santhià. + +S'era sposata quando la sorella più giovine era in collegio, e si +vedevano una volta all'anno a San Gaudenzio, quando la signora De +Lorenzi andava a Novara a passare quel giorno solenne nella casa +paterna. + +Era naturale che la Carmela pensasse d'andare in quella circostanza da +sua sorella. + +Ne parlò a suo padre, il quale consentì facilmente, e telegrafò per +annunciare la sua partenza. Ma ricevette un telegramma che le diceva di +non moversi, ed in seguito una lettera, che spiegava il telegramma. + +Nel paese infieriva la difterite, e la signora De Lorenzi assisteva i +suoi coloni ammalati, prima per sentimento di carità, poi per conservare +la popolarità del marito, che era sindaco, e non disperava di diventare +deputato alle prime elezioni. + +Ma questo non iscoraggiò la Carmela. La morte, nello stato d'animo in +cui si trovava, non le faceva paura. E ad ogni modo non voleva rimanere +a Novara a nessun costo. + +Disse a suo padre: che lei non aveva più pace al pensiero che sua +sorella era sola, esposta al pericolo d'un contagio, che voleva andare +ad aiutarla, a dividere la sua sorte, ad assisterla, in caso che si +ammalasse, a morire con lei... + +E si mostrò, o parve, nel suo eccitamento, animata da tanto affetto +fraterno e da tanto sentimento di carità, che suo padre le concesse di +partire. + +Soltanto, lui non poteva accompagnarla. Era professore in un liceo +privato, ed, in coscienza, non poteva correre il rischio di portare il +contagio ai suoi allievi. + +Fors'anche non gli garbava di pigliarlo neppure per sè. Però conosceva +un possidente di Tronzano, presso Santhià, che, di solito, era sempre a +Novara, nei giorni di mercato, e disse: + +--Vedrò. Se Beltrami è qui, domattina lo pregherò d'accompagnarti. + +Beltrami c'era. Accettò cordialmente l'incarico, prese la valigia della +Carmela e fece entrare la signorina in un vagone di prima classe, dove +rimasero soli. + +Era un vecchio signore grasso coi capelli grigi. + +La Carmela si rincantucciò in un angolo del vagone, e, col viso contro +il vetro del finestrino, stette a guardare i prati verdi ed umidi, le +risaie gialle allagate da un'acqua sudicia, tutta quella campagna +monotona, il cui piano liscio, sterminato, era appena interrotto da +qualche filare di gelsi, da pochi ciriegi selvatici sui quali +s'arrampicavano le viti, dalle case coloniche isolate, rozze, povere. + +E pensava: + +--Ecco; la mia vita omai scorrerà triste, monotona come questa pianura. +Arriverò a cinquant'anni, come sono oggi; più vecchia, più brutta, ma +senza gioie, dacchè non ho più amore nè speranza... Preferirei pigliare +la difterite e morire... sarebbe finita! + +Sbirciò un'occhiata al vecchio signore, e vedendo che aveva spiegata la +_Perseveranza_, e leggeva attentamente il bollettino della borsa, ne +profittò per piangere liberamente. + +Ma il suo compagno non era tanto assorto nel bollettino della borsa da +non udire i piccoli singhiozzi che le sfuggivano. + +Si volse stupito, stette un tratto a considerarla, poi lasciando la +_Perseveranza_ abbandonata sul sedile, le si fece accosto e le disse: + +--Come! Piange? Un'eroina? + +La Carmela stava in un momento d'eccitazione. Aveva bisogno di sfogo, ed +in un impeto di sincerità esclamò: + +--No, non dica... Io non sono un'eroina! + +--Ma se va a sfidare la morte per curare i contadini difterici... + +Il signor Beltrami diceva questo con un'ombra d'ironia. Non amava gli +atteggiamenti drammatici, e le ostentazioni d'eroismo inutile. + +La Carmela intuì quella disapprovazione per quanto celata, e ne fu +punta. Quel vecchio signore aveva un'aria buona ed intelligente nel +volto florido, negli occhi scintillanti come quelli d'un giovinotto. Le +inspirava fiducia, ed avrebbe voluto che la stimasse; e senza +rifletterci molto, tornò a dire: + +--Ma io non vado a sfidare la morte. Vado a cercarla, o vado a +nascondermi perchè ho un gran dispiacere, e non ho il coraggio di +sopportarlo. Ecco che eroina sono! + +E ricacciando il volto nella pezzuola, che era già tutta bagnata, +riprese a piangere, senza ritegno, un po' sollevata da quella +confidenza. + +Il vecchio signore lasciò che si sfogasse un poco, ed intanto la guardò +fisso con occhio di profonda pietà; poi le disse: + +--Via, ora smetta di piangere. Le fa male, e si fa gli occhi gonfi che è +un peccato. Mi confidi il suo gran dispiacere. Faccia conto ch'io sia il +suo babbo... Ma non tanto severo come lui; un babbo indulgente, pieno di +compatimento pei dispiaceri della gioventù, e disposto a ricevere le sue +confidenze con cuore da amico... Dica, via. Vuole che siamo amici? Vuol +dirmi perchè è afflitta, perchè piange? + +Era appunto quanto aveva bisogno quel povero cuore crucciato ed oppresso +dal suo cruccio segreto. Un amico a cui confidarlo. Rispose senza +scoprirsi il volto, perchè si vergognava: + +--Piango perchè il mio amante mi ha abbandonata. + +Il vecchio signore fece un balzo sul sedile, ed esclamò meravigliato: + +--Il suo amante? Lei aveva un amante? Ma quanti anni ha? + +--Ne ho diciannove. Erano già tre anni che ci si voleva bene... + +--Ma il suo babbo, che è tanto severo, le permetteva questa relazione? + +--Non la sapeva. + +--Non avrà saputo in che rapporti erano; ma infine, che lei conosceva +quel giovinotto, che veniva in casa sua, doveva pure saperlo... + +--Ma no. Non veniva in casa mia... + +Il vecchio signore stette un tratto confuso, poi riprese un po' +esitante, e colla voce un po' meno dolce: + +--Allora era lei... Dove lo vedeva, insomma? + +--Lo vedevo dal balcone. + +--Ah! esclamò il signor Beltrami; ed i suoi occhi brillarono più che +mai, ed il suo volto tornò sereno. Riprese l'interrogatorio +coll'indulgenza di prima. + +--E, si scrivevano? + +--No... + +--Ma come avevano fatto per sapere di volersi bene? Avevano pure dovuto +dirselo, o scriverlo... + +La Carmela era tutta mortificata. Infatti non se l'erano detto nè +scritto. Volle narrare la storia di Galliate, ma quel vecchio signore, +alla sua età, aveva perduto di vista gli amori giovanili, e rispose +quasi ridendo: + +--Se non c'è altro, figliola mia, non è un amante che ha perduto, è un +sogno che s'è dileguato. + +Le prese tutte e due le mani in una delle sue che era grossa e forte, le +pose l'altra sulla fronte, e rispingendole il capo indietro per +guardarla negli occhi, le disse: + +--Lei non sa cosa sia l'amore. + +In quella lo sportello fu aperto con impeto, ed i guarda freni passarono +gridando: + +--Vercelli! Vercelli! Chi scende? Dodici minuti di fermata... +Vercelli!... + +Il vecchio signore scese, ed andò al caffè a bere una tazza di birra. + +La Carmela un po' stupita dal discorso che avevano fatto, dal vuoto che +aveva dovuto riconoscere nel suo passato, tenne dietro collo sguardo a +quell'uomo attempato, che le aveva inspirata tanta fiducia. + +Non era punto grasso, come le era parso alla prima. Era robusto. Teneva +il cappello in mano facendosi aria, ed i suoi capelli grigi, ritti sul +capo, foltissimi, facevano una bella cornice al volto fresco. Aveva le +sopraciglia ed i baffi castani, appena brizzolati di qualche filo +d'argento. E camminava leggero, svelto. Da lontano le accennò se volesse +bere, ed i suoi occhi neri brillarono come due fiamme. + +La Carmela nel suo profondo abbandono, provò un'ombra di gioia al vedere +che quel vecchio amico, non le aveva perduta la considerazione, e +sembrava volerle bene anche dopo la sua confidenza. Ed era stupefatta +d'avergliela fatta quella confidenza, così, subito, conoscendolo appena. +Ma le pareva di conoscerlo da un pezzo. Era così ardito, insinuante, ed +aveva una voce così calda, e guardava così direttamente negli occhi. Non +si poteva mentire con lui. + +Del resto cosa le importava? Non lo sapeva tutta Novara il suo segreto? + +Il vecchio signore risalì, tornò a sedere al suo posto, e riprese la +_Perseveranza_ senza parlare. I guarda freni chiusero i vagoni, il +convoglio si mosse, ed i due amici rimasero ancora soli. + +Ad un tratto il vecchio signore si alzò, andò a sedere accanto alla +Carmela, le prese la mano che lei teneva abbandonata in grembo e le +disse, come se continuasse il discorso di poco prima: + +--L'amore, figliola mia, il buono, il vero, non si accontenta di quelle +lunghe separazioni mute, senza una manifestazione, senza uno sfogo. +L'amore non bada alla laurea dell'uomo, alla dote della donna, a nessuna +considerazione d'interesse. Un uomo che ama arde tutto, freme, desidera +con forza, con passione; va direttamente al suo scopo, e domanda +francamente, impaziente alla donna che ama: + +«--Vuoi esser mia?» + +Nell'enfasi di quel discorso, il vecchio signore aveva attirata a sè la +mano che stringeva, e guardava la Carmela negli occhi tanto davvicino, +che il suo alito le sfiorava la bocca. + +Non era più vecchio. Era un uomo forte, appassionato e bello. + +Quelle parole entravano acute, pungenti nel cuore della Carmela, e le +faceva sentire amaramente che, infatti, non era stata amata mai, che +s'era illusa. Eppure doveva essere una dolce cosa sentirsi amata così. +Una dolce cosa, che lei non proverebbe mai... + +Ma mentre pensava questo, invasa da una gran voglia di piangere, di +piangere, sul petto di quell'amico di un'ora, che le parlava con tanto +calore, sentì un braccio forte e tremante stringersi intorno alla sua +vita, e quella voce dolce e profonda ripetere: + +--Di' vuoi? Voi essere mia moglie, mia compagna nel bene come nel male? +Vedi, io ti conosco da un'ora, ti amo da un'ora, forse da meno, ma non +aspetto domani a dirtelo. + +Poi soggiunse colla disinvoltura d'un uomo avvezzo alle tempeste della +vita: + +--È vero che ho trent'otto anni, e non ho molto tempo d'aspettare. + +E vedendo che la Carmela non parlava, ma tremava tutta e non cercava di +sciogliersi dal braccio che la stringeva, riprese: + +--Non temere, bambina... So chi sei, e non dimentico che t'hanno +affidata a me. Non ti domando che una parola. Di' non ti spaventano i +miei capelli grigi? + +La Carmela abbandonò il capo sulla spalla di lui, susurrando: + +--Oh no! no! + +Scendendo alla stazione di Santhià, il vecchio signore si fece incontro +alla sorella della Carmela dicendole: + +--Le presento la mia sposa. Glie l'affido soltanto per poche ore, e la +riconduco subito a Novara, perchè ha una gran paura della difterite. + +La signora De Lorenzi osservò: + +--T'avevo pur detto, di non venire, Carmela. + +E la Carmela, dando uno sguardo al suo compagno, rispose: + +--Allora non avevo paura di morire. + + +FINE. + + + + + INDICE + + + Cara Speranza _pag._ 1 + Il «Curare». Racconto di Natale » 29 + Suor Maria. Racconto di Natale » 73 + Silenzi d'Amore » 125 + Una Vocazione » 165 + Racconto alla vecchia maniera » 197 + + + + + + Nota del Trascrittore + + Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo + senza annotazione minimi errori tipografici. I numeri di pagina + indicati nell'Indice, anche se errati, sono stati conservati. Sono + stati corretti i seguenti refusi (tra parentesi il testo originale): + + Pag. 20 - era spaventata [spaventa] all'idea + 92 - abbottonato a sghembo [sgembo] + 124 - s'udiva uno strano rumore [rumure] + 130 - Aveva realmente le attrattive [attrative] + 147 - se ne entusiasmò [entusiastò] + 180 - gli era possibile di conciliare [concigliare] + 181 - gli occhi chiari da bionda [bionde] + + Grafie alternative mantenute: + + Turiddu / Turiddo + qua / quà + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Cara Speranza, by +Maria Antonietta Torriani Torelli-Viollier + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CARA SPERANZA *** + +***** This file should be named 34518-8.txt or 34518-8.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/3/4/5/1/34518/ + +Produced by Claudio Paganelli, Barbara Magni and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. 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Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. diff --git a/34518-8.zip b/34518-8.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..5d0878e --- /dev/null +++ b/34518-8.zip diff --git a/34518-h.zip b/34518-h.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..893a70b --- /dev/null +++ b/34518-h.zip diff --git a/34518-h/34518-h.htm b/34518-h/34518-h.htm new file mode 100644 index 0000000..b82e393 --- /dev/null +++ b/34518-h/34518-h.htm @@ -0,0 +1,5914 @@ +<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN" + "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd"> + +<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it"> +<head> + <meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=iso-8859-1" /> + <title> + Cara Speranza, by Marchesa Colombi + </title> + <style type="text/css"> +body {margin-left: 10%; margin-right: 10%;} + +hr {width: 70%; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em;} +hr.tiny {width: 10%;} + +.ast {text-align: center; font-size: 120%;} + +p {margin-top: .5em; margin-bottom: 0em; line-height: 1.2;} + +h1,h2,h3 {text-align: center; font-style: normal; +font-weight: normal; line-height: 1.5; margin-top: .5em; margin-bottom: .5em;} +h1 {font-size: 200%;} +h2 {font-size: 150%; margin-top: 4em;} +h3 {font-size: 120%; margin-top: 1.5em;} + +h2+p {margin-top: 4em;} + +.center {text-align: center;} + +.pagenum {position: absolute; left: 95%; font-style: normal; + font-weight: normal; font-size: 65%; text-align: right; color: #999999; + background-color: #ffffff;} + +.spaced1 {margin-left: 1em;} + +.spacedhalf {margin-left: .5em;} + +.pad4 {margin-top: 4em;} + +.pad2 {margin-top: 2em;} + +.small {font-size: 70%; } + +.smcap {font-variant: small-caps; } + +table {margin-left: auto; margin-right: auto; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em;} +table.toc {width: 70%;} +td {vertical-align: top; text-align: left;} +td.number {text-align: right; vertical-align: bottom;} + +.tnote {background-color: #F5F5DC; color: #000; padding: 1em; + margin: 1em 5%; font-family: sans-serif; font-size: 90%;} +.tnote h2 {font-weight: normal; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em; } +.tnote ul {list-style-type: none;} + +.poem {margin-top: 1em; margin-bottom: 1em; + margin-left: 10%; margin-right: 10%; + text-align: left; font-size: 95%; } +.poem p {margin-top: 0; margin-bottom: 0;} +.poem p.i4 {margin-left: 3.5em;} + </style> + </head> +<body> + + +<pre> + +The Project Gutenberg EBook of Cara Speranza, by +Maria Antonietta Torriani Torelli-Viollier + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Cara Speranza + +Author: Maria Antonietta Torriani Torelli-Viollier + +Release Date: November 30, 2010 [EBook #34518] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CARA SPERANZA *** + + + + +Produced by Claudio Paganelli, Barbara Magni and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + + + + + +</pre> + + +<p class="center">La Marchesa Colombi</p> + +<hr class="tiny" /> + +<p> <br /> </p> + +<h1>Cara Speranza</h1> + +<p> <br /> <br /> </p> + +<p class="center">MILANO<br /> + +<span class="small">CASA EDITRICE<br /> +DI</span><br /> +C. CHIESA · F.lli OMODEI · ZORINI e F. GUINDANI<br /> +<span class="small"><i>Galleria Vittorio Emanuele, N. 17-80</i></span><br /> +1896</p> + +<hr class="tiny" /> + +<p class="center">DIRITTI DI PROPRIETÀ RISERVATA.</p> + +<p> <br /> </p> + +<hr /> + +<p class="pad2 center small">Milano, Tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C.</p> + +<hr /> + +<p class="center pad4 big">INDICE</p> + +<table class="toc" summary="Indice"> + <tr> + <td>Cara Speranza</td> <td class="number"><i>pag.</i> <span class="spaced1"><a href="#CARA_SPERANZA">1</a></span></td> + </tr> + <tr> + <td>Il «Curare». Racconto di Natale</td> <td class="number">» <span class="spacedhalf"><a href="#IL_CURARE">29</a></span></td> + </tr> + <tr> + <td>Suor Maria. Racconto di Natale</td> <td class="number">» <span class="spacedhalf"><a href="#SUOR_MARIA">73</a></span></td> + </tr> + <tr> + <td>Silenzi d'Amore</td> <td class="number">» <a href="#SILENZI_DAMORE">125</a></td> + </tr> + <tr> + <td>Una Vocazione</td> <td class="number">» <a href="#UNA_VOCAZIONE">165</a></td> + </tr> + <tr> + <td>Racconto alla vecchia maniera</td> <td class="number">» <a href="#RACCONTO">197</a></td> + </tr> +</table> + +<hr /><p><span class="pagenum">[5]</span></p> + +<h2><a name="CARA_SPERANZA" id="CARA_SPERANZA"></a>CARA SPERANZA.</h2> + +<p> +Si chiamava Amalia. Però, malgrado +quel nome gentile, era una fra le più +rozze campagnuole delle risaie, quando +si presentò in casa nostra ad offrirsi +come serva.</p> + +<p>S'era messe le scarpe per la solennità +della circostanza, ma, appena vide +il pavimento lucido del nostro gabinetto, +rimase sbigottita e si curvò come per +levarsele. Ci volle di molto a persuaderla +d'entrare calzata com'era.</p> + +<p>Tuttavia non era timida nè selvatica, +come sono, per lo più, le contadine; le +<span class="pagenum">[6]</span> +pareva soltanto una mancanza di rispetto +il mettere sul nostro pavimento le scarpe +che aveva strascinate, per una lunga +camminata, nella polvere della strada +maestra da Momo a Novara. Ignorava +ogni elemento di civiltà, e, nella sua +cortesia istintiva da persona buona, inventava +una civiltà a suo modo, che +riesciva grottesca, sebbene, a conti fatti +valesse forse quanto la nostra. Infatti +nella China si tolgono le scarpe prima +di entrare nelle case. È questione di +usanze.</p> + +<p>In tutta la persona dell'Amalia si +vedevano le traccie della vita e dei lavori +delle risaie. Aveva ventisette anni +ma ne dimostrava quaranta. Il volto era +pieno di rughe, i capelli, folti sulla fronte, +erano tanto radi sul cranio, che frammezzo +alle ciocche, tirate nella legatura, +si vedeva la pelle bianca sollevarsi. +<span class="pagenum">[7]</span></p> + +<p>Portava la pettinatura del nostro contado, +e come tutte le contadine, che quel +peso enorme sul capo rende calve prima +del tempo, suppliva alla capigliatura +mancante con due grosse treccie di cotone, +girate intorno ad un cerchietto di +filo di ferro coperto di tela; ed in quelle +puntava i grossi spilloni di falso argento. +Sui capelli scarsi, quell'edificio non trovava +appoggio sufficiente, e le ballonzolava +dietro il capo. Le mancavano +vari denti, e, traverso quei vuoti, le <i>esse</i> +uscivano sibilanti.</p> + +<p>Ma di questi particolari della sua figura +l'Amalia non si dava il menomo +pensiero. Era forte e sana, sapeva d'aver +ventisette anni. Cosa le importava di +dimostrarne di più?</p> + +<p>Le domandammo se sapesse cucinare.</p> + +<p>Rispose:</p> + +<p> — No. So appena fare la minestra +<span class="pagenum">[8]</span> +alla nostra maniera da contadini, e friggere +le patate ed i fagiuoli; ma ho buona +volontà; imparerò presto.</p> + +<p> — E sai stirare?</p> + +<p> — Neppure. Noi non usiamo stirar +nulla... Ma anche questo potrò impararlo. +Non abbiano paura: la <i>cognizione</i> +non mi manca; capisco subito quello che +mi insegnano.</p> + +<p>Mio padre domandò:</p> + +<p> — E per le informazioni, a chi debbo +rivolgermi?</p> + +<p> — Se vuol andare a Momo, e domandare +alla cascina Pometta, dove sono +stata a servire per tredici anni... Ma +per la fedeltà può mettermi nell'oro, +guardi, che un quattrino, che è un quattrino, +non lo toccherei.</p> + +<p>Le facemmo altre domande, alle quali +rispose con sicurezza, e senza vantarsi +mai. Ci piacque molto, e le proponemmo +<span class="pagenum">[9]</span> +di venire con noi per un mese a titolo +d'esperimento. Accettò, ma non colla +prontezza e lo slancio che le sue risposte +precedenti e le sue maniere espansive +ci avevano fatto aspettare.</p> + +<p>Le domandai:</p> + +<p> — Non sei contenta?</p> + +<p> — Oh, per contenta lo sono di certo...</p> + +<p>Ed esitava sempre.</p> + +<p>Io soggiunsi per incoraggiarla:</p> + +<p> — Siamo soltanto due da servire: il +babbo ed io.</p> + +<p> — Fossero anche dodici, la fatica non +mi fa paura.</p> + +<p>Stette ancora titubante, poi soggiunse +in fretta come per afferrare la risoluzione +prima che le sfuggisse:</p> + +<p> — Ecco; è meglio che glielo dica +addirittura. Io sono una figliola onesta, +non cerco d'andare a spasso, non mi +<i>perdo via</i> coi giovanotti, tiro dritto per +<span class="pagenum">[10]</span> +la mia strada; ma però; cosa serve nasconderlo? +Ho un bersagliere.</p> + +<p>Aveva pronunciato <i>bresagliere</i>, poi +aveva messo fuori un gran sospirone, +come per dire: «È fatta!»</p> + +<p>Questo bersagliere abbuiò subito, coll'ombra +delle sue piume, la fronte di mio +padre, che disse crollando il capo:</p> + +<p> — Uhm. Ho paura che non facciamo +nulla. Ogni volta che andrete fuori avrete +il bersagliere intorno...</p> + +<p>L'Amalia sospirò melanconicamente:</p> + +<p> — Oh! questo non è possibile. Il Re +l'ha mandato in <i>Cicilia</i>.</p> + +<p>Mio padre che era un vecchio Piemontese +devoto alla monarchia ed alla +casa Savoia, approvò vivamente quella +disposizione del Re. E l'Amalia, vedendolo +sorridere, riprese fiduciosamente.</p> + +<p> — Serviva anche lui alla Pometta, ma +allora non era bersagliere. Abbiamo +<span class="pagenum">[11]</span> +cominciato a parlarci, dalla finestra della +cucina che guardava nell'orto, perchè +lui era ortolano. E che bel giovine! Se +vedesse signor padrone, alto come lei, e +più diritto di lei, perchè quello è giovine, +e lei no, pover'uomo! Però noi si +sapeva che doveva andare soldato e ci +promettemmo di aspettarci finchè lui +avesse <i>finito il suo tempo</i>. Sono quattro +anni che gira per la Cicilia, ed io intanto +servo, per mettere un po' di quattrini +da parte; poi, dopo tre anni ancora, tornerà +col suo congedo <i>risoluto</i> e mi sposerà.</p> + +<p>Dacchè il bersagliere era messo al sicuro +di là dal mare, mio padre ammise l'Amalia +ad un mese di prova, dopo il quale +ella tirò via a servire senza che nessuno +sollevasse la menoma obbiezione.</p> + +<p>Era una donna attiva, intelligente, pulita, +e sempre allegra. Diceva <i>casa nostra </i>, +<span class="pagenum">[12]</span> +diceva <i>noi</i>, nominando collettivamente +se stessa ed i padroni, faceva un +mondo d'accoglienze ai visitatori che +venivano, e s'informava della loro salute +come se fossero suoi amici; ma, +in una famiglia alla buona come la nostra, +queste dimestichezze si potevano +perdonare. Imparava ogni cosa con molta +facilità, e trovava tempo per la cucina, +per stirare, per tenere in ordine la casa, +ed anche per correre ogni giorno alla +posta a domandare se c'erano lettere del +bersagliere.</p> + +<p>Ne parlava continuamente. Tutti i vicini +di casa, padroni e servitori, i nostri +conoscenti, i portinai, i bottegai della +contrada, sapevano che l'Amalia aveva +un innamorato bersagliere; ed appena +la vedevano le domandavano ridendo:</p> + +<p> — E così, Amalia? ha scritto il bersagliere? +<span class="pagenum">[13]</span></p> + +<p>Il pollaiolo le regalava dei mazzi di +penne di cappone, che lei metteva da +parte giubilando per «<i>mandarle in Cicilia +alla prima occasione</i>». Provava ad +inalberarle da un lato del suo capo calvo, +e, diceva:</p> + +<p> — Come staranno bene sul cappello +del bersagliere!</p> + +<p>Per se stessa non comperava mai nulla. +Riceveva col salario i vestiti e le scarpe, +come si usa in provincia, ed il denaro +delle sue mesate lo metteva tutto da +parte per quando avrebbe sposato il +bersagliere. S'era fatta lei stessa, col +suo filato, varie pezze di tela che serbava +preziosamente nel baule, e non ne +avrebbe staccato da farsi una camicia +per nulla al mondo. I doni che le si facevano +lungo l'anno, le strenne di Natale, +tutto riponeva per quel giorno desiderato +e lontano. +<span class="pagenum">[14]</span></p> + +<p>Ma aveva l'amore gaio; non la si udiva +mai rimpiangere la lontananza dell'innamorato. +Era sicura di quell'amore +come di respirare e di vivere; il più +lieve dubbio non era mai sorto nel suo +cuore onesto; e quel pensiero del bersagliere +la colmava di gioia.</p> + +<p>S'egli tardava a scriverle, la sola supposizione +che l'Amalia faceva era che +fosse malato; e allora s'impensieriva e +moltiplicava le corse alla posta. Se incontrava +il portalettere, erano sempre +delle scene. Voleva che esaminasse ad +una ad una le soprascritte, fin all'ultima; +poi le domandava se era ben sicuro +di non avere altre lettere in tasca, o di +averne perduta qualcuna per via.</p> + +<p>Appena la lettera aspettata giungeva +poi, era un delirio di giubilo. Non sapeva +leggerla, ma cominciava fin dalla posta +a dire agli impiegati: +<span class="pagenum">[15]</span></p> + +<p> — È del bersagliere! Viene nientemeno +che dalla Cicilia, e c'è su <i>Cara +speranza</i>! E rideva, rideva, finchè le +cadevano le lacrime.</p> + +<p>Poi correva verso casa, ed in capo +alla contrada alzava la lettera, la faceva +sventolare gridando:</p> + +<p> — C'è la lettera del bersagliere! C'è +la lettera del bersagliere!</p> + +<p>Era sempre qualche bottegaio che +gliela leggeva. E l'Amalia si piantava +in faccia a lui, ridendo anticipatamente +di gioia e guardandolo bene in viso, +come se fosse il bersagliere stesso che +parlasse, e lei volesse vederne il senso +delle parole nell'espressione del volto. +E, prima che si cominciasse a leggere, +domandava tutta gongolante.</p> + +<p> — C'è «<i>Cara speranza</i>» in cima?</p> + +<p>«<i>Cara speranza</i>» c'era sempre; e le +lettere si somigliavano tutte; ma l'Amalia +<span class="pagenum">[16]</span> +esultava, si torceva le mani durante +la lettura per comprimere le grida di +piacere. Poi pigliava il foglio e saltava +in mezzo al gruppo d'amici che si erano +stretti intorno, e si agitava tanto, che +l'aureola degli spilloni minacciava di +strapparle, nella violenza dei rimbalzi, +quei pochi capelli che la reggevano. E +baciava la lettera, e rideva, rideva da +perderne il fiato, e per parecchi giorni +tutto il casamento era assordato dalla +canzone favorita dall'Amalia:</p> + +<div class="poem"> +<p>O mamma famm el lett,</p> +<p>Che mi faroo la cuna,</p> +<p>L'amor del bersaglier</p> +<p>L'è sta la mia fortuna.</p> +</div> + +<p>Tutti compativano la schietta affezione +della povera giovane; quell'amore +gioviale faceva piacere; e poi si sapeva +che era onesto. Col mare in mezzo, i +due innamorati miravano al buon fine. +<span class="pagenum">[17]</span> +Senza questo in provincia non avrebbero +tollerato tanto.</p> + +<p>Quella passione immensa arrivò una +volta a dare alla contadina una specie +di divinazione. Era qualche tempo che +il bersagliere non scriveva. Quando +giunse la lettera, nell'aprirla se ne vide +cader fuori un centesimo. Si fecero molti +commenti nel vicinato:</p> + +<p> — Cosa vorrà dire?</p> + +<p> — Una moneta è un simbolo d'amore.</p> + +<p> — Ma non così intera; si deve tagliarla +in mezzo, e portarne al collo +metà per ciascuno.</p> + +<p> — Ma che! È perchè possiate giocare +a croce e lettera per vedere se vi +vuol bene.</p> + +<p>Ed il pollaiolo, che era il più istruito, +e non credeva nè a talismani, nè ad +oroscopi, e rideva delle sentimentalità +amorose, diceva con sussiego: +<span class="pagenum">[18]</span></p> + +<p> — Non istate ad almanaccar tanto: +non è altro che uno scherzo. I soldati +sono uomini di mondo; amano ridere...</p> + +<p>Ma l'Amalia rise meno del solito, e +baciò la lettera più amorosamente; ed +il domani, quando venne a ricevere gli +ordini per la cucina, mi domandò come +si potesse fare per mandare cinque lire +fino in Sicilia. Poi disse:</p> + +<p> — Il bersagliere ha messo un centesimo +nella lettera, poveretto. Vuol dire +che ha bisogno di quattrini. — E spedì +a Catania un vaglia di cinque lire.</p> + +<p>Infatti voleva dire così; il suo cuore +amoroso aveva indovinato.</p> + +<p>Appunto per quella sua rustichezza +affettuosa e bonacciona, l'Amalia dava +nel genio a tutti i nostri parenti ed amici, +che coglievano volentieri l'occasione +di farle qualche regaluccio, di darle +delle mancie o delle strenne. In tre +<span class="pagenum">[19]</span> +anni le riuscì di raggranellare parecchie +centinaia di lire ed un baule di +roba.</p> + +<p>Il denaro l'aveva alla Cassa di risparmio, +e tratto tratto veniva da me col +libretto, perchè facessi il conto, a che +somma era salito il suo capitale coll'aumento +dei frutti. Bastava che potesse +contare una lira più della volta precedente, +per essere contentissima. Diceva:</p> + +<p> — È la dote del bersagliere. È il tesoro +del bersagliere. Tutto quello che +ho è per lui.</p> + +<p>E scoteva il capo con un'affermazione +così energica che la pettinatura le batteva +il cranio come il mantice d'una timonella +sgangherata.</p> + +<p>Quei tre anni, durante i quali era stata +bene alloggiata e ben nutrita, non avevano +quasi punto invecchiata l'Amalia; +ma non erano neppur riusciti ad abbellirla. +<span class="pagenum">[20]</span> +Pareva la stessa del primo giorno +che l'avevamo veduta.</p> + +<p>Soltanto, a misura che s'avvicinava il +ritorno del bersagliere, la gioia che le +traspariva dagli occhi, dal ridere beato, +da tutta la persona, la rendeva quasi +bella.</p> + +<p>Non mancavano che quindici giorni +all'arrivo del bersagliere quando io mi +ammalai d'una febbre intermittente e +dovetti stare a letto. Mio padre che, sebbene +fosse molto burbero, mi voleva +bene, chiamò subito il medico, e mi curò +come se si fosse trattato di una malattia +grave. La povera Amalia, che m'aveva +preso tanto affetto, era <a name="corr20" id="corr20"></a>spaventata all'idea +che dovessi ancora stare in letto quando +sarebbe tornato il bersagliere. Domandava +dava ansiosamente al medico:</p> + +<p> — Potrà alzarsi per il giorno quindici? +<span class="pagenum">[21]</span></p> + +<p>Il quindici di novembre era il gran +giorno che lei aspettava da sette anni.</p> + +<p>La mattina del dieci si alzò lei con +una guancia enormemente gonfia. Ma +diceva di non soffrire affatto, era semplicemente +una flussione.</p> + +<p> — Purchè il bersagliere non mi trovi +col viso storto!</p> + +<p>Era la sola cosa di cui si desse pensiero. +Poi soggiungeva:</p> + +<p> — Gli farebbe troppo dispiacere di +trovare ammalata la sua: «<i>Cara speranza</i>.»</p> + +<p>Non era la vanità che le stava in mente, +era il desiderio che nulla turbasse la gioia +del suo fidanzato. Quando venne il medico, +e l'Amalia andò ad aprirgli sfigurata +a quel modo, egli la interrogò sul +suo male, le tastò il polso, poi la mandò +a letto, ed entrò da me tutto serio ed +accigliato. +<span class="pagenum">[22]</span></p> + +<p> — Quella donna, mi disse, non istà +punto, punto bene. Or ora la visiterò...</p> + +<p>Infatti andò a vederla a letto, e disse +che, oltre alla risipola che le gonfiava +il volto, c'era pericolo che le si sviluppasse +il tifo. Proibì assolutamente ogni +comunicazione con me, e fece chiudere +tutti gli usci, perchè le nostre camere +erano separate soltanto da un corridoio +stretto.</p> + +<p>La sera l'Amalia aveva realmente il +tifo, e la mattina dopo, colla scusa che +la sua camera non aveva aria bastante, +che l'ammalata infettava la casa, che agitava +me colle sue grida deliranti, il medico +indusse mio padre a farla portare +in una camera particolare dell'ospedale.</p> + +<p>Avrei voluto vederla prima che se ne +andasse, ma assolutamente non permisero +nè che mi alzassi, nè che la portassero +nella mia stanza. Mentre attraversava +<span class="pagenum">[23]</span> +il corridoio udii che diceva colla +sua voce giuliva:</p> + +<p> — Andiamo incontro al bersagliere! +Tutta la roba mia è pel bersagliere. +Cara Speranza! Ed intonava la solita +canzone:</p> + +<div class="poem"> +<p>O mamma famm el lett</p> +<p>Che mi faroo la cuna...</p> +</div> + +<p>Domandai al medico impaurita:</p> + +<p> — Guarirà?</p> + +<p> — Può darsi. Vedremo come passa la +prima settimana.</p> + +<p>Non poteva togliermela dal cuore un +minuto. Avevo dei presentimenti tetri. +E d'altra parte pensavo:</p> + +<p> — Ma finora non ha fatto che lavorare, +senza distrazioni, senza affezioni di famiglia +(perchè i suoi l'avevano mandata +a servire a dodici anni e non se ne erano +curati più), senza benessere, senza soddisfazioni +<span class="pagenum">[24]</span> +di vanità; ha vissuto per una +speranza, s'è appagata d'una promessa +e non ha invidiato nessuno. Bisognerebbe +dire che non c'è giustizia se quella +promessa non le fosse mantenuta...</p> + +<p>Infatti non le fu mantenuta. La sera +del giorno quattordici morì. Ma morì in +un'estasi di gioia credendosi nelle braccia +del suo bersagliere; ed il suo cadavere +rimase sorridente colle labbra +aperte sui poveri denti spezzati e radi.</p> + +<p>Poche ore dopo, giunsero i suoi fratelli, +che mio padre aveva fatti chiamare.</p> + +<p>Io sapeva che la povera donna aveva +sempre destinato quanto possedeva al +bersagliere; tutti lo sapevano; ma non +c'era nulla di scritto; non aveva neppure +potuto dirlo formalmente a voce prima +di morire, perchè era delirante. E quei +parenti, due villani, lenti, freddi ed avidi, +<span class="pagenum">[25]</span> +che non avevano fatto mai nulla per lei, +si portarono via il frutto delle sue fatiche +e privazioni, la dote del bersagliere, il +tesoro d'amore, che la poveretta aveva +impiegato tredici anni a raccogliere.</p> + +<p>Il giorno quindici arrivò il bersagliere +e venne direttamente da noi. Era in viaggio +da parecchi giorni, e non sapeva +nulla della malattia dell'Amalia. Mio padre +era all'ospedale presso la morta; +dovetti far entrare il soldato nella mia +camera, e quasi ne ebbi piacere per potergli +dare la nuova dolorosa colla maggior +dolcezza possibile, e dirgli qualche +parola di conforto.</p> + +<p>Era appunto quello che i contadini +chiamano un bel giovine; oramai però +era uomo fatto, una grande e grossa +persona massiccia, col collo corto, i capelli +fitti e duri come setole, e ritti sopra +la fronte stretta, gli occhi piccoli, il +<span class="pagenum">[26]</span> +naso corto, il viso largo, e stupido; ecco +quel personaggio adorato.</p> + +<p>Cominciai a dirgli che l'Amalia s'era +ammalata, ed egli rimase impassibile. +Aggiunsi che s'era ammalata gravemente, +molto gravemente, che l'avevano +portata all'ospedale.</p> + +<p>E lui, duro come un muro, ed egualmente +freddo.</p> + +<p>Forse era soggezione, forse quello +stupido amor proprio della gente rozza, +di non lasciar scorgere la commozione +che considerano come una debolezza.</p> + +<p>Allora presi coraggio e gli annunciai +tutta la disgrazia.</p> + +<p>Si fece rosso rosso, girò nervosamente +fra le mani il cappello piumato, ma non +disse nulla.</p> + +<p>Lo esortai ad esser forte, a rassegnarsi, +aggiunsi che era una grande sventura; +che tutti la sentivamo, e che fin all'ultima +<span class="pagenum">[27]</span> +ora la poveretta, anche delirando, +aveva pensato a lui... E gli stesi la mano +in atto di amichevole conforto.</p> + +<p>Egli la vide, ma non si mosse, non la +prese, e disse soltanto facendosi anche +più rosso:</p> + +<p> — Si può andare a vederla?</p> + +<p>Gli risposi di sì, gli diedi un biglietto +per mio padre che era laggiù a disporre +i funerali, e gli indicai la strada. Egli +ascoltò tutto in silenzio senza guardarmi, +poi fece goffamente il saluto militare, e, +sempre muto, se ne andò.</p> + +<p>All'ospedale non domandò di mio padre +nè diede il biglietto; però il babbo +era presente quando entrò nella camera +della morta.</p> + +<p>Stavano per metterla nella cassa; le +avevano tolti gli spilloni, il capo era +scoperto, e la bocca sdentata sorrideva +ancora del suo buon sorriso. +<span class="pagenum">[28]</span></p> + +<p>Il bersagliere s'accostò adagio adagio +al cadavere, coll'aria impacciata, senza +osare di guardar nessuno; poi, vedendo +dall'altro lato del letto il fratello della +morta, che altre volte aveva conosciuto, +lo salutò con un cenno del capo serio, +e disse:</p> + +<p> — Accidenti! com'era vecchia!</p> + +<p>Ma non c'era nessuna perfidia in quella +parola. Era un'impressione che riceveva, +e la esprimeva in tutta sincerità. +Se l'Amalia fosse stata viva l'avrebbe +espressa ugualmente a lei, senza per +questo cessare di chiamarla, nel linguaggio +artifizioso delle lettere <i>Cara Speranza</i>.</p> + +<p>Infatti, quando stesero la morta nella +bara, egli si fece il segno della croce +rapidamente e come di soppiatto, ma +arrossì molto, e gli luccicarono gli occhi. +Poi uscì ed andò ad aspettare il corteggio +<span class="pagenum">[29]</span> +funebre a cinquanta passi dall'ospedale, +fingendo di leggere un affisso. Lasciò +sfilare il funerale modesto, poi si +mise a seguirlo di fianco come se camminasse +da quella parte per pura combinazione, +e con quel mortorio non avesse +nulla a che fare. Però giunto al +cimitero entrò dietro gli altri, e rimase +un po' in disparte col capo chino finchè +fu coperta la fossa.</p> + +<p>Nel ritorno l'altro fratello della morta +gli si accostò, e senza saluti nè parole +di benvenuto, gli disse guardandosi la +punta degli scarponi:</p> + +<p> — Sicchè la povera Amalia se n'è +andata...</p> + +<p>Egli crollò il capo, scosse le spalle, +come per cacciarsi un gruppo dalla gola, +poi rispose:</p> + +<p> — Ma!</p> + +<p>E gli voltò la schiena. +<span class="pagenum">[30]</span></p> + +<p>Mio padre raggiunse il soldato, e gli +spiegò come a lui non fosse toccato nulla +della piccola eredità, in causa dei fratelli. +Ma che, per riguardo a quella povera +anima, noi avevamo ritenute le lettere +di lui, e che poteva venirle a prendere.</p> + +<p> — Oh! sono sciocchezze!</p> + +<p>E diede una grande scrollata di spalle. +E, per quanto mio padre lo interrogasse, +non ci fu verso di fargli dire se voleva +riaverle, o se s'avevano da bruciare.</p> + +<p>E le bruciammo noi, mio padre ed io, +nel fuoco del caminetto tutte le <i>care speranze</i> +che avevano consolata quella vita +povera, laboriosa ed onesta. +</p> + +<hr /> + +<h2><a name="IL_CURARE" id="IL_CURARE"></a>IL «CURARE»<br /> +<span class="small">RACCONTO DI NATALE</span></h2> + +<p><span class="pagenum">[33]</span> +Si finiva di pranzare in casa del professor +Navaro; un pranzo di soli uomini +ed un pranzo di Natale.</p> + +<p>Il nostro ospite ci aveva fatto assaggiare +parecchi de' suoi vini di Sicilia; +eravamo tutti di buon umore. Il professore +ci spiegava come serbasse una specie +di venerazione per quella festa, perchè +era stata da tempo immemorabile +oggetto di culto nella sua famiglia.</p> + +<p>Ci narrava di un suo nonno, che aveva +accolto, in un Natale remoto, un nemico +della sua casa, semplicemente per non +<span class="pagenum">[34]</span> +respingere chi bussava alla sua porta +in quel giorno solenne; ci narrava di +elemosine rovinose, che i suoi vecchi +avevano fatte con gran danno dei loro +interessi, nella stessa solennità e per le +stesse ragioni; e descriveva la pompa +che metteva sua madre nell'addobbo +della casa, che ornava tutta di piante +verdi e di fiori, nello scambio dei doni, +nel pranzo di Natale, al quale voleva +che tutti i membri della famiglia assistessero, +qualunque fosse la distanza che +dovevano percorrere per arrivarci.</p> + +<p>Dovevamo appunto a quel culto tradizionale +per una consuetudine di famiglia, +il piacere di trovarci là riuniti; perchè +ogni anno il professor Navaro si +informava degli studenti che non andavano +a far Natale alle loro case, e li +invitava a passarlo con lui e coi suoi +colleghi che, come lui, non avevano famiglia. +<span class="pagenum">[35]</span> +L'idea che qualcuno pranzasse +solo il giorno di Natale lo commoveva +come una disgrazia.</p> + +<p>Mentre prendevamo il caffè, entrò il +servitore ad annunciare che una persona, +la quale non aveva voluto dare il suo +nome, domandava di parlare al professore. +Questi uscì per raggiungere nel +salotto il suo visitatore, e lo vedemmo +ricomparire dopo pochi minuti.</p> + +<p>Però si sarebbe detto che in quel breve +tempo fosse stato, non in una camera +ben chiusa e calda, ma all'aria rigida di +quella serata di dicembre, sotto la neve +che fioccava fitta, tanto s'era fatto pallido.</p> + +<p>Si rimise a sedere e vedemmo che +rabbrividiva tutto.</p> + +<p>Bevve due bicchierini di <i>cognac</i> uno +sull'altro, come per riscaldarsi, ci domandò +cosa si stava dicendo, ma non +<span class="pagenum">[36]</span> +diede retta alla risposta e non prese +parte al discorso.</p> + +<p>Era distratto. Stava muto e pensoso +e guardava fissa la brage del caminetto, +con uno sguardo di ribrezzo, come se +fosse stata qualche cosa d'orribile.</p> + +<p>Subivamo tutti l'influenza di quell'improvviso +cambiamento d'umore, e, dopo +aver rallentata la conversazione, abbassata +la voce, finimmo per star zitti anche +noi, non osando parlare, ed imbarazzati +del nostro silenzio.</p> + +<p>Ad un tratto il professore ci guardò +cogli occhi ancora stralunati, e disse:</p> + +<p> — Scusate; vi ho fatti ammutolire colla +mia aria tragica. Ho ricevuto dianzi +una forte scossa morale. Ho visto un +individuo che mi ha ricordato un caso +atroce della mia vita.</p> + +<p>Quella scusa non era fatta per rimetterci +in allegria, e rimanemmo ugualmente +<span class="pagenum">[37]</span> +impacciati e muti. Egli versò dell'altro +<i>cognac</i> in giro, ne bevve appena +un sorso, poi si alzò con impeto, e disse +risolutamente:</p> + +<p> — Volete che vi narri quella storia? +Ora ne ho la testa così piena che non +saprei parlar d'altro.</p> + +<p>Figurarsi se volevamo! il professor +Navaro era il più benvoluto ed il più +ammirato dei nostri insegnanti. Il racconto +d'un fatto della sua vita c'interessava +tutti vivamente. E per giunta +egli narrava bene, con facilità di parola +da vero Siciliano. Ci stringemmo tutti +intorno a lui, ardenti di curiosità, ed egli +cominciò a parlare coll'accento vibrato +e gli occhi luccicanti come se fosse già +entrato nel vivo del racconto...</p> + +<p>«Nel 1853 studiavo all'università di +Messina, ed ero innamorato della padrona +del solo caffè che la polizia borbonica +<span class="pagenum">[38]</span> +tollerasse. Eravamo in tre a disputarci +le sue grazie, tutti e tre studenti di medicina.</p> + +<p>«Uno de' miei rivali era un certo Turiddu, +figlio d'un emigrato, al quale il +Governo aveva permesso da poco tempo +di rimpatriare, e che, durante l'esilio, +aveva cominciati gli studi universitarî +a Parigi.</p> + +<p>«Era un buon giovine, di modi aperti, +leale, buon patriota; ma quando entrava +a parlare dei grandi scienziati francesi, +dei loro studi, delle loro scoperte, non +la finiva più. Nominava Velpéau, Nélaton, +Ricord, come fossero stati suoi colleghi. +Aveva frequentate le lezioni di +Claude Bernard, e lo considerava, come +era realmente del resto, un luminare +della scienza. Tutto questo però, e neppure +la rivalità in amore, non c'impediva +d'essere buoni amici. +<span class="pagenum">[39]</span></p> + +<p>«La mia avversione la serbavo tutta +per l'altro rivale, Rosario Angherà, che +era, non so bene se figlio o nipote, d'un +pezzo grosso, e frequentava la casa del +vescovo. Aveva lo sguardo falso e la +parola melata; non s'abbandonava mai +ad impeti di furia nè a sfoghi di passione. +Era insinuante, conciliante, gesuiticamente +dolce. Non lo potevo soffrire.</p> + +<p>«Una sera, alla presenza della bella +caffettiera, gli misurai un ceffone che lo +sbattè contro il muro. Si fece pallido di +rabbia, ma non reagì. Raccolse il cappello +che gli era caduto, e borbottando +sommessamente, uscì dal caffè dove non +si fece più vedere.»</p> + +<p class="pad2">Il professor Navaro fece una pausa, +durante la quale noi esprimemmo il nostro +biasimo per la condotta di quel +gesuita di Rosario, poi riprese: +<span class="pagenum">[40]</span></p> + +<p>«Avevamo per professore di patologia +un pover'uomo, il quale suppliva alla +scienza che gli mancava, colle ciarle, col +tuono dottorale ed enfatico, e con una +gran fede in sè stesso. Lo chiamavamo +il dottor Dulcamara. Però, se i suoi colleghi +ed anche gli studenti lo conoscevano +per quel che valeva, in città era +riescito a farsi la riputazione d'uno +scienziato. Si dava sempre l'aria d'un +uomo assorto in profondi studi, ne parlava +con grande sfoggio di parole tecniche +ascoltandole rimbombare con compiacenza, +ed i profani dicevano: Quanto +sa quel professore!</p> + +<p>«Un giorno lo vedemmo venire in +iscuola con un'aria più sibillina e tronfia +del solito.</p> + +<p>«Una fortunata occasione, cominciò, +una di quelle occasioni che si offrono +soltanto all'uomo che vigila sempre per +<span class="pagenum">[41]</span> +impadronirsi di ogni nuova scoperta che +possa interessare la scienza, mi permette +d'intrattenervi oggi d'un veleno rarissimo, +e di mostrarvene sperimentalmente +gli effetti. È questa certo la prima volta +che in un'università del Regno, e cioè, +con carattere scientifico, si presenta +questo preparato, del quale credo che +tutti voi ignoriate ancora il nome. Si +chiama il <i>curare</i> ed a me è serbato l'onore +di rivelarvene, pel primo, l'esistenza +e le proprietà meravigliose.</p> + +<p>«Non so se i miei compagni fossero +nello stesso caso, ma per conto mio era +infatti quella la prima volta che sentivo +nominare il <i>curare</i> che, a quei tempi, +era ancora una novità in Europa.</p> + +<p>«Egli girò lo sguardo intorno lentamente +per godere della stupefazione che +era certo d'aver suscitata in noi, poi, +pavoneggiandosi nella sua eloquenza, +<span class="pagenum">[42]</span> +cominciò a divagare sui selvaggi dell'America +del Sud, sulle loro freccie, <i>che +traversano l'etra a volo</i>, e vanno a colpire +<i>il pennuto volante presso le nubi, il +fiero bisonte nei labirinti della foresta, e +lo piombano fulminato al suolo</i>. Poi, chiudendo +l'inevitabile esordio che precedeva +sempre le sue trattazioni, concluse:</p> + +<p>«— Quelle freccie sono avvelenate col +<i>curare</i>.</p> + +<p>«L'esordio e la perorazione erano la +farina del suo sacco; poi recitava pagine +e pagine, più o meno opportunamente +scelte, di qualche trattato o giornale +scientifico, e quella era la sostanza della +lezione.</p> + +<p>«Quel giorno la sostanza prometteva +d'essere interessante, e ci faceva sopportar +con pazienza i fronzoli rettorici +di cui l'ornava il professor Dulcamara. +Cominciò dal fare una descrizione pomposa +<span class="pagenum">[43]</span> +della «<i>fiesta de las juvias</i>» (festa +del veleno) nella quale si raccolgono le +liane necessarie alla preparazione del +<i>curare</i>. Narrò le varie ipotesi su quel +preparato, che alcuni credono puramente +vegetale, altri suppongono misto con +veleni di formiche e serpenti, e che è +tuttora misterioso, perchè il segreto della +composizione ne è serbato ai medici, o +piuttosto agli stregoni delle tribù. Poi +si dilungò nella relazione degli effetti +del <i>curare</i>, il quale, ingoiato riesce inoffensivo, +mentre invece introdotto nel +sangue, sia per iniezione sia per ferita +d'arma avvelenata, è un veleno istantaneo +e micidiale.</p> + +<p>«— <i>Ma, araldo mite della fiera e scheletrita +mandataria, il curare riveste la +tetra morte colle apparenze soavi del +sonno...</i> esclamò il professor Dulcamara +esordendo alla parte pratica della lezione; +<span class="pagenum">[44]</span> +e passò ad esporre i sintomi particolari +di quella morte, che poco dopo potemmo +osservare noi stessi.</p> + +<p>«Era il punto culminante della lezione.</p> + +<p>«Il professore cavò di tasca una busta, +l'aperse solennemente, e ci fece vedere +due freccie colla punta avvelenata, +che aveva ricevute in dono da un viaggiatore +reduce dall'America.</p> + +<p>«Era trionfante.</p> + +<p>«Ordinò al bidello di portargli un +coniglio che aveva fatto tener pronto +per lo sperimento, e lo punse leggermente +sulla schiena, senza che l'animale +cessasse di guardar in giro co' suoi occhi +d'oro fiammante, e di agitare febbrilmente +il nasino roseo in segno di timido +sgomento.</p> + +<p>«Ma pochi minuti dopo se ne andò +cheto cheto in un angolo dell'aula, si +rannicchiò contro il muro, ed abbassò +<span class="pagenum">[45]</span> +gli orecchi sul dorso come se si disponesse +a dormire. Rimase perfettamente +tranquillo, ed a poco a poco s'accasciò; +prima le gambe cedettero, e gli si piegò +il capo; poi tutto il corpo cadde sul +fianco completamente paralizzato. Sei +minuti dopo essere stato ferito, il coniglio +era morto, senza gridi, nè rantoli, +nè convulsioni che indicassero la menoma +sofferenza o una lotta tra la vita e la morte.</p> + +<p>«Durante l'esperimento il professore +ci aveva narrati vari esempi, citando le +fonti a cui li aveva attinti, i quali tutti +provavano che la morte per avvelenamento +col <i>curare</i>, riesce tranquilla e +quasi dolce. Più di tutti ci aveva interessati +la relazione della morte di un +uomo, ch'egli aveva letta in una notizia +di Watterton sul <i>curare</i>, riportata probabilmente +da un giornale. Due Indiani +erano a caccia nella foresta; uno tese +<span class="pagenum">[46]</span> +l'arco, e scagliò una freccia avvelenata +contro una scimmia rossa che s'era arrampicata +ad un albero. Il colpo era +quasi perpendicolare. Là freccia non colpì +la scimmia, e nel ricadere ferì l'Indiano +al braccio un po' al disopra del gomito. +Egli fu convinto che tutto era finito per +lui. Disse al compagno colla voce commossa +e guardando il suo arco: «Non +lo tenderò mai più.» Poi si tolse la scatola +di bambù col veleno, che portava +ad armacollo, la pose in terra coll'arco +e le freccie, ci si sdraiò accanto, disse +addio all'amico, e cessò di parlare per +sempre.</p> + +<p>«Ci eravamo tutti serrati intorno alla +tavola del professore sulla quale era +stato trasportato il coniglio morto, e, +per combinazione, mi trovavo accanto +al mio rivale Rosario Angherà. Quando +me ne avvidi, feci un atto di ribrezzo +<span class="pagenum">[47]</span> +e mi restrinsi come per evitare il suo +contatto. Ma egli era intento ad esaminare +la seconda freccia avvelenata rimasta +nell'astuccio del professore, mentre +questi finiva il racconto del cacciatore, +e citava le parole stesse del Watterton: +«Sarà un conforto per le anime +pietose il sapere che la vittima non ha +sofferto, perchè il <i>wourali</i>, o <i>curare</i>, distrugge +dolcemente la vita.»</p> + +<p class="pad2">A questo punto della sua narrazione +il nostro ospite pareva stanco: gli tremava +la voce, strascicava lentamente le +parole come se gl'increscesse di pronunciarle, +ed era evidente che avrebbe voluto +sospendere quel racconto cominciato con +tanto impeto, e che ora gli faceva ribrezzo. +Ma noi lo ascoltavamo tanto avidamente +i nostri occhi erano fissi su di lui con +tanta ansietà, rimanevamo così ostinatamente +<span class="pagenum">[48]</span> +muti quand'egli faceva una pausa, +per timore di distrarlo dall'argomento, +che comprese d'essersi impegnato troppo +per retrocedere. Si asciugò il sudore +che gli faceva luccicare il viso, bevve +un po' di <i>cognac</i>, poi ripigliò:</p> + +<p>«La curiosità mi fece vincere l'avversione, +e mi avvicinai a Rosario. Fremevo +d'impazienza che egli deponesse quella +freccia, per impadronirmene alla mia +volta; e gli stavo sopra per fargli capire +che si sbrigasse. Ma, vedendo che +indugiava sempre, gli dissi stizzosamente:</p> + +<p>«— Quando avrete finito...</p> + +<p>«Egli non si mostrò offeso: mi guardò +un minuto, poi torse subito gli occhi, +e, con quella sua falsa mellifluità, +mi rispose porgendo la freccia:</p> + +<p>«— Se volete osservarla voi, prendetela +pure... +<span class="pagenum">[49]</span></p> + +<p>«Ma mentre sporgevo la mano per +pigliarla, fece un movimento così rapido, +che la punta mi si conficcò nel palmo.</p> + +<p>«Un grido generale, disperato, s'alzò +da tutti i petti; tutti gli sguardi, tutte +le braccia si tesero verso di me: esclamazioni +d'orrore, di spavento, di rimprovero, +di minaccia, si incrociarono; +tutti parlavano, tutti gesticolavano senza +intendersi, mentre il professore più frenetico +di tutti, picchiava disperatamente +i pugni sulla tavola urlando:</p> + +<p>«— Disgraziato! l'avete ucciso! l'avete +ucciso!«</p> + +<p class="pad2">Sebbene il professor Navaro ci stesse +lì dinanzi vegeto e sano a narrare lo +stranissimo caso, noi pure eravamo agitati, +come gli studenti di Messina. Alcuni +s'erano alzati ed avvicinati a lui, +e gli stavano intorno appoggiati alle +<span class="pagenum">[50]</span> +spalliere delle sedie vuote, altri alzavano +i pugni rabbiosi contro l'avvelenatore. +Uno studente fece per movere una domanda, +ma parecchie voci l'interruppero:</p> + +<p> — Stia zitto; stiamo a sentire.</p> + +<p>Superato il ribrezzo che gli inspirava +il ricordo dell'atto codardo del suo nemico, +il professor Navaro aveva ripreso +il suo accento vivo, e tirò via a narrare, +come se risentisse ancora quelle impressioni, +e vedesse quelle scene.</p> + +<p>«Alla prima non avevo capito; la +puntura era stata così lieve, che non +avevo pensato alla gravità del caso. +Subito però, vedendo il terrore di tutti, +l'idea orrenda della morte m'invase, e, +reagendo con tutta la forza della mia +giovine vita, mi posi a gridare:</p> + +<p>«— L'amputazione! Bisogna amputare +la mano!</p> + +<p>«Ma la confusione, l'urlìo, il trambusto +<span class="pagenum">[51]</span> +erano tali, che non potei essere udito, +e dovetti ripetere più volte:</p> + +<p>«— Sentite! sentite! Dacchè non soffro +nulla, è segno che il veleno è localizzato. +Amputando la mano si può forse +salvarmi.</p> + +<p>«Tutto questo era accaduto rapidissimamente; +non eran passati due minuti +dacchè ero stato ferito. Eppure, dovendo +parlar forte per esser inteso, sentii di +dover fare una certa fatica; ed ancora, +la mia voce non suonò alta in proporzione +dello sforzo fatto: l'udirono appena +i più vicini, e furono loro che lo +dissero agli altri, e subito si ripetè da +tutte le parti:</p> + +<p>«— L'amputazione! L'amputazione! +È inutile! Ma chissà? Si può tentare!</p> + +<p>«— Un chirurgo! Nella scuola di chirurgia!...</p> + +<p>«Parecchi studenti si precipitarono +<span class="pagenum">[52]</span> +fuori in cerca del chirurgo. Intanto si +continuava a darmi del <i>rhum</i> ed a domandarmi:</p> + +<p>«— Che cosa sentite? Soffrite molto?</p> + +<p>«No. Non soffrivo punto; ma avevo +una gran pena a dirlo. Pareva che la +sede della mia voce fosse scesa in fondo +in fondo al petto; l'azione della gola era +insufficiente per attingerla. Risposi una +volta o due con accento fioco, poi la +voce non venne più. Movevo le labbra +ma non usciva nessun suono. Intorno +dicevano:</p> + +<p>«— Oh Dio! Oh Dio! perde la parola; +non parla più; il veleno ha già +fatto il suo effetto; non siamo più in +tempo per l'amputazione.</p> + +<p>«Immaginate l'angoscia che provai a +quella sentenza; volevo dire di no; che +provassero ad ogni modo; che s'affrettassero... +E non potevo dir nulla. La +<span class="pagenum">[53]</span> +mia voce era morta. Intanto sentii una +grande spossatezza invadermi le membra, +mi mancarono sotto le gambe, e, +se non m'avessero sorretto, sarei caduto. +Mi trascinarono fino alla poltrona del +professore, dove mi adagiarono dicendo:</p> + +<p>«— Ha perduti i sensi; è svenuto.</p> + +<p>«Io non ero svenuto: feci un altro +sforzo per dirlo, ma fu impossibile. Cercai +di accennare colla mano, ma, con infinito +terrore, sentii che la mano rimaneva +immobile come di piombo; volli +scuotere il capo, ma anche il congegno +del collo non giocava più; avevo perduto +la facoltà di muovermi!</p> + +<p>«Atterrito, cercai di dare allo sguardo +l'espressione della mia inenarrabile angoscia, +ma lo sguardo non può fare lunghi +discorsi, e, per quanto immenso +fosse l'interesse con cui mi osservavano, +i miei compagni, dicevano soltanto: +<span class="pagenum">[54]</span></p> + +<p>«— Pare che veda ancora, ma non +ci riconosce.</p> + +<p>«E mi chiamavano.</p> + +<p>«Ah! Ah! nessuno potrà mai dire +lo sforzo straordinario di volontà ch'io +facevo per dare un'espressione a' miei +occhi. Ma lo spavento interno, la disperazione +non si traducevano neppure nello +sguardo.»</p> + +<p class="pad2">Nel ricordare quell'atroce suplizio, il +professor Navaro fremeva tutto. Non +poteva più star fermo; passeggiava per +la stanza, agitato, nervoso, asciugandosi +il sudore, e gesticolando rabbiosamente. +Pareva che lottasse ancora contro quell'orribile +impotenza. Noi gli tenevamo +dietro ansiosamente cogli sguardi interrogatori, +smaniosi d'udire la fine di quel +caso meraviglioso e tremendo. Egli respirò +due o tre volte forte, s'appoggiò +<span class="pagenum">[55]</span> +alle spalle d'un suo collega come per +sentire qualche cosa di caldo e di vivo +accanto a sè, e ripigliò quella storia di +morte:</p> + +<p>«Ad un tratto una parola orrenda mi +suonò all'orecchio.</p> + +<p>«— L'occhio s'è fatto vitreo. Non vede +più.</p> + +<p>«Il professore mi prese una mano e +ne pizzicò le carni così forte, che sentii +un gran dolore, ma nessun muscolo si +contrasse a quella sofferenza, ed egli, +lasciando ricadere il mio braccio, disse:</p> + +<p>«— Non sente più nulla.</p> + +<p>«Allora mi fecero soffrire delle piccole +torture, sempre nella speranza di +risvegliare la mia sensibilità; mi strinsero +i lobi degli orecchi fino allo spasimo, +mi strapparono dei capelli, dei peli della +barba, mi bruciarono, mi punsero; io +sentivo quei dolori acuti, che aggiunti +<span class="pagenum">[56]</span> +alla tortura che provavo, mi irritavano +fino alla pazzia, poi udivo ripetere:</p> + +<p>«— No; non sente più nulla.</p> + +<p>«Il professore mi applicò l'orecchio +al petto e disse:</p> + +<p>«— Pare che ci sia ancora una lieve +pulsazione; ma presto il cuore avrà cessato +di battere; fra pochi minuti sarà +morto. Povero giovine! Povero giovine!</p> + +<p>«Nessuna mente umana ha mai immaginato +nulla di tanto crudele. Non +potevo nemmeno girare gli occhi, nemmeno +chiuderli! Le mie membra erano +impietrite; ero imprigionato vivo in un +corpo morto. Se mi si fossero rizzati i +capelli sulla fronte, come si dice che +avvenga per senso di raccappriccio! Se +fossero incanutiti! Si sarebbe capito almeno +che qualche cosa viveva in me; +che viveva lo spavento; uno spavento +angoscioso, febbrile, furibondo! +<span class="pagenum">[57]</span></p> + +<p>«Ma nessun segno esterno tradiva la +vita del mio cervello, della mia volontà, +la tortura del mio spirito. Rimanevo impassibile +e freddo come una mummia +nelle sue bende secolari.</p> + +<p>«Mi sollevarono di peso, e con un +immenso mormorio di compassione, mi +portarono, cadavere animato e sensibile, +nel gabinetto anatomico, dove mi stesero +sulla tavola.</p> + +<p>«Vidi alcuni de' miei compagni che +piangevano; altri, allevati devotamente, +si fecero il segno della croce, poi lo ripeterono +su di me.</p> + +<p>«Un vecchio bidello bisbigliava tutto +compunto:</p> + +<p>«— <i>Requiem æterna dona eis, Domine.</i></p> + +<p>«Vidi il povero prof. Dulcamara che +si mordeva i pugni ed esclamava con +una convinzione, che in quel momento +non mi parve neppur comica: +<span class="pagenum">[58]</span></p> + +<p>«— Maledetta la mia scienza!</p> + +<p>«Poi vidi una cosa atroce, mostruosa. +Una di quelle infamie che farebbero fremere +d'indignazione tutto un popolo, +contro le quali l'umanità si solleva indignata; +e non potei fremere nè sollevarmi!</p> + +<p>«Rosario Angherà, pallido, piangente, +mi venne accanto sospirando:</p> + +<p>«— Oh che disgrazia! povero me, +che fatalità!</p> + +<p>«Si pose in ginocchio accanto al mio +cadavere, e, giungendo le mani come se +pregasse perdono, mi susurrò all'orecchio:</p> + +<p>«— So che tu vivi, che vedi e che +senti: ma non lo dirò. M'hai schiaffeggiato +e m'hai chiamato vile; i vili non +salvano i coraggiosi, ma si vendicano.</p> + +<p>«Poi si alzò, e col volto fra le mani, +come accasciato dal dolore, uscì, e tutti +lo seguirono. +<span class="pagenum">[59]</span></p> + +<p>«Tutte le furie dell'inferno avevano +invaso il mio cuore; l'odiavo come non +s'è forse mai odiato sulla terra; smaniavo +d'avventarmi contro di lui, di stringere +fra le mie mani il suo collo torto, +di strangolarlo, di sfracellargli coi miei +piedi quella testa falsa, ipocrita, malvagia. +E non avevo la potenza neppur di dire:</p> + +<p>«— È un omicida.</p> + +<p>«Mi sentivo stretto in una guaina di +bronzo.</p> + +<p>«Rimasi solo in quella cella buia, su +quella fredda tavola di marmo sulla quale +erano stati sparati tanti cadaveri.</p> + +<p>«M'abbandonavano. Mi credevano +morto.</p> + +<p>«Allora mi si affacciò alla mente un +pensiero pauroso:</p> + +<p>«— Se fossi realmente morto? Se la +morte fosse così? Che cosa ne sappiamo +noi? Se lo spirito umano non si spegnesse +<span class="pagenum">[60]</span> +contemporaneamente al corpo? +Se dovesse stargli unito ancora, chissà +per quanto tempo, forse per sempre, +assistere alla putrefazione, alla dissoluzione +delle membra?... E poi?...</p> + +<p>«A quell'idea, provavo quell'estrema +disperazione che ci fa urlare come belve, +dilaniare le carni, che ci trascina al delitto, +al suicidio. Mi ricordai un tetro +caso d'una giovine, che, dopo esser stata +sepolta come morta, s'era risvegliata +nella fossa; ma a lei almeno erano tornate +le forze per urlare, per dibattersi, +e fu trovata col capo sfracellato contro +le pareti della bara; mentre io non potevo +nulla per abbreviare il mio supplizio; +mi bruciavo internamente di furore, +mi sentivo impazzire a quelle supposizioni +spaventose, e rimanevo tranquillo +nella mia solenne immobilità da idolo.</p> + +<p>«Accanto a me, sulla tavola c'era un +<span class="pagenum">[61]</span> +coltello anatomico. Avevo il capo rivolto +da quella parte e lo vedevo. Mi sarebbe +bastato di sporgere una mano per afferrarlo.</p> + +<p>«Con che ardore desiderai quel coltello!</p> + +<p>«Pensavo che, forse, una ferita al +cervello o al cuore, in una parte essenzialmente +vitale, avrebbe spenta la mia +anima viva nel mio corpo morto. Ma poi +chissà? Ad ogni modo non avrei potuto +ferire che il corpo, e quello era già cadavere +irrigidito.</p> + +<p>«In tutta la mia vita spensierata e giovine, +non avevo mai pensato con tanto +solenne spavento alla dualità possibile +dell'essere umano; mai l'idea consolante +dell'immortalità dell'anima, s'era presentata +ad una mente d'uomo sotto un aspetto +tanto minaccioso e spaventevole.»</p> + +<p class="pad2"><span class="pagenum">[62]</span>A misura che il professore Navaro +procedeva nel suo racconto, la sua eccitazione +si comunicava a tutti noi. Senza +quasi avvedercene, ci eravamo rizzati +in piedi, e gli stavamo raggruppati intorno +dinanzi al fuoco, che nessuno pensava +più a ravvivare.</p> + +<p>A momenti ci guardavamo l'un l'altro +sbalorditi e dubbiosi, sospettando che, +portata al sommo grado la nostra curiosità, +il narratore dovesse cavarsela collo +scioglimento comune a molte novelle +fantastiche:</p> + +<p> — A questo punto mi svegliai; avevo +sognato.</p> + +<p>Ma poi uno scoppio di voce appassionata, +un sospiro affannoso, un brivido +di raccapriccio del professore, ci attestavano +la verità del fatto, ed accrescevano +il nostro interessamento. Il professore +continuò: +</p> + +<p class="pad2"><span class="pagenum">[63]</span>«Avevo serbate tutte le mie facoltà +intellettuali, ma la misura esatta del +tempo mi sfuggiva. L'impazienza angosciosa +allungava enormemente i minuti.</p> + +<p>«Mi pareva d'essere rimasto lungamente +in quella camera squallida, quando +udii distintamente dei passi che s'avvicinavano +rapidissimi, e la voce di Turiddu +che gridava:</p> + +<p>«— Lo so di certo. Me l'ha spiegato +Claude Bernard. Se fossi stato in iscuola +avrei impedito la circolazione del veleno +nel sangue. Ma anche ora siamo in tempo +a salvarlo; non è passato un quarto di +ora...</p> + +<p>«Un quarto d'ora! M'era parso lungo +per lo meno tre ore! Turiddu spinse +l'uscio, ed ansimante, col viso stravolto, +corse a me guardandomi con infinita +pietà. Lo seguivano il professore Dulcamara, +<span class="pagenum">[64]</span> +parecchi studenti, ed il professore +di chirurgia, che erano riesciti a +trovare. Questi disse:</p> + +<p>«— Se si fosse potuto amputarlo in +tempo...</p> + +<p>«— Che! rispose Dulcamara. La morte +è venuta istantanea; fu l'affare di sette +minuti.</p> + +<p>«— Ma che morte! ribattè Turiddu. +Vi giuro che questo giovine è vivo. In +questo corpo immobile, dietro quest'occhio +vitreo, con tutte le apparenze della +morte, la sensibilità e l'intelligenza persistono +intere; egli ci vede e ci sente...</p> + +<p>«Oh la gioia, la gioia infinita che mi +invase in quel momento! Mi parve che +quell'incanto malefico fosse vinto; che in +quell'eccesso di giubilo potessi stendere +le braccia al mio salvatore.</p> + +<p>«Ma no; nulla. Il piacere, come il +dolore mi lasciavano impassibile e freddo. +<span class="pagenum">[65]</span> +Intanto il professore tratteneva per le +braccia Turiddo, che dava delle istruzioni +ad un compagno, e gli gridava:</p> + +<p>«— Cosa dite! cosa dite, figlio mio! +Non vedete che è rigido? Che gli abbiamo +punte le carni, gli abbiamo strappati +i capelli e non ha dato segno di +dolore?</p> + +<p>«— Perchè non può dar segni; ma il +dolore lo sente. Il <i>curare</i> non colpisce +che i nervi motori; Navaro è morto parzialmente; +i nervi motori sono morti...</p> + +<p>«— Questo è un delirio, tornava a +dire il professore.</p> + +<p>«E l'altro più affannato che mai:</p> + +<p>«— È una verità, professore. Io lo +sapevo fin da Parigi. Ne ho parlato anche +a Rosario Angherà. Come mai non +se n'è ricordato? Si vede che la disgrazia +l'ha sbalordito. Ma non c'è un minuto +da perdere. Ora Navaro è vivo in un +<span class="pagenum">[66]</span> +corpo paralizzato. Però in meno di mezz'ora +saranno paralizzati anche i polmoni +e morirà asfissiato.</p> + +<p>«Queste parole mi spiegarono una +sensazione nuova di soffocamento, che +cominciavo a sentire. Era l'asfissia! La +morte che avevo invocata prima, veniva +ora che stavano per soccorrermi. +Veniva pur troppo, veniva rapida; e non +potevo gridare:</p> + +<p>«— Ma presto; affrettatevi.</p> + +<p>«Turiddo andò all'uscio, e disse:</p> + +<p>«— E non tornano coll'apparecchio +per la respirazione artificiale! È il solo +mezzo di salvarlo.</p> + +<p>«Aveva già mandato a prendere l'apparecchio! +Ebbi ancora un filo di speranza. +Ma soffocavo. Intanto il professore +si opponeva energicamente a quella +prova. Era pura testardaggine? Era la +vanità di non voler vedere smentita la +<span class="pagenum">[67]</span> +sua sentenza? Tornò ad ascoltarmi il +petto, poi disse:</p> + +<p>«— Via, sentite. Anche il cuore cessa +di battere. Quando mai un uomo può vivere +senza che gli batta il cuore? Ma che +scienza può insegnarvi questo, figlio mio?</p> + +<p>«— Vi assicuro, professore, che Claude +Bernard...</p> + +<p>«— Ma che Bernard! Sono francesate! +Gl'Indiani muoiono da centinaia d'anni +col <i>curare</i> come questo mio povero discepolo, +e non sono mai risuscitati.</p> + +<p>«— No, no, professore. State a sentire, +insisteva Turiddo parlando con una rapidità +febbrile, mentre gli altri studenti +erano usciti per sollecitare a far portare +l'apparecchio domandato. State a sentire. +L'elemento nervoso sensitivo, l'elemento +nervoso motore, e l'elemento +muscolare, hanno ciascuno la sua autonomia. +Uno solo può morire, mentre gli +<span class="pagenum">[68]</span> +altri vivono. Navaro non può parlare nè +muoversi, ma la sua sensitività ed i suoi +muscoli sono vivi; l'elemento nervoso +motore, che trasmette ai muscoli le manifestazioni +della sensitività, è il solo +avvelenato; e per mancanza di quel tramite +le manifestazioni sono impossibili.</p> + +<p>«Il prof. Dulcamara alzava le braccia +in alto, giungeva le mani, crollava il +capo co' suoi grandi gesti da meridionale, +ed esclamava fuori di sè, andando su e +giù per la stanza:</p> + +<p>«— Cosa mi tocca sentire! Cosa mi +tocca sentire!</p> + +<p>«Furono le ultime parole che udii. +L'apparecchio per la respirazione artificiale +entrava appunto, quando cessai di +vedere, udii ronzarmi negli orecchi dei +suoni confusi, e m'avvidi, disperato, che +morivo al momento in cui stavo per esser +richiamato alla vita.» +</p> + +<p class="pad2"><span class="pagenum">[69]</span>Conchiudendo queste parole, il professor +Navaro respinse noi tutti, che lo +stringevamo davvicino, e s'accostò alla +tavola per versarsi un bicchierino di +<i>cognac</i>. Ma noi lo seguimmo domandando:</p> + +<p> — Ma poi? Non è morto, professore, +dacchè è qui a narrarlo. Dica, come finì?</p> + +<p> — Si può figurarselo, riprese con maggior +calma, dopo aver bevuto. Dopo non +so quanto tempo, apersi gli occhi, e mi +vidi solo con Turiddo, che mi faceva +respirare artificialmente. A quel primo +segno di vita egli mise un grido di gioia +e staccò il soffietto... Io ricaddi svenuto. +Allora ricominciò, e dopo più d'un'ora +potei muovermi e parlare. La sera stessa +ero completamente guarito, e dopo alcuni +giorni stavo anche meglio di prima.</p> + +<p> — Ma, caro Navaro, esclamò un professore +<span class="pagenum">[70]</span> +di filosofia: io non capisco nulla. +È uno scherzo, un racconto di fantasia +alla Poe che ci ha fatto? Come mai! Avvelenato, +morto a mezzodì, e sano la +sera?</p> + +<p> — Morto, no; lo sarei stato fra pochi +minuti, e nessuno avrebbe sospettato +mai che avevo vissuto fin allora: perchè +il <i>curare</i> paralizza la circolazione come +paralizza tutti i movimenti, perchè, come +s'è detto, agisce sui nervi motori. Ma se +colla respirazione artificiale si riesce in +tempo a ravvivare la circolazione ed a +mantenerla per un tempo sufficiente, il +<i>curare</i> si elimina per le vie ordinarie e +l'ammalato guarisce. L'importante degli +esperimenti di Claude Bernard, fatti su +molti animali e riferiti nel suo libro <i>La +science experimentale</i>, sta appunto in questo, +d'aver accertato che, per un dato +periodo, prima che la paralisi dei polmoni +<span class="pagenum">[71]</span> +non abbia prodotta l'asfissia, quell'essere, +che presenta tutti i sintomi della +morte, vive e può essere salvato. Ma io +credo d'essere il solo uomo che ha provato +su sè stesso gli effetti di quello +strano veleno senza esserne morto. Più +volte mi venne l'idea di pubblicare una +memoria su quel caso; ma mi ripugna +di occuparmene.</p> + +<p> — E Rosario! quel gesuita di Rosario, +domandammo noi, frementi d'indignazione. +Non l'ha ucciso, professore? Non +l'ha denunciato?</p> + +<p> — Sporsi querela contro di lui per omicidio. +Ci fu un principio d'istruzione. +Turiddo dichiarò d'avergli tenuto un +lungo discorso sugli effetti del <i>curare</i>, +e sulla possibilità di salvare chi ne fosse +avvelenato; io deposi le parole che aveva +dette a me quando giacevo come morto; +ma egli negò tutto. Ho già detto che +<span class="pagenum">[72]</span> +aveva delle alte protezioni. D'altra parte +il professor Dulcamara, che era rimasto +molto umiliato dal trionfo di Turiddo +sulla sua scienza, finì col persuadersi che +quella era stata una commedia combinata +fra Turiddo e me, e continuò a negare +che un uomo veramente avvelenato +col <i>curare</i> potesse riaversi. Conclusione: +Non si fece luogo a procedere, e, circa +un mese dopo, Turiddu ed io fummo +invitati dalla polizia borbonica a lasciare +la Sicilia, dove eravamo mal notati +all'università di Messina, come imbevuti +di idee liberali, e perturbatori dell'ordine.</p> + +<p>«Fu allora che venni in Piemonte, dove +terminai gli studi a questa università di +Torino, e, dopo varie vicende, finii, per +tornarci col titolo di professore.</p> + +<p> — Ah! è un'infamia che Rosario sia +rimasto impunito! disse qualcuno. E non +<span class="pagenum">[73]</span> +ne seppe più nulla, professore? Non lo +rivide più?</p> + +<p> — Lo rividi, rispose il professore un +po' turbato. Lo rividi una volta sola... +poco fa. Era la persona che mi domandava +in salotto.</p> + +<p>A quella rivelazione sorse un grido +d'orrore. Tutti ci alzammo, alcuni cercarono +di correre all'uscio, come per +far giustizia di quell'uomo. Ma il professore +trattenendoli riprese:</p> + +<p> — Ora è molto lontano. Dacchè le +cose sono mutate in Sicilia, è mutata +anche la sua fortuna. È venuto qui povero, +umile, malandato, a domandarmi +cento lire per pagare il viaggio e +tornare in paese.</p> + +<p> — E gliele ha date, professore? No?</p> + +<p> — Sì, gliele ho date. Ho fatto come +i miei vecchi; non ho respinto neppure +il mio assassino il giorno di Natale. +<span class="pagenum">[74]</span></p> + +<p>Poi con un sorriso che rimaneva sempre +buono, soggiunse, come per iscusare +la sua buona azione.</p> + +<p> — Dacchè ho ereditato il loro patrimonio, +ed i loro nervi eccitabili, dovevo +pure accettare anche i loro pregiudizi. +E la parte passiva dell'eredità.</p> + +<hr /> + +<h2><a name="SUOR_MARIA" id="SUOR_MARIA"></a>SUOR MARIA<br /> +<span class="small">RACCONTO DI NATALE</span></h2> + +<p><span class="pagenum">[77]</span></p> + +<h3>I.</h3> + +<p>Erano quattro anni che vivevano insieme +il vecchio ed il fanciullo. La +madre di Carlo era morta nel giorno stesso +della sua nascita. Tre anni dopo, il padre, +che lavorava da muratore, era caduto +da un ponte e s'era ucciso. Il bimbo +era rimasto col nonno paterno, il solo +parente che avesse.</p> + +<p>Abitava una camera terrena fuori di +porta Garibaldi.</p> + +<p>Andrea era nato contadino, e non sapeva +adattarsi a vivere in città, ad un +<span class="pagenum">[78]</span> +piano alto, in una stanza chiusa; aveva +bisogno del pian terreno che aprisse sul +cortile, con qualche albero in vista, e +l'aria aperta.</p> + +<p>La mattina uscivano assieme, e, dopo +un breve tratto, si separavano. Carlo +andava alla scuola; Andrea entrava in +città e si recava all'officina.</p> + +<p>Non si rivedevano più fino alla sera.</p> + +<p>La giornata del nonno finiva assai più +tardi della scuola, e Carlo era sempre +il primo a tornare.</p> + +<p>Era un fanciullo un po' viziato dall'amore +esclusivo del nonno, e non si trovava +bene che con lui; cogli altri era +selvatico; non entrava mai nelle case +dei vicini, i quali, del resto, erano gente +occupata e povera, che non badava a lui.</p> + +<p>Quelle ore d'aspettativa dopo la scuola +le passava solo, in casa o nel cortile, +baloccandosi come poteva. +<span class="pagenum">[79]</span></p> + +<p>Poi giungeva il nonno col passo lento +d'una persona stanca.</p> + +<p>Poteva aver sessant'anni al più; ma, +passati al fuoco della fucina, maneggiando +un martello che, ad ogni colpo, strappa +un ruggito dal petto dell'operaio, sessant'anni +contano molto, e sono quasi +l'estremo limite della vecchiezza.</p> + +<p>Fin allora però Andrea resisteva bene +alla fatica, e quando Carlo gli correva +incontro nel cortile, e lo accompagnava +in casa saltellandogli intorno e dicendogli +che aveva fame, si rallegrava tutto, +e non sentiva più la stanchezza.</p> + +<p>Preparava la minestra lentamente per +lasciare al bambino l'illusione di aiutarlo +colle sue manine inesperte; poi sedeva +sullo scalino del focolare, si prendeva +il bimbo fra le ginocchia, e, con +un cucchiaio ciascuno, mangiavano nella +medesima scodella. +<span class="pagenum">[80]</span></p> + +<p>Era il momento più bello della loro +giornata. Facevano a chi prendeva più +cucchiaiate, ed il ragazzo rideva tanto +di quel gioco, che s'imbrodolava tutto +e comunicava al vecchio la sua ilarità.</p> + +<p>Carlo raccontava gloriosamente i progressi +che faceva alla scuola.</p> + +<p> — Studio l'abaco. Sai quanto fanno +due per due? E tre per tre?</p> + +<p>Poi faceva dei disegni per l'avvenire:</p> + +<p> — Farò il soldato di cavalleria, e ti +condurrò a spasso a cavallo.</p> + +<p>Il nonno ascoltava quelle ciarle con +compiacenza d'amore, senza badare al +tempo che passava.</p> + +<p>Sovente il bambino gli si addormentava +tra le braccia chiacchierando.</p> + +<p>Allora il vecchio operaio lo portava +sul letto, lo svestiva pian piano con una +delicatezza da donna per non risvegliarlo, +poi fumava la sua pipa in silenzio, +e si coricava senza più uscir di casa. +<span class="pagenum">[81]</span></p> + +<p>Dacchè gli era toccata quell'eredità +d'affetto, non aveva più messo piede in +un'osteria; non aveva più fatto una partita +alla morra. Si era isolato completamente +nell'adorazione del suo figliolo. +Vivevano l'uno per l'altro, si bastavano, +si rendevano felici a vicenda.</p> + +<p>Sovente, nelle ore solitarie della sera, +Andrea pensava all'avvenire, ai suoi sessant'anni +vicini, all'infanzia acerba di +quel fanciullo che gli dormiva accanto; +e tremava, calcolando il poco tempo che +gli rimaneva ancora da lavorare, e forse +da vivere.</p> + +<p>E poi?</p> + +<p>Ma si sentiva forte, ed aveva un gran +desiderio di resistere finchè il bimbo potesse +aiutarsi da sè; e finiva sempre col +dire: «Sarà quel che Dio vorrà.» E tirava +innanzi, felice di quel grande affetto +che gli ringiovaniva il cuore. +<span class="pagenum">[82]</span></p> + +<h3>II.</h3> + +<p>Verso la metà di dicembre Carlo cominciò +a non parlar più d'altro che del +Natale. Andrea, tornando dal lavoro, lo +vedeva far capolino dall'uscio socchiuso, +col visino roseo pel freddo, cogli occhi +lucenti dalla gioia.</p> + +<p>Aspettava il nonno, ansioso di parlare, +e gli si precipitava incontro, cominciando +a discorrere tutto ansimante prima +d'essere a portata della voce.</p> + +<p> — I ragazzi della scuola mettono la +scarpa sotto il focolare la notte di Natale, +ed il Bambino scende giù dal camino +tutto vestito d'oro, con un gran +paniere d'oro pieno di strenne. Metteremo +anche noi, nevvero, le scarpe sotto +il focolare? Ma soltanto le mie, perchè +ai nonni il Bambino non porta nulla. +<span class="pagenum">[83]</span></p> + +<p>Da qualche giorno Andrea aveva tutte +le membra infreddolite, e tossiva. Ma, +alla vista del bimbo tutto vispo e contento, +si rianimava, parlava anche lui +della strenna di ceppo, per informarsi +dei desiderii di Carlo ed appagarli poi; +almeno nel limite del possibile, perchè +l'immaginazione del fanciullo faceva certi +voli da mettere in pensiero anche un +nonno milionario.</p> + +<p>Sognava una carozzona con due cavalli +vivi; una barca grande, da poterla +metterla sul Naviglio ed andarci dentro...</p> + +<p>Però, quando il nonno, per condurlo +ad idee più pratiche, gli parlava di cavallini +di legno, di soldatini di piombo, +il bimbo si esaltava ugualmente per quelle +inezie come pei suoi grandiosi castelli +in aria.</p> + +<p>Organizzavano il programma della +loro festa di Natale, ed il pranzo, che il +<span class="pagenum">[84]</span> +fanciullo doveva combinare, per metterci +tutte le cose che gli piacevano meglio. +Ogni giorno pensava una nuova lista di +piatti insensati, che il nonno approvava +sempre.</p> + +<p>Ma l'infreddatura d'Andrea, invece di +guarire, andava peggiorando, gli toglieva +l'appetito ed il sonno, lo prostrava. +Carlo non capiva gran cosa, ma soffriva +di vedere il suo vecchio a quel modo, +e di mangiar solo.</p> + +<p>Una sera era tornato dalla scuola eccitatissimo +per le belle cose che aveva +vedute nelle botteghe dei pasticcieri e dei +salumai; era più chiacchierino del solito, +e redigeva un <i>menu</i> di pranzo per Natale, +in cui entravano un gran maiale +intero con dei fiocchi rossi sul muso e sulla +coda, un pasticcio fatto come il Duomo, +e tutte le sontuosità che i bottegai mettono +in mostra per tentare i ricchi. +<span class="pagenum">[85]</span></p> + +<p>Andrea si dava da fare intorno alla +pentola per nascondere le lacrime copiose +che gli piovevano dagli occhi.</p> + +<p>Quel giorno appunto, aveva cominciato +a sentire al fianco destro un dolore +pungente, che era andato aumentando +d'ora in ora.</p> + +<p>Si contorceva, si mordeva le labbra +per non gridare; ma lo spasimo era tale +che lo faceva piangere.</p> + +<p>Vi sono azioni eroiche, scritte nelle +storie, che non hanno costate le sofferenze +inaudite, i prodigi di coraggio, che +costò ad Andrea la cucinatura di quella +minestra.</p> + +<p>Sperava di resistere finchè il bambino +si fosse addormentato. Ma quando +si accostò alla tavola per versare il riso +nella scodella, quello sforzo lieve gli +strappò un grido di dolore.</p> + +<p>Carlo era già meravigliato del suo +<span class="pagenum">[86]</span> +silenzio, fu sbalordito addirittura da quel +grido, e sopratutto dalle lacrime che +gonfiavano gli occhi del vecchio.</p> + +<p>Non aveva mai visto piangere un adulto, +rimase impaurito.</p> + +<p>Il nonno gli appariva così differente +dal solito, ed il dolore ha sempre in sè +qualche cosa di tanto solenne, che il +fanciullo si sentì preso da una soggezione +tutta nuova. Non osava parlare: +guardava timidamente il suo vecchio +compagno, e non gli reggeva l'anima +di mettersi a mangiare.</p> + +<p>Finalmente il male si fece così violento +che il pover'uomo si buttò attraverso il +letto, gemendo:</p> + +<p> — Ah, non ne posso più. Chiama +qualcuno.</p> + +<p>Carlo uscì tutto tremante ed andò a +bussare all'uscio della stanza vicina. Fece +un grande sforzo, per rivolgere la parola +<span class="pagenum">[87]</span> +a quella gente che gli metteva soggezione.</p> + +<p> — Il nonno sta male; piange.</p> + +<p> — Che cos'ha? domandò la Margherita.</p> + +<p>Ma Carlo era già scomparso.</p> + +<p>Ella corse nella stanza d'Andrea, gli +rivolse due o tre domande, a cui il vecchio +potè rispondere soltanto con un gemito, +poi ordinò a suo marito d'andare +in cerca del medico.</p> + +<p>Era una buona donna, ma ciarlona, e +molto rozza. Mentre applicava dei pannicelli +caldi alla parte indolorita dell'infermo, +borbottava:</p> + +<p> — È in causa di quel ragazzo che vi +siete maltrattato così. Vi logorate la +vita per fargli fare il signore.</p> + +<p>E volgendosi a Carlo gli gridava:</p> + +<p> — Vedi? È per colpa tua che il nonno +è malato. Purchè tu abbia da mangiare +<span class="pagenum">[88]</span> +e da bere, eh? E che il povero vecchio +s'ammazzi al lavoro, non importa...</p> + +<p>Carlo si stizziva dell'ingiustizia di +quei rimproveri. Non capiva che colpa +avesse lui di quella malattia del vecchio. +Ne era invece molto crucciato, e non +aveva fatto nulla di cui il nonno avesse +dovuto rimproverarlo. Cercava di connettere +l'idea del suo mangiare e bere, +coll'ammazzarsi dell'altro al lavoro; ma +non gli riusciva. Guardò la sua minestra +intatta, e disse come per giustificarsi:</p> + +<p> — Non ho neppure mangiato io.</p> + +<p> — Ecco, i ragazzi non pensano che a +mangiare; ma c'è altro a fare ora, che +dar da mangiare a te; ribattè la Margherita, +prendendo quella scusa per una +insinuazione.</p> + +<p>E tirò via a dire, che i bambini sono +tutti egoisti: «e poi, che costrutto si +<span class="pagenum">[89]</span> +cava dai sacrifici che si fanno per loro? +Dell'ingratitudine; appena mettono i primi +peli al mento si guardano intorno a +cercar moglie, ed i poveri vecchi...</p> + +<p>Era il caso d'un suo figliolo, che le +aveva tolte le illusioni materne, ed essa +lo rimproverava a tutti i ragazzi, ne faceva +una regola sconsolante, per sfogare +la sua pena in qualche modo.</p> + +<p>Il medico trovò che il male era grave; +si trattava d'una pleurite acuta, ed era +urgente di trasportare il malato all'ospedale +la sera stessa.</p> + +<p>Quando Carlo vide sollevare di peso il +suo nonno, e metterlo nella portantina, +dopo quanto aveva detto la Margherita +pensò che fosse una risoluzione sua di +allontanare il vecchio da lui, e la accusò +d'ingiustizia e di crudeltà.</p> + +<p>Quella notte, solo nel letto in cui aveva +sempre dormito col suo vecchio parente, +<span class="pagenum">[90]</span> +ebbe dei sogni agitati. I vicini, +dalla stanza accanto, lo udirono singhiozzare +nel sonno, e la Margherita dichiarò +che bisognava dargli sulla voce, perchè +non avesse a far scene che finirebbero +per farlo ammalare anche lui.</p> + +<p>Ed il mattino entrò presto a pigliarlo, +lo tirò per forza in casa sua, mezzo vestito +e mezzo da vestire, e lo buttò a +sedere dinanzi ad una scodella di polenta.</p> + +<p>L'intenzione era benevola; ma Carlo +era troppo bimbo per poterla indovinare +sotto l'asprezza dei modi.</p> + +<p>Il nonno l'aveva abituato ad esser trattato +con amore, ad essere considerato +come un amico. Qualunque cosa egli +avesse detta, era sempre ascoltata con +deferenza.</p> + +<p>La noncuranza apparente della Margherita, +la privazione di ogni carezza +<span class="pagenum">[91]</span> +gli riescivano dolorose come un maltrattamento; +ed aggiunte al rancore profondo +che le serbava per avergli portato +via il nonno, gli rendevano uggiosa +la compagnia di quella donna, ed insopportabile +la vita presso di lei.</p> + +<p>Cominciavano appunto quel giorno le +vacanze di Natale: non poteva neppure +andar a scuola; non sapeva dove stare. +Usciva dalla sua stanza nel cortile, poi +rientrava e tornava ad uscire, muto, imbronciato, +intrattabile.</p> + +<p>Ogni tanto piagnucolava:</p> + +<p> — Voglio andare dal nonno.</p> + +<p> — Ci si andrà domenica, gli rispose +finalmente la Margherita, e profittò di +quel discorso avviato, per tirar via a +dirgli: che il nonno avrebbe dovuto viziarlo +meno, ed insegnargli ad esser un +po' più riconoscente verso i vicini di casa +che gli facevano del bene... +<span class="pagenum">[92]</span></p> + +<p> — Quand'è domenica? tornò a domandare +il bimbo senza darle retta.</p> + +<p> — Doman l'altro.</p> + +<p>Carlo non aveva idea esatta del tempo; +il giorno dopo appena svegliato disse:</p> + +<p> — È domenica?</p> + +<p> — No; t'ho detto doman l'altro. Se fosse +stato oggi, avrei detto domani, rispose +la Margherita con tuono cattedratico.</p> + +<p> — Quand'è doman l'altro? insistè Carlo.</p> + +<p> — Domani.</p> + +<p>Carlo passò un'altra giornata, triste, +malcontento, capriccioso. Mangiò in silenzio, +si lasciò sgridare senza rispondere, +piagnucolò senza motivo; e la mattina +seguente, prima che la Margherita +entrasse nella sua camera, ne uscì vestito +alla peggio, abbottonato a <a name="corr92" id="corr92"></a>sghembo, +e disse colla fronte accigliata:</p> + +<p> — Oggi è doman l'altro: voglio andare +dal nonno. +<span class="pagenum">[93]</span></p> + +<p>Per tutta la strada camminò innanzi, +voltandosi appena ad ogni cantonata come +per domandare da che parte dovesse +dirigersi, poi tirando via daccapo frettoloso +e muto.</p> + +<p>Voleva essere il primo a rivedere il +nonno; gli dava noia che la Margherita +entrasse con lui; gli tardava di parlargli +da solo, di sedergli sulle ginocchia, +di dirgli tutto quello che aveva sul +cuore.</p> + +<p>Si figurava di trovarlo in una bella +stanza, sano ed allegro com'era stato +sempre. Gli avevano detto che all'ospedale +lo farebbero guarire, ed egli lo +aveva creduto. Non s'era rassegnato che +a quella condizione.</p> + +<p>Invece entrando, vide una corsia lunga +lunga, con un altare in fondo come una +chiesa, ed una sfilata di letti, quasi tutti +occupati da figure macilente con un berretto +<span class="pagenum">[94]</span> +bianco; vide le monache con quella +vestitura stravagante, che passavano, +come ombre, di letto in letto, parlando +piano, e fermandosi appena; udì quel +rumore triste di tossi, di rantoli, di +scodelle urtate, di lamenti, ripercosso +dalle vôlte immense; ed ebbe paura.</p> + +<p>Si voltò severamente alla Margherita +e le domandò: «Dov'è il nonno?» coll'accento +che deve aver avuto il signore +domandando a Caino: «Dov'è Abele?»</p> + +<p> — Numero trentanove, rispose tranquillamente +la donna; ed accennò ai numeri +sovrapposti ai letti.</p> + +<p> — È in letto? domandò Carlo stupito.</p> + +<p> — Sicuro; dove vuoi che sia?</p> + +<p> — Allora non l'hanno fatto guarire, +avete detto la bugia, ribattè il bimbo più +severo che mai.</p> + +<p>E, vinto il primo sgomento, s'affrettò +innanzi solo per trovare il nonno da sè. +</p> + +<h3>III.</h3> + +<p><span class="pagenum">[95]</span>Fu invece Andrea che vide lui, e pregò +una suora, che aveva accanto, di chiamare +il fanciullo.</p> + +<p> — Vieni; disse suor Maria facendosi +incontro a Carlo, il tuo nonno è là. E +gli porse la mano. Egli prese il giro un +po' largo per iscansarla, e corse al letto +indicato.</p> + +<p>Il vecchio fissava con passione su lui i +suoi occhi tristi da moribondo, e susurrava: — Oh, +Carlo! Oh, povero Carletto!</p> + +<p>Carlo, ammutolito da quella scena di +dolore inaspettata, cercò d'aggrapparsi +alle coperte per alzarsi un poco verso +il nonno, ma non potè riescirvi. Guardò +la suora che gli era venuta dietro. Era +una donna matura, delicata ed invecchiata +anzi tempo. +</p> + +<p><span class="pagenum">[96]</span>Carlo era avvezzo alle rughe. La vecchiaia +d'Andrea era stata la sua protettrice, +la sua compagna; s'era piegata +alle sue voglie, aveva giocato con lui, +l'aveva amato e reso felice. Ed egli amava +i volti vecchi; gl'inspiravano confidenza.</p> + +<p>Diede una strappatina all'abito della +monaca e le disse accennando al malato:</p> + +<p> — Non ci arrivo; è alto.</p> + +<p>Suor Maria lo sollevò tra le braccia, +e si pose e sedere accanto al letto, +tenendosi il fanciullo inginocchiato in +grembo. Così Carlo si trovò volto a volto +col vecchio, che sporse la mano scarna +e gli accarezzò la guancia ed i capelli +ripetendo:</p> + +<p> — Povero Carlo! Che il Signore abbia +pietà di te povero figliolo!</p> + +<p>Carlo guardava cogli occhi sbarrati +senza trovar nulla da dire. +<span class="pagenum">[97]</span></p> + +<p>Gli entrava nel cuore un sentimento +nuovo pel suo nonno. Gli pareva di dover +fare il segno della croce davanti a +lui, e parlare sommesso come in chiesa. +Lo invadeva il primo senso di dolore, e +gli dava un'aria smarrita.</p> + +<p>Stettero un pezzo in silenzio, uno accanto +all'altro; poi la monaca, vedendo +che non dicevano nulla e soffrivano, e che +le ciarle della Margherita, a cui nessuno +dava retta, stordivano il malato, volle +abbreviare quella vista e disse a Carlo.</p> + +<p> — Via, dai un bacio al nonno, e poi +vai a casa a pregare per lui, che possa +guarir presto.</p> + +<p>Il vecchio sporse avidamente la faccia +per ricevere quel bacio, ed il fanciullo +se gli strinse accanto, nascose il volto +sulla spalla di lui, e sfogò in un pianto +convulso la passione dolorosa ed ignota +che gli gonfiava il cuore. +<span class="pagenum">[98]</span></p> + +<p>Suor Maria lo tolse di là, e tenendolo +per mano, lo ricondusse fin in fondo +alla corsia dicendogli delle parole carezzevoli +e consolanti:</p> + +<p> — Il nonno sarebbe presto tornato +a casa; Gesù Bambino l'avrebbe fatto +guarire, per fargli passare un bel Natale +col suo nipotino...</p> + +<p>Poi alla porta, mentre aspettava la +Margherita, a cui il malato aveva accennato +di voler parlare, si accoccolò, si +strinse il bimbo tra le braccia, e lo baciò +sulle due guancie.</p> + +<p>Erano i primi baci di donna su quel +volto di fanciullo. Due ore prima, nella +sua timidezza selvatica, egli se ne sarebbe +scansato rozzamente. Ma, in quella +disposizione d'animo penosa, nell'abbandono +che lo impauriva, sentiva il bisogno +di attaccarsi a qualcheduno, ed +apprezzò tutta la dolcezza di quell'atto. +<span class="pagenum">[99]</span></p> + +<p>Lungo la strada del ritorno, e nella +lenta giornata solitaria, rammentò spesso +quella monaca buona e desiderò d'averla +accanto invece della Margherita.</p> + +<p>Questa descriveva diffusamente agli +altri vicini del casamento la magrezza +del povero Andrea, gli occhi infossati +nell'orbita, il naso assottigliato, che, secondo +lei, era un segno di malaugurio; +e Carlo, al cui sguardo inesperto quei +particolari erano sfuggiti, se ne risentiva +internamente contro quella donna come +se li cagionasse lei.</p> + +<p>E, tra per questo, tra pel confronto +che faceva tra lei e suor Maria, sentiva +farsi più forte l'antipatia che aveva risentita +dapprincipio per la vicina. Tratto +tratto domandava:</p> + +<p> — Quanti giorni mancano al Natale?</p> + +<p>Non era più la strenna, nè il pranzo, +nè la festa che sospirava; era il ritorno +<span class="pagenum">[100]</span> +del nonno che la monaca gli aveva promesso, +era il termine di quella esistenza +che gli diveniva ogni giorno più uggiosa.</p> + +<p>Quando gli dissero: «mancano soltanto +due giorni» provò una grande +gioia.</p> + +<p>Gli pareva d'essere stato tanto a lungo +solo in casa della Margherita, e quel +tempo che si esprimeva con quelle brevi +parole, <i>due giorni</i>, doveva essere così +poco al paragone...</p> + +<p>Ma suor Maria gli aveva raccomandato +di pregare pel nonno; e, con quel +malumore che lo invadeva, egli non aveva +pregato punto.</p> + +<p>Bisognava pensare a riparare quella +mancanza che gli rimordeva la giovine +coscienza.</p> + +<p>Quella notte sognò la chiesa, l'altare +illuminato, i canti alti della benedizione; +<span class="pagenum">[101]</span> +e la mattina i vicini non lo trovarono +più nel suo letto; la camera era deserta.</p> + +<p> — È un piccolo vagabondo, disse la +Margherita. Sarà andato a giocare coi +monelli. Quando avrà fame tornerà.</p> + +<p>In fondo ne era dispiacente ed inquieta: +soltanto, invece di dimostrarlo +con rimpianti, il suo carattere aspro si +sfogava con rimproveri e male grazie.</p> + +<p>Passò l'ora della colazione, poi quella +del pranzo; si fece buio, ed il fanciullo +non si rivide.</p> + +<p>La Margherita e suo marito lo ricercarono +per tutto il casamento, lungo la +contrada; ne domandarono a tutti, lo +aspettarono fino a tarda sera, poi lasciarono +l'uscio della sua stanza aperto +tutta la notte, ed un lume acceso, perchè +potesse rientrare senza aver paura.</p> + +<p>Ma Carlo non rientrò. +<span class="pagenum">[102]</span></p> + +<h3>IV.</h3> + +<p>La vigilia del Natale verso il mezzodì +una carrozza si fermò all'ingresso del +cortile.</p> + +<p> — È quel vagabondo di Carlo, disse +la Margherita correndo fuori con premura.</p> + +<p>Ma tosto soggiunse, come per nascondere +il sentimento buono che le +faceva provare una vera consolazione +pel ritorno del fanciullo:</p> + +<p> — Ecco, me lo riconducono. Il mal +seme non si perde mai. E si compose +un viso arcigno mentre si affrettava +verso la carrozza.</p> + +<p>Ma ne discese soltanto una suora di +carità.</p> + +<p>Invece di ricondurre il bimbo veniva +a cercarlo. +<span class="pagenum">[103]</span></p> + +<p>Andrea era in fin di vita, e desiderava +vederlo prima di morire.</p> + +<p>La Margherita si senti mancar il cuore +a quella notizia; e, nel malcontento della +delusione provata, disse brutalmente:</p> + +<p> — A quest'ora, pensa al suo nonno +come alle prime scarpette che ha portate. +È fuggito ieri per andare a far il +chiasso fuori, e non è più tornato nè per +mangiare nè per dormire.</p> + +<p>E ricominciò a battere i dintorni in +cerca del fanciullo, mentre la carrozza +s'allontanava.</p> + +<p class="pad2">Suor Maria s'era fatta monaca a ventisette +anni nello scoraggiamento d'un +disinganno d'amore, che aveva troncati +dei disegni d'avvenire lungamente vagheggiati.</p> + +<p>Oltre al dolore della delusione sofferta, +aveva contribuito molto a farle prendere +<span class="pagenum">[104]</span> +quella risoluzione, l'idea di sfuggire +ai commenti della gente, a cui s'era presentata +per molti anni come fidanzata; +e fors'anche una speranza segreta di +commuovere l'amante infedele.</p> + +<p>Non per nulla aveva scelto l'ordine +delle Suore di carità, dove i voti sono +annuali.</p> + +<p>Ma quando, dopo meno d'un anno, +ammogliandosi prosaicamente con una +vedova ricca, quell'uomo tolse alla povera +giovine l'ultima illusione, che mettendo +un po' di poesia nel sacrifizio, l'aiutava +a sopportarlo, ella ne sentì tutto +il peso, e rimpianse amaramente le gioie +dell'amore e della maternità alle quali +aveva rinunciato.</p> + +<p>Era troppo dignitosa per uscire dal +convento, <i>in cerca d'un altro sposo</i>, come +non avrebbero mancato di dire i malevoli. +<span class="pagenum">[105]</span></p> + +<p>Ma vi rimase senza passione e senza +convinzione.</p> + +<p>Il bene, che faceva per vero sentimento +di carità, avrebbe preferito farlo +senza quella messa in iscena di regolamenti +e di costume, e sopratutto senza +quella privazione d'ogni affetto durevole, +che la isolava e le assiderava il cuore.</p> + +<p>La sua anima appassionata prendeva +a ben volere tutti gli infermi, tutti i trovatelli +abbandonati.</p> + +<p>Poi, gli infermi che la morte risparmiava, +se ne andavano, e non li rivedeva +più.</p> + +<p>I trovatelli venivano reclamati dai parenti, +da una nutrice, da un primo venuto, +che ne aveva bisogno per farsi +servire, ed essi pure se ne andavano, e +non li rivedeva più. Tutti i suoi affetti +erano troncati, e la monaca rimaneva +sempre sola. +<span class="pagenum">[106]</span></p> + +<p>Intanto gli anni passavano, ed a misura +che cresceva in età, suor Maria +trovava più gravosa quella vita di soggezione; +anche la sua salute s'era alterata +in quella reclusione continua, nell'aria +malsana degli ospedali.</p> + +<p>Più volte i medici l'avevano consigliata +a svestire l'abito religioso per tornare +ad un'esistenza più confacente alla +sua salute delicata.</p> + +<p>Suo padre, morendo, le aveva lasciata +una rendita sufficiente pe' suoi bisogni. +Allora era già lontano il tempo in cui si +sarebbe potuto supporre che uscisse dal +convento <i>per la smania di pigliar marito</i>. +Non era più giovine, ed il mondo +non si curava più di lei.</p> + +<p>Eppure d'anno in anno differiva quella +risoluzione.</p> + +<p>Era una di quelle anime amorose, che +hanno bisogno di vivere per qualcheduno, +<span class="pagenum">[107]</span> +di sacrificarsi. Vivere per sè stessa, +le sembrava l'ultima espressione dell'egoismo, +e, malgrado le esigenze della +sua salute, se ne sarebbe vergognata.</p> + +<p> — Qui almeno sono utile a qualcheduno, +pensava. Se proprio mi sentirò +incapace di resistere, uscirò dal convento; +ma finchè posso...</p> + +<p>Ed a forza di tirare innanzi, di girar +gli ospedali, se n'era fatta un'abitudine, +quasi una necessità; e sebbene non avesse +rinunciato al disegno di rifarsi +laica, nessuno ci credeva più; era piuttosto +un'idea vaga, un sogno destinato +a rimaner sempre sogno, per consolarla +dell'aridità della sua vita reale.</p> + +<p>Aveva quarantacinque anni quando +Carlo l'aveva conosciuta quella domenica. +La mattina il medico le aveva detto:</p> + +<p> — Il numero trentanove va male; ne +avrà per un paio di giorni al più. +<span class="pagenum">[108]</span></p> + +<p>La monaca era corsa presso Andrea, +e s'era commossa profondamente della +desolazione che turbava le ultime ore di +quel vecchio, al pensiero dell'abbandono +in cui lasciava un bambino.</p> + +<p>Lei pure aveva aspettato con ansietà +il fanciullo, e mentre l'aveva tenuto sulle +ginocchia, e ne aveva sentito scotere le +fragili membra nella convulsione del +pianto, aveva pensato come il vecchio:</p> + +<p> — Cosa sarà di lui?</p> + +<p>Più tardi tornò, sola e pensosa, al +letto del moribondo e gli susurrò dolcemente:</p> + +<p> — Quel bimbo è vostro nipote?</p> + +<p>Il vecchio chinò più volte il capo in +atto di sconforto, come per dire:</p> + +<p> — Pur troppo!</p> + +<p> — Non ha nessun parente? domandò +ancora la monaca.</p> + +<p> — Solo al mondo! sospirò l'infermo +<span class="pagenum">[109]</span> +con accento disperato; ed i suoi poveri +occhi spenti si velarono di lagrime.</p> + +<p>Quel giorno Suor Maria fu impensierita +e distratta.</p> + +<p>Più volte traversò la corsia senza +scopo, e, nell'oratorio, invece di recitare +le solite preghiere, rimase assorta in riflessioni +profonde, e tratto tratto fu udita +sospirare:</p> + +<p> — Sono quasi vecchia... Ma! Ma! +Cosa fare?...</p> + +<p>Pensava al mondo cui aveva desiderato +di tornare, e le pareva che fosse +un deserto.</p> + +<p>Si hanno dei parenti, degli amici; ma +col tempo i vecchi muoiono, i giovani si +disperdono.</p> + +<p>Uno che tornasse dopo tanti anni sarebbe +isolato...</p> + +<p>Guardava i pochi mobili della sua cella, +il letto, il crocifisso, l'inginocchiatoio, +<span class="pagenum">[110]</span> +e si sentiva presa da una profonda tenerezza +per quegli oggetti rozzi e logori.</p> + +<p>Un medico, attribuendo quell'eccitamento +al suo malessere, la fermò mentre +traversava la corsia, e le disse, toccando +leggermente la sua larga cuffia +insaldata:</p> + +<p> — Dovete risolvervi a lasciar la <i>cornetta</i>, +Suor Maria, se volete star bene.</p> + +<p> — Oh se fosse per me sola, a questa +ora non ci penserei più, sospirò la suora. +Ma, cosa fare?</p> + +<p>Quando Andrea la fece chiamare, per +pregarla di condurgli ancora una volta +il bambino prima che morisse, Suor Maria +rimase un pezzo immobile a guardare +il moribondo, come combattuta fra due +pensieri; poi si avviò lentamente senza +rispondere.</p> + +<p>Ma dopo pochi passi si fermò, tornò +risolutamente indietro, e disse: +<span class="pagenum">[111]</span></p> + +<p> — Mettete l'anima in pace, pover'uomo; +al vostro bimbo ci penserò io; uscirò +dal convento, e lo terrò con me; +siete contento?</p> + +<p>Andrea strinse le mani congiunte, come +in atto di adorazione; poi, nell'impeto +della riconoscenza, riuscì a piegare +il capo verso la sponda del letto, dove +la monaca posava una mano, e la baciò, +lasciandola bagnata di lagrime.</p> + +<p>Suor Maria uscì subito in carrozza +per condurre il fanciullo al suo vecchio +parente; ma Carlo era fuggito, e quando +la suora tornò all'ospedale con quella +nuova disperante, Andrea era morto.</p> + +<p> — Meglio così! sospirò la monaca. +Dio gli ha risparmiato l'ultimo dolore.</p> + +<p>Poi chiuse pietosamente gli occhi del +morto, e gli coprì il volto col lenzuolo, +pensando a quel bambino che errava +abbandonato, con un gran cruccio sul +cuore. +</p> + +<h3>V.</h3> + +<p><span class="pagenum">[112]</span>Quella mattina che era uscito solo +dalla sua casa, Carlo, dopo aver dette +e ripetute nella chiesa parrocchiale tutte +le preghiere che sapeva, s'avviò per la +strada di Circonvallazione, ruminando i +suoi rancori contro la Margherita.</p> + +<p>Se avesse potuto non tornar più in +casa se non quando ci tornerebbe il +nonno!</p> + +<p>Gli avevano detto la sera innanzi che +mancavano due giorni a Natale. Si studiava +di calcolare quanto poteva esserci +di meno dopo quella notte trascorsa. Ad +ogni modo poteva esser poco; e pensava:</p> + +<p> — Appena sarà Natale andrò all'ospedale +a prendere il nonno. La monaca ha +detto che il Bambino lo farà guarire. +<span class="pagenum">[113]</span> +Torneremo a casa insieme, faremo il +nostro pranzo, e saremo contenti come +prima.</p> + +<p>Ma intanto cominciava ad aver fame, +e, malgrado la sua ostilità contro la +Margherita, la buona scodella di polenta +che doveva esserci sulla tavola a quell'ora, +lo consigliava a tornare verso casa.</p> + +<p>Era appunto in quella perplessità, +quando si sentì urtare, e riconobbe un +suo compagno, che aveva frequentata la +scuola in novembre, e poi era scomparso.</p> + +<p> — Perchè non vieni più a scuola? domandò +Carlo.</p> + +<p> — Siamo andati ad abitare fuori di Porta +Romana, e vado alle scuole di laggiù.</p> + +<p>Carlo gli narrò i casi suoi, ed il suo +desiderio di non restituirsi a domicilio +prima di Natale, per aspettare il nonno.</p> + +<p> — Non so dove stare intanto, concluse +un po' scoraggiato. +<span class="pagenum">[114]</span></p> + +<p> — Vieni a casa mia, propose ospitalmente +il compagno. Mio padre lavora +fuori di Milano, e torna a casa soltanto la +sera del sabato. Domani sera verrà perchè +è la vigilia di Natale; ma oggi non +c'è.</p> + +<p> — E la tua mamma? domandò Carlo, +a cui la Margherita aveva destato in +cuore una grande paura delle massaie.</p> + +<p> — La mia mamma va a servire in +città, e sta fuori anche lei tutto il giorno.</p> + +<p> — Ma io ho fame; osservò il piccolo +fuggiasco impensierito.</p> + +<p> — Quando saremo a casa ti darò metà +della mia colazione: poi giocheremo tutto +il giorno, e vedremo passare il <i>tram</i>, e +andremo alla Certosa di Chiaravalle, +dove si sale sul campanile per una scaletta +in aria, che fa paura, ed è facile +cader giù...</p> + +<p>Carlo seguì il compagno, sedotto da +<span class="pagenum">[115]</span> +quella prospettiva; ed i fanciulli passarono +delle buone ore insieme.</p> + +<p>Ma quando cominciò a farsi buio, si +trovarono imbarazzati. La mamma stava +per tornare, e pare che non fosse molto +indulgente, perchè il suo figliolo si metteva +in grave pensiero.</p> + +<p> — Se ti vede qui mi sgrida; diceva.</p> + +<p>D'altra parte Carlo, dopo essere stato +assente tutta la giornata, si sentiva meno +disposto che mai a riaffrontare solo la +Margherita: e le strade buie gli mettevano +paura.</p> + +<p>A lungo pensare, il suo ospite trovò +un ripiego: in fondo al casamento c'era +un piccolo fienile.</p> + +<p> — Dormirai nel fieno, disse a Carlo. +È bello, sai! Ora ti rimpiatti lassù; ed +appena avrò la mia minestra, salirò anch'io +e mangeremo insieme. La mamma +non s'accorgerà di nulla. +<span class="pagenum">[116]</span></p> + +<p>La cosa andò benissimo. Carlo s'addormentò, +o quasi, prima che il suo +compagno lo lasciasse, e tirò via a dormire +fino al mattino. L'altro, che si divertiva +di quella novità d'aver un ospite, +e che desiderava di farlo sgattaiolare +prima che il padrone del fienile potesse +scoprirlo e denunciarlo alla sua mamma, +era già accanto all'amico quando questi +si destò.</p> + +<p>Lo fece scendere subito, e traverso i +campi, lo ricondusse sulla strada, dividendo +con lui un pezzo di polenta fredda +ed una cipolla, che sua madre gli aveva +dato per colazione. Prima di lasciar Carlo, +gli disse:</p> + +<p> — Vai sempre dritto: poi volta a destra +e troverai l'ospedale. Oggi è la vigilia +di Natale, ti lasceranno entrare. +Dacchè il tuo nonno deve uscire domani, +è segno che sta bene, e potrà anche venire +con te questa sera. +<span class="pagenum">[117]</span></p> + +<p>Carlo approvò quel facile accomodamento, +e s'avviò col cuore leggero. Ma, +appena ebbe passato il dazio, ricominciarono +le difficoltà. Quando doveva voltare +a destra? Alla prima contrada? +Alla seconda?</p> + +<p>Per non sbagliare, voltò alla prima; +prese i bastioni, ed arrivò fino a Porta +Venezia. Ma non s'imbattè in nessuna +costruzione che gli ricordasse l'ospedale. +Allora entrò in città, e si diede a camminare +di su, di giù, distraendosi a +guardare le botteghe, poi ripigliando la +sua strada, poi fermandosi di nuovo.</p> + +<p>Forse in quei lunghi giri e rigiri passò +anche dinanzi all'ospedale; ma non lo +riconobbe.</p> + +<p>Avrebbe voluto domandare a qualcuno +dov'era, ma non osava, e camminava +sempre, pensando che finirebbe +per arrivarci. +<span class="pagenum">[118]</span></p> + +<p>Nelle prime ore del pomeriggio si +trovò in piazza Cavour, all'ingresso dei +giardini pubblici. Andò fino al laghetto +a vedere le anatre, poi più in giù alla +grande gabbia degli uccelli, poi tornò +indietro, e si fermò allo steccato, in cui +s'aggiravano melanconicamente due cervi +freddolosi.</p> + +<p>Addossati alle sbarre, parecchi bambini +eleganti ben ravvoltolati nelle pelliccie, +porgevano delle chicche ai cervi, +mentre le bambinaie discorrevano coi +loro conoscenti.</p> + +<p>Un bambinello tutto vestito di bianco, +che si reggeva appena, non riesciva, per +quanto allungasse il braccino minuscolo, +ad attirare l'attenzione d'un cervo sul +suo pezzo di chicca. Carlo aveva fame, +prese pian piano dalla manina del bimbo +quel dono trascurato dall'animale, e +si pose a mangiarlo. +<span class="pagenum">[119]</span></p> + +<p>L'infante rimase stupefatto a guardarlo +coi ditini stesi nel suo guanto bianco; +aperse la bocca come per piangere; poi +gli venne un'idea più amena. Prese il resto +della chicca che aveva nell'altra mano, +e cominciò a mangiare anche lui, sorridendo +a Carlo con aria d'intelligenza.</p> + +<p>Più tardi cominciò a cadere un nevischio +gelido; scese la nebbia. Carlo aveva +ripreso ad errare per le contrade, +ma il freddo gli penetrava nelle ossa.</p> + +<p>Avvezzo dal nonno a tutte le agiatezze, +quell'umidità che gli gelava i panni addosso, +gli dava noia.</p> + +<p>Si trovava in piazza del Duomo. Pensò +che quel giorno non aveva pregato, e +che per questo non gli riusciva di trovar +l'ospedale.</p> + +<p>Entrò in chiesa.</p> + +<p>Era un po' assonnato; non si rendeva +ben conto di quanto farebbe dopo. +<span class="pagenum">[120]</span></p> + +<p>S'andò a rannicchiare in un angolo +buio, nell'ultima cappella a sinistra che +era in riparazione. C'erano ponti da +tutti i lati, travi, tele distese, materiali +da lavoro. Ma in quell'ora i lavori erano +sospesi, ed il fanciullo si trovò isolato +nella massima tranquillità.</p> + +<p>L'atmosfera interna era tepida; regnava +una penombra scura, ma, lungo +le navate, un rumore incessante di passi, +faceva sentire che c'era molta gente in +chiesa, e rassicurava il bambino. Da +lontano, nel coro, s'udiva un salmeggiare +monotono che conciliava il sonno.</p> + +<p>Carlo, stanco, assiderato, non potè sostenere +a lungo l'attenzione alla preghiera; +chinò il capo verso la parete, e +s'addormentò.</p> + +<p>Fu risvegliato molte ore dopo, da una +molestia allo stomaco. Non era un dolore. +Era uno stiramento, una nausea. +Aveva fame. +<span class="pagenum">[121]</span></p> + +<p>Chiamò due o tre volte il nonno; era +il nome che gli veniva alle labbra ogni +giorno al primo destarsi, dacchè sapeva +parlare. Ma non udì la buona voce del vecchio, +e si ricordò vagamente la sua +storia dolorosa.</p> + +<p>Stese le braccia, e sentì che non era +in letto. Si rizzò ingranchito, confuso; +fece alcuni passi, ed urtò negli attrezzi +degli operai che ingombravano la cappella. +Non sapeva più dove fosse.</p> + +<p>Si pose a camminare a tentoni nell'oscurità, +urtando ad ogni tratto, scansando +un intoppo, impigliandosi in un +altro; tremava tutto; piagnucolava, ancora +istupidito dal sonno. Finalmente +non incontrò più ostacoli, non trovò più +appoggio da nessun lato, si sentì solo, +smarrito, nelle tenebre infinite, nel silenzio +pauroso.</p> + +<p>Atterrito cominciò a chiamare strillando; +<span class="pagenum">[122]</span> +e le vôlte immense ripeterono le +sue grida con un suono cavernoso, che +veniva da lontano, si ripercoteva, si frangeva, +si prolungava, e moriva lentamente +nel buio e nel silenzio di tomba. +Allora la paura invase la mente del +fanciullo come un delirio. Egli si pose +a correre nell'oscurità, urlando, strillando, +disperato, pazzo di terrore.</p> + +<h3>VI.</h3> + +<p>Suor Maria vegliava la notte di Natale +al letto d'una donna malata.</p> + +<p>Nascondeva il volto fra le braccia incrociate, +e piangeva sul suo abito grigio, +pensando il Natale delle famiglie, le +madri puerilmente occupate del segreto +delle strenne, i bimbi giulivi intorno +alle mense festive.</p> + +<p>Lei pure, dopo aver lottato contro la +inerzia delle abitudini, ed aver vinto, +<span class="pagenum">[123]</span> +aveva sognato un momento il sorriso +d'un fanciulletto, e la sua prima strenna +di ceppo. E quella speranza era nata +nel suo cuore in un impeto di carità +per un vecchio moribondo.</p> + +<p>Ma pareva che una maledizione ingiusta +la condannasse a vivere solitaria +e senza affetti; anche la buona azione +era rimasta infeconda, per non procurarle +una gioia. Ed il vecchio era morto +solo; ed il bimbo errava solo nelle gelide +notti d'inverno; e la suora generosa +e buona, era sola fra due letti d'ospedale.</p> + +<p>Fu tolta a quelle meditazioni da una +infermiera che veniva a chiamarla. Si +asciugò gli occhi, ricompose le pieghe +rigide del suo grembiule da monaca e +s'affrettò dietro la donna.</p> + +<p>Una brigata di giovinotti entrando in +Duomo per la messa della mezzanotte, +<span class="pagenum">[124]</span> +avevano trovato un bambino svenuto e +lo avevano trasportato all'ospedale.</p> + +<p>Per la prima volta, nella sua lunga +pratica d'infermiera, suor Maria dimenticò +la malata affidata alle sue cure, e +la notte passò senza ch'ella ricomparisse +nella corsia.</p> + +<p>La mattina di Natale, traverso l'uscio +della sua cella, s'udiva uno strano <a name="corr124" id="corr124"></a>rumore +come il ruzzolare di carrozzelle +di legno sul pavimento, ed il cinguettìo +d'una voce infantile.</p> + +<p>Più tardi, all'ora del pranzo, la monaca +non scese in refettorio; e la suora +conversa che le recava i piatti dalla cucina, +la trovò seduta ad una piccola mensa +allegramente ornata di chicche e di +arance, ed apparecchiata per due.</p> + +<p>Carlo sedeva in faccia a suor Maria, +rispondendo amichevolmente alle sue domande, +ingrossando la voce per narrarle +<span class="pagenum">[125]</span> +il terribile fatto della sua reclusione in +Duomo, interrogando a sua volta circa +una certa casetta bianca con un giardinetto +verde, dove la monaca gli diceva +che dovevano recarsi presto, ad abitare +insieme.</p> + +<p>Tratto tratto la campana dell'ospedale +riprendeva a sonare a morto, e la suora +rabbrividiva.</p> + +<p>Poi s'udì lontan lontano il fischio acuto +della locomotiva sibilare fra i rintocchi +lenti della campana.</p> + +<p>Il bambino alzò il dito, come per accennare +quel suono ben noto, che gli +richiamava tante storie e promesse serene +di viaggi, e susurrò cogli occhi +scintillanti e la bocchina aperta al sorriso.</p> + +<p> — È il nonno che torna!</p> + +<p> — No; è il nonno che parte: rispose +gravemente la suora che conosceva la +campana. +<span class="pagenum">[126]</span></p> + +<p> — Va in quel sito lontano dove lo +fanno guarire? disse un po' meno lieto +il fanciullo.</p> + +<p> — Sì; in quel sito lontano dove starà +sempre bene.</p> + +<p> — Quando tornerà? domandò Carlo.</p> + +<p> — Non tornerà: andremo noi a raggiungerlo.</p> + +<p>Il bambino contento di quella promessa, +stese le braccia verso la suora +che lo prese in grembo; poi ricominciò +le sue chiacchierine sconclusionate, con +certe note acute, certe risate argentine, +che echeggiavano stranamente fra le +muraglie nude della cella. E suor Maria, +abbracciandolo stretto, benediva il cielo +che, per una vita di carità, le aveva +concesso un amore; e pensando all'avvenire +non si sentiva più sola.</p> + +<hr /> + +<h2><a name="SILENZI_DAMORE" id="SILENZI_DAMORE"></a>SILENZI D'AMORE.</h2> + +<p><span class="pagenum">[129]</span> +Lui si chiamava Fausto; aveva poco +più di trentacinque anni, ed era artista +di canto; tenore.</p> + +<p>Lei era una di quelle signore eleganti +di cui si dice sempre il casato ed il titolo, +e si possono frequentare un mese +senza saperne il nome.</p> + +<p>Non si conoscevano. Fausto era stato +a Pegli, dove un'altra dama di Milano +gli aveva dato una lettera di presentazione +per la contessa Floralio di Santigliano, +che doveva trovare a Recoaro.</p> + +<p> — Una donnina elegante, spiritosa, +simpatica; una giovine vedova. +<span class="pagenum">[130]</span></p> + +<p>Fausto aveva incontrati a Recoaro +molti conoscenti: aveva domandato della +contessa:</p> + +<p> — Aveva realmente le <a name="corr130" id="corr130"></a>attrattive che +gli avevano detto?</p> + +<p> — Sì; Ma aveva delle timidezze da +provinciale. Non osava stare all'albergo. +Aveva preso alloggio da una famiglia +ammodo; una mamma grassa e tre giovinette +magre che si tirava sempre dietro +come un'aureola di onestà.</p> + +<p>Fausto rimise nel portafogli la lettera +di presentazione.</p> + +<p>Colla sua bella e florida gioventù, col +suo carattere leale, il suo spirito sereno, +il suo gran nome, e la fortuna che gli +sorrideva, non aveva che a presentarsi +per incontrare delle simpatie, non gli +occorrevano lettere.</p> + +<p>Da due, tre, dieci persone, la contessa +s'intese dire che era arrivato Fausto, il +<span class="pagenum">[131]</span> +più celebre dei tenori viventi, che cantava +una sola stagione dell'anno al Covent-Garden +o a Pietroburgo, ed in due +mesi di trionfi e di gloria, si faceva una +rendita da principe. Tutta Recoaro era +agitata dalla speranza di udirlo.</p> + +<p> — Canterebbe?</p> + +<p>In società no. Era noto che non lo +faceva mai. Ma se si fosse combinato il +solito concerto a beneficio?...</p> + +<p>Poi l'amica di Milano scrisse alla contessa:</p> + +<p>«Come aveva trovato il suo raccomandato? +Simpatico vero? Si vedevano +spesso? Le faceva la corte?»</p> + +<p>La contessa si meravigliò che non +fosse comparso: se ne meravigliò al casino, +se ne meravigliò alla fonte:</p> + +<p> — Ma questo signore è un orso!</p> + +<p>Fausto lo seppe, e, martire della cortesia, +si mise i guanti e fece la visita. +<span class="pagenum">[132]</span></p> + +<p>Fu introdotto in uno di quei salotti +borghesi che stanno sempre chiusi perchè +il sole non abbia a sciupare i mobili, +e di cui la serva apre le imposte +quando ha fatto entrare un visitatore, lo +abbaglia col riflesso del sollione che +batte sul muro bianco di facciata, poi si +volta, vede che si copre gli occhi colle +mani, torna a chiudere un po' più, un +po' meno, e lo fa assistere ad una serie +d'effetti di luce, pittorici forse, ma punto +comodi.</p> + +<p>Fausto si guardò intorno, e fece una +smorfia. Era un salotto freddo ed inospitale, +senza il posto della signora, il +suo angolo, la sua nicchia dove un amico +può sederle accanto, presso il +suo tavolino, e i suoi lavori, i suoi libri, +i suoi giornali, i suoi albums e discorrere +intimamente, sfogliando di quà, +guardando di là, sgomitolando un filo +<span class="pagenum">[133]</span> +di seta, disegnando un profilo colla matita, +leggicchiando un'epigrafe, commentando, +saltando di palo in frasca, mentre +la signora continua a stare al suo posto +a fare quello che stava facendo, senza +aver l'aria d'essere là per riceverlo, di +perdere il suo tempo per lui.</p> + +<p>Era il salotto pretenzioso ed ingenuo +delle famiglie che ricevono poco, e, per +conseguenza, non sanno ricevere.</p> + +<p>Un divano contro una parete, le poltrone +in giro ed una tavola in mezzo su +cui la vanità del proprietario mette in +mostra tutti quegli oggetti, che la sua +modestia considera troppo belli per farli +servire al loro scopo.</p> + +<p>Tazze in cui nessuno ha mai bevuto; +servizi da thè e da caffè vergini d'ogni +contatto colle bibite suddette; calamai +che non conoscono neppur di vista l'inchiostro; +e poi, fiori artificiali, uccelli +<span class="pagenum">[134]</span> +imbalsamati ed i ricami più o meno scoloriti +delle signorine di casa; e su tutte +le spalliere dei mobili quadrati e dischi +all'uncinetto per difendere la stoffa dal +contatto dei visitatori.</p> + +<p>La contessa entrò, salutò in piedi, sedette +a disagio sul divano, colle mani +in mano, impacciata di trovarsi là fuor +di posto, con quell'aria di ricevimento +che sembra misurare il tempo alle visite.</p> + +<p>Fausto, che era avvezzo ad essere ricevuto +fra gli intimi delle belle signore, +rimase stonato anche lui.</p> + +<p>Fecero i discorsi di circostanza:</p> + +<p> — È da parecchio, che è giunto a Recoaro?</p> + +<p>Poi un'occhiatina alla data della lettera +che lo presentava, ed un sorriso +dissimulato con ostentazione, ma senza +osare di parlarne. +<span class="pagenum">[135]</span></p> + +<p> — E le acque le fanno bene? Io ne +bevo tanti bicchieri, e lei? È poco. È +troppo. Quanto tempo si aspetta alla +fonte!...</p> + +<p>Una conversazione da far dormire in +piedi. La contessa cercò di metterci qua +e là qualche parola spiritosa. Ma non si +sentiva a suo agio, ed a Fausto fecero +l'effetto d'una guarnizione di tartufi e +d'un bicchiere di bordeaux introdotti +improvvisamente nel <i>menu</i> di un pranzo +casalingo. Non erano in armonia con +tutto il resto, stonavano.</p> + +<p>Uscì col fermo proposito di non ripetere +la visita che alla vigilia della partenza, +nutrendo speranza di non trovare +in casa la signora, e di potersela cavare +col laconico <i>p. p. c.</i>, in margine di una +carta da visita.</p> + +<p>Ma, per quanto la speranza sia economica +a nutrirsi, quella di Fausto non +potè vivere a lungo. +<span class="pagenum">[136]</span></p> + +<p>Il giorno seguente incontrò la contessa +alla fonte.</p> + +<p>Era appoggiata colle spalle ad un albero, +aspettando il suo turno per andare +a bere.</p> + +<p>Aveva intorno le solite signorine magre +ed alcuni uomini.</p> + +<p>Là in piedi, con quell'albero per tutto +mobiglio, si trovava assai meno a disagio +che nel salotto borghese.</p> + +<p>Appena Fausto le si fece incontro, gli +stese la mano mettendo un «Buon giorno» +tra due virgole del discorso, e continuò +a parlare:</p> + +<p> — Senza dubbio, ha sapore d'inchiostro, +ma mi ci sono avvezza. Non fosse +altro, a forza di dirlo; è la quarta volta +che lo ripeto stamane.</p> + +<p> — Lo ripeta anche a me, disse Fausto.</p> + +<p> — Parlava dell'acqua?...</p> + +<p> — Sfido! Dell'acqua, del sapore d'inchiostro, +<span class="pagenum">[137]</span> +della maggiore o minore ripugnanza +che ci si ha... Qui si parla a +rime obbligate.</p> + +<p> — Ma le signore di spirito sapranno +introdurvi qualche variante, ribattè Fausto +coll'intenzione di fare un complimento.</p> + +<p> — È una rima obbligata anche il fare dei +madrigali alle signore, disse la contessa.</p> + +<p> — Ed il presentarli anche quando non +sono riesciti nevvero? soggiunse tutto +umiliato il povero Fausto, che avrebbe +voluto ritirare il suo.</p> + +<p> — Come vede... rispose la contessa +accennando a lui.</p> + +<p>Ma lo disse ridendo per togliere l'amarezza +a quell'ironia. Poi troncò lì +quel discorso, presentò Fausto alle signorine +Asting, agli altri conoscenti, e +s'avviò per cercare il suo bicchiere.</p> + +<p>Era davvero elegante, ben fatta; vestita +<span class="pagenum">[138]</span> +bene; era giovine, allegra, cordialissima, +entrava subito in confidenza. +Era una di quelle signore, colle quali +gli uomini stanno volentieri in compagnia, +perchè sanno discorrere, tolgono +di mezzo la soggezione senza mai perdere +la loro dignità di contegno, e non +annoiano mai; una di quelle donne di +cui le altre dicono:</p> + +<p> — Non si capisce che cosa ci trovino +gli uomini di attraente. Non è bella.</p> + +<p> — Non era al casino ieri sera? domandò +Fausto.</p> + +<p>E vedendo che la contessa lo guardava +ridendo, soggiunse:</p> + +<p> — È anche questa una rima obbligata?</p> + +<p> — Ed anche questa è la quarta volta +che si ripete, perchè lei è il quarto conoscente +che incontro. No, al casino non +c'ero. La signora Asting non ci andava, +e non mi trova abbastanza vecchia per +<span class="pagenum">[139]</span> +affidarmi le sue figlie. Non potevo andarci +sola.</p> + +<p> — Se potessi offrirmi di venire a +prenderla io... disse Fausto.</p> + +<p> — Sarebbe proprio il caso di dire: +<i>meglio sola che male accompagnata</i>.</p> + +<p> — Lei almeno non ci pensa affatto a +fare dei madrigali.</p> + +<p> — Ma li faccio senza pensarci.</p> + +<p> — Dicendomi che con me sarebbe +male accompagnata?...</p> + +<p> — Se fosse vecchio e brutto, non +glielo direi.</p> + +<p> — Allora vorrei essere vecchio e +brutto.</p> + +<p>La Contessa lo guardò ridendo, ma +non rispose. Si vedeva però che aveva +qualche cosa da dire, e Fausto glielo domandò:</p> + +<p> — Perchè ride? Pensa qualche cosa +di male sul conto mio? +<span class="pagenum">[140]</span></p> + +<p> — Sì. Penso che è un po' volubile.</p> + +<p> — Può darsi, rispose Fausto.</p> + +<p>Poi accorgendosi che aveva detto una +fatuità, soggiunse:</p> + +<p> — Non voglio contraddirla. Ma da che +lo argomenta?</p> + +<p> — Fino a ieri s'è tenuto in tasca una +lettera a maturar la data, per evitare di +vedermi; ed oggi vorrebbe essere vecchio +e brutto per accompagnarmi.</p> + +<p> — Fino a ieri non la conoscevo.</p> + +<p>Fausto sarebbe andato lontano su +quella via, ma lei si limitò ad inchinarsi +ridendo al suo complimento, e parlò di +altro.</p> + +<p>Non insisteva mai sui discorsi, quando +cominciavano a prendere una piega galante; +li lasciava cadere, salvo ad intavolarne +altri che seguiva fino allo stesso +punto, per piantarli lì daccapo. È un +gioco che piace molto alle belle donnine; +<span class="pagenum">[141]</span> +un gioco pericoloso. È come quella +mezza ebbrezza che procura l'oppio, +quell'esaltamento lieve che si attinge in +un bicchiere di Sciampagna, un'ebbrezza, +un esaltamento innocenti, ma terribilmente +arrischiati. Un altro bicchiere di +Sciampagna, un grano d'oppio di più, +possono trascinare all'ubbriachezza e magari +alla morte. Vi sono tante esistenze +oneste che pericolano a questo gioco.</p> + +<p>La sera, Fausto e la Contessa si rividero +al passeggio, l'indomani alla fonte, +e così via, come accade sempre alle acque +ed ai bagni. Si fa vita insieme e si +è presto amici.</p> + +<p>Erano sempre contenti di ritrovarsi, +si mettevano subito in allegria. Ma non +erano mai soli. La Contessa giungeva +inevitabilmente accompagnata dalle signorine +Asting, e la conversazione era +generale. +<span class="pagenum">[142]</span></p> + +<p>Fausto s'andava ogni giorno innamorando +un po' di più della Contessa, e lei +sentiva crescere in modo inquietante la +sua simpatia per lui.</p> + +<p>Ma non si conoscevano abbastanza per +abbandonarsi ad una fiducia che poteva +essere ingannevole. Stavano in guardia +tutti e due.</p> + +<p>Fausto insinuava, quando poteva farlo, +qualche parola tra scherzosa e seria, che +turbava la Contessa: qualche volta era +lei che la provocava ed era lui che si +turbava.</p> + +<p>Ma ogni volta che stava per affermare +a sè stesso: «Sì, è innamorata di me» +si ricordava le notizie che gli avevano +date della Contessa al suo arrivo a Recoaro: — «gentile, +cordiale con tutti socievolissima, +brillante, ma buona madre +di famiglia ed onesta.»</p> + +<p>Quanto a lei, vedeva quelle esitazioni, +<span class="pagenum">[143]</span> +capiva che la sua onestà lo scoraggiava, +e ci aveva rabbia.</p> + +<p>Avrebbe voluto che fosse stato certo +alla prima che non c'era nessuna speranza +clandestina da fondare su di lei +ma che l'amasse ugualmente. Non era +libera? Non erano liberi tutti e due? +L'idea che quel sentimento che l'agitava +tutta non trovasse altro riscontro nel +cuore di lui fuorchè la speranza ignobile +d'un'avventura galante, l'offendeva.</p> + +<p>Qualche volta si mostrava scettica per +strappargli ogni illusione, e pensava:</p> + +<p>«Meglio che disperi e non mi ami, +che amarmi a quel modo.»</p> + +<p>Un giorno che le signorine Asting +parlavano di due innamorati da <i>fatto diverso</i>, +disse:</p> + +<p> — Se avessero preso del chinino, questa +catastrofe non sarebbe accaduta. Il +chinino è un calmante eccellente pei +<span class="pagenum">[144]</span> +nervi; e l'amore non è che una malattia +nervosa.</p> + +<p>Pare che lei ne faccia uso del chinino, +disse Fausto. Ne ha studiato molto gli +effetti.</p> + +<p>Glielo disse a mezza voce perchè gli +altri non udissero, irritato da quella negazione +fredda che lo scoraggiava.</p> + +<p>Ma a lei quella parola sommessa, sussurrata +come una confidenza fece l'effetto +d'una carezza, malgrado l'insolenza +che racchiudeva. S'indispettiva di non risentirsi +di quell'insolenza, ma non si risentiva.</p> + +<p>Tutto il giorno, tutta la sera, ripensò +quella voce bassa, quella frase mormorata +per lei sola, quell'atto intimo di parlarle +piano. Le pareva che l'indomani +e tutti i giorni dovesse sempre parlarle +così.</p> + +<p>Scrisse una lunga lettera a' suoi due +<span class="pagenum">[145]</span> +figli; una lettera di madre appassionata:</p> + +<p>«Non aveva sulla terra altri affetti +che loro due, s'era votata ad una vedovanza +perpetua per non defraudarli d'una +parte della sua tenerezza.</p> + +<p>«Era impaziente di vedere la fine di +quel mese, per andarli a prendere al +collegio, e portarli con sè in villa, e vivere +tutto l'autunno in famiglia. Le era +penoso starsene sola a quel modo. Alle +acque s'annoiava... s'annoiava...»</p> + +<p>Voleva persuaderlo a sè stessa; ma +invece alle acque ci aveva un interessamento +troppo vivo. Aspettava con impazienza +il mattino per andare alla fonte, +e se per caso ne tornava senza una parola +che l'avesse agitata, era triste.</p> + +<p>E le accadeva sovente. Fausto s'annoiava +di quella tutela che lei aveva +sempre intorno. Gli pareva un'ostentazione +di diffidenza, e si metteva in diffidenza +anche lui. +<span class="pagenum">[146]</span></p> + +<p>La contessa invece avrebbe voluto +svincolarsi da quelle soggezioni, ma era +timida, non osava più.</p> + +<p>Prima era andata parecchie volte alla +fonte sola: ma, dacchè conosceva Fausto, +le sarebbe sembrato di andare a cercarlo; +si sarebbe vergognata di lui più che +degli altri; e si circondava più che mai.</p> + +<p>Avevano tutti e due uno strano modo +di parlare fissandosi gli occhi negli occhi +con un'intensità che pareva fatta per +accompagnare dei discorsi appassionati. +Invece sovente dicevano:</p> + +<p>«Guardi quel cappellino. Sa chi è +quella signora? Oggi le signore Asting +sono più eleganti del solito» e simili +sciocchezze.</p> + +<p>E poi, in mancanza di parole affettuose +da ricordare, ricordavano gli sguardi; +quell'occhio largo, intento, profondo, ritornava +con insistenza alla loro mente +<span class="pagenum">[147]</span> +nelle ore solitarie e lente della lontananza, +esaltava la fantasia innamorata, +che ne riscaldava, coll'intensità del desiderio, +la muta eloquenza.</p> + +<p>Un giorno qualcuno propose una gita +sui somarelli; Fausto mise un grande +impegno nel combinarla, se ne <a name="corr147" id="corr147"></a>entusiasmò +addirittura. Gli pareva che la campagna, +l'allegria della circostanza, gli +avrebbero fornita l'occasione di isolarsi +colla contessa un po' a lungo, di parlare +con calma, senza soggezione.</p> + +<p>Non aveva il proposito di precipitarsi +a' suoi piedi come faceva nei melodrammi +nella sua qualità di tenore. Anzi, appunto +perchè era un cantante, s'impuntiva +a non far nulla di melodrammatico, +e per evitare ogni atteggiamento teatrale, +si mostrava prosaico fino all'affettazione. +Ma nella sua anima d'artista +sentiva potentemente la poesia della vita. +<span class="pagenum">[148]</span></p> + +<p>Quella donna vedova, indipendente che +vedeva ogni giorno senza poter mai +svincolarla dalle soggezioni da giovinetta +di cui s'era circondata, quei discorsi +nervosi in cui apparivano lampi +di passione, e che, subito dopo, una nota +di scetticismo o di puritanismo smentiva, +gli avevano messa la febbre nel +cuore.</p> + +<p>Era risoluto a parlare, ad uscire da +quell'incertezza ad ogni costo, a costo di +fare una dichiarazione d'amore sul dorso +di un asino.</p> + +<p>Appunto in quel giorno il seguito della +Contessa era al gran completo.</p> + +<p>Oltre alla signora Asting, le figlie, i +conoscenti soliti, c'era un giovine di +Milano arrivato allora, che le portava +una grande provvista di novità, e le faceva +la corte anche lui.</p> + +<p>Fausto non era geloso, e la Contessa +<span class="pagenum">[149]</span> +neppure. Avevano troppo spirito per +questo. Ma tutti i terzi che s'intromettevano +fra loro li irritavano; d'altra parte, +avevano abbastanza pratica di società +per saper pigliare le cose con disinvoltura, +e nascondere il loro malcontento.</p> + +<p>Ma nascondendolo agli altri, se lo nascondevano +anche a vicenda, e ciascuno +interpretava come indifferenza la rassegnazione +dell'altro, e si scoraggiava, e +ci metteva della dignità a dissimulare ed +a vincere un sentimento che non credeva +più corrisposto.</p> + +<p>Così non cercarono più di isolarsi.</p> + +<p>Lui andò a far la corte alle altre signore, +e lei si lasciò far la corte dagli +altri giovinotti.</p> + +<p>Soltanto tratto tratto si mandavano +una parola al volo, si guardavano da +lontano, ed erano sempre quelle occhiate +profonde, intime, amorose che suscitavano +<span class="pagenum">[150]</span> +una tempesta nel cuore di tutti +e due.</p> + +<p>Mentre mangiavano seduti in un prato, +Fausto udì la Contessa discorrere col giovine +milanese di una sua idea paradossale +di andare in Terra Santa colla società +della <i>Propaganda Fide</i>.</p> + +<p>Era smaniosa di vedere quei luoghi +pittoreschi tutti idealizzati dalla poesia +del cristianesimo...</p> + +<p>«— E non c'era obbligo di far propaganda, +nè di associarsi a tutte le preghiere +ed ai digiuni.» Ciascuno era libero +di agire come gli consigliava la +sua coscienza; onestamente, ben inteso. +Si pagavano mille lire e si era provveduti +di tutto per sei mesi; viaggio, carovane, +guide per essere accompagnati +nei luoghi pericolosi; era anche un'economia...</p> + +<p> — Quando partiamo? disse Fausto. +<span class="pagenum">[151]</span></p> + +<p> — Ma che! Lei crede di trovare sul +Golgota codeste fette di <i>roast-beef</i>? rispose +la Contessa.</p> + +<p>Aveva sentita una scossa al cuore a +quella parola, colla quale pareva che +Fausto volesse dirle che si credeva unito +a lei, che le apparteneva già tanto, da +associarsi ad ogni suo disegno stravagante +ed ineffettuabile, e voleva nascondere +la sua commozione.</p> + +<p>Lui dovette scusarsi del suo appetito; +s'irritò di quella risposta prosaica.</p> + +<p>Se l'avesse amato, se avesse desiderato +di sapersi amata da lui, avrebbe +potuto rispondergli: — Con che diritto, +perchè vuol venire con me?</p> + +<p>E lui le avrebbe sussurrato: «— Perchè +l'amo.»</p> + +<p>Invece l'aveva evitata quella parola: +non voleva udirla. E più tardi, sola nella +sua camera, anche la Contessa rimpiangeva +<span class="pagenum">[152]</span> +la stessa cosa. Se avesse osato +domandargli perchè si associava a quel +suo disegno, egli le avrebbe risposto:</p> + +<p>«— Perchè l'amo.»</p> + +<p>Risentiva nel silenzio della notte quella +parola sussurrata da quella voce; ne provava +un fremito, una soavità infinita. +Sperava che gliela direbbe il domani, e +fantasticava la poesia dolce d'una confessione +d'amore.</p> + +<p>Ma i domani si succedevano tutti ugualmente +delusori.</p> + +<p>Sempre le stesse soggezioni da cui +non osava svincolarsi; sempre la stessa +timidezza, le stesse diffidenze; la stessa +conversazione, a frizzi, scherzosa, paradossale, +di cui avevano presa l'abitudine, +e che toglieva ogni valore anche alle +espressioni più amorose ed ardite.</p> + +<p>Fausto ebbe ancora una speranza, una +sera che la Contessa lo invitò a prendere +il tè. +<span class="pagenum">[153]</span></p> + +<p>Si figurò uno di quei tè intimi, una +cuccuma piccina piccina, due sole tazze, +due mani che si sfiorano tremando nell'accendere +un fiammifero e nel dar fuoco +allo spirito, due cuori che battono forte +forte, mentre stesi in due poltroncine, +col capo abbandonato indietro e la tazza +fra le mani, i due amici, uomo e donna, +si mandano traverso il fumo del tè delle +frasi brevi, un po' nervose, colla voce +convulsa, collo sguardo largo e fisso.</p> + +<p>Poi posano le tazze, lui prende quell'occasione +per alzarsi, per accostarsi a +lei, le va dietro pian piano, si appoggia +alla spalliera della poltrona, e col capo +sul capo di lei, colle labbra che le sfiorano +l'orecchio, coll'alito ardente che le +brucia il collo le dice:</p> + +<p>«— Lo sapete, Maria — lo sapete, +Bianca — lo sapete, Teresa, che vi +voglio bene?» +<span class="pagenum">[154]</span></p> + +<p>Fra le altre miserie Fausto non conosceva +il nome della Contessa. Doveva +mettere dei puntolini al posto del nome, +nel suo sogno d'amore. Ma pazienza; +purchè quel sogno si avverasse era anche +disposto a chiamarla Contessa per +l'ultima volta.</p> + +<p>Aspettò quella sera commosso, felice, +impaziente. Ci andò troppo presto; ma +doveva essere un altro disinganno.</p> + +<p>La Contessa era seduta sul divano +colla signora Asting e la signorina maggiore. +Le altre sorelle sonavano un pezzo +a quattro mani!!!!</p> + +<p>Se intanto avesse potuto sedere accanto +alla Contessa, benedetto il pezzo +a quattro mani che gli avrebbe permesso +di parlarle piano. Ma i posti erano occupati +a destra ed a sinistra. Bisognò +sentire, assaporare, lodare il «tremulo» +perfettamente eseguito con tanta agilità, +tanta forza, un pezzo così difficile... +<span class="pagenum">[155]</span></p> + +<p>Poi vennero i discorsi musicali. La +Contessa era nervosa; voleva che le +opere si musicassero su libretti in prosa. +La poesia era una puerilità. Perchè misurare +il pensiero sopra un metro, contarci +le parole, fissarci le cadenze? Questo +era ufficio della musica. Ed anche +essa doveva essere semplice, naturale, +senz'artificio; un lungo recitativo, filato, +drammatico. Lì sui due piedi, ridusse in +prosa da parodia, la <span class="smcap">Celeste Aida</span> ed +il <span class="smcap">Ciel o mar!</span> della Gioconda, e volle +che Fausto cantasse le sue arie così.</p> + +<p>Lei aveva fatto la sua parte bene, però; +e lui fece bene la sua, come faceva bene +tutto. Aveva quel dono prezioso. Ci mise +dell'umorismo.</p> + +<p>Poi la Contessa gli strinse la mano +per ringraziarlo, e quella stretta di mano +lunga, espressiva, lo fece tremare di +gioia. +<span class="pagenum">[156]</span></p> + +<p> — Ed ora basta, nevvero, di bandire +la poesia? le disse. Ora torniamo poeti.</p> + +<p> — Ma no. La poesia è una convulsione +dei nervi, insistè la Contessa, che +li aveva lei i nervi in convulsione, perchè +era malcontenta dalla sua serata.</p> + +<p> — Come l'amore allora? disse Fausto.</p> + +<p> — Come l'amore.</p> + +<p> — E si guarisce anche col chinino?</p> + +<p> — Perchè lo domanda? È poeta lei?</p> + +<p> — No, sono innamorato, rispose Fausto. +Ma lo disse stizzito. Quella scherma +di frasi artifiziose, di paradossi, lo irritava.</p> + +<p>Tuttavia la Contessa provò un sussulto +al cuore a quella confessione. Ma +le signorine Asting si mordevano le +labbra come per reprimere una voglia +di ridere che non avevano, e lei rispose:</p> + +<p> — Ah! allora la compiango.</p> + +<p> — Perchè? domandò Fausto. +<span class="pagenum">[157]</span></p> + +<p> — Perchè è capitato qui dove siamo +tutta gente prosaica.</p> + +<p> — Non credono all'amore?</p> + +<p> — Sì; ci crediamo, come alla febbre; +e consigliamo il chinino.</p> + +<p> — Io se conoscessi una donna innamorata, +le consiglierei le acque di Recoaro, +disse Fausto stizzito.</p> + +<p> — Per averla vicina?</p> + +<p> — No. Non l'avrei vicina perchè parto +domani. Per guarirla dell'amore come lei.</p> + +<p> — La prego di credere che io non ho +avuto bisogno di guarire. Non ne ero +malata.</p> + +<p> — Mai?</p> + +<p> — Mai. Poi ripigliò: Forse, quando +mi sono maritata... — Era un modo +di troncare il discorso. L'annuncio di +quella partenza l'aveva scossa tutta. +Perchè partiva?</p> + +<p>Quella sera si separarono amareggiati, +<span class="pagenum">[158]</span> +irritati; si strinsero la mano convulsamente. +E nelle lunghe ore d'una notte +insonne, la Contessa si tormentò con +pensieri sconfortanti:</p> + +<p>«Dunque non l'amava, non l'aveva +amata mai dacchè se ne andava così, +senza rivederla, come un estraneo. Era +venuto dopo di lei. Non aveva scritture +che lo chiamassero altrove. Se ne andava +per andarsene; perchè ne aveva +assai, di Recoaro. La sua presenza non +contava per nulla, non aveva influenza +per trattenerlo. O Dio! E lei che s'era +montata la testa!...»</p> + +<p>La mattina si alzò dal letto scoraggiata, +disillusa, ma calma come una donna ragionevole. +Le faceva male di rinunciare +a quell'ultima illusione. Era l'ultima. +Aveva già creduto di non poter averne +più. Poi sul suo orizzonte grigio di madre, +di vedova, era apparsa quell'ultima striscia +<span class="pagenum">[159]</span> +rosea di crepuscolo, quell'ultimo bagliore +di luce, quell'ultimo saluto di sole.</p> + +<p>S'era sentita ravvivare la fantasia, +riscaldare il cuore. Ed ora bisognava +rinunciarvi, ritornare al grigio, ritornare +alla solitudine fredda, e alla sua età era +per sempre!</p> + +<p>Voleva pensare ad altro. A' suoi figli; +ad Alfredo che aveva bisogno dei bagni +di mare: ed al suo villino sul lago di +Como a cui si dovevano fare delle riparazioni +importanti e costose. Come tutrice +de' suoi figli, queste dovevano essere +le sue cure. Ed intanto le tornavano +insistenti al pensiero due versi d'una +romanza moderna che aveva cantata +tutto l'inverno senza badarci.</p> + +<div class="poem"> +<p class="i4">La vita è solitudine</p> +<p>Senz'amor, senza sogni e senza Dei.</p> +</div> + +<p>Si vestì coll'abito da mattina tutto +<span class="pagenum">[160]</span> +bianco, che la faceva svelta e sottile. +Poi andò al balcone irritata dalla penombra +grigia che l'avvolgeva, assetata +di luce, assetata d'azzurro, e spalancò +le gelosie con un impeto nervoso, +mormorando sempre</p> + +<div class="poem"> +<p class="i4">La vita è solitudine</p> +<p>Senz'amor, senza sogni e senza Dei.</p> +</div> + +<p>Ma rimase là, colle braccia alzate, +colla frase interrotta, paralizzata, immobile, +bianca sul fondo scuro del balcone +aperto, come una statua in una nicchia. +Aveva ritrovata la poesia rimpianta, +aveva ritrovato il suo amore, il suo sogno, +la sua fede.</p> + +<p>Giù nella via, appoggiato al muro di +contro al balcone, aveva veduto Fausto, +colla faccia alzata verso di lei, che l'aveva +aspettata, che la guardava fissa +co' suoi grandi occhi innamorati. +<span class="pagenum">[161]</span></p> + +<p>Quella dichiarazione tanto aspettata, +tanto invocata, che nessuna parola aveva +potuto esprimere, che nessuna dimostrazione +era valsa ad affermare, ora era +detta, chiara, appassionata, irrevocabile. +In quel momento ogni dubbio scomparve. +Tutta la storia del loro cuore si rivelava +in quello sguardo muto. Non si salutarono. +Anche il saluto è una convenzione +e loro erano fuori di tutte le convenzioni, +di tutte le regole. Tra un grande +artista e una gran dama, quell'amore +dal balcone alla maniera degli studenti, +per non essere ridicolo doveva essere solenne +e grande come una vera passione.</p> + +<p>Da parte di Fausto era un atto disperato.</p> + +<p>Irritato con sè stesso di non poter +dire quello che aveva nel cuore, irritato +colla Contessa che non voleva comprenderlo, +irritato più che mai con tutti i +<span class="pagenum">[162]</span> +terzi e con tutte le soggezioni che si +frapponevano tra loro, in un momento +di dispetto si era lasciato sfuggire quella +parola: «Parto domani.» Non era un +proposito, non ci aveva pensato, non +aveva risoluto nulla. Ma omai l'aveva +detto, e doveva partire per non suscitare +commenti pettegoli. E tuttavia non +voleva partire con quella spina nel cuore; +non poteva tollerare quell'incertezza.</p> + +<p>Un momento gli era venuta l'idea di +scrivere alla Contessa; ma quando era +stato lì per scrivere l'indirizzo di quella +signora, di cui non conosceva neppur +il nome, aveva esitato.</p> + +<p>E se non l'avesse amato? Se fosse +stata un'illusione la sua, e lei dovesse +ridere di lui e della sua lettera? Se realmente +non avesse creduto all'amore +come diceva? E ad ogni modo, qualunque +emozione le avesse suscitata nell'animo +<span class="pagenum">[163]</span> +quella confessione scritta, se +s'era proposta serbare il suo segreto, +la lettera non avrebbe giovato a strapparglielo. +E due ore dopo, Fausto l'avrebbe +riveduta col solito sorriso sulle +labbra, e se c'era stata una tempesta, +non ne avrebbe saputo nulla. Ed egli voleva +saperlo, voleva sorprenderla quella +tempesta che rispondeva in un altro cuore +alla tempesta del suo.</p> + +<p>Quando mi vedrà, all'alba, fermo in +istrada a contemplare la sua finestra, +come un innamorato da romanzo, come +un pazzo, non potrà pigliarlo per un +complimento. Dovrà comprendere che +l'amo, e confessare che lo comprende.</p> + +<p>E la Contessa non esitò a confessarlo. +Rimase affascinata, col cuore palpitante, +cogli occhi fissi negli occhi di lui, bevendo +a larghi sorsi la felicità, in quel +lungo silenzio d'amore. Rimase senza +<span class="pagenum">[164]</span> +misurare il tempo, senza contare le ore. +Dopo la luce rosea dell'alba, venne un +soffione che le ardeva il capo, che la +avvolgeva tutta in un'aureola d'oro, che +le infiammava il volto, che strappava +raggi e scintille da' suoi cappelli biondi. +E Fausto dimenticava il tempo, la strada, +la gente, non vedeva che lei in quella +gloria di luce e d'amore.</p> + +<p>E quando dovettero ritirarsi, riportarono +nel cuore la gioia intensa dalla passione +corrisposta. Non diffidavano più: +erano certi l'uno dell'altra. La società +abusa di tutto, toglie il valore ad ogni +cosa. Le più calde proteste sono complimenti; +una stretta di mano forte, lunga, +amorosa, è un saluto; le assiduità più +insistenti, sono cortesie. Ma quella corrispondenza +muta di due sguardi, l'eloquente +poesia di quel silenzio, non era +registrata fra gli atti regolari della vita, +<span class="pagenum">[165]</span> +non si poteva giustificare con un nome +profano.</p> + +<p>Era il linguaggio della passione.</p> + +<p>Più tardi, quando s'incontrarono alla +fonte, la Contessa non era più timida e +peritante; colla sicurezza della felicità, +si lasciò dietro un tratto la sua inevitabile +tutela, e, per la prima volta, lei +e Fausto, si trovarono liberi di parlarsi +senza testimoni. Ma si erano detto tutto +in quel lungo silenzio d'amore, si sentivano +d'accordo. Si strinsero la mano; +poi Fausto le offerse il braccio, e si avviarono +lentamente inebbriati e felici, +appoggiati l'una all'altro, come dovevano +esserlo per tutta la vita.</p> + +<hr /> +<h2><a name="UNA_VOCAZIONE" id="UNA_VOCAZIONE"></a>UNA VOCAZIONE.</h2> + +<p><span class="pagenum">[169]</span> + — Cosa volete? È una necessità... disse +il signor Cantinelli avviandosi verso +l'uscio, con un sorriso un po' forzato, +sul viso giallastro. Il Signore m'ha tolta +troppo presto la vostra povera mamma... +Cosa fare? Cosa fare?</p> + +<p>Le due ragazze erano sedute una in +faccia all'altra, nel vano della finestra, +ai due lati d'un gran telaio sul quale +era stesa una stoffa di seta bianca, destinata +a diventare, quando il ricamo +fosse finito, uno stendardo da portare in +processione per la festa della Madonna +del rosario. +<span class="pagenum">[170]</span></p> + +<p>Non alzarono gli occhi dal lavoro, e +non risposero.</p> + +<p>Il signor Cantinelli stette un momento +esitante tra il parlare ancora e l'andarsene. +Aveva detto quanto doveva dire; +la nuova ufficiale del suo secondo matrimonio. +Ma quel silenzio, quella freddezza +delle sue figliole, lo lasciavano +scontento. Era buono; avrebbe voluto +vedere tutti soddisfatti. E d'altra parte, +non poteva nè voleva rinunciare alle +seconde nozze. Cercò di strappare una +parola d'approvazione alle ragazze dicendo:</p> + +<p> — Il Signore ha stabilito così, e sia +fatta la sua volontà, nevvero figliuole?</p> + +<p> — Tu sai quel che fai babbo... rispose +la Bianca in fretta, senza guardarlo.</p> + +<p>La Paola non rispose affatto.</p> + +<p>Allora il signor Cantinelli insinuò la +<span class="pagenum">[171]</span> +sua persona piccola, ossuta e magra, +traverso l'uscio socchiuso, e, sempre con +quel risolino compunto sul largo viso +incorniciato dai capelli e dalle basette +biondiccie, richiuse l'uscio pian piano, +e senza rumore.</p> + +<p>Quando fu scomparso, le ragazze +affrettarono i punti al ricamo, vergognose +di quell'idea che stava fra loro, +sentendosi offese nel loro pudore delicato +di giovinette, e non osando parlarne.</p> + +<p> — Dammi il filo d'oro, disse dopo un +tratto la Bianca, questo contorno deve +riuscire bellissimo.</p> + +<p>E guardava attentamente il ricamo, +come se da un pezzo non avesse pensato +ad altro, ed il discorso di suo padre +non l'avesse menomamente distratta da +quel pensiero.</p> + +<p> — Il filo d'oro è nell'armadio, della +nostra camera, rispose la Paola. +<span class="pagenum">[172]</span></p> + +<p>Poi, tirando l'ago in fretta e senza +guardare sua sorella soggiunse:</p> + +<p> — La nostra povera camera che dobbiamo +abbandonare.</p> + +<p>Le tremava la voce ed era tutta convulsa.</p> + +<p>La Bianca arrossì vivamente, ma non +rispose, e non si mosse per andare a +prendere il filo d'oro. L'aveva domandato +per dir qualche cosa, ma non le occorreva.</p> + +<p>Intanto la Paola diventava più agitata. +Le tremava la mano, ed il respiro le si +faceva corto ed affannoso. Sentiva il bisogno +di sfogare l'amarezza che le si +accumulava in cuore di minuto in minuto.</p> + +<p>Quella nuova inaspettata, impreveduta +affatto, l'aveva ferita aspramente nel suo +amor proprio di donna di casa, e più +che tutto, nel suo pudore verginale. +<span class="pagenum">[173]</span></p> + +<p> — È crudele, disse fremendo, essere +scacciate dalla nostra camera. E +perchè? Da tre anni che dirigo io la +casa, ho sempre bastato a tutto, e non +<i>ha</i> mai dovuto farmi rimproveri, mi +pare.</p> + +<p>Parlava di suo padre, ma in quel momento +non voleva nominarlo.</p> + +<p> — Dobbiamo rassegnarci, rispose la +Bianca in tono conciliante, e sempre +cogli occhi bassi. Dacchè non c'è un'altra +camera abbastanza vasta...</p> + +<p> — Ma che bisogno c'era della camera +vasta... e del resto? esclamò con impeto +la Paola, rizzandosi tutta nervosa, +ed andando a parlare ai vetri della +finestra. Non si stava bene tra noi? +Che bisogno c'era?...</p> + +<p> — Forse al babbo riesciva d'imbarazzo +l'accompagnarci, il vegliare su +noi... Bisogna aver pazienza... suggerì +<span class="pagenum">[174]</span> +la Bianca, che, sebbene più giovine +di sua sorella, era più positiva, e meno +facile ad eccitarsi.</p> + +<p> — Ma che! Ma che! Io ho ventidue +anni, mi so custodire da me, e tu pure; +ed usciamo così poco che non può dargli +fastidio l'accompagnarci; in casa non +vien mai nessuno ...</p> + +<p> — Sentiva troppo la perdita della +povera mamma, ritornò a dire la Bianca. +Aveva bisogno d'una compagna anche +lui...</p> + +<p> — Stai zitta! Stai zitta! gridò la Paola +febbrilmente, turandosi le orecchie. Certe +cose mi fanno vergogna. La sua compagna +l'ha avuta. Dio gliel'ha tolta; è +una disgrazia; ma non ha diritto lui di +trovarsene un'altra. L'amore il matrimonio, +devono legare per sempre, per +questa vita e per l'altra.</p> + +<p> — Sai; ciascuno ha il suo modo di +<span class="pagenum">[175]</span> +sentire... Ora il babbo ha un'altra affezione...</p> + +<p> — Oh! alla sua età! Un padre di famiglia... +pensa!</p> + +<p>E la Paola si pose a ravviare con una +fretta convulsa le sete sparse sul telaio; +poi se lo caricò sulle spalle per andarlo +a riporre borbottando:</p> + +<p> — Ah! povera mamma! povera mamma! +Chi muor muore, e chi vive si fa +core!</p> + +<p>La Bianca le andò dietro nella famosa +camera che dovevano abbandonare, e +quando il telaio fu appeso al chiodo in +fondo ad un grande armadio, abbracciò, +per di dietro, le spalle della sua sorella +maggiore, e posandole la guancia sulle +treccie per non incontrare il suo sguardo +durante quel discorso imbarazzante, le +susurrò:</p> + +<p> — Cerchiamo di prendere la cosa in +<span class="pagenum">[176]</span> +buona parte, Paola. È il nostro babbo, +ed è buono; non tocca a noi di giudicarlo.</p> + +<p> — Io non posso a meno di soffrire; +farò male, me ne confesserò; non so +che farci; c'è qualche cosa dentro di +me che s'offende, mi vergogno;... Non +so... Al solo pensarci mi vengono le +fiamme al viso.</p> + +<p>E con un gesto di ripugnanza esclamò:</p> + +<p> — Oh! alla loro età!</p> + +<p> — Ma via! Sei un'esagerata! Una +sensitiva! Lei ha dieci o dodici anni +più di te; non è vecchia. Non sarà una +matrigna. Saremo tre sorelle invece di +due...</p> + +<p> — Che! tre sorelle! ribattè la Paola +crollando le spalle. Prima di tutto, non +è già più giovane se ha dodici anni più +di me. E poi... poi... Tu non pensi +alle conseguenze... +<span class="pagenum">[177]</span></p> + +<p>E non osò dir altro. Arrossirono tutte +e due senza guardarsi, come avrebbero +fatto dinanzi ad un'immagine troppo +nuda.</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p>Il signor Cantinelli era molto devoto; +frequentava la chiesa ed i sacramenti, +mangiava di magro il venerdì ed il sabato, +non lavorava mai la domenica nè +le altre feste comandate, a costo di morir +di noia, ed era in buona fede.</p> + +<p>Aveva ereditato da suo padre un patrimonio +meschino, ed un'intelligenza, +ancor più meschina del patrimonio.</p> + +<p>Aveva tentato di studiare per ottenere +un grado accademico, ma non era riuscito. +S'era voluto avviarlo al commercio; +ma aveva manifestato, alle prime +prove, un'assoluta incapacità.</p> + +<p>S'era dunque accontentato d'un impiego +<span class="pagenum">[178]</span> +modesto in una banca, dove la +sua grande onestà gli faceva perdonare +di non avere altri meriti.</p> + +<p>Da buon cristiano però egli s'appagava +del suo stato; era umile, non aveva +ambizioni. Era stato buon marito, ed era +buon padre, affettuoso, carezzevole, perfino +sdolcinato; incapace del menomo +atto violento, e neppure d'alzare la +voce.</p> + +<p>Badava a fare il suo dovere, come +l'intendeva lui, <i>da galantuomo e da buon +cristiano</i>, ed era sempre contento.</p> + +<p>Non desiderava la roba d'altri, e, finchè +aveva avuto la moglie, e finchè gli +era durato il dolore d'averla perduta, +non aveva mai desiderata neppure la +donna d'altri.</p> + +<p>Appena rimasto vedovo aveva ritirate +le sue figliole dal convento, aveva ceduto +a loro la camera nuziale coi due +<span class="pagenum">[179]</span> +lettini gemelli, ed era andato a dormire +nella cameretta, dove stavano le +fanciulle quand'erano piccine.</p> + +<p>La Paola aveva assunto il governo +della casa che disimpegnava benissimo, +mettendo in ogni cosa la raffinatezza, +l'eleganza, l'idealismo che erano nella +sua natura.</p> + +<p>E, tra il lavoro, le preghiere, le pratiche +religiose e le carezze che prodigava +alle figliole, quel buon uomo, tutto +tenerume, credeva di poter durare tutta +la vita.</p> + +<p>Ma aveva poco più di cinquant'anni; +era vegeto, tranquillo; ed un bel giorno +s'avvide che il desiderio peccaminoso +della donna d'altri, o almeno della donna +non sua, cominciava a spuntargli nel +cuore.</p> + +<p>Se fosse stato prete o frate, nella sua +grande onestà avrebbe ricorso ai cilici, +<span class="pagenum">[180]</span> +alle macerazioni, magari alla disciplina, +e, di certo non avrebbe trasgredito il +suo dovere.</p> + +<p>Ma, dacchè non aveva fatto dei voti, +e gli era possibile di <a name="corr180" id="corr180"></a>conciliare i suoi +desideri col suo dovere, di farsi anzi un +dovere di quanto ora lo turbava come +una tentazione, non gli parve vero di +mettersi d'accordo colla santa madre +chiesa e con sè stesso, aggiungendo un +nuovo piacere alla sua vita da cuor +contento.</p> + +<p>Sicuro della santità delle sue idee, si +mise ad adocchiare le donne che incontrava, +specialmente all'uscire dalla chiesa, +per esser certo d'imbattersi in una sposa +timorata di Dio; e non tardò ad accorgersi +che una donnetta, belloccia, piccolina +e grassa, faceva accelerare le pulsazioni +del suo cuore, ogni volta che lo +sfiorava col vestito passando, o che fermava +<span class="pagenum">[181]</span> +a caso gli occhi chiari da <a name="corr181" id="corr181"></a>bionda, +nei suoi.</p> + +<p>Le tenne dietro; seppe chi era, e dove +abitava, e che era vedova, senza prole. +Le espose nei termini più onesti la sua +domanda, che venne accettata; e, colla +coscienza tranquilla ed il cuore giubilante, +andò ad annunciare alle sue +figliole la nuova de' suoi serotini amori.</p> + +<p>Aveva cominciato la confidenza abbracciandole, +accarezzandole, vezzeggiandole, +com'era sua abitudine. Ma il +rossore, la confusione di loro a quella +rivelazione, lo avevano imbarazzato; e +se ne era andato via un po' impensierito, +non potendo capire come mai un fatto +legittimo e santo, come il settimo sacramento, +potesse offendere chicchessia.</p> + +<p>Non erano coniugi sant'Anna e san +Gioachino, san Giuseppe e la Madonna...? +<span class="pagenum">[182]</span></p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p>Anche la prima moglie del signor Cantinelli +era stata allevata religiosamente, +e, vivendo con quel divoto convinto, era +diventata divota, ed aveva inculcati gli +stessi sentimenti alle sue figliole.</p> + +<p>Queste non avevano un vero fervore +religioso. Avevano accolti sentimenti e +credenze, senza discuterli, e come cose +indiscutibili. Non provavano gran dolcezza +nelle preghiere, nè estasi nella +meditazione; non si commovevano alla +confessione nè alla comunione; ma avrebbero +creduto di commettere un'enormità +trascurando quei sacramenti, o perdendo +la messa una domenica.</p> + +<p>La Bianca, di carattere sereno e calmo +come suo padre, di mente ristretta, punto +fantastica, metteva d'accordo le pratiche +religiose e la vita di famiglia, pensava che +<span class="pagenum">[183]</span> +un giorno o l'altro la domanderebbero +in moglie, si mariterebbe, avrebbe dei figlioli +da allevare; ed aspettava tranquillamente +quell'avvenire che le sorrideva.</p> + +<p>La Paola, invece, aveva un ideale poetico, +mezzo uomo e mezzo angelo; pensava +all'amore come ad una musica serafica, +ad un vincolo misterioso, solenne +ed eterno; il matrimonio se lo figurava +«il traversare la vita tenendosi per mano». +Era per lei il colmo della poesia, +un quadro di bellezza, di gioventù, di +luce e d'azzurro.</p> + +<p>Nessuno le mostrava mai la parte vera +e positiva dell'esistenza nel matrimonio. +Sua sorella, meno idealista, la vedeva +da sè. Ma lei avrebbe avuto bisogno di +un correttivo alla mente troppo immaginosa +ed alla sua sensibilità eccessiva.</p> + +<p>E questo correttivo non lo trovava di +certo nell'ambiente in cui viveva. Il riserbo +<span class="pagenum">[184]</span> +della vita monastica, nel convento, +aveva anzi aumentata la sua suscettibilità. +La menoma parola meno che pura, +o che lei credesse tale, la faceva arrossire. +Se stava cucendo una camicia, +quando entrava qualcuno, la nascondeva +in fretta come una cosa indecente, e per +quanto poteva, evitava persino di nominarla.</p> + +<p>In casa loro non c'erano quadri nè +statue profane. Nell'entrata c'era una +nicchia con una statua della Madonna +dinanzi alla quale ardeva sempre un lumicino. +Nella camera delle ragazze c'era +un'altra madonnina di gesso. Un bambino +Gesù di cera, che riposava da anni +ed anni sotto una campana di vetro nel +salotto, era stato pudicamente vestito di +una tunichina di seta bianca, che il tempo +aveva ingiallita; e le ragazze l'avevano +veduto sempre così. +<span class="pagenum">[185]</span></p> + +<p>Non erano mai state in una pinacoteca, +nè ad una esposizione artistica; e, +persino in istrada, il signor Cantinelli +studiava dei giri viziosi per non farle +passare dinanzi ai monumenti, dove avrebbero +potuto vedere qualche figura +di donna col petto scoperto o qualche +puttino nudo.</p> + +<p>Avevano letti i romanzi della contessa +di Segur, della signora Fleuriot, del padre +Bresciani, ed altri dello stesso genere. +Ma questi appunto avevano fomentate +le aspirazioni idealiste della Paola, +che, nelle coppie di sposi, voleva vedere +soltanto dei Malek Hadel e delle +Matilde.</p> + +<p>In tanta purezza d'azzurro, quel matrimonio +d'un uomo vecchio con una +donna matura, quel discorso del cambiamento +di camera per cedere a loro la +camera comune coi due letti gemelli, suscitò +<span class="pagenum">[186]</span> +tutte le ripugnanze della poetica +Paola.</p> + +<p>L'amore vecchio, che s'adagiava senza +riserbo dov'era passato un altro amore +giovine e pieno delle ingenuità e dei rossori +dei primi sentimenti, offendeva la +sua delicatezza di fanciulla, la metteva +nell'imbarazzo, come se avesse commessa +lei un'azione sconveniente.</p> + +<p>Il signor Cantinelli presentò le sue +figlie alla sposa in una visita di cerimonia, +nella quale si contenne con un grande +riserbo; e poi affrettò le nozze per uscire +da quella situazione difficile.</p> + +<p>Fece colla sposa un brevissimo viaggio +di nozze, perchè i suoi mezzi e l'impiego +non gli permettevano di prolungarlo +e perchè, come padre affettuoso e +compreso del suo dovere, non voleva +lasciar lungamente due giovinette sole.</p> + +<p>E dopo otto giorni tornò a custodirle, +<span class="pagenum">[187]</span> +offrendo agli occhi modesti delle due fanciulle, +pei quali s'era messa una camicia +al bambino Gesù, lo spettacolo della sua +luna di miele; certi baci e certe occhiate +da fare arrossire la Vergine di gesso +nella sua nicchia.</p> + +<p>Faceva il suo dovere di sposo cristiano +amando la sposa che Dio gli aveva concessa; +e, del resto, era carezzevole per +natura, baciucchiava la moglie come baciucchiava +le figlie; di atti scandalosi non +sarebbe stato capace di commetterne; e +la sua coscienza non gli rimproverava +nulla.</p> + +<p>Infatti la Bianca non ci vedeva alcun +male.</p> + +<p>Quando sua sorella usciva dal salotto +tutta rossa ed indignata, spingendosi +indietro l'uscio, per isfuggire la vista di +quelle carezze, lei la seguiva e le diceva: +<span class="pagenum">[188]</span></p> + +<p> — Ma perchè ti agiti a questo modo, +Paola? Non vuoi che il babbo voglia +bene alla sua sposa? È la religione stessa +che comanda agli sposi d'amarsi.</p> + +<p>La Paola non rispondeva, come non +aveva parlato neppur prima. Non si rendeva +ragione della ripugnanza che provava. +Non faceva un torto a suo padre della +sua tenerezza. Ma sentiva che ognuna +di quelle carezze distruggeva una sua +illusione; le faceva vedere vecchio, brutto, +materiale, l'amore che lei aveva collocato +in alto, sulle nuvole, puro e bello +come una visione di cielo; profanava il +suo idolo.</p> + +<p>La Bianca la capiva in parte, ma non +poteva ragionarla molto. Era un argomento +troppo scabroso per loro. Tutt'al +più le diceva:</p> + +<p> — Tu hai troppa poesia in testa. Ti +figuri che tutti abbiamo le tue delicatezze. +<span class="pagenum">[189]</span> +Invece il mondo è differente; e +bisogna pigliarlo com'è. Se vorrai maritarti, +mia cara, ti ci dovrai avvezzare.</p> + +<p> — No, è impossibile, diceva la Paola, +se il matrimonio è così non ne voglio +sapere.</p> + +<p> — Ma come vuoi che sia? insisteva +la Bianca, vincendo un poco l'usato riserbo +del loro parlare, per dare un poco +d'ilarità alla sorella troppo ideale. Vuoi +che due sposi stiano a guardarsi da lontano +come due papi di gesso? Se si +fanno qualche carezza, non ci vedo nulla +di male.</p> + +<p>La Paola crollava le spalle e stava +zitta. Infatti non avrebbe potuto dire che +ci vedesse del male neppur lei.</p> + +<p>Ma non trovava più bello il matrimonio, +dacchè lo vedeva così, e si sentiva +profondamente delusa, e soffriva della +sua delusione, e non sapeva più cosa +<span class="pagenum">[190]</span> +desiderare nè cosa sperare, dacchè il suo +sogno era svanito.</p> + +<p>A forza di isolarla in un ambiente di +purezza ideale, di parlarle col frasario +convenzionale inventato per le ingenue, +di accarezzare il suo pudore esagerato e +ritroso da sensitiva, l'avevano lasciato +esaltare fino alla mania.</p> + +<p>Co' suoi ventidue anni e la sua intelligenza, +non poteva serbare l'indifferenza +e la fede d'un'ingenua; capiva che fin +allora s'era ingannata; si sentiva fuori +dalla normalità; ma non poteva vincere +le sue impressioni, la sua delicatezza +nervosa, e soffriva, piangeva, si eccitava.</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p>Dopo alcuni mesi la sposa cominciò +ad abbandonarsi sulle poltrone in abito +discinto, e lo sposo, più tenero verso +<span class="pagenum">[191]</span> +di lei, parlava tutto ringalluzzito, di +«quello che verrà,» della culla, dell'allattamento.</p> + +<p>Erano discorsi nuovi in quella casa, +dove era molto se, arrossendo e chinando +gli occhi, si diceva che «una tale signora +aveva comperato un figliolo».</p> + +<p>La Paola aveva finito per isolarsi +quanto era possibile, nella sua cameretta.</p> + +<p>Lavorava e pregava in silenzio, teneva +sempre gli occhi bassi, ed a poco a poco, +la sua ritrosia sempre allarmata, le aveva +dato un aspetto rigido.</p> + +<p>Un giorno il signor Cantinelli la prese +a parte e le disse:</p> + +<p> — Sai, figliola mia, che t'avvicini ai +ventitre anni? Non è per dire che invecchi, +gioia mia, ma perchè è tempo +di darti marito. Sono certo che lo desideri. +<span class="pagenum">[192]</span></p> + +<p> — No, no, no! esclamò arrossendo la +Paola.</p> + +<p> — Via! tutte le ragazze dicono così. +Ma quando lo trovano sono contentone. +E tu l'hai trovato.</p> + +<p> — Non m'importa: Non lo voglio...</p> + +<p> — Ma, no, bimba mia. Non far la ritrosa. +Credi che io non abbia capito che +tu ci pativi a veder me e la Rosa che +ci vogliamo bene? Ho visto che avevi +spesso gli occhi rossi, specialmente dacchè +abbiamo delle speranze... Si sa, una +ragazza alla tua età, desidera d'andare +a posto anche lei, e la vista della felicità +degli altri aumenta la sua impazienza...</p> + +<p> — Babbo. Ti giuro che non desidero +di maritarmi. Voglio farmi monaca... +esclamò la Paola tutta nervosa.</p> + +<p> — Non hai mai manifestata questa vocazione, +Paola cara. È mio dovere di +<span class="pagenum">[193]</span> +esortarti a pensarci seriamente. Darsi al +Signore è una buona, una santa cosa; +ma bisogna averne la vocazione; ed io +credo d'aver osservato che tu hai delle +altre aspirazioni...</p> + +<p> — Nessun'aspirazione. Hai osservato +male, interruppe aspramente la Paola. +Voglio farmi monaca. È un pezzo che +ci penso...</p> + +<p> — Ma senti, almeno, quanto volevo +dirti. È il nostro fabbriciere della parrocchia +che m'ha parlato d'un buon partito +per te...</p> + +<p> — Oh Dio! No no! Com'è possibile +sposare uno che non si conosce? No. +Voglio farmi monaca. Digli di no. Nè +lui, nè nessuno. Odio questi matrimoni...</p> + +<p> — Ebbene, insistè il padre, aspetta +ancora. Ne troverai uno ti tuo gusto. +Ma intanto questo dovresti vederlo. È +un'ottima persona, timorata di Dio, ed +<span class="pagenum">[194]</span> +un bell'uomo. Un po' maturo, ma ancora +vegeto...</p> + +<p>Queste ultime parole misero addirittura +in convulsione la povera sensitiva, +che si nascose il volto gridando di no, +che non voleva saperne, che aveva una +assoluta ripugnanza pel matrimonio, che +si sentiva una gran vocazione per la vita +monastica, che voleva cominciare il noviziato, +subito, subito...</p> + +<p>In un'altra famiglia quella vocazione +senza fervore religioso, improvvisa e tenace, +avrebbe inspirato delle diffidenze, e +spinto il padre ad indagarne il movente.</p> + +<p>Ma in casa Cantinelli, si diceva con +convinzione che «darsi al Signore è una +santa cosa quando si ha la vocazione»; +e, dacchè la fanciulla affermava d'averla, +il padre devoto avrebbe creduto d'andar +contro il volere di Dio, ostinandosi a +contrariarla. +<span class="pagenum">[195]</span></p> + +<p>Una volta presa quella risoluzione, la +Paola affrettò le cose, e riesci ad entrare +in convento prima che la sua matrigna +partorisse.</p> + +<p>L'idea di trovarsi in casa in quel momento +le dava i brividi.</p> + +<p>La Bianca non poteva consolarsi della +lontananza di sua sorella. Tanto più che +la Paola, a misura che s'era abbandonata +a' suoi scrupoli, s'era andata separando +moralmente da lei, come se le +facesse un torto d'accettare quello stato +di cose che le pareva scandaloso.</p> + +<p>Nel suo isolamento la povera Bianca +sentiva il bisogno di qualcuno da amare +e da proteggere, come aveva fatto colla +sua sorella maggiore.</p> + +<p>A poco a poco si venne affezionando +alla matrigna, che era buona e che aveva +bisogno d'assistenza. E quando, due mesi +dopo, la sposa la fece chiamare nella sua +<span class="pagenum">[196]</span> +camera una mattina, e le presentò un visino +violaceo di bimbo, tutto contornato +di fasce e di trine, con due piccoli pugni +stretti che si agitavano inconscientemente +fuori dalle fascie, si sentì tutta +intenerita, e pianse di commozione baciando +quel nuovo fratello.</p> + +<p>Il giorno stesso scrisse alla Paola:</p> + +<p>«Rinuncia all'idea di abbandonarci +per sempre. Torna fra noi. Dio ci ha +mandato un fratellino, piccino e bello +come il bambino Gesù. Me lo lasciano +tenere a battesimo da me. Ma se tu vieni +ti cederò questa gioia, e lo chiameremo +Paolo, e sarà il tuo fratellino. Quando +il Signore ne manderà un altro quello +sarà il mio...»</p> + +<p>La rigida novizia strappò la lettera, e +rispose che era più ferma che mai nel +suo proposito di farsi monaca.</p> + +<p>Infatti, otto mesi dopo pronunciò i voti. +</p> + +<p class="pad2"><span class="pagenum">[197]</span>Col volto pallido, gli occhi sempre +bassi, l'aspetto rigido, suora Paola Immacolata +è ora la monaca più fredda e +severa del convento.</p> + +<p>Le educande tremano dinanzi a lei, +che aspra, nervosa, eccitabile, aggrava +tutte le mancanze e le punisce con un +rigore eccessivo ed inesorabile.</p> + +<p>Quando il signor Cantinelli va a farle +una visita traverso la grata del parlatorio, +e la trova gelida, indifferente, completamente +staccata da lui, dalla Bianca, +e che non parla mai dei nuovi fratellini +che non vide neppure, torna a casa dicendo:</p> + +<p> — Era una vera vocazione. Il suo +cuore era tutto per Dio e per la religione. +Non ha altri amori. Era una vera +vocazione.</p> + +<p>La Bianca è la sola che, nella sua +<span class="pagenum">[198]</span> +semplice bontà, vede qualche cosa di +anormale che non capisce, ma sente, nell'anima +di sua sorella; e dice crollando +il capo:</p> + +<p> — Chissà! Forse se fosse stata allevata +diversamente...</p> + +<hr /> +<h2><a name="RACCONTO" id="RACCONTO"></a>RACCONTO<br /> +ALLA VECCHIA MANIERA.</h2> + +<p><span class="pagenum">[201]</span> +La Carmela aveva conosciuto il suo +fidanzato alla Sagra di Galliate. C'era +andata con una sorella del parroco, e s'era +trovata tutta confusa quando arrivando, +aveva veduto nel cortile, una folla nera +di preti. Non aveva ancora sedici anni, +ed era naturale che fosse molto timida. +Aveva detto alla sua compagna:</p> + +<p> — Ma non ti pare che si dovrà stare +in una gran suggezione, noi due sole +fra tanti preti?</p> + +<p>La compagna, che era maggiore di lei +di parecchi anni, le aveva risposto: +<span class="pagenum">[202]</span></p> + +<p> — Se avessi creduto di non veder altri +che preti non sarei partita da Novara, +e non t'avrei invitata, poverina.</p> + +<p>Poi aveva soggiunto con un luccicchio +giulivo negli occhi:</p> + +<p> — Verrà Giusto, e verrà mio fratello +Gaudenzio.</p> + +<p>Giusto era il suo fidanzato, un giovine +medico, che aspettava d'essere +nominato medico condotto di Oleggio +per isposarla. Ed il fratello Gaudenzio +era uno studente che faceva il quarto +anno di legge all'università di Torino, +e che l'Amalia vagheggiava di vedere +innamorato e fidanzato della sua amica.</p> + +<p>Infatti poco dopo arrivarono Giusto e +Gaudenzio, con una frotta d'amici, tutti +studenti che erano a Novara in vacanza, +fra i quali Mario Pedrazzi, che aveva ventidue +anni, e stava per prendere la laurea +da ingegnere. +<span class="pagenum">[203]</span></p> + +<p>Era bello, biondo, coi capelli ondulati +e rigonfi, cogli occhi d'un grigio chiaro, +grandi, un po' infossati, pieni di languidezza +e di mistero.</p> + +<p>Quegli occhi meravigliosi s'erano subito +fissati negli occhioni neri della Carmela, +come per magnetizzarla. E l'avevano +magnetizzata.</p> + +<p>Prima del pranzo c'era stata la presentazione; +a pranzo, seduti accanto, +avevano fatto conoscenza; dopo pranzo, +passeggiando in giardino dietro gli altri +due già fidanzati, Mario aveva detto +delle cose molto sentimentali, e la Carmela +s'era sentito rimescolare il sangue +e sussultare il cuore; ai vespri avevano +sempre tenuti gli occhi fissi l'uno nell'altro, +lasciando che quelle occhiate lunghe +e languide dicessero tutto quanto +volevano dire; e la sera, andando alla +stazione per ripartire, lungo la strada +<span class="pagenum">[204]</span> +buia, Mario, che dava il braccio alla Carmela, +le aveva presa la mano che si appoggiava +sulla manica della sua giacchetta, +e le aveva sussurrato:</p> + +<p> — Cara... cara...</p> + +<p>La Carmela non aveva risposto, e lui +non aveva aggiunto altro. Ma avevano +continuato a camminare colle mani unite, +col braccio di lei stretto fortemente fra +il petto ed il braccio di lui, ed avevano +scambiato ogni sorta di confessioni, di +proteste, di promesse in quel lungo silenzio +d'amore.</p> + +<p>Poi, a Novara, quando lei gli aveva +stesa la mano alla stazione, prima d'andarsene +col suo babbo che stava ad aspettarla, +Mario aveva sussurrato:</p> + +<p> — Per sempre...?</p> + +<p>E lei aveva chinato il capo con un sì +molto sommesso, ma molto chiaro e risoluto. +<span class="pagenum">[205]</span></p> + +<p>Ma da quel momento non c'erano più +stati ravvicinamenti simili fra loro.</p> + +<p>L'Amalia, risentita che la sua amica +avesse scelto per l'appunto un altro invece +di suo fratello, s'era messa a trattarla +con freddezza, a stare a distanza, +e poco dopo s'era sposata, ed era partita +col marito per Oleggio.</p> + +<p>Intanto Mario era partito di nuovo per +Torino a compiere gli studi.</p> + +<p>Ma appena tornato a Novara colla laurea, +s'era messo a passare parecchie +volte al giorno sotto le finestre della +Carmela, a seguirla in istrada, da lontano, +perchè, naturalmente, lei non usciva +sola, a fissarla col canocchiale tutta la +sera, quando gli accadeva di vederla in +teatro.</p> + +<p>Parecchie volte s'erano incontrati a +qualche festa da ballo di famiglia, ed allora +lui aveva ballato quasi esclusivamente +<span class="pagenum">[206]</span> +con lei, e le aveva detto delle +cose molto significative, per lei che, grazie +al precedente di Galliate, era in grado +di interpretarle: «Che lui aveva sempre +avuto una gran preferenza per le +donne brune. Che i dintorni di Novara +non erano poi tanto privi di bellezze +pittoresche come si diceva. Lui trovava che +Galliate era un luogo pieno di poesia. +Lui vagheggiava un ideale modesto: avviarsi +bene nella sua carriera, associare +alla sua esistenza una dolce compagna, +bruna, e passare la vita tra lo studio +e lei, in una bella Casina elegante e piccola...»</p> + +<p>Erano i suoi disegni d'avvenire che le +comunicava a quel modo; e la Carmela +ne era felice.</p> + +<p>Due volte il suo babbo le aveva fatte +delle proposte di matrimonio. Ma lei, fedele +al fidanzato del suo cuore, aveva +<span class="pagenum">[207]</span> +rifiutato con un pretesto, per non tradire +il suo segreto.</p> + +<p>Intanto erano passati tre anni. La Carmela +ne aveva dicianove. Mario aveva +messo uno studio, e faceva buoni affari. +Era tempo di chiudere quel romanzo di +amore, che tutta la città conosceva, ed +al quale ogni mala lingua faceva un'aggiunta, +e molti commenti.</p> + +<p>La Carmela in quei tre anni s'era cucito +tutto il corredo, s'era preparati molti +ricami in colore, per le poltrone del suo +futuro salotto, aveva imparato a fare +delle conserve, a riporre le frutta per +l'inverno, a preparare dei liquori casalinghi, +per essere una massaia modello.</p> + +<p>Ed aspettava fiduciosa e serena d'essere +chiamata a mettere in pratica quelle +cognizioni preziose, quando ad un tratto, +in una casa terza, in un giorno di visita, +in mezzo ad un circolo di signore, si +<span class="pagenum">[208]</span> +sentì gettare brutalmente in faccia la +nuova tremenda, che distruggeva tutto +il suo avvenire:</p> + +<p>«L'ingegnere Pedrazzi è sposo.»</p> + +<p>Non svenne, come succede nei romanzi, +e non abbreviò neppure la sua +visita per non farsi scorgere. E stette +a sentire le doti e la dote della sposa; +una bella dote, perchè Pedrazzi aveva +sempre aspirato a fare un ricco matrimonio; +era un giovine serio, badava al +sodo, era certo che farebbe una bella +carriera...</p> + +<p>Appena tornata a casa, la Carmela si +rinchiuse nella sua camera, e pianse finchè +ebbe lacrime negli occhi.</p> + +<p>Dovette fare uno sforzo per andare a +tavola; ma aveva il viso stravolto, e non +mangiò nulla. Se ci fosse stata una mamma, +una parente in casa, si sarebbe avveduta +che c'era un guaio. Ma la Carmela +<span class="pagenum">[209]</span> +viveva sola col suo babbo, vedovo, +il quale badava più agli affari che a lei. +E potè abbandonarsi alla sua desolazione +senza essere interrogata.</p> + +<p>Passò la notte intera a ripensarci.</p> + +<p>Certo non avrebbe più osato ricomparire +in città dopo una simile mortificazione. +Avrebbe preferito morire. Ma non +si muore quando si vuole.</p> + +<p>La Carmela aveva una sorella molto +maggiore di lei, maritata già da cinque +anni con un ricco possidente di un villaggio +presso Santhià.</p> + +<p>S'era sposata quando la sorella più +giovine era in collegio, e si vedevano +una volta all'anno a San Gaudenzio, +quando la signora De Lorenzi andava +a Novara a passare quel giorno solenne +nella casa paterna.</p> + +<p>Era naturale che la Carmela pensasse +d'andare in quella circostanza da sua sorella. +<span class="pagenum">[210]</span></p> + +<p>Ne parlò a suo padre, il quale consentì +facilmente, e telegrafò per annunciare +la sua partenza. Ma ricevette un +telegramma che le diceva di non moversi, +ed in seguito una lettera, che spiegava +il telegramma.</p> + +<p>Nel paese infieriva la difterite, e la +signora De Lorenzi assisteva i suoi coloni +ammalati, prima per sentimento di +carità, poi per conservare la popolarità +del marito, che era sindaco, e non disperava +di diventare deputato alle prime +elezioni.</p> + +<p>Ma questo non iscoraggiò la Carmela. +La morte, nello stato d'animo in cui si +trovava, non le faceva paura. E ad ogni +modo non voleva rimanere a Novara a +nessun costo.</p> + +<p>Disse a suo padre: che lei non aveva +più pace al pensiero che sua sorella era +sola, esposta al pericolo d'un contagio, +<span class="pagenum">[211]</span> +che voleva andare ad aiutarla, a dividere +la sua sorte, ad assisterla, in caso che +si ammalasse, a morire con lei...</p> + +<p>E si mostrò, o parve, nel suo eccitamento, +animata da tanto affetto fraterno +e da tanto sentimento di carità, che suo +padre le concesse di partire.</p> + +<p>Soltanto, lui non poteva accompagnarla. +Era professore in un liceo privato, +ed, in coscienza, non poteva correre +il rischio di portare il contagio ai +suoi allievi.</p> + +<p>Fors'anche non gli garbava di pigliarlo +neppure per sè. Però conosceva un possidente +di Tronzano, presso Santhià, che, +di solito, era sempre a Novara, nei giorni +di mercato, e disse:</p> + +<p> — Vedrò. Se Beltrami è qui, domattina +lo pregherò d'accompagnarti.</p> + +<p>Beltrami c'era. Accettò cordialmente +l'incarico, prese la valigia della Carmela +<span class="pagenum">[212]</span> +e fece entrare la signorina in un +vagone di prima classe, dove rimasero +soli.</p> + +<p>Era un vecchio signore grasso coi capelli +grigi.</p> + +<p>La Carmela si rincantucciò in un angolo +del vagone, e, col viso contro il +vetro del finestrino, stette a guardare i +prati verdi ed umidi, le risaie gialle allagate +da un'acqua sudicia, tutta quella +campagna monotona, il cui piano liscio, +sterminato, era appena interrotto da qualche +filare di gelsi, da pochi ciriegi selvatici +sui quali s'arrampicavano le viti, +dalle case coloniche isolate, rozze, povere.</p> + +<p>E pensava:</p> + +<p> — Ecco; la mia vita omai scorrerà +triste, monotona come questa pianura. +Arriverò a cinquant'anni, come sono +oggi; più vecchia, più brutta, ma senza +<span class="pagenum">[213]</span> +gioie, dacchè non ho più amore nè speranza... +Preferirei pigliare la difterite e +morire... sarebbe finita!</p> + +<p>Sbirciò un'occhiata al vecchio signore, +e vedendo che aveva spiegata la <i>Perseveranza</i>, +e leggeva attentamente il bollettino +della borsa, ne profittò per piangere +liberamente.</p> + +<p>Ma il suo compagno non era tanto +assorto nel bollettino della borsa da +non udire i piccoli singhiozzi che le sfuggivano.</p> + +<p>Si volse stupito, stette un tratto a considerarla, +poi lasciando la <i>Perseveranza</i> +abbandonata sul sedile, le si fece accosto +e le disse:</p> + +<p> — Come! Piange? Un'eroina?</p> + +<p>La Carmela stava in un momento d'eccitazione. +Aveva bisogno di sfogo, ed in +un impeto di sincerità esclamò:</p> + +<p> — No, non dica... Io non sono un'eroina! +<span class="pagenum">[214]</span></p> + +<p> — Ma se va a sfidare la morte per +curare i contadini difterici...</p> + +<p>Il signor Beltrami diceva questo con +un'ombra d'ironia. Non amava gli atteggiamenti +drammatici, e le ostentazioni +d'eroismo inutile.</p> + +<p>La Carmela intuì quella disapprovazione +per quanto celata, e ne fu punta. +Quel vecchio signore aveva un'aria buona +ed intelligente nel volto florido, negli +occhi scintillanti come quelli d'un +giovinotto. Le inspirava fiducia, ed avrebbe +voluto che la stimasse; e senza rifletterci +molto, tornò a dire:</p> + +<p> — Ma io non vado a sfidare la morte. +Vado a cercarla, o vado a nascondermi +perchè ho un gran dispiacere, e non ho +il coraggio di sopportarlo. Ecco che +eroina sono!</p> + +<p>E ricacciando il volto nella pezzuola, +che era già tutta bagnata, riprese a piangere, +<span class="pagenum">[215]</span> +senza ritegno, un po' sollevata da +quella confidenza.</p> + +<p>Il vecchio signore lasciò che si sfogasse +un poco, ed intanto la guardò +fisso con occhio di profonda pietà; poi +le disse:</p> + +<p> — Via, ora smetta di piangere. Le fa +male, e si fa gli occhi gonfi che è un +peccato. Mi confidi il suo gran dispiacere. +Faccia conto ch'io sia il suo babbo... +Ma non tanto severo come lui; un babbo +indulgente, pieno di compatimento pei +dispiaceri della gioventù, e disposto a +ricevere le sue confidenze con cuore da +amico... Dica, via. Vuole che siamo amici? +Vuol dirmi perchè è afflitta, perchè +piange?</p> + +<p>Era appunto quanto aveva bisogno +quel povero cuore crucciato ed oppresso +dal suo cruccio segreto. Un amico a cui +confidarlo. Rispose senza scoprirsi il +volto, perchè si vergognava: +<span class="pagenum">[216]</span></p> + +<p> — Piango perchè il mio amante mi ha +abbandonata.</p> + +<p>Il vecchio signore fece un balzo sul +sedile, ed esclamò meravigliato:</p> + +<p> — Il suo amante? Lei aveva un amante? +Ma quanti anni ha?</p> + +<p> — Ne ho diciannove. Erano già tre +anni che ci si voleva bene...</p> + +<p> — Ma il suo babbo, che è tanto severo, +le permetteva questa relazione?</p> + +<p> — Non la sapeva.</p> + +<p> — Non avrà saputo in che rapporti +erano; ma infine, che lei conosceva quel +giovinotto, che veniva in casa sua, doveva +pure saperlo...</p> + +<p> — Ma no. Non veniva in casa mia...</p> + +<p>Il vecchio signore stette un tratto confuso, +poi riprese un po' esitante, e colla +voce un po' meno dolce:</p> + +<p> — Allora era lei... Dove lo vedeva, +insomma? +<span class="pagenum">[217]</span></p> + +<p> — Lo vedevo dal balcone.</p> + +<p> — Ah! esclamò il signor Beltrami; ed +i suoi occhi brillarono più che mai, ed +il suo volto tornò sereno. Riprese l'interrogatorio +coll'indulgenza di prima.</p> + +<p> — E, si scrivevano?</p> + +<p> — No...</p> + +<p> — Ma come avevano fatto per sapere +di volersi bene? Avevano pure dovuto +dirselo, o scriverlo...</p> + +<p>La Carmela era tutta mortificata. Infatti +non se l'erano detto nè scritto. +Volle narrare la storia di Galliate, ma +quel vecchio signore, alla sua età, aveva +perduto di vista gli amori giovanili, e +rispose quasi ridendo:</p> + +<p> — Se non c'è altro, figliola mia, non +è un amante che ha perduto, è un sogno +che s'è dileguato.</p> + +<p>Le prese tutte e due le mani in una +delle sue che era grossa e forte, le pose +<span class="pagenum">[218]</span> +l'altra sulla fronte, e rispingendole il +capo indietro per guardarla negli occhi, +le disse:</p> + +<p> — Lei non sa cosa sia l'amore.</p> + +<p>In quella lo sportello fu aperto con impeto, +ed i guarda freni passarono gridando:</p> + +<p> — Vercelli! Vercelli! Chi scende? Dodici +minuti di fermata... Vercelli!...</p> + +<p>Il vecchio signore scese, ed andò al +caffè a bere una tazza di birra.</p> + +<p>La Carmela un po' stupita dal discorso +che avevano fatto, dal vuoto che +aveva dovuto riconoscere nel suo passato, +tenne dietro collo sguardo a quell'uomo +attempato, che le aveva inspirata +tanta fiducia.</p> + +<p>Non era punto grasso, come le era +parso alla prima. Era robusto. Teneva +il cappello in mano facendosi aria, ed i +suoi capelli grigi, ritti sul capo, foltissimi, +facevano una bella cornice al volto +<span class="pagenum">[219]</span> +fresco. Aveva le sopraciglia ed i baffi +castani, appena brizzolati di qualche filo +d'argento. E camminava leggero, svelto. +Da lontano le accennò se volesse bere, +ed i suoi occhi neri brillarono come due +fiamme.</p> + +<p>La Carmela nel suo profondo abbandono, +provò un'ombra di gioia al vedere +che quel vecchio amico, non le aveva +perduta la considerazione, e sembrava +volerle bene anche dopo la sua confidenza. +Ed era stupefatta d'avergliela +fatta quella confidenza, così, subito, conoscendolo +appena. Ma le pareva di conoscerlo +da un pezzo. Era così ardito, +insinuante, ed aveva una voce così calda, +e guardava così direttamente negli occhi. +Non si poteva mentire con lui.</p> + +<p>Del resto cosa le importava? Non lo +sapeva tutta Novara il suo segreto?</p> + +<p>Il vecchio signore risalì, tornò a sedere +<span class="pagenum">[220]</span> +al suo posto, e riprese la <i>Perseveranza</i> +senza parlare. I guarda freni chiusero +i vagoni, il convoglio si mosse, ed +i due amici rimasero ancora soli.</p> + +<p>Ad un tratto il vecchio signore si alzò, +andò a sedere accanto alla Carmela, le +prese la mano che lei teneva abbandonata +in grembo e le disse, come se continuasse +il discorso di poco prima:</p> + +<p> — L'amore, figliola mia, il buono, il +vero, non si accontenta di quelle lunghe +separazioni mute, senza una manifestazione, +senza uno sfogo. L'amore +non bada alla laurea dell'uomo, alla dote +della donna, a nessuna considerazione +d'interesse. Un uomo che ama arde tutto, +freme, desidera con forza, con passione; +va direttamente al suo scopo, e domanda +francamente, impaziente alla donna che +ama:</p> + +<p>«— Vuoi esser mia?» +<span class="pagenum">[221]</span></p> + +<p>Nell'enfasi di quel discorso, il vecchio +signore aveva attirata a sè la mano che +stringeva, e guardava la Carmela negli +occhi tanto davvicino, che il suo alito le +sfiorava la bocca.</p> + +<p>Non era più vecchio. Era un uomo +forte, appassionato e bello.</p> + +<p>Quelle parole entravano acute, pungenti +nel cuore della Carmela, e le faceva +sentire amaramente che, infatti, non +era stata amata mai, che s'era illusa. +Eppure doveva essere una dolce cosa +sentirsi amata così. Una dolce cosa, che +lei non proverebbe mai...</p> + +<p>Ma mentre pensava questo, invasa da +una gran voglia di piangere, di piangere, +sul petto di quell'amico di un'ora, +che le parlava con tanto calore, sentì un +braccio forte e tremante stringersi intorno +alla sua vita, e quella voce dolce +e profonda ripetere: +<span class="pagenum">[222]</span></p> + +<p> — Di' vuoi? Voi essere mia moglie, +mia compagna nel bene come nel male? +Vedi, io ti conosco da un'ora, ti amo da +un'ora, forse da meno, ma non aspetto +domani a dirtelo.</p> + +<p>Poi soggiunse colla disinvoltura d'un +uomo avvezzo alle tempeste della vita:</p> + +<p> — È vero che ho trent'otto anni, e +non ho molto tempo d'aspettare.</p> + +<p>E vedendo che la Carmela non parlava, +ma tremava tutta e non cercava +di sciogliersi dal braccio che la stringeva, +riprese:</p> + +<p> — Non temere, bambina... So chi sei, +e non dimentico che t'hanno affidata a +me. Non ti domando che una parola. Di' +non ti spaventano i miei capelli grigi?</p> + +<p>La Carmela abbandonò il capo sulla +spalla di lui, susurrando:</p> + +<p> — Oh no! no!</p> + +<p>Scendendo alla stazione di Santhià, il +<span class="pagenum">[223]</span> +vecchio signore si fece incontro alla sorella +della Carmela dicendole:</p> + +<p> — Le presento la mia sposa. Glie l'affido +soltanto per poche ore, e la riconduco +subito a Novara, perchè ha una +gran paura della difterite.</p> + +<p>La signora De Lorenzi osservò:</p> + +<p> — T'avevo pur detto, di non venire, +Carmela.</p> + +<p>E la Carmela, dando uno sguardo al +suo compagno, rispose:</p> + +<p> — Allora non avevo paura di morire.</p> + +<p class="center pad4">FINE.</p> + +<hr /> + +<div class="tnote"> +<h2>Nota del Trascrittore</h2> + +<p>Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo +senza annotazione minimi errori tipografici. L'Indice è stato spostato all'inizio: i numeri di pagina in esso indicati, anche se errati, sono stati conservati.</p> + +<p>Sono stati corretti i seguenti refusi (tra parentesi il testo originale):</p> + +<ul> +<li> <a href="#corr20">20</a> - era spaventata [spaventa] all'idea</li> +<li> <a href="#corr92">92</a> - abbottonato a sghembo [sgembo]</li> +<li><a href="#corr124">124</a> - s'udiva uno strano rumore [rumure]</li> +<li><a href="#corr130">130</a> - Aveva realmente le attrattive [attrative]</li> +<li><a href="#corr147">147</a> - se ne entusiasmò [entusiastò]</li> +<li><a href="#corr180">180</a> - gli era possibile di conciliare [concigliare]</li> +<li><a href="#corr181">181</a> - gli occhi chiari da bionda [bionde]</li> +</ul> + +Grafie alternative mantenute: + +<ul> +<li>Turiddu / Turiddo</li> +<li>qua / quà</li> +</ul> +</div> + + + + + + + + +<pre> + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Cara Speranza, by +Maria Antonietta Torriani Torelli-Viollier + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CARA SPERANZA *** + +***** This file should be named 34518-h.htm or 34518-h.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/3/4/5/1/34518/ + +Produced by Claudio Paganelli, Barbara Magni and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact +information can be found at the Foundation's web site and official +page at http://pglaf.org + +For additional contact information: + Dr. Gregory B. Newby + Chief Executive and Director + gbnewby@pglaf.org + + +Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation + +Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide +spread public support and donations to carry out its mission of +increasing the number of public domain and licensed works that can be +freely distributed in machine readable form accessible by the widest +array of equipment including outdated equipment. Many small donations +($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt +status with the IRS. + +The Foundation is committed to complying with the laws regulating +charities and charitable donations in all 50 states of the United +States. 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Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. + + +</pre> + +</body> +</html> diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt new file mode 100644 index 0000000..6312041 --- /dev/null +++ b/LICENSE.txt @@ -0,0 +1,11 @@ +This eBook, including all associated images, markup, improvements, +metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be +in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES. + +Procedures for determining public domain status are described in +the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org. + +No investigation has been made concerning possible copyrights in +jurisdictions other than the United States. 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