summaryrefslogtreecommitdiff
diff options
context:
space:
mode:
authorRoger Frank <rfrank@pglaf.org>2025-10-15 02:48:32 -0700
committerRoger Frank <rfrank@pglaf.org>2025-10-15 02:48:32 -0700
commita6febccb24c0634eb855766f629164e3067328b0 (patch)
tree81fead0d48d517d78e8b2c47a2d49d0bcd1ff3f7
initial commit of ebook 29955HEADmain
-rw-r--r--.gitattributes3
-rw-r--r--29955-8.txt7816
-rw-r--r--29955-8.zipbin0 -> 183746 bytes
-rw-r--r--29955-h.zipbin0 -> 295735 bytes
-rw-r--r--29955-h/29955-h.htm11980
-rw-r--r--29955-h/images/ill001.jpgbin0 -> 1292 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill003.jpgbin0 -> 13220 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill009.jpgbin0 -> 14328 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill099.jpgbin0 -> 13789 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill151.jpgbin0 -> 14320 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill201.jpgbin0 -> 11695 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill257.jpgbin0 -> 7230 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill347.jpgbin0 -> 13128 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill370.jpgbin0 -> 2742 bytes
-rw-r--r--29955-h/images/ill371.jpgbin0 -> 8513 bytes
-rw-r--r--LICENSE.txt11
-rw-r--r--README.md2
17 files changed, 19812 insertions, 0 deletions
diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes
new file mode 100644
index 0000000..6833f05
--- /dev/null
+++ b/.gitattributes
@@ -0,0 +1,3 @@
+* text=auto
+*.txt text
+*.md text
diff --git a/29955-8.txt b/29955-8.txt
new file mode 100644
index 0000000..ea97230
--- /dev/null
+++ b/29955-8.txt
@@ -0,0 +1,7816 @@
+The Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 1, by
+Ferdinando Gregorovius
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+
+Title: Passeggiate per l'Italia, vol. 1
+
+Author: Ferdinando Gregorovius
+
+Translator: Corsi Mario
+
+Release Date: September 10, 2009 [EBook #29955]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the
+Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net
+(This file was produced from images generously made
+available by The Internet Archive/Canadian Libraries)
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+ FERDINANDO GREGOROVIUS
+
+
+ Passeggiate per l'Italia
+
+
+ La
+ Campagna romana
+ I Monti Ernici--I Monti Volsci
+ Idilli delle spiagge romane--Il Circeo
+ Le sponde del Liri--Il Castello
+ degli Orsini
+ in
+ Bracciano.
+
+
+ _Versione dal tedesco_
+
+
+ ULISSE CARBONI--LIBRAIO EDITORE
+ ROMA
+ _Via delle Muratte, 77_
+ 1906
+
+
+
+
+ I diritti sulla presente traduzione sono riservati
+
+ Stab. Tip. della Società Poligrafica Editrice
+ Roma, Piazza Pigna, 53.
+
+
+
+
+PREFAZIONE
+
+Questo volume, al quale altri faranno seguito, fa parte di un'opera
+geniale, ma poco nota fra noi, del Gregorovius, «_Wanderjahre in
+Italien_», che nel testo tedesco comprende ben cinque volumi, editi dal
+Brockhaus di Lipsia. Di essa apparvero già in Italia, molto tempo
+addietro, frammenti, capitoli isolati, ma--non sappiamo veramente per
+quale motivo--mai se ne tentò l'intera traduzione.
+
+Ingiusto essendoci sembrato l'oblio, cui si erano condannate queste
+bellissime pagine, abbiamo pensato di presentarle al pubblico italiano
+in una fedele ed integra versione.
+
+Questo primo volume comprende le escursioni del grande storico della
+Roma medioevale per la terra latina, per la campagna romana, la
+marittima e per il Lazio fino alle sponde del Liri, escursioni fatte,
+per la maggior parte, fra il 1858 ed il 1860. Non sono fuggevoli
+impressioni alla Stendhal, non sono note modeste o superficiali da
+_touriste_ e tanto meno vuote e patetiche chiacchierate: se in
+Gregorovius il sentimento del bello era profondo, se, dinanzi all'opera
+d'arte creata dall'uomo od a quella plasmata dalla natura, egli si
+entusiasmava e diveniva spontaneamente poeta, innanzi tutto e
+soprattutto, egli era uno storico ed in ogni cosa vedeva quindi e
+sentiva il passato. Anche in un'opera di personali impressioni non
+poteva perciò spogliarsi del suo abito di ricercatore e ricostruttore di
+epoche trascorse: e in queste pagine, infatti, è tutto il Gregorovius
+della «Storia del medio evo», è il Gregorovius che fruga fra le rovine e
+fra i vecchi manoscritti che raccoglie, riunisce, esamina e
+ricostruisce.
+
+Leggendo queste pagine si sente che Gregorovius è nel suo dominio: egli
+conosceva infatti Roma ed i suoi dintorni, come pochi anche oggi la
+conoscono e l'amava con affetto sconfinato e ammirazione profonda di
+figlio: ne conosceva i monumenti, i ruderi, gli abitanti, le abitudini,
+il linguaggio, la vita comune, la storia grande e tragica, la politica,
+le leggende, la fede. Le sue osservazioni, di un'esattezza severa,
+scrupolosa, sono quindi spontanee e pensate insieme, costanti e
+continue. La vita di mezzo secolo fa, sotto il dominio papale, molto
+diversa invero da quella di oggi, ma forse più caratteristica, rivive
+nelle pagine di questo bel libro e vi rivive intera, in tutta la sua
+bellezza, ricordando, più di quello che oggi ricordi, tutto un passato
+di lotte, di guerre, di gesta e di tragedie. Accanto al Lazio della metà
+del secolo XIX si leva, in questo libro mirabile, per quanto non scevro
+di difetti e d'ingenuità, il Lazio del medio evo. Libro di rievocazione
+storica potrebbe dunque chiamarsi questo: sia che l'Autore ci presenti
+il pittoresco aspetto della campagna romana, le selvagge solitudini dei
+monti Ernici e Volsci, la poesia profonda delle rovine infiorate di
+Ninfa, o il pauroso squallore di Astura dinanzi al limpido Tirreno e le
+ville sepolte nelle paludi pontine, l'omerico Circeo, o il cupo maniero
+degli Orsini, il passato ritorna sempre in queste pagine e vi ritorna
+nella sua vera luce, maestoso, terribile, in tutto il suo profumo di
+cosa lontana.
+
+Chi seguirà oggi lo storico tedesco nelle sue dotte escursioni, troverà
+probabilmente i dintorni di Roma molto diversi da quello che
+presentemente sono: Gregorovius visitò la nostra terra in un tempo che
+è, per gli avvenimenti accaduti, già lontano da noi, per quanto neppur
+mezzo secolo ce ne separi. Egli percorse questa regione in un momento di
+fermentazione e quando ancora tante barbarie non erano state commesse
+sotto il vano e pomposo pretesto di progresso, di miglioramento. Oggi
+molto, per opera della nuova gente e per le nuove necessità della vita,
+è mutato e ciò conferisce al libro un interesse ed un sapore ancora
+maggiore. Ciò, anzi, ci ha indotti soprattutto a tentare questa nuova e
+completa edizione delle «Escursioni per l'Italia» di Ferdinando
+Gregorovius cui non dubitiamo che il pubblico sarà per far lieta
+accoglienza.
+
+ Luglio 1906.
+
+ L'EDITORE.
+
+
+
+
+LA CAMPAGNA ROMANA
+
+(1856)
+
+
+
+
+La campagna romana.
+
+(1856).
+
+
+La regione nota sotto il nome di Campagna romana varia di estensione a
+seconda del modo come ne vengono tracciati i confini. Nel senso più
+preciso della parola, si chiama Campagna di Roma la regione deserta e
+grandiosa che si stende intorno alle mura della città de' Cesari e che è
+bagnata dal Tevere e dall'Aniene. Il suo perimetro si può tracciare ad
+un dipresso con i punti seguenti: Civitavecchia, Tolfa, Ronciglione,
+monte Soratte, Tivoli, Palestrina, Albano e Ostia. In senso più vasto,
+la campagna si stende sino al regno di Napoli, avendo per confini il
+Liri o Garigliano; di là da questo fiume sino al Sarno, che si getta nel
+mare presso Pompei, vi è l'altra campagna, la quale forma la bella
+provincia (Campania) che ha per capoluogo Capua.
+
+La campagna di Roma non è dunque altro che l'antico Lazio, separato dal
+paese dei Tusci per mezzo del Tevere. Dopo Costantino il Grande cessò di
+esser chiamata Lazio ed assunse il nome di Campagna, comprendendo nel
+medio-evo una buona parte del così detto «_Ducatus Romanus_».
+
+Sin dai tempi feudali questa regione era divisa in due parti, la
+Campagna propriamente detta nell'interno e la Marittima, che si spingeva
+lungo il mare sino a Terracina. La natura l'ha del pari distinta in due
+parti, in pianure e montagne. Le pianure sono tre, quella intorno alla
+città, solcata dall'Aniene e dal Tevere e coronata dai monti della
+Sabina, di Albano e di Ronciglione e bagnata dal mare; quella più vasta,
+circoscritta da una parte dai monti Volsci e Albani, e dall'altra dal
+mare, la quale comprende le paludi Pontine; ed infine quella interna,
+formata dalla valle del Sacco, che fiancheggiato dai monti Volsci, dagli
+Equi e dagli Ernici, dopo breve tragitto sbocca nel Liri, presso
+Isoletta, sotto Ceprano.
+
+Di questa stupenda regione del Lazio voglio intrattenere i miei lettori,
+fra cui alcuno conoscerà certo e ricorderà (se per recarsi da Roma a
+Napoli avrà preso la strada per Frosinone e S. Germano in luogo
+dell'altra per Terracina) le bellezze della valle del Sacco e delle
+montagne che la circondano. Nella mia descrizione moverò da queste due
+città, da Genazzano cioè, luogo di pellegrinaggio ben noto, situato
+all'ingresso della valle, e da Anagni, antica residenza di più papi nel
+medio evo. Ho vissuto tranquillamente a Genazzano alcune settimane, e ne
+ho approfittato per conoscere la Campagna latina e per visitare le sue
+città ed i luoghi più importanti, di cui la conoscenza poteva servirmi
+per la mia storia di Roma nel medio evo. Mi trovavo nel campo preciso di
+quella storia, nel paese d'origine di quella grande famiglia Colonna, la
+quale di là sorse così imponente e, come già ho detto, in una delle
+residenze dei papi medioevali, tra i quali basterà nominare Bonifacio
+VIII, per eccitare un sentimento più vivace per quella località. Non si
+spaventi il lettore, io non ho intenzione di opprimerlo con nomi e con
+eccessive ricerche, per quanto questo paese meriterebbe una nuova e più
+chiara descrizione di quelle del Nibby e del Gell, come la meriterebbero
+pure Anticoli, Alatri, Veroli, Soni ed Arpino, patria questa di Cicerone
+e di Mario, e tutti quei monti e quelle valli, belle e selvagge, colà
+situate, note sotto il nome di Ciociaria.
+
+Si va da Roma a Genazzano per la via Labicana, uscendo da Porta
+Maggiore, dove in altri tempi cominciavano la via Labicana e la via
+Prenestina. Di queste due resta solo la prima, ampia strada che
+anticamente sboccava sotto Anagni nella via Latina, attraversava la
+valle del Sacco (_Trerus_) e poi il Liri presso Ceprano (l'antica
+_Fregella_). Il viaggiatore che esca oggi da Roma per questa venerabile
+porta, si trova dinanzi ad un nuovo spettacolo, perchè là sorge la
+stazione provvisoria della prima strada ferrata degli Stati della
+Chiesa, che porta a Napoli; la costruzione molto meschina è a ridosso
+dell'arco gigantesco dell'acquedotto di Claudio. Si direbbe che
+l'invenzione più recente della civiltà abbia timore di levarsi a fianco
+delle rovine colossali dell'antica Roma, sebbene il genio moderno di
+gran lunga sorpassi quello dell'antichità, sì che un Plinio, o un
+Traiano proverebbero oggi uno stupore pari a quello del pastore del
+Lazio che vede per la prima volta passare precipitosa e sbuffante una
+locomotiva. Eccettuata la più bella strada ferrata del mondo, quella che
+va da Napoli a Pompei, non ve n'ha altra che possa offrire un contrasto
+più vivo fra due epoche della umana civiltà, quanto questa che corre
+lungo gli archi coperti di musco dell'acqua Claudia, attraverso alla
+triste campagna, fra le antiche tombe e le torri solitarie dell'età di
+mezzo.
+
+A tre miglia da Roma s'incontra Tor Pignatara, dove è la tomba di Elena,
+madre di Costantino; sei miglia più in là, un ponte sul ruscello Marrana
+(_Aqua Crabra_), quindi Torre Nuova con i suoi pini maestosi, castello
+di proprietà del principe Borghese, dove gli archeologi pretendono sia
+esistita la villa Popinia, di Attilio Regolo, cosa che noi non
+contrasteremo, accontentandoci di accoglierla con un sorriso. Il lago
+Regillo invece è veramente l'antico «_Lacus Regillus_» e l'ombra di
+Tarquinio viene a confermarcelo e a dissipare i nostri dubbi. Oggi non
+ha più acqua ed il cratere vulcanico è rimasto secco: è piccolissimo,
+tanto che viene chiamato il Laghetto. Dopo si trova la prima stazione,
+Osteria della Colonna, che è una taverna isolata al sedicesimo miglio,
+costruita ai piedi di una collina che si stacca dai monti Albani, in
+cima alla quale sta il villaggio di Colonna, nel medio evo culla della
+famiglia di questo nome. Passata Osteria, la prima stazione che
+s'incontra è «_ad Statuas_», oggi S. Cesareo; essa pure è una trattoria,
+perduta in mezzo alle vigne, in un terreno accidentato, mal rinomato un
+tempo per le frequenti grassazioni commesse dai briganti. In questo
+luogo i banditi eran soliti attendere il passaggio delle diligenze, ad
+una curva della strada, pronti a _saltar fuora_, come dicevano, al
+momento opportuno. Da S. Cesario si scopre, fra bellissimi vigneti, il
+piccolo villaggio di Zagarolo, antico feudo dei Colonna, ai quali
+apparteneva tutto il territorio dei dintorni. Questo borgo dovrebbe
+essere, o almeno lo si crede, l'antico _Pedum_, che Orazio nomina nella
+sua quarta epistola, diretta all'amico Albio Tibullo:
+
+ Albi, nostrorum sermonum candide judex.
+ Quid nunc te dicam facere in regione Pedana?
+
+Di qui, continuando a salire per qualche miglio, si giunge a Palestrina,
+località assai importante, che fu l'antica e gloriosa Preneste dei
+Romani, dove oggi si può riconoscere ancora per un certo tratto il
+selciato poligonale dell'antica strada.
+
+Qui è bene che ci arrestiamo un poco, perchè i miei lettori non abbiano
+ad accusarmi di accennare soltanto al nome di una città così antica e
+degna di nota; tuttavia non mi tratterrò a lungo.
+
+Preneste, che ora sotto il nome di Palestrina ci appare come un gruppo
+di case nere sul pendio di una collina di tufo, fu anticamente la
+dominatrice del Lazio, prima di Alba Longa e di Roma, come lo attestano
+le ciclopiche mura in doppia linea che ancora esistono e che
+proteggevano altra volta l'antica cittadella. Sorgeva questa sul punto
+più elevato del monte Prenestino, in una località per natura fortissima
+e quasi inespugnabile, dove nel medio evo fu costruito un castello.
+L'origine dell'antica città rimonta ai tempi favolosi, ai tempi di re
+Cecolo, che Virgilio (_Eneide_, VII, 678) pone alla testa di una
+legione, di cui facevano parte le genti dell'Anio, dell'Ernica e della
+«_ricca_» Anagni.
+
+Preneste fu signora del Lazio sino al giorno in cui i Romani la
+sottomisero. Più tardi la si trova spesso menzionata nella storia; Pirro
+la conquistò e vi si arrestò prima di muovere contro Roma; maggiore
+importanza ebbe ai tempi di Silla, quando il giovane Mario cercò di
+sottometterla; e allorchè Silla divenne padrone della città, dopo un
+lungo e faticoso assedio, vi fece trucidare tutti gli abitanti maschi,
+li rimpiazzò con i suoi veterani ed ingrandì talmente il tempio della
+Fortuna, uno dei più famosi santuari del Lazio, da comprendere quasi
+tutto lo spazio dell'odierna città che venne innalzata sulle fondazioni
+del tempio di Silla. Augusto portò nuovi coloni a Preneste, e tanto lui
+quanto Tiberio suo successore si recarono di frequente e volentieri a
+villeggiare nella villa imperiale che possedevano in quella città, dove
+trovavano pura e salubre l'aria. La villa Claudia fu anche nei secoli
+seguenti, durante l'estate, dimora prediletta degli imperatori, e la
+città si mantenne florida per lungo tempo ancora e non perdette il suo
+splendore che all'epoca delle invasioni barbariche, in cui prese il nome
+di Palestrina.
+
+Secondo un atto del 970, che esiste tuttora, papa Giovanni XIII fece
+donazione del feudo di Palestrina alla senatoressa Stefania. La nipote
+di questa, Emilia (_Imilia nobilissima comitissa_), sposò verso il 1050
+il padrone di Colonna e, a quanto pare, il loro figlio, Pietro de
+Colonna, inaugurò la dominazione della sua gente sulla città di
+Palestrina. Ciò che è incontestato si è che dal XII secolo questa
+famiglia cominciò a diventare potente in quel territorio e ad estendere
+a poco a poco il suo dominio dai monti Latini a quelli dei Volsci, degli
+Equi e degli Ernici. Palestrina fu tolta nel 1298 ai Colonna da
+Bonifacio VIII, loro acerrimo nemico, o con un assedio, o in seguito ad
+una capitolazione accettata dai due cardinali della famiglia, Iacopo e
+Pietro, e dai loro congiunti, che vi si erano rinchiusi; il papa,
+divenuto padrone della città, furiosamente ne fece abbattere le mura e
+le case, ad eccezione della cattedrale di S. Agapito, e, dopo aver
+sparso di sale le rovine, vi fece passare sopra l'aratro. Tuttavia
+Palestrina risorse, ma per essere distrutta di nuovo, nel 1436, dal
+patriarca Vitelleschi. Venuto questi in guerra con i Colonna,
+s'impadronì della sfortunata città e tutta la distrusse, non facendo
+eccezione neppure per la cattedrale. Due anni appresso anche il
+castello, che sorgeva in cima al monte, fu atterrato.
+
+Sorvolo su i saccheggi che in seguito rovinarono di nuovo Palestrina. La
+città, tale e quale è oggi, non rimonta oltre il secolo XV. I Colonna
+continuarono a considerarla come loro principale residenza, con Paliano,
+ed ottennero anzi, nel 1571, da Pio V, il titolo di principi di
+Palestrina, finchè, per i debiti, nel 1630 dovettero vendere la città a
+Carlo Barberini, fratello di Urbano VIII, per la somma di 775,000 scudi
+romani. L'ultimo Colonna signore di Palestrina fu Francesco, morto nel
+1636.
+
+L'attuale città si stende a forma di terrazze sul pendio del monte, ed è
+di aspetto cupo, eccezione fatta della lunga via principale, dove sono
+parecchi palazzi. Nel punto più elevato sorge il palazzo Barberini,
+magnifica costruzione nello stile del secolo XVII, oggi completamente
+abbandonata. Per la sua forma semicircolare ricorda la pianta
+dell'antico tempio della Fortuna di Silla, sulla cui area fu appunto
+costruito. Questo palazzo baronale che risale al periodo del maggior
+lusso della vita romana moderna, ha gran numero di sale, di camere, di
+logge, ma non offre nulla che meriti veramente di esser visto,
+eccettuato un grande mosaico, paragonabile a quello scoperto a Pompei e
+conosciuto sotto il nome di battaglia di Alessandro. Rappresenta scene
+campestri e religiose dell'Egitto, con gruppi di sacerdoti, di
+sacerdotesse, di sacrificatori, di guerrieri, di pescatori, di pastori e
+di cacciatori, con templi, case rustiche, animali, il tutto eseguito con
+somma maestria. Pare che non risalga ai tempi di Silla, come è stato
+affermato; è senza dubbio di un'epoca posteriore, forse di quella
+dell'imperatore Adriano. Questo capolavoro artistico fu scoperto nel
+1638 fra le rovine del tempio della Fortuna, dove ornava probabilmente
+una nicchia. La famiglia Barberini lo aveva da prima posto nel suo
+palazzo a Roma, ma più tardi lo restituì a Palestrina, per aderire alle
+preghiere degli abitanti, i quali si dolevano che la loro città fosse
+stata privata della sua più bella rarità.
+
+Ma ciò che è più pregevole nel palazzo di Palestrina, non è la sua
+antichità, ma la sua posizione, in cima all'altura, dove spira un'aria
+sempre fresca, pura e balsamica, e dalle cui finestre si gode una vista
+d'una grandiosità e d'una bellezza veramente uniche. L'occhio di lassù
+abbraccia la maggior parte del Lazio da un lato e dall'altro una parte
+dell'antico paese dei Tusci (Etruria), ora patrimonio di S. Pietro; la
+vasta pianura, di aspetto classico, è limitata dai monti Latini e
+Volsci, in mezzo ad essa si apre una larga strada in fondo alla quale si
+scorge luminoso il mare. All'orizzonte si scorgono le linee di Roma, la
+città eterna, nei vapori turchini, il monte Soratte isolato e solitario,
+e la catena degli Appennini, e più in là i monti della Sabina, ed a
+sinistra poi l'ampia e bella valle del Sacco, dominata dalle cime di
+Montefortino e di Segni; e più lontano le alture della Serra e tutte
+quelle vette dei monti di Anagni e di Ferentino, che si perdono
+nell'azzurro vivo del cielo. Se poi ci figuriamo quelle pianure e quelle
+colline seminate di città, di ville e di villaggi così ricchi di ricordi
+storici, che richiamano alla memoria i tempi di Roma antica, dell'impero
+e del medio evo, se si pensa che di lassù si possono contemplare
+l'Umbria, la Sabina, il Lazio, il paese degli Equi e degli Ernici,
+l'Etruria, i monti Volsci ed Albani, ed infine il mare, tutto questo
+riunito in un solo e grandioso panorama, ci si potrà fare allora un'idea
+della grandiosità ed imponenza dello spettacolo che Palestrina offre.
+Quando i Colonna, nel medio evo, dalle finestre del loro palazzo o
+castello miravano i loro possessi, potevano orgogliosamente ben dirsi i
+più ricchi ed i più potenti signori del Lazio.
+
+Dinanzi a questo quadro meraviglioso, sotto l'azzurro di quel cielo, in
+quell'aria sì pura, si prova quasi una voluttà nel ricordarsi che
+Palestrina ha dato i natali ad uno dei geni più grandi della musica
+sacra, che assunse ed illustrò il nome della sua città natale.
+
+Più ampio orizzonte ancora si scorge, salendo dal palazzo all'antica
+rocca: questa sorge proprio sulla vetta del monte Preneste; vi si arriva
+faticosamente in meno di un'ora, per un ripido sentiero scavato nella
+pietra calcare. Era un dopo mezzogiorno di agosto, quando io mi ci
+recai, e sebbene il sole fosse ardentissimo, mi sentivo fresco e
+leggero, poichè l'aria fresca di quell'altura non lascia sentire la
+fatica. Su questa cima è un piccolo borgo, S. Pietro, che risale a tempi
+antichissimi, poichè si fa menzione di un convento o monastero in quel
+punto sin dal secolo VI. Vicino a quello rimangono le belle rovine del
+castello medioevale, dei muri quasi abbattuti, delle torri cadenti,
+invase dalla ginestra selvatica e quasi coperte di edera lussureggiante.
+Qui fu rinchiuso lo sfortunato Corradino, dopo la battaglia di
+Tagliacozzo, e di qui egli fu condotto al patibolo a Napoli.
+
+Bonifacio VIII fece distruggere questo _Castrum Montis Prenestini_,
+antica rocca dei Colonna e centro della loro signoria nella Campagna. Si
+possono leggere anche oggi le lagnanze dei Colonna al papa, in un
+documento del 1304, dove è scritto: «Egli ha anche demolito la rocca
+dell'antico monte Prenestino, _Rocca nobilissima_, che comprendeva
+splendidi palazzi e mura antichissime costruite dai Saraceni
+(_Saracenico opere_), con grandi macigni, al pari delle mura delle
+città, ed inoltre l'importantissima chiesa di S. Pietro, edificata
+sull'area di un monastero. Egli ha atterrato tutto ciò, insieme ad altri
+palazzi ed alle case, in numero di circa duecento». Il celebre Stefano
+Colonna però fece ricostruire la città e la rocca, ed oggi ancora si può
+leggere sopra la porta della rocca rovinata e sotto lo stemma dei
+Colonna, la seguente iscrizione:
+
+ MAGNIFICVS DNS STEFAN DE COLVMNA REDIFICAVIT
+ CIVITATEM PENESTRE CV MONTE ET ARCE
+ ANNO 1332
+
+Preneste fu del resto uno dei paesi storici più antichi del Lazio, e
+pare sia stato dimora attribuita al favoloso re Cecolo, nome che sembra
+una trasformazione dell'antico re Cocalo di Agrigento, famoso per il
+mito di Dedalo. La veduta da questo punto dei monti Sabini, che si
+levano severi e maestosi, è grandiosa ed imponente.
+
+Non chiederò a' miei lettori di seguirmi fra le rovine dell'antica
+Preneste disseminate nelle vigne, sotto l'odierna città, dove formano
+una specie di labirinto di volte e di stanze, e dove ancora si trovano
+preziosi oggetti di antichità; non chiederò questo a' miei lettori,
+perchè tali escursioni sono faticose ed in genere quasi inutili.
+
+Palestrina ha due buoni storici, Cecconi e Petrini, le cui _Memorie
+Prenestine_ sono molto preziose per lo studio della storia del medio evo
+romano e della campagna romana.
+
+Subito sotto la città, la strada s'interna in una gola profonda, in
+mezzo ai monti popolati di lussureggianti castagni, dove scorre anche un
+torrente chiuso tra due rocce selvagge che tolgono ogni vista. Dopo tre
+miglia la strada si apre ad un tratto sopra un ponte grandioso e
+pittoresco, che varca uno degli affluenti del Sacco, e ci si trova
+allora dinanzi il cupo e bizzarro villaggio di Cave, costruito su una
+collina attorniata da vigneti e da giardini, da dove la vista può
+stendersi sino ai monti Volsci e per la pianura del Sacco.
+
+Sulla piazza del mercato di Cave sorge una colonna, emblema della
+famiglia Colonna, antica feudataria del luogo. Nei dintorni crescono
+alberi di noce di straordinarie dimensioni, i cui frutti raggiungono
+talvolta la grossezza di un pomo e sono molto apprezzati in tutta la
+campagna romana.
+
+Il popolo di Cave è di sangue caldo, pronto all'ira ed incline a
+maneggiare il coltello, e parla un dialetto che si avvicina molto al
+linguaggio delle cronache del medio evo, al romanesco, e che ricorda
+anche il calabrese per la facilità nel sostituire alle vocali i
+dittonghi. Invece di _si_, per esempio, esso dice _sei_ ed anche
+_seine_, con la cantilena abituale alla gente volgare; dice _signoure_
+per _signore_, _muratoure_ per _muratore_, _Rouma_ per _Roma_. Quei di
+Palestrina hanno invece conservato molte parole e desinenze latine; il
+buon vignaiolo Agapito, quando m'invitava ad andare nella sua vigna, mi
+diceva: _venite in vigna mea_ (e non _mia_), locuzione questa che dai
+contadini di Genazzano era stimata cattiva e che a quelli di Palestrina
+pareva migliore.
+
+Ci vogliono ancora tre miglia di strada per arrivare a Genazzano, sempre
+sullo stupendo altipiano che corre lungo il monte di Cave, con la vista
+continua dell'amena valle del Sacco, ed in lontananza con la vista di
+Paliano, altra dimora dei Colonna, con il suo castello interamente
+bianco: sui confini dell'orizzonte da questa strada si scorge inoltre
+l'antica Anagni, perduta quasi fra le nubi, sulla cima del monte.
+
+Ad un tratto la strada discende rapidamente e ci conduce in una
+incantevole regione di collinette e di valli, che si seguono con
+pittoresca varietà; delle distese di olivi inargentati, dei folti
+boschi, malinconici, di castagni, dei campi di grano e di granturco,
+degli orti, delle viti che avvolgono i loro rami da un olmo all'altro,
+completano il bel quadro. Sulla collina che domina tutto questo
+paesaggio è situato Genazzano, paese lungo e nero come le rocce su cui è
+fabbricato. Le sue case sembra quasi che si arrampichino in processione
+sino alla chiesa di S. Maria del buon Consiglio, il santuario più famoso
+della campagna latina, o che si rechino, quali vassalli, verso il bel
+castello baronale dei Colonna, che corona la sommità del monte.
+
+Una porta merlata dà accesso alla piccola città; appena entrati
+l'attenzione del visitatore è attratta da un rozzo affresco, dipinto
+sulla parete di una casa, che rappresenta la «Madonna del Buon
+Consiglio», sostenuta in aria dagli angeli e circondata da pellegrini
+dalle cappe adorne di conchiglie e col bastone ricurvo in mano, in atto
+di venerazione. Strade deserte menano alla piazza principale «_piazza
+Imperiale_» l'aspetto delle abitazioni nulla ha di seducente, se non
+qua e là qualche finestra gotica, che ricorda, con le sue sculture ed i
+suoi rabeschi, il periodo migliore del medio evo.
+
+Quando si arriva in un paese appartato per dimorarvi qualche tempo (io
+ho villeggiato per tre mesi a Genazzano la prima volta, e vi sono
+tornato ancora due volte nell'estate), uno dei primi pensieri, dopo aver
+trovato un'abitazione ed esservisi istallati, è quello di cercare le più
+belle passeggiate e quei luoghi dove si può gustare l'aria libera, il
+fresco, la tranquillità, e leggere e pensare senza venir disturbati. Mi
+sono accorto subito che a Genazzano potevo soddisfare i miei gusti
+rustici. Per il paese non si può, è vero, passeggiare a lungo, le vie
+essendo troppo ineguali e troppo strette; non v'è una pianta sotto
+l'ombra della quale sia possibile sedere; ma fuori abbondano ombrosi
+castagneti e ameni vigneti, ove è dato assaporare tutte le dolcezze
+della pace e della solitudine. V'è pure una strada piana, adattissima
+per passeggiarvi; per giungere a questa bisogna attraversare il palazzo
+Colonna e si arriva ad un ponte gittato attraverso un burrone e formato
+di un arco solo in pietra, non indegno degli antichi romani: vi si
+scorge la mano possente dei Colonna. Addossato allo stesso palazzo è un
+acquedotto, costruito questo pure da quell'antica famiglia, ora
+abbandonato, ma molto pittoresco, con i suoi archi che, in parte
+rovinati, sorgono negli antichi giardini, ridotti essi pure in misero
+stato.
+
+Lungo l'acquedotto v'è una strada, per i soli pedoni, che conduce
+all'abbandonato convento di S. Pio.
+
+Ricordo ancora con un certo piacere il giorno in cui, andando alla
+scoperta di un luogo per le mie future passeggiate, ho percorso per la
+prima volta la via che mena a S. Pio. La strada bella e buona sale fra i
+vigneti ed i boschi; tutto ad un tratto la vista si apre a destra, e si
+scorgono terreni ondulati, coperti di viti, e l'ampia e tranquilla valle
+del Sacco, circoscritta da catene montuose, ed un paesaggio dall'aspetto
+superbo. A fianco della via sorge una piccola altura detta Fagnano,
+sulla cui pendice trovasi un masso voluminoso, ombreggiato da annose
+piante di olivo; su quest'altura mi son procurato spesso il godimento di
+leggere la _Vita nuova_ di Dante o la _Consolazione della filosofia_ di
+Boezio, riposando poi alla fine di ogni capitolo i miei occhi nel
+contemplare quel quadro sublime che si spiegava dinanzi a me. Di lassù
+si gode tutto meravigliosamente: sul primo piano dei lussureggianti
+boschetti; più in là un'ampia valle coperta di una cupa foresta,
+illuminata da un sole ardente; a destra ed a sinistra delle splendide
+catene di montagne. Quella a sinistra è chiamata Serra, dominata dalla
+piramide gigantesca del Serrone, da cui si staccano monti di minore
+altezza, persi tutti in un mare di verdura, interrotto qua e là da
+numerosi villaggi e castelli. Dalla Serra si staccano delle ridenti e
+fresche colline, seminate qua e là di fortezze feudali e di bianche
+borgate, brillanti sotto i raggi del sole. Sull'altro versante, altre
+colline formano come gli avamposti dei monti Volsci, le cui sommità
+seguono delle ardite curve e danno così un altro aspetto al paesaggio.
+
+Su queste vette luminose e nelle nere valli, l'occhio distingue numerosi
+castelli, monasteri e villaggi che sembrano sospesi nell'aria. Da per
+tutto regna un silenzio solenne, imponente. I contorni delle cime
+sembrano scolpiti nell'azzurro del cielo. Dietro la Serra si scorge qua
+e là una punta nevosa, d'una dolce tinta violetta: è qualche vetta
+selvaggia dell'Abruzzo; più lontano ancora, in una nebbia d'argento,
+appaiono altre punte coperte di neve e nelle forme più svariate, alcune
+simili ad obelischi, altre simili a cupole: esse richiamano la fantasia
+verso regioni ancora ignote del paese dei Sanniti, o verso le sponde
+del Liri.
+
+Chi potrebbe dipingere su una tela le bellezze di questo paesaggio,
+allorquando la tinta rossastra della sera viene ad avvolgere i monti con
+una porpora raggiante e l'ombra si stende su tutta la valle? La notte
+scende allora a poco a poco sulle meravigliose pendici della Serra e
+pare che s'impadronisca, l'un dopo l'altro, dei paesi per piombarli poi
+nelle tenebre più fitte. Gli ultimi raggi del sole sul tramonto fanno
+scintillare i vetri delle finestre di Serrone, di Roiate e di Piglio;
+quindi tutto diventa scuro, tutto scompare, ed anche il castello di
+Paliano si perde nelle tenebre. Un solo paese appare ancora di lontano,
+per gli ultimi raggi che vanno a morire sulle sue finestre; è posto
+sopra un colle e lo ricopre quasi tutto e per la sua estensione appare
+assai più importante di tutti quelli della campagna romana. Sin dalla
+prima sera l'ho riconosciuto, per la sua posizione, e non sono caduto in
+errore: è Anagni, la patria di Bonifacio VIII, che io ho salutato con i
+versi di Dante:
+
+ Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso,
+ E nel vicario suo Cristo esser catto.
+
+L'impressione di un paesaggio diventa maggiore per il pensatore,
+allorchè vi sa ricollegare i ricordi storici e farvi rivivere qualche
+grande figura del passato: la valle latina che si stende ai nostri piedi
+è la chiave del regno di Napoli, è la strada militare percorsa dai
+popoli invasori del medio evo. I Goti, i Vandali, i Franchi, i
+Longobardi, Belisario, gli Ottoni, gli Hohenstaufen, i Saraceni, i
+Francesi, gli Spagnoli, tutti hanno dissetato i loro destrieri nelle
+acque del Sacco, tutti hanno traversato questi campi virgiliani, per
+riversarsi poi di là dalla valle del Liri, in quel paradiso che ha nome
+reame di Napoli.
+
+Genazzano non è una città molto antica; risale al medio evo. Solo il suo
+nome, forse, rimonta all'antichità, giacchè si vuol farlo derivare dalla
+_Gens Genucia_, la quale qui possedeva il _fundus Genucianus_. Non è che
+dai primi del secolo XI che si ricorda in alcuni documenti il nome del
+castello di Genazzano, come proprietà dei Colonna di Palestrina. Questo
+castello fu dimora di un ramo di detta famiglia e le diede il nome. Si
+vuole anzi che il solo papa di questa famiglia sia nato appunto a
+Genazzano: fu questi Martino V, Ottone Colonna, eletto a Costanza nel
+1417, sotto il quale ebbe fine lo scisma di Avignone. E' fuori dubbio,
+per lo meno, che questo illustre pontefice appartenne al ramo dei
+Colonna di Genazzano e che amò risiedere solitario in questo dominio
+della sua famiglia. Amava il paese e vi fece costruire delle chiese e
+probabilmente ingrandì anche il palazzo che i suoi nipoti, più tardi,
+abbellirono. Ai Colonna spetta pure il vanto di aver fatto costruire
+l'acquedotto, di cui ho parlato; e le pittoresche rovine dei bagni che
+stanno in un avvallamento del terreno, dinanzi alle porte della città,
+rivelano, per la grandiosità del loro stile, che autori ne furono i
+potenti baroni. Il loro palazzo o castello feudale era un tempo vasto e
+magnifico; oggi cade in rovina al pari di quasi tutti i palazzi della
+campagna romana.
+
+Il cortile, d'un gusto severo, col suo duplice colonnato elegante e
+leggero, ricorda quasi l'epoca del Bramante: ora, però, fra quelle
+colonne si vedono statue di marmo mutilate, senza testa, ma che, nello
+stato miserando in cui sono ridotte parlano con maggiore eloquenza
+all'animo del visitatore che se fossero tuttora intatte. Esse sono in
+perfetta armonia con quel palazzo deserto, e mi hanno fatto tornare alla
+mente certe descrizioni di castelli feudali in rovina, lette nei romanzi
+di Walter Scott. Una volta i Colonna avevano fatto dipingere sulle
+pareti di una loggia i panorami delle città comprese nei loro vasti
+dominî: ora questi affreschi sono cancellati, come scomparsi sono i
+titoli ed i diritti dei loro signori. Unico abitatore, che percorre
+quelle sale vaste e abbandonate, simile ad un mago o ad un incantatore,
+è un vecchio medico dalla barba bianca, che vi ha stabilito la sua
+dimora e solo ne anima la profonda solitudine.
+
+A Genazzano del resto non mi sono dato cura nè di antichità, nè di
+ricerche archeologiche, e mi sono invece abbandonato interamente al
+piacere di goder le bellezze naturali e di conversare con quella buona
+popolazione. Non volendo unicamente trascorrere il mio tempo ad ammirare
+l'azzurro del cielo od a parlare solo della storia delle famiglie,
+voglio ora discorrere, da campagnolo, dei vigneti ed accennare come qui
+si mangi e si beva. Il momento veramente non è il più adatto, poichè le
+viti sono ancora devastate dalla crittogama ed il granturco corre
+rischio di andare tutto perduto, non essendo da due mesi caduta una
+stilla d'acqua.
+
+Un giorno, dopo aver percorso un sentiero selvaggio fra due siepi di
+rovi, sono arrivato in un vigneto, dove, in un luogo tranquillo e
+ombreggiato da bellissime piante di olivo, mi sono seduto e, tratto
+fuori un libro legato in pergamena, mi sono sprofondato nella lettura.
+Il cane della casa dove abitava, Moringa, mio compagno di passeggiata,
+fedele ed inseparabile che mi guidava sempre nei siti più belli, stava
+accovacciato ai miei piedi, quando ad un tratto cominciò ad abbaiare;
+alzai gli occhi e vidi alla distanza di cinque o sei passi una donna
+assai ben vestita, che mi fissava con segni di viva paura.
+
+«_Buon uomo_, mi disse che fai tu costì?» (Nella campagna romana come
+nell'Abruzzo tutti generalmente si danno del tu).
+
+«Perchè me lo chiedi, buona donna?».
+
+«Perchè son certa che quello che stai facendo, è cosa cattiva, mi
+rispose essa alzando le spalle in segno di disprezzo; e soggiunse: ciò
+non sta bene». Vivamente stupito domandai alla donna per quale ragione
+io l'avevo tanto spaventata e se non aveva mai visto in vita sua un uomo
+leggere un libro. «Può darsi, mi rispose, ma ciò non sta bene, e chi sa
+poi quali siano le tue intenzioni...» e dette queste parole si allontanò
+gettando su me più volte sguardi timorosi e sospettosi.
+
+Continuai a leggere, ma poco dopo mi alzai, riflettendo su quella
+bizzarra apparizione. La sera raccontai la cosa in casa. «Sapete, mi
+disse ridendo Annunziata, la mia albergatrice; quella donna ha creduto
+che voi foste un fattucchiero, un mago, e che foste occupato a lanciare
+col vostro libro in pergamena una maledizione sulla sua vigna». Risi di
+cuore per essere stato preso per un mago e per aver potuto trarre delle
+maledizioni contro i vigneti dalla _Storia dei Papi_ del Platina.
+
+Le viti si vanno a poco a poco riavendo, e siccome è il primo anno che
+sono colpite dalla malattia, i grappoli d'uva sono ritenuti, come dice
+questa buona gente, _cosa santa_. Durante il mio soggiorno a Genazzano
+furono nei dintorni uccise cinque persone solo per aver tentato rubare
+alcuni grappoli d'uva. A questo proposito voglio anzi narrare un fatto
+che dà un'idea del come qui sia amministrata la giustizia. Un ricco
+proprietario, cognato del priore o sindaco di Olevano, uccise un giorno
+sulla strada maestra un disgraziato che aveva rubato alcuni grappoli
+d'uva; compiuta questa bella impresa, si rifugiò in una sua vigna,
+contigua a quella della mia albergatrice. Alcuni suoi amici, siccome i
+figliuoli dell'ucciso avevano preso i fucili per vendicare il padre, si
+recarono armati dal proprietario per difenderlo. La giustizia intanto
+non si mosse e solo dopo varî giorni la vedova riuscì, per mezzo di
+protettori influenti, a scuotere il magistrato e ad aver la promessa
+che i birri di Olevano avrebbero arrestato l'uccisore: essi però anche
+allora non si mossero, perchè, si disse, erano stati comprati col
+denaro. Neppure i birri di S. Vito, nei quali la vedova riponeva
+maggiore speranza, fecero nulla.
+
+Passarono due settimane. «Bella giustizia avete nei vostri paesi!» dissi
+una sera al farmacista di Genazzano, nella cui bottega, come in quella
+del suo collega, di Ermanno e Dorotea, solevansi radunare le persone più
+importanti del luogo. Il figlio dello speziale, padre della bella Sofia,
+allora mi rispose: «Ma che pensate mai, signore? Quell'uomo non fu mica
+ucciso, come si dice, dal cognato del priore; il nostro «_dottorino_» ed
+il chirurgo, hanno fatto l'autopsia del cadavere ed hanno trovato che
+l'infelice cadendo da un'altura si spezzò il fegato». «E' proprio così»
+soggiunse l'arciprete di Santa Maria del buon Consiglio. Io tacqui. «Non
+ne credete una parola, mi disse la mia albergatrice; quel disgraziato
+non si è affatto rotto il fegato, ma...», e col pollice e l'indice
+destro fece il gesto di chi fa scorrere del denaro. «Avete capito?» «Ho
+capito» risposi.
+
+L'abbondanza di viti qui è straordinaria: per quanto l'occhio può
+spaziare, le vigne ricoprono tutte le ridenti colline della campagna.
+Le piante sono disposte in lunghe file, appoggiate a pali o sostenute da
+quelle canne resistenti che in Italia crescono nei luoghi umidi, o
+avviticchiate a piccoli olmi. Gli ammiratori di Virgilio sanno che fin
+dai tempi romani si soleva coltivare in queste terre la vite nei modi
+cui ho fatto cenno. Grande godimento è quello di poter leggere oggi in
+queste vigne le _Georgiche_ di Virgilio, il capolavoro della poesia
+latina, libro stupendo non tanto per la forma della composizione, che è
+mediocre, quanto per la purezza, la precisione, la grazia inimitabile
+dello stile. Ho letto e riletto quei canti fra i campi di Genazzano ed
+ho dovuto riconoscere che tutti i consigli, le regole ed i precetti del
+poeta sono oggi pienamente osservati, di guisa che pare quasi che egli
+abbia descritto i modi di coltivazione attualmente in uso nella campagna
+romana.
+
+La vigna è tutto in questa regione: essa riunisce in sè le tre divinità
+dei campi: Bacco, Cerere e Pomona. Infatti, fra le file delle viti si
+semina il grano, e qua e là vi si piantano gli eleganti mandorli, la più
+precoce delle piante del Mezzogiorno, che fiorisce alle prime brezze
+primaverili: il mandorlo è stato cantato in una delle _Cento novelle
+antiche_, dove è detto essere stato piantato presso la tomba di Narciso
+da Amore, quale simbolo degli amanti. Fra le viti cresce anche l'olivo,
+dalle foglie sottili che paiono luminose nella luce cangiante, assumendo
+una tinta ora argentea ora bronzea: vedendolo levarsi sul grano, vien
+fatto di pensare al pane saporito, per il quale somministrano l'olio.
+Altrove sorgono anche dei peschi, dei peri, dei meli, dei purpurei
+melagrani, dei noci, dei castagni e dei fichi, dai frutti dolci come il
+miele. Tutte queste piante porgono una ricca scelta di frutta in ogni
+stagione, di modo che quando una ha finito di dare i suoi frutti,
+un'altra pianta offre i suoi, mentre una terza li matura e li prepara.
+Avendo trascorso un'intera estate nella campagna romana, ciascuna di
+quelle piante mi ha pagato il suo tributo, ad eccezione dell'olivo, che
+è l'ultimo a maturare.
+
+La mia albergatrice possiede tre vigne, una presso Palestrina, le altre
+due nei monti selvaggi di Olevano, a tre miglia da Genazzano. Là sorge
+su un'altura, solitaria, una casetta di contadini, con una veranda
+aperta, ornata di fiori, ombreggiata da vecchi fichi e castagni: di
+lassù lo sguardo spazia sulla catena maestosa della Serra e sulla
+pianura del Sacco. Quale godimento passare le ore della giornata in
+quella loggia a respirare l'aria pura e profumata e ad assaporare di
+quegli ottimi frutti! Quali scegliere fra di essi? L'imbarazzo è grande,
+data la varietà dei frutti, uno più squisito dell'altro. Lo stesso
+devesi dire dell'uva: la malattia ha risparmiato questa vigna, rinomata
+per tutta la contrada; i tralci piegano sotto il peso tanto che è stato
+necessario puntellarli con pali e sostenerne i grappoli con fili di
+ferro. Non ricordo di aver mai visto dei grappoli e dei chicchi d'uva di
+tale grossezza e se volessi paragonarli a qualcosa, passerei certo per
+esagerato.
+
+V'è il moscatello dorato, trasparente sotto i raggi del sole, v'è l'uva
+nera e quella biancastra, che serve a fare il così detto «_buon vino_» e
+quella azzurra cupa, che fa il vino forte, rosso come il sangue. Mi son
+recato spesso a mangiarne e poi mi sedevo sotto un castagno ai piedi
+della collina, in mezzo ai mirti ed alle felci cantate da Virgilio, e,
+fra il profumo della menta e del serpillo, leggevo Orazio o qualche
+altro libro che avevo recato meco. La menta è propriamente una pianta
+caratteristica della campagna romana: tutti i campi intorno alla città
+eterna ne sono profumati. Quando poi mi trovo lontano di qui, in
+Toscana, o nell'alta Italia, e mi accade di vedere una pianticella di
+menta, il suo profumo mi richiama immediatamente alla memoria la
+campagna romana, e me la fa desiderare ardentemente.
+
+In mezzo a tanta dovizia, chi vorrà credere che la popolazione sia
+poverissima? Osservando questa regione la si direbbe un vero Eldorado
+per i suoi abitatori; ma se vi si vive un po' a lungo si finisce per
+vedere che spesso in questo paradiso terrestre abita la miseria più
+squallida. Tutte queste frutta (si vendono qui venti fichi o venti noci,
+per un _baiocco_; e nelle buone annate un fiasco di vino per lo stesso
+prezzo) non bastano a nutrire il contadino; esso morrebbe di fame se non
+avesse la farina di granturco, che forma il suo cibo. La causa di questo
+doloroso stato di cose va ricercata nel regime agrario del paese.
+Innanzi tutto bisogna notare che ogni proprietario di terra deve pagare
+al principe Colonna, come tributo, la quarta parte di quello che il
+terreno gli rende. L'antico flagello dei _latifundia_ è ciò che forma la
+miseria di questa popolazione; è vero che quasi ogni contadino possiede
+una piccola vigna, ma questa non è sufficente a mantenere la sua
+famiglia. L'usura poi non ha limiti; anche ai più poveri prende il dieci
+per cento. La più lieve disgrazia, una raccolta mancata, come avviene da
+alcuni anni in qua, basta ad indebitare il contadino trascinandolo
+nella miseria. Se egli riesce ad ottenere danaro e derrate a credito
+gl'interessi lo rovinano e l'avido usuraio attende il momento, in cui il
+piccolo proprietario per fame sia costretto a vendergli il suo fondo ad
+un prezzo irrisorio. I baroni ed i conventi si arricchiscono; i
+contadini sono ridotti alla sorte di loro vassalli e di loro mezzadri.
+Ho avuto più volte occasione di osservare fatti simili. La vendita ha
+generalmente luogo in questo modo: il contadino indebitato comincia col
+vendere la sola terra e si riserva le piante «_gli alberi_» sotto la
+quale denominazione sono comprese anche le viti, e continua a coltivarle
+ed a godere della metà e talvolta anche dei tre quarti del reddito.
+Trascorso però un anno appena il contadino si ripresenta all'acquirente
+offrendo di vendergli anche le piante ed allora diventa suo mezzadro,
+continua ad abitare il terreno con la sua famiglia, a coltivarlo pel
+nuovo padrone, ricevendo in compenso una parte dei prodotti, e siccome
+non di rado questi non bastano al suo sostentamento, ricorre ancora a
+nuovi debiti.
+
+Nella vigna della mia padrona, una veneziana da tutti stimata per la sua
+onestà, vive appunto in tali condizioni una famiglia di contadini
+composta di otto persone. Ho saputo che essa li aveva trovati e presi
+come mezzadri nel suo podere, poverissimi, e che aveva loro anticipato
+il denaro per vestirsi, comperare le masserizie e di che mangiare,
+ebbene, nonostante tutto ciò quei poveretti vivono in tanta miseria per
+l'eccessiva fatica ed il pessimo nutrimento, che sono stati colti tutti
+dalla febbre, ed è necessario soccorrerli ancora, perchè possano vivere.
+Solo dopo la vendemmia provano un po' di sollievo, sino a tanto cioè che
+dura il danaro ricavato dalla vendita della loro parte di vino.
+
+Il vino eccita i nervi, ma non basta a nutrire i muscoli. Quello che
+beve il contadino è il vino peggiore, è un vinello; gli occorre dunque
+del pane, ed essendo il frumento troppo caro, coltiva piuttosto il
+granturco e si ciba di polenta. Come nella Lombardia e nelle Marche, la
+campagna del Lazio è coperta dalle belle piante di granturco; pare quasi
+che la natura abbia considerato le splendide pannocchie dorate come uno
+dei suoi doni preziosi e le abbia perciò ravvolte con nove involucri.
+Tutta la povera gente qui si nutre di polenta, sotto forma di pane, o
+sotto forma di focaccia, detta «_pizza_». Quando per la strada talvolta
+ho domandato a qualcuno: «Che cosa hai mangiato stamane?» mi son
+sentito rispondere: «la _pizza_». E se ho domandato ancora: «Cosa
+mangerai questa sera?» invariabilmente la risposta è stata: «la
+_pizza_». Ne ho mangiata parecchie volte io pure insieme coi contadini.
+E' così preparata: la farina vien ridotta a poltiglia; quindi viene
+stesa sopra una pietra liscia e fatta cuocere sopra carboni ardenti.
+Vien mangiata calda; tutta la famiglia si asside intorno al fuoco e
+prende parte al meschino banchetto. La sera mangiano dell'insalata di
+campo condita con un po' d'olio od una zuppa di cicoria, di cavoli od
+altri legumi cotti nell'acqua. Spesso l'olio manca, come è avvenuto
+quest'anno, in cui gli olivi, dopo aver dato l'anno scorso un abbondante
+raccolto, sono affatto spogli di frutti, ad imagine di ogni umana
+vicissitudine, in cui il bene si avvicenda senza tregua col male.
+
+E' facile immaginarsi con quale ansietà questa gente segua le diverse
+fasi del raccolto del granturco. Verso la fine di luglio la pannocchia
+comincia a formarsi, ed allora ha bisogno di acqua. Quest'anno non
+piove: il calore è straordinario e la popolazione ne è costernata e
+rivolge preghiere al cielo per aver la pioggia. Tutte le sere hanno
+luogo processioni, che mi rammentano solennità pagane, quelle feste
+«_rubigales_» della Roma antica, nelle quali si portava in giro per la
+via Appia, _votisque vocabitis imbrem_, la pietra della pioggia; e non
+ho mai potuto osservare queste processioni senza stupore. E' veramente
+strano di ritrovarsi ai nostri tempi in mezzo ad un popolo che conserva
+l'ingenua credenza di poter sopprimere, modificare o accelerare con
+preghiere e canti lo svolgimento delle immutabili leggi della natura.
+Ogni sera le donne di Genazzano percorrono le vie del paese a due a due,
+con un fazzoletto rosso in testa, che scende a forma di velo sulle
+spalle, e che portano sempre allorquando entrano in chiesa: le precede
+il clero con l'imagine di un santo. Cantando e mormorando preghiere,
+arrivano alla piazza maggiore e quivi con un fervore che confina col
+parossismo, gridano più volte: _Grazie, grazie, Maria!_ E questo grido,
+ripetuto da centinaia di bocche, echeggia nell'aria. «Et Cererem clamore
+vocant in tecta» (VIRGILIO). Ogni sera s'implora un nuovo santo, ma
+tutti sono sordi alle ingenue preghiere.
+
+La mia padrona--che era una donna abbastanza colta per la sua
+condizione, e non possedeva inoltre nessun campo seminato a
+granturco--una sera, mentre eravamo a tavola e ad un tratto echeggiarono
+fuori le grida di _Grazie, grazie, Madonna!_ mi disse: «Perchè seccare
+in questo modo i santi del cielo? Finiranno col noiarli tanto, che
+diventeranno cattivi e non faranno davvero più piovere!» Questa febbrile
+ansietà finì per commuovere me pure e cominciai a desiderare
+ardentemente la pioggia. Tutti i giorni andavo a visitare i campi di
+granturco, che andavano di male in peggio. Alla fine fu portato in
+processione S. Antonio da Padova; mentre l'imagine veniva ricondotta al
+convento di S. Pio, un frate dell'ordine di S. Agostino predicava sulla
+scalinata della chiesa, alla luce delle fiaccole. La strada era gremita
+di popolo e gli ascoltatori si erano arrampicati financo su gli alberi;
+il monaco che gesticolava, l'imagine del santo, le croci nere, le
+bianche sottane dei chierici, gli scialli rossi delle donne, la tremula
+luce delle fiaccole, gli alberi scuri sotto il turchino cupo del cielo,
+e tutta una popolazione implorante da Dio la pioggia, formavano una
+delle scene più pittoresche che abbia mai visto. Finalmente il terzo
+giorno il cielo si coprì di nuvole, cominciò a tuonare e cadde una
+pioggia di una violenza veramente tropicale.
+
+Sembra però che gli dei, o i santi che li hanno oggi rimpiazzati, non
+concedano favori senza pretendere vittime. E così avvenne in questo
+caso: la pioggia fu accompagnata da un terribile ciclone, fenomeno
+stupendo che ebbi modo di osservare, perchè mi trovavo fuori a cavallo:
+una massa nera di nubi scese dai monti Volsci, avvolse la valle e
+devastò con la grandine una vasta estensione di vigneti. Da allora,
+quasi tutti i giorni, nel pomeriggio, scoppiò sui monti un uragano,
+accompagnato da tuoni e da lampi: al sopraggiungere di ogni nuovo
+temporale le campane di tutte le chiese venivano suonate a stormo. Un
+giorno tutto il paese fu sossopra; la popolazione si riversò nelle vie;
+si diceva che un fulmine avesse ucciso quattro persone e la notizia fu
+confermata. I morti furono portati nella casa di un contadino, dove
+furono sorvegliati per ventiquattro ore dalla polizia. Il giorno dopo
+giunse, cavalcando un asinello, il magistrato, seguito dal dottorino, di
+cui ho già parlato, e dal chirurgo incaricato di fare l'autopsia. Non vi
+era dubbio, i morti erano stati veramente colpiti dal fulmine. Nella
+notte, furono posti su di un carretto, coperti con un drappo nero e
+trasportati in paese; il clero, che portava dei ceri, precedeva il
+carro, e quindi seguiva la confraternita della morte, avvolta in grandi
+mantelli neri e con torcie a vento in mano. La scena aveva qualcosa di
+sinistro. La popolazione tutta ne attendeva il passaggio alla porta del
+borgo. Allorquando il corteo vi arrivò cantando il _miserere_, tutti
+alzarono le mani al cielo, gettando tali grida di angoscia e di
+selvaggio dolore, che l'animo più indurito ne sarebbe stato commosso.
+Infatti le vittime del fulmine sono considerate con una specie di
+orrore, perchè vengono credute colpite dall'ira divina e si dubita della
+loro eterna salvezza. I parenti degli uccisi, delle donne e dei ragazzi,
+si staccarono dalla folla. Una donna fu colta da tanta disperazione, che
+a stento gli astanti riuscirono ad impedirle di gettarsi sui feretri. I
+cadaveri furono portati nella chiesa l'un dopo l'altro e deposti per la
+notte sull'impiantito, mentre le stesse scene e le stesse grida di prima
+si ripetevano. Non dimenticherò mai quel quadro straziante.
+
+Questo popolo esprime ancora i suoi sentimenti con un'ingenuità
+primitiva, e si può dire che viva ancora allo stato di natura.
+
+I rapporti fra i due sessi in questi paesi richiamano sempre alla
+memoria i costumi orientali. Per principio, gli uomini non devono aver
+relazione che con gli uomini, e le donne con le donne. Sembrerebbe
+ridicolo che un marito passeggiasse offrendo il braccio alla moglie; ed
+una fanciulla crederebbe compromettere la sua reputazione se osasse
+fermarsi a parlare per strada con un giovane, e peggio ancora se si
+lasciasse accompagnare da lui. A gl'innamorati non è concesso che il
+«_discorso_» vale a dire un colloquio a gesti dalla finestra o sulla
+porta di casa, il «_lenes sub noctem susurri_» di Orazio. Sono in uso le
+serenate con accompagnamento di chitarra; spesso canti pastorali o le
+note dolenti della cornamusa rompono melodiosamente il silenzio della
+notte. Il popolo canta in modo meraviglioso dei semplici e lunghi
+stornelli che accarezzano dolcemente l'orecchio. E' un vero piacere
+udire nelle vigne le domande e le risposte di due innamorati che, senza
+tregua, come le cicale nell'estate, levano nell'aria un canto dialogato.
+
+I matrimoni qui sono molto precoci: spesso un giovane di ventun anno
+sposa una fanciulla che ne ha quindici appena. Una lunga relazione,
+quello che dicono qui «_fare all'amore_» si ritrova più spesso nel
+popolo che nelle classi agiate e superiori, dove il matrimonio è
+ordinariamente un affare. Citerò un esempio, di cui sono stato
+testimonio. Un giovane abate di ventun anni, figlio di una ricca
+famiglia del luogo, desiderava abbandonare la carriera ecclesiastica e
+tornare allo stato secolare. Un bel giorno, un frate francescano di
+Civitella (qui i frati si cacciano in tutti gli affari delle famiglie)
+andò a trovare la madre del giovane abate e le disse: «Nel paese di
+Pisciano v'è una fanciulla di circa diciotto anni, che desidera
+maritarsi; ha mille scudi di dote ed appartiene ad una delle migliori
+famiglie della contrada. Se consentite a questo matrimonio, parlatene a
+vostro figlio». Il giovane abate accolse la proposta senza esitare, e,
+vestito del suo abito ecclesiastico, il domani montò a cavallo e andò a
+Pisciano per conoscere la ragazza. Si fidanzò subito con lei, e tornato
+a casa chiamò un sarto per farsi trasformare la sottana in un abito
+secolare; la sorella cucì in tutta fretta un paio di calzoni grigi per
+il giorno delle nozze, e siccome gli mancava una sottoveste, la madre mi
+fece chiedere in segreto di prestargliene una. Così vestito si presentò
+una seconda volta alla fidanzata nella casa di un contadino, dove il
+contratto di matrimonio fu subito firmato. Tre settimane dopo la sposa
+arrivò in una vettura, recando seco due grossi sacchetti pieni di
+monete, e tosto si celebrarono le nozze! Lo sposo prima della cerimonia
+non aveva visto che due volte, e ciascuna volta per pochissimo tempo, la
+compagna di tutta la sua vita. Fu preparata loro nella casa dei genitori
+del giovane una cameretta, o, per essere più precisi, non vi si pose che
+un letto colossale, e niente mutò nell'esistenza di quella gente.
+
+A questo proposito, voglio accennare ad una strana usanza del Lazio. Una
+sera udii sulla piazza un rumore curioso ed assordante, prodotto da ogni
+sorta di strumenti che io però non riuscivo a definire; uscii e vidi
+tutti i ragazzi di Genazzano riuniti innanzi ad una casa, intenti a
+darvi una specie di concerto. Mai, neppure nelle università tedesche, io
+avevo sentito un complesso di suoni così discordanti: gli uni soffiavano
+in conchiglie marine ricavandone orribili fischi, un altro dava di fiato
+in un corno di bue, certi picchiavano con falci sopra zappe e padelle,
+alcuni agitavano a tutta forza pezzi di ferro vecchio di ogni specie
+legati insieme con una corda, un altro ancora faceva ruzzolare per terra
+una vecchia casseruola attaccata ad una funicella. Dieci o dodici
+monelli scampanellavano rumorosamente con quelle campane che si
+appendono al collo delle vacche. «Di grazia, chiesi ad un signore che
+assisteva ridendo alla scena, che significa questa musica infernale?» Mi
+rispose che in quella casa abitava un vedovo passato a seconde nozze e
+gli facevano la «_scampanellata_». Così si chiama questa barbara usanza
+dalle campane che di solito portano le vacche. In tutto il Lazio ogni
+qualvolta un vedovo od una vedova si rimarita, per tre sere si usa far
+loro un simile concerto. Durante il mio soggiorno a Genazzano ne sono
+stato spettatore, ed ho tre volte potuto vedere una folla di ragazzi,
+preceduta da un monello con una zucca appesa a foggia di lanterna ad un
+bastone, percorrere le strade, come un esercito di diavoli che avesse di
+notte invaso quel pacifico villaggio.
+
+Perchè Genazzano è veramente un luogo pacifico; i suoi abitanti sono
+d'indole dolce ed anche più superstiziosi dei loro vicini; questo
+carattere deriva dall'importanza religiosa del paese che è un luogo
+famoso di pellegrinaggio, avendo oggi nel Lazio la sua chiesa
+l'importanza che ebbero nell'antichità il tempio della Fortuna a
+Preneste e il santuario d'Anzio. Ho assistito alla grande festa della
+Madonna di Genazzano, l'8 settembre; posso dunque parlarne con
+cognizione di causa. Prima però voglio accennare alla leggenda della
+sacra imagine, che ha grande analogia con quella della Santa Casa di
+Loreto.
+
+A Scutari, nell'Albania, nella stessa epoca in cui la Santa Casa di
+Nazareth veniva dagli angeli trasportata per l'aria a Loreto, apparve
+un'imagine della Madre di Dio, discesa non si sa se dal cielo o colà
+portata da ebrei fuggiti da luoghi remoti. Comunque fosse, fu chiamata
+«Madonna del Buon Officio» o del «Buon Consiglio». Ora avvenne che nel
+1467 due pellegrini, che volevano fuggire dai Turchi e ritornare in
+Italia, si prosternarono dinanzi a quella santa imagine e le chiesero di
+proteggere il loro viaggio: con loro grande stupore videro allora
+levarsi al posto dell'imagine una nuvoletta bianca che verso sera prese
+la direzione di occidente. Essi la seguirono presso la spiaggia del mare
+Adriatico, ed avendo la nuvoletta proseguito il suo viaggio sopra le
+onde, i due pellegrini traversarono dietro a quella il mare a piedi
+asciutti, le tennero dietro sempre, finchè nelle vicinanze di Roma,
+disparve ai loro occhi. Avendo però appreso che in Genazzano era apparsa
+un'imagine della Madonna, vi si recarono e la riconobbero per quella
+vista a Scutari.
+
+Da quel tempo la Madonna di Genazzano, detta del «Buon Consiglio»
+cominciò a fare miracoli; le venne costrutta una chiesa e di fianco un
+convento, dove i frati di S. Agostino s'impadronirono di questo santo
+tesoro, non meno produttivo della Madonna dei frati agostiniani di Roma,
+giacchè questa di Genazzano gode in tutta la campagna romana una fama
+pari a quella degli antichi oracoli pagani. Due volte all'anno, nella
+primavera e nell'estate, vien celebrata la sua festa, ed allora piovono
+le offerte in danaro ed in oggetti preziosi e siccome anche i più poveri
+recano il loro obolo all'altare della Madonna, si può dire che essa
+prelevi sulla campagna romana un tributo maggiore di quelli dello Stato.
+Mi fu detto che i doni più belli siano portati al santuario dalle molte
+confraternite sparse per tutta la campagna; ogni fratellone sborsa
+cinque baiocchi al mese alla cassa comune, in modo che vi sono delle
+confraternite che arrivano a raccogliere sino a cento scudi. Il reddito
+annuo del santuario si può approssimativamente valutare a 7500 scudi.
+
+L'imagine è posta in una chiesa ben decorata e pulita, in una cappella
+illuminata da varie lampade, chiusa da un cancello di ferro: il quadro è
+quasi sempre coperto da un velo di seta gialla. Si dice che, portata
+dagli angeli, anche in quella chiesa non si sia mai posata sulla pietra
+e che resti sospesa nello spazio, sorretta da mani invisibili. Io l'ho
+vista più volte scoperta, ma non ho mai potuto comprendere in qual modo
+sia sospesa.
+
+I pellegrini cominciano ad arrivare la vigilia della festa, ed allora il
+paese e i dintorni si animano e nell'aria echeggia senza posa il canto
+delle litanie. Le strade sono percorse da compagnie di pellegrini, che
+giungono in buon ordine, vengono dall'Abruzzo, da Sora, dal Liri, e per
+la maggior parte dalla campagna latina. Si direbbero rinnovate le feste
+antiche di Giove Laziale, tanti sono i visitatori, dissimili fra loro
+per costume e per dialetto. Vederli discendere dalle colline, sentendoli
+cantare l'«_Ora_», gli uni per la via, gli altri lungo il fiume a
+traverso i viottoli dei campi, vestiti di rosso, di verde, di turchino,
+tenendo in mano il lungo e ricurvo bastone del pellegrino, è in quel
+magnifico paesaggio uno spettacolo veramente degno dell'ammirazione
+dell'artista, del poeta e dello storico.
+
+Il giorno in cui dovevano arrivare i primi pellegrinaggi sono uscito ad
+incontrarli a cavallo per godere completamente questa scena popolare,
+che aveva per me un interesse storico riportandomi al medio-evo. La
+_comarca_ di Roma, a cui appartiene tuttora Genazzano, termina a due
+miglia dalla città, ed ha per confini un braccio del Sacco, che si
+traversa su di un ponte in pietra, ponte Orsino, famoso un tempo per le
+aggressioni dei briganti. Al di là comincia la legazione di Frosinone.
+In questo punto le colline scendono dolcemente verso il fiume ed agli
+occhi si presenta il quadro stupendo della pianura, dei monti Volsci,
+della Serra e delle alture di Olevano, ai cui piedi si stendono dei
+ricchi boschi. Il luogo era il più adatto per aspettare i pellegrini;
+qui entrano nel territorio del santuario, fanno breve sosta, e vi
+entrano ginocchioni cantando fervorosamente dei cori; poi traversano il
+ponte cantando e trascinandosi sulle ginocchia, in doppia fila, gli
+uomini da una parte e le donne dall'altra. Dirigeva i cori una vecchia,
+la quale alzandosi dopo aver traversato l'intero ponte in ginocchio,
+gridò con voce sonora un «_Evviva Maria!_» cui rispose unanime il coro.
+Quindi la processione si mise in moto di nuovo, e quantunque quel
+continuo canto dovesse stancare, v'era sempre un uomo od una donna che
+riprendeva la litania. Quel canto monotono ed uniforme, che è la più
+semplice espressione del sentimento religioso di questa gente e che si
+avvicenda come il movimento regolare delle onde, esercita una profonda
+suggestione su quella folla. Sembra quasi che la processione prosegua il
+suo cammino, cullata da quest'armonia melanconica, più leggera e più
+regolata e che il canto regoli i movimenti del corpo e le impressioni
+dell'animo, tenendo gli uni e gli altri costantemente diretti verso la
+meta del pellegrinaggio. Ho notato che le pause erano sempre brevissime
+e che allorquando negli intervalli i pellegrini cominciavano a tacere o
+a favellare fra loro, la conduttrice del coro riprendeva subito il
+canto.
+
+Lo spettacolo di un pellegrinaggio produce sempre, anche su chi non
+appartiene alla religione di coloro che lo compiono, una grande
+impressione, soprattutto quando l'illusione non è turbata da piccoli
+inconvenienti inevitabili in una riunione di tanta gente. Questi
+inconvenienti si verificano meno nei pellegrinaggi del sud che in quelli
+del nord; la serenità del cielo, la temperanza e la sobrietà delle
+popolazioni del mezzogiorno, valgono ad allontanare molte cause dei mali
+del settentrione; l'ordine stesso in cui procedono le processioni, la
+bella foggia di vestire delle donne, il loro bellissimo portamento e la
+loro grazia naturale, esercitano una benefica influenza, anche su gli
+animi più vili, e tengono lontana ogni volgarità; ed infine la decenza e
+quel sentimento innato di rispetto, che è proprio di tutto il popolo
+italiano, vale più di ogni altra cosa ad impedire disordini. Fra tutte
+quelle migliaia di uomini e di donne che sfilarono davanti a me, sia
+nell'andata al santuario, come nel ritorno, in tanta diversità di genti,
+di dialetti e di costumi, io non ho notato mai un solo atto villano o
+volgare.
+
+Bisogna anche ricordarsi che questo popolo, fortemente imbevuto di
+sentimenti religiosi, non crede nulla più importante e più solenne di un
+pellegrinaggio. Quando ha faticato e sofferto per dodici lunghi mesi
+quando mali e colpe di ogni sorta pesano sulla coscienza, allora prende
+per un paio di giorni il bordone del pellegrino, scende dai suoi monti
+selvaggi, abbandona il suo grave lavoro, lieto di muoversi una volta
+almeno, di sentirsi libero in compagnia dei suoi conterranei riuniti
+tutti per lo stesso fine. Scendono al piano costeggiando il Sacco, _come
+i gru, che van cantando lor lai_: lo spettacolo ha veramente qualche
+cosa di medioevale. Pensavo a quelle schiere di pellegrini che un tempo
+venivano a Roma per il giubileo e ripetevo fra me e me i bei versi del
+sonetto della _Vita nuova_:
+
+ Deh! peregrini, che pensosi andate,
+ Forse di cosa che non v'è presente;
+ Venite voi di sì lontana gente,
+ Com'alla vista voi ne dimostrate?
+
+Camminavano in gruppi di dieci, venti, cinquanta, cento persone. Ve
+n'erano di tutte l'età: vecchi che si appoggiavano sul bastone, servito
+loro per cinquanta volte almeno su quella stessa via che ora
+percorrevano forse per l'ultima volta; nonne con i loro nipotini,
+floride fanciulle, giovani robusti, ragazzi e perfino bambini lattanti,
+portati dalle madri sulla testa. In una di queste processioni vidi
+passare una giovane sposa che portava sulla testa un cestino, entro cui
+giaceva un bimbo che sorrideva graziosamente, con gli occhi spalancati,
+quasi si beasse dello splendore del sole. La maggior parte delle donne
+recava in capo un paniere con le provvigioni od un fardello di vestiti,
+e colla loro varietà aggiungeva nuova bellezza allo spettacolo. Chi
+avesse potuto leggere nell'anima di tutti quegli esseri, vi avrebbe
+trovato l'innocenza accanto alla colpa, il vizio accanto al pentimento,
+il dolore e la virtù, tutto il bene ed il male che si avvicendano nel
+cuore umano.
+
+E' come una grande e bella, ma seria e solenne mascherata, che si svolge
+in un magnifico quadro, con un succedersi continuo di nuovi costumi, di
+colori, di fisonomie diverse; le compagnie dei pellegrini si succedono
+le une alle altre, nei costumi dei loro monti, delle loro valli. Ve ne
+erano di Frosinone, di Anagni, di Veroli, di Arpino, di Anticoli, di
+Ceprano e persino delle napoletane di Sora.
+
+Osservate quest'ultime! Che splendide figure dall'ovale più puro, dalla
+pelle olivastra! Le donne hanno un aspetto strano, si direbbero arabe;
+attorno al collo portano delle collane di corallo o delle catene d'oro;
+dei pesanti orecchini adornano le orecchie delicate; un fazzolettone
+bianco o nero, a lunghe frangie, avvolge loro la testa e le spalle, sì
+che paiono madonne; una camicia bianca, pieghettata, ricopre loro il
+petto, stretto in un basso bustino di color rosso scarlatto. Indossano
+una gonnella corta, rossa o turchina, ornata di un orlo giallo. E che
+grandi occhi neri, dalle sopracciglia corvine ed arcuate, brillano in
+quei volti!
+
+Ecco i pellegrini di Ceccano! Le donne portano un busto di color
+amaranto, un lungo grembiale dello stesso colore, ed in testa un
+fazzoletto bianco, che ricade sulle spalle. Gli uomini hanno il cappello
+a punta ed una giacca color amaranto, ed attorno ai fianchi una fascia
+multicolore.
+
+Ecco poi quelli di Pontecorvo! Le donne sono superbe e maestose; vestono
+interamente di rosso e portano in testa un fazzoletto dello stesso
+colore. Le pellegrine di Filettino vestono con molta semplicità, coi
+busti di stoffa nera: costume semplicissimo, ma grazioso e pulito.
+
+Ecco infine i «_ciociari_!» Uomini e donne del paese dei sandali.
+Vengono probabilmente da qualche villaggio vicino a Ferentino, forse da
+più lontano, dalle frontiere napoletane, dalle sponde del Liri o del
+Melfa. E' un paese di splendidi monti dall'aspetto selvaggio, che si
+stendono da Ferentino in su verso le province napoletane. Il popolo là
+porta le «_ciocie_», calzatura molto semplice che dà al paese il nome di
+«_Ciociaria_.» Trovai in uso questa calzatura anche prima di Anagni.
+Impossibile concepire una calzatura più primitiva, e si può anche dire
+più comoda di quella: ed io ho sinceramente invidiato ai ciociari le
+loro ciocie. Esse consistono in una semplice suola di cuoio di asino o
+di cavallo forata; si avvolgono intorno al piede e si fissano per mezzo
+di cordicelle passate attraverso ai buchi, in modo che il sandalo quasi
+lo fascia; la gamba poi è avviluppata sino al ginocchio da striscie di
+tela grigia. Così calzato il ciociaro si muove liberamente nei campi e
+sui monti, dove zappa la terra o conduce a pascolare le sue pecore e le
+sue capre, vestito del suo bigio mantello, o di una pelle di montone,
+con la piva appesa al fianco. Si vede subito che quei sandali sono
+classici. Diogene li avrebbe certo portati, se non fosse andato a piedi
+nudi, e Crisippo ed Epitetto li avrebbero potuti celebrare in un
+trattato sulla semplicità del saggio e sulla sua moderazione dei
+desideri. Quando questa calzatura è bene aggiustata e quando le striscie
+di tela sono ancora nuove, è bella a vedersi; ma, quando le ciocie e le
+striscie sono logore e vecchie, prende un aspetto povero e cencioso. E
+siccome in tale stato sono generalmente le _ciocie_ di questa gente,
+così il popolo che le porta, appare molto miserabile ed il suo nome vien
+disprezzato e talvolta usato come una vera ingiuria. Un abitante di S.
+Vito, che mi faceva un giorno ammirare lo splendido panorama che si gode
+da quel paese, sorridendo con un certa aria di sprezzante superiorità mi
+diceva: «Guardate, signore, laggiù è la Ciociaria!»
+
+I ciociari portano delle lunghe giacche d'un rosso acceso, e un cappello
+di feltro nero a punta, per lo più guarnito con una penna colorata, o
+con un nastro o con un fiore. Fra di essi, come del resto in tutta la
+campagna romana, moltissimi hanno i capelli biondi e gli occhi celesti.
+Portano i capelli molto corti sulla nuca, come i contadini prussiani, e
+ne lasciano invece cadere due lunghe ciocche sopra le tempie.
+
+Mettiamo addosso al ciociaro un lacero mantello, o una pelle di montone
+bianca o nera, ed avremo completato il suo ritratto, ma per carità non
+diamogli in mano un fucile, altrimenti ci assalterà al passo di Ceprano
+gridando «_Faccia in terra!_» e con sorprendente destrezza vuoterà le
+nostre tasche.
+
+Le donne portano esse pure i sandali, un abito corto colorato, un
+grembiule quadrato di lana, uno scialle bianco o rosso in testa, ed
+infine il _busto_ che completa in tutto il Lazio ogni costume femminile.
+E' una specie di corsetto in tela, trapunto, duro come una sella, alto e
+sostenuto sulle spalle da strisce, esso fascia e sorregge il seno simile
+ad una corazza che custodisce la virtù, come un baluardo solido, ma
+largo tanto da poter servire da tasca.
+
+La vigilia della festa, le comitive dei pellegrini diventano più
+numerose; a poco, a poco non si ode più che il canto melanconico delle
+processioni che man mano arrivano in paese e che si recano per le
+anguste vie alla chiesa. Giunti alla loro meta tutti sembrano aver
+dimenticato ogni stanchezza, l'esaltazione ed il fervore religioso anima
+i loro volti, si prosternano davanti alla chiesa, con le mani giunte
+intorno al bastone e col loro fardello ancora in testa, e ad alta voce
+cominciano a cantare le litanie; poi si rialzano gridando a squarciagola
+«_Grazie, Maria!_» e salgono con i ginocchi la gradinata. Qua e là si
+vedono delle donne baciare o leccare colla lingua il cammino percorso,
+spettacolo abbastanza ripugnante, ed il ricordo di Carlomagno, che salì
+esso pure in questo modo bigotto i gradini di S. Pietro, non vale a
+mitigare il disgusto.
+
+Non mancano neppure, di quando in quando, delle scene orribili; ho visto
+un giorno, per esempio, un infelice che si trascinava con le mani e coi
+piedi; fu portato in chiesa dentro una coperta, mentre urlava come un
+lupo. Mi dissero che egli era colpito da quella malattia che nel Lazio è
+chiamata del _lupomanaro_. Un'altra volta ho visto una donna che è
+rimasta a lungo dinanzi alla cappella della Madonna urlando
+furiosamente: mi hanno narrato che era indemoniata.
+
+I pellegrini si trascinano senza posa sui ginocchi per la navata
+laterale della chiesa e passando davanti alla cancellata cantano,
+pregano, e gridano a squarciagola: «_Grazie, Maria!_» e questo grido
+risuonava con tale spaventosa energia che il febbrile delirante fervore,
+da cui era ispirato, mi fece una profonda impressione.
+
+I ceri ardono, la notte è discesa, i pilastri della chiesa gettano
+grandi ombre sul pavimento, lasciando alcune figure nella completa
+oscurità, mentre altre restano avvolte in una magica penombra ed altre
+ancora sono illuminate da riflessi di luce. I pellegrini, stanchi,
+giacciono, in pittoreschi gruppi, sul nudo terreno, attorno alle
+colonne, sui gradini degli altari davanti alla cappella; ed i vari
+costumi, le diverse età, l'espressione delle loro fisonomie formano un
+quadro vivente, che punge la curiosità ed invita alla riflessione.
+Intanto un frate agostiniano, seduto davanti ad un piccolo tavolo, vende
+indulgenze e riceve offerte per le messe, incassando con indifferenza il
+danaro del povero.
+
+Davanti alla chiesa stanno altri gruppi seduti o distesi sulla nuda
+terra, mentre nuovi pellegrini arrivano ancora. Si succedono senza posa
+durante il giorno, e nella notte che precede la festa, e l'accento
+solenne dell'inno latino rompe il silenzio, mentre sulla piccola città
+sembra regnare una atmosfera di mistica e profonda melanconia. Eppure
+questo torrente che spinge tante migliaia di persone da lontani paesi
+verso la stessa meta, ha in sè qualche cosa di consolante, come
+qualunque manifestazione armoniosa dell'anima umana, anche nel dolore.
+
+Le case del paese non bastano ad alloggiare tutti i pellegrini, e a
+tarda notte si vedono questi uomini, abituati ai disagi, distesi a
+gruppi sul selciato duro e disuguale. Se ne vedono nelle strade, in
+mezzo alle piazze, intorno alle fontane, offrendo, in proporzioni
+ridotte, lo spettacolo di una fermata notturna di un popolo migrante. Ma
+è un'antica legge celeste che piova, quando l'umanità si riunisce per
+solennizzare qualche festa, perchè non vi è maggior burlone del cielo,
+quando guarda di lassù il bizzarro agitarsi dei miseri mortali. I
+pellegrini si erano appena coricati alla meglio, quando cominciò a
+piovere. Allora avvenne una fuga generale in mezzo alla confusione ed ai
+lamenti, tutti in massa si precipitarono alla ricerca di un portone o di
+un tetto sporgente ove ripararsi. E quanti di quegli infelici, esausti
+dalla fatica, per miseria o per averne fatto il voto, rimasero digiuni!
+
+La mattina dopo, la festa incomincia con la messa solenne e con una
+specie di vendita religiosa. All'entrata della chiesa vengono venduti
+gioielli d'oro, imagini sante, corone, ampolline della grossezza di un
+dito, contenenti olio delle lampade che ardono davanti al quadro della
+Madonna. La folla le acquista avidamente per un _baiocco_, quale rimedio
+infallibile contro tutte le infermità.
+
+Nel pomeriggio, musica suonata da una banda sulla piazza, e poi
+l'inevitabile tombola o lotteria, ed alla sera fuochi artificiali.
+Quindi anche i pellegrini ballano allegramente sotto le piante del
+parco, ma la maggior parte preferiscono far ritorno alle lor case,
+appena recitate le preghiere ed offerti i loro doni. Si vedono ripartire
+cantando, in gruppi come quando sono venuti, tutti infiorati da quei
+mazzi di rose e garofani artificiali, che si vendono in tutte le feste
+pubbliche del mezzogiorno. Nel ritorno, giunti al punto da dove per
+l'ultima volta si può vedere Genazzano, s'inginocchiano, con le mani
+appoggiate ai loro bastoni e dicono in silenzio la preghiera d'addio.
+Tale scena, all'aria aperta mi è sembrata la più bella di tutte. Mi
+fermai con piacere ad osservare le belle donne che s'inginocchiavano con
+una mossa graziosa collo sguardo rivolto verso quel santuario da cui si
+congedavano portando nel cuore qualche consolazione.
+
+Lasciamo noi pure Genazzano e rechiamoci a Paliano e ad Anagni.
+
+ * * *
+
+Paliano, città di 3700 abitanti, è situato a circa sei miglia di
+distanza da Genazzano, su una collina rocciosa, ombreggiata da boschi e
+coltivata a vigne, isolata in mezzo alla campagna. Vi si arriva per una
+buona strada, attraverso a campi di granturco; alla sua sinistra si leva
+la gran piramide del monte Serrone, che imprime a tutta la contrada un
+carattere di grandiosità e di maestà.
+
+Più comodo e più bello è il sentiero, praticabile anche a cavallo, che
+conduce in cima alla collina rocciosa. Lassù sorge la piccola e solida
+fortezza bianca, che fu una posizione importante un tempo, disputata
+spesso nelle guerre della Campagna romana e nelle lotte che i Colonna
+sostennero con i Papi. Alta e scoscesa non è difficile difenderla anche
+contro l'artiglieria. Ora è ridotta a prigione e contiene duecento
+galeotti, custoditi da una compagnia di cacciatori pontifici. La città
+si stende sotto al castello e lo circonda. Le strade e le piazze sono
+strette, le case nere e di miserabile aspetto, eccettuato qualche
+edificio che ha pretesa di palazzo; non vi ha altro movimento che quello
+dei contadini che si recano ai campi e ne ritornano.
+
+Mi occuperò ora del palazzo dei Colonna, un ramo dei quali assunse il
+nome di Paliano e ne diventò poi il principale. E' un bell'edificio di
+tufo grigio, di forma quadrangolare, formato da due soli piani, ma
+vastissimo e collocato all'ingresso della città, sul fianco della
+collina, da dove si gode una vista stupenda. Lo stile, elegante,
+appartiene al principio del XVII secolo, ciò che dimostra che dovette
+essere restaurato in quel tempo.
+
+Quando si conosce la storia degli illustri personaggi della famiglia
+Colonna, e si sa l'influenza da loro esercitata sulle vicende di Roma e
+d'Italia, non si può fare a meno di visitare con vivo interesse Paliano.
+Prima di entrarvi ricordiamo brevemente la storia dei più illustri tra
+i Colonna.
+
+Non è molto che lo scrittore romano Antonio Coppi, ben noto come
+continuatore degli _Annali_ del Muratori, ha pubblicate le sue _Memorie
+Colonnesi_ (Roma, 1855), opera seria, piena di notizie importanti per la
+conoscenza della famiglia Colonna e di Roma nel medio evo. Quest'opera
+fornisce eccellente materiale agli studiosi, tolto dall'archivio dei
+Colonna. D. Vincenzo Colonna[1] pose a disposizione del Coppi questo
+archivio, come già lo aveva messo a disposizione di un altro storico
+della sua famiglia, il conte Litta di Milano. Fra i molti archivi delle
+famiglie nobili, che in Italia abbondano, quello dei Colonna occupa per
+importanza storica uno dei primi posti. Irrequieta, bellicosa ed
+ambiziosa, questa famiglia, sorta sui primordi del medio evo, riassume
+in sè la storia di Roma e dell'agro romano. Divenuta ricca con
+l'ingrandimento dei suoi dominî, non potè però mai, come altre famiglie
+anche meno antiche, soprattutto nell'Italia settentrionale, erigere un
+principato indipendente, perchè i suoi possessi erano nello stato del
+Papa; da ciò guerre interminabili con la Santa Sede ed una tendenza a
+parteggiare per gl'imperatori. La casa Colonna brillò assai più in
+guerra che nella pace, sebbene abbia dato alla Chiesa un papa, Martino
+V, che pose fine allo scisma, e molti cardinali. Poco coltivò le scienze
+e le lettere; in queste, più dei Colonna, brillarono alcuni papi
+stranieri e le loro famiglie, che è inutile qui ricordare. Appena, nella
+loro lunga storia, si trovano alcuni nomi che si riattacchino alle
+scienze, alle lettere ed alle arti: ricorderemo solo i rapporti del
+Petrarca col vecchio Stefano Colonna e coi suoi colti e valorosi figli,
+ed il nome dell'illustre poetessa Vittoria Colonna, contemporanea di
+quelle due bellissime donne, Giulia Gonzaga e Giovanna d'Aragona, che
+entrarono per matrimonio nella sua famiglia.
+
+L'origine di questa famiglia è incerta: Sembra però che essa discenda da
+quei conti di Tuscolo, che erano potenti in Roma nel X secolo. Secondo
+questa ipotesi, il capostipite dei Colonna sarebbe il margravio
+Alberico, marito della famosa Marozia, morto nel 924, cinque discendenti
+del quale, quasi l'un dopo l'altro, occuparono il seggio di S. Pietro.
+Tuttavia il nome dei Colonna non appare la prima volta che ai primi del
+secolo XII, con Pietro Colonna, di cui ho parlato. In questo primo
+periodo noi li vediamo nominare già come signori di Zagarolo e di Monte
+Porzio. Siano o no i Colonna discesi veramente dall'antica casata dei
+conti di Tuscolo, scomparsi quando questa città fu distrutta dai Romani
+(1191), quello che è certo si è che essi vennero da quei monti e che a
+poco a poco estesero i loro dominî nella campagna romana, da Monte
+Fortino,[2] cioè dai monti Volsci, sino ai monti Equi ed Ernici e sino
+alla Sabina. Palestrina fu la loro sede principale, e tutti i paesi
+circostanti passarono sotto la loro giurisdizione.
+
+Nel secolo XIII cominciò la loro potenza e la loro grande influenza in
+Roma, dove già da molto tempo possedevano un palazzo presso la chiesa
+dei _Santi Apostoli_, nella regione di _Via Lata_. Cardinali di questa
+famiglia ebbero parti importanti in questo secolo, e la storia degli
+Hohenstaufen ricorda spesso i Colonna come ardenti ghibellini in Roma.
+Chi ignora la parte da essi avuta nella caduta di Bonifacio VIII?
+
+Nel XIV secolo, durante l'esilio dei papi ad Avignone, lottarono senza
+tregua per la signoria su Roma coi potenti Orsini, che d'allora in poi,
+furono loro costanti nemici ed amici dei papi. Rifulse in questo
+periodo, quale capo della casa, il vecchio Stefano Colonna. A lui
+Petrarca indirizzò sonetti ed epistole.
+
+Fu in questo secolo che si separarono i due rami di Palestrina e di
+Paliano.
+
+Nel secolo XV crebbe ancora la potenza della casa, prima per i grandi
+favori di Ladislao re di Napoli e di Giovanna II, e poi per l'elezione a
+papa di Ottone Colonna, sotto il nome di Martino V. I Colonna ottennero
+dunque molti feudi nel reame di Napoli, principalmente il ducato dei
+Marsi (da cui presero il titolo di: _Marsorum dux_), la contea di Celano
+e quarantaquattro villaggi e castelli.
+
+Ai tempi di Sisto IV vennero in guerra con la Santa Sede; Girolamo
+Riario, nipote del papa, assediò Paliano, ma l'assedio fu tolto in
+seguito alla morte improvvisa del pontefice. Del pari guerreggiarono con
+Alessandro VI, e durante quegli anni la campagna romana fu quasi sempre
+desolata dalle armi. Fu il ramo di Paliano che in questo periodo diede
+gli uomini più illustri della famiglia. Ricorderò solo Fabrizio, primo
+connestabile della casa, e i suoi due figli, Ascanio (1522-1553), marito
+di Giovanna d'Aragona, e Vittoria, moglie del marchese di Pescara,
+Ferdinando d'Avalos. Marcantonio, figlio di Ascanio, rinomato come uno
+dei vincitori della battaglia di Lepanto. Nessuno poi ignora quale parte
+ebbe prima di ciò Pompeo Colonna nelle disgrazie di Clemente VII e nel
+sacco di Roma.
+
+Verso la metà del secolo XVI i Colonna furon minacciati da un grave
+disastro: venuti in dissidio con Paolo IV, furon da questo papa, di
+natura irritabile, spodestati di tutti i loro dominî, come già lo erano
+stati da Bonifacio VIII. Il pontefice eresse Paliano in ducato e lo donò
+a suo nipote Giovanni Caraffa. Marcantonio, capo della casa Colonna, si
+difese e, con l'aiuto del duca d'Alba, percorse la campagna romana per
+riconquistare i suoi possessi: da ciò ebbe origine la famosa guerra fra
+Paolo IV ed il re di Spagna, conosciuta sotto il nome di «Guerra della
+Campagna». Essa terminò nel 1557 con la pace di Cave (presso Genazzano),
+negoziata fra il duca d'Alba e il cardinale Carlo Caraffa. Solo dopo la
+morte di Paolo IV però, Marcantonio potè rientrare nel possesso de' suoi
+beni; tutti coloro che se ne erano impossessati fecero un'orribile fine.
+Giovanni, duca di Paliano, fu decapitato a Roma nella Torre di Nona, e
+il cardinale Caraffa fu strangolato in Castel Sant'Angelo.
+
+Marcantonio può ritenersi come l'ultimo dei Colonna potenti: egli morì
+a Paliano nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono; i baroni cessarono
+di guerreggiare col papato ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi
+a poco a poco, per le vendite a cui furono costretti dai debiti. La
+gloria di Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva Don Vincenzo
+Colonna, che Marcantonio contribuì a questa guerra con un milione, e che
+d'allora in poi la famiglia non si era mai più rialzata. Fin dal 1622
+vendettero gli antichi possedimenti di Colonna e di Zagarolo, e nel 1630
+dovettero vendere Palestrina, ora in possesso dei Barberini. La famiglia
+venne man mano declinando e per sempre: il ramo di Paliano esiste
+ancora; il suo capo attualmente è Giovanni Andrea, marito d'Isabella
+Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da Roma a Napoli, residenza
+abituale dei Colonna. La maggior parte dei loro feudi è pure nel regno
+di Napoli, avendo Filippo III Colonna (morto nel 1818) posseduto colà
+sessantadue feudi, ventisette negli Stati della Chiesa ed otto in
+Sicilia, con 149,403 vassalli. I feudi nello Stato pontificio erano:
+Anticoli, Arnara, Castro, Cave, Ceccano, Collepardo, Falvaterra,
+Genazzano, Giuliano, Marino, Morolo, Paliano, Patrica, Piglio, Pofi,
+Ripi, Rocca di Papa, San Lorenzo, Santo Stefano, Sgurgola, Serrone,
+Sonnino, Supino, Trivigliano, Vallecorsa e Vico.
+
+I feudi erano maggioraschi e per la maggior parte vincolati a
+fidecommesso, secondo le leggi locali. Ma la rivoluzione francese venne
+a mutare i sistemi: nel reame di Napoli la legislazione feudale fu
+abolita nel 1806, in Sicilia nel 1812, e negli Stati della Chiesa la
+maggior parte dei baroni vi rinunziò nel 1816, seguendo l'esempio del
+principe Colonna. A Napoli i fidecommessi vennero aboliti in parte nel
+1807 e totalmente nel 1809; in Sicilia invece erano ancora in vigore
+alla morte di Filippo III (ma disparvero qualche settimana più tardi, il
+2 agosto 1818); nello Stato Pontificio sono tuttora in vigore. La
+successione di Filippo fu perciò regolata da leggi diverse e l'asse
+ereditario è stato diviso in più parti.
+
+Filippo, discendente diretto di Marcantonio, lasciò solo tre figlie:
+Maria (maritata a Giulio Lante della Rovere), Margherita (maritata a
+Giulio Cesare Rospigliosi) e Vittoria (maritata a Francesco Barberini);
+la nobile stirpe fu continuata da suo fratello Fabrizio.
+
+Queste sono le notizie che ho creduto utile dare al lettore, prima
+d'introdurlo nel castello di Paliano. Ma questo castello, che brillava
+una volta per il suo lusso e la sua magnificenza, non è più oggi, come
+tanti e tanti altri palazzi baronali italiani, che un luogo deserto e
+silenzioso, dove un custode brontolone vi fa da guida, additando le nude
+pareti e lamentandosi che siano scomparse le belle collezioni d'armi
+della famiglia, trofei di tante battaglie, e che i quadri preziosi siano
+stati venduti o portati altrove.
+
+Però mi piace visitare questi antichi castelli nobiliari, in cui gli
+alberi genealogici, anneriti dalla polvere e dal fumo, pendono ancora
+dalle pareti, quasi piante disseccate, ed in cui le tappezzerie
+ciondolano dai muri non meno lacere dei diplomi feudali, che il vassallo
+ha finalmente fatto a pezzi. Quasi spettri, vi si vedono i ritratti di
+una lunga serie di antenati, anneriti dal tempo nelle loro massicce
+cornici dorate: essi evocano il ricordo di tutto un lontano passato
+scomparso. Vi sono ritratti di guerrieri, di cardinali, di belle
+gentildonne, di cui i colli alla Maria Stuarda ci fanno conoscere il
+secolo in cui vissero. Veramente ne trovai pochi a Paliano, appena una
+trentina di ritratti, intorno ai quali il guardiano non seppe darmi
+alcuna informazione. La sua testa era ancora più vuota, più disordinata
+del palazzo dei suoi padroni, e tutti i ricordi del passato erano
+completamente sfumati nella coscienza di questo essere moderno. Quanto
+avrei dato per sapere il nome di quella bella donna pallida, dagli occhi
+nerissimi, vestita di un abito di velluto rosso! Eppure non domandavo
+che un nome! Era forse Felice Orsini, o Lucrezia Tomacelli, o Diana
+Paleotti? Oppure era quella stessa infelice duchessa di Paliano, di cui
+la tragica fine fu uno dei più strani romanzi del suo tempo? Essa però
+non fu uccisa in questo palazzo, ma in un altro castello di suo marito.
+
+Nella piccola galleria non manca neppure il ritratto di un astrologo,
+che ci siamo abituati a considerare quale _spiritus familiaris_ di ogni
+nobile castello antico; un vecchio dalla barba lunga e bianca, con
+un'ampia veste di velluto. Il suo abbigliamento è in armonia con i
+mobili massicci e severi di quei palazzi medioevali, dove i nostri abiti
+alla francese ed i nostri candidi guanti sembrano eccessivamente
+ridicoli. L'astrologo di Paliano era, secondo l'iscrizione, _Nicolaus
+Colinus de Paliano, astrologus insignis_.
+
+Nelle altre sale, alle pareti sono appesi panorami e piante di molte
+città, quali Madrid, Parigi, Venezia, Firenze e Genova.
+
+Le sale sono di mezzana ampiezza e sembrano stanze di una casa di
+campagna, se si paragonano alla principesca sala di ricevimento che si
+ammira nel palazzo Colonna a Roma.
+
+Presso il castello sorge la chiesa di S. Andrea, cappella gentilizia e
+tomba dei Colonna del ramo di Paliano, un elegante edificio di modeste
+proporzioni. Filippo I (1578-1639) vi raccolse le ceneri de' suoi
+antenati, sparse in luoghi diversi, e vi fece costruire per sè e la sua
+famiglia la cripta sotterranea. Scesi a visitarla e rimasi stupito di
+trovarla priva di ogni ornamento; le pareti della sala, di forma
+circolare, abbastanza ampia, sono intonacate di bianco e perfettamente
+nude; non v'è nè un sarcofago, nè un monumento in marmo, e non vi si
+vedono intorno che delle iscrizioni, i cui caratteri uniformi
+appartengono al secolo XVII. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio e
+della moglie Felice Orsini, di Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi
+genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro, suoi avi. Non so se la
+più bella donna d'Italia, Giulia Gonzaga, moglie di Vespasiano Colonna,
+si trovi sepolta a Paliano, nè sono riuscito a sapere se vi sia la tomba
+della famosa Vittoria. Nel suo testamento ordinò di esser tumulata nel
+monastero dove sarebbe venuta a morire; ella fece anche un legato per le
+monache di S. Anna dei Falegnami, che l'avevano assistita durante la sua
+ultima malattia, e lo stesso testamento fu dettato al letto della
+morente il 15 febbraio 1547, nell'antico palazzo de' Cesarini, presso
+l'Argentina. E' quindi molto probabile che ella sia stata sepolta nel
+vicino monastero di S. Anna.[3]
+
+Da Paliano non v'è strada carrozzabile che porti ad Anagni, distante sei
+miglia, giacchè infatti questo paese non ha che una sola porta, che si
+apre davanti a Genazzano, e chi arriva dal lato opposto, è costretto a
+fare il giro delle antiche mura. Un sentiero tortuoso, praticabile a
+cavallo, ma spesso ripido e scosceso per essere scavato nella roccia
+calcare, che lo rende molto sdrucciolevole, conduce ad Anagni attraverso
+la campagna deserta.
+
+Ho fatto questa strada a cavallo, insieme con un contadino della
+campagna romana, che avevo preso per guida, in una splendida giornata di
+settembre, che rimarrà sempre fra le più belle delle peregrinazioni da
+me fatte per la _Saturnia tellus_, tanto la vista di quelle contrade
+selvagge e di quei monti maestosi era superba. La collina di Paliano
+scende dolcemente verso il fiume, mentre dalle altre parti cade a picco;
+essa è interamente coltivata a viti; sulla cresta, che noi seguivamo,
+crescono folti cespugli di lentisco, fragole e mirto, ciò che mi ha
+sorpreso, perchè il mirto preferisce di solito le coste e l'aria marina.
+Sulla collina miseri coloni abitano in capanne di paglia a forma di
+cono, come se ne vedono per tutta la campagna romana.
+
+Passando per questa rustica colonia la strada giunge ad un monastero,
+che sorge solitario fra verdi boschi di elci, castagni ed olmi: si
+chiama S. Maria di Paliano. Quindi bisogna attraversare per l'unico ed
+angusto sentiero la foresta che circonda tutta la collina. La discesa è
+così ripida, che difficilmente si riesce a farla a cavallo. Giunti in
+fondo, si trova una pittoresca e selvaggia pianura, che si stende fra la
+collina di Paliano e quella di Anagni. Qua e là si vedono disperse delle
+solitarie fattorie di pietra scura o qualche mulino presso un torrente
+che taglia il sentiero. Il paesaggio è animato da mandre di vacche e di
+pecore, ed il pifferaro che scende a Roma nella notte di Natale, appare
+qui nel suo stato naturale, e si odono gli strani accenti della
+cornamusa che il pastore suona, seguendo passo, passo il suo gregge, che
+si muove qua e là in cerca di erba, che la terra fertile abbondantemente
+gli offre.
+
+Verso la fine di settembre i greggi di pecore discendono dai monti
+circostanti e si spandono, per passarvi l'inverno, nella pianura,
+arrivando fin presso le mura di Roma. Nel mio ritorno ne ho incontrato
+appunto uno che si dirigeva verso Roma: era così numeroso che ingombrava
+alla lettera tutta la strada, ed era diretto e sorvegliato da grossi
+cani dal pelo lungo, e da pastori a piedi ed a cavallo. Calcolai che
+fossero circa 3000 pecore, ma un pastore mi disse che erano quasi 5000
+capi di bestiame che venivano dalla Serra e si recavano a Roma. I belati
+delle pecore e degli agnelli empivano l'aria dei mansueti lamenti che
+risuonano nella campagna di Roma in ottobre ed in novembre, sì che par
+di vivere in mezzo ad un grandioso idillio classico.
+
+Intanto ci avviciniamo ad Anagni e ci troviamo ai piedi della collina,
+su cui sorge superba l'antichissima metropoli degli Ernici. Dinanzi a
+noi si apre una porta alta e maestosa, che reca in cima lo stemma della
+città: un leone sul cui dorso un'aquila affonda gli artigli.
+
+Anagni mi ha sorpreso: abituato alle strade strette dei villaggi della
+campagna romana, ed alle loro case meschine, ho trovato qui delle lunghe
+file di fabbricati di bell'aspetto e dei palazzi che fanno pompa dello
+stile sfarzoso del XVII secolo e che danno al paese l'impronta di una
+certa agiatezza. Questo aspetto moderno mi sorprese ed io non riuscii a
+spiegarmelo che dopo aver studiato la storia della città.
+
+Sono arrivato sulla piazza di Anagni, che ha la forma di un piccolo
+rettangolo, di cui i due lati più corti son formati da palazzi; delle
+case di semplice aspetto chiudono il terzo lato, un parapetto di pietre
+cinge il quarto che sorge sulla cresta della collina, di là si scorge la
+pianura del Sacco, attraverso la quale si svolge tortuosamente la via
+Latina che parte da Valmontone. Essa non tocca Anagni, ma gira intorno
+alla sua collina e passando per Ferentino e Frosinone, giunge alle
+sponde del Liri, di là da Ceprano. Il panorama che da questa piazza si
+gode, è così stupendo che impressiona anche chi abbia visitato
+minutamente tutta l'Italia, dalle Alpi sino al mare Jonio e al mare
+Africano. Si scorge la catena dei monti Volsci, i cui pendii illuminati
+dal sole si vedono così distintamente da poter contare le finestre dei
+villaggi che vi sono sparsi; ovunque si scorgono le città dei Volsci,
+che sono schierate lungo i monti: Montefortino, la gloriosa Segni,
+Gavignano, Rocca Gorga, Sgurgola; più in là, Morolo, Supino, Patrica,
+dietro la quale a forma di piramide si leva azzurro e maestoso il monte
+Cacume; e più lontano ancora le cime seguono le cime, poi altri paesi:
+qua Ferentino, dietro ad una collina Frosinone di cui si vede anche il
+castello, Arnara, Pofi, Ceccano, e qualche altro ancora che l'occhio
+abbraccia in un solo sguardo. Verso Roma si stende l'ampia pianura,
+coronata dai monti di Palestrina, visibile anch'essa a questa distanza.
+Si vedono anche i monti Laziali, di modo che da questo punto senza
+sforzo alcuno l'occhio abbraccia la maggior parte del Lazio.
+
+Ben diverso invece è il paesaggio, se si guarda dal lato opposto della
+piazza, e soltanto allora si comprende la posizione di Anagni. La
+collina, sul margine estremo della quale è costruita la città, appare
+unita alla Serra, e si stacca da questa con una curva a forma di falce.
+La roccia è scura, ripida e brulla, e dal paese si sale in una regione
+selvaggia, dove è il villaggio di Monte Acuto, un erto e nero castello,
+che prende nome dalla vicina altura.
+
+Nell'osservare questa posizione non ci si stupisce più che Anagni sia
+stata nel medio evo preferita da tanti papi come luogo di rifugio e di
+villeggiatura, essendo una cittadina nell'aperta campagna, posta su di
+un'altura che ne rende l'aria salubre, mentre le sue rocce e le alte
+mura la fanno un forte baluardo.
+
+Del resto la città deve la sua importanza storica soltanto al medio evo.
+Sebbene sia stata capoluogo degli Ernici, forte tribù del Lazio, essa
+non ha avuto alcuna importanza al tempo dei Romani, e, dopo essere stata
+da questi soggiogata, rimase sempre una piccola città sottomessa. Anche
+oggi qualche rovina ci ricorda il dominio romano; qua e là si vedono
+avanzi di mura ed a nord della città una fila di archi giganteschi che
+si appoggiano sull'erta scoscesa della collina. Questo caratteristico
+monumento dei tempi romani offre una vista imponente. Non esistono più
+tracce dell'antica rocca, la quale molto probabilmente occupava il punto
+dove oggi sorge il duomo. Neppure esistono in Anagni mura ciclopiche,
+come se ne vedono a Ferentino ed a Segni.
+
+Solo verso la fine del XIII secolo Anagni acquistò importanza, avendo
+avuto la rara fortuna di vedere in un secolo quattro de' suoi cittadini
+ascendere al seggio pontificio. Il primo fu Innocenzo III, Conti
+(1198-1216), il secondo Gregorio IX, Conti (1227-1241), poi Alessandro
+IV, Conti (1259-1261), ed infine Bonifacio VIII, Gaetani (1294-1303).
+
+Anche prima però la città era preferita da papi; sin da quando Roma si
+era ordinata a governo repubblicano, parecchi pontefici si rifugiarono
+dentro le mura di Anagni. Quivi morì nel 1159 Adriano IV, Breakspeare,
+l'unico inglese che abbia portato la tiara, sottraendosi alle pressioni
+del senato romano per il ristabilimento della repubblica: ivi pure si
+rifugiarono l'illustre suo successore Alessandro III ed il successore di
+questi, non meno famoso, Lucio III.
+
+La città ritrasse molto vantaggio dall'aver dato, in sì breve
+intervallo, quattro papi alla Chiesa; si arricchì, così, di monumenti e
+di palazzi in stile gotico-romano, stile che prevalse fino al XV secolo
+in molte parti d'Italia. Anche a Genazzano abbiamo trovato siffatte
+costruzioni gotiche; poche ne rimangono in Anagni, se si eccettua la
+cattedrale, lo stupendo palazzo municipale e la casa Gigli.
+
+Il palazzo municipale ha un imponente porticato, che sorregge un solo
+piano. La strada passa sotto a quei portici come attraverso ad una
+porta. Sulla facciata si vedono, scolpiti nella pietra, stemmi del medio
+evo; in mezzo ad essi vi è il busto di un capitano della città, della
+casa della Rovere, appartenente al XV secolo. Nella facciata posteriore
+del palazzo sono notevoli gli ornati architettonici del cornicione e le
+sue finestre, adorne di colonnette di stile moresco, simili a quelle che
+si vedono a Rovello, sopra Amalfi.
+
+Il palazzo municipale si è salvato dalla rovina medioevale, ed è qui,
+con la casa Gigli, il principale monumento del passato. La casa Gigli,
+un piccolo fabbricato che appartiene certamente al secolo XIV, mi ha
+ricordato le case di Palermo: essa è quadrata, con un tetto piatto ed un
+portico. Questo consiste in due arcate rotonde sostenute, al punto in
+cui si riuniscono, da una sola colonna; sotto di esso si trova una scala
+esterna di pietra, che porta nell'interno; questa architettura è
+ripetuta nell'unica finestra, del pari ad arco tondo, con una colonnetta
+nel mezzo. Sugli archi corre una piccola cornice ondulata, semplice ed
+armoniosa; sopra il tetto sono vasi di fiori che danno all'edificio un
+carattere grazioso e tutto meridionale.
+
+Dopo aver visitato questa casa, mi son seduto sopra un banco di pietra
+che stava lì di fronte e mi sono accinto a farne uno schizzo nel mio
+album: sono stato subito circondato da molti cittadini, e nel vederli
+soddisfatti di ciò che stavo facendo, ho compreso che quel monumento del
+passato ispirava loro un sentimento di orgoglio patriottico. Si son
+lagnati però meco amaramente di quei quattro papi, loro compatriotti,
+che sì poco avevano fatto per la loro città natale, non provvedendola
+neppure di un acquedotto. E' questo veramente per gli abitanti di Anagni
+un grave danno: essi non hanno altr'acqua da bere che quella delle
+cisterne, che mi è parsa molto cattiva; e d'altra parte non sarebbe
+possibile costruire un acquedotto senza enormi spese, perchè
+bisognerebbe portarvi l'acqua da monte Acuto, facendole attraversare una
+larga valle. «E' vero, dicevano quelli, sarebbe occorsa una grave spesa;
+ma pensate che sono stati quattro i papi, e se avessero dato _qualche
+cosa per uomo_ l'opera sarebbe stata compiuta».
+
+Il duomo di Anagni è costruito sul punto più alto della collina, presso
+la porta di Ferentino, in mezzo a molti altri edifici, in modo che la
+sua facciata ed il suo campanile isolato non producono quasi nessun
+effetto. Questa chiesa è una delle più antiche del Lazio, più antica
+anche della maggior parte delle cattedrali degli Stati della Chiesa,
+rimontando ai tempi della prima crociata. La fece edificare nel 1074
+Pietro, vescovo della città, della stirpe dei principi longobardi di
+Salerno, il quale prese parte alla prima crociata come compagno d'armi
+di Boemondo, principe di Taranto. Sulla porta principale del duomo si
+legge, scolpita nella pietra, la seguente iscrizione:
+
+ QUISQUIS AD HOC TEMPLUM TENDIS VENERABILE GRESSUM
+ MOX CONDITOREM CUNCTORUM NOSCE BONORUM
+ CONDIDIT HOC PETRUS MAGNO CONAMINE PRAESUL
+ QUEM GENUIT TELLUS NOBIS DEDIT ALTA SALERNUS
+ SIC MISERERE SIBI SUPERI PATRIS UNICE FILI.
+
+La forma dei caratteri di questa iscrizione appare moderna: è forse del
+secolo XVI, ma lo spirito e l'espressione appartengono certo al tempo in
+cui la cattedrale fu innalzata.
+
+Quantunque più volte restaurata dai vescovi della città, la cattedrale
+ha conservato il suo carattere primitivo, gotico-romano. La facciata è
+di architettura rozza: termina con un frontone pesante, a forma di
+triangolo, di cui l'angolo superiore è ottuso e la base è formata da una
+semplice cornice. Nel centro si apre una finestra circolare, senza
+ornamenti, ed al disotto di questa un'altra finestra grande e quadrata,
+aperta molto probabilmente in un'epoca posteriore. La porta, ve n'è una
+sola, ha una cornice d'un gusto mediocre, formata di strisce di pietra
+ornate di teste di leoni e di tori, rozzo lavoro del medio evo.
+
+Da un sol lato della porta, senza simmetria e senza ragione alcuna di
+essere, sorgono due pilastri con capitelli, incastrati nel muro. Ai
+disopra v'è un arco di pietra adorno di semplici arabeschi.
+
+Tutto l'edificio è costruito col tufo calcareo bruno, fornito dalle
+montagne vicine. Si vede facilmente che la facciata ha conservato nelle
+linee generali la sua forma primitiva, ma che è stata in seguito
+restaurata alla men peggio, per necessità.
+
+All'interno il duomo è vasto e bello, non a forma di basilica, bensì
+costruito in quello stile semigotico, di cui in Roma porge esempio la
+chiesa di S. Maria sopra Minerva. Ha tre grandi navate ed un coro a
+volta alto, in forma di croce; il pavimento, in mosaico, fu eseguito nel
+1226, dal celebre Cosma, romano, a spese del vescovo Alberto e del
+canonico Rinaldo Conti, che salì più tardi sul seggio papale col nome di
+Alessandro IV.
+
+Dal coro si discende nella cripta sotterranea, veramente bella e degna
+di una descrizione minuta. Consiste in una volta non molto alta,
+sorretta da colonne; tanto la volta che il pavimento sono decorati di
+mosaici colorati, mentre le pareti sono interamente ricoperte di antichi
+affreschi, disgraziatamente molto sciupati ed in certi punti addirittura
+irriconoscibili. Si nota subito che essi appartengono ad epoche diverse,
+perchè, mentre alcuni dei soggetti biblici che vi sono rappresentati
+sono di un rozzo stile bizantino, altri presentano i caratteri di
+un'arte più avanzata, e vi sono pure alcune belle e graziose figure,
+particolarmente quelle dell'adorazione della Croce, che sembrano
+dell'epoca di Cimabue.
+
+In questa cripta è la tomba di S. Magno, patrono della cattedrale, ed
+un'antica iscrizione ci fa sapere che nel 1231 lo stesso maestro Cosma
+fu incaricato di rinnovare la tomba del martire. Così questa famiglia di
+artisti, che ha arricchito Roma di tante opere preziose, recava pure il
+suo artistico tributo nei paesi della campagna romana.
+
+Anche nella cappella del coro, nella navata posteriore, esiste un
+monumento eseguito dai Cosmati, un antico tabernacolo gotico, poggiato
+sopra un sarcofago di marmo, la cui forma ricorda a prima vista la tomba
+del vescovo Consalvo, eretta nel 1298 da Giovanni, figlio di Cosma, in
+S. Maria Maggiore di Roma. Non v'è dubbio che anche questo tabernacolo
+sia opera sua, ed anteriore solo di quattro anni, perchè l'iscrizione
+dice:
+
+ IN ISTO TUMULO REQUIESCUNT OSSA D. PETRI EPISCOPI
+ QUI NUTRIVIT D. BONIFACIUM PAP. VIII. ITEM SUBTUS
+ OSSA D. GOFFREDI CAJETANI COMITIS CASERTANI.
+ ITEM OSSA D. JACOBI CAJETANI HIC RECONDITA KAL. AUGUSTI
+ ANNO D. MCCXCIIII.
+
+Sul sarcofago semplicissimo, che racchiude le ossa di questi membri
+della famiglia Gaetani, si scorgono le loro armi, ma senza l'aquila,
+componendosi lo stemma dei Gaetani ordinariamente di uno scudo diviso in
+due campi, in uno dei quali sono due strisce serpeggianti, nell'altro
+un'aquila.
+
+Nella stessa cappella del coro v'è anche un'altra antichità degna di
+nota, cioè una antica e bella imagine della Madonna, sotto la quale sta
+la seguente iscrizione:
+
+ HOC OPUS FIERI FECIT DON RAYNALD. PRESBYTER
+ ET CLERICUS ISTIUS ECCLESIAE.
+ ANNO DNI M.CCCXXII. MENSE MADII
+
+Fu dunque un dono fatto dal Conti, quegli che poi fu Alessandro IV.
+
+Pochi altri ricordi di quei papi di Anagni rimangono in questa
+cattedrale. Primi fra questi gli abiti pontificali d'Innocenzo III e di
+Bonifacio VIII, conservati in un armadio della sagrestia. La pianeta
+d'Innocenzo è d'una stoffa turchina, con ricchi e pesanti ricami d'oro,
+e vi sono tessute figure che rappresentano soggetti del Nuovo
+Testamento, eseguite con una tale perfezione che si direbbero copie di
+quadri di Giotto o di frate Angelico da Fiesole, anzichè ad un'epoca
+anteriore. Assai più rozzo come lavoro è il pesante piviale di
+Bonifacio, ricamato ad aquile e leoni.
+
+Oltre a questi tesori, il sagrestano mi ha fatto vedere delle antiche
+mitre vescovili e dei bastoni pastorali che per le loro bizzarre ed
+insolite forme meritano l'attenzione degli antiquari.
+
+Invano ho cercato busti o ritratti di quei papi: non ve ne sono.
+Soltanto nel muro esterno della chiesa, in una nicchia o tabernacolo,
+posta sotto il cornicione, è seduta sul trono la marmorea figura di un
+papa. Mi fu detto che quell'informe statua, che pare un idolo,
+rappresenta Bonifacio VIII.
+
+In tempi posteriori furon collocati nel coro del duomo i busti dei
+quattro papi, dipinti su tela a forma di grandi medaglioni, che ora si
+trovano appesi, ondeggianti all'aria, nelle due gallerie del coro
+stesso; è questa un'idea bizzarra che deve risalire al secolo XVII, e
+forse anche al XVIII.
+
+Prima di lasciare la cattedrale per recarci al palazzo di Bonifacio
+VIII, voglio ricordare alcune scene di cui essa fu teatro, scene molto
+interessanti per noi tedeschi, poichè esse si collegano alla storia
+della Germania, giacchè il duomo di Anagni ha avuto grandi rapporti con
+la casa degli Hohenstaufen. Fu davanti al suo altare che Alessandro III,
+nel giovedì santo del 1160, maledì il grande imperatore Barbarossa; fu
+lì che Innocenzo III lesse la bolla che scomunicava Federigo II; e fu lì
+finalmente che Alessandro IV lanciò l'anatema contro il giovane eroe
+Manfredi. Scene barbare e selvagge del medio evo, scomparse da gran
+tempo, al pari dello splendore del nostro grande impero e del prestigio
+del papato stesso.
+
+L'ultimo papa di Anagni fu Bonifacio VIII, della famiglia Gaetani. Chi
+ignora la sua prigionia nello stesso suo palazzo, e la tragica fine che
+seguì immediatamente la sua liberazione?
+
+Nel 1294 la sorte aveva strappato l'eremita Pietro da Morone dalla sua
+profonda solitudine del monte Majella, per innalzarlo al seggio papale.
+L'eremita, debole ed inetto, aveva preso dimora a Napoli, divenendo lo
+strumento cieco di re Carlo. Intanto l'ambizioso e risoluto cardinale
+Benedetto Gaetani di Anagni, aspirava alla tiara pontificia. Pietro, o
+meglio Celestino V, decise di abdicare, e così fece, cinque mesi appena
+dopo la sua elezione, fuggendo quindi subito nella sua solitudine. Ma
+non appena il Gaetani fu eletto papa col nome di Bonifacio VIII, fece
+arrestare il fuggiasco, lo portò nel suo palazzo di Anagni e da questo
+poi lo relegò nel vicino castello di Fumone, dove l'infelice eremita
+finì i suoi giorni.
+
+Bonifacio non aveva dimenticato che i due cardinali della casa Colonna,
+Jacopo e Pietro, avevano osteggiato la sua elezione, e giurò di umiliare
+questa potente famiglia. Nel 1297 la ruppe con essa per motivi o
+pretesti che non importa qui riferire. Ne seguì una crociata del papa
+contro i Colonna; essi fuggirono dinanzi al suo sdegno; i due cardinali,
+privati della porpora, si ritirarono a Rieti e Sciarra Colonna, allora
+capo della famiglia, si recò in Francia, dove Filippo il Bello lo
+accolse con piacere, poichè egli era in guerra con Bonifacio VIII, che
+lo aveva scomunicato e dichiarato decaduto dal trono. Egli decise con
+Sciarra di sorprendere Bonifacio in Anagni, dove si trovava nell'estate
+del 1303, e di farlo prigioniero; a questo scopo Sciarra si unì a
+Guglielmo di Nogaret, che godeva la fiducia del sovrano. Furono radunati
+segretamente trecento cavalieri e maggior numero di fanti, e dopo che
+Nogaret si fu accampato a Ferentino, con alcune truppe pronte ad ogni
+evento, Sciarra, nella notte del 7 settembre, uscì dal vicino borgo di
+Sgurgola. I ghibellini di Anagni, che erano del complotto, gli aprirono
+le porte; egli assalì il palazzo Gaetani e penetrò nelle stanze del
+papa. Bonifacio oppose alle violenze sofferte un'eroica dignità. Rimase
+per tre giorni prigioniero di Sciarra e di Nogaret che lo minacciarono
+di morte, intimandogli di scendere dal trono papale come egli aveva
+costretto a scenderne l'infelice Celestino. Intanto il cardinale Luca
+Fiesco incitava gli abitanti di Anagni a liberare il papa, loro
+concittadino, dalle mani di quella turba furibonda. Il popolo diè di
+piglio alle armi e cacciò gl'invasori dal palazzo. Poi ricondusse a Roma
+il papa liberato, che vi morì l'11 ottobre per l'ingiuria patita e per
+la rabbia.
+
+I cardinali suoi concittadini, membri della Curia, avevano tradito
+Bonifacio. Quando poi fu eletto a suo successore Benedetto XI, questi
+lanciò una bolla contro coloro che avevano perseguitato Bonifacio, ed
+ebbe ad esclamare: «La stessa sua patria non lo protesse; il suo palazzo
+non gli servì di asilo; la più alta dignità della Chiesa è stata
+insultata; la Chiesa ed il suo Sposo sono stati avvinti dalle catene.
+Quale luogo potrà d'ora innanzi offrire sicurezza? Quale asilo resta
+ancora inviolabile, se lo stesso papa di Roma è stato offeso nel suo?
+Delitto abbominevole, sacrilegio inaudito! Guai a te, Anagni, che hai
+lasciato compiere un tale misfatto fra le tue mura! Non cada più sopra
+te nè rugiada, nè pioggia, cada invece sugli altri monti, e l'una e
+l'altra sfugga te che hai assistito alla caduta dell'eroe senza
+impedirla, ed hai tollerato gli fosse fatta violenza!».
+
+La maledizione di Benedetto XI non pesa più oggi sopra la città di
+Anagni; ma nell'anno 1616 gli abitanti superstiziosi si credevano ancora
+sotto l'influsso di quelle terribili parole. Allorchè in quel tempo il
+famoso viaggiatore Leandro di Bologna visitò la città, la trovò un
+mucchio di macerie e lo stesso palazzo dei Gaetani in rovina; la
+tremenda guerra della campagna romana, condotta dal duca d'Alba, aveva
+devastato tutta la contrada, e gli abitanti di Anagni, ridotti alla
+miseria, narrarono al bolognese, piangendo, che dal giorno in cui
+Bonifacio era stato tradito fra le loro mura, erano stati oggetto di
+continue calamità.
+
+Ho cercato in Anagni il luogo dove si svolse questo dramma, che pose
+fine, con Bonifacio VIII, alla potenza universale del papato, fondata da
+Gregorio VII: ma il palazzo Gaetani è stato distrutto da molto tempo, e
+quello a cui ora gli abitanti di Anagni danno tal nome, è un edificio
+moderno del marchese Traetti, che sorge sulle fondamenta di quello
+stesso palazzo, sul margine della collina, non lontano dal duomo, col
+quale mi fu detto che l'antico palazzo avesse comunicazione. Nel cortile
+esistono ancora antiche mura della residenza di Bonifacio VIII, e dietro
+l'attuale edifizio sono le rovine grandiose di un'antica loggia, di cui
+rimangono ancora tre grandi archi, appoggiati alla collina. Ai piedi di
+questa sorge una grande muraglia di antica costruzione, che mi si è
+detto essere un avanzo delle stalle di Bonifacio VIII.
+
+Trovai anche qui, come altrove, che il presente ha maggior diritto alla
+nostra attenzione che non il passato, perchè alla vista dello stupendo
+paesaggio che si stendeva dinanzi ai miei occhi dimenticai subito la
+storia di Bonifacio. Di lassù si scorge una selvaggia regione sassosa,
+di aspetto severo, sulla quale sorge solitario un tempio dorico, di
+costruzione moderna, che è il camposanto di Anagni. Più in là si leva
+maestoso il bruno monte Acuto. Salendo per pochi passi la collina si
+scorge alla distanza di sei miglia al più una rupe grigiastra e
+selvaggia, sulla quale, in triste abbandono, sorge un cupo villaggio. «È
+Fumone!» mi disse una donna che passava; e soggiunse con disprezzo:
+«_Quando Fumone fuma la campagna trema_». Non avendo compreso questo
+proverbio, gliene chiesi il senso, ma la donna non mi seppe rispondere
+che questo: «Guardate, guardate come è misero! Là vi si muore sempre di
+fame!».[4] Quello era dunque Fumone, dove fu rinchiuso Celestino V,
+l'unico Papa che abbia abdicato, di cui tutta la storia è un romanzo,
+quanto tutto il medio evo.
+
+Qui debbo ricordare un curioso incidente. Avevo tratto di tasca, per
+osservare Fumone, un cannocchiale guarnito in metallo lucido, quando per
+caso lo rivolsi su un giovanetto che stava sulla strada, a poca distanza
+da me. Il ragazzo gettò un grido e fuggì in preda allo spavento. Al suo
+grido accorsero uomini, donne e fanciulli, domandando cosa fosse
+accaduto: questa scena mi ha ricordato quell'altra ridicola di
+Genazzano, dove con un semplice libro sparsi il terrore come mago.
+
+Abbiamo ormai visto e parlato di tutto ciò che v'è di notevole in
+Anagni, e possiamo lasciare questa città. Ogni interesse per essa cessa
+con Bonifacio, se non termina con lui anche la sua storia, poichè dopo
+di allora, due sole volte Anagni è ricordata, e cioè nel 1378,
+allorquando, dopo l'elezione di Urbano VI, i cardinali francesi
+avversari del partito romano, vi si rifugiarono per eleggervi un
+antipapa dando origine al grande scisma, e nel 1556, allorquando i
+soldati del duca d'Alba la distrussero durante la guerra della campagna.
+
+Questa rovina spiega il suo aspetto moderno. Ora è una città morta di
+6000 abitanti, fieri ancora delle loro memorie, dei loro Papi e delle
+loro famiglie patrizie. Fra queste se ne contano ancora dodici, le
+cosiddette dodici stelle di Anagni, ed ancora esistono quelle dei
+Gaetani e dei Conti, i più antichi di stirpe. Nuove famiglie si sono
+aggiunte a queste, fra le quali mi è grato ricordare la gentil famiglia
+degli Ambrogi.
+
+
+
+
+I MONTI ERNICI
+
+(1858)
+
+
+
+
+I monti Ernici.
+
+(1858).
+
+
+Vi sono nella campagna romana alcuni luoghi speciali che per la loro
+antichità, o per la bellezza dei dintorni, o per le qualità
+caratteristiche delle popolazioni, o per i monumenti, invitano il
+forestiero a visitarli. La regione di cui mi accingo a parlare è appunto
+uno di questi luoghi, e appartiene alla Legazione di Frosinone,
+stendendosi sopra il fiume Sacco, sulle pendici dell'Appennino. Le
+principali città di questa regione, degli antichi Ernici, sono Anagni,
+Ferentino, Alatri, Veroli e Frosinone, paesi tutti più antichi di Roma,
+le cui origini risalgono ai tempi favolosi di Saturno ed a quelli dei
+Ciclopi.
+
+Era mio proposito visitare non solo le città, ma arrampicarmi anche su
+per i monti, per vedere la bella e famosa Certosa di Trisulti, e nelle
+sue vicinanze la rinomata grotta di Collepardo, nonchè lo strano pozzo
+nelle rocce di Santulla, a forma d'imbuto, detto «Fonte d'Italia», del
+quale molti parlano ma pochi si recano a visitare.
+
+A cavallo, in compagnia di un bravo campagnolo, certo Francesco Romano,
+che avevo preso meco come guida e come servo, lasciai Anagni prendendo
+un'amenissima via.
+
+Scendendo la collina su cui sorge Anagni, ad una distanza di circa otto
+miglia, si scorge Ferentino, che si presenta come un paese di una certa
+importanza, collocato in cima all'ampia ed estesa vetta, di un colle le
+cui pendici sono verdeggianti di vigneti e di giardini, mentre sulla
+cima sorgono pittorescamente nere torri medioevali, chiese e conventi.
+La via Latina sarebbe molto monotona sino a Ferentino se non fosse
+animata dal continuo passaggio dei _Ciociari_, e qui se ne incontrano
+molti, perchè la via Latina serve pel trasporto a Roma non solo dei
+prodotti di queste contrade, ma anche di quelle dei confini napoletani,
+e gli Arpinati, compatrioti di Cicerone e di Mario, son soliti portare
+il loro bestiame al mercato della città eterna.
+
+Incontrai molte comitive di gente di quei paesi e file di carri pesanti
+e grossolani, con due enormi ruote, detti barocci, tirati da buoi
+bianchi, dalle corna lunghissime. Alcuni di questi barocci erano carichi
+di sacchi di grano, altri di lana, la maggior parte però portavano
+ceste di polli. I campagnoli che li conducevano facevano veramente una
+splendida figura coi loro cappelli a punta, le lunghe giubbe rosse ed i
+sandali di rozzo cuoio.
+
+Quando giunsi a Ferentino speravo nella gentilezza di una famiglia del
+paese per la quale mi avevano dato una commissione. Un giovane di mia
+conoscenza, impiegato nel tribunale di un paese della Sabina, dove mi
+ero trattenuto a lungo, aveva la sua fidanzata a Ferentino, e siccome
+questa tenera relazione si era da qualche tempo raffreddata, egli
+desiderava riannodarla e non avendo potuto accompagnarmi nella mia gita,
+come sarebbe stato suo desiderio, mi aveva pregato di far la parte di
+Galeotto, o meglio di messaggero d'amore, cosa a cui mi ero volontieri
+prestato. Mi aveva dunque consegnato una epistola elegantemente scritta
+per la sua bella, raccomandandomi di non consegnarla all'amica in
+presenza di suo fratello prete, ma con ogni segretezza. Appena sceso
+all'albergo, mi recai alla casa indicatami: la bella e graziosa
+fanciulla stava appunto alla finestra. Salii le scale e trovandomi solo
+con lei nella prima stanza, senza scorgere l'ombra di un prete, le feci
+prima di tutto i saluti dell'amico nella miglior forma possibile, poi
+tirai fuori la lettera e gliela consegnai. La poveretta era visibilmente
+imbarazzata: prese la lettera, e divenuta pallida, poi rossa, senza dire
+una parola, entrò nella stanza vicina e di lì a poco riapparve
+pregandomi di entrare. Appena entrato mi trovai di fronte al prete, che
+stava coricato in un letto tutt'altro che pulito: egli aveva in mano la
+lettera d'amore, che stava leggendo attentamente.
+
+Capii subito che la povera ragazza stava sotto la dispotica influenza
+del fratello; che brutte scene dovevano esser accadute in quella casa e
+che la giovinetta non aveva la forza morale di sottrarsi alla dura
+tirannia del reverendo. Questi, che avrebbe potuto essermi molto utile
+per darmi informazioni sulla storia e sulle cose più notevoli della
+città, mi accolse con molta freddezza e con una certa inquietudine, ed
+io lasciai poco dopo la casa, dolente di avere con la mia intromissione
+confuso maggiormente le fila di quell'innocente intrigo amoroso. Per
+fortuna trovai altre persone che si offrirono di servirmi di guida in
+Ferentino, e così potei visitare in lungo ed in largo quest'antichissima
+città del Lazio.
+
+Ferentino, anche oggi importante sede vescovile, si compone di un
+laberinto intricato di strade, per la maggior parte strette, interrotte
+qua e là da qualche piazza. La tranquillità tutta campestre, la
+mancanza completa di movimento commerciale, la solitudine che regna su
+quasi tutte le case, danno al paese un'impronta tutta medioevale, mentre
+qua e là tronchi di colonne, avanzi di sepolcri, frammenti marmorei,
+coperti d'iscrizioni romane, ricordano l'antichità classica.
+
+Mi posi a sedere in una piccola piazza quadrata, che dà sulla campagna
+da dove si gode lo splendido panorama del paese dei Volsci, e non tardai
+a provare un senso di profondo benessere. Guardavo le donne che si
+affollavano intorno ad un'antica cisterna medioevale, calando giù, l'una
+dopo l'altra, il loro secchio di latta legato ad una corda; lavoro assai
+noioso e faticoso, ma inevitabile, perchè a Ferentino, come in quasi
+tutte le città del Lazio, mancano fontane. Spesso in queste regioni il
+viaggiatore dura fatica a scuotersi da quel torpore, da quella pigra
+contemplazione a cui lo invitano il caldo estivo e l'alta quiete che lo
+circonda. In quella strana e pur familiare solitudine si ridestano
+sensazioni già altra volta provate, e ciò che giace in un lontano
+passato ritorna con dolcezza alla mente come avvolto nell'ombra.
+
+Uno sguardo ad una iscrizione romana vicino a me bastò a richiamarmi
+alla realtà ricordandomi l'intenzione che avevo di visitare le antiche
+mura di Ferentino. Come molte città del Lazio essa era in origine
+circondata da mura ciclopiche e sul punto più alto della collina sorgeva
+la rocca ugualmente fortificata. Non fa meraviglia che sussistano ancora
+notevoli avanzi di quelle opere gigantesche, frutto di una civiltà,
+della quale non si hanno altri ricordi, ma che dovette essere
+straordinariamente avanzata; reca piuttosto stupore che costruzioni di
+tal fatta abbiano potuto essere in parte rovinate. In molti punti quegli
+enormi massi sono spostati, in altri furono sostituiti con muri romani,
+ed in altri infine si riconoscono costruzioni del medio evo, nel così
+detto stile «_saracinesco_», in modo che con un solo sguardo si vedono
+riuniti su di un piccolo tratto di muro i caratteri di tre diversi
+periodi di civiltà, gli uni dagli altri tanto diversi. Meglio che in
+qualunque altro luogo si può fare questa osservazione presso la porta di
+Frosinone e presso la meravigliosa porta Sanguinaria, di struttura
+ciclopica, che fu da prima ridotta ad arco dai Romani, quindi deturpata
+da misere costruzioni medioevali. Le fondamenta però, sino ad una certa
+altezza, sono costituite tuttora da massi ciclopici voluminosi,
+irregolari, meravigliosamente congiunti fra loro.
+
+L'antica rocca di Ferentino merita di essere visitata; essa pure è
+circondata di mura come la città, e sorge in cima ad una collina
+rocciosa e in origine era interamente cinta da mura ciclopiche.
+All'epoca romana vi era una fortezza turrita, le cui fondamenta
+costruite con grosse pietre quadrate esistono ancora. Questa rocca
+dovette essere inespugnabile, ed anche oggi si potrebbe con poca fatica
+render tale questa forte posizione. Durante l'impero romano vi dimorava
+il prefetto di città e nel medio evo sostenne più assedi. Si scorgono
+tuttora all'estremità del piano, in cima alla collina, gli avanzi del
+castello superiore e specialmente due torri mozze, che certo sorgevano
+ai due fianchi di una fortezza quadrata: esse sono di un effetto
+straordinariamente pittoresco.
+
+In quasi tutte le città del Lazio si osserva che le cattedrali furono
+costruite là dove prima sorgevano gli antichi castelli, e non si potè
+trovare per esse luogo più adatto. I vescovi fabbricarono anche
+generalmente a fianco delle cattedrali i loro palazzi, trovandosi così
+situati in modo da dominare la città. Il vescovato di Ferentino è uno
+fra i più antichi dei dintorni, e quelli che lo fondarono, furono ben
+consigliati a scegliere la rocca, riducendo così ad uso di abitazione
+del vescovo l'antico palazzo del prefetto, mentre il duomo venne
+costruito con i materiali degli antichi monumenti.
+
+Appena entrati in città da porta Romana, lavoro di meravigliosa solidità
+di costruzione, ci si trova vicinissimi al duomo ed al palazzo vescovile
+che gli sorge a lato. Siamo in pieno medio evo. La chiesa è piccola, ma
+ben proporzionata, ricca di iscrizioni e di frammenti di meravigliose
+sculture, alcune delle quali si fanno risalire al X secolo; queste
+sculture sono incastrate parte nel muro, parte nel pavimento. Il palazzo
+vescovile è un miscuglio di vari stili architettonici, e pare un piccolo
+castello deserto.
+
+A Ferentino vi sono alcuni monumenti medioevali specialmente degni
+d'attenzione, fra gli altri ricorderò almeno la graziosa chiesa di S.
+Maria Maggiore. Essa si trova in fondo alla città su di una piccola
+piazza, ed è una delle opere più perfette nello stile gotico-romano del
+secolo XIV o XV che esistano nel Lazio. Le chiese di Fossanova e di
+Casamari, che non ho ancora visitate, devono essere simili a questa
+nello stile. Sebbene mi occupi particolarmente dei monumenti del medio
+evo, e la mia attenzione sia specialmente rivolta alle iscrizioni che
+appartengono a quell'epoca, non trascurai però di farmi condurre a
+visitare le antichità romane, sparse qua e là per il paese. Però esse
+non sono molto importanti. Sotto questo riguardo l'orgoglio di Ferentino
+è il così detto «Testamento», ed io dovetti arrampicarmi faticosamente
+sulle rupi, tra le siepi spinose di una vigna, per arrivare a questa
+meraviglia, e vidi finalmente dinanzi a me una grande lapide scolpita
+nella pietra viva. Una lunga iscrizione in caratteri elegantissimi
+informa che Aulo Quintilio, quatorviro ed edile, era stato benefattore
+della sua patria, avendo a questa lasciato per testamento tutto il
+patrimonio, e che la città riconoscente gli aveva decretata l'erezione
+di una statua da collocarsi nel foro.
+
+Quando, stanco di questa gita, feci ritorno alla mia locanda, presso la
+porta di Frosinone trovai una grande confusione. Erano proprio in quel
+giorno terminati gli esami nel ginnasio e parecchie agiate famiglie
+delle città dei dintorni erano venute a ritirare i loro figli, per
+condurli a passare a casa loro le vacanze autunnali. Padri, madri,
+ragazzi, avevano invasa tutta la locanda, e l'impetuosa gioia dei vecchi
+e dei giovani era senza limiti: gli uni partivano, gli altri pranzavano,
+altri ancora si preparavano a passarvi la notte, di modo che con grande
+fatica riuscii a conservarmi la camera che avevo già fissato. Riposare
+fu impossibile, perchè tutta la notte le donne, i ragazzi, i servi
+stettero in continuo movimento. Quando poi nel cuor della notte questo
+chiasso infernale si fu acquietato, cominciarono nella via canti festosi
+e straordinariamente sonori.
+
+Erano gruppi di pellegrini che, approfittando del fresco notturno,
+s'incamminavano verso non so qual santuario. Le loro litanie,
+echeggiando nella quiete della notte, producevano un'impressione
+profonda. L'udire quei canti nel silenzio solenne della notte invita a
+pensare, poichè la fantasia segue i passanti che non vediamo e di cui
+non sappiamo nemmeno donde vengano e dove siano diretti. Era appena
+passata una compagnia, che in lontananza si udivano gli _Ora pro nobis_
+di un'altra, che passando davanti alla casa si allontanava per esser
+seguita ancora da un'altra, e così trascorse tutta la notte.
+
+Finalmente fui felice di veder spuntare il giorno, ed il sole era ancora
+nascosto dietro ai monti che attraversavo a cavallo la città per recarmi
+ad Alatri. La strada era magnifica: prima passava in mezzo a vigneti,
+poi si faceva più aspra e selvatica traversando una regione montuosa,
+ombreggiata da annosi castagni e rallegrata da parecchi ruscelli. Ma
+avanzando, la strada si faceva più cattiva ed il paesaggio più deserto,
+finchè arrivai ai piedi di una collina a forma di cono, in cima alla
+quale in un luogo cupo e malinconico sorgevano alcune torri sgretolate e
+mura cadenti. La vista inaspettata di questo castello mi sorprese
+piacevolmente; l'avevo già contemplato con desiderio ad Anagni e non
+sapevo che andando ad Alatri vi sarei passato così vicino. E' l'antico
+Fumone, il carcere di Celestino V. Qui egli morì il 19 maggio 1296, dopo
+una penosa prigionia di dieci mesi, nella tarda età di 81 anno.
+
+Nel contemplare Fumone pensai che non sarebbe stato facile davvero
+trovare un luogo di esiglio più triste di questo. Non fu certo però la
+solitudine che maggiormente addolorò quel prigioniero, che aveva passato
+la sua vita fra le spelonche in luoghi selvaggi.
+
+Dovetti contentarmi di guardare questo castello sospeso sulla mia via,
+simile ad un nido di briganti. Proseguii la strada ai lati della quale
+si ergevano due alti monti ed una terza altura chiudeva l'orizzonte.
+Giunto in cima a questa mi si presentò dinanzi un panorama sublime. Di
+lassù si scorgeva il più splendido paesaggio degli Appennini; colline e
+pianure si alternavano e dietro si stendevano catene di alti monti su
+cui, in lontananza, si scorgevano borghi e città, fra le quali Vico e
+Guarcino.
+
+La strada scendeva quindi dolcemente nella fertile campagna di Alatri, e
+finalmente dopo aver girato una collinetta vidi dinanzi a me questa
+interessante città. Cavalcando attraverso mura annerite dal tempo, in un
+meraviglioso mattino d'estate, fui rallegrato dall'aspetto vivace della
+città, ricca di splendidi palazzi che dimostrano una fiorente vita
+cittadina nel passato. Non avevo ancor visto una città di così
+bell'aspetto nei monti del Lazio e non ve n'è altra che abbia
+un'architettura di stile così spiccatamente gotico-romano.
+
+Alatri è il centro principale d'industria e di commercio dei monti
+Ciociari, vi si fabbricano stoffe, tappeti, coperte di lana, e quelle
+giubbe e quei cappelli a punta che sono tanto in uso in tutto il Lazio.
+Il giorno in cui vi arrivai, c'era mercato. Le strade e le piazze,
+ingombre delle frutta d'agosto, fichi, pesche, albicocche e grosse pere,
+offrivano un lieto spettacolo, ed erano gremite di gente. I montanari,
+alti, nerboruti, con le loro giubbe scarlatte, coi sandali e i cappelli
+di feltro a punta ornati di fiori, mi ricordarono che mi trovavo nel
+_Latium ferox_ di Virgilio, i cui abitanti robusti ed energici hanno
+conservato durante tutto il medio evo il loro carattere.
+
+Le strade sono quasi tutte strette, oscure e cupe, tutte le case essendo
+costruite in tufo scuro, di rado imbiancate con la calce. Rimasi stupito
+di trovarne buon numero che avevano l'aspetto di palazzi, nome che vien
+dato nelle città romane ad ogni casa, che abbia un portone, tanto più se
+appartiene ad antica famiglia patrizia. In Alatri dovettero essere
+dunque moltissime le famiglie nobili che fiorirono durante i secoli XV e
+XVI, giacchè la maggior parte dei palazzi della città appartiene a
+quell'epoca. Hanno generalmente il tetto piatto, molto sporgente, e la
+facciata in massi quadrati tagliati molto regolarmente in pietra
+calcarea, il cui colore scuro produce un bellissimo effetto. Le porte
+sono di architettura gotica, ad archi snelli; ne osservai sei in un bel
+palazzo; su di esse posava un cornicione di squisito disegno e sopra
+questo erano sei finestre di splendide proporzioni. Tutte le finestre in
+Alatri sono di stile gotico-romano, molto simili a quelle degli antichi
+campanili di Roma, e sono formate da due archi divisi nel mezzo da una
+colonnetta.
+
+Questo stile architettonico dà un carattere imponente alla città. Alcuni
+edifici mi richiamarono alla memoria quelli del periodo delle
+repubbliche toscane, quella di Siena specialmente. Il palazzo Jacovazzi
+si distingue dagli altri per la sua altezza e per la severità della
+facciata in stile semigotico: è ora proprietà e sede del Municipio.
+
+Da Roma ero stato raccomandato ad una delle famiglie più distinte di
+Alatri che per ricchezza e per influenza aveva avuto una parte
+importante nella storia della città.
+
+Appena arrivato cercai subito il palazzo Grappelli, e trovatolo, mi
+accorsi che meritava veramente la denominazione di palazzo. Un'ampia
+corte interna, belle scale in pietra, un salone magnifico, dove era
+stato eretto un teatrino, molte stanze con soffitti dipinti e pareti
+adorne di affreschi, ed infine in mezzo ad alcune costruzioni laterali
+in pessimo stato, una torre in rovina rivelava che un tempo vi era una
+fortezza e che quel palazzo era stato la residenza di ricchi signori.
+Ora però tutto era in stato di completo abbandono e le stanze
+poveramente mobiliate e con reliquie di tempi migliori. Mi si assicurò
+che questa famiglia, al pari di molte altre della città, era caduta in
+gran miseria. Ma la gioventù che vidi in questa casa era tutta fiorente
+di vita e di salute, ed ammirai con piacere le vivaci fanciulle
+cresciute magnificamente in quella fresca aria montanina. Esse facevano
+a meno volentieri dei noiosi divertimenti di Roma e, sempre in moto,
+animavano colla loro allegria le piccole riunioni cittadine ed alla sera
+si divertivano giocando e ballando.
+
+Quando chiesi quali fossero le cose più notevoli di Alatri, mi
+raccomandarono in modo particolare la chiesa di Santa Maria Maggiore e
+le mure ciclopiche, che in fondo erano state lo scopo della mia gita. La
+chiesa, situata in una piazza circondata interamente da costruzioni
+medioevali, è piccola e in stile gotico-romano. Aveva in origine due
+campanili, ma ora ne rimane in piedi uno solo che forse non fu mai
+finito ed è mezzo rovinato. Le finestre sono ad archi romani. Una
+facciata assai irregolare, con tre porte di architettura gotica, produce
+una strana impressione, perchè nella porta di mezzo si apre una finestra
+circolare che non va affatto d'accordo col resto dell'edificio. Il
+rosone di questa finestra è guarnito di vetri dipinti.
+
+La cornice della porta ha un ornato di foglie di acanto, ed il suo arco
+riposa sopra un gruppo di colonne. Entrando in chiesa rimasi deluso
+perchè, sebbene le tre navate composte di quattro grandi archi siano di
+stile semigotico, tutto l'interno appare guastato da un cattivo gusto
+moderno, coperto di falsi marmi e dipinto fin sulla volta a croce con
+variati colori com'è di moda ora a Roma. La navata di mezzo è ora
+rischiarata a ciascun lato da una finestra a rosone, ed anche la tribuna
+riceve la luce da un'altra finestra simile. Invano cercai antiche
+sculture: l'unica che meriti qualche attenzione è il battistero, una
+vaschetta sostenuta da tre cariatidi, lavoro assai grossolano del medio
+evo.
+
+Mi recai subito alle mura ciclopiche. Al pari di Ferentino, Alatri era
+in origine circondata da queste mura, ma quelle intorno alla città sono
+quasi completamente rovinate; solo le mura della così detta rocca, si
+sono conservate meraviglioso monumento di quell'epoca, di cui non
+trovasi l'eguale in tutto il Lazio. La sola vista di queste mura, che
+possono sostenere il paragone con le più gigantesche dell'Egitto, basta
+a compensare ampiamente della fatica del viaggio.
+
+L'antica rocca di Alatri (chiamata ora «_Civita_» quasi città per sè
+stessa) è sulla collina più elevata, attualmente vicino al duomo,
+giacchè, come a Ferentino, la cattedrale e il vescovato si appoggiano
+alla vetusta fortezza. Questa collina, sulla cui cima spianata si erge
+il duomo, è intieramente circondata, sostenuta e quasi rivestita di mura
+ciclopiche, alte da 80 a 100 piedi. Allorquando mi trovai dinanzi a
+quella nera costruzione titanica, conservata in ottimo stato, quasi non
+contasse secoli e secoli, ma soltanto anni, provai una ammirazione per
+la forza umana, assai maggiore di quella che mi aveva ispirata la vista
+del Colosseo. Perchè in un periodo di maggiore cultura, con mezzi
+meccanici ben superiori, si capisce come si siano potuti edificare il
+Colosseo, le Terme di Caracalla e di Costantino; senza chiedere troppo
+alla forza degli uomini, perfino le mura di Dionigi a Siracusa, e
+perfino le opere più grandi che in questo genere io abbia mai veduto fin
+qui non destano tanta meraviglia.
+
+Qui vediamo dinanzi a noi mura colossali di cui ogni pietra non è un
+grosso pezzo quadrato, ma un vero macigno di forma irregolare, e se ci
+domandiamo meravigliati con quali mezzi si siano potuti collocare tali
+massi gli uni sugli altri, si arriva ancor meno a comprendere come sia
+stato possibile incastrarli gli uni negli altri, in modo da non lasciare
+il minimo interstizio, producendo l'effetto di un gigantesco mosaico
+lavorato con la massima precisione.
+
+La tradizione attribuisce questo genere di costruzione degli
+antichissimi tempi latini, ai tempi di Saturno, e li sbalza addirittura
+fuori del periodo della civiltà storica. Però la scienza, che in Italia
+si occupa tanto di ricerche intorno agli Indo-Germanici e ai Pelasgi, è
+costretta a confessare di non saper nulla intorno a quei popoli che
+hanno costruito quelle opere colossali. La loro vista sola basta a
+convincerci che una razza che potè costruire tali mura, doveva già
+possedere un'importante cultura e leggi ordinate.
+
+La vicinanza tra di loro di queste città ciclopiche sparse per tutto il
+Lazio dimostra che in tempi antichissimi esistette in questa regione un
+gran numero di repubbliche o comuni autonomi di cui ignoriamo le
+scambievoli relazioni, ma dalla costruzione di tali immense
+fortificazioni possiamo dedurre come esse fossero continuamente in
+guerra fra loro, ed esposte soprattutto alle invasioni dei malviventi
+per le loro posizioni isolate e malsicure. Se si volesse stabilire una
+proporzione esatta fra la forza degli uomini e le dimensioni delle loro
+opere, si dovrebbe supporre essere stati giganti coloro che costruirono
+quelle mura, o che le assaltavano con nemico furore, ma queste
+costruzioni appartengono al periodo delle opere colossali, con le quali
+s'iniziò la civiltà umana presso tutti i popoli ed in tutte le parti del
+mondo, finchè poi dalla grandezza materiale salì a quella che con mezzi
+perfezionati produce opere belle ed artistiche. Non si dovrebbero far
+risalire queste opere ciclopiche a tempi remotissimi; forse furono
+costruite nel Lazio dopo la fondazione di Roma. Non è molto grande il
+passo che separa queste costruzioni di massi irregolari da quelle più
+regolari degli Etruschi e dei Romani.
+
+Si usciva dalle mura di questo Campidoglio dell'antica Alatri per una
+porta principale tuttora esistente: un'immensa costruzione in pietre
+disposte orizzontalmente; oltre a questa vi è un'uscita secondaria e,
+nel muro esposto a mezzogiorno, vi sono tre nicchie quadrate che fanno
+supporre vi fossero collocate le statue degli Dei, mentre si può
+ragionevolmente ritenere che un ciclopico avanzo nel centro del castello
+fosse l'altare su cui erano offerti i sacrifizi solenni.
+
+Fino al 1843 queste mura erano mezzo sepolte fra le macerie e le piante
+rampicanti e non vi era una strada che permettesse di farne il giro. Una
+visita di Gregorio XVI fece nascere negli Alatrini la felice idea di
+liberare da quegli ingombri quell'impareggiabile monumento della più
+remota antichità. Duemila uomini lavorarono dieci giorni per sgombrare i
+rottami, e così l'Acropoli fu non soltanto liberata dalle macerie che la
+deturpavano, ma provvista di una strada che ne fa il giro e si chiama
+via Gregoriana. In quel tempo furono pure riaperte la porta principale e
+la salita che conduce alla piazza del castello, che è larga e bene
+spianata ed ora è cinta da un parapetto di pietra, che s'innalza sopra
+le mura ciclopiche, e, siccome non vi è altra costruzione che il duomo,
+vi si gode liberamente un'ampia vista del paesaggio montuoso. Il colpo
+d'occhio è splendido ed affascinante per la sua estensione e bellezza,
+ed io non tenterò nemmeno descriverlo od anche soltanto accennare alla
+linea dei monti che, nel luminoso cielo turchino, si stendono sopra
+l'amena campagna. In tale quiete perfetta, anzi in quella completa
+solitudine, in quei luoghi misteriosi, testimoni di un'antichissima
+civiltà, si prova vivamente l'impressione del sublime. Non parlerò
+nemmeno del piccolo duomo che sorge solitario da un lato della piazza
+con un bizzarro campanile ed una facciata che appartiene al secolo
+XVIII. Una larga gradinata di pietra conduce alla porta della chiesa.
+Purtroppo nell'interno tutto è rimodernato, e con dispiacere dovetti
+riconoscere che, anche nei luoghi più remoti del Lazio, la falsa
+ambizione dei preti e dei comuni ha guastato, restaurandole, le venerate
+reliquie dell'antichità. La mania di seguire la moda che distrugge a
+poco a poco i costumi nazionali, si attacca dovunque, anche ai
+fabbricati, che rimoderna con facciate senza stile, e ne guasta
+l'interno con puerili pitture dai colori stridenti come nella Roma
+moderna, dove per mancanza di gusto si gareggia coi Siciliani.
+
+Girai per le strade di Alatri e la città mi piacque sempre più. Essa è
+circondata da giardini abbastanza ben coltivati, e nell'interno una vita
+vivace ed operosa rivela un'agiata condizione economica e, siccome in
+tutti questi luoghi dalla qualità del pane e del vino, come alimenti
+principali, si può con ragione dedurre quali siano le condizioni
+economiche del paese, mi persuasi che gli Alatrini non soffrono miseria.
+Non mi ricordo di essere stato importunato ad Alatri da nessun
+mendicante, come succede nella Sabina e nei monti Albani, dove essi vi
+seguono a frotte. Però i prigionieri domandano l'elemosina dalle
+finestre del loro carcere, spettacolo che, del resto, si può avere in
+quasi tutti i dintorni di Roma. Mentre il nostro rigoroso sistema di
+prigionia usa d'isolare più che sia possibile i carcerati dal resto del
+mondo, murandoli anzi nelle loro celle, come se fossero appestati, qui
+la tolleranza meridionale concede loro molta libertà.
+
+Nelle città del Lazio udivo spesso i prigionieri cantare le più allegre
+canzoni dietro le loro inferriate, o rispondere ai ritornelli cantati
+nella strada o li vedevo raccontare a gesti storie che un forestiere non
+poteva certamente capire. Ora persino la questua è loro permessa in
+carcere. Questi delinquenti, spesso condannati all'ozio per lievi
+mancanze, sporgono fuori dell'inferriata una lunga canna cui, per mezzo
+di un filo, è assicurata una borsetta. Si vedono sempre due, tre,
+quattro di queste borse in movimento, ed i prigionieri sembrano dei
+pescatori i quali colla più grande tranquillità d'animo tengono la loro
+canna in mano per tirarla su quando il pesce ha abboccato all'amo. Così
+le borsette vuote dondolano nell'aria e, se qualcuno passa davanti alle
+prigioni, canna e borsetta gli calano immediatamente davanti al naso ed
+il carcerato chiede vi si metta una moneta per amore della Madonna.
+Gradisce anche un sigaro, che fumerà con piacere dietro le sbarre di
+ferro, ma se gli riesce di carpire due _baiocchi_ manderà subito a
+comperare del vino o ciò che desidera. Non potevo trattenermi dal ridere
+osservando questa classica arte di mendicare e ripensavo sempre alla
+leggenda che racconta come Belisario domandasse l'elemosina ai passanti
+dalla finestra della sua prigione. Questa favola dimostra, se non altro,
+quanto sia antica questa tolleranza, e forse anche negli antichi tempi
+romani i prigionieri sporgevano dalle finestre del loro carcere canne
+simili a queste.
+
+Partii da Alatri per recarmi a visitare la famosa grotta di Collepardo,
+di cui avevo sentito tanto decantare le bellezze. Un vero sentiero di
+montagna conduce lassù, perchè alla distanza di poche miglia dalla città
+la natura del terreno cambia assolutamente carattere, ogni coltura
+scompare e si giunge alla montagna attraversando la selvaggia solitudine
+d'ignude rocce calcaree di color rosso.
+
+Un carbonaio del piccolo villaggio alpestre di Collepardo, che aveva
+deposto il suo carico ad Alatri, e che avevo incontrato per caso, fu il
+mio compagno e la mia guida attraverso quei monti e, quantunque il suo
+rozzo dialetto fosse un po' difficile per me, ascoltavo volentieri i
+suoi racconti sulla vita povera ma contenta che conduceva nel suo
+paesello.
+
+Le rupi erano sempre più erte e scoscese, la valle si andava facendo più
+romantica e selvaggia, eravamo giunti al torrente Cosa, che scorre
+impetuosamente attraverso quei monti. Le sue acque di una tinta
+verdognola come quelle dell'Inn nell'Engadina, abbondano di trote.
+
+Questo torrente si può chiamare l'unica vena di vita della montagna,
+perchè la sola angusta striscia di coltura in quel deserto di rupi si
+trova sulle sue sponde. Dopo un rapido corso si getta nel Sacco e con
+esso finisce nel Liri.
+
+Risalendo il Cosa, al punto in cui esso si apre con violenza la via per
+una stretta gola ai piedi di un'erta massa di rupi, giace Collepardo.
+Non si può immaginare nulla di più malinconico. Un gruppo di misere
+casupole di calcare, disposte in fila, interrotte solo da una bizzarra
+chiesa: un muro nero e sgretolato le circonda, nuova prova che anche
+questo miserabile paesello non era al sicuro dalle rapine del nemico.
+
+Pochi giardini, con scarsi alberi d'ulivo e vigneti danno un'idea
+dell'estrema povertà del luogo, perchè meno il piccolo piano su cui è
+posto Collepardo, tutt'intorno non si vedono che rupi.
+
+Il buon carbonaio m'invitò a salire in casa sua, cosa che feci ben
+volentieri perchè, altrimenti sarei stato imbarazzato a trovare
+alloggio: mi accomodai alla meglio in quella misera stanza per passarvi
+le ore più calde della giornata. Nel frattempo giunsero alcuni signori
+di Velletri a cavallo per vedere anch'essi la grotta, così mi accadde
+ciò che avevo desiderato molto, perchè essendo in compagnia mi sarebbe
+stato possibile osservare quella meraviglia alla luce delle torce.
+
+La grotta è posta molto al disotto di Collepardo; vi si scende per un
+ripido sentiero; laggiù il torrente Cosa rumoreggia in una stretta gola
+e, per un poco, la strada segue le sue sponde ombreggiate da piante di
+castagno e d'ambo i lati sorgono imponenti pareti di roccia. A sinistra
+s'innalza il monte Marginato che stende nell'aria la sua imponente
+massa, gettando un'ombra cupa e profonda sulle acque che gorgogliano con
+forza tra le pietre. A destra sorge un'altra rupe non meno scoscesa,
+ricca di vegetazione, nella quale appunto è scavata la grotta. Anche
+l'entrata promette qualche cosa di straordinario. Una nera gola si apre
+fra scure masse di pietra, ed una corrente d'aria gelata pare scaturisca
+dalla più grande profondità.
+
+Ci coprimmo bene prima di entrare. Le guide ci avevano preceduto colle
+torce accese, e le leggiere nuvole di fumo che salivano su dalle fessure
+della parete esterna ci avvertirono che esse erano già dentro la grotta.
+Ho visto molte caverne nei monti e, in generale, non sono molto propenso
+ad ammirare questi scherzi della natura; perciò entrando nella grotta di
+Collepardo non mi ripromettevo nulla di straordinario. Ma nonostante le
+mie prevenzioni, confesso che mi fece molta impressione specialmente per
+la sua grande ampiezza. Si compone di due parti principali, come due
+immense sale che, in mezzo, sono separate da una parete mezzo rovinata.
+Le pareti sono nere o giallo-scure come il pavimento, sparso di grosse
+rocce sulle quali ogni tanto bisogna arrampicarsi, e dalla volta
+irregolare del soffitto pendono stalattiti delle più svariate forme,
+mentre altre bizzarre figure isolate o in gruppi pare che sorgano dal
+suolo stesso incontro a voi. Le figure più strane si sono formate nella
+parte posteriore della grotta e per farcele vedere meglio, le guide ci
+fecero aspettare un poco per illuminarla bene prima che vi entrassimo.
+Molti uomini e ragazzi si erano messi in piedi qua e là colle loro
+torcie, e per di più avevano acceso in diversi punti grossi mucchi di
+stoppa. Quando gettai lo sguardo nella sala così illuminata essa offriva
+certamente uno strano spettacolo. Ora pareva di entrare in un tempio
+egiziano sostenuto da nere colonne tra le quali fossero sfingi ed idoli
+scolpiti. Ora invece sembrava di girare in un bosco di palme o di altre
+fantastiche piante di pietra. Dalle pareti pareva pendessero lancie,
+sciabole e rigide armature di nani e giganti. Tutto ciò si animava alla
+luce delle fiaccole che facevano risaltare alcuni gruppi, gettando
+un'ombra profonda sugli altri. A volte le nuvolette di fumo, errando qua
+e là formavano come un velo; i gufi ed i pipistrelli, disturbati nella
+loro quiete, svolazzavano nell'aria umida gettando grida selvagge.
+Queste grotte non si possono descrivere, perchè ognuno le vede in modo
+speciale e le popola di fantasmi diversi, secondo l'immaginazione
+individuale. Naturalmente le più notevoli di queste stalattiti hanno un
+nome ma mi è rimasto impresso soltanto quello dei così detti «_Trofei
+dei Romani_». Senza dubbio la grotta di Collepardo contiene un seguito
+di sale simili a queste e si estende profondamente nella montagna, ma
+ancora non vi è modo d'inoltrarvisi.
+
+In questa regione vi sono molte grotte scavate nella pietra calcare, che
+un tempo saranno forse servite di rifugio a qualche eremita. Anche
+nell'anno 1838, presso Collepardo, in una grotta del vicino monte
+Avicenna, abitava un eremita.
+
+Nel settembre di quell'anno si presentò là un giovane francese, a nome
+Stefano Gautier, e disse di aver seguito un'ispirazione celeste che lo
+aveva chiamato in quella solitudine per condurvi una vita da anacoreta.
+Lo straniero si stabilì in quella grotta, dove gli portavano da mangiare
+e da bere. Pregava e portava cilizi; lo si vedeva spesso a Collepardo, a
+Veroli e nella Certosa di Trisulti, dove visitava le chiese e discorreva
+coi frati. La sua condotta era irreprensibile, anzi passava per santo,
+quantunque fosse ancora molto giovane. Gautier aveva già trascorso due
+anni in quel l'eremitaggio, quando un giorno gli sbirri circondarono il
+suo rifugio, e lo arrestarono, conducendolo con loro. Nessuno conobbe la
+causa di questo arresto e non si potè sapere nulla di preciso del suo
+destino; si seppe solamente che il santo era stato consegnato nelle mani
+della giustizia francese e corse voce che egli avesse preso parte ad uno
+degli attentati contro la vita di Luigi Filippo.
+
+La natura ha riunito molte cose notevoli intorno a Collepardo, perchè
+solo a poca distanza dalla grotta delle stalattiti, vi sono le famose
+sorgenti d'Italia, il pozzo di Santulla, proprio sulla via che conduce
+alla Certosa. Volevo giungere a questa Certosa prima di sera per
+chiedere ospitalità ai frati. Dopo una cavalcata di mezz'ora in mezzo
+agli orti e su di un sassoso altipiano, mi trovai ad un tratto sull'orlo
+di una cavità circolare che mi rammentò vivamente le grandi latomie di
+Siracusa. Questa misteriosa fonte ha una circonferenza di 1500 passi,
+discende ad una profondità di 150 piedi circa e nel fondo lascia vedere
+una foresta di un verde cupo di arbusti e piante rampicanti che al più
+leggero soffio della brezza si agitano mollemente come le onde di un
+lago.
+
+Il sole dall'alto del limpido cielo lasciava cadere delle striscie di
+luce in quella profondità e vedevo delle bianche farfallette svolazzare
+allegramente qua e là fra le piante di quello strano bosco sprofondato
+laggiù. Tralci fioriti coprivano i rami di questi alberi che, a quanto
+si assicura, sono alti fino trenta piedi, e pure visti dall'alto
+sembrano piccoli arboscelli. Quella splendida fioritura cresciuta a
+quella profondità, i selvaggi sentieri che si confondevano come un
+laberinto nell'oscura boscaglia, lo svolazzare delle farfalle nate
+laggiù, seducevano la fantasia che si figurava in quel magico boschetto
+sotterraneo un paradiso di fate ed un giardino di delizie per Oberon e
+Titania.
+
+Laggiù scaturiscono abbondanti sorgenti dal corso misterioso che
+mantengono il verde dell'erba, mentre questa vasta conca tira a sè la
+rugiada notturna.
+
+Discendendo collo sguardo lungo le pareti giù nel profondo si osserva
+una meravigliosa vegetazione: in forme bizzarre e fantastiche, simili
+alle stalattiti, crescono dappertutto cespugli di lentischi e ginestre
+selvatiche dai fiori dorati. Le pareti presentano tutti i variati colori
+dell'iride perchè ora la roccia si tinge di un delicato grigio argenteo,
+ora invece è di un bel rosso acceso, giallo o turchino scuro, oppure
+nero addirittura. Il paesaggio alpestre che circonda questa fonte offre
+uno spettacolo di straordinaria bellezza. Qui, dietro gli alberi
+verdeggianti, sorge melanconicamente l'oscuro villaggio di Collepardo,
+laggiù una lunga distesa di valli rocciose discende a perdita d'occhio,
+più in là si elevano monti giganteschi dalle forme maestose sulle cui
+cime ancor vergini si librano solitarie aquile reali e le nubi dalle
+forme fantastiche stendono il loro bianco velo.
+
+Sull'orlo dell'abisso erano sdraiati, insieme con le loro capre, pastori
+dall'aspetto quasi selvaggio, ciociari della montagna coi lunghi bastoni
+a foggia di lancia, ed animavano colla loro presenza la scena grandiosa,
+mentre alcuni robusti ragazzi si divertivano a gettare dei sassi che
+cadevano in quella profondità con un sordo rumore, facendo uscire dai
+loro nidi i colombi selvatici che svolazzano qua e là sopra le piante.
+Quantunque questi pastori mi volessero dare ad intendere che in fondo a
+quel misterioso abisso vivesse una tigre, pure ammettevano che di quando
+in quando vi facevano scendere le capre legate ad una corda. Queste
+bestie trovavano laggiù acque ed erba in abbondanza e vi rimanevano dei
+mesi finchè non le andavano a riprendere riportandole su ingrassate ed
+in ottimo stato.
+
+Se il pozzo fosse in Germania od in Scozia la fantasia popolare lo
+avrebbe certamente popolato di esseri favolosi, ma gl'italiani in genere
+non hanno nessuna tendenza per le favole. L'aria è troppo limpida e
+serena in Italia perchè i racconti del soprannaturale possano essere
+gustati. Trovai il racconto dell'origine di questa fonte, narratomi da
+quei pastori, molto caratteristico perchè è una leggenda. Il pozzo, mi
+dissero, era una volta una grande aia circolare; i contadini un giorno
+osarono battervi il grano benchè si solennizzasse l'Assunzione della
+Beata Vergine. La Madonna adirata di quel sacrilegio fece sprofondare ad
+un tratto l'aia con tuttociò che vi si trovava sopra e così si formò il
+pozzo circolare. Del resto, non essendovi nei dintorni alcuna traccia di
+vulcani, potrebbe essere giusta l'opinione di alcuni che suppongono che
+il pozzo fosse una caverna di cui sia sprofondata la volta.
+
+Mi staccai con dispiacere da questo meraviglioso fenomeno immaginando
+con desiderio il meraviglioso spettacolo che esso deve offrire di notte,
+quando la luna è sospesa su quelle montagne deserte ed i suoi pallidi
+raggi illuminano le pareti della fonte penetrando tra le piante del
+magico bosco.
+
+I pastori guidarono me ed il mio compagno per sentieri sassosi, finchè
+giungemmo alla strada mulattiera che conduce alla Certosa di Trisulti.
+Quest'abbazia tanto famosa doveva essere distante circa un miglio
+tedesco e non si vedeva ancora ma ci additarono lassù, in cima alla
+montagna che avevamo dinanzi, la scura linea di un bosco di quercie,
+dietro al quale si trovava un podere, vero modello di coltura alpestre.
+Ricordo pochi paesaggi montuosi più belli e d'aspetto più selvaggio di
+quello che traversavamo allora. Ora lo sguardo si sprofondava giù in un
+vertiginoso abisso in fondo al quale rumoreggiava il Cosa, ora si
+elevava alla splendida catena di monti, fra i quali spiccava gigantesca
+la piramide del Monna spingendo la sua cima verso il cielo.
+
+Seguitammo a scendere e dopo una mezz'ora di cammino, reso molto
+malagevole per dover girare le grigie roccie, che poste sulla strada
+come sentinelle sbarravano il passo, giungemmo al torrente che si è
+aperto la via tra due montagne e tuonando precipita le sue acque
+spumeggianti attraverso le nere gole.
+
+Il sole era già calato dietro i monti e i suoi ultimi raggi infuocati
+indoravano ancora le vette circostanti. Cominciammo a salire e nel
+voltarmi indietro vidi a poca distanza da me otto o dieci soldati che si
+avanzavano a rapidi passi sul sentiero dietro di noi. Dubitai che
+dessero la caccia ai briganti, ma non era probabile, perchè la
+famigerata banda di Gasperone non abitava più quelle montagne, dove
+ancora in molti luoghi si possono leggere nomi di briganti famosi da
+loro stessi scolpiti sulle roccie coi loro pugnali.
+
+Quei soldati, come mi disse il mio compagno che si mostrava bene
+informato, venivano da Alatri per visitare la Certosa, godendo
+dell'ospitalità dei frati, perchè dovete sapere che le ricche tonache
+bianche sono obbligate dalla loro regola ad ospitare gratuitamente per
+tre giorni ogni viandante, e se anche un intero esercito volesse entrare
+nella Certosa, non potrebbero chiudergli in faccia la porta del
+convento. Siccome sapevo che la brigata insieme alla quale avevo
+visitato la grotta di Collepardo aveva passato la notte precedente alla
+Certosa, mangiando alle spalle di quei monaci, quando vidi dietro di me
+quei soldati mezzo affamati, che già pregustavano col pensiero il buon
+pranzo del convento, fui preso da una certa inquietudine, cominciando
+anch'io a sentire gli stimoli della fame: «Vieni, Francesco, dissi,
+affrettiamo il passo, perchè quei soldati non arrivino prima di noi alla
+Certosa, se no correremo il rischio di trovare i frati di cattivo umore
+quando busseremo alla loro porta per chiedere vitto ed alloggio».
+Francesco sorrise e proseguimmo la nostra via con maggiore alacrità.
+
+Ero giunto all'altura su cui sorge la Certosa di Trisulti: essa si trova
+sul largo altipiano delle magnifiche montagne che le si aggruppano
+intorno. Uno splendido bosco di quercie mi toglieva ancora la vista del
+convento. Andando avanti vidi da lontano due frati vestiti di bianco che
+passeggiavano su e giù nella fresca ombra di quegli alberi maestosi, ed
+invidiai la quiete filosofica che sembravano godere. Se vi è un luogo in
+cui lo spirito umano possa raccogliersi nella più seria ed elevata
+meditazione, dev'essere qui in una delle più sublimi solitudini che io
+abbia mai visto.
+
+Una leggera brezza vespertina soffiava, agitando le vette di quelle
+ombrose piante secolari, ed intorno sorgevano solenni e maestose le
+montagne. Ad un tratto la campana del convento echeggiò nel bosco e
+sentii in me l'influenza potente dello spirito medioevale.
+
+Mi avvicinai ad un frate presentandomi come viaggiatore e gli chiesi
+ospitalità per una notte. Il frate ben pasciuto, dall'aspetto imponente,
+m'indicò il convento e mi disse che dovevo presentarmi al guardiano.
+Dopo un breve tratto di strada attraverso al bosco la Certosa si
+presentò al mio sguardo.
+
+Giunto ad una tale altezza su di una montagna quasi impraticabile, dopo
+essersi dovuto arrampicare faticosamente per pendii diruti e rocciosi,
+il viandante prova una deliziosa ed ineffabile impressione, trovandosi
+ad un tratto dinanzi ad una fiorente oasi di coltura. Quel piccolo
+paradiso, l'Eden di quei monaci, spiccava sul fondo delle foglie verdi,
+solitario, fantastico, meraviglioso. La Certosa non si compone di un
+unico fabbricato, ma di un gruppo di cappelle, di chiese, di cortili
+cintati, di costruzioni di ogni genere, la cui comoda disposizione
+denota ricchezza e tranquilla felicità. Le fanno corona folte piante
+annose isolate od in gruppi. Nei recinti chiusi vacche, pecore e capre
+pascolavano mentre i frati camminavano su e giù sorvegliando i servi che
+lavoravano; vi era un animato movimento di ogni genere di persone, tutte
+mantenute dal convento.
+
+Il guardiano, uomo alto e serio con una lunga barba ondeggiante, mi
+accolse cortesemente alla porta del vestibolo e mi disse di presentarmi
+al superiore che avrebbe poi dato l'ordine che fossi ricevuto.
+
+Indi venni condotto nel vasto cortile interno di forma quadrata,
+circondato dai diversi fabbricati del convento e dalla facciata della
+chiesa.
+
+Tutto è mantenuto colla più scrupolosa cura e nettezza, ma le
+costruzioni non hanno nulla di antico anzi portano l'impronta, dello
+stile sfarzoso del secolo XVIII. Nell'interno vi sono dei corridoi
+lunghi ed ariosi sui quali si aprono d'ambo i lati le celle dei monaci.
+Trovai il superiore seduto dietro ad uno scrittoio in una stanza
+spaziosa, occupato ad ascoltare alcuni domestici che pareva gli
+esponessero qualche richiesta. Egli accettò volentieri la mia preghiera
+di essere ricevuto nel convento senza farmi alcuna domanda sulla mia
+patria o sulla mia religione. Certamente a quei frati bastano un rapido
+sguardo alla fisonomia del forestiere e le poche parole scambiate con
+lui per riconoscere subito il cattolico od il protestante.
+
+Salutai il superiore dopo che mi ebbe consegnato ad un laico incaricato
+di condurmi alla foresteria. Si dà questo nome alle camere appartate che
+in questi conventi sono destinate ai forestieri: ve ne sono di prima o
+seconda classe secondo la condizione dell'ospite. Chi è giudicato più
+distinto ha una camera nella foresteria nobile o dei signori, gli altri
+si contentano di un modesto alloggio, e quelli d'infima condizione sono
+condotti nelle camere dei servi o nelle stalle dove i poveri viandanti
+si devono sdraiare sulla paglia. Mi fu assegnata una buona camera vicino
+al refettorio. Un letto pulito, cambiato di fresco prometteva un buon
+riposo ed il cameriere, un giovane svelto, che era stato garzone
+d'albergo in diverse città, ed ora era addetto alla foresteria, mi dette
+la consolante notizia che all'ora prescritta dalla regola sarebbe stata
+servita la cena nella sala attigua. Nel frattempo, mi disse che ero
+libero di visitare il monastero come più mi piaceva.
+
+Un frate laico mi accompagnò in giro facendomi da cicerone. Vi sono però
+poche cose notevoli nella Certosa, poichè purtroppo tutto ciò che vi era
+di antico è sciupato o scomparso, così non trovai nulla d'interessante
+per i miei studî. Però la posizione stessa del monastero su quegli alti
+monti, la vita di quei monaci nella loro solitaria repubblica, la loro
+influenza pratica sulla società, la storia di questi ordini singolari
+offrono ampia materia di osservazione. Brunone, uno di quei santi leali
+dell'epoca delle crociate, fondò la regola dei Certosini alla fine
+dell'XI secolo. Questo ordine che riuniva in sè la vita sociale dei
+monasteri e quella degli anacoreti, condannato alla più rigida rinunzia
+di ogni cosa terrena, prese il nome dal luogo detto la Certosa vicino a
+Grenoble dove venne fondato. I suoi statuti (_consuetudines
+Cartusianae_) risalgono all'anno 1134 ed ottennero l'approvazione del
+Papa nell'anno 1170. L'ordine si estese presto in molti paesi. Fino
+dall'anno 1208 questi padri si stabilirono a Trisulti, di cui Innocenzo
+III fece loro donazione. Essi trovarono qui un monastero in rovina che
+era appartenuto un tempo ai Benedettini, e nell'anno 1211 eressero su
+quelle rovine la nuova Certosa. Si dice che un Castello Trisalto abbia
+dato il nome a quel luogo comunemente designato _a tribus saltibus_ da
+tre alture boscose.
+
+Quantunque il voto di povertà sia imposto ai monaci dalla regola, esso
+non esclude la ricchezza del convento e Trisulti acquistò col tempo
+vaste tenute, che possiede ancora, nella provincia di Frosinone. Questa
+Certosa non si distingue certamente, come quella di Pavia, per la
+bellezza dell'edificio e per le opere d'arte, anzi ha un carattere
+assolutamente rurale. Non vi si trovano nemmeno gli splendidi locali che
+vanta la Certosa di Roma nelle Terme di Diocleziano, questa del resto è
+una fondazione più recente, del secolo XVI, e riconosce come madre la
+veneranda Certosa di Trisulti. La piccola chiesa del convento costrutta
+da Innocenzo III nell'anno 1211 e restaurata nell'anno 1768 è adorna di
+svariati marmi e di molte pitture. Sulla porta d'ingresso vi è una
+pittura che ricorda la fondazione della Certosa e vi è rappresentato
+Innocenzo III che ne mette in possesso i certosini. Ai due lati della
+chiesa è dipinto il martirio dei Maccabei a cui fa riscontro la
+persecuzione che i Certosini ebbero a soffrire in Inghilterra sotto
+Enrico VIII. Nel coro, meravigliosamente adorno, si vede Mosè che fa
+scaturire una sorgente dalle rupi e, di fronte, Brunone che ripete lo
+stesso refrigerante miracolo. Il refettorio, in cui si vede una pittura
+adattata al luogo, rappresentante il miracolo della moltiplicazione dei
+pani e dei pesci, è una sala molto spaziosa. Qui i fratelli nei giorni
+di festa si riuniscono ad una mensa comune, perchè negli altri giorni la
+regola prescrive ad ognuno il pasto solitario nella cella. Mi fecero
+vedere anche la cucina brillante di pulizia ed il forno dove si prepara
+in grande abbondanza un pane gustoso di due qualità una fina e l'altra
+più ordinaria. Un bacino d'acqua da cui sbocca un canale, mette in moto
+il mulino posto in un cortile. La cosa più degna di nota però, quella
+che mi fu mostrata col più giusto orgoglio, è la farmacia e vi entrai
+con maggior devozione di quella che mi avrebbe ispirato una chiesa.
+L'associare le cure del corpo a quelle dell'anima è un'antichissima
+missione di questi ordini religiosi posti in contrade isolate. I frati
+che si dedicano alla medicina vi spiegano un'attività largamente
+efficace e veramente degna di lode. La natura dei monti li invita ad un
+continuo studio delle erbe medicinali, che vi crescono in abbondanza, e
+infatti, quale più gradita occupazione vi può essere che l'erborizzare
+in quelle montagne, fra quelle roccie e quei ruscelli, raccogliendo
+piante balsamiche di miracolosa efficacia e prepararne poi delle
+medicine?
+
+Un bel frate con una lunga barba rossiccia che gli dava proprio l'aria
+di un mago del medio-evo, mi ricevette nel più lindo tempio di Esculapio
+che si possa immaginare. Il fabbricato dov'è posta la farmacia non è
+lontano dall'ingresso del convento, nell'interno del muro di cinta.
+Davanti alla sua loggia aperta, un giardino molto ben tenuto rallegra
+l'occhio e l'animo, offrendo la vista di una quantità di piante fresche
+e profumate delle più svariate specie, fra le quali non mancano neppure
+molti fiori ornamentali. La terrazza era adorna di arbusti fioriti
+dentro grossi vasi. Entrando da una porta a vetri ci si trova in una
+ricca farmacia. L'erudito monaco mi fece molto gentilmente ammirare i
+suoi tesori racchiusi in vasi ed in ampolle, e rimpiansi vivamente di
+non saperne abbastanza di medicina, per poter comprendere e gustare la
+sua conversazione. Nel frattempo comparvero molti contadini a chiedere
+delle medicine che sono date gratuitamente. La farmacia di Trisulti è
+conosciuta e venerata ovunque come la casa della salute ed i suoi
+benefizi sono risentiti fin giù nella campagna del Lazio travagliata
+dalla febbre.
+
+Se nei dintorni si fa molto uso dei medicinali di questa farmacia, i
+frati stessi vi devono ricorrere raramente. Non mi ricordo di aver
+trovato facilmente dei frati di aspetto più robusto. La tranquillità
+d'animo, una dieta sempre ugualmente severa e soprattutto l'aria
+eccellente di quei monti li conservano in salute; i loro giorni e le
+loro notti scorrono interrotti od occupati continuamente dallo sforzo
+mentale delle ripetute preghiere e dalle funzioni di Chiesa, ma esente
+da patemi d'animo.
+
+Il convento possiede una piccola biblioteca e vi sono dei frati che si
+dedicano a studi severi, ma in generale lo studio non è troppo coltivato
+in quel deserto. Me ne persuasi conversando col bibliotecario mentre
+passeggiavamo insieme nel grande cortile, e vedendo che le mie domande
+ponevano nell'imbarazzo quel bravo uomo stimai conveniente di non
+seguitare quel discorso. Mi congedai da lui e mi sedetti in uno dei
+cortili osservando le figure dei monaci che passeggiavano. Essi
+apparivano veramente maestosi nelle loro tonache bianche come la neve.
+Mi sorprese il vedere che non portavano nè barba, nè capelli poichè
+ogni mese si fanno radere due volte anche la testa lasciando solo una
+corona di capelli. Soltanto i laici portano una lunga barba come i frati
+cappuccini. Vi sono molti gradi fra i monaci, simili a quelli dei
+mistici seguaci di Pitagora. Non vidi i frati più elevati in grado
+perchè erano nelle loro celle. Il silenzio nel quale si racchiudono, può
+esser considerato come il sacrifizio supremo a cui possa giungere il
+fanatismo umano spinto dalla religione. Rinunciando alla parola, la
+chiave della vita e delle cose, essi confinano l'anima in una quiete
+quasi spaventosa che equivale ad una completa cecità morale: _Memento
+mori_ è il raccapricciante saluto col quale essi interrompono il
+silenzio incontrandosi.
+
+Pare che a questi morti che camminano, a questi spettri viventi, sia
+concesso di abbellire le proprie celle procurandosi qualche distrazione.
+Chi coltiva entro cocci dei fiori coi quali tacitamente conversa; altri
+si bea la vista con l'effigie di un santo, o custodisce un uccello in
+gabbia dilettandosi al suo canto, dato però che un uccello possa cantare
+in quelle celle di spettri. Talvolta la natura ribelle infrange con
+violenza la regola, che gli preclude la rivelazione divina della vita,
+ed il muto volontario comincia a parlare, ed è punito subito colla
+flagellazione. Può darsi che fra questi monti sereni e muti, il
+tormento del silenzio sia più sopportabile che altrove, perchè qui pare
+che la voce d'Iddio parli sola nello stormire del vento, fra le foglie
+del bosco, nello scrosciare impetuoso del Cosa selvaggio, nella bufera
+che imperversa fra lampi e tuoni, su quelle alte cime. Che spiriti tetri
+e melanconici devono giungere a plasmare la natura, le celle e la regola
+del convento! Se lo sguardo avesse la potenza di penetrare in queste
+anime chiuse certamente vedrebbe le cose più straordinarie.
+
+Da queste riflessioni mi liberò felicemente la cena, e quando il
+servitore mi annunciò che essa era pronta, l'appetito e la curiosità
+erano ugualmente grandi. Nel convento non si mangia carne ed anche
+l'ospite deve sottomettersi alla regola, invece si può avere olio ed
+aceto a piacere. La mia cena era così composta: Maccaroni all'olio,
+senza formaggio, cucinati alla perfezione insieme con erbe squisite
+cresciute in quei monti, fagioli verdi, freddi, conditi con olio e
+aceto, un fiasco di vino, più che mediocre con una punta di aceto, e per
+finire un pezzo di torta cotta coll'olio. Quantunque cercassi di fare
+onore ai miei ospiti potei mangiare ben poca di questa roba e mi
+contentai dei maccheroni e del pane eccellente. Appena mangiato uscii
+per vedere come fosse stata trattata la mia guida, e mi disse che gli
+avevano dato del pesce freddo ed una pagnotta di pane.
+
+Intanto era calata la notte profonda, la luna piena splendeva sul più
+limpido cielo illuminando lo splendido anfiteatro dei monti. Gli alberi
+inondati di luce, le nere ombre delle rupi, i vapori luminosi che
+salivano dalle vallate, il terribile silenzio interrotto dal malinconico
+grido dell'upupa, il grosso gufo della montagna e il sordo mormorio del
+Cosa, tuttociò pareva circondare il monastero di un influsso magico. A
+mezzanotte mi destò il suono della campana--suonavano il
+matutino--sapevo che a quel suono un frate, l'_excitator_, andava di
+cella in cella a destare i monaci. Essi recitano i primi quattro salmi
+penitenziali, poi vanno in chiesa dove rimangono tre ore a cantar
+matutino. Tornati nelle loro celle seguitano ancora la preghiera, indi è
+loro concesso un breve sonno per riposarsi: e così avanti una notte dopo
+l'altra. Ascoltai i rintocchi della campana, che parevano risuonare
+strani e fantastici nell'aria, e sarei sceso volentieri in chiesa se non
+avessi temuto di turbare le preghiere di quei santi uomini. Mi
+addormentai al suono dei loro canti e appena spuntò il giorno la mia
+guida venne a bussare alla porta della mia cella, per avvertirmi che era
+l'ora di partire per Veroli.
+
+Lasciai il convento senza poter ringraziare il superiore, perchè non
+vidi anima viva, all'infuori del portinaio e del servitore della
+foresteria che si scusò di non potermi portare il caffè, che mi aveva
+promesso la sera prima, perchè la regola prescrive un'ora fissa anche
+per la colazione. Questa notizia mi fece molto dispiacere, perchè la
+strada attraverso ai monti fino a Veroli è lunga e noi uomini
+civilizzati ci sentiamo raramente disposti ad un assoluto digiuno alla
+mattina. Francesco mi consolò con un pezzo di pane, che aveva portato
+con sè, e le più saporite more mi furono offerte, con ospitale
+gentilezza, da un cespuglio nelle vicinanze del monastero.
+
+In quella natura alpestre la mattinata era di una bellezza meravigliosa,
+il panorama cambiava continuamente d'aspetto fra quelle montagne
+variate. Per un'ora costeggiammo abissi scavati dal Cosa, poi il
+sentiero scende giù nelle vaste ed amene praterie alpestri. Tutto questo
+è proprietà dei Certosini. I cavalli del convento pascolavano a frotte
+in quei prati e di tempo in tempo si vedevano mandre intere di capre; i
+pastori erano attorno al fuoco, occupati a convertire in formaggio il
+latte inacidito. Piccole masserie, di cui molte appartengono al
+convento, rompono di quando in quando la solitudine; ne trovai alcune
+in posizioni così deliziose, nelle verdi vallate vicino a fresche
+sorgenti alpestri, che stimai felici le creature che vi trascorrono i
+loro giorni nella pace. Parevano tutti ben nutriti e nessuno domandò
+l'elemosina al passante.
+
+Dopo parecchie ore di strada, lasciando dietro di me le montagne, giunsi
+alla fertile campagna di Veroli e questo grosso paese, collocato su di
+un'altura elevata si presentò pittorescamente al mio sguardo. Esso
+domina un sublime panorama e di là la vista, abbracciando tutto il
+Lazio, si spinge fino al regno di Napoli, e dovunque sulle pendici
+azzurrine dei monti vicini e lontani, spiccano le città e le bianche
+castella.
+
+Veroli è città vescovile e non manca di una certa industria poichè
+provvede i dintorni di tappeti di qualità inferiore ma molto richiesta,
+essi sono tessuti a righe di svariati colori, merce strettamente
+nazionale ad uso dei ciociari.
+
+Le strade sono strette e spesso tortuose e molti quartieri sembrano
+addirittura labirinti, pieni di casette strane, che, in generale, hanno
+una loggia aperta. Trovai la piazza interamente coperta di frutta
+estive, vendute ad un prezzo irrisorio, che in questi luoghi non reca
+meraviglia. In questa stagione il mercato rigurgita di cocomeri, che
+trovai squisiti. Un soldato congedato, veterano ancora dei tempi
+napoleonici, sentì per caso nel caffè dove mi ero seduto, che venivo
+dalla Certosa e mettendomisi vicino fece un'entusiastica pittura della
+vita di paradiso che si conduce nella solitudine di quel monastero, e
+disse che l'ultimo desiderio della sua vecchiaia era quello di essere
+accettato come frate laico nella Certosa. Disse che si sarebbe messo
+anche subito in pensione nel convento, se avesse posseduto la lieve
+somma che bisogna versare nella cassa dei frati. Poi il discorso prese
+la solita piega ed egli coprì il governo pontificio di tutte le
+invettive che si odono giornalmente da tutte le bocche. Il bravo
+veterano mi fece nascere la curiosità di vedere la grande tenuta dei
+Certosini situata sotto Veroli. Il tempo stringeva, perciò decisi di
+rinunciare a Frosinone, che pure era così vicina, e di passare da quella
+tenuta per recarmi a Ferentino.
+
+Lasciai Veroli durante un magnifico temporale. I monti dei Volsci e
+degli Appennini erano avvolti in una tinta azzurro-cupa, e le fuggevoli
+striscie di sole, facendo spiccare in un cupo riflesso ora questo ora
+quel monte, illuminando ora un castello ora un convento, producevano su
+quel fondo oscuro un incantevole effetto. Raggiunto dalla pioggia
+affrettai il passo attraverso ad una lussureggiante pianura ricca di
+frutteti e vigneti e mi trovai davanti alla fattoria della Certosa. Essa
+farebbe davvero onore ad un principe romano. I fabbricati della fattoria
+sono di aspetto grandioso e, tenuti con somma cura, uniscono in sè i
+caratteri del convento e del castello.
+
+Anche qui la regola dei Certosini prescrive che sia dato cibo e bevanda
+al viandante che lo richiede, ed in caso di bisogno essi devono dare
+anche alloggio per la notte. Non chiesi nè una cosa, nè l'altra, ma
+domandai il permesso di visitare la fattoria. L'ispettore, un robusto
+frate laico, in tonaca bianca, con una lunga barba, non solo mi dette il
+desiderato permesso, ma mi accompagnò egli stesso in giro. Essendo
+abituato nel mio paese a figurarmi un fattore come un uomo di maniere
+piuttosto rozze e dure con alti stivali e speroni, col frustino in mano
+e la bestemmia sul labbro; un economo in tonaca da frate, colle maniere
+di un santo, mi sembrò qualcosa di straordinariamente originale. Con una
+simile guida i nostri primi passi furono naturalmente diretti alla
+chiesa che è costruita a fianco della fattoria. Entrando nella cappella
+la mia guida capì, anche troppo presto, di avere con sè un eretico, e il
+santo economo si gettò in ginocchio con un profondo sospiro, nel quale
+credetti distinguere il timore per il mio destino dopo morte e la sua
+bene intenzionata preghiera per la salvezza della povera anima mia.
+
+La tenuta dei Certosini chiamata Ticchiena è uno dei più ricchi
+possedimenti della campagna. Mille coloni la coltivano, agricoltori che
+pagano l'affitto dei campi in natura o col proprio lavoro. Sei frati
+laici amministrano la tenuta e di quando in quando abitano la fattoria.
+Grano, olio, vino e frutta vi si raccolgono in quantità. La rendita è
+impiegata ai diversi scopi del monastero, fra i quali primeggia la
+beneficenza. Il nome della Certosa di Trisulti è benedetto e lodato in
+tutta la contrada, e mi fu detto che molti anni prima in una tremenda
+carestia che desolò la Campagna, per molto tempo il convento provvide i
+viveri. «I Certosini hanno governato la campagna per moltissimo tempo»;
+ecco la lode che sentii ripetere più volte ed in molti luoghi. E con
+questa, voglio chiudere queste pagine come si conviene ad ospite
+riconoscente.
+
+
+
+
+I MONTI VOLSCI
+
+(1860)
+
+
+
+
+I monti Volsci.
+
+(1860).
+
+
+La grande catena dei Volsci ha principio nel territorio romano presso
+Velletri che giace sulle loro pendici, e si stende, in una linea di
+belle alture in parte coperte da boschi, fino oltre il confine
+napoletano, venendo a declinare verso Capua. Correndo parallela
+all'Appennino divide geograficamente il Lazio nelle due regioni Campagna
+e Marittima che formano le due provincie di Frosinone e di Velletri.[5]
+
+Lasciando Genazzano, dove mi ero recato a passare un'altra estate nel
+silenzio della campagna, ho voluto visitare i monti Volsci, che stavano
+sempre dinanzi a' miei occhi, quasi per invitarmi a valicarli per
+discendere nella pianura marittima. Una mattina sono dunque montato a
+cavallo e vi ho passato alcune giornate deliziose.
+
+Da Genazzano ai piedi della catena vi sono appena tre ore di strada,
+attraverso ad una pianura solcata dal Sacco ed interrotta qua e là da
+collinette e da verdi praterie: questa pianura presenta gli stessi
+caratteri della campagna intorno a Roma. Non mancano le torri nere,
+cadenti in rovina, che si levano ad una data distanza l'una dall'altra,
+vestigia solitarie e melanconiche dei tempi feudali. Esse danno al
+paesaggio un aspetto suggestivo e ricordano l'epoca di barbarie quando i
+baroni medioevali dominavano il Lazio. Le famiglie dei Colonna e dei
+Conti eran proprietarie di gran parte della regione intorno ai monti
+Volsci. I Conti si suddividevano in più rami, quelli di Segni, di
+Valmontone e di Anagni; di preferenza però assunsero il titolo di Conti
+della Campagna, portando nel loro stemma l'imagine dell'aquila della
+campagna romana. Questa casa, illustre per avere avuto più papi, è
+estinta ormai da più di trecento anni; i Colonna invece esistono ancora
+e sono tuttora proprietari di una parte notevole del Lazio.
+
+Più tardi altre famiglie, nipoti di papi, come i Borghese, i Doria, i
+Barberini, presero piede in questa regione e tolsero ai Colonna la
+parte migliore dei loro beni. Oggi, se si percorrono queste campagne
+latine e si domanda ad un pastore, ad un contadino, o agli abitanti
+delle nere castella, a chi appartenga il territorio, i nomi più spesso
+ripetuti sono Colonna e Borghese, e quest'ultimo ancor più del primo.
+Quando poi dai monti Volsci si scende nella pianura marittima, è il nome
+e la signoria di un'altra famiglia baronale di Roma, quella dei Gaetani,
+duchi di Sermoneta, che più spesso risuona al nostro orecchio.
+
+Attraversai il Sacco presso la _Mola de' Piscari_, molino veramente
+pittoresco, che sorge fra le rovine di un antico castello dei Colonna,
+del quale rimangono ancora notevoli avanzi. Ne ho trovata menzione in
+alcuni documenti medioevali sotto il nome di _Turris de Piscoli_.
+
+Il Sacco scorre qui aprendosi rumorosamente la strada fra le rocce
+calcaree su cui sorgono le rovine del castello interamente coperte di
+piante selvatiche. Esso dominava un tempo l'ampia via Latina che parte
+da Valmontone che si trova a non più di una mezz'ora di strada.
+
+Cavalcavo attraverso i campi deserti, dove non s'incontra che qualche
+pastore con la sua mandra di pecore. I pastori di questa regione portano
+le gambe avvolte in una pelle di capra, ancora pelosa, ciò che dà loro
+un vago aspetto di satiri. Si comprende facilmente che da questo modo di
+vestire abbia avuto origine il mito appunto dei satiri e del dio Pane,
+poichè così molto probabilmente vestivano i pastori nei tempi favolosi.
+
+Giunti sulla via Latina, appare a poca distanza Valmontone, che invita a
+visitarlo. In cima ad una bassa collina, ma tagliata a picco e nera,
+sorgono il castello Barberini, e la chiesa, importanti edifici in stile
+barocco del XVII secolo. Attorno a questi stanno raggruppate le case del
+paese, contornate da giardini, frutteti e vigne. I topografi moderni
+sostengono che Valmontone occupi oggi l'area dell'antica _Tolerium_. Il
+nome attuale, appare per la prima volta in documenti del secolo XII, e
+designa un borgo di proprietà del Capitolo della basilica lateranense.
+Questa chiesa, un tempo ricchissima, vendette il borgo nel 1208 ad
+Innocenzo III, della casa Conti, ed al fratello di lui, Riccardo, conte
+di Sora, il quale ne divenne feudatario e fu il capostipite del ramo di
+Valmontone e di Segni.
+
+I Conti rimasero signori di questo luogo sino al 1575, nel quale anno si
+estinsero. Giovanni Battista, l'ultimo capo della casa, non lasciò che
+una figlia, Fulvia, che portò in dote tutti i beni di famiglia agli
+Sforza. Gli Sforza vendettero Valmontone nel 1634 ai Barberini, e
+Camillo Pamphili, nipote d'Innocenzo X, lo comperò dal cardinale
+Francesco Barberini nel 1651. Da allora è rimasto proprietà della casa
+Doria-Pamphili.
+
+Camillo, uno dei principi più ricchi del secolo XVII, in grazia
+specialmente della rapacità della madre Olimpia Maidalchini, una vera
+arpia, fece edificare il palazzo e la chiesa di Valmontone. Anche se non
+si sapesse in quale tempo furono costruiti questi due edifici,
+basterebbe un'occhiata per apprenderlo, essendo entrambi in stile del
+Bernini, e riportando il visitatore verso l'architettura romana del XVII
+secolo. Contemplando gli edifici, non si direbbe di trovarsi davanti ad
+un castello della campagna romana, ma piuttosto dinanzi al palazzo
+Pamphili ed alla chiesa di S. Agnese, in piazza Navona. I Pamphili
+impiegarono le loro ricchezze nell'innalzare principeschi e maestosi
+edifici; il nipote d'Innocenzo X costruì presso la porta di S. Pancrazio
+la villa più bella e più grandiosa di Roma; fabbricò sul Corso il
+magnifico palazzo che porta anche oggi il nome della famiglia Doria e vi
+pose la famosa galleria di quadri, che è una delle più ricche di Roma.
+Innocenzo stesso edificò il palazzo Pamphili presso la chiesa di S.
+Agnese, questa pure da lui fatta ricostruire, e fece innalzare su
+disegno del Bernini, la bella fontana in piazza Navona, che può essere
+annoverata fra i monumenti migliori della Roma moderna.
+
+Questa famiglia ha dunque aggiunto alla fisonomia della Roma pontificia
+dei nuovi tratti, proseguendo così l'opera iniziata prima con tanto
+splendore e tanta attività dai Borghese e dai Barberini. In qualunque
+modo si voglia giudicare lo stile di quel secolo, non si può fare a meno
+di riconoscergli, nonostante le sue stranezze e le sue esagerazioni nei
+particolari, una certa grandezza: esso caratterizza nettamente tutta
+un'epoca, quella del lusso baronale, del fiorire di una splendida e
+ricca aristocrazia; l'epoca in cui i baroni oziosi, dissoluti, vestiti
+di raso e di trine, sfoggiavano le loro ricchezze, la loro eleganza in
+quelle ampie sale, facendo mostra di quell'opulenza che il sudore dei
+poveri contadini procurava loro. La rivoluzione francese ha posto fine
+col ferro e col fuoco a questo periodo di dissipazione e di prodigalità.
+In questo secolo i papi non hanno più edificato. Dopo Pio VI, non vi è
+stato più nepotismo ed il magnifico palazzo di suo nipote Braschi che
+sorge, non lontano da quello Pamphili, in piazza Navona, può dirsi
+l'ultimo innalzato a spese del popolo angariato ed oppresso. Ora che il
+nepotismo più non esiste, non vedremo dunque più costruire dei palazzi
+Barberini, Borghese, Doria, Albani, Odescalchi, Rospigliosi e Corsini;
+Roma prenderà un altro carattere, ed invece di sontuosi edifici, di
+ville eleganti come quelle costruite dalle famiglie dei papi, vedremo
+teatri, stazioni, alberghi, villini, ed altre costruzioni simili a
+caserme.
+
+Nulla Valmontone ha di notevole. Nessun monumento del medio-evo è
+sopravvissuto alla distruzione compiuta nel 1527 dalle soldatesche di
+Carlo V, reduci dall'aver saccheggiato Roma. Appena riedificato, fu di
+nuovo demolito dalle truppe del duca d'Alba e di Marco Antonio Colonna.
+Solo dalla piazza baronale del castello l'occhio può godere una veduta
+incantevole, quella dei monti Volsci, sulle cui sommità si scorgono le
+case di Montefortino, con il grande e cupo castello dei Borghese che le
+domina.
+
+Per quanto piccolo ed isolato, Valmontone non è però privo di vita e di
+movimento, essendo luogo di passaggio fra Roma e la frontiera
+napoletana. Vi si vedono passare senza tregua file di carri, tirati da
+bianchi buoi, che portano alla città dei Cesari grano, lana, vino,
+pollame ed altre merci. Anche la posta vi passa tre volte alla
+settimana, ma non va oltre Frosinone, capoluogo della delegazione, di
+guisa che per andare a Ceprano o più in là nel regno di Napoli, è
+necessario prendere una carrozza a nolo.
+
+Da Valmontone la via Latina prosegue per una valle ombreggiata da
+alberi, e poi attraversa una pianura silenziosa, fra vecchie torri,
+sino ai piedi dei monti Volsci. Ivi dalla strada maestra se ne stacca
+un'altra che dopo aver passato il Sacco prosegue per Segni. Da principio
+si cammina lungo le prime colline dei Volsci; alla destra sorge Monte
+Fortino, cupo ed oscuro, a sinistra, sopra una ridente collina,
+Gavignano. La via è monotona, ma più si sale e più stupenda appare la
+vista della classica pianura del Lazio, severa e bella, disseminata di
+colline e di castelli e limitata all'orizzonte dalle azzurre vette
+dell'Appennino, e più in là, verso il Napoletano, da altre montagne,
+dalle bianche cime.
+
+Ho percorso tutte le più belle regioni d'Italia, ho vagato per le famose
+pianure di Agrigento e di Siracusa, ma nonostante lo scintillio di
+colori di queste regioni meridionali, confesso di non aver mai provato
+un'impressione tanto profonda come la campagna romana ed il Lazio hanno
+saputo suscitare in me. Queste contrade mi son divenute così familiari
+quanto quelle della mia patria, avendole dovute studiare profondamente
+per la mia storia di Roma nel medio-evo, e visitandole mi sono apparse
+sempre nuove e piene di grandezza. Quando poi me ne allontano, provo
+ardente il desiderio di rivederle. Non ho mai potuto contemplare da
+Monte Mario la valle che si apre fra Palestrina e Colonna verso la
+campagna latina, senza sentirmici attratto come da un'imperiosa
+seduzione. E' possibile che questo paesaggio debba ai ricordi storici
+gran parte del fascino irresistibile che esercita sul visitatore, ma
+anche senza di quelli son persuaso che sedurrebbe per il carattere
+nobile e grandioso che la natura gli ha impresso. Alcuni luoghi hanno un
+aspetto del tutto mitologico, come, per esempio, la pineta di Castel
+Fusano, presso Ostia, con i suoi alberi giganteschi che si stendono sino
+al mare, e la larga foce del Tevere, che la fantasia si sente portata a
+popolare di figure leggendarie e favolose. Altre regioni invece hanno un
+carattere del tutto lirico, altre ancora epico, omerico, come Astura e
+il capo Circeo. Nessuna regione però ha un carattere storico,
+solennemente tragico, al pari della campagna di Roma. Essa appare come
+il teatro più grande della storia, come la scena dell'universo. Nessuna
+descrizione poetica, nessun pennello di genio, per quanto molti artisti
+di valore vi si siano provati, saprebbe dare un'idea della bellezza
+grandiosa e superba della campagna del Lazio a chi non l'abbia veduta e
+sentita. Là nulla v'è di romantico, nulla di fantastico; tutto è
+silenzioso, grandioso, di una bellezza imponente e severa; dinanzi a
+quello spettacolo della natura lo spettatore intelligente si sente
+penetrato dall'impressione profonda e grave che proverebbe davanti alla
+statua di Giunone di Policlete.
+
+Più si sale per i monti Volsci, e più, nel contemplare sotto di sè la
+stupenda regione, si prova invidia, per quelle aquile, che sono i veri
+_conti_ della campagna e vi spaziano a loro piacimento, da padrone. Ora
+immobili sulle rocce, con aspetto imponente, ora sospese nell'aria, esse
+hanno la nobiltà di questa natura che dominano; il loro volo silenzioso
+e solenne è in piena armonia col paesaggio.
+
+Non si scorge Segni se non allorquando vi si è quasi giunti, perchè la
+strada corre sempre tortuosa entro una gola di rocce calcaree, di colore
+rossastro. I fianchi del monte sono frastagliati, coperti di massi, che
+si accavallano gli uni sopra gli altri, così da sembrare una grande
+muraglia edificata da giganti. Esaminando quella formazione geologica,
+che più o meno si ritrova in tutti i monti del Lazio, mi è sembrato
+evidente che debba essere stato questo fenomeno naturale che ha dato
+all'uomo l'idea delle costruzioni ciclopiche; quelle formazioni
+geologiche essendo vere e proprie mura ciclopiche, di mole ancora più
+imponente. Gli uomini non hanno avuto che da imitare l'opera prodotta
+dalle rivoluzioni terrestri.
+
+Era mezzogiorno ed il sole splendeva in tutto il suo ardore, allorchè
+giunsi innanzi a Segni. Questa antichissima città sorge su di un
+altipiano di rocce ed è tuttora circondata per buona parte da ciclopiche
+mura. A prima vista le sue case nere, che si inseguono a scaglioni,
+interrotte qua e là da alcune torri insignificanti, fanno un'impressione
+più singolare che piacevole. Non v'è una cattedrale, non un antico
+castello che richiami l'attenzione; non si scorgono che case noiosamente
+uniformi, senza alcun carattere architettonico; ed io, che avevo sperato
+trovare una città antica, ricca di monumenti, rimasi pienamente deluso.
+Tutti i paesi del Lazio propriamente detto, come Anagni, Ferentino,
+Alatri, Veroli, recano, più o meno, l'impronta del medio-evo;
+quest'antica città di _Signia_ non è invece che un luogo deserto,
+malinconico e senza il menomo interesse storico; è insomma una noiosa
+città. L'unico ricordo piacevole che di essa mi sia rimasto, è quello
+degli alberi stupendi che la circondano da un lato, e la vista dei
+rigogliosi boschi che ricoprono i monti vicini.
+
+Mi sono convinto che i paesi Volsci, per quanti ne ho veduti, hanno un
+carattere affatto diverso da quelli latini; e ciò principalmente perchè
+sono paesi di montagna, solitari, appartati dal mondo, senza commercio
+nè industria; taluni scarseggiano perfino di terreni coltivabili, non
+hanno che olivi, viti e altri alberi fruttiferi. Vi si raccolgono
+abbondantemente le ciliegie, le pesche, le castagne e soprattutto le
+ghiande, che servono ad ingrassare i maiali. Questi animali, tutti di
+razza nera, vengono allevati in grande quantità sui monti Volsci; i
+prosciutti di queste contrade sono infatti rinomatissimi. Tutti i paesi
+di questa regione, eccezion fatta delle città, come Cori, che sono più
+vicine a Roma e non si trovano proprio sui monti, hanno l'aspetto dello
+squallore e della miseria.
+
+Le case di Segni son costruite di pietra bianca calcarea, alternata con
+blocchi di tufo nerastro e con mattoni. Questa disposizione dà loro un
+aspetto bizzarro; essa denota un primo passo, ancora timido ed incerto,
+nella via dell'architettura pisana, che, come è noto, fa alternare
+strisce bianche a quelle nere ne' suoi edifici. Ho spesso trovato in
+vecchi documenti l'espressione «_Signino opere_» applicata alle case, ed
+a Segni ho appreso cosa significasse: essa serviva ad indicare il modo
+di costruzione usata in questo paese. Qui però non mi ha fatto una
+grande nè buona impressione, avendo trovato nella città di Segni un
+carattere monotono e grigio, tanto più triste in quanto che non un
+giardino, non un albero viene a rompere l'eterna uniformità di quelle
+case di pietra calcarea.
+
+Sono entrato per la Porta Maggiore, per cercare una locanda, e mi sono
+subito accorto con stupore che questa porta, addossata alle mura
+ciclopiche, è l'unico ingresso della città che, costruita su una ripida
+collina, rimane da tre lati inaccessibile. Presso questa porta sorge il
+castello o palazzo dei Conti, altra volta signori di Segni, grande
+edificio, «_signino opere_», che in complesso ha piuttosto l'aspetto di
+un convento che di un'abitazione signorile. Niente gli dà l'idea di un
+castello, mancando perfino una torre. Senza dubbio la rocca dei signori
+di Segni aveva un altro aspetto prima della distruzione della città,
+compiuta dalle soldatesche di Marcantonio Colonna.
+
+Parlando di Valmontone ho già osservato che Segni fu posseduta dalla
+famiglia d'Innocenzo III, che fu anche quella di Gregorio IX e di
+Alessandro IV. Dopo il ristabilimento del libero governo municipale,
+ossia del Senato, in Roma, nel 1143, i papi si sono spesso trovati
+costretti a rifugiarsi nei luoghi fortificati della campagna, per
+sottrarsi al furore dei romani, e i luoghi prescelti furono Palestrina,
+Tuscolo, Anagni o Segni. Eugenio III, cacciato dalla città dal Senato
+romano, da principio si rifugiò a Segni, e vi edificò, nel 1145, una
+residenza papale, il famoso Alessandro III, Lucio III e Innocenzo III
+vissero pure qualche tempo a Segni. Quest'ultimo deve anzi esservi nato,
+nel palazzo della sua famiglia.[6]
+
+Anche in seguito la casa Conti rimase per lungo tempo signora di Segni,
+dove anzi, dopo il 1353, i suoi membri occuparono la carica di podestà
+da prima e poi di vicario, a nome del papa. Allorchè la famiglia Conti
+si spense e l'eredità passò a Mario Sforza, Sisto V eresse la contea di
+Segni a ducato. Le truppe del duca d'Alba, nonostante la sua formidabile
+posizione strategica, s'impadronirono di Segni e la distrussero il 13
+agosto 1557: ciò spiega perchè in Segni non rimanga traccia di antichi
+edifici gotici. La città venne riedificata, ma la casa Sforza, piena di
+debiti, non potè mantenersi padrona del ducato, ed allora ne venne
+investito da Urbano Vili suo nipote, il cardinale Antonio Barberini. Non
+meno di mezzo secolo durò la lite fra i Barberini e gli Sforza, finchè
+questi, verso la fine del 1700 la vinsero. Oggi ancora gli
+Sforza-Cesarini sono baroni, anzi duchi di Segni.
+
+Tali sono, in brevi parole, le vicende di questa città nel medio evo; se
+se ne volessero rintracciare le sue prime origini, sarebbe necessario
+risalire nientemeno che ai tempi favolosi di Giano e di Saturno.
+
+All'arrivo in un nuovo paese, la prima cosa che mi reco a visitare è la
+cattedrale, perchè generalmente la maggior parte delle chiese sono veri
+musei della storia locale, ed è raro che indipendentemente dalle
+antichità architettoniche non si trovi pure qualche altro ricordo del
+medio evo. Sono per lo più iscrizioni, che accennano ai principali
+avvenimenti del paese, o monumenti sepolcrali che, con le loro scolture
+ed i loro caratteri latini, presentano una grande attrattiva, ed hanno
+un grande valore per coloro che si occupano o si dilettano di studi
+storici. Disgraziatamente però il tempo rovina ogni cosa, deturpa lo
+stile primitivo degli edifici, che a poco a poco vanno assumendo un
+aspetto moderno di cattivo gusto, e va facendo scomparire dalle antiche
+tombe delle chiese le preziose iscrizioni. Quante non ne sono state
+tolte dalle basiliche di Roma! Le chiese di Roma erano un tempo piene di
+tombe del medio-evo; tutte le grandi famiglie vi possedevano cappelle
+gentilizie o cripte mortuarie. Ma dopo che Giulio II osò togliere dallo
+stesso S. Pietro le tombe dei papi, e rovinarle, distruggerle, il
+cattivo esempio è stato seguito ovunque, ogni qualvolta si è trattato di
+fare nelle chiese una qualche riparazione, un restauro qualsiasi. Sono
+poche ormai in Roma quelle in cui lo storico possa trovare ancora nelle
+tombe e nelle iscrizioni, notizie del passato: ne rimangono alcune in S.
+Pietro, in S. Giovanni Laterano, nella Minerva, in S. Maria in Aracoeli,
+la famosa chiesa del Senato romano durante il medio-evo, ed in altre
+poche, nelle quali l'antico pavimento non è stato completamento
+disfatto. Solo ora che è troppo tardi, si comincia a tenere in gran
+pregio ciò che è stato distrutto; si deve al De Rossi, l'illustratore
+infaticabile delle catacombe, se in Roma sono state salvate dalla
+completa rovina gran numero d'iscrizioni medioevali, collocandole nel
+museo Lateranense.
+
+Mi ero rallegrato pensando che Segni, città vescovile sin dal 499,
+avrebbe avuto un'antica e bella cattedrale, ma invece ho trovato una
+costruzione moderna, grossolana, decorata nell'interno con un pessimo
+gusto romano, con una cupola dipinta, lusso questo veramente superfluo e
+senza ragione di essere in una chiesa dove a nessuno vien fatto di
+torcere il collo per contemplare le pitture di una cupola. La chiesa
+contiene due statue moderne, consacrate a due uomini illustri, a cui
+Segni si vanta di aver dato i natali, il papa Vitaliano ed il vescovo
+Brunone. Vitaliano da Segni fu papa dal 657 al 672, nel periodo cioè più
+obbrobrioso di Roma quando la città era soggetta ai bizantini. Fu lui
+che ospitò l'imperatore Costanzo II, allorquando nel 663 venne a Roma a
+toglierle tutte le opere d'arte, sfuggite alla rapacità dei Vandali.
+Costanzo strappò perfino alla cupola del Pantheon le lastre di bronzo
+dorato che la ricoprivano, per portarle a Bisanzio.
+
+L'altra statua, mediocre essa pure come opera d'arte, sorge di fronte a
+quella di Vitaliano.[7] Brunone nacque ad Asti nel Piemonte, fu
+raccomandato a Gregorio VII e più tardi da Urbano II fatto vescovo di
+Segni. Contrariamente alle prescrizioni canoniche, abbandonò la sede
+vescovile e si ritirò a Montecassino, dove l'abate Oderisio l'accolse
+fra i seguaci di S. Benedetto. Sebbene il papa Pasquale II gli avesse
+intimato di restituirsi alla sua sede episcopale, egli rimase a
+Montecassino, di cui divenne poi abate, e dettò ivi, nella tranquillità
+del chiostro, le sue opere di esegesi.
+
+In seguito alla lotta d'investitura, questo stesso papa Pasquale fu
+fatto prigioniero da Arrigo V e, cedendo alla forza, promulgò un editto
+con cui veniva riconosciuto all'imperatore il diritto d'investitura. Ma
+non appena Arrigo fu tornato in Germania, i cardinali ed i vescovi
+spinsero Pasquale a revocare il decreto ed a rompere il suo giuramento;
+e fra i più zelanti ad indurlo a far questo fu Brunone, che abbandonò
+Montecassino e fece ritorno nella sua diocesi, dove morì nel 1123. La
+Chiesa lo santificò nel 1183.
+
+Fu un inglese, certo Ellis, abate di Montecassino e vescovo di Segni,
+che innalzò questo monumento al suo predecessore. La chiesa di Segni ha
+inoltre un altro legame con la lontana Inghilterra: fu in uno dei sinodi
+tenuti in questo sacro luogo che nel 1173 Tommaso di Canterbury fu da
+Alessandro III beatificato, pochi anni dopo la sua tragica fine.
+Un'iscrizione del duomo ricorda questo fatto.
+
+Lord Ellis divenne vescovo di Segni nel 1708. Restaurò la cattedrale e
+fondò il seminario. In questo collegio vengono allievi da tutte le
+parti del Lazio, per farvi gli studi di umanità, di guisa che può essere
+considerato come un ginnasio. Gli allievi indossano l'abito
+ecclesiastico, anche se non intendono dedicarsi alla carriera
+sacerdotale. Il seminario sorge presso la chiesa di S. Pietro, nel punto
+più alto e più bello della città, dove in tempi remoti si elevava
+l'acropoli volsca, o rocca ciclopica.
+
+Lassù, sopra un'altura, da dove si domina tutto il Lazio, si levano la
+rocca ed il tempio dell'antica Segni, di cui rimangono pochi avanzi, fra
+i quali notevole è una piccola cisterna circolare, situata presso il
+seminario. Gli abitanti della città hanno fatto di questo luogo la loro
+passeggiata favorita; essi vanno a spasso lungo le ciclopiche mura, sul
+punto più alto della montagna, fra quei blocchi di pietra, coperti di
+musco e di fiori selvatici. E' difficile trovare una passeggiata più
+originale di questa, a tanta altezza. La montagna scende a picco e di
+domenica vi ho trovato delle signore, elegantemente vestite in abito di
+seta e col ventaglio che sembravano voler signoreggiare su tutto il
+Lazio; poichè di lassù lo sguardo abbraccia un vasto panorama di pianure
+e di monti popolato da innumerevoli città, ricche tutte di memorie
+storiche o leggendarie. Il panorama si stende da Roma, che si scorge
+confusa fra le nebbie nella pianura, fino ad Arpino, patria di Cicerone,
+che biancheggia sui monti azzurri del regno di Napoli.
+
+L'aria v'è fina, quasi cruda. Essa agita di continuo le rose selvatiche
+e le piante di ginestra, che crescono fra le rocce. Tutto ricorda tempi
+antichissimi, primitivi di fiera e selvaggia natura, e l'animo ne rimane
+profondamente turbato.
+
+Sono salito più in alto, per arrivare alle famose mura ciclopiche che,
+come in tutte le città del Lazio, circondavano qui la rocca, cadendo a
+picco sul pendio del monte. I loro massi stanno tuttora connessi gli uni
+agli altri, come se l'opera fosse stata compiuta ieri soltanto: qua e là
+si aprono piccole porte di stile etrusco. In fondo ad un lungo muro
+esiste ancora la famosa, pittoresca porta ciclopica, ad arco ottuso,
+formata da enormi massi quadrangolari. L'aspetto gigantesco di queste
+mura, la tinta cupa che il tempo le ha dato, le piante selvatiche che le
+ricoprono, la grandiosità del monte a cui si appoggiano, producono
+un'impressione che la parola non sa descrivere.
+
+Oltrepassata questa porta, mi sono trovato sul versante opposto del
+monte, dove sparisce la vista del Lazio. Esiste colà pure una grandiosa
+cisterna circolare, scavata nella pietra, che ha 30 piedi almeno di
+diametro. Vi ho trovato delle donne intente a lavare i loro panni. Mi è
+capitato più volte di vedere nelle città volsce siffatte grandi ed
+antiche cisterne, che sono veramente una loro caratteristica.
+
+Gli abitanti di Segni hanno anche un altro luogo di passeggiata, nella
+valle, di fronte alla porta della città: essa conduce prima ad un
+convento, nascosto fra le piante, e poi sale per le montagne. Vi
+abbondano castagni giganteschi, quercie ed olmi; qui vi è solitudine e
+incantesimo romantico, quanto ne desidera il cuore.
+
+Era venuta la sera e gli abitanti di Segni erano accorsi colà in gran
+numero. Qui le classi superiori si vestono già secondo la moda francese,
+ma il popolo è rimasto fedele al suo costume montanino. Nel basso Lazio
+le donne portano dei fazzolettoni rossi; nella pianura i colori sono più
+vivaci e più vivaci sembrano essere gli spiriti, perchè la vita v'è più
+facile che sui monti severi e selvaggi, avvolti nelle nubi. Qui le donne
+portano degli scialli di lana di color turchino cupo, e la tinta di
+questi scialli, o mantiglie, come si chiamano in Sicilia, m'è sembrata
+armonizzare con tutto il paesaggio di Segni. Il turchino ed il nero
+sono i soli colori che ho visto indosso a quella gente.
+
+Per quanto sia grandiosa e bella la posizione di Segni, non sarei capace
+di passarvi un'estate. Quelle nere pietre, quella natura melanconica e
+demoniaca avrebbero ben presto reso silenziose le Muse. Inoltre vi
+soffia quasi sempre un vento terribile; in estate tutti i giorni sulle
+montagne vicine si accumulano delle nubi che si rovesciano poi ad un
+tratto su Segni.
+
+Del resto sono riuscito a trovare un buon alloggio in questo luogo;
+l'unico albergo della città è pulito ed i prezzi vi sono moderati, come
+lo sono generalmente sempre nei paesi di montagna. Vi ho mangiato delle
+pesche squisite di un colore giallo bianchiccio pallido, e bevuto del
+vino eccellente, sebbene un po' aspro. Di questo vino fa menzione anche
+Marziale in questi versi:
+
+ «_Potabis liquidum Signina morantia ventrem:
+ Ne nimium sistant, sit tibi parca sitis,
+ Quos Cora, quos spumans inimico Signia musto_».
+
+Era mia intenzione trovarmi a cavallo il domani, al levar del sole, col
+mio compagno, il celebre acquerellista Müller, per salire sulla cresta
+dei monti, traversare l'antica foresta dei Volsci ed arrivare al vetusto
+paese di Norba; ma il cielo cominciò a coprirsi di nubi, e poi il tuono
+rimbombò sui monti e l'acqua infine scese a dirotto. Disperavamo già di
+poter fare la nostra gita, quando ad un tratto Giove Pluvio si mise a
+sorridere. Subito saltammo a cavallo e, preceduti dalla nostra guida, ci
+ponemmo in marcia. Il vento faceva turbinare le nubi bianche,
+spazzandole dal cielo, come barchette a vela: era uno spettacolo
+incantevole e grandioso.
+
+Subito dopo Segni principia una verde e folta foresta. Noi vi cavalcammo
+allegramente, perchè le foreste in Italia sono abbastanza rare: non c'è
+bisogno di dire quanto a me, cittadino tedesco, sia apparsa gradita,
+ricordandomi la patria lontana. Non ho ritrovato qui però gli abeti neri
+del Natale a me familiari, ma invece stupendi olmi, quercie ed alcuni
+pini. Il pino risuona come un arpa allorchè il vento scherza con le sue
+fronde; il suo suono ha qualche cosa di delizioso, come un canto di
+spiriti.
+
+La strada era ancora fangosa, ma essendo a cavallo abbiamo fatto a meno
+di guazzarvi dentro come quelle povere fanciulle e quei ragazzi che
+abbiamo visto trascinarsi a piedi scalzi pel bosco in cerca di funghi,
+fatti spuntare nella notte dalla pioggia. Un silenzio profondo regnava
+in quella solitudine, interrotto solo qua e là dai colpi di qualche
+spaccalegna. Non abbiamo incontrato che un merciaio, il quale, a fianco
+del suo muletto carico di mercanzia, si recava a Cori. Il merciaio
+ambulante doveva traversare faticosamente la cima di quei ripidi monti,
+per giungere alla città. Il commercio tra Segni e Cori non dev'esser
+dunque molto attivo.
+
+Dopo un paio d'ore di cammino, prima attraverso i boschi, poi, a misura
+che si saliva più in alto, sopra le nude rocce, arrivammo al punto
+culminante della nostra via e, dato ancora uno sguardo al Lazio che si
+stendeva sotto i nostri piedi, cominciammo lentamente a discendere il
+versante opposto, senza riuscire ancora a vedere nè il mare, nè la
+Marittima, sorgendoci sempre davanti un'altura, intorno a cui bisognava
+girare. Fra questa e i monti di Segni si stende un'ampia e bella distesa
+di praterie, solcata da torrenti, detta Colle Mezzo. E' stato un vero
+godimento camminare, ora a cavallo, ora a piedi, per distrarci, su quel
+molle e verde tappeto.
+
+Tornammo poscia a salire, attraverso una bella e fitta foresta, nella
+quale cavalcammo per più di due ore. Questo succedersi di montagne e di
+valli, queste gole profonde e cupe, cosparse di tronchi abbattuti
+coperti di muschio, simili ad eroi vinti, quelle praterie color verde
+carico, dove pascolavano delle mandre, quegli arbusti in fiore, quei
+sentieri incassati, entro i quali i raggi del sole scherzavano, tutto
+ciò ci ricordava ad ogni passo le montagne del nostro paese. Prima di
+aver visitato il mezzogiorno, mi ero sempre immaginato che solo in
+Germania e nel Nord in genere si trovassero vere foreste; quando però
+sono più tardi tornato in patria, ho perduto presto questa superba
+illusione. Ciò che manca alle nostre foreste settentrionali sono i
+cespugli, le piante rampicanti e la lussureggiante flora del
+mezzogiorno.
+
+Come è splendida questa foresta dei Volsci! Non avevo mai visto prima
+d'allora una solitudine più poetica! Sembra veramente la dimora delle
+silfidi e degli elfi, e si direbbe che il vecchio Saturno, con la sua
+bianca barba, vi si debba trovare nascosto in fondo a qualche tenebrosa
+caverna. Vi ho ammirato dei meravigliosi fenomeni di vegetazione, dei
+faggi le cui cime si perdevano nell'azzurro del cielo: essi avevano
+esattamente la tinta delle rocce coperte di musco, in mezzo alle quali
+si levavano. Si sarebbe detto che ne fossero una continuazione organica.
+
+Siamo scesi da cavallo in un luogo veramente delizioso e ci siamo
+distesi sull'erba. La nostra colazione è stata frugale; dei cespugli di
+spine, coperte di nere more, ci han fornito il _dessert_. A poca
+distanza da noi era uno stagno d'acqua verdastra, circondato da erbe e
+da giunchi che pareva immerso nei sogni. Una passeggiata serale, quando
+i raggi della luna vengono ad inargentare la cima degli alberi e gli
+elfi cominciano a danzare in circolo sull'erba fiorita, deve essere una
+cosa deliziosa.
+
+Finalmente giungemmo al termine della foresta, sul versante sud-ovest
+del monte, ed io provai l'impressione di un uomo condotto con gli occhi
+bendati dinanzi ad uno spettacolo meraviglioso, cui sia stata d'un
+tratto tolta la benda. Dinanzi a me apparve luminosa ai nostri piedi la
+pianura marittima, le paludi pontine, pervase di varie e strane tinte,
+più lontano il mare, dorato dal sole, le isole di Ponza, perdute in
+mezzo alle onde brillanti; il capo Circeo, la torre solitaria d'Astura,
+la Linea Pia e il castello di Sermoneta. Uscendo dalle ombre della
+foresta, l'aspetto di questo panorama è uno dei più belli che l'Italia
+presenti. Su di me ha prodotto un'impressione così forte che non ho
+trovato sul momento, e neppure ora so trovare, parole atte ad
+esprimerla. Mi si era vantata assai a Roma la bellezza di questo colpo
+d'occhio e mi si era detto che non avrei potuto trovare nulla di più
+bello della traversata dei monti Volsci e della vista di lassù delle
+paludi pontine e del mare; nulla di più vero. Io consiglio vivamente a
+tutti quelli che visitano i paesi romani, questa magnifica escursione.
+
+Dopo sei ore di cammino, giungemmo al piccolo villaggio di Norma. Esso
+sorge sopra un altipiano, a fianco di una scoscesa montagna, presso i
+ruderi ciclopici dell'antica Norba. Norma, Norba, Ninfa sono qui come
+degli esseri favolosi. I loro nomi risuonano da ogni lato ad ogni
+istante e svegliano nella mente un mondo fantastico di miti e leggende.
+Norma, Norba, Ninfa, Cori, Sermoneta, come questi nomi melodiosi parlano
+alla fantasia!
+
+Allorchè entrammo nell'albergo di Norma e l'albergatore ci condusse
+nella nostra stanza, mi affacciai alla finestra e tutta la superba
+bellezza della pianura marittima si offerse a' miei occhi. Subito sotto
+di me, ai piedi del monte, scorsi una cerchia di mura coperte di ellera
+in mezzo alle quali si levavano delle curiose collinette, che sembravano
+fatte di fiori. Qua e là sorgevano pure antiche torri rovinate,
+rivestite tutte di musco, ed in mezzo a questa bizzarra cerchia di mura
+sbucava fuori un argenteo ruscello che attraversava poi le paludi
+pontine e, quasi striscia di luce, si perdeva in un lago presso il mare.
+Attonito domandai all'albergatore che cosa fossero quella strana cerchia
+e quelle collinette in fiore. «Ninfa, Ninfa», mi rispose.
+
+Ninfa! Era, dunque, la Pompei del medio-evo, la città dei sogni, immersa
+nelle paludi pontine!
+
+Decidemmo di andarvi la sera, allorchè la dolce Selene sarebbe sorta
+dietro i ruderi ciclopici dell'antica Norba.
+
+All'albergo facemmo un buon pranzo e dopo un breve riposo, traversammo
+il paese. Norba è il nome volsco primitivo di questo villaggio,
+trasformatosi poi, non so quando, in Norma. Ho trovato adoperato
+quest'ultimo per la prima volta nelle cronache del secolo VIII,
+all'epoca cioè della donazione dei due possessi, appartenenti allo
+Stato, di _Nymphas et Normias_, donazione fatta dall'imperatore greco
+Costantino V al papa Zaccaria. E' dunque molto probabile che da
+quest'epoca l'antico paese volsco di Norba sia stato abbandonato e nella
+sua vicinanza sia sorta l'attuale Normia o Norma[8].
+
+Le rovine dell'antica Norba sono a poca distanza da Norma e consistono
+in ruderi, tuttora notevoli, della rocca e delle mura, ciclopiche che la
+circondavano. Anche qui la rocca sorgeva sopra una rupe isolata, forte
+per natura, che scendeva a picco dalla parte delle paludi pontine. Era
+di forma quadrata, e la circondava una doppia fila di mura. Vi si può
+ancora entrare per una antica porta, di forma rotonda, simile ad una
+torre od al pilastro di un ponte, alta circa 36 piedi. Le mura misurano
+dai 40 ai 50 piedi di altezza ed offrono un insieme più imponente di
+quelle di Segni. Esse circondano l'altura calcarea che è stata spianata
+sulla cima; vi si scorgono tuttora fondamenta di costruzioni ciclopiche,
+appartenenti forse una volta ad un tempio od a qualche altro monumento
+pubblico.
+
+Se si cerca rappresentarsi ciò che poteva essere una costruzione di
+questo genere, se un tempio cioè, od un'abitazione, in proporzione con
+le ciclopiche mura, bisogna concludere che doveva essere, in ogni modo,
+una cosa grandiosa, ma severa e cupa. Come architettura doveva
+avvicinarsi al _Tabularium_ di Roma che appartiene ad un dipresso al
+periodo dell'architettura volsca ed etrusca. Sarebbe, infatti, errore
+credere che le così dette costruzioni ciclopiche rimontino ai tempi
+leggendarî. Come ho già notato ad Alatri, non è necessario far qui che
+un passo per ricollegarle a quell'epoca della storia romana che porta il
+nome di Servio Tullio.
+
+Una piccola cisterna antica ed alcune stanze e grotte sotterranee: ecco
+quanto rimane dell'antica Norba, oltre agli avanzi dell'acropoli e delle
+mura, di cui ho parlato. Sono rimasto sorpreso di non trovarvi dei
+sepolcri o dei loculi scavati nella roccia, come se ne vedono da per
+tutto nelle città etrusche e siciliane; in Sicilia, soprattutto a
+Siracusa, a Leonzio, ad Agrigento e ad Enna, ve ne sono innumerevoli.
+
+La popolazione di Norma dà all'antica città il nome di Civita la Penna;
+io però non sono riuscito a spiegarmi donde questo nome abbia avuto
+origine. La denominazione sembra spagnola, perchè Pegna o Peña in
+spagnolo significa appunto rupe. Questo nome, del resto, si conviene
+benissimo a Norba, che, secondo la leggenda, sarebbe stata costruita da
+Ercole.
+
+In tempi posteriori la città parteggiò per Mario e fu quindi stretta
+d'assedio da Emilio Lepido, seguace di Silla. Emilio Lepido con un
+tradimento riuscì a penetrare nella ciclopica rocca, ma gli abitanti,
+esasperati, rifiutarono di arrendersi e preferirono, come quei di
+Numanzia, trovare la morte tra le fiamme delle loro case. Da allora in
+poi, a quanto sembra, la città è rimasta un cumulo di rovine; per lo
+meno Plinio la trovò tale.
+
+Dall'alto delle rovine della cittadella il panorama della marittima è
+stupendo. Si distingue nettamente la spiaggia del mare, da Porto d'Anzio
+sino al capo Circeo ed a Terracina, e più lontano ancora si scorgono
+Ostia, Pratica ed Ardea ed un'infinità di torri che solitarie si ergono
+lungo la riva come tanti obelischi. Queste torri sono state costruite a
+partire dal IX secolo, quando cioè, i Saraceni cominciarono ad apparire
+sulle coste italiche. Ancora oggi tutta l'Italia e le sue isole sono
+circondate, come da una cintura, da queste torri pittoresche: ciascuna è
+custodita da alcuni artiglieri, che sorvegliano dei vecchi e curiosi
+cannoni, postivi già da qualche secolo. Lamoricière, il nuovo
+generalissimo del Papa, ne ha ora ritirati gli artiglieri e li ha
+chiamati a Roma, ed ha anche fatto togliere da quelle piattaforme le
+vecchie colubrine che da centinaia d'anni tenevano aperte le loro bocche
+sul mare. Ora, invece dei Saraceni, sono i seguaci di Garibaldi che
+tentano sbarcare su queste spiagge.
+
+Ho visto una di queste torri brillare a qualche distanza sul mare: era
+il celebre castello d'Astura. Più in là, ad un miglio distante da
+questa, ho scorto un'altra torre, Foceverde, così chiamata da un
+torrente che, uscendo dal bosco selvaggio e paludoso, si versa nel mare.
+Una terza torre sorge più lontano, presso un lago, circondato da folte
+piante, le cui acque, illuminate dai raggi del sole, splendono come oro
+liquido. Una grande, profonda pace regna sul lago insieme con un
+silenzio di morte. Non vi sono che uccelli marini che svolazzano senza
+posa, qualche pescatore, pallido per la febbre, intento a ritirare nella
+sua barchetta le reti, e qualche povero diavolo che, mezzo nudo, va
+pescando le sanguisughe. È questa la torre ed il lago di Fogliano, un
+tempo chiamato _Clostra Romana_. Lucullo vi possedeva una villa e vi
+allevava le murene. Il Ninfeo, il torrente, che abbiamo visto correre
+attraverso alle rovina di Ninfa, va a gettarsi appunto nel lago di
+Fogliano, ed io potei seguirne tutto il corso, attraverso le paludi
+pontine.
+
+Più lontano ancora si scopre il lago dei Monaci, poi quello di
+Crapolace, infine il gran lago di Paola con la sua torre, e non lontano
+da questo il capo Circeo, che il mare sembra circondare da ogni lato.
+
+Chi non ha mai attraversato le paludi Pontine per recarsi per la via
+Appia a Terracina e crede che siano delle putride e nauseabonde maremme,
+s'inganna. Vi sono, è vero, terreni paludosi e stagni in quantità, ma
+nascosti da boschi, nei quali errano cinghiali, istrici, cervi, bufali e
+buoi quasi selvaggi. Nei mesi di maggio e di giugno la regione pare
+quasi un mare di fiori. Nell'estate, invece, sembra il Tartaro; la
+pallida febbre vi regna sovrana, facendo strage dei poveri pastori e
+degli operai che vi guadagnano miseramente il pane.
+
+Più ci si appressa al mare e più i boschi si allargano, e da Norba si
+vedono distintamente sino al capo Circeo. Si seguono dalla foce del
+Tevere, da Ostia, da Ardea, da Nettuno sino a Cisterna e Terracina. In
+mezzo a quei boschi vi sono dei tratti liberi, dove vengono raccolti gli
+armenti e dove abitano i coltivatori, come, per esempio, Conca, Campo
+Morto, Campo Leone, Tor del Felce ed altre località. Là, nell'interno,
+dove i boschi cessano, esistono delle vaste praterie, e più in là dei
+campi coltivati, e quindi la via Appia, restaurata da Pio VI. Lungo il
+suo percorso attraverso la pianura marittima abbiamo scorto Cisterna, il
+villaggio più importante della regione paludosa, anticamente chiamato
+_Tres Tabernae_, e For'Appio, anticamente _Forum Appium_.
+
+In nessun secolo si è riusciti a prosciugare le paludi pontine. Giulio
+Cesare ne concepì l'idea, ma morì prima di aver cominciato i lavori. Gli
+imperatori romani, prodighi nelle costruzioni di qualunque genere, non
+se ne curarono mai; ed è curioso notare che fu un re barbaro, erede e
+conquistatore di Roma, Teodorico il Grande, che fece ristabilire la via
+Appia e prosciugare una parte delle paludi pontine presso Terracina.
+Esistono tuttora in questa città due iscrizioni, ove è ricordata
+l'opera memoranda del re goto. Fra i papi, fu Sisto V, questo romano
+pratico e di carattere energico, che per primo riprese i lavori e due
+secoli dopo Pio VI continuò l'opera sua facendo ricostruire la via
+Appia, scavare a fianco di questa un grande canale, ed altri secondari,
+trasformando inoltre una parte delle paludi in terreni coltivabili: egli
+fu veramente un benefattore per una parte della regione marittima.
+
+Dalle rovine ciclopiche di Norba discendemmo a Ninfa, che è a' suoi
+piedi, proprio dove cominciano le paludi; vi si arriva per una comoda ma
+tortuosa discesa, oppure attraverso il ripido pendìo del monte. Noi
+preferimmo quest'ultima via, e dovemmo saltare di roccia in roccia
+facendo rotolare i ciottoli in basso.
+
+Così giungemmo a Ninfa, la leggendaria città rovinata, mezzo sepolta
+nella palude, con le sue mura, le sue torri, le sue chiese, i suoi
+chiostri e le sue case coperte di edera. Il suo aspetto è più
+incantevole di quello di Pompei, le cui case sembrano spettri o mummie
+sventrate, faticosamente strappate alla lava vulcanica. Sopra Ninfa
+invece si muove, al soffio del vento, un mare di fiori; ogni muro, ogni
+chiesa, ogni casa è rivestita d'edera, e su tutte quelle rovine
+oscillano i purpurei stendardi del dio trionfante della primavera.
+
+Si prova un'inesprimibile emozione nel penetrare in questa città
+d'edera, nel percorrere le sue vie deserte, nascoste quasi sotto l'erba
+e i fiori e nell'errare fra quelle mura dove il vento scherza fra le
+foglie. Non un rumore turba l'alta sua pace, all'infuori del grido del
+corvo che ha posto dimora sulla torre del castello, del mormorio delle
+limpide acque del Ninfeo, del sussurro dei giunchi in riva allo stagno e
+del canto melodioso e dolce delle erbe, agitate dalla brezza.
+
+I fiori coprono le vie e vanno, come in processione, salgono sulle
+chiese in rovina, si arrampicano ridendo sulle finestre cadenti,
+barricano tutte le porte, invadono le case, dentro le quali dimorano gli
+Elfi, le Fate, le Naiadi, le Ninfe e tutto il mondo incantato della
+favola. Le gialle camomille, le malve, i narcisi odorosi, i cardi dalla
+barba grigia, che debbono esser qui vissuti un tempo come monaci, i
+candidi gigli, personificazione delle pie monacelle che vissero un
+giorno tra queste mura; le rose selvagge, l'alloro, il lentischio, le
+alte felci, le rampicanti clematiti, i rovi, il caprifoglio, i garofani
+rossi che sembrano Saraceni incantati, i fantastici capperi che spuntano
+dalle fessure dei muri, le fucsie, il mirto, la menta aromatica, le
+ginestre dorate, ed infine l'edera oscura che ha tutto invaso e che
+ricopre le rovine in verdi cascate; tutto questo mare di fiori e di
+profumi rapisce i sensi, conquide l'anima e fa deliziosamente sognare.
+
+Le mura della città sono ancora in piedi; esse circondano Ninfa con una
+larga cintura e son rivestite completamente d'edera; solo qua e là sbuca
+fuori dal verde qualche merlo corroso o qualche torre a metà diroccata.
+Le porte sono esse pure invase da piante selvatiche, da rovi e da edera;
+sembra quasi che i fiori di Ninfa abbiano voluto barricarle contro
+l'invasione d'un nemico esterno, come un tempo lo furono contro i
+Saraceni o i mercenari di Federigo Barbarossa e poi contro quelli del
+duca di Alba e dei Colonna. Ora la distrutta città ed i suoi fiori non
+sono minacciati più che dal fulmine e dalle bufere, che si scatenano
+dalle paludi pontine.
+
+Esistono ancora tutte le piazze, tutte le strade fiancheggiate dalle
+case cadenti ed invase dall'edera; talune, che conservano l'aspetto di
+palazzi di architettura semigotica, appartennero certo alle famiglie più
+ricche e più illustri del luogo. Le più curiose a vedersi però sono le
+chiese; sono ancora in piedi i ruderi di quattro o cinque di esse. Non
+ho mai veduto rovine più poetiche, e difficile sarebbe voler descrivere
+quei campanili in parte rovinati, con le loro finestre ad arco oppure
+tonde, o divise in mezzo da una colonnina, con le loro cornici
+medioevali ad ornato, tutti guarniti di edera e coperti di fiori
+variopinti; tutti quegli avanzi di vôlte, di navate, sepolti in un mare
+di lussureggiante vegetazione. Tutte quelle chiese sono antiche ed
+appartengono ai secoli XI e XII, se pure non sono di costruzione
+anteriore perchè il loro stile è quello della semplice forma di
+basilica. Nelle loro deserte navate ora pregano i fiori ed invece del
+profumo dell'incenso l'atmosfera è impregnata dall'olezzo delle rose.
+Sulle pareti, nelle tribune rovinate, qua e là si scorgono ancora, fra
+l'edera, alcuni avanzi di affreschi: vi sono martiri con la palma in
+mano e con gli strumenti del martirio a lato. Le loro pallide figure,
+circondate da svanite aureole d'oro, coperte dalla dalmatica e con la
+ricca stola, fra il verde ed i fiori dalle mille tinte, sembrano
+irritate nel vedere i figli di Flora, la dea pagana, celebrare un culto
+sacrilego nelle chiese abbandonate. Non risuonano più quelle vôlte delle
+litanie monacali; più non vi s'ode che l'estivo ronzio degli scarabei, e
+le anacreontiche canzoni amorose del grillo. Gli scarabei ed i fiori
+sono i soli signori di quei templi e più non li abbandonano.
+
+Nel Mezzodì della Francia fu sporta un giorno lagnanza a S. Bernardo che
+una chiesa costrutta di recente ed appena consacrata, fosse stata
+invasa dalle mosche. S. Bernardo esclamò: «Io le scomunico», e quando i
+messaggeri tornarono nella chiesa trovarono tutte le mosche morte.
+Sarebbe però ben difficile ad un santo liberare le chiese di Ninfa dai
+fiori, e per quanto quei poveri martiri si mostrino imbronciati, tra non
+molto l'edera li seppellirà interamente. Di molti di essi non si scorge
+più che un lembo di veste, sul quale sta scritto in caratteri latini il
+nome del santo: fra gli arbusti si possono ancora leggere i nomi di S.
+Sisto, di S. Cesareo o S. Lorenzo. Quando entrai nell'ultima chiesa,
+rimasi estatico. Invece dell'antico pavimento in mosaico bizantino,
+trovai un tappeto di fiori e di erba, e sull'altare, dove un tempo
+stavano le reliquie dei santi, vidi una rigogliosa vite dell'India, co'
+suoi grappoli rossi ed azzurri. Gli altari di Cristo non potrebbero
+essere meglio infiorati!
+
+Non manca dunque nulla a Ninfa per essere il _pendant_ di Pompei.
+Laggiù, ai piedi del Vesuvio, la classica antichità parla nelle immagini
+ridenti della città morta: qui è l'epoca cristiana che ha lasciato un
+po' della sua anima sopra i muri rovinati e coperti d'edera. A Pompei
+tutto spira amore e vita; vi si vedono amorini che pescano in uno
+stagno, satiri che danzano, grilli che tirano un carrettino, baccanti,
+avvolte nel loro bianco velo, che suonano il tamburello, o recano nelle
+loro mani misteriose cassette, o sollevano coppe cariche di succosi
+fichi; qui invece, nella Pompei del medio evo, l'occhio non vede che
+rappresentazioni di morte e di dolore. In luogo delle stupende imagini
+antiche qui si contemplano le melanconiche imagini delle catacombe,
+santi condotti al martirio, fiamme, croci, esseri inginocchiati, con le
+mani giunte, dinanzi al carnefice che tiene già la spada levata.
+
+Sarebbe ormai tempo di seppellire nei fiori tutti quei martiri, tutti
+quei santi, tutti quei crocifissi corrosi dal tempo. Qui la natura ne ha
+sparsi a larghe mani sulle tombe di quei poveri peccatori e di quei
+poveri monaci che si tormentavano, si martoriavano nei tempi della più
+cupa superstizione. Non è forse tempo che pure il cattolicismo circondi
+di fiori le tombe de' suoi morti?
+
+All'ingresso della città sorge ancora il castello, altra volta residenza
+dei baroni, nelle cui prigioni languirono le vittime del feudalismo.
+L'alta torre quadrata, di mattoni, è simile alla torre delle Milizie a
+Roma, e probabilmente della stessa epoca. Essa sorge in prossimità di
+uno stagno che, come lo Stige, sta vicino alla città dei morti ed è
+circondato da una cintura di canne. Il luogo suscita ricordi mitologici:
+lo si direbbe il soggiorno delle ombre, visitato da Enea o da Ulisse. La
+cupa torre ed altre rovine gettano la loro ombra tremante sulle acque
+silenziose dello stagno e il giunco vi sussurra malinconicamente agitato
+dal vento. Talvolta si leva un grido d'anitra selvatica: sembra quasi il
+gemito di un'anima che soffra nelle profondità della terra ed aspiri
+tornare alla luce.
+
+Seduto in mezzo alle rovine, girai lo sguardo su quel verde reame di
+ombre, poi levai gli occhi verso la linea azzurra, tracciata nel cielo
+dalle montagne, su cui si distaccano gli scogli ciclopici di Norba ed il
+suo castello, e infine li abbassai di nuovo sulle paludi pontine e sul
+capo Circeo che superbo emergeva dal mare illuminato dal sole cadente.
+
+Che Circe la maga abbia abbandonato la sua dimora, fabbricata laggiù sul
+promontorio? Abiterebbe forse ella ora a Ninfa? E' forse divenuta la
+regina dell'edera! Nel vedere il verde che mi circondava per un momento
+ho creduto che Ninfa fosse il magazzino d'edera dell'Italia e che ivi
+venissero le anime dei grandi ad inghirlandare tutte le rovine
+gloriosamente. Bisogna sedersi su quei muri, allorchè la sera ravvolge,
+nella porpora da prima, poi nell'oro, tutte quelle mura, tutte quelle
+rovine tappezzate di foglie, ed allorchè la montagna, il mare, il capo
+Circeo si tingono con sfumature indicibili.
+
+E che dire poi di questo paese di fate quando si leva la luna e
+l'illumina con i suoi bianchi raggi? Il ruscello Ninfeo che esce dallo
+stagno, sembra abbia ivi origine e porti in quel mondo di tombe lo
+spettacolo della giovinezza e della vita: lo si direbbe un essere
+umano che abbia paura del funebre luogo e fugga precipitoso e
+spumeggiante verso il mare, attraverso le paludi pontine. Esso dà moto
+ad un molino stabilito in un edificio medioevale, in stile
+gotico-romano, con finestre a colonnine. Un'iscrizione sulla porta
+indica che il molino e la strada furono opera di Francesco Gaetani,
+duca di Sermoneta e signore di Ninfa, nel 1765.
+
+In antico un tempio delle Ninfe era costruito, a quanto si dice, presso
+il lago e da quello il paese avrebbe preso il nome. Si racconta che
+sulle fondamenta di questo tempio fu poi innalzata la chiesa di S.
+Michele. Nel 1216 Ugolino Conti edificò nello stesso sito la chiesa di
+S. Maria del Mirteto.
+
+La storia di Ninfa è peraltro abbastanza oscura. Nel sec. XII
+apparteneva ai Frangipani. Il famoso Alessandro III vi fu consacrato
+papa il 20 Settembre 1159. La famiglia Gaetani ne divenne in seguito
+signora alla fine del sec. XIII ed i discendenti di questa illustre casa
+ne sono rimasti padroni fino ad oggi. L'archivio di famiglia a Roma
+conserva numerosi documenti che attestano che Pietro Gaetani, nipote di
+Bonifacio VIII, conte palatino lateranense e conte di Caserta, comprò a
+poco a poco le case e le terre di Ninfa dai loro proprietari.
+
+Io non ho rinvenuto alcun documento del XV secolo in questo archivio; ma
+ho trovato invece un atto stipulato il 22 febbraio 1349 nel castello che
+oggi giace rovinato. L'atto porta queste parole: «_Actum Nimphe in
+scalis palatii Rocce Nimphe presente Nicolao Cillone Vicario
+Sculcule..._».
+
+ * * *
+
+L'indomani mattina noleggiammo a Norma dei muletti per recarci al
+celebre villaggio di Cori o Cora, distante tre buone ore. Vi si arriva
+per una via carrozzabile che rasenta Ninfa, ma noi preferimmo prendere
+una scorciatoia montuosa che serpeggia lungo la catena dei Volsci. La
+vista che vi si gode è meravigliosa ed ampia, stendendosi per la pianura
+dalle pontine e dal mare fino a Roma.
+
+Il fresco del mattino ed il cielo purissimo, come lo è quasi sempre in
+settembre, resero deliziosa la nostra gita, sebbene i monti che salivamo
+fossero monotoni e deserti. Solo qua e là ci imbattemmo in alcuni
+pastori, intenti a mungere le loro pecore od a preparare innanzi al
+fuoco il loro formaggio fresco, od anche a costruire le loro capanne
+coniche da nomadi, con rami di ginestra.
+
+Nel contemplare dall'alto la vasta regione delle paludi pontine e
+soprattutto la spiaggia latina, là dove sorge l'antica Ardea ed i paesi
+dei Rutuli, ritornano naturalmente alla memoria le figure di Virgilio.
+Ivi sorse la Troia romana, ivi fu il campo delle epiche lotte
+dell'_Eneide_: ricordandolo, sembra quasi di veder rapidamente passare
+sulle praterie od attraverso le foreste l'eroina dei Volsci, la bella
+amazzone Camilla:
+
+ «Hos super advenit Volsca de gente Camilla,
+ Agmen agens equitum, et florentes aere catervas,
+ Bellatrix...»
+
+La descrizione della morte di Camilla e la tragica fine di Evandro,
+figlio di Pallade, sono ciò che di più bello Virgilio abbia scritto. E'
+qui che bisogna leggere: i melodiosi versi dell'_Eneide_ sulla campagna
+romana, per gustarne completamente la magica bellezza. La poesia di
+Virgilio è improntata di quella stessa pura e maestosa beltà che
+caratterizza la campagna romana. L'immortale poema è quello che più e
+meglio riproduce a noi il carattere di Roma antica e fin che durerà il
+mondo varrà a circondare d'una aureola di poetica ispirazione questi
+monti, questi boschi e questi campi. Qui vivono Turno, Lavinia, Ascanio
+ed il fido Acate... e in quale quadro! Esso non ne ha uno eguale, uno
+così epico, se non sulle rive dello Scamandro, se forse non è ancora più
+sublime. Cosa v'è di più grandioso della campagna intorno a Roma e del
+mare che ne lambisce le rive?
+
+Nel percorrere i luoghi che furon la prima culla della grandezza romana,
+si richiamano alla memoria i versi virgiliani su Troia e sull'Ellade. Si
+vive quasi in un'atmosfera ellenica, e ciò tanto più quanto più ci si
+avvicina a Cori.
+
+Questa città è antichissima, risalendo ai tempi mitologici, ai tempi
+pelasgici. Roma è detta la città eterna, ma non per la sua antichità,
+perchè molte città della campagna romana sono di gran lunga più antiche,
+soprattutto Cori che, secondo i calcoli di tutti i topografi antichi e
+moderni è una delle città più antiche del mondo, essendo stata fondata
+1470 anni avanti Cristo, 700 anni cioè prima della fondazione di Roma.
+
+Secondo la leggenda, Cori fu edificata dal troiano Dardano, figlio di
+Corito, re d'Italia e d'Elettra, figlia di Atlante, il quale poi fuggì,
+fratricida, per paura di Siculo e di suo padre, nell'Asia, dove fondò
+Dardania che solo dal suo nipote Tros fu chiamata Troia. Nel VII libro
+dell'_Eneide_ [verso 670 e seguenti], è nominata Cora:
+
+ «Tum gemini fratres Tiburtia moenia linquunt,
+ Fratris Tiburti dictam cognomine gentem,
+ Catillusque acerque Coras, Argiva juventus».
+
+I tre fratelli Catillo, Cora e Tibur o Tiburto erano figli di Anfirao di
+Argo; venuti dalla Grecia in Italia, costruirono Tiburi o Tivoli. Cora
+fu anche, a quanto si dice, il fondatore di Cori: questa è la seconda
+leggenda sull'origine della città.
+
+Siamo ora dinanzi alla città, le sue case sono disposte a piramide sulla
+montagna; sulla cima appaiono i bei resti del tempio d'Ercole e, ai
+piedi, stanno dei giardini pieni di frutta e di olivi. Cori conta circa
+5000 anime. Fin dal medio evo è stata feudo «del Senato e del popolo
+romano» ed è uno dei più bei possessi della città di Roma.
+
+Non stancherò il lettore con la descrizione delle rovine di Cori,
+avendogliene già descritte abbastanza. Meritano però uno sguardo le mura
+ciclopiche o pelasgiche. Esse sono visibili in molti punti della città;
+si possono paragonare con le mura dell'antica Micene o Tirinto.
+Sostengono l'Acropoli sulla sommità del paese. Quando uno si è
+arrampicato sin lassù, rimane grandemente sorpreso di trovarsi dinanzi
+alle rovine del peristilio di un tempio di puro stile greco. E' un
+piccolo edificio dorico grazioso, benissimo conservato. Il travertino
+delle colonne ha preso un colore turchino grigiastro che gli dà un
+aspetto assai antico. Si chiama tempio d'Ercole, ma questo nome
+probabilmente non è giustificato.
+
+Castore, Polluce, la Fortuna e Diana, la dea delle campagne pontine, il
+Sole, Giano, Eolo, Apollo, Esculapio, avevano i loro tempî a Cori. Si
+mostrano ancora, sotto l'Acropoli, quattro belle colonne corinzie,
+murate in una casa, che si pretende siano appartenute al tempio dei
+Dioscuri. Sussistono tuttora alcuni avanzi di antichi bagni, di
+cisterne, ed un ponte gigantesco, di costruzione romana, sopra un rapido
+ruscello che corre presso la città. Altre antichità sparse possono
+inoltre interessare qui il visitatore.
+
+Poche sono invece le memorie del medio evo. Il tempio di S. Pietro,
+eretto sopra le rovine di quello d'Ercole, non offre nulla di pregevole:
+è invece degna di attenzione per la sua architettura la chiesa di S.
+Oliva. Ma chi può pensare alle antichità dinanzi allo spettacolo della
+lontana pianura marittima che si gode da per tutto in Cori?
+
+Passare un'estate a Cori sarebbe delizioso, perchè l'aria v'è fresca e
+balsamica, buono il vino e le frutta così abbondanti che per un
+_baiocco_ si possono avere ventisei ottimi fichi. Cori però non è
+affatto visitata dai romani, che preferiscono Frascati ed Albano:
+pochissimi sono quelli che conoscono le bellezze della loro regione.
+Eppure dove sognare una vita più attraente di quella che si trascorre
+percorrendo le montagne della Sabina, i monti Ernici e Volsci? Dove è
+dato ritemprare il proprio spirito come in seno a questa sana e
+primitiva natura?
+
+Lasciai Cori per recarmi a cavallo a Velletri e, come feci a Ninfa, mi
+promisi di tornarvi per vivere qualche tempo in mezzo a questa classica
+pace.
+
+
+
+
+IDILLI DELLE SPIAGGE ROMANE.
+
+(1854).
+
+
+
+
+Idilli delle spiagge romane.
+
+(1854).
+
+
+Le spiagge del mare latino sono distanti da Roma solo cinque ore di
+strada; tre volte alla settimana una diligenza vi porta chi voglia
+passare alcuni giorni a Porto d'Anzio o a Nettuno, o vi si reca per fare
+la stagione dei bagni, o per imbarcarsi per Napoli. Come un tempo,
+queste spiagge sono ancora luogo di ritrovo e di svago per i cittadini
+dell'Urbe, giacchè è fra le abitudini della vita romana, recarsi almeno
+una volta all'anno a Porto d'Anzio, come pure a Frascati, a Tivoli, ad
+Albano, per dimenticarvi la noia della città. Un lungo soggiorno, anche
+nel luogo più bello, finisce con lo stancare.
+
+Ho provato questa sensazione io pure, sulla fine della primavera del
+1854, quando lo scirocco, flagello di Roma, soffiava da più di otto
+settimane sulla città. Allorchè il 24 giugno, di buon mattino, verso le
+cinque, sono partito, mi è sembrato di respirare più liberamente.
+Splendeva un sole stupendo; la strada era già affollata di persone che,
+con fiori in mano, si dirigeva verso la basilica laterana, la cui
+piazza, ricorrendo la festa di S. Giovanni, una delle più solenni di
+Roma, sembrava un mercato di fiori.
+
+Dalla campagna spirava un vento dolcissimo; i prati scintillavano ancora
+della rugiada notturna ed i campi eran ricoperti di grano da poco
+falciato.
+
+La strada rasenta i monti Albani. A Fontana di Papa, dove è un'osteria
+solitaria in mezzo alle vigne, che prende il nome da una fonte fatta
+costruire in quel luogo da Innocenzo XII, ci siamo fermati. Qui è solito
+fermarsi anche il papa, quando nel maggio si reca alla sua villa di
+Porto d'Anzio per godervi la frescura marina.
+
+Regna ivi una grande animazione: tutti si siedono a tavola e mangiano
+_maccheroni_ ed ottime frittate; vi si beve però del pessimo vino. Ad
+ogni momento sopraggiunge una carrozza od una persona a cavallo od una
+squadra di sbirri che tornano da perlustrare la vicina foresta, ho
+sentito uno di questi vantarsi di aver freddato il giorno innanzi con
+una schioppettata un brigante. Abbiamo visto anche arrivare da Porto
+d'Anzio un convoglio di galeotti, seduti sopra un carro, incatenati a
+due a due; fra di essi vi erano dei bei giovani, vestiti pulitamente,
+con cappelli di paglia, camice linde, cravatta di seta svolazzante;
+giunti a Roma, questi dovevano essere lasciati in libertà. Si porta loro
+del vino, dei sigari, ed i birri, stando vicino, col fucile in ispalla,
+accettano essi pure quanto viene loro offerto. Tali sono le scene che si
+possono godere a Fontana di Papa.
+
+Poi la strada corre per due ore entro le macchie che costeggiano le
+paludi pontine sino a Terracina, coprendo la spiaggia del mare, e che
+sono abitate da cignali, da porcospini, da bufali, da tori, dalla febbre
+e dai briganti, che sbucan fuori di là per svaligiare sulla via Appia, o
+presso Cisterna, o presso For'appio, o sotto le rocche di Terracina, i
+viaggiatori.
+
+Finalmente ci è apparso il mare, raggiante di luce, turchino,
+tranquillo, ed abbiamo salutato le onde azzurre di Anzio, l'antica città
+dei Volsci, dove Coriolano trovò la morte, e dove è stato ritrovato il
+capolavoro dell'antica scultura, l'Apollo del Belvedere, che ornava il
+suo tempio.
+
+Sono ormai nove anni che ogni estate mi delizio del mare. Ivi ho
+trascorso le mie ore migliori ed ho fatto le mie più belle escursioni.
+Mille imagini e mille ricordi sono sorti in me nello scorgere questo
+mare latino. Ma mentre riapparivano chiare e limpide nella mia mente le
+coste elisie della Corsica e della Campania, i golfi superbi di Palermo,
+di Cefalù, di Siracusa e dell'Etna, la spiaggia latina non ha punto
+corrisposto alla mia aspettazione. In tutti gli altri mari si vedono
+magnifici scogli, capi, promontori, castelli e città torreggianti qua e
+là sulle rive, ricchi oliveti scendenti sino al mare, aranceti fioriti e
+odorosi, melagrani con i loro frutti infuocati. Chi può dimenticare,
+alla vista del mare, il magico lido di Sorrento, i giardini di Palermo,
+i vigneti che si stendono lungo la spiaggia stupenda di Acireale, sul
+mar Jonio? Ritornando col pensiero a tutte queste bellezze, la spiaggia
+del mare latino e la piccola città di Anzio mi hanno prodotto una penosa
+impressione. Per quanto abbia spinto l'occhio dalla parte di Ostia, non
+mi è riuscito vedere che macchie deserte, una spiaggia depressa di
+argilla e di sabbia, alcuni spazi chiusi da palizzate, dove pascolavano
+alcune mandre. La città è un complesso di ville in stile romano, di
+casupole in pietra, di capanne ricoperte di paglia, che si stendono
+tutte intorno al piccolo golfo, sulla cui spiaggia sono alcune barche
+tirate a secco e nel porto poche paranze.
+
+Alla _locanda_, seduto dinanzi al cavalletto, ho trovato un compatriota
+tedesco, distinto paesista; pitture di marine, da poco terminate stavano
+sulle pareti e provavano che l'autore non aveva perduto il suo tempo.
+Non gli ho celato la mia delusione, ma egli mi ha portato alla finestra
+e mi ha fatto osservare il mare che scintillava di luce e all'orizzonte
+i monti che si profilavano in una tinta azzurrina. Non era trascorsa una
+giornata che io non pensava più a tutte le amene riviere che conoscevo
+ed ero completamente conquistato dal nuovo fascino di questa solitaria
+spiaggia di Anzio. Essa mi ha ricordato quelle del mio mar Baltico, meno
+belle e pittoresche e più d'una volta alla vista di queste gialle coste
+senza rocce, ho esclamato: Ma questo è proprio Neukuhren, Wangen,
+Sassau! La spiaggia del mar Baltico e quella del mare latino si
+somigliano fra loro, come un'ingenua canzone popolare ricorda i classici
+idilli di Teocrito.
+
+Nè Poussin, nè Claudio, nè Salvator Rosa sarebbero certo qui venuti a
+trarre per le loro marine l'ispirazione. Nulla vi ha qui di epico, di
+eroico, di grandioso, di ardito, di bizzarro, di fantastico. Tutto v'è
+ampio, largo, indeciso, ma tranquillo, pieno di dolcezza, idillico
+insomma. Quest'ampia, lunga spiaggia ha un significato veramente lirico,
+ed ora mi so spiegare l'attrattiva che essa aveva su i Romani,
+preoccupati sempre delle sorti del mondo intero. I contemporanei di
+Augusto, di Caligola, di Nerone (questi era appunto di Anzio) amavano
+sottrarsi a tutte le preoccupazioni della capitale e godere, per un
+mese, nell'estate, in Anzio, il dolce far niente, come anche oggi è
+solito fare il papa.
+
+Quale pace scende negli animi nella solitudine di questo mare! Quella
+linea fine e dolcissima della spiaggia che si prolunga per miglia e
+miglia e si perde poi nei vapori, quella sabbia morbida e scintillante,
+quelle onde che si frangono di continuo in quel mare che muta ad ogni
+istante aspetto e tinta, quel superbo capo di Circe, che emerge nel mare
+come un'isola e splende come un magico e grandioso zaffiro, quella
+lontana e piccola isola di Ponza, di cui le vette sorgono dalle onde
+quasi corolle di fiori, quelle cento piccole vele che vanno, vengono,
+compaiono, spariscono; quel canto melanconico dei pescatori, quel suono
+di flauti e di arpe, tutto ciò fa sì che se al di fuori rintronasse il
+mondo intero del rombo del cannone, dello scoppio delle granate, qui non
+giungerebbe l'eco più lieve.
+
+Pochi giorni prima a Roma non vedevo l'ora in cui giungessero al caffè i
+giornali, e mi precipitavo quasi sul _Monitore di Toscana_, sulla
+_Gazzetta di Genova_, sulla _Gazzetta universale di Augsburg_, appena
+arrivavano; qui, invece, non si ha nessun giornale, neppure il _Giornale
+di Roma_, periodico più innocente ancora di un'egloga di Virgilio, e se
+si chiede a qualcuno: «Che cosa fa Omer Pascià?... Dove si trova
+l'ammiraglio Napier?... Continua Silistria a resistere?...», si ha una
+scrollata di spalle e nulla più.
+
+Quando mi affaccio alla finestra della mia stanza, sotto la quale i
+pescatori napoletani, seduti sulla sabbia, racconciano le loro reti,
+scorgo tutto il magnifico golfo, ed il mio occhio può seguire tutta la
+spiaggia sino al capo Circeo: su questa spiaggia, presso Anzio, sorge la
+bella villa del principe Borghese, in un parco assai trascurato, ma
+ricco di elci e di olivi, e più in là il castello e la città di Nettuno,
+bruna e pittoresca, costruita sul mare e famosa in tutto il mondo per la
+bellezza delle donne e per la loro stupenda foggia di vestire. La linea
+della spiaggia continua poi, sempre fina e dolcissima, ed in lontananza,
+in fondo, appare confusamente un bianco castello. Questo castello stende
+sulla spiaggia e sul mare quasi un velo di tristezza, e così, come il
+capo Circeo, desta un sentimento di omerica poesia. Ogni tedesco è
+portato a contemplarlo mestamente e l'animo suo non può che riempirsi
+di malinconia e di tristezza, giacchè quel castello segna un periodo
+grande e doloroso nella storia della nostra patria: esso è la rocca di
+Astura, dove, dopo la sconfitta di Tagliacozzo, cercò rifugio l'ultimo
+degli Hohenstaufen, Corradino, e dove il traditore Frangipane lo tenne
+prigione e lo consegnò poi a Carlo d'Angiò, avido di sangue. Da quella
+rocca precipitò in mare il sole degli Hohenstaufen.
+
+Questo castello, dalla mia finestra, mi è sempre davanti agli occhi e mi
+richiama al desiderio della patria lontana ed aumenta quella mestizia
+che è propria di tutta questa spiaggia. Non ho potuto aver pace sino a
+che non mi ci sono recato e non ho visitato le sue antiche mura; ora
+posso di nuovo guardarlo tranquillamente. Anche là vogliamo andare,
+perchè da per tutto giriamo, avendoci gli dèi concesso queste ore
+libere.
+
+Quando i signori romani si recavano a villeggiare ad Anzio, la città era
+vasta ed il porto in fiore. Nerone lo aveva costruito splendidamente, ed
+anche oggi si scorgono in fondo al mare i resti di un molo grandioso,
+visibili quasi quanto quelli del ponte di Caligola, nella baia di
+Pozzuoli. Se non che sin dal medio evo il porto cominciò ad andare in
+rovina ed a riempirsi di sabbia, e la città, saccheggiata prima dai
+Saraceni e poi distrutta da un terremoto, oggi non è più che un
+villaggio. Nel 1700 Innocenzo XII restaurò il porto, riparò la strada,
+costruì alcune case ed una fontana. Dopo di allora i papi vi si recarono
+di tanto in tanto, prima che dalle paludi pontine sorgessero i miasmi
+che dànno la febbre, per godervi un po' di tranquillità e di riposo. Pio
+IX fece acquisto recentemente della splendida villa edificata nel 1710
+dal famoso cardinale Alessandro Albani, dove dimorò per qualche tempo
+Winckelmann, insieme col cardinale e con la principessa Albani. Con gli
+scavi fatti qui eseguire, il cardinale non solo fece un affare
+eccellente, ma riuscì anche ad ornare la sua villa in Roma di molte e
+belle statue.
+
+La villa in Anzio è un palazzo signorile nel gusto dell'epoca; sorge in
+mezzo ad un vasto giardino, ora mal tenuto, povero di fiori e di piante,
+ma ricco di aranci. Qui il papa può condurre una vita più solitaria e
+più libera che a Castel Gandolfo; deve però adattarsi alla vista delle
+miserabili casupole di paglia abitate da famiglie di pescatori, e ad una
+vista anche peggiore, quella del bagno penale che sorge presso il molo
+ed è un ampio casamento chiuso fra il castello e la chiesa. I galeotti
+lavorano tutto il giorno a cavare il fango dal porto; hanno la catena
+nascosta sotto gli abiti e per lo più non presentano alcun segno
+speciale che li faccia riconoscere; fra di essi vi sono molti giovani
+briganti. Questi galeotti rendono impossibile lo sviluppo di qualunque
+industria nel porto d'Anzio, perchè, esercitando essi tutti i mestieri,
+tolgono ogni lavoro agli operai liberi. Risparmiando denaro, essi
+possono vivere bene, e corrompendo i loro guardiani riescono a godere
+molte agevolezze. Quando ottengono la loro libertà, si stabiliscono
+generalmente nel luogo e sposano la loro innamorata.
+
+Un bagno penale ed una villeggiatura estiva del Santo Padre non sembrano
+cose fatte per andare insieme, ma ciò è prettamente romano, perchè una
+qualche contraddizione e stonatura devono manifestarsi nella vita
+romana, in questa paradisiaca natura. Il Papa, però, vuol riedificare
+Anzio; ha ordinata la costruzione di molte case e ha detto che non vuole
+più oltre tollerare la brutta vista di quelle capanne di paglia. Il
+porto va ogni anno sempre più prendendo incremento, soprattutto perchè
+si trova più vicino a Napoli che Ostia e Civitavecchia. Una società
+romana ha fatto acquisto di un piroscafo che parte da qui due volte la
+settimana per Napoli, dove porta i viaggiatori giunti da Roma con la
+posta. In tredici ore e con la tenue spesa di cinque scudi si va a
+Napoli. Questo piccolo commercio ha richiamato un po' di vita ed un po'
+d'industria ad Anzio e son queste le sole fonti di guadagno e le sole
+occupazioni de' suoi abitanti, le campagne essendo quasi incolte. Non vi
+sono qui nè vigne, nè oliveti; solo vi si allevano delle mandre, che
+pascolano liberamente sulla riviera; tutti gli oggetti di consumazione
+vengono dagli altri paesi: Nettuno fornisce il vino ed anche ogni giorno
+il pane fresco; Genzano l'olio e le frutta e Cori, nei monti Volsci, le
+ciliegie ed i fichi.
+
+Gli alberghi sono piccoli e meschini: una camera vi si paga venticinque
+_baiocchi_ al giorno, e vi si pranza, come a Roma, alla carta; con sette
+_paoli_ al giorno, corrispondenti ad un tallero prussiano, si ha
+pensione intera, con quattro piatti a pranzo e tre a cena. I pensionanti
+sono per lo più pittori tedeschi, che vanno promovendo il progresso
+nelle piccole locande dei villaggi della costa e dei monti, e che
+possono quindi esser considerati come tanti missionari della civiltà
+nella campagna romana.
+
+Vi è però qui in Anzio una cosa eccellente: il pesce. Il golfo fornisce
+ogni giorno ogni sorta di pesci, e financo delle splendide aragoste. Non
+sono però mai gli abitanti del luogo che li pescano, perchè essi non
+hanno tanto danaro per comprarsi una barca; sono invece pescatori
+napoletani che vengono, sulle loro vaghe imbarcazioni, da Pozzuoli, da
+Baia, da Portici, da Torre del Greco, da tutta la costa del loro
+incantevole golfo, e passano qui varî mesi dell'anno a pescare, dormendo
+nelle stesse loro barche. Altri napoletani abitano nelle capanne e sono
+generalmente quelli che, per sfuggire alla leva militare, hanno emigrato
+dalla loro patria. Per tutto il Mediterraneo, del resto, si trovano
+questi marinai napoletani, che sono i primi pescatori del mondo, e se ne
+incontrano anche nelle isole spagnole e sulle coste d'Africa, dove
+pescano il corallo: e così le loro graziose barche variopinte solcano in
+ogni direzione questo mare.
+
+Ho dunque ritrovato qui, e con piacere, delle vecchie conoscenze. La
+vivacità del loro gestire, la loro mimica, il loro dialetto, il loro
+costume mi hanno fatto ricordare quelle scene pescherecce di cui sono
+stato tante volte spettatore sulle spiagge napoletane. Sono scene
+descritte e dipinte sino alla sazietà, ma che, sulla riva del mare,
+appaiono sempre più belle.
+
+Le loro barche, venti all'incirca, ciascuna delle quali porta almeno
+cinque uomini ed è governata dal padrone, stanno a tre passi dalla mia
+finestra.
+
+I pescatori generalmente lasciano la spiaggia la sera verso l'_Ave
+Maria_ e rimangono in mare tutta la notte; al mattino il pesce viene
+posto in recipienti coperti di paglia, ed alla sera è imballato per
+esser spedito nella notte con i carri a Roma. La sera si può godere una
+scena animatissima. Gli scrivani, seduti ad un tavolo, al lume di una
+lanterna, registrano la merce; i pescatori stanno all'intorno, occupati
+gli uni a trarre fuori dalle ceste il pesce, altri a spezzare il
+ghiaccio ed alcuni infine ad accomodarlo. Le varietà e le forme di
+questo pesce di mare sono veramente sorprendenti: si vedono dei
+bellissimi rombi, dei grossi palombi, delle variopinte murene, delle
+sogliole dalle pinne pungenti, delle triglie luccicanti, delle sardine,
+dei merluzzi in gran quantità. Di quando in quando vengono pescati anche
+dei delfini ed una sera sulla piazza ho visto persino due pesci-cani,
+presi la notte precedente. Saranno stati lunghi dagli otto ai dieci
+piedi, e la loro tinta turchino-nerastra aveva un non so che di
+ributtante. Il mezzo per pescarli è l'amo: quando si sente che lo hanno
+addentato, si issano a bordo e si uccidono a colpi di mazza. La loro
+carne, bianca come quella dello storione, è mangiabile, ma piuttosto
+dura.
+
+Questi poveri pescatori conducono dunque una vita faticosa, alla
+giornata, che può apparire poetica a chi sta contemplando, seduto
+tranquillamente sulla spiaggia, le loro barche illuminate, che ora si
+vedono, ora scompaiono sulle onde del mare. Un eguale spettacolo si può
+ammirare sul mar Baltico, ma fra questo e quello si nota la stessa
+differenza che passa fra il Nord nebbioso ed il Sud irradiato dal sole.
+Il pescatore napoletano, povero qual'è, mezzo nudo, con i calzoni corti
+di tela, in maniche di camicia, col suo berretto rosso in testa, è
+snello, vivace, ciarliero, pronto sempre allo scherzo, al motto, al
+canto, al ballo; accanto al pescatore taciturno e tranquillo del
+Baltico, sembra quasi una figura da teatro, sino ad un certo punto
+ideale. Credo che se si mettessero in una stessa barca un pescatore
+napoletano ed un pescatore del Baltico, con l'obbligo di passarvi una
+intera giornata, uno dei due finirebbe per gettarsi in mare. Sarebbe
+certo impossibile ad un pescatore del Baltico di avere una parte storica
+come l'ha avuta il pescatore partenopeo, che può vantare il nome di
+Masaniello.
+
+Masaniello non è già stato un grande uomo, ma certo un uomo strano,
+anima di pescatore avvezza alle tempeste, ardito, temerario, ambizioso;
+è stato un uomo del momento, come momentanea fu la sua grandezza;
+spensierato, folle, senza uno scopo prefisso, simile alle onde sempre
+agitate del mare, che si accavallano le une sulle altre. Tra le figure
+storiche non saprei paragonarlo, per origine, condizione e per ombra di
+passeggera grandezza, che a Giovanni di Leida, il momentaneo re di
+Münster. Questi era sarto, e in Germania quella dei sarti è la classe
+più irrequieta; veri napoletani, pulcinella, avventurieri nati, Giovanni
+di Leida però è stato più grande di Masaniello, perchè in certo modo
+vagheggiò un'idea, cosa possibile questa soltanto a sarti, non a
+pescatori. L'uno e l'altro furon figure bizzarre, fatte apposta per il
+teatro lirico. Ma era ben naturale che sul suolo napoletano l'antica
+stirpe dei pescatori che vi è più rappresentata che altrove, avesse una
+volta anche un re.
+
+Ho visto a Napoli, nella pinacoteca un ritratto di Masaniello, opera
+dello Spadaro, suo contemporaneo: è rappresentato nel costume dei
+_lazzaroni_, cioè scamiciato, col petto scoperto, abbronzato dal sole, e
+con la pipa di gesso in bocca, e appunto così stanno seduti dinanzi a
+noi sulla spiaggia i pescatori napoletani. Se non che il pittore gli ha
+posto in testa un berretto alla spagnuola, ornato di penne,
+rappresentando così in modo felice la singolare contraddizione della
+sorte di quest'uomo. La sua fisonomia non ha nè nobiltà, nè
+espressione; la sua faccia è larga, grassa, di una mollezza quasi
+femminile; il suo sguardo ha qualcosa di astuto, di equivoco. Questo
+ritratto è prezioso perchè è fedele e contemporaneo: in esso si
+riconoscono le caratteristiche del pescatore napoletano, e Masaniello
+infatti non fu nè un mezzo eroe, nè un mezzo re Lear, quale il
+melodramma l'ha voluto rappresentare. Esistono altre pitture dello
+Spadaro, che rappresentano scene storiche dell'epoca di Masaniello, fra
+le quali la rivolta del mercato, dove il re pescatore arringa, vestito
+da lazzarone, il popolo; sul davanti lo si vede vestito alla spagnola, a
+cavallo, sulla piazza, dove molti nobili sono impiccati o stesi a terra
+dalle archibugiate. Alfredo di Reumont ha descritto recentemente, con
+vivaci colori, nella sua opera _I Caraffa di Maddaloni_, la vita di
+Masaniello.
+
+Questi ricordi ci hanno intanto allontanato dai pescatori della spiaggia
+d'Anzio. Le loro barche meritano però ancora uno sguardo: sono veramente
+pittoresche, dipinte come sono a graziosi rabeschi sul fondo bianco; vi
+si scorgono delfini, sirene, stelle ed in mezzo a questi segni profani o
+mitologici, la Madonna, o S. Antonio, protettore dei pescatori. Per
+ripararsi da gli ardori del sole sopra la barca è stesa una tenda di
+tela; l'armonia di tutti quei colori, neri, bruni e bianchi, il timone
+ed i remi, le vele spiegate, le reti ammucchiate producono un effetto
+veramente pittoresco.
+
+Il porto d'Anzio formicola al presente di queste barchette; presso al
+molo vi sono altri legni napoletani e tartane, venute a caricare legna e
+carbone, giacchè da questa riviera ricca di boschi vengono portati ogni
+anno a Napoli combustibile e legname da costruzione per un milione di
+scudi. Si vedono infatti qua e là sulla spiaggia d'Anzio e di Nettuno
+grossi mucchi di carbone, cotto nei boschi, dai quali neri bufali
+traggono pure sulla riva gigantesche quercie. Vengono talvolta attaccati
+ad un carro fino a sedici bufali, punzecchiati, perchè camminino, con
+una specie di lancia. Il regno di Napoli possiede vaste foreste in
+Calabria, ma preferisce prendere il legname dalle paludi pontine, perchè
+scendendo i boschi sino al mare ed essendo la spiaggia piana e facile,
+le spese di trasporto sono di gran lunga minori.
+
+In questo ambiente vario, semplice e primitivo, fra questi pescatori e
+marinai, le figure della città non attirano quasi nessuna attenzione.
+Qua e là un pittore, seduto e riparato da un ampio ombrello bianco, sta
+facendo uno schizzo della spiaggia o dei pescatori. Tali apparizioni
+sono diventate ormai caratteristiche e proprie di ogni bel sito
+d'Italia; in qualunque bella giornata di estate o di primavera si può
+esser certi di vedere sorgere, in un posto od in un altro, ovunque è un
+bel paesaggio, come un fungo, l'ombrello bianco di un pittore. Ne ho
+incontrati perfino nelle regioni più remote della Sicilia, e ricordo
+anzi che, arrampicatomi un giorno, nelle ore più solitarie, sulle rocce
+di Taormina, non potei trattenermi dal ridere, vedendo giù da lontano
+l'ombrellone: v'era sotto un paesista di Weimar. Raramente invece ho
+visto dei pittori intenti a disegnare le spiagge del Sunland, che pur
+sono così belle e superano anzi, come quelle bizzarre di Gross e di
+Kleinkuhren, per grandiosità, le spiaggie latine; la ragione è che manca
+loro la magia delle tinte. Nel nord la tinta del mare è o troppo
+splendente, o dura, o confusa; essa non ha questa fine nebbia d'aria e
+di luce, nè il magico riflesso, nè il confondersi insieme di dolci luci
+scintillanti, questa chiarezza eterea di smeraldo. Ma che cosa non può
+dipingere il pittore? Ciò che ad un profano pare senza significato è
+colto dall'ingegno creatore, che ne fa un'immagine espressiva.
+Altrettanto avviene nella poesia lirica. I pensieri, le ispirazioni sono
+inesauribili. La natura non ha che da essere bene osservata e sentita;
+essa cela forme e pensieri infiniti, che un uomo privo di fantasia
+neppure può sospettare. Ed anche su questa costa tranquilla vi sono
+originali apparizioni; solo è difficile esprimerle, rappresentarle,
+perchè delicatissime, finissime, non riproducibili con tratti
+grossolani.
+
+Ma lasciamo da parte l'album degli schizzi e lanciamoci in mare! L'aria
+marina, narcotica, molto più grave di quella del Nord, invita qui
+veramente a cercare sollievo in seno alle onde. La sabbia in fondo al
+mare è bianca come la neve, soffice quanto il velluto e si stende sino
+al largo. Si vedono per ogni dove persone che si bagnano; qua e là sulla
+spiaggia sorgono capanne, formate e coperte da rami d'albero. Tutti
+questi bagnanti vengono da Roma, da Velletri, dai monti, ma non mai
+prima del luglio, perchè gl'italiani in giugno trovano l'acqua ancora
+troppo fredda per prendere il bagno. Si ritiene inoltre che non sia
+igienico oltrepassare i venti bagni e ciò, almeno sembra, per le
+condizioni speciali del clima; io stesso del resto ne ho fatta
+l'esperienza nell'isola di Capri. L'acqua pare sia qui più eccitante che
+nel Nord e quindi prendendone un numero un po' forte, ne risentono il
+sonno e l'appetito.
+
+Su questa spiaggia non v'è ombra di vita balneare, non vi sono quelle
+facili relazioni di società, quasi familiari, che fanno sulle spiagge
+dei nostri mari una festa dei mesi d'estate; qui ogni famiglia, ogni
+persona vive a sè; il forestiero non ha altro luogo di ritrovo che
+l'unico caffè del porto, dove, sotto una tenda, allo stesso tavolino,
+democraticamente e con quella bella confusione di classi tutta speciale
+all'Italia, seggono il bagnante ed il pescatore mezzo ignudo, che
+approfitta tranquillamente dell'ombra della tenda per fumare la sua pipa
+di gesso, senza prendere nè caffè, nè altro.
+
+Alcuni ufficiali del genio ed un capitano pontificio, che mi diverte col
+suo grazioso dialetto veneziano, sono le persone con le quali
+generalmente mi trattengo a chiacchierare.
+
+Passato il luglio, la maggior parte dei bagnanti lascia Anzio,
+incominciando il pericolo delle febbri. Anche ora, in cui il calore è
+spesso insopportabile e si fa sentire fin dalle sette del mattino, dopo
+calato il sole l'aria diventa umida ed il venticello tepido e molle che
+spira dal mare è veramente caratteristico: non è prudente allora rimaner
+fuori di casa. Il bel chiarore della luna sulle foreste, sulla spiaggia
+e sul mare, che rende nel mar Baltico così piacevole a quell'ora la vita
+all'aria aperta, non può qui esser goduto che dalla finestra; imperocchè
+una sola di queste notti passate all'aperto basterebbe a procurar le
+febbri e forse anche, dopo alcuni giorni, la morte. E' pericoloso su
+questo mare lasciarsi adescare dalle sirene: bisogna dunque adattarsi a
+passeggiare lungo la riva prima del tramonto, facendovi ricerca di
+conchiglie e di piccoli gamberi marini. Sono questi animalucci grandi al
+più come un quarto della mano ed hanno quasi la forma del ragno; corrono
+con una velocità straordinaria ed allorquando si fa per afferrarli, il
+più delle volte spariscono sotto la sabbia, come spettri nel teatro. Qui
+dove tutto si mangia, perfino le rane, i porci spini, gli usignoli,
+questi gamberetti vengono mangiati vivi, dopo essere stati spogliati
+delle loro squamme.
+
+Su questo lido più volte mi è accaduto di pensare alla brillante ambra
+gialla che si raccoglie sulle nostre spiagge e che qui il mare non
+produce: qui esso somministra invece tutte le specie più preziose del
+marmo. Se ne potrebbero raccogliere a carri e dei più rari, che le onde
+gettano sulla riva. Vi si vede il verde e il giallo antico, il
+preziosissimo alabastro orientale, il porfido, il pavonazzetto, il
+serpentino azzurro. Per comprendere donde vengano tutti questi marmi
+preziosi, basta dare dalla spiaggia uno sguardo in fondo al mare:
+sorgono ivi ancora le fondamenta di quei palazzi marmorei romani che si
+specchiano nell'acqua, e per la distanza di un chilometro da terra, la
+spiaggia d'Anzio non è che un seguito di mura: e non solo si possono
+anche oggi vedere massi grossissimi, resti di costruzioni, ma
+distinguere pure che sono opere romane in peperino, collegate con la
+pozzolana, indistruttibili, lavorate egregiamente a forma di reticolato.
+Tutta questa spiaggia non era che un seguito di grotte, di bagni, di
+templi, di palazzi, di cui le fondamenta in gran parte sussistono in
+fondo al mare o sotterrate nelle sabbie della spiaggia. Su questa
+sorgevano le stupende ville marmoree degli imperatori. Qui si
+sprofondava nella dissolutezza Caligola; egli aveva una speciale
+predilezione per Anzio ed aveva anzi formato il disegno di venire a
+stabilircisi: qui festeggiò le sue nozze con la bella Lollia Paolina.
+Qui faceva le sue orgie Nerone, che era nato ad Anzio e vi aveva
+impiantato una colonia; qui fece il suo trionfale ingresso, tirato da
+bianchi destrieri, di ritorno dalle sue rappresentazioni teatrali in
+Grecia.
+
+Anche prima, Anzio era stata dimora preferita dei Romani: Attico,
+Lucullo, Cicerone, Mecenate, Augusto vi ebbero le loro ville. Ed in
+quali fresche montagne o belle spiagge d'Italia questi favoriti della
+fortuna non ebbero le loro ville! Di quali monumenti deve avere allora
+brillato questa spiaggia, a giudicare dai frammenti, che, quasi
+testimoni storici, sono da secoli e secoli gettati sulla spiaggia!
+Queste rovine spargono nell'idillio di Anzio una nota melanconica, ed i
+pensieri, i ricordi che esse destano, valgono ad accrescere fortemente
+l'incanto di questo soggiorno. La mancanza assoluta di storia, la
+separazione completa dal mondo e dalle sue vicende, sono quelle che
+danno uno speciale carattere alle nostre spiagge del Nord; qui in
+Italia, invece, non si rinviene un solo angolo di terra, per quanto
+solitario e remoto, dove le memorie severe e classiche del passato non
+sorgano, dove non invitino a riflettere sul continuo avvicendarsi delle
+sorti del genere umano. Sedendo qui sulle rovine di un palazzo romano,
+al rumore delle onde che si frangono contro di esse, tornano
+inconsciamente alla memoria i versi di Orazio:
+
+ «_O diva gratum quae regis Antium,
+ Praesens vel imo tollere de gradu
+ Mortale corpus, vel superbos
+ Vertere funeribus triumphos!_»
+
+E la vista del capo Circeo ci richiama alla poesia omerica, e quella
+della lontana Astura ci trasporta in altre storie, in altra poesia, sì
+che ci circondano tre periodi dell'umana civiltà, tre diversi generi di
+poesia: Omero, Orazio ed il poeta degli Hohenstaufen, Wolfram di
+Eschenbach.
+
+La Dea Fortuna aveva in Anzio un tempio famoso, ed avevano quivi i loro
+templi anche Apollo, Venere Afrodisiaca, Esculapio e Nettuno. L'idea che
+su questa spiaggia deserta, circondata di prati, brillò in tutta la sua
+divina bellezza, attorniato da altre stupende creazioni artistiche,
+l'Apollo del Belvedere, aumenta il pregio di questo luogo, già di per sè
+amenissimo. La statua meravigliosa fu qui scoperta ai tempi di Giulio
+II, ed anche quelle che sono nelle gallerie del Vaticano, del
+Campidoglio e del palazzo Albani, furono in seguito per la maggior parte
+qui rinvenute, come del resto anche il famoso gladiatore morente,
+parecchie statue di imperatori, i busti di Adriano, di Settimio Severo,
+di Faustina, i satiri, gli atleti, le statue di Giove e di Esculapio, i
+tripodi stupendi e i meravigliosi altari del Campidoglio, dedicati ai
+venti. Sopra un'altura della spiaggia, dove ora sorge, sulle fondamenta
+di un tempio antico, un piccolo forte, dal quale, appoggiato ad una
+vecchia e gigantesca spingarda del medio evo, tutta arrugginita, un
+soldato contempla il mare, sono tuttora in piedi le basi di antiche
+colonne e vicino queste, ventidue splendidi capitelli corinzi di
+cipollino. Le loro volute ed i loro ornamenti sotto l'abaco, sono
+particolarmente geniali ed io non ricordo di averne mai visto di simili;
+rappresentano conchiglie, delfini, gamberi di mare. L'architetto
+conformò gli ornamenti al luogo, e molto probabilmente questo tempio era
+dedicato a Nettuno.
+
+Ad Anzio ho trovato una persona che si diletta di antichità; in Italia
+non v'è paese di qualche importanza che non abbia il suo storiografo
+locale od il suo archeologo. Ad Anzio è il canonico Lombardi, presidente
+dell'amministrazione del porto, il quale abita all'ultimo piano del
+casamento che comprende il bagno penale. Ho trovato questo degnissimo
+uomo, intento a decifrare un'antica iscrizione, disotterrata dai
+galeotti. Il Lombardi ha già scritto un libro su Anzio, ed attende ora
+ad un'opera più vasta sulla storia e sulle rovine della sua città. Ho
+letto con piacere e con gratitudine il suo pregevole lavoro.
+
+Oramai ho percorso tutta questa spiaggia sino ad Astura e da per tutto
+ho trovato avanzi di ville, di bagni, frammenti di marmi, di mosaici,
+fra i quali ricorderò il pavimento in mosaico, abbastanza ben
+conservato, che è di fronte alla torre solitaria di Astura, sulla
+spiaggia, presso il ponte. È impossibile figurarsi quanti e quali
+stupendi edifici abbiano i romani innalzato lungo questo mare. Tutta la
+spiaggia dalla Toscana sino a Terracina, da Terracina a Napoli, attorno
+al golfo, fino a Salerno, non dovè essere che un seguito di palazzi
+marmorei, di templi, di bagni, di palestre, una manifestazione continua
+della magnificenza romana; e quale fosse lo splendore di tutte queste
+costruzioni si può anche oggi giudicare dalle rovine che giacciono in
+fondo al mare. Chi avesse percorsa allora questa lunga riviera e veduti
+tutti questi edifici destinati al piacere, al diletto, gareggianti per
+importanza con le città, avrebbe certamente potuto ammirare una grande
+manifestazione della civiltà. Ora invece queste amenissime spiagge sono
+nude e deserte, non offrono altro allo sguardo se non le torri cadenti,
+innalzate nel medio evo contro le invasioni dei Saraceni, torri che
+possiamo vedere sparse lungo tutte le coste d'Italia e delle isole del
+Mediterraneo, e che dànno loro un aspetto magico, quasi direi
+cavalleresco.
+
+Qui non mancano però neppure monumenti moderni, che ricordino altri
+siti, altre regioni. La bella villa Mencacci, che sorge in una fresca
+valletta, vicino alla spiaggia, fu, per esempio, non è molto, abitata
+per varî anni da un re in esilio che aveva vissuto in America e
+guerreggiato per un trono sulle belle sponde del Tago. Intendo parlare
+di Don Miguel, principe esecrato dal Portogallo, che venne qui
+fuggiasco, senza corona e visse a lungo in questa solitudine, vicino ai
+galeotti, in un esilio che fu certo senza conforti, perchè se a noi, che
+nulla abbiamo da espiare, questa spiaggia solitaria, ai contini delle
+paludi pontine, può apparire poetica, ad un re spodestato dovette
+riuscire insopportabile e con un carattere quasi vendicativo. Don Miguel
+ammazzava qui il suo tempo cacciando continuamente nei boschi sopra
+Astura. Un giorno scomparve. Mi hanno narrato in Anzio che soleva
+trattenersi volontieri con i pescatori e che non si vergognava punto di
+parlare della sua disgraziata lotta per la corona del Portogallo.
+
+Contemplando la villa Mencacci, la fantasia vola lontano, al Brasile ed
+al Portogallo, alle burrascose vicende della loro storia.
+
+Un altro avvenimento moderno ricorda questa spiaggia: lo sbarco, cioè,
+nel 1848, degli spagnoli, chiamati da Pio IX fuggiasco, per salvare gli
+Stati della Chiesa. Trovavasi allora il Papa in esilio nella rocca di
+Gaeta, la Coblenza dell'emigrazione italiana nel 1848 e nel 1849: mentre
+i francesi marciavano su Roma, gli austriaci occupavano Bologna ed i
+napoletani si avanzavano verso Terracina. Gli spagnoli, che da molto
+tempo non erano più apparsi in Italia, sbarcarono a Porto d'Anzio ed
+occuparono tutto il paese, fino ai monti di Albano e della Sabina.
+Erano, a quanto mi si è detto, della bella ed allegra gioventù, ma mal
+vestita e peggio armata. I francesi non tardarono a surrogarli, ed i
+giovani ufficiali di Valenza e di Barcellona abbandonarono a malincuore
+i monti di Albano, dove erano stati rapiti dalla bellezza delle donne,
+alcune delle quali ancora ricordano con un sospiro i poveri cavalieri di
+Spagna.
+
+Porto d'Anzio non vanta donne belle, nè bei costumi, essendo la
+popolazione composta di elementi diversi. Si distingue, al contrario,
+sia per bellezza femminile, sia per originalità di costume, la piccola
+città di Nettuno, che sorge pittorescamente sulla spiaggia e di cui le
+nere mura si specchiano nel mare. Vi si arriva da Porto d'Anzio in tre
+quarti d'ora, facendo una bellissima passeggiata. A metà strada, in
+mezzo ad un bosco, sorge la splendida villa del principe Borghese,
+signore di tutto il circondario. All'orizzonte si scorgono i monti
+Volsci ed il capo Circeo, immerso in una luce superba, che ricorda, con
+la sua forma imponente e caratteristica, i promontorî più belli
+d'Europa, quali quelli dell'isola di Capri ed il monte Pellegrino di
+Palermo.
+
+Per giungere a Nettuno v'è un'ottima strada, che passa davanti alla
+villa ed attraversa un bosco di sugheri e di elci, dove sono parecchi
+ruderi romani. Scavando sotto la strada è facile scoprire dei pavimenti
+in mosaico. Sulla spiaggia la strada è ancora più bella: la sabbia è ora
+gialla, ora scura, ora di un bel rosso acceso, ora di tufo vulcanico. I
+cardi turchini della costa del mar Baltico vi crescono abbondantemente,
+come pure la scabbiosa e la camomilla; invece però dei salici, degli
+ontani, delle foreste di abeti, sono qui le piante dei paesi meridionali
+e i mirti dai fiori bianchi, il mastice e le fragole e il ginestro dai
+fiori color oro che abbonda su tutte le coste del Mediterraneo e l'olivo
+selvatico. Splendono qui pittorescamente le malve arboree, con i loro
+candidi calici, e i rovi con i loro variopinti fiori e grandioso
+s'innalza fra le piante minori il classico acanto, con le sue belle
+foglie corinzie ed i fiori rosa o bianchi. Qua e là si vedono anche dei
+_cactus_ e l'aloe, quasi piante esotiche. L'usignolo allieta con la sua
+presenza ancora questa spiaggia, nonostante sia passato il giorno di S.
+Giovanni, epoca in cui gli uccelli cessano qui di cantare e cedono il
+posto al grillo anacreontico: l'usignolo non può staccarsi da questo
+verde, da questo fresco mare, e fino ad Astura le paludi pontine
+continuano a risuonare dei suoi armoniosi gorgheggi.
+
+Una quiete profonda regna nell'antico paese di Nettuno e ne' suoi
+dintorni. Nettuno attualmente è circondato da antiche torri e da scure
+mura merlate, che hanno più di una volta resistito agli assalti dei
+Saraceni. Nessun pescatore o marinaio avviva lo specchio dell'acqua,
+poichè non vi è porto, e la popolazione è dedita alla pastorizia.
+
+Sulla piazza di Nettuno sorge un'antica colonna solitaria, emblema dei
+Colonna, antichi feudatari del paese. Le strade sono profumate dai
+garofani che ornano quasi tutte le finestre e che, agitati dal vento,
+ondeggiano i loro fiori color rosso ardente. Fiori così belli annunciano
+donne più belle ancora; infatti nei garofani che rallegrano le finestre,
+si può quasi vedere la bandiera nazionale delle donne di Nettuno: il
+loro costume non è di aspetto men gaio, meno vivace di quello dei
+purpurei fiori.
+
+E' cosa degna di nota che in Italia anche i più piccoli paesi sembrano
+quasi altrettante repubbliche, diverse per usanze, per tipo, per foggia
+di vestire. Si potrebbe dire che ogni castello, ogni villaggio forma una
+popolazione a sè. Bisogna vedere le donne di Nettuno in un giorno di
+festa per potersi fare un'idea precisa della bellezza e dell'eleganza
+del loro costume nazionale. Nei giorni di lavoro non sono che i minimi
+particolari quelli che indicano la moda del paese, come, ad esempio, la
+foggia di portare i capelli, divisi in mezzo al capo e lisci, senza
+trecce nella parte posteriore, rattenuti da un nastro verde per le
+ragazze, rosso per le donne maritate e nero per le vedove; basta dunque
+vedere una donna per saper subito se sia nubile, maritata o vedova.
+
+Ho assistito qui a due feste, a quella di S. Giovanni ed a quella di S.
+Luigi. Nella prima ho visto una processione con musica, per le vie; la
+croce era completamente coperta di garofani e tutti portavano fiori. Vi
+prendevano parte donne e fanciulle, ed era veramente uno spettacolo
+stupendo vedere per quelle cupe strade tante belle figure e così
+splendidi abiti. Ecco in che consiste il costume delle donne di Nettuno:
+in capo portano una specie di fazzoletto a striscie d'oro e d'argento
+che sporge sulla fronte; una gonnella di seta o di velluto color rosso
+scuro, ricamata sul fondo in oro o in argento, scende loro dai fianchi,
+e sopra questa portano un corsetto di broccato, ugualmente ricamato sul
+petto e sulle maniche. Anelli, orecchini, braccialetti di oro e coralli
+dànno ancora maggior risalto alla bellezza della persona ed
+all'originalità del loro costume. Il colore dei vestiti è a volte
+verderame o violaceo, o anche nero o azzurro scuro. Pare anzi che
+l'eleganza e la bellezza di questo costume nobiliti il portamento delle
+donne; io le ho viste infatti passeggiare per le piazze del loro paese
+in rovina con l'incendere maestoso delle romane e di quelle certo non
+meno belle: parecchie con un profilo greco nobilissimo, tutte con
+capelli corvini ed occhi scintillanti, atti a soggiogare il cuore più
+duro. Allorchè i mortaretti, che formavano quasi una ghirlanda su un
+antico muro, sono scoppiati, i cannoni hanno sparato, ed ho visto tutte
+quelle donne con i loro abiti rossi ed oro, avvolte nei vortici di fumo
+di quell'artiglieria popolare, mi è sembrato di trovarmi dinanzi ad un
+Olimpo, popolato da divinità ideali.
+
+Però, anche senza il loro costume festivo, son belle del pari le donne
+di Nettuno. Si vedono ogni giorno, in gruppi numerosi, lavare
+patriarcalmente i loro panni alla fontana pubblica; non attaccano mai
+discorso con gli stranieri, sono timide come gazzelle, e rispondono
+appena, solo con gli occhi bassi, al saluto.
+
+La festa di S. Luigi ha un altro carattere; è una festa popolare, e mi
+ha ricordato il mio paese natio. Sulla piazza del mercato era stato
+innalzato qualcosa di simile ad una forca ornata di fronde; dalla trave
+superiore pendeva, legata ad una fune, una pentola oscillante; dei
+giovani a cavallo agli asini dovevano, correndo, cercare di far
+destramente con un bastone un foro nelle pareti della pentola; ma la
+colpissero o no, questa si rivoltava e bagnava il cavaliere, fra le
+risate generali degli spettatori. Colui che riusciva a colpire la
+pentola riceveva in premio due _paoli_ da un prete che esercitava le
+funzioni di giudice del campo. Quando la pentola fu rotta ed il giuoco
+terminato, ebbe luogo la tradizionale tombola. Il premio consisteva in
+una pezza di stoffa in cotone, che pendeva da una finestra. Un ragazzo
+estraeva i numeri, che venivano spesso annunciati coi nomi proverbiali
+che loro si sogliono dare, ed eran motivo di nuove risa. Sempre però si
+rideva con quella naturalezza e quella convenienza che sono doti
+caratteristiche e preziose del popolo italiano, di natura civile ed
+educato.
+
+Così vivono e si divertono i cinquecento abitanti di Nettuno, in certo
+modo separati dal resto del mondo, fra il mare, le paludi pontine e le
+strade poco frequentate che portano da una parte ad Anzio e dall'altra a
+Velletri. Nettuno però possiede campi e giardini, somministra il vino
+che si beve ad Anzio, ed ogni giorno invia a questo porto un carro di
+pane bianco, perchè là si fa solo del pane grossolano. Ho bevuto a
+Nettuno del vino squisito, cosa non facile in questi anni in cui il dio
+Bacco è travagliato da fatale malattia. Un cittadino del luogo ci volle
+un giorno condurre nel suo _tinello_, come qui chiamano la cantina; è
+sceso segretamente in un nascondiglio sotto il suolo e ne ha tratto
+fuori uno stupendo vino rosso, quale non ne avevo più bevuto da Siracusa
+in poi.
+
+Sulla spiaggia di Nettuno ogni coltivazione cessa oltrepassata appena la
+città, cominciando quasi subito, in tutto il loro squallore, le paludi
+pontine che si estendono fin verso Terracina. Non più abitati sulla
+riva, solo sorgono qua e là, solitarie, alla distanza di circa due
+miglia l'una dall'altra, le antiche torri medioevali. L'aspetto di
+questa solitudine, di questo deserto, di questa mancanza di coltivazione
+è grandemente imponente. Pare quasi di non trovarsi più sulle classiche
+coste d'Italia, ma nei deserti dell'India o dell'America. Il frangersi
+continuo delle onde, lo scintillare del sole estivo sulla bianca, piana,
+monotona spiaggia, il cupo bosco infinito che accompagna per qualche
+centinaio di passi il mare, lo stridore dell'avvoltoio e del falco, il
+volo dell'aquila, che altissima si libra sulle ali in larghe spire, il
+calpestio ed il muggito dei tori selvaggi, l'aria, le tinte, l'aspetto
+delle cose e degli elementi dànno veramente qui l'impressione di un
+mondo deserto e selvaggio.
+
+Il 28 giugno, il pittore ed io partimmo lungo questa spiaggia per
+recarci ad Astura, distante circa tre ore di cammino. Il mattino era di
+una limpidezza straordinaria, il mare tranquillissimo ed il capo Circeo,
+avvolto in una tinta rosea, davano al quadro un aspetto del tutto
+omerico. A Nettuno comprammo vino e pane e quindi proseguimmo la nostra
+strada. Ci fermammo a far colazione su di un vecchio tronco d'albero,
+presso una carboniera e provammo un piacere simile a quello di Ulisse,
+quando si assise al banchetto apprestatogli da Circe nel suo palazzo.
+Era veramente delizioso gustare un buon sorso di vino in quella profonda
+pace, su quell'omerica spiaggia, dinanzi all'azzurro di quel mare, tinto
+in rosa all'orizzonte.
+
+Fino a questo punto tutto era andato benissimo, ma giunti là dove il
+bosco scende fino al mare, cominciammo ad avere dei timori. Non erano
+già i banditi che ci davano pensiero, ma le mandre di tori e di bufali
+che vagano colà completamente liberi, non sorvegliati da pastori. Tutta
+quanta la spiaggia fino a Terracina è coperta di numerose mandre di
+tori, di buoi, di vacche, dalle corna lunghissime, di quella forma
+tutta classica della campagna romana e che si vedono scolpite nel
+Partenone, attorno all'ara del sacrificio. Le loro corna sono lunghe
+quasi tre piedi, molto divergenti, arditamente contorte, grosse, chiare,
+di bel colore.
+
+Quasi in tutte le case del Mezzogiorno si vedono queste corna, tenute
+come amuleti contro il «_malocchio_» e piccoli cornetti vengono portati
+dai principi alla catena dell'orologio e pendono dal collo dei ragazzi
+dei pescatori.
+
+I buoi sono selvaggi e grandemente pericolosi; il solo pastore li può
+governare, stando a cavallo, con la sua lancia; più pericolosi ancora
+sono i bufali. Questi vivono a branchi e vagano solitari e liberi come i
+cinghiali; frequentano volentieri gli stagni e le paludi e nuotano con
+grande agilità. Quando si attraversano le paludi pontine o il bassopiano
+di Pesto, si vedono molti di questi mostri neri e selvaggi immersi negli
+stagni, dai quali stendono fuori talvolta, sbuffando, solo le tozze
+teste. Il bufalo cammina sempre col capo chino a terra e guarda
+sospettoso dal basso in alto. Non si serve delle sue corna, che sono
+come quelle del montone rivolte indietro, ma rovescia a terra con la sua
+fronte di bronzo l'uomo che insegue, quando l'abbia raggiunto; quindi
+gli pone il ginocchio sul petto e lo calpesta fino ad ucciderlo. I
+pastori domano questi pericolosi animali con la lancia; passano loro
+attraverso il naso un anello ed allora li attaccano al carro e se ne
+servono per trasportare grandi pesi, voluminosi blocchi di pietra, o
+tronchi d'albero giganteschi. Col latte della bufala vien fatta la
+_provatura_, che è una specie di cacio molto difficile a digerirsi. La
+carne del bufalo è poco stimata, perchè dura; la comprano gli ebrei
+poveri del ghetto che non ne mangiano generalmente altra. I bufali
+abbondano nelle paludi pontine, nella squallida riviera di Cisterna, di
+Conca e di Campomorto, covo della febbre, dove perfino l'assassino non
+viene ripreso, quando vi si sia rifugiato. Gli uomini che custodiscono
+queste bestie menano una vita misera, sono febbricitanti e di poco
+inferiori agli indiani della Prateria.
+
+Il possibile incontro di questi animali ci dava assai pensiero; appena
+giunti nei boschi, li vedemmo numerosi sulla spiaggia. Lasciati liberi,
+percorrono sempre la stessa strada e sempre nelle stesse ore; al mattino
+escono dalla foresta e vengono al mare, per bevervi l'acqua salata,
+quindi o si sdraiano sulla sabbia o pascolano lungo la costa; vi passano
+tutte le ore calde e quando sulla sera comincia la temperatura a
+rinfrescarsi, si muovono e pascolando lentamente sulla riva s'inoltrano
+nei cespugli sino a che non arrivano nel fitto dei boschi, dove
+trascorrono la notte, per scendere il mattino appresso nuovamente al
+mare.
+
+Alla vista di tutti quegli animali, rimanemmo alquanto perplessi. Era
+impossibile passare di là, perchè avrebbero potuto tagliarci la via,
+molti essendo proprio in riva al mare; proseguire lungo la spiaggia era
+pericoloso, perchè sarebbe stato necessario passare in mezzo ad essi e
+qualche animale furioso avrebbe potuto inseguirci nella direzione del
+capo Circeo: pensammo se non fosse stato più prudente tenerci vicino
+alla macchia e questo partito ci sembrò il migliore.
+
+Scendevano intanto sempre nuovi branchi, la qual cosa ci fece
+argomentare che ve ne dovevano essere ancora nei boschi, e se ne
+scorgevano infatti fra i cespugli di mirto. Ad un tratto scorgemmo due
+magnifici tori, dalla fronte splendente, arrestarsi e fissarci: allora
+prudentemente, pian, piano, ci avviammo verso il bosco ed in poco tempo
+ci trovammo nel fitto degli alberi. E' impossibile figurarsi dei boschi
+più adatti per i briganti che questi di Astura: non sono già formati da
+alte quercie, ma da fitte macchie di sugheri, di olivi selvatici, di
+lentischi, di rovi neri, di mirti, coperte di piante rampicanti, di
+edera bellissima, che forma delle volte, quasi moschea boschereccia,
+impenetrabili ai raggi del sole ed alla pioggia. Vi erano dei cespugli
+di mirto di un'altezza straordinaria e tutt'intorno un odore di
+selvatico, che penetrava i sensi.
+
+Il terreno non è piano, ma accidentato, percorso da piccoli ruscelli, in
+molti punti paludoso; vi abbondano gl'istrici, le tartarughe e le serpi;
+noi vi trovammo spesso delle penne di galli selvatici, avanzi del pasto
+di qualche aquila: ciò dava ancora maggior risalto alla cupa poesia di
+questa riviera.
+
+Ci riuscì alla fine di scansare i branchi dei bufali e dei tori e quando
+ne incontravamo qualcuno in ritardo ci arrestavamo e restavamo
+silenziosi e tranquilli finchè non fosse passato e dopo aver superato
+rivi, fossi e siepi, sboccammo finalmente di nuovo sulla spiaggia e ci
+fermammo per riposarci piacevolmente all'ombra di un muro, cui era
+addossato uno steccato destinato a racchiudere una mandra. Anche questo
+muro era certo, come lo dicevano chiaramente alcune vestigia di mosaico,
+un resto di qualche villa romana.
+
+Rimaneva un'ora sola di strada per giungere ad Astura, e nel camminare
+lungo questa triste spiaggia, mi colse quella profonda malinconia che
+nasce nel vedere cosa che rammenta una grandezza scomparsa. Non è solo
+il ricordo della tragica fine del giovane Corradino e della stirpe degli
+Hohenstaufen, che può qui rattristare l'animo, specialmente di un
+tedesco; v'influisce anche e per molta parte l'aspetto della contrada
+stessa. Vorrei poterla descrivere con le parole, come il mio compagno di
+passeggiata l'ha saputa riprodurre nelle sue tele che spero saranno
+presto note a tutti. Sarebbe bene che un qualche istituto artistico
+della Germania pubblicasse un album degli Hohenstaufen.
+
+Il luogo dove ci eravamo fermati era circoscritto dalla parte di terra
+dalle paludi pontine, su cui imponenti si ergono i monti Volsci che
+scendono al mare; e dalla parte del mare dal capo Circeo che, simile ad
+un'isola, si perde nell'azzurro del cielo. Sulla spiaggia sorge, ad un
+dato punto, una piccola cappella abbandonata e deserta e pochi passi più
+in là emerge dalle acque il castello di Astura, un piccolo quadrato di
+mura merlate, con in mezzo una torre. La cappelletta e il castello sono
+gli unici edifici che sia dato vedere in questa vasta solitudine. Per
+quanto si volgesse da ogni parte lo sguardo, non si scoprivano che due
+ombre nere sui merli del castello e due vecchi pescatori seduti contro
+il muro, taciturni e quasi annientati dal calore del sole fulgente che
+stavano intrecciando una rete di giunchi per i pesci, mentre la loro
+barca si dondolava sulle onde.
+
+Correvano gli ultimi giorni del 1268 quando, perduta la battaglia di
+Tagliacozzo, giungevano su questo lido, fuggiaschi e pieni di terrore,
+il giovane Corradino, il principe Federigo d'Austria, il conte Galvano
+Lancia con i suoi figli, insieme coi due conti della Gherardesca,
+parenti dell'infelice Ugolino che i versi di Dante hanno immortalato.
+Venivano da Roma dove, come narra il cronista Saba Malaspina, avevan
+cercato rifugio dopo la sconfitta, e dove era rimasto Guido da
+Montefeltro, quale vicario del senatore Arrigo di Castiglia. Corradino
+era giunto colà «senza pompa alcuna, non come capo di un esercito, ma
+come uno che abbia tutto perduto e che non cerchi che di salvarsi di
+nascosto, e quasi fuori dei sensi» (_latenter ingreditur mente captus_).
+Ma in Roma erano giunti dal campo di battaglia anche i suoi nemici,
+Giovanni e Pandolfo Savelli, Bertoldo e molti guelfi con l'intenzione di
+sollevare la città, cosicchè gli amici avevano consigliato al giovanetto
+di non indugiare a cercare scampo nella fuga. Si diresse con i suoi
+compagni verso il mare, con l'idea di recarsi a Pisa ed ivi imbarcarsi
+per la Sicilia; cercò una barca e la ottenne dagli abitanti del
+villaggio di Astura, dove s'imbarcò e salpò. Ma avutane notizia Giovanni
+Frangipani signore di Astura e riconosciuto dai gioielli che Corradino
+aveva regalati, essere i fuggitivi personaggi ragguardevoli, salì su di
+un'altra barca, li raggiunse a forza di remi e li ricondusse nel
+castello. Invano Corradino supplicò che lo lasciasse fuggire coi suoi,
+che non lo volesse consegnare nelle mani di Carlo, avido di sangue;
+invano gli ricordò la gratitudine che doveva alla casa di Svevia, avendo
+i Frangipani ottenuto grandi feudi dall'imperatore Federigo ed essendo
+stato da questi lo stesso Giovanni creato cavaliere; invano Corradino
+promise ampia ricompensa e si dichiarò pronto anche a sposare la
+figliuola di Frangipani. Il signore di Astura era titubante e commosso
+forse dalla gioventù, dalla grazia, dalla sventura di Corradino,
+incerto, come dicono i cronisti, da qual parte avrebbe potuto trarre
+maggior guadagno, se da Corradino o da Carlo d'Angiò; quando dinanzi al
+castello arrivò Roberto di Lavena, capitano delle galere angioine che
+ingiunse al Frangipani di consegnargli i prigionieri. Narra Saba
+Malaspina che il Frangipani fece condurre i poveri fuggiaschi in un
+altro castello vicino, per non essere costretto a consegnarli a Roberto
+contro sua volontà e prima che questi avesse soddisfatto al pagamento
+della pattuita ricompensa; ma quest'altro castello non è nominato.
+
+Intanto arrivava dalla parte di terra, con fanti e cavalli, il cardinale
+Giordano di Terracina, governatore per la Santa Sede della contea della
+Campagna; egli pure richiese la consegna dei fuggiaschi.
+
+Il vile traditore, intascato il denaro di Giuda, consegnò gl'infelici
+che aveva ospitato, nelle mani dei loro acerrimi nemici. Furon condotti
+a Napoli, prima attraverso i boschi e i monti di Palestrina, poi
+traverso le meravigliose campagne poco tempo innanzi percorse
+vittoriosamente. Il 29 ottobre la mannaia troncava la testa di Corradino
+per la prima, poi quelle di Federigo, dei valorosi conti della
+Gherardesca, del generoso Galvano Lancia, fratello di quella bella
+Bianca che aveva partorito Manfredi a Federigo il Grande e per ultimo
+quelle de' suoi giovani figli, Galeotto e Gherardo che erano stati poco
+prima strangolati nelle braccia del padre.
+
+Presso la torre di Astura, in quella solitaria spiaggia, mi tornarono
+alla memoria tutti gli altri luoghi famosi nella storia degli
+Hohenstaufen che io ho visitato nelle mie peregrinazioni per l'Italia.
+Mi è apparsa la bella figura di Manfredi, biondo, ricciuto, sui campi di
+Benevento, quale Dante lo vide, con una doppia ferita alla fronte ed al
+petto, mormorante mestamente: «I' son Manfredi, Nipote di Costanza
+imperatrice». Lasciai errare lo sguardo sul mare ricco di memorie e lo
+rivolsi laggiù dove giace la bella Sicilia, dove sorge, in mezzo a
+giardini sempre in fiore, sulla spiaggia più amena del mondo, quel
+castello di Palermo nel quale visse Federigo e da dove era partito per
+la Germania; pensai al duomo di quella stessa Palermo, a quell'oscura
+cappella, dove riposano, dentro ai loro sarcofaghi di porfido rosso,
+Enrico VI, Federigo e le due Costanze, rappresentati con la corona in
+testa e con la dalmatica di seta, il cui orlo è ornato da iscrizioni
+saracene.
+
+Entrammo quindi nel castello. Un ponte in muratura lo unisce alla
+spiaggia ed un ponte levatoio dà accesso all'interno. Nella piccola
+corte sorge la torre ottagonale che termina con una specie di terrazza,
+dove rimane un unico e arrugginito cannone. La guarnigione, composta di
+otto uomini, quando entrammo stava facendo gli esercizi nella piccola
+corte e don Pasquale, luogotenente di Astura, la stava guardando dal
+terrazzo con l'aria di chi avrebbe voluto essere ovunque, fuori che lì.
+Ci condusse nel suo piccolo e meschino alloggio e ci fece vedere degli
+arabeschi pompeiani assai ben fatti: dipingendo egli trascorre le sue
+giornate in quella solitudine. Il luogotenente ci disse che ciascuna di
+queste torri della costa è attualmente custodita da otto uomini,
+comandati da un maresciallo o da un ufficiale e che le prescrizioni di
+vigilanza sono severissime, temendosi da parte dei mazziniani un colpo
+di mano.
+
+Visitammo tutto il castello composto di piccole e melanconiche stanze,
+dove il ragno tesse le sue tele e lo scorpione trova un ricovero nelle
+infinite screpolature dei muri; la vista però, tanto sulla pianura
+verdeggiante, quanto sul limpido mare, dove ora si vedono, ora
+spariscono le vele delle barche pescherecce, è bella e affascinante. La
+torre sembra fatta apposta per un bardo, che vi suoni l'arpa e vi muoia
+col canto del cigno, nell'ora in cui il sole scende in mare e tinge di
+color porpora il capo Circeo. In quell'ora regna sul mare una tale
+tranquillità, tale uno spirito di quiete che non si può descrivere; si
+direbbe che il sonno e la morte si librino sul mare e che quella barca
+che gira, come un'ombra, il capo Circeo, porta forse il dio del sonno
+spargente calma e riposo sulle onde.
+
+Tutto qui allora spira dolcezza. Mentre il capo Circeo riporta alle
+avventure omeriche, alle imagini dell'Odissea, la solitaria torre di
+Astura parla delle grandi e non meno poetiche memorie dell'epoca degli
+Hohenstaufen. Quanti ricordi non risvegliano questi nomi degli
+Hohenstaufen e del provenzale Carlo d'Angiò! Ritornano alla memoria i
+personaggi del «Parsifal» di Wolfram di Eschenbach e Corradino diventa
+Parsifal che cavalca per il mondo, per trovare la sacra coppa di sangue
+del Graal, Elisabetta di Baviera diventa Erzeleide, sua madre, che non
+lo vuole lasciar partire, e così si presentano Goffredo d'Angiò, il
+cavalier Gavino e Feirefiz, Arturo e Titurello e il castello di Graal,
+nella foresta selvaggia, i saraceni, i trovatori, i pellegrini, i
+penitenti e i saggi dell'Oriente.
+
+Astura è la torre del romanticismo, è la sede della poesia tedesca in
+Italia. Essa appartiene ai romantici, come la grotta azzurra di Capri.
+Io, in nome di questi, ne ho preso silenziosamente possesso, dichiarando
+proprietà nazionale della Germania questo leggendario castello.
+
+La sola torre risale ai Frangipani; tutto il resto è di epoca
+posteriore, giacchè nel 1286 i siciliani, che nei vespri avevano preso
+una splendida vendetta del sanguinario re Carlo, guidati dal loro
+ammiraglio Bernardo da Sarriano, lo distrussero tutto, ad eccezione
+della torre, ed uccisero anche il figlio di Frangipani. Anche ora sulle
+mura esterne del castello si vedono le armi dei Colonna, che ne furono
+in seguito proprietari. Dopo i Frangipani, divenne feudo dei Gaetani;
+quindi passò in possesso dei Malabranca, degli Orsini e dei Colonna, i
+quali lo vendettero nel 1594 a Clemente VIII. Presentemente Astura è
+feudo dei Borghese.
+
+Altri ricordi storici si ricollegano ancora a questo castello. Innanzi
+al ponte, che serve di accesso, notai degli avanzi di un pavimento in
+mosaico, quasi ricoperti dalla sabbia, e mi accorsi subito che il
+castello, sul mare, sorgeva sopra le fondamenta di una villa romana
+assai vasta, le cui rovine erano visibilissime sul fondo del mare, ed
+anzi in alcuni punti ne emergevano ancora. Sorgeva l'antica villa sopra
+un banco di sabbia e molto probabilmente, appunto per questo Plinio dà
+il nome d'isola ad Astura, colonia d'Anzio: la località in antico è
+possibile che si trovasse per un piccolo tratto d'acqua staccata dal
+continente. Strabone infatti dà a quel braccio di mare il nome di
+Storace (Storas potamos), Plutarco lo chiama Astura (ta Astura) e ne
+parla quando descrive la tragica fuga, qui avvenuta, di Cicerone.
+A dire il vero, deve recar non poco stupore ai miei lettori che
+questo luogo solitario, appartato, possegga altre tristi memorie, e
+che molto tempo prima di Corradino sia stato un punto di sventura,
+dedicato forse alle Eumenidi.
+
+Cicerone vi possedeva una villa. Egli ne fa menzione spesso nelle sue
+epistole, in una delle quali, scritta ad Attico appunto da Astura, è
+detto: «_Est hic locus amoenus et in mari ipso, qui et Antio et Circaeis
+aspici possit_». Abitava volentieri questa villa che più delle altre gli
+offriva quiete e riposo. Poco prima della sua morte venne qui ed Astura
+gli fu fatale. Vi si era rifugiato in primavera, non appena aveva saputo
+che sarebbe stato compreso nelle liste di proscrizione; Plutarco narra
+che si era qui imbarcato per fuggire in Macedonia, presso Bruto, ma che
+aveva poi cambiato idea ed era tornato a terra. Con l'intenzione di
+recarsi a Roma per cercare di commuovere Ottaviano, partì da Astura e
+prese la via della città ma, fatte appena dodici miglia, fu colto da
+paura e tornò indietro rapidamente. Salito su di una lettiga, si avviò
+verso Gaeta, ma raggiunto per via dai cavalieri che lo inseguivano, in
+un punto che viene anche oggi additato, fu da quelli ucciso.
+
+Strana coincidenza! Lo stesso Ottaviano fu preso nella medesima Astura,
+a quanto narra Svetonio, dal male che pose fine a' suoi giorni. Venne
+qui poco prima della sua morte, nell'ultimo suo viaggio per la Campania.
+«Al principio del suo viaggio venne ad Astura, ed essendosi trattenuto,
+contro la sua abitudine, all'aria libera, di notte, per godervi il
+fresco, fu colto da dissenteria e ciò fu l'inizio della sua malattia».
+Dopo una breve dimora a Capri, morì a Nola.
+
+Nè qui finisce l'influenza fatale di Astura: anche il successore di
+Augusto, Tiberio, si ammalò in questo luogo poco prima della sua morte.
+Ecco ciò che narra Svetonio: «Ritornò in tutta fretta in Campania e,
+giunto ad Astura, vi cadde ammalato. Riavutosi un poco, s'imbarcò per il
+capo Circeo». Essendosi quivi il male aggravato, colto da paura, egli
+s'imbarcò di nuovo, e prima di poter arrivare a Capri, fu costretto a
+scendere a terra, al capo Miseno, dove spirò.
+
+Che aggiungere, quando avremo detto che anche su Caligola, successore di
+Tiberio, Astura esercitò la sua malefica influenza? Quivi Caligola
+sbarcò prima di morire. «Si trovò--dice Plinio--un piccolo pesce,
+chiamato _remora_, appeso all'albero maestro della galera che portava
+Caligola da Astura ad Anzio e ciò venne considerato come presagio della
+sua prossima fine».
+
+_Astura mala terra, maladetta!_ Noi pure, innocenti viaggiatori, doveva
+costringere a precipitosa fuga, a noi pure doveva far provare ambasce
+di morte.
+
+Lasciando Astura, decidemmo di prendere, invece della strada lungo il
+mare, quella attraverso la foresta, di cui avevamo sentito vivamente
+lodare la selvaggia bellezza. Non conoscendola, prendemmo con noi un
+soldato del piccolo distaccamento, un bel giovane robusto e forte che
+doveva servirci per alcune miglia di guida e prestarci nello stesso
+tempo aiuto, non già contro i briganti, ma contro i tori ed i bufali.
+Per un certo tratto camminammo lungo la spiaggia, dove potemmo vedere
+dei tori neri tanto maestosi che Giove non avrebbe potuto averne dei
+migliori, allorquando trasse in mare la bella Europa. Poco dopo ci
+trovammo in mezzo alla foresta. Camminavamo per ampi sentieri, fra
+odorosi cespugli di mirto, sotto la volta di gigantesche quercie,
+rallegrati da mille effetti della luce del sole che volgeva al tramonto.
+Il bosco presso Astura è molto bello. Pensavo alle mie spiaggie natie,
+alle loro alte quercie diritte, fra i tronchi delle quali si può
+scorgere l'azzurro del mare; tutti i miei pensieri erano rivolti al
+passato. È bello aggirarsi là per quei boschi, spiando la comparsa dei
+cervi e dei caprioli, quando sbucano dai cespugli e vi contemplano con
+curiosità, alzando il loro capo coronato dalle lunghe corna. Qui invece
+balza talvolta fuori da un cespuglio la nera testa di un bufalo o di un
+toro e talora attraversa il sentiero un lungo serpente variopinto. La
+vegetazione è di una bellezza e rigogliosità tropicale; l'edera
+raggiunge qui le proporzioni di un albero e si abbarbica alle quercie le
+circonda le avvinghia, come i serpenti Laocoonte e pare quasi voglia
+soffocarle in un vigoroso amplesso e strapparle al suolo; sale su tutti
+i rami e giunge sino alla cima, lassù dove hanno ricetto gli uccelli
+selvatici della foresta.
+
+Camminammo in tal guisa per alcune miglia, assorti sempre nella
+contemplazione di quello stupendo spettacolo. La nostra guida di Astura,
+là dove il bosco cominciava a farsi men fitto, ci lasciò, dopo averci
+indicato il sentiero della macchia, al di là della quale dovevamo
+trovare il mare. Lieti e felici continuammo a camminare fra i mirti e
+gli olivi selvatici, quando tutto ad un tratto ci trovammo di fronte ad
+un centinaio di tori. Ci fermammo subito: uno dei tori a sua volta si
+arrestò stupito; alzò la testa, ci contemplò con gravità maestosa, poi
+si staccò dal branco e ci venne incontro. In quell'istante il mio
+compagno chiuse il suo maledetto ombrellone bianco da pittore e subito
+il toro furiosamente spiccò un salto e tutta la mandra lo seguì. Una
+nube di polvere si levò tosto nel bosco e noi ci demmo a precipitosa
+fuga, guardandoci ogni tanto indietro. Era un orribile e bello
+spettacolo il vedere quegli stupendi animali correre avvolti in una nube
+di polvere!
+
+Riuscimmo ad arrivare nel fitto della macchia e, con le mani
+insanguinate pelle spine, ci cacciammo nei cespugli, da dove potemmo
+vedere, fra la polvere, il luccichio delle corna dei tori, mentre si
+udiva sotto i loro piedi lo strepito dei rami infranti.
+
+Non vidi mai il terrore meglio scolpito sopra un volto umano come allora
+su quello del mio compagno e il mio spavento non era punto minore.
+Finalmente tutto tornò silenzio intorno a noi: la mandra furiosa aveva
+proseguito la sua corsa verso il mare. Riprendemmo la nostra strada per
+la foresta e, spiando continuamente se i tori riapparivano, uscimmo alla
+fine dal bosco e sbucammo sulla libera spiaggia. Credo di non aver
+sentito mai un'eguale soddisfazione nel rivedere il mare e mi toccava
+proprio provare ad Astura, sulle tracce di Corradino, quali siano le
+ambasce di una fuga precipitosa, col pericolo della morte alla gola. Si
+sarebbe detto che uno spirito maligno, il demone di quel luogo
+maledetto, avesse destato in me tante dolorose memorie e avesse voluto
+darmi un'idea precisa di quanto ivi soffrì il povero Corradino. Gli
+animali selvaggi furono però più compassionevoli verso di noi che non
+gli uomini per Corradino.
+
+Proseguimmo la nostra strada e ci fermammo di nuovo per riposarci sulle
+rovine del palazzo romano, dalle quali il melanconico castello appariva
+ancora più bello e più espressivo nell'incerta luce del tramonto. La
+vista di numerose mandre che coprivano la spiaggia sin quasi a Nettuno,
+c'impensierì di nuovo: ve n'erano alcune sdraiate in riva al mare, altre
+salivano per ritornare, come è loro abitudine, al bosco, perchè
+cominciava la frescura della sera. Passammo innanzi a cento e cento
+corna gigantesche, ma gli stupendi animali non ci fecero alcun male
+perchè noi ci tenevamo rasente al mare, al disotto di essi; apparvero
+infine due bei butteri, i primi che avessimo incontrato, a cavallo, che
+galoppavano, con la lancia in pugno, lungo la riva, e la loro vista ci
+rinfrancò.
+
+Felicemente raggiungemmo Nettuno e di qui, con un senso di compiacenza,
+contemplammo la strada percorsa ed il castello di Astura che a quella
+distanza, a quella dubbia luce emergeva come un cigno sulle onde del
+mare.
+
+
+
+
+IL CIRCEO.
+
+(1873).
+
+
+
+
+Il Circeo.
+
+(1873).
+
+
+Da Terracina, dove avevo passato la Pasqua, volli scendere al capo
+Circeo, fosse pure per una breve visita. Capo Circeo giace a tre ore da
+questa città, benchè sembri, per la trasparenza dell'aria, molto più
+vicino. Il grandioso promontorio si innalza sulla lunga duna e lascia da
+per tutto un orlo di spiaggia, su cui si cammina come su di un tappeto
+di velluto.
+
+Mi allettava assai l'idea di andare a piedi fino al capo, ma i pescatori
+di Terracina me ne dissuasero ed io non vi andai perchè non ero sicuro
+che la strada fosse libera da mandre di bufali. Questi pescatori erano
+stati rallegrati prima della mia partenza da una pesca eccezionale: essi
+stavano con altra gente sulla riva, quando i loro sguardi furono
+attirati da un oggetto che si alzava di tanto in tanto sulla superficie
+delle acque e che pareva attaccato ad una corda, fissa a sua volta ad
+un piuolo. Era una grossa testuggine marina che si era impigliata nelle
+reti: la povera bestia era rimasta gravemente ferita da un raffio, ed i
+pescatori l'avevano legata, come un cavallo, per una zampa, ed
+assicurata ad un palo. Essa faceva grandi sforzi per liberarsi e di
+tanto in tanto sollevava la testa, il collo e una parte del suo guscio
+rosso scuro, per respirare. Fu lasciata tutta la notte al suo martirio e
+la mattina seguente, quando partii per il capo, vidi dalla mia barca che
+era ancora nello stesso posto.
+
+Avevo con me quattro barcaioli e un servo dell'albergo che aveva passato
+qualche tempo a S. Felice, sul promontorio e che doveva farmi da guida.
+In tutto, eravamo sei persone. Partimmo alle quattro del mattino: la
+luna chiara che discendeva verso occidente, spandeva nell'ultima lotta
+col giorno, un bagliore largo e dorato sul mare lievemente mosso. Fitte
+nebbie apparivano ad oriente, verso la palude di Fondi, e nascondevano
+le rocce di Sperlonga ed i promontori di Gaeta e di Mondragone. Anche il
+capo Circeo era cinto di un velo, squarciato solo sulla vetta.
+
+Soltanto chi ha viaggiato per mare fra il tramontar della luna e il
+nascer del sole può aver sentito la gioia divina dell'imminente nuovo
+giorno. Il respiro continuo del mare che sale dall'irrequieto e vivo
+elemento, ha in sè il fremito primordiale della creazione. Perchè mai il
+mare sveglia in noi, anche visto in lontananza, o sentito nel ritmico
+palpito delle sue onde dalla riva, un desiderio così profondo, ansioso
+ed ignoto, come nemmeno le cime delle Alpi sanno svegliare? Forse perchè
+questo nostro piccolo _io_ colle sue piccole necessità e la coscienza
+della natura, destata per un attimo, si trovano in immediato contatto
+coll'Infinito e l'Eterno, con ciò che non ha storia, nè tempo, nè
+limiti, nè forma.
+
+Avanzavamo rapidamente nell'aria fresca e serena, condotti dolcemente
+dal vento e dal marinaro e sempre più si andava svolgendo dalle brume il
+capo oscuro, col suo bianco paesello sulla punta e una torre grigia ai
+piedi, sul mare. Ma prima di approdare a questa, voglio dire due parole
+sulla storia del _Mons Circeus_ o _Monte Circello_.
+
+Da lungo tempo il paese delle favole di Circe fu fissato su questo
+promontorio che invero, con la sua forma nettamente insulare, i suoi
+folti boschi, i suoi odorosi declivii, le sue grotte di stalattiti sul
+mare, costituiva un ambiente, per lo meno non disadatto, a far sorgere
+una favola magica di antichi navigatori. Il monte Circeo era nei tempi
+preistorici veramente un'isola, come oggi le isole di Ponza e come un
+tempo il Soratte. A poco, a poco e certamente molto prima dei tempi
+dell'Odissea, questa isola si riunì alla terra e divenne un capo. Gli
+antichi geografi riferiscono che su di esso giacque una città col tempio
+di Circe e con un altare a Minerva, dove era conservata la coppa di
+Circe in cui Ulisse aveva bevuto. Anche la tomba di Elpenore vi si
+mostrava, con i mirti che vi erano germogliati sopra.
+
+La città di Circei, o Circeo, era volsca, come Anxur, oggi Terracina. I
+Romani la conquistarono e vi stabilirono una colonia che non fu certo
+mai grande e potente, ma per la sua posizione fu una delle più belle
+piazze forti ed inoltre un gradito soggiorno. Lucullo vi pose i suoi
+vivai e v'edificò una villa e Lepido, quando dovè ritrarsi dal
+consolato, venne qui a dimorare.
+
+L'antica città scomparve in un'epoca incerta; forse fu distrutta dai
+Goti. Sulle sue rovine sorge l'attuale San Felice, costruita
+probabilmente intorno all'antica fortezza dalle mura ciclopiche. Questa
+_Arx Circaea_ o _Rocca Circeji_, si trova spesso menzionata nei
+documenti e nelle storie medioevali; solo molto più tardi compare il
+nome di San Felice. In questo luogo nel secolo VIII era anche un
+vescovato. La fortezza di Circeo era considerata come la più importante
+fra quelle della spiaggia pontina. Si sforzarono di acquistarne il
+possesso la città di Terracina, i conti di Gaeta e quelli di Fondi; ma
+essa riconobbe la sovranità del Pontefice.
+
+Al principio del secolo XII, quando i duchi normanni avevano in loro
+potere l'Italia meridionale, essi s'impadronirono anche di questa
+fortezza, ma solo per poco, perchè i papi salvaguardarono bene i loro
+diritti sulla terra di confine, su Terracina e sul promontorio che ne
+dipendeva. Sul finire del secolo, divennero padroni della rocca di
+Circeo i Frangipani di Roma che possedevano Astura e molti altri
+territorii sul Tirreno ed essi seppero sottrarla alla giurisdizione di
+Terracina, dopo un lungo assedio. Essi possedettero la _Rocca Circeji_
+per lungo tempo; Ottone e Roberto Frangipani la diedero poi a Rolando
+Guidonis de Leculo, ma a questi Innocenzo III la ritolse per restituirla
+alla Chiesa.
+
+Alla metà del secolo XIII i Templari divennero proprietari del
+promontorio, dove ancora durava la leggenda di Circe, figlia del Sole e
+dove si era mostrata la coppa di Ulisse, il _Graal_ di questo antico
+monte incantato. Un documento del 3 maggio 1259 dice che Pietro
+Fernandi, maestro dell'Ordine dei Templari in Italia, per
+autorizzazione del maestro generale Tommaso Berardi, assegnava al vice
+cancelliere Giordano in cambio del casale Piliocta (oggi Cecchignola,
+sulla via Ardeatina), _il villaggio Sancti Felicis sul monte Circego,
+appartenente per diritto all'Ordine_, ottenuta la approvazione della
+casa romana dei Templari sull'Aventino (oggi priorato di Malta). Era
+questi il medesimo cardinale Giordano che come governatore della
+Campagna romana e della Marittima, nove anni più tardi, compariva colle
+sue truppe dinanzi ad Astura per chiedere, in nome della Chiesa, ai
+Frangipani la consegna di Corradino, cosa che non potè ottenere, come è
+noto, disgraziatamente per l'ultimo degli Hohenstaufen.
+
+Giordano era un nobile di Terracina, della potente casa dei Peronti.
+Egli riunì a Terracina la rocca Circea che rimase alla sua famiglia fino
+a tutto il secolo XIII, nel qual tempo passò agli Anibaldi di Roma, dai
+quali nel 1301 la ebbero i Gaetani.
+
+La potenza di questa famiglia derivava allora tutta da Bonifacio VIII;
+suo nipote Pietro possedeva già le città volsce di Sermoneta e di Norma
+e una gran parte del territorio pontino, ricco di bestiame, da Ninfa al
+mare. Pietro Gaetani diede principio a questo ricco possesso--che i suoi
+discendenti godono ancora--coll'acquisto del capo Circeo. Lo acquistò
+con tutte le terre dipendenti e ancora i Gaetani portano il nome di San
+Felice, e insieme acquistò per 2000 fiorini d'oro il lago di Paola, da
+Riccardo Anibaldi, signore della torre delle Milizie in Roma. Da quel
+tempo i Gaetani possedettero la rocca Circea per 400 anni. In questo
+lungo periodo di tempo essa fu tolta loro una volta, ma per soli due
+anni, quando Alessandro VI li privò di tutti i feudi negli Stati della
+Chiesa per donarli al figlio di Lucrezia, al piccolo Rodrigo di
+Biseglia. Allora egli eresse Sermoneta in ducato, ma subito dopo la sua
+morte i Gaetani rientrarono nei loro possessi, e siccome erano anche
+conti di Fondi, il castello Circeo costituì la pietra di confine della
+loro signoria sul mar Tirreno. Dalla cima del loro palazzo a San Felice
+essi spaziavano con lo sguardo, entro il cerchio armonioso del panorama,
+sul loro feudo da Fondi fino ad Astura e dalle mura ciclopiche di Norba
+fino alla spiaggia pontina.
+
+Nell'anno 1713 i Gaetani alienarono il capo Circeo, e il duca
+Michelangiolo lo vendette ai Ruspoli di Roma, insieme col palazzo
+Gaetani sul Corso che si chiamò d'allora in poi palazzo Ruspoli.
+
+Nel 1718 il capo passò agli Orsini come dote di Donna Giacinta Ruspoli;
+ma siccome la Santa Sede si era riservato il diritto di riacquistare il
+feudo, gli Orsini dovettero venderlo nel 1720 alla Camera Apostolica per
+100,000 scudi. Nel 1808, dopo 88 anni, fu venduto nuovamente, al
+principe Stanislao Poniatowski, e così un magnate polacco, ultimo della
+sua casa, divenne signore dello storico capo e lo tenne per 14 anni. La
+Camera Apostolica lo riscattò nel 1822 e con la caduta degli Stati della
+Chiesa passò alfine in proprietà dello Stato italiano.[9]
+
+Questa è la breve storia del capo Circeo: intanto il sole si è alzato
+fra i monti di Gaeta e la luna è scomparsa nella luce. Il capo è apparso
+tutto scoperto dinanzi a noi, illuminato dal sole matutino con una luce
+tranquilla e tutto l'incanto è finito.
+
+Poche cose nel mondo tollerano una troppo grande vicinanza, o piuttosto
+il rapporto della nostra immaginazione con esse non le sopporta. I
+monti, come gli uomini e le loro imprese, i grandi e la loro fama, hanno
+bisogno di un velo di luce e d'aria che li renda misteriosi alla nostra
+immaginazione e tenga lontana l'indagine critica; quanto più piccoli
+sembrerebbero essi se le loro leggende fossero d'un tratto demolite
+dalla vicinanza del tempo e cadesse l'illusione che li avvolge! Profondo
+è il simbolo dell'Iside velata!
+
+Come appare magico e misterioso il promontorio Circeo guardato dalla
+lontana Astura, dai monti Volsci o da quelli Laziali, ed anche da
+Terracina, quando cade la sera! Ora invece mi appariva grigio e verde,
+simile a molti altri monti; spariva quella forma insulare che aveva
+assunto nella lontananza e lo vedevo scendere verso la pianura pontina
+con una larga striscia di terra. Le belle forme sparivano e profonde
+selve coprivano i suoi fianchi fino alla sommità, mentre questa da
+lontano sembrava rocciosa e nuda, scintillante di riflessi solari!
+
+Prendemmo terra a Torre Vittoria, dove il piede del promontorio si perde
+sul lembo della spiaggia, senza però avere un luogo di approdo in forma
+di porto. Non vi erano pescatori, nè barche. La torre è un edificio
+quadrato, dicesi costruita dai Gaetani. La sua guarnigione è stata
+soppressa, come quella di tutte le torri marittime, alla caduta del
+governo pontificio. Serve ora di caserma ai doganieri ed anzi uno di
+questi appena ci scorse, scese le scale e venne a salutare i pescatori
+che ben conosceva, ed a verificare il loro passaporto. Lasciai i
+marinari sulla spiaggia e con la mia guida mi avviai verso San Felice.
+La posizione del villaggio e la piccola via che vi conduce mi hanno
+ricordato Capri. Ma il capo Circeo non ha null'altro, o ben poco, che lo
+faccia rassomigliare a quest'isola. Dopo un quarto d'ora di non faticosa
+salita sul declivio coperto di siepi e cespugli di mirto, mi è apparso
+il villaggio in una posizione veramente incantevole.
+
+San Felice sta su una piattaforma naturale, abbastanza larga, al di
+sopra si levano pareti boscose, dinanzi si apre l'immensa distesa e
+sotto, nella profondità, il mare turchino. Il paesetto ha poche strade
+rettilinee ma strette, sormontate dal castello baronale ed una decorosa
+chiesetta. Di fronte al castello si apre la piazza o strada principale.
+Le case sono, per solito, di un piano e prive di qualunque pretesa
+artistica. Fui non poco sorpreso dal fatto che un villaggio così antico
+e separato dal resto del mondo potesse avere il carattere di un borgo
+aperto. Che San Felice occupi il luogo dell'antica Circea, non può
+essere posto in dubbio, perchè non c'è in tutto il promontorio un'altra
+superficie libera e piana su cui potesse essere edificata una città.
+
+Qualunque traccia di antica storia è scomparsa. E' vero che il palazzo
+dei Gaetani occupa evidentemente il terreno già occupato da una rocca
+medioevale che prima del dominio di quei duchi dovette appartenere ad
+uno dei loro predecessori, ma questo castello baronale non era l'antica
+_Arx Circeji_ che doveva stare invece su una rupe enorme dominante la
+città, al disopra della quale ancora si vedono resti di mura ciclopiche
+larghe cinque piedi, e molti blocchi di pietra. Mi recai a visitare
+questo luogo, persuaso che il palazzo Gaetani fosse stato costruito
+sulle rovine dell'antica _Arx_.
+
+Questo castello ha la forma di un grosso dado, con un cortile spazioso
+che fu quello della fortezza. Nel centro di esso cresce un boschetto
+ameno di oleandri e di mirti. Contro una muraglia sono appoggiate le
+basi marmoree di sei colonne, unica antichità che abbia trovato a S.
+Felice. Invano ho cercato stemmi e inscrizioni medioevali sulle porte;
+di queste una sola aveva forma gotica. Dell'antica fortezza resta una
+torre quadrata, alla quale si appoggia l'edificio centrale, ma anch'essa
+è restaurata. Le parti adiacenti del castello baronale sono di
+costruzione posteriore all'epoca dei Gaetani che nel secolo XVII
+aggiunsero ad esso comodità e nuove bellezze per potervi passare
+qualche settimana. Il cambiamento radicale avvenne certo sotto
+Poniatowski.
+
+Questi edificò nuovamente l'interno, stanze e saloni, e l'adornò di
+pitture. L'attuale deserta abitazione dovette essere allora un luogo
+delizioso, tale che il nipote del re di Polonia non avrebbe potuto
+trovarne uno più bello. Egli vi si recava spesso, quando lasciava Roma,
+dove possedeva la villa di fronte alla porta del Popolo; è stato davvero
+un benefattore di questo villaggio; lo ha migliorato, vi ha costruito
+una fontana ed una strada che va al mare, ed ha ricompensato sempre
+generosamente i servigi resigli.
+
+Presso S. Felice il principe si fece edificare anche un casino, ora in
+completo sfacelo, come il giardino annesso. Questo casino sta sull'orlo
+estremo della piattaforma, sul mare, e costituisce il più seducente
+belvedere che abbia mai visto.
+
+Come ho detto, Poniatowski vendette il capo Circeo nel 1822; vendette
+anche subito dopo la villa in Roma e la collezione di antichità, e si
+ridusse a Firenze, dove nel 1831 morì.
+
+San Felice conta 1200 anime. L'agricoltura è la sua ricchezza,
+soprattutto le viti che coprono gli ultimi declivi del capo.
+
+Furono sue industrie un tempo i vasi d'argilla e d'alabastro. Queste
+fonti di guadagno sono scomparse, pure la popolazione non mi è sembrato
+soffra grande miseria. Si trova nel paese un albergo, molto primitivo ed
+anche un caffè; avrei dovuto pernottarvi, se avessi voluto poi salire
+sulla vetta del promontorio, ciò che era mio desiderio, non tanto per
+visitare le antiche mura che si additano come resti del tempio di Circe,
+quanto per godere l'incantevole panorama. Dicono che di lassù, a 1900
+piedi, quando l'aria è limpida e chiara, si vede il convento di
+Camaldoli che domina Napoli, e la cupola di S. Pietro di Roma.
+
+Da San Felice si può comodamente salire sulla vetta del monte per
+sentieri rocciosi, fra folti cespugli: ci vogliono però alcune ore. Mi
+ero proposto di fare il giro intorno a tutto il capo, ma dovetti
+abbandonarne l'idea, perchè dalla parte del mare le rocce cadono a
+picco, non lasciando sentiero possibile sulla spiaggia. La distanza da
+San Felice fino al punto in cui la parte interna del capo trova di nuovo
+il mare, presso il canale di Paola, è di tre miglia ed eguale lunghezza
+ha il capo: la sua larghezza non è certo invece più di un miglio.
+
+Lasciando San Felice presi dapprima un breve sentiero, assai comodo e
+agevole, poi scesi per il declivio della roccia giù al piano boscoso e
+giunto ai piedi del capo, potei ammirarlo in tutta la sua forma. E' una
+grandiosa piramide, la cui vetta, nella sua estremità, si ripiega in
+alto, dal lato occidentale. Fin verso la cima è coperto di quercie e di
+cespugli, fra i quali qua e là spiccano masse rossastre di acute roccie.
+Le pareti s'innalzano spesso perpendicolari e sembrano sorreggere un
+tetto. Tutto il capo sembra un tetto spiovente; ma vi si distinguono
+dieci monti che portano nomi speciali. Nelle spaccature delle rocce
+crescono i palmizi nani. Molte palme che adornano il Pincio sono appunto
+cresciute sul capo Circeo.
+
+Nella mia passeggiata ho attraversato un boschetto di mirti, lentischi
+ed eriche, che crescono qui arborescenti, ed ho visto alte quercie da
+sughero, sempre verdi e quercie tedesche. La quercia nordica, che da noi
+comincia assai tardi a inverdire, in questo clima è uno degli alberi più
+precoci. Le trovai, già perfettamente coperte di fronde, lungo il canale
+della Linea Pia, mentre l'olmo ne era quasi spoglio. Il bel bosco sul
+capo porta il nome di Selva Piana: numerosi greggi di pecore e armenti
+di giovenchi vi pascolano e danno al placido paesaggio un carattere
+solennemente idilliaco.
+
+Per voler trovare ora su questo capo un luogo dove immaginare la valle e
+il palazzo della melodiosa dea Circe, è necessario pensare alla
+piattaforma stessa di San Felice o a questo gradevole e ameno declivio.
+
+Qui troviamo, se non vere e proprie valli, almeno dei larghi fianchi
+montuosi dove è possibile collocare idealmente il castello incantato di
+Omero, colla sua ombrosa solitudine e insieme il suo aperto orizzonte.
+Qui cresce un'inesauribile flora. Vi crescerà forse anche la salutare
+erba Moly che Mercurio somministrò al paziente Ulisse:
+
+ bruna
+ N'è la radice: il fior bianco di latte.
+
+Ma siccome anche l'eroe dice essere difficile che creature mortali
+possano coglierla, così i botanici dovranno rinunziare a scoprirla senza
+l'aiuto di un Dio.
+
+La fantasia popolare non ha del resto stabilito alcun luogo come dimora
+di Circe, e la leggenda è rimasta qui più per il nome della maga Circe
+che per la favola stessa: essa non è che artistica ed archeologica. Qui
+si son fatti il concetto di una maga Circe come di una Loreley che
+attirasse e facesse arenare le navi. Mi hanno raccontato che essa era
+stata alfine sfidata da una nave straniera tutta di cristallo, sulla
+quale la maga non aveva potuto esercitare potere alcuno e che anzi era
+stata presa, rinchiusa nella nave e portata via. Da allora se ne erano
+perdute le tracce e credo che la potenza immaginativa di questo buon
+popolo lavoratore non sia andata oltre nella bella leggenda di Circe. La
+mia guida mi narrava con soddisfazione un fatto accaduto durante il suo
+soggiorno in San Felice ad una sentinella di guardia alla torre del
+Fico; a questa sentinella, di notte, era apparso un cane dagli occhi di
+fuoco ed aveva tracciato intorno a lei circoli magici.
+
+Nell'uscire dallo splendido bosco, avevo alla mia destra il lago di
+Paola, a sinistra la spiaggia del mare e sopra, all'estremità del capo,
+una graziosa torre, la torre di Paola. Il lago appariva come un grigio e
+melanconico specchio d'acqua fra rive piane, un vero lago di maremma che
+s'internava per parecchie miglia dentro terra. Stavano sulle sue rive
+due chiesette chiamate San Paolo e Santa Maria della Surresca. In tempi
+remoti, il lago era unito al mare e formava una baia: ora la
+comunicazione è ristabilita per mezzo di un canale. Lucullo vi aveva una
+villa e famosi vivai. Anche nel medio evo fu luogo di pesca e di caccia
+all'anitra (l'anitra selvatica si chiama qui _folaga_) e solo per opera
+del tempo l'antico canale è andato in rovina. Innocenzo XIII fece
+costruire il casino e la chiesa che stanno ancora sul canale, sebbene
+abbandonati e quasi rovinati ed altre case anche fece costruire sulla
+sponda del lago, per i pescatori e ispettori e per magazzini. Oggi uno
+speculatore di Sperlonga ha preso in affitto la pesca del lago per la
+modesta somma di lire 7500 annue. L'ardente sole del mezzodì
+fiammeggiava sul lago plumbeo nella profonda e selvaggia solitudine
+delle paludi e dei boschi: appena gli alti giunchi e i tamarischi della
+riva si movevano; non una barca appariva sulla superficie tranquilla;
+questa quiete fosca e solenne aveva qualche cosa di favoloso.
+
+Camminavamo lungo le case della riva, lungo il muro di un grande
+giardino che fu di Poniatowski, ora completamente abbandonato e
+selvaggio. Sulla porta di una casa sedeva la moglie di un pescatore con
+i suoi figlioletti che non apparivano punto pallidi di febbre, ma
+freschi e rosei, fra reti distese, stanghe e altri attrezzi pescherecci.
+Uscirono poi anche alcuni uomini e con loro il fortunato affittuario del
+lago, lo speculatore di Sperlonga; questi ordinò ad un ragazzo di farmi
+vedere i vivai. Salimmo allora su un sandalo, una specie di barca assai
+antica, di cui ho trovato menzione in vecchi documenti riguardanti le
+paludi pontine. Nel 1223 fu concesso il diritto all'abbazia di
+Grottaferrata di tenere _duos sandalos ad piscandum in Lacu
+Folianensi_. Il sandalo è il battello della palude, quadrato e piatto;
+le dimensioni variano secondo il bisogno. E' barca di carico e di
+tragitto insieme. Il suo nome ed il suo uso si son mantenuti dai tempi
+più antichi, e son dovuti certamente alla sua forma. In sandalo andavano
+i viaggiatori romani quando dal _Forum Appii_ solevano fare una gita sul
+canale _Decemnovius_. I vivai si trovano in vicinanza delle sponde e
+formano una serie di camere circondate da un reticolato.
+
+Speravo di vedere il più raro acquario, ma fui deluso, nè in questi
+vivai, nè nell'antico bacino murato che ancora si usa, mi fu possibile
+vedere un sol pesce.
+
+Dal lago andai verso il mare, lungo il canale di costruzione romana che
+è largo circa 30 piedi, ed ha argini in mattoni. Innocenzo XIII lo
+restaurò nel 1721. Cateratte massicce lo proteggono contro le onde del
+mare. Si aprono queste per lasciar passare i pesci e lì ne vidi alcuni.
+Una delle cateratte serve anche da ponte. Su questa trovai in muratura
+lo stemma dei Conti (aquila della Campagna e dadi sulla scacchiera) con
+sotto la seguente iscrizione, memoria di quel Papa della casa Conti:
+
+«_Quod Inter Mare Tyrrhenum Lacumque Circejum Pristino Aquarum Restituto
+Commercio Carolo Collicola Aerario Ac Rei Marittimae Praefecto
+Piscatorio Urbis Foro Fisci Rationibus ac Publicae Utilitati Providerit
+Anno Pont. Primo_».
+
+In mezzo alla solitudine selvaggia del capo Circeo, sul lembo estremo
+dell'antico dominio papale, questa iscrizione sul pallido marmo mi
+affascinò con tale forza storica, come se fosse di un passato molto più
+remoto e come se appartenesse alla stessa epoca della lapide che, nel
+palazzo municipale di Terracina, eterna la memoria del prosciugamento
+delle paludi pontine eseguito dal gran re dei Goti, Teodorico.
+
+Lo spazio di dodici secoli che corre fra queste due iscrizioni,
+comprende quasi tutto lo sviluppo dell'Occidente dalla caduta
+dell'impero romano; è per questo che sembra così lungo... Ma che sono
+dodici secoli nella vita del mondo? Il tempo che corre fra ieri ed oggi.
+In altri luoghi si ha profonda coscienza del lavoro incipiente dello
+spirito umano; qui, nelle paludi pontine, il tempo invece appare
+piuttosto come una superficie eguale e senza interruzione che si estenda
+indefinitamente monotona.
+
+Non ho mai sentito così bene quanto presto le cose umane divengono
+leggendarie, come dinanzi a questa iscrizione. Il dominio temporale dei
+papi che soltanto tre anni fa cadde per sempre, mi si presentava già
+come un mito sulla cui storicità si dovesse riflettere come su quella
+del dominio dei Goti. I papi hanno lasciato molte indelebili tracce
+nella terra che fu loro, dall'Etruria al capo Circeo. Quando la figura
+storica del cristianesimo sarà passata, quando i dogmi e il culto della
+Chiesa per le generazioni future avranno soltanto un interesse storico,
+come oggi per noi il culto di Ptah e di Osiride, allora si ricercheranno
+gli stemmi pontifici, le iscrizioni e i monumenti dei più potenti dei
+re-sacerdoti, che si chiamavano papi, e si farà ciò col maggiore
+interesse e col più vivo desiderio, molto più di quello che si faccia
+oggi per le iscrizioni dell'antichità; le rovine di San Pietro e del
+Laterano saranno allora per l'osservatore e per l'archeologo oggetto di
+maggior considerazione che non le masse gigantesche del Colosseo e le
+rovine dei templi e delle terme di Roma.
+
+I papi sono riusciti a dare alle loro opere un vero sentimento di
+romanità: anche queste paludi lo provano. Dopo Teodorico, re dei Goti,
+furono Sisto V e Pio VI che ristabilirono la via Appia ed i canali
+pontini. Il Governo italiano, nella successione, si è assunto il compito
+di continuare i lavori e di fare anche di più; e per ora è passato così
+poco tempo dalla caduta del _dominio temporale_, che non è lecito
+movergli rimprovero se ancora non ha pensato alla sistemazione del
+porto di Terracina. Più urgente, invero, sarebbe la costruzione di
+quello di Brindisi, che aprirebbe all'Italia meridionale una nuova vita
+e la via del commercio con l'Oriente.
+
+Basta dare uno sguardo alla baia di Paola che, protetta dal promontorio,
+si offre all'ancoraggio, per comprendere quale avvenire essa potrebbe
+avere. E' l'unico luogo, nel promontorio, dove sia possibile l'approdo.
+Qui sbarcò Ulisse:
+
+ Taciti a terra ci accostammo, entrammo,
+ Non senza un Dio che ci guidasse, il cavo
+ Porto e sul lido uscimmo...
+
+Qui approdò Tiberio, venendo da Astura; qui approdarono i Saraceni che
+molte volte saccheggiarono la località. Si vede ancora la torre quadrata
+dei Gaetani, la torre di Paola, l'eroica torre che sostenne lotte
+accanite coi pirati del mare.
+
+Essa si erge su una sporgenza della rupe, immediatamente sopra il capo.
+Il mare e il canale sono distanti solo pochi passi. Questo punto, presso
+la torre, era la mèta più ambita delle mie peregrinazioni. E' una
+solitaria marina, celebrata dalla leggenda d'Omero. La saracinesca è
+caduta; porte e finestre sono chiuse ed invano tentai penetrarvi. La
+pallida erba balsamica cresce sulle mura grigiee e gli steli del grano
+selvatico, inariditi dal salso vento marino, oscillano intorno, mentre
+le rupi luccicano, al di sopra, di muschi purpurei. Tutto è qui come
+immerso nel sonno. L'onda marina si frange rumorosa sulla riva silente
+in ritmi uniformi che tutto il presente seppelliscono nel silenzio e
+risvegliano nell'anima lontane imagini e lontani ricordi. Ogni tanto un
+falco si leva da un cespuglio di mirti e si libra sulla costa, emettendo
+un acuto strido, poi allarga lentamente i suoi cerchi sulla palude e sul
+mare.
+
+Le dune bianche, abbaglianti racchiudono per parecchie miglia il limpido
+mare in una linea dolcemente arcuata, finchè si perdono nei vapori,
+verso Astura. Dietro si stendono paludi e boschi nereggianti, che
+nascondono altri laghi: il lago di Crapolace, quello dei Monaci e
+l'altro di Fogliano, simili al lago di Paola, ma senza porto.
+
+Per quanto il mio occhio poteva spaziare lontano, la bella spiaggia mi
+appariva completamente deserta; nessuna traccia di greggi; sul mare
+nessuna barca; solo tre o quattro vele, lontane, verso Astura. In
+distanza appariva sotto il sole una torre: la torre di Fogliano o il
+castello di Astura. Si può andare fin là a piedi, o a cavallo, seguendo
+la spiaggia. Anticamente v'era la via Severiana che conduceva fino al
+capo, lo girava e giungeva a Terracina. Su questa si trovavano: _Ad
+Turres_, _Circejos_, _Turres Albas_, _Clostra Romana_, _Astura_ e
+_Antium_.
+
+Dall'alto della torre di Paola si ammira la grande distesa del mare e le
+isole di Ischia e di Ponza che nettamente vi si delineano, sotto gli
+scoscendimenti delle rupi ed i massi grigio-rossastri che ricordano il
+Monte Solaro di Capri. Ridiscesi poi al lago e tornai per la medesima
+via a San Felice.
+
+Dopo un digiuno di dieci ore, dopo la gita in mare e la passeggiata
+sotto il sole che già scottava, calmammo la nostra sete, la mia guida ed
+io, con gli squisiti aranci di questa regione.
+
+La sala del caffè era gremita di abitanti del capo, parte dei quali alti
+e begli uomini, non vestiti però con costumi speciali. Me ne furono
+indicati alcuni che avevano servito sotto il papa, il che sembrava in
+certo modo essere considerato come cosa speciale e onorevole. Mi dissero
+anche che, prima dell'ultimo rivolgimento, le guarnigioni di tutte le
+torri del litorale, da Terracina a Porto d'Anzio, erano composte di
+sanfelicesi.
+
+Un pescatore era intanto venuto ad aspettare o ad affrettare il mio
+ritorno; perchè, come avevo osservato dalla torre di Paola, il vento si
+era nel frattempo fatto più forte e il mare si era coperto di schiuma.
+Una gita di parecchie ore in mare, con quel tempo, non si presentava
+certo come una bella prospettiva!
+
+Scendemmo per un sentiero fino alla spiaggia, dove apparivano alcuni
+ruderi antichi. Sarebbe stato veramente bello aver potuto passare in
+quel luogo alcuni giorni, arrampicarsi sulle rocce, visitare le belle
+grotte, vedere le torri del Fico, Cervia e Moresca che stanno sulle
+sporgenze estreme del capo. Camminando lungo la spiaggia riuscimmo di
+nuovo presso torre Vittoria e salimmo sulla barca:
+
+ E quei si rimbarcavano; e sui banchi
+ Sedean l'un dopo l'altro, e percotendo
+ Gían co' remi concordi il bianco mare.
+
+Ci arrestammo un istante ad un miglio dalla spiaggia. La barca sembrava
+davvero un guscio di noce sul flutto irrequieto, ora avendo come sfondo
+l'orizzonte da un lato ed i monti dall'altro, ora sprofondandosi nelle
+liquide valli. Questa gita mi fece molto piacere, perchè non temo il
+mare agitato e non soffro punto il mal di mare. I rematori vogavano
+faticosamente, ma con arte consumata sapevano ora evitare, ora
+utilizzare abilmente le onde più grosse e più alte. Allora capii
+veramente che cosa fosse una barca equilibrata e la nostra poggiava
+fissa e sicura sui suoi quattro remi, che insieme sembravano servirgli
+come braccia e come ancora. Era assai difficile avanzare e dopo più di
+due ore di lotta ci trovammo di nuovo di fronte a torre Badino.
+
+Questa torre ed un casino lì presso indicano il luogo dove il Portatore,
+un braccio del canale pontino, si versa nel mare. Vi sono stati
+costruiti dei moli. I pescatori risolsero di mettersi sotto vento ed
+invece di continuare il faticoso viaggio, arrivare così a Terracina per
+il canale.
+
+Alla foce del Portatore l'agitazione delle onde alte e grigie era assai
+forte: la nostra barca ne risentì la violenza con un forte beccheggio,
+ma presto, oltrepassato un ponte levatoio, ci trovammo in uno specchio
+d'acqua più che tranquillo, morto, nero, stagnante. Da quello entrammo
+nella Linea Pia che conduce direttamente a Terracina.
+
+La Linea Pia è fiancheggiata da alti olmi, e sulle sue rive cresce la
+più ricca flora di gigli acquatici che abbia mai visto. In alcuni punti
+il canale era impaludato, o era completamente coperto di piante. A causa
+di questo tre marinai dovettero scendere dalla barca e tirarla dalla
+riva con una fune, a forza di braccia.
+
+Per quanto ad ogni stagione la Linea Pia venga sottoposta ad un
+ripulimento, essa è invasa di nuovo prestissimo dalla flora palustre. Il
+metodo per pulirla è semplicissimo: si caccia qua e là per il canale una
+frotta di bufali e si fa loro calpestare l'erba. Queste bestie si
+sforzano naturalmente di liberarsi e di guadagnare la terra ferma, non
+perchè temano l'acqua, essendo al contrario animali di palude, ma perchè
+la fatica necessaria per strappare e pestare le piante così intrecciate,
+stanca anche la loro possente muscolatura. Ma i butteri che li
+accompagnano, li respingono nel pantano colle loro lunghe lancie, ed
+altri tormentatori stanno dietro sui sandali e fanno lo stesso con delle
+aste puntute. Il giorno dipoi vidi, sulla via Appia, presso la stazione
+di Mesa, questa selvaggia scena palustre: è impossibile immaginare
+qualcosa di più singolare di quei mostri neri ammassati nel canale che,
+simili a un branco di cavalli del Nilo, agitano le loro teste possenti
+con le corna piegate all'indietro, sbuffano fuor dell'acqua, mentre
+faticosamente avanzano nuotando e calpestando.
+
+Quanto più ci avvicinavamo a Terracina, tanto più il canale diveniva
+animato. Molti sandali tornavano carichi dalla città e su molti di essi
+sedevano uomini civilmente vestiti che sembravano passeggeri ed erano
+forse proprietarii di terre vicine.
+
+Scendemmo dal battello al ponte, presso il grande ospedale militare ed
+io mi recai subito alla riva accanto all'albergo, per sapere qual fine
+avesse fatta la gigantesca tartaruga. Essa stava distesa su un carro a
+due ruote, legata con funi e accuratamente avvolta in scorze d'albero,
+quasi si fosse voluto preservarla da un raffreddore. Molta gente stava
+ad osservarla attentamente. Il guscio robusto era di un bellissimo color
+bruno con macchie nere; la testa pareva quella di un'aquila e perfino la
+bocca aveva la forma di un becco. Viveva ancora e guardava gli astanti
+con occhi spalancati pieni di stoica indifferenza; sembrava quasi
+volesse dire: «Tu sei una creatura più abominevole di me, o uomo, e
+cento volte più crudele e vorace del pescecane, tu che strappi alle
+profondità dei mari i suoi abitanti per seppellirli nel tuo stomaco,
+nella grande voragine e abisso del mondo vivente!» Nella notte la
+tartaruga doveva essere spedita al suo destino, cioè a Piperno, fra i
+monti Volsci, dove sarebbe stata poi venduta come cibo di magro.
+
+
+
+
+LE SPONDE DEL LIRI.
+
+(1859).
+
+
+
+
+Le sponde del Liri.
+
+(1859).
+
+
+Invito il lettore ad un'escursione attraverso il paese latino, da Veroli
+a Casamari, da Isola a Sora e ad Arpino, da Arce ad Aquino, da San
+Germano[10] a Montecassino, proprio mentre l'Italia centrale pullula di
+armati, mentre le Romagne hanno scosso il giogo pontificio, mentre gli
+animi tutti sono preoccupati dalla _questione romana_.
+
+Questa regione è la continuazione del Lazio; il Liri divide con confini
+naturali la Campania in due parti: quella romana è solcata dal Sacco che
+si getta appunto nel Liri sotto Ceprano ed è propriamente la campagna
+romana; l'altra metà, magnifica pianura fra l'Appennino ed i Volsci, è
+la Campania napoletana, dove scorre il Liri. Essa si estende veramente
+fino a Capua, ma i monti la circondano di fronte a San Germano e la
+separano così dalla _Campania felice_. A Montecassino mi fecero
+osservare un giorno di lassù il castello di S. Pietro in Fine, e mi
+spiegarono questo nome con: _in fine Latii_; se non che l'erudito don
+Sebastiano Calefati mi fece riflettere che _in fine_ poteva anche
+significare: al confine della giurisdizione della diocesi di
+Montecassino. Non intendo però entrare in una disquisizione geografica;
+scendiamo piuttosto tranquillamente da Veroli, per arrivare sulle rive
+del Liri in una bella giornata di ottobre, mentre un sole tepido splende
+sui campi tingendo i monti de' più bei colori dell'autunno, mentre
+dinanzi ai nostri occhi si stende la classica campagna attraversata dal
+fiume, il cui bel nome risveglia i pensieri più gentili, più soavi e
+diffonde un alito poetico per queste contrade.
+
+Uscendo dalla porta dell'alto paese di Veroli e camminando lungo le sue
+mura mezzo rovinate, prima di scendere nella pianura, per la prima volta
+mi si spiegò dinanzi la regione che volevo percorrere. Alla mia destra
+erano i campi di Ceprano, il ponte ove Manfredi fu tradito e più in là
+la catena azzurra dei Monti Volsci; alla mia sinistra i monti maestosi
+di Sora, volti verso gli Abruzzi e pieganti verso il Liri. Ma ciò che
+sopra ogni cosa attrasse la mia attenzione fu la vetta di un monte, o
+per dir meglio la linea bianca che lo coronava. Era Arpino, la patria di
+Cicerone e di Mario. Produce profonda impressione il vedere per la prima
+volta, e per di più in modo confuso e ad una certa distanza, un luogo
+che segna due grandi epoche e di cui ci è noto il nome sin
+dall'infanzia. Mi ritornarono così alla memoria infiniti particolari
+dell'età giovanile: il mio pensiero si riportò ai banchi della scuola
+dove ci veniva spiegato Cicerone, si riportò allo stesso volume
+stracciato e stampato su cartaccia grigia delle sue orazioni ed al
+tuonante ed indimenticabile _Quousque tandem Catilina?_ Ed ora mi
+trovavo proprio dinanzi alla patria di Cicerone, dinanzi a quell'Arpino
+che non avrei sperato o sognato di veder mai.
+
+Non essendovi altra strada carrozzabile all'infuori di quella sotto
+Casamari, e tutta questa regione latina non avendo altro mezzo di
+comunicazione con i paesi finitimi se non la Via Latina che porta a
+Capua, dovetti scendere di cavallo per percorrere lo scosceso sentiero
+che va fino a Veroli.
+
+Tutti i borghi all'intorno, per la massima parte più antichi di Roma,
+appartenendo all'epoca di Saturno sorgono su colline rocciose, neri e
+cupi d'aspetto, rimasti da secoli e secoli quali erano un tempo. I
+conti e i feudatarii del medio evo vi avevano fabbricato in ognuno il
+loro castello che sorge tuttora, abbandonato e deserto, dimora dei soli
+gufi. Il colono vi coltiva anche oggi, soggetto ad un principe romano o
+ad un convento, la vite, l'olivo, il granturco e la sua condizione, per
+quanto non sia più servo della gleba, non è in fondo affatto mutata. Per
+il Lazio, regione saluberrima, non vale la ragione dello spopolamento
+dei dintorni di Roma, l'influenza cioè della malaria. Fa impressione
+percorrere una contrada che da lungi appare come un paradiso e poi non è
+che un deserto pittoresco, coltivato solo qua e là a granturco, un
+deserto di aridi campi, popolati unicamente di ginestre e di asfodeli,
+su cui i falchi svolazzano con ampi cerchi. Si rimane stupiti di non
+trovare una popolazione florida e ricca, città fiorenti ed al vedere
+solo qua e là gruppi di meschini abituri sulle alture. Gli abitanti del
+Lazio, bella, buona e forte razza di uomini, sono rimasti in uno stato
+assolutamente primitivo; il loro modo di vivere, i loro costumi, i loro
+bisogni non subirono mai la menoma variazione e se uno de' loro antenati
+tornasse oggi al mondo, non troverebbe forse al suo paese altro di nuovo
+all'infuori dell'uso, del tabacco, dei fiammiferi e della polvere da
+sparo. Tutti quei castelli conservano sempre i loro nomi: Veroli, Pofi,
+Arnara, Bauco (_Babucum_), Ripi, risalgono alla più remota antichità. Li
+troviamo menzionati nei documenti del IX e X secolo coi loro nomi
+attuali, con le stesse chiese, con i loro conti e giudici, per lo più di
+stirpe longobarda; non saprei citare un sol luogo di fondazione
+posteriore.
+
+Il sole del pomeriggio splendeva ancora ardente su quegli aridi campi,
+quando entrai in un'orribile strada, in un sentiero, a malapena
+praticabile per i muli che conduceva al monastero di Casamari. Passai
+dinanzi ad un casolare solitario dove si era fermata una comitiva di
+gente venuta da Veroli, fra cui alcune ragazze, vestite per bene che
+stavano danzando e scherzando: tutto ciò produceva in quella solitudine
+una gradevole sensazione; si sarebbero potute paragonare ad uno stormo
+di garruli uccelletti in una cupa foresta. Proseguii quindi per una
+buona strada fiancheggiata da olivi e da vigneti ben coltivati, il che
+rivelava un possesso tenuto con un sistema di coltura molto diverso da
+quello dei dintorni. Presto ne scoprii la ragione; incontrai una
+compagnia di pellegrini che tornavano dal celebre convento di Casamari,
+gli uomini col bordone in mano, le donne portando sulla testa panieri di
+provvigioni, vestiti tutti nella pittoresca foggia dei monti latini.
+
+Più volte avevo udito parlare di questo convento e mi era anzi stato
+vantato con quello di Fossanova, come il più bello di tutto il Lazio;
+soprattutto come una vera meraviglia di architettura gotica; ora
+finalmente me lo trovavo di fronte, mole grandiosa di severi edifici,
+dalla tinta grigia, sorgenti solitari sul sottostante altipiano, tra i
+quali emerge il vertice della chiesa del monastero. Tutto questo è
+circondato da un cortile con una porta maestosa di stile romano che dà
+accesso ad un porticato, che ricorda assai _l'arcus deambulatorii_ dei
+ricchi monaci medioevali; accanto scorre un ruscello, l'Amaseno,
+ombreggiato da melanconici pioppi: tutto ha l'aspetto di un deserto
+silenzioso e arso dal sole.
+
+In genere i monasteri al dì d'oggi hanno un non so che di desolato, di
+morto, come di cosa che non risponde più all'indole dei tempi. Qui
+invece nulla è mutato; l'atmosfera morale di vari secoli addietro,
+sopravvive; i monaci continuano a salmodiare, a pregare, a tacere, a
+lavorare come in passato, rivestiti degli stessi abiti, negli stessi
+locali, con la stessa monotona uniformità. Tutto è andato mutando nella
+storia del mondo, ma fra i monaci di Casamari nulla è cambiato; ad essi
+basta che durino la chiesa, i vescovi e il papa in Roma. Nulla nei
+dintorni ha un aspetto diverso dall'ieri: Veroli, Pofi e San Giovanni
+sussistono tuttora come una volta, con le loro chiese e i loro santi e i
+pellegrini continuano come prima a battere alla porta del monastero.
+Essi non hanno più da temere i Saraceni, nè i baroni rapaci, nè i
+condottieri; vivono però in continua angustia per la rivoluzione, che
+finirà col tornar loro più fatale dei Saraceni e dei masnadieri
+medioevali, poichè da quelli non avevano da temere che l'incendio o il
+saccheggio, mentre da questa dipenderà la loro esistenza. Inoltre i beni
+dei monasteri sono diminuiti e con ciò resta inceppata l'azione
+esteriore alla Chiesa. In realtà un tal convento è come una cronaca in
+pergamena dove le vecchie miniature rivivono come fantasmagorie.
+
+Il nome di Casamari è stato erroneamente spiegato in _casa amara_ e così
+erroneamente lo spiega pure il Westphal, nella sua opera sulla Campagna
+romana, alludendo alla regola severa dei fratelli della Trappa, cioè
+dell'assoluto silenzio prescritto ai monaci che vi abitano.
+
+Sembra invece più giusto farlo derivare da _Casae Marii_, case di Mario,
+perchè la badia fu eretta in un _fundus Marii_, ossia in un antico
+possedimento del famoso eroe di Arpino.
+
+Così vuole la tradizione e così pure afferma il Rondinini, che scrisse:
+«_Monasterii S. Mariae et Sanctorum Joannis et Pauli de Casaemarii
+brevis historia, Romae, 1707_».
+
+Il monastero venne fondato da alcuni abitanti di Veroli nel 1036. Primi
+ad occuparlo furono i benedettini. Ma nel 1152 Eugenio III v'installò i
+cistercensi che posseggono anche il bello e vicino convento di Trisulti;
+Federico II con un atto del 1221, datato da Veroli e che tuttora esiste,
+confermò i monaci di Casamari nel possesso de' loro beni; ma i suoi
+soldati distrussero il monastero allorchè l'imperatore la ruppe con
+Roma.
+
+La storia di Casamari non offre nessuna particolarità: non fu che il
+solito continuo succedersi di guerre, di distruzioni, di ricostruzioni,
+alle quali andarono più o meno soggetti del pari tutti i monasteri.
+Nessun personaggio illustre uscì dalle sue mura. Casamari non ha avuto
+una storia propria come la vicina Fossanova, di cui il Muratori pubblicò
+una cronaca. Non ha avuto neppure le ricchezze di Trisulti, sebbene
+possegga ancora vari beni nella Campagna romana. Il suo maggior vanto
+consiste nella sua meravigliosa chiesa, di cui fu iniziata la
+costruzione nel 1203, proprio quando l'architettura gotica cominciava a
+venire introdotta in Italia.
+
+Entrando nel cortile che precede la chiesa provai un disinganno: la
+facciata cui si accede per un ampia gradinata, il vestibolo a foggia di
+porticato, promettevano assai poco. Trovai in questo vestibolo una
+statua di Pio VI e una lapide in onore di Pio IX, per aver questi
+ristabilito il patrimonio del monastero. Ma appena entrato nella chiesa
+provai una grata sorpresa trovandomi in un tempio a tre navate, vasto,
+di proporzioni armoniche, bello, chiaro, ad archi a sesto acuto, con il
+coro separato solo da una cancellata, il tutto di una semplicità
+elegantissima.
+
+L'armonia dell'architettura, la semplicità dell'edificio, la tinta
+tranquilla del travertino, lo stile gotico del mio paese, non potevano
+produrre in me impressione migliore; il mio occhio, abituato da vari
+anni alle basiliche di Roma col loro soffitto piatto ed alle chiese a
+cupola sovraccariche di ornamenti di tempi posteriori, non poteva a meno
+di trovare nel gotico uno stile architettonico nuovo, svelto, imponente
+per la fusione della ricchezza con la semplicità, dell'arditezza con la
+grazia, della forza con la sveltezza, per l'armonia di tutte quelle
+parti che concorrono a costituire un complesso bello, raro e
+sorprendente. Abituato a vedere chiese piene di sculture, di ornati
+barocchi e pesanti, di pitture, d'iscrizioni, di tombe, di altari,
+questo tempio, dove nulla era di tutto ciò, mi parve bello, semplice,
+veramente fatto per l'esercizio del culto di una religione pura ed
+immateriale.
+
+Nessun'imagine, nessuna nicchia, nessuna cappella, un unico altare sotto
+un tabernacolo a cupola, il tutto come nelle antiche chiese cattoliche
+tedesche trasformate in templi protestanti. Casamari pareva appunto una
+di quelle. Non ricordo di aver visto mai in Italia altro edificio di
+stile gotico di così bella semplicità. La navata centrale ha sette archi
+a sesto acuto, sostenuti da fasci di colonne; al quinto arco trovasi la
+cancellata che separa il grazioso coro; al di là non v'è nessun
+ornamento bizzarro, nessuna statua; soltanto dietro il cancello, a
+fianco dell'altare, due grandi vasi, con piante di amaranto in piena
+fioritura che fanno un bell'effetto in quel luogo semplice e imponente.
+
+Solo la chiesa è di stile gotico; le altre parti del monastero sono
+invece di vero stile romano. Il cortile è un ampio quadrato, con archi
+semigotici, interrotti a metà da due colonne: in complesso è tutt'altro
+che bello. La sala del capitolo è abbastanza strana: il suo gotico pare
+volgere allo stile moresco, la volta è sostenuta da quattro fasci di
+otto colonne sulla cui estremità ottangolare poggiano gli archi a sesto
+acuto, partendo dal mezzo della parete ove terminano con un fantastico
+capitello. L'alternarsi poi di pietre bianche e nere accresce
+l'originalità del colpo d'occhio.
+
+Vidi solo pochi monaci che passeggiavano silenziosi su e giù e non mi
+volsero mai la parola. Un frate laico mi recò una brocca d'acqua e
+sentendo che venivo da Roma mi chiese che cosa vi fosse colà di nuovo e
+dove si trovasse in quel momento Garibaldi. Il nome longobardo di questo
+prode capitano del popolo risuonava sopra ogni bocca al confine del
+regno di Napoli, come tanti secoli prima vi risuonarono quelli,
+parimenti longobardi, dei duchi Garibaldo, Grimoaldo, Romualdo e Gisulfo
+di Benevento. La figura di lui, popolare anche colà dove provocava
+timori anzichè speranze, pareva avere un'influenza veramente magica e
+non dovevo tardare ad averne la conferma nel napoletano.
+
+Nel medio evo correvano per la Campagna i nomi di Nicolò Piccinino, di
+Fortebraccio da Montone, di Sforza d'Attendolo e di altri capitani di
+ventura, divenuti famosi per cento scorrerie, battaglie e conquiste di
+città. In realtà però non erano che audaci briganti e le loro gesta
+guerresche furono per l'Italia peste obbrobriosa: l'eroe popolare di
+oggi, Garibaldi, ha invece consacrato la spada e la vita al riscatto
+della patria sua.
+
+Montai nuovamente a cavallo, per continuare il mio cammino, quando il
+sole al tramonto tingeva con le sue più belle tinte i monti di Arpino.
+Dal monastero al confine napoletano non v'è più di un'ora di strada. Fa
+sempre un particolare piacere trovarsi in un paese di confine. Là dove i
+popoli, gli stati confinano, si trova un carattere intermedio, una certa
+vivacità di spiriti: gli abitanti dei confini generalmente stanno in
+guardia, gli uni contro gli altri, mentre gli uomini che vivono nel
+centro degli stati diventano facilmente indolenti, ai confini sono
+sempre irrequieti, mobili, avidi di novità, furbi e infidi, perchè
+sempre in contatto coi forestieri. Un nuovo orizzonte si apre davanti ai
+loro occhi, li spinge ad investigare, a paragonare, li rende proclivi al
+biasimo, alla critica. Il passaggio da uno stato ad un altro produce
+sempre una singolare incertezza; per questo la dea Fama abita più
+volentieri al confine, come nella vita sospetto e invidia sono per lo
+più demoni bastardi di un confine morale.
+
+Non tardai ad arrivare alla dogana romana, solitario casolare lungo la
+strada, dove le guardie di finanza ammazzavano il tempo fumando il loro
+sigaro. Di là, dopo aver percorso una strada attraverso ad un terreno
+coltivato a vigneti, giungemmo al vero confine, segnato da una semplice
+pietra. Il dio Termine congiunge qui pacificamente il territorio di Roma
+e quello di Napoli, non divisi neppure da un fosso.
+
+A breve distanza dal confine sorge il primo villaggio del napoletano,
+Castelluccio e poco al disotto di questo, quello amenissimo d'Isola, che
+giace in una vaga isola del Liri. Folti gruppi di alberi in una valle
+ombrosa annunciano la vicinanza del fiume; graziose ville, opifici
+industriali, sorgono in mezzo al verde e la campagna, mirabilmente
+coltivata, mostra la fertilità e la ricchezza che hanno sede
+generalmente dove sono grandi corsi d'acqua. E sopra questi ricchi
+campi, in una regione ondulata, s'elevano belli e maestosi, a poca
+distanza, i monti di Sora. Questo tratto di paese, illuminato dal sole
+cadente, mi ricordò la Conca d'oro di Palermo; ha comune con essa la
+seria maestosità delle montagne e la fertilità delle pianure; se non
+che, invece del mare, si vede in questi campi il Liri o Garigliano[11]
+che scende rumoroso dall'Abruzzo, come il giovane Apollo e disseta
+romani e napoletani, per aprirsi poi il cammino tra i monti Volsci e
+scender placidamente alla riva del mare.
+
+Quando si varcano i confini della sacra repubblica _di S. Pietro_ per
+entrare nel Regno non bisogna aspettarsi piacevoli impressioni, poichè
+bisogna confessarlo, gli abitanti dello stato pontificio conservano
+anche oggi tracce dell'antica grandezza romana, hanno un non so che di
+grave, di riflessivo, di misurato, una disinvoltura ed una franchezza di
+contegno, una facilità di parola, una certa generosità di tratto,
+ereditate dai tempi antichi. La costituzione stessa dello stato della
+Chiesa, dove il potere assolutamente monarchico, poco traspare, la
+mancanza di un governo civile accentrato e quella, non abbastanza
+apprezzata dai romani, di un esercito permanente, le franchigie
+municipali garantite per anni ed anni, da trattati e da statuti locali
+(annullati la prima volta dalla repubblica francese e più tardi, sotto
+la restaurazione, dal cardinale Consalvi), finalmente la mancanza di una
+dinastia ereditaria; tutte queste cose contribuirono a mantenere, fino
+ad un certo punto, negli stati della Chiesa sentimenti repubblicani.
+Entrati nel territorio napoletano invece tutto muta aspetto ed il
+cambiamento non torna certo a vantaggio di quest'ultimo! La natura
+grave dei romani scompare ad un tratto; il dialetto diventa barbaro e
+incomprensibile; gli uomini appaiono meno forti, meno generosi ed invece
+più importuni, ma al tempo stesso paurosi. Vi abbondano soldati,
+poliziotti, spie e doganieri di un governo sospettoso, malsicuro,
+illiberale; nessuno qui può parlare come la pensa, cosa poco piacevole
+per un napoletano.
+
+Ad Isola v'è una bella cascata d'acqua, una splendida vegetazione,
+praterie freschissime; ma trovai anche la dogana. Dovetti farvi una
+lunga fermata e perdervi del tempo per colpa di sei poveri volumi.
+Eccettuato un _Orazio_, tutti gli altri erano libri di storia
+medioevale, libri innocentissimi, come ognun vede: ma gl'impiegati di
+dogana non ne comprendevano il titolo. Lamentarono, a dire il vero, con
+me la morte di Humboldt, quasi fosse riuscita dannosa alla cultura
+intellettuale di Napoli; lodarono l'istruzione della Prussia, dove le
+opere filosofiche sono familiari a tutti; ma conclusero che i miei sei
+volumi erano merce di contrabbando, che dovevano spedirli al capoluogo,
+all'ufficio superiore, dove mi sarebbero stati certo restituiti dopo un
+paio di giorni. Non potei fare a meno di far loro notare che altrimenti
+si faceva nella mia Germania, dove si cerca di agevolare agli studiosi
+il modo di viaggiare e non si creano loro imbarazzi e aggiunsi che
+trovavo addirittura barbare le loro leggi di dogana. Mi rallegrai meco
+intanto di aver avuto la precauzione di non recare a Montecassino i miei
+manoscritti, perchè altrimenti avrei corso il rischio di perdere il
+frutto del lavoro di qualche anno. Tale è la sorte che in questo beato
+regno può toccare ad uno straniero che viaggi occupandosi
+tranquillamente di gravi studî sul medio evo. Quale proibizione più
+assurda, più barbara di questa dell'introduzione dei libri? Finalmente
+mi fu possibile persuadere l'impiegato, in fondo persona gentilissima, a
+lasciar passare i miei poveri volumi senza mancare affatto al suo
+dovere. Per giustizia accennerò ora quanto più liberale sia il governo
+pontificio: allorquando feci ritorno da Montecassino con gli stessi
+libri, con altri che mi aveva donato don Luigi Tosti e coi materiali
+raccolti e con questa merce di contrabbando mi presentai al ponte di
+Ceprano, l'impiegato della dogana pontificia non fece che gettarvi sopra
+un rapido sguardo e con gentilezza somma, mi disse: «Passate pure,
+signore».
+
+Avendo così perduto un tempo prezioso, non potei quasi vedere Isola al
+tramonto del sole, perchè già la notte scendeva. Questo paesetto giace
+in una bella isola del Liri, ombreggiata da molte piante. All'estremità
+dell'isola le acque del fiume, dal colore dello smeraldo, si precipitano
+impetuose come da una cascata. Sopra all'isola sorge una rupe, alta
+circa 80 piedi, sulla cui cima torreggiano le rovine di un antico
+castello. Si ode da lungi il rumore delle acque e avvicinandosi, la
+vista è rallegrata e dal fiume stesso e dai molteplici canali che vi si
+versano, dopo aver irrigato giardini, popolati da stupendi platani e
+pini e ricchi della meravigliosa vegetazione dei paesi meridionali
+quando sono bagnati dalle acque.
+
+Qui il fiume è già ingrossato, perchè poco sopra riceve il tributo del
+Fibreno; nè serve solo a rendere fertili i campi, poichè dà moto anche a
+parecchie fabbriche di panni e di carta che danno lavoro a varie
+migliaia di operai e diffondono così il benessere e l'agiatezza nella
+regione.
+
+Così Isola come Sora sono paesi industriali e la buona strada che li
+congiunge è fiancheggiata da opificî, da villini e da giardini. E'
+un'oasi di meravigliosa coltivazione sorta dal principio di questo
+secolo; e rallegra il trovare finalmente in queste regioni, tanto belle
+e tanto trascurate, lo spettacolo dell'attività umana.
+
+Mi recai, al chiarore della luna piena, a Sora che dista appena un'ora
+di strada, su di uno _char-à-banc_, come si chiamano qui i curricoli
+napoletani, con parola francese, poichè l'uso di questi carretti a un
+cavallo comincia già qui e come a Napoli il povero ronzino vien spinto
+al galoppo a furia di frustate. La luce della luna rendeva ancor più
+bella quella strada, di per sè già così suggestiva e tutte quelle
+costruzioni moderne, poichè la prosperità di Sora e d'Isola non risale
+che al principio di questo secolo; essa produce oggi una profonda
+impressione in chi viene dalle provincie romane, dove tutto è antico,
+dove tutto appartiene al papato, alla storia, dove le cupe ed oscure
+città sorgenti sui monti risalgono ai tempi di Giano e di Evandro.
+
+Le fabbriche attuali, per lo più di carta, costruite grandiosamente e
+secondo i migliori sistemi moderni, debbono la loro origine ai francesi
+del tempo di Murat e principalmente a un certo Le Febvre che, venuto qui
+povero, trovò sulle sponde del Liri un vero Eldorado, riuscendo a trarre
+l'oro puro dalla forza delle sue acque. Lasciò a suo figlio queste
+fabbriche ed alcuni milioni. Il re di Napoli, credo Ferdinando II,
+accordò a questa famiglia il titolo di conti, titolo che essa invero
+aveva ben meritato; poichè una contrada poco coltivata deve al talento
+inventivo di quello straniero la sua ricca vita che non scomparirà più,
+anzi probabilmente aumenterà.
+
+La vista di quanto possa l'umana attività riesce sempre di grande
+soddisfazione, anche dove frequenti ne sono gli esempi, come in
+Inghilterra, in Germania, in Francia; ognuno immaginerà quindi
+l'impressione che suscita in chi visita il regno di Napoli, dove,
+purtroppo, una tale attività è rara.
+
+La cartiera Le Febvre del Liri e l'altra del Fibreno, sono due grandi
+edifici. E' un piacere vedere quella folla di operai intenta a
+fabbricare, direi quasi a fondere la carta; giacchè tutta quella pasta
+liquida scorre quasi fosse un denso fiume di latte e passando su
+cilindri riscaldati, si svolge in una bianca striscia senza fine, pronta
+ad accogliere il pensiero dello scrittore. Iddio ha certo creato il
+mondo ad un dipresso come il signor Le Febvre crea la carta,
+abbandonandolo alle dispute degli uomini. E' impossibile vedere scorrere
+quel candido fiume senza pensare a tutti i molteplici usi ai quali serve
+questa maravigliosa materia che domina la vita e che si chiama carta.
+Quella striscia bianca che si svolge dinanzi ai nostri occhi vedrà poi
+la luce, stampata coi prodotti del genio o della stoltezza, nelle
+scienze o nelle arti, o sotto forma di giornali, di cambiali autentiche
+o falsificate, di carte costituzionali, di partecipazioni di lutto o di
+gioia, di sentenze di morte, di trattati di pace, di opere drammatiche,
+di passaporti, di opuscoli politici destinati a far rumore, come in
+questi giorni _Le Pape et le Congrès_, di carte da gioco, di fotografie,
+di lettere amorose e in tante altre forme che uniscono o separano la
+vita!
+
+Presso Isola fui ospitato in una villa, il cui cortese proprietario mi
+condusse nel parco del Conte, parco che può gareggiare benissimo con
+quelli delle ville romane. Certo, i principi Doria o Borghese potrebbero
+invidiare al conte Le Febvre l'abbondanza delle acque che non devono
+essere procurate con l'arte, poichè un braccio del Fibreno attraversa il
+suo bosco, precipitandosi dapprima di scoglio in scoglio con piccole
+cascatelle e allargandosi poi in un placido e delizioso laghetto. Le sue
+sponde sono ricche di splendide piante, di ameni prati; vi sono viottoli
+ombrosi, angoli solitari, fiori in abbondanza; questo parco è, in una
+parola, un piccolo Tivoli, è un paradiso delle Ninfe, dove sarebbe un
+vero incanto passeggiare, riposare, leggendo e fantasticando
+liberamente.
+
+Arrivai a Sora, città vescovile e la prima del regno di Napoli da questa
+parte, prima delle dieci della sera e trovai alloggio in un buon
+albergo. In questo luogo vicinissimo allo stato della Chiesa vidi
+chiaramente come il confine politico diventa ben presto anche confine
+dell'uso e della lingua. Il cameriere mi offrì una lista di cibi, i cui
+nomi a Roma sarebbero apparsi incomprensibili, e non mancò di darmi del
+_don_.
+
+Il mattino dipoi trovai che Sora è un paese moderno, discretamente
+pulito, con buone strade e tutt'altro che privo di industrie e di
+commercio. Sora è posta sul Liri che svolge le sue acque verdastre fra
+alti pioppi, simile in ciò ai fiumi della Germania. Un ponte di legno lo
+attraversa; le sue rive hanno luoghi deliziosi e la sua campagna è
+fertile, ben coltivata svariatamente a giardini ed a vigne, attraversata
+da buone strade che portano ai paesi vicini.
+
+Sora è situata in perfetta pianura, nella valle del Liri, circoscritta a
+distanza dai monti. In qualche punto il piano si restringe ed esce dalla
+catena un contrafforte. Immediatamente sopra la città si erge un monte
+di forma piramidale, alto, ripido, di aspetto severo, di roccia nera,
+selvaggio e nudo; sulla sua cima stanno le rovine pittoresche
+dell'antica rocca, chiamata Sorella, rovine non meno cupe del monte.
+Sora riposa tranquilla e idillica all'ombra di questa piramide naturale,
+tutta moderna di aspetto, sebbene sia un'antica città volsca che non ha
+mai mutato nome. Essa col tempo divenne sannitica, quindi latina,
+infine romana. Nel periodo romano vi nacquero i tre Deci e il famoso
+Attilio Regolo e ne sortì la gente Valeria, alla quale appartenne
+l'oratore Quinto Valerio; e poi Lucio Mummio: nomi sufficenti ad
+illustrare la città.
+
+Durante il medio evo anteriore si trova ricordata Sora quale città di
+confine, più volte sorpresa e saccheggiata dai duchi longobardi di
+Benevento. Probabilmente allora era bizantina. Posseduta quindi da varî
+duchi di razza longobarda, finì per passare in potere dell'imperatore
+Federigo II che la distrusse. Più tardi appartenne ai conti d'Aquino,
+divenuti signori della maggior parte del territorio fra il Liri ed il
+Volturno. Carlo d'Angiò nominò conte di Sora un Cantelmi, parente degli
+Stuart ed Alfonso d'Aragona eresse Sora in ducato di cui primo signore
+fu Nicolò Cantelmi. Ma i papi frattanto non avevano mai cessato di
+aspirare alla signoria di questa bella regione e la ottennero sotto Pio
+II che conquistò Sora per mezzo del suo capitano Napoleone Orsini. Re
+Ferdinando I di Napoli confermò il possesso, ma Sisto IV ne privò la
+Chiesa nel 1471, investendone suo nipote Leonardo della Rovere,
+allorquando questi sposò la nipote del re. Più tardi, nel 1580, Gregorio
+XIII acquistò Sora dal duca di Urbino per suo figlio don Giacomo
+Buoncompagni: pochi furono i nipoti in Roma che ricevettero così
+cospicuo dono. Il territorio rimase in potere dei Buoncompagni-Ludovisi
+fino alla fine del secolo XVIII. In questo tempo tornò al regno di
+Napoli, e di quello splendore del nepotismo romano non rimase in Roma
+che il palazzo di Sora e il titolo di duca di Sora, titolo che ancor
+oggi porta il figlio primogenito del principe Ludovisi-Piombino.
+
+Mentre i della Rovere possedevano Sora, nacque colà un uomo illustre,
+Cesare Baronio, l'ultimo uomo di grandi meriti di questa contrada. Per
+quanto incantevoli, melodiose e pittorescamente irradiate dal sole, le
+sponde del Liri, ombreggiate da lunghe file di pioppi, non produssero
+mai un genio poetico, un Orazio, un Ovidio, un Ariosto; produssero
+invece famosi uomini di guerra e grandi oratori, e veramente per i
+retori è questo un ambiente favorevole alla creazione delle immagini e
+dei tropi per l'inesauribile eloquenza di questa natura.
+
+Cesare Baronio nacque il 31 ottobre 1538. Lo si può considerare come il
+Muratori della Chiesa, di cui scrisse gli annali dalla nascita di Cristo
+all'anno 1198. Nel 1588 fu pubblicato il primo volume della sua opera,
+in cinque parti, compilata con i materiali degli archivi vaticani,
+lavoro veramente gigantesco, cui si può ricorrere utilmente, in molte
+parti, come a fonti originali, specialmente per i primi e più oscuri
+secoli del medio evo; ma libro di cui convien far uso con molta
+prudenza, poichè a quell'epoca gli studî storici non erano così
+innanzi come lo divennero in seguito è quindi opera informata a spirito
+illiberale ed ingiusto, frutto cioè di uno dei periodi più ardenti della
+reazione cattolica contro la riforma. Dagli oratori suoi compaesani
+Baronio non prese nè il sale attico, nè l'urbanità, nè lo spirito di
+discussione filosofica, nè la purezza della lingua. Non gli fa difetto
+però una certa ampollosità ciceroniana ed una certa maestosità che
+risalta ancora maggiormente accanto alle opere del Rainaldo, del
+Laderchi e del Theiner, suoi continuatori. Egli fece i suoi primi studî
+a Veroli, poi a Napoli e a Roma dove fu discepolo di quel santo assai
+originale che fu Filippo Neri; visse anche, come monaco, nell'Oratorio
+da questi fondato in S. Maria della Vallicella. Fu cardinale e dopo la
+morte di Clemente VIII, poco mancò che non ottenesse la tiara; ma, punto
+ambizioso, volle che fosse collocata sulla testa di Leone XI de' Medici,
+amico suo. Morì due anni dopo, il 30 giugno 1607. Venne sepolto nella
+chiesa dell'Oratorio di Roma. Il Baronio rimarrà sempre una gloria
+della storia ecclesiastica e la sua gigantesca opera sarà sempre
+meritevole di ammirazione.
+
+Voglia ora il lettore gettare ancora uno sguardo su quell'altura di dove
+abbiamo preso le mosse e dove si scorge sempre Veroli. Chi non conosce,
+o non ha mai udito parlare di un'opera italiana intitolata «Del
+beneficio di Cristo?» Pubblicata nel 1542 in Venezia in grande quantità
+di copie, diffusa in molteplici traduzioni, dopo trent'anni era divenuta
+già irreperibile, tante erano state le mani che ne avevano fatto ricerca
+per consegnarla alle fiamme. Udimmo, pochi anni fa, che inaspettatamente
+se n'era scoperto un esemplare in una biblioteca di Cambridge e venne di
+poi ristampata in Inghilterra, in Germania e in Italia. Aonio Paleario
+di Veroli fu l'autore di quel celebre scritto ed io voglio porlo a
+fronte di Baronio, suo contemporaneo e quasi suo concittadino, essendo
+nati in località distanti appena due ore l'una dall'altra. Paleario non
+morì cardinale; dopo di aver trascorso tre anni nelle prigioni
+dell'Inquisizione, fu tratto alla forca e bruciato nel 1570.
+
+Non si riesce oggi a comprendere come un uomo abbia potuto essere
+giustiziato per aver intrapresa, con la coscienza di un santo, la
+giustificazione della dottrina di Cristo. Leggendo oggi, dopo alcuni
+secoli quello scritto soave e pio, fondato unicamente sui precetti
+dell'Evangelo, vien quasi fatto di dubitare se sia proprio vero che per
+esso l'autore abbia potuto essere condannato al rogo da cristiani.
+
+In quel tempo venne anche giustiziato Carnesecchi, amico di Clemente
+VII. Era il tempo dei riformatori italiani di Giovanni Valdez, di
+Bernardino Ochino, di Vergerio, di Paolo Ricci, di Antonio Flaminio; il
+tempo in cui anche cardinali come il Contarini, il Morone, il Polo,
+venivano citati innanzi l'inquisizione. Le fiamme del rogo che arsero
+Aonio, eccitarono lo zelo di Baronio ed i suoi annali della Chiesa ne
+risentono, perchè scritti alla loro luce.
+
+La città di Sora e tutti i paesi del confine napoletano rigurgitavano di
+soldati, perchè all'intorno si stava stendendo un cordone militare.
+Sulla piazza erano disposte artiglierie da montagna; lancieri correvano
+al galoppo per ogni dove e poco dopo il mio arrivo giunse da Capua il
+settimo reggimento di linea che riempì tutte le strade di baionette.
+Trovai che la fanteria aveva molto migliore aspetto della cavalleria ed
+osservai, particolarmente tra gli ufficiali, dei bellissimi tipi di
+uomini. Tanto la cavalleria però, quanto la fanteria erano vestite di
+una tela di un colore tra il bigio e il turchino che faceva assai brutta
+figura. Il luccicare di tutte quelle baionette, quelle fisonomie
+abbronzate, gli abiti coperti di polvere, la ressa alla porta delle
+caserme, le grida di comando, davano l'idea di una piccola guerra. Così
+io qui m'imbattevo nella questione romana. Quelle truppe erano avviate
+verso gli Abruzzi. Nel pensare a un nemico, esse non potevano concepirlo
+che nelle persone di Vittorio Emanuele o Garibaldi. Correvano le notizie
+più strane, più contraddittorie, gli uni assicuravano che Garibaldi si
+trovasse di già negli Abruzzi, gli altri che i francesi fossero in
+marcia verso Ceprano. La completa segregazione di Napoli, la mancanza di
+giornali, di ogni mezzo di pubblicità, favorivano la diffusione di tutte
+queste voci, tanto più che tutti quegli apparecchi accennavano
+positivamente a probabilità di guerra.
+
+Proseguendo il mio viaggio, incontrai truppe in ogni luogo e durai
+fatica a prestar fede a miei occhi, quando, nel tornare da Arce, presso
+il ponte di Ceprano, trovai gli avamposti stabiliti sulla strada come se
+il nemico fosse già alla frontiera. I romani ridevano di cuore di tutto
+quell'apparato guerresco.
+
+«Non vi potete fare un'idea--mi si diceva in Ceprano--della paura che i
+napoletani hanno di Garibaldi; giorni sono abbiamo avuto qui una festa
+religiosa e, come si usa dappertutto, abbiamo sparato i mortaretti e
+lanciato dei razzi; sapete di che cosa furono capaci questi napoletani?
+Dettero il segnale d'allarme con gli squilli delle trombe ed il rullo
+dei tamburi in Arce e Isola». «Che cosa ve ne pare--mi disse
+un'altro--di questi napoletani? Se potessimo disporre di cinquecento
+uomini soltanto, arriverebbero senza ostacoli a Napoli, ma bisognerebbe
+che fossero buoni parlatori; sapete!».
+
+Quest'ultima frase, prettamente italiana, ci dà una giusta idea della
+natura delle persone.
+
+Le truppe intanto avevano occupato i loro quartieri ed io mi misi in
+cammino per recarmi alla patria di Mario. Il carretto che mi portava
+correva a precipizio ed anzi, presso il ponte, gittò a terra una donna.
+Gridai, ma fortunatamente la poveretta si rialzò subito e il mio
+vetturino continuò a sferzare, bestemmiando, il suo ronzino. Per andare
+da Sora ad Arpino, conviene ripassare per Isola; prendemmo colà due
+signori di Arpino che lungo la strada furono molto loquaci, forse perchè
+evitai di parlare di politica; ma appena giunti in città, fecero,
+prudentemente, le viste di non aver veduto mai il forestiero.
+
+In vicinanza di Sora passammo presso il convento, già famoso e ora
+rovinato, di S. Domenico. Sorge in un'isola del Fibreno o Carnello, nome
+questo, che assume poco prima di sboccare nel Liri, in una località
+bellissima, ricca di piante dove sorgeva la villa che vide nascere
+Cicerone e suo fratello Quinto.
+
+Questo S. Domenico fu un santo del secolo X, contemporaneo di S. Nilo e
+di S. Romualdo nato a Foligno nel 951, fu monaco benedettino a
+Montecassino sotto l'abate Aligero; fondò parecchi monasteri nella
+Sabina, e nel 1011 questo, aderendo alle preghiere del conte Pietro di
+Sora, di stirpe longobarda ed esistono tuttora i documenti di quella
+fondazione. Domenico vi fu abate, e vuole la tradizione che Gregorio VII
+vi sia vissuto qual monaco benedettino.
+
+Quante volte non avrà quell'uomo grande e singolare passeggiato
+fantasticando sotto i pioppi dell'isola di Cicerone; certo però non si
+sarà mai immaginato di dover vedere un giorno un imperatore ai suoi
+piedi in atto di penitente e di dover sostenere in Roma ed anzi nella
+storia del mondo, una parte ben più importante di Mario o del debole
+Cicerone.
+
+Nonostante la memoria di Gregorio, la disciplina andò rilassandosi fra i
+monaci di S. Domenico; al contatto di quella splendida e voluttuosa
+natura, non è facile, anche ai monaci, non cedere all'umana fragilità;
+e non a torto provvedeva Benedetto confinando i suoi nella severità di
+monti selvaggi. Onorio III nel 1221 riunì per sempre il monastero di S.
+Domenico, _hortus deliciarum_, come lo qualifica nella sua bolla, a
+quello di Casamari. Rimase così disabitato per cinque lunghi secoli,
+finchè Clemente XI vi installò i trappisti, che finirono poi per
+riunirsi a quelli di Casamari. Finalmente Ferdinando II donò S. Domenico
+al Capitolo della basilica vaticana che oggi ne ricava un esiguo
+reddito. La chiesa, di stile gotico, è quasi completamente rovinata e
+nulla vi è di notevole nel convento; il solo ricordo di Cicerone invita
+ad arrestarsi in quel luogo.
+
+Ivi Cicerone, Quinto ed Attico si trattennero in quei colloqui che ci
+rimangono ancora nei tre libri, _de legibus_. Da Arpino, passeggiando
+lungo il Fibreno, pervenuti _in insula quae est in Fibreno_, vollero
+fermarsi per riposare, discorrendo di filosofia. Attico non riusciva a
+saziarsi di ammirare la bellezza del luogo e Cicerone, narrando che
+spesso vi si recava a pensare, a leggere, a scrivere, disse che trovava
+in quella località una particolare attrattiva, perchè era la sua culla,
+_quia haec est mea, et huius fratris mei germana patria; hinc enim orti,
+stirpe antiquissima, hic sacra, hic gens, hic majorum multa vestigia_.
+Aggiunge che quella era già stata proprietà dell'avo suo, che suo padre,
+malaticcio, di cui fa un grand'uomo, vi era invecchiato negli studi e
+che alla vista di quel luogo natio, comprendeva il sentimento di Ulisse,
+che preferiva l'aspetto d'Itaca alla stessa immortalità. Riconosceva che
+Arpino era sua patria come _civitas_, ma che propriamente apparteneva
+all'agro Arpinate, ed allora Attico descrisse le bellezze dell'isola
+circondata dalle acque del Fibreno, che andavano a rinfrescare quelle
+del Liri ed erano talmente fredde, che a mala pena vi si poteva
+immergere il piede. Sedettero allora per trattenersi intorno alle leggi,
+e noi oggi possiamo figurarci più volentieri il gruppo di quei tre
+personaggi togati, eminenti per istruzione e per urbanità, che non i
+monaci in tonaca, coll'ispida barba, contemporanei di Gregorio VII, in
+pieno secolo XI, nell'epoca della maggiore barbarie, della maggiore
+decadenza di Roma. Quale sorpresa non avrebbero provata Cicerone, Attico
+e Quinto se avessero potuto vedere i Romani dell'undicesimo secolo!
+
+Cicerone nacque fra questi pioppi del Fibreno, di cui sentiamo sempre
+con piacere il mormorio delle foglie agitate dal vento. Ma a che parlare
+della sua stupenda culla a coloro che non potranno forse mai gettare
+uno sguardo su questa campagna smaltata di fiori, rallegrata da una
+continua primavera? Quale stupendo panorama di monti tutto all'intorno,
+quali tinte calde non si perdono nei vapori dell'orizzonte!
+
+Cicerone fu figlio della pianura, non dei monti; egli, spirito vasto,
+radunò in sè quale fiume potente tutti i ruscelli dello scibile suo
+contemporaneo. Mario invece fu figlio delle montagne, nato proprio in
+Arpino, fra le mura dei ciclopi, dove vogliamo salire.
+
+Ho veduto pochi terreni così frastagliati e parlanti come questa patria
+di Cicerone; sorgenti, canali, ruscelli ad ogni passo e di tutte le
+tinte; ed in mezzo a tutto ciò, il rumore dei molini, le grida dei
+lavoratori dei campi, ed il fracasso del nostro _char à banc_ che
+correva sempre a precipizio.
+
+Passammo nella pianura, dinanzi a parecchi casini e vaghi giardini;
+quindi, lasciata la valle del Fibreno, prendemmo a salire il monte per
+una bella e comoda strada, dalla quale si gode una nuova vista,
+affascinante per la varietà, sulla lontana campagna di Roma e la pianura
+di Pontecorvo. Sora dista da Arpino sette miglia, di cui quattro corrono
+in salita in una regione coltivata ad oliveti, lasciando sotto il Liri.
+Man mano che si sale, diminuiscono le case, e raramente se ne incontra
+una lungo la strada.
+
+Giunsi finalmente ad Arpino verso un'ora dopo mezzodì ed entrai in città
+per l'antica porta romana.
+
+La patria di Cicerone e di Mario conta attualmente 17,000 abitanti. Le
+sue vie sono strette, la piazza piccola, ma non fanno difetto case di
+signorile apparenza. Del resto, la città è morta e non vi si scorge
+indizio di attività industriale. In quasi tutti i paesi intorno a Roma
+esistono chiese antiche; Arpino non ne possiede alcuna, quantunque
+anticamente la sua cattedrale fosse un tempio dedicato alle nove Muse;
+ora invece è dedicato agli Angeli, come se vi fosse stato bisogno della
+musica celeste di questi per far tacere per mezzo del cristianesimo i
+canti pagani delle nove vergini sorelle dell'Olimpo.
+
+Arpino è divisa in due parti; la città vecchia, sul punto più elevato
+dove sorgeva l'antica rocca, e la città propriamente detta che si stende
+ai piedi del ripido pendio del monte. Questa divisione è antichissima,
+ed è una caratteristica distintiva di tutte quante le antiche città
+volsche e latine. Del resto, le mura ciclopiche, scendenti dall'altura
+su cui sorgeva la rocca, provano che la città moderna è fabbricata sulla
+stessa area dell'antica, ed anche la porta della città è di origine
+ciclopica. Le mura sono in tutto simili a quelle di Segni e delle altre
+antiche città del Lazio. In generale sono ben conservate, specialmente
+nella parte più alta, cui si accede per una ripida strada scavata nel
+tufo calcareo, fiancheggiata da oliveti che scendono fino alla parte
+bassa.
+
+Lassù sorgeva la rocca ciclopica, e nel medio evo il castello dei conti
+longobardi. Esiste ancora una vecchia torre rivestita di edera; sono
+vicino ad essa quelle mura di giganti che non si possono guardare senza
+stupore. E' ancora in piedi una bella porta ciclopica e le mura formano
+un quadrato attorno alla rocca. Le porte per solito finiscono in un arco
+a sesto acuto, o tozzo, come quelle di Alatri, di Segni, di Norba;
+questa invece è di stile quasi gotico, se non che esiste tuttora il
+macigno che serviva di chiave alla volta e non è possibile che abbia
+assunto la presente forma in seguito a rovina accidentale. Le pareti
+sono formate di sei ordini di macigni, collocati tre per tre; la
+larghezza della porta è di otto passi, la sua profondità interna di
+sette e l'altezza di circa quindici piedi. I macigni, di tufo calcareo
+porosissimo, sono di forma quasi quadrata.
+
+Di là scendono le mura con dolce pendenza, come a Segni, interrotte qua
+e là da una porta quadrata di stile etrusco, o da torri medioevali di
+guardia. L'edera le ricopre; nelle loro fessure crescono olivi selvatici
+e arbusti fioriti. Il loro aspetto, cupo e severo, riporta ai primitivi
+tempi italici, coi quali comincia la storia del Micali. «Nei primi tempi
+regnò in Italia Giano, quindi Saturno, il quale fuggendo dalla presenza
+di suo padre Giove dalla Grecia, si ricoverò nella città di Saturnia. E
+siccome rimase in Italia nascosto (_latuit_), ne venne a quella regione
+il nome di _Latium_».
+
+Gli arpinati sostengono che la loro città è stata fondata da Saturno
+(non vi è città latina che non lo voglia per fondatore) e che vi sia
+stato sepolto; a conferma di ciò mostrano ai viaggiatori presso la Porta
+dell'Arco un antico sepolcro colossale battezzato per «_Tomba di
+Saturno_». In una iscrizione moderna della città alta si leggono le
+parole seguenti, che, a dire il vero, non peccano di soverchia modestia:
+«_Arpinum a Saturno conditum, Volscorum civitatem, Romanorum Municipium,
+Marci Tullii Ciceronis eloquentiae Principis et Caji Marii septies
+consulis patriam ingredere viator; hinc ad imperium triumphalis aquila
+egressa urbi totum orbem subjecit; ejus dignitatem agnoscas et sospes
+esto_».
+
+Del resto, si può perdonare questo sentimento di orgoglio municipale ad
+una vecchissima città che ospitò Saturno e fu patria di Mario e di
+Cicerone. Lo stemma attuale di Arpino consiste in due torri sormontate
+dall'aquila di Giove o delle legioni romane.
+
+Si può concedere al canuto Saturno di riposare in quella tomba
+colossale, ma la ingenuità degli arpinati passa ogni limite quando
+mostrano al forestiero la casa di Cicerone. Mi condussero, infatti, in
+un angolo della città antica, dove erano una cappella ed alcune casipole
+ed indicandomi una specie di stalla tutta nera, addossata ad una di
+quelle, mi dissero:--Ecco la casa del famoso Cicerone!--
+
+Sostai per riposarmi sulle mura ciclopiche, godendo la vista splendida
+della campagna latina che da quell'altura tutta scoprivo. Il monte di
+Sora mi apparve di là quasi una piramide d'Egitto accanto al Nilo; la
+città era immersa nell'ombra proiettata dal monte e si poteva seguire il
+corso del Liri, fra i monti maestosi che lo fiancheggiano. Si scorgevano
+pure la Posta, dove nasce il Fibreno, i Sette Fratelli dedicati ai figli
+della Felicità, dove il monaco Alberico ebbe la famosa visione che
+precedette quella di Dante, dando probabilmente origine al poema di
+questi. Parecchie città e castella si staccavano biancheggianti
+sull'azzurro dei monti; si scorgevano Veroli, Monte S. Giovanni,
+Frosinone, Ferentino ed a fianco un monte piramidale, di forma strana,
+su cui sorge Rocca d'Arce; ed un altro su cui campeggia nel cielo la
+torre solitaria e scura di Monte Negro. Tutti questi paesi rimontano ai
+tempi di Saturno e stando su queste mura ciclopiche ricoperte di edera
+su cui sono passate migliaia di anni, si gode un maraviglioso
+spettacolo.
+
+Su queste mura stesse si arrampicava un giorno il giovane plebeo Caio
+Mario, all'epoca in cui tutti i popoli, dalle Calabrie al Liri ed al
+mare Adriatico, erano insorti per la conquista dei propri diritti
+civili, e di là il giovanetto tendeva lo sguardo verso il Lazio, verso
+quella gran Roma, cui erano rivolti nelle provincie i pensieri di tutti
+quelli che anelavano all'operosità, alla fortuna. E questo ciclopico
+Arpino deve considerarsi quale culla adatta al sanguinario Mario, vera
+culla di gigante, la cui terribile e rozza natura porge un non so che di
+titanico, posta a contatto a quella aristocratica di Silla che con arti
+volpine gli attraversa continuamente la strada ed arresta costantemente
+il corso della sua fortuna.
+
+L'atmosfera di Arpino è impregnata di memorie di Mario e di Cicerone.
+Qui ci si trova in una delle sorgenti della storia; qui si visitano, con
+la stessa soddisfazione che reca nell'ordine fisico la loro ricerca, le
+fonti modeste, da cui ebbero origine i grandi fiumi che diffondono nel
+loro corso la fertilità e la vita. La scienza di Cicerone si può
+veramente paragonare al fiume più maestoso della letteratura antica,
+accresciuto durante i secoli del medio evo ed a cui ancora oggi si
+ricorre con frutto; merito questo però che non diminuisce affatto la sua
+vanità, nè la sua debolezza di carattere. Mario, invece, fu uomo di
+grande energia ed il suo nome segna un'epoca nella storia di Roma e
+dell'impero, quando si pensi alla grande spinta da lui data a Roma ed al
+mondo. Senza di lui non sarebbe sorto l'impero; ed Augusto, Tiberio,
+Caligola, tutta quella serie di despoti, possono dirsi aver avuto
+origine da Mario ed essere stata Arpino la caverna del drago, da cui
+uscì l'impero romano.
+
+La figura africana di Giugurta, la sua fine terribile nelle prigioni del
+Campidoglio, i Cimbri ed i Teutoni, che profetizzarono in certo modo la
+caduta di Roma per opera delle razze germaniche, la terribile guerra
+civile, la figura asiatica di Mitridate, Mario nascosto nelle paludi di
+Minturno, Mario profugo, seduto sulle rovine di Cartagine, Mario
+vecchio di settantadue anni che entra trionfante a Roma, l'uccisione dei
+fautori della proscrizione e, cosa strana, la morte tranquilla di un tal
+uomo; tutto ciò mi passava dinanzi come una lanterna magica e si
+accordava meravigliosamente col paesaggio. Poi ripensavo a Cicerone
+giovanetto, quando l'altro era canuto; alla caduta della repubblica
+preparata dalla guerra civile tra Mario e Silla, alla quale aveva
+assistito e attorno a Cicerone sorgevano le immagini degli oratori,
+degli uomini di stato più distinti della morente repubblica; le figure
+di Pompeo, di Cesare, di Antonio, di Ottaviano, di Bruto, di Cassio, di
+Catone, di Attico, di Agrippa e, finalmente, il ricordo della testa
+sanguinolenta di Cicerone stesso, esposta su quella tribuna, teatro un
+dì della sua splendida eloquenza.
+
+La fantasia del mio lettore potrà completare questi ricordi storici,
+conseguenza naturale del luogo dove io mi trovavo; chiunque avrebbe
+pensato le stesse cose, trovandosi solo, dove sorgeva la rocca di
+Arpino.
+
+Nello stesso modo che esistono punti elevati dai quali si scopre tutta
+la vista di una campagna, vi sono punti dai quali appare tutto il
+panorama della storia.
+
+Arpino è uno di questi punti e nel discendere da quell'altura mi tornava
+in mente il passo di Valerio Massimo, in cui è riassunta concisamente,
+ma esattamente, la natura e la vita di Mario.
+
+«Da questo Mario, da questo Arpinate d'infima condizione, da quest'uomo
+tenuto in Roma come ignobile, da questo candidato poco meno che
+dileggiato, sorse quel Mario che soggiogò l'Africa, che trascinò il re
+Giugurta avvinto al suo carro, che debellò le orde dei Teutoni e dei
+Cimbri che entrò ben due volte sul carro del trionfo in Roma che fu
+sette volte console e che da proscritto diventò promotore di
+proscrizioni. Vi fu mai altra vita che, al pari della sua, abbondasse di
+tanti contrasti? Di lui si può dire che fu tra gli infelici
+infelicissimo, tra i fortunati fortunatissimo».
+
+Il rozzo Mario e l'astuto Silla con la sua fisonomia pallida, col suo
+aspetto effemminato, svogliato, sprezzatore di tutto, e dominatore nel
+tempo stesso di ognuno e di tutto, accompagnati dalla fortuna, sono due
+delle figure storiche più caratteristiche dell'antica Roma.
+
+Intanto, sulla piazza di Arpino, la cosa cui meno si pensasse quel
+giorno, 4 ottobre, era certo la storia romana; poichè ricorrevano
+l'onomastico del re Francesco II ed il genetliaco della regina sua
+consorte ed i ritratti della giovine coppia reale stavano esposti in una
+specie di loggia del palazzo municipale e così si ammirava l'immagine
+di una graziosa principessa bavara, di una figlia di quei Teutoni e di
+quei Cimbri vinti un giorno dal terribile Mario. Sulla stessa piazza
+sorge un grande edificio, nella cui facciata stanno entro apposite
+nicchie i busti di Mario, di Cicerone e di Agrippa, poichè anche
+quest'ultimo, secondo i buoni Arpinati, nacque nella loro città. Sotto i
+busti si legge questa iscrizione: _Arpinum a Saturno conditum Romanorum
+Municipium, M. Tullii Ciceronis, C. Marii, M. Vipsanii, Agrippae Alma
+Patria_. Quest'edificio si chiama Collegio Tulliano e lo occupano i
+gesuiti. Le finestre erano tutte aperte e si vedevano i padri con la
+loro sottana nera prendere parte anche essi alla festa. Sulla piazza
+sonava una banda vestita in modo arlecchinesco e si gridava _Viva il
+Re!_ La banda si mosse ed andò solennemente incontro al giudice che
+prese posto dietro non già rivestito di toga color porpora, ma in
+marsina nera e coi guanti; al suo fianco stavano il sindaco e il primo
+eletto pure in abito nero. Si gridò di nuovo _Evviva il Re!_ ed il
+corteo si recò alla cattedrale. Alla sera vi fu concerto, o per parlare
+più esattamente, vi fu un chiasso diabolico sulla piazza, a cui si dava
+il nome di concerto; si accesero anche fuochi artificiali, o per dir
+meglio razzi e si spararono mortaretti, come nelle feste ecclesiastiche.
+
+Non voglio dimenticare che Arpino vanta anche una celebrità moderna, un
+pittore, Giuseppe Cesari, conosciuto sotto il nome di _Cavalier
+d'Arpino_. Come Cicerone e Mario, questi si recò a Roma a cercarvi
+fortuna e vi dipinse, fra le altre cose, la grande sala nel palazzo dei
+Conservatori, dove fece gli affreschi che rappresentano fatti della
+storia romana; le sue pitture murali, pregevoli particolarmente per il
+colorito, sono ritenute fra le migliori della fine del secolo XVI. La
+cattedrale di Arpino possiede una sua bella Madonna.
+
+Partii da Arpino su uno _char à banc_ per recarmi a Montecassino. La
+strada scende per una collina tutta coltivata ad olivi. Si gode la vista
+del vicino territorio romano, e si passa sotto l'alto Monte S. Giovanni
+accanto al Liri la cui acqua verde si scorge qua e là fra i pioppi.
+
+La regione, montuosa a sinistra, è quasi deserta; di quando in quando
+appare un'antica torre medioevale, come quella di Monte Negro, od un
+dirupato castello come quello di Santo Padre. Si arriva sopra un'altura
+che divide le acque del Liri da quelle del Melfa e si passa in vicinanza
+di Fontana e di Arce, senza però toccarle. Quest'ultimo borgo ha
+veramente l'aspetto di una fortezza inespugnabile e tale infatti fu
+ritenuta durante il medio evo; però fin lassù riuscirono ad arrampicarsi
+e ad impadronirsene i Provenzali di Carlo d'Angiò così agilmente come
+gli zuavi dei nostri tempi. La caduta di Arce sgomentò tutte le città
+ghibelline del regno e fu preludio alla sconfitta di Manfredi.
+
+L'antica rocca dei Volsci sorge su una rupe alta, scoscesa, dove ancora
+ne rimangono le vestigia, attorniate da mura ciclopiche, mentre la città
+moderna si stende sul pendìo del monte. La disposizione di tutti questi
+paesi è identica; in alto la rocca, al disotto la città. Nella rocca si
+rifugiavano nel medio evo gli abitanti della città e delle campagne,
+quando erano minacciati dalle scorrerie degli Ungheri e dei Saraceni
+dell'Africa. Non è possibile percorrere le sponde del Liri, soprattutto
+la ridente pianura di Aquino, senza ricordare il terrore che vi
+portarono una volta i Saraceni. Per ben trent'anni essi funestarono le
+contrade fra il Garigliano o Liri e Minturno, facendo scorrere per la
+Campania, la Tuscia e la Sabina, saccheggiando e distruggendo i
+monasteri di Montecassino, di S. Vincenzo al Volturno, di Subiaco e di
+Farfa, riducendo in cenere gli archivi e le biblioteche, perdita questa
+irreparabile. Solo nell'agosto del 910 poterono esser cacciati, da una
+lega italo-bizantina, per opera dell'energico papa Giovanni X, e un
+papa si ornò della gloria di essere stato il salvatore d'Italia.
+
+Al disotto di Arce vi è una dogana, denominata le Muratte; ivi mi fu
+chiesto il passaporto, ma fortunatamente non mi fu visitato il bagaglio.
+Avevo però preso la precauzione, con l'aiuto del mio auriga, un giovane
+arpinate molto svelto, di nascondere accuratamente nella carrozza un
+libro, ed il manoscritto del mio giornale di viaggio che cavammo in
+trionfo fuori dal loro ripostiglio non appena la dogana fu oltrepassata.
+Da ogni parte si vedevano truppe che non disdicevano su questo antico
+teatro di guerra; nel vederle il mio pensiero correva sempre più a
+ricordare gli eventi storici di queste stupende contrade, poichè qui
+appunto ha principio il territorio storico dell'Italia meridionale.
+All'inizio del medio evo era ripartito in tre gruppi, gli stati
+longobardi di Benevento, Salerno e Capua; il dominio bizantino delle
+Calabrie e le repubbliche marittime, di Napoli, Amalfi, Gaeta e
+Sorrento. Tutte queste regioni passarono in seguito in possesso dei
+Normanni. Mentre tutti questi diversi elementi, longobardi, greci,
+imperatori germanici, papi, repubbliche, saraceni, erano fra di loro in
+continua lotta, la storia dell'Italia meridionale diventa veramente un
+caos. L'inferno di Dante non può dare che una debole idea di tutti
+gl'intrighi, le passioni, i delitti che si muovevano in questi stati, in
+queste corti. Purtroppo la storia di quei tempi manca ancora, essa è un
+labirinto. Montecassino ne possiede sempre molti elementi nelle sue
+collezioni di diplomi, particolarmente riguardanti Gaeta. La rinomata
+opera di Giannone, pregevolissima per ciò che riguarda l'ordinamento
+civile, e quello della giustizia, non sempre è esatta nel rimanente e
+non corrisponde più all'attuale progresso della scienza.
+
+Arrivammo al ponte sul Melfa che ha conservato l'antico suo nome e che è
+ancora, in ottobre, quasi asciutto nel suo ampio letto bianco e sassoso.
+Si pretende che esso abbia segnato una volta la linea di confine fra gli
+stati della Chiesa o ducato di Roma e il ducato longobardo di Benevento;
+ma la cosa è tutt'altro che certa; sembra anzi assai più probabile che
+allora, come oggi, il Liri dividesse i due stati. Stavano accampati
+vicino al fiume, attorno ad un mucchio di fieno, dei soldati di
+cavalleria.
+
+Poco dopo passato il ponte, comincia l'estremo Lazio, la bella campagna
+di Aquino e di Pontecorvo, irradiata dal sole, ed attraversata dalla
+magnifica strada che porta a Capua. Alla sua sinistra si leva la catena
+degli Appennini, di cui si scorgono la vetta del Cimarone ed i borghi di
+Castello, di Rocca Secca, di Palazzuola, di Piedimonte; più in là sorge
+il monte Cairo, mèta della nostra gita. Già si scorgevano gli edifici
+grandiosi e le cupole di Montecassino, l'Atene del medio evo, faro della
+scienza nella cupa notte di quei tempi. Colà Paolo diacono scrisse la
+sua storia dei longobardi.
+
+A destra della pianura apparivano le cime azzurre dei monti Volsci, di
+natura identica a quelli di Segni e di Gavignano, e poi S. Giovanni
+Incarico, Pontecorvo, il piccolo territorio pontificio già possesso di
+Bernadotte e più lontano Oliva, Rocca Guglielma ed altri villaggi. Il
+Liri qui corre ai piedi dei monti, attraversa campi deliziosi che sembra
+non voler lasciare mai, perchè allunga la sua strada con mille
+sinuosità; ad ogni passo accoglie il tributo di un ruscello o di un
+torrente e le sue acque risplendenti ai raggi del sole, sono veramente
+meravigliose. Con qual diletto non dovettero soggiornarvi i Saraceni!
+Certo essi non trovarono mai sponde più amene nè sul Guadalquivir, nè
+sul Sebeto, nè sul fiume Ciane. Molti popoli dopo l'epoca romana
+funestarono questo paradiso: i Visigoti con Alarico ed Atalulfo, i Goti
+valorosi di Totila e di Teia, gli Isauri, gli Unni, i Sarmati, i Greci;
+le orde terribili di Leutari e di Bucellino, i docili Longobardi che
+finirono coll'occupare tutte queste terre, col coltivarle e farle
+rifiorire, gli Arabi, gli Ungari, i Normanni, i Francesi, gli Spagnoli,
+i Tedeschi; tutti si accamparono qui e vi combatterono; tutti apparvero
+in questa Campania felice, chiave del regno di Napoli.
+
+Più lontano noi scorgiamo anche i monti di fronte a S. Germano, su cui
+sorgono Rocca d'Evandro (propriamente Bantra), S. Elia, S. Pietro in
+Fine, sui quali emerge l'alto Aquilone. La maggior parte di questa bella
+pianura apparteneva alla diocesi di Montecassino e parecchi di questi
+paesi, di queste città, debbono al monastero la loro esistenza.
+
+Questa parte estrema del Lazio non ha la severa grandiosità della
+campagna romana; le sue tinte sono più calde, più dolci, più
+meridionali, infine, la sua coltivazione è assai più rigogliosa, nè vi
+sono tante colline.
+
+Essendo giorno di fiera a S. Germano, incontrammo per strada molti
+contadini, vestiti come nella valle del Sacco e ciociari coi sandali. Le
+donne però, anzichè il busto portavano un morbido panno con nastri sulle
+spalle e due vesti di cui quella superiore fatta a grembiale: questo
+modo di vestire fa una graziosa figura.
+
+Qui, invito il lettore ad abbandonare la strada di Capua ed a piegare a
+destra, verso Aquino che giace in mezzo alla pianura. E' piacevole
+attraversare la linea recentemente ultimata fino a questo punto della
+strada ferrata di Capua che non può venire ancora esercitata poichè, se
+il governo napoletano si affrettò a compierla sul suo territorio, quello
+pontificio è ancora arretrato sul suo, avendo appena oltrepassato
+Albano.[12]
+
+In un quarto d'ora, attraverso a campi coltivati a granturco, si giunge
+ad Aquino. Questa città, importante ai tempi dei Romani, è ora un borgo
+lungo e stretto, su cui emerge solo un campanile. La sua posizione, su
+di un ruscello, non ha nulla di speciale, senonchè bellissimi per
+ricchezza e per frescura di vegetazione sono i suoi dintorni e stupendo
+è il panorama che vi si gode. Esistono ancora presso il paese alcune
+rovine della città romana, avanzi di porte, di mura, reliquie dei templi
+di Cerere e di Diana; in complesso però nulla di notevole. Presso il
+ruscello sono le rovine di una chiesa del secolo XI, S. Maria Libera,
+basilica a tre navate, sulla cui porta si scorge ancora una Madonna in
+mosaico, opera bizantina ben conservata. Vicine le une alle altre
+sorgono così le rovine dell'Aquino romana e dell'Aquino medioevale; a
+queste due epoche appartengono le celebrità della città.
+
+Aquino si può vantare di aver dato i natali a uno dei meno famosi
+imperatori romani, a Pescennio Nigro che vi nacque in umile condizione
+come Mario. Prode soldato, si distinse quale generale in Siria; dopo
+l'uccisione di Pertinace vestì la porpora, ma la dovette cedere presto
+all'africano Settimio Severo che lo sbalzò dal trono e lo fece prima
+imprigionare, poi decapitare. Maggior gloria procurarono ad Aquino due
+altri suoi figli. Sono due tipi che rappresentano due epoche e che si
+possono l'uno all'altro contrapporre, come le rovine di un tempio romano
+a quelle della basilica di S. Maria Libera. Quale maggior contrasto,
+infatti, di quello che passa tra Giovenale e S. Tommaso d'Aquino, fra il
+grande poeta satirico della corruzione pagana di Roma ed il più grande
+filosofo della sacra teologia scolastica, che ebbe il nome di Dottore
+Angelico? Si direbbe che questi due personaggi tanto diversi abbiano
+voluto sorgere entrambi in Aquino, nel modo stesso che la corruzione
+pagana di Roma richiedeva la rigenerazione cristiana.
+
+Giovenale ci trasporta con le sue satire in quelle condizioni di Roma,
+preparate da Mario e consolidate dalla stirpe Giulia dopo la caduta
+della repubblica, in quella Roma, pantano sanguinoso, putrida palude
+morale, menzogna in tutto, dove ogni cosa era appestata, in quella Roma
+fisicamente e moralmente ammalata, tutta da comprare; dove patrizi e
+cittadini si affollavano famelici attorno ad un despota onnipotente,
+terribile come il fato; dove pensiero, parola, penna, erano avvinti in
+ceppi; dove unica libera era l'adulazione; dove non vi erano che idee
+servili, libidine di piacere ed una mostruosa prostituzione della
+natura; dove in quella folla lasciva e tormentata dalla voluttà e dalla
+paura, alcuni spiriti stoici, concentrati in sè stessi, davano sfogo
+alla loro nausea morale con la satira e con la storia, non appena lo
+consentiva un despota più temperato degli altri.
+
+Giovenale nacque in Aquino; poco però si sa della sua vita, come di
+quella della maggior parte dei poeti dell'antichità, il che, del resto,
+non torna davvero a loro danno. Le loro persone assumono così quasi
+l'aspetto di un mito. Nessun erede, parente o amico indiscreto, pubblicò
+la loro corrispondenza; nessun giornalista descrisse con scrupolosa
+esattezza il loro aspetto esteriore nei più minuti particolari, non li
+accompagnò passo passo nella loro vita, partendo dalla culla; non tenne
+conto delle loro virtù, dei loro vizi, dei loro errori, dei loro debiti
+presso ebrei e cristiani e d'ogni altro loro imbarazzo. Due pagine
+bastano, alla vita oscura di Orazio, di Virgilio, di Ovidio; della morte
+di Eschilo e di Euripide, non rimane che una tradizione favolosa;
+l'arguto Terenzio scomparve tranquillo in qualche angolo dell'Ellade,
+presso la palude Stimfalica.
+
+Di Giovenale, solo da un suo verso, si sa che nacque in Aquino. Venne
+esiliato in Egitto o in Scozia? Dove morì? Nessuno lo sa. La sua lunga
+vita, ora rattristata, ora allietata dai regni di Claudio, di Nerone, di
+Galba, di Ottone, di Vitellio, di Vespasiano, di Tito, di Domiziano, di
+Nerva, di Traiano e di Adriano, fu spettatrice dei più grandi
+avvenimenti; vide sul trono del mondo una serie di demoni feroci, ed una
+di genî buoni; vide tempi in realtà miserrimi, a torto detti
+felicissimi.
+
+E' difficile quindi immaginarsi quale idea dovette farsi della vita,
+quali impressioni dovette provare un uomo di mente e di cuore che potè
+vedere l'aspetto truce di un Nerone, e la fisonomia serena di un Tito.
+
+Se egli non avesse visto quella doppia serie di imperatori, se invece di
+essere nato sotto Claudio, fosse nato ai tempi di Tito, forse non
+avremmo le sue satire; ma le impressioni di gioventù dettero la
+direzione al suo spirito; in fondo poi la società romana dei tempi di
+Tito era sempre quella stessa dei tempi di Nerone. Povero Giovenale
+condannato ad essere il poeta della sua età! La sua lingua, la sua
+narrazione già oscura, difficile, serrata come quella di Tacito, sotto
+il peso dell'atmosfera romana, sotto la stretta della sua amarezza,
+dovettero esercitarsi sopra argomenti ai quali non sarebbero stati
+adatti nè il marmo, nè l'argilla, ma il fango. Chi può leggere le sue
+satire sugli uomini e sulle donne di Roma senza provare un senso di
+ribrezzo? Chi può non compiangere un ingegno eletto come il suo,
+condannato a cercare le sue ispirazioni in quel pantano della società
+romana dei suoi tempi? _Facit indignatio versum, qualemcunque potest._
+
+Giovenale fu paragonato (e con qualche verità) a Tacito, il suo più
+grande e più nobile contemporaneo; ma lo storico di quell'epoca aveva
+almeno la coscienza di chiamare il dispotismo davanti ad un tribunale
+supremo, sempre pronto a pronunciare le sue sentenze. Ma che cosa può
+confortare il poeta satirico, il pittore della impudicizia nel ribrezzo
+che deve provare a descrivere la generale corruzione dei suoi tempi?
+Eppure, quanto non è superiore un Giovenale ai romanzieri ed ai
+drammaturghi dei tempi nostri, più lascivi, ma più deboli di Petronio, i
+quali descrivono il vizio coi colori più dolci e sentimentali e ci
+dipingono vili meretrici come tipi ideali?
+
+Teniamoci fortunati noi tedeschi, almeno per ciò che non possediamo
+nella nostra letteratura un Giovenale, nè un Sue o un Dumas, ma possiamo
+porre ancora corone non contaminate sul capo di Schiller, il poeta
+generoso della libertà e dell'ideale umano.
+
+Ambedue quei romani, Giovenale e Tacito, lamentarono la perduta libertà
+repubblicana; ambedue disperarono dell'avvenire che non appariva loro
+diverso da un abisso, e Giovenale ancora più di Tacito. E di fronte ad
+essi già sorgeva, da loro conosciuto, ma non compreso, anzi disprezzato
+quale setta giudaica, il cristianesimo, ideale tuttora velato di una
+umanità ringiovanita. E i Germani, di cui Tacito ammirava la schietta
+naturalezza e la semplicità eroica, dovevano poi abbattere in Roma il
+dispotismo e la menzogna.
+
+Il cristianesimo... Siamo sulle rovine di Aquino e tra i ruderi di S.
+Maria Libera, appare un santo illustre, il Dottore Angelico. Veste
+l'abito dei domenicani, porta un fascio di libri sotto il braccio, è di
+statura alta, asciutto, ma cammina curvo, ha una testa potente e
+voluminosa, viso abbronzato e rugoso, però _molli carne, quae acumen
+ingenii et excellentiam indicaret_.
+
+Erano trascorsi mille e più anni da Tacito e da Giovenale allorchè
+Tommaso nacque nel 1224, non propriamente in Aquino, ma lassù nel
+pittoresco castello di Rocca Secca, edificato dall'abate Manso di
+Montecassino, sul monte Asprano, verso la fine del decimo secolo. Esso
+appartenne poi ai conti longobardi di Aquino, dell'antica famiglia di
+Landolfo. Il padre di Tommaso era il conte Landolfo, sua madre Teodora
+Caracciolo e suo zio Landolfo era abate di Montecassino. Quando il
+fanciullo ebbe cinque anni, i suoi genitori lo condussero nel monastero
+di S. Benedetto, con la speranza che un giorno ne diventasse abate. Fu
+sempre costume dei Benedettini quello di accogliere fra i monaci ragazzi
+di tenera età e quest'usanza vi è ancora. Don Luigi Tosti, oggi rinomato
+storico d'Italia, don Sebastiano Calefati, l'erudito bibliotecario,
+tutti e due uomini illustri, i cui nomi saranno sempre ricordati con
+piacere da molti studiosi tedeschi, entrarono nel monastero di
+Montecassino in età di otto anni. Tommaso rimase nel monastero sette
+anni, quindi si recò a Napoli, dove attese per altrettanti anni allo
+studio della teologia; vestì l'abito dei domenicani e andò a studiare a
+Parigi e poi a Colonia, per sentirvi il celebre Alberto Magno; fu
+professore a Napoli e morì il 7 marzo 1274 nel convento dei cistercensi
+di Fossanova, presso Piperno, a poche ore di distanza dalla sua patria.
+Fu uno degli uomini più illustri del medio evo, il primo che
+propriamente introdusse la filosofia nella teologia, o meglio che
+innalzò quest'ultima alla dignità di sistema filosofico. Quando oggi si
+ode il nome di scolastica, si pensa e non a torto, ad un labirinto di
+meschinità, di sottigliezze, di distinzioni, in cui stette per il corso
+di molti secoli imprigionato l'ingegno umano. Chi può oggi ancora
+immergersi nella _Somma_ di Tommaso d'Aquino, arrischiarsi in quella
+cupa foresta di spiriti, nel cui fitto sta il Minotauro del pensiero
+aristotelico cristiano? Noi consideriamo attualmente quella grandiosa
+filosofia gotica come un'anticaglia; tutte le sue sottili distinzioni,
+tutte le sue ricerche morali e speculative, tutti i suoi problemi privi
+di ogni utilità per gli scopi della vita, non offrono più alcun
+interesse a una generazione che tende a scopi pratici e materiali, e che
+vuol essere più libera e semplice nel suo pensiero. Ma non dobbiamo però
+dimenticare che anche quei sistemi sono di base alla scienza del
+pensiero e bisogna confessare inoltre che l'uomo del secolo XIX di
+fronte ai più alti problemi che si può proporre lo spirito, si trova
+appunto così perplesso, come uno scolastico del medio evo, o come il
+primo uomo del paradiso terrestre.
+
+Partimmo da Aquino, contenti di aver veduto questo paese, tornammo sulla
+strada di Capua e in un'oretta arrivammo ai piedi del monte Cairo;
+girammo il monte, avendo innanzi agli occhi l'anfiteatro romano di S.
+Germano, città di gaio aspetto, sormontata dal celebre castello di
+Janula e finalmente là in alto Montecassino che ci aspetta. Ma è ormai
+tempo di finire, essendo già troppe queste pagine. Se ci volgiamo a
+considerare tutto quanto si mostra al viandante in un così breve tratto
+di strada, non possiamo a meno di meravigliarci per la ricchezza di
+queste contrade. Nessun'altra nel mondo è così penetrata e animata dallo
+spirito. La natura e la storia hanno versato la loro cornucopia
+sull'Italia ed ogni epoca storica vi ha lasciato la sua impronta.
+
+L'Italia è la madre della civiltà in occidente e la Pandora della sua
+cultura sia nel senso buono che nel senso cattivo della parola. Se essa
+ora risorge e chiede il suo posto di nazione indipendente, fra tutti
+quei popoli che dopo aver da lei ricevuta la propria civiltà, la
+sfruttarono, la saccheggiarono, la signoreggiarono, lo fa in nome di un
+suo incontrastabile diritto. Sì, questa è una nobile terra, degna
+dell'amore del genere umano! Ed anche in mezzo al caos sconfinato
+dell'età presente, in questa nauseante mescolanza di errori e di verità,
+anche oggi noi Tedeschi non possiamo, nè mai lo potremo, far tacere la
+voce del nostro ardente voto per la liberazione di questa terra.
+
+
+
+
+IL CASTELLO DEGLI ORSINI A BRACCIANO
+
+(1870)
+
+
+
+
+Il Castello degli Orsini in Bracciano.
+
+(1870).
+
+
+Poco dopo la stazione postale della Storta si distacca a sinistra, dalla
+via Cassia, la via Claudia e per questa ci vogliono ancora tre buone ore
+di carrozza per arrivare al lago di Bracciano. Il paesaggio è deserto,
+ma pittoresco; collinette vulcaniche di tufo lo attraversano e qua e là,
+si scorgono fiorenti praterie e pascoli, con masserie e numerose mandre
+di bovini.
+
+Il carattere della campagna etrusca di Roma è molto diverso da quello
+del Lazio. Nel Lazio tutto è più ridente e soleggiato, più ricco di
+forme ed anche più animato; i monti Volsci e gli Appennini spingono fin
+là le loro diramazioni ed hanno la bella struttura delle formazioni
+calcaree; città antichissime, per la maggior parte vescovili, sorgono
+sulle alture verdeggianti di castani e coperte di oliveti, o
+inghirlandate dalla vite e danno alla campagna laziale un'impronta
+preponderantemente storica; essa è piena di monumenti dell'antichità e
+del medio evo. Nella regione etrusca invece predomina un terreno
+montuoso, vulcanico, diruto, con vaste solitudini, severe e
+melanconiche, d'aspetto quasi misterioso. Qui la vita storica non ha
+generalmente lasciato traccia di sè: tombe sotterranee e necropoli di un
+popolo enigmatico sono gli unici tesori e gli unici monumenti della
+Tuscia. La storia del paese sembra qui interrotta e dove non lo è, manca
+di significato potente e vivo. Il completo decadimento di una città come
+Veio e l'intero abbandono del suo territorio in ogni tempo, mi sono
+sembrati sempre segni caratteristici di questa storica estinzione
+dell'Etruria romana.
+
+Solitarie torri baronali senza nome, o piccoli paesi privi di valore
+storico, si levano qua e là melanconicamente sulle colline tufacee. I
+ricordi in questi luoghi incolti e selvaggi non vanno al di là del medio
+evo, dell'undecimo secolo, epoca in cui si stabilirono qui, come
+signore, alcune famiglie feudali germaniche, di origine franca o
+longobarda, come i conti di Galera e i prefetti di città della casa di
+Vico. Anche il possente influsso della Chiesa ha qui impresso e lasciato
+poche orme, essendo il paese passato assai tardi nel patrimonio di S.
+Pietro.
+
+Al di là del fiume Arrone, emissario del lago di Bracciano, sorgono due
+grandi fattorie: S. Maria di Celsano e Casale di Galera, qui è
+necessario scendere di vettura se si vogliono visitare le vicine rovine
+del castello di Galera. Queste fanno singolare riscontro alla favolosa
+città di Ninfa, nel Lazio che giace sprofondata nella sua incantevole
+tomba di edera e di fiori, sul limitare della palude pontina. Anche
+Galera, sede un tempo d'insolenti e feroci signori che dettero frequenti
+noie alla città di Roma, è oggi distrutta e presenta le sue vie, la
+chiesa ed il castello comitale coperti d'edera, nel senso più preciso
+della parola. Eppure Galera non giace come Ninfa nella profondità
+paludosa, ma salda ed alta si erge su di una scoscesa rupe di tufo,
+dominante una gola boscosa da cui l'Arrone precipita in cascate
+spumeggianti.
+
+Sulla porta rovinata si scorge ancora lo stemma degli Orsini, la rosa,
+cioè, con le travi. Dietro le potenti mura della città si sale a monte
+nel paese diroccato, aprendosi la via attraverso la fitta e selvaggia
+edera che barrica le strade minate. Ancora in piedi rimangono diverse
+case colle finestre gotiche; la maggior parte del materiale però è stato
+portato via, o forma adesso dei mucchi di macerie, cinti da cespugli.
+Galera non è, per quello che di architettura ne resta, bella come
+Ninfa; soltanto i muri del castello e della chiesa principale rivelano
+un'epoca più antica; gli altri sono assai moderni, solo nell'anno 1809
+essendo stato il paese abbandonato, o per mancanza d'acqua o, più
+verosimilmente, per impoverimento della popolazione. E' veramente
+sorprendente che nel nostro secolo, un paese possa sparire, non
+distrutto da subitaneo cataclisma, ma intisichito per decadenza interna.
+Non prova forse ciò ed in modo persuasivo, la mancanza di principio
+vitale di questa terra etrusca?
+
+Galera (nella regione, dove, secondo gli antichi itinerari, era la
+stazione _ad Careias_) comincia ad esser menzionata nella storia solo
+nel 780, anno in cui papa Adriano I fondò sul fiume Arrone una colonia
+di questo nome, per coltivare il deserto paese dei Veienti. Questa
+colonia prosperò ma, per circostanze a noi ignote, si sottrasse al
+dominio della Chiesa; al principio dell'undecimo secolo vi apparvero
+come signori i conti di Galera, fieri nemici del papato ed ardenti
+partigiani dell'impero tedesco.
+
+Gerardo, figlio di Ranieri (questi nomi indicano già l'origine
+germanica) era conte colà ed era anzi uno dei principali capi della
+nobiltà imperiale di Roma e del territorio, strettamente legato coi
+conti di Tuscolo, della stirpe d'Alberico e coi Crescenzi di
+Monticelli, nella Sabina. Questi signori nell'anno 1058 innalzarono in
+Roma, con la forza, un papa, Benedetto X: ma Ildebrando, il futuro
+Gregorio VII, fin d'allora capo del partito papesco e nazionale romano,
+chiamò a Roma, al servizio dell'appena eletto papa Nicolò II, una
+schiera di predoni normanni dalle Puglie, contro i conti avversari.
+Galera, dove Benedetto X si era rifugiato ed altre castella furono
+assalite.
+
+La potenza dei conti di Galera che dominavano il paese etrusco fino al
+di là del lago, verso Sutri, fu repentinamente abbattuta, ma ciò
+nonostante la loro stirpe si mantenne ancora a lungo a Galera. Sparì
+molto probabilmente solo alla metà del secolo XIII, quando Matteo Rosso
+della casa Orsini, famoso senatore della repubblica romana, divenne
+signore di Galera. D'allora in poi gli Orsini rimasero padroni di questo
+castello finchè, nel 1670, lo vendettero al papa.
+
+Il più fiero nemico di questa regione ed in pari tempo il più forte
+ostacolo alla coltivazione è oggi la malaria. Un umido venticello
+insidioso spira sulle pianure incolte e sulle colline vulcaniche
+disalberate, coperte solo di fiori d'asfodelo.
+
+Sorgono forse i demoni sterminatori della febbre dal lago stesso?... Chi
+lo crederebbe, quando dalle alture, presso Bracciano, si scorge questo
+specchio azzurro e porporino?...
+
+Questo è veramente lo specchio delizioso della ridente e soleggiata
+felicità, della magica solitudine, è un idillio campestre e lacustre di
+un genere tutto speciale, grande e maestoso, ma non così vasto da cessar
+d'essere un quadro completo e bene incorniciato.
+
+Lo splendido lago, in antico _lacus Sabatinus_ ed originariamente
+cratere vulcanico, si allarga tra dolci catene di colline e leggiadre
+sponde. Ha un'estensione di 21 a 22 miglia; la sua superficie è dunque
+perfettamente eguale a quella di Roma, con cui si trova in diretta
+comunicazione per mezzo del rinnovato acquedotto dell'acqua Paola,
+edificato da Traiano: l'acqua che per la porta S. Pancrazio entra in
+Trastevere e sgorga, con un magnifico fiotto simile ad un fiume, dalla
+fontana di Paolo V, proviene in parte appunto da questo lago, dopo aver
+girato attorno alle mura aureliane.
+
+A nord lo abbraccia una piccola montagna boscosa, da cui emerge, come un
+nero picco vulcanico, alto al massimo 2000 piedi, il monte di Rocca
+Romana. Questa vetta è visibile da tutta la campagna etrusca, come il
+Monte Cavo, sopra il lago di Albano, è visibile da tutta la pianura
+laziale. Sotto di esso, sulla riva del lago, sta il villaggio di
+Trevignano; a sinistra s'innalza la catena dei colli di Bracciano,
+distanti circa un miglio dal lago sul quale si leva, dominando l'intero
+paesaggio, il grandioso maniero degli Orsini, splendido edificio
+pentagonale, con cinque rotonde torri merlate. La sua tinta grigio
+nerastra appare in armonia con la circostante natura vulcanica, di cui
+questo castello sembra essere il prodotto storico. A destra infine
+sporge nel lago un'altra lingua di terra, con un cupo borgo turrito: è
+Anguillara, sede un tempo dei conti di questo nome, ramo laterale degli
+Orsini. Colà sgorga l'Arrone dal lago di cui è emissario.
+
+Solo in questi tre luoghi è raccolta tutta la vita storica del lago e
+de' suoi dintorni: ad egual distanza gli uni dagli altri, formano i tre
+lati di un triangolo e soli interrompono l'incantevole silenzio di
+queste sponde, rappresentando l'umana civiltà, senza però disturbare la
+magia della sua solitudine. Che significano infatti Bracciano,
+Trevignano, Anguillara?... Chi ha mai udito questi nomi, tranne coloro
+che hanno familiarità con la storia particolare di Roma?
+
+Se quel castello degli Orsini, cronaca granitica di terribili tempi
+feudali, non levasse le sue nere torri sul lago azzurro, questi tre
+paesi, sulle sue sponde, si potrebbero prendere per borghi di
+pescatori. E così silente è appunto il lago: non vi si scorge una
+barchetta; soltanto mandre di giovenchi appaiono sulle rive, o frotte di
+cavalli selvaggi, col corpo nell'acqua e butteri a cavallo, con la
+lancia, come nelle paludi pontine.
+
+Ho trovato Bracciano più grazioso di quello che mi attendessi da un
+paese vassallo; è una cittadina di circa 2000 abitanti, con strade
+larghe e buone abitazioni, modernamente costruite, molto simile a
+Marino, dove è il castello dei Colonna, appartenuto un tempo esso pure
+agli Orsini. Bene abitabile veramente non è che la parte nuova del
+paese, perchè la vecchia, quella del periodo baronale, giace stretta
+intorno al castello, come un nero ammasso di case di tufo. Il castello
+però s'innalza così gigantesco che sembra coprire tutta Bracciano con la
+sua ombra.
+
+Come regale deve essere stata la potenza della famiglia che in un luogo
+così remoto costruì questo splendido castello, fortezza inespugnabile e
+palazzo signorile ad un tempo! Dopo che il castello degli Orsini a
+Campagnano è caduto in rovina, questo è uno dei monumenti più mirabili
+del rinascimento romano, è uno de' più bei castelli baronali ed in tutto
+il Lazio non ve n'è uno che lo eguagli. Il castello di Spoleto,
+cominciato a costruire dal cardinale Albornoz e condotto a termine da
+Nicolò V, è più maestoso, è verissimo, ma non è un edificio baronale,
+come non lo sono del pari i bei castelli di Ostia, di Narni, di Civita
+Castellana e di Subiaco.
+
+La vista del superbo maniero richiama anzitutto, alla memoria del
+visitatore, la storia della stirpe degli Orsini che insieme con quella
+de' suoi nemici ereditari, i Colonna, ha riempito per quasi cinquecento
+anni gli annali di Roma con le gesta ed i nomi dei suoi innumerevoli
+membri, tra i quali furono papi, cardinali e capitani di grande
+rinomanza. Le due case, guelfa l'una e ghibellina l'altra, di Roma,
+hanno durato più a lungo delle dinastie dei re e degli imperatori e
+durano anche oggi nei loro avanzi, nei castelli che hanno un tempo
+posseduto.
+
+Il capostipite degli Orsini, dal romano nome di Orso, si perde nel buio
+della leggenda: non si sa neppur bene se fosse germanico. I suoi
+discendenti si chiamarono _Filii Ursi_: così suona sempre nelle più
+antiche cronache il cognome degli Orsini. Storicamente appaiono solo nel
+XII secolo. Celestino III (1191-1198) apparteneva alla loro casa. Nel
+XIII secolo, durante le lotte degli Hohenstaufen, acquistarono maggior
+potenza, per opera specialmente del senatore Matteo Rubeus, capo
+imperante della repubblica capitolina ed instancabile avversario
+dell'imperatore Federigo II e poi per opera di papa Nicolò III
+(1277-1280), figlio di detto senatore. Gli Orsini, fecondi quanto i
+Colonna, si suddivisero in seguito in più rami e dai loro diversi
+possedimenti si chiamarono Orsini di Monte Giordano e di Campo di Fiore
+in Roma, conti e signori di Nola nella Campania, di Tagliacozzo negli
+Abruzzi; di Gravina e Manoppello, di Monte Rotondo, di Vicovaro, di S.
+Angelo, di Pitigliano, d'Anguillara, di Bracciano. L'elenco dei loro
+castelli e possedimenti è conservato nell'archivio di famiglia a Roma e
+forma un intero volume. Erano egualmente potenti nel regno di Napoli
+come nel dominio romano. Mentre i Colonna, proprietari essi pure nel
+napoletano di grandi feudi ed in lotta violenta con i loro nemici
+ereditari per i marchesati di Tagliacozzo, Alba e Celano, possedevano
+nel Lazio il nocciolo della loro signoria, gli Orsini dominavano il
+territorio sabino sull'Anio, da Vicovaro fino a Nerola e Monte Rotondo,
+ed il paese etrusco da Sutri in giù, fino di là dal lago, verso Galera,
+ed alla sponda marina del vecchio Cere. In questo paese etrusco eransi
+già stabiliti fin dal secolo XIII, appropriandosi Galera.
+
+Non si sa quando vennero a Bracciano. Questo villaggio fu fondato in
+tempo ignoto, si crede su un fondo della _gens Braccia_. Il Nibby che
+per primo ci ha fatto conoscere la storia dell'agro romano nel medio
+evo, ha trovato la prima menzione del _Castrum Brassani_ in un documento
+claustrale del 1320: io mi trovo in grado di completare la cosa, perchè
+ho trovato un altro documento, anteriore di quasi cento anni,
+nell'archivio Orsini: è uno strumento legale del 10 marzo 1234, nel
+quale Goffredo Amatore e Landolfo, figlio del prefetto Gotifredo,
+appaiono come signori di questo castello: _Domini de Brachiano et de
+sancta Pupa_.[13] Secondo questo, Bracciano apparteneva in quei tempi
+alla famiglia dei Prefettani o dei prefetti della casa di Vico, potente
+nell'Etruria, che aveva ridotto ereditaria fin dal XII secolo, la
+prefettura della città di Roma. Questa famiglia, tedesca di origine,
+violenta, ghibellina e nemica del papa, si impadronì anche di Viterbo e
+di Orvieto e tramontò solo nel 1435, allorchè il terribile Giovanni
+Vitelleschi fece decapitare nel castello di Soriano l'ultimo prefetto,
+Jacopo di Vico.
+
+La Chiesa confiscò i beni prefettizi; alcuni però furono comprati da
+Everso, il brigantesco conte d'Anguillara, la cui stirpe orsina aveva da
+lungo tempo preso piede sul lago di Bracciano. Anche la prefettura di
+città passò nel 1435 agli Orsini, cioè a Francesco, primo conte di
+Gravina, un antenato di quel ramo che solo di tutto il casato, sussiste
+ancora in Roma.
+
+Gli Orsini possedevano Bracciano già nel XIV secolo, essendo Martino V
+Colonna stato costretto a confermare il vicariato di quel castello ai
+fratelli Francesco, Carlo ed Orsino Orsini nell'anno 1419.
+
+Dipoi sul lago signoreggiarono il ramo più antico di Anguillara ed il
+ramo di Bracciano che possedeva molti altri castelli etruschi.
+
+La casa di Bracciano brillò nel XV secolo grazie a due celebri capitani
+di guerra, Napoleone e suo figlio Virginio. Napoleone (questo nome di
+battesimo è stato in uso presso gli Orsini sin dai tempi antichi)
+edificò il castello di Bracciano, quello che tuttora rimane e dopo esser
+divenuto il più potente dei feudatari del suo tempo, morì a Vicovaro nel
+1480. Virginio ereditò i suoi beni e la sua gloria. Ai primi egli
+aggiunse Anguillara e Cervetri, comprati dopo la caduta della casa di
+Everso. Fu gran connestabile del regno di Napoli, dove si legò
+strettamente alla dinastia d'Aragona, egli stesso si chiamò de Aragona,
+al servizio del re Alfonso II e quindi di Ferdinando II. Fu incaricato
+di arrestare la marcia di Carlo VIII di Francia, attraverso l'Etruria,
+ma i figli di Virginio, Giovanni Giordano e Carlo, per ordine del padre,
+secondo i patti convenuti, consegnarono al monarca che si dirigeva alla
+conquista di Napoli, i loro castelli e questa inevitabile defezione
+degli Orsini dischiuse al conquistatore la via di Roma.
+
+Carlo VIII entrò in Bracciano, prese dimora nel castello di Virginio,
+dove rimase dal 19 al 31 dicembre del 1494 e mosse quindi col suo
+esercito alla volta di Roma. A Galera lo accolsero sottomessi gli
+ambasciatori della città e quelli di Alessandro VI.
+
+Nella bufera di questa guerra che doveva decidere delle sorti d'Italia,
+fu travolto anche Virginio sempre al servizio d'Aragona. Carlo VIII lo
+fece arrestare in Napoli e lo trasse poi con sè al suo ritorno. L'Orsini
+fuggì nella famosa battaglia del Taro, per cambiare di nuovo bandiera
+poco dopo e passare al servizio di Montpensier, il luogotenente di Carlo
+VIII a Napoli. Ma quando, dopo la rotta dell'esercito francese, gli
+aragonesi risalirono al trono, egli fu preso, nonostante la sua
+capitolazione, nell'agosto del 1496 e rinchiuso in un carcere. Così
+volle papa Alessandro VI che in seguito alla restaurazione napoletana,
+si era prefisso di sradicare dal suo territorio tutti i baroni romani.
+
+La sua guerra contro gli Orsini ebbe però un esito inatteso e segnò uno
+splendido trionfo per questa casa minacciata da tanta rovina. Mentre
+Virginio languiva in un carcere a Napoli, dove poco dopo morì di veleno,
+difendevano eroicamente il suo castello di Bracciano il giovane Alviano
+e sua moglie Bartolomea, sorella di Virginio. Gli assalti degli
+assedianti, guidati dal duca Guidobaldo di Urbino e dal figlio del papa,
+Giovanni di Gandia, furon respinti. Altri Orsini recarono soccorso e
+l'esercito papale soffrì nel gennaio 1497 una sanguinosa sconfitta
+presso Soriano. Il papa dovette concludere la pace e gli Orsini rimasero
+signori di Bracciano e di tutti gli altri possedimenti patrimoniali.
+
+Ancora una volta essi furono molestati da Cesare Borgia; ma neanche a
+lui riuscì di espugnare la forte rocca di Bracciano e finalmente la
+morte di Alessandro liberò gli Orsini dagli imbarazzi.
+
+Essi durarono quivi ancora per due secoli, mentre il secondo ramo di
+Anguillara si spense fin dall'anno 1548. Pio IV inalzò Bracciano a
+ducato nel 1560, a favore del pronipote di Virginio, Paolo Giordano
+Orsini, uomo, come il suo contemporaneo Sampiero, dalle passioni
+violente: in lui apparve per l'ultima volta la natura impetuosa della
+sua stirpe. Combattè gloriosamente a Lepanto. Era sua moglie Isabella,
+figlia di Cosimo I di Toscana che viveva quasi sempre da lui separata;
+sul conto di lui si narravano cose incredibili. Un giorno Paolo Giordano
+la strangolò con le sue mani nel suo castello di Cerreto in Valdarno nel
+1576. In Roma s'innamorò poscia follemente della bella Vittoria
+Accoramboni, moglie di Peretti, un nipote di Sisto V, in quel tempo
+ancora cardinale; una notte nel giugno del 1583 fece assassinare nel
+Quirinale il Peretti e tre giorni dopo il fatto Vittoria fuggì, con sua
+madre, nel palazzo Orsini, presso l'assassino di suo marito. Gregorio
+XIII proibì le loro nozze e fece rinchiudere la donna in Castel S.
+Angelo, dove rimase sino alla morte del papa, avvenuta nell'aprile del
+1585. Il giorno dell'elezione di Sisto V, Paolo Giordano sposò Vittoria.
+Il papa bandì l'uccisore di suo nipote e l'Orsini morì poco dopo in
+esilio. I suoi congiunti odiavano Vittoria, anche perchè ella pretendeva
+una parte dell'eredità. In Padova, dove era stata costretta a
+rifugiarsi, un giorno nel dicembre del 1583, fu pugnalata nella sua
+stessa camera, da uomini mascherati, per mandato di Lodovico Orsini,
+signore di Monte Rotondo.
+
+Virginio, figlio di Paolo Giordano e di Isabella, continuò il ramo di
+Bracciano e il duca Flavio lo chiuse nell'anno 1698, come ultimo di
+questa celebre casa.
+
+Già da alcuni anni don Livio Odescalchi, nipote di Innocenzo XI aveva
+acquistato Bracciano.[14] Dagli Odescalchi, ai primi di questo secolo,
+comprò il ducato il Rothschild di Roma, Torlonia, con la clausola però
+del riscatto. Questo è avvenuta pochi anni or sono: oggi dunque il
+principe Odescalchi è nuovamente duca di Bracciano.[15]
+
+Entriamo nel castello. A quanto pare, un triplice muro, solidissimo,
+costruito con blocchi di basalto, circondava originariamente il maniero,
+insieme col fossato, ora riempito. Si può entrare nel castello da due
+robuste e grandi porte, una dalla parte del paese, l'altra dalla parte
+del lago.
+
+Lo stile generale dell'edificio appartiene al rinascimento; le pareti,
+le finestre incorniciate di peperino ed i merli ricordano assai il
+palazzo di Venezia di Roma, la cui costruzione è della stessa epoca.
+Come in quello, il maggior cortile del castello degli Orsini era in
+origine cinto da un porticato a colonne che fu più tardi murato. Resta
+soltanto la gabbia di una scalea, poggiata su colonne di tufo che
+conduce al piano superiore: come la porta vicina della vecchia cappella,
+essa mostra il passaggio dal gotico al rinascimento.[16]
+
+Le cinque torri rotonde racchiudono in maniera imponente l'edificio e
+sembrano sorreggerlo e tenerlo insieme come poderose colonne. In alto,
+un ballatoio coronato di merli, le unisce fra loro. Al difuori, sopra le
+porte, come anche nel cortile, si vedono ancora gli stemmi in pietra
+della casa Orsini che risalgono al tempo della prima costruzione del
+castello.
+
+Una donna attempata mi ha accompagnato in giro pel castello durante due
+ore, dopo avermi detto che era tedesca, che da trent'anni stava al
+servizio degli Odescalchi e che intendeva finire i suoi giorni,
+tranquilla e felice, nella solitudine di quel maniero.
+
+Abbiamo attraversato alte sale a vôlta e file di stanze, piene di mobili
+roccocò e moderni e specialmente di armadi parigini, in legno scolpito.
+Questi ambienti sono tetri e poco adatti ad essere abitati; soltanto la
+veduta sul lago, dalle profonde finestre, è bella. In generale le
+esigenze della nostra vita moderna sono così differenti da quelle della
+vita feudale, come le ville Doria Pamphili o Albani, da questo castello
+Orsini. In esso poteva sentirsi a suo agio solo una famiglia baronale
+che trincerava dietro spesse muraglie di pietra i suoi privilegi e le
+sue barbare passioni, mentre lo sciame dei vassalli devoti e dei servi
+schiavi obbediva al cenno del padrone, garantito dalle loro sostanze e
+dalla loro vita. Soltanto ambiziosi pensieri di dominio, di potenza e di
+guerra potevano agitarsi entro queste mura; la voce della grazia e della
+musa risuonava qui assai raramente. Ben diverso era il principesco
+castello d'Urbino, il più bel monumento del rinascimento in Italia,
+della stessa epoca. Me ne sono ricordato a Bracciano. Colà il geniale
+Federigo di Montefeltro, padre di quel Guidobaldo che assediò il
+castello di Bracciano, formò la sua celebre biblioteca, vi eresse molte
+statue e ne fece una delle più dotte accademie del suo tempo.
+
+Nelle sale del castello pendono, come in quasi tutti i manieri baronali,
+molti ritratti di famiglia, quasi tutti però del XVII secolo.[17] I
+ritratti della famiglia Orsini, se alcuno li possedesse e li riunisse
+insieme, formerebbero certo intere gallerie e nella lunga fila di
+ritratti femminili ogni celebre casa aristocratica d'Italia sarebbe
+rappresentata. La mia cicerona, disgraziatamente, non me ne seppe
+nominare alcuno. Forse avrei potuto trovare quello d'Isabella Orsini. Mi
+si mostrò invece la stanza di questa disgraziata principessa che, solo
+fugacemente, può darsi sia comparsa in questo castello.
+
+Alcuni soffitti sono decorati con figure di stucco, ma pesanti e senza
+gusto; altri sono stati fatti dipingere dal Torlonia, il cui stemma è
+qui più volte riprodotto. L'arme di chi è venuto su dall'aristocrazia
+del danaro appare accanto a quella della vetusta casata degli Orsini,
+come ironia del tempo moderno sul passato feudalismo. Quanti antenati,
+quante lotte e fatiche, quale lunga storia di guerre, di paci, di
+convenzioni, di delitti e di virtù dovettero succedersi prima che un
+Orsini edificasse questo castello e che un altro ottenesse il titolo
+ducale di Bracciano! Tutto ciò non occorreva più al banchiere Torlonia:
+egli era diventato ricco durante la notte, ed un giorno potè metter fine
+a tutta quella noiosa storia con un paio di cambiali, ponendo il suo
+stemma: quattro stelle dorate con quattro grossi ciuffi di raggi d'oro,
+accanto alla rosa degli Orsini, e sorridendo passeggiare come duca sotto
+i cento polverosi ritratti del castello. Non è forse il mondo un venale
+mercato di mercerie e di ciarpame?...
+
+La mia brava guida mi condusse sui merli del castello e sulla
+piattaforma di tutte le torri che sono ripianate sulla cima la quale è
+lastricata. Mi accompagnò quindi al luogo desolato, dove il conte o duca
+sedeva per render giustizia ai vassalli o ai prigionieri di guerra e poi
+nelle camere di tortura, nelle carceri chiuse da forti cancelli, ed in
+altri luoghi, dove veniva eseguita la giustizia, nel buon tempo antico
+delle torture e della pena capitale, quando ancora non si discuteva in
+Parlamento l'abolizione della pena di morte.
+
+Dall'alto delle torri preferii ammirare l'incantevole specchio del lago
+da una parte e dall'altra la cima del Soratte; quindi lasciai il
+castello e vagai un poco sotto le alte querce del convento dei
+cappuccini e infine attraversai il borgo di Bracciano che possiede un
+albergo, La Piva, dove si sta abbastanza bene. E' poco frequentato; solo
+nell'estate talvolta si anima per gli ospiti che si recano ai bagni
+vulcanici di Stigliano e Vicarello, situati vicino al lago, famosi per
+le loro virtù salutari fin dall'antichità.
+
+Quei di Bracciano non hanno alcuna industria, tranne le vicine ferriere.
+In questo paese notai delle brocche di forma etrusca, che le donne e le
+fanciulle portano sulla testa alla fontana: questi recipienti di
+terracotta non vengono però fabbricati qui, ma a Vetralla, una delle
+castella dell'antico paese prefettizio. Mi ricordai che un tempo v'era
+in Bracciano una stamperia, da cui, per uno strano caso, nell'anno 1624
+era uscita la prima edizione della _Vita di Cola di Rienzo_, una delle
+più pregevoli opere della storiografia romana del XIV secolo. Non mi fu
+possibile trovare alcuna traccia di questo stabilimento, impiantato, chi
+sa per quale ragione, a Bracciano.
+
+Era mia intenzione proseguire il mattino appresso per Anguillara, lungo
+il lago; scesi perciò dall'altura del castello per un sentiero
+selvaggio, giù alla sponda. Anguillara mi attirava per la storia dei
+suoi conti, alcuni dei quali famosi senatori di Roma nel secolo XIV.
+
+Là fu conte un tempo Orso, il mecenate del Petrarca, uomo colto ed amico
+delle muse che accolse il poeta ospitalmente nel Castello di Capranica e
+come senatore di Roma lo coronò poi in Campidoglio. Petrarca si recò
+senza dubbio da Capranica ad Anguillara ed i suoi occhi videro questo
+lago delizioso, sulla sponda del quale l'usignolo sembra che chiami a sè
+il poeta. Cento anni dopo, al tempo di Eugenio IV e di Pio II, era conte
+di Anguillara il terribile Everso, violento signore d'Etruria, temuto
+tutto all'intorno. Dopo la sua morte Paolo II conquistò gli undici
+castelli di lui e fece tradurre il figlio, Francesco, in Castel S.
+Angelo. Così finì questo ramo, ma Anguillara passò più tardi a Virginio
+Orsini ed a Carlo, suo bastardo. Ricordano ancora Everso i resti del suo
+palazzo in Trastevere: un'alta torre sulla cui cima, per Natale, si
+suole esporre il presepio, ed il suo stemma sulla parete esterna
+dell'ospedale lateranense, al quale questo delinquente aveva fatto un
+pio lascito.
+
+L'arma dei conti d'Anguillara reca incrociati due serpenti o anguille: a
+me almeno quei segni sono sembrati anguille e dapprima credetti che
+anche il cognome derivasse dalle anguille del lago. Ma a Bracciano mi
+convinsi dell'errore, essendomi stato detto che il lago è ricco di lucci
+e di carpioni (_regine_), ma non d'anguille, ed avendo appreso, dalla
+posizione stessa di Anguillara che il vero suo nome doveva essere
+_Angularia_, giacchè il castello sta su di un promontorio che fa un
+angolo nel lago.
+
+Proseguendo lungo la sponda, nella direzione di Anguillara, dopo aver
+attraversato parecchi tratti paludosi, m'imbattei in una grossa mandra
+di giovenchi e di splendidi tori che minacciava di tagliarmi la strada.
+Chiamai un pastore in aiuto e questi mi accompagnò per un certo tratto,
+minacciando con la sua lancia i tori e gridando loro delle parole di
+comando. Costui, che era dei dintorni di Spoleto e faceva il pastore per
+vivere, mi condusse in un luogo dove aveva stabilito la sua solitaria
+dimora: era una specie di grotta sulla sponda, ombreggiata da un albero.
+Mi sedei ed ammirai estatico l'azzurro lago, dal quale qua e là
+guizzavano fuori pesci e le idilliche mandre di giovenchi e i cavalli
+che animavano da ogni parte la riva. Cercavano l'acqua per rinfrescarsi,
+ma talora si agitavano e correvano sulla sponda, perchè tormentati
+dalle maligne mosche della palude, i tafani di Io.
+
+Rinunziai a malincuore alla mia gita ad Anguillara perchè, per quanto
+vicino sembrasse quel paese per la trasparenza dell'aria, altrettanto
+era invece lontano ed anche perchè sarebbe stato necessario aprirsi la
+via attraverso la palude e la macchia di Mondragone che sembra arrivare
+fino al lago. Tornai dunque a Bracciano, lungo la solitaria sponda dove,
+fra i cespugli, l'usignolo etrusco canta così dolcemente come il suo
+fratello latino del lago di Nemi. Nel pomeriggio, veramente soddisfatto
+e ristorato feci ritorno a Roma. Questa gita durò solo cinque ore.
+
+
+NOTE:
+
+[1] Il venerando Don Vincenzo Colonna è morto nell'ottobre del 1867 nel
+castello di Marino. Debbo a lui, se durante molti anni, senza
+restrizione alcuna, io ho potuto consultare gli archivi della sua casa;
+egli mi ha inoltre fornito molte preziose notizie sulla storia di Roma.
+
+[2] Il nome _malfamato_ di Montefortino fu mutato nel 1870 in quello di
+Artena a ricordo dell'antica città esistente nei dintorni. (N. d. T.).
+
+[3] In nomine Domini Amen. Anno a nativitate ejusdem Domini MDXLVII.
+Pontificatus Sanctissimi in Christo Patris et Domini nostri Pauli divina
+providentia Pape III anno ejusdem XIII. Indictione V. mensis Februarii
+die Martis XV. In presentia mei notarii et testium infrascriptorum ad
+hoc specialiter vocatorum et rogatorum. Constituta personaliter
+Illustrissima et Excellentissima Domina Victoria Columna Marchionissa
+Pescarie infirma corporis, et in lecto jacens, sana tamen mente, et
+intellectu ac loquela...
+
+Actum Rome et in Palatio Illustrissimi Domini Juliani de Cesarinis
+vocato Argentina, et in stantiis, viridarii, et in quadam camera in qua
+ipsa Illustrissima Domina Testatrix infirma jacebat in lecto presentibus
+audientibus et intelligentibus his videlicet...
+
+Ita testavi ego Victoria Columna.
+
+[4] Fumone sta sulla sommità di un alto e nudo monte conico spesso
+avvolto pel contrasto dei venti tra le nubi, quasi come tra fiumi. Di
+qui quel detto poichè gli abitanti dei dintorni riguardano quelle nubi
+come sicuro pronostico di temporale. (N. d. T.).
+
+[5] La catena dei Volsci si distingue più precisamente in tre gruppi:
+quello dei Lepini da Velletri e Valmontone fino all'Amaseno; quello
+degli Ausoni tra questo fiume ed il lago di Fondi e quello degli Aurunci
+tra Fondi e il Garigliano. La regione descritta dal nostro Autore sta
+nel gruppo dei Lepini. (N. d. T.).
+
+[6] La famiglia di Innocenzo III si chiamava dei Conti di Segni, perchè
+uno dei suoi antenati era stato governatore della città; oggi è provato
+che questa famiglia possedette Segni solo dopo il 1353, cioè 137 anni
+dopo la morte di Innocenzo III. (N. d. T.).
+
+[7] Sul suo piedistallo si legge la seguente iscrizione: _S. Brunoni
+Doctori Eucharistico Episcopo Signino Abbati Casinensi Qui Berengario
+Converso Haeresim Extinxit Henrico IV. Imp. Reducto Schisma Compressit
+Adulpho Expulso Tyrannidem Abrogavit P. H. M. Mylord Ellis Congr. Casin.
+Abbas Episc. Signin. S. Q. S. Protectori Exim. P. P. MDCCXII_.
+
+[8] «Donationem in scriptis de duabus massis, quae Nymphas et Normias
+appellantur, juris existentis publici». Vedi la _Storia di Roma nel
+Medio Evo_, vol. 2º.
+
+[9] Nel 1881 il Demanio lo alienò ed oggi, dopo varî passaggi,
+appartiene al signor James Aguet.
+
+Il Circeo ha avuto il suo storico locale in Giuseppe Capponi che nel
+1856 pubblicò a Velletri un volume dal titolo: _Il Promontorio Circeo
+illustrato con la sua storia_. (N. d. T.).
+
+[10] Oggi Cassino.
+
+[11] Il Liri assume il nome di Garigliano dopo la confluenza, alla sua
+sinistra, del Gari o Rapido proveniente da Cassino. (N. d. T.).
+
+[12] L'intiera linea da Roma a Napoli fu aperta all'esercizio nella
+primavera del 1862, e merita lode il governo papale di aver terminato la
+sua linea fino a Ceprano prima che il governo italiano terminasse il
+tratto da Capua al ponte del Liri.
+
+[13] La più antica menzione di Bracciano si ha in un laudo del 10
+Gennaio 1234 fatto _in castro Brachiani, in platea ante domum Arsuli de
+Porta_, col quale alcuni personaggi della famiglia dei Prefetti di Vico
+nominarono gli arbitri per la divisione dei loro beni. Vedi: Calisse, _I
+Prefetti di Vico_, p. 23, Roma, 1888. (N. d. T.).
+
+[14] Livio I Odescalchi divenne proprietario di Bracciano in forza di
+verbale d'incanto 16 Agosto 1696 innanzi la Congregazione dei Baroni,
+per 386,300 scudi; l'istrumento d'acquisto fu stipulato con Monsignor
+Tesoriere il 1º Settembre successivo. (N. d. T.).
+
+[15] Il feudo fu venduto per 400,000 scudi al Marchese D. Giovanni
+Torlonia, per gli atti del notaro G. B. Sacchi in data 15 Marzo 1803;
+l'istrumento di riscatto fu stipulato tra il Duca D. Marino Torlonia ed
+il Principe D. Livio III Odescalchi per gli atti del Notaro Bartoli il 2
+Decembre 1848, per uguale somma. (N. d. T.).
+
+[16] L'attuale proprietario Principe D. Baldassare Odescalchi ha fatto
+in questi ultimi anni eseguire, sotto la direzione dell'architetto R.
+Ojetti, molti lavori di ripristinamento, tra i quali quello dei portici.
+(N. d. T.).
+
+[17] Dall'archivio Orsini (fascicolo intitolato: _Nomi delli ritratti
+che sono nella sala di Bracciano_) si rileva che dalle pareti pendevano
+151 ritratti di personaggi della casa Orsini. (N. d. T.).
+
+
+
+
+ INDICE
+
+
+ Prefazione Pag. III
+
+ La Campagna romana » 1
+
+ I monti Ernici » 89
+
+ I monti Volsci » 141
+
+ Idilli delle spiagge romane » 191
+
+ Il Circeo » 247
+
+ Le sponde del Liri » 277
+
+ Il castello degli Orsini in Bracciano » 337
+
+
+
+
+
+ Nota del Trascrittore
+
+
+ L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute,
+ correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. I nomi in
+ greco a pag. 239 sono stati traslitterati. Tutte le occorrenze
+ dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state
+ normalizzate in (N. d. T.). Grafie alternative mantenute:
+
+ char à banc/char-à-banc
+ danno/dànno
+ È/E'
+ geni/genî
+ medio evo/medio-evo
+ meta/mèta
+ opifici/opificî
+ pendio/pendìo
+ promontori/promontorî
+ studi/studî
+ tempi/tempî
+ volta/vôlta
+ volte/vôlte
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 1, by
+Ferdinando Gregorovius
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 ***
+
+***** This file should be named 29955-8.txt or 29955-8.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
+ http://www.gutenberg.org/2/9/9/5/29955/
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the
+Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net
+(This file was produced from images generously made
+available by The Internet Archive/Canadian Libraries)
+
+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
+
+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
+permission and without paying copyright royalties. Special rules,
+set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
+copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to
+protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project
+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
+charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you
+do not charge anything for copies of this eBook, complying with the
+rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose
+such as creation of derivative works, reports, performances and
+research. They may be modified and printed and given away--you may do
+practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is
+subject to the trademark license, especially commercial
+redistribution.
+
+
+
+*** START: FULL LICENSE ***
+
+THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
+PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
+
+To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
+distribution of electronic works, by using or distributing this work
+(or any other work associated in any way with the phrase "Project
+Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project
+Gutenberg-tm License (available with this file or online at
+http://gutenberg.org/license).
+
+
+Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm
+electronic works
+
+1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
+electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
+and accept all the terms of this license and intellectual property
+(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
+the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy
+all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.
+If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project
+Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the
+terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or
+entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.
+
+1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be
+used on or associated in any way with an electronic work by people who
+agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
+things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
+even without complying with the full terms of this agreement. See
+paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
+Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
+and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
+works. See paragraph 1.E below.
+
+1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
+or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
+Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
+collection are in the public domain in the United States. If an
+individual work is in the public domain in the United States and you are
+located in the United States, we do not claim a right to prevent you from
+copying, distributing, performing, displaying or creating derivative
+works based on the work as long as all references to Project Gutenberg
+are removed. Of course, we hope that you will support the Project
+Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by
+freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of
+this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with
+the work. You can easily comply with the terms of this agreement by
+keeping this work in the same format with its attached full Project
+Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.
+
+1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
+what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in
+a constant state of change. If you are outside the United States, check
+the laws of your country in addition to the terms of this agreement
+before downloading, copying, displaying, performing, distributing or
+creating derivative works based on this work or any other Project
+Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning
+the copyright status of any work in any country outside the United
+States.
+
+1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
+
+1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate
+access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently
+whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the
+phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project
+Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,
+copied or distributed:
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived
+from the public domain (does not contain a notice indicating that it is
+posted with permission of the copyright holder), the work can be copied
+and distributed to anyone in the United States without paying any fees
+or charges. If you are redistributing or providing access to a work
+with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the
+work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1
+through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the
+Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or
+1.E.9.
+
+1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
+with the permission of the copyright holder, your use and distribution
+must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional
+terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked
+to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the
+permission of the copyright holder found at the beginning of this work.
+
+1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
+License terms from this work, or any files containing a part of this
+work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.
+
+1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
+electronic work, or any part of this electronic work, without
+prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
+active links or immediate access to the full terms of the Project
+Gutenberg-tm License.
+
+1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
+compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any
+word processing or hypertext form. However, if you provide access to or
+distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than
+"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version
+posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
+you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
+copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon
+request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
+form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
+License as specified in paragraph 1.E.1.
+
+1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
+performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
+unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
+
+1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
+access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided
+that
+
+- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
+ the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
+ you already use to calculate your applicable taxes. The fee is
+ owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he
+ has agreed to donate royalties under this paragraph to the
+ Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments
+ must be paid within 60 days following each date on which you
+ prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax
+ returns. Royalty payments should be clearly marked as such and
+ sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the
+ address specified in Section 4, "Information about donations to
+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
+ you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
+ does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
+ License. You must require such a user to return or
+ destroy all copies of the works possessed in a physical medium
+ and discontinue all use of and all access to other copies of
+ Project Gutenberg-tm works.
+
+- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
+
+- You comply with all other terms of this agreement for free
+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
+
+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
+electronic work or group of works on different terms than are set
+forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
+both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
+Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the
+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
+1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
+effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
+public domain works in creating the Project Gutenberg-tm
+collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic
+works, and the medium on which they may be stored, may contain
+"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or
+corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual
+property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a
+computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by
+your equipment.
+
+1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
+of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
+Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
+Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
+liability to you for damages, costs and expenses, including legal
+fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
+LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
+PROVIDED IN PARAGRAPH F3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
+TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
+LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
+1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
+receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
+written explanation to the person you received the work from. If you
+received the work on a physical medium, you must return the medium with
+your written explanation. The person or entity that provided you with
+the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a
+refund. If you received the work electronically, the person or entity
+providing it to you may choose to give you a second opportunity to
+receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy
+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
+
+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
+
+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
+If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
+
+1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
+trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
+providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
+with this agreement, and any volunteers associated with the production,
+promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
diff --git a/29955-8.zip b/29955-8.zip
new file mode 100644
index 0000000..8227337
--- /dev/null
+++ b/29955-8.zip
Binary files differ
diff --git a/29955-h.zip b/29955-h.zip
new file mode 100644
index 0000000..80c25a9
--- /dev/null
+++ b/29955-h.zip
Binary files differ
diff --git a/29955-h/29955-h.htm b/29955-h/29955-h.htm
new file mode 100644
index 0000000..9904a11
--- /dev/null
+++ b/29955-h/29955-h.htm
@@ -0,0 +1,11980 @@
+<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN"
+ "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd">
+
+<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it">
+<head>
+ <meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=iso-8859-1" />
+ <title>
+ The Project Gutenberg eBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 1, by Ferdinando Gregorovius.
+ </title>
+ <style type="text/css">
+
+p { margin-top: .75em;
+ text-align: justify; }
+
+h1 { text-align: center; line-height: 1.5; font-weight: 500; }
+
+h2 { text-align: center; margin-top: 3em;
+ margin-bottom: 3em; }
+
+hr { width: 65%;
+ margin-top: 2em;
+ margin-bottom: 2em;
+ margin-left: auto;
+ margin-right: auto;
+ clear: both; }
+
+hr.minor { width: 15%;
+ margin-top: .75em;
+ margin-bottom: .75em; }
+
+body { margin-left: 10%;
+ margin-right: 10%; }
+
+/* page numbers */
+.pagenum { /* uncomment the next line for invisible page numbers */
+ /* visibility: hidden; */
+ position: absolute;
+ left: 95%;
+ font-size: smaller;
+ text-align: right;
+ color: #999999;
+ background-color: #ffffff; }
+
+.title { text-align: center; margin-top: 3em; margin-bottom: 3em; }
+
+.center { text-align: center; }
+
+.inscr { text-align: center; font-size: 90%; line-height: 1.3em; }
+
+.left { text-align: left; margin-left: 5%; }
+
+.right { text-align: right; margin-right: 5%; }
+
+.small { font-size: 70%; }
+
+.big { font-size: 130%; }
+
+.lighter { font-weight: 500; }
+
+.smcap { font-variant: small-caps; }
+
+.o { text-decoration: overline; }
+
+.TOC { position: relative; text-align: left;
+ margin-left: 20%; margin-right: 20%;
+ list-style-type: none; }
+
+.TOC li { text-indent: -1em; margin-right: 15%;
+ font-size: 105%; line-height: 1.3em; }
+
+span.tocright { position: absolute; right: 0;}
+
+.tnote { border: dashed 1px; margin-left: 20%; margin-right: 17%;
+ margin-top: 6em; padding-bottom: .5em; padding-top: .5em;
+ padding-left: 2em; padding-right: 2em;
+ font-size: 90%; }
+
+.tnote h2 { text-align: center; /* all headings centered */
+ clear: both;
+ font-weight: 500;
+ margin-top: 2em;
+ margin-bottom: 2em; }
+
+.tnote ul { text-align: left; margin-left: 5%;
+ list-style-type: none }
+
+/* Images */
+.figcenter { margin-top: 3em; margin-right: auto; margin-bottom: 3em;
+ margin-left: auto; text-align: center; }
+
+/* Footnotes */
+.footnotes { border: dashed 1px; margin-left: 10%; margin-right: 10%;
+ margin-top: 6em; margin-bottom: 6em;
+ padding-bottom: 2em; }
+
+.footnote { margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 0.9em; }
+
+.footnote .label { position: absolute; right: 77%; text-align: right; }
+
+.fnanchor { vertical-align: .3em; font-size: .8em;
+ text-decoration: none; padding-left: .1em; }
+
+/* Poetry */
+.poem { margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left; font-size: 95%; }
+.poem br { display: none; }
+.poem .stanza { margin: 1em 0em 1em 0em; }
+.poem span.i0 { display: block; margin-left: 0em; padding-left: 3em; text-indent: -3em; }
+.poem span.i2 { display: block; margin-left: 2em; padding-left: 3em; text-indent: -3em; }
+.poem span.i4 { display: block; margin-left: 4em; padding-left: 3em; text-indent: -3em; }
+.poem span.i11 {display: block; margin-left: 11em; padding-left: 3em; text-indent: -3em;}
+
+ </style>
+ </head>
+<body>
+
+
+<pre>
+
+The Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 1, by
+Ferdinando Gregorovius
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+
+Title: Passeggiate per l'Italia, vol. 1
+
+Author: Ferdinando Gregorovius
+
+Translator: Corsi Mario
+
+Release Date: September 10, 2009 [EBook #29955]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the
+Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net
+(This file was produced from images generously made
+available by The Internet Archive/Canadian Libraries)
+
+
+
+
+
+
+</pre>
+
+
+<p class="title">FERDINANDO GREGOROVIUS</p>
+
+<h1><span class="big">Passeggiate per l'Italia</span></h1>
+
+<div class="figcenter" style="width: 59px;">
+<img src="images/ill001.jpg" width="59" height="55" alt="" title="" />
+</div>
+
+<p class="title">La<br />
+Campagna romana<br />
+I Monti Ernici&mdash;I Monti Volsci<br />
+Idilli delle spiagge romane&mdash;Il Circeo<br />
+Le sponde del Liri&mdash;Il Castello<br />
+degli Orsini<br />
+in<br />
+Bracciano.</p>
+
+<hr class="minor" />
+<p class="center"><i>Versione dal tedesco</i></p>
+<hr class="minor" />
+
+<p class="title"><span class="smcap">Ulisse Carboni&mdash;Libraio Editore</span><br />
+ROMA<br />
+<i>Via delle Muratte, 77</i><br />
+1906</p>
+
+<hr style="visibility: hidden;" />
+
+<hr />
+
+<p class="title">I diritti sulla presente traduzione sono riservati</p>
+
+<p class="title">Stab. Tip. della Società Poligrafica Editrice<br />
+Roma, Piazza Pigna, 53.</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_iii" id="Page_iii">[iii]</a></span></p>
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill003.jpg" width="600" height="72" alt="" title="" />
+</div>
+
+<h2 class="lighter">PREFAZIONE</h2>
+
+<p>Questo volume, al quale altri faranno seguito, fa
+parte di un'opera geniale, ma poco nota fra noi, del
+Gregorovius, «<i>Wanderjahre in Italien</i>», che nel
+testo tedesco comprende ben cinque volumi, editi
+dal Brockhaus di Lipsia. Di essa apparvero già
+in Italia, molto tempo addietro, frammenti, capitoli
+isolati, ma&mdash;non sappiamo veramente per quale
+motivo&mdash;mai se ne tentò l'intera traduzione.</p>
+
+<p>Ingiusto essendoci sembrato l'oblio, cui si erano
+condannate queste bellissime pagine, abbiamo pensato
+di presentarle al pubblico italiano in una fedele
+ed integra versione.</p>
+
+<p>Questo primo volume comprende le escursioni
+del grande storico della Roma medioevale per la
+<span class="pagenum"><a name="Page_iv" id="Page_iv">[iv]</a></span>terra latina, per la campagna romana, la marittima
+e per il Lazio fino alle sponde del Liri, escursioni
+fatte, per la maggior parte, fra il 1858 ed
+il 1860. Non sono fuggevoli impressioni alla Stendhal,
+non sono note modeste o superficiali da <i>touriste</i>
+e tanto meno vuote e patetiche chiacchierate:
+se in Gregorovius il sentimento del bello era profondo,
+se, dinanzi all'opera d'arte creata dall'uomo
+od a quella plasmata dalla natura, egli si entusiasmava
+e diveniva spontaneamente poeta, innanzi
+tutto e soprattutto, egli era uno storico ed in ogni
+cosa vedeva quindi e sentiva il passato. Anche in
+un'opera di personali impressioni non poteva perciò
+spogliarsi del suo abito di ricercatore e ricostruttore
+di epoche trascorse: e in queste pagine, infatti, è
+tutto il Gregorovius della «Storia del medio evo»,
+è il Gregorovius che fruga fra le rovine e fra i
+vecchi manoscritti che raccoglie, riunisce, esamina
+e ricostruisce.</p>
+
+<p>Leggendo queste pagine si sente che Gregorovius
+è nel suo dominio: egli conosceva infatti Roma
+ed i suoi dintorni, come pochi anche oggi la conoscono
+e l'amava con affetto sconfinato e ammirazione
+profonda di figlio: ne conosceva i monumenti,
+i ruderi, gli abitanti, le abitudini, il linguaggio,
+la vita comune, la storia grande e tragica, la politica,
+le leggende, la fede. Le sue osservazioni,
+di un'esattezza severa, scrupolosa, sono quindi
+spontanee e pensate insieme, costanti e continue.
+<span class="pagenum"><a name="Page_v" id="Page_v">[v]</a></span>La vita di mezzo secolo fa, sotto il dominio papale,
+molto diversa invero da quella di oggi, ma
+forse più caratteristica, rivive nelle pagine di questo
+bel libro e vi rivive intera, in tutta la sua bellezza,
+ricordando, più di quello che oggi ricordi,
+tutto un passato di lotte, di guerre, di gesta e di
+tragedie. Accanto al Lazio della metà del secolo <span class="smcap">xix</span>
+si leva, in questo libro mirabile, per quanto non
+scevro di difetti e d'ingenuità, il Lazio del medio
+evo. Libro di rievocazione storica potrebbe dunque
+chiamarsi questo: sia che l'Autore ci presenti il
+pittoresco aspetto della campagna romana, le selvagge
+solitudini dei monti Ernici e Volsci, la poesia
+profonda delle rovine infiorate di Ninfa, o il pauroso
+squallore di Astura dinanzi al limpido Tirreno
+e le ville sepolte nelle paludi pontine, l'omerico
+Circeo, o il cupo maniero degli Orsini, il passato
+ritorna sempre in queste pagine e vi ritorna nella
+sua vera luce, maestoso, terribile, in tutto il suo
+profumo di cosa lontana.</p>
+
+<p>Chi seguirà oggi lo storico tedesco nelle sue dotte
+escursioni, troverà probabilmente i dintorni di
+Roma molto diversi da quello che presentemente
+sono: Gregorovius visitò la nostra terra in un
+tempo che è, per gli avvenimenti accaduti, già lontano
+da noi, per quanto neppur mezzo secolo ce
+ne separi. Egli percorse questa regione in un momento
+di fermentazione e quando ancora tante
+barbarie non erano state commesse sotto il vano
+e pomposo pretesto di progresso, di miglioramento.<span class="pagenum"><a name="Page_vi" id="Page_vi">[vi]</a></span>
+Oggi molto, per opera della nuova gente e per le
+nuove necessità della vita, è mutato e ciò conferisce
+al libro un interesse ed un sapore ancora
+maggiore. Ciò, anzi, ci ha indotti soprattutto a
+tentare questa nuova e completa edizione delle
+«Escursioni per l'Italia» di Ferdinando Gregorovius
+cui non dubitiamo che il pubblico sarà per
+far lieta accoglienza.</p>
+
+<p class="left">Luglio 1906.</p>
+
+<p class="right"><span class="smcap">L'Editore.</span></p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_vii" id="Page_vii">[vii]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2 class="lighter">LA CAMPAGNA ROMANA<br />
+<span class="small">(1856)</span></h2>
+
+<hr />
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill009.jpg" width="600" height="50" alt="" title="" />
+</div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[1]</a></span></p>
+<h2 class="lighter"><a name="La_campagna_romana" id="La_campagna_romana"></a>La campagna romana.<br />
+<span class="small">(1856).</span></h2>
+
+<p>La regione nota sotto il nome di Campagna
+romana varia di estensione a seconda
+del modo come ne vengono tracciati
+i confini. Nel senso più preciso della
+parola, si chiama Campagna di Roma la
+regione deserta e grandiosa che si stende
+intorno alle mura della città de' Cesari e
+che è bagnata dal Tevere e dall'Aniene. Il
+suo perimetro si può tracciare ad un dipresso
+con i punti seguenti: Civitavecchia,
+Tolfa, Ronciglione, monte Soratte, Tivoli,
+Palestrina, Albano e Ostia. In senso più
+vasto, la campagna si stende sino al regno
+di Napoli, avendo per confini il Liri o Garigliano;
+di là da questo fiume sino al
+Sarno, che si getta nel mare presso Pompei,
+vi è l'altra campagna, la quale forma
+la bella provincia (Campania) che ha per
+capoluogo Capua.<span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[2]</a></span></p>
+
+<p>La campagna di Roma non è dunque
+altro che l'antico Lazio, separato dal paese
+dei Tusci per mezzo del Tevere. Dopo
+Costantino il Grande cessò di esser chiamata
+Lazio ed assunse il nome di Campagna,
+comprendendo nel medio-evo una buona
+parte del così detto «<i>Ducatus Romanus</i>».</p>
+
+<p>Sin dai tempi feudali questa regione era
+divisa in due parti, la Campagna propriamente
+detta nell'interno e la Marittima,
+che si spingeva lungo il mare sino a Terracina.
+La natura l'ha del pari distinta in
+due parti, in pianure e montagne. Le pianure
+sono tre, quella intorno alla città, solcata
+dall'Aniene e dal Tevere e coronata
+dai monti della Sabina, di Albano e di Ronciglione
+e bagnata dal mare; quella più
+vasta, circoscritta da una parte dai monti
+Volsci e Albani, e dall'altra dal mare, la
+quale comprende le paludi Pontine; ed infine
+quella interna, formata dalla valle del
+Sacco, che fiancheggiato dai monti Volsci,
+dagli Equi e dagli Ernici, dopo breve tragitto
+sbocca nel Liri, presso Isoletta, sotto
+Ceprano.</p>
+
+<p>Di questa stupenda regione del Lazio
+voglio intrattenere i miei lettori, fra cui
+alcuno conoscerà certo e ricorderà (se per
+recarsi da Roma a Napoli avrà preso la
+strada per Frosinone e S. Germano in luogo
+dell'altra per Terracina) le bellezze della<span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[3]</a></span>
+valle del Sacco e delle montagne che la circondano.
+Nella mia descrizione moverò da
+queste due città, da Genazzano cioè, luogo
+di pellegrinaggio ben noto, situato all'ingresso
+della valle, e da Anagni, antica residenza
+di più papi nel medio evo. Ho vissuto
+tranquillamente a Genazzano alcune
+settimane, e ne ho approfittato per conoscere
+la Campagna latina e per visitare le
+sue città ed i luoghi più importanti, di cui
+la conoscenza poteva servirmi per la mia
+storia di Roma nel medio evo. Mi trovavo
+nel campo preciso di quella storia, nel
+paese d'origine di quella grande famiglia
+Colonna, la quale di là sorse così imponente
+e, come già ho detto, in una delle residenze
+dei papi medioevali, tra i quali basterà
+nominare Bonifacio VIII, per eccitare
+un sentimento più vivace per quella località.
+Non si spaventi il lettore, io non ho
+intenzione di opprimerlo con nomi e con
+eccessive ricerche, per quanto questo paese
+meriterebbe una nuova e più chiara descrizione
+di quelle del Nibby e del Gell,
+come la meriterebbero pure Anticoli, Alatri,
+Veroli, Soni ed Arpino, patria questa
+di Cicerone e di Mario, e tutti quei monti e
+quelle valli, belle e selvagge, colà situate,
+note sotto il nome di Ciociaria.</p>
+
+<p>Si va da Roma a Genazzano per la via
+Labicana, uscendo da Porta Maggiore,<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[4]</a></span>
+dove in altri tempi cominciavano la via
+Labicana e la via Prenestina. Di queste due
+resta solo la prima, ampia strada che anticamente
+sboccava sotto Anagni nella via
+Latina, attraversava la valle del Sacco (<i>Trerus</i>)
+e poi il Liri presso Ceprano (l'antica
+<i>Fregella</i>). Il viaggiatore che esca oggi da
+Roma per questa venerabile porta, si trova
+dinanzi ad un nuovo spettacolo, perchè là
+sorge la stazione provvisoria della prima
+strada ferrata degli Stati della Chiesa, che
+porta a Napoli; la costruzione molto meschina
+è a ridosso dell'arco gigantesco dell'acquedotto
+di Claudio. Si direbbe che l'invenzione
+più recente della civiltà abbia
+timore di levarsi a fianco delle rovine colossali
+dell'antica Roma, sebbene il genio moderno
+di gran lunga sorpassi quello dell'antichità,
+sì che un Plinio, o un Traiano
+proverebbero oggi uno stupore pari a quello
+del pastore del Lazio che vede per la prima
+volta passare precipitosa e sbuffante una
+locomotiva. Eccettuata la più bella strada
+ferrata del mondo, quella che va da Napoli
+a Pompei, non ve n'ha altra che possa
+offrire un contrasto più vivo fra due epoche
+della umana civiltà, quanto questa che
+corre lungo gli archi coperti di musco dell'acqua
+Claudia, attraverso alla triste campagna,
+fra le antiche tombe e le torri solitarie
+dell'età di mezzo.<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[5]</a></span></p>
+
+<p>A tre miglia da Roma s'incontra Tor
+Pignatara, dove è la tomba di Elena, madre
+di Costantino; sei miglia più in là, un
+ponte sul ruscello Marrana (<i>Aqua Crabra</i>),
+quindi Torre Nuova con i suoi pini maestosi,
+castello di proprietà del principe Borghese,
+dove gli archeologi pretendono sia
+esistita la villa Popinia, di Attilio Regolo,
+cosa che noi non contrasteremo, accontentandoci
+di accoglierla con un sorriso. Il lago
+Regillo invece è veramente l'antico «<i>Lacus
+Regillus</i>» e l'ombra di Tarquinio viene a
+confermarcelo e a dissipare i nostri dubbi.
+Oggi non ha più acqua ed il cratere vulcanico
+è rimasto secco: è piccolissimo,
+tanto che viene chiamato il Laghetto. Dopo
+si trova la prima stazione, Osteria della
+Colonna, che è una taverna isolata al sedicesimo
+miglio, costruita ai piedi di una
+collina che si stacca dai monti Albani, in
+cima alla quale sta il villaggio di Colonna,
+nel medio evo culla della famiglia di questo
+nome. Passata Osteria, la prima stazione
+che s'incontra è «<i>ad Statuas</i>», oggi
+S. Cesareo; essa pure è una trattoria, perduta
+in mezzo alle vigne, in un terreno accidentato,
+mal rinomato un tempo per le
+frequenti grassazioni commesse dai briganti.
+In questo luogo i banditi eran soliti
+attendere il passaggio delle diligenze,
+ad una curva della strada, pronti a <i>saltar fuora</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[6]</a></span>
+come dicevano, al momento opportuno.
+Da S. Cesario si scopre, fra bellissimi
+vigneti, il piccolo villaggio di Zagarolo,
+antico feudo dei Colonna, ai quali
+apparteneva tutto il territorio dei dintorni.
+Questo borgo dovrebbe essere, o almeno
+lo si crede, l'antico <i>Pedum</i>, che Orazio nomina
+nella sua quarta epistola, diretta all'amico
+Albio Tibullo:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 20em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">Albi, nostrorum sermonum candide judex.<br /></span>
+<span class="i0">Quid nunc te dicam facere in regione Pedana?<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Di qui, continuando a salire per qualche
+miglio, si giunge a Palestrina, località assai
+importante, che fu l'antica e gloriosa Preneste
+dei Romani, dove oggi si può riconoscere
+ancora per un certo tratto il selciato
+poligonale dell'antica strada.</p>
+
+<p>Qui è bene che ci arrestiamo un poco,
+perchè i miei lettori non abbiano ad accusarmi
+di accennare soltanto al nome di
+una città così antica e degna di nota; tuttavia
+non mi tratterrò a lungo.</p>
+
+<p>Preneste, che ora sotto il nome di Palestrina
+ci appare come un gruppo di case
+nere sul pendio di una collina di tufo, fu
+anticamente la dominatrice del Lazio, prima
+di Alba Longa e di Roma, come lo attestano
+le ciclopiche mura in doppia linea
+che ancora esistono e che proteggevano
+altra volta l'antica cittadella. Sorgeva questa<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[7]</a></span>
+sul punto più elevato del monte Prenestino,
+in una località per natura fortissima
+e quasi inespugnabile, dove nel
+medio evo fu costruito un castello. L'origine
+dell'antica città rimonta ai tempi favolosi,
+ai tempi di re Cecolo, che Virgilio
+(<i>Eneide</i>, VII, 678) pone alla testa di una
+legione, di cui facevano parte le genti dell'Anio,
+dell'Ernica e della «<i>ricca</i>» Anagni.</p>
+
+<p>Preneste fu signora del Lazio sino al
+giorno in cui i Romani la sottomisero. Più
+tardi la si trova spesso menzionata nella
+storia; Pirro la conquistò e vi si arrestò
+prima di muovere contro Roma; maggiore
+importanza ebbe ai tempi di Silla, quando
+il giovane Mario cercò di sottometterla;
+e allorchè Silla divenne padrone della città,
+dopo un lungo e faticoso assedio, vi fece
+trucidare tutti gli abitanti maschi, li rimpiazzò
+con i suoi veterani ed ingrandì talmente
+il tempio della Fortuna, uno dei più
+famosi santuari del Lazio, da comprendere
+quasi tutto lo spazio dell'odierna città
+che venne innalzata sulle fondazioni del
+tempio di Silla. Augusto portò nuovi coloni
+a Preneste, e tanto lui quanto Tiberio
+suo successore si recarono di frequente e
+volentieri a villeggiare nella villa imperiale
+che possedevano in quella città, dove trovavano
+pura e salubre l'aria. La villa Claudia
+fu anche nei secoli seguenti, durante<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[8]</a></span>
+l'estate, dimora prediletta degli imperatori,
+e la città si mantenne florida per lungo
+tempo ancora e non perdette il suo splendore
+che all'epoca delle invasioni barbariche,
+in cui prese il nome di Palestrina.</p>
+
+<p>Secondo un atto del 970, che esiste tuttora,
+papa Giovanni XIII fece donazione
+del feudo di Palestrina alla senatoressa Stefania.
+La nipote di questa, Emilia (<i>Imilia
+nobilissima comitissa</i>), sposò verso il 1050
+il padrone di Colonna e, a quanto pare, il
+loro figlio, Pietro de Colonna, inaugurò la
+dominazione della sua gente sulla città di
+Palestrina. Ciò che è incontestato si è che
+dal <span class="smcap">xii</span> secolo questa famiglia cominciò a
+diventare potente in quel territorio e ad
+estendere a poco a poco il suo dominio dai
+monti Latini a quelli dei Volsci, degli Equi
+e degli Ernici. Palestrina fu tolta nel 1298
+ai Colonna da Bonifacio VIII, loro acerrimo
+nemico, o con un assedio, o in seguito ad
+una capitolazione accettata dai due cardinali
+della famiglia, Iacopo e Pietro, e dai
+loro congiunti, che vi si erano rinchiusi;
+il papa, divenuto padrone della città, furiosamente
+ne fece abbattere le mura e le
+case, ad eccezione della cattedrale di S. Agapito,
+e, dopo aver sparso di sale le rovine,
+vi fece passare sopra l'aratro. Tuttavia
+Palestrina risorse, ma per essere distrutta
+di nuovo, nel 1436, dal patriarca Vitelleschi.<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[9]</a></span>
+Venuto questi in guerra con i Colonna,
+s'impadronì della sfortunata città e tutta
+la distrusse, non facendo eccezione neppure
+per la cattedrale. Due anni appresso
+anche il castello, che sorgeva in cima al
+monte, fu atterrato.</p>
+
+<p>Sorvolo su i saccheggi che in seguito
+rovinarono di nuovo Palestrina. La città,
+tale e quale è oggi, non rimonta oltre il
+secolo <span class="smcap">xv</span>. I Colonna continuarono a considerarla
+come loro principale residenza,
+con Paliano, ed ottennero anzi, nel 1571,
+da Pio V, il titolo di principi di Palestrina,
+finchè, per i debiti, nel 1630 dovettero vendere
+la città a Carlo Barberini, fratello di
+Urbano VIII, per la somma di 775,000 scudi
+romani. L'ultimo Colonna signore di Palestrina
+fu Francesco, morto nel 1636.</p>
+
+<p>L'attuale città si stende a forma di terrazze
+sul pendio del monte, ed è di aspetto
+cupo, eccezione fatta della lunga via principale,
+dove sono parecchi palazzi. Nel
+punto più elevato sorge il palazzo Barberini,
+magnifica costruzione nello stile del
+secolo <span class="smcap">xvii</span>, oggi completamente abbandonata.
+Per la sua forma semicircolare ricorda
+la pianta dell'antico tempio della
+Fortuna di Silla, sulla cui area fu appunto
+costruito. Questo palazzo baronale che risale
+al periodo del maggior lusso della
+vita romana moderna, ha gran numero di<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[10]</a></span>
+sale, di camere, di logge, ma non offre
+nulla che meriti veramente di esser visto,
+eccettuato un grande mosaico, paragonabile
+a quello scoperto a Pompei e conosciuto
+sotto il nome di battaglia di Alessandro.
+Rappresenta scene campestri e
+religiose dell'Egitto, con gruppi di sacerdoti,
+di sacerdotesse, di sacrificatori, di
+guerrieri, di pescatori, di pastori e di cacciatori,
+con templi, case rustiche, animali,
+il tutto eseguito con somma maestria. Pare
+che non risalga ai tempi di Silla, come è
+stato affermato; è senza dubbio di un'epoca
+posteriore, forse di quella dell'imperatore
+Adriano. Questo capolavoro artistico fu
+scoperto nel 1638 fra le rovine del tempio
+della Fortuna, dove ornava probabilmente
+una nicchia. La famiglia Barberini lo aveva
+da prima posto nel suo palazzo a Roma,
+ma più tardi lo restituì a Palestrina, per
+aderire alle preghiere degli abitanti, i quali
+si dolevano che la loro città fosse stata
+privata della sua più bella rarità.</p>
+
+<p>Ma ciò che è più pregevole nel palazzo
+di Palestrina, non è la sua antichità, ma
+la sua posizione, in cima all'altura, dove
+spira un'aria sempre fresca, pura e balsamica,
+e dalle cui finestre si gode una
+vista d'una grandiosità e d'una bellezza
+veramente uniche. L'occhio di lassù abbraccia
+la maggior parte del Lazio da un<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[11]</a></span>
+lato e dall'altro una parte dell'antico paese
+dei Tusci (Etruria), ora patrimonio di S. Pietro;
+la vasta pianura, di aspetto classico, è
+limitata dai monti Latini e Volsci, in mezzo
+ad essa si apre una larga strada in fondo
+alla quale si scorge luminoso il mare. All'orizzonte
+si scorgono le linee di Roma,
+la città eterna, nei vapori turchini, il
+monte Soratte isolato e solitario, e la catena
+degli Appennini, e più in là i monti
+della Sabina, ed a sinistra poi l'ampia e
+bella valle del Sacco, dominata dalle cime
+di Montefortino e di Segni; e più lontano
+le alture della Serra e tutte quelle vette
+dei monti di Anagni e di Ferentino, che
+si perdono nell'azzurro vivo del cielo. Se
+poi ci figuriamo quelle pianure e quelle
+colline seminate di città, di ville e di villaggi
+così ricchi di ricordi storici, che richiamano
+alla memoria i tempi di Roma
+antica, dell'impero e del medio evo, se si
+pensa che di lassù si possono contemplare
+l'Umbria, la Sabina, il Lazio, il paese degli
+Equi e degli Ernici, l'Etruria, i monti Volsci
+ed Albani, ed infine il mare, tutto questo
+riunito in un solo e grandioso panorama,
+ci si potrà fare allora un'idea della grandiosità
+ed imponenza dello spettacolo che
+Palestrina offre. Quando i Colonna, nel medio
+evo, dalle finestre del loro palazzo o
+castello miravano i loro possessi, potevano<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[12]</a></span>
+orgogliosamente ben dirsi i più ricchi ed i
+più potenti signori del Lazio.</p>
+
+<p>Dinanzi a questo quadro meraviglioso,
+sotto l'azzurro di quel cielo, in quell'aria
+sì pura, si prova quasi una voluttà nel ricordarsi
+che Palestrina ha dato i natali ad
+uno dei geni più grandi della musica sacra,
+che assunse ed illustrò il nome della sua
+città natale.</p>
+
+<p>Più ampio orizzonte ancora si scorge,
+salendo dal palazzo all'antica rocca: questa
+sorge proprio sulla vetta del monte Preneste;
+vi si arriva faticosamente in meno
+di un'ora, per un ripido sentiero scavato
+nella pietra calcare. Era un dopo mezzogiorno
+di agosto, quando io mi ci recai,
+e sebbene il sole fosse ardentissimo, mi
+sentivo fresco e leggero, poichè l'aria
+fresca di quell'altura non lascia sentire la
+fatica. Su questa cima è un piccolo borgo,
+S. Pietro, che risale a tempi antichissimi,
+poichè si fa menzione di un convento o
+monastero in quel punto sin dal secolo <span class="smcap">vi</span>.
+Vicino a quello rimangono le belle rovine
+del castello medioevale, dei muri quasi
+abbattuti, delle torri cadenti, invase dalla
+ginestra selvatica e quasi coperte di edera
+lussureggiante. Qui fu rinchiuso lo sfortunato
+Corradino, dopo la battaglia di Tagliacozzo,
+e di qui egli fu condotto al patibolo
+a Napoli.<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[13]</a></span></p>
+
+<p>Bonifacio VIII fece distruggere questo
+<i>Castrum Montis Prenestini</i>, antica rocca
+dei Colonna e centro della loro signoria
+nella Campagna. Si possono leggere anche
+oggi le lagnanze dei Colonna al papa, in
+un documento del 1304, dove è scritto:
+«Egli ha anche demolito la rocca dell'antico
+monte Prenestino, <i>Rocca nobilissima</i>,
+che comprendeva splendidi palazzi e mura
+antichissime costruite dai Saraceni (<i>Saracenico opere</i>),
+con grandi macigni, al pari
+delle mura delle città, ed inoltre l'importantissima
+chiesa di S. Pietro, edificata
+sull'area di un monastero. Egli ha atterrato
+tutto ciò, insieme ad altri palazzi ed
+alle case, in numero di circa duecento».
+Il celebre Stefano Colonna però fece ricostruire
+la città e la rocca, ed oggi ancora
+si può leggere sopra la porta della rocca
+rovinata e sotto lo stemma dei Colonna, la
+seguente iscrizione:</p>
+
+<p class="inscr">MAGNIFICVS D<span class="o">N</span>S STEFA<span class="o">N</span> DE COLVMNA REDIFICAVIT<br />
+ CIVITATEM PENESTRE C<span class="o">V</span> MONTE ET ARCE<br />
+ ANNO 1332</p>
+
+<p>Preneste fu del resto uno dei paesi storici
+più antichi del Lazio, e pare sia stato
+dimora attribuita al favoloso re Cecolo,
+nome che sembra una trasformazione dell'antico
+re Cocalo di Agrigento, famoso per
+il mito di Dedalo. La veduta da questo<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[14]</a></span>
+punto dei monti Sabini, che si levano severi
+e maestosi, è grandiosa ed imponente.</p>
+
+<p>Non chiederò a' miei lettori di seguirmi
+fra le rovine dell'antica Preneste disseminate
+nelle vigne, sotto l'odierna città, dove
+formano una specie di labirinto di volte e
+di stanze, e dove ancora si trovano preziosi
+oggetti di antichità; non chiederò
+questo a' miei lettori, perchè tali escursioni
+sono faticose ed in genere quasi inutili.</p>
+
+<p>Palestrina ha due buoni storici, Cecconi
+e Petrini, le cui <i>Memorie Prenestine</i> sono
+molto preziose per lo studio della storia
+del medio evo romano e della campagna
+romana.</p>
+
+<p>Subito sotto la città, la strada s'interna
+in una gola profonda, in mezzo ai monti
+popolati di lussureggianti castagni, dove
+scorre anche un torrente chiuso tra due
+rocce selvagge che tolgono ogni vista.
+Dopo tre miglia la strada si apre ad un
+tratto sopra un ponte grandioso e pittoresco,
+che varca uno degli affluenti del Sacco, e
+ci si trova allora dinanzi il cupo e bizzarro
+villaggio di Cave, costruito su una collina
+attorniata da vigneti e da giardini, da dove
+la vista può stendersi sino ai monti Volsci
+e per la pianura del Sacco.</p>
+
+<p>Sulla piazza del mercato di Cave sorge
+una colonna, emblema della famiglia Colonna,
+antica feudataria del luogo. Nei<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[15]</a></span>
+dintorni crescono alberi di noce di straordinarie
+dimensioni, i cui frutti raggiungono
+talvolta la grossezza di un pomo e sono
+molto apprezzati in tutta la campagna
+romana.</p>
+
+<p>Il popolo di Cave è di sangue caldo,
+pronto all'ira ed incline a maneggiare
+il coltello, e parla un dialetto che si avvicina
+molto al linguaggio delle cronache
+del medio evo, al romanesco, e che ricorda
+anche il calabrese per la facilità nel sostituire
+alle vocali i dittonghi. Invece di
+<i>si</i>, per esempio, esso dice <i>sei</i> ed anche
+<i>seine</i>, con la cantilena abituale alla gente
+volgare; dice <i>signoure</i> per <i>signore</i>, <i>muratoure</i>
+per <i>muratore</i>, <i>Rouma</i> per <i>Roma</i>.
+Quei di Palestrina hanno invece conservato
+molte parole e desinenze latine; il buon vignaiolo
+Agapito, quando m'invitava ad
+andare nella sua vigna, mi diceva: <i>venite
+in vigna mea</i> (e non <i>mia</i>), locuzione questa
+che dai contadini di Genazzano era stimata
+cattiva e che a quelli di Palestrina pareva
+migliore.</p>
+
+<p>Ci vogliono ancora tre miglia di strada
+per arrivare a Genazzano, sempre sullo
+stupendo altipiano che corre lungo il monte
+di Cave, con la vista continua dell'amena
+valle del Sacco, ed in lontananza con la
+vista di Paliano, altra dimora dei Colonna,
+con il suo castello interamente bianco: sui<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[16]</a></span>
+confini dell'orizzonte da questa strada si
+scorge inoltre l'antica Anagni, perduta quasi
+fra le nubi, sulla cima del monte.</p>
+
+<p>Ad un tratto la strada discende rapidamente
+e ci conduce in una incantevole regione
+di collinette e di valli, che si seguono
+con pittoresca varietà; delle distese di olivi
+inargentati, dei folti boschi, malinconici,
+di castagni, dei campi di grano e di granturco,
+degli orti, delle viti che avvolgono
+i loro rami da un olmo all'altro, completano
+il bel quadro. Sulla collina che domina
+tutto questo paesaggio è situato Genazzano,
+paese lungo e nero come le rocce
+su cui è fabbricato. Le sue case sembra
+quasi che si arrampichino in processione
+sino alla chiesa di S. Maria del buon Consiglio,
+il santuario più famoso della campagna
+latina, o che si rechino, quali vassalli,
+verso il bel castello baronale dei
+Colonna, che corona la sommità del monte.</p>
+
+<p>Una porta merlata dà accesso alla piccola
+città; appena entrati l'attenzione del
+visitatore è attratta da un rozzo affresco,
+dipinto sulla parete di una casa, che rappresenta
+la «Madonna del Buon Consiglio»,
+sostenuta in aria dagli angeli e circondata
+da pellegrini dalle cappe adorne
+di conchiglie e col bastone ricurvo in
+mano, in atto di venerazione. Strade deserte
+menano alla piazza principale «<i>piazza Imperiale</i>»<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[17]</a></span>
+l'aspetto delle abitazioni nulla
+ha di seducente, se non qua e là qualche
+finestra gotica, che ricorda, con le sue sculture
+ed i suoi rabeschi, il periodo migliore
+del medio evo.</p>
+
+<p>Quando si arriva in un paese appartato
+per dimorarvi qualche tempo (io ho villeggiato
+per tre mesi a Genazzano la prima
+volta, e vi sono tornato ancora due volte
+nell'estate), uno dei primi pensieri, dopo
+aver trovato un'abitazione ed esservisi istallati,
+è quello di cercare le più belle passeggiate
+e quei luoghi dove si può gustare
+l'aria libera, il fresco, la tranquillità, e leggere
+e pensare senza venir disturbati. Mi
+sono accorto subito che a Genazzano potevo
+soddisfare i miei gusti rustici. Per il
+paese non si può, è vero, passeggiare a
+lungo, le vie essendo troppo ineguali e
+troppo strette; non v'è una pianta sotto
+l'ombra della quale sia possibile sedere;
+ma fuori abbondano ombrosi castagneti e
+ameni vigneti, ove è dato assaporare tutte
+le dolcezze della pace e della solitudine.
+V'è pure una strada piana, adattissima per
+passeggiarvi; per giungere a questa bisogna
+attraversare il palazzo Colonna e si
+arriva ad un ponte gittato attraverso un
+burrone e formato di un arco solo in pietra,
+non indegno degli antichi romani: vi si
+scorge la mano possente dei Colonna. Addossato<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[18]</a></span>
+allo stesso palazzo è un acquedotto,
+costruito questo pure da quell'antica famiglia,
+ora abbandonato, ma molto pittoresco,
+con i suoi archi che, in parte rovinati, sorgono
+negli antichi giardini, ridotti essi
+pure in misero stato.</p>
+
+<p>Lungo l'acquedotto v'è una strada, per
+i soli pedoni, che conduce all'abbandonato
+convento di S. Pio.</p>
+
+<p>Ricordo ancora con un certo piacere il
+giorno in cui, andando alla scoperta di
+un luogo per le mie future passeggiate,
+ho percorso per la prima volta la via che
+mena a S. Pio. La strada bella e buona
+sale fra i vigneti ed i boschi; tutto ad un
+tratto la vista si apre a destra, e si scorgono
+terreni ondulati, coperti di viti, e
+l'ampia e tranquilla valle del Sacco, circoscritta
+da catene montuose, ed un paesaggio
+dall'aspetto superbo. A fianco della
+via sorge una piccola altura detta Fagnano,
+sulla cui pendice trovasi un masso voluminoso,
+ombreggiato da annose piante di
+olivo; su quest'altura mi son procurato
+spesso il godimento di leggere la <i>Vita
+nuova</i> di Dante o la <i>Consolazione della
+filosofia</i> di Boezio, riposando poi alla fine
+di ogni capitolo i miei occhi nel contemplare
+quel quadro sublime che si spiegava
+dinanzi a me. Di lassù si gode tutto meravigliosamente:
+sul primo piano dei lussureggianti<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[19]</a></span>
+boschetti; più in là un'ampia
+valle coperta di una cupa foresta, illuminata
+da un sole ardente; a destra ed a
+sinistra delle splendide catene di montagne.
+Quella a sinistra è chiamata Serra, dominata
+dalla piramide gigantesca del Serrone,
+da cui si staccano monti di minore altezza,
+persi tutti in un mare di verdura, interrotto
+qua e là da numerosi villaggi e
+castelli. Dalla Serra si staccano delle ridenti
+e fresche colline, seminate qua e là
+di fortezze feudali e di bianche borgate,
+brillanti sotto i raggi del sole. Sull'altro
+versante, altre colline formano come gli
+avamposti dei monti Volsci, le cui sommità
+seguono delle ardite curve e danno
+così un altro aspetto al paesaggio.</p>
+
+<p>Su queste vette luminose e nelle nere
+valli, l'occhio distingue numerosi castelli,
+monasteri e villaggi che sembrano sospesi
+nell'aria. Da per tutto regna un silenzio
+solenne, imponente. I contorni delle
+cime sembrano scolpiti nell'azzurro del
+cielo. Dietro la Serra si scorge qua e là
+una punta nevosa, d'una dolce tinta violetta:
+è qualche vetta selvaggia dell'Abruzzo;
+più lontano ancora, in una nebbia
+d'argento, appaiono altre punte coperte
+di neve e nelle forme più svariate,
+alcune simili ad obelischi, altre simili a
+cupole: esse richiamano la fantasia verso<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[20]</a></span>
+regioni ancora ignote del paese dei Sanniti,
+o verso le sponde del Liri.</p>
+
+<p>Chi potrebbe dipingere su una tela le
+bellezze di questo paesaggio, allorquando
+la tinta rossastra della sera viene ad avvolgere
+i monti con una porpora raggiante
+e l'ombra si stende su tutta la valle? La
+notte scende allora a poco a poco sulle
+meravigliose pendici della Serra e pare che
+s'impadronisca, l'un dopo l'altro, dei paesi
+per piombarli poi nelle tenebre più fitte.
+Gli ultimi raggi del sole sul tramonto
+fanno scintillare i vetri delle finestre di
+Serrone, di Roiate e di Piglio; quindi tutto
+diventa scuro, tutto scompare, ed anche il
+castello di Paliano si perde nelle tenebre.
+Un solo paese appare ancora di lontano,
+per gli ultimi raggi che vanno a morire
+sulle sue finestre; è posto sopra un colle
+e lo ricopre quasi tutto e per la sua estensione
+appare assai più importante di tutti
+quelli della campagna romana. Sin dalla
+prima sera l'ho riconosciuto, per la sua
+posizione, e non sono caduto in errore: è
+Anagni, la patria di Bonifacio VIII, che io
+ho salutato con i versi di Dante:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 16em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso,<br /></span>
+<span class="i0">E nel vicario suo Cristo esser catto.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>L'impressione di un paesaggio diventa
+maggiore per il pensatore, allorchè vi sa<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[21]</a></span>
+ricollegare i ricordi storici e farvi rivivere
+qualche grande figura del passato: la valle
+latina che si stende ai nostri piedi è la
+chiave del regno di Napoli, è la strada
+militare percorsa dai popoli invasori del
+medio evo. I Goti, i Vandali, i Franchi, i
+Longobardi, Belisario, gli Ottoni, gli Hohenstaufen,
+i Saraceni, i Francesi, gli Spagnoli,
+tutti hanno dissetato i loro destrieri
+nelle acque del Sacco, tutti hanno
+traversato questi campi virgiliani, per riversarsi
+poi di là dalla valle del Liri,
+in quel paradiso che ha nome reame di
+Napoli.</p>
+
+<p>Genazzano non è una città molto antica;
+risale al medio evo. Solo il suo nome,
+forse, rimonta all'antichità, giacchè si vuol
+farlo derivare dalla <i>Gens Genucia</i>, la quale
+qui possedeva il <i>fundus Genucianus</i>. Non
+è che dai primi del secolo <span class="smcap">xi</span> che si ricorda
+in alcuni documenti il nome del castello
+di Genazzano, come proprietà dei Colonna
+di Palestrina. Questo castello fu dimora
+di un ramo di detta famiglia e le diede
+il nome. Si vuole anzi che il solo papa
+di questa famiglia sia nato appunto a Genazzano:
+fu questi Martino V, Ottone Colonna,
+eletto a Costanza nel 1417, sotto
+il quale ebbe fine lo scisma di Avignone.
+E' fuori dubbio, per lo meno, che questo
+illustre pontefice appartenne al ramo dei<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[22]</a></span>
+Colonna di Genazzano e che amò risiedere
+solitario in questo dominio della sua famiglia.
+Amava il paese e vi fece costruire
+delle chiese e probabilmente ingrandì anche
+il palazzo che i suoi nipoti, più tardi,
+abbellirono. Ai Colonna spetta pure il
+vanto di aver fatto costruire l'acquedotto,
+di cui ho parlato; e le pittoresche rovine
+dei bagni che stanno in un avvallamento
+del terreno, dinanzi alle porte della città,
+rivelano, per la grandiosità del loro stile,
+che autori ne furono i potenti baroni. Il
+loro palazzo o castello feudale era un tempo
+vasto e magnifico; oggi cade in rovina al
+pari di quasi tutti i palazzi della campagna
+romana.</p>
+
+<p>Il cortile, d'un gusto severo, col suo duplice
+colonnato elegante e leggero, ricorda
+quasi l'epoca del Bramante: ora, però,
+fra quelle colonne si vedono statue di
+marmo mutilate, senza testa, ma che, nello
+stato miserando in cui sono ridotte parlano
+con maggiore eloquenza all'animo del
+visitatore che se fossero tuttora intatte.
+Esse sono in perfetta armonia con quel
+palazzo deserto, e mi hanno fatto tornare
+alla mente certe descrizioni di castelli
+feudali in rovina, lette nei romanzi di
+Walter Scott. Una volta i Colonna avevano
+fatto dipingere sulle pareti di una loggia
+i panorami delle città comprese nei loro<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[23]</a></span>
+vasti dominî: ora questi affreschi sono
+cancellati, come scomparsi sono i titoli
+ed i diritti dei loro signori. Unico abitatore,
+che percorre quelle sale vaste e abbandonate,
+simile ad un mago o ad un
+incantatore, è un vecchio medico dalla
+barba bianca, che vi ha stabilito la sua
+dimora e solo ne anima la profonda solitudine.</p>
+
+<p>A Genazzano del resto non mi sono dato
+cura nè di antichità, nè di ricerche archeologiche,
+e mi sono invece abbandonato interamente
+al piacere di goder le bellezze
+naturali e di conversare con quella buona
+popolazione. Non volendo unicamente trascorrere
+il mio tempo ad ammirare l'azzurro
+del cielo od a parlare solo della storia
+delle famiglie, voglio ora discorrere,
+da campagnolo, dei vigneti ed accennare
+come qui si mangi e si beva. Il momento
+veramente non è il più adatto, poichè le viti
+sono ancora devastate dalla crittogama ed
+il granturco corre rischio di andare tutto
+perduto, non essendo da due mesi caduta
+una stilla d'acqua.</p>
+
+<p>Un giorno, dopo aver percorso un sentiero
+selvaggio fra due siepi di rovi, sono
+arrivato in un vigneto, dove, in un luogo
+tranquillo e ombreggiato da bellissime
+piante di olivo, mi sono seduto e, tratto
+fuori un libro legato in pergamena, mi<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[24]</a></span>
+sono sprofondato nella lettura. Il cane della
+casa dove abitava, Moringa, mio compagno
+di passeggiata, fedele ed inseparabile
+che mi guidava sempre nei siti più belli,
+stava accovacciato ai miei piedi, quando
+ad un tratto cominciò ad abbaiare; alzai
+gli occhi e vidi alla distanza di cinque o
+sei passi una donna assai ben vestita, che
+mi fissava con segni di viva paura.</p>
+
+<p>«<i>Buon uomo</i>, mi disse che fai tu costì?»
+(Nella campagna romana come nell'Abruzzo
+tutti generalmente si danno
+del tu).</p>
+
+<p>«Perchè me lo chiedi, buona donna?».</p>
+
+<p>«Perchè son certa che quello che stai
+facendo, è cosa cattiva, mi rispose essa
+alzando le spalle in segno di disprezzo;
+e soggiunse: ciò non sta bene». Vivamente
+stupito domandai alla donna per
+quale ragione io l'avevo tanto spaventata
+e se non aveva mai visto in vita sua
+un uomo leggere un libro. «Può darsi,
+mi rispose, ma ciò non sta bene, e chi
+sa poi quali siano le tue intenzioni...» e
+dette queste parole si allontanò gettando
+su me più volte sguardi timorosi e sospettosi.</p>
+
+<p>Continuai a leggere, ma poco dopo mi
+alzai, riflettendo su quella bizzarra apparizione.
+La sera raccontai la cosa in casa.
+«Sapete, mi disse ridendo Annunziata, la<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[25]</a></span>
+mia albergatrice; quella donna ha creduto
+che voi foste un fattucchiero, un
+mago, e che foste occupato a lanciare
+col vostro libro in pergamena una maledizione
+sulla sua vigna». Risi di cuore
+per essere stato preso per un mago e
+per aver potuto trarre delle maledizioni
+contro i vigneti dalla <i>Storia dei Papi</i> del
+Platina.</p>
+
+<p>Le viti si vanno a poco a poco riavendo,
+e siccome è il primo anno che sono colpite
+dalla malattia, i grappoli d'uva sono
+ritenuti, come dice questa buona gente,
+<i>cosa santa</i>. Durante il mio soggiorno a
+Genazzano furono nei dintorni uccise cinque
+persone solo per aver tentato rubare
+alcuni grappoli d'uva. A questo proposito
+voglio anzi narrare un fatto che dà un'idea
+del come qui sia amministrata la giustizia.
+Un ricco proprietario, cognato del priore o
+sindaco di Olevano, uccise un giorno sulla
+strada maestra un disgraziato che aveva
+rubato alcuni grappoli d'uva; compiuta questa
+bella impresa, si rifugiò in una sua vigna,
+contigua a quella della mia albergatrice.
+Alcuni suoi amici, siccome i figliuoli
+dell'ucciso avevano preso i fucili per vendicare
+il padre, si recarono armati dal proprietario
+per difenderlo. La giustizia intanto
+non si mosse e solo dopo varî giorni la
+vedova riuscì, per mezzo di protettori influenti,<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[26]</a></span>
+a scuotere il magistrato e ad aver
+la promessa che i birri di Olevano avrebbero
+arrestato l'uccisore: essi però anche
+allora non si mossero, perchè, si disse,
+erano stati comprati col denaro. Neppure
+i birri di S. Vito, nei quali la vedova riponeva
+maggiore speranza, fecero nulla.</p>
+
+<p>Passarono due settimane. «Bella giustizia
+avete nei vostri paesi!» dissi una sera
+al farmacista di Genazzano, nella cui bottega,
+come in quella del suo collega, di
+Ermanno e Dorotea, solevansi radunare le
+persone più importanti del luogo. Il figlio
+dello speziale, padre della bella Sofia, allora
+mi rispose: «Ma che pensate mai,
+signore? Quell'uomo non fu mica ucciso,
+come si dice, dal cognato del priore; il
+nostro «<i>dottorino</i>» ed il chirurgo, hanno
+fatto l'autopsia del cadavere ed hanno trovato
+che l'infelice cadendo da un'altura
+si spezzò il fegato». «E' proprio così»
+soggiunse l'arciprete di Santa Maria del
+buon Consiglio. Io tacqui. «Non ne credete
+una parola, mi disse la mia albergatrice;
+quel disgraziato non si è affatto rotto
+il fegato, ma...», e col pollice e l'indice
+destro fece il gesto di chi fa scorrere del
+denaro. «Avete capito?» «Ho capito»
+risposi.</p>
+
+<p>L'abbondanza di viti qui è straordinaria:
+per quanto l'occhio può spaziare, le vigne<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[27]</a></span>
+ricoprono tutte le ridenti colline della campagna.
+Le piante sono disposte in lunghe
+file, appoggiate a pali o sostenute da quelle
+canne resistenti che in Italia crescono nei
+luoghi umidi, o avviticchiate a piccoli olmi.
+Gli ammiratori di Virgilio sanno che fin
+dai tempi romani si soleva coltivare in
+queste terre la vite nei modi cui ho fatto
+cenno. Grande godimento è quello di poter
+leggere oggi in queste vigne le <i>Georgiche</i>
+di Virgilio, il capolavoro della poesia
+latina, libro stupendo non tanto per la
+forma della composizione, che è mediocre,
+quanto per la purezza, la precisione, la
+grazia inimitabile dello stile. Ho letto e
+riletto quei canti fra i campi di Genazzano
+ed ho dovuto riconoscere che tutti i consigli,
+le regole ed i precetti del poeta sono
+oggi pienamente osservati, di guisa che
+pare quasi che egli abbia descritto i modi
+di coltivazione attualmente in uso nella
+campagna romana.</p>
+
+<p>La vigna è tutto in questa regione: essa
+riunisce in sè le tre divinità dei campi:
+Bacco, Cerere e Pomona. Infatti, fra le file
+delle viti si semina il grano, e qua e là
+vi si piantano gli eleganti mandorli, la
+più precoce delle piante del Mezzogiorno,
+che fiorisce alle prime brezze primaverili:
+il mandorlo è stato cantato in una
+delle <i>Cento novelle antiche</i>, dove è detto<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[28]</a></span>
+essere stato piantato presso la tomba di
+Narciso da Amore, quale simbolo degli
+amanti. Fra le viti cresce anche l'olivo,
+dalle foglie sottili che paiono luminose
+nella luce cangiante, assumendo una
+tinta ora argentea ora bronzea: vedendolo
+levarsi sul grano, vien fatto di pensare al
+pane saporito, per il quale somministrano
+l'olio. Altrove sorgono anche dei peschi,
+dei peri, dei meli, dei purpurei melagrani,
+dei noci, dei castagni e dei fichi, dai frutti
+dolci come il miele. Tutte queste piante
+porgono una ricca scelta di frutta in ogni
+stagione, di modo che quando una ha finito
+di dare i suoi frutti, un'altra pianta offre
+i suoi, mentre una terza li matura e li prepara.
+Avendo trascorso un'intera estate
+nella campagna romana, ciascuna di quelle
+piante mi ha pagato il suo tributo, ad eccezione
+dell'olivo, che è l'ultimo a maturare.</p>
+
+<p>La mia albergatrice possiede tre vigne,
+una presso Palestrina, le altre due nei
+monti selvaggi di Olevano, a tre miglia
+da Genazzano. Là sorge su un'altura, solitaria,
+una casetta di contadini, con una
+veranda aperta, ornata di fiori, ombreggiata
+da vecchi fichi e castagni: di lassù
+lo sguardo spazia sulla catena maestosa
+della Serra e sulla pianura del Sacco.
+Quale godimento passare le ore della giornata<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[29]</a></span>
+in quella loggia a respirare l'aria pura
+e profumata e ad assaporare di quegli ottimi
+frutti! Quali scegliere fra di essi?
+L'imbarazzo è grande, data la varietà dei
+frutti, uno più squisito dell'altro. Lo stesso
+devesi dire dell'uva: la malattia ha risparmiato
+questa vigna, rinomata per tutta la
+contrada; i tralci piegano sotto il peso
+tanto che è stato necessario puntellarli
+con pali e sostenerne i grappoli con fili
+di ferro. Non ricordo di aver mai visto
+dei grappoli e dei chicchi d'uva di tale
+grossezza e se volessi paragonarli a qualcosa,
+passerei certo per esagerato.</p>
+
+<p>V'è il moscatello dorato, trasparente
+sotto i raggi del sole, v'è l'uva nera e
+quella biancastra, che serve a fare il così
+detto «<i>buon vino</i>» e quella azzurra cupa,
+che fa il vino forte, rosso come il sangue.
+Mi son recato spesso a mangiarne e poi
+mi sedevo sotto un castagno ai piedi
+della collina, in mezzo ai mirti ed alle
+felci cantate da Virgilio, e, fra il profumo
+della menta e del serpillo, leggevo Orazio
+o qualche altro libro che avevo recato
+meco. La menta è propriamente una
+pianta caratteristica della campagna romana:
+tutti i campi intorno alla città
+eterna ne sono profumati. Quando poi mi
+trovo lontano di qui, in Toscana, o nell'alta
+Italia, e mi accade di vedere una<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[30]</a></span>
+pianticella di menta, il suo profumo mi richiama
+immediatamente alla memoria la
+campagna romana, e me la fa desiderare
+ardentemente.</p>
+
+<p>In mezzo a tanta dovizia, chi vorrà credere
+che la popolazione sia poverissima?
+Osservando questa regione la si direbbe un
+vero Eldorado per i suoi abitatori; ma se
+vi si vive un po' a lungo si finisce per
+vedere che spesso in questo paradiso terrestre
+abita la miseria più squallida. Tutte
+queste frutta (si vendono qui venti fichi o
+venti noci, per un <i>baiocco</i>; e nelle buone annate
+un fiasco di vino per lo stesso prezzo)
+non bastano a nutrire il contadino; esso
+morrebbe di fame se non avesse la farina di
+granturco, che forma il suo cibo. La causa
+di questo doloroso stato di cose va ricercata
+nel regime agrario del paese. Innanzi
+tutto bisogna notare che ogni proprietario
+di terra deve pagare al principe
+Colonna, come tributo, la quarta parte di
+quello che il terreno gli rende. L'antico
+flagello dei <i>latifundia</i> è ciò che forma la
+miseria di questa popolazione; è vero che
+quasi ogni contadino possiede una piccola
+vigna, ma questa non è sufficente a mantenere
+la sua famiglia. L'usura poi non ha
+limiti; anche ai più poveri prende il dieci
+per cento. La più lieve disgrazia, una raccolta
+mancata, come avviene da alcuni<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[31]</a></span>
+anni in qua, basta ad indebitare il contadino
+trascinandolo nella miseria. Se egli
+riesce ad ottenere danaro e derrate a
+credito gl'interessi lo rovinano e l'avido
+usuraio attende il momento, in cui il piccolo
+proprietario per fame sia costretto
+a vendergli il suo fondo ad un prezzo irrisorio.
+I baroni ed i conventi si arricchiscono;
+i contadini sono ridotti alla sorte
+di loro vassalli e di loro mezzadri. Ho
+avuto più volte occasione di osservare
+fatti simili. La vendita ha generalmente
+luogo in questo modo: il contadino indebitato
+comincia col vendere la sola terra
+e si riserva le piante «<i>gli alberi</i>» sotto la
+quale denominazione sono comprese anche
+le viti, e continua a coltivarle ed a godere
+della metà e talvolta anche dei tre quarti
+del reddito. Trascorso però un anno appena
+il contadino si ripresenta all'acquirente
+offrendo di vendergli anche le piante
+ed allora diventa suo mezzadro, continua
+ad abitare il terreno con la sua famiglia,
+a coltivarlo pel nuovo padrone, ricevendo
+in compenso una parte dei prodotti, e
+siccome non di rado questi non bastano
+al suo sostentamento, ricorre ancora a
+nuovi debiti.</p>
+
+<p>Nella vigna della mia padrona, una veneziana
+da tutti stimata per la sua onestà,
+vive appunto in tali condizioni una<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[32]</a></span>
+famiglia di contadini composta di otto
+persone. Ho saputo che essa li aveva trovati
+e presi come mezzadri nel suo podere,
+poverissimi, e che aveva loro anticipato
+il denaro per vestirsi, comperare
+le masserizie e di che mangiare, ebbene, nonostante
+tutto ciò quei poveretti vivono in
+tanta miseria per l'eccessiva fatica ed il
+pessimo nutrimento, che sono stati colti
+tutti dalla febbre, ed è necessario soccorrerli
+ancora, perchè possano vivere. Solo
+dopo la vendemmia provano un po' di sollievo,
+sino a tanto cioè che dura il danaro
+ricavato dalla vendita della loro parte
+di vino.</p>
+
+<p>Il vino eccita i nervi, ma non basta a
+nutrire i muscoli. Quello che beve il contadino
+è il vino peggiore, è un vinello;
+gli occorre dunque del pane, ed essendo
+il frumento troppo caro, coltiva piuttosto
+il granturco e si ciba di polenta. Come
+nella Lombardia e nelle Marche, la campagna
+del Lazio è coperta dalle belle
+piante di granturco; pare quasi che la natura
+abbia considerato le splendide pannocchie
+dorate come uno dei suoi doni preziosi
+e le abbia perciò ravvolte con nove involucri.
+Tutta la povera gente qui si nutre
+di polenta, sotto forma di pane, o sotto
+forma di focaccia, detta «<i>pizza</i>». Quando
+per la strada talvolta ho domandato a<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[33]</a></span>
+qualcuno: «Che cosa hai mangiato stamane?»
+mi son sentito rispondere: «la
+<i>pizza</i>». E se ho domandato ancora: «Cosa
+mangerai questa sera?» invariabilmente
+la risposta è stata: «la <i>pizza</i>». Ne ho
+mangiata parecchie volte io pure insieme
+coi contadini. E' così preparata: la farina
+vien ridotta a poltiglia; quindi viene stesa
+sopra una pietra liscia e fatta cuocere
+sopra carboni ardenti. Vien mangiata
+calda; tutta la famiglia si asside intorno
+al fuoco e prende parte al meschino
+banchetto. La sera mangiano dell'insalata
+di campo condita con un po' d'olio od
+una zuppa di cicoria, di cavoli od altri legumi
+cotti nell'acqua. Spesso l'olio manca,
+come è avvenuto quest'anno, in cui gli
+olivi, dopo aver dato l'anno scorso un abbondante
+raccolto, sono affatto spogli di
+frutti, ad imagine di ogni umana vicissitudine,
+in cui il bene si avvicenda senza
+tregua col male.</p>
+
+<p>E' facile immaginarsi con quale ansietà
+questa gente segua le diverse fasi del raccolto
+del granturco. Verso la fine di luglio
+la pannocchia comincia a formarsi, ed
+allora ha bisogno di acqua. Quest'anno non
+piove: il calore è straordinario e la popolazione
+ne è costernata e rivolge preghiere
+al cielo per aver la pioggia. Tutte le sere
+hanno luogo processioni, che mi rammentano<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[34]</a></span>
+solennità pagane, quelle feste «<i>rubigales</i>»
+della Roma antica, nelle quali si
+portava in giro per la via Appia, <i>votisque
+vocabitis imbrem</i>, la pietra della pioggia;
+e non ho mai potuto osservare queste processioni
+senza stupore. E' veramente strano
+di ritrovarsi ai nostri tempi in mezzo ad un
+popolo che conserva l'ingenua credenza di
+poter sopprimere, modificare o accelerare
+con preghiere e canti lo svolgimento delle
+immutabili leggi della natura. Ogni sera
+le donne di Genazzano percorrono le vie del
+paese a due a due, con un fazzoletto rosso
+in testa, che scende a forma di velo sulle
+spalle, e che portano sempre allorquando
+entrano in chiesa: le precede il clero con
+l'imagine di un santo. Cantando e mormorando
+preghiere, arrivano alla piazza maggiore
+e quivi con un fervore che confina
+col parossismo, gridano più volte: <i>Grazie,
+grazie, Maria!</i> E questo grido, ripetuto
+da centinaia di bocche, echeggia
+nell'aria. «Et Cererem clamore vocant in
+tecta» (<span class="smcap">Virgilio</span>). Ogni sera s'implora un
+nuovo santo, ma tutti sono sordi alle ingenue
+preghiere.</p>
+
+<p>La mia padrona&mdash;che era una donna abbastanza
+colta per la sua condizione, e non
+possedeva inoltre nessun campo seminato a
+granturco&mdash;una sera, mentre eravamo a
+tavola e ad un tratto echeggiarono fuori<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[35]</a></span>
+le grida di <i>Grazie, grazie, Madonna!</i> mi
+disse: «Perchè seccare in questo modo i
+santi del cielo? Finiranno col noiarli tanto,
+che diventeranno cattivi e non faranno davvero
+più piovere!» Questa febbrile ansietà
+finì per commuovere me pure e cominciai
+a desiderare ardentemente la pioggia. Tutti
+i giorni andavo a visitare i campi di granturco,
+che andavano di male in peggio. Alla
+fine fu portato in processione S. Antonio
+da Padova; mentre l'imagine veniva ricondotta
+al convento di S. Pio, un frate dell'ordine
+di S. Agostino predicava sulla
+scalinata della chiesa, alla luce delle fiaccole.
+La strada era gremita di popolo
+e gli ascoltatori si erano arrampicati financo
+su gli alberi; il monaco che gesticolava,
+l'imagine del santo, le croci nere, le bianche
+sottane dei chierici, gli scialli rossi
+delle donne, la tremula luce delle fiaccole,
+gli alberi scuri sotto il turchino cupo del
+cielo, e tutta una popolazione implorante
+da Dio la pioggia, formavano una delle
+scene più pittoresche che abbia mai visto.
+Finalmente il terzo giorno il cielo si coprì
+di nuvole, cominciò a tuonare e cadde una
+pioggia di una violenza veramente tropicale.</p>
+
+<p>Sembra però che gli dei, o i santi che
+li hanno oggi rimpiazzati, non concedano
+favori senza pretendere vittime. E così<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[36]</a></span>
+avvenne in questo caso: la pioggia fu
+accompagnata da un terribile ciclone, fenomeno
+stupendo che ebbi modo di osservare,
+perchè mi trovavo fuori a cavallo:
+una massa nera di nubi scese dai
+monti Volsci, avvolse la valle e devastò con
+la grandine una vasta estensione di vigneti.
+Da allora, quasi tutti i giorni, nel pomeriggio,
+scoppiò sui monti un uragano, accompagnato
+da tuoni e da lampi: al sopraggiungere
+di ogni nuovo temporale le
+campane di tutte le chiese venivano suonate
+a stormo. Un giorno tutto il paese fu
+sossopra; la popolazione si riversò nelle
+vie; si diceva che un fulmine avesse ucciso
+quattro persone e la notizia fu confermata.
+I morti furono portati nella casa
+di un contadino, dove furono sorvegliati
+per ventiquattro ore dalla polizia. Il giorno
+dopo giunse, cavalcando un asinello, il magistrato,
+seguito dal dottorino, di cui ho
+già parlato, e dal chirurgo incaricato di
+fare l'autopsia. Non vi era dubbio, i morti
+erano stati veramente colpiti dal fulmine.
+Nella notte, furono posti su di un carretto,
+coperti con un drappo nero e trasportati in
+paese; il clero, che portava dei ceri, precedeva
+il carro, e quindi seguiva la confraternita
+della morte, avvolta in grandi mantelli
+neri e con torcie a vento in mano. La
+scena aveva qualcosa di sinistro. La popolazione<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[37]</a></span>
+tutta ne attendeva il passaggio alla
+porta del borgo. Allorquando il corteo vi
+arrivò cantando il <i>miserere</i>, tutti alzarono
+le mani al cielo, gettando tali grida di angoscia
+e di selvaggio dolore, che l'animo più
+indurito ne sarebbe stato commosso. Infatti
+le vittime del fulmine sono considerate con
+una specie di orrore, perchè vengono credute
+colpite dall'ira divina e si dubita della
+loro eterna salvezza. I parenti degli uccisi,
+delle donne e dei ragazzi, si staccarono dalla
+folla. Una donna fu colta da tanta disperazione,
+che a stento gli astanti riuscirono
+ad impedirle di gettarsi sui feretri. I cadaveri
+furono portati nella chiesa l'un dopo
+l'altro e deposti per la notte sull'impiantito,
+mentre le stesse scene e le stesse grida
+di prima si ripetevano. Non dimenticherò
+mai quel quadro straziante.</p>
+
+<p>Questo popolo esprime ancora i suoi sentimenti
+con un'ingenuità primitiva, e si può
+dire che viva ancora allo stato di natura.</p>
+
+<p>I rapporti fra i due sessi in questi paesi
+richiamano sempre alla memoria i costumi
+orientali. Per principio, gli uomini non devono
+aver relazione che con gli uomini, e
+le donne con le donne. Sembrerebbe ridicolo
+che un marito passeggiasse offrendo
+il braccio alla moglie; ed una fanciulla crederebbe
+compromettere la sua reputazione
+se osasse fermarsi a parlare per strada con<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[38]</a></span>
+un giovane, e peggio ancora se si lasciasse
+accompagnare da lui. A gl'innamorati non
+è concesso che il «<i>discorso</i>» vale a dire un
+colloquio a gesti dalla finestra o sulla porta
+di casa, il «<i>lenes sub noctem susurri</i>»
+di Orazio. Sono in uso le serenate con accompagnamento
+di chitarra; spesso canti
+pastorali o le note dolenti della cornamusa
+rompono melodiosamente il silenzio della
+notte. Il popolo canta in modo meraviglioso
+dei semplici e lunghi stornelli che accarezzano
+dolcemente l'orecchio. E' un vero piacere
+udire nelle vigne le domande e le risposte
+di due innamorati che, senza tregua,
+come le cicale nell'estate, levano nell'aria
+un canto dialogato.</p>
+
+<p>I matrimoni qui sono molto precoci:
+spesso un giovane di ventun anno sposa
+una fanciulla che ne ha quindici appena.
+Una lunga relazione, quello che dicono
+qui «<i>fare all'amore</i>» si ritrova più spesso
+nel popolo che nelle classi agiate e superiori,
+dove il matrimonio è ordinariamente
+un affare. Citerò un esempio, di cui sono
+stato testimonio. Un giovane abate di ventun
+anni, figlio di una ricca famiglia del
+luogo, desiderava abbandonare la carriera
+ecclesiastica e tornare allo stato secolare.
+Un bel giorno, un frate francescano di Civitella
+(qui i frati si cacciano in tutti gli
+affari delle famiglie) andò a trovare la madre<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[39]</a></span>
+del giovane abate e le disse: «Nel paese
+di Pisciano v'è una fanciulla di circa diciotto
+anni, che desidera maritarsi; ha mille
+scudi di dote ed appartiene ad una delle
+migliori famiglie della contrada. Se consentite
+a questo matrimonio, parlatene a
+vostro figlio». Il giovane abate accolse la
+proposta senza esitare, e, vestito del suo
+abito ecclesiastico, il domani montò a cavallo
+e andò a Pisciano per conoscere la
+ragazza. Si fidanzò subito con lei, e tornato
+a casa chiamò un sarto per farsi trasformare
+la sottana in un abito secolare;
+la sorella cucì in tutta fretta un paio di
+calzoni grigi per il giorno delle nozze, e
+siccome gli mancava una sottoveste, la madre
+mi fece chiedere in segreto di prestargliene
+una. Così vestito si presentò una
+seconda volta alla fidanzata nella casa di
+un contadino, dove il contratto di matrimonio
+fu subito firmato. Tre settimane dopo
+la sposa arrivò in una vettura, recando seco
+due grossi sacchetti pieni di monete, e tosto
+si celebrarono le nozze! Lo sposo prima
+della cerimonia non aveva visto che due
+volte, e ciascuna volta per pochissimo tempo,
+la compagna di tutta la sua vita. Fu preparata
+loro nella casa dei genitori del giovane
+una cameretta, o, per essere più precisi,
+non vi si pose che un letto colossale,
+e niente mutò nell'esistenza di quella gente.<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[40]</a></span></p>
+
+<p>A questo proposito, voglio accennare
+ad una strana usanza del Lazio. Una sera
+udii sulla piazza un rumore curioso ed
+assordante, prodotto da ogni sorta di strumenti
+che io però non riuscivo a definire;
+uscii e vidi tutti i ragazzi di Genazzano
+riuniti innanzi ad una casa, intenti a darvi
+una specie di concerto. Mai, neppure nelle
+università tedesche, io avevo sentito un
+complesso di suoni così discordanti: gli uni
+soffiavano in conchiglie marine ricavandone
+orribili fischi, un altro dava di fiato in un
+corno di bue, certi picchiavano con falci sopra
+zappe e padelle, alcuni agitavano a tutta
+forza pezzi di ferro vecchio di ogni specie
+legati insieme con una corda, un altro ancora
+faceva ruzzolare per terra una vecchia
+casseruola attaccata ad una funicella.
+Dieci o dodici monelli scampanellavano
+rumorosamente con quelle campane che
+si appendono al collo delle vacche. «Di
+grazia, chiesi ad un signore che assisteva
+ridendo alla scena, che significa questa musica
+infernale?» Mi rispose che in quella
+casa abitava un vedovo passato a seconde
+nozze e gli facevano la «<i>scampanellata</i>».
+Così si chiama questa barbara usanza dalle
+campane che di solito portano le vacche.
+In tutto il Lazio ogni qualvolta un vedovo
+od una vedova si rimarita, per tre
+sere si usa far loro un simile concerto.<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[41]</a></span>
+Durante il mio soggiorno a Genazzano
+ne sono stato spettatore, ed ho tre volte
+potuto vedere una folla di ragazzi, preceduta
+da un monello con una zucca appesa
+a foggia di lanterna ad un bastone, percorrere
+le strade, come un esercito di diavoli
+che avesse di notte invaso quel pacifico
+villaggio.</p>
+
+<p>Perchè Genazzano è veramente un luogo
+pacifico; i suoi abitanti sono d'indole dolce
+ed anche più superstiziosi dei loro vicini;
+questo carattere deriva dall'importanza religiosa
+del paese che è un luogo famoso
+di pellegrinaggio, avendo oggi nel Lazio
+la sua chiesa l'importanza che ebbero nell'antichità
+il tempio della Fortuna a Preneste
+e il santuario d'Anzio. Ho assistito
+alla grande festa della Madonna di Genazzano,
+l'8 settembre; posso dunque parlarne
+con cognizione di causa. Prima però
+voglio accennare alla leggenda della sacra
+imagine, che ha grande analogia con
+quella della Santa Casa di Loreto.</p>
+
+<p>A Scutari, nell'Albania, nella stessa epoca
+in cui la Santa Casa di Nazareth
+veniva dagli angeli trasportata per l'aria a
+Loreto, apparve un'imagine della Madre
+di Dio, discesa non si sa se dal cielo o
+colà portata da ebrei fuggiti da luoghi remoti.
+Comunque fosse, fu chiamata «Madonna
+del Buon Officio» o del «Buon Consiglio».<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[42]</a></span>
+Ora avvenne che nel 1467 due pellegrini,
+che volevano fuggire dai Turchi
+e ritornare in Italia, si prosternarono
+dinanzi a quella santa imagine e le chiesero
+di proteggere il loro viaggio: con
+loro grande stupore videro allora levarsi
+al posto dell'imagine una nuvoletta bianca
+che verso sera prese la direzione di occidente.
+Essi la seguirono presso la spiaggia
+del mare Adriatico, ed avendo la nuvoletta
+proseguito il suo viaggio sopra le
+onde, i due pellegrini traversarono dietro
+a quella il mare a piedi asciutti, le tennero
+dietro sempre, finchè nelle vicinanze
+di Roma, disparve ai loro occhi. Avendo
+però appreso che in Genazzano era apparsa
+un'imagine della Madonna, vi si
+recarono e la riconobbero per quella vista
+a Scutari.</p>
+
+<p>Da quel tempo la Madonna di Genazzano,
+detta del «Buon Consiglio» cominciò
+a fare miracoli; le venne costrutta
+una chiesa e di fianco un convento, dove
+i frati di S. Agostino s'impadronirono di
+questo santo tesoro, non meno produttivo
+della Madonna dei frati agostiniani di
+Roma, giacchè questa di Genazzano gode
+in tutta la campagna romana una fama
+pari a quella degli antichi oracoli pagani.
+Due volte all'anno, nella primavera e
+nell'estate, vien celebrata la sua festa,<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[43]</a></span>
+ed allora piovono le offerte in danaro
+ed in oggetti preziosi e siccome anche i
+più poveri recano il loro obolo all'altare
+della Madonna, si può dire che essa prelevi
+sulla campagna romana un tributo
+maggiore di quelli dello Stato. Mi fu detto
+che i doni più belli siano portati al santuario
+dalle molte confraternite sparse per
+tutta la campagna; ogni fratellone sborsa
+cinque baiocchi al mese alla cassa comune,
+in modo che vi sono delle confraternite
+che arrivano a raccogliere sino a cento
+scudi. Il reddito annuo del santuario si
+può approssimativamente valutare a 7500
+scudi.</p>
+
+<p>L'imagine è posta in una chiesa ben
+decorata e pulita, in una cappella illuminata
+da varie lampade, chiusa da un cancello
+di ferro: il quadro è quasi sempre
+coperto da un velo di seta gialla. Si dice
+che, portata dagli angeli, anche in quella
+chiesa non si sia mai posata sulla pietra e
+che resti sospesa nello spazio, sorretta da
+mani invisibili. Io l'ho vista più volte scoperta,
+ma non ho mai potuto comprendere
+in qual modo sia sospesa.</p>
+
+<p>I pellegrini cominciano ad arrivare la
+vigilia della festa, ed allora il paese e i
+dintorni si animano e nell'aria echeggia
+senza posa il canto delle litanie. Le strade
+sono percorse da compagnie di pellegrini,<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[44]</a></span>
+che giungono in buon ordine, vengono dall'Abruzzo,
+da Sora, dal Liri, e per la maggior
+parte dalla campagna latina. Si direbbero
+rinnovate le feste antiche di Giove
+Laziale, tanti sono i visitatori, dissimili
+fra loro per costume e per dialetto. Vederli
+discendere dalle colline, sentendoli
+cantare l'«<i>Ora</i>», gli uni per la via, gli
+altri lungo il fiume a traverso i viottoli
+dei campi, vestiti di rosso, di verde, di
+turchino, tenendo in mano il lungo e ricurvo
+bastone del pellegrino, è in quel
+magnifico paesaggio uno spettacolo veramente
+degno dell'ammirazione dell'artista,
+del poeta e dello storico.</p>
+
+<p>Il giorno in cui dovevano arrivare i
+primi pellegrinaggi sono uscito ad incontrarli
+a cavallo per godere completamente
+questa scena popolare, che aveva per me
+un interesse storico riportandomi al medio-evo.
+La <i>comarca</i> di Roma, a cui appartiene
+tuttora Genazzano, termina a due
+miglia dalla città, ed ha per confini un
+braccio del Sacco, che si traversa su di
+un ponte in pietra, ponte Orsino, famoso
+un tempo per le aggressioni dei briganti.
+Al di là comincia la legazione di Frosinone.
+In questo punto le colline scendono
+dolcemente verso il fiume ed agli
+occhi si presenta il quadro stupendo della
+pianura, dei monti Volsci, della Serra e<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[45]</a></span>
+delle alture di Olevano, ai cui piedi si
+stendono dei ricchi boschi. Il luogo era
+il più adatto per aspettare i pellegrini;
+qui entrano nel territorio del santuario,
+fanno breve sosta, e vi entrano ginocchioni
+cantando fervorosamente dei cori;
+poi traversano il ponte cantando e trascinandosi
+sulle ginocchia, in doppia fila, gli
+uomini da una parte e le donne dall'altra.
+Dirigeva i cori una vecchia, la quale
+alzandosi dopo aver traversato l'intero
+ponte in ginocchio, gridò con voce sonora
+un «<i>Evviva Maria!</i>» cui rispose unanime
+il coro. Quindi la processione si mise
+in moto di nuovo, e quantunque quel continuo
+canto dovesse stancare, v'era sempre
+un uomo od una donna che riprendeva
+la litania. Quel canto monotono ed uniforme,
+che è la più semplice espressione
+del sentimento religioso di questa gente
+e che si avvicenda come il movimento
+regolare delle onde, esercita una profonda
+suggestione su quella folla. Sembra quasi
+che la processione prosegua il suo cammino,
+cullata da quest'armonia melanconica,
+più leggera e più regolata e che il
+canto regoli i movimenti del corpo e le
+impressioni dell'animo, tenendo gli uni e
+gli altri costantemente diretti verso la
+meta del pellegrinaggio. Ho notato che
+le pause erano sempre brevissime e che<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[46]</a></span>
+allorquando negli intervalli i pellegrini
+cominciavano a tacere o a favellare fra
+loro, la conduttrice del coro riprendeva subito
+il canto.</p>
+
+<p>Lo spettacolo di un pellegrinaggio produce
+sempre, anche su chi non appartiene
+alla religione di coloro che lo compiono,
+una grande impressione, soprattutto quando
+l'illusione non è turbata da piccoli inconvenienti
+inevitabili in una riunione di tanta
+gente. Questi inconvenienti si verificano
+meno nei pellegrinaggi del sud che in quelli
+del nord; la serenità del cielo, la temperanza
+e la sobrietà delle popolazioni del mezzogiorno,
+valgono ad allontanare molte cause
+dei mali del settentrione; l'ordine stesso in
+cui procedono le processioni, la bella foggia
+di vestire delle donne, il loro bellissimo portamento
+e la loro grazia naturale, esercitano
+una benefica influenza, anche su gli animi
+più vili, e tengono lontana ogni volgarità; ed
+infine la decenza e quel sentimento innato
+di rispetto, che è proprio di tutto il popolo
+italiano, vale più di ogni altra cosa ad impedire
+disordini. Fra tutte quelle migliaia
+di uomini e di donne che sfilarono davanti
+a me, sia nell'andata al santuario, come
+nel ritorno, in tanta diversità di genti, di
+dialetti e di costumi, io non ho notato
+mai un solo atto villano o volgare.</p>
+
+<p>Bisogna anche ricordarsi che questo popolo,<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[47]</a></span>
+fortemente imbevuto di sentimenti religiosi,
+non crede nulla più importante e
+più solenne di un pellegrinaggio. Quando
+ha faticato e sofferto per dodici lunghi mesi
+quando mali e colpe di ogni sorta pesano
+sulla coscienza, allora prende per un paio
+di giorni il bordone del pellegrino, scende
+dai suoi monti selvaggi, abbandona il suo
+grave lavoro, lieto di muoversi una volta
+almeno, di sentirsi libero in compagnia dei
+suoi conterranei riuniti tutti per lo stesso
+fine. Scendono al piano costeggiando il
+Sacco, <i>come i gru, che van cantando
+lor lai</i>: lo spettacolo ha veramente qualche
+cosa di medioevale. Pensavo a quelle
+schiere di pellegrini che un tempo venivano
+a Roma per il giubileo e ripetevo
+fra me e me i bei versi del sonetto della
+<i>Vita nuova</i>:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 17em;"><div class="stanza">
+<span class="i2">Deh! peregrini, che pensosi andate,<br /></span>
+<span class="i0">Forse di cosa che non v'è presente;<br /></span>
+<span class="i0">Venite voi di sì lontana gente,<br /></span>
+<span class="i0">Com'alla vista voi ne dimostrate?<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Camminavano in gruppi di dieci, venti,
+cinquanta, cento persone. Ve n'erano di
+tutte l'età: vecchi che si appoggiavano sul
+bastone, servito loro per cinquanta volte
+almeno su quella stessa via che ora percorrevano
+forse per l'ultima volta; nonne
+con i loro nipotini, floride fanciulle, giovani<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[48]</a></span>
+robusti, ragazzi e perfino bambini lattanti,
+portati dalle madri sulla testa. In una
+di queste processioni vidi passare una giovane
+sposa che portava sulla testa un
+cestino, entro cui giaceva un bimbo che sorrideva
+graziosamente, con gli occhi spalancati,
+quasi si beasse dello splendore del
+sole. La maggior parte delle donne recava
+in capo un paniere con le provvigioni od
+un fardello di vestiti, e colla loro varietà
+aggiungeva nuova bellezza allo spettacolo.
+Chi avesse potuto leggere nell'anima
+di tutti quegli esseri, vi avrebbe trovato
+l'innocenza accanto alla colpa, il vizio accanto
+al pentimento, il dolore e la virtù,
+tutto il bene ed il male che si avvicendano
+nel cuore umano.</p>
+
+<p>E' come una grande e bella, ma seria
+e solenne mascherata, che si svolge in
+un magnifico quadro, con un succedersi
+continuo di nuovi costumi, di colori, di fisonomie
+diverse; le compagnie dei pellegrini
+si succedono le une alle altre, nei costumi
+dei loro monti, delle loro valli. Ve
+ne erano di Frosinone, di Anagni, di Veroli,
+di Arpino, di Anticoli, di Ceprano e persino
+delle napoletane di Sora.</p>
+
+<p>Osservate quest'ultime! Che splendide
+figure dall'ovale più puro, dalla pelle olivastra!
+Le donne hanno un aspetto strano,
+si direbbero arabe; attorno al collo portano<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[49]</a></span>
+delle collane di corallo o delle catene
+d'oro; dei pesanti orecchini adornano le
+orecchie delicate; un fazzolettone bianco
+o nero, a lunghe frangie, avvolge loro la
+testa e le spalle, sì che paiono madonne;
+una camicia bianca, pieghettata, ricopre
+loro il petto, stretto in un basso bustino
+di color rosso scarlatto. Indossano una
+gonnella corta, rossa o turchina, ornata di
+un orlo giallo. E che grandi occhi neri,
+dalle sopracciglia corvine ed arcuate, brillano
+in quei volti!</p>
+
+<p>Ecco i pellegrini di Ceccano! Le donne
+portano un busto di color amaranto, un
+lungo grembiale dello stesso colore, ed
+in testa un fazzoletto bianco, che ricade
+sulle spalle. Gli uomini hanno il cappello a
+punta ed una giacca color amaranto, ed attorno
+ai fianchi una fascia multicolore.</p>
+
+<p>Ecco poi quelli di Pontecorvo! Le donne
+sono superbe e maestose; vestono interamente
+di rosso e portano in testa un fazzoletto
+dello stesso colore. Le pellegrine
+di Filettino vestono con molta semplicità,
+coi busti di stoffa nera: costume semplicissimo,
+ma grazioso e pulito.</p>
+
+<p>Ecco infine i «<i>ciociari</i>!» Uomini e donne
+del paese dei sandali. Vengono probabilmente
+da qualche villaggio vicino a Ferentino,
+forse da più lontano, dalle frontiere
+napoletane, dalle sponde del Liri o del<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[50]</a></span>
+Melfa. E' un paese di splendidi monti dall'aspetto
+selvaggio, che si stendono da Ferentino
+in su verso le province napoletane. Il
+popolo là porta le «<i>ciocie</i>», calzatura molto
+semplice che dà al paese il nome di «<i>Ciociaria</i>.»
+Trovai in uso questa calzatura anche
+prima di Anagni. Impossibile concepire
+una calzatura più primitiva, e si può anche
+dire più comoda di quella: ed io ho sinceramente
+invidiato ai ciociari le loro ciocie.
+Esse consistono in una semplice suola di
+cuoio di asino o di cavallo forata; si avvolgono
+intorno al piede e si fissano per mezzo
+di cordicelle passate attraverso ai buchi, in
+modo che il sandalo quasi lo fascia; la
+gamba poi è avviluppata sino al ginocchio
+da striscie di tela grigia. Così calzato il
+ciociaro si muove liberamente nei campi e
+sui monti, dove zappa la terra o conduce a
+pascolare le sue pecore e le sue capre, vestito
+del suo bigio mantello, o di una pelle
+di montone, con la piva appesa al fianco.
+Si vede subito che quei sandali sono classici.
+Diogene li avrebbe certo portati, se
+non fosse andato a piedi nudi, e Crisippo
+ed Epitetto li avrebbero potuti celebrare
+in un trattato sulla semplicità del saggio e
+sulla sua moderazione dei desideri. Quando
+questa calzatura è bene aggiustata e quando
+le striscie di tela sono ancora nuove, è bella
+a vedersi; ma, quando le ciocie e le striscie<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[51]</a></span>
+sono logore e vecchie, prende un aspetto
+povero e cencioso. E siccome in tale stato
+sono generalmente le <i>ciocie</i> di questa
+gente, così il popolo che le porta, appare
+molto miserabile ed il suo nome vien disprezzato
+e talvolta usato come una vera
+ingiuria. Un abitante di S. Vito, che mi
+faceva un giorno ammirare lo splendido
+panorama che si gode da quel paese, sorridendo
+con un certa aria di sprezzante
+superiorità mi diceva: «Guardate, signore,
+laggiù è la Ciociaria!»</p>
+
+<p>I ciociari portano delle lunghe giacche
+d'un rosso acceso, e un cappello di feltro
+nero a punta, per lo più guarnito con una
+penna colorata, o con un nastro o con un
+fiore. Fra di essi, come del resto in tutta
+la campagna romana, moltissimi hanno i
+capelli biondi e gli occhi celesti. Portano
+i capelli molto corti sulla nuca, come i
+contadini prussiani, e ne lasciano invece
+cadere due lunghe ciocche sopra le tempie.</p>
+
+<p>Mettiamo addosso al ciociaro un lacero
+mantello, o una pelle di montone bianca
+o nera, ed avremo completato il suo ritratto,
+ma per carità non diamogli in
+mano un fucile, altrimenti ci assalterà al
+passo di Ceprano gridando «<i>Faccia in
+terra!</i>» e con sorprendente destrezza vuoterà
+le nostre tasche.</p>
+
+<p>Le donne portano esse pure i sandali,<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[52]</a></span>
+un abito corto colorato, un grembiule quadrato
+di lana, uno scialle bianco o rosso
+in testa, ed infine il <i>busto</i> che completa
+in tutto il Lazio ogni costume femminile.
+E' una specie di corsetto in tela, trapunto,
+duro come una sella, alto e sostenuto sulle
+spalle da strisce, esso fascia e sorregge
+il seno simile ad una corazza che custodisce
+la virtù, come un baluardo solido,
+ma largo tanto da poter servire da tasca.</p>
+
+<p>La vigilia della festa, le comitive dei
+pellegrini diventano più numerose; a poco,
+a poco non si ode più che il canto melanconico
+delle processioni che man mano
+arrivano in paese e che si recano per le
+anguste vie alla chiesa. Giunti alla loro
+meta tutti sembrano aver dimenticato ogni
+stanchezza, l'esaltazione ed il fervore religioso
+anima i loro volti, si prosternano
+davanti alla chiesa, con le mani giunte
+intorno al bastone e col loro fardello ancora
+in testa, e ad alta voce cominciano a
+cantare le litanie; poi si rialzano gridando
+a squarciagola «<i>Grazie, Maria!</i>» e salgono
+con i ginocchi la gradinata. Qua e là
+si vedono delle donne baciare o leccare
+colla lingua il cammino percorso, spettacolo
+abbastanza ripugnante, ed il ricordo
+di Carlomagno, che salì esso pure in questo
+modo bigotto i gradini di S. Pietro,
+non vale a mitigare il disgusto.<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[53]</a></span></p>
+
+<p>Non mancano neppure, di quando in
+quando, delle scene orribili; ho visto un
+giorno, per esempio, un infelice che si trascinava
+con le mani e coi piedi; fu portato
+in chiesa dentro una coperta, mentre urlava
+come un lupo. Mi dissero che egli era
+colpito da quella malattia che nel Lazio
+è chiamata del <i>lupomanaro</i>. Un'altra volta
+ho visto una donna che è rimasta a lungo
+dinanzi alla cappella della Madonna urlando
+furiosamente: mi hanno narrato che
+era indemoniata.</p>
+
+<p>I pellegrini si trascinano senza posa sui
+ginocchi per la navata laterale della chiesa
+e passando davanti alla cancellata cantano,
+pregano, e gridano a squarciagola: «<i>Grazie,
+Maria!</i>» e questo grido risuonava con
+tale spaventosa energia che il febbrile delirante
+fervore, da cui era ispirato, mi
+fece una profonda impressione.</p>
+
+<p>I ceri ardono, la notte è discesa, i pilastri
+della chiesa gettano grandi ombre
+sul pavimento, lasciando alcune figure
+nella completa oscurità, mentre altre restano
+avvolte in una magica penombra ed
+altre ancora sono illuminate da riflessi
+di luce. I pellegrini, stanchi, giacciono, in
+pittoreschi gruppi, sul nudo terreno, attorno
+alle colonne, sui gradini degli altari davanti
+alla cappella; ed i vari costumi, le diverse
+età, l'espressione delle loro fisonomie<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[54]</a></span>
+formano un quadro vivente, che punge la
+curiosità ed invita alla riflessione. Intanto
+un frate agostiniano, seduto davanti ad un
+piccolo tavolo, vende indulgenze e riceve
+offerte per le messe, incassando con indifferenza
+il danaro del povero.</p>
+
+<p>Davanti alla chiesa stanno altri gruppi
+seduti o distesi sulla nuda terra, mentre
+nuovi pellegrini arrivano ancora. Si succedono
+senza posa durante il giorno, e nella
+notte che precede la festa, e l'accento solenne
+dell'inno latino rompe il silenzio, mentre
+sulla piccola città sembra regnare una
+atmosfera di mistica e profonda melanconia.
+Eppure questo torrente che spinge tante
+migliaia di persone da lontani paesi verso
+la stessa meta, ha in sè qualche cosa di consolante,
+come qualunque manifestazione armoniosa
+dell'anima umana, anche nel dolore.</p>
+
+<p>Le case del paese non bastano ad alloggiare
+tutti i pellegrini, e a tarda notte si
+vedono questi uomini, abituati ai disagi,
+distesi a gruppi sul selciato duro e disuguale.
+Se ne vedono nelle strade, in mezzo
+alle piazze, intorno alle fontane, offrendo,
+in proporzioni ridotte, lo spettacolo di
+una fermata notturna di un popolo migrante.
+Ma è un'antica legge celeste che
+piova, quando l'umanità si riunisce per
+solennizzare qualche festa, perchè non vi è<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[55]</a></span>
+maggior burlone del cielo, quando guarda
+di lassù il bizzarro agitarsi dei miseri
+mortali. I pellegrini si erano appena coricati
+alla meglio, quando cominciò a piovere.
+Allora avvenne una fuga generale
+in mezzo alla confusione ed ai lamenti,
+tutti in massa si precipitarono alla ricerca
+di un portone o di un tetto sporgente ove
+ripararsi. E quanti di quegli infelici, esausti
+dalla fatica, per miseria o per averne fatto
+il voto, rimasero digiuni!</p>
+
+<p>La mattina dopo, la festa incomincia
+con la messa solenne e con una specie di
+vendita religiosa. All'entrata della chiesa
+vengono venduti gioielli d'oro, imagini
+sante, corone, ampolline della grossezza di
+un dito, contenenti olio delle lampade che
+ardono davanti al quadro della Madonna.
+La folla le acquista avidamente per un <i>baiocco</i>,
+quale rimedio infallibile contro tutte
+le infermità.</p>
+
+<p>Nel pomeriggio, musica suonata da una
+banda sulla piazza, e poi l'inevitabile tombola
+o lotteria, ed alla sera fuochi artificiali.
+Quindi anche i pellegrini ballano allegramente
+sotto le piante del parco, ma la
+maggior parte preferiscono far ritorno
+alle lor case, appena recitate le preghiere
+ed offerti i loro doni. Si vedono ripartire
+cantando, in gruppi come quando sono venuti,
+tutti infiorati da quei mazzi di rose e<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[56]</a></span>
+garofani artificiali, che si vendono in tutte
+le feste pubbliche del mezzogiorno. Nel ritorno,
+giunti al punto da dove per l'ultima
+volta si può vedere Genazzano, s'inginocchiano,
+con le mani appoggiate ai
+loro bastoni e dicono in silenzio la preghiera
+d'addio. Tale scena, all'aria aperta
+mi è sembrata la più bella di tutte. Mi
+fermai con piacere ad osservare le belle
+donne che s'inginocchiavano con una mossa
+graziosa collo sguardo rivolto verso quel
+santuario da cui si congedavano portando
+nel cuore qualche consolazione.</p>
+
+<p>Lasciamo noi pure Genazzano e rechiamoci
+a Paliano e ad Anagni.</p>
+
+<p class="center"><span class="big">* * *</span></p>
+
+<p>Paliano, città di 3700 abitanti, è situato
+a circa sei miglia di distanza da Genazzano,
+su una collina rocciosa, ombreggiata
+da boschi e coltivata a vigne, isolata
+in mezzo alla campagna. Vi si arriva per
+una buona strada, attraverso a campi di
+granturco; alla sua sinistra si leva la gran
+piramide del monte Serrone, che imprime
+a tutta la contrada un carattere di grandiosità
+e di maestà.</p>
+
+<p>Più comodo e più bello è il sentiero, praticabile
+anche a cavallo, che conduce in
+cima alla collina rocciosa. Lassù sorge la
+piccola e solida fortezza bianca, che fu una<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[57]</a></span>
+posizione importante un tempo, disputata
+spesso nelle guerre della Campagna romana
+e nelle lotte che i Colonna sostennero
+con i Papi. Alta e scoscesa non è difficile
+difenderla anche contro l'artiglieria.
+Ora è ridotta a prigione e contiene duecento
+galeotti, custoditi da una compagnia
+di cacciatori pontifici. La città si stende
+sotto al castello e lo circonda. Le strade
+e le piazze sono strette, le case nere e di
+miserabile aspetto, eccettuato qualche edificio
+che ha pretesa di palazzo; non vi ha
+altro movimento che quello dei contadini
+che si recano ai campi e ne ritornano.</p>
+
+<p>Mi occuperò ora del palazzo dei Colonna,
+un ramo dei quali assunse il nome di Paliano
+e ne diventò poi il principale. E' un
+bell'edificio di tufo grigio, di forma quadrangolare,
+formato da due soli piani, ma
+vastissimo e collocato all'ingresso della
+città, sul fianco della collina, da dove si
+gode una vista stupenda. Lo stile, elegante,
+appartiene al principio del <span class="smcap">xvii</span> secolo, ciò
+che dimostra che dovette essere restaurato
+in quel tempo.</p>
+
+<p>Quando si conosce la storia degli illustri
+personaggi della famiglia Colonna, e
+si sa l'influenza da loro esercitata sulle vicende
+di Roma e d'Italia, non si può fare
+a meno di visitare con vivo interesse Paliano.
+Prima di entrarvi ricordiamo brevemente<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[58]</a></span>
+la storia dei più illustri tra i Colonna.</p>
+
+<p>Non è molto che lo scrittore romano Antonio
+Coppi, ben noto come continuatore
+degli <i>Annali</i> del Muratori, ha pubblicate le
+sue <i>Memorie Colonnesi</i> (Roma, 1855), opera
+seria, piena di notizie importanti per la conoscenza
+della famiglia Colonna e di Roma
+nel medio evo. Quest'opera fornisce eccellente
+materiale agli studiosi, tolto dall'archivio
+dei Colonna. D. Vincenzo Colonna<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a> pose
+a disposizione del Coppi questo archivio,
+come già lo aveva messo a disposizione di
+un altro storico della sua famiglia, il conte
+Litta di Milano. Fra i molti archivi delle
+famiglie nobili, che in Italia abbondano,
+quello dei Colonna occupa per importanza
+storica uno dei primi posti. Irrequieta,
+bellicosa ed ambiziosa, questa famiglia,
+sorta sui primordi del medio evo, riassume
+in sè la storia di Roma e dell'agro romano.
+Divenuta ricca con l'ingrandimento dei
+suoi dominî, non potè però mai, come altre
+famiglie anche meno antiche, soprattutto
+nell'Italia settentrionale, erigere un
+principato indipendente, perchè i suoi possessi<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[59]</a></span>
+erano nello stato del Papa; da ciò
+guerre interminabili con la Santa Sede ed
+una tendenza a parteggiare per gl'imperatori.
+La casa Colonna brillò assai più in
+guerra che nella pace, sebbene abbia dato
+alla Chiesa un papa, Martino V, che pose
+fine allo scisma, e molti cardinali. Poco coltivò
+le scienze e le lettere; in queste, più
+dei Colonna, brillarono alcuni papi stranieri
+e le loro famiglie, che è inutile qui
+ricordare. Appena, nella loro lunga storia,
+si trovano alcuni nomi che si riattacchino
+alle scienze, alle lettere ed alle arti: ricorderemo
+solo i rapporti del Petrarca col
+vecchio Stefano Colonna e coi suoi colti e
+valorosi figli, ed il nome dell'illustre poetessa
+Vittoria Colonna, contemporanea di
+quelle due bellissime donne, Giulia Gonzaga
+e Giovanna d'Aragona, che entrarono
+per matrimonio nella sua famiglia.</p>
+
+<p>L'origine di questa famiglia è incerta:
+Sembra però che essa discenda da quei
+conti di Tuscolo, che erano potenti in Roma
+nel <span class="smcap">x</span> secolo. Secondo questa ipotesi, il capostipite
+dei Colonna sarebbe il margravio
+Alberico, marito della famosa Marozia,
+morto nel 924, cinque discendenti del quale,
+quasi l'un dopo l'altro, occuparono il seggio
+di S. Pietro. Tuttavia il nome dei Colonna
+non appare la prima volta che ai
+primi del secolo <span class="smcap">xii</span>, con Pietro Colonna,<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[60]</a></span>
+di cui ho parlato. In questo primo periodo
+noi li vediamo nominare già come signori
+di Zagarolo e di Monte Porzio. Siano o no
+i Colonna discesi veramente dall'antica casata
+dei conti di Tuscolo, scomparsi quando
+questa città fu distrutta dai Romani (1191),
+quello che è certo si è che essi vennero
+da quei monti e che a poco a poco estesero
+i loro dominî nella campagna romana,
+da Monte Fortino,<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a> cioè dai monti Volsci,
+sino ai monti Equi ed Ernici e sino alla
+Sabina. Palestrina fu la loro sede principale,
+e tutti i paesi circostanti passarono
+sotto la loro giurisdizione.</p>
+
+<p>Nel secolo <span class="smcap">xiii</span> cominciò la loro potenza
+e la loro grande influenza in Roma, dove
+già da molto tempo possedevano un palazzo
+presso la chiesa dei <i>Santi Apostoli</i>,
+nella regione di <i>Via Lata</i>. Cardinali di questa
+famiglia ebbero parti importanti in
+questo secolo, e la storia degli Hohenstaufen
+ricorda spesso i Colonna come ardenti
+ghibellini in Roma. Chi ignora la
+parte da essi avuta nella caduta di Bonifacio
+VIII?</p>
+
+<p>Nel <span class="smcap">xiv</span> secolo, durante l'esilio dei papi
+ad Avignone, lottarono senza tregua per
+la signoria su Roma coi potenti Orsini, che<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[61]</a></span>
+d'allora in poi, furono loro costanti nemici
+ed amici dei papi. Rifulse in questo
+periodo, quale capo della casa, il vecchio
+Stefano Colonna. A lui Petrarca indirizzò
+sonetti ed epistole.</p>
+
+<p>Fu in questo secolo che si separarono i
+due rami di Palestrina e di Paliano.</p>
+
+<p>Nel secolo <span class="smcap">xv</span> crebbe ancora la potenza
+della casa, prima per i grandi favori di
+Ladislao re di Napoli e di Giovanna II, e
+poi per l'elezione a papa di Ottone Colonna,
+sotto il nome di Martino V. I Colonna ottennero
+dunque molti feudi nel reame di
+Napoli, principalmente il ducato dei Marsi
+(da cui presero il titolo di: <i>Marsorum dux</i>),
+la contea di Celano e quarantaquattro villaggi
+e castelli.</p>
+
+<p>Ai tempi di Sisto IV vennero in guerra
+con la Santa Sede; Girolamo Riario, nipote
+del papa, assediò Paliano, ma l'assedio
+fu tolto in seguito alla morte improvvisa
+del pontefice. Del pari guerreggiarono
+con Alessandro VI, e durante quegli anni
+la campagna romana fu quasi sempre desolata
+dalle armi. Fu il ramo di Paliano
+che in questo periodo diede gli uomini più
+illustri della famiglia. Ricorderò solo Fabrizio,
+primo connestabile della casa, e i
+suoi due figli, Ascanio (1522-1553), marito
+di Giovanna d'Aragona, e Vittoria, moglie
+del marchese di Pescara, Ferdinando d'Avalos.<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[62]</a></span>
+Marcantonio, figlio di Ascanio, rinomato
+come uno dei vincitori della battaglia
+di Lepanto. Nessuno poi ignora quale
+parte ebbe prima di ciò Pompeo Colonna
+nelle disgrazie di Clemente VII e nel sacco
+di Roma.</p>
+
+<p>Verso la metà del secolo <span class="smcap">xvi</span> i Colonna
+furon minacciati da un grave disastro: venuti
+in dissidio con Paolo IV, furon da
+questo papa, di natura irritabile, spodestati
+di tutti i loro dominî, come già lo erano
+stati da Bonifacio VIII. Il pontefice eresse
+Paliano in ducato e lo donò a suo nipote
+Giovanni Caraffa. Marcantonio, capo della
+casa Colonna, si difese e, con l'aiuto del
+duca d'Alba, percorse la campagna romana
+per riconquistare i suoi possessi: da ciò
+ebbe origine la famosa guerra fra Paolo IV
+ed il re di Spagna, conosciuta sotto il nome
+di «Guerra della Campagna». Essa terminò
+nel 1557 con la pace di Cave (presso Genazzano),
+negoziata fra il duca d'Alba e il
+cardinale Carlo Caraffa. Solo dopo la morte
+di Paolo IV però, Marcantonio potè rientrare
+nel possesso de' suoi beni; tutti coloro
+che se ne erano impossessati fecero
+un'orribile fine. Giovanni, duca di Paliano,
+fu decapitato a Roma nella Torre di Nona,
+e il cardinale Caraffa fu strangolato in Castel
+Sant'Angelo.</p>
+
+<p>Marcantonio può ritenersi come l'ultimo<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[63]</a></span>
+dei Colonna potenti: egli morì a Paliano
+nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono;
+i baroni cessarono di guerreggiare col papato
+ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi
+a poco a poco, per le vendite a
+cui furono costretti dai debiti. La gloria di
+Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva
+Don Vincenzo Colonna, che Marcantonio
+contribuì a questa guerra con un milione,
+e che d'allora in poi la famiglia
+non si era mai più rialzata. Fin dal 1622
+vendettero gli antichi possedimenti di Colonna
+e di Zagarolo, e nel 1630 dovettero
+vendere Palestrina, ora in possesso dei
+Barberini. La famiglia venne man mano
+declinando e per sempre: il ramo di Paliano
+esiste ancora; il suo capo attualmente
+è Giovanni Andrea, marito d'Isabella
+Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da
+Roma a Napoli, residenza abituale dei Colonna.
+La maggior parte dei loro feudi è
+pure nel regno di Napoli, avendo Filippo III
+Colonna (morto nel 1818) posseduto colà
+sessantadue feudi, ventisette negli Stati
+della Chiesa ed otto in Sicilia, con 149,403
+vassalli. I feudi nello Stato pontificio erano:
+Anticoli, Arnara, Castro, Cave, Ceccano,
+Collepardo, Falvaterra, Genazzano, Giuliano,
+Marino, Morolo, Paliano, Patrica,
+Piglio, Pofi, Ripi, Rocca di Papa, San Lorenzo,
+Santo Stefano, Sgurgola, Serrone,<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[64]</a></span>
+Sonnino, Supino, Trivigliano, Vallecorsa
+e Vico.</p>
+
+<p>I feudi erano maggioraschi e per la maggior
+parte vincolati a fidecommesso, secondo
+le leggi locali. Ma la rivoluzione
+francese venne a mutare i sistemi: nel reame
+di Napoli la legislazione feudale fu abolita
+nel 1806, in Sicilia nel 1812, e negli Stati
+della Chiesa la maggior parte dei baroni
+vi rinunziò nel 1816, seguendo l'esempio
+del principe Colonna. A Napoli i fidecommessi
+vennero aboliti in parte nel 1807 e
+totalmente nel 1809; in Sicilia invece erano
+ancora in vigore alla morte di Filippo III
+(ma disparvero qualche settimana più tardi,
+il 2 agosto 1818); nello Stato Pontificio sono
+tuttora in vigore. La successione di Filippo
+fu perciò regolata da leggi diverse
+e l'asse ereditario è stato diviso in più
+parti.</p>
+
+<p>Filippo, discendente diretto di Marcantonio,
+lasciò solo tre figlie: Maria (maritata
+a Giulio Lante della Rovere), Margherita
+(maritata a Giulio Cesare Rospigliosi) e
+Vittoria (maritata a Francesco Barberini);
+la nobile stirpe fu continuata da suo fratello
+Fabrizio.</p>
+
+<p>Queste sono le notizie che ho creduto
+utile dare al lettore, prima d'introdurlo nel
+castello di Paliano. Ma questo castello,
+che brillava una volta per il suo lusso e<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[65]</a></span>
+la sua magnificenza, non è più oggi, come
+tanti e tanti altri palazzi baronali italiani,
+che un luogo deserto e silenzioso, dove un
+custode brontolone vi fa da guida, additando
+le nude pareti e lamentandosi che
+siano scomparse le belle collezioni d'armi
+della famiglia, trofei di tante battaglie, e
+che i quadri preziosi siano stati venduti o
+portati altrove.</p>
+
+<p>Però mi piace visitare questi antichi castelli
+nobiliari, in cui gli alberi genealogici,
+anneriti dalla polvere e dal fumo, pendono
+ancora dalle pareti, quasi piante disseccate,
+ed in cui le tappezzerie ciondolano dai muri
+non meno lacere dei diplomi feudali, che
+il vassallo ha finalmente fatto a pezzi. Quasi
+spettri, vi si vedono i ritratti di una lunga
+serie di antenati, anneriti dal tempo nelle
+loro massicce cornici dorate: essi evocano
+il ricordo di tutto un lontano passato scomparso.
+Vi sono ritratti di guerrieri, di cardinali,
+di belle gentildonne, di cui i colli
+alla Maria Stuarda ci fanno conoscere il
+secolo in cui vissero. Veramente ne trovai
+pochi a Paliano, appena una trentina di
+ritratti, intorno ai quali il guardiano non
+seppe darmi alcuna informazione. La sua
+testa era ancora più vuota, più disordinata
+del palazzo dei suoi padroni, e tutti i ricordi
+del passato erano completamente sfumati
+nella coscienza di questo essere moderno.<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[66]</a></span>
+Quanto avrei dato per sapere il nome
+di quella bella donna pallida, dagli occhi
+nerissimi, vestita di un abito di velluto
+rosso! Eppure non domandavo che un
+nome! Era forse Felice Orsini, o Lucrezia
+Tomacelli, o Diana Paleotti? Oppure
+era quella stessa infelice duchessa di Paliano,
+di cui la tragica fine fu uno dei
+più strani romanzi del suo tempo? Essa però
+non fu uccisa in questo palazzo, ma in un
+altro castello di suo marito.</p>
+
+<p>Nella piccola galleria non manca neppure
+il ritratto di un astrologo, che ci siamo abituati
+a considerare quale <i>spiritus familiaris</i>
+di ogni nobile castello antico; un vecchio
+dalla barba lunga e bianca, con un'ampia
+veste di velluto. Il suo abbigliamento è in
+armonia con i mobili massicci e severi di
+quei palazzi medioevali, dove i nostri abiti
+alla francese ed i nostri candidi guanti sembrano
+eccessivamente ridicoli. L'astrologo
+di Paliano era, secondo l'iscrizione, <i>Nicolaus
+Colinus de Paliano, astrologus insignis</i>.</p>
+
+<p>Nelle altre sale, alle pareti sono appesi
+panorami e piante di molte città, quali Madrid,
+Parigi, Venezia, Firenze e Genova.</p>
+
+<p>Le sale sono di mezzana ampiezza e
+sembrano stanze di una casa di campagna,
+se si paragonano alla principesca sala di
+ricevimento che si ammira nel palazzo Colonna
+a Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[67]</a></span></p>
+
+<p>Presso il castello sorge la chiesa di S. Andrea,
+cappella gentilizia e tomba dei Colonna
+del ramo di Paliano, un elegante
+edificio di modeste proporzioni. Filippo I
+(1578-1639) vi raccolse le ceneri de' suoi
+antenati, sparse in luoghi diversi, e vi fece
+costruire per sè e la sua famiglia la cripta
+sotterranea. Scesi a visitarla e rimasi stupito
+di trovarla priva di ogni ornamento;
+le pareti della sala, di forma circolare, abbastanza
+ampia, sono intonacate di bianco e
+perfettamente nude; non v'è nè un sarcofago,
+nè un monumento in marmo, e non
+vi si vedono intorno che delle iscrizioni, i
+cui caratteri uniformi appartengono al secolo
+<span class="smcap">xvii</span>. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio
+e della moglie Felice Orsini, di
+Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi
+genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro,
+suoi avi. Non so se la più bella
+donna d'Italia, Giulia Gonzaga, moglie di
+Vespasiano Colonna, si trovi sepolta a
+Paliano, nè sono riuscito a sapere se vi
+sia la tomba della famosa Vittoria. Nel
+suo testamento ordinò di esser tumulata
+nel monastero dove sarebbe venuta a morire;
+ella fece anche un legato per le
+monache di S. Anna dei Falegnami, che
+l'avevano assistita durante la sua ultima
+malattia, e lo stesso testamento fu dettato
+al letto della morente il 15 febbraio<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[68]</a></span>
+1547, nell'antico palazzo de' Cesarini,
+presso l'Argentina. E' quindi molto probabile
+che ella sia stata sepolta nel vicino
+monastero di S. Anna.<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a></p>
+
+<p>Da Paliano non v'è strada carrozzabile
+che porti ad Anagni, distante sei miglia,
+giacchè infatti questo paese non ha che una
+sola porta, che si apre davanti a Genazzano,
+e chi arriva dal lato opposto, è costretto
+a fare il giro delle antiche mura.
+Un sentiero tortuoso, praticabile a cavallo,
+ma spesso ripido e scosceso per essere
+scavato nella roccia calcare, che lo rende
+molto sdrucciolevole, conduce ad Anagni
+attraverso la campagna deserta.</p>
+
+<p>Ho fatto questa strada a cavallo, insieme
+con un contadino della campagna romana,
+che avevo preso per guida, in una splendida
+giornata di settembre, che rimarrà<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[69]</a></span>
+sempre fra le più belle delle peregrinazioni
+da me fatte per la <i>Saturnia tellus</i>, tanto
+la vista di quelle contrade selvagge e di
+quei monti maestosi era superba. La collina
+di Paliano scende dolcemente verso
+il fiume, mentre dalle altre parti cade a
+picco; essa è interamente coltivata a viti;
+sulla cresta, che noi seguivamo, crescono
+folti cespugli di lentisco, fragole e mirto,
+ciò che mi ha sorpreso, perchè il mirto
+preferisce di solito le coste e l'aria marina.
+Sulla collina miseri coloni abitano
+in capanne di paglia a forma di cono, come
+se ne vedono per tutta la campagna romana.</p>
+
+<p>Passando per questa rustica colonia la
+strada giunge ad un monastero, che sorge
+solitario fra verdi boschi di elci, castagni
+ed olmi: si chiama S. Maria di Paliano.
+Quindi bisogna attraversare per l'unico ed
+angusto sentiero la foresta che circonda
+tutta la collina. La discesa è così ripida,
+che difficilmente si riesce a farla a cavallo.
+Giunti in fondo, si trova una pittoresca e
+selvaggia pianura, che si stende fra la collina
+di Paliano e quella di Anagni. Qua
+e là si vedono disperse delle solitarie fattorie
+di pietra scura o qualche mulino
+presso un torrente che taglia il sentiero. Il
+paesaggio è animato da mandre di vacche e
+di pecore, ed il pifferaro che scende a Roma
+nella notte di Natale, appare qui nel suo<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[70]</a></span>
+stato naturale, e si odono gli strani accenti
+della cornamusa che il pastore suona, seguendo
+passo, passo il suo gregge, che
+si muove qua e là in cerca di erba, che la
+terra fertile abbondantemente gli offre.</p>
+
+<p>Verso la fine di settembre i greggi di
+pecore discendono dai monti circostanti e
+si spandono, per passarvi l'inverno, nella
+pianura, arrivando fin presso le mura di
+Roma. Nel mio ritorno ne ho incontrato
+appunto uno che si dirigeva verso Roma:
+era così numeroso che ingombrava alla lettera
+tutta la strada, ed era diretto e sorvegliato
+da grossi cani dal pelo lungo, e
+da pastori a piedi ed a cavallo. Calcolai
+che fossero circa 3000 pecore, ma un pastore
+mi disse che erano quasi 5000 capi
+di bestiame che venivano dalla Serra e si
+recavano a Roma. I belati delle pecore e
+degli agnelli empivano l'aria dei mansueti
+lamenti che risuonano nella campagna di
+Roma in ottobre ed in novembre, sì che par
+di vivere in mezzo ad un grandioso idillio
+classico.</p>
+
+<p>Intanto ci avviciniamo ad Anagni e ci
+troviamo ai piedi della collina, su cui
+sorge superba l'antichissima metropoli degli
+Ernici. Dinanzi a noi si apre una porta
+alta e maestosa, che reca in cima lo
+stemma della città: un leone sul cui dorso
+un'aquila affonda gli artigli.<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[71]</a></span></p>
+
+<p>Anagni mi ha sorpreso: abituato alle
+strade strette dei villaggi della campagna
+romana, ed alle loro case meschine, ho
+trovato qui delle lunghe file di fabbricati
+di bell'aspetto e dei palazzi che fanno
+pompa dello stile sfarzoso del <span class="smcap">xvii</span> secolo e
+che danno al paese l'impronta di una certa
+agiatezza. Questo aspetto moderno mi sorprese
+ed io non riuscii a spiegarmelo che
+dopo aver studiato la storia della città.</p>
+
+<p>Sono arrivato sulla piazza di Anagni, che
+ha la forma di un piccolo rettangolo, di
+cui i due lati più corti son formati da palazzi;
+delle case di semplice aspetto chiudono
+il terzo lato, un parapetto di pietre
+cinge il quarto che sorge sulla cresta
+della collina, di là si scorge la pianura del
+Sacco, attraverso la quale si svolge tortuosamente
+la via Latina che parte da Valmontone.
+Essa non tocca Anagni, ma gira
+intorno alla sua collina e passando per Ferentino
+e Frosinone, giunge alle sponde del
+Liri, di là da Ceprano. Il panorama che
+da questa piazza si gode, è così stupendo
+che impressiona anche chi abbia visitato
+minutamente tutta l'Italia, dalle Alpi sino
+al mare Jonio e al mare Africano. Si scorge
+la catena dei monti Volsci, i cui pendii illuminati
+dal sole si vedono così distintamente
+da poter contare le finestre dei villaggi
+che vi sono sparsi; ovunque si scorgono le<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[72]</a></span>
+città dei Volsci, che sono schierate lungo
+i monti: Montefortino, la gloriosa Segni,
+Gavignano, Rocca Gorga, Sgurgola; più in
+là, Morolo, Supino, Patrica, dietro la quale
+a forma di piramide si leva azzurro e maestoso
+il monte Cacume; e più lontano ancora
+le cime seguono le cime, poi altri paesi:
+qua Ferentino, dietro ad una collina Frosinone
+di cui si vede anche il castello, Arnara,
+Pofi, Ceccano, e qualche altro ancora che
+l'occhio abbraccia in un solo sguardo. Verso
+Roma si stende l'ampia pianura, coronata
+dai monti di Palestrina, visibile anch'essa
+a questa distanza. Si vedono anche i monti
+Laziali, di modo che da questo punto senza
+sforzo alcuno l'occhio abbraccia la maggior
+parte del Lazio.</p>
+
+<p>Ben diverso invece è il paesaggio, se si
+guarda dal lato opposto della piazza, e soltanto
+allora si comprende la posizione di
+Anagni. La collina, sul margine estremo
+della quale è costruita la città, appare unita
+alla Serra, e si stacca da questa con una
+curva a forma di falce. La roccia è scura,
+ripida e brulla, e dal paese si sale in una
+regione selvaggia, dove è il villaggio di
+Monte Acuto, un erto e nero castello, che
+prende nome dalla vicina altura.</p>
+
+<p>Nell'osservare questa posizione non ci
+si stupisce più che Anagni sia stata nel
+medio evo preferita da tanti papi come<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[73]</a></span>
+luogo di rifugio e di villeggiatura, essendo
+una cittadina nell'aperta campagna, posta
+su di un'altura che ne rende l'aria salubre,
+mentre le sue rocce e le alte mura la fanno
+un forte baluardo.</p>
+
+<p>Del resto la città deve la sua importanza
+storica soltanto al medio evo. Sebbene
+sia stata capoluogo degli Ernici,
+forte tribù del Lazio, essa non ha avuto
+alcuna importanza al tempo dei Romani, e,
+dopo essere stata da questi soggiogata, rimase
+sempre una piccola città sottomessa.
+Anche oggi qualche rovina ci ricorda il
+dominio romano; qua e là si vedono
+avanzi di mura ed a nord della città
+una fila di archi giganteschi che si appoggiano
+sull'erta scoscesa della collina. Questo
+caratteristico monumento dei tempi
+romani offre una vista imponente. Non esistono
+più tracce dell'antica rocca, la quale
+molto probabilmente occupava il punto dove
+oggi sorge il duomo. Neppure esistono in
+Anagni mura ciclopiche, come se ne vedono
+a Ferentino ed a Segni.</p>
+
+<p>Solo verso la fine del <span class="smcap">xiii</span> secolo Anagni
+acquistò importanza, avendo avuto la
+rara fortuna di vedere in un secolo quattro
+de' suoi cittadini ascendere al seggio
+pontificio. Il primo fu Innocenzo III, Conti
+(1198-1216), il secondo Gregorio IX, Conti
+(1227-1241), poi Alessandro IV, Conti (1259-1261),<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[74]</a></span>
+ed infine Bonifacio VIII, Gaetani
+(1294-1303).</p>
+
+<p>Anche prima però la città era preferita
+da papi; sin da quando Roma si era ordinata
+a governo repubblicano, parecchi
+pontefici si rifugiarono dentro le mura di
+Anagni. Quivi morì nel 1159 Adriano IV,
+Breakspeare, l'unico inglese che abbia portato
+la tiara, sottraendosi alle pressioni del
+senato romano per il ristabilimento della
+repubblica: ivi pure si rifugiarono l'illustre
+suo successore Alessandro III ed il
+successore di questi, non meno famoso,
+Lucio III.</p>
+
+<p>La città ritrasse molto vantaggio dall'aver
+dato, in sì breve intervallo, quattro
+papi alla Chiesa; si arricchì, così, di monumenti
+e di palazzi in stile gotico-romano,
+stile che prevalse fino al <span class="smcap">xv</span> secolo in molte
+parti d'Italia. Anche a Genazzano abbiamo
+trovato siffatte costruzioni gotiche; poche
+ne rimangono in Anagni, se si eccettua
+la cattedrale, lo stupendo palazzo municipale
+e la casa Gigli.</p>
+
+<p>Il palazzo municipale ha un imponente
+porticato, che sorregge un solo piano. La
+strada passa sotto a quei portici come
+attraverso ad una porta. Sulla facciata si
+vedono, scolpiti nella pietra, stemmi del
+medio evo; in mezzo ad essi vi è il busto
+di un capitano della città, della casa della<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[75]</a></span>
+Rovere, appartenente al <span class="smcap">xv</span> secolo. Nella
+facciata posteriore del palazzo sono notevoli
+gli ornati architettonici del cornicione
+e le sue finestre, adorne di colonnette
+di stile moresco, simili a quelle che
+si vedono a Rovello, sopra Amalfi.</p>
+
+<p>Il palazzo municipale si è salvato dalla
+rovina medioevale, ed è qui, con la casa
+Gigli, il principale monumento del passato.
+La casa Gigli, un piccolo fabbricato che appartiene
+certamente al secolo <span class="smcap">xiv</span>, mi ha
+ricordato le case di Palermo: essa è quadrata,
+con un tetto piatto ed un portico.
+Questo consiste in due arcate rotonde sostenute,
+al punto in cui si riuniscono, da
+una sola colonna; sotto di esso si trova
+una scala esterna di pietra, che porta nell'interno;
+questa architettura è ripetuta nell'unica
+finestra, del pari ad arco tondo,
+con una colonnetta nel mezzo. Sugli archi
+corre una piccola cornice ondulata, semplice
+ed armoniosa; sopra il tetto sono
+vasi di fiori che danno all'edificio un carattere
+grazioso e tutto meridionale.</p>
+
+<p>Dopo aver visitato questa casa, mi son
+seduto sopra un banco di pietra che stava
+lì di fronte e mi sono accinto a farne uno
+schizzo nel mio album: sono stato subito
+circondato da molti cittadini, e nel vederli
+soddisfatti di ciò che stavo facendo,
+ho compreso che quel monumento del passato<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[76]</a></span>
+ispirava loro un sentimento di orgoglio
+patriottico. Si son lagnati però meco
+amaramente di quei quattro papi, loro compatriotti,
+che sì poco avevano fatto per la
+loro città natale, non provvedendola neppure
+di un acquedotto. E' questo veramente
+per gli abitanti di Anagni un grave
+danno: essi non hanno altr'acqua da bere
+che quella delle cisterne, che mi è parsa
+molto cattiva; e d'altra parte non sarebbe
+possibile costruire un acquedotto senza
+enormi spese, perchè bisognerebbe portarvi
+l'acqua da monte Acuto, facendole attraversare
+una larga valle. «E' vero, dicevano
+quelli, sarebbe occorsa una grave
+spesa; ma pensate che sono stati quattro
+i papi, e se avessero dato <i>qualche cosa per
+uomo</i> l'opera sarebbe stata compiuta».</p>
+
+<p>Il duomo di Anagni è costruito sul punto
+più alto della collina, presso la porta di
+Ferentino, in mezzo a molti altri edifici,
+in modo che la sua facciata ed il suo campanile
+isolato non producono quasi nessun
+effetto. Questa chiesa è una delle più antiche
+del Lazio, più antica anche della
+maggior parte delle cattedrali degli Stati
+della Chiesa, rimontando ai tempi della
+prima crociata. La fece edificare nel 1074
+Pietro, vescovo della città, della stirpe
+dei principi longobardi di Salerno, il quale
+prese parte alla prima crociata come compagno<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[77]</a></span>
+d'armi di Boemondo, principe di
+Taranto. Sulla porta principale del duomo
+si legge, scolpita nella pietra, la seguente
+iscrizione:</p>
+
+<p class="inscr">QUISQUIS AD HOC TEMPLUM TENDIS VENERABILE GRESSUM<br />
+ MOX CONDITOREM CUNCTORUM NOSCE BONORUM<br />
+ CONDIDIT HOC PETRUS MAGNO CONAMINE PRAESUL<br />
+ QUEM GENUIT TELLUS NOBIS DEDIT ALTA SALERNUS<br />
+ SIC MISERERE SIBI SUPERI PATRIS UNICE FILI.</p>
+
+<p>La forma dei caratteri di questa iscrizione
+appare moderna: è forse del secolo <span class="smcap">xvi</span>, ma
+lo spirito e l'espressione appartengono certo
+al tempo in cui la cattedrale fu innalzata.</p>
+
+<p>Quantunque più volte restaurata dai vescovi
+della città, la cattedrale ha conservato
+il suo carattere primitivo, gotico-romano.
+La facciata è di architettura rozza:
+termina con un frontone pesante, a forma
+di triangolo, di cui l'angolo superiore è ottuso
+e la base è formata da una semplice
+cornice. Nel centro si apre una finestra
+circolare, senza ornamenti, ed al disotto di
+questa un'altra finestra grande e quadrata,
+aperta molto probabilmente in un'epoca
+posteriore. La porta, ve n'è una sola, ha
+una cornice d'un gusto mediocre, formata
+di strisce di pietra ornate di teste di leoni
+e di tori, rozzo lavoro del medio evo.</p>
+
+<p>Da un sol lato della porta, senza simmetria
+e senza ragione alcuna di essere,
+sorgono due pilastri con capitelli, incastrati<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[78]</a></span>
+nel muro. Ai disopra v'è un arco
+di pietra adorno di semplici arabeschi.</p>
+
+<p>Tutto l'edificio è costruito col tufo calcareo
+bruno, fornito dalle montagne vicine.
+Si vede facilmente che la facciata ha conservato
+nelle linee generali la sua forma
+primitiva, ma che è stata in seguito restaurata
+alla men peggio, per necessità.</p>
+
+<p>All'interno il duomo è vasto e bello, non
+a forma di basilica, bensì costruito in quello
+stile semigotico, di cui in Roma porge
+esempio la chiesa di S. Maria sopra Minerva.
+Ha tre grandi navate ed un coro a
+volta alto, in forma di croce; il pavimento,
+in mosaico, fu eseguito nel 1226, dal celebre
+Cosma, romano, a spese del vescovo
+Alberto e del canonico Rinaldo Conti, che
+salì più tardi sul seggio papale col nome
+di Alessandro IV.</p>
+
+<p>Dal coro si discende nella cripta sotterranea,
+veramente bella e degna di una descrizione
+minuta. Consiste in una volta non
+molto alta, sorretta da colonne; tanto la
+volta che il pavimento sono decorati di
+mosaici colorati, mentre le pareti sono interamente
+ricoperte di antichi affreschi, disgraziatamente
+molto sciupati ed in certi
+punti addirittura irriconoscibili. Si nota subito
+che essi appartengono ad epoche diverse,
+perchè, mentre alcuni dei soggetti
+biblici che vi sono rappresentati sono di<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[79]</a></span>
+un rozzo stile bizantino, altri presentano i
+caratteri di un'arte più avanzata, e vi sono
+pure alcune belle e graziose figure, particolarmente
+quelle dell'adorazione della Croce,
+che sembrano dell'epoca di Cimabue.</p>
+
+<p>In questa cripta è la tomba di S. Magno,
+patrono della cattedrale, ed un'antica iscrizione
+ci fa sapere che nel 1231 lo stesso
+maestro Cosma fu incaricato di rinnovare
+la tomba del martire. Così questa famiglia
+di artisti, che ha arricchito Roma di tante
+opere preziose, recava pure il suo artistico
+tributo nei paesi della campagna romana.</p>
+
+<p>Anche nella cappella del coro, nella navata
+posteriore, esiste un monumento eseguito
+dai Cosmati, un antico tabernacolo gotico,
+poggiato sopra un sarcofago di marmo,
+la cui forma ricorda a prima vista la
+tomba del vescovo Consalvo, eretta nel 1298
+da Giovanni, figlio di Cosma, in S. Maria
+Maggiore di Roma. Non v'è dubbio che anche
+questo tabernacolo sia opera sua, ed
+anteriore solo di quattro anni, perchè l'iscrizione
+dice:</p>
+
+<p class="inscr">IN ISTO TUMULO REQUIESCUNT OSSA D. PETRI EPISCOPI<br />
+ QUI NUTRIVIT D. BONIFACIUM PAP. VIII. ITEM SUBTUS<br />
+ OSSA D. GOFFREDI CAJETANI COMITIS CASERTANI.<br />
+ITEM OSSA D. JACOBI CAJETANI HIC RECONDITA KAL. AUGUSTI<br />
+ ANNO D. MCCXCIIII.</p>
+
+<p>Sul sarcofago semplicissimo, che racchiude
+le ossa di questi membri della famiglia<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[80]</a></span>
+Gaetani, si scorgono le loro armi,
+ma senza l'aquila, componendosi lo stemma
+dei Gaetani ordinariamente di uno scudo
+diviso in due campi, in uno dei quali sono
+due strisce serpeggianti, nell'altro un'aquila.</p>
+
+<p>Nella stessa cappella del coro v'è anche
+un'altra antichità degna di nota, cioè una
+antica e bella imagine della Madonna, sotto
+la quale sta la seguente iscrizione:</p>
+
+<p class="inscr">HOC OPUS FIERI FECIT DO<span class="o">N</span> RAYNALD. PRESBYTER<br />
+ ET CLERICUS ISTIUS ECCLESIAE.<br />
+ ANNO DNI M.CCCXXII. MENSE MADII</p>
+
+<p>Fu dunque un dono fatto dal Conti, quegli
+che poi fu Alessandro IV.</p>
+
+<p>Pochi altri ricordi di quei papi di Anagni
+rimangono in questa cattedrale. Primi fra
+questi gli abiti pontificali d'Innocenzo III
+e di Bonifacio VIII, conservati in un armadio
+della sagrestia. La pianeta d'Innocenzo
+è d'una stoffa turchina, con ricchi
+e pesanti ricami d'oro, e vi sono tessute
+figure che rappresentano soggetti del Nuovo
+Testamento, eseguite con una tale perfezione
+che si direbbero copie di quadri di Giotto
+o di frate Angelico da Fiesole, anzichè ad
+un'epoca anteriore. Assai più rozzo come
+lavoro è il pesante piviale di Bonifacio, ricamato
+ad aquile e leoni.</p>
+
+<p>Oltre a questi tesori, il sagrestano mi ha
+fatto vedere delle antiche mitre vescovili e<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[81]</a></span>
+dei bastoni pastorali che per le loro bizzarre
+ed insolite forme meritano l'attenzione
+degli antiquari.</p>
+
+<p>Invano ho cercato busti o ritratti di
+quei papi: non ve ne sono. Soltanto nel
+muro esterno della chiesa, in una nicchia
+o tabernacolo, posta sotto il cornicione, è
+seduta sul trono la marmorea figura di
+un papa. Mi fu detto che quell'informe
+statua, che pare un idolo, rappresenta Bonifacio
+VIII.</p>
+
+<p>In tempi posteriori furon collocati nel
+coro del duomo i busti dei quattro papi,
+dipinti su tela a forma di grandi medaglioni,
+che ora si trovano appesi, ondeggianti
+all'aria, nelle due gallerie del coro
+stesso; è questa un'idea bizzarra che deve
+risalire al secolo <span class="smcap">xvii</span>, e forse anche al <span class="smcap">xviii</span>.</p>
+
+<p>Prima di lasciare la cattedrale per recarci
+al palazzo di Bonifacio VIII, voglio ricordare
+alcune scene di cui essa fu teatro,
+scene molto interessanti per noi tedeschi,
+poichè esse si collegano alla storia della
+Germania, giacchè il duomo di Anagni ha
+avuto grandi rapporti con la casa degli
+Hohenstaufen. Fu davanti al suo altare che
+Alessandro III, nel giovedì santo del 1160,
+maledì il grande imperatore Barbarossa; fu
+lì che Innocenzo III lesse la bolla che scomunicava
+Federigo II; e fu lì finalmente che
+Alessandro IV lanciò l'anatema contro il<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[82]</a></span>
+giovane eroe Manfredi. Scene barbare e
+selvagge del medio evo, scomparse da gran
+tempo, al pari dello splendore del nostro
+grande impero e del prestigio del papato
+stesso.</p>
+
+<p>L'ultimo papa di Anagni fu Bonifacio VIII,
+della famiglia Gaetani. Chi ignora la sua prigionia
+nello stesso suo palazzo, e la tragica
+fine che seguì immediatamente la sua liberazione?</p>
+
+<p>Nel 1294 la sorte aveva strappato l'eremita
+Pietro da Morone dalla sua profonda
+solitudine del monte Majella, per innalzarlo
+al seggio papale. L'eremita, debole
+ed inetto, aveva preso dimora a Napoli, divenendo
+lo strumento cieco di re Carlo. Intanto
+l'ambizioso e risoluto cardinale Benedetto
+Gaetani di Anagni, aspirava alla
+tiara pontificia. Pietro, o meglio Celestino V,
+decise di abdicare, e così fece, cinque mesi
+appena dopo la sua elezione, fuggendo
+quindi subito nella sua solitudine. Ma non
+appena il Gaetani fu eletto papa col nome di
+Bonifacio VIII, fece arrestare il fuggiasco, lo
+portò nel suo palazzo di Anagni e da questo
+poi lo relegò nel vicino castello di Fumone,
+dove l'infelice eremita finì i suoi giorni.</p>
+
+<p>Bonifacio non aveva dimenticato che i
+due cardinali della casa Colonna, Jacopo e
+Pietro, avevano osteggiato la sua elezione,
+e giurò di umiliare questa potente famiglia.<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[83]</a></span>
+Nel 1297 la ruppe con essa per motivi o pretesti
+che non importa qui riferire. Ne seguì
+una crociata del papa contro i Colonna; essi
+fuggirono dinanzi al suo sdegno; i due cardinali,
+privati della porpora, si ritirarono a
+Rieti e Sciarra Colonna, allora capo della
+famiglia, si recò in Francia, dove Filippo
+il Bello lo accolse con piacere, poichè egli
+era in guerra con Bonifacio VIII, che lo
+aveva scomunicato e dichiarato decaduto
+dal trono. Egli decise con Sciarra di sorprendere
+Bonifacio in Anagni, dove si trovava
+nell'estate del 1303, e di farlo prigioniero;
+a questo scopo Sciarra si unì a Guglielmo
+di Nogaret, che godeva la fiducia
+del sovrano. Furono radunati segretamente
+trecento cavalieri e maggior numero di
+fanti, e dopo che Nogaret si fu accampato
+a Ferentino, con alcune truppe pronte ad
+ogni evento, Sciarra, nella notte del 7 settembre,
+uscì dal vicino borgo di Sgurgola.
+I ghibellini di Anagni, che erano del complotto,
+gli aprirono le porte; egli assalì il
+palazzo Gaetani e penetrò nelle stanze del
+papa. Bonifacio oppose alle violenze sofferte
+un'eroica dignità. Rimase per tre giorni
+prigioniero di Sciarra e di Nogaret che lo
+minacciarono di morte, intimandogli di scendere
+dal trono papale come egli aveva costretto
+a scenderne l'infelice Celestino. Intanto
+il cardinale Luca Fiesco incitava gli<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[84]</a></span>
+abitanti di Anagni a liberare il papa, loro
+concittadino, dalle mani di quella turba furibonda.
+Il popolo diè di piglio alle armi e
+cacciò gl'invasori dal palazzo. Poi ricondusse
+a Roma il papa liberato, che vi morì
+l'11 ottobre per l'ingiuria patita e per la
+rabbia.</p>
+
+<p>I cardinali suoi concittadini, membri della
+Curia, avevano tradito Bonifacio. Quando
+poi fu eletto a suo successore Benedetto XI,
+questi lanciò una bolla contro coloro che
+avevano perseguitato Bonifacio, ed ebbe ad
+esclamare: «La stessa sua patria non lo protesse;
+il suo palazzo non gli servì di asilo;
+la più alta dignità della Chiesa è stata insultata;
+la Chiesa ed il suo Sposo sono stati
+avvinti dalle catene. Quale luogo potrà d'ora
+innanzi offrire sicurezza? Quale asilo resta
+ancora inviolabile, se lo stesso papa di Roma
+è stato offeso nel suo? Delitto abbominevole,
+sacrilegio inaudito! Guai a te, Anagni,
+che hai lasciato compiere un tale misfatto
+fra le tue mura! Non cada più sopra te nè
+rugiada, nè pioggia, cada invece sugli altri
+monti, e l'una e l'altra sfugga te che hai assistito
+alla caduta dell'eroe senza impedirla,
+ed hai tollerato gli fosse fatta violenza!».</p>
+
+<p>La maledizione di Benedetto XI non pesa
+più oggi sopra la città di Anagni; ma nell'anno
+1616 gli abitanti superstiziosi si credevano
+ancora sotto l'influsso di quelle terribili<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[85]</a></span>
+parole. Allorchè in quel tempo il famoso
+viaggiatore Leandro di Bologna visitò
+la città, la trovò un mucchio di macerie e
+lo stesso palazzo dei Gaetani in rovina; la
+tremenda guerra della campagna romana,
+condotta dal duca d'Alba, aveva devastato
+tutta la contrada, e gli abitanti di Anagni,
+ridotti alla miseria, narrarono al bolognese,
+piangendo, che dal giorno in cui
+Bonifacio era stato tradito fra le loro
+mura, erano stati oggetto di continue calamità.</p>
+
+<p>Ho cercato in Anagni il luogo dove si
+svolse questo dramma, che pose fine, con
+Bonifacio VIII, alla potenza universale del
+papato, fondata da Gregorio VII: ma il palazzo
+Gaetani è stato distrutto da molto
+tempo, e quello a cui ora gli abitanti di
+Anagni danno tal nome, è un edificio moderno
+del marchese Traetti, che sorge sulle
+fondamenta di quello stesso palazzo, sul margine
+della collina, non lontano dal duomo,
+col quale mi fu detto che l'antico palazzo
+avesse comunicazione. Nel cortile esistono
+ancora antiche mura della residenza
+di Bonifacio VIII, e dietro l'attuale edifizio
+sono le rovine grandiose di un'antica
+loggia, di cui rimangono ancora tre
+grandi archi, appoggiati alla collina. Ai
+piedi di questa sorge una grande muraglia
+di antica costruzione, che mi si è<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[86]</a></span>
+detto essere un avanzo delle stalle di Bonifacio
+VIII.</p>
+
+<p>Trovai anche qui, come altrove, che il
+presente ha maggior diritto alla nostra attenzione
+che non il passato, perchè alla
+vista dello stupendo paesaggio che si stendeva
+dinanzi ai miei occhi dimenticai subito
+la storia di Bonifacio. Di lassù si
+scorge una selvaggia regione sassosa, di
+aspetto severo, sulla quale sorge solitario
+un tempio dorico, di costruzione moderna,
+che è il camposanto di Anagni.
+Più in là si leva maestoso il bruno
+monte Acuto. Salendo per pochi passi
+la collina si scorge alla distanza di sei
+miglia al più una rupe grigiastra e selvaggia,
+sulla quale, in triste abbandono,
+sorge un cupo villaggio. «È Fumone!»
+mi disse una donna che passava; e soggiunse
+con disprezzo: «<i>Quando Fumone
+fuma la campagna trema</i>». Non avendo
+compreso questo proverbio, gliene chiesi
+il senso, ma la donna non mi seppe rispondere
+che questo: «Guardate, guardate
+come è misero! Là vi si muore sempre
+di fame!».<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a> Quello era dunque Fumone,
+dove fu rinchiuso Celestino V, l'unico Papa<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[87]</a></span>
+che abbia abdicato, di cui tutta la storia
+è un romanzo, quanto tutto il medio evo.</p>
+
+<p>Qui debbo ricordare un curioso incidente.
+Avevo tratto di tasca, per osservare Fumone,
+un cannocchiale guarnito in metallo lucido,
+quando per caso lo rivolsi su un giovanetto
+che stava sulla strada, a poca distanza da
+me. Il ragazzo gettò un grido e fuggì in
+preda allo spavento. Al suo grido accorsero
+uomini, donne e fanciulli, domandando cosa
+fosse accaduto: questa scena mi ha ricordato
+quell'altra ridicola di Genazzano, dove
+con un semplice libro sparsi il terrore come
+mago.</p>
+
+<p>Abbiamo ormai visto e parlato di tutto
+ciò che v'è di notevole in Anagni, e possiamo
+lasciare questa città. Ogni interesse
+per essa cessa con Bonifacio, se non termina
+con lui anche la sua storia, poichè dopo di
+allora, due sole volte Anagni è ricordata,
+e cioè nel 1378, allorquando, dopo l'elezione
+di Urbano VI, i cardinali francesi avversari
+del partito romano, vi si rifugiarono
+per eleggervi un antipapa dando origine al
+grande scisma, e nel 1556, allorquando i
+soldati del duca d'Alba la distrussero durante
+la guerra della campagna.</p>
+
+<p>Questa rovina spiega il suo aspetto moderno.
+Ora è una città morta di 6000 abitanti,
+fieri ancora delle loro memorie, dei
+loro Papi e delle loro famiglie patrizie. Fra<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[88]</a></span>
+queste se ne contano ancora dodici, le cosiddette
+dodici stelle di Anagni, ed ancora
+esistono quelle dei Gaetani e dei Conti, i
+più antichi di stirpe. Nuove famiglie si sono
+aggiunte a queste, fra le quali mi è grato ricordare
+la gentil famiglia degli Ambrogi.<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[89]</a></span></p>
+
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[90]</a></span></p>
+<h2 class="lighter">I MONTI ERNICI<br />
+<span class="small">(1858)</span></h2>
+
+<hr />
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill099.jpg" width="600" height="53" alt="" title="" />
+</div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[91]</a></span></p>
+<h2 class="lighter"><a name="I_monti_Ernici" id="I_monti_Ernici"></a>I monti Ernici.<br />
+<span class="small">(1858).</span></h2>
+
+<p>Vi sono nella campagna romana alcuni
+luoghi speciali che per la loro antichità, o
+per la bellezza dei dintorni, o per le qualità
+caratteristiche delle popolazioni, o per
+i monumenti, invitano il forestiero a visitarli.
+La regione di cui mi accingo a parlare
+è appunto uno di questi luoghi, e appartiene
+alla Legazione di Frosinone, stendendosi
+sopra il fiume Sacco, sulle pendici
+dell'Appennino. Le principali città di questa
+regione, degli antichi Ernici, sono Anagni,
+Ferentino, Alatri, Veroli e Frosinone,
+paesi tutti più antichi di Roma, le cui origini
+risalgono ai tempi favolosi di Saturno
+ed a quelli dei Ciclopi.</p>
+
+<p>Era mio proposito visitare non solo le
+città, ma arrampicarmi anche su per i monti,
+per vedere la bella e famosa Certosa di
+Trisulti, e nelle sue vicinanze la rinomata<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[92]</a></span>
+grotta di Collepardo, nonchè lo strano pozzo
+nelle rocce di Santulla, a forma d'imbuto,
+detto «Fonte d'Italia», del quale molti
+parlano ma pochi si recano a visitare.</p>
+
+<p>A cavallo, in compagnia di un bravo campagnolo,
+certo Francesco Romano, che avevo
+preso meco come guida e come servo, lasciai
+Anagni prendendo un'amenissima via.</p>
+
+<p>Scendendo la collina su cui sorge Anagni,
+ad una distanza di circa otto miglia,
+si scorge Ferentino, che si presenta come
+un paese di una certa importanza, collocato
+in cima all'ampia ed estesa vetta, di
+un colle le cui pendici sono verdeggianti
+di vigneti e di giardini, mentre sulla cima
+sorgono pittorescamente nere torri medioevali,
+chiese e conventi. La via Latina sarebbe
+molto monotona sino a Ferentino se
+non fosse animata dal continuo passaggio
+dei <i>Ciociari</i>, e qui se ne incontrano molti,
+perchè la via Latina serve pel trasporto a
+Roma non solo dei prodotti di queste contrade,
+ma anche di quelle dei confini napoletani,
+e gli Arpinati, compatrioti di Cicerone
+e di Mario, son soliti portare il loro
+bestiame al mercato della città eterna.</p>
+
+<p>Incontrai molte comitive di gente di quei
+paesi e file di carri pesanti e grossolani,
+con due enormi ruote, detti barocci, tirati
+da buoi bianchi, dalle corna lunghissime.
+Alcuni di questi barocci erano carichi di<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[93]</a></span>
+sacchi di grano, altri di lana, la maggior
+parte però portavano ceste di polli. I campagnoli
+che li conducevano facevano veramente
+una splendida figura coi loro cappelli
+a punta, le lunghe giubbe rosse ed i
+sandali di rozzo cuoio.</p>
+
+<p>Quando giunsi a Ferentino speravo nella
+gentilezza di una famiglia del paese per la
+quale mi avevano dato una commissione.
+Un giovane di mia conoscenza, impiegato
+nel tribunale di un paese della Sabina, dove
+mi ero trattenuto a lungo, aveva la sua
+fidanzata a Ferentino, e siccome questa tenera
+relazione si era da qualche tempo raffreddata,
+egli desiderava riannodarla e non
+avendo potuto accompagnarmi nella mia
+gita, come sarebbe stato suo desiderio, mi
+aveva pregato di far la parte di Galeotto,
+o meglio di messaggero d'amore, cosa a
+cui mi ero volontieri prestato. Mi aveva
+dunque consegnato una epistola elegantemente
+scritta per la sua bella, raccomandandomi
+di non consegnarla all'amica in
+presenza di suo fratello prete, ma con ogni
+segretezza. Appena sceso all'albergo, mi
+recai alla casa indicatami: la bella e graziosa
+fanciulla stava appunto alla finestra.
+Salii le scale e trovandomi solo con lei nella
+prima stanza, senza scorgere l'ombra di un
+prete, le feci prima di tutto i saluti dell'amico
+nella miglior forma possibile, poi<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[94]</a></span>
+tirai fuori la lettera e gliela consegnai. La
+poveretta era visibilmente imbarazzata:
+prese la lettera, e divenuta pallida, poi rossa,
+senza dire una parola, entrò nella stanza
+vicina e di lì a poco riapparve pregandomi
+di entrare. Appena entrato mi trovai di
+fronte al prete, che stava coricato in un
+letto tutt'altro che pulito: egli aveva in mano
+la lettera d'amore, che stava leggendo attentamente.</p>
+
+<p>Capii subito che la povera ragazza stava
+sotto la dispotica influenza del fratello;
+che brutte scene dovevano esser accadute
+in quella casa e che la giovinetta non aveva
+la forza morale di sottrarsi alla dura tirannia
+del reverendo. Questi, che avrebbe
+potuto essermi molto utile per darmi informazioni
+sulla storia e sulle cose più notevoli
+della città, mi accolse con molta freddezza
+e con una certa inquietudine, ed io lasciai
+poco dopo la casa, dolente di avere
+con la mia intromissione confuso maggiormente
+le fila di quell'innocente intrigo amoroso.
+Per fortuna trovai altre persone che
+si offrirono di servirmi di guida in Ferentino,
+e così potei visitare in lungo ed in
+largo quest'antichissima città del Lazio.</p>
+
+<p>Ferentino, anche oggi importante sede
+vescovile, si compone di un laberinto intricato
+di strade, per la maggior parte strette,
+interrotte qua e là da qualche piazza. La<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[95]</a></span>
+tranquillità tutta campestre, la mancanza
+completa di movimento commerciale, la solitudine
+che regna su quasi tutte le case,
+danno al paese un'impronta tutta medioevale,
+mentre qua e là tronchi di colonne,
+avanzi di sepolcri, frammenti marmorei,
+coperti d'iscrizioni romane, ricordano l'antichità
+classica.</p>
+
+<p>Mi posi a sedere in una piccola piazza
+quadrata, che dà sulla campagna da dove si
+gode lo splendido panorama del paese dei
+Volsci, e non tardai a provare un senso di
+profondo benessere. Guardavo le donne che
+si affollavano intorno ad un'antica cisterna
+medioevale, calando giù, l'una dopo l'altra,
+il loro secchio di latta legato ad una corda;
+lavoro assai noioso e faticoso, ma inevitabile,
+perchè a Ferentino, come in quasi
+tutte le città del Lazio, mancano fontane.
+Spesso in queste regioni il viaggiatore dura
+fatica a scuotersi da quel torpore, da quella
+pigra contemplazione a cui lo invitano il
+caldo estivo e l'alta quiete che lo circonda.
+In quella strana e pur familiare solitudine
+si ridestano sensazioni già altra volta
+provate, e ciò che giace in un lontano passato
+ritorna con dolcezza alla mente come
+avvolto nell'ombra.</p>
+
+<p>Uno sguardo ad una iscrizione romana
+vicino a me bastò a richiamarmi alla
+realtà ricordandomi l'intenzione che avevo<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[96]</a></span>
+di visitare le antiche mura di Ferentino.
+Come molte città del Lazio essa era in
+origine circondata da mura ciclopiche e
+sul punto più alto della collina sorgeva la
+rocca ugualmente fortificata. Non fa meraviglia
+che sussistano ancora notevoli avanzi
+di quelle opere gigantesche, frutto di una
+civiltà, della quale non si hanno altri ricordi,
+ma che dovette essere straordinariamente
+avanzata; reca piuttosto stupore
+che costruzioni di tal fatta abbiano potuto
+essere in parte rovinate. In molti
+punti quegli enormi massi sono spostati,
+in altri furono sostituiti con muri romani,
+ed in altri infine si riconoscono costruzioni
+del medio evo, nel così detto stile
+«<i>saracinesco</i>», in modo che con un solo
+sguardo si vedono riuniti su di un piccolo
+tratto di muro i caratteri di tre diversi
+periodi di civiltà, gli uni dagli altri tanto
+diversi. Meglio che in qualunque altro
+luogo si può fare questa osservazione presso
+la porta di Frosinone e presso la meravigliosa
+porta Sanguinaria, di struttura
+ciclopica, che fu da prima ridotta ad arco
+dai Romani, quindi deturpata da misere costruzioni
+medioevali. Le fondamenta però,
+sino ad una certa altezza, sono costituite
+tuttora da massi ciclopici voluminosi, irregolari,
+meravigliosamente congiunti fra
+loro.<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[97]</a></span></p>
+
+<p>L'antica rocca di Ferentino merita di
+essere visitata; essa pure è circondata di
+mura come la città, e sorge in cima ad
+una collina rocciosa e in origine era interamente
+cinta da mura ciclopiche. All'epoca
+romana vi era una fortezza turrita,
+le cui fondamenta costruite con grosse pietre
+quadrate esistono ancora. Questa rocca
+dovette essere inespugnabile, ed anche oggi
+si potrebbe con poca fatica render tale
+questa forte posizione. Durante l'impero
+romano vi dimorava il prefetto di città e
+nel medio evo sostenne più assedi. Si
+scorgono tuttora all'estremità del piano,
+in cima alla collina, gli avanzi del castello
+superiore e specialmente due torri
+mozze, che certo sorgevano ai due fianchi
+di una fortezza quadrata: esse sono di un
+effetto straordinariamente pittoresco.</p>
+
+<p>In quasi tutte le città del Lazio si osserva
+che le cattedrali furono costruite là
+dove prima sorgevano gli antichi castelli,
+e non si potè trovare per esse luogo più
+adatto. I vescovi fabbricarono anche generalmente
+a fianco delle cattedrali i loro
+palazzi, trovandosi così situati in modo da
+dominare la città. Il vescovato di Ferentino
+è uno fra i più antichi dei dintorni, e
+quelli che lo fondarono, furono ben consigliati
+a scegliere la rocca, riducendo così
+ad uso di abitazione del vescovo l'antico<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[98]</a></span>
+palazzo del prefetto, mentre il duomo venne
+costruito con i materiali degli antichi monumenti.</p>
+
+<p>Appena entrati in città da porta Romana,
+lavoro di meravigliosa solidità di costruzione,
+ci si trova vicinissimi al duomo
+ed al palazzo vescovile che gli sorge a
+lato. Siamo in pieno medio evo. La chiesa
+è piccola, ma ben proporzionata, ricca di
+iscrizioni e di frammenti di meravigliose
+sculture, alcune delle quali si fanno risalire
+al <span class="smcap">x</span> secolo; queste sculture sono incastrate
+parte nel muro, parte nel pavimento. Il palazzo
+vescovile è un miscuglio di vari stili
+architettonici, e pare un piccolo castello
+deserto.</p>
+
+<p>A Ferentino vi sono alcuni monumenti
+medioevali specialmente degni d'attenzione,
+fra gli altri ricorderò almeno la graziosa
+chiesa di S. Maria Maggiore. Essa si trova
+in fondo alla città su di una piccola piazza,
+ed è una delle opere più perfette nello stile
+gotico-romano del secolo <span class="smcap">xiv</span> o <span class="smcap">xv</span> che esistano
+nel Lazio. Le chiese di Fossanova
+e di Casamari, che non ho ancora visitate,
+devono essere simili a questa nello stile.
+Sebbene mi occupi particolarmente dei monumenti
+del medio evo, e la mia attenzione
+sia specialmente rivolta alle iscrizioni
+che appartengono a quell'epoca, non
+trascurai però di farmi condurre a visitare<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[99]</a></span>
+le antichità romane, sparse qua e là per
+il paese. Però esse non sono molto importanti.
+Sotto questo riguardo l'orgoglio di
+Ferentino è il così detto «Testamento»,
+ed io dovetti arrampicarmi faticosamente
+sulle rupi, tra le siepi spinose di una
+vigna, per arrivare a questa meraviglia, e
+vidi finalmente dinanzi a me una grande
+lapide scolpita nella pietra viva. Una lunga
+iscrizione in caratteri elegantissimi informa
+che Aulo Quintilio, quatorviro ed edile, era
+stato benefattore della sua patria, avendo
+a questa lasciato per testamento tutto il
+patrimonio, e che la città riconoscente gli
+aveva decretata l'erezione di una statua da
+collocarsi nel foro.</p>
+
+<p>Quando, stanco di questa gita, feci ritorno
+alla mia locanda, presso la porta di
+Frosinone trovai una grande confusione.
+Erano proprio in quel giorno terminati gli
+esami nel ginnasio e parecchie agiate famiglie
+delle città dei dintorni erano venute
+a ritirare i loro figli, per condurli a
+passare a casa loro le vacanze autunnali.
+Padri, madri, ragazzi, avevano invasa tutta
+la locanda, e l'impetuosa gioia dei vecchi
+e dei giovani era senza limiti: gli uni partivano,
+gli altri pranzavano, altri ancora
+si preparavano a passarvi la notte, di modo
+che con grande fatica riuscii a conservarmi
+la camera che avevo già fissato. Riposare<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[100]</a></span>
+fu impossibile, perchè tutta la notte le
+donne, i ragazzi, i servi stettero in continuo
+movimento. Quando poi nel cuor della
+notte questo chiasso infernale si fu acquietato,
+cominciarono nella via canti festosi
+e straordinariamente sonori.</p>
+
+<p>Erano gruppi di pellegrini che, approfittando
+del fresco notturno, s'incamminavano
+verso non so qual santuario. Le loro litanie,
+echeggiando nella quiete della notte, producevano
+un'impressione profonda. L'udire
+quei canti nel silenzio solenne della notte
+invita a pensare, poichè la fantasia segue i
+passanti che non vediamo e di cui non sappiamo
+nemmeno donde vengano e dove
+siano diretti. Era appena passata una compagnia,
+che in lontananza si udivano gli
+<i>Ora pro nobis</i> di un'altra, che passando
+davanti alla casa si allontanava per esser
+seguita ancora da un'altra, e così trascorse
+tutta la notte.</p>
+
+<p>Finalmente fui felice di veder spuntare
+il giorno, ed il sole era ancora nascosto
+dietro ai monti che attraversavo a cavallo
+la città per recarmi ad Alatri. La
+strada era magnifica: prima passava in
+mezzo a vigneti, poi si faceva più aspra
+e selvatica traversando una regione montuosa,
+ombreggiata da annosi castagni e
+rallegrata da parecchi ruscelli. Ma avanzando,
+la strada si faceva più cattiva<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[101]</a></span>
+ed il paesaggio più deserto, finchè arrivai
+ai piedi di una collina a forma di
+cono, in cima alla quale in un luogo cupo
+e malinconico sorgevano alcune torri sgretolate
+e mura cadenti. La vista inaspettata
+di questo castello mi sorprese piacevolmente;
+l'avevo già contemplato con desiderio
+ad Anagni e non sapevo che andando
+ad Alatri vi sarei passato così vicino. E'
+l'antico Fumone, il carcere di Celestino V.
+Qui egli morì il 19 maggio 1296, dopo una
+penosa prigionia di dieci mesi, nella tarda
+età di 81 anno.</p>
+
+<p>Nel contemplare Fumone pensai che non
+sarebbe stato facile davvero trovare un
+luogo di esiglio più triste di questo. Non
+fu certo però la solitudine che maggiormente
+addolorò quel prigioniero, che aveva
+passato la sua vita fra le spelonche in luoghi
+selvaggi.</p>
+
+<p>Dovetti contentarmi di guardare questo
+castello sospeso sulla mia via, simile
+ad un nido di briganti. Proseguii la strada
+ai lati della quale si ergevano due alti
+monti ed una terza altura chiudeva l'orizzonte.
+Giunto in cima a questa mi si presentò
+dinanzi un panorama sublime. Di
+lassù si scorgeva il più splendido paesaggio
+degli Appennini; colline e pianure si
+alternavano e dietro si stendevano catene
+di alti monti su cui, in lontananza, si scorgevano<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[102]</a></span>
+borghi e città, fra le quali Vico e
+Guarcino.</p>
+
+<p>La strada scendeva quindi dolcemente
+nella fertile campagna di Alatri, e finalmente
+dopo aver girato una collinetta vidi
+dinanzi a me questa interessante città. Cavalcando
+attraverso mura annerite dal
+tempo, in un meraviglioso mattino d'estate,
+fui rallegrato dall'aspetto vivace della città,
+ricca di splendidi palazzi che dimostrano
+una fiorente vita cittadina nel passato. Non
+avevo ancor visto una città di così bell'aspetto
+nei monti del Lazio e non ve n'è
+altra che abbia un'architettura di stile così
+spiccatamente gotico-romano.</p>
+
+<p>Alatri è il centro principale d'industria
+e di commercio dei monti Ciociari, vi si
+fabbricano stoffe, tappeti, coperte di lana,
+e quelle giubbe e quei cappelli a punta
+che sono tanto in uso in tutto il Lazio.
+Il giorno in cui vi arrivai, c'era mercato.
+Le strade e le piazze, ingombre delle frutta
+d'agosto, fichi, pesche, albicocche e grosse
+pere, offrivano un lieto spettacolo, ed erano
+gremite di gente. I montanari, alti, nerboruti,
+con le loro giubbe scarlatte, coi sandali
+e i cappelli di feltro a punta ornati
+di fiori, mi ricordarono che mi trovavo nel
+<i>Latium ferox</i> di Virgilio, i cui abitanti
+robusti ed energici hanno conservato durante
+tutto il medio evo il loro carattere.<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[103]</a></span></p>
+
+<p>Le strade sono quasi tutte strette, oscure
+e cupe, tutte le case essendo costruite in
+tufo scuro, di rado imbiancate con la calce.
+Rimasi stupito di trovarne buon numero
+che avevano l'aspetto di palazzi, nome che
+vien dato nelle città romane ad ogni casa,
+che abbia un portone, tanto più se appartiene
+ad antica famiglia patrizia. In Alatri
+dovettero essere dunque moltissime le famiglie
+nobili che fiorirono durante i secoli
+XV e XVI, giacchè la maggior parte
+dei palazzi della città appartiene a quell'epoca.
+Hanno generalmente il tetto piatto,
+molto sporgente, e la facciata in massi
+quadrati tagliati molto regolarmente in pietra
+calcarea, il cui colore scuro produce un
+bellissimo effetto. Le porte sono di architettura
+gotica, ad archi snelli; ne osservai
+sei in un bel palazzo; su di esse posava un
+cornicione di squisito disegno e sopra questo
+erano sei finestre di splendide proporzioni.
+Tutte le finestre in Alatri sono di stile
+gotico-romano, molto simili a quelle degli
+antichi campanili di Roma, e sono formate
+da due archi divisi nel mezzo da una colonnetta.</p>
+
+<p>Questo stile architettonico dà un carattere
+imponente alla città. Alcuni edifici mi
+richiamarono alla memoria quelli del periodo
+delle repubbliche toscane, quella di
+Siena specialmente. Il palazzo Jacovazzi si<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[104]</a></span>
+distingue dagli altri per la sua altezza e
+per la severità della facciata in stile semigotico:
+è ora proprietà e sede del Municipio.</p>
+
+<p>Da Roma ero stato raccomandato ad una
+delle famiglie più distinte di Alatri che
+per ricchezza e per influenza aveva avuto
+una parte importante nella storia della
+città.</p>
+
+<p>Appena arrivato cercai subito il palazzo
+Grappelli, e trovatolo, mi accorsi che meritava
+veramente la denominazione di palazzo.
+Un'ampia corte interna, belle scale
+in pietra, un salone magnifico, dove era
+stato eretto un teatrino, molte stanze con
+soffitti dipinti e pareti adorne di affreschi,
+ed infine in mezzo ad alcune costruzioni laterali
+in pessimo stato, una torre in rovina
+rivelava che un tempo vi era una fortezza
+e che quel palazzo era stato la residenza di
+ricchi signori. Ora però tutto era in stato
+di completo abbandono e le stanze poveramente
+mobiliate e con reliquie di tempi migliori.
+Mi si assicurò che questa famiglia,
+al pari di molte altre della città, era caduta
+in gran miseria. Ma la gioventù che vidi in
+questa casa era tutta fiorente di vita e di
+salute, ed ammirai con piacere le vivaci
+fanciulle cresciute magnificamente in quella
+fresca aria montanina. Esse facevano a
+meno volentieri dei noiosi divertimenti di<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[105]</a></span>
+Roma e, sempre in moto, animavano colla
+loro allegria le piccole riunioni cittadine
+ed alla sera si divertivano giocando e
+ballando.</p>
+
+<p>Quando chiesi quali fossero le cose più
+notevoli di Alatri, mi raccomandarono in
+modo particolare la chiesa di Santa Maria
+Maggiore e le mure ciclopiche, che in fondo
+erano state lo scopo della mia gita. La
+chiesa, situata in una piazza circondata
+interamente da costruzioni medioevali, è
+piccola e in stile gotico-romano. Aveva in
+origine due campanili, ma ora ne rimane
+in piedi uno solo che forse non fu
+mai finito ed è mezzo rovinato. Le finestre
+sono ad archi romani. Una facciata
+assai irregolare, con tre porte di architettura
+gotica, produce una strana impressione,
+perchè nella porta di mezzo si apre una
+finestra circolare che non va affatto d'accordo
+col resto dell'edificio. Il rosone di
+questa finestra è guarnito di vetri dipinti.</p>
+
+<p>La cornice della porta ha un ornato di
+foglie di acanto, ed il suo arco riposa sopra
+un gruppo di colonne. Entrando in
+chiesa rimasi deluso perchè, sebbene le tre
+navate composte di quattro grandi archi
+siano di stile semigotico, tutto l'interno appare
+guastato da un cattivo gusto moderno,
+coperto di falsi marmi e dipinto fin sulla
+volta a croce con variati colori com'è di<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[106]</a></span>
+moda ora a Roma. La navata di mezzo
+è ora rischiarata a ciascun lato da una
+finestra a rosone, ed anche la tribuna riceve
+la luce da un'altra finestra simile.
+Invano cercai antiche sculture: l'unica che
+meriti qualche attenzione è il battistero,
+una vaschetta sostenuta da tre cariatidi,
+lavoro assai grossolano del medio evo.</p>
+
+<p>Mi recai subito alle mura ciclopiche. Al
+pari di Ferentino, Alatri era in origine circondata
+da queste mura, ma quelle intorno
+alla città sono quasi completamente rovinate;
+solo le mura della così detta rocca,
+si sono conservate meraviglioso monumento
+di quell'epoca, di cui non trovasi l'eguale
+in tutto il Lazio. La sola vista di queste
+mura, che possono sostenere il paragone
+con le più gigantesche dell'Egitto, basta
+a compensare ampiamente della fatica del
+viaggio.</p>
+
+<p>L'antica rocca di Alatri (chiamata ora
+«<i>Civita</i>» quasi città per sè stessa) è sulla
+collina più elevata, attualmente vicino al
+duomo, giacchè, come a Ferentino, la cattedrale
+e il vescovato si appoggiano alla
+vetusta fortezza. Questa collina, sulla cui
+cima spianata si erge il duomo, è intieramente
+circondata, sostenuta e quasi rivestita
+di mura ciclopiche, alte da 80 a 100
+piedi. Allorquando mi trovai dinanzi a
+quella nera costruzione titanica, conservata<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[107]</a></span>
+in ottimo stato, quasi non contasse
+secoli e secoli, ma soltanto anni, provai una
+ammirazione per la forza umana, assai maggiore
+di quella che mi aveva ispirata la vista
+del Colosseo. Perchè in un periodo di
+maggiore cultura, con mezzi meccanici ben
+superiori, si capisce come si siano potuti
+edificare il Colosseo, le Terme di Caracalla
+e di Costantino; senza chiedere troppo
+alla forza degli uomini, perfino le mura
+di Dionigi a Siracusa, e perfino le opere
+più grandi che in questo genere io abbia
+mai veduto fin qui non destano tanta meraviglia.</p>
+
+<p>Qui vediamo dinanzi a noi mura colossali
+di cui ogni pietra non è un grosso
+pezzo quadrato, ma un vero macigno di
+forma irregolare, e se ci domandiamo meravigliati
+con quali mezzi si siano potuti
+collocare tali massi gli uni sugli altri, si
+arriva ancor meno a comprendere come
+sia stato possibile incastrarli gli uni negli
+altri, in modo da non lasciare il minimo
+interstizio, producendo l'effetto di un gigantesco
+mosaico lavorato con la massima
+precisione.</p>
+
+<p>La tradizione attribuisce questo genere
+di costruzione degli antichissimi tempi latini,
+ai tempi di Saturno, e li sbalza addirittura
+fuori del periodo della civiltà storica.
+Però la scienza, che in Italia si occupa<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[108]</a></span>
+tanto di ricerche intorno agli Indo-Germanici
+e ai Pelasgi, è costretta a confessare
+di non saper nulla intorno a quei popoli
+che hanno costruito quelle opere colossali.
+La loro vista sola basta a convincerci
+che una razza che potè costruire
+tali mura, doveva già possedere un'importante
+cultura e leggi ordinate.</p>
+
+<p>La vicinanza tra di loro di queste città
+ciclopiche sparse per tutto il Lazio dimostra
+che in tempi antichissimi esistette
+in questa regione un gran numero di repubbliche
+o comuni autonomi di cui ignoriamo
+le scambievoli relazioni, ma dalla
+costruzione di tali immense fortificazioni
+possiamo dedurre come esse fossero continuamente
+in guerra fra loro, ed esposte
+soprattutto alle invasioni dei malviventi
+per le loro posizioni isolate e malsicure.
+Se si volesse stabilire una proporzione
+esatta fra la forza degli uomini e le dimensioni
+delle loro opere, si dovrebbe
+supporre essere stati giganti coloro che
+costruirono quelle mura, o che le assaltavano
+con nemico furore, ma queste costruzioni
+appartengono al periodo delle opere
+colossali, con le quali s'iniziò la civiltà umana
+presso tutti i popoli ed in tutte le parti
+del mondo, finchè poi dalla grandezza materiale
+salì a quella che con mezzi perfezionati
+produce opere belle ed artistiche.<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[109]</a></span>
+Non si dovrebbero far risalire queste opere
+ciclopiche a tempi remotissimi; forse furono
+costruite nel Lazio dopo la fondazione
+di Roma. Non è molto grande il passo che
+separa queste costruzioni di massi irregolari
+da quelle più regolari degli Etruschi
+e dei Romani.</p>
+
+<p>Si usciva dalle mura di questo Campidoglio
+dell'antica Alatri per una porta principale
+tuttora esistente: un'immensa costruzione
+in pietre disposte orizzontalmente;
+oltre a questa vi è un'uscita secondaria e,
+nel muro esposto a mezzogiorno, vi sono
+tre nicchie quadrate che fanno supporre vi
+fossero collocate le statue degli Dei, mentre
+si può ragionevolmente ritenere che
+un ciclopico avanzo nel centro del castello
+fosse l'altare su cui erano offerti i sacrifizi
+solenni.</p>
+
+<p>Fino al 1843 queste mura erano mezzo
+sepolte fra le macerie e le piante rampicanti
+e non vi era una strada che permettesse
+di farne il giro. Una visita di Gregorio
+XVI fece nascere negli Alatrini la
+felice idea di liberare da quegli ingombri
+quell'impareggiabile monumento della più
+remota antichità. Duemila uomini lavorarono
+dieci giorni per sgombrare i rottami,
+e così l'Acropoli fu non soltanto liberata
+dalle macerie che la deturpavano, ma provvista
+di una strada che ne fa il giro e si<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[110]</a></span>
+chiama via Gregoriana. In quel tempo furono
+pure riaperte la porta principale e la
+salita che conduce alla piazza del castello,
+che è larga e bene spianata ed ora è
+cinta da un parapetto di pietra, che s'innalza
+sopra le mura ciclopiche, e, siccome
+non vi è altra costruzione che il
+duomo, vi si gode liberamente un'ampia
+vista del paesaggio montuoso. Il colpo
+d'occhio è splendido ed affascinante per
+la sua estensione e bellezza, ed io non
+tenterò nemmeno descriverlo od anche soltanto
+accennare alla linea dei monti che,
+nel luminoso cielo turchino, si stendono
+sopra l'amena campagna. In tale quiete
+perfetta, anzi in quella completa solitudine,
+in quei luoghi misteriosi, testimoni di un'antichissima
+civiltà, si prova vivamente l'impressione
+del sublime. Non parlerò nemmeno
+del piccolo duomo che sorge solitario
+da un lato della piazza con un bizzarro
+campanile ed una facciata che appartiene
+al secolo <span class="smcap">xviii</span>. Una larga gradinata di pietra
+conduce alla porta della chiesa. Purtroppo
+nell'interno tutto è rimodernato, e con dispiacere
+dovetti riconoscere che, anche nei
+luoghi più remoti del Lazio, la falsa ambizione
+dei preti e dei comuni ha guastato,
+restaurandole, le venerate reliquie
+dell'antichità. La mania di seguire la moda
+che distrugge a poco a poco i costumi nazionali,<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[111]</a></span>
+si attacca dovunque, anche ai fabbricati,
+che rimoderna con facciate senza
+stile, e ne guasta l'interno con puerili pitture
+dai colori stridenti come nella Roma
+moderna, dove per mancanza di gusto si
+gareggia coi Siciliani.</p>
+
+<p>Girai per le strade di Alatri e la città
+mi piacque sempre più. Essa è circondata
+da giardini abbastanza ben coltivati, e nell'interno
+una vita vivace ed operosa rivela
+un'agiata condizione economica e, siccome
+in tutti questi luoghi dalla qualità del pane
+e del vino, come alimenti principali, si può
+con ragione dedurre quali siano le condizioni
+economiche del paese, mi persuasi
+che gli Alatrini non soffrono miseria. Non
+mi ricordo di essere stato importunato ad
+Alatri da nessun mendicante, come succede
+nella Sabina e nei monti Albani, dove
+essi vi seguono a frotte. Però i prigionieri
+domandano l'elemosina dalle finestre del
+loro carcere, spettacolo che, del resto, si
+può avere in quasi tutti i dintorni di Roma.
+Mentre il nostro rigoroso sistema di prigionia
+usa d'isolare più che sia possibile
+i carcerati dal resto del mondo, murandoli
+anzi nelle loro celle, come se fossero appestati,
+qui la tolleranza meridionale concede
+loro molta libertà.</p>
+
+<p>Nelle città del Lazio udivo spesso i prigionieri
+cantare le più allegre canzoni dietro<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[112]</a></span>
+le loro inferriate, o rispondere ai ritornelli
+cantati nella strada o li vedevo raccontare
+a gesti storie che un forestiere
+non poteva certamente capire. Ora persino
+la questua è loro permessa in carcere.
+Questi delinquenti, spesso condannati all'ozio
+per lievi mancanze, sporgono fuori
+dell'inferriata una lunga canna cui, per
+mezzo di un filo, è assicurata una borsetta.
+Si vedono sempre due, tre, quattro di queste
+borse in movimento, ed i prigionieri
+sembrano dei pescatori i quali colla più
+grande tranquillità d'animo tengono la loro
+canna in mano per tirarla su quando il pesce
+ha abboccato all'amo. Così le borsette
+vuote dondolano nell'aria e, se qualcuno
+passa davanti alle prigioni, canna e borsetta
+gli calano immediatamente davanti
+al naso ed il carcerato chiede vi si metta
+una moneta per amore della Madonna. Gradisce
+anche un sigaro, che fumerà con
+piacere dietro le sbarre di ferro, ma se gli
+riesce di carpire due <i>baiocchi</i> manderà subito
+a comperare del vino o ciò che desidera.
+Non potevo trattenermi dal ridere
+osservando questa classica arte di mendicare
+e ripensavo sempre alla leggenda che
+racconta come Belisario domandasse l'elemosina
+ai passanti dalla finestra della sua
+prigione. Questa favola dimostra, se non
+altro, quanto sia antica questa tolleranza,<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[113]</a></span>
+e forse anche negli antichi tempi romani
+i prigionieri sporgevano dalle finestre del
+loro carcere canne simili a queste.</p>
+
+<p>Partii da Alatri per recarmi a visitare
+la famosa grotta di Collepardo, di cui avevo
+sentito tanto decantare le bellezze. Un vero
+sentiero di montagna conduce lassù, perchè
+alla distanza di poche miglia dalla
+città la natura del terreno cambia assolutamente
+carattere, ogni coltura scompare
+e si giunge alla montagna attraversando la
+selvaggia solitudine d'ignude rocce calcaree
+di color rosso.</p>
+
+<p>Un carbonaio del piccolo villaggio alpestre
+di Collepardo, che aveva deposto il
+suo carico ad Alatri, e che avevo incontrato
+per caso, fu il mio compagno e la
+mia guida attraverso quei monti e, quantunque
+il suo rozzo dialetto fosse un po'
+difficile per me, ascoltavo volentieri i suoi
+racconti sulla vita povera ma contenta che
+conduceva nel suo paesello.</p>
+
+<p>Le rupi erano sempre più erte e scoscese,
+la valle si andava facendo più romantica
+e selvaggia, eravamo giunti al torrente
+Cosa, che scorre impetuosamente attraverso
+quei monti. Le sue acque di una tinta
+verdognola come quelle dell'Inn nell'Engadina,
+abbondano di trote.</p>
+
+<p>Questo torrente si può chiamare l'unica
+vena di vita della montagna, perchè la sola<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[114]</a></span>
+angusta striscia di coltura in quel deserto
+di rupi si trova sulle sue sponde. Dopo
+un rapido corso si getta nel Sacco e con
+esso finisce nel Liri.</p>
+
+<p>Risalendo il Cosa, al punto in cui esso
+si apre con violenza la via per una stretta
+gola ai piedi di un'erta massa di rupi,
+giace Collepardo. Non si può immaginare
+nulla di più malinconico. Un gruppo di
+misere casupole di calcare, disposte in fila,
+interrotte solo da una bizzarra chiesa: un
+muro nero e sgretolato le circonda, nuova
+prova che anche questo miserabile paesello
+non era al sicuro dalle rapine del nemico.</p>
+
+<p>Pochi giardini, con scarsi alberi d'ulivo
+e vigneti danno un'idea dell'estrema povertà
+del luogo, perchè meno il piccolo
+piano su cui è posto Collepardo, tutt'intorno
+non si vedono che rupi.</p>
+
+<p>Il buon carbonaio m'invitò a salire in
+casa sua, cosa che feci ben volentieri perchè,
+altrimenti sarei stato imbarazzato a
+trovare alloggio: mi accomodai alla meglio
+in quella misera stanza per passarvi le ore
+più calde della giornata. Nel frattempo giunsero
+alcuni signori di Velletri a cavallo
+per vedere anch'essi la grotta, così mi accadde
+ciò che avevo desiderato molto, perchè
+essendo in compagnia mi sarebbe stato
+possibile osservare quella meraviglia alla
+luce delle torce.<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[115]</a></span></p>
+
+<p>La grotta è posta molto al disotto di
+Collepardo; vi si scende per un ripido sentiero;
+laggiù il torrente Cosa rumoreggia
+in una stretta gola e, per un poco, la strada
+segue le sue sponde ombreggiate da piante
+di castagno e d'ambo i lati sorgono imponenti
+pareti di roccia. A sinistra s'innalza
+il monte Marginato che stende nell'aria
+la sua imponente massa, gettando
+un'ombra cupa e profonda sulle acque che
+gorgogliano con forza tra le pietre. A destra
+sorge un'altra rupe non meno scoscesa,
+ricca di vegetazione, nella quale appunto
+è scavata la grotta. Anche l'entrata promette
+qualche cosa di straordinario. Una
+nera gola si apre fra scure masse di pietra,
+ed una corrente d'aria gelata pare scaturisca
+dalla più grande profondità.</p>
+
+<p>Ci coprimmo bene prima di entrare. Le
+guide ci avevano preceduto colle torce accese,
+e le leggiere nuvole di fumo che salivano
+su dalle fessure della parete esterna ci
+avvertirono che esse erano già dentro la
+grotta. Ho visto molte caverne nei monti e,
+in generale, non sono molto propenso ad ammirare
+questi scherzi della natura; perciò entrando
+nella grotta di Collepardo non mi
+ripromettevo nulla di straordinario. Ma nonostante
+le mie prevenzioni, confesso che
+mi fece molta impressione specialmente per
+la sua grande ampiezza. Si compone di due<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[116]</a></span>
+parti principali, come due immense sale che,
+in mezzo, sono separate da una parete
+mezzo rovinata. Le pareti sono nere o giallo-scure
+come il pavimento, sparso di grosse
+rocce sulle quali ogni tanto bisogna arrampicarsi,
+e dalla volta irregolare del soffitto
+pendono stalattiti delle più svariate forme,
+mentre altre bizzarre figure isolate o in
+gruppi pare che sorgano dal suolo stesso
+incontro a voi. Le figure più strane si sono
+formate nella parte posteriore della grotta
+e per farcele vedere meglio, le guide ci fecero
+aspettare un poco per illuminarla bene
+prima che vi entrassimo. Molti uomini e
+ragazzi si erano messi in piedi qua e là colle
+loro torcie, e per di più avevano acceso
+in diversi punti grossi mucchi di stoppa.
+Quando gettai lo sguardo nella sala così illuminata
+essa offriva certamente uno strano
+spettacolo. Ora pareva di entrare in un
+tempio egiziano sostenuto da nere colonne
+tra le quali fossero sfingi ed idoli scolpiti.
+Ora invece sembrava di girare in un bosco
+di palme o di altre fantastiche piante di pietra.
+Dalle pareti pareva pendessero lancie,
+sciabole e rigide armature di nani e giganti.
+Tutto ciò si animava alla luce delle
+fiaccole che facevano risaltare alcuni gruppi,
+gettando un'ombra profonda sugli altri. A
+volte le nuvolette di fumo, errando qua e
+là formavano come un velo; i gufi ed i pipistrelli,<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[117]</a></span>
+disturbati nella loro quiete, svolazzavano
+nell'aria umida gettando grida
+selvagge. Queste grotte non si possono
+descrivere, perchè ognuno le vede in modo
+speciale e le popola di fantasmi diversi,
+secondo l'immaginazione individuale. Naturalmente
+le più notevoli di queste stalattiti
+hanno un nome ma mi è rimasto impresso
+soltanto quello dei così detti «<i>Trofei
+dei Romani</i>». Senza dubbio la grotta di
+Collepardo contiene un seguito di sale simili
+a queste e si estende profondamente
+nella montagna, ma ancora non vi è modo
+d'inoltrarvisi.</p>
+
+<p>In questa regione vi sono molte grotte
+scavate nella pietra calcare, che un tempo
+saranno forse servite di rifugio a qualche
+eremita. Anche nell'anno 1838, presso Collepardo,
+in una grotta del vicino monte
+Avicenna, abitava un eremita.</p>
+
+<p>Nel settembre di quell'anno si presentò
+là un giovane francese, a nome Stefano
+Gautier, e disse di aver seguito un'ispirazione
+celeste che lo aveva chiamato in
+quella solitudine per condurvi una vita
+da anacoreta. Lo straniero si stabilì in quella
+grotta, dove gli portavano da mangiare e
+da bere. Pregava e portava cilizi; lo si vedeva
+spesso a Collepardo, a Veroli e nella
+Certosa di Trisulti, dove visitava le chiese
+e discorreva coi frati. La sua condotta era<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[118]</a></span>
+irreprensibile, anzi passava per santo, quantunque
+fosse ancora molto giovane. Gautier
+aveva già trascorso due anni in quel l'eremitaggio,
+quando un giorno gli sbirri circondarono
+il suo rifugio, e lo arrestarono, conducendolo
+con loro. Nessuno conobbe la
+causa di questo arresto e non si potè sapere
+nulla di preciso del suo destino; si
+seppe solamente che il santo era stato consegnato
+nelle mani della giustizia francese
+e corse voce che egli avesse preso parte
+ad uno degli attentati contro la vita di Luigi
+Filippo.</p>
+
+<p>La natura ha riunito molte cose notevoli
+intorno a Collepardo, perchè solo a poca
+distanza dalla grotta delle stalattiti, vi sono
+le famose sorgenti d'Italia, il pozzo di Santulla,
+proprio sulla via che conduce alla Certosa.
+Volevo giungere a questa Certosa
+prima di sera per chiedere ospitalità ai frati.
+Dopo una cavalcata di mezz'ora in mezzo
+agli orti e su di un sassoso altipiano, mi
+trovai ad un tratto sull'orlo di una cavità
+circolare che mi rammentò vivamente le
+grandi latomie di Siracusa. Questa misteriosa
+fonte ha una circonferenza di 1500 passi,
+discende ad una profondità di 150 piedi circa
+e nel fondo lascia vedere una foresta di un
+verde cupo di arbusti e piante rampicanti
+che al più leggero soffio della brezza si agitano
+mollemente come le onde di un lago.<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[119]</a></span></p>
+
+<p>Il sole dall'alto del limpido cielo lasciava
+cadere delle striscie di luce in quella profondità
+e vedevo delle bianche farfallette
+svolazzare allegramente qua e là fra le
+piante di quello strano bosco sprofondato
+laggiù. Tralci fioriti coprivano i rami di
+questi alberi che, a quanto si assicura, sono
+alti fino trenta piedi, e pure visti dall'alto
+sembrano piccoli arboscelli. Quella splendida
+fioritura cresciuta a quella profondità,
+i selvaggi sentieri che si confondevano
+come un laberinto nell'oscura boscaglia, lo
+svolazzare delle farfalle nate laggiù, seducevano
+la fantasia che si figurava in quel
+magico boschetto sotterraneo un paradiso
+di fate ed un giardino di delizie per Oberon
+e Titania.</p>
+
+<p>Laggiù scaturiscono abbondanti sorgenti
+dal corso misterioso che mantengono il
+verde dell'erba, mentre questa vasta conca
+tira a sè la rugiada notturna.</p>
+
+<p>Discendendo collo sguardo lungo le pareti
+giù nel profondo si osserva una meravigliosa
+vegetazione: in forme bizzarre e
+fantastiche, simili alle stalattiti, crescono
+dappertutto cespugli di lentischi e ginestre
+selvatiche dai fiori dorati. Le pareti presentano
+tutti i variati colori dell'iride
+perchè ora la roccia si tinge di un delicato
+grigio argenteo, ora invece è di un bel
+rosso acceso, giallo o turchino scuro, oppure<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[120]</a></span>
+nero addirittura. Il paesaggio alpestre
+che circonda questa fonte offre uno spettacolo
+di straordinaria bellezza. Qui, dietro
+gli alberi verdeggianti, sorge melanconicamente
+l'oscuro villaggio di Collepardo,
+laggiù una lunga distesa di valli rocciose
+discende a perdita d'occhio, più in là si
+elevano monti giganteschi dalle forme maestose
+sulle cui cime ancor vergini si librano
+solitarie aquile reali e le nubi dalle forme
+fantastiche stendono il loro bianco velo.</p>
+
+<p>Sull'orlo dell'abisso erano sdraiati, insieme
+con le loro capre, pastori dall'aspetto
+quasi selvaggio, ciociari della montagna
+coi lunghi bastoni a foggia di lancia, ed
+animavano colla loro presenza la scena
+grandiosa, mentre alcuni robusti ragazzi si
+divertivano a gettare dei sassi che cadevano
+in quella profondità con un sordo rumore,
+facendo uscire dai loro nidi i colombi selvatici
+che svolazzano qua e là sopra le piante.
+Quantunque questi pastori mi volessero
+dare ad intendere che in fondo a quel misterioso
+abisso vivesse una tigre, pure ammettevano
+che di quando in quando vi facevano
+scendere le capre legate ad una
+corda. Queste bestie trovavano laggiù
+acque ed erba in abbondanza e vi rimanevano
+dei mesi finchè non le andavano
+a riprendere riportandole su ingrassate ed
+in ottimo stato.<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[121]</a></span></p>
+
+<p>Se il pozzo fosse in Germania od in Scozia
+la fantasia popolare lo avrebbe certamente
+popolato di esseri favolosi, ma gl'italiani
+in genere non hanno nessuna tendenza
+per le favole. L'aria è troppo limpida e
+serena in Italia perchè i racconti del soprannaturale
+possano essere gustati. Trovai
+il racconto dell'origine di questa fonte, narratomi
+da quei pastori, molto caratteristico
+perchè è una leggenda. Il pozzo, mi dissero,
+era una volta una grande aia circolare; i
+contadini un giorno osarono battervi il
+grano benchè si solennizzasse l'Assunzione
+della Beata Vergine. La Madonna adirata
+di quel sacrilegio fece sprofondare ad un
+tratto l'aia con tuttociò che vi si trovava
+sopra e così si formò il pozzo circolare.
+Del resto, non essendovi nei dintorni alcuna
+traccia di vulcani, potrebbe essere
+giusta l'opinione di alcuni che suppongono
+che il pozzo fosse una caverna di cui sia
+sprofondata la volta.</p>
+
+<p>Mi staccai con dispiacere da questo meraviglioso
+fenomeno immaginando con desiderio
+il meraviglioso spettacolo che esso
+deve offrire di notte, quando la luna è sospesa
+su quelle montagne deserte ed i suoi pallidi
+raggi illuminano le pareti della fonte penetrando
+tra le piante del magico bosco.</p>
+
+<p>I pastori guidarono me ed il mio compagno
+per sentieri sassosi, finchè giungemmo<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122">[122]</a></span>
+alla strada mulattiera che conduce
+alla Certosa di Trisulti. Quest'abbazia tanto
+famosa doveva essere distante circa un miglio
+tedesco e non si vedeva ancora ma
+ci additarono lassù, in cima alla montagna
+che avevamo dinanzi, la scura linea di un
+bosco di quercie, dietro al quale si trovava
+un podere, vero modello di coltura alpestre.
+Ricordo pochi paesaggi montuosi più
+belli e d'aspetto più selvaggio di quello
+che traversavamo allora. Ora lo sguardo
+si sprofondava giù in un vertiginoso abisso
+in fondo al quale rumoreggiava il Cosa,
+ora si elevava alla splendida catena di monti,
+fra i quali spiccava gigantesca la piramide
+del Monna spingendo la sua cima verso il
+cielo.</p>
+
+<p>Seguitammo a scendere e dopo una mezz'ora
+di cammino, reso molto malagevole
+per dover girare le grigie roccie, che poste
+sulla strada come sentinelle sbarravano il
+passo, giungemmo al torrente che si è aperto
+la via tra due montagne e tuonando
+precipita le sue acque spumeggianti attraverso
+le nere gole.</p>
+
+<p>Il sole era già calato dietro i monti e i
+suoi ultimi raggi infuocati indoravano ancora
+le vette circostanti. Cominciammo a
+salire e nel voltarmi indietro vidi a poca
+distanza da me otto o dieci soldati che si
+avanzavano a rapidi passi sul sentiero<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[123]</a></span>
+dietro di noi. Dubitai che dessero la caccia
+ai briganti, ma non era probabile, perchè
+la famigerata banda di Gasperone non
+abitava più quelle montagne, dove ancora
+in molti luoghi si possono leggere nomi di
+briganti famosi da loro stessi scolpiti sulle
+roccie coi loro pugnali.</p>
+
+<p>Quei soldati, come mi disse il mio compagno
+che si mostrava bene informato,
+venivano da Alatri per visitare la Certosa,
+godendo dell'ospitalità dei frati, perchè
+dovete sapere che le ricche tonache bianche
+sono obbligate dalla loro regola ad
+ospitare gratuitamente per tre giorni ogni
+viandante, e se anche un intero esercito
+volesse entrare nella Certosa, non potrebbero
+chiudergli in faccia la porta del convento.
+Siccome sapevo che la brigata insieme
+alla quale avevo visitato la grotta di
+Collepardo aveva passato la notte precedente
+alla Certosa, mangiando alle spalle
+di quei monaci, quando vidi dietro di me
+quei soldati mezzo affamati, che già pregustavano
+col pensiero il buon pranzo del
+convento, fui preso da una certa inquietudine,
+cominciando anch'io a sentire gli stimoli
+della fame: «Vieni, Francesco, dissi,
+affrettiamo il passo, perchè quei soldati non
+arrivino prima di noi alla Certosa, se no
+correremo il rischio di trovare i frati di
+cattivo umore quando busseremo alla loro<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[124]</a></span>
+porta per chiedere vitto ed alloggio». Francesco
+sorrise e proseguimmo la nostra via
+con maggiore alacrità.</p>
+
+<p>Ero giunto all'altura su cui sorge la
+Certosa di Trisulti: essa si trova sul largo
+altipiano delle magnifiche montagne che
+le si aggruppano intorno. Uno splendido
+bosco di quercie mi toglieva ancora la vista
+del convento. Andando avanti vidi da
+lontano due frati vestiti di bianco che passeggiavano
+su e giù nella fresca ombra
+di quegli alberi maestosi, ed invidiai la
+quiete filosofica che sembravano godere. Se
+vi è un luogo in cui lo spirito umano possa
+raccogliersi nella più seria ed elevata meditazione,
+dev'essere qui in una delle più
+sublimi solitudini che io abbia mai visto.</p>
+
+<p>Una leggera brezza vespertina soffiava,
+agitando le vette di quelle ombrose piante
+secolari, ed intorno sorgevano solenni e
+maestose le montagne. Ad un tratto la
+campana del convento echeggiò nel bosco
+e sentii in me l'influenza potente dello
+spirito medioevale.</p>
+
+<p>Mi avvicinai ad un frate presentandomi
+come viaggiatore e gli chiesi ospitalità per
+una notte. Il frate ben pasciuto, dall'aspetto
+imponente, m'indicò il convento e mi disse
+che dovevo presentarmi al guardiano. Dopo
+un breve tratto di strada attraverso al bosco
+la Certosa si presentò al mio sguardo.<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[125]</a></span></p>
+
+<p>Giunto ad una tale altezza su di una montagna
+quasi impraticabile, dopo essersi dovuto
+arrampicare faticosamente per pendii
+diruti e rocciosi, il viandante prova una
+deliziosa ed ineffabile impressione, trovandosi
+ad un tratto dinanzi ad una fiorente
+oasi di coltura. Quel piccolo paradiso, l'Eden
+di quei monaci, spiccava sul fondo delle
+foglie verdi, solitario, fantastico, meraviglioso.
+La Certosa non si compone di un
+unico fabbricato, ma di un gruppo di cappelle,
+di chiese, di cortili cintati, di costruzioni
+di ogni genere, la cui comoda disposizione
+denota ricchezza e tranquilla felicità.
+Le fanno corona folte piante annose isolate
+od in gruppi. Nei recinti chiusi vacche, pecore
+e capre pascolavano mentre i frati
+camminavano su e giù sorvegliando i servi
+che lavoravano; vi era un animato movimento
+di ogni genere di persone, tutte mantenute
+dal convento.</p>
+
+<p>Il guardiano, uomo alto e serio con una
+lunga barba ondeggiante, mi accolse cortesemente
+alla porta del vestibolo e mi disse
+di presentarmi al superiore che avrebbe poi
+dato l'ordine che fossi ricevuto.</p>
+
+<p>Indi venni condotto nel vasto cortile interno
+di forma quadrata, circondato dai diversi
+fabbricati del convento e dalla facciata
+della chiesa.</p>
+
+<p>Tutto è mantenuto colla più scrupolosa<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[126]</a></span>
+cura e nettezza, ma le costruzioni non hanno
+nulla di antico anzi portano l'impronta, dello
+stile sfarzoso del secolo <span class="smcap">xviii</span>. Nell'interno vi
+sono dei corridoi lunghi ed ariosi sui quali
+si aprono d'ambo i lati le celle dei monaci.
+Trovai il superiore seduto dietro ad uno scrittoio
+in una stanza spaziosa, occupato ad
+ascoltare alcuni domestici che pareva gli
+esponessero qualche richiesta. Egli accettò
+volentieri la mia preghiera di essere ricevuto
+nel convento senza farmi alcuna domanda
+sulla mia patria o sulla mia religione.
+Certamente a quei frati bastano un
+rapido sguardo alla fisonomia del forestiere
+e le poche parole scambiate con lui per riconoscere
+subito il cattolico od il protestante.</p>
+
+<p>Salutai il superiore dopo che mi ebbe consegnato
+ad un laico incaricato di condurmi
+alla foresteria. Si dà questo nome alle camere
+appartate che in questi conventi sono
+destinate ai forestieri: ve ne sono di prima
+o seconda classe secondo la condizione dell'ospite.
+Chi è giudicato più distinto ha una
+camera nella foresteria nobile o dei signori,
+gli altri si contentano di un modesto alloggio,
+e quelli d'infima condizione sono
+condotti nelle camere dei servi o nelle stalle
+dove i poveri viandanti si devono sdraiare
+sulla paglia. Mi fu assegnata una buona camera
+vicino al refettorio. Un letto pulito,<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[127]</a></span>
+cambiato di fresco prometteva un buon riposo
+ed il cameriere, un giovane svelto, che
+era stato garzone d'albergo in diverse città,
+ed ora era addetto alla foresteria, mi dette
+la consolante notizia che all'ora prescritta
+dalla regola sarebbe stata servita la cena
+nella sala attigua. Nel frattempo, mi disse
+che ero libero di visitare il monastero come
+più mi piaceva.</p>
+
+<p>Un frate laico mi accompagnò in giro facendomi
+da cicerone. Vi sono però poche cose
+notevoli nella Certosa, poichè purtroppo
+tutto ciò che vi era di antico è sciupato o
+scomparso, così non trovai nulla d'interessante
+per i miei studî. Però la posizione stessa
+del monastero su quegli alti monti, la vita
+di quei monaci nella loro solitaria repubblica,
+la loro influenza pratica sulla società,
+la storia di questi ordini singolari offrono
+ampia materia di osservazione. Brunone,
+uno di quei santi leali dell'epoca delle crociate,
+fondò la regola dei Certosini alla fine
+dell'<span class="smcap">xi</span> secolo. Questo ordine che riuniva
+in sè la vita sociale dei monasteri e quella
+degli anacoreti, condannato alla più rigida
+rinunzia di ogni cosa terrena, prese il nome
+dal luogo detto la Certosa vicino a Grenoble
+dove venne fondato. I suoi statuti
+(<i>consuetudines Cartusianae</i>) risalgono all'anno
+1134 ed ottennero l'approvazione del
+Papa nell'anno 1170. L'ordine si estese presto<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[128]</a></span>
+in molti paesi. Fino dall'anno 1208 questi
+padri si stabilirono a Trisulti, di cui Innocenzo
+III fece loro donazione. Essi trovarono
+qui un monastero in rovina che era
+appartenuto un tempo ai Benedettini, e nell'anno
+1211 eressero su quelle rovine la
+nuova Certosa. Si dice che un Castello Trisalto
+abbia dato il nome a quel luogo comunemente
+designato <i>a tribus saltibus</i> da
+tre alture boscose.</p>
+
+<p>Quantunque il voto di povertà sia imposto
+ai monaci dalla regola, esso non esclude
+la ricchezza del convento e Trisulti acquistò
+col tempo vaste tenute, che possiede ancora,
+nella provincia di Frosinone. Questa
+Certosa non si distingue certamente, come
+quella di Pavia, per la bellezza dell'edificio
+e per le opere d'arte, anzi ha un carattere
+assolutamente rurale. Non vi si trovano
+nemmeno gli splendidi locali che vanta la
+Certosa di Roma nelle Terme di Diocleziano,
+questa del resto è una fondazione
+più recente, del secolo <span class="smcap">xvi</span>, e riconosce
+come madre la veneranda Certosa di Trisulti.
+La piccola chiesa del convento costrutta
+da Innocenzo III nell'anno 1211 e restaurata
+nell'anno 1768 è adorna di svariati
+marmi e di molte pitture. Sulla porta d'ingresso
+vi è una pittura che ricorda la fondazione
+della Certosa e vi è rappresentato
+Innocenzo III che ne mette in possesso i<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[129]</a></span>
+certosini. Ai due lati della chiesa è dipinto
+il martirio dei Maccabei a cui fa riscontro
+la persecuzione che i Certosini ebbero a
+soffrire in Inghilterra sotto Enrico VIII. Nel
+coro, meravigliosamente adorno, si vede
+Mosè che fa scaturire una sorgente dalle
+rupi e, di fronte, Brunone che ripete lo
+stesso refrigerante miracolo. Il refettorio,
+in cui si vede una pittura adattata al luogo,
+rappresentante il miracolo della moltiplicazione
+dei pani e dei pesci, è una sala
+molto spaziosa. Qui i fratelli nei giorni di
+festa si riuniscono ad una mensa comune,
+perchè negli altri giorni la regola prescrive
+ad ognuno il pasto solitario nella cella. Mi
+fecero vedere anche la cucina brillante di
+pulizia ed il forno dove si prepara in grande
+abbondanza un pane gustoso di due qualità
+una fina e l'altra più ordinaria. Un bacino
+d'acqua da cui sbocca un canale, mette
+in moto il mulino posto in un cortile. La
+cosa più degna di nota però, quella che mi
+fu mostrata col più giusto orgoglio, è la
+farmacia e vi entrai con maggior devozione
+di quella che mi avrebbe ispirato una
+chiesa. L'associare le cure del corpo a
+quelle dell'anima è un'antichissima missione
+di questi ordini religiosi posti in contrade
+isolate. I frati che si dedicano alla
+medicina vi spiegano un'attività largamente
+efficace e veramente degna di lode. La natura<span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[130]</a></span>
+dei monti li invita ad un continuo studio
+delle erbe medicinali, che vi crescono
+in abbondanza, e infatti, quale più gradita
+occupazione vi può essere che l'erborizzare
+in quelle montagne, fra quelle roccie e quei
+ruscelli, raccogliendo piante balsamiche di
+miracolosa efficacia e prepararne poi delle
+medicine?</p>
+
+<p>Un bel frate con una lunga barba rossiccia
+che gli dava proprio l'aria di un mago
+del medio-evo, mi ricevette nel più lindo
+tempio di Esculapio che si possa immaginare.
+Il fabbricato dov'è posta la farmacia
+non è lontano dall'ingresso del convento,
+nell'interno del muro di cinta. Davanti
+alla sua loggia aperta, un giardino
+molto ben tenuto rallegra l'occhio e l'animo,
+offrendo la vista di una quantità di piante
+fresche e profumate delle più svariate specie,
+fra le quali non mancano neppure molti
+fiori ornamentali. La terrazza era adorna
+di arbusti fioriti dentro grossi vasi. Entrando
+da una porta a vetri ci si trova in
+una ricca farmacia. L'erudito monaco mi
+fece molto gentilmente ammirare i suoi tesori
+racchiusi in vasi ed in ampolle, e rimpiansi
+vivamente di non saperne abbastanza
+di medicina, per poter comprendere e gustare
+la sua conversazione. Nel frattempo
+comparvero molti contadini a chiedere delle
+medicine che sono date gratuitamente. La<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[131]</a></span>
+farmacia di Trisulti è conosciuta e venerata
+ovunque come la casa della salute ed i
+suoi benefizi sono risentiti fin giù nella campagna
+del Lazio travagliata dalla febbre.</p>
+
+<p>Se nei dintorni si fa molto uso dei medicinali
+di questa farmacia, i frati stessi vi
+devono ricorrere raramente. Non mi ricordo
+di aver trovato facilmente dei frati di aspetto
+più robusto. La tranquillità d'animo, una
+dieta sempre ugualmente severa e soprattutto
+l'aria eccellente di quei monti li conservano
+in salute; i loro giorni e le loro
+notti scorrono interrotti od occupati continuamente
+dallo sforzo mentale delle ripetute
+preghiere e dalle funzioni di Chiesa,
+ma esente da patemi d'animo.</p>
+
+<p>Il convento possiede una piccola biblioteca
+e vi sono dei frati che si dedicano a
+studi severi, ma in generale lo studio non
+è troppo coltivato in quel deserto. Me ne
+persuasi conversando col bibliotecario mentre
+passeggiavamo insieme nel grande cortile,
+e vedendo che le mie domande ponevano
+nell'imbarazzo quel bravo uomo
+stimai conveniente di non seguitare quel
+discorso. Mi congedai da lui e mi sedetti
+in uno dei cortili osservando le figure dei
+monaci che passeggiavano. Essi apparivano
+veramente maestosi nelle loro tonache bianche
+come la neve. Mi sorprese il vedere
+che non portavano nè barba, nè capelli<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[132]</a></span>
+poichè ogni mese si fanno radere due volte
+anche la testa lasciando solo una corona
+di capelli. Soltanto i laici portano una lunga
+barba come i frati cappuccini. Vi sono molti
+gradi fra i monaci, simili a quelli dei mistici
+seguaci di Pitagora. Non vidi i frati
+più elevati in grado perchè erano nelle loro
+celle. Il silenzio nel quale si racchiudono,
+può esser considerato come il sacrifizio supremo
+a cui possa giungere il fanatismo
+umano spinto dalla religione. Rinunciando
+alla parola, la chiave della vita e delle cose,
+essi confinano l'anima in una quiete quasi
+spaventosa che equivale ad una completa
+cecità morale: <i>Memento mori</i> è il raccapricciante
+saluto col quale essi interrompono
+il silenzio incontrandosi.</p>
+
+<p>Pare che a questi morti che camminano,
+a questi spettri viventi, sia concesso di abbellire
+le proprie celle procurandosi qualche
+distrazione. Chi coltiva entro cocci dei
+fiori coi quali tacitamente conversa; altri
+si bea la vista con l'effigie di un santo, o
+custodisce un uccello in gabbia dilettandosi
+al suo canto, dato però che un uccello
+possa cantare in quelle celle di spettri. Talvolta
+la natura ribelle infrange con violenza
+la regola, che gli preclude la rivelazione
+divina della vita, ed il muto volontario comincia
+a parlare, ed è punito subito colla
+flagellazione. Può darsi che fra questi monti<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[133]</a></span>
+sereni e muti, il tormento del silenzio sia
+più sopportabile che altrove, perchè qui
+pare che la voce d'Iddio parli sola nello
+stormire del vento, fra le foglie del bosco,
+nello scrosciare impetuoso del Cosa selvaggio,
+nella bufera che imperversa fra
+lampi e tuoni, su quelle alte cime. Che
+spiriti tetri e melanconici devono giungere
+a plasmare la natura, le celle e la regola del
+convento! Se lo sguardo avesse la potenza
+di penetrare in queste anime chiuse certamente
+vedrebbe le cose più straordinarie.</p>
+
+<p>Da queste riflessioni mi liberò felicemente
+la cena, e quando il servitore mi annunciò
+che essa era pronta, l'appetito e la curiosità
+erano ugualmente grandi. Nel convento
+non si mangia carne ed anche l'ospite deve
+sottomettersi alla regola, invece si può
+avere olio ed aceto a piacere. La mia cena
+era così composta: Maccaroni all'olio, senza
+formaggio, cucinati alla perfezione insieme
+con erbe squisite cresciute in quei monti,
+fagioli verdi, freddi, conditi con olio e aceto,
+un fiasco di vino, più che mediocre con
+una punta di aceto, e per finire un pezzo
+di torta cotta coll'olio. Quantunque cercassi
+di fare onore ai miei ospiti potei mangiare
+ben poca di questa roba e mi contentai
+dei maccheroni e del pane eccellente. Appena
+mangiato uscii per vedere come fosse
+stata trattata la mia guida, e mi disse che<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[134]</a></span>
+gli avevano dato del pesce freddo ed una
+pagnotta di pane.</p>
+
+<p>Intanto era calata la notte profonda, la
+luna piena splendeva sul più limpido cielo illuminando
+lo splendido anfiteatro dei monti.
+Gli alberi inondati di luce, le nere ombre
+delle rupi, i vapori luminosi che salivano
+dalle vallate, il terribile silenzio interrotto
+dal malinconico grido dell'upupa, il grosso
+gufo della montagna e il sordo mormorio
+del Cosa, tuttociò pareva circondare il monastero
+di un influsso magico. A mezzanotte
+mi destò il suono della campana&mdash;suonavano
+il matutino&mdash;sapevo che a
+quel suono un frate, l'<i>excitator</i>, andava di
+cella in cella a destare i monaci. Essi recitano
+i primi quattro salmi penitenziali,
+poi vanno in chiesa dove rimangono tre
+ore a cantar matutino. Tornati nelle loro
+celle seguitano ancora la preghiera, indi è
+loro concesso un breve sonno per riposarsi:
+e così avanti una notte dopo l'altra.
+Ascoltai i rintocchi della campana, che parevano
+risuonare strani e fantastici nell'aria,
+e sarei sceso volentieri in chiesa se non
+avessi temuto di turbare le preghiere di
+quei santi uomini. Mi addormentai al suono
+dei loro canti e appena spuntò il giorno
+la mia guida venne a bussare alla porta
+della mia cella, per avvertirmi che era l'ora
+di partire per Veroli.<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[135]</a></span></p>
+
+<p>Lasciai il convento senza poter ringraziare
+il superiore, perchè non vidi anima
+viva, all'infuori del portinaio e del servitore
+della foresteria che si scusò di non potermi
+portare il caffè, che mi aveva promesso la
+sera prima, perchè la regola prescrive un'ora
+fissa anche per la colazione. Questa notizia
+mi fece molto dispiacere, perchè la strada
+attraverso ai monti fino a Veroli è lunga
+e noi uomini civilizzati ci sentiamo raramente
+disposti ad un assoluto digiuno alla
+mattina. Francesco mi consolò con un pezzo
+di pane, che aveva portato con sè, e le
+più saporite more mi furono offerte, con
+ospitale gentilezza, da un cespuglio nelle
+vicinanze del monastero.</p>
+
+<p>In quella natura alpestre la mattinata era
+di una bellezza meravigliosa, il panorama
+cambiava continuamente d'aspetto fra quelle
+montagne variate. Per un'ora costeggiammo
+abissi scavati dal Cosa, poi il sentiero
+scende giù nelle vaste ed amene praterie
+alpestri. Tutto questo è proprietà dei
+Certosini. I cavalli del convento pascolavano
+a frotte in quei prati e di tempo in
+tempo si vedevano mandre intere di capre;
+i pastori erano attorno al fuoco, occupati
+a convertire in formaggio il latte inacidito.
+Piccole masserie, di cui molte appartengono
+al convento, rompono di quando in
+quando la solitudine; ne trovai alcune in<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[136]</a></span>
+posizioni così deliziose, nelle verdi vallate
+vicino a fresche sorgenti alpestri, che stimai
+felici le creature che vi trascorrono i loro
+giorni nella pace. Parevano tutti ben nutriti
+e nessuno domandò l'elemosina al passante.</p>
+
+<p>Dopo parecchie ore di strada, lasciando
+dietro di me le montagne, giunsi alla fertile
+campagna di Veroli e questo grosso
+paese, collocato su di un'altura elevata si
+presentò pittorescamente al mio sguardo.
+Esso domina un sublime panorama e di là
+la vista, abbracciando tutto il Lazio, si
+spinge fino al regno di Napoli, e dovunque
+sulle pendici azzurrine dei monti vicini
+e lontani, spiccano le città e le bianche castella.</p>
+
+<p>Veroli è città vescovile e non manca di
+una certa industria poichè provvede i dintorni
+di tappeti di qualità inferiore ma molto
+richiesta, essi sono tessuti a righe di svariati
+colori, merce strettamente nazionale
+ad uso dei ciociari.</p>
+
+<p>Le strade sono strette e spesso tortuose
+e molti quartieri sembrano addirittura labirinti,
+pieni di casette strane, che, in generale,
+hanno una loggia aperta. Trovai
+la piazza interamente coperta di frutta
+estive, vendute ad un prezzo irrisorio, che
+in questi luoghi non reca meraviglia. In
+questa stagione il mercato rigurgita di<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[137]</a></span>
+cocomeri, che trovai squisiti. Un soldato
+congedato, veterano ancora dei tempi napoleonici,
+sentì per caso nel caffè dove
+mi ero seduto, che venivo dalla Certosa
+e mettendomisi vicino fece un'entusiastica
+pittura della vita di paradiso che si conduce
+nella solitudine di quel monastero,
+e disse che l'ultimo desiderio della sua vecchiaia
+era quello di essere accettato come
+frate laico nella Certosa. Disse che si sarebbe
+messo anche subito in pensione nel
+convento, se avesse posseduto la lieve somma
+che bisogna versare nella cassa dei frati.
+Poi il discorso prese la solita piega ed egli
+coprì il governo pontificio di tutte le invettive
+che si odono giornalmente da tutte le
+bocche. Il bravo veterano mi fece nascere
+la curiosità di vedere la grande tenuta dei
+Certosini situata sotto Veroli. Il tempo stringeva,
+perciò decisi di rinunciare a Frosinone,
+che pure era così vicina, e di passare
+da quella tenuta per recarmi a Ferentino.</p>
+
+<p>Lasciai Veroli durante un magnifico temporale.
+I monti dei Volsci e degli Appennini
+erano avvolti in una tinta azzurro-cupa, e le
+fuggevoli striscie di sole, facendo spiccare
+in un cupo riflesso ora questo ora quel
+monte, illuminando ora un castello ora un
+convento, producevano su quel fondo oscuro
+un incantevole effetto. Raggiunto dalla pioggia
+affrettai il passo attraverso ad una lussureggiante<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[138]</a></span>
+pianura ricca di frutteti e vigneti
+e mi trovai davanti alla fattoria della
+Certosa. Essa farebbe davvero onore ad un
+principe romano. I fabbricati della fattoria
+sono di aspetto grandioso e, tenuti con
+somma cura, uniscono in sè i caratteri del
+convento e del castello.</p>
+
+<p>Anche qui la regola dei Certosini prescrive
+che sia dato cibo e bevanda al viandante
+che lo richiede, ed in caso di bisogno
+essi devono dare anche alloggio
+per la notte. Non chiesi nè una cosa, nè
+l'altra, ma domandai il permesso di visitare
+la fattoria. L'ispettore, un robusto
+frate laico, in tonaca bianca, con una lunga
+barba, non solo mi dette il desiderato permesso,
+ma mi accompagnò egli stesso in
+giro. Essendo abituato nel mio paese a
+figurarmi un fattore come un uomo di
+maniere piuttosto rozze e dure con alti
+stivali e speroni, col frustino in mano e
+la bestemmia sul labbro; un economo in
+tonaca da frate, colle maniere di un santo,
+mi sembrò qualcosa di straordinariamente
+originale. Con una simile guida i nostri
+primi passi furono naturalmente diretti
+alla chiesa che è costruita a fianco della
+fattoria. Entrando nella cappella la mia
+guida capì, anche troppo presto, di avere
+con sè un eretico, e il santo economo si
+gettò in ginocchio con un profondo sospiro,<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[139]</a></span>
+nel quale credetti distinguere il timore
+per il mio destino dopo morte e la
+sua bene intenzionata preghiera per la
+salvezza della povera anima mia.</p>
+
+<p>La tenuta dei Certosini chiamata Ticchiena
+è uno dei più ricchi possedimenti
+della campagna. Mille coloni la coltivano,
+agricoltori che pagano l'affitto dei campi
+in natura o col proprio lavoro. Sei frati
+laici amministrano la tenuta e di quando
+in quando abitano la fattoria. Grano, olio,
+vino e frutta vi si raccolgono in quantità.
+La rendita è impiegata ai diversi scopi
+del monastero, fra i quali primeggia la
+beneficenza. Il nome della Certosa di Trisulti
+è benedetto e lodato in tutta la contrada,
+e mi fu detto che molti anni prima
+in una tremenda carestia che desolò la
+Campagna, per molto tempo il convento
+provvide i viveri. «I Certosini hanno governato
+la campagna per moltissimo tempo»;
+ecco la lode che sentii ripetere più volte
+ed in molti luoghi. E con questa, voglio
+chiudere queste pagine come si conviene
+ad ospite riconoscente.<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[141]</a></span><span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[140]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2 class="lighter">I MONTI VOLSCI<br />
+<span class="small">(1860)</span></h2>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[142]</a></span></p>
+
+<hr />
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill151.jpg" width="600" height="50" alt="" title="" />
+</div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[143]</a></span></p>
+<h2 class="lighter"><a name="I_monti_Volsci" id="I_monti_Volsci"></a>I monti Volsci.<br />
+<span class="small">(1860).</span></h2>
+
+<p>La grande catena dei Volsci ha principio
+nel territorio romano presso Velletri che
+giace sulle loro pendici, e si stende, in
+una linea di belle alture in parte coperte
+da boschi, fino oltre il confine napoletano,
+venendo a declinare verso Capua. Correndo
+parallela all'Appennino divide geograficamente
+il Lazio nelle due regioni Campagna
+e Marittima che formano le due provincie
+di Frosinone e di Velletri.<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a></p>
+
+<p>Lasciando Genazzano, dove mi ero recato
+a passare un'altra estate nel silenzio
+della campagna, ho voluto visitare i monti
+Volsci, che stavano sempre dinanzi a' miei<span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[144]</a></span>
+occhi, quasi per invitarmi a valicarli per
+discendere nella pianura marittima. Una
+mattina sono dunque montato a cavallo e
+vi ho passato alcune giornate deliziose.</p>
+
+<p>Da Genazzano ai piedi della catena vi
+sono appena tre ore di strada, attraverso
+ad una pianura solcata dal Sacco ed interrotta
+qua e là da collinette e da verdi praterie:
+questa pianura presenta gli stessi caratteri
+della campagna intorno a Roma. Non
+mancano le torri nere, cadenti in rovina,
+che si levano ad una data distanza l'una
+dall'altra, vestigia solitarie e melanconiche
+dei tempi feudali. Esse danno al paesaggio
+un aspetto suggestivo e ricordano l'epoca
+di barbarie quando i baroni medioevali dominavano
+il Lazio. Le famiglie dei Colonna
+e dei Conti eran proprietarie di gran parte
+della regione intorno ai monti Volsci. I Conti
+si suddividevano in più rami, quelli di Segni,
+di Valmontone e di Anagni; di preferenza
+però assunsero il titolo di Conti della Campagna,
+portando nel loro stemma l'imagine
+dell'aquila della campagna romana. Questa
+casa, illustre per avere avuto più papi, è
+estinta ormai da più di trecento anni; i Colonna
+invece esistono ancora e sono tuttora
+proprietari di una parte notevole del Lazio.</p>
+
+<p>Più tardi altre famiglie, nipoti di papi,
+come i Borghese, i Doria, i Barberini, presero
+piede in questa regione e tolsero ai<span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[145]</a></span>
+Colonna la parte migliore dei loro beni.
+Oggi, se si percorrono queste campagne latine
+e si domanda ad un pastore, ad un contadino,
+o agli abitanti delle nere castella,
+a chi appartenga il territorio, i nomi più
+spesso ripetuti sono Colonna e Borghese,
+e quest'ultimo ancor più del primo. Quando
+poi dai monti Volsci si scende nella pianura
+marittima, è il nome e la signoria di
+un'altra famiglia baronale di Roma, quella
+dei Gaetani, duchi di Sermoneta, che più
+spesso risuona al nostro orecchio.</p>
+
+<p>Attraversai il Sacco presso la <i>Mola de' Piscari</i>,
+molino veramente pittoresco, che sorge
+fra le rovine di un antico castello dei Colonna,
+del quale rimangono ancora notevoli avanzi.
+Ne ho trovata menzione in alcuni documenti
+medioevali sotto il nome di <i>Turris de Piscoli</i>.</p>
+
+<p>Il Sacco scorre qui aprendosi rumorosamente
+la strada fra le rocce calcaree su cui
+sorgono le rovine del castello interamente
+coperte di piante selvatiche. Esso dominava
+un tempo l'ampia via Latina che parte da
+Valmontone che si trova a non più di una
+mezz'ora di strada.</p>
+
+<p>Cavalcavo attraverso i campi deserti, dove
+non s'incontra che qualche pastore con la
+sua mandra di pecore. I pastori di questa
+regione portano le gambe avvolte in una
+pelle di capra, ancora pelosa, ciò che dà<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[146]</a></span>
+loro un vago aspetto di satiri. Si comprende
+facilmente che da questo modo di vestire
+abbia avuto origine il mito appunto dei satiri
+e del dio Pane, poichè così molto probabilmente
+vestivano i pastori nei tempi favolosi.</p>
+
+<p>Giunti sulla via Latina, appare a poca
+distanza Valmontone, che invita a visitarlo.
+In cima ad una bassa collina, ma tagliata
+a picco e nera, sorgono il castello
+Barberini, e la chiesa, importanti edifici in
+stile barocco del <span class="smcap">xvii</span> secolo. Attorno a questi
+stanno raggruppate le case del paese, contornate
+da giardini, frutteti e vigne. I topografi
+moderni sostengono che Valmontone
+occupi oggi l'area dell'antica <i>Tolerium</i>. Il
+nome attuale, appare per la prima volta in documenti
+del secolo <span class="smcap">xii</span>, e designa un borgo
+di proprietà del Capitolo della basilica lateranense.
+Questa chiesa, un tempo ricchissima,
+vendette il borgo nel 1208 ad Innocenzo
+III, della casa Conti, ed al fratello di
+lui, Riccardo, conte di Sora, il quale ne divenne
+feudatario e fu il capostipite del ramo
+di Valmontone e di Segni.</p>
+
+<p>I Conti rimasero signori di questo luogo
+sino al 1575, nel quale anno si estinsero.
+Giovanni Battista, l'ultimo capo della casa,
+non lasciò che una figlia, Fulvia, che portò
+in dote tutti i beni di famiglia agli Sforza.
+Gli Sforza vendettero Valmontone nel 1634
+ai Barberini, e Camillo Pamphili, nipote<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[147]</a></span>
+d'Innocenzo X, lo comperò dal cardinale
+Francesco Barberini nel 1651. Da allora è rimasto
+proprietà della casa Doria-Pamphili.</p>
+
+<p>Camillo, uno dei principi più ricchi del
+secolo <span class="smcap">xvii</span>, in grazia specialmente della rapacità
+della madre Olimpia Maidalchini,
+una vera arpia, fece edificare il palazzo e
+la chiesa di Valmontone. Anche se non si
+sapesse in quale tempo furono costruiti questi
+due edifici, basterebbe un'occhiata per
+apprenderlo, essendo entrambi in stile del
+Bernini, e riportando il visitatore verso
+l'architettura romana del <span class="smcap">xvii</span> secolo. Contemplando
+gli edifici, non si direbbe di trovarsi
+davanti ad un castello della campagna
+romana, ma piuttosto dinanzi al palazzo Pamphili
+ed alla chiesa di S. Agnese, in piazza Navona.
+I Pamphili impiegarono le loro ricchezze
+nell'innalzare principeschi e maestosi
+edifici; il nipote d'Innocenzo X costruì presso
+la porta di S. Pancrazio la villa più bella e
+più grandiosa di Roma; fabbricò sul Corso
+il magnifico palazzo che porta anche oggi
+il nome della famiglia Doria e vi pose la
+famosa galleria di quadri, che è una delle
+più ricche di Roma. Innocenzo stesso edificò
+il palazzo Pamphili presso la chiesa di
+S. Agnese, questa pure da lui fatta ricostruire,
+e fece innalzare su disegno del Bernini,
+la bella fontana in piazza Navona, che
+può essere annoverata fra i monumenti migliori
+della Roma moderna.<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[148]</a></span></p>
+
+<p>Questa famiglia ha dunque aggiunto alla
+fisonomia della Roma pontificia dei nuovi
+tratti, proseguendo così l'opera iniziata prima
+con tanto splendore e tanta attività dai
+Borghese e dai Barberini. In qualunque modo
+si voglia giudicare lo stile di quel secolo, non
+si può fare a meno di riconoscergli, nonostante
+le sue stranezze e le sue esagerazioni
+nei particolari, una certa grandezza: esso caratterizza
+nettamente tutta un'epoca, quella
+del lusso baronale, del fiorire di una splendida
+e ricca aristocrazia; l'epoca in cui i
+baroni oziosi, dissoluti, vestiti di raso e di
+trine, sfoggiavano le loro ricchezze, la loro
+eleganza in quelle ampie sale, facendo mostra
+di quell'opulenza che il sudore dei poveri
+contadini procurava loro. La rivoluzione
+francese ha posto fine col ferro e col
+fuoco a questo periodo di dissipazione e di
+prodigalità. In questo secolo i papi non hanno
+più edificato. Dopo Pio VI, non vi è stato più
+nepotismo ed il magnifico palazzo di suo nipote
+Braschi che sorge, non lontano da quello
+Pamphili, in piazza Navona, può dirsi l'ultimo
+innalzato a spese del popolo angariato ed oppresso.
+Ora che il nepotismo più non esiste,
+non vedremo dunque più costruire dei palazzi
+Barberini, Borghese, Doria, Albani,
+Odescalchi, Rospigliosi e Corsini; Roma
+prenderà un altro carattere, ed invece di
+sontuosi edifici, di ville eleganti come quelle<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[149]</a></span>
+costruite dalle famiglie dei papi, vedremo
+teatri, stazioni, alberghi, villini, ed altre costruzioni
+simili a caserme.</p>
+
+<p>Nulla Valmontone ha di notevole. Nessun
+monumento del medio-evo è sopravvissuto
+alla distruzione compiuta nel 1527 dalle
+soldatesche di Carlo V, reduci dall'aver
+saccheggiato Roma. Appena riedificato, fu
+di nuovo demolito dalle truppe del duca
+d'Alba e di Marco Antonio Colonna. Solo
+dalla piazza baronale del castello l'occhio
+può godere una veduta incantevole, quella
+dei monti Volsci, sulle cui sommità si scorgono
+le case di Montefortino, con il grande
+e cupo castello dei Borghese che le domina.</p>
+
+<p>Per quanto piccolo ed isolato, Valmontone
+non è però privo di vita e di movimento,
+essendo luogo di passaggio fra Roma e la
+frontiera napoletana. Vi si vedono passare
+senza tregua file di carri, tirati da bianchi
+buoi, che portano alla città dei Cesari grano,
+lana, vino, pollame ed altre merci. Anche
+la posta vi passa tre volte alla settimana,
+ma non va oltre Frosinone, capoluogo della
+delegazione, di guisa che per andare a
+Ceprano o più in là nel regno di Napoli, è
+necessario prendere una carrozza a nolo.</p>
+
+<p>Da Valmontone la via Latina prosegue
+per una valle ombreggiata da alberi, e
+poi attraversa una pianura silenziosa, fra<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[150]</a></span>
+vecchie torri, sino ai piedi dei monti Volsci.
+Ivi dalla strada maestra se ne stacca un'altra
+che dopo aver passato il Sacco prosegue
+per Segni. Da principio si cammina lungo
+le prime colline dei Volsci; alla destra sorge
+Monte Fortino, cupo ed oscuro, a sinistra,
+sopra una ridente collina, Gavignano. La
+via è monotona, ma più si sale e più stupenda
+appare la vista della classica pianura
+del Lazio, severa e bella, disseminata di
+colline e di castelli e limitata all'orizzonte
+dalle azzurre vette dell'Appennino, e più
+in là, verso il Napoletano, da altre montagne,
+dalle bianche cime.</p>
+
+<p>Ho percorso tutte le più belle regioni
+d'Italia, ho vagato per le famose pianure
+di Agrigento e di Siracusa, ma nonostante
+lo scintillio di colori di queste regioni meridionali,
+confesso di non aver mai provato
+un'impressione tanto profonda come
+la campagna romana ed il Lazio hanno
+saputo suscitare in me. Queste contrade
+mi son divenute così familiari quanto quelle
+della mia patria, avendole dovute studiare
+profondamente per la mia storia di Roma
+nel medio-evo, e visitandole mi sono apparse
+sempre nuove e piene di grandezza.
+Quando poi me ne allontano, provo ardente
+il desiderio di rivederle. Non ho mai potuto
+contemplare da Monte Mario la valle che
+si apre fra Palestrina e Colonna verso la<span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[151]</a></span>
+campagna latina, senza sentirmici attratto
+come da un'imperiosa seduzione. E' possibile
+che questo paesaggio debba ai ricordi
+storici gran parte del fascino irresistibile
+che esercita sul visitatore, ma anche senza
+di quelli son persuaso che sedurrebbe per
+il carattere nobile e grandioso che la natura
+gli ha impresso. Alcuni luoghi hanno
+un aspetto del tutto mitologico, come, per
+esempio, la pineta di Castel Fusano, presso
+Ostia, con i suoi alberi giganteschi che si
+stendono sino al mare, e la larga foce del
+Tevere, che la fantasia si sente portata a
+popolare di figure leggendarie e favolose.
+Altre regioni invece hanno un carattere
+del tutto lirico, altre ancora epico, omerico,
+come Astura e il capo Circeo. Nessuna regione
+però ha un carattere storico, solennemente
+tragico, al pari della campagna
+di Roma. Essa appare come il teatro più
+grande della storia, come la scena dell'universo.
+Nessuna descrizione poetica, nessun
+pennello di genio, per quanto molti artisti
+di valore vi si siano provati, saprebbe dare
+un'idea della bellezza grandiosa e superba
+della campagna del Lazio a chi non l'abbia
+veduta e sentita. Là nulla v'è di romantico,
+nulla di fantastico; tutto è silenzioso, grandioso,
+di una bellezza imponente e severa;
+dinanzi a quello spettacolo della natura lo
+spettatore intelligente si sente penetrato<span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152">[152]</a></span>
+dall'impressione profonda e grave che proverebbe
+davanti alla statua di Giunone di
+Policlete.</p>
+
+<p>Più si sale per i monti Volsci, e più,
+nel contemplare sotto di sè la stupenda
+regione, si prova invidia, per quelle aquile,
+che sono i veri <i>conti</i> della campagna e
+vi spaziano a loro piacimento, da padrone.
+Ora immobili sulle rocce, con aspetto imponente,
+ora sospese nell'aria, esse hanno
+la nobiltà di questa natura che dominano;
+il loro volo silenzioso e solenne è in piena
+armonia col paesaggio.</p>
+
+<p>Non si scorge Segni se non allorquando
+vi si è quasi giunti, perchè la strada corre
+sempre tortuosa entro una gola di rocce
+calcaree, di colore rossastro. I fianchi del
+monte sono frastagliati, coperti di massi,
+che si accavallano gli uni sopra gli altri,
+così da sembrare una grande muraglia edificata
+da giganti. Esaminando quella formazione
+geologica, che più o meno si ritrova
+in tutti i monti del Lazio, mi è sembrato
+evidente che debba essere stato questo fenomeno
+naturale che ha dato all'uomo l'idea
+delle costruzioni ciclopiche; quelle formazioni
+geologiche essendo vere e proprie
+mura ciclopiche, di mole ancora più imponente.
+Gli uomini non hanno avuto che
+da imitare l'opera prodotta dalle rivoluzioni
+terrestri.<span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[153]</a></span></p>
+
+<p>Era mezzogiorno ed il sole splendeva
+in tutto il suo ardore, allorchè giunsi innanzi
+a Segni. Questa antichissima città
+sorge su di un altipiano di rocce ed è tuttora
+circondata per buona parte da ciclopiche
+mura. A prima vista le sue case nere,
+che si inseguono a scaglioni, interrotte qua
+e là da alcune torri insignificanti, fanno
+un'impressione più singolare che piacevole.
+Non v'è una cattedrale, non un antico castello
+che richiami l'attenzione; non si scorgono
+che case noiosamente uniformi, senza
+alcun carattere architettonico; ed io, che
+avevo sperato trovare una città antica,
+ricca di monumenti, rimasi pienamente deluso.
+Tutti i paesi del Lazio propriamente
+detto, come Anagni, Ferentino, Alatri, Veroli,
+recano, più o meno, l'impronta del medio-evo;
+quest'antica città di <i>Signia</i> non
+è invece che un luogo deserto, malinconico
+e senza il menomo interesse storico; è insomma
+una noiosa città. L'unico ricordo
+piacevole che di essa mi sia rimasto, è
+quello degli alberi stupendi che la circondano
+da un lato, e la vista dei rigogliosi
+boschi che ricoprono i monti vicini.</p>
+
+<p>Mi sono convinto che i paesi Volsci, per
+quanti ne ho veduti, hanno un carattere
+affatto diverso da quelli latini; e ciò principalmente
+perchè sono paesi di montagna,
+solitari, appartati dal mondo, senza commercio<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[154]</a></span>
+nè industria; taluni scarseggiano
+perfino di terreni coltivabili, non hanno che
+olivi, viti e altri alberi fruttiferi. Vi si raccolgono
+abbondantemente le ciliegie, le pesche,
+le castagne e soprattutto le ghiande,
+che servono ad ingrassare i maiali. Questi
+animali, tutti di razza nera, vengono allevati
+in grande quantità sui monti Volsci;
+i prosciutti di queste contrade sono infatti
+rinomatissimi. Tutti i paesi di questa regione,
+eccezion fatta delle città, come Cori,
+che sono più vicine a Roma e non si trovano
+proprio sui monti, hanno l'aspetto
+dello squallore e della miseria.</p>
+
+<p>Le case di Segni son costruite di pietra
+bianca calcarea, alternata con blocchi
+di tufo nerastro e con mattoni. Questa
+disposizione dà loro un aspetto bizzarro;
+essa denota un primo passo, ancora timido
+ed incerto, nella via dell'architettura pisana,
+che, come è noto, fa alternare strisce
+bianche a quelle nere ne' suoi edifici.
+Ho spesso trovato in vecchi documenti
+l'espressione «<i>Signino opere</i>» applicata
+alle case, ed a Segni ho appreso cosa significasse:
+essa serviva ad indicare il modo
+di costruzione usata in questo paese. Qui
+però non mi ha fatto una grande nè buona
+impressione, avendo trovato nella città di
+Segni un carattere monotono e grigio, tanto
+più triste in quanto che non un giardino,<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[155]</a></span>
+non un albero viene a rompere l'eterna
+uniformità di quelle case di pietra calcarea.</p>
+
+<p>Sono entrato per la Porta Maggiore, per
+cercare una locanda, e mi sono subito accorto
+con stupore che questa porta, addossata
+alle mura ciclopiche, è l'unico ingresso
+della città che, costruita su una
+ripida collina, rimane da tre lati inaccessibile.
+Presso questa porta sorge il castello
+o palazzo dei Conti, altra volta signori di
+Segni, grande edificio, «<i>signino opere</i>»,
+che in complesso ha piuttosto l'aspetto di
+un convento che di un'abitazione signorile.
+Niente gli dà l'idea di un castello, mancando
+perfino una torre. Senza dubbio la
+rocca dei signori di Segni aveva un altro
+aspetto prima della distruzione della città,
+compiuta dalle soldatesche di Marcantonio
+Colonna.</p>
+
+<p>Parlando di Valmontone ho già osservato
+che Segni fu posseduta dalla famiglia
+d'Innocenzo III, che fu anche quella
+di Gregorio IX e di Alessandro IV. Dopo
+il ristabilimento del libero governo municipale,
+ossia del Senato, in Roma, nel 1143,
+i papi si sono spesso trovati costretti a
+rifugiarsi nei luoghi fortificati della campagna,
+per sottrarsi al furore dei romani,
+e i luoghi prescelti furono Palestrina, Tuscolo,
+Anagni o Segni. Eugenio III, cacciato<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[156]</a></span>
+dalla città dal Senato romano, da
+principio si rifugiò a Segni, e vi edificò,
+nel 1145, una residenza papale, il famoso
+Alessandro III, Lucio III e Innocenzo III
+vissero pure qualche tempo a Segni. Quest'ultimo
+deve anzi esservi nato, nel palazzo
+della sua famiglia.<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a></p>
+
+<p>Anche in seguito la casa Conti rimase
+per lungo tempo signora di Segni, dove
+anzi, dopo il 1353, i suoi membri occuparono
+la carica di podestà da prima e
+poi di vicario, a nome del papa. Allorchè
+la famiglia Conti si spense e l'eredità passò
+a Mario Sforza, Sisto V eresse la contea
+di Segni a ducato. Le truppe del duca
+d'Alba, nonostante la sua formidabile posizione
+strategica, s'impadronirono di Segni
+e la distrussero il 13 agosto 1557:
+ciò spiega perchè in Segni non rimanga
+traccia di antichi edifici gotici. La città
+venne riedificata, ma la casa Sforza,
+piena di debiti, non potè mantenersi padrona
+del ducato, ed allora ne venne investito
+da Urbano Vili suo nipote, il cardinale
+Antonio Barberini. Non meno di
+mezzo secolo durò la lite fra i Barberini<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[157]</a></span>
+e gli Sforza, finchè questi, verso la fine
+del 1700 la vinsero. Oggi ancora gli Sforza-Cesarini
+sono baroni, anzi duchi di Segni.</p>
+
+<p>Tali sono, in brevi parole, le vicende di
+questa città nel medio evo; se se ne volessero
+rintracciare le sue prime origini,
+sarebbe necessario risalire nientemeno che
+ai tempi favolosi di Giano e di Saturno.</p>
+
+<p>All'arrivo in un nuovo paese, la prima
+cosa che mi reco a visitare è la cattedrale,
+perchè generalmente la maggior parte delle
+chiese sono veri musei della storia locale,
+ed è raro che indipendentemente dalle antichità
+architettoniche non si trovi pure
+qualche altro ricordo del medio evo. Sono
+per lo più iscrizioni, che accennano ai principali
+avvenimenti del paese, o monumenti
+sepolcrali che, con le loro scolture ed i
+loro caratteri latini, presentano una grande
+attrattiva, ed hanno un grande valore per
+coloro che si occupano o si dilettano di studi
+storici. Disgraziatamente però il tempo rovina
+ogni cosa, deturpa lo stile primitivo
+degli edifici, che a poco a poco vanno assumendo
+un aspetto moderno di cattivo
+gusto, e va facendo scomparire dalle antiche
+tombe delle chiese le preziose iscrizioni.
+Quante non ne sono state tolte dalle
+basiliche di Roma! Le chiese di Roma
+erano un tempo piene di tombe del medio-evo;
+tutte le grandi famiglie vi possedevano<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[158]</a></span>
+cappelle gentilizie o cripte mortuarie.
+Ma dopo che Giulio II osò togliere
+dallo stesso S. Pietro le tombe dei papi,
+e rovinarle, distruggerle, il cattivo esempio
+è stato seguito ovunque, ogni qualvolta
+si è trattato di fare nelle chiese una
+qualche riparazione, un restauro qualsiasi.
+Sono poche ormai in Roma quelle in cui
+lo storico possa trovare ancora nelle tombe
+e nelle iscrizioni, notizie del passato: ne
+rimangono alcune in S. Pietro, in S. Giovanni
+Laterano, nella Minerva, in S. Maria
+in Aracoeli, la famosa chiesa del Senato
+romano durante il medio-evo, ed in
+altre poche, nelle quali l'antico pavimento
+non è stato completamento disfatto. Solo
+ora che è troppo tardi, si comincia a tenere
+in gran pregio ciò che è stato distrutto;
+si deve al De Rossi, l'illustratore
+infaticabile delle catacombe, se in Roma
+sono state salvate dalla completa rovina
+gran numero d'iscrizioni medioevali, collocandole
+nel museo Lateranense.</p>
+
+<p>Mi ero rallegrato pensando che Segni,
+città vescovile sin dal 499, avrebbe avuto
+un'antica e bella cattedrale, ma invece ho
+trovato una costruzione moderna, grossolana,
+decorata nell'interno con un pessimo
+gusto romano, con una cupola dipinta,
+lusso questo veramente superfluo e senza
+ragione di essere in una chiesa dove a<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[159]</a></span>
+nessuno vien fatto di torcere il collo per
+contemplare le pitture di una cupola. La
+chiesa contiene due statue moderne, consacrate
+a due uomini illustri, a cui Segni
+si vanta di aver dato i natali, il papa Vitaliano
+ed il vescovo Brunone. Vitaliano
+da Segni fu papa dal 657 al 672, nel periodo
+cioè più obbrobrioso di Roma quando
+la città era soggetta ai bizantini. Fu lui
+che ospitò l'imperatore Costanzo II, allorquando
+nel 663 venne a Roma a toglierle
+tutte le opere d'arte, sfuggite alla rapacità
+dei Vandali. Costanzo strappò perfino alla
+cupola del Pantheon le lastre di bronzo dorato
+che la ricoprivano, per portarle a Bisanzio.</p>
+
+<p>L'altra statua, mediocre essa pure come
+opera d'arte, sorge di fronte a quella di
+Vitaliano.<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a> Brunone nacque ad Asti nel
+Piemonte, fu raccomandato a Gregorio VII
+e più tardi da Urbano II fatto vescovo
+di Segni. Contrariamente alle prescrizioni
+canoniche, abbandonò la sede vescovile e
+si ritirò a Montecassino, dove l'abate Oderisio
+l'accolse fra i seguaci di S. Benedetto.<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[160]</a></span>
+Sebbene il papa Pasquale II gli avesse intimato
+di restituirsi alla sua sede episcopale,
+egli rimase a Montecassino, di cui
+divenne poi abate, e dettò ivi, nella tranquillità
+del chiostro, le sue opere di esegesi.</p>
+
+<p>In seguito alla lotta d'investitura, questo
+stesso papa Pasquale fu fatto prigioniero
+da Arrigo V e, cedendo alla forza,
+promulgò un editto con cui veniva riconosciuto
+all'imperatore il diritto d'investitura.
+Ma non appena Arrigo fu tornato in
+Germania, i cardinali ed i vescovi spinsero
+Pasquale a revocare il decreto ed a rompere
+il suo giuramento; e fra i più zelanti
+ad indurlo a far questo fu Brunone, che
+abbandonò Montecassino e fece ritorno
+nella sua diocesi, dove morì nel 1123. La
+Chiesa lo santificò nel 1183.</p>
+
+<p>Fu un inglese, certo Ellis, abate di Montecassino
+e vescovo di Segni, che innalzò
+questo monumento al suo predecessore.
+La chiesa di Segni ha inoltre un altro legame
+con la lontana Inghilterra: fu in uno
+dei sinodi tenuti in questo sacro luogo che
+nel 1173 Tommaso di Canterbury fu da
+Alessandro III beatificato, pochi anni dopo
+la sua tragica fine. Un'iscrizione del duomo
+ricorda questo fatto.</p>
+
+<p>Lord Ellis divenne vescovo di Segni
+nel 1708. Restaurò la cattedrale e fondò
+il seminario. In questo collegio vengono<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[161]</a></span>
+allievi da tutte le parti del Lazio, per farvi
+gli studi di umanità, di guisa che può essere
+considerato come un ginnasio. Gli allievi
+indossano l'abito ecclesiastico, anche
+se non intendono dedicarsi alla carriera
+sacerdotale. Il seminario sorge presso la
+chiesa di S. Pietro, nel punto più alto e
+più bello della città, dove in tempi remoti
+si elevava l'acropoli volsca, o rocca ciclopica.</p>
+
+<p>Lassù, sopra un'altura, da dove si domina
+tutto il Lazio, si levano la rocca ed
+il tempio dell'antica Segni, di cui rimangono
+pochi avanzi, fra i quali notevole è
+una piccola cisterna circolare, situata presso
+il seminario. Gli abitanti della città hanno
+fatto di questo luogo la loro passeggiata
+favorita; essi vanno a spasso lungo le ciclopiche
+mura, sul punto più alto della
+montagna, fra quei blocchi di pietra, coperti
+di musco e di fiori selvatici. E' difficile
+trovare una passeggiata più originale
+di questa, a tanta altezza. La montagna
+scende a picco e di domenica vi ho trovato
+delle signore, elegantemente vestite in
+abito di seta e col ventaglio che sembravano
+voler signoreggiare su tutto il Lazio;
+poichè di lassù lo sguardo abbraccia un
+vasto panorama di pianure e di monti popolato
+da innumerevoli città, ricche tutte
+di memorie storiche o leggendarie. Il panorama<span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162">[162]</a></span>
+si stende da Roma, che si scorge
+confusa fra le nebbie nella pianura, fino
+ad Arpino, patria di Cicerone, che biancheggia
+sui monti azzurri del regno di
+Napoli.</p>
+
+<p>L'aria v'è fina, quasi cruda. Essa agita
+di continuo le rose selvatiche e le piante
+di ginestra, che crescono fra le rocce. Tutto
+ricorda tempi antichissimi, primitivi di fiera
+e selvaggia natura, e l'animo ne rimane
+profondamente turbato.</p>
+
+<p>Sono salito più in alto, per arrivare alle
+famose mura ciclopiche che, come in tutte
+le città del Lazio, circondavano qui la rocca,
+cadendo a picco sul pendio del monte. I
+loro massi stanno tuttora connessi gli uni
+agli altri, come se l'opera fosse stata compiuta
+ieri soltanto: qua e là si aprono piccole
+porte di stile etrusco. In fondo ad un
+lungo muro esiste ancora la famosa, pittoresca
+porta ciclopica, ad arco ottuso,
+formata da enormi massi quadrangolari.
+L'aspetto gigantesco di queste mura, la
+tinta cupa che il tempo le ha dato, le piante
+selvatiche che le ricoprono, la grandiosità
+del monte a cui si appoggiano, producono
+un'impressione che la parola non sa descrivere.</p>
+
+<p>Oltrepassata questa porta, mi sono trovato
+sul versante opposto del monte, dove
+sparisce la vista del Lazio. Esiste colà<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[163]</a></span>
+pure una grandiosa cisterna circolare, scavata
+nella pietra, che ha 30 piedi almeno
+di diametro. Vi ho trovato delle donne
+intente a lavare i loro panni. Mi è capitato
+più volte di vedere nelle città volsce siffatte
+grandi ed antiche cisterne, che sono
+veramente una loro caratteristica.</p>
+
+<p>Gli abitanti di Segni hanno anche un
+altro luogo di passeggiata, nella valle, di
+fronte alla porta della città: essa conduce
+prima ad un convento, nascosto fra le piante,
+e poi sale per le montagne. Vi abbondano
+castagni giganteschi, quercie ed olmi; qui
+vi è solitudine e incantesimo romantico,
+quanto ne desidera il cuore.</p>
+
+<p>Era venuta la sera e gli abitanti di Segni
+erano accorsi colà in gran numero. Qui le
+classi superiori si vestono già secondo la
+moda francese, ma il popolo è rimasto fedele
+al suo costume montanino. Nel basso
+Lazio le donne portano dei fazzolettoni
+rossi; nella pianura i colori sono più vivaci
+e più vivaci sembrano essere gli spiriti,
+perchè la vita v'è più facile che sui monti
+severi e selvaggi, avvolti nelle nubi. Qui
+le donne portano degli scialli di lana di
+color turchino cupo, e la tinta di questi
+scialli, o mantiglie, come si chiamano in
+Sicilia, m'è sembrata armonizzare con tutto
+il paesaggio di Segni. Il turchino ed il nero<span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164">[164]</a></span>
+sono i soli colori che ho visto indosso a
+quella gente.</p>
+
+<p>Per quanto sia grandiosa e bella la posizione
+di Segni, non sarei capace di passarvi
+un'estate. Quelle nere pietre, quella
+natura melanconica e demoniaca avrebbero
+ben presto reso silenziose le Muse. Inoltre
+vi soffia quasi sempre un vento terribile;
+in estate tutti i giorni sulle montagne vicine
+si accumulano delle nubi che si rovesciano
+poi ad un tratto su Segni.</p>
+
+<p>Del resto sono riuscito a trovare un buon
+alloggio in questo luogo; l'unico albergo
+della città è pulito ed i prezzi vi sono moderati,
+come lo sono generalmente sempre
+nei paesi di montagna. Vi ho mangiato
+delle pesche squisite di un colore giallo
+bianchiccio pallido, e bevuto del vino eccellente,
+sebbene un po' aspro. Di questo
+vino fa menzione anche Marziale in questi
+versi:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 21em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«<i>Potabis liquidum Signina morantia ventrem:</i><br /></span>
+<span class="i0"><i>Ne nimium sistant, sit tibi parca sitis,</i><br /></span>
+<span class="i0"><i>Quos Cora, quos spumans inimico Signia musto</i>».<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Era mia intenzione trovarmi a cavallo
+il domani, al levar del sole, col mio compagno,
+il celebre acquerellista Müller, per
+salire sulla cresta dei monti, traversare
+l'antica foresta dei Volsci ed arrivare al
+vetusto paese di Norba; ma il cielo cominciò
+a coprirsi di nubi, e poi il tuono<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[165]</a></span>
+rimbombò sui monti e l'acqua infine scese
+a dirotto. Disperavamo già di poter fare
+la nostra gita, quando ad un tratto Giove
+Pluvio si mise a sorridere. Subito saltammo
+a cavallo e, preceduti dalla nostra guida,
+ci ponemmo in marcia. Il vento faceva
+turbinare le nubi bianche, spazzandole dal
+cielo, come barchette a vela: era uno spettacolo
+incantevole e grandioso.</p>
+
+<p>Subito dopo Segni principia una verde
+e folta foresta. Noi vi cavalcammo allegramente,
+perchè le foreste in Italia sono
+abbastanza rare: non c'è bisogno di dire
+quanto a me, cittadino tedesco, sia apparsa
+gradita, ricordandomi la patria lontana.
+Non ho ritrovato qui però gli abeti neri
+del Natale a me familiari, ma invece stupendi
+olmi, quercie ed alcuni pini. Il pino
+risuona come un arpa allorchè il vento
+scherza con le sue fronde; il suo suono ha
+qualche cosa di delizioso, come un canto
+di spiriti.</p>
+
+<p>La strada era ancora fangosa, ma essendo
+a cavallo abbiamo fatto a meno di
+guazzarvi dentro come quelle povere fanciulle
+e quei ragazzi che abbiamo visto
+trascinarsi a piedi scalzi pel bosco in
+cerca di funghi, fatti spuntare nella notte
+dalla pioggia. Un silenzio profondo regnava
+in quella solitudine, interrotto solo qua e
+là dai colpi di qualche spaccalegna. Non<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[166]</a></span>
+abbiamo incontrato che un merciaio, il
+quale, a fianco del suo muletto carico di
+mercanzia, si recava a Cori. Il merciaio
+ambulante doveva traversare faticosamente
+la cima di quei ripidi monti, per giungere
+alla città. Il commercio tra Segni e Cori
+non dev'esser dunque molto attivo.</p>
+
+<p>Dopo un paio d'ore di cammino, prima
+attraverso i boschi, poi, a misura che si saliva
+più in alto, sopra le nude rocce, arrivammo
+al punto culminante della nostra
+via e, dato ancora uno sguardo al Lazio
+che si stendeva sotto i nostri piedi, cominciammo
+lentamente a discendere il versante
+opposto, senza riuscire ancora a vedere nè
+il mare, nè la Marittima, sorgendoci sempre
+davanti un'altura, intorno a cui bisognava
+girare. Fra questa e i monti di Segni
+si stende un'ampia e bella distesa di praterie,
+solcata da torrenti, detta Colle Mezzo.
+E' stato un vero godimento camminare, ora
+a cavallo, ora a piedi, per distrarci, su quel
+molle e verde tappeto.</p>
+
+<p>Tornammo poscia a salire, attraverso una
+bella e fitta foresta, nella quale cavalcammo
+per più di due ore. Questo succedersi di
+montagne e di valli, queste gole profonde e
+cupe, cosparse di tronchi abbattuti coperti
+di muschio, simili ad eroi vinti, quelle praterie
+color verde carico, dove pascolavano
+delle mandre, quegli arbusti in fiore, quei<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[167]</a></span>
+sentieri incassati, entro i quali i raggi del sole
+scherzavano, tutto ciò ci ricordava ad ogni
+passo le montagne del nostro paese. Prima
+di aver visitato il mezzogiorno, mi ero sempre
+immaginato che solo in Germania e nel
+Nord in genere si trovassero vere foreste;
+quando però sono più tardi tornato in patria,
+ho perduto presto questa superba illusione.
+Ciò che manca alle nostre foreste
+settentrionali sono i cespugli, le piante rampicanti
+e la lussureggiante flora del mezzogiorno.</p>
+
+<p>Come è splendida questa foresta dei Volsci!
+Non avevo mai visto prima d'allora
+una solitudine più poetica! Sembra veramente
+la dimora delle silfidi e degli elfi, e
+si direbbe che il vecchio Saturno, con la sua
+bianca barba, vi si debba trovare nascosto
+in fondo a qualche tenebrosa caverna. Vi
+ho ammirato dei meravigliosi fenomeni di
+vegetazione, dei faggi le cui cime si perdevano
+nell'azzurro del cielo: essi avevano
+esattamente la tinta delle rocce coperte di
+musco, in mezzo alle quali si levavano.
+Si sarebbe detto che ne fossero una continuazione
+organica.</p>
+
+<p>Siamo scesi da cavallo in un luogo veramente
+delizioso e ci siamo distesi sull'erba.
+La nostra colazione è stata frugale;
+dei cespugli di spine, coperte di nere more,
+ci han fornito il <i>dessert</i>. A poca distanza<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[168]</a></span>
+da noi era uno stagno d'acqua verdastra,
+circondato da erbe e da giunchi che pareva
+immerso nei sogni. Una passeggiata serale,
+quando i raggi della luna vengono ad inargentare
+la cima degli alberi e gli elfi cominciano
+a danzare in circolo sull'erba fiorita,
+deve essere una cosa deliziosa.</p>
+
+<p>Finalmente giungemmo al termine della
+foresta, sul versante sud-ovest del monte,
+ed io provai l'impressione di un uomo
+condotto con gli occhi bendati dinanzi ad
+uno spettacolo meraviglioso, cui sia stata
+d'un tratto tolta la benda. Dinanzi a me
+apparve luminosa ai nostri piedi la pianura
+marittima, le paludi pontine, pervase di
+varie e strane tinte, più lontano il mare,
+dorato dal sole, le isole di Ponza, perdute in
+mezzo alle onde brillanti; il capo Circeo,
+la torre solitaria d'Astura, la Linea Pia e il
+castello di Sermoneta. Uscendo dalle ombre
+della foresta, l'aspetto di questo panorama
+è uno dei più belli che l'Italia presenti. Su
+di me ha prodotto un'impressione così forte
+che non ho trovato sul momento, e neppure
+ora so trovare, parole atte ad esprimerla.
+Mi si era vantata assai a Roma la
+bellezza di questo colpo d'occhio e mi si
+era detto che non avrei potuto trovare nulla
+di più bello della traversata dei monti Volsci
+e della vista di lassù delle paludi pontine
+e del mare; nulla di più vero. Io consiglio<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[169]</a></span>
+vivamente a tutti quelli che visitano
+i paesi romani, questa magnifica escursione.</p>
+
+<p>Dopo sei ore di cammino, giungemmo
+al piccolo villaggio di Norma. Esso sorge
+sopra un altipiano, a fianco di una scoscesa
+montagna, presso i ruderi ciclopici dell'antica
+Norba. Norma, Norba, Ninfa sono qui
+come degli esseri favolosi. I loro nomi risuonano
+da ogni lato ad ogni istante e
+svegliano nella mente un mondo fantastico
+di miti e leggende. Norma, Norba, Ninfa,
+Cori, Sermoneta, come questi nomi melodiosi
+parlano alla fantasia!</p>
+
+<p>Allorchè entrammo nell'albergo di Norma
+e l'albergatore ci condusse nella nostra
+stanza, mi affacciai alla finestra e tutta la
+superba bellezza della pianura marittima si
+offerse a' miei occhi. Subito sotto di me,
+ai piedi del monte, scorsi una cerchia di
+mura coperte di ellera in mezzo alle quali
+si levavano delle curiose collinette, che
+sembravano fatte di fiori. Qua e là sorgevano
+pure antiche torri rovinate, rivestite
+tutte di musco, ed in mezzo a questa bizzarra
+cerchia di mura sbucava fuori un
+argenteo ruscello che attraversava poi le
+paludi pontine e, quasi striscia di luce, si
+perdeva in un lago presso il mare. Attonito
+domandai all'albergatore che cosa fossero
+quella strana cerchia e quelle collinette in
+fiore. «Ninfa, Ninfa», mi rispose.<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[170]</a></span></p>
+
+<p>Ninfa! Era, dunque, la Pompei del medio-evo,
+la città dei sogni, immersa nelle paludi
+pontine!</p>
+
+<p>Decidemmo di andarvi la sera, allorchè
+la dolce Selene sarebbe sorta dietro i ruderi
+ciclopici dell'antica Norba.</p>
+
+<p>All'albergo facemmo un buon pranzo e
+dopo un breve riposo, traversammo il paese.
+Norba è il nome volsco primitivo di questo
+villaggio, trasformatosi poi, non so quando,
+in Norma. Ho trovato adoperato quest'ultimo
+per la prima volta nelle cronache del
+secolo <span class="smcap">viii</span>, all'epoca cioè della donazione
+dei due possessi, appartenenti allo Stato,
+di <i>Nymphas et Normias</i>, donazione fatta
+dall'imperatore greco Costantino V al papa
+Zaccaria. E' dunque molto probabile che da
+quest'epoca l'antico paese volsco di Norba
+sia stato abbandonato e nella sua vicinanza
+sia sorta l'attuale Normia o Norma<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p>
+
+<p>Le rovine dell'antica Norba sono a poca
+distanza da Norma e consistono in ruderi,
+tuttora notevoli, della rocca e delle mura,
+ciclopiche che la circondavano. Anche qui
+la rocca sorgeva sopra una rupe isolata,
+forte per natura, che scendeva a picco dalla
+parte delle paludi pontine. Era di forma
+quadrata, e la circondava una doppia fila<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[171]</a></span>
+di mura. Vi si può ancora entrare per una
+antica porta, di forma rotonda, simile ad
+una torre od al pilastro di un ponte, alta
+circa 36 piedi. Le mura misurano dai 40
+ai 50 piedi di altezza ed offrono un insieme
+più imponente di quelle di Segni. Esse circondano
+l'altura calcarea che è stata spianata
+sulla cima; vi si scorgono tuttora
+fondamenta di costruzioni ciclopiche, appartenenti
+forse una volta ad un tempio
+od a qualche altro monumento pubblico.</p>
+
+<p>Se si cerca rappresentarsi ciò che poteva
+essere una costruzione di questo genere,
+se un tempio cioè, od un'abitazione, in
+proporzione con le ciclopiche mura, bisogna
+concludere che doveva essere, in ogni
+modo, una cosa grandiosa, ma severa e
+cupa. Come architettura doveva avvicinarsi
+al <i>Tabularium</i> di Roma che appartiene
+ad un dipresso al periodo dell'architettura
+volsca ed etrusca. Sarebbe, infatti, errore
+credere che le così dette costruzioni ciclopiche
+rimontino ai tempi leggendarî. Come
+ho già notato ad Alatri, non è necessario
+far qui che un passo per ricollegarle a
+quell'epoca della storia romana che porta
+il nome di Servio Tullio.</p>
+
+<p>Una piccola cisterna antica ed alcune
+stanze e grotte sotterranee: ecco quanto
+rimane dell'antica Norba, oltre agli avanzi
+dell'acropoli e delle mura, di cui ho parlato.<span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172">[172]</a></span>
+Sono rimasto sorpreso di non trovarvi
+dei sepolcri o dei loculi scavati nella roccia,
+come se ne vedono da per tutto nelle città
+etrusche e siciliane; in Sicilia, soprattutto
+a Siracusa, a Leonzio, ad Agrigento e ad
+Enna, ve ne sono innumerevoli.</p>
+
+<p>La popolazione di Norma dà all'antica
+città il nome di Civita la Penna; io però
+non sono riuscito a spiegarmi donde questo
+nome abbia avuto origine. La denominazione
+sembra spagnola, perchè Pegna o
+Peña in spagnolo significa appunto rupe.
+Questo nome, del resto, si conviene benissimo
+a Norba, che, secondo la leggenda,
+sarebbe stata costruita da Ercole.</p>
+
+<p>In tempi posteriori la città parteggiò per
+Mario e fu quindi stretta d'assedio da Emilio
+Lepido, seguace di Silla. Emilio Lepido
+con un tradimento riuscì a penetrare nella
+ciclopica rocca, ma gli abitanti, esasperati,
+rifiutarono di arrendersi e preferirono, come
+quei di Numanzia, trovare la morte tra le
+fiamme delle loro case. Da allora in poi,
+a quanto sembra, la città è rimasta un cumulo
+di rovine; per lo meno Plinio la trovò
+tale.</p>
+
+<p>Dall'alto delle rovine della cittadella il
+panorama della marittima è stupendo. Si
+distingue nettamente la spiaggia del mare,
+da Porto d'Anzio sino al capo Circeo ed
+a Terracina, e più lontano ancora si scorgono<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[173]</a></span>
+Ostia, Pratica ed Ardea ed un'infinità
+di torri che solitarie si ergono lungo
+la riva come tanti obelischi. Queste torri
+sono state costruite a partire dal <span class="smcap">ix</span> secolo,
+quando cioè, i Saraceni cominciarono ad
+apparire sulle coste italiche. Ancora oggi
+tutta l'Italia e le sue isole sono circondate,
+come da una cintura, da queste torri pittoresche:
+ciascuna è custodita da alcuni
+artiglieri, che sorvegliano dei vecchi e curiosi
+cannoni, postivi già da qualche secolo.
+Lamoricière, il nuovo generalissimo
+del Papa, ne ha ora ritirati gli artiglieri
+e li ha chiamati a Roma, ed ha anche fatto
+togliere da quelle piattaforme le vecchie
+colubrine che da centinaia d'anni tenevano
+aperte le loro bocche sul mare. Ora, invece
+dei Saraceni, sono i seguaci di Garibaldi
+che tentano sbarcare su queste spiagge.</p>
+
+<p>Ho visto una di queste torri brillare a
+qualche distanza sul mare: era il celebre
+castello d'Astura. Più in là, ad un miglio
+distante da questa, ho scorto un'altra torre,
+Foceverde, così chiamata da un torrente
+che, uscendo dal bosco selvaggio e paludoso,
+si versa nel mare. Una terza torre
+sorge più lontano, presso un lago, circondato
+da folte piante, le cui acque, illuminate
+dai raggi del sole, splendono come
+oro liquido. Una grande, profonda pace regna
+sul lago insieme con un silenzio di<span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174">[174]</a></span>
+morte. Non vi sono che uccelli marini che
+svolazzano senza posa, qualche pescatore,
+pallido per la febbre, intento a ritirare
+nella sua barchetta le reti, e qualche povero
+diavolo che, mezzo nudo, va pescando
+le sanguisughe. È questa la torre ed il
+lago di Fogliano, un tempo chiamato <i>Clostra
+Romana</i>. Lucullo vi possedeva una villa e
+vi allevava le murene. Il Ninfeo, il torrente,
+che abbiamo visto correre attraverso alle
+rovina di Ninfa, va a gettarsi appunto nel
+lago di Fogliano, ed io potei seguirne tutto
+il corso, attraverso le paludi pontine.</p>
+
+<p>Più lontano ancora si scopre il lago
+dei Monaci, poi quello di Crapolace, infine
+il gran lago di Paola con la sua torre, e
+non lontano da questo il capo Circeo, che
+il mare sembra circondare da ogni lato.</p>
+
+<p>Chi non ha mai attraversato le paludi
+Pontine per recarsi per la via Appia a
+Terracina e crede che siano delle putride
+e nauseabonde maremme, s'inganna. Vi
+sono, è vero, terreni paludosi e stagni in
+quantità, ma nascosti da boschi, nei quali
+errano cinghiali, istrici, cervi, bufali e buoi
+quasi selvaggi. Nei mesi di maggio e di
+giugno la regione pare quasi un mare di
+fiori. Nell'estate, invece, sembra il Tartaro;
+la pallida febbre vi regna sovrana, facendo
+strage dei poveri pastori e degli operai
+che vi guadagnano miseramente il pane.<span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[175]</a></span></p>
+
+<p>Più ci si appressa al mare e più i boschi
+si allargano, e da Norba si vedono distintamente
+sino al capo Circeo. Si seguono
+dalla foce del Tevere, da Ostia, da Ardea,
+da Nettuno sino a Cisterna e Terracina.
+In mezzo a quei boschi vi sono dei tratti
+liberi, dove vengono raccolti gli armenti
+e dove abitano i coltivatori, come, per
+esempio, Conca, Campo Morto, Campo
+Leone, Tor del Felce ed altre località. Là,
+nell'interno, dove i boschi cessano, esistono
+delle vaste praterie, e più in là dei
+campi coltivati, e quindi la via Appia, restaurata
+da Pio VI. Lungo il suo percorso
+attraverso la pianura marittima abbiamo
+scorto Cisterna, il villaggio più importante
+della regione paludosa, anticamente chiamato
+<i>Tres Tabernae</i>, e For'Appio, anticamente
+<i>Forum Appium</i>.</p>
+
+<p>In nessun secolo si è riusciti a prosciugare
+le paludi pontine. Giulio Cesare ne
+concepì l'idea, ma morì prima di aver cominciato
+i lavori. Gli imperatori romani,
+prodighi nelle costruzioni di qualunque genere,
+non se ne curarono mai; ed è curioso
+notare che fu un re barbaro, erede
+e conquistatore di Roma, Teodorico il
+Grande, che fece ristabilire la via Appia
+e prosciugare una parte delle paludi pontine
+presso Terracina. Esistono tuttora in
+questa città due iscrizioni, ove è ricordata<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[176]</a></span>
+l'opera memoranda del re goto. Fra i papi,
+fu Sisto V, questo romano pratico e di
+carattere energico, che per primo riprese
+i lavori e due secoli dopo Pio VI continuò
+l'opera sua facendo ricostruire la via Appia,
+scavare a fianco di questa un grande
+canale, ed altri secondari, trasformando
+inoltre una parte delle paludi in terreni
+coltivabili: egli fu veramente un benefattore
+per una parte della regione marittima.</p>
+
+<p>Dalle rovine ciclopiche di Norba discendemmo
+a Ninfa, che è a' suoi piedi, proprio
+dove cominciano le paludi; vi si arriva
+per una comoda ma tortuosa discesa,
+oppure attraverso il ripido pendìo del monte.
+Noi preferimmo quest'ultima via, e dovemmo
+saltare di roccia in roccia facendo
+rotolare i ciottoli in basso.</p>
+
+<p>Così giungemmo a Ninfa, la leggendaria
+città rovinata, mezzo sepolta nella
+palude, con le sue mura, le sue torri, le
+sue chiese, i suoi chiostri e le sue case
+coperte di edera. Il suo aspetto è più incantevole
+di quello di Pompei, le cui case
+sembrano spettri o mummie sventrate, faticosamente
+strappate alla lava vulcanica.
+Sopra Ninfa invece si muove, al soffio del
+vento, un mare di fiori; ogni muro, ogni
+chiesa, ogni casa è rivestita d'edera, e su
+tutte quelle rovine oscillano i purpurei
+stendardi del dio trionfante della primavera.<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[177]</a></span></p>
+
+<p>Si prova un'inesprimibile emozione nel
+penetrare in questa città d'edera, nel percorrere
+le sue vie deserte, nascoste quasi
+sotto l'erba e i fiori e nell'errare fra quelle
+mura dove il vento scherza fra le foglie.
+Non un rumore turba l'alta sua pace, all'infuori
+del grido del corvo che ha posto
+dimora sulla torre del castello, del mormorio
+delle limpide acque del Ninfeo, del sussurro
+dei giunchi in riva allo stagno e del
+canto melodioso e dolce delle erbe, agitate
+dalla brezza.</p>
+
+<p>I fiori coprono le vie e vanno, come in
+processione, salgono sulle chiese in rovina,
+si arrampicano ridendo sulle finestre cadenti,
+barricano tutte le porte, invadono le
+case, dentro le quali dimorano gli Elfi, le
+Fate, le Naiadi, le Ninfe e tutto il mondo incantato
+della favola. Le gialle camomille,
+le malve, i narcisi odorosi, i cardi dalla
+barba grigia, che debbono esser qui vissuti
+un tempo come monaci, i candidi gigli, personificazione
+delle pie monacelle che vissero
+un giorno tra queste mura; le rose
+selvagge, l'alloro, il lentischio, le alte felci,
+le rampicanti clematiti, i rovi, il caprifoglio,
+i garofani rossi che sembrano Saraceni
+incantati, i fantastici capperi che spuntano
+dalle fessure dei muri, le fucsie, il
+mirto, la menta aromatica, le ginestre dorate,
+ed infine l'edera oscura che ha tutto<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[178]</a></span>
+invaso e che ricopre le rovine in verdi cascate;
+tutto questo mare di fiori e di profumi
+rapisce i sensi, conquide l'anima e fa
+deliziosamente sognare.</p>
+
+<p>Le mura della città sono ancora in piedi;
+esse circondano Ninfa con una larga cintura
+e son rivestite completamente d'edera;
+solo qua e là sbuca fuori dal verde qualche
+merlo corroso o qualche torre a metà diroccata.
+Le porte sono esse pure invase da
+piante selvatiche, da rovi e da edera; sembra
+quasi che i fiori di Ninfa abbiano voluto
+barricarle contro l'invasione d'un
+nemico esterno, come un tempo lo furono
+contro i Saraceni o i mercenari di Federigo
+Barbarossa e poi contro quelli del duca di
+Alba e dei Colonna. Ora la distrutta città
+ed i suoi fiori non sono minacciati più che
+dal fulmine e dalle bufere, che si scatenano
+dalle paludi pontine.</p>
+
+<p>Esistono ancora tutte le piazze, tutte le
+strade fiancheggiate dalle case cadenti ed
+invase dall'edera; talune, che conservano
+l'aspetto di palazzi di architettura semigotica,
+appartennero certo alle famiglie più ricche
+e più illustri del luogo. Le più curiose
+a vedersi però sono le chiese; sono ancora
+in piedi i ruderi di quattro o cinque di esse.
+Non ho mai veduto rovine più poetiche, e
+difficile sarebbe voler descrivere quei campanili
+in parte rovinati, con le loro finestre<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[179]</a></span>
+ad arco oppure tonde, o divise in mezzo da
+una colonnina, con le loro cornici medioevali
+ad ornato, tutti guarniti di edera e coperti
+di fiori variopinti; tutti quegli avanzi di
+vôlte, di navate, sepolti in un mare di lussureggiante
+vegetazione. Tutte quelle chiese
+sono antiche ed appartengono ai secoli <span class="smcap">xi</span>
+e <span class="smcap">xii</span>, se pure non sono di costruzione anteriore
+perchè il loro stile è quello della semplice
+forma di basilica. Nelle loro deserte
+navate ora pregano i fiori ed invece del
+profumo dell'incenso l'atmosfera è impregnata
+dall'olezzo delle rose. Sulle pareti,
+nelle tribune rovinate, qua e là si scorgono
+ancora, fra l'edera, alcuni avanzi di affreschi:
+vi sono martiri con la palma in mano
+e con gli strumenti del martirio a lato. Le
+loro pallide figure, circondate da svanite
+aureole d'oro, coperte dalla dalmatica e
+con la ricca stola, fra il verde ed i fiori
+dalle mille tinte, sembrano irritate nel vedere
+i figli di Flora, la dea pagana, celebrare
+un culto sacrilego nelle chiese abbandonate.
+Non risuonano più quelle vôlte delle
+litanie monacali; più non vi s'ode che l'estivo
+ronzio degli scarabei, e le anacreontiche
+canzoni amorose del grillo. Gli scarabei
+ed i fiori sono i soli signori di quei
+templi e più non li abbandonano.</p>
+
+<p>Nel Mezzodì della Francia fu sporta un
+giorno lagnanza a S. Bernardo che una<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[180]</a></span>
+chiesa costrutta di recente ed appena consacrata,
+fosse stata invasa dalle mosche.
+S. Bernardo esclamò: «Io le scomunico», e
+quando i messaggeri tornarono nella chiesa
+trovarono tutte le mosche morte. Sarebbe
+però ben difficile ad un santo liberare le
+chiese di Ninfa dai fiori, e per quanto quei
+poveri martiri si mostrino imbronciati, tra
+non molto l'edera li seppellirà interamente.
+Di molti di essi non si scorge più che un
+lembo di veste, sul quale sta scritto in caratteri
+latini il nome del santo: fra gli arbusti
+si possono ancora leggere i nomi di S. Sisto,
+di S. Cesareo o S. Lorenzo. Quando entrai
+nell'ultima chiesa, rimasi estatico. Invece
+dell'antico pavimento in mosaico bizantino,
+trovai un tappeto di fiori e di
+erba, e sull'altare, dove un tempo stavano
+le reliquie dei santi, vidi una rigogliosa
+vite dell'India, co' suoi grappoli rossi ed
+azzurri. Gli altari di Cristo non potrebbero
+essere meglio infiorati!</p>
+
+<p>Non manca dunque nulla a Ninfa per essere
+il <i>pendant</i> di Pompei. Laggiù, ai piedi
+del Vesuvio, la classica antichità parla
+nelle immagini ridenti della città morta:
+qui è l'epoca cristiana che ha lasciato un
+po' della sua anima sopra i muri rovinati
+e coperti d'edera. A Pompei tutto spira
+amore e vita; vi si vedono amorini che
+pescano in uno stagno, satiri che danzano,<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[181]</a></span>
+grilli che tirano un carrettino, baccanti,
+avvolte nel loro bianco velo, che suonano
+il tamburello, o recano nelle loro mani
+misteriose cassette, o sollevano coppe cariche
+di succosi fichi; qui invece, nella
+Pompei del medio evo, l'occhio non vede
+che rappresentazioni di morte e di dolore.
+In luogo delle stupende imagini antiche
+qui si contemplano le melanconiche
+imagini delle catacombe, santi condotti
+al martirio, fiamme, croci, esseri inginocchiati,
+con le mani giunte, dinanzi al carnefice
+che tiene già la spada levata.</p>
+
+<p>Sarebbe ormai tempo di seppellire nei
+fiori tutti quei martiri, tutti quei santi, tutti
+quei crocifissi corrosi dal tempo. Qui la natura
+ne ha sparsi a larghe mani sulle tombe
+di quei poveri peccatori e di quei poveri
+monaci che si tormentavano, si martoriavano
+nei tempi della più cupa superstizione.
+Non è forse tempo che pure il cattolicismo
+circondi di fiori le tombe de' suoi
+morti?</p>
+
+<p>All'ingresso della città sorge ancora il
+castello, altra volta residenza dei baroni,
+nelle cui prigioni languirono le vittime del
+feudalismo. L'alta torre quadrata, di mattoni,
+è simile alla torre delle Milizie a
+Roma, e probabilmente della stessa epoca.
+Essa sorge in prossimità di uno stagno
+che, come lo Stige, sta vicino alla città<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[182]</a></span>
+dei morti ed è circondato da una cintura di
+canne. Il luogo suscita ricordi mitologici:
+lo si direbbe il soggiorno delle ombre, visitato
+da Enea o da Ulisse. La cupa torre
+ed altre rovine gettano la loro ombra tremante
+sulle acque silenziose dello stagno
+e il giunco vi sussurra malinconicamente
+agitato dal vento. Talvolta si leva un grido
+d'anitra selvatica: sembra quasi il gemito
+di un'anima che soffra nelle profondità della
+terra ed aspiri tornare alla luce.</p>
+
+<p>Seduto in mezzo alle rovine, girai lo
+sguardo su quel verde reame di ombre,
+poi levai gli occhi verso la linea azzurra,
+tracciata nel cielo dalle montagne,
+su cui si distaccano gli scogli ciclopici di
+Norba ed il suo castello, e infine li abbassai
+di nuovo sulle paludi pontine e sul capo
+Circeo che superbo emergeva dal mare illuminato
+dal sole cadente.</p>
+
+<p>Che Circe la maga abbia abbandonato
+la sua dimora, fabbricata laggiù sul promontorio?
+Abiterebbe forse ella ora a Ninfa?
+E' forse divenuta la regina dell'edera! Nel
+vedere il verde che mi circondava per un
+momento ho creduto che Ninfa fosse il magazzino
+d'edera dell'Italia e che ivi venissero
+le anime dei grandi ad inghirlandare
+tutte le rovine gloriosamente. Bisogna sedersi
+su quei muri, allorchè la sera ravvolge,
+nella porpora da prima, poi nell'oro, tutte<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[183]</a></span>
+quelle mura, tutte quelle rovine tappezzate
+di foglie, ed allorchè la montagna, il mare,
+il capo Circeo si tingono con sfumature
+indicibili.</p>
+
+<p>E che dire poi di questo paese di fate
+quando si leva la luna e l'illumina con i
+suoi bianchi raggi? Il ruscello Ninfeo
+che esce dallo stagno, sembra abbia ivi origine
+e porti in quel mondo di tombe lo
+spettacolo della giovinezza e della vita: lo
+si direbbe un essere umano che abbia paura
+del funebre luogo e fugga precipitoso e
+spumeggiante verso il mare, attraverso le
+paludi pontine. Esso dà moto ad un molino
+stabilito in un edificio mediovale, in stile
+gotico-romano, con finestre a colonnine.
+Un'iscrizione sulla porta indica che il molino
+e la strada furono opera di Francesco
+Gaetani, duca di Sermoneta e signore di
+Ninfa, nel 1765.</p>
+
+<p>In antico un tempio delle Ninfe era costruito,
+a quanto si dice, presso il lago e
+da quello il paese avrebbe preso il nome.
+Si racconta che sulle fondamenta di questo
+tempio fu poi innalzata la chiesa di
+S. Michele. Nel 1216 Ugolino Conti edificò
+nello stesso sito la chiesa di S. Maria del
+Mirteto.</p>
+
+<p>La storia di Ninfa è peraltro abbastanza
+oscura. Nel sec. <span class="smcap">xii</span> apparteneva ai Frangipani.
+Il famoso Alessandro III vi fu consacrato<span class="pagenum"><a name="Page_184" id="Page_184">[184]</a></span>
+papa il 20 Settembre 1159. La famiglia
+Gaetani ne divenne in seguito signora
+alla fine del sec. <span class="smcap">xiii</span> ed i discendenti di questa
+illustre casa ne sono rimasti padroni
+fino ad oggi. L'archivio di famiglia a Roma
+conserva numerosi documenti che attestano
+che Pietro Gaetani, nipote di Bonifacio VIII,
+conte palatino lateranense e conte di Caserta,
+comprò a poco a poco le case e le
+terre di Ninfa dai loro proprietari.</p>
+
+<p>Io non ho rinvenuto alcun documento del
+<span class="smcap">xv</span> secolo in questo archivio; ma ho trovato
+invece un atto stipulato il 22 febbraio
+1349 nel castello che oggi giace rovinato.
+L'atto porta queste parole: «<i>Actum
+Nimphe in scalis palatii Rocce Nimphe
+presente Nicolao Cillone Vicario Sculcule...</i>».</p>
+
+<p class="center"><span class="big">* * *</span></p>
+
+<p>L'indomani mattina noleggiammo a Norma
+dei muletti per recarci al celebre villaggio
+di Cori o Cora, distante tre buone
+ore. Vi si arriva per una via carrozzabile
+che rasenta Ninfa, ma noi preferimmo prendere
+una scorciatoia montuosa che serpeggia
+lungo la catena dei Volsci. La vista
+che vi si gode è meravigliosa ed ampia,
+stendendosi per la pianura dalle pontine
+e dal mare fino a Roma.</p>
+
+<p>Il fresco del mattino ed il cielo purissimo,<span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[185]</a></span>
+come lo è quasi sempre in settembre,
+resero deliziosa la nostra gita, sebbene i
+monti che salivamo fossero monotoni e
+deserti. Solo qua e là ci imbattemmo in
+alcuni pastori, intenti a mungere le loro
+pecore od a preparare innanzi al fuoco il
+loro formaggio fresco, od anche a costruire
+le loro capanne coniche da nomadi, con
+rami di ginestra.</p>
+
+<p>Nel contemplare dall'alto la vasta regione
+delle paludi pontine e soprattutto la spiaggia
+latina, là dove sorge l'antica Ardea ed i paesi
+dei Rutuli, ritornano naturalmente alla memoria
+le figure di Virgilio. Ivi sorse la Troia
+romana, ivi fu il campo delle epiche lotte
+dell'<i>Eneide</i>: ricordandolo, sembra quasi di
+veder rapidamente passare sulle praterie od
+attraverso le foreste l'eroina dei Volsci, la
+bella amazzone Camilla:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 21em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Hos super advenit Volsca de gente Camilla,<br /></span>
+<span class="i0">Agmen agens equitum, et florentes aere catervas,<br /></span>
+<span class="i0">Bellatrix...»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>La descrizione della morte di Camilla
+e la tragica fine di Evandro, figlio di Pallade,
+sono ciò che di più bello Virgilio
+abbia scritto. E' qui che bisogna leggere:
+i melodiosi versi dell'<i>Eneide</i> sulla campagna
+romana, per gustarne completamente
+la magica bellezza. La poesia di Virgilio
+è improntata di quella stessa pura e maestosa
+beltà che caratterizza la campagna<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[186]</a></span>
+romana. L'immortale poema è quello che
+più e meglio riproduce a noi il carattere
+di Roma antica e fin che durerà il mondo
+varrà a circondare d'una aureola di poetica
+ispirazione questi monti, questi boschi e
+questi campi. Qui vivono Turno, Lavinia,
+Ascanio ed il fido Acate... e in quale quadro!
+Esso non ne ha uno eguale, uno così
+epico, se non sulle rive dello Scamandro,
+se forse non è ancora più sublime. Cosa
+v'è di più grandioso della campagna intorno
+a Roma e del mare che ne lambisce
+le rive?</p>
+
+<p>Nel percorrere i luoghi che furon la prima
+culla della grandezza romana, si richiamano
+alla memoria i versi virgiliani su Troia
+e sull'Ellade. Si vive quasi in un'atmosfera
+ellenica, e ciò tanto più quanto più ci si
+avvicina a Cori.</p>
+
+<p>Questa città è antichissima, risalendo
+ai tempi mitologici, ai tempi pelasgici. Roma
+è detta la città eterna, ma non per la sua
+antichità, perchè molte città della campagna
+romana sono di gran lunga più antiche,
+soprattutto Cori che, secondo i calcoli di
+tutti i topografi antichi e moderni è una
+delle città più antiche del mondo, essendo
+stata fondata 1470 anni avanti Cristo, 700
+anni cioè prima della fondazione di Roma.</p>
+
+<p>Secondo la leggenda, Cori fu edificata
+dal troiano Dardano, figlio di Corito, re<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[187]</a></span>
+d'Italia e d'Elettra, figlia di Atlante, il
+quale poi fuggì, fratricida, per paura di Siculo
+e di suo padre, nell'Asia, dove fondò
+Dardania che solo dal suo nipote Tros fu
+chiamata Troia. Nel VII libro dell'<i>Eneide</i>
+[verso 670 e seguenti], è nominata Cora:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 20em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Tum gemini fratres Tiburtia moenia linquunt,<br /></span>
+<span class="i0">Fratris Tiburti dictam cognomine gentem,<br /></span>
+<span class="i0">Catillusque acerque Coras, Argiva juventus».<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>I tre fratelli Catillo, Cora e Tibur o Tiburto
+erano figli di Anfirao di Argo; venuti
+dalla Grecia in Italia, costruirono Tiburi
+o Tivoli. Cora fu anche, a quanto si dice, il
+fondatore di Cori: questa è la seconda leggenda
+sull'origine della città.</p>
+
+<p>Siamo ora dinanzi alla città, le sue case
+sono disposte a piramide sulla montagna;
+sulla cima appaiono i bei resti del tempio
+d'Ercole e, ai piedi, stanno dei giardini
+pieni di frutta e di olivi. Cori conta circa
+5000 anime. Fin dal medio evo è stata
+feudo «del Senato e del popolo romano»
+ed è uno dei più bei possessi della città
+di Roma.</p>
+
+<p>Non stancherò il lettore con la descrizione
+delle rovine di Cori, avendogliene già
+descritte abbastanza. Meritano però uno
+sguardo le mura ciclopiche o pelasgiche.
+Esse sono visibili in molti punti della
+città; si possono paragonare con le mura
+dell'antica Micene o Tirinto. Sostengono<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[188]</a></span>
+l'Acropoli sulla sommità del paese. Quando
+uno si è arrampicato sin lassù, rimane
+grandemente sorpreso di trovarsi dinanzi
+alle rovine del peristilio di un tempio
+di puro stile greco. E' un piccolo edificio
+dorico grazioso, benissimo conservato. Il
+travertino delle colonne ha preso un colore
+turchino grigiastro che gli dà un aspetto
+assai antico. Si chiama tempio d'Ercole, ma
+questo nome probabilmente non è giustificato.</p>
+
+<p>Castore, Polluce, la Fortuna e Diana, la dea
+delle campagne pontine, il Sole, Giano, Eolo,
+Apollo, Esculapio, avevano i loro tempî a
+Cori. Si mostrano ancora, sotto l'Acropoli,
+quattro belle colonne corinzie, murate in
+una casa, che si pretende siano appartenute
+al tempio dei Dioscuri. Sussistono tuttora
+alcuni avanzi di antichi bagni, di cisterne,
+ed un ponte gigantesco, di costruzione romana,
+sopra un rapido ruscello che corre
+presso la città. Altre antichità sparse possono
+inoltre interessare qui il visitatore.</p>
+
+<p>Poche sono invece le memorie del medio
+evo. Il tempio di S. Pietro, eretto sopra le
+rovine di quello d'Ercole, non offre nulla
+di pregevole: è invece degna di attenzione
+per la sua architettura la chiesa di S. Oliva.
+Ma chi può pensare alle antichità dinanzi
+allo spettacolo della lontana pianura marittima
+che si gode da per tutto in Cori?<span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[189]</a></span></p>
+
+<p>Passare un'estate a Cori sarebbe delizioso,
+perchè l'aria v'è fresca e balsamica,
+buono il vino e le frutta così abbondanti
+che per un <i>baiocco</i> si possono avere ventisei
+ottimi fichi. Cori però non è affatto
+visitata dai romani, che preferiscono Frascati
+ed Albano: pochissimi sono quelli che
+conoscono le bellezze della loro regione.
+Eppure dove sognare una vita più attraente
+di quella che si trascorre percorrendo le
+montagne della Sabina, i monti Ernici e
+Volsci? Dove è dato ritemprare il proprio
+spirito come in seno a questa sana e primitiva
+natura?</p>
+
+<p>Lasciai Cori per recarmi a cavallo a Velletri
+e, come feci a Ninfa, mi promisi di
+tornarvi per vivere qualche tempo in mezzo
+a questa classica pace.</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[190]</a></span></p>
+
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192">[192]</a></span></p>
+<h2 class="lighter">IDILLI DELLE SPIAGGE ROMANE.<br />
+<span class="small">(1854).</span></h2>
+
+<hr />
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill201.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[193]</a></span></p>
+<h2 class="lighter"><a name="Idilli_delle_spiagge_romane" id="Idilli_delle_spiagge_romane"></a>Idilli delle spiagge romane.<br />
+<span class="small">(1854).</span></h2>
+
+<p>Le spiagge del mare latino sono distanti
+da Roma solo cinque ore di strada; tre
+volte alla settimana una diligenza vi porta
+chi voglia passare alcuni giorni a Porto
+d'Anzio o a Nettuno, o vi si reca per fare la
+stagione dei bagni, o per imbarcarsi per
+Napoli. Come un tempo, queste spiagge
+sono ancora luogo di ritrovo e di svago
+per i cittadini dell'Urbe, giacchè è fra le
+abitudini della vita romana, recarsi almeno
+una volta all'anno a Porto d'Anzio, come
+pure a Frascati, a Tivoli, ad Albano, per
+dimenticarvi la noia della città. Un lungo
+soggiorno, anche nel luogo più bello, finisce
+con lo stancare.</p>
+
+<p>Ho provato questa sensazione io pure,
+sulla fine della primavera del 1854, quando
+lo scirocco, flagello di Roma, soffiava da più
+di otto settimane sulla città. Allorchè il 24
+giugno, di buon mattino, verso le cinque,<span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194">[194]</a></span>
+sono partito, mi è sembrato di respirare
+più liberamente. Splendeva un sole stupendo;
+la strada era già affollata di persone
+che, con fiori in mano, si dirigeva
+verso la basilica laterana, la cui piazza, ricorrendo
+la festa di S. Giovanni, una delle
+più solenni di Roma, sembrava un mercato
+di fiori.</p>
+
+<p>Dalla campagna spirava un vento dolcissimo;
+i prati scintillavano ancora della
+rugiada notturna ed i campi eran ricoperti
+di grano da poco falciato.</p>
+
+<p>La strada rasenta i monti Albani. A Fontana
+di Papa, dove è un'osteria solitaria in
+mezzo alle vigne, che prende il nome da
+una fonte fatta costruire in quel luogo da
+Innocenzo XII, ci siamo fermati. Qui è solito
+fermarsi anche il papa, quando nel
+maggio si reca alla sua villa di Porto d'Anzio
+per godervi la frescura marina.</p>
+
+<p>Regna ivi una grande animazione: tutti
+si siedono a tavola e mangiano <i>maccheroni</i>
+ed ottime frittate; vi si beve però del pessimo
+vino. Ad ogni momento sopraggiunge
+una carrozza od una persona a cavallo od
+una squadra di sbirri che tornano da perlustrare
+la vicina foresta, ho sentito uno
+di questi vantarsi di aver freddato il giorno
+innanzi con una schioppettata un brigante.
+Abbiamo visto anche arrivare da Porto
+d'Anzio un convoglio di galeotti, seduti<span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[195]</a></span>
+sopra un carro, incatenati a due a due;
+fra di essi vi erano dei bei giovani, vestiti
+pulitamente, con cappelli di paglia, camice
+linde, cravatta di seta svolazzante; giunti
+a Roma, questi dovevano essere lasciati in
+libertà. Si porta loro del vino, dei sigari, ed
+i birri, stando vicino, col fucile in ispalla,
+accettano essi pure quanto viene loro offerto.
+Tali sono le scene che si possono
+godere a Fontana di Papa.</p>
+
+<p>Poi la strada corre per due ore entro le
+macchie che costeggiano le paludi pontine
+sino a Terracina, coprendo la spiaggia del
+mare, e che sono abitate da cignali, da porcospini,
+da bufali, da tori, dalla febbre e
+dai briganti, che sbucan fuori di là per svaligiare
+sulla via Appia, o presso Cisterna,
+o presso For'appio, o sotto le rocche di
+Terracina, i viaggiatori.</p>
+
+<p>Finalmente ci è apparso il mare, raggiante
+di luce, turchino, tranquillo, ed abbiamo
+salutato le onde azzurre di Anzio,
+l'antica città dei Volsci, dove Coriolano
+trovò la morte, e dove è stato ritrovato il
+capolavoro dell'antica scultura, l'Apollo del
+Belvedere, che ornava il suo tempio.</p>
+
+<p>Sono ormai nove anni che ogni estate
+mi delizio del mare. Ivi ho trascorso le mie
+ore migliori ed ho fatto le mie più belle
+escursioni. Mille imagini e mille ricordi
+sono sorti in me nello scorgere questo<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[196]</a></span>
+mare latino. Ma mentre riapparivano chiare
+e limpide nella mia mente le coste elisie
+della Corsica e della Campania, i golfi superbi
+di Palermo, di Cefalù, di Siracusa e
+dell'Etna, la spiaggia latina non ha punto
+corrisposto alla mia aspettazione. In tutti
+gli altri mari si vedono magnifici scogli,
+capi, promontori, castelli e città torreggianti
+qua e là sulle rive, ricchi oliveti scendenti
+sino al mare, aranceti fioriti e odorosi,
+melagrani con i loro frutti infuocati. Chi
+può dimenticare, alla vista del mare, il
+magico lido di Sorrento, i giardini di Palermo,
+i vigneti che si stendono lungo la
+spiaggia stupenda di Acireale, sul mar
+Jonio? Ritornando col pensiero a tutte queste
+bellezze, la spiaggia del mare latino e
+la piccola città di Anzio mi hanno prodotto
+una penosa impressione. Per quanto abbia
+spinto l'occhio dalla parte di Ostia, non mi
+è riuscito vedere che macchie deserte, una
+spiaggia depressa di argilla e di sabbia,
+alcuni spazi chiusi da palizzate, dove pascolavano
+alcune mandre. La città è un
+complesso di ville in stile romano, di casupole
+in pietra, di capanne ricoperte di
+paglia, che si stendono tutte intorno al piccolo
+golfo, sulla cui spiaggia sono alcune
+barche tirate a secco e nel porto poche paranze.</p>
+
+<p>Alla <i>locanda</i>, seduto dinanzi al cavalletto,<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[197]</a></span>
+ho trovato un compatriota tedesco,
+distinto paesista; pitture di marine, da poco
+terminate stavano sulle pareti e provavano
+che l'autore non aveva perduto il suo tempo.
+Non gli ho celato la mia delusione, ma egli
+mi ha portato alla finestra e mi ha fatto
+osservare il mare che scintillava di luce e all'orizzonte
+i monti che si profilavano in una
+tinta azzurrina. Non era trascorsa una giornata
+che io non pensava più a tutte le
+amene riviere che conoscevo ed ero completamente
+conquistato dal nuovo fascino
+di questa solitaria spiaggia di Anzio. Essa
+mi ha ricordato quelle del mio mar Baltico,
+meno belle e pittoresche e più d'una
+volta alla vista di queste gialle coste senza
+rocce, ho esclamato: Ma questo è proprio
+Neukuhren, Wangen, Sassau! La spiaggia
+del mar Baltico e quella del mare latino si
+somigliano fra loro, come un'ingenua canzone
+popolare ricorda i classici idilli di
+Teocrito.</p>
+
+<p>Nè Poussin, nè Claudio, nè Salvator Rosa
+sarebbero certo qui venuti a trarre per le
+loro marine l'ispirazione. Nulla vi ha qui
+di epico, di eroico, di grandioso, di ardito,
+di bizzarro, di fantastico. Tutto v'è ampio,
+largo, indeciso, ma tranquillo, pieno di dolcezza,
+idillico insomma. Quest'ampia, lunga
+spiaggia ha un significato veramente lirico,
+ed ora mi so spiegare l'attrattiva che<span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[198]</a></span>
+essa aveva su i Romani, preoccupati sempre
+delle sorti del mondo intero. I contemporanei
+di Augusto, di Caligola, di Nerone
+(questi era appunto di Anzio) amavano
+sottrarsi a tutte le preoccupazioni della
+capitale e godere, per un mese, nell'estate,
+in Anzio, il dolce far niente, come anche
+oggi è solito fare il papa.</p>
+
+<p>Quale pace scende negli animi nella solitudine
+di questo mare! Quella linea fine
+e dolcissima della spiaggia che si prolunga
+per miglia e miglia e si perde poi
+nei vapori, quella sabbia morbida e scintillante,
+quelle onde che si frangono di continuo
+in quel mare che muta ad ogni istante
+aspetto e tinta, quel superbo capo di Circe,
+che emerge nel mare come un'isola e
+splende come un magico e grandioso zaffiro,
+quella lontana e piccola isola di Ponza,
+di cui le vette sorgono dalle onde quasi
+corolle di fiori, quelle cento piccole vele che
+vanno, vengono, compaiono, spariscono;
+quel canto melanconico dei pescatori, quel
+suono di flauti e di arpe, tutto ciò fa sì
+che se al di fuori rintronasse il mondo intero
+del rombo del cannone, dello scoppio
+delle granate, qui non giungerebbe l'eco
+più lieve.</p>
+
+<p>Pochi giorni prima a Roma non vedevo
+l'ora in cui giungessero al caffè i giornali,
+e mi precipitavo quasi sul <i>Monitore di Toscana</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[199]</a></span>
+sulla <i>Gazzetta di Genova</i>, sulla
+<i>Gazzetta universale di Augsburg</i>, appena
+arrivavano; qui, invece, non si ha nessun
+giornale, neppure il <i>Giornale di Roma</i>,
+periodico più innocente ancora di un'egloga
+di Virgilio, e se si chiede a qualcuno:
+«Che cosa fa Omer Pascià?... Dove
+si trova l'ammiraglio Napier?... Continua
+Silistria a resistere?...», si ha una scrollata
+di spalle e nulla più.</p>
+
+<p>Quando mi affaccio alla finestra della
+mia stanza, sotto la quale i pescatori napoletani,
+seduti sulla sabbia, racconciano
+le loro reti, scorgo tutto il magnifico golfo,
+ed il mio occhio può seguire tutta la spiaggia
+sino al capo Circeo: su questa spiaggia,
+presso Anzio, sorge la bella villa del principe
+Borghese, in un parco assai trascurato,
+ma ricco di elci e di olivi, e più in
+là il castello e la città di Nettuno, bruna
+e pittoresca, costruita sul mare e famosa
+in tutto il mondo per la bellezza delle
+donne e per la loro stupenda foggia di
+vestire. La linea della spiaggia continua
+poi, sempre fina e dolcissima, ed in lontananza,
+in fondo, appare confusamente un
+bianco castello. Questo castello stende sulla
+spiaggia e sul mare quasi un velo di tristezza,
+e così, come il capo Circeo, desta
+un sentimento di omerica poesia. Ogni tedesco
+è portato a contemplarlo mestamente<span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200">[200]</a></span>
+e l'animo suo non può che riempirsi di
+malinconia e di tristezza, giacchè quel castello
+segna un periodo grande e doloroso
+nella storia della nostra patria: esso è la
+rocca di Astura, dove, dopo la sconfitta di
+Tagliacozzo, cercò rifugio l'ultimo degli
+Hohenstaufen, Corradino, e dove il traditore
+Frangipane lo tenne prigione e lo consegnò
+poi a Carlo d'Angiò, avido di sangue.
+Da quella rocca precipitò in mare il
+sole degli Hohenstaufen.</p>
+
+<p>Questo castello, dalla mia finestra, mi è
+sempre davanti agli occhi e mi richiama
+al desiderio della patria lontana ed aumenta
+quella mestizia che è propria di
+tutta questa spiaggia. Non ho potuto aver
+pace sino a che non mi ci sono recato e
+non ho visitato le sue antiche mura; ora
+posso di nuovo guardarlo tranquillamente.
+Anche là vogliamo andare, perchè da per
+tutto giriamo, avendoci gli dèi concesso
+queste ore libere.</p>
+
+<p>Quando i signori romani si recavano a
+villeggiare ad Anzio, la città era vasta ed
+il porto in fiore. Nerone lo aveva costruito
+splendidamente, ed anche oggi si scorgono
+in fondo al mare i resti di un molo grandioso,
+visibili quasi quanto quelli del ponte
+di Caligola, nella baia di Pozzuoli. Se non
+che sin dal medio evo il porto cominciò
+ad andare in rovina ed a riempirsi di sabbia,<span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[201]</a></span>
+e la città, saccheggiata prima dai Saraceni
+e poi distrutta da un terremoto,
+oggi non è più che un villaggio. Nel 1700
+Innocenzo XII restaurò il porto, riparò la
+strada, costruì alcune case ed una fontana.
+Dopo di allora i papi vi si recarono di
+tanto in tanto, prima che dalle paludi pontine
+sorgessero i miasmi che dànno la febbre,
+per godervi un po' di tranquillità e di
+riposo. Pio IX fece acquisto recentemente
+della splendida villa edificata nel 1710 dal
+famoso cardinale Alessandro Albani, dove
+dimorò per qualche tempo Winckelmann,
+insieme col cardinale e con la principessa
+Albani. Con gli scavi fatti qui eseguire,
+il cardinale non solo fece un affare eccellente,
+ma riuscì anche ad ornare la sua
+villa in Roma di molte e belle statue.</p>
+
+<p>La villa in Anzio è un palazzo signorile
+nel gusto dell'epoca; sorge in mezzo ad
+un vasto giardino, ora mal tenuto, povero
+di fiori e di piante, ma ricco di aranci.
+Qui il papa può condurre una vita più
+solitaria e più libera che a Castel Gandolfo;
+deve però adattarsi alla vista delle
+miserabili casupole di paglia abitate da famiglie
+di pescatori, e ad una vista anche
+peggiore, quella del bagno penale che
+sorge presso il molo ed è un ampio casamento
+chiuso fra il castello e la chiesa. I
+galeotti lavorano tutto il giorno a cavare<span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[202]</a></span>
+il fango dal porto; hanno la catena nascosta
+sotto gli abiti e per lo più non presentano
+alcun segno speciale che li faccia
+riconoscere; fra di essi vi sono molti giovani
+briganti. Questi galeotti rendono impossibile
+lo sviluppo di qualunque industria
+nel porto d'Anzio, perchè, esercitando
+essi tutti i mestieri, tolgono ogni lavoro
+agli operai liberi. Risparmiando denaro,
+essi possono vivere bene, e corrompendo
+i loro guardiani riescono a godere molte
+agevolezze. Quando ottengono la loro libertà,
+si stabiliscono generalmente nel
+luogo e sposano la loro innamorata.</p>
+
+<p>Un bagno penale ed una villeggiatura
+estiva del Santo Padre non sembrano cose
+fatte per andare insieme, ma ciò è prettamente
+romano, perchè una qualche contraddizione
+e stonatura devono manifestarsi
+nella vita romana, in questa paradisiaca
+natura. Il Papa, però, vuol riedificare Anzio;
+ha ordinata la costruzione di molte
+case e ha detto che non vuole più oltre
+tollerare la brutta vista di quelle capanne
+di paglia. Il porto va ogni anno sempre
+più prendendo incremento, soprattutto perchè
+si trova più vicino a Napoli che Ostia
+e Civitavecchia. Una società romana ha
+fatto acquisto di un piroscafo che parte da
+qui due volte la settimana per Napoli, dove
+porta i viaggiatori giunti da Roma con la<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[203]</a></span>
+posta. In tredici ore e con la tenue spesa
+di cinque scudi si va a Napoli. Questo piccolo
+commercio ha richiamato un po' di
+vita ed un po' d'industria ad Anzio e son
+queste le sole fonti di guadagno e le sole
+occupazioni de' suoi abitanti, le campagne
+essendo quasi incolte. Non vi sono qui nè
+vigne, nè oliveti; solo vi si allevano delle
+mandre, che pascolano liberamente sulla
+riviera; tutti gli oggetti di consumazione
+vengono dagli altri paesi: Nettuno fornisce
+il vino ed anche ogni giorno il pane fresco;
+Genzano l'olio e le frutta e Cori, nei monti
+Volsci, le ciliegie ed i fichi.</p>
+
+<p>Gli alberghi sono piccoli e meschini:
+una camera vi si paga venticinque <i>baiocchi</i>
+al giorno, e vi si pranza, come a Roma,
+alla carta; con sette <i>paoli</i> al giorno, corrispondenti
+ad un tallero prussiano, si ha
+pensione intera, con quattro piatti a pranzo
+e tre a cena. I pensionanti sono per lo più
+pittori tedeschi, che vanno promovendo il
+progresso nelle piccole locande dei villaggi
+della costa e dei monti, e che possono
+quindi esser considerati come tanti missionari
+della civiltà nella campagna romana.</p>
+
+<p>Vi è però qui in Anzio una cosa eccellente:
+il pesce. Il golfo fornisce ogni giorno
+ogni sorta di pesci, e financo delle splendide
+aragoste. Non sono però mai gli abitanti
+del luogo che li pescano, perchè essi<span class="pagenum"><a name="Page_204" id="Page_204">[204]</a></span>
+non hanno tanto danaro per comprarsi una
+barca; sono invece pescatori napoletani
+che vengono, sulle loro vaghe imbarcazioni,
+da Pozzuoli, da Baia, da Portici, da
+Torre del Greco, da tutta la costa del loro
+incantevole golfo, e passano qui varî mesi
+dell'anno a pescare, dormendo nelle stesse
+loro barche. Altri napoletani abitano nelle
+capanne e sono generalmente quelli che,
+per sfuggire alla leva militare, hanno emigrato
+dalla loro patria. Per tutto il Mediterraneo,
+del resto, si trovano questi marinai
+napoletani, che sono i primi pescatori
+del mondo, e se ne incontrano anche nelle
+isole spagnole e sulle coste d'Africa, dove
+pescano il corallo: e così le loro graziose
+barche variopinte solcano in ogni direzione
+questo mare.</p>
+
+<p>Ho dunque ritrovato qui, e con piacere,
+delle vecchie conoscenze. La vivacità del
+loro gestire, la loro mimica, il loro dialetto,
+il loro costume mi hanno fatto ricordare
+quelle scene pescherecce di cui sono stato
+tante volte spettatore sulle spiagge napoletane.
+Sono scene descritte e dipinte sino
+alla sazietà, ma che, sulla riva del mare,
+appaiono sempre più belle.</p>
+
+<p>Le loro barche, venti all'incirca, ciascuna
+delle quali porta almeno cinque uomini ed
+è governata dal padrone, stanno a tre passi
+dalla mia finestra.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[205]</a></span></p>
+
+<p>I pescatori generalmente lasciano la
+spiaggia la sera verso l'<i>Ave Maria</i> e rimangono
+in mare tutta la notte; al mattino
+il pesce viene posto in recipienti coperti
+di paglia, ed alla sera è imballato per
+esser spedito nella notte con i carri a Roma.
+La sera si può godere una scena animatissima.
+Gli scrivani, seduti ad un tavolo, al
+lume di una lanterna, registrano la merce;
+i pescatori stanno all'intorno, occupati gli
+uni a trarre fuori dalle ceste il pesce, altri
+a spezzare il ghiaccio ed alcuni infine
+ad accomodarlo. Le varietà e le forme di
+questo pesce di mare sono veramente sorprendenti:
+si vedono dei bellissimi rombi,
+dei grossi palombi, delle variopinte murene,
+delle sogliole dalle pinne pungenti,
+delle triglie luccicanti, delle sardine, dei
+merluzzi in gran quantità. Di quando in
+quando vengono pescati anche dei delfini
+ed una sera sulla piazza ho visto persino
+due pesci-cani, presi la notte precedente.
+Saranno stati lunghi dagli otto ai dieci
+piedi, e la loro tinta turchino-nerastra aveva
+un non so che di ributtante. Il mezzo per
+pescarli è l'amo: quando si sente che lo
+hanno addentato, si issano a bordo e si uccidono
+a colpi di mazza. La loro carne,
+bianca come quella dello storione, è mangiabile,
+ma piuttosto dura.</p>
+
+<p>Questi poveri pescatori conducono dunque<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[206]</a></span>
+una vita faticosa, alla giornata, che può
+apparire poetica a chi sta contemplando,
+seduto tranquillamente sulla spiaggia, le
+loro barche illuminate, che ora si vedono,
+ora scompaiono sulle onde del mare. Un
+eguale spettacolo si può ammirare sul mar
+Baltico, ma fra questo e quello si nota la
+stessa differenza che passa fra il Nord nebbioso
+ed il Sud irradiato dal sole. Il pescatore
+napoletano, povero qual'è, mezzo nudo,
+con i calzoni corti di tela, in maniche di camicia,
+col suo berretto rosso in testa, è
+snello, vivace, ciarliero, pronto sempre allo
+scherzo, al motto, al canto, al ballo; accanto
+al pescatore taciturno e tranquillo
+del Baltico, sembra quasi una figura da
+teatro, sino ad un certo punto ideale. Credo
+che se si mettessero in una stessa barca
+un pescatore napoletano ed un pescatore
+del Baltico, con l'obbligo di passarvi una
+intera giornata, uno dei due finirebbe per
+gettarsi in mare. Sarebbe certo impossibile
+ad un pescatore del Baltico di avere una
+parte storica come l'ha avuta il pescatore
+partenopeo, che può vantare il nome di Masaniello.</p>
+
+<p>Masaniello non è già stato un grande
+uomo, ma certo un uomo strano, anima di
+pescatore avvezza alle tempeste, ardito, temerario,
+ambizioso; è stato un uomo del
+momento, come momentanea fu la sua<span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[207]</a></span>
+grandezza; spensierato, folle, senza uno
+scopo prefisso, simile alle onde sempre agitate
+del mare, che si accavallano le une
+sulle altre. Tra le figure storiche non saprei
+paragonarlo, per origine, condizione
+e per ombra di passeggera grandezza, che
+a Giovanni di Leida, il momentaneo re di
+Münster. Questi era sarto, e in Germania
+quella dei sarti è la classe più irrequieta;
+veri napoletani, pulcinella, avventurieri nati,
+Giovanni di Leida però è stato più grande
+di Masaniello, perchè in certo modo vagheggiò
+un'idea, cosa possibile questa soltanto
+a sarti, non a pescatori. L'uno e l'altro
+furon figure bizzarre, fatte apposta per
+il teatro lirico. Ma era ben naturale che sul
+suolo napoletano l'antica stirpe dei pescatori
+che vi è più rappresentata che altrove,
+avesse una volta anche un re.</p>
+
+<p>Ho visto a Napoli, nella pinacoteca un
+ritratto di Masaniello, opera dello Spadaro,
+suo contemporaneo: è rappresentato
+nel costume dei <i>lazzaroni</i>, cioè scamiciato,
+col petto scoperto, abbronzato dal
+sole, e con la pipa di gesso in bocca, e appunto
+così stanno seduti dinanzi a noi sulla
+spiaggia i pescatori napoletani. Se non che
+il pittore gli ha posto in testa un berretto
+alla spagnuola, ornato di penne, rappresentando
+così in modo felice la singolare contraddizione
+della sorte di quest'uomo. La<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[208]</a></span>
+sua fisonomia non ha nè nobiltà, nè espressione;
+la sua faccia è larga, grassa, di una
+mollezza quasi femminile; il suo sguardo
+ha qualcosa di astuto, di equivoco. Questo
+ritratto è prezioso perchè è fedele e contemporaneo:
+in esso si riconoscono le caratteristiche
+del pescatore napoletano, e Masaniello
+infatti non fu nè un mezzo eroe, nè
+un mezzo re Lear, quale il melodramma
+l'ha voluto rappresentare. Esistono altre
+pitture dello Spadaro, che rappresentano
+scene storiche dell'epoca di Masaniello, fra
+le quali la rivolta del mercato, dove il re
+pescatore arringa, vestito da lazzarone, il
+popolo; sul davanti lo si vede vestito alla
+spagnola, a cavallo, sulla piazza, dove
+molti nobili sono impiccati o stesi a terra
+dalle archibugiate. Alfredo di Reumont ha
+descritto recentemente, con vivaci colori,
+nella sua opera <i>I Caraffa di Maddaloni</i>,
+la vita di Masaniello.</p>
+
+<p>Questi ricordi ci hanno intanto allontanato
+dai pescatori della spiaggia d'Anzio.
+Le loro barche meritano però ancora uno
+sguardo: sono veramente pittoresche, dipinte
+come sono a graziosi rabeschi sul
+fondo bianco; vi si scorgono delfini, sirene,
+stelle ed in mezzo a questi segni profani
+o mitologici, la Madonna, o S. Antonio, protettore
+dei pescatori. Per ripararsi da gli
+ardori del sole sopra la barca è stesa una<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[209]</a></span>
+tenda di tela; l'armonia di tutti quei colori,
+neri, bruni e bianchi, il timone ed i remi,
+le vele spiegate, le reti ammucchiate producono
+un effetto veramente pittoresco.</p>
+
+<p>Il porto d'Anzio formicola al presente
+di queste barchette; presso al molo vi sono
+altri legni napoletani e tartane, venute a
+caricare legna e carbone, giacchè da questa
+riviera ricca di boschi vengono portati
+ogni anno a Napoli combustibile e legname
+da costruzione per un milione di scudi. Si
+vedono infatti qua e là sulla spiaggia d'Anzio
+e di Nettuno grossi mucchi di carbone,
+cotto nei boschi, dai quali neri bufali traggono
+pure sulla riva gigantesche quercie.
+Vengono talvolta attaccati ad un carro fino
+a sedici bufali, punzecchiati, perchè camminino,
+con una specie di lancia. Il regno
+di Napoli possiede vaste foreste in Calabria,
+ma preferisce prendere il legname
+dalle paludi pontine, perchè scendendo i
+boschi sino al mare ed essendo la spiaggia
+piana e facile, le spese di trasporto sono
+di gran lunga minori.</p>
+
+<p>In questo ambiente vario, semplice e primitivo,
+fra questi pescatori e marinai, le
+figure della città non attirano quasi nessuna
+attenzione. Qua e là un pittore, seduto
+e riparato da un ampio ombrello bianco, sta
+facendo uno schizzo della spiaggia o dei
+pescatori. Tali apparizioni sono diventate<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[210]</a></span>
+ormai caratteristiche e proprie di ogni bel
+sito d'Italia; in qualunque bella giornata
+di estate o di primavera si può esser certi
+di vedere sorgere, in un posto od in un
+altro, ovunque è un bel paesaggio, come
+un fungo, l'ombrello bianco di un pittore.
+Ne ho incontrati perfino nelle regioni più
+remote della Sicilia, e ricordo anzi che,
+arrampicatomi un giorno, nelle ore più solitarie,
+sulle rocce di Taormina, non potei
+trattenermi dal ridere, vedendo giù da lontano
+l'ombrellone: v'era sotto un paesista
+di Weimar. Raramente invece ho visto dei
+pittori intenti a disegnare le spiagge del
+Sunland, che pur sono così belle e superano
+anzi, come quelle bizzarre di Gross
+e di Kleinkuhren, per grandiosità, le spiaggie
+latine; la ragione è che manca loro la
+magia delle tinte. Nel nord la tinta del mare
+è o troppo splendente, o dura, o confusa;
+essa non ha questa fine nebbia d'aria e di
+luce, nè il magico riflesso, nè il confondersi
+insieme di dolci luci scintillanti, questa
+chiarezza eterea di smeraldo. Ma che cosa
+non può dipingere il pittore? Ciò che ad un
+profano pare senza significato è colto dall'ingegno
+creatore, che ne fa un'immagine
+espressiva. Altrettanto avviene nella poesia
+lirica. I pensieri, le ispirazioni sono inesauribili.
+La natura non ha che da essere
+bene osservata e sentita; essa cela forme<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[211]</a></span>
+e pensieri infiniti, che un uomo privo di
+fantasia neppure può sospettare. Ed anche
+su questa costa tranquilla vi sono originali
+apparizioni; solo è difficile esprimerle, rappresentarle,
+perchè delicatissime, finissime,
+non riproducibili con tratti grossolani.</p>
+
+<p>Ma lasciamo da parte l'album degli
+schizzi e lanciamoci in mare! L'aria marina,
+narcotica, molto più grave di quella
+del Nord, invita qui veramente a cercare
+sollievo in seno alle onde. La sabbia in
+fondo al mare è bianca come la neve, soffice
+quanto il velluto e si stende sino al
+largo. Si vedono per ogni dove persone
+che si bagnano; qua e là sulla spiaggia
+sorgono capanne, formate e coperte da rami
+d'albero. Tutti questi bagnanti vengono da
+Roma, da Velletri, dai monti, ma non mai
+prima del luglio, perchè gl'italiani in giugno
+trovano l'acqua ancora troppo fredda
+per prendere il bagno. Si ritiene inoltre
+che non sia igienico oltrepassare i venti
+bagni e ciò, almeno sembra, per le condizioni
+speciali del clima; io stesso del
+resto ne ho fatta l'esperienza nell'isola di
+Capri. L'acqua pare sia qui più eccitante
+che nel Nord e quindi prendendone un numero
+un po' forte, ne risentono il sonno e
+l'appetito.</p>
+
+<p>Su questa spiaggia non v'è ombra di vita
+balneare, non vi sono quelle facili relazioni<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[212]</a></span>
+di società, quasi familiari, che fanno sulle
+spiagge dei nostri mari una festa dei mesi
+d'estate; qui ogni famiglia, ogni persona
+vive a sè; il forestiero non ha altro luogo
+di ritrovo che l'unico caffè del porto, dove,
+sotto una tenda, allo stesso tavolino, democraticamente
+e con quella bella confusione
+di classi tutta speciale all'Italia, seggono
+il bagnante ed il pescatore mezzo
+ignudo, che approfitta tranquillamente dell'ombra
+della tenda per fumare la sua pipa
+di gesso, senza prendere nè caffè, nè altro.</p>
+
+<p>Alcuni ufficiali del genio ed un capitano
+pontificio, che mi diverte col suo grazioso
+dialetto veneziano, sono le persone con le
+quali generalmente mi trattengo a chiacchierare.</p>
+
+<p>Passato il luglio, la maggior parte dei
+bagnanti lascia Anzio, incominciando il
+pericolo delle febbri. Anche ora, in cui il
+calore è spesso insopportabile e si fa sentire
+fin dalle sette del mattino, dopo calato
+il sole l'aria diventa umida ed il venticello
+tepido e molle che spira dal mare è veramente
+caratteristico: non è prudente allora
+rimaner fuori di casa. Il bel chiarore della
+luna sulle foreste, sulla spiaggia e sul mare,
+che rende nel mar Baltico così piacevole
+a quell'ora la vita all'aria aperta, non può
+qui esser goduto che dalla finestra; imperocchè
+una sola di queste notti passate all'aperto<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[213]</a></span>
+basterebbe a procurar le febbri e
+forse anche, dopo alcuni giorni, la morte. E'
+pericoloso su questo mare lasciarsi adescare
+dalle sirene: bisogna dunque adattarsi
+a passeggiare lungo la riva prima del
+tramonto, facendovi ricerca di conchiglie
+e di piccoli gamberi marini. Sono questi
+animalucci grandi al più come un quarto
+della mano ed hanno quasi la forma del
+ragno; corrono con una velocità straordinaria
+ed allorquando si fa per afferrarli, il
+più delle volte spariscono sotto la sabbia,
+come spettri nel teatro. Qui dove tutto si
+mangia, perfino le rane, i porci spini, gli
+usignoli, questi gamberetti vengono mangiati
+vivi, dopo essere stati spogliati delle
+loro squamme.</p>
+
+<p>Su questo lido più volte mi è accaduto
+di pensare alla brillante ambra gialla che
+si raccoglie sulle nostre spiagge e che qui
+il mare non produce: qui esso somministra
+invece tutte le specie più preziose del
+marmo. Se ne potrebbero raccogliere a carri
+e dei più rari, che le onde gettano sulla riva.
+Vi si vede il verde e il giallo antico, il preziosissimo
+alabastro orientale, il porfido,
+il pavonazzetto, il serpentino azzurro. Per
+comprendere donde vengano tutti questi
+marmi preziosi, basta dare dalla spiaggia
+uno sguardo in fondo al mare: sorgono ivi
+ancora le fondamenta di quei palazzi marmorei<span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214">[214]</a></span>
+romani che si specchiano nell'acqua,
+e per la distanza di un chilometro da terra,
+la spiaggia d'Anzio non è che un seguito
+di mura: e non solo si possono anche oggi
+vedere massi grossissimi, resti di costruzioni,
+ma distinguere pure che sono opere
+romane in peperino, collegate con la pozzolana,
+indistruttibili, lavorate egregiamente
+a forma di reticolato. Tutta questa spiaggia
+non era che un seguito di grotte, di
+bagni, di templi, di palazzi, di cui le fondamenta
+in gran parte sussistono in fondo al
+mare o sotterrate nelle sabbie della spiaggia.
+Su questa sorgevano le stupende ville
+marmoree degli imperatori. Qui si sprofondava
+nella dissolutezza Caligola; egli aveva
+una speciale predilezione per Anzio ed
+aveva anzi formato il disegno di venire a
+stabilircisi: qui festeggiò le sue nozze con
+la bella Lollia Paolina. Qui faceva le sue
+orgie Nerone, che era nato ad Anzio e vi
+aveva impiantato una colonia; qui fece il
+suo trionfale ingresso, tirato da bianchi
+destrieri, di ritorno dalle sue rappresentazioni
+teatrali in Grecia.</p>
+
+<p>Anche prima, Anzio era stata dimora
+preferita dei Romani: Attico, Lucullo, Cicerone,
+Mecenate, Augusto vi ebbero le loro
+ville. Ed in quali fresche montagne o belle
+spiagge d'Italia questi favoriti della fortuna
+non ebbero le loro ville! Di quali<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[215]</a></span>
+monumenti deve avere allora brillato questa
+spiaggia, a giudicare dai frammenti,
+che, quasi testimoni storici, sono da secoli
+e secoli gettati sulla spiaggia! Queste rovine
+spargono nell'idillio di Anzio una nota
+melanconica, ed i pensieri, i ricordi che
+esse destano, valgono ad accrescere fortemente
+l'incanto di questo soggiorno. La
+mancanza assoluta di storia, la separazione
+completa dal mondo e dalle sue vicende,
+sono quelle che danno uno speciale carattere
+alle nostre spiagge del Nord; qui in
+Italia, invece, non si rinviene un solo angolo
+di terra, per quanto solitario e remoto,
+dove le memorie severe e classiche del passato
+non sorgano, dove non invitino a riflettere
+sul continuo avvicendarsi delle sorti
+del genere umano. Sedendo qui sulle rovine
+di un palazzo romano, al rumore delle onde
+che si frangono contro di esse, tornano inconsciamente
+alla memoria i versi di Orazio:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«<i>O diva gratum quae regis Antium,</i><br /></span>
+<span class="i0"><i>Praesens vel imo tollere de gradu</i><br /></span>
+<span class="i0"><i>Mortale corpus, vel superbos</i><br /></span>
+<span class="i0"><i>Vertere funeribus triumphos!</i>»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>E la vista del capo Circeo ci richiama
+alla poesia omerica, e quella della lontana
+Astura ci trasporta in altre storie, in altra
+poesia, sì che ci circondano tre periodi dell'umana
+civiltà, tre diversi generi di poesia:<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[216]</a></span>
+Omero, Orazio ed il poeta degli Hohenstaufen,
+Wolfram di Eschenbach.</p>
+
+<p>La Dea Fortuna aveva in Anzio un tempio
+famoso, ed avevano quivi i loro templi
+anche Apollo, Venere Afrodisiaca, Esculapio
+e Nettuno. L'idea che su questa spiaggia
+deserta, circondata di prati, brillò in
+tutta la sua divina bellezza, attorniato da
+altre stupende creazioni artistiche, l'Apollo
+del Belvedere, aumenta il pregio di questo
+luogo, già di per sè amenissimo. La statua
+meravigliosa fu qui scoperta ai tempi di
+Giulio II, ed anche quelle che sono nelle
+gallerie del Vaticano, del Campidoglio e
+del palazzo Albani, furono in seguito per
+la maggior parte qui rinvenute, come del
+resto anche il famoso gladiatore morente,
+parecchie statue di imperatori, i busti di
+Adriano, di Settimio Severo, di Faustina,
+i satiri, gli atleti, le statue di Giove e di
+Esculapio, i tripodi stupendi e i meravigliosi
+altari del Campidoglio, dedicati ai
+venti. Sopra un'altura della spiaggia, dove
+ora sorge, sulle fondamenta di un tempio
+antico, un piccolo forte, dal quale, appoggiato
+ad una vecchia e gigantesca spingarda
+del medio evo, tutta arrugginita, un soldato
+contempla il mare, sono tuttora in piedi
+le basi di antiche colonne e vicino queste,
+ventidue splendidi capitelli corinzi di cipollino.
+Le loro volute ed i loro ornamenti<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[217]</a></span>
+sotto l'abaco, sono particolarmente geniali
+ed io non ricordo di averne mai visto di
+simili; rappresentano conchiglie, delfini,
+gamberi di mare. L'architetto conformò gli
+ornamenti al luogo, e molto probabilmente
+questo tempio era dedicato a Nettuno.</p>
+
+<p>Ad Anzio ho trovato una persona che
+si diletta di antichità; in Italia non v'è
+paese di qualche importanza che non abbia
+il suo storiografo locale od il suo archeologo.
+Ad Anzio è il canonico Lombardi,
+presidente dell'amministrazione del porto,
+il quale abita all'ultimo piano del casamento
+che comprende il bagno penale. Ho
+trovato questo degnissimo uomo, intento
+a decifrare un'antica iscrizione, disotterrata
+dai galeotti. Il Lombardi ha già scritto
+un libro su Anzio, ed attende ora ad un'opera
+più vasta sulla storia e sulle rovine
+della sua città. Ho letto con piacere e con
+gratitudine il suo pregevole lavoro.</p>
+
+<p>Oramai ho percorso tutta questa spiaggia
+sino ad Astura e da per tutto ho trovato
+avanzi di ville, di bagni, frammenti
+di marmi, di mosaici, fra i quali ricorderò
+il pavimento in mosaico, abbastanza ben
+conservato, che è di fronte alla torre solitaria
+di Astura, sulla spiaggia, presso il
+ponte. È impossibile figurarsi quanti e
+quali stupendi edifici abbiano i romani innalzato
+lungo questo mare. Tutta la spiaggia<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[218]</a></span>
+dalla Toscana sino a Terracina, da
+Terracina a Napoli, attorno al golfo, fino
+a Salerno, non dovè essere che un seguito
+di palazzi marmorei, di templi, di bagni,
+di palestre, una manifestazione continua
+della magnificenza romana; e quale fosse
+lo splendore di tutte queste costruzioni si
+può anche oggi giudicare dalle rovine che
+giacciono in fondo al mare. Chi avesse
+percorsa allora questa lunga riviera e veduti
+tutti questi edifici destinati al piacere,
+al diletto, gareggianti per importanza con
+le città, avrebbe certamente potuto ammirare
+una grande manifestazione della civiltà.
+Ora invece queste amenissime spiagge
+sono nude e deserte, non offrono altro allo
+sguardo se non le torri cadenti, innalzate
+nel medio evo contro le invasioni dei Saraceni,
+torri che possiamo vedere sparse
+lungo tutte le coste d'Italia e delle isole
+del Mediterraneo, e che dànno loro un
+aspetto magico, quasi direi cavalleresco.</p>
+
+<p>Qui non mancano però neppure monumenti
+moderni, che ricordino altri siti, altre
+regioni. La bella villa Mencacci, che
+sorge in una fresca valletta, vicino alla
+spiaggia, fu, per esempio, non è molto,
+abitata per varî anni da un re in esilio
+che aveva vissuto in America e guerreggiato
+per un trono sulle belle sponde del
+Tago. Intendo parlare di Don Miguel, principe<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[219]</a></span>
+esecrato dal Portogallo, che venne qui
+fuggiasco, senza corona e visse a lungo
+in questa solitudine, vicino ai galeotti, in
+un esilio che fu certo senza conforti, perchè
+se a noi, che nulla abbiamo da espiare,
+questa spiaggia solitaria, ai contini delle
+paludi pontine, può apparire poetica, ad
+un re spodestato dovette riuscire insopportabile
+e con un carattere quasi vendicativo.
+Don Miguel ammazzava qui il suo
+tempo cacciando continuamente nei boschi
+sopra Astura. Un giorno scomparve. Mi
+hanno narrato in Anzio che soleva trattenersi
+volontieri con i pescatori e che non
+si vergognava punto di parlare della sua
+disgraziata lotta per la corona del Portogallo.</p>
+
+<p>Contemplando la villa Mencacci, la fantasia
+vola lontano, al Brasile ed al Portogallo,
+alle burrascose vicende della loro
+storia.</p>
+
+<p>Un altro avvenimento moderno ricorda
+questa spiaggia: lo sbarco, cioè, nel 1848,
+degli spagnoli, chiamati da Pio IX fuggiasco,
+per salvare gli Stati della Chiesa.
+Trovavasi allora il Papa in esilio nella
+rocca di Gaeta, la Coblenza dell'emigrazione
+italiana nel 1848 e nel 1849: mentre
+i francesi marciavano su Roma, gli austriaci
+occupavano Bologna ed i napoletani
+si avanzavano verso Terracina. Gli<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[220]</a></span>
+spagnoli, che da molto tempo non erano
+più apparsi in Italia, sbarcarono a Porto
+d'Anzio ed occuparono tutto il paese, fino
+ai monti di Albano e della Sabina. Erano,
+a quanto mi si è detto, della bella ed allegra
+gioventù, ma mal vestita e peggio
+armata. I francesi non tardarono a surrogarli,
+ed i giovani ufficiali di Valenza e
+di Barcellona abbandonarono a malincuore
+i monti di Albano, dove erano stati rapiti
+dalla bellezza delle donne, alcune delle
+quali ancora ricordano con un sospiro i
+poveri cavalieri di Spagna.</p>
+
+<p>Porto d'Anzio non vanta donne belle,
+nè bei costumi, essendo la popolazione
+composta di elementi diversi. Si distingue,
+al contrario, sia per bellezza femminile,
+sia per originalità di costume, la piccola
+città di Nettuno, che sorge pittorescamente
+sulla spiaggia e di cui le nere mura si
+specchiano nel mare. Vi si arriva da Porto
+d'Anzio in tre quarti d'ora, facendo una
+bellissima passeggiata. A metà strada, in
+mezzo ad un bosco, sorge la splendida villa
+del principe Borghese, signore di tutto il
+circondario. All'orizzonte si scorgono i
+monti Volsci ed il capo Circeo, immerso in
+una luce superba, che ricorda, con la sua
+forma imponente e caratteristica, i promontorî
+più belli d'Europa, quali quelli dell'isola
+di Capri ed il monte Pellegrino di Palermo.<span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[221]</a></span></p>
+
+<p>Per giungere a Nettuno v'è un'ottima
+strada, che passa davanti alla villa ed attraversa
+un bosco di sugheri e di elci, dove
+sono parecchi ruderi romani. Scavando sotto
+la strada è facile scoprire dei pavimenti in
+mosaico. Sulla spiaggia la strada è ancora
+più bella: la sabbia è ora gialla, ora scura,
+ora di un bel rosso acceso, ora di tufo
+vulcanico. I cardi turchini della costa del
+mar Baltico vi crescono abbondantemente,
+come pure la scabbiosa e la camomilla;
+invece però dei salici, degli ontani, delle
+foreste di abeti, sono qui le piante dei
+paesi meridionali e i mirti dai fiori bianchi,
+il mastice e le fragole e il ginestro dai
+fiori color oro che abbonda su tutte le coste
+del Mediterraneo e l'olivo selvatico. Splendono
+qui pittorescamente le malve arboree,
+con i loro candidi calici, e i rovi con i
+loro variopinti fiori e grandioso s'innalza
+fra le piante minori il classico acanto, con
+le sue belle foglie corinzie ed i fiori rosa
+o bianchi. Qua e là si vedono anche dei
+<i>cactus</i> e l'aloe, quasi piante esotiche. L'usignolo
+allieta con la sua presenza ancora
+questa spiaggia, nonostante sia passato il
+giorno di S. Giovanni, epoca in cui gli
+uccelli cessano qui di cantare e cedono il
+posto al grillo anacreontico: l'usignolo
+non può staccarsi da questo verde, da questo
+fresco mare, e fino ad Astura le paludi<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[222]</a></span>
+pontine continuano a risuonare dei
+suoi armoniosi gorgheggi.</p>
+
+<p>Una quiete profonda regna nell'antico
+paese di Nettuno e ne' suoi dintorni. Nettuno
+attualmente è circondato da antiche
+torri e da scure mura merlate, che
+hanno più di una volta resistito agli assalti
+dei Saraceni. Nessun pescatore o marinaio
+avviva lo specchio dell'acqua, poichè
+non vi è porto, e la popolazione è dedita
+alla pastorizia.</p>
+
+<p>Sulla piazza di Nettuno sorge un'antica
+colonna solitaria, emblema dei Colonna,
+antichi feudatari del paese. Le strade sono
+profumate dai garofani che ornano quasi
+tutte le finestre e che, agitati dal vento,
+ondeggiano i loro fiori color rosso ardente.
+Fiori così belli annunciano donne più belle
+ancora; infatti nei garofani che rallegrano
+le finestre, si può quasi vedere la bandiera
+nazionale delle donne di Nettuno: il loro
+costume non è di aspetto men gaio, meno
+vivace di quello dei purpurei fiori.</p>
+
+<p>E' cosa degna di nota che in Italia anche
+i più piccoli paesi sembrano quasi altrettante
+repubbliche, diverse per usanze,
+per tipo, per foggia di vestire. Si potrebbe
+dire che ogni castello, ogni villaggio forma
+una popolazione a sè. Bisogna vedere le
+donne di Nettuno in un giorno di festa per
+potersi fare un'idea precisa della bellezza<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[223]</a></span>
+e dell'eleganza del loro costume nazionale.
+Nei giorni di lavoro non sono che i minimi
+particolari quelli che indicano la moda del
+paese, come, ad esempio, la foggia di portare
+i capelli, divisi in mezzo al capo e
+lisci, senza trecce nella parte posteriore,
+rattenuti da un nastro verde per le ragazze,
+rosso per le donne maritate e nero per le
+vedove; basta dunque vedere una donna per
+saper subito se sia nubile, maritata o vedova.</p>
+
+<p>Ho assistito qui a due feste, a quella di
+S. Giovanni ed a quella di S. Luigi. Nella
+prima ho visto una processione con musica,
+per le vie; la croce era completamente
+coperta di garofani e tutti portavano fiori.
+Vi prendevano parte donne e fanciulle, ed
+era veramente uno spettacolo stupendo vedere
+per quelle cupe strade tante belle figure
+e così splendidi abiti. Ecco in che
+consiste il costume delle donne di Nettuno:
+in capo portano una specie di fazzoletto a
+striscie d'oro e d'argento che sporge sulla
+fronte; una gonnella di seta o di velluto
+color rosso scuro, ricamata sul fondo in
+oro o in argento, scende loro dai fianchi,
+e sopra questa portano un corsetto di broccato,
+ugualmente ricamato sul petto e sulle
+maniche. Anelli, orecchini, braccialetti di
+oro e coralli dànno ancora maggior risalto
+alla bellezza della persona ed all'originalità<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[224]</a></span>
+del loro costume. Il colore dei vestiti
+è a volte verderame o violaceo, o anche
+nero o azzurro scuro. Pare anzi che l'eleganza
+e la bellezza di questo costume nobiliti
+il portamento delle donne; io le ho
+viste infatti passeggiare per le piazze del
+loro paese in rovina con l'incendere maestoso
+delle romane e di quelle certo non
+meno belle: parecchie con un profilo greco
+nobilissimo, tutte con capelli corvini ed
+occhi scintillanti, atti a soggiogare il cuore
+più duro. Allorchè i mortaretti, che formavano
+quasi una ghirlanda su un antico muro,
+sono scoppiati, i cannoni hanno sparato, ed
+ho visto tutte quelle donne con i loro abiti
+rossi ed oro, avvolte nei vortici di fumo di
+quell'artiglieria popolare, mi è sembrato di
+trovarmi dinanzi ad un Olimpo, popolato
+da divinità ideali.</p>
+
+<p>Però, anche senza il loro costume festivo,
+son belle del pari le donne di Nettuno. Si
+vedono ogni giorno, in gruppi numerosi,
+lavare patriarcalmente i loro panni alla
+fontana pubblica; non attaccano mai discorso
+con gli stranieri, sono timide come
+gazzelle, e rispondono appena, solo con gli
+occhi bassi, al saluto.</p>
+
+<p>La festa di S. Luigi ha un altro carattere;
+è una festa popolare, e mi ha ricordato
+il mio paese natio. Sulla piazza del
+mercato era stato innalzato qualcosa di simile<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[225]</a></span>
+ad una forca ornata di fronde; dalla
+trave superiore pendeva, legata ad una
+fune, una pentola oscillante; dei giovani a
+cavallo agli asini dovevano, correndo, cercare
+di far destramente con un bastone un
+foro nelle pareti della pentola; ma la colpissero
+o no, questa si rivoltava e bagnava
+il cavaliere, fra le risate generali degli spettatori.
+Colui che riusciva a colpire la pentola
+riceveva in premio due <i>paoli</i> da un
+prete che esercitava le funzioni di giudice
+del campo. Quando la pentola fu rotta ed
+il giuoco terminato, ebbe luogo la tradizionale
+tombola. Il premio consisteva in
+una pezza di stoffa in cotone, che pendeva
+da una finestra. Un ragazzo estraeva i numeri,
+che venivano spesso annunciati coi
+nomi proverbiali che loro si sogliono dare,
+ed eran motivo di nuove risa. Sempre però
+si rideva con quella naturalezza e quella
+convenienza che sono doti caratteristiche
+e preziose del popolo italiano, di natura
+civile ed educato.</p>
+
+<p>Così vivono e si divertono i cinquecento
+abitanti di Nettuno, in certo modo separati
+dal resto del mondo, fra il mare, le paludi
+pontine e le strade poco frequentate
+che portano da una parte ad Anzio e dall'altra
+a Velletri. Nettuno però possiede
+campi e giardini, somministra il vino che
+si beve ad Anzio, ed ogni giorno invia a<span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226">[226]</a></span>
+questo porto un carro di pane bianco, perchè
+là si fa solo del pane grossolano. Ho
+bevuto a Nettuno del vino squisito, cosa
+non facile in questi anni in cui il dio Bacco
+è travagliato da fatale malattia. Un cittadino
+del luogo ci volle un giorno condurre
+nel suo <i>tinello</i>, come qui chiamano la cantina;
+è sceso segretamente in un nascondiglio
+sotto il suolo e ne ha tratto fuori
+uno stupendo vino rosso, quale non ne
+avevo più bevuto da Siracusa in poi.</p>
+
+<p>Sulla spiaggia di Nettuno ogni coltivazione
+cessa oltrepassata appena la città,
+cominciando quasi subito, in tutto il loro
+squallore, le paludi pontine che si estendono
+fin verso Terracina. Non più abitati
+sulla riva, solo sorgono qua e là, solitarie,
+alla distanza di circa due miglia l'una dall'altra,
+le antiche torri medioevali. L'aspetto
+di questa solitudine, di questo deserto, di
+questa mancanza di coltivazione è grandemente
+imponente. Pare quasi di non trovarsi
+più sulle classiche coste d'Italia, ma
+nei deserti dell'India o dell'America. Il frangersi
+continuo delle onde, lo scintillare del
+sole estivo sulla bianca, piana, monotona
+spiaggia, il cupo bosco infinito che accompagna
+per qualche centinaio di passi il mare,
+lo stridore dell'avvoltoio e del falco, il volo
+dell'aquila, che altissima si libra sulle ali
+in larghe spire, il calpestio ed il muggito<span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[227]</a></span>
+dei tori selvaggi, l'aria, le tinte, l'aspetto
+delle cose e degli elementi dànno veramente
+qui l'impressione di un mondo deserto
+e selvaggio.</p>
+
+<p>Il 28 giugno, il pittore ed io partimmo
+lungo questa spiaggia per recarci ad Astura,
+distante circa tre ore di cammino. Il mattino
+era di una limpidezza straordinaria, il
+mare tranquillissimo ed il capo Circeo,
+avvolto in una tinta rosea, davano al quadro
+un aspetto del tutto omerico. A Nettuno
+comprammo vino e pane e quindi proseguimmo
+la nostra strada. Ci fermammo
+a far colazione su di un vecchio tronco d'albero,
+presso una carboniera e provammo
+un piacere simile a quello di Ulisse, quando
+si assise al banchetto apprestatogli da
+Circe nel suo palazzo. Era veramente delizioso
+gustare un buon sorso di vino in
+quella profonda pace, su quell'omerica
+spiaggia, dinanzi all'azzurro di quel mare,
+tinto in rosa all'orizzonte.</p>
+
+<p>Fino a questo punto tutto era andato benissimo,
+ma giunti là dove il bosco scende
+fino al mare, cominciammo ad avere dei
+timori. Non erano già i banditi che ci davano
+pensiero, ma le mandre di tori e di
+bufali che vagano colà completamente liberi,
+non sorvegliati da pastori. Tutta
+quanta la spiaggia fino a Terracina è coperta
+di numerose mandre di tori, di buoi,<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[228]</a></span>
+di vacche, dalle corna lunghissime, di
+quella forma tutta classica della campagna
+romana e che si vedono scolpite nel Partenone,
+attorno all'ara del sacrificio. Le loro
+corna sono lunghe quasi tre piedi, molto
+divergenti, arditamente contorte, grosse,
+chiare, di bel colore.</p>
+
+<p>Quasi in tutte le case del Mezzogiorno
+si vedono queste corna, tenute come amuleti
+contro il «<i>malocchio</i>» e piccoli cornetti
+vengono portati dai principi alla catena
+dell'orologio e pendono dal collo dei
+ragazzi dei pescatori.</p>
+
+<p>I buoi sono selvaggi e grandemente pericolosi;
+il solo pastore li può governare,
+stando a cavallo, con la sua lancia; più
+pericolosi ancora sono i bufali. Questi vivono
+a branchi e vagano solitari e liberi
+come i cinghiali; frequentano volentieri gli
+stagni e le paludi e nuotano con grande
+agilità. Quando si attraversano le paludi
+pontine o il bassopiano di Pesto, si vedono
+molti di questi mostri neri e selvaggi immersi
+negli stagni, dai quali stendono fuori
+talvolta, sbuffando, solo le tozze teste. Il
+bufalo cammina sempre col capo chino
+a terra e guarda sospettoso dal basso in
+alto. Non si serve delle sue corna, che sono
+come quelle del montone rivolte indietro,
+ma rovescia a terra con la sua fronte di
+bronzo l'uomo che insegue, quando l'abbia<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[229]</a></span>
+raggiunto; quindi gli pone il ginocchio sul
+petto e lo calpesta fino ad ucciderlo. I
+pastori domano questi pericolosi animali
+con la lancia; passano loro attraverso il
+naso un anello ed allora li attaccano al
+carro e se ne servono per trasportare grandi
+pesi, voluminosi blocchi di pietra, o tronchi
+d'albero giganteschi. Col latte della bufala
+vien fatta la <i>provatura</i>, che è una
+specie di cacio molto difficile a digerirsi.
+La carne del bufalo è poco stimata, perchè
+dura; la comprano gli ebrei poveri del
+ghetto che non ne mangiano generalmente
+altra. I bufali abbondano nelle paludi
+pontine, nella squallida riviera di Cisterna,
+di Conca e di Campomorto, covo della febbre,
+dove perfino l'assassino non viene
+ripreso, quando vi si sia rifugiato. Gli
+uomini che custodiscono queste bestie menano
+una vita misera, sono febbricitanti e
+di poco inferiori agli indiani della Prateria.</p>
+
+<p>Il possibile incontro di questi animali ci
+dava assai pensiero; appena giunti nei
+boschi, li vedemmo numerosi sulla spiaggia.
+Lasciati liberi, percorrono sempre la
+stessa strada e sempre nelle stesse ore; al
+mattino escono dalla foresta e vengono al
+mare, per bevervi l'acqua salata, quindi o
+si sdraiano sulla sabbia o pascolano lungo
+la costa; vi passano tutte le ore calde e
+quando sulla sera comincia la temperatura<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[230]</a></span>
+a rinfrescarsi, si muovono e pascolando
+lentamente sulla riva s'inoltrano nei cespugli
+sino a che non arrivano nel fitto dei
+boschi, dove trascorrono la notte, per scendere
+il mattino appresso nuovamente al
+mare.</p>
+
+<p>Alla vista di tutti quegli animali, rimanemmo
+alquanto perplessi. Era impossibile
+passare di là, perchè avrebbero potuto tagliarci
+la via, molti essendo proprio in riva
+al mare; proseguire lungo la spiaggia era
+pericoloso, perchè sarebbe stato necessario
+passare in mezzo ad essi e qualche animale
+furioso avrebbe potuto inseguirci
+nella direzione del capo Circeo: pensammo
+se non fosse stato più prudente tenerci vicino
+alla macchia e questo partito ci sembrò
+il migliore.</p>
+
+<p>Scendevano intanto sempre nuovi branchi,
+la qual cosa ci fece argomentare che
+ve ne dovevano essere ancora nei boschi,
+e se ne scorgevano infatti fra i cespugli di
+mirto. Ad un tratto scorgemmo due magnifici
+tori, dalla fronte splendente, arrestarsi
+e fissarci: allora prudentemente,
+pian, piano, ci avviammo verso il bosco
+ed in poco tempo ci trovammo nel fitto
+degli alberi. E' impossibile figurarsi dei
+boschi più adatti per i briganti che questi
+di Astura: non sono già formati da alte
+quercie, ma da fitte macchie di sugheri,<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[231]</a></span>
+di olivi selvatici, di lentischi, di rovi neri,
+di mirti, coperte di piante rampicanti, di
+edera bellissima, che forma delle volte,
+quasi moschea boschereccia, impenetrabili
+ai raggi del sole ed alla pioggia. Vi erano
+dei cespugli di mirto di un'altezza straordinaria
+e tutt'intorno un odore di selvatico,
+che penetrava i sensi.</p>
+
+<p>Il terreno non è piano, ma accidentato,
+percorso da piccoli ruscelli, in molti punti
+paludoso; vi abbondano gl'istrici, le tartarughe
+e le serpi; noi vi trovammo spesso
+delle penne di galli selvatici, avanzi del
+pasto di qualche aquila: ciò dava ancora
+maggior risalto alla cupa poesia di questa
+riviera.</p>
+
+<p>Ci riuscì alla fine di scansare i branchi
+dei bufali e dei tori e quando ne incontravamo
+qualcuno in ritardo ci arrestavamo
+e restavamo silenziosi e tranquilli finchè
+non fosse passato e dopo aver superato
+rivi, fossi e siepi, sboccammo finalmente
+di nuovo sulla spiaggia e ci fermammo per
+riposarci piacevolmente all'ombra di un
+muro, cui era addossato uno steccato destinato
+a racchiudere una mandra. Anche
+questo muro era certo, come lo dicevano
+chiaramente alcune vestigia di mosaico,
+un resto di qualche villa romana.</p>
+
+<p>Rimaneva un'ora sola di strada per giungere
+ad Astura, e nel camminare lungo questa<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[232]</a></span>
+triste spiaggia, mi colse quella profonda
+malinconia che nasce nel vedere cosa che
+rammenta una grandezza scomparsa. Non
+è solo il ricordo della tragica fine del giovane
+Corradino e della stirpe degli Hohenstaufen,
+che può qui rattristare l'animo, specialmente
+di un tedesco; v'influisce anche
+e per molta parte l'aspetto della contrada
+stessa. Vorrei poterla descrivere con le
+parole, come il mio compagno di passeggiata
+l'ha saputa riprodurre nelle sue tele
+che spero saranno presto note a tutti. Sarebbe
+bene che un qualche istituto artistico
+della Germania pubblicasse un album
+degli Hohenstaufen.</p>
+
+<p>Il luogo dove ci eravamo fermati era
+circoscritto dalla parte di terra dalle paludi
+pontine, su cui imponenti si ergono
+i monti Volsci che scendono al mare; e
+dalla parte del mare dal capo Circeo che,
+simile ad un'isola, si perde nell'azzurro
+del cielo. Sulla spiaggia sorge, ad un dato
+punto, una piccola cappella abbandonata
+e deserta e pochi passi più in là emerge
+dalle acque il castello di Astura, un piccolo
+quadrato di mura merlate, con in
+mezzo una torre. La cappelletta e il castello
+sono gli unici edifici che sia dato
+vedere in questa vasta solitudine. Per
+quanto si volgesse da ogni parte lo sguardo,
+non si scoprivano che due ombre nere sui<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[233]</a></span>
+merli del castello e due vecchi pescatori
+seduti contro il muro, taciturni e quasi
+annientati dal calore del sole fulgente che
+stavano intrecciando una rete di giunchi
+per i pesci, mentre la loro barca si dondolava
+sulle onde.</p>
+
+<p>Correvano gli ultimi giorni del 1268
+quando, perduta la battaglia di Tagliacozzo,
+giungevano su questo lido, fuggiaschi
+e pieni di terrore, il giovane Corradino,
+il principe Federigo d'Austria, il
+conte Galvano Lancia con i suoi figli, insieme
+coi due conti della Gherardesca, parenti
+dell'infelice Ugolino che i versi di
+Dante hanno immortalato. Venivano da
+Roma dove, come narra il cronista Saba
+Malaspina, avevan cercato rifugio dopo la
+sconfitta, e dove era rimasto Guido da
+Montefeltro, quale vicario del senatore Arrigo
+di Castiglia. Corradino era giunto colà
+«senza pompa alcuna, non come capo di
+un esercito, ma come uno che abbia tutto
+perduto e che non cerchi che di salvarsi
+di nascosto, e quasi fuori dei sensi» (<i>latenter
+ingreditur mente captus</i>). Ma in
+Roma erano giunti dal campo di battaglia
+anche i suoi nemici, Giovanni e Pandolfo
+Savelli, Bertoldo e molti guelfi con l'intenzione
+di sollevare la città, cosicchè gli
+amici avevano consigliato al giovanetto di
+non indugiare a cercare scampo nella fuga.<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234">[234]</a></span>
+Si diresse con i suoi compagni verso il
+mare, con l'idea di recarsi a Pisa ed ivi
+imbarcarsi per la Sicilia; cercò una barca
+e la ottenne dagli abitanti del villaggio di
+Astura, dove s'imbarcò e salpò. Ma avutane
+notizia Giovanni Frangipani signore
+di Astura e riconosciuto dai gioielli che
+Corradino aveva regalati, essere i fuggitivi
+personaggi ragguardevoli, salì su di
+un'altra barca, li raggiunse a forza di remi
+e li ricondusse nel castello. Invano Corradino
+supplicò che lo lasciasse fuggire coi
+suoi, che non lo volesse consegnare nelle
+mani di Carlo, avido di sangue; invano gli
+ricordò la gratitudine che doveva alla casa
+di Svevia, avendo i Frangipani ottenuto
+grandi feudi dall'imperatore Federigo ed
+essendo stato da questi lo stesso Giovanni
+creato cavaliere; invano Corradino promise
+ampia ricompensa e si dichiarò pronto anche
+a sposare la figliuola di Frangipani. Il
+signore di Astura era titubante e commosso
+forse dalla gioventù, dalla grazia, dalla
+sventura di Corradino, incerto, come dicono
+i cronisti, da qual parte avrebbe potuto
+trarre maggior guadagno, se da Corradino
+o da Carlo d'Angiò; quando dinanzi al castello
+arrivò Roberto di Lavena, capitano
+delle galere angioine che ingiunse al Frangipani
+di consegnargli i prigionieri. Narra
+Saba Malaspina che il Frangipani fece condurre<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[235]</a></span>
+i poveri fuggiaschi in un altro castello
+vicino, per non essere costretto a
+consegnarli a Roberto contro sua volontà
+e prima che questi avesse soddisfatto al
+pagamento della pattuita ricompensa; ma
+quest'altro castello non è nominato.</p>
+
+<p>Intanto arrivava dalla parte di terra,
+con fanti e cavalli, il cardinale Giordano
+di Terracina, governatore per la Santa
+Sede della contea della Campagna; egli
+pure richiese la consegna dei fuggiaschi.</p>
+
+<p>Il vile traditore, intascato il denaro di
+Giuda, consegnò gl'infelici che aveva ospitato,
+nelle mani dei loro acerrimi nemici.
+Furon condotti a Napoli, prima attraverso
+i boschi e i monti di Palestrina, poi traverso
+le meravigliose campagne poco tempo
+innanzi percorse vittoriosamente. Il 29 ottobre
+la mannaia troncava la testa di Corradino
+per la prima, poi quelle di Federigo,
+dei valorosi conti della Gherardesca,
+del generoso Galvano Lancia, fratello di
+quella bella Bianca che aveva partorito
+Manfredi a Federigo il Grande e per ultimo
+quelle de' suoi giovani figli, Galeotto
+e Gherardo che erano stati poco prima
+strangolati nelle braccia del padre.</p>
+
+<p>Presso la torre di Astura, in quella solitaria
+spiaggia, mi tornarono alla memoria
+tutti gli altri luoghi famosi nella storia
+degli Hohenstaufen che io ho visitato nelle<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236">[236]</a></span>
+mie peregrinazioni per l'Italia. Mi è apparsa
+la bella figura di Manfredi, biondo,
+ricciuto, sui campi di Benevento, quale
+Dante lo vide, con una doppia ferita alla
+fronte ed al petto, mormorante mestamente:
+«I' son Manfredi, Nipote di Costanza
+imperatrice». Lasciai errare lo
+sguardo sul mare ricco di memorie e lo
+rivolsi laggiù dove giace la bella Sicilia,
+dove sorge, in mezzo a giardini sempre
+in fiore, sulla spiaggia più amena del mondo,
+quel castello di Palermo nel quale visse
+Federigo e da dove era partito per la Germania;
+pensai al duomo di quella stessa
+Palermo, a quell'oscura cappella, dove riposano,
+dentro ai loro sarcofaghi di porfido
+rosso, Enrico VI, Federigo e le due
+Costanze, rappresentati con la corona in
+testa e con la dalmatica di seta, il cui orlo
+è ornato da iscrizioni saracene.</p>
+
+<p>Entrammo quindi nel castello. Un ponte
+in muratura lo unisce alla spiaggia ed un
+ponte levatoio dà accesso all'interno. Nella
+piccola corte sorge la torre ottagonale
+che termina con una specie di terrazza,
+dove rimane un unico e arrugginito cannone.
+La guarnigione, composta di otto uomini,
+quando entrammo stava facendo gli
+esercizi nella piccola corte e don Pasquale,
+luogotenente di Astura, la stava
+guardando dal terrazzo con l'aria di chi<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[237]</a></span>
+avrebbe voluto essere ovunque, fuori che
+lì. Ci condusse nel suo piccolo e meschino
+alloggio e ci fece vedere degli arabeschi
+pompeiani assai ben fatti: dipingendo egli
+trascorre le sue giornate in quella solitudine.
+Il luogotenente ci disse che ciascuna
+di queste torri della costa è attualmente
+custodita da otto uomini, comandati
+da un maresciallo o da un ufficiale e che
+le prescrizioni di vigilanza sono severissime,
+temendosi da parte dei mazziniani
+un colpo di mano.</p>
+
+<p>Visitammo tutto il castello composto di
+piccole e melanconiche stanze, dove il ragno
+tesse le sue tele e lo scorpione trova un ricovero
+nelle infinite screpolature dei muri;
+la vista però, tanto sulla pianura verdeggiante,
+quanto sul limpido mare, dove ora
+si vedono, ora spariscono le vele delle
+barche pescherecce, è bella e affascinante.
+La torre sembra fatta apposta per un bardo,
+che vi suoni l'arpa e vi muoia col canto
+del cigno, nell'ora in cui il sole scende in
+mare e tinge di color porpora il capo
+Circeo. In quell'ora regna sul mare una
+tale tranquillità, tale uno spirito di quiete che
+non si può descrivere; si direbbe che il
+sonno e la morte si librino sul mare e che
+quella barca che gira, come un'ombra, il
+capo Circeo, porta forse il dio del sonno
+spargente calma e riposo sulle onde.<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[238]</a></span></p>
+
+<p>Tutto qui allora spira dolcezza. Mentre
+il capo Circeo riporta alle avventure omeriche,
+alle imagini dell'Odissea, la solitaria
+torre di Astura parla delle grandi e non
+meno poetiche memorie dell'epoca degli
+Hohenstaufen. Quanti ricordi non risvegliano
+questi nomi degli Hohenstaufen e
+del provenzale Carlo d'Angiò! Ritornano
+alla memoria i personaggi del «Parsifal»
+di Wolfram di Eschenbach e Corradino diventa
+Parsifal che cavalca per il mondo,
+per trovare la sacra coppa di sangue del
+Graal, Elisabetta di Baviera diventa Erzeleide,
+sua madre, che non lo vuole lasciar
+partire, e così si presentano Goffredo d'Angiò,
+il cavalier Gavino e Feirefiz, Arturo e
+Titurello e il castello di Graal, nella foresta
+selvaggia, i saraceni, i trovatori, i
+pellegrini, i penitenti e i saggi dell'Oriente.</p>
+
+<p>Astura è la torre del romanticismo, è la
+sede della poesia tedesca in Italia. Essa
+appartiene ai romantici, come la grotta
+azzurra di Capri. Io, in nome di questi, ne
+ho preso silenziosamente possesso, dichiarando
+proprietà nazionale della Germania
+questo leggendario castello.</p>
+
+<p>La sola torre risale ai Frangipani; tutto
+il resto è di epoca posteriore, giacchè nel
+1286 i siciliani, che nei vespri avevano
+preso una splendida vendetta del sanguinario
+re Carlo, guidati dal loro ammiraglio<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[239]</a></span>
+Bernardo da Sarriano, lo distrussero tutto,
+ad eccezione della torre, ed uccisero anche
+il figlio di Frangipani. Anche ora sulle
+mura esterne del castello si vedono le armi
+dei Colonna, che ne furono in seguito proprietari.
+Dopo i Frangipani, divenne feudo
+dei Gaetani; quindi passò in possesso dei
+Malabranca, degli Orsini e dei Colonna, i
+quali lo vendettero nel 1594 a Clemente VIII.
+Presentemente Astura è feudo dei Borghese.</p>
+
+<p>Altri ricordi storici si ricollegano ancora
+a questo castello. Innanzi al ponte, che serve
+di accesso, notai degli avanzi di un pavimento
+in mosaico, quasi ricoperti dalla
+sabbia, e mi accorsi subito che il castello,
+sul mare, sorgeva sopra le fondamenta di
+una villa romana assai vasta, le cui rovine
+erano visibilissime sul fondo del mare,
+ed anzi in alcuni punti ne emergevano
+ancora. Sorgeva l'antica villa sopra un
+banco di sabbia e molto probabilmente, appunto
+per questo Plinio dà il nome d'isola
+ad Astura, colonia d'Anzio: la località in
+antico è possibile che si trovasse per un
+piccolo tratto d'acqua staccata dal continente.
+Strabone infatti dà a quel braccio
+di mare il nome di Storace (&#931;&#964;&#8057;&#961;&#945;&#962; &#960;&#959;&#964;&#945;&#956;&#8057;&#962;),
+Plutarco lo chiama Astura (&#964;&#8048; &#7948;&#963;&#964;&#965;&#961;&#945;) e ne
+parla quando descrive la tragica fuga, qui
+avvenuta, di Cicerone. A dire il vero, deve<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[240]</a></span>
+recar non poco stupore ai miei lettori che
+questo luogo solitario, appartato, possegga
+altre tristi memorie, e che molto tempo
+prima di Corradino sia stato un punto di
+sventura, dedicato forse alle Eumenidi.</p>
+
+<p>Cicerone vi possedeva una villa. Egli ne
+fa menzione spesso nelle sue epistole, in
+una delle quali, scritta ad Attico appunto
+da Astura, è detto: «<i>Est hic locus amoenus
+et in mari ipso, qui et Antio et Circaeis
+aspici possit</i>». Abitava volentieri questa
+villa che più delle altre gli offriva quiete
+e riposo. Poco prima della sua morte venne
+qui ed Astura gli fu fatale. Vi si era rifugiato
+in primavera, non appena aveva
+saputo che sarebbe stato compreso nelle
+liste di proscrizione; Plutarco narra che si
+era qui imbarcato per fuggire in Macedonia,
+presso Bruto, ma che aveva poi
+cambiato idea ed era tornato a terra. Con
+l'intenzione di recarsi a Roma per cercare
+di commuovere Ottaviano, partì da Astura
+e prese la via della città ma, fatte appena
+dodici miglia, fu colto da paura e tornò indietro
+rapidamente. Salito su di una lettiga,
+si avviò verso Gaeta, ma raggiunto per via
+dai cavalieri che lo inseguivano, in un punto
+che viene anche oggi additato, fu da quelli
+ucciso.</p>
+
+<p>Strana coincidenza! Lo stesso Ottaviano fu
+preso nella medesima Astura, a quanto narra<span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[241]</a></span>
+Svetonio, dal male che pose fine a' suoi
+giorni. Venne qui poco prima della sua
+morte, nell'ultimo suo viaggio per la Campania.
+«Al principio del suo viaggio venne
+ad Astura, ed essendosi trattenuto, contro
+la sua abitudine, all'aria libera, di notte, per
+godervi il fresco, fu colto da dissenteria
+e ciò fu l'inizio della sua malattia». Dopo
+una breve dimora a Capri, morì a Nola.</p>
+
+<p>Nè qui finisce l'influenza fatale di Astura:
+anche il successore di Augusto, Tiberio, si
+ammalò in questo luogo poco prima della
+sua morte. Ecco ciò che narra Svetonio:
+«Ritornò in tutta fretta in Campania e,
+giunto ad Astura, vi cadde ammalato. Riavutosi
+un poco, s'imbarcò per il capo Circeo».
+Essendosi quivi il male aggravato,
+colto da paura, egli s'imbarcò di nuovo, e
+prima di poter arrivare a Capri, fu costretto
+a scendere a terra, al capo Miseno, dove spirò.</p>
+
+<p>Che aggiungere, quando avremo detto
+che anche su Caligola, successore di Tiberio,
+Astura esercitò la sua malefica influenza?
+Quivi Caligola sbarcò prima di morire.
+«Si trovò&mdash;dice Plinio&mdash;un piccolo pesce,
+chiamato <i>remora</i>, appeso all'albero maestro
+della galera che portava Caligola da
+Astura ad Anzio e ciò venne considerato
+come presagio della sua prossima fine».</p>
+
+<p><i>Astura mala terra, maladetta!</i> Noi pure,
+innocenti viaggiatori, doveva costringere a<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[242]</a></span>
+precipitosa fuga, a noi pure doveva far provare
+ambasce di morte.</p>
+
+<p>Lasciando Astura, decidemmo di prendere,
+invece della strada lungo il mare,
+quella attraverso la foresta, di cui avevamo
+sentito vivamente lodare la selvaggia bellezza.
+Non conoscendola, prendemmo con
+noi un soldato del piccolo distaccamento,
+un bel giovane robusto e forte che doveva
+servirci per alcune miglia di guida e prestarci
+nello stesso tempo aiuto, non già
+contro i briganti, ma contro i tori ed i bufali.
+Per un certo tratto camminammo lungo
+la spiaggia, dove potemmo vedere dei tori
+neri tanto maestosi che Giove non avrebbe
+potuto averne dei migliori, allorquando
+trasse in mare la bella Europa. Poco dopo
+ci trovammo in mezzo alla foresta. Camminavamo
+per ampi sentieri, fra odorosi
+cespugli di mirto, sotto la volta di gigantesche
+quercie, rallegrati da mille effetti
+della luce del sole che volgeva al tramonto.
+Il bosco presso Astura è molto bello. Pensavo
+alle mie spiaggie natie, alle loro alte
+quercie diritte, fra i tronchi delle quali si
+può scorgere l'azzurro del mare; tutti i
+miei pensieri erano rivolti al passato. È
+bello aggirarsi là per quei boschi, spiando
+la comparsa dei cervi e dei caprioli, quando
+sbucano dai cespugli e vi contemplano
+con curiosità, alzando il loro capo coronato<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[243]</a></span>
+dalle lunghe corna. Qui invece balza
+talvolta fuori da un cespuglio la nera testa
+di un bufalo o di un toro e talora attraversa
+il sentiero un lungo serpente variopinto.
+La vegetazione è di una bellezza e
+rigogliosità tropicale; l'edera raggiunge
+qui le proporzioni di un albero e si abbarbica
+alle quercie le circonda le avvinghia,
+come i serpenti Laocoonte e pare quasi voglia
+soffocarle in un vigoroso amplesso e
+strapparle al suolo; sale su tutti i rami e
+giunge sino alla cima, lassù dove hanno
+ricetto gli uccelli selvatici della foresta.</p>
+
+<p>Camminammo in tal guisa per alcune
+miglia, assorti sempre nella contemplazione
+di quello stupendo spettacolo. La nostra
+guida di Astura, là dove il bosco
+cominciava a farsi men fitto, ci lasciò,
+dopo averci indicato il sentiero della macchia,
+al di là della quale dovevamo trovare
+il mare. Lieti e felici continuammo a camminare
+fra i mirti e gli olivi selvatici, quando
+tutto ad un tratto ci trovammo di fronte
+ad un centinaio di tori. Ci fermammo subito:
+uno dei tori a sua volta si arrestò stupito;
+alzò la testa, ci contemplò con gravità
+maestosa, poi si staccò dal branco e
+ci venne incontro. In quell'istante il mio
+compagno chiuse il suo maledetto ombrellone
+bianco da pittore e subito il toro furiosamente
+spiccò un salto e tutta la mandra<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[244]</a></span>
+lo seguì. Una nube di polvere si levò tosto
+nel bosco e noi ci demmo a precipitosa
+fuga, guardandoci ogni tanto indietro. Era
+un orribile e bello spettacolo il vedere quegli
+stupendi animali correre avvolti in una
+nube di polvere!</p>
+
+<p>Riuscimmo ad arrivare nel fitto della
+macchia e, con le mani insanguinate pelle
+spine, ci cacciammo nei cespugli, da dove
+potemmo vedere, fra la polvere, il luccichio
+delle corna dei tori, mentre si udiva sotto
+i loro piedi lo strepito dei rami infranti.</p>
+
+<p>Non vidi mai il terrore meglio scolpito
+sopra un volto umano come allora su quello
+del mio compagno e il mio spavento non
+era punto minore. Finalmente tutto tornò
+silenzio intorno a noi: la mandra furiosa
+aveva proseguito la sua corsa verso il mare.
+Riprendemmo la nostra strada per la foresta
+e, spiando continuamente se i tori riapparivano,
+uscimmo alla fine dal bosco e
+sbucammo sulla libera spiaggia. Credo di
+non aver sentito mai un'eguale soddisfazione
+nel rivedere il mare e mi toccava
+proprio provare ad Astura, sulle tracce di
+Corradino, quali siano le ambasce di una
+fuga precipitosa, col pericolo della morte
+alla gola. Si sarebbe detto che uno spirito
+maligno, il demone di quel luogo maledetto,
+avesse destato in me tante dolorose memorie
+e avesse voluto darmi un'idea precisa di<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[245]</a></span>
+quanto ivi soffrì il povero Corradino. Gli
+animali selvaggi furono però più compassionevoli
+verso di noi che non gli uomini
+per Corradino.</p>
+
+<p>Proseguimmo la nostra strada e ci fermammo
+di nuovo per riposarci sulle rovine
+del palazzo romano, dalle quali il melanconico
+castello appariva ancora più bello
+e più espressivo nell'incerta luce del tramonto.
+La vista di numerose mandre che
+coprivano la spiaggia sin quasi a Nettuno,
+c'impensierì di nuovo: ve n'erano
+alcune sdraiate in riva al mare, altre salivano
+per ritornare, come è loro abitudine,
+al bosco, perchè cominciava la frescura
+della sera. Passammo innanzi a cento e
+cento corna gigantesche, ma gli stupendi
+animali non ci fecero alcun male perchè
+noi ci tenevamo rasente al mare, al disotto
+di essi; apparvero infine due bei butteri,
+i primi che avessimo incontrato, a cavallo,
+che galoppavano, con la lancia in pugno,
+lungo la riva, e la loro vista ci rinfrancò.</p>
+
+<p>Felicemente raggiungemmo Nettuno e di
+qui, con un senso di compiacenza, contemplammo
+la strada percorsa ed il castello
+di Astura che a quella distanza, a quella
+dubbia luce emergeva come un cigno sulle
+onde del mare.</p>
+
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[248]</a></span></p>
+<h2 class="lighter">IL CIRCEO.<br />
+<span class="small">(1873).</span></h2>
+
+<hr />
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill257.jpg" width="600" height="61" alt="" title="" />
+</div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[249]</a></span></p>
+<h2 class="lighter"><a name="Il_Circeo" id="Il_Circeo"></a>Il Circeo.<br />
+<span class="small">(1873).</span></h2>
+
+<p>Da Terracina, dove avevo passato la
+Pasqua, volli scendere al capo Circeo, fosse
+pure per una breve visita. Capo Circeo
+giace a tre ore da questa città, benchè sembri,
+per la trasparenza dell'aria, molto più
+vicino. Il grandioso promontorio si innalza
+sulla lunga duna e lascia da per tutto un
+orlo di spiaggia, su cui si cammina come su
+di un tappeto di velluto.</p>
+
+<p>Mi allettava assai l'idea di andare a piedi
+fino al capo, ma i pescatori di Terracina
+me ne dissuasero ed io non vi andai perchè
+non ero sicuro che la strada fosse libera
+da mandre di bufali. Questi pescatori
+erano stati rallegrati prima della mia partenza
+da una pesca eccezionale: essi stavano
+con altra gente sulla riva, quando i loro
+sguardi furono attirati da un oggetto che si
+alzava di tanto in tanto sulla superficie delle<span class="pagenum"><a name="Page_250" id="Page_250">[250]</a></span>
+acque e che pareva attaccato ad una corda,
+fissa a sua volta ad un piuolo. Era una grossa
+testuggine marina che si era impigliata
+nelle reti: la povera bestia era rimasta gravemente
+ferita da un raffio, ed i pescatori
+l'avevano legata, come un cavallo, per una
+zampa, ed assicurata ad un palo. Essa faceva
+grandi sforzi per liberarsi e di tanto in
+tanto sollevava la testa, il collo e una parte
+del suo guscio rosso scuro, per respirare.
+Fu lasciata tutta la notte al suo martirio
+e la mattina seguente, quando partii per
+il capo, vidi dalla mia barca che era ancora
+nello stesso posto.</p>
+
+<p>Avevo con me quattro barcaioli e un
+servo dell'albergo che aveva passato qualche
+tempo a S. Felice, sul promontorio e
+che doveva farmi da guida. In tutto, eravamo
+sei persone. Partimmo alle quattro
+del mattino: la luna chiara che discendeva
+verso occidente, spandeva nell'ultima lotta
+col giorno, un bagliore largo e dorato sul
+mare lievemente mosso. Fitte nebbie apparivano
+ad oriente, verso la palude di
+Fondi, e nascondevano le rocce di Sperlonga
+ed i promontori di Gaeta e di Mondragone.
+Anche il capo Circeo era cinto di un
+velo, squarciato solo sulla vetta.</p>
+
+<p>Soltanto chi ha viaggiato per mare fra
+il tramontar della luna e il nascer del sole
+può aver sentito la gioia divina dell'imminente<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[251]</a></span>
+nuovo giorno. Il respiro continuo
+del mare che sale dall'irrequieto e vivo elemento,
+ha in sè il fremito primordiale della
+creazione. Perchè mai il mare sveglia in
+noi, anche visto in lontananza, o sentito
+nel ritmico palpito delle sue onde dalla
+riva, un desiderio così profondo, ansioso
+ed ignoto, come nemmeno le cime delle
+Alpi sanno svegliare? Forse perchè questo
+nostro piccolo <i>io</i> colle sue piccole necessità
+e la coscienza della natura, destata per
+un attimo, si trovano in immediato contatto
+coll'Infinito e l'Eterno, con ciò che
+non ha storia, nè tempo, nè limiti, nè forma.</p>
+
+<p>Avanzavamo rapidamente nell'aria fresca
+e serena, condotti dolcemente dal vento e
+dal marinaro e sempre più si andava svolgendo
+dalle brume il capo oscuro, col suo
+bianco paesello sulla punta e una torre
+grigia ai piedi, sul mare. Ma prima di approdare
+a questa, voglio dire due parole
+sulla storia del <i>Mons Circeus</i> o <i>Monte Circello</i>.</p>
+
+<p>Da lungo tempo il paese delle favole di
+Circe fu fissato su questo promontorio che
+invero, con la sua forma nettamente insulare,
+i suoi folti boschi, i suoi odorosi declivii,
+le sue grotte di stalattiti sul mare,
+costituiva un ambiente, per lo meno non
+disadatto, a far sorgere una favola magica
+di antichi navigatori. Il monte Circeo era<span class="pagenum"><a name="Page_252" id="Page_252">[252]</a></span>
+nei tempi preistorici veramente un'isola,
+come oggi le isole di Ponza e come un
+tempo il Soratte. A poco, a poco e certamente
+molto prima dei tempi dell'Odissea,
+questa isola si riunì alla terra e divenne un
+capo. Gli antichi geografi riferiscono che
+su di esso giacque una città col tempio di
+Circe e con un altare a Minerva, dove era
+conservata la coppa di Circe in cui Ulisse
+aveva bevuto. Anche la tomba di Elpenore
+vi si mostrava, con i mirti che vi erano
+germogliati sopra.</p>
+
+<p>La città di Circei, o Circeo, era volsca,
+come Anxur, oggi Terracina. I Romani la
+conquistarono e vi stabilirono una colonia
+che non fu certo mai grande e potente, ma
+per la sua posizione fu una delle più belle
+piazze forti ed inoltre un gradito soggiorno.
+Lucullo vi pose i suoi vivai e v'edificò una
+villa e Lepido, quando dovè ritrarsi dal
+consolato, venne qui a dimorare.</p>
+
+<p>L'antica città scomparve in un'epoca incerta;
+forse fu distrutta dai Goti. Sulle sue
+rovine sorge l'attuale San Felice, costruita
+probabilmente intorno all'antica fortezza
+dalle mura ciclopiche. Questa <i>Arx Circaea</i>
+o <i>Rocca Circeji</i>, si trova spesso menzionata
+nei documenti e nelle storie medioevali;
+solo molto più tardi compare il nome di
+San Felice. In questo luogo nel secolo <span class="smcap">viii</span>
+era anche un vescovato. La fortezza di<span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[253]</a></span>
+Circeo era considerata come la più importante
+fra quelle della spiaggia pontina. Si
+sforzarono di acquistarne il possesso la
+città di Terracina, i conti di Gaeta e quelli
+di Fondi; ma essa riconobbe la sovranità
+del Pontefice.</p>
+
+<p>Al principio del secolo <span class="smcap">xii</span>, quando i duchi
+normanni avevano in loro potere l'Italia
+meridionale, essi s'impadronirono anche di
+questa fortezza, ma solo per poco, perchè
+i papi salvaguardarono bene i loro diritti
+sulla terra di confine, su Terracina e sul
+promontorio che ne dipendeva. Sul finire
+del secolo, divennero padroni della rocca
+di Circeo i Frangipani di Roma che possedevano
+Astura e molti altri territorii sul
+Tirreno ed essi seppero sottrarla alla
+giurisdizione di Terracina, dopo un lungo
+assedio. Essi possedettero la <i>Rocca Circeji</i>
+per lungo tempo; Ottone e Roberto Frangipani
+la diedero poi a Rolando Guidonis de
+Leculo, ma a questi Innocenzo III la ritolse
+per restituirla alla Chiesa.</p>
+
+<p>Alla metà del secolo <span class="smcap">xiii</span> i Templari divennero
+proprietari del promontorio, dove
+ancora durava la leggenda di Circe, figlia
+del Sole e dove si era mostrata la coppa
+di Ulisse, il <i>Graal</i> di questo antico monte
+incantato. Un documento del 3 maggio 1259
+dice che Pietro Fernandi, maestro dell'Ordine
+dei Templari in Italia, per autorizzazione<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[254]</a></span>
+del maestro generale Tommaso Berardi,
+assegnava al vice cancelliere Giordano
+in cambio del casale Piliocta (oggi Cecchignola,
+sulla via Ardeatina), <i>il villaggio
+Sancti Felicis sul monte Circego, appartenente
+per diritto all'Ordine</i>, ottenuta la
+approvazione della casa romana dei Templari
+sull'Aventino (oggi priorato di Malta).
+Era questi il medesimo cardinale Giordano
+che come governatore della Campagna romana
+e della Marittima, nove anni più
+tardi, compariva colle sue truppe dinanzi ad
+Astura per chiedere, in nome della Chiesa,
+ai Frangipani la consegna di Corradino,
+cosa che non potè ottenere, come è noto,
+disgraziatamente per l'ultimo degli Hohenstaufen.</p>
+
+<p>Giordano era un nobile di Terracina, della
+potente casa dei Peronti. Egli riunì a Terracina
+la rocca Circea che rimase alla sua
+famiglia fino a tutto il secolo <span class="smcap">xiii</span>, nel qual
+tempo passò agli Anibaldi di Roma, dai
+quali nel 1301 la ebbero i Gaetani.</p>
+
+<p>La potenza di questa famiglia derivava
+allora tutta da Bonifacio VIII; suo nipote
+Pietro possedeva già le città volsce di
+Sermoneta e di Norma e una gran parte
+del territorio pontino, ricco di bestiame,
+da Ninfa al mare. Pietro Gaetani diede
+principio a questo ricco possesso&mdash;che i
+suoi discendenti godono ancora&mdash;coll'acquisto<span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[255]</a></span>
+del capo Circeo. Lo acquistò con
+tutte le terre dipendenti e ancora i Gaetani
+portano il nome di San Felice, e insieme
+acquistò per 2000 fiorini d'oro il
+lago di Paola, da Riccardo Anibaldi, signore
+della torre delle Milizie in Roma.
+Da quel tempo i Gaetani possedettero la
+rocca Circea per 400 anni. In questo lungo
+periodo di tempo essa fu tolta loro una
+volta, ma per soli due anni, quando Alessandro
+VI li privò di tutti i feudi negli
+Stati della Chiesa per donarli al figlio di
+Lucrezia, al piccolo Rodrigo di Biseglia.
+Allora egli eresse Sermoneta in ducato,
+ma subito dopo la sua morte i Gaetani
+rientrarono nei loro possessi, e siccome
+erano anche conti di Fondi, il castello Circeo
+costituì la pietra di confine della loro
+signoria sul mar Tirreno. Dalla cima del loro
+palazzo a San Felice essi spaziavano con
+lo sguardo, entro il cerchio armonioso del
+panorama, sul loro feudo da Fondi fino ad
+Astura e dalle mura ciclopiche di Norba
+fino alla spiaggia pontina.</p>
+
+<p>Nell'anno 1713 i Gaetani alienarono il
+capo Circeo, e il duca Michelangiolo lo
+vendette ai Ruspoli di Roma, insieme col
+palazzo Gaetani sul Corso che si chiamò
+d'allora in poi palazzo Ruspoli.</p>
+
+<p>Nel 1718 il capo passò agli Orsini come
+dote di Donna Giacinta Ruspoli; ma siccome<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256">[256]</a></span>
+la Santa Sede si era riservato il diritto
+di riacquistare il feudo, gli Orsini
+dovettero venderlo nel 1720 alla Camera
+Apostolica per 100,000 scudi. Nel 1808, dopo
+88 anni, fu venduto nuovamente, al principe
+Stanislao Poniatowski, e così un magnate
+polacco, ultimo della sua casa, divenne
+signore dello storico capo e lo tenne
+per 14 anni. La Camera Apostolica lo riscattò
+nel 1822 e con la caduta degli Stati
+della Chiesa passò alfine in proprietà dello
+Stato italiano.<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a></p>
+
+<p>Questa è la breve storia del capo Circeo:
+intanto il sole si è alzato fra i monti
+di Gaeta e la luna è scomparsa nella luce.
+Il capo è apparso tutto scoperto dinanzi
+a noi, illuminato dal sole matutino con
+una luce tranquilla e tutto l'incanto è
+finito.</p>
+
+<p>Poche cose nel mondo tollerano una
+troppo grande vicinanza, o piuttosto il rapporto
+della nostra immaginazione con esse
+non le sopporta. I monti, come gli uomini
+e le loro imprese, i grandi e la loro fama,
+hanno bisogno di un velo di luce e d'aria
+che li renda misteriosi alla nostra immaginazione<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[257]</a></span>
+e tenga lontana l'indagine critica;
+quanto più piccoli sembrerebbero essi
+se le loro leggende fossero d'un tratto demolite
+dalla vicinanza del tempo e cadesse
+l'illusione che li avvolge! Profondo è il
+simbolo dell'Iside velata!</p>
+
+<p>Come appare magico e misterioso il promontorio
+Circeo guardato dalla lontana
+Astura, dai monti Volsci o da quelli Laziali,
+ed anche da Terracina, quando cade la sera!
+Ora invece mi appariva grigio e verde,
+simile a molti altri monti; spariva quella
+forma insulare che aveva assunto nella
+lontananza e lo vedevo scendere verso la
+pianura pontina con una larga striscia di
+terra. Le belle forme sparivano e profonde
+selve coprivano i suoi fianchi fino alla
+sommità, mentre questa da lontano sembrava
+rocciosa e nuda, scintillante di riflessi
+solari!</p>
+
+<p>Prendemmo terra a Torre Vittoria, dove
+il piede del promontorio si perde sul lembo
+della spiaggia, senza però avere un luogo
+di approdo in forma di porto. Non vi erano
+pescatori, nè barche. La torre è un edificio
+quadrato, dicesi costruita dai Gaetani. La
+sua guarnigione è stata soppressa, come
+quella di tutte le torri marittime, alla caduta
+del governo pontificio. Serve ora di
+caserma ai doganieri ed anzi uno di questi
+appena ci scorse, scese le scale e venne<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[258]</a></span>
+a salutare i pescatori che ben conosceva,
+ed a verificare il loro passaporto. Lasciai
+i marinari sulla spiaggia e con la mia
+guida mi avviai verso San Felice. La
+posizione del villaggio e la piccola via che
+vi conduce mi hanno ricordato Capri. Ma
+il capo Circeo non ha null'altro, o ben
+poco, che lo faccia rassomigliare a quest'isola.
+Dopo un quarto d'ora di non faticosa
+salita sul declivio coperto di siepi e
+cespugli di mirto, mi è apparso il villaggio
+in una posizione veramente incantevole.</p>
+
+<p>San Felice sta su una piattaforma naturale,
+abbastanza larga, al di sopra si levano
+pareti boscose, dinanzi si apre l'immensa
+distesa e sotto, nella profondità, il
+mare turchino. Il paesetto ha poche strade
+rettilinee ma strette, sormontate dal castello
+baronale ed una decorosa chiesetta.
+Di fronte al castello si apre la piazza o
+strada principale. Le case sono, per solito,
+di un piano e prive di qualunque pretesa
+artistica. Fui non poco sorpreso dal fatto
+che un villaggio così antico e separato dal
+resto del mondo potesse avere il carattere
+di un borgo aperto. Che San Felice occupi
+il luogo dell'antica Circea, non può
+essere posto in dubbio, perchè non c'è in
+tutto il promontorio un'altra superficie libera
+e piana su cui potesse essere edificata
+una città.<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[259]</a></span></p>
+
+<p>Qualunque traccia di antica storia è scomparsa.
+E' vero che il palazzo dei Gaetani
+occupa evidentemente il terreno già occupato
+da una rocca medioevale che prima
+del dominio di quei duchi dovette appartenere
+ad uno dei loro predecessori, ma
+questo castello baronale non era l'antica
+<i>Arx Circeji</i> che doveva stare invece su
+una rupe enorme dominante la città, al
+disopra della quale ancora si vedono resti
+di mura ciclopiche larghe cinque piedi, e
+molti blocchi di pietra. Mi recai a visitare
+questo luogo, persuaso che il palazzo Gaetani
+fosse stato costruito sulle rovine dell'antica
+<i>Arx</i>.</p>
+
+<p>Questo castello ha la forma di un grosso
+dado, con un cortile spazioso che fu quello
+della fortezza. Nel centro di esso cresce un
+boschetto ameno di oleandri e di mirti. Contro
+una muraglia sono appoggiate le basi
+marmoree di sei colonne, unica antichità
+che abbia trovato a S. Felice. Invano ho
+cercato stemmi e inscrizioni medioevali
+sulle porte; di queste una sola aveva forma
+gotica. Dell'antica fortezza resta una torre
+quadrata, alla quale si appoggia l'edificio
+centrale, ma anch'essa è restaurata. Le
+parti adiacenti del castello baronale sono
+di costruzione posteriore all'epoca dei Gaetani
+che nel secolo <span class="smcap">xvii</span> aggiunsero ad esso
+comodità e nuove bellezze per potervi passare<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[260]</a></span>
+qualche settimana. Il cambiamento radicale
+avvenne certo sotto Poniatowski.</p>
+
+<p>Questi edificò nuovamente l'interno, stanze
+e saloni, e l'adornò di pitture. L'attuale
+deserta abitazione dovette essere allora un
+luogo delizioso, tale che il nipote del re di
+Polonia non avrebbe potuto trovarne uno
+più bello. Egli vi si recava spesso, quando
+lasciava Roma, dove possedeva la villa di
+fronte alla porta del Popolo; è stato davvero
+un benefattore di questo villaggio; lo
+ha migliorato, vi ha costruito una fontana
+ed una strada che va al mare, ed ha ricompensato
+sempre generosamente i servigi
+resigli.</p>
+
+<p>Presso S. Felice il principe si fece edificare
+anche un casino, ora in completo sfacelo,
+come il giardino annesso. Questo casino
+sta sull'orlo estremo della piattaforma,
+sul mare, e costituisce il più seducente
+belvedere che abbia mai visto.</p>
+
+<p>Come ho detto, Poniatowski vendette il
+capo Circeo nel 1822; vendette anche subito
+dopo la villa in Roma e la collezione
+di antichità, e si ridusse a Firenze, dove
+nel 1831 morì.</p>
+
+<p>San Felice conta 1200 anime. L'agricoltura
+è la sua ricchezza, soprattutto le viti
+che coprono gli ultimi declivi del capo.</p>
+
+<p>Furono sue industrie un tempo i vasi
+d'argilla e d'alabastro. Queste fonti di guadagno<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[261]</a></span>
+sono scomparse, pure la popolazione
+non mi è sembrato soffra grande miseria.
+Si trova nel paese un albergo, molto primitivo
+ed anche un caffè; avrei dovuto pernottarvi,
+se avessi voluto poi salire sulla
+vetta del promontorio, ciò che era mio desiderio,
+non tanto per visitare le antiche
+mura che si additano come resti del tempio
+di Circe, quanto per godere l'incantevole
+panorama. Dicono che di lassù, a
+1900 piedi, quando l'aria è limpida e chiara,
+si vede il convento di Camaldoli che domina
+Napoli, e la cupola di S. Pietro di
+Roma.</p>
+
+<p>Da San Felice si può comodamente salire
+sulla vetta del monte per sentieri rocciosi,
+fra folti cespugli: ci vogliono però
+alcune ore. Mi ero proposto di fare il giro
+intorno a tutto il capo, ma dovetti abbandonarne
+l'idea, perchè dalla parte del mare
+le rocce cadono a picco, non lasciando
+sentiero possibile sulla spiaggia. La distanza
+da San Felice fino al punto in
+cui la parte interna del capo trova di
+nuovo il mare, presso il canale di Paola,
+è di tre miglia ed eguale lunghezza ha il
+capo: la sua larghezza non è certo invece
+più di un miglio.</p>
+
+<p>Lasciando San Felice presi dapprima un
+breve sentiero, assai comodo e agevole, poi
+scesi per il declivio della roccia giù al piano<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[262]</a></span>
+boscoso e giunto ai piedi del capo, potei
+ammirarlo in tutta la sua forma. E' una
+grandiosa piramide, la cui vetta, nella sua
+estremità, si ripiega in alto, dal lato occidentale.
+Fin verso la cima è coperto di quercie
+e di cespugli, fra i quali qua e là spiccano
+masse rossastre di acute roccie. Le
+pareti s'innalzano spesso perpendicolari e
+sembrano sorreggere un tetto. Tutto il capo
+sembra un tetto spiovente; ma vi si distinguono
+dieci monti che portano nomi
+speciali. Nelle spaccature delle rocce crescono
+i palmizi nani. Molte palme che
+adornano il Pincio sono appunto cresciute
+sul capo Circeo.</p>
+
+<p>Nella mia passeggiata ho attraversato
+un boschetto di mirti, lentischi ed eriche,
+che crescono qui arborescenti, ed ho visto
+alte quercie da sughero, sempre verdi
+e quercie tedesche. La quercia nordica,
+che da noi comincia assai tardi a inverdire,
+in questo clima è uno degli alberi più precoci.
+Le trovai, già perfettamente coperte
+di fronde, lungo il canale della Linea Pia,
+mentre l'olmo ne era quasi spoglio. Il bel
+bosco sul capo porta il nome di Selva Piana:
+numerosi greggi di pecore e armenti di giovenchi
+vi pascolano e danno al placido paesaggio
+un carattere solennemente idilliaco.</p>
+
+<p>Per voler trovare ora su questo capo un
+luogo dove immaginare la valle e il palazzo<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[263]</a></span>
+della melodiosa dea Circe, è necessario
+pensare alla piattaforma stessa di
+San Felice o a questo gradevole e ameno
+declivio.</p>
+
+<p>Qui troviamo, se non vere e proprie valli,
+almeno dei larghi fianchi montuosi dove è
+possibile collocare idealmente il castello
+incantato di Omero, colla sua ombrosa solitudine
+e insieme il suo aperto orizzonte.
+Qui cresce un'inesauribile flora. Vi crescerà
+forse anche la salutare erba Moly che
+Mercurio somministrò al paziente Ulisse:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza">
+<span class="i11">bruna<br /></span>
+<span class="i0">N'è la radice: il fior bianco di latte.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ma siccome anche l'eroe dice essere difficile
+che creature mortali possano coglierla,
+così i botanici dovranno rinunziare
+a scoprirla senza l'aiuto di un Dio.</p>
+
+<p>La fantasia popolare non ha del resto
+stabilito alcun luogo come dimora di Circe,
+e la leggenda è rimasta qui più per il nome
+della maga Circe che per la favola stessa:
+essa non è che artistica ed archeologica.
+Qui si son fatti il concetto di una maga
+Circe come di una Loreley che attirasse
+e facesse arenare le navi. Mi hanno raccontato
+che essa era stata alfine sfidata da
+una nave straniera tutta di cristallo, sulla
+quale la maga non aveva potuto esercitare
+potere alcuno e che anzi era stata<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[264]</a></span>
+presa, rinchiusa nella nave e portata via.
+Da allora se ne erano perdute le tracce e
+credo che la potenza immaginativa di questo
+buon popolo lavoratore non sia andata
+oltre nella bella leggenda di Circe. La mia
+guida mi narrava con soddisfazione un fatto
+accaduto durante il suo soggiorno in San
+Felice ad una sentinella di guardia alla
+torre del Fico; a questa sentinella, di notte,
+era apparso un cane dagli occhi di fuoco ed
+aveva tracciato intorno a lei circoli magici.</p>
+
+<p>Nell'uscire dallo splendido bosco, avevo
+alla mia destra il lago di Paola, a sinistra
+la spiaggia del mare e sopra, all'estremità
+del capo, una graziosa torre, la torre di
+Paola. Il lago appariva come un grigio e
+melanconico specchio d'acqua fra rive piane,
+un vero lago di maremma che s'internava
+per parecchie miglia dentro terra. Stavano
+sulle sue rive due chiesette chiamate San
+Paolo e Santa Maria della Surresca. In
+tempi remoti, il lago era unito al mare e
+formava una baia: ora la comunicazione è
+ristabilita per mezzo di un canale. Lucullo
+vi aveva una villa e famosi vivai. Anche
+nel medio evo fu luogo di pesca e di caccia
+all'anitra (l'anitra selvatica si chiama qui
+<i>folaga</i>) e solo per opera del tempo l'antico
+canale è andato in rovina. Innocenzo XIII
+fece costruire il casino e la chiesa che
+stanno ancora sul canale, sebbene abbandonati<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[265]</a></span>
+e quasi rovinati ed altre case anche
+fece costruire sulla sponda del lago, per i
+pescatori e ispettori e per magazzini. Oggi
+uno speculatore di Sperlonga ha preso in
+affitto la pesca del lago per la modesta
+somma di lire 7500 annue. L'ardente sole
+del mezzodì fiammeggiava sul lago plumbeo
+nella profonda e selvaggia solitudine
+delle paludi e dei boschi: appena gli alti
+giunchi e i tamarischi della riva si movevano;
+non una barca appariva sulla superficie
+tranquilla; questa quiete fosca e solenne
+aveva qualche cosa di favoloso.</p>
+
+<p>Camminavamo lungo le case della riva,
+lungo il muro di un grande giardino che
+fu di Poniatowski, ora completamente abbandonato
+e selvaggio. Sulla porta di una
+casa sedeva la moglie di un pescatore con
+i suoi figlioletti che non apparivano punto
+pallidi di febbre, ma freschi e rosei, fra reti
+distese, stanghe e altri attrezzi pescherecci.
+Uscirono poi anche alcuni uomini e con
+loro il fortunato affittuario del lago, lo speculatore
+di Sperlonga; questi ordinò ad un
+ragazzo di farmi vedere i vivai. Salimmo
+allora su un sandalo, una specie di barca
+assai antica, di cui ho trovato menzione in
+vecchi documenti riguardanti le paludi pontine.
+Nel 1223 fu concesso il diritto all'abbazia
+di Grottaferrata di tenere <i>duos sandalos
+ad piscandum in Lacu Folianensi</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[266]</a></span>
+Il sandalo è il battello della palude, quadrato
+e piatto; le dimensioni variano secondo
+il bisogno. E' barca di carico e di tragitto
+insieme. Il suo nome ed il suo uso si
+son mantenuti dai tempi più antichi, e son
+dovuti certamente alla sua forma. In sandalo
+andavano i viaggiatori romani quando dal
+<i>Forum Appii</i> solevano fare una gita sul
+canale <i>Decemnovius</i>. I vivai si trovano in
+vicinanza delle sponde e formano una serie
+di camere circondate da un reticolato.</p>
+
+<p>Speravo di vedere il più raro acquario,
+ma fui deluso, nè in questi vivai, nè nell'antico
+bacino murato che ancora si usa,
+mi fu possibile vedere un sol pesce.</p>
+
+<p>Dal lago andai verso il mare, lungo il
+canale di costruzione romana che è largo
+circa 30 piedi, ed ha argini in mattoni. Innocenzo
+XIII lo restaurò nel 1721. Cateratte
+massicce lo proteggono contro le onde
+del mare. Si aprono queste per lasciar passare
+i pesci e lì ne vidi alcuni. Una delle
+cateratte serve anche da ponte. Su questa
+trovai in muratura lo stemma dei Conti
+(aquila della Campagna e dadi sulla scacchiera)
+con sotto la seguente iscrizione,
+memoria di quel Papa della casa Conti:</p>
+
+<p>«<i>Quod Inter Mare Tyrrhenum Lacumque
+Circejum Pristino Aquarum Restituto
+Commercio Carolo Collicola Aerario
+Ac Rei Marittimae Praefecto Piscatorio
+Urbis Foro Fisci Rationibus ac Publicae
+Utilitati Providerit Anno Pont. Primo</i>».<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[267]</a></span></p>
+
+<p>In mezzo alla solitudine selvaggia del
+capo Circeo, sul lembo estremo dell'antico
+dominio papale, questa iscrizione sul pallido
+marmo mi affascinò con tale forza
+storica, come se fosse di un passato molto
+più remoto e come se appartenesse alla
+stessa epoca della lapide che, nel palazzo
+municipale di Terracina, eterna la memoria
+del prosciugamento delle paludi
+pontine eseguito dal gran re dei Goti,
+Teodorico.</p>
+
+<p>Lo spazio di dodici secoli che corre fra
+queste due iscrizioni, comprende quasi
+tutto lo sviluppo dell'Occidente dalla caduta
+dell'impero romano; è per questo che
+sembra così lungo... Ma che sono dodici secoli
+nella vita del mondo? Il tempo che corre
+fra ieri ed oggi. In altri luoghi si ha profonda
+coscienza del lavoro incipiente dello
+spirito umano; qui, nelle paludi pontine, il
+tempo invece appare piuttosto come una
+superficie eguale e senza interruzione che
+si estenda indefinitamente monotona.</p>
+
+<p>Non ho mai sentito così bene quanto
+presto le cose umane divengono leggendarie,
+come dinanzi a questa iscrizione. Il
+dominio temporale dei papi che soltanto
+tre anni fa cadde per sempre, mi si presentava
+già come un mito sulla cui storicità<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[268]</a></span>
+si dovesse riflettere come su quella
+del dominio dei Goti. I papi hanno lasciato
+molte indelebili tracce nella terra che fu
+loro, dall'Etruria al capo Circeo. Quando
+la figura storica del cristianesimo sarà passata,
+quando i dogmi e il culto della Chiesa
+per le generazioni future avranno soltanto
+un interesse storico, come oggi per noi il
+culto di Ptah e di Osiride, allora si ricercheranno
+gli stemmi pontifici, le iscrizioni
+e i monumenti dei più potenti dei re-sacerdoti,
+che si chiamavano papi, e si farà ciò
+col maggiore interesse e col più vivo desiderio,
+molto più di quello che si faccia
+oggi per le iscrizioni dell'antichità; le rovine
+di San Pietro e del Laterano saranno
+allora per l'osservatore e per l'archeologo
+oggetto di maggior considerazione che non
+le masse gigantesche del Colosseo e le rovine
+dei templi e delle terme di Roma.</p>
+
+<p>I papi sono riusciti a dare alle loro opere
+un vero sentimento di romanità: anche
+queste paludi lo provano. Dopo Teodorico,
+re dei Goti, furono Sisto V e Pio VI
+che ristabilirono la via Appia ed i canali
+pontini. Il Governo italiano, nella successione,
+si è assunto il compito di continuare
+i lavori e di fare anche di più; e
+per ora è passato così poco tempo dalla
+caduta del <i>dominio temporale</i>, che non è
+lecito movergli rimprovero se ancora non<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[269]</a></span>
+ha pensato alla sistemazione del porto di
+Terracina. Più urgente, invero, sarebbe la
+costruzione di quello di Brindisi, che aprirebbe
+all'Italia meridionale una nuova vita
+e la via del commercio con l'Oriente.</p>
+
+<p>Basta dare uno sguardo alla baia di
+Paola che, protetta dal promontorio, si offre
+all'ancoraggio, per comprendere quale
+avvenire essa potrebbe avere. E' l'unico
+luogo, nel promontorio, dove sia possibile
+l'approdo. Qui sbarcò Ulisse:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 18em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">Taciti a terra ci accostammo, entrammo,<br /></span>
+<span class="i0">Non senza un Dio che ci guidasse, il cavo<br /></span>
+<span class="i0">Porto e sul lido uscimmo...<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Qui approdò Tiberio, venendo da Astura;
+qui approdarono i Saraceni che molte volte
+saccheggiarono la località. Si vede ancora
+la torre quadrata dei Gaetani, la torre di
+Paola, l'eroica torre che sostenne lotte accanite
+coi pirati del mare.</p>
+
+<p>Essa si erge su una sporgenza della
+rupe, immediatamente sopra il capo. Il
+mare e il canale sono distanti solo pochi
+passi. Questo punto, presso la torre, era
+la mèta più ambita delle mie peregrinazioni.
+E' una solitaria marina, celebrata
+dalla leggenda d'Omero. La saracinesca è
+caduta; porte e finestre sono chiuse ed
+invano tentai penetrarvi. La pallida erba
+balsamica cresce sulle mura grigiee e gli<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270">[270]</a></span>
+steli del grano selvatico, inariditi dal salso
+vento marino, oscillano intorno, mentre le
+rupi luccicano, al di sopra, di muschi purpurei.
+Tutto è qui come immerso nel sonno.
+L'onda marina si frange rumorosa sulla
+riva silente in ritmi uniformi che tutto il
+presente seppelliscono nel silenzio e risvegliano
+nell'anima lontane imagini e lontani
+ricordi. Ogni tanto un falco si leva
+da un cespuglio di mirti e si libra sulla
+costa, emettendo un acuto strido, poi allarga
+lentamente i suoi cerchi sulla palude
+e sul mare.</p>
+
+<p>Le dune bianche, abbaglianti racchiudono
+per parecchie miglia il limpido mare in
+una linea dolcemente arcuata, finchè si
+perdono nei vapori, verso Astura. Dietro
+si stendono paludi e boschi nereggianti,
+che nascondono altri laghi: il lago di Crapolace,
+quello dei Monaci e l'altro di Fogliano,
+simili al lago di Paola, ma senza
+porto.</p>
+
+<p>Per quanto il mio occhio poteva spaziare
+lontano, la bella spiaggia mi appariva
+completamente deserta; nessuna traccia
+di greggi; sul mare nessuna barca;
+solo tre o quattro vele, lontane, verso
+Astura. In distanza appariva sotto il sole
+una torre: la torre di Fogliano o il castello
+di Astura. Si può andare fin là a
+piedi, o a cavallo, seguendo la spiaggia.<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[271]</a></span>
+Anticamente v'era la via Severiana che
+conduceva fino al capo, lo girava e giungeva
+a Terracina. Su questa si trovavano:
+<i>Ad Turres</i>, <i>Circejos</i>, <i>Turres Albas</i>, <i>Clostra
+Romana</i>, <i>Astura</i> e <i>Antium</i>.</p>
+
+<p>Dall'alto della torre di Paola si ammira
+la grande distesa del mare e le isole di
+Ischia e di Ponza che nettamente vi si
+delineano, sotto gli scoscendimenti delle
+rupi ed i massi grigio-rossastri che ricordano
+il Monte Solaro di Capri. Ridiscesi
+poi al lago e tornai per la medesima via
+a San Felice.</p>
+
+<p>Dopo un digiuno di dieci ore, dopo la
+gita in mare e la passeggiata sotto il sole
+che già scottava, calmammo la nostra sete,
+la mia guida ed io, con gli squisiti aranci
+di questa regione.</p>
+
+<p>La sala del caffè era gremita di abitanti
+del capo, parte dei quali alti e begli uomini,
+non vestiti però con costumi speciali.
+Me ne furono indicati alcuni che avevano
+servito sotto il papa, il che sembrava
+in certo modo essere considerato
+come cosa speciale e onorevole. Mi dissero
+anche che, prima dell'ultimo rivolgimento,
+le guarnigioni di tutte le torri
+del litorale, da Terracina a Porto d'Anzio,
+erano composte di sanfelicesi.</p>
+
+<p>Un pescatore era intanto venuto ad aspettare
+o ad affrettare il mio ritorno; perchè,<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[272]</a></span>
+come avevo osservato dalla torre di Paola,
+il vento si era nel frattempo fatto più forte
+e il mare si era coperto di schiuma. Una gita
+di parecchie ore in mare, con quel tempo,
+non si presentava certo come una bella prospettiva!</p>
+
+<p>Scendemmo per un sentiero fino alla
+spiaggia, dove apparivano alcuni ruderi antichi.
+Sarebbe stato veramente bello aver
+potuto passare in quel luogo alcuni giorni,
+arrampicarsi sulle rocce, visitare le belle
+grotte, vedere le torri del Fico, Cervia e
+Moresca che stanno sulle sporgenze estreme
+del capo. Camminando lungo la spiaggia
+riuscimmo di nuovo presso torre Vittoria
+e salimmo sulla barca:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 16em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">E quei si rimbarcavano; e sui banchi<br /></span>
+<span class="i0">Sedean l'un dopo l'altro, e percotendo<br /></span>
+<span class="i0">Gían co' remi concordi il bianco mare.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ci arrestammo un istante ad un miglio
+dalla spiaggia. La barca sembrava davvero
+un guscio di noce sul flutto irrequieto, ora
+avendo come sfondo l'orizzonte da un lato ed
+i monti dall'altro, ora sprofondandosi nelle
+liquide valli. Questa gita mi fece molto
+piacere, perchè non temo il mare agitato
+e non soffro punto il mal di mare. I rematori
+vogavano faticosamente, ma con arte
+consumata sapevano ora evitare, ora utilizzare
+abilmente le onde più grosse e più<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[273]</a></span>
+alte. Allora capii veramente che cosa fosse
+una barca equilibrata e la nostra poggiava
+fissa e sicura sui suoi quattro remi, che
+insieme sembravano servirgli come braccia
+e come ancora. Era assai difficile avanzare
+e dopo più di due ore di lotta ci trovammo
+di nuovo di fronte a torre Badino.</p>
+
+<p>Questa torre ed un casino lì presso indicano
+il luogo dove il Portatore, un braccio
+del canale pontino, si versa nel mare. Vi
+sono stati costruiti dei moli. I pescatori
+risolsero di mettersi sotto vento ed invece
+di continuare il faticoso viaggio, arrivare
+così a Terracina per il canale.</p>
+
+<p>Alla foce del Portatore l'agitazione delle
+onde alte e grigie era assai forte: la nostra
+barca ne risentì la violenza con un forte
+beccheggio, ma presto, oltrepassato un
+ponte levatoio, ci trovammo in uno specchio
+d'acqua più che tranquillo, morto, nero,
+stagnante. Da quello entrammo nella Linea
+Pia che conduce direttamente a Terracina.</p>
+
+<p>La Linea Pia è fiancheggiata da alti olmi,
+e sulle sue rive cresce la più ricca flora di
+gigli acquatici che abbia mai visto. In alcuni
+punti il canale era impaludato, o era
+completamente coperto di piante. A causa
+di questo tre marinai dovettero scendere
+dalla barca e tirarla dalla riva con una
+fune, a forza di braccia.</p>
+
+<p>Per quanto ad ogni stagione la Linea<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[274]</a></span>
+Pia venga sottoposta ad un ripulimento,
+essa è invasa di nuovo prestissimo dalla
+flora palustre. Il metodo per pulirla è semplicissimo:
+si caccia qua e là per il canale
+una frotta di bufali e si fa loro calpestare
+l'erba. Queste bestie si sforzano naturalmente
+di liberarsi e di guadagnare la terra
+ferma, non perchè temano l'acqua, essendo
+al contrario animali di palude, ma perchè
+la fatica necessaria per strappare e pestare
+le piante così intrecciate, stanca anche la
+loro possente muscolatura. Ma i butteri che
+li accompagnano, li respingono nel pantano
+colle loro lunghe lancie, ed altri tormentatori
+stanno dietro sui sandali e fanno lo
+stesso con delle aste puntute. Il giorno dipoi
+vidi, sulla via Appia, presso la stazione
+di Mesa, questa selvaggia scena palustre: è
+impossibile immaginare qualcosa di più
+singolare di quei mostri neri ammassati
+nel canale che, simili a un branco di cavalli
+del Nilo, agitano le loro teste possenti
+con le corna piegate all'indietro, sbuffano
+fuor dell'acqua, mentre faticosamente avanzano
+nuotando e calpestando.</p>
+
+<p>Quanto più ci avvicinavamo a Terracina,
+tanto più il canale diveniva animato. Molti
+sandali tornavano carichi dalla città e su
+molti di essi sedevano uomini civilmente
+vestiti che sembravano passeggeri ed erano
+forse proprietarii di terre vicine.<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[275]</a></span></p>
+
+<p>Scendemmo dal battello al ponte, presso
+il grande ospedale militare ed io mi recai
+subito alla riva accanto all'albergo, per
+sapere qual fine avesse fatta la gigantesca
+tartaruga. Essa stava distesa su un carro a
+due ruote, legata con funi e accuratamente
+avvolta in scorze d'albero, quasi si fosse
+voluto preservarla da un raffreddore. Molta
+gente stava ad osservarla attentamente. Il
+guscio robusto era di un bellissimo color
+bruno con macchie nere; la testa pareva
+quella di un'aquila e perfino la bocca aveva
+la forma di un becco. Viveva ancora e guardava
+gli astanti con occhi spalancati pieni
+di stoica indifferenza; sembrava quasi volesse
+dire: «Tu sei una creatura più abominevole
+di me, o uomo, e cento volte più crudele
+e vorace del pescecane, tu che strappi
+alle profondità dei mari i suoi abitanti per
+seppellirli nel tuo stomaco, nella grande
+voragine e abisso del mondo vivente!»
+Nella notte la tartaruga doveva essere
+spedita al suo destino, cioè a Piperno,
+fra i monti Volsci, dove sarebbe stata poi
+venduta come cibo di magro.</p>
+
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[278]</a></span></p>
+<h2 class="lighter">LE SPONDE DEL LIRI.<br />
+<span class="small">(1859).</span></h2>
+
+<hr />
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill201.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[279]</a></span></p>
+<h2 class="lighter"><a name="Le_sponde_del_Liri" id="Le_sponde_del_Liri"></a>Le sponde del Liri.<br />
+<span class="small">(1859).</span></h2>
+
+<p>Invito il lettore ad un'escursione attraverso
+il paese latino, da Veroli a Casamari,
+da Isola a Sora e ad Arpino, da Arce ad
+Aquino, da San Germano<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a> a Montecassino,
+proprio mentre l'Italia centrale pullula di
+armati, mentre le Romagne hanno scosso
+il giogo pontificio, mentre gli animi tutti
+sono preoccupati dalla <i>questione romana</i>.</p>
+
+<p>Questa regione è la continuazione del
+Lazio; il Liri divide con confini naturali la
+Campania in due parti: quella romana è
+solcata dal Sacco che si getta appunto nel
+Liri sotto Ceprano ed è propriamente la
+campagna romana; l'altra metà, magnifica
+pianura fra l'Appennino ed i Volsci, è la
+Campania napoletana, dove scorre il Liri.
+Essa si estende veramente fino a Capua,
+ma i monti la circondano di fronte a San<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280">[280]</a></span>
+Germano e la separano così dalla <i>Campania
+felice</i>. A Montecassino mi fecero osservare
+un giorno di lassù il castello di
+S. Pietro in Fine, e mi spiegarono questo
+nome con: <i>in fine Latii</i>; se non che l'erudito
+don Sebastiano Calefati mi fece riflettere
+che <i>in fine</i> poteva anche significare:
+al confine della giurisdizione della diocesi
+di Montecassino. Non intendo però entrare
+in una disquisizione geografica; scendiamo
+piuttosto tranquillamente da Veroli, per
+arrivare sulle rive del Liri in una bella
+giornata di ottobre, mentre un sole tepido
+splende sui campi tingendo i monti de' più
+bei colori dell'autunno, mentre dinanzi ai
+nostri occhi si stende la classica campagna
+attraversata dal fiume, il cui bel nome risveglia
+i pensieri più gentili, più soavi e
+diffonde un alito poetico per queste contrade.</p>
+
+<p>Uscendo dalla porta dell'alto paese di Veroli
+e camminando lungo le sue mura mezzo
+rovinate, prima di scendere nella pianura,
+per la prima volta mi si spiegò dinanzi la
+regione che volevo percorrere. Alla mia destra
+erano i campi di Ceprano, il ponte ove
+Manfredi fu tradito e più in là la catena
+azzurra dei Monti Volsci; alla mia sinistra
+i monti maestosi di Sora, volti verso gli
+Abruzzi e pieganti verso il Liri. Ma ciò
+che sopra ogni cosa attrasse la mia attenzione<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[281]</a></span>
+fu la vetta di un monte, o per dir meglio
+la linea bianca che lo coronava. Era
+Arpino, la patria di Cicerone e di Mario.
+Produce profonda impressione il vedere
+per la prima volta, e per di più in modo
+confuso e ad una certa distanza, un luogo
+che segna due grandi epoche e di cui ci è
+noto il nome sin dall'infanzia. Mi ritornarono
+così alla memoria infiniti particolari
+dell'età giovanile: il mio pensiero si riportò
+ai banchi della scuola dove ci veniva
+spiegato Cicerone, si riportò allo stesso
+volume stracciato e stampato su cartaccia
+grigia delle sue orazioni ed al tuonante ed
+indimenticabile <i>Quousque tandem Catilina?</i>
+Ed ora mi trovavo proprio dinanzi
+alla patria di Cicerone, dinanzi a quell'Arpino
+che non avrei sperato o sognato di
+veder mai.</p>
+
+<p>Non essendovi altra strada carrozzabile
+all'infuori di quella sotto Casamari, e tutta
+questa regione latina non avendo altro
+mezzo di comunicazione con i paesi finitimi
+se non la Via Latina che porta a Capua,
+dovetti scendere di cavallo per percorrere
+lo scosceso sentiero che va fino a Veroli.</p>
+
+<p>Tutti i borghi all'intorno, per la massima
+parte più antichi di Roma, appartenendo all'epoca
+di Saturno sorgono su colline rocciose,
+neri e cupi d'aspetto, rimasti da secoli
+e secoli quali erano un tempo. I conti<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[282]</a></span>
+e i feudatarii del medio evo vi avevano fabbricato
+in ognuno il loro castello che sorge
+tuttora, abbandonato e deserto, dimora dei
+soli gufi. Il colono vi coltiva anche oggi,
+soggetto ad un principe romano o ad un
+convento, la vite, l'olivo, il granturco e la
+sua condizione, per quanto non sia più servo
+della gleba, non è in fondo affatto mutata.
+Per il Lazio, regione saluberrima, non vale
+la ragione dello spopolamento dei dintorni
+di Roma, l'influenza cioè della malaria. Fa
+impressione percorrere una contrada che
+da lungi appare come un paradiso e poi
+non è che un deserto pittoresco, coltivato
+solo qua e là a granturco, un deserto di
+aridi campi, popolati unicamente di ginestre
+e di asfodeli, su cui i falchi svolazzano
+con ampi cerchi. Si rimane stupiti
+di non trovare una popolazione florida e
+ricca, città fiorenti ed al vedere solo qua
+e là gruppi di meschini abituri sulle alture.
+Gli abitanti del Lazio, bella, buona
+e forte razza di uomini, sono rimasti in
+uno stato assolutamente primitivo; il loro
+modo di vivere, i loro costumi, i loro bisogni
+non subirono mai la menoma variazione
+e se uno de' loro antenati tornasse
+oggi al mondo, non troverebbe forse al
+suo paese altro di nuovo all'infuori dell'uso,
+del tabacco, dei fiammiferi e della polvere
+da sparo. Tutti quei castelli conservano<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[283]</a></span>
+sempre i loro nomi: Veroli, Pofi, Arnara,
+Bauco (<i>Babucum</i>), Ripi, risalgono alla più
+remota antichità. Li troviamo menzionati
+nei documenti del <span class="smcap">ix</span> e <span class="smcap">x</span> secolo coi loro
+nomi attuali, con le stesse chiese, con i loro
+conti e giudici, per lo più di stirpe longobarda;
+non saprei citare un sol luogo di
+fondazione posteriore.</p>
+
+<p>Il sole del pomeriggio splendeva ancora
+ardente su quegli aridi campi, quando entrai
+in un'orribile strada, in un sentiero, a
+malapena praticabile per i muli che conduceva
+al monastero di Casamari. Passai
+dinanzi ad un casolare solitario dove si era
+fermata una comitiva di gente venuta da
+Veroli, fra cui alcune ragazze, vestite per
+bene che stavano danzando e scherzando:
+tutto ciò produceva in quella solitudine una
+gradevole sensazione; si sarebbero potute
+paragonare ad uno stormo di garruli uccelletti
+in una cupa foresta. Proseguii quindi
+per una buona strada fiancheggiata da olivi
+e da vigneti ben coltivati, il che rivelava un
+possesso tenuto con un sistema di coltura
+molto diverso da quello dei dintorni. Presto
+ne scoprii la ragione; incontrai una compagnia
+di pellegrini che tornavano dal celebre
+convento di Casamari, gli uomini col
+bordone in mano, le donne portando sulla
+testa panieri di provvigioni, vestiti tutti
+nella pittoresca foggia dei monti latini.<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[284]</a></span></p>
+
+<p>Più volte avevo udito parlare di questo
+convento e mi era anzi stato vantato con
+quello di Fossanova, come il più bello di
+tutto il Lazio; soprattutto come una vera
+meraviglia di architettura gotica; ora finalmente
+me lo trovavo di fronte, mole grandiosa
+di severi edifici, dalla tinta grigia,
+sorgenti solitari sul sottostante altipiano,
+tra i quali emerge il vertice della chiesa
+del monastero. Tutto questo è circondato
+da un cortile con una porta maestosa di
+stile romano che dà accesso ad un porticato,
+che ricorda assai <i>l'arcus deambulatorii</i>
+dei ricchi monaci medioevali; accanto scorre
+un ruscello, l'Amaseno, ombreggiato da melanconici
+pioppi: tutto ha l'aspetto di un
+deserto silenzioso e arso dal sole.</p>
+
+<p>In genere i monasteri al dì d'oggi hanno
+un non so che di desolato, di morto, come
+di cosa che non risponde più all'indole dei
+tempi. Qui invece nulla è mutato; l'atmosfera
+morale di vari secoli addietro, sopravvive;
+i monaci continuano a salmodiare,
+a pregare, a tacere, a lavorare come
+in passato, rivestiti degli stessi abiti, negli
+stessi locali, con la stessa monotona uniformità.
+Tutto è andato mutando nella storia
+del mondo, ma fra i monaci di Casamari
+nulla è cambiato; ad essi basta che durino
+la chiesa, i vescovi e il papa in Roma.
+Nulla nei dintorni ha un aspetto diverso<span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[285]</a></span>
+dall'ieri: Veroli, Pofi e San Giovanni sussistono
+tuttora come una volta, con le
+loro chiese e i loro santi e i pellegrini
+continuano come prima a battere alla porta
+del monastero. Essi non hanno più da
+temere i Saraceni, nè i baroni rapaci,
+nè i condottieri; vivono però in continua
+angustia per la rivoluzione, che finirà col
+tornar loro più fatale dei Saraceni e dei
+masnadieri medioevali, poichè da quelli
+non avevano da temere che l'incendio o il
+saccheggio, mentre da questa dipenderà la
+loro esistenza. Inoltre i beni dei monasteri
+sono diminuiti e con ciò resta inceppata
+l'azione esteriore alla Chiesa. In realtà un
+tal convento è come una cronaca in pergamena
+dove le vecchie miniature rivivono
+come fantasmagorie.</p>
+
+<p>Il nome di Casamari è stato erroneamente
+spiegato in <i>casa amara</i> e così erroneamente
+lo spiega pure il Westphal, nella
+sua opera sulla Campagna romana, alludendo
+alla regola severa dei fratelli della
+Trappa, cioè dell'assoluto silenzio prescritto
+ai monaci che vi abitano.</p>
+
+<p>Sembra invece più giusto farlo derivare
+da <i>Casae Marii</i>, case di Mario, perchè la
+badia fu eretta in un <i>fundus Marii</i>, ossia
+in un antico possedimento del famoso eroe
+di Arpino.</p>
+
+<p>Così vuole la tradizione e così pure afferma<span class="pagenum"><a name="Page_286" id="Page_286">[286]</a></span>
+il Rondinini, che scrisse: «<i>Monasterii
+S. Mariae et Sanctorum Joannis
+et Pauli de Casaemarii brevis historia,
+Romae, 1707</i>».</p>
+
+<p>Il monastero venne fondato da alcuni
+abitanti di Veroli nel 1036. Primi ad occuparlo
+furono i benedettini. Ma nel 1152
+Eugenio III v'installò i cistercensi che posseggono
+anche il bello e vicino convento
+di Trisulti; Federico II con un atto del 1221,
+datato da Veroli e che tuttora esiste, confermò
+i monaci di Casamari nel possesso
+de' loro beni; ma i suoi soldati distrussero
+il monastero allorchè l'imperatore
+la ruppe con Roma.</p>
+
+<p>La storia di Casamari non offre nessuna
+particolarità: non fu che il solito continuo
+succedersi di guerre, di distruzioni, di ricostruzioni,
+alle quali andarono più o meno
+soggetti del pari tutti i monasteri. Nessun
+personaggio illustre uscì dalle sue
+mura. Casamari non ha avuto una storia
+propria come la vicina Fossanova, di cui
+il Muratori pubblicò una cronaca. Non ha
+avuto neppure le ricchezze di Trisulti,
+sebbene possegga ancora vari beni nella
+Campagna romana. Il suo maggior vanto
+consiste nella sua meravigliosa chiesa, di
+cui fu iniziata la costruzione nel 1203,
+proprio quando l'architettura gotica cominciava
+a venire introdotta in Italia.<span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[287]</a></span></p>
+
+<p>Entrando nel cortile che precede la chiesa
+provai un disinganno: la facciata cui si
+accede per un ampia gradinata, il vestibolo
+a foggia di porticato, promettevano assai
+poco. Trovai in questo vestibolo una statua
+di Pio VI e una lapide in onore di Pio IX,
+per aver questi ristabilito il patrimonio del
+monastero. Ma appena entrato nella chiesa
+provai una grata sorpresa trovandomi in
+un tempio a tre navate, vasto, di proporzioni
+armoniche, bello, chiaro, ad archi a
+sesto acuto, con il coro separato solo da
+una cancellata, il tutto di una semplicità
+elegantissima.</p>
+
+<p>L'armonia dell'architettura, la semplicità
+dell'edificio, la tinta tranquilla del travertino,
+lo stile gotico del mio paese, non
+potevano produrre in me impressione migliore;
+il mio occhio, abituato da vari anni
+alle basiliche di Roma col loro soffitto
+piatto ed alle chiese a cupola sovraccariche
+di ornamenti di tempi posteriori, non
+poteva a meno di trovare nel gotico uno
+stile architettonico nuovo, svelto, imponente
+per la fusione della ricchezza con la
+semplicità, dell'arditezza con la grazia, della
+forza con la sveltezza, per l'armonia di tutte
+quelle parti che concorrono a costituire
+un complesso bello, raro e sorprendente.
+Abituato a vedere chiese piene di sculture,
+di ornati barocchi e pesanti, di pitture,<span class="pagenum"><a name="Page_288" id="Page_288">[288]</a></span>
+d'iscrizioni, di tombe, di altari, questo tempio,
+dove nulla era di tutto ciò, mi parve
+bello, semplice, veramente fatto per l'esercizio
+del culto di una religione pura ed
+immateriale.</p>
+
+<p>Nessun'imagine, nessuna nicchia, nessuna
+cappella, un unico altare sotto un
+tabernacolo a cupola, il tutto come nelle
+antiche chiese cattoliche tedesche trasformate
+in templi protestanti. Casamari pareva
+appunto una di quelle. Non ricordo di aver
+visto mai in Italia altro edificio di stile
+gotico di così bella semplicità. La navata
+centrale ha sette archi a sesto acuto, sostenuti
+da fasci di colonne; al quinto arco
+trovasi la cancellata che separa il grazioso
+coro; al di là non v'è nessun ornamento
+bizzarro, nessuna statua; soltanto
+dietro il cancello, a fianco dell'altare, due
+grandi vasi, con piante di amaranto in
+piena fioritura che fanno un bell'effetto in
+quel luogo semplice e imponente.</p>
+
+<p>Solo la chiesa è di stile gotico; le altre
+parti del monastero sono invece di
+vero stile romano. Il cortile è un ampio
+quadrato, con archi semigotici, interrotti
+a metà da due colonne: in complesso è
+tutt'altro che bello. La sala del capitolo è
+abbastanza strana: il suo gotico pare volgere
+allo stile moresco, la volta è sostenuta
+da quattro fasci di otto colonne sulla<span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[289]</a></span>
+cui estremità ottangolare poggiano gli archi
+a sesto acuto, partendo dal mezzo della
+parete ove terminano con un fantastico
+capitello. L'alternarsi poi di pietre bianche
+e nere accresce l'originalità del colpo
+d'occhio.</p>
+
+<p>Vidi solo pochi monaci che passeggiavano
+silenziosi su e giù e non mi volsero
+mai la parola. Un frate laico mi recò una
+brocca d'acqua e sentendo che venivo da
+Roma mi chiese che cosa vi fosse colà di
+nuovo e dove si trovasse in quel momento
+Garibaldi. Il nome longobardo di questo
+prode capitano del popolo risuonava sopra
+ogni bocca al confine del regno di Napoli,
+come tanti secoli prima vi risuonarono
+quelli, parimenti longobardi, dei duchi Garibaldo,
+Grimoaldo, Romualdo e Gisulfo di
+Benevento. La figura di lui, popolare anche
+colà dove provocava timori anzichè
+speranze, pareva avere un'influenza veramente
+magica e non dovevo tardare ad
+averne la conferma nel napoletano.</p>
+
+<p>Nel medio evo correvano per la Campagna
+i nomi di Nicolò Piccinino, di Fortebraccio
+da Montone, di Sforza d'Attendolo
+e di altri capitani di ventura, divenuti
+famosi per cento scorrerie, battaglie e conquiste
+di città. In realtà però non erano
+che audaci briganti e le loro gesta guerresche
+furono per l'Italia peste obbrobriosa:<span class="pagenum"><a name="Page_290" id="Page_290">[290]</a></span>
+l'eroe popolare di oggi, Garibaldi, ha invece
+consacrato la spada e la vita al riscatto
+della patria sua.</p>
+
+<p>Montai nuovamente a cavallo, per continuare
+il mio cammino, quando il sole al
+tramonto tingeva con le sue più belle
+tinte i monti di Arpino. Dal monastero al
+confine napoletano non v'è più di un'ora
+di strada. Fa sempre un particolare piacere
+trovarsi in un paese di confine. Là dove
+i popoli, gli stati confinano, si trova un
+carattere intermedio, una certa vivacità di
+spiriti: gli abitanti dei confini generalmente
+stanno in guardia, gli uni contro gli altri,
+mentre gli uomini che vivono nel centro
+degli stati diventano facilmente indolenti,
+ai confini sono sempre irrequieti, mobili,
+avidi di novità, furbi e infidi, perchè sempre
+in contatto coi forestieri. Un nuovo
+orizzonte si apre davanti ai loro occhi, li
+spinge ad investigare, a paragonare, li rende
+proclivi al biasimo, alla critica. Il passaggio
+da uno stato ad un altro produce sempre
+una singolare incertezza; per questo la
+dea Fama abita più volentieri al confine,
+come nella vita sospetto e invidia sono per
+lo più demoni bastardi di un confine morale.</p>
+
+<p>Non tardai ad arrivare alla dogana romana,
+solitario casolare lungo la strada,
+dove le guardie di finanza ammazzavano
+il tempo fumando il loro sigaro. Di là,<span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[291]</a></span>
+dopo aver percorso una strada attraverso
+ad un terreno coltivato a vigneti, giungemmo
+al vero confine, segnato da una
+semplice pietra. Il dio Termine congiunge
+qui pacificamente il territorio di Roma e
+quello di Napoli, non divisi neppure da
+un fosso.</p>
+
+<p>A breve distanza dal confine sorge il
+primo villaggio del napoletano, Castelluccio
+e poco al disotto di questo, quello amenissimo
+d'Isola, che giace in una vaga
+isola del Liri. Folti gruppi di alberi in
+una valle ombrosa annunciano la vicinanza
+del fiume; graziose ville, opifici industriali,
+sorgono in mezzo al verde e la campagna,
+mirabilmente coltivata, mostra la fertilità
+e la ricchezza che hanno sede generalmente
+dove sono grandi corsi d'acqua.
+E sopra questi ricchi campi, in una regione
+ondulata, s'elevano belli e maestosi,
+a poca distanza, i monti di Sora. Questo
+tratto di paese, illuminato dal sole cadente,
+mi ricordò la Conca d'oro di Palermo; ha
+comune con essa la seria maestosità delle
+montagne e la fertilità delle pianure; se
+non che, invece del mare, si vede in questi
+campi il Liri o Garigliano<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a> che scende rumoroso
+dall'Abruzzo, come il giovane Apollo<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[292]</a></span>
+e disseta romani e napoletani, per
+aprirsi poi il cammino tra i monti Volsci
+e scender placidamente alla riva del mare.</p>
+
+<p>Quando si varcano i confini della sacra
+repubblica <i>di S. Pietro</i> per entrare nel Regno
+non bisogna aspettarsi piacevoli impressioni,
+poichè bisogna confessarlo, gli
+abitanti dello stato pontificio conservano
+anche oggi tracce dell'antica grandezza romana,
+hanno un non so che di grave, di
+riflessivo, di misurato, una disinvoltura ed
+una franchezza di contegno, una facilità
+di parola, una certa generosità di tratto,
+ereditate dai tempi antichi. La costituzione
+stessa dello stato della Chiesa, dove il potere
+assolutamente monarchico, poco traspare,
+la mancanza di un governo civile
+accentrato e quella, non abbastanza apprezzata
+dai romani, di un esercito permanente,
+le franchigie municipali garantite
+per anni ed anni, da trattati e da statuti
+locali (annullati la prima volta dalla
+repubblica francese e più tardi, sotto la restaurazione,
+dal cardinale Consalvi), finalmente
+la mancanza di una dinastia ereditaria;
+tutte queste cose contribuirono a
+mantenere, fino ad un certo punto, negli
+stati della Chiesa sentimenti repubblicani.
+Entrati nel territorio napoletano invece
+tutto muta aspetto ed il cambiamento
+non torna certo a vantaggio di quest'ultimo!<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[293]</a></span>
+La natura grave dei romani scompare
+ad un tratto; il dialetto diventa barbaro
+e incomprensibile; gli uomini appaiono
+meno forti, meno generosi ed invece
+più importuni, ma al tempo stesso paurosi.
+Vi abbondano soldati, poliziotti, spie
+e doganieri di un governo sospettoso, malsicuro,
+illiberale; nessuno qui può parlare
+come la pensa, cosa poco piacevole per
+un napoletano.</p>
+
+<p>Ad Isola v'è una bella cascata d'acqua,
+una splendida vegetazione, praterie freschissime;
+ma trovai anche la dogana. Dovetti
+farvi una lunga fermata e perdervi
+del tempo per colpa di sei poveri volumi.
+Eccettuato un <i>Orazio</i>, tutti gli altri erano
+libri di storia medioevale, libri innocentissimi,
+come ognun vede: ma gl'impiegati
+di dogana non ne comprendevano il titolo.
+Lamentarono, a dire il vero, con me la
+morte di Humboldt, quasi fosse riuscita dannosa
+alla cultura intellettuale di Napoli;
+lodarono l'istruzione della Prussia, dove le
+opere filosofiche sono familiari a tutti; ma
+conclusero che i miei sei volumi erano merce
+di contrabbando, che dovevano spedirli al
+capoluogo, all'ufficio superiore, dove mi sarebbero
+stati certo restituiti dopo un paio di
+giorni. Non potei fare a meno di far loro notare
+che altrimenti si faceva nella mia Germania,
+dove si cerca di agevolare agli studiosi<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[294]</a></span>
+il modo di viaggiare e non si creano
+loro imbarazzi e aggiunsi che trovavo addirittura
+barbare le loro leggi di dogana. Mi
+rallegrai meco intanto di aver avuto la precauzione
+di non recare a Montecassino i miei
+manoscritti, perchè altrimenti avrei corso
+il rischio di perdere il frutto del lavoro di
+qualche anno. Tale è la sorte che in questo
+beato regno può toccare ad uno straniero
+che viaggi occupandosi tranquillamente
+di gravi studî sul medio evo. Quale
+proibizione più assurda, più barbara di
+questa dell'introduzione dei libri? Finalmente
+mi fu possibile persuadere l'impiegato,
+in fondo persona gentilissima, a
+lasciar passare i miei poveri volumi senza
+mancare affatto al suo dovere. Per giustizia
+accennerò ora quanto più liberale sia il governo
+pontificio: allorquando feci ritorno
+da Montecassino con gli stessi libri, con altri
+che mi aveva donato don Luigi Tosti
+e coi materiali raccolti e con questa merce
+di contrabbando mi presentai al ponte di
+Ceprano, l'impiegato della dogana pontificia
+non fece che gettarvi sopra un rapido
+sguardo e con gentilezza somma, mi disse:
+«Passate pure, signore».</p>
+
+<p>Avendo così perduto un tempo prezioso,
+non potei quasi vedere Isola al tramonto
+del sole, perchè già la notte scendeva. Questo
+paesetto giace in una bella isola del<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[295]</a></span>
+Liri, ombreggiata da molte piante. All'estremità
+dell'isola le acque del fiume, dal colore
+dello smeraldo, si precipitano impetuose
+come da una cascata. Sopra all'isola sorge
+una rupe, alta circa 80 piedi, sulla cui cima
+torreggiano le rovine di un antico castello.
+Si ode da lungi il rumore delle acque e
+avvicinandosi, la vista è rallegrata e dal
+fiume stesso e dai molteplici canali che vi
+si versano, dopo aver irrigato giardini, popolati
+da stupendi platani e pini e ricchi della
+meravigliosa vegetazione dei paesi meridionali
+quando sono bagnati dalle acque.</p>
+
+<p>Qui il fiume è già ingrossato, perchè
+poco sopra riceve il tributo del Fibreno; nè
+serve solo a rendere fertili i campi, poichè
+dà moto anche a parecchie fabbriche di
+panni e di carta che danno lavoro a varie
+migliaia di operai e diffondono così il benessere
+e l'agiatezza nella regione.</p>
+
+<p>Così Isola come Sora sono paesi industriali
+e la buona strada che li congiunge è
+fiancheggiata da opificî, da villini e da giardini.
+E' un'oasi di meravigliosa coltivazione
+sorta dal principio di questo secolo; e rallegra
+il trovare finalmente in queste regioni,
+tanto belle e tanto trascurate, lo spettacolo
+dell'attività umana.</p>
+
+<p>Mi recai, al chiarore della luna piena, a
+Sora che dista appena un'ora di strada,
+su di uno <i>char-à-banc</i>, come si chiamano<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[296]</a></span>
+qui i curricoli napoletani, con parola francese,
+poichè l'uso di questi carretti a un
+cavallo comincia già qui e come a Napoli
+il povero ronzino vien spinto al galoppo
+a furia di frustate. La luce della luna rendeva
+ancor più bella quella strada, di per
+sè già così suggestiva e tutte quelle costruzioni
+moderne, poichè la prosperità di Sora
+e d'Isola non risale che al principio di questo
+secolo; essa produce oggi una profonda
+impressione in chi viene dalle provincie
+romane, dove tutto è antico, dove tutto appartiene
+al papato, alla storia, dove le cupe
+ed oscure città sorgenti sui monti risalgono
+ai tempi di Giano e di Evandro.</p>
+
+<p>Le fabbriche attuali, per lo più di carta,
+costruite grandiosamente e secondo i migliori
+sistemi moderni, debbono la loro origine
+ai francesi del tempo di Murat e principalmente
+a un certo Le Febvre che, venuto
+qui povero, trovò sulle sponde del
+Liri un vero Eldorado, riuscendo a trarre
+l'oro puro dalla forza delle sue acque. Lasciò
+a suo figlio queste fabbriche ed alcuni
+milioni. Il re di Napoli, credo Ferdinando II,
+accordò a questa famiglia il titolo di conti,
+titolo che essa invero aveva ben meritato;
+poichè una contrada poco coltivata deve al
+talento inventivo di quello straniero la sua
+ricca vita che non scomparirà più, anzi
+probabilmente aumenterà.<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[297]</a></span></p>
+
+<p>La vista di quanto possa l'umana attività
+riesce sempre di grande soddisfazione,
+anche dove frequenti ne sono gli esempi,
+come in Inghilterra, in Germania, in Francia;
+ognuno immaginerà quindi l'impressione
+che suscita in chi visita il regno di
+Napoli, dove, purtroppo, una tale attività
+è rara.</p>
+
+<p>La cartiera Le Febvre del Liri e l'altra
+del Fibreno, sono due grandi edifici. E' un
+piacere vedere quella folla di operai intenta
+a fabbricare, direi quasi a fondere la carta;
+giacchè tutta quella pasta liquida scorre
+quasi fosse un denso fiume di latte e passando
+su cilindri riscaldati, si svolge in una
+bianca striscia senza fine, pronta ad accogliere
+il pensiero dello scrittore. Iddio ha
+certo creato il mondo ad un dipresso come
+il signor Le Febvre crea la carta, abbandonandolo
+alle dispute degli uomini.
+E' impossibile vedere scorrere quel candido
+fiume senza pensare a tutti i molteplici
+usi ai quali serve questa maravigliosa materia
+che domina la vita e che si chiama
+carta. Quella striscia bianca che si svolge
+dinanzi ai nostri occhi vedrà poi la luce,
+stampata coi prodotti del genio o della stoltezza,
+nelle scienze o nelle arti, o sotto
+forma di giornali, di cambiali autentiche
+o falsificate, di carte costituzionali, di partecipazioni
+di lutto o di gioia, di sentenze<span class="pagenum"><a name="Page_298" id="Page_298">[298]</a></span>
+di morte, di trattati di pace, di
+opere drammatiche, di passaporti, di opuscoli
+politici destinati a far rumore, come
+in questi giorni <i>Le Pape et le Congrès</i>,
+di carte da gioco, di fotografie, di lettere
+amorose e in tante altre forme che uniscono
+o separano la vita!</p>
+
+<p>Presso Isola fui ospitato in una villa, il
+cui cortese proprietario mi condusse nel
+parco del Conte, parco che può gareggiare
+benissimo con quelli delle ville romane.
+Certo, i principi Doria o Borghese potrebbero
+invidiare al conte Le Febvre l'abbondanza
+delle acque che non devono essere
+procurate con l'arte, poichè un braccio
+del Fibreno attraversa il suo bosco,
+precipitandosi dapprima di scoglio in scoglio
+con piccole cascatelle e allargandosi
+poi in un placido e delizioso laghetto. Le sue
+sponde sono ricche di splendide piante, di
+ameni prati; vi sono viottoli ombrosi, angoli
+solitari, fiori in abbondanza; questo
+parco è, in una parola, un piccolo Tivoli,
+è un paradiso delle Ninfe, dove sarebbe un
+vero incanto passeggiare, riposare, leggendo
+e fantasticando liberamente.</p>
+
+<p>Arrivai a Sora, città vescovile e la prima
+del regno di Napoli da questa parte, prima
+delle dieci della sera e trovai alloggio in
+un buon albergo. In questo luogo vicinissimo
+allo stato della Chiesa vidi chiaramente<span class="pagenum"><a name="Page_299" id="Page_299">[299]</a></span>
+come il confine politico diventa ben
+presto anche confine dell'uso e della lingua.
+Il cameriere mi offrì una lista di cibi, i cui
+nomi a Roma sarebbero apparsi incomprensibili,
+e non mancò di darmi del <i>don</i>.</p>
+
+<p>Il mattino dipoi trovai che Sora è un
+paese moderno, discretamente pulito, con
+buone strade e tutt'altro che privo di industrie
+e di commercio. Sora è posta sul Liri
+che svolge le sue acque verdastre fra alti
+pioppi, simile in ciò ai fiumi della Germania.
+Un ponte di legno lo attraversa; le sue
+rive hanno luoghi deliziosi e la sua campagna
+è fertile, ben coltivata svariatamente
+a giardini ed a vigne, attraversata da buone
+strade che portano ai paesi vicini.</p>
+
+<p>Sora è situata in perfetta pianura, nella
+valle del Liri, circoscritta a distanza dai
+monti. In qualche punto il piano si restringe
+ed esce dalla catena un contrafforte.
+Immediatamente sopra la città si
+erge un monte di forma piramidale, alto,
+ripido, di aspetto severo, di roccia nera,
+selvaggio e nudo; sulla sua cima stanno
+le rovine pittoresche dell'antica rocca, chiamata
+Sorella, rovine non meno cupe del
+monte. Sora riposa tranquilla e idillica all'ombra
+di questa piramide naturale, tutta
+moderna di aspetto, sebbene sia un'antica
+città volsca che non ha mai mutato nome.
+Essa col tempo divenne sannitica, quindi<span class="pagenum"><a name="Page_300" id="Page_300">[300]</a></span>
+latina, infine romana. Nel periodo romano
+vi nacquero i tre Deci e il famoso Attilio
+Regolo e ne sortì la gente Valeria, alla
+quale appartenne l'oratore Quinto Valerio;
+e poi Lucio Mummio: nomi sufficenti ad illustrare
+la città.</p>
+
+<p>Durante il medio evo anteriore si trova
+ricordata Sora quale città di confine, più
+volte sorpresa e saccheggiata dai duchi
+longobardi di Benevento. Probabilmente allora
+era bizantina. Posseduta quindi da
+varî duchi di razza longobarda, finì per
+passare in potere dell'imperatore Federigo
+II che la distrusse. Più tardi appartenne
+ai conti d'Aquino, divenuti signori
+della maggior parte del territorio fra il Liri
+ed il Volturno. Carlo d'Angiò nominò conte
+di Sora un Cantelmi, parente degli Stuart
+ed Alfonso d'Aragona eresse Sora in ducato
+di cui primo signore fu Nicolò Cantelmi.
+Ma i papi frattanto non avevano mai
+cessato di aspirare alla signoria di questa
+bella regione e la ottennero sotto Pio II
+che conquistò Sora per mezzo del suo capitano
+Napoleone Orsini. Re Ferdinando I di
+Napoli confermò il possesso, ma Sisto IV ne
+privò la Chiesa nel 1471, investendone suo
+nipote Leonardo della Rovere, allorquando
+questi sposò la nipote del re. Più tardi,
+nel 1580, Gregorio XIII acquistò Sora dal
+duca di Urbino per suo figlio don Giacomo<span class="pagenum"><a name="Page_301" id="Page_301">[301]</a></span>
+Buoncompagni: pochi furono i nipoti in
+Roma che ricevettero così cospicuo dono.
+Il territorio rimase in potere dei Buoncompagni-Ludovisi
+fino alla fine del secolo
+<span class="smcap">xviii</span>. In questo tempo tornò al regno
+di Napoli, e di quello splendore del nepotismo
+romano non rimase in Roma che il
+palazzo di Sora e il titolo di duca di Sora,
+titolo che ancor oggi porta il figlio primogenito
+del principe Ludovisi-Piombino.</p>
+
+<p>Mentre i della Rovere possedevano Sora,
+nacque colà un uomo illustre, Cesare Baronio,
+l'ultimo uomo di grandi meriti di
+questa contrada. Per quanto incantevoli,
+melodiose e pittorescamente irradiate dal
+sole, le sponde del Liri, ombreggiate da
+lunghe file di pioppi, non produssero mai
+un genio poetico, un Orazio, un Ovidio, un
+Ariosto; produssero invece famosi uomini
+di guerra e grandi oratori, e veramente
+per i retori è questo un ambiente favorevole
+alla creazione delle immagini e dei
+tropi per l'inesauribile eloquenza di questa
+natura.</p>
+
+<p>Cesare Baronio nacque il 31 ottobre 1538.
+Lo si può considerare come il Muratori
+della Chiesa, di cui scrisse gli annali dalla
+nascita di Cristo all'anno 1198. Nel 1588
+fu pubblicato il primo volume della sua
+opera, in cinque parti, compilata con i materiali
+degli archivi vaticani, lavoro veramente<span class="pagenum"><a name="Page_302" id="Page_302">[302]</a></span>
+gigantesco, cui si può ricorrere utilmente,
+in molte parti, come a fonti originali,
+specialmente per i primi e più oscuri
+secoli del medio evo; ma libro di cui convien
+far uso con molta prudenza, poichè a
+quell'epoca gli studî storici non erano
+così innanzi come lo divennero in seguito
+è quindi opera informata a spirito illiberale
+ed ingiusto, frutto cioè di uno dei periodi
+più ardenti della reazione cattolica contro
+la riforma. Dagli oratori suoi compaesani
+Baronio non prese nè il sale attico, nè l'urbanità,
+nè lo spirito di discussione filosofica,
+nè la purezza della lingua. Non gli
+fa difetto però una certa ampollosità ciceroniana
+ed una certa maestosità che risalta
+ancora maggiormente accanto alle opere
+del Rainaldo, del Laderchi e del Theiner, suoi
+continuatori. Egli fece i suoi primi studî a
+Veroli, poi a Napoli e a Roma dove fu discepolo
+di quel santo assai originale che fu
+Filippo Neri; visse anche, come monaco,
+nell'Oratorio da questi fondato in S. Maria
+della Vallicella. Fu cardinale e dopo
+la morte di Clemente VIII, poco mancò
+che non ottenesse la tiara; ma, punto ambizioso,
+volle che fosse collocata sulla testa
+di Leone XI de' Medici, amico suo. Morì
+due anni dopo, il 30 giugno 1607. Venne
+sepolto nella chiesa dell'Oratorio di Roma.
+Il Baronio rimarrà sempre una gloria della<span class="pagenum"><a name="Page_303" id="Page_303">[303]</a></span>
+storia ecclesiastica e la sua gigantesca opera
+sarà sempre meritevole di ammirazione.</p>
+
+<p>Voglia ora il lettore gettare ancora uno
+sguardo su quell'altura di dove abbiamo
+preso le mosse e dove si scorge sempre Veroli.
+Chi non conosce, o non ha mai udito
+parlare di un'opera italiana intitolata «Del
+beneficio di Cristo?» Pubblicata nel 1542
+in Venezia in grande quantità di copie,
+diffusa in molteplici traduzioni, dopo trent'anni
+era divenuta già irreperibile, tante
+erano state le mani che ne avevano fatto
+ricerca per consegnarla alle fiamme. Udimmo,
+pochi anni fa, che inaspettatamente se
+n'era scoperto un esemplare in una biblioteca
+di Cambridge e venne di poi ristampata
+in Inghilterra, in Germania e in Italia.
+Aonio Paleario di Veroli fu l'autore di quel
+celebre scritto ed io voglio porlo a fronte
+di Baronio, suo contemporaneo e quasi suo
+concittadino, essendo nati in località distanti
+appena due ore l'una dall'altra. Paleario
+non morì cardinale; dopo di aver trascorso
+tre anni nelle prigioni dell'Inquisizione,
+fu tratto alla forca e bruciato
+nel 1570.</p>
+
+<p>Non si riesce oggi a comprendere come
+un uomo abbia potuto essere giustiziato
+per aver intrapresa, con la coscienza di un
+santo, la giustificazione della dottrina di
+Cristo. Leggendo oggi, dopo alcuni secoli<span class="pagenum"><a name="Page_304" id="Page_304">[304]</a></span>
+quello scritto soave e pio, fondato unicamente
+sui precetti dell'Evangelo, vien quasi
+fatto di dubitare se sia proprio vero che
+per esso l'autore abbia potuto essere condannato
+al rogo da cristiani.</p>
+
+<p>In quel tempo venne anche giustiziato
+Carnesecchi, amico di Clemente VII. Era
+il tempo dei riformatori italiani di Giovanni
+Valdez, di Bernardino Ochino, di Vergerio,
+di Paolo Ricci, di Antonio Flaminio; il
+tempo in cui anche cardinali come il Contarini,
+il Morone, il Polo, venivano citati
+innanzi l'inquisizione. Le fiamme del rogo
+che arsero Aonio, eccitarono lo zelo di
+Baronio ed i suoi annali della Chiesa ne
+risentono, perchè scritti alla loro luce.</p>
+
+<p>La città di Sora e tutti i paesi del confine
+napoletano rigurgitavano di soldati,
+perchè all'intorno si stava stendendo un
+cordone militare. Sulla piazza erano disposte
+artiglierie da montagna; lancieri correvano
+al galoppo per ogni dove e poco dopo
+il mio arrivo giunse da Capua il settimo
+reggimento di linea che riempì tutte le
+strade di baionette. Trovai che la fanteria
+aveva molto migliore aspetto della cavalleria
+ed osservai, particolarmente tra gli
+ufficiali, dei bellissimi tipi di uomini. Tanto
+la cavalleria però, quanto la fanteria erano
+vestite di una tela di un colore tra il bigio e
+il turchino che faceva assai brutta figura.<span class="pagenum"><a name="Page_305" id="Page_305">[305]</a></span>
+Il luccicare di tutte quelle baionette, quelle
+fisonomie abbronzate, gli abiti coperti di
+polvere, la ressa alla porta delle caserme,
+le grida di comando, davano l'idea di una
+piccola guerra. Così io qui m'imbattevo
+nella questione romana. Quelle truppe
+erano avviate verso gli Abruzzi. Nel pensare
+a un nemico, esse non potevano concepirlo
+che nelle persone di Vittorio Emanuele
+o Garibaldi. Correvano le notizie
+più strane, più contraddittorie, gli uni
+assicuravano che Garibaldi si trovasse di
+già negli Abruzzi, gli altri che i francesi
+fossero in marcia verso Ceprano. La completa
+segregazione di Napoli, la mancanza
+di giornali, di ogni mezzo di pubblicità,
+favorivano la diffusione di tutte queste voci,
+tanto più che tutti quegli apparecchi accennavano
+positivamente a probabilità di
+guerra.</p>
+
+<p>Proseguendo il mio viaggio, incontrai
+truppe in ogni luogo e durai fatica a prestar
+fede a miei occhi, quando, nel tornare
+da Arce, presso il ponte di Ceprano, trovai
+gli avamposti stabiliti sulla strada come se
+il nemico fosse già alla frontiera. I romani
+ridevano di cuore di tutto quell'apparato
+guerresco.</p>
+
+<p>«Non vi potete fare un'idea&mdash;mi si diceva
+in Ceprano&mdash;della paura che i napoletani
+hanno di Garibaldi; giorni sono abbiamo<span class="pagenum"><a name="Page_306" id="Page_306">[306]</a></span>
+avuto qui una festa religiosa e, come
+si usa dappertutto, abbiamo sparato i mortaretti
+e lanciato dei razzi; sapete di che
+cosa furono capaci questi napoletani? Dettero
+il segnale d'allarme con gli squilli
+delle trombe ed il rullo dei tamburi in
+Arce e Isola». «Che cosa ve ne pare&mdash;mi
+disse un'altro&mdash;di questi napoletani? Se
+potessimo disporre di cinquecento uomini
+soltanto, arriverebbero senza ostacoli a Napoli,
+ma bisognerebbe che fossero buoni
+parlatori; sapete!».</p>
+
+<p>Quest'ultima frase, prettamente italiana,
+ci dà una giusta idea della natura delle
+persone.</p>
+
+<p>Le truppe intanto avevano occupato i
+loro quartieri ed io mi misi in cammino
+per recarmi alla patria di Mario. Il carretto
+che mi portava correva a precipizio ed
+anzi, presso il ponte, gittò a terra una donna.
+Gridai, ma fortunatamente la poveretta
+si rialzò subito e il mio vetturino continuò
+a sferzare, bestemmiando, il suo ronzino.
+Per andare da Sora ad Arpino, conviene
+ripassare per Isola; prendemmo colà
+due signori di Arpino che lungo la strada
+furono molto loquaci, forse perchè evitai
+di parlare di politica; ma appena giunti
+in città, fecero, prudentemente, le viste di
+non aver veduto mai il forestiero.</p>
+
+<p>In vicinanza di Sora passammo presso<span class="pagenum"><a name="Page_307" id="Page_307">[307]</a></span>
+il convento, già famoso e ora rovinato, di
+S. Domenico. Sorge in un'isola del Fibreno
+o Carnello, nome questo, che assume poco
+prima di sboccare nel Liri, in una località
+bellissima, ricca di piante dove sorgeva la
+villa che vide nascere Cicerone e suo fratello
+Quinto.</p>
+
+<p>Questo S. Domenico fu un santo del secolo
+<span class="smcap">x</span>, contemporaneo di S. Nilo e di S. Romualdo
+nato a Foligno nel 951, fu monaco
+benedettino a Montecassino sotto l'abate
+Aligero; fondò parecchi monasteri nella
+Sabina, e nel 1011 questo, aderendo alle preghiere
+del conte Pietro di Sora, di stirpe
+longobarda ed esistono tuttora i documenti
+di quella fondazione. Domenico vi fu abate,
+e vuole la tradizione che Gregorio VII
+vi sia vissuto qual monaco benedettino.</p>
+
+<p>Quante volte non avrà quell'uomo grande
+e singolare passeggiato fantasticando
+sotto i pioppi dell'isola di Cicerone; certo
+però non si sarà mai immaginato di dover
+vedere un giorno un imperatore ai suoi
+piedi in atto di penitente e di dover sostenere
+in Roma ed anzi nella storia del
+mondo, una parte ben più importante di
+Mario o del debole Cicerone.</p>
+
+<p>Nonostante la memoria di Gregorio, la
+disciplina andò rilassandosi fra i monaci di
+S. Domenico; al contatto di quella splendida
+e voluttuosa natura, non è facile, anche<span class="pagenum"><a name="Page_308" id="Page_308">[308]</a></span>
+ai monaci, non cedere all'umana fragilità;
+e non a torto provvedeva Benedetto
+confinando i suoi nella severità di
+monti selvaggi. Onorio III nel 1221 riunì
+per sempre il monastero di S. Domenico,
+<i>hortus deliciarum</i>, come lo qualifica nella
+sua bolla, a quello di Casamari. Rimase
+così disabitato per cinque lunghi secoli,
+finchè Clemente XI vi installò i trappisti,
+che finirono poi per riunirsi a quelli di Casamari.
+Finalmente Ferdinando II donò
+S. Domenico al Capitolo della basilica vaticana
+che oggi ne ricava un esiguo reddito.
+La chiesa, di stile gotico, è quasi completamente
+rovinata e nulla vi è di notevole
+nel convento; il solo ricordo di Cicerone
+invita ad arrestarsi in quel luogo.</p>
+
+<p>Ivi Cicerone, Quinto ed Attico si trattennero
+in quei colloqui che ci rimangono
+ancora nei tre libri, <i>de legibus</i>. Da Arpino,
+passeggiando lungo il Fibreno, pervenuti
+<i>in insula quae est in Fibreno</i>, vollero fermarsi
+per riposare, discorrendo di filosofia.
+Attico non riusciva a saziarsi di ammirare
+la bellezza del luogo e Cicerone, narrando
+che spesso vi si recava a pensare, a leggere,
+a scrivere, disse che trovava in quella
+località una particolare attrattiva, perchè
+era la sua culla, <i>quia haec est mea, et huius
+fratris mei germana patria; hinc enim
+orti, stirpe antiquissima, hic sacra, hic
+gens, hic majorum multa vestigia</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_309" id="Page_309">[309]</a></span>
+Aggiunge
+che quella era già stata proprietà
+dell'avo suo, che suo padre, malaticcio, di
+cui fa un grand'uomo, vi era invecchiato
+negli studi e che alla vista di quel luogo
+natio, comprendeva il sentimento di Ulisse,
+che preferiva l'aspetto d'Itaca alla stessa
+immortalità. Riconosceva che Arpino era
+sua patria come <i>civitas</i>, ma che propriamente
+apparteneva all'agro Arpinate, ed
+allora Attico descrisse le bellezze dell'isola
+circondata dalle acque del Fibreno, che andavano
+a rinfrescare quelle del Liri ed
+erano talmente fredde, che a mala pena vi
+si poteva immergere il piede. Sedettero allora
+per trattenersi intorno alle leggi, e
+noi oggi possiamo figurarci più volentieri il
+gruppo di quei tre personaggi togati, eminenti
+per istruzione e per urbanità, che non
+i monaci in tonaca, coll'ispida barba, contemporanei
+di Gregorio VII, in pieno secolo
+<span class="smcap">xi</span>, nell'epoca della maggiore barbarie,
+della maggiore decadenza di Roma. Quale
+sorpresa non avrebbero provata Cicerone,
+Attico e Quinto se avessero potuto vedere
+i Romani dell'undicesimo secolo!</p>
+
+<p>Cicerone nacque fra questi pioppi del Fibreno,
+di cui sentiamo sempre con piacere
+il mormorio delle foglie agitate dal vento.
+Ma a che parlare della sua stupenda culla
+a coloro che non potranno forse mai gettare<span class="pagenum"><a name="Page_310" id="Page_310">[310]</a></span>
+uno sguardo su questa campagna smaltata
+di fiori, rallegrata da una continua
+primavera? Quale stupendo panorama di
+monti tutto all'intorno, quali tinte calde
+non si perdono nei vapori dell'orizzonte!</p>
+
+<p>Cicerone fu figlio della pianura, non dei
+monti; egli, spirito vasto, radunò in sè quale
+fiume potente tutti i ruscelli dello scibile
+suo contemporaneo. Mario invece fu figlio
+delle montagne, nato proprio in Arpino,
+fra le mura dei ciclopi, dove vogliamo
+salire.</p>
+
+<p>Ho veduto pochi terreni così frastagliati
+e parlanti come questa patria di Cicerone;
+sorgenti, canali, ruscelli ad ogni passo e
+di tutte le tinte; ed in mezzo a tutto ciò,
+il rumore dei molini, le grida dei lavoratori
+dei campi, ed il fracasso del nostro
+<i>char à banc</i> che correva sempre a precipizio.</p>
+
+<p>Passammo nella pianura, dinanzi a parecchi
+casini e vaghi giardini; quindi, lasciata
+la valle del Fibreno, prendemmo a
+salire il monte per una bella e comoda
+strada, dalla quale si gode una nuova vista,
+affascinante per la varietà, sulla lontana
+campagna di Roma e la pianura di Pontecorvo.
+Sora dista da Arpino sette miglia,
+di cui quattro corrono in salita in una regione
+coltivata ad oliveti, lasciando sotto
+il Liri. Man mano che si sale, diminuiscono<span class="pagenum"><a name="Page_311" id="Page_311">[311]</a></span>
+le case, e raramente se ne incontra una
+lungo la strada.</p>
+
+<p>Giunsi finalmente ad Arpino verso un'ora
+dopo mezzodì ed entrai in città per l'antica
+porta romana.</p>
+
+<p>La patria di Cicerone e di Mario conta
+attualmente 17,000 abitanti. Le sue vie sono
+strette, la piazza piccola, ma non fanno difetto
+case di signorile apparenza. Del resto,
+la città è morta e non vi si scorge indizio
+di attività industriale. In quasi tutti i paesi
+intorno a Roma esistono chiese antiche;
+Arpino non ne possiede alcuna, quantunque
+anticamente la sua cattedrale fosse un tempio
+dedicato alle nove Muse; ora invece è
+dedicato agli Angeli, come se vi fosse stato
+bisogno della musica celeste di questi per
+far tacere per mezzo del cristianesimo i
+canti pagani delle nove vergini sorelle dell'Olimpo.</p>
+
+<p>Arpino è divisa in due parti; la città
+vecchia, sul punto più elevato dove sorgeva
+l'antica rocca, e la città propriamente
+detta che si stende ai piedi del ripido pendio
+del monte. Questa divisione è antichissima,
+ed è una caratteristica distintiva di tutte
+quante le antiche città volsche e latine.
+Del resto, le mura ciclopiche, scendenti
+dall'altura su cui sorgeva la rocca, provano
+che la città moderna è fabbricata sulla stessa
+area dell'antica, ed anche la porta della<span class="pagenum"><a name="Page_312" id="Page_312">[312]</a></span>
+città è di origine ciclopica. Le mura sono
+in tutto simili a quelle di Segni e delle
+altre antiche città del Lazio. In generale
+sono ben conservate, specialmente nella
+parte più alta, cui si accede per una ripida
+strada scavata nel tufo calcareo, fiancheggiata
+da oliveti che scendono fino alla parte
+bassa.</p>
+
+<p>Lassù sorgeva la rocca ciclopica, e nel
+medio evo il castello dei conti longobardi.
+Esiste ancora una vecchia torre rivestita
+di edera; sono vicino ad essa quelle mura
+di giganti che non si possono guardare
+senza stupore. E' ancora in piedi una bella
+porta ciclopica e le mura formano un quadrato
+attorno alla rocca. Le porte per
+solito finiscono in un arco a sesto acuto,
+o tozzo, come quelle di Alatri, di Segni,
+di Norba; questa invece è di stile quasi
+gotico, se non che esiste tuttora il macigno
+che serviva di chiave alla volta e non è
+possibile che abbia assunto la presente
+forma in seguito a rovina accidentale. Le
+pareti sono formate di sei ordini di macigni,
+collocati tre per tre; la larghezza della porta
+è di otto passi, la sua profondità interna
+di sette e l'altezza di circa quindici piedi.
+I macigni, di tufo calcareo porosissimo, sono
+di forma quasi quadrata.</p>
+
+<p>Di là scendono le mura con dolce pendenza,
+come a Segni, interrotte qua e là<span class="pagenum"><a name="Page_313" id="Page_313">[313]</a></span>
+da una porta quadrata di stile etrusco, o
+da torri medioevali di guardia. L'edera le
+ricopre; nelle loro fessure crescono olivi
+selvatici e arbusti fioriti. Il loro aspetto,
+cupo e severo, riporta ai primitivi tempi
+italici, coi quali comincia la storia del Micali.
+«Nei primi tempi regnò in Italia
+Giano, quindi Saturno, il quale fuggendo
+dalla presenza di suo padre Giove dalla
+Grecia, si ricoverò nella città di Saturnia.
+E siccome rimase in Italia nascosto (<i>latuit</i>),
+ne venne a quella regione il nome di <i>Latium</i>».</p>
+
+<p>Gli arpinati sostengono che la loro città
+è stata fondata da Saturno (non vi è
+città latina che non lo voglia per fondatore)
+e che vi sia stato sepolto; a conferma
+di ciò mostrano ai viaggiatori presso
+la Porta dell'Arco un antico sepolcro colossale
+battezzato per «<i>Tomba di Saturno</i>».
+In una iscrizione moderna della città alta
+si leggono le parole seguenti, che, a dire
+il vero, non peccano di soverchia modestia:
+«<i>Arpinum a Saturno conditum, Volscorum
+civitatem, Romanorum Municipium,
+Marci Tullii Ciceronis eloquentiae
+Principis et Caji Marii septies consulis
+patriam ingredere viator; hinc ad imperium
+triumphalis aquila egressa urbi
+totum orbem subjecit; ejus dignitatem
+agnoscas et sospes esto</i>».<span class="pagenum"><a name="Page_314" id="Page_314">[314]</a></span></p>
+
+<p>Del resto, si può perdonare questo sentimento
+di orgoglio municipale ad una
+vecchissima città che ospitò Saturno e fu
+patria di Mario e di Cicerone. Lo stemma
+attuale di Arpino consiste in due torri
+sormontate dall'aquila di Giove o delle legioni
+romane.</p>
+
+<p>Si può concedere al canuto Saturno di
+riposare in quella tomba colossale, ma la
+ingenuità degli arpinati passa ogni limite
+quando mostrano al forestiero la casa di
+Cicerone. Mi condussero, infatti, in un angolo
+della città antica, dove erano una
+cappella ed alcune casipole ed indicandomi
+una specie di stalla tutta nera, addossata
+ad una di quelle, mi dissero:&mdash;Ecco la
+casa del famoso Cicerone!&mdash;</p>
+
+<p>Sostai per riposarmi sulle mura ciclopiche,
+godendo la vista splendida della
+campagna latina che da quell'altura tutta
+scoprivo. Il monte di Sora mi apparve di
+là quasi una piramide d'Egitto accanto al
+Nilo; la città era immersa nell'ombra
+proiettata dal monte e si poteva seguire
+il corso del Liri, fra i monti maestosi che
+lo fiancheggiano. Si scorgevano pure la
+Posta, dove nasce il Fibreno, i Sette Fratelli
+dedicati ai figli della Felicità, dove
+il monaco Alberico ebbe la famosa visione
+che precedette quella di Dante,
+dando probabilmente origine al poema di<span class="pagenum"><a name="Page_315" id="Page_315">[315]</a></span>
+questi. Parecchie città e castella si staccavano
+biancheggianti sull'azzurro dei monti;
+si scorgevano Veroli, Monte S. Giovanni,
+Frosinone, Ferentino ed a fianco un monte
+piramidale, di forma strana, su cui sorge
+Rocca d'Arce; ed un altro su cui campeggia
+nel cielo la torre solitaria e scura
+di Monte Negro. Tutti questi paesi rimontano
+ai tempi di Saturno e stando su queste
+mura ciclopiche ricoperte di edera su cui
+sono passate migliaia di anni, si gode un
+maraviglioso spettacolo.</p>
+
+<p>Su queste mura stesse si arrampicava
+un giorno il giovane plebeo Caio Mario,
+all'epoca in cui tutti i popoli, dalle Calabrie
+al Liri ed al mare Adriatico, erano
+insorti per la conquista dei propri diritti
+civili, e di là il giovanetto tendeva lo
+sguardo verso il Lazio, verso quella gran
+Roma, cui erano rivolti nelle provincie i
+pensieri di tutti quelli che anelavano all'operosità,
+alla fortuna. E questo ciclopico
+Arpino deve considerarsi quale culla
+adatta al sanguinario Mario, vera culla di
+gigante, la cui terribile e rozza natura
+porge un non so che di titanico, posta a
+contatto a quella aristocratica di Silla che
+con arti volpine gli attraversa continuamente
+la strada ed arresta costantemente
+il corso della sua fortuna.</p>
+
+<p>L'atmosfera di Arpino è impregnata di<span class="pagenum"><a name="Page_316" id="Page_316">[316]</a></span>
+memorie di Mario e di Cicerone. Qui ci
+si trova in una delle sorgenti della storia;
+qui si visitano, con la stessa soddisfazione
+che reca nell'ordine fisico la loro ricerca,
+le fonti modeste, da cui ebbero origine i
+grandi fiumi che diffondono nel loro corso
+la fertilità e la vita. La scienza di Cicerone
+si può veramente paragonare al fiume
+più maestoso della letteratura antica, accresciuto
+durante i secoli del medio evo
+ed a cui ancora oggi si ricorre con frutto;
+merito questo però che non diminuisce affatto
+la sua vanitá, nè la sua debolezza di carattere.
+Mario, invece, fu uomo di grande
+energia ed il suo nome segna un'epoca
+nella storia di Roma e dell'impero, quando
+si pensi alla grande spinta da lui data a
+Roma ed al mondo. Senza di lui non sarebbe
+sorto l'impero; ed Augusto, Tiberio,
+Caligola, tutta quella serie di despoti,
+possono dirsi aver avuto origine da Mario
+ed essere stata Arpino la caverna del
+drago, da cui uscì l'impero romano.</p>
+
+<p>La figura africana di Giugurta, la sua
+fine terribile nelle prigioni del Campidoglio,
+i Cimbri ed i Teutoni, che profetizzarono
+in certo modo la caduta di Roma per
+opera delle razze germaniche, la terribile
+guerra civile, la figura asiatica di Mitridate,
+Mario nascosto nelle paludi di Minturno,
+Mario profugo, seduto sulle rovine di Cartagine,<span class="pagenum"><a name="Page_317" id="Page_317">[317]</a></span>
+Mario vecchio di settantadue anni
+che entra trionfante a Roma, l'uccisione
+dei fautori della proscrizione e, cosa strana,
+la morte tranquilla di un tal uomo; tutto
+ciò mi passava dinanzi come una lanterna
+magica e si accordava meravigliosamente
+col paesaggio. Poi ripensavo a Cicerone
+giovanetto, quando l'altro era canuto; alla
+caduta della repubblica preparata dalla
+guerra civile tra Mario e Silla, alla quale
+aveva assistito e attorno a Cicerone sorgevano
+le immagini degli oratori, degli uomini
+di stato più distinti della morente
+repubblica; le figure di Pompeo, di Cesare,
+di Antonio, di Ottaviano, di Bruto,
+di Cassio, di Catone, di Attico, di Agrippa
+e, finalmente, il ricordo della testa sanguinolenta
+di Cicerone stesso, esposta su
+quella tribuna, teatro un dì della sua splendida
+eloquenza.</p>
+
+<p>La fantasia del mio lettore potrà completare
+questi ricordi storici, conseguenza naturale
+del luogo dove io mi trovavo; chiunque
+avrebbe pensato le stesse cose, trovandosi
+solo, dove sorgeva la rocca di Arpino.</p>
+
+<p>Nello stesso modo che esistono punti
+elevati dai quali si scopre tutta la vista di
+una campagna, vi sono punti dai quali appare
+tutto il panorama della storia.</p>
+
+<p>Arpino è uno di questi punti e nel discendere
+da quell'altura mi tornava in mente<span class="pagenum"><a name="Page_318" id="Page_318">[318]</a></span>
+il passo di Valerio Massimo, in cui è riassunta
+concisamente, ma esattamente, la natura
+e la vita di Mario.</p>
+
+<p>«Da questo Mario, da questo Arpinate
+d'infima condizione, da quest'uomo tenuto
+in Roma come ignobile, da questo candidato
+poco meno che dileggiato, sorse quel
+Mario che soggiogò l'Africa, che trascinò
+il re Giugurta avvinto al suo carro, che
+debellò le orde dei Teutoni e dei Cimbri
+che entrò ben due volte sul carro del trionfo
+in Roma che fu sette volte console e che
+da proscritto diventò promotore di proscrizioni.
+Vi fu mai altra vita che, al pari della
+sua, abbondasse di tanti contrasti? Di lui
+si può dire che fu tra gli infelici infelicissimo,
+tra i fortunati fortunatissimo».</p>
+
+<p>Il rozzo Mario e l'astuto Silla con la sua
+fisonomia pallida, col suo aspetto effemminato,
+svogliato, sprezzatore di tutto, e dominatore
+nel tempo stesso di ognuno e di
+tutto, accompagnati dalla fortuna, sono due
+delle figure storiche più caratteristiche dell'antica
+Roma.</p>
+
+<p>Intanto, sulla piazza di Arpino, la cosa
+cui meno si pensasse quel giorno, 4 ottobre,
+era certo la storia romana; poichè
+ricorrevano l'onomastico del re Francesco
+II ed il genetliaco della regina sua
+consorte ed i ritratti della giovine coppia
+reale stavano esposti in una specie di<span class="pagenum"><a name="Page_319" id="Page_319">[319]</a></span>
+loggia del palazzo municipale e così si ammirava
+l'immagine di una graziosa principessa
+bavara, di una figlia di quei Teutoni
+e di quei Cimbri vinti un giorno dal terribile
+Mario. Sulla stessa piazza sorge un
+grande edificio, nella cui facciata stanno
+entro apposite nicchie i busti di Mario, di
+Cicerone e di Agrippa, poichè anche quest'ultimo,
+secondo i buoni Arpinati, nacque
+nella loro città. Sotto i busti si legge
+questa iscrizione: <i>Arpinum a Saturno conditum
+Romanorum Municipium, M. Tullii
+Ciceronis, C. Marii, M. Vipsanii, Agrippae
+Alma Patria</i>. Quest'edificio si chiama
+Collegio Tulliano e lo occupano i gesuiti.
+Le finestre erano tutte aperte e si
+vedevano i padri con la loro sottana nera
+prendere parte anche essi alla festa. Sulla
+piazza sonava una banda vestita in modo
+arlecchinesco e si gridava <i>Viva il Re!</i> La
+banda si mosse ed andò solennemente incontro
+al giudice che prese posto dietro
+non già rivestito di toga color porpora,
+ma in marsina nera e coi guanti; al suo
+fianco stavano il sindaco e il primo eletto
+pure in abito nero. Si gridò di nuovo
+<i>Evviva il Re!</i> ed il corteo si recò alla cattedrale.
+Alla sera vi fu concerto, o per parlare
+più esattamente, vi fu un chiasso diabolico
+sulla piazza, a cui si dava il nome
+di concerto; si accesero anche fuochi artificiali,<span class="pagenum"><a name="Page_320" id="Page_320">[320]</a></span>
+o per dir meglio razzi e si spararono
+mortaretti, come nelle feste ecclesiastiche.</p>
+
+<p>Non voglio dimenticare che Arpino vanta
+anche una celebrità moderna, un pittore,
+Giuseppe Cesari, conosciuto sotto il nome
+di <i>Cavalier d'Arpino</i>. Come Cicerone e
+Mario, questi si recò a Roma a cercarvi
+fortuna e vi dipinse, fra le altre cose, la
+grande sala nel palazzo dei Conservatori,
+dove fece gli affreschi che rappresentano
+fatti della storia romana; le sue pitture
+murali, pregevoli particolarmente per il colorito,
+sono ritenute fra le migliori della
+fine del secolo <span class="smcap">xvi</span>. La cattedrale di Arpino
+possiede una sua bella Madonna.</p>
+
+<p>Partii da Arpino su uno <i>char à banc</i> per
+recarmi a Montecassino. La strada scende
+per una collina tutta coltivata ad olivi. Si
+gode la vista del vicino territorio romano,
+e si passa sotto l'alto Monte S. Giovanni
+accanto al Liri la cui acqua verde si scorge
+qua e là fra i pioppi.</p>
+
+<p>La regione, montuosa a sinistra, è quasi
+deserta; di quando in quando appare un'antica
+torre medioevale, come quella di
+Monte Negro, od un dirupato castello come
+quello di Santo Padre. Si arriva sopra
+un'altura che divide le acque del Liri da
+quelle del Melfa e si passa in vicinanza
+di Fontana e di Arce, senza però toccarle.
+Quest'ultimo borgo ha veramente l'aspetto<span class="pagenum"><a name="Page_321" id="Page_321">[321]</a></span>
+di una fortezza inespugnabile e tale infatti
+fu ritenuta durante il medio evo; però fin
+lassù riuscirono ad arrampicarsi e ad impadronirsene
+i Provenzali di Carlo d'Angiò
+così agilmente come gli zuavi dei nostri
+tempi. La caduta di Arce sgomentò tutte
+le città ghibelline del regno e fu preludio
+alla sconfitta di Manfredi.</p>
+
+<p>L'antica rocca dei Volsci sorge su una rupe
+alta, scoscesa, dove ancora ne rimangono
+le vestigia, attorniate da mura ciclopiche,
+mentre la città moderna si stende sul pendìo
+del monte. La disposizione di tutti questi
+paesi è identica; in alto la rocca, al disotto
+la città. Nella rocca si rifugiavano nel medio
+evo gli abitanti della città e delle campagne,
+quando erano minacciati dalle scorrerie
+degli Ungheri e dei Saraceni dell'Africa.
+Non è possibile percorrere le sponde del
+Liri, soprattutto la ridente pianura di Aquino,
+senza ricordare il terrore che vi portarono
+una volta i Saraceni. Per ben trent'anni
+essi funestarono le contrade fra il
+Garigliano o Liri e Minturno, facendo scorrere
+per la Campania, la Tuscia e la Sabina,
+saccheggiando e distruggendo i monasteri
+di Montecassino, di S. Vincenzo al Volturno,
+di Subiaco e di Farfa, riducendo in
+cenere gli archivi e le biblioteche, perdita
+questa irreparabile. Solo nell'agosto del 910
+poterono esser cacciati, da una lega italo-bizantina,<span class="pagenum"><a name="Page_322" id="Page_322">[322]</a></span>
+per opera dell'energico papa Giovanni
+X, e un papa si ornò della gloria di
+essere stato il salvatore d'Italia.</p>
+
+<p>Al disotto di Arce vi è una dogana, denominata
+le Muratte; ivi mi fu chiesto il
+passaporto, ma fortunatamente non mi fu
+visitato il bagaglio. Avevo però preso la
+precauzione, con l'aiuto del mio auriga, un
+giovane arpinate molto svelto, di nascondere
+accuratamente nella carrozza un libro,
+ed il manoscritto del mio giornale di viaggio
+che cavammo in trionfo fuori dal loro
+ripostiglio non appena la dogana fu oltrepassata.
+Da ogni parte si vedevano truppe
+che non disdicevano su questo antico teatro
+di guerra; nel vederle il mio pensiero
+correva sempre più a ricordare gli eventi
+storici di queste stupende contrade, poichè
+qui appunto ha principio il territorio storico
+dell'Italia meridionale. All'inizio del
+medio evo era ripartito in tre gruppi, gli
+stati longobardi di Benevento, Salerno e
+Capua; il dominio bizantino delle Calabrie e
+le repubbliche marittime, di Napoli, Amalfi,
+Gaeta e Sorrento. Tutte queste regioni passarono
+in seguito in possesso dei Normanni.
+Mentre tutti questi diversi elementi, longobardi,
+greci, imperatori germanici, papi,
+repubbliche, saraceni, erano fra di loro in
+continua lotta, la storia dell'Italia meridionale
+diventa veramente un caos. L'inferno<span class="pagenum"><a name="Page_323" id="Page_323">[323]</a></span>
+di Dante non può dare che una debole
+idea di tutti gl'intrighi, le passioni, i delitti
+che si muovevano in questi stati, in
+queste corti. Purtroppo la storia di quei
+tempi manca ancora, essa è un labirinto.
+Montecassino ne possiede sempre molti elementi
+nelle sue collezioni di diplomi, particolarmente
+riguardanti Gaeta. La rinomata
+opera di Giannone, pregevolissima
+per ciò che riguarda l'ordinamento civile,
+e quello della giustizia, non sempre è esatta
+nel rimanente e non corrisponde più all'attuale
+progresso della scienza.</p>
+
+<p>Arrivammo al ponte sul Melfa che ha
+conservato l'antico suo nome e che è ancora,
+in ottobre, quasi asciutto nel suo
+ampio letto bianco e sassoso. Si pretende
+che esso abbia segnato una volta la linea
+di confine fra gli stati della Chiesa o ducato
+di Roma e il ducato longobardo di
+Benevento; ma la cosa è tutt'altro che
+certa; sembra anzi assai più probabile che
+allora, come oggi, il Liri dividesse i due
+stati. Stavano accampati vicino al fiume,
+attorno ad un mucchio di fieno, dei soldati
+di cavalleria.</p>
+
+<p>Poco dopo passato il ponte, comincia l'estremo
+Lazio, la bella campagna di Aquino
+e di Pontecorvo, irradiata dal sole, ed attraversata
+dalla magnifica strada che porta
+a Capua. Alla sua sinistra si leva la catena<span class="pagenum"><a name="Page_324" id="Page_324">[324]</a></span>
+degli Appennini, di cui si scorgono la vetta
+del Cimarone ed i borghi di Castello, di
+Rocca Secca, di Palazzuola, di Piedimonte;
+più in là sorge il monte Cairo, mèta della
+nostra gita. Già si scorgevano gli edifici
+grandiosi e le cupole di Montecassino, l'Atene
+del medio evo, faro della scienza nella
+cupa notte di quei tempi. Colà Paolo diacono
+scrisse la sua storia dei longobardi.</p>
+
+<p>A destra della pianura apparivano le cime
+azzurre dei monti Volsci, di natura identica
+a quelli di Segni e di Gavignano, e
+poi S. Giovanni Incarico, Pontecorvo, il
+piccolo territorio pontificio già possesso di
+Bernadotte e più lontano Oliva, Rocca Guglielma
+ed altri villaggi. Il Liri qui corre
+ai piedi dei monti, attraversa campi deliziosi
+che sembra non voler lasciare mai,
+perchè allunga la sua strada con mille
+sinuosità; ad ogni passo accoglie il tributo
+di un ruscello o di un torrente e le sue
+acque risplendenti ai raggi del sole, sono
+veramente meravigliose. Con qual diletto
+non dovettero soggiornarvi i Saraceni!
+Certo essi non trovarono mai sponde più
+amene nè sul Guadalquivir, nè sul Sebeto,
+nè sul fiume Ciane. Molti popoli dopo l'epoca
+romana funestarono questo paradiso:
+i Visigoti con Alarico ed Atalulfo, i Goti
+valorosi di Totila e di Teia, gli Isauri, gli
+Unni, i Sarmati, i Greci; le orde terribili<span class="pagenum"><a name="Page_325" id="Page_325">[325]</a></span>
+di Leutari e di Bucellino, i docili Longobardi
+che finirono coll'occupare tutte queste
+terre, col coltivarle e farle rifiorire, gli
+Arabi, gli Ungari, i Normanni, i Francesi,
+gli Spagnoli, i Tedeschi; tutti si accamparono
+qui e vi combatterono; tutti apparvero
+in questa Campania felice, chiave
+del regno di Napoli.</p>
+
+<p>Più lontano noi scorgiamo anche i monti
+di fronte a S. Germano, su cui sorgono
+Rocca d'Evandro (propriamente Bantra),
+S. Elia, S. Pietro in Fine, sui quali emerge
+l'alto Aquilone. La maggior parte di questa
+bella pianura apparteneva alla diocesi di
+Montecassino e parecchi di questi paesi,
+di queste città, debbono al monastero la
+loro esistenza.</p>
+
+<p>Questa parte estrema del Lazio non ha
+la severa grandiosità della campagna romana;
+le sue tinte sono più calde, più
+dolci, più meridionali, infine, la sua coltivazione
+è assai più rigogliosa, nè vi sono
+tante colline.</p>
+
+<p>Essendo giorno di fiera a S. Germano,
+incontrammo per strada molti contadini,
+vestiti come nella valle del Sacco e ciociari
+coi sandali. Le donne però, anzichè
+il busto portavano un morbido panno con
+nastri sulle spalle e due vesti di cui quella
+superiore fatta a grembiale: questo modo
+di vestire fa una graziosa figura.<span class="pagenum"><a name="Page_326" id="Page_326">[326]</a></span></p>
+
+<p>Qui, invito il lettore ad abbandonare la
+strada di Capua ed a piegare a destra,
+verso Aquino che giace in mezzo alla pianura.
+E' piacevole attraversare la linea recentemente
+ultimata fino a questo punto
+della strada ferrata di Capua che non può
+venire ancora esercitata poichè, se il governo
+napoletano si affrettò a compierla
+sul suo territorio, quello pontificio è ancora
+arretrato sul suo, avendo appena oltrepassato
+Albano.<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a></p>
+
+<p>In un quarto d'ora, attraverso a campi
+coltivati a granturco, si giunge ad Aquino.
+Questa città, importante ai tempi dei Romani,
+è ora un borgo lungo e stretto, su
+cui emerge solo un campanile. La sua posizione,
+su di un ruscello, non ha nulla di
+speciale, senonchè bellissimi per ricchezza
+e per frescura di vegetazione sono i suoi
+dintorni e stupendo è il panorama che vi
+si gode. Esistono ancora presso il paese
+alcune rovine della città romana, avanzi
+di porte, di mura, reliquie dei templi di
+Cerere e di Diana; in complesso però nulla
+di notevole. Presso il ruscello sono le rovine
+di una chiesa del secolo <span class="smcap">xi</span>, S. Maria<span class="pagenum"><a name="Page_327" id="Page_327">[327]</a></span>
+Libera, basilica a tre navate, sulla cui porta
+si scorge ancora una Madonna in mosaico,
+opera bizantina ben conservata. Vicine le
+une alle altre sorgono così le rovine dell'Aquino
+romana e dell'Aquino medioevale;
+a queste due epoche appartengono le celebrità
+della città.</p>
+
+<p>Aquino si può vantare di aver dato i
+natali a uno dei meno famosi imperatori
+romani, a Pescennio Nigro che vi nacque
+in umile condizione come Mario. Prode
+soldato, si distinse quale generale in Siria;
+dopo l'uccisione di Pertinace vestì la porpora,
+ma la dovette cedere presto all'africano
+Settimio Severo che lo sbalzò dal
+trono e lo fece prima imprigionare, poi
+decapitare. Maggior gloria procurarono ad
+Aquino due altri suoi figli. Sono due tipi
+che rappresentano due epoche e che si
+possono l'uno all'altro contrapporre, come
+le rovine di un tempio romano a quelle
+della basilica di S. Maria Libera. Quale
+maggior contrasto, infatti, di quello che
+passa tra Giovenale e S. Tommaso d'Aquino,
+fra il grande poeta satirico della
+corruzione pagana di Roma ed il più grande
+filosofo della sacra teologia scolastica, che
+ebbe il nome di Dottore Angelico? Si direbbe
+che questi due personaggi tanto diversi
+abbiano voluto sorgere entrambi in
+Aquino, nel modo stesso che la corruzione<span class="pagenum"><a name="Page_328" id="Page_328">[328]</a></span>
+pagana di Roma richiedeva la rigenerazione
+cristiana.</p>
+
+<p>Giovenale ci trasporta con le sue satire
+in quelle condizioni di Roma, preparate da
+Mario e consolidate dalla stirpe Giulia dopo
+la caduta della repubblica, in quella Roma,
+pantano sanguinoso, putrida palude morale,
+menzogna in tutto, dove ogni cosa era
+appestata, in quella Roma fisicamente e
+moralmente ammalata, tutta da comprare;
+dove patrizi e cittadini si affollavano famelici
+attorno ad un despota onnipotente, terribile
+come il fato; dove pensiero, parola,
+penna, erano avvinti in ceppi; dove unica
+libera era l'adulazione; dove non vi erano
+che idee servili, libidine di piacere ed una
+mostruosa prostituzione della natura; dove
+in quella folla lasciva e tormentata dalla
+voluttà e dalla paura, alcuni spiriti stoici,
+concentrati in sè stessi, davano sfogo alla
+loro nausea morale con la satira e con la
+storia, non appena lo consentiva un despota
+più temperato degli altri.</p>
+
+<p>Giovenale nacque in Aquino; poco però
+si sa della sua vita, come di quella della
+maggior parte dei poeti dell'antichità, il
+che, del resto, non torna davvero a loro
+danno. Le loro persone assumono così
+quasi l'aspetto di un mito. Nessun erede,
+parente o amico indiscreto, pubblicò la
+loro corrispondenza; nessun giornalista descrisse<span class="pagenum"><a name="Page_329" id="Page_329">[329]</a></span>
+con scrupolosa esattezza il loro
+aspetto esteriore nei più minuti particolari,
+non li accompagnò passo passo nella loro
+vita, partendo dalla culla; non tenne conto
+delle loro virtù, dei loro vizi, dei loro
+errori, dei loro debiti presso ebrei e cristiani
+e d'ogni altro loro imbarazzo. Due
+pagine bastano, alla vita oscura di Orazio,
+di Virgilio, di Ovidio; della morte di
+Eschilo e di Euripide, non rimane che una
+tradizione favolosa; l'arguto Terenzio scomparve
+tranquillo in qualche angolo dell'Ellade,
+presso la palude Stimfalica.</p>
+
+<p>Di Giovenale, solo da un suo verso, si
+sa che nacque in Aquino. Venne esiliato
+in Egitto o in Scozia? Dove morì? Nessuno
+lo sa. La sua lunga vita, ora rattristata,
+ora allietata dai regni di Claudio, di Nerone,
+di Galba, di Ottone, di Vitellio, di
+Vespasiano, di Tito, di Domiziano, di Nerva,
+di Traiano e di Adriano, fu spettatrice dei
+più grandi avvenimenti; vide sul trono del
+mondo una serie di demoni feroci, ed una
+di genî buoni; vide tempi in realtà miserrimi,
+a torto detti felicissimi.</p>
+
+<p>E' difficile quindi immaginarsi quale idea
+dovette farsi della vita, quali impressioni
+dovette provare un uomo di mente e di
+cuore che potè vedere l'aspetto truce di
+un Nerone, e la fisonomia serena di un
+Tito.<span class="pagenum"><a name="Page_330" id="Page_330">[330]</a></span></p>
+
+<p>Se egli non avesse visto quella doppia
+serie di imperatori, se invece di essere nato
+sotto Claudio, fosse nato ai tempi di Tito,
+forse non avremmo le sue satire; ma le
+impressioni di gioventù dettero la direzione
+al suo spirito; in fondo poi la società romana
+dei tempi di Tito era sempre quella
+stessa dei tempi di Nerone. Povero Giovenale
+condannato ad essere il poeta della
+sua età! La sua lingua, la sua narrazione
+già oscura, difficile, serrata come quella di
+Tacito, sotto il peso dell'atmosfera romana,
+sotto la stretta della sua amarezza, dovettero
+esercitarsi sopra argomenti ai quali
+non sarebbero stati adatti nè il marmo, nè
+l'argilla, ma il fango. Chi può leggere le
+sue satire sugli uomini e sulle donne di
+Roma senza provare un senso di ribrezzo?
+Chi può non compiangere un ingegno eletto
+come il suo, condannato a cercare le sue
+ispirazioni in quel pantano della società
+romana dei suoi tempi? <i>Facit indignatio
+versum, qualemcunque potest.</i></p>
+
+<p>Giovenale fu paragonato (e con qualche
+verità) a Tacito, il suo più grande e più
+nobile contemporaneo; ma lo storico di quell'epoca
+aveva almeno la coscienza di chiamare
+il dispotismo davanti ad un tribunale
+supremo, sempre pronto a pronunciare le sue
+sentenze. Ma che cosa può confortare il
+poeta satirico, il pittore della impudicizia<span class="pagenum"><a name="Page_331" id="Page_331">[331]</a></span>
+nel ribrezzo che deve provare a descrivere
+la generale corruzione dei suoi tempi? Eppure,
+quanto non è superiore un Giovenale
+ai romanzieri ed ai drammaturghi dei tempi
+nostri, più lascivi, ma più deboli di Petronio,
+i quali descrivono il vizio coi colori
+più dolci e sentimentali e ci dipingono vili
+meretrici come tipi ideali?</p>
+
+<p>Teniamoci fortunati noi tedeschi, almeno
+per ciò che non possediamo nella nostra
+letteratura un Giovenale, nè un Sue o un
+Dumas, ma possiamo porre ancora corone
+non contaminate sul capo di Schiller, il
+poeta generoso della libertà e dell'ideale
+umano.</p>
+
+<p>Ambedue quei romani, Giovenale e Tacito,
+lamentarono la perduta libertà repubblicana;
+ambedue disperarono dell'avvenire
+che non appariva loro diverso da un abisso,
+e Giovenale ancora più di Tacito. E di fronte
+ad essi già sorgeva, da loro conosciuto,
+ma non compreso, anzi disprezzato quale
+setta giudaica, il cristianesimo, ideale tuttora
+velato di una umanità ringiovanita.
+E i Germani, di cui Tacito ammirava la
+schietta naturalezza e la semplicità eroica,
+dovevano poi abbattere in Roma il dispotismo
+e la menzogna.</p>
+
+<p>Il cristianesimo... Siamo sulle rovine di
+Aquino e tra i ruderi di S. Maria Libera,
+appare un santo illustre, il Dottore Angelico.<span class="pagenum"><a name="Page_332" id="Page_332">[332]</a></span>
+Veste l'abito dei domenicani, porta un
+fascio di libri sotto il braccio, è di statura
+alta, asciutto, ma cammina curvo, ha una
+testa potente e voluminosa, viso abbronzato
+e rugoso, però <i>molli carne, quae acumen
+ingenii et excellentiam indicaret</i>.</p>
+
+<p>Erano trascorsi mille e più anni da Tacito
+e da Giovenale allorchè Tommaso nacque
+nel 1224, non propriamente in Aquino,
+ma lassù nel pittoresco castello di Rocca
+Secca, edificato dall'abate Manso di Montecassino,
+sul monte Asprano, verso la fine
+del decimo secolo. Esso appartenne poi ai
+conti longobardi di Aquino, dell'antica famiglia
+di Landolfo. Il padre di Tommaso
+era il conte Landolfo, sua madre Teodora
+Caracciolo e suo zio Landolfo era abate
+di Montecassino. Quando il fanciullo ebbe
+cinque anni, i suoi genitori lo condussero
+nel monastero di S. Benedetto, con la speranza
+che un giorno ne diventasse abate.
+Fu sempre costume dei Benedettini quello
+di accogliere fra i monaci ragazzi di tenera
+età e quest'usanza vi è ancora. Don
+Luigi Tosti, oggi rinomato storico d'Italia,
+don Sebastiano Calefati, l'erudito bibliotecario,
+tutti e due uomini illustri, i cui nomi
+saranno sempre ricordati con piacere da
+molti studiosi tedeschi, entrarono nel monastero
+di Montecassino in età di otto anni.
+Tommaso rimase nel monastero sette anni,<span class="pagenum"><a name="Page_333" id="Page_333">[333]</a></span>
+quindi si recò a Napoli, dove attese per
+altrettanti anni allo studio della teologia;
+vestì l'abito dei domenicani e andò a studiare
+a Parigi e poi a Colonia, per sentirvi
+il celebre Alberto Magno; fu professore
+a Napoli e morì il 7 marzo 1274
+nel convento dei cistercensi di Fossanova,
+presso Piperno, a poche ore di distanza
+dalla sua patria. Fu uno degli uomini più
+illustri del medio evo, il primo che propriamente
+introdusse la filosofia nella teologia,
+o meglio che innalzò quest'ultima alla dignità
+di sistema filosofico. Quando oggi si
+ode il nome di scolastica, si pensa e non
+a torto, ad un labirinto di meschinità, di
+sottigliezze, di distinzioni, in cui stette per
+il corso di molti secoli imprigionato l'ingegno
+umano. Chi può oggi ancora immergersi
+nella <i>Somma</i> di Tommaso d'Aquino,
+arrischiarsi in quella cupa foresta di spiriti,
+nel cui fitto sta il Minotauro del pensiero
+aristotelico cristiano? Noi consideriamo
+attualmente quella grandiosa filosofia
+gotica come un'anticaglia; tutte le sue sottili
+distinzioni, tutte le sue ricerche morali
+e speculative, tutti i suoi problemi privi di
+ogni utilità per gli scopi della vita, non
+offrono più alcun interesse a una generazione
+che tende a scopi pratici e materiali,
+e che vuol essere più libera e semplice nel
+suo pensiero. Ma non dobbiamo però dimenticare<span class="pagenum"><a name="Page_334" id="Page_334">[334]</a></span>
+che anche quei sistemi sono di
+base alla scienza del pensiero e bisogna
+confessare inoltre che l'uomo del secolo <span class="smcap">xix</span>
+di fronte ai più alti problemi che si può
+proporre lo spirito, si trova appunto così
+perplesso, come uno scolastico del medio
+evo, o come il primo uomo del paradiso
+terrestre.</p>
+
+<p>Partimmo da Aquino, contenti di aver
+veduto questo paese, tornammo sulla strada
+di Capua e in un'oretta arrivammo ai
+piedi del monte Cairo; girammo il monte,
+avendo innanzi agli occhi l'anfiteatro romano
+di S. Germano, città di gaio aspetto,
+sormontata dal celebre castello di Janula
+e finalmente là in alto Montecassino che
+ci aspetta. Ma è ormai tempo di finire,
+essendo già troppe queste pagine. Se ci
+volgiamo a considerare tutto quanto si mostra
+al viandante in un così breve tratto
+di strada, non possiamo a meno di meravigliarci
+per la ricchezza di queste contrade.
+Nessun'altra nel mondo è così penetrata
+e animata dallo spirito. La natura e
+la storia hanno versato la loro cornucopia
+sull'Italia ed ogni epoca storica vi ha lasciato
+la sua impronta.</p>
+
+<p>L'Italia è la madre della civiltà in occidente
+e la Pandora della sua cultura sia
+nel senso buono che nel senso cattivo della
+parola. Se essa ora risorge e chiede il suo<span class="pagenum"><a name="Page_335" id="Page_335">[335]</a></span>
+posto di nazione indipendente, fra tutti quei
+popoli che dopo aver da lei ricevuta la propria
+civiltà, la sfruttarono, la saccheggiarono,
+la signoreggiarono, lo fa in nome
+di un suo incontrastabile diritto. Sì, questa
+è una nobile terra, degna dell'amore del
+genere umano! Ed anche in mezzo al caos
+sconfinato dell'età presente, in questa nauseante
+mescolanza di errori e di verità,
+anche oggi noi Tedeschi non possiamo, nè
+mai lo potremo, far tacere la voce del
+nostro ardente voto per la liberazione di
+questa terra.</p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_338" id="Page_338">[338]</a></span></p>
+
+<h2 class="lighter">IL CASTELLO DEGLI ORSINI<br />
+<span class="small">A BRACCIANO<br />
+(1870)</span></h2>
+
+<hr />
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill347.jpg" width="600" height="64" alt="" title="" />
+</div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_339" id="Page_339">[339]</a></span></p>
+
+<h2 class="lighter"><a name="Il_Castello_degli_Orsini_in_Bracciano" id="Il_Castello_degli_Orsini_in_Bracciano"></a>
+Il Castello degli Orsini in Bracciano.<br />
+<span class="small">(1870).</span></h2>
+
+<p>Poco dopo la stazione postale della Storta
+si distacca a sinistra, dalla via Cassia, la via
+Claudia e per questa ci vogliono ancora tre
+buone ore di carrozza per arrivare al lago
+di Bracciano. Il paesaggio è deserto, ma
+pittoresco; collinette vulcaniche di tufo lo
+attraversano e qua e là, si scorgono fiorenti
+praterie e pascoli, con masserie e
+numerose mandre di bovini.</p>
+
+<p>Il carattere della campagna etrusca di
+Roma è molto diverso da quello del Lazio.
+Nel Lazio tutto è più ridente e soleggiato,
+più ricco di forme ed anche più animato;
+i monti Volsci e gli Appennini spingono fin
+là le loro diramazioni ed hanno la bella
+struttura delle formazioni calcaree; città
+antichissime, per la maggior parte vescovili,
+sorgono sulle alture verdeggianti di
+castani e coperte di oliveti, o inghirlandate<span class="pagenum"><a name="Page_340" id="Page_340">[340]</a></span>
+dalla vite e danno alla campagna laziale
+un'impronta preponderantemente storica;
+essa è piena di monumenti dell'antichità
+e del medio evo. Nella regione etrusca
+invece predomina un terreno montuoso, vulcanico,
+diruto, con vaste solitudini, severe e
+melanconiche, d'aspetto quasi misterioso.
+Qui la vita storica non ha generalmente
+lasciato traccia di sè: tombe sotterranee e
+necropoli di un popolo enigmatico sono gli
+unici tesori e gli unici monumenti della
+Tuscia. La storia del paese sembra qui interrotta
+e dove non lo è, manca di significato
+potente e vivo. Il completo decadimento di
+una città come Veio e l'intero abbandono
+del suo territorio in ogni tempo, mi sono
+sembrati sempre segni caratteristici di questa
+storica estinzione dell'Etruria romana.</p>
+
+<p>Solitarie torri baronali senza nome, o piccoli
+paesi privi di valore storico, si levano
+qua e là melanconicamente sulle colline
+tufacee. I ricordi in questi luoghi incolti e
+selvaggi non vanno al di là del medio evo,
+dell'undecimo secolo, epoca in cui si stabilirono
+qui, come signore, alcune famiglie
+feudali germaniche, di origine franca o longobarda,
+come i conti di Galera e i prefetti
+di città della casa di Vico. Anche il possente
+influsso della Chiesa ha qui impresso e lasciato
+poche orme, essendo il paese passato
+assai tardi nel patrimonio di S. Pietro.<span class="pagenum"><a name="Page_341" id="Page_341">[341]</a></span></p>
+
+<p>Al di là del fiume Arrone, emissario del
+lago di Bracciano, sorgono due grandi fattorie:
+S. Maria di Celsano e Casale di Galera,
+qui è necessario scendere di vettura
+se si vogliono visitare le vicine rovine
+del castello di Galera. Queste fanno singolare
+riscontro alla favolosa città di Ninfa,
+nel Lazio che giace sprofondata nella sua
+incantevole tomba di edera e di fiori, sul
+limitare della palude pontina. Anche Galera,
+sede un tempo d'insolenti e feroci
+signori che dettero frequenti noie alla città
+di Roma, è oggi distrutta e presenta le
+sue vie, la chiesa ed il castello comitale
+coperti d'edera, nel senso più preciso della
+parola. Eppure Galera non giace come
+Ninfa nella profondità paludosa, ma salda
+ed alta si erge su di una scoscesa rupe di
+tufo, dominante una gola boscosa da cui
+l'Arrone precipita in cascate spumeggianti.</p>
+
+<p>Sulla porta rovinata si scorge ancora lo
+stemma degli Orsini, la rosa, cioè, con le
+travi. Dietro le potenti mura della città
+si sale a monte nel paese diroccato, aprendosi
+la via attraverso la fitta e selvaggia
+edera che barrica le strade minate. Ancora
+in piedi rimangono diverse case colle
+finestre gotiche; la maggior parte del materiale
+però è stato portato via, o forma
+adesso dei mucchi di macerie, cinti da cespugli.
+Galera non è, per quello che di<span class="pagenum"><a name="Page_342" id="Page_342">[342]</a></span>
+architettura ne resta, bella come Ninfa; soltanto
+i muri del castello e della chiesa principale
+rivelano un'epoca più antica; gli altri
+sono assai moderni, solo nell'anno 1809
+essendo stato il paese abbandonato, o per
+mancanza d'acqua o, più verosimilmente,
+per impoverimento della popolazione. E'
+veramente sorprendente che nel nostro secolo,
+un paese possa sparire, non distrutto
+da subitaneo cataclisma, ma intisichito per
+decadenza interna. Non prova forse ciò ed
+in modo persuasivo, la mancanza di principio
+vitale di questa terra etrusca?</p>
+
+<p>Galera (nella regione, dove, secondo gli
+antichi itinerari, era la stazione <i>ad Careias</i>)
+comincia ad esser menzionata nella storia
+solo nel 780, anno in cui papa Adriano I
+fondò sul fiume Arrone una colonia di questo
+nome, per coltivare il deserto paese dei
+Veienti. Questa colonia prosperò ma, per
+circostanze a noi ignote, si sottrasse al dominio
+della Chiesa; al principio dell'undecimo
+secolo vi apparvero come signori i
+conti di Galera, fieri nemici del papato ed
+ardenti partigiani dell'impero tedesco.</p>
+
+<p>Gerardo, figlio di Ranieri (questi nomi
+indicano già l'origine germanica) era conte
+colà ed era anzi uno dei principali capi della
+nobiltà imperiale di Roma e del territorio,
+strettamente legato coi conti di Tuscolo,
+della stirpe d'Alberico e coi Crescenzi di<span class="pagenum"><a name="Page_343" id="Page_343">[343]</a></span>
+Monticelli, nella Sabina. Questi signori nell'anno
+1058 innalzarono in Roma, con la
+forza, un papa, Benedetto X: ma Ildebrando,
+il futuro Gregorio VII, fin d'allora capo del
+partito papesco e nazionale romano, chiamò
+a Roma, al servizio dell'appena eletto papa
+Nicolò II, una schiera di predoni normanni
+dalle Puglie, contro i conti avversari. Galera,
+dove Benedetto X si era rifugiato ed
+altre castella furono assalite.</p>
+
+<p>La potenza dei conti di Galera che dominavano
+il paese etrusco fino al di là del lago,
+verso Sutri, fu repentinamente abbattuta,
+ma ciò nonostante la loro stirpe si mantenne
+ancora a lungo a Galera. Sparì molto probabilmente
+solo alla metà del secolo <span class="smcap">xiii</span>,
+quando Matteo Rosso della casa Orsini,
+famoso senatore della repubblica romana,
+divenne signore di Galera. D'allora
+in poi gli Orsini rimasero padroni di questo
+castello finchè, nel 1670, lo vendettero
+al papa.</p>
+
+<p>Il più fiero nemico di questa regione ed
+in pari tempo il più forte ostacolo alla coltivazione
+è oggi la malaria. Un umido venticello
+insidioso spira sulle pianure incolte
+e sulle colline vulcaniche disalberate, coperte
+solo di fiori d'asfodelo.</p>
+
+<p>Sorgono forse i demoni sterminatori della
+febbre dal lago stesso?... Chi lo crederebbe,
+quando dalle alture, presso Bracciano, si<span class="pagenum"><a name="Page_344" id="Page_344">[344]</a></span>
+scorge questo specchio azzurro e porporino?...</p>
+
+<p>Questo è veramente lo specchio delizioso
+della ridente e soleggiata felicità, della magica
+solitudine, è un idillio campestre e
+lacustre di un genere tutto speciale, grande
+e maestoso, ma non così vasto da cessar
+d'essere un quadro completo e bene incorniciato.</p>
+
+<p>Lo splendido lago, in antico <i>lacus Sabatinus</i>
+ed originariamente cratere vulcanico,
+si allarga tra dolci catene di colline
+e leggiadre sponde. Ha un'estensione di
+21 a 22 miglia; la sua superficie è dunque
+perfettamente eguale a quella di Roma,
+con cui si trova in diretta comunicazione
+per mezzo del rinnovato acquedotto dell'acqua
+Paola, edificato da Traiano: l'acqua
+che per la porta S. Pancrazio entra
+in Trastevere e sgorga, con un magnifico
+fiotto simile ad un fiume, dalla fontana di
+Paolo V, proviene in parte appunto da questo
+lago, dopo aver girato attorno alle
+mura aureliane.</p>
+
+<p>A nord lo abbraccia una piccola montagna
+boscosa, da cui emerge, come un nero
+picco vulcanico, alto al massimo 2000 piedi,
+il monte di Rocca Romana. Questa vetta
+è visibile da tutta la campagna etrusca,
+come il Monte Cavo, sopra il lago di Albano,
+è visibile da tutta la pianura laziale.<span class="pagenum"><a name="Page_345" id="Page_345">[345]</a></span>
+Sotto di esso, sulla riva del lago, sta il villaggio
+di Trevignano; a sinistra s'innalza
+la catena dei colli di Bracciano, distanti
+circa un miglio dal lago sul quale si
+leva, dominando l'intero paesaggio, il grandioso
+maniero degli Orsini, splendido edificio
+pentagonale, con cinque rotonde torri
+merlate. La sua tinta grigio nerastra appare
+in armonia con la circostante natura
+vulcanica, di cui questo castello sembra
+essere il prodotto storico. A destra
+infine sporge nel lago un'altra lingua di
+terra, con un cupo borgo turrito: è Anguillara,
+sede un tempo dei conti di questo
+nome, ramo laterale degli Orsini. Colà sgorga
+l'Arrone dal lago di cui è emissario.</p>
+
+<p>Solo in questi tre luoghi è raccolta tutta
+la vita storica del lago e de' suoi dintorni:
+ad egual distanza gli uni dagli altri, formano
+i tre lati di un triangolo e soli interrompono
+l'incantevole silenzio di queste
+sponde, rappresentando l'umana civiltà, senza
+però disturbare la magia della sua solitudine.
+Che significano infatti Bracciano,
+Trevignano, Anguillara?... Chi ha mai udito
+questi nomi, tranne coloro che hanno familiarità
+con la storia particolare di Roma?</p>
+
+<p>Se quel castello degli Orsini, cronaca granitica
+di terribili tempi feudali, non levasse
+le sue nere torri sul lago azzurro, questi
+tre paesi, sulle sue sponde, si potrebbero<span class="pagenum"><a name="Page_346" id="Page_346">[346]</a></span>
+prendere per borghi di pescatori. E così
+silente è appunto il lago: non vi si scorge
+una barchetta; soltanto mandre di giovenchi
+appaiono sulle rive, o frotte di cavalli
+selvaggi, col corpo nell'acqua e butteri
+a cavallo, con la lancia, come nelle
+paludi pontine.</p>
+
+<p>Ho trovato Bracciano più grazioso di
+quello che mi attendessi da un paese vassallo;
+è una cittadina di circa 2000 abitanti,
+con strade larghe e buone abitazioni, modernamente
+costruite, molto simile a Marino,
+dove è il castello dei Colonna, appartenuto
+un tempo esso pure agli Orsini.
+Bene abitabile veramente non è che la parte
+nuova del paese, perchè la vecchia, quella
+del periodo baronale, giace stretta intorno
+al castello, come un nero ammasso di case
+di tufo. Il castello però s'innalza così gigantesco
+che sembra coprire tutta Bracciano
+con la sua ombra.</p>
+
+<p>Come regale deve essere stata la potenza
+della famiglia che in un luogo così remoto
+costruì questo splendido castello, fortezza
+inespugnabile e palazzo signorile ad un
+tempo! Dopo che il castello degli Orsini
+a Campagnano è caduto in rovina, questo
+è uno dei monumenti più mirabili del
+rinascimento romano, è uno de' più bei castelli
+baronali ed in tutto il Lazio non ve n'è
+uno che lo eguagli. Il castello di Spoleto, cominciato<span class="pagenum"><a name="Page_347" id="Page_347">[347]</a></span>
+a costruire dal cardinale Albornoz
+e condotto a termine da Nicolò V, è più
+maestoso, è verissimo, ma non è un edificio
+baronale, come non lo sono del pari
+i bei castelli di Ostia, di Narni, di Civita
+Castellana e di Subiaco.</p>
+
+<p>La vista del superbo maniero richiama
+anzitutto, alla memoria del visitatore, la
+storia della stirpe degli Orsini che insieme
+con quella de' suoi nemici ereditari, i Colonna,
+ha riempito per quasi cinquecento
+anni gli annali di Roma con le gesta ed
+i nomi dei suoi innumerevoli membri,
+tra i quali furono papi, cardinali e capitani
+di grande rinomanza. Le due case,
+guelfa l'una e ghibellina l'altra, di Roma,
+hanno durato più a lungo delle dinastie
+dei re e degli imperatori e durano anche
+oggi nei loro avanzi, nei castelli che hanno
+un tempo posseduto.</p>
+
+<p>Il capostipite degli Orsini, dal romano
+nome di Orso, si perde nel buio della leggenda:
+non si sa neppur bene se fosse germanico.
+I suoi discendenti si chiamarono
+<i>Filii Ursi</i>: così suona sempre nelle più
+antiche cronache il cognome degli Orsini.
+Storicamente appaiono solo nel <span class="smcap">xii</span> secolo.
+Celestino III (1191-1198) apparteneva alla
+loro casa. Nel <span class="smcap">xiii</span> secolo, durante le lotte
+degli Hohenstaufen, acquistarono maggior
+potenza, per opera specialmente del senatore<span class="pagenum"><a name="Page_348" id="Page_348">[348]</a></span>
+Matteo Rubeus, capo imperante della
+repubblica capitolina ed instancabile avversario
+dell'imperatore Federigo II e poi per
+opera di papa Nicolò III (1277-1280), figlio
+di detto senatore. Gli Orsini, fecondi quanto
+i Colonna, si suddivisero in seguito in più
+rami e dai loro diversi possedimenti si
+chiamarono Orsini di Monte Giordano e di
+Campo di Fiore in Roma, conti e signori
+di Nola nella Campania, di Tagliacozzo negli
+Abruzzi; di Gravina e Manoppello, di
+Monte Rotondo, di Vicovaro, di S. Angelo,
+di Pitigliano, d'Anguillara, di Bracciano.
+L'elenco dei loro castelli e possedimenti è
+conservato nell'archivio di famiglia a Roma
+e forma un intero volume. Erano egualmente
+potenti nel regno di Napoli come
+nel dominio romano. Mentre i Colonna, proprietari
+essi pure nel napoletano di grandi
+feudi ed in lotta violenta con i loro nemici
+ereditari per i marchesati di Tagliacozzo,
+Alba e Celano, possedevano nel Lazio il
+nocciolo della loro signoria, gli Orsini dominavano
+il territorio sabino sull'Anio, da
+Vicovaro fino a Nerola e Monte Rotondo,
+ed il paese etrusco da Sutri in giù, fino
+di là dal lago, verso Galera, ed alla sponda
+marina del vecchio Cere. In questo paese
+etrusco eransi già stabiliti fin dal secolo <span class="smcap">xiii</span>,
+appropriandosi Galera.</p>
+
+<p>Non si sa quando vennero a Bracciano.<span class="pagenum"><a name="Page_349" id="Page_349">[349]</a></span>
+Questo villaggio fu fondato in tempo ignoto,
+si crede su un fondo della <i>gens Braccia</i>.
+Il Nibby che per primo ci ha fatto
+conoscere la storia dell'agro romano nel
+medio evo, ha trovato la prima menzione
+del <i>Castrum Brassani</i> in un documento
+claustrale del 1320: io mi trovo in grado
+di completare la cosa, perchè ho trovato
+un altro documento, anteriore di quasi cento
+anni, nell'archivio Orsini: è uno strumento
+legale del 10 marzo 1234, nel quale Goffredo
+Amatore e Landolfo, figlio del prefetto
+Gotifredo, appaiono come signori di
+questo castello: <i>Domini de Brachiano et
+de sancta Pupa</i>.<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a> Secondo questo, Bracciano
+apparteneva in quei tempi alla famiglia dei
+Prefettani o dei prefetti della casa di Vico,
+potente nell'Etruria, che aveva ridotto ereditaria
+fin dal <span class="smcap">xii</span> secolo, la prefettura della
+città di Roma. Questa famiglia, tedesca di
+origine, violenta, ghibellina e nemica del
+papa, si impadronì anche di Viterbo e di
+Orvieto e tramontò solo nel 1435, allorchè
+il terribile Giovanni Vitelleschi fece decapitare
+nel castello di Soriano l'ultimo prefetto,
+Jacopo di Vico.</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_350" id="Page_350">[350]</a></span></p>
+<p>La Chiesa confiscò i beni prefettizi; alcuni
+però furono comprati da Everso, il
+brigantesco conte d'Anguillara, la cui stirpe
+orsina aveva da lungo tempo preso piede
+sul lago di Bracciano. Anche la prefettura
+di città passò nel 1435 agli Orsini, cioè
+a Francesco, primo conte di Gravina, un
+antenato di quel ramo che solo di tutto
+il casato, sussiste ancora in Roma.</p>
+
+<p>Gli Orsini possedevano Bracciano già
+nel <span class="smcap">xiv</span> secolo, essendo Martino V Colonna
+stato costretto a confermare il vicariato
+di quel castello ai fratelli Francesco, Carlo
+ed Orsino Orsini nell'anno 1419.</p>
+
+<p>Dipoi sul lago signoreggiarono il ramo
+più antico di Anguillara ed il ramo di
+Bracciano che possedeva molti altri castelli
+etruschi.</p>
+
+<p>La casa di Bracciano brillò nel <span class="smcap">xv</span> secolo
+grazie a due celebri capitani di guerra,
+Napoleone e suo figlio Virginio. Napoleone
+(questo nome di battesimo è stato in uso
+presso gli Orsini sin dai tempi antichi)
+edificò il castello di Bracciano, quello che
+tuttora rimane e dopo esser divenuto il
+più potente dei feudatari del suo tempo,
+morì a Vicovaro nel 1480. Virginio ereditò
+i suoi beni e la sua gloria. Ai primi
+egli aggiunse Anguillara e Cervetri, comprati
+dopo la caduta della casa di Everso.
+Fu gran connestabile del regno di Napoli,<span class="pagenum"><a name="Page_351" id="Page_351">[351]</a></span>
+dove si legò strettamente alla dinastia
+d'Aragona, egli stesso si chiamò de Aragona,
+al servizio del re Alfonso II e quindi
+di Ferdinando II. Fu incaricato di arrestare
+la marcia di Carlo VIII di Francia,
+attraverso l'Etruria, ma i figli di Virginio,
+Giovanni Giordano e Carlo, per ordine del
+padre, secondo i patti convenuti, consegnarono
+al monarca che si dirigeva alla
+conquista di Napoli, i loro castelli e questa
+inevitabile defezione degli Orsini dischiuse
+al conquistatore la via di Roma.</p>
+
+<p>Carlo VIII entrò in Bracciano, prese dimora
+nel castello di Virginio, dove rimase
+dal 19 al 31 dicembre del 1494 e mosse
+quindi col suo esercito alla volta di Roma.
+A Galera lo accolsero sottomessi gli ambasciatori
+della città e quelli di Alessandro
+VI.</p>
+
+<p>Nella bufera di questa guerra che doveva
+decidere delle sorti d'Italia, fu travolto
+anche Virginio sempre al servizio
+d'Aragona. Carlo VIII lo fece arrestare in
+Napoli e lo trasse poi con sè al suo ritorno.
+L'Orsini fuggì nella famosa battaglia
+del Taro, per cambiare di nuovo bandiera
+poco dopo e passare al servizio di
+Montpensier, il luogotenente di Carlo VIII
+a Napoli. Ma quando, dopo la rotta dell'esercito
+francese, gli aragonesi risalirono
+al trono, egli fu preso, nonostante la sua<span class="pagenum"><a name="Page_352" id="Page_352">[352]</a></span>
+capitolazione, nell'agosto del 1496 e rinchiuso
+in un carcere. Così volle papa Alessandro
+VI che in seguito alla restaurazione
+napoletana, si era prefisso di sradicare
+dal suo territorio tutti i baroni
+romani.</p>
+
+<p>La sua guerra contro gli Orsini ebbe
+però un esito inatteso e segnò uno splendido
+trionfo per questa casa minacciata
+da tanta rovina. Mentre Virginio languiva
+in un carcere a Napoli, dove poco dopo
+morì di veleno, difendevano eroicamente
+il suo castello di Bracciano il giovane Alviano
+e sua moglie Bartolomea, sorella di
+Virginio. Gli assalti degli assedianti, guidati
+dal duca Guidobaldo di Urbino e dal
+figlio del papa, Giovanni di Gandia, furon
+respinti. Altri Orsini recarono soccorso e
+l'esercito papale soffrì nel gennaio 1497 una
+sanguinosa sconfitta presso Soriano. Il papa
+dovette concludere la pace e gli Orsini rimasero
+signori di Bracciano e di tutti gli
+altri possedimenti patrimoniali.</p>
+
+<p>Ancora una volta essi furono molestati
+da Cesare Borgia; ma neanche a lui riuscì
+di espugnare la forte rocca di Bracciano
+e finalmente la morte di Alessandro liberò
+gli Orsini dagli imbarazzi.</p>
+
+<p>Essi durarono quivi ancora per due secoli,
+mentre il secondo ramo di Anguillara
+si spense fin dall'anno 1548. Pio IV<span class="pagenum"><a name="Page_353" id="Page_353">[353]</a></span>
+inalzò Bracciano a ducato nel 1560, a favore
+del pronipote di Virginio, Paolo Giordano
+Orsini, uomo, come il suo contemporaneo
+Sampiero, dalle passioni violente:
+in lui apparve per l'ultima volta la natura
+impetuosa della sua stirpe. Combattè gloriosamente
+a Lepanto. Era sua moglie Isabella,
+figlia di Cosimo I di Toscana che
+viveva quasi sempre da lui separata; sul
+conto di lui si narravano cose incredibili. Un
+giorno Paolo Giordano la strangolò con
+le sue mani nel suo castello di Cerreto in
+Valdarno nel 1576. In Roma s'innamorò
+poscia follemente della bella Vittoria Accoramboni,
+moglie di Peretti, un nipote
+di Sisto V, in quel tempo ancora cardinale;
+una notte nel giugno del 1583 fece
+assassinare nel Quirinale il Peretti e tre
+giorni dopo il fatto Vittoria fuggì, con sua
+madre, nel palazzo Orsini, presso l'assassino
+di suo marito. Gregorio XIII proibì le
+loro nozze e fece rinchiudere la donna in
+Castel S. Angelo, dove rimase sino alla
+morte del papa, avvenuta nell'aprile del
+1585. Il giorno dell'elezione di Sisto V,
+Paolo Giordano sposò Vittoria. Il papa
+bandì l'uccisore di suo nipote e l'Orsini
+morì poco dopo in esilio. I suoi congiunti
+odiavano Vittoria, anche perchè ella pretendeva
+una parte dell'eredità. In Padova,
+dove era stata costretta a rifugiarsi, un<span class="pagenum"><a name="Page_354" id="Page_354">[354]</a></span>
+giorno nel dicembre del 1583, fu pugnalata
+nella sua stessa camera, da uomini mascherati,
+per mandato di Lodovico Orsini,
+signore di Monte Rotondo.</p>
+
+<p>Virginio, figlio di Paolo Giordano e di
+Isabella, continuò il ramo di Bracciano e
+il duca Flavio lo chiuse nell'anno 1698,
+come ultimo di questa celebre casa.</p>
+
+<p>Già da alcuni anni don Livio Odescalchi,
+nipote di Innocenzo XI aveva acquistato
+Bracciano.<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a> Dagli Odescalchi, ai primi
+di questo secolo, comprò il ducato il Rothschild
+di Roma, Torlonia, con la clausola
+però del riscatto. Questo è avvenuta
+pochi anni or sono: oggi dunque il
+principe Odescalchi è nuovamente duca
+di Bracciano.<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a></p>
+
+<p>Entriamo nel castello. A quanto pare,
+un triplice muro, solidissimo, costruito
+con blocchi di basalto, circondava originariamente
+il maniero, insieme col fossato,
+ora riempito. Si può entrare nel castello da<span class="pagenum"><a name="Page_355" id="Page_355">[355]</a></span>
+due robuste e grandi porte, una dalla parte
+del paese, l'altra dalla parte del lago.</p>
+
+<p>Lo stile generale dell'edificio appartiene
+al rinascimento; le pareti, le finestre incorniciate
+di peperino ed i merli ricordano
+assai il palazzo di Venezia di Roma,
+la cui costruzione è della stessa epoca.
+Come in quello, il maggior cortile del castello
+degli Orsini era in origine cinto da
+un porticato a colonne che fu più tardi
+murato. Resta soltanto la gabbia di una
+scalea, poggiata su colonne di tufo che
+conduce al piano superiore: come la porta
+vicina della vecchia cappella, essa mostra
+il passaggio dal gotico al rinascimento.<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a></p>
+
+<p>Le cinque torri rotonde racchiudono in
+maniera imponente l'edificio e sembrano
+sorreggerlo e tenerlo insieme come poderose
+colonne. In alto, un ballatoio coronato
+di merli, le unisce fra loro. Al difuori,
+sopra le porte, come anche nel cortile,
+si vedono ancora gli stemmi in pietra
+della casa Orsini che risalgono al tempo
+della prima costruzione del castello.</p>
+
+<p>Una donna attempata mi ha accompagnato
+in giro pel castello durante due ore,
+dopo avermi detto che era tedesca, che da<span class="pagenum"><a name="Page_356" id="Page_356">[356]</a></span>
+trent'anni stava al servizio degli Odescalchi
+e che intendeva finire i suoi giorni,
+tranquilla e felice, nella solitudine di quel
+maniero.</p>
+
+<p>Abbiamo attraversato alte sale a vôlta
+e file di stanze, piene di mobili roccocò e
+moderni e specialmente di armadi parigini,
+in legno scolpito. Questi ambienti
+sono tetri e poco adatti ad essere abitati;
+soltanto la veduta sul lago, dalle profonde
+finestre, è bella. In generale le esigenze
+della nostra vita moderna sono così differenti
+da quelle della vita feudale, come
+le ville Doria Pamphili o Albani, da questo
+castello Orsini. In esso poteva sentirsi
+a suo agio solo una famiglia baronale che
+trincerava dietro spesse muraglie di pietra
+i suoi privilegi e le sue barbare passioni,
+mentre lo sciame dei vassalli devoti e dei
+servi schiavi obbediva al cenno del padrone,
+garantito dalle loro sostanze e dalla
+loro vita. Soltanto ambiziosi pensieri di
+dominio, di potenza e di guerra potevano
+agitarsi entro queste mura; la voce della
+grazia e della musa risuonava qui assai
+raramente. Ben diverso era il principesco
+castello d'Urbino, il più bel monumento
+del rinascimento in Italia, della stessa
+epoca. Me ne sono ricordato a Bracciano.
+Colà il geniale Federigo di Montefeltro,
+padre di quel Guidobaldo che assediò il<span class="pagenum"><a name="Page_357" id="Page_357">[357]</a></span>
+castello di Bracciano, formò la sua celebre
+biblioteca, vi eresse molte statue e ne fece
+una delle più dotte accademie del suo
+tempo.</p>
+
+<p>Nelle sale del castello pendono, come in
+quasi tutti i manieri baronali, molti ritratti
+di famiglia, quasi tutti però del <span class="smcap">xvii</span> secolo.<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a>
+I ritratti della famiglia Orsini, se alcuno
+li possedesse e li riunisse insieme,
+formerebbero certo intere gallerie e nella
+lunga fila di ritratti femminili ogni celebre
+casa aristocratica d'Italia sarebbe rappresentata.
+La mia cicerona, disgraziatamente,
+non me ne seppe nominare alcuno. Forse
+avrei potuto trovare quello d'Isabella Orsini.
+Mi si mostrò invece la stanza di questa
+disgraziata principessa che, solo fugacemente,
+può darsi sia comparsa in questo
+castello.</p>
+
+<p>Alcuni soffitti sono decorati con figure
+di stucco, ma pesanti e senza gusto; altri
+sono stati fatti dipingere dal Torlonia, il
+cui stemma è qui più volte riprodotto.
+L'arme di chi è venuto su dall'aristocrazia
+del danaro appare accanto a quella della
+vetusta casata degli Orsini, come ironia
+del tempo moderno sul passato feudalismo.<span class="pagenum"><a name="Page_358" id="Page_358">[358]</a></span>
+Quanti antenati, quante lotte e fatiche,
+quale lunga storia di guerre, di paci,
+di convenzioni, di delitti e di virtù dovettero
+succedersi prima che un Orsini edificasse
+questo castello e che un altro ottenesse
+il titolo ducale di Bracciano! Tutto ciò
+non occorreva più al banchiere Torlonia:
+egli era diventato ricco durante la notte,
+ed un giorno potè metter fine a tutta
+quella noiosa storia con un paio di cambiali,
+ponendo il suo stemma: quattro stelle
+dorate con quattro grossi ciuffi di raggi
+d'oro, accanto alla rosa degli Orsini, e
+sorridendo passeggiare come duca sotto i
+cento polverosi ritratti del castello. Non
+è forse il mondo un venale mercato di
+mercerie e di ciarpame?...</p>
+
+<p>La mia brava guida mi condusse sui
+merli del castello e sulla piattaforma di
+tutte le torri che sono ripianate sulla cima
+la quale è lastricata. Mi accompagnò quindi
+al luogo desolato, dove il conte o duca sedeva
+per render giustizia ai vassalli o ai
+prigionieri di guerra e poi nelle camere
+di tortura, nelle carceri chiuse da forti
+cancelli, ed in altri luoghi, dove veniva eseguita
+la giustizia, nel buon tempo antico
+delle torture e della pena capitale, quando
+ancora non si discuteva in Parlamento l'abolizione
+della pena di morte.</p>
+
+<p>Dall'alto delle torri preferii ammirare<span class="pagenum"><a name="Page_359" id="Page_359">[359]</a></span>
+l'incantevole specchio del lago da una
+parte e dall'altra la cima del Soratte;
+quindi lasciai il castello e vagai un poco
+sotto le alte querce del convento dei cappuccini
+e infine attraversai il borgo di
+Bracciano che possiede un albergo, La Piva,
+dove si sta abbastanza bene. E' poco frequentato;
+solo nell'estate talvolta si anima
+per gli ospiti che si recano ai bagni vulcanici
+di Stigliano e Vicarello, situati vicino
+al lago, famosi per le loro virtù salutari
+fin dall'antichità.</p>
+
+<p>Quei di Bracciano non hanno alcuna industria,
+tranne le vicine ferriere. In questo
+paese notai delle brocche di forma etrusca,
+che le donne e le fanciulle portano sulla
+testa alla fontana: questi recipienti di terracotta
+non vengono però fabbricati qui,
+ma a Vetralla, una delle castella dell'antico
+paese prefettizio. Mi ricordai che un
+tempo v'era in Bracciano una stamperia,
+da cui, per uno strano caso, nell'anno
+1624 era uscita la prima edizione della
+<i>Vita di Cola di Rienzo</i>, una delle più
+pregevoli opere della storiografia romana
+del <span class="smcap">xiv</span> secolo. Non mi fu possibile trovare
+alcuna traccia di questo stabilimento, impiantato,
+chi sa per quale ragione, a Bracciano.</p>
+
+<p>Era mia intenzione proseguire il mattino
+appresso per Anguillara, lungo il<span class="pagenum"><a name="Page_360" id="Page_360">[360]</a></span>
+lago; scesi perciò dall'altura del castello
+per un sentiero selvaggio, giù alla sponda.
+Anguillara mi attirava per la storia dei
+suoi conti, alcuni dei quali famosi senatori
+di Roma nel secolo <span class="smcap">xiv</span>.</p>
+
+<p>Là fu conte un tempo Orso, il mecenate
+del Petrarca, uomo colto ed amico delle
+muse che accolse il poeta ospitalmente
+nel Castello di Capranica e come senatore
+di Roma lo coronò poi in Campidoglio.
+Petrarca si recò senza dubbio da Capranica
+ad Anguillara ed i suoi occhi videro
+questo lago delizioso, sulla sponda del quale
+l'usignolo sembra che chiami a sè il poeta.
+Cento anni dopo, al tempo di Eugenio IV
+e di Pio II, era conte di Anguillara il terribile
+Everso, violento signore d'Etruria,
+temuto tutto all'intorno. Dopo la sua morte
+Paolo II conquistò gli undici castelli di lui e
+fece tradurre il figlio, Francesco, in Castel
+S. Angelo. Così finì questo ramo, ma Anguillara
+passò più tardi a Virginio Orsini
+ed a Carlo, suo bastardo. Ricordano ancora
+Everso i resti del suo palazzo in Trastevere:
+un'alta torre sulla cui cima, per Natale,
+si suole esporre il presepio, ed il suo
+stemma sulla parete esterna dell'ospedale
+lateranense, al quale questo delinquente
+aveva fatto un pio lascito.</p>
+
+<p>L'arma dei conti d'Anguillara reca incrociati
+due serpenti o anguille: a me almeno<span class="pagenum"><a name="Page_361" id="Page_361">[361]</a></span>
+quei segni sono sembrati anguille e
+dapprima credetti che anche il cognome derivasse
+dalle anguille del lago. Ma a Bracciano
+mi convinsi dell'errore, essendomi
+stato detto che il lago è ricco di lucci e di
+carpioni (<i>regine</i>), ma non d'anguille, ed
+avendo appreso, dalla posizione stessa di
+Anguillara che il vero suo nome doveva
+essere <i>Angularia</i>, giacchè il castello sta
+su di un promontorio che fa un angolo
+nel lago.</p>
+
+<p>Proseguendo lungo la sponda, nella direzione
+di Anguillara, dopo aver attraversato
+parecchi tratti paludosi, m'imbattei in
+una grossa mandra di giovenchi e di splendidi
+tori che minacciava di tagliarmi la
+strada. Chiamai un pastore in aiuto e questi
+mi accompagnò per un certo tratto, minacciando
+con la sua lancia i tori e gridando
+loro delle parole di comando. Costui,
+che era dei dintorni di Spoleto e faceva
+il pastore per vivere, mi condusse in un
+luogo dove aveva stabilito la sua solitaria
+dimora: era una specie di grotta sulla
+sponda, ombreggiata da un albero. Mi sedei
+ed ammirai estatico l'azzurro lago, dal quale
+qua e là guizzavano fuori pesci e le idilliche
+mandre di giovenchi e i cavalli che
+animavano da ogni parte la riva. Cercavano
+l'acqua per rinfrescarsi, ma talora si agitavano
+e correvano sulla sponda, perchè<span class="pagenum"><a name="Page_362" id="Page_362">[362]</a></span>
+tormentati dalle maligne mosche della palude,
+i tafani di Io.</p>
+
+<p>Rinunziai a malincuore alla mia gita ad
+Anguillara perchè, per quanto vicino sembrasse
+quel paese per la trasparenza dell'aria,
+altrettanto era invece lontano ed anche
+perchè sarebbe stato necessario aprirsi
+la via attraverso la palude e la macchia di
+Mondragone che sembra arrivare fino al
+lago. Tornai dunque a Bracciano, lungo la
+solitaria sponda dove, fra i cespugli, l'usignolo
+etrusco canta così dolcemente come
+il suo fratello latino del lago di Nemi. Nel
+pomeriggio, veramente soddisfatto e ristorato
+feci ritorno a Roma. Questa gita durò
+solo cinque ore.</p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 130px;">
+<img src="images/ill370.jpg" width="130" height="93" alt="" title="" />
+</div>
+
+<div class="footnotes">
+<p class="title"><span class="big">NOTE:</span></p>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Il venerando Don Vincenzo Colonna è morto nell'ottobre
+del 1867 nel castello di Marino. Debbo a lui,
+se durante molti anni, senza restrizione alcuna, io ho
+potuto consultare gli archivi della sua casa; egli mi
+ha inoltre fornito molte preziose notizie sulla storia
+di Roma.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Il nome <i>malfamato</i> di Montefortino fu mutato
+nel 1870 in quello di Artena a ricordo dell'antica città
+esistente nei dintorni. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> In nomine Domini Amen. Anno a nativitate ejusdem
+Domini MDXLVII. Pontificatus Sanctissimi in Christo
+Patris et Domini nostri Pauli divina providentia
+Pape III anno ejusdem XIII. Indictione V. mensis Februarii
+die Martis XV. In presentia mei notarii et
+testium infrascriptorum ad hoc specialiter vocatorum
+et rogatorum. Constituta personaliter Illustrissima et
+Excellentissima Domina Victoria Columna Marchionissa
+Pescarie infirma corporis, et in lecto jacens,
+sana tamen mente, et intellectu ac loquela...
+</p><p>
+Actum Rome et in Palatio Illustrissimi Domini Juliani
+de Cesarinis vocato Argentina, et in stantiis, viridarii,
+et in quadam camera in qua ipsa Illustrissima
+Domina Testatrix infirma jacebat in lecto presentibus
+audientibus et intelligentibus his videlicet...
+</p><p>
+Ita testavi ego Victoria Columna.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Fumone sta sulla sommità di un alto e nudo monte
+conico spesso avvolto pel contrasto dei venti tra le
+nubi, quasi come tra fiumi. Di qui quel detto poichè
+gli abitanti dei dintorni riguardano quelle nubi come
+sicuro pronostico di temporale. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> La catena dei Volsci si distingue più precisamente
+in tre gruppi: quello dei Lepini da Velletri e Valmontone
+fino all'Amaseno; quello degli Ausoni tra questo
+fiume ed il lago di Fondi e quello degli Aurunci tra
+Fondi e il Garigliano. La regione descritta dal nostro
+Autore sta nel gruppo dei Lepini. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> La famiglia di Innocenzo III si chiamava dei Conti
+di Segni, perchè uno dei suoi antenati era stato governatore
+della città; oggi è provato che questa famiglia
+possedette Segni solo dopo il 1353, cioè 137
+anni dopo la morte di Innocenzo III. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> Sul suo piedistallo si legge la seguente iscrizione:
+<i>S. Brunoni Doctori Eucharistico Episcopo Signino Abbati
+Casinensi Qui Berengario Converso Haeresim
+Extinxit Henrico IV. Imp. Reducto Schisma Compressit
+Adulpho Expulso Tyrannidem Abrogavit
+P. H. M. Mylord Ellis Congr. Casin. Abbas Episc.
+Signin. S. Q. S. Protectori Exim. P. P. MDCCXII</i>.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> «Donationem in scriptis de duabus massis, quae
+Nymphas et Normias appellantur, juris existentis publici».
+Vedi la <i>Storia di Roma nel Medio Evo</i>, vol. 2º.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> Nel 1881 il Demanio lo alienò ed oggi, dopo varî
+passaggi, appartiene al signor James Aguet.
+</p><p>
+Il Circeo ha avuto il suo storico locale in Giuseppe
+Capponi che nel 1856 pubblicò a Velletri un volume
+dal titolo: <i>Il Promontorio Circeo illustrato con la
+sua storia</i>. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> Oggi Cassino.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> Il Liri assume il nome di Garigliano dopo la confluenza,
+alla sua sinistra, del Gari o Rapido proveniente
+da Cassino. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> L'intiera linea da Roma a Napoli fu aperta all'esercizio
+nella primavera del 1862, e merita lode il governo
+papale di aver terminato la sua linea fino a Ceprano
+prima che il governo italiano terminasse il tratto da
+Capua al ponte del Liri.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> La più antica menzione di Bracciano si ha in un
+laudo del 10 Gennaio 1234 fatto <i>in castro Brachiani,
+in platea ante domum Arsuli de Porta</i>, col quale alcuni
+personaggi della famiglia dei Prefetti di Vico
+nominarono gli arbitri per la divisione dei loro beni.
+Vedi: Calisse, <i>I Prefetti di Vico</i>, p. 23, Roma, 1888.
+(N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_14_14" id="Footnote_14_14"></a><a href="#FNanchor_14_14"><span class="label">[14]</span></a> Livio I Odescalchi divenne proprietario di Bracciano
+in forza di verbale d'incanto 16 Agosto 1696 innanzi
+la Congregazione dei Baroni, per 386,300 scudi;
+l'istrumento d'acquisto fu stipulato con Monsignor Tesoriere
+il 1º Settembre successivo. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_15_15" id="Footnote_15_15"></a><a href="#FNanchor_15_15"><span class="label">[15]</span></a> Il feudo fu venduto per 400,000 scudi al Marchese
+D. Giovanni Torlonia, per gli atti del notaro G. B. Sacchi
+in data 15 Marzo 1803; l'istrumento di riscatto fu stipulato
+tra il Duca D. Marino Torlonia ed il Principe
+D. Livio III Odescalchi per gli atti del Notaro Bartoli
+il 2 Decembre 1848, per uguale somma. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_16_16" id="Footnote_16_16"></a><a href="#FNanchor_16_16"><span class="label">[16]</span></a> L'attuale proprietario Principe D. Baldassare Odescalchi
+ha fatto in questi ultimi anni eseguire, sotto
+la direzione dell'architetto R. Ojetti, molti lavori di
+ripristinamento, tra i quali quello dei portici. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_17_17" id="Footnote_17_17"></a><a href="#FNanchor_17_17"><span class="label">[17]</span></a> Dall'archivio Orsini (fascicolo intitolato: <i>Nomi
+delli ritratti che sono nella sala di Bracciano</i>) si rileva
+che dalle pareti pendevano 151 ritratti di personaggi
+della casa Orsini. (N.&nbsp;d.&nbsp;T.).</p></div>
+</div>
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/ill371.jpg" width="600" height="49" alt="" title="" />
+</div>
+
+<p class="title"><span class="big">INDICE</span></p>
+
+<ul class="TOC">
+<li>Prefazione <span class="tocright">Pag. &nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#Page_iii"><span class="smcap">iii</span></a></span></li>
+<li>La Campagna romana<span class="tocright"> » &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#La_campagna_romana">1</a></span></li>
+<li>I monti Ernici<span class="tocright"> » &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#I_monti_Ernici">89</a></span></li>
+<li>I monti Volsci<span class="tocright"> » &nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#I_monti_Volsci">141</a></span></li>
+<li>Idilli delle spiagge romane<span class="tocright"> » &nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#Idilli_delle_spiagge_romane">191</a></span></li>
+<li>Il Circeo<span class="tocright"> » &nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#Il_Circeo">247</a></span></li>
+<li>Le sponde del Liri<span class="tocright"> » &nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#Le_sponde_del_Liri">277</a></span></li>
+<li>Il castello degli Orsini in Bracciano<span class="tocright"> » &nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#Il_Castello_degli_Orsini_in_Bracciano">337</a></span></li>
+</ul>
+
+<div class="tnote">
+<h2>Nota del Trascrittore</h2>
+
+<p>L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute,
+correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Tutte le occorrenze
+dell'abbreviazione N.&nbsp;d.&nbsp;T. (Nota del Traduttore) sono state
+normalizzate in (N.&nbsp;d.&nbsp;T.). Grafie alternative mantenute:</p>
+
+<ul><li>char à banc / char-à-banc</li>
+<li>danno / dànno</li>
+<li>È / E'</li>
+<li>geni / genî</li>
+<li>medio evo / medio-evo</li>
+<li>meta / mèta</li>
+<li>opifici / opificî</li>
+<li>pendio / pendìo</li>
+<li>promontori / promontorî</li>
+<li>studi / studî</li>
+<li>tempi / tempî</li>
+<li>volta / vôlta</li>
+<li>volte / vôlte</li></ul>
+</div>
+
+
+
+
+
+
+
+
+<pre>
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 1, by
+Ferdinando Gregorovius
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 ***
+
+***** This file should be named 29955-h.htm or 29955-h.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
+ http://www.gutenberg.org/2/9/9/5/29955/
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the
+Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net
+(This file was produced from images generously made
+available by The Internet Archive/Canadian Libraries)
+
+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
+
+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
+permission and without paying copyright royalties. Special rules,
+set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
+copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to
+protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project
+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
+charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you
+do not charge anything for copies of this eBook, complying with the
+rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose
+such as creation of derivative works, reports, performances and
+research. They may be modified and printed and given away--you may do
+practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is
+subject to the trademark license, especially commercial
+redistribution.
+
+
+
+*** START: FULL LICENSE ***
+
+THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
+PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
+
+To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
+distribution of electronic works, by using or distributing this work
+(or any other work associated in any way with the phrase "Project
+Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project
+Gutenberg-tm License (available with this file or online at
+http://gutenberg.org/license).
+
+
+Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm
+electronic works
+
+1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
+electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
+and accept all the terms of this license and intellectual property
+(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
+the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy
+all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.
+If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project
+Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the
+terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or
+entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.
+
+1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be
+used on or associated in any way with an electronic work by people who
+agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
+things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
+even without complying with the full terms of this agreement. See
+paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
+Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
+and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
+works. See paragraph 1.E below.
+
+1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
+or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
+Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
+collection are in the public domain in the United States. If an
+individual work is in the public domain in the United States and you are
+located in the United States, we do not claim a right to prevent you from
+copying, distributing, performing, displaying or creating derivative
+works based on the work as long as all references to Project Gutenberg
+are removed. Of course, we hope that you will support the Project
+Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by
+freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of
+this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with
+the work. You can easily comply with the terms of this agreement by
+keeping this work in the same format with its attached full Project
+Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.
+
+1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
+what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in
+a constant state of change. If you are outside the United States, check
+the laws of your country in addition to the terms of this agreement
+before downloading, copying, displaying, performing, distributing or
+creating derivative works based on this work or any other Project
+Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning
+the copyright status of any work in any country outside the United
+States.
+
+1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
+
+1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate
+access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently
+whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the
+phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project
+Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,
+copied or distributed:
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived
+from the public domain (does not contain a notice indicating that it is
+posted with permission of the copyright holder), the work can be copied
+and distributed to anyone in the United States without paying any fees
+or charges. If you are redistributing or providing access to a work
+with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the
+work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1
+through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the
+Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or
+1.E.9.
+
+1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
+with the permission of the copyright holder, your use and distribution
+must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional
+terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked
+to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the
+permission of the copyright holder found at the beginning of this work.
+
+1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
+License terms from this work, or any files containing a part of this
+work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.
+
+1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
+electronic work, or any part of this electronic work, without
+prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
+active links or immediate access to the full terms of the Project
+Gutenberg-tm License.
+
+1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
+compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any
+word processing or hypertext form. However, if you provide access to or
+distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than
+"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version
+posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
+you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
+copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon
+request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
+form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
+License as specified in paragraph 1.E.1.
+
+1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
+performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
+unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
+
+1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
+access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided
+that
+
+- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
+ the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
+ you already use to calculate your applicable taxes. The fee is
+ owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he
+ has agreed to donate royalties under this paragraph to the
+ Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments
+ must be paid within 60 days following each date on which you
+ prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax
+ returns. Royalty payments should be clearly marked as such and
+ sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the
+ address specified in Section 4, "Information about donations to
+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
+ you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
+ does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
+ License. You must require such a user to return or
+ destroy all copies of the works possessed in a physical medium
+ and discontinue all use of and all access to other copies of
+ Project Gutenberg-tm works.
+
+- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
+
+- You comply with all other terms of this agreement for free
+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
+
+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
+electronic work or group of works on different terms than are set
+forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
+both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
+Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the
+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
+1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
+effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
+public domain works in creating the Project Gutenberg-tm
+collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic
+works, and the medium on which they may be stored, may contain
+"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or
+corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual
+property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a
+computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by
+your equipment.
+
+1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
+of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
+Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
+Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
+liability to you for damages, costs and expenses, including legal
+fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
+LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
+PROVIDED IN PARAGRAPH F3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
+TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
+LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
+1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
+receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
+written explanation to the person you received the work from. If you
+received the work on a physical medium, you must return the medium with
+your written explanation. The person or entity that provided you with
+the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a
+refund. If you received the work electronically, the person or entity
+providing it to you may choose to give you a second opportunity to
+receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy
+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
+
+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
+
+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
+If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
+
+1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
+trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
+providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
+with this agreement, and any volunteers associated with the production,
+promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
+
+
+</pre>
+
+</body>
+</html>
diff --git a/29955-h/images/ill001.jpg b/29955-h/images/ill001.jpg
new file mode 100644
index 0000000..d37fbfd
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill001.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill003.jpg b/29955-h/images/ill003.jpg
new file mode 100644
index 0000000..fb10727
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill003.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill009.jpg b/29955-h/images/ill009.jpg
new file mode 100644
index 0000000..b596ff6
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill009.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill099.jpg b/29955-h/images/ill099.jpg
new file mode 100644
index 0000000..5cfde2d
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill099.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill151.jpg b/29955-h/images/ill151.jpg
new file mode 100644
index 0000000..1a28958
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill151.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill201.jpg b/29955-h/images/ill201.jpg
new file mode 100644
index 0000000..943499d
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill201.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill257.jpg b/29955-h/images/ill257.jpg
new file mode 100644
index 0000000..bbf87c8
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill257.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill347.jpg b/29955-h/images/ill347.jpg
new file mode 100644
index 0000000..1af1ca2
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill347.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill370.jpg b/29955-h/images/ill370.jpg
new file mode 100644
index 0000000..f234049
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill370.jpg
Binary files differ
diff --git a/29955-h/images/ill371.jpg b/29955-h/images/ill371.jpg
new file mode 100644
index 0000000..6924cfa
--- /dev/null
+++ b/29955-h/images/ill371.jpg
Binary files differ
diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt
new file mode 100644
index 0000000..6312041
--- /dev/null
+++ b/LICENSE.txt
@@ -0,0 +1,11 @@
+This eBook, including all associated images, markup, improvements,
+metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be
+in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES.
+
+Procedures for determining public domain status are described in
+the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org.
+
+No investigation has been made concerning possible copyrights in
+jurisdictions other than the United States. Anyone seeking to utilize
+this eBook outside of the United States should confirm copyright
+status under the laws that apply to them.
diff --git a/README.md b/README.md
new file mode 100644
index 0000000..f0f8b08
--- /dev/null
+++ b/README.md
@@ -0,0 +1,2 @@
+Project Gutenberg (https://www.gutenberg.org) public repository for
+eBook #29955 (https://www.gutenberg.org/ebooks/29955)