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You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Passeggiate per l'Italia, vol. 1 + +Author: Ferdinando Gregorovius + +Translator: Corsi Mario + +Release Date: September 10, 2009 [EBook #29955] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 *** + + + + +Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the +Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net +(This file was produced from images generously made +available by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + + + + + + + + + + FERDINANDO GREGOROVIUS + + + Passeggiate per l'Italia + + + La + Campagna romana + I Monti Ernici--I Monti Volsci + Idilli delle spiagge romane--Il Circeo + Le sponde del Liri--Il Castello + degli Orsini + in + Bracciano. + + + _Versione dal tedesco_ + + + ULISSE CARBONI--LIBRAIO EDITORE + ROMA + _Via delle Muratte, 77_ + 1906 + + + + + I diritti sulla presente traduzione sono riservati + + Stab. Tip. della Società Poligrafica Editrice + Roma, Piazza Pigna, 53. + + + + +PREFAZIONE + +Questo volume, al quale altri faranno seguito, fa parte di un'opera +geniale, ma poco nota fra noi, del Gregorovius, «_Wanderjahre in +Italien_», che nel testo tedesco comprende ben cinque volumi, editi dal +Brockhaus di Lipsia. Di essa apparvero già in Italia, molto tempo +addietro, frammenti, capitoli isolati, ma--non sappiamo veramente per +quale motivo--mai se ne tentò l'intera traduzione. + +Ingiusto essendoci sembrato l'oblio, cui si erano condannate queste +bellissime pagine, abbiamo pensato di presentarle al pubblico italiano +in una fedele ed integra versione. + +Questo primo volume comprende le escursioni del grande storico della +Roma medioevale per la terra latina, per la campagna romana, la +marittima e per il Lazio fino alle sponde del Liri, escursioni fatte, +per la maggior parte, fra il 1858 ed il 1860. Non sono fuggevoli +impressioni alla Stendhal, non sono note modeste o superficiali da +_touriste_ e tanto meno vuote e patetiche chiacchierate: se in +Gregorovius il sentimento del bello era profondo, se, dinanzi all'opera +d'arte creata dall'uomo od a quella plasmata dalla natura, egli si +entusiasmava e diveniva spontaneamente poeta, innanzi tutto e +soprattutto, egli era uno storico ed in ogni cosa vedeva quindi e +sentiva il passato. Anche in un'opera di personali impressioni non +poteva perciò spogliarsi del suo abito di ricercatore e ricostruttore di +epoche trascorse: e in queste pagine, infatti, è tutto il Gregorovius +della «Storia del medio evo», è il Gregorovius che fruga fra le rovine e +fra i vecchi manoscritti che raccoglie, riunisce, esamina e +ricostruisce. + +Leggendo queste pagine si sente che Gregorovius è nel suo dominio: egli +conosceva infatti Roma ed i suoi dintorni, come pochi anche oggi la +conoscono e l'amava con affetto sconfinato e ammirazione profonda di +figlio: ne conosceva i monumenti, i ruderi, gli abitanti, le abitudini, +il linguaggio, la vita comune, la storia grande e tragica, la politica, +le leggende, la fede. Le sue osservazioni, di un'esattezza severa, +scrupolosa, sono quindi spontanee e pensate insieme, costanti e +continue. La vita di mezzo secolo fa, sotto il dominio papale, molto +diversa invero da quella di oggi, ma forse più caratteristica, rivive +nelle pagine di questo bel libro e vi rivive intera, in tutta la sua +bellezza, ricordando, più di quello che oggi ricordi, tutto un passato +di lotte, di guerre, di gesta e di tragedie. Accanto al Lazio della metà +del secolo XIX si leva, in questo libro mirabile, per quanto non scevro +di difetti e d'ingenuità, il Lazio del medio evo. Libro di rievocazione +storica potrebbe dunque chiamarsi questo: sia che l'Autore ci presenti +il pittoresco aspetto della campagna romana, le selvagge solitudini dei +monti Ernici e Volsci, la poesia profonda delle rovine infiorate di +Ninfa, o il pauroso squallore di Astura dinanzi al limpido Tirreno e le +ville sepolte nelle paludi pontine, l'omerico Circeo, o il cupo maniero +degli Orsini, il passato ritorna sempre in queste pagine e vi ritorna +nella sua vera luce, maestoso, terribile, in tutto il suo profumo di +cosa lontana. + +Chi seguirà oggi lo storico tedesco nelle sue dotte escursioni, troverà +probabilmente i dintorni di Roma molto diversi da quello che +presentemente sono: Gregorovius visitò la nostra terra in un tempo che +è, per gli avvenimenti accaduti, già lontano da noi, per quanto neppur +mezzo secolo ce ne separi. Egli percorse questa regione in un momento di +fermentazione e quando ancora tante barbarie non erano state commesse +sotto il vano e pomposo pretesto di progresso, di miglioramento. Oggi +molto, per opera della nuova gente e per le nuove necessità della vita, +è mutato e ciò conferisce al libro un interesse ed un sapore ancora +maggiore. Ciò, anzi, ci ha indotti soprattutto a tentare questa nuova e +completa edizione delle «Escursioni per l'Italia» di Ferdinando +Gregorovius cui non dubitiamo che il pubblico sarà per far lieta +accoglienza. + + Luglio 1906. + + L'EDITORE. + + + + +LA CAMPAGNA ROMANA + +(1856) + + + + +La campagna romana. + +(1856). + + +La regione nota sotto il nome di Campagna romana varia di estensione a +seconda del modo come ne vengono tracciati i confini. Nel senso più +preciso della parola, si chiama Campagna di Roma la regione deserta e +grandiosa che si stende intorno alle mura della città de' Cesari e che è +bagnata dal Tevere e dall'Aniene. Il suo perimetro si può tracciare ad +un dipresso con i punti seguenti: Civitavecchia, Tolfa, Ronciglione, +monte Soratte, Tivoli, Palestrina, Albano e Ostia. In senso più vasto, +la campagna si stende sino al regno di Napoli, avendo per confini il +Liri o Garigliano; di là da questo fiume sino al Sarno, che si getta nel +mare presso Pompei, vi è l'altra campagna, la quale forma la bella +provincia (Campania) che ha per capoluogo Capua. + +La campagna di Roma non è dunque altro che l'antico Lazio, separato dal +paese dei Tusci per mezzo del Tevere. Dopo Costantino il Grande cessò di +esser chiamata Lazio ed assunse il nome di Campagna, comprendendo nel +medio-evo una buona parte del così detto «_Ducatus Romanus_». + +Sin dai tempi feudali questa regione era divisa in due parti, la +Campagna propriamente detta nell'interno e la Marittima, che si spingeva +lungo il mare sino a Terracina. La natura l'ha del pari distinta in due +parti, in pianure e montagne. Le pianure sono tre, quella intorno alla +città, solcata dall'Aniene e dal Tevere e coronata dai monti della +Sabina, di Albano e di Ronciglione e bagnata dal mare; quella più vasta, +circoscritta da una parte dai monti Volsci e Albani, e dall'altra dal +mare, la quale comprende le paludi Pontine; ed infine quella interna, +formata dalla valle del Sacco, che fiancheggiato dai monti Volsci, dagli +Equi e dagli Ernici, dopo breve tragitto sbocca nel Liri, presso +Isoletta, sotto Ceprano. + +Di questa stupenda regione del Lazio voglio intrattenere i miei lettori, +fra cui alcuno conoscerà certo e ricorderà (se per recarsi da Roma a +Napoli avrà preso la strada per Frosinone e S. Germano in luogo +dell'altra per Terracina) le bellezze della valle del Sacco e delle +montagne che la circondano. Nella mia descrizione moverò da queste due +città, da Genazzano cioè, luogo di pellegrinaggio ben noto, situato +all'ingresso della valle, e da Anagni, antica residenza di più papi nel +medio evo. Ho vissuto tranquillamente a Genazzano alcune settimane, e ne +ho approfittato per conoscere la Campagna latina e per visitare le sue +città ed i luoghi più importanti, di cui la conoscenza poteva servirmi +per la mia storia di Roma nel medio evo. Mi trovavo nel campo preciso di +quella storia, nel paese d'origine di quella grande famiglia Colonna, la +quale di là sorse così imponente e, come già ho detto, in una delle +residenze dei papi medioevali, tra i quali basterà nominare Bonifacio +VIII, per eccitare un sentimento più vivace per quella località. Non si +spaventi il lettore, io non ho intenzione di opprimerlo con nomi e con +eccessive ricerche, per quanto questo paese meriterebbe una nuova e più +chiara descrizione di quelle del Nibby e del Gell, come la meriterebbero +pure Anticoli, Alatri, Veroli, Soni ed Arpino, patria questa di Cicerone +e di Mario, e tutti quei monti e quelle valli, belle e selvagge, colà +situate, note sotto il nome di Ciociaria. + +Si va da Roma a Genazzano per la via Labicana, uscendo da Porta +Maggiore, dove in altri tempi cominciavano la via Labicana e la via +Prenestina. Di queste due resta solo la prima, ampia strada che +anticamente sboccava sotto Anagni nella via Latina, attraversava la +valle del Sacco (_Trerus_) e poi il Liri presso Ceprano (l'antica +_Fregella_). Il viaggiatore che esca oggi da Roma per questa venerabile +porta, si trova dinanzi ad un nuovo spettacolo, perchè là sorge la +stazione provvisoria della prima strada ferrata degli Stati della +Chiesa, che porta a Napoli; la costruzione molto meschina è a ridosso +dell'arco gigantesco dell'acquedotto di Claudio. Si direbbe che +l'invenzione più recente della civiltà abbia timore di levarsi a fianco +delle rovine colossali dell'antica Roma, sebbene il genio moderno di +gran lunga sorpassi quello dell'antichità, sì che un Plinio, o un +Traiano proverebbero oggi uno stupore pari a quello del pastore del +Lazio che vede per la prima volta passare precipitosa e sbuffante una +locomotiva. Eccettuata la più bella strada ferrata del mondo, quella che +va da Napoli a Pompei, non ve n'ha altra che possa offrire un contrasto +più vivo fra due epoche della umana civiltà, quanto questa che corre +lungo gli archi coperti di musco dell'acqua Claudia, attraverso alla +triste campagna, fra le antiche tombe e le torri solitarie dell'età di +mezzo. + +A tre miglia da Roma s'incontra Tor Pignatara, dove è la tomba di Elena, +madre di Costantino; sei miglia più in là, un ponte sul ruscello Marrana +(_Aqua Crabra_), quindi Torre Nuova con i suoi pini maestosi, castello +di proprietà del principe Borghese, dove gli archeologi pretendono sia +esistita la villa Popinia, di Attilio Regolo, cosa che noi non +contrasteremo, accontentandoci di accoglierla con un sorriso. Il lago +Regillo invece è veramente l'antico «_Lacus Regillus_» e l'ombra di +Tarquinio viene a confermarcelo e a dissipare i nostri dubbi. Oggi non +ha più acqua ed il cratere vulcanico è rimasto secco: è piccolissimo, +tanto che viene chiamato il Laghetto. Dopo si trova la prima stazione, +Osteria della Colonna, che è una taverna isolata al sedicesimo miglio, +costruita ai piedi di una collina che si stacca dai monti Albani, in +cima alla quale sta il villaggio di Colonna, nel medio evo culla della +famiglia di questo nome. Passata Osteria, la prima stazione che +s'incontra è «_ad Statuas_», oggi S. Cesareo; essa pure è una trattoria, +perduta in mezzo alle vigne, in un terreno accidentato, mal rinomato un +tempo per le frequenti grassazioni commesse dai briganti. In questo +luogo i banditi eran soliti attendere il passaggio delle diligenze, ad +una curva della strada, pronti a _saltar fuora_, come dicevano, al +momento opportuno. Da S. Cesario si scopre, fra bellissimi vigneti, il +piccolo villaggio di Zagarolo, antico feudo dei Colonna, ai quali +apparteneva tutto il territorio dei dintorni. Questo borgo dovrebbe +essere, o almeno lo si crede, l'antico _Pedum_, che Orazio nomina nella +sua quarta epistola, diretta all'amico Albio Tibullo: + + Albi, nostrorum sermonum candide judex. + Quid nunc te dicam facere in regione Pedana? + +Di qui, continuando a salire per qualche miglio, si giunge a Palestrina, +località assai importante, che fu l'antica e gloriosa Preneste dei +Romani, dove oggi si può riconoscere ancora per un certo tratto il +selciato poligonale dell'antica strada. + +Qui è bene che ci arrestiamo un poco, perchè i miei lettori non abbiano +ad accusarmi di accennare soltanto al nome di una città così antica e +degna di nota; tuttavia non mi tratterrò a lungo. + +Preneste, che ora sotto il nome di Palestrina ci appare come un gruppo +di case nere sul pendio di una collina di tufo, fu anticamente la +dominatrice del Lazio, prima di Alba Longa e di Roma, come lo attestano +le ciclopiche mura in doppia linea che ancora esistono e che +proteggevano altra volta l'antica cittadella. Sorgeva questa sul punto +più elevato del monte Prenestino, in una località per natura fortissima +e quasi inespugnabile, dove nel medio evo fu costruito un castello. +L'origine dell'antica città rimonta ai tempi favolosi, ai tempi di re +Cecolo, che Virgilio (_Eneide_, VII, 678) pone alla testa di una +legione, di cui facevano parte le genti dell'Anio, dell'Ernica e della +«_ricca_» Anagni. + +Preneste fu signora del Lazio sino al giorno in cui i Romani la +sottomisero. Più tardi la si trova spesso menzionata nella storia; Pirro +la conquistò e vi si arrestò prima di muovere contro Roma; maggiore +importanza ebbe ai tempi di Silla, quando il giovane Mario cercò di +sottometterla; e allorchè Silla divenne padrone della città, dopo un +lungo e faticoso assedio, vi fece trucidare tutti gli abitanti maschi, +li rimpiazzò con i suoi veterani ed ingrandì talmente il tempio della +Fortuna, uno dei più famosi santuari del Lazio, da comprendere quasi +tutto lo spazio dell'odierna città che venne innalzata sulle fondazioni +del tempio di Silla. Augusto portò nuovi coloni a Preneste, e tanto lui +quanto Tiberio suo successore si recarono di frequente e volentieri a +villeggiare nella villa imperiale che possedevano in quella città, dove +trovavano pura e salubre l'aria. La villa Claudia fu anche nei secoli +seguenti, durante l'estate, dimora prediletta degli imperatori, e la +città si mantenne florida per lungo tempo ancora e non perdette il suo +splendore che all'epoca delle invasioni barbariche, in cui prese il nome +di Palestrina. + +Secondo un atto del 970, che esiste tuttora, papa Giovanni XIII fece +donazione del feudo di Palestrina alla senatoressa Stefania. La nipote +di questa, Emilia (_Imilia nobilissima comitissa_), sposò verso il 1050 +il padrone di Colonna e, a quanto pare, il loro figlio, Pietro de +Colonna, inaugurò la dominazione della sua gente sulla città di +Palestrina. Ciò che è incontestato si è che dal XII secolo questa +famiglia cominciò a diventare potente in quel territorio e ad estendere +a poco a poco il suo dominio dai monti Latini a quelli dei Volsci, degli +Equi e degli Ernici. Palestrina fu tolta nel 1298 ai Colonna da +Bonifacio VIII, loro acerrimo nemico, o con un assedio, o in seguito ad +una capitolazione accettata dai due cardinali della famiglia, Iacopo e +Pietro, e dai loro congiunti, che vi si erano rinchiusi; il papa, +divenuto padrone della città, furiosamente ne fece abbattere le mura e +le case, ad eccezione della cattedrale di S. Agapito, e, dopo aver +sparso di sale le rovine, vi fece passare sopra l'aratro. Tuttavia +Palestrina risorse, ma per essere distrutta di nuovo, nel 1436, dal +patriarca Vitelleschi. Venuto questi in guerra con i Colonna, +s'impadronì della sfortunata città e tutta la distrusse, non facendo +eccezione neppure per la cattedrale. Due anni appresso anche il +castello, che sorgeva in cima al monte, fu atterrato. + +Sorvolo su i saccheggi che in seguito rovinarono di nuovo Palestrina. La +città, tale e quale è oggi, non rimonta oltre il secolo XV. I Colonna +continuarono a considerarla come loro principale residenza, con Paliano, +ed ottennero anzi, nel 1571, da Pio V, il titolo di principi di +Palestrina, finchè, per i debiti, nel 1630 dovettero vendere la città a +Carlo Barberini, fratello di Urbano VIII, per la somma di 775,000 scudi +romani. L'ultimo Colonna signore di Palestrina fu Francesco, morto nel +1636. + +L'attuale città si stende a forma di terrazze sul pendio del monte, ed è +di aspetto cupo, eccezione fatta della lunga via principale, dove sono +parecchi palazzi. Nel punto più elevato sorge il palazzo Barberini, +magnifica costruzione nello stile del secolo XVII, oggi completamente +abbandonata. Per la sua forma semicircolare ricorda la pianta +dell'antico tempio della Fortuna di Silla, sulla cui area fu appunto +costruito. Questo palazzo baronale che risale al periodo del maggior +lusso della vita romana moderna, ha gran numero di sale, di camere, di +logge, ma non offre nulla che meriti veramente di esser visto, +eccettuato un grande mosaico, paragonabile a quello scoperto a Pompei e +conosciuto sotto il nome di battaglia di Alessandro. Rappresenta scene +campestri e religiose dell'Egitto, con gruppi di sacerdoti, di +sacerdotesse, di sacrificatori, di guerrieri, di pescatori, di pastori e +di cacciatori, con templi, case rustiche, animali, il tutto eseguito con +somma maestria. Pare che non risalga ai tempi di Silla, come è stato +affermato; è senza dubbio di un'epoca posteriore, forse di quella +dell'imperatore Adriano. Questo capolavoro artistico fu scoperto nel +1638 fra le rovine del tempio della Fortuna, dove ornava probabilmente +una nicchia. La famiglia Barberini lo aveva da prima posto nel suo +palazzo a Roma, ma più tardi lo restituì a Palestrina, per aderire alle +preghiere degli abitanti, i quali si dolevano che la loro città fosse +stata privata della sua più bella rarità. + +Ma ciò che è più pregevole nel palazzo di Palestrina, non è la sua +antichità, ma la sua posizione, in cima all'altura, dove spira un'aria +sempre fresca, pura e balsamica, e dalle cui finestre si gode una vista +d'una grandiosità e d'una bellezza veramente uniche. L'occhio di lassù +abbraccia la maggior parte del Lazio da un lato e dall'altro una parte +dell'antico paese dei Tusci (Etruria), ora patrimonio di S. Pietro; la +vasta pianura, di aspetto classico, è limitata dai monti Latini e +Volsci, in mezzo ad essa si apre una larga strada in fondo alla quale si +scorge luminoso il mare. All'orizzonte si scorgono le linee di Roma, la +città eterna, nei vapori turchini, il monte Soratte isolato e solitario, +e la catena degli Appennini, e più in là i monti della Sabina, ed a +sinistra poi l'ampia e bella valle del Sacco, dominata dalle cime di +Montefortino e di Segni; e più lontano le alture della Serra e tutte +quelle vette dei monti di Anagni e di Ferentino, che si perdono +nell'azzurro vivo del cielo. Se poi ci figuriamo quelle pianure e quelle +colline seminate di città, di ville e di villaggi così ricchi di ricordi +storici, che richiamano alla memoria i tempi di Roma antica, dell'impero +e del medio evo, se si pensa che di lassù si possono contemplare +l'Umbria, la Sabina, il Lazio, il paese degli Equi e degli Ernici, +l'Etruria, i monti Volsci ed Albani, ed infine il mare, tutto questo +riunito in un solo e grandioso panorama, ci si potrà fare allora un'idea +della grandiosità ed imponenza dello spettacolo che Palestrina offre. +Quando i Colonna, nel medio evo, dalle finestre del loro palazzo o +castello miravano i loro possessi, potevano orgogliosamente ben dirsi i +più ricchi ed i più potenti signori del Lazio. + +Dinanzi a questo quadro meraviglioso, sotto l'azzurro di quel cielo, in +quell'aria sì pura, si prova quasi una voluttà nel ricordarsi che +Palestrina ha dato i natali ad uno dei geni più grandi della musica +sacra, che assunse ed illustrò il nome della sua città natale. + +Più ampio orizzonte ancora si scorge, salendo dal palazzo all'antica +rocca: questa sorge proprio sulla vetta del monte Preneste; vi si arriva +faticosamente in meno di un'ora, per un ripido sentiero scavato nella +pietra calcare. Era un dopo mezzogiorno di agosto, quando io mi ci +recai, e sebbene il sole fosse ardentissimo, mi sentivo fresco e +leggero, poichè l'aria fresca di quell'altura non lascia sentire la +fatica. Su questa cima è un piccolo borgo, S. Pietro, che risale a tempi +antichissimi, poichè si fa menzione di un convento o monastero in quel +punto sin dal secolo VI. Vicino a quello rimangono le belle rovine del +castello medioevale, dei muri quasi abbattuti, delle torri cadenti, +invase dalla ginestra selvatica e quasi coperte di edera lussureggiante. +Qui fu rinchiuso lo sfortunato Corradino, dopo la battaglia di +Tagliacozzo, e di qui egli fu condotto al patibolo a Napoli. + +Bonifacio VIII fece distruggere questo _Castrum Montis Prenestini_, +antica rocca dei Colonna e centro della loro signoria nella Campagna. Si +possono leggere anche oggi le lagnanze dei Colonna al papa, in un +documento del 1304, dove è scritto: «Egli ha anche demolito la rocca +dell'antico monte Prenestino, _Rocca nobilissima_, che comprendeva +splendidi palazzi e mura antichissime costruite dai Saraceni +(_Saracenico opere_), con grandi macigni, al pari delle mura delle +città, ed inoltre l'importantissima chiesa di S. Pietro, edificata +sull'area di un monastero. Egli ha atterrato tutto ciò, insieme ad altri +palazzi ed alle case, in numero di circa duecento». Il celebre Stefano +Colonna però fece ricostruire la città e la rocca, ed oggi ancora si può +leggere sopra la porta della rocca rovinata e sotto lo stemma dei +Colonna, la seguente iscrizione: + + MAGNIFICVS DNS STEFAN DE COLVMNA REDIFICAVIT + CIVITATEM PENESTRE CV MONTE ET ARCE + ANNO 1332 + +Preneste fu del resto uno dei paesi storici più antichi del Lazio, e +pare sia stato dimora attribuita al favoloso re Cecolo, nome che sembra +una trasformazione dell'antico re Cocalo di Agrigento, famoso per il +mito di Dedalo. La veduta da questo punto dei monti Sabini, che si +levano severi e maestosi, è grandiosa ed imponente. + +Non chiederò a' miei lettori di seguirmi fra le rovine dell'antica +Preneste disseminate nelle vigne, sotto l'odierna città, dove formano +una specie di labirinto di volte e di stanze, e dove ancora si trovano +preziosi oggetti di antichità; non chiederò questo a' miei lettori, +perchè tali escursioni sono faticose ed in genere quasi inutili. + +Palestrina ha due buoni storici, Cecconi e Petrini, le cui _Memorie +Prenestine_ sono molto preziose per lo studio della storia del medio evo +romano e della campagna romana. + +Subito sotto la città, la strada s'interna in una gola profonda, in +mezzo ai monti popolati di lussureggianti castagni, dove scorre anche un +torrente chiuso tra due rocce selvagge che tolgono ogni vista. Dopo tre +miglia la strada si apre ad un tratto sopra un ponte grandioso e +pittoresco, che varca uno degli affluenti del Sacco, e ci si trova +allora dinanzi il cupo e bizzarro villaggio di Cave, costruito su una +collina attorniata da vigneti e da giardini, da dove la vista può +stendersi sino ai monti Volsci e per la pianura del Sacco. + +Sulla piazza del mercato di Cave sorge una colonna, emblema della +famiglia Colonna, antica feudataria del luogo. Nei dintorni crescono +alberi di noce di straordinarie dimensioni, i cui frutti raggiungono +talvolta la grossezza di un pomo e sono molto apprezzati in tutta la +campagna romana. + +Il popolo di Cave è di sangue caldo, pronto all'ira ed incline a +maneggiare il coltello, e parla un dialetto che si avvicina molto al +linguaggio delle cronache del medio evo, al romanesco, e che ricorda +anche il calabrese per la facilità nel sostituire alle vocali i +dittonghi. Invece di _si_, per esempio, esso dice _sei_ ed anche +_seine_, con la cantilena abituale alla gente volgare; dice _signoure_ +per _signore_, _muratoure_ per _muratore_, _Rouma_ per _Roma_. Quei di +Palestrina hanno invece conservato molte parole e desinenze latine; il +buon vignaiolo Agapito, quando m'invitava ad andare nella sua vigna, mi +diceva: _venite in vigna mea_ (e non _mia_), locuzione questa che dai +contadini di Genazzano era stimata cattiva e che a quelli di Palestrina +pareva migliore. + +Ci vogliono ancora tre miglia di strada per arrivare a Genazzano, sempre +sullo stupendo altipiano che corre lungo il monte di Cave, con la vista +continua dell'amena valle del Sacco, ed in lontananza con la vista di +Paliano, altra dimora dei Colonna, con il suo castello interamente +bianco: sui confini dell'orizzonte da questa strada si scorge inoltre +l'antica Anagni, perduta quasi fra le nubi, sulla cima del monte. + +Ad un tratto la strada discende rapidamente e ci conduce in una +incantevole regione di collinette e di valli, che si seguono con +pittoresca varietà; delle distese di olivi inargentati, dei folti +boschi, malinconici, di castagni, dei campi di grano e di granturco, +degli orti, delle viti che avvolgono i loro rami da un olmo all'altro, +completano il bel quadro. Sulla collina che domina tutto questo +paesaggio è situato Genazzano, paese lungo e nero come le rocce su cui è +fabbricato. Le sue case sembra quasi che si arrampichino in processione +sino alla chiesa di S. Maria del buon Consiglio, il santuario più famoso +della campagna latina, o che si rechino, quali vassalli, verso il bel +castello baronale dei Colonna, che corona la sommità del monte. + +Una porta merlata dà accesso alla piccola città; appena entrati +l'attenzione del visitatore è attratta da un rozzo affresco, dipinto +sulla parete di una casa, che rappresenta la «Madonna del Buon +Consiglio», sostenuta in aria dagli angeli e circondata da pellegrini +dalle cappe adorne di conchiglie e col bastone ricurvo in mano, in atto +di venerazione. Strade deserte menano alla piazza principale «_piazza +Imperiale_» l'aspetto delle abitazioni nulla ha di seducente, se non +qua e là qualche finestra gotica, che ricorda, con le sue sculture ed i +suoi rabeschi, il periodo migliore del medio evo. + +Quando si arriva in un paese appartato per dimorarvi qualche tempo (io +ho villeggiato per tre mesi a Genazzano la prima volta, e vi sono +tornato ancora due volte nell'estate), uno dei primi pensieri, dopo aver +trovato un'abitazione ed esservisi istallati, è quello di cercare le più +belle passeggiate e quei luoghi dove si può gustare l'aria libera, il +fresco, la tranquillità, e leggere e pensare senza venir disturbati. Mi +sono accorto subito che a Genazzano potevo soddisfare i miei gusti +rustici. Per il paese non si può, è vero, passeggiare a lungo, le vie +essendo troppo ineguali e troppo strette; non v'è una pianta sotto +l'ombra della quale sia possibile sedere; ma fuori abbondano ombrosi +castagneti e ameni vigneti, ove è dato assaporare tutte le dolcezze +della pace e della solitudine. V'è pure una strada piana, adattissima +per passeggiarvi; per giungere a questa bisogna attraversare il palazzo +Colonna e si arriva ad un ponte gittato attraverso un burrone e formato +di un arco solo in pietra, non indegno degli antichi romani: vi si +scorge la mano possente dei Colonna. Addossato allo stesso palazzo è un +acquedotto, costruito questo pure da quell'antica famiglia, ora +abbandonato, ma molto pittoresco, con i suoi archi che, in parte +rovinati, sorgono negli antichi giardini, ridotti essi pure in misero +stato. + +Lungo l'acquedotto v'è una strada, per i soli pedoni, che conduce +all'abbandonato convento di S. Pio. + +Ricordo ancora con un certo piacere il giorno in cui, andando alla +scoperta di un luogo per le mie future passeggiate, ho percorso per la +prima volta la via che mena a S. Pio. La strada bella e buona sale fra i +vigneti ed i boschi; tutto ad un tratto la vista si apre a destra, e si +scorgono terreni ondulati, coperti di viti, e l'ampia e tranquilla valle +del Sacco, circoscritta da catene montuose, ed un paesaggio dall'aspetto +superbo. A fianco della via sorge una piccola altura detta Fagnano, +sulla cui pendice trovasi un masso voluminoso, ombreggiato da annose +piante di olivo; su quest'altura mi son procurato spesso il godimento di +leggere la _Vita nuova_ di Dante o la _Consolazione della filosofia_ di +Boezio, riposando poi alla fine di ogni capitolo i miei occhi nel +contemplare quel quadro sublime che si spiegava dinanzi a me. Di lassù +si gode tutto meravigliosamente: sul primo piano dei lussureggianti +boschetti; più in là un'ampia valle coperta di una cupa foresta, +illuminata da un sole ardente; a destra ed a sinistra delle splendide +catene di montagne. Quella a sinistra è chiamata Serra, dominata dalla +piramide gigantesca del Serrone, da cui si staccano monti di minore +altezza, persi tutti in un mare di verdura, interrotto qua e là da +numerosi villaggi e castelli. Dalla Serra si staccano delle ridenti e +fresche colline, seminate qua e là di fortezze feudali e di bianche +borgate, brillanti sotto i raggi del sole. Sull'altro versante, altre +colline formano come gli avamposti dei monti Volsci, le cui sommità +seguono delle ardite curve e danno così un altro aspetto al paesaggio. + +Su queste vette luminose e nelle nere valli, l'occhio distingue numerosi +castelli, monasteri e villaggi che sembrano sospesi nell'aria. Da per +tutto regna un silenzio solenne, imponente. I contorni delle cime +sembrano scolpiti nell'azzurro del cielo. Dietro la Serra si scorge qua +e là una punta nevosa, d'una dolce tinta violetta: è qualche vetta +selvaggia dell'Abruzzo; più lontano ancora, in una nebbia d'argento, +appaiono altre punte coperte di neve e nelle forme più svariate, alcune +simili ad obelischi, altre simili a cupole: esse richiamano la fantasia +verso regioni ancora ignote del paese dei Sanniti, o verso le sponde +del Liri. + +Chi potrebbe dipingere su una tela le bellezze di questo paesaggio, +allorquando la tinta rossastra della sera viene ad avvolgere i monti con +una porpora raggiante e l'ombra si stende su tutta la valle? La notte +scende allora a poco a poco sulle meravigliose pendici della Serra e +pare che s'impadronisca, l'un dopo l'altro, dei paesi per piombarli poi +nelle tenebre più fitte. Gli ultimi raggi del sole sul tramonto fanno +scintillare i vetri delle finestre di Serrone, di Roiate e di Piglio; +quindi tutto diventa scuro, tutto scompare, ed anche il castello di +Paliano si perde nelle tenebre. Un solo paese appare ancora di lontano, +per gli ultimi raggi che vanno a morire sulle sue finestre; è posto +sopra un colle e lo ricopre quasi tutto e per la sua estensione appare +assai più importante di tutti quelli della campagna romana. Sin dalla +prima sera l'ho riconosciuto, per la sua posizione, e non sono caduto in +errore: è Anagni, la patria di Bonifacio VIII, che io ho salutato con i +versi di Dante: + + Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso, + E nel vicario suo Cristo esser catto. + +L'impressione di un paesaggio diventa maggiore per il pensatore, +allorchè vi sa ricollegare i ricordi storici e farvi rivivere qualche +grande figura del passato: la valle latina che si stende ai nostri piedi +è la chiave del regno di Napoli, è la strada militare percorsa dai +popoli invasori del medio evo. I Goti, i Vandali, i Franchi, i +Longobardi, Belisario, gli Ottoni, gli Hohenstaufen, i Saraceni, i +Francesi, gli Spagnoli, tutti hanno dissetato i loro destrieri nelle +acque del Sacco, tutti hanno traversato questi campi virgiliani, per +riversarsi poi di là dalla valle del Liri, in quel paradiso che ha nome +reame di Napoli. + +Genazzano non è una città molto antica; risale al medio evo. Solo il suo +nome, forse, rimonta all'antichità, giacchè si vuol farlo derivare dalla +_Gens Genucia_, la quale qui possedeva il _fundus Genucianus_. Non è che +dai primi del secolo XI che si ricorda in alcuni documenti il nome del +castello di Genazzano, come proprietà dei Colonna di Palestrina. Questo +castello fu dimora di un ramo di detta famiglia e le diede il nome. Si +vuole anzi che il solo papa di questa famiglia sia nato appunto a +Genazzano: fu questi Martino V, Ottone Colonna, eletto a Costanza nel +1417, sotto il quale ebbe fine lo scisma di Avignone. E' fuori dubbio, +per lo meno, che questo illustre pontefice appartenne al ramo dei +Colonna di Genazzano e che amò risiedere solitario in questo dominio +della sua famiglia. Amava il paese e vi fece costruire delle chiese e +probabilmente ingrandì anche il palazzo che i suoi nipoti, più tardi, +abbellirono. Ai Colonna spetta pure il vanto di aver fatto costruire +l'acquedotto, di cui ho parlato; e le pittoresche rovine dei bagni che +stanno in un avvallamento del terreno, dinanzi alle porte della città, +rivelano, per la grandiosità del loro stile, che autori ne furono i +potenti baroni. Il loro palazzo o castello feudale era un tempo vasto e +magnifico; oggi cade in rovina al pari di quasi tutti i palazzi della +campagna romana. + +Il cortile, d'un gusto severo, col suo duplice colonnato elegante e +leggero, ricorda quasi l'epoca del Bramante: ora, però, fra quelle +colonne si vedono statue di marmo mutilate, senza testa, ma che, nello +stato miserando in cui sono ridotte parlano con maggiore eloquenza +all'animo del visitatore che se fossero tuttora intatte. Esse sono in +perfetta armonia con quel palazzo deserto, e mi hanno fatto tornare alla +mente certe descrizioni di castelli feudali in rovina, lette nei romanzi +di Walter Scott. Una volta i Colonna avevano fatto dipingere sulle +pareti di una loggia i panorami delle città comprese nei loro vasti +dominî: ora questi affreschi sono cancellati, come scomparsi sono i +titoli ed i diritti dei loro signori. Unico abitatore, che percorre +quelle sale vaste e abbandonate, simile ad un mago o ad un incantatore, +è un vecchio medico dalla barba bianca, che vi ha stabilito la sua +dimora e solo ne anima la profonda solitudine. + +A Genazzano del resto non mi sono dato cura nè di antichità, nè di +ricerche archeologiche, e mi sono invece abbandonato interamente al +piacere di goder le bellezze naturali e di conversare con quella buona +popolazione. Non volendo unicamente trascorrere il mio tempo ad ammirare +l'azzurro del cielo od a parlare solo della storia delle famiglie, +voglio ora discorrere, da campagnolo, dei vigneti ed accennare come qui +si mangi e si beva. Il momento veramente non è il più adatto, poichè le +viti sono ancora devastate dalla crittogama ed il granturco corre +rischio di andare tutto perduto, non essendo da due mesi caduta una +stilla d'acqua. + +Un giorno, dopo aver percorso un sentiero selvaggio fra due siepi di +rovi, sono arrivato in un vigneto, dove, in un luogo tranquillo e +ombreggiato da bellissime piante di olivo, mi sono seduto e, tratto +fuori un libro legato in pergamena, mi sono sprofondato nella lettura. +Il cane della casa dove abitava, Moringa, mio compagno di passeggiata, +fedele ed inseparabile che mi guidava sempre nei siti più belli, stava +accovacciato ai miei piedi, quando ad un tratto cominciò ad abbaiare; +alzai gli occhi e vidi alla distanza di cinque o sei passi una donna +assai ben vestita, che mi fissava con segni di viva paura. + +«_Buon uomo_, mi disse che fai tu costì?» (Nella campagna romana come +nell'Abruzzo tutti generalmente si danno del tu). + +«Perchè me lo chiedi, buona donna?». + +«Perchè son certa che quello che stai facendo, è cosa cattiva, mi +rispose essa alzando le spalle in segno di disprezzo; e soggiunse: ciò +non sta bene». Vivamente stupito domandai alla donna per quale ragione +io l'avevo tanto spaventata e se non aveva mai visto in vita sua un uomo +leggere un libro. «Può darsi, mi rispose, ma ciò non sta bene, e chi sa +poi quali siano le tue intenzioni...» e dette queste parole si allontanò +gettando su me più volte sguardi timorosi e sospettosi. + +Continuai a leggere, ma poco dopo mi alzai, riflettendo su quella +bizzarra apparizione. La sera raccontai la cosa in casa. «Sapete, mi +disse ridendo Annunziata, la mia albergatrice; quella donna ha creduto +che voi foste un fattucchiero, un mago, e che foste occupato a lanciare +col vostro libro in pergamena una maledizione sulla sua vigna». Risi di +cuore per essere stato preso per un mago e per aver potuto trarre delle +maledizioni contro i vigneti dalla _Storia dei Papi_ del Platina. + +Le viti si vanno a poco a poco riavendo, e siccome è il primo anno che +sono colpite dalla malattia, i grappoli d'uva sono ritenuti, come dice +questa buona gente, _cosa santa_. Durante il mio soggiorno a Genazzano +furono nei dintorni uccise cinque persone solo per aver tentato rubare +alcuni grappoli d'uva. A questo proposito voglio anzi narrare un fatto +che dà un'idea del come qui sia amministrata la giustizia. Un ricco +proprietario, cognato del priore o sindaco di Olevano, uccise un giorno +sulla strada maestra un disgraziato che aveva rubato alcuni grappoli +d'uva; compiuta questa bella impresa, si rifugiò in una sua vigna, +contigua a quella della mia albergatrice. Alcuni suoi amici, siccome i +figliuoli dell'ucciso avevano preso i fucili per vendicare il padre, si +recarono armati dal proprietario per difenderlo. La giustizia intanto +non si mosse e solo dopo varî giorni la vedova riuscì, per mezzo di +protettori influenti, a scuotere il magistrato e ad aver la promessa +che i birri di Olevano avrebbero arrestato l'uccisore: essi però anche +allora non si mossero, perchè, si disse, erano stati comprati col +denaro. Neppure i birri di S. Vito, nei quali la vedova riponeva +maggiore speranza, fecero nulla. + +Passarono due settimane. «Bella giustizia avete nei vostri paesi!» dissi +una sera al farmacista di Genazzano, nella cui bottega, come in quella +del suo collega, di Ermanno e Dorotea, solevansi radunare le persone più +importanti del luogo. Il figlio dello speziale, padre della bella Sofia, +allora mi rispose: «Ma che pensate mai, signore? Quell'uomo non fu mica +ucciso, come si dice, dal cognato del priore; il nostro «_dottorino_» ed +il chirurgo, hanno fatto l'autopsia del cadavere ed hanno trovato che +l'infelice cadendo da un'altura si spezzò il fegato». «E' proprio così» +soggiunse l'arciprete di Santa Maria del buon Consiglio. Io tacqui. «Non +ne credete una parola, mi disse la mia albergatrice; quel disgraziato +non si è affatto rotto il fegato, ma...», e col pollice e l'indice +destro fece il gesto di chi fa scorrere del denaro. «Avete capito?» «Ho +capito» risposi. + +L'abbondanza di viti qui è straordinaria: per quanto l'occhio può +spaziare, le vigne ricoprono tutte le ridenti colline della campagna. +Le piante sono disposte in lunghe file, appoggiate a pali o sostenute da +quelle canne resistenti che in Italia crescono nei luoghi umidi, o +avviticchiate a piccoli olmi. Gli ammiratori di Virgilio sanno che fin +dai tempi romani si soleva coltivare in queste terre la vite nei modi +cui ho fatto cenno. Grande godimento è quello di poter leggere oggi in +queste vigne le _Georgiche_ di Virgilio, il capolavoro della poesia +latina, libro stupendo non tanto per la forma della composizione, che è +mediocre, quanto per la purezza, la precisione, la grazia inimitabile +dello stile. Ho letto e riletto quei canti fra i campi di Genazzano ed +ho dovuto riconoscere che tutti i consigli, le regole ed i precetti del +poeta sono oggi pienamente osservati, di guisa che pare quasi che egli +abbia descritto i modi di coltivazione attualmente in uso nella campagna +romana. + +La vigna è tutto in questa regione: essa riunisce in sè le tre divinità +dei campi: Bacco, Cerere e Pomona. Infatti, fra le file delle viti si +semina il grano, e qua e là vi si piantano gli eleganti mandorli, la più +precoce delle piante del Mezzogiorno, che fiorisce alle prime brezze +primaverili: il mandorlo è stato cantato in una delle _Cento novelle +antiche_, dove è detto essere stato piantato presso la tomba di Narciso +da Amore, quale simbolo degli amanti. Fra le viti cresce anche l'olivo, +dalle foglie sottili che paiono luminose nella luce cangiante, assumendo +una tinta ora argentea ora bronzea: vedendolo levarsi sul grano, vien +fatto di pensare al pane saporito, per il quale somministrano l'olio. +Altrove sorgono anche dei peschi, dei peri, dei meli, dei purpurei +melagrani, dei noci, dei castagni e dei fichi, dai frutti dolci come il +miele. Tutte queste piante porgono una ricca scelta di frutta in ogni +stagione, di modo che quando una ha finito di dare i suoi frutti, +un'altra pianta offre i suoi, mentre una terza li matura e li prepara. +Avendo trascorso un'intera estate nella campagna romana, ciascuna di +quelle piante mi ha pagato il suo tributo, ad eccezione dell'olivo, che +è l'ultimo a maturare. + +La mia albergatrice possiede tre vigne, una presso Palestrina, le altre +due nei monti selvaggi di Olevano, a tre miglia da Genazzano. Là sorge +su un'altura, solitaria, una casetta di contadini, con una veranda +aperta, ornata di fiori, ombreggiata da vecchi fichi e castagni: di +lassù lo sguardo spazia sulla catena maestosa della Serra e sulla +pianura del Sacco. Quale godimento passare le ore della giornata in +quella loggia a respirare l'aria pura e profumata e ad assaporare di +quegli ottimi frutti! Quali scegliere fra di essi? L'imbarazzo è grande, +data la varietà dei frutti, uno più squisito dell'altro. Lo stesso +devesi dire dell'uva: la malattia ha risparmiato questa vigna, rinomata +per tutta la contrada; i tralci piegano sotto il peso tanto che è stato +necessario puntellarli con pali e sostenerne i grappoli con fili di +ferro. Non ricordo di aver mai visto dei grappoli e dei chicchi d'uva di +tale grossezza e se volessi paragonarli a qualcosa, passerei certo per +esagerato. + +V'è il moscatello dorato, trasparente sotto i raggi del sole, v'è l'uva +nera e quella biancastra, che serve a fare il così detto «_buon vino_» e +quella azzurra cupa, che fa il vino forte, rosso come il sangue. Mi son +recato spesso a mangiarne e poi mi sedevo sotto un castagno ai piedi +della collina, in mezzo ai mirti ed alle felci cantate da Virgilio, e, +fra il profumo della menta e del serpillo, leggevo Orazio o qualche +altro libro che avevo recato meco. La menta è propriamente una pianta +caratteristica della campagna romana: tutti i campi intorno alla città +eterna ne sono profumati. Quando poi mi trovo lontano di qui, in +Toscana, o nell'alta Italia, e mi accade di vedere una pianticella di +menta, il suo profumo mi richiama immediatamente alla memoria la +campagna romana, e me la fa desiderare ardentemente. + +In mezzo a tanta dovizia, chi vorrà credere che la popolazione sia +poverissima? Osservando questa regione la si direbbe un vero Eldorado +per i suoi abitatori; ma se vi si vive un po' a lungo si finisce per +vedere che spesso in questo paradiso terrestre abita la miseria più +squallida. Tutte queste frutta (si vendono qui venti fichi o venti noci, +per un _baiocco_; e nelle buone annate un fiasco di vino per lo stesso +prezzo) non bastano a nutrire il contadino; esso morrebbe di fame se non +avesse la farina di granturco, che forma il suo cibo. La causa di questo +doloroso stato di cose va ricercata nel regime agrario del paese. +Innanzi tutto bisogna notare che ogni proprietario di terra deve pagare +al principe Colonna, come tributo, la quarta parte di quello che il +terreno gli rende. L'antico flagello dei _latifundia_ è ciò che forma la +miseria di questa popolazione; è vero che quasi ogni contadino possiede +una piccola vigna, ma questa non è sufficente a mantenere la sua +famiglia. L'usura poi non ha limiti; anche ai più poveri prende il dieci +per cento. La più lieve disgrazia, una raccolta mancata, come avviene da +alcuni anni in qua, basta ad indebitare il contadino trascinandolo +nella miseria. Se egli riesce ad ottenere danaro e derrate a credito +gl'interessi lo rovinano e l'avido usuraio attende il momento, in cui il +piccolo proprietario per fame sia costretto a vendergli il suo fondo ad +un prezzo irrisorio. I baroni ed i conventi si arricchiscono; i +contadini sono ridotti alla sorte di loro vassalli e di loro mezzadri. +Ho avuto più volte occasione di osservare fatti simili. La vendita ha +generalmente luogo in questo modo: il contadino indebitato comincia col +vendere la sola terra e si riserva le piante «_gli alberi_» sotto la +quale denominazione sono comprese anche le viti, e continua a coltivarle +ed a godere della metà e talvolta anche dei tre quarti del reddito. +Trascorso però un anno appena il contadino si ripresenta all'acquirente +offrendo di vendergli anche le piante ed allora diventa suo mezzadro, +continua ad abitare il terreno con la sua famiglia, a coltivarlo pel +nuovo padrone, ricevendo in compenso una parte dei prodotti, e siccome +non di rado questi non bastano al suo sostentamento, ricorre ancora a +nuovi debiti. + +Nella vigna della mia padrona, una veneziana da tutti stimata per la sua +onestà, vive appunto in tali condizioni una famiglia di contadini +composta di otto persone. Ho saputo che essa li aveva trovati e presi +come mezzadri nel suo podere, poverissimi, e che aveva loro anticipato +il denaro per vestirsi, comperare le masserizie e di che mangiare, +ebbene, nonostante tutto ciò quei poveretti vivono in tanta miseria per +l'eccessiva fatica ed il pessimo nutrimento, che sono stati colti tutti +dalla febbre, ed è necessario soccorrerli ancora, perchè possano vivere. +Solo dopo la vendemmia provano un po' di sollievo, sino a tanto cioè che +dura il danaro ricavato dalla vendita della loro parte di vino. + +Il vino eccita i nervi, ma non basta a nutrire i muscoli. Quello che +beve il contadino è il vino peggiore, è un vinello; gli occorre dunque +del pane, ed essendo il frumento troppo caro, coltiva piuttosto il +granturco e si ciba di polenta. Come nella Lombardia e nelle Marche, la +campagna del Lazio è coperta dalle belle piante di granturco; pare quasi +che la natura abbia considerato le splendide pannocchie dorate come uno +dei suoi doni preziosi e le abbia perciò ravvolte con nove involucri. +Tutta la povera gente qui si nutre di polenta, sotto forma di pane, o +sotto forma di focaccia, detta «_pizza_». Quando per la strada talvolta +ho domandato a qualcuno: «Che cosa hai mangiato stamane?» mi son +sentito rispondere: «la _pizza_». E se ho domandato ancora: «Cosa +mangerai questa sera?» invariabilmente la risposta è stata: «la +_pizza_». Ne ho mangiata parecchie volte io pure insieme coi contadini. +E' così preparata: la farina vien ridotta a poltiglia; quindi viene +stesa sopra una pietra liscia e fatta cuocere sopra carboni ardenti. +Vien mangiata calda; tutta la famiglia si asside intorno al fuoco e +prende parte al meschino banchetto. La sera mangiano dell'insalata di +campo condita con un po' d'olio od una zuppa di cicoria, di cavoli od +altri legumi cotti nell'acqua. Spesso l'olio manca, come è avvenuto +quest'anno, in cui gli olivi, dopo aver dato l'anno scorso un abbondante +raccolto, sono affatto spogli di frutti, ad imagine di ogni umana +vicissitudine, in cui il bene si avvicenda senza tregua col male. + +E' facile immaginarsi con quale ansietà questa gente segua le diverse +fasi del raccolto del granturco. Verso la fine di luglio la pannocchia +comincia a formarsi, ed allora ha bisogno di acqua. Quest'anno non +piove: il calore è straordinario e la popolazione ne è costernata e +rivolge preghiere al cielo per aver la pioggia. Tutte le sere hanno +luogo processioni, che mi rammentano solennità pagane, quelle feste +«_rubigales_» della Roma antica, nelle quali si portava in giro per la +via Appia, _votisque vocabitis imbrem_, la pietra della pioggia; e non +ho mai potuto osservare queste processioni senza stupore. E' veramente +strano di ritrovarsi ai nostri tempi in mezzo ad un popolo che conserva +l'ingenua credenza di poter sopprimere, modificare o accelerare con +preghiere e canti lo svolgimento delle immutabili leggi della natura. +Ogni sera le donne di Genazzano percorrono le vie del paese a due a due, +con un fazzoletto rosso in testa, che scende a forma di velo sulle +spalle, e che portano sempre allorquando entrano in chiesa: le precede +il clero con l'imagine di un santo. Cantando e mormorando preghiere, +arrivano alla piazza maggiore e quivi con un fervore che confina col +parossismo, gridano più volte: _Grazie, grazie, Maria!_ E questo grido, +ripetuto da centinaia di bocche, echeggia nell'aria. «Et Cererem clamore +vocant in tecta» (VIRGILIO). Ogni sera s'implora un nuovo santo, ma +tutti sono sordi alle ingenue preghiere. + +La mia padrona--che era una donna abbastanza colta per la sua +condizione, e non possedeva inoltre nessun campo seminato a +granturco--una sera, mentre eravamo a tavola e ad un tratto echeggiarono +fuori le grida di _Grazie, grazie, Madonna!_ mi disse: «Perchè seccare +in questo modo i santi del cielo? Finiranno col noiarli tanto, che +diventeranno cattivi e non faranno davvero più piovere!» Questa febbrile +ansietà finì per commuovere me pure e cominciai a desiderare +ardentemente la pioggia. Tutti i giorni andavo a visitare i campi di +granturco, che andavano di male in peggio. Alla fine fu portato in +processione S. Antonio da Padova; mentre l'imagine veniva ricondotta al +convento di S. Pio, un frate dell'ordine di S. Agostino predicava sulla +scalinata della chiesa, alla luce delle fiaccole. La strada era gremita +di popolo e gli ascoltatori si erano arrampicati financo su gli alberi; +il monaco che gesticolava, l'imagine del santo, le croci nere, le +bianche sottane dei chierici, gli scialli rossi delle donne, la tremula +luce delle fiaccole, gli alberi scuri sotto il turchino cupo del cielo, +e tutta una popolazione implorante da Dio la pioggia, formavano una +delle scene più pittoresche che abbia mai visto. Finalmente il terzo +giorno il cielo si coprì di nuvole, cominciò a tuonare e cadde una +pioggia di una violenza veramente tropicale. + +Sembra però che gli dei, o i santi che li hanno oggi rimpiazzati, non +concedano favori senza pretendere vittime. E così avvenne in questo +caso: la pioggia fu accompagnata da un terribile ciclone, fenomeno +stupendo che ebbi modo di osservare, perchè mi trovavo fuori a cavallo: +una massa nera di nubi scese dai monti Volsci, avvolse la valle e +devastò con la grandine una vasta estensione di vigneti. Da allora, +quasi tutti i giorni, nel pomeriggio, scoppiò sui monti un uragano, +accompagnato da tuoni e da lampi: al sopraggiungere di ogni nuovo +temporale le campane di tutte le chiese venivano suonate a stormo. Un +giorno tutto il paese fu sossopra; la popolazione si riversò nelle vie; +si diceva che un fulmine avesse ucciso quattro persone e la notizia fu +confermata. I morti furono portati nella casa di un contadino, dove +furono sorvegliati per ventiquattro ore dalla polizia. Il giorno dopo +giunse, cavalcando un asinello, il magistrato, seguito dal dottorino, di +cui ho già parlato, e dal chirurgo incaricato di fare l'autopsia. Non vi +era dubbio, i morti erano stati veramente colpiti dal fulmine. Nella +notte, furono posti su di un carretto, coperti con un drappo nero e +trasportati in paese; il clero, che portava dei ceri, precedeva il +carro, e quindi seguiva la confraternita della morte, avvolta in grandi +mantelli neri e con torcie a vento in mano. La scena aveva qualcosa di +sinistro. La popolazione tutta ne attendeva il passaggio alla porta del +borgo. Allorquando il corteo vi arrivò cantando il _miserere_, tutti +alzarono le mani al cielo, gettando tali grida di angoscia e di +selvaggio dolore, che l'animo più indurito ne sarebbe stato commosso. +Infatti le vittime del fulmine sono considerate con una specie di +orrore, perchè vengono credute colpite dall'ira divina e si dubita della +loro eterna salvezza. I parenti degli uccisi, delle donne e dei ragazzi, +si staccarono dalla folla. Una donna fu colta da tanta disperazione, che +a stento gli astanti riuscirono ad impedirle di gettarsi sui feretri. I +cadaveri furono portati nella chiesa l'un dopo l'altro e deposti per la +notte sull'impiantito, mentre le stesse scene e le stesse grida di prima +si ripetevano. Non dimenticherò mai quel quadro straziante. + +Questo popolo esprime ancora i suoi sentimenti con un'ingenuità +primitiva, e si può dire che viva ancora allo stato di natura. + +I rapporti fra i due sessi in questi paesi richiamano sempre alla +memoria i costumi orientali. Per principio, gli uomini non devono aver +relazione che con gli uomini, e le donne con le donne. Sembrerebbe +ridicolo che un marito passeggiasse offrendo il braccio alla moglie; ed +una fanciulla crederebbe compromettere la sua reputazione se osasse +fermarsi a parlare per strada con un giovane, e peggio ancora se si +lasciasse accompagnare da lui. A gl'innamorati non è concesso che il +«_discorso_» vale a dire un colloquio a gesti dalla finestra o sulla +porta di casa, il «_lenes sub noctem susurri_» di Orazio. Sono in uso le +serenate con accompagnamento di chitarra; spesso canti pastorali o le +note dolenti della cornamusa rompono melodiosamente il silenzio della +notte. Il popolo canta in modo meraviglioso dei semplici e lunghi +stornelli che accarezzano dolcemente l'orecchio. E' un vero piacere +udire nelle vigne le domande e le risposte di due innamorati che, senza +tregua, come le cicale nell'estate, levano nell'aria un canto dialogato. + +I matrimoni qui sono molto precoci: spesso un giovane di ventun anno +sposa una fanciulla che ne ha quindici appena. Una lunga relazione, +quello che dicono qui «_fare all'amore_» si ritrova più spesso nel +popolo che nelle classi agiate e superiori, dove il matrimonio è +ordinariamente un affare. Citerò un esempio, di cui sono stato +testimonio. Un giovane abate di ventun anni, figlio di una ricca +famiglia del luogo, desiderava abbandonare la carriera ecclesiastica e +tornare allo stato secolare. Un bel giorno, un frate francescano di +Civitella (qui i frati si cacciano in tutti gli affari delle famiglie) +andò a trovare la madre del giovane abate e le disse: «Nel paese di +Pisciano v'è una fanciulla di circa diciotto anni, che desidera +maritarsi; ha mille scudi di dote ed appartiene ad una delle migliori +famiglie della contrada. Se consentite a questo matrimonio, parlatene a +vostro figlio». Il giovane abate accolse la proposta senza esitare, e, +vestito del suo abito ecclesiastico, il domani montò a cavallo e andò a +Pisciano per conoscere la ragazza. Si fidanzò subito con lei, e tornato +a casa chiamò un sarto per farsi trasformare la sottana in un abito +secolare; la sorella cucì in tutta fretta un paio di calzoni grigi per +il giorno delle nozze, e siccome gli mancava una sottoveste, la madre mi +fece chiedere in segreto di prestargliene una. Così vestito si presentò +una seconda volta alla fidanzata nella casa di un contadino, dove il +contratto di matrimonio fu subito firmato. Tre settimane dopo la sposa +arrivò in una vettura, recando seco due grossi sacchetti pieni di +monete, e tosto si celebrarono le nozze! Lo sposo prima della cerimonia +non aveva visto che due volte, e ciascuna volta per pochissimo tempo, la +compagna di tutta la sua vita. Fu preparata loro nella casa dei genitori +del giovane una cameretta, o, per essere più precisi, non vi si pose che +un letto colossale, e niente mutò nell'esistenza di quella gente. + +A questo proposito, voglio accennare ad una strana usanza del Lazio. Una +sera udii sulla piazza un rumore curioso ed assordante, prodotto da ogni +sorta di strumenti che io però non riuscivo a definire; uscii e vidi +tutti i ragazzi di Genazzano riuniti innanzi ad una casa, intenti a +darvi una specie di concerto. Mai, neppure nelle università tedesche, io +avevo sentito un complesso di suoni così discordanti: gli uni soffiavano +in conchiglie marine ricavandone orribili fischi, un altro dava di fiato +in un corno di bue, certi picchiavano con falci sopra zappe e padelle, +alcuni agitavano a tutta forza pezzi di ferro vecchio di ogni specie +legati insieme con una corda, un altro ancora faceva ruzzolare per terra +una vecchia casseruola attaccata ad una funicella. Dieci o dodici +monelli scampanellavano rumorosamente con quelle campane che si +appendono al collo delle vacche. «Di grazia, chiesi ad un signore che +assisteva ridendo alla scena, che significa questa musica infernale?» Mi +rispose che in quella casa abitava un vedovo passato a seconde nozze e +gli facevano la «_scampanellata_». Così si chiama questa barbara usanza +dalle campane che di solito portano le vacche. In tutto il Lazio ogni +qualvolta un vedovo od una vedova si rimarita, per tre sere si usa far +loro un simile concerto. Durante il mio soggiorno a Genazzano ne sono +stato spettatore, ed ho tre volte potuto vedere una folla di ragazzi, +preceduta da un monello con una zucca appesa a foggia di lanterna ad un +bastone, percorrere le strade, come un esercito di diavoli che avesse di +notte invaso quel pacifico villaggio. + +Perchè Genazzano è veramente un luogo pacifico; i suoi abitanti sono +d'indole dolce ed anche più superstiziosi dei loro vicini; questo +carattere deriva dall'importanza religiosa del paese che è un luogo +famoso di pellegrinaggio, avendo oggi nel Lazio la sua chiesa +l'importanza che ebbero nell'antichità il tempio della Fortuna a +Preneste e il santuario d'Anzio. Ho assistito alla grande festa della +Madonna di Genazzano, l'8 settembre; posso dunque parlarne con +cognizione di causa. Prima però voglio accennare alla leggenda della +sacra imagine, che ha grande analogia con quella della Santa Casa di +Loreto. + +A Scutari, nell'Albania, nella stessa epoca in cui la Santa Casa di +Nazareth veniva dagli angeli trasportata per l'aria a Loreto, apparve +un'imagine della Madre di Dio, discesa non si sa se dal cielo o colà +portata da ebrei fuggiti da luoghi remoti. Comunque fosse, fu chiamata +«Madonna del Buon Officio» o del «Buon Consiglio». Ora avvenne che nel +1467 due pellegrini, che volevano fuggire dai Turchi e ritornare in +Italia, si prosternarono dinanzi a quella santa imagine e le chiesero di +proteggere il loro viaggio: con loro grande stupore videro allora +levarsi al posto dell'imagine una nuvoletta bianca che verso sera prese +la direzione di occidente. Essi la seguirono presso la spiaggia del mare +Adriatico, ed avendo la nuvoletta proseguito il suo viaggio sopra le +onde, i due pellegrini traversarono dietro a quella il mare a piedi +asciutti, le tennero dietro sempre, finchè nelle vicinanze di Roma, +disparve ai loro occhi. Avendo però appreso che in Genazzano era apparsa +un'imagine della Madonna, vi si recarono e la riconobbero per quella +vista a Scutari. + +Da quel tempo la Madonna di Genazzano, detta del «Buon Consiglio» +cominciò a fare miracoli; le venne costrutta una chiesa e di fianco un +convento, dove i frati di S. Agostino s'impadronirono di questo santo +tesoro, non meno produttivo della Madonna dei frati agostiniani di Roma, +giacchè questa di Genazzano gode in tutta la campagna romana una fama +pari a quella degli antichi oracoli pagani. Due volte all'anno, nella +primavera e nell'estate, vien celebrata la sua festa, ed allora piovono +le offerte in danaro ed in oggetti preziosi e siccome anche i più poveri +recano il loro obolo all'altare della Madonna, si può dire che essa +prelevi sulla campagna romana un tributo maggiore di quelli dello Stato. +Mi fu detto che i doni più belli siano portati al santuario dalle molte +confraternite sparse per tutta la campagna; ogni fratellone sborsa +cinque baiocchi al mese alla cassa comune, in modo che vi sono delle +confraternite che arrivano a raccogliere sino a cento scudi. Il reddito +annuo del santuario si può approssimativamente valutare a 7500 scudi. + +L'imagine è posta in una chiesa ben decorata e pulita, in una cappella +illuminata da varie lampade, chiusa da un cancello di ferro: il quadro è +quasi sempre coperto da un velo di seta gialla. Si dice che, portata +dagli angeli, anche in quella chiesa non si sia mai posata sulla pietra +e che resti sospesa nello spazio, sorretta da mani invisibili. Io l'ho +vista più volte scoperta, ma non ho mai potuto comprendere in qual modo +sia sospesa. + +I pellegrini cominciano ad arrivare la vigilia della festa, ed allora il +paese e i dintorni si animano e nell'aria echeggia senza posa il canto +delle litanie. Le strade sono percorse da compagnie di pellegrini, che +giungono in buon ordine, vengono dall'Abruzzo, da Sora, dal Liri, e per +la maggior parte dalla campagna latina. Si direbbero rinnovate le feste +antiche di Giove Laziale, tanti sono i visitatori, dissimili fra loro +per costume e per dialetto. Vederli discendere dalle colline, sentendoli +cantare l'«_Ora_», gli uni per la via, gli altri lungo il fiume a +traverso i viottoli dei campi, vestiti di rosso, di verde, di turchino, +tenendo in mano il lungo e ricurvo bastone del pellegrino, è in quel +magnifico paesaggio uno spettacolo veramente degno dell'ammirazione +dell'artista, del poeta e dello storico. + +Il giorno in cui dovevano arrivare i primi pellegrinaggi sono uscito ad +incontrarli a cavallo per godere completamente questa scena popolare, +che aveva per me un interesse storico riportandomi al medio-evo. La +_comarca_ di Roma, a cui appartiene tuttora Genazzano, termina a due +miglia dalla città, ed ha per confini un braccio del Sacco, che si +traversa su di un ponte in pietra, ponte Orsino, famoso un tempo per le +aggressioni dei briganti. Al di là comincia la legazione di Frosinone. +In questo punto le colline scendono dolcemente verso il fiume ed agli +occhi si presenta il quadro stupendo della pianura, dei monti Volsci, +della Serra e delle alture di Olevano, ai cui piedi si stendono dei +ricchi boschi. Il luogo era il più adatto per aspettare i pellegrini; +qui entrano nel territorio del santuario, fanno breve sosta, e vi +entrano ginocchioni cantando fervorosamente dei cori; poi traversano il +ponte cantando e trascinandosi sulle ginocchia, in doppia fila, gli +uomini da una parte e le donne dall'altra. Dirigeva i cori una vecchia, +la quale alzandosi dopo aver traversato l'intero ponte in ginocchio, +gridò con voce sonora un «_Evviva Maria!_» cui rispose unanime il coro. +Quindi la processione si mise in moto di nuovo, e quantunque quel +continuo canto dovesse stancare, v'era sempre un uomo od una donna che +riprendeva la litania. Quel canto monotono ed uniforme, che è la più +semplice espressione del sentimento religioso di questa gente e che si +avvicenda come il movimento regolare delle onde, esercita una profonda +suggestione su quella folla. Sembra quasi che la processione prosegua il +suo cammino, cullata da quest'armonia melanconica, più leggera e più +regolata e che il canto regoli i movimenti del corpo e le impressioni +dell'animo, tenendo gli uni e gli altri costantemente diretti verso la +meta del pellegrinaggio. Ho notato che le pause erano sempre brevissime +e che allorquando negli intervalli i pellegrini cominciavano a tacere o +a favellare fra loro, la conduttrice del coro riprendeva subito il +canto. + +Lo spettacolo di un pellegrinaggio produce sempre, anche su chi non +appartiene alla religione di coloro che lo compiono, una grande +impressione, soprattutto quando l'illusione non è turbata da piccoli +inconvenienti inevitabili in una riunione di tanta gente. Questi +inconvenienti si verificano meno nei pellegrinaggi del sud che in quelli +del nord; la serenità del cielo, la temperanza e la sobrietà delle +popolazioni del mezzogiorno, valgono ad allontanare molte cause dei mali +del settentrione; l'ordine stesso in cui procedono le processioni, la +bella foggia di vestire delle donne, il loro bellissimo portamento e la +loro grazia naturale, esercitano una benefica influenza, anche su gli +animi più vili, e tengono lontana ogni volgarità; ed infine la decenza e +quel sentimento innato di rispetto, che è proprio di tutto il popolo +italiano, vale più di ogni altra cosa ad impedire disordini. Fra tutte +quelle migliaia di uomini e di donne che sfilarono davanti a me, sia +nell'andata al santuario, come nel ritorno, in tanta diversità di genti, +di dialetti e di costumi, io non ho notato mai un solo atto villano o +volgare. + +Bisogna anche ricordarsi che questo popolo, fortemente imbevuto di +sentimenti religiosi, non crede nulla più importante e più solenne di un +pellegrinaggio. Quando ha faticato e sofferto per dodici lunghi mesi +quando mali e colpe di ogni sorta pesano sulla coscienza, allora prende +per un paio di giorni il bordone del pellegrino, scende dai suoi monti +selvaggi, abbandona il suo grave lavoro, lieto di muoversi una volta +almeno, di sentirsi libero in compagnia dei suoi conterranei riuniti +tutti per lo stesso fine. Scendono al piano costeggiando il Sacco, _come +i gru, che van cantando lor lai_: lo spettacolo ha veramente qualche +cosa di medioevale. Pensavo a quelle schiere di pellegrini che un tempo +venivano a Roma per il giubileo e ripetevo fra me e me i bei versi del +sonetto della _Vita nuova_: + + Deh! peregrini, che pensosi andate, + Forse di cosa che non v'è presente; + Venite voi di sì lontana gente, + Com'alla vista voi ne dimostrate? + +Camminavano in gruppi di dieci, venti, cinquanta, cento persone. Ve +n'erano di tutte l'età: vecchi che si appoggiavano sul bastone, servito +loro per cinquanta volte almeno su quella stessa via che ora +percorrevano forse per l'ultima volta; nonne con i loro nipotini, +floride fanciulle, giovani robusti, ragazzi e perfino bambini lattanti, +portati dalle madri sulla testa. In una di queste processioni vidi +passare una giovane sposa che portava sulla testa un cestino, entro cui +giaceva un bimbo che sorrideva graziosamente, con gli occhi spalancati, +quasi si beasse dello splendore del sole. La maggior parte delle donne +recava in capo un paniere con le provvigioni od un fardello di vestiti, +e colla loro varietà aggiungeva nuova bellezza allo spettacolo. Chi +avesse potuto leggere nell'anima di tutti quegli esseri, vi avrebbe +trovato l'innocenza accanto alla colpa, il vizio accanto al pentimento, +il dolore e la virtù, tutto il bene ed il male che si avvicendano nel +cuore umano. + +E' come una grande e bella, ma seria e solenne mascherata, che si svolge +in un magnifico quadro, con un succedersi continuo di nuovi costumi, di +colori, di fisonomie diverse; le compagnie dei pellegrini si succedono +le une alle altre, nei costumi dei loro monti, delle loro valli. Ve ne +erano di Frosinone, di Anagni, di Veroli, di Arpino, di Anticoli, di +Ceprano e persino delle napoletane di Sora. + +Osservate quest'ultime! Che splendide figure dall'ovale più puro, dalla +pelle olivastra! Le donne hanno un aspetto strano, si direbbero arabe; +attorno al collo portano delle collane di corallo o delle catene d'oro; +dei pesanti orecchini adornano le orecchie delicate; un fazzolettone +bianco o nero, a lunghe frangie, avvolge loro la testa e le spalle, sì +che paiono madonne; una camicia bianca, pieghettata, ricopre loro il +petto, stretto in un basso bustino di color rosso scarlatto. Indossano +una gonnella corta, rossa o turchina, ornata di un orlo giallo. E che +grandi occhi neri, dalle sopracciglia corvine ed arcuate, brillano in +quei volti! + +Ecco i pellegrini di Ceccano! Le donne portano un busto di color +amaranto, un lungo grembiale dello stesso colore, ed in testa un +fazzoletto bianco, che ricade sulle spalle. Gli uomini hanno il cappello +a punta ed una giacca color amaranto, ed attorno ai fianchi una fascia +multicolore. + +Ecco poi quelli di Pontecorvo! Le donne sono superbe e maestose; vestono +interamente di rosso e portano in testa un fazzoletto dello stesso +colore. Le pellegrine di Filettino vestono con molta semplicità, coi +busti di stoffa nera: costume semplicissimo, ma grazioso e pulito. + +Ecco infine i «_ciociari_!» Uomini e donne del paese dei sandali. +Vengono probabilmente da qualche villaggio vicino a Ferentino, forse da +più lontano, dalle frontiere napoletane, dalle sponde del Liri o del +Melfa. E' un paese di splendidi monti dall'aspetto selvaggio, che si +stendono da Ferentino in su verso le province napoletane. Il popolo là +porta le «_ciocie_», calzatura molto semplice che dà al paese il nome di +«_Ciociaria_.» Trovai in uso questa calzatura anche prima di Anagni. +Impossibile concepire una calzatura più primitiva, e si può anche dire +più comoda di quella: ed io ho sinceramente invidiato ai ciociari le +loro ciocie. Esse consistono in una semplice suola di cuoio di asino o +di cavallo forata; si avvolgono intorno al piede e si fissano per mezzo +di cordicelle passate attraverso ai buchi, in modo che il sandalo quasi +lo fascia; la gamba poi è avviluppata sino al ginocchio da striscie di +tela grigia. Così calzato il ciociaro si muove liberamente nei campi e +sui monti, dove zappa la terra o conduce a pascolare le sue pecore e le +sue capre, vestito del suo bigio mantello, o di una pelle di montone, +con la piva appesa al fianco. Si vede subito che quei sandali sono +classici. Diogene li avrebbe certo portati, se non fosse andato a piedi +nudi, e Crisippo ed Epitetto li avrebbero potuti celebrare in un +trattato sulla semplicità del saggio e sulla sua moderazione dei +desideri. Quando questa calzatura è bene aggiustata e quando le striscie +di tela sono ancora nuove, è bella a vedersi; ma, quando le ciocie e le +striscie sono logore e vecchie, prende un aspetto povero e cencioso. E +siccome in tale stato sono generalmente le _ciocie_ di questa gente, +così il popolo che le porta, appare molto miserabile ed il suo nome vien +disprezzato e talvolta usato come una vera ingiuria. Un abitante di S. +Vito, che mi faceva un giorno ammirare lo splendido panorama che si gode +da quel paese, sorridendo con un certa aria di sprezzante superiorità mi +diceva: «Guardate, signore, laggiù è la Ciociaria!» + +I ciociari portano delle lunghe giacche d'un rosso acceso, e un cappello +di feltro nero a punta, per lo più guarnito con una penna colorata, o +con un nastro o con un fiore. Fra di essi, come del resto in tutta la +campagna romana, moltissimi hanno i capelli biondi e gli occhi celesti. +Portano i capelli molto corti sulla nuca, come i contadini prussiani, e +ne lasciano invece cadere due lunghe ciocche sopra le tempie. + +Mettiamo addosso al ciociaro un lacero mantello, o una pelle di montone +bianca o nera, ed avremo completato il suo ritratto, ma per carità non +diamogli in mano un fucile, altrimenti ci assalterà al passo di Ceprano +gridando «_Faccia in terra!_» e con sorprendente destrezza vuoterà le +nostre tasche. + +Le donne portano esse pure i sandali, un abito corto colorato, un +grembiule quadrato di lana, uno scialle bianco o rosso in testa, ed +infine il _busto_ che completa in tutto il Lazio ogni costume femminile. +E' una specie di corsetto in tela, trapunto, duro come una sella, alto e +sostenuto sulle spalle da strisce, esso fascia e sorregge il seno simile +ad una corazza che custodisce la virtù, come un baluardo solido, ma +largo tanto da poter servire da tasca. + +La vigilia della festa, le comitive dei pellegrini diventano più +numerose; a poco, a poco non si ode più che il canto melanconico delle +processioni che man mano arrivano in paese e che si recano per le +anguste vie alla chiesa. Giunti alla loro meta tutti sembrano aver +dimenticato ogni stanchezza, l'esaltazione ed il fervore religioso anima +i loro volti, si prosternano davanti alla chiesa, con le mani giunte +intorno al bastone e col loro fardello ancora in testa, e ad alta voce +cominciano a cantare le litanie; poi si rialzano gridando a squarciagola +«_Grazie, Maria!_» e salgono con i ginocchi la gradinata. Qua e là si +vedono delle donne baciare o leccare colla lingua il cammino percorso, +spettacolo abbastanza ripugnante, ed il ricordo di Carlomagno, che salì +esso pure in questo modo bigotto i gradini di S. Pietro, non vale a +mitigare il disgusto. + +Non mancano neppure, di quando in quando, delle scene orribili; ho visto +un giorno, per esempio, un infelice che si trascinava con le mani e coi +piedi; fu portato in chiesa dentro una coperta, mentre urlava come un +lupo. Mi dissero che egli era colpito da quella malattia che nel Lazio è +chiamata del _lupomanaro_. Un'altra volta ho visto una donna che è +rimasta a lungo dinanzi alla cappella della Madonna urlando +furiosamente: mi hanno narrato che era indemoniata. + +I pellegrini si trascinano senza posa sui ginocchi per la navata +laterale della chiesa e passando davanti alla cancellata cantano, +pregano, e gridano a squarciagola: «_Grazie, Maria!_» e questo grido +risuonava con tale spaventosa energia che il febbrile delirante fervore, +da cui era ispirato, mi fece una profonda impressione. + +I ceri ardono, la notte è discesa, i pilastri della chiesa gettano +grandi ombre sul pavimento, lasciando alcune figure nella completa +oscurità, mentre altre restano avvolte in una magica penombra ed altre +ancora sono illuminate da riflessi di luce. I pellegrini, stanchi, +giacciono, in pittoreschi gruppi, sul nudo terreno, attorno alle +colonne, sui gradini degli altari davanti alla cappella; ed i vari +costumi, le diverse età, l'espressione delle loro fisonomie formano un +quadro vivente, che punge la curiosità ed invita alla riflessione. +Intanto un frate agostiniano, seduto davanti ad un piccolo tavolo, vende +indulgenze e riceve offerte per le messe, incassando con indifferenza il +danaro del povero. + +Davanti alla chiesa stanno altri gruppi seduti o distesi sulla nuda +terra, mentre nuovi pellegrini arrivano ancora. Si succedono senza posa +durante il giorno, e nella notte che precede la festa, e l'accento +solenne dell'inno latino rompe il silenzio, mentre sulla piccola città +sembra regnare una atmosfera di mistica e profonda melanconia. Eppure +questo torrente che spinge tante migliaia di persone da lontani paesi +verso la stessa meta, ha in sè qualche cosa di consolante, come +qualunque manifestazione armoniosa dell'anima umana, anche nel dolore. + +Le case del paese non bastano ad alloggiare tutti i pellegrini, e a +tarda notte si vedono questi uomini, abituati ai disagi, distesi a +gruppi sul selciato duro e disuguale. Se ne vedono nelle strade, in +mezzo alle piazze, intorno alle fontane, offrendo, in proporzioni +ridotte, lo spettacolo di una fermata notturna di un popolo migrante. Ma +è un'antica legge celeste che piova, quando l'umanità si riunisce per +solennizzare qualche festa, perchè non vi è maggior burlone del cielo, +quando guarda di lassù il bizzarro agitarsi dei miseri mortali. I +pellegrini si erano appena coricati alla meglio, quando cominciò a +piovere. Allora avvenne una fuga generale in mezzo alla confusione ed ai +lamenti, tutti in massa si precipitarono alla ricerca di un portone o di +un tetto sporgente ove ripararsi. E quanti di quegli infelici, esausti +dalla fatica, per miseria o per averne fatto il voto, rimasero digiuni! + +La mattina dopo, la festa incomincia con la messa solenne e con una +specie di vendita religiosa. All'entrata della chiesa vengono venduti +gioielli d'oro, imagini sante, corone, ampolline della grossezza di un +dito, contenenti olio delle lampade che ardono davanti al quadro della +Madonna. La folla le acquista avidamente per un _baiocco_, quale rimedio +infallibile contro tutte le infermità. + +Nel pomeriggio, musica suonata da una banda sulla piazza, e poi +l'inevitabile tombola o lotteria, ed alla sera fuochi artificiali. +Quindi anche i pellegrini ballano allegramente sotto le piante del +parco, ma la maggior parte preferiscono far ritorno alle lor case, +appena recitate le preghiere ed offerti i loro doni. Si vedono ripartire +cantando, in gruppi come quando sono venuti, tutti infiorati da quei +mazzi di rose e garofani artificiali, che si vendono in tutte le feste +pubbliche del mezzogiorno. Nel ritorno, giunti al punto da dove per +l'ultima volta si può vedere Genazzano, s'inginocchiano, con le mani +appoggiate ai loro bastoni e dicono in silenzio la preghiera d'addio. +Tale scena, all'aria aperta mi è sembrata la più bella di tutte. Mi +fermai con piacere ad osservare le belle donne che s'inginocchiavano con +una mossa graziosa collo sguardo rivolto verso quel santuario da cui si +congedavano portando nel cuore qualche consolazione. + +Lasciamo noi pure Genazzano e rechiamoci a Paliano e ad Anagni. + + * * * + +Paliano, città di 3700 abitanti, è situato a circa sei miglia di +distanza da Genazzano, su una collina rocciosa, ombreggiata da boschi e +coltivata a vigne, isolata in mezzo alla campagna. Vi si arriva per una +buona strada, attraverso a campi di granturco; alla sua sinistra si leva +la gran piramide del monte Serrone, che imprime a tutta la contrada un +carattere di grandiosità e di maestà. + +Più comodo e più bello è il sentiero, praticabile anche a cavallo, che +conduce in cima alla collina rocciosa. Lassù sorge la piccola e solida +fortezza bianca, che fu una posizione importante un tempo, disputata +spesso nelle guerre della Campagna romana e nelle lotte che i Colonna +sostennero con i Papi. Alta e scoscesa non è difficile difenderla anche +contro l'artiglieria. Ora è ridotta a prigione e contiene duecento +galeotti, custoditi da una compagnia di cacciatori pontifici. La città +si stende sotto al castello e lo circonda. Le strade e le piazze sono +strette, le case nere e di miserabile aspetto, eccettuato qualche +edificio che ha pretesa di palazzo; non vi ha altro movimento che quello +dei contadini che si recano ai campi e ne ritornano. + +Mi occuperò ora del palazzo dei Colonna, un ramo dei quali assunse il +nome di Paliano e ne diventò poi il principale. E' un bell'edificio di +tufo grigio, di forma quadrangolare, formato da due soli piani, ma +vastissimo e collocato all'ingresso della città, sul fianco della +collina, da dove si gode una vista stupenda. Lo stile, elegante, +appartiene al principio del XVII secolo, ciò che dimostra che dovette +essere restaurato in quel tempo. + +Quando si conosce la storia degli illustri personaggi della famiglia +Colonna, e si sa l'influenza da loro esercitata sulle vicende di Roma e +d'Italia, non si può fare a meno di visitare con vivo interesse Paliano. +Prima di entrarvi ricordiamo brevemente la storia dei più illustri tra +i Colonna. + +Non è molto che lo scrittore romano Antonio Coppi, ben noto come +continuatore degli _Annali_ del Muratori, ha pubblicate le sue _Memorie +Colonnesi_ (Roma, 1855), opera seria, piena di notizie importanti per la +conoscenza della famiglia Colonna e di Roma nel medio evo. Quest'opera +fornisce eccellente materiale agli studiosi, tolto dall'archivio dei +Colonna. D. Vincenzo Colonna[1] pose a disposizione del Coppi questo +archivio, come già lo aveva messo a disposizione di un altro storico +della sua famiglia, il conte Litta di Milano. Fra i molti archivi delle +famiglie nobili, che in Italia abbondano, quello dei Colonna occupa per +importanza storica uno dei primi posti. Irrequieta, bellicosa ed +ambiziosa, questa famiglia, sorta sui primordi del medio evo, riassume +in sè la storia di Roma e dell'agro romano. Divenuta ricca con +l'ingrandimento dei suoi dominî, non potè però mai, come altre famiglie +anche meno antiche, soprattutto nell'Italia settentrionale, erigere un +principato indipendente, perchè i suoi possessi erano nello stato del +Papa; da ciò guerre interminabili con la Santa Sede ed una tendenza a +parteggiare per gl'imperatori. La casa Colonna brillò assai più in +guerra che nella pace, sebbene abbia dato alla Chiesa un papa, Martino +V, che pose fine allo scisma, e molti cardinali. Poco coltivò le scienze +e le lettere; in queste, più dei Colonna, brillarono alcuni papi +stranieri e le loro famiglie, che è inutile qui ricordare. Appena, nella +loro lunga storia, si trovano alcuni nomi che si riattacchino alle +scienze, alle lettere ed alle arti: ricorderemo solo i rapporti del +Petrarca col vecchio Stefano Colonna e coi suoi colti e valorosi figli, +ed il nome dell'illustre poetessa Vittoria Colonna, contemporanea di +quelle due bellissime donne, Giulia Gonzaga e Giovanna d'Aragona, che +entrarono per matrimonio nella sua famiglia. + +L'origine di questa famiglia è incerta: Sembra però che essa discenda da +quei conti di Tuscolo, che erano potenti in Roma nel X secolo. Secondo +questa ipotesi, il capostipite dei Colonna sarebbe il margravio +Alberico, marito della famosa Marozia, morto nel 924, cinque discendenti +del quale, quasi l'un dopo l'altro, occuparono il seggio di S. Pietro. +Tuttavia il nome dei Colonna non appare la prima volta che ai primi del +secolo XII, con Pietro Colonna, di cui ho parlato. In questo primo +periodo noi li vediamo nominare già come signori di Zagarolo e di Monte +Porzio. Siano o no i Colonna discesi veramente dall'antica casata dei +conti di Tuscolo, scomparsi quando questa città fu distrutta dai Romani +(1191), quello che è certo si è che essi vennero da quei monti e che a +poco a poco estesero i loro dominî nella campagna romana, da Monte +Fortino,[2] cioè dai monti Volsci, sino ai monti Equi ed Ernici e sino +alla Sabina. Palestrina fu la loro sede principale, e tutti i paesi +circostanti passarono sotto la loro giurisdizione. + +Nel secolo XIII cominciò la loro potenza e la loro grande influenza in +Roma, dove già da molto tempo possedevano un palazzo presso la chiesa +dei _Santi Apostoli_, nella regione di _Via Lata_. Cardinali di questa +famiglia ebbero parti importanti in questo secolo, e la storia degli +Hohenstaufen ricorda spesso i Colonna come ardenti ghibellini in Roma. +Chi ignora la parte da essi avuta nella caduta di Bonifacio VIII? + +Nel XIV secolo, durante l'esilio dei papi ad Avignone, lottarono senza +tregua per la signoria su Roma coi potenti Orsini, che d'allora in poi, +furono loro costanti nemici ed amici dei papi. Rifulse in questo +periodo, quale capo della casa, il vecchio Stefano Colonna. A lui +Petrarca indirizzò sonetti ed epistole. + +Fu in questo secolo che si separarono i due rami di Palestrina e di +Paliano. + +Nel secolo XV crebbe ancora la potenza della casa, prima per i grandi +favori di Ladislao re di Napoli e di Giovanna II, e poi per l'elezione a +papa di Ottone Colonna, sotto il nome di Martino V. I Colonna ottennero +dunque molti feudi nel reame di Napoli, principalmente il ducato dei +Marsi (da cui presero il titolo di: _Marsorum dux_), la contea di Celano +e quarantaquattro villaggi e castelli. + +Ai tempi di Sisto IV vennero in guerra con la Santa Sede; Girolamo +Riario, nipote del papa, assediò Paliano, ma l'assedio fu tolto in +seguito alla morte improvvisa del pontefice. Del pari guerreggiarono con +Alessandro VI, e durante quegli anni la campagna romana fu quasi sempre +desolata dalle armi. Fu il ramo di Paliano che in questo periodo diede +gli uomini più illustri della famiglia. Ricorderò solo Fabrizio, primo +connestabile della casa, e i suoi due figli, Ascanio (1522-1553), marito +di Giovanna d'Aragona, e Vittoria, moglie del marchese di Pescara, +Ferdinando d'Avalos. Marcantonio, figlio di Ascanio, rinomato come uno +dei vincitori della battaglia di Lepanto. Nessuno poi ignora quale parte +ebbe prima di ciò Pompeo Colonna nelle disgrazie di Clemente VII e nel +sacco di Roma. + +Verso la metà del secolo XVI i Colonna furon minacciati da un grave +disastro: venuti in dissidio con Paolo IV, furon da questo papa, di +natura irritabile, spodestati di tutti i loro dominî, come già lo erano +stati da Bonifacio VIII. Il pontefice eresse Paliano in ducato e lo donò +a suo nipote Giovanni Caraffa. Marcantonio, capo della casa Colonna, si +difese e, con l'aiuto del duca d'Alba, percorse la campagna romana per +riconquistare i suoi possessi: da ciò ebbe origine la famosa guerra fra +Paolo IV ed il re di Spagna, conosciuta sotto il nome di «Guerra della +Campagna». Essa terminò nel 1557 con la pace di Cave (presso Genazzano), +negoziata fra il duca d'Alba e il cardinale Carlo Caraffa. Solo dopo la +morte di Paolo IV però, Marcantonio potè rientrare nel possesso de' suoi +beni; tutti coloro che se ne erano impossessati fecero un'orribile fine. +Giovanni, duca di Paliano, fu decapitato a Roma nella Torre di Nona, e +il cardinale Caraffa fu strangolato in Castel Sant'Angelo. + +Marcantonio può ritenersi come l'ultimo dei Colonna potenti: egli morì +a Paliano nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono; i baroni cessarono +di guerreggiare col papato ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi +a poco a poco, per le vendite a cui furono costretti dai debiti. La +gloria di Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva Don Vincenzo +Colonna, che Marcantonio contribuì a questa guerra con un milione, e che +d'allora in poi la famiglia non si era mai più rialzata. Fin dal 1622 +vendettero gli antichi possedimenti di Colonna e di Zagarolo, e nel 1630 +dovettero vendere Palestrina, ora in possesso dei Barberini. La famiglia +venne man mano declinando e per sempre: il ramo di Paliano esiste +ancora; il suo capo attualmente è Giovanni Andrea, marito d'Isabella +Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da Roma a Napoli, residenza +abituale dei Colonna. La maggior parte dei loro feudi è pure nel regno +di Napoli, avendo Filippo III Colonna (morto nel 1818) posseduto colà +sessantadue feudi, ventisette negli Stati della Chiesa ed otto in +Sicilia, con 149,403 vassalli. I feudi nello Stato pontificio erano: +Anticoli, Arnara, Castro, Cave, Ceccano, Collepardo, Falvaterra, +Genazzano, Giuliano, Marino, Morolo, Paliano, Patrica, Piglio, Pofi, +Ripi, Rocca di Papa, San Lorenzo, Santo Stefano, Sgurgola, Serrone, +Sonnino, Supino, Trivigliano, Vallecorsa e Vico. + +I feudi erano maggioraschi e per la maggior parte vincolati a +fidecommesso, secondo le leggi locali. Ma la rivoluzione francese venne +a mutare i sistemi: nel reame di Napoli la legislazione feudale fu +abolita nel 1806, in Sicilia nel 1812, e negli Stati della Chiesa la +maggior parte dei baroni vi rinunziò nel 1816, seguendo l'esempio del +principe Colonna. A Napoli i fidecommessi vennero aboliti in parte nel +1807 e totalmente nel 1809; in Sicilia invece erano ancora in vigore +alla morte di Filippo III (ma disparvero qualche settimana più tardi, il +2 agosto 1818); nello Stato Pontificio sono tuttora in vigore. La +successione di Filippo fu perciò regolata da leggi diverse e l'asse +ereditario è stato diviso in più parti. + +Filippo, discendente diretto di Marcantonio, lasciò solo tre figlie: +Maria (maritata a Giulio Lante della Rovere), Margherita (maritata a +Giulio Cesare Rospigliosi) e Vittoria (maritata a Francesco Barberini); +la nobile stirpe fu continuata da suo fratello Fabrizio. + +Queste sono le notizie che ho creduto utile dare al lettore, prima +d'introdurlo nel castello di Paliano. Ma questo castello, che brillava +una volta per il suo lusso e la sua magnificenza, non è più oggi, come +tanti e tanti altri palazzi baronali italiani, che un luogo deserto e +silenzioso, dove un custode brontolone vi fa da guida, additando le nude +pareti e lamentandosi che siano scomparse le belle collezioni d'armi +della famiglia, trofei di tante battaglie, e che i quadri preziosi siano +stati venduti o portati altrove. + +Però mi piace visitare questi antichi castelli nobiliari, in cui gli +alberi genealogici, anneriti dalla polvere e dal fumo, pendono ancora +dalle pareti, quasi piante disseccate, ed in cui le tappezzerie +ciondolano dai muri non meno lacere dei diplomi feudali, che il vassallo +ha finalmente fatto a pezzi. Quasi spettri, vi si vedono i ritratti di +una lunga serie di antenati, anneriti dal tempo nelle loro massicce +cornici dorate: essi evocano il ricordo di tutto un lontano passato +scomparso. Vi sono ritratti di guerrieri, di cardinali, di belle +gentildonne, di cui i colli alla Maria Stuarda ci fanno conoscere il +secolo in cui vissero. Veramente ne trovai pochi a Paliano, appena una +trentina di ritratti, intorno ai quali il guardiano non seppe darmi +alcuna informazione. La sua testa era ancora più vuota, più disordinata +del palazzo dei suoi padroni, e tutti i ricordi del passato erano +completamente sfumati nella coscienza di questo essere moderno. Quanto +avrei dato per sapere il nome di quella bella donna pallida, dagli occhi +nerissimi, vestita di un abito di velluto rosso! Eppure non domandavo +che un nome! Era forse Felice Orsini, o Lucrezia Tomacelli, o Diana +Paleotti? Oppure era quella stessa infelice duchessa di Paliano, di cui +la tragica fine fu uno dei più strani romanzi del suo tempo? Essa però +non fu uccisa in questo palazzo, ma in un altro castello di suo marito. + +Nella piccola galleria non manca neppure il ritratto di un astrologo, +che ci siamo abituati a considerare quale _spiritus familiaris_ di ogni +nobile castello antico; un vecchio dalla barba lunga e bianca, con +un'ampia veste di velluto. Il suo abbigliamento è in armonia con i +mobili massicci e severi di quei palazzi medioevali, dove i nostri abiti +alla francese ed i nostri candidi guanti sembrano eccessivamente +ridicoli. L'astrologo di Paliano era, secondo l'iscrizione, _Nicolaus +Colinus de Paliano, astrologus insignis_. + +Nelle altre sale, alle pareti sono appesi panorami e piante di molte +città, quali Madrid, Parigi, Venezia, Firenze e Genova. + +Le sale sono di mezzana ampiezza e sembrano stanze di una casa di +campagna, se si paragonano alla principesca sala di ricevimento che si +ammira nel palazzo Colonna a Roma. + +Presso il castello sorge la chiesa di S. Andrea, cappella gentilizia e +tomba dei Colonna del ramo di Paliano, un elegante edificio di modeste +proporzioni. Filippo I (1578-1639) vi raccolse le ceneri de' suoi +antenati, sparse in luoghi diversi, e vi fece costruire per sè e la sua +famiglia la cripta sotterranea. Scesi a visitarla e rimasi stupito di +trovarla priva di ogni ornamento; le pareti della sala, di forma +circolare, abbastanza ampia, sono intonacate di bianco e perfettamente +nude; non v'è nè un sarcofago, nè un monumento in marmo, e non vi si +vedono intorno che delle iscrizioni, i cui caratteri uniformi +appartengono al secolo XVII. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio e +della moglie Felice Orsini, di Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi +genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro, suoi avi. Non so se la +più bella donna d'Italia, Giulia Gonzaga, moglie di Vespasiano Colonna, +si trovi sepolta a Paliano, nè sono riuscito a sapere se vi sia la tomba +della famosa Vittoria. Nel suo testamento ordinò di esser tumulata nel +monastero dove sarebbe venuta a morire; ella fece anche un legato per le +monache di S. Anna dei Falegnami, che l'avevano assistita durante la sua +ultima malattia, e lo stesso testamento fu dettato al letto della +morente il 15 febbraio 1547, nell'antico palazzo de' Cesarini, presso +l'Argentina. E' quindi molto probabile che ella sia stata sepolta nel +vicino monastero di S. Anna.[3] + +Da Paliano non v'è strada carrozzabile che porti ad Anagni, distante sei +miglia, giacchè infatti questo paese non ha che una sola porta, che si +apre davanti a Genazzano, e chi arriva dal lato opposto, è costretto a +fare il giro delle antiche mura. Un sentiero tortuoso, praticabile a +cavallo, ma spesso ripido e scosceso per essere scavato nella roccia +calcare, che lo rende molto sdrucciolevole, conduce ad Anagni attraverso +la campagna deserta. + +Ho fatto questa strada a cavallo, insieme con un contadino della +campagna romana, che avevo preso per guida, in una splendida giornata di +settembre, che rimarrà sempre fra le più belle delle peregrinazioni da +me fatte per la _Saturnia tellus_, tanto la vista di quelle contrade +selvagge e di quei monti maestosi era superba. La collina di Paliano +scende dolcemente verso il fiume, mentre dalle altre parti cade a picco; +essa è interamente coltivata a viti; sulla cresta, che noi seguivamo, +crescono folti cespugli di lentisco, fragole e mirto, ciò che mi ha +sorpreso, perchè il mirto preferisce di solito le coste e l'aria marina. +Sulla collina miseri coloni abitano in capanne di paglia a forma di +cono, come se ne vedono per tutta la campagna romana. + +Passando per questa rustica colonia la strada giunge ad un monastero, +che sorge solitario fra verdi boschi di elci, castagni ed olmi: si +chiama S. Maria di Paliano. Quindi bisogna attraversare per l'unico ed +angusto sentiero la foresta che circonda tutta la collina. La discesa è +così ripida, che difficilmente si riesce a farla a cavallo. Giunti in +fondo, si trova una pittoresca e selvaggia pianura, che si stende fra la +collina di Paliano e quella di Anagni. Qua e là si vedono disperse delle +solitarie fattorie di pietra scura o qualche mulino presso un torrente +che taglia il sentiero. Il paesaggio è animato da mandre di vacche e di +pecore, ed il pifferaro che scende a Roma nella notte di Natale, appare +qui nel suo stato naturale, e si odono gli strani accenti della +cornamusa che il pastore suona, seguendo passo, passo il suo gregge, che +si muove qua e là in cerca di erba, che la terra fertile abbondantemente +gli offre. + +Verso la fine di settembre i greggi di pecore discendono dai monti +circostanti e si spandono, per passarvi l'inverno, nella pianura, +arrivando fin presso le mura di Roma. Nel mio ritorno ne ho incontrato +appunto uno che si dirigeva verso Roma: era così numeroso che ingombrava +alla lettera tutta la strada, ed era diretto e sorvegliato da grossi +cani dal pelo lungo, e da pastori a piedi ed a cavallo. Calcolai che +fossero circa 3000 pecore, ma un pastore mi disse che erano quasi 5000 +capi di bestiame che venivano dalla Serra e si recavano a Roma. I belati +delle pecore e degli agnelli empivano l'aria dei mansueti lamenti che +risuonano nella campagna di Roma in ottobre ed in novembre, sì che par +di vivere in mezzo ad un grandioso idillio classico. + +Intanto ci avviciniamo ad Anagni e ci troviamo ai piedi della collina, +su cui sorge superba l'antichissima metropoli degli Ernici. Dinanzi a +noi si apre una porta alta e maestosa, che reca in cima lo stemma della +città: un leone sul cui dorso un'aquila affonda gli artigli. + +Anagni mi ha sorpreso: abituato alle strade strette dei villaggi della +campagna romana, ed alle loro case meschine, ho trovato qui delle lunghe +file di fabbricati di bell'aspetto e dei palazzi che fanno pompa dello +stile sfarzoso del XVII secolo e che danno al paese l'impronta di una +certa agiatezza. Questo aspetto moderno mi sorprese ed io non riuscii a +spiegarmelo che dopo aver studiato la storia della città. + +Sono arrivato sulla piazza di Anagni, che ha la forma di un piccolo +rettangolo, di cui i due lati più corti son formati da palazzi; delle +case di semplice aspetto chiudono il terzo lato, un parapetto di pietre +cinge il quarto che sorge sulla cresta della collina, di là si scorge la +pianura del Sacco, attraverso la quale si svolge tortuosamente la via +Latina che parte da Valmontone. Essa non tocca Anagni, ma gira intorno +alla sua collina e passando per Ferentino e Frosinone, giunge alle +sponde del Liri, di là da Ceprano. Il panorama che da questa piazza si +gode, è così stupendo che impressiona anche chi abbia visitato +minutamente tutta l'Italia, dalle Alpi sino al mare Jonio e al mare +Africano. Si scorge la catena dei monti Volsci, i cui pendii illuminati +dal sole si vedono così distintamente da poter contare le finestre dei +villaggi che vi sono sparsi; ovunque si scorgono le città dei Volsci, +che sono schierate lungo i monti: Montefortino, la gloriosa Segni, +Gavignano, Rocca Gorga, Sgurgola; più in là, Morolo, Supino, Patrica, +dietro la quale a forma di piramide si leva azzurro e maestoso il monte +Cacume; e più lontano ancora le cime seguono le cime, poi altri paesi: +qua Ferentino, dietro ad una collina Frosinone di cui si vede anche il +castello, Arnara, Pofi, Ceccano, e qualche altro ancora che l'occhio +abbraccia in un solo sguardo. Verso Roma si stende l'ampia pianura, +coronata dai monti di Palestrina, visibile anch'essa a questa distanza. +Si vedono anche i monti Laziali, di modo che da questo punto senza +sforzo alcuno l'occhio abbraccia la maggior parte del Lazio. + +Ben diverso invece è il paesaggio, se si guarda dal lato opposto della +piazza, e soltanto allora si comprende la posizione di Anagni. La +collina, sul margine estremo della quale è costruita la città, appare +unita alla Serra, e si stacca da questa con una curva a forma di falce. +La roccia è scura, ripida e brulla, e dal paese si sale in una regione +selvaggia, dove è il villaggio di Monte Acuto, un erto e nero castello, +che prende nome dalla vicina altura. + +Nell'osservare questa posizione non ci si stupisce più che Anagni sia +stata nel medio evo preferita da tanti papi come luogo di rifugio e di +villeggiatura, essendo una cittadina nell'aperta campagna, posta su di +un'altura che ne rende l'aria salubre, mentre le sue rocce e le alte +mura la fanno un forte baluardo. + +Del resto la città deve la sua importanza storica soltanto al medio evo. +Sebbene sia stata capoluogo degli Ernici, forte tribù del Lazio, essa +non ha avuto alcuna importanza al tempo dei Romani, e, dopo essere stata +da questi soggiogata, rimase sempre una piccola città sottomessa. Anche +oggi qualche rovina ci ricorda il dominio romano; qua e là si vedono +avanzi di mura ed a nord della città una fila di archi giganteschi che +si appoggiano sull'erta scoscesa della collina. Questo caratteristico +monumento dei tempi romani offre una vista imponente. Non esistono più +tracce dell'antica rocca, la quale molto probabilmente occupava il punto +dove oggi sorge il duomo. Neppure esistono in Anagni mura ciclopiche, +come se ne vedono a Ferentino ed a Segni. + +Solo verso la fine del XIII secolo Anagni acquistò importanza, avendo +avuto la rara fortuna di vedere in un secolo quattro de' suoi cittadini +ascendere al seggio pontificio. Il primo fu Innocenzo III, Conti +(1198-1216), il secondo Gregorio IX, Conti (1227-1241), poi Alessandro +IV, Conti (1259-1261), ed infine Bonifacio VIII, Gaetani (1294-1303). + +Anche prima però la città era preferita da papi; sin da quando Roma si +era ordinata a governo repubblicano, parecchi pontefici si rifugiarono +dentro le mura di Anagni. Quivi morì nel 1159 Adriano IV, Breakspeare, +l'unico inglese che abbia portato la tiara, sottraendosi alle pressioni +del senato romano per il ristabilimento della repubblica: ivi pure si +rifugiarono l'illustre suo successore Alessandro III ed il successore di +questi, non meno famoso, Lucio III. + +La città ritrasse molto vantaggio dall'aver dato, in sì breve +intervallo, quattro papi alla Chiesa; si arricchì, così, di monumenti e +di palazzi in stile gotico-romano, stile che prevalse fino al XV secolo +in molte parti d'Italia. Anche a Genazzano abbiamo trovato siffatte +costruzioni gotiche; poche ne rimangono in Anagni, se si eccettua la +cattedrale, lo stupendo palazzo municipale e la casa Gigli. + +Il palazzo municipale ha un imponente porticato, che sorregge un solo +piano. La strada passa sotto a quei portici come attraverso ad una +porta. Sulla facciata si vedono, scolpiti nella pietra, stemmi del medio +evo; in mezzo ad essi vi è il busto di un capitano della città, della +casa della Rovere, appartenente al XV secolo. Nella facciata posteriore +del palazzo sono notevoli gli ornati architettonici del cornicione e le +sue finestre, adorne di colonnette di stile moresco, simili a quelle che +si vedono a Rovello, sopra Amalfi. + +Il palazzo municipale si è salvato dalla rovina medioevale, ed è qui, +con la casa Gigli, il principale monumento del passato. La casa Gigli, +un piccolo fabbricato che appartiene certamente al secolo XIV, mi ha +ricordato le case di Palermo: essa è quadrata, con un tetto piatto ed un +portico. Questo consiste in due arcate rotonde sostenute, al punto in +cui si riuniscono, da una sola colonna; sotto di esso si trova una scala +esterna di pietra, che porta nell'interno; questa architettura è +ripetuta nell'unica finestra, del pari ad arco tondo, con una colonnetta +nel mezzo. Sugli archi corre una piccola cornice ondulata, semplice ed +armoniosa; sopra il tetto sono vasi di fiori che danno all'edificio un +carattere grazioso e tutto meridionale. + +Dopo aver visitato questa casa, mi son seduto sopra un banco di pietra +che stava lì di fronte e mi sono accinto a farne uno schizzo nel mio +album: sono stato subito circondato da molti cittadini, e nel vederli +soddisfatti di ciò che stavo facendo, ho compreso che quel monumento del +passato ispirava loro un sentimento di orgoglio patriottico. Si son +lagnati però meco amaramente di quei quattro papi, loro compatriotti, +che sì poco avevano fatto per la loro città natale, non provvedendola +neppure di un acquedotto. E' questo veramente per gli abitanti di Anagni +un grave danno: essi non hanno altr'acqua da bere che quella delle +cisterne, che mi è parsa molto cattiva; e d'altra parte non sarebbe +possibile costruire un acquedotto senza enormi spese, perchè +bisognerebbe portarvi l'acqua da monte Acuto, facendole attraversare una +larga valle. «E' vero, dicevano quelli, sarebbe occorsa una grave spesa; +ma pensate che sono stati quattro i papi, e se avessero dato _qualche +cosa per uomo_ l'opera sarebbe stata compiuta». + +Il duomo di Anagni è costruito sul punto più alto della collina, presso +la porta di Ferentino, in mezzo a molti altri edifici, in modo che la +sua facciata ed il suo campanile isolato non producono quasi nessun +effetto. Questa chiesa è una delle più antiche del Lazio, più antica +anche della maggior parte delle cattedrali degli Stati della Chiesa, +rimontando ai tempi della prima crociata. La fece edificare nel 1074 +Pietro, vescovo della città, della stirpe dei principi longobardi di +Salerno, il quale prese parte alla prima crociata come compagno d'armi +di Boemondo, principe di Taranto. Sulla porta principale del duomo si +legge, scolpita nella pietra, la seguente iscrizione: + + QUISQUIS AD HOC TEMPLUM TENDIS VENERABILE GRESSUM + MOX CONDITOREM CUNCTORUM NOSCE BONORUM + CONDIDIT HOC PETRUS MAGNO CONAMINE PRAESUL + QUEM GENUIT TELLUS NOBIS DEDIT ALTA SALERNUS + SIC MISERERE SIBI SUPERI PATRIS UNICE FILI. + +La forma dei caratteri di questa iscrizione appare moderna: è forse del +secolo XVI, ma lo spirito e l'espressione appartengono certo al tempo in +cui la cattedrale fu innalzata. + +Quantunque più volte restaurata dai vescovi della città, la cattedrale +ha conservato il suo carattere primitivo, gotico-romano. La facciata è +di architettura rozza: termina con un frontone pesante, a forma di +triangolo, di cui l'angolo superiore è ottuso e la base è formata da una +semplice cornice. Nel centro si apre una finestra circolare, senza +ornamenti, ed al disotto di questa un'altra finestra grande e quadrata, +aperta molto probabilmente in un'epoca posteriore. La porta, ve n'è una +sola, ha una cornice d'un gusto mediocre, formata di strisce di pietra +ornate di teste di leoni e di tori, rozzo lavoro del medio evo. + +Da un sol lato della porta, senza simmetria e senza ragione alcuna di +essere, sorgono due pilastri con capitelli, incastrati nel muro. Ai +disopra v'è un arco di pietra adorno di semplici arabeschi. + +Tutto l'edificio è costruito col tufo calcareo bruno, fornito dalle +montagne vicine. Si vede facilmente che la facciata ha conservato nelle +linee generali la sua forma primitiva, ma che è stata in seguito +restaurata alla men peggio, per necessità. + +All'interno il duomo è vasto e bello, non a forma di basilica, bensì +costruito in quello stile semigotico, di cui in Roma porge esempio la +chiesa di S. Maria sopra Minerva. Ha tre grandi navate ed un coro a +volta alto, in forma di croce; il pavimento, in mosaico, fu eseguito nel +1226, dal celebre Cosma, romano, a spese del vescovo Alberto e del +canonico Rinaldo Conti, che salì più tardi sul seggio papale col nome di +Alessandro IV. + +Dal coro si discende nella cripta sotterranea, veramente bella e degna +di una descrizione minuta. Consiste in una volta non molto alta, +sorretta da colonne; tanto la volta che il pavimento sono decorati di +mosaici colorati, mentre le pareti sono interamente ricoperte di antichi +affreschi, disgraziatamente molto sciupati ed in certi punti addirittura +irriconoscibili. Si nota subito che essi appartengono ad epoche diverse, +perchè, mentre alcuni dei soggetti biblici che vi sono rappresentati +sono di un rozzo stile bizantino, altri presentano i caratteri di +un'arte più avanzata, e vi sono pure alcune belle e graziose figure, +particolarmente quelle dell'adorazione della Croce, che sembrano +dell'epoca di Cimabue. + +In questa cripta è la tomba di S. Magno, patrono della cattedrale, ed +un'antica iscrizione ci fa sapere che nel 1231 lo stesso maestro Cosma +fu incaricato di rinnovare la tomba del martire. Così questa famiglia di +artisti, che ha arricchito Roma di tante opere preziose, recava pure il +suo artistico tributo nei paesi della campagna romana. + +Anche nella cappella del coro, nella navata posteriore, esiste un +monumento eseguito dai Cosmati, un antico tabernacolo gotico, poggiato +sopra un sarcofago di marmo, la cui forma ricorda a prima vista la tomba +del vescovo Consalvo, eretta nel 1298 da Giovanni, figlio di Cosma, in +S. Maria Maggiore di Roma. Non v'è dubbio che anche questo tabernacolo +sia opera sua, ed anteriore solo di quattro anni, perchè l'iscrizione +dice: + + IN ISTO TUMULO REQUIESCUNT OSSA D. PETRI EPISCOPI + QUI NUTRIVIT D. BONIFACIUM PAP. VIII. ITEM SUBTUS + OSSA D. GOFFREDI CAJETANI COMITIS CASERTANI. + ITEM OSSA D. JACOBI CAJETANI HIC RECONDITA KAL. AUGUSTI + ANNO D. MCCXCIIII. + +Sul sarcofago semplicissimo, che racchiude le ossa di questi membri +della famiglia Gaetani, si scorgono le loro armi, ma senza l'aquila, +componendosi lo stemma dei Gaetani ordinariamente di uno scudo diviso in +due campi, in uno dei quali sono due strisce serpeggianti, nell'altro +un'aquila. + +Nella stessa cappella del coro v'è anche un'altra antichità degna di +nota, cioè una antica e bella imagine della Madonna, sotto la quale sta +la seguente iscrizione: + + HOC OPUS FIERI FECIT DON RAYNALD. PRESBYTER + ET CLERICUS ISTIUS ECCLESIAE. + ANNO DNI M.CCCXXII. MENSE MADII + +Fu dunque un dono fatto dal Conti, quegli che poi fu Alessandro IV. + +Pochi altri ricordi di quei papi di Anagni rimangono in questa +cattedrale. Primi fra questi gli abiti pontificali d'Innocenzo III e di +Bonifacio VIII, conservati in un armadio della sagrestia. La pianeta +d'Innocenzo è d'una stoffa turchina, con ricchi e pesanti ricami d'oro, +e vi sono tessute figure che rappresentano soggetti del Nuovo +Testamento, eseguite con una tale perfezione che si direbbero copie di +quadri di Giotto o di frate Angelico da Fiesole, anzichè ad un'epoca +anteriore. Assai più rozzo come lavoro è il pesante piviale di +Bonifacio, ricamato ad aquile e leoni. + +Oltre a questi tesori, il sagrestano mi ha fatto vedere delle antiche +mitre vescovili e dei bastoni pastorali che per le loro bizzarre ed +insolite forme meritano l'attenzione degli antiquari. + +Invano ho cercato busti o ritratti di quei papi: non ve ne sono. +Soltanto nel muro esterno della chiesa, in una nicchia o tabernacolo, +posta sotto il cornicione, è seduta sul trono la marmorea figura di un +papa. Mi fu detto che quell'informe statua, che pare un idolo, +rappresenta Bonifacio VIII. + +In tempi posteriori furon collocati nel coro del duomo i busti dei +quattro papi, dipinti su tela a forma di grandi medaglioni, che ora si +trovano appesi, ondeggianti all'aria, nelle due gallerie del coro +stesso; è questa un'idea bizzarra che deve risalire al secolo XVII, e +forse anche al XVIII. + +Prima di lasciare la cattedrale per recarci al palazzo di Bonifacio +VIII, voglio ricordare alcune scene di cui essa fu teatro, scene molto +interessanti per noi tedeschi, poichè esse si collegano alla storia +della Germania, giacchè il duomo di Anagni ha avuto grandi rapporti con +la casa degli Hohenstaufen. Fu davanti al suo altare che Alessandro III, +nel giovedì santo del 1160, maledì il grande imperatore Barbarossa; fu +lì che Innocenzo III lesse la bolla che scomunicava Federigo II; e fu lì +finalmente che Alessandro IV lanciò l'anatema contro il giovane eroe +Manfredi. Scene barbare e selvagge del medio evo, scomparse da gran +tempo, al pari dello splendore del nostro grande impero e del prestigio +del papato stesso. + +L'ultimo papa di Anagni fu Bonifacio VIII, della famiglia Gaetani. Chi +ignora la sua prigionia nello stesso suo palazzo, e la tragica fine che +seguì immediatamente la sua liberazione? + +Nel 1294 la sorte aveva strappato l'eremita Pietro da Morone dalla sua +profonda solitudine del monte Majella, per innalzarlo al seggio papale. +L'eremita, debole ed inetto, aveva preso dimora a Napoli, divenendo lo +strumento cieco di re Carlo. Intanto l'ambizioso e risoluto cardinale +Benedetto Gaetani di Anagni, aspirava alla tiara pontificia. Pietro, o +meglio Celestino V, decise di abdicare, e così fece, cinque mesi appena +dopo la sua elezione, fuggendo quindi subito nella sua solitudine. Ma +non appena il Gaetani fu eletto papa col nome di Bonifacio VIII, fece +arrestare il fuggiasco, lo portò nel suo palazzo di Anagni e da questo +poi lo relegò nel vicino castello di Fumone, dove l'infelice eremita +finì i suoi giorni. + +Bonifacio non aveva dimenticato che i due cardinali della casa Colonna, +Jacopo e Pietro, avevano osteggiato la sua elezione, e giurò di umiliare +questa potente famiglia. Nel 1297 la ruppe con essa per motivi o +pretesti che non importa qui riferire. Ne seguì una crociata del papa +contro i Colonna; essi fuggirono dinanzi al suo sdegno; i due cardinali, +privati della porpora, si ritirarono a Rieti e Sciarra Colonna, allora +capo della famiglia, si recò in Francia, dove Filippo il Bello lo +accolse con piacere, poichè egli era in guerra con Bonifacio VIII, che +lo aveva scomunicato e dichiarato decaduto dal trono. Egli decise con +Sciarra di sorprendere Bonifacio in Anagni, dove si trovava nell'estate +del 1303, e di farlo prigioniero; a questo scopo Sciarra si unì a +Guglielmo di Nogaret, che godeva la fiducia del sovrano. Furono radunati +segretamente trecento cavalieri e maggior numero di fanti, e dopo che +Nogaret si fu accampato a Ferentino, con alcune truppe pronte ad ogni +evento, Sciarra, nella notte del 7 settembre, uscì dal vicino borgo di +Sgurgola. I ghibellini di Anagni, che erano del complotto, gli aprirono +le porte; egli assalì il palazzo Gaetani e penetrò nelle stanze del +papa. Bonifacio oppose alle violenze sofferte un'eroica dignità. Rimase +per tre giorni prigioniero di Sciarra e di Nogaret che lo minacciarono +di morte, intimandogli di scendere dal trono papale come egli aveva +costretto a scenderne l'infelice Celestino. Intanto il cardinale Luca +Fiesco incitava gli abitanti di Anagni a liberare il papa, loro +concittadino, dalle mani di quella turba furibonda. Il popolo diè di +piglio alle armi e cacciò gl'invasori dal palazzo. Poi ricondusse a Roma +il papa liberato, che vi morì l'11 ottobre per l'ingiuria patita e per +la rabbia. + +I cardinali suoi concittadini, membri della Curia, avevano tradito +Bonifacio. Quando poi fu eletto a suo successore Benedetto XI, questi +lanciò una bolla contro coloro che avevano perseguitato Bonifacio, ed +ebbe ad esclamare: «La stessa sua patria non lo protesse; il suo palazzo +non gli servì di asilo; la più alta dignità della Chiesa è stata +insultata; la Chiesa ed il suo Sposo sono stati avvinti dalle catene. +Quale luogo potrà d'ora innanzi offrire sicurezza? Quale asilo resta +ancora inviolabile, se lo stesso papa di Roma è stato offeso nel suo? +Delitto abbominevole, sacrilegio inaudito! Guai a te, Anagni, che hai +lasciato compiere un tale misfatto fra le tue mura! Non cada più sopra +te nè rugiada, nè pioggia, cada invece sugli altri monti, e l'una e +l'altra sfugga te che hai assistito alla caduta dell'eroe senza +impedirla, ed hai tollerato gli fosse fatta violenza!». + +La maledizione di Benedetto XI non pesa più oggi sopra la città di +Anagni; ma nell'anno 1616 gli abitanti superstiziosi si credevano ancora +sotto l'influsso di quelle terribili parole. Allorchè in quel tempo il +famoso viaggiatore Leandro di Bologna visitò la città, la trovò un +mucchio di macerie e lo stesso palazzo dei Gaetani in rovina; la +tremenda guerra della campagna romana, condotta dal duca d'Alba, aveva +devastato tutta la contrada, e gli abitanti di Anagni, ridotti alla +miseria, narrarono al bolognese, piangendo, che dal giorno in cui +Bonifacio era stato tradito fra le loro mura, erano stati oggetto di +continue calamità. + +Ho cercato in Anagni il luogo dove si svolse questo dramma, che pose +fine, con Bonifacio VIII, alla potenza universale del papato, fondata da +Gregorio VII: ma il palazzo Gaetani è stato distrutto da molto tempo, e +quello a cui ora gli abitanti di Anagni danno tal nome, è un edificio +moderno del marchese Traetti, che sorge sulle fondamenta di quello +stesso palazzo, sul margine della collina, non lontano dal duomo, col +quale mi fu detto che l'antico palazzo avesse comunicazione. Nel cortile +esistono ancora antiche mura della residenza di Bonifacio VIII, e dietro +l'attuale edifizio sono le rovine grandiose di un'antica loggia, di cui +rimangono ancora tre grandi archi, appoggiati alla collina. Ai piedi di +questa sorge una grande muraglia di antica costruzione, che mi si è +detto essere un avanzo delle stalle di Bonifacio VIII. + +Trovai anche qui, come altrove, che il presente ha maggior diritto alla +nostra attenzione che non il passato, perchè alla vista dello stupendo +paesaggio che si stendeva dinanzi ai miei occhi dimenticai subito la +storia di Bonifacio. Di lassù si scorge una selvaggia regione sassosa, +di aspetto severo, sulla quale sorge solitario un tempio dorico, di +costruzione moderna, che è il camposanto di Anagni. Più in là si leva +maestoso il bruno monte Acuto. Salendo per pochi passi la collina si +scorge alla distanza di sei miglia al più una rupe grigiastra e +selvaggia, sulla quale, in triste abbandono, sorge un cupo villaggio. «È +Fumone!» mi disse una donna che passava; e soggiunse con disprezzo: +«_Quando Fumone fuma la campagna trema_». Non avendo compreso questo +proverbio, gliene chiesi il senso, ma la donna non mi seppe rispondere +che questo: «Guardate, guardate come è misero! Là vi si muore sempre di +fame!».[4] Quello era dunque Fumone, dove fu rinchiuso Celestino V, +l'unico Papa che abbia abdicato, di cui tutta la storia è un romanzo, +quanto tutto il medio evo. + +Qui debbo ricordare un curioso incidente. Avevo tratto di tasca, per +osservare Fumone, un cannocchiale guarnito in metallo lucido, quando per +caso lo rivolsi su un giovanetto che stava sulla strada, a poca distanza +da me. Il ragazzo gettò un grido e fuggì in preda allo spavento. Al suo +grido accorsero uomini, donne e fanciulli, domandando cosa fosse +accaduto: questa scena mi ha ricordato quell'altra ridicola di +Genazzano, dove con un semplice libro sparsi il terrore come mago. + +Abbiamo ormai visto e parlato di tutto ciò che v'è di notevole in +Anagni, e possiamo lasciare questa città. Ogni interesse per essa cessa +con Bonifacio, se non termina con lui anche la sua storia, poichè dopo +di allora, due sole volte Anagni è ricordata, e cioè nel 1378, +allorquando, dopo l'elezione di Urbano VI, i cardinali francesi +avversari del partito romano, vi si rifugiarono per eleggervi un +antipapa dando origine al grande scisma, e nel 1556, allorquando i +soldati del duca d'Alba la distrussero durante la guerra della campagna. + +Questa rovina spiega il suo aspetto moderno. Ora è una città morta di +6000 abitanti, fieri ancora delle loro memorie, dei loro Papi e delle +loro famiglie patrizie. Fra queste se ne contano ancora dodici, le +cosiddette dodici stelle di Anagni, ed ancora esistono quelle dei +Gaetani e dei Conti, i più antichi di stirpe. Nuove famiglie si sono +aggiunte a queste, fra le quali mi è grato ricordare la gentil famiglia +degli Ambrogi. + + + + +I MONTI ERNICI + +(1858) + + + + +I monti Ernici. + +(1858). + + +Vi sono nella campagna romana alcuni luoghi speciali che per la loro +antichità, o per la bellezza dei dintorni, o per le qualità +caratteristiche delle popolazioni, o per i monumenti, invitano il +forestiero a visitarli. La regione di cui mi accingo a parlare è appunto +uno di questi luoghi, e appartiene alla Legazione di Frosinone, +stendendosi sopra il fiume Sacco, sulle pendici dell'Appennino. Le +principali città di questa regione, degli antichi Ernici, sono Anagni, +Ferentino, Alatri, Veroli e Frosinone, paesi tutti più antichi di Roma, +le cui origini risalgono ai tempi favolosi di Saturno ed a quelli dei +Ciclopi. + +Era mio proposito visitare non solo le città, ma arrampicarmi anche su +per i monti, per vedere la bella e famosa Certosa di Trisulti, e nelle +sue vicinanze la rinomata grotta di Collepardo, nonchè lo strano pozzo +nelle rocce di Santulla, a forma d'imbuto, detto «Fonte d'Italia», del +quale molti parlano ma pochi si recano a visitare. + +A cavallo, in compagnia di un bravo campagnolo, certo Francesco Romano, +che avevo preso meco come guida e come servo, lasciai Anagni prendendo +un'amenissima via. + +Scendendo la collina su cui sorge Anagni, ad una distanza di circa otto +miglia, si scorge Ferentino, che si presenta come un paese di una certa +importanza, collocato in cima all'ampia ed estesa vetta, di un colle le +cui pendici sono verdeggianti di vigneti e di giardini, mentre sulla +cima sorgono pittorescamente nere torri medioevali, chiese e conventi. +La via Latina sarebbe molto monotona sino a Ferentino se non fosse +animata dal continuo passaggio dei _Ciociari_, e qui se ne incontrano +molti, perchè la via Latina serve pel trasporto a Roma non solo dei +prodotti di queste contrade, ma anche di quelle dei confini napoletani, +e gli Arpinati, compatrioti di Cicerone e di Mario, son soliti portare +il loro bestiame al mercato della città eterna. + +Incontrai molte comitive di gente di quei paesi e file di carri pesanti +e grossolani, con due enormi ruote, detti barocci, tirati da buoi +bianchi, dalle corna lunghissime. Alcuni di questi barocci erano carichi +di sacchi di grano, altri di lana, la maggior parte però portavano +ceste di polli. I campagnoli che li conducevano facevano veramente una +splendida figura coi loro cappelli a punta, le lunghe giubbe rosse ed i +sandali di rozzo cuoio. + +Quando giunsi a Ferentino speravo nella gentilezza di una famiglia del +paese per la quale mi avevano dato una commissione. Un giovane di mia +conoscenza, impiegato nel tribunale di un paese della Sabina, dove mi +ero trattenuto a lungo, aveva la sua fidanzata a Ferentino, e siccome +questa tenera relazione si era da qualche tempo raffreddata, egli +desiderava riannodarla e non avendo potuto accompagnarmi nella mia gita, +come sarebbe stato suo desiderio, mi aveva pregato di far la parte di +Galeotto, o meglio di messaggero d'amore, cosa a cui mi ero volontieri +prestato. Mi aveva dunque consegnato una epistola elegantemente scritta +per la sua bella, raccomandandomi di non consegnarla all'amica in +presenza di suo fratello prete, ma con ogni segretezza. Appena sceso +all'albergo, mi recai alla casa indicatami: la bella e graziosa +fanciulla stava appunto alla finestra. Salii le scale e trovandomi solo +con lei nella prima stanza, senza scorgere l'ombra di un prete, le feci +prima di tutto i saluti dell'amico nella miglior forma possibile, poi +tirai fuori la lettera e gliela consegnai. La poveretta era visibilmente +imbarazzata: prese la lettera, e divenuta pallida, poi rossa, senza dire +una parola, entrò nella stanza vicina e di lì a poco riapparve +pregandomi di entrare. Appena entrato mi trovai di fronte al prete, che +stava coricato in un letto tutt'altro che pulito: egli aveva in mano la +lettera d'amore, che stava leggendo attentamente. + +Capii subito che la povera ragazza stava sotto la dispotica influenza +del fratello; che brutte scene dovevano esser accadute in quella casa e +che la giovinetta non aveva la forza morale di sottrarsi alla dura +tirannia del reverendo. Questi, che avrebbe potuto essermi molto utile +per darmi informazioni sulla storia e sulle cose più notevoli della +città, mi accolse con molta freddezza e con una certa inquietudine, ed +io lasciai poco dopo la casa, dolente di avere con la mia intromissione +confuso maggiormente le fila di quell'innocente intrigo amoroso. Per +fortuna trovai altre persone che si offrirono di servirmi di guida in +Ferentino, e così potei visitare in lungo ed in largo quest'antichissima +città del Lazio. + +Ferentino, anche oggi importante sede vescovile, si compone di un +laberinto intricato di strade, per la maggior parte strette, interrotte +qua e là da qualche piazza. La tranquillità tutta campestre, la +mancanza completa di movimento commerciale, la solitudine che regna su +quasi tutte le case, danno al paese un'impronta tutta medioevale, mentre +qua e là tronchi di colonne, avanzi di sepolcri, frammenti marmorei, +coperti d'iscrizioni romane, ricordano l'antichità classica. + +Mi posi a sedere in una piccola piazza quadrata, che dà sulla campagna +da dove si gode lo splendido panorama del paese dei Volsci, e non tardai +a provare un senso di profondo benessere. Guardavo le donne che si +affollavano intorno ad un'antica cisterna medioevale, calando giù, l'una +dopo l'altra, il loro secchio di latta legato ad una corda; lavoro assai +noioso e faticoso, ma inevitabile, perchè a Ferentino, come in quasi +tutte le città del Lazio, mancano fontane. Spesso in queste regioni il +viaggiatore dura fatica a scuotersi da quel torpore, da quella pigra +contemplazione a cui lo invitano il caldo estivo e l'alta quiete che lo +circonda. In quella strana e pur familiare solitudine si ridestano +sensazioni già altra volta provate, e ciò che giace in un lontano +passato ritorna con dolcezza alla mente come avvolto nell'ombra. + +Uno sguardo ad una iscrizione romana vicino a me bastò a richiamarmi +alla realtà ricordandomi l'intenzione che avevo di visitare le antiche +mura di Ferentino. Come molte città del Lazio essa era in origine +circondata da mura ciclopiche e sul punto più alto della collina sorgeva +la rocca ugualmente fortificata. Non fa meraviglia che sussistano ancora +notevoli avanzi di quelle opere gigantesche, frutto di una civiltà, +della quale non si hanno altri ricordi, ma che dovette essere +straordinariamente avanzata; reca piuttosto stupore che costruzioni di +tal fatta abbiano potuto essere in parte rovinate. In molti punti quegli +enormi massi sono spostati, in altri furono sostituiti con muri romani, +ed in altri infine si riconoscono costruzioni del medio evo, nel così +detto stile «_saracinesco_», in modo che con un solo sguardo si vedono +riuniti su di un piccolo tratto di muro i caratteri di tre diversi +periodi di civiltà, gli uni dagli altri tanto diversi. Meglio che in +qualunque altro luogo si può fare questa osservazione presso la porta di +Frosinone e presso la meravigliosa porta Sanguinaria, di struttura +ciclopica, che fu da prima ridotta ad arco dai Romani, quindi deturpata +da misere costruzioni medioevali. Le fondamenta però, sino ad una certa +altezza, sono costituite tuttora da massi ciclopici voluminosi, +irregolari, meravigliosamente congiunti fra loro. + +L'antica rocca di Ferentino merita di essere visitata; essa pure è +circondata di mura come la città, e sorge in cima ad una collina +rocciosa e in origine era interamente cinta da mura ciclopiche. +All'epoca romana vi era una fortezza turrita, le cui fondamenta +costruite con grosse pietre quadrate esistono ancora. Questa rocca +dovette essere inespugnabile, ed anche oggi si potrebbe con poca fatica +render tale questa forte posizione. Durante l'impero romano vi dimorava +il prefetto di città e nel medio evo sostenne più assedi. Si scorgono +tuttora all'estremità del piano, in cima alla collina, gli avanzi del +castello superiore e specialmente due torri mozze, che certo sorgevano +ai due fianchi di una fortezza quadrata: esse sono di un effetto +straordinariamente pittoresco. + +In quasi tutte le città del Lazio si osserva che le cattedrali furono +costruite là dove prima sorgevano gli antichi castelli, e non si potè +trovare per esse luogo più adatto. I vescovi fabbricarono anche +generalmente a fianco delle cattedrali i loro palazzi, trovandosi così +situati in modo da dominare la città. Il vescovato di Ferentino è uno +fra i più antichi dei dintorni, e quelli che lo fondarono, furono ben +consigliati a scegliere la rocca, riducendo così ad uso di abitazione +del vescovo l'antico palazzo del prefetto, mentre il duomo venne +costruito con i materiali degli antichi monumenti. + +Appena entrati in città da porta Romana, lavoro di meravigliosa solidità +di costruzione, ci si trova vicinissimi al duomo ed al palazzo vescovile +che gli sorge a lato. Siamo in pieno medio evo. La chiesa è piccola, ma +ben proporzionata, ricca di iscrizioni e di frammenti di meravigliose +sculture, alcune delle quali si fanno risalire al X secolo; queste +sculture sono incastrate parte nel muro, parte nel pavimento. Il palazzo +vescovile è un miscuglio di vari stili architettonici, e pare un piccolo +castello deserto. + +A Ferentino vi sono alcuni monumenti medioevali specialmente degni +d'attenzione, fra gli altri ricorderò almeno la graziosa chiesa di S. +Maria Maggiore. Essa si trova in fondo alla città su di una piccola +piazza, ed è una delle opere più perfette nello stile gotico-romano del +secolo XIV o XV che esistano nel Lazio. Le chiese di Fossanova e di +Casamari, che non ho ancora visitate, devono essere simili a questa +nello stile. Sebbene mi occupi particolarmente dei monumenti del medio +evo, e la mia attenzione sia specialmente rivolta alle iscrizioni che +appartengono a quell'epoca, non trascurai però di farmi condurre a +visitare le antichità romane, sparse qua e là per il paese. Però esse +non sono molto importanti. Sotto questo riguardo l'orgoglio di Ferentino +è il così detto «Testamento», ed io dovetti arrampicarmi faticosamente +sulle rupi, tra le siepi spinose di una vigna, per arrivare a questa +meraviglia, e vidi finalmente dinanzi a me una grande lapide scolpita +nella pietra viva. Una lunga iscrizione in caratteri elegantissimi +informa che Aulo Quintilio, quatorviro ed edile, era stato benefattore +della sua patria, avendo a questa lasciato per testamento tutto il +patrimonio, e che la città riconoscente gli aveva decretata l'erezione +di una statua da collocarsi nel foro. + +Quando, stanco di questa gita, feci ritorno alla mia locanda, presso la +porta di Frosinone trovai una grande confusione. Erano proprio in quel +giorno terminati gli esami nel ginnasio e parecchie agiate famiglie +delle città dei dintorni erano venute a ritirare i loro figli, per +condurli a passare a casa loro le vacanze autunnali. Padri, madri, +ragazzi, avevano invasa tutta la locanda, e l'impetuosa gioia dei vecchi +e dei giovani era senza limiti: gli uni partivano, gli altri pranzavano, +altri ancora si preparavano a passarvi la notte, di modo che con grande +fatica riuscii a conservarmi la camera che avevo già fissato. Riposare +fu impossibile, perchè tutta la notte le donne, i ragazzi, i servi +stettero in continuo movimento. Quando poi nel cuor della notte questo +chiasso infernale si fu acquietato, cominciarono nella via canti festosi +e straordinariamente sonori. + +Erano gruppi di pellegrini che, approfittando del fresco notturno, +s'incamminavano verso non so qual santuario. Le loro litanie, +echeggiando nella quiete della notte, producevano un'impressione +profonda. L'udire quei canti nel silenzio solenne della notte invita a +pensare, poichè la fantasia segue i passanti che non vediamo e di cui +non sappiamo nemmeno donde vengano e dove siano diretti. Era appena +passata una compagnia, che in lontananza si udivano gli _Ora pro nobis_ +di un'altra, che passando davanti alla casa si allontanava per esser +seguita ancora da un'altra, e così trascorse tutta la notte. + +Finalmente fui felice di veder spuntare il giorno, ed il sole era ancora +nascosto dietro ai monti che attraversavo a cavallo la città per recarmi +ad Alatri. La strada era magnifica: prima passava in mezzo a vigneti, +poi si faceva più aspra e selvatica traversando una regione montuosa, +ombreggiata da annosi castagni e rallegrata da parecchi ruscelli. Ma +avanzando, la strada si faceva più cattiva ed il paesaggio più deserto, +finchè arrivai ai piedi di una collina a forma di cono, in cima alla +quale in un luogo cupo e malinconico sorgevano alcune torri sgretolate e +mura cadenti. La vista inaspettata di questo castello mi sorprese +piacevolmente; l'avevo già contemplato con desiderio ad Anagni e non +sapevo che andando ad Alatri vi sarei passato così vicino. E' l'antico +Fumone, il carcere di Celestino V. Qui egli morì il 19 maggio 1296, dopo +una penosa prigionia di dieci mesi, nella tarda età di 81 anno. + +Nel contemplare Fumone pensai che non sarebbe stato facile davvero +trovare un luogo di esiglio più triste di questo. Non fu certo però la +solitudine che maggiormente addolorò quel prigioniero, che aveva passato +la sua vita fra le spelonche in luoghi selvaggi. + +Dovetti contentarmi di guardare questo castello sospeso sulla mia via, +simile ad un nido di briganti. Proseguii la strada ai lati della quale +si ergevano due alti monti ed una terza altura chiudeva l'orizzonte. +Giunto in cima a questa mi si presentò dinanzi un panorama sublime. Di +lassù si scorgeva il più splendido paesaggio degli Appennini; colline e +pianure si alternavano e dietro si stendevano catene di alti monti su +cui, in lontananza, si scorgevano borghi e città, fra le quali Vico e +Guarcino. + +La strada scendeva quindi dolcemente nella fertile campagna di Alatri, e +finalmente dopo aver girato una collinetta vidi dinanzi a me questa +interessante città. Cavalcando attraverso mura annerite dal tempo, in un +meraviglioso mattino d'estate, fui rallegrato dall'aspetto vivace della +città, ricca di splendidi palazzi che dimostrano una fiorente vita +cittadina nel passato. Non avevo ancor visto una città di così +bell'aspetto nei monti del Lazio e non ve n'è altra che abbia +un'architettura di stile così spiccatamente gotico-romano. + +Alatri è il centro principale d'industria e di commercio dei monti +Ciociari, vi si fabbricano stoffe, tappeti, coperte di lana, e quelle +giubbe e quei cappelli a punta che sono tanto in uso in tutto il Lazio. +Il giorno in cui vi arrivai, c'era mercato. Le strade e le piazze, +ingombre delle frutta d'agosto, fichi, pesche, albicocche e grosse pere, +offrivano un lieto spettacolo, ed erano gremite di gente. I montanari, +alti, nerboruti, con le loro giubbe scarlatte, coi sandali e i cappelli +di feltro a punta ornati di fiori, mi ricordarono che mi trovavo nel +_Latium ferox_ di Virgilio, i cui abitanti robusti ed energici hanno +conservato durante tutto il medio evo il loro carattere. + +Le strade sono quasi tutte strette, oscure e cupe, tutte le case essendo +costruite in tufo scuro, di rado imbiancate con la calce. Rimasi stupito +di trovarne buon numero che avevano l'aspetto di palazzi, nome che vien +dato nelle città romane ad ogni casa, che abbia un portone, tanto più se +appartiene ad antica famiglia patrizia. In Alatri dovettero essere +dunque moltissime le famiglie nobili che fiorirono durante i secoli XV e +XVI, giacchè la maggior parte dei palazzi della città appartiene a +quell'epoca. Hanno generalmente il tetto piatto, molto sporgente, e la +facciata in massi quadrati tagliati molto regolarmente in pietra +calcarea, il cui colore scuro produce un bellissimo effetto. Le porte +sono di architettura gotica, ad archi snelli; ne osservai sei in un bel +palazzo; su di esse posava un cornicione di squisito disegno e sopra +questo erano sei finestre di splendide proporzioni. Tutte le finestre in +Alatri sono di stile gotico-romano, molto simili a quelle degli antichi +campanili di Roma, e sono formate da due archi divisi nel mezzo da una +colonnetta. + +Questo stile architettonico dà un carattere imponente alla città. Alcuni +edifici mi richiamarono alla memoria quelli del periodo delle +repubbliche toscane, quella di Siena specialmente. Il palazzo Jacovazzi +si distingue dagli altri per la sua altezza e per la severità della +facciata in stile semigotico: è ora proprietà e sede del Municipio. + +Da Roma ero stato raccomandato ad una delle famiglie più distinte di +Alatri che per ricchezza e per influenza aveva avuto una parte +importante nella storia della città. + +Appena arrivato cercai subito il palazzo Grappelli, e trovatolo, mi +accorsi che meritava veramente la denominazione di palazzo. Un'ampia +corte interna, belle scale in pietra, un salone magnifico, dove era +stato eretto un teatrino, molte stanze con soffitti dipinti e pareti +adorne di affreschi, ed infine in mezzo ad alcune costruzioni laterali +in pessimo stato, una torre in rovina rivelava che un tempo vi era una +fortezza e che quel palazzo era stato la residenza di ricchi signori. +Ora però tutto era in stato di completo abbandono e le stanze +poveramente mobiliate e con reliquie di tempi migliori. Mi si assicurò +che questa famiglia, al pari di molte altre della città, era caduta in +gran miseria. Ma la gioventù che vidi in questa casa era tutta fiorente +di vita e di salute, ed ammirai con piacere le vivaci fanciulle +cresciute magnificamente in quella fresca aria montanina. Esse facevano +a meno volentieri dei noiosi divertimenti di Roma e, sempre in moto, +animavano colla loro allegria le piccole riunioni cittadine ed alla sera +si divertivano giocando e ballando. + +Quando chiesi quali fossero le cose più notevoli di Alatri, mi +raccomandarono in modo particolare la chiesa di Santa Maria Maggiore e +le mure ciclopiche, che in fondo erano state lo scopo della mia gita. La +chiesa, situata in una piazza circondata interamente da costruzioni +medioevali, è piccola e in stile gotico-romano. Aveva in origine due +campanili, ma ora ne rimane in piedi uno solo che forse non fu mai +finito ed è mezzo rovinato. Le finestre sono ad archi romani. Una +facciata assai irregolare, con tre porte di architettura gotica, produce +una strana impressione, perchè nella porta di mezzo si apre una finestra +circolare che non va affatto d'accordo col resto dell'edificio. Il +rosone di questa finestra è guarnito di vetri dipinti. + +La cornice della porta ha un ornato di foglie di acanto, ed il suo arco +riposa sopra un gruppo di colonne. Entrando in chiesa rimasi deluso +perchè, sebbene le tre navate composte di quattro grandi archi siano di +stile semigotico, tutto l'interno appare guastato da un cattivo gusto +moderno, coperto di falsi marmi e dipinto fin sulla volta a croce con +variati colori com'è di moda ora a Roma. La navata di mezzo è ora +rischiarata a ciascun lato da una finestra a rosone, ed anche la tribuna +riceve la luce da un'altra finestra simile. Invano cercai antiche +sculture: l'unica che meriti qualche attenzione è il battistero, una +vaschetta sostenuta da tre cariatidi, lavoro assai grossolano del medio +evo. + +Mi recai subito alle mura ciclopiche. Al pari di Ferentino, Alatri era +in origine circondata da queste mura, ma quelle intorno alla città sono +quasi completamente rovinate; solo le mura della così detta rocca, si +sono conservate meraviglioso monumento di quell'epoca, di cui non +trovasi l'eguale in tutto il Lazio. La sola vista di queste mura, che +possono sostenere il paragone con le più gigantesche dell'Egitto, basta +a compensare ampiamente della fatica del viaggio. + +L'antica rocca di Alatri (chiamata ora «_Civita_» quasi città per sè +stessa) è sulla collina più elevata, attualmente vicino al duomo, +giacchè, come a Ferentino, la cattedrale e il vescovato si appoggiano +alla vetusta fortezza. Questa collina, sulla cui cima spianata si erge +il duomo, è intieramente circondata, sostenuta e quasi rivestita di mura +ciclopiche, alte da 80 a 100 piedi. Allorquando mi trovai dinanzi a +quella nera costruzione titanica, conservata in ottimo stato, quasi non +contasse secoli e secoli, ma soltanto anni, provai una ammirazione per +la forza umana, assai maggiore di quella che mi aveva ispirata la vista +del Colosseo. Perchè in un periodo di maggiore cultura, con mezzi +meccanici ben superiori, si capisce come si siano potuti edificare il +Colosseo, le Terme di Caracalla e di Costantino; senza chiedere troppo +alla forza degli uomini, perfino le mura di Dionigi a Siracusa, e +perfino le opere più grandi che in questo genere io abbia mai veduto fin +qui non destano tanta meraviglia. + +Qui vediamo dinanzi a noi mura colossali di cui ogni pietra non è un +grosso pezzo quadrato, ma un vero macigno di forma irregolare, e se ci +domandiamo meravigliati con quali mezzi si siano potuti collocare tali +massi gli uni sugli altri, si arriva ancor meno a comprendere come sia +stato possibile incastrarli gli uni negli altri, in modo da non lasciare +il minimo interstizio, producendo l'effetto di un gigantesco mosaico +lavorato con la massima precisione. + +La tradizione attribuisce questo genere di costruzione degli +antichissimi tempi latini, ai tempi di Saturno, e li sbalza addirittura +fuori del periodo della civiltà storica. Però la scienza, che in Italia +si occupa tanto di ricerche intorno agli Indo-Germanici e ai Pelasgi, è +costretta a confessare di non saper nulla intorno a quei popoli che +hanno costruito quelle opere colossali. La loro vista sola basta a +convincerci che una razza che potè costruire tali mura, doveva già +possedere un'importante cultura e leggi ordinate. + +La vicinanza tra di loro di queste città ciclopiche sparse per tutto il +Lazio dimostra che in tempi antichissimi esistette in questa regione un +gran numero di repubbliche o comuni autonomi di cui ignoriamo le +scambievoli relazioni, ma dalla costruzione di tali immense +fortificazioni possiamo dedurre come esse fossero continuamente in +guerra fra loro, ed esposte soprattutto alle invasioni dei malviventi +per le loro posizioni isolate e malsicure. Se si volesse stabilire una +proporzione esatta fra la forza degli uomini e le dimensioni delle loro +opere, si dovrebbe supporre essere stati giganti coloro che costruirono +quelle mura, o che le assaltavano con nemico furore, ma queste +costruzioni appartengono al periodo delle opere colossali, con le quali +s'iniziò la civiltà umana presso tutti i popoli ed in tutte le parti del +mondo, finchè poi dalla grandezza materiale salì a quella che con mezzi +perfezionati produce opere belle ed artistiche. Non si dovrebbero far +risalire queste opere ciclopiche a tempi remotissimi; forse furono +costruite nel Lazio dopo la fondazione di Roma. Non è molto grande il +passo che separa queste costruzioni di massi irregolari da quelle più +regolari degli Etruschi e dei Romani. + +Si usciva dalle mura di questo Campidoglio dell'antica Alatri per una +porta principale tuttora esistente: un'immensa costruzione in pietre +disposte orizzontalmente; oltre a questa vi è un'uscita secondaria e, +nel muro esposto a mezzogiorno, vi sono tre nicchie quadrate che fanno +supporre vi fossero collocate le statue degli Dei, mentre si può +ragionevolmente ritenere che un ciclopico avanzo nel centro del castello +fosse l'altare su cui erano offerti i sacrifizi solenni. + +Fino al 1843 queste mura erano mezzo sepolte fra le macerie e le piante +rampicanti e non vi era una strada che permettesse di farne il giro. Una +visita di Gregorio XVI fece nascere negli Alatrini la felice idea di +liberare da quegli ingombri quell'impareggiabile monumento della più +remota antichità. Duemila uomini lavorarono dieci giorni per sgombrare i +rottami, e così l'Acropoli fu non soltanto liberata dalle macerie che la +deturpavano, ma provvista di una strada che ne fa il giro e si chiama +via Gregoriana. In quel tempo furono pure riaperte la porta principale e +la salita che conduce alla piazza del castello, che è larga e bene +spianata ed ora è cinta da un parapetto di pietra, che s'innalza sopra +le mura ciclopiche, e, siccome non vi è altra costruzione che il duomo, +vi si gode liberamente un'ampia vista del paesaggio montuoso. Il colpo +d'occhio è splendido ed affascinante per la sua estensione e bellezza, +ed io non tenterò nemmeno descriverlo od anche soltanto accennare alla +linea dei monti che, nel luminoso cielo turchino, si stendono sopra +l'amena campagna. In tale quiete perfetta, anzi in quella completa +solitudine, in quei luoghi misteriosi, testimoni di un'antichissima +civiltà, si prova vivamente l'impressione del sublime. Non parlerò +nemmeno del piccolo duomo che sorge solitario da un lato della piazza +con un bizzarro campanile ed una facciata che appartiene al secolo +XVIII. Una larga gradinata di pietra conduce alla porta della chiesa. +Purtroppo nell'interno tutto è rimodernato, e con dispiacere dovetti +riconoscere che, anche nei luoghi più remoti del Lazio, la falsa +ambizione dei preti e dei comuni ha guastato, restaurandole, le venerate +reliquie dell'antichità. La mania di seguire la moda che distrugge a +poco a poco i costumi nazionali, si attacca dovunque, anche ai +fabbricati, che rimoderna con facciate senza stile, e ne guasta +l'interno con puerili pitture dai colori stridenti come nella Roma +moderna, dove per mancanza di gusto si gareggia coi Siciliani. + +Girai per le strade di Alatri e la città mi piacque sempre più. Essa è +circondata da giardini abbastanza ben coltivati, e nell'interno una vita +vivace ed operosa rivela un'agiata condizione economica e, siccome in +tutti questi luoghi dalla qualità del pane e del vino, come alimenti +principali, si può con ragione dedurre quali siano le condizioni +economiche del paese, mi persuasi che gli Alatrini non soffrono miseria. +Non mi ricordo di essere stato importunato ad Alatri da nessun +mendicante, come succede nella Sabina e nei monti Albani, dove essi vi +seguono a frotte. Però i prigionieri domandano l'elemosina dalle +finestre del loro carcere, spettacolo che, del resto, si può avere in +quasi tutti i dintorni di Roma. Mentre il nostro rigoroso sistema di +prigionia usa d'isolare più che sia possibile i carcerati dal resto del +mondo, murandoli anzi nelle loro celle, come se fossero appestati, qui +la tolleranza meridionale concede loro molta libertà. + +Nelle città del Lazio udivo spesso i prigionieri cantare le più allegre +canzoni dietro le loro inferriate, o rispondere ai ritornelli cantati +nella strada o li vedevo raccontare a gesti storie che un forestiere non +poteva certamente capire. Ora persino la questua è loro permessa in +carcere. Questi delinquenti, spesso condannati all'ozio per lievi +mancanze, sporgono fuori dell'inferriata una lunga canna cui, per mezzo +di un filo, è assicurata una borsetta. Si vedono sempre due, tre, +quattro di queste borse in movimento, ed i prigionieri sembrano dei +pescatori i quali colla più grande tranquillità d'animo tengono la loro +canna in mano per tirarla su quando il pesce ha abboccato all'amo. Così +le borsette vuote dondolano nell'aria e, se qualcuno passa davanti alle +prigioni, canna e borsetta gli calano immediatamente davanti al naso ed +il carcerato chiede vi si metta una moneta per amore della Madonna. +Gradisce anche un sigaro, che fumerà con piacere dietro le sbarre di +ferro, ma se gli riesce di carpire due _baiocchi_ manderà subito a +comperare del vino o ciò che desidera. Non potevo trattenermi dal ridere +osservando questa classica arte di mendicare e ripensavo sempre alla +leggenda che racconta come Belisario domandasse l'elemosina ai passanti +dalla finestra della sua prigione. Questa favola dimostra, se non altro, +quanto sia antica questa tolleranza, e forse anche negli antichi tempi +romani i prigionieri sporgevano dalle finestre del loro carcere canne +simili a queste. + +Partii da Alatri per recarmi a visitare la famosa grotta di Collepardo, +di cui avevo sentito tanto decantare le bellezze. Un vero sentiero di +montagna conduce lassù, perchè alla distanza di poche miglia dalla città +la natura del terreno cambia assolutamente carattere, ogni coltura +scompare e si giunge alla montagna attraversando la selvaggia solitudine +d'ignude rocce calcaree di color rosso. + +Un carbonaio del piccolo villaggio alpestre di Collepardo, che aveva +deposto il suo carico ad Alatri, e che avevo incontrato per caso, fu il +mio compagno e la mia guida attraverso quei monti e, quantunque il suo +rozzo dialetto fosse un po' difficile per me, ascoltavo volentieri i +suoi racconti sulla vita povera ma contenta che conduceva nel suo +paesello. + +Le rupi erano sempre più erte e scoscese, la valle si andava facendo più +romantica e selvaggia, eravamo giunti al torrente Cosa, che scorre +impetuosamente attraverso quei monti. Le sue acque di una tinta +verdognola come quelle dell'Inn nell'Engadina, abbondano di trote. + +Questo torrente si può chiamare l'unica vena di vita della montagna, +perchè la sola angusta striscia di coltura in quel deserto di rupi si +trova sulle sue sponde. Dopo un rapido corso si getta nel Sacco e con +esso finisce nel Liri. + +Risalendo il Cosa, al punto in cui esso si apre con violenza la via per +una stretta gola ai piedi di un'erta massa di rupi, giace Collepardo. +Non si può immaginare nulla di più malinconico. Un gruppo di misere +casupole di calcare, disposte in fila, interrotte solo da una bizzarra +chiesa: un muro nero e sgretolato le circonda, nuova prova che anche +questo miserabile paesello non era al sicuro dalle rapine del nemico. + +Pochi giardini, con scarsi alberi d'ulivo e vigneti danno un'idea +dell'estrema povertà del luogo, perchè meno il piccolo piano su cui è +posto Collepardo, tutt'intorno non si vedono che rupi. + +Il buon carbonaio m'invitò a salire in casa sua, cosa che feci ben +volentieri perchè, altrimenti sarei stato imbarazzato a trovare +alloggio: mi accomodai alla meglio in quella misera stanza per passarvi +le ore più calde della giornata. Nel frattempo giunsero alcuni signori +di Velletri a cavallo per vedere anch'essi la grotta, così mi accadde +ciò che avevo desiderato molto, perchè essendo in compagnia mi sarebbe +stato possibile osservare quella meraviglia alla luce delle torce. + +La grotta è posta molto al disotto di Collepardo; vi si scende per un +ripido sentiero; laggiù il torrente Cosa rumoreggia in una stretta gola +e, per un poco, la strada segue le sue sponde ombreggiate da piante di +castagno e d'ambo i lati sorgono imponenti pareti di roccia. A sinistra +s'innalza il monte Marginato che stende nell'aria la sua imponente +massa, gettando un'ombra cupa e profonda sulle acque che gorgogliano con +forza tra le pietre. A destra sorge un'altra rupe non meno scoscesa, +ricca di vegetazione, nella quale appunto è scavata la grotta. Anche +l'entrata promette qualche cosa di straordinario. Una nera gola si apre +fra scure masse di pietra, ed una corrente d'aria gelata pare scaturisca +dalla più grande profondità. + +Ci coprimmo bene prima di entrare. Le guide ci avevano preceduto colle +torce accese, e le leggiere nuvole di fumo che salivano su dalle fessure +della parete esterna ci avvertirono che esse erano già dentro la grotta. +Ho visto molte caverne nei monti e, in generale, non sono molto propenso +ad ammirare questi scherzi della natura; perciò entrando nella grotta di +Collepardo non mi ripromettevo nulla di straordinario. Ma nonostante le +mie prevenzioni, confesso che mi fece molta impressione specialmente per +la sua grande ampiezza. Si compone di due parti principali, come due +immense sale che, in mezzo, sono separate da una parete mezzo rovinata. +Le pareti sono nere o giallo-scure come il pavimento, sparso di grosse +rocce sulle quali ogni tanto bisogna arrampicarsi, e dalla volta +irregolare del soffitto pendono stalattiti delle più svariate forme, +mentre altre bizzarre figure isolate o in gruppi pare che sorgano dal +suolo stesso incontro a voi. Le figure più strane si sono formate nella +parte posteriore della grotta e per farcele vedere meglio, le guide ci +fecero aspettare un poco per illuminarla bene prima che vi entrassimo. +Molti uomini e ragazzi si erano messi in piedi qua e là colle loro +torcie, e per di più avevano acceso in diversi punti grossi mucchi di +stoppa. Quando gettai lo sguardo nella sala così illuminata essa offriva +certamente uno strano spettacolo. Ora pareva di entrare in un tempio +egiziano sostenuto da nere colonne tra le quali fossero sfingi ed idoli +scolpiti. Ora invece sembrava di girare in un bosco di palme o di altre +fantastiche piante di pietra. Dalle pareti pareva pendessero lancie, +sciabole e rigide armature di nani e giganti. Tutto ciò si animava alla +luce delle fiaccole che facevano risaltare alcuni gruppi, gettando +un'ombra profonda sugli altri. A volte le nuvolette di fumo, errando qua +e là formavano come un velo; i gufi ed i pipistrelli, disturbati nella +loro quiete, svolazzavano nell'aria umida gettando grida selvagge. +Queste grotte non si possono descrivere, perchè ognuno le vede in modo +speciale e le popola di fantasmi diversi, secondo l'immaginazione +individuale. Naturalmente le più notevoli di queste stalattiti hanno un +nome ma mi è rimasto impresso soltanto quello dei così detti «_Trofei +dei Romani_». Senza dubbio la grotta di Collepardo contiene un seguito +di sale simili a queste e si estende profondamente nella montagna, ma +ancora non vi è modo d'inoltrarvisi. + +In questa regione vi sono molte grotte scavate nella pietra calcare, che +un tempo saranno forse servite di rifugio a qualche eremita. Anche +nell'anno 1838, presso Collepardo, in una grotta del vicino monte +Avicenna, abitava un eremita. + +Nel settembre di quell'anno si presentò là un giovane francese, a nome +Stefano Gautier, e disse di aver seguito un'ispirazione celeste che lo +aveva chiamato in quella solitudine per condurvi una vita da anacoreta. +Lo straniero si stabilì in quella grotta, dove gli portavano da mangiare +e da bere. Pregava e portava cilizi; lo si vedeva spesso a Collepardo, a +Veroli e nella Certosa di Trisulti, dove visitava le chiese e discorreva +coi frati. La sua condotta era irreprensibile, anzi passava per santo, +quantunque fosse ancora molto giovane. Gautier aveva già trascorso due +anni in quel l'eremitaggio, quando un giorno gli sbirri circondarono il +suo rifugio, e lo arrestarono, conducendolo con loro. Nessuno conobbe la +causa di questo arresto e non si potè sapere nulla di preciso del suo +destino; si seppe solamente che il santo era stato consegnato nelle mani +della giustizia francese e corse voce che egli avesse preso parte ad uno +degli attentati contro la vita di Luigi Filippo. + +La natura ha riunito molte cose notevoli intorno a Collepardo, perchè +solo a poca distanza dalla grotta delle stalattiti, vi sono le famose +sorgenti d'Italia, il pozzo di Santulla, proprio sulla via che conduce +alla Certosa. Volevo giungere a questa Certosa prima di sera per +chiedere ospitalità ai frati. Dopo una cavalcata di mezz'ora in mezzo +agli orti e su di un sassoso altipiano, mi trovai ad un tratto sull'orlo +di una cavità circolare che mi rammentò vivamente le grandi latomie di +Siracusa. Questa misteriosa fonte ha una circonferenza di 1500 passi, +discende ad una profondità di 150 piedi circa e nel fondo lascia vedere +una foresta di un verde cupo di arbusti e piante rampicanti che al più +leggero soffio della brezza si agitano mollemente come le onde di un +lago. + +Il sole dall'alto del limpido cielo lasciava cadere delle striscie di +luce in quella profondità e vedevo delle bianche farfallette svolazzare +allegramente qua e là fra le piante di quello strano bosco sprofondato +laggiù. Tralci fioriti coprivano i rami di questi alberi che, a quanto +si assicura, sono alti fino trenta piedi, e pure visti dall'alto +sembrano piccoli arboscelli. Quella splendida fioritura cresciuta a +quella profondità, i selvaggi sentieri che si confondevano come un +laberinto nell'oscura boscaglia, lo svolazzare delle farfalle nate +laggiù, seducevano la fantasia che si figurava in quel magico boschetto +sotterraneo un paradiso di fate ed un giardino di delizie per Oberon e +Titania. + +Laggiù scaturiscono abbondanti sorgenti dal corso misterioso che +mantengono il verde dell'erba, mentre questa vasta conca tira a sè la +rugiada notturna. + +Discendendo collo sguardo lungo le pareti giù nel profondo si osserva +una meravigliosa vegetazione: in forme bizzarre e fantastiche, simili +alle stalattiti, crescono dappertutto cespugli di lentischi e ginestre +selvatiche dai fiori dorati. Le pareti presentano tutti i variati colori +dell'iride perchè ora la roccia si tinge di un delicato grigio argenteo, +ora invece è di un bel rosso acceso, giallo o turchino scuro, oppure +nero addirittura. Il paesaggio alpestre che circonda questa fonte offre +uno spettacolo di straordinaria bellezza. Qui, dietro gli alberi +verdeggianti, sorge melanconicamente l'oscuro villaggio di Collepardo, +laggiù una lunga distesa di valli rocciose discende a perdita d'occhio, +più in là si elevano monti giganteschi dalle forme maestose sulle cui +cime ancor vergini si librano solitarie aquile reali e le nubi dalle +forme fantastiche stendono il loro bianco velo. + +Sull'orlo dell'abisso erano sdraiati, insieme con le loro capre, pastori +dall'aspetto quasi selvaggio, ciociari della montagna coi lunghi bastoni +a foggia di lancia, ed animavano colla loro presenza la scena grandiosa, +mentre alcuni robusti ragazzi si divertivano a gettare dei sassi che +cadevano in quella profondità con un sordo rumore, facendo uscire dai +loro nidi i colombi selvatici che svolazzano qua e là sopra le piante. +Quantunque questi pastori mi volessero dare ad intendere che in fondo a +quel misterioso abisso vivesse una tigre, pure ammettevano che di quando +in quando vi facevano scendere le capre legate ad una corda. Queste +bestie trovavano laggiù acque ed erba in abbondanza e vi rimanevano dei +mesi finchè non le andavano a riprendere riportandole su ingrassate ed +in ottimo stato. + +Se il pozzo fosse in Germania od in Scozia la fantasia popolare lo +avrebbe certamente popolato di esseri favolosi, ma gl'italiani in genere +non hanno nessuna tendenza per le favole. L'aria è troppo limpida e +serena in Italia perchè i racconti del soprannaturale possano essere +gustati. Trovai il racconto dell'origine di questa fonte, narratomi da +quei pastori, molto caratteristico perchè è una leggenda. Il pozzo, mi +dissero, era una volta una grande aia circolare; i contadini un giorno +osarono battervi il grano benchè si solennizzasse l'Assunzione della +Beata Vergine. La Madonna adirata di quel sacrilegio fece sprofondare ad +un tratto l'aia con tuttociò che vi si trovava sopra e così si formò il +pozzo circolare. Del resto, non essendovi nei dintorni alcuna traccia di +vulcani, potrebbe essere giusta l'opinione di alcuni che suppongono che +il pozzo fosse una caverna di cui sia sprofondata la volta. + +Mi staccai con dispiacere da questo meraviglioso fenomeno immaginando +con desiderio il meraviglioso spettacolo che esso deve offrire di notte, +quando la luna è sospesa su quelle montagne deserte ed i suoi pallidi +raggi illuminano le pareti della fonte penetrando tra le piante del +magico bosco. + +I pastori guidarono me ed il mio compagno per sentieri sassosi, finchè +giungemmo alla strada mulattiera che conduce alla Certosa di Trisulti. +Quest'abbazia tanto famosa doveva essere distante circa un miglio +tedesco e non si vedeva ancora ma ci additarono lassù, in cima alla +montagna che avevamo dinanzi, la scura linea di un bosco di quercie, +dietro al quale si trovava un podere, vero modello di coltura alpestre. +Ricordo pochi paesaggi montuosi più belli e d'aspetto più selvaggio di +quello che traversavamo allora. Ora lo sguardo si sprofondava giù in un +vertiginoso abisso in fondo al quale rumoreggiava il Cosa, ora si +elevava alla splendida catena di monti, fra i quali spiccava gigantesca +la piramide del Monna spingendo la sua cima verso il cielo. + +Seguitammo a scendere e dopo una mezz'ora di cammino, reso molto +malagevole per dover girare le grigie roccie, che poste sulla strada +come sentinelle sbarravano il passo, giungemmo al torrente che si è +aperto la via tra due montagne e tuonando precipita le sue acque +spumeggianti attraverso le nere gole. + +Il sole era già calato dietro i monti e i suoi ultimi raggi infuocati +indoravano ancora le vette circostanti. Cominciammo a salire e nel +voltarmi indietro vidi a poca distanza da me otto o dieci soldati che si +avanzavano a rapidi passi sul sentiero dietro di noi. Dubitai che +dessero la caccia ai briganti, ma non era probabile, perchè la +famigerata banda di Gasperone non abitava più quelle montagne, dove +ancora in molti luoghi si possono leggere nomi di briganti famosi da +loro stessi scolpiti sulle roccie coi loro pugnali. + +Quei soldati, come mi disse il mio compagno che si mostrava bene +informato, venivano da Alatri per visitare la Certosa, godendo +dell'ospitalità dei frati, perchè dovete sapere che le ricche tonache +bianche sono obbligate dalla loro regola ad ospitare gratuitamente per +tre giorni ogni viandante, e se anche un intero esercito volesse entrare +nella Certosa, non potrebbero chiudergli in faccia la porta del +convento. Siccome sapevo che la brigata insieme alla quale avevo +visitato la grotta di Collepardo aveva passato la notte precedente alla +Certosa, mangiando alle spalle di quei monaci, quando vidi dietro di me +quei soldati mezzo affamati, che già pregustavano col pensiero il buon +pranzo del convento, fui preso da una certa inquietudine, cominciando +anch'io a sentire gli stimoli della fame: «Vieni, Francesco, dissi, +affrettiamo il passo, perchè quei soldati non arrivino prima di noi alla +Certosa, se no correremo il rischio di trovare i frati di cattivo umore +quando busseremo alla loro porta per chiedere vitto ed alloggio». +Francesco sorrise e proseguimmo la nostra via con maggiore alacrità. + +Ero giunto all'altura su cui sorge la Certosa di Trisulti: essa si trova +sul largo altipiano delle magnifiche montagne che le si aggruppano +intorno. Uno splendido bosco di quercie mi toglieva ancora la vista del +convento. Andando avanti vidi da lontano due frati vestiti di bianco che +passeggiavano su e giù nella fresca ombra di quegli alberi maestosi, ed +invidiai la quiete filosofica che sembravano godere. Se vi è un luogo in +cui lo spirito umano possa raccogliersi nella più seria ed elevata +meditazione, dev'essere qui in una delle più sublimi solitudini che io +abbia mai visto. + +Una leggera brezza vespertina soffiava, agitando le vette di quelle +ombrose piante secolari, ed intorno sorgevano solenni e maestose le +montagne. Ad un tratto la campana del convento echeggiò nel bosco e +sentii in me l'influenza potente dello spirito medioevale. + +Mi avvicinai ad un frate presentandomi come viaggiatore e gli chiesi +ospitalità per una notte. Il frate ben pasciuto, dall'aspetto imponente, +m'indicò il convento e mi disse che dovevo presentarmi al guardiano. +Dopo un breve tratto di strada attraverso al bosco la Certosa si +presentò al mio sguardo. + +Giunto ad una tale altezza su di una montagna quasi impraticabile, dopo +essersi dovuto arrampicare faticosamente per pendii diruti e rocciosi, +il viandante prova una deliziosa ed ineffabile impressione, trovandosi +ad un tratto dinanzi ad una fiorente oasi di coltura. Quel piccolo +paradiso, l'Eden di quei monaci, spiccava sul fondo delle foglie verdi, +solitario, fantastico, meraviglioso. La Certosa non si compone di un +unico fabbricato, ma di un gruppo di cappelle, di chiese, di cortili +cintati, di costruzioni di ogni genere, la cui comoda disposizione +denota ricchezza e tranquilla felicità. Le fanno corona folte piante +annose isolate od in gruppi. Nei recinti chiusi vacche, pecore e capre +pascolavano mentre i frati camminavano su e giù sorvegliando i servi che +lavoravano; vi era un animato movimento di ogni genere di persone, tutte +mantenute dal convento. + +Il guardiano, uomo alto e serio con una lunga barba ondeggiante, mi +accolse cortesemente alla porta del vestibolo e mi disse di presentarmi +al superiore che avrebbe poi dato l'ordine che fossi ricevuto. + +Indi venni condotto nel vasto cortile interno di forma quadrata, +circondato dai diversi fabbricati del convento e dalla facciata della +chiesa. + +Tutto è mantenuto colla più scrupolosa cura e nettezza, ma le +costruzioni non hanno nulla di antico anzi portano l'impronta, dello +stile sfarzoso del secolo XVIII. Nell'interno vi sono dei corridoi +lunghi ed ariosi sui quali si aprono d'ambo i lati le celle dei monaci. +Trovai il superiore seduto dietro ad uno scrittoio in una stanza +spaziosa, occupato ad ascoltare alcuni domestici che pareva gli +esponessero qualche richiesta. Egli accettò volentieri la mia preghiera +di essere ricevuto nel convento senza farmi alcuna domanda sulla mia +patria o sulla mia religione. Certamente a quei frati bastano un rapido +sguardo alla fisonomia del forestiere e le poche parole scambiate con +lui per riconoscere subito il cattolico od il protestante. + +Salutai il superiore dopo che mi ebbe consegnato ad un laico incaricato +di condurmi alla foresteria. Si dà questo nome alle camere appartate che +in questi conventi sono destinate ai forestieri: ve ne sono di prima o +seconda classe secondo la condizione dell'ospite. Chi è giudicato più +distinto ha una camera nella foresteria nobile o dei signori, gli altri +si contentano di un modesto alloggio, e quelli d'infima condizione sono +condotti nelle camere dei servi o nelle stalle dove i poveri viandanti +si devono sdraiare sulla paglia. Mi fu assegnata una buona camera vicino +al refettorio. Un letto pulito, cambiato di fresco prometteva un buon +riposo ed il cameriere, un giovane svelto, che era stato garzone +d'albergo in diverse città, ed ora era addetto alla foresteria, mi dette +la consolante notizia che all'ora prescritta dalla regola sarebbe stata +servita la cena nella sala attigua. Nel frattempo, mi disse che ero +libero di visitare il monastero come più mi piaceva. + +Un frate laico mi accompagnò in giro facendomi da cicerone. Vi sono però +poche cose notevoli nella Certosa, poichè purtroppo tutto ciò che vi era +di antico è sciupato o scomparso, così non trovai nulla d'interessante +per i miei studî. Però la posizione stessa del monastero su quegli alti +monti, la vita di quei monaci nella loro solitaria repubblica, la loro +influenza pratica sulla società, la storia di questi ordini singolari +offrono ampia materia di osservazione. Brunone, uno di quei santi leali +dell'epoca delle crociate, fondò la regola dei Certosini alla fine +dell'XI secolo. Questo ordine che riuniva in sè la vita sociale dei +monasteri e quella degli anacoreti, condannato alla più rigida rinunzia +di ogni cosa terrena, prese il nome dal luogo detto la Certosa vicino a +Grenoble dove venne fondato. I suoi statuti (_consuetudines +Cartusianae_) risalgono all'anno 1134 ed ottennero l'approvazione del +Papa nell'anno 1170. L'ordine si estese presto in molti paesi. Fino +dall'anno 1208 questi padri si stabilirono a Trisulti, di cui Innocenzo +III fece loro donazione. Essi trovarono qui un monastero in rovina che +era appartenuto un tempo ai Benedettini, e nell'anno 1211 eressero su +quelle rovine la nuova Certosa. Si dice che un Castello Trisalto abbia +dato il nome a quel luogo comunemente designato _a tribus saltibus_ da +tre alture boscose. + +Quantunque il voto di povertà sia imposto ai monaci dalla regola, esso +non esclude la ricchezza del convento e Trisulti acquistò col tempo +vaste tenute, che possiede ancora, nella provincia di Frosinone. Questa +Certosa non si distingue certamente, come quella di Pavia, per la +bellezza dell'edificio e per le opere d'arte, anzi ha un carattere +assolutamente rurale. Non vi si trovano nemmeno gli splendidi locali che +vanta la Certosa di Roma nelle Terme di Diocleziano, questa del resto è +una fondazione più recente, del secolo XVI, e riconosce come madre la +veneranda Certosa di Trisulti. La piccola chiesa del convento costrutta +da Innocenzo III nell'anno 1211 e restaurata nell'anno 1768 è adorna di +svariati marmi e di molte pitture. Sulla porta d'ingresso vi è una +pittura che ricorda la fondazione della Certosa e vi è rappresentato +Innocenzo III che ne mette in possesso i certosini. Ai due lati della +chiesa è dipinto il martirio dei Maccabei a cui fa riscontro la +persecuzione che i Certosini ebbero a soffrire in Inghilterra sotto +Enrico VIII. Nel coro, meravigliosamente adorno, si vede Mosè che fa +scaturire una sorgente dalle rupi e, di fronte, Brunone che ripete lo +stesso refrigerante miracolo. Il refettorio, in cui si vede una pittura +adattata al luogo, rappresentante il miracolo della moltiplicazione dei +pani e dei pesci, è una sala molto spaziosa. Qui i fratelli nei giorni +di festa si riuniscono ad una mensa comune, perchè negli altri giorni la +regola prescrive ad ognuno il pasto solitario nella cella. Mi fecero +vedere anche la cucina brillante di pulizia ed il forno dove si prepara +in grande abbondanza un pane gustoso di due qualità una fina e l'altra +più ordinaria. Un bacino d'acqua da cui sbocca un canale, mette in moto +il mulino posto in un cortile. La cosa più degna di nota però, quella +che mi fu mostrata col più giusto orgoglio, è la farmacia e vi entrai +con maggior devozione di quella che mi avrebbe ispirato una chiesa. +L'associare le cure del corpo a quelle dell'anima è un'antichissima +missione di questi ordini religiosi posti in contrade isolate. I frati +che si dedicano alla medicina vi spiegano un'attività largamente +efficace e veramente degna di lode. La natura dei monti li invita ad un +continuo studio delle erbe medicinali, che vi crescono in abbondanza, e +infatti, quale più gradita occupazione vi può essere che l'erborizzare +in quelle montagne, fra quelle roccie e quei ruscelli, raccogliendo +piante balsamiche di miracolosa efficacia e prepararne poi delle +medicine? + +Un bel frate con una lunga barba rossiccia che gli dava proprio l'aria +di un mago del medio-evo, mi ricevette nel più lindo tempio di Esculapio +che si possa immaginare. Il fabbricato dov'è posta la farmacia non è +lontano dall'ingresso del convento, nell'interno del muro di cinta. +Davanti alla sua loggia aperta, un giardino molto ben tenuto rallegra +l'occhio e l'animo, offrendo la vista di una quantità di piante fresche +e profumate delle più svariate specie, fra le quali non mancano neppure +molti fiori ornamentali. La terrazza era adorna di arbusti fioriti +dentro grossi vasi. Entrando da una porta a vetri ci si trova in una +ricca farmacia. L'erudito monaco mi fece molto gentilmente ammirare i +suoi tesori racchiusi in vasi ed in ampolle, e rimpiansi vivamente di +non saperne abbastanza di medicina, per poter comprendere e gustare la +sua conversazione. Nel frattempo comparvero molti contadini a chiedere +delle medicine che sono date gratuitamente. La farmacia di Trisulti è +conosciuta e venerata ovunque come la casa della salute ed i suoi +benefizi sono risentiti fin giù nella campagna del Lazio travagliata +dalla febbre. + +Se nei dintorni si fa molto uso dei medicinali di questa farmacia, i +frati stessi vi devono ricorrere raramente. Non mi ricordo di aver +trovato facilmente dei frati di aspetto più robusto. La tranquillità +d'animo, una dieta sempre ugualmente severa e soprattutto l'aria +eccellente di quei monti li conservano in salute; i loro giorni e le +loro notti scorrono interrotti od occupati continuamente dallo sforzo +mentale delle ripetute preghiere e dalle funzioni di Chiesa, ma esente +da patemi d'animo. + +Il convento possiede una piccola biblioteca e vi sono dei frati che si +dedicano a studi severi, ma in generale lo studio non è troppo coltivato +in quel deserto. Me ne persuasi conversando col bibliotecario mentre +passeggiavamo insieme nel grande cortile, e vedendo che le mie domande +ponevano nell'imbarazzo quel bravo uomo stimai conveniente di non +seguitare quel discorso. Mi congedai da lui e mi sedetti in uno dei +cortili osservando le figure dei monaci che passeggiavano. Essi +apparivano veramente maestosi nelle loro tonache bianche come la neve. +Mi sorprese il vedere che non portavano nè barba, nè capelli poichè +ogni mese si fanno radere due volte anche la testa lasciando solo una +corona di capelli. Soltanto i laici portano una lunga barba come i frati +cappuccini. Vi sono molti gradi fra i monaci, simili a quelli dei +mistici seguaci di Pitagora. Non vidi i frati più elevati in grado +perchè erano nelle loro celle. Il silenzio nel quale si racchiudono, può +esser considerato come il sacrifizio supremo a cui possa giungere il +fanatismo umano spinto dalla religione. Rinunciando alla parola, la +chiave della vita e delle cose, essi confinano l'anima in una quiete +quasi spaventosa che equivale ad una completa cecità morale: _Memento +mori_ è il raccapricciante saluto col quale essi interrompono il +silenzio incontrandosi. + +Pare che a questi morti che camminano, a questi spettri viventi, sia +concesso di abbellire le proprie celle procurandosi qualche distrazione. +Chi coltiva entro cocci dei fiori coi quali tacitamente conversa; altri +si bea la vista con l'effigie di un santo, o custodisce un uccello in +gabbia dilettandosi al suo canto, dato però che un uccello possa cantare +in quelle celle di spettri. Talvolta la natura ribelle infrange con +violenza la regola, che gli preclude la rivelazione divina della vita, +ed il muto volontario comincia a parlare, ed è punito subito colla +flagellazione. Può darsi che fra questi monti sereni e muti, il +tormento del silenzio sia più sopportabile che altrove, perchè qui pare +che la voce d'Iddio parli sola nello stormire del vento, fra le foglie +del bosco, nello scrosciare impetuoso del Cosa selvaggio, nella bufera +che imperversa fra lampi e tuoni, su quelle alte cime. Che spiriti tetri +e melanconici devono giungere a plasmare la natura, le celle e la regola +del convento! Se lo sguardo avesse la potenza di penetrare in queste +anime chiuse certamente vedrebbe le cose più straordinarie. + +Da queste riflessioni mi liberò felicemente la cena, e quando il +servitore mi annunciò che essa era pronta, l'appetito e la curiosità +erano ugualmente grandi. Nel convento non si mangia carne ed anche +l'ospite deve sottomettersi alla regola, invece si può avere olio ed +aceto a piacere. La mia cena era così composta: Maccaroni all'olio, +senza formaggio, cucinati alla perfezione insieme con erbe squisite +cresciute in quei monti, fagioli verdi, freddi, conditi con olio e +aceto, un fiasco di vino, più che mediocre con una punta di aceto, e per +finire un pezzo di torta cotta coll'olio. Quantunque cercassi di fare +onore ai miei ospiti potei mangiare ben poca di questa roba e mi +contentai dei maccheroni e del pane eccellente. Appena mangiato uscii +per vedere come fosse stata trattata la mia guida, e mi disse che gli +avevano dato del pesce freddo ed una pagnotta di pane. + +Intanto era calata la notte profonda, la luna piena splendeva sul più +limpido cielo illuminando lo splendido anfiteatro dei monti. Gli alberi +inondati di luce, le nere ombre delle rupi, i vapori luminosi che +salivano dalle vallate, il terribile silenzio interrotto dal malinconico +grido dell'upupa, il grosso gufo della montagna e il sordo mormorio del +Cosa, tuttociò pareva circondare il monastero di un influsso magico. A +mezzanotte mi destò il suono della campana--suonavano il +matutino--sapevo che a quel suono un frate, l'_excitator_, andava di +cella in cella a destare i monaci. Essi recitano i primi quattro salmi +penitenziali, poi vanno in chiesa dove rimangono tre ore a cantar +matutino. Tornati nelle loro celle seguitano ancora la preghiera, indi è +loro concesso un breve sonno per riposarsi: e così avanti una notte dopo +l'altra. Ascoltai i rintocchi della campana, che parevano risuonare +strani e fantastici nell'aria, e sarei sceso volentieri in chiesa se non +avessi temuto di turbare le preghiere di quei santi uomini. Mi +addormentai al suono dei loro canti e appena spuntò il giorno la mia +guida venne a bussare alla porta della mia cella, per avvertirmi che era +l'ora di partire per Veroli. + +Lasciai il convento senza poter ringraziare il superiore, perchè non +vidi anima viva, all'infuori del portinaio e del servitore della +foresteria che si scusò di non potermi portare il caffè, che mi aveva +promesso la sera prima, perchè la regola prescrive un'ora fissa anche +per la colazione. Questa notizia mi fece molto dispiacere, perchè la +strada attraverso ai monti fino a Veroli è lunga e noi uomini +civilizzati ci sentiamo raramente disposti ad un assoluto digiuno alla +mattina. Francesco mi consolò con un pezzo di pane, che aveva portato +con sè, e le più saporite more mi furono offerte, con ospitale +gentilezza, da un cespuglio nelle vicinanze del monastero. + +In quella natura alpestre la mattinata era di una bellezza meravigliosa, +il panorama cambiava continuamente d'aspetto fra quelle montagne +variate. Per un'ora costeggiammo abissi scavati dal Cosa, poi il +sentiero scende giù nelle vaste ed amene praterie alpestri. Tutto questo +è proprietà dei Certosini. I cavalli del convento pascolavano a frotte +in quei prati e di tempo in tempo si vedevano mandre intere di capre; i +pastori erano attorno al fuoco, occupati a convertire in formaggio il +latte inacidito. Piccole masserie, di cui molte appartengono al +convento, rompono di quando in quando la solitudine; ne trovai alcune +in posizioni così deliziose, nelle verdi vallate vicino a fresche +sorgenti alpestri, che stimai felici le creature che vi trascorrono i +loro giorni nella pace. Parevano tutti ben nutriti e nessuno domandò +l'elemosina al passante. + +Dopo parecchie ore di strada, lasciando dietro di me le montagne, giunsi +alla fertile campagna di Veroli e questo grosso paese, collocato su di +un'altura elevata si presentò pittorescamente al mio sguardo. Esso +domina un sublime panorama e di là la vista, abbracciando tutto il +Lazio, si spinge fino al regno di Napoli, e dovunque sulle pendici +azzurrine dei monti vicini e lontani, spiccano le città e le bianche +castella. + +Veroli è città vescovile e non manca di una certa industria poichè +provvede i dintorni di tappeti di qualità inferiore ma molto richiesta, +essi sono tessuti a righe di svariati colori, merce strettamente +nazionale ad uso dei ciociari. + +Le strade sono strette e spesso tortuose e molti quartieri sembrano +addirittura labirinti, pieni di casette strane, che, in generale, hanno +una loggia aperta. Trovai la piazza interamente coperta di frutta +estive, vendute ad un prezzo irrisorio, che in questi luoghi non reca +meraviglia. In questa stagione il mercato rigurgita di cocomeri, che +trovai squisiti. Un soldato congedato, veterano ancora dei tempi +napoleonici, sentì per caso nel caffè dove mi ero seduto, che venivo +dalla Certosa e mettendomisi vicino fece un'entusiastica pittura della +vita di paradiso che si conduce nella solitudine di quel monastero, e +disse che l'ultimo desiderio della sua vecchiaia era quello di essere +accettato come frate laico nella Certosa. Disse che si sarebbe messo +anche subito in pensione nel convento, se avesse posseduto la lieve +somma che bisogna versare nella cassa dei frati. Poi il discorso prese +la solita piega ed egli coprì il governo pontificio di tutte le +invettive che si odono giornalmente da tutte le bocche. Il bravo +veterano mi fece nascere la curiosità di vedere la grande tenuta dei +Certosini situata sotto Veroli. Il tempo stringeva, perciò decisi di +rinunciare a Frosinone, che pure era così vicina, e di passare da quella +tenuta per recarmi a Ferentino. + +Lasciai Veroli durante un magnifico temporale. I monti dei Volsci e +degli Appennini erano avvolti in una tinta azzurro-cupa, e le fuggevoli +striscie di sole, facendo spiccare in un cupo riflesso ora questo ora +quel monte, illuminando ora un castello ora un convento, producevano su +quel fondo oscuro un incantevole effetto. Raggiunto dalla pioggia +affrettai il passo attraverso ad una lussureggiante pianura ricca di +frutteti e vigneti e mi trovai davanti alla fattoria della Certosa. Essa +farebbe davvero onore ad un principe romano. I fabbricati della fattoria +sono di aspetto grandioso e, tenuti con somma cura, uniscono in sè i +caratteri del convento e del castello. + +Anche qui la regola dei Certosini prescrive che sia dato cibo e bevanda +al viandante che lo richiede, ed in caso di bisogno essi devono dare +anche alloggio per la notte. Non chiesi nè una cosa, nè l'altra, ma +domandai il permesso di visitare la fattoria. L'ispettore, un robusto +frate laico, in tonaca bianca, con una lunga barba, non solo mi dette il +desiderato permesso, ma mi accompagnò egli stesso in giro. Essendo +abituato nel mio paese a figurarmi un fattore come un uomo di maniere +piuttosto rozze e dure con alti stivali e speroni, col frustino in mano +e la bestemmia sul labbro; un economo in tonaca da frate, colle maniere +di un santo, mi sembrò qualcosa di straordinariamente originale. Con una +simile guida i nostri primi passi furono naturalmente diretti alla +chiesa che è costruita a fianco della fattoria. Entrando nella cappella +la mia guida capì, anche troppo presto, di avere con sè un eretico, e il +santo economo si gettò in ginocchio con un profondo sospiro, nel quale +credetti distinguere il timore per il mio destino dopo morte e la sua +bene intenzionata preghiera per la salvezza della povera anima mia. + +La tenuta dei Certosini chiamata Ticchiena è uno dei più ricchi +possedimenti della campagna. Mille coloni la coltivano, agricoltori che +pagano l'affitto dei campi in natura o col proprio lavoro. Sei frati +laici amministrano la tenuta e di quando in quando abitano la fattoria. +Grano, olio, vino e frutta vi si raccolgono in quantità. La rendita è +impiegata ai diversi scopi del monastero, fra i quali primeggia la +beneficenza. Il nome della Certosa di Trisulti è benedetto e lodato in +tutta la contrada, e mi fu detto che molti anni prima in una tremenda +carestia che desolò la Campagna, per molto tempo il convento provvide i +viveri. «I Certosini hanno governato la campagna per moltissimo tempo»; +ecco la lode che sentii ripetere più volte ed in molti luoghi. E con +questa, voglio chiudere queste pagine come si conviene ad ospite +riconoscente. + + + + +I MONTI VOLSCI + +(1860) + + + + +I monti Volsci. + +(1860). + + +La grande catena dei Volsci ha principio nel territorio romano presso +Velletri che giace sulle loro pendici, e si stende, in una linea di +belle alture in parte coperte da boschi, fino oltre il confine +napoletano, venendo a declinare verso Capua. Correndo parallela +all'Appennino divide geograficamente il Lazio nelle due regioni Campagna +e Marittima che formano le due provincie di Frosinone e di Velletri.[5] + +Lasciando Genazzano, dove mi ero recato a passare un'altra estate nel +silenzio della campagna, ho voluto visitare i monti Volsci, che stavano +sempre dinanzi a' miei occhi, quasi per invitarmi a valicarli per +discendere nella pianura marittima. Una mattina sono dunque montato a +cavallo e vi ho passato alcune giornate deliziose. + +Da Genazzano ai piedi della catena vi sono appena tre ore di strada, +attraverso ad una pianura solcata dal Sacco ed interrotta qua e là da +collinette e da verdi praterie: questa pianura presenta gli stessi +caratteri della campagna intorno a Roma. Non mancano le torri nere, +cadenti in rovina, che si levano ad una data distanza l'una dall'altra, +vestigia solitarie e melanconiche dei tempi feudali. Esse danno al +paesaggio un aspetto suggestivo e ricordano l'epoca di barbarie quando i +baroni medioevali dominavano il Lazio. Le famiglie dei Colonna e dei +Conti eran proprietarie di gran parte della regione intorno ai monti +Volsci. I Conti si suddividevano in più rami, quelli di Segni, di +Valmontone e di Anagni; di preferenza però assunsero il titolo di Conti +della Campagna, portando nel loro stemma l'imagine dell'aquila della +campagna romana. Questa casa, illustre per avere avuto più papi, è +estinta ormai da più di trecento anni; i Colonna invece esistono ancora +e sono tuttora proprietari di una parte notevole del Lazio. + +Più tardi altre famiglie, nipoti di papi, come i Borghese, i Doria, i +Barberini, presero piede in questa regione e tolsero ai Colonna la +parte migliore dei loro beni. Oggi, se si percorrono queste campagne +latine e si domanda ad un pastore, ad un contadino, o agli abitanti +delle nere castella, a chi appartenga il territorio, i nomi più spesso +ripetuti sono Colonna e Borghese, e quest'ultimo ancor più del primo. +Quando poi dai monti Volsci si scende nella pianura marittima, è il nome +e la signoria di un'altra famiglia baronale di Roma, quella dei Gaetani, +duchi di Sermoneta, che più spesso risuona al nostro orecchio. + +Attraversai il Sacco presso la _Mola de' Piscari_, molino veramente +pittoresco, che sorge fra le rovine di un antico castello dei Colonna, +del quale rimangono ancora notevoli avanzi. Ne ho trovata menzione in +alcuni documenti medioevali sotto il nome di _Turris de Piscoli_. + +Il Sacco scorre qui aprendosi rumorosamente la strada fra le rocce +calcaree su cui sorgono le rovine del castello interamente coperte di +piante selvatiche. Esso dominava un tempo l'ampia via Latina che parte +da Valmontone che si trova a non più di una mezz'ora di strada. + +Cavalcavo attraverso i campi deserti, dove non s'incontra che qualche +pastore con la sua mandra di pecore. I pastori di questa regione portano +le gambe avvolte in una pelle di capra, ancora pelosa, ciò che dà loro +un vago aspetto di satiri. Si comprende facilmente che da questo modo di +vestire abbia avuto origine il mito appunto dei satiri e del dio Pane, +poichè così molto probabilmente vestivano i pastori nei tempi favolosi. + +Giunti sulla via Latina, appare a poca distanza Valmontone, che invita a +visitarlo. In cima ad una bassa collina, ma tagliata a picco e nera, +sorgono il castello Barberini, e la chiesa, importanti edifici in stile +barocco del XVII secolo. Attorno a questi stanno raggruppate le case del +paese, contornate da giardini, frutteti e vigne. I topografi moderni +sostengono che Valmontone occupi oggi l'area dell'antica _Tolerium_. Il +nome attuale, appare per la prima volta in documenti del secolo XII, e +designa un borgo di proprietà del Capitolo della basilica lateranense. +Questa chiesa, un tempo ricchissima, vendette il borgo nel 1208 ad +Innocenzo III, della casa Conti, ed al fratello di lui, Riccardo, conte +di Sora, il quale ne divenne feudatario e fu il capostipite del ramo di +Valmontone e di Segni. + +I Conti rimasero signori di questo luogo sino al 1575, nel quale anno si +estinsero. Giovanni Battista, l'ultimo capo della casa, non lasciò che +una figlia, Fulvia, che portò in dote tutti i beni di famiglia agli +Sforza. Gli Sforza vendettero Valmontone nel 1634 ai Barberini, e +Camillo Pamphili, nipote d'Innocenzo X, lo comperò dal cardinale +Francesco Barberini nel 1651. Da allora è rimasto proprietà della casa +Doria-Pamphili. + +Camillo, uno dei principi più ricchi del secolo XVII, in grazia +specialmente della rapacità della madre Olimpia Maidalchini, una vera +arpia, fece edificare il palazzo e la chiesa di Valmontone. Anche se non +si sapesse in quale tempo furono costruiti questi due edifici, +basterebbe un'occhiata per apprenderlo, essendo entrambi in stile del +Bernini, e riportando il visitatore verso l'architettura romana del XVII +secolo. Contemplando gli edifici, non si direbbe di trovarsi davanti ad +un castello della campagna romana, ma piuttosto dinanzi al palazzo +Pamphili ed alla chiesa di S. Agnese, in piazza Navona. I Pamphili +impiegarono le loro ricchezze nell'innalzare principeschi e maestosi +edifici; il nipote d'Innocenzo X costruì presso la porta di S. Pancrazio +la villa più bella e più grandiosa di Roma; fabbricò sul Corso il +magnifico palazzo che porta anche oggi il nome della famiglia Doria e vi +pose la famosa galleria di quadri, che è una delle più ricche di Roma. +Innocenzo stesso edificò il palazzo Pamphili presso la chiesa di S. +Agnese, questa pure da lui fatta ricostruire, e fece innalzare su +disegno del Bernini, la bella fontana in piazza Navona, che può essere +annoverata fra i monumenti migliori della Roma moderna. + +Questa famiglia ha dunque aggiunto alla fisonomia della Roma pontificia +dei nuovi tratti, proseguendo così l'opera iniziata prima con tanto +splendore e tanta attività dai Borghese e dai Barberini. In qualunque +modo si voglia giudicare lo stile di quel secolo, non si può fare a meno +di riconoscergli, nonostante le sue stranezze e le sue esagerazioni nei +particolari, una certa grandezza: esso caratterizza nettamente tutta +un'epoca, quella del lusso baronale, del fiorire di una splendida e +ricca aristocrazia; l'epoca in cui i baroni oziosi, dissoluti, vestiti +di raso e di trine, sfoggiavano le loro ricchezze, la loro eleganza in +quelle ampie sale, facendo mostra di quell'opulenza che il sudore dei +poveri contadini procurava loro. La rivoluzione francese ha posto fine +col ferro e col fuoco a questo periodo di dissipazione e di prodigalità. +In questo secolo i papi non hanno più edificato. Dopo Pio VI, non vi è +stato più nepotismo ed il magnifico palazzo di suo nipote Braschi che +sorge, non lontano da quello Pamphili, in piazza Navona, può dirsi +l'ultimo innalzato a spese del popolo angariato ed oppresso. Ora che il +nepotismo più non esiste, non vedremo dunque più costruire dei palazzi +Barberini, Borghese, Doria, Albani, Odescalchi, Rospigliosi e Corsini; +Roma prenderà un altro carattere, ed invece di sontuosi edifici, di +ville eleganti come quelle costruite dalle famiglie dei papi, vedremo +teatri, stazioni, alberghi, villini, ed altre costruzioni simili a +caserme. + +Nulla Valmontone ha di notevole. Nessun monumento del medio-evo è +sopravvissuto alla distruzione compiuta nel 1527 dalle soldatesche di +Carlo V, reduci dall'aver saccheggiato Roma. Appena riedificato, fu di +nuovo demolito dalle truppe del duca d'Alba e di Marco Antonio Colonna. +Solo dalla piazza baronale del castello l'occhio può godere una veduta +incantevole, quella dei monti Volsci, sulle cui sommità si scorgono le +case di Montefortino, con il grande e cupo castello dei Borghese che le +domina. + +Per quanto piccolo ed isolato, Valmontone non è però privo di vita e di +movimento, essendo luogo di passaggio fra Roma e la frontiera +napoletana. Vi si vedono passare senza tregua file di carri, tirati da +bianchi buoi, che portano alla città dei Cesari grano, lana, vino, +pollame ed altre merci. Anche la posta vi passa tre volte alla +settimana, ma non va oltre Frosinone, capoluogo della delegazione, di +guisa che per andare a Ceprano o più in là nel regno di Napoli, è +necessario prendere una carrozza a nolo. + +Da Valmontone la via Latina prosegue per una valle ombreggiata da +alberi, e poi attraversa una pianura silenziosa, fra vecchie torri, +sino ai piedi dei monti Volsci. Ivi dalla strada maestra se ne stacca +un'altra che dopo aver passato il Sacco prosegue per Segni. Da principio +si cammina lungo le prime colline dei Volsci; alla destra sorge Monte +Fortino, cupo ed oscuro, a sinistra, sopra una ridente collina, +Gavignano. La via è monotona, ma più si sale e più stupenda appare la +vista della classica pianura del Lazio, severa e bella, disseminata di +colline e di castelli e limitata all'orizzonte dalle azzurre vette +dell'Appennino, e più in là, verso il Napoletano, da altre montagne, +dalle bianche cime. + +Ho percorso tutte le più belle regioni d'Italia, ho vagato per le famose +pianure di Agrigento e di Siracusa, ma nonostante lo scintillio di +colori di queste regioni meridionali, confesso di non aver mai provato +un'impressione tanto profonda come la campagna romana ed il Lazio hanno +saputo suscitare in me. Queste contrade mi son divenute così familiari +quanto quelle della mia patria, avendole dovute studiare profondamente +per la mia storia di Roma nel medio-evo, e visitandole mi sono apparse +sempre nuove e piene di grandezza. Quando poi me ne allontano, provo +ardente il desiderio di rivederle. Non ho mai potuto contemplare da +Monte Mario la valle che si apre fra Palestrina e Colonna verso la +campagna latina, senza sentirmici attratto come da un'imperiosa +seduzione. E' possibile che questo paesaggio debba ai ricordi storici +gran parte del fascino irresistibile che esercita sul visitatore, ma +anche senza di quelli son persuaso che sedurrebbe per il carattere +nobile e grandioso che la natura gli ha impresso. Alcuni luoghi hanno un +aspetto del tutto mitologico, come, per esempio, la pineta di Castel +Fusano, presso Ostia, con i suoi alberi giganteschi che si stendono sino +al mare, e la larga foce del Tevere, che la fantasia si sente portata a +popolare di figure leggendarie e favolose. Altre regioni invece hanno un +carattere del tutto lirico, altre ancora epico, omerico, come Astura e +il capo Circeo. Nessuna regione però ha un carattere storico, +solennemente tragico, al pari della campagna di Roma. Essa appare come +il teatro più grande della storia, come la scena dell'universo. Nessuna +descrizione poetica, nessun pennello di genio, per quanto molti artisti +di valore vi si siano provati, saprebbe dare un'idea della bellezza +grandiosa e superba della campagna del Lazio a chi non l'abbia veduta e +sentita. Là nulla v'è di romantico, nulla di fantastico; tutto è +silenzioso, grandioso, di una bellezza imponente e severa; dinanzi a +quello spettacolo della natura lo spettatore intelligente si sente +penetrato dall'impressione profonda e grave che proverebbe davanti alla +statua di Giunone di Policlete. + +Più si sale per i monti Volsci, e più, nel contemplare sotto di sè la +stupenda regione, si prova invidia, per quelle aquile, che sono i veri +_conti_ della campagna e vi spaziano a loro piacimento, da padrone. Ora +immobili sulle rocce, con aspetto imponente, ora sospese nell'aria, esse +hanno la nobiltà di questa natura che dominano; il loro volo silenzioso +e solenne è in piena armonia col paesaggio. + +Non si scorge Segni se non allorquando vi si è quasi giunti, perchè la +strada corre sempre tortuosa entro una gola di rocce calcaree, di colore +rossastro. I fianchi del monte sono frastagliati, coperti di massi, che +si accavallano gli uni sopra gli altri, così da sembrare una grande +muraglia edificata da giganti. Esaminando quella formazione geologica, +che più o meno si ritrova in tutti i monti del Lazio, mi è sembrato +evidente che debba essere stato questo fenomeno naturale che ha dato +all'uomo l'idea delle costruzioni ciclopiche; quelle formazioni +geologiche essendo vere e proprie mura ciclopiche, di mole ancora più +imponente. Gli uomini non hanno avuto che da imitare l'opera prodotta +dalle rivoluzioni terrestri. + +Era mezzogiorno ed il sole splendeva in tutto il suo ardore, allorchè +giunsi innanzi a Segni. Questa antichissima città sorge su di un +altipiano di rocce ed è tuttora circondata per buona parte da ciclopiche +mura. A prima vista le sue case nere, che si inseguono a scaglioni, +interrotte qua e là da alcune torri insignificanti, fanno un'impressione +più singolare che piacevole. Non v'è una cattedrale, non un antico +castello che richiami l'attenzione; non si scorgono che case noiosamente +uniformi, senza alcun carattere architettonico; ed io, che avevo sperato +trovare una città antica, ricca di monumenti, rimasi pienamente deluso. +Tutti i paesi del Lazio propriamente detto, come Anagni, Ferentino, +Alatri, Veroli, recano, più o meno, l'impronta del medio-evo; +quest'antica città di _Signia_ non è invece che un luogo deserto, +malinconico e senza il menomo interesse storico; è insomma una noiosa +città. L'unico ricordo piacevole che di essa mi sia rimasto, è quello +degli alberi stupendi che la circondano da un lato, e la vista dei +rigogliosi boschi che ricoprono i monti vicini. + +Mi sono convinto che i paesi Volsci, per quanti ne ho veduti, hanno un +carattere affatto diverso da quelli latini; e ciò principalmente perchè +sono paesi di montagna, solitari, appartati dal mondo, senza commercio +nè industria; taluni scarseggiano perfino di terreni coltivabili, non +hanno che olivi, viti e altri alberi fruttiferi. Vi si raccolgono +abbondantemente le ciliegie, le pesche, le castagne e soprattutto le +ghiande, che servono ad ingrassare i maiali. Questi animali, tutti di +razza nera, vengono allevati in grande quantità sui monti Volsci; i +prosciutti di queste contrade sono infatti rinomatissimi. Tutti i paesi +di questa regione, eccezion fatta delle città, come Cori, che sono più +vicine a Roma e non si trovano proprio sui monti, hanno l'aspetto dello +squallore e della miseria. + +Le case di Segni son costruite di pietra bianca calcarea, alternata con +blocchi di tufo nerastro e con mattoni. Questa disposizione dà loro un +aspetto bizzarro; essa denota un primo passo, ancora timido ed incerto, +nella via dell'architettura pisana, che, come è noto, fa alternare +strisce bianche a quelle nere ne' suoi edifici. Ho spesso trovato in +vecchi documenti l'espressione «_Signino opere_» applicata alle case, ed +a Segni ho appreso cosa significasse: essa serviva ad indicare il modo +di costruzione usata in questo paese. Qui però non mi ha fatto una +grande nè buona impressione, avendo trovato nella città di Segni un +carattere monotono e grigio, tanto più triste in quanto che non un +giardino, non un albero viene a rompere l'eterna uniformità di quelle +case di pietra calcarea. + +Sono entrato per la Porta Maggiore, per cercare una locanda, e mi sono +subito accorto con stupore che questa porta, addossata alle mura +ciclopiche, è l'unico ingresso della città che, costruita su una ripida +collina, rimane da tre lati inaccessibile. Presso questa porta sorge il +castello o palazzo dei Conti, altra volta signori di Segni, grande +edificio, «_signino opere_», che in complesso ha piuttosto l'aspetto di +un convento che di un'abitazione signorile. Niente gli dà l'idea di un +castello, mancando perfino una torre. Senza dubbio la rocca dei signori +di Segni aveva un altro aspetto prima della distruzione della città, +compiuta dalle soldatesche di Marcantonio Colonna. + +Parlando di Valmontone ho già osservato che Segni fu posseduta dalla +famiglia d'Innocenzo III, che fu anche quella di Gregorio IX e di +Alessandro IV. Dopo il ristabilimento del libero governo municipale, +ossia del Senato, in Roma, nel 1143, i papi si sono spesso trovati +costretti a rifugiarsi nei luoghi fortificati della campagna, per +sottrarsi al furore dei romani, e i luoghi prescelti furono Palestrina, +Tuscolo, Anagni o Segni. Eugenio III, cacciato dalla città dal Senato +romano, da principio si rifugiò a Segni, e vi edificò, nel 1145, una +residenza papale, il famoso Alessandro III, Lucio III e Innocenzo III +vissero pure qualche tempo a Segni. Quest'ultimo deve anzi esservi nato, +nel palazzo della sua famiglia.[6] + +Anche in seguito la casa Conti rimase per lungo tempo signora di Segni, +dove anzi, dopo il 1353, i suoi membri occuparono la carica di podestà +da prima e poi di vicario, a nome del papa. Allorchè la famiglia Conti +si spense e l'eredità passò a Mario Sforza, Sisto V eresse la contea di +Segni a ducato. Le truppe del duca d'Alba, nonostante la sua formidabile +posizione strategica, s'impadronirono di Segni e la distrussero il 13 +agosto 1557: ciò spiega perchè in Segni non rimanga traccia di antichi +edifici gotici. La città venne riedificata, ma la casa Sforza, piena di +debiti, non potè mantenersi padrona del ducato, ed allora ne venne +investito da Urbano Vili suo nipote, il cardinale Antonio Barberini. Non +meno di mezzo secolo durò la lite fra i Barberini e gli Sforza, finchè +questi, verso la fine del 1700 la vinsero. Oggi ancora gli +Sforza-Cesarini sono baroni, anzi duchi di Segni. + +Tali sono, in brevi parole, le vicende di questa città nel medio evo; se +se ne volessero rintracciare le sue prime origini, sarebbe necessario +risalire nientemeno che ai tempi favolosi di Giano e di Saturno. + +All'arrivo in un nuovo paese, la prima cosa che mi reco a visitare è la +cattedrale, perchè generalmente la maggior parte delle chiese sono veri +musei della storia locale, ed è raro che indipendentemente dalle +antichità architettoniche non si trovi pure qualche altro ricordo del +medio evo. Sono per lo più iscrizioni, che accennano ai principali +avvenimenti del paese, o monumenti sepolcrali che, con le loro scolture +ed i loro caratteri latini, presentano una grande attrattiva, ed hanno +un grande valore per coloro che si occupano o si dilettano di studi +storici. Disgraziatamente però il tempo rovina ogni cosa, deturpa lo +stile primitivo degli edifici, che a poco a poco vanno assumendo un +aspetto moderno di cattivo gusto, e va facendo scomparire dalle antiche +tombe delle chiese le preziose iscrizioni. Quante non ne sono state +tolte dalle basiliche di Roma! Le chiese di Roma erano un tempo piene di +tombe del medio-evo; tutte le grandi famiglie vi possedevano cappelle +gentilizie o cripte mortuarie. Ma dopo che Giulio II osò togliere dallo +stesso S. Pietro le tombe dei papi, e rovinarle, distruggerle, il +cattivo esempio è stato seguito ovunque, ogni qualvolta si è trattato di +fare nelle chiese una qualche riparazione, un restauro qualsiasi. Sono +poche ormai in Roma quelle in cui lo storico possa trovare ancora nelle +tombe e nelle iscrizioni, notizie del passato: ne rimangono alcune in S. +Pietro, in S. Giovanni Laterano, nella Minerva, in S. Maria in Aracoeli, +la famosa chiesa del Senato romano durante il medio-evo, ed in altre +poche, nelle quali l'antico pavimento non è stato completamento +disfatto. Solo ora che è troppo tardi, si comincia a tenere in gran +pregio ciò che è stato distrutto; si deve al De Rossi, l'illustratore +infaticabile delle catacombe, se in Roma sono state salvate dalla +completa rovina gran numero d'iscrizioni medioevali, collocandole nel +museo Lateranense. + +Mi ero rallegrato pensando che Segni, città vescovile sin dal 499, +avrebbe avuto un'antica e bella cattedrale, ma invece ho trovato una +costruzione moderna, grossolana, decorata nell'interno con un pessimo +gusto romano, con una cupola dipinta, lusso questo veramente superfluo e +senza ragione di essere in una chiesa dove a nessuno vien fatto di +torcere il collo per contemplare le pitture di una cupola. La chiesa +contiene due statue moderne, consacrate a due uomini illustri, a cui +Segni si vanta di aver dato i natali, il papa Vitaliano ed il vescovo +Brunone. Vitaliano da Segni fu papa dal 657 al 672, nel periodo cioè più +obbrobrioso di Roma quando la città era soggetta ai bizantini. Fu lui +che ospitò l'imperatore Costanzo II, allorquando nel 663 venne a Roma a +toglierle tutte le opere d'arte, sfuggite alla rapacità dei Vandali. +Costanzo strappò perfino alla cupola del Pantheon le lastre di bronzo +dorato che la ricoprivano, per portarle a Bisanzio. + +L'altra statua, mediocre essa pure come opera d'arte, sorge di fronte a +quella di Vitaliano.[7] Brunone nacque ad Asti nel Piemonte, fu +raccomandato a Gregorio VII e più tardi da Urbano II fatto vescovo di +Segni. Contrariamente alle prescrizioni canoniche, abbandonò la sede +vescovile e si ritirò a Montecassino, dove l'abate Oderisio l'accolse +fra i seguaci di S. Benedetto. Sebbene il papa Pasquale II gli avesse +intimato di restituirsi alla sua sede episcopale, egli rimase a +Montecassino, di cui divenne poi abate, e dettò ivi, nella tranquillità +del chiostro, le sue opere di esegesi. + +In seguito alla lotta d'investitura, questo stesso papa Pasquale fu +fatto prigioniero da Arrigo V e, cedendo alla forza, promulgò un editto +con cui veniva riconosciuto all'imperatore il diritto d'investitura. Ma +non appena Arrigo fu tornato in Germania, i cardinali ed i vescovi +spinsero Pasquale a revocare il decreto ed a rompere il suo giuramento; +e fra i più zelanti ad indurlo a far questo fu Brunone, che abbandonò +Montecassino e fece ritorno nella sua diocesi, dove morì nel 1123. La +Chiesa lo santificò nel 1183. + +Fu un inglese, certo Ellis, abate di Montecassino e vescovo di Segni, +che innalzò questo monumento al suo predecessore. La chiesa di Segni ha +inoltre un altro legame con la lontana Inghilterra: fu in uno dei sinodi +tenuti in questo sacro luogo che nel 1173 Tommaso di Canterbury fu da +Alessandro III beatificato, pochi anni dopo la sua tragica fine. +Un'iscrizione del duomo ricorda questo fatto. + +Lord Ellis divenne vescovo di Segni nel 1708. Restaurò la cattedrale e +fondò il seminario. In questo collegio vengono allievi da tutte le +parti del Lazio, per farvi gli studi di umanità, di guisa che può essere +considerato come un ginnasio. Gli allievi indossano l'abito +ecclesiastico, anche se non intendono dedicarsi alla carriera +sacerdotale. Il seminario sorge presso la chiesa di S. Pietro, nel punto +più alto e più bello della città, dove in tempi remoti si elevava +l'acropoli volsca, o rocca ciclopica. + +Lassù, sopra un'altura, da dove si domina tutto il Lazio, si levano la +rocca ed il tempio dell'antica Segni, di cui rimangono pochi avanzi, fra +i quali notevole è una piccola cisterna circolare, situata presso il +seminario. Gli abitanti della città hanno fatto di questo luogo la loro +passeggiata favorita; essi vanno a spasso lungo le ciclopiche mura, sul +punto più alto della montagna, fra quei blocchi di pietra, coperti di +musco e di fiori selvatici. E' difficile trovare una passeggiata più +originale di questa, a tanta altezza. La montagna scende a picco e di +domenica vi ho trovato delle signore, elegantemente vestite in abito di +seta e col ventaglio che sembravano voler signoreggiare su tutto il +Lazio; poichè di lassù lo sguardo abbraccia un vasto panorama di pianure +e di monti popolato da innumerevoli città, ricche tutte di memorie +storiche o leggendarie. Il panorama si stende da Roma, che si scorge +confusa fra le nebbie nella pianura, fino ad Arpino, patria di Cicerone, +che biancheggia sui monti azzurri del regno di Napoli. + +L'aria v'è fina, quasi cruda. Essa agita di continuo le rose selvatiche +e le piante di ginestra, che crescono fra le rocce. Tutto ricorda tempi +antichissimi, primitivi di fiera e selvaggia natura, e l'animo ne rimane +profondamente turbato. + +Sono salito più in alto, per arrivare alle famose mura ciclopiche che, +come in tutte le città del Lazio, circondavano qui la rocca, cadendo a +picco sul pendio del monte. I loro massi stanno tuttora connessi gli uni +agli altri, come se l'opera fosse stata compiuta ieri soltanto: qua e là +si aprono piccole porte di stile etrusco. In fondo ad un lungo muro +esiste ancora la famosa, pittoresca porta ciclopica, ad arco ottuso, +formata da enormi massi quadrangolari. L'aspetto gigantesco di queste +mura, la tinta cupa che il tempo le ha dato, le piante selvatiche che le +ricoprono, la grandiosità del monte a cui si appoggiano, producono +un'impressione che la parola non sa descrivere. + +Oltrepassata questa porta, mi sono trovato sul versante opposto del +monte, dove sparisce la vista del Lazio. Esiste colà pure una grandiosa +cisterna circolare, scavata nella pietra, che ha 30 piedi almeno di +diametro. Vi ho trovato delle donne intente a lavare i loro panni. Mi è +capitato più volte di vedere nelle città volsce siffatte grandi ed +antiche cisterne, che sono veramente una loro caratteristica. + +Gli abitanti di Segni hanno anche un altro luogo di passeggiata, nella +valle, di fronte alla porta della città: essa conduce prima ad un +convento, nascosto fra le piante, e poi sale per le montagne. Vi +abbondano castagni giganteschi, quercie ed olmi; qui vi è solitudine e +incantesimo romantico, quanto ne desidera il cuore. + +Era venuta la sera e gli abitanti di Segni erano accorsi colà in gran +numero. Qui le classi superiori si vestono già secondo la moda francese, +ma il popolo è rimasto fedele al suo costume montanino. Nel basso Lazio +le donne portano dei fazzolettoni rossi; nella pianura i colori sono più +vivaci e più vivaci sembrano essere gli spiriti, perchè la vita v'è più +facile che sui monti severi e selvaggi, avvolti nelle nubi. Qui le donne +portano degli scialli di lana di color turchino cupo, e la tinta di +questi scialli, o mantiglie, come si chiamano in Sicilia, m'è sembrata +armonizzare con tutto il paesaggio di Segni. Il turchino ed il nero +sono i soli colori che ho visto indosso a quella gente. + +Per quanto sia grandiosa e bella la posizione di Segni, non sarei capace +di passarvi un'estate. Quelle nere pietre, quella natura melanconica e +demoniaca avrebbero ben presto reso silenziose le Muse. Inoltre vi +soffia quasi sempre un vento terribile; in estate tutti i giorni sulle +montagne vicine si accumulano delle nubi che si rovesciano poi ad un +tratto su Segni. + +Del resto sono riuscito a trovare un buon alloggio in questo luogo; +l'unico albergo della città è pulito ed i prezzi vi sono moderati, come +lo sono generalmente sempre nei paesi di montagna. Vi ho mangiato delle +pesche squisite di un colore giallo bianchiccio pallido, e bevuto del +vino eccellente, sebbene un po' aspro. Di questo vino fa menzione anche +Marziale in questi versi: + + «_Potabis liquidum Signina morantia ventrem: + Ne nimium sistant, sit tibi parca sitis, + Quos Cora, quos spumans inimico Signia musto_». + +Era mia intenzione trovarmi a cavallo il domani, al levar del sole, col +mio compagno, il celebre acquerellista Müller, per salire sulla cresta +dei monti, traversare l'antica foresta dei Volsci ed arrivare al vetusto +paese di Norba; ma il cielo cominciò a coprirsi di nubi, e poi il tuono +rimbombò sui monti e l'acqua infine scese a dirotto. Disperavamo già di +poter fare la nostra gita, quando ad un tratto Giove Pluvio si mise a +sorridere. Subito saltammo a cavallo e, preceduti dalla nostra guida, ci +ponemmo in marcia. Il vento faceva turbinare le nubi bianche, +spazzandole dal cielo, come barchette a vela: era uno spettacolo +incantevole e grandioso. + +Subito dopo Segni principia una verde e folta foresta. Noi vi cavalcammo +allegramente, perchè le foreste in Italia sono abbastanza rare: non c'è +bisogno di dire quanto a me, cittadino tedesco, sia apparsa gradita, +ricordandomi la patria lontana. Non ho ritrovato qui però gli abeti neri +del Natale a me familiari, ma invece stupendi olmi, quercie ed alcuni +pini. Il pino risuona come un arpa allorchè il vento scherza con le sue +fronde; il suo suono ha qualche cosa di delizioso, come un canto di +spiriti. + +La strada era ancora fangosa, ma essendo a cavallo abbiamo fatto a meno +di guazzarvi dentro come quelle povere fanciulle e quei ragazzi che +abbiamo visto trascinarsi a piedi scalzi pel bosco in cerca di funghi, +fatti spuntare nella notte dalla pioggia. Un silenzio profondo regnava +in quella solitudine, interrotto solo qua e là dai colpi di qualche +spaccalegna. Non abbiamo incontrato che un merciaio, il quale, a fianco +del suo muletto carico di mercanzia, si recava a Cori. Il merciaio +ambulante doveva traversare faticosamente la cima di quei ripidi monti, +per giungere alla città. Il commercio tra Segni e Cori non dev'esser +dunque molto attivo. + +Dopo un paio d'ore di cammino, prima attraverso i boschi, poi, a misura +che si saliva più in alto, sopra le nude rocce, arrivammo al punto +culminante della nostra via e, dato ancora uno sguardo al Lazio che si +stendeva sotto i nostri piedi, cominciammo lentamente a discendere il +versante opposto, senza riuscire ancora a vedere nè il mare, nè la +Marittima, sorgendoci sempre davanti un'altura, intorno a cui bisognava +girare. Fra questa e i monti di Segni si stende un'ampia e bella distesa +di praterie, solcata da torrenti, detta Colle Mezzo. E' stato un vero +godimento camminare, ora a cavallo, ora a piedi, per distrarci, su quel +molle e verde tappeto. + +Tornammo poscia a salire, attraverso una bella e fitta foresta, nella +quale cavalcammo per più di due ore. Questo succedersi di montagne e di +valli, queste gole profonde e cupe, cosparse di tronchi abbattuti +coperti di muschio, simili ad eroi vinti, quelle praterie color verde +carico, dove pascolavano delle mandre, quegli arbusti in fiore, quei +sentieri incassati, entro i quali i raggi del sole scherzavano, tutto +ciò ci ricordava ad ogni passo le montagne del nostro paese. Prima di +aver visitato il mezzogiorno, mi ero sempre immaginato che solo in +Germania e nel Nord in genere si trovassero vere foreste; quando però +sono più tardi tornato in patria, ho perduto presto questa superba +illusione. Ciò che manca alle nostre foreste settentrionali sono i +cespugli, le piante rampicanti e la lussureggiante flora del +mezzogiorno. + +Come è splendida questa foresta dei Volsci! Non avevo mai visto prima +d'allora una solitudine più poetica! Sembra veramente la dimora delle +silfidi e degli elfi, e si direbbe che il vecchio Saturno, con la sua +bianca barba, vi si debba trovare nascosto in fondo a qualche tenebrosa +caverna. Vi ho ammirato dei meravigliosi fenomeni di vegetazione, dei +faggi le cui cime si perdevano nell'azzurro del cielo: essi avevano +esattamente la tinta delle rocce coperte di musco, in mezzo alle quali +si levavano. Si sarebbe detto che ne fossero una continuazione organica. + +Siamo scesi da cavallo in un luogo veramente delizioso e ci siamo +distesi sull'erba. La nostra colazione è stata frugale; dei cespugli di +spine, coperte di nere more, ci han fornito il _dessert_. A poca +distanza da noi era uno stagno d'acqua verdastra, circondato da erbe e +da giunchi che pareva immerso nei sogni. Una passeggiata serale, quando +i raggi della luna vengono ad inargentare la cima degli alberi e gli +elfi cominciano a danzare in circolo sull'erba fiorita, deve essere una +cosa deliziosa. + +Finalmente giungemmo al termine della foresta, sul versante sud-ovest +del monte, ed io provai l'impressione di un uomo condotto con gli occhi +bendati dinanzi ad uno spettacolo meraviglioso, cui sia stata d'un +tratto tolta la benda. Dinanzi a me apparve luminosa ai nostri piedi la +pianura marittima, le paludi pontine, pervase di varie e strane tinte, +più lontano il mare, dorato dal sole, le isole di Ponza, perdute in +mezzo alle onde brillanti; il capo Circeo, la torre solitaria d'Astura, +la Linea Pia e il castello di Sermoneta. Uscendo dalle ombre della +foresta, l'aspetto di questo panorama è uno dei più belli che l'Italia +presenti. Su di me ha prodotto un'impressione così forte che non ho +trovato sul momento, e neppure ora so trovare, parole atte ad +esprimerla. Mi si era vantata assai a Roma la bellezza di questo colpo +d'occhio e mi si era detto che non avrei potuto trovare nulla di più +bello della traversata dei monti Volsci e della vista di lassù delle +paludi pontine e del mare; nulla di più vero. Io consiglio vivamente a +tutti quelli che visitano i paesi romani, questa magnifica escursione. + +Dopo sei ore di cammino, giungemmo al piccolo villaggio di Norma. Esso +sorge sopra un altipiano, a fianco di una scoscesa montagna, presso i +ruderi ciclopici dell'antica Norba. Norma, Norba, Ninfa sono qui come +degli esseri favolosi. I loro nomi risuonano da ogni lato ad ogni +istante e svegliano nella mente un mondo fantastico di miti e leggende. +Norma, Norba, Ninfa, Cori, Sermoneta, come questi nomi melodiosi parlano +alla fantasia! + +Allorchè entrammo nell'albergo di Norma e l'albergatore ci condusse +nella nostra stanza, mi affacciai alla finestra e tutta la superba +bellezza della pianura marittima si offerse a' miei occhi. Subito sotto +di me, ai piedi del monte, scorsi una cerchia di mura coperte di ellera +in mezzo alle quali si levavano delle curiose collinette, che sembravano +fatte di fiori. Qua e là sorgevano pure antiche torri rovinate, +rivestite tutte di musco, ed in mezzo a questa bizzarra cerchia di mura +sbucava fuori un argenteo ruscello che attraversava poi le paludi +pontine e, quasi striscia di luce, si perdeva in un lago presso il mare. +Attonito domandai all'albergatore che cosa fossero quella strana cerchia +e quelle collinette in fiore. «Ninfa, Ninfa», mi rispose. + +Ninfa! Era, dunque, la Pompei del medio-evo, la città dei sogni, immersa +nelle paludi pontine! + +Decidemmo di andarvi la sera, allorchè la dolce Selene sarebbe sorta +dietro i ruderi ciclopici dell'antica Norba. + +All'albergo facemmo un buon pranzo e dopo un breve riposo, traversammo +il paese. Norba è il nome volsco primitivo di questo villaggio, +trasformatosi poi, non so quando, in Norma. Ho trovato adoperato +quest'ultimo per la prima volta nelle cronache del secolo VIII, +all'epoca cioè della donazione dei due possessi, appartenenti allo +Stato, di _Nymphas et Normias_, donazione fatta dall'imperatore greco +Costantino V al papa Zaccaria. E' dunque molto probabile che da +quest'epoca l'antico paese volsco di Norba sia stato abbandonato e nella +sua vicinanza sia sorta l'attuale Normia o Norma[8]. + +Le rovine dell'antica Norba sono a poca distanza da Norma e consistono +in ruderi, tuttora notevoli, della rocca e delle mura, ciclopiche che la +circondavano. Anche qui la rocca sorgeva sopra una rupe isolata, forte +per natura, che scendeva a picco dalla parte delle paludi pontine. Era +di forma quadrata, e la circondava una doppia fila di mura. Vi si può +ancora entrare per una antica porta, di forma rotonda, simile ad una +torre od al pilastro di un ponte, alta circa 36 piedi. Le mura misurano +dai 40 ai 50 piedi di altezza ed offrono un insieme più imponente di +quelle di Segni. Esse circondano l'altura calcarea che è stata spianata +sulla cima; vi si scorgono tuttora fondamenta di costruzioni ciclopiche, +appartenenti forse una volta ad un tempio od a qualche altro monumento +pubblico. + +Se si cerca rappresentarsi ciò che poteva essere una costruzione di +questo genere, se un tempio cioè, od un'abitazione, in proporzione con +le ciclopiche mura, bisogna concludere che doveva essere, in ogni modo, +una cosa grandiosa, ma severa e cupa. Come architettura doveva +avvicinarsi al _Tabularium_ di Roma che appartiene ad un dipresso al +periodo dell'architettura volsca ed etrusca. Sarebbe, infatti, errore +credere che le così dette costruzioni ciclopiche rimontino ai tempi +leggendarî. Come ho già notato ad Alatri, non è necessario far qui che +un passo per ricollegarle a quell'epoca della storia romana che porta il +nome di Servio Tullio. + +Una piccola cisterna antica ed alcune stanze e grotte sotterranee: ecco +quanto rimane dell'antica Norba, oltre agli avanzi dell'acropoli e delle +mura, di cui ho parlato. Sono rimasto sorpreso di non trovarvi dei +sepolcri o dei loculi scavati nella roccia, come se ne vedono da per +tutto nelle città etrusche e siciliane; in Sicilia, soprattutto a +Siracusa, a Leonzio, ad Agrigento e ad Enna, ve ne sono innumerevoli. + +La popolazione di Norma dà all'antica città il nome di Civita la Penna; +io però non sono riuscito a spiegarmi donde questo nome abbia avuto +origine. La denominazione sembra spagnola, perchè Pegna o Peña in +spagnolo significa appunto rupe. Questo nome, del resto, si conviene +benissimo a Norba, che, secondo la leggenda, sarebbe stata costruita da +Ercole. + +In tempi posteriori la città parteggiò per Mario e fu quindi stretta +d'assedio da Emilio Lepido, seguace di Silla. Emilio Lepido con un +tradimento riuscì a penetrare nella ciclopica rocca, ma gli abitanti, +esasperati, rifiutarono di arrendersi e preferirono, come quei di +Numanzia, trovare la morte tra le fiamme delle loro case. Da allora in +poi, a quanto sembra, la città è rimasta un cumulo di rovine; per lo +meno Plinio la trovò tale. + +Dall'alto delle rovine della cittadella il panorama della marittima è +stupendo. Si distingue nettamente la spiaggia del mare, da Porto d'Anzio +sino al capo Circeo ed a Terracina, e più lontano ancora si scorgono +Ostia, Pratica ed Ardea ed un'infinità di torri che solitarie si ergono +lungo la riva come tanti obelischi. Queste torri sono state costruite a +partire dal IX secolo, quando cioè, i Saraceni cominciarono ad apparire +sulle coste italiche. Ancora oggi tutta l'Italia e le sue isole sono +circondate, come da una cintura, da queste torri pittoresche: ciascuna è +custodita da alcuni artiglieri, che sorvegliano dei vecchi e curiosi +cannoni, postivi già da qualche secolo. Lamoricière, il nuovo +generalissimo del Papa, ne ha ora ritirati gli artiglieri e li ha +chiamati a Roma, ed ha anche fatto togliere da quelle piattaforme le +vecchie colubrine che da centinaia d'anni tenevano aperte le loro bocche +sul mare. Ora, invece dei Saraceni, sono i seguaci di Garibaldi che +tentano sbarcare su queste spiagge. + +Ho visto una di queste torri brillare a qualche distanza sul mare: era +il celebre castello d'Astura. Più in là, ad un miglio distante da +questa, ho scorto un'altra torre, Foceverde, così chiamata da un +torrente che, uscendo dal bosco selvaggio e paludoso, si versa nel mare. +Una terza torre sorge più lontano, presso un lago, circondato da folte +piante, le cui acque, illuminate dai raggi del sole, splendono come oro +liquido. Una grande, profonda pace regna sul lago insieme con un +silenzio di morte. Non vi sono che uccelli marini che svolazzano senza +posa, qualche pescatore, pallido per la febbre, intento a ritirare nella +sua barchetta le reti, e qualche povero diavolo che, mezzo nudo, va +pescando le sanguisughe. È questa la torre ed il lago di Fogliano, un +tempo chiamato _Clostra Romana_. Lucullo vi possedeva una villa e vi +allevava le murene. Il Ninfeo, il torrente, che abbiamo visto correre +attraverso alle rovina di Ninfa, va a gettarsi appunto nel lago di +Fogliano, ed io potei seguirne tutto il corso, attraverso le paludi +pontine. + +Più lontano ancora si scopre il lago dei Monaci, poi quello di +Crapolace, infine il gran lago di Paola con la sua torre, e non lontano +da questo il capo Circeo, che il mare sembra circondare da ogni lato. + +Chi non ha mai attraversato le paludi Pontine per recarsi per la via +Appia a Terracina e crede che siano delle putride e nauseabonde maremme, +s'inganna. Vi sono, è vero, terreni paludosi e stagni in quantità, ma +nascosti da boschi, nei quali errano cinghiali, istrici, cervi, bufali e +buoi quasi selvaggi. Nei mesi di maggio e di giugno la regione pare +quasi un mare di fiori. Nell'estate, invece, sembra il Tartaro; la +pallida febbre vi regna sovrana, facendo strage dei poveri pastori e +degli operai che vi guadagnano miseramente il pane. + +Più ci si appressa al mare e più i boschi si allargano, e da Norba si +vedono distintamente sino al capo Circeo. Si seguono dalla foce del +Tevere, da Ostia, da Ardea, da Nettuno sino a Cisterna e Terracina. In +mezzo a quei boschi vi sono dei tratti liberi, dove vengono raccolti gli +armenti e dove abitano i coltivatori, come, per esempio, Conca, Campo +Morto, Campo Leone, Tor del Felce ed altre località. Là, nell'interno, +dove i boschi cessano, esistono delle vaste praterie, e più in là dei +campi coltivati, e quindi la via Appia, restaurata da Pio VI. Lungo il +suo percorso attraverso la pianura marittima abbiamo scorto Cisterna, il +villaggio più importante della regione paludosa, anticamente chiamato +_Tres Tabernae_, e For'Appio, anticamente _Forum Appium_. + +In nessun secolo si è riusciti a prosciugare le paludi pontine. Giulio +Cesare ne concepì l'idea, ma morì prima di aver cominciato i lavori. Gli +imperatori romani, prodighi nelle costruzioni di qualunque genere, non +se ne curarono mai; ed è curioso notare che fu un re barbaro, erede e +conquistatore di Roma, Teodorico il Grande, che fece ristabilire la via +Appia e prosciugare una parte delle paludi pontine presso Terracina. +Esistono tuttora in questa città due iscrizioni, ove è ricordata +l'opera memoranda del re goto. Fra i papi, fu Sisto V, questo romano +pratico e di carattere energico, che per primo riprese i lavori e due +secoli dopo Pio VI continuò l'opera sua facendo ricostruire la via +Appia, scavare a fianco di questa un grande canale, ed altri secondari, +trasformando inoltre una parte delle paludi in terreni coltivabili: egli +fu veramente un benefattore per una parte della regione marittima. + +Dalle rovine ciclopiche di Norba discendemmo a Ninfa, che è a' suoi +piedi, proprio dove cominciano le paludi; vi si arriva per una comoda ma +tortuosa discesa, oppure attraverso il ripido pendìo del monte. Noi +preferimmo quest'ultima via, e dovemmo saltare di roccia in roccia +facendo rotolare i ciottoli in basso. + +Così giungemmo a Ninfa, la leggendaria città rovinata, mezzo sepolta +nella palude, con le sue mura, le sue torri, le sue chiese, i suoi +chiostri e le sue case coperte di edera. Il suo aspetto è più +incantevole di quello di Pompei, le cui case sembrano spettri o mummie +sventrate, faticosamente strappate alla lava vulcanica. Sopra Ninfa +invece si muove, al soffio del vento, un mare di fiori; ogni muro, ogni +chiesa, ogni casa è rivestita d'edera, e su tutte quelle rovine +oscillano i purpurei stendardi del dio trionfante della primavera. + +Si prova un'inesprimibile emozione nel penetrare in questa città +d'edera, nel percorrere le sue vie deserte, nascoste quasi sotto l'erba +e i fiori e nell'errare fra quelle mura dove il vento scherza fra le +foglie. Non un rumore turba l'alta sua pace, all'infuori del grido del +corvo che ha posto dimora sulla torre del castello, del mormorio delle +limpide acque del Ninfeo, del sussurro dei giunchi in riva allo stagno e +del canto melodioso e dolce delle erbe, agitate dalla brezza. + +I fiori coprono le vie e vanno, come in processione, salgono sulle +chiese in rovina, si arrampicano ridendo sulle finestre cadenti, +barricano tutte le porte, invadono le case, dentro le quali dimorano gli +Elfi, le Fate, le Naiadi, le Ninfe e tutto il mondo incantato della +favola. Le gialle camomille, le malve, i narcisi odorosi, i cardi dalla +barba grigia, che debbono esser qui vissuti un tempo come monaci, i +candidi gigli, personificazione delle pie monacelle che vissero un +giorno tra queste mura; le rose selvagge, l'alloro, il lentischio, le +alte felci, le rampicanti clematiti, i rovi, il caprifoglio, i garofani +rossi che sembrano Saraceni incantati, i fantastici capperi che spuntano +dalle fessure dei muri, le fucsie, il mirto, la menta aromatica, le +ginestre dorate, ed infine l'edera oscura che ha tutto invaso e che +ricopre le rovine in verdi cascate; tutto questo mare di fiori e di +profumi rapisce i sensi, conquide l'anima e fa deliziosamente sognare. + +Le mura della città sono ancora in piedi; esse circondano Ninfa con una +larga cintura e son rivestite completamente d'edera; solo qua e là sbuca +fuori dal verde qualche merlo corroso o qualche torre a metà diroccata. +Le porte sono esse pure invase da piante selvatiche, da rovi e da edera; +sembra quasi che i fiori di Ninfa abbiano voluto barricarle contro +l'invasione d'un nemico esterno, come un tempo lo furono contro i +Saraceni o i mercenari di Federigo Barbarossa e poi contro quelli del +duca di Alba e dei Colonna. Ora la distrutta città ed i suoi fiori non +sono minacciati più che dal fulmine e dalle bufere, che si scatenano +dalle paludi pontine. + +Esistono ancora tutte le piazze, tutte le strade fiancheggiate dalle +case cadenti ed invase dall'edera; talune, che conservano l'aspetto di +palazzi di architettura semigotica, appartennero certo alle famiglie più +ricche e più illustri del luogo. Le più curiose a vedersi però sono le +chiese; sono ancora in piedi i ruderi di quattro o cinque di esse. Non +ho mai veduto rovine più poetiche, e difficile sarebbe voler descrivere +quei campanili in parte rovinati, con le loro finestre ad arco oppure +tonde, o divise in mezzo da una colonnina, con le loro cornici +medioevali ad ornato, tutti guarniti di edera e coperti di fiori +variopinti; tutti quegli avanzi di vôlte, di navate, sepolti in un mare +di lussureggiante vegetazione. Tutte quelle chiese sono antiche ed +appartengono ai secoli XI e XII, se pure non sono di costruzione +anteriore perchè il loro stile è quello della semplice forma di +basilica. Nelle loro deserte navate ora pregano i fiori ed invece del +profumo dell'incenso l'atmosfera è impregnata dall'olezzo delle rose. +Sulle pareti, nelle tribune rovinate, qua e là si scorgono ancora, fra +l'edera, alcuni avanzi di affreschi: vi sono martiri con la palma in +mano e con gli strumenti del martirio a lato. Le loro pallide figure, +circondate da svanite aureole d'oro, coperte dalla dalmatica e con la +ricca stola, fra il verde ed i fiori dalle mille tinte, sembrano +irritate nel vedere i figli di Flora, la dea pagana, celebrare un culto +sacrilego nelle chiese abbandonate. Non risuonano più quelle vôlte delle +litanie monacali; più non vi s'ode che l'estivo ronzio degli scarabei, e +le anacreontiche canzoni amorose del grillo. Gli scarabei ed i fiori +sono i soli signori di quei templi e più non li abbandonano. + +Nel Mezzodì della Francia fu sporta un giorno lagnanza a S. Bernardo che +una chiesa costrutta di recente ed appena consacrata, fosse stata +invasa dalle mosche. S. Bernardo esclamò: «Io le scomunico», e quando i +messaggeri tornarono nella chiesa trovarono tutte le mosche morte. +Sarebbe però ben difficile ad un santo liberare le chiese di Ninfa dai +fiori, e per quanto quei poveri martiri si mostrino imbronciati, tra non +molto l'edera li seppellirà interamente. Di molti di essi non si scorge +più che un lembo di veste, sul quale sta scritto in caratteri latini il +nome del santo: fra gli arbusti si possono ancora leggere i nomi di S. +Sisto, di S. Cesareo o S. Lorenzo. Quando entrai nell'ultima chiesa, +rimasi estatico. Invece dell'antico pavimento in mosaico bizantino, +trovai un tappeto di fiori e di erba, e sull'altare, dove un tempo +stavano le reliquie dei santi, vidi una rigogliosa vite dell'India, co' +suoi grappoli rossi ed azzurri. Gli altari di Cristo non potrebbero +essere meglio infiorati! + +Non manca dunque nulla a Ninfa per essere il _pendant_ di Pompei. +Laggiù, ai piedi del Vesuvio, la classica antichità parla nelle immagini +ridenti della città morta: qui è l'epoca cristiana che ha lasciato un +po' della sua anima sopra i muri rovinati e coperti d'edera. A Pompei +tutto spira amore e vita; vi si vedono amorini che pescano in uno +stagno, satiri che danzano, grilli che tirano un carrettino, baccanti, +avvolte nel loro bianco velo, che suonano il tamburello, o recano nelle +loro mani misteriose cassette, o sollevano coppe cariche di succosi +fichi; qui invece, nella Pompei del medio evo, l'occhio non vede che +rappresentazioni di morte e di dolore. In luogo delle stupende imagini +antiche qui si contemplano le melanconiche imagini delle catacombe, +santi condotti al martirio, fiamme, croci, esseri inginocchiati, con le +mani giunte, dinanzi al carnefice che tiene già la spada levata. + +Sarebbe ormai tempo di seppellire nei fiori tutti quei martiri, tutti +quei santi, tutti quei crocifissi corrosi dal tempo. Qui la natura ne ha +sparsi a larghe mani sulle tombe di quei poveri peccatori e di quei +poveri monaci che si tormentavano, si martoriavano nei tempi della più +cupa superstizione. Non è forse tempo che pure il cattolicismo circondi +di fiori le tombe de' suoi morti? + +All'ingresso della città sorge ancora il castello, altra volta residenza +dei baroni, nelle cui prigioni languirono le vittime del feudalismo. +L'alta torre quadrata, di mattoni, è simile alla torre delle Milizie a +Roma, e probabilmente della stessa epoca. Essa sorge in prossimità di +uno stagno che, come lo Stige, sta vicino alla città dei morti ed è +circondato da una cintura di canne. Il luogo suscita ricordi mitologici: +lo si direbbe il soggiorno delle ombre, visitato da Enea o da Ulisse. La +cupa torre ed altre rovine gettano la loro ombra tremante sulle acque +silenziose dello stagno e il giunco vi sussurra malinconicamente agitato +dal vento. Talvolta si leva un grido d'anitra selvatica: sembra quasi il +gemito di un'anima che soffra nelle profondità della terra ed aspiri +tornare alla luce. + +Seduto in mezzo alle rovine, girai lo sguardo su quel verde reame di +ombre, poi levai gli occhi verso la linea azzurra, tracciata nel cielo +dalle montagne, su cui si distaccano gli scogli ciclopici di Norba ed il +suo castello, e infine li abbassai di nuovo sulle paludi pontine e sul +capo Circeo che superbo emergeva dal mare illuminato dal sole cadente. + +Che Circe la maga abbia abbandonato la sua dimora, fabbricata laggiù sul +promontorio? Abiterebbe forse ella ora a Ninfa? E' forse divenuta la +regina dell'edera! Nel vedere il verde che mi circondava per un momento +ho creduto che Ninfa fosse il magazzino d'edera dell'Italia e che ivi +venissero le anime dei grandi ad inghirlandare tutte le rovine +gloriosamente. Bisogna sedersi su quei muri, allorchè la sera ravvolge, +nella porpora da prima, poi nell'oro, tutte quelle mura, tutte quelle +rovine tappezzate di foglie, ed allorchè la montagna, il mare, il capo +Circeo si tingono con sfumature indicibili. + +E che dire poi di questo paese di fate quando si leva la luna e +l'illumina con i suoi bianchi raggi? Il ruscello Ninfeo che esce dallo +stagno, sembra abbia ivi origine e porti in quel mondo di tombe lo +spettacolo della giovinezza e della vita: lo si direbbe un essere +umano che abbia paura del funebre luogo e fugga precipitoso e +spumeggiante verso il mare, attraverso le paludi pontine. Esso dà moto +ad un molino stabilito in un edificio medioevale, in stile +gotico-romano, con finestre a colonnine. Un'iscrizione sulla porta +indica che il molino e la strada furono opera di Francesco Gaetani, +duca di Sermoneta e signore di Ninfa, nel 1765. + +In antico un tempio delle Ninfe era costruito, a quanto si dice, presso +il lago e da quello il paese avrebbe preso il nome. Si racconta che +sulle fondamenta di questo tempio fu poi innalzata la chiesa di S. +Michele. Nel 1216 Ugolino Conti edificò nello stesso sito la chiesa di +S. Maria del Mirteto. + +La storia di Ninfa è peraltro abbastanza oscura. Nel sec. XII +apparteneva ai Frangipani. Il famoso Alessandro III vi fu consacrato +papa il 20 Settembre 1159. La famiglia Gaetani ne divenne in seguito +signora alla fine del sec. XIII ed i discendenti di questa illustre casa +ne sono rimasti padroni fino ad oggi. L'archivio di famiglia a Roma +conserva numerosi documenti che attestano che Pietro Gaetani, nipote di +Bonifacio VIII, conte palatino lateranense e conte di Caserta, comprò a +poco a poco le case e le terre di Ninfa dai loro proprietari. + +Io non ho rinvenuto alcun documento del XV secolo in questo archivio; ma +ho trovato invece un atto stipulato il 22 febbraio 1349 nel castello che +oggi giace rovinato. L'atto porta queste parole: «_Actum Nimphe in +scalis palatii Rocce Nimphe presente Nicolao Cillone Vicario +Sculcule..._». + + * * * + +L'indomani mattina noleggiammo a Norma dei muletti per recarci al +celebre villaggio di Cori o Cora, distante tre buone ore. Vi si arriva +per una via carrozzabile che rasenta Ninfa, ma noi preferimmo prendere +una scorciatoia montuosa che serpeggia lungo la catena dei Volsci. La +vista che vi si gode è meravigliosa ed ampia, stendendosi per la pianura +dalle pontine e dal mare fino a Roma. + +Il fresco del mattino ed il cielo purissimo, come lo è quasi sempre in +settembre, resero deliziosa la nostra gita, sebbene i monti che salivamo +fossero monotoni e deserti. Solo qua e là ci imbattemmo in alcuni +pastori, intenti a mungere le loro pecore od a preparare innanzi al +fuoco il loro formaggio fresco, od anche a costruire le loro capanne +coniche da nomadi, con rami di ginestra. + +Nel contemplare dall'alto la vasta regione delle paludi pontine e +soprattutto la spiaggia latina, là dove sorge l'antica Ardea ed i paesi +dei Rutuli, ritornano naturalmente alla memoria le figure di Virgilio. +Ivi sorse la Troia romana, ivi fu il campo delle epiche lotte +dell'_Eneide_: ricordandolo, sembra quasi di veder rapidamente passare +sulle praterie od attraverso le foreste l'eroina dei Volsci, la bella +amazzone Camilla: + + «Hos super advenit Volsca de gente Camilla, + Agmen agens equitum, et florentes aere catervas, + Bellatrix...» + +La descrizione della morte di Camilla e la tragica fine di Evandro, +figlio di Pallade, sono ciò che di più bello Virgilio abbia scritto. E' +qui che bisogna leggere: i melodiosi versi dell'_Eneide_ sulla campagna +romana, per gustarne completamente la magica bellezza. La poesia di +Virgilio è improntata di quella stessa pura e maestosa beltà che +caratterizza la campagna romana. L'immortale poema è quello che più e +meglio riproduce a noi il carattere di Roma antica e fin che durerà il +mondo varrà a circondare d'una aureola di poetica ispirazione questi +monti, questi boschi e questi campi. Qui vivono Turno, Lavinia, Ascanio +ed il fido Acate... e in quale quadro! Esso non ne ha uno eguale, uno +così epico, se non sulle rive dello Scamandro, se forse non è ancora più +sublime. Cosa v'è di più grandioso della campagna intorno a Roma e del +mare che ne lambisce le rive? + +Nel percorrere i luoghi che furon la prima culla della grandezza romana, +si richiamano alla memoria i versi virgiliani su Troia e sull'Ellade. Si +vive quasi in un'atmosfera ellenica, e ciò tanto più quanto più ci si +avvicina a Cori. + +Questa città è antichissima, risalendo ai tempi mitologici, ai tempi +pelasgici. Roma è detta la città eterna, ma non per la sua antichità, +perchè molte città della campagna romana sono di gran lunga più antiche, +soprattutto Cori che, secondo i calcoli di tutti i topografi antichi e +moderni è una delle città più antiche del mondo, essendo stata fondata +1470 anni avanti Cristo, 700 anni cioè prima della fondazione di Roma. + +Secondo la leggenda, Cori fu edificata dal troiano Dardano, figlio di +Corito, re d'Italia e d'Elettra, figlia di Atlante, il quale poi fuggì, +fratricida, per paura di Siculo e di suo padre, nell'Asia, dove fondò +Dardania che solo dal suo nipote Tros fu chiamata Troia. Nel VII libro +dell'_Eneide_ [verso 670 e seguenti], è nominata Cora: + + «Tum gemini fratres Tiburtia moenia linquunt, + Fratris Tiburti dictam cognomine gentem, + Catillusque acerque Coras, Argiva juventus». + +I tre fratelli Catillo, Cora e Tibur o Tiburto erano figli di Anfirao di +Argo; venuti dalla Grecia in Italia, costruirono Tiburi o Tivoli. Cora +fu anche, a quanto si dice, il fondatore di Cori: questa è la seconda +leggenda sull'origine della città. + +Siamo ora dinanzi alla città, le sue case sono disposte a piramide sulla +montagna; sulla cima appaiono i bei resti del tempio d'Ercole e, ai +piedi, stanno dei giardini pieni di frutta e di olivi. Cori conta circa +5000 anime. Fin dal medio evo è stata feudo «del Senato e del popolo +romano» ed è uno dei più bei possessi della città di Roma. + +Non stancherò il lettore con la descrizione delle rovine di Cori, +avendogliene già descritte abbastanza. Meritano però uno sguardo le mura +ciclopiche o pelasgiche. Esse sono visibili in molti punti della città; +si possono paragonare con le mura dell'antica Micene o Tirinto. +Sostengono l'Acropoli sulla sommità del paese. Quando uno si è +arrampicato sin lassù, rimane grandemente sorpreso di trovarsi dinanzi +alle rovine del peristilio di un tempio di puro stile greco. E' un +piccolo edificio dorico grazioso, benissimo conservato. Il travertino +delle colonne ha preso un colore turchino grigiastro che gli dà un +aspetto assai antico. Si chiama tempio d'Ercole, ma questo nome +probabilmente non è giustificato. + +Castore, Polluce, la Fortuna e Diana, la dea delle campagne pontine, il +Sole, Giano, Eolo, Apollo, Esculapio, avevano i loro tempî a Cori. Si +mostrano ancora, sotto l'Acropoli, quattro belle colonne corinzie, +murate in una casa, che si pretende siano appartenute al tempio dei +Dioscuri. Sussistono tuttora alcuni avanzi di antichi bagni, di +cisterne, ed un ponte gigantesco, di costruzione romana, sopra un rapido +ruscello che corre presso la città. Altre antichità sparse possono +inoltre interessare qui il visitatore. + +Poche sono invece le memorie del medio evo. Il tempio di S. Pietro, +eretto sopra le rovine di quello d'Ercole, non offre nulla di pregevole: +è invece degna di attenzione per la sua architettura la chiesa di S. +Oliva. Ma chi può pensare alle antichità dinanzi allo spettacolo della +lontana pianura marittima che si gode da per tutto in Cori? + +Passare un'estate a Cori sarebbe delizioso, perchè l'aria v'è fresca e +balsamica, buono il vino e le frutta così abbondanti che per un +_baiocco_ si possono avere ventisei ottimi fichi. Cori però non è +affatto visitata dai romani, che preferiscono Frascati ed Albano: +pochissimi sono quelli che conoscono le bellezze della loro regione. +Eppure dove sognare una vita più attraente di quella che si trascorre +percorrendo le montagne della Sabina, i monti Ernici e Volsci? Dove è +dato ritemprare il proprio spirito come in seno a questa sana e +primitiva natura? + +Lasciai Cori per recarmi a cavallo a Velletri e, come feci a Ninfa, mi +promisi di tornarvi per vivere qualche tempo in mezzo a questa classica +pace. + + + + +IDILLI DELLE SPIAGGE ROMANE. + +(1854). + + + + +Idilli delle spiagge romane. + +(1854). + + +Le spiagge del mare latino sono distanti da Roma solo cinque ore di +strada; tre volte alla settimana una diligenza vi porta chi voglia +passare alcuni giorni a Porto d'Anzio o a Nettuno, o vi si reca per fare +la stagione dei bagni, o per imbarcarsi per Napoli. Come un tempo, +queste spiagge sono ancora luogo di ritrovo e di svago per i cittadini +dell'Urbe, giacchè è fra le abitudini della vita romana, recarsi almeno +una volta all'anno a Porto d'Anzio, come pure a Frascati, a Tivoli, ad +Albano, per dimenticarvi la noia della città. Un lungo soggiorno, anche +nel luogo più bello, finisce con lo stancare. + +Ho provato questa sensazione io pure, sulla fine della primavera del +1854, quando lo scirocco, flagello di Roma, soffiava da più di otto +settimane sulla città. Allorchè il 24 giugno, di buon mattino, verso le +cinque, sono partito, mi è sembrato di respirare più liberamente. +Splendeva un sole stupendo; la strada era già affollata di persone che, +con fiori in mano, si dirigeva verso la basilica laterana, la cui +piazza, ricorrendo la festa di S. Giovanni, una delle più solenni di +Roma, sembrava un mercato di fiori. + +Dalla campagna spirava un vento dolcissimo; i prati scintillavano ancora +della rugiada notturna ed i campi eran ricoperti di grano da poco +falciato. + +La strada rasenta i monti Albani. A Fontana di Papa, dove è un'osteria +solitaria in mezzo alle vigne, che prende il nome da una fonte fatta +costruire in quel luogo da Innocenzo XII, ci siamo fermati. Qui è solito +fermarsi anche il papa, quando nel maggio si reca alla sua villa di +Porto d'Anzio per godervi la frescura marina. + +Regna ivi una grande animazione: tutti si siedono a tavola e mangiano +_maccheroni_ ed ottime frittate; vi si beve però del pessimo vino. Ad +ogni momento sopraggiunge una carrozza od una persona a cavallo od una +squadra di sbirri che tornano da perlustrare la vicina foresta, ho +sentito uno di questi vantarsi di aver freddato il giorno innanzi con +una schioppettata un brigante. Abbiamo visto anche arrivare da Porto +d'Anzio un convoglio di galeotti, seduti sopra un carro, incatenati a +due a due; fra di essi vi erano dei bei giovani, vestiti pulitamente, +con cappelli di paglia, camice linde, cravatta di seta svolazzante; +giunti a Roma, questi dovevano essere lasciati in libertà. Si porta loro +del vino, dei sigari, ed i birri, stando vicino, col fucile in ispalla, +accettano essi pure quanto viene loro offerto. Tali sono le scene che si +possono godere a Fontana di Papa. + +Poi la strada corre per due ore entro le macchie che costeggiano le +paludi pontine sino a Terracina, coprendo la spiaggia del mare, e che +sono abitate da cignali, da porcospini, da bufali, da tori, dalla febbre +e dai briganti, che sbucan fuori di là per svaligiare sulla via Appia, o +presso Cisterna, o presso For'appio, o sotto le rocche di Terracina, i +viaggiatori. + +Finalmente ci è apparso il mare, raggiante di luce, turchino, +tranquillo, ed abbiamo salutato le onde azzurre di Anzio, l'antica città +dei Volsci, dove Coriolano trovò la morte, e dove è stato ritrovato il +capolavoro dell'antica scultura, l'Apollo del Belvedere, che ornava il +suo tempio. + +Sono ormai nove anni che ogni estate mi delizio del mare. Ivi ho +trascorso le mie ore migliori ed ho fatto le mie più belle escursioni. +Mille imagini e mille ricordi sono sorti in me nello scorgere questo +mare latino. Ma mentre riapparivano chiare e limpide nella mia mente le +coste elisie della Corsica e della Campania, i golfi superbi di Palermo, +di Cefalù, di Siracusa e dell'Etna, la spiaggia latina non ha punto +corrisposto alla mia aspettazione. In tutti gli altri mari si vedono +magnifici scogli, capi, promontori, castelli e città torreggianti qua e +là sulle rive, ricchi oliveti scendenti sino al mare, aranceti fioriti e +odorosi, melagrani con i loro frutti infuocati. Chi può dimenticare, +alla vista del mare, il magico lido di Sorrento, i giardini di Palermo, +i vigneti che si stendono lungo la spiaggia stupenda di Acireale, sul +mar Jonio? Ritornando col pensiero a tutte queste bellezze, la spiaggia +del mare latino e la piccola città di Anzio mi hanno prodotto una penosa +impressione. Per quanto abbia spinto l'occhio dalla parte di Ostia, non +mi è riuscito vedere che macchie deserte, una spiaggia depressa di +argilla e di sabbia, alcuni spazi chiusi da palizzate, dove pascolavano +alcune mandre. La città è un complesso di ville in stile romano, di +casupole in pietra, di capanne ricoperte di paglia, che si stendono +tutte intorno al piccolo golfo, sulla cui spiaggia sono alcune barche +tirate a secco e nel porto poche paranze. + +Alla _locanda_, seduto dinanzi al cavalletto, ho trovato un compatriota +tedesco, distinto paesista; pitture di marine, da poco terminate stavano +sulle pareti e provavano che l'autore non aveva perduto il suo tempo. +Non gli ho celato la mia delusione, ma egli mi ha portato alla finestra +e mi ha fatto osservare il mare che scintillava di luce e all'orizzonte +i monti che si profilavano in una tinta azzurrina. Non era trascorsa una +giornata che io non pensava più a tutte le amene riviere che conoscevo +ed ero completamente conquistato dal nuovo fascino di questa solitaria +spiaggia di Anzio. Essa mi ha ricordato quelle del mio mar Baltico, meno +belle e pittoresche e più d'una volta alla vista di queste gialle coste +senza rocce, ho esclamato: Ma questo è proprio Neukuhren, Wangen, +Sassau! La spiaggia del mar Baltico e quella del mare latino si +somigliano fra loro, come un'ingenua canzone popolare ricorda i classici +idilli di Teocrito. + +Nè Poussin, nè Claudio, nè Salvator Rosa sarebbero certo qui venuti a +trarre per le loro marine l'ispirazione. Nulla vi ha qui di epico, di +eroico, di grandioso, di ardito, di bizzarro, di fantastico. Tutto v'è +ampio, largo, indeciso, ma tranquillo, pieno di dolcezza, idillico +insomma. Quest'ampia, lunga spiaggia ha un significato veramente lirico, +ed ora mi so spiegare l'attrattiva che essa aveva su i Romani, +preoccupati sempre delle sorti del mondo intero. I contemporanei di +Augusto, di Caligola, di Nerone (questi era appunto di Anzio) amavano +sottrarsi a tutte le preoccupazioni della capitale e godere, per un +mese, nell'estate, in Anzio, il dolce far niente, come anche oggi è +solito fare il papa. + +Quale pace scende negli animi nella solitudine di questo mare! Quella +linea fine e dolcissima della spiaggia che si prolunga per miglia e +miglia e si perde poi nei vapori, quella sabbia morbida e scintillante, +quelle onde che si frangono di continuo in quel mare che muta ad ogni +istante aspetto e tinta, quel superbo capo di Circe, che emerge nel mare +come un'isola e splende come un magico e grandioso zaffiro, quella +lontana e piccola isola di Ponza, di cui le vette sorgono dalle onde +quasi corolle di fiori, quelle cento piccole vele che vanno, vengono, +compaiono, spariscono; quel canto melanconico dei pescatori, quel suono +di flauti e di arpe, tutto ciò fa sì che se al di fuori rintronasse il +mondo intero del rombo del cannone, dello scoppio delle granate, qui non +giungerebbe l'eco più lieve. + +Pochi giorni prima a Roma non vedevo l'ora in cui giungessero al caffè i +giornali, e mi precipitavo quasi sul _Monitore di Toscana_, sulla +_Gazzetta di Genova_, sulla _Gazzetta universale di Augsburg_, appena +arrivavano; qui, invece, non si ha nessun giornale, neppure il _Giornale +di Roma_, periodico più innocente ancora di un'egloga di Virgilio, e se +si chiede a qualcuno: «Che cosa fa Omer Pascià?... Dove si trova +l'ammiraglio Napier?... Continua Silistria a resistere?...», si ha una +scrollata di spalle e nulla più. + +Quando mi affaccio alla finestra della mia stanza, sotto la quale i +pescatori napoletani, seduti sulla sabbia, racconciano le loro reti, +scorgo tutto il magnifico golfo, ed il mio occhio può seguire tutta la +spiaggia sino al capo Circeo: su questa spiaggia, presso Anzio, sorge la +bella villa del principe Borghese, in un parco assai trascurato, ma +ricco di elci e di olivi, e più in là il castello e la città di Nettuno, +bruna e pittoresca, costruita sul mare e famosa in tutto il mondo per la +bellezza delle donne e per la loro stupenda foggia di vestire. La linea +della spiaggia continua poi, sempre fina e dolcissima, ed in lontananza, +in fondo, appare confusamente un bianco castello. Questo castello stende +sulla spiaggia e sul mare quasi un velo di tristezza, e così, come il +capo Circeo, desta un sentimento di omerica poesia. Ogni tedesco è +portato a contemplarlo mestamente e l'animo suo non può che riempirsi +di malinconia e di tristezza, giacchè quel castello segna un periodo +grande e doloroso nella storia della nostra patria: esso è la rocca di +Astura, dove, dopo la sconfitta di Tagliacozzo, cercò rifugio l'ultimo +degli Hohenstaufen, Corradino, e dove il traditore Frangipane lo tenne +prigione e lo consegnò poi a Carlo d'Angiò, avido di sangue. Da quella +rocca precipitò in mare il sole degli Hohenstaufen. + +Questo castello, dalla mia finestra, mi è sempre davanti agli occhi e mi +richiama al desiderio della patria lontana ed aumenta quella mestizia +che è propria di tutta questa spiaggia. Non ho potuto aver pace sino a +che non mi ci sono recato e non ho visitato le sue antiche mura; ora +posso di nuovo guardarlo tranquillamente. Anche là vogliamo andare, +perchè da per tutto giriamo, avendoci gli dèi concesso queste ore +libere. + +Quando i signori romani si recavano a villeggiare ad Anzio, la città era +vasta ed il porto in fiore. Nerone lo aveva costruito splendidamente, ed +anche oggi si scorgono in fondo al mare i resti di un molo grandioso, +visibili quasi quanto quelli del ponte di Caligola, nella baia di +Pozzuoli. Se non che sin dal medio evo il porto cominciò ad andare in +rovina ed a riempirsi di sabbia, e la città, saccheggiata prima dai +Saraceni e poi distrutta da un terremoto, oggi non è più che un +villaggio. Nel 1700 Innocenzo XII restaurò il porto, riparò la strada, +costruì alcune case ed una fontana. Dopo di allora i papi vi si recarono +di tanto in tanto, prima che dalle paludi pontine sorgessero i miasmi +che dànno la febbre, per godervi un po' di tranquillità e di riposo. Pio +IX fece acquisto recentemente della splendida villa edificata nel 1710 +dal famoso cardinale Alessandro Albani, dove dimorò per qualche tempo +Winckelmann, insieme col cardinale e con la principessa Albani. Con gli +scavi fatti qui eseguire, il cardinale non solo fece un affare +eccellente, ma riuscì anche ad ornare la sua villa in Roma di molte e +belle statue. + +La villa in Anzio è un palazzo signorile nel gusto dell'epoca; sorge in +mezzo ad un vasto giardino, ora mal tenuto, povero di fiori e di piante, +ma ricco di aranci. Qui il papa può condurre una vita più solitaria e +più libera che a Castel Gandolfo; deve però adattarsi alla vista delle +miserabili casupole di paglia abitate da famiglie di pescatori, e ad una +vista anche peggiore, quella del bagno penale che sorge presso il molo +ed è un ampio casamento chiuso fra il castello e la chiesa. I galeotti +lavorano tutto il giorno a cavare il fango dal porto; hanno la catena +nascosta sotto gli abiti e per lo più non presentano alcun segno +speciale che li faccia riconoscere; fra di essi vi sono molti giovani +briganti. Questi galeotti rendono impossibile lo sviluppo di qualunque +industria nel porto d'Anzio, perchè, esercitando essi tutti i mestieri, +tolgono ogni lavoro agli operai liberi. Risparmiando denaro, essi +possono vivere bene, e corrompendo i loro guardiani riescono a godere +molte agevolezze. Quando ottengono la loro libertà, si stabiliscono +generalmente nel luogo e sposano la loro innamorata. + +Un bagno penale ed una villeggiatura estiva del Santo Padre non sembrano +cose fatte per andare insieme, ma ciò è prettamente romano, perchè una +qualche contraddizione e stonatura devono manifestarsi nella vita +romana, in questa paradisiaca natura. Il Papa, però, vuol riedificare +Anzio; ha ordinata la costruzione di molte case e ha detto che non vuole +più oltre tollerare la brutta vista di quelle capanne di paglia. Il +porto va ogni anno sempre più prendendo incremento, soprattutto perchè +si trova più vicino a Napoli che Ostia e Civitavecchia. Una società +romana ha fatto acquisto di un piroscafo che parte da qui due volte la +settimana per Napoli, dove porta i viaggiatori giunti da Roma con la +posta. In tredici ore e con la tenue spesa di cinque scudi si va a +Napoli. Questo piccolo commercio ha richiamato un po' di vita ed un po' +d'industria ad Anzio e son queste le sole fonti di guadagno e le sole +occupazioni de' suoi abitanti, le campagne essendo quasi incolte. Non vi +sono qui nè vigne, nè oliveti; solo vi si allevano delle mandre, che +pascolano liberamente sulla riviera; tutti gli oggetti di consumazione +vengono dagli altri paesi: Nettuno fornisce il vino ed anche ogni giorno +il pane fresco; Genzano l'olio e le frutta e Cori, nei monti Volsci, le +ciliegie ed i fichi. + +Gli alberghi sono piccoli e meschini: una camera vi si paga venticinque +_baiocchi_ al giorno, e vi si pranza, come a Roma, alla carta; con sette +_paoli_ al giorno, corrispondenti ad un tallero prussiano, si ha +pensione intera, con quattro piatti a pranzo e tre a cena. I pensionanti +sono per lo più pittori tedeschi, che vanno promovendo il progresso +nelle piccole locande dei villaggi della costa e dei monti, e che +possono quindi esser considerati come tanti missionari della civiltà +nella campagna romana. + +Vi è però qui in Anzio una cosa eccellente: il pesce. Il golfo fornisce +ogni giorno ogni sorta di pesci, e financo delle splendide aragoste. Non +sono però mai gli abitanti del luogo che li pescano, perchè essi non +hanno tanto danaro per comprarsi una barca; sono invece pescatori +napoletani che vengono, sulle loro vaghe imbarcazioni, da Pozzuoli, da +Baia, da Portici, da Torre del Greco, da tutta la costa del loro +incantevole golfo, e passano qui varî mesi dell'anno a pescare, dormendo +nelle stesse loro barche. Altri napoletani abitano nelle capanne e sono +generalmente quelli che, per sfuggire alla leva militare, hanno emigrato +dalla loro patria. Per tutto il Mediterraneo, del resto, si trovano +questi marinai napoletani, che sono i primi pescatori del mondo, e se ne +incontrano anche nelle isole spagnole e sulle coste d'Africa, dove +pescano il corallo: e così le loro graziose barche variopinte solcano in +ogni direzione questo mare. + +Ho dunque ritrovato qui, e con piacere, delle vecchie conoscenze. La +vivacità del loro gestire, la loro mimica, il loro dialetto, il loro +costume mi hanno fatto ricordare quelle scene pescherecce di cui sono +stato tante volte spettatore sulle spiagge napoletane. Sono scene +descritte e dipinte sino alla sazietà, ma che, sulla riva del mare, +appaiono sempre più belle. + +Le loro barche, venti all'incirca, ciascuna delle quali porta almeno +cinque uomini ed è governata dal padrone, stanno a tre passi dalla mia +finestra. + +I pescatori generalmente lasciano la spiaggia la sera verso l'_Ave +Maria_ e rimangono in mare tutta la notte; al mattino il pesce viene +posto in recipienti coperti di paglia, ed alla sera è imballato per +esser spedito nella notte con i carri a Roma. La sera si può godere una +scena animatissima. Gli scrivani, seduti ad un tavolo, al lume di una +lanterna, registrano la merce; i pescatori stanno all'intorno, occupati +gli uni a trarre fuori dalle ceste il pesce, altri a spezzare il +ghiaccio ed alcuni infine ad accomodarlo. Le varietà e le forme di +questo pesce di mare sono veramente sorprendenti: si vedono dei +bellissimi rombi, dei grossi palombi, delle variopinte murene, delle +sogliole dalle pinne pungenti, delle triglie luccicanti, delle sardine, +dei merluzzi in gran quantità. Di quando in quando vengono pescati anche +dei delfini ed una sera sulla piazza ho visto persino due pesci-cani, +presi la notte precedente. Saranno stati lunghi dagli otto ai dieci +piedi, e la loro tinta turchino-nerastra aveva un non so che di +ributtante. Il mezzo per pescarli è l'amo: quando si sente che lo hanno +addentato, si issano a bordo e si uccidono a colpi di mazza. La loro +carne, bianca come quella dello storione, è mangiabile, ma piuttosto +dura. + +Questi poveri pescatori conducono dunque una vita faticosa, alla +giornata, che può apparire poetica a chi sta contemplando, seduto +tranquillamente sulla spiaggia, le loro barche illuminate, che ora si +vedono, ora scompaiono sulle onde del mare. Un eguale spettacolo si può +ammirare sul mar Baltico, ma fra questo e quello si nota la stessa +differenza che passa fra il Nord nebbioso ed il Sud irradiato dal sole. +Il pescatore napoletano, povero qual'è, mezzo nudo, con i calzoni corti +di tela, in maniche di camicia, col suo berretto rosso in testa, è +snello, vivace, ciarliero, pronto sempre allo scherzo, al motto, al +canto, al ballo; accanto al pescatore taciturno e tranquillo del +Baltico, sembra quasi una figura da teatro, sino ad un certo punto +ideale. Credo che se si mettessero in una stessa barca un pescatore +napoletano ed un pescatore del Baltico, con l'obbligo di passarvi una +intera giornata, uno dei due finirebbe per gettarsi in mare. Sarebbe +certo impossibile ad un pescatore del Baltico di avere una parte storica +come l'ha avuta il pescatore partenopeo, che può vantare il nome di +Masaniello. + +Masaniello non è già stato un grande uomo, ma certo un uomo strano, +anima di pescatore avvezza alle tempeste, ardito, temerario, ambizioso; +è stato un uomo del momento, come momentanea fu la sua grandezza; +spensierato, folle, senza uno scopo prefisso, simile alle onde sempre +agitate del mare, che si accavallano le une sulle altre. Tra le figure +storiche non saprei paragonarlo, per origine, condizione e per ombra di +passeggera grandezza, che a Giovanni di Leida, il momentaneo re di +Münster. Questi era sarto, e in Germania quella dei sarti è la classe +più irrequieta; veri napoletani, pulcinella, avventurieri nati, Giovanni +di Leida però è stato più grande di Masaniello, perchè in certo modo +vagheggiò un'idea, cosa possibile questa soltanto a sarti, non a +pescatori. L'uno e l'altro furon figure bizzarre, fatte apposta per il +teatro lirico. Ma era ben naturale che sul suolo napoletano l'antica +stirpe dei pescatori che vi è più rappresentata che altrove, avesse una +volta anche un re. + +Ho visto a Napoli, nella pinacoteca un ritratto di Masaniello, opera +dello Spadaro, suo contemporaneo: è rappresentato nel costume dei +_lazzaroni_, cioè scamiciato, col petto scoperto, abbronzato dal sole, e +con la pipa di gesso in bocca, e appunto così stanno seduti dinanzi a +noi sulla spiaggia i pescatori napoletani. Se non che il pittore gli ha +posto in testa un berretto alla spagnuola, ornato di penne, +rappresentando così in modo felice la singolare contraddizione della +sorte di quest'uomo. La sua fisonomia non ha nè nobiltà, nè +espressione; la sua faccia è larga, grassa, di una mollezza quasi +femminile; il suo sguardo ha qualcosa di astuto, di equivoco. Questo +ritratto è prezioso perchè è fedele e contemporaneo: in esso si +riconoscono le caratteristiche del pescatore napoletano, e Masaniello +infatti non fu nè un mezzo eroe, nè un mezzo re Lear, quale il +melodramma l'ha voluto rappresentare. Esistono altre pitture dello +Spadaro, che rappresentano scene storiche dell'epoca di Masaniello, fra +le quali la rivolta del mercato, dove il re pescatore arringa, vestito +da lazzarone, il popolo; sul davanti lo si vede vestito alla spagnola, a +cavallo, sulla piazza, dove molti nobili sono impiccati o stesi a terra +dalle archibugiate. Alfredo di Reumont ha descritto recentemente, con +vivaci colori, nella sua opera _I Caraffa di Maddaloni_, la vita di +Masaniello. + +Questi ricordi ci hanno intanto allontanato dai pescatori della spiaggia +d'Anzio. Le loro barche meritano però ancora uno sguardo: sono veramente +pittoresche, dipinte come sono a graziosi rabeschi sul fondo bianco; vi +si scorgono delfini, sirene, stelle ed in mezzo a questi segni profani o +mitologici, la Madonna, o S. Antonio, protettore dei pescatori. Per +ripararsi da gli ardori del sole sopra la barca è stesa una tenda di +tela; l'armonia di tutti quei colori, neri, bruni e bianchi, il timone +ed i remi, le vele spiegate, le reti ammucchiate producono un effetto +veramente pittoresco. + +Il porto d'Anzio formicola al presente di queste barchette; presso al +molo vi sono altri legni napoletani e tartane, venute a caricare legna e +carbone, giacchè da questa riviera ricca di boschi vengono portati ogni +anno a Napoli combustibile e legname da costruzione per un milione di +scudi. Si vedono infatti qua e là sulla spiaggia d'Anzio e di Nettuno +grossi mucchi di carbone, cotto nei boschi, dai quali neri bufali +traggono pure sulla riva gigantesche quercie. Vengono talvolta attaccati +ad un carro fino a sedici bufali, punzecchiati, perchè camminino, con +una specie di lancia. Il regno di Napoli possiede vaste foreste in +Calabria, ma preferisce prendere il legname dalle paludi pontine, perchè +scendendo i boschi sino al mare ed essendo la spiaggia piana e facile, +le spese di trasporto sono di gran lunga minori. + +In questo ambiente vario, semplice e primitivo, fra questi pescatori e +marinai, le figure della città non attirano quasi nessuna attenzione. +Qua e là un pittore, seduto e riparato da un ampio ombrello bianco, sta +facendo uno schizzo della spiaggia o dei pescatori. Tali apparizioni +sono diventate ormai caratteristiche e proprie di ogni bel sito +d'Italia; in qualunque bella giornata di estate o di primavera si può +esser certi di vedere sorgere, in un posto od in un altro, ovunque è un +bel paesaggio, come un fungo, l'ombrello bianco di un pittore. Ne ho +incontrati perfino nelle regioni più remote della Sicilia, e ricordo +anzi che, arrampicatomi un giorno, nelle ore più solitarie, sulle rocce +di Taormina, non potei trattenermi dal ridere, vedendo giù da lontano +l'ombrellone: v'era sotto un paesista di Weimar. Raramente invece ho +visto dei pittori intenti a disegnare le spiagge del Sunland, che pur +sono così belle e superano anzi, come quelle bizzarre di Gross e di +Kleinkuhren, per grandiosità, le spiaggie latine; la ragione è che manca +loro la magia delle tinte. Nel nord la tinta del mare è o troppo +splendente, o dura, o confusa; essa non ha questa fine nebbia d'aria e +di luce, nè il magico riflesso, nè il confondersi insieme di dolci luci +scintillanti, questa chiarezza eterea di smeraldo. Ma che cosa non può +dipingere il pittore? Ciò che ad un profano pare senza significato è +colto dall'ingegno creatore, che ne fa un'immagine espressiva. +Altrettanto avviene nella poesia lirica. I pensieri, le ispirazioni sono +inesauribili. La natura non ha che da essere bene osservata e sentita; +essa cela forme e pensieri infiniti, che un uomo privo di fantasia +neppure può sospettare. Ed anche su questa costa tranquilla vi sono +originali apparizioni; solo è difficile esprimerle, rappresentarle, +perchè delicatissime, finissime, non riproducibili con tratti +grossolani. + +Ma lasciamo da parte l'album degli schizzi e lanciamoci in mare! L'aria +marina, narcotica, molto più grave di quella del Nord, invita qui +veramente a cercare sollievo in seno alle onde. La sabbia in fondo al +mare è bianca come la neve, soffice quanto il velluto e si stende sino +al largo. Si vedono per ogni dove persone che si bagnano; qua e là sulla +spiaggia sorgono capanne, formate e coperte da rami d'albero. Tutti +questi bagnanti vengono da Roma, da Velletri, dai monti, ma non mai +prima del luglio, perchè gl'italiani in giugno trovano l'acqua ancora +troppo fredda per prendere il bagno. Si ritiene inoltre che non sia +igienico oltrepassare i venti bagni e ciò, almeno sembra, per le +condizioni speciali del clima; io stesso del resto ne ho fatta +l'esperienza nell'isola di Capri. L'acqua pare sia qui più eccitante che +nel Nord e quindi prendendone un numero un po' forte, ne risentono il +sonno e l'appetito. + +Su questa spiaggia non v'è ombra di vita balneare, non vi sono quelle +facili relazioni di società, quasi familiari, che fanno sulle spiagge +dei nostri mari una festa dei mesi d'estate; qui ogni famiglia, ogni +persona vive a sè; il forestiero non ha altro luogo di ritrovo che +l'unico caffè del porto, dove, sotto una tenda, allo stesso tavolino, +democraticamente e con quella bella confusione di classi tutta speciale +all'Italia, seggono il bagnante ed il pescatore mezzo ignudo, che +approfitta tranquillamente dell'ombra della tenda per fumare la sua pipa +di gesso, senza prendere nè caffè, nè altro. + +Alcuni ufficiali del genio ed un capitano pontificio, che mi diverte col +suo grazioso dialetto veneziano, sono le persone con le quali +generalmente mi trattengo a chiacchierare. + +Passato il luglio, la maggior parte dei bagnanti lascia Anzio, +incominciando il pericolo delle febbri. Anche ora, in cui il calore è +spesso insopportabile e si fa sentire fin dalle sette del mattino, dopo +calato il sole l'aria diventa umida ed il venticello tepido e molle che +spira dal mare è veramente caratteristico: non è prudente allora rimaner +fuori di casa. Il bel chiarore della luna sulle foreste, sulla spiaggia +e sul mare, che rende nel mar Baltico così piacevole a quell'ora la vita +all'aria aperta, non può qui esser goduto che dalla finestra; imperocchè +una sola di queste notti passate all'aperto basterebbe a procurar le +febbri e forse anche, dopo alcuni giorni, la morte. E' pericoloso su +questo mare lasciarsi adescare dalle sirene: bisogna dunque adattarsi a +passeggiare lungo la riva prima del tramonto, facendovi ricerca di +conchiglie e di piccoli gamberi marini. Sono questi animalucci grandi al +più come un quarto della mano ed hanno quasi la forma del ragno; corrono +con una velocità straordinaria ed allorquando si fa per afferrarli, il +più delle volte spariscono sotto la sabbia, come spettri nel teatro. Qui +dove tutto si mangia, perfino le rane, i porci spini, gli usignoli, +questi gamberetti vengono mangiati vivi, dopo essere stati spogliati +delle loro squamme. + +Su questo lido più volte mi è accaduto di pensare alla brillante ambra +gialla che si raccoglie sulle nostre spiagge e che qui il mare non +produce: qui esso somministra invece tutte le specie più preziose del +marmo. Se ne potrebbero raccogliere a carri e dei più rari, che le onde +gettano sulla riva. Vi si vede il verde e il giallo antico, il +preziosissimo alabastro orientale, il porfido, il pavonazzetto, il +serpentino azzurro. Per comprendere donde vengano tutti questi marmi +preziosi, basta dare dalla spiaggia uno sguardo in fondo al mare: +sorgono ivi ancora le fondamenta di quei palazzi marmorei romani che si +specchiano nell'acqua, e per la distanza di un chilometro da terra, la +spiaggia d'Anzio non è che un seguito di mura: e non solo si possono +anche oggi vedere massi grossissimi, resti di costruzioni, ma +distinguere pure che sono opere romane in peperino, collegate con la +pozzolana, indistruttibili, lavorate egregiamente a forma di reticolato. +Tutta questa spiaggia non era che un seguito di grotte, di bagni, di +templi, di palazzi, di cui le fondamenta in gran parte sussistono in +fondo al mare o sotterrate nelle sabbie della spiaggia. Su questa +sorgevano le stupende ville marmoree degli imperatori. Qui si +sprofondava nella dissolutezza Caligola; egli aveva una speciale +predilezione per Anzio ed aveva anzi formato il disegno di venire a +stabilircisi: qui festeggiò le sue nozze con la bella Lollia Paolina. +Qui faceva le sue orgie Nerone, che era nato ad Anzio e vi aveva +impiantato una colonia; qui fece il suo trionfale ingresso, tirato da +bianchi destrieri, di ritorno dalle sue rappresentazioni teatrali in +Grecia. + +Anche prima, Anzio era stata dimora preferita dei Romani: Attico, +Lucullo, Cicerone, Mecenate, Augusto vi ebbero le loro ville. Ed in +quali fresche montagne o belle spiagge d'Italia questi favoriti della +fortuna non ebbero le loro ville! Di quali monumenti deve avere allora +brillato questa spiaggia, a giudicare dai frammenti, che, quasi +testimoni storici, sono da secoli e secoli gettati sulla spiaggia! +Queste rovine spargono nell'idillio di Anzio una nota melanconica, ed i +pensieri, i ricordi che esse destano, valgono ad accrescere fortemente +l'incanto di questo soggiorno. La mancanza assoluta di storia, la +separazione completa dal mondo e dalle sue vicende, sono quelle che +danno uno speciale carattere alle nostre spiagge del Nord; qui in +Italia, invece, non si rinviene un solo angolo di terra, per quanto +solitario e remoto, dove le memorie severe e classiche del passato non +sorgano, dove non invitino a riflettere sul continuo avvicendarsi delle +sorti del genere umano. Sedendo qui sulle rovine di un palazzo romano, +al rumore delle onde che si frangono contro di esse, tornano +inconsciamente alla memoria i versi di Orazio: + + «_O diva gratum quae regis Antium, + Praesens vel imo tollere de gradu + Mortale corpus, vel superbos + Vertere funeribus triumphos!_» + +E la vista del capo Circeo ci richiama alla poesia omerica, e quella +della lontana Astura ci trasporta in altre storie, in altra poesia, sì +che ci circondano tre periodi dell'umana civiltà, tre diversi generi di +poesia: Omero, Orazio ed il poeta degli Hohenstaufen, Wolfram di +Eschenbach. + +La Dea Fortuna aveva in Anzio un tempio famoso, ed avevano quivi i loro +templi anche Apollo, Venere Afrodisiaca, Esculapio e Nettuno. L'idea che +su questa spiaggia deserta, circondata di prati, brillò in tutta la sua +divina bellezza, attorniato da altre stupende creazioni artistiche, +l'Apollo del Belvedere, aumenta il pregio di questo luogo, già di per sè +amenissimo. La statua meravigliosa fu qui scoperta ai tempi di Giulio +II, ed anche quelle che sono nelle gallerie del Vaticano, del +Campidoglio e del palazzo Albani, furono in seguito per la maggior parte +qui rinvenute, come del resto anche il famoso gladiatore morente, +parecchie statue di imperatori, i busti di Adriano, di Settimio Severo, +di Faustina, i satiri, gli atleti, le statue di Giove e di Esculapio, i +tripodi stupendi e i meravigliosi altari del Campidoglio, dedicati ai +venti. Sopra un'altura della spiaggia, dove ora sorge, sulle fondamenta +di un tempio antico, un piccolo forte, dal quale, appoggiato ad una +vecchia e gigantesca spingarda del medio evo, tutta arrugginita, un +soldato contempla il mare, sono tuttora in piedi le basi di antiche +colonne e vicino queste, ventidue splendidi capitelli corinzi di +cipollino. Le loro volute ed i loro ornamenti sotto l'abaco, sono +particolarmente geniali ed io non ricordo di averne mai visto di simili; +rappresentano conchiglie, delfini, gamberi di mare. L'architetto +conformò gli ornamenti al luogo, e molto probabilmente questo tempio era +dedicato a Nettuno. + +Ad Anzio ho trovato una persona che si diletta di antichità; in Italia +non v'è paese di qualche importanza che non abbia il suo storiografo +locale od il suo archeologo. Ad Anzio è il canonico Lombardi, presidente +dell'amministrazione del porto, il quale abita all'ultimo piano del +casamento che comprende il bagno penale. Ho trovato questo degnissimo +uomo, intento a decifrare un'antica iscrizione, disotterrata dai +galeotti. Il Lombardi ha già scritto un libro su Anzio, ed attende ora +ad un'opera più vasta sulla storia e sulle rovine della sua città. Ho +letto con piacere e con gratitudine il suo pregevole lavoro. + +Oramai ho percorso tutta questa spiaggia sino ad Astura e da per tutto +ho trovato avanzi di ville, di bagni, frammenti di marmi, di mosaici, +fra i quali ricorderò il pavimento in mosaico, abbastanza ben +conservato, che è di fronte alla torre solitaria di Astura, sulla +spiaggia, presso il ponte. È impossibile figurarsi quanti e quali +stupendi edifici abbiano i romani innalzato lungo questo mare. Tutta la +spiaggia dalla Toscana sino a Terracina, da Terracina a Napoli, attorno +al golfo, fino a Salerno, non dovè essere che un seguito di palazzi +marmorei, di templi, di bagni, di palestre, una manifestazione continua +della magnificenza romana; e quale fosse lo splendore di tutte queste +costruzioni si può anche oggi giudicare dalle rovine che giacciono in +fondo al mare. Chi avesse percorsa allora questa lunga riviera e veduti +tutti questi edifici destinati al piacere, al diletto, gareggianti per +importanza con le città, avrebbe certamente potuto ammirare una grande +manifestazione della civiltà. Ora invece queste amenissime spiagge sono +nude e deserte, non offrono altro allo sguardo se non le torri cadenti, +innalzate nel medio evo contro le invasioni dei Saraceni, torri che +possiamo vedere sparse lungo tutte le coste d'Italia e delle isole del +Mediterraneo, e che dànno loro un aspetto magico, quasi direi +cavalleresco. + +Qui non mancano però neppure monumenti moderni, che ricordino altri +siti, altre regioni. La bella villa Mencacci, che sorge in una fresca +valletta, vicino alla spiaggia, fu, per esempio, non è molto, abitata +per varî anni da un re in esilio che aveva vissuto in America e +guerreggiato per un trono sulle belle sponde del Tago. Intendo parlare +di Don Miguel, principe esecrato dal Portogallo, che venne qui +fuggiasco, senza corona e visse a lungo in questa solitudine, vicino ai +galeotti, in un esilio che fu certo senza conforti, perchè se a noi, che +nulla abbiamo da espiare, questa spiaggia solitaria, ai contini delle +paludi pontine, può apparire poetica, ad un re spodestato dovette +riuscire insopportabile e con un carattere quasi vendicativo. Don Miguel +ammazzava qui il suo tempo cacciando continuamente nei boschi sopra +Astura. Un giorno scomparve. Mi hanno narrato in Anzio che soleva +trattenersi volontieri con i pescatori e che non si vergognava punto di +parlare della sua disgraziata lotta per la corona del Portogallo. + +Contemplando la villa Mencacci, la fantasia vola lontano, al Brasile ed +al Portogallo, alle burrascose vicende della loro storia. + +Un altro avvenimento moderno ricorda questa spiaggia: lo sbarco, cioè, +nel 1848, degli spagnoli, chiamati da Pio IX fuggiasco, per salvare gli +Stati della Chiesa. Trovavasi allora il Papa in esilio nella rocca di +Gaeta, la Coblenza dell'emigrazione italiana nel 1848 e nel 1849: mentre +i francesi marciavano su Roma, gli austriaci occupavano Bologna ed i +napoletani si avanzavano verso Terracina. Gli spagnoli, che da molto +tempo non erano più apparsi in Italia, sbarcarono a Porto d'Anzio ed +occuparono tutto il paese, fino ai monti di Albano e della Sabina. +Erano, a quanto mi si è detto, della bella ed allegra gioventù, ma mal +vestita e peggio armata. I francesi non tardarono a surrogarli, ed i +giovani ufficiali di Valenza e di Barcellona abbandonarono a malincuore +i monti di Albano, dove erano stati rapiti dalla bellezza delle donne, +alcune delle quali ancora ricordano con un sospiro i poveri cavalieri di +Spagna. + +Porto d'Anzio non vanta donne belle, nè bei costumi, essendo la +popolazione composta di elementi diversi. Si distingue, al contrario, +sia per bellezza femminile, sia per originalità di costume, la piccola +città di Nettuno, che sorge pittorescamente sulla spiaggia e di cui le +nere mura si specchiano nel mare. Vi si arriva da Porto d'Anzio in tre +quarti d'ora, facendo una bellissima passeggiata. A metà strada, in +mezzo ad un bosco, sorge la splendida villa del principe Borghese, +signore di tutto il circondario. All'orizzonte si scorgono i monti +Volsci ed il capo Circeo, immerso in una luce superba, che ricorda, con +la sua forma imponente e caratteristica, i promontorî più belli +d'Europa, quali quelli dell'isola di Capri ed il monte Pellegrino di +Palermo. + +Per giungere a Nettuno v'è un'ottima strada, che passa davanti alla +villa ed attraversa un bosco di sugheri e di elci, dove sono parecchi +ruderi romani. Scavando sotto la strada è facile scoprire dei pavimenti +in mosaico. Sulla spiaggia la strada è ancora più bella: la sabbia è ora +gialla, ora scura, ora di un bel rosso acceso, ora di tufo vulcanico. I +cardi turchini della costa del mar Baltico vi crescono abbondantemente, +come pure la scabbiosa e la camomilla; invece però dei salici, degli +ontani, delle foreste di abeti, sono qui le piante dei paesi meridionali +e i mirti dai fiori bianchi, il mastice e le fragole e il ginestro dai +fiori color oro che abbonda su tutte le coste del Mediterraneo e l'olivo +selvatico. Splendono qui pittorescamente le malve arboree, con i loro +candidi calici, e i rovi con i loro variopinti fiori e grandioso +s'innalza fra le piante minori il classico acanto, con le sue belle +foglie corinzie ed i fiori rosa o bianchi. Qua e là si vedono anche dei +_cactus_ e l'aloe, quasi piante esotiche. L'usignolo allieta con la sua +presenza ancora questa spiaggia, nonostante sia passato il giorno di S. +Giovanni, epoca in cui gli uccelli cessano qui di cantare e cedono il +posto al grillo anacreontico: l'usignolo non può staccarsi da questo +verde, da questo fresco mare, e fino ad Astura le paludi pontine +continuano a risuonare dei suoi armoniosi gorgheggi. + +Una quiete profonda regna nell'antico paese di Nettuno e ne' suoi +dintorni. Nettuno attualmente è circondato da antiche torri e da scure +mura merlate, che hanno più di una volta resistito agli assalti dei +Saraceni. Nessun pescatore o marinaio avviva lo specchio dell'acqua, +poichè non vi è porto, e la popolazione è dedita alla pastorizia. + +Sulla piazza di Nettuno sorge un'antica colonna solitaria, emblema dei +Colonna, antichi feudatari del paese. Le strade sono profumate dai +garofani che ornano quasi tutte le finestre e che, agitati dal vento, +ondeggiano i loro fiori color rosso ardente. Fiori così belli annunciano +donne più belle ancora; infatti nei garofani che rallegrano le finestre, +si può quasi vedere la bandiera nazionale delle donne di Nettuno: il +loro costume non è di aspetto men gaio, meno vivace di quello dei +purpurei fiori. + +E' cosa degna di nota che in Italia anche i più piccoli paesi sembrano +quasi altrettante repubbliche, diverse per usanze, per tipo, per foggia +di vestire. Si potrebbe dire che ogni castello, ogni villaggio forma una +popolazione a sè. Bisogna vedere le donne di Nettuno in un giorno di +festa per potersi fare un'idea precisa della bellezza e dell'eleganza +del loro costume nazionale. Nei giorni di lavoro non sono che i minimi +particolari quelli che indicano la moda del paese, come, ad esempio, la +foggia di portare i capelli, divisi in mezzo al capo e lisci, senza +trecce nella parte posteriore, rattenuti da un nastro verde per le +ragazze, rosso per le donne maritate e nero per le vedove; basta dunque +vedere una donna per saper subito se sia nubile, maritata o vedova. + +Ho assistito qui a due feste, a quella di S. Giovanni ed a quella di S. +Luigi. Nella prima ho visto una processione con musica, per le vie; la +croce era completamente coperta di garofani e tutti portavano fiori. Vi +prendevano parte donne e fanciulle, ed era veramente uno spettacolo +stupendo vedere per quelle cupe strade tante belle figure e così +splendidi abiti. Ecco in che consiste il costume delle donne di Nettuno: +in capo portano una specie di fazzoletto a striscie d'oro e d'argento +che sporge sulla fronte; una gonnella di seta o di velluto color rosso +scuro, ricamata sul fondo in oro o in argento, scende loro dai fianchi, +e sopra questa portano un corsetto di broccato, ugualmente ricamato sul +petto e sulle maniche. Anelli, orecchini, braccialetti di oro e coralli +dànno ancora maggior risalto alla bellezza della persona ed +all'originalità del loro costume. Il colore dei vestiti è a volte +verderame o violaceo, o anche nero o azzurro scuro. Pare anzi che +l'eleganza e la bellezza di questo costume nobiliti il portamento delle +donne; io le ho viste infatti passeggiare per le piazze del loro paese +in rovina con l'incendere maestoso delle romane e di quelle certo non +meno belle: parecchie con un profilo greco nobilissimo, tutte con +capelli corvini ed occhi scintillanti, atti a soggiogare il cuore più +duro. Allorchè i mortaretti, che formavano quasi una ghirlanda su un +antico muro, sono scoppiati, i cannoni hanno sparato, ed ho visto tutte +quelle donne con i loro abiti rossi ed oro, avvolte nei vortici di fumo +di quell'artiglieria popolare, mi è sembrato di trovarmi dinanzi ad un +Olimpo, popolato da divinità ideali. + +Però, anche senza il loro costume festivo, son belle del pari le donne +di Nettuno. Si vedono ogni giorno, in gruppi numerosi, lavare +patriarcalmente i loro panni alla fontana pubblica; non attaccano mai +discorso con gli stranieri, sono timide come gazzelle, e rispondono +appena, solo con gli occhi bassi, al saluto. + +La festa di S. Luigi ha un altro carattere; è una festa popolare, e mi +ha ricordato il mio paese natio. Sulla piazza del mercato era stato +innalzato qualcosa di simile ad una forca ornata di fronde; dalla trave +superiore pendeva, legata ad una fune, una pentola oscillante; dei +giovani a cavallo agli asini dovevano, correndo, cercare di far +destramente con un bastone un foro nelle pareti della pentola; ma la +colpissero o no, questa si rivoltava e bagnava il cavaliere, fra le +risate generali degli spettatori. Colui che riusciva a colpire la +pentola riceveva in premio due _paoli_ da un prete che esercitava le +funzioni di giudice del campo. Quando la pentola fu rotta ed il giuoco +terminato, ebbe luogo la tradizionale tombola. Il premio consisteva in +una pezza di stoffa in cotone, che pendeva da una finestra. Un ragazzo +estraeva i numeri, che venivano spesso annunciati coi nomi proverbiali +che loro si sogliono dare, ed eran motivo di nuove risa. Sempre però si +rideva con quella naturalezza e quella convenienza che sono doti +caratteristiche e preziose del popolo italiano, di natura civile ed +educato. + +Così vivono e si divertono i cinquecento abitanti di Nettuno, in certo +modo separati dal resto del mondo, fra il mare, le paludi pontine e le +strade poco frequentate che portano da una parte ad Anzio e dall'altra a +Velletri. Nettuno però possiede campi e giardini, somministra il vino +che si beve ad Anzio, ed ogni giorno invia a questo porto un carro di +pane bianco, perchè là si fa solo del pane grossolano. Ho bevuto a +Nettuno del vino squisito, cosa non facile in questi anni in cui il dio +Bacco è travagliato da fatale malattia. Un cittadino del luogo ci volle +un giorno condurre nel suo _tinello_, come qui chiamano la cantina; è +sceso segretamente in un nascondiglio sotto il suolo e ne ha tratto +fuori uno stupendo vino rosso, quale non ne avevo più bevuto da Siracusa +in poi. + +Sulla spiaggia di Nettuno ogni coltivazione cessa oltrepassata appena la +città, cominciando quasi subito, in tutto il loro squallore, le paludi +pontine che si estendono fin verso Terracina. Non più abitati sulla +riva, solo sorgono qua e là, solitarie, alla distanza di circa due +miglia l'una dall'altra, le antiche torri medioevali. L'aspetto di +questa solitudine, di questo deserto, di questa mancanza di coltivazione +è grandemente imponente. Pare quasi di non trovarsi più sulle classiche +coste d'Italia, ma nei deserti dell'India o dell'America. Il frangersi +continuo delle onde, lo scintillare del sole estivo sulla bianca, piana, +monotona spiaggia, il cupo bosco infinito che accompagna per qualche +centinaio di passi il mare, lo stridore dell'avvoltoio e del falco, il +volo dell'aquila, che altissima si libra sulle ali in larghe spire, il +calpestio ed il muggito dei tori selvaggi, l'aria, le tinte, l'aspetto +delle cose e degli elementi dànno veramente qui l'impressione di un +mondo deserto e selvaggio. + +Il 28 giugno, il pittore ed io partimmo lungo questa spiaggia per +recarci ad Astura, distante circa tre ore di cammino. Il mattino era di +una limpidezza straordinaria, il mare tranquillissimo ed il capo Circeo, +avvolto in una tinta rosea, davano al quadro un aspetto del tutto +omerico. A Nettuno comprammo vino e pane e quindi proseguimmo la nostra +strada. Ci fermammo a far colazione su di un vecchio tronco d'albero, +presso una carboniera e provammo un piacere simile a quello di Ulisse, +quando si assise al banchetto apprestatogli da Circe nel suo palazzo. +Era veramente delizioso gustare un buon sorso di vino in quella profonda +pace, su quell'omerica spiaggia, dinanzi all'azzurro di quel mare, tinto +in rosa all'orizzonte. + +Fino a questo punto tutto era andato benissimo, ma giunti là dove il +bosco scende fino al mare, cominciammo ad avere dei timori. Non erano +già i banditi che ci davano pensiero, ma le mandre di tori e di bufali +che vagano colà completamente liberi, non sorvegliati da pastori. Tutta +quanta la spiaggia fino a Terracina è coperta di numerose mandre di +tori, di buoi, di vacche, dalle corna lunghissime, di quella forma +tutta classica della campagna romana e che si vedono scolpite nel +Partenone, attorno all'ara del sacrificio. Le loro corna sono lunghe +quasi tre piedi, molto divergenti, arditamente contorte, grosse, chiare, +di bel colore. + +Quasi in tutte le case del Mezzogiorno si vedono queste corna, tenute +come amuleti contro il «_malocchio_» e piccoli cornetti vengono portati +dai principi alla catena dell'orologio e pendono dal collo dei ragazzi +dei pescatori. + +I buoi sono selvaggi e grandemente pericolosi; il solo pastore li può +governare, stando a cavallo, con la sua lancia; più pericolosi ancora +sono i bufali. Questi vivono a branchi e vagano solitari e liberi come i +cinghiali; frequentano volentieri gli stagni e le paludi e nuotano con +grande agilità. Quando si attraversano le paludi pontine o il bassopiano +di Pesto, si vedono molti di questi mostri neri e selvaggi immersi negli +stagni, dai quali stendono fuori talvolta, sbuffando, solo le tozze +teste. Il bufalo cammina sempre col capo chino a terra e guarda +sospettoso dal basso in alto. Non si serve delle sue corna, che sono +come quelle del montone rivolte indietro, ma rovescia a terra con la sua +fronte di bronzo l'uomo che insegue, quando l'abbia raggiunto; quindi +gli pone il ginocchio sul petto e lo calpesta fino ad ucciderlo. I +pastori domano questi pericolosi animali con la lancia; passano loro +attraverso il naso un anello ed allora li attaccano al carro e se ne +servono per trasportare grandi pesi, voluminosi blocchi di pietra, o +tronchi d'albero giganteschi. Col latte della bufala vien fatta la +_provatura_, che è una specie di cacio molto difficile a digerirsi. La +carne del bufalo è poco stimata, perchè dura; la comprano gli ebrei +poveri del ghetto che non ne mangiano generalmente altra. I bufali +abbondano nelle paludi pontine, nella squallida riviera di Cisterna, di +Conca e di Campomorto, covo della febbre, dove perfino l'assassino non +viene ripreso, quando vi si sia rifugiato. Gli uomini che custodiscono +queste bestie menano una vita misera, sono febbricitanti e di poco +inferiori agli indiani della Prateria. + +Il possibile incontro di questi animali ci dava assai pensiero; appena +giunti nei boschi, li vedemmo numerosi sulla spiaggia. Lasciati liberi, +percorrono sempre la stessa strada e sempre nelle stesse ore; al mattino +escono dalla foresta e vengono al mare, per bevervi l'acqua salata, +quindi o si sdraiano sulla sabbia o pascolano lungo la costa; vi passano +tutte le ore calde e quando sulla sera comincia la temperatura a +rinfrescarsi, si muovono e pascolando lentamente sulla riva s'inoltrano +nei cespugli sino a che non arrivano nel fitto dei boschi, dove +trascorrono la notte, per scendere il mattino appresso nuovamente al +mare. + +Alla vista di tutti quegli animali, rimanemmo alquanto perplessi. Era +impossibile passare di là, perchè avrebbero potuto tagliarci la via, +molti essendo proprio in riva al mare; proseguire lungo la spiaggia era +pericoloso, perchè sarebbe stato necessario passare in mezzo ad essi e +qualche animale furioso avrebbe potuto inseguirci nella direzione del +capo Circeo: pensammo se non fosse stato più prudente tenerci vicino +alla macchia e questo partito ci sembrò il migliore. + +Scendevano intanto sempre nuovi branchi, la qual cosa ci fece +argomentare che ve ne dovevano essere ancora nei boschi, e se ne +scorgevano infatti fra i cespugli di mirto. Ad un tratto scorgemmo due +magnifici tori, dalla fronte splendente, arrestarsi e fissarci: allora +prudentemente, pian, piano, ci avviammo verso il bosco ed in poco tempo +ci trovammo nel fitto degli alberi. E' impossibile figurarsi dei boschi +più adatti per i briganti che questi di Astura: non sono già formati da +alte quercie, ma da fitte macchie di sugheri, di olivi selvatici, di +lentischi, di rovi neri, di mirti, coperte di piante rampicanti, di +edera bellissima, che forma delle volte, quasi moschea boschereccia, +impenetrabili ai raggi del sole ed alla pioggia. Vi erano dei cespugli +di mirto di un'altezza straordinaria e tutt'intorno un odore di +selvatico, che penetrava i sensi. + +Il terreno non è piano, ma accidentato, percorso da piccoli ruscelli, in +molti punti paludoso; vi abbondano gl'istrici, le tartarughe e le serpi; +noi vi trovammo spesso delle penne di galli selvatici, avanzi del pasto +di qualche aquila: ciò dava ancora maggior risalto alla cupa poesia di +questa riviera. + +Ci riuscì alla fine di scansare i branchi dei bufali e dei tori e quando +ne incontravamo qualcuno in ritardo ci arrestavamo e restavamo +silenziosi e tranquilli finchè non fosse passato e dopo aver superato +rivi, fossi e siepi, sboccammo finalmente di nuovo sulla spiaggia e ci +fermammo per riposarci piacevolmente all'ombra di un muro, cui era +addossato uno steccato destinato a racchiudere una mandra. Anche questo +muro era certo, come lo dicevano chiaramente alcune vestigia di mosaico, +un resto di qualche villa romana. + +Rimaneva un'ora sola di strada per giungere ad Astura, e nel camminare +lungo questa triste spiaggia, mi colse quella profonda malinconia che +nasce nel vedere cosa che rammenta una grandezza scomparsa. Non è solo +il ricordo della tragica fine del giovane Corradino e della stirpe degli +Hohenstaufen, che può qui rattristare l'animo, specialmente di un +tedesco; v'influisce anche e per molta parte l'aspetto della contrada +stessa. Vorrei poterla descrivere con le parole, come il mio compagno di +passeggiata l'ha saputa riprodurre nelle sue tele che spero saranno +presto note a tutti. Sarebbe bene che un qualche istituto artistico +della Germania pubblicasse un album degli Hohenstaufen. + +Il luogo dove ci eravamo fermati era circoscritto dalla parte di terra +dalle paludi pontine, su cui imponenti si ergono i monti Volsci che +scendono al mare; e dalla parte del mare dal capo Circeo che, simile ad +un'isola, si perde nell'azzurro del cielo. Sulla spiaggia sorge, ad un +dato punto, una piccola cappella abbandonata e deserta e pochi passi più +in là emerge dalle acque il castello di Astura, un piccolo quadrato di +mura merlate, con in mezzo una torre. La cappelletta e il castello sono +gli unici edifici che sia dato vedere in questa vasta solitudine. Per +quanto si volgesse da ogni parte lo sguardo, non si scoprivano che due +ombre nere sui merli del castello e due vecchi pescatori seduti contro +il muro, taciturni e quasi annientati dal calore del sole fulgente che +stavano intrecciando una rete di giunchi per i pesci, mentre la loro +barca si dondolava sulle onde. + +Correvano gli ultimi giorni del 1268 quando, perduta la battaglia di +Tagliacozzo, giungevano su questo lido, fuggiaschi e pieni di terrore, +il giovane Corradino, il principe Federigo d'Austria, il conte Galvano +Lancia con i suoi figli, insieme coi due conti della Gherardesca, +parenti dell'infelice Ugolino che i versi di Dante hanno immortalato. +Venivano da Roma dove, come narra il cronista Saba Malaspina, avevan +cercato rifugio dopo la sconfitta, e dove era rimasto Guido da +Montefeltro, quale vicario del senatore Arrigo di Castiglia. Corradino +era giunto colà «senza pompa alcuna, non come capo di un esercito, ma +come uno che abbia tutto perduto e che non cerchi che di salvarsi di +nascosto, e quasi fuori dei sensi» (_latenter ingreditur mente captus_). +Ma in Roma erano giunti dal campo di battaglia anche i suoi nemici, +Giovanni e Pandolfo Savelli, Bertoldo e molti guelfi con l'intenzione di +sollevare la città, cosicchè gli amici avevano consigliato al giovanetto +di non indugiare a cercare scampo nella fuga. Si diresse con i suoi +compagni verso il mare, con l'idea di recarsi a Pisa ed ivi imbarcarsi +per la Sicilia; cercò una barca e la ottenne dagli abitanti del +villaggio di Astura, dove s'imbarcò e salpò. Ma avutane notizia Giovanni +Frangipani signore di Astura e riconosciuto dai gioielli che Corradino +aveva regalati, essere i fuggitivi personaggi ragguardevoli, salì su di +un'altra barca, li raggiunse a forza di remi e li ricondusse nel +castello. Invano Corradino supplicò che lo lasciasse fuggire coi suoi, +che non lo volesse consegnare nelle mani di Carlo, avido di sangue; +invano gli ricordò la gratitudine che doveva alla casa di Svevia, avendo +i Frangipani ottenuto grandi feudi dall'imperatore Federigo ed essendo +stato da questi lo stesso Giovanni creato cavaliere; invano Corradino +promise ampia ricompensa e si dichiarò pronto anche a sposare la +figliuola di Frangipani. Il signore di Astura era titubante e commosso +forse dalla gioventù, dalla grazia, dalla sventura di Corradino, +incerto, come dicono i cronisti, da qual parte avrebbe potuto trarre +maggior guadagno, se da Corradino o da Carlo d'Angiò; quando dinanzi al +castello arrivò Roberto di Lavena, capitano delle galere angioine che +ingiunse al Frangipani di consegnargli i prigionieri. Narra Saba +Malaspina che il Frangipani fece condurre i poveri fuggiaschi in un +altro castello vicino, per non essere costretto a consegnarli a Roberto +contro sua volontà e prima che questi avesse soddisfatto al pagamento +della pattuita ricompensa; ma quest'altro castello non è nominato. + +Intanto arrivava dalla parte di terra, con fanti e cavalli, il cardinale +Giordano di Terracina, governatore per la Santa Sede della contea della +Campagna; egli pure richiese la consegna dei fuggiaschi. + +Il vile traditore, intascato il denaro di Giuda, consegnò gl'infelici +che aveva ospitato, nelle mani dei loro acerrimi nemici. Furon condotti +a Napoli, prima attraverso i boschi e i monti di Palestrina, poi +traverso le meravigliose campagne poco tempo innanzi percorse +vittoriosamente. Il 29 ottobre la mannaia troncava la testa di Corradino +per la prima, poi quelle di Federigo, dei valorosi conti della +Gherardesca, del generoso Galvano Lancia, fratello di quella bella +Bianca che aveva partorito Manfredi a Federigo il Grande e per ultimo +quelle de' suoi giovani figli, Galeotto e Gherardo che erano stati poco +prima strangolati nelle braccia del padre. + +Presso la torre di Astura, in quella solitaria spiaggia, mi tornarono +alla memoria tutti gli altri luoghi famosi nella storia degli +Hohenstaufen che io ho visitato nelle mie peregrinazioni per l'Italia. +Mi è apparsa la bella figura di Manfredi, biondo, ricciuto, sui campi di +Benevento, quale Dante lo vide, con una doppia ferita alla fronte ed al +petto, mormorante mestamente: «I' son Manfredi, Nipote di Costanza +imperatrice». Lasciai errare lo sguardo sul mare ricco di memorie e lo +rivolsi laggiù dove giace la bella Sicilia, dove sorge, in mezzo a +giardini sempre in fiore, sulla spiaggia più amena del mondo, quel +castello di Palermo nel quale visse Federigo e da dove era partito per +la Germania; pensai al duomo di quella stessa Palermo, a quell'oscura +cappella, dove riposano, dentro ai loro sarcofaghi di porfido rosso, +Enrico VI, Federigo e le due Costanze, rappresentati con la corona in +testa e con la dalmatica di seta, il cui orlo è ornato da iscrizioni +saracene. + +Entrammo quindi nel castello. Un ponte in muratura lo unisce alla +spiaggia ed un ponte levatoio dà accesso all'interno. Nella piccola +corte sorge la torre ottagonale che termina con una specie di terrazza, +dove rimane un unico e arrugginito cannone. La guarnigione, composta di +otto uomini, quando entrammo stava facendo gli esercizi nella piccola +corte e don Pasquale, luogotenente di Astura, la stava guardando dal +terrazzo con l'aria di chi avrebbe voluto essere ovunque, fuori che lì. +Ci condusse nel suo piccolo e meschino alloggio e ci fece vedere degli +arabeschi pompeiani assai ben fatti: dipingendo egli trascorre le sue +giornate in quella solitudine. Il luogotenente ci disse che ciascuna di +queste torri della costa è attualmente custodita da otto uomini, +comandati da un maresciallo o da un ufficiale e che le prescrizioni di +vigilanza sono severissime, temendosi da parte dei mazziniani un colpo +di mano. + +Visitammo tutto il castello composto di piccole e melanconiche stanze, +dove il ragno tesse le sue tele e lo scorpione trova un ricovero nelle +infinite screpolature dei muri; la vista però, tanto sulla pianura +verdeggiante, quanto sul limpido mare, dove ora si vedono, ora +spariscono le vele delle barche pescherecce, è bella e affascinante. La +torre sembra fatta apposta per un bardo, che vi suoni l'arpa e vi muoia +col canto del cigno, nell'ora in cui il sole scende in mare e tinge di +color porpora il capo Circeo. In quell'ora regna sul mare una tale +tranquillità, tale uno spirito di quiete che non si può descrivere; si +direbbe che il sonno e la morte si librino sul mare e che quella barca +che gira, come un'ombra, il capo Circeo, porta forse il dio del sonno +spargente calma e riposo sulle onde. + +Tutto qui allora spira dolcezza. Mentre il capo Circeo riporta alle +avventure omeriche, alle imagini dell'Odissea, la solitaria torre di +Astura parla delle grandi e non meno poetiche memorie dell'epoca degli +Hohenstaufen. Quanti ricordi non risvegliano questi nomi degli +Hohenstaufen e del provenzale Carlo d'Angiò! Ritornano alla memoria i +personaggi del «Parsifal» di Wolfram di Eschenbach e Corradino diventa +Parsifal che cavalca per il mondo, per trovare la sacra coppa di sangue +del Graal, Elisabetta di Baviera diventa Erzeleide, sua madre, che non +lo vuole lasciar partire, e così si presentano Goffredo d'Angiò, il +cavalier Gavino e Feirefiz, Arturo e Titurello e il castello di Graal, +nella foresta selvaggia, i saraceni, i trovatori, i pellegrini, i +penitenti e i saggi dell'Oriente. + +Astura è la torre del romanticismo, è la sede della poesia tedesca in +Italia. Essa appartiene ai romantici, come la grotta azzurra di Capri. +Io, in nome di questi, ne ho preso silenziosamente possesso, dichiarando +proprietà nazionale della Germania questo leggendario castello. + +La sola torre risale ai Frangipani; tutto il resto è di epoca +posteriore, giacchè nel 1286 i siciliani, che nei vespri avevano preso +una splendida vendetta del sanguinario re Carlo, guidati dal loro +ammiraglio Bernardo da Sarriano, lo distrussero tutto, ad eccezione +della torre, ed uccisero anche il figlio di Frangipani. Anche ora sulle +mura esterne del castello si vedono le armi dei Colonna, che ne furono +in seguito proprietari. Dopo i Frangipani, divenne feudo dei Gaetani; +quindi passò in possesso dei Malabranca, degli Orsini e dei Colonna, i +quali lo vendettero nel 1594 a Clemente VIII. Presentemente Astura è +feudo dei Borghese. + +Altri ricordi storici si ricollegano ancora a questo castello. Innanzi +al ponte, che serve di accesso, notai degli avanzi di un pavimento in +mosaico, quasi ricoperti dalla sabbia, e mi accorsi subito che il +castello, sul mare, sorgeva sopra le fondamenta di una villa romana +assai vasta, le cui rovine erano visibilissime sul fondo del mare, ed +anzi in alcuni punti ne emergevano ancora. Sorgeva l'antica villa sopra +un banco di sabbia e molto probabilmente, appunto per questo Plinio dà +il nome d'isola ad Astura, colonia d'Anzio: la località in antico è +possibile che si trovasse per un piccolo tratto d'acqua staccata dal +continente. Strabone infatti dà a quel braccio di mare il nome di +Storace (Storas potamos), Plutarco lo chiama Astura (ta Astura) e ne +parla quando descrive la tragica fuga, qui avvenuta, di Cicerone. +A dire il vero, deve recar non poco stupore ai miei lettori che +questo luogo solitario, appartato, possegga altre tristi memorie, e +che molto tempo prima di Corradino sia stato un punto di sventura, +dedicato forse alle Eumenidi. + +Cicerone vi possedeva una villa. Egli ne fa menzione spesso nelle sue +epistole, in una delle quali, scritta ad Attico appunto da Astura, è +detto: «_Est hic locus amoenus et in mari ipso, qui et Antio et Circaeis +aspici possit_». Abitava volentieri questa villa che più delle altre gli +offriva quiete e riposo. Poco prima della sua morte venne qui ed Astura +gli fu fatale. Vi si era rifugiato in primavera, non appena aveva saputo +che sarebbe stato compreso nelle liste di proscrizione; Plutarco narra +che si era qui imbarcato per fuggire in Macedonia, presso Bruto, ma che +aveva poi cambiato idea ed era tornato a terra. Con l'intenzione di +recarsi a Roma per cercare di commuovere Ottaviano, partì da Astura e +prese la via della città ma, fatte appena dodici miglia, fu colto da +paura e tornò indietro rapidamente. Salito su di una lettiga, si avviò +verso Gaeta, ma raggiunto per via dai cavalieri che lo inseguivano, in +un punto che viene anche oggi additato, fu da quelli ucciso. + +Strana coincidenza! Lo stesso Ottaviano fu preso nella medesima Astura, +a quanto narra Svetonio, dal male che pose fine a' suoi giorni. Venne +qui poco prima della sua morte, nell'ultimo suo viaggio per la Campania. +«Al principio del suo viaggio venne ad Astura, ed essendosi trattenuto, +contro la sua abitudine, all'aria libera, di notte, per godervi il +fresco, fu colto da dissenteria e ciò fu l'inizio della sua malattia». +Dopo una breve dimora a Capri, morì a Nola. + +Nè qui finisce l'influenza fatale di Astura: anche il successore di +Augusto, Tiberio, si ammalò in questo luogo poco prima della sua morte. +Ecco ciò che narra Svetonio: «Ritornò in tutta fretta in Campania e, +giunto ad Astura, vi cadde ammalato. Riavutosi un poco, s'imbarcò per il +capo Circeo». Essendosi quivi il male aggravato, colto da paura, egli +s'imbarcò di nuovo, e prima di poter arrivare a Capri, fu costretto a +scendere a terra, al capo Miseno, dove spirò. + +Che aggiungere, quando avremo detto che anche su Caligola, successore di +Tiberio, Astura esercitò la sua malefica influenza? Quivi Caligola +sbarcò prima di morire. «Si trovò--dice Plinio--un piccolo pesce, +chiamato _remora_, appeso all'albero maestro della galera che portava +Caligola da Astura ad Anzio e ciò venne considerato come presagio della +sua prossima fine». + +_Astura mala terra, maladetta!_ Noi pure, innocenti viaggiatori, doveva +costringere a precipitosa fuga, a noi pure doveva far provare ambasce +di morte. + +Lasciando Astura, decidemmo di prendere, invece della strada lungo il +mare, quella attraverso la foresta, di cui avevamo sentito vivamente +lodare la selvaggia bellezza. Non conoscendola, prendemmo con noi un +soldato del piccolo distaccamento, un bel giovane robusto e forte che +doveva servirci per alcune miglia di guida e prestarci nello stesso +tempo aiuto, non già contro i briganti, ma contro i tori ed i bufali. +Per un certo tratto camminammo lungo la spiaggia, dove potemmo vedere +dei tori neri tanto maestosi che Giove non avrebbe potuto averne dei +migliori, allorquando trasse in mare la bella Europa. Poco dopo ci +trovammo in mezzo alla foresta. Camminavamo per ampi sentieri, fra +odorosi cespugli di mirto, sotto la volta di gigantesche quercie, +rallegrati da mille effetti della luce del sole che volgeva al tramonto. +Il bosco presso Astura è molto bello. Pensavo alle mie spiaggie natie, +alle loro alte quercie diritte, fra i tronchi delle quali si può +scorgere l'azzurro del mare; tutti i miei pensieri erano rivolti al +passato. È bello aggirarsi là per quei boschi, spiando la comparsa dei +cervi e dei caprioli, quando sbucano dai cespugli e vi contemplano con +curiosità, alzando il loro capo coronato dalle lunghe corna. Qui invece +balza talvolta fuori da un cespuglio la nera testa di un bufalo o di un +toro e talora attraversa il sentiero un lungo serpente variopinto. La +vegetazione è di una bellezza e rigogliosità tropicale; l'edera +raggiunge qui le proporzioni di un albero e si abbarbica alle quercie le +circonda le avvinghia, come i serpenti Laocoonte e pare quasi voglia +soffocarle in un vigoroso amplesso e strapparle al suolo; sale su tutti +i rami e giunge sino alla cima, lassù dove hanno ricetto gli uccelli +selvatici della foresta. + +Camminammo in tal guisa per alcune miglia, assorti sempre nella +contemplazione di quello stupendo spettacolo. La nostra guida di Astura, +là dove il bosco cominciava a farsi men fitto, ci lasciò, dopo averci +indicato il sentiero della macchia, al di là della quale dovevamo +trovare il mare. Lieti e felici continuammo a camminare fra i mirti e +gli olivi selvatici, quando tutto ad un tratto ci trovammo di fronte ad +un centinaio di tori. Ci fermammo subito: uno dei tori a sua volta si +arrestò stupito; alzò la testa, ci contemplò con gravità maestosa, poi +si staccò dal branco e ci venne incontro. In quell'istante il mio +compagno chiuse il suo maledetto ombrellone bianco da pittore e subito +il toro furiosamente spiccò un salto e tutta la mandra lo seguì. Una +nube di polvere si levò tosto nel bosco e noi ci demmo a precipitosa +fuga, guardandoci ogni tanto indietro. Era un orribile e bello +spettacolo il vedere quegli stupendi animali correre avvolti in una nube +di polvere! + +Riuscimmo ad arrivare nel fitto della macchia e, con le mani +insanguinate pelle spine, ci cacciammo nei cespugli, da dove potemmo +vedere, fra la polvere, il luccichio delle corna dei tori, mentre si +udiva sotto i loro piedi lo strepito dei rami infranti. + +Non vidi mai il terrore meglio scolpito sopra un volto umano come allora +su quello del mio compagno e il mio spavento non era punto minore. +Finalmente tutto tornò silenzio intorno a noi: la mandra furiosa aveva +proseguito la sua corsa verso il mare. Riprendemmo la nostra strada per +la foresta e, spiando continuamente se i tori riapparivano, uscimmo alla +fine dal bosco e sbucammo sulla libera spiaggia. Credo di non aver +sentito mai un'eguale soddisfazione nel rivedere il mare e mi toccava +proprio provare ad Astura, sulle tracce di Corradino, quali siano le +ambasce di una fuga precipitosa, col pericolo della morte alla gola. Si +sarebbe detto che uno spirito maligno, il demone di quel luogo +maledetto, avesse destato in me tante dolorose memorie e avesse voluto +darmi un'idea precisa di quanto ivi soffrì il povero Corradino. Gli +animali selvaggi furono però più compassionevoli verso di noi che non +gli uomini per Corradino. + +Proseguimmo la nostra strada e ci fermammo di nuovo per riposarci sulle +rovine del palazzo romano, dalle quali il melanconico castello appariva +ancora più bello e più espressivo nell'incerta luce del tramonto. La +vista di numerose mandre che coprivano la spiaggia sin quasi a Nettuno, +c'impensierì di nuovo: ve n'erano alcune sdraiate in riva al mare, altre +salivano per ritornare, come è loro abitudine, al bosco, perchè +cominciava la frescura della sera. Passammo innanzi a cento e cento +corna gigantesche, ma gli stupendi animali non ci fecero alcun male +perchè noi ci tenevamo rasente al mare, al disotto di essi; apparvero +infine due bei butteri, i primi che avessimo incontrato, a cavallo, che +galoppavano, con la lancia in pugno, lungo la riva, e la loro vista ci +rinfrancò. + +Felicemente raggiungemmo Nettuno e di qui, con un senso di compiacenza, +contemplammo la strada percorsa ed il castello di Astura che a quella +distanza, a quella dubbia luce emergeva come un cigno sulle onde del +mare. + + + + +IL CIRCEO. + +(1873). + + + + +Il Circeo. + +(1873). + + +Da Terracina, dove avevo passato la Pasqua, volli scendere al capo +Circeo, fosse pure per una breve visita. Capo Circeo giace a tre ore da +questa città, benchè sembri, per la trasparenza dell'aria, molto più +vicino. Il grandioso promontorio si innalza sulla lunga duna e lascia da +per tutto un orlo di spiaggia, su cui si cammina come su di un tappeto +di velluto. + +Mi allettava assai l'idea di andare a piedi fino al capo, ma i pescatori +di Terracina me ne dissuasero ed io non vi andai perchè non ero sicuro +che la strada fosse libera da mandre di bufali. Questi pescatori erano +stati rallegrati prima della mia partenza da una pesca eccezionale: essi +stavano con altra gente sulla riva, quando i loro sguardi furono +attirati da un oggetto che si alzava di tanto in tanto sulla superficie +delle acque e che pareva attaccato ad una corda, fissa a sua volta ad +un piuolo. Era una grossa testuggine marina che si era impigliata nelle +reti: la povera bestia era rimasta gravemente ferita da un raffio, ed i +pescatori l'avevano legata, come un cavallo, per una zampa, ed +assicurata ad un palo. Essa faceva grandi sforzi per liberarsi e di +tanto in tanto sollevava la testa, il collo e una parte del suo guscio +rosso scuro, per respirare. Fu lasciata tutta la notte al suo martirio e +la mattina seguente, quando partii per il capo, vidi dalla mia barca che +era ancora nello stesso posto. + +Avevo con me quattro barcaioli e un servo dell'albergo che aveva passato +qualche tempo a S. Felice, sul promontorio e che doveva farmi da guida. +In tutto, eravamo sei persone. Partimmo alle quattro del mattino: la +luna chiara che discendeva verso occidente, spandeva nell'ultima lotta +col giorno, un bagliore largo e dorato sul mare lievemente mosso. Fitte +nebbie apparivano ad oriente, verso la palude di Fondi, e nascondevano +le rocce di Sperlonga ed i promontori di Gaeta e di Mondragone. Anche il +capo Circeo era cinto di un velo, squarciato solo sulla vetta. + +Soltanto chi ha viaggiato per mare fra il tramontar della luna e il +nascer del sole può aver sentito la gioia divina dell'imminente nuovo +giorno. Il respiro continuo del mare che sale dall'irrequieto e vivo +elemento, ha in sè il fremito primordiale della creazione. Perchè mai il +mare sveglia in noi, anche visto in lontananza, o sentito nel ritmico +palpito delle sue onde dalla riva, un desiderio così profondo, ansioso +ed ignoto, come nemmeno le cime delle Alpi sanno svegliare? Forse perchè +questo nostro piccolo _io_ colle sue piccole necessità e la coscienza +della natura, destata per un attimo, si trovano in immediato contatto +coll'Infinito e l'Eterno, con ciò che non ha storia, nè tempo, nè +limiti, nè forma. + +Avanzavamo rapidamente nell'aria fresca e serena, condotti dolcemente +dal vento e dal marinaro e sempre più si andava svolgendo dalle brume il +capo oscuro, col suo bianco paesello sulla punta e una torre grigia ai +piedi, sul mare. Ma prima di approdare a questa, voglio dire due parole +sulla storia del _Mons Circeus_ o _Monte Circello_. + +Da lungo tempo il paese delle favole di Circe fu fissato su questo +promontorio che invero, con la sua forma nettamente insulare, i suoi +folti boschi, i suoi odorosi declivii, le sue grotte di stalattiti sul +mare, costituiva un ambiente, per lo meno non disadatto, a far sorgere +una favola magica di antichi navigatori. Il monte Circeo era nei tempi +preistorici veramente un'isola, come oggi le isole di Ponza e come un +tempo il Soratte. A poco, a poco e certamente molto prima dei tempi +dell'Odissea, questa isola si riunì alla terra e divenne un capo. Gli +antichi geografi riferiscono che su di esso giacque una città col tempio +di Circe e con un altare a Minerva, dove era conservata la coppa di +Circe in cui Ulisse aveva bevuto. Anche la tomba di Elpenore vi si +mostrava, con i mirti che vi erano germogliati sopra. + +La città di Circei, o Circeo, era volsca, come Anxur, oggi Terracina. I +Romani la conquistarono e vi stabilirono una colonia che non fu certo +mai grande e potente, ma per la sua posizione fu una delle più belle +piazze forti ed inoltre un gradito soggiorno. Lucullo vi pose i suoi +vivai e v'edificò una villa e Lepido, quando dovè ritrarsi dal +consolato, venne qui a dimorare. + +L'antica città scomparve in un'epoca incerta; forse fu distrutta dai +Goti. Sulle sue rovine sorge l'attuale San Felice, costruita +probabilmente intorno all'antica fortezza dalle mura ciclopiche. Questa +_Arx Circaea_ o _Rocca Circeji_, si trova spesso menzionata nei +documenti e nelle storie medioevali; solo molto più tardi compare il +nome di San Felice. In questo luogo nel secolo VIII era anche un +vescovato. La fortezza di Circeo era considerata come la più importante +fra quelle della spiaggia pontina. Si sforzarono di acquistarne il +possesso la città di Terracina, i conti di Gaeta e quelli di Fondi; ma +essa riconobbe la sovranità del Pontefice. + +Al principio del secolo XII, quando i duchi normanni avevano in loro +potere l'Italia meridionale, essi s'impadronirono anche di questa +fortezza, ma solo per poco, perchè i papi salvaguardarono bene i loro +diritti sulla terra di confine, su Terracina e sul promontorio che ne +dipendeva. Sul finire del secolo, divennero padroni della rocca di +Circeo i Frangipani di Roma che possedevano Astura e molti altri +territorii sul Tirreno ed essi seppero sottrarla alla giurisdizione di +Terracina, dopo un lungo assedio. Essi possedettero la _Rocca Circeji_ +per lungo tempo; Ottone e Roberto Frangipani la diedero poi a Rolando +Guidonis de Leculo, ma a questi Innocenzo III la ritolse per restituirla +alla Chiesa. + +Alla metà del secolo XIII i Templari divennero proprietari del +promontorio, dove ancora durava la leggenda di Circe, figlia del Sole e +dove si era mostrata la coppa di Ulisse, il _Graal_ di questo antico +monte incantato. Un documento del 3 maggio 1259 dice che Pietro +Fernandi, maestro dell'Ordine dei Templari in Italia, per +autorizzazione del maestro generale Tommaso Berardi, assegnava al vice +cancelliere Giordano in cambio del casale Piliocta (oggi Cecchignola, +sulla via Ardeatina), _il villaggio Sancti Felicis sul monte Circego, +appartenente per diritto all'Ordine_, ottenuta la approvazione della +casa romana dei Templari sull'Aventino (oggi priorato di Malta). Era +questi il medesimo cardinale Giordano che come governatore della +Campagna romana e della Marittima, nove anni più tardi, compariva colle +sue truppe dinanzi ad Astura per chiedere, in nome della Chiesa, ai +Frangipani la consegna di Corradino, cosa che non potè ottenere, come è +noto, disgraziatamente per l'ultimo degli Hohenstaufen. + +Giordano era un nobile di Terracina, della potente casa dei Peronti. +Egli riunì a Terracina la rocca Circea che rimase alla sua famiglia fino +a tutto il secolo XIII, nel qual tempo passò agli Anibaldi di Roma, dai +quali nel 1301 la ebbero i Gaetani. + +La potenza di questa famiglia derivava allora tutta da Bonifacio VIII; +suo nipote Pietro possedeva già le città volsce di Sermoneta e di Norma +e una gran parte del territorio pontino, ricco di bestiame, da Ninfa al +mare. Pietro Gaetani diede principio a questo ricco possesso--che i suoi +discendenti godono ancora--coll'acquisto del capo Circeo. Lo acquistò +con tutte le terre dipendenti e ancora i Gaetani portano il nome di San +Felice, e insieme acquistò per 2000 fiorini d'oro il lago di Paola, da +Riccardo Anibaldi, signore della torre delle Milizie in Roma. Da quel +tempo i Gaetani possedettero la rocca Circea per 400 anni. In questo +lungo periodo di tempo essa fu tolta loro una volta, ma per soli due +anni, quando Alessandro VI li privò di tutti i feudi negli Stati della +Chiesa per donarli al figlio di Lucrezia, al piccolo Rodrigo di +Biseglia. Allora egli eresse Sermoneta in ducato, ma subito dopo la sua +morte i Gaetani rientrarono nei loro possessi, e siccome erano anche +conti di Fondi, il castello Circeo costituì la pietra di confine della +loro signoria sul mar Tirreno. Dalla cima del loro palazzo a San Felice +essi spaziavano con lo sguardo, entro il cerchio armonioso del panorama, +sul loro feudo da Fondi fino ad Astura e dalle mura ciclopiche di Norba +fino alla spiaggia pontina. + +Nell'anno 1713 i Gaetani alienarono il capo Circeo, e il duca +Michelangiolo lo vendette ai Ruspoli di Roma, insieme col palazzo +Gaetani sul Corso che si chiamò d'allora in poi palazzo Ruspoli. + +Nel 1718 il capo passò agli Orsini come dote di Donna Giacinta Ruspoli; +ma siccome la Santa Sede si era riservato il diritto di riacquistare il +feudo, gli Orsini dovettero venderlo nel 1720 alla Camera Apostolica per +100,000 scudi. Nel 1808, dopo 88 anni, fu venduto nuovamente, al +principe Stanislao Poniatowski, e così un magnate polacco, ultimo della +sua casa, divenne signore dello storico capo e lo tenne per 14 anni. La +Camera Apostolica lo riscattò nel 1822 e con la caduta degli Stati della +Chiesa passò alfine in proprietà dello Stato italiano.[9] + +Questa è la breve storia del capo Circeo: intanto il sole si è alzato +fra i monti di Gaeta e la luna è scomparsa nella luce. Il capo è apparso +tutto scoperto dinanzi a noi, illuminato dal sole matutino con una luce +tranquilla e tutto l'incanto è finito. + +Poche cose nel mondo tollerano una troppo grande vicinanza, o piuttosto +il rapporto della nostra immaginazione con esse non le sopporta. I +monti, come gli uomini e le loro imprese, i grandi e la loro fama, hanno +bisogno di un velo di luce e d'aria che li renda misteriosi alla nostra +immaginazione e tenga lontana l'indagine critica; quanto più piccoli +sembrerebbero essi se le loro leggende fossero d'un tratto demolite +dalla vicinanza del tempo e cadesse l'illusione che li avvolge! Profondo +è il simbolo dell'Iside velata! + +Come appare magico e misterioso il promontorio Circeo guardato dalla +lontana Astura, dai monti Volsci o da quelli Laziali, ed anche da +Terracina, quando cade la sera! Ora invece mi appariva grigio e verde, +simile a molti altri monti; spariva quella forma insulare che aveva +assunto nella lontananza e lo vedevo scendere verso la pianura pontina +con una larga striscia di terra. Le belle forme sparivano e profonde +selve coprivano i suoi fianchi fino alla sommità, mentre questa da +lontano sembrava rocciosa e nuda, scintillante di riflessi solari! + +Prendemmo terra a Torre Vittoria, dove il piede del promontorio si perde +sul lembo della spiaggia, senza però avere un luogo di approdo in forma +di porto. Non vi erano pescatori, nè barche. La torre è un edificio +quadrato, dicesi costruita dai Gaetani. La sua guarnigione è stata +soppressa, come quella di tutte le torri marittime, alla caduta del +governo pontificio. Serve ora di caserma ai doganieri ed anzi uno di +questi appena ci scorse, scese le scale e venne a salutare i pescatori +che ben conosceva, ed a verificare il loro passaporto. Lasciai i +marinari sulla spiaggia e con la mia guida mi avviai verso San Felice. +La posizione del villaggio e la piccola via che vi conduce mi hanno +ricordato Capri. Ma il capo Circeo non ha null'altro, o ben poco, che lo +faccia rassomigliare a quest'isola. Dopo un quarto d'ora di non faticosa +salita sul declivio coperto di siepi e cespugli di mirto, mi è apparso +il villaggio in una posizione veramente incantevole. + +San Felice sta su una piattaforma naturale, abbastanza larga, al di +sopra si levano pareti boscose, dinanzi si apre l'immensa distesa e +sotto, nella profondità, il mare turchino. Il paesetto ha poche strade +rettilinee ma strette, sormontate dal castello baronale ed una decorosa +chiesetta. Di fronte al castello si apre la piazza o strada principale. +Le case sono, per solito, di un piano e prive di qualunque pretesa +artistica. Fui non poco sorpreso dal fatto che un villaggio così antico +e separato dal resto del mondo potesse avere il carattere di un borgo +aperto. Che San Felice occupi il luogo dell'antica Circea, non può +essere posto in dubbio, perchè non c'è in tutto il promontorio un'altra +superficie libera e piana su cui potesse essere edificata una città. + +Qualunque traccia di antica storia è scomparsa. E' vero che il palazzo +dei Gaetani occupa evidentemente il terreno già occupato da una rocca +medioevale che prima del dominio di quei duchi dovette appartenere ad +uno dei loro predecessori, ma questo castello baronale non era l'antica +_Arx Circeji_ che doveva stare invece su una rupe enorme dominante la +città, al disopra della quale ancora si vedono resti di mura ciclopiche +larghe cinque piedi, e molti blocchi di pietra. Mi recai a visitare +questo luogo, persuaso che il palazzo Gaetani fosse stato costruito +sulle rovine dell'antica _Arx_. + +Questo castello ha la forma di un grosso dado, con un cortile spazioso +che fu quello della fortezza. Nel centro di esso cresce un boschetto +ameno di oleandri e di mirti. Contro una muraglia sono appoggiate le +basi marmoree di sei colonne, unica antichità che abbia trovato a S. +Felice. Invano ho cercato stemmi e inscrizioni medioevali sulle porte; +di queste una sola aveva forma gotica. Dell'antica fortezza resta una +torre quadrata, alla quale si appoggia l'edificio centrale, ma anch'essa +è restaurata. Le parti adiacenti del castello baronale sono di +costruzione posteriore all'epoca dei Gaetani che nel secolo XVII +aggiunsero ad esso comodità e nuove bellezze per potervi passare +qualche settimana. Il cambiamento radicale avvenne certo sotto +Poniatowski. + +Questi edificò nuovamente l'interno, stanze e saloni, e l'adornò di +pitture. L'attuale deserta abitazione dovette essere allora un luogo +delizioso, tale che il nipote del re di Polonia non avrebbe potuto +trovarne uno più bello. Egli vi si recava spesso, quando lasciava Roma, +dove possedeva la villa di fronte alla porta del Popolo; è stato davvero +un benefattore di questo villaggio; lo ha migliorato, vi ha costruito +una fontana ed una strada che va al mare, ed ha ricompensato sempre +generosamente i servigi resigli. + +Presso S. Felice il principe si fece edificare anche un casino, ora in +completo sfacelo, come il giardino annesso. Questo casino sta sull'orlo +estremo della piattaforma, sul mare, e costituisce il più seducente +belvedere che abbia mai visto. + +Come ho detto, Poniatowski vendette il capo Circeo nel 1822; vendette +anche subito dopo la villa in Roma e la collezione di antichità, e si +ridusse a Firenze, dove nel 1831 morì. + +San Felice conta 1200 anime. L'agricoltura è la sua ricchezza, +soprattutto le viti che coprono gli ultimi declivi del capo. + +Furono sue industrie un tempo i vasi d'argilla e d'alabastro. Queste +fonti di guadagno sono scomparse, pure la popolazione non mi è sembrato +soffra grande miseria. Si trova nel paese un albergo, molto primitivo ed +anche un caffè; avrei dovuto pernottarvi, se avessi voluto poi salire +sulla vetta del promontorio, ciò che era mio desiderio, non tanto per +visitare le antiche mura che si additano come resti del tempio di Circe, +quanto per godere l'incantevole panorama. Dicono che di lassù, a 1900 +piedi, quando l'aria è limpida e chiara, si vede il convento di +Camaldoli che domina Napoli, e la cupola di S. Pietro di Roma. + +Da San Felice si può comodamente salire sulla vetta del monte per +sentieri rocciosi, fra folti cespugli: ci vogliono però alcune ore. Mi +ero proposto di fare il giro intorno a tutto il capo, ma dovetti +abbandonarne l'idea, perchè dalla parte del mare le rocce cadono a +picco, non lasciando sentiero possibile sulla spiaggia. La distanza da +San Felice fino al punto in cui la parte interna del capo trova di nuovo +il mare, presso il canale di Paola, è di tre miglia ed eguale lunghezza +ha il capo: la sua larghezza non è certo invece più di un miglio. + +Lasciando San Felice presi dapprima un breve sentiero, assai comodo e +agevole, poi scesi per il declivio della roccia giù al piano boscoso e +giunto ai piedi del capo, potei ammirarlo in tutta la sua forma. E' una +grandiosa piramide, la cui vetta, nella sua estremità, si ripiega in +alto, dal lato occidentale. Fin verso la cima è coperto di quercie e di +cespugli, fra i quali qua e là spiccano masse rossastre di acute roccie. +Le pareti s'innalzano spesso perpendicolari e sembrano sorreggere un +tetto. Tutto il capo sembra un tetto spiovente; ma vi si distinguono +dieci monti che portano nomi speciali. Nelle spaccature delle rocce +crescono i palmizi nani. Molte palme che adornano il Pincio sono appunto +cresciute sul capo Circeo. + +Nella mia passeggiata ho attraversato un boschetto di mirti, lentischi +ed eriche, che crescono qui arborescenti, ed ho visto alte quercie da +sughero, sempre verdi e quercie tedesche. La quercia nordica, che da noi +comincia assai tardi a inverdire, in questo clima è uno degli alberi più +precoci. Le trovai, già perfettamente coperte di fronde, lungo il canale +della Linea Pia, mentre l'olmo ne era quasi spoglio. Il bel bosco sul +capo porta il nome di Selva Piana: numerosi greggi di pecore e armenti +di giovenchi vi pascolano e danno al placido paesaggio un carattere +solennemente idilliaco. + +Per voler trovare ora su questo capo un luogo dove immaginare la valle e +il palazzo della melodiosa dea Circe, è necessario pensare alla +piattaforma stessa di San Felice o a questo gradevole e ameno declivio. + +Qui troviamo, se non vere e proprie valli, almeno dei larghi fianchi +montuosi dove è possibile collocare idealmente il castello incantato di +Omero, colla sua ombrosa solitudine e insieme il suo aperto orizzonte. +Qui cresce un'inesauribile flora. Vi crescerà forse anche la salutare +erba Moly che Mercurio somministrò al paziente Ulisse: + + bruna + N'è la radice: il fior bianco di latte. + +Ma siccome anche l'eroe dice essere difficile che creature mortali +possano coglierla, così i botanici dovranno rinunziare a scoprirla senza +l'aiuto di un Dio. + +La fantasia popolare non ha del resto stabilito alcun luogo come dimora +di Circe, e la leggenda è rimasta qui più per il nome della maga Circe +che per la favola stessa: essa non è che artistica ed archeologica. Qui +si son fatti il concetto di una maga Circe come di una Loreley che +attirasse e facesse arenare le navi. Mi hanno raccontato che essa era +stata alfine sfidata da una nave straniera tutta di cristallo, sulla +quale la maga non aveva potuto esercitare potere alcuno e che anzi era +stata presa, rinchiusa nella nave e portata via. Da allora se ne erano +perdute le tracce e credo che la potenza immaginativa di questo buon +popolo lavoratore non sia andata oltre nella bella leggenda di Circe. La +mia guida mi narrava con soddisfazione un fatto accaduto durante il suo +soggiorno in San Felice ad una sentinella di guardia alla torre del +Fico; a questa sentinella, di notte, era apparso un cane dagli occhi di +fuoco ed aveva tracciato intorno a lei circoli magici. + +Nell'uscire dallo splendido bosco, avevo alla mia destra il lago di +Paola, a sinistra la spiaggia del mare e sopra, all'estremità del capo, +una graziosa torre, la torre di Paola. Il lago appariva come un grigio e +melanconico specchio d'acqua fra rive piane, un vero lago di maremma che +s'internava per parecchie miglia dentro terra. Stavano sulle sue rive +due chiesette chiamate San Paolo e Santa Maria della Surresca. In tempi +remoti, il lago era unito al mare e formava una baia: ora la +comunicazione è ristabilita per mezzo di un canale. Lucullo vi aveva una +villa e famosi vivai. Anche nel medio evo fu luogo di pesca e di caccia +all'anitra (l'anitra selvatica si chiama qui _folaga_) e solo per opera +del tempo l'antico canale è andato in rovina. Innocenzo XIII fece +costruire il casino e la chiesa che stanno ancora sul canale, sebbene +abbandonati e quasi rovinati ed altre case anche fece costruire sulla +sponda del lago, per i pescatori e ispettori e per magazzini. Oggi uno +speculatore di Sperlonga ha preso in affitto la pesca del lago per la +modesta somma di lire 7500 annue. L'ardente sole del mezzodì +fiammeggiava sul lago plumbeo nella profonda e selvaggia solitudine +delle paludi e dei boschi: appena gli alti giunchi e i tamarischi della +riva si movevano; non una barca appariva sulla superficie tranquilla; +questa quiete fosca e solenne aveva qualche cosa di favoloso. + +Camminavamo lungo le case della riva, lungo il muro di un grande +giardino che fu di Poniatowski, ora completamente abbandonato e +selvaggio. Sulla porta di una casa sedeva la moglie di un pescatore con +i suoi figlioletti che non apparivano punto pallidi di febbre, ma +freschi e rosei, fra reti distese, stanghe e altri attrezzi pescherecci. +Uscirono poi anche alcuni uomini e con loro il fortunato affittuario del +lago, lo speculatore di Sperlonga; questi ordinò ad un ragazzo di farmi +vedere i vivai. Salimmo allora su un sandalo, una specie di barca assai +antica, di cui ho trovato menzione in vecchi documenti riguardanti le +paludi pontine. Nel 1223 fu concesso il diritto all'abbazia di +Grottaferrata di tenere _duos sandalos ad piscandum in Lacu +Folianensi_. Il sandalo è il battello della palude, quadrato e piatto; +le dimensioni variano secondo il bisogno. E' barca di carico e di +tragitto insieme. Il suo nome ed il suo uso si son mantenuti dai tempi +più antichi, e son dovuti certamente alla sua forma. In sandalo andavano +i viaggiatori romani quando dal _Forum Appii_ solevano fare una gita sul +canale _Decemnovius_. I vivai si trovano in vicinanza delle sponde e +formano una serie di camere circondate da un reticolato. + +Speravo di vedere il più raro acquario, ma fui deluso, nè in questi +vivai, nè nell'antico bacino murato che ancora si usa, mi fu possibile +vedere un sol pesce. + +Dal lago andai verso il mare, lungo il canale di costruzione romana che +è largo circa 30 piedi, ed ha argini in mattoni. Innocenzo XIII lo +restaurò nel 1721. Cateratte massicce lo proteggono contro le onde del +mare. Si aprono queste per lasciar passare i pesci e lì ne vidi alcuni. +Una delle cateratte serve anche da ponte. Su questa trovai in muratura +lo stemma dei Conti (aquila della Campagna e dadi sulla scacchiera) con +sotto la seguente iscrizione, memoria di quel Papa della casa Conti: + +«_Quod Inter Mare Tyrrhenum Lacumque Circejum Pristino Aquarum Restituto +Commercio Carolo Collicola Aerario Ac Rei Marittimae Praefecto +Piscatorio Urbis Foro Fisci Rationibus ac Publicae Utilitati Providerit +Anno Pont. Primo_». + +In mezzo alla solitudine selvaggia del capo Circeo, sul lembo estremo +dell'antico dominio papale, questa iscrizione sul pallido marmo mi +affascinò con tale forza storica, come se fosse di un passato molto più +remoto e come se appartenesse alla stessa epoca della lapide che, nel +palazzo municipale di Terracina, eterna la memoria del prosciugamento +delle paludi pontine eseguito dal gran re dei Goti, Teodorico. + +Lo spazio di dodici secoli che corre fra queste due iscrizioni, +comprende quasi tutto lo sviluppo dell'Occidente dalla caduta +dell'impero romano; è per questo che sembra così lungo... Ma che sono +dodici secoli nella vita del mondo? Il tempo che corre fra ieri ed oggi. +In altri luoghi si ha profonda coscienza del lavoro incipiente dello +spirito umano; qui, nelle paludi pontine, il tempo invece appare +piuttosto come una superficie eguale e senza interruzione che si estenda +indefinitamente monotona. + +Non ho mai sentito così bene quanto presto le cose umane divengono +leggendarie, come dinanzi a questa iscrizione. Il dominio temporale dei +papi che soltanto tre anni fa cadde per sempre, mi si presentava già +come un mito sulla cui storicità si dovesse riflettere come su quella +del dominio dei Goti. I papi hanno lasciato molte indelebili tracce +nella terra che fu loro, dall'Etruria al capo Circeo. Quando la figura +storica del cristianesimo sarà passata, quando i dogmi e il culto della +Chiesa per le generazioni future avranno soltanto un interesse storico, +come oggi per noi il culto di Ptah e di Osiride, allora si ricercheranno +gli stemmi pontifici, le iscrizioni e i monumenti dei più potenti dei +re-sacerdoti, che si chiamavano papi, e si farà ciò col maggiore +interesse e col più vivo desiderio, molto più di quello che si faccia +oggi per le iscrizioni dell'antichità; le rovine di San Pietro e del +Laterano saranno allora per l'osservatore e per l'archeologo oggetto di +maggior considerazione che non le masse gigantesche del Colosseo e le +rovine dei templi e delle terme di Roma. + +I papi sono riusciti a dare alle loro opere un vero sentimento di +romanità: anche queste paludi lo provano. Dopo Teodorico, re dei Goti, +furono Sisto V e Pio VI che ristabilirono la via Appia ed i canali +pontini. Il Governo italiano, nella successione, si è assunto il compito +di continuare i lavori e di fare anche di più; e per ora è passato così +poco tempo dalla caduta del _dominio temporale_, che non è lecito +movergli rimprovero se ancora non ha pensato alla sistemazione del +porto di Terracina. Più urgente, invero, sarebbe la costruzione di +quello di Brindisi, che aprirebbe all'Italia meridionale una nuova vita +e la via del commercio con l'Oriente. + +Basta dare uno sguardo alla baia di Paola che, protetta dal promontorio, +si offre all'ancoraggio, per comprendere quale avvenire essa potrebbe +avere. E' l'unico luogo, nel promontorio, dove sia possibile l'approdo. +Qui sbarcò Ulisse: + + Taciti a terra ci accostammo, entrammo, + Non senza un Dio che ci guidasse, il cavo + Porto e sul lido uscimmo... + +Qui approdò Tiberio, venendo da Astura; qui approdarono i Saraceni che +molte volte saccheggiarono la località. Si vede ancora la torre quadrata +dei Gaetani, la torre di Paola, l'eroica torre che sostenne lotte +accanite coi pirati del mare. + +Essa si erge su una sporgenza della rupe, immediatamente sopra il capo. +Il mare e il canale sono distanti solo pochi passi. Questo punto, presso +la torre, era la mèta più ambita delle mie peregrinazioni. E' una +solitaria marina, celebrata dalla leggenda d'Omero. La saracinesca è +caduta; porte e finestre sono chiuse ed invano tentai penetrarvi. La +pallida erba balsamica cresce sulle mura grigiee e gli steli del grano +selvatico, inariditi dal salso vento marino, oscillano intorno, mentre +le rupi luccicano, al di sopra, di muschi purpurei. Tutto è qui come +immerso nel sonno. L'onda marina si frange rumorosa sulla riva silente +in ritmi uniformi che tutto il presente seppelliscono nel silenzio e +risvegliano nell'anima lontane imagini e lontani ricordi. Ogni tanto un +falco si leva da un cespuglio di mirti e si libra sulla costa, emettendo +un acuto strido, poi allarga lentamente i suoi cerchi sulla palude e sul +mare. + +Le dune bianche, abbaglianti racchiudono per parecchie miglia il limpido +mare in una linea dolcemente arcuata, finchè si perdono nei vapori, +verso Astura. Dietro si stendono paludi e boschi nereggianti, che +nascondono altri laghi: il lago di Crapolace, quello dei Monaci e +l'altro di Fogliano, simili al lago di Paola, ma senza porto. + +Per quanto il mio occhio poteva spaziare lontano, la bella spiaggia mi +appariva completamente deserta; nessuna traccia di greggi; sul mare +nessuna barca; solo tre o quattro vele, lontane, verso Astura. In +distanza appariva sotto il sole una torre: la torre di Fogliano o il +castello di Astura. Si può andare fin là a piedi, o a cavallo, seguendo +la spiaggia. Anticamente v'era la via Severiana che conduceva fino al +capo, lo girava e giungeva a Terracina. Su questa si trovavano: _Ad +Turres_, _Circejos_, _Turres Albas_, _Clostra Romana_, _Astura_ e +_Antium_. + +Dall'alto della torre di Paola si ammira la grande distesa del mare e le +isole di Ischia e di Ponza che nettamente vi si delineano, sotto gli +scoscendimenti delle rupi ed i massi grigio-rossastri che ricordano il +Monte Solaro di Capri. Ridiscesi poi al lago e tornai per la medesima +via a San Felice. + +Dopo un digiuno di dieci ore, dopo la gita in mare e la passeggiata +sotto il sole che già scottava, calmammo la nostra sete, la mia guida ed +io, con gli squisiti aranci di questa regione. + +La sala del caffè era gremita di abitanti del capo, parte dei quali alti +e begli uomini, non vestiti però con costumi speciali. Me ne furono +indicati alcuni che avevano servito sotto il papa, il che sembrava in +certo modo essere considerato come cosa speciale e onorevole. Mi dissero +anche che, prima dell'ultimo rivolgimento, le guarnigioni di tutte le +torri del litorale, da Terracina a Porto d'Anzio, erano composte di +sanfelicesi. + +Un pescatore era intanto venuto ad aspettare o ad affrettare il mio +ritorno; perchè, come avevo osservato dalla torre di Paola, il vento si +era nel frattempo fatto più forte e il mare si era coperto di schiuma. +Una gita di parecchie ore in mare, con quel tempo, non si presentava +certo come una bella prospettiva! + +Scendemmo per un sentiero fino alla spiaggia, dove apparivano alcuni +ruderi antichi. Sarebbe stato veramente bello aver potuto passare in +quel luogo alcuni giorni, arrampicarsi sulle rocce, visitare le belle +grotte, vedere le torri del Fico, Cervia e Moresca che stanno sulle +sporgenze estreme del capo. Camminando lungo la spiaggia riuscimmo di +nuovo presso torre Vittoria e salimmo sulla barca: + + E quei si rimbarcavano; e sui banchi + Sedean l'un dopo l'altro, e percotendo + Gían co' remi concordi il bianco mare. + +Ci arrestammo un istante ad un miglio dalla spiaggia. La barca sembrava +davvero un guscio di noce sul flutto irrequieto, ora avendo come sfondo +l'orizzonte da un lato ed i monti dall'altro, ora sprofondandosi nelle +liquide valli. Questa gita mi fece molto piacere, perchè non temo il +mare agitato e non soffro punto il mal di mare. I rematori vogavano +faticosamente, ma con arte consumata sapevano ora evitare, ora +utilizzare abilmente le onde più grosse e più alte. Allora capii +veramente che cosa fosse una barca equilibrata e la nostra poggiava +fissa e sicura sui suoi quattro remi, che insieme sembravano servirgli +come braccia e come ancora. Era assai difficile avanzare e dopo più di +due ore di lotta ci trovammo di nuovo di fronte a torre Badino. + +Questa torre ed un casino lì presso indicano il luogo dove il Portatore, +un braccio del canale pontino, si versa nel mare. Vi sono stati +costruiti dei moli. I pescatori risolsero di mettersi sotto vento ed +invece di continuare il faticoso viaggio, arrivare così a Terracina per +il canale. + +Alla foce del Portatore l'agitazione delle onde alte e grigie era assai +forte: la nostra barca ne risentì la violenza con un forte beccheggio, +ma presto, oltrepassato un ponte levatoio, ci trovammo in uno specchio +d'acqua più che tranquillo, morto, nero, stagnante. Da quello entrammo +nella Linea Pia che conduce direttamente a Terracina. + +La Linea Pia è fiancheggiata da alti olmi, e sulle sue rive cresce la +più ricca flora di gigli acquatici che abbia mai visto. In alcuni punti +il canale era impaludato, o era completamente coperto di piante. A causa +di questo tre marinai dovettero scendere dalla barca e tirarla dalla +riva con una fune, a forza di braccia. + +Per quanto ad ogni stagione la Linea Pia venga sottoposta ad un +ripulimento, essa è invasa di nuovo prestissimo dalla flora palustre. Il +metodo per pulirla è semplicissimo: si caccia qua e là per il canale una +frotta di bufali e si fa loro calpestare l'erba. Queste bestie si +sforzano naturalmente di liberarsi e di guadagnare la terra ferma, non +perchè temano l'acqua, essendo al contrario animali di palude, ma perchè +la fatica necessaria per strappare e pestare le piante così intrecciate, +stanca anche la loro possente muscolatura. Ma i butteri che li +accompagnano, li respingono nel pantano colle loro lunghe lancie, ed +altri tormentatori stanno dietro sui sandali e fanno lo stesso con delle +aste puntute. Il giorno dipoi vidi, sulla via Appia, presso la stazione +di Mesa, questa selvaggia scena palustre: è impossibile immaginare +qualcosa di più singolare di quei mostri neri ammassati nel canale che, +simili a un branco di cavalli del Nilo, agitano le loro teste possenti +con le corna piegate all'indietro, sbuffano fuor dell'acqua, mentre +faticosamente avanzano nuotando e calpestando. + +Quanto più ci avvicinavamo a Terracina, tanto più il canale diveniva +animato. Molti sandali tornavano carichi dalla città e su molti di essi +sedevano uomini civilmente vestiti che sembravano passeggeri ed erano +forse proprietarii di terre vicine. + +Scendemmo dal battello al ponte, presso il grande ospedale militare ed +io mi recai subito alla riva accanto all'albergo, per sapere qual fine +avesse fatta la gigantesca tartaruga. Essa stava distesa su un carro a +due ruote, legata con funi e accuratamente avvolta in scorze d'albero, +quasi si fosse voluto preservarla da un raffreddore. Molta gente stava +ad osservarla attentamente. Il guscio robusto era di un bellissimo color +bruno con macchie nere; la testa pareva quella di un'aquila e perfino la +bocca aveva la forma di un becco. Viveva ancora e guardava gli astanti +con occhi spalancati pieni di stoica indifferenza; sembrava quasi +volesse dire: «Tu sei una creatura più abominevole di me, o uomo, e +cento volte più crudele e vorace del pescecane, tu che strappi alle +profondità dei mari i suoi abitanti per seppellirli nel tuo stomaco, +nella grande voragine e abisso del mondo vivente!» Nella notte la +tartaruga doveva essere spedita al suo destino, cioè a Piperno, fra i +monti Volsci, dove sarebbe stata poi venduta come cibo di magro. + + + + +LE SPONDE DEL LIRI. + +(1859). + + + + +Le sponde del Liri. + +(1859). + + +Invito il lettore ad un'escursione attraverso il paese latino, da Veroli +a Casamari, da Isola a Sora e ad Arpino, da Arce ad Aquino, da San +Germano[10] a Montecassino, proprio mentre l'Italia centrale pullula di +armati, mentre le Romagne hanno scosso il giogo pontificio, mentre gli +animi tutti sono preoccupati dalla _questione romana_. + +Questa regione è la continuazione del Lazio; il Liri divide con confini +naturali la Campania in due parti: quella romana è solcata dal Sacco che +si getta appunto nel Liri sotto Ceprano ed è propriamente la campagna +romana; l'altra metà, magnifica pianura fra l'Appennino ed i Volsci, è +la Campania napoletana, dove scorre il Liri. Essa si estende veramente +fino a Capua, ma i monti la circondano di fronte a San Germano e la +separano così dalla _Campania felice_. A Montecassino mi fecero +osservare un giorno di lassù il castello di S. Pietro in Fine, e mi +spiegarono questo nome con: _in fine Latii_; se non che l'erudito don +Sebastiano Calefati mi fece riflettere che _in fine_ poteva anche +significare: al confine della giurisdizione della diocesi di +Montecassino. Non intendo però entrare in una disquisizione geografica; +scendiamo piuttosto tranquillamente da Veroli, per arrivare sulle rive +del Liri in una bella giornata di ottobre, mentre un sole tepido splende +sui campi tingendo i monti de' più bei colori dell'autunno, mentre +dinanzi ai nostri occhi si stende la classica campagna attraversata dal +fiume, il cui bel nome risveglia i pensieri più gentili, più soavi e +diffonde un alito poetico per queste contrade. + +Uscendo dalla porta dell'alto paese di Veroli e camminando lungo le sue +mura mezzo rovinate, prima di scendere nella pianura, per la prima volta +mi si spiegò dinanzi la regione che volevo percorrere. Alla mia destra +erano i campi di Ceprano, il ponte ove Manfredi fu tradito e più in là +la catena azzurra dei Monti Volsci; alla mia sinistra i monti maestosi +di Sora, volti verso gli Abruzzi e pieganti verso il Liri. Ma ciò che +sopra ogni cosa attrasse la mia attenzione fu la vetta di un monte, o +per dir meglio la linea bianca che lo coronava. Era Arpino, la patria di +Cicerone e di Mario. Produce profonda impressione il vedere per la prima +volta, e per di più in modo confuso e ad una certa distanza, un luogo +che segna due grandi epoche e di cui ci è noto il nome sin +dall'infanzia. Mi ritornarono così alla memoria infiniti particolari +dell'età giovanile: il mio pensiero si riportò ai banchi della scuola +dove ci veniva spiegato Cicerone, si riportò allo stesso volume +stracciato e stampato su cartaccia grigia delle sue orazioni ed al +tuonante ed indimenticabile _Quousque tandem Catilina?_ Ed ora mi +trovavo proprio dinanzi alla patria di Cicerone, dinanzi a quell'Arpino +che non avrei sperato o sognato di veder mai. + +Non essendovi altra strada carrozzabile all'infuori di quella sotto +Casamari, e tutta questa regione latina non avendo altro mezzo di +comunicazione con i paesi finitimi se non la Via Latina che porta a +Capua, dovetti scendere di cavallo per percorrere lo scosceso sentiero +che va fino a Veroli. + +Tutti i borghi all'intorno, per la massima parte più antichi di Roma, +appartenendo all'epoca di Saturno sorgono su colline rocciose, neri e +cupi d'aspetto, rimasti da secoli e secoli quali erano un tempo. I +conti e i feudatarii del medio evo vi avevano fabbricato in ognuno il +loro castello che sorge tuttora, abbandonato e deserto, dimora dei soli +gufi. Il colono vi coltiva anche oggi, soggetto ad un principe romano o +ad un convento, la vite, l'olivo, il granturco e la sua condizione, per +quanto non sia più servo della gleba, non è in fondo affatto mutata. Per +il Lazio, regione saluberrima, non vale la ragione dello spopolamento +dei dintorni di Roma, l'influenza cioè della malaria. Fa impressione +percorrere una contrada che da lungi appare come un paradiso e poi non è +che un deserto pittoresco, coltivato solo qua e là a granturco, un +deserto di aridi campi, popolati unicamente di ginestre e di asfodeli, +su cui i falchi svolazzano con ampi cerchi. Si rimane stupiti di non +trovare una popolazione florida e ricca, città fiorenti ed al vedere +solo qua e là gruppi di meschini abituri sulle alture. Gli abitanti del +Lazio, bella, buona e forte razza di uomini, sono rimasti in uno stato +assolutamente primitivo; il loro modo di vivere, i loro costumi, i loro +bisogni non subirono mai la menoma variazione e se uno de' loro antenati +tornasse oggi al mondo, non troverebbe forse al suo paese altro di nuovo +all'infuori dell'uso, del tabacco, dei fiammiferi e della polvere da +sparo. Tutti quei castelli conservano sempre i loro nomi: Veroli, Pofi, +Arnara, Bauco (_Babucum_), Ripi, risalgono alla più remota antichità. Li +troviamo menzionati nei documenti del IX e X secolo coi loro nomi +attuali, con le stesse chiese, con i loro conti e giudici, per lo più di +stirpe longobarda; non saprei citare un sol luogo di fondazione +posteriore. + +Il sole del pomeriggio splendeva ancora ardente su quegli aridi campi, +quando entrai in un'orribile strada, in un sentiero, a malapena +praticabile per i muli che conduceva al monastero di Casamari. Passai +dinanzi ad un casolare solitario dove si era fermata una comitiva di +gente venuta da Veroli, fra cui alcune ragazze, vestite per bene che +stavano danzando e scherzando: tutto ciò produceva in quella solitudine +una gradevole sensazione; si sarebbero potute paragonare ad uno stormo +di garruli uccelletti in una cupa foresta. Proseguii quindi per una +buona strada fiancheggiata da olivi e da vigneti ben coltivati, il che +rivelava un possesso tenuto con un sistema di coltura molto diverso da +quello dei dintorni. Presto ne scoprii la ragione; incontrai una +compagnia di pellegrini che tornavano dal celebre convento di Casamari, +gli uomini col bordone in mano, le donne portando sulla testa panieri di +provvigioni, vestiti tutti nella pittoresca foggia dei monti latini. + +Più volte avevo udito parlare di questo convento e mi era anzi stato +vantato con quello di Fossanova, come il più bello di tutto il Lazio; +soprattutto come una vera meraviglia di architettura gotica; ora +finalmente me lo trovavo di fronte, mole grandiosa di severi edifici, +dalla tinta grigia, sorgenti solitari sul sottostante altipiano, tra i +quali emerge il vertice della chiesa del monastero. Tutto questo è +circondato da un cortile con una porta maestosa di stile romano che dà +accesso ad un porticato, che ricorda assai _l'arcus deambulatorii_ dei +ricchi monaci medioevali; accanto scorre un ruscello, l'Amaseno, +ombreggiato da melanconici pioppi: tutto ha l'aspetto di un deserto +silenzioso e arso dal sole. + +In genere i monasteri al dì d'oggi hanno un non so che di desolato, di +morto, come di cosa che non risponde più all'indole dei tempi. Qui +invece nulla è mutato; l'atmosfera morale di vari secoli addietro, +sopravvive; i monaci continuano a salmodiare, a pregare, a tacere, a +lavorare come in passato, rivestiti degli stessi abiti, negli stessi +locali, con la stessa monotona uniformità. Tutto è andato mutando nella +storia del mondo, ma fra i monaci di Casamari nulla è cambiato; ad essi +basta che durino la chiesa, i vescovi e il papa in Roma. Nulla nei +dintorni ha un aspetto diverso dall'ieri: Veroli, Pofi e San Giovanni +sussistono tuttora come una volta, con le loro chiese e i loro santi e i +pellegrini continuano come prima a battere alla porta del monastero. +Essi non hanno più da temere i Saraceni, nè i baroni rapaci, nè i +condottieri; vivono però in continua angustia per la rivoluzione, che +finirà col tornar loro più fatale dei Saraceni e dei masnadieri +medioevali, poichè da quelli non avevano da temere che l'incendio o il +saccheggio, mentre da questa dipenderà la loro esistenza. Inoltre i beni +dei monasteri sono diminuiti e con ciò resta inceppata l'azione +esteriore alla Chiesa. In realtà un tal convento è come una cronaca in +pergamena dove le vecchie miniature rivivono come fantasmagorie. + +Il nome di Casamari è stato erroneamente spiegato in _casa amara_ e così +erroneamente lo spiega pure il Westphal, nella sua opera sulla Campagna +romana, alludendo alla regola severa dei fratelli della Trappa, cioè +dell'assoluto silenzio prescritto ai monaci che vi abitano. + +Sembra invece più giusto farlo derivare da _Casae Marii_, case di Mario, +perchè la badia fu eretta in un _fundus Marii_, ossia in un antico +possedimento del famoso eroe di Arpino. + +Così vuole la tradizione e così pure afferma il Rondinini, che scrisse: +«_Monasterii S. Mariae et Sanctorum Joannis et Pauli de Casaemarii +brevis historia, Romae, 1707_». + +Il monastero venne fondato da alcuni abitanti di Veroli nel 1036. Primi +ad occuparlo furono i benedettini. Ma nel 1152 Eugenio III v'installò i +cistercensi che posseggono anche il bello e vicino convento di Trisulti; +Federico II con un atto del 1221, datato da Veroli e che tuttora esiste, +confermò i monaci di Casamari nel possesso de' loro beni; ma i suoi +soldati distrussero il monastero allorchè l'imperatore la ruppe con +Roma. + +La storia di Casamari non offre nessuna particolarità: non fu che il +solito continuo succedersi di guerre, di distruzioni, di ricostruzioni, +alle quali andarono più o meno soggetti del pari tutti i monasteri. +Nessun personaggio illustre uscì dalle sue mura. Casamari non ha avuto +una storia propria come la vicina Fossanova, di cui il Muratori pubblicò +una cronaca. Non ha avuto neppure le ricchezze di Trisulti, sebbene +possegga ancora vari beni nella Campagna romana. Il suo maggior vanto +consiste nella sua meravigliosa chiesa, di cui fu iniziata la +costruzione nel 1203, proprio quando l'architettura gotica cominciava a +venire introdotta in Italia. + +Entrando nel cortile che precede la chiesa provai un disinganno: la +facciata cui si accede per un ampia gradinata, il vestibolo a foggia di +porticato, promettevano assai poco. Trovai in questo vestibolo una +statua di Pio VI e una lapide in onore di Pio IX, per aver questi +ristabilito il patrimonio del monastero. Ma appena entrato nella chiesa +provai una grata sorpresa trovandomi in un tempio a tre navate, vasto, +di proporzioni armoniche, bello, chiaro, ad archi a sesto acuto, con il +coro separato solo da una cancellata, il tutto di una semplicità +elegantissima. + +L'armonia dell'architettura, la semplicità dell'edificio, la tinta +tranquilla del travertino, lo stile gotico del mio paese, non potevano +produrre in me impressione migliore; il mio occhio, abituato da vari +anni alle basiliche di Roma col loro soffitto piatto ed alle chiese a +cupola sovraccariche di ornamenti di tempi posteriori, non poteva a meno +di trovare nel gotico uno stile architettonico nuovo, svelto, imponente +per la fusione della ricchezza con la semplicità, dell'arditezza con la +grazia, della forza con la sveltezza, per l'armonia di tutte quelle +parti che concorrono a costituire un complesso bello, raro e +sorprendente. Abituato a vedere chiese piene di sculture, di ornati +barocchi e pesanti, di pitture, d'iscrizioni, di tombe, di altari, +questo tempio, dove nulla era di tutto ciò, mi parve bello, semplice, +veramente fatto per l'esercizio del culto di una religione pura ed +immateriale. + +Nessun'imagine, nessuna nicchia, nessuna cappella, un unico altare sotto +un tabernacolo a cupola, il tutto come nelle antiche chiese cattoliche +tedesche trasformate in templi protestanti. Casamari pareva appunto una +di quelle. Non ricordo di aver visto mai in Italia altro edificio di +stile gotico di così bella semplicità. La navata centrale ha sette archi +a sesto acuto, sostenuti da fasci di colonne; al quinto arco trovasi la +cancellata che separa il grazioso coro; al di là non v'è nessun +ornamento bizzarro, nessuna statua; soltanto dietro il cancello, a +fianco dell'altare, due grandi vasi, con piante di amaranto in piena +fioritura che fanno un bell'effetto in quel luogo semplice e imponente. + +Solo la chiesa è di stile gotico; le altre parti del monastero sono +invece di vero stile romano. Il cortile è un ampio quadrato, con archi +semigotici, interrotti a metà da due colonne: in complesso è tutt'altro +che bello. La sala del capitolo è abbastanza strana: il suo gotico pare +volgere allo stile moresco, la volta è sostenuta da quattro fasci di +otto colonne sulla cui estremità ottangolare poggiano gli archi a sesto +acuto, partendo dal mezzo della parete ove terminano con un fantastico +capitello. L'alternarsi poi di pietre bianche e nere accresce +l'originalità del colpo d'occhio. + +Vidi solo pochi monaci che passeggiavano silenziosi su e giù e non mi +volsero mai la parola. Un frate laico mi recò una brocca d'acqua e +sentendo che venivo da Roma mi chiese che cosa vi fosse colà di nuovo e +dove si trovasse in quel momento Garibaldi. Il nome longobardo di questo +prode capitano del popolo risuonava sopra ogni bocca al confine del +regno di Napoli, come tanti secoli prima vi risuonarono quelli, +parimenti longobardi, dei duchi Garibaldo, Grimoaldo, Romualdo e Gisulfo +di Benevento. La figura di lui, popolare anche colà dove provocava +timori anzichè speranze, pareva avere un'influenza veramente magica e +non dovevo tardare ad averne la conferma nel napoletano. + +Nel medio evo correvano per la Campagna i nomi di Nicolò Piccinino, di +Fortebraccio da Montone, di Sforza d'Attendolo e di altri capitani di +ventura, divenuti famosi per cento scorrerie, battaglie e conquiste di +città. In realtà però non erano che audaci briganti e le loro gesta +guerresche furono per l'Italia peste obbrobriosa: l'eroe popolare di +oggi, Garibaldi, ha invece consacrato la spada e la vita al riscatto +della patria sua. + +Montai nuovamente a cavallo, per continuare il mio cammino, quando il +sole al tramonto tingeva con le sue più belle tinte i monti di Arpino. +Dal monastero al confine napoletano non v'è più di un'ora di strada. Fa +sempre un particolare piacere trovarsi in un paese di confine. Là dove i +popoli, gli stati confinano, si trova un carattere intermedio, una certa +vivacità di spiriti: gli abitanti dei confini generalmente stanno in +guardia, gli uni contro gli altri, mentre gli uomini che vivono nel +centro degli stati diventano facilmente indolenti, ai confini sono +sempre irrequieti, mobili, avidi di novità, furbi e infidi, perchè +sempre in contatto coi forestieri. Un nuovo orizzonte si apre davanti ai +loro occhi, li spinge ad investigare, a paragonare, li rende proclivi al +biasimo, alla critica. Il passaggio da uno stato ad un altro produce +sempre una singolare incertezza; per questo la dea Fama abita più +volentieri al confine, come nella vita sospetto e invidia sono per lo +più demoni bastardi di un confine morale. + +Non tardai ad arrivare alla dogana romana, solitario casolare lungo la +strada, dove le guardie di finanza ammazzavano il tempo fumando il loro +sigaro. Di là, dopo aver percorso una strada attraverso ad un terreno +coltivato a vigneti, giungemmo al vero confine, segnato da una semplice +pietra. Il dio Termine congiunge qui pacificamente il territorio di Roma +e quello di Napoli, non divisi neppure da un fosso. + +A breve distanza dal confine sorge il primo villaggio del napoletano, +Castelluccio e poco al disotto di questo, quello amenissimo d'Isola, che +giace in una vaga isola del Liri. Folti gruppi di alberi in una valle +ombrosa annunciano la vicinanza del fiume; graziose ville, opifici +industriali, sorgono in mezzo al verde e la campagna, mirabilmente +coltivata, mostra la fertilità e la ricchezza che hanno sede +generalmente dove sono grandi corsi d'acqua. E sopra questi ricchi +campi, in una regione ondulata, s'elevano belli e maestosi, a poca +distanza, i monti di Sora. Questo tratto di paese, illuminato dal sole +cadente, mi ricordò la Conca d'oro di Palermo; ha comune con essa la +seria maestosità delle montagne e la fertilità delle pianure; se non +che, invece del mare, si vede in questi campi il Liri o Garigliano[11] +che scende rumoroso dall'Abruzzo, come il giovane Apollo e disseta +romani e napoletani, per aprirsi poi il cammino tra i monti Volsci e +scender placidamente alla riva del mare. + +Quando si varcano i confini della sacra repubblica _di S. Pietro_ per +entrare nel Regno non bisogna aspettarsi piacevoli impressioni, poichè +bisogna confessarlo, gli abitanti dello stato pontificio conservano +anche oggi tracce dell'antica grandezza romana, hanno un non so che di +grave, di riflessivo, di misurato, una disinvoltura ed una franchezza di +contegno, una facilità di parola, una certa generosità di tratto, +ereditate dai tempi antichi. La costituzione stessa dello stato della +Chiesa, dove il potere assolutamente monarchico, poco traspare, la +mancanza di un governo civile accentrato e quella, non abbastanza +apprezzata dai romani, di un esercito permanente, le franchigie +municipali garantite per anni ed anni, da trattati e da statuti locali +(annullati la prima volta dalla repubblica francese e più tardi, sotto +la restaurazione, dal cardinale Consalvi), finalmente la mancanza di una +dinastia ereditaria; tutte queste cose contribuirono a mantenere, fino +ad un certo punto, negli stati della Chiesa sentimenti repubblicani. +Entrati nel territorio napoletano invece tutto muta aspetto ed il +cambiamento non torna certo a vantaggio di quest'ultimo! La natura +grave dei romani scompare ad un tratto; il dialetto diventa barbaro e +incomprensibile; gli uomini appaiono meno forti, meno generosi ed invece +più importuni, ma al tempo stesso paurosi. Vi abbondano soldati, +poliziotti, spie e doganieri di un governo sospettoso, malsicuro, +illiberale; nessuno qui può parlare come la pensa, cosa poco piacevole +per un napoletano. + +Ad Isola v'è una bella cascata d'acqua, una splendida vegetazione, +praterie freschissime; ma trovai anche la dogana. Dovetti farvi una +lunga fermata e perdervi del tempo per colpa di sei poveri volumi. +Eccettuato un _Orazio_, tutti gli altri erano libri di storia +medioevale, libri innocentissimi, come ognun vede: ma gl'impiegati di +dogana non ne comprendevano il titolo. Lamentarono, a dire il vero, con +me la morte di Humboldt, quasi fosse riuscita dannosa alla cultura +intellettuale di Napoli; lodarono l'istruzione della Prussia, dove le +opere filosofiche sono familiari a tutti; ma conclusero che i miei sei +volumi erano merce di contrabbando, che dovevano spedirli al capoluogo, +all'ufficio superiore, dove mi sarebbero stati certo restituiti dopo un +paio di giorni. Non potei fare a meno di far loro notare che altrimenti +si faceva nella mia Germania, dove si cerca di agevolare agli studiosi +il modo di viaggiare e non si creano loro imbarazzi e aggiunsi che +trovavo addirittura barbare le loro leggi di dogana. Mi rallegrai meco +intanto di aver avuto la precauzione di non recare a Montecassino i miei +manoscritti, perchè altrimenti avrei corso il rischio di perdere il +frutto del lavoro di qualche anno. Tale è la sorte che in questo beato +regno può toccare ad uno straniero che viaggi occupandosi +tranquillamente di gravi studî sul medio evo. Quale proibizione più +assurda, più barbara di questa dell'introduzione dei libri? Finalmente +mi fu possibile persuadere l'impiegato, in fondo persona gentilissima, a +lasciar passare i miei poveri volumi senza mancare affatto al suo +dovere. Per giustizia accennerò ora quanto più liberale sia il governo +pontificio: allorquando feci ritorno da Montecassino con gli stessi +libri, con altri che mi aveva donato don Luigi Tosti e coi materiali +raccolti e con questa merce di contrabbando mi presentai al ponte di +Ceprano, l'impiegato della dogana pontificia non fece che gettarvi sopra +un rapido sguardo e con gentilezza somma, mi disse: «Passate pure, +signore». + +Avendo così perduto un tempo prezioso, non potei quasi vedere Isola al +tramonto del sole, perchè già la notte scendeva. Questo paesetto giace +in una bella isola del Liri, ombreggiata da molte piante. All'estremità +dell'isola le acque del fiume, dal colore dello smeraldo, si precipitano +impetuose come da una cascata. Sopra all'isola sorge una rupe, alta +circa 80 piedi, sulla cui cima torreggiano le rovine di un antico +castello. Si ode da lungi il rumore delle acque e avvicinandosi, la +vista è rallegrata e dal fiume stesso e dai molteplici canali che vi si +versano, dopo aver irrigato giardini, popolati da stupendi platani e +pini e ricchi della meravigliosa vegetazione dei paesi meridionali +quando sono bagnati dalle acque. + +Qui il fiume è già ingrossato, perchè poco sopra riceve il tributo del +Fibreno; nè serve solo a rendere fertili i campi, poichè dà moto anche a +parecchie fabbriche di panni e di carta che danno lavoro a varie +migliaia di operai e diffondono così il benessere e l'agiatezza nella +regione. + +Così Isola come Sora sono paesi industriali e la buona strada che li +congiunge è fiancheggiata da opificî, da villini e da giardini. E' +un'oasi di meravigliosa coltivazione sorta dal principio di questo +secolo; e rallegra il trovare finalmente in queste regioni, tanto belle +e tanto trascurate, lo spettacolo dell'attività umana. + +Mi recai, al chiarore della luna piena, a Sora che dista appena un'ora +di strada, su di uno _char-à-banc_, come si chiamano qui i curricoli +napoletani, con parola francese, poichè l'uso di questi carretti a un +cavallo comincia già qui e come a Napoli il povero ronzino vien spinto +al galoppo a furia di frustate. La luce della luna rendeva ancor più +bella quella strada, di per sè già così suggestiva e tutte quelle +costruzioni moderne, poichè la prosperità di Sora e d'Isola non risale +che al principio di questo secolo; essa produce oggi una profonda +impressione in chi viene dalle provincie romane, dove tutto è antico, +dove tutto appartiene al papato, alla storia, dove le cupe ed oscure +città sorgenti sui monti risalgono ai tempi di Giano e di Evandro. + +Le fabbriche attuali, per lo più di carta, costruite grandiosamente e +secondo i migliori sistemi moderni, debbono la loro origine ai francesi +del tempo di Murat e principalmente a un certo Le Febvre che, venuto qui +povero, trovò sulle sponde del Liri un vero Eldorado, riuscendo a trarre +l'oro puro dalla forza delle sue acque. Lasciò a suo figlio queste +fabbriche ed alcuni milioni. Il re di Napoli, credo Ferdinando II, +accordò a questa famiglia il titolo di conti, titolo che essa invero +aveva ben meritato; poichè una contrada poco coltivata deve al talento +inventivo di quello straniero la sua ricca vita che non scomparirà più, +anzi probabilmente aumenterà. + +La vista di quanto possa l'umana attività riesce sempre di grande +soddisfazione, anche dove frequenti ne sono gli esempi, come in +Inghilterra, in Germania, in Francia; ognuno immaginerà quindi +l'impressione che suscita in chi visita il regno di Napoli, dove, +purtroppo, una tale attività è rara. + +La cartiera Le Febvre del Liri e l'altra del Fibreno, sono due grandi +edifici. E' un piacere vedere quella folla di operai intenta a +fabbricare, direi quasi a fondere la carta; giacchè tutta quella pasta +liquida scorre quasi fosse un denso fiume di latte e passando su +cilindri riscaldati, si svolge in una bianca striscia senza fine, pronta +ad accogliere il pensiero dello scrittore. Iddio ha certo creato il +mondo ad un dipresso come il signor Le Febvre crea la carta, +abbandonandolo alle dispute degli uomini. E' impossibile vedere scorrere +quel candido fiume senza pensare a tutti i molteplici usi ai quali serve +questa maravigliosa materia che domina la vita e che si chiama carta. +Quella striscia bianca che si svolge dinanzi ai nostri occhi vedrà poi +la luce, stampata coi prodotti del genio o della stoltezza, nelle +scienze o nelle arti, o sotto forma di giornali, di cambiali autentiche +o falsificate, di carte costituzionali, di partecipazioni di lutto o di +gioia, di sentenze di morte, di trattati di pace, di opere drammatiche, +di passaporti, di opuscoli politici destinati a far rumore, come in +questi giorni _Le Pape et le Congrès_, di carte da gioco, di fotografie, +di lettere amorose e in tante altre forme che uniscono o separano la +vita! + +Presso Isola fui ospitato in una villa, il cui cortese proprietario mi +condusse nel parco del Conte, parco che può gareggiare benissimo con +quelli delle ville romane. Certo, i principi Doria o Borghese potrebbero +invidiare al conte Le Febvre l'abbondanza delle acque che non devono +essere procurate con l'arte, poichè un braccio del Fibreno attraversa il +suo bosco, precipitandosi dapprima di scoglio in scoglio con piccole +cascatelle e allargandosi poi in un placido e delizioso laghetto. Le sue +sponde sono ricche di splendide piante, di ameni prati; vi sono viottoli +ombrosi, angoli solitari, fiori in abbondanza; questo parco è, in una +parola, un piccolo Tivoli, è un paradiso delle Ninfe, dove sarebbe un +vero incanto passeggiare, riposare, leggendo e fantasticando +liberamente. + +Arrivai a Sora, città vescovile e la prima del regno di Napoli da questa +parte, prima delle dieci della sera e trovai alloggio in un buon +albergo. In questo luogo vicinissimo allo stato della Chiesa vidi +chiaramente come il confine politico diventa ben presto anche confine +dell'uso e della lingua. Il cameriere mi offrì una lista di cibi, i cui +nomi a Roma sarebbero apparsi incomprensibili, e non mancò di darmi del +_don_. + +Il mattino dipoi trovai che Sora è un paese moderno, discretamente +pulito, con buone strade e tutt'altro che privo di industrie e di +commercio. Sora è posta sul Liri che svolge le sue acque verdastre fra +alti pioppi, simile in ciò ai fiumi della Germania. Un ponte di legno lo +attraversa; le sue rive hanno luoghi deliziosi e la sua campagna è +fertile, ben coltivata svariatamente a giardini ed a vigne, attraversata +da buone strade che portano ai paesi vicini. + +Sora è situata in perfetta pianura, nella valle del Liri, circoscritta a +distanza dai monti. In qualche punto il piano si restringe ed esce dalla +catena un contrafforte. Immediatamente sopra la città si erge un monte +di forma piramidale, alto, ripido, di aspetto severo, di roccia nera, +selvaggio e nudo; sulla sua cima stanno le rovine pittoresche +dell'antica rocca, chiamata Sorella, rovine non meno cupe del monte. +Sora riposa tranquilla e idillica all'ombra di questa piramide naturale, +tutta moderna di aspetto, sebbene sia un'antica città volsca che non ha +mai mutato nome. Essa col tempo divenne sannitica, quindi latina, +infine romana. Nel periodo romano vi nacquero i tre Deci e il famoso +Attilio Regolo e ne sortì la gente Valeria, alla quale appartenne +l'oratore Quinto Valerio; e poi Lucio Mummio: nomi sufficenti ad +illustrare la città. + +Durante il medio evo anteriore si trova ricordata Sora quale città di +confine, più volte sorpresa e saccheggiata dai duchi longobardi di +Benevento. Probabilmente allora era bizantina. Posseduta quindi da varî +duchi di razza longobarda, finì per passare in potere dell'imperatore +Federigo II che la distrusse. Più tardi appartenne ai conti d'Aquino, +divenuti signori della maggior parte del territorio fra il Liri ed il +Volturno. Carlo d'Angiò nominò conte di Sora un Cantelmi, parente degli +Stuart ed Alfonso d'Aragona eresse Sora in ducato di cui primo signore +fu Nicolò Cantelmi. Ma i papi frattanto non avevano mai cessato di +aspirare alla signoria di questa bella regione e la ottennero sotto Pio +II che conquistò Sora per mezzo del suo capitano Napoleone Orsini. Re +Ferdinando I di Napoli confermò il possesso, ma Sisto IV ne privò la +Chiesa nel 1471, investendone suo nipote Leonardo della Rovere, +allorquando questi sposò la nipote del re. Più tardi, nel 1580, Gregorio +XIII acquistò Sora dal duca di Urbino per suo figlio don Giacomo +Buoncompagni: pochi furono i nipoti in Roma che ricevettero così +cospicuo dono. Il territorio rimase in potere dei Buoncompagni-Ludovisi +fino alla fine del secolo XVIII. In questo tempo tornò al regno di +Napoli, e di quello splendore del nepotismo romano non rimase in Roma +che il palazzo di Sora e il titolo di duca di Sora, titolo che ancor +oggi porta il figlio primogenito del principe Ludovisi-Piombino. + +Mentre i della Rovere possedevano Sora, nacque colà un uomo illustre, +Cesare Baronio, l'ultimo uomo di grandi meriti di questa contrada. Per +quanto incantevoli, melodiose e pittorescamente irradiate dal sole, le +sponde del Liri, ombreggiate da lunghe file di pioppi, non produssero +mai un genio poetico, un Orazio, un Ovidio, un Ariosto; produssero +invece famosi uomini di guerra e grandi oratori, e veramente per i +retori è questo un ambiente favorevole alla creazione delle immagini e +dei tropi per l'inesauribile eloquenza di questa natura. + +Cesare Baronio nacque il 31 ottobre 1538. Lo si può considerare come il +Muratori della Chiesa, di cui scrisse gli annali dalla nascita di Cristo +all'anno 1198. Nel 1588 fu pubblicato il primo volume della sua opera, +in cinque parti, compilata con i materiali degli archivi vaticani, +lavoro veramente gigantesco, cui si può ricorrere utilmente, in molte +parti, come a fonti originali, specialmente per i primi e più oscuri +secoli del medio evo; ma libro di cui convien far uso con molta +prudenza, poichè a quell'epoca gli studî storici non erano così +innanzi come lo divennero in seguito è quindi opera informata a spirito +illiberale ed ingiusto, frutto cioè di uno dei periodi più ardenti della +reazione cattolica contro la riforma. Dagli oratori suoi compaesani +Baronio non prese nè il sale attico, nè l'urbanità, nè lo spirito di +discussione filosofica, nè la purezza della lingua. Non gli fa difetto +però una certa ampollosità ciceroniana ed una certa maestosità che +risalta ancora maggiormente accanto alle opere del Rainaldo, del +Laderchi e del Theiner, suoi continuatori. Egli fece i suoi primi studî +a Veroli, poi a Napoli e a Roma dove fu discepolo di quel santo assai +originale che fu Filippo Neri; visse anche, come monaco, nell'Oratorio +da questi fondato in S. Maria della Vallicella. Fu cardinale e dopo la +morte di Clemente VIII, poco mancò che non ottenesse la tiara; ma, punto +ambizioso, volle che fosse collocata sulla testa di Leone XI de' Medici, +amico suo. Morì due anni dopo, il 30 giugno 1607. Venne sepolto nella +chiesa dell'Oratorio di Roma. Il Baronio rimarrà sempre una gloria +della storia ecclesiastica e la sua gigantesca opera sarà sempre +meritevole di ammirazione. + +Voglia ora il lettore gettare ancora uno sguardo su quell'altura di dove +abbiamo preso le mosse e dove si scorge sempre Veroli. Chi non conosce, +o non ha mai udito parlare di un'opera italiana intitolata «Del +beneficio di Cristo?» Pubblicata nel 1542 in Venezia in grande quantità +di copie, diffusa in molteplici traduzioni, dopo trent'anni era divenuta +già irreperibile, tante erano state le mani che ne avevano fatto ricerca +per consegnarla alle fiamme. Udimmo, pochi anni fa, che inaspettatamente +se n'era scoperto un esemplare in una biblioteca di Cambridge e venne di +poi ristampata in Inghilterra, in Germania e in Italia. Aonio Paleario +di Veroli fu l'autore di quel celebre scritto ed io voglio porlo a +fronte di Baronio, suo contemporaneo e quasi suo concittadino, essendo +nati in località distanti appena due ore l'una dall'altra. Paleario non +morì cardinale; dopo di aver trascorso tre anni nelle prigioni +dell'Inquisizione, fu tratto alla forca e bruciato nel 1570. + +Non si riesce oggi a comprendere come un uomo abbia potuto essere +giustiziato per aver intrapresa, con la coscienza di un santo, la +giustificazione della dottrina di Cristo. Leggendo oggi, dopo alcuni +secoli quello scritto soave e pio, fondato unicamente sui precetti +dell'Evangelo, vien quasi fatto di dubitare se sia proprio vero che per +esso l'autore abbia potuto essere condannato al rogo da cristiani. + +In quel tempo venne anche giustiziato Carnesecchi, amico di Clemente +VII. Era il tempo dei riformatori italiani di Giovanni Valdez, di +Bernardino Ochino, di Vergerio, di Paolo Ricci, di Antonio Flaminio; il +tempo in cui anche cardinali come il Contarini, il Morone, il Polo, +venivano citati innanzi l'inquisizione. Le fiamme del rogo che arsero +Aonio, eccitarono lo zelo di Baronio ed i suoi annali della Chiesa ne +risentono, perchè scritti alla loro luce. + +La città di Sora e tutti i paesi del confine napoletano rigurgitavano di +soldati, perchè all'intorno si stava stendendo un cordone militare. +Sulla piazza erano disposte artiglierie da montagna; lancieri correvano +al galoppo per ogni dove e poco dopo il mio arrivo giunse da Capua il +settimo reggimento di linea che riempì tutte le strade di baionette. +Trovai che la fanteria aveva molto migliore aspetto della cavalleria ed +osservai, particolarmente tra gli ufficiali, dei bellissimi tipi di +uomini. Tanto la cavalleria però, quanto la fanteria erano vestite di +una tela di un colore tra il bigio e il turchino che faceva assai brutta +figura. Il luccicare di tutte quelle baionette, quelle fisonomie +abbronzate, gli abiti coperti di polvere, la ressa alla porta delle +caserme, le grida di comando, davano l'idea di una piccola guerra. Così +io qui m'imbattevo nella questione romana. Quelle truppe erano avviate +verso gli Abruzzi. Nel pensare a un nemico, esse non potevano concepirlo +che nelle persone di Vittorio Emanuele o Garibaldi. Correvano le notizie +più strane, più contraddittorie, gli uni assicuravano che Garibaldi si +trovasse di già negli Abruzzi, gli altri che i francesi fossero in +marcia verso Ceprano. La completa segregazione di Napoli, la mancanza di +giornali, di ogni mezzo di pubblicità, favorivano la diffusione di tutte +queste voci, tanto più che tutti quegli apparecchi accennavano +positivamente a probabilità di guerra. + +Proseguendo il mio viaggio, incontrai truppe in ogni luogo e durai +fatica a prestar fede a miei occhi, quando, nel tornare da Arce, presso +il ponte di Ceprano, trovai gli avamposti stabiliti sulla strada come se +il nemico fosse già alla frontiera. I romani ridevano di cuore di tutto +quell'apparato guerresco. + +«Non vi potete fare un'idea--mi si diceva in Ceprano--della paura che i +napoletani hanno di Garibaldi; giorni sono abbiamo avuto qui una festa +religiosa e, come si usa dappertutto, abbiamo sparato i mortaretti e +lanciato dei razzi; sapete di che cosa furono capaci questi napoletani? +Dettero il segnale d'allarme con gli squilli delle trombe ed il rullo +dei tamburi in Arce e Isola». «Che cosa ve ne pare--mi disse +un'altro--di questi napoletani? Se potessimo disporre di cinquecento +uomini soltanto, arriverebbero senza ostacoli a Napoli, ma bisognerebbe +che fossero buoni parlatori; sapete!». + +Quest'ultima frase, prettamente italiana, ci dà una giusta idea della +natura delle persone. + +Le truppe intanto avevano occupato i loro quartieri ed io mi misi in +cammino per recarmi alla patria di Mario. Il carretto che mi portava +correva a precipizio ed anzi, presso il ponte, gittò a terra una donna. +Gridai, ma fortunatamente la poveretta si rialzò subito e il mio +vetturino continuò a sferzare, bestemmiando, il suo ronzino. Per andare +da Sora ad Arpino, conviene ripassare per Isola; prendemmo colà due +signori di Arpino che lungo la strada furono molto loquaci, forse perchè +evitai di parlare di politica; ma appena giunti in città, fecero, +prudentemente, le viste di non aver veduto mai il forestiero. + +In vicinanza di Sora passammo presso il convento, già famoso e ora +rovinato, di S. Domenico. Sorge in un'isola del Fibreno o Carnello, nome +questo, che assume poco prima di sboccare nel Liri, in una località +bellissima, ricca di piante dove sorgeva la villa che vide nascere +Cicerone e suo fratello Quinto. + +Questo S. Domenico fu un santo del secolo X, contemporaneo di S. Nilo e +di S. Romualdo nato a Foligno nel 951, fu monaco benedettino a +Montecassino sotto l'abate Aligero; fondò parecchi monasteri nella +Sabina, e nel 1011 questo, aderendo alle preghiere del conte Pietro di +Sora, di stirpe longobarda ed esistono tuttora i documenti di quella +fondazione. Domenico vi fu abate, e vuole la tradizione che Gregorio VII +vi sia vissuto qual monaco benedettino. + +Quante volte non avrà quell'uomo grande e singolare passeggiato +fantasticando sotto i pioppi dell'isola di Cicerone; certo però non si +sarà mai immaginato di dover vedere un giorno un imperatore ai suoi +piedi in atto di penitente e di dover sostenere in Roma ed anzi nella +storia del mondo, una parte ben più importante di Mario o del debole +Cicerone. + +Nonostante la memoria di Gregorio, la disciplina andò rilassandosi fra i +monaci di S. Domenico; al contatto di quella splendida e voluttuosa +natura, non è facile, anche ai monaci, non cedere all'umana fragilità; +e non a torto provvedeva Benedetto confinando i suoi nella severità di +monti selvaggi. Onorio III nel 1221 riunì per sempre il monastero di S. +Domenico, _hortus deliciarum_, come lo qualifica nella sua bolla, a +quello di Casamari. Rimase così disabitato per cinque lunghi secoli, +finchè Clemente XI vi installò i trappisti, che finirono poi per +riunirsi a quelli di Casamari. Finalmente Ferdinando II donò S. Domenico +al Capitolo della basilica vaticana che oggi ne ricava un esiguo +reddito. La chiesa, di stile gotico, è quasi completamente rovinata e +nulla vi è di notevole nel convento; il solo ricordo di Cicerone invita +ad arrestarsi in quel luogo. + +Ivi Cicerone, Quinto ed Attico si trattennero in quei colloqui che ci +rimangono ancora nei tre libri, _de legibus_. Da Arpino, passeggiando +lungo il Fibreno, pervenuti _in insula quae est in Fibreno_, vollero +fermarsi per riposare, discorrendo di filosofia. Attico non riusciva a +saziarsi di ammirare la bellezza del luogo e Cicerone, narrando che +spesso vi si recava a pensare, a leggere, a scrivere, disse che trovava +in quella località una particolare attrattiva, perchè era la sua culla, +_quia haec est mea, et huius fratris mei germana patria; hinc enim orti, +stirpe antiquissima, hic sacra, hic gens, hic majorum multa vestigia_. +Aggiunge che quella era già stata proprietà dell'avo suo, che suo padre, +malaticcio, di cui fa un grand'uomo, vi era invecchiato negli studi e +che alla vista di quel luogo natio, comprendeva il sentimento di Ulisse, +che preferiva l'aspetto d'Itaca alla stessa immortalità. Riconosceva che +Arpino era sua patria come _civitas_, ma che propriamente apparteneva +all'agro Arpinate, ed allora Attico descrisse le bellezze dell'isola +circondata dalle acque del Fibreno, che andavano a rinfrescare quelle +del Liri ed erano talmente fredde, che a mala pena vi si poteva +immergere il piede. Sedettero allora per trattenersi intorno alle leggi, +e noi oggi possiamo figurarci più volentieri il gruppo di quei tre +personaggi togati, eminenti per istruzione e per urbanità, che non i +monaci in tonaca, coll'ispida barba, contemporanei di Gregorio VII, in +pieno secolo XI, nell'epoca della maggiore barbarie, della maggiore +decadenza di Roma. Quale sorpresa non avrebbero provata Cicerone, Attico +e Quinto se avessero potuto vedere i Romani dell'undicesimo secolo! + +Cicerone nacque fra questi pioppi del Fibreno, di cui sentiamo sempre +con piacere il mormorio delle foglie agitate dal vento. Ma a che parlare +della sua stupenda culla a coloro che non potranno forse mai gettare +uno sguardo su questa campagna smaltata di fiori, rallegrata da una +continua primavera? Quale stupendo panorama di monti tutto all'intorno, +quali tinte calde non si perdono nei vapori dell'orizzonte! + +Cicerone fu figlio della pianura, non dei monti; egli, spirito vasto, +radunò in sè quale fiume potente tutti i ruscelli dello scibile suo +contemporaneo. Mario invece fu figlio delle montagne, nato proprio in +Arpino, fra le mura dei ciclopi, dove vogliamo salire. + +Ho veduto pochi terreni così frastagliati e parlanti come questa patria +di Cicerone; sorgenti, canali, ruscelli ad ogni passo e di tutte le +tinte; ed in mezzo a tutto ciò, il rumore dei molini, le grida dei +lavoratori dei campi, ed il fracasso del nostro _char à banc_ che +correva sempre a precipizio. + +Passammo nella pianura, dinanzi a parecchi casini e vaghi giardini; +quindi, lasciata la valle del Fibreno, prendemmo a salire il monte per +una bella e comoda strada, dalla quale si gode una nuova vista, +affascinante per la varietà, sulla lontana campagna di Roma e la pianura +di Pontecorvo. Sora dista da Arpino sette miglia, di cui quattro corrono +in salita in una regione coltivata ad oliveti, lasciando sotto il Liri. +Man mano che si sale, diminuiscono le case, e raramente se ne incontra +una lungo la strada. + +Giunsi finalmente ad Arpino verso un'ora dopo mezzodì ed entrai in città +per l'antica porta romana. + +La patria di Cicerone e di Mario conta attualmente 17,000 abitanti. Le +sue vie sono strette, la piazza piccola, ma non fanno difetto case di +signorile apparenza. Del resto, la città è morta e non vi si scorge +indizio di attività industriale. In quasi tutti i paesi intorno a Roma +esistono chiese antiche; Arpino non ne possiede alcuna, quantunque +anticamente la sua cattedrale fosse un tempio dedicato alle nove Muse; +ora invece è dedicato agli Angeli, come se vi fosse stato bisogno della +musica celeste di questi per far tacere per mezzo del cristianesimo i +canti pagani delle nove vergini sorelle dell'Olimpo. + +Arpino è divisa in due parti; la città vecchia, sul punto più elevato +dove sorgeva l'antica rocca, e la città propriamente detta che si stende +ai piedi del ripido pendio del monte. Questa divisione è antichissima, +ed è una caratteristica distintiva di tutte quante le antiche città +volsche e latine. Del resto, le mura ciclopiche, scendenti dall'altura +su cui sorgeva la rocca, provano che la città moderna è fabbricata sulla +stessa area dell'antica, ed anche la porta della città è di origine +ciclopica. Le mura sono in tutto simili a quelle di Segni e delle altre +antiche città del Lazio. In generale sono ben conservate, specialmente +nella parte più alta, cui si accede per una ripida strada scavata nel +tufo calcareo, fiancheggiata da oliveti che scendono fino alla parte +bassa. + +Lassù sorgeva la rocca ciclopica, e nel medio evo il castello dei conti +longobardi. Esiste ancora una vecchia torre rivestita di edera; sono +vicino ad essa quelle mura di giganti che non si possono guardare senza +stupore. E' ancora in piedi una bella porta ciclopica e le mura formano +un quadrato attorno alla rocca. Le porte per solito finiscono in un arco +a sesto acuto, o tozzo, come quelle di Alatri, di Segni, di Norba; +questa invece è di stile quasi gotico, se non che esiste tuttora il +macigno che serviva di chiave alla volta e non è possibile che abbia +assunto la presente forma in seguito a rovina accidentale. Le pareti +sono formate di sei ordini di macigni, collocati tre per tre; la +larghezza della porta è di otto passi, la sua profondità interna di +sette e l'altezza di circa quindici piedi. I macigni, di tufo calcareo +porosissimo, sono di forma quasi quadrata. + +Di là scendono le mura con dolce pendenza, come a Segni, interrotte qua +e là da una porta quadrata di stile etrusco, o da torri medioevali di +guardia. L'edera le ricopre; nelle loro fessure crescono olivi selvatici +e arbusti fioriti. Il loro aspetto, cupo e severo, riporta ai primitivi +tempi italici, coi quali comincia la storia del Micali. «Nei primi tempi +regnò in Italia Giano, quindi Saturno, il quale fuggendo dalla presenza +di suo padre Giove dalla Grecia, si ricoverò nella città di Saturnia. E +siccome rimase in Italia nascosto (_latuit_), ne venne a quella regione +il nome di _Latium_». + +Gli arpinati sostengono che la loro città è stata fondata da Saturno +(non vi è città latina che non lo voglia per fondatore) e che vi sia +stato sepolto; a conferma di ciò mostrano ai viaggiatori presso la Porta +dell'Arco un antico sepolcro colossale battezzato per «_Tomba di +Saturno_». In una iscrizione moderna della città alta si leggono le +parole seguenti, che, a dire il vero, non peccano di soverchia modestia: +«_Arpinum a Saturno conditum, Volscorum civitatem, Romanorum Municipium, +Marci Tullii Ciceronis eloquentiae Principis et Caji Marii septies +consulis patriam ingredere viator; hinc ad imperium triumphalis aquila +egressa urbi totum orbem subjecit; ejus dignitatem agnoscas et sospes +esto_». + +Del resto, si può perdonare questo sentimento di orgoglio municipale ad +una vecchissima città che ospitò Saturno e fu patria di Mario e di +Cicerone. Lo stemma attuale di Arpino consiste in due torri sormontate +dall'aquila di Giove o delle legioni romane. + +Si può concedere al canuto Saturno di riposare in quella tomba +colossale, ma la ingenuità degli arpinati passa ogni limite quando +mostrano al forestiero la casa di Cicerone. Mi condussero, infatti, in +un angolo della città antica, dove erano una cappella ed alcune casipole +ed indicandomi una specie di stalla tutta nera, addossata ad una di +quelle, mi dissero:--Ecco la casa del famoso Cicerone!-- + +Sostai per riposarmi sulle mura ciclopiche, godendo la vista splendida +della campagna latina che da quell'altura tutta scoprivo. Il monte di +Sora mi apparve di là quasi una piramide d'Egitto accanto al Nilo; la +città era immersa nell'ombra proiettata dal monte e si poteva seguire il +corso del Liri, fra i monti maestosi che lo fiancheggiano. Si scorgevano +pure la Posta, dove nasce il Fibreno, i Sette Fratelli dedicati ai figli +della Felicità, dove il monaco Alberico ebbe la famosa visione che +precedette quella di Dante, dando probabilmente origine al poema di +questi. Parecchie città e castella si staccavano biancheggianti +sull'azzurro dei monti; si scorgevano Veroli, Monte S. Giovanni, +Frosinone, Ferentino ed a fianco un monte piramidale, di forma strana, +su cui sorge Rocca d'Arce; ed un altro su cui campeggia nel cielo la +torre solitaria e scura di Monte Negro. Tutti questi paesi rimontano ai +tempi di Saturno e stando su queste mura ciclopiche ricoperte di edera +su cui sono passate migliaia di anni, si gode un maraviglioso +spettacolo. + +Su queste mura stesse si arrampicava un giorno il giovane plebeo Caio +Mario, all'epoca in cui tutti i popoli, dalle Calabrie al Liri ed al +mare Adriatico, erano insorti per la conquista dei propri diritti +civili, e di là il giovanetto tendeva lo sguardo verso il Lazio, verso +quella gran Roma, cui erano rivolti nelle provincie i pensieri di tutti +quelli che anelavano all'operosità, alla fortuna. E questo ciclopico +Arpino deve considerarsi quale culla adatta al sanguinario Mario, vera +culla di gigante, la cui terribile e rozza natura porge un non so che di +titanico, posta a contatto a quella aristocratica di Silla che con arti +volpine gli attraversa continuamente la strada ed arresta costantemente +il corso della sua fortuna. + +L'atmosfera di Arpino è impregnata di memorie di Mario e di Cicerone. +Qui ci si trova in una delle sorgenti della storia; qui si visitano, con +la stessa soddisfazione che reca nell'ordine fisico la loro ricerca, le +fonti modeste, da cui ebbero origine i grandi fiumi che diffondono nel +loro corso la fertilità e la vita. La scienza di Cicerone si può +veramente paragonare al fiume più maestoso della letteratura antica, +accresciuto durante i secoli del medio evo ed a cui ancora oggi si +ricorre con frutto; merito questo però che non diminuisce affatto la sua +vanità, nè la sua debolezza di carattere. Mario, invece, fu uomo di +grande energia ed il suo nome segna un'epoca nella storia di Roma e +dell'impero, quando si pensi alla grande spinta da lui data a Roma ed al +mondo. Senza di lui non sarebbe sorto l'impero; ed Augusto, Tiberio, +Caligola, tutta quella serie di despoti, possono dirsi aver avuto +origine da Mario ed essere stata Arpino la caverna del drago, da cui +uscì l'impero romano. + +La figura africana di Giugurta, la sua fine terribile nelle prigioni del +Campidoglio, i Cimbri ed i Teutoni, che profetizzarono in certo modo la +caduta di Roma per opera delle razze germaniche, la terribile guerra +civile, la figura asiatica di Mitridate, Mario nascosto nelle paludi di +Minturno, Mario profugo, seduto sulle rovine di Cartagine, Mario +vecchio di settantadue anni che entra trionfante a Roma, l'uccisione dei +fautori della proscrizione e, cosa strana, la morte tranquilla di un tal +uomo; tutto ciò mi passava dinanzi come una lanterna magica e si +accordava meravigliosamente col paesaggio. Poi ripensavo a Cicerone +giovanetto, quando l'altro era canuto; alla caduta della repubblica +preparata dalla guerra civile tra Mario e Silla, alla quale aveva +assistito e attorno a Cicerone sorgevano le immagini degli oratori, +degli uomini di stato più distinti della morente repubblica; le figure +di Pompeo, di Cesare, di Antonio, di Ottaviano, di Bruto, di Cassio, di +Catone, di Attico, di Agrippa e, finalmente, il ricordo della testa +sanguinolenta di Cicerone stesso, esposta su quella tribuna, teatro un +dì della sua splendida eloquenza. + +La fantasia del mio lettore potrà completare questi ricordi storici, +conseguenza naturale del luogo dove io mi trovavo; chiunque avrebbe +pensato le stesse cose, trovandosi solo, dove sorgeva la rocca di +Arpino. + +Nello stesso modo che esistono punti elevati dai quali si scopre tutta +la vista di una campagna, vi sono punti dai quali appare tutto il +panorama della storia. + +Arpino è uno di questi punti e nel discendere da quell'altura mi tornava +in mente il passo di Valerio Massimo, in cui è riassunta concisamente, +ma esattamente, la natura e la vita di Mario. + +«Da questo Mario, da questo Arpinate d'infima condizione, da quest'uomo +tenuto in Roma come ignobile, da questo candidato poco meno che +dileggiato, sorse quel Mario che soggiogò l'Africa, che trascinò il re +Giugurta avvinto al suo carro, che debellò le orde dei Teutoni e dei +Cimbri che entrò ben due volte sul carro del trionfo in Roma che fu +sette volte console e che da proscritto diventò promotore di +proscrizioni. Vi fu mai altra vita che, al pari della sua, abbondasse di +tanti contrasti? Di lui si può dire che fu tra gli infelici +infelicissimo, tra i fortunati fortunatissimo». + +Il rozzo Mario e l'astuto Silla con la sua fisonomia pallida, col suo +aspetto effemminato, svogliato, sprezzatore di tutto, e dominatore nel +tempo stesso di ognuno e di tutto, accompagnati dalla fortuna, sono due +delle figure storiche più caratteristiche dell'antica Roma. + +Intanto, sulla piazza di Arpino, la cosa cui meno si pensasse quel +giorno, 4 ottobre, era certo la storia romana; poichè ricorrevano +l'onomastico del re Francesco II ed il genetliaco della regina sua +consorte ed i ritratti della giovine coppia reale stavano esposti in una +specie di loggia del palazzo municipale e così si ammirava l'immagine +di una graziosa principessa bavara, di una figlia di quei Teutoni e di +quei Cimbri vinti un giorno dal terribile Mario. Sulla stessa piazza +sorge un grande edificio, nella cui facciata stanno entro apposite +nicchie i busti di Mario, di Cicerone e di Agrippa, poichè anche +quest'ultimo, secondo i buoni Arpinati, nacque nella loro città. Sotto i +busti si legge questa iscrizione: _Arpinum a Saturno conditum Romanorum +Municipium, M. Tullii Ciceronis, C. Marii, M. Vipsanii, Agrippae Alma +Patria_. Quest'edificio si chiama Collegio Tulliano e lo occupano i +gesuiti. Le finestre erano tutte aperte e si vedevano i padri con la +loro sottana nera prendere parte anche essi alla festa. Sulla piazza +sonava una banda vestita in modo arlecchinesco e si gridava _Viva il +Re!_ La banda si mosse ed andò solennemente incontro al giudice che +prese posto dietro non già rivestito di toga color porpora, ma in +marsina nera e coi guanti; al suo fianco stavano il sindaco e il primo +eletto pure in abito nero. Si gridò di nuovo _Evviva il Re!_ ed il +corteo si recò alla cattedrale. Alla sera vi fu concerto, o per parlare +più esattamente, vi fu un chiasso diabolico sulla piazza, a cui si dava +il nome di concerto; si accesero anche fuochi artificiali, o per dir +meglio razzi e si spararono mortaretti, come nelle feste ecclesiastiche. + +Non voglio dimenticare che Arpino vanta anche una celebrità moderna, un +pittore, Giuseppe Cesari, conosciuto sotto il nome di _Cavalier +d'Arpino_. Come Cicerone e Mario, questi si recò a Roma a cercarvi +fortuna e vi dipinse, fra le altre cose, la grande sala nel palazzo dei +Conservatori, dove fece gli affreschi che rappresentano fatti della +storia romana; le sue pitture murali, pregevoli particolarmente per il +colorito, sono ritenute fra le migliori della fine del secolo XVI. La +cattedrale di Arpino possiede una sua bella Madonna. + +Partii da Arpino su uno _char à banc_ per recarmi a Montecassino. La +strada scende per una collina tutta coltivata ad olivi. Si gode la vista +del vicino territorio romano, e si passa sotto l'alto Monte S. Giovanni +accanto al Liri la cui acqua verde si scorge qua e là fra i pioppi. + +La regione, montuosa a sinistra, è quasi deserta; di quando in quando +appare un'antica torre medioevale, come quella di Monte Negro, od un +dirupato castello come quello di Santo Padre. Si arriva sopra un'altura +che divide le acque del Liri da quelle del Melfa e si passa in vicinanza +di Fontana e di Arce, senza però toccarle. Quest'ultimo borgo ha +veramente l'aspetto di una fortezza inespugnabile e tale infatti fu +ritenuta durante il medio evo; però fin lassù riuscirono ad arrampicarsi +e ad impadronirsene i Provenzali di Carlo d'Angiò così agilmente come +gli zuavi dei nostri tempi. La caduta di Arce sgomentò tutte le città +ghibelline del regno e fu preludio alla sconfitta di Manfredi. + +L'antica rocca dei Volsci sorge su una rupe alta, scoscesa, dove ancora +ne rimangono le vestigia, attorniate da mura ciclopiche, mentre la città +moderna si stende sul pendìo del monte. La disposizione di tutti questi +paesi è identica; in alto la rocca, al disotto la città. Nella rocca si +rifugiavano nel medio evo gli abitanti della città e delle campagne, +quando erano minacciati dalle scorrerie degli Ungheri e dei Saraceni +dell'Africa. Non è possibile percorrere le sponde del Liri, soprattutto +la ridente pianura di Aquino, senza ricordare il terrore che vi +portarono una volta i Saraceni. Per ben trent'anni essi funestarono le +contrade fra il Garigliano o Liri e Minturno, facendo scorrere per la +Campania, la Tuscia e la Sabina, saccheggiando e distruggendo i +monasteri di Montecassino, di S. Vincenzo al Volturno, di Subiaco e di +Farfa, riducendo in cenere gli archivi e le biblioteche, perdita questa +irreparabile. Solo nell'agosto del 910 poterono esser cacciati, da una +lega italo-bizantina, per opera dell'energico papa Giovanni X, e un +papa si ornò della gloria di essere stato il salvatore d'Italia. + +Al disotto di Arce vi è una dogana, denominata le Muratte; ivi mi fu +chiesto il passaporto, ma fortunatamente non mi fu visitato il bagaglio. +Avevo però preso la precauzione, con l'aiuto del mio auriga, un giovane +arpinate molto svelto, di nascondere accuratamente nella carrozza un +libro, ed il manoscritto del mio giornale di viaggio che cavammo in +trionfo fuori dal loro ripostiglio non appena la dogana fu oltrepassata. +Da ogni parte si vedevano truppe che non disdicevano su questo antico +teatro di guerra; nel vederle il mio pensiero correva sempre più a +ricordare gli eventi storici di queste stupende contrade, poichè qui +appunto ha principio il territorio storico dell'Italia meridionale. +All'inizio del medio evo era ripartito in tre gruppi, gli stati +longobardi di Benevento, Salerno e Capua; il dominio bizantino delle +Calabrie e le repubbliche marittime, di Napoli, Amalfi, Gaeta e +Sorrento. Tutte queste regioni passarono in seguito in possesso dei +Normanni. Mentre tutti questi diversi elementi, longobardi, greci, +imperatori germanici, papi, repubbliche, saraceni, erano fra di loro in +continua lotta, la storia dell'Italia meridionale diventa veramente un +caos. L'inferno di Dante non può dare che una debole idea di tutti +gl'intrighi, le passioni, i delitti che si muovevano in questi stati, in +queste corti. Purtroppo la storia di quei tempi manca ancora, essa è un +labirinto. Montecassino ne possiede sempre molti elementi nelle sue +collezioni di diplomi, particolarmente riguardanti Gaeta. La rinomata +opera di Giannone, pregevolissima per ciò che riguarda l'ordinamento +civile, e quello della giustizia, non sempre è esatta nel rimanente e +non corrisponde più all'attuale progresso della scienza. + +Arrivammo al ponte sul Melfa che ha conservato l'antico suo nome e che è +ancora, in ottobre, quasi asciutto nel suo ampio letto bianco e sassoso. +Si pretende che esso abbia segnato una volta la linea di confine fra gli +stati della Chiesa o ducato di Roma e il ducato longobardo di Benevento; +ma la cosa è tutt'altro che certa; sembra anzi assai più probabile che +allora, come oggi, il Liri dividesse i due stati. Stavano accampati +vicino al fiume, attorno ad un mucchio di fieno, dei soldati di +cavalleria. + +Poco dopo passato il ponte, comincia l'estremo Lazio, la bella campagna +di Aquino e di Pontecorvo, irradiata dal sole, ed attraversata dalla +magnifica strada che porta a Capua. Alla sua sinistra si leva la catena +degli Appennini, di cui si scorgono la vetta del Cimarone ed i borghi di +Castello, di Rocca Secca, di Palazzuola, di Piedimonte; più in là sorge +il monte Cairo, mèta della nostra gita. Già si scorgevano gli edifici +grandiosi e le cupole di Montecassino, l'Atene del medio evo, faro della +scienza nella cupa notte di quei tempi. Colà Paolo diacono scrisse la +sua storia dei longobardi. + +A destra della pianura apparivano le cime azzurre dei monti Volsci, di +natura identica a quelli di Segni e di Gavignano, e poi S. Giovanni +Incarico, Pontecorvo, il piccolo territorio pontificio già possesso di +Bernadotte e più lontano Oliva, Rocca Guglielma ed altri villaggi. Il +Liri qui corre ai piedi dei monti, attraversa campi deliziosi che sembra +non voler lasciare mai, perchè allunga la sua strada con mille +sinuosità; ad ogni passo accoglie il tributo di un ruscello o di un +torrente e le sue acque risplendenti ai raggi del sole, sono veramente +meravigliose. Con qual diletto non dovettero soggiornarvi i Saraceni! +Certo essi non trovarono mai sponde più amene nè sul Guadalquivir, nè +sul Sebeto, nè sul fiume Ciane. Molti popoli dopo l'epoca romana +funestarono questo paradiso: i Visigoti con Alarico ed Atalulfo, i Goti +valorosi di Totila e di Teia, gli Isauri, gli Unni, i Sarmati, i Greci; +le orde terribili di Leutari e di Bucellino, i docili Longobardi che +finirono coll'occupare tutte queste terre, col coltivarle e farle +rifiorire, gli Arabi, gli Ungari, i Normanni, i Francesi, gli Spagnoli, +i Tedeschi; tutti si accamparono qui e vi combatterono; tutti apparvero +in questa Campania felice, chiave del regno di Napoli. + +Più lontano noi scorgiamo anche i monti di fronte a S. Germano, su cui +sorgono Rocca d'Evandro (propriamente Bantra), S. Elia, S. Pietro in +Fine, sui quali emerge l'alto Aquilone. La maggior parte di questa bella +pianura apparteneva alla diocesi di Montecassino e parecchi di questi +paesi, di queste città, debbono al monastero la loro esistenza. + +Questa parte estrema del Lazio non ha la severa grandiosità della +campagna romana; le sue tinte sono più calde, più dolci, più +meridionali, infine, la sua coltivazione è assai più rigogliosa, nè vi +sono tante colline. + +Essendo giorno di fiera a S. Germano, incontrammo per strada molti +contadini, vestiti come nella valle del Sacco e ciociari coi sandali. Le +donne però, anzichè il busto portavano un morbido panno con nastri sulle +spalle e due vesti di cui quella superiore fatta a grembiale: questo +modo di vestire fa una graziosa figura. + +Qui, invito il lettore ad abbandonare la strada di Capua ed a piegare a +destra, verso Aquino che giace in mezzo alla pianura. E' piacevole +attraversare la linea recentemente ultimata fino a questo punto della +strada ferrata di Capua che non può venire ancora esercitata poichè, se +il governo napoletano si affrettò a compierla sul suo territorio, quello +pontificio è ancora arretrato sul suo, avendo appena oltrepassato +Albano.[12] + +In un quarto d'ora, attraverso a campi coltivati a granturco, si giunge +ad Aquino. Questa città, importante ai tempi dei Romani, è ora un borgo +lungo e stretto, su cui emerge solo un campanile. La sua posizione, su +di un ruscello, non ha nulla di speciale, senonchè bellissimi per +ricchezza e per frescura di vegetazione sono i suoi dintorni e stupendo +è il panorama che vi si gode. Esistono ancora presso il paese alcune +rovine della città romana, avanzi di porte, di mura, reliquie dei templi +di Cerere e di Diana; in complesso però nulla di notevole. Presso il +ruscello sono le rovine di una chiesa del secolo XI, S. Maria Libera, +basilica a tre navate, sulla cui porta si scorge ancora una Madonna in +mosaico, opera bizantina ben conservata. Vicine le une alle altre +sorgono così le rovine dell'Aquino romana e dell'Aquino medioevale; a +queste due epoche appartengono le celebrità della città. + +Aquino si può vantare di aver dato i natali a uno dei meno famosi +imperatori romani, a Pescennio Nigro che vi nacque in umile condizione +come Mario. Prode soldato, si distinse quale generale in Siria; dopo +l'uccisione di Pertinace vestì la porpora, ma la dovette cedere presto +all'africano Settimio Severo che lo sbalzò dal trono e lo fece prima +imprigionare, poi decapitare. Maggior gloria procurarono ad Aquino due +altri suoi figli. Sono due tipi che rappresentano due epoche e che si +possono l'uno all'altro contrapporre, come le rovine di un tempio romano +a quelle della basilica di S. Maria Libera. Quale maggior contrasto, +infatti, di quello che passa tra Giovenale e S. Tommaso d'Aquino, fra il +grande poeta satirico della corruzione pagana di Roma ed il più grande +filosofo della sacra teologia scolastica, che ebbe il nome di Dottore +Angelico? Si direbbe che questi due personaggi tanto diversi abbiano +voluto sorgere entrambi in Aquino, nel modo stesso che la corruzione +pagana di Roma richiedeva la rigenerazione cristiana. + +Giovenale ci trasporta con le sue satire in quelle condizioni di Roma, +preparate da Mario e consolidate dalla stirpe Giulia dopo la caduta +della repubblica, in quella Roma, pantano sanguinoso, putrida palude +morale, menzogna in tutto, dove ogni cosa era appestata, in quella Roma +fisicamente e moralmente ammalata, tutta da comprare; dove patrizi e +cittadini si affollavano famelici attorno ad un despota onnipotente, +terribile come il fato; dove pensiero, parola, penna, erano avvinti in +ceppi; dove unica libera era l'adulazione; dove non vi erano che idee +servili, libidine di piacere ed una mostruosa prostituzione della +natura; dove in quella folla lasciva e tormentata dalla voluttà e dalla +paura, alcuni spiriti stoici, concentrati in sè stessi, davano sfogo +alla loro nausea morale con la satira e con la storia, non appena lo +consentiva un despota più temperato degli altri. + +Giovenale nacque in Aquino; poco però si sa della sua vita, come di +quella della maggior parte dei poeti dell'antichità, il che, del resto, +non torna davvero a loro danno. Le loro persone assumono così quasi +l'aspetto di un mito. Nessun erede, parente o amico indiscreto, pubblicò +la loro corrispondenza; nessun giornalista descrisse con scrupolosa +esattezza il loro aspetto esteriore nei più minuti particolari, non li +accompagnò passo passo nella loro vita, partendo dalla culla; non tenne +conto delle loro virtù, dei loro vizi, dei loro errori, dei loro debiti +presso ebrei e cristiani e d'ogni altro loro imbarazzo. Due pagine +bastano, alla vita oscura di Orazio, di Virgilio, di Ovidio; della morte +di Eschilo e di Euripide, non rimane che una tradizione favolosa; +l'arguto Terenzio scomparve tranquillo in qualche angolo dell'Ellade, +presso la palude Stimfalica. + +Di Giovenale, solo da un suo verso, si sa che nacque in Aquino. Venne +esiliato in Egitto o in Scozia? Dove morì? Nessuno lo sa. La sua lunga +vita, ora rattristata, ora allietata dai regni di Claudio, di Nerone, di +Galba, di Ottone, di Vitellio, di Vespasiano, di Tito, di Domiziano, di +Nerva, di Traiano e di Adriano, fu spettatrice dei più grandi +avvenimenti; vide sul trono del mondo una serie di demoni feroci, ed una +di genî buoni; vide tempi in realtà miserrimi, a torto detti +felicissimi. + +E' difficile quindi immaginarsi quale idea dovette farsi della vita, +quali impressioni dovette provare un uomo di mente e di cuore che potè +vedere l'aspetto truce di un Nerone, e la fisonomia serena di un Tito. + +Se egli non avesse visto quella doppia serie di imperatori, se invece di +essere nato sotto Claudio, fosse nato ai tempi di Tito, forse non +avremmo le sue satire; ma le impressioni di gioventù dettero la +direzione al suo spirito; in fondo poi la società romana dei tempi di +Tito era sempre quella stessa dei tempi di Nerone. Povero Giovenale +condannato ad essere il poeta della sua età! La sua lingua, la sua +narrazione già oscura, difficile, serrata come quella di Tacito, sotto +il peso dell'atmosfera romana, sotto la stretta della sua amarezza, +dovettero esercitarsi sopra argomenti ai quali non sarebbero stati +adatti nè il marmo, nè l'argilla, ma il fango. Chi può leggere le sue +satire sugli uomini e sulle donne di Roma senza provare un senso di +ribrezzo? Chi può non compiangere un ingegno eletto come il suo, +condannato a cercare le sue ispirazioni in quel pantano della società +romana dei suoi tempi? _Facit indignatio versum, qualemcunque potest._ + +Giovenale fu paragonato (e con qualche verità) a Tacito, il suo più +grande e più nobile contemporaneo; ma lo storico di quell'epoca aveva +almeno la coscienza di chiamare il dispotismo davanti ad un tribunale +supremo, sempre pronto a pronunciare le sue sentenze. Ma che cosa può +confortare il poeta satirico, il pittore della impudicizia nel ribrezzo +che deve provare a descrivere la generale corruzione dei suoi tempi? +Eppure, quanto non è superiore un Giovenale ai romanzieri ed ai +drammaturghi dei tempi nostri, più lascivi, ma più deboli di Petronio, i +quali descrivono il vizio coi colori più dolci e sentimentali e ci +dipingono vili meretrici come tipi ideali? + +Teniamoci fortunati noi tedeschi, almeno per ciò che non possediamo +nella nostra letteratura un Giovenale, nè un Sue o un Dumas, ma possiamo +porre ancora corone non contaminate sul capo di Schiller, il poeta +generoso della libertà e dell'ideale umano. + +Ambedue quei romani, Giovenale e Tacito, lamentarono la perduta libertà +repubblicana; ambedue disperarono dell'avvenire che non appariva loro +diverso da un abisso, e Giovenale ancora più di Tacito. E di fronte ad +essi già sorgeva, da loro conosciuto, ma non compreso, anzi disprezzato +quale setta giudaica, il cristianesimo, ideale tuttora velato di una +umanità ringiovanita. E i Germani, di cui Tacito ammirava la schietta +naturalezza e la semplicità eroica, dovevano poi abbattere in Roma il +dispotismo e la menzogna. + +Il cristianesimo... Siamo sulle rovine di Aquino e tra i ruderi di S. +Maria Libera, appare un santo illustre, il Dottore Angelico. Veste +l'abito dei domenicani, porta un fascio di libri sotto il braccio, è di +statura alta, asciutto, ma cammina curvo, ha una testa potente e +voluminosa, viso abbronzato e rugoso, però _molli carne, quae acumen +ingenii et excellentiam indicaret_. + +Erano trascorsi mille e più anni da Tacito e da Giovenale allorchè +Tommaso nacque nel 1224, non propriamente in Aquino, ma lassù nel +pittoresco castello di Rocca Secca, edificato dall'abate Manso di +Montecassino, sul monte Asprano, verso la fine del decimo secolo. Esso +appartenne poi ai conti longobardi di Aquino, dell'antica famiglia di +Landolfo. Il padre di Tommaso era il conte Landolfo, sua madre Teodora +Caracciolo e suo zio Landolfo era abate di Montecassino. Quando il +fanciullo ebbe cinque anni, i suoi genitori lo condussero nel monastero +di S. Benedetto, con la speranza che un giorno ne diventasse abate. Fu +sempre costume dei Benedettini quello di accogliere fra i monaci ragazzi +di tenera età e quest'usanza vi è ancora. Don Luigi Tosti, oggi rinomato +storico d'Italia, don Sebastiano Calefati, l'erudito bibliotecario, +tutti e due uomini illustri, i cui nomi saranno sempre ricordati con +piacere da molti studiosi tedeschi, entrarono nel monastero di +Montecassino in età di otto anni. Tommaso rimase nel monastero sette +anni, quindi si recò a Napoli, dove attese per altrettanti anni allo +studio della teologia; vestì l'abito dei domenicani e andò a studiare a +Parigi e poi a Colonia, per sentirvi il celebre Alberto Magno; fu +professore a Napoli e morì il 7 marzo 1274 nel convento dei cistercensi +di Fossanova, presso Piperno, a poche ore di distanza dalla sua patria. +Fu uno degli uomini più illustri del medio evo, il primo che +propriamente introdusse la filosofia nella teologia, o meglio che +innalzò quest'ultima alla dignità di sistema filosofico. Quando oggi si +ode il nome di scolastica, si pensa e non a torto, ad un labirinto di +meschinità, di sottigliezze, di distinzioni, in cui stette per il corso +di molti secoli imprigionato l'ingegno umano. Chi può oggi ancora +immergersi nella _Somma_ di Tommaso d'Aquino, arrischiarsi in quella +cupa foresta di spiriti, nel cui fitto sta il Minotauro del pensiero +aristotelico cristiano? Noi consideriamo attualmente quella grandiosa +filosofia gotica come un'anticaglia; tutte le sue sottili distinzioni, +tutte le sue ricerche morali e speculative, tutti i suoi problemi privi +di ogni utilità per gli scopi della vita, non offrono più alcun +interesse a una generazione che tende a scopi pratici e materiali, e che +vuol essere più libera e semplice nel suo pensiero. Ma non dobbiamo però +dimenticare che anche quei sistemi sono di base alla scienza del +pensiero e bisogna confessare inoltre che l'uomo del secolo XIX di +fronte ai più alti problemi che si può proporre lo spirito, si trova +appunto così perplesso, come uno scolastico del medio evo, o come il +primo uomo del paradiso terrestre. + +Partimmo da Aquino, contenti di aver veduto questo paese, tornammo sulla +strada di Capua e in un'oretta arrivammo ai piedi del monte Cairo; +girammo il monte, avendo innanzi agli occhi l'anfiteatro romano di S. +Germano, città di gaio aspetto, sormontata dal celebre castello di +Janula e finalmente là in alto Montecassino che ci aspetta. Ma è ormai +tempo di finire, essendo già troppe queste pagine. Se ci volgiamo a +considerare tutto quanto si mostra al viandante in un così breve tratto +di strada, non possiamo a meno di meravigliarci per la ricchezza di +queste contrade. Nessun'altra nel mondo è così penetrata e animata dallo +spirito. La natura e la storia hanno versato la loro cornucopia +sull'Italia ed ogni epoca storica vi ha lasciato la sua impronta. + +L'Italia è la madre della civiltà in occidente e la Pandora della sua +cultura sia nel senso buono che nel senso cattivo della parola. Se essa +ora risorge e chiede il suo posto di nazione indipendente, fra tutti +quei popoli che dopo aver da lei ricevuta la propria civiltà, la +sfruttarono, la saccheggiarono, la signoreggiarono, lo fa in nome di un +suo incontrastabile diritto. Sì, questa è una nobile terra, degna +dell'amore del genere umano! Ed anche in mezzo al caos sconfinato +dell'età presente, in questa nauseante mescolanza di errori e di verità, +anche oggi noi Tedeschi non possiamo, nè mai lo potremo, far tacere la +voce del nostro ardente voto per la liberazione di questa terra. + + + + +IL CASTELLO DEGLI ORSINI A BRACCIANO + +(1870) + + + + +Il Castello degli Orsini in Bracciano. + +(1870). + + +Poco dopo la stazione postale della Storta si distacca a sinistra, dalla +via Cassia, la via Claudia e per questa ci vogliono ancora tre buone ore +di carrozza per arrivare al lago di Bracciano. Il paesaggio è deserto, +ma pittoresco; collinette vulcaniche di tufo lo attraversano e qua e là, +si scorgono fiorenti praterie e pascoli, con masserie e numerose mandre +di bovini. + +Il carattere della campagna etrusca di Roma è molto diverso da quello +del Lazio. Nel Lazio tutto è più ridente e soleggiato, più ricco di +forme ed anche più animato; i monti Volsci e gli Appennini spingono fin +là le loro diramazioni ed hanno la bella struttura delle formazioni +calcaree; città antichissime, per la maggior parte vescovili, sorgono +sulle alture verdeggianti di castani e coperte di oliveti, o +inghirlandate dalla vite e danno alla campagna laziale un'impronta +preponderantemente storica; essa è piena di monumenti dell'antichità e +del medio evo. Nella regione etrusca invece predomina un terreno +montuoso, vulcanico, diruto, con vaste solitudini, severe e +melanconiche, d'aspetto quasi misterioso. Qui la vita storica non ha +generalmente lasciato traccia di sè: tombe sotterranee e necropoli di un +popolo enigmatico sono gli unici tesori e gli unici monumenti della +Tuscia. La storia del paese sembra qui interrotta e dove non lo è, manca +di significato potente e vivo. Il completo decadimento di una città come +Veio e l'intero abbandono del suo territorio in ogni tempo, mi sono +sembrati sempre segni caratteristici di questa storica estinzione +dell'Etruria romana. + +Solitarie torri baronali senza nome, o piccoli paesi privi di valore +storico, si levano qua e là melanconicamente sulle colline tufacee. I +ricordi in questi luoghi incolti e selvaggi non vanno al di là del medio +evo, dell'undecimo secolo, epoca in cui si stabilirono qui, come +signore, alcune famiglie feudali germaniche, di origine franca o +longobarda, come i conti di Galera e i prefetti di città della casa di +Vico. Anche il possente influsso della Chiesa ha qui impresso e lasciato +poche orme, essendo il paese passato assai tardi nel patrimonio di S. +Pietro. + +Al di là del fiume Arrone, emissario del lago di Bracciano, sorgono due +grandi fattorie: S. Maria di Celsano e Casale di Galera, qui è +necessario scendere di vettura se si vogliono visitare le vicine rovine +del castello di Galera. Queste fanno singolare riscontro alla favolosa +città di Ninfa, nel Lazio che giace sprofondata nella sua incantevole +tomba di edera e di fiori, sul limitare della palude pontina. Anche +Galera, sede un tempo d'insolenti e feroci signori che dettero frequenti +noie alla città di Roma, è oggi distrutta e presenta le sue vie, la +chiesa ed il castello comitale coperti d'edera, nel senso più preciso +della parola. Eppure Galera non giace come Ninfa nella profondità +paludosa, ma salda ed alta si erge su di una scoscesa rupe di tufo, +dominante una gola boscosa da cui l'Arrone precipita in cascate +spumeggianti. + +Sulla porta rovinata si scorge ancora lo stemma degli Orsini, la rosa, +cioè, con le travi. Dietro le potenti mura della città si sale a monte +nel paese diroccato, aprendosi la via attraverso la fitta e selvaggia +edera che barrica le strade minate. Ancora in piedi rimangono diverse +case colle finestre gotiche; la maggior parte del materiale però è stato +portato via, o forma adesso dei mucchi di macerie, cinti da cespugli. +Galera non è, per quello che di architettura ne resta, bella come +Ninfa; soltanto i muri del castello e della chiesa principale rivelano +un'epoca più antica; gli altri sono assai moderni, solo nell'anno 1809 +essendo stato il paese abbandonato, o per mancanza d'acqua o, più +verosimilmente, per impoverimento della popolazione. E' veramente +sorprendente che nel nostro secolo, un paese possa sparire, non +distrutto da subitaneo cataclisma, ma intisichito per decadenza interna. +Non prova forse ciò ed in modo persuasivo, la mancanza di principio +vitale di questa terra etrusca? + +Galera (nella regione, dove, secondo gli antichi itinerari, era la +stazione _ad Careias_) comincia ad esser menzionata nella storia solo +nel 780, anno in cui papa Adriano I fondò sul fiume Arrone una colonia +di questo nome, per coltivare il deserto paese dei Veienti. Questa +colonia prosperò ma, per circostanze a noi ignote, si sottrasse al +dominio della Chiesa; al principio dell'undecimo secolo vi apparvero +come signori i conti di Galera, fieri nemici del papato ed ardenti +partigiani dell'impero tedesco. + +Gerardo, figlio di Ranieri (questi nomi indicano già l'origine +germanica) era conte colà ed era anzi uno dei principali capi della +nobiltà imperiale di Roma e del territorio, strettamente legato coi +conti di Tuscolo, della stirpe d'Alberico e coi Crescenzi di +Monticelli, nella Sabina. Questi signori nell'anno 1058 innalzarono in +Roma, con la forza, un papa, Benedetto X: ma Ildebrando, il futuro +Gregorio VII, fin d'allora capo del partito papesco e nazionale romano, +chiamò a Roma, al servizio dell'appena eletto papa Nicolò II, una +schiera di predoni normanni dalle Puglie, contro i conti avversari. +Galera, dove Benedetto X si era rifugiato ed altre castella furono +assalite. + +La potenza dei conti di Galera che dominavano il paese etrusco fino al +di là del lago, verso Sutri, fu repentinamente abbattuta, ma ciò +nonostante la loro stirpe si mantenne ancora a lungo a Galera. Sparì +molto probabilmente solo alla metà del secolo XIII, quando Matteo Rosso +della casa Orsini, famoso senatore della repubblica romana, divenne +signore di Galera. D'allora in poi gli Orsini rimasero padroni di questo +castello finchè, nel 1670, lo vendettero al papa. + +Il più fiero nemico di questa regione ed in pari tempo il più forte +ostacolo alla coltivazione è oggi la malaria. Un umido venticello +insidioso spira sulle pianure incolte e sulle colline vulcaniche +disalberate, coperte solo di fiori d'asfodelo. + +Sorgono forse i demoni sterminatori della febbre dal lago stesso?... Chi +lo crederebbe, quando dalle alture, presso Bracciano, si scorge questo +specchio azzurro e porporino?... + +Questo è veramente lo specchio delizioso della ridente e soleggiata +felicità, della magica solitudine, è un idillio campestre e lacustre di +un genere tutto speciale, grande e maestoso, ma non così vasto da cessar +d'essere un quadro completo e bene incorniciato. + +Lo splendido lago, in antico _lacus Sabatinus_ ed originariamente +cratere vulcanico, si allarga tra dolci catene di colline e leggiadre +sponde. Ha un'estensione di 21 a 22 miglia; la sua superficie è dunque +perfettamente eguale a quella di Roma, con cui si trova in diretta +comunicazione per mezzo del rinnovato acquedotto dell'acqua Paola, +edificato da Traiano: l'acqua che per la porta S. Pancrazio entra in +Trastevere e sgorga, con un magnifico fiotto simile ad un fiume, dalla +fontana di Paolo V, proviene in parte appunto da questo lago, dopo aver +girato attorno alle mura aureliane. + +A nord lo abbraccia una piccola montagna boscosa, da cui emerge, come un +nero picco vulcanico, alto al massimo 2000 piedi, il monte di Rocca +Romana. Questa vetta è visibile da tutta la campagna etrusca, come il +Monte Cavo, sopra il lago di Albano, è visibile da tutta la pianura +laziale. Sotto di esso, sulla riva del lago, sta il villaggio di +Trevignano; a sinistra s'innalza la catena dei colli di Bracciano, +distanti circa un miglio dal lago sul quale si leva, dominando l'intero +paesaggio, il grandioso maniero degli Orsini, splendido edificio +pentagonale, con cinque rotonde torri merlate. La sua tinta grigio +nerastra appare in armonia con la circostante natura vulcanica, di cui +questo castello sembra essere il prodotto storico. A destra infine +sporge nel lago un'altra lingua di terra, con un cupo borgo turrito: è +Anguillara, sede un tempo dei conti di questo nome, ramo laterale degli +Orsini. Colà sgorga l'Arrone dal lago di cui è emissario. + +Solo in questi tre luoghi è raccolta tutta la vita storica del lago e +de' suoi dintorni: ad egual distanza gli uni dagli altri, formano i tre +lati di un triangolo e soli interrompono l'incantevole silenzio di +queste sponde, rappresentando l'umana civiltà, senza però disturbare la +magia della sua solitudine. Che significano infatti Bracciano, +Trevignano, Anguillara?... Chi ha mai udito questi nomi, tranne coloro +che hanno familiarità con la storia particolare di Roma? + +Se quel castello degli Orsini, cronaca granitica di terribili tempi +feudali, non levasse le sue nere torri sul lago azzurro, questi tre +paesi, sulle sue sponde, si potrebbero prendere per borghi di +pescatori. E così silente è appunto il lago: non vi si scorge una +barchetta; soltanto mandre di giovenchi appaiono sulle rive, o frotte di +cavalli selvaggi, col corpo nell'acqua e butteri a cavallo, con la +lancia, come nelle paludi pontine. + +Ho trovato Bracciano più grazioso di quello che mi attendessi da un +paese vassallo; è una cittadina di circa 2000 abitanti, con strade +larghe e buone abitazioni, modernamente costruite, molto simile a +Marino, dove è il castello dei Colonna, appartenuto un tempo esso pure +agli Orsini. Bene abitabile veramente non è che la parte nuova del +paese, perchè la vecchia, quella del periodo baronale, giace stretta +intorno al castello, come un nero ammasso di case di tufo. Il castello +però s'innalza così gigantesco che sembra coprire tutta Bracciano con la +sua ombra. + +Come regale deve essere stata la potenza della famiglia che in un luogo +così remoto costruì questo splendido castello, fortezza inespugnabile e +palazzo signorile ad un tempo! Dopo che il castello degli Orsini a +Campagnano è caduto in rovina, questo è uno dei monumenti più mirabili +del rinascimento romano, è uno de' più bei castelli baronali ed in tutto +il Lazio non ve n'è uno che lo eguagli. Il castello di Spoleto, +cominciato a costruire dal cardinale Albornoz e condotto a termine da +Nicolò V, è più maestoso, è verissimo, ma non è un edificio baronale, +come non lo sono del pari i bei castelli di Ostia, di Narni, di Civita +Castellana e di Subiaco. + +La vista del superbo maniero richiama anzitutto, alla memoria del +visitatore, la storia della stirpe degli Orsini che insieme con quella +de' suoi nemici ereditari, i Colonna, ha riempito per quasi cinquecento +anni gli annali di Roma con le gesta ed i nomi dei suoi innumerevoli +membri, tra i quali furono papi, cardinali e capitani di grande +rinomanza. Le due case, guelfa l'una e ghibellina l'altra, di Roma, +hanno durato più a lungo delle dinastie dei re e degli imperatori e +durano anche oggi nei loro avanzi, nei castelli che hanno un tempo +posseduto. + +Il capostipite degli Orsini, dal romano nome di Orso, si perde nel buio +della leggenda: non si sa neppur bene se fosse germanico. I suoi +discendenti si chiamarono _Filii Ursi_: così suona sempre nelle più +antiche cronache il cognome degli Orsini. Storicamente appaiono solo nel +XII secolo. Celestino III (1191-1198) apparteneva alla loro casa. Nel +XIII secolo, durante le lotte degli Hohenstaufen, acquistarono maggior +potenza, per opera specialmente del senatore Matteo Rubeus, capo +imperante della repubblica capitolina ed instancabile avversario +dell'imperatore Federigo II e poi per opera di papa Nicolò III +(1277-1280), figlio di detto senatore. Gli Orsini, fecondi quanto i +Colonna, si suddivisero in seguito in più rami e dai loro diversi +possedimenti si chiamarono Orsini di Monte Giordano e di Campo di Fiore +in Roma, conti e signori di Nola nella Campania, di Tagliacozzo negli +Abruzzi; di Gravina e Manoppello, di Monte Rotondo, di Vicovaro, di S. +Angelo, di Pitigliano, d'Anguillara, di Bracciano. L'elenco dei loro +castelli e possedimenti è conservato nell'archivio di famiglia a Roma e +forma un intero volume. Erano egualmente potenti nel regno di Napoli +come nel dominio romano. Mentre i Colonna, proprietari essi pure nel +napoletano di grandi feudi ed in lotta violenta con i loro nemici +ereditari per i marchesati di Tagliacozzo, Alba e Celano, possedevano +nel Lazio il nocciolo della loro signoria, gli Orsini dominavano il +territorio sabino sull'Anio, da Vicovaro fino a Nerola e Monte Rotondo, +ed il paese etrusco da Sutri in giù, fino di là dal lago, verso Galera, +ed alla sponda marina del vecchio Cere. In questo paese etrusco eransi +già stabiliti fin dal secolo XIII, appropriandosi Galera. + +Non si sa quando vennero a Bracciano. Questo villaggio fu fondato in +tempo ignoto, si crede su un fondo della _gens Braccia_. Il Nibby che +per primo ci ha fatto conoscere la storia dell'agro romano nel medio +evo, ha trovato la prima menzione del _Castrum Brassani_ in un documento +claustrale del 1320: io mi trovo in grado di completare la cosa, perchè +ho trovato un altro documento, anteriore di quasi cento anni, +nell'archivio Orsini: è uno strumento legale del 10 marzo 1234, nel +quale Goffredo Amatore e Landolfo, figlio del prefetto Gotifredo, +appaiono come signori di questo castello: _Domini de Brachiano et de +sancta Pupa_.[13] Secondo questo, Bracciano apparteneva in quei tempi +alla famiglia dei Prefettani o dei prefetti della casa di Vico, potente +nell'Etruria, che aveva ridotto ereditaria fin dal XII secolo, la +prefettura della città di Roma. Questa famiglia, tedesca di origine, +violenta, ghibellina e nemica del papa, si impadronì anche di Viterbo e +di Orvieto e tramontò solo nel 1435, allorchè il terribile Giovanni +Vitelleschi fece decapitare nel castello di Soriano l'ultimo prefetto, +Jacopo di Vico. + +La Chiesa confiscò i beni prefettizi; alcuni però furono comprati da +Everso, il brigantesco conte d'Anguillara, la cui stirpe orsina aveva da +lungo tempo preso piede sul lago di Bracciano. Anche la prefettura di +città passò nel 1435 agli Orsini, cioè a Francesco, primo conte di +Gravina, un antenato di quel ramo che solo di tutto il casato, sussiste +ancora in Roma. + +Gli Orsini possedevano Bracciano già nel XIV secolo, essendo Martino V +Colonna stato costretto a confermare il vicariato di quel castello ai +fratelli Francesco, Carlo ed Orsino Orsini nell'anno 1419. + +Dipoi sul lago signoreggiarono il ramo più antico di Anguillara ed il +ramo di Bracciano che possedeva molti altri castelli etruschi. + +La casa di Bracciano brillò nel XV secolo grazie a due celebri capitani +di guerra, Napoleone e suo figlio Virginio. Napoleone (questo nome di +battesimo è stato in uso presso gli Orsini sin dai tempi antichi) +edificò il castello di Bracciano, quello che tuttora rimane e dopo esser +divenuto il più potente dei feudatari del suo tempo, morì a Vicovaro nel +1480. Virginio ereditò i suoi beni e la sua gloria. Ai primi egli +aggiunse Anguillara e Cervetri, comprati dopo la caduta della casa di +Everso. Fu gran connestabile del regno di Napoli, dove si legò +strettamente alla dinastia d'Aragona, egli stesso si chiamò de Aragona, +al servizio del re Alfonso II e quindi di Ferdinando II. Fu incaricato +di arrestare la marcia di Carlo VIII di Francia, attraverso l'Etruria, +ma i figli di Virginio, Giovanni Giordano e Carlo, per ordine del padre, +secondo i patti convenuti, consegnarono al monarca che si dirigeva alla +conquista di Napoli, i loro castelli e questa inevitabile defezione +degli Orsini dischiuse al conquistatore la via di Roma. + +Carlo VIII entrò in Bracciano, prese dimora nel castello di Virginio, +dove rimase dal 19 al 31 dicembre del 1494 e mosse quindi col suo +esercito alla volta di Roma. A Galera lo accolsero sottomessi gli +ambasciatori della città e quelli di Alessandro VI. + +Nella bufera di questa guerra che doveva decidere delle sorti d'Italia, +fu travolto anche Virginio sempre al servizio d'Aragona. Carlo VIII lo +fece arrestare in Napoli e lo trasse poi con sè al suo ritorno. L'Orsini +fuggì nella famosa battaglia del Taro, per cambiare di nuovo bandiera +poco dopo e passare al servizio di Montpensier, il luogotenente di Carlo +VIII a Napoli. Ma quando, dopo la rotta dell'esercito francese, gli +aragonesi risalirono al trono, egli fu preso, nonostante la sua +capitolazione, nell'agosto del 1496 e rinchiuso in un carcere. Così +volle papa Alessandro VI che in seguito alla restaurazione napoletana, +si era prefisso di sradicare dal suo territorio tutti i baroni romani. + +La sua guerra contro gli Orsini ebbe però un esito inatteso e segnò uno +splendido trionfo per questa casa minacciata da tanta rovina. Mentre +Virginio languiva in un carcere a Napoli, dove poco dopo morì di veleno, +difendevano eroicamente il suo castello di Bracciano il giovane Alviano +e sua moglie Bartolomea, sorella di Virginio. Gli assalti degli +assedianti, guidati dal duca Guidobaldo di Urbino e dal figlio del papa, +Giovanni di Gandia, furon respinti. Altri Orsini recarono soccorso e +l'esercito papale soffrì nel gennaio 1497 una sanguinosa sconfitta +presso Soriano. Il papa dovette concludere la pace e gli Orsini rimasero +signori di Bracciano e di tutti gli altri possedimenti patrimoniali. + +Ancora una volta essi furono molestati da Cesare Borgia; ma neanche a +lui riuscì di espugnare la forte rocca di Bracciano e finalmente la +morte di Alessandro liberò gli Orsini dagli imbarazzi. + +Essi durarono quivi ancora per due secoli, mentre il secondo ramo di +Anguillara si spense fin dall'anno 1548. Pio IV inalzò Bracciano a +ducato nel 1560, a favore del pronipote di Virginio, Paolo Giordano +Orsini, uomo, come il suo contemporaneo Sampiero, dalle passioni +violente: in lui apparve per l'ultima volta la natura impetuosa della +sua stirpe. Combattè gloriosamente a Lepanto. Era sua moglie Isabella, +figlia di Cosimo I di Toscana che viveva quasi sempre da lui separata; +sul conto di lui si narravano cose incredibili. Un giorno Paolo Giordano +la strangolò con le sue mani nel suo castello di Cerreto in Valdarno nel +1576. In Roma s'innamorò poscia follemente della bella Vittoria +Accoramboni, moglie di Peretti, un nipote di Sisto V, in quel tempo +ancora cardinale; una notte nel giugno del 1583 fece assassinare nel +Quirinale il Peretti e tre giorni dopo il fatto Vittoria fuggì, con sua +madre, nel palazzo Orsini, presso l'assassino di suo marito. Gregorio +XIII proibì le loro nozze e fece rinchiudere la donna in Castel S. +Angelo, dove rimase sino alla morte del papa, avvenuta nell'aprile del +1585. Il giorno dell'elezione di Sisto V, Paolo Giordano sposò Vittoria. +Il papa bandì l'uccisore di suo nipote e l'Orsini morì poco dopo in +esilio. I suoi congiunti odiavano Vittoria, anche perchè ella pretendeva +una parte dell'eredità. In Padova, dove era stata costretta a +rifugiarsi, un giorno nel dicembre del 1583, fu pugnalata nella sua +stessa camera, da uomini mascherati, per mandato di Lodovico Orsini, +signore di Monte Rotondo. + +Virginio, figlio di Paolo Giordano e di Isabella, continuò il ramo di +Bracciano e il duca Flavio lo chiuse nell'anno 1698, come ultimo di +questa celebre casa. + +Già da alcuni anni don Livio Odescalchi, nipote di Innocenzo XI aveva +acquistato Bracciano.[14] Dagli Odescalchi, ai primi di questo secolo, +comprò il ducato il Rothschild di Roma, Torlonia, con la clausola però +del riscatto. Questo è avvenuta pochi anni or sono: oggi dunque il +principe Odescalchi è nuovamente duca di Bracciano.[15] + +Entriamo nel castello. A quanto pare, un triplice muro, solidissimo, +costruito con blocchi di basalto, circondava originariamente il maniero, +insieme col fossato, ora riempito. Si può entrare nel castello da due +robuste e grandi porte, una dalla parte del paese, l'altra dalla parte +del lago. + +Lo stile generale dell'edificio appartiene al rinascimento; le pareti, +le finestre incorniciate di peperino ed i merli ricordano assai il +palazzo di Venezia di Roma, la cui costruzione è della stessa epoca. +Come in quello, il maggior cortile del castello degli Orsini era in +origine cinto da un porticato a colonne che fu più tardi murato. Resta +soltanto la gabbia di una scalea, poggiata su colonne di tufo che +conduce al piano superiore: come la porta vicina della vecchia cappella, +essa mostra il passaggio dal gotico al rinascimento.[16] + +Le cinque torri rotonde racchiudono in maniera imponente l'edificio e +sembrano sorreggerlo e tenerlo insieme come poderose colonne. In alto, +un ballatoio coronato di merli, le unisce fra loro. Al difuori, sopra le +porte, come anche nel cortile, si vedono ancora gli stemmi in pietra +della casa Orsini che risalgono al tempo della prima costruzione del +castello. + +Una donna attempata mi ha accompagnato in giro pel castello durante due +ore, dopo avermi detto che era tedesca, che da trent'anni stava al +servizio degli Odescalchi e che intendeva finire i suoi giorni, +tranquilla e felice, nella solitudine di quel maniero. + +Abbiamo attraversato alte sale a vôlta e file di stanze, piene di mobili +roccocò e moderni e specialmente di armadi parigini, in legno scolpito. +Questi ambienti sono tetri e poco adatti ad essere abitati; soltanto la +veduta sul lago, dalle profonde finestre, è bella. In generale le +esigenze della nostra vita moderna sono così differenti da quelle della +vita feudale, come le ville Doria Pamphili o Albani, da questo castello +Orsini. In esso poteva sentirsi a suo agio solo una famiglia baronale +che trincerava dietro spesse muraglie di pietra i suoi privilegi e le +sue barbare passioni, mentre lo sciame dei vassalli devoti e dei servi +schiavi obbediva al cenno del padrone, garantito dalle loro sostanze e +dalla loro vita. Soltanto ambiziosi pensieri di dominio, di potenza e di +guerra potevano agitarsi entro queste mura; la voce della grazia e della +musa risuonava qui assai raramente. Ben diverso era il principesco +castello d'Urbino, il più bel monumento del rinascimento in Italia, +della stessa epoca. Me ne sono ricordato a Bracciano. Colà il geniale +Federigo di Montefeltro, padre di quel Guidobaldo che assediò il +castello di Bracciano, formò la sua celebre biblioteca, vi eresse molte +statue e ne fece una delle più dotte accademie del suo tempo. + +Nelle sale del castello pendono, come in quasi tutti i manieri baronali, +molti ritratti di famiglia, quasi tutti però del XVII secolo.[17] I +ritratti della famiglia Orsini, se alcuno li possedesse e li riunisse +insieme, formerebbero certo intere gallerie e nella lunga fila di +ritratti femminili ogni celebre casa aristocratica d'Italia sarebbe +rappresentata. La mia cicerona, disgraziatamente, non me ne seppe +nominare alcuno. Forse avrei potuto trovare quello d'Isabella Orsini. Mi +si mostrò invece la stanza di questa disgraziata principessa che, solo +fugacemente, può darsi sia comparsa in questo castello. + +Alcuni soffitti sono decorati con figure di stucco, ma pesanti e senza +gusto; altri sono stati fatti dipingere dal Torlonia, il cui stemma è +qui più volte riprodotto. L'arme di chi è venuto su dall'aristocrazia +del danaro appare accanto a quella della vetusta casata degli Orsini, +come ironia del tempo moderno sul passato feudalismo. Quanti antenati, +quante lotte e fatiche, quale lunga storia di guerre, di paci, di +convenzioni, di delitti e di virtù dovettero succedersi prima che un +Orsini edificasse questo castello e che un altro ottenesse il titolo +ducale di Bracciano! Tutto ciò non occorreva più al banchiere Torlonia: +egli era diventato ricco durante la notte, ed un giorno potè metter fine +a tutta quella noiosa storia con un paio di cambiali, ponendo il suo +stemma: quattro stelle dorate con quattro grossi ciuffi di raggi d'oro, +accanto alla rosa degli Orsini, e sorridendo passeggiare come duca sotto +i cento polverosi ritratti del castello. Non è forse il mondo un venale +mercato di mercerie e di ciarpame?... + +La mia brava guida mi condusse sui merli del castello e sulla +piattaforma di tutte le torri che sono ripianate sulla cima la quale è +lastricata. Mi accompagnò quindi al luogo desolato, dove il conte o duca +sedeva per render giustizia ai vassalli o ai prigionieri di guerra e poi +nelle camere di tortura, nelle carceri chiuse da forti cancelli, ed in +altri luoghi, dove veniva eseguita la giustizia, nel buon tempo antico +delle torture e della pena capitale, quando ancora non si discuteva in +Parlamento l'abolizione della pena di morte. + +Dall'alto delle torri preferii ammirare l'incantevole specchio del lago +da una parte e dall'altra la cima del Soratte; quindi lasciai il +castello e vagai un poco sotto le alte querce del convento dei +cappuccini e infine attraversai il borgo di Bracciano che possiede un +albergo, La Piva, dove si sta abbastanza bene. E' poco frequentato; solo +nell'estate talvolta si anima per gli ospiti che si recano ai bagni +vulcanici di Stigliano e Vicarello, situati vicino al lago, famosi per +le loro virtù salutari fin dall'antichità. + +Quei di Bracciano non hanno alcuna industria, tranne le vicine ferriere. +In questo paese notai delle brocche di forma etrusca, che le donne e le +fanciulle portano sulla testa alla fontana: questi recipienti di +terracotta non vengono però fabbricati qui, ma a Vetralla, una delle +castella dell'antico paese prefettizio. Mi ricordai che un tempo v'era +in Bracciano una stamperia, da cui, per uno strano caso, nell'anno 1624 +era uscita la prima edizione della _Vita di Cola di Rienzo_, una delle +più pregevoli opere della storiografia romana del XIV secolo. Non mi fu +possibile trovare alcuna traccia di questo stabilimento, impiantato, chi +sa per quale ragione, a Bracciano. + +Era mia intenzione proseguire il mattino appresso per Anguillara, lungo +il lago; scesi perciò dall'altura del castello per un sentiero +selvaggio, giù alla sponda. Anguillara mi attirava per la storia dei +suoi conti, alcuni dei quali famosi senatori di Roma nel secolo XIV. + +Là fu conte un tempo Orso, il mecenate del Petrarca, uomo colto ed amico +delle muse che accolse il poeta ospitalmente nel Castello di Capranica e +come senatore di Roma lo coronò poi in Campidoglio. Petrarca si recò +senza dubbio da Capranica ad Anguillara ed i suoi occhi videro questo +lago delizioso, sulla sponda del quale l'usignolo sembra che chiami a sè +il poeta. Cento anni dopo, al tempo di Eugenio IV e di Pio II, era conte +di Anguillara il terribile Everso, violento signore d'Etruria, temuto +tutto all'intorno. Dopo la sua morte Paolo II conquistò gli undici +castelli di lui e fece tradurre il figlio, Francesco, in Castel S. +Angelo. Così finì questo ramo, ma Anguillara passò più tardi a Virginio +Orsini ed a Carlo, suo bastardo. Ricordano ancora Everso i resti del suo +palazzo in Trastevere: un'alta torre sulla cui cima, per Natale, si +suole esporre il presepio, ed il suo stemma sulla parete esterna +dell'ospedale lateranense, al quale questo delinquente aveva fatto un +pio lascito. + +L'arma dei conti d'Anguillara reca incrociati due serpenti o anguille: a +me almeno quei segni sono sembrati anguille e dapprima credetti che +anche il cognome derivasse dalle anguille del lago. Ma a Bracciano mi +convinsi dell'errore, essendomi stato detto che il lago è ricco di lucci +e di carpioni (_regine_), ma non d'anguille, ed avendo appreso, dalla +posizione stessa di Anguillara che il vero suo nome doveva essere +_Angularia_, giacchè il castello sta su di un promontorio che fa un +angolo nel lago. + +Proseguendo lungo la sponda, nella direzione di Anguillara, dopo aver +attraversato parecchi tratti paludosi, m'imbattei in una grossa mandra +di giovenchi e di splendidi tori che minacciava di tagliarmi la strada. +Chiamai un pastore in aiuto e questi mi accompagnò per un certo tratto, +minacciando con la sua lancia i tori e gridando loro delle parole di +comando. Costui, che era dei dintorni di Spoleto e faceva il pastore per +vivere, mi condusse in un luogo dove aveva stabilito la sua solitaria +dimora: era una specie di grotta sulla sponda, ombreggiata da un albero. +Mi sedei ed ammirai estatico l'azzurro lago, dal quale qua e là +guizzavano fuori pesci e le idilliche mandre di giovenchi e i cavalli +che animavano da ogni parte la riva. Cercavano l'acqua per rinfrescarsi, +ma talora si agitavano e correvano sulla sponda, perchè tormentati +dalle maligne mosche della palude, i tafani di Io. + +Rinunziai a malincuore alla mia gita ad Anguillara perchè, per quanto +vicino sembrasse quel paese per la trasparenza dell'aria, altrettanto +era invece lontano ed anche perchè sarebbe stato necessario aprirsi la +via attraverso la palude e la macchia di Mondragone che sembra arrivare +fino al lago. Tornai dunque a Bracciano, lungo la solitaria sponda dove, +fra i cespugli, l'usignolo etrusco canta così dolcemente come il suo +fratello latino del lago di Nemi. Nel pomeriggio, veramente soddisfatto +e ristorato feci ritorno a Roma. Questa gita durò solo cinque ore. + + +NOTE: + +[1] Il venerando Don Vincenzo Colonna è morto nell'ottobre del 1867 nel +castello di Marino. Debbo a lui, se durante molti anni, senza +restrizione alcuna, io ho potuto consultare gli archivi della sua casa; +egli mi ha inoltre fornito molte preziose notizie sulla storia di Roma. + +[2] Il nome _malfamato_ di Montefortino fu mutato nel 1870 in quello di +Artena a ricordo dell'antica città esistente nei dintorni. (N. d. T.). + +[3] In nomine Domini Amen. Anno a nativitate ejusdem Domini MDXLVII. +Pontificatus Sanctissimi in Christo Patris et Domini nostri Pauli divina +providentia Pape III anno ejusdem XIII. Indictione V. mensis Februarii +die Martis XV. In presentia mei notarii et testium infrascriptorum ad +hoc specialiter vocatorum et rogatorum. Constituta personaliter +Illustrissima et Excellentissima Domina Victoria Columna Marchionissa +Pescarie infirma corporis, et in lecto jacens, sana tamen mente, et +intellectu ac loquela... + +Actum Rome et in Palatio Illustrissimi Domini Juliani de Cesarinis +vocato Argentina, et in stantiis, viridarii, et in quadam camera in qua +ipsa Illustrissima Domina Testatrix infirma jacebat in lecto presentibus +audientibus et intelligentibus his videlicet... + +Ita testavi ego Victoria Columna. + +[4] Fumone sta sulla sommità di un alto e nudo monte conico spesso +avvolto pel contrasto dei venti tra le nubi, quasi come tra fiumi. Di +qui quel detto poichè gli abitanti dei dintorni riguardano quelle nubi +come sicuro pronostico di temporale. (N. d. T.). + +[5] La catena dei Volsci si distingue più precisamente in tre gruppi: +quello dei Lepini da Velletri e Valmontone fino all'Amaseno; quello +degli Ausoni tra questo fiume ed il lago di Fondi e quello degli Aurunci +tra Fondi e il Garigliano. La regione descritta dal nostro Autore sta +nel gruppo dei Lepini. (N. d. T.). + +[6] La famiglia di Innocenzo III si chiamava dei Conti di Segni, perchè +uno dei suoi antenati era stato governatore della città; oggi è provato +che questa famiglia possedette Segni solo dopo il 1353, cioè 137 anni +dopo la morte di Innocenzo III. (N. d. T.). + +[7] Sul suo piedistallo si legge la seguente iscrizione: _S. Brunoni +Doctori Eucharistico Episcopo Signino Abbati Casinensi Qui Berengario +Converso Haeresim Extinxit Henrico IV. Imp. Reducto Schisma Compressit +Adulpho Expulso Tyrannidem Abrogavit P. H. M. Mylord Ellis Congr. Casin. +Abbas Episc. Signin. S. Q. S. Protectori Exim. P. P. MDCCXII_. + +[8] «Donationem in scriptis de duabus massis, quae Nymphas et Normias +appellantur, juris existentis publici». Vedi la _Storia di Roma nel +Medio Evo_, vol. 2º. + +[9] Nel 1881 il Demanio lo alienò ed oggi, dopo varî passaggi, +appartiene al signor James Aguet. + +Il Circeo ha avuto il suo storico locale in Giuseppe Capponi che nel +1856 pubblicò a Velletri un volume dal titolo: _Il Promontorio Circeo +illustrato con la sua storia_. (N. d. T.). + +[10] Oggi Cassino. + +[11] Il Liri assume il nome di Garigliano dopo la confluenza, alla sua +sinistra, del Gari o Rapido proveniente da Cassino. (N. d. T.). + +[12] L'intiera linea da Roma a Napoli fu aperta all'esercizio nella +primavera del 1862, e merita lode il governo papale di aver terminato la +sua linea fino a Ceprano prima che il governo italiano terminasse il +tratto da Capua al ponte del Liri. + +[13] La più antica menzione di Bracciano si ha in un laudo del 10 +Gennaio 1234 fatto _in castro Brachiani, in platea ante domum Arsuli de +Porta_, col quale alcuni personaggi della famiglia dei Prefetti di Vico +nominarono gli arbitri per la divisione dei loro beni. Vedi: Calisse, _I +Prefetti di Vico_, p. 23, Roma, 1888. (N. d. T.). + +[14] Livio I Odescalchi divenne proprietario di Bracciano in forza di +verbale d'incanto 16 Agosto 1696 innanzi la Congregazione dei Baroni, +per 386,300 scudi; l'istrumento d'acquisto fu stipulato con Monsignor +Tesoriere il 1º Settembre successivo. (N. d. T.). + +[15] Il feudo fu venduto per 400,000 scudi al Marchese D. Giovanni +Torlonia, per gli atti del notaro G. B. Sacchi in data 15 Marzo 1803; +l'istrumento di riscatto fu stipulato tra il Duca D. Marino Torlonia ed +il Principe D. Livio III Odescalchi per gli atti del Notaro Bartoli il 2 +Decembre 1848, per uguale somma. (N. d. T.). + +[16] L'attuale proprietario Principe D. Baldassare Odescalchi ha fatto +in questi ultimi anni eseguire, sotto la direzione dell'architetto R. +Ojetti, molti lavori di ripristinamento, tra i quali quello dei portici. +(N. d. T.). + +[17] Dall'archivio Orsini (fascicolo intitolato: _Nomi delli ritratti +che sono nella sala di Bracciano_) si rileva che dalle pareti pendevano +151 ritratti di personaggi della casa Orsini. (N. d. T.). + + + + + INDICE + + + Prefazione Pag. III + + La Campagna romana » 1 + + I monti Ernici » 89 + + I monti Volsci » 141 + + Idilli delle spiagge romane » 191 + + Il Circeo » 247 + + Le sponde del Liri » 277 + + Il castello degli Orsini in Bracciano » 337 + + + + + + Nota del Trascrittore + + + L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute, + correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. I nomi in + greco a pag. 239 sono stati traslitterati. Tutte le occorrenze + dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state + normalizzate in (N. d. T.). Grafie alternative mantenute: + + char à banc/char-à-banc + danno/dànno + È/E' + geni/genî + medio evo/medio-evo + meta/mèta + opifici/opificî + pendio/pendìo + promontori/promontorî + studi/studî + tempi/tempî + volta/vôlta + volte/vôlte + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 1, by +Ferdinando Gregorovius + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 *** + +***** This file should be named 29955-8.txt or 29955-8.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/2/9/9/5/29955/ + +Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the +Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net +(This file was produced from images generously made +available by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. 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You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Passeggiate per l'Italia, vol. 1 + +Author: Ferdinando Gregorovius + +Translator: Corsi Mario + +Release Date: September 10, 2009 [EBook #29955] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 *** + + + + +Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the +Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net +(This file was produced from images generously made +available by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + + + + + +</pre> + + +<p class="title">FERDINANDO GREGOROVIUS</p> + +<h1><span class="big">Passeggiate per l'Italia</span></h1> + +<div class="figcenter" style="width: 59px;"> +<img src="images/ill001.jpg" width="59" height="55" alt="" title="" /> +</div> + +<p class="title">La<br /> +Campagna romana<br /> +I Monti Ernici—I Monti Volsci<br /> +Idilli delle spiagge romane—Il Circeo<br /> +Le sponde del Liri—Il Castello<br /> +degli Orsini<br /> +in<br /> +Bracciano.</p> + +<hr class="minor" /> +<p class="center"><i>Versione dal tedesco</i></p> +<hr class="minor" /> + +<p class="title"><span class="smcap">Ulisse Carboni—Libraio Editore</span><br /> +ROMA<br /> +<i>Via delle Muratte, 77</i><br /> +1906</p> + +<hr style="visibility: hidden;" /> + +<hr /> + +<p class="title">I diritti sulla presente traduzione sono riservati</p> + +<p class="title">Stab. Tip. della Società Poligrafica Editrice<br /> +Roma, Piazza Pigna, 53.</p> + +<hr /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_iii" id="Page_iii">[iii]</a></span></p> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill003.jpg" width="600" height="72" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter">PREFAZIONE</h2> + +<p>Questo volume, al quale altri faranno seguito, fa +parte di un'opera geniale, ma poco nota fra noi, del +Gregorovius, «<i>Wanderjahre in Italien</i>», che nel +testo tedesco comprende ben cinque volumi, editi +dal Brockhaus di Lipsia. Di essa apparvero già +in Italia, molto tempo addietro, frammenti, capitoli +isolati, ma—non sappiamo veramente per quale +motivo—mai se ne tentò l'intera traduzione.</p> + +<p>Ingiusto essendoci sembrato l'oblio, cui si erano +condannate queste bellissime pagine, abbiamo pensato +di presentarle al pubblico italiano in una fedele +ed integra versione.</p> + +<p>Questo primo volume comprende le escursioni +del grande storico della Roma medioevale per la +<span class="pagenum"><a name="Page_iv" id="Page_iv">[iv]</a></span>terra latina, per la campagna romana, la marittima +e per il Lazio fino alle sponde del Liri, escursioni +fatte, per la maggior parte, fra il 1858 ed +il 1860. Non sono fuggevoli impressioni alla Stendhal, +non sono note modeste o superficiali da <i>touriste</i> +e tanto meno vuote e patetiche chiacchierate: +se in Gregorovius il sentimento del bello era profondo, +se, dinanzi all'opera d'arte creata dall'uomo +od a quella plasmata dalla natura, egli si entusiasmava +e diveniva spontaneamente poeta, innanzi +tutto e soprattutto, egli era uno storico ed in ogni +cosa vedeva quindi e sentiva il passato. Anche in +un'opera di personali impressioni non poteva perciò +spogliarsi del suo abito di ricercatore e ricostruttore +di epoche trascorse: e in queste pagine, infatti, è +tutto il Gregorovius della «Storia del medio evo», +è il Gregorovius che fruga fra le rovine e fra i +vecchi manoscritti che raccoglie, riunisce, esamina +e ricostruisce.</p> + +<p>Leggendo queste pagine si sente che Gregorovius +è nel suo dominio: egli conosceva infatti Roma +ed i suoi dintorni, come pochi anche oggi la conoscono +e l'amava con affetto sconfinato e ammirazione +profonda di figlio: ne conosceva i monumenti, +i ruderi, gli abitanti, le abitudini, il linguaggio, +la vita comune, la storia grande e tragica, la politica, +le leggende, la fede. Le sue osservazioni, +di un'esattezza severa, scrupolosa, sono quindi +spontanee e pensate insieme, costanti e continue. +<span class="pagenum"><a name="Page_v" id="Page_v">[v]</a></span>La vita di mezzo secolo fa, sotto il dominio papale, +molto diversa invero da quella di oggi, ma +forse più caratteristica, rivive nelle pagine di questo +bel libro e vi rivive intera, in tutta la sua bellezza, +ricordando, più di quello che oggi ricordi, +tutto un passato di lotte, di guerre, di gesta e di +tragedie. Accanto al Lazio della metà del secolo <span class="smcap">xix</span> +si leva, in questo libro mirabile, per quanto non +scevro di difetti e d'ingenuità, il Lazio del medio +evo. Libro di rievocazione storica potrebbe dunque +chiamarsi questo: sia che l'Autore ci presenti il +pittoresco aspetto della campagna romana, le selvagge +solitudini dei monti Ernici e Volsci, la poesia +profonda delle rovine infiorate di Ninfa, o il pauroso +squallore di Astura dinanzi al limpido Tirreno +e le ville sepolte nelle paludi pontine, l'omerico +Circeo, o il cupo maniero degli Orsini, il passato +ritorna sempre in queste pagine e vi ritorna nella +sua vera luce, maestoso, terribile, in tutto il suo +profumo di cosa lontana.</p> + +<p>Chi seguirà oggi lo storico tedesco nelle sue dotte +escursioni, troverà probabilmente i dintorni di +Roma molto diversi da quello che presentemente +sono: Gregorovius visitò la nostra terra in un +tempo che è, per gli avvenimenti accaduti, già lontano +da noi, per quanto neppur mezzo secolo ce +ne separi. Egli percorse questa regione in un momento +di fermentazione e quando ancora tante +barbarie non erano state commesse sotto il vano +e pomposo pretesto di progresso, di miglioramento.<span class="pagenum"><a name="Page_vi" id="Page_vi">[vi]</a></span> +Oggi molto, per opera della nuova gente e per le +nuove necessità della vita, è mutato e ciò conferisce +al libro un interesse ed un sapore ancora +maggiore. Ciò, anzi, ci ha indotti soprattutto a +tentare questa nuova e completa edizione delle +«Escursioni per l'Italia» di Ferdinando Gregorovius +cui non dubitiamo che il pubblico sarà per +far lieta accoglienza.</p> + +<p class="left">Luglio 1906.</p> + +<p class="right"><span class="smcap">L'Editore.</span></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_vii" id="Page_vii">[vii]</a></span></p> + +<hr /> +<h2 class="lighter">LA CAMPAGNA ROMANA<br /> +<span class="small">(1856)</span></h2> + +<hr /> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill009.jpg" width="600" height="50" alt="" title="" /> +</div> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[1]</a></span></p> +<h2 class="lighter"><a name="La_campagna_romana" id="La_campagna_romana"></a>La campagna romana.<br /> +<span class="small">(1856).</span></h2> + +<p>La regione nota sotto il nome di Campagna +romana varia di estensione a seconda +del modo come ne vengono tracciati +i confini. Nel senso più preciso della +parola, si chiama Campagna di Roma la +regione deserta e grandiosa che si stende +intorno alle mura della città de' Cesari e +che è bagnata dal Tevere e dall'Aniene. Il +suo perimetro si può tracciare ad un dipresso +con i punti seguenti: Civitavecchia, +Tolfa, Ronciglione, monte Soratte, Tivoli, +Palestrina, Albano e Ostia. In senso più +vasto, la campagna si stende sino al regno +di Napoli, avendo per confini il Liri o Garigliano; +di là da questo fiume sino al +Sarno, che si getta nel mare presso Pompei, +vi è l'altra campagna, la quale forma +la bella provincia (Campania) che ha per +capoluogo Capua.<span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[2]</a></span></p> + +<p>La campagna di Roma non è dunque +altro che l'antico Lazio, separato dal paese +dei Tusci per mezzo del Tevere. Dopo +Costantino il Grande cessò di esser chiamata +Lazio ed assunse il nome di Campagna, +comprendendo nel medio-evo una buona +parte del così detto «<i>Ducatus Romanus</i>».</p> + +<p>Sin dai tempi feudali questa regione era +divisa in due parti, la Campagna propriamente +detta nell'interno e la Marittima, +che si spingeva lungo il mare sino a Terracina. +La natura l'ha del pari distinta in +due parti, in pianure e montagne. Le pianure +sono tre, quella intorno alla città, solcata +dall'Aniene e dal Tevere e coronata +dai monti della Sabina, di Albano e di Ronciglione +e bagnata dal mare; quella più +vasta, circoscritta da una parte dai monti +Volsci e Albani, e dall'altra dal mare, la +quale comprende le paludi Pontine; ed infine +quella interna, formata dalla valle del +Sacco, che fiancheggiato dai monti Volsci, +dagli Equi e dagli Ernici, dopo breve tragitto +sbocca nel Liri, presso Isoletta, sotto +Ceprano.</p> + +<p>Di questa stupenda regione del Lazio +voglio intrattenere i miei lettori, fra cui +alcuno conoscerà certo e ricorderà (se per +recarsi da Roma a Napoli avrà preso la +strada per Frosinone e S. Germano in luogo +dell'altra per Terracina) le bellezze della<span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[3]</a></span> +valle del Sacco e delle montagne che la circondano. +Nella mia descrizione moverò da +queste due città, da Genazzano cioè, luogo +di pellegrinaggio ben noto, situato all'ingresso +della valle, e da Anagni, antica residenza +di più papi nel medio evo. Ho vissuto +tranquillamente a Genazzano alcune +settimane, e ne ho approfittato per conoscere +la Campagna latina e per visitare le +sue città ed i luoghi più importanti, di cui +la conoscenza poteva servirmi per la mia +storia di Roma nel medio evo. Mi trovavo +nel campo preciso di quella storia, nel +paese d'origine di quella grande famiglia +Colonna, la quale di là sorse così imponente +e, come già ho detto, in una delle residenze +dei papi medioevali, tra i quali basterà +nominare Bonifacio VIII, per eccitare +un sentimento più vivace per quella località. +Non si spaventi il lettore, io non ho +intenzione di opprimerlo con nomi e con +eccessive ricerche, per quanto questo paese +meriterebbe una nuova e più chiara descrizione +di quelle del Nibby e del Gell, +come la meriterebbero pure Anticoli, Alatri, +Veroli, Soni ed Arpino, patria questa +di Cicerone e di Mario, e tutti quei monti e +quelle valli, belle e selvagge, colà situate, +note sotto il nome di Ciociaria.</p> + +<p>Si va da Roma a Genazzano per la via +Labicana, uscendo da Porta Maggiore,<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[4]</a></span> +dove in altri tempi cominciavano la via +Labicana e la via Prenestina. Di queste due +resta solo la prima, ampia strada che anticamente +sboccava sotto Anagni nella via +Latina, attraversava la valle del Sacco (<i>Trerus</i>) +e poi il Liri presso Ceprano (l'antica +<i>Fregella</i>). Il viaggiatore che esca oggi da +Roma per questa venerabile porta, si trova +dinanzi ad un nuovo spettacolo, perchè là +sorge la stazione provvisoria della prima +strada ferrata degli Stati della Chiesa, che +porta a Napoli; la costruzione molto meschina +è a ridosso dell'arco gigantesco dell'acquedotto +di Claudio. Si direbbe che l'invenzione +più recente della civiltà abbia +timore di levarsi a fianco delle rovine colossali +dell'antica Roma, sebbene il genio moderno +di gran lunga sorpassi quello dell'antichità, +sì che un Plinio, o un Traiano +proverebbero oggi uno stupore pari a quello +del pastore del Lazio che vede per la prima +volta passare precipitosa e sbuffante una +locomotiva. Eccettuata la più bella strada +ferrata del mondo, quella che va da Napoli +a Pompei, non ve n'ha altra che possa +offrire un contrasto più vivo fra due epoche +della umana civiltà, quanto questa che +corre lungo gli archi coperti di musco dell'acqua +Claudia, attraverso alla triste campagna, +fra le antiche tombe e le torri solitarie +dell'età di mezzo.<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[5]</a></span></p> + +<p>A tre miglia da Roma s'incontra Tor +Pignatara, dove è la tomba di Elena, madre +di Costantino; sei miglia più in là, un +ponte sul ruscello Marrana (<i>Aqua Crabra</i>), +quindi Torre Nuova con i suoi pini maestosi, +castello di proprietà del principe Borghese, +dove gli archeologi pretendono sia +esistita la villa Popinia, di Attilio Regolo, +cosa che noi non contrasteremo, accontentandoci +di accoglierla con un sorriso. Il lago +Regillo invece è veramente l'antico «<i>Lacus +Regillus</i>» e l'ombra di Tarquinio viene a +confermarcelo e a dissipare i nostri dubbi. +Oggi non ha più acqua ed il cratere vulcanico +è rimasto secco: è piccolissimo, +tanto che viene chiamato il Laghetto. Dopo +si trova la prima stazione, Osteria della +Colonna, che è una taverna isolata al sedicesimo +miglio, costruita ai piedi di una +collina che si stacca dai monti Albani, in +cima alla quale sta il villaggio di Colonna, +nel medio evo culla della famiglia di questo +nome. Passata Osteria, la prima stazione +che s'incontra è «<i>ad Statuas</i>», oggi +S. Cesareo; essa pure è una trattoria, perduta +in mezzo alle vigne, in un terreno accidentato, +mal rinomato un tempo per le +frequenti grassazioni commesse dai briganti. +In questo luogo i banditi eran soliti +attendere il passaggio delle diligenze, +ad una curva della strada, pronti a <i>saltar fuora</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[6]</a></span> +come dicevano, al momento opportuno. +Da S. Cesario si scopre, fra bellissimi +vigneti, il piccolo villaggio di Zagarolo, +antico feudo dei Colonna, ai quali +apparteneva tutto il territorio dei dintorni. +Questo borgo dovrebbe essere, o almeno +lo si crede, l'antico <i>Pedum</i>, che Orazio nomina +nella sua quarta epistola, diretta all'amico +Albio Tibullo:</p> + +<div class="poem" style="width: 20em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">Albi, nostrorum sermonum candide judex.<br /></span> +<span class="i0">Quid nunc te dicam facere in regione Pedana?<br /></span> +</div></div> + +<p>Di qui, continuando a salire per qualche +miglio, si giunge a Palestrina, località assai +importante, che fu l'antica e gloriosa Preneste +dei Romani, dove oggi si può riconoscere +ancora per un certo tratto il selciato +poligonale dell'antica strada.</p> + +<p>Qui è bene che ci arrestiamo un poco, +perchè i miei lettori non abbiano ad accusarmi +di accennare soltanto al nome di +una città così antica e degna di nota; tuttavia +non mi tratterrò a lungo.</p> + +<p>Preneste, che ora sotto il nome di Palestrina +ci appare come un gruppo di case +nere sul pendio di una collina di tufo, fu +anticamente la dominatrice del Lazio, prima +di Alba Longa e di Roma, come lo attestano +le ciclopiche mura in doppia linea +che ancora esistono e che proteggevano +altra volta l'antica cittadella. Sorgeva questa<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[7]</a></span> +sul punto più elevato del monte Prenestino, +in una località per natura fortissima +e quasi inespugnabile, dove nel +medio evo fu costruito un castello. L'origine +dell'antica città rimonta ai tempi favolosi, +ai tempi di re Cecolo, che Virgilio +(<i>Eneide</i>, VII, 678) pone alla testa di una +legione, di cui facevano parte le genti dell'Anio, +dell'Ernica e della «<i>ricca</i>» Anagni.</p> + +<p>Preneste fu signora del Lazio sino al +giorno in cui i Romani la sottomisero. Più +tardi la si trova spesso menzionata nella +storia; Pirro la conquistò e vi si arrestò +prima di muovere contro Roma; maggiore +importanza ebbe ai tempi di Silla, quando +il giovane Mario cercò di sottometterla; +e allorchè Silla divenne padrone della città, +dopo un lungo e faticoso assedio, vi fece +trucidare tutti gli abitanti maschi, li rimpiazzò +con i suoi veterani ed ingrandì talmente +il tempio della Fortuna, uno dei più +famosi santuari del Lazio, da comprendere +quasi tutto lo spazio dell'odierna città +che venne innalzata sulle fondazioni del +tempio di Silla. Augusto portò nuovi coloni +a Preneste, e tanto lui quanto Tiberio +suo successore si recarono di frequente e +volentieri a villeggiare nella villa imperiale +che possedevano in quella città, dove trovavano +pura e salubre l'aria. La villa Claudia +fu anche nei secoli seguenti, durante<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[8]</a></span> +l'estate, dimora prediletta degli imperatori, +e la città si mantenne florida per lungo +tempo ancora e non perdette il suo splendore +che all'epoca delle invasioni barbariche, +in cui prese il nome di Palestrina.</p> + +<p>Secondo un atto del 970, che esiste tuttora, +papa Giovanni XIII fece donazione +del feudo di Palestrina alla senatoressa Stefania. +La nipote di questa, Emilia (<i>Imilia +nobilissima comitissa</i>), sposò verso il 1050 +il padrone di Colonna e, a quanto pare, il +loro figlio, Pietro de Colonna, inaugurò la +dominazione della sua gente sulla città di +Palestrina. Ciò che è incontestato si è che +dal <span class="smcap">xii</span> secolo questa famiglia cominciò a +diventare potente in quel territorio e ad +estendere a poco a poco il suo dominio dai +monti Latini a quelli dei Volsci, degli Equi +e degli Ernici. Palestrina fu tolta nel 1298 +ai Colonna da Bonifacio VIII, loro acerrimo +nemico, o con un assedio, o in seguito ad +una capitolazione accettata dai due cardinali +della famiglia, Iacopo e Pietro, e dai +loro congiunti, che vi si erano rinchiusi; +il papa, divenuto padrone della città, furiosamente +ne fece abbattere le mura e le +case, ad eccezione della cattedrale di S. Agapito, +e, dopo aver sparso di sale le rovine, +vi fece passare sopra l'aratro. Tuttavia +Palestrina risorse, ma per essere distrutta +di nuovo, nel 1436, dal patriarca Vitelleschi.<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[9]</a></span> +Venuto questi in guerra con i Colonna, +s'impadronì della sfortunata città e tutta +la distrusse, non facendo eccezione neppure +per la cattedrale. Due anni appresso +anche il castello, che sorgeva in cima al +monte, fu atterrato.</p> + +<p>Sorvolo su i saccheggi che in seguito +rovinarono di nuovo Palestrina. La città, +tale e quale è oggi, non rimonta oltre il +secolo <span class="smcap">xv</span>. I Colonna continuarono a considerarla +come loro principale residenza, +con Paliano, ed ottennero anzi, nel 1571, +da Pio V, il titolo di principi di Palestrina, +finchè, per i debiti, nel 1630 dovettero vendere +la città a Carlo Barberini, fratello di +Urbano VIII, per la somma di 775,000 scudi +romani. L'ultimo Colonna signore di Palestrina +fu Francesco, morto nel 1636.</p> + +<p>L'attuale città si stende a forma di terrazze +sul pendio del monte, ed è di aspetto +cupo, eccezione fatta della lunga via principale, +dove sono parecchi palazzi. Nel +punto più elevato sorge il palazzo Barberini, +magnifica costruzione nello stile del +secolo <span class="smcap">xvii</span>, oggi completamente abbandonata. +Per la sua forma semicircolare ricorda +la pianta dell'antico tempio della +Fortuna di Silla, sulla cui area fu appunto +costruito. Questo palazzo baronale che risale +al periodo del maggior lusso della +vita romana moderna, ha gran numero di<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[10]</a></span> +sale, di camere, di logge, ma non offre +nulla che meriti veramente di esser visto, +eccettuato un grande mosaico, paragonabile +a quello scoperto a Pompei e conosciuto +sotto il nome di battaglia di Alessandro. +Rappresenta scene campestri e +religiose dell'Egitto, con gruppi di sacerdoti, +di sacerdotesse, di sacrificatori, di +guerrieri, di pescatori, di pastori e di cacciatori, +con templi, case rustiche, animali, +il tutto eseguito con somma maestria. Pare +che non risalga ai tempi di Silla, come è +stato affermato; è senza dubbio di un'epoca +posteriore, forse di quella dell'imperatore +Adriano. Questo capolavoro artistico fu +scoperto nel 1638 fra le rovine del tempio +della Fortuna, dove ornava probabilmente +una nicchia. La famiglia Barberini lo aveva +da prima posto nel suo palazzo a Roma, +ma più tardi lo restituì a Palestrina, per +aderire alle preghiere degli abitanti, i quali +si dolevano che la loro città fosse stata +privata della sua più bella rarità.</p> + +<p>Ma ciò che è più pregevole nel palazzo +di Palestrina, non è la sua antichità, ma +la sua posizione, in cima all'altura, dove +spira un'aria sempre fresca, pura e balsamica, +e dalle cui finestre si gode una +vista d'una grandiosità e d'una bellezza +veramente uniche. L'occhio di lassù abbraccia +la maggior parte del Lazio da un<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[11]</a></span> +lato e dall'altro una parte dell'antico paese +dei Tusci (Etruria), ora patrimonio di S. Pietro; +la vasta pianura, di aspetto classico, è +limitata dai monti Latini e Volsci, in mezzo +ad essa si apre una larga strada in fondo +alla quale si scorge luminoso il mare. All'orizzonte +si scorgono le linee di Roma, +la città eterna, nei vapori turchini, il +monte Soratte isolato e solitario, e la catena +degli Appennini, e più in là i monti +della Sabina, ed a sinistra poi l'ampia e +bella valle del Sacco, dominata dalle cime +di Montefortino e di Segni; e più lontano +le alture della Serra e tutte quelle vette +dei monti di Anagni e di Ferentino, che +si perdono nell'azzurro vivo del cielo. Se +poi ci figuriamo quelle pianure e quelle +colline seminate di città, di ville e di villaggi +così ricchi di ricordi storici, che richiamano +alla memoria i tempi di Roma +antica, dell'impero e del medio evo, se si +pensa che di lassù si possono contemplare +l'Umbria, la Sabina, il Lazio, il paese degli +Equi e degli Ernici, l'Etruria, i monti Volsci +ed Albani, ed infine il mare, tutto questo +riunito in un solo e grandioso panorama, +ci si potrà fare allora un'idea della grandiosità +ed imponenza dello spettacolo che +Palestrina offre. Quando i Colonna, nel medio +evo, dalle finestre del loro palazzo o +castello miravano i loro possessi, potevano<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[12]</a></span> +orgogliosamente ben dirsi i più ricchi ed i +più potenti signori del Lazio.</p> + +<p>Dinanzi a questo quadro meraviglioso, +sotto l'azzurro di quel cielo, in quell'aria +sì pura, si prova quasi una voluttà nel ricordarsi +che Palestrina ha dato i natali ad +uno dei geni più grandi della musica sacra, +che assunse ed illustrò il nome della sua +città natale.</p> + +<p>Più ampio orizzonte ancora si scorge, +salendo dal palazzo all'antica rocca: questa +sorge proprio sulla vetta del monte Preneste; +vi si arriva faticosamente in meno +di un'ora, per un ripido sentiero scavato +nella pietra calcare. Era un dopo mezzogiorno +di agosto, quando io mi ci recai, +e sebbene il sole fosse ardentissimo, mi +sentivo fresco e leggero, poichè l'aria +fresca di quell'altura non lascia sentire la +fatica. Su questa cima è un piccolo borgo, +S. Pietro, che risale a tempi antichissimi, +poichè si fa menzione di un convento o +monastero in quel punto sin dal secolo <span class="smcap">vi</span>. +Vicino a quello rimangono le belle rovine +del castello medioevale, dei muri quasi +abbattuti, delle torri cadenti, invase dalla +ginestra selvatica e quasi coperte di edera +lussureggiante. Qui fu rinchiuso lo sfortunato +Corradino, dopo la battaglia di Tagliacozzo, +e di qui egli fu condotto al patibolo +a Napoli.<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[13]</a></span></p> + +<p>Bonifacio VIII fece distruggere questo +<i>Castrum Montis Prenestini</i>, antica rocca +dei Colonna e centro della loro signoria +nella Campagna. Si possono leggere anche +oggi le lagnanze dei Colonna al papa, in +un documento del 1304, dove è scritto: +«Egli ha anche demolito la rocca dell'antico +monte Prenestino, <i>Rocca nobilissima</i>, +che comprendeva splendidi palazzi e mura +antichissime costruite dai Saraceni (<i>Saracenico opere</i>), +con grandi macigni, al pari +delle mura delle città, ed inoltre l'importantissima +chiesa di S. Pietro, edificata +sull'area di un monastero. Egli ha atterrato +tutto ciò, insieme ad altri palazzi ed +alle case, in numero di circa duecento». +Il celebre Stefano Colonna però fece ricostruire +la città e la rocca, ed oggi ancora +si può leggere sopra la porta della rocca +rovinata e sotto lo stemma dei Colonna, la +seguente iscrizione:</p> + +<p class="inscr">MAGNIFICVS D<span class="o">N</span>S STEFA<span class="o">N</span> DE COLVMNA REDIFICAVIT<br /> + CIVITATEM PENESTRE C<span class="o">V</span> MONTE ET ARCE<br /> + ANNO 1332</p> + +<p>Preneste fu del resto uno dei paesi storici +più antichi del Lazio, e pare sia stato +dimora attribuita al favoloso re Cecolo, +nome che sembra una trasformazione dell'antico +re Cocalo di Agrigento, famoso per +il mito di Dedalo. La veduta da questo<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[14]</a></span> +punto dei monti Sabini, che si levano severi +e maestosi, è grandiosa ed imponente.</p> + +<p>Non chiederò a' miei lettori di seguirmi +fra le rovine dell'antica Preneste disseminate +nelle vigne, sotto l'odierna città, dove +formano una specie di labirinto di volte e +di stanze, e dove ancora si trovano preziosi +oggetti di antichità; non chiederò +questo a' miei lettori, perchè tali escursioni +sono faticose ed in genere quasi inutili.</p> + +<p>Palestrina ha due buoni storici, Cecconi +e Petrini, le cui <i>Memorie Prenestine</i> sono +molto preziose per lo studio della storia +del medio evo romano e della campagna +romana.</p> + +<p>Subito sotto la città, la strada s'interna +in una gola profonda, in mezzo ai monti +popolati di lussureggianti castagni, dove +scorre anche un torrente chiuso tra due +rocce selvagge che tolgono ogni vista. +Dopo tre miglia la strada si apre ad un +tratto sopra un ponte grandioso e pittoresco, +che varca uno degli affluenti del Sacco, e +ci si trova allora dinanzi il cupo e bizzarro +villaggio di Cave, costruito su una collina +attorniata da vigneti e da giardini, da dove +la vista può stendersi sino ai monti Volsci +e per la pianura del Sacco.</p> + +<p>Sulla piazza del mercato di Cave sorge +una colonna, emblema della famiglia Colonna, +antica feudataria del luogo. Nei<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[15]</a></span> +dintorni crescono alberi di noce di straordinarie +dimensioni, i cui frutti raggiungono +talvolta la grossezza di un pomo e sono +molto apprezzati in tutta la campagna +romana.</p> + +<p>Il popolo di Cave è di sangue caldo, +pronto all'ira ed incline a maneggiare +il coltello, e parla un dialetto che si avvicina +molto al linguaggio delle cronache +del medio evo, al romanesco, e che ricorda +anche il calabrese per la facilità nel sostituire +alle vocali i dittonghi. Invece di +<i>si</i>, per esempio, esso dice <i>sei</i> ed anche +<i>seine</i>, con la cantilena abituale alla gente +volgare; dice <i>signoure</i> per <i>signore</i>, <i>muratoure</i> +per <i>muratore</i>, <i>Rouma</i> per <i>Roma</i>. +Quei di Palestrina hanno invece conservato +molte parole e desinenze latine; il buon vignaiolo +Agapito, quando m'invitava ad +andare nella sua vigna, mi diceva: <i>venite +in vigna mea</i> (e non <i>mia</i>), locuzione questa +che dai contadini di Genazzano era stimata +cattiva e che a quelli di Palestrina pareva +migliore.</p> + +<p>Ci vogliono ancora tre miglia di strada +per arrivare a Genazzano, sempre sullo +stupendo altipiano che corre lungo il monte +di Cave, con la vista continua dell'amena +valle del Sacco, ed in lontananza con la +vista di Paliano, altra dimora dei Colonna, +con il suo castello interamente bianco: sui<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[16]</a></span> +confini dell'orizzonte da questa strada si +scorge inoltre l'antica Anagni, perduta quasi +fra le nubi, sulla cima del monte.</p> + +<p>Ad un tratto la strada discende rapidamente +e ci conduce in una incantevole regione +di collinette e di valli, che si seguono +con pittoresca varietà; delle distese di olivi +inargentati, dei folti boschi, malinconici, +di castagni, dei campi di grano e di granturco, +degli orti, delle viti che avvolgono +i loro rami da un olmo all'altro, completano +il bel quadro. Sulla collina che domina +tutto questo paesaggio è situato Genazzano, +paese lungo e nero come le rocce +su cui è fabbricato. Le sue case sembra +quasi che si arrampichino in processione +sino alla chiesa di S. Maria del buon Consiglio, +il santuario più famoso della campagna +latina, o che si rechino, quali vassalli, +verso il bel castello baronale dei +Colonna, che corona la sommità del monte.</p> + +<p>Una porta merlata dà accesso alla piccola +città; appena entrati l'attenzione del +visitatore è attratta da un rozzo affresco, +dipinto sulla parete di una casa, che rappresenta +la «Madonna del Buon Consiglio», +sostenuta in aria dagli angeli e circondata +da pellegrini dalle cappe adorne +di conchiglie e col bastone ricurvo in +mano, in atto di venerazione. Strade deserte +menano alla piazza principale «<i>piazza Imperiale</i>»<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[17]</a></span> +l'aspetto delle abitazioni nulla +ha di seducente, se non qua e là qualche +finestra gotica, che ricorda, con le sue sculture +ed i suoi rabeschi, il periodo migliore +del medio evo.</p> + +<p>Quando si arriva in un paese appartato +per dimorarvi qualche tempo (io ho villeggiato +per tre mesi a Genazzano la prima +volta, e vi sono tornato ancora due volte +nell'estate), uno dei primi pensieri, dopo +aver trovato un'abitazione ed esservisi istallati, +è quello di cercare le più belle passeggiate +e quei luoghi dove si può gustare +l'aria libera, il fresco, la tranquillità, e leggere +e pensare senza venir disturbati. Mi +sono accorto subito che a Genazzano potevo +soddisfare i miei gusti rustici. Per il +paese non si può, è vero, passeggiare a +lungo, le vie essendo troppo ineguali e +troppo strette; non v'è una pianta sotto +l'ombra della quale sia possibile sedere; +ma fuori abbondano ombrosi castagneti e +ameni vigneti, ove è dato assaporare tutte +le dolcezze della pace e della solitudine. +V'è pure una strada piana, adattissima per +passeggiarvi; per giungere a questa bisogna +attraversare il palazzo Colonna e si +arriva ad un ponte gittato attraverso un +burrone e formato di un arco solo in pietra, +non indegno degli antichi romani: vi si +scorge la mano possente dei Colonna. Addossato<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[18]</a></span> +allo stesso palazzo è un acquedotto, +costruito questo pure da quell'antica famiglia, +ora abbandonato, ma molto pittoresco, +con i suoi archi che, in parte rovinati, sorgono +negli antichi giardini, ridotti essi +pure in misero stato.</p> + +<p>Lungo l'acquedotto v'è una strada, per +i soli pedoni, che conduce all'abbandonato +convento di S. Pio.</p> + +<p>Ricordo ancora con un certo piacere il +giorno in cui, andando alla scoperta di +un luogo per le mie future passeggiate, +ho percorso per la prima volta la via che +mena a S. Pio. La strada bella e buona +sale fra i vigneti ed i boschi; tutto ad un +tratto la vista si apre a destra, e si scorgono +terreni ondulati, coperti di viti, e +l'ampia e tranquilla valle del Sacco, circoscritta +da catene montuose, ed un paesaggio +dall'aspetto superbo. A fianco della +via sorge una piccola altura detta Fagnano, +sulla cui pendice trovasi un masso voluminoso, +ombreggiato da annose piante di +olivo; su quest'altura mi son procurato +spesso il godimento di leggere la <i>Vita +nuova</i> di Dante o la <i>Consolazione della +filosofia</i> di Boezio, riposando poi alla fine +di ogni capitolo i miei occhi nel contemplare +quel quadro sublime che si spiegava +dinanzi a me. Di lassù si gode tutto meravigliosamente: +sul primo piano dei lussureggianti<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[19]</a></span> +boschetti; più in là un'ampia +valle coperta di una cupa foresta, illuminata +da un sole ardente; a destra ed a +sinistra delle splendide catene di montagne. +Quella a sinistra è chiamata Serra, dominata +dalla piramide gigantesca del Serrone, +da cui si staccano monti di minore altezza, +persi tutti in un mare di verdura, interrotto +qua e là da numerosi villaggi e +castelli. Dalla Serra si staccano delle ridenti +e fresche colline, seminate qua e là +di fortezze feudali e di bianche borgate, +brillanti sotto i raggi del sole. Sull'altro +versante, altre colline formano come gli +avamposti dei monti Volsci, le cui sommità +seguono delle ardite curve e danno +così un altro aspetto al paesaggio.</p> + +<p>Su queste vette luminose e nelle nere +valli, l'occhio distingue numerosi castelli, +monasteri e villaggi che sembrano sospesi +nell'aria. Da per tutto regna un silenzio +solenne, imponente. I contorni delle +cime sembrano scolpiti nell'azzurro del +cielo. Dietro la Serra si scorge qua e là +una punta nevosa, d'una dolce tinta violetta: +è qualche vetta selvaggia dell'Abruzzo; +più lontano ancora, in una nebbia +d'argento, appaiono altre punte coperte +di neve e nelle forme più svariate, +alcune simili ad obelischi, altre simili a +cupole: esse richiamano la fantasia verso<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[20]</a></span> +regioni ancora ignote del paese dei Sanniti, +o verso le sponde del Liri.</p> + +<p>Chi potrebbe dipingere su una tela le +bellezze di questo paesaggio, allorquando +la tinta rossastra della sera viene ad avvolgere +i monti con una porpora raggiante +e l'ombra si stende su tutta la valle? La +notte scende allora a poco a poco sulle +meravigliose pendici della Serra e pare che +s'impadronisca, l'un dopo l'altro, dei paesi +per piombarli poi nelle tenebre più fitte. +Gli ultimi raggi del sole sul tramonto +fanno scintillare i vetri delle finestre di +Serrone, di Roiate e di Piglio; quindi tutto +diventa scuro, tutto scompare, ed anche il +castello di Paliano si perde nelle tenebre. +Un solo paese appare ancora di lontano, +per gli ultimi raggi che vanno a morire +sulle sue finestre; è posto sopra un colle +e lo ricopre quasi tutto e per la sua estensione +appare assai più importante di tutti +quelli della campagna romana. Sin dalla +prima sera l'ho riconosciuto, per la sua +posizione, e non sono caduto in errore: è +Anagni, la patria di Bonifacio VIII, che io +ho salutato con i versi di Dante:</p> + +<div class="poem" style="width: 16em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso,<br /></span> +<span class="i0">E nel vicario suo Cristo esser catto.<br /></span> +</div></div> + +<p>L'impressione di un paesaggio diventa +maggiore per il pensatore, allorchè vi sa<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[21]</a></span> +ricollegare i ricordi storici e farvi rivivere +qualche grande figura del passato: la valle +latina che si stende ai nostri piedi è la +chiave del regno di Napoli, è la strada +militare percorsa dai popoli invasori del +medio evo. I Goti, i Vandali, i Franchi, i +Longobardi, Belisario, gli Ottoni, gli Hohenstaufen, +i Saraceni, i Francesi, gli Spagnoli, +tutti hanno dissetato i loro destrieri +nelle acque del Sacco, tutti hanno +traversato questi campi virgiliani, per riversarsi +poi di là dalla valle del Liri, +in quel paradiso che ha nome reame di +Napoli.</p> + +<p>Genazzano non è una città molto antica; +risale al medio evo. Solo il suo nome, +forse, rimonta all'antichità, giacchè si vuol +farlo derivare dalla <i>Gens Genucia</i>, la quale +qui possedeva il <i>fundus Genucianus</i>. Non +è che dai primi del secolo <span class="smcap">xi</span> che si ricorda +in alcuni documenti il nome del castello +di Genazzano, come proprietà dei Colonna +di Palestrina. Questo castello fu dimora +di un ramo di detta famiglia e le diede +il nome. Si vuole anzi che il solo papa +di questa famiglia sia nato appunto a Genazzano: +fu questi Martino V, Ottone Colonna, +eletto a Costanza nel 1417, sotto +il quale ebbe fine lo scisma di Avignone. +E' fuori dubbio, per lo meno, che questo +illustre pontefice appartenne al ramo dei<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[22]</a></span> +Colonna di Genazzano e che amò risiedere +solitario in questo dominio della sua famiglia. +Amava il paese e vi fece costruire +delle chiese e probabilmente ingrandì anche +il palazzo che i suoi nipoti, più tardi, +abbellirono. Ai Colonna spetta pure il +vanto di aver fatto costruire l'acquedotto, +di cui ho parlato; e le pittoresche rovine +dei bagni che stanno in un avvallamento +del terreno, dinanzi alle porte della città, +rivelano, per la grandiosità del loro stile, +che autori ne furono i potenti baroni. Il +loro palazzo o castello feudale era un tempo +vasto e magnifico; oggi cade in rovina al +pari di quasi tutti i palazzi della campagna +romana.</p> + +<p>Il cortile, d'un gusto severo, col suo duplice +colonnato elegante e leggero, ricorda +quasi l'epoca del Bramante: ora, però, +fra quelle colonne si vedono statue di +marmo mutilate, senza testa, ma che, nello +stato miserando in cui sono ridotte parlano +con maggiore eloquenza all'animo del +visitatore che se fossero tuttora intatte. +Esse sono in perfetta armonia con quel +palazzo deserto, e mi hanno fatto tornare +alla mente certe descrizioni di castelli +feudali in rovina, lette nei romanzi di +Walter Scott. Una volta i Colonna avevano +fatto dipingere sulle pareti di una loggia +i panorami delle città comprese nei loro<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[23]</a></span> +vasti dominî: ora questi affreschi sono +cancellati, come scomparsi sono i titoli +ed i diritti dei loro signori. Unico abitatore, +che percorre quelle sale vaste e abbandonate, +simile ad un mago o ad un +incantatore, è un vecchio medico dalla +barba bianca, che vi ha stabilito la sua +dimora e solo ne anima la profonda solitudine.</p> + +<p>A Genazzano del resto non mi sono dato +cura nè di antichità, nè di ricerche archeologiche, +e mi sono invece abbandonato interamente +al piacere di goder le bellezze +naturali e di conversare con quella buona +popolazione. Non volendo unicamente trascorrere +il mio tempo ad ammirare l'azzurro +del cielo od a parlare solo della storia +delle famiglie, voglio ora discorrere, +da campagnolo, dei vigneti ed accennare +come qui si mangi e si beva. Il momento +veramente non è il più adatto, poichè le viti +sono ancora devastate dalla crittogama ed +il granturco corre rischio di andare tutto +perduto, non essendo da due mesi caduta +una stilla d'acqua.</p> + +<p>Un giorno, dopo aver percorso un sentiero +selvaggio fra due siepi di rovi, sono +arrivato in un vigneto, dove, in un luogo +tranquillo e ombreggiato da bellissime +piante di olivo, mi sono seduto e, tratto +fuori un libro legato in pergamena, mi<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[24]</a></span> +sono sprofondato nella lettura. Il cane della +casa dove abitava, Moringa, mio compagno +di passeggiata, fedele ed inseparabile +che mi guidava sempre nei siti più belli, +stava accovacciato ai miei piedi, quando +ad un tratto cominciò ad abbaiare; alzai +gli occhi e vidi alla distanza di cinque o +sei passi una donna assai ben vestita, che +mi fissava con segni di viva paura.</p> + +<p>«<i>Buon uomo</i>, mi disse che fai tu costì?» +(Nella campagna romana come nell'Abruzzo +tutti generalmente si danno +del tu).</p> + +<p>«Perchè me lo chiedi, buona donna?».</p> + +<p>«Perchè son certa che quello che stai +facendo, è cosa cattiva, mi rispose essa +alzando le spalle in segno di disprezzo; +e soggiunse: ciò non sta bene». Vivamente +stupito domandai alla donna per +quale ragione io l'avevo tanto spaventata +e se non aveva mai visto in vita sua +un uomo leggere un libro. «Può darsi, +mi rispose, ma ciò non sta bene, e chi +sa poi quali siano le tue intenzioni...» e +dette queste parole si allontanò gettando +su me più volte sguardi timorosi e sospettosi.</p> + +<p>Continuai a leggere, ma poco dopo mi +alzai, riflettendo su quella bizzarra apparizione. +La sera raccontai la cosa in casa. +«Sapete, mi disse ridendo Annunziata, la<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[25]</a></span> +mia albergatrice; quella donna ha creduto +che voi foste un fattucchiero, un +mago, e che foste occupato a lanciare +col vostro libro in pergamena una maledizione +sulla sua vigna». Risi di cuore +per essere stato preso per un mago e +per aver potuto trarre delle maledizioni +contro i vigneti dalla <i>Storia dei Papi</i> del +Platina.</p> + +<p>Le viti si vanno a poco a poco riavendo, +e siccome è il primo anno che sono colpite +dalla malattia, i grappoli d'uva sono +ritenuti, come dice questa buona gente, +<i>cosa santa</i>. Durante il mio soggiorno a +Genazzano furono nei dintorni uccise cinque +persone solo per aver tentato rubare +alcuni grappoli d'uva. A questo proposito +voglio anzi narrare un fatto che dà un'idea +del come qui sia amministrata la giustizia. +Un ricco proprietario, cognato del priore o +sindaco di Olevano, uccise un giorno sulla +strada maestra un disgraziato che aveva +rubato alcuni grappoli d'uva; compiuta questa +bella impresa, si rifugiò in una sua vigna, +contigua a quella della mia albergatrice. +Alcuni suoi amici, siccome i figliuoli +dell'ucciso avevano preso i fucili per vendicare +il padre, si recarono armati dal proprietario +per difenderlo. La giustizia intanto +non si mosse e solo dopo varî giorni la +vedova riuscì, per mezzo di protettori influenti,<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[26]</a></span> +a scuotere il magistrato e ad aver +la promessa che i birri di Olevano avrebbero +arrestato l'uccisore: essi però anche +allora non si mossero, perchè, si disse, +erano stati comprati col denaro. Neppure +i birri di S. Vito, nei quali la vedova riponeva +maggiore speranza, fecero nulla.</p> + +<p>Passarono due settimane. «Bella giustizia +avete nei vostri paesi!» dissi una sera +al farmacista di Genazzano, nella cui bottega, +come in quella del suo collega, di +Ermanno e Dorotea, solevansi radunare le +persone più importanti del luogo. Il figlio +dello speziale, padre della bella Sofia, allora +mi rispose: «Ma che pensate mai, +signore? Quell'uomo non fu mica ucciso, +come si dice, dal cognato del priore; il +nostro «<i>dottorino</i>» ed il chirurgo, hanno +fatto l'autopsia del cadavere ed hanno trovato +che l'infelice cadendo da un'altura +si spezzò il fegato». «E' proprio così» +soggiunse l'arciprete di Santa Maria del +buon Consiglio. Io tacqui. «Non ne credete +una parola, mi disse la mia albergatrice; +quel disgraziato non si è affatto rotto +il fegato, ma...», e col pollice e l'indice +destro fece il gesto di chi fa scorrere del +denaro. «Avete capito?» «Ho capito» +risposi.</p> + +<p>L'abbondanza di viti qui è straordinaria: +per quanto l'occhio può spaziare, le vigne<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[27]</a></span> +ricoprono tutte le ridenti colline della campagna. +Le piante sono disposte in lunghe +file, appoggiate a pali o sostenute da quelle +canne resistenti che in Italia crescono nei +luoghi umidi, o avviticchiate a piccoli olmi. +Gli ammiratori di Virgilio sanno che fin +dai tempi romani si soleva coltivare in +queste terre la vite nei modi cui ho fatto +cenno. Grande godimento è quello di poter +leggere oggi in queste vigne le <i>Georgiche</i> +di Virgilio, il capolavoro della poesia +latina, libro stupendo non tanto per la +forma della composizione, che è mediocre, +quanto per la purezza, la precisione, la +grazia inimitabile dello stile. Ho letto e +riletto quei canti fra i campi di Genazzano +ed ho dovuto riconoscere che tutti i consigli, +le regole ed i precetti del poeta sono +oggi pienamente osservati, di guisa che +pare quasi che egli abbia descritto i modi +di coltivazione attualmente in uso nella +campagna romana.</p> + +<p>La vigna è tutto in questa regione: essa +riunisce in sè le tre divinità dei campi: +Bacco, Cerere e Pomona. Infatti, fra le file +delle viti si semina il grano, e qua e là +vi si piantano gli eleganti mandorli, la +più precoce delle piante del Mezzogiorno, +che fiorisce alle prime brezze primaverili: +il mandorlo è stato cantato in una +delle <i>Cento novelle antiche</i>, dove è detto<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[28]</a></span> +essere stato piantato presso la tomba di +Narciso da Amore, quale simbolo degli +amanti. Fra le viti cresce anche l'olivo, +dalle foglie sottili che paiono luminose +nella luce cangiante, assumendo una +tinta ora argentea ora bronzea: vedendolo +levarsi sul grano, vien fatto di pensare al +pane saporito, per il quale somministrano +l'olio. Altrove sorgono anche dei peschi, +dei peri, dei meli, dei purpurei melagrani, +dei noci, dei castagni e dei fichi, dai frutti +dolci come il miele. Tutte queste piante +porgono una ricca scelta di frutta in ogni +stagione, di modo che quando una ha finito +di dare i suoi frutti, un'altra pianta offre +i suoi, mentre una terza li matura e li prepara. +Avendo trascorso un'intera estate +nella campagna romana, ciascuna di quelle +piante mi ha pagato il suo tributo, ad eccezione +dell'olivo, che è l'ultimo a maturare.</p> + +<p>La mia albergatrice possiede tre vigne, +una presso Palestrina, le altre due nei +monti selvaggi di Olevano, a tre miglia +da Genazzano. Là sorge su un'altura, solitaria, +una casetta di contadini, con una +veranda aperta, ornata di fiori, ombreggiata +da vecchi fichi e castagni: di lassù +lo sguardo spazia sulla catena maestosa +della Serra e sulla pianura del Sacco. +Quale godimento passare le ore della giornata<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[29]</a></span> +in quella loggia a respirare l'aria pura +e profumata e ad assaporare di quegli ottimi +frutti! Quali scegliere fra di essi? +L'imbarazzo è grande, data la varietà dei +frutti, uno più squisito dell'altro. Lo stesso +devesi dire dell'uva: la malattia ha risparmiato +questa vigna, rinomata per tutta la +contrada; i tralci piegano sotto il peso +tanto che è stato necessario puntellarli +con pali e sostenerne i grappoli con fili +di ferro. Non ricordo di aver mai visto +dei grappoli e dei chicchi d'uva di tale +grossezza e se volessi paragonarli a qualcosa, +passerei certo per esagerato.</p> + +<p>V'è il moscatello dorato, trasparente +sotto i raggi del sole, v'è l'uva nera e +quella biancastra, che serve a fare il così +detto «<i>buon vino</i>» e quella azzurra cupa, +che fa il vino forte, rosso come il sangue. +Mi son recato spesso a mangiarne e poi +mi sedevo sotto un castagno ai piedi +della collina, in mezzo ai mirti ed alle +felci cantate da Virgilio, e, fra il profumo +della menta e del serpillo, leggevo Orazio +o qualche altro libro che avevo recato +meco. La menta è propriamente una +pianta caratteristica della campagna romana: +tutti i campi intorno alla città +eterna ne sono profumati. Quando poi mi +trovo lontano di qui, in Toscana, o nell'alta +Italia, e mi accade di vedere una<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[30]</a></span> +pianticella di menta, il suo profumo mi richiama +immediatamente alla memoria la +campagna romana, e me la fa desiderare +ardentemente.</p> + +<p>In mezzo a tanta dovizia, chi vorrà credere +che la popolazione sia poverissima? +Osservando questa regione la si direbbe un +vero Eldorado per i suoi abitatori; ma se +vi si vive un po' a lungo si finisce per +vedere che spesso in questo paradiso terrestre +abita la miseria più squallida. Tutte +queste frutta (si vendono qui venti fichi o +venti noci, per un <i>baiocco</i>; e nelle buone annate +un fiasco di vino per lo stesso prezzo) +non bastano a nutrire il contadino; esso +morrebbe di fame se non avesse la farina di +granturco, che forma il suo cibo. La causa +di questo doloroso stato di cose va ricercata +nel regime agrario del paese. Innanzi +tutto bisogna notare che ogni proprietario +di terra deve pagare al principe +Colonna, come tributo, la quarta parte di +quello che il terreno gli rende. L'antico +flagello dei <i>latifundia</i> è ciò che forma la +miseria di questa popolazione; è vero che +quasi ogni contadino possiede una piccola +vigna, ma questa non è sufficente a mantenere +la sua famiglia. L'usura poi non ha +limiti; anche ai più poveri prende il dieci +per cento. La più lieve disgrazia, una raccolta +mancata, come avviene da alcuni<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[31]</a></span> +anni in qua, basta ad indebitare il contadino +trascinandolo nella miseria. Se egli +riesce ad ottenere danaro e derrate a +credito gl'interessi lo rovinano e l'avido +usuraio attende il momento, in cui il piccolo +proprietario per fame sia costretto +a vendergli il suo fondo ad un prezzo irrisorio. +I baroni ed i conventi si arricchiscono; +i contadini sono ridotti alla sorte +di loro vassalli e di loro mezzadri. Ho +avuto più volte occasione di osservare +fatti simili. La vendita ha generalmente +luogo in questo modo: il contadino indebitato +comincia col vendere la sola terra +e si riserva le piante «<i>gli alberi</i>» sotto la +quale denominazione sono comprese anche +le viti, e continua a coltivarle ed a godere +della metà e talvolta anche dei tre quarti +del reddito. Trascorso però un anno appena +il contadino si ripresenta all'acquirente +offrendo di vendergli anche le piante +ed allora diventa suo mezzadro, continua +ad abitare il terreno con la sua famiglia, +a coltivarlo pel nuovo padrone, ricevendo +in compenso una parte dei prodotti, e +siccome non di rado questi non bastano +al suo sostentamento, ricorre ancora a +nuovi debiti.</p> + +<p>Nella vigna della mia padrona, una veneziana +da tutti stimata per la sua onestà, +vive appunto in tali condizioni una<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[32]</a></span> +famiglia di contadini composta di otto +persone. Ho saputo che essa li aveva trovati +e presi come mezzadri nel suo podere, +poverissimi, e che aveva loro anticipato +il denaro per vestirsi, comperare +le masserizie e di che mangiare, ebbene, nonostante +tutto ciò quei poveretti vivono in +tanta miseria per l'eccessiva fatica ed il +pessimo nutrimento, che sono stati colti +tutti dalla febbre, ed è necessario soccorrerli +ancora, perchè possano vivere. Solo +dopo la vendemmia provano un po' di sollievo, +sino a tanto cioè che dura il danaro +ricavato dalla vendita della loro parte +di vino.</p> + +<p>Il vino eccita i nervi, ma non basta a +nutrire i muscoli. Quello che beve il contadino +è il vino peggiore, è un vinello; +gli occorre dunque del pane, ed essendo +il frumento troppo caro, coltiva piuttosto +il granturco e si ciba di polenta. Come +nella Lombardia e nelle Marche, la campagna +del Lazio è coperta dalle belle +piante di granturco; pare quasi che la natura +abbia considerato le splendide pannocchie +dorate come uno dei suoi doni preziosi +e le abbia perciò ravvolte con nove involucri. +Tutta la povera gente qui si nutre +di polenta, sotto forma di pane, o sotto +forma di focaccia, detta «<i>pizza</i>». Quando +per la strada talvolta ho domandato a<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[33]</a></span> +qualcuno: «Che cosa hai mangiato stamane?» +mi son sentito rispondere: «la +<i>pizza</i>». E se ho domandato ancora: «Cosa +mangerai questa sera?» invariabilmente +la risposta è stata: «la <i>pizza</i>». Ne ho +mangiata parecchie volte io pure insieme +coi contadini. E' così preparata: la farina +vien ridotta a poltiglia; quindi viene stesa +sopra una pietra liscia e fatta cuocere +sopra carboni ardenti. Vien mangiata +calda; tutta la famiglia si asside intorno +al fuoco e prende parte al meschino +banchetto. La sera mangiano dell'insalata +di campo condita con un po' d'olio od +una zuppa di cicoria, di cavoli od altri legumi +cotti nell'acqua. Spesso l'olio manca, +come è avvenuto quest'anno, in cui gli +olivi, dopo aver dato l'anno scorso un abbondante +raccolto, sono affatto spogli di +frutti, ad imagine di ogni umana vicissitudine, +in cui il bene si avvicenda senza +tregua col male.</p> + +<p>E' facile immaginarsi con quale ansietà +questa gente segua le diverse fasi del raccolto +del granturco. Verso la fine di luglio +la pannocchia comincia a formarsi, ed +allora ha bisogno di acqua. Quest'anno non +piove: il calore è straordinario e la popolazione +ne è costernata e rivolge preghiere +al cielo per aver la pioggia. Tutte le sere +hanno luogo processioni, che mi rammentano<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[34]</a></span> +solennità pagane, quelle feste «<i>rubigales</i>» +della Roma antica, nelle quali si +portava in giro per la via Appia, <i>votisque +vocabitis imbrem</i>, la pietra della pioggia; +e non ho mai potuto osservare queste processioni +senza stupore. E' veramente strano +di ritrovarsi ai nostri tempi in mezzo ad un +popolo che conserva l'ingenua credenza di +poter sopprimere, modificare o accelerare +con preghiere e canti lo svolgimento delle +immutabili leggi della natura. Ogni sera +le donne di Genazzano percorrono le vie del +paese a due a due, con un fazzoletto rosso +in testa, che scende a forma di velo sulle +spalle, e che portano sempre allorquando +entrano in chiesa: le precede il clero con +l'imagine di un santo. Cantando e mormorando +preghiere, arrivano alla piazza maggiore +e quivi con un fervore che confina +col parossismo, gridano più volte: <i>Grazie, +grazie, Maria!</i> E questo grido, ripetuto +da centinaia di bocche, echeggia +nell'aria. «Et Cererem clamore vocant in +tecta» (<span class="smcap">Virgilio</span>). Ogni sera s'implora un +nuovo santo, ma tutti sono sordi alle ingenue +preghiere.</p> + +<p>La mia padrona—che era una donna abbastanza +colta per la sua condizione, e non +possedeva inoltre nessun campo seminato a +granturco—una sera, mentre eravamo a +tavola e ad un tratto echeggiarono fuori<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[35]</a></span> +le grida di <i>Grazie, grazie, Madonna!</i> mi +disse: «Perchè seccare in questo modo i +santi del cielo? Finiranno col noiarli tanto, +che diventeranno cattivi e non faranno davvero +più piovere!» Questa febbrile ansietà +finì per commuovere me pure e cominciai +a desiderare ardentemente la pioggia. Tutti +i giorni andavo a visitare i campi di granturco, +che andavano di male in peggio. Alla +fine fu portato in processione S. Antonio +da Padova; mentre l'imagine veniva ricondotta +al convento di S. Pio, un frate dell'ordine +di S. Agostino predicava sulla +scalinata della chiesa, alla luce delle fiaccole. +La strada era gremita di popolo +e gli ascoltatori si erano arrampicati financo +su gli alberi; il monaco che gesticolava, +l'imagine del santo, le croci nere, le bianche +sottane dei chierici, gli scialli rossi +delle donne, la tremula luce delle fiaccole, +gli alberi scuri sotto il turchino cupo del +cielo, e tutta una popolazione implorante +da Dio la pioggia, formavano una delle +scene più pittoresche che abbia mai visto. +Finalmente il terzo giorno il cielo si coprì +di nuvole, cominciò a tuonare e cadde una +pioggia di una violenza veramente tropicale.</p> + +<p>Sembra però che gli dei, o i santi che +li hanno oggi rimpiazzati, non concedano +favori senza pretendere vittime. E così<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[36]</a></span> +avvenne in questo caso: la pioggia fu +accompagnata da un terribile ciclone, fenomeno +stupendo che ebbi modo di osservare, +perchè mi trovavo fuori a cavallo: +una massa nera di nubi scese dai +monti Volsci, avvolse la valle e devastò con +la grandine una vasta estensione di vigneti. +Da allora, quasi tutti i giorni, nel pomeriggio, +scoppiò sui monti un uragano, accompagnato +da tuoni e da lampi: al sopraggiungere +di ogni nuovo temporale le +campane di tutte le chiese venivano suonate +a stormo. Un giorno tutto il paese fu +sossopra; la popolazione si riversò nelle +vie; si diceva che un fulmine avesse ucciso +quattro persone e la notizia fu confermata. +I morti furono portati nella casa +di un contadino, dove furono sorvegliati +per ventiquattro ore dalla polizia. Il giorno +dopo giunse, cavalcando un asinello, il magistrato, +seguito dal dottorino, di cui ho +già parlato, e dal chirurgo incaricato di +fare l'autopsia. Non vi era dubbio, i morti +erano stati veramente colpiti dal fulmine. +Nella notte, furono posti su di un carretto, +coperti con un drappo nero e trasportati in +paese; il clero, che portava dei ceri, precedeva +il carro, e quindi seguiva la confraternita +della morte, avvolta in grandi mantelli +neri e con torcie a vento in mano. La +scena aveva qualcosa di sinistro. La popolazione<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[37]</a></span> +tutta ne attendeva il passaggio alla +porta del borgo. Allorquando il corteo vi +arrivò cantando il <i>miserere</i>, tutti alzarono +le mani al cielo, gettando tali grida di angoscia +e di selvaggio dolore, che l'animo più +indurito ne sarebbe stato commosso. Infatti +le vittime del fulmine sono considerate con +una specie di orrore, perchè vengono credute +colpite dall'ira divina e si dubita della +loro eterna salvezza. I parenti degli uccisi, +delle donne e dei ragazzi, si staccarono dalla +folla. Una donna fu colta da tanta disperazione, +che a stento gli astanti riuscirono +ad impedirle di gettarsi sui feretri. I cadaveri +furono portati nella chiesa l'un dopo +l'altro e deposti per la notte sull'impiantito, +mentre le stesse scene e le stesse grida +di prima si ripetevano. Non dimenticherò +mai quel quadro straziante.</p> + +<p>Questo popolo esprime ancora i suoi sentimenti +con un'ingenuità primitiva, e si può +dire che viva ancora allo stato di natura.</p> + +<p>I rapporti fra i due sessi in questi paesi +richiamano sempre alla memoria i costumi +orientali. Per principio, gli uomini non devono +aver relazione che con gli uomini, e +le donne con le donne. Sembrerebbe ridicolo +che un marito passeggiasse offrendo +il braccio alla moglie; ed una fanciulla crederebbe +compromettere la sua reputazione +se osasse fermarsi a parlare per strada con<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[38]</a></span> +un giovane, e peggio ancora se si lasciasse +accompagnare da lui. A gl'innamorati non +è concesso che il «<i>discorso</i>» vale a dire un +colloquio a gesti dalla finestra o sulla porta +di casa, il «<i>lenes sub noctem susurri</i>» +di Orazio. Sono in uso le serenate con accompagnamento +di chitarra; spesso canti +pastorali o le note dolenti della cornamusa +rompono melodiosamente il silenzio della +notte. Il popolo canta in modo meraviglioso +dei semplici e lunghi stornelli che accarezzano +dolcemente l'orecchio. E' un vero piacere +udire nelle vigne le domande e le risposte +di due innamorati che, senza tregua, +come le cicale nell'estate, levano nell'aria +un canto dialogato.</p> + +<p>I matrimoni qui sono molto precoci: +spesso un giovane di ventun anno sposa +una fanciulla che ne ha quindici appena. +Una lunga relazione, quello che dicono +qui «<i>fare all'amore</i>» si ritrova più spesso +nel popolo che nelle classi agiate e superiori, +dove il matrimonio è ordinariamente +un affare. Citerò un esempio, di cui sono +stato testimonio. Un giovane abate di ventun +anni, figlio di una ricca famiglia del +luogo, desiderava abbandonare la carriera +ecclesiastica e tornare allo stato secolare. +Un bel giorno, un frate francescano di Civitella +(qui i frati si cacciano in tutti gli +affari delle famiglie) andò a trovare la madre<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[39]</a></span> +del giovane abate e le disse: «Nel paese +di Pisciano v'è una fanciulla di circa diciotto +anni, che desidera maritarsi; ha mille +scudi di dote ed appartiene ad una delle +migliori famiglie della contrada. Se consentite +a questo matrimonio, parlatene a +vostro figlio». Il giovane abate accolse la +proposta senza esitare, e, vestito del suo +abito ecclesiastico, il domani montò a cavallo +e andò a Pisciano per conoscere la +ragazza. Si fidanzò subito con lei, e tornato +a casa chiamò un sarto per farsi trasformare +la sottana in un abito secolare; +la sorella cucì in tutta fretta un paio di +calzoni grigi per il giorno delle nozze, e +siccome gli mancava una sottoveste, la madre +mi fece chiedere in segreto di prestargliene +una. Così vestito si presentò una +seconda volta alla fidanzata nella casa di +un contadino, dove il contratto di matrimonio +fu subito firmato. Tre settimane dopo +la sposa arrivò in una vettura, recando seco +due grossi sacchetti pieni di monete, e tosto +si celebrarono le nozze! Lo sposo prima +della cerimonia non aveva visto che due +volte, e ciascuna volta per pochissimo tempo, +la compagna di tutta la sua vita. Fu preparata +loro nella casa dei genitori del giovane +una cameretta, o, per essere più precisi, +non vi si pose che un letto colossale, +e niente mutò nell'esistenza di quella gente.<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[40]</a></span></p> + +<p>A questo proposito, voglio accennare +ad una strana usanza del Lazio. Una sera +udii sulla piazza un rumore curioso ed +assordante, prodotto da ogni sorta di strumenti +che io però non riuscivo a definire; +uscii e vidi tutti i ragazzi di Genazzano +riuniti innanzi ad una casa, intenti a darvi +una specie di concerto. Mai, neppure nelle +università tedesche, io avevo sentito un +complesso di suoni così discordanti: gli uni +soffiavano in conchiglie marine ricavandone +orribili fischi, un altro dava di fiato in un +corno di bue, certi picchiavano con falci sopra +zappe e padelle, alcuni agitavano a tutta +forza pezzi di ferro vecchio di ogni specie +legati insieme con una corda, un altro ancora +faceva ruzzolare per terra una vecchia +casseruola attaccata ad una funicella. +Dieci o dodici monelli scampanellavano +rumorosamente con quelle campane che +si appendono al collo delle vacche. «Di +grazia, chiesi ad un signore che assisteva +ridendo alla scena, che significa questa musica +infernale?» Mi rispose che in quella +casa abitava un vedovo passato a seconde +nozze e gli facevano la «<i>scampanellata</i>». +Così si chiama questa barbara usanza dalle +campane che di solito portano le vacche. +In tutto il Lazio ogni qualvolta un vedovo +od una vedova si rimarita, per tre +sere si usa far loro un simile concerto.<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[41]</a></span> +Durante il mio soggiorno a Genazzano +ne sono stato spettatore, ed ho tre volte +potuto vedere una folla di ragazzi, preceduta +da un monello con una zucca appesa +a foggia di lanterna ad un bastone, percorrere +le strade, come un esercito di diavoli +che avesse di notte invaso quel pacifico +villaggio.</p> + +<p>Perchè Genazzano è veramente un luogo +pacifico; i suoi abitanti sono d'indole dolce +ed anche più superstiziosi dei loro vicini; +questo carattere deriva dall'importanza religiosa +del paese che è un luogo famoso +di pellegrinaggio, avendo oggi nel Lazio +la sua chiesa l'importanza che ebbero nell'antichità +il tempio della Fortuna a Preneste +e il santuario d'Anzio. Ho assistito +alla grande festa della Madonna di Genazzano, +l'8 settembre; posso dunque parlarne +con cognizione di causa. Prima però +voglio accennare alla leggenda della sacra +imagine, che ha grande analogia con +quella della Santa Casa di Loreto.</p> + +<p>A Scutari, nell'Albania, nella stessa epoca +in cui la Santa Casa di Nazareth +veniva dagli angeli trasportata per l'aria a +Loreto, apparve un'imagine della Madre +di Dio, discesa non si sa se dal cielo o +colà portata da ebrei fuggiti da luoghi remoti. +Comunque fosse, fu chiamata «Madonna +del Buon Officio» o del «Buon Consiglio».<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[42]</a></span> +Ora avvenne che nel 1467 due pellegrini, +che volevano fuggire dai Turchi +e ritornare in Italia, si prosternarono +dinanzi a quella santa imagine e le chiesero +di proteggere il loro viaggio: con +loro grande stupore videro allora levarsi +al posto dell'imagine una nuvoletta bianca +che verso sera prese la direzione di occidente. +Essi la seguirono presso la spiaggia +del mare Adriatico, ed avendo la nuvoletta +proseguito il suo viaggio sopra le +onde, i due pellegrini traversarono dietro +a quella il mare a piedi asciutti, le tennero +dietro sempre, finchè nelle vicinanze +di Roma, disparve ai loro occhi. Avendo +però appreso che in Genazzano era apparsa +un'imagine della Madonna, vi si +recarono e la riconobbero per quella vista +a Scutari.</p> + +<p>Da quel tempo la Madonna di Genazzano, +detta del «Buon Consiglio» cominciò +a fare miracoli; le venne costrutta +una chiesa e di fianco un convento, dove +i frati di S. Agostino s'impadronirono di +questo santo tesoro, non meno produttivo +della Madonna dei frati agostiniani di +Roma, giacchè questa di Genazzano gode +in tutta la campagna romana una fama +pari a quella degli antichi oracoli pagani. +Due volte all'anno, nella primavera e +nell'estate, vien celebrata la sua festa,<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[43]</a></span> +ed allora piovono le offerte in danaro +ed in oggetti preziosi e siccome anche i +più poveri recano il loro obolo all'altare +della Madonna, si può dire che essa prelevi +sulla campagna romana un tributo +maggiore di quelli dello Stato. Mi fu detto +che i doni più belli siano portati al santuario +dalle molte confraternite sparse per +tutta la campagna; ogni fratellone sborsa +cinque baiocchi al mese alla cassa comune, +in modo che vi sono delle confraternite +che arrivano a raccogliere sino a cento +scudi. Il reddito annuo del santuario si +può approssimativamente valutare a 7500 +scudi.</p> + +<p>L'imagine è posta in una chiesa ben +decorata e pulita, in una cappella illuminata +da varie lampade, chiusa da un cancello +di ferro: il quadro è quasi sempre +coperto da un velo di seta gialla. Si dice +che, portata dagli angeli, anche in quella +chiesa non si sia mai posata sulla pietra e +che resti sospesa nello spazio, sorretta da +mani invisibili. Io l'ho vista più volte scoperta, +ma non ho mai potuto comprendere +in qual modo sia sospesa.</p> + +<p>I pellegrini cominciano ad arrivare la +vigilia della festa, ed allora il paese e i +dintorni si animano e nell'aria echeggia +senza posa il canto delle litanie. Le strade +sono percorse da compagnie di pellegrini,<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[44]</a></span> +che giungono in buon ordine, vengono dall'Abruzzo, +da Sora, dal Liri, e per la maggior +parte dalla campagna latina. Si direbbero +rinnovate le feste antiche di Giove +Laziale, tanti sono i visitatori, dissimili +fra loro per costume e per dialetto. Vederli +discendere dalle colline, sentendoli +cantare l'«<i>Ora</i>», gli uni per la via, gli +altri lungo il fiume a traverso i viottoli +dei campi, vestiti di rosso, di verde, di +turchino, tenendo in mano il lungo e ricurvo +bastone del pellegrino, è in quel +magnifico paesaggio uno spettacolo veramente +degno dell'ammirazione dell'artista, +del poeta e dello storico.</p> + +<p>Il giorno in cui dovevano arrivare i +primi pellegrinaggi sono uscito ad incontrarli +a cavallo per godere completamente +questa scena popolare, che aveva per me +un interesse storico riportandomi al medio-evo. +La <i>comarca</i> di Roma, a cui appartiene +tuttora Genazzano, termina a due +miglia dalla città, ed ha per confini un +braccio del Sacco, che si traversa su di +un ponte in pietra, ponte Orsino, famoso +un tempo per le aggressioni dei briganti. +Al di là comincia la legazione di Frosinone. +In questo punto le colline scendono +dolcemente verso il fiume ed agli +occhi si presenta il quadro stupendo della +pianura, dei monti Volsci, della Serra e<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[45]</a></span> +delle alture di Olevano, ai cui piedi si +stendono dei ricchi boschi. Il luogo era +il più adatto per aspettare i pellegrini; +qui entrano nel territorio del santuario, +fanno breve sosta, e vi entrano ginocchioni +cantando fervorosamente dei cori; +poi traversano il ponte cantando e trascinandosi +sulle ginocchia, in doppia fila, gli +uomini da una parte e le donne dall'altra. +Dirigeva i cori una vecchia, la quale +alzandosi dopo aver traversato l'intero +ponte in ginocchio, gridò con voce sonora +un «<i>Evviva Maria!</i>» cui rispose unanime +il coro. Quindi la processione si mise +in moto di nuovo, e quantunque quel continuo +canto dovesse stancare, v'era sempre +un uomo od una donna che riprendeva +la litania. Quel canto monotono ed uniforme, +che è la più semplice espressione +del sentimento religioso di questa gente +e che si avvicenda come il movimento +regolare delle onde, esercita una profonda +suggestione su quella folla. Sembra quasi +che la processione prosegua il suo cammino, +cullata da quest'armonia melanconica, +più leggera e più regolata e che il +canto regoli i movimenti del corpo e le +impressioni dell'animo, tenendo gli uni e +gli altri costantemente diretti verso la +meta del pellegrinaggio. Ho notato che +le pause erano sempre brevissime e che<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[46]</a></span> +allorquando negli intervalli i pellegrini +cominciavano a tacere o a favellare fra +loro, la conduttrice del coro riprendeva subito +il canto.</p> + +<p>Lo spettacolo di un pellegrinaggio produce +sempre, anche su chi non appartiene +alla religione di coloro che lo compiono, +una grande impressione, soprattutto quando +l'illusione non è turbata da piccoli inconvenienti +inevitabili in una riunione di tanta +gente. Questi inconvenienti si verificano +meno nei pellegrinaggi del sud che in quelli +del nord; la serenità del cielo, la temperanza +e la sobrietà delle popolazioni del mezzogiorno, +valgono ad allontanare molte cause +dei mali del settentrione; l'ordine stesso in +cui procedono le processioni, la bella foggia +di vestire delle donne, il loro bellissimo portamento +e la loro grazia naturale, esercitano +una benefica influenza, anche su gli animi +più vili, e tengono lontana ogni volgarità; ed +infine la decenza e quel sentimento innato +di rispetto, che è proprio di tutto il popolo +italiano, vale più di ogni altra cosa ad impedire +disordini. Fra tutte quelle migliaia +di uomini e di donne che sfilarono davanti +a me, sia nell'andata al santuario, come +nel ritorno, in tanta diversità di genti, di +dialetti e di costumi, io non ho notato +mai un solo atto villano o volgare.</p> + +<p>Bisogna anche ricordarsi che questo popolo,<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[47]</a></span> +fortemente imbevuto di sentimenti religiosi, +non crede nulla più importante e +più solenne di un pellegrinaggio. Quando +ha faticato e sofferto per dodici lunghi mesi +quando mali e colpe di ogni sorta pesano +sulla coscienza, allora prende per un paio +di giorni il bordone del pellegrino, scende +dai suoi monti selvaggi, abbandona il suo +grave lavoro, lieto di muoversi una volta +almeno, di sentirsi libero in compagnia dei +suoi conterranei riuniti tutti per lo stesso +fine. Scendono al piano costeggiando il +Sacco, <i>come i gru, che van cantando +lor lai</i>: lo spettacolo ha veramente qualche +cosa di medioevale. Pensavo a quelle +schiere di pellegrini che un tempo venivano +a Roma per il giubileo e ripetevo +fra me e me i bei versi del sonetto della +<i>Vita nuova</i>:</p> + +<div class="poem" style="width: 17em;"><div class="stanza"> +<span class="i2">Deh! peregrini, che pensosi andate,<br /></span> +<span class="i0">Forse di cosa che non v'è presente;<br /></span> +<span class="i0">Venite voi di sì lontana gente,<br /></span> +<span class="i0">Com'alla vista voi ne dimostrate?<br /></span> +</div></div> + +<p>Camminavano in gruppi di dieci, venti, +cinquanta, cento persone. Ve n'erano di +tutte l'età: vecchi che si appoggiavano sul +bastone, servito loro per cinquanta volte +almeno su quella stessa via che ora percorrevano +forse per l'ultima volta; nonne +con i loro nipotini, floride fanciulle, giovani<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[48]</a></span> +robusti, ragazzi e perfino bambini lattanti, +portati dalle madri sulla testa. In una +di queste processioni vidi passare una giovane +sposa che portava sulla testa un +cestino, entro cui giaceva un bimbo che sorrideva +graziosamente, con gli occhi spalancati, +quasi si beasse dello splendore del +sole. La maggior parte delle donne recava +in capo un paniere con le provvigioni od +un fardello di vestiti, e colla loro varietà +aggiungeva nuova bellezza allo spettacolo. +Chi avesse potuto leggere nell'anima +di tutti quegli esseri, vi avrebbe trovato +l'innocenza accanto alla colpa, il vizio accanto +al pentimento, il dolore e la virtù, +tutto il bene ed il male che si avvicendano +nel cuore umano.</p> + +<p>E' come una grande e bella, ma seria +e solenne mascherata, che si svolge in +un magnifico quadro, con un succedersi +continuo di nuovi costumi, di colori, di fisonomie +diverse; le compagnie dei pellegrini +si succedono le une alle altre, nei costumi +dei loro monti, delle loro valli. Ve +ne erano di Frosinone, di Anagni, di Veroli, +di Arpino, di Anticoli, di Ceprano e persino +delle napoletane di Sora.</p> + +<p>Osservate quest'ultime! Che splendide +figure dall'ovale più puro, dalla pelle olivastra! +Le donne hanno un aspetto strano, +si direbbero arabe; attorno al collo portano<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[49]</a></span> +delle collane di corallo o delle catene +d'oro; dei pesanti orecchini adornano le +orecchie delicate; un fazzolettone bianco +o nero, a lunghe frangie, avvolge loro la +testa e le spalle, sì che paiono madonne; +una camicia bianca, pieghettata, ricopre +loro il petto, stretto in un basso bustino +di color rosso scarlatto. Indossano una +gonnella corta, rossa o turchina, ornata di +un orlo giallo. E che grandi occhi neri, +dalle sopracciglia corvine ed arcuate, brillano +in quei volti!</p> + +<p>Ecco i pellegrini di Ceccano! Le donne +portano un busto di color amaranto, un +lungo grembiale dello stesso colore, ed +in testa un fazzoletto bianco, che ricade +sulle spalle. Gli uomini hanno il cappello a +punta ed una giacca color amaranto, ed attorno +ai fianchi una fascia multicolore.</p> + +<p>Ecco poi quelli di Pontecorvo! Le donne +sono superbe e maestose; vestono interamente +di rosso e portano in testa un fazzoletto +dello stesso colore. Le pellegrine +di Filettino vestono con molta semplicità, +coi busti di stoffa nera: costume semplicissimo, +ma grazioso e pulito.</p> + +<p>Ecco infine i «<i>ciociari</i>!» Uomini e donne +del paese dei sandali. Vengono probabilmente +da qualche villaggio vicino a Ferentino, +forse da più lontano, dalle frontiere +napoletane, dalle sponde del Liri o del<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[50]</a></span> +Melfa. E' un paese di splendidi monti dall'aspetto +selvaggio, che si stendono da Ferentino +in su verso le province napoletane. Il +popolo là porta le «<i>ciocie</i>», calzatura molto +semplice che dà al paese il nome di «<i>Ciociaria</i>.» +Trovai in uso questa calzatura anche +prima di Anagni. Impossibile concepire +una calzatura più primitiva, e si può anche +dire più comoda di quella: ed io ho sinceramente +invidiato ai ciociari le loro ciocie. +Esse consistono in una semplice suola di +cuoio di asino o di cavallo forata; si avvolgono +intorno al piede e si fissano per mezzo +di cordicelle passate attraverso ai buchi, in +modo che il sandalo quasi lo fascia; la +gamba poi è avviluppata sino al ginocchio +da striscie di tela grigia. Così calzato il +ciociaro si muove liberamente nei campi e +sui monti, dove zappa la terra o conduce a +pascolare le sue pecore e le sue capre, vestito +del suo bigio mantello, o di una pelle +di montone, con la piva appesa al fianco. +Si vede subito che quei sandali sono classici. +Diogene li avrebbe certo portati, se +non fosse andato a piedi nudi, e Crisippo +ed Epitetto li avrebbero potuti celebrare +in un trattato sulla semplicità del saggio e +sulla sua moderazione dei desideri. Quando +questa calzatura è bene aggiustata e quando +le striscie di tela sono ancora nuove, è bella +a vedersi; ma, quando le ciocie e le striscie<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[51]</a></span> +sono logore e vecchie, prende un aspetto +povero e cencioso. E siccome in tale stato +sono generalmente le <i>ciocie</i> di questa +gente, così il popolo che le porta, appare +molto miserabile ed il suo nome vien disprezzato +e talvolta usato come una vera +ingiuria. Un abitante di S. Vito, che mi +faceva un giorno ammirare lo splendido +panorama che si gode da quel paese, sorridendo +con un certa aria di sprezzante +superiorità mi diceva: «Guardate, signore, +laggiù è la Ciociaria!»</p> + +<p>I ciociari portano delle lunghe giacche +d'un rosso acceso, e un cappello di feltro +nero a punta, per lo più guarnito con una +penna colorata, o con un nastro o con un +fiore. Fra di essi, come del resto in tutta +la campagna romana, moltissimi hanno i +capelli biondi e gli occhi celesti. Portano +i capelli molto corti sulla nuca, come i +contadini prussiani, e ne lasciano invece +cadere due lunghe ciocche sopra le tempie.</p> + +<p>Mettiamo addosso al ciociaro un lacero +mantello, o una pelle di montone bianca +o nera, ed avremo completato il suo ritratto, +ma per carità non diamogli in +mano un fucile, altrimenti ci assalterà al +passo di Ceprano gridando «<i>Faccia in +terra!</i>» e con sorprendente destrezza vuoterà +le nostre tasche.</p> + +<p>Le donne portano esse pure i sandali,<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[52]</a></span> +un abito corto colorato, un grembiule quadrato +di lana, uno scialle bianco o rosso +in testa, ed infine il <i>busto</i> che completa +in tutto il Lazio ogni costume femminile. +E' una specie di corsetto in tela, trapunto, +duro come una sella, alto e sostenuto sulle +spalle da strisce, esso fascia e sorregge +il seno simile ad una corazza che custodisce +la virtù, come un baluardo solido, +ma largo tanto da poter servire da tasca.</p> + +<p>La vigilia della festa, le comitive dei +pellegrini diventano più numerose; a poco, +a poco non si ode più che il canto melanconico +delle processioni che man mano +arrivano in paese e che si recano per le +anguste vie alla chiesa. Giunti alla loro +meta tutti sembrano aver dimenticato ogni +stanchezza, l'esaltazione ed il fervore religioso +anima i loro volti, si prosternano +davanti alla chiesa, con le mani giunte +intorno al bastone e col loro fardello ancora +in testa, e ad alta voce cominciano a +cantare le litanie; poi si rialzano gridando +a squarciagola «<i>Grazie, Maria!</i>» e salgono +con i ginocchi la gradinata. Qua e là +si vedono delle donne baciare o leccare +colla lingua il cammino percorso, spettacolo +abbastanza ripugnante, ed il ricordo +di Carlomagno, che salì esso pure in questo +modo bigotto i gradini di S. Pietro, +non vale a mitigare il disgusto.<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[53]</a></span></p> + +<p>Non mancano neppure, di quando in +quando, delle scene orribili; ho visto un +giorno, per esempio, un infelice che si trascinava +con le mani e coi piedi; fu portato +in chiesa dentro una coperta, mentre urlava +come un lupo. Mi dissero che egli era +colpito da quella malattia che nel Lazio +è chiamata del <i>lupomanaro</i>. Un'altra volta +ho visto una donna che è rimasta a lungo +dinanzi alla cappella della Madonna urlando +furiosamente: mi hanno narrato che +era indemoniata.</p> + +<p>I pellegrini si trascinano senza posa sui +ginocchi per la navata laterale della chiesa +e passando davanti alla cancellata cantano, +pregano, e gridano a squarciagola: «<i>Grazie, +Maria!</i>» e questo grido risuonava con +tale spaventosa energia che il febbrile delirante +fervore, da cui era ispirato, mi +fece una profonda impressione.</p> + +<p>I ceri ardono, la notte è discesa, i pilastri +della chiesa gettano grandi ombre +sul pavimento, lasciando alcune figure +nella completa oscurità, mentre altre restano +avvolte in una magica penombra ed +altre ancora sono illuminate da riflessi +di luce. I pellegrini, stanchi, giacciono, in +pittoreschi gruppi, sul nudo terreno, attorno +alle colonne, sui gradini degli altari davanti +alla cappella; ed i vari costumi, le diverse +età, l'espressione delle loro fisonomie<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[54]</a></span> +formano un quadro vivente, che punge la +curiosità ed invita alla riflessione. Intanto +un frate agostiniano, seduto davanti ad un +piccolo tavolo, vende indulgenze e riceve +offerte per le messe, incassando con indifferenza +il danaro del povero.</p> + +<p>Davanti alla chiesa stanno altri gruppi +seduti o distesi sulla nuda terra, mentre +nuovi pellegrini arrivano ancora. Si succedono +senza posa durante il giorno, e nella +notte che precede la festa, e l'accento solenne +dell'inno latino rompe il silenzio, mentre +sulla piccola città sembra regnare una +atmosfera di mistica e profonda melanconia. +Eppure questo torrente che spinge tante +migliaia di persone da lontani paesi verso +la stessa meta, ha in sè qualche cosa di consolante, +come qualunque manifestazione armoniosa +dell'anima umana, anche nel dolore.</p> + +<p>Le case del paese non bastano ad alloggiare +tutti i pellegrini, e a tarda notte si +vedono questi uomini, abituati ai disagi, +distesi a gruppi sul selciato duro e disuguale. +Se ne vedono nelle strade, in mezzo +alle piazze, intorno alle fontane, offrendo, +in proporzioni ridotte, lo spettacolo di +una fermata notturna di un popolo migrante. +Ma è un'antica legge celeste che +piova, quando l'umanità si riunisce per +solennizzare qualche festa, perchè non vi è<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[55]</a></span> +maggior burlone del cielo, quando guarda +di lassù il bizzarro agitarsi dei miseri +mortali. I pellegrini si erano appena coricati +alla meglio, quando cominciò a piovere. +Allora avvenne una fuga generale +in mezzo alla confusione ed ai lamenti, +tutti in massa si precipitarono alla ricerca +di un portone o di un tetto sporgente ove +ripararsi. E quanti di quegli infelici, esausti +dalla fatica, per miseria o per averne fatto +il voto, rimasero digiuni!</p> + +<p>La mattina dopo, la festa incomincia +con la messa solenne e con una specie di +vendita religiosa. All'entrata della chiesa +vengono venduti gioielli d'oro, imagini +sante, corone, ampolline della grossezza di +un dito, contenenti olio delle lampade che +ardono davanti al quadro della Madonna. +La folla le acquista avidamente per un <i>baiocco</i>, +quale rimedio infallibile contro tutte +le infermità.</p> + +<p>Nel pomeriggio, musica suonata da una +banda sulla piazza, e poi l'inevitabile tombola +o lotteria, ed alla sera fuochi artificiali. +Quindi anche i pellegrini ballano allegramente +sotto le piante del parco, ma la +maggior parte preferiscono far ritorno +alle lor case, appena recitate le preghiere +ed offerti i loro doni. Si vedono ripartire +cantando, in gruppi come quando sono venuti, +tutti infiorati da quei mazzi di rose e<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[56]</a></span> +garofani artificiali, che si vendono in tutte +le feste pubbliche del mezzogiorno. Nel ritorno, +giunti al punto da dove per l'ultima +volta si può vedere Genazzano, s'inginocchiano, +con le mani appoggiate ai +loro bastoni e dicono in silenzio la preghiera +d'addio. Tale scena, all'aria aperta +mi è sembrata la più bella di tutte. Mi +fermai con piacere ad osservare le belle +donne che s'inginocchiavano con una mossa +graziosa collo sguardo rivolto verso quel +santuario da cui si congedavano portando +nel cuore qualche consolazione.</p> + +<p>Lasciamo noi pure Genazzano e rechiamoci +a Paliano e ad Anagni.</p> + +<p class="center"><span class="big">* * *</span></p> + +<p>Paliano, città di 3700 abitanti, è situato +a circa sei miglia di distanza da Genazzano, +su una collina rocciosa, ombreggiata +da boschi e coltivata a vigne, isolata +in mezzo alla campagna. Vi si arriva per +una buona strada, attraverso a campi di +granturco; alla sua sinistra si leva la gran +piramide del monte Serrone, che imprime +a tutta la contrada un carattere di grandiosità +e di maestà.</p> + +<p>Più comodo e più bello è il sentiero, praticabile +anche a cavallo, che conduce in +cima alla collina rocciosa. Lassù sorge la +piccola e solida fortezza bianca, che fu una<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[57]</a></span> +posizione importante un tempo, disputata +spesso nelle guerre della Campagna romana +e nelle lotte che i Colonna sostennero +con i Papi. Alta e scoscesa non è difficile +difenderla anche contro l'artiglieria. +Ora è ridotta a prigione e contiene duecento +galeotti, custoditi da una compagnia +di cacciatori pontifici. La città si stende +sotto al castello e lo circonda. Le strade +e le piazze sono strette, le case nere e di +miserabile aspetto, eccettuato qualche edificio +che ha pretesa di palazzo; non vi ha +altro movimento che quello dei contadini +che si recano ai campi e ne ritornano.</p> + +<p>Mi occuperò ora del palazzo dei Colonna, +un ramo dei quali assunse il nome di Paliano +e ne diventò poi il principale. E' un +bell'edificio di tufo grigio, di forma quadrangolare, +formato da due soli piani, ma +vastissimo e collocato all'ingresso della +città, sul fianco della collina, da dove si +gode una vista stupenda. Lo stile, elegante, +appartiene al principio del <span class="smcap">xvii</span> secolo, ciò +che dimostra che dovette essere restaurato +in quel tempo.</p> + +<p>Quando si conosce la storia degli illustri +personaggi della famiglia Colonna, e +si sa l'influenza da loro esercitata sulle vicende +di Roma e d'Italia, non si può fare +a meno di visitare con vivo interesse Paliano. +Prima di entrarvi ricordiamo brevemente<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[58]</a></span> +la storia dei più illustri tra i Colonna.</p> + +<p>Non è molto che lo scrittore romano Antonio +Coppi, ben noto come continuatore +degli <i>Annali</i> del Muratori, ha pubblicate le +sue <i>Memorie Colonnesi</i> (Roma, 1855), opera +seria, piena di notizie importanti per la conoscenza +della famiglia Colonna e di Roma +nel medio evo. Quest'opera fornisce eccellente +materiale agli studiosi, tolto dall'archivio +dei Colonna. D. Vincenzo Colonna<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a> pose +a disposizione del Coppi questo archivio, +come già lo aveva messo a disposizione di +un altro storico della sua famiglia, il conte +Litta di Milano. Fra i molti archivi delle +famiglie nobili, che in Italia abbondano, +quello dei Colonna occupa per importanza +storica uno dei primi posti. Irrequieta, +bellicosa ed ambiziosa, questa famiglia, +sorta sui primordi del medio evo, riassume +in sè la storia di Roma e dell'agro romano. +Divenuta ricca con l'ingrandimento dei +suoi dominî, non potè però mai, come altre +famiglie anche meno antiche, soprattutto +nell'Italia settentrionale, erigere un +principato indipendente, perchè i suoi possessi<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[59]</a></span> +erano nello stato del Papa; da ciò +guerre interminabili con la Santa Sede ed +una tendenza a parteggiare per gl'imperatori. +La casa Colonna brillò assai più in +guerra che nella pace, sebbene abbia dato +alla Chiesa un papa, Martino V, che pose +fine allo scisma, e molti cardinali. Poco coltivò +le scienze e le lettere; in queste, più +dei Colonna, brillarono alcuni papi stranieri +e le loro famiglie, che è inutile qui +ricordare. Appena, nella loro lunga storia, +si trovano alcuni nomi che si riattacchino +alle scienze, alle lettere ed alle arti: ricorderemo +solo i rapporti del Petrarca col +vecchio Stefano Colonna e coi suoi colti e +valorosi figli, ed il nome dell'illustre poetessa +Vittoria Colonna, contemporanea di +quelle due bellissime donne, Giulia Gonzaga +e Giovanna d'Aragona, che entrarono +per matrimonio nella sua famiglia.</p> + +<p>L'origine di questa famiglia è incerta: +Sembra però che essa discenda da quei +conti di Tuscolo, che erano potenti in Roma +nel <span class="smcap">x</span> secolo. Secondo questa ipotesi, il capostipite +dei Colonna sarebbe il margravio +Alberico, marito della famosa Marozia, +morto nel 924, cinque discendenti del quale, +quasi l'un dopo l'altro, occuparono il seggio +di S. Pietro. Tuttavia il nome dei Colonna +non appare la prima volta che ai +primi del secolo <span class="smcap">xii</span>, con Pietro Colonna,<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[60]</a></span> +di cui ho parlato. In questo primo periodo +noi li vediamo nominare già come signori +di Zagarolo e di Monte Porzio. Siano o no +i Colonna discesi veramente dall'antica casata +dei conti di Tuscolo, scomparsi quando +questa città fu distrutta dai Romani (1191), +quello che è certo si è che essi vennero +da quei monti e che a poco a poco estesero +i loro dominî nella campagna romana, +da Monte Fortino,<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a> cioè dai monti Volsci, +sino ai monti Equi ed Ernici e sino alla +Sabina. Palestrina fu la loro sede principale, +e tutti i paesi circostanti passarono +sotto la loro giurisdizione.</p> + +<p>Nel secolo <span class="smcap">xiii</span> cominciò la loro potenza +e la loro grande influenza in Roma, dove +già da molto tempo possedevano un palazzo +presso la chiesa dei <i>Santi Apostoli</i>, +nella regione di <i>Via Lata</i>. Cardinali di questa +famiglia ebbero parti importanti in +questo secolo, e la storia degli Hohenstaufen +ricorda spesso i Colonna come ardenti +ghibellini in Roma. Chi ignora la +parte da essi avuta nella caduta di Bonifacio +VIII?</p> + +<p>Nel <span class="smcap">xiv</span> secolo, durante l'esilio dei papi +ad Avignone, lottarono senza tregua per +la signoria su Roma coi potenti Orsini, che<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[61]</a></span> +d'allora in poi, furono loro costanti nemici +ed amici dei papi. Rifulse in questo +periodo, quale capo della casa, il vecchio +Stefano Colonna. A lui Petrarca indirizzò +sonetti ed epistole.</p> + +<p>Fu in questo secolo che si separarono i +due rami di Palestrina e di Paliano.</p> + +<p>Nel secolo <span class="smcap">xv</span> crebbe ancora la potenza +della casa, prima per i grandi favori di +Ladislao re di Napoli e di Giovanna II, e +poi per l'elezione a papa di Ottone Colonna, +sotto il nome di Martino V. I Colonna ottennero +dunque molti feudi nel reame di +Napoli, principalmente il ducato dei Marsi +(da cui presero il titolo di: <i>Marsorum dux</i>), +la contea di Celano e quarantaquattro villaggi +e castelli.</p> + +<p>Ai tempi di Sisto IV vennero in guerra +con la Santa Sede; Girolamo Riario, nipote +del papa, assediò Paliano, ma l'assedio +fu tolto in seguito alla morte improvvisa +del pontefice. Del pari guerreggiarono +con Alessandro VI, e durante quegli anni +la campagna romana fu quasi sempre desolata +dalle armi. Fu il ramo di Paliano +che in questo periodo diede gli uomini più +illustri della famiglia. Ricorderò solo Fabrizio, +primo connestabile della casa, e i +suoi due figli, Ascanio (1522-1553), marito +di Giovanna d'Aragona, e Vittoria, moglie +del marchese di Pescara, Ferdinando d'Avalos.<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[62]</a></span> +Marcantonio, figlio di Ascanio, rinomato +come uno dei vincitori della battaglia +di Lepanto. Nessuno poi ignora quale +parte ebbe prima di ciò Pompeo Colonna +nelle disgrazie di Clemente VII e nel sacco +di Roma.</p> + +<p>Verso la metà del secolo <span class="smcap">xvi</span> i Colonna +furon minacciati da un grave disastro: venuti +in dissidio con Paolo IV, furon da +questo papa, di natura irritabile, spodestati +di tutti i loro dominî, come già lo erano +stati da Bonifacio VIII. Il pontefice eresse +Paliano in ducato e lo donò a suo nipote +Giovanni Caraffa. Marcantonio, capo della +casa Colonna, si difese e, con l'aiuto del +duca d'Alba, percorse la campagna romana +per riconquistare i suoi possessi: da ciò +ebbe origine la famosa guerra fra Paolo IV +ed il re di Spagna, conosciuta sotto il nome +di «Guerra della Campagna». Essa terminò +nel 1557 con la pace di Cave (presso Genazzano), +negoziata fra il duca d'Alba e il +cardinale Carlo Caraffa. Solo dopo la morte +di Paolo IV però, Marcantonio potè rientrare +nel possesso de' suoi beni; tutti coloro +che se ne erano impossessati fecero +un'orribile fine. Giovanni, duca di Paliano, +fu decapitato a Roma nella Torre di Nona, +e il cardinale Caraffa fu strangolato in Castel +Sant'Angelo.</p> + +<p>Marcantonio può ritenersi come l'ultimo<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[63]</a></span> +dei Colonna potenti: egli morì a Paliano +nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono; +i baroni cessarono di guerreggiare col papato +ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi +a poco a poco, per le vendite a +cui furono costretti dai debiti. La gloria di +Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva +Don Vincenzo Colonna, che Marcantonio +contribuì a questa guerra con un milione, +e che d'allora in poi la famiglia +non si era mai più rialzata. Fin dal 1622 +vendettero gli antichi possedimenti di Colonna +e di Zagarolo, e nel 1630 dovettero +vendere Palestrina, ora in possesso dei +Barberini. La famiglia venne man mano +declinando e per sempre: il ramo di Paliano +esiste ancora; il suo capo attualmente +è Giovanni Andrea, marito d'Isabella +Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da +Roma a Napoli, residenza abituale dei Colonna. +La maggior parte dei loro feudi è +pure nel regno di Napoli, avendo Filippo III +Colonna (morto nel 1818) posseduto colà +sessantadue feudi, ventisette negli Stati +della Chiesa ed otto in Sicilia, con 149,403 +vassalli. I feudi nello Stato pontificio erano: +Anticoli, Arnara, Castro, Cave, Ceccano, +Collepardo, Falvaterra, Genazzano, Giuliano, +Marino, Morolo, Paliano, Patrica, +Piglio, Pofi, Ripi, Rocca di Papa, San Lorenzo, +Santo Stefano, Sgurgola, Serrone,<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[64]</a></span> +Sonnino, Supino, Trivigliano, Vallecorsa +e Vico.</p> + +<p>I feudi erano maggioraschi e per la maggior +parte vincolati a fidecommesso, secondo +le leggi locali. Ma la rivoluzione +francese venne a mutare i sistemi: nel reame +di Napoli la legislazione feudale fu abolita +nel 1806, in Sicilia nel 1812, e negli Stati +della Chiesa la maggior parte dei baroni +vi rinunziò nel 1816, seguendo l'esempio +del principe Colonna. A Napoli i fidecommessi +vennero aboliti in parte nel 1807 e +totalmente nel 1809; in Sicilia invece erano +ancora in vigore alla morte di Filippo III +(ma disparvero qualche settimana più tardi, +il 2 agosto 1818); nello Stato Pontificio sono +tuttora in vigore. La successione di Filippo +fu perciò regolata da leggi diverse +e l'asse ereditario è stato diviso in più +parti.</p> + +<p>Filippo, discendente diretto di Marcantonio, +lasciò solo tre figlie: Maria (maritata +a Giulio Lante della Rovere), Margherita +(maritata a Giulio Cesare Rospigliosi) e +Vittoria (maritata a Francesco Barberini); +la nobile stirpe fu continuata da suo fratello +Fabrizio.</p> + +<p>Queste sono le notizie che ho creduto +utile dare al lettore, prima d'introdurlo nel +castello di Paliano. Ma questo castello, +che brillava una volta per il suo lusso e<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[65]</a></span> +la sua magnificenza, non è più oggi, come +tanti e tanti altri palazzi baronali italiani, +che un luogo deserto e silenzioso, dove un +custode brontolone vi fa da guida, additando +le nude pareti e lamentandosi che +siano scomparse le belle collezioni d'armi +della famiglia, trofei di tante battaglie, e +che i quadri preziosi siano stati venduti o +portati altrove.</p> + +<p>Però mi piace visitare questi antichi castelli +nobiliari, in cui gli alberi genealogici, +anneriti dalla polvere e dal fumo, pendono +ancora dalle pareti, quasi piante disseccate, +ed in cui le tappezzerie ciondolano dai muri +non meno lacere dei diplomi feudali, che +il vassallo ha finalmente fatto a pezzi. Quasi +spettri, vi si vedono i ritratti di una lunga +serie di antenati, anneriti dal tempo nelle +loro massicce cornici dorate: essi evocano +il ricordo di tutto un lontano passato scomparso. +Vi sono ritratti di guerrieri, di cardinali, +di belle gentildonne, di cui i colli +alla Maria Stuarda ci fanno conoscere il +secolo in cui vissero. Veramente ne trovai +pochi a Paliano, appena una trentina di +ritratti, intorno ai quali il guardiano non +seppe darmi alcuna informazione. La sua +testa era ancora più vuota, più disordinata +del palazzo dei suoi padroni, e tutti i ricordi +del passato erano completamente sfumati +nella coscienza di questo essere moderno.<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[66]</a></span> +Quanto avrei dato per sapere il nome +di quella bella donna pallida, dagli occhi +nerissimi, vestita di un abito di velluto +rosso! Eppure non domandavo che un +nome! Era forse Felice Orsini, o Lucrezia +Tomacelli, o Diana Paleotti? Oppure +era quella stessa infelice duchessa di Paliano, +di cui la tragica fine fu uno dei +più strani romanzi del suo tempo? Essa però +non fu uccisa in questo palazzo, ma in un +altro castello di suo marito.</p> + +<p>Nella piccola galleria non manca neppure +il ritratto di un astrologo, che ci siamo abituati +a considerare quale <i>spiritus familiaris</i> +di ogni nobile castello antico; un vecchio +dalla barba lunga e bianca, con un'ampia +veste di velluto. Il suo abbigliamento è in +armonia con i mobili massicci e severi di +quei palazzi medioevali, dove i nostri abiti +alla francese ed i nostri candidi guanti sembrano +eccessivamente ridicoli. L'astrologo +di Paliano era, secondo l'iscrizione, <i>Nicolaus +Colinus de Paliano, astrologus insignis</i>.</p> + +<p>Nelle altre sale, alle pareti sono appesi +panorami e piante di molte città, quali Madrid, +Parigi, Venezia, Firenze e Genova.</p> + +<p>Le sale sono di mezzana ampiezza e +sembrano stanze di una casa di campagna, +se si paragonano alla principesca sala di +ricevimento che si ammira nel palazzo Colonna +a Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[67]</a></span></p> + +<p>Presso il castello sorge la chiesa di S. Andrea, +cappella gentilizia e tomba dei Colonna +del ramo di Paliano, un elegante +edificio di modeste proporzioni. Filippo I +(1578-1639) vi raccolse le ceneri de' suoi +antenati, sparse in luoghi diversi, e vi fece +costruire per sè e la sua famiglia la cripta +sotterranea. Scesi a visitarla e rimasi stupito +di trovarla priva di ogni ornamento; +le pareti della sala, di forma circolare, abbastanza +ampia, sono intonacate di bianco e +perfettamente nude; non v'è nè un sarcofago, +nè un monumento in marmo, e non +vi si vedono intorno che delle iscrizioni, i +cui caratteri uniformi appartengono al secolo +<span class="smcap">xvii</span>. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio +e della moglie Felice Orsini, di +Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi +genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro, +suoi avi. Non so se la più bella +donna d'Italia, Giulia Gonzaga, moglie di +Vespasiano Colonna, si trovi sepolta a +Paliano, nè sono riuscito a sapere se vi +sia la tomba della famosa Vittoria. Nel +suo testamento ordinò di esser tumulata +nel monastero dove sarebbe venuta a morire; +ella fece anche un legato per le +monache di S. Anna dei Falegnami, che +l'avevano assistita durante la sua ultima +malattia, e lo stesso testamento fu dettato +al letto della morente il 15 febbraio<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[68]</a></span> +1547, nell'antico palazzo de' Cesarini, +presso l'Argentina. E' quindi molto probabile +che ella sia stata sepolta nel vicino +monastero di S. Anna.<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a></p> + +<p>Da Paliano non v'è strada carrozzabile +che porti ad Anagni, distante sei miglia, +giacchè infatti questo paese non ha che una +sola porta, che si apre davanti a Genazzano, +e chi arriva dal lato opposto, è costretto +a fare il giro delle antiche mura. +Un sentiero tortuoso, praticabile a cavallo, +ma spesso ripido e scosceso per essere +scavato nella roccia calcare, che lo rende +molto sdrucciolevole, conduce ad Anagni +attraverso la campagna deserta.</p> + +<p>Ho fatto questa strada a cavallo, insieme +con un contadino della campagna romana, +che avevo preso per guida, in una splendida +giornata di settembre, che rimarrà<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[69]</a></span> +sempre fra le più belle delle peregrinazioni +da me fatte per la <i>Saturnia tellus</i>, tanto +la vista di quelle contrade selvagge e di +quei monti maestosi era superba. La collina +di Paliano scende dolcemente verso +il fiume, mentre dalle altre parti cade a +picco; essa è interamente coltivata a viti; +sulla cresta, che noi seguivamo, crescono +folti cespugli di lentisco, fragole e mirto, +ciò che mi ha sorpreso, perchè il mirto +preferisce di solito le coste e l'aria marina. +Sulla collina miseri coloni abitano +in capanne di paglia a forma di cono, come +se ne vedono per tutta la campagna romana.</p> + +<p>Passando per questa rustica colonia la +strada giunge ad un monastero, che sorge +solitario fra verdi boschi di elci, castagni +ed olmi: si chiama S. Maria di Paliano. +Quindi bisogna attraversare per l'unico ed +angusto sentiero la foresta che circonda +tutta la collina. La discesa è così ripida, +che difficilmente si riesce a farla a cavallo. +Giunti in fondo, si trova una pittoresca e +selvaggia pianura, che si stende fra la collina +di Paliano e quella di Anagni. Qua +e là si vedono disperse delle solitarie fattorie +di pietra scura o qualche mulino +presso un torrente che taglia il sentiero. Il +paesaggio è animato da mandre di vacche e +di pecore, ed il pifferaro che scende a Roma +nella notte di Natale, appare qui nel suo<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[70]</a></span> +stato naturale, e si odono gli strani accenti +della cornamusa che il pastore suona, seguendo +passo, passo il suo gregge, che +si muove qua e là in cerca di erba, che la +terra fertile abbondantemente gli offre.</p> + +<p>Verso la fine di settembre i greggi di +pecore discendono dai monti circostanti e +si spandono, per passarvi l'inverno, nella +pianura, arrivando fin presso le mura di +Roma. Nel mio ritorno ne ho incontrato +appunto uno che si dirigeva verso Roma: +era così numeroso che ingombrava alla lettera +tutta la strada, ed era diretto e sorvegliato +da grossi cani dal pelo lungo, e +da pastori a piedi ed a cavallo. Calcolai +che fossero circa 3000 pecore, ma un pastore +mi disse che erano quasi 5000 capi +di bestiame che venivano dalla Serra e si +recavano a Roma. I belati delle pecore e +degli agnelli empivano l'aria dei mansueti +lamenti che risuonano nella campagna di +Roma in ottobre ed in novembre, sì che par +di vivere in mezzo ad un grandioso idillio +classico.</p> + +<p>Intanto ci avviciniamo ad Anagni e ci +troviamo ai piedi della collina, su cui +sorge superba l'antichissima metropoli degli +Ernici. Dinanzi a noi si apre una porta +alta e maestosa, che reca in cima lo +stemma della città: un leone sul cui dorso +un'aquila affonda gli artigli.<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[71]</a></span></p> + +<p>Anagni mi ha sorpreso: abituato alle +strade strette dei villaggi della campagna +romana, ed alle loro case meschine, ho +trovato qui delle lunghe file di fabbricati +di bell'aspetto e dei palazzi che fanno +pompa dello stile sfarzoso del <span class="smcap">xvii</span> secolo e +che danno al paese l'impronta di una certa +agiatezza. Questo aspetto moderno mi sorprese +ed io non riuscii a spiegarmelo che +dopo aver studiato la storia della città.</p> + +<p>Sono arrivato sulla piazza di Anagni, che +ha la forma di un piccolo rettangolo, di +cui i due lati più corti son formati da palazzi; +delle case di semplice aspetto chiudono +il terzo lato, un parapetto di pietre +cinge il quarto che sorge sulla cresta +della collina, di là si scorge la pianura del +Sacco, attraverso la quale si svolge tortuosamente +la via Latina che parte da Valmontone. +Essa non tocca Anagni, ma gira +intorno alla sua collina e passando per Ferentino +e Frosinone, giunge alle sponde del +Liri, di là da Ceprano. Il panorama che +da questa piazza si gode, è così stupendo +che impressiona anche chi abbia visitato +minutamente tutta l'Italia, dalle Alpi sino +al mare Jonio e al mare Africano. Si scorge +la catena dei monti Volsci, i cui pendii illuminati +dal sole si vedono così distintamente +da poter contare le finestre dei villaggi +che vi sono sparsi; ovunque si scorgono le<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[72]</a></span> +città dei Volsci, che sono schierate lungo +i monti: Montefortino, la gloriosa Segni, +Gavignano, Rocca Gorga, Sgurgola; più in +là, Morolo, Supino, Patrica, dietro la quale +a forma di piramide si leva azzurro e maestoso +il monte Cacume; e più lontano ancora +le cime seguono le cime, poi altri paesi: +qua Ferentino, dietro ad una collina Frosinone +di cui si vede anche il castello, Arnara, +Pofi, Ceccano, e qualche altro ancora che +l'occhio abbraccia in un solo sguardo. Verso +Roma si stende l'ampia pianura, coronata +dai monti di Palestrina, visibile anch'essa +a questa distanza. Si vedono anche i monti +Laziali, di modo che da questo punto senza +sforzo alcuno l'occhio abbraccia la maggior +parte del Lazio.</p> + +<p>Ben diverso invece è il paesaggio, se si +guarda dal lato opposto della piazza, e soltanto +allora si comprende la posizione di +Anagni. La collina, sul margine estremo +della quale è costruita la città, appare unita +alla Serra, e si stacca da questa con una +curva a forma di falce. La roccia è scura, +ripida e brulla, e dal paese si sale in una +regione selvaggia, dove è il villaggio di +Monte Acuto, un erto e nero castello, che +prende nome dalla vicina altura.</p> + +<p>Nell'osservare questa posizione non ci +si stupisce più che Anagni sia stata nel +medio evo preferita da tanti papi come<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[73]</a></span> +luogo di rifugio e di villeggiatura, essendo +una cittadina nell'aperta campagna, posta +su di un'altura che ne rende l'aria salubre, +mentre le sue rocce e le alte mura la fanno +un forte baluardo.</p> + +<p>Del resto la città deve la sua importanza +storica soltanto al medio evo. Sebbene +sia stata capoluogo degli Ernici, +forte tribù del Lazio, essa non ha avuto +alcuna importanza al tempo dei Romani, e, +dopo essere stata da questi soggiogata, rimase +sempre una piccola città sottomessa. +Anche oggi qualche rovina ci ricorda il +dominio romano; qua e là si vedono +avanzi di mura ed a nord della città +una fila di archi giganteschi che si appoggiano +sull'erta scoscesa della collina. Questo +caratteristico monumento dei tempi +romani offre una vista imponente. Non esistono +più tracce dell'antica rocca, la quale +molto probabilmente occupava il punto dove +oggi sorge il duomo. Neppure esistono in +Anagni mura ciclopiche, come se ne vedono +a Ferentino ed a Segni.</p> + +<p>Solo verso la fine del <span class="smcap">xiii</span> secolo Anagni +acquistò importanza, avendo avuto la +rara fortuna di vedere in un secolo quattro +de' suoi cittadini ascendere al seggio +pontificio. Il primo fu Innocenzo III, Conti +(1198-1216), il secondo Gregorio IX, Conti +(1227-1241), poi Alessandro IV, Conti (1259-1261),<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[74]</a></span> +ed infine Bonifacio VIII, Gaetani +(1294-1303).</p> + +<p>Anche prima però la città era preferita +da papi; sin da quando Roma si era ordinata +a governo repubblicano, parecchi +pontefici si rifugiarono dentro le mura di +Anagni. Quivi morì nel 1159 Adriano IV, +Breakspeare, l'unico inglese che abbia portato +la tiara, sottraendosi alle pressioni del +senato romano per il ristabilimento della +repubblica: ivi pure si rifugiarono l'illustre +suo successore Alessandro III ed il +successore di questi, non meno famoso, +Lucio III.</p> + +<p>La città ritrasse molto vantaggio dall'aver +dato, in sì breve intervallo, quattro +papi alla Chiesa; si arricchì, così, di monumenti +e di palazzi in stile gotico-romano, +stile che prevalse fino al <span class="smcap">xv</span> secolo in molte +parti d'Italia. Anche a Genazzano abbiamo +trovato siffatte costruzioni gotiche; poche +ne rimangono in Anagni, se si eccettua +la cattedrale, lo stupendo palazzo municipale +e la casa Gigli.</p> + +<p>Il palazzo municipale ha un imponente +porticato, che sorregge un solo piano. La +strada passa sotto a quei portici come +attraverso ad una porta. Sulla facciata si +vedono, scolpiti nella pietra, stemmi del +medio evo; in mezzo ad essi vi è il busto +di un capitano della città, della casa della<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[75]</a></span> +Rovere, appartenente al <span class="smcap">xv</span> secolo. Nella +facciata posteriore del palazzo sono notevoli +gli ornati architettonici del cornicione +e le sue finestre, adorne di colonnette +di stile moresco, simili a quelle che +si vedono a Rovello, sopra Amalfi.</p> + +<p>Il palazzo municipale si è salvato dalla +rovina medioevale, ed è qui, con la casa +Gigli, il principale monumento del passato. +La casa Gigli, un piccolo fabbricato che appartiene +certamente al secolo <span class="smcap">xiv</span>, mi ha +ricordato le case di Palermo: essa è quadrata, +con un tetto piatto ed un portico. +Questo consiste in due arcate rotonde sostenute, +al punto in cui si riuniscono, da +una sola colonna; sotto di esso si trova +una scala esterna di pietra, che porta nell'interno; +questa architettura è ripetuta nell'unica +finestra, del pari ad arco tondo, +con una colonnetta nel mezzo. Sugli archi +corre una piccola cornice ondulata, semplice +ed armoniosa; sopra il tetto sono +vasi di fiori che danno all'edificio un carattere +grazioso e tutto meridionale.</p> + +<p>Dopo aver visitato questa casa, mi son +seduto sopra un banco di pietra che stava +lì di fronte e mi sono accinto a farne uno +schizzo nel mio album: sono stato subito +circondato da molti cittadini, e nel vederli +soddisfatti di ciò che stavo facendo, +ho compreso che quel monumento del passato<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[76]</a></span> +ispirava loro un sentimento di orgoglio +patriottico. Si son lagnati però meco +amaramente di quei quattro papi, loro compatriotti, +che sì poco avevano fatto per la +loro città natale, non provvedendola neppure +di un acquedotto. E' questo veramente +per gli abitanti di Anagni un grave +danno: essi non hanno altr'acqua da bere +che quella delle cisterne, che mi è parsa +molto cattiva; e d'altra parte non sarebbe +possibile costruire un acquedotto senza +enormi spese, perchè bisognerebbe portarvi +l'acqua da monte Acuto, facendole attraversare +una larga valle. «E' vero, dicevano +quelli, sarebbe occorsa una grave +spesa; ma pensate che sono stati quattro +i papi, e se avessero dato <i>qualche cosa per +uomo</i> l'opera sarebbe stata compiuta».</p> + +<p>Il duomo di Anagni è costruito sul punto +più alto della collina, presso la porta di +Ferentino, in mezzo a molti altri edifici, +in modo che la sua facciata ed il suo campanile +isolato non producono quasi nessun +effetto. Questa chiesa è una delle più antiche +del Lazio, più antica anche della +maggior parte delle cattedrali degli Stati +della Chiesa, rimontando ai tempi della +prima crociata. La fece edificare nel 1074 +Pietro, vescovo della città, della stirpe +dei principi longobardi di Salerno, il quale +prese parte alla prima crociata come compagno<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[77]</a></span> +d'armi di Boemondo, principe di +Taranto. Sulla porta principale del duomo +si legge, scolpita nella pietra, la seguente +iscrizione:</p> + +<p class="inscr">QUISQUIS AD HOC TEMPLUM TENDIS VENERABILE GRESSUM<br /> + MOX CONDITOREM CUNCTORUM NOSCE BONORUM<br /> + CONDIDIT HOC PETRUS MAGNO CONAMINE PRAESUL<br /> + QUEM GENUIT TELLUS NOBIS DEDIT ALTA SALERNUS<br /> + SIC MISERERE SIBI SUPERI PATRIS UNICE FILI.</p> + +<p>La forma dei caratteri di questa iscrizione +appare moderna: è forse del secolo <span class="smcap">xvi</span>, ma +lo spirito e l'espressione appartengono certo +al tempo in cui la cattedrale fu innalzata.</p> + +<p>Quantunque più volte restaurata dai vescovi +della città, la cattedrale ha conservato +il suo carattere primitivo, gotico-romano. +La facciata è di architettura rozza: +termina con un frontone pesante, a forma +di triangolo, di cui l'angolo superiore è ottuso +e la base è formata da una semplice +cornice. Nel centro si apre una finestra +circolare, senza ornamenti, ed al disotto di +questa un'altra finestra grande e quadrata, +aperta molto probabilmente in un'epoca +posteriore. La porta, ve n'è una sola, ha +una cornice d'un gusto mediocre, formata +di strisce di pietra ornate di teste di leoni +e di tori, rozzo lavoro del medio evo.</p> + +<p>Da un sol lato della porta, senza simmetria +e senza ragione alcuna di essere, +sorgono due pilastri con capitelli, incastrati<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[78]</a></span> +nel muro. Ai disopra v'è un arco +di pietra adorno di semplici arabeschi.</p> + +<p>Tutto l'edificio è costruito col tufo calcareo +bruno, fornito dalle montagne vicine. +Si vede facilmente che la facciata ha conservato +nelle linee generali la sua forma +primitiva, ma che è stata in seguito restaurata +alla men peggio, per necessità.</p> + +<p>All'interno il duomo è vasto e bello, non +a forma di basilica, bensì costruito in quello +stile semigotico, di cui in Roma porge +esempio la chiesa di S. Maria sopra Minerva. +Ha tre grandi navate ed un coro a +volta alto, in forma di croce; il pavimento, +in mosaico, fu eseguito nel 1226, dal celebre +Cosma, romano, a spese del vescovo +Alberto e del canonico Rinaldo Conti, che +salì più tardi sul seggio papale col nome +di Alessandro IV.</p> + +<p>Dal coro si discende nella cripta sotterranea, +veramente bella e degna di una descrizione +minuta. Consiste in una volta non +molto alta, sorretta da colonne; tanto la +volta che il pavimento sono decorati di +mosaici colorati, mentre le pareti sono interamente +ricoperte di antichi affreschi, disgraziatamente +molto sciupati ed in certi +punti addirittura irriconoscibili. Si nota subito +che essi appartengono ad epoche diverse, +perchè, mentre alcuni dei soggetti +biblici che vi sono rappresentati sono di<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[79]</a></span> +un rozzo stile bizantino, altri presentano i +caratteri di un'arte più avanzata, e vi sono +pure alcune belle e graziose figure, particolarmente +quelle dell'adorazione della Croce, +che sembrano dell'epoca di Cimabue.</p> + +<p>In questa cripta è la tomba di S. Magno, +patrono della cattedrale, ed un'antica iscrizione +ci fa sapere che nel 1231 lo stesso +maestro Cosma fu incaricato di rinnovare +la tomba del martire. Così questa famiglia +di artisti, che ha arricchito Roma di tante +opere preziose, recava pure il suo artistico +tributo nei paesi della campagna romana.</p> + +<p>Anche nella cappella del coro, nella navata +posteriore, esiste un monumento eseguito +dai Cosmati, un antico tabernacolo gotico, +poggiato sopra un sarcofago di marmo, +la cui forma ricorda a prima vista la +tomba del vescovo Consalvo, eretta nel 1298 +da Giovanni, figlio di Cosma, in S. Maria +Maggiore di Roma. Non v'è dubbio che anche +questo tabernacolo sia opera sua, ed +anteriore solo di quattro anni, perchè l'iscrizione +dice:</p> + +<p class="inscr">IN ISTO TUMULO REQUIESCUNT OSSA D. PETRI EPISCOPI<br /> + QUI NUTRIVIT D. BONIFACIUM PAP. VIII. ITEM SUBTUS<br /> + OSSA D. GOFFREDI CAJETANI COMITIS CASERTANI.<br /> +ITEM OSSA D. JACOBI CAJETANI HIC RECONDITA KAL. AUGUSTI<br /> + ANNO D. MCCXCIIII.</p> + +<p>Sul sarcofago semplicissimo, che racchiude +le ossa di questi membri della famiglia<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[80]</a></span> +Gaetani, si scorgono le loro armi, +ma senza l'aquila, componendosi lo stemma +dei Gaetani ordinariamente di uno scudo +diviso in due campi, in uno dei quali sono +due strisce serpeggianti, nell'altro un'aquila.</p> + +<p>Nella stessa cappella del coro v'è anche +un'altra antichità degna di nota, cioè una +antica e bella imagine della Madonna, sotto +la quale sta la seguente iscrizione:</p> + +<p class="inscr">HOC OPUS FIERI FECIT DO<span class="o">N</span> RAYNALD. PRESBYTER<br /> + ET CLERICUS ISTIUS ECCLESIAE.<br /> + ANNO DNI M.CCCXXII. MENSE MADII</p> + +<p>Fu dunque un dono fatto dal Conti, quegli +che poi fu Alessandro IV.</p> + +<p>Pochi altri ricordi di quei papi di Anagni +rimangono in questa cattedrale. Primi fra +questi gli abiti pontificali d'Innocenzo III +e di Bonifacio VIII, conservati in un armadio +della sagrestia. La pianeta d'Innocenzo +è d'una stoffa turchina, con ricchi +e pesanti ricami d'oro, e vi sono tessute +figure che rappresentano soggetti del Nuovo +Testamento, eseguite con una tale perfezione +che si direbbero copie di quadri di Giotto +o di frate Angelico da Fiesole, anzichè ad +un'epoca anteriore. Assai più rozzo come +lavoro è il pesante piviale di Bonifacio, ricamato +ad aquile e leoni.</p> + +<p>Oltre a questi tesori, il sagrestano mi ha +fatto vedere delle antiche mitre vescovili e<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[81]</a></span> +dei bastoni pastorali che per le loro bizzarre +ed insolite forme meritano l'attenzione +degli antiquari.</p> + +<p>Invano ho cercato busti o ritratti di +quei papi: non ve ne sono. Soltanto nel +muro esterno della chiesa, in una nicchia +o tabernacolo, posta sotto il cornicione, è +seduta sul trono la marmorea figura di +un papa. Mi fu detto che quell'informe +statua, che pare un idolo, rappresenta Bonifacio +VIII.</p> + +<p>In tempi posteriori furon collocati nel +coro del duomo i busti dei quattro papi, +dipinti su tela a forma di grandi medaglioni, +che ora si trovano appesi, ondeggianti +all'aria, nelle due gallerie del coro +stesso; è questa un'idea bizzarra che deve +risalire al secolo <span class="smcap">xvii</span>, e forse anche al <span class="smcap">xviii</span>.</p> + +<p>Prima di lasciare la cattedrale per recarci +al palazzo di Bonifacio VIII, voglio ricordare +alcune scene di cui essa fu teatro, +scene molto interessanti per noi tedeschi, +poichè esse si collegano alla storia della +Germania, giacchè il duomo di Anagni ha +avuto grandi rapporti con la casa degli +Hohenstaufen. Fu davanti al suo altare che +Alessandro III, nel giovedì santo del 1160, +maledì il grande imperatore Barbarossa; fu +lì che Innocenzo III lesse la bolla che scomunicava +Federigo II; e fu lì finalmente che +Alessandro IV lanciò l'anatema contro il<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[82]</a></span> +giovane eroe Manfredi. Scene barbare e +selvagge del medio evo, scomparse da gran +tempo, al pari dello splendore del nostro +grande impero e del prestigio del papato +stesso.</p> + +<p>L'ultimo papa di Anagni fu Bonifacio VIII, +della famiglia Gaetani. Chi ignora la sua prigionia +nello stesso suo palazzo, e la tragica +fine che seguì immediatamente la sua liberazione?</p> + +<p>Nel 1294 la sorte aveva strappato l'eremita +Pietro da Morone dalla sua profonda +solitudine del monte Majella, per innalzarlo +al seggio papale. L'eremita, debole +ed inetto, aveva preso dimora a Napoli, divenendo +lo strumento cieco di re Carlo. Intanto +l'ambizioso e risoluto cardinale Benedetto +Gaetani di Anagni, aspirava alla +tiara pontificia. Pietro, o meglio Celestino V, +decise di abdicare, e così fece, cinque mesi +appena dopo la sua elezione, fuggendo +quindi subito nella sua solitudine. Ma non +appena il Gaetani fu eletto papa col nome di +Bonifacio VIII, fece arrestare il fuggiasco, lo +portò nel suo palazzo di Anagni e da questo +poi lo relegò nel vicino castello di Fumone, +dove l'infelice eremita finì i suoi giorni.</p> + +<p>Bonifacio non aveva dimenticato che i +due cardinali della casa Colonna, Jacopo e +Pietro, avevano osteggiato la sua elezione, +e giurò di umiliare questa potente famiglia.<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[83]</a></span> +Nel 1297 la ruppe con essa per motivi o pretesti +che non importa qui riferire. Ne seguì +una crociata del papa contro i Colonna; essi +fuggirono dinanzi al suo sdegno; i due cardinali, +privati della porpora, si ritirarono a +Rieti e Sciarra Colonna, allora capo della +famiglia, si recò in Francia, dove Filippo +il Bello lo accolse con piacere, poichè egli +era in guerra con Bonifacio VIII, che lo +aveva scomunicato e dichiarato decaduto +dal trono. Egli decise con Sciarra di sorprendere +Bonifacio in Anagni, dove si trovava +nell'estate del 1303, e di farlo prigioniero; +a questo scopo Sciarra si unì a Guglielmo +di Nogaret, che godeva la fiducia +del sovrano. Furono radunati segretamente +trecento cavalieri e maggior numero di +fanti, e dopo che Nogaret si fu accampato +a Ferentino, con alcune truppe pronte ad +ogni evento, Sciarra, nella notte del 7 settembre, +uscì dal vicino borgo di Sgurgola. +I ghibellini di Anagni, che erano del complotto, +gli aprirono le porte; egli assalì il +palazzo Gaetani e penetrò nelle stanze del +papa. Bonifacio oppose alle violenze sofferte +un'eroica dignità. Rimase per tre giorni +prigioniero di Sciarra e di Nogaret che lo +minacciarono di morte, intimandogli di scendere +dal trono papale come egli aveva costretto +a scenderne l'infelice Celestino. Intanto +il cardinale Luca Fiesco incitava gli<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[84]</a></span> +abitanti di Anagni a liberare il papa, loro +concittadino, dalle mani di quella turba furibonda. +Il popolo diè di piglio alle armi e +cacciò gl'invasori dal palazzo. Poi ricondusse +a Roma il papa liberato, che vi morì +l'11 ottobre per l'ingiuria patita e per la +rabbia.</p> + +<p>I cardinali suoi concittadini, membri della +Curia, avevano tradito Bonifacio. Quando +poi fu eletto a suo successore Benedetto XI, +questi lanciò una bolla contro coloro che +avevano perseguitato Bonifacio, ed ebbe ad +esclamare: «La stessa sua patria non lo protesse; +il suo palazzo non gli servì di asilo; +la più alta dignità della Chiesa è stata insultata; +la Chiesa ed il suo Sposo sono stati +avvinti dalle catene. Quale luogo potrà d'ora +innanzi offrire sicurezza? Quale asilo resta +ancora inviolabile, se lo stesso papa di Roma +è stato offeso nel suo? Delitto abbominevole, +sacrilegio inaudito! Guai a te, Anagni, +che hai lasciato compiere un tale misfatto +fra le tue mura! Non cada più sopra te nè +rugiada, nè pioggia, cada invece sugli altri +monti, e l'una e l'altra sfugga te che hai assistito +alla caduta dell'eroe senza impedirla, +ed hai tollerato gli fosse fatta violenza!».</p> + +<p>La maledizione di Benedetto XI non pesa +più oggi sopra la città di Anagni; ma nell'anno +1616 gli abitanti superstiziosi si credevano +ancora sotto l'influsso di quelle terribili<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[85]</a></span> +parole. Allorchè in quel tempo il famoso +viaggiatore Leandro di Bologna visitò +la città, la trovò un mucchio di macerie e +lo stesso palazzo dei Gaetani in rovina; la +tremenda guerra della campagna romana, +condotta dal duca d'Alba, aveva devastato +tutta la contrada, e gli abitanti di Anagni, +ridotti alla miseria, narrarono al bolognese, +piangendo, che dal giorno in cui +Bonifacio era stato tradito fra le loro +mura, erano stati oggetto di continue calamità.</p> + +<p>Ho cercato in Anagni il luogo dove si +svolse questo dramma, che pose fine, con +Bonifacio VIII, alla potenza universale del +papato, fondata da Gregorio VII: ma il palazzo +Gaetani è stato distrutto da molto +tempo, e quello a cui ora gli abitanti di +Anagni danno tal nome, è un edificio moderno +del marchese Traetti, che sorge sulle +fondamenta di quello stesso palazzo, sul margine +della collina, non lontano dal duomo, +col quale mi fu detto che l'antico palazzo +avesse comunicazione. Nel cortile esistono +ancora antiche mura della residenza +di Bonifacio VIII, e dietro l'attuale edifizio +sono le rovine grandiose di un'antica +loggia, di cui rimangono ancora tre +grandi archi, appoggiati alla collina. Ai +piedi di questa sorge una grande muraglia +di antica costruzione, che mi si è<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[86]</a></span> +detto essere un avanzo delle stalle di Bonifacio +VIII.</p> + +<p>Trovai anche qui, come altrove, che il +presente ha maggior diritto alla nostra attenzione +che non il passato, perchè alla +vista dello stupendo paesaggio che si stendeva +dinanzi ai miei occhi dimenticai subito +la storia di Bonifacio. Di lassù si +scorge una selvaggia regione sassosa, di +aspetto severo, sulla quale sorge solitario +un tempio dorico, di costruzione moderna, +che è il camposanto di Anagni. +Più in là si leva maestoso il bruno +monte Acuto. Salendo per pochi passi +la collina si scorge alla distanza di sei +miglia al più una rupe grigiastra e selvaggia, +sulla quale, in triste abbandono, +sorge un cupo villaggio. «È Fumone!» +mi disse una donna che passava; e soggiunse +con disprezzo: «<i>Quando Fumone +fuma la campagna trema</i>». Non avendo +compreso questo proverbio, gliene chiesi +il senso, ma la donna non mi seppe rispondere +che questo: «Guardate, guardate +come è misero! Là vi si muore sempre +di fame!».<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a> Quello era dunque Fumone, +dove fu rinchiuso Celestino V, l'unico Papa<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[87]</a></span> +che abbia abdicato, di cui tutta la storia +è un romanzo, quanto tutto il medio evo.</p> + +<p>Qui debbo ricordare un curioso incidente. +Avevo tratto di tasca, per osservare Fumone, +un cannocchiale guarnito in metallo lucido, +quando per caso lo rivolsi su un giovanetto +che stava sulla strada, a poca distanza da +me. Il ragazzo gettò un grido e fuggì in +preda allo spavento. Al suo grido accorsero +uomini, donne e fanciulli, domandando cosa +fosse accaduto: questa scena mi ha ricordato +quell'altra ridicola di Genazzano, dove +con un semplice libro sparsi il terrore come +mago.</p> + +<p>Abbiamo ormai visto e parlato di tutto +ciò che v'è di notevole in Anagni, e possiamo +lasciare questa città. Ogni interesse +per essa cessa con Bonifacio, se non termina +con lui anche la sua storia, poichè dopo di +allora, due sole volte Anagni è ricordata, +e cioè nel 1378, allorquando, dopo l'elezione +di Urbano VI, i cardinali francesi avversari +del partito romano, vi si rifugiarono +per eleggervi un antipapa dando origine al +grande scisma, e nel 1556, allorquando i +soldati del duca d'Alba la distrussero durante +la guerra della campagna.</p> + +<p>Questa rovina spiega il suo aspetto moderno. +Ora è una città morta di 6000 abitanti, +fieri ancora delle loro memorie, dei +loro Papi e delle loro famiglie patrizie. Fra<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[88]</a></span> +queste se ne contano ancora dodici, le cosiddette +dodici stelle di Anagni, ed ancora +esistono quelle dei Gaetani e dei Conti, i +più antichi di stirpe. Nuove famiglie si sono +aggiunte a queste, fra le quali mi è grato ricordare +la gentil famiglia degli Ambrogi.<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[89]</a></span></p> + +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[90]</a></span></p> +<h2 class="lighter">I MONTI ERNICI<br /> +<span class="small">(1858)</span></h2> + +<hr /> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill099.jpg" width="600" height="53" alt="" title="" /> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[91]</a></span></p> +<h2 class="lighter"><a name="I_monti_Ernici" id="I_monti_Ernici"></a>I monti Ernici.<br /> +<span class="small">(1858).</span></h2> + +<p>Vi sono nella campagna romana alcuni +luoghi speciali che per la loro antichità, o +per la bellezza dei dintorni, o per le qualità +caratteristiche delle popolazioni, o per +i monumenti, invitano il forestiero a visitarli. +La regione di cui mi accingo a parlare +è appunto uno di questi luoghi, e appartiene +alla Legazione di Frosinone, stendendosi +sopra il fiume Sacco, sulle pendici +dell'Appennino. Le principali città di questa +regione, degli antichi Ernici, sono Anagni, +Ferentino, Alatri, Veroli e Frosinone, +paesi tutti più antichi di Roma, le cui origini +risalgono ai tempi favolosi di Saturno +ed a quelli dei Ciclopi.</p> + +<p>Era mio proposito visitare non solo le +città, ma arrampicarmi anche su per i monti, +per vedere la bella e famosa Certosa di +Trisulti, e nelle sue vicinanze la rinomata<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[92]</a></span> +grotta di Collepardo, nonchè lo strano pozzo +nelle rocce di Santulla, a forma d'imbuto, +detto «Fonte d'Italia», del quale molti +parlano ma pochi si recano a visitare.</p> + +<p>A cavallo, in compagnia di un bravo campagnolo, +certo Francesco Romano, che avevo +preso meco come guida e come servo, lasciai +Anagni prendendo un'amenissima via.</p> + +<p>Scendendo la collina su cui sorge Anagni, +ad una distanza di circa otto miglia, +si scorge Ferentino, che si presenta come +un paese di una certa importanza, collocato +in cima all'ampia ed estesa vetta, di +un colle le cui pendici sono verdeggianti +di vigneti e di giardini, mentre sulla cima +sorgono pittorescamente nere torri medioevali, +chiese e conventi. La via Latina sarebbe +molto monotona sino a Ferentino se +non fosse animata dal continuo passaggio +dei <i>Ciociari</i>, e qui se ne incontrano molti, +perchè la via Latina serve pel trasporto a +Roma non solo dei prodotti di queste contrade, +ma anche di quelle dei confini napoletani, +e gli Arpinati, compatrioti di Cicerone +e di Mario, son soliti portare il loro +bestiame al mercato della città eterna.</p> + +<p>Incontrai molte comitive di gente di quei +paesi e file di carri pesanti e grossolani, +con due enormi ruote, detti barocci, tirati +da buoi bianchi, dalle corna lunghissime. +Alcuni di questi barocci erano carichi di<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[93]</a></span> +sacchi di grano, altri di lana, la maggior +parte però portavano ceste di polli. I campagnoli +che li conducevano facevano veramente +una splendida figura coi loro cappelli +a punta, le lunghe giubbe rosse ed i +sandali di rozzo cuoio.</p> + +<p>Quando giunsi a Ferentino speravo nella +gentilezza di una famiglia del paese per la +quale mi avevano dato una commissione. +Un giovane di mia conoscenza, impiegato +nel tribunale di un paese della Sabina, dove +mi ero trattenuto a lungo, aveva la sua +fidanzata a Ferentino, e siccome questa tenera +relazione si era da qualche tempo raffreddata, +egli desiderava riannodarla e non +avendo potuto accompagnarmi nella mia +gita, come sarebbe stato suo desiderio, mi +aveva pregato di far la parte di Galeotto, +o meglio di messaggero d'amore, cosa a +cui mi ero volontieri prestato. Mi aveva +dunque consegnato una epistola elegantemente +scritta per la sua bella, raccomandandomi +di non consegnarla all'amica in +presenza di suo fratello prete, ma con ogni +segretezza. Appena sceso all'albergo, mi +recai alla casa indicatami: la bella e graziosa +fanciulla stava appunto alla finestra. +Salii le scale e trovandomi solo con lei nella +prima stanza, senza scorgere l'ombra di un +prete, le feci prima di tutto i saluti dell'amico +nella miglior forma possibile, poi<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[94]</a></span> +tirai fuori la lettera e gliela consegnai. La +poveretta era visibilmente imbarazzata: +prese la lettera, e divenuta pallida, poi rossa, +senza dire una parola, entrò nella stanza +vicina e di lì a poco riapparve pregandomi +di entrare. Appena entrato mi trovai di +fronte al prete, che stava coricato in un +letto tutt'altro che pulito: egli aveva in mano +la lettera d'amore, che stava leggendo attentamente.</p> + +<p>Capii subito che la povera ragazza stava +sotto la dispotica influenza del fratello; +che brutte scene dovevano esser accadute +in quella casa e che la giovinetta non aveva +la forza morale di sottrarsi alla dura tirannia +del reverendo. Questi, che avrebbe +potuto essermi molto utile per darmi informazioni +sulla storia e sulle cose più notevoli +della città, mi accolse con molta freddezza +e con una certa inquietudine, ed io lasciai +poco dopo la casa, dolente di avere +con la mia intromissione confuso maggiormente +le fila di quell'innocente intrigo amoroso. +Per fortuna trovai altre persone che +si offrirono di servirmi di guida in Ferentino, +e così potei visitare in lungo ed in +largo quest'antichissima città del Lazio.</p> + +<p>Ferentino, anche oggi importante sede +vescovile, si compone di un laberinto intricato +di strade, per la maggior parte strette, +interrotte qua e là da qualche piazza. La<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[95]</a></span> +tranquillità tutta campestre, la mancanza +completa di movimento commerciale, la solitudine +che regna su quasi tutte le case, +danno al paese un'impronta tutta medioevale, +mentre qua e là tronchi di colonne, +avanzi di sepolcri, frammenti marmorei, +coperti d'iscrizioni romane, ricordano l'antichità +classica.</p> + +<p>Mi posi a sedere in una piccola piazza +quadrata, che dà sulla campagna da dove si +gode lo splendido panorama del paese dei +Volsci, e non tardai a provare un senso di +profondo benessere. Guardavo le donne che +si affollavano intorno ad un'antica cisterna +medioevale, calando giù, l'una dopo l'altra, +il loro secchio di latta legato ad una corda; +lavoro assai noioso e faticoso, ma inevitabile, +perchè a Ferentino, come in quasi +tutte le città del Lazio, mancano fontane. +Spesso in queste regioni il viaggiatore dura +fatica a scuotersi da quel torpore, da quella +pigra contemplazione a cui lo invitano il +caldo estivo e l'alta quiete che lo circonda. +In quella strana e pur familiare solitudine +si ridestano sensazioni già altra volta +provate, e ciò che giace in un lontano passato +ritorna con dolcezza alla mente come +avvolto nell'ombra.</p> + +<p>Uno sguardo ad una iscrizione romana +vicino a me bastò a richiamarmi alla +realtà ricordandomi l'intenzione che avevo<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[96]</a></span> +di visitare le antiche mura di Ferentino. +Come molte città del Lazio essa era in +origine circondata da mura ciclopiche e +sul punto più alto della collina sorgeva la +rocca ugualmente fortificata. Non fa meraviglia +che sussistano ancora notevoli avanzi +di quelle opere gigantesche, frutto di una +civiltà, della quale non si hanno altri ricordi, +ma che dovette essere straordinariamente +avanzata; reca piuttosto stupore +che costruzioni di tal fatta abbiano potuto +essere in parte rovinate. In molti +punti quegli enormi massi sono spostati, +in altri furono sostituiti con muri romani, +ed in altri infine si riconoscono costruzioni +del medio evo, nel così detto stile +«<i>saracinesco</i>», in modo che con un solo +sguardo si vedono riuniti su di un piccolo +tratto di muro i caratteri di tre diversi +periodi di civiltà, gli uni dagli altri tanto +diversi. Meglio che in qualunque altro +luogo si può fare questa osservazione presso +la porta di Frosinone e presso la meravigliosa +porta Sanguinaria, di struttura +ciclopica, che fu da prima ridotta ad arco +dai Romani, quindi deturpata da misere costruzioni +medioevali. Le fondamenta però, +sino ad una certa altezza, sono costituite +tuttora da massi ciclopici voluminosi, irregolari, +meravigliosamente congiunti fra +loro.<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[97]</a></span></p> + +<p>L'antica rocca di Ferentino merita di +essere visitata; essa pure è circondata di +mura come la città, e sorge in cima ad +una collina rocciosa e in origine era interamente +cinta da mura ciclopiche. All'epoca +romana vi era una fortezza turrita, +le cui fondamenta costruite con grosse pietre +quadrate esistono ancora. Questa rocca +dovette essere inespugnabile, ed anche oggi +si potrebbe con poca fatica render tale +questa forte posizione. Durante l'impero +romano vi dimorava il prefetto di città e +nel medio evo sostenne più assedi. Si +scorgono tuttora all'estremità del piano, +in cima alla collina, gli avanzi del castello +superiore e specialmente due torri +mozze, che certo sorgevano ai due fianchi +di una fortezza quadrata: esse sono di un +effetto straordinariamente pittoresco.</p> + +<p>In quasi tutte le città del Lazio si osserva +che le cattedrali furono costruite là +dove prima sorgevano gli antichi castelli, +e non si potè trovare per esse luogo più +adatto. I vescovi fabbricarono anche generalmente +a fianco delle cattedrali i loro +palazzi, trovandosi così situati in modo da +dominare la città. Il vescovato di Ferentino +è uno fra i più antichi dei dintorni, e +quelli che lo fondarono, furono ben consigliati +a scegliere la rocca, riducendo così +ad uso di abitazione del vescovo l'antico<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[98]</a></span> +palazzo del prefetto, mentre il duomo venne +costruito con i materiali degli antichi monumenti.</p> + +<p>Appena entrati in città da porta Romana, +lavoro di meravigliosa solidità di costruzione, +ci si trova vicinissimi al duomo +ed al palazzo vescovile che gli sorge a +lato. Siamo in pieno medio evo. La chiesa +è piccola, ma ben proporzionata, ricca di +iscrizioni e di frammenti di meravigliose +sculture, alcune delle quali si fanno risalire +al <span class="smcap">x</span> secolo; queste sculture sono incastrate +parte nel muro, parte nel pavimento. Il palazzo +vescovile è un miscuglio di vari stili +architettonici, e pare un piccolo castello +deserto.</p> + +<p>A Ferentino vi sono alcuni monumenti +medioevali specialmente degni d'attenzione, +fra gli altri ricorderò almeno la graziosa +chiesa di S. Maria Maggiore. Essa si trova +in fondo alla città su di una piccola piazza, +ed è una delle opere più perfette nello stile +gotico-romano del secolo <span class="smcap">xiv</span> o <span class="smcap">xv</span> che esistano +nel Lazio. Le chiese di Fossanova +e di Casamari, che non ho ancora visitate, +devono essere simili a questa nello stile. +Sebbene mi occupi particolarmente dei monumenti +del medio evo, e la mia attenzione +sia specialmente rivolta alle iscrizioni +che appartengono a quell'epoca, non +trascurai però di farmi condurre a visitare<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[99]</a></span> +le antichità romane, sparse qua e là per +il paese. Però esse non sono molto importanti. +Sotto questo riguardo l'orgoglio di +Ferentino è il così detto «Testamento», +ed io dovetti arrampicarmi faticosamente +sulle rupi, tra le siepi spinose di una +vigna, per arrivare a questa meraviglia, e +vidi finalmente dinanzi a me una grande +lapide scolpita nella pietra viva. Una lunga +iscrizione in caratteri elegantissimi informa +che Aulo Quintilio, quatorviro ed edile, era +stato benefattore della sua patria, avendo +a questa lasciato per testamento tutto il +patrimonio, e che la città riconoscente gli +aveva decretata l'erezione di una statua da +collocarsi nel foro.</p> + +<p>Quando, stanco di questa gita, feci ritorno +alla mia locanda, presso la porta di +Frosinone trovai una grande confusione. +Erano proprio in quel giorno terminati gli +esami nel ginnasio e parecchie agiate famiglie +delle città dei dintorni erano venute +a ritirare i loro figli, per condurli a +passare a casa loro le vacanze autunnali. +Padri, madri, ragazzi, avevano invasa tutta +la locanda, e l'impetuosa gioia dei vecchi +e dei giovani era senza limiti: gli uni partivano, +gli altri pranzavano, altri ancora +si preparavano a passarvi la notte, di modo +che con grande fatica riuscii a conservarmi +la camera che avevo già fissato. Riposare<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[100]</a></span> +fu impossibile, perchè tutta la notte le +donne, i ragazzi, i servi stettero in continuo +movimento. Quando poi nel cuor della +notte questo chiasso infernale si fu acquietato, +cominciarono nella via canti festosi +e straordinariamente sonori.</p> + +<p>Erano gruppi di pellegrini che, approfittando +del fresco notturno, s'incamminavano +verso non so qual santuario. Le loro litanie, +echeggiando nella quiete della notte, producevano +un'impressione profonda. L'udire +quei canti nel silenzio solenne della notte +invita a pensare, poichè la fantasia segue i +passanti che non vediamo e di cui non sappiamo +nemmeno donde vengano e dove +siano diretti. Era appena passata una compagnia, +che in lontananza si udivano gli +<i>Ora pro nobis</i> di un'altra, che passando +davanti alla casa si allontanava per esser +seguita ancora da un'altra, e così trascorse +tutta la notte.</p> + +<p>Finalmente fui felice di veder spuntare +il giorno, ed il sole era ancora nascosto +dietro ai monti che attraversavo a cavallo +la città per recarmi ad Alatri. La +strada era magnifica: prima passava in +mezzo a vigneti, poi si faceva più aspra +e selvatica traversando una regione montuosa, +ombreggiata da annosi castagni e +rallegrata da parecchi ruscelli. Ma avanzando, +la strada si faceva più cattiva<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[101]</a></span> +ed il paesaggio più deserto, finchè arrivai +ai piedi di una collina a forma di +cono, in cima alla quale in un luogo cupo +e malinconico sorgevano alcune torri sgretolate +e mura cadenti. La vista inaspettata +di questo castello mi sorprese piacevolmente; +l'avevo già contemplato con desiderio +ad Anagni e non sapevo che andando +ad Alatri vi sarei passato così vicino. E' +l'antico Fumone, il carcere di Celestino V. +Qui egli morì il 19 maggio 1296, dopo una +penosa prigionia di dieci mesi, nella tarda +età di 81 anno.</p> + +<p>Nel contemplare Fumone pensai che non +sarebbe stato facile davvero trovare un +luogo di esiglio più triste di questo. Non +fu certo però la solitudine che maggiormente +addolorò quel prigioniero, che aveva +passato la sua vita fra le spelonche in luoghi +selvaggi.</p> + +<p>Dovetti contentarmi di guardare questo +castello sospeso sulla mia via, simile +ad un nido di briganti. Proseguii la strada +ai lati della quale si ergevano due alti +monti ed una terza altura chiudeva l'orizzonte. +Giunto in cima a questa mi si presentò +dinanzi un panorama sublime. Di +lassù si scorgeva il più splendido paesaggio +degli Appennini; colline e pianure si +alternavano e dietro si stendevano catene +di alti monti su cui, in lontananza, si scorgevano<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[102]</a></span> +borghi e città, fra le quali Vico e +Guarcino.</p> + +<p>La strada scendeva quindi dolcemente +nella fertile campagna di Alatri, e finalmente +dopo aver girato una collinetta vidi +dinanzi a me questa interessante città. Cavalcando +attraverso mura annerite dal +tempo, in un meraviglioso mattino d'estate, +fui rallegrato dall'aspetto vivace della città, +ricca di splendidi palazzi che dimostrano +una fiorente vita cittadina nel passato. Non +avevo ancor visto una città di così bell'aspetto +nei monti del Lazio e non ve n'è +altra che abbia un'architettura di stile così +spiccatamente gotico-romano.</p> + +<p>Alatri è il centro principale d'industria +e di commercio dei monti Ciociari, vi si +fabbricano stoffe, tappeti, coperte di lana, +e quelle giubbe e quei cappelli a punta +che sono tanto in uso in tutto il Lazio. +Il giorno in cui vi arrivai, c'era mercato. +Le strade e le piazze, ingombre delle frutta +d'agosto, fichi, pesche, albicocche e grosse +pere, offrivano un lieto spettacolo, ed erano +gremite di gente. I montanari, alti, nerboruti, +con le loro giubbe scarlatte, coi sandali +e i cappelli di feltro a punta ornati +di fiori, mi ricordarono che mi trovavo nel +<i>Latium ferox</i> di Virgilio, i cui abitanti +robusti ed energici hanno conservato durante +tutto il medio evo il loro carattere.<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[103]</a></span></p> + +<p>Le strade sono quasi tutte strette, oscure +e cupe, tutte le case essendo costruite in +tufo scuro, di rado imbiancate con la calce. +Rimasi stupito di trovarne buon numero +che avevano l'aspetto di palazzi, nome che +vien dato nelle città romane ad ogni casa, +che abbia un portone, tanto più se appartiene +ad antica famiglia patrizia. In Alatri +dovettero essere dunque moltissime le famiglie +nobili che fiorirono durante i secoli +XV e XVI, giacchè la maggior parte +dei palazzi della città appartiene a quell'epoca. +Hanno generalmente il tetto piatto, +molto sporgente, e la facciata in massi +quadrati tagliati molto regolarmente in pietra +calcarea, il cui colore scuro produce un +bellissimo effetto. Le porte sono di architettura +gotica, ad archi snelli; ne osservai +sei in un bel palazzo; su di esse posava un +cornicione di squisito disegno e sopra questo +erano sei finestre di splendide proporzioni. +Tutte le finestre in Alatri sono di stile +gotico-romano, molto simili a quelle degli +antichi campanili di Roma, e sono formate +da due archi divisi nel mezzo da una colonnetta.</p> + +<p>Questo stile architettonico dà un carattere +imponente alla città. Alcuni edifici mi +richiamarono alla memoria quelli del periodo +delle repubbliche toscane, quella di +Siena specialmente. Il palazzo Jacovazzi si<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[104]</a></span> +distingue dagli altri per la sua altezza e +per la severità della facciata in stile semigotico: +è ora proprietà e sede del Municipio.</p> + +<p>Da Roma ero stato raccomandato ad una +delle famiglie più distinte di Alatri che +per ricchezza e per influenza aveva avuto +una parte importante nella storia della +città.</p> + +<p>Appena arrivato cercai subito il palazzo +Grappelli, e trovatolo, mi accorsi che meritava +veramente la denominazione di palazzo. +Un'ampia corte interna, belle scale +in pietra, un salone magnifico, dove era +stato eretto un teatrino, molte stanze con +soffitti dipinti e pareti adorne di affreschi, +ed infine in mezzo ad alcune costruzioni laterali +in pessimo stato, una torre in rovina +rivelava che un tempo vi era una fortezza +e che quel palazzo era stato la residenza di +ricchi signori. Ora però tutto era in stato +di completo abbandono e le stanze poveramente +mobiliate e con reliquie di tempi migliori. +Mi si assicurò che questa famiglia, +al pari di molte altre della città, era caduta +in gran miseria. Ma la gioventù che vidi in +questa casa era tutta fiorente di vita e di +salute, ed ammirai con piacere le vivaci +fanciulle cresciute magnificamente in quella +fresca aria montanina. Esse facevano a +meno volentieri dei noiosi divertimenti di<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[105]</a></span> +Roma e, sempre in moto, animavano colla +loro allegria le piccole riunioni cittadine +ed alla sera si divertivano giocando e +ballando.</p> + +<p>Quando chiesi quali fossero le cose più +notevoli di Alatri, mi raccomandarono in +modo particolare la chiesa di Santa Maria +Maggiore e le mure ciclopiche, che in fondo +erano state lo scopo della mia gita. La +chiesa, situata in una piazza circondata +interamente da costruzioni medioevali, è +piccola e in stile gotico-romano. Aveva in +origine due campanili, ma ora ne rimane +in piedi uno solo che forse non fu +mai finito ed è mezzo rovinato. Le finestre +sono ad archi romani. Una facciata +assai irregolare, con tre porte di architettura +gotica, produce una strana impressione, +perchè nella porta di mezzo si apre una +finestra circolare che non va affatto d'accordo +col resto dell'edificio. Il rosone di +questa finestra è guarnito di vetri dipinti.</p> + +<p>La cornice della porta ha un ornato di +foglie di acanto, ed il suo arco riposa sopra +un gruppo di colonne. Entrando in +chiesa rimasi deluso perchè, sebbene le tre +navate composte di quattro grandi archi +siano di stile semigotico, tutto l'interno appare +guastato da un cattivo gusto moderno, +coperto di falsi marmi e dipinto fin sulla +volta a croce con variati colori com'è di<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[106]</a></span> +moda ora a Roma. La navata di mezzo +è ora rischiarata a ciascun lato da una +finestra a rosone, ed anche la tribuna riceve +la luce da un'altra finestra simile. +Invano cercai antiche sculture: l'unica che +meriti qualche attenzione è il battistero, +una vaschetta sostenuta da tre cariatidi, +lavoro assai grossolano del medio evo.</p> + +<p>Mi recai subito alle mura ciclopiche. Al +pari di Ferentino, Alatri era in origine circondata +da queste mura, ma quelle intorno +alla città sono quasi completamente rovinate; +solo le mura della così detta rocca, +si sono conservate meraviglioso monumento +di quell'epoca, di cui non trovasi l'eguale +in tutto il Lazio. La sola vista di queste +mura, che possono sostenere il paragone +con le più gigantesche dell'Egitto, basta +a compensare ampiamente della fatica del +viaggio.</p> + +<p>L'antica rocca di Alatri (chiamata ora +«<i>Civita</i>» quasi città per sè stessa) è sulla +collina più elevata, attualmente vicino al +duomo, giacchè, come a Ferentino, la cattedrale +e il vescovato si appoggiano alla +vetusta fortezza. Questa collina, sulla cui +cima spianata si erge il duomo, è intieramente +circondata, sostenuta e quasi rivestita +di mura ciclopiche, alte da 80 a 100 +piedi. Allorquando mi trovai dinanzi a +quella nera costruzione titanica, conservata<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[107]</a></span> +in ottimo stato, quasi non contasse +secoli e secoli, ma soltanto anni, provai una +ammirazione per la forza umana, assai maggiore +di quella che mi aveva ispirata la vista +del Colosseo. Perchè in un periodo di +maggiore cultura, con mezzi meccanici ben +superiori, si capisce come si siano potuti +edificare il Colosseo, le Terme di Caracalla +e di Costantino; senza chiedere troppo +alla forza degli uomini, perfino le mura +di Dionigi a Siracusa, e perfino le opere +più grandi che in questo genere io abbia +mai veduto fin qui non destano tanta meraviglia.</p> + +<p>Qui vediamo dinanzi a noi mura colossali +di cui ogni pietra non è un grosso +pezzo quadrato, ma un vero macigno di +forma irregolare, e se ci domandiamo meravigliati +con quali mezzi si siano potuti +collocare tali massi gli uni sugli altri, si +arriva ancor meno a comprendere come +sia stato possibile incastrarli gli uni negli +altri, in modo da non lasciare il minimo +interstizio, producendo l'effetto di un gigantesco +mosaico lavorato con la massima +precisione.</p> + +<p>La tradizione attribuisce questo genere +di costruzione degli antichissimi tempi latini, +ai tempi di Saturno, e li sbalza addirittura +fuori del periodo della civiltà storica. +Però la scienza, che in Italia si occupa<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[108]</a></span> +tanto di ricerche intorno agli Indo-Germanici +e ai Pelasgi, è costretta a confessare +di non saper nulla intorno a quei popoli +che hanno costruito quelle opere colossali. +La loro vista sola basta a convincerci +che una razza che potè costruire +tali mura, doveva già possedere un'importante +cultura e leggi ordinate.</p> + +<p>La vicinanza tra di loro di queste città +ciclopiche sparse per tutto il Lazio dimostra +che in tempi antichissimi esistette +in questa regione un gran numero di repubbliche +o comuni autonomi di cui ignoriamo +le scambievoli relazioni, ma dalla +costruzione di tali immense fortificazioni +possiamo dedurre come esse fossero continuamente +in guerra fra loro, ed esposte +soprattutto alle invasioni dei malviventi +per le loro posizioni isolate e malsicure. +Se si volesse stabilire una proporzione +esatta fra la forza degli uomini e le dimensioni +delle loro opere, si dovrebbe +supporre essere stati giganti coloro che +costruirono quelle mura, o che le assaltavano +con nemico furore, ma queste costruzioni +appartengono al periodo delle opere +colossali, con le quali s'iniziò la civiltà umana +presso tutti i popoli ed in tutte le parti +del mondo, finchè poi dalla grandezza materiale +salì a quella che con mezzi perfezionati +produce opere belle ed artistiche.<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[109]</a></span> +Non si dovrebbero far risalire queste opere +ciclopiche a tempi remotissimi; forse furono +costruite nel Lazio dopo la fondazione +di Roma. Non è molto grande il passo che +separa queste costruzioni di massi irregolari +da quelle più regolari degli Etruschi +e dei Romani.</p> + +<p>Si usciva dalle mura di questo Campidoglio +dell'antica Alatri per una porta principale +tuttora esistente: un'immensa costruzione +in pietre disposte orizzontalmente; +oltre a questa vi è un'uscita secondaria e, +nel muro esposto a mezzogiorno, vi sono +tre nicchie quadrate che fanno supporre vi +fossero collocate le statue degli Dei, mentre +si può ragionevolmente ritenere che +un ciclopico avanzo nel centro del castello +fosse l'altare su cui erano offerti i sacrifizi +solenni.</p> + +<p>Fino al 1843 queste mura erano mezzo +sepolte fra le macerie e le piante rampicanti +e non vi era una strada che permettesse +di farne il giro. Una visita di Gregorio +XVI fece nascere negli Alatrini la +felice idea di liberare da quegli ingombri +quell'impareggiabile monumento della più +remota antichità. Duemila uomini lavorarono +dieci giorni per sgombrare i rottami, +e così l'Acropoli fu non soltanto liberata +dalle macerie che la deturpavano, ma provvista +di una strada che ne fa il giro e si<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[110]</a></span> +chiama via Gregoriana. In quel tempo furono +pure riaperte la porta principale e la +salita che conduce alla piazza del castello, +che è larga e bene spianata ed ora è +cinta da un parapetto di pietra, che s'innalza +sopra le mura ciclopiche, e, siccome +non vi è altra costruzione che il +duomo, vi si gode liberamente un'ampia +vista del paesaggio montuoso. Il colpo +d'occhio è splendido ed affascinante per +la sua estensione e bellezza, ed io non +tenterò nemmeno descriverlo od anche soltanto +accennare alla linea dei monti che, +nel luminoso cielo turchino, si stendono +sopra l'amena campagna. In tale quiete +perfetta, anzi in quella completa solitudine, +in quei luoghi misteriosi, testimoni di un'antichissima +civiltà, si prova vivamente l'impressione +del sublime. Non parlerò nemmeno +del piccolo duomo che sorge solitario +da un lato della piazza con un bizzarro +campanile ed una facciata che appartiene +al secolo <span class="smcap">xviii</span>. Una larga gradinata di pietra +conduce alla porta della chiesa. Purtroppo +nell'interno tutto è rimodernato, e con dispiacere +dovetti riconoscere che, anche nei +luoghi più remoti del Lazio, la falsa ambizione +dei preti e dei comuni ha guastato, +restaurandole, le venerate reliquie +dell'antichità. La mania di seguire la moda +che distrugge a poco a poco i costumi nazionali,<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[111]</a></span> +si attacca dovunque, anche ai fabbricati, +che rimoderna con facciate senza +stile, e ne guasta l'interno con puerili pitture +dai colori stridenti come nella Roma +moderna, dove per mancanza di gusto si +gareggia coi Siciliani.</p> + +<p>Girai per le strade di Alatri e la città +mi piacque sempre più. Essa è circondata +da giardini abbastanza ben coltivati, e nell'interno +una vita vivace ed operosa rivela +un'agiata condizione economica e, siccome +in tutti questi luoghi dalla qualità del pane +e del vino, come alimenti principali, si può +con ragione dedurre quali siano le condizioni +economiche del paese, mi persuasi +che gli Alatrini non soffrono miseria. Non +mi ricordo di essere stato importunato ad +Alatri da nessun mendicante, come succede +nella Sabina e nei monti Albani, dove +essi vi seguono a frotte. Però i prigionieri +domandano l'elemosina dalle finestre del +loro carcere, spettacolo che, del resto, si +può avere in quasi tutti i dintorni di Roma. +Mentre il nostro rigoroso sistema di prigionia +usa d'isolare più che sia possibile +i carcerati dal resto del mondo, murandoli +anzi nelle loro celle, come se fossero appestati, +qui la tolleranza meridionale concede +loro molta libertà.</p> + +<p>Nelle città del Lazio udivo spesso i prigionieri +cantare le più allegre canzoni dietro<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[112]</a></span> +le loro inferriate, o rispondere ai ritornelli +cantati nella strada o li vedevo raccontare +a gesti storie che un forestiere +non poteva certamente capire. Ora persino +la questua è loro permessa in carcere. +Questi delinquenti, spesso condannati all'ozio +per lievi mancanze, sporgono fuori +dell'inferriata una lunga canna cui, per +mezzo di un filo, è assicurata una borsetta. +Si vedono sempre due, tre, quattro di queste +borse in movimento, ed i prigionieri +sembrano dei pescatori i quali colla più +grande tranquillità d'animo tengono la loro +canna in mano per tirarla su quando il pesce +ha abboccato all'amo. Così le borsette +vuote dondolano nell'aria e, se qualcuno +passa davanti alle prigioni, canna e borsetta +gli calano immediatamente davanti +al naso ed il carcerato chiede vi si metta +una moneta per amore della Madonna. Gradisce +anche un sigaro, che fumerà con +piacere dietro le sbarre di ferro, ma se gli +riesce di carpire due <i>baiocchi</i> manderà subito +a comperare del vino o ciò che desidera. +Non potevo trattenermi dal ridere +osservando questa classica arte di mendicare +e ripensavo sempre alla leggenda che +racconta come Belisario domandasse l'elemosina +ai passanti dalla finestra della sua +prigione. Questa favola dimostra, se non +altro, quanto sia antica questa tolleranza,<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[113]</a></span> +e forse anche negli antichi tempi romani +i prigionieri sporgevano dalle finestre del +loro carcere canne simili a queste.</p> + +<p>Partii da Alatri per recarmi a visitare +la famosa grotta di Collepardo, di cui avevo +sentito tanto decantare le bellezze. Un vero +sentiero di montagna conduce lassù, perchè +alla distanza di poche miglia dalla +città la natura del terreno cambia assolutamente +carattere, ogni coltura scompare +e si giunge alla montagna attraversando la +selvaggia solitudine d'ignude rocce calcaree +di color rosso.</p> + +<p>Un carbonaio del piccolo villaggio alpestre +di Collepardo, che aveva deposto il +suo carico ad Alatri, e che avevo incontrato +per caso, fu il mio compagno e la +mia guida attraverso quei monti e, quantunque +il suo rozzo dialetto fosse un po' +difficile per me, ascoltavo volentieri i suoi +racconti sulla vita povera ma contenta che +conduceva nel suo paesello.</p> + +<p>Le rupi erano sempre più erte e scoscese, +la valle si andava facendo più romantica +e selvaggia, eravamo giunti al torrente +Cosa, che scorre impetuosamente attraverso +quei monti. Le sue acque di una tinta +verdognola come quelle dell'Inn nell'Engadina, +abbondano di trote.</p> + +<p>Questo torrente si può chiamare l'unica +vena di vita della montagna, perchè la sola<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[114]</a></span> +angusta striscia di coltura in quel deserto +di rupi si trova sulle sue sponde. Dopo +un rapido corso si getta nel Sacco e con +esso finisce nel Liri.</p> + +<p>Risalendo il Cosa, al punto in cui esso +si apre con violenza la via per una stretta +gola ai piedi di un'erta massa di rupi, +giace Collepardo. Non si può immaginare +nulla di più malinconico. Un gruppo di +misere casupole di calcare, disposte in fila, +interrotte solo da una bizzarra chiesa: un +muro nero e sgretolato le circonda, nuova +prova che anche questo miserabile paesello +non era al sicuro dalle rapine del nemico.</p> + +<p>Pochi giardini, con scarsi alberi d'ulivo +e vigneti danno un'idea dell'estrema povertà +del luogo, perchè meno il piccolo +piano su cui è posto Collepardo, tutt'intorno +non si vedono che rupi.</p> + +<p>Il buon carbonaio m'invitò a salire in +casa sua, cosa che feci ben volentieri perchè, +altrimenti sarei stato imbarazzato a +trovare alloggio: mi accomodai alla meglio +in quella misera stanza per passarvi le ore +più calde della giornata. Nel frattempo giunsero +alcuni signori di Velletri a cavallo +per vedere anch'essi la grotta, così mi accadde +ciò che avevo desiderato molto, perchè +essendo in compagnia mi sarebbe stato +possibile osservare quella meraviglia alla +luce delle torce.<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[115]</a></span></p> + +<p>La grotta è posta molto al disotto di +Collepardo; vi si scende per un ripido sentiero; +laggiù il torrente Cosa rumoreggia +in una stretta gola e, per un poco, la strada +segue le sue sponde ombreggiate da piante +di castagno e d'ambo i lati sorgono imponenti +pareti di roccia. A sinistra s'innalza +il monte Marginato che stende nell'aria +la sua imponente massa, gettando +un'ombra cupa e profonda sulle acque che +gorgogliano con forza tra le pietre. A destra +sorge un'altra rupe non meno scoscesa, +ricca di vegetazione, nella quale appunto +è scavata la grotta. Anche l'entrata promette +qualche cosa di straordinario. Una +nera gola si apre fra scure masse di pietra, +ed una corrente d'aria gelata pare scaturisca +dalla più grande profondità.</p> + +<p>Ci coprimmo bene prima di entrare. Le +guide ci avevano preceduto colle torce accese, +e le leggiere nuvole di fumo che salivano +su dalle fessure della parete esterna ci +avvertirono che esse erano già dentro la +grotta. Ho visto molte caverne nei monti e, +in generale, non sono molto propenso ad ammirare +questi scherzi della natura; perciò entrando +nella grotta di Collepardo non mi +ripromettevo nulla di straordinario. Ma nonostante +le mie prevenzioni, confesso che +mi fece molta impressione specialmente per +la sua grande ampiezza. Si compone di due<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[116]</a></span> +parti principali, come due immense sale che, +in mezzo, sono separate da una parete +mezzo rovinata. Le pareti sono nere o giallo-scure +come il pavimento, sparso di grosse +rocce sulle quali ogni tanto bisogna arrampicarsi, +e dalla volta irregolare del soffitto +pendono stalattiti delle più svariate forme, +mentre altre bizzarre figure isolate o in +gruppi pare che sorgano dal suolo stesso +incontro a voi. Le figure più strane si sono +formate nella parte posteriore della grotta +e per farcele vedere meglio, le guide ci fecero +aspettare un poco per illuminarla bene +prima che vi entrassimo. Molti uomini e +ragazzi si erano messi in piedi qua e là colle +loro torcie, e per di più avevano acceso +in diversi punti grossi mucchi di stoppa. +Quando gettai lo sguardo nella sala così illuminata +essa offriva certamente uno strano +spettacolo. Ora pareva di entrare in un +tempio egiziano sostenuto da nere colonne +tra le quali fossero sfingi ed idoli scolpiti. +Ora invece sembrava di girare in un bosco +di palme o di altre fantastiche piante di pietra. +Dalle pareti pareva pendessero lancie, +sciabole e rigide armature di nani e giganti. +Tutto ciò si animava alla luce delle +fiaccole che facevano risaltare alcuni gruppi, +gettando un'ombra profonda sugli altri. A +volte le nuvolette di fumo, errando qua e +là formavano come un velo; i gufi ed i pipistrelli,<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[117]</a></span> +disturbati nella loro quiete, svolazzavano +nell'aria umida gettando grida +selvagge. Queste grotte non si possono +descrivere, perchè ognuno le vede in modo +speciale e le popola di fantasmi diversi, +secondo l'immaginazione individuale. Naturalmente +le più notevoli di queste stalattiti +hanno un nome ma mi è rimasto impresso +soltanto quello dei così detti «<i>Trofei +dei Romani</i>». Senza dubbio la grotta di +Collepardo contiene un seguito di sale simili +a queste e si estende profondamente +nella montagna, ma ancora non vi è modo +d'inoltrarvisi.</p> + +<p>In questa regione vi sono molte grotte +scavate nella pietra calcare, che un tempo +saranno forse servite di rifugio a qualche +eremita. Anche nell'anno 1838, presso Collepardo, +in una grotta del vicino monte +Avicenna, abitava un eremita.</p> + +<p>Nel settembre di quell'anno si presentò +là un giovane francese, a nome Stefano +Gautier, e disse di aver seguito un'ispirazione +celeste che lo aveva chiamato in +quella solitudine per condurvi una vita +da anacoreta. Lo straniero si stabilì in quella +grotta, dove gli portavano da mangiare e +da bere. Pregava e portava cilizi; lo si vedeva +spesso a Collepardo, a Veroli e nella +Certosa di Trisulti, dove visitava le chiese +e discorreva coi frati. La sua condotta era<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[118]</a></span> +irreprensibile, anzi passava per santo, quantunque +fosse ancora molto giovane. Gautier +aveva già trascorso due anni in quel l'eremitaggio, +quando un giorno gli sbirri circondarono +il suo rifugio, e lo arrestarono, conducendolo +con loro. Nessuno conobbe la +causa di questo arresto e non si potè sapere +nulla di preciso del suo destino; si +seppe solamente che il santo era stato consegnato +nelle mani della giustizia francese +e corse voce che egli avesse preso parte +ad uno degli attentati contro la vita di Luigi +Filippo.</p> + +<p>La natura ha riunito molte cose notevoli +intorno a Collepardo, perchè solo a poca +distanza dalla grotta delle stalattiti, vi sono +le famose sorgenti d'Italia, il pozzo di Santulla, +proprio sulla via che conduce alla Certosa. +Volevo giungere a questa Certosa +prima di sera per chiedere ospitalità ai frati. +Dopo una cavalcata di mezz'ora in mezzo +agli orti e su di un sassoso altipiano, mi +trovai ad un tratto sull'orlo di una cavità +circolare che mi rammentò vivamente le +grandi latomie di Siracusa. Questa misteriosa +fonte ha una circonferenza di 1500 passi, +discende ad una profondità di 150 piedi circa +e nel fondo lascia vedere una foresta di un +verde cupo di arbusti e piante rampicanti +che al più leggero soffio della brezza si agitano +mollemente come le onde di un lago.<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[119]</a></span></p> + +<p>Il sole dall'alto del limpido cielo lasciava +cadere delle striscie di luce in quella profondità +e vedevo delle bianche farfallette +svolazzare allegramente qua e là fra le +piante di quello strano bosco sprofondato +laggiù. Tralci fioriti coprivano i rami di +questi alberi che, a quanto si assicura, sono +alti fino trenta piedi, e pure visti dall'alto +sembrano piccoli arboscelli. Quella splendida +fioritura cresciuta a quella profondità, +i selvaggi sentieri che si confondevano +come un laberinto nell'oscura boscaglia, lo +svolazzare delle farfalle nate laggiù, seducevano +la fantasia che si figurava in quel +magico boschetto sotterraneo un paradiso +di fate ed un giardino di delizie per Oberon +e Titania.</p> + +<p>Laggiù scaturiscono abbondanti sorgenti +dal corso misterioso che mantengono il +verde dell'erba, mentre questa vasta conca +tira a sè la rugiada notturna.</p> + +<p>Discendendo collo sguardo lungo le pareti +giù nel profondo si osserva una meravigliosa +vegetazione: in forme bizzarre e +fantastiche, simili alle stalattiti, crescono +dappertutto cespugli di lentischi e ginestre +selvatiche dai fiori dorati. Le pareti presentano +tutti i variati colori dell'iride +perchè ora la roccia si tinge di un delicato +grigio argenteo, ora invece è di un bel +rosso acceso, giallo o turchino scuro, oppure<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[120]</a></span> +nero addirittura. Il paesaggio alpestre +che circonda questa fonte offre uno spettacolo +di straordinaria bellezza. Qui, dietro +gli alberi verdeggianti, sorge melanconicamente +l'oscuro villaggio di Collepardo, +laggiù una lunga distesa di valli rocciose +discende a perdita d'occhio, più in là si +elevano monti giganteschi dalle forme maestose +sulle cui cime ancor vergini si librano +solitarie aquile reali e le nubi dalle forme +fantastiche stendono il loro bianco velo.</p> + +<p>Sull'orlo dell'abisso erano sdraiati, insieme +con le loro capre, pastori dall'aspetto +quasi selvaggio, ciociari della montagna +coi lunghi bastoni a foggia di lancia, ed +animavano colla loro presenza la scena +grandiosa, mentre alcuni robusti ragazzi si +divertivano a gettare dei sassi che cadevano +in quella profondità con un sordo rumore, +facendo uscire dai loro nidi i colombi selvatici +che svolazzano qua e là sopra le piante. +Quantunque questi pastori mi volessero +dare ad intendere che in fondo a quel misterioso +abisso vivesse una tigre, pure ammettevano +che di quando in quando vi facevano +scendere le capre legate ad una +corda. Queste bestie trovavano laggiù +acque ed erba in abbondanza e vi rimanevano +dei mesi finchè non le andavano +a riprendere riportandole su ingrassate ed +in ottimo stato.<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[121]</a></span></p> + +<p>Se il pozzo fosse in Germania od in Scozia +la fantasia popolare lo avrebbe certamente +popolato di esseri favolosi, ma gl'italiani +in genere non hanno nessuna tendenza +per le favole. L'aria è troppo limpida e +serena in Italia perchè i racconti del soprannaturale +possano essere gustati. Trovai +il racconto dell'origine di questa fonte, narratomi +da quei pastori, molto caratteristico +perchè è una leggenda. Il pozzo, mi dissero, +era una volta una grande aia circolare; i +contadini un giorno osarono battervi il +grano benchè si solennizzasse l'Assunzione +della Beata Vergine. La Madonna adirata +di quel sacrilegio fece sprofondare ad un +tratto l'aia con tuttociò che vi si trovava +sopra e così si formò il pozzo circolare. +Del resto, non essendovi nei dintorni alcuna +traccia di vulcani, potrebbe essere +giusta l'opinione di alcuni che suppongono +che il pozzo fosse una caverna di cui sia +sprofondata la volta.</p> + +<p>Mi staccai con dispiacere da questo meraviglioso +fenomeno immaginando con desiderio +il meraviglioso spettacolo che esso +deve offrire di notte, quando la luna è sospesa +su quelle montagne deserte ed i suoi pallidi +raggi illuminano le pareti della fonte penetrando +tra le piante del magico bosco.</p> + +<p>I pastori guidarono me ed il mio compagno +per sentieri sassosi, finchè giungemmo<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122">[122]</a></span> +alla strada mulattiera che conduce +alla Certosa di Trisulti. Quest'abbazia tanto +famosa doveva essere distante circa un miglio +tedesco e non si vedeva ancora ma +ci additarono lassù, in cima alla montagna +che avevamo dinanzi, la scura linea di un +bosco di quercie, dietro al quale si trovava +un podere, vero modello di coltura alpestre. +Ricordo pochi paesaggi montuosi più +belli e d'aspetto più selvaggio di quello +che traversavamo allora. Ora lo sguardo +si sprofondava giù in un vertiginoso abisso +in fondo al quale rumoreggiava il Cosa, +ora si elevava alla splendida catena di monti, +fra i quali spiccava gigantesca la piramide +del Monna spingendo la sua cima verso il +cielo.</p> + +<p>Seguitammo a scendere e dopo una mezz'ora +di cammino, reso molto malagevole +per dover girare le grigie roccie, che poste +sulla strada come sentinelle sbarravano il +passo, giungemmo al torrente che si è aperto +la via tra due montagne e tuonando +precipita le sue acque spumeggianti attraverso +le nere gole.</p> + +<p>Il sole era già calato dietro i monti e i +suoi ultimi raggi infuocati indoravano ancora +le vette circostanti. Cominciammo a +salire e nel voltarmi indietro vidi a poca +distanza da me otto o dieci soldati che si +avanzavano a rapidi passi sul sentiero<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[123]</a></span> +dietro di noi. Dubitai che dessero la caccia +ai briganti, ma non era probabile, perchè +la famigerata banda di Gasperone non +abitava più quelle montagne, dove ancora +in molti luoghi si possono leggere nomi di +briganti famosi da loro stessi scolpiti sulle +roccie coi loro pugnali.</p> + +<p>Quei soldati, come mi disse il mio compagno +che si mostrava bene informato, +venivano da Alatri per visitare la Certosa, +godendo dell'ospitalità dei frati, perchè +dovete sapere che le ricche tonache bianche +sono obbligate dalla loro regola ad +ospitare gratuitamente per tre giorni ogni +viandante, e se anche un intero esercito +volesse entrare nella Certosa, non potrebbero +chiudergli in faccia la porta del convento. +Siccome sapevo che la brigata insieme +alla quale avevo visitato la grotta di +Collepardo aveva passato la notte precedente +alla Certosa, mangiando alle spalle +di quei monaci, quando vidi dietro di me +quei soldati mezzo affamati, che già pregustavano +col pensiero il buon pranzo del +convento, fui preso da una certa inquietudine, +cominciando anch'io a sentire gli stimoli +della fame: «Vieni, Francesco, dissi, +affrettiamo il passo, perchè quei soldati non +arrivino prima di noi alla Certosa, se no +correremo il rischio di trovare i frati di +cattivo umore quando busseremo alla loro<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[124]</a></span> +porta per chiedere vitto ed alloggio». Francesco +sorrise e proseguimmo la nostra via +con maggiore alacrità.</p> + +<p>Ero giunto all'altura su cui sorge la +Certosa di Trisulti: essa si trova sul largo +altipiano delle magnifiche montagne che +le si aggruppano intorno. Uno splendido +bosco di quercie mi toglieva ancora la vista +del convento. Andando avanti vidi da +lontano due frati vestiti di bianco che passeggiavano +su e giù nella fresca ombra +di quegli alberi maestosi, ed invidiai la +quiete filosofica che sembravano godere. Se +vi è un luogo in cui lo spirito umano possa +raccogliersi nella più seria ed elevata meditazione, +dev'essere qui in una delle più +sublimi solitudini che io abbia mai visto.</p> + +<p>Una leggera brezza vespertina soffiava, +agitando le vette di quelle ombrose piante +secolari, ed intorno sorgevano solenni e +maestose le montagne. Ad un tratto la +campana del convento echeggiò nel bosco +e sentii in me l'influenza potente dello +spirito medioevale.</p> + +<p>Mi avvicinai ad un frate presentandomi +come viaggiatore e gli chiesi ospitalità per +una notte. Il frate ben pasciuto, dall'aspetto +imponente, m'indicò il convento e mi disse +che dovevo presentarmi al guardiano. Dopo +un breve tratto di strada attraverso al bosco +la Certosa si presentò al mio sguardo.<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[125]</a></span></p> + +<p>Giunto ad una tale altezza su di una montagna +quasi impraticabile, dopo essersi dovuto +arrampicare faticosamente per pendii +diruti e rocciosi, il viandante prova una +deliziosa ed ineffabile impressione, trovandosi +ad un tratto dinanzi ad una fiorente +oasi di coltura. Quel piccolo paradiso, l'Eden +di quei monaci, spiccava sul fondo delle +foglie verdi, solitario, fantastico, meraviglioso. +La Certosa non si compone di un +unico fabbricato, ma di un gruppo di cappelle, +di chiese, di cortili cintati, di costruzioni +di ogni genere, la cui comoda disposizione +denota ricchezza e tranquilla felicità. +Le fanno corona folte piante annose isolate +od in gruppi. Nei recinti chiusi vacche, pecore +e capre pascolavano mentre i frati +camminavano su e giù sorvegliando i servi +che lavoravano; vi era un animato movimento +di ogni genere di persone, tutte mantenute +dal convento.</p> + +<p>Il guardiano, uomo alto e serio con una +lunga barba ondeggiante, mi accolse cortesemente +alla porta del vestibolo e mi disse +di presentarmi al superiore che avrebbe poi +dato l'ordine che fossi ricevuto.</p> + +<p>Indi venni condotto nel vasto cortile interno +di forma quadrata, circondato dai diversi +fabbricati del convento e dalla facciata +della chiesa.</p> + +<p>Tutto è mantenuto colla più scrupolosa<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[126]</a></span> +cura e nettezza, ma le costruzioni non hanno +nulla di antico anzi portano l'impronta, dello +stile sfarzoso del secolo <span class="smcap">xviii</span>. Nell'interno vi +sono dei corridoi lunghi ed ariosi sui quali +si aprono d'ambo i lati le celle dei monaci. +Trovai il superiore seduto dietro ad uno scrittoio +in una stanza spaziosa, occupato ad +ascoltare alcuni domestici che pareva gli +esponessero qualche richiesta. Egli accettò +volentieri la mia preghiera di essere ricevuto +nel convento senza farmi alcuna domanda +sulla mia patria o sulla mia religione. +Certamente a quei frati bastano un +rapido sguardo alla fisonomia del forestiere +e le poche parole scambiate con lui per riconoscere +subito il cattolico od il protestante.</p> + +<p>Salutai il superiore dopo che mi ebbe consegnato +ad un laico incaricato di condurmi +alla foresteria. Si dà questo nome alle camere +appartate che in questi conventi sono +destinate ai forestieri: ve ne sono di prima +o seconda classe secondo la condizione dell'ospite. +Chi è giudicato più distinto ha una +camera nella foresteria nobile o dei signori, +gli altri si contentano di un modesto alloggio, +e quelli d'infima condizione sono +condotti nelle camere dei servi o nelle stalle +dove i poveri viandanti si devono sdraiare +sulla paglia. Mi fu assegnata una buona camera +vicino al refettorio. Un letto pulito,<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[127]</a></span> +cambiato di fresco prometteva un buon riposo +ed il cameriere, un giovane svelto, che +era stato garzone d'albergo in diverse città, +ed ora era addetto alla foresteria, mi dette +la consolante notizia che all'ora prescritta +dalla regola sarebbe stata servita la cena +nella sala attigua. Nel frattempo, mi disse +che ero libero di visitare il monastero come +più mi piaceva.</p> + +<p>Un frate laico mi accompagnò in giro facendomi +da cicerone. Vi sono però poche cose +notevoli nella Certosa, poichè purtroppo +tutto ciò che vi era di antico è sciupato o +scomparso, così non trovai nulla d'interessante +per i miei studî. Però la posizione stessa +del monastero su quegli alti monti, la vita +di quei monaci nella loro solitaria repubblica, +la loro influenza pratica sulla società, +la storia di questi ordini singolari offrono +ampia materia di osservazione. Brunone, +uno di quei santi leali dell'epoca delle crociate, +fondò la regola dei Certosini alla fine +dell'<span class="smcap">xi</span> secolo. Questo ordine che riuniva +in sè la vita sociale dei monasteri e quella +degli anacoreti, condannato alla più rigida +rinunzia di ogni cosa terrena, prese il nome +dal luogo detto la Certosa vicino a Grenoble +dove venne fondato. I suoi statuti +(<i>consuetudines Cartusianae</i>) risalgono all'anno +1134 ed ottennero l'approvazione del +Papa nell'anno 1170. L'ordine si estese presto<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[128]</a></span> +in molti paesi. Fino dall'anno 1208 questi +padri si stabilirono a Trisulti, di cui Innocenzo +III fece loro donazione. Essi trovarono +qui un monastero in rovina che era +appartenuto un tempo ai Benedettini, e nell'anno +1211 eressero su quelle rovine la +nuova Certosa. Si dice che un Castello Trisalto +abbia dato il nome a quel luogo comunemente +designato <i>a tribus saltibus</i> da +tre alture boscose.</p> + +<p>Quantunque il voto di povertà sia imposto +ai monaci dalla regola, esso non esclude +la ricchezza del convento e Trisulti acquistò +col tempo vaste tenute, che possiede ancora, +nella provincia di Frosinone. Questa +Certosa non si distingue certamente, come +quella di Pavia, per la bellezza dell'edificio +e per le opere d'arte, anzi ha un carattere +assolutamente rurale. Non vi si trovano +nemmeno gli splendidi locali che vanta la +Certosa di Roma nelle Terme di Diocleziano, +questa del resto è una fondazione +più recente, del secolo <span class="smcap">xvi</span>, e riconosce +come madre la veneranda Certosa di Trisulti. +La piccola chiesa del convento costrutta +da Innocenzo III nell'anno 1211 e restaurata +nell'anno 1768 è adorna di svariati +marmi e di molte pitture. Sulla porta d'ingresso +vi è una pittura che ricorda la fondazione +della Certosa e vi è rappresentato +Innocenzo III che ne mette in possesso i<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[129]</a></span> +certosini. Ai due lati della chiesa è dipinto +il martirio dei Maccabei a cui fa riscontro +la persecuzione che i Certosini ebbero a +soffrire in Inghilterra sotto Enrico VIII. Nel +coro, meravigliosamente adorno, si vede +Mosè che fa scaturire una sorgente dalle +rupi e, di fronte, Brunone che ripete lo +stesso refrigerante miracolo. Il refettorio, +in cui si vede una pittura adattata al luogo, +rappresentante il miracolo della moltiplicazione +dei pani e dei pesci, è una sala +molto spaziosa. Qui i fratelli nei giorni di +festa si riuniscono ad una mensa comune, +perchè negli altri giorni la regola prescrive +ad ognuno il pasto solitario nella cella. Mi +fecero vedere anche la cucina brillante di +pulizia ed il forno dove si prepara in grande +abbondanza un pane gustoso di due qualità +una fina e l'altra più ordinaria. Un bacino +d'acqua da cui sbocca un canale, mette +in moto il mulino posto in un cortile. La +cosa più degna di nota però, quella che mi +fu mostrata col più giusto orgoglio, è la +farmacia e vi entrai con maggior devozione +di quella che mi avrebbe ispirato una +chiesa. L'associare le cure del corpo a +quelle dell'anima è un'antichissima missione +di questi ordini religiosi posti in contrade +isolate. I frati che si dedicano alla +medicina vi spiegano un'attività largamente +efficace e veramente degna di lode. La natura<span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[130]</a></span> +dei monti li invita ad un continuo studio +delle erbe medicinali, che vi crescono +in abbondanza, e infatti, quale più gradita +occupazione vi può essere che l'erborizzare +in quelle montagne, fra quelle roccie e quei +ruscelli, raccogliendo piante balsamiche di +miracolosa efficacia e prepararne poi delle +medicine?</p> + +<p>Un bel frate con una lunga barba rossiccia +che gli dava proprio l'aria di un mago +del medio-evo, mi ricevette nel più lindo +tempio di Esculapio che si possa immaginare. +Il fabbricato dov'è posta la farmacia +non è lontano dall'ingresso del convento, +nell'interno del muro di cinta. Davanti +alla sua loggia aperta, un giardino +molto ben tenuto rallegra l'occhio e l'animo, +offrendo la vista di una quantità di piante +fresche e profumate delle più svariate specie, +fra le quali non mancano neppure molti +fiori ornamentali. La terrazza era adorna +di arbusti fioriti dentro grossi vasi. Entrando +da una porta a vetri ci si trova in +una ricca farmacia. L'erudito monaco mi +fece molto gentilmente ammirare i suoi tesori +racchiusi in vasi ed in ampolle, e rimpiansi +vivamente di non saperne abbastanza +di medicina, per poter comprendere e gustare +la sua conversazione. Nel frattempo +comparvero molti contadini a chiedere delle +medicine che sono date gratuitamente. La<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[131]</a></span> +farmacia di Trisulti è conosciuta e venerata +ovunque come la casa della salute ed i +suoi benefizi sono risentiti fin giù nella campagna +del Lazio travagliata dalla febbre.</p> + +<p>Se nei dintorni si fa molto uso dei medicinali +di questa farmacia, i frati stessi vi +devono ricorrere raramente. Non mi ricordo +di aver trovato facilmente dei frati di aspetto +più robusto. La tranquillità d'animo, una +dieta sempre ugualmente severa e soprattutto +l'aria eccellente di quei monti li conservano +in salute; i loro giorni e le loro +notti scorrono interrotti od occupati continuamente +dallo sforzo mentale delle ripetute +preghiere e dalle funzioni di Chiesa, +ma esente da patemi d'animo.</p> + +<p>Il convento possiede una piccola biblioteca +e vi sono dei frati che si dedicano a +studi severi, ma in generale lo studio non +è troppo coltivato in quel deserto. Me ne +persuasi conversando col bibliotecario mentre +passeggiavamo insieme nel grande cortile, +e vedendo che le mie domande ponevano +nell'imbarazzo quel bravo uomo +stimai conveniente di non seguitare quel +discorso. Mi congedai da lui e mi sedetti +in uno dei cortili osservando le figure dei +monaci che passeggiavano. Essi apparivano +veramente maestosi nelle loro tonache bianche +come la neve. Mi sorprese il vedere +che non portavano nè barba, nè capelli<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[132]</a></span> +poichè ogni mese si fanno radere due volte +anche la testa lasciando solo una corona +di capelli. Soltanto i laici portano una lunga +barba come i frati cappuccini. Vi sono molti +gradi fra i monaci, simili a quelli dei mistici +seguaci di Pitagora. Non vidi i frati +più elevati in grado perchè erano nelle loro +celle. Il silenzio nel quale si racchiudono, +può esser considerato come il sacrifizio supremo +a cui possa giungere il fanatismo +umano spinto dalla religione. Rinunciando +alla parola, la chiave della vita e delle cose, +essi confinano l'anima in una quiete quasi +spaventosa che equivale ad una completa +cecità morale: <i>Memento mori</i> è il raccapricciante +saluto col quale essi interrompono +il silenzio incontrandosi.</p> + +<p>Pare che a questi morti che camminano, +a questi spettri viventi, sia concesso di abbellire +le proprie celle procurandosi qualche +distrazione. Chi coltiva entro cocci dei +fiori coi quali tacitamente conversa; altri +si bea la vista con l'effigie di un santo, o +custodisce un uccello in gabbia dilettandosi +al suo canto, dato però che un uccello +possa cantare in quelle celle di spettri. Talvolta +la natura ribelle infrange con violenza +la regola, che gli preclude la rivelazione +divina della vita, ed il muto volontario comincia +a parlare, ed è punito subito colla +flagellazione. Può darsi che fra questi monti<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[133]</a></span> +sereni e muti, il tormento del silenzio sia +più sopportabile che altrove, perchè qui +pare che la voce d'Iddio parli sola nello +stormire del vento, fra le foglie del bosco, +nello scrosciare impetuoso del Cosa selvaggio, +nella bufera che imperversa fra +lampi e tuoni, su quelle alte cime. Che +spiriti tetri e melanconici devono giungere +a plasmare la natura, le celle e la regola del +convento! Se lo sguardo avesse la potenza +di penetrare in queste anime chiuse certamente +vedrebbe le cose più straordinarie.</p> + +<p>Da queste riflessioni mi liberò felicemente +la cena, e quando il servitore mi annunciò +che essa era pronta, l'appetito e la curiosità +erano ugualmente grandi. Nel convento +non si mangia carne ed anche l'ospite deve +sottomettersi alla regola, invece si può +avere olio ed aceto a piacere. La mia cena +era così composta: Maccaroni all'olio, senza +formaggio, cucinati alla perfezione insieme +con erbe squisite cresciute in quei monti, +fagioli verdi, freddi, conditi con olio e aceto, +un fiasco di vino, più che mediocre con +una punta di aceto, e per finire un pezzo +di torta cotta coll'olio. Quantunque cercassi +di fare onore ai miei ospiti potei mangiare +ben poca di questa roba e mi contentai +dei maccheroni e del pane eccellente. Appena +mangiato uscii per vedere come fosse +stata trattata la mia guida, e mi disse che<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[134]</a></span> +gli avevano dato del pesce freddo ed una +pagnotta di pane.</p> + +<p>Intanto era calata la notte profonda, la +luna piena splendeva sul più limpido cielo illuminando +lo splendido anfiteatro dei monti. +Gli alberi inondati di luce, le nere ombre +delle rupi, i vapori luminosi che salivano +dalle vallate, il terribile silenzio interrotto +dal malinconico grido dell'upupa, il grosso +gufo della montagna e il sordo mormorio +del Cosa, tuttociò pareva circondare il monastero +di un influsso magico. A mezzanotte +mi destò il suono della campana—suonavano +il matutino—sapevo che a +quel suono un frate, l'<i>excitator</i>, andava di +cella in cella a destare i monaci. Essi recitano +i primi quattro salmi penitenziali, +poi vanno in chiesa dove rimangono tre +ore a cantar matutino. Tornati nelle loro +celle seguitano ancora la preghiera, indi è +loro concesso un breve sonno per riposarsi: +e così avanti una notte dopo l'altra. +Ascoltai i rintocchi della campana, che parevano +risuonare strani e fantastici nell'aria, +e sarei sceso volentieri in chiesa se non +avessi temuto di turbare le preghiere di +quei santi uomini. Mi addormentai al suono +dei loro canti e appena spuntò il giorno +la mia guida venne a bussare alla porta +della mia cella, per avvertirmi che era l'ora +di partire per Veroli.<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[135]</a></span></p> + +<p>Lasciai il convento senza poter ringraziare +il superiore, perchè non vidi anima +viva, all'infuori del portinaio e del servitore +della foresteria che si scusò di non potermi +portare il caffè, che mi aveva promesso la +sera prima, perchè la regola prescrive un'ora +fissa anche per la colazione. Questa notizia +mi fece molto dispiacere, perchè la strada +attraverso ai monti fino a Veroli è lunga +e noi uomini civilizzati ci sentiamo raramente +disposti ad un assoluto digiuno alla +mattina. Francesco mi consolò con un pezzo +di pane, che aveva portato con sè, e le +più saporite more mi furono offerte, con +ospitale gentilezza, da un cespuglio nelle +vicinanze del monastero.</p> + +<p>In quella natura alpestre la mattinata era +di una bellezza meravigliosa, il panorama +cambiava continuamente d'aspetto fra quelle +montagne variate. Per un'ora costeggiammo +abissi scavati dal Cosa, poi il sentiero +scende giù nelle vaste ed amene praterie +alpestri. Tutto questo è proprietà dei +Certosini. I cavalli del convento pascolavano +a frotte in quei prati e di tempo in +tempo si vedevano mandre intere di capre; +i pastori erano attorno al fuoco, occupati +a convertire in formaggio il latte inacidito. +Piccole masserie, di cui molte appartengono +al convento, rompono di quando in +quando la solitudine; ne trovai alcune in<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[136]</a></span> +posizioni così deliziose, nelle verdi vallate +vicino a fresche sorgenti alpestri, che stimai +felici le creature che vi trascorrono i loro +giorni nella pace. Parevano tutti ben nutriti +e nessuno domandò l'elemosina al passante.</p> + +<p>Dopo parecchie ore di strada, lasciando +dietro di me le montagne, giunsi alla fertile +campagna di Veroli e questo grosso +paese, collocato su di un'altura elevata si +presentò pittorescamente al mio sguardo. +Esso domina un sublime panorama e di là +la vista, abbracciando tutto il Lazio, si +spinge fino al regno di Napoli, e dovunque +sulle pendici azzurrine dei monti vicini +e lontani, spiccano le città e le bianche castella.</p> + +<p>Veroli è città vescovile e non manca di +una certa industria poichè provvede i dintorni +di tappeti di qualità inferiore ma molto +richiesta, essi sono tessuti a righe di svariati +colori, merce strettamente nazionale +ad uso dei ciociari.</p> + +<p>Le strade sono strette e spesso tortuose +e molti quartieri sembrano addirittura labirinti, +pieni di casette strane, che, in generale, +hanno una loggia aperta. Trovai +la piazza interamente coperta di frutta +estive, vendute ad un prezzo irrisorio, che +in questi luoghi non reca meraviglia. In +questa stagione il mercato rigurgita di<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[137]</a></span> +cocomeri, che trovai squisiti. Un soldato +congedato, veterano ancora dei tempi napoleonici, +sentì per caso nel caffè dove +mi ero seduto, che venivo dalla Certosa +e mettendomisi vicino fece un'entusiastica +pittura della vita di paradiso che si conduce +nella solitudine di quel monastero, +e disse che l'ultimo desiderio della sua vecchiaia +era quello di essere accettato come +frate laico nella Certosa. Disse che si sarebbe +messo anche subito in pensione nel +convento, se avesse posseduto la lieve somma +che bisogna versare nella cassa dei frati. +Poi il discorso prese la solita piega ed egli +coprì il governo pontificio di tutte le invettive +che si odono giornalmente da tutte le +bocche. Il bravo veterano mi fece nascere +la curiosità di vedere la grande tenuta dei +Certosini situata sotto Veroli. Il tempo stringeva, +perciò decisi di rinunciare a Frosinone, +che pure era così vicina, e di passare +da quella tenuta per recarmi a Ferentino.</p> + +<p>Lasciai Veroli durante un magnifico temporale. +I monti dei Volsci e degli Appennini +erano avvolti in una tinta azzurro-cupa, e le +fuggevoli striscie di sole, facendo spiccare +in un cupo riflesso ora questo ora quel +monte, illuminando ora un castello ora un +convento, producevano su quel fondo oscuro +un incantevole effetto. Raggiunto dalla pioggia +affrettai il passo attraverso ad una lussureggiante<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[138]</a></span> +pianura ricca di frutteti e vigneti +e mi trovai davanti alla fattoria della +Certosa. Essa farebbe davvero onore ad un +principe romano. I fabbricati della fattoria +sono di aspetto grandioso e, tenuti con +somma cura, uniscono in sè i caratteri del +convento e del castello.</p> + +<p>Anche qui la regola dei Certosini prescrive +che sia dato cibo e bevanda al viandante +che lo richiede, ed in caso di bisogno +essi devono dare anche alloggio +per la notte. Non chiesi nè una cosa, nè +l'altra, ma domandai il permesso di visitare +la fattoria. L'ispettore, un robusto +frate laico, in tonaca bianca, con una lunga +barba, non solo mi dette il desiderato permesso, +ma mi accompagnò egli stesso in +giro. Essendo abituato nel mio paese a +figurarmi un fattore come un uomo di +maniere piuttosto rozze e dure con alti +stivali e speroni, col frustino in mano e +la bestemmia sul labbro; un economo in +tonaca da frate, colle maniere di un santo, +mi sembrò qualcosa di straordinariamente +originale. Con una simile guida i nostri +primi passi furono naturalmente diretti +alla chiesa che è costruita a fianco della +fattoria. Entrando nella cappella la mia +guida capì, anche troppo presto, di avere +con sè un eretico, e il santo economo si +gettò in ginocchio con un profondo sospiro,<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[139]</a></span> +nel quale credetti distinguere il timore +per il mio destino dopo morte e la +sua bene intenzionata preghiera per la +salvezza della povera anima mia.</p> + +<p>La tenuta dei Certosini chiamata Ticchiena +è uno dei più ricchi possedimenti +della campagna. Mille coloni la coltivano, +agricoltori che pagano l'affitto dei campi +in natura o col proprio lavoro. Sei frati +laici amministrano la tenuta e di quando +in quando abitano la fattoria. Grano, olio, +vino e frutta vi si raccolgono in quantità. +La rendita è impiegata ai diversi scopi +del monastero, fra i quali primeggia la +beneficenza. Il nome della Certosa di Trisulti +è benedetto e lodato in tutta la contrada, +e mi fu detto che molti anni prima +in una tremenda carestia che desolò la +Campagna, per molto tempo il convento +provvide i viveri. «I Certosini hanno governato +la campagna per moltissimo tempo»; +ecco la lode che sentii ripetere più volte +ed in molti luoghi. E con questa, voglio +chiudere queste pagine come si conviene +ad ospite riconoscente.<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[141]</a></span><span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[140]</a></span></p> + +<hr /> +<h2 class="lighter">I MONTI VOLSCI<br /> +<span class="small">(1860)</span></h2> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[142]</a></span></p> + +<hr /> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill151.jpg" width="600" height="50" alt="" title="" /> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[143]</a></span></p> +<h2 class="lighter"><a name="I_monti_Volsci" id="I_monti_Volsci"></a>I monti Volsci.<br /> +<span class="small">(1860).</span></h2> + +<p>La grande catena dei Volsci ha principio +nel territorio romano presso Velletri che +giace sulle loro pendici, e si stende, in +una linea di belle alture in parte coperte +da boschi, fino oltre il confine napoletano, +venendo a declinare verso Capua. Correndo +parallela all'Appennino divide geograficamente +il Lazio nelle due regioni Campagna +e Marittima che formano le due provincie +di Frosinone e di Velletri.<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a></p> + +<p>Lasciando Genazzano, dove mi ero recato +a passare un'altra estate nel silenzio +della campagna, ho voluto visitare i monti +Volsci, che stavano sempre dinanzi a' miei<span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[144]</a></span> +occhi, quasi per invitarmi a valicarli per +discendere nella pianura marittima. Una +mattina sono dunque montato a cavallo e +vi ho passato alcune giornate deliziose.</p> + +<p>Da Genazzano ai piedi della catena vi +sono appena tre ore di strada, attraverso +ad una pianura solcata dal Sacco ed interrotta +qua e là da collinette e da verdi praterie: +questa pianura presenta gli stessi caratteri +della campagna intorno a Roma. Non +mancano le torri nere, cadenti in rovina, +che si levano ad una data distanza l'una +dall'altra, vestigia solitarie e melanconiche +dei tempi feudali. Esse danno al paesaggio +un aspetto suggestivo e ricordano l'epoca +di barbarie quando i baroni medioevali dominavano +il Lazio. Le famiglie dei Colonna +e dei Conti eran proprietarie di gran parte +della regione intorno ai monti Volsci. I Conti +si suddividevano in più rami, quelli di Segni, +di Valmontone e di Anagni; di preferenza +però assunsero il titolo di Conti della Campagna, +portando nel loro stemma l'imagine +dell'aquila della campagna romana. Questa +casa, illustre per avere avuto più papi, è +estinta ormai da più di trecento anni; i Colonna +invece esistono ancora e sono tuttora +proprietari di una parte notevole del Lazio.</p> + +<p>Più tardi altre famiglie, nipoti di papi, +come i Borghese, i Doria, i Barberini, presero +piede in questa regione e tolsero ai<span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[145]</a></span> +Colonna la parte migliore dei loro beni. +Oggi, se si percorrono queste campagne latine +e si domanda ad un pastore, ad un contadino, +o agli abitanti delle nere castella, +a chi appartenga il territorio, i nomi più +spesso ripetuti sono Colonna e Borghese, +e quest'ultimo ancor più del primo. Quando +poi dai monti Volsci si scende nella pianura +marittima, è il nome e la signoria di +un'altra famiglia baronale di Roma, quella +dei Gaetani, duchi di Sermoneta, che più +spesso risuona al nostro orecchio.</p> + +<p>Attraversai il Sacco presso la <i>Mola de' Piscari</i>, +molino veramente pittoresco, che sorge +fra le rovine di un antico castello dei Colonna, +del quale rimangono ancora notevoli avanzi. +Ne ho trovata menzione in alcuni documenti +medioevali sotto il nome di <i>Turris de Piscoli</i>.</p> + +<p>Il Sacco scorre qui aprendosi rumorosamente +la strada fra le rocce calcaree su cui +sorgono le rovine del castello interamente +coperte di piante selvatiche. Esso dominava +un tempo l'ampia via Latina che parte da +Valmontone che si trova a non più di una +mezz'ora di strada.</p> + +<p>Cavalcavo attraverso i campi deserti, dove +non s'incontra che qualche pastore con la +sua mandra di pecore. I pastori di questa +regione portano le gambe avvolte in una +pelle di capra, ancora pelosa, ciò che dà<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[146]</a></span> +loro un vago aspetto di satiri. Si comprende +facilmente che da questo modo di vestire +abbia avuto origine il mito appunto dei satiri +e del dio Pane, poichè così molto probabilmente +vestivano i pastori nei tempi favolosi.</p> + +<p>Giunti sulla via Latina, appare a poca +distanza Valmontone, che invita a visitarlo. +In cima ad una bassa collina, ma tagliata +a picco e nera, sorgono il castello +Barberini, e la chiesa, importanti edifici in +stile barocco del <span class="smcap">xvii</span> secolo. Attorno a questi +stanno raggruppate le case del paese, contornate +da giardini, frutteti e vigne. I topografi +moderni sostengono che Valmontone +occupi oggi l'area dell'antica <i>Tolerium</i>. Il +nome attuale, appare per la prima volta in documenti +del secolo <span class="smcap">xii</span>, e designa un borgo +di proprietà del Capitolo della basilica lateranense. +Questa chiesa, un tempo ricchissima, +vendette il borgo nel 1208 ad Innocenzo +III, della casa Conti, ed al fratello di +lui, Riccardo, conte di Sora, il quale ne divenne +feudatario e fu il capostipite del ramo +di Valmontone e di Segni.</p> + +<p>I Conti rimasero signori di questo luogo +sino al 1575, nel quale anno si estinsero. +Giovanni Battista, l'ultimo capo della casa, +non lasciò che una figlia, Fulvia, che portò +in dote tutti i beni di famiglia agli Sforza. +Gli Sforza vendettero Valmontone nel 1634 +ai Barberini, e Camillo Pamphili, nipote<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[147]</a></span> +d'Innocenzo X, lo comperò dal cardinale +Francesco Barberini nel 1651. Da allora è rimasto +proprietà della casa Doria-Pamphili.</p> + +<p>Camillo, uno dei principi più ricchi del +secolo <span class="smcap">xvii</span>, in grazia specialmente della rapacità +della madre Olimpia Maidalchini, +una vera arpia, fece edificare il palazzo e +la chiesa di Valmontone. Anche se non si +sapesse in quale tempo furono costruiti questi +due edifici, basterebbe un'occhiata per +apprenderlo, essendo entrambi in stile del +Bernini, e riportando il visitatore verso +l'architettura romana del <span class="smcap">xvii</span> secolo. Contemplando +gli edifici, non si direbbe di trovarsi +davanti ad un castello della campagna +romana, ma piuttosto dinanzi al palazzo Pamphili +ed alla chiesa di S. Agnese, in piazza Navona. +I Pamphili impiegarono le loro ricchezze +nell'innalzare principeschi e maestosi +edifici; il nipote d'Innocenzo X costruì presso +la porta di S. Pancrazio la villa più bella e +più grandiosa di Roma; fabbricò sul Corso +il magnifico palazzo che porta anche oggi +il nome della famiglia Doria e vi pose la +famosa galleria di quadri, che è una delle +più ricche di Roma. Innocenzo stesso edificò +il palazzo Pamphili presso la chiesa di +S. Agnese, questa pure da lui fatta ricostruire, +e fece innalzare su disegno del Bernini, +la bella fontana in piazza Navona, che +può essere annoverata fra i monumenti migliori +della Roma moderna.<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[148]</a></span></p> + +<p>Questa famiglia ha dunque aggiunto alla +fisonomia della Roma pontificia dei nuovi +tratti, proseguendo così l'opera iniziata prima +con tanto splendore e tanta attività dai +Borghese e dai Barberini. In qualunque modo +si voglia giudicare lo stile di quel secolo, non +si può fare a meno di riconoscergli, nonostante +le sue stranezze e le sue esagerazioni +nei particolari, una certa grandezza: esso caratterizza +nettamente tutta un'epoca, quella +del lusso baronale, del fiorire di una splendida +e ricca aristocrazia; l'epoca in cui i +baroni oziosi, dissoluti, vestiti di raso e di +trine, sfoggiavano le loro ricchezze, la loro +eleganza in quelle ampie sale, facendo mostra +di quell'opulenza che il sudore dei poveri +contadini procurava loro. La rivoluzione +francese ha posto fine col ferro e col +fuoco a questo periodo di dissipazione e di +prodigalità. In questo secolo i papi non hanno +più edificato. Dopo Pio VI, non vi è stato più +nepotismo ed il magnifico palazzo di suo nipote +Braschi che sorge, non lontano da quello +Pamphili, in piazza Navona, può dirsi l'ultimo +innalzato a spese del popolo angariato ed oppresso. +Ora che il nepotismo più non esiste, +non vedremo dunque più costruire dei palazzi +Barberini, Borghese, Doria, Albani, +Odescalchi, Rospigliosi e Corsini; Roma +prenderà un altro carattere, ed invece di +sontuosi edifici, di ville eleganti come quelle<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[149]</a></span> +costruite dalle famiglie dei papi, vedremo +teatri, stazioni, alberghi, villini, ed altre costruzioni +simili a caserme.</p> + +<p>Nulla Valmontone ha di notevole. Nessun +monumento del medio-evo è sopravvissuto +alla distruzione compiuta nel 1527 dalle +soldatesche di Carlo V, reduci dall'aver +saccheggiato Roma. Appena riedificato, fu +di nuovo demolito dalle truppe del duca +d'Alba e di Marco Antonio Colonna. Solo +dalla piazza baronale del castello l'occhio +può godere una veduta incantevole, quella +dei monti Volsci, sulle cui sommità si scorgono +le case di Montefortino, con il grande +e cupo castello dei Borghese che le domina.</p> + +<p>Per quanto piccolo ed isolato, Valmontone +non è però privo di vita e di movimento, +essendo luogo di passaggio fra Roma e la +frontiera napoletana. Vi si vedono passare +senza tregua file di carri, tirati da bianchi +buoi, che portano alla città dei Cesari grano, +lana, vino, pollame ed altre merci. Anche +la posta vi passa tre volte alla settimana, +ma non va oltre Frosinone, capoluogo della +delegazione, di guisa che per andare a +Ceprano o più in là nel regno di Napoli, è +necessario prendere una carrozza a nolo.</p> + +<p>Da Valmontone la via Latina prosegue +per una valle ombreggiata da alberi, e +poi attraversa una pianura silenziosa, fra<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[150]</a></span> +vecchie torri, sino ai piedi dei monti Volsci. +Ivi dalla strada maestra se ne stacca un'altra +che dopo aver passato il Sacco prosegue +per Segni. Da principio si cammina lungo +le prime colline dei Volsci; alla destra sorge +Monte Fortino, cupo ed oscuro, a sinistra, +sopra una ridente collina, Gavignano. La +via è monotona, ma più si sale e più stupenda +appare la vista della classica pianura +del Lazio, severa e bella, disseminata di +colline e di castelli e limitata all'orizzonte +dalle azzurre vette dell'Appennino, e più +in là, verso il Napoletano, da altre montagne, +dalle bianche cime.</p> + +<p>Ho percorso tutte le più belle regioni +d'Italia, ho vagato per le famose pianure +di Agrigento e di Siracusa, ma nonostante +lo scintillio di colori di queste regioni meridionali, +confesso di non aver mai provato +un'impressione tanto profonda come +la campagna romana ed il Lazio hanno +saputo suscitare in me. Queste contrade +mi son divenute così familiari quanto quelle +della mia patria, avendole dovute studiare +profondamente per la mia storia di Roma +nel medio-evo, e visitandole mi sono apparse +sempre nuove e piene di grandezza. +Quando poi me ne allontano, provo ardente +il desiderio di rivederle. Non ho mai potuto +contemplare da Monte Mario la valle che +si apre fra Palestrina e Colonna verso la<span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[151]</a></span> +campagna latina, senza sentirmici attratto +come da un'imperiosa seduzione. E' possibile +che questo paesaggio debba ai ricordi +storici gran parte del fascino irresistibile +che esercita sul visitatore, ma anche senza +di quelli son persuaso che sedurrebbe per +il carattere nobile e grandioso che la natura +gli ha impresso. Alcuni luoghi hanno +un aspetto del tutto mitologico, come, per +esempio, la pineta di Castel Fusano, presso +Ostia, con i suoi alberi giganteschi che si +stendono sino al mare, e la larga foce del +Tevere, che la fantasia si sente portata a +popolare di figure leggendarie e favolose. +Altre regioni invece hanno un carattere +del tutto lirico, altre ancora epico, omerico, +come Astura e il capo Circeo. Nessuna regione +però ha un carattere storico, solennemente +tragico, al pari della campagna +di Roma. Essa appare come il teatro più +grande della storia, come la scena dell'universo. +Nessuna descrizione poetica, nessun +pennello di genio, per quanto molti artisti +di valore vi si siano provati, saprebbe dare +un'idea della bellezza grandiosa e superba +della campagna del Lazio a chi non l'abbia +veduta e sentita. Là nulla v'è di romantico, +nulla di fantastico; tutto è silenzioso, grandioso, +di una bellezza imponente e severa; +dinanzi a quello spettacolo della natura lo +spettatore intelligente si sente penetrato<span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152">[152]</a></span> +dall'impressione profonda e grave che proverebbe +davanti alla statua di Giunone di +Policlete.</p> + +<p>Più si sale per i monti Volsci, e più, +nel contemplare sotto di sè la stupenda +regione, si prova invidia, per quelle aquile, +che sono i veri <i>conti</i> della campagna e +vi spaziano a loro piacimento, da padrone. +Ora immobili sulle rocce, con aspetto imponente, +ora sospese nell'aria, esse hanno +la nobiltà di questa natura che dominano; +il loro volo silenzioso e solenne è in piena +armonia col paesaggio.</p> + +<p>Non si scorge Segni se non allorquando +vi si è quasi giunti, perchè la strada corre +sempre tortuosa entro una gola di rocce +calcaree, di colore rossastro. I fianchi del +monte sono frastagliati, coperti di massi, +che si accavallano gli uni sopra gli altri, +così da sembrare una grande muraglia edificata +da giganti. Esaminando quella formazione +geologica, che più o meno si ritrova +in tutti i monti del Lazio, mi è sembrato +evidente che debba essere stato questo fenomeno +naturale che ha dato all'uomo l'idea +delle costruzioni ciclopiche; quelle formazioni +geologiche essendo vere e proprie +mura ciclopiche, di mole ancora più imponente. +Gli uomini non hanno avuto che +da imitare l'opera prodotta dalle rivoluzioni +terrestri.<span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[153]</a></span></p> + +<p>Era mezzogiorno ed il sole splendeva +in tutto il suo ardore, allorchè giunsi innanzi +a Segni. Questa antichissima città +sorge su di un altipiano di rocce ed è tuttora +circondata per buona parte da ciclopiche +mura. A prima vista le sue case nere, +che si inseguono a scaglioni, interrotte qua +e là da alcune torri insignificanti, fanno +un'impressione più singolare che piacevole. +Non v'è una cattedrale, non un antico castello +che richiami l'attenzione; non si scorgono +che case noiosamente uniformi, senza +alcun carattere architettonico; ed io, che +avevo sperato trovare una città antica, +ricca di monumenti, rimasi pienamente deluso. +Tutti i paesi del Lazio propriamente +detto, come Anagni, Ferentino, Alatri, Veroli, +recano, più o meno, l'impronta del medio-evo; +quest'antica città di <i>Signia</i> non +è invece che un luogo deserto, malinconico +e senza il menomo interesse storico; è insomma +una noiosa città. L'unico ricordo +piacevole che di essa mi sia rimasto, è +quello degli alberi stupendi che la circondano +da un lato, e la vista dei rigogliosi +boschi che ricoprono i monti vicini.</p> + +<p>Mi sono convinto che i paesi Volsci, per +quanti ne ho veduti, hanno un carattere +affatto diverso da quelli latini; e ciò principalmente +perchè sono paesi di montagna, +solitari, appartati dal mondo, senza commercio<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[154]</a></span> +nè industria; taluni scarseggiano +perfino di terreni coltivabili, non hanno che +olivi, viti e altri alberi fruttiferi. Vi si raccolgono +abbondantemente le ciliegie, le pesche, +le castagne e soprattutto le ghiande, +che servono ad ingrassare i maiali. Questi +animali, tutti di razza nera, vengono allevati +in grande quantità sui monti Volsci; +i prosciutti di queste contrade sono infatti +rinomatissimi. Tutti i paesi di questa regione, +eccezion fatta delle città, come Cori, +che sono più vicine a Roma e non si trovano +proprio sui monti, hanno l'aspetto +dello squallore e della miseria.</p> + +<p>Le case di Segni son costruite di pietra +bianca calcarea, alternata con blocchi +di tufo nerastro e con mattoni. Questa +disposizione dà loro un aspetto bizzarro; +essa denota un primo passo, ancora timido +ed incerto, nella via dell'architettura pisana, +che, come è noto, fa alternare strisce +bianche a quelle nere ne' suoi edifici. +Ho spesso trovato in vecchi documenti +l'espressione «<i>Signino opere</i>» applicata +alle case, ed a Segni ho appreso cosa significasse: +essa serviva ad indicare il modo +di costruzione usata in questo paese. Qui +però non mi ha fatto una grande nè buona +impressione, avendo trovato nella città di +Segni un carattere monotono e grigio, tanto +più triste in quanto che non un giardino,<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[155]</a></span> +non un albero viene a rompere l'eterna +uniformità di quelle case di pietra calcarea.</p> + +<p>Sono entrato per la Porta Maggiore, per +cercare una locanda, e mi sono subito accorto +con stupore che questa porta, addossata +alle mura ciclopiche, è l'unico ingresso +della città che, costruita su una +ripida collina, rimane da tre lati inaccessibile. +Presso questa porta sorge il castello +o palazzo dei Conti, altra volta signori di +Segni, grande edificio, «<i>signino opere</i>», +che in complesso ha piuttosto l'aspetto di +un convento che di un'abitazione signorile. +Niente gli dà l'idea di un castello, mancando +perfino una torre. Senza dubbio la +rocca dei signori di Segni aveva un altro +aspetto prima della distruzione della città, +compiuta dalle soldatesche di Marcantonio +Colonna.</p> + +<p>Parlando di Valmontone ho già osservato +che Segni fu posseduta dalla famiglia +d'Innocenzo III, che fu anche quella +di Gregorio IX e di Alessandro IV. Dopo +il ristabilimento del libero governo municipale, +ossia del Senato, in Roma, nel 1143, +i papi si sono spesso trovati costretti a +rifugiarsi nei luoghi fortificati della campagna, +per sottrarsi al furore dei romani, +e i luoghi prescelti furono Palestrina, Tuscolo, +Anagni o Segni. Eugenio III, cacciato<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[156]</a></span> +dalla città dal Senato romano, da +principio si rifugiò a Segni, e vi edificò, +nel 1145, una residenza papale, il famoso +Alessandro III, Lucio III e Innocenzo III +vissero pure qualche tempo a Segni. Quest'ultimo +deve anzi esservi nato, nel palazzo +della sua famiglia.<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a></p> + +<p>Anche in seguito la casa Conti rimase +per lungo tempo signora di Segni, dove +anzi, dopo il 1353, i suoi membri occuparono +la carica di podestà da prima e +poi di vicario, a nome del papa. Allorchè +la famiglia Conti si spense e l'eredità passò +a Mario Sforza, Sisto V eresse la contea +di Segni a ducato. Le truppe del duca +d'Alba, nonostante la sua formidabile posizione +strategica, s'impadronirono di Segni +e la distrussero il 13 agosto 1557: +ciò spiega perchè in Segni non rimanga +traccia di antichi edifici gotici. La città +venne riedificata, ma la casa Sforza, +piena di debiti, non potè mantenersi padrona +del ducato, ed allora ne venne investito +da Urbano Vili suo nipote, il cardinale +Antonio Barberini. Non meno di +mezzo secolo durò la lite fra i Barberini<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[157]</a></span> +e gli Sforza, finchè questi, verso la fine +del 1700 la vinsero. Oggi ancora gli Sforza-Cesarini +sono baroni, anzi duchi di Segni.</p> + +<p>Tali sono, in brevi parole, le vicende di +questa città nel medio evo; se se ne volessero +rintracciare le sue prime origini, +sarebbe necessario risalire nientemeno che +ai tempi favolosi di Giano e di Saturno.</p> + +<p>All'arrivo in un nuovo paese, la prima +cosa che mi reco a visitare è la cattedrale, +perchè generalmente la maggior parte delle +chiese sono veri musei della storia locale, +ed è raro che indipendentemente dalle antichità +architettoniche non si trovi pure +qualche altro ricordo del medio evo. Sono +per lo più iscrizioni, che accennano ai principali +avvenimenti del paese, o monumenti +sepolcrali che, con le loro scolture ed i +loro caratteri latini, presentano una grande +attrattiva, ed hanno un grande valore per +coloro che si occupano o si dilettano di studi +storici. Disgraziatamente però il tempo rovina +ogni cosa, deturpa lo stile primitivo +degli edifici, che a poco a poco vanno assumendo +un aspetto moderno di cattivo +gusto, e va facendo scomparire dalle antiche +tombe delle chiese le preziose iscrizioni. +Quante non ne sono state tolte dalle +basiliche di Roma! Le chiese di Roma +erano un tempo piene di tombe del medio-evo; +tutte le grandi famiglie vi possedevano<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[158]</a></span> +cappelle gentilizie o cripte mortuarie. +Ma dopo che Giulio II osò togliere +dallo stesso S. Pietro le tombe dei papi, +e rovinarle, distruggerle, il cattivo esempio +è stato seguito ovunque, ogni qualvolta +si è trattato di fare nelle chiese una +qualche riparazione, un restauro qualsiasi. +Sono poche ormai in Roma quelle in cui +lo storico possa trovare ancora nelle tombe +e nelle iscrizioni, notizie del passato: ne +rimangono alcune in S. Pietro, in S. Giovanni +Laterano, nella Minerva, in S. Maria +in Aracoeli, la famosa chiesa del Senato +romano durante il medio-evo, ed in +altre poche, nelle quali l'antico pavimento +non è stato completamento disfatto. Solo +ora che è troppo tardi, si comincia a tenere +in gran pregio ciò che è stato distrutto; +si deve al De Rossi, l'illustratore +infaticabile delle catacombe, se in Roma +sono state salvate dalla completa rovina +gran numero d'iscrizioni medioevali, collocandole +nel museo Lateranense.</p> + +<p>Mi ero rallegrato pensando che Segni, +città vescovile sin dal 499, avrebbe avuto +un'antica e bella cattedrale, ma invece ho +trovato una costruzione moderna, grossolana, +decorata nell'interno con un pessimo +gusto romano, con una cupola dipinta, +lusso questo veramente superfluo e senza +ragione di essere in una chiesa dove a<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[159]</a></span> +nessuno vien fatto di torcere il collo per +contemplare le pitture di una cupola. La +chiesa contiene due statue moderne, consacrate +a due uomini illustri, a cui Segni +si vanta di aver dato i natali, il papa Vitaliano +ed il vescovo Brunone. Vitaliano +da Segni fu papa dal 657 al 672, nel periodo +cioè più obbrobrioso di Roma quando +la città era soggetta ai bizantini. Fu lui +che ospitò l'imperatore Costanzo II, allorquando +nel 663 venne a Roma a toglierle +tutte le opere d'arte, sfuggite alla rapacità +dei Vandali. Costanzo strappò perfino alla +cupola del Pantheon le lastre di bronzo dorato +che la ricoprivano, per portarle a Bisanzio.</p> + +<p>L'altra statua, mediocre essa pure come +opera d'arte, sorge di fronte a quella di +Vitaliano.<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a> Brunone nacque ad Asti nel +Piemonte, fu raccomandato a Gregorio VII +e più tardi da Urbano II fatto vescovo +di Segni. Contrariamente alle prescrizioni +canoniche, abbandonò la sede vescovile e +si ritirò a Montecassino, dove l'abate Oderisio +l'accolse fra i seguaci di S. Benedetto.<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[160]</a></span> +Sebbene il papa Pasquale II gli avesse intimato +di restituirsi alla sua sede episcopale, +egli rimase a Montecassino, di cui +divenne poi abate, e dettò ivi, nella tranquillità +del chiostro, le sue opere di esegesi.</p> + +<p>In seguito alla lotta d'investitura, questo +stesso papa Pasquale fu fatto prigioniero +da Arrigo V e, cedendo alla forza, +promulgò un editto con cui veniva riconosciuto +all'imperatore il diritto d'investitura. +Ma non appena Arrigo fu tornato in +Germania, i cardinali ed i vescovi spinsero +Pasquale a revocare il decreto ed a rompere +il suo giuramento; e fra i più zelanti +ad indurlo a far questo fu Brunone, che +abbandonò Montecassino e fece ritorno +nella sua diocesi, dove morì nel 1123. La +Chiesa lo santificò nel 1183.</p> + +<p>Fu un inglese, certo Ellis, abate di Montecassino +e vescovo di Segni, che innalzò +questo monumento al suo predecessore. +La chiesa di Segni ha inoltre un altro legame +con la lontana Inghilterra: fu in uno +dei sinodi tenuti in questo sacro luogo che +nel 1173 Tommaso di Canterbury fu da +Alessandro III beatificato, pochi anni dopo +la sua tragica fine. Un'iscrizione del duomo +ricorda questo fatto.</p> + +<p>Lord Ellis divenne vescovo di Segni +nel 1708. Restaurò la cattedrale e fondò +il seminario. In questo collegio vengono<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[161]</a></span> +allievi da tutte le parti del Lazio, per farvi +gli studi di umanità, di guisa che può essere +considerato come un ginnasio. Gli allievi +indossano l'abito ecclesiastico, anche +se non intendono dedicarsi alla carriera +sacerdotale. Il seminario sorge presso la +chiesa di S. Pietro, nel punto più alto e +più bello della città, dove in tempi remoti +si elevava l'acropoli volsca, o rocca ciclopica.</p> + +<p>Lassù, sopra un'altura, da dove si domina +tutto il Lazio, si levano la rocca ed +il tempio dell'antica Segni, di cui rimangono +pochi avanzi, fra i quali notevole è +una piccola cisterna circolare, situata presso +il seminario. Gli abitanti della città hanno +fatto di questo luogo la loro passeggiata +favorita; essi vanno a spasso lungo le ciclopiche +mura, sul punto più alto della +montagna, fra quei blocchi di pietra, coperti +di musco e di fiori selvatici. E' difficile +trovare una passeggiata più originale +di questa, a tanta altezza. La montagna +scende a picco e di domenica vi ho trovato +delle signore, elegantemente vestite in +abito di seta e col ventaglio che sembravano +voler signoreggiare su tutto il Lazio; +poichè di lassù lo sguardo abbraccia un +vasto panorama di pianure e di monti popolato +da innumerevoli città, ricche tutte +di memorie storiche o leggendarie. Il panorama<span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162">[162]</a></span> +si stende da Roma, che si scorge +confusa fra le nebbie nella pianura, fino +ad Arpino, patria di Cicerone, che biancheggia +sui monti azzurri del regno di +Napoli.</p> + +<p>L'aria v'è fina, quasi cruda. Essa agita +di continuo le rose selvatiche e le piante +di ginestra, che crescono fra le rocce. Tutto +ricorda tempi antichissimi, primitivi di fiera +e selvaggia natura, e l'animo ne rimane +profondamente turbato.</p> + +<p>Sono salito più in alto, per arrivare alle +famose mura ciclopiche che, come in tutte +le città del Lazio, circondavano qui la rocca, +cadendo a picco sul pendio del monte. I +loro massi stanno tuttora connessi gli uni +agli altri, come se l'opera fosse stata compiuta +ieri soltanto: qua e là si aprono piccole +porte di stile etrusco. In fondo ad un +lungo muro esiste ancora la famosa, pittoresca +porta ciclopica, ad arco ottuso, +formata da enormi massi quadrangolari. +L'aspetto gigantesco di queste mura, la +tinta cupa che il tempo le ha dato, le piante +selvatiche che le ricoprono, la grandiosità +del monte a cui si appoggiano, producono +un'impressione che la parola non sa descrivere.</p> + +<p>Oltrepassata questa porta, mi sono trovato +sul versante opposto del monte, dove +sparisce la vista del Lazio. Esiste colà<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[163]</a></span> +pure una grandiosa cisterna circolare, scavata +nella pietra, che ha 30 piedi almeno +di diametro. Vi ho trovato delle donne +intente a lavare i loro panni. Mi è capitato +più volte di vedere nelle città volsce siffatte +grandi ed antiche cisterne, che sono +veramente una loro caratteristica.</p> + +<p>Gli abitanti di Segni hanno anche un +altro luogo di passeggiata, nella valle, di +fronte alla porta della città: essa conduce +prima ad un convento, nascosto fra le piante, +e poi sale per le montagne. Vi abbondano +castagni giganteschi, quercie ed olmi; qui +vi è solitudine e incantesimo romantico, +quanto ne desidera il cuore.</p> + +<p>Era venuta la sera e gli abitanti di Segni +erano accorsi colà in gran numero. Qui le +classi superiori si vestono già secondo la +moda francese, ma il popolo è rimasto fedele +al suo costume montanino. Nel basso +Lazio le donne portano dei fazzolettoni +rossi; nella pianura i colori sono più vivaci +e più vivaci sembrano essere gli spiriti, +perchè la vita v'è più facile che sui monti +severi e selvaggi, avvolti nelle nubi. Qui +le donne portano degli scialli di lana di +color turchino cupo, e la tinta di questi +scialli, o mantiglie, come si chiamano in +Sicilia, m'è sembrata armonizzare con tutto +il paesaggio di Segni. Il turchino ed il nero<span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164">[164]</a></span> +sono i soli colori che ho visto indosso a +quella gente.</p> + +<p>Per quanto sia grandiosa e bella la posizione +di Segni, non sarei capace di passarvi +un'estate. Quelle nere pietre, quella +natura melanconica e demoniaca avrebbero +ben presto reso silenziose le Muse. Inoltre +vi soffia quasi sempre un vento terribile; +in estate tutti i giorni sulle montagne vicine +si accumulano delle nubi che si rovesciano +poi ad un tratto su Segni.</p> + +<p>Del resto sono riuscito a trovare un buon +alloggio in questo luogo; l'unico albergo +della città è pulito ed i prezzi vi sono moderati, +come lo sono generalmente sempre +nei paesi di montagna. Vi ho mangiato +delle pesche squisite di un colore giallo +bianchiccio pallido, e bevuto del vino eccellente, +sebbene un po' aspro. Di questo +vino fa menzione anche Marziale in questi +versi:</p> + +<div class="poem" style="width: 21em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«<i>Potabis liquidum Signina morantia ventrem:</i><br /></span> +<span class="i0"><i>Ne nimium sistant, sit tibi parca sitis,</i><br /></span> +<span class="i0"><i>Quos Cora, quos spumans inimico Signia musto</i>».<br /></span> +</div></div> + +<p>Era mia intenzione trovarmi a cavallo +il domani, al levar del sole, col mio compagno, +il celebre acquerellista Müller, per +salire sulla cresta dei monti, traversare +l'antica foresta dei Volsci ed arrivare al +vetusto paese di Norba; ma il cielo cominciò +a coprirsi di nubi, e poi il tuono<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[165]</a></span> +rimbombò sui monti e l'acqua infine scese +a dirotto. Disperavamo già di poter fare +la nostra gita, quando ad un tratto Giove +Pluvio si mise a sorridere. Subito saltammo +a cavallo e, preceduti dalla nostra guida, +ci ponemmo in marcia. Il vento faceva +turbinare le nubi bianche, spazzandole dal +cielo, come barchette a vela: era uno spettacolo +incantevole e grandioso.</p> + +<p>Subito dopo Segni principia una verde +e folta foresta. Noi vi cavalcammo allegramente, +perchè le foreste in Italia sono +abbastanza rare: non c'è bisogno di dire +quanto a me, cittadino tedesco, sia apparsa +gradita, ricordandomi la patria lontana. +Non ho ritrovato qui però gli abeti neri +del Natale a me familiari, ma invece stupendi +olmi, quercie ed alcuni pini. Il pino +risuona come un arpa allorchè il vento +scherza con le sue fronde; il suo suono ha +qualche cosa di delizioso, come un canto +di spiriti.</p> + +<p>La strada era ancora fangosa, ma essendo +a cavallo abbiamo fatto a meno di +guazzarvi dentro come quelle povere fanciulle +e quei ragazzi che abbiamo visto +trascinarsi a piedi scalzi pel bosco in +cerca di funghi, fatti spuntare nella notte +dalla pioggia. Un silenzio profondo regnava +in quella solitudine, interrotto solo qua e +là dai colpi di qualche spaccalegna. Non<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[166]</a></span> +abbiamo incontrato che un merciaio, il +quale, a fianco del suo muletto carico di +mercanzia, si recava a Cori. Il merciaio +ambulante doveva traversare faticosamente +la cima di quei ripidi monti, per giungere +alla città. Il commercio tra Segni e Cori +non dev'esser dunque molto attivo.</p> + +<p>Dopo un paio d'ore di cammino, prima +attraverso i boschi, poi, a misura che si saliva +più in alto, sopra le nude rocce, arrivammo +al punto culminante della nostra +via e, dato ancora uno sguardo al Lazio +che si stendeva sotto i nostri piedi, cominciammo +lentamente a discendere il versante +opposto, senza riuscire ancora a vedere nè +il mare, nè la Marittima, sorgendoci sempre +davanti un'altura, intorno a cui bisognava +girare. Fra questa e i monti di Segni +si stende un'ampia e bella distesa di praterie, +solcata da torrenti, detta Colle Mezzo. +E' stato un vero godimento camminare, ora +a cavallo, ora a piedi, per distrarci, su quel +molle e verde tappeto.</p> + +<p>Tornammo poscia a salire, attraverso una +bella e fitta foresta, nella quale cavalcammo +per più di due ore. Questo succedersi di +montagne e di valli, queste gole profonde e +cupe, cosparse di tronchi abbattuti coperti +di muschio, simili ad eroi vinti, quelle praterie +color verde carico, dove pascolavano +delle mandre, quegli arbusti in fiore, quei<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[167]</a></span> +sentieri incassati, entro i quali i raggi del sole +scherzavano, tutto ciò ci ricordava ad ogni +passo le montagne del nostro paese. Prima +di aver visitato il mezzogiorno, mi ero sempre +immaginato che solo in Germania e nel +Nord in genere si trovassero vere foreste; +quando però sono più tardi tornato in patria, +ho perduto presto questa superba illusione. +Ciò che manca alle nostre foreste +settentrionali sono i cespugli, le piante rampicanti +e la lussureggiante flora del mezzogiorno.</p> + +<p>Come è splendida questa foresta dei Volsci! +Non avevo mai visto prima d'allora +una solitudine più poetica! Sembra veramente +la dimora delle silfidi e degli elfi, e +si direbbe che il vecchio Saturno, con la sua +bianca barba, vi si debba trovare nascosto +in fondo a qualche tenebrosa caverna. Vi +ho ammirato dei meravigliosi fenomeni di +vegetazione, dei faggi le cui cime si perdevano +nell'azzurro del cielo: essi avevano +esattamente la tinta delle rocce coperte di +musco, in mezzo alle quali si levavano. +Si sarebbe detto che ne fossero una continuazione +organica.</p> + +<p>Siamo scesi da cavallo in un luogo veramente +delizioso e ci siamo distesi sull'erba. +La nostra colazione è stata frugale; +dei cespugli di spine, coperte di nere more, +ci han fornito il <i>dessert</i>. A poca distanza<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[168]</a></span> +da noi era uno stagno d'acqua verdastra, +circondato da erbe e da giunchi che pareva +immerso nei sogni. Una passeggiata serale, +quando i raggi della luna vengono ad inargentare +la cima degli alberi e gli elfi cominciano +a danzare in circolo sull'erba fiorita, +deve essere una cosa deliziosa.</p> + +<p>Finalmente giungemmo al termine della +foresta, sul versante sud-ovest del monte, +ed io provai l'impressione di un uomo +condotto con gli occhi bendati dinanzi ad +uno spettacolo meraviglioso, cui sia stata +d'un tratto tolta la benda. Dinanzi a me +apparve luminosa ai nostri piedi la pianura +marittima, le paludi pontine, pervase di +varie e strane tinte, più lontano il mare, +dorato dal sole, le isole di Ponza, perdute in +mezzo alle onde brillanti; il capo Circeo, +la torre solitaria d'Astura, la Linea Pia e il +castello di Sermoneta. Uscendo dalle ombre +della foresta, l'aspetto di questo panorama +è uno dei più belli che l'Italia presenti. Su +di me ha prodotto un'impressione così forte +che non ho trovato sul momento, e neppure +ora so trovare, parole atte ad esprimerla. +Mi si era vantata assai a Roma la +bellezza di questo colpo d'occhio e mi si +era detto che non avrei potuto trovare nulla +di più bello della traversata dei monti Volsci +e della vista di lassù delle paludi pontine +e del mare; nulla di più vero. Io consiglio<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[169]</a></span> +vivamente a tutti quelli che visitano +i paesi romani, questa magnifica escursione.</p> + +<p>Dopo sei ore di cammino, giungemmo +al piccolo villaggio di Norma. Esso sorge +sopra un altipiano, a fianco di una scoscesa +montagna, presso i ruderi ciclopici dell'antica +Norba. Norma, Norba, Ninfa sono qui +come degli esseri favolosi. I loro nomi risuonano +da ogni lato ad ogni istante e +svegliano nella mente un mondo fantastico +di miti e leggende. Norma, Norba, Ninfa, +Cori, Sermoneta, come questi nomi melodiosi +parlano alla fantasia!</p> + +<p>Allorchè entrammo nell'albergo di Norma +e l'albergatore ci condusse nella nostra +stanza, mi affacciai alla finestra e tutta la +superba bellezza della pianura marittima si +offerse a' miei occhi. Subito sotto di me, +ai piedi del monte, scorsi una cerchia di +mura coperte di ellera in mezzo alle quali +si levavano delle curiose collinette, che +sembravano fatte di fiori. Qua e là sorgevano +pure antiche torri rovinate, rivestite +tutte di musco, ed in mezzo a questa bizzarra +cerchia di mura sbucava fuori un +argenteo ruscello che attraversava poi le +paludi pontine e, quasi striscia di luce, si +perdeva in un lago presso il mare. Attonito +domandai all'albergatore che cosa fossero +quella strana cerchia e quelle collinette in +fiore. «Ninfa, Ninfa», mi rispose.<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[170]</a></span></p> + +<p>Ninfa! Era, dunque, la Pompei del medio-evo, +la città dei sogni, immersa nelle paludi +pontine!</p> + +<p>Decidemmo di andarvi la sera, allorchè +la dolce Selene sarebbe sorta dietro i ruderi +ciclopici dell'antica Norba.</p> + +<p>All'albergo facemmo un buon pranzo e +dopo un breve riposo, traversammo il paese. +Norba è il nome volsco primitivo di questo +villaggio, trasformatosi poi, non so quando, +in Norma. Ho trovato adoperato quest'ultimo +per la prima volta nelle cronache del +secolo <span class="smcap">viii</span>, all'epoca cioè della donazione +dei due possessi, appartenenti allo Stato, +di <i>Nymphas et Normias</i>, donazione fatta +dall'imperatore greco Costantino V al papa +Zaccaria. E' dunque molto probabile che da +quest'epoca l'antico paese volsco di Norba +sia stato abbandonato e nella sua vicinanza +sia sorta l'attuale Normia o Norma<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p> + +<p>Le rovine dell'antica Norba sono a poca +distanza da Norma e consistono in ruderi, +tuttora notevoli, della rocca e delle mura, +ciclopiche che la circondavano. Anche qui +la rocca sorgeva sopra una rupe isolata, +forte per natura, che scendeva a picco dalla +parte delle paludi pontine. Era di forma +quadrata, e la circondava una doppia fila<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[171]</a></span> +di mura. Vi si può ancora entrare per una +antica porta, di forma rotonda, simile ad +una torre od al pilastro di un ponte, alta +circa 36 piedi. Le mura misurano dai 40 +ai 50 piedi di altezza ed offrono un insieme +più imponente di quelle di Segni. Esse circondano +l'altura calcarea che è stata spianata +sulla cima; vi si scorgono tuttora +fondamenta di costruzioni ciclopiche, appartenenti +forse una volta ad un tempio +od a qualche altro monumento pubblico.</p> + +<p>Se si cerca rappresentarsi ciò che poteva +essere una costruzione di questo genere, +se un tempio cioè, od un'abitazione, in +proporzione con le ciclopiche mura, bisogna +concludere che doveva essere, in ogni +modo, una cosa grandiosa, ma severa e +cupa. Come architettura doveva avvicinarsi +al <i>Tabularium</i> di Roma che appartiene +ad un dipresso al periodo dell'architettura +volsca ed etrusca. Sarebbe, infatti, errore +credere che le così dette costruzioni ciclopiche +rimontino ai tempi leggendarî. Come +ho già notato ad Alatri, non è necessario +far qui che un passo per ricollegarle a +quell'epoca della storia romana che porta +il nome di Servio Tullio.</p> + +<p>Una piccola cisterna antica ed alcune +stanze e grotte sotterranee: ecco quanto +rimane dell'antica Norba, oltre agli avanzi +dell'acropoli e delle mura, di cui ho parlato.<span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172">[172]</a></span> +Sono rimasto sorpreso di non trovarvi +dei sepolcri o dei loculi scavati nella roccia, +come se ne vedono da per tutto nelle città +etrusche e siciliane; in Sicilia, soprattutto +a Siracusa, a Leonzio, ad Agrigento e ad +Enna, ve ne sono innumerevoli.</p> + +<p>La popolazione di Norma dà all'antica +città il nome di Civita la Penna; io però +non sono riuscito a spiegarmi donde questo +nome abbia avuto origine. La denominazione +sembra spagnola, perchè Pegna o +Peña in spagnolo significa appunto rupe. +Questo nome, del resto, si conviene benissimo +a Norba, che, secondo la leggenda, +sarebbe stata costruita da Ercole.</p> + +<p>In tempi posteriori la città parteggiò per +Mario e fu quindi stretta d'assedio da Emilio +Lepido, seguace di Silla. Emilio Lepido +con un tradimento riuscì a penetrare nella +ciclopica rocca, ma gli abitanti, esasperati, +rifiutarono di arrendersi e preferirono, come +quei di Numanzia, trovare la morte tra le +fiamme delle loro case. Da allora in poi, +a quanto sembra, la città è rimasta un cumulo +di rovine; per lo meno Plinio la trovò +tale.</p> + +<p>Dall'alto delle rovine della cittadella il +panorama della marittima è stupendo. Si +distingue nettamente la spiaggia del mare, +da Porto d'Anzio sino al capo Circeo ed +a Terracina, e più lontano ancora si scorgono<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[173]</a></span> +Ostia, Pratica ed Ardea ed un'infinità +di torri che solitarie si ergono lungo +la riva come tanti obelischi. Queste torri +sono state costruite a partire dal <span class="smcap">ix</span> secolo, +quando cioè, i Saraceni cominciarono ad +apparire sulle coste italiche. Ancora oggi +tutta l'Italia e le sue isole sono circondate, +come da una cintura, da queste torri pittoresche: +ciascuna è custodita da alcuni +artiglieri, che sorvegliano dei vecchi e curiosi +cannoni, postivi già da qualche secolo. +Lamoricière, il nuovo generalissimo +del Papa, ne ha ora ritirati gli artiglieri +e li ha chiamati a Roma, ed ha anche fatto +togliere da quelle piattaforme le vecchie +colubrine che da centinaia d'anni tenevano +aperte le loro bocche sul mare. Ora, invece +dei Saraceni, sono i seguaci di Garibaldi +che tentano sbarcare su queste spiagge.</p> + +<p>Ho visto una di queste torri brillare a +qualche distanza sul mare: era il celebre +castello d'Astura. Più in là, ad un miglio +distante da questa, ho scorto un'altra torre, +Foceverde, così chiamata da un torrente +che, uscendo dal bosco selvaggio e paludoso, +si versa nel mare. Una terza torre +sorge più lontano, presso un lago, circondato +da folte piante, le cui acque, illuminate +dai raggi del sole, splendono come +oro liquido. Una grande, profonda pace regna +sul lago insieme con un silenzio di<span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174">[174]</a></span> +morte. Non vi sono che uccelli marini che +svolazzano senza posa, qualche pescatore, +pallido per la febbre, intento a ritirare +nella sua barchetta le reti, e qualche povero +diavolo che, mezzo nudo, va pescando +le sanguisughe. È questa la torre ed il +lago di Fogliano, un tempo chiamato <i>Clostra +Romana</i>. Lucullo vi possedeva una villa e +vi allevava le murene. Il Ninfeo, il torrente, +che abbiamo visto correre attraverso alle +rovina di Ninfa, va a gettarsi appunto nel +lago di Fogliano, ed io potei seguirne tutto +il corso, attraverso le paludi pontine.</p> + +<p>Più lontano ancora si scopre il lago +dei Monaci, poi quello di Crapolace, infine +il gran lago di Paola con la sua torre, e +non lontano da questo il capo Circeo, che +il mare sembra circondare da ogni lato.</p> + +<p>Chi non ha mai attraversato le paludi +Pontine per recarsi per la via Appia a +Terracina e crede che siano delle putride +e nauseabonde maremme, s'inganna. Vi +sono, è vero, terreni paludosi e stagni in +quantità, ma nascosti da boschi, nei quali +errano cinghiali, istrici, cervi, bufali e buoi +quasi selvaggi. Nei mesi di maggio e di +giugno la regione pare quasi un mare di +fiori. Nell'estate, invece, sembra il Tartaro; +la pallida febbre vi regna sovrana, facendo +strage dei poveri pastori e degli operai +che vi guadagnano miseramente il pane.<span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[175]</a></span></p> + +<p>Più ci si appressa al mare e più i boschi +si allargano, e da Norba si vedono distintamente +sino al capo Circeo. Si seguono +dalla foce del Tevere, da Ostia, da Ardea, +da Nettuno sino a Cisterna e Terracina. +In mezzo a quei boschi vi sono dei tratti +liberi, dove vengono raccolti gli armenti +e dove abitano i coltivatori, come, per +esempio, Conca, Campo Morto, Campo +Leone, Tor del Felce ed altre località. Là, +nell'interno, dove i boschi cessano, esistono +delle vaste praterie, e più in là dei +campi coltivati, e quindi la via Appia, restaurata +da Pio VI. Lungo il suo percorso +attraverso la pianura marittima abbiamo +scorto Cisterna, il villaggio più importante +della regione paludosa, anticamente chiamato +<i>Tres Tabernae</i>, e For'Appio, anticamente +<i>Forum Appium</i>.</p> + +<p>In nessun secolo si è riusciti a prosciugare +le paludi pontine. Giulio Cesare ne +concepì l'idea, ma morì prima di aver cominciato +i lavori. Gli imperatori romani, +prodighi nelle costruzioni di qualunque genere, +non se ne curarono mai; ed è curioso +notare che fu un re barbaro, erede +e conquistatore di Roma, Teodorico il +Grande, che fece ristabilire la via Appia +e prosciugare una parte delle paludi pontine +presso Terracina. Esistono tuttora in +questa città due iscrizioni, ove è ricordata<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[176]</a></span> +l'opera memoranda del re goto. Fra i papi, +fu Sisto V, questo romano pratico e di +carattere energico, che per primo riprese +i lavori e due secoli dopo Pio VI continuò +l'opera sua facendo ricostruire la via Appia, +scavare a fianco di questa un grande +canale, ed altri secondari, trasformando +inoltre una parte delle paludi in terreni +coltivabili: egli fu veramente un benefattore +per una parte della regione marittima.</p> + +<p>Dalle rovine ciclopiche di Norba discendemmo +a Ninfa, che è a' suoi piedi, proprio +dove cominciano le paludi; vi si arriva +per una comoda ma tortuosa discesa, +oppure attraverso il ripido pendìo del monte. +Noi preferimmo quest'ultima via, e dovemmo +saltare di roccia in roccia facendo +rotolare i ciottoli in basso.</p> + +<p>Così giungemmo a Ninfa, la leggendaria +città rovinata, mezzo sepolta nella +palude, con le sue mura, le sue torri, le +sue chiese, i suoi chiostri e le sue case +coperte di edera. Il suo aspetto è più incantevole +di quello di Pompei, le cui case +sembrano spettri o mummie sventrate, faticosamente +strappate alla lava vulcanica. +Sopra Ninfa invece si muove, al soffio del +vento, un mare di fiori; ogni muro, ogni +chiesa, ogni casa è rivestita d'edera, e su +tutte quelle rovine oscillano i purpurei +stendardi del dio trionfante della primavera.<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[177]</a></span></p> + +<p>Si prova un'inesprimibile emozione nel +penetrare in questa città d'edera, nel percorrere +le sue vie deserte, nascoste quasi +sotto l'erba e i fiori e nell'errare fra quelle +mura dove il vento scherza fra le foglie. +Non un rumore turba l'alta sua pace, all'infuori +del grido del corvo che ha posto +dimora sulla torre del castello, del mormorio +delle limpide acque del Ninfeo, del sussurro +dei giunchi in riva allo stagno e del +canto melodioso e dolce delle erbe, agitate +dalla brezza.</p> + +<p>I fiori coprono le vie e vanno, come in +processione, salgono sulle chiese in rovina, +si arrampicano ridendo sulle finestre cadenti, +barricano tutte le porte, invadono le +case, dentro le quali dimorano gli Elfi, le +Fate, le Naiadi, le Ninfe e tutto il mondo incantato +della favola. Le gialle camomille, +le malve, i narcisi odorosi, i cardi dalla +barba grigia, che debbono esser qui vissuti +un tempo come monaci, i candidi gigli, personificazione +delle pie monacelle che vissero +un giorno tra queste mura; le rose +selvagge, l'alloro, il lentischio, le alte felci, +le rampicanti clematiti, i rovi, il caprifoglio, +i garofani rossi che sembrano Saraceni +incantati, i fantastici capperi che spuntano +dalle fessure dei muri, le fucsie, il +mirto, la menta aromatica, le ginestre dorate, +ed infine l'edera oscura che ha tutto<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[178]</a></span> +invaso e che ricopre le rovine in verdi cascate; +tutto questo mare di fiori e di profumi +rapisce i sensi, conquide l'anima e fa +deliziosamente sognare.</p> + +<p>Le mura della città sono ancora in piedi; +esse circondano Ninfa con una larga cintura +e son rivestite completamente d'edera; +solo qua e là sbuca fuori dal verde qualche +merlo corroso o qualche torre a metà diroccata. +Le porte sono esse pure invase da +piante selvatiche, da rovi e da edera; sembra +quasi che i fiori di Ninfa abbiano voluto +barricarle contro l'invasione d'un +nemico esterno, come un tempo lo furono +contro i Saraceni o i mercenari di Federigo +Barbarossa e poi contro quelli del duca di +Alba e dei Colonna. Ora la distrutta città +ed i suoi fiori non sono minacciati più che +dal fulmine e dalle bufere, che si scatenano +dalle paludi pontine.</p> + +<p>Esistono ancora tutte le piazze, tutte le +strade fiancheggiate dalle case cadenti ed +invase dall'edera; talune, che conservano +l'aspetto di palazzi di architettura semigotica, +appartennero certo alle famiglie più ricche +e più illustri del luogo. Le più curiose +a vedersi però sono le chiese; sono ancora +in piedi i ruderi di quattro o cinque di esse. +Non ho mai veduto rovine più poetiche, e +difficile sarebbe voler descrivere quei campanili +in parte rovinati, con le loro finestre<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[179]</a></span> +ad arco oppure tonde, o divise in mezzo da +una colonnina, con le loro cornici medioevali +ad ornato, tutti guarniti di edera e coperti +di fiori variopinti; tutti quegli avanzi di +vôlte, di navate, sepolti in un mare di lussureggiante +vegetazione. Tutte quelle chiese +sono antiche ed appartengono ai secoli <span class="smcap">xi</span> +e <span class="smcap">xii</span>, se pure non sono di costruzione anteriore +perchè il loro stile è quello della semplice +forma di basilica. Nelle loro deserte +navate ora pregano i fiori ed invece del +profumo dell'incenso l'atmosfera è impregnata +dall'olezzo delle rose. Sulle pareti, +nelle tribune rovinate, qua e là si scorgono +ancora, fra l'edera, alcuni avanzi di affreschi: +vi sono martiri con la palma in mano +e con gli strumenti del martirio a lato. Le +loro pallide figure, circondate da svanite +aureole d'oro, coperte dalla dalmatica e +con la ricca stola, fra il verde ed i fiori +dalle mille tinte, sembrano irritate nel vedere +i figli di Flora, la dea pagana, celebrare +un culto sacrilego nelle chiese abbandonate. +Non risuonano più quelle vôlte delle +litanie monacali; più non vi s'ode che l'estivo +ronzio degli scarabei, e le anacreontiche +canzoni amorose del grillo. Gli scarabei +ed i fiori sono i soli signori di quei +templi e più non li abbandonano.</p> + +<p>Nel Mezzodì della Francia fu sporta un +giorno lagnanza a S. Bernardo che una<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[180]</a></span> +chiesa costrutta di recente ed appena consacrata, +fosse stata invasa dalle mosche. +S. Bernardo esclamò: «Io le scomunico», e +quando i messaggeri tornarono nella chiesa +trovarono tutte le mosche morte. Sarebbe +però ben difficile ad un santo liberare le +chiese di Ninfa dai fiori, e per quanto quei +poveri martiri si mostrino imbronciati, tra +non molto l'edera li seppellirà interamente. +Di molti di essi non si scorge più che un +lembo di veste, sul quale sta scritto in caratteri +latini il nome del santo: fra gli arbusti +si possono ancora leggere i nomi di S. Sisto, +di S. Cesareo o S. Lorenzo. Quando entrai +nell'ultima chiesa, rimasi estatico. Invece +dell'antico pavimento in mosaico bizantino, +trovai un tappeto di fiori e di +erba, e sull'altare, dove un tempo stavano +le reliquie dei santi, vidi una rigogliosa +vite dell'India, co' suoi grappoli rossi ed +azzurri. Gli altari di Cristo non potrebbero +essere meglio infiorati!</p> + +<p>Non manca dunque nulla a Ninfa per essere +il <i>pendant</i> di Pompei. Laggiù, ai piedi +del Vesuvio, la classica antichità parla +nelle immagini ridenti della città morta: +qui è l'epoca cristiana che ha lasciato un +po' della sua anima sopra i muri rovinati +e coperti d'edera. A Pompei tutto spira +amore e vita; vi si vedono amorini che +pescano in uno stagno, satiri che danzano,<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[181]</a></span> +grilli che tirano un carrettino, baccanti, +avvolte nel loro bianco velo, che suonano +il tamburello, o recano nelle loro mani +misteriose cassette, o sollevano coppe cariche +di succosi fichi; qui invece, nella +Pompei del medio evo, l'occhio non vede +che rappresentazioni di morte e di dolore. +In luogo delle stupende imagini antiche +qui si contemplano le melanconiche +imagini delle catacombe, santi condotti +al martirio, fiamme, croci, esseri inginocchiati, +con le mani giunte, dinanzi al carnefice +che tiene già la spada levata.</p> + +<p>Sarebbe ormai tempo di seppellire nei +fiori tutti quei martiri, tutti quei santi, tutti +quei crocifissi corrosi dal tempo. Qui la natura +ne ha sparsi a larghe mani sulle tombe +di quei poveri peccatori e di quei poveri +monaci che si tormentavano, si martoriavano +nei tempi della più cupa superstizione. +Non è forse tempo che pure il cattolicismo +circondi di fiori le tombe de' suoi +morti?</p> + +<p>All'ingresso della città sorge ancora il +castello, altra volta residenza dei baroni, +nelle cui prigioni languirono le vittime del +feudalismo. L'alta torre quadrata, di mattoni, +è simile alla torre delle Milizie a +Roma, e probabilmente della stessa epoca. +Essa sorge in prossimità di uno stagno +che, come lo Stige, sta vicino alla città<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[182]</a></span> +dei morti ed è circondato da una cintura di +canne. Il luogo suscita ricordi mitologici: +lo si direbbe il soggiorno delle ombre, visitato +da Enea o da Ulisse. La cupa torre +ed altre rovine gettano la loro ombra tremante +sulle acque silenziose dello stagno +e il giunco vi sussurra malinconicamente +agitato dal vento. Talvolta si leva un grido +d'anitra selvatica: sembra quasi il gemito +di un'anima che soffra nelle profondità della +terra ed aspiri tornare alla luce.</p> + +<p>Seduto in mezzo alle rovine, girai lo +sguardo su quel verde reame di ombre, +poi levai gli occhi verso la linea azzurra, +tracciata nel cielo dalle montagne, +su cui si distaccano gli scogli ciclopici di +Norba ed il suo castello, e infine li abbassai +di nuovo sulle paludi pontine e sul capo +Circeo che superbo emergeva dal mare illuminato +dal sole cadente.</p> + +<p>Che Circe la maga abbia abbandonato +la sua dimora, fabbricata laggiù sul promontorio? +Abiterebbe forse ella ora a Ninfa? +E' forse divenuta la regina dell'edera! Nel +vedere il verde che mi circondava per un +momento ho creduto che Ninfa fosse il magazzino +d'edera dell'Italia e che ivi venissero +le anime dei grandi ad inghirlandare +tutte le rovine gloriosamente. Bisogna sedersi +su quei muri, allorchè la sera ravvolge, +nella porpora da prima, poi nell'oro, tutte<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[183]</a></span> +quelle mura, tutte quelle rovine tappezzate +di foglie, ed allorchè la montagna, il mare, +il capo Circeo si tingono con sfumature +indicibili.</p> + +<p>E che dire poi di questo paese di fate +quando si leva la luna e l'illumina con i +suoi bianchi raggi? Il ruscello Ninfeo +che esce dallo stagno, sembra abbia ivi origine +e porti in quel mondo di tombe lo +spettacolo della giovinezza e della vita: lo +si direbbe un essere umano che abbia paura +del funebre luogo e fugga precipitoso e +spumeggiante verso il mare, attraverso le +paludi pontine. Esso dà moto ad un molino +stabilito in un edificio mediovale, in stile +gotico-romano, con finestre a colonnine. +Un'iscrizione sulla porta indica che il molino +e la strada furono opera di Francesco +Gaetani, duca di Sermoneta e signore di +Ninfa, nel 1765.</p> + +<p>In antico un tempio delle Ninfe era costruito, +a quanto si dice, presso il lago e +da quello il paese avrebbe preso il nome. +Si racconta che sulle fondamenta di questo +tempio fu poi innalzata la chiesa di +S. Michele. Nel 1216 Ugolino Conti edificò +nello stesso sito la chiesa di S. Maria del +Mirteto.</p> + +<p>La storia di Ninfa è peraltro abbastanza +oscura. Nel sec. <span class="smcap">xii</span> apparteneva ai Frangipani. +Il famoso Alessandro III vi fu consacrato<span class="pagenum"><a name="Page_184" id="Page_184">[184]</a></span> +papa il 20 Settembre 1159. La famiglia +Gaetani ne divenne in seguito signora +alla fine del sec. <span class="smcap">xiii</span> ed i discendenti di questa +illustre casa ne sono rimasti padroni +fino ad oggi. L'archivio di famiglia a Roma +conserva numerosi documenti che attestano +che Pietro Gaetani, nipote di Bonifacio VIII, +conte palatino lateranense e conte di Caserta, +comprò a poco a poco le case e le +terre di Ninfa dai loro proprietari.</p> + +<p>Io non ho rinvenuto alcun documento del +<span class="smcap">xv</span> secolo in questo archivio; ma ho trovato +invece un atto stipulato il 22 febbraio +1349 nel castello che oggi giace rovinato. +L'atto porta queste parole: «<i>Actum +Nimphe in scalis palatii Rocce Nimphe +presente Nicolao Cillone Vicario Sculcule...</i>».</p> + +<p class="center"><span class="big">* * *</span></p> + +<p>L'indomani mattina noleggiammo a Norma +dei muletti per recarci al celebre villaggio +di Cori o Cora, distante tre buone +ore. Vi si arriva per una via carrozzabile +che rasenta Ninfa, ma noi preferimmo prendere +una scorciatoia montuosa che serpeggia +lungo la catena dei Volsci. La vista +che vi si gode è meravigliosa ed ampia, +stendendosi per la pianura dalle pontine +e dal mare fino a Roma.</p> + +<p>Il fresco del mattino ed il cielo purissimo,<span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[185]</a></span> +come lo è quasi sempre in settembre, +resero deliziosa la nostra gita, sebbene i +monti che salivamo fossero monotoni e +deserti. Solo qua e là ci imbattemmo in +alcuni pastori, intenti a mungere le loro +pecore od a preparare innanzi al fuoco il +loro formaggio fresco, od anche a costruire +le loro capanne coniche da nomadi, con +rami di ginestra.</p> + +<p>Nel contemplare dall'alto la vasta regione +delle paludi pontine e soprattutto la spiaggia +latina, là dove sorge l'antica Ardea ed i paesi +dei Rutuli, ritornano naturalmente alla memoria +le figure di Virgilio. Ivi sorse la Troia +romana, ivi fu il campo delle epiche lotte +dell'<i>Eneide</i>: ricordandolo, sembra quasi di +veder rapidamente passare sulle praterie od +attraverso le foreste l'eroina dei Volsci, la +bella amazzone Camilla:</p> + +<div class="poem" style="width: 21em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Hos super advenit Volsca de gente Camilla,<br /></span> +<span class="i0">Agmen agens equitum, et florentes aere catervas,<br /></span> +<span class="i0">Bellatrix...»<br /></span> +</div></div> + +<p>La descrizione della morte di Camilla +e la tragica fine di Evandro, figlio di Pallade, +sono ciò che di più bello Virgilio +abbia scritto. E' qui che bisogna leggere: +i melodiosi versi dell'<i>Eneide</i> sulla campagna +romana, per gustarne completamente +la magica bellezza. La poesia di Virgilio +è improntata di quella stessa pura e maestosa +beltà che caratterizza la campagna<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[186]</a></span> +romana. L'immortale poema è quello che +più e meglio riproduce a noi il carattere +di Roma antica e fin che durerà il mondo +varrà a circondare d'una aureola di poetica +ispirazione questi monti, questi boschi e +questi campi. Qui vivono Turno, Lavinia, +Ascanio ed il fido Acate... e in quale quadro! +Esso non ne ha uno eguale, uno così +epico, se non sulle rive dello Scamandro, +se forse non è ancora più sublime. Cosa +v'è di più grandioso della campagna intorno +a Roma e del mare che ne lambisce +le rive?</p> + +<p>Nel percorrere i luoghi che furon la prima +culla della grandezza romana, si richiamano +alla memoria i versi virgiliani su Troia +e sull'Ellade. Si vive quasi in un'atmosfera +ellenica, e ciò tanto più quanto più ci si +avvicina a Cori.</p> + +<p>Questa città è antichissima, risalendo +ai tempi mitologici, ai tempi pelasgici. Roma +è detta la città eterna, ma non per la sua +antichità, perchè molte città della campagna +romana sono di gran lunga più antiche, +soprattutto Cori che, secondo i calcoli di +tutti i topografi antichi e moderni è una +delle città più antiche del mondo, essendo +stata fondata 1470 anni avanti Cristo, 700 +anni cioè prima della fondazione di Roma.</p> + +<p>Secondo la leggenda, Cori fu edificata +dal troiano Dardano, figlio di Corito, re<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[187]</a></span> +d'Italia e d'Elettra, figlia di Atlante, il +quale poi fuggì, fratricida, per paura di Siculo +e di suo padre, nell'Asia, dove fondò +Dardania che solo dal suo nipote Tros fu +chiamata Troia. Nel VII libro dell'<i>Eneide</i> +[verso 670 e seguenti], è nominata Cora:</p> + +<div class="poem" style="width: 20em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Tum gemini fratres Tiburtia moenia linquunt,<br /></span> +<span class="i0">Fratris Tiburti dictam cognomine gentem,<br /></span> +<span class="i0">Catillusque acerque Coras, Argiva juventus».<br /></span> +</div></div> + +<p>I tre fratelli Catillo, Cora e Tibur o Tiburto +erano figli di Anfirao di Argo; venuti +dalla Grecia in Italia, costruirono Tiburi +o Tivoli. Cora fu anche, a quanto si dice, il +fondatore di Cori: questa è la seconda leggenda +sull'origine della città.</p> + +<p>Siamo ora dinanzi alla città, le sue case +sono disposte a piramide sulla montagna; +sulla cima appaiono i bei resti del tempio +d'Ercole e, ai piedi, stanno dei giardini +pieni di frutta e di olivi. Cori conta circa +5000 anime. Fin dal medio evo è stata +feudo «del Senato e del popolo romano» +ed è uno dei più bei possessi della città +di Roma.</p> + +<p>Non stancherò il lettore con la descrizione +delle rovine di Cori, avendogliene già +descritte abbastanza. Meritano però uno +sguardo le mura ciclopiche o pelasgiche. +Esse sono visibili in molti punti della +città; si possono paragonare con le mura +dell'antica Micene o Tirinto. Sostengono<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[188]</a></span> +l'Acropoli sulla sommità del paese. Quando +uno si è arrampicato sin lassù, rimane +grandemente sorpreso di trovarsi dinanzi +alle rovine del peristilio di un tempio +di puro stile greco. E' un piccolo edificio +dorico grazioso, benissimo conservato. Il +travertino delle colonne ha preso un colore +turchino grigiastro che gli dà un aspetto +assai antico. Si chiama tempio d'Ercole, ma +questo nome probabilmente non è giustificato.</p> + +<p>Castore, Polluce, la Fortuna e Diana, la dea +delle campagne pontine, il Sole, Giano, Eolo, +Apollo, Esculapio, avevano i loro tempî a +Cori. Si mostrano ancora, sotto l'Acropoli, +quattro belle colonne corinzie, murate in +una casa, che si pretende siano appartenute +al tempio dei Dioscuri. Sussistono tuttora +alcuni avanzi di antichi bagni, di cisterne, +ed un ponte gigantesco, di costruzione romana, +sopra un rapido ruscello che corre +presso la città. Altre antichità sparse possono +inoltre interessare qui il visitatore.</p> + +<p>Poche sono invece le memorie del medio +evo. Il tempio di S. Pietro, eretto sopra le +rovine di quello d'Ercole, non offre nulla +di pregevole: è invece degna di attenzione +per la sua architettura la chiesa di S. Oliva. +Ma chi può pensare alle antichità dinanzi +allo spettacolo della lontana pianura marittima +che si gode da per tutto in Cori?<span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[189]</a></span></p> + +<p>Passare un'estate a Cori sarebbe delizioso, +perchè l'aria v'è fresca e balsamica, +buono il vino e le frutta così abbondanti +che per un <i>baiocco</i> si possono avere ventisei +ottimi fichi. Cori però non è affatto +visitata dai romani, che preferiscono Frascati +ed Albano: pochissimi sono quelli che +conoscono le bellezze della loro regione. +Eppure dove sognare una vita più attraente +di quella che si trascorre percorrendo le +montagne della Sabina, i monti Ernici e +Volsci? Dove è dato ritemprare il proprio +spirito come in seno a questa sana e primitiva +natura?</p> + +<p>Lasciai Cori per recarmi a cavallo a Velletri +e, come feci a Ninfa, mi promisi di +tornarvi per vivere qualche tempo in mezzo +a questa classica pace.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[190]</a></span></p> + +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192">[192]</a></span></p> +<h2 class="lighter">IDILLI DELLE SPIAGGE ROMANE.<br /> +<span class="small">(1854).</span></h2> + +<hr /> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill201.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[193]</a></span></p> +<h2 class="lighter"><a name="Idilli_delle_spiagge_romane" id="Idilli_delle_spiagge_romane"></a>Idilli delle spiagge romane.<br /> +<span class="small">(1854).</span></h2> + +<p>Le spiagge del mare latino sono distanti +da Roma solo cinque ore di strada; tre +volte alla settimana una diligenza vi porta +chi voglia passare alcuni giorni a Porto +d'Anzio o a Nettuno, o vi si reca per fare la +stagione dei bagni, o per imbarcarsi per +Napoli. Come un tempo, queste spiagge +sono ancora luogo di ritrovo e di svago +per i cittadini dell'Urbe, giacchè è fra le +abitudini della vita romana, recarsi almeno +una volta all'anno a Porto d'Anzio, come +pure a Frascati, a Tivoli, ad Albano, per +dimenticarvi la noia della città. Un lungo +soggiorno, anche nel luogo più bello, finisce +con lo stancare.</p> + +<p>Ho provato questa sensazione io pure, +sulla fine della primavera del 1854, quando +lo scirocco, flagello di Roma, soffiava da più +di otto settimane sulla città. Allorchè il 24 +giugno, di buon mattino, verso le cinque,<span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194">[194]</a></span> +sono partito, mi è sembrato di respirare +più liberamente. Splendeva un sole stupendo; +la strada era già affollata di persone +che, con fiori in mano, si dirigeva +verso la basilica laterana, la cui piazza, ricorrendo +la festa di S. Giovanni, una delle +più solenni di Roma, sembrava un mercato +di fiori.</p> + +<p>Dalla campagna spirava un vento dolcissimo; +i prati scintillavano ancora della +rugiada notturna ed i campi eran ricoperti +di grano da poco falciato.</p> + +<p>La strada rasenta i monti Albani. A Fontana +di Papa, dove è un'osteria solitaria in +mezzo alle vigne, che prende il nome da +una fonte fatta costruire in quel luogo da +Innocenzo XII, ci siamo fermati. Qui è solito +fermarsi anche il papa, quando nel +maggio si reca alla sua villa di Porto d'Anzio +per godervi la frescura marina.</p> + +<p>Regna ivi una grande animazione: tutti +si siedono a tavola e mangiano <i>maccheroni</i> +ed ottime frittate; vi si beve però del pessimo +vino. Ad ogni momento sopraggiunge +una carrozza od una persona a cavallo od +una squadra di sbirri che tornano da perlustrare +la vicina foresta, ho sentito uno +di questi vantarsi di aver freddato il giorno +innanzi con una schioppettata un brigante. +Abbiamo visto anche arrivare da Porto +d'Anzio un convoglio di galeotti, seduti<span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[195]</a></span> +sopra un carro, incatenati a due a due; +fra di essi vi erano dei bei giovani, vestiti +pulitamente, con cappelli di paglia, camice +linde, cravatta di seta svolazzante; giunti +a Roma, questi dovevano essere lasciati in +libertà. Si porta loro del vino, dei sigari, ed +i birri, stando vicino, col fucile in ispalla, +accettano essi pure quanto viene loro offerto. +Tali sono le scene che si possono +godere a Fontana di Papa.</p> + +<p>Poi la strada corre per due ore entro le +macchie che costeggiano le paludi pontine +sino a Terracina, coprendo la spiaggia del +mare, e che sono abitate da cignali, da porcospini, +da bufali, da tori, dalla febbre e +dai briganti, che sbucan fuori di là per svaligiare +sulla via Appia, o presso Cisterna, +o presso For'appio, o sotto le rocche di +Terracina, i viaggiatori.</p> + +<p>Finalmente ci è apparso il mare, raggiante +di luce, turchino, tranquillo, ed abbiamo +salutato le onde azzurre di Anzio, +l'antica città dei Volsci, dove Coriolano +trovò la morte, e dove è stato ritrovato il +capolavoro dell'antica scultura, l'Apollo del +Belvedere, che ornava il suo tempio.</p> + +<p>Sono ormai nove anni che ogni estate +mi delizio del mare. Ivi ho trascorso le mie +ore migliori ed ho fatto le mie più belle +escursioni. Mille imagini e mille ricordi +sono sorti in me nello scorgere questo<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[196]</a></span> +mare latino. Ma mentre riapparivano chiare +e limpide nella mia mente le coste elisie +della Corsica e della Campania, i golfi superbi +di Palermo, di Cefalù, di Siracusa e +dell'Etna, la spiaggia latina non ha punto +corrisposto alla mia aspettazione. In tutti +gli altri mari si vedono magnifici scogli, +capi, promontori, castelli e città torreggianti +qua e là sulle rive, ricchi oliveti scendenti +sino al mare, aranceti fioriti e odorosi, +melagrani con i loro frutti infuocati. Chi +può dimenticare, alla vista del mare, il +magico lido di Sorrento, i giardini di Palermo, +i vigneti che si stendono lungo la +spiaggia stupenda di Acireale, sul mar +Jonio? Ritornando col pensiero a tutte queste +bellezze, la spiaggia del mare latino e +la piccola città di Anzio mi hanno prodotto +una penosa impressione. Per quanto abbia +spinto l'occhio dalla parte di Ostia, non mi +è riuscito vedere che macchie deserte, una +spiaggia depressa di argilla e di sabbia, +alcuni spazi chiusi da palizzate, dove pascolavano +alcune mandre. La città è un +complesso di ville in stile romano, di casupole +in pietra, di capanne ricoperte di +paglia, che si stendono tutte intorno al piccolo +golfo, sulla cui spiaggia sono alcune +barche tirate a secco e nel porto poche paranze.</p> + +<p>Alla <i>locanda</i>, seduto dinanzi al cavalletto,<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[197]</a></span> +ho trovato un compatriota tedesco, +distinto paesista; pitture di marine, da poco +terminate stavano sulle pareti e provavano +che l'autore non aveva perduto il suo tempo. +Non gli ho celato la mia delusione, ma egli +mi ha portato alla finestra e mi ha fatto +osservare il mare che scintillava di luce e all'orizzonte +i monti che si profilavano in una +tinta azzurrina. Non era trascorsa una giornata +che io non pensava più a tutte le +amene riviere che conoscevo ed ero completamente +conquistato dal nuovo fascino +di questa solitaria spiaggia di Anzio. Essa +mi ha ricordato quelle del mio mar Baltico, +meno belle e pittoresche e più d'una +volta alla vista di queste gialle coste senza +rocce, ho esclamato: Ma questo è proprio +Neukuhren, Wangen, Sassau! La spiaggia +del mar Baltico e quella del mare latino si +somigliano fra loro, come un'ingenua canzone +popolare ricorda i classici idilli di +Teocrito.</p> + +<p>Nè Poussin, nè Claudio, nè Salvator Rosa +sarebbero certo qui venuti a trarre per le +loro marine l'ispirazione. Nulla vi ha qui +di epico, di eroico, di grandioso, di ardito, +di bizzarro, di fantastico. Tutto v'è ampio, +largo, indeciso, ma tranquillo, pieno di dolcezza, +idillico insomma. Quest'ampia, lunga +spiaggia ha un significato veramente lirico, +ed ora mi so spiegare l'attrattiva che<span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[198]</a></span> +essa aveva su i Romani, preoccupati sempre +delle sorti del mondo intero. I contemporanei +di Augusto, di Caligola, di Nerone +(questi era appunto di Anzio) amavano +sottrarsi a tutte le preoccupazioni della +capitale e godere, per un mese, nell'estate, +in Anzio, il dolce far niente, come anche +oggi è solito fare il papa.</p> + +<p>Quale pace scende negli animi nella solitudine +di questo mare! Quella linea fine +e dolcissima della spiaggia che si prolunga +per miglia e miglia e si perde poi +nei vapori, quella sabbia morbida e scintillante, +quelle onde che si frangono di continuo +in quel mare che muta ad ogni istante +aspetto e tinta, quel superbo capo di Circe, +che emerge nel mare come un'isola e +splende come un magico e grandioso zaffiro, +quella lontana e piccola isola di Ponza, +di cui le vette sorgono dalle onde quasi +corolle di fiori, quelle cento piccole vele che +vanno, vengono, compaiono, spariscono; +quel canto melanconico dei pescatori, quel +suono di flauti e di arpe, tutto ciò fa sì +che se al di fuori rintronasse il mondo intero +del rombo del cannone, dello scoppio +delle granate, qui non giungerebbe l'eco +più lieve.</p> + +<p>Pochi giorni prima a Roma non vedevo +l'ora in cui giungessero al caffè i giornali, +e mi precipitavo quasi sul <i>Monitore di Toscana</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[199]</a></span> +sulla <i>Gazzetta di Genova</i>, sulla +<i>Gazzetta universale di Augsburg</i>, appena +arrivavano; qui, invece, non si ha nessun +giornale, neppure il <i>Giornale di Roma</i>, +periodico più innocente ancora di un'egloga +di Virgilio, e se si chiede a qualcuno: +«Che cosa fa Omer Pascià?... Dove +si trova l'ammiraglio Napier?... Continua +Silistria a resistere?...», si ha una scrollata +di spalle e nulla più.</p> + +<p>Quando mi affaccio alla finestra della +mia stanza, sotto la quale i pescatori napoletani, +seduti sulla sabbia, racconciano +le loro reti, scorgo tutto il magnifico golfo, +ed il mio occhio può seguire tutta la spiaggia +sino al capo Circeo: su questa spiaggia, +presso Anzio, sorge la bella villa del principe +Borghese, in un parco assai trascurato, +ma ricco di elci e di olivi, e più in +là il castello e la città di Nettuno, bruna +e pittoresca, costruita sul mare e famosa +in tutto il mondo per la bellezza delle +donne e per la loro stupenda foggia di +vestire. La linea della spiaggia continua +poi, sempre fina e dolcissima, ed in lontananza, +in fondo, appare confusamente un +bianco castello. Questo castello stende sulla +spiaggia e sul mare quasi un velo di tristezza, +e così, come il capo Circeo, desta +un sentimento di omerica poesia. Ogni tedesco +è portato a contemplarlo mestamente<span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200">[200]</a></span> +e l'animo suo non può che riempirsi di +malinconia e di tristezza, giacchè quel castello +segna un periodo grande e doloroso +nella storia della nostra patria: esso è la +rocca di Astura, dove, dopo la sconfitta di +Tagliacozzo, cercò rifugio l'ultimo degli +Hohenstaufen, Corradino, e dove il traditore +Frangipane lo tenne prigione e lo consegnò +poi a Carlo d'Angiò, avido di sangue. +Da quella rocca precipitò in mare il +sole degli Hohenstaufen.</p> + +<p>Questo castello, dalla mia finestra, mi è +sempre davanti agli occhi e mi richiama +al desiderio della patria lontana ed aumenta +quella mestizia che è propria di +tutta questa spiaggia. Non ho potuto aver +pace sino a che non mi ci sono recato e +non ho visitato le sue antiche mura; ora +posso di nuovo guardarlo tranquillamente. +Anche là vogliamo andare, perchè da per +tutto giriamo, avendoci gli dèi concesso +queste ore libere.</p> + +<p>Quando i signori romani si recavano a +villeggiare ad Anzio, la città era vasta ed +il porto in fiore. Nerone lo aveva costruito +splendidamente, ed anche oggi si scorgono +in fondo al mare i resti di un molo grandioso, +visibili quasi quanto quelli del ponte +di Caligola, nella baia di Pozzuoli. Se non +che sin dal medio evo il porto cominciò +ad andare in rovina ed a riempirsi di sabbia,<span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[201]</a></span> +e la città, saccheggiata prima dai Saraceni +e poi distrutta da un terremoto, +oggi non è più che un villaggio. Nel 1700 +Innocenzo XII restaurò il porto, riparò la +strada, costruì alcune case ed una fontana. +Dopo di allora i papi vi si recarono di +tanto in tanto, prima che dalle paludi pontine +sorgessero i miasmi che dànno la febbre, +per godervi un po' di tranquillità e di +riposo. Pio IX fece acquisto recentemente +della splendida villa edificata nel 1710 dal +famoso cardinale Alessandro Albani, dove +dimorò per qualche tempo Winckelmann, +insieme col cardinale e con la principessa +Albani. Con gli scavi fatti qui eseguire, +il cardinale non solo fece un affare eccellente, +ma riuscì anche ad ornare la sua +villa in Roma di molte e belle statue.</p> + +<p>La villa in Anzio è un palazzo signorile +nel gusto dell'epoca; sorge in mezzo ad +un vasto giardino, ora mal tenuto, povero +di fiori e di piante, ma ricco di aranci. +Qui il papa può condurre una vita più +solitaria e più libera che a Castel Gandolfo; +deve però adattarsi alla vista delle +miserabili casupole di paglia abitate da famiglie +di pescatori, e ad una vista anche +peggiore, quella del bagno penale che +sorge presso il molo ed è un ampio casamento +chiuso fra il castello e la chiesa. I +galeotti lavorano tutto il giorno a cavare<span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[202]</a></span> +il fango dal porto; hanno la catena nascosta +sotto gli abiti e per lo più non presentano +alcun segno speciale che li faccia +riconoscere; fra di essi vi sono molti giovani +briganti. Questi galeotti rendono impossibile +lo sviluppo di qualunque industria +nel porto d'Anzio, perchè, esercitando +essi tutti i mestieri, tolgono ogni lavoro +agli operai liberi. Risparmiando denaro, +essi possono vivere bene, e corrompendo +i loro guardiani riescono a godere molte +agevolezze. Quando ottengono la loro libertà, +si stabiliscono generalmente nel +luogo e sposano la loro innamorata.</p> + +<p>Un bagno penale ed una villeggiatura +estiva del Santo Padre non sembrano cose +fatte per andare insieme, ma ciò è prettamente +romano, perchè una qualche contraddizione +e stonatura devono manifestarsi +nella vita romana, in questa paradisiaca +natura. Il Papa, però, vuol riedificare Anzio; +ha ordinata la costruzione di molte +case e ha detto che non vuole più oltre +tollerare la brutta vista di quelle capanne +di paglia. Il porto va ogni anno sempre +più prendendo incremento, soprattutto perchè +si trova più vicino a Napoli che Ostia +e Civitavecchia. Una società romana ha +fatto acquisto di un piroscafo che parte da +qui due volte la settimana per Napoli, dove +porta i viaggiatori giunti da Roma con la<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[203]</a></span> +posta. In tredici ore e con la tenue spesa +di cinque scudi si va a Napoli. Questo piccolo +commercio ha richiamato un po' di +vita ed un po' d'industria ad Anzio e son +queste le sole fonti di guadagno e le sole +occupazioni de' suoi abitanti, le campagne +essendo quasi incolte. Non vi sono qui nè +vigne, nè oliveti; solo vi si allevano delle +mandre, che pascolano liberamente sulla +riviera; tutti gli oggetti di consumazione +vengono dagli altri paesi: Nettuno fornisce +il vino ed anche ogni giorno il pane fresco; +Genzano l'olio e le frutta e Cori, nei monti +Volsci, le ciliegie ed i fichi.</p> + +<p>Gli alberghi sono piccoli e meschini: +una camera vi si paga venticinque <i>baiocchi</i> +al giorno, e vi si pranza, come a Roma, +alla carta; con sette <i>paoli</i> al giorno, corrispondenti +ad un tallero prussiano, si ha +pensione intera, con quattro piatti a pranzo +e tre a cena. I pensionanti sono per lo più +pittori tedeschi, che vanno promovendo il +progresso nelle piccole locande dei villaggi +della costa e dei monti, e che possono +quindi esser considerati come tanti missionari +della civiltà nella campagna romana.</p> + +<p>Vi è però qui in Anzio una cosa eccellente: +il pesce. Il golfo fornisce ogni giorno +ogni sorta di pesci, e financo delle splendide +aragoste. Non sono però mai gli abitanti +del luogo che li pescano, perchè essi<span class="pagenum"><a name="Page_204" id="Page_204">[204]</a></span> +non hanno tanto danaro per comprarsi una +barca; sono invece pescatori napoletani +che vengono, sulle loro vaghe imbarcazioni, +da Pozzuoli, da Baia, da Portici, da +Torre del Greco, da tutta la costa del loro +incantevole golfo, e passano qui varî mesi +dell'anno a pescare, dormendo nelle stesse +loro barche. Altri napoletani abitano nelle +capanne e sono generalmente quelli che, +per sfuggire alla leva militare, hanno emigrato +dalla loro patria. Per tutto il Mediterraneo, +del resto, si trovano questi marinai +napoletani, che sono i primi pescatori +del mondo, e se ne incontrano anche nelle +isole spagnole e sulle coste d'Africa, dove +pescano il corallo: e così le loro graziose +barche variopinte solcano in ogni direzione +questo mare.</p> + +<p>Ho dunque ritrovato qui, e con piacere, +delle vecchie conoscenze. La vivacità del +loro gestire, la loro mimica, il loro dialetto, +il loro costume mi hanno fatto ricordare +quelle scene pescherecce di cui sono stato +tante volte spettatore sulle spiagge napoletane. +Sono scene descritte e dipinte sino +alla sazietà, ma che, sulla riva del mare, +appaiono sempre più belle.</p> + +<p>Le loro barche, venti all'incirca, ciascuna +delle quali porta almeno cinque uomini ed +è governata dal padrone, stanno a tre passi +dalla mia finestra.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[205]</a></span></p> + +<p>I pescatori generalmente lasciano la +spiaggia la sera verso l'<i>Ave Maria</i> e rimangono +in mare tutta la notte; al mattino +il pesce viene posto in recipienti coperti +di paglia, ed alla sera è imballato per +esser spedito nella notte con i carri a Roma. +La sera si può godere una scena animatissima. +Gli scrivani, seduti ad un tavolo, al +lume di una lanterna, registrano la merce; +i pescatori stanno all'intorno, occupati gli +uni a trarre fuori dalle ceste il pesce, altri +a spezzare il ghiaccio ed alcuni infine +ad accomodarlo. Le varietà e le forme di +questo pesce di mare sono veramente sorprendenti: +si vedono dei bellissimi rombi, +dei grossi palombi, delle variopinte murene, +delle sogliole dalle pinne pungenti, +delle triglie luccicanti, delle sardine, dei +merluzzi in gran quantità. Di quando in +quando vengono pescati anche dei delfini +ed una sera sulla piazza ho visto persino +due pesci-cani, presi la notte precedente. +Saranno stati lunghi dagli otto ai dieci +piedi, e la loro tinta turchino-nerastra aveva +un non so che di ributtante. Il mezzo per +pescarli è l'amo: quando si sente che lo +hanno addentato, si issano a bordo e si uccidono +a colpi di mazza. La loro carne, +bianca come quella dello storione, è mangiabile, +ma piuttosto dura.</p> + +<p>Questi poveri pescatori conducono dunque<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[206]</a></span> +una vita faticosa, alla giornata, che può +apparire poetica a chi sta contemplando, +seduto tranquillamente sulla spiaggia, le +loro barche illuminate, che ora si vedono, +ora scompaiono sulle onde del mare. Un +eguale spettacolo si può ammirare sul mar +Baltico, ma fra questo e quello si nota la +stessa differenza che passa fra il Nord nebbioso +ed il Sud irradiato dal sole. Il pescatore +napoletano, povero qual'è, mezzo nudo, +con i calzoni corti di tela, in maniche di camicia, +col suo berretto rosso in testa, è +snello, vivace, ciarliero, pronto sempre allo +scherzo, al motto, al canto, al ballo; accanto +al pescatore taciturno e tranquillo +del Baltico, sembra quasi una figura da +teatro, sino ad un certo punto ideale. Credo +che se si mettessero in una stessa barca +un pescatore napoletano ed un pescatore +del Baltico, con l'obbligo di passarvi una +intera giornata, uno dei due finirebbe per +gettarsi in mare. Sarebbe certo impossibile +ad un pescatore del Baltico di avere una +parte storica come l'ha avuta il pescatore +partenopeo, che può vantare il nome di Masaniello.</p> + +<p>Masaniello non è già stato un grande +uomo, ma certo un uomo strano, anima di +pescatore avvezza alle tempeste, ardito, temerario, +ambizioso; è stato un uomo del +momento, come momentanea fu la sua<span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[207]</a></span> +grandezza; spensierato, folle, senza uno +scopo prefisso, simile alle onde sempre agitate +del mare, che si accavallano le une +sulle altre. Tra le figure storiche non saprei +paragonarlo, per origine, condizione +e per ombra di passeggera grandezza, che +a Giovanni di Leida, il momentaneo re di +Münster. Questi era sarto, e in Germania +quella dei sarti è la classe più irrequieta; +veri napoletani, pulcinella, avventurieri nati, +Giovanni di Leida però è stato più grande +di Masaniello, perchè in certo modo vagheggiò +un'idea, cosa possibile questa soltanto +a sarti, non a pescatori. L'uno e l'altro +furon figure bizzarre, fatte apposta per +il teatro lirico. Ma era ben naturale che sul +suolo napoletano l'antica stirpe dei pescatori +che vi è più rappresentata che altrove, +avesse una volta anche un re.</p> + +<p>Ho visto a Napoli, nella pinacoteca un +ritratto di Masaniello, opera dello Spadaro, +suo contemporaneo: è rappresentato +nel costume dei <i>lazzaroni</i>, cioè scamiciato, +col petto scoperto, abbronzato dal +sole, e con la pipa di gesso in bocca, e appunto +così stanno seduti dinanzi a noi sulla +spiaggia i pescatori napoletani. Se non che +il pittore gli ha posto in testa un berretto +alla spagnuola, ornato di penne, rappresentando +così in modo felice la singolare contraddizione +della sorte di quest'uomo. La<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[208]</a></span> +sua fisonomia non ha nè nobiltà, nè espressione; +la sua faccia è larga, grassa, di una +mollezza quasi femminile; il suo sguardo +ha qualcosa di astuto, di equivoco. Questo +ritratto è prezioso perchè è fedele e contemporaneo: +in esso si riconoscono le caratteristiche +del pescatore napoletano, e Masaniello +infatti non fu nè un mezzo eroe, nè +un mezzo re Lear, quale il melodramma +l'ha voluto rappresentare. Esistono altre +pitture dello Spadaro, che rappresentano +scene storiche dell'epoca di Masaniello, fra +le quali la rivolta del mercato, dove il re +pescatore arringa, vestito da lazzarone, il +popolo; sul davanti lo si vede vestito alla +spagnola, a cavallo, sulla piazza, dove +molti nobili sono impiccati o stesi a terra +dalle archibugiate. Alfredo di Reumont ha +descritto recentemente, con vivaci colori, +nella sua opera <i>I Caraffa di Maddaloni</i>, +la vita di Masaniello.</p> + +<p>Questi ricordi ci hanno intanto allontanato +dai pescatori della spiaggia d'Anzio. +Le loro barche meritano però ancora uno +sguardo: sono veramente pittoresche, dipinte +come sono a graziosi rabeschi sul +fondo bianco; vi si scorgono delfini, sirene, +stelle ed in mezzo a questi segni profani +o mitologici, la Madonna, o S. Antonio, protettore +dei pescatori. Per ripararsi da gli +ardori del sole sopra la barca è stesa una<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[209]</a></span> +tenda di tela; l'armonia di tutti quei colori, +neri, bruni e bianchi, il timone ed i remi, +le vele spiegate, le reti ammucchiate producono +un effetto veramente pittoresco.</p> + +<p>Il porto d'Anzio formicola al presente +di queste barchette; presso al molo vi sono +altri legni napoletani e tartane, venute a +caricare legna e carbone, giacchè da questa +riviera ricca di boschi vengono portati +ogni anno a Napoli combustibile e legname +da costruzione per un milione di scudi. Si +vedono infatti qua e là sulla spiaggia d'Anzio +e di Nettuno grossi mucchi di carbone, +cotto nei boschi, dai quali neri bufali traggono +pure sulla riva gigantesche quercie. +Vengono talvolta attaccati ad un carro fino +a sedici bufali, punzecchiati, perchè camminino, +con una specie di lancia. Il regno +di Napoli possiede vaste foreste in Calabria, +ma preferisce prendere il legname +dalle paludi pontine, perchè scendendo i +boschi sino al mare ed essendo la spiaggia +piana e facile, le spese di trasporto sono +di gran lunga minori.</p> + +<p>In questo ambiente vario, semplice e primitivo, +fra questi pescatori e marinai, le +figure della città non attirano quasi nessuna +attenzione. Qua e là un pittore, seduto +e riparato da un ampio ombrello bianco, sta +facendo uno schizzo della spiaggia o dei +pescatori. Tali apparizioni sono diventate<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[210]</a></span> +ormai caratteristiche e proprie di ogni bel +sito d'Italia; in qualunque bella giornata +di estate o di primavera si può esser certi +di vedere sorgere, in un posto od in un +altro, ovunque è un bel paesaggio, come +un fungo, l'ombrello bianco di un pittore. +Ne ho incontrati perfino nelle regioni più +remote della Sicilia, e ricordo anzi che, +arrampicatomi un giorno, nelle ore più solitarie, +sulle rocce di Taormina, non potei +trattenermi dal ridere, vedendo giù da lontano +l'ombrellone: v'era sotto un paesista +di Weimar. Raramente invece ho visto dei +pittori intenti a disegnare le spiagge del +Sunland, che pur sono così belle e superano +anzi, come quelle bizzarre di Gross +e di Kleinkuhren, per grandiosità, le spiaggie +latine; la ragione è che manca loro la +magia delle tinte. Nel nord la tinta del mare +è o troppo splendente, o dura, o confusa; +essa non ha questa fine nebbia d'aria e di +luce, nè il magico riflesso, nè il confondersi +insieme di dolci luci scintillanti, questa +chiarezza eterea di smeraldo. Ma che cosa +non può dipingere il pittore? Ciò che ad un +profano pare senza significato è colto dall'ingegno +creatore, che ne fa un'immagine +espressiva. Altrettanto avviene nella poesia +lirica. I pensieri, le ispirazioni sono inesauribili. +La natura non ha che da essere +bene osservata e sentita; essa cela forme<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[211]</a></span> +e pensieri infiniti, che un uomo privo di +fantasia neppure può sospettare. Ed anche +su questa costa tranquilla vi sono originali +apparizioni; solo è difficile esprimerle, rappresentarle, +perchè delicatissime, finissime, +non riproducibili con tratti grossolani.</p> + +<p>Ma lasciamo da parte l'album degli +schizzi e lanciamoci in mare! L'aria marina, +narcotica, molto più grave di quella +del Nord, invita qui veramente a cercare +sollievo in seno alle onde. La sabbia in +fondo al mare è bianca come la neve, soffice +quanto il velluto e si stende sino al +largo. Si vedono per ogni dove persone +che si bagnano; qua e là sulla spiaggia +sorgono capanne, formate e coperte da rami +d'albero. Tutti questi bagnanti vengono da +Roma, da Velletri, dai monti, ma non mai +prima del luglio, perchè gl'italiani in giugno +trovano l'acqua ancora troppo fredda +per prendere il bagno. Si ritiene inoltre +che non sia igienico oltrepassare i venti +bagni e ciò, almeno sembra, per le condizioni +speciali del clima; io stesso del +resto ne ho fatta l'esperienza nell'isola di +Capri. L'acqua pare sia qui più eccitante +che nel Nord e quindi prendendone un numero +un po' forte, ne risentono il sonno e +l'appetito.</p> + +<p>Su questa spiaggia non v'è ombra di vita +balneare, non vi sono quelle facili relazioni<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[212]</a></span> +di società, quasi familiari, che fanno sulle +spiagge dei nostri mari una festa dei mesi +d'estate; qui ogni famiglia, ogni persona +vive a sè; il forestiero non ha altro luogo +di ritrovo che l'unico caffè del porto, dove, +sotto una tenda, allo stesso tavolino, democraticamente +e con quella bella confusione +di classi tutta speciale all'Italia, seggono +il bagnante ed il pescatore mezzo +ignudo, che approfitta tranquillamente dell'ombra +della tenda per fumare la sua pipa +di gesso, senza prendere nè caffè, nè altro.</p> + +<p>Alcuni ufficiali del genio ed un capitano +pontificio, che mi diverte col suo grazioso +dialetto veneziano, sono le persone con le +quali generalmente mi trattengo a chiacchierare.</p> + +<p>Passato il luglio, la maggior parte dei +bagnanti lascia Anzio, incominciando il +pericolo delle febbri. Anche ora, in cui il +calore è spesso insopportabile e si fa sentire +fin dalle sette del mattino, dopo calato +il sole l'aria diventa umida ed il venticello +tepido e molle che spira dal mare è veramente +caratteristico: non è prudente allora +rimaner fuori di casa. Il bel chiarore della +luna sulle foreste, sulla spiaggia e sul mare, +che rende nel mar Baltico così piacevole +a quell'ora la vita all'aria aperta, non può +qui esser goduto che dalla finestra; imperocchè +una sola di queste notti passate all'aperto<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[213]</a></span> +basterebbe a procurar le febbri e +forse anche, dopo alcuni giorni, la morte. E' +pericoloso su questo mare lasciarsi adescare +dalle sirene: bisogna dunque adattarsi +a passeggiare lungo la riva prima del +tramonto, facendovi ricerca di conchiglie +e di piccoli gamberi marini. Sono questi +animalucci grandi al più come un quarto +della mano ed hanno quasi la forma del +ragno; corrono con una velocità straordinaria +ed allorquando si fa per afferrarli, il +più delle volte spariscono sotto la sabbia, +come spettri nel teatro. Qui dove tutto si +mangia, perfino le rane, i porci spini, gli +usignoli, questi gamberetti vengono mangiati +vivi, dopo essere stati spogliati delle +loro squamme.</p> + +<p>Su questo lido più volte mi è accaduto +di pensare alla brillante ambra gialla che +si raccoglie sulle nostre spiagge e che qui +il mare non produce: qui esso somministra +invece tutte le specie più preziose del +marmo. Se ne potrebbero raccogliere a carri +e dei più rari, che le onde gettano sulla riva. +Vi si vede il verde e il giallo antico, il preziosissimo +alabastro orientale, il porfido, +il pavonazzetto, il serpentino azzurro. Per +comprendere donde vengano tutti questi +marmi preziosi, basta dare dalla spiaggia +uno sguardo in fondo al mare: sorgono ivi +ancora le fondamenta di quei palazzi marmorei<span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214">[214]</a></span> +romani che si specchiano nell'acqua, +e per la distanza di un chilometro da terra, +la spiaggia d'Anzio non è che un seguito +di mura: e non solo si possono anche oggi +vedere massi grossissimi, resti di costruzioni, +ma distinguere pure che sono opere +romane in peperino, collegate con la pozzolana, +indistruttibili, lavorate egregiamente +a forma di reticolato. Tutta questa spiaggia +non era che un seguito di grotte, di +bagni, di templi, di palazzi, di cui le fondamenta +in gran parte sussistono in fondo al +mare o sotterrate nelle sabbie della spiaggia. +Su questa sorgevano le stupende ville +marmoree degli imperatori. Qui si sprofondava +nella dissolutezza Caligola; egli aveva +una speciale predilezione per Anzio ed +aveva anzi formato il disegno di venire a +stabilircisi: qui festeggiò le sue nozze con +la bella Lollia Paolina. Qui faceva le sue +orgie Nerone, che era nato ad Anzio e vi +aveva impiantato una colonia; qui fece il +suo trionfale ingresso, tirato da bianchi +destrieri, di ritorno dalle sue rappresentazioni +teatrali in Grecia.</p> + +<p>Anche prima, Anzio era stata dimora +preferita dei Romani: Attico, Lucullo, Cicerone, +Mecenate, Augusto vi ebbero le loro +ville. Ed in quali fresche montagne o belle +spiagge d'Italia questi favoriti della fortuna +non ebbero le loro ville! Di quali<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[215]</a></span> +monumenti deve avere allora brillato questa +spiaggia, a giudicare dai frammenti, +che, quasi testimoni storici, sono da secoli +e secoli gettati sulla spiaggia! Queste rovine +spargono nell'idillio di Anzio una nota +melanconica, ed i pensieri, i ricordi che +esse destano, valgono ad accrescere fortemente +l'incanto di questo soggiorno. La +mancanza assoluta di storia, la separazione +completa dal mondo e dalle sue vicende, +sono quelle che danno uno speciale carattere +alle nostre spiagge del Nord; qui in +Italia, invece, non si rinviene un solo angolo +di terra, per quanto solitario e remoto, +dove le memorie severe e classiche del passato +non sorgano, dove non invitino a riflettere +sul continuo avvicendarsi delle sorti +del genere umano. Sedendo qui sulle rovine +di un palazzo romano, al rumore delle onde +che si frangono contro di esse, tornano inconsciamente +alla memoria i versi di Orazio:</p> + +<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«<i>O diva gratum quae regis Antium,</i><br /></span> +<span class="i0"><i>Praesens vel imo tollere de gradu</i><br /></span> +<span class="i0"><i>Mortale corpus, vel superbos</i><br /></span> +<span class="i0"><i>Vertere funeribus triumphos!</i>»<br /></span> +</div></div> + +<p>E la vista del capo Circeo ci richiama +alla poesia omerica, e quella della lontana +Astura ci trasporta in altre storie, in altra +poesia, sì che ci circondano tre periodi dell'umana +civiltà, tre diversi generi di poesia:<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[216]</a></span> +Omero, Orazio ed il poeta degli Hohenstaufen, +Wolfram di Eschenbach.</p> + +<p>La Dea Fortuna aveva in Anzio un tempio +famoso, ed avevano quivi i loro templi +anche Apollo, Venere Afrodisiaca, Esculapio +e Nettuno. L'idea che su questa spiaggia +deserta, circondata di prati, brillò in +tutta la sua divina bellezza, attorniato da +altre stupende creazioni artistiche, l'Apollo +del Belvedere, aumenta il pregio di questo +luogo, già di per sè amenissimo. La statua +meravigliosa fu qui scoperta ai tempi di +Giulio II, ed anche quelle che sono nelle +gallerie del Vaticano, del Campidoglio e +del palazzo Albani, furono in seguito per +la maggior parte qui rinvenute, come del +resto anche il famoso gladiatore morente, +parecchie statue di imperatori, i busti di +Adriano, di Settimio Severo, di Faustina, +i satiri, gli atleti, le statue di Giove e di +Esculapio, i tripodi stupendi e i meravigliosi +altari del Campidoglio, dedicati ai +venti. Sopra un'altura della spiaggia, dove +ora sorge, sulle fondamenta di un tempio +antico, un piccolo forte, dal quale, appoggiato +ad una vecchia e gigantesca spingarda +del medio evo, tutta arrugginita, un soldato +contempla il mare, sono tuttora in piedi +le basi di antiche colonne e vicino queste, +ventidue splendidi capitelli corinzi di cipollino. +Le loro volute ed i loro ornamenti<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[217]</a></span> +sotto l'abaco, sono particolarmente geniali +ed io non ricordo di averne mai visto di +simili; rappresentano conchiglie, delfini, +gamberi di mare. L'architetto conformò gli +ornamenti al luogo, e molto probabilmente +questo tempio era dedicato a Nettuno.</p> + +<p>Ad Anzio ho trovato una persona che +si diletta di antichità; in Italia non v'è +paese di qualche importanza che non abbia +il suo storiografo locale od il suo archeologo. +Ad Anzio è il canonico Lombardi, +presidente dell'amministrazione del porto, +il quale abita all'ultimo piano del casamento +che comprende il bagno penale. Ho +trovato questo degnissimo uomo, intento +a decifrare un'antica iscrizione, disotterrata +dai galeotti. Il Lombardi ha già scritto +un libro su Anzio, ed attende ora ad un'opera +più vasta sulla storia e sulle rovine +della sua città. Ho letto con piacere e con +gratitudine il suo pregevole lavoro.</p> + +<p>Oramai ho percorso tutta questa spiaggia +sino ad Astura e da per tutto ho trovato +avanzi di ville, di bagni, frammenti +di marmi, di mosaici, fra i quali ricorderò +il pavimento in mosaico, abbastanza ben +conservato, che è di fronte alla torre solitaria +di Astura, sulla spiaggia, presso il +ponte. È impossibile figurarsi quanti e +quali stupendi edifici abbiano i romani innalzato +lungo questo mare. Tutta la spiaggia<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[218]</a></span> +dalla Toscana sino a Terracina, da +Terracina a Napoli, attorno al golfo, fino +a Salerno, non dovè essere che un seguito +di palazzi marmorei, di templi, di bagni, +di palestre, una manifestazione continua +della magnificenza romana; e quale fosse +lo splendore di tutte queste costruzioni si +può anche oggi giudicare dalle rovine che +giacciono in fondo al mare. Chi avesse +percorsa allora questa lunga riviera e veduti +tutti questi edifici destinati al piacere, +al diletto, gareggianti per importanza con +le città, avrebbe certamente potuto ammirare +una grande manifestazione della civiltà. +Ora invece queste amenissime spiagge +sono nude e deserte, non offrono altro allo +sguardo se non le torri cadenti, innalzate +nel medio evo contro le invasioni dei Saraceni, +torri che possiamo vedere sparse +lungo tutte le coste d'Italia e delle isole +del Mediterraneo, e che dànno loro un +aspetto magico, quasi direi cavalleresco.</p> + +<p>Qui non mancano però neppure monumenti +moderni, che ricordino altri siti, altre +regioni. La bella villa Mencacci, che +sorge in una fresca valletta, vicino alla +spiaggia, fu, per esempio, non è molto, +abitata per varî anni da un re in esilio +che aveva vissuto in America e guerreggiato +per un trono sulle belle sponde del +Tago. Intendo parlare di Don Miguel, principe<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[219]</a></span> +esecrato dal Portogallo, che venne qui +fuggiasco, senza corona e visse a lungo +in questa solitudine, vicino ai galeotti, in +un esilio che fu certo senza conforti, perchè +se a noi, che nulla abbiamo da espiare, +questa spiaggia solitaria, ai contini delle +paludi pontine, può apparire poetica, ad +un re spodestato dovette riuscire insopportabile +e con un carattere quasi vendicativo. +Don Miguel ammazzava qui il suo +tempo cacciando continuamente nei boschi +sopra Astura. Un giorno scomparve. Mi +hanno narrato in Anzio che soleva trattenersi +volontieri con i pescatori e che non +si vergognava punto di parlare della sua +disgraziata lotta per la corona del Portogallo.</p> + +<p>Contemplando la villa Mencacci, la fantasia +vola lontano, al Brasile ed al Portogallo, +alle burrascose vicende della loro +storia.</p> + +<p>Un altro avvenimento moderno ricorda +questa spiaggia: lo sbarco, cioè, nel 1848, +degli spagnoli, chiamati da Pio IX fuggiasco, +per salvare gli Stati della Chiesa. +Trovavasi allora il Papa in esilio nella +rocca di Gaeta, la Coblenza dell'emigrazione +italiana nel 1848 e nel 1849: mentre +i francesi marciavano su Roma, gli austriaci +occupavano Bologna ed i napoletani +si avanzavano verso Terracina. Gli<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[220]</a></span> +spagnoli, che da molto tempo non erano +più apparsi in Italia, sbarcarono a Porto +d'Anzio ed occuparono tutto il paese, fino +ai monti di Albano e della Sabina. Erano, +a quanto mi si è detto, della bella ed allegra +gioventù, ma mal vestita e peggio +armata. I francesi non tardarono a surrogarli, +ed i giovani ufficiali di Valenza e +di Barcellona abbandonarono a malincuore +i monti di Albano, dove erano stati rapiti +dalla bellezza delle donne, alcune delle +quali ancora ricordano con un sospiro i +poveri cavalieri di Spagna.</p> + +<p>Porto d'Anzio non vanta donne belle, +nè bei costumi, essendo la popolazione +composta di elementi diversi. Si distingue, +al contrario, sia per bellezza femminile, +sia per originalità di costume, la piccola +città di Nettuno, che sorge pittorescamente +sulla spiaggia e di cui le nere mura si +specchiano nel mare. Vi si arriva da Porto +d'Anzio in tre quarti d'ora, facendo una +bellissima passeggiata. A metà strada, in +mezzo ad un bosco, sorge la splendida villa +del principe Borghese, signore di tutto il +circondario. All'orizzonte si scorgono i +monti Volsci ed il capo Circeo, immerso in +una luce superba, che ricorda, con la sua +forma imponente e caratteristica, i promontorî +più belli d'Europa, quali quelli dell'isola +di Capri ed il monte Pellegrino di Palermo.<span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[221]</a></span></p> + +<p>Per giungere a Nettuno v'è un'ottima +strada, che passa davanti alla villa ed attraversa +un bosco di sugheri e di elci, dove +sono parecchi ruderi romani. Scavando sotto +la strada è facile scoprire dei pavimenti in +mosaico. Sulla spiaggia la strada è ancora +più bella: la sabbia è ora gialla, ora scura, +ora di un bel rosso acceso, ora di tufo +vulcanico. I cardi turchini della costa del +mar Baltico vi crescono abbondantemente, +come pure la scabbiosa e la camomilla; +invece però dei salici, degli ontani, delle +foreste di abeti, sono qui le piante dei +paesi meridionali e i mirti dai fiori bianchi, +il mastice e le fragole e il ginestro dai +fiori color oro che abbonda su tutte le coste +del Mediterraneo e l'olivo selvatico. Splendono +qui pittorescamente le malve arboree, +con i loro candidi calici, e i rovi con i +loro variopinti fiori e grandioso s'innalza +fra le piante minori il classico acanto, con +le sue belle foglie corinzie ed i fiori rosa +o bianchi. Qua e là si vedono anche dei +<i>cactus</i> e l'aloe, quasi piante esotiche. L'usignolo +allieta con la sua presenza ancora +questa spiaggia, nonostante sia passato il +giorno di S. Giovanni, epoca in cui gli +uccelli cessano qui di cantare e cedono il +posto al grillo anacreontico: l'usignolo +non può staccarsi da questo verde, da questo +fresco mare, e fino ad Astura le paludi<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[222]</a></span> +pontine continuano a risuonare dei +suoi armoniosi gorgheggi.</p> + +<p>Una quiete profonda regna nell'antico +paese di Nettuno e ne' suoi dintorni. Nettuno +attualmente è circondato da antiche +torri e da scure mura merlate, che +hanno più di una volta resistito agli assalti +dei Saraceni. Nessun pescatore o marinaio +avviva lo specchio dell'acqua, poichè +non vi è porto, e la popolazione è dedita +alla pastorizia.</p> + +<p>Sulla piazza di Nettuno sorge un'antica +colonna solitaria, emblema dei Colonna, +antichi feudatari del paese. Le strade sono +profumate dai garofani che ornano quasi +tutte le finestre e che, agitati dal vento, +ondeggiano i loro fiori color rosso ardente. +Fiori così belli annunciano donne più belle +ancora; infatti nei garofani che rallegrano +le finestre, si può quasi vedere la bandiera +nazionale delle donne di Nettuno: il loro +costume non è di aspetto men gaio, meno +vivace di quello dei purpurei fiori.</p> + +<p>E' cosa degna di nota che in Italia anche +i più piccoli paesi sembrano quasi altrettante +repubbliche, diverse per usanze, +per tipo, per foggia di vestire. Si potrebbe +dire che ogni castello, ogni villaggio forma +una popolazione a sè. Bisogna vedere le +donne di Nettuno in un giorno di festa per +potersi fare un'idea precisa della bellezza<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[223]</a></span> +e dell'eleganza del loro costume nazionale. +Nei giorni di lavoro non sono che i minimi +particolari quelli che indicano la moda del +paese, come, ad esempio, la foggia di portare +i capelli, divisi in mezzo al capo e +lisci, senza trecce nella parte posteriore, +rattenuti da un nastro verde per le ragazze, +rosso per le donne maritate e nero per le +vedove; basta dunque vedere una donna per +saper subito se sia nubile, maritata o vedova.</p> + +<p>Ho assistito qui a due feste, a quella di +S. Giovanni ed a quella di S. Luigi. Nella +prima ho visto una processione con musica, +per le vie; la croce era completamente +coperta di garofani e tutti portavano fiori. +Vi prendevano parte donne e fanciulle, ed +era veramente uno spettacolo stupendo vedere +per quelle cupe strade tante belle figure +e così splendidi abiti. Ecco in che +consiste il costume delle donne di Nettuno: +in capo portano una specie di fazzoletto a +striscie d'oro e d'argento che sporge sulla +fronte; una gonnella di seta o di velluto +color rosso scuro, ricamata sul fondo in +oro o in argento, scende loro dai fianchi, +e sopra questa portano un corsetto di broccato, +ugualmente ricamato sul petto e sulle +maniche. Anelli, orecchini, braccialetti di +oro e coralli dànno ancora maggior risalto +alla bellezza della persona ed all'originalità<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[224]</a></span> +del loro costume. Il colore dei vestiti +è a volte verderame o violaceo, o anche +nero o azzurro scuro. Pare anzi che l'eleganza +e la bellezza di questo costume nobiliti +il portamento delle donne; io le ho +viste infatti passeggiare per le piazze del +loro paese in rovina con l'incendere maestoso +delle romane e di quelle certo non +meno belle: parecchie con un profilo greco +nobilissimo, tutte con capelli corvini ed +occhi scintillanti, atti a soggiogare il cuore +più duro. Allorchè i mortaretti, che formavano +quasi una ghirlanda su un antico muro, +sono scoppiati, i cannoni hanno sparato, ed +ho visto tutte quelle donne con i loro abiti +rossi ed oro, avvolte nei vortici di fumo di +quell'artiglieria popolare, mi è sembrato di +trovarmi dinanzi ad un Olimpo, popolato +da divinità ideali.</p> + +<p>Però, anche senza il loro costume festivo, +son belle del pari le donne di Nettuno. Si +vedono ogni giorno, in gruppi numerosi, +lavare patriarcalmente i loro panni alla +fontana pubblica; non attaccano mai discorso +con gli stranieri, sono timide come +gazzelle, e rispondono appena, solo con gli +occhi bassi, al saluto.</p> + +<p>La festa di S. Luigi ha un altro carattere; +è una festa popolare, e mi ha ricordato +il mio paese natio. Sulla piazza del +mercato era stato innalzato qualcosa di simile<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[225]</a></span> +ad una forca ornata di fronde; dalla +trave superiore pendeva, legata ad una +fune, una pentola oscillante; dei giovani a +cavallo agli asini dovevano, correndo, cercare +di far destramente con un bastone un +foro nelle pareti della pentola; ma la colpissero +o no, questa si rivoltava e bagnava +il cavaliere, fra le risate generali degli spettatori. +Colui che riusciva a colpire la pentola +riceveva in premio due <i>paoli</i> da un +prete che esercitava le funzioni di giudice +del campo. Quando la pentola fu rotta ed +il giuoco terminato, ebbe luogo la tradizionale +tombola. Il premio consisteva in +una pezza di stoffa in cotone, che pendeva +da una finestra. Un ragazzo estraeva i numeri, +che venivano spesso annunciati coi +nomi proverbiali che loro si sogliono dare, +ed eran motivo di nuove risa. Sempre però +si rideva con quella naturalezza e quella +convenienza che sono doti caratteristiche +e preziose del popolo italiano, di natura +civile ed educato.</p> + +<p>Così vivono e si divertono i cinquecento +abitanti di Nettuno, in certo modo separati +dal resto del mondo, fra il mare, le paludi +pontine e le strade poco frequentate +che portano da una parte ad Anzio e dall'altra +a Velletri. Nettuno però possiede +campi e giardini, somministra il vino che +si beve ad Anzio, ed ogni giorno invia a<span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226">[226]</a></span> +questo porto un carro di pane bianco, perchè +là si fa solo del pane grossolano. Ho +bevuto a Nettuno del vino squisito, cosa +non facile in questi anni in cui il dio Bacco +è travagliato da fatale malattia. Un cittadino +del luogo ci volle un giorno condurre +nel suo <i>tinello</i>, come qui chiamano la cantina; +è sceso segretamente in un nascondiglio +sotto il suolo e ne ha tratto fuori +uno stupendo vino rosso, quale non ne +avevo più bevuto da Siracusa in poi.</p> + +<p>Sulla spiaggia di Nettuno ogni coltivazione +cessa oltrepassata appena la città, +cominciando quasi subito, in tutto il loro +squallore, le paludi pontine che si estendono +fin verso Terracina. Non più abitati +sulla riva, solo sorgono qua e là, solitarie, +alla distanza di circa due miglia l'una dall'altra, +le antiche torri medioevali. L'aspetto +di questa solitudine, di questo deserto, di +questa mancanza di coltivazione è grandemente +imponente. Pare quasi di non trovarsi +più sulle classiche coste d'Italia, ma +nei deserti dell'India o dell'America. Il frangersi +continuo delle onde, lo scintillare del +sole estivo sulla bianca, piana, monotona +spiaggia, il cupo bosco infinito che accompagna +per qualche centinaio di passi il mare, +lo stridore dell'avvoltoio e del falco, il volo +dell'aquila, che altissima si libra sulle ali +in larghe spire, il calpestio ed il muggito<span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[227]</a></span> +dei tori selvaggi, l'aria, le tinte, l'aspetto +delle cose e degli elementi dànno veramente +qui l'impressione di un mondo deserto +e selvaggio.</p> + +<p>Il 28 giugno, il pittore ed io partimmo +lungo questa spiaggia per recarci ad Astura, +distante circa tre ore di cammino. Il mattino +era di una limpidezza straordinaria, il +mare tranquillissimo ed il capo Circeo, +avvolto in una tinta rosea, davano al quadro +un aspetto del tutto omerico. A Nettuno +comprammo vino e pane e quindi proseguimmo +la nostra strada. Ci fermammo +a far colazione su di un vecchio tronco d'albero, +presso una carboniera e provammo +un piacere simile a quello di Ulisse, quando +si assise al banchetto apprestatogli da +Circe nel suo palazzo. Era veramente delizioso +gustare un buon sorso di vino in +quella profonda pace, su quell'omerica +spiaggia, dinanzi all'azzurro di quel mare, +tinto in rosa all'orizzonte.</p> + +<p>Fino a questo punto tutto era andato benissimo, +ma giunti là dove il bosco scende +fino al mare, cominciammo ad avere dei +timori. Non erano già i banditi che ci davano +pensiero, ma le mandre di tori e di +bufali che vagano colà completamente liberi, +non sorvegliati da pastori. Tutta +quanta la spiaggia fino a Terracina è coperta +di numerose mandre di tori, di buoi,<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[228]</a></span> +di vacche, dalle corna lunghissime, di +quella forma tutta classica della campagna +romana e che si vedono scolpite nel Partenone, +attorno all'ara del sacrificio. Le loro +corna sono lunghe quasi tre piedi, molto +divergenti, arditamente contorte, grosse, +chiare, di bel colore.</p> + +<p>Quasi in tutte le case del Mezzogiorno +si vedono queste corna, tenute come amuleti +contro il «<i>malocchio</i>» e piccoli cornetti +vengono portati dai principi alla catena +dell'orologio e pendono dal collo dei +ragazzi dei pescatori.</p> + +<p>I buoi sono selvaggi e grandemente pericolosi; +il solo pastore li può governare, +stando a cavallo, con la sua lancia; più +pericolosi ancora sono i bufali. Questi vivono +a branchi e vagano solitari e liberi +come i cinghiali; frequentano volentieri gli +stagni e le paludi e nuotano con grande +agilità. Quando si attraversano le paludi +pontine o il bassopiano di Pesto, si vedono +molti di questi mostri neri e selvaggi immersi +negli stagni, dai quali stendono fuori +talvolta, sbuffando, solo le tozze teste. Il +bufalo cammina sempre col capo chino +a terra e guarda sospettoso dal basso in +alto. Non si serve delle sue corna, che sono +come quelle del montone rivolte indietro, +ma rovescia a terra con la sua fronte di +bronzo l'uomo che insegue, quando l'abbia<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[229]</a></span> +raggiunto; quindi gli pone il ginocchio sul +petto e lo calpesta fino ad ucciderlo. I +pastori domano questi pericolosi animali +con la lancia; passano loro attraverso il +naso un anello ed allora li attaccano al +carro e se ne servono per trasportare grandi +pesi, voluminosi blocchi di pietra, o tronchi +d'albero giganteschi. Col latte della bufala +vien fatta la <i>provatura</i>, che è una +specie di cacio molto difficile a digerirsi. +La carne del bufalo è poco stimata, perchè +dura; la comprano gli ebrei poveri del +ghetto che non ne mangiano generalmente +altra. I bufali abbondano nelle paludi +pontine, nella squallida riviera di Cisterna, +di Conca e di Campomorto, covo della febbre, +dove perfino l'assassino non viene +ripreso, quando vi si sia rifugiato. Gli +uomini che custodiscono queste bestie menano +una vita misera, sono febbricitanti e +di poco inferiori agli indiani della Prateria.</p> + +<p>Il possibile incontro di questi animali ci +dava assai pensiero; appena giunti nei +boschi, li vedemmo numerosi sulla spiaggia. +Lasciati liberi, percorrono sempre la +stessa strada e sempre nelle stesse ore; al +mattino escono dalla foresta e vengono al +mare, per bevervi l'acqua salata, quindi o +si sdraiano sulla sabbia o pascolano lungo +la costa; vi passano tutte le ore calde e +quando sulla sera comincia la temperatura<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[230]</a></span> +a rinfrescarsi, si muovono e pascolando +lentamente sulla riva s'inoltrano nei cespugli +sino a che non arrivano nel fitto dei +boschi, dove trascorrono la notte, per scendere +il mattino appresso nuovamente al +mare.</p> + +<p>Alla vista di tutti quegli animali, rimanemmo +alquanto perplessi. Era impossibile +passare di là, perchè avrebbero potuto tagliarci +la via, molti essendo proprio in riva +al mare; proseguire lungo la spiaggia era +pericoloso, perchè sarebbe stato necessario +passare in mezzo ad essi e qualche animale +furioso avrebbe potuto inseguirci +nella direzione del capo Circeo: pensammo +se non fosse stato più prudente tenerci vicino +alla macchia e questo partito ci sembrò +il migliore.</p> + +<p>Scendevano intanto sempre nuovi branchi, +la qual cosa ci fece argomentare che +ve ne dovevano essere ancora nei boschi, +e se ne scorgevano infatti fra i cespugli di +mirto. Ad un tratto scorgemmo due magnifici +tori, dalla fronte splendente, arrestarsi +e fissarci: allora prudentemente, +pian, piano, ci avviammo verso il bosco +ed in poco tempo ci trovammo nel fitto +degli alberi. E' impossibile figurarsi dei +boschi più adatti per i briganti che questi +di Astura: non sono già formati da alte +quercie, ma da fitte macchie di sugheri,<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[231]</a></span> +di olivi selvatici, di lentischi, di rovi neri, +di mirti, coperte di piante rampicanti, di +edera bellissima, che forma delle volte, +quasi moschea boschereccia, impenetrabili +ai raggi del sole ed alla pioggia. Vi erano +dei cespugli di mirto di un'altezza straordinaria +e tutt'intorno un odore di selvatico, +che penetrava i sensi.</p> + +<p>Il terreno non è piano, ma accidentato, +percorso da piccoli ruscelli, in molti punti +paludoso; vi abbondano gl'istrici, le tartarughe +e le serpi; noi vi trovammo spesso +delle penne di galli selvatici, avanzi del +pasto di qualche aquila: ciò dava ancora +maggior risalto alla cupa poesia di questa +riviera.</p> + +<p>Ci riuscì alla fine di scansare i branchi +dei bufali e dei tori e quando ne incontravamo +qualcuno in ritardo ci arrestavamo +e restavamo silenziosi e tranquilli finchè +non fosse passato e dopo aver superato +rivi, fossi e siepi, sboccammo finalmente +di nuovo sulla spiaggia e ci fermammo per +riposarci piacevolmente all'ombra di un +muro, cui era addossato uno steccato destinato +a racchiudere una mandra. Anche +questo muro era certo, come lo dicevano +chiaramente alcune vestigia di mosaico, +un resto di qualche villa romana.</p> + +<p>Rimaneva un'ora sola di strada per giungere +ad Astura, e nel camminare lungo questa<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[232]</a></span> +triste spiaggia, mi colse quella profonda +malinconia che nasce nel vedere cosa che +rammenta una grandezza scomparsa. Non +è solo il ricordo della tragica fine del giovane +Corradino e della stirpe degli Hohenstaufen, +che può qui rattristare l'animo, specialmente +di un tedesco; v'influisce anche +e per molta parte l'aspetto della contrada +stessa. Vorrei poterla descrivere con le +parole, come il mio compagno di passeggiata +l'ha saputa riprodurre nelle sue tele +che spero saranno presto note a tutti. Sarebbe +bene che un qualche istituto artistico +della Germania pubblicasse un album +degli Hohenstaufen.</p> + +<p>Il luogo dove ci eravamo fermati era +circoscritto dalla parte di terra dalle paludi +pontine, su cui imponenti si ergono +i monti Volsci che scendono al mare; e +dalla parte del mare dal capo Circeo che, +simile ad un'isola, si perde nell'azzurro +del cielo. Sulla spiaggia sorge, ad un dato +punto, una piccola cappella abbandonata +e deserta e pochi passi più in là emerge +dalle acque il castello di Astura, un piccolo +quadrato di mura merlate, con in +mezzo una torre. La cappelletta e il castello +sono gli unici edifici che sia dato +vedere in questa vasta solitudine. Per +quanto si volgesse da ogni parte lo sguardo, +non si scoprivano che due ombre nere sui<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[233]</a></span> +merli del castello e due vecchi pescatori +seduti contro il muro, taciturni e quasi +annientati dal calore del sole fulgente che +stavano intrecciando una rete di giunchi +per i pesci, mentre la loro barca si dondolava +sulle onde.</p> + +<p>Correvano gli ultimi giorni del 1268 +quando, perduta la battaglia di Tagliacozzo, +giungevano su questo lido, fuggiaschi +e pieni di terrore, il giovane Corradino, +il principe Federigo d'Austria, il +conte Galvano Lancia con i suoi figli, insieme +coi due conti della Gherardesca, parenti +dell'infelice Ugolino che i versi di +Dante hanno immortalato. Venivano da +Roma dove, come narra il cronista Saba +Malaspina, avevan cercato rifugio dopo la +sconfitta, e dove era rimasto Guido da +Montefeltro, quale vicario del senatore Arrigo +di Castiglia. Corradino era giunto colà +«senza pompa alcuna, non come capo di +un esercito, ma come uno che abbia tutto +perduto e che non cerchi che di salvarsi +di nascosto, e quasi fuori dei sensi» (<i>latenter +ingreditur mente captus</i>). Ma in +Roma erano giunti dal campo di battaglia +anche i suoi nemici, Giovanni e Pandolfo +Savelli, Bertoldo e molti guelfi con l'intenzione +di sollevare la città, cosicchè gli +amici avevano consigliato al giovanetto di +non indugiare a cercare scampo nella fuga.<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234">[234]</a></span> +Si diresse con i suoi compagni verso il +mare, con l'idea di recarsi a Pisa ed ivi +imbarcarsi per la Sicilia; cercò una barca +e la ottenne dagli abitanti del villaggio di +Astura, dove s'imbarcò e salpò. Ma avutane +notizia Giovanni Frangipani signore +di Astura e riconosciuto dai gioielli che +Corradino aveva regalati, essere i fuggitivi +personaggi ragguardevoli, salì su di +un'altra barca, li raggiunse a forza di remi +e li ricondusse nel castello. Invano Corradino +supplicò che lo lasciasse fuggire coi +suoi, che non lo volesse consegnare nelle +mani di Carlo, avido di sangue; invano gli +ricordò la gratitudine che doveva alla casa +di Svevia, avendo i Frangipani ottenuto +grandi feudi dall'imperatore Federigo ed +essendo stato da questi lo stesso Giovanni +creato cavaliere; invano Corradino promise +ampia ricompensa e si dichiarò pronto anche +a sposare la figliuola di Frangipani. Il +signore di Astura era titubante e commosso +forse dalla gioventù, dalla grazia, dalla +sventura di Corradino, incerto, come dicono +i cronisti, da qual parte avrebbe potuto +trarre maggior guadagno, se da Corradino +o da Carlo d'Angiò; quando dinanzi al castello +arrivò Roberto di Lavena, capitano +delle galere angioine che ingiunse al Frangipani +di consegnargli i prigionieri. Narra +Saba Malaspina che il Frangipani fece condurre<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[235]</a></span> +i poveri fuggiaschi in un altro castello +vicino, per non essere costretto a +consegnarli a Roberto contro sua volontà +e prima che questi avesse soddisfatto al +pagamento della pattuita ricompensa; ma +quest'altro castello non è nominato.</p> + +<p>Intanto arrivava dalla parte di terra, +con fanti e cavalli, il cardinale Giordano +di Terracina, governatore per la Santa +Sede della contea della Campagna; egli +pure richiese la consegna dei fuggiaschi.</p> + +<p>Il vile traditore, intascato il denaro di +Giuda, consegnò gl'infelici che aveva ospitato, +nelle mani dei loro acerrimi nemici. +Furon condotti a Napoli, prima attraverso +i boschi e i monti di Palestrina, poi traverso +le meravigliose campagne poco tempo +innanzi percorse vittoriosamente. Il 29 ottobre +la mannaia troncava la testa di Corradino +per la prima, poi quelle di Federigo, +dei valorosi conti della Gherardesca, +del generoso Galvano Lancia, fratello di +quella bella Bianca che aveva partorito +Manfredi a Federigo il Grande e per ultimo +quelle de' suoi giovani figli, Galeotto +e Gherardo che erano stati poco prima +strangolati nelle braccia del padre.</p> + +<p>Presso la torre di Astura, in quella solitaria +spiaggia, mi tornarono alla memoria +tutti gli altri luoghi famosi nella storia +degli Hohenstaufen che io ho visitato nelle<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236">[236]</a></span> +mie peregrinazioni per l'Italia. Mi è apparsa +la bella figura di Manfredi, biondo, +ricciuto, sui campi di Benevento, quale +Dante lo vide, con una doppia ferita alla +fronte ed al petto, mormorante mestamente: +«I' son Manfredi, Nipote di Costanza +imperatrice». Lasciai errare lo +sguardo sul mare ricco di memorie e lo +rivolsi laggiù dove giace la bella Sicilia, +dove sorge, in mezzo a giardini sempre +in fiore, sulla spiaggia più amena del mondo, +quel castello di Palermo nel quale visse +Federigo e da dove era partito per la Germania; +pensai al duomo di quella stessa +Palermo, a quell'oscura cappella, dove riposano, +dentro ai loro sarcofaghi di porfido +rosso, Enrico VI, Federigo e le due +Costanze, rappresentati con la corona in +testa e con la dalmatica di seta, il cui orlo +è ornato da iscrizioni saracene.</p> + +<p>Entrammo quindi nel castello. Un ponte +in muratura lo unisce alla spiaggia ed un +ponte levatoio dà accesso all'interno. Nella +piccola corte sorge la torre ottagonale +che termina con una specie di terrazza, +dove rimane un unico e arrugginito cannone. +La guarnigione, composta di otto uomini, +quando entrammo stava facendo gli +esercizi nella piccola corte e don Pasquale, +luogotenente di Astura, la stava +guardando dal terrazzo con l'aria di chi<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[237]</a></span> +avrebbe voluto essere ovunque, fuori che +lì. Ci condusse nel suo piccolo e meschino +alloggio e ci fece vedere degli arabeschi +pompeiani assai ben fatti: dipingendo egli +trascorre le sue giornate in quella solitudine. +Il luogotenente ci disse che ciascuna +di queste torri della costa è attualmente +custodita da otto uomini, comandati +da un maresciallo o da un ufficiale e che +le prescrizioni di vigilanza sono severissime, +temendosi da parte dei mazziniani +un colpo di mano.</p> + +<p>Visitammo tutto il castello composto di +piccole e melanconiche stanze, dove il ragno +tesse le sue tele e lo scorpione trova un ricovero +nelle infinite screpolature dei muri; +la vista però, tanto sulla pianura verdeggiante, +quanto sul limpido mare, dove ora +si vedono, ora spariscono le vele delle +barche pescherecce, è bella e affascinante. +La torre sembra fatta apposta per un bardo, +che vi suoni l'arpa e vi muoia col canto +del cigno, nell'ora in cui il sole scende in +mare e tinge di color porpora il capo +Circeo. In quell'ora regna sul mare una +tale tranquillità, tale uno spirito di quiete che +non si può descrivere; si direbbe che il +sonno e la morte si librino sul mare e che +quella barca che gira, come un'ombra, il +capo Circeo, porta forse il dio del sonno +spargente calma e riposo sulle onde.<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[238]</a></span></p> + +<p>Tutto qui allora spira dolcezza. Mentre +il capo Circeo riporta alle avventure omeriche, +alle imagini dell'Odissea, la solitaria +torre di Astura parla delle grandi e non +meno poetiche memorie dell'epoca degli +Hohenstaufen. Quanti ricordi non risvegliano +questi nomi degli Hohenstaufen e +del provenzale Carlo d'Angiò! Ritornano +alla memoria i personaggi del «Parsifal» +di Wolfram di Eschenbach e Corradino diventa +Parsifal che cavalca per il mondo, +per trovare la sacra coppa di sangue del +Graal, Elisabetta di Baviera diventa Erzeleide, +sua madre, che non lo vuole lasciar +partire, e così si presentano Goffredo d'Angiò, +il cavalier Gavino e Feirefiz, Arturo e +Titurello e il castello di Graal, nella foresta +selvaggia, i saraceni, i trovatori, i +pellegrini, i penitenti e i saggi dell'Oriente.</p> + +<p>Astura è la torre del romanticismo, è la +sede della poesia tedesca in Italia. Essa +appartiene ai romantici, come la grotta +azzurra di Capri. Io, in nome di questi, ne +ho preso silenziosamente possesso, dichiarando +proprietà nazionale della Germania +questo leggendario castello.</p> + +<p>La sola torre risale ai Frangipani; tutto +il resto è di epoca posteriore, giacchè nel +1286 i siciliani, che nei vespri avevano +preso una splendida vendetta del sanguinario +re Carlo, guidati dal loro ammiraglio<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[239]</a></span> +Bernardo da Sarriano, lo distrussero tutto, +ad eccezione della torre, ed uccisero anche +il figlio di Frangipani. Anche ora sulle +mura esterne del castello si vedono le armi +dei Colonna, che ne furono in seguito proprietari. +Dopo i Frangipani, divenne feudo +dei Gaetani; quindi passò in possesso dei +Malabranca, degli Orsini e dei Colonna, i +quali lo vendettero nel 1594 a Clemente VIII. +Presentemente Astura è feudo dei Borghese.</p> + +<p>Altri ricordi storici si ricollegano ancora +a questo castello. Innanzi al ponte, che serve +di accesso, notai degli avanzi di un pavimento +in mosaico, quasi ricoperti dalla +sabbia, e mi accorsi subito che il castello, +sul mare, sorgeva sopra le fondamenta di +una villa romana assai vasta, le cui rovine +erano visibilissime sul fondo del mare, +ed anzi in alcuni punti ne emergevano +ancora. Sorgeva l'antica villa sopra un +banco di sabbia e molto probabilmente, appunto +per questo Plinio dà il nome d'isola +ad Astura, colonia d'Anzio: la località in +antico è possibile che si trovasse per un +piccolo tratto d'acqua staccata dal continente. +Strabone infatti dà a quel braccio +di mare il nome di Storace (Στόρας ποταμός), +Plutarco lo chiama Astura (τὰ Ἄστυρα) e ne +parla quando descrive la tragica fuga, qui +avvenuta, di Cicerone. A dire il vero, deve<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[240]</a></span> +recar non poco stupore ai miei lettori che +questo luogo solitario, appartato, possegga +altre tristi memorie, e che molto tempo +prima di Corradino sia stato un punto di +sventura, dedicato forse alle Eumenidi.</p> + +<p>Cicerone vi possedeva una villa. Egli ne +fa menzione spesso nelle sue epistole, in +una delle quali, scritta ad Attico appunto +da Astura, è detto: «<i>Est hic locus amoenus +et in mari ipso, qui et Antio et Circaeis +aspici possit</i>». Abitava volentieri questa +villa che più delle altre gli offriva quiete +e riposo. Poco prima della sua morte venne +qui ed Astura gli fu fatale. Vi si era rifugiato +in primavera, non appena aveva +saputo che sarebbe stato compreso nelle +liste di proscrizione; Plutarco narra che si +era qui imbarcato per fuggire in Macedonia, +presso Bruto, ma che aveva poi +cambiato idea ed era tornato a terra. Con +l'intenzione di recarsi a Roma per cercare +di commuovere Ottaviano, partì da Astura +e prese la via della città ma, fatte appena +dodici miglia, fu colto da paura e tornò indietro +rapidamente. Salito su di una lettiga, +si avviò verso Gaeta, ma raggiunto per via +dai cavalieri che lo inseguivano, in un punto +che viene anche oggi additato, fu da quelli +ucciso.</p> + +<p>Strana coincidenza! Lo stesso Ottaviano fu +preso nella medesima Astura, a quanto narra<span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[241]</a></span> +Svetonio, dal male che pose fine a' suoi +giorni. Venne qui poco prima della sua +morte, nell'ultimo suo viaggio per la Campania. +«Al principio del suo viaggio venne +ad Astura, ed essendosi trattenuto, contro +la sua abitudine, all'aria libera, di notte, per +godervi il fresco, fu colto da dissenteria +e ciò fu l'inizio della sua malattia». Dopo +una breve dimora a Capri, morì a Nola.</p> + +<p>Nè qui finisce l'influenza fatale di Astura: +anche il successore di Augusto, Tiberio, si +ammalò in questo luogo poco prima della +sua morte. Ecco ciò che narra Svetonio: +«Ritornò in tutta fretta in Campania e, +giunto ad Astura, vi cadde ammalato. Riavutosi +un poco, s'imbarcò per il capo Circeo». +Essendosi quivi il male aggravato, +colto da paura, egli s'imbarcò di nuovo, e +prima di poter arrivare a Capri, fu costretto +a scendere a terra, al capo Miseno, dove spirò.</p> + +<p>Che aggiungere, quando avremo detto +che anche su Caligola, successore di Tiberio, +Astura esercitò la sua malefica influenza? +Quivi Caligola sbarcò prima di morire. +«Si trovò—dice Plinio—un piccolo pesce, +chiamato <i>remora</i>, appeso all'albero maestro +della galera che portava Caligola da +Astura ad Anzio e ciò venne considerato +come presagio della sua prossima fine».</p> + +<p><i>Astura mala terra, maladetta!</i> Noi pure, +innocenti viaggiatori, doveva costringere a<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[242]</a></span> +precipitosa fuga, a noi pure doveva far provare +ambasce di morte.</p> + +<p>Lasciando Astura, decidemmo di prendere, +invece della strada lungo il mare, +quella attraverso la foresta, di cui avevamo +sentito vivamente lodare la selvaggia bellezza. +Non conoscendola, prendemmo con +noi un soldato del piccolo distaccamento, +un bel giovane robusto e forte che doveva +servirci per alcune miglia di guida e prestarci +nello stesso tempo aiuto, non già +contro i briganti, ma contro i tori ed i bufali. +Per un certo tratto camminammo lungo +la spiaggia, dove potemmo vedere dei tori +neri tanto maestosi che Giove non avrebbe +potuto averne dei migliori, allorquando +trasse in mare la bella Europa. Poco dopo +ci trovammo in mezzo alla foresta. Camminavamo +per ampi sentieri, fra odorosi +cespugli di mirto, sotto la volta di gigantesche +quercie, rallegrati da mille effetti +della luce del sole che volgeva al tramonto. +Il bosco presso Astura è molto bello. Pensavo +alle mie spiaggie natie, alle loro alte +quercie diritte, fra i tronchi delle quali si +può scorgere l'azzurro del mare; tutti i +miei pensieri erano rivolti al passato. È +bello aggirarsi là per quei boschi, spiando +la comparsa dei cervi e dei caprioli, quando +sbucano dai cespugli e vi contemplano +con curiosità, alzando il loro capo coronato<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[243]</a></span> +dalle lunghe corna. Qui invece balza +talvolta fuori da un cespuglio la nera testa +di un bufalo o di un toro e talora attraversa +il sentiero un lungo serpente variopinto. +La vegetazione è di una bellezza e +rigogliosità tropicale; l'edera raggiunge +qui le proporzioni di un albero e si abbarbica +alle quercie le circonda le avvinghia, +come i serpenti Laocoonte e pare quasi voglia +soffocarle in un vigoroso amplesso e +strapparle al suolo; sale su tutti i rami e +giunge sino alla cima, lassù dove hanno +ricetto gli uccelli selvatici della foresta.</p> + +<p>Camminammo in tal guisa per alcune +miglia, assorti sempre nella contemplazione +di quello stupendo spettacolo. La nostra +guida di Astura, là dove il bosco +cominciava a farsi men fitto, ci lasciò, +dopo averci indicato il sentiero della macchia, +al di là della quale dovevamo trovare +il mare. Lieti e felici continuammo a camminare +fra i mirti e gli olivi selvatici, quando +tutto ad un tratto ci trovammo di fronte +ad un centinaio di tori. Ci fermammo subito: +uno dei tori a sua volta si arrestò stupito; +alzò la testa, ci contemplò con gravità +maestosa, poi si staccò dal branco e +ci venne incontro. In quell'istante il mio +compagno chiuse il suo maledetto ombrellone +bianco da pittore e subito il toro furiosamente +spiccò un salto e tutta la mandra<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[244]</a></span> +lo seguì. Una nube di polvere si levò tosto +nel bosco e noi ci demmo a precipitosa +fuga, guardandoci ogni tanto indietro. Era +un orribile e bello spettacolo il vedere quegli +stupendi animali correre avvolti in una +nube di polvere!</p> + +<p>Riuscimmo ad arrivare nel fitto della +macchia e, con le mani insanguinate pelle +spine, ci cacciammo nei cespugli, da dove +potemmo vedere, fra la polvere, il luccichio +delle corna dei tori, mentre si udiva sotto +i loro piedi lo strepito dei rami infranti.</p> + +<p>Non vidi mai il terrore meglio scolpito +sopra un volto umano come allora su quello +del mio compagno e il mio spavento non +era punto minore. Finalmente tutto tornò +silenzio intorno a noi: la mandra furiosa +aveva proseguito la sua corsa verso il mare. +Riprendemmo la nostra strada per la foresta +e, spiando continuamente se i tori riapparivano, +uscimmo alla fine dal bosco e +sbucammo sulla libera spiaggia. Credo di +non aver sentito mai un'eguale soddisfazione +nel rivedere il mare e mi toccava +proprio provare ad Astura, sulle tracce di +Corradino, quali siano le ambasce di una +fuga precipitosa, col pericolo della morte +alla gola. Si sarebbe detto che uno spirito +maligno, il demone di quel luogo maledetto, +avesse destato in me tante dolorose memorie +e avesse voluto darmi un'idea precisa di<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[245]</a></span> +quanto ivi soffrì il povero Corradino. Gli +animali selvaggi furono però più compassionevoli +verso di noi che non gli uomini +per Corradino.</p> + +<p>Proseguimmo la nostra strada e ci fermammo +di nuovo per riposarci sulle rovine +del palazzo romano, dalle quali il melanconico +castello appariva ancora più bello +e più espressivo nell'incerta luce del tramonto. +La vista di numerose mandre che +coprivano la spiaggia sin quasi a Nettuno, +c'impensierì di nuovo: ve n'erano +alcune sdraiate in riva al mare, altre salivano +per ritornare, come è loro abitudine, +al bosco, perchè cominciava la frescura +della sera. Passammo innanzi a cento e +cento corna gigantesche, ma gli stupendi +animali non ci fecero alcun male perchè +noi ci tenevamo rasente al mare, al disotto +di essi; apparvero infine due bei butteri, +i primi che avessimo incontrato, a cavallo, +che galoppavano, con la lancia in pugno, +lungo la riva, e la loro vista ci rinfrancò.</p> + +<p>Felicemente raggiungemmo Nettuno e di +qui, con un senso di compiacenza, contemplammo +la strada percorsa ed il castello +di Astura che a quella distanza, a quella +dubbia luce emergeva come un cigno sulle +onde del mare.</p> + +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[248]</a></span></p> +<h2 class="lighter">IL CIRCEO.<br /> +<span class="small">(1873).</span></h2> + +<hr /> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill257.jpg" width="600" height="61" alt="" title="" /> +</div> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[249]</a></span></p> +<h2 class="lighter"><a name="Il_Circeo" id="Il_Circeo"></a>Il Circeo.<br /> +<span class="small">(1873).</span></h2> + +<p>Da Terracina, dove avevo passato la +Pasqua, volli scendere al capo Circeo, fosse +pure per una breve visita. Capo Circeo +giace a tre ore da questa città, benchè sembri, +per la trasparenza dell'aria, molto più +vicino. Il grandioso promontorio si innalza +sulla lunga duna e lascia da per tutto un +orlo di spiaggia, su cui si cammina come su +di un tappeto di velluto.</p> + +<p>Mi allettava assai l'idea di andare a piedi +fino al capo, ma i pescatori di Terracina +me ne dissuasero ed io non vi andai perchè +non ero sicuro che la strada fosse libera +da mandre di bufali. Questi pescatori +erano stati rallegrati prima della mia partenza +da una pesca eccezionale: essi stavano +con altra gente sulla riva, quando i loro +sguardi furono attirati da un oggetto che si +alzava di tanto in tanto sulla superficie delle<span class="pagenum"><a name="Page_250" id="Page_250">[250]</a></span> +acque e che pareva attaccato ad una corda, +fissa a sua volta ad un piuolo. Era una grossa +testuggine marina che si era impigliata +nelle reti: la povera bestia era rimasta gravemente +ferita da un raffio, ed i pescatori +l'avevano legata, come un cavallo, per una +zampa, ed assicurata ad un palo. Essa faceva +grandi sforzi per liberarsi e di tanto in +tanto sollevava la testa, il collo e una parte +del suo guscio rosso scuro, per respirare. +Fu lasciata tutta la notte al suo martirio +e la mattina seguente, quando partii per +il capo, vidi dalla mia barca che era ancora +nello stesso posto.</p> + +<p>Avevo con me quattro barcaioli e un +servo dell'albergo che aveva passato qualche +tempo a S. Felice, sul promontorio e +che doveva farmi da guida. In tutto, eravamo +sei persone. Partimmo alle quattro +del mattino: la luna chiara che discendeva +verso occidente, spandeva nell'ultima lotta +col giorno, un bagliore largo e dorato sul +mare lievemente mosso. Fitte nebbie apparivano +ad oriente, verso la palude di +Fondi, e nascondevano le rocce di Sperlonga +ed i promontori di Gaeta e di Mondragone. +Anche il capo Circeo era cinto di un +velo, squarciato solo sulla vetta.</p> + +<p>Soltanto chi ha viaggiato per mare fra +il tramontar della luna e il nascer del sole +può aver sentito la gioia divina dell'imminente<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[251]</a></span> +nuovo giorno. Il respiro continuo +del mare che sale dall'irrequieto e vivo elemento, +ha in sè il fremito primordiale della +creazione. Perchè mai il mare sveglia in +noi, anche visto in lontananza, o sentito +nel ritmico palpito delle sue onde dalla +riva, un desiderio così profondo, ansioso +ed ignoto, come nemmeno le cime delle +Alpi sanno svegliare? Forse perchè questo +nostro piccolo <i>io</i> colle sue piccole necessità +e la coscienza della natura, destata per +un attimo, si trovano in immediato contatto +coll'Infinito e l'Eterno, con ciò che +non ha storia, nè tempo, nè limiti, nè forma.</p> + +<p>Avanzavamo rapidamente nell'aria fresca +e serena, condotti dolcemente dal vento e +dal marinaro e sempre più si andava svolgendo +dalle brume il capo oscuro, col suo +bianco paesello sulla punta e una torre +grigia ai piedi, sul mare. Ma prima di approdare +a questa, voglio dire due parole +sulla storia del <i>Mons Circeus</i> o <i>Monte Circello</i>.</p> + +<p>Da lungo tempo il paese delle favole di +Circe fu fissato su questo promontorio che +invero, con la sua forma nettamente insulare, +i suoi folti boschi, i suoi odorosi declivii, +le sue grotte di stalattiti sul mare, +costituiva un ambiente, per lo meno non +disadatto, a far sorgere una favola magica +di antichi navigatori. Il monte Circeo era<span class="pagenum"><a name="Page_252" id="Page_252">[252]</a></span> +nei tempi preistorici veramente un'isola, +come oggi le isole di Ponza e come un +tempo il Soratte. A poco, a poco e certamente +molto prima dei tempi dell'Odissea, +questa isola si riunì alla terra e divenne un +capo. Gli antichi geografi riferiscono che +su di esso giacque una città col tempio di +Circe e con un altare a Minerva, dove era +conservata la coppa di Circe in cui Ulisse +aveva bevuto. Anche la tomba di Elpenore +vi si mostrava, con i mirti che vi erano +germogliati sopra.</p> + +<p>La città di Circei, o Circeo, era volsca, +come Anxur, oggi Terracina. I Romani la +conquistarono e vi stabilirono una colonia +che non fu certo mai grande e potente, ma +per la sua posizione fu una delle più belle +piazze forti ed inoltre un gradito soggiorno. +Lucullo vi pose i suoi vivai e v'edificò una +villa e Lepido, quando dovè ritrarsi dal +consolato, venne qui a dimorare.</p> + +<p>L'antica città scomparve in un'epoca incerta; +forse fu distrutta dai Goti. Sulle sue +rovine sorge l'attuale San Felice, costruita +probabilmente intorno all'antica fortezza +dalle mura ciclopiche. Questa <i>Arx Circaea</i> +o <i>Rocca Circeji</i>, si trova spesso menzionata +nei documenti e nelle storie medioevali; +solo molto più tardi compare il nome di +San Felice. In questo luogo nel secolo <span class="smcap">viii</span> +era anche un vescovato. La fortezza di<span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[253]</a></span> +Circeo era considerata come la più importante +fra quelle della spiaggia pontina. Si +sforzarono di acquistarne il possesso la +città di Terracina, i conti di Gaeta e quelli +di Fondi; ma essa riconobbe la sovranità +del Pontefice.</p> + +<p>Al principio del secolo <span class="smcap">xii</span>, quando i duchi +normanni avevano in loro potere l'Italia +meridionale, essi s'impadronirono anche di +questa fortezza, ma solo per poco, perchè +i papi salvaguardarono bene i loro diritti +sulla terra di confine, su Terracina e sul +promontorio che ne dipendeva. Sul finire +del secolo, divennero padroni della rocca +di Circeo i Frangipani di Roma che possedevano +Astura e molti altri territorii sul +Tirreno ed essi seppero sottrarla alla +giurisdizione di Terracina, dopo un lungo +assedio. Essi possedettero la <i>Rocca Circeji</i> +per lungo tempo; Ottone e Roberto Frangipani +la diedero poi a Rolando Guidonis de +Leculo, ma a questi Innocenzo III la ritolse +per restituirla alla Chiesa.</p> + +<p>Alla metà del secolo <span class="smcap">xiii</span> i Templari divennero +proprietari del promontorio, dove +ancora durava la leggenda di Circe, figlia +del Sole e dove si era mostrata la coppa +di Ulisse, il <i>Graal</i> di questo antico monte +incantato. Un documento del 3 maggio 1259 +dice che Pietro Fernandi, maestro dell'Ordine +dei Templari in Italia, per autorizzazione<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[254]</a></span> +del maestro generale Tommaso Berardi, +assegnava al vice cancelliere Giordano +in cambio del casale Piliocta (oggi Cecchignola, +sulla via Ardeatina), <i>il villaggio +Sancti Felicis sul monte Circego, appartenente +per diritto all'Ordine</i>, ottenuta la +approvazione della casa romana dei Templari +sull'Aventino (oggi priorato di Malta). +Era questi il medesimo cardinale Giordano +che come governatore della Campagna romana +e della Marittima, nove anni più +tardi, compariva colle sue truppe dinanzi ad +Astura per chiedere, in nome della Chiesa, +ai Frangipani la consegna di Corradino, +cosa che non potè ottenere, come è noto, +disgraziatamente per l'ultimo degli Hohenstaufen.</p> + +<p>Giordano era un nobile di Terracina, della +potente casa dei Peronti. Egli riunì a Terracina +la rocca Circea che rimase alla sua +famiglia fino a tutto il secolo <span class="smcap">xiii</span>, nel qual +tempo passò agli Anibaldi di Roma, dai +quali nel 1301 la ebbero i Gaetani.</p> + +<p>La potenza di questa famiglia derivava +allora tutta da Bonifacio VIII; suo nipote +Pietro possedeva già le città volsce di +Sermoneta e di Norma e una gran parte +del territorio pontino, ricco di bestiame, +da Ninfa al mare. Pietro Gaetani diede +principio a questo ricco possesso—che i +suoi discendenti godono ancora—coll'acquisto<span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[255]</a></span> +del capo Circeo. Lo acquistò con +tutte le terre dipendenti e ancora i Gaetani +portano il nome di San Felice, e insieme +acquistò per 2000 fiorini d'oro il +lago di Paola, da Riccardo Anibaldi, signore +della torre delle Milizie in Roma. +Da quel tempo i Gaetani possedettero la +rocca Circea per 400 anni. In questo lungo +periodo di tempo essa fu tolta loro una +volta, ma per soli due anni, quando Alessandro +VI li privò di tutti i feudi negli +Stati della Chiesa per donarli al figlio di +Lucrezia, al piccolo Rodrigo di Biseglia. +Allora egli eresse Sermoneta in ducato, +ma subito dopo la sua morte i Gaetani +rientrarono nei loro possessi, e siccome +erano anche conti di Fondi, il castello Circeo +costituì la pietra di confine della loro +signoria sul mar Tirreno. Dalla cima del loro +palazzo a San Felice essi spaziavano con +lo sguardo, entro il cerchio armonioso del +panorama, sul loro feudo da Fondi fino ad +Astura e dalle mura ciclopiche di Norba +fino alla spiaggia pontina.</p> + +<p>Nell'anno 1713 i Gaetani alienarono il +capo Circeo, e il duca Michelangiolo lo +vendette ai Ruspoli di Roma, insieme col +palazzo Gaetani sul Corso che si chiamò +d'allora in poi palazzo Ruspoli.</p> + +<p>Nel 1718 il capo passò agli Orsini come +dote di Donna Giacinta Ruspoli; ma siccome<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256">[256]</a></span> +la Santa Sede si era riservato il diritto +di riacquistare il feudo, gli Orsini +dovettero venderlo nel 1720 alla Camera +Apostolica per 100,000 scudi. Nel 1808, dopo +88 anni, fu venduto nuovamente, al principe +Stanislao Poniatowski, e così un magnate +polacco, ultimo della sua casa, divenne +signore dello storico capo e lo tenne +per 14 anni. La Camera Apostolica lo riscattò +nel 1822 e con la caduta degli Stati +della Chiesa passò alfine in proprietà dello +Stato italiano.<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a></p> + +<p>Questa è la breve storia del capo Circeo: +intanto il sole si è alzato fra i monti +di Gaeta e la luna è scomparsa nella luce. +Il capo è apparso tutto scoperto dinanzi +a noi, illuminato dal sole matutino con +una luce tranquilla e tutto l'incanto è +finito.</p> + +<p>Poche cose nel mondo tollerano una +troppo grande vicinanza, o piuttosto il rapporto +della nostra immaginazione con esse +non le sopporta. I monti, come gli uomini +e le loro imprese, i grandi e la loro fama, +hanno bisogno di un velo di luce e d'aria +che li renda misteriosi alla nostra immaginazione<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[257]</a></span> +e tenga lontana l'indagine critica; +quanto più piccoli sembrerebbero essi +se le loro leggende fossero d'un tratto demolite +dalla vicinanza del tempo e cadesse +l'illusione che li avvolge! Profondo è il +simbolo dell'Iside velata!</p> + +<p>Come appare magico e misterioso il promontorio +Circeo guardato dalla lontana +Astura, dai monti Volsci o da quelli Laziali, +ed anche da Terracina, quando cade la sera! +Ora invece mi appariva grigio e verde, +simile a molti altri monti; spariva quella +forma insulare che aveva assunto nella +lontananza e lo vedevo scendere verso la +pianura pontina con una larga striscia di +terra. Le belle forme sparivano e profonde +selve coprivano i suoi fianchi fino alla +sommità, mentre questa da lontano sembrava +rocciosa e nuda, scintillante di riflessi +solari!</p> + +<p>Prendemmo terra a Torre Vittoria, dove +il piede del promontorio si perde sul lembo +della spiaggia, senza però avere un luogo +di approdo in forma di porto. Non vi erano +pescatori, nè barche. La torre è un edificio +quadrato, dicesi costruita dai Gaetani. La +sua guarnigione è stata soppressa, come +quella di tutte le torri marittime, alla caduta +del governo pontificio. Serve ora di +caserma ai doganieri ed anzi uno di questi +appena ci scorse, scese le scale e venne<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[258]</a></span> +a salutare i pescatori che ben conosceva, +ed a verificare il loro passaporto. Lasciai +i marinari sulla spiaggia e con la mia +guida mi avviai verso San Felice. La +posizione del villaggio e la piccola via che +vi conduce mi hanno ricordato Capri. Ma +il capo Circeo non ha null'altro, o ben +poco, che lo faccia rassomigliare a quest'isola. +Dopo un quarto d'ora di non faticosa +salita sul declivio coperto di siepi e +cespugli di mirto, mi è apparso il villaggio +in una posizione veramente incantevole.</p> + +<p>San Felice sta su una piattaforma naturale, +abbastanza larga, al di sopra si levano +pareti boscose, dinanzi si apre l'immensa +distesa e sotto, nella profondità, il +mare turchino. Il paesetto ha poche strade +rettilinee ma strette, sormontate dal castello +baronale ed una decorosa chiesetta. +Di fronte al castello si apre la piazza o +strada principale. Le case sono, per solito, +di un piano e prive di qualunque pretesa +artistica. Fui non poco sorpreso dal fatto +che un villaggio così antico e separato dal +resto del mondo potesse avere il carattere +di un borgo aperto. Che San Felice occupi +il luogo dell'antica Circea, non può +essere posto in dubbio, perchè non c'è in +tutto il promontorio un'altra superficie libera +e piana su cui potesse essere edificata +una città.<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[259]</a></span></p> + +<p>Qualunque traccia di antica storia è scomparsa. +E' vero che il palazzo dei Gaetani +occupa evidentemente il terreno già occupato +da una rocca medioevale che prima +del dominio di quei duchi dovette appartenere +ad uno dei loro predecessori, ma +questo castello baronale non era l'antica +<i>Arx Circeji</i> che doveva stare invece su +una rupe enorme dominante la città, al +disopra della quale ancora si vedono resti +di mura ciclopiche larghe cinque piedi, e +molti blocchi di pietra. Mi recai a visitare +questo luogo, persuaso che il palazzo Gaetani +fosse stato costruito sulle rovine dell'antica +<i>Arx</i>.</p> + +<p>Questo castello ha la forma di un grosso +dado, con un cortile spazioso che fu quello +della fortezza. Nel centro di esso cresce un +boschetto ameno di oleandri e di mirti. Contro +una muraglia sono appoggiate le basi +marmoree di sei colonne, unica antichità +che abbia trovato a S. Felice. Invano ho +cercato stemmi e inscrizioni medioevali +sulle porte; di queste una sola aveva forma +gotica. Dell'antica fortezza resta una torre +quadrata, alla quale si appoggia l'edificio +centrale, ma anch'essa è restaurata. Le +parti adiacenti del castello baronale sono +di costruzione posteriore all'epoca dei Gaetani +che nel secolo <span class="smcap">xvii</span> aggiunsero ad esso +comodità e nuove bellezze per potervi passare<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[260]</a></span> +qualche settimana. Il cambiamento radicale +avvenne certo sotto Poniatowski.</p> + +<p>Questi edificò nuovamente l'interno, stanze +e saloni, e l'adornò di pitture. L'attuale +deserta abitazione dovette essere allora un +luogo delizioso, tale che il nipote del re di +Polonia non avrebbe potuto trovarne uno +più bello. Egli vi si recava spesso, quando +lasciava Roma, dove possedeva la villa di +fronte alla porta del Popolo; è stato davvero +un benefattore di questo villaggio; lo +ha migliorato, vi ha costruito una fontana +ed una strada che va al mare, ed ha ricompensato +sempre generosamente i servigi +resigli.</p> + +<p>Presso S. Felice il principe si fece edificare +anche un casino, ora in completo sfacelo, +come il giardino annesso. Questo casino +sta sull'orlo estremo della piattaforma, +sul mare, e costituisce il più seducente +belvedere che abbia mai visto.</p> + +<p>Come ho detto, Poniatowski vendette il +capo Circeo nel 1822; vendette anche subito +dopo la villa in Roma e la collezione +di antichità, e si ridusse a Firenze, dove +nel 1831 morì.</p> + +<p>San Felice conta 1200 anime. L'agricoltura +è la sua ricchezza, soprattutto le viti +che coprono gli ultimi declivi del capo.</p> + +<p>Furono sue industrie un tempo i vasi +d'argilla e d'alabastro. Queste fonti di guadagno<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[261]</a></span> +sono scomparse, pure la popolazione +non mi è sembrato soffra grande miseria. +Si trova nel paese un albergo, molto primitivo +ed anche un caffè; avrei dovuto pernottarvi, +se avessi voluto poi salire sulla +vetta del promontorio, ciò che era mio desiderio, +non tanto per visitare le antiche +mura che si additano come resti del tempio +di Circe, quanto per godere l'incantevole +panorama. Dicono che di lassù, a +1900 piedi, quando l'aria è limpida e chiara, +si vede il convento di Camaldoli che domina +Napoli, e la cupola di S. Pietro di +Roma.</p> + +<p>Da San Felice si può comodamente salire +sulla vetta del monte per sentieri rocciosi, +fra folti cespugli: ci vogliono però +alcune ore. Mi ero proposto di fare il giro +intorno a tutto il capo, ma dovetti abbandonarne +l'idea, perchè dalla parte del mare +le rocce cadono a picco, non lasciando +sentiero possibile sulla spiaggia. La distanza +da San Felice fino al punto in +cui la parte interna del capo trova di +nuovo il mare, presso il canale di Paola, +è di tre miglia ed eguale lunghezza ha il +capo: la sua larghezza non è certo invece +più di un miglio.</p> + +<p>Lasciando San Felice presi dapprima un +breve sentiero, assai comodo e agevole, poi +scesi per il declivio della roccia giù al piano<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[262]</a></span> +boscoso e giunto ai piedi del capo, potei +ammirarlo in tutta la sua forma. E' una +grandiosa piramide, la cui vetta, nella sua +estremità, si ripiega in alto, dal lato occidentale. +Fin verso la cima è coperto di quercie +e di cespugli, fra i quali qua e là spiccano +masse rossastre di acute roccie. Le +pareti s'innalzano spesso perpendicolari e +sembrano sorreggere un tetto. Tutto il capo +sembra un tetto spiovente; ma vi si distinguono +dieci monti che portano nomi +speciali. Nelle spaccature delle rocce crescono +i palmizi nani. Molte palme che +adornano il Pincio sono appunto cresciute +sul capo Circeo.</p> + +<p>Nella mia passeggiata ho attraversato +un boschetto di mirti, lentischi ed eriche, +che crescono qui arborescenti, ed ho visto +alte quercie da sughero, sempre verdi +e quercie tedesche. La quercia nordica, +che da noi comincia assai tardi a inverdire, +in questo clima è uno degli alberi più precoci. +Le trovai, già perfettamente coperte +di fronde, lungo il canale della Linea Pia, +mentre l'olmo ne era quasi spoglio. Il bel +bosco sul capo porta il nome di Selva Piana: +numerosi greggi di pecore e armenti di giovenchi +vi pascolano e danno al placido paesaggio +un carattere solennemente idilliaco.</p> + +<p>Per voler trovare ora su questo capo un +luogo dove immaginare la valle e il palazzo<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[263]</a></span> +della melodiosa dea Circe, è necessario +pensare alla piattaforma stessa di +San Felice o a questo gradevole e ameno +declivio.</p> + +<p>Qui troviamo, se non vere e proprie valli, +almeno dei larghi fianchi montuosi dove è +possibile collocare idealmente il castello +incantato di Omero, colla sua ombrosa solitudine +e insieme il suo aperto orizzonte. +Qui cresce un'inesauribile flora. Vi crescerà +forse anche la salutare erba Moly che +Mercurio somministrò al paziente Ulisse:</p> + +<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza"> +<span class="i11">bruna<br /></span> +<span class="i0">N'è la radice: il fior bianco di latte.<br /></span> +</div></div> + +<p>Ma siccome anche l'eroe dice essere difficile +che creature mortali possano coglierla, +così i botanici dovranno rinunziare +a scoprirla senza l'aiuto di un Dio.</p> + +<p>La fantasia popolare non ha del resto +stabilito alcun luogo come dimora di Circe, +e la leggenda è rimasta qui più per il nome +della maga Circe che per la favola stessa: +essa non è che artistica ed archeologica. +Qui si son fatti il concetto di una maga +Circe come di una Loreley che attirasse +e facesse arenare le navi. Mi hanno raccontato +che essa era stata alfine sfidata da +una nave straniera tutta di cristallo, sulla +quale la maga non aveva potuto esercitare +potere alcuno e che anzi era stata<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[264]</a></span> +presa, rinchiusa nella nave e portata via. +Da allora se ne erano perdute le tracce e +credo che la potenza immaginativa di questo +buon popolo lavoratore non sia andata +oltre nella bella leggenda di Circe. La mia +guida mi narrava con soddisfazione un fatto +accaduto durante il suo soggiorno in San +Felice ad una sentinella di guardia alla +torre del Fico; a questa sentinella, di notte, +era apparso un cane dagli occhi di fuoco ed +aveva tracciato intorno a lei circoli magici.</p> + +<p>Nell'uscire dallo splendido bosco, avevo +alla mia destra il lago di Paola, a sinistra +la spiaggia del mare e sopra, all'estremità +del capo, una graziosa torre, la torre di +Paola. Il lago appariva come un grigio e +melanconico specchio d'acqua fra rive piane, +un vero lago di maremma che s'internava +per parecchie miglia dentro terra. Stavano +sulle sue rive due chiesette chiamate San +Paolo e Santa Maria della Surresca. In +tempi remoti, il lago era unito al mare e +formava una baia: ora la comunicazione è +ristabilita per mezzo di un canale. Lucullo +vi aveva una villa e famosi vivai. Anche +nel medio evo fu luogo di pesca e di caccia +all'anitra (l'anitra selvatica si chiama qui +<i>folaga</i>) e solo per opera del tempo l'antico +canale è andato in rovina. Innocenzo XIII +fece costruire il casino e la chiesa che +stanno ancora sul canale, sebbene abbandonati<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[265]</a></span> +e quasi rovinati ed altre case anche +fece costruire sulla sponda del lago, per i +pescatori e ispettori e per magazzini. Oggi +uno speculatore di Sperlonga ha preso in +affitto la pesca del lago per la modesta +somma di lire 7500 annue. L'ardente sole +del mezzodì fiammeggiava sul lago plumbeo +nella profonda e selvaggia solitudine +delle paludi e dei boschi: appena gli alti +giunchi e i tamarischi della riva si movevano; +non una barca appariva sulla superficie +tranquilla; questa quiete fosca e solenne +aveva qualche cosa di favoloso.</p> + +<p>Camminavamo lungo le case della riva, +lungo il muro di un grande giardino che +fu di Poniatowski, ora completamente abbandonato +e selvaggio. Sulla porta di una +casa sedeva la moglie di un pescatore con +i suoi figlioletti che non apparivano punto +pallidi di febbre, ma freschi e rosei, fra reti +distese, stanghe e altri attrezzi pescherecci. +Uscirono poi anche alcuni uomini e con +loro il fortunato affittuario del lago, lo speculatore +di Sperlonga; questi ordinò ad un +ragazzo di farmi vedere i vivai. Salimmo +allora su un sandalo, una specie di barca +assai antica, di cui ho trovato menzione in +vecchi documenti riguardanti le paludi pontine. +Nel 1223 fu concesso il diritto all'abbazia +di Grottaferrata di tenere <i>duos sandalos +ad piscandum in Lacu Folianensi</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[266]</a></span> +Il sandalo è il battello della palude, quadrato +e piatto; le dimensioni variano secondo +il bisogno. E' barca di carico e di tragitto +insieme. Il suo nome ed il suo uso si +son mantenuti dai tempi più antichi, e son +dovuti certamente alla sua forma. In sandalo +andavano i viaggiatori romani quando dal +<i>Forum Appii</i> solevano fare una gita sul +canale <i>Decemnovius</i>. I vivai si trovano in +vicinanza delle sponde e formano una serie +di camere circondate da un reticolato.</p> + +<p>Speravo di vedere il più raro acquario, +ma fui deluso, nè in questi vivai, nè nell'antico +bacino murato che ancora si usa, +mi fu possibile vedere un sol pesce.</p> + +<p>Dal lago andai verso il mare, lungo il +canale di costruzione romana che è largo +circa 30 piedi, ed ha argini in mattoni. Innocenzo +XIII lo restaurò nel 1721. Cateratte +massicce lo proteggono contro le onde +del mare. Si aprono queste per lasciar passare +i pesci e lì ne vidi alcuni. Una delle +cateratte serve anche da ponte. Su questa +trovai in muratura lo stemma dei Conti +(aquila della Campagna e dadi sulla scacchiera) +con sotto la seguente iscrizione, +memoria di quel Papa della casa Conti:</p> + +<p>«<i>Quod Inter Mare Tyrrhenum Lacumque +Circejum Pristino Aquarum Restituto +Commercio Carolo Collicola Aerario +Ac Rei Marittimae Praefecto Piscatorio +Urbis Foro Fisci Rationibus ac Publicae +Utilitati Providerit Anno Pont. Primo</i>».<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[267]</a></span></p> + +<p>In mezzo alla solitudine selvaggia del +capo Circeo, sul lembo estremo dell'antico +dominio papale, questa iscrizione sul pallido +marmo mi affascinò con tale forza +storica, come se fosse di un passato molto +più remoto e come se appartenesse alla +stessa epoca della lapide che, nel palazzo +municipale di Terracina, eterna la memoria +del prosciugamento delle paludi +pontine eseguito dal gran re dei Goti, +Teodorico.</p> + +<p>Lo spazio di dodici secoli che corre fra +queste due iscrizioni, comprende quasi +tutto lo sviluppo dell'Occidente dalla caduta +dell'impero romano; è per questo che +sembra così lungo... Ma che sono dodici secoli +nella vita del mondo? Il tempo che corre +fra ieri ed oggi. In altri luoghi si ha profonda +coscienza del lavoro incipiente dello +spirito umano; qui, nelle paludi pontine, il +tempo invece appare piuttosto come una +superficie eguale e senza interruzione che +si estenda indefinitamente monotona.</p> + +<p>Non ho mai sentito così bene quanto +presto le cose umane divengono leggendarie, +come dinanzi a questa iscrizione. Il +dominio temporale dei papi che soltanto +tre anni fa cadde per sempre, mi si presentava +già come un mito sulla cui storicità<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[268]</a></span> +si dovesse riflettere come su quella +del dominio dei Goti. I papi hanno lasciato +molte indelebili tracce nella terra che fu +loro, dall'Etruria al capo Circeo. Quando +la figura storica del cristianesimo sarà passata, +quando i dogmi e il culto della Chiesa +per le generazioni future avranno soltanto +un interesse storico, come oggi per noi il +culto di Ptah e di Osiride, allora si ricercheranno +gli stemmi pontifici, le iscrizioni +e i monumenti dei più potenti dei re-sacerdoti, +che si chiamavano papi, e si farà ciò +col maggiore interesse e col più vivo desiderio, +molto più di quello che si faccia +oggi per le iscrizioni dell'antichità; le rovine +di San Pietro e del Laterano saranno +allora per l'osservatore e per l'archeologo +oggetto di maggior considerazione che non +le masse gigantesche del Colosseo e le rovine +dei templi e delle terme di Roma.</p> + +<p>I papi sono riusciti a dare alle loro opere +un vero sentimento di romanità: anche +queste paludi lo provano. Dopo Teodorico, +re dei Goti, furono Sisto V e Pio VI +che ristabilirono la via Appia ed i canali +pontini. Il Governo italiano, nella successione, +si è assunto il compito di continuare +i lavori e di fare anche di più; e +per ora è passato così poco tempo dalla +caduta del <i>dominio temporale</i>, che non è +lecito movergli rimprovero se ancora non<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[269]</a></span> +ha pensato alla sistemazione del porto di +Terracina. Più urgente, invero, sarebbe la +costruzione di quello di Brindisi, che aprirebbe +all'Italia meridionale una nuova vita +e la via del commercio con l'Oriente.</p> + +<p>Basta dare uno sguardo alla baia di +Paola che, protetta dal promontorio, si offre +all'ancoraggio, per comprendere quale +avvenire essa potrebbe avere. E' l'unico +luogo, nel promontorio, dove sia possibile +l'approdo. Qui sbarcò Ulisse:</p> + +<div class="poem" style="width: 18em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">Taciti a terra ci accostammo, entrammo,<br /></span> +<span class="i0">Non senza un Dio che ci guidasse, il cavo<br /></span> +<span class="i0">Porto e sul lido uscimmo...<br /></span> +</div></div> + +<p>Qui approdò Tiberio, venendo da Astura; +qui approdarono i Saraceni che molte volte +saccheggiarono la località. Si vede ancora +la torre quadrata dei Gaetani, la torre di +Paola, l'eroica torre che sostenne lotte accanite +coi pirati del mare.</p> + +<p>Essa si erge su una sporgenza della +rupe, immediatamente sopra il capo. Il +mare e il canale sono distanti solo pochi +passi. Questo punto, presso la torre, era +la mèta più ambita delle mie peregrinazioni. +E' una solitaria marina, celebrata +dalla leggenda d'Omero. La saracinesca è +caduta; porte e finestre sono chiuse ed +invano tentai penetrarvi. La pallida erba +balsamica cresce sulle mura grigiee e gli<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270">[270]</a></span> +steli del grano selvatico, inariditi dal salso +vento marino, oscillano intorno, mentre le +rupi luccicano, al di sopra, di muschi purpurei. +Tutto è qui come immerso nel sonno. +L'onda marina si frange rumorosa sulla +riva silente in ritmi uniformi che tutto il +presente seppelliscono nel silenzio e risvegliano +nell'anima lontane imagini e lontani +ricordi. Ogni tanto un falco si leva +da un cespuglio di mirti e si libra sulla +costa, emettendo un acuto strido, poi allarga +lentamente i suoi cerchi sulla palude +e sul mare.</p> + +<p>Le dune bianche, abbaglianti racchiudono +per parecchie miglia il limpido mare in +una linea dolcemente arcuata, finchè si +perdono nei vapori, verso Astura. Dietro +si stendono paludi e boschi nereggianti, +che nascondono altri laghi: il lago di Crapolace, +quello dei Monaci e l'altro di Fogliano, +simili al lago di Paola, ma senza +porto.</p> + +<p>Per quanto il mio occhio poteva spaziare +lontano, la bella spiaggia mi appariva +completamente deserta; nessuna traccia +di greggi; sul mare nessuna barca; +solo tre o quattro vele, lontane, verso +Astura. In distanza appariva sotto il sole +una torre: la torre di Fogliano o il castello +di Astura. Si può andare fin là a +piedi, o a cavallo, seguendo la spiaggia.<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[271]</a></span> +Anticamente v'era la via Severiana che +conduceva fino al capo, lo girava e giungeva +a Terracina. Su questa si trovavano: +<i>Ad Turres</i>, <i>Circejos</i>, <i>Turres Albas</i>, <i>Clostra +Romana</i>, <i>Astura</i> e <i>Antium</i>.</p> + +<p>Dall'alto della torre di Paola si ammira +la grande distesa del mare e le isole di +Ischia e di Ponza che nettamente vi si +delineano, sotto gli scoscendimenti delle +rupi ed i massi grigio-rossastri che ricordano +il Monte Solaro di Capri. Ridiscesi +poi al lago e tornai per la medesima via +a San Felice.</p> + +<p>Dopo un digiuno di dieci ore, dopo la +gita in mare e la passeggiata sotto il sole +che già scottava, calmammo la nostra sete, +la mia guida ed io, con gli squisiti aranci +di questa regione.</p> + +<p>La sala del caffè era gremita di abitanti +del capo, parte dei quali alti e begli uomini, +non vestiti però con costumi speciali. +Me ne furono indicati alcuni che avevano +servito sotto il papa, il che sembrava +in certo modo essere considerato +come cosa speciale e onorevole. Mi dissero +anche che, prima dell'ultimo rivolgimento, +le guarnigioni di tutte le torri +del litorale, da Terracina a Porto d'Anzio, +erano composte di sanfelicesi.</p> + +<p>Un pescatore era intanto venuto ad aspettare +o ad affrettare il mio ritorno; perchè,<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[272]</a></span> +come avevo osservato dalla torre di Paola, +il vento si era nel frattempo fatto più forte +e il mare si era coperto di schiuma. Una gita +di parecchie ore in mare, con quel tempo, +non si presentava certo come una bella prospettiva!</p> + +<p>Scendemmo per un sentiero fino alla +spiaggia, dove apparivano alcuni ruderi antichi. +Sarebbe stato veramente bello aver +potuto passare in quel luogo alcuni giorni, +arrampicarsi sulle rocce, visitare le belle +grotte, vedere le torri del Fico, Cervia e +Moresca che stanno sulle sporgenze estreme +del capo. Camminando lungo la spiaggia +riuscimmo di nuovo presso torre Vittoria +e salimmo sulla barca:</p> + +<div class="poem" style="width: 16em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">E quei si rimbarcavano; e sui banchi<br /></span> +<span class="i0">Sedean l'un dopo l'altro, e percotendo<br /></span> +<span class="i0">Gían co' remi concordi il bianco mare.<br /></span> +</div></div> + +<p>Ci arrestammo un istante ad un miglio +dalla spiaggia. La barca sembrava davvero +un guscio di noce sul flutto irrequieto, ora +avendo come sfondo l'orizzonte da un lato ed +i monti dall'altro, ora sprofondandosi nelle +liquide valli. Questa gita mi fece molto +piacere, perchè non temo il mare agitato +e non soffro punto il mal di mare. I rematori +vogavano faticosamente, ma con arte +consumata sapevano ora evitare, ora utilizzare +abilmente le onde più grosse e più<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[273]</a></span> +alte. Allora capii veramente che cosa fosse +una barca equilibrata e la nostra poggiava +fissa e sicura sui suoi quattro remi, che +insieme sembravano servirgli come braccia +e come ancora. Era assai difficile avanzare +e dopo più di due ore di lotta ci trovammo +di nuovo di fronte a torre Badino.</p> + +<p>Questa torre ed un casino lì presso indicano +il luogo dove il Portatore, un braccio +del canale pontino, si versa nel mare. Vi +sono stati costruiti dei moli. I pescatori +risolsero di mettersi sotto vento ed invece +di continuare il faticoso viaggio, arrivare +così a Terracina per il canale.</p> + +<p>Alla foce del Portatore l'agitazione delle +onde alte e grigie era assai forte: la nostra +barca ne risentì la violenza con un forte +beccheggio, ma presto, oltrepassato un +ponte levatoio, ci trovammo in uno specchio +d'acqua più che tranquillo, morto, nero, +stagnante. Da quello entrammo nella Linea +Pia che conduce direttamente a Terracina.</p> + +<p>La Linea Pia è fiancheggiata da alti olmi, +e sulle sue rive cresce la più ricca flora di +gigli acquatici che abbia mai visto. In alcuni +punti il canale era impaludato, o era +completamente coperto di piante. A causa +di questo tre marinai dovettero scendere +dalla barca e tirarla dalla riva con una +fune, a forza di braccia.</p> + +<p>Per quanto ad ogni stagione la Linea<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[274]</a></span> +Pia venga sottoposta ad un ripulimento, +essa è invasa di nuovo prestissimo dalla +flora palustre. Il metodo per pulirla è semplicissimo: +si caccia qua e là per il canale +una frotta di bufali e si fa loro calpestare +l'erba. Queste bestie si sforzano naturalmente +di liberarsi e di guadagnare la terra +ferma, non perchè temano l'acqua, essendo +al contrario animali di palude, ma perchè +la fatica necessaria per strappare e pestare +le piante così intrecciate, stanca anche la +loro possente muscolatura. Ma i butteri che +li accompagnano, li respingono nel pantano +colle loro lunghe lancie, ed altri tormentatori +stanno dietro sui sandali e fanno lo +stesso con delle aste puntute. Il giorno dipoi +vidi, sulla via Appia, presso la stazione +di Mesa, questa selvaggia scena palustre: è +impossibile immaginare qualcosa di più +singolare di quei mostri neri ammassati +nel canale che, simili a un branco di cavalli +del Nilo, agitano le loro teste possenti +con le corna piegate all'indietro, sbuffano +fuor dell'acqua, mentre faticosamente avanzano +nuotando e calpestando.</p> + +<p>Quanto più ci avvicinavamo a Terracina, +tanto più il canale diveniva animato. Molti +sandali tornavano carichi dalla città e su +molti di essi sedevano uomini civilmente +vestiti che sembravano passeggeri ed erano +forse proprietarii di terre vicine.<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[275]</a></span></p> + +<p>Scendemmo dal battello al ponte, presso +il grande ospedale militare ed io mi recai +subito alla riva accanto all'albergo, per +sapere qual fine avesse fatta la gigantesca +tartaruga. Essa stava distesa su un carro a +due ruote, legata con funi e accuratamente +avvolta in scorze d'albero, quasi si fosse +voluto preservarla da un raffreddore. Molta +gente stava ad osservarla attentamente. Il +guscio robusto era di un bellissimo color +bruno con macchie nere; la testa pareva +quella di un'aquila e perfino la bocca aveva +la forma di un becco. Viveva ancora e guardava +gli astanti con occhi spalancati pieni +di stoica indifferenza; sembrava quasi volesse +dire: «Tu sei una creatura più abominevole +di me, o uomo, e cento volte più crudele +e vorace del pescecane, tu che strappi +alle profondità dei mari i suoi abitanti per +seppellirli nel tuo stomaco, nella grande +voragine e abisso del mondo vivente!» +Nella notte la tartaruga doveva essere +spedita al suo destino, cioè a Piperno, +fra i monti Volsci, dove sarebbe stata poi +venduta come cibo di magro.</p> + +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[278]</a></span></p> +<h2 class="lighter">LE SPONDE DEL LIRI.<br /> +<span class="small">(1859).</span></h2> + +<hr /> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill201.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[279]</a></span></p> +<h2 class="lighter"><a name="Le_sponde_del_Liri" id="Le_sponde_del_Liri"></a>Le sponde del Liri.<br /> +<span class="small">(1859).</span></h2> + +<p>Invito il lettore ad un'escursione attraverso +il paese latino, da Veroli a Casamari, +da Isola a Sora e ad Arpino, da Arce ad +Aquino, da San Germano<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a> a Montecassino, +proprio mentre l'Italia centrale pullula di +armati, mentre le Romagne hanno scosso +il giogo pontificio, mentre gli animi tutti +sono preoccupati dalla <i>questione romana</i>.</p> + +<p>Questa regione è la continuazione del +Lazio; il Liri divide con confini naturali la +Campania in due parti: quella romana è +solcata dal Sacco che si getta appunto nel +Liri sotto Ceprano ed è propriamente la +campagna romana; l'altra metà, magnifica +pianura fra l'Appennino ed i Volsci, è la +Campania napoletana, dove scorre il Liri. +Essa si estende veramente fino a Capua, +ma i monti la circondano di fronte a San<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280">[280]</a></span> +Germano e la separano così dalla <i>Campania +felice</i>. A Montecassino mi fecero osservare +un giorno di lassù il castello di +S. Pietro in Fine, e mi spiegarono questo +nome con: <i>in fine Latii</i>; se non che l'erudito +don Sebastiano Calefati mi fece riflettere +che <i>in fine</i> poteva anche significare: +al confine della giurisdizione della diocesi +di Montecassino. Non intendo però entrare +in una disquisizione geografica; scendiamo +piuttosto tranquillamente da Veroli, per +arrivare sulle rive del Liri in una bella +giornata di ottobre, mentre un sole tepido +splende sui campi tingendo i monti de' più +bei colori dell'autunno, mentre dinanzi ai +nostri occhi si stende la classica campagna +attraversata dal fiume, il cui bel nome risveglia +i pensieri più gentili, più soavi e +diffonde un alito poetico per queste contrade.</p> + +<p>Uscendo dalla porta dell'alto paese di Veroli +e camminando lungo le sue mura mezzo +rovinate, prima di scendere nella pianura, +per la prima volta mi si spiegò dinanzi la +regione che volevo percorrere. Alla mia destra +erano i campi di Ceprano, il ponte ove +Manfredi fu tradito e più in là la catena +azzurra dei Monti Volsci; alla mia sinistra +i monti maestosi di Sora, volti verso gli +Abruzzi e pieganti verso il Liri. Ma ciò +che sopra ogni cosa attrasse la mia attenzione<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[281]</a></span> +fu la vetta di un monte, o per dir meglio +la linea bianca che lo coronava. Era +Arpino, la patria di Cicerone e di Mario. +Produce profonda impressione il vedere +per la prima volta, e per di più in modo +confuso e ad una certa distanza, un luogo +che segna due grandi epoche e di cui ci è +noto il nome sin dall'infanzia. Mi ritornarono +così alla memoria infiniti particolari +dell'età giovanile: il mio pensiero si riportò +ai banchi della scuola dove ci veniva +spiegato Cicerone, si riportò allo stesso +volume stracciato e stampato su cartaccia +grigia delle sue orazioni ed al tuonante ed +indimenticabile <i>Quousque tandem Catilina?</i> +Ed ora mi trovavo proprio dinanzi +alla patria di Cicerone, dinanzi a quell'Arpino +che non avrei sperato o sognato di +veder mai.</p> + +<p>Non essendovi altra strada carrozzabile +all'infuori di quella sotto Casamari, e tutta +questa regione latina non avendo altro +mezzo di comunicazione con i paesi finitimi +se non la Via Latina che porta a Capua, +dovetti scendere di cavallo per percorrere +lo scosceso sentiero che va fino a Veroli.</p> + +<p>Tutti i borghi all'intorno, per la massima +parte più antichi di Roma, appartenendo all'epoca +di Saturno sorgono su colline rocciose, +neri e cupi d'aspetto, rimasti da secoli +e secoli quali erano un tempo. I conti<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[282]</a></span> +e i feudatarii del medio evo vi avevano fabbricato +in ognuno il loro castello che sorge +tuttora, abbandonato e deserto, dimora dei +soli gufi. Il colono vi coltiva anche oggi, +soggetto ad un principe romano o ad un +convento, la vite, l'olivo, il granturco e la +sua condizione, per quanto non sia più servo +della gleba, non è in fondo affatto mutata. +Per il Lazio, regione saluberrima, non vale +la ragione dello spopolamento dei dintorni +di Roma, l'influenza cioè della malaria. Fa +impressione percorrere una contrada che +da lungi appare come un paradiso e poi +non è che un deserto pittoresco, coltivato +solo qua e là a granturco, un deserto di +aridi campi, popolati unicamente di ginestre +e di asfodeli, su cui i falchi svolazzano +con ampi cerchi. Si rimane stupiti +di non trovare una popolazione florida e +ricca, città fiorenti ed al vedere solo qua +e là gruppi di meschini abituri sulle alture. +Gli abitanti del Lazio, bella, buona +e forte razza di uomini, sono rimasti in +uno stato assolutamente primitivo; il loro +modo di vivere, i loro costumi, i loro bisogni +non subirono mai la menoma variazione +e se uno de' loro antenati tornasse +oggi al mondo, non troverebbe forse al +suo paese altro di nuovo all'infuori dell'uso, +del tabacco, dei fiammiferi e della polvere +da sparo. Tutti quei castelli conservano<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[283]</a></span> +sempre i loro nomi: Veroli, Pofi, Arnara, +Bauco (<i>Babucum</i>), Ripi, risalgono alla più +remota antichità. Li troviamo menzionati +nei documenti del <span class="smcap">ix</span> e <span class="smcap">x</span> secolo coi loro +nomi attuali, con le stesse chiese, con i loro +conti e giudici, per lo più di stirpe longobarda; +non saprei citare un sol luogo di +fondazione posteriore.</p> + +<p>Il sole del pomeriggio splendeva ancora +ardente su quegli aridi campi, quando entrai +in un'orribile strada, in un sentiero, a +malapena praticabile per i muli che conduceva +al monastero di Casamari. Passai +dinanzi ad un casolare solitario dove si era +fermata una comitiva di gente venuta da +Veroli, fra cui alcune ragazze, vestite per +bene che stavano danzando e scherzando: +tutto ciò produceva in quella solitudine una +gradevole sensazione; si sarebbero potute +paragonare ad uno stormo di garruli uccelletti +in una cupa foresta. Proseguii quindi +per una buona strada fiancheggiata da olivi +e da vigneti ben coltivati, il che rivelava un +possesso tenuto con un sistema di coltura +molto diverso da quello dei dintorni. Presto +ne scoprii la ragione; incontrai una compagnia +di pellegrini che tornavano dal celebre +convento di Casamari, gli uomini col +bordone in mano, le donne portando sulla +testa panieri di provvigioni, vestiti tutti +nella pittoresca foggia dei monti latini.<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[284]</a></span></p> + +<p>Più volte avevo udito parlare di questo +convento e mi era anzi stato vantato con +quello di Fossanova, come il più bello di +tutto il Lazio; soprattutto come una vera +meraviglia di architettura gotica; ora finalmente +me lo trovavo di fronte, mole grandiosa +di severi edifici, dalla tinta grigia, +sorgenti solitari sul sottostante altipiano, +tra i quali emerge il vertice della chiesa +del monastero. Tutto questo è circondato +da un cortile con una porta maestosa di +stile romano che dà accesso ad un porticato, +che ricorda assai <i>l'arcus deambulatorii</i> +dei ricchi monaci medioevali; accanto scorre +un ruscello, l'Amaseno, ombreggiato da melanconici +pioppi: tutto ha l'aspetto di un +deserto silenzioso e arso dal sole.</p> + +<p>In genere i monasteri al dì d'oggi hanno +un non so che di desolato, di morto, come +di cosa che non risponde più all'indole dei +tempi. Qui invece nulla è mutato; l'atmosfera +morale di vari secoli addietro, sopravvive; +i monaci continuano a salmodiare, +a pregare, a tacere, a lavorare come +in passato, rivestiti degli stessi abiti, negli +stessi locali, con la stessa monotona uniformità. +Tutto è andato mutando nella storia +del mondo, ma fra i monaci di Casamari +nulla è cambiato; ad essi basta che durino +la chiesa, i vescovi e il papa in Roma. +Nulla nei dintorni ha un aspetto diverso<span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[285]</a></span> +dall'ieri: Veroli, Pofi e San Giovanni sussistono +tuttora come una volta, con le +loro chiese e i loro santi e i pellegrini +continuano come prima a battere alla porta +del monastero. Essi non hanno più da +temere i Saraceni, nè i baroni rapaci, +nè i condottieri; vivono però in continua +angustia per la rivoluzione, che finirà col +tornar loro più fatale dei Saraceni e dei +masnadieri medioevali, poichè da quelli +non avevano da temere che l'incendio o il +saccheggio, mentre da questa dipenderà la +loro esistenza. Inoltre i beni dei monasteri +sono diminuiti e con ciò resta inceppata +l'azione esteriore alla Chiesa. In realtà un +tal convento è come una cronaca in pergamena +dove le vecchie miniature rivivono +come fantasmagorie.</p> + +<p>Il nome di Casamari è stato erroneamente +spiegato in <i>casa amara</i> e così erroneamente +lo spiega pure il Westphal, nella +sua opera sulla Campagna romana, alludendo +alla regola severa dei fratelli della +Trappa, cioè dell'assoluto silenzio prescritto +ai monaci che vi abitano.</p> + +<p>Sembra invece più giusto farlo derivare +da <i>Casae Marii</i>, case di Mario, perchè la +badia fu eretta in un <i>fundus Marii</i>, ossia +in un antico possedimento del famoso eroe +di Arpino.</p> + +<p>Così vuole la tradizione e così pure afferma<span class="pagenum"><a name="Page_286" id="Page_286">[286]</a></span> +il Rondinini, che scrisse: «<i>Monasterii +S. Mariae et Sanctorum Joannis +et Pauli de Casaemarii brevis historia, +Romae, 1707</i>».</p> + +<p>Il monastero venne fondato da alcuni +abitanti di Veroli nel 1036. Primi ad occuparlo +furono i benedettini. Ma nel 1152 +Eugenio III v'installò i cistercensi che posseggono +anche il bello e vicino convento +di Trisulti; Federico II con un atto del 1221, +datato da Veroli e che tuttora esiste, confermò +i monaci di Casamari nel possesso +de' loro beni; ma i suoi soldati distrussero +il monastero allorchè l'imperatore +la ruppe con Roma.</p> + +<p>La storia di Casamari non offre nessuna +particolarità: non fu che il solito continuo +succedersi di guerre, di distruzioni, di ricostruzioni, +alle quali andarono più o meno +soggetti del pari tutti i monasteri. Nessun +personaggio illustre uscì dalle sue +mura. Casamari non ha avuto una storia +propria come la vicina Fossanova, di cui +il Muratori pubblicò una cronaca. Non ha +avuto neppure le ricchezze di Trisulti, +sebbene possegga ancora vari beni nella +Campagna romana. Il suo maggior vanto +consiste nella sua meravigliosa chiesa, di +cui fu iniziata la costruzione nel 1203, +proprio quando l'architettura gotica cominciava +a venire introdotta in Italia.<span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[287]</a></span></p> + +<p>Entrando nel cortile che precede la chiesa +provai un disinganno: la facciata cui si +accede per un ampia gradinata, il vestibolo +a foggia di porticato, promettevano assai +poco. Trovai in questo vestibolo una statua +di Pio VI e una lapide in onore di Pio IX, +per aver questi ristabilito il patrimonio del +monastero. Ma appena entrato nella chiesa +provai una grata sorpresa trovandomi in +un tempio a tre navate, vasto, di proporzioni +armoniche, bello, chiaro, ad archi a +sesto acuto, con il coro separato solo da +una cancellata, il tutto di una semplicità +elegantissima.</p> + +<p>L'armonia dell'architettura, la semplicità +dell'edificio, la tinta tranquilla del travertino, +lo stile gotico del mio paese, non +potevano produrre in me impressione migliore; +il mio occhio, abituato da vari anni +alle basiliche di Roma col loro soffitto +piatto ed alle chiese a cupola sovraccariche +di ornamenti di tempi posteriori, non +poteva a meno di trovare nel gotico uno +stile architettonico nuovo, svelto, imponente +per la fusione della ricchezza con la +semplicità, dell'arditezza con la grazia, della +forza con la sveltezza, per l'armonia di tutte +quelle parti che concorrono a costituire +un complesso bello, raro e sorprendente. +Abituato a vedere chiese piene di sculture, +di ornati barocchi e pesanti, di pitture,<span class="pagenum"><a name="Page_288" id="Page_288">[288]</a></span> +d'iscrizioni, di tombe, di altari, questo tempio, +dove nulla era di tutto ciò, mi parve +bello, semplice, veramente fatto per l'esercizio +del culto di una religione pura ed +immateriale.</p> + +<p>Nessun'imagine, nessuna nicchia, nessuna +cappella, un unico altare sotto un +tabernacolo a cupola, il tutto come nelle +antiche chiese cattoliche tedesche trasformate +in templi protestanti. Casamari pareva +appunto una di quelle. Non ricordo di aver +visto mai in Italia altro edificio di stile +gotico di così bella semplicità. La navata +centrale ha sette archi a sesto acuto, sostenuti +da fasci di colonne; al quinto arco +trovasi la cancellata che separa il grazioso +coro; al di là non v'è nessun ornamento +bizzarro, nessuna statua; soltanto +dietro il cancello, a fianco dell'altare, due +grandi vasi, con piante di amaranto in +piena fioritura che fanno un bell'effetto in +quel luogo semplice e imponente.</p> + +<p>Solo la chiesa è di stile gotico; le altre +parti del monastero sono invece di +vero stile romano. Il cortile è un ampio +quadrato, con archi semigotici, interrotti +a metà da due colonne: in complesso è +tutt'altro che bello. La sala del capitolo è +abbastanza strana: il suo gotico pare volgere +allo stile moresco, la volta è sostenuta +da quattro fasci di otto colonne sulla<span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[289]</a></span> +cui estremità ottangolare poggiano gli archi +a sesto acuto, partendo dal mezzo della +parete ove terminano con un fantastico +capitello. L'alternarsi poi di pietre bianche +e nere accresce l'originalità del colpo +d'occhio.</p> + +<p>Vidi solo pochi monaci che passeggiavano +silenziosi su e giù e non mi volsero +mai la parola. Un frate laico mi recò una +brocca d'acqua e sentendo che venivo da +Roma mi chiese che cosa vi fosse colà di +nuovo e dove si trovasse in quel momento +Garibaldi. Il nome longobardo di questo +prode capitano del popolo risuonava sopra +ogni bocca al confine del regno di Napoli, +come tanti secoli prima vi risuonarono +quelli, parimenti longobardi, dei duchi Garibaldo, +Grimoaldo, Romualdo e Gisulfo di +Benevento. La figura di lui, popolare anche +colà dove provocava timori anzichè +speranze, pareva avere un'influenza veramente +magica e non dovevo tardare ad +averne la conferma nel napoletano.</p> + +<p>Nel medio evo correvano per la Campagna +i nomi di Nicolò Piccinino, di Fortebraccio +da Montone, di Sforza d'Attendolo +e di altri capitani di ventura, divenuti +famosi per cento scorrerie, battaglie e conquiste +di città. In realtà però non erano +che audaci briganti e le loro gesta guerresche +furono per l'Italia peste obbrobriosa:<span class="pagenum"><a name="Page_290" id="Page_290">[290]</a></span> +l'eroe popolare di oggi, Garibaldi, ha invece +consacrato la spada e la vita al riscatto +della patria sua.</p> + +<p>Montai nuovamente a cavallo, per continuare +il mio cammino, quando il sole al +tramonto tingeva con le sue più belle +tinte i monti di Arpino. Dal monastero al +confine napoletano non v'è più di un'ora +di strada. Fa sempre un particolare piacere +trovarsi in un paese di confine. Là dove +i popoli, gli stati confinano, si trova un +carattere intermedio, una certa vivacità di +spiriti: gli abitanti dei confini generalmente +stanno in guardia, gli uni contro gli altri, +mentre gli uomini che vivono nel centro +degli stati diventano facilmente indolenti, +ai confini sono sempre irrequieti, mobili, +avidi di novità, furbi e infidi, perchè sempre +in contatto coi forestieri. Un nuovo +orizzonte si apre davanti ai loro occhi, li +spinge ad investigare, a paragonare, li rende +proclivi al biasimo, alla critica. Il passaggio +da uno stato ad un altro produce sempre +una singolare incertezza; per questo la +dea Fama abita più volentieri al confine, +come nella vita sospetto e invidia sono per +lo più demoni bastardi di un confine morale.</p> + +<p>Non tardai ad arrivare alla dogana romana, +solitario casolare lungo la strada, +dove le guardie di finanza ammazzavano +il tempo fumando il loro sigaro. Di là,<span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[291]</a></span> +dopo aver percorso una strada attraverso +ad un terreno coltivato a vigneti, giungemmo +al vero confine, segnato da una +semplice pietra. Il dio Termine congiunge +qui pacificamente il territorio di Roma e +quello di Napoli, non divisi neppure da +un fosso.</p> + +<p>A breve distanza dal confine sorge il +primo villaggio del napoletano, Castelluccio +e poco al disotto di questo, quello amenissimo +d'Isola, che giace in una vaga +isola del Liri. Folti gruppi di alberi in +una valle ombrosa annunciano la vicinanza +del fiume; graziose ville, opifici industriali, +sorgono in mezzo al verde e la campagna, +mirabilmente coltivata, mostra la fertilità +e la ricchezza che hanno sede generalmente +dove sono grandi corsi d'acqua. +E sopra questi ricchi campi, in una regione +ondulata, s'elevano belli e maestosi, +a poca distanza, i monti di Sora. Questo +tratto di paese, illuminato dal sole cadente, +mi ricordò la Conca d'oro di Palermo; ha +comune con essa la seria maestosità delle +montagne e la fertilità delle pianure; se +non che, invece del mare, si vede in questi +campi il Liri o Garigliano<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a> che scende rumoroso +dall'Abruzzo, come il giovane Apollo<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[292]</a></span> +e disseta romani e napoletani, per +aprirsi poi il cammino tra i monti Volsci +e scender placidamente alla riva del mare.</p> + +<p>Quando si varcano i confini della sacra +repubblica <i>di S. Pietro</i> per entrare nel Regno +non bisogna aspettarsi piacevoli impressioni, +poichè bisogna confessarlo, gli +abitanti dello stato pontificio conservano +anche oggi tracce dell'antica grandezza romana, +hanno un non so che di grave, di +riflessivo, di misurato, una disinvoltura ed +una franchezza di contegno, una facilità +di parola, una certa generosità di tratto, +ereditate dai tempi antichi. La costituzione +stessa dello stato della Chiesa, dove il potere +assolutamente monarchico, poco traspare, +la mancanza di un governo civile +accentrato e quella, non abbastanza apprezzata +dai romani, di un esercito permanente, +le franchigie municipali garantite +per anni ed anni, da trattati e da statuti +locali (annullati la prima volta dalla +repubblica francese e più tardi, sotto la restaurazione, +dal cardinale Consalvi), finalmente +la mancanza di una dinastia ereditaria; +tutte queste cose contribuirono a +mantenere, fino ad un certo punto, negli +stati della Chiesa sentimenti repubblicani. +Entrati nel territorio napoletano invece +tutto muta aspetto ed il cambiamento +non torna certo a vantaggio di quest'ultimo!<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[293]</a></span> +La natura grave dei romani scompare +ad un tratto; il dialetto diventa barbaro +e incomprensibile; gli uomini appaiono +meno forti, meno generosi ed invece +più importuni, ma al tempo stesso paurosi. +Vi abbondano soldati, poliziotti, spie +e doganieri di un governo sospettoso, malsicuro, +illiberale; nessuno qui può parlare +come la pensa, cosa poco piacevole per +un napoletano.</p> + +<p>Ad Isola v'è una bella cascata d'acqua, +una splendida vegetazione, praterie freschissime; +ma trovai anche la dogana. Dovetti +farvi una lunga fermata e perdervi +del tempo per colpa di sei poveri volumi. +Eccettuato un <i>Orazio</i>, tutti gli altri erano +libri di storia medioevale, libri innocentissimi, +come ognun vede: ma gl'impiegati +di dogana non ne comprendevano il titolo. +Lamentarono, a dire il vero, con me la +morte di Humboldt, quasi fosse riuscita dannosa +alla cultura intellettuale di Napoli; +lodarono l'istruzione della Prussia, dove le +opere filosofiche sono familiari a tutti; ma +conclusero che i miei sei volumi erano merce +di contrabbando, che dovevano spedirli al +capoluogo, all'ufficio superiore, dove mi sarebbero +stati certo restituiti dopo un paio di +giorni. Non potei fare a meno di far loro notare +che altrimenti si faceva nella mia Germania, +dove si cerca di agevolare agli studiosi<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[294]</a></span> +il modo di viaggiare e non si creano +loro imbarazzi e aggiunsi che trovavo addirittura +barbare le loro leggi di dogana. Mi +rallegrai meco intanto di aver avuto la precauzione +di non recare a Montecassino i miei +manoscritti, perchè altrimenti avrei corso +il rischio di perdere il frutto del lavoro di +qualche anno. Tale è la sorte che in questo +beato regno può toccare ad uno straniero +che viaggi occupandosi tranquillamente +di gravi studî sul medio evo. Quale +proibizione più assurda, più barbara di +questa dell'introduzione dei libri? Finalmente +mi fu possibile persuadere l'impiegato, +in fondo persona gentilissima, a +lasciar passare i miei poveri volumi senza +mancare affatto al suo dovere. Per giustizia +accennerò ora quanto più liberale sia il governo +pontificio: allorquando feci ritorno +da Montecassino con gli stessi libri, con altri +che mi aveva donato don Luigi Tosti +e coi materiali raccolti e con questa merce +di contrabbando mi presentai al ponte di +Ceprano, l'impiegato della dogana pontificia +non fece che gettarvi sopra un rapido +sguardo e con gentilezza somma, mi disse: +«Passate pure, signore».</p> + +<p>Avendo così perduto un tempo prezioso, +non potei quasi vedere Isola al tramonto +del sole, perchè già la notte scendeva. Questo +paesetto giace in una bella isola del<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[295]</a></span> +Liri, ombreggiata da molte piante. All'estremità +dell'isola le acque del fiume, dal colore +dello smeraldo, si precipitano impetuose +come da una cascata. Sopra all'isola sorge +una rupe, alta circa 80 piedi, sulla cui cima +torreggiano le rovine di un antico castello. +Si ode da lungi il rumore delle acque e +avvicinandosi, la vista è rallegrata e dal +fiume stesso e dai molteplici canali che vi +si versano, dopo aver irrigato giardini, popolati +da stupendi platani e pini e ricchi della +meravigliosa vegetazione dei paesi meridionali +quando sono bagnati dalle acque.</p> + +<p>Qui il fiume è già ingrossato, perchè +poco sopra riceve il tributo del Fibreno; nè +serve solo a rendere fertili i campi, poichè +dà moto anche a parecchie fabbriche di +panni e di carta che danno lavoro a varie +migliaia di operai e diffondono così il benessere +e l'agiatezza nella regione.</p> + +<p>Così Isola come Sora sono paesi industriali +e la buona strada che li congiunge è +fiancheggiata da opificî, da villini e da giardini. +E' un'oasi di meravigliosa coltivazione +sorta dal principio di questo secolo; e rallegra +il trovare finalmente in queste regioni, +tanto belle e tanto trascurate, lo spettacolo +dell'attività umana.</p> + +<p>Mi recai, al chiarore della luna piena, a +Sora che dista appena un'ora di strada, +su di uno <i>char-à-banc</i>, come si chiamano<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[296]</a></span> +qui i curricoli napoletani, con parola francese, +poichè l'uso di questi carretti a un +cavallo comincia già qui e come a Napoli +il povero ronzino vien spinto al galoppo +a furia di frustate. La luce della luna rendeva +ancor più bella quella strada, di per +sè già così suggestiva e tutte quelle costruzioni +moderne, poichè la prosperità di Sora +e d'Isola non risale che al principio di questo +secolo; essa produce oggi una profonda +impressione in chi viene dalle provincie +romane, dove tutto è antico, dove tutto appartiene +al papato, alla storia, dove le cupe +ed oscure città sorgenti sui monti risalgono +ai tempi di Giano e di Evandro.</p> + +<p>Le fabbriche attuali, per lo più di carta, +costruite grandiosamente e secondo i migliori +sistemi moderni, debbono la loro origine +ai francesi del tempo di Murat e principalmente +a un certo Le Febvre che, venuto +qui povero, trovò sulle sponde del +Liri un vero Eldorado, riuscendo a trarre +l'oro puro dalla forza delle sue acque. Lasciò +a suo figlio queste fabbriche ed alcuni +milioni. Il re di Napoli, credo Ferdinando II, +accordò a questa famiglia il titolo di conti, +titolo che essa invero aveva ben meritato; +poichè una contrada poco coltivata deve al +talento inventivo di quello straniero la sua +ricca vita che non scomparirà più, anzi +probabilmente aumenterà.<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[297]</a></span></p> + +<p>La vista di quanto possa l'umana attività +riesce sempre di grande soddisfazione, +anche dove frequenti ne sono gli esempi, +come in Inghilterra, in Germania, in Francia; +ognuno immaginerà quindi l'impressione +che suscita in chi visita il regno di +Napoli, dove, purtroppo, una tale attività +è rara.</p> + +<p>La cartiera Le Febvre del Liri e l'altra +del Fibreno, sono due grandi edifici. E' un +piacere vedere quella folla di operai intenta +a fabbricare, direi quasi a fondere la carta; +giacchè tutta quella pasta liquida scorre +quasi fosse un denso fiume di latte e passando +su cilindri riscaldati, si svolge in una +bianca striscia senza fine, pronta ad accogliere +il pensiero dello scrittore. Iddio ha +certo creato il mondo ad un dipresso come +il signor Le Febvre crea la carta, abbandonandolo +alle dispute degli uomini. +E' impossibile vedere scorrere quel candido +fiume senza pensare a tutti i molteplici +usi ai quali serve questa maravigliosa materia +che domina la vita e che si chiama +carta. Quella striscia bianca che si svolge +dinanzi ai nostri occhi vedrà poi la luce, +stampata coi prodotti del genio o della stoltezza, +nelle scienze o nelle arti, o sotto +forma di giornali, di cambiali autentiche +o falsificate, di carte costituzionali, di partecipazioni +di lutto o di gioia, di sentenze<span class="pagenum"><a name="Page_298" id="Page_298">[298]</a></span> +di morte, di trattati di pace, di +opere drammatiche, di passaporti, di opuscoli +politici destinati a far rumore, come +in questi giorni <i>Le Pape et le Congrès</i>, +di carte da gioco, di fotografie, di lettere +amorose e in tante altre forme che uniscono +o separano la vita!</p> + +<p>Presso Isola fui ospitato in una villa, il +cui cortese proprietario mi condusse nel +parco del Conte, parco che può gareggiare +benissimo con quelli delle ville romane. +Certo, i principi Doria o Borghese potrebbero +invidiare al conte Le Febvre l'abbondanza +delle acque che non devono essere +procurate con l'arte, poichè un braccio +del Fibreno attraversa il suo bosco, +precipitandosi dapprima di scoglio in scoglio +con piccole cascatelle e allargandosi +poi in un placido e delizioso laghetto. Le sue +sponde sono ricche di splendide piante, di +ameni prati; vi sono viottoli ombrosi, angoli +solitari, fiori in abbondanza; questo +parco è, in una parola, un piccolo Tivoli, +è un paradiso delle Ninfe, dove sarebbe un +vero incanto passeggiare, riposare, leggendo +e fantasticando liberamente.</p> + +<p>Arrivai a Sora, città vescovile e la prima +del regno di Napoli da questa parte, prima +delle dieci della sera e trovai alloggio in +un buon albergo. In questo luogo vicinissimo +allo stato della Chiesa vidi chiaramente<span class="pagenum"><a name="Page_299" id="Page_299">[299]</a></span> +come il confine politico diventa ben +presto anche confine dell'uso e della lingua. +Il cameriere mi offrì una lista di cibi, i cui +nomi a Roma sarebbero apparsi incomprensibili, +e non mancò di darmi del <i>don</i>.</p> + +<p>Il mattino dipoi trovai che Sora è un +paese moderno, discretamente pulito, con +buone strade e tutt'altro che privo di industrie +e di commercio. Sora è posta sul Liri +che svolge le sue acque verdastre fra alti +pioppi, simile in ciò ai fiumi della Germania. +Un ponte di legno lo attraversa; le sue +rive hanno luoghi deliziosi e la sua campagna +è fertile, ben coltivata svariatamente +a giardini ed a vigne, attraversata da buone +strade che portano ai paesi vicini.</p> + +<p>Sora è situata in perfetta pianura, nella +valle del Liri, circoscritta a distanza dai +monti. In qualche punto il piano si restringe +ed esce dalla catena un contrafforte. +Immediatamente sopra la città si +erge un monte di forma piramidale, alto, +ripido, di aspetto severo, di roccia nera, +selvaggio e nudo; sulla sua cima stanno +le rovine pittoresche dell'antica rocca, chiamata +Sorella, rovine non meno cupe del +monte. Sora riposa tranquilla e idillica all'ombra +di questa piramide naturale, tutta +moderna di aspetto, sebbene sia un'antica +città volsca che non ha mai mutato nome. +Essa col tempo divenne sannitica, quindi<span class="pagenum"><a name="Page_300" id="Page_300">[300]</a></span> +latina, infine romana. Nel periodo romano +vi nacquero i tre Deci e il famoso Attilio +Regolo e ne sortì la gente Valeria, alla +quale appartenne l'oratore Quinto Valerio; +e poi Lucio Mummio: nomi sufficenti ad illustrare +la città.</p> + +<p>Durante il medio evo anteriore si trova +ricordata Sora quale città di confine, più +volte sorpresa e saccheggiata dai duchi +longobardi di Benevento. Probabilmente allora +era bizantina. Posseduta quindi da +varî duchi di razza longobarda, finì per +passare in potere dell'imperatore Federigo +II che la distrusse. Più tardi appartenne +ai conti d'Aquino, divenuti signori +della maggior parte del territorio fra il Liri +ed il Volturno. Carlo d'Angiò nominò conte +di Sora un Cantelmi, parente degli Stuart +ed Alfonso d'Aragona eresse Sora in ducato +di cui primo signore fu Nicolò Cantelmi. +Ma i papi frattanto non avevano mai +cessato di aspirare alla signoria di questa +bella regione e la ottennero sotto Pio II +che conquistò Sora per mezzo del suo capitano +Napoleone Orsini. Re Ferdinando I di +Napoli confermò il possesso, ma Sisto IV ne +privò la Chiesa nel 1471, investendone suo +nipote Leonardo della Rovere, allorquando +questi sposò la nipote del re. Più tardi, +nel 1580, Gregorio XIII acquistò Sora dal +duca di Urbino per suo figlio don Giacomo<span class="pagenum"><a name="Page_301" id="Page_301">[301]</a></span> +Buoncompagni: pochi furono i nipoti in +Roma che ricevettero così cospicuo dono. +Il territorio rimase in potere dei Buoncompagni-Ludovisi +fino alla fine del secolo +<span class="smcap">xviii</span>. In questo tempo tornò al regno +di Napoli, e di quello splendore del nepotismo +romano non rimase in Roma che il +palazzo di Sora e il titolo di duca di Sora, +titolo che ancor oggi porta il figlio primogenito +del principe Ludovisi-Piombino.</p> + +<p>Mentre i della Rovere possedevano Sora, +nacque colà un uomo illustre, Cesare Baronio, +l'ultimo uomo di grandi meriti di +questa contrada. Per quanto incantevoli, +melodiose e pittorescamente irradiate dal +sole, le sponde del Liri, ombreggiate da +lunghe file di pioppi, non produssero mai +un genio poetico, un Orazio, un Ovidio, un +Ariosto; produssero invece famosi uomini +di guerra e grandi oratori, e veramente +per i retori è questo un ambiente favorevole +alla creazione delle immagini e dei +tropi per l'inesauribile eloquenza di questa +natura.</p> + +<p>Cesare Baronio nacque il 31 ottobre 1538. +Lo si può considerare come il Muratori +della Chiesa, di cui scrisse gli annali dalla +nascita di Cristo all'anno 1198. Nel 1588 +fu pubblicato il primo volume della sua +opera, in cinque parti, compilata con i materiali +degli archivi vaticani, lavoro veramente<span class="pagenum"><a name="Page_302" id="Page_302">[302]</a></span> +gigantesco, cui si può ricorrere utilmente, +in molte parti, come a fonti originali, +specialmente per i primi e più oscuri +secoli del medio evo; ma libro di cui convien +far uso con molta prudenza, poichè a +quell'epoca gli studî storici non erano +così innanzi come lo divennero in seguito +è quindi opera informata a spirito illiberale +ed ingiusto, frutto cioè di uno dei periodi +più ardenti della reazione cattolica contro +la riforma. Dagli oratori suoi compaesani +Baronio non prese nè il sale attico, nè l'urbanità, +nè lo spirito di discussione filosofica, +nè la purezza della lingua. Non gli +fa difetto però una certa ampollosità ciceroniana +ed una certa maestosità che risalta +ancora maggiormente accanto alle opere +del Rainaldo, del Laderchi e del Theiner, suoi +continuatori. Egli fece i suoi primi studî a +Veroli, poi a Napoli e a Roma dove fu discepolo +di quel santo assai originale che fu +Filippo Neri; visse anche, come monaco, +nell'Oratorio da questi fondato in S. Maria +della Vallicella. Fu cardinale e dopo +la morte di Clemente VIII, poco mancò +che non ottenesse la tiara; ma, punto ambizioso, +volle che fosse collocata sulla testa +di Leone XI de' Medici, amico suo. Morì +due anni dopo, il 30 giugno 1607. Venne +sepolto nella chiesa dell'Oratorio di Roma. +Il Baronio rimarrà sempre una gloria della<span class="pagenum"><a name="Page_303" id="Page_303">[303]</a></span> +storia ecclesiastica e la sua gigantesca opera +sarà sempre meritevole di ammirazione.</p> + +<p>Voglia ora il lettore gettare ancora uno +sguardo su quell'altura di dove abbiamo +preso le mosse e dove si scorge sempre Veroli. +Chi non conosce, o non ha mai udito +parlare di un'opera italiana intitolata «Del +beneficio di Cristo?» Pubblicata nel 1542 +in Venezia in grande quantità di copie, +diffusa in molteplici traduzioni, dopo trent'anni +era divenuta già irreperibile, tante +erano state le mani che ne avevano fatto +ricerca per consegnarla alle fiamme. Udimmo, +pochi anni fa, che inaspettatamente se +n'era scoperto un esemplare in una biblioteca +di Cambridge e venne di poi ristampata +in Inghilterra, in Germania e in Italia. +Aonio Paleario di Veroli fu l'autore di quel +celebre scritto ed io voglio porlo a fronte +di Baronio, suo contemporaneo e quasi suo +concittadino, essendo nati in località distanti +appena due ore l'una dall'altra. Paleario +non morì cardinale; dopo di aver trascorso +tre anni nelle prigioni dell'Inquisizione, +fu tratto alla forca e bruciato +nel 1570.</p> + +<p>Non si riesce oggi a comprendere come +un uomo abbia potuto essere giustiziato +per aver intrapresa, con la coscienza di un +santo, la giustificazione della dottrina di +Cristo. Leggendo oggi, dopo alcuni secoli<span class="pagenum"><a name="Page_304" id="Page_304">[304]</a></span> +quello scritto soave e pio, fondato unicamente +sui precetti dell'Evangelo, vien quasi +fatto di dubitare se sia proprio vero che +per esso l'autore abbia potuto essere condannato +al rogo da cristiani.</p> + +<p>In quel tempo venne anche giustiziato +Carnesecchi, amico di Clemente VII. Era +il tempo dei riformatori italiani di Giovanni +Valdez, di Bernardino Ochino, di Vergerio, +di Paolo Ricci, di Antonio Flaminio; il +tempo in cui anche cardinali come il Contarini, +il Morone, il Polo, venivano citati +innanzi l'inquisizione. Le fiamme del rogo +che arsero Aonio, eccitarono lo zelo di +Baronio ed i suoi annali della Chiesa ne +risentono, perchè scritti alla loro luce.</p> + +<p>La città di Sora e tutti i paesi del confine +napoletano rigurgitavano di soldati, +perchè all'intorno si stava stendendo un +cordone militare. Sulla piazza erano disposte +artiglierie da montagna; lancieri correvano +al galoppo per ogni dove e poco dopo +il mio arrivo giunse da Capua il settimo +reggimento di linea che riempì tutte le +strade di baionette. Trovai che la fanteria +aveva molto migliore aspetto della cavalleria +ed osservai, particolarmente tra gli +ufficiali, dei bellissimi tipi di uomini. Tanto +la cavalleria però, quanto la fanteria erano +vestite di una tela di un colore tra il bigio e +il turchino che faceva assai brutta figura.<span class="pagenum"><a name="Page_305" id="Page_305">[305]</a></span> +Il luccicare di tutte quelle baionette, quelle +fisonomie abbronzate, gli abiti coperti di +polvere, la ressa alla porta delle caserme, +le grida di comando, davano l'idea di una +piccola guerra. Così io qui m'imbattevo +nella questione romana. Quelle truppe +erano avviate verso gli Abruzzi. Nel pensare +a un nemico, esse non potevano concepirlo +che nelle persone di Vittorio Emanuele +o Garibaldi. Correvano le notizie +più strane, più contraddittorie, gli uni +assicuravano che Garibaldi si trovasse di +già negli Abruzzi, gli altri che i francesi +fossero in marcia verso Ceprano. La completa +segregazione di Napoli, la mancanza +di giornali, di ogni mezzo di pubblicità, +favorivano la diffusione di tutte queste voci, +tanto più che tutti quegli apparecchi accennavano +positivamente a probabilità di +guerra.</p> + +<p>Proseguendo il mio viaggio, incontrai +truppe in ogni luogo e durai fatica a prestar +fede a miei occhi, quando, nel tornare +da Arce, presso il ponte di Ceprano, trovai +gli avamposti stabiliti sulla strada come se +il nemico fosse già alla frontiera. I romani +ridevano di cuore di tutto quell'apparato +guerresco.</p> + +<p>«Non vi potete fare un'idea—mi si diceva +in Ceprano—della paura che i napoletani +hanno di Garibaldi; giorni sono abbiamo<span class="pagenum"><a name="Page_306" id="Page_306">[306]</a></span> +avuto qui una festa religiosa e, come +si usa dappertutto, abbiamo sparato i mortaretti +e lanciato dei razzi; sapete di che +cosa furono capaci questi napoletani? Dettero +il segnale d'allarme con gli squilli +delle trombe ed il rullo dei tamburi in +Arce e Isola». «Che cosa ve ne pare—mi +disse un'altro—di questi napoletani? Se +potessimo disporre di cinquecento uomini +soltanto, arriverebbero senza ostacoli a Napoli, +ma bisognerebbe che fossero buoni +parlatori; sapete!».</p> + +<p>Quest'ultima frase, prettamente italiana, +ci dà una giusta idea della natura delle +persone.</p> + +<p>Le truppe intanto avevano occupato i +loro quartieri ed io mi misi in cammino +per recarmi alla patria di Mario. Il carretto +che mi portava correva a precipizio ed +anzi, presso il ponte, gittò a terra una donna. +Gridai, ma fortunatamente la poveretta +si rialzò subito e il mio vetturino continuò +a sferzare, bestemmiando, il suo ronzino. +Per andare da Sora ad Arpino, conviene +ripassare per Isola; prendemmo colà +due signori di Arpino che lungo la strada +furono molto loquaci, forse perchè evitai +di parlare di politica; ma appena giunti +in città, fecero, prudentemente, le viste di +non aver veduto mai il forestiero.</p> + +<p>In vicinanza di Sora passammo presso<span class="pagenum"><a name="Page_307" id="Page_307">[307]</a></span> +il convento, già famoso e ora rovinato, di +S. Domenico. Sorge in un'isola del Fibreno +o Carnello, nome questo, che assume poco +prima di sboccare nel Liri, in una località +bellissima, ricca di piante dove sorgeva la +villa che vide nascere Cicerone e suo fratello +Quinto.</p> + +<p>Questo S. Domenico fu un santo del secolo +<span class="smcap">x</span>, contemporaneo di S. Nilo e di S. Romualdo +nato a Foligno nel 951, fu monaco +benedettino a Montecassino sotto l'abate +Aligero; fondò parecchi monasteri nella +Sabina, e nel 1011 questo, aderendo alle preghiere +del conte Pietro di Sora, di stirpe +longobarda ed esistono tuttora i documenti +di quella fondazione. Domenico vi fu abate, +e vuole la tradizione che Gregorio VII +vi sia vissuto qual monaco benedettino.</p> + +<p>Quante volte non avrà quell'uomo grande +e singolare passeggiato fantasticando +sotto i pioppi dell'isola di Cicerone; certo +però non si sarà mai immaginato di dover +vedere un giorno un imperatore ai suoi +piedi in atto di penitente e di dover sostenere +in Roma ed anzi nella storia del +mondo, una parte ben più importante di +Mario o del debole Cicerone.</p> + +<p>Nonostante la memoria di Gregorio, la +disciplina andò rilassandosi fra i monaci di +S. Domenico; al contatto di quella splendida +e voluttuosa natura, non è facile, anche<span class="pagenum"><a name="Page_308" id="Page_308">[308]</a></span> +ai monaci, non cedere all'umana fragilità; +e non a torto provvedeva Benedetto +confinando i suoi nella severità di +monti selvaggi. Onorio III nel 1221 riunì +per sempre il monastero di S. Domenico, +<i>hortus deliciarum</i>, come lo qualifica nella +sua bolla, a quello di Casamari. Rimase +così disabitato per cinque lunghi secoli, +finchè Clemente XI vi installò i trappisti, +che finirono poi per riunirsi a quelli di Casamari. +Finalmente Ferdinando II donò +S. Domenico al Capitolo della basilica vaticana +che oggi ne ricava un esiguo reddito. +La chiesa, di stile gotico, è quasi completamente +rovinata e nulla vi è di notevole +nel convento; il solo ricordo di Cicerone +invita ad arrestarsi in quel luogo.</p> + +<p>Ivi Cicerone, Quinto ed Attico si trattennero +in quei colloqui che ci rimangono +ancora nei tre libri, <i>de legibus</i>. Da Arpino, +passeggiando lungo il Fibreno, pervenuti +<i>in insula quae est in Fibreno</i>, vollero fermarsi +per riposare, discorrendo di filosofia. +Attico non riusciva a saziarsi di ammirare +la bellezza del luogo e Cicerone, narrando +che spesso vi si recava a pensare, a leggere, +a scrivere, disse che trovava in quella +località una particolare attrattiva, perchè +era la sua culla, <i>quia haec est mea, et huius +fratris mei germana patria; hinc enim +orti, stirpe antiquissima, hic sacra, hic +gens, hic majorum multa vestigia</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_309" id="Page_309">[309]</a></span> +Aggiunge +che quella era già stata proprietà +dell'avo suo, che suo padre, malaticcio, di +cui fa un grand'uomo, vi era invecchiato +negli studi e che alla vista di quel luogo +natio, comprendeva il sentimento di Ulisse, +che preferiva l'aspetto d'Itaca alla stessa +immortalità. Riconosceva che Arpino era +sua patria come <i>civitas</i>, ma che propriamente +apparteneva all'agro Arpinate, ed +allora Attico descrisse le bellezze dell'isola +circondata dalle acque del Fibreno, che andavano +a rinfrescare quelle del Liri ed +erano talmente fredde, che a mala pena vi +si poteva immergere il piede. Sedettero allora +per trattenersi intorno alle leggi, e +noi oggi possiamo figurarci più volentieri il +gruppo di quei tre personaggi togati, eminenti +per istruzione e per urbanità, che non +i monaci in tonaca, coll'ispida barba, contemporanei +di Gregorio VII, in pieno secolo +<span class="smcap">xi</span>, nell'epoca della maggiore barbarie, +della maggiore decadenza di Roma. Quale +sorpresa non avrebbero provata Cicerone, +Attico e Quinto se avessero potuto vedere +i Romani dell'undicesimo secolo!</p> + +<p>Cicerone nacque fra questi pioppi del Fibreno, +di cui sentiamo sempre con piacere +il mormorio delle foglie agitate dal vento. +Ma a che parlare della sua stupenda culla +a coloro che non potranno forse mai gettare<span class="pagenum"><a name="Page_310" id="Page_310">[310]</a></span> +uno sguardo su questa campagna smaltata +di fiori, rallegrata da una continua +primavera? Quale stupendo panorama di +monti tutto all'intorno, quali tinte calde +non si perdono nei vapori dell'orizzonte!</p> + +<p>Cicerone fu figlio della pianura, non dei +monti; egli, spirito vasto, radunò in sè quale +fiume potente tutti i ruscelli dello scibile +suo contemporaneo. Mario invece fu figlio +delle montagne, nato proprio in Arpino, +fra le mura dei ciclopi, dove vogliamo +salire.</p> + +<p>Ho veduto pochi terreni così frastagliati +e parlanti come questa patria di Cicerone; +sorgenti, canali, ruscelli ad ogni passo e +di tutte le tinte; ed in mezzo a tutto ciò, +il rumore dei molini, le grida dei lavoratori +dei campi, ed il fracasso del nostro +<i>char à banc</i> che correva sempre a precipizio.</p> + +<p>Passammo nella pianura, dinanzi a parecchi +casini e vaghi giardini; quindi, lasciata +la valle del Fibreno, prendemmo a +salire il monte per una bella e comoda +strada, dalla quale si gode una nuova vista, +affascinante per la varietà, sulla lontana +campagna di Roma e la pianura di Pontecorvo. +Sora dista da Arpino sette miglia, +di cui quattro corrono in salita in una regione +coltivata ad oliveti, lasciando sotto +il Liri. Man mano che si sale, diminuiscono<span class="pagenum"><a name="Page_311" id="Page_311">[311]</a></span> +le case, e raramente se ne incontra una +lungo la strada.</p> + +<p>Giunsi finalmente ad Arpino verso un'ora +dopo mezzodì ed entrai in città per l'antica +porta romana.</p> + +<p>La patria di Cicerone e di Mario conta +attualmente 17,000 abitanti. Le sue vie sono +strette, la piazza piccola, ma non fanno difetto +case di signorile apparenza. Del resto, +la città è morta e non vi si scorge indizio +di attività industriale. In quasi tutti i paesi +intorno a Roma esistono chiese antiche; +Arpino non ne possiede alcuna, quantunque +anticamente la sua cattedrale fosse un tempio +dedicato alle nove Muse; ora invece è +dedicato agli Angeli, come se vi fosse stato +bisogno della musica celeste di questi per +far tacere per mezzo del cristianesimo i +canti pagani delle nove vergini sorelle dell'Olimpo.</p> + +<p>Arpino è divisa in due parti; la città +vecchia, sul punto più elevato dove sorgeva +l'antica rocca, e la città propriamente +detta che si stende ai piedi del ripido pendio +del monte. Questa divisione è antichissima, +ed è una caratteristica distintiva di tutte +quante le antiche città volsche e latine. +Del resto, le mura ciclopiche, scendenti +dall'altura su cui sorgeva la rocca, provano +che la città moderna è fabbricata sulla stessa +area dell'antica, ed anche la porta della<span class="pagenum"><a name="Page_312" id="Page_312">[312]</a></span> +città è di origine ciclopica. Le mura sono +in tutto simili a quelle di Segni e delle +altre antiche città del Lazio. In generale +sono ben conservate, specialmente nella +parte più alta, cui si accede per una ripida +strada scavata nel tufo calcareo, fiancheggiata +da oliveti che scendono fino alla parte +bassa.</p> + +<p>Lassù sorgeva la rocca ciclopica, e nel +medio evo il castello dei conti longobardi. +Esiste ancora una vecchia torre rivestita +di edera; sono vicino ad essa quelle mura +di giganti che non si possono guardare +senza stupore. E' ancora in piedi una bella +porta ciclopica e le mura formano un quadrato +attorno alla rocca. Le porte per +solito finiscono in un arco a sesto acuto, +o tozzo, come quelle di Alatri, di Segni, +di Norba; questa invece è di stile quasi +gotico, se non che esiste tuttora il macigno +che serviva di chiave alla volta e non è +possibile che abbia assunto la presente +forma in seguito a rovina accidentale. Le +pareti sono formate di sei ordini di macigni, +collocati tre per tre; la larghezza della porta +è di otto passi, la sua profondità interna +di sette e l'altezza di circa quindici piedi. +I macigni, di tufo calcareo porosissimo, sono +di forma quasi quadrata.</p> + +<p>Di là scendono le mura con dolce pendenza, +come a Segni, interrotte qua e là<span class="pagenum"><a name="Page_313" id="Page_313">[313]</a></span> +da una porta quadrata di stile etrusco, o +da torri medioevali di guardia. L'edera le +ricopre; nelle loro fessure crescono olivi +selvatici e arbusti fioriti. Il loro aspetto, +cupo e severo, riporta ai primitivi tempi +italici, coi quali comincia la storia del Micali. +«Nei primi tempi regnò in Italia +Giano, quindi Saturno, il quale fuggendo +dalla presenza di suo padre Giove dalla +Grecia, si ricoverò nella città di Saturnia. +E siccome rimase in Italia nascosto (<i>latuit</i>), +ne venne a quella regione il nome di <i>Latium</i>».</p> + +<p>Gli arpinati sostengono che la loro città +è stata fondata da Saturno (non vi è +città latina che non lo voglia per fondatore) +e che vi sia stato sepolto; a conferma +di ciò mostrano ai viaggiatori presso +la Porta dell'Arco un antico sepolcro colossale +battezzato per «<i>Tomba di Saturno</i>». +In una iscrizione moderna della città alta +si leggono le parole seguenti, che, a dire +il vero, non peccano di soverchia modestia: +«<i>Arpinum a Saturno conditum, Volscorum +civitatem, Romanorum Municipium, +Marci Tullii Ciceronis eloquentiae +Principis et Caji Marii septies consulis +patriam ingredere viator; hinc ad imperium +triumphalis aquila egressa urbi +totum orbem subjecit; ejus dignitatem +agnoscas et sospes esto</i>».<span class="pagenum"><a name="Page_314" id="Page_314">[314]</a></span></p> + +<p>Del resto, si può perdonare questo sentimento +di orgoglio municipale ad una +vecchissima città che ospitò Saturno e fu +patria di Mario e di Cicerone. Lo stemma +attuale di Arpino consiste in due torri +sormontate dall'aquila di Giove o delle legioni +romane.</p> + +<p>Si può concedere al canuto Saturno di +riposare in quella tomba colossale, ma la +ingenuità degli arpinati passa ogni limite +quando mostrano al forestiero la casa di +Cicerone. Mi condussero, infatti, in un angolo +della città antica, dove erano una +cappella ed alcune casipole ed indicandomi +una specie di stalla tutta nera, addossata +ad una di quelle, mi dissero:—Ecco la +casa del famoso Cicerone!—</p> + +<p>Sostai per riposarmi sulle mura ciclopiche, +godendo la vista splendida della +campagna latina che da quell'altura tutta +scoprivo. Il monte di Sora mi apparve di +là quasi una piramide d'Egitto accanto al +Nilo; la città era immersa nell'ombra +proiettata dal monte e si poteva seguire +il corso del Liri, fra i monti maestosi che +lo fiancheggiano. Si scorgevano pure la +Posta, dove nasce il Fibreno, i Sette Fratelli +dedicati ai figli della Felicità, dove +il monaco Alberico ebbe la famosa visione +che precedette quella di Dante, +dando probabilmente origine al poema di<span class="pagenum"><a name="Page_315" id="Page_315">[315]</a></span> +questi. Parecchie città e castella si staccavano +biancheggianti sull'azzurro dei monti; +si scorgevano Veroli, Monte S. Giovanni, +Frosinone, Ferentino ed a fianco un monte +piramidale, di forma strana, su cui sorge +Rocca d'Arce; ed un altro su cui campeggia +nel cielo la torre solitaria e scura +di Monte Negro. Tutti questi paesi rimontano +ai tempi di Saturno e stando su queste +mura ciclopiche ricoperte di edera su cui +sono passate migliaia di anni, si gode un +maraviglioso spettacolo.</p> + +<p>Su queste mura stesse si arrampicava +un giorno il giovane plebeo Caio Mario, +all'epoca in cui tutti i popoli, dalle Calabrie +al Liri ed al mare Adriatico, erano +insorti per la conquista dei propri diritti +civili, e di là il giovanetto tendeva lo +sguardo verso il Lazio, verso quella gran +Roma, cui erano rivolti nelle provincie i +pensieri di tutti quelli che anelavano all'operosità, +alla fortuna. E questo ciclopico +Arpino deve considerarsi quale culla +adatta al sanguinario Mario, vera culla di +gigante, la cui terribile e rozza natura +porge un non so che di titanico, posta a +contatto a quella aristocratica di Silla che +con arti volpine gli attraversa continuamente +la strada ed arresta costantemente +il corso della sua fortuna.</p> + +<p>L'atmosfera di Arpino è impregnata di<span class="pagenum"><a name="Page_316" id="Page_316">[316]</a></span> +memorie di Mario e di Cicerone. Qui ci +si trova in una delle sorgenti della storia; +qui si visitano, con la stessa soddisfazione +che reca nell'ordine fisico la loro ricerca, +le fonti modeste, da cui ebbero origine i +grandi fiumi che diffondono nel loro corso +la fertilità e la vita. La scienza di Cicerone +si può veramente paragonare al fiume +più maestoso della letteratura antica, accresciuto +durante i secoli del medio evo +ed a cui ancora oggi si ricorre con frutto; +merito questo però che non diminuisce affatto +la sua vanitá, nè la sua debolezza di carattere. +Mario, invece, fu uomo di grande +energia ed il suo nome segna un'epoca +nella storia di Roma e dell'impero, quando +si pensi alla grande spinta da lui data a +Roma ed al mondo. Senza di lui non sarebbe +sorto l'impero; ed Augusto, Tiberio, +Caligola, tutta quella serie di despoti, +possono dirsi aver avuto origine da Mario +ed essere stata Arpino la caverna del +drago, da cui uscì l'impero romano.</p> + +<p>La figura africana di Giugurta, la sua +fine terribile nelle prigioni del Campidoglio, +i Cimbri ed i Teutoni, che profetizzarono +in certo modo la caduta di Roma per +opera delle razze germaniche, la terribile +guerra civile, la figura asiatica di Mitridate, +Mario nascosto nelle paludi di Minturno, +Mario profugo, seduto sulle rovine di Cartagine,<span class="pagenum"><a name="Page_317" id="Page_317">[317]</a></span> +Mario vecchio di settantadue anni +che entra trionfante a Roma, l'uccisione +dei fautori della proscrizione e, cosa strana, +la morte tranquilla di un tal uomo; tutto +ciò mi passava dinanzi come una lanterna +magica e si accordava meravigliosamente +col paesaggio. Poi ripensavo a Cicerone +giovanetto, quando l'altro era canuto; alla +caduta della repubblica preparata dalla +guerra civile tra Mario e Silla, alla quale +aveva assistito e attorno a Cicerone sorgevano +le immagini degli oratori, degli uomini +di stato più distinti della morente +repubblica; le figure di Pompeo, di Cesare, +di Antonio, di Ottaviano, di Bruto, +di Cassio, di Catone, di Attico, di Agrippa +e, finalmente, il ricordo della testa sanguinolenta +di Cicerone stesso, esposta su +quella tribuna, teatro un dì della sua splendida +eloquenza.</p> + +<p>La fantasia del mio lettore potrà completare +questi ricordi storici, conseguenza naturale +del luogo dove io mi trovavo; chiunque +avrebbe pensato le stesse cose, trovandosi +solo, dove sorgeva la rocca di Arpino.</p> + +<p>Nello stesso modo che esistono punti +elevati dai quali si scopre tutta la vista di +una campagna, vi sono punti dai quali appare +tutto il panorama della storia.</p> + +<p>Arpino è uno di questi punti e nel discendere +da quell'altura mi tornava in mente<span class="pagenum"><a name="Page_318" id="Page_318">[318]</a></span> +il passo di Valerio Massimo, in cui è riassunta +concisamente, ma esattamente, la natura +e la vita di Mario.</p> + +<p>«Da questo Mario, da questo Arpinate +d'infima condizione, da quest'uomo tenuto +in Roma come ignobile, da questo candidato +poco meno che dileggiato, sorse quel +Mario che soggiogò l'Africa, che trascinò +il re Giugurta avvinto al suo carro, che +debellò le orde dei Teutoni e dei Cimbri +che entrò ben due volte sul carro del trionfo +in Roma che fu sette volte console e che +da proscritto diventò promotore di proscrizioni. +Vi fu mai altra vita che, al pari della +sua, abbondasse di tanti contrasti? Di lui +si può dire che fu tra gli infelici infelicissimo, +tra i fortunati fortunatissimo».</p> + +<p>Il rozzo Mario e l'astuto Silla con la sua +fisonomia pallida, col suo aspetto effemminato, +svogliato, sprezzatore di tutto, e dominatore +nel tempo stesso di ognuno e di +tutto, accompagnati dalla fortuna, sono due +delle figure storiche più caratteristiche dell'antica +Roma.</p> + +<p>Intanto, sulla piazza di Arpino, la cosa +cui meno si pensasse quel giorno, 4 ottobre, +era certo la storia romana; poichè +ricorrevano l'onomastico del re Francesco +II ed il genetliaco della regina sua +consorte ed i ritratti della giovine coppia +reale stavano esposti in una specie di<span class="pagenum"><a name="Page_319" id="Page_319">[319]</a></span> +loggia del palazzo municipale e così si ammirava +l'immagine di una graziosa principessa +bavara, di una figlia di quei Teutoni +e di quei Cimbri vinti un giorno dal terribile +Mario. Sulla stessa piazza sorge un +grande edificio, nella cui facciata stanno +entro apposite nicchie i busti di Mario, di +Cicerone e di Agrippa, poichè anche quest'ultimo, +secondo i buoni Arpinati, nacque +nella loro città. Sotto i busti si legge +questa iscrizione: <i>Arpinum a Saturno conditum +Romanorum Municipium, M. Tullii +Ciceronis, C. Marii, M. Vipsanii, Agrippae +Alma Patria</i>. Quest'edificio si chiama +Collegio Tulliano e lo occupano i gesuiti. +Le finestre erano tutte aperte e si +vedevano i padri con la loro sottana nera +prendere parte anche essi alla festa. Sulla +piazza sonava una banda vestita in modo +arlecchinesco e si gridava <i>Viva il Re!</i> La +banda si mosse ed andò solennemente incontro +al giudice che prese posto dietro +non già rivestito di toga color porpora, +ma in marsina nera e coi guanti; al suo +fianco stavano il sindaco e il primo eletto +pure in abito nero. Si gridò di nuovo +<i>Evviva il Re!</i> ed il corteo si recò alla cattedrale. +Alla sera vi fu concerto, o per parlare +più esattamente, vi fu un chiasso diabolico +sulla piazza, a cui si dava il nome +di concerto; si accesero anche fuochi artificiali,<span class="pagenum"><a name="Page_320" id="Page_320">[320]</a></span> +o per dir meglio razzi e si spararono +mortaretti, come nelle feste ecclesiastiche.</p> + +<p>Non voglio dimenticare che Arpino vanta +anche una celebrità moderna, un pittore, +Giuseppe Cesari, conosciuto sotto il nome +di <i>Cavalier d'Arpino</i>. Come Cicerone e +Mario, questi si recò a Roma a cercarvi +fortuna e vi dipinse, fra le altre cose, la +grande sala nel palazzo dei Conservatori, +dove fece gli affreschi che rappresentano +fatti della storia romana; le sue pitture +murali, pregevoli particolarmente per il colorito, +sono ritenute fra le migliori della +fine del secolo <span class="smcap">xvi</span>. La cattedrale di Arpino +possiede una sua bella Madonna.</p> + +<p>Partii da Arpino su uno <i>char à banc</i> per +recarmi a Montecassino. La strada scende +per una collina tutta coltivata ad olivi. Si +gode la vista del vicino territorio romano, +e si passa sotto l'alto Monte S. Giovanni +accanto al Liri la cui acqua verde si scorge +qua e là fra i pioppi.</p> + +<p>La regione, montuosa a sinistra, è quasi +deserta; di quando in quando appare un'antica +torre medioevale, come quella di +Monte Negro, od un dirupato castello come +quello di Santo Padre. Si arriva sopra +un'altura che divide le acque del Liri da +quelle del Melfa e si passa in vicinanza +di Fontana e di Arce, senza però toccarle. +Quest'ultimo borgo ha veramente l'aspetto<span class="pagenum"><a name="Page_321" id="Page_321">[321]</a></span> +di una fortezza inespugnabile e tale infatti +fu ritenuta durante il medio evo; però fin +lassù riuscirono ad arrampicarsi e ad impadronirsene +i Provenzali di Carlo d'Angiò +così agilmente come gli zuavi dei nostri +tempi. La caduta di Arce sgomentò tutte +le città ghibelline del regno e fu preludio +alla sconfitta di Manfredi.</p> + +<p>L'antica rocca dei Volsci sorge su una rupe +alta, scoscesa, dove ancora ne rimangono +le vestigia, attorniate da mura ciclopiche, +mentre la città moderna si stende sul pendìo +del monte. La disposizione di tutti questi +paesi è identica; in alto la rocca, al disotto +la città. Nella rocca si rifugiavano nel medio +evo gli abitanti della città e delle campagne, +quando erano minacciati dalle scorrerie +degli Ungheri e dei Saraceni dell'Africa. +Non è possibile percorrere le sponde del +Liri, soprattutto la ridente pianura di Aquino, +senza ricordare il terrore che vi portarono +una volta i Saraceni. Per ben trent'anni +essi funestarono le contrade fra il +Garigliano o Liri e Minturno, facendo scorrere +per la Campania, la Tuscia e la Sabina, +saccheggiando e distruggendo i monasteri +di Montecassino, di S. Vincenzo al Volturno, +di Subiaco e di Farfa, riducendo in +cenere gli archivi e le biblioteche, perdita +questa irreparabile. Solo nell'agosto del 910 +poterono esser cacciati, da una lega italo-bizantina,<span class="pagenum"><a name="Page_322" id="Page_322">[322]</a></span> +per opera dell'energico papa Giovanni +X, e un papa si ornò della gloria di +essere stato il salvatore d'Italia.</p> + +<p>Al disotto di Arce vi è una dogana, denominata +le Muratte; ivi mi fu chiesto il +passaporto, ma fortunatamente non mi fu +visitato il bagaglio. Avevo però preso la +precauzione, con l'aiuto del mio auriga, un +giovane arpinate molto svelto, di nascondere +accuratamente nella carrozza un libro, +ed il manoscritto del mio giornale di viaggio +che cavammo in trionfo fuori dal loro +ripostiglio non appena la dogana fu oltrepassata. +Da ogni parte si vedevano truppe +che non disdicevano su questo antico teatro +di guerra; nel vederle il mio pensiero +correva sempre più a ricordare gli eventi +storici di queste stupende contrade, poichè +qui appunto ha principio il territorio storico +dell'Italia meridionale. All'inizio del +medio evo era ripartito in tre gruppi, gli +stati longobardi di Benevento, Salerno e +Capua; il dominio bizantino delle Calabrie e +le repubbliche marittime, di Napoli, Amalfi, +Gaeta e Sorrento. Tutte queste regioni passarono +in seguito in possesso dei Normanni. +Mentre tutti questi diversi elementi, longobardi, +greci, imperatori germanici, papi, +repubbliche, saraceni, erano fra di loro in +continua lotta, la storia dell'Italia meridionale +diventa veramente un caos. L'inferno<span class="pagenum"><a name="Page_323" id="Page_323">[323]</a></span> +di Dante non può dare che una debole +idea di tutti gl'intrighi, le passioni, i delitti +che si muovevano in questi stati, in +queste corti. Purtroppo la storia di quei +tempi manca ancora, essa è un labirinto. +Montecassino ne possiede sempre molti elementi +nelle sue collezioni di diplomi, particolarmente +riguardanti Gaeta. La rinomata +opera di Giannone, pregevolissima +per ciò che riguarda l'ordinamento civile, +e quello della giustizia, non sempre è esatta +nel rimanente e non corrisponde più all'attuale +progresso della scienza.</p> + +<p>Arrivammo al ponte sul Melfa che ha +conservato l'antico suo nome e che è ancora, +in ottobre, quasi asciutto nel suo +ampio letto bianco e sassoso. Si pretende +che esso abbia segnato una volta la linea +di confine fra gli stati della Chiesa o ducato +di Roma e il ducato longobardo di +Benevento; ma la cosa è tutt'altro che +certa; sembra anzi assai più probabile che +allora, come oggi, il Liri dividesse i due +stati. Stavano accampati vicino al fiume, +attorno ad un mucchio di fieno, dei soldati +di cavalleria.</p> + +<p>Poco dopo passato il ponte, comincia l'estremo +Lazio, la bella campagna di Aquino +e di Pontecorvo, irradiata dal sole, ed attraversata +dalla magnifica strada che porta +a Capua. Alla sua sinistra si leva la catena<span class="pagenum"><a name="Page_324" id="Page_324">[324]</a></span> +degli Appennini, di cui si scorgono la vetta +del Cimarone ed i borghi di Castello, di +Rocca Secca, di Palazzuola, di Piedimonte; +più in là sorge il monte Cairo, mèta della +nostra gita. Già si scorgevano gli edifici +grandiosi e le cupole di Montecassino, l'Atene +del medio evo, faro della scienza nella +cupa notte di quei tempi. Colà Paolo diacono +scrisse la sua storia dei longobardi.</p> + +<p>A destra della pianura apparivano le cime +azzurre dei monti Volsci, di natura identica +a quelli di Segni e di Gavignano, e +poi S. Giovanni Incarico, Pontecorvo, il +piccolo territorio pontificio già possesso di +Bernadotte e più lontano Oliva, Rocca Guglielma +ed altri villaggi. Il Liri qui corre +ai piedi dei monti, attraversa campi deliziosi +che sembra non voler lasciare mai, +perchè allunga la sua strada con mille +sinuosità; ad ogni passo accoglie il tributo +di un ruscello o di un torrente e le sue +acque risplendenti ai raggi del sole, sono +veramente meravigliose. Con qual diletto +non dovettero soggiornarvi i Saraceni! +Certo essi non trovarono mai sponde più +amene nè sul Guadalquivir, nè sul Sebeto, +nè sul fiume Ciane. Molti popoli dopo l'epoca +romana funestarono questo paradiso: +i Visigoti con Alarico ed Atalulfo, i Goti +valorosi di Totila e di Teia, gli Isauri, gli +Unni, i Sarmati, i Greci; le orde terribili<span class="pagenum"><a name="Page_325" id="Page_325">[325]</a></span> +di Leutari e di Bucellino, i docili Longobardi +che finirono coll'occupare tutte queste +terre, col coltivarle e farle rifiorire, gli +Arabi, gli Ungari, i Normanni, i Francesi, +gli Spagnoli, i Tedeschi; tutti si accamparono +qui e vi combatterono; tutti apparvero +in questa Campania felice, chiave +del regno di Napoli.</p> + +<p>Più lontano noi scorgiamo anche i monti +di fronte a S. Germano, su cui sorgono +Rocca d'Evandro (propriamente Bantra), +S. Elia, S. Pietro in Fine, sui quali emerge +l'alto Aquilone. La maggior parte di questa +bella pianura apparteneva alla diocesi di +Montecassino e parecchi di questi paesi, +di queste città, debbono al monastero la +loro esistenza.</p> + +<p>Questa parte estrema del Lazio non ha +la severa grandiosità della campagna romana; +le sue tinte sono più calde, più +dolci, più meridionali, infine, la sua coltivazione +è assai più rigogliosa, nè vi sono +tante colline.</p> + +<p>Essendo giorno di fiera a S. Germano, +incontrammo per strada molti contadini, +vestiti come nella valle del Sacco e ciociari +coi sandali. Le donne però, anzichè +il busto portavano un morbido panno con +nastri sulle spalle e due vesti di cui quella +superiore fatta a grembiale: questo modo +di vestire fa una graziosa figura.<span class="pagenum"><a name="Page_326" id="Page_326">[326]</a></span></p> + +<p>Qui, invito il lettore ad abbandonare la +strada di Capua ed a piegare a destra, +verso Aquino che giace in mezzo alla pianura. +E' piacevole attraversare la linea recentemente +ultimata fino a questo punto +della strada ferrata di Capua che non può +venire ancora esercitata poichè, se il governo +napoletano si affrettò a compierla +sul suo territorio, quello pontificio è ancora +arretrato sul suo, avendo appena oltrepassato +Albano.<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a></p> + +<p>In un quarto d'ora, attraverso a campi +coltivati a granturco, si giunge ad Aquino. +Questa città, importante ai tempi dei Romani, +è ora un borgo lungo e stretto, su +cui emerge solo un campanile. La sua posizione, +su di un ruscello, non ha nulla di +speciale, senonchè bellissimi per ricchezza +e per frescura di vegetazione sono i suoi +dintorni e stupendo è il panorama che vi +si gode. Esistono ancora presso il paese +alcune rovine della città romana, avanzi +di porte, di mura, reliquie dei templi di +Cerere e di Diana; in complesso però nulla +di notevole. Presso il ruscello sono le rovine +di una chiesa del secolo <span class="smcap">xi</span>, S. Maria<span class="pagenum"><a name="Page_327" id="Page_327">[327]</a></span> +Libera, basilica a tre navate, sulla cui porta +si scorge ancora una Madonna in mosaico, +opera bizantina ben conservata. Vicine le +une alle altre sorgono così le rovine dell'Aquino +romana e dell'Aquino medioevale; +a queste due epoche appartengono le celebrità +della città.</p> + +<p>Aquino si può vantare di aver dato i +natali a uno dei meno famosi imperatori +romani, a Pescennio Nigro che vi nacque +in umile condizione come Mario. Prode +soldato, si distinse quale generale in Siria; +dopo l'uccisione di Pertinace vestì la porpora, +ma la dovette cedere presto all'africano +Settimio Severo che lo sbalzò dal +trono e lo fece prima imprigionare, poi +decapitare. Maggior gloria procurarono ad +Aquino due altri suoi figli. Sono due tipi +che rappresentano due epoche e che si +possono l'uno all'altro contrapporre, come +le rovine di un tempio romano a quelle +della basilica di S. Maria Libera. Quale +maggior contrasto, infatti, di quello che +passa tra Giovenale e S. Tommaso d'Aquino, +fra il grande poeta satirico della +corruzione pagana di Roma ed il più grande +filosofo della sacra teologia scolastica, che +ebbe il nome di Dottore Angelico? Si direbbe +che questi due personaggi tanto diversi +abbiano voluto sorgere entrambi in +Aquino, nel modo stesso che la corruzione<span class="pagenum"><a name="Page_328" id="Page_328">[328]</a></span> +pagana di Roma richiedeva la rigenerazione +cristiana.</p> + +<p>Giovenale ci trasporta con le sue satire +in quelle condizioni di Roma, preparate da +Mario e consolidate dalla stirpe Giulia dopo +la caduta della repubblica, in quella Roma, +pantano sanguinoso, putrida palude morale, +menzogna in tutto, dove ogni cosa era +appestata, in quella Roma fisicamente e +moralmente ammalata, tutta da comprare; +dove patrizi e cittadini si affollavano famelici +attorno ad un despota onnipotente, terribile +come il fato; dove pensiero, parola, +penna, erano avvinti in ceppi; dove unica +libera era l'adulazione; dove non vi erano +che idee servili, libidine di piacere ed una +mostruosa prostituzione della natura; dove +in quella folla lasciva e tormentata dalla +voluttà e dalla paura, alcuni spiriti stoici, +concentrati in sè stessi, davano sfogo alla +loro nausea morale con la satira e con la +storia, non appena lo consentiva un despota +più temperato degli altri.</p> + +<p>Giovenale nacque in Aquino; poco però +si sa della sua vita, come di quella della +maggior parte dei poeti dell'antichità, il +che, del resto, non torna davvero a loro +danno. Le loro persone assumono così +quasi l'aspetto di un mito. Nessun erede, +parente o amico indiscreto, pubblicò la +loro corrispondenza; nessun giornalista descrisse<span class="pagenum"><a name="Page_329" id="Page_329">[329]</a></span> +con scrupolosa esattezza il loro +aspetto esteriore nei più minuti particolari, +non li accompagnò passo passo nella loro +vita, partendo dalla culla; non tenne conto +delle loro virtù, dei loro vizi, dei loro +errori, dei loro debiti presso ebrei e cristiani +e d'ogni altro loro imbarazzo. Due +pagine bastano, alla vita oscura di Orazio, +di Virgilio, di Ovidio; della morte di +Eschilo e di Euripide, non rimane che una +tradizione favolosa; l'arguto Terenzio scomparve +tranquillo in qualche angolo dell'Ellade, +presso la palude Stimfalica.</p> + +<p>Di Giovenale, solo da un suo verso, si +sa che nacque in Aquino. Venne esiliato +in Egitto o in Scozia? Dove morì? Nessuno +lo sa. La sua lunga vita, ora rattristata, +ora allietata dai regni di Claudio, di Nerone, +di Galba, di Ottone, di Vitellio, di +Vespasiano, di Tito, di Domiziano, di Nerva, +di Traiano e di Adriano, fu spettatrice dei +più grandi avvenimenti; vide sul trono del +mondo una serie di demoni feroci, ed una +di genî buoni; vide tempi in realtà miserrimi, +a torto detti felicissimi.</p> + +<p>E' difficile quindi immaginarsi quale idea +dovette farsi della vita, quali impressioni +dovette provare un uomo di mente e di +cuore che potè vedere l'aspetto truce di +un Nerone, e la fisonomia serena di un +Tito.<span class="pagenum"><a name="Page_330" id="Page_330">[330]</a></span></p> + +<p>Se egli non avesse visto quella doppia +serie di imperatori, se invece di essere nato +sotto Claudio, fosse nato ai tempi di Tito, +forse non avremmo le sue satire; ma le +impressioni di gioventù dettero la direzione +al suo spirito; in fondo poi la società romana +dei tempi di Tito era sempre quella +stessa dei tempi di Nerone. Povero Giovenale +condannato ad essere il poeta della +sua età! La sua lingua, la sua narrazione +già oscura, difficile, serrata come quella di +Tacito, sotto il peso dell'atmosfera romana, +sotto la stretta della sua amarezza, dovettero +esercitarsi sopra argomenti ai quali +non sarebbero stati adatti nè il marmo, nè +l'argilla, ma il fango. Chi può leggere le +sue satire sugli uomini e sulle donne di +Roma senza provare un senso di ribrezzo? +Chi può non compiangere un ingegno eletto +come il suo, condannato a cercare le sue +ispirazioni in quel pantano della società +romana dei suoi tempi? <i>Facit indignatio +versum, qualemcunque potest.</i></p> + +<p>Giovenale fu paragonato (e con qualche +verità) a Tacito, il suo più grande e più +nobile contemporaneo; ma lo storico di quell'epoca +aveva almeno la coscienza di chiamare +il dispotismo davanti ad un tribunale +supremo, sempre pronto a pronunciare le sue +sentenze. Ma che cosa può confortare il +poeta satirico, il pittore della impudicizia<span class="pagenum"><a name="Page_331" id="Page_331">[331]</a></span> +nel ribrezzo che deve provare a descrivere +la generale corruzione dei suoi tempi? Eppure, +quanto non è superiore un Giovenale +ai romanzieri ed ai drammaturghi dei tempi +nostri, più lascivi, ma più deboli di Petronio, +i quali descrivono il vizio coi colori +più dolci e sentimentali e ci dipingono vili +meretrici come tipi ideali?</p> + +<p>Teniamoci fortunati noi tedeschi, almeno +per ciò che non possediamo nella nostra +letteratura un Giovenale, nè un Sue o un +Dumas, ma possiamo porre ancora corone +non contaminate sul capo di Schiller, il +poeta generoso della libertà e dell'ideale +umano.</p> + +<p>Ambedue quei romani, Giovenale e Tacito, +lamentarono la perduta libertà repubblicana; +ambedue disperarono dell'avvenire +che non appariva loro diverso da un abisso, +e Giovenale ancora più di Tacito. E di fronte +ad essi già sorgeva, da loro conosciuto, +ma non compreso, anzi disprezzato quale +setta giudaica, il cristianesimo, ideale tuttora +velato di una umanità ringiovanita. +E i Germani, di cui Tacito ammirava la +schietta naturalezza e la semplicità eroica, +dovevano poi abbattere in Roma il dispotismo +e la menzogna.</p> + +<p>Il cristianesimo... Siamo sulle rovine di +Aquino e tra i ruderi di S. Maria Libera, +appare un santo illustre, il Dottore Angelico.<span class="pagenum"><a name="Page_332" id="Page_332">[332]</a></span> +Veste l'abito dei domenicani, porta un +fascio di libri sotto il braccio, è di statura +alta, asciutto, ma cammina curvo, ha una +testa potente e voluminosa, viso abbronzato +e rugoso, però <i>molli carne, quae acumen +ingenii et excellentiam indicaret</i>.</p> + +<p>Erano trascorsi mille e più anni da Tacito +e da Giovenale allorchè Tommaso nacque +nel 1224, non propriamente in Aquino, +ma lassù nel pittoresco castello di Rocca +Secca, edificato dall'abate Manso di Montecassino, +sul monte Asprano, verso la fine +del decimo secolo. Esso appartenne poi ai +conti longobardi di Aquino, dell'antica famiglia +di Landolfo. Il padre di Tommaso +era il conte Landolfo, sua madre Teodora +Caracciolo e suo zio Landolfo era abate +di Montecassino. Quando il fanciullo ebbe +cinque anni, i suoi genitori lo condussero +nel monastero di S. Benedetto, con la speranza +che un giorno ne diventasse abate. +Fu sempre costume dei Benedettini quello +di accogliere fra i monaci ragazzi di tenera +età e quest'usanza vi è ancora. Don +Luigi Tosti, oggi rinomato storico d'Italia, +don Sebastiano Calefati, l'erudito bibliotecario, +tutti e due uomini illustri, i cui nomi +saranno sempre ricordati con piacere da +molti studiosi tedeschi, entrarono nel monastero +di Montecassino in età di otto anni. +Tommaso rimase nel monastero sette anni,<span class="pagenum"><a name="Page_333" id="Page_333">[333]</a></span> +quindi si recò a Napoli, dove attese per +altrettanti anni allo studio della teologia; +vestì l'abito dei domenicani e andò a studiare +a Parigi e poi a Colonia, per sentirvi +il celebre Alberto Magno; fu professore +a Napoli e morì il 7 marzo 1274 +nel convento dei cistercensi di Fossanova, +presso Piperno, a poche ore di distanza +dalla sua patria. Fu uno degli uomini più +illustri del medio evo, il primo che propriamente +introdusse la filosofia nella teologia, +o meglio che innalzò quest'ultima alla dignità +di sistema filosofico. Quando oggi si +ode il nome di scolastica, si pensa e non +a torto, ad un labirinto di meschinità, di +sottigliezze, di distinzioni, in cui stette per +il corso di molti secoli imprigionato l'ingegno +umano. Chi può oggi ancora immergersi +nella <i>Somma</i> di Tommaso d'Aquino, +arrischiarsi in quella cupa foresta di spiriti, +nel cui fitto sta il Minotauro del pensiero +aristotelico cristiano? Noi consideriamo +attualmente quella grandiosa filosofia +gotica come un'anticaglia; tutte le sue sottili +distinzioni, tutte le sue ricerche morali +e speculative, tutti i suoi problemi privi di +ogni utilità per gli scopi della vita, non +offrono più alcun interesse a una generazione +che tende a scopi pratici e materiali, +e che vuol essere più libera e semplice nel +suo pensiero. Ma non dobbiamo però dimenticare<span class="pagenum"><a name="Page_334" id="Page_334">[334]</a></span> +che anche quei sistemi sono di +base alla scienza del pensiero e bisogna +confessare inoltre che l'uomo del secolo <span class="smcap">xix</span> +di fronte ai più alti problemi che si può +proporre lo spirito, si trova appunto così +perplesso, come uno scolastico del medio +evo, o come il primo uomo del paradiso +terrestre.</p> + +<p>Partimmo da Aquino, contenti di aver +veduto questo paese, tornammo sulla strada +di Capua e in un'oretta arrivammo ai +piedi del monte Cairo; girammo il monte, +avendo innanzi agli occhi l'anfiteatro romano +di S. Germano, città di gaio aspetto, +sormontata dal celebre castello di Janula +e finalmente là in alto Montecassino che +ci aspetta. Ma è ormai tempo di finire, +essendo già troppe queste pagine. Se ci +volgiamo a considerare tutto quanto si mostra +al viandante in un così breve tratto +di strada, non possiamo a meno di meravigliarci +per la ricchezza di queste contrade. +Nessun'altra nel mondo è così penetrata +e animata dallo spirito. La natura e +la storia hanno versato la loro cornucopia +sull'Italia ed ogni epoca storica vi ha lasciato +la sua impronta.</p> + +<p>L'Italia è la madre della civiltà in occidente +e la Pandora della sua cultura sia +nel senso buono che nel senso cattivo della +parola. Se essa ora risorge e chiede il suo<span class="pagenum"><a name="Page_335" id="Page_335">[335]</a></span> +posto di nazione indipendente, fra tutti quei +popoli che dopo aver da lei ricevuta la propria +civiltà, la sfruttarono, la saccheggiarono, +la signoreggiarono, lo fa in nome +di un suo incontrastabile diritto. Sì, questa +è una nobile terra, degna dell'amore del +genere umano! Ed anche in mezzo al caos +sconfinato dell'età presente, in questa nauseante +mescolanza di errori e di verità, +anche oggi noi Tedeschi non possiamo, nè +mai lo potremo, far tacere la voce del +nostro ardente voto per la liberazione di +questa terra.</p> + +<hr /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_338" id="Page_338">[338]</a></span></p> + +<h2 class="lighter">IL CASTELLO DEGLI ORSINI<br /> +<span class="small">A BRACCIANO<br /> +(1870)</span></h2> + +<hr /> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill347.jpg" width="600" height="64" alt="" title="" /> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_339" id="Page_339">[339]</a></span></p> + +<h2 class="lighter"><a name="Il_Castello_degli_Orsini_in_Bracciano" id="Il_Castello_degli_Orsini_in_Bracciano"></a> +Il Castello degli Orsini in Bracciano.<br /> +<span class="small">(1870).</span></h2> + +<p>Poco dopo la stazione postale della Storta +si distacca a sinistra, dalla via Cassia, la via +Claudia e per questa ci vogliono ancora tre +buone ore di carrozza per arrivare al lago +di Bracciano. Il paesaggio è deserto, ma +pittoresco; collinette vulcaniche di tufo lo +attraversano e qua e là, si scorgono fiorenti +praterie e pascoli, con masserie e +numerose mandre di bovini.</p> + +<p>Il carattere della campagna etrusca di +Roma è molto diverso da quello del Lazio. +Nel Lazio tutto è più ridente e soleggiato, +più ricco di forme ed anche più animato; +i monti Volsci e gli Appennini spingono fin +là le loro diramazioni ed hanno la bella +struttura delle formazioni calcaree; città +antichissime, per la maggior parte vescovili, +sorgono sulle alture verdeggianti di +castani e coperte di oliveti, o inghirlandate<span class="pagenum"><a name="Page_340" id="Page_340">[340]</a></span> +dalla vite e danno alla campagna laziale +un'impronta preponderantemente storica; +essa è piena di monumenti dell'antichità +e del medio evo. Nella regione etrusca +invece predomina un terreno montuoso, vulcanico, +diruto, con vaste solitudini, severe e +melanconiche, d'aspetto quasi misterioso. +Qui la vita storica non ha generalmente +lasciato traccia di sè: tombe sotterranee e +necropoli di un popolo enigmatico sono gli +unici tesori e gli unici monumenti della +Tuscia. La storia del paese sembra qui interrotta +e dove non lo è, manca di significato +potente e vivo. Il completo decadimento di +una città come Veio e l'intero abbandono +del suo territorio in ogni tempo, mi sono +sembrati sempre segni caratteristici di questa +storica estinzione dell'Etruria romana.</p> + +<p>Solitarie torri baronali senza nome, o piccoli +paesi privi di valore storico, si levano +qua e là melanconicamente sulle colline +tufacee. I ricordi in questi luoghi incolti e +selvaggi non vanno al di là del medio evo, +dell'undecimo secolo, epoca in cui si stabilirono +qui, come signore, alcune famiglie +feudali germaniche, di origine franca o longobarda, +come i conti di Galera e i prefetti +di città della casa di Vico. Anche il possente +influsso della Chiesa ha qui impresso e lasciato +poche orme, essendo il paese passato +assai tardi nel patrimonio di S. Pietro.<span class="pagenum"><a name="Page_341" id="Page_341">[341]</a></span></p> + +<p>Al di là del fiume Arrone, emissario del +lago di Bracciano, sorgono due grandi fattorie: +S. Maria di Celsano e Casale di Galera, +qui è necessario scendere di vettura +se si vogliono visitare le vicine rovine +del castello di Galera. Queste fanno singolare +riscontro alla favolosa città di Ninfa, +nel Lazio che giace sprofondata nella sua +incantevole tomba di edera e di fiori, sul +limitare della palude pontina. Anche Galera, +sede un tempo d'insolenti e feroci +signori che dettero frequenti noie alla città +di Roma, è oggi distrutta e presenta le +sue vie, la chiesa ed il castello comitale +coperti d'edera, nel senso più preciso della +parola. Eppure Galera non giace come +Ninfa nella profondità paludosa, ma salda +ed alta si erge su di una scoscesa rupe di +tufo, dominante una gola boscosa da cui +l'Arrone precipita in cascate spumeggianti.</p> + +<p>Sulla porta rovinata si scorge ancora lo +stemma degli Orsini, la rosa, cioè, con le +travi. Dietro le potenti mura della città +si sale a monte nel paese diroccato, aprendosi +la via attraverso la fitta e selvaggia +edera che barrica le strade minate. Ancora +in piedi rimangono diverse case colle +finestre gotiche; la maggior parte del materiale +però è stato portato via, o forma +adesso dei mucchi di macerie, cinti da cespugli. +Galera non è, per quello che di<span class="pagenum"><a name="Page_342" id="Page_342">[342]</a></span> +architettura ne resta, bella come Ninfa; soltanto +i muri del castello e della chiesa principale +rivelano un'epoca più antica; gli altri +sono assai moderni, solo nell'anno 1809 +essendo stato il paese abbandonato, o per +mancanza d'acqua o, più verosimilmente, +per impoverimento della popolazione. E' +veramente sorprendente che nel nostro secolo, +un paese possa sparire, non distrutto +da subitaneo cataclisma, ma intisichito per +decadenza interna. Non prova forse ciò ed +in modo persuasivo, la mancanza di principio +vitale di questa terra etrusca?</p> + +<p>Galera (nella regione, dove, secondo gli +antichi itinerari, era la stazione <i>ad Careias</i>) +comincia ad esser menzionata nella storia +solo nel 780, anno in cui papa Adriano I +fondò sul fiume Arrone una colonia di questo +nome, per coltivare il deserto paese dei +Veienti. Questa colonia prosperò ma, per +circostanze a noi ignote, si sottrasse al dominio +della Chiesa; al principio dell'undecimo +secolo vi apparvero come signori i +conti di Galera, fieri nemici del papato ed +ardenti partigiani dell'impero tedesco.</p> + +<p>Gerardo, figlio di Ranieri (questi nomi +indicano già l'origine germanica) era conte +colà ed era anzi uno dei principali capi della +nobiltà imperiale di Roma e del territorio, +strettamente legato coi conti di Tuscolo, +della stirpe d'Alberico e coi Crescenzi di<span class="pagenum"><a name="Page_343" id="Page_343">[343]</a></span> +Monticelli, nella Sabina. Questi signori nell'anno +1058 innalzarono in Roma, con la +forza, un papa, Benedetto X: ma Ildebrando, +il futuro Gregorio VII, fin d'allora capo del +partito papesco e nazionale romano, chiamò +a Roma, al servizio dell'appena eletto papa +Nicolò II, una schiera di predoni normanni +dalle Puglie, contro i conti avversari. Galera, +dove Benedetto X si era rifugiato ed +altre castella furono assalite.</p> + +<p>La potenza dei conti di Galera che dominavano +il paese etrusco fino al di là del lago, +verso Sutri, fu repentinamente abbattuta, +ma ciò nonostante la loro stirpe si mantenne +ancora a lungo a Galera. Sparì molto probabilmente +solo alla metà del secolo <span class="smcap">xiii</span>, +quando Matteo Rosso della casa Orsini, +famoso senatore della repubblica romana, +divenne signore di Galera. D'allora +in poi gli Orsini rimasero padroni di questo +castello finchè, nel 1670, lo vendettero +al papa.</p> + +<p>Il più fiero nemico di questa regione ed +in pari tempo il più forte ostacolo alla coltivazione +è oggi la malaria. Un umido venticello +insidioso spira sulle pianure incolte +e sulle colline vulcaniche disalberate, coperte +solo di fiori d'asfodelo.</p> + +<p>Sorgono forse i demoni sterminatori della +febbre dal lago stesso?... Chi lo crederebbe, +quando dalle alture, presso Bracciano, si<span class="pagenum"><a name="Page_344" id="Page_344">[344]</a></span> +scorge questo specchio azzurro e porporino?...</p> + +<p>Questo è veramente lo specchio delizioso +della ridente e soleggiata felicità, della magica +solitudine, è un idillio campestre e +lacustre di un genere tutto speciale, grande +e maestoso, ma non così vasto da cessar +d'essere un quadro completo e bene incorniciato.</p> + +<p>Lo splendido lago, in antico <i>lacus Sabatinus</i> +ed originariamente cratere vulcanico, +si allarga tra dolci catene di colline +e leggiadre sponde. Ha un'estensione di +21 a 22 miglia; la sua superficie è dunque +perfettamente eguale a quella di Roma, +con cui si trova in diretta comunicazione +per mezzo del rinnovato acquedotto dell'acqua +Paola, edificato da Traiano: l'acqua +che per la porta S. Pancrazio entra +in Trastevere e sgorga, con un magnifico +fiotto simile ad un fiume, dalla fontana di +Paolo V, proviene in parte appunto da questo +lago, dopo aver girato attorno alle +mura aureliane.</p> + +<p>A nord lo abbraccia una piccola montagna +boscosa, da cui emerge, come un nero +picco vulcanico, alto al massimo 2000 piedi, +il monte di Rocca Romana. Questa vetta +è visibile da tutta la campagna etrusca, +come il Monte Cavo, sopra il lago di Albano, +è visibile da tutta la pianura laziale.<span class="pagenum"><a name="Page_345" id="Page_345">[345]</a></span> +Sotto di esso, sulla riva del lago, sta il villaggio +di Trevignano; a sinistra s'innalza +la catena dei colli di Bracciano, distanti +circa un miglio dal lago sul quale si +leva, dominando l'intero paesaggio, il grandioso +maniero degli Orsini, splendido edificio +pentagonale, con cinque rotonde torri +merlate. La sua tinta grigio nerastra appare +in armonia con la circostante natura +vulcanica, di cui questo castello sembra +essere il prodotto storico. A destra +infine sporge nel lago un'altra lingua di +terra, con un cupo borgo turrito: è Anguillara, +sede un tempo dei conti di questo +nome, ramo laterale degli Orsini. Colà sgorga +l'Arrone dal lago di cui è emissario.</p> + +<p>Solo in questi tre luoghi è raccolta tutta +la vita storica del lago e de' suoi dintorni: +ad egual distanza gli uni dagli altri, formano +i tre lati di un triangolo e soli interrompono +l'incantevole silenzio di queste +sponde, rappresentando l'umana civiltà, senza +però disturbare la magia della sua solitudine. +Che significano infatti Bracciano, +Trevignano, Anguillara?... Chi ha mai udito +questi nomi, tranne coloro che hanno familiarità +con la storia particolare di Roma?</p> + +<p>Se quel castello degli Orsini, cronaca granitica +di terribili tempi feudali, non levasse +le sue nere torri sul lago azzurro, questi +tre paesi, sulle sue sponde, si potrebbero<span class="pagenum"><a name="Page_346" id="Page_346">[346]</a></span> +prendere per borghi di pescatori. E così +silente è appunto il lago: non vi si scorge +una barchetta; soltanto mandre di giovenchi +appaiono sulle rive, o frotte di cavalli +selvaggi, col corpo nell'acqua e butteri +a cavallo, con la lancia, come nelle +paludi pontine.</p> + +<p>Ho trovato Bracciano più grazioso di +quello che mi attendessi da un paese vassallo; +è una cittadina di circa 2000 abitanti, +con strade larghe e buone abitazioni, modernamente +costruite, molto simile a Marino, +dove è il castello dei Colonna, appartenuto +un tempo esso pure agli Orsini. +Bene abitabile veramente non è che la parte +nuova del paese, perchè la vecchia, quella +del periodo baronale, giace stretta intorno +al castello, come un nero ammasso di case +di tufo. Il castello però s'innalza così gigantesco +che sembra coprire tutta Bracciano +con la sua ombra.</p> + +<p>Come regale deve essere stata la potenza +della famiglia che in un luogo così remoto +costruì questo splendido castello, fortezza +inespugnabile e palazzo signorile ad un +tempo! Dopo che il castello degli Orsini +a Campagnano è caduto in rovina, questo +è uno dei monumenti più mirabili del +rinascimento romano, è uno de' più bei castelli +baronali ed in tutto il Lazio non ve n'è +uno che lo eguagli. Il castello di Spoleto, cominciato<span class="pagenum"><a name="Page_347" id="Page_347">[347]</a></span> +a costruire dal cardinale Albornoz +e condotto a termine da Nicolò V, è più +maestoso, è verissimo, ma non è un edificio +baronale, come non lo sono del pari +i bei castelli di Ostia, di Narni, di Civita +Castellana e di Subiaco.</p> + +<p>La vista del superbo maniero richiama +anzitutto, alla memoria del visitatore, la +storia della stirpe degli Orsini che insieme +con quella de' suoi nemici ereditari, i Colonna, +ha riempito per quasi cinquecento +anni gli annali di Roma con le gesta ed +i nomi dei suoi innumerevoli membri, +tra i quali furono papi, cardinali e capitani +di grande rinomanza. Le due case, +guelfa l'una e ghibellina l'altra, di Roma, +hanno durato più a lungo delle dinastie +dei re e degli imperatori e durano anche +oggi nei loro avanzi, nei castelli che hanno +un tempo posseduto.</p> + +<p>Il capostipite degli Orsini, dal romano +nome di Orso, si perde nel buio della leggenda: +non si sa neppur bene se fosse germanico. +I suoi discendenti si chiamarono +<i>Filii Ursi</i>: così suona sempre nelle più +antiche cronache il cognome degli Orsini. +Storicamente appaiono solo nel <span class="smcap">xii</span> secolo. +Celestino III (1191-1198) apparteneva alla +loro casa. Nel <span class="smcap">xiii</span> secolo, durante le lotte +degli Hohenstaufen, acquistarono maggior +potenza, per opera specialmente del senatore<span class="pagenum"><a name="Page_348" id="Page_348">[348]</a></span> +Matteo Rubeus, capo imperante della +repubblica capitolina ed instancabile avversario +dell'imperatore Federigo II e poi per +opera di papa Nicolò III (1277-1280), figlio +di detto senatore. Gli Orsini, fecondi quanto +i Colonna, si suddivisero in seguito in più +rami e dai loro diversi possedimenti si +chiamarono Orsini di Monte Giordano e di +Campo di Fiore in Roma, conti e signori +di Nola nella Campania, di Tagliacozzo negli +Abruzzi; di Gravina e Manoppello, di +Monte Rotondo, di Vicovaro, di S. Angelo, +di Pitigliano, d'Anguillara, di Bracciano. +L'elenco dei loro castelli e possedimenti è +conservato nell'archivio di famiglia a Roma +e forma un intero volume. Erano egualmente +potenti nel regno di Napoli come +nel dominio romano. Mentre i Colonna, proprietari +essi pure nel napoletano di grandi +feudi ed in lotta violenta con i loro nemici +ereditari per i marchesati di Tagliacozzo, +Alba e Celano, possedevano nel Lazio il +nocciolo della loro signoria, gli Orsini dominavano +il territorio sabino sull'Anio, da +Vicovaro fino a Nerola e Monte Rotondo, +ed il paese etrusco da Sutri in giù, fino +di là dal lago, verso Galera, ed alla sponda +marina del vecchio Cere. In questo paese +etrusco eransi già stabiliti fin dal secolo <span class="smcap">xiii</span>, +appropriandosi Galera.</p> + +<p>Non si sa quando vennero a Bracciano.<span class="pagenum"><a name="Page_349" id="Page_349">[349]</a></span> +Questo villaggio fu fondato in tempo ignoto, +si crede su un fondo della <i>gens Braccia</i>. +Il Nibby che per primo ci ha fatto +conoscere la storia dell'agro romano nel +medio evo, ha trovato la prima menzione +del <i>Castrum Brassani</i> in un documento +claustrale del 1320: io mi trovo in grado +di completare la cosa, perchè ho trovato +un altro documento, anteriore di quasi cento +anni, nell'archivio Orsini: è uno strumento +legale del 10 marzo 1234, nel quale Goffredo +Amatore e Landolfo, figlio del prefetto +Gotifredo, appaiono come signori di +questo castello: <i>Domini de Brachiano et +de sancta Pupa</i>.<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a> Secondo questo, Bracciano +apparteneva in quei tempi alla famiglia dei +Prefettani o dei prefetti della casa di Vico, +potente nell'Etruria, che aveva ridotto ereditaria +fin dal <span class="smcap">xii</span> secolo, la prefettura della +città di Roma. Questa famiglia, tedesca di +origine, violenta, ghibellina e nemica del +papa, si impadronì anche di Viterbo e di +Orvieto e tramontò solo nel 1435, allorchè +il terribile Giovanni Vitelleschi fece decapitare +nel castello di Soriano l'ultimo prefetto, +Jacopo di Vico.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_350" id="Page_350">[350]</a></span></p> +<p>La Chiesa confiscò i beni prefettizi; alcuni +però furono comprati da Everso, il +brigantesco conte d'Anguillara, la cui stirpe +orsina aveva da lungo tempo preso piede +sul lago di Bracciano. Anche la prefettura +di città passò nel 1435 agli Orsini, cioè +a Francesco, primo conte di Gravina, un +antenato di quel ramo che solo di tutto +il casato, sussiste ancora in Roma.</p> + +<p>Gli Orsini possedevano Bracciano già +nel <span class="smcap">xiv</span> secolo, essendo Martino V Colonna +stato costretto a confermare il vicariato +di quel castello ai fratelli Francesco, Carlo +ed Orsino Orsini nell'anno 1419.</p> + +<p>Dipoi sul lago signoreggiarono il ramo +più antico di Anguillara ed il ramo di +Bracciano che possedeva molti altri castelli +etruschi.</p> + +<p>La casa di Bracciano brillò nel <span class="smcap">xv</span> secolo +grazie a due celebri capitani di guerra, +Napoleone e suo figlio Virginio. Napoleone +(questo nome di battesimo è stato in uso +presso gli Orsini sin dai tempi antichi) +edificò il castello di Bracciano, quello che +tuttora rimane e dopo esser divenuto il +più potente dei feudatari del suo tempo, +morì a Vicovaro nel 1480. Virginio ereditò +i suoi beni e la sua gloria. Ai primi +egli aggiunse Anguillara e Cervetri, comprati +dopo la caduta della casa di Everso. +Fu gran connestabile del regno di Napoli,<span class="pagenum"><a name="Page_351" id="Page_351">[351]</a></span> +dove si legò strettamente alla dinastia +d'Aragona, egli stesso si chiamò de Aragona, +al servizio del re Alfonso II e quindi +di Ferdinando II. Fu incaricato di arrestare +la marcia di Carlo VIII di Francia, +attraverso l'Etruria, ma i figli di Virginio, +Giovanni Giordano e Carlo, per ordine del +padre, secondo i patti convenuti, consegnarono +al monarca che si dirigeva alla +conquista di Napoli, i loro castelli e questa +inevitabile defezione degli Orsini dischiuse +al conquistatore la via di Roma.</p> + +<p>Carlo VIII entrò in Bracciano, prese dimora +nel castello di Virginio, dove rimase +dal 19 al 31 dicembre del 1494 e mosse +quindi col suo esercito alla volta di Roma. +A Galera lo accolsero sottomessi gli ambasciatori +della città e quelli di Alessandro +VI.</p> + +<p>Nella bufera di questa guerra che doveva +decidere delle sorti d'Italia, fu travolto +anche Virginio sempre al servizio +d'Aragona. Carlo VIII lo fece arrestare in +Napoli e lo trasse poi con sè al suo ritorno. +L'Orsini fuggì nella famosa battaglia +del Taro, per cambiare di nuovo bandiera +poco dopo e passare al servizio di +Montpensier, il luogotenente di Carlo VIII +a Napoli. Ma quando, dopo la rotta dell'esercito +francese, gli aragonesi risalirono +al trono, egli fu preso, nonostante la sua<span class="pagenum"><a name="Page_352" id="Page_352">[352]</a></span> +capitolazione, nell'agosto del 1496 e rinchiuso +in un carcere. Così volle papa Alessandro +VI che in seguito alla restaurazione +napoletana, si era prefisso di sradicare +dal suo territorio tutti i baroni +romani.</p> + +<p>La sua guerra contro gli Orsini ebbe +però un esito inatteso e segnò uno splendido +trionfo per questa casa minacciata +da tanta rovina. Mentre Virginio languiva +in un carcere a Napoli, dove poco dopo +morì di veleno, difendevano eroicamente +il suo castello di Bracciano il giovane Alviano +e sua moglie Bartolomea, sorella di +Virginio. Gli assalti degli assedianti, guidati +dal duca Guidobaldo di Urbino e dal +figlio del papa, Giovanni di Gandia, furon +respinti. Altri Orsini recarono soccorso e +l'esercito papale soffrì nel gennaio 1497 una +sanguinosa sconfitta presso Soriano. Il papa +dovette concludere la pace e gli Orsini rimasero +signori di Bracciano e di tutti gli +altri possedimenti patrimoniali.</p> + +<p>Ancora una volta essi furono molestati +da Cesare Borgia; ma neanche a lui riuscì +di espugnare la forte rocca di Bracciano +e finalmente la morte di Alessandro liberò +gli Orsini dagli imbarazzi.</p> + +<p>Essi durarono quivi ancora per due secoli, +mentre il secondo ramo di Anguillara +si spense fin dall'anno 1548. Pio IV<span class="pagenum"><a name="Page_353" id="Page_353">[353]</a></span> +inalzò Bracciano a ducato nel 1560, a favore +del pronipote di Virginio, Paolo Giordano +Orsini, uomo, come il suo contemporaneo +Sampiero, dalle passioni violente: +in lui apparve per l'ultima volta la natura +impetuosa della sua stirpe. Combattè gloriosamente +a Lepanto. Era sua moglie Isabella, +figlia di Cosimo I di Toscana che +viveva quasi sempre da lui separata; sul +conto di lui si narravano cose incredibili. Un +giorno Paolo Giordano la strangolò con +le sue mani nel suo castello di Cerreto in +Valdarno nel 1576. In Roma s'innamorò +poscia follemente della bella Vittoria Accoramboni, +moglie di Peretti, un nipote +di Sisto V, in quel tempo ancora cardinale; +una notte nel giugno del 1583 fece +assassinare nel Quirinale il Peretti e tre +giorni dopo il fatto Vittoria fuggì, con sua +madre, nel palazzo Orsini, presso l'assassino +di suo marito. Gregorio XIII proibì le +loro nozze e fece rinchiudere la donna in +Castel S. Angelo, dove rimase sino alla +morte del papa, avvenuta nell'aprile del +1585. Il giorno dell'elezione di Sisto V, +Paolo Giordano sposò Vittoria. Il papa +bandì l'uccisore di suo nipote e l'Orsini +morì poco dopo in esilio. I suoi congiunti +odiavano Vittoria, anche perchè ella pretendeva +una parte dell'eredità. In Padova, +dove era stata costretta a rifugiarsi, un<span class="pagenum"><a name="Page_354" id="Page_354">[354]</a></span> +giorno nel dicembre del 1583, fu pugnalata +nella sua stessa camera, da uomini mascherati, +per mandato di Lodovico Orsini, +signore di Monte Rotondo.</p> + +<p>Virginio, figlio di Paolo Giordano e di +Isabella, continuò il ramo di Bracciano e +il duca Flavio lo chiuse nell'anno 1698, +come ultimo di questa celebre casa.</p> + +<p>Già da alcuni anni don Livio Odescalchi, +nipote di Innocenzo XI aveva acquistato +Bracciano.<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a> Dagli Odescalchi, ai primi +di questo secolo, comprò il ducato il Rothschild +di Roma, Torlonia, con la clausola +però del riscatto. Questo è avvenuta +pochi anni or sono: oggi dunque il +principe Odescalchi è nuovamente duca +di Bracciano.<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a></p> + +<p>Entriamo nel castello. A quanto pare, +un triplice muro, solidissimo, costruito +con blocchi di basalto, circondava originariamente +il maniero, insieme col fossato, +ora riempito. Si può entrare nel castello da<span class="pagenum"><a name="Page_355" id="Page_355">[355]</a></span> +due robuste e grandi porte, una dalla parte +del paese, l'altra dalla parte del lago.</p> + +<p>Lo stile generale dell'edificio appartiene +al rinascimento; le pareti, le finestre incorniciate +di peperino ed i merli ricordano +assai il palazzo di Venezia di Roma, +la cui costruzione è della stessa epoca. +Come in quello, il maggior cortile del castello +degli Orsini era in origine cinto da +un porticato a colonne che fu più tardi +murato. Resta soltanto la gabbia di una +scalea, poggiata su colonne di tufo che +conduce al piano superiore: come la porta +vicina della vecchia cappella, essa mostra +il passaggio dal gotico al rinascimento.<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a></p> + +<p>Le cinque torri rotonde racchiudono in +maniera imponente l'edificio e sembrano +sorreggerlo e tenerlo insieme come poderose +colonne. In alto, un ballatoio coronato +di merli, le unisce fra loro. Al difuori, +sopra le porte, come anche nel cortile, +si vedono ancora gli stemmi in pietra +della casa Orsini che risalgono al tempo +della prima costruzione del castello.</p> + +<p>Una donna attempata mi ha accompagnato +in giro pel castello durante due ore, +dopo avermi detto che era tedesca, che da<span class="pagenum"><a name="Page_356" id="Page_356">[356]</a></span> +trent'anni stava al servizio degli Odescalchi +e che intendeva finire i suoi giorni, +tranquilla e felice, nella solitudine di quel +maniero.</p> + +<p>Abbiamo attraversato alte sale a vôlta +e file di stanze, piene di mobili roccocò e +moderni e specialmente di armadi parigini, +in legno scolpito. Questi ambienti +sono tetri e poco adatti ad essere abitati; +soltanto la veduta sul lago, dalle profonde +finestre, è bella. In generale le esigenze +della nostra vita moderna sono così differenti +da quelle della vita feudale, come +le ville Doria Pamphili o Albani, da questo +castello Orsini. In esso poteva sentirsi +a suo agio solo una famiglia baronale che +trincerava dietro spesse muraglie di pietra +i suoi privilegi e le sue barbare passioni, +mentre lo sciame dei vassalli devoti e dei +servi schiavi obbediva al cenno del padrone, +garantito dalle loro sostanze e dalla +loro vita. Soltanto ambiziosi pensieri di +dominio, di potenza e di guerra potevano +agitarsi entro queste mura; la voce della +grazia e della musa risuonava qui assai +raramente. Ben diverso era il principesco +castello d'Urbino, il più bel monumento +del rinascimento in Italia, della stessa +epoca. Me ne sono ricordato a Bracciano. +Colà il geniale Federigo di Montefeltro, +padre di quel Guidobaldo che assediò il<span class="pagenum"><a name="Page_357" id="Page_357">[357]</a></span> +castello di Bracciano, formò la sua celebre +biblioteca, vi eresse molte statue e ne fece +una delle più dotte accademie del suo +tempo.</p> + +<p>Nelle sale del castello pendono, come in +quasi tutti i manieri baronali, molti ritratti +di famiglia, quasi tutti però del <span class="smcap">xvii</span> secolo.<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a> +I ritratti della famiglia Orsini, se alcuno +li possedesse e li riunisse insieme, +formerebbero certo intere gallerie e nella +lunga fila di ritratti femminili ogni celebre +casa aristocratica d'Italia sarebbe rappresentata. +La mia cicerona, disgraziatamente, +non me ne seppe nominare alcuno. Forse +avrei potuto trovare quello d'Isabella Orsini. +Mi si mostrò invece la stanza di questa +disgraziata principessa che, solo fugacemente, +può darsi sia comparsa in questo +castello.</p> + +<p>Alcuni soffitti sono decorati con figure +di stucco, ma pesanti e senza gusto; altri +sono stati fatti dipingere dal Torlonia, il +cui stemma è qui più volte riprodotto. +L'arme di chi è venuto su dall'aristocrazia +del danaro appare accanto a quella della +vetusta casata degli Orsini, come ironia +del tempo moderno sul passato feudalismo.<span class="pagenum"><a name="Page_358" id="Page_358">[358]</a></span> +Quanti antenati, quante lotte e fatiche, +quale lunga storia di guerre, di paci, +di convenzioni, di delitti e di virtù dovettero +succedersi prima che un Orsini edificasse +questo castello e che un altro ottenesse +il titolo ducale di Bracciano! Tutto ciò +non occorreva più al banchiere Torlonia: +egli era diventato ricco durante la notte, +ed un giorno potè metter fine a tutta +quella noiosa storia con un paio di cambiali, +ponendo il suo stemma: quattro stelle +dorate con quattro grossi ciuffi di raggi +d'oro, accanto alla rosa degli Orsini, e +sorridendo passeggiare come duca sotto i +cento polverosi ritratti del castello. Non +è forse il mondo un venale mercato di +mercerie e di ciarpame?...</p> + +<p>La mia brava guida mi condusse sui +merli del castello e sulla piattaforma di +tutte le torri che sono ripianate sulla cima +la quale è lastricata. Mi accompagnò quindi +al luogo desolato, dove il conte o duca sedeva +per render giustizia ai vassalli o ai +prigionieri di guerra e poi nelle camere +di tortura, nelle carceri chiuse da forti +cancelli, ed in altri luoghi, dove veniva eseguita +la giustizia, nel buon tempo antico +delle torture e della pena capitale, quando +ancora non si discuteva in Parlamento l'abolizione +della pena di morte.</p> + +<p>Dall'alto delle torri preferii ammirare<span class="pagenum"><a name="Page_359" id="Page_359">[359]</a></span> +l'incantevole specchio del lago da una +parte e dall'altra la cima del Soratte; +quindi lasciai il castello e vagai un poco +sotto le alte querce del convento dei cappuccini +e infine attraversai il borgo di +Bracciano che possiede un albergo, La Piva, +dove si sta abbastanza bene. E' poco frequentato; +solo nell'estate talvolta si anima +per gli ospiti che si recano ai bagni vulcanici +di Stigliano e Vicarello, situati vicino +al lago, famosi per le loro virtù salutari +fin dall'antichità.</p> + +<p>Quei di Bracciano non hanno alcuna industria, +tranne le vicine ferriere. In questo +paese notai delle brocche di forma etrusca, +che le donne e le fanciulle portano sulla +testa alla fontana: questi recipienti di terracotta +non vengono però fabbricati qui, +ma a Vetralla, una delle castella dell'antico +paese prefettizio. Mi ricordai che un +tempo v'era in Bracciano una stamperia, +da cui, per uno strano caso, nell'anno +1624 era uscita la prima edizione della +<i>Vita di Cola di Rienzo</i>, una delle più +pregevoli opere della storiografia romana +del <span class="smcap">xiv</span> secolo. Non mi fu possibile trovare +alcuna traccia di questo stabilimento, impiantato, +chi sa per quale ragione, a Bracciano.</p> + +<p>Era mia intenzione proseguire il mattino +appresso per Anguillara, lungo il<span class="pagenum"><a name="Page_360" id="Page_360">[360]</a></span> +lago; scesi perciò dall'altura del castello +per un sentiero selvaggio, giù alla sponda. +Anguillara mi attirava per la storia dei +suoi conti, alcuni dei quali famosi senatori +di Roma nel secolo <span class="smcap">xiv</span>.</p> + +<p>Là fu conte un tempo Orso, il mecenate +del Petrarca, uomo colto ed amico delle +muse che accolse il poeta ospitalmente +nel Castello di Capranica e come senatore +di Roma lo coronò poi in Campidoglio. +Petrarca si recò senza dubbio da Capranica +ad Anguillara ed i suoi occhi videro +questo lago delizioso, sulla sponda del quale +l'usignolo sembra che chiami a sè il poeta. +Cento anni dopo, al tempo di Eugenio IV +e di Pio II, era conte di Anguillara il terribile +Everso, violento signore d'Etruria, +temuto tutto all'intorno. Dopo la sua morte +Paolo II conquistò gli undici castelli di lui e +fece tradurre il figlio, Francesco, in Castel +S. Angelo. Così finì questo ramo, ma Anguillara +passò più tardi a Virginio Orsini +ed a Carlo, suo bastardo. Ricordano ancora +Everso i resti del suo palazzo in Trastevere: +un'alta torre sulla cui cima, per Natale, +si suole esporre il presepio, ed il suo +stemma sulla parete esterna dell'ospedale +lateranense, al quale questo delinquente +aveva fatto un pio lascito.</p> + +<p>L'arma dei conti d'Anguillara reca incrociati +due serpenti o anguille: a me almeno<span class="pagenum"><a name="Page_361" id="Page_361">[361]</a></span> +quei segni sono sembrati anguille e +dapprima credetti che anche il cognome derivasse +dalle anguille del lago. Ma a Bracciano +mi convinsi dell'errore, essendomi +stato detto che il lago è ricco di lucci e di +carpioni (<i>regine</i>), ma non d'anguille, ed +avendo appreso, dalla posizione stessa di +Anguillara che il vero suo nome doveva +essere <i>Angularia</i>, giacchè il castello sta +su di un promontorio che fa un angolo +nel lago.</p> + +<p>Proseguendo lungo la sponda, nella direzione +di Anguillara, dopo aver attraversato +parecchi tratti paludosi, m'imbattei in +una grossa mandra di giovenchi e di splendidi +tori che minacciava di tagliarmi la +strada. Chiamai un pastore in aiuto e questi +mi accompagnò per un certo tratto, minacciando +con la sua lancia i tori e gridando +loro delle parole di comando. Costui, +che era dei dintorni di Spoleto e faceva +il pastore per vivere, mi condusse in un +luogo dove aveva stabilito la sua solitaria +dimora: era una specie di grotta sulla +sponda, ombreggiata da un albero. Mi sedei +ed ammirai estatico l'azzurro lago, dal quale +qua e là guizzavano fuori pesci e le idilliche +mandre di giovenchi e i cavalli che +animavano da ogni parte la riva. Cercavano +l'acqua per rinfrescarsi, ma talora si agitavano +e correvano sulla sponda, perchè<span class="pagenum"><a name="Page_362" id="Page_362">[362]</a></span> +tormentati dalle maligne mosche della palude, +i tafani di Io.</p> + +<p>Rinunziai a malincuore alla mia gita ad +Anguillara perchè, per quanto vicino sembrasse +quel paese per la trasparenza dell'aria, +altrettanto era invece lontano ed anche +perchè sarebbe stato necessario aprirsi +la via attraverso la palude e la macchia di +Mondragone che sembra arrivare fino al +lago. Tornai dunque a Bracciano, lungo la +solitaria sponda dove, fra i cespugli, l'usignolo +etrusco canta così dolcemente come +il suo fratello latino del lago di Nemi. Nel +pomeriggio, veramente soddisfatto e ristorato +feci ritorno a Roma. Questa gita durò +solo cinque ore.</p> + +<div class="figcenter" style="width: 130px;"> +<img src="images/ill370.jpg" width="130" height="93" alt="" title="" /> +</div> + +<div class="footnotes"> +<p class="title"><span class="big">NOTE:</span></p> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Il venerando Don Vincenzo Colonna è morto nell'ottobre +del 1867 nel castello di Marino. Debbo a lui, +se durante molti anni, senza restrizione alcuna, io ho +potuto consultare gli archivi della sua casa; egli mi +ha inoltre fornito molte preziose notizie sulla storia +di Roma.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Il nome <i>malfamato</i> di Montefortino fu mutato +nel 1870 in quello di Artena a ricordo dell'antica città +esistente nei dintorni. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> In nomine Domini Amen. Anno a nativitate ejusdem +Domini MDXLVII. Pontificatus Sanctissimi in Christo +Patris et Domini nostri Pauli divina providentia +Pape III anno ejusdem XIII. Indictione V. mensis Februarii +die Martis XV. In presentia mei notarii et +testium infrascriptorum ad hoc specialiter vocatorum +et rogatorum. Constituta personaliter Illustrissima et +Excellentissima Domina Victoria Columna Marchionissa +Pescarie infirma corporis, et in lecto jacens, +sana tamen mente, et intellectu ac loquela... +</p><p> +Actum Rome et in Palatio Illustrissimi Domini Juliani +de Cesarinis vocato Argentina, et in stantiis, viridarii, +et in quadam camera in qua ipsa Illustrissima +Domina Testatrix infirma jacebat in lecto presentibus +audientibus et intelligentibus his videlicet... +</p><p> +Ita testavi ego Victoria Columna.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Fumone sta sulla sommità di un alto e nudo monte +conico spesso avvolto pel contrasto dei venti tra le +nubi, quasi come tra fiumi. Di qui quel detto poichè +gli abitanti dei dintorni riguardano quelle nubi come +sicuro pronostico di temporale. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> La catena dei Volsci si distingue più precisamente +in tre gruppi: quello dei Lepini da Velletri e Valmontone +fino all'Amaseno; quello degli Ausoni tra questo +fiume ed il lago di Fondi e quello degli Aurunci tra +Fondi e il Garigliano. La regione descritta dal nostro +Autore sta nel gruppo dei Lepini. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> La famiglia di Innocenzo III si chiamava dei Conti +di Segni, perchè uno dei suoi antenati era stato governatore +della città; oggi è provato che questa famiglia +possedette Segni solo dopo il 1353, cioè 137 +anni dopo la morte di Innocenzo III. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> Sul suo piedistallo si legge la seguente iscrizione: +<i>S. Brunoni Doctori Eucharistico Episcopo Signino Abbati +Casinensi Qui Berengario Converso Haeresim +Extinxit Henrico IV. Imp. Reducto Schisma Compressit +Adulpho Expulso Tyrannidem Abrogavit +P. H. M. Mylord Ellis Congr. Casin. Abbas Episc. +Signin. S. Q. S. Protectori Exim. P. P. MDCCXII</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> «Donationem in scriptis de duabus massis, quae +Nymphas et Normias appellantur, juris existentis publici». +Vedi la <i>Storia di Roma nel Medio Evo</i>, vol. 2º.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> Nel 1881 il Demanio lo alienò ed oggi, dopo varî +passaggi, appartiene al signor James Aguet. +</p><p> +Il Circeo ha avuto il suo storico locale in Giuseppe +Capponi che nel 1856 pubblicò a Velletri un volume +dal titolo: <i>Il Promontorio Circeo illustrato con la +sua storia</i>. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> Oggi Cassino.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> Il Liri assume il nome di Garigliano dopo la confluenza, +alla sua sinistra, del Gari o Rapido proveniente +da Cassino. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> L'intiera linea da Roma a Napoli fu aperta all'esercizio +nella primavera del 1862, e merita lode il governo +papale di aver terminato la sua linea fino a Ceprano +prima che il governo italiano terminasse il tratto da +Capua al ponte del Liri.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> La più antica menzione di Bracciano si ha in un +laudo del 10 Gennaio 1234 fatto <i>in castro Brachiani, +in platea ante domum Arsuli de Porta</i>, col quale alcuni +personaggi della famiglia dei Prefetti di Vico +nominarono gli arbitri per la divisione dei loro beni. +Vedi: Calisse, <i>I Prefetti di Vico</i>, p. 23, Roma, 1888. +(N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_14_14" id="Footnote_14_14"></a><a href="#FNanchor_14_14"><span class="label">[14]</span></a> Livio I Odescalchi divenne proprietario di Bracciano +in forza di verbale d'incanto 16 Agosto 1696 innanzi +la Congregazione dei Baroni, per 386,300 scudi; +l'istrumento d'acquisto fu stipulato con Monsignor Tesoriere +il 1º Settembre successivo. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_15_15" id="Footnote_15_15"></a><a href="#FNanchor_15_15"><span class="label">[15]</span></a> Il feudo fu venduto per 400,000 scudi al Marchese +D. Giovanni Torlonia, per gli atti del notaro G. B. Sacchi +in data 15 Marzo 1803; l'istrumento di riscatto fu stipulato +tra il Duca D. Marino Torlonia ed il Principe +D. Livio III Odescalchi per gli atti del Notaro Bartoli +il 2 Decembre 1848, per uguale somma. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_16_16" id="Footnote_16_16"></a><a href="#FNanchor_16_16"><span class="label">[16]</span></a> L'attuale proprietario Principe D. Baldassare Odescalchi +ha fatto in questi ultimi anni eseguire, sotto +la direzione dell'architetto R. Ojetti, molti lavori di +ripristinamento, tra i quali quello dei portici. (N. d. T.).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_17_17" id="Footnote_17_17"></a><a href="#FNanchor_17_17"><span class="label">[17]</span></a> Dall'archivio Orsini (fascicolo intitolato: <i>Nomi +delli ritratti che sono nella sala di Bracciano</i>) si rileva +che dalle pareti pendevano 151 ritratti di personaggi +della casa Orsini. (N. d. T.).</p></div> +</div> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/ill371.jpg" width="600" height="49" alt="" title="" /> +</div> + +<p class="title"><span class="big">INDICE</span></p> + +<ul class="TOC"> +<li>Prefazione <span class="tocright">Pag. <a href="#Page_iii"><span class="smcap">iii</span></a></span></li> +<li>La Campagna romana<span class="tocright"> » <a href="#La_campagna_romana">1</a></span></li> +<li>I monti Ernici<span class="tocright"> » <a href="#I_monti_Ernici">89</a></span></li> +<li>I monti Volsci<span class="tocright"> » <a href="#I_monti_Volsci">141</a></span></li> +<li>Idilli delle spiagge romane<span class="tocright"> » <a href="#Idilli_delle_spiagge_romane">191</a></span></li> +<li>Il Circeo<span class="tocright"> » <a href="#Il_Circeo">247</a></span></li> +<li>Le sponde del Liri<span class="tocright"> » <a href="#Le_sponde_del_Liri">277</a></span></li> +<li>Il castello degli Orsini in Bracciano<span class="tocright"> » <a href="#Il_Castello_degli_Orsini_in_Bracciano">337</a></span></li> +</ul> + +<div class="tnote"> +<h2>Nota del Trascrittore</h2> + +<p>L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute, +correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Tutte le occorrenze +dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state +normalizzate in (N. d. T.). Grafie alternative mantenute:</p> + +<ul><li>char à banc / char-à-banc</li> +<li>danno / dànno</li> +<li>È / E'</li> +<li>geni / genî</li> +<li>medio evo / medio-evo</li> +<li>meta / mèta</li> +<li>opifici / opificî</li> +<li>pendio / pendìo</li> +<li>promontori / promontorî</li> +<li>studi / studî</li> +<li>tempi / tempî</li> +<li>volta / vôlta</li> +<li>volte / vôlte</li></ul> +</div> + + + + + + + + +<pre> + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 1, by +Ferdinando Gregorovius + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 1 *** + +***** This file should be named 29955-h.htm or 29955-h.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/2/9/9/5/29955/ + +Produced by Emanuela Piasentini, Barbara Magni and the +Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net +(This file was produced from images generously made +available by The Internet Archive/Canadian Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact +information can be found at the Foundation's web site and official +page at http://pglaf.org + +For additional contact information: + Dr. Gregory B. Newby + Chief Executive and Director + gbnewby@pglaf.org + + +Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation + +Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide +spread public support and donations to carry out its mission of +increasing the number of public domain and licensed works that can be +freely distributed in machine readable form accessible by the widest +array of equipment including outdated equipment. Many small donations +($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt +status with the IRS. + +The Foundation is committed to complying with the laws regulating +charities and charitable donations in all 50 states of the United +States. Compliance requirements are not uniform and it takes a +considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up +with these requirements. We do not solicit donations in locations +where we have not received written confirmation of compliance. To +SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any +particular state visit http://pglaf.org + +While we cannot and do not solicit contributions from states where we +have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition +against accepting unsolicited donations from donors in such states who +approach us with offers to donate. + +International donations are gratefully accepted, but we cannot make +any statements concerning tax treatment of donations received from +outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff. + +Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation +methods and addresses. Donations are accepted in a number of other +ways including checks, online payments and credit card donations. +To donate, please visit: http://pglaf.org/donate + + +Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic +works. + +Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm +concept of a library of electronic works that could be freely shared +with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project +Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support. + + +Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed +editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S. +unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. + + +</pre> + +</body> +</html> diff --git a/29955-h/images/ill001.jpg b/29955-h/images/ill001.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..d37fbfd --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill001.jpg diff --git a/29955-h/images/ill003.jpg b/29955-h/images/ill003.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..fb10727 --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill003.jpg diff --git a/29955-h/images/ill009.jpg b/29955-h/images/ill009.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..b596ff6 --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill009.jpg diff --git a/29955-h/images/ill099.jpg b/29955-h/images/ill099.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..5cfde2d --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill099.jpg diff --git a/29955-h/images/ill151.jpg b/29955-h/images/ill151.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..1a28958 --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill151.jpg diff --git a/29955-h/images/ill201.jpg b/29955-h/images/ill201.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..943499d --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill201.jpg diff --git a/29955-h/images/ill257.jpg b/29955-h/images/ill257.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..bbf87c8 --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill257.jpg diff --git a/29955-h/images/ill347.jpg b/29955-h/images/ill347.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..1af1ca2 --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill347.jpg diff --git a/29955-h/images/ill370.jpg b/29955-h/images/ill370.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..f234049 --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill370.jpg diff --git a/29955-h/images/ill371.jpg b/29955-h/images/ill371.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..6924cfa --- /dev/null +++ b/29955-h/images/ill371.jpg diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt new file mode 100644 index 0000000..6312041 --- /dev/null +++ b/LICENSE.txt @@ -0,0 +1,11 @@ +This eBook, including all associated images, markup, improvements, +metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be +in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES. + +Procedures for determining public domain status are described in +the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org. + +No investigation has been made concerning possible copyrights in +jurisdictions other than the United States. 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